Un'altra fic in cui Hermione si accoppia compulsivamente con tutti!

di The Plague
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: Hermy e Sevvy ***
Capitolo 2: *** Capitolo due: Hermy e Sevvy split up! ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre: inizio e fine di Fremione, e finalmente la Dramione! ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro: il disastroso ma faigo Ballo del Ceppo ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque: preparativi per la battaglia ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei: la grande battaglia ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno: Hermy e Sevvy ***


 

 

 

 

 

 

 

Sevvy scosse i suoi lunghi capelli setosi (ebbene sì, setosi, setosi) mentre camminava per i corridoi di Hogwarts dopo essere tornato dal suo lavoro part-time al frantoio.

Come mi sento leggero, anche oggi ho donato i miei due ettolitri dolio alla comunità magica” canticchiava, mentre due uccellini cinguettanti lo seguivano, una musica dolce suonava nell’aria e il sole splendeva (certo, c’era un’atmosfera da Mulino Bianco, per chi non l’avesse capito Sevvy è sempre stato un angioletto e la sua passione per i coniglietti pucciosi è cosa ormai nota). I corridoi di Hogwarts erano pieni di piccole Grifondoro in divisa, tutte Lavanda style, che lo guardarono adoranti mentre faceva ondeggiare la sua chioma morbida e corposa passando tra di loro come Cristo tra i plebei. Poi entrò nel suo ufficio e vide che lo aveva lasciato con la modalità per studenti accesa: tutta quella lugubritudine lo rese triste, quindi arricciò gli occhi, il naso e anche la bocca prima di ricordarsi che possedeva una bacchetta magica (fatta di legno di rosa e peli del culo di un Teletubbie). Quindi la tirò fuori e attivò la modalità privata che esprimeva veramente la sua personalità: le pareti si tinsero di rosa shocking, apparvero centrini di pizzo e quadretti di zio Voldy incorniciati, e dal soffitto scese una pedana con sopra Dolores Umbridge che faceva la lap-dance sulle note di Beyoncé.

Finalmente soddisfatto, Sevvy si sedette sulla sua poltrona a fiori, si collegò su Facebook e mandò un messaggio a Silente: “Al, mi sono veramente stufato di fare il doppio gioco con zio Voldy e fingere di farlo con te e contemporaneamente aiutare Potter ma fingere di odiarlo, odiare Malfoy ma fingere di aiutarlo pur odiandolo, odiare Paciock e non fingere un’emerita cippa, e devo anche partecipare a quelle bruttissime riunioni a Villa Malfoy dove tutto è nero e nessuno mi prepara mai una cioccolata calda!”.

Immediatamente Silente rispose con una faccina triste: “Come ti capisco, anche io mi sono stufato di salvare sempre il culo a Potter e rimediare alla sua ottusaggine con le mie erudite spiegazioni! Dai che abbiamo quasi finito, tra un po’ io e Voldy fingiamo di tirare le cuoia in rapida successione così possiamo organizzare un toga party fighissimo a Beauxbatons”.

Sevvy non era molto soddisfatto, ma uscì da Facebook pensando di andarsi a distrarre facendo precipitare Paciock dalla scopa. Solo quando fu al campo da Quidditch gli venne in mente che Paciock non aveva mai avuto una scopa perché era troppo imbranato per fare qualcosa di più impegnativo di una passeggiata, ma ormai era lì e i Grifondoro stavano stracciando i Serpeverde millemila bilioni a zero, grazie al solito Potter che aveva barato mettendo in campo novecento Boccini con la collaborazione di Baston, che oltre a fare il giocatore professionista di Quidditch fabbricava Boccini di contrabbando, e ingoiandoli tutti a ripetizione. L’aitante ed affascinante professore si sedette sugli spalti, chiedendosi perché mai Potter fosse così bravo a Quidditch e così demente da non capire che l’allusione di Diggory al bagno dei prefetti era un aiuto e non un invito sessuale, e si trovò casualmente proprio vicino a Weasley e Granger. Decise quindi di rivolgere loro la parola in barba al suo personaggio.

“Weasley, tu non eri il portiere dei Grifondoro?”

In effetti Ron indossava ancora la divisa giallorossa e gli rivolse un gran sorriso dicendo: “Mphovo fof, ‘affù vo’fevvo e ‘ajjù foffa ”.

“Granger, per caso Potter gli ha insegnato il Serpentese?” chiese Sevvy.

“Nossignore, ha detto che sta mangiando una torta e lo ha fatto mentre stava mangiando una torta, per questo non ha capito” spiegò Hermione pazientemente.

Sevvy stava per dire a Ron che aveva uno spinacio incastrato tra gli incisivi, quando i suoi occhi color cromatura-di-Mercedes-scolorita si incrociarono con quelli nocciola di Hermione e tutto il caos della partita parve svanire (NdA: in realtà il caos era svanito per davvero perché la partita era finita mentre Sevvy cercava di capire cosa avesse detto Ron, ma non voglio rovinare l’idilliaco momento in cui un professore di mezz’età capisce che è innamorato di una studentessa sedicenne che lo crede un Mangiamorte e acquista la certezza che la sedurrà ignorando tutte le leggi sulla pedofilia).

Sevvy ed Hermione furono catapultati in un prato in riva al mare dove due cavalli bianchi correvano; anche loro erano vestiti di bianco e quando partì la musica delle Olimpiadi capirono che dovevano lanciarsi l’uno verso l’altra al rallentatore. Quindi Sevvy scosse la nera chioma profumata e cominciò a correre, e la musica delle Olimpiadi venne sostituita dalla colonna sonora della pubblicità del detersivo perché era un peccato sprecare dei vestiti così bianchi… Hermione era quasi arrivata tra le sue possenti braccia quando la Sprite si materializzò accanto a loro e fece un gran rutto. Quindi tutta la magia si spezzò e la coppietta felice scoprì di non essersi mai mossa dal campo da Quidditch.

“Scusate, ho mangiato pesante” disse la Sprite.

Sevvy arricciò di nuovo tutto l’arricciabile e le urlò dietro: “Vai a fare la cicciona da un’altra parte, mi hai rovinato la mia fantasia pura e casta sulla mia allieva di sedici anni!”. Poi si girò verso Hermione e si chiese se anche lei avesse vissuto la stessa magia. In effetti lei sembrava davvero stordita e per un attimo Ron si chiese se un Bolide non l’avesse colpita (poi tornò a mangiare la sua torta sbattendosene altamente della sua migliore amica). In realtà nella mente di Hermione si agitavano immagini diverse: la bellezza di Sevvy, i capelli di Sevvy, il compito di Divinazione da consegnare domani, Sevvy, l’ultimo numero di Cioè, il frullatore che le avevano regalato i suoi genitori al compleanno, la forza delle braccia di Sevvy… Alla fine, indovinate un po’, Sevvy fu quel che prevalse. I due restarono a guardarsi per ere geologiche mentre gli spalti si svuotavano, calava la sera e da qualche parte nel mondo i panda si estinguevano. Alla fine Sevvy si disse che doveva riprendere la sua aria da professore rompicoglioni e sbottò: “Granger, lurida Mezzosangue! Che ci fai fuori dal castello di sera? In punizione nel mio ufficio, stanotte!” Poi fra sé e sé, mentre Hermione si allontanava con gli occhi a forma di cuoricino (NdA: e certo, si era innamorata del più figo tra le centinaia di ragazzi disponibili ad Hogwarts… Bè, almeno da sposati avrebbero risparmiato sullo shampoo), aggiunse: “Che genio che sei, Severus! Stanotte la avrai nel tuo ufficio! Sarà meglio che dica a Dolores di mettersi il bikini!”. E si avviò verso il castello: non vedeva l’ora che arrivasse il momento del castigo.

