...et avant,ou puis,arrive l'amour!

di Wishmastersissi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Le poète ***
Capitolo 2: *** 2.Destinèe ***
Capitolo 3: *** 3.Doucer ***
Capitolo 4: *** 4.L'Adieu ***
Capitolo 5: *** 5.Depuis l'adieu ***
Capitolo 6: *** 6.Fleur-de-Lys ***
Capitolo 7: *** 7.Anniversaire de mariage ***
Capitolo 8: *** 8.Inquiétude ***
Capitolo 9: *** 9.Senda ***
Capitolo 10: *** 10.Une nouvelle connaissance ***



Capitolo 1
*** 1.Le poète ***


"...et avant,ou puis,arrive l'amour!"




Introduzione/Capitolo 1
 
Le poéte
 
Il poeta Pierre Gringoire se ne stava nella sua stanza,filosofando sugli innumerevoli misteri della vita,accarezzando la testolina della sua adorata capretta Djali,appartenuta all’ormai defunta gitana Esmeralda,sposata da lui l’anno scorso,quell’indimenticabile 6 gennaio 1482. Ecco,ormai era passato un anno da quando lui la ricevette in sposa dal re dei gitani. Ma questa storia non tornava mai alla mente del nostro poeta,poiché aveva tante cose a cui pensare…
Ma stranamente quella notte,mentre non riusciva a prendere sonno,accadde qualcosa che gli riportò alla mente quella strana sera…la sera in cui,per errore o per fatalità,egli si ritrovò nella così detta “Corte dei Miracoli”,il rifugio dei gitani,e accadde qualcosa che gli cambiò la vita,che la segnò,precisamente...

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Capitolo 2
*** 2.Destinèe ***


Capitolo 2

Destinèe

Quella notte,dunque,mentre si immergeva nel suo animo di poeta,sentì un rumore.
Per quanto il poeta non fosse molto coraggioso,ma bensì facilmente impressionabile,non ne diede molta importanza,giacchè la sua mente era in gran parte fra le nuvole.
All’improvviso sentì qualcuno bussare alla porta d’ingresso (precisiamo che viveva in una stanza,non potendo permettersi altro). Il poeta tornò immediatamente alla sua triste realtà:una misera stanza in cui vivere,debiti che gli arrivavano fino al collo,e per giunta qualcuno che lo disturbava nel bel mezzo della notte.
<< Chi potrà mai essere a quest’ora?>> chiese incerto il poeta alla capretta Djali,che nel frattempo si era messa davanti al suo padrone,le corna pronte a difenderlo. A un certo punto si sentì una voce. Una voce che per il poeta fu qualcosa di incredulo,ma al tempo stesso dolce e angelico.
<< Gringoire,apri!>>. Quella voce fu riconosciuta subito dal poeta,che quasi senza pensarci aprì in fretta la porta,e vi trovò con estrema felicità,e un misto di incredulità e stupore,una zingara di suppergiù sedici anni,i capelli neri e lunghi fino alla vita,occhi verdi e lucidi. Occhi pieni di speranza,ma che al poeta sembrarono carichi di dolcezza.
<< Potresti farmi entrare,per favore?>> chiese la gitana con dolcezza. << Certamente>> rispose cortesemente il poeta,incredulo.
La zingara lo ringraziò con un sorriso. A un certo punto Djali si avvicinò alla ragazza,incerta se si trattasse della sua padroncina.
<< Djali,sono io,Esmeralda,mi riconosci?>> domandò la zingara con un dolce sorriso.
A quelle parole la capretta saltò letteralmente fra le sue braccia,con grande commozione di Gringoire.

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Capitolo 3
*** 3.Doucer ***


Capitolo 3

Doucer
 
Mezz’ora dopo,il poeta se ne stava seduto sul suo letto,mentre l’Esmeralda su una poltrona,accarezzando la capretta addormentata sulle sue ginocchia.
Gringoire si alzò dal letto e andò a sedersi su uno sgabello che mise vicino alla poltrona dov’era seduta la giovane gitana,e cominciò ad accarezzare anche lui Djali.
La zingara lo guardò con occhi colmi di gratitudine,e gli diede un bacio sulla guancia. Il poeta ricambiò con una carezza,dopo di che la Esmeralda appoggiò la testa sulla spalla del poeta,che prese Djali e la mise al calduccio nel suo cestino,adattato dalla capretta come cuccia,e rimase in piedi ad osservarla.
La gitana approfittò del momento per andare di fronte al poeta ed abbracciarlo. Gringoire le baciò la fronte,arrossendo.
<< Ti voglio bene,Pierre>> disse la zingara.<< Anch’io ti voglio bene>> disse Gringoire con gli occhi lucidi.
Il poeta le cedette il suo letto,mentre lui si accontentò della poltrona con in più il piccolo sgabello davanti per appoggiare i piedi.
<< Beh,per una notte,male non fa>> pensò il poeta guardando la zingara con un misto di dolcezza e invidia,quasi volesse riprendersi indietro il suo letto.

