Contract - Her body di Cherri (/viewuser.php?uid=148200)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Profumo di mandorle. ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Prologo
Salve a tutte, carissime lettrici.
Eccomi qui con il mio primissimo lavoro 'serio'. Diciamo il primo che decido di pubblicare.
Questa long-fic mi frullava in testa
da un po', e spremendo con forza il mio povero neurone solitario, ho
deciso di rimboccarmi le maniche e mettermi a scrivere. Più che
altro è un esperimento,
fatemi conoscere i vostri pareri. Anche due parole mi renderebbero
davvero felicissima *--* La coppia è la mia preferita,
Draco/Hermione. Pairing che adoro. Per evitare dissapori, vi avviso.
L'avvertimento OOC l'ho inserito, quindi signore AntiDramione, non
venite a scassare con l'IC, perché per quanto me lo prefissi io
non riesco mai a restarci dentro.
Non mi resta altro che dedicarvi buona lettura.
Ah si, dimenticavo... anche se non è su efp, questa fic la dedico alla mia migliore amica, Giulia,
che adoro con ogni fibra del mio essere. Ti voglio davvero bene,
stella. Grazie di esistere. Senza di te sarei impazzita tempo fa'. Sono
felice di aver trovato una persona come te e di averti al mio fianco, e
sai che non sono una che mi perdo in smancerie (come del resto!), ma
per me sei davvero importante, tesoro.
Cherri
Contract - Her body
Prologo
Nulla bramiamo tanto quanto ciò che non ci è consentito.
Publilio Sirio
Hermione Granger.
Per tanti sinonimo di coraggio, intelligenza, bellezza, buona condotta, giustizia, sincerità.
Per tanti semplicemente un mito.
Quanti ragazzi che sospiravano al suo passaggio.
Quante ragazze che invidiavano ogni cosa di lei.
Ma lui, più di tutti, che la bramava in segreto da tanto, troppo, tempo.
E non riusciva a farla uscire dai suoi pensieri. Dai suoi sogni.
La desiderava tanto da farsi male.
Ma tutto il dolore del mondo, era giustificato e ripagato quando di nascosto poteva osservarla sorridere.
E quel corpo, che tanto aveva ammirato nascosto da una colonna nel
bagno dei prefetti, era capace di incantarlo, seppure ben nascosto
dalla pessima divisa che la scuola affibiava alle studentesse. Ma lei
non si lamentava come facevano le altre, anzi. Riusciva a portarla come
un'abito da sera. Con eleganza innata. Nessuna reggeva il confronto con
lei. Che con estremo buonsenso non si prendeva un malanno ad ogni
uscita ad Hogsmeade per indossare striminzite gonne e super aderenti
camicie. Semplici jeans e un maglione, sotto il capotto, a far
immaginare quella meraviglia che era senza però mostrarla ad
occhi indiscreti. Abiti sobri e poco frivoli, per i balli della scuola.
Era una ragazza acqua e sapone, Hermione Granger.
Ma vederla, quella sera, dopo il festino di Grifondoro per la vittoria
della partita con Tassorosso, fuori dalla sua sala comune a pomiciare
appoggiata ad un muro con quel ragazzo - che giurò di mandare
all'altro mondo alla prima occasione - gli fece prendere una decisione.
Doveva affrettarsi, se voleva che quel corpo fantastico fosse solo suo.
Doveva escogitare un fottutissimo - e degno di lui - piano d'azione.
Quel piovoso 11 Ottobre del settimo anno Draco Malfoy decise di fare
una scelta rendendo conto solo a se stesso per la prima volta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Profumo di mandorle. ***
Profumo di mandorle, capitolo 1
Salve
a tutte. Buongiorno! Eccomi con il secondo capitolo, un po' più
lungo del precedente. Dovrete aspettare per il piano di Draco, che
quasi sicuramente vi farò intuire dal prossimo capitolo che
dovrei postare domani mattina. Dite un po', come vi sembra la storia?