 

 

 

Angolo dell’autrice

Cheffigata, ho appena scritto il primo capitolo della mia prima fic demenziale! Ok, adesso ci sono un paio di credits necessari: prima di tutto a Lily_James che sta scrivendo una Dramione da rotolarsi dalle risate e che mi ha spinto a dedicarmi anch’io alle demenzialità ridacchianti; e seconda ma non per importanza Chiarolla che mi ha promesso di aiutarmi aggiungendo le sue due manine sarcastiche e pungenti all’umorismo delle mie. Detto ciò, mi sento un po’ immodesta ma devo proprio dirvi che questo capitolo ha fatto sganassare anche myself mentre lo rileggevo, soprattutto per la prima parte in cui Sevvy si personalizza l’ufficio :’D Mi raccomando, recensite a più non posso, anche solo per dirmi “Fa schifo” (no, ok, non ditemi solo che fa schifo, casomai ditemi anche perché fa schifo così posso migliorare… anche se vorrei tanto che nessuno di voi pensasse che fa schifo, ma non si può avere tutto dalla vita). Buona lettura! :)

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Capitolo 2
*** Capitolo due: Hermy e Sevvy split up! ***


Sevvy entrò nel suo ufficio, si tolse la brutta veste nera e si mise un gilet di brillantini e un paio di pantaloni a zampa, si pettinò i capelli alla Elvis (erano talmente unti -pardon, setosi- che non c’era bisogno del gel per tenerli su) e fece mettere a Dolores un bikini di perline viola, poi passò le successive due ore a scegliere un paio di orecchini.

Finalmente Hermione arrivò bussando timidamente alla porta dell’ufficio: subito Sevvy spense tutte le luci e si nascose dietro la scrivania ordinando alla Umbridge di offrire alla ragazza caviale e champagne. Quando la deliziosa Grifondoro aprì l’uscio, Sevvy accese tutte le luci e saltò fuori dalla scrivania gridando: “Urrà!”

La ragazza sembrava leggermente intimorita (forse perché la Umbridge stava accennando uno spogliarello), ma l’amabile professore le fece cenno di accomodarsi su un divanetto di pelle e di godersi la serata. Con uno schiocco di dita chiamò Dobby che si materializzò dalle cucine munito di un simpatico cappello a forma di cuore e con in mano un vassoio di fragole con panna.

“Mille grazie, amabile elfo, ora sgrullati dai coglioni” disse Sevvy, e si stava proprio accingendo a mettere una fragola tra le labbra di Hermy, che lo guardava sognante ammirando i suoi pettorali sotto il gilet, quando la porta si aprì ed entrarono tutti i Mangiamorte seguiti da un trionfante zio Voldy.

Sevvy arricciò quello che arricciava sempre, ma si sforzò di sembrare amichevole: “Zio Voldy, qual buon vento! Hai interrotto un momento molto intimo, stupido residuo di chemioterapia, ma non fa niente” aggiunse fra i denti.

Voldy era davvero una primadonna: si tolse il mantello con un gesto svolazzante lasciando a Mulciber il compito di raccoglierlo, stirarlo e riappenderlo; si lasciò cadere su un altro divanetto mentre Dolohov lo sventagliava con fronde di palma, e infine Bellatrix gli mise una parrucca da Lady Gaga per potergli accarezzare voluttuosamente i capelli.

“Ciao, Sevvy caro, vedo che hai organizzato una festicciola senza invitarmi” disse l’Oscuro Signore, con una voce che era una via di mezzo tra Malgioglio e Platinette.

“In realtà volevo proprio chiamarti, Voldy… Si sa che senza di te le feste sono un mortorio!” Sevvy fece per continuare a leccargli le chiappe, ma in quel momento Dolores si tolse il fiocco dai capelli e Rookwood urlò: “Cristo, un Molliccio!”

Subito Voldy saltò in piedi e prese a lanciare Avada Kedavra a caso in giro per la stanza, uccidendo Mulciber, Lucius Malfoy (che era troppo impegnato a fare swiiish per scansare l’incantesimo) e finalmente la Umbridge.

Dopodichè si rimise a sedere mentre Bellatrix gli faceva una proposta indecente: “Mio signore, lei sa quanto mi piacerebbe essere la sua ragazza”.

“Non dire baggianate, Bella, il naso non è l’unica cosa che mi è caduta quando sono diventato il più grande mago oscuro di tutti i tempi. Sevvy, ti ho portato un prosecchino, che dici se lo stappiamo? Ma chi è questa deliziosa Mezzosangue poco vestita accanto a te? Sembra l’amichetta di Potter!”

In quel momento lo sguardo di tutti si concentrò su Hermione, che nei minuti trascorsi aveva cercato in tutti i modi di attirare l’attenzione bagnandosi la maglietta, sbattendo le palpebre da cerbiatta, cantando un’aria dell’Aida e ballando Danza Kuduro con un costume da cavallo. Sevvy la presentò amorevolmente a tutti: “Cari amici, questa è Hermione Granger, un’innocente ed illibata sedicenne di cui mi sono perdutamente innamorato da circa tre ore, e che deflorerò per poi sposarla ed amarla perdutamente tutta la vita nonostante ciò sia contrario alle leggi universali e al buonsenso comune”

Voldy saltò su esultando e prese a battere le delicate manine: “Sevvy si sposa, Sevvy si sposa! Bella, presto, chiama un wedding planner! Cosa dite se facciamo partecipazioni verdi e argento con la mia faccia che sorride?”

Hermione però in quel momento era preda di pensieri contrastanti: si era resa conto che Piton era un vecchiaccio bavoso e unticcio, e inoltre non dimentichiamoci che in questo tipo di storie innamorarsi di un altro è facile come comprare una pera. Per questo disse: “Sevvy, caro, non sono più sicura di quello che provo per te!” e scoppiò in lacrime mentre i suoi soffici boccoli ambrati (certo) si agitavano, come le serpi che aveva in testa Medusa, per intenderci.

Severus rimase pietrificato comprendendo che il suo bellissimo sogno d’amore si era infranto: non avrebbe più potuto costruire una deliziosa villetta a Poggibonsi Ovest e portarci dentro la sua amata, non avrebbe più visto tanti piccolini che si agitavano per casa spalmando di cacca le gambe delle sedie, nessuno avrebbe accarezzato i suoi bicipiti possenti (per un attimo pensò di chiederlo alla Umbridge, poi ricordò che era morta)… Quindi i due ex-innamorati rimasero a fissarsi agghiacciati mentre qualcosa fra di loro si spezzava mooooolto lentamente.

