Roulette

di Lau_McKagan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***
Capitolo 35: *** 35 ***
Capitolo 36: *** 36 ***
Capitolo 37: *** 37 ***
Capitolo 38: *** 38 ***
Capitolo 39: *** 39 ***
Capitolo 40: *** 40 ***
Capitolo 41: *** 41 ***
Capitolo 42: *** 42 ***
Capitolo 43: *** 43 ***
Capitolo 44: *** 44 ***
Capitolo 45: *** 45 ***
Capitolo 46: *** 46 ***
Capitolo 47: *** 47 ***
Capitolo 48: *** 48 ***
Capitolo 49: *** 49 ***
Capitolo 50: *** 50 ***
Capitolo 51: *** 51 ***
Capitolo 52: *** 52 ***
Capitolo 53: *** 53 ***
Capitolo 54: *** 54 ***
Capitolo 55: *** 55 ***
Capitolo 56: *** 56 ***
Capitolo 57: *** 57 ***
Capitolo 58: *** 58 ***
Capitolo 59: *** 59 ***
Capitolo 60: *** 60 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Cominciò tutto quel caldo pomeriggio estivo. Se ne stava sdraiato sul divano di quell'appartamento alla periferia di Los Angeles che avevano affittato da poco. Per stare tutti insieme, di nuovo, come all'inizio. La differenza è che ora avevano qualche soldo più in tasca che buttavano via in droga, alcool e puttane, e che erano discretamente famosi. Più di prima almeno. Avevano avuto parecchie serate dopo il contratto con la Geffen, una vera manna dal cielo. E già si parlava di un album. Avevano ancora molta strada da fare, ma già si sentivano grandi e potenti. In realtà non immaginavano nemmeno che quello era solo l'inizio della fine, ma questa è un'altra storia.
Il biondo sorseggiava una lattina di birra ghiacciata guardando stancamente la TV. Era il suo turno per fare le pulizie, gli altri si erano così defilati lasciandolo solo ai suoi doveri. Come se non sapessero che al loro ritorno avrebbero trovato tutto esattamente come prima, lui compreso svaccato sul divano. Era sempre così, cambiava la persona designata, ma non il risultato. Era solo grazie a qualche ragazza di turno che non si trovavano immersi nella spazzatura, qualche volenterosa che in cambio di un po' di divertimento, veniva convinta a far loro anche da colf. Fin quando si stufava e allora si riprendeva da capo. Avrebbero potuto permettersi una vera governante se solo avessero gestito in maniera più saggia il loro denaro, invece di buttarlo. Ammesso che si trovasse una brava e paziente donna disposta a sopportarli, ovviamente. Ma in fondo a loro andava bene così.
Sbuffò quando sentì il campanello suonare ripetutamente. Sperò che non fosse di nuovo la vicina, tornata all'attacco con una delle sue lametele "Che abbiamo fatto questa volta?!" urlò alzandosi controvoglia e trascinandosi fino all'uscio "Senta, di qualiasi cosa si tratti, non siamo stati noi!" disse aprendo. Spalancò gli occhi per lo stupore di fronte alla persona che stava li in piedi con il sorriso sulle labbra. Aprì la bocca in una muta esclamazione. Era cresciuta dall'ultima volta che l'aveva vista. Eppure era lei, non poteva essere che lei, nonostante non avesse più gli occhiali e l'apparecchio per i denti. Gli stessi occhi scuri, le stesse labbra rosee e delineate, lo stesso naso sottile leggermente all'insù, li stessi capelli castani ondulati, forse un po' più lunghi e... non aveva la frangia una volta?


***
Bando alle presentazioni che ormai credo siano inutili :D
Rieccomi! Lo so, dovrei finire Walk, ma come resistere quando l'ispirazione ti solletica proprio nel cuore della notte?
Ad ogni modo, non so cosa ne verrà fuori, come sempre mi immagino parte della storia ma mai il finale! Per cui non garantisco nulla. Vi basti sapere che questa storia sarà un po' diversa dalle altre, in fatto di relazioni intendo.
Ma non aggiungo altro. Se vi va di scoprire come andrà avanti leggete!
E perdonatemi i capitoli brevi.
Con tutto l'affetto che una scrittrice può provare per i propri lettori (come sono romantica *-*)
Lau