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Capitolo 4
*** 4.L'Adieu ***


Capitolo 4

L’adieu
 
La mattina seguente,il poeta accompagnò la zingarella alla Corte dei Miracoli,dove il suo atteso ritorno venne accolto con immensa gioia. Il popolo di gitani,senza pensarci due volte,la proclamò regina,dato che Clopin,nonché suo fratello adottivo,era morto in battaglia durante l’assalto alla cattedrale di Notre Dame.
Pierre Gringoire si avvicinò all’Esmeralda,che gli disse: << Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Te ne sarò per sempre riconoscente >>.
Il poeta la abbracciò e disse,ridendo: << In fondo siamo sposati,no?>>. Ed ella avvicinò le sue labbra a quelle del poeta,che subito scansò il bacio della zingara e posò due dita sulle labbra di lei.
<< No,meglio di no. Non posso più restare qui>> disse il poeta con un misto di tristezza e rassegnazione.
Accarezzò la mano della zingara,che oramai stava piangendo,e disse: << Addio. Forse un giorno ci rincontreremo>>.
Djali,che aveva capito tutto,si avvicinò al poeta,e belò tristemente,con gli occhietti neri che versavano lacrime.
<< Su,mia piccola Djali,ti verrò a trovare,ogni tanto>>disse,pur non essendo sicuro di quel che diceva.
A quelle parole la capretta sembrò consolarsi,e leccò teneramente la guancia del poeta,come per dargli un bacino,il che fece commuovere ancora una volta il nostro poeta.
<< Addio>> ripetè.E si incamminò solo e a passo lento verso l'Ile de la Citè.
La zingara osservò Gringoire allontanarsi,gli occhi arrossati per via del pianto.
<< Esmeralda!Esmeralda!Venite,su,mancate solo voi!>> era un gitano anziano,dalla barba nera e lunga,gli occhi stretti e scuri,che solitamente davano all'uomo un aspetto burbero,ma che in quel momento erano carichi di gioia per via dell'ascesa al trono della nuova regina,la quale lui stesso si era incaricato con onore di andare a chiamare,per accompagnarla ai festeggiamenti.
<< Arrivo>> rispose l'Esmeralda.
Lo zingaro le porse un braccio,ed ella si incamminò con lui verso l'angolo della Corte dei Miracoli dove c'era ad attenderla il suo trono,in passato appartenuto al suo fratello adottivo Clopin,che si era preso cura di lei fin dall'infanzia.
Man mano che la gitana avanzava,il popolo di zingari teneva sempre più il fiato sospeso,ansioso di acclamare la nuova sovrana.
La Esmeralda rimase con lo sguardo fisso verso il trono.Sui visi dei gitani comparve un'espressione di timore.I bambini si allontanarono dalle madri,incuriositi.
Un vecchio zingaro bisbigliò ad una donna altrettanto anziana che pareva essere sua moglie: << Stà a vedere che adesso ci ripensa!Lo sapevo io!Il nostro sovrano dev'essere un uomo!Un uomo forte e determinato!Non una danzatrice di strada!>>
<< Shhhh>>bisbigliò a sua volta l'anziana zingara.
<< Mamma,perchè la Esmeralda non sale sul trono?>> chiese una bimba dalle bionde treccine lunghe e dalla carnagione chiara,che doveva essere certamente stata rubata dalla zingara che lei definiva inconsciamente sua madre.
<< Non lo so,Gabrielle>>rispose la donna.
Nella Corte dei Miracoli improvvisamente si sentì un mormorio di voci,tutti pensavano che la futura regina volesse abbandonare la sua carica.Ma in realtà lei non stava affatto pensando al trono...sembrava che fosse in trans,con gli occhi sbarrati,lo sguardo fisso e il corpo immobile davanti al trono e a due gitani che la osservavano esterrefatti.
Un colpo improvviso di un oggetto che cadde a terra la risvegliò dai suoi pensieri.
Abbassò lo sguardo,e vide che l'oggetto che le era caduto era il suo sacchettino verde,che portava sempre appeso al collo.
La gitana si affrettò con la velocità di un leopardo nel riprenderlo.Sentì lo zingarò davanti a lei schiarirsi la voce,così avanzò lentamente verso il trono,con grande sollievo del popolo della Corte.
Quando la Esmeralda si sedette,il popolo di gitani esultò.
<< Viva la regina!Viva la Esmeralda!>> gridarono in coro.Delle prostitute si divisero in gruppi,distribuendo calici in legno pieni di vino fino all'orlo,tanto da macchiare gli abiti degli zingari a cui gli offrivano.
Ora,la zingara sembrava felice.Ma nei suoi occhi si notava ancora una vena di tristezza.Di quella tristezza che solo l'amore riesce a cancellare...