Dopo una mezz’ora di suspense, zio Voldy sbottò: “Mi sto annoiando! Sevvy, hai un iPad? Devo entrare su Facebook e controllare Farmville, le mie prugne dovrebbero essere mature! Sevvy! Oh, Bella, ma perché non risponde? Oh bè, direi che a questo punto possiamo anche inventarci qualcosa, come per esempio- OH CRISTO UN CADAVERE!”: aveva appena notato Dolores (Mulciber era stato assunto in cielo e Lucius Malfoy era resuscitato perché quella sera doveva farsi lo stiraggio).

“Dolohov, ti prego, uccidi questo cadavere! E’ veramente orripilante! Mi cadranno i capelli!” gridò.

Bella tentò di sdrammatizzare proponendo una partita a Cluedo, ma tutti lasciarono vincere zio Voldy anche se sosteneva che Dolores era stata uccisa da Hagrid con uno schiacciasassi nel bagno del terzo piano. Alla fine, vedendo che Hermione era fuggita verso nuovi amori e Severus stava cercando di tagliarsi le vene con uno Snaso in salamoia, l’Oscuro Signore frignò: “Questa festa è un mortorio! Andiamocene, cari!” e tutti i Mangiamorte si smaterializzarono, lasciando Sevvy in preda al suo lancinante dolore mentre gli altoparlanti diffondevano Jennifer Lopez.

 

 

Angolo dell’autrice

Ecco il secondo capitolo.. Questo mi è piaciuto un po’ meno del primo, ma tutto sommato non pensavo che mi venisse così facile scrivere enormi puttanate! Bè, forse quelli che mi definiscono schizzata hanno un pochino pochino di ragione, LOL. Comunque, ho notato che un sacco di persone leggono questa fic ma nessuno commenta! *l’autrice piange come Voldy con la differenza che lei ha capelli e naso* Ok, parlando seriamente, ci tengo davvero a sapere quello che pensate, quindi mi basta anche una riga striminzita! Vi lovvo comunque perché avete letto anche il secondo capitolo <3

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Capitolo 3
*** Capitolo tre: inizio e fine di Fremione, e finalmente la Dramione! ***


 

Hermy correva per il castello scuotendo i suoi riccioli castani. I suoi deliziosi occhi color cacca-di-civetta-stagionata erano così pieni di lacrime, ed il suo cervello da secchiona dotata di buonsenso che però non ne ha abbastanza per evitare di infatuarsi di qualsiasi cosa respiri era così pieno di sentimenti contrastanti, che non si accorse di Gazza e Vitious che ballavano una rumba nudi davanti al ritratto di Barnaba il Babbeo, né Hannah Abbott che aveva appena perso le extension per la sorpresa di vedere Silente fuori dal suo ufficio come un comune mortale. La dolce Grifondoro era così confusa e triste che non avrebbe battuto ciglio neanche se zio Voldy si fosse messo a declamare il Kamasutra in aramaico (cosa che sarebbe stata effettivamente possibile, per la gioia di Bellatrix, se Voldy non si fosse smaterializzato da tempo per andare a vedere il concerto di Justin Bieber, trpp bellixymuuu!)

Infine Hermy arrivò alle scale principali e prese a scenderle di fretta per andare alla capanna di Hagrid a farsi dare un po’ di cacca di drago (NdA: la cacca di drago funziona come i funghetti allucinogeni, un’ottima distrazione) per sballarsi, ma inciampò su una Caccabomba e cadde sentendo un dolore lancinante in prossimità della cavità anale. Per un attimo pensò che Sevvy l’avesse drogata e avesse approfittato di lei senza toccare la sua verginità ma facendole davvero molto male, poi si rese conto che quel simpatico ossicino chiamato coccige era irrimediabilmente rotto.

Per questo cominciò a chiamare aiuto con la sua leggiadra voce da Veela ubriaca, alzando melodrammaticamente le braccia al cielo. Finalmente, dopo che ebbe urlato cose assurde per farsi sentire, tipo “Sto rendendo l’anima a Dio!”, oppure “Penso che la Cooman sia incredibilmente sexy!”, accorse al suo capezzale nientemeno che Fred Weasley, l’aitante gemello dalla chioma rossa come un eczema da pannolino sul culetto di un neonato. Fred sfoderò la sua spada (NdA: la spada in senso letterale, non pensate male, piccoli pervertiti.. si sentiva molto medievale davanti alle donzelle in difficoltà) e disse solennemente: “Ti salverò io, Hermy!”, dopodiché la sollevò fra le braccia muscolose e la trasportò in infermeria con la dolcezza di un elefante in una cristalleria.

Madama Chips li accolse con un’aria alquanto stizzita perché avevano interrotto il suo tè delle due del mattino (in realtà c’era Fiorenzo nello sgabuzzino), ma non poteva venir meno alla sua solida etica professionale, quindi sistemò Hermy a pancia in giù su un lettino, le scoprì le rosee chiappe e cominciò a mormorare incantesimi per aggiustarle l’osso, borbottando anche cose come “Il coccige è l’osso più inutile di tutto il fottuto corpo umano e questa vacca in erba se lo doveva rompere proprio mentre c’è un centauro nudo nel ripostiglio”. Ma nessuno la sentì, perché Fred aveva realizzato proprio in quel momento che Mione gli piaceva da svariati secoli (la visione delle sue parti intime non c’entrava assolutamente niente, Freddie era spinto da un amore viscerale genuino melenso e completamente sincero) e le stava facendo un’appassionata dichiarazione d’amore: “Hermy, i tuoi capelli sono spumeggianti come Gorgosprizzi in calore, i tuoi occhi sono marroni come la ricrescita della McGranitt nei giorni di bel tempo, le tue mani sono agili e delicate come Kreacher quando balla Il Lago dei Cigni, oh Hermy, vuoi essere la mia ragazza? Morirò se mi rifiuti!”

Purtroppo la nostra amabile fanciulla era troppo impegnata a soffrire per quello che le ribolliva nel fondoschiena, e l’unica cosa che riuscì a dire fu: “Taci, idiota!”

Quando Madama Chips concluse finalmente il suo lavoro, la ragazza si ricoprì le vergogne e si adagiò pigramente sul letto. Fred era lì con il cappello (un cappello così, gli si era improvvisamente materializzato fra le mani per esprimere meglio la sua umiltà di innamorato) in mano e lo sguardo da Snaso bastonato, e stava sussurrando: “Hermione, io per te farei tutto, sarei disposto anche a baciare Percy! Con la lingua!”

Improvvisamente la ragazza lo guardò negli occhi color occhi-di-un-Weasley e trattenne il fiato. “Oh, Fred, credo di amarti anch’io!”

Il rossiccio individuo trattenne un gridolino da soubrette che vede un topo e le prese tremando le mani: “Oh, Mione adorata, dici sul serio?”. D’un tratto il cielo gli parve più blu, il sole più splendente, fece persino un pensierino su quell’aborto di Eloise Midgen perché anche lei gli sembrava meno cozza, il mondo era così stupendamente meraviglioso adesso che lui aveva l’amore!

