We'll be halfway to anywhere, where love is more than just your name.

di Giulz95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Bello pensare che le cose possano aggiustarsi da un momento all'altro, vero?
La speranza accompagna le vite di ognuno di noi, e spesso è l'unica cosa che ci spinge ad arrivare a fine giornata, come una sporgenza alla quale aggrapparsi per non cadere nel vuoto. Io mi ritengo una persona piena di speranza, di fiducia in tutto e in tutti, forse addirittura quando non dovrei. Mi fido sempre troppo, do sempre una seconda occasione, sono sempre in prima fila per aiutare chi mi sta attorno. Non è sbagliato, per l'amore del cielo, è giusto essere buoni con il prossimo e fiduciosi nel futuro, però ciò non toglie che faccia male quando qualcuno infrange una promessa, anche se fatta senza pensarci, o meglio, senza essere in grado di pensarci sù per colpa dell'alcool. Quando Shaun mi ha promesso che non avrebbe più toccato una goccia d'alcool, l'anno scorso, io gli ho creduto. Come potevo non farlo, insomma, io lo amo. O almeno, lo amavo. O forse lo amo ancora. Non lo so, ma so che se lo amo ancora, l'amore in questo momento è nascosto dalla delusione. Infondo è questo che è la mia vita, ultimamente. Delusione. Prima mio fratello Robbie che tradisce sua moglie, poi Ben che lascia il gruppo senza spiegazioni, e infine, come ciliegina sulla torta, Shaun in riabilitazione. Come se non bastasse, siamo in ritardo di un anno con l'uscita dell'album, perché il famoso "blocco dello scrittore" ha pensato bene di venire a farmi una visitina. Scrivere non è mai stato un problema per me, mai. Scrivo canzoni da quando ho circa nove anni, e ho sempre trovato qualcosa su cui scrivere. Ho scritto canzoni su qualsiasi cosa, dalla più triste alle più felice, costruendomi un personaggio cupo e gotico, come piace a me e come piaceva a Ben. Solo che a differenza sua, io non ho mai nemmeno pensato di tirarmi indietro. Dopotutto, gli Evanescence sono il mio sogno, e se c'è una cosa che mia madre Theresa mi ha insegnato, è che i sogni vanno seguiti e coltivati, sempre, anche quando si pensa di essere arrivati. Quindi forza, Amy, apri questa tua bella testolina dell'Arkansas e tiraci fuori una canzone, come fai sempre. 
...
Niente da fare, il pianoforte mi respinge. Abbandono la fronte sui tasti, che risuonano sotto la mia stanchezza. Ma che ore sono? Giro la testa verso l'orologio e mi accorgo che sono quasi le tre del mattino. Più o meno l'ora in cui Shaun ritornava a casa ubriaco marcio. Siamo andati avanti quasi due anni con la stessa storia: ogni volta che lui tornava, io gli dicevo di smetterla, che si stava facendo del male e che se non avesse smesso di bere io l'avrei lasciato. "Non farlo, ti prego" mi rispondeva, con l'alito che sapeva ancora di alcool, accasciato a terra davanti all'ingresso "Io ti amo.". Io ci ho creduto tante volte, troppe volte, fino a che sono arrivata alla conclusione che se mi avesse amato davvero avrebbe fatto di tutto per smettere di uccidersi. Improvvisamente un colpo di genio. Le mani scorrono sul pianoforte, la melodia viene fuori, le parole sono le più difficili, ma con un po' di lavoro verranno fuori anche loro, ne sono certa. Sono le tre e mezzo del mattino, di Seether non c'è l'ombra, ma al posto suo davanti a me è comparso uno spartito con scritto il singolo dell'abum. Mi alzo tenendo davanti a me lo spartito e mi lancio sul divano in salotto, brancando il cellulare e facendo il numero di Steve, che mi risponde dopo un bel po' di squilli con un tono piuttosto alterato.
-Chi cazzo è?-
-Steve, sono Amy. Ho appeno finito di comporre la seconda traccia dell'album, devo fartela assolutamente sentire.- Gli dico tutto d'un fiato, troppo entusiasta per accorgermi del rafforzativo di frase che ha usato per salutarmi.
-Amy? Dio, ma lo sai che ore sono? Tu non ci vai mai a dormire?-
Ho una specie di folgorazione, che mi porta istintivamente a girare la testa di scatto verso l'orologio. 
-Cavoli. Scusa, io non... Non ci ho pensato.- Grazie al cielo non mi può vedere, perché sto diventando rossa come un pomodoro. -Mi dispiace. Se ci vediamo domani in studio ti va bene?-
-Se mi lasci tornare a dormire volentieri.- Risponde sbuffando. -Ora che ci penso devo anche parlarti dei VMA. Sembra che dovrai presentare un premio.-
-Non c'è problema, ne parliamo domani.- Sorrido. -Buonanotte, Steve. Scusami ancora.-
-Buonanotte.-
Spengo il telefono e mi sdraio sul divano, quando Mozart si viene ad accoccolare al mio fianco implorandomi con lo sguardo da cucciolo di non mandarlo via.
-Mozart, no. Scendi.- Mugugno, già mezza addormentata. Niente da fare, si stringe di più contro il mio petto chiudendo gli occhi. D'accordo, mi arrendo di fronte al grande potere di persuasione felino. -E va bene. Ad una condizione: niente fusa.- Detto questo, ci addormentiamo entrambi sul divano, lui comodamente sdraiato sulla mia pancia, io con il rischio di svegliarmi domani mattina con la schiena a pezzi. Ma il letto matrimoniale è troppo grosso per una sola persona, e la malinconia non mi fà dormire. L'ultima cosa che mi passa per la testa, è un motivetto che non riesco a levarmi dalla testa. Beh, rimanderò tutto a domani.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



