Un'altra fic in cui Hermione si accoppia compulsivamente con tutti! di The Plague (/viewuser.php?uid=147204)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: Hermy e Sevvy ***
Capitolo 2: *** Capitolo due: Hermy e Sevvy split up! ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre: inizio e fine di Fremione, e finalmente la Dramione! ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro: il disastroso ma faigo Ballo del Ceppo ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque: preparativi per la battaglia ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei: la grande battaglia ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno: Hermy e Sevvy ***
Sevvy
scosse i suoi lunghi capelli setosi (ebbene sì,
setosi,
setosi) mentre camminava per i
corridoi di Hogwarts dopo essere
tornato dal suo lavoro part-time al frantoio.
“Come
mi sento leggero, anche
oggi ho donato i miei due ettolitri d’olio
alla comunità
magica” canticchiava, mentre
due uccellini cinguettanti lo seguivano, una musica dolce suonava
nell’aria e
il sole splendeva (certo, c’era un’atmosfera da
Mulino Bianco, per chi non
l’avesse capito Sevvy è sempre stato un angioletto
e la sua passione per i
coniglietti pucciosi è cosa ormai nota). I corridoi di
Hogwarts erano pieni di
piccole Grifondoro in divisa, tutte Lavanda style, che lo guardarono
adoranti
mentre faceva ondeggiare la sua chioma morbida e corposa passando tra
di loro
come Cristo tra i plebei. Poi entrò nel suo ufficio e vide
che lo aveva
lasciato con la modalità per studenti accesa: tutta quella
lugubritudine lo
rese triste, quindi arricciò gli occhi, il naso e anche la
bocca prima di
ricordarsi che possedeva una bacchetta magica (fatta di legno di rosa e
peli
del culo di un Teletubbie). Quindi la tirò fuori e
attivò la modalità privata
che esprimeva veramente la sua personalità: le pareti si
tinsero di rosa
shocking, apparvero centrini di pizzo e quadretti di zio Voldy
incorniciati, e dal
soffitto scese una pedana con sopra Dolores Umbridge che faceva la
lap-dance
sulle note di Beyoncé.
Finalmente
soddisfatto, Sevvy si sedette sulla sua poltrona a fiori, si
collegò su
Facebook e mandò un messaggio a Silente: “Al, mi
sono veramente stufato di fare
il doppio gioco con zio Voldy e fingere di farlo con te e
contemporaneamente
aiutare Potter ma fingere di odiarlo, odiare Malfoy ma fingere di
aiutarlo pur
odiandolo, odiare Paciock e non fingere un’emerita cippa, e
devo anche
partecipare a quelle bruttissime riunioni a Villa Malfoy dove tutto
è nero e
nessuno mi prepara mai una cioccolata calda!”.
Immediatamente
Silente rispose con una faccina triste: “Come ti capisco,
anche io mi sono
stufato di salvare sempre il culo a Potter e rimediare alla sua
ottusaggine con
le mie erudite spiegazioni! Dai che abbiamo quasi finito, tra un
po’ io e Voldy
fingiamo di tirare le cuoia in rapida successione così
possiamo organizzare un
toga party fighissimo a Beauxbatons”.
Sevvy
non era molto soddisfatto, ma uscì da Facebook pensando di
andarsi a distrarre
facendo precipitare Paciock dalla scopa. Solo quando fu al campo da
Quidditch
gli venne in mente che Paciock non aveva mai avuto una scopa
perché era troppo
imbranato per fare qualcosa di più impegnativo di una
passeggiata, ma ormai era
lì e i Grifondoro stavano stracciando i Serpeverde millemila
bilioni a zero,
grazie al solito Potter che aveva barato mettendo in campo novecento
Boccini con
la collaborazione di Baston, che oltre a fare il giocatore
professionista di
Quidditch fabbricava Boccini di contrabbando, e ingoiandoli tutti a
ripetizione. L’aitante ed affascinante professore si sedette
sugli spalti,
chiedendosi perché mai Potter
fosse così bravo a Quidditch e così demente da
non capire che l’allusione di
Diggory al bagno dei prefetti era un aiuto e non un invito sessuale, e
si trovò
casualmente proprio vicino a Weasley e Granger. Decise quindi di
rivolgere loro
la parola in barba al suo personaggio.
“Weasley,
tu non eri il portiere dei Grifondoro?”
In
effetti
Ron indossava ancora la divisa giallorossa e gli rivolse un gran
sorriso
dicendo: “Mphovo fof, ‘affù
vo’fevvo e ‘ajjù foffa ”.
“Granger,
per caso Potter gli ha insegnato il Serpentese?” chiese Sevvy.
“Nossignore,
ha detto che sta mangiando una torta e lo ha fatto mentre stava
mangiando una
torta, per questo non ha capito” spiegò Hermione
pazientemente.
Sevvy
stava per dire a Ron che aveva uno spinacio incastrato tra gli
incisivi, quando
i suoi occhi color cromatura-di-Mercedes-scolorita si incrociarono con
quelli
nocciola di Hermione e tutto il caos della partita parve svanire (NdA:
in
realtà il caos era svanito per davvero perché la
partita era finita mentre
Sevvy cercava di capire cosa avesse detto Ron, ma non voglio rovinare
l’idilliaco momento in cui un professore di
mezz’età capisce che è innamorato
di una studentessa sedicenne che lo crede un Mangiamorte e acquista la
certezza
che la sedurrà ignorando tutte le leggi sulla pedofilia).
Sevvy
ed Hermione furono catapultati in un prato in riva al mare dove due
cavalli
bianchi correvano; anche loro erano vestiti di bianco e quando
partì la musica
delle Olimpiadi capirono che dovevano lanciarsi l’uno verso
l’altra al
rallentatore. Quindi Sevvy scosse la nera chioma profumata e
cominciò a
correre, e la musica delle Olimpiadi venne sostituita dalla colonna
sonora
della pubblicità del detersivo perché era un
peccato sprecare dei vestiti così
bianchi… Hermione era quasi arrivata tra le sue possenti
braccia quando la Sprite si
materializzò
accanto a loro e fece un gran rutto. Quindi tutta la magia si
spezzò e la
coppietta felice scoprì di non essersi mai mossa dal campo
da Quidditch.
“Scusate,
ho mangiato pesante” disse la Sprite.
Sevvy
arricciò di nuovo tutto l’arricciabile e le
urlò dietro: “Vai a fare la cicciona
da un’altra parte, mi hai rovinato la mia fantasia pura e
casta sulla mia
allieva di sedici anni!”. Poi si girò verso
Hermione e si chiese se anche lei
avesse vissuto la stessa magia. In effetti lei sembrava davvero
stordita e per
un attimo Ron si chiese se un Bolide non l’avesse colpita
(poi tornò a mangiare
la sua torta sbattendosene altamente della sua migliore amica). In
realtà nella
mente di Hermione si agitavano immagini diverse: la bellezza di Sevvy,
i
capelli di Sevvy, il compito di Divinazione da consegnare domani,
Sevvy,
l’ultimo numero di Cioè, il frullatore che le
avevano regalato i suoi genitori
al compleanno, la forza delle braccia di Sevvy… Alla fine,
indovinate un po’,
Sevvy fu quel che prevalse. I due restarono a guardarsi per ere
geologiche
mentre gli spalti si svuotavano, calava la sera e da qualche parte nel
mondo i
panda si estinguevano. Alla fine Sevvy si disse che doveva riprendere
la sua
aria da professore rompicoglioni e sbottò:
“Granger, lurida Mezzosangue! Che ci
fai fuori dal castello di sera? In punizione nel mio ufficio,
stanotte!” Poi
fra sé e sé, mentre Hermione si allontanava con
gli occhi a forma di cuoricino
(NdA: e certo, si era innamorata del più figo tra le
centinaia di ragazzi
disponibili ad Hogwarts… Bè, almeno da sposati
avrebbero risparmiato sullo
shampoo), aggiunse: “Che genio che sei, Severus! Stanotte la
avrai nel tuo
ufficio! Sarà meglio che dica a Dolores di mettersi il
bikini!”. E si avviò
verso il castello: non vedeva l’ora che arrivasse il momento
del castigo.