“No, ti stavo prendendo per il culo, adesso spostati che non vedo quel gran pezzo di figo di Malfoy”.

Eloise Midgen tornò ad essere un aborto. Il mondo crollò e rotolò su se stesso, il sole si spense e Fred si ricordò perfino che quel giorno era morto il suo canarino. Incapace di proferire parola, scappò precipitosamente. Intanto Hermy aveva fissato il suo sguardo sul giovane e biondo Malfoy che stava nascosto dietro un paravento e aveva considerato fra sé e sé che non aveva mai notato quanto fosse attraente e come la delicata pelle del suo cranio si intravedesse sotto il platino dei capelli. Quindi decise di darsi da fare: dopotutto era lei la titolare del record mondiale per l’innamoramento più veloce (dieci centesimi di secondo al primo anno nei confronti di Seamus, esauritosi poi nei successivi sei decimi di secondo quando il sopracitato Seamus aveva scoreggiato). Perciò si era alzata la maglietta già di per sé non molto coprente e stava ammiccando con le sue sopracciglia cespugliose. “Ehi, Drachello, cosa fai lì con quell’aria da coniglio spaventato?” lo stuzzicò.

“Zitta, Granger, sto scappando da Pansy Parkinson che mi rincorre da tutta la mattina con una confezione formato famiglia di preservativi ritardanti al gusto fragola” rispose lui. Hermy sgranò gli occhi e disse: “Ooooh, Draco, ma questo vuol dire che vuole fartisi, vero?”

Malfoy andò a sedersi sul letto accanto al suo: “Vedo che hai sempre l’intelligenza di Grop, Mezzosangue.” I due rimasero in silenzio per un po’ e Draco prese anche a scaccolarsi, poi i rumori equivoci provenienti dallo sgabuzzino diventarono troppo forti per essere ignorati e i due amabili futuri piccioncini cominciarono a parlare all’unisono e dissero la stessa cosa (magie dell’amore nascente): “E’ strana, inattesa, e meravigliosa!”. Solo che Herm parlava della sua crescente sensazione di arrapamento poderoso verso Draco, mentre quest’ultimo si riferiva al frutto dei suoi scavi archeologici nasali che gli riposava sul dito. Comunque Mione era così intelligente che fraintese e continuò la sua arringa appassionata: “Draco, sei così… figo. Mi piacerebbe essere al posto di Parkinson, sono sicura che tu non scapperesti da me” ammiccò.

“In effetti no, Granger, da te non scapperei. Oddio, forse per quella MILF di Lily Evans sì, però è morta” sbuffò Draco. “Comunque non voglio impegnarmi anche se tu mi piaci, perché la mia reputazione da genietto del male con un promettente futuro oscuro, arrogante e sprezzante si rovinerebbe se ti regalassi un palloncino a forma di panda per San Valentino” proseguì. Si fermò per un lungo momento a riflettere, poi si mise un cappellino di carta a forma di cono, sorrise e saltò su gridando: “Ma se vuoi possiamo essere trombamici!”.

Proprio in quel momento entrò l’omino della conga, che non essendo affatto banale propose una conga. Fiorenzo e la Chips uscirono dallo sgabuzzino e si unirono al trenino canterellando: “Trombati la Granger! Trombati la Granger!”; dopodiché tutti strinsero la mano a Malfoy e da qualche parte venne fuori Sylvester Stallone con un Nobel che gli fu assegnato per la sua brillante idea.

“Ok, caro Draco, saremo trombamici” (Mione già progettava di ficcargli un filtro d’amore nella camomilla serale).

“Oh, a sproposito, ho sentito che Piton ti sta cercando con uno spingardino a sale. Fossi in te mi nasconderei” le consigliò il biondo.

Hermy assunse un’aria isterica e portò le mani giunte al petto: “Cielo, non riesce ad accettare la fine della nostra relazione! Era diventato troppo opprimente, e poi io dopo così tanto tempo avevo voglia di cambiare aria! Giurami che mi proteggerai, Dracuccio!” urlacchiò, aggrappandosi agli eroici pettorali di Malfoy.

“Ti proteggerò contro tutto e tutti, adorata” sentenziò egli. “Tranne che contro la sifilide. Quella probabilmente te l’attaccherò”.

 

 

 

Angolo dell’autrice

Cristo, questi capitoli mi piacciono sempre meno man mano che continuo T__T fatemi sapere cosa ne pensate e se non ne siete soddisfatti neanche voi prometto che lo cancello e ricomincio da capo… Il fatto è che l’infermeria e la scarsezza dei personaggi non mi hanno ispirato per niente.. e non dimenticate che questo è solo l’inizio della strabiliante Dramione… Penso che nel prossimo capitolo metterò una festa con tutto il cast, almeno ci sono i Mangiamorte che sono sempre dei gran burloni LOL. Grazie millissime se siete arrivati alla fine anche di questo capitolo, e fatemi sapere! :)

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro: il disastroso ma faigo Ballo del Ceppo ***


 

Quel gran burlone di Silente aveva organizzato il Ballo del Ceppo per quella sera, quindi Mione uscì dall’infermeria adagiata su una lettiga portata da Zabini e Pansy Parkinson (era anche vestita con una tunica di lino, si era truccata come Cleopatra e aveva rasato i due portatori come schiavi egizi, giusto per fare scena) affinchè non le facesse troppo male il didietro appena riaggiustato, preceduta da Tiger e Goyle che suonavano una marcia trionfale con due trombette da stadio.

Malfoy aveva assoldato dieci cecchini dell’FBI che si appostarono sui letti del dormitorio di Grifondoro mentre Hermy si cambiava d’abito indossando una costosissima e pregiatissima creazione d’alta moda fatta di carta velina arancione drappeggiata intorno alla vita e sulla tetta destra, e calzando un paio di delicate scarpe alte trentadue centimetri con il tacco a forma di Luna Lovegood. Per sicurezza Malfoy aveva tagliato le palle a tutti i cecchini, così non si facevano la sua ragazza e in più erano talmente incazzati che avrebbero fatto fuori chiunque.

Dopo che la dolce e troieggiante fanciulla fu pronta, scese leggiadramente le scale (anche se la Luna Lovegood sul suo tacco sinistro aveva cominciato a urlare che vedeva un Nargillo), e in fondo alla gradinata vide attenderla il suo Draco, che per l’occasione indossava una giacca viola con fiamme rosseggianti e teneva il piede sulla testa di Zabini, che era steso per terra vestito da tappeto di tigre, in segno di sprezzante trionfo.

“Sei stupenda, mia stupenda trombamica. Anche il tuo vestito è stupendamente stupendo” disse Malfoy, e Hermy fu talmente inebriata dal suo profumo che ignorò la sua evidente povertà di vocabolario e lo baciò appassionatamente. Poi i due si presero per la mano e si avviarono verso la Sala Grande, scortati dai parà della Folgore in divisa di gala, dal ministro La Russa su una motocicletta d’epoca dotata di mitra e da Lucius Malfoy che esibiva la sua nuova tinta color biondo-capelli-di-Narcissa-sporchi.