-Beh, Amy, è meravigliosa.- Inizia entusiasta Steve. Ho appena finito di suonare il pezzo che ho composto ieri sera, dedicato a Shaun. Dedicato pesantemente a Shaun, ma non importa. Qui si parla di lavoro, rimani concentrata Amy Lynn Lee. -Davvero bella. Come pensi di intitolarla?-
-Il ritornello dice "You never call me when you're sober", quindi potrebbe essere quello. Ma avevo pensato anche più semplicemente a Sober.-
-Vada per Call me when you're sober. Suona meglio, e Sober è già stato preso da Pink.- Alza gli occhi al cielo. Le questioni da burocrati lo stressano a morte, però insomma è pur sempre il mio manager. Dovrà pur fare qualcosa, no? -Quando la registrerai?-
-Devo ancora farla sentire agli altri. Non lo so, magari tra una settimana o due.-
-Non c'è tutto questo tempo, Amy. Siamo già in ritardo!- Dio, Steve, non mi mettere ansia. Lo sai che lo odio.
-Saremo pronti per Gennaio. Te lo garantisco.- Lo rassicuro, ma più che altro rassicuro me stessa. Mi mancano ancora sette pezzi da comporre, e spero di farcela per Dicembre, che è già tardissimo se consideriamo la produzione e tutto quanto, ma sono una perfezionista, ed è per questo che piaccio ai miei fans. -Comunque, riguardo a questi Video Music Awards? Di cosa mi volevi parlare ieri sera?-
-Stamattina, Amy.- Mi fulmina con lo sguardo mentre io faccio spallucce. Non me lo perdonerà mai. -Come ti dicevo, dovrai consegnare un premio. Mi sembra sia il Best Group Video Award, ma non ne sono sicuro. Quello di cui sono sicuro invece, e che mi preme molto dirti, è che presenterai in coppia con la stessa persona con la quale voglio che tu incida un duetto per l'album.-
Io non canto in duetto. Assolutamente, io canto da sola. Ma mandiamo giù un  rospo per volta, tanto sarà probabilmente un emergente che canterà il ritornello.
-E di chi si parla?- Chiedo, anche se in realtà non me ne frega niente.
-Di Jared Leto, il frontman dei...-
-No.- Lo fermo subito.
-"No" cosa?-
-No, non canterò con Jared Leto. Non mi attrae nemmeno l'idea di prensentare il premio a VMAs con lui, ma quella è una cosa fattibile, si parla di averlo sul groppone per quanto, una mezz'ora scarsa? Ma non posso vedermelo girare intorno per tutta l'incisione del pezzo.-
-Anche prima dell'incisione. Effettivamente sarà qui tra circa un'ora per conoscerti di persona.-
-Steve!- Urlo. Ma come si permette? Se vuoi anche organizzare le mie uscite notturne, fai con comodo! -Come...? Ah, lasciamo perdere! Non canterò con Jared Leto. Punto. Fine della discussione.-
C'è un momento di silenzio, brevissimo, che viene riempito dalla sua risata divertita. Ah, ecco, era uno scherzo! Che manager burlone che ho! Rido anche io.
-Io sono il tuo manager, Amy. Io decido che cosa fai e non fai tu, con chi canti e non canti tu, e io dico che inciderai una canzone con Jared Leto. Inoltre dovresti fare il salti di gioia, voglio dire, è Jared Leto. Uno degli uomini più belli del mondo!- D'accordo. La situazione si fà imbarazzante.
-Sembra che qualcuno si sia preso una cotta, eh?- Cambio discorso.
-Cosa? No!- Mi riprende, anche se vedo una risata velargli leggermente lo sguardo -Senti, perché non vuoi lavorare con lui?-
Perché? Ahaha, ma non farmi ridere! 
-Potrei elencarti almeno una decina di motivi per il quale non voglio lavorare con uno che si porta sotto le lenzuola tutto quello che si muove, che fa battutine irritanti e a sfondo sessuale su ogni donna con il quale ha a che fare, che è dell'idea che il modo migliore per vendere musica sia spogliarsi davanti ad una folla di ragazzine urlanti che che io compatisco incredibilmente, che a trentacinque anni suonati si comporta come un bambino. È viziato, presuntuoso, permaloso, egoista, non professionale e ha una pessima influenza su tutte le barbie bionde del mondo.-
-Fortunatamente tu sei mora.- 
Mi giro verso quella voce cristallina ed irritante. Bene, cominciamo con il piede giusto. Jared Leto, probabilmente una delle poche persone che mi infastidiscano al mondo, è davanti a me e nasconde lo sguardo che ha fatto impazzire milioni di donne dietro un paio di occhiali neri. 
-Signor Leto,- È Steve ad interrompere l'atmosfera poco piacevole che si è creata nella stanza. Dio ti benedica, Steve. Anzi, benedica me perché ti prometto che nonappena questa storia finisce, io ti ammazzo con le mie mani. -Questa è la signorina Lee. Lei scriverà il pezzo sul quale duetterete nel nostro nuovo album. E sono sicuro che non intendeva veramente tutte quelle cose che ha detto prima, vero Amy?- 
Lo fulmino con lo sguardo. Ma chi si credono di essere tutti e due? Il Padre Eterno in persona e il suo cherubino?
-Non importa. L'invidia è una brutta bestia, e comunque al contrario di come diceva la signorina Lee sono abbastanza professionale da sopportarla fino all'uscita del vostro disco.-
-No, scusami? Invidia?- Rido nervosamente. -Quale invidia?-
-Oh, certo. Non fare finta di niente. Sai benissimo che il successo del tuo gruppo non è nemmeno lontanamente paragonabile al mio.-
Ma come si permette?! 
-Ecco vedi Steve? Questo è il motivo per cui non voglio lavorare con lui.- Dico girandomi verso il mio manager, che fa spallucce afferrando la sua giacca.
-Ragazzi, io tolgo il disturbo. Cercate di non uccidervi a vicenda, se ci riuscite.- E chiude la porta dietro di sè. Steve! No! Non mi lascerai sola con questo qui? Mi fissa per un po', aspettando che io dica qualcosa, senza sapere che quello che mi viene da dirgli in questo momento non gli farebbe piacere. 
-Va bene. Ci vediamo ai VMAs.- Dice, prima di chiudersi la porta alle spalle. Così rimango sola nel grande studio di registrazione, libera di sedermi al pianoforte e suonare, così, da sola. Le mie mani scorrono sui tasti e finalmente riesco a mettere giù la melodia che avevo in testa la notte scorsa. Non è male. Anzi, è carina. Così decido di correre a casa per scriverla. Spengo le luci e mi precipito in strada, prima di entrare in macchina e guidare fino a casa. Stupidissimo Jared Leto che rimane nella mia testa per tutto il tragitto. Sono davvero stata così acida? Sì, Amy, lo sei stata. Ma parti con dei pregiudizi. Infondo non l'hai mai conosciuto veramente, apparte che attraverso i racconti e le dicerie dei giornali. Sarà eccentrico, magari un po' antipatico, ma è comunque un essere umano. O no? Dannazione, fai la donna matura Amy. Comportati seriamente e sii professionale. Certo non è stato molto carino con la sua ultima uscita, però se ha sentito tutto quello che hai detto su di lui probabilmente ha avuto un buon motivo per dire quelle cose. Forse dovresti chiedergli scusa, anche perché se dovrete lavorare insieme sarà meglio farlo in modo pacifico. 
Ma la smetto di parlare da sola? 
Arrivo a casa e come al solito mi lancio sul divano in salotto, mentre di nuovo, chiamo Steve al telefono, che stavolta mi risponde subito.
-Sì?-
-Steve, sono io, Amy. Puoi darmi il numero di Leto, perfavore?-
-Pensavo ve lo foste già scambiati.-
-In realtà se ne è andato poco dopo di te. Mi rendo conto che forse ho esagerato un po', e volevo chiamarlo per scusarmi.-
C'è un momento di silenzio stressante. 
-Chi sei e cosa ne hai fatto di Amy?-
-Oh andiamo, Steve! Non sono così terribile dopotutto. Senti, lui non mi piace per niente, ma se devo lavorarci insieme devo almeno tentare di andarci d'accordo. E il miglior modo per farlo è scusarmi per come l'ho trattato. Quindi mi mandi il suo numero, perfavore?-
-D'accordo, te lo mando per messaggio. Un secondo solo.-
-Grazie. Ciao Steve.-
-Ciao.-
Okay, e ora, inizia a pensare ad un discorso sensato per scusarti. Dio, Amy, che stupida che sei. Non appena mi arriva il messaggio chiamo subito il numero di telefono scritto in esso. Dopo il secondo squillo qualcuno mi risponde.
-Chi cazzo è?- Bene. Sembra che la gente si diverta a salutarmi in questo modo. Devo aver interrotto qualcosa. Magari stava solo dormendo. Magari no. Magari era impegnato con una barbie e io ho interrotto... Amy, smettila. Lui è ancora dall'altra parte. -Chi è?-
-Sono Amy.-
-Amy chi?-
-Come sarebbe a dire "Amy chi"? Amy Lee! Ci siamo visti tipo un'ora fà.-
-Ah sì, giusto. Cosa vuoi?- 
-Volevo...- Prendo fiato e chiudo gli occhi. Perché devo essere così dannatamente orgogliosa da non riuscire mai a scusarmi? -Volevo scusarmi per quello che ho detto su di te, prima. Non pensavo tu stessi ascoltando. Mi dispiace.- 
C'è un lunghissimo momento di silenzio, che lui interrompe con una risata. Risata. Esatto. Si mette a ridere di gusto davanti alle mie scuse?! Va bene, va bene. Respira, Amy. Pensa ai VMAs. -Cos'hai da ridere?-
-Niente, non pensavo ti saresti scusata. Sembri il genere di persona troppo orgogliosa per scusarsi.-
Oh. Wow.
-Beh, sono il genere di persona abbastanza intelligente da scusarsi. A differenza tua.-
-Come?-
-Lascia perdere, ho pensato a voce alta. Comunque quando sei andato via ho tirato giù qualche accordo per il duetto. Dovresti sentirlo, se dobbiamo davvero farlo.-
Si può sapere cosa ti è preso, dannazione? Cos'è, lo stai abbordando? Ma cosa dico?! Dobbiamo lavorarci insieme, non c'è nient'altro. Avanti, Amy, tu lo detesti, non dimenticartelo.
-Ci vediamo lunedì prossimo in studio, se per te va bene. Ah, ed Amy, fammi un favore, vestiti normalmente ai VMAs. Non voglio farti fare brutte figure.-
-Ma come ti permetti? Senti chi parla poi! Almeno io mi vesto così dolo per il mio personaggio, tu ti vesti sempre da stupido.-
-Dovrai scusarti di nuovo dopo questo.-
-Scordatelo. Ci vediamo tra due giorni, Leto.-
-Lo farai, credimi. Ci vediamo tra due giorni, Lee.-
Questa discussione non mi ha fatto bene. Lascio andare la testa indietro sul divano, ritrovandomi incastrata tra i pensieri, con Mozart al mio fianco. Saranno passati una decina di minuti quando chiudo gli occhi addormentandomi. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il telefono squilla nel momento esatto in cui mi passo il mascara sulle ciglia, costringendomi ad interrompere il mio intervento chirurgico ad alta precisione. Corro per la casa cercando il cordless che a quanto pare ho perso di nuovo, e solo dopo averlo avvistato mi rendo conto che a suonare è il cellulare. Risponde tornando in bagno a finire il trucco per i Video Music Awards.
-Pronto?-
-Ti odio con tutto il cuore, lo sai?- Risponde mia sorella, dandomi l'idea di una che ha appena finito di urlare.
-Lori! Come stai? Aspetta, perché mi odi?-
-Perché?! Come sarebbe a dire "Perché"?! Aspetta, ora te lo leggo.- Si schiarisce la voce. -"...E questa settimana non perdetevi gli MTV's Video Music Awards, con ospiti speciali di alto rango come Jack Black, che condurrà lo spettacolo, The Rock, The Black Eyed Peas, Queen Latifah e Amy Lee, che presenterà il Best Group Video Award insieme a Jared Leto."-
-E con ciò?-
-Jared Leto, Amy! Jared Leto! Tu sai che venderei anche la mamma per poterci parlare insieme anche solo per dieci minuti? E tu lo conosci e non mi hai detto niente?!-
Oh, benissimo, anche la sorella cotta. Dio, come odio l'adolescenza.
-Lori, innanzitutto non lo conosco, non più di te. E comunque se vendessi la mamma per lui io ti prenderei a pugni, perché credimi, è la persona più egoista e presuntuoso di questa terra.-
-Amy, tu sei pazza. E poi perché sussurri?-
-Perché l'ultima volta che ho detto queste cose su di lui me lo sono trovata dietro e ho dovuto scusarmi.-
-...Sì, sei matta. Comunque me lo devi presentare, Amy. O giuro che non ti parlo più.-
-Lori ne parliamo un'altra volta, va bene? Sono in ritardo ora.- Che bugia, non è vero per niente. Sono in perfetto orario invece. Devo soltanto mettermi il vestito e raccogliermi i capelli, ma per scollare una sorella in piena tempesta ormonale... Beh, è una bugia a fin di bene. Ma sentiti Amy. Altro che Everybody's fool
-Va bene. Divertiti sorella. Baci!-
-Baci.-
Mi fiondo in camera per indossare un abito lungo e nero con dei lacci sulla schiena, in pieno stile gotico, sotto il quale metto un paio di stivaletti non molto alti. Raccolgo i capelli, qualche gioiello e dopo nemmeno un'ora sono sul red carpet a farmi fotografare dai paparazzi, indossando il mio miglior sorriso finto ed accattivante. Mi faccio pena da sola. Improvvisamente sento qualcuno avvicinarsi dietro di me e posarmi un braccio sulle spalle. Mi giro di pochi centimetri quasi sobbalzando e la prima cosa che incontro con lo sguardo sono due occhi azzurrissimi contornati di nero. Okay, forse mia sorella non è l'unica ad essere in un tempesta di ormoni.
-Scusami?- Gli dico guardandolo.
-Continua a sorridere.- Mi risponde lui, posando per i fotografi. Torno a guardare avanti, con lui al mio fianco. Credo sia impazzito. Sì, perché se vuole che la gente creda che io e lui abbiamo una relazione, farsi fotografare con me in un luogo pubblico come questo sarebbe perfetto, ma visto che spero per lui non sia questo il suo intento, probabilmente non ci ha pensato. -Ti avevo detto di vestirti normalmente.-
-Innanzitutto non permetterti di giudicare i miei vestiti, mai più. E comunque quella sciarpetta bianca è ridicola, sembri un regista gay di qualche musical da quattro soldi.-
-Mi piacevi di più quando ti sei scusata.-
-Smettila. E vattene. Così la gente fraintende.-
-Ti piacerebbe. Vieni, tra poco tocca a noi.-
Lo seguo in mezzo alla gente, che non perde occasione per girarsi a fissarci con gli sguardi di quelli in fissa per il gossip. Mi danno il voltastomaco. Ad un tratto una ragazza gli lancia una rosa, che lui raccoglie appena dopo averle fatto l'occhiolino, stendendola dritta a terra. Sì, anche questo mi da il voltastomaco. Finalmente arriviamo dietro le quinte del palco, dove c'è già un gran trambusto e un mare di celebrità, anche se alcuni non li ho mai visti in vita mia. Un ragazzo si avvicina a noi e ci avvisa che tocca a noi, prima di mollarci in mano due microfoni e la busta con il nome del vincitore a Jared, che si ferma davanti all'entrata  e si gira verso di me mentre sento la voce di Jack Black provenire dal salone.
-Pronta?-
-Cosa facciamo? Non abbiamo nemmeno deciso cosa dire!-
-Improvviseremo.-
Improvvisare, io? Non ci penso neanche. Non ne sono in grado!-
-Aspetta...-
-...Ed Amy Lee, dagli Evanescence!- Annuncia Black, subito prima che la folla vada in visibiglio. Jared mi spinge per la schiena in avanti, ma poi si sposta di lato per farmi passare per prima. Cammino sorridendo verso il palco con le luci che mi abbagliano. Salgo la scalinata con Jared dietro di me, che si avvicina e mi porge la rosa che gli aveva lanciato la ragazzina. Oh, ma che carino. Chiaramente è sarcastico. Non è carino, è patetico. 
-Ciao, Amy.- Mi sorride, parlando al microfono. -Amy Lee degli Evanescence, signori, fatele un applauso.-
La gente va in visibiglio, anche se non è un concerto e ci sono pochi fan dentro il teatro, che comunque impazziscono. Agli Awards è sempre così. Gli invitati sono per lo più gente famosa e quando tu sali sul palco non si scompongono più di tanto, lo so perché ci sono stata anche io lì in mezzo, e so quanto è noiosa la serata quando non si vince nulla.
-Jared.- Sorrido, fingendo di salutarlo. E ora? Cosa facciamo? Inizio andare un po' nel panico quando vedo che mi guarda come per dirmi che ha la situazione in mano.
-Sai, Amy, stavo pensando che l'idea del lavoro di gruppo in confronto a quella del lavoro in singolo è molto contrastante, e ci sono pareri diversi.-
-Sì, esatto.- Ma dove vuole andare a parare?
-Quindi, quando fai l'amore...- Alle sue parole scoppia una risata e degli applausi fragorosi nell'arena, mentre sento il viso andare in fiamme. Okay, Amy, stai tranquilla, non ti possono vedere arrossire, hai tre passate di fondotinta sulla faccia. Al massimo possono vederti prenderlo a botte. Può capitare, se continua a fare l'egocentrico. -Puoi nasconderti e farlo in privato, oppure come stavamo dicendo io, Snoop Dog e PDiddy, puoi farlo in cooperativa, hai capito di cosa sto parlando no?-
Bene, è definitivo, lo odio. Mi sta mettendo in imbarazzo. In un imbarazzo tremendo effettivamente, tipo che vorrei sprofondare tre metri sottoterra.
-È imbarazzante.- Sorrido, parlando al microfono e agitando la mano libera davanti il volto, per farmi aria. -Sto arrossendo!-
-A me, personalmente,- Inizia parlandomi sopra. Sta dando spettacolo e il suo egocentrismo mi sta mettendo a dura prova, effettivamente. -Bastano tre o quattro compagne di gruppo per trascorrere una bella serata, sai, per farla diventare un po' più piccante.-
È impazzito. Sì, non c'è dubbio, sta dando fuori di matto. Eppure il pubblico sembra divertirsi a questo "simpatico" siparietto che sta mettendo in piedi. Per lo meno mi sta tenendo fuori dai suoi discorsi, e non sta facendo battutine idiote su di me. Te ne sono grata, mononeurone.
Mi lascio scappare una risatina nervosa quando finisce di parlare, per dare l'impressione di avere la situazione sotto controllo.
-Quindi, in onore delle persone che condividono la mia idea del lavoro di gruppo...- Continua poi guardandomi, per dirmi di continuare. -Ecco qui.-
-Okay.- Faccio un respiro e riprendo il controllo. Sono Amy Lee, cavolo. Ho la situazione sotto controllo. -Sappiamo tutti che andare in tour, scrivere una canzone e registrare un video a volte può essere un esperienza di gran lunga migliore quando non si è soli. -Mi accorgo solo ora che Jared mi ha cirondato nuovamente le spalle con il suo braccio. Ma cosa crede di fare? -Queste sono le nomination per il Best Group Video.- 
Il video di presentazione con i partecipanti alla corsa per il premio parte, e io ho il tempo di scappare dal "sconvolgente abbraccio" di Jared. Gli mimo un "smettila" guardandolo con uno sguardo di fuoco, al quale lui di risposta sorride in modo furbesco. E miseriaccia, sarà anche colpa degli ormoni, ma per un attimo lo trovo bellissimo. Mi tende la busta riportandomi alla realtà e mi accorgo che il video è finito.
-Ed il premio per il Best Group Video 2006 va a...- Dico, prima di aprire la busta e leggere il nome stampato sulla carta. Jared è di fianco a me, eccessivamente vicino al mio viso, tanto che posso sentire il profumo del suo shampoo mentre legge a voce alta con me. -Gli All American Reject!-
Il pubblico applaude, parte la musica e Jared dice il nome della canzone da alta voce prima di prendere il premio dalle mani di uno dei tecnici. Quando i quattro ragazzi salgono sul palco, gli consegna la statuetta d'argento e scende subito. Lo seguo solo dopo qualche secondo, decisa più che mai ad andare ad aprirgli il sedere. Gli insegno io a farmi arrossire, a quel porco. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