Angolo
dell’autrice
Cheffigata,
ho
appena scritto il primo capitolo della mia prima fic demenziale! Ok,
adesso ci
sono un paio di credits necessari: prima di tutto a Lily_James che sta
scrivendo una Dramione da rotolarsi dalle risate e che mi ha spinto a
dedicarmi
anch’io alle demenzialità ridacchianti; e seconda
ma non per importanza
Chiarolla che mi ha promesso di aiutarmi aggiungendo le sue due manine
sarcastiche e pungenti all’umorismo delle mie. Detto
ciò, mi sento un po’
immodesta ma devo proprio dirvi che questo capitolo ha fatto sganassare
anche
myself mentre lo rileggevo, soprattutto per la prima parte in cui Sevvy
si
personalizza l’ufficio :’D Mi raccomando, recensite
a più non posso, anche solo
per dirmi “Fa schifo” (no, ok, non ditemi solo che
fa schifo, casomai ditemi
anche perché fa schifo così posso
migliorare… anche se vorrei tanto che nessuno
di voi pensasse che fa schifo, ma non si può avere tutto
dalla vita). Buona
lettura! :)
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Capitolo 2 *** Capitolo due: Hermy e Sevvy split up! ***
Sevvy
entrò nel suo ufficio, si tolse la brutta veste nera e si
mise un gilet di
brillantini e un paio di pantaloni a zampa, si pettinò i
capelli alla Elvis
(erano talmente unti -pardon, setosi- che non c’era bisogno
del gel per tenerli
su) e fece mettere a Dolores un bikini di perline viola, poi
passò le
successive due ore a scegliere un paio di orecchini.
Finalmente
Hermione arrivò bussando timidamente alla porta
dell’ufficio: subito Sevvy
spense tutte le luci e si nascose dietro la scrivania ordinando alla
Umbridge
di offrire alla ragazza caviale e champagne. Quando la deliziosa
Grifondoro
aprì l’uscio, Sevvy accese tutte le luci e
saltò fuori dalla scrivania
gridando: “Urrà!”
La
ragazza sembrava leggermente intimorita (forse perché la Umbridge
stava accennando
uno spogliarello), ma l’amabile professore le fece cenno di
accomodarsi su un
divanetto di pelle e di godersi la serata. Con uno schiocco di dita
chiamò
Dobby che si materializzò dalle cucine munito di un
simpatico cappello a forma
di cuore e con in mano un vassoio di fragole con panna.
“Mille
grazie, amabile elfo, ora sgrullati dai coglioni” disse
Sevvy, e si stava
proprio accingendo a mettere una fragola tra le labbra di Hermy, che lo
guardava sognante ammirando i suoi pettorali sotto il gilet, quando la
porta si
aprì ed entrarono tutti i Mangiamorte seguiti da un
trionfante zio Voldy.
Sevvy
arricciò quello che arricciava sempre, ma si
sforzò di sembrare amichevole: “Zio
Voldy, qual buon vento! Hai interrotto un momento molto intimo, stupido
residuo
di chemioterapia, ma non fa niente” aggiunse fra i denti.
Voldy
era davvero una primadonna: si tolse il mantello con un gesto
svolazzante
lasciando a Mulciber il compito di raccoglierlo, stirarlo e
riappenderlo; si
lasciò cadere su un altro divanetto mentre Dolohov lo
sventagliava con fronde
di palma, e infine Bellatrix gli mise una parrucca da Lady Gaga per
potergli
accarezzare voluttuosamente i capelli.
“Ciao,
Sevvy caro, vedo che hai organizzato una festicciola senza
invitarmi” disse l’Oscuro
Signore, con una voce che era una via di mezzo tra Malgioglio e
Platinette.
“In
realtà volevo proprio chiamarti, Voldy… Si sa che
senza di te le feste sono un
mortorio!” Sevvy fece per continuare a leccargli le chiappe,
ma in quel momento
Dolores si tolse il fiocco dai capelli e Rookwood urlò:
“Cristo, un Molliccio!”
Subito
Voldy saltò in piedi e prese a lanciare Avada Kedavra a caso
in giro per la
stanza, uccidendo Mulciber, Lucius Malfoy (che era troppo impegnato a
fare
swiiish per scansare l’incantesimo) e finalmente la Umbridge.
Dopodichè
si rimise a sedere mentre Bellatrix gli faceva una proposta indecente:
“Mio
signore, lei sa quanto mi piacerebbe essere la sua ragazza”.
“Non
dire baggianate, Bella, il naso non è l’unica cosa
che mi è caduta quando sono
diventato il più grande mago oscuro di tutti i tempi. Sevvy,
ti ho portato un prosecchino,
che dici se lo stappiamo? Ma chi è questa deliziosa
Mezzosangue poco vestita
accanto a te? Sembra l’amichetta di Potter!”
In
quel momento lo sguardo di tutti si concentrò su Hermione,
che nei minuti
trascorsi aveva cercato in tutti i modi di attirare
l’attenzione bagnandosi la
maglietta, sbattendo le palpebre da cerbiatta, cantando
un’aria dell’Aida e
ballando Danza Kuduro con un costume da cavallo. Sevvy la
presentò
amorevolmente a tutti: “Cari amici, questa è
Hermione Granger, un’innocente ed
illibata sedicenne di cui mi sono perdutamente innamorato da circa tre
ore, e
che deflorerò per poi sposarla ed amarla perdutamente tutta
la vita nonostante
ciò sia contrario alle leggi universali e al buonsenso
comune”
Voldy
saltò su esultando e prese a battere le delicate manine:
“Sevvy si sposa, Sevvy
si sposa! Bella, presto, chiama un wedding planner! Cosa dite se
facciamo
partecipazioni verdi e argento con la mia faccia che
sorride?”
Hermione
però in quel momento era preda di pensieri contrastanti: si
era resa conto che
Piton era un vecchiaccio bavoso e unticcio, e inoltre non
dimentichiamoci che
in questo tipo di storie innamorarsi di un altro è facile
come comprare una
pera. Per questo disse: “Sevvy, caro, non sono più
sicura di quello che provo
per te!” e scoppiò in lacrime mentre i suoi
soffici boccoli ambrati (certo) si
agitavano, come le serpi che aveva in testa Medusa, per intenderci.
Severus
rimase pietrificato comprendendo che il suo bellissimo sogno
d’amore si era
infranto: non avrebbe più potuto costruire una deliziosa
villetta a Poggibonsi
Ovest e portarci dentro la sua amata, non avrebbe più visto
tanti piccolini che
si agitavano per casa spalmando di cacca le gambe delle sedie, nessuno
avrebbe
accarezzato i suoi bicipiti possenti (per un attimo pensò di
chiederlo alla
Umbridge, poi ricordò che era morta)… Quindi i
due ex-innamorati rimasero a
fissarsi agghiacciati mentre qualcosa fra di loro si spezzava mooooolto lentamente.