La fulgida coppia varcò le porte del salone e… nessuno li cagò. Voldy stava facendo a gara con Rookwood a chi riusciva a versarsi più birra nelle narici (vittoria stracciante di zio Voldy perché Bella aveva tappato il naso a Rookwood); Silente e la McGranitt si erano scambiati i vestiti anche se la differenza non era poi così grande; Hagrid aveva appena sfondato una vetrata entrando a cavallo di Fierobecco vestito da renna Rudolph, ed il troll del primo anno era stato imbalsamato e mascherato da Dolce Fatina del Natale. Gli studenti, i professori e gli svariati ospiti stavano allegramente ballando/trincando/pomiciando e nessuno si accorse della Dramione finchè La Russa non sparò una scarica di mitra uccidendo la metà dei Tassorosso che erano troppo leali per spostarsi.

A quel punto l’attenzione di tutti venne rivolta ai due baldi giovani e la folla si spostò tipo mar Rosso per permettergli di fare la passerella (partì anche la musica di Uomini e Donne e Maria De Filippi tentò di parlare, ma zio Voldy la cruciò perché lui preferiva Barbara D’Urso). Silente si inginocchiò ossequiosamente al loro cospetto e gli porse un cuscino di velluto su cui era posata una chiave a forma di vibratore dicendo: “Questa è la chiave della mia camera da letto speciale.. Ci andavo con Grindelwald ma lui è schiattato, è disperso, o è tornato etero, non so. Comunque sarei onorato se voi voleste usarla… C’è il materasso ad acqua” aggiunse poi strizzando l’occhio a Draco.

Proseguendo lungo il salone diverse Serpeverde svennero strillando, una si strappò i capelli, Pansy Parkinson tentò di lanciare una coppa in testa ad Hermione ma venne prontamente freddata dai cecchini, Harry e Ron continuarono a strafottersi di tutto il resto e George giurò vendetta con la mano appoggiata sulla spalla del piangente Fred.

“Bene, ragazzi, abbiamo avuto il nostro momento di adorazione, sappiamo che tutti ci ammireranno e fisseranno per il resto della serata, io sono il dio del sesso, Hermione è una baldraccona eccetera, adesso tornate a ballare!” disse Malfoy annoiato.

Lucius prese in consegna la chiave e si recò dai suoi amichetti Mangiamorte che stavano sbucciando le pesche per zio Voldy.

“Yu-hu, caro Lucius!” lo chiamò il Signore Oscuro. “Ti dispiacerebbe lanciare un gentile Avada Kedavra a quella stupida Corvonero laggiù? Ha il vestito uguale al mio!” concluse strillando.

“Tu lo porti meglio, amor mio!” si affrettò a consolarlo Bellatrix. Stava proprio per dirgli come la sua pelata rachitica si intonasse al verde della cintura, ma Voldy la deluse ancora una volta liquidandola: “Taci, femmina! Ti ho detto mille volte che io amo solo quella gran gnoccona di Bathilda Bath!”

Hermy e Malfoy ballavano lentamente in pista abbracciandosi in modo languido e poco casto, mentre Colin Canon faceva il paparazzo (ma era stato autorizzato da Lucius come fotografo ufficiale di Novella 2000, altrimenti sarebbe stato freddato) scattando panoramiche agli elementi salienti della serata, come ad esempio tette di Mione, pacco di Drachino, culo di Mione appena restaurato.

Tutto sembrava procedere alla perfezione: Ron si ingozzava di tartine, Harry salvava il mondo magico, Percy teneva un discorso sulle responsabilità dei Centauri nelle leggi sui calderoni… Ad un tratto si avvertì un rumore come di tuono e nella sala irruppe Fred Weasley a cavallo di un fenicottero geneticamente modificato che eruttava fiamme, gridando “Hermione! Io ti amo!” e lanciando petali di rosa sulla platea stupefatta.

Le reazioni furono molto diverse ma tutte frenetiche: zio Voldy effettuò una perfetta riproduzione dell’Urlo di Munch, si avvolse nel suo mantello e si mise in un angolo a chiamare soccorso con il suo iPhone (non prima di aver controllato Farmville); i Mangiamorte scapparono da tutte le parti come conigli, tranne Mulciber che si mise addosso un cartello con scritto “Pentitevi, la fine è vicina” e cominciò a predicare per i corridoi; Piton cercò di sconfiggere colui che osava attentare alla vita della sua amata con lo spingardino a sale, ma fallì miseramente perché il fenicottero lo incenerì da capo a piedi; Silente fuggì facendosi scudo con il corpo della Umbridge recuperato dall’ufficio di Sevvy, che per la verità cominciava anche a puzzare (e Dolores era già un aborto di per sé); fra gli studenti qualcuno svenne, qualcuno invocò l’Anticristo, altri si proclamarono Highlander e corsero a prendere il loro drago per combattere, altri ancora si inginocchiarono e chiamarono il Maestro Yoda in loro soccorso.

I cecchini fecero quadrato attorno alla stupenda coppia per proteggerli; i parà della Folgore andarono a prendere La Russa che stava spiegando il bunga bunga a Neville e lo misero su una carriola per portarlo a fare il suo dovere; e Malfoy strinse a sé Hermione che gridava: “Stalker! Stalker! Portatelo via!”.

Fred scese dal suo fenicottero con mossa elegante, scosse la fulva chioma e tirò fuori (di nuovo) la spada, ma questa volta non invano; la puntò infatti alla gola di Malfoy (era una spada allungabile che superò tutti gli attoniti cecchini) e gridò: “Marrano, rendimi la mia pulzella!”. Blaise Zabini dal pubblico urlò: “Ma parla come mangi!”

Drachettino per tutta risposta sputò in faccia al suo avversario (anche quello era uno sputo allungabile), il quale divenne paonazzo dalla rabbia, trasformò la spada in un retino per farfalle e con abile mossa acchiappò l’urlante Mione, la trascinò con sé sul fenicottero e la portò via, sotto gli sguardi inebetiti dei presenti. Uno dei parà provò a gambizzare il fenicottero, ma il suo proiettile fu deviato da zio Voldy, il quale non era riuscito a farsi soccorrere quindi si era alleato con Fred (e poi era un ecologista convinto, lui). Il Signore Oscuro provò a evocare anche lui una cavalcatura mistica, poi vedendo che non ci riusciva ordinò ai Mangiamorte di mettersi sotto i suoi piedi e rotolare così sembrava che lui fluttuasse. Prima di andarsene gridò: “Passate al Lato Oscuro: abbiamo i biscottini!” e svanì fuori dal portone.

Malfoy era nero di rabbia: la sua trombamica era stata appena portata via da una serata dove era previsto che lui se la facesse! Affronto! Oltraggio! Vilipendio!