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Capitolo 5
*** 5.Depuis l'adieu ***


Capitolo 5

Depuis l'adieu
 
Dopo quell'addio,il poeta partì per l'Italia,in cerca di ispirazione.
La Esmeralda,invece,si risposò con un gitano arrivato a Parigi qualche giorno dopo,ma non dimenticò l'uomo a cui doveva ancora una volta di essere lì,alla Corte,in quel momento,di poter ancora danzare,cantare e ridere felicemente.
Stessa cosa per la capretta Djali,che con il poeta aveva avuto modo di creare un legame molto più forte.
Entrambe speravano di rincontrarlo.
Ma,in fin dei conti,ognuno andò per la sua strada,chi danzando,chi scrivendo,ma resta il fatto che tutti e tre vissero felicemente.

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Capitolo 6
*** 6.Fleur-de-Lys ***


Capitolo 6

Fleur-de-Lys
 
Era un bel pomeriggio di luglio,il sole batteva forte sulla Place de Greve,soltanto una lieve brezza a rinfrescare le povere genti,mendicanti e artisti da strada di Parigi che allestivano bancarelle,tappeti e altre cianfrusaglie per ricominciare a lavorare.
Nel bel mezzo della piazza passeggiava una ragazza dai lunghi capelli biondi,gli occhi grandi color nocciola,la bocca sorridente.Indossava un abito lungo bianco e rosa che lasciava scoperte le spalle e portava in mano un ombrellino che serviva a proteggerla dal sole,tanto la sua pelle era chiara e sensibile.
I suoi lineamenti e il regale comportamento inducevano a pensare che fosse di famiglia borghese.Davanti a lei camminava un'altra giovane donzella,anch'ella vestita elegantemente.Indossava anch'essa un abito lungo,di colore celeste,decorato da merletti di pizzo bianco,il tutto accompagnato da un ombrellino dagli stessi colori.
La dama si fermò d'improvviso: << Fleur-de-Lys...>> disse,rivolgendosi alla fanciulla dietro di lei.
<< Quello in vetrina non è per caso il libro di vostro marito?>> domandò.
<< Oh,si...>> rispose la giovane sorridendo e osservando il libro con occhi luccicanti.
<< Dev'essere un uomo di grande talento!>> esclamò entusiasta la fanciulla.
<< Lo è,infatti!>> esclamò arrossendo la Fleur-de-Lys.
<< Siete davvero fortunata,Fleur-de-Lys...vostro marito dev'essere talmente romantico!>> esclamò la donzella con aria sognante.
<< Ecco...si,certo...>> rispose timidamente la ragazza.
<< Ma quell'uomo laggiù non è proprio lui?>> domandò Colombe.
<< Sembrerebbe di si...>> rispose Fleur-de-Lys,accigliandosi per veder meglio la figura che si avvicinava davanti a loro sotto al sole cocente.
<< Parli del diavolo...ed ecco spuntare le corna!>> esclamò allegramente Colombe.

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Capitolo 7
*** 7.Anniversaire de mariage ***