Dopo
una mezz’ora di suspense, zio Voldy sbottò:
“Mi sto annoiando! Sevvy, hai un
iPad? Devo entrare su Facebook e controllare Farmville, le mie prugne
dovrebbero essere mature! Sevvy! Oh, Bella, ma perché non
risponde? Oh bè,
direi che a questo punto possiamo anche inventarci qualcosa, come per
esempio-
OH CRISTO UN CADAVERE!”: aveva appena notato Dolores
(Mulciber era stato
assunto in cielo e Lucius Malfoy era resuscitato perché
quella sera doveva
farsi lo stiraggio).
“Dolohov,
ti prego, uccidi questo cadavere! E’ veramente orripilante!
Mi cadranno i
capelli!” gridò.
Bella
tentò di sdrammatizzare proponendo una partita a Cluedo, ma
tutti lasciarono
vincere zio Voldy anche se sosteneva che Dolores era stata uccisa da
Hagrid con
uno schiacciasassi nel bagno del terzo piano. Alla fine, vedendo che
Hermione
era fuggita verso nuovi amori e Severus stava cercando di tagliarsi le
vene con
uno Snaso in salamoia, l’Oscuro Signore frignò:
“Questa festa è un mortorio! Andiamocene,
cari!” e tutti i Mangiamorte si smaterializzarono, lasciando
Sevvy in preda al
suo lancinante dolore mentre gli altoparlanti diffondevano Jennifer
Lopez.
Angolo
dell’autrice
Ecco
il secondo
capitolo.. Questo mi è piaciuto un po’ meno del
primo, ma tutto sommato non
pensavo che mi venisse così facile scrivere enormi
puttanate! Bè, forse quelli
che mi definiscono schizzata hanno un pochino pochino di ragione, LOL.
Comunque,
ho notato che un sacco di persone leggono questa fic ma nessuno
commenta! *l’autrice
piange come Voldy con la differenza che lei ha capelli e naso* Ok,
parlando
seriamente, ci tengo davvero a sapere quello che pensate, quindi mi
basta anche
una riga striminzita! Vi lovvo comunque perché avete letto
anche il secondo
capitolo <3
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Capitolo 3 *** Capitolo tre: inizio e fine di Fremione, e finalmente la Dramione! ***
Hermy
correva per il castello scuotendo i suoi riccioli castani. I suoi
deliziosi
occhi color cacca-di-civetta-stagionata erano così pieni di
lacrime, ed il suo
cervello da secchiona dotata di buonsenso che però non ne ha
abbastanza per
evitare di infatuarsi di qualsiasi cosa respiri era così
pieno di sentimenti
contrastanti, che non si accorse di Gazza e Vitious che ballavano una
rumba
nudi davanti al ritratto di Barnaba il Babbeo, né Hannah
Abbott che aveva
appena perso le extension per la sorpresa di vedere Silente fuori dal
suo
ufficio come un comune mortale. La dolce Grifondoro era così
confusa e triste
che non avrebbe battuto ciglio neanche se zio Voldy si fosse messo a
declamare
il Kamasutra in aramaico (cosa che sarebbe stata effettivamente
possibile, per
la gioia di Bellatrix, se Voldy non si fosse smaterializzato da tempo
per
andare a vedere il concerto di Justin Bieber, trpp bellixymuuu!)
Infine
Hermy arrivò alle scale principali e prese a scenderle di
fretta per andare
alla capanna di Hagrid a farsi dare un po’ di cacca di drago
(NdA: la cacca di
drago funziona come i funghetti allucinogeni, un’ottima
distrazione) per
sballarsi, ma inciampò su una Caccabomba e cadde sentendo un
dolore lancinante
in prossimità della cavità anale. Per un attimo
pensò che Sevvy l’avesse
drogata e avesse approfittato di lei senza toccare la sua
verginità ma
facendole davvero molto male, poi si rese conto che quel simpatico
ossicino
chiamato coccige era irrimediabilmente rotto.
Per
questo cominciò a chiamare aiuto con la sua leggiadra voce
da Veela ubriaca,
alzando melodrammaticamente le braccia al cielo. Finalmente, dopo che
ebbe
urlato cose assurde per farsi sentire, tipo “Sto rendendo
l’anima a Dio!”,
oppure “Penso che la Cooman
sia incredibilmente sexy!”, accorse al suo capezzale
nientemeno che Fred
Weasley, l’aitante gemello dalla chioma rossa come un eczema
da pannolino sul
culetto di un neonato. Fred sfoderò la sua spada (NdA: la
spada in senso
letterale, non pensate male, piccoli pervertiti.. si sentiva molto
medievale
davanti alle donzelle in difficoltà) e disse solennemente:
“Ti salverò io,
Hermy!”, dopodiché la sollevò fra le
braccia muscolose e la trasportò in
infermeria con la dolcezza di un elefante in una cristalleria.
Madama
Chips li accolse con un’aria alquanto stizzita
perché avevano interrotto il suo
tè delle due del mattino (in realtà
c’era Fiorenzo nello sgabuzzino), ma non
poteva venir meno alla sua solida etica professionale, quindi
sistemò Hermy a
pancia in giù su un lettino, le scoprì le rosee
chiappe e cominciò a mormorare
incantesimi per aggiustarle l’osso, borbottando anche cose
come “Il coccige è
l’osso più inutile di tutto il fottuto corpo umano
e questa vacca in erba se lo
doveva rompere proprio mentre c’è un centauro nudo
nel ripostiglio”. Ma nessuno
la sentì, perché Fred aveva realizzato proprio in
quel momento che Mione gli
piaceva da svariati secoli (la visione delle sue parti intime non
c’entrava assolutamente niente,
Freddie era spinto
da un amore viscerale genuino melenso e completamente sincero)
e le stava facendo un’appassionata dichiarazione
d’amore:
“Hermy, i tuoi capelli sono spumeggianti come Gorgosprizzi in
calore, i tuoi
occhi sono marroni come la ricrescita della McGranitt nei giorni di bel
tempo,
le tue mani sono agili e delicate come Kreacher quando balla Il Lago dei Cigni, oh Hermy, vuoi essere
la mia ragazza? Morirò se mi rifiuti!”
Purtroppo
la nostra amabile fanciulla era troppo impegnata a soffrire per quello
che le
ribolliva nel fondoschiena, e l’unica cosa che
riuscì a dire fu: “Taci,
idiota!”
Quando
Madama Chips concluse finalmente il suo lavoro, la ragazza si
ricoprì le
vergogne e si adagiò pigramente sul letto. Fred era
lì con il cappello (un
cappello così, gli si era improvvisamente materializzato fra
le mani per
esprimere meglio la sua umiltà di innamorato) in mano e lo
sguardo da Snaso bastonato,
e stava sussurrando: “Hermione, io per te farei tutto, sarei
disposto anche a
baciare Percy! Con la lingua!”
Improvvisamente
la ragazza lo guardò negli occhi color occhi-di-un-Weasley e
trattenne il
fiato. “Oh, Fred, credo di amarti
anch’io!”
Il
rossiccio
individuo trattenne un gridolino da soubrette che vede un topo e le
prese
tremando le mani: “Oh, Mione adorata, dici sul
serio?”. D’un tratto il cielo
gli parve più blu, il sole più splendente, fece
persino un pensierino su
quell’aborto di Eloise Midgen perché anche lei gli
sembrava meno cozza, il
mondo era così stupendamente meraviglioso adesso che lui
aveva l’amore!