“La salverò” sentenziò eroicamente.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Ecco il quarto capitolo! Non ho avuto tempo di aggiornare perché la mia connessione è come un vecchio col Viagra, poi perché oggi è cominciata la scuola (TRAUMA, sono al quarto anno ma ogni mattina è un TRAUMA), e infine perché ho una norvegese dentro casa mia che ci resterà per tre mesi, urrà! Spero che vi piaccia, e fatevelo bastare almeno per un paio di giorni perché non ho idea di come continuare T.T ovviamente sono ben accetti consigli! :D

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque: preparativi per la battaglia ***


Nei giorni seguenti Hogwarts ferveva di preparativi per l’imminente salvataggio di Hermione. Silente aveva messo un annuncio su tutti i più squallidi giornali del mondo per reclutare supereroi: si erano già presentati Wolverine che si stava oliando gli artigli, Darth Vader con lo spray per mantenere la sua voce sempre impeccabile, Tremonti che era convinto di poter piegare il rapitore di Hermy con la minaccia di tagli fiscali e la Fata Turchina. (A dire la verità erano arrivate anche Catwoman e Campanellino, poi si era scoperto che tutte e due sniffavano come un aspirapolvere, quindi era stato ritenuto saggio allontanarle). Malfoy girava per i corridoi distribuendo fucili a pompa, granate e cerone verde militare per disegnarsi quelle due righe sulle guance che fanno tanto figo. Mirtilla Malcontenta e Pix addestravano le nuove reclute facendogli giocare infinite partite a Call of Duty alla Playstation. Ron continuava a mangiare quella prelibatezza britannica detta pasticcio di rognone e se ne sbatteva di tutto.

Quella sera nell’ufficio di Piton regnava una strana atmosfera sospesa, forse perché zio Voldy era sparito dai ritratti alle pareti per ripicca. Sevvy aveva due cetrioli sugli occhi e si stava facendo la sua maschera di bellezza all’uvaspina, quando Drachetto irruppe nella stanza dopo aver scardinato la serratura a colpi di mitra. “Professore! So bene che lei vorrebbe farsi la mia Hermy, ma voglio farmela anch’io, quindi le propongo di allearci contro il comune nemico!” disse l’eroico figo, con intonazione molto militaresca.

Sevvy si tolse i cetrioli dalle palpebre e disse piagnucolando: “Mione è solo mia!” Draco lo guardò con aria sprezzante, tirò fuori dal nulla una divisa da generale della marina e se la infilò, poi lo fece mettere sull’attenti e gli urlò in faccia: “Ma ti sei visto? Sei un fottuto vecchio in crisi di mezz’età, in testa hai più lerciume che capelli e se giocassi a calcio faresti fuorigioco solamente con il naso! Come puoi pretendere che la Grifona più bella dell’universo guardi uno come te?!”; poi, vedendo che il sensibile professore stava iniziando a piangere e la maschera stava colando, si sfilò la divisa e si mise un grembiule a fiori sporco di farina per interpretare la parte della nonna confortante: “Suvvia, siediti, non piangere adesso”. Ma Sevvy tirò su col naso e disse: “Hai ragione, io sono un decrepito e tu sei un affascinante giovane platinato, non c’è proprio competizione. Comunque, per amore dei boccoli di Hermy, ti aiuterò!”

I due si strinsero la mano e Drachettuccello passò ad illustrare la sua strategia per la battaglia: “Bene, prima di tutto mi faccia dire che ho scoperto dov’è il nascondiglio del Malvagio Fred: la Tana! Devo dire che è così crudelmente imprevedibile che riesce sempre a sorprendermi! Allora, la manovra prevede un diversivo costituito dalla McGranitt che esegue numeri di magia estraendo Vitious da un cappello; poi attaccheremo con l’artiglieria pesante, la fanteria, la cavalleria e la copertura aerea in modo assolutamente scoordinato, e mi raccomando non fate caso a chi uccidete, basta che uccidiate qualcuno; ah, e se è necessario sacrificate pure i Tassorosso, tanto non sono mai serviti a un cazzo” disse con aria determinata. Sevvy lo guardò sfoderando il suo miglior sguardo combattivo (in realtà sembrava una via di mezzo fra un bradipo e Dora l’Esploratrice) e disse: “Facciamolo!”, anche se Draco lo scambiò per un invito sessuale.

 

Nel frattempo alla Tana Fred aveva legato Hermy al tavolo della cucina e la stava seviziando costringendola ad ingoiare patate lesse al prezzemolo fatte con amore dalla signora Weasley. “Dimmi che mi ami, sgualdrina boccolosa! Dillo, o ti farò mangiare tante di quelle patate da fartele uscire dalle orecchie!” gridava. Mione scuoteva i suoi dorati capelli piangendo e tentava di rispondere che lei amava solo Draco, ma non ci riusciva con la bocca piena (il massimo che le uscì fu: “mfphshdhahaco!”, ma era comunque un risultato apprezzabile), quindi piangeva ancora di più. Nel frattempo in un angolo della stanza la signora Weasley preparava altre torte da portare a Ron, Percy scriveva una relazione sui calderoni e Harry, che si era infiltrato lì aggrappandosi alla coda del fenicottero da combattimento, salvava il mondo magico in latino (aveva voglia di cambiare).

Vedendo che i suoi metodi non avevano successo, Fred chiamò la signora Weasley e le affidò il compito di portare a termine la suprema tortura: cucire addosso ad Hermy un infinito maglione di lana verde oliva con un Dobby danzante ricamato sopra. Molly afferrò i suoi temibili ferri da maglia e disse: “Caro tesoro, ti farò rimpiangere di essere nata!” mentre la leggiadra donzella soffocava una convulsione spastica improvvisa.

Fred salì rabbiosamente le scale trascinandosi dietro un enorme sacco di cavolini di Bruxelles, che erano l’unico cibo di cui si nutriva il suo fenicottero (gli facevano anche fare atroci scoregge radioattive), e dopo averlo abbandonato sul pianerottolo entrò nella sua stanza per confabulare con il suo diabolico fratello.

La figura imponente e terrorizzante di George uscì dal bagno e il ragazzo fissò il nulla con uno sguardo che avrebbe terrorizzato anche zio Voldy (non è che ci volesse tanto, però vabbè, il tizio qui aveva una reputazione)… prima di togliersi l’accappatoio ricamato a paperelle e brandire la sua spazzola di crine. “Freddie, cielo! Cosa stai facendo qui? Lo sai che il sabato io e Alfy abbiamo il nostro momento d’intimità!” strillò come una mucca castrata.

Fred si squacchiò una mano sulla fronte: aveva dimenticato l’appuntamento settimanale di George con il suo parrucchiere/personal stylist/checca isterica/amante Alfy Signorini, il quale uscì per l’appunto dal bagno con un asciugamano a orsetti avvolto intorno alla vita. “Salve, caro Freeed! Vuoi che facciamo una cosina a tre? Ah no, dimenticavo che tu sei rimasto all’altra sponda, ihihihih” ridacchiò Alfy.