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Capitolo 2
*** 2 ***


"Hey Mckagan! Yuhuuuuu! Ci sei?!" scherzò la giovane sventolandogli la mano di fronte al viso.
Il ragazzo sbattè le palpebre "C... Cloe?!"
"Mi fa piacere vedere che ti ricordi ancora il mio nome!"
"Ma... certo, certo che mi ricordo! Cloe!!! Accidenti... Dio ma... dove sono finiti gli occhiali?! E l'apparecchio?!"
"Scusa, mi presento da te dopo tre anni e tutto quello che sai dire è... dove sono finiti occhiali e apparecchio?!"
"Bè ecco io... che cazzo ci fai tu qui?! E... cosa sono quelle???" urlò indicando dietro di lei dei borsoni che avevano tutta l'aria di essere bagagli.
Alzò le spalle sorridendo tirata "Mi fai entrare?"
"Si... scusa" spalancò la porta permettendole l'ingresso.
Cloe si guardò in giro sorpresa. Era davvero un appartamento carino... anche se un po' disordinato, un po' tanto disordinato "Wow! Ti sei sistemato bene!"
"Non mi hai risposto"
"Lenti a contatto... e l'apparecchio non lo si tiene mica tutta la vita, l'ho tolto poco dopo che te ne sei andato"
"Non intendevo quello!"
"Ahhh... ecco... me ne sono andata, sai..." rispose facendosi con nonchalance la coda ai lunghi capelli.
"COSA?!?!" urlò in preda al panico. Non poteva credere che fosse scappata di casa!
"Hey respira! Non in quel senso ok?! Mamma lo sa! Ed è felice... più o meno... dai non fare quella faccia, te ne sei andato anche tu, no?"
"E' diverso!"
"Ma tu dovresti capirmi! Quel posto mi stava stretto, mi sembrava di soffocare! Non sopportavo più nessuno, non si può nemmeno baciare un ragazzo che in un attimo lo sa tutto il quartiere!"
"E da quando tu baci i ragazzi?!"
"A parte te?" rispose lasciandolo di stucco.
Aveva dimenticato quell'episodio di tanti anni prima. Lei aveva la sua età, erano cresciuti insieme ed era un vero maschiaccio, tanto che finiva sempre nei guai insieme a lui e agli altri ragazzi. Tutti loro la vedevano come un'amica... lui compreso. Ma quando la vide piangere perchè soffriva del fatto di sentirsi diversa dalle altre ragazze, quando la sentì lamentarsi del fatto che tutte alla sua età avevano baciato qualcuno, tranne lei... non resistette, e la baciò. Quella volta, la volta dopo... poi lui se ne era andato, e tutto finì. Se la ricordava il giorno della sua partenza. Non aveva pianto, ma aveva un muso lungo come non se ne erano mai visti. Di sicuro aveva pianto di nascosto, lontano da lui... sapeva quanto male ci era stata.
"Non cambiare discorso!"
"Ok... comunque ora sono qui e non me ne vado Michael" Michael... solo sua madre ormai lo chiamava in quel modo "o dovrei dire Duff?"
"Chi te l'ha detto?"
"Pare che qui nessuno conosca Michael Mckagan... 'l'unico McKgagan che conosco si chiama Duff, è uno spilungone ossignato che suona il basso in un band' così mi ha risposto quello del negozio di musica qua vicino"
"Ah si, Fred... e non sono ossigenato! Comunque ormai è quello il mio nome"
"Io preferisco Michael... e sei decisamente ossigenato" disse sorridendo "stai bene" allungò una mano toccando i lunghi capelli biondi del ragazzo. R
imasero in silenzio per qualche istante poi lei abbassò lo sguardo, quasi imbarazzata "Non mi hai ancora salutata come si deve sai?"
"Come?"
"Tu non... non mi abbracci nemmeno?" chiese timidamente.
Che sciocco... era rimasto così sorpreso da quella visita improvvisa che non si era nemmeno preoccupato di salutarla a dovere... si sciolse in un sorriso, quel sorriso che a Cloe era mancato tanto, e annullando con un passo la distanza che lo separava da lei, la avvolse nel suo abbraccio forte e sicuro. Si, le era mancata... odorava di dolce, e di vecchi tempi passati insieme. Lei si strinse a lui affondando il viso nel suo petto. Aveva sognato spesso quel momento. E ora finalmente era reale.
Si staccarono dopo un po', Duff guardò di nuovo quel viso conosciuto e sorrise "Allora Cloe, che intenzioni hai?" le domandò prendendola per mano e accompagnandola sul divano.
Si morse il labbro... in verità non aveva una risposta a quella domanda "Bè... troverò un lavoro!" disse la cosa che le sembrava più logica.
"Non è facile trovare un lavoro da queste parti"
"Io lo troverò"
"Non ne dubito... e nel frattempo dove pensi di stare?"
Colpita e affondata... a quello non aveva proprio pensato "Ecco... io veramente..."
Duff rise scuotendo la testa "Non sei cambiata vedo... sei sempre la solita, quando ti metti in testa una cosa la fai e basta, senza pensare a cosa, come o perchè..." lei abbassò di nuovo lo sguardo torturandosi il labbro inferiore. Era partita così entusiasta per quell'avventura in una nuova città. Era andata li perchè sapeva che ci avrebbe trovato lui... ed ora proprio lui l'aveva smontata alla grande. A Duff non passò inosservato quell'improvviso mutismo. Sospirò abbassando la testa di lato fino a guardarle il volto leggermente addombrato "Non piantarmi il muso adesso"
"Non ho il muso!"
"Si invece... senti, rimarrai con me, ok?"
"Qui?!" rispose alzando la testa all'improvviso.
"Certo... non ho altre case"
"Davvero? Posso?!"
"Si... guarda che non vivo da solo, ci sono anche i miei amici quindi... hey!" non fece in tempo a finire la frase che se la ritrovò addosso, mentre stretta al suo collo lo ringraziava in tutte le lingue che conosceva.
"Troverò un lavoro, pagherò la mia parte, mi renderò utile in casa, lo giuro! Grazie Michael! Grazie! Grazie! Grazie!"
Duff rise, stringendola di nuovo a sè "Non posso certo lasciarti per strada!"
"Ovvio che non puoi!" si staccò, guardandolo e sorridendogli
"Michael McKagan non lascerebbe mai una fanciulla nei guai, vero?"
Duff inarcò appena le labbra scompigliandosi la folta chioma
"Bè che vuoi farci... siete il mio punto debole!"

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Capitolo 3
*** 3 ***


Si voltarono verso la porta staccandosi quando la sentirono aprirsi...
"Ah cazzo Duff, non hai fatto niente!"
"Come da copione... niente di nuovo"
"La prossima settimana è il tuo turno Adler"
"Cosa?! Fottiti Rose, io ho già dato!"
"Ma quando mai..." il rosso che aveva appena parlato si bloccò insieme a tutti gli altri quando si accorsero di lei. La squadrò per bene, era carina "Scusaci Duff, non sapevamo fossi in dolce compagnia" ghignò "spero di non aver interrotto nulla..." era un ragazzo dal viso pallido e delicato, come quello di Duff. I liscissimi capelli vermigli gli ricadevonano sciolti sulle spalle, indossava dei jeans strappati sopra agli stivali da cowboy e una camicia a quadrettoni rossa da boscaiolo. Ma la cosa che di più la colpì erano quei due occhi verdi e profondi che in quel momento la stavano fissando quasi a volerle leggere dentro.
"Woooo fai un po' vedere! Fiuuuuuuuuuu!
" fischiò un ragazzo dai capelli ricci "Bravo Duff! Anche se non hai pulito un cazzo sei perdonato!"
"La finite di farmi la radiografia?!" sbottò Cloe scocciata da quell'interruzione stringendosi le braccia attorno al petto.
"Loro sono gli amici di cui ti parlavo... i miei compagni di band. Ragazzi lei è Cloe, una mia vecchia amica di Seattle e... si fermerà un po' da noi" si affrettò ad aggiungere titubante.
"Da noi... intendi qui?!"
"Si Steven"
"Bene!" urlò il riccio "Io ho il letto più grande e più comodo, quindi... starai da me!"
"Non ti conviene Cloe, a Slash puzzano i piedi! Io sono discretissimo, vedrai che nemmeno ti accorgerai della mia presenza"

"Adler ti ammazzo! E poi con tutti quei peli la soffocherai!"
"I miei peli Slash, fanno faville!"
Cloe fissava i due passando lo sguardo da uno all'altro mentre erano intenti in quell'assurdo battibecco. Poi si voltò verso il rosso e un'altro ragazzo moro taciturno, che stava lì a guardare il tutto sorridendo con le braccia conserte.
"Hey smettetela!
" li interruppe Duff "Le cedo la mia stanza ok? Io starò sul divano... quindi non vi ammazzate!"
"Da me c'è un letto in più" si affrettò a dire il rosso "puoi stare li Duff"
"Ah si... hemmm... grazie Axl, allora siamo d'accordo"
"Grazie, non disturberò, promesso! Sarò l'inquilina più discreta che abbiate mai avuto!"