“No,
ti stavo prendendo per il culo, adesso spostati che non vedo quel gran
pezzo di
figo di Malfoy”.
Eloise
Midgen tornò ad essere un aborto. Il mondo crollò
e rotolò su se stesso, il
sole si spense e Fred si ricordò perfino che quel giorno era
morto il suo
canarino. Incapace di proferire parola, scappò
precipitosamente. Intanto Hermy
aveva fissato il suo sguardo sul giovane e biondo Malfoy che stava
nascosto
dietro un paravento e aveva considerato fra sé e
sé che non aveva mai notato
quanto fosse attraente e come la delicata pelle del suo cranio si
intravedesse
sotto il platino dei capelli. Quindi decise di darsi da fare: dopotutto
era lei
la titolare del record mondiale per l’innamoramento
più veloce (dieci centesimi
di secondo al primo anno nei confronti di Seamus, esauritosi poi nei
successivi
sei decimi di secondo quando il sopracitato Seamus aveva scoreggiato).
Perciò si
era alzata la maglietta già di per sé non molto
coprente e stava ammiccando con
le sue sopracciglia cespugliose. “Ehi, Drachello, cosa fai
lì con quell’aria da
coniglio spaventato?” lo stuzzicò.
“Zitta,
Granger, sto scappando da Pansy Parkinson che mi rincorre da tutta la
mattina
con una confezione formato famiglia di preservativi ritardanti al gusto
fragola” rispose lui. Hermy sgranò gli occhi e
disse: “Ooooh, Draco, ma questo
vuol dire che vuole fartisi, vero?”
Malfoy
andò a sedersi sul letto accanto al suo: “Vedo che
hai sempre l’intelligenza di
Grop, Mezzosangue.” I due rimasero in silenzio per un
po’ e Draco prese anche a
scaccolarsi, poi i rumori equivoci provenienti dallo sgabuzzino
diventarono
troppo forti per essere ignorati e i due amabili futuri piccioncini
cominciarono
a parlare all’unisono e dissero la stessa cosa (magie
dell’amore nascente): “E’
strana, inattesa, e meravigliosa!”. Solo che Herm parlava
della sua crescente
sensazione di arrapamento poderoso verso Draco, mentre
quest’ultimo si riferiva
al frutto dei suoi scavi archeologici nasali che gli riposava sul dito.
Comunque
Mione era così intelligente che fraintese e
continuò la sua arringa
appassionata: “Draco, sei così… figo.
Mi piacerebbe essere al posto di Parkinson, sono sicura che tu non
scapperesti
da me” ammiccò.
“In
effetti no, Granger, da te non scapperei. Oddio, forse per quella MILF
di Lily
Evans sì, però è morta”
sbuffò Draco. “Comunque non voglio impegnarmi
anche se
tu mi piaci, perché la mia reputazione da genietto del male
con un promettente
futuro oscuro, arrogante e sprezzante si rovinerebbe se ti regalassi un
palloncino a forma di panda per San Valentino”
proseguì. Si fermò per un lungo
momento a riflettere, poi si mise un cappellino di carta a forma di
cono,
sorrise e saltò su gridando: “Ma se vuoi possiamo
essere trombamici!”.
Proprio
in quel momento entrò l’omino della conga, che non
essendo affatto banale
propose una conga. Fiorenzo e la Chips uscirono dallo
sgabuzzino e si unirono al trenino
canterellando: “Trombati la Granger!
Trombati la
Granger!”; dopodiché tutti
strinsero la mano a
Malfoy e da qualche parte venne fuori Sylvester Stallone con un Nobel
che gli
fu assegnato per la sua brillante idea.
“Ok,
caro Draco, saremo trombamici” (Mione già
progettava di ficcargli un filtro d’amore
nella camomilla serale).
“Oh,
a
sproposito, ho sentito che Piton ti sta cercando con uno spingardino a
sale. Fossi
in te mi nasconderei” le consigliò il biondo.
Hermy
assunse un’aria isterica e portò le mani giunte al
petto: “Cielo, non riesce ad
accettare la fine della nostra relazione! Era diventato troppo
opprimente, e
poi io dopo così tanto tempo avevo voglia di cambiare aria!
Giurami che mi
proteggerai, Dracuccio!” urlacchiò, aggrappandosi
agli eroici pettorali di
Malfoy.
“Ti
proteggerò contro tutto e tutti, adorata”
sentenziò egli. “Tranne che contro la
sifilide. Quella probabilmente te
l’attaccherò”.
Angolo
dell’autrice
Cristo,
questi
capitoli mi piacciono sempre meno man mano che continuo T__T fatemi
sapere cosa
ne pensate e se non ne siete soddisfatti neanche voi prometto che lo
cancello e
ricomincio da capo… Il fatto è che
l’infermeria e la scarsezza dei personaggi
non mi hanno ispirato per niente.. e non dimenticate che questo
è solo l’inizio
della strabiliante Dramione… Penso che nel prossimo capitolo
metterò una festa
con tutto il cast, almeno ci sono i Mangiamorte che sono sempre dei
gran
burloni LOL. Grazie millissime se siete arrivati alla fine anche di
questo
capitolo, e fatemi sapere! :)
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Capitolo 4 *** Capitolo quattro: il disastroso ma faigo Ballo del Ceppo ***
Quel
gran burlone di Silente aveva organizzato il Ballo del Ceppo per quella
sera,
quindi Mione uscì dall’infermeria adagiata su una
lettiga portata da Zabini e
Pansy Parkinson (era anche vestita con una tunica di lino, si era
truccata come
Cleopatra e aveva rasato i due portatori come schiavi egizi, giusto per
fare
scena) affinchè non le facesse troppo male il didietro
appena riaggiustato, preceduta
da Tiger e Goyle che suonavano una marcia trionfale con due trombette
da
stadio.
Malfoy
aveva assoldato dieci cecchini dell’FBI che si appostarono
sui letti del
dormitorio di Grifondoro mentre Hermy si cambiava d’abito
indossando una
costosissima e pregiatissima creazione d’alta moda fatta di
carta velina
arancione drappeggiata intorno alla vita e sulla tetta destra, e
calzando un
paio di delicate scarpe alte trentadue centimetri con il tacco a forma
di Luna
Lovegood. Per sicurezza Malfoy aveva tagliato le palle a tutti i
cecchini, così
non si facevano la sua ragazza e in più erano talmente
incazzati che avrebbero
fatto fuori chiunque.
Dopo
che la dolce e troieggiante fanciulla fu pronta, scese leggiadramente
le scale
(anche se la Luna Lovegood
sul suo tacco sinistro aveva cominciato a urlare che vedeva un
Nargillo), e in
fondo alla gradinata vide attenderla il suo Draco, che per
l’occasione
indossava una giacca viola con fiamme rosseggianti e teneva il piede
sulla
testa di Zabini, che era steso per terra vestito da tappeto di tigre,
in segno
di sprezzante trionfo.
“Sei
stupenda, mia stupenda trombamica. Anche il tuo vestito è
stupendamente
stupendo” disse Malfoy, e Hermy fu talmente inebriata dal suo
profumo che
ignorò la sua evidente povertà di vocabolario e
lo baciò appassionatamente. Poi
i due si presero per la mano e si avviarono verso la Sala
Grande, scortati dai parà della
Folgore in divisa di gala, dal ministro La Russa
su una motocicletta d’epoca dotata di mitra
e da Lucius Malfoy che esibiva la sua nuova tinta color
biondo-capelli-di-Narcissa-sporchi.