Capitolo 7

Anniversaire de mariage
 
Davanti alle due fanciulle si avvicinava un uomo di ventitré anni alto,dai capelli lunghi e neri e gli occhi castano chiaro.
Indossava una maglietta grigia a maniche lunghe nonostante il caldo e portava sulla spalla una sacca che sembrava dover essere abbastanza pesante.
<< Bonjour >> disse allegramente alle due fanciulle.
<< Bentornato,finalmente,Pierre...ma dove siete stato tutto questo tempo? >> chiese curiosa Colombe.
<< Sono stato a Firenze,in Italia,madamigella...Venezia,Padova,Mantova,Roma...un pò qui e un pò là,insomma >> rispose allegramente l'uomo.
<< Ah,capisco...e avete trovato ispirazione,lì? >> domandò Colombe.
<< Certamente >> rispose il poeta.
<< Caro,ricordate che giorno è oggi? >> gli domandò la Fleur-de-lys,speranzosa.
<< Il nostro anniversario,dolcezza mia >> rispose il poeta,sorridendo alla giovane moglie.
<< Cosa sento,il vostro anniversario! >> si intromise allegramente Colombe.
<< Si...il nostro primo anniversario,facciamo un anno di matrimonio! >> esclamò Fleur-de-lys arrossendo e sorridendo al tempo stesso.
Era già passato un anno da quando la giovane fanciulla borghese Fleur-de-lys de Gondelaurier aveva sposato il poeta di strada Pierre Gringoire.
I due giovani si erano conosciuti il 21 agosto 1485,durante una rappresentazione teatrale del nostro poeta,con cui ella aveva tanto voluto complimentarsi.
Dal giorno della rappresentazione la Fleur-de-lys non aveva mai perso occasione di stare accanto a Pierre,di farsi scrivere poesie,di conoscere il mondo dell'arte,o semplicemente di passare il tempo facendo lunghi discorsi. Fleur-de-lys era diventata la musa di Pierre Gringoire,e in seguito sua sposa. Ma in realtà il nostro giovane poeta non era sicuro di amare la giovane borghese,per quanto la trovasse intelligente e affascinante,ma non si era mai interessato seriamente al matrimonio,aveva sposato la Fleur-de-lys per poter finalmente avere un tetto,un letto su cui dormire e di condurre una vita alquanto agiata,più che per amore.Non avevano avuto figli,poichè Fleur-de-lys aveva da poco scoperto di essere sterile,cosa che a Pierre Gringoire non fece né caldo,né freddo.
Gringoire e la Fleur-de-lys salutarono mademoiselle Colombe e si incamminarono verso il loro grande e ricco palazzo,il quale Fleur-de-lys aveva ereditato dalla madre Aloïse,morta due mesi prima per essersi ammalata di tisi. Non appena entrarono nella loro casa,il poeta si sedette su una poltrona,lasciando cadere la pesante casacca a terra. Fleur-de-lys aprì una finestra,dopo di che si sedette sulle ginocchia del marito.
<< Devi essere esausto,amore mio...questo viaggio in Italia non dev'essere stato affatto semplice... >> disse,dandogli un bacio sulla fronte.
<< No,infatti...lì fa molto più caldo,ma ne è valsa la pena... >> disse con tono soddisfatto il poeta,mostrando innumerevoli fogli con su scritte poesie e frasi di ogni genere alla giovane moglie. La fanciulla lesse entusiasta un foglio con su scritto una poesia per lei,sospirando. I suoi occhi erano diventati lucidi,e pensò a quanto fosse fortunata ad avere un poeta come marito. Pierre andò a riposarsi,lasciando la moglie sola sulla poltrona.
Fleur-de-lys sospirò di nuovo e restò ad osservare amorevolmente il marito allontanarsi. Prese la casacca di quest'ultimo e ne tirò fuori i vari oggetti e poesie che vi erano all'interno. Cominciò a leggere le poesie entusiasta,erano ognuna diversa dall'altra,molte erano state scritte nello stesso giorno,a quanto pare l'Italia era stata per il poeta una vera fonte di ispirazione. Fleur-de-lys ammirò piacevolmente la calligrafia semplice ma elegante del marito,le rime vivaci,i versi e le strofe corti,ma originali e ricchi di emozioni...tutto questo affascinava la Fleur-de-lys,che non aveva mai avuto modo di avvicinarsi così tanto all'arte,tantomeno alla poesia.
Lesse i vari titoli delle poesie...molte avevano come titolo i nomi di alcune città del nord Italia...c'erano poesie intitolate "Roma","La douce Florence","Belle et romantique Veniece"...ad un tratto la fanciullla si soffermò su una poesia dal titolo che la incuriosì in un modo particolare. Sul foglio c'era scritto: " à Esmeralda" e sotto il titolo: "Une petite gitane avec le coeur d'un oiseux". "Chi diavolo è questa Esmeralda?" pensò Fleur-de-lys con le guance già rosse per la rabbia e gli occhi lucidi. Se c'erano delle cose che la giovane fanciulla borghese non sopportava,queste erano la gelosia ed il tradimento. 
Ella si calmò pensando al marito: Pierre non era un uomo qualunque,lui era sensibile,non dava retta alle donne,solamente con poche scambiava qualche parola,ognittanto delle donzelle gli chiedevano di scrivere dei sonetti per loro in cambio di denaro,e lui accettava,ma nulla di più. Aveva sempre avuto un atteggiamento abbastanza distaccato verso le donne,e questo tranquillizzò la Fleur-de-lys. La fanciulla lasciò le poesie sul tavolo accanto alla poltrona,dopo di che andò a sdraiarsi sul letto,accanto al marito,il quale dormiva così profondamente da non accorgersi della mano della moglie che gli accarezzava i lunghi capelli neri.
"No...tu non potresti mai tradirmi" pensò Fleur-de-lys,e si addormentò dolcemente tra le braccia del marito.

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Capitolo 8
*** 8.Inquiétude ***


 
Capitolo 8

Inquiétude
 
La sera dell'anniversario,il giovane poeta portò la sua giovane moglie a fare una passeggiata romantica lungo la Senna sotto il chiaro di luna,come le aveva promesso.
Passeggiavano mano nella mano e a passo lento,completamente soli. Ad un tratto,Fleur-de-lys si fermò ad ammirare il riflesso della luna sull'acqua limpida del fiume.
Pensava che il marito da un momento all'altro l'avrebbe baciata,sfiorata,o comunque mostrato un segno d'affetto. Invece Pierre restava immobile,seduto su una panchina,con lo sguardo distratto,perso nel vuoto. Fleur-de-lys si sedette accanto a lui,preoccupata.
<< Pierre,tesoro,ti senti bene? >> gli chiese,dandogli un bacio sulla fronte. Pierre non rispose. Continuava a fissare l'acqua del fiume che scorreva velocemente,e con essa scorrevano anche i suoi pensieri,i quali Fleur-de-lys cercava sempre di percepire,senza riuscirci. Nonostante sapesse tutto del marito,della sua infanzia difficile a causa della mancanza dei genitori e tutto il resto,c'era una parte di lui che le rimaneva ignota,buia,impenetrabile. Notava spesso degli atteggiamenti di distacco dal marito nei suoi confronti,ma in quella circostanza quel silenzio,quella noncuranza di lei le dava un enorme fastidio,facendole provare emozioni indescrivibili,ma non affatto piacevoli. Stava cominciando a spazientirsi,quando d'improvviso sentì un rumore provenire dall'altra parte del lago. Il poeta abbandonò di colpo i suoi pensieri e cercò i suoi pensieri e cercò di capire quale fosse la causa di quel forte rumore.
<< Che cos'è stato? >> domandò Fleur-de-lys,preoccupata.
<< Non ne ho idea... >> rispose il poeta. 
Videro due figure avvicinarsi man mano,vicino ai cespugli poco lontano da loro.
<< Aspettami qui >> disse Pierre alzandosi dalla panchina. << Ma... >> la Fleur-de-lys non fece in tempo a cominciare la frase che il marito era già dietro i cespugli,origliando ciò che dicevano i due uomini. Uno dei due era anziano,portava un turbante,aveva una lunga barba nera e aveva in mano un bastone,mentre l'altro era giovane,aveva i capelli ricci e corti e teneva una capretta dalle corna d'oro sulle ginocchia. Entrambi gli uomini erano di carnagione scura,come può essere quella degli uomini provenienti dall'Oriente. In mezzo ai due uomini c'era una fanciulla,anch'essa dalla pelle ambrata,aveva gli occhi verdi e lunghi capelli neri ornati da monete d'oro. 
Il poeta trattenne il fiato. Sentì come un nodo in gola. ''Non è possibile...non può essere...'' pensò. 
Rimase ad osservare attentamente la fanciulla. Ad un tratto vide una bambina dagli occhi azzurri,i capelli lunghi e ricci scuri come la sua carnagione. La bambina andò a sedersi in braccio alla giovane donna,la quale si mise tra le braccia dell'uomo più giovane,mentre l'uomo più anziano narrava loro una storia,catturando l'attenzione della bambina,la quale poteva avere circa quattro anni. Pierre tornò a fissare i due giovani mentre si scambiavano carezze e sguardi amorevoli. A quella vista il poeta ebbe un affanno,provò un senso di rabbia e di gelosia. Non potendo più assistere a quella scena tornò da Fleur-de-lys,alla quale si illuminarono gli occhi alla vista del marito. 
<< Torniamo a casa... >> le disse freddamente il poeta.
<< Va bene,come vuoi... >> gli disse la moglie guardandolo esterrefatta. << Prima di andare,però,voglio assolutamente sapere perchè sei così turbato...mi sembri molto nervoso... >> 
<< Non è nulla,è per via della stanchezza... >> rispose lui.
Camminarono a lungo senza dirsi una parola,solo quando andarono a coricarsi Fleur-de-lys decise di stroncare quel silenzio imbarazzante. 
<< A proposito,tesoro...chi erano quei tipi che abbiamo incontrato lungo il fiume?Parlavano una lingua talmente strana... >> chiese la giovane al marito,tirandosi le coperte. 
<< Zingari >> rispose Pierre spegnendo la luce. I due coniugi passarono la notte senza sfiorarsi,Fleur-de-lys non dormì tra le braccia del marito come aveva sempre fatto,il che la preoccupava molto. Entrambi si addormentarono lasciando i loro tormenti nelle tenebre della notte.
____________________________________________________________
*_Nota dell'autrice_*

Ho scritto il 9° capitolo,il problema è che ce l'ho su un quaderno e di conseguenza tra compiti e vari impegni impiego molto tempo nel trascrivere tutto al computer ^^' comunque,posso anticiparvi che nel prossimo capitolo compariranno quattro personaggi di mia invenzione,di cui tre femminili e uno maschile,per il resto preferisco non dire altro,spero solo di riuscire a postarlo al più presto e che vi piacerà ^^  


Wishmastersissi

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Capitolo 9
*** 9.Senda ***


Capitolo 9
Senda

 
<< Senda!Senda, aspetta, non correre!...Raya, anche tu! >> gridò Moira a due bambine di origine gitana che si rincorrevano andando verso la Plâce de Grêve.
<< Fermatevi immediatamente! >> urlò, facendo voltare quasi la metà dei passanti.
<< Raya ,corri!>> gridò Senda all'amica, la quale correva senza più fiato dietro di lei.
<< N-non...ce la faccio...più >> disse Raya, ansante.
<< Allora tu resta qui...ci vediamo davanti alla Cattedrale! >>
<< Ma... Senda! >>
D'un tratto arrivò Moira, ansante anche lei. << La prossima volta vi metterò al guinzaglio, giuro! >> esclamò la ragazza. << Dov'è Senda? >>
<< Ehm...lei....lei è già davanti alla cattedrale, credo >> rispose timidamente la bambina.
<< Quella peste! È proprio come sua madre, vuole fare sempre di testa sua...oh,ma glielo dirò....glielo dirò a Esmeralda cosa mi fa passare! Non obbedisce mai, quella mostriciattola, accidenti a me che mi sono offerta di badare a lei!...per fortuna, Raya, tu sei una zingarella obbediente e tranquilla, altrimenti... >>
<< Non parlare così di Senda, è una mia amica!...e...e poi,non è così ribelle come dici...lei obbedisce a sua madre... >>
<< Si,a sua madre...ma non a me! Tra l'altro ,trascorre più tempo con me che con lei, dovrebbe degnarmi un po' di rispetto! >> esclamò Moira, accelerando il passo per la rabbia.
Moira Sedal era una zingara di ventitré anni orfana, con una sorellina di sei anni da accudire. Sua madre era morta tre anni prima, per via degli stenti e di una tisi che l'aveva spenta in una notte. Da allora, Moira dovette occuparsi dell'istruzione di Raya, sua sorella. Insegnava a lei e Senda, la figlia di Esmeralda, la sua migliore amica, nuovi passi di danze gitane come il flamenco da ballare nelle piazze e grazie ai quali potersi guadagnare da vivere.
Quella mattina Moira era più tesa del solito, poiché il giorno prima le due bambine non avevano provato abbastanza per l'esibizione, ed ella era convinta che si sarebbero dimenticate i passi non riuscendo, di conseguenza, a portare più di quattro franchi a casa.
Intanto che Raya e Moira si avviavano verso la Plâce de Grêve, Senda se ne stava nei pressi della Cattedrale di Notre-Dame, ammirando le vetrate colorate e i rosoni, quando d'un tratto sentì qualcosa dietro di sé. Si voltò e vide che non era altro che Djali, una capretta dalle corna e le zampe dorate.
<< Djali, non puoi stare qui! Oh,ecco!... >> all’improvviso le si avvicinò un prete; << bambina,non è permesso far entrare animali qui in Chiesa…una capra,poi! Il simbolo del demonio!...esci immediatamente! >> e la cacciò con un gesto della mano.
-Mi…mi dispiace…non sono stata io a farla entrare…
-Fuori, zingara!
La bambina corse via spaventata, non poteva credere che un prete potesse comportarsi così scortesemente. Quest’ultimo,dopo essere venuto a conoscenza di ciò che era successo al suo collega e predecessore Claude Frollo, si teneva lungi dall’incrociare zingare di qualsiasi età e animali che fossero muniti di corna. La bambina, dal canto suo, si mise a sbriciolare un pezzo di pane trovato a terra, così dando da mangiare ai molteplici piccioni che circondavano il Sagrato. Venne circondata da un forte e particolare senso di quiete, si beava del calore e della luce del sole che faceva brillare i suoi capelli neri e gli innumerevoli bracciali dorati che indossava.
Immaginava di poter diventare libera come quei piccioni, un giorno…avrebbe voluto volare via da Parigi, via dalla Corte dei Miracoli, via da tutte quelle zingare che le facevano moine semplicemente perché era la figlia della bella Esmeralda, la regina della Corte…non avrebbe più dovuto sopportare le urla, i rimproveri e le lezioni di danza di Moira. O meglio, se c’era una cosa che amava di più al mondo, oltre a viaggiare con la fantasia, era danzare. Aveva ereditato il talento e la bellezza di sua madre, era solare, gentile e altruista come lei. Sarebbe volata via, in Spagna, in Andalusia, verso l’Italia, avrebbe danzato nelle più belle piazze del paese…si, avrebbe danzato ogni volta che ne sentiva il bisogno, e dove desiderava, avrebbe potuto finalmente danzare seguendo il suo istinto, creando dei suoi passi man mano, avrebbe ballato come aveva sempre desiderato, cosa che Moira non le permetteva dato che reputava i suoi passi di danza infantili e poco zingareschi, di fatto si limitava ad inculcare a lei e Raya la sua passione per il flamenco, che era la sua specialità, ma senza successo, eccetto per Raya che cercava in ogni modo di fare tutto ciò che diceva o faceva sua sorella, la quale a dir poco idolatrava. Senda non aveva sorelle o fratelli da adorare, a stento riusciva a trascorrere del tempo con sua madre, poiché era sempre in piazza a danzare per raccimolare qualche soldo o era impegnata con tutto ciò che riguardava la Corte dei Miracoli. Per non parlare di suo padre, Joaquin Martinez, che non la calcolava quasi minimamente, era poco più giovane di Esmeralda, ma trovava sempre un pretesto per non occuparsi della bambina. Preferiva sbevazzare con i suoi amici di malaffare, o stare in compagnia di altre donne…tutto ciò Senda lo sapeva, spesso scopriva cose che accadevano alla Corte ma che nessuno neanche si sognava. Lei, tuttavia, faceva finta di nulla e cercava di dimenticare tutto inventando nuovi passi di danza e viaggiando con la mente.
 
 
 
 
 
 
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*Note dell'autrice*
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto,tutti i personaggi,eccetto quelli citati come Esmeralda e Claude Frollo naturalmente,sono di mia invenzione.Per alcuni nomi mi sono ispirata al carattere dei personaggi,ad esempio Senda in spagnolo significa "sentiero",il che riporta al fatto che lei vorrebbe decidere da sola la sua strada,anche se è ancora molto piccola,e volare via da Parigi.Raya,invece,significa "confine",che è una specie di riferimento al fatto che lei,rispetto a Senda,è una bambina molto più chiusa,che preferisce idolatrare e comportarsi come sua sorella Moira invece di pensare di testa sua e volare via come Senda.
Il cognome Sedal,infine,vuol dire "lenza",come parola spagnola mi ispirava,poi mi sono ricordata di quella volta che una ragazza mi ha detto "sei proprio una lenza tu",nel senso di essere dei furbacchioni o di saperla lunga,il che mi ispirava per
Moira xD.
Accetto qualsiasi tipo di recensione,anche negativa intendo,mi sono iscritta qui su EFP  anche per imparare,quindi anche le critiche negative mi servono (senza offendere,possibilmente xD)
Baci,

Wishmastersissi
 

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Capitolo 10
*** 10.Une nouvelle connaissance ***


Capitolo 10
Une nouvelle connaissance
 

Mentre Senda giocava beatamente con i piccioni e la sua Djali,si accorse di qualcuno dietro di lei. Si voltò e vide che era un ragazzo dai lunghi capelli neri che gli ricadevano sulle spalle, dagli abiti modesti, seppur non aveva affatto l’impressione d’esser un poveraccio,anzi,era abbastanza in carne. Notò che aveva in mano dei fogli, che rileggeva continuamente con una certa cura. Senda seguì con lo sguardo gli occhi del giovine: erano di un colore intenso, così come il bagliore che emanavano alla luce del sole. Senda non aveva mai visto degli occhi così, erano benevoli, dolci…ma allo stesso tempo avidi e attenti ad ogni dettaglio, e in quel momento erano concentrati sul catturare tutto ciò che fosse scritto su quei fogli che rigirava di continuo tra le mani -eleganti e affusolate anche se con qualche callo - fino all’ultima macchia d’inchiostro. “Cosa ci sarà mai scritto su quei fogli?” si chiese la bambina con uno sguardo curioso tipico della sua età. Il giovane, dal canto suo,si era sentito pesantemente osservato e aveva leggermente inclinato il capo al fine di scorgere la figura del suo indiscreto osservatore. Alla vista di quella bimba minuta che poteva avere al massimo sei o sette anni rimase particolarmente stupito. Le rivolse un sorriso e Senda trovò che quello fosse probabilmente il sorriso più bello del mondo, i denti del ragazzo erano di un bianco che contrastava con il nero dei capelli. Le fece cenno con la mano di avvicinarsi, e a quel punto il cuore della piccolina per poco non le salì in gola, le sue guance si fecero d’un tratto rosse come gli abitini che indossava. Quell’immagine di timidezza mista a curiosità e rossore toccò il cuore del giovane che non potette più resistere e finalmente proferì parola: << Avvicinati pure, piccola >> . Naturalmente anche quella voce così calda e amichevole ebbe un notevole effetto sulla piccola Senda, che d’improvviso ebbe come un freno tenendo a mente il fatto che avesse dinanzi uno sconosciuto che per giunta voleva attirarla a sé. “Mamma mi ripete sempre di non avvicinarmi alle persone che non conosco – pensò – ma questo ragazzo ha un’aria così dolce e alla mano… “ esitò qualche altro minuto, ma alla fine quella sua voglia di conoscere che caratterizzava la sua indole l’ebbe vinta. Si avvicinò con passo deciso al ragazzo che, intanto, aveva continuato a ricontrollare i suoi fogli. Senda si schiarì lievemente la voce,in modo da attirare l’attenzione del giovane, che rivolse nuovamente la sua attenzione alla bambina.                                                                                                                                                  

-Buongiorno - le disse.
-Salve – rispose Senda.
-Ho notato che mi stavi fissando…ti interessano le mie poesie ,per caso, bambina?
-I-io…no…cioè…stavo solo…
-Va bene, non preoccuparti…è che ultimamente nessuno è interessato a leggere, e tantomeno ad acquistare la mia arte…oh, ma che maleducato, non mi sono ancora presentato: Il mio nome è Pierre Gringoire, scrivo poesie e tragedie teatrali…e voi, come vi chiamate, madamigella?
“Madamigella” ,pensò Senda. “Nessuno mi aveva mai chiamata così prima di adesso…”
-Il mio nome è Senda, signore, sono una ballerina.
Il poeta scrutò attentamente la bambina da sotto in su; ammirò il suo portamento semplice ,affatto ricco, se non per qualche braccialetto dorato e delle monetine d’oro sparse qua e là sugli abiti e tra i capelli. Indossava un vestitino rosso, con un piccolo scialle marrone adornato anch’esso da delle monetine appese da dei lacci,ed un foulard nero avvolto alla gonna dell’abito.
“Dev’essere sicuramente una zingara” pensò Pierre.
-Ti esibisci qui,davanti alla cattedrale,piccolina? – domandò.
- Si,signore…mi esibisco qui di fronte con una mia amica e sua sorella…balliamo delle danze andaluse,ma soprattutto il flamenco. So ballarlo abbastanza bene,ma lo detesto…preferisco inventare da me i passi,è anche un modo per far capire alla gente che mi vede danzare ciò che sono…non so se voi mi capite,signore…
-Vi capisco perfettamente – disse il poeta con tono sicuro.
-Quindi…penso che per voi non poter scrivere ciò che volete o ciò che siete,sia come il fatto che io non possa ballare….
-Non capisco cosa intendiate dire,piccola – disse Gringoire,stavolta con un tono che aveva un non so che di premuroso.
-Intendo…oh beh,ve lo dico e basta: vedete,Moira,la sorella dell’amica con cui mi esibisco,Raya…beh,lei non ci lascia danzare come vogliamo perché…. – e qui la voce della bambina si fece alquanto desolata ed impercettibile – …perché pensa che i nostri passi siano troppo infantili e non adatti a delle zingare – finì Senda,tutto d’un fiato.
-Ah si…beh…ehm…capisco – disse Pierre,che in realtà di quel discorso aveva compreso poco e niente.
A quel punto Senda si sentì chiamare: era Moira,insieme ad Esmeralda,sua madre.
<< Senda,muoviti,stiamo per cominciare! >> urlò Moira,la quale,per l’appunto,secondo Senda più che urlare sbraitava proprio come un cane educato solamente al solo scopo di fare la guardia e cacciare,il che si addiceva a Moira per quanto riguardava il flamenco, giacché pareva non pensare ad altro dal mattino fino a quando andava a coricarsi.
<< Tesoro,muoviti,o faremo tardi per l’esibizione! >> quella voce non fu nuova per le orecchie del nostro poeta,che ebbe un sussulto. 
<< Arrivo subito,mamma!...arrivederci,signore! >> e corse via raggiungendo Esmeralda e Moira,lasciando il povero Gringoire sbigottito e alquanto stordito dalla parlantina della zingarella e da quella voce a dir poco familiare. Volse lo sguardo verso le tre figure che si incamminavano verso l’altro lato della piazza,ma il sole accecante gli impedì di scorgere i volti delle due donne. Eppure quella voce l’aveva già sentita…ma non riusciva a immaginare di chi fosse. Restò con questo dubbio per quasi due ore,dato che era solito fermarsi sullo stesso pensiero per molto tempo,dopo di che si incamminò verso casa,dove l’attendeva la sua consorte Fleur-des-Lys.



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*___Nota dell'autrice___*

Ho finalmente postato questo capitolo,anche se forse non mi convince del tutto,tra l'altro le idee mi vengono man mano che scrivo,infatti alcune cose non erano programmate,in pratica tenevo bene a mente la scena e scrivevo ciò che immaginavo,alla fine mi sono ritrovata un particolare che non avevo previsto di inserire nel corso della storia,dato che il resto della fanfiction ce l'ho già in mente da tempo :) mi piacerebbe leggere i vostri pareri,magari quale dei personaggi di mia invenzione comparsi finora preferite,o altro ^^ il prossimo capitolo lo scriverò direttamente al computer così non dovrò impiegare cent'anni nel trascriverlo,di conseguenza posterò appena terminato xD
Un abbraccio,

Wishmastersissi

 

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