Ho girato come una scema per tutto l'edificio dentro un paio di stivaletti scomodissimi, ho chiesto a duemila tecnici se l'avessero visto, ho persino bussato alla porta del suo camerino ma di quell'idiota nemmeno l'ombra. Continuo a camminare verso il parcheggio, ormai rassegnata al fatto che se ne sia già andato, ma non c'è problema, lo ribalterò lunedì prossimo. Arrivando alla macchina mi accorgo di una figura alta e piazzata appoggiata al cofano, che per via della nebbia non riesco a riconoscere subito.
-Scusi?- Dico avvicinandomi qualche passo, prima di rimanere a bocca aperta per quello che vedo. Le spalle larghe, la corporatura massiccia, i capelli lunghi fino alle spalle che gli cadono davanti a coprire il viso, sul quale si scorgono le occhiaie profonde e scavate, appena sotto gli occhi scurissimi, neri come la pece. Affianco a lui, appoggiata alla macchina c'è una bottiglia di liquore mezza vuota. Shaun rimane davanti a me, con la testa abbassata, senza guardarmi fino a quando non lo chiamo. -Shaun?- Dico con un tono preoccupato. Si gira verso di me e capisco subito dal suo sguardo che qualcosa non va.
-Ciao usignolo.- Mi sorride. Mi fa rabbrividire. Mi fa paura. Mi guardo intorno e mi accorgo di essere praticamente da sola. -Che c'è? Cosa guardi?-
-Cosa ci fai qui?-
-Sono venuto a gustarmi lo spettacolo, no?- Fa fatica ad articolare le parole, e capisco che è ubriaco perso di nuovo, nonostante la riabilitazione.
-No, intendo cosa ci fai qui, a New York. Non dovresti essere a Washignton al centro riabilitazione?-
-Usignolo,- Ride mentre si avvicina lentamente. -Mi mancavi, e ho deciso di venire a farti visita.- Puzza di alcool, e le sue mani strette intorno alle mie braccia mi stringono facendomi male.
-Shaun lasciami, mi stai facendo male.- Cerco di liberarmi mai lui è troppo forte. Si gira, trascinandomi davanti a lui e sbattendomi contro la portiera della macchina. -Che diavolo fai?! Shaun smettila!- Urlo, prima che la sua mano mi si posi sulla bocca premendo fino a farmi male. Si avvicina al mio viso, e per la prima volta, mi accorgo che ho una paura tremenda di lui. 
-Amy... Mi sei mancata tanto...- Sposta la mano e preme prepotentemente le sue labbra contro le mie, che cercano di scappare, benché intrappolate. Tutto quello che riesco a fare e mordergli un labbro fino a farlo sanguinare. Si stacca da me facendo qualche passo indetro, portandosi una mano al labbro inferiore, sanguinante.
-Shaun, smettila subito o chiamo qualcuno.- 
-Chiamare qualcuno? Chi vuoi che ti venga a salvare, eh usignolo?!- Torna verso di me, prima di alzare la mano aperta al cielo e colpirmi brutalmente, facendomi cadere a terra, e la mia caviglia si storta sotto il mio peso. Urlo dal dolore e dalla paura, mentre lui si abbassa su di me sovrastandomi. 
-Sei sola, piccola. Io sono solo, tu sei sola... Uniamo le nostre solitudini, che ne dici? Come una volta.-
-Levati di dosso, Shaun!- Inizio a piangere e a dimenarmi, quando le sue mani si infilano sotto il vestito passando in rassegna ogni centimetro della mia pelle. Urlo, piango, ma nessuno sembra arrivare. -Shaun!-
-Non. Urlare.- Mi ringhia, prendendomi il viso nella sua grande e forte mano, stringendomi la mascella tanto da farmi male. Ormai sono una maschera di lacrime quando improvvisamente vedo la figura di Shaun venire tirata indietro di scatto. Quando mi accorgo che due figure lo stanno letteralmente prendendo a pugni cerco di alzarmi per fermare la rissa, ma la mia caviglia non me lo permette, così inizio ad urlare per chiamare aiuto. Guardo meglio per vedere Jared scagliare un pugno violento alla mascella del mio aggressore, mentre l'altro uomo, un po' più basso ma comunque muscoloso, lo tiene bloccato a terra con dei calci. Continuo ad urlare di smetterla ma sembra che nessuno mi ascolti. Mi trascino verso la portiera della macchina, aprendola ed arrampicandomi fino al volante, dove suono il clacson facendo finalmente girare Jared e l'altro uomo, mentre Shaun rimane steso a terra, raggomitolato su stesso. 
-Amy!- Esclama il più alto dei due, avvicinandosi. -Tutto bene?-
-La caviglia... Non riesco ad alzarmi.- Rispondo, cercando di trattenere le lacrime. Vedo Shaun alzarsi e scappare di corsa, troppo di corsa per permettere all'altra figura con i capelli più corti di accorgersene e seguirlo. Corre un po' nella sua direzione, ma si ferma prima di uscire dal parcheggio e torna verso di noi.
-Vieni.- Jared mi prende per il braccio e mi tira in piedi, mentre mi appoggio all'altra gamba. Improvvisamente mi prende in braccio, ed il mio cuore inzia ad accellerare il suo battito ancora di più. Dovrei dirgli di lasciarmi andare, ma non riuscirei a fare nemmeno mezzo passo, e comunque non so se riuscirei a non svenire. Quindi mi limito ad aggrapparmi al suo collo e appoggiarmi alla sua spalla, che mi sembra tanto accogliente. Forse sto delirando. Forse sono già a casa nel letto, o meglio, sul divano, e questo è solo un sogno. No, perché la caviglia mi fa male davvero, e sento che si sta gonfiando dentro lo stivaletto. 
-Shan, vai a chiamare un dottore.- Dice ad un tratto girando la testa verso l'altro uomo, che annuisce e corre dentro all'edificio, dove entriamo poco dopo anche noi. Dopo qualche passo, Jared mi fà sedere su una sedia di plastica lì vicino, rimanendomi accanto.
-Puoi dirmi cos'è successo?-
-Non l'hai visto?- Rispondo, forse un po' troppo acida, cercando di trattenere le lacrime.
-Hey, ti ho appena salvato! Mostra un minimo di riconoscenza e smettila di essere stronza almeno per ora.-
-Scusami, hai ragione.- Sospiro abbassando lo sguardo.
-Chi era quello?-
-Shaun. È il mio ex ragazzo.-
Rimane in silenzio, e sinceramente lo preferisco, perché non gli racconterò certo la storia della mia vita. Le lacrime ricominciano a rigarmi il viso, lasciandosi dietro righe nere di mascara. Appoggio la testa al mura dietro di me e stringo gli occhi. Sento una sua mano posarsi su una mia spalla. Mi giro a guardarlo negli occhi, e vedo qualcosa di diverso. Forse non è poi così stronzo. Una fitta alla caviglia distoglie i nostri sguardi, e mi ritrovo a stringere i denti.
-Cosa c'è?-
-La caviglia... Devo levarmi la scarpa.- Mi chino ed alzo il bordo del vestito, prima di slegare i lacci sul davanti e sfilare lo stivale, che come sospettavo, libera una caviglia mostro, gonfia come un melone.
-Ma dov'è quell'idiota?- Sospira Jared, guardandosi intorno.
-Chi era?-
-Mio fratello. Stavamo uscendo per tornare a casa, quando ho visto quel tizio nel parcheggio, e all'inzio non pensavo fossi tu.-
-Beh, grazie.-
Mi guarda per un po' e mi ritrovo a fissare l'azzurro elettrico delle sue iridi, perdendomici. Riprenditi, Amy, è un momento di debolezza. Magari non sarà così stronzo, ma non pensare nemmeno di prenderti una cotta per uno come lui. Non puoi farlo. Insomma, infondo devi lavorarci insieme. Non puoi mischiare lavoro e sentimenti, hai già visto che le cose non funzionano così. 
Il resto della nottata la passo in ospedale, dopo che il medico di guardia dell'edificio ha deciso che potrebbe essere una slogatura. Jared mi ha accompagnato in macchina perché io non potevo guidare, e non abbiamo spiaccicato parola. Mi hanno visitata e quando si sono accorti che avevo lividi ovunque mi hanno chiesto cosa fosse successo. Ed ho mentito. Voglio che Shaun sparisca dalla mia vita, e denunciarlo sarebbe come appendere un manifesto negli uffici stampa di tutto il mondo. Jared se ne è andato dopo avermi riportato a casa, sempre in silenzio. Un silenzio alquanto strano. Forse è così stupido da non poter dir nulla di intelligente, o forse è abbastanza intelligente da non voler rischiare di dire qualcosa di sbagliato. Mi lancio sul divano appena entro in casa, stendendo la caviglia fasciata ed appoggiandola su un cuscino. Mozart arriva e si accoccola come al solito sulla mia pancia, fissandomi mentre piango di nuovo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Diciannove anni fà:

Theresa piangeva. Si sarebbe strappata i capelli se avesse potuto, sarebbe stata in ginocchio e si sarebbe immersa nel dolore. La sua Bonnie. La sua piccola, bionda, Bonnie. Così piccola, così indifesa, così innocente, portata via da una morte così ingiusta. La sua piccola Bonnie. Le righe nere le scendevano selvaggiamente sulle guance, non ancora rigate per l'età, ma per lo sconforto. Davanti a lei una piccola bara bianca nascondeva la sua Bonnie dal resto del mondo, per sempre. Dietro di lei, invece, la sua Amy non piangeva. Non capiva forse, forse non voleva, forse non piangeva perché voleva essere forte. Forse avrebbe voluto piangere. Ma a sei anni non si ha ancora la coscenza della morte, fortunatamente per lei.
-Mamma, non piangere così.- Disse la bambina, ore dopo a casa, nella penombra di un salotto nel quale mancavano le risate di due sorelle. -Bonnie è ancora qui con noi. Lo sai, questo, vero?-
Non riusciva a risponderle, Theresa, alla sua Amy. Ma come faceva ad essere così fredda? Come poteva essere stata così debole? Quella era sua figlia, doveva proteggerla, doveva essere forte. La guardò negli occhi cerulei, e la strinse forte a sè, soffocando l'ultima lacrima nella piccola spalla bianca della bimba bionda. 
-Ricordati, Amy. Queste sono le lacrime che vale la pena spendere, solo queste. Solo quelle che escono quando qualcuno a cui vogliamo bene se ne va. Tutte le altre non sono spese bene. Devi essere forte, Amy, anche quando vorresti stare male. Devi trovare la forza di essere dura come il marmo sempre. Tieniti sempre questo sorriso meraviglioso sulle labbra, piccola mia, perché è così che andrai avanti nella vita.- *
 
Oggi:
 
-I hate me 
For breathing
Without you 
I don't want to
** -Feel anymore for you 
-È bella.-