La
fulgida coppia varcò le porte del salone e…
nessuno li cagò. Voldy stava
facendo a gara con Rookwood a chi riusciva a versarsi più
birra nelle narici
(vittoria stracciante di zio Voldy perché Bella aveva
tappato il naso a
Rookwood); Silente e la McGranitt si erano
scambiati i vestiti anche se la differenza
non era poi così grande; Hagrid aveva appena sfondato una
vetrata entrando a
cavallo di Fierobecco vestito da renna Rudolph, ed il troll del primo
anno era
stato imbalsamato e mascherato da Dolce Fatina del Natale. Gli
studenti, i
professori e gli svariati ospiti stavano allegramente
ballando/trincando/pomiciando
e nessuno si accorse della Dramione finchè La Russa
non sparò una scarica di mitra uccidendo la
metà dei Tassorosso che erano troppo leali per spostarsi.
A
quel
punto l’attenzione di tutti venne rivolta ai due baldi
giovani e la folla si
spostò tipo mar Rosso per permettergli di fare la passerella
(partì anche la
musica di Uomini e Donne e Maria De
Filippi tentò di parlare, ma zio Voldy la cruciò
perché lui preferiva Barbara
D’Urso). Silente si inginocchiò ossequiosamente al
loro cospetto e gli porse un
cuscino di velluto su cui era posata una chiave a forma di vibratore
dicendo:
“Questa è la chiave della mia camera da letto
speciale.. Ci andavo con
Grindelwald ma lui è schiattato, è disperso, o
è tornato etero, non so.
Comunque sarei onorato se voi voleste usarla…
C’è il materasso ad acqua”
aggiunse poi strizzando l’occhio a Draco.
Proseguendo
lungo il salone diverse Serpeverde svennero strillando, una si
strappò i
capelli, Pansy Parkinson tentò di lanciare una coppa in
testa ad Hermione ma
venne prontamente freddata dai cecchini, Harry e Ron continuarono a
strafottersi di tutto il resto e George giurò vendetta con
la mano appoggiata
sulla spalla del piangente Fred.
“Bene,
ragazzi, abbiamo avuto il nostro momento di adorazione, sappiamo che
tutti ci
ammireranno e fisseranno per il resto della serata, io sono il dio del
sesso,
Hermione è una baldraccona eccetera, adesso tornate a
ballare!” disse Malfoy
annoiato.
Lucius
prese in consegna la chiave e si recò dai suoi amichetti
Mangiamorte che
stavano sbucciando le pesche per zio Voldy.
“Yu-hu,
caro Lucius!” lo chiamò il Signore Oscuro.
“Ti dispiacerebbe lanciare un
gentile Avada Kedavra a quella stupida Corvonero laggiù? Ha
il vestito uguale
al mio!” concluse strillando.
“Tu
lo
porti meglio, amor mio!” si affrettò a consolarlo
Bellatrix. Stava proprio per
dirgli come la sua pelata rachitica si intonasse al verde della
cintura, ma
Voldy la deluse ancora una volta liquidandola: “Taci,
femmina! Ti ho detto
mille volte che io amo solo quella gran gnoccona di Bathilda
Bath!”
Hermy
e Malfoy ballavano lentamente in pista abbracciandosi in modo languido
e poco
casto, mentre Colin Canon faceva il paparazzo (ma era stato autorizzato
da
Lucius come fotografo ufficiale di Novella
2000, altrimenti sarebbe stato freddato) scattando
panoramiche agli
elementi salienti della serata, come ad esempio tette di Mione, pacco
di
Drachino, culo di Mione appena restaurato.
Tutto
sembrava procedere alla perfezione: Ron si ingozzava di tartine, Harry
salvava
il mondo magico, Percy teneva un discorso sulle
responsabilità dei Centauri
nelle leggi sui calderoni… Ad un tratto si
avvertì un rumore come di tuono e
nella sala irruppe Fred Weasley a cavallo di un fenicottero
geneticamente
modificato che eruttava fiamme, gridando “Hermione! Io ti
amo!” e lanciando
petali di rosa sulla platea stupefatta.
Le
reazioni furono molto diverse ma tutte frenetiche: zio Voldy
effettuò una
perfetta riproduzione dell’Urlo di
Munch, si avvolse nel suo mantello e si mise in un angolo a chiamare
soccorso
con il suo iPhone (non prima di aver controllato Farmville); i
Mangiamorte
scapparono da tutte le parti come conigli, tranne Mulciber che si mise
addosso
un cartello con scritto “Pentitevi, la fine è
vicina” e cominciò a predicare
per i corridoi; Piton cercò di sconfiggere colui che osava
attentare alla vita
della sua amata con lo spingardino a sale, ma fallì
miseramente perché il
fenicottero lo incenerì da capo a piedi; Silente
fuggì facendosi scudo con il
corpo della Umbridge recuperato dall’ufficio di Sevvy, che
per la verità
cominciava anche a puzzare (e Dolores era già un aborto di
per sé); fra gli
studenti qualcuno svenne, qualcuno invocò
l’Anticristo, altri si proclamarono
Highlander e corsero a prendere il loro drago per combattere, altri
ancora si
inginocchiarono e chiamarono il Maestro Yoda in loro soccorso.
I
cecchini fecero quadrato attorno alla stupenda coppia per proteggerli;
i parà
della Folgore andarono a prendere La Russa
che stava spiegando il bunga bunga a Neville e lo
misero su una carriola per portarlo a fare il suo dovere; e Malfoy
strinse a sé
Hermione che gridava: “Stalker! Stalker! Portatelo
via!”.
Fred
scese dal suo fenicottero con mossa elegante, scosse la fulva chioma e
tirò
fuori (di nuovo) la spada, ma questa volta non invano; la
puntò infatti alla
gola di Malfoy (era una spada allungabile che superò tutti
gli attoniti
cecchini) e gridò: “Marrano, rendimi la mia
pulzella!”. Blaise Zabini dal
pubblico urlò: “Ma parla come mangi!”
Drachettino
per tutta risposta sputò in faccia al suo avversario (anche
quello era uno
sputo allungabile), il quale divenne paonazzo dalla rabbia,
trasformò la spada
in un retino per farfalle e con abile mossa acchiappò
l’urlante Mione, la
trascinò con sé sul fenicottero e la
portò via, sotto gli sguardi inebetiti dei
presenti. Uno dei parà provò a gambizzare il
fenicottero, ma il suo proiettile
fu deviato da zio Voldy, il quale non era riuscito a farsi soccorrere
quindi si
era alleato con Fred (e poi era un ecologista convinto, lui). Il
Signore Oscuro
provò a evocare anche lui una cavalcatura mistica, poi
vedendo che non ci
riusciva ordinò ai Mangiamorte di mettersi sotto i suoi
piedi e rotolare così
sembrava che lui fluttuasse. Prima di andarsene gridò:
“Passate al Lato Oscuro:
abbiamo i biscottini!” e svanì fuori dal portone.
Malfoy
era nero di rabbia: la sua trombamica era stata appena portata via da
una
serata dove era previsto che lui se la facesse! Affronto! Oltraggio!
Vilipendio!
“La
salverò” sentenziò eroicamente.