Ringrazio le 44 persone che hanno letto il prologo e atta16 per il suo commento breve. Dette queste poche cose, vi lascio al capitolo augurandovi buona lettura, come sempre.
Cherri
Contract - Her body
Profumo di mandorle
E' nella natura del desiderio non poter essere soddisfatto,
e la maggior parte degli uomini vive solo per soddisfarlo.
Aristotele
Camminava senza una meta precisa, totalmente persa tra i suoi pensieri.
Ricordava tutto della sera prima, dei baci infuocati di Seamus, che non
aveva però esitato a mandarla poco finemente a quel paese quando
gli aveva detto di fermarsi mentre metteva le mani sotto la sua
camicia. Anche lei aveva certi impulsi, però si era ripromessa
che la sua verginità l'avrebbe messa fra le mani di un ragazzo
capace di aspettare. Uno di cui si fidava. Non chiedeva poi tanto, no?
Solo sentirsi al sicuro nel lasciarsi andare. Non pretendeva amore, ma
almeno rispetto. Non venerazione, ma sincerità. Da tempo aveva
preso coscenza del proprio corpo, e si reputava anche abbastanza
carina, ma non era come alcune sue amiche. Non strillava per una
semplice gonna, non si tinteggiava la faccia alla stregua di un quadro
di Picasso e soprattutto non si concedeva a cani e porci. Per certi
poteva essere considerata una ragazza all'antica; ma lei si piaceva
così. Era a suo agio con se stessa, e questo le bastava.
Hermione Granger, era fondamentalmente una ragazza semplice.
Una di quelle a cui bastava poco per essere felice. Quella che
sorrideva per nulla, e che in un certo senso aspettava il grande amore.
Aveva rivisto tutti i suoi giudizi su Ron, prendendo coscenza del fatto
che quel ragazzo un po' buffo e maldestro non poteva essere l'uomo che
le avrebbe rubato il cuore.
Giunse al tavolo di Grifondoro quasi senza accorgersene, persa in un
mondo tutto suo. - Hermione, che è successo con Seamus? - la
voce di Ginny catturò la sua attenzione, rimandando tutte le sue
riflessioni sulla vita. - Beh, ci stavamo baciando. Lui ha iniziato a
mettermi le mani addosso e quando gli ho detto di tenerle a posto si
è come imbufalito - era deliziosa quando arrossiva, secondo il
ragazzo che la fissava dall'altra parte della Sala Grande, qualunque
fosse l'argomento della quale stava discutendo con la sua amica. - Sai
Hermione, a volte penso che dovresti lasciarti andare un po' più
- le disse ridacchiando la piccola di casa Weasley, mentre si versava
del succo di zucca nel bicchiere. - Chiedo solo un ragazzo che rispetti
i miei limiti - era sicura di quel che diceva. - Capisco -
cinguettò l'altra, divertita dal suo arrossire quando si parlava
di certi argomenti. - Ciao Hermione! - la voce tranquilla di Harry la
fece voltare e fare un sorriso dolcissimo, che fece letteralmente far
arrotolare le viscere del ragazzo, che da tanto, aveva capito di
provare qualcosa per la sua amica. - A che ora sono gli allenamenti? -
chiese gustandosi la sua fetta di torta. - Iniziamo per le sei -
rispose l'altro. - Vieni a vederci? - aggiunse, iniziando a mangiare. -
Certo Harry, ora scusatemi, vado un po' in biblioteca - rispose,
alzandosi e dandogli un bacio sulla guancia.
Lo studio era una delle sue più grandi passioni. Adorava la
sensazione che provava quando apprendeva nuove nozioni e poteva
sperimentarle. Il profumo dei libri poi, la faceva letteralmente andare
su di giri. Amava la conoscenza, il sapere. Forse era una cosa poco
comune per le ragazze della sua età, ma chi le voleva bene aveva
imparato ad apprezzare questo lato del suo carattere, molto utile in
caso di pericolo, oltretutto.