Freddie fissò suo fratello in malo modo e disse: “Noi due avevamo un piano malefico da portare a termine!”. George stava per addurre una qualche giustificazione, tipo che Alfy era troppo un bonazzo o che gli era finito il Bagnoschiuma Eau de Voldy Limited Edition, quando il suo amante irruppe: “Cielo, avevo dimenticato il mio appuntamento con la Marcuzzi! Farò tardi! Oh, vorrà dire che ci andrò così, il nude look va tanto di moda quest’estate! Addio, cari!” e sparì fuori dalla finestra (tanto le checche isteriche hanno nove vite come i gatti), lasciando George afflitto e Fred trionfante.

“Bene, fratello, ho saputo che Malfoy attaccherà all’alba e che dovrebbe avere un diversivo infallibile, per questo sono molto preoccupato… Ma non temere, noi abbiamo un’arma che sconfiggerà tutti quanti!” esordì sbattendo un pugno sulla scrivania.

“L’amore?” chiese George.

“No, cretino, il fenicottero!” urlò Fred esasperato.

“Ah già, il fenicottero.. Gli ho fatto le treccine alla coda” buttò lì George.

“Come osi, idiota? Hai rovinato tutta la sua spaventevole e atroce forza e imponenza!”

“Fred, è un fenicottero rosa. Persino una checca come me lo trova tenero, e tu sai che io ho paura anche della tua faccia” sentenziò George in un raro momento di lucidità.

Fred decise di lasciar perdere: “Comunque, come ti dicevo, io so tutto”

“Sai anche come fa il coccodrillo e chi ha ucciso l’Uomo Ragno? Per caso sai anche perché le mucche fanno muuu ma una fa muu muu? No perché io me lo son sempre chiesto” disse George. Fred si squacchiò di nuovo una mano sulla fronte. “Taci, lurida checca! Io amo Hermy, e la difenderò a costo della vita!”

“Come la metti con il piccolo problema che lei ti odia a morte? Ma sono quisquilie, eh” replicò il gemello. Fred lo incenerì con lo sguardo e rimase zitto.

La signora Weasley lo chiamò per dirgli che Mione era svenuta alla prima manica del maglione. Fred stava per scendere, ma improvvisamente Leotordo sfrecciò nella stanza da una finestra casualmente lasciata aperta (i calzini di Alfy erano famosi in tutti e sette i continenti per il loro aroma) recando con sé zio Voldy attaccato ad una zampa (NdA: se vi chiedete come abbia fatto un minigufo a portare un Mago Oscuro in volo, tacete e non chiedetevelo più, se volete tutte le risposte andate in Chiesa o da Vanna Marchi).

“Salve, cari, ho sentito che gli Hogwartiani stanno attaccando proprio in questo momento, Minerva è giusto qua fuori con uno strano cappello” disse con nonchalance. Fred e George si precipitarono a sellare il fenicottero e a preparare le forze Weasley per resistere all’assedio, mentre Voldy rimaneva nella stanza a chiedere invano: “Avete per caso visto Potter? Ho come la sensazione che se lo uccido tutto si risolverà in un battibaleno…”

 

 

 

Angolo dell’autrice

Mi scuso con tutti se questo capitolo si è fatto attendere, ma mi sono trovata davanti ad una terribile mancanza di idee D: infatti mi è venuto anche abbastanza corto, ma vabbè, ne sono moderatamente soddisfatta… Al solito, fatemi sapere a cosa pensate, e un ringraziamento speciale ai pazzi che hanno inserito la fic tra le preferite, le seguite e le ricordate :)

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Capitolo 6
*** Capitolo sei: la grande battaglia ***


Fred e George stavano rapidamente sfasciando le treccine del fenicottero per sostituirle con dei rasta che erano molto più cattivi, quando sentirono delle trombe suonare fuori, accompagnate da minacciosi tamburi di guerra. Mentre la signora Weasley trascinava Hermy nel pollaio per renderla irriconoscibile tra le altre galline, i gemelli si affacciarono sul delizioso balcone pericolante della mansarda della Tana e videro una scena decisamente preoccupante.

Tutto il paesaggio era completamente ricoperto dall’esercito di Hogwarts: c’erano un battaglione di gladiatori capeggiato da Massimo Decimo Meridio, un manipolo di Orchi con Gandalf il Grigio alla testa (doveva un favore a Silente per non aver rivelato a nessuno la sua passione per le manette rosa di pelliccia), tutti i supereroi della Marvel, l’Enterprise con sopra il sergente Spock e ovviamente Darth Vader e il maestro Yoda che per l’occasione si erano alleati temporaneamente. Ce n’erano anche tanti altri, ma si trovavano abbastanza indietro per diversi motivi: Tremonti era stato distratto dall’ennesimo bunga bunga, la Fata Turchina aveva avuto un contrattempo a causa dei dolori mestruali e Lucius Malfoy stava finendo di asciugarsi i capelli.

Il giovane Draco però era naturalmente presente davanti a tutto l’esercito, in compagnia di Silente e di Dobby che gli reggeva lo scudo. Quando vide Fred e George si strappò la camicia mettendo in mostra la tartaruga ninja che aveva sulla pancia (George sospirò molto checcosamente e Fred gli diede una gomitata nelle costole), si schiarì la voce e disse: “Malvagio Fred, sono qui per riprendermi la mia amata Mione, che tu lo voglia o no!”

Poi cominciò un discorso eroico come si conviene a tutti i comandanti prima della battaglia: “Amici, supereroi, scabrose creature e Darth Vader che sei una categoria a parte, tutti noi siamo qui oggi…”, ma fu interrotto da Piton che gridò dalle ultime file: “Non si sente niente…Voceeeeeeeeee!”.

“Taci, canaglia!” abbaiò Draco prima di continuare. “Amici, creature eccetera eccetera, tutti noi siamo qui oggi per salvare Mione eccetera eccetera, fate gli eroi, accoppate tutti quanti, non voglio superstiti, sono sicuro che vinceremo e cazzi vari. Adesso forza, attaccate!”

Durante tutto questo epico discorso i Weasley avevano organizzato la difensiva: Ron era stato convinto che i Malfoy nascondevano torte giganti nelle mutande degli Orchi e quindi era motivatissimo; Harry che salvava il mondo magico era stato provvidenzialmente messo bene in vista perché faceva sempre scena; Percy aveva deciso di lottare in nome dei calderoni perché George gli aveva raccontato che Yoda ci cagava dentro; la signora Weasley si era armata di cucchiaio di legno ed era pronta a far fuori chiunque si avvicinasse al pollaio. Fred corse a chiamare Voldy nella sua stanza sperando che si fosse almeno portato dietro i Mangiamorte.

In effetti i Mangiamorte c’erano, ma tutti quanti erano impegnati in una partita a strip poker. Zio Voldy avrebbe già dovuto rimanere in mutande, ma c’era Bellatrix che come pegno d’amore lo rivestiva ogni volta che si toglieva qualcosa. Mulciber era stato ucciso (di nuovo) perché vinceva troppo, Dolohov aveva solo la cravatta e Rookwood solo i guanti di lana.

“Che diamine state facendo? Là fuori c’è una battaglia che sta iniziando!” gridò Fred esasperato.