Sobbalzo seduta al pianoforte dello studio. Pensavo si essere da sola, e invece c'era uno spettatore. Uno solo, l'unico che non vorrei intorno. L'unico ad avere occhi belli e chiari quanto quelli di un angelo, ma che si comporta come se fosse un bambino frignoso. È appoggiato allo stipite della porta, e mi guarda come se avesse visto una senzatetto. Eppure sto facendo di tutto per sembrare forte, come avrebbe voluto mamma. Devo essere forte. Shaun è una ferita che si cicatrizzerà. Rimarrà il segno per sempre, ma tra poco non farà più male. Dopotutto, la caviglia è guarita, no? Guarirò anche io.
-Non ti ho sentito entrare.-
-La porta era aperta.- Si avvicina. -Come stai?-
-Da quando sei diventato così premuroso nei miei confronti?-
-Non sono premuroso nei tuoi confronti, cerco di essere quantomeno educato, ma se il Jared di prima ti eccita di più posso smetterla.-
Mi scappa un sorriso mentre porta una sedia metallo accanto al pianoforte.
-Idiota.- Ci guardiamo per qualche secondo. È incredibile quante cose siano cambiate dalla scorsa notte. Non è più così stupido come mi sembrava. Ora è più umano. Forse è solo gratidune per avermi salvata, o forse la debolezza. Ma io devo essere forte. 
-Allora, mi volevi far sentire questi accordi?-
-Sì. Aspetta.- Mi alzo per raggiungere la borsa e tirarne fuori un ammasso di fogli stropicciati e macchiati di caffè, alla vista dei quali Jared sorride. -Cos'hai da ridere?-
-I tuoi spartiti. Si sono autodistrutti.-
-Sì, bè, mi capita spesso. Ora taci, perfavore, se non devi dire qualcosa di intelligente.-
Mi fà segno di chiudersi la bocca con una zip e appoggia la testa alle mani, incrociate sui bordi della cassa armonica. Lo guardo, e mi dà l'idea di essere un bambino di al massimo dieci anni. Torno sui miei spartiti ed inizio a suonare la melodia del brano. Per tutto il tempo, continua a guardarmi con gli occhi fissi sui miei, forse pensando che io non me ne accorga. Illuso. Le mie mani scorrono veloci come sempre sulla tastiera, e metto in quello che suono tutte le emozioni. Ho imparato a trasformare la tristezza di rabbia, e in questo istante odio Shaun con tutta me stessa. Suono con rabbia. Suono con rancore una melodia che andrebbe suonata con la dolcezza di due amanti, o per lo meno, questa è la sensazione che provavo io quando l'ho scritta. Non è detto che questo tizio qui davanti a me approvi. Mi fermo prima di quella che è la fine dello spartito, solo perché ancora non sicura dell'ultima parte. Alzo lo sguardo, ma contrariamente da quello che mi aspettavo, Jared non abbassa il suo. Anzi, continua a fissarmi negli occhi con un'espressione che non riesco a distinguere. Ma quegli occhi mi mettono i brividi, accidenti, è inutile che continui a negarlo. Sarà anche insopportabile, ma quest'uomo è maledettamente bello. 
-D'accordo, Maria Callas, ti dirò cosa ne penso.-
-Maria Callas?-
-La cantante...?-
-So chi è Maria Callas, ma...- ***
-La canzone è bella. Ha un bel tiro, magari con un po' di percussioni e corde in più. Però non l'hai interpretata nel modo giusto.-
Come, scusami?
-Non l'ho interpretata nel modo giusto? L'ho scritta io! Come posso non averla interpretata nel modo giusto se sono io che ho scelto come interpretarla?!-
-Non ne ho idea, forse non ne sei capace.-
Rimango per un secondo a bocca aperta, sostenendo il suo sguardo. Ma come ti permetti?!
-Tu,  tu sei davvero il più presuntuoso, vanitoso, egocentrico bamboccione viziato che io abbia mai conosciuto.-
-Tu, non hai conosciuto mio fratello Shannon, per quello dici così.-
-Questa storia finisce qui.- Mi alzo e afferro con impeto gli spartiti dal leggio del pianoforte, ma lui mi ferma un polso.
-Aspetta.- È vicino. Troppo vicino. Più vicino di quanto dovrebbe essere un collega con il quale oltretutto non si va d'accordo. Però da così vicino, i suoi occhi e le loro sfumature sono ancora più belli. -Non andartene. Devo dirti una cosa...- Mi respira sul viso. Il mio cuore batte a mille. Si avvicina alla mia bocca quel tanto che basta a farmela schiudere automaticamente. Riprenditi, Amy, riaccendi i motori. Il tuo cervello ha avuto un altro blackout e tutta l'elettricità sta andando al cuore, è vero, ma tu riprenditi. Apri gli occhi. È Jared Leto. Tu lo detesti. Magari lo detesterò anche, ma è un gran pezzo di... -Non sai stare al gioco. Sei troppo orgogliosa.- Mi ride in faccia beffardamente.
Hai visto? Che ti avevo detto? Che tu sia dannato, Leto.
Sento il rossore sul viso, le gote avvampare. Mi giro in preda all'imbarazzo mentre sento ancora la sua risata di scherno. Maledizione, maledizione! Riprendi il controllo.
-Hai fatto un passo falso, Lee.-
-Veramente sei tu che ti sei avvicinato, io non ho fatto proprio niente. Ed ora metti il tuo bel culetto sulla sedia e iniziamo a lavorare.-
-Non volevi andartene?- Mi prende in giro.
-Ho cambiato idea.- Rispondo a tono mentre mi risiedo e sistemo lo spartito sul leggio. -E prima che tu posso vantarti ancora di più con te stesso, no, non ho cambiato idea per te, ma perché prima questa storia finisce meglio è. Quindi iniziamo a lavorare.-
Sorride beffardo, prima di abbassare la testa sulla tastiera. Lo odio ancora più di prima, e odio ancora di più me stessa perché gli ho permesso di fare quello che ha fatto.
-D'accordo.-
Professionale, Amy, forza. Puoi farcela.
-Dunque, per me è la storia di due amanti che vogliono stare insieme e che non possono, perché sono trattenuti da qualcuno. Quindi tutto ciò che possono fare è scappare.-
-Tragico. Ma interessante. Quasi fiabesco, insomma? Ad esempio lui che la porta sul suo cavallo bianco in una radura in mezzo al deserto per una sola notte.-
-Un radura in mezzo al deserto.- Lo guardo sorridendo. -Non ci sono radure in mezzo al deserto, ignorante.-
-È una fiaba, no? Ci possono essere radure nel deserto. Anzi, potrebbe essere un posto qualunque, che loro farebbero diventare speciale.-
-Un posto qualunque... Somewhere...- Mi guarda incuriosito mentre nel mio cervellino si susseguono idee per le rime, rendendole musicali come al solito. -...Somewhere...Anywhere...-
-Ferma lì!- Mi blocca. -Anywhere! Anywhere è perfetto!- Appoggia le mani sul pianoforte e, osservando lo spartito, inizia a suonare quello che dovrebbe essere il ritornello della canzone, canticchiandoci sopra qualche frase e qualche parola. -We're leaving here tonight... There's no need to tell anyone... Nananananana...-
-So by the morning light, we'll be on way to anywhere... Nananananana...-
Alza le mani dal pianoforte guardandomi, e nei suoi occhi compare qualcosa di diverso. Si avvicina di nuovo a me, le sue labbra dischiuse leggermente a pochi centimetri dalle mie cercano un segno di consenso. Dolce vendetta. 
-Sei patetico, Leto.- Gli dico in un soffio. Rimane immobile, forse un po' offeso. Ah! Sì, dannazione. -Ma quando lavori seriamente non sei male.-
-È un complimento?-
-Non montarti la testa, non mi piaci nemmeno un po'.-
-Non piaci neanche a me.-
-Menti.-
-Io preferisco le bionde.-
Ridacchio a pochi centimetri da lui mentre sento che è agitato, forse un po' sotto pressione. Si sta trattenendo, e anche io. Ma cosa diamine mi prende?! 
-Io sono tinta.-
Io devo smetterla di parlare troppo. Parlo anche da sola, è incredibile. Dio, che labbra morbide. Che occhi azzurri. Che mani tremendamente calde. Che diavolo mi prende?! Lui è lavoro! Meglio questa storia finisca subito Amy. Amy? Staccati. Smettila subito! Amy! Amy! Dannazione, taci. Ecco, vedi? Si è staccato lui. L'aria è elettrica, e la sua mano dietro il mio collo mi dà ancora i brividi. Si alza quasi subito e prende la giacca, ma prima di uscire si gira verso di me, guardandomi con lo sguardo di un bambino che ha appena rotto il vetro della finestra dei vicini. Ed è tremendamente carino, così. Basta, riprenditi.
-Scusa.-
-Stupido.-
-Sì. Hai ragione. Scusa. Facciamo finta che non sia successo niente, okay?-
-Perché, è successo qualcosa?-
-No. No, infatti...- Ma dai, è imbarazzato? Come fà ad essere imbarazzato?! È Jared Leto, e mi sta chiedendo scusa per avermi baciata? -...È stato uno sbaglio.-
-Sì. Non doveva succedere, ma è successo. Pace, faremo finta di nulla. Okay?-
-Okay.-
L'aria rimane elettrica. Cavolo. Non se ne va. Perché non se ne va?
"Lancia la giacca sul divanetto e vieni qui. Finiamo quello che abbiamo cominciato. Fammi venire caldo, fammi cambiare idea sul tuo conto, fammi urlare il tuo nome qui, ora, in mezzo agli strumenti e ai fili della corrente. Fallo. 
Che pensieri malati, Amy."

Non fà caldo qui dentro?
Sbuffa. Ora se ne va. Sbatte la porta quando esce, la sbatte troppo forte. Io? Io faccio finta di niente. Mai essere deboli, davanti a nulla. Sempre forti, mi ha insegnato mia madre. Trasforma lo sconforto in rabbia, trasforma la confusione in indifferenza. Sì, ma in ogni caso, l'aria è ancora elettrica, e non credo che i miei brividi siano dovuti al freddo.




* Effettivamente, Amy Lee ha dichiarato che quando aveva sei anni, la sua sorellina Bonnie, di tre anni, è morta in seguito ad una malattia che i medici non hanno saputo identificare. A lei, Amy ha dedicato due canzoni nella sua carriera, cioè Hello dall'album Fallen e Like you dall'album The Open Door, ovvero quello che Amy sta preparando nell'ambientazione della storia.   
** Una strofa della canzone Like you, che Amy sta scrivendo ricordando la morte di Bonnie.
*** Ebbene, Anywhere esiste. Ma no, tranquille, care Echelon, non vi è sfuggita nessuna collaborazione. In realtà la canzone in questione è cantata a due voci, cioè quella di Amy e quella del tastierista David Hodges. Tuttavia, con molta molta fantasia, si può immaginare un Jared Leto cantare insieme ad Amy. Con molta molta molta moltissima fantasia, però. XD Se volete cercatela, io posterò il link quando i due sciuri qui sopra avranno finito di lavorarci sù. 

Angolo dell'autrice:
EBBENE! Le cose si fanno piccanti... ahahah! C'è stato un bacio, quindi, al quale nessuno dei due però sembra voler dare un significato. Anche se a parer d'autrice e con il senno di poi, il comportamento di un donnaiolo come Jared di fronte ad un bacio con una ragazza che va completamene contro ogni stereotipo di donna con cui ha normalmente a che fare è un po' strano, o no? Staremo a vedere, sennò cado nello spoiler. Ucci ucci, sento odor di alzamento di rating in futuro... ;)
Stay Tuned! 