Angolo
dell’autrice
Ecco
il quarto
capitolo! Non ho avuto tempo di aggiornare perché la mia
connessione è come un
vecchio col Viagra, poi perché oggi è cominciata
la scuola (TRAUMA, sono al
quarto anno ma ogni mattina è un TRAUMA), e infine
perché ho una norvegese
dentro casa mia che ci resterà per tre mesi,
urrà! Spero che vi piaccia, e
fatevelo bastare almeno per un paio di giorni perché non ho
idea di come
continuare T.T ovviamente sono ben accetti consigli! :D
|
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Capitolo 5 *** Capitolo cinque: preparativi per la battaglia ***
Nei
giorni seguenti Hogwarts ferveva di preparativi per
l’imminente salvataggio di
Hermione. Silente aveva messo un annuncio su tutti i più
squallidi giornali del
mondo per reclutare supereroi: si erano già presentati
Wolverine che si stava
oliando gli artigli, Darth Vader con lo spray per mantenere la sua voce
sempre
impeccabile, Tremonti che era convinto di poter piegare il rapitore di
Hermy
con la minaccia di tagli fiscali e la Fata
Turchina. (A dire la verità erano
arrivate anche Catwoman e
Campanellino, poi si era scoperto che tutte e due sniffavano come un
aspirapolvere,
quindi era stato ritenuto saggio allontanarle). Malfoy girava per i
corridoi
distribuendo fucili a pompa, granate e cerone verde militare per
disegnarsi
quelle due righe sulle guance che fanno tanto figo. Mirtilla
Malcontenta e Pix
addestravano le nuove reclute facendogli giocare infinite partite a
Call of
Duty alla Playstation. Ron continuava a mangiare quella prelibatezza
britannica
detta pasticcio di rognone e se ne sbatteva di tutto.
Quella
sera nell’ufficio di Piton regnava una strana atmosfera
sospesa, forse perché
zio Voldy era sparito dai ritratti alle pareti per ripicca. Sevvy aveva
due
cetrioli sugli occhi e si stava facendo la sua maschera di bellezza
all’uvaspina, quando Drachetto irruppe nella stanza dopo aver
scardinato la
serratura a colpi di mitra. “Professore! So bene che lei
vorrebbe farsi la mia
Hermy, ma voglio farmela anch’io, quindi le propongo di
allearci contro il
comune nemico!” disse l’eroico figo, con
intonazione molto militaresca.
Sevvy
si tolse i cetrioli dalle palpebre e disse piagnucolando:
“Mione è solo mia!”
Draco lo guardò con aria sprezzante, tirò fuori
dal nulla una divisa da
generale della marina e se la infilò, poi lo fece mettere
sull’attenti e gli
urlò in faccia: “Ma ti sei visto? Sei un fottuto
vecchio in crisi di mezz’età,
in testa hai più lerciume che capelli e se giocassi a calcio
faresti fuorigioco
solamente con il naso! Come puoi pretendere che la Grifona
più bella
dell’universo guardi uno come te?!”; poi, vedendo
che il sensibile professore
stava iniziando a piangere e la maschera stava colando, si
sfilò la divisa e si
mise un grembiule a fiori sporco di farina per interpretare la parte
della
nonna confortante: “Suvvia, siediti, non piangere
adesso”. Ma Sevvy tirò su col
naso e disse: “Hai ragione, io sono un decrepito e tu sei un
affascinante
giovane platinato, non c’è proprio competizione.
Comunque, per amore dei
boccoli di Hermy, ti aiuterò!”
I
due
si strinsero la mano e Drachettuccello passò ad illustrare
la sua strategia per
la battaglia: “Bene, prima di tutto mi faccia dire che ho
scoperto dov’è il
nascondiglio del Malvagio Fred: la Tana! Devo dire che
è così crudelmente imprevedibile che
riesce sempre a sorprendermi! Allora, la manovra prevede un diversivo
costituito dalla McGranitt che esegue numeri di magia estraendo Vitious
da un
cappello; poi attaccheremo con l’artiglieria pesante, la
fanteria, la
cavalleria e la copertura aerea in modo assolutamente scoordinato, e mi
raccomando non fate caso a chi uccidete, basta che uccidiate qualcuno;
ah, e se
è necessario sacrificate pure i Tassorosso, tanto non sono
mai serviti a un
cazzo” disse con aria determinata. Sevvy lo guardò
sfoderando il suo miglior
sguardo combattivo (in realtà sembrava una via di mezzo fra
un bradipo e Dora
l’Esploratrice) e disse: “Facciamolo!”,
anche se Draco lo scambiò per un invito
sessuale.
Nel
frattempo alla Tana Fred aveva legato Hermy al tavolo della cucina e la
stava
seviziando costringendola ad ingoiare patate lesse al prezzemolo fatte
con
amore dalla signora Weasley. “Dimmi che mi ami, sgualdrina
boccolosa! Dillo, o
ti farò mangiare tante di quelle patate da fartele uscire
dalle orecchie!”
gridava. Mione scuoteva i suoi dorati capelli piangendo e tentava di
rispondere
che lei amava solo Draco, ma non ci riusciva con la bocca piena (il
massimo che
le uscì fu: “mfphshdhahaco!”, ma era
comunque un risultato apprezzabile),
quindi piangeva ancora di più. Nel frattempo in un angolo
della stanza la
signora Weasley preparava altre torte da portare a Ron, Percy scriveva
una
relazione sui calderoni e Harry, che si era infiltrato lì
aggrappandosi alla
coda del fenicottero da combattimento, salvava il mondo magico in
latino (aveva
voglia di cambiare).
Vedendo
che i suoi metodi non avevano successo, Fred chiamò la
signora Weasley e le
affidò il compito di portare a termine la suprema tortura:
cucire addosso ad
Hermy un infinito maglione di lana verde oliva con un Dobby danzante
ricamato
sopra. Molly afferrò i suoi temibili ferri da maglia e
disse: “Caro tesoro, ti
farò rimpiangere di essere nata!” mentre la
leggiadra donzella soffocava una
convulsione spastica improvvisa.
Fred
salì rabbiosamente le scale trascinandosi dietro un enorme
sacco di cavolini di
Bruxelles, che erano l’unico cibo di cui si nutriva il suo
fenicottero (gli
facevano anche fare atroci scoregge radioattive), e dopo averlo
abbandonato sul
pianerottolo entrò nella sua stanza per confabulare con il
suo diabolico
fratello.
La
figura
imponente e terrorizzante di George uscì dal bagno e il
ragazzo fissò il nulla
con uno sguardo che avrebbe terrorizzato anche zio Voldy (non
è che ci volesse
tanto, però vabbè, il tizio qui aveva una
reputazione)… prima di togliersi l’accappatoio
ricamato a paperelle e brandire la sua spazzola di crine.
“Freddie, cielo! Cosa
stai facendo qui? Lo sai che il sabato io e Alfy abbiamo il nostro
momento d’intimità!”
strillò come una mucca castrata.
Fred
si squacchiò una mano sulla fronte: aveva dimenticato
l’appuntamento
settimanale di George con il suo parrucchiere/personal stylist/checca
isterica/amante Alfy Signorini, il quale uscì per
l’appunto dal bagno con un
asciugamano a orsetti avvolto intorno alla vita. “Salve, caro
Freeed! Vuoi che
facciamo una cosina a tre? Ah no, dimenticavo che tu sei rimasto
all’altra
sponda, ihihihih” ridacchiò Alfy.
Freddie
fissò suo fratello in malo modo e disse: “Noi due
avevamo un piano malefico da
portare a termine!”. George stava per addurre una qualche
giustificazione, tipo
che Alfy era troppo un bonazzo o che gli era finito il Bagnoschiuma Eau
de
Voldy Limited Edition, quando il suo amante irruppe: “Cielo,
avevo dimenticato
il mio appuntamento con la Marcuzzi!