Zio Voldy lo guardò come si guarda una falena che svolazza attorno alla lampada mentre stai leggendo. “Abbiamo quasi finito, calmati!” disse. “Se vuoi ti regalo una fornitura vita natural durante di Eau de Voldy, così ti consoli!” aggiunse, vedendo che il colorito di Fred virava dal rosso paonazzo al porpora tendente al violetto.

“Ti verrà un aneurisma se continui a reprimere tutta la rabbia” sentenziò Mulciber, che resuscitava sempre nei momenti meno opportuni.

“Giusto, vai fuori e combatti che noi arriviamo tra un attimo, ho qui due jack e un asso” concluse Voldy facendogli cenni spazientiti con la mano.

Fred si arrese e inforcò il fenicottero, poi uscì nel cielo sopra la Tana giusto in tempo per vedere le forze che attaccavano. Gli Orchi si stavano dirigendo verso il pollaio ma entravano uno alla volta per non calpestare le lattughe, mentre i supereroi erano seriamente intralciati da Massimo che si era messo in posa plastica e stava declamando: “Sono Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle Legioni Felix, servo fedele dell’unico vero imperatore, Marco Aurelio…”

“Sì, sì, ti hanno ammazzato la moglie, è schiattato pure tuo figlio e avrai la tua vendetta, accorcia e muoviti!” gli urlò contro Wolverine col suo solito tatto. Il gladiatore mise il broncio e si sedette in un angolo a piangere, subito rinfrancato dalla signora Weasley con un’abbondante tazza di tè. Comunque non si vide più per il resto della battaglia, che sinceramente non fu un capolavoro di strategia militare: i Serpeverde e i Grifondoro si accapigliarono violentemente per decidere chi avesse il diritto di uccidere il fenicottero, mentre i Tassorosso si dedicarono ad un’estemporanea lezione di Erbologia sui cespugli del giardino della Tana. Yoda si trovò a dover affrontare gli gnomi della signora Weasley e Darth Vader abbandonato finse di essere una statua per non essere attaccato. Gandalf stava fronteggiando il temibile cucchiaio di Molly accerchiato dagli Orchi che erano troppo stupidi per capire perché mai non ci fossero Hobbit nei paraggi. Improvvisamente Draco salì sull’Enterprise al fianco di Spock e si trovò faccia a faccia con il fenicottero cavalcato da Fred.

I due si guardarono a lungo negli occhi mentre partiva la celebre musichetta dei western (quella che fa: turuturutùùùù wa wa waaaa, per intenderci), poi Fred girò il fenicottero che cominciava a risentire degli effetti dei cavolini di Bruxelles ed emise un formidabile peto radioattivo che distrusse la navicella e tutte le forme viventi nel raggio di dieci metri (ossia qualche Orco, Tremonti che era finalmente arrivato e la sorella di Darth Vader che la stava smollando a Lanterna Verde con allegria). Draco si rialzò a fatica, abbandonato da Spock che si era teletrasportato dalla fifa.

“E così finalmente siamo faccia a faccia, Weasley” esordì. Entrambi sfoderarono le bacchette.

Anche Fred voleva fare un discorsetto degno del suo rivale, quindi scosse la fiammeggiante chioma e disse: “Tu, Malfoy, lurido adepto della Magia Nera, schifoso biondino pompato da ore di palestra, feccia della casata dei Serpeverde, tu…”

“Oddio che palle, Avada Kedavra, và!” disse Draco.

Fred si accasciò a terra mentre il fenicottero mandava un urlo altissimo e volava via verso l’Everest per riprendersi del grave lutto subito. Tutti i combattenti si fermarono per un attimo e Yoda ne approfittò per uccidere lo gnomo. Harry per lo shock passò dal latino all’aramaico antico ma continuò a salvare il mondo magico, la signora Weasley lasciò cadere il cucchiaio e Ron disse: “Oh cielo, mio fratello! Avete per caso un’altra torta?”

Ma in realtà Freddie non era affatto morto, era solo preda di un tremendo esaurimento nervoso unito a lieve schizofrenia e a seri traumi causati dalla maledizione di Malfoy. Si rialzò tremando e corse fra le braccia del suo gemello George che lo condusse in casa e gli fece una tazza di tè.

Tutti erano troppo confusi o preoccupati per il roscio per pensare ad Hermione, che giaceva nel pollaio coperta di piume e stava prendendo seriamente in considerazione l’ipotesi di mettersi a scodellare uova, quando Draco irruppe nella casupola e la sollevò dicendo: “Amore, sei sempre la gallina più bella di tutte! Vieni, torniamo a Hogwarts!”

Mione sospirò e si strinse al corpo del suo eroico eroe uscendo in cortile, dove venne salutata da tutti con grida di giubilo e grandi applausi. Silente e Gandalf si erano appartati da qualche parte, gli Orchi tornarono nella Terra di Mezzo dopo aver stretto la mano a tutti, Wolverine nell’agitazione uccise la Fata Turchina ma nessuno se ne curò perché quella era veramente una scassaminchia con tutte le sue stelle e brillantini e desideri esauditi, e Yoda non sapendo dove andare entrò nell’armadio di Ron e si ritrovò a Narnia dove strinse una salda amicizia con due castori, ma questa è un’altra storia.

Zio Voldy e i Mangiamorte finirono la partita di strip poker e si unirono alla famiglia Weasley per la cena: Voldy mangiò talmente tante salsicce che Bella dovette caricarlo su un carretto per riportarlo a casa, e nessuno parve ricordarsi nemmeno minimamente della battaglia perché erano tutti impegnati ad ascoltare Percy che parlava delle diverse maniere di fabbricare le maniglie dei calderoni.

Draco e Mione tornarono ad Hogwarts, dove tutti li stavano aspettando per fare baldoria fino al mattino. Harry e Ron furono perdonati in quanto pseudo-amici di Hermy e furono riammessi ad Hogwarts, anche se Sevvy li punì costringendoli a lavargli i capelli. Quella sera ci fu una festa memorabile, che non fu rovinata da nessuna tristezza perché nessuno degli studenti era morto (la Cooman aveva perso la testa a causa di una zampata di Percy, ma era talmente svampita che era come se fosse ancora quella di prima). Mione si era cambiata indossando una creazione d’alta moda consistente in un brillante appoggiato sull’ombelico, accompagnata da un paio di scarpe tacco millemila. Lei e Drachetto furono gli assoluti protagonisti della festa e si baciarono per ben 639 minuti consecutivi stabilendo un nuovo record (arrivò anche Barbara D’Urso a dargli una bella medaglia e si commosse per il loro sogno d’amore coronato), poi andarono a trombare allegramente sul materasso ad acqua di Silente e poi finalmente si addormentarono abbracciati.

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Angolo dell’autrice

Oh santi numi, spero che mi perdonerete per essermi fatta aspettare così tanto ma non mi veniva proprio in mente niente D: comunque rileggendo le vostre recensioni mi sono accorta che nessuno ha notato il ruolo di Bellatrix come schiava d’amore di Zio Voldy, LOL. Di nuovo, fatemi sapere cosa pensate!

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