"Si? Lo spero, non mi piace avere estranei per casa" Duff fulminò Axl con lo sguardo "e visto che starai qui a scrocco, almeno renditi utile"
"Non è qui per farci da cameriera Axl!"
"Guardate che mi troverò presto un lavoro, contribuirò alle spese! Non ho mai pensato di stare qui a scrocco se è questo il tuo problema!" ribattè Cloe risentita per quell'immotivata ostilità che quel tale Axl le stava dimostrando.
"Allora vedi di farlo in fretta!"
"Hey la vuoi finire Axl?! Pagherò io la sua parte di affitto finchè non avrà un lavoro ok?! Smettila adesso!"
Lo sguardo che il rosso gli lanciò era affilato e tagliente come una lama "Davvero cavalleresco McKagan..." disse prima di voltare le spalle e andarsene dalla stanza.
Duff si alzò scocciato guardando gli altri tre rimasti immobili nella stanza "Bè presentatevi da soli e aiutatela con la sua roba... io torno subito"
Izzy che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad osservare attentamente il tutto, gli afferrrò il braccio facendolo voltare "Lascialo perdere Duff... lo sai com'è..." cercò di calmarlo, come sempre. Izzy, il migliore amico, il fratello... lui che sapeva tutto, lui che cercava sempre di tenerli uniti, nonostante tutto.
Annuì liberandosi dalla sua morsa e raggiunse Axl. Se ne stava in cucina, alla finestra, guardando perso chissà dove mentre sorseggiava una lattina di Diet Coke. Si accorse subito della sua presenza "Non farmi la predica" lo freddò senza nemmeno voltarsi.
"Perchè ti comporti così adesso? Che cazzo ti prende?!"
Si voltò, e quando si trovò quegli occhi puntati addosso, il biondo sentì un brivido scorrergli lungo il corpo "L'ho già detto... non mi piace avere estranei in giro per casa"
"Lei non è un'estranea... e questa è anche casa mia"
"Oh lo so... tranquillo, sarò un angioletto... Michael" incurvò le labbra in un sorriso sghembo battendogli una mano sulla spalla e tornando in salotto dove gli altri stavano facendo di tutto pur di mostrarsi belli e forti agli occhi della nuova arrivata.
Duff si tirò indietro i capelli sbuffando... nonostante fosse davvero felice di averla incontrata dopo tutti quegli anni, sperò con tutto sè stesso che l'arrivo di Cloe non portasse problemi. Ne avevano già tanti di casini tra droga, alcool e tutto il resto.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Era in quella casa da quasi una settimana ormai, e Axl si faceva vedere pochissimo. Quelle rare volte che lo incrociava a mala pena la salutava... Cloe si chiedeva spesso il motivo di quel comportamento, ma ogni volta che cercava di accennare a Duff la cosa, il biondo la liquidava semplicemente con un 'non fare troppo caso a lui, è fatto così'.
Era appena rientrata tenendo in mano le buste della spesa e fischiettando spensierata una canzonetta dei Beatles quando uno Slash in mutande le saltò praticamente addosso "CLOEEEE!!!"
La ragazza sobbalzò per lo spavento di quella improvvisata, lasciando cadere le buste a terra "Slash! Accidenti!"
"Non ti ho mica spaventata vero?"
"Noooo figurati!" rispose ironica inginocchiandosi per raccogliere la spesa "Scusa potresti metterti un paio di pantaloni?!" borbottò imbarazzata evitando di guardare il ragazzo.
"Smettila... so che ti piaccio..." disse avvicinandosi a lei... troppo.
Cloe si staccò alzandosi in piedi e correndo verso la cucina "Sognatelo!"
"Maddai!" protestò Slash raggiungendola e sedendosi al tavolo guardandola mentre metteva via ciò che aveva comprato "Hai fatto la spesa?"
"Si... c'è l'eco nel frigorifero"
"Allora hai trovato un lavoro!"
"Non ancora"
"E allora come hai fatto a fare la spesa?"
Si voltò sospirando, esasperata da tutte quelle domande "Qualche soldo da parte ce l'ho sai? Ma cosa sono tutte queste domande?!"
"Era tanto per parlare, mi annoio!"
"E non hai altro da fare?!"
"No..."
Sbuffò voltandosi e continuando a mettere a posto.
"Buongiornoooo!" urlò la squillante voce di Steven entrando nella stanza.
"Ciao Steven"
"Cloe ci ha fatto la spesa" lo informò Slash.
"Uhhh davvero?! Ma guarda! Hai preso i Cheerios! Sono i miei preferiti!" urlò esaltato afferrando la scatola di cereali che aveva intravisto in una busta "E ci sono anche le figurine dentro!"
"Cosa?!" Slash glie la rubò dalle mani cercando di aprirla "Me ne mancano pochissime!"
"Smettila, hey! ridammela!"
"No!"
Cloe allibita fissava i due bisticciare come due bambini... le venne da ridere, erano teneri però, anche se talvolta la portavano davvero all'esasperazione tanto le stavano addosso "Smettetela bambini!" li canzonò "Vado a farmi una doccia, ok? non combinate casini!"
"Si mammina!" Slash si voltò seguendola con lo sguardo mentre si allontanava da loro di spalle "Uhhhh... ma Duff dove ce la teneva nascosta questa bomba?!"
"Già... è un vero schianto la piccola! E molla queste figurine!" ribattè Steven strappando dalle mani del riccio il pacchettino e sorridendo trionfante.

Si gettò sotto l'acqua calda della doccia. Sentire il getto sulla sua pelle era davvero rilassante. Le piaceva godersi quei momenti per sè... l'odore del sapone, il vapore, il tepore dell'acqua... inspirò profondamente sciogliendo i muscoli tesi delle spalle. Aveva cercato un lavoro per tutto il giorno senza cavarne un gran che. Tutti lavori assurdi e sottopagati. Si disse che l'indomani avrebbe avuto più fortuna, o almeno così sperava. Non voleva pesare sulle spalle di Duff, e soprattutto, non voleva dare modo al rosso di rinfacciargli il fatto di essere loro ospite. Non l'avrebbe sopportato! Era immersa in questi pensieri tanto che nemmeno si accorse che la porta si era aperta e qualcuno era entrato nella stanza...
"Vuoi che ti lavo la schiena?!" la sorprese una voce.
Si voltò urlando e carcando di coprirsi come poteva quando si trovò di fronte il sorridente viso di Steven che spuntava dalla tendina "STEEEEVE VATTENE!!!" urlò lanciandogli dietro la saponetta, la prima cosa che le era capitata tra le mani.
"No! Dai! Aio!"
"VIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!"
"Ma tu hai detto 'vado a farmi una doccia'!"
"E allora?!"
"Non era un invito?!"
"No!"
"E allora la prossima volta non dircelo nemmeno!"
"Che... COSA?!?! ESCI SUBITO!!!"
"Ok! Ok me ne vado, ma non urlare!!!"
"VATTENEEEEEEEEEE!!!" stava per tirargli addoso anche la spazzola quando finalmente il ragazzo si arrese richiudendo la porta e borbottando qualcosa tra se "Ma cazzo!" sbuffò "Mi devo ricordare di chiudere sempre la porta a chiave accidenti!"

Si asciugò e si rivestì, stanca e scocciata di quei continui 'attacchi' da parte dei ragazzi.
Era appena uscita sul balcone a respirare un po' d'aria prima della cena quando qualcun'altro alle sue spalle la sorprese. Senza dire nulla, salutandola solo con un sorriso, Izzy le si mise accanto tirando fuori una sigaretta da un pacchetto malconcio che teneva nei jeans "Vuoi?"
"Non fumo... non sei venuto anche tu per... provarci, o robe del genere, vero?"
Il moro scosse la testa ghignando "Ti stanno facendo impazzire?"
"Un po'... non fraintendermi sono simpaticissimi, ma... bè insomma... mi stanno un po' addosso, non ci sono abituata"
"Bè con me puoi stare tranquilla, voglio solo fumarmi una sigaretta in pace"
"Ok" gli sorrise "Izzy..." gli chiese poi. Lui era il più taciturno e solitario di tutti. Le veniva difficile capirlo fino in fondo, ma nonostante ciò era quello con cui riusciva a parlare più facilmente "perchè Axl mi odia tanto?"
Quella domanda non lo sorprese più di tanto. Vide la sua bocca inarcarsi in un lieve sorriso prima di espirare una densa boccata di fumo "Cosa te lo fa pensare?"
"Bè... non si vede mai... e quando cè a mala pena mi saluta. Credo che mi stia evitando"
"Axl è un randagio, non..."
"Non farci troppo caso... si, si, ok... è quello che mi dice sempre anche Duff"
"Gli piace faro lo stronzo, ma non ti odia"
"Tutto qui? Fa lo stronzo perchè gli piace?! E basta?!"
Alzò le spalle "Esatto" tagliò corto.
"Sei uno di poche parole tu eh?" quelle risposte non la convincevano per nulla, ma prima o poi avrebbe scoperto il motivo di quell'ostilità, anche a costo di parlarne a quattrocchi con il diretto interessato "Vado a preparare la cena"

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Capitolo 5
*** 5 ***


Slash annusò l'aria col sorriso sulle labbra. Un profumino così buono in quella casa non lo si era mai sentito... entrò in cucina trovando Cloe indaffarata davanti ai fornelli. Non potè fare a meno di fissarle il fondoschiena tondo e sodo che involontariamente si muoveva in modo sinuoso.
La ragazza alzò gli occhi al cielo quando sentì le sue mani sui suoi fianchi... ormai non si spaventava nemmeno più a quegli assalti, conosceva il tocco del ragazzo a memoria "Slash tieni giù le mani!" lo ammonì brandendo un cucchiaio di legno in aria.
Ma il riccio dal sorriso sornione non aveva nessuna intenzione di staccarsi da lei "mmm... che profumino! E' la nostra cena?"
"Si... ma se mi stai addosso ancora un po', ti ritrovi sul balcone a leccare scatolette vuote!"
"Slash stacca quelle mani da quel corpo!"
"Michael!" strillò lei felice sfuggendo dalla stretta del moro per andare incontro al biondo e gettargli le braccia al collo.
"Ciao Cloe... che profumo!"
"Si ci ha preprato la cena... spaghetti, hamburger e... è insalata quella?! Wow... non mangiavo così da una vita" constatò Slash piuttosto felice di quella piacevole novità.
Cloe distolse lo sguardo da lui tornando a concentrarsi su Duff "Ma dove sei stato tutto il giorno? Qui non mi lasciano in pace un attimo, i tuoi amici sono terribili!"
"Io escluso ovviamente" sorrise Izzy entrando in quel momento "ciao amico" disse dando una pacca al biondo.
"Bè ho avuto un po' da fare, ho portato il basso a riparare e mi sono fatto un giro sul Sunset, c'è un negozio di dischi favoloso... in quanto a te Slash e a quell'altro depravato, vedete di mantenere le distanze!" guardò l'amico minaccioso che di tutta risposta assunse una fintissima aria innocente "E tu? novità per il lavoro?" chiese poi alla ragazza.
Scosse la testa "No..."
"Non ti preoccupare, non c'è fretta" la rassicurò sfiorandole l'angolo delle labbra con un bacio. In quel mentre la porta d'ingresso sbattè forte, e tutti si voltarono guardando il truce viso di Axl fare il suo ingresso senza nemmeno salutare nessuno. Duff seguì il rosso con lo sguardo mentre usciva sul balcone sparendo dalla sua vista "Ne ha sempre una..." boffonchiò tra sè "allora, si mangia?!"
"Si, è pronto! Tutti a tavola!"

Cloe aveva apparecchiato per tutti, il cibo era squisito e per la prima volta dopo tanto tempo i ragazzi si trovarono seduti insieme allo stesso tavolo, un tavolo ben apparecchiato con del cibo VERO nel piatto. Tutti, tranne uno "Avete chiamato Axl?" chiese timorosa fissando Izzy.
Il ragazzo alzò le spalle "Lascialo perdere" rispose ingurgitando un'enorme forchettata di spaghetti "Oh cazzo, sono spettacolari!"
"Sfono gfli spafetti pfiù bfuonfi che abbifia mai mangiafto!" sentenziò Steven a bocca piena.
Cloe sorrise ringraziando i ragazzi del complimento. Ma il fatto che Axl non si fosse nemmeno degnato di sedersi con loro, proprio non le andava giù "Scusate" disse alzandosi e raggiungendolo fuori.
Se ne stava appoggiato alla ringhiera, lo sguardo davanti a sè fisso su chissà cosa. Aveva un'aria triste, e dolce allo stesso tempo. Provò una strana sensazione a vederlo così... ma l'indignazione per quel suo comportamento era troppo forte "Guarda che ho cucinato anche per te, potresti almeno venire a mangiare con noi!"
Il ragazzo si accorse della sua presenza solo nel sentirla parlare. Non si voltò nemmeno. Gettò il mozzicone spento nel vuoto sotto di lui e ghignò "Non ti ho chiesto di cucinare per me mi pare" ribattè facendola irritare ancora di più.
"Potresti guardarmi mentre ti parlo?! Si può sapere cosa..." si zittì quando il ragazzo si voltò puntando i suoi occhi smeraldini su di lei. Per un attimo rimase senza parole. Non sapeva se più incantata o intimorita da quello sguardo gelido e nello stesso tempo profondo.
"Cosa vuoi sapere? Perchè mi comporto così? Te l'ho detto" disse avvicinandosi "non mi piace avere gente per casa" sibilò a pochi centimetri dal suo viso.
Cloe non riusciva a ribattere. Avrebbe solo voluto picchiarlo, ma lì per lì tutto quello che riuscì a fare fu voltarsi e andarsene, lasciandolo di nuovo solo. Axl allungò una mano per fermarla. Ma non lo fece. Abbassò lo sguardo e si voltò tornando a fissare il buio panorama di fronte a sè. Quando abbassò lo sguardo di sotto, vide una figura uscire di corsa dal palazzo... era lei. Dove se ne stava andando? Forse aveva esagerato, ma era più forte di lui. Non la odiava in verità anzi, quella ragazza poteva anche piacergli in effetti. Eppure non riusciva che a comportarsi da stronzo con lei.
"Fare incazzare la gente è una delle cose che ti riesce meglio, sai?"
Si voltò trovando Izzy appoggiato al muro dietro di lui intento a rollare quella che aveva tutta l'aria di essere una canna "Che vuoi Jeff?"
"Io? Proprio nulla... voglio solo farmi qualche tiro in santa pace dopo quest'ottima cena che Cloe ha cucinato per noi... gentile da parte sua, non credi?" lo punzecchiò.
"Nessuno glie l'ha chiesto"
"Ah Bill, Bill... ti conosco troppo bene... non mi freghi, ci puoi provare se vuoi, ma non mi freghi..."
"Cosa vuoi dire?"
"Qualcosa mi dice che sei geloso... geloso marcio amico mio. E se è così, ti consiglio di darti una regolata, per il tuo bene, e per quello di tutti... ma ovviamente fai come ti pare, tanto farai comunque di testa tua"
Axl strinse i pugni nervoso. Izzy era il suo più caro amico, un fratello. Ma quando iniziava a sparare le sue sentenze da vecchio saggio, non lo sopportava. Soprattutto se aveva ragione "Fatti i cazzi tuoi Jeff" sbottò risentito rientrando, non mancando di dargli una forte spallata mentre gli passava a fianco.


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Capitolo 6
*** 6 ***


"Ma guarda che stronzo..." borbottava tra sè mentre camminava velocemente per la strada buia, diretta nemmeno lei sapeva dove. Aveva solo voglia di uscire da quella casa. Non aveva detto nulla a nessuno, era tornata dentro e se ne era andata sotto gli sguardi alibiti dei presenti "Ma che cazzo vuole?! Che gli ho fatto?! Non mi pare di puzzare... e non ho malattie contagiose! E' uno stronzo, uno stronzo galattico e basta!" continuava ad inveire contro il rosso arrabbiata "E io che ho fatto? Me ne sono andata!!! Che stupida! Ora riderà di me! Avrei dovuto spaccargli la faccia! Ecco cosa avrei dovuto fare... ora scommetto che si starà facendo delle belle risate, penserà che sono solo una ragazzina fragile e piagnucolona... ma io non sono così, accidenti a lui! Lo odio!" si strinse le braccia attorno al corpo, scossa da un brivido provocato dall'aria fresca della sera. Tirò su con il naso, cercando di non farsi scappare nemmeno una lacrima per quell'ingiusto trattamento che Axl le riservava senza un'apparente motivo. Ma forse Izzy aveva ragione... lui si divertiva a fare lo stronzo e basta, ma non ce l'aveva davvero con lei, non la odiava. Come se le importasse poi.
Si fermò d'un tratto guardandosi in giro. Non conosceva la città tantomeno quella zona in cui si era ritrovata. Sbuffò voltandosi per vedere se riconoscesse qualcosa che potesse esserle di riferimento, ma nulla... si era persa "Ci mancava solo questa! Merda!" imprecò calciando una lattina vuota abbandonata a terra.
Tornò indietro incerta. Non le sembrava di essere passata per quella strada... ma assorta com'era non poteva esserne sicura. Di una cosa era certa però "Io quel posto non me lo ricordo proprio... con tutte quelle luci l'avrei notato, no?" si chiese osservando in fondo alla strada un locale illuminato con un discreto numero di persone fuori. Sembrava un Night Club o qualcosa del genere a giudicare dall'insegna a forma di pin-up "Ok Cloe... cerca di ricordarti, muoviti! Spremi le meningi!" si disse cercando di concentrarsi.
"Problemi ragazza?"
Sobbalzò quando quella voce la colse alle spalle. Due loschi individui avanzavano verso di lei con aria non certo rassicurante. Erano ubriachi a giudicare dall'andatura barcollante e dall'olezzo di alcool che raggiunse le sue narici quando le furono a breve distanza "Nessun problema" rispose ostentando una sicurezza che non aveva "Sto benissimo grazie! Ora se volete scusarmi..."
"Dove vai, vieni qui!" disse uno sei due afferrandole velocemente il braccio.
"Lasciami!"
"Su dai, non fare la ribelle, dammi un bacetto!" l'altro rideva tracannando la birra che teneva in mano.
"Metti giù le mani, lasciami subito!" Cloe cercò di liberarsi da quella stretta, ma era più forte di lei. Si trovò entrambe le braccia bloccate dall'uomo che cercava in tutti i modi di baciarla.
"Altrimenti cosa mi fai, eh bellezza?"
Non era forte come un uomo forse, ma di certo non era tipo da non regire di fronte ad una situazione come quella. Esere cresciuta tra i ragazzi le era pur servito a qualcosa... senza pensarci un secondo di più caricò la gamba e gli mollò una forte ginocchiata all'inguine. L'uomo si accasciò cadendo a terra urlante "Merda!!! Puttana, mi hai fatto male!" piagnucolava tenendosi strette con le mani le parti basse mentre il suo compare continuava  a ridere.
"La prossima volta quando una ragazza ti dice di lasciarla, ascoltala!" soddisfatta di se stessa si voltò allontanandosi dai due a passo svelto. Una ragazza in abiti succinti appoggiata al muro che la fissava sorridente attirò la sua attenzione. Cercò di evitarla, ma il suo sguardo era davvero insistente, e lei non era proprio in serata "Che c'è da guardare?!" sbottò stizzita.
La giovane rossa inspirò una generosa boccata di fumo dalla sigaretta che teneva in mano, e sorrise di nuovo "Nulla... ma mi è piaciuto quello che hai appena fatto a Joe"
"Lo conosci?!"
"Si... non è cattivo, solo che quando alza il gomito esagera un po'... gli ha dato una bella lezione, sono sicura che per un po' se ne starà buono" si avvicinò ancheggiando e le porse la mano "Mi chiamo Janine"
"Cloe"
"Bel nome... non sei di queste parti o sbaglio?" constatò osservandole i vestiti... era una bella ragazza, ma con quiei jeans, le AllStar e la t-shirt dubitava che fosse capitata lì per sua scelta.
"Credo di aver leggermente dimenticato la strada di casa" rispose imbarazzata.
Janine le sorrise gentile "Mai uscire di casa di notte e da sola da queste parti, specie se non ti sai orientare... dai vieni dentro, ti offro una birra e poi ti accompagno se ti ricordi almeno la via. Conosco questa città come le me tasche!"
"Davvero?"
"Certo!"
"Bè... grazie!"

Entrarono nel Club. Era pieno di gente, uomini per lo più, e donne belle e provocanti. Janine salutava tutti, sembrava conoscere ogni singola persona presente li dentro. Sul palco, sotto le note di Like a Virgin, una ragazza in topless ballava disinvolta. Uno Streep Club, come aveva sospettato. Si sedettero al bancone e la rossa ordinò due birre al barman con la quale sembrava essere piuttosto in confidenza "Lui è AJ... stavamo insieme fino al mese scorso ma poi è finita... incompatibilità di carattere! Ci frequentiamo ancora ogni tanto, sai, per farci un po' di compagnia"
"Accidenti... conosci proprio tutti qui dentro"
"Ovvio... ci lavoro! Allora, Cloe, che ci fai nella città degli angeli?"
Alzò le spalle "Diciamo che è molto meglio qui che dove stavo prima... cosa farò poi non lo so ancora, intanto dovrei trovare un lavoro, ma non è così facile"
"Già, è uno schifo! Gli unici lavori che propongono a ragazze come noi sono in quei squallidi fast food puzzolenti... ti ritrovi a  friggere patatine a a pulire cessi per pochi schifosi dollari all'ora! Dove stai?"
"Da degli amici... mi ospitano ma non mi piace starmene con le mani in mano, capisci..."
"Giusto! Nemmeno a me piacerebbe troppo fare la mantenuta, bisogna essere indipendenti!"
"Si, qualcosa del genere"
"Bè senti, ho una proposta da farti" le disse avvicinandosi di più a lei "Qui cercano sempre delle ragazze, potresti lavorare con me!"
Cloe si guardò in giro riluttante "Qui dici? Cosa dovrei fare?" chiese timorosa, pur sapendo già la risposta "La... cameriera magari?" ma sapeva che non era quello che Janine intendeva.
Difatti la ragazza scoppiò in un fragorosa risata "Tesoro stai scherzando?! Ti sei guardata in giro? Siamo in un Night Club, fare la cameriera è solo un ruolo di contorno!"
Abbassò lo sguardo sbuffando e tracannando l'ultimo sorso di birra "Si, l'ho capito... Janine sei molto gentile davvero... ma non lo so, io..."
"Guarda che non è così male come sembra... Cloe non siamo puttane" specificò "noi siamo... artiste! Non sei obbligata a far nulla che non ti senti di fare, non sei nemmeno costretta a spogliarti se non ti va! Balli, sculetti, fai un po' la scema tra i tavoli... ogni tanto qualcuno esagera e allunga le mani, ma il nostro buttafuori" allungò l'indice indicando un bel ragazzone di colore in abito scuro che a braccia conserte osservava attentamente la situazione "tiene sempre d'occhio tutti... e poi si guadagna bene"
Cloe si morse un labbro osservando la ragazza che sul palco stava concludendo il suo show "Quindi.... tutto ciò che dovrei fare è mettermi un costume..."
"Il meno coprente possibile e sexy!"
"Ballare e... basta? Cioè... posso anche evitare di... rimanere nuda come lei?!" alzò il tono di voce quando notò che la ragazza in questione era rimasta completamente nuda davanti a tutti.
"Ah lasciala perdere quella, è un'esibizionista! Te l'ho detto, farai solo quello che ti senti di fare! Tanto qui che rimani nuda o no sono tutti arrapati uguale... Cloe senti, dove lo trovi un posto che per poche ore a sera ti dà 50 dollari tondi tondi più le mance?!"
"Hai detto 50 dollari a sera?!"
"Hai capito bene!"
"Oh cazzo..."
"Capito? Puoi sempre provare, se poi non ti trovi continuarai la ricerca di un posto migliore, e in tal caso buona fortuna..."
"Ci dovrei pensare... ma..." in effetti non era poi così male come proposta. Si muoveva bene, e il pubblico non la spaventava. Era l'unica tra i suoi compagni di scuola che non si vergognava mai quando c'erano le recite scolastiche. Certo non era la stessa cosa... ma come aveva detto Janine poteva sempre provare "Ah ma si, al diavolo! Ok!"
"Sul serio?!"
"Si!"
"Ahhhhhhhhhhhh!!!" l'abbracciò saltellando "Sono proprio contenta tesoro! Ah dimenticavo... a volte si incontrano dei ragazzi niente male qui dentro!" ammiccò facendole l'occhiolino "Ora vieni, ti devo presentare al capo!"

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Capitolo 7
*** 7 ***


Rientrò a notte fonda. Janine conosceva davvero tutta la città così non aveva avuto nessun problema a riaccompagnarla a casa con la sua auto. L'aveva presentata al proprietario del locale, un certo James. Sembrava un tipo a posto, non aveva nemmeno l'aria del viscido cosa che spesso capitava per la maggior parte dei proprietari di posti come quello. L'indomani avrebbe iniziato a lavorare per lui. Si chiese come l'avrebbe presa Duff... doveva pur dirglielo in qualche modo. Ma non l'avrebbe presa bene, avrebbe potuto metterci una mano sul fuoco. Si sarebbe arrabbiato, e l'avrebbe convita a lasciar prerdere, offrendosi di mantenerla ancora fintanto che non avesse trovato un lavoro più 'normale'. Già se lo immaginava con il viso paonazzo e gli occhi spalancati a palla. Rise di quella buffa immagine. Non gli avrebbe detto nulla, o meglio, avrebbe mentito. Le sembrava la cosa migliore da fare. Voleva quel lavoro, voleva quei soldi per riuscire ad essere indipendente, li dentro o da qualsiasi altra parte.
Inspirò profondamente prima di spingere la porta ed entrare in casa. Fortunatamente era aperta, o avrebbe dovuto suonare svegliando tutti, per lo  meno i presenti. Entrò piano cercando di fare meno rumore possibile, levandosi le scarpe e camminando in punta dei piedi fino al corridoio. Sembravano dormire tutti... le luci erano spente e non si sentiva alcun rumore. O quasi... stava avanzando piano verso la camera di Duff diventata ormai la sua, quando sentì un vociare sommesso provenire da una delle porte più in là. Sembrava la voce di Duff... e sembrava arrabbiato... si morse un labbro incerta, non era da lei spiare le persone, ma non appena udì il suo nome si bloccò, voltandosi e andando verso quella stanza. Rimase in ascolto nell'oscurità, cercando di captare ogni singola parola di quel discorso. Duff stava litigando con qualcuno a quanto sembrava... e quel qualcuno era Axl.


"Non puoi comportarti così!"
"Così come?"
"Smettila! Lo sai a cosa mi riferisco!"
Axl si stese sul suo letto mettendosi le mani dietro alla testa e assumendo una finta aria avaga "No, non lo so... illuminami!"
"Cristo!" urlò il biondo camminando avanti e indietro "Lei non si merita di essere tratta in quel modo da te, non ti ha fatto nulla! Vedi di comportarti come si deve d'ora in poi o..."
"O cosa McKagan, mi sculacci?" lo provocò inarcando le sottili labbra in un sorriso prverso.
"Fottiti, mi sono rotto..."
Quando vide il biondo voltarsi dandogli le spalle, scattò seduto afferrandogli il polso per obbligarlo a girarsi verso di lui "Senti lo sai come la penso sul fatto di avere gente per casa"
"Smettila, non è questo il problema e lo sappiamo tutti e due! Ma Cloe non c'entra, lasciala fuori"
"Cloe, Cloe, Cloe... non sento parlare d'altro ultimamente, siete tutti così monotematici da quando è arrivata quella ragazza!"
"Bè abituati perchè quella ragazza, come la chiami tu, starà qui ancora per un bel po' di tempo... non ho nessuna intenzione di farla andare via, specie ora che l'ho ritrovata dopo tutti questi anni"
"Oh Duff giuro, mi spezzi il cuore con questa dolcezza... ma che bravo! Sai che ti dico? Vaffanculo!"
Duff avvicinò minaccioso il viso a quello del rosso "Smettila Axl... lasciala perdere..." mormorò, poi calò il silenzio.


Cloe era rimasta in ascolto, riuscendo solo a catturare parte di quel dialogo probabilmente iniziato già da un po'... ma il concetto le chiaro. Axl non la voleva in quella casa, per questo si comportava in quel modo. No aveva ancora capito il motivo per cui ce l'aveva tanto con lei, ma a questo punto nemmeno le importava più di tanto... si sedette a terra circondandosi le gambe con le braccia, pensando. Quel silenzio improvviso poi... possibile che si fossero addormetati di botto? Era tutto così strano. Sobbalzò quando sentì dei passi, e qualcuno si accucciò di fronte a lei "Izzy..."
"Sei tornata... eravamo preoccupati" mormorò il moro a bassa voce strigendo tra le mani quella che aveva tutta l'aria di essere una tazza di tè caldo.
"Ho solo fatto un giro qui intorno"
"Un giro durato parecchio... Duff era uscito a cercarti, non dovresti girare da sola la notte"
Abbassò lo sguardo a terra "Si lo so... ma come vedi sto bene"
"Dovresti avvisarlo che sei tornata"
"Meglio di no" rialzò di nuovo lo sguardo su di lui sbuffando "Hanno litigato per colpa mia"
Izzy spostò lo sguardo sulla porta della camera di Axl. Si, avevano litigato praticamente per tutta la sera da quando Duff era tornato isterico non avendola trovata da nessuna parte. Aveva dato la colpa al rosso, che come sempre si era messo sulla difensiva, scagionandosi da ogni imputazione.
Alzò le spalle "Duff e Axl litigano quasi sempre... e a dire il vero Axl litiga sempre con qualcuno" disse ridendo "Non farci caso, non è colpa tua... vuoi?" chiese porgendole la tazza.
Cloe l'annusò storcendo il naso "Che roba è?"
"Una tisana... aiuta a rilassarsi, è buona, provala"
Prese la tazza dalle sue mani sfiorandole e provando a quel contatto una piacevole sensazione di sicurezza e calore. Fece un sorso assaporando il liquido caldo un po' diffidente "E'... strana... buona! Ma sa di... ma è..."
"Erba" sorrise lui.
"Ti fai il tè con l'erba?!"
"Perchè solo fumarla? E' sprecata..."
La ragazza rise coprendosi la  bocca con una mano per non farsi sentire "Pazzesco, sei unico Izzy!"
"Ah grazie, mi avevano definito i tanti modi, ma unico non me l'ha mai detto nessuno..." all'improvviso l'espressione di Izzy cambiò per una frazione di secondo. Corrucciò la fronte e tese l'orecchio sentendo qualche rumore provenire dalla stanza di Axl "Andiamo" disse quasi con fretta prendendole la mano e facendola alzare.
"Che c'è?"
"Niente... ma sarai stanca, non puoi stare sul pavimento per tutta la notte" si giustificò tirandola con finta calma verso la sua camera.
"Ah si, certo... giusto..."
Izzy aprì la porta lascandole la mano e baciandole appena la guancia "Buonanotte Cloe"
"Anche a te... e grazie"
Fece per ridargli la tazza ma il moro le fermò la mano "Tienila... ti farai una bella dormita, credimi... a domani" e ridacchiando si allontanò da lei, lasciandola sola.

Cloe chiuse la porta sbuffando... era tutto così strano li dentro... si tolse i vestiti e si lavò velocemente prima di infilare una canottiera e gli slip puliti. Si infilò sotto alle coperte dando l'ultimo sorso alla calda e strana bevanda di Izzy, per poi appoggiare il viso sul cuscino... aveva l'odore di Duff... sapeva di buono. Chiuse gli occhi sospirando, e poco dopo si addormentò.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Duff uscì dalla stanza stando attento a non far troppo rumore. Dopo la litigata con Axl erano finiti come al solito... ormai non ci badava nemmeno più. Ma non aveva ancora sentito tornare Cloe, e questo lo stava davvero preoccupando. Camminò piano verso la sua, ormai ex, stanza e aprì la porta, tirando un sospiro di sollievo quando notò che il letto non era vuoto. Sorrise tra sè entrando piano, cercando di non svegliarla. Se ne stava raggomitolata nel letto, dormendo beatamente. Aveva l'aria serena, e subito ebbe un flash di quei tempi passati con lei e i ragazzi della sua via, quando ancora non era nessuno, quando ancora Duff non esisteva, ma c'era solo Michael.

Axl era rimasto solo nella stanza quando Duff era uscito. Sbuffò tirandosi in piedi e camminando nervosamente. Quella situazione non lo faceva stare bene. La presenza di quella ragazza non lo faceva stare bene... litigare con Duff lo faceva stare anche peggio. Ora era da lei, sicuro. Perchè gli rodeva così tanto? Infilò una delle sue maglette ed uscì nel corridoio buio e silenzioso, camminando verso quella stanza dove sapeva per certo che avrebbe trovato qualcuno disposto ad ascoltarlo, e ovviamente a propinargli una bella girata di capo. Bussò piano, entrando senza nemmeno attendere una risposta. Si avvicinò al letto scuotendo leggermente con la mano il ragazzo coricato "Jeff..." chiamò a bassa voce. Per tutta risposta ricevette un rantolo infastidito, e il moro si rigirò dall'altra parte "Jeff... sei sveglio?"
Di colpo il ragazzo si voltò verso di lui con aria assonnata e palesemente scocciata "Ma va?!"
"Oh, meno male... pensavo di averti svegliato"
Si tirò a sedere sbuffando "Axl, tu mi hai svegliato!"
"mmm... scusa" biascicò sedendosi sul letto accanto a lui e cingendosi le ginocchia con le braccia.
"Che c'è?"
"Cosa?"
"Perchè sei qui?!"
"Ma niente... così..." rispose vago.
Izzy alzò gli occhi al cielo tirandosi a sedere e prendendo una sigaretta dal pacchetto abbandonato sul comodino. Axl fissò le sue labbra semiaperte accogliere quel vizio di cui probabilmente mai si sarebbe liberato. Gli mancavano, ora che ci pensava "Senti, se sei venuto solo per farmi compagnia, grazie ma non ne ho bisogno, puoi anche tornare nella tua stanza... se invece vuoi dirmi qualcosa parla, ti ascolto" disse puntando gli occhi sul rosso.
Una scossa gli percorse la schiena. Possibile che ancora gli facesse quell'effetto? "Ok..." iniziò distogliendo lo sguardo da lui "Duff ce l'ha con me perchè secondo lui mi sto comportando da stronzo con quella ragazza"
"Quella ragazza ha un nome... e comunque si, ha ragione"
"La pensi così anche tu?"
"Tutti la pensiamo così Bill... diamine, non te ne rendi nemmeno conto..." scosse la testa.
"Non mi sembra di aver fatto gran che... non la cago e basta, non vedo cosa ci sia di tanto spregevole"
"No, tu non ti limiti a non cagarla, tu le rispondi male, tu la tratti male! Anche se lei fa una gentilezza, o ti prepara la cena o anche solo se ti saluta... e perchè? Avanti, sentiamo..." il rosso stette in silenzio "Tanto so già la risposta"
"Lei è diversa Jeff"
"Si certo..."
"Si! Lo so, ok? Lo vedo da come si guardano, da come si comportano, lei non è come le altre!"
"Anche Desi non era come le altre! E ricordi com'è finita Axl? Te lo devo ricordare?!" alzò il tono di voce ricordando gi avvenimenti passati. Desi era la sua ragazza ormai, ma non aveva dimenticato quello che aveva dovuto passare prima di ruscire a stringere con lei un rapporto degno di quel nome.
"Ah dai, ancora quella storia! Ti ho chiesto scusa mi pare!"
"Chiederai scusa anche a Duff? Ma per favore Bill... è sempre la stessa storia"
"Sono fatto così" si giustificò infantilmente azando le spalle e sorridendo appena.
"Non è una giustificazione... sei fottutamente geloso, ecco cosa..."
"Non è vero!"
"Ah si giusto, scusa... fottutamente geloso e possessivo! Ora è correto?"
Izzy aveva un modo molto diretto di dire le cose, senza girarci troppo attorno... e poi lo conosceva meglio di chiunque altro. Forse era per quello che non riusciva mai a contraddirlo del tutto quando sputava i suoi duri e ferrei giudizi "Ok, hai ragione..."
"Certo che ho ragione... anche se so che lo dici solo per farmi stare zitto"
"Lo sai che non amo le prediche" sorrise sdraiandosi sul letto e infilandosi sotto alle coperte.
"Che fai?" chiese Izzy guardandolo accigliato... come se non lo sapesse.
"Non ti dispiace se dormo qui vero? Farò il bravo, giuro" riadacchiò, voltandosi dall'altra parte e spegnando la luce "Buonanotte Jeff"
Izzy rimase a guardarlo per qualche secondo. Aveva scelta? Oh, si... avrebbe benssimo potuto cacciarlo, trascinandolo a forza giù dal letto e sbattendolo fuori dalla sua stanza. Ma non l'avrebbe mai fatto. Axl era il suo punto debole. Chissà come alla fine non riusciva mai a negargli nulla. Così si limitò a prendere posto al suo fianco, e a cercare di addormentarsi il prima possibile.

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Capitolo 9
*** 9 ***


Aprì gli occhi quella mattina con più facilità del solito. Evidentemente il tè di Izzy aveva effetti miracolosi... si stiracchiò pigramente, facendo per uscire dal letto, ma rinfilandosi sotto alle calde coperte non appena sentì una ventata di aria fredda sferzarle la pelle "mmm" mugugnò. Doveva proprio alzarsi? A dire il vero no visto che ormai un lavoro l'aveva trovato e non aveva gran che da fare... ma non era solita poltrire, e in più voleva dare un sistemata a quel posto, visto l'eterno casino in cui i ragazzi vivevano. Gettò decisa le coperte lontano dal suo corpo, rimanendo però ancora rannicchiata per darsi il tempo di abituarsi all'idea di dover allontanarsi dal materasso. Si mise a sedere e poi si levò, aprendo la tenda della finestra che dava sulla scala esterna dell'emergenza... un panorma non molto allettante. Si levò i pochi abiti che la coprivano, rimanendo con i soli slip addosso, senza accorgersi che qualcuno alle sue spalle la stava osservando.
Duff era rimasto li tutta la notte, seduto a terra con la schiena appoggiata alla parete. Non era riuscito a dormire gran che. Ed ora l'aveva finalmente vista svegliarsi, con tutta tranquillità, e spogliarsi davanti a lui, ovviamente perchè ancora non si era accorta della sua silenziosa presenza. Ma proprio mentre ammirava quel corpo che ben ricordava, seppur ormai cambiato nelle forme e non più acerbo come una volta, che la ragazza si voltò e si accorse di lui... sul momento Cloe rimase a fissarlo stupita. Poi istintivamente si coprì il petto con le braccia diventando di mille colori in volto "E tu che ci fai qui?!" urlò.
Il biondo sorrise tirandosi in piedi "Si può sapere dove cazzo sei finita ieri sera?"
"Non mi hai risposto!"
"Nemmeno tu" si avvicinò di qualche passo senza staccarle gli occhi di dosso, cosa che la fece avvampare immediatamente.
Sentì caldo, e in un frazione di secondo pensò a come doveva essere sentire quelle mani su di sè, le labbra sulle sue... scosse la testa e si voltò afferrando una maglietta e indossandosela in fretta "Non dovresti entrare di nascosto in camera della gente Michael" disse infilandosi anche i jeans e le All Star.
"Questa è ancora camera mia... e poi da quando ti vergogni in mia presenza, ti ho vista in momenti moto più imbarazzanti in passato"
"Smettila!" si era vero, ne avevano fatte così tante insieme che Duff poteva vantare di averla vista davvero in tutte le situazioni più imbarazzanti "Non sono più una ragazzina"
"Si, me ne sono accorto" sbuffando gli passò da parte pronta ad uscire, ma prontamente il biondo la fermò tenendola per un braccio "allora mi dici che fine hai fatto ieri, mi hai fatto preoccupare"
"Sto bene, ti sei preoccupato per nulla... avevo voglia di farmi un giro, così sono uscita... tutto qui"