Si alzò dal tavolo nella quale si era accomodata dopo qualche
ora, con diversi compiti per la settimana successiva completi. Aveva
ancora un'ora prima di recarsi all'allenamento della squadra della sua
casa, così decise di concedersi un bagno rilassante nel bagno
dei prefetti. Era stata felicissima di ricevere quella carica qualche
anno prima, e non esitava nel godersi i privilegi che le erano
concessi. Da quando era Caposcuola, c'era qualcosa che la turbava.
Durante le ronde che svolgeva con Malfoy due volte alla settimana,
sentiva chiaramente il suo sguardo su di sé e ne era in qualche
modo assoggettata. Non
riusciva a giustificare quell'espressione indecifrabile nel suo volto -
che doveva ammettere, era diventato dannatamente bello - ogni volta che
la vedeva. L'acqua calda le accarezzava il corpo, mentre le sirene nei
mosaici delle finestre intonavano una melodia dolce e rilassante.
Rischiava quasi di addormentarsi, ma controllando l'ora sul quadrante
del suo orologio da polso sussultò. Era in ritardo. Un
gigantesco ritardo. Ed era tutta colpa sua, che una volta di troppo si
era persa fra i suoi pensieri. Uscì dall'acqua velocemente,
avvolgendosi in un morbido asciugamano bianco e andando verso le panche
a piedi nudi. Una volta trovata la sua biancheria iniziò ad
indossare la biancheria, ma mentre finiva di allacciare il gancetto del
reggiseno di pizzo azzurro, senti la porta aprirsi, e si
affrettò a infilare almeno la camicia, allacciandola alla bell'e
meglio. Prese le autoreggenti color carne e le indossò con
calma, facendole scorrere lentamente lungo le cosce sode. Pensava di
essere abbastanza coperta dalla penombra, ma non poteva sapere che l'intruso si
stava godendo lo spettacolo deliziato. Un battito di mani. Si
girò di scatto, prendendo a scrutare la stanza scuotendo la
testa freneticamente. - Buonasera mezzosangue - mormorò Draco
Malfoy, apparendole alle spalle. Lo fissò ad occhi sgranati dopo
essersi girata verso di lui. - Potevi anche aspettare che uscissi, una
volta constatato che il bagno era occupato - lo rimbeccò con un
cipiglio molto simile a quello della professoressa di trasfigurazione,
per poi ricordarsi che stava lì parata davanti a lui con
l'intimo bene in vista. - Ti dispiace uscire? - gli chiese nervosa,
torturando la gonna che aveva preso in mano poco prima di essere
interrotta. - In effetti mi dispiace - le rispose lui, apparentemente
tranquillo anche se sentiva il desiderio crescere sempre di più
dentro di lui. Si era accorta delle occhiate che le lanciava, partendo
dalle gambe fino a risalire al seno e poi al viso, per incontrare
quegli occhi castani che sembravano risplendere di luce propria.
Arrossì immediatamente, infilandosi frettolosamente la gonna e
chiudendosi la camicia con mani tremanti, fino a quando lui non si
avvicinò, le scostò le mani e partendo dal basso le
chiuse delicatamente tutti i bottoni, mentre venerava con lo sguardo il
busto della ragazza. Quando finì si staccò a malincuore.
- Ti dispiace uscire? Però se vuoi possiamo fare un bagno
insieme - le sussurrò, ghignando. Avvampando d'indignazione
girò sui tacchi e camminò in direzione della porta - che
poi richiuse sbattendola - lasciando nell'aria un ipnotico profumo di mandorle.
Giunse al campo ad allenamento ormai concluso, togliendo ogni
preoccupazione al suo migliore amico, che per tutta la durata
dell'allenamento aveva volato con il pensiero rivolto alla ragazza che
l'aveva stregato. Quando la vide, non poté impedirsi di
sorridere, vedendola lì imbaccucata con il mantello e tremando
per il freddo del vento che aleggiava sul campo di Quidditch.
Non poteva sapere che qualcun altro, immerso in un enorme vasca fino alla vita, sorrideva a sua volta.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=811647
|