PS: Volevo ringraziare  
_Dark Echelon Angel_ 483  e  Yukii_Nimrod per aver recensito! Grazie mille :) E sì, scrivere sui VMA è stato abbastanza faticoso perché volevo attenermi a quello che Jared diceva esattamente anche nel video, e immaginare i pensieri di Amy di fronte a quell'elemento di bambocciosità tremenda del nostro Jay :D Spero continuerete a seguire questi due, perché credetimi, siamo solo all'inizio XD

Baci!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



-Ahi.-
-Cosa?- Un soffio.
-Niente, un cavo elettrico.-

Le perle di sudore sulla sua schiena le scorrono tra le unghie smaltate di nero, che graffiano la pelle del cantante. Fà caldo, caldissimo in quello studio di registrazione, e quello che stanno facendo non è certo il miglior modo per rinfrescarsi. La bocca di Jared è avida sul collo bianco come il latte, non permette neanche ad una delle gocce che le colano dalla fronte di posarsi sul cuscino, e le raccoglie tutte una ad una, lascianole una scia umida sulla pelle che scende fino al seno. La mano di Amy fra i suoi capelli, stretta in una carezza quasi violenta, quasi esasperata. Ed ogni volta che apre gli occhi in quella danza di sospiri e gemiti, due fari azzurri le illuminano il viso, guardandola con un sorriso di scherno.
-Te l'ho fatta, Amy.-

Mi sveglio di soprassalto, sudata marcia. Okay, non è un buon segno. Mi tiro a sedere sul bordo del divano velocemente ed accendo la luce. La sala si illumina a giorno, costringendomi a socchiudere gli occhi. Bene, sono nella mia stanza, e sono sola. Grazie al cielo, credo. Dio, ma ho sognato davvero di... Con... Dio! E dimmi un po', ora perché devi arrossire?! Chi c'è qui? Di cosa ti devi vergognare? Può capitare, insomma, sei pur sempre una donna, e lo scorso pomeriggio hai assaggiato le labbra di un uomo con un sex appeal pari a duecento sù cento, mi sembra ragionevole il fatto di averlo sognato, no? Magari però la parte del sesso la tralasciamo dal discorso, eh? Sai, no, la parte dove ti ha fatto sedere sulla tastiera del pianoforte e... Miseriaccia, ho bisogno d'acqua. Mi passo una mano tra i capelli neri e li avvolgo in una matita dietro la nuca, prima di andare in cucina e versarmi un bicchiere d'acqua fresca. Guardo l'orologio e mi accorgo dell'ora, praaticamente scandalosa. Non posso tornarmene a dormire, so che non ci riuscirei. Così mi siedo al pianoforte. AL pianoforte, non SUL pianoforte. Dannazione, esci dalla mia testa stupido sogno! Cosa vorrebbe dire? Che sono una maniaca? Non si possono fare sogni così dettagliati, e poi scusa io non l'ho nemmeno mai visto nudo, come ho fatto a dipingermelo così bene? 
Porca miseria, Amy, smettila di pensarci! Sai qual'è la verità. Devi lasciarti andare. 
Cosa?! No! Non con lui! E poi perché sto parlando da sola?
Io mi preoccuperei più del fatto che stai suonando senza nemmeno pensare a quello che suoni.
Mi capita spesso, e tu lo sai. Cioè, io lo so. Voglio dire... Oh cavoli!
Da quanto tempo è che va avanti questa storia dell'autocontrollo? Sempre chiusa in catene, sempre posata e tranquilla quando vorresti fare qualcosa di tremendamente sbagliato che ti renderebbe felice a mille... Quanto tempo è, eh Amy?
Troppo. Ma non è per questo che posso saltargli addosso così. E poi te l'ho già detto, lui è lavoro. Nient'altro. Rischierei di farci sesso senza sentire niente.
Hai venticinque anni, l'hai passata da un po' la prima volta, se vuoi fare sesso puoi farlo anche se non sei innamorata di qualcuno.
Senti, qui si parla della mia integrità morale. Mi sono ripromessa di non andarci a letto e uno stupido sogno non mi farà cambiare idea. Quindi ora taci, devo scrivere.
Come vuoi Amy, come vuoi. Ma ricordati, ogni tanto è bello perdere il controllo.
 
Just once in my life. 
I think it'd be nice. 
Just to lose control, just once. 
...

Il telefono squilla svegliandomi, visto che nuovamente mi sono addormentata con la testa sui tasti. Ah, la schiena. Rispondo svogliatamente.
-Pronto?-
-Ciao.-
*Bip...*
Cosa hai fatto?! Tu, brutta stupida! Si può sapere perché ho attaccato?! Devo richiamarlo. No, se lo richiamo sembrerà che mi piaccia. Mi deve richiamare lui. Dio, Amy, hai venticinque anni, non tredici! Richiamalo! No, aspetta, guarda. Rispondi.
-Sì?-
-Mi hai messo giù il telefono?- Sembra un tantino alterato.
-No! No, deve essere caduta la linea.- Mantieni il controllo, non è il momento di lasciarsi andare, non adesso. Sii professionale, Amy, lui è lavoro. Mi schiarisco la voce. -Cosa c'è, comunque?-
-Credo di aver tirato giù un paio di possibili strofe per la canzone. Dovresti ascoltarle.-
-Sì, forse dovrei.- Ti stai comportando da stupida, Amy. Fattene una ragione. 
-...Ti senti bene?-
-Sì.- No. Non mi sento per niente bene, soprattutto con le sequenze di quel sogno che ancora mi saettano davanti agli occhi. -Quando vuoi.-
-Oggi sono impegnato per tutto il pomeriggio, ma verso sera dovrei liberarmi. Ti va bene per le sei in studio?- In studio? Con il rischio di rendere il mio sogno premonitorio? No, grazie, non sarei a mio agio.
-In studio?-
-Dove vorresti incidere una canzone, in un cimitero? Forse tu ti sentiresti a tuo agio, ma io me la farei nei pantaloni.-
-No, intendevo dire...-
-Cos'ha che non va lo studio, si può sapere?-
-Niente! Assolutamente niente. Ci vediamo alle sei.-
-A dopo, Amy.-
-A dopo.- 
Cavoli. 


Angolo dell'autrice: Breve, lo so. Troppo breve, ma purtroppo avevo bisogno di un aggancio al prossimo capitolo, quindi vi prometto solennemente che il prossimo sarà meno da psicopatici schizziofrenici e più da capitolo di un certo spessore per la storia. Però c'è da ammettere che Amy che parla da sola è fantastica XD. Quindi, la nostra cantante ha scoperto di avere, insomma, quanto meno un'attrazione fisica verso Jared. Vedremo cosa succederà nei prossimi capitoli! Domani aggiornerò sicuramente, poi da lunedì non so se riuscirò a mantenere il ritmo di un capitolo al giorno, ma ci proverò, credetemi :D
Stay Tuned!

PS: Volevo ringraziare come al solito Pwhore e _Dark Echelon Angel_483_ per aver recensito! Grazie mille! E poi volevo dire a Yukii_Nimrod... KISS OF VOICE! Ahahah non avevo realizzato che fosi tu l'autrice, ci sono arrivata solo quando sono entrata nella tua pagina! Hai fatto un lavoro meraviglioso, mi sono sbaffata ventiquattro capitoli in una notte :P Tanti tanti tanti complimenti!

Okay, la finisco qui.
Bye!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


-Mio caro amore, non volevi stare con me? E mio dolce amore, non hai sempre voluto essere libera? Non posso continuare a fingere di non conoscerti nemmeno, e durante la dolce notte, sarai mia. Quindi ora prendi la mia mano.- *
Fà caldo. Ma cos'è che non va con quest'uomo, trasuda calore? Perché ho sempre caldo quando penso a lui?!
D'accordo, d'accordo, lo ammetto. Lo so il perché.
-Non ti piace?-
-No, no, anzi. È bellissima. Non ti facevo così tenero, sai?-
-E io non ti facevo così...-
Ehm, scusa?
-Così?-
-Niente, lascia stare. Allora, riguardo alla terza strofa...-
-Io... Ti ho sognato stanotte.- No! Zitta! Non dire nulla, scema!
-Sì, si potrebbe introdurre il tema del sogno, non è una cattiva idea.- Appoggia le mani sul pianoforte, iniziando a suonare gli accordi della terza strofa. No, aspetta. 
-No, volevo dire che...-
Mi guarda stranito. Che ho sognato te mentre... No. Che credo di aver sognato... No, nemmeno questa. Dio, come faccio a dirglielo?! Come faccio a spiegargli che l'ho sognato nudo senza fare la figura dell'imbecille?!
-Dovremmo riparlare di quello che è successo ieri.-
Okay. Sei un'idiota, Amy. Mi fissa per un po', forse cercando di capire quello a cui mi sto riferendo. Avanti, Genio, ieri pomeriggio, quando ti sei ben accurato di infilarmi la lingua in bocca.
-Riguardo a che cosa?-
-Riguardo alla faccenda del bacio.-
-Pensavo lo considerassi come un errore... Cioè, è stato solo un incidente di percorso, no?-
-Sì. Lo pensavo anche io. Però...- Prendo fiato, cercando di respingere l'imbarazzo ed accogliere la freddezza. -Tu cos'hai sognato stanotte?-
-Come?-
-Cos'hai sognato stanotte? Non mi sembra un domanda tanto difficile, neanche per te.-
Il sorriso di quest'uomo dovrebbe essere censurato.
-Ahah, molto spiritosa. Non lo so, non credo di ricordarmelo.- Assume un'espressione di sfida. Eccolo qui, il Jared che detesto. -Perché, tu mi hai forse sognato nudo?-
Ehm, sì.
-No! Ti piacerebbe, forse. No. Era solo per fare conversazione.-
-E allora perché stai arrossendo?-
Come al solito, il rossore sulle mie guance mi tradisce spudoratamente mentre io cerco di non far notare il mio imbarazzo. Bene, direi che mi odio per questo.
-Non sto arrossendo!-
-Sì che stai arrossendo. Hai le guance da Cappuccetto Rosso, cara.- Dice avvicinandosi. Avvicinandosi? Aspetta! No, no, no, no! Troppo vicino! -Sono carine...-
-No, ti prego, non fare così.-
-Così come?-
-Così.- Lo fisso negli occhi, che mi sembrano quasi più chiari dei miei. Come possono non essere proibiti degli occhi così?! Sorride di nuovo, ma non sembra avere intenzione di allontanarsi. Ah, accidenti.
-E perché no? Hai paura di sognarmi di nuovo?-
-Paura? No, certo che no. Ho paura di...- Finisci la frase, dannazione! "Ho paura di finire nuda con te sul pavimento", non è difficile. Almeno allontanati da lui! Stare a due centimetri dalla sua bocca mentre gli dici quanto diavolo è bello non è una buona idea!
-...Di?- Come faccio a rispondergli? Ehm... Miseriaccia, sembra aver capito. Un sorriso compiaciuto gli passa veloce sulle labbra, mentre si acciglia leggermente -Hai sognato che noi due...-
Mi limito ad annuire, prima di sorridere anche io, ma dal nervosismo. Bene, beccata. Aspetta, cosa fa? Di nuovo. Che labbra dannatamente fresche e morbide. Ma è solo un secondo, prima che si allontani lasciandomi a mezz'aria con le labbra dischiuse. Dopodiché, quello che mi sussurra mi manda in cortocircuito. Completamente. 
-Amy, sai una cosa? Io lo farei. Lo farei più che volentieri. È strano, credimi, non sei per niente il mio tipo di donna ideale, non ti ci avvicini nemmeno, ma c'è qualcosa in te. Qualcosa che mi attrae come una calamita... Qualcosa che potrei, anzi, vorrei, prendermi adesso, qui, in questo studio...- Wow. Istintivamente mi avvicino di più, mentre inizio ad arrossire di nuovo, ma lui si tira un po' indietro, mantenendo comunque un contato diretto con le mie labbra. -Ti scotteresti, Amy. Se vogliamo giocare col fuoco, senza preoccuparci di altro, giochiamoci, ma promettimi di non lamentarti quando ti brucerai le mani.-
Caspita. Non pensavo fosse così profondo. Ho la prova definitiva che non è un coglione, non a trecentosessanta gradi, almeno. Ma ha ragione. Non posso lasciarmi andare così, rimarrei scottata. Mi tiro indietro dal suo viso, abbassando lo sguardo sul pianoforte.
-Scusami, lascia perdere. Allora, andiamo avanti con la canzone, che ne dici?- Gli dico, lasciandolo un secondo interdetto a guardarmi. Si aspettava che la situazione sarrebe cambiata, lo so. Mi spiace, Jared, non stavolta.
Guardalo.
Cosa?! No! Non ancora tu! Taci.
Dio, Amy, guardalo! Ti sta aspettando, e tu sai che lo vuoi. Lo sai, cavolo! Devi solo ammetterlo.
Gliel'ho già ammesso, guarda come mi sono ridotta! Mi sto trasformando in una di quelle ragazzine che vanno ai suoi concerti! Non posso rovinarmi così!
Ti rovinerai se non perderai il controllo. Per una volta, questa volta, lasciati andare.
Non posso!
Ah no? E allora perché lo stai baciando di nuovo?
Apro gli occhi nell'esatto momento in cui sento la sua lingua cercare la mia. Come ci siamo arrivati qua, scusa? Cerco di interrompre quel contatto, ma non ci riesco. Mi allontano, provo a scappare, ma la sua mano dietro il mio collo me lo impedisce. Continua a rincorrermi, a tenermi stretta a sè, come se volesse impedirmi di scappare dal bacio più sbagliato della storia, ma anche il più incredibile. Devo smetterla di negarlo a me stessa, anche perché non credo che l'altra Amy me lo lascerebbe fare, il mio corpo lo vuole. Lo sta reclamando, urlando a gran voce, e non posso continuare ad ignorarlo. E quando, dopo avermi alzato di peso e fatto sedere rumorosamente sulla tastiera del pianoforte, si avvicina a me facendo combaciare perfettamente i nostri corpi, sento che la stessa voglia che ho io, la stessa voce interiore che mi dice di lasciarmi andare, la sta sentendo anche lui. La sua fortuna è solo quella di non averci messo tanto a darle retta. 

Mi asterrò dal raccontarvi il modo in cui mi ha spogliata, come mi ha baciata, come i suoi baci hanno passato in rassegna ogni centimetro del mio corpo bianco sotto di lui, quando ho tremato come una stupida per colpa delle sue mani; come gli ho quasi staccato i capelli quando mi ci sono aggrappata nel momento in cui la situazione lo richiedeva. Quanto è stato difficile togliergli quegli stupidissimi e ridicoli vestiti.
-Smettila di vestirti da idiota.-
-Va bene, andrò in giro nudo solo per te.- 
-Esibizionista-
Mi ha zittito, e non con un dito. Non c'erano cuscini, non c'erano lenzuola. Non mi sono nemmeno preoccupata di chiudere a chiave la porta dello studio, non ci ho pensato. Ero troppo occupata ad ascoltare i sospiri e i gemiti che si michiavano nell'aria. Ero impegnata a vivermi il momento quando improvvisamente tutto si è fatto sfuocato.

Shouldn't let you torture me so sweetly 
Now I can't let go of this dream
I can't breathe
** But I feel good enough
...

-A cosa pensi?- Interrompo i suoi pensieri mentre siamo sdraiati sul divanetto in pelle vicino all'entrata. Ho chiudo a chiave la porta, ma stavolta mi sono preoccupata di infilarmi i vestiti. Non che mi senta in colpa, ma non sarei a mio agio. Sei patetica Amy, avete appena fatto sesso.
-Ci scotteremo.-
Mi giro a guardarlo nello sguardo chiaro.
-Non provo nulla per te, Jared. È solo sesso. Non mi spezzerai il cuore se deciderai di andartene.-
Lo sento ridere da come il suo petto si contrae a scatti. Che hai da ridere?
-Te l'ho fatta, Amy.- Ouch. Stupido sogno. -Sei fregata. Dubito fortemente che me ne andrò. E dubito fortemente anche che continuerai a pensarla così.-
-Aspetta, credi che potremmo...?-
-Shhh.- Mi zittisce. -Non rovinare tutto.-
Già, stai zitta. Non rovinare tutto. Non ora che è tutto così perfetto.

So take care of what you ask from me
'Cause I can't say no to you.**


* Non è altro che la prima strofa della canzone Anywhere tradotta. Ci si poteva arrivare, in effetti. XD
** Sono entrambi frasi del capolavoro di The Open Door, Good Enough. Si può presupporre che la nostra Amy scriverà la canzone in seguito a questo "piacevole incidente", no? Sì, diciamo pure così XD

Angolo dell'autrice: Ed eccoci qua! Avete visto? Che vi dicevo? Questo capitolo è stato di uno spessore notevole per la storia o no? Ahahah! Spero solo di non aver esagerato con le descrizioni, non vorrei essere costretta ad alzare il rating, visto che qualcuno ci rimarrebbe male... ;) ahahah okay, basta vantarmi! Seguirò il consiglio di Jared anche io, quindi non dirò niente se non che non pensiate che sia finita qui. Il bello è appena cominciato!
Stay Tuned!

PS: Un grandissimo GRAZIE a tutti coloro che hanno recensito i capitoli precedenti! Volevo scusarmi ancora una volta per la figuraccia epica che ho fatto con Yukii_Nimrod :D Sono proprio un disastro :D 

Grazie mille ancora a tutti!

Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Mi sento come un topo in trappola. Sono circondata da gatti famelici da ogni lato. Steve in un angolo, interpreta il classico persiano della tua amica, quello stronzo che ti graffia appena entri in casa. Poi ci sono David e Terry, i due siamesi, indivisibili e schivi, che non si sbottonano con te nemmeno dopo quattro anni di lavoro insieme. Troy, Tim e Will sono come quegli europei che se ne stanno sempre per i fatti loro, e vengono vicino solo quando hanno fame. Quelli della casa discografica invece hanno deciso che vogliono disinfestare l'azienda dai topi.-
-E io chi sarei?-
La tana, forse. L'unico modo che ho per rimanere lontana dalla mia vita per un'ora o due. 
-Non lo so. Probabilmente la trappola per topi.-
-Dici così solo perché non abbiamo mai fatto sesso.- Sorride mentre si porta una patatina croccante alla bocca. In momenti come questo mi sorprendo di quanto cavolo è bello quest'uomo. -Ah no, aspetta! Noi abbiamo fatto sesso, no?-
-Forse.- Gli rispondo, fingendo la freddezza di cui vado fiera.
-Cosa vuol dire "forse"?-
-Innanzitutto abbassa la voce, non vogliamo dare nell'occhio, dimentichi. E poi non lo so, questa storia non mi convince.-
-Perché?-
-Perché preferirei che la gente giudicasse la mia musica, non la mia vita privata, e vedere su tutti i giornali di gossip le foto di noi due ai VMAs non è una gran cosa.-
-Non c'è niente di cui vergognarsi.-
-Io non mi vergogno, Jay. Se mi vergognassi di questa cosa non saremmo qui. Mi da solo fastidio passare per la tua sciacquetta di turno.-
Attraverso i suoi occhi compare una punta di amarezza. Forse hai esagerato, Amy.
-Potresti smettere di essere così acida per un giorno, almeno? Steve ed Emma hanno deciso che mettere in piedi una finta relazione sarebbe una buona idea per il disco di entrambi, e secondo me hanno ragione. Noi due andiamo più che d'accordo, mi sembra, e tutto fila liscio come l'olio. Rilassa i nervi! Lasciati andare.-
-Ma vi siete messi d'accordo?-
-Chi?-
Ops.
-Niente, lascia perdere.-
-Inizio a pensare che tu sia una parruccona.-
Eh?
-Che io sia cosa, scusami?-
-Una parruccona. Usciamo insieme, o meglio, fingiamo di uscire insieme da tre settimane e non ti ho ancora visto fare nulla di divertente.-
-Potrei tingermi i capelli di rosa e farmi una cresta. Sarebbe una buona idea no?-
-Non fai ridere.-
-Oh, sì, invece. Vedi, stai ridendo!-
-Non è una risata, è una smorfia. E comunque ho ragione.-
-Leto, tu non hai mai ragione. Non sei progettato per aver ragione.-
-Non sapresti dimostrare il contrario.-
Non posso fare a meno che ridere. Lui mi fa ridere, lui mi fa arrabbiare, lui mi fa... No, l'ultima la lasciamo stare.
-D'accordo, facciamo così, Mister Universo. Stasera usciamo. Io e te, senza paparazzi e senza che nessuno lo venga a sapere. Ti dimostro che ti sbagliavi sul fatto che non mi lascio andare.-
Sorride. Sbaglio o fa caldo qua dentro?
-Voglio proprio vederti. O per lo meno morire nel provarci.-
-Come sei tragico.-
-E a te piace, no?-
Oh, sì. Certo che mi piaci, eh... Piace.



Angolo dell'autrice: schifo. Troppo breve e noioso, è vero, ma come al solito i miei agganci temporali fanno proprio schifo e ho bisogno di infilarci un capitolo "aggancio" ogni tanto XD MI SCUSO PROSTRANDOMI A PIEDI DI QUELLI CHE ASPETTAVANO IL CAPITOLO PER LUNEDì, O PER LO MENO ENTRO UN TEMPO ACCETTABILE! Ma sapete com'è, la scuola ti ruba il tempo, il classico invece ti ruba direttamente la voglia di vivere D: Il prossimo capitolo sarà qualcosa di meglio, promesso :D
Stay Tuned!

PS: Come al solito, grazie a tutti quelli che recensiscono, e soprattutto grazie a Dada88, o grande dea scrittrice di quelle deliziose One Shot sui Nickelback che mi rileggo tipo due volte a settimana XD
Bye!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


-Sai, quando mi hai detto che saremmo usciti, questo non era esattamente quello che mi aspettavo.-
-Lo so. Ma se vogliamo essere lontani dai paparazzi dobbiamo accontentarci, no?- Gli rispondo, entrando nel vecchio bar che era appertenuto a mio zio Boe, che lo aveva venduto qualche anno fà a degli amici. È un locale piccolo, con il pavimento di legno ed un bancone sgangherato al quale sono sempre seduti un paio di signori anziani e generalmente troppo sbronzi per accorgersi del mondo che li circonda. Non credo sia il genere di posto a cui Mister Popolarità sia abituato, ma qui si sta tranquilli. È un buon posto per staccare la spina dal mondo, ogni tanto. 
-Frank, due birre perfavore.- Mi rivolgo al barista, che dopo avermi sorriso ed annuito si gira verso un altro cliente.
-Come fai a sapere che voglio una birra, scusa?-
-Siamo in un buco di taverna. Credi davvero che ci sia qualcos'altro di ingeribile oltre alla birra? E poi non so te, ma voglio uscire di qui strisciando stasera.-
-Scusami?-
Faccio un respiro profondo prima di continuare.
-Mi sono rotta di tutto e tutti, Jay. Voglio solo starmene in pace, svuotare la testa per un po'.-
-E ubriacarti ti sembra un buon modo per farlo?-
-Non lo so. Ma stai certo che lo scoprirò.- Gli sorrido proprio mentre le due birre vengono posate davanti a noi i due boccali pieni fino all'orlo. Buona vecchia birra di Frank. 
-Allora, alla nostra collaborazione.- 
-A noi, Jay. A noi.- Dico, prima di scolarmi sotto il suo sguardo leggermente scioccato l'intero boccale in un botto solo. 
-Alla salute...- Ironico. Che carino.
-Se mi ci metto so trasformarmi in un camionista nel giro di dieci birre, lo sai?-
-Sono curioso di vederti.-
L'inizio della fine.
 
Trenta minuti e cinque birre dopo:
 
-Frank!- Urla. -Altre due, perfavore.-
-Ma certo, tutto per le mie due rockstar preferite!-
Ridiamo insieme, già un po' brilli. Adoro le sbronze, tirano fuori così tante cose... Miseriaccia, Amy, tu dovresti essere la buona e obbediente ragazza di Chiesa, non la bevitrice di birra. Quello dovrebbe essere lui, che in realtà è molto più lucido di te. Sembra reggere abbastanza l'alcool, o almeno, che lo regga più di te. Quanti boccali ti ci vogliono ancora per partire per la tangente? Credi di riuscire a fare ancora un discorso di senso compiuto?
-Allora, come si chiamava?-
-Come si chiamava chi?-
-La bellissima principessa che ha spezzato il cuore al principe. Come si chiamava?-
Il sorriso gli sparisce dalle labbra. Cavolo, ho toccato un tasto rovente. Forse non dovrei andare avanti, ma la curiosità è tanta e ho sempre la scusa dell'alcool.
-Cosa ti fa pensare che qualcuno mi abbia spezzato il cuore?- Il modo in cui lo dice lascia intendere più "Ma come ha fatto a capirlo?"
-Beh, sei sempre così distaccato quando qualcuno te lo chiede... Ormai hai trentasei anni e non hai ancora un rapporto stabile, usi le donne come più ti pare e piace... I casi sono due: o sei un perfetto idiota, o ti sei già scottato, e non vuoi rischiare di nuovo con qualcuno.-
Mi fissa come al solito in un modo che non riesco a decifrare. Non capisco se è stupito, o arrabbiato, o divertito. Miseriaccia.
-Anna.-
-Anna?-
-Si chiamava Anna. È l'unica donna che abbia mai amato davvero.-
-Cos'è successo?-
Si morde il labbro e abbassa lo sguardo. Fa quasi tenerezza, e un po' mi dispiace per avergli chiesto qualcosa che lo riporta così indietro nei ricordi.
-Scusami, non volevo essere invadente.- Sorrido, un po' imbarazzata.
-Non sei invadente. Solo non mi va di parlarne.-
-Tranquillo, ti capisco.-
-Davvero?- Il suo meraviglioso sorriso torna a sfiorargli le labbra e lasciando su esse un'impronta che in pochi riescono a cogliere. 
-Certo.-
-Va bene, tu hai fatto la tua domanda scomoda, ora tocca a me.-
Bevo un sorso di birra.
-Spara.-
-Dopo i VMAs, quando ti ho "salvato". Chi era quello?-
-Mi sembrava di avertelo detto, era il mio ex ragazzo.-
-Vorrei qualche informazione in più.-
-Tu non mi hai dato informazioni in più su Anna!-
-Se non ti va di parlarne...- È una sfida? Mai sfidarmi.
-Va bene, si chiama Shaun. Siamo stati insieme qualche anno, avevamo anche iniziato a convivere da qalche tempo prima che suo fratello cadesse dall'ottavo piano di un palazzo. Da quel momento lui ha iniziato a darci giù di brutto con l'alcool, e si è praticamente rovinato. Ho deciso di metterci una pietra sopra e dirgli che doveva andare in un centro di riabilitazione e pensavo mi avesse ascoltato, ma evidentemene non è andata così...-
-Wow. Mi dispiace.-
-Beh, è passato. Come tante altre cose brutte della mia vita. Prima o poi passano.-
C'è un attimo di silenzio leggermente angosciante. Viaggio con lo sguardo per il locale, cercando di evitare quei due maledetti fari azzurri che mi porterebbero probabilmente a fare qualcosa di stupido. 
-È morta.-
Eh?!
-Cosa?-
-Anna.- Chiude gli occhi e riempie i polmoni d'aria. Deve fargli male.
-Non c'è bisogno che tu me lo dica, Jay, davvero.-
-La amavo più di tutto. Più di qualunque altra cosa. Ma quando ho scoperto la musica... Sono andato fuori di testa. Avevo in mente solo i 30 Seconds to Mars. Non esisteva niente e nessun altro. Avevamo appena iniziato a fare successo, ed io ero molto preso con il gruppo, e i film e tutto il resto, così tanto preso da non rendermi conto che lei stava sentendo la mia mancanza, stava diventando gelosa e ossessiva, al punto che una sera, tornando a casa, mi ha detto che voleva farla finita. Ha preso la macchina ed è uscita. Quando ho visto che non ritornava mi sono preoccupato, così sono salito sulla mia macchina e ho guidato per circa mezz'ora, fino a quando non l'ho trovata.-
Ouch. Dio, come sono stupida. I suoi occhi iniziano a sfumarsi di rosso, e il suo labbro inferiore è gonfio per tutte le volte che se l'è morso in preda al nervosismo.
-Incidente stradale?-
-Un camion. L'hanno presa in pieno. Quando l'ho vista... Io non... Non volevo crederci. È per questo che non voglio più legarmi a nessuno. Non voglio soffrire di nuovo.-
-Mi spiace, Jay.-
-Forse mi ci vuole una sbronza.- Si lascia scappare in un sospiro quasi rotto dalle lacrime, che però riesce a nascondere bene.
-Forse dovremmo prendercela tutti e due.-
-Non ti facevo così trasgressiva, sai?-
-E io non ti facevo così sensibile.- Gli rispondo con un sorriso di comprensione, prima di innalzare il boccale di birra. -Ad Anna.-
Mi guarda, e forse riesco a scorgere una piccola lacrima che si ferma prima di rigargli la guancia. I suoi occhi, azzurri quasi più del solito, sono ancora più belli quando si scoprono e lasciano vedere le emozioni.
-Ad Anna.-
 
Altri trenta minuti e altre cinque birre dopo:

Jared
 

-Sai che hai un pessimo livello di autocontrollo da alcool?-
La sua risata mi arriva come distorta. Sì, certo, infondo già al settimo boccale di birra è andata. È in una situazione davvero pessima, ma sembra che nesuno le dia troppo peso, forse perché ci sono abituati. Amy, sei davvero così propensa ad ubriacarti per cancellare i ricordi? Chissà che funzioni veramente. Proprio un bel peccato che io tenga alle mie corde vocali abbastanza da non permettere all'alcool di bruciarmele.
-Ehilà!- Mi fa un salutino con la mano, mentre cade sdraiata all'indietro sul divanetto del bar. Non posso fare a meno che ridere. Questa ragazza è esilerante, sia da sobria che da ubriaca. Ed è maledettamente tenera quando le si arrossano le guance, che ora sembrano ancora più piene del solito.
-Sei ubriaca fradicia.-
-Lo so!- Risponde secca, tirandosi la sciarpa verde che è ancora attorcigliata al suo collo fin sopra gli occhi. Cose senza senso che fanno gli ubriachi numero uno. Al diavolo. Tiro fuori il telefono e faccio partire la registrazione del video. Questo episodio me lo voglio ricordare.
-Cosa stai facendo?-
-Niente, continua a straparlare, cara la mia alcolizzata.-
-Hei! Niente video!- Mi dice serissima, prima di scoppiare a ridere di nuovo, con una risata che mi manda in pappa il cervello. -Dio, non ci vedo più niente! Sono cieca!-
Alzo un dito, abbassandogli la sciarpa di nuovo sul collo, e subito l'obbiettivo della telecamera del cellulare si buca a causa dei due pezzi di ghiaccio misti a gocce di acqua di mare che appaiono leggermente spenti. Sorrido a pochi centimetri dalla sua bocca, prima di appoggiare la mia labbra su di essa in un bacio casto e veloce, e sorrido ancora di più quando mi accorgo che lei è rimasta a mezz'aria, come se si aspettasse di più.
-Forse è meglio se ce ne andiamo di qui.- Le sussurro appena, prima di beccarmi una risata da idiota proprio in faccia. Scoppio a ridere dietro di lei. È meravigliosa. Ma sentiti Jared, sembri un dodicenne alla sua prima cotta. Cerca di contenerti, infondo lo devi fare per Annie. Gliel'hai promesso. Cerco di cacciare subito quel pensiero, e mi accorgo che Amy ora è davanti a me, soli in una piazza di un paese sconosciuto che credo nemmeno lei conosca. Si siede sull'orlo della fontana al centro dello spiazzo, prima che l'effetto dell'alcool la costringa a sdraiarsi. Credo di non aver mai riso tanto in vita mia. Ogni tanto scatta seduta, urlando al vuoto cose che non hanno senso.
-My God, My Torniquet!-
-Che cosa?- Le chiedo ridendo.
-Che cosa cosa?-
-Cosa hai detto?-
-Cosa ho detto io?-
-Sì, tu!-
-E io cosa ne so?!-
Scoppio a ridere di nuovo, insieme a lei, che si butta all'indietro cadendo nella fontana. Rido ancora più forte quando si tira in piedi con qualche difficoltà e si porta le braccia intorno al petto rabbrividendo al freddo di gennaio. 
-Dio, è gelata!-
Fanculo. Tanto non c'è nessuno a scattare foto compromettenti.
-Ti scaldo io...- Mormoro appena prima di sentire un freddo lancinante fino a sopra le ginocchia. La abbraccio più forte che posso e le lego le labbra con un altro bacio, decisamente meno casto del primo. 
-Ti amo.-
COSA?!
-Come?!-
-Io ti amo, Leto.- Sbiascica le parole. Ma certo, è ubriaca, genio. 
-Da prima o dopo aver fatto sesso con me?-
-Diciamo che il sesso ha aggiunto punti a tuo vantaggio. Non sei arrabbiato?-
-Arrabbiato per cosa?-
-Pensavo ti scocciasse...-
-Non mi scoccia, perché domani mattina la tua emicrania da post-sbronza ti impedirà di ricordare questa conversazione.-
Si mette a ridere, prima di appoggiare la testa alla mia spalla e lasciarsi andare praticamente a peso morto. 
-Che ne dici di andare a casa?-
-Sì. Dov'è la macchina?-
-Hai parcheggiato tu...-
-Non me lo ricordo più...- Sbuffa. -Non mi sento più le gambe.-
-A questo si può rimediare.- Le sussurro, prima di prenderla in braccio e uscire dalla vasca gelata.
-Wow, sei proprio un principe azzurro...-
-Mancherebbe il cavallo bianco... Che in questo momento mi farebbe comodo.- Cerco di prenderla in giro mentre camminiamo alla ricerca della sua macchina.
-Non peso così tanto...-
-No, di più.-
-Sta dicendo che sono grassa?-
-Beh, non sei proprio un fuscello.-
-Sono normale! Mi piace mangiare, va bene? Sono in salute! Non come tutte quelle biondone che ti porti a letto tu.-
-Tu rientri in quella categoria, sai?-
-Io non sono bionda.-
-Ma vieni lo stesso a letto con me.-
Mi sorride, e improvvisamente mi viene voglia di morderle una guancia. 
-Ahi! Ma sei impazzito?-
-Sai di buono...-
-Vedi? Non potresti mai mordere una guancia a Cameron Diaz!-
-Non hai tutti i torti. Ecco la macchina!-

Passano circa tre ore prima di arrivare al suo appartamento. Non ci ero mai stato prima d'ora. È grande, disordinato come solo la tana di un'artista può essere, con fogli e spartiti sparsi per tutto il pavimento. Anche se a dire il vero non faccio in tempo a visitare la casa, perché l'unica stanza in cui la sua mano stretta intorno la mia mi porta è la camera da letto, in cui appunto il letto è matrimoniale, ordinatissimo, quasi come se non venisse mai usato.
-Però, c'è una differenza sostanziale tra il divano e il letto. Tipo una trincea di guerra e la casa bianca.-
-Non uso molto il letto. Dormo di sotto.-
-Perché?-
-Perché il letto è troppo largo per una persona sola, e se dormo qui mi prende l'angoscia.-
-Capisco... Beh, potrei dormire io con te...- Le dico avvicinandomi e prendendole i fianchi.
-Sono ubriaca fradicia. Non credo di volerlo fare...-
-Non ho detto che voglio fare sesso.-
Mi guarda un po' stranita. Beh? Che c'è?
-Cosa c'è?-
-Hai appena detto di voler dormire qui?-
-C'è qualcosa di sbagliato?-
-E dov'è finita la storia del scottarsi col fuoco? Non ti sembra poco scherzoso dormire insieme?-
-Tu, Amy, sei bellissima. Hai solo un problema...- Le dico, prendola per mano e facendola prima sedere e poi sdraiare accanto a me, dove posso circondarla con le braccia. -Parli davvero, ma davvero troppo.-

Si addormenta per prima, permettendomi di chiudere gli occhi con il suo viso rilassato dal sonno impresso dietro le palpebre.



Angolo dell'autrice: Non ho parole. Una settimana a pensare a questo capitolo, a studiarmelo tutto, a perdere tre ore di greco per scriverlo, e poi ne esce sta cosa qua D: Comunque, qualcosa è successo no? Sinceramente non ho capito bene cosa, ma qualcosa è successa, ne sono certa! Ahahaha XD Vabbè, lasciamo perdere, che stasera non sono in grado di scrivere una post recensione. Va bene, allora non ho altro da dire se non...
Stay Tuned!

PS: Sempre tremila grazie a quelli che recensiscono sempre :) *Grazie x 3000"! :D

Bye!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


-Ciao.-
Quando riapro gli occhi trovo i suoi, grandi e azzurri, che fissano i contorni del mio viso. Si può sapere cosa mi è venuto in testa?
-Ciao.-
-Dormito bene?-
-Scalci come un cavallo.-
-Sì, beh, non sono abituato a dividere il letto con qualcuno.-
-Ah-ah, molto spiritoso.- Sorrido lievemente, a qualche centimetro dal suo viso, prima che lui mi stampi sulle labbra un veloce bacio del buongiorno. Dio, ma come parlo? Il bacio del buongiorno. Fa tanto pubblicità del mulino bianco. -Cavolo, che mal di testa.-
-Pensavo reggessi di più l'alcool.-
-Pensavi male. Ho straparlato?-
Sorride quasi come se un pensiero dispettoso gli avesse sfiorato la mente.
-Hai blaterato qualcosa a proposito dell'essere cieca, ma avevi la sciarpa sugli occhi. Poi ti sei fatta portare praticamente in braccio fino alla macchina e...-
-E?-
-E...- Si ferma, facendo un respiro profondo. -E mi hai detto che avevi un gatto di nome Chopin quando eri piccola.-
-No, io ti ho detto che ti amo. Non credo di aver mensionato il nome del mio gatto, anche perché era Mozart, e non Chopin.-
-Te lo ricordi?-
-Vagamente. Ero molto piccola, mi ricordo solo che gli mancava un orecchio.-
-Non intendevo quello, cioè, è una cosa tremenda e sinceramente mi fa anche un po' impressione, ma io intendevo quello che hai detto a proposito dell'amarmi.- Alza un sopracciglio. -Pensavo fosse l'effetto della sbronza.-
-Certo che era l'effetto della sbronza!- Dico con un sorriso. Brava, Amy, così. Nascondi le emozioni dietro i sorrisi. -Però me lo ricordo. Anche se non ricordo a chi l'ho detto, se a te, o ad un lampione.-
Scoppia a ridere, e una cascata di brividi mi attraversa la pelle. Dannazione Amy, riprenditi!
-Pensa se i giornali ci vedessero adesso...-
-Cosa? Noi siamo "La coppia delle tenebre", no?-
-Questa è nuova. Facebook?-
-Myspace.- Mi sorride. La gente si inventa sempre un sacco di nomignoli per le coppie dello showbuisness, tipo la storia di Brangelina. 
-Forse non saresti dovuto rimanere qui.- La mia innata capacità di pensare ad alta voce mi stupisce, a volte.
-Già. Ma quando dormi sei carina.-
-Ieri sera hai detto che ero bellissima.- Gli faccio il verso.
-Non vale prendersi le sbronze con te, ti ricordi tutto! E comunque anche io ero abbastanza brillo.-
-Bugia. Non c'è niente di male, Jay. Insomma, non stiamo andando troppo oltre, no? Siamo solo due buoni amici che fanno sesso e che...-
-Che si stanno innamorando un dell'altro.-
Oh cavoli. No, no, no! Torna indietro! No, davvero, non sono pronta. Non posso, Jay! Ma perché non sto parlando da sola?! Parla con lui, cretina!
-Scusa, puoi ripetere?-
-Avanti, Amy. Arrendiamoci. Le cose stanno andando oltre il dovuto.-
-E con questo?-
-Nulla. Mi piacerebbe solo che tu lo ammettessi.-
-E cosa cambierebbe?-
-Che se mi dovessi dire di no, io mi metterei l'anima in pace.-
Okay Amy, respira. Sai che in questo modo le cose non andranno da nessuna parte. Non può funzionare, non con lui. Su, riflettici. Lo sai che lui vuole solo giocare, no? Ti sta solo mettendo alla prova. Anche tu vuoi giocare e basta. O forse no?
-Tu...- Di' qualcosa di sensato. Dio Santo, quanto bruciano quegli occhi sulla pelle. -...Devi essere pazzo per fare certi discorsi di prima mattina. Con me poi, la personificazione dello zombie mattutino.-
-Mai pensato che gli zombie fossero così attraenti.-
-Ma smettila, cretino.-
Mi alzo, accorgendomi che sono ancora praticamente vestita, il che e rassicurante, perché significa che non mi sono dimenticata nessun avvenimento scomodo successo stanotte. Lui ha dormito con me. Ha solo dormito, come fanno le coppie vere. E io mi sono infilata sotto le coperte del mio letto per la prima volta da quando non sto più con Shaun. E porca miseria, ho i brividi al solo pensiero del suo respiro sul collo. Forza Amy, ammettilo. Anche tu vorresti qualcos'altro, no? Lo hanno capito tutti, manchi solo tu.
-Metterti l'anima in pace riguardo a cosa, comunque?-
Sembra illuminarsi. Sì, idiota, ti voglio dare una possibilità. Miseriaccia, ma che sto dicendo?! Amy, stai esagerando, non puoi permetterti una simile distrazione adesso. Sarà, ma questa distrazione da dei baci da censura. 
-Riguardo a questo.- Mi sussurra nonappena abbandona le mie labbra. -Allora? Ammettilo.-
-...Può essere.-
-Può essere?- Mi guarda con uno sguardo a metà tra lo stranito e il divertito, mentre mi chiude il viso tra le mani.
-Sì, può essere. Non ne sono certa. Possiamo provarci però, se vuoi.-

Che sorriso meraviglioso. 

Che sorrisi meravigliosi.

Che cavolo di testa che ho.


Angolo dell'autrice: Ed eccoci di nuovo. Visto, visto, eh eh! Visto che ora iniziamo a fare sul serio con questi due scemi?! Ah, lo sapevo io che prima o poi Amy si sarebbe rassegnata. Va bene Giulia, ora la puoi anche smettere, visto che tu lo sapevi dall'inizio.
In ogni caso, ho deciso che inizierò un'altra fanfic prima di completare questa, per il semplice fatto che ho un bisogno frenetico di scrivere su un certo gruppo che sta per rilasciare due certi singoli ai quali seguirà un certo disco, che io e una certa Dada88 non possiamo perdere XD Quindi sì, pubblicherò una nuova fanfiction che non centrerà assolutamente nulla con questi qui sopra :D 
Stay Tuned! (A sto punto anche sull'altra! XD)

PS: Grazie grazie grazie a tutti quelli che recensiscono!! Soprattutto a
Dada88 e _Dark Echelon Angel_ 483! Grazie ragazze! :)
Alla prossima! :)

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


-Feels like the weight of the world 
Like God in Heaven gave me a turn 
Don't cling to me, I swear I can't fix you 
Still in the dark, can you fix me? -
 
Giuro che in momenti come questi rimpiango il fatto di non aver fatto medicina all'università e di non essere diventata una pediatra. Il telefono squilla per ricordarmi che sono le quattro del pomeriggio, e che devo chiamare la radio per promuovere il disco che uscire tra due settimane. Il che significa che tra pochissimo inizierà un inferno di concerti ed esibizioni, tra la promozione dell'album, le varie interviste che non si attengono mai alla materia musicale ma sfociano sempre su questioni private, e poi chiaramente la tournèe, alla quale devo iniziare a pensare. Come se non bastasse, stasera mi tocca anche fare la brava fidanzatina che va a conoscere la famiglia del bravo fidanzatino che ha fatto un capriccio epico per convincermi ad andare a cena fuori con suo fratello, sua madre e il suo amico del cuore con la moglie. Oh, sì, certo, le cose si mettono più che bene per la nostra fortunata Amy. Dopo la mia breve e tremenda conversazione alla radio appoggio il telefono sul tavolo della cucina solo per sentirlo squillare di nuovo dopo tre minuti. Questo coso non sta zitto un secondo ultimamente.
-Pronto?- Rispondo, più seccata di quanto volessi far capire.
-Brutta giornata?- Ed eccolo qui, lui che con la sua voce cristallina mi tira un po' su il morale. Ma come parli, Amy?!
-Ci puoi giurare. Sto per impazzire. Credo che questa sia il peggior tre settembre della mia vita.-
-E non è ancora finito!-
-Non sei d'aiuto, Jay.-
Lo sento sghignazzare dall'altra parte. Oh sì, ridi. Ci passerai anche tu, poi riderò io.
-Scusami. Allora stasera ti passo a prendere alle otto, okay?-
-Alle otto? Così presto?-
-Se vuoi posso passare a prenderti domani mattina alle nove, ma diventerebbe una colazione.-
-No, scusami. È solo che ho ancora una marea di cose da fare. Ma ce la farò. Potrei rompermi un braccio nel tentativo, ma ci proverò.-
-Bene, questa è la Amy che mi piace.-
-Oh, che carino...- Rispondo sarcastica.
-Cercavo solo di essere d'aiuto.-
-Ci hai provato. Devo scappare. A stasera.-
-A stasera.-
Un mese. È passato un mese da quando è iniziato tutto. Come va? Ah! Un casino assurdo senza il quale non mi terrei in piedi. Non mi si fraintenda, per carità, mi fa incazzare come un orso a volte, quando ha uno dei suoi scatti di egocentrismo cronico, ma il tutto è compensato da quei momenti in cui i suoi occhi mi danno i brividi. Da quei momenti in cui mi sembra di essere tornata al liceo. E cavolo, sono certa che non sono l'unica a pensarla così. 
Dopo qualche ora di delirio lavorativo, mi ritrovo davanti all'armadio avvolta da un asciugamano, con i capelli gocciolanti, indecisa su quale lato di Amy mostrare alla famiglia di Jay. La Amy Lee degli Evanescence, la pallida cantante vestita di nero, o la Amy di tutti i giorni, in jeans e maglietta? Opto alla fine per una via di mezzo: trovo un vestito nero lungo fino al ginocchio, stretto in vita da una fascia argentata, al quale abbino un paio di scarpe che so rimpiangerò di aver messo tra circa un paio d'ore. Un po' di trucco, qualche bracciale e una stirata ai capelli. Il campanello suona mentre riempio la pochette. 
-Arrivo!-
Scendo le scale quasi di corsa, rischiando di spezzarmi una caviglia, e vado ad aprire la porta, quasi svenendo davanti a quello che mi trovo davanti. 
Jared è elegante. Strano. Da quando l'ho conosciuto ho sempre pensato che avesse un pessimo gusto riguardo al vestirsi, ma stasera mi ha smentito alla grande. Non l'ho mai visto in giacca e cravatta ma devo dire che mi potrei anche abituare alla cosa. Non lo vedo da un paio di settimane, per il ciclone incredibile di lavoro nel quale mi sono ritrovata, e a quanto pare ha avuto il tempo di tagliarsi i capelli cortissimi. Un po' mi spiace a dire la verità, ma di sicuro non mi lamenterò.
-Whoa.-
-Cosa?-
-Fossi in te abbandonerei i vestiti lunghi e gotici. Questi corti e scollati ti stanno decisamente meglio.- Sorride. Effettivamente mi sento abbastanza figa stasera.
-Sì, beh, mi sento parecchio una spogliarellista, quindi immaginavo che ti piacesse.-
-Ah ah. Non fai ridere, Lee.-
Ridiamo insieme mentre saliamo sul suo enorme e scintillante SUV nero. 
-Hai intenzione di passare inosservato?-
-Io non passo mai inosservato.-
-Attento, se il tuo ego si gonfia ancora potrebbe non starci più in questo macchinone.-
-Mi considero ferito.-
-Bene.-
Il tragitto è fastidiosamente silenzioso. Sì, perché se c'è una cosa che Jared non è, quello è silenzioso. Sembra perso nei pensieri mentre guida verso un ristorante alquanto chic del quale non riesco nemmeno a pronunciare il nome. 
-Non dirmi che ti sei veramente offeso.-
-No che non mi sono offeso!-
-E allora perché sei così silenzioso?-
-Non ti va bene niente! O parlo troppo o sono troppo silenzioso.-
-Un via di mezzo?-
-Sto solo pensando...-
-A...?-
Sospira. Non mi piace per niente.
-Sei la prima ragazza che porto in famiglia da Anna.-
Whoa. 
-Ah. E quindi?-
-Quindi non lo so. Mi sembra strano. Vedi, mia madre è meravigliosa, ma è anche abbastanza, come dire, apprensiva. Stava facendo diventare matta Anna. Non riuscivano ad andare d'accordo. Spero solo che a storia non si ripeta.-
-Non succederà. Tranquillo.- Appoggio la mano sulla sua, stretta intorno al cambio delle marce. -Sono sicura che andrà tutto bene.-
Mi guarda negli occhi sorridendo, prima di riprendere a guidare. Spero per lei che la signora Constance non provi a portarmi via suo figlio, perché sono disposta a tirare fuori le unghie per impedirglielo.


Angolo dell'autrice: *Si nasconde sotto terra per la vergogna a causa dell'esorbitante asso temporale che le c'è voluto per scrivere questo capitolo.* MI DISPIACE! XD Ma come ho già detto un po' di tempo fà, la scuola mi succhia la vita >.< Poi sono andata in crisi creativa (che parolone.) e non sono più riuscita a scrivere nulla fino a stanotte! Eh sì, perché nel momento in cui scrivo questa outro sono esattamente le 02:05 del mattino, e tra circa quattro ore io dovrei svegliarmi! Oh yeah! ahahah
Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Posso solo dirvi che il prossimo sarà esilerante, quindi preparatevi ad una scena stile commedia americana. Ahahah Ma come cacchio parlo stasera?! XD Basta. La finisco qui.
Stay Tuned!

Grazie a tutti come al solito ;) 

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