Farò tardi! Oh, vorrà dire che ci
andrò così, il
nude look va tanto di moda quest’estate! Addio,
cari!” e sparì fuori dalla
finestra (tanto le checche isteriche hanno nove vite come i gatti),
lasciando
George afflitto e Fred trionfante.
“Bene,
fratello, ho saputo che Malfoy attaccherà all’alba
e che dovrebbe avere un
diversivo infallibile, per questo sono molto preoccupato… Ma
non temere, noi
abbiamo un’arma che sconfiggerà tutti
quanti!” esordì sbattendo un pugno sulla
scrivania.
“L’amore?”
chiese George.
“No,
cretino, il fenicottero!” urlò Fred esasperato.
“Ah
già, il fenicottero.. Gli ho fatto le treccine alla
coda” buttò lì George.
“Come
osi, idiota? Hai rovinato tutta la sua spaventevole e atroce forza e
imponenza!”
“Fred,
è un fenicottero rosa.
Persino una
checca come me lo trova tenero, e tu sai che io ho paura anche della
tua faccia”
sentenziò George in un raro momento di lucidità.
Fred
decise di lasciar perdere: “Comunque, come ti dicevo, io so
tutto”
“Sai
anche come fa il coccodrillo e chi ha ucciso l’Uomo Ragno?
Per caso sai anche perché
le mucche fanno muuu ma una fa muu muu? No perché io me lo
son sempre
chiesto” disse George. Fred si squacchiò di nuovo
una mano sulla fronte. “Taci,
lurida checca! Io amo Hermy, e la difenderò a costo della
vita!”
“Come
la metti con il piccolo problema che lei ti odia a morte? Ma sono
quisquilie,
eh” replicò il gemello. Fred lo
incenerì con lo sguardo e rimase zitto.
La
signora Weasley lo chiamò per dirgli che Mione era svenuta
alla prima manica
del maglione. Fred stava per scendere, ma improvvisamente Leotordo
sfrecciò
nella stanza da una finestra casualmente lasciata aperta (i calzini di
Alfy
erano famosi in tutti e sette i continenti per il loro aroma) recando
con sé zio
Voldy attaccato ad una zampa (NdA: se vi chiedete come abbia fatto un
minigufo
a portare un Mago Oscuro in volo, tacete e non chiedetevelo
più, se volete
tutte le risposte andate in Chiesa o da Vanna Marchi).
“Salve,
cari, ho sentito che gli Hogwartiani stanno attaccando proprio in
questo
momento, Minerva è giusto qua fuori con uno strano
cappello” disse con
nonchalance. Fred e George si precipitarono a sellare il fenicottero e
a
preparare le forze Weasley per resistere all’assedio, mentre
Voldy rimaneva
nella stanza a chiedere invano: “Avete per caso visto Potter?
Ho come la
sensazione che se lo uccido tutto si risolverà in un
battibaleno…”
Angolo
dell’autrice
Mi
scuso con
tutti se questo capitolo si è fatto attendere, ma mi sono
trovata davanti ad
una terribile mancanza di idee D: infatti mi è venuto anche
abbastanza corto,
ma vabbè, ne sono moderatamente soddisfatta… Al
solito, fatemi sapere a cosa
pensate, e un ringraziamento speciale ai pazzi che hanno inserito la
fic tra le
preferite, le seguite e le ricordate :)
|
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Capitolo 6 *** Capitolo sei: la grande battaglia ***
Fred
e
George stavano rapidamente sfasciando le treccine del fenicottero per
sostituirle con dei rasta che erano molto più cattivi,
quando sentirono delle
trombe suonare fuori, accompagnate da minacciosi tamburi di guerra.
Mentre la
signora Weasley trascinava Hermy nel pollaio per renderla
irriconoscibile tra
le altre galline, i gemelli si affacciarono sul delizioso balcone
pericolante
della mansarda della Tana e videro una scena decisamente preoccupante.
Tutto
il paesaggio era completamente ricoperto dall’esercito di
Hogwarts: c’erano un
battaglione di gladiatori capeggiato da Massimo Decimo Meridio, un
manipolo di
Orchi con Gandalf il Grigio alla testa (doveva un favore a Silente per
non aver
rivelato a nessuno la sua passione per le manette rosa di pelliccia),
tutti i
supereroi della Marvel, l’Enterprise con sopra il sergente
Spock e ovviamente
Darth Vader e il maestro Yoda che per l’occasione si erano
alleati
temporaneamente. Ce n’erano anche tanti altri, ma si
trovavano abbastanza
indietro per diversi motivi: Tremonti era stato distratto
dall’ennesimo bunga
bunga, la Fata
Turchina
aveva avuto un contrattempo a causa dei dolori mestruali e Lucius
Malfoy stava
finendo di asciugarsi i capelli.
Il
giovane Draco però era naturalmente presente davanti a tutto
l’esercito, in compagnia
di Silente e di Dobby che gli reggeva lo scudo. Quando vide Fred e
George si
strappò la camicia mettendo in mostra la tartaruga ninja che
aveva sulla pancia
(George sospirò molto checcosamente e Fred gli diede una
gomitata nelle
costole), si schiarì la voce e disse: “Malvagio
Fred, sono qui per riprendermi
la mia amata Mione, che tu lo voglia o no!”
Poi
cominciò un discorso eroico come si conviene a tutti i
comandanti prima della
battaglia: “Amici, supereroi, scabrose creature e Darth Vader
che sei una categoria
a parte, tutti noi siamo qui oggi…”, ma fu
interrotto da Piton che gridò dalle
ultime file: “Non si sente
niente…Voceeeeeeeeee!”.
“Taci,
canaglia!” abbaiò Draco prima di continuare.
“Amici, creature eccetera
eccetera, tutti noi siamo qui oggi per salvare Mione eccetera eccetera,
fate
gli eroi, accoppate tutti quanti, non voglio superstiti, sono sicuro
che
vinceremo e cazzi vari. Adesso forza, attaccate!”
Durante
tutto questo epico discorso i Weasley avevano organizzato la difensiva:
Ron era
stato convinto che i Malfoy nascondevano torte giganti nelle mutande
degli
Orchi e quindi era motivatissimo; Harry che salvava il mondo magico era
stato
provvidenzialmente messo bene in vista perché faceva sempre
scena; Percy aveva
deciso di lottare in nome dei calderoni perché George gli
aveva raccontato che
Yoda ci cagava dentro; la signora Weasley si era armata di cucchiaio di
legno
ed era pronta a far fuori chiunque si avvicinasse al pollaio. Fred
corse a
chiamare Voldy nella sua stanza sperando che si fosse almeno portato
dietro i
Mangiamorte.
In
effetti i Mangiamorte c’erano, ma tutti quanti erano
impegnati in una partita a
strip poker. Zio Voldy avrebbe già dovuto rimanere in
mutande, ma c’era
Bellatrix che come pegno d’amore lo rivestiva ogni volta che
si toglieva
qualcosa. Mulciber era stato ucciso (di nuovo) perché
vinceva troppo, Dolohov
aveva solo la cravatta e Rookwood solo i guanti di lana.
“Che
diamine state facendo? Là fuori c’è una
battaglia che sta iniziando!” gridò
Fred esasperato.
Zio
Voldy lo guardò come si guarda una falena che svolazza
attorno alla lampada
mentre stai leggendo. “Abbiamo quasi finito,
calmati!” disse. “Se vuoi ti
regalo una fornitura vita natural durante di Eau de Voldy,
così ti consoli!” aggiunse,
vedendo che il colorito di Fred virava dal rosso paonazzo al porpora
tendente
al violetto.
“Ti
verrà un aneurisma se continui a reprimere tutta la
rabbia” sentenziò Mulciber,
che resuscitava sempre nei momenti meno opportuni.
“Giusto,
vai fuori e combatti che noi arriviamo tra un attimo, ho qui due jack e
un asso”
concluse Voldy facendogli cenni spazientiti con la mano.
Fred
si arrese e inforcò il fenicottero, poi uscì nel
cielo sopra la
Tana giusto in tempo per
vedere le forze che attaccavano. Gli Orchi si stavano dirigendo verso
il
pollaio ma entravano uno alla volta per non calpestare le lattughe,
mentre i
supereroi erano seriamente intralciati da Massimo che si era messo in
posa
plastica e stava declamando: “Sono Massimo Decimo Meridio,
comandante dell’esercito
del Nord, generale delle Legioni Felix, servo fedele
dell’unico vero
imperatore, Marco Aurelio…”
“Sì,
sì, ti hanno ammazzato la moglie, è schiattato
pure tuo figlio e avrai la tua
vendetta, accorcia e muoviti!” gli urlò contro
Wolverine col suo solito tatto. Il
gladiatore mise il broncio e si sedette in un angolo a piangere, subito
rinfrancato dalla signora Weasley con un’abbondante tazza di
tè. Comunque non
si vide più per il resto della battaglia, che sinceramente
non fu un capolavoro
di strategia militare: i Serpeverde e i Grifondoro si accapigliarono
violentemente per decidere chi avesse il diritto di uccidere il
fenicottero,
mentre i Tassorosso si dedicarono ad un’estemporanea lezione
di Erbologia sui
cespugli del giardino della Tana. Yoda si trovò a dover
affrontare gli gnomi
della signora Weasley e Darth Vader abbandonato finse di essere una
statua per
non essere attaccato. Gandalf stava fronteggiando il temibile cucchiaio
di
Molly accerchiato dagli Orchi che erano troppo stupidi per capire
perché mai
non ci fossero Hobbit nei paraggi. Improvvisamente Draco
salì sull’Enterprise
al fianco di Spock e si trovò faccia a faccia con il
fenicottero cavalcato da
Fred.
I
due
si guardarono a lungo negli occhi mentre partiva la celebre musichetta
dei
western (quella che fa:
turuturutùùùù wa wa waaaa,
per intenderci), poi Fred
girò il fenicottero che cominciava a risentire degli effetti
dei cavolini di
Bruxelles ed emise un formidabile peto radioattivo che distrusse la
navicella e
tutte le forme viventi nel raggio di dieci metri (ossia qualche Orco,
Tremonti
che era finalmente arrivato e la sorella di Darth Vader che la stava
smollando
a Lanterna Verde con allegria). Draco si rialzò a fatica,
abbandonato da Spock
che si era teletrasportato dalla fifa.
“E
così finalmente siamo faccia a faccia, Weasley”
esordì. Entrambi sfoderarono le
bacchette.
Anche
Fred voleva fare un discorsetto degno del suo rivale, quindi scosse la
fiammeggiante chioma e disse: “Tu, Malfoy, lurido adepto
della Magia Nera,
schifoso biondino pompato da ore di palestra, feccia della casata dei
Serpeverde, tu…”
“Oddio
che palle, Avada Kedavra,
và!” disse
Draco.
Fred
si accasciò a terra mentre il fenicottero mandava un urlo
altissimo e volava
via verso l’Everest per riprendersi del grave lutto subito.
Tutti i combattenti
si fermarono per un attimo e Yoda ne approfittò per uccidere
lo gnomo. Harry
per lo shock passò dal latino all’aramaico antico
ma continuò a salvare il
mondo magico, la signora Weasley lasciò cadere il cucchiaio
e Ron disse: “Oh
cielo, mio fratello! Avete per caso un’altra torta?”
Ma
in
realtà Freddie non era affatto morto, era solo preda di un
tremendo esaurimento
nervoso unito a lieve schizofrenia e a seri traumi causati dalla
maledizione di
Malfoy. Si rialzò tremando e corse fra le braccia del suo
gemello George che lo
condusse in casa e gli fece una tazza di tè.
Tutti
erano troppo confusi o preoccupati per il roscio per pensare ad
Hermione, che
giaceva nel pollaio coperta di piume e stava prendendo seriamente in
considerazione l’ipotesi di mettersi a scodellare uova,
quando Draco irruppe
nella casupola e la sollevò dicendo: “Amore, sei
sempre la gallina più bella di
tutte! Vieni, torniamo a Hogwarts!”
Mione
sospirò e si strinse al corpo del suo eroico eroe uscendo in
cortile, dove
venne salutata da tutti con grida di giubilo e grandi applausi. Silente
e
Gandalf si erano appartati da qualche parte, gli Orchi tornarono nella
Terra di
Mezzo dopo aver stretto la mano a tutti, Wolverine
nell’agitazione uccise la Fata
Turchina ma
nessuno se ne curò perché quella era veramente
una scassaminchia con tutte le
sue stelle e brillantini e desideri esauditi, e Yoda non sapendo dove
andare
entrò nell’armadio di Ron e si ritrovò
a Narnia dove strinse una salda amicizia
con due castori, ma questa è un’altra storia.
Zio
Voldy e i Mangiamorte finirono la partita di strip poker e si unirono
alla
famiglia Weasley per la cena: Voldy mangiò talmente tante
salsicce che Bella
dovette caricarlo su un carretto per riportarlo a casa, e nessuno parve
ricordarsi nemmeno minimamente della battaglia perché erano
tutti impegnati ad
ascoltare Percy che parlava delle diverse maniere di fabbricare le
maniglie dei
calderoni.
Draco
e Mione tornarono ad Hogwarts, dove tutti li stavano aspettando per
fare
baldoria fino al mattino. Harry e Ron furono perdonati in quanto
pseudo-amici
di Hermy e furono riammessi ad Hogwarts, anche se Sevvy li
punì costringendoli
a lavargli i capelli. Quella sera ci fu una festa memorabile, che non
fu
rovinata da nessuna tristezza perché nessuno degli studenti
era morto (la
Cooman aveva perso la testa
a causa di una zampata di Percy, ma era talmente svampita che era come
se fosse
ancora quella di prima). Mione si era cambiata indossando una creazione
d’alta
moda consistente in un brillante appoggiato sull’ombelico,
accompagnata da un
paio di scarpe tacco millemila. Lei e Drachetto furono gli assoluti
protagonisti della festa e si baciarono per ben 639 minuti consecutivi
stabilendo un nuovo record (arrivò anche Barbara
D’Urso a dargli una bella
medaglia e si commosse per il loro sogno d’amore coronato),
poi andarono a
trombare allegramente sul materasso ad acqua di Silente e poi
finalmente si
addormentarono abbracciati.
.
Angolo
dell’autrice
Oh
santi numi,
spero che mi perdonerete per essermi fatta aspettare così
tanto ma non mi
veniva proprio in mente niente D: comunque rileggendo le vostre
recensioni mi
sono accorta che nessuno ha notato il ruolo di Bellatrix come schiava
d’amore
di Zio Voldy, LOL. Di nuovo, fatemi sapere cosa pensate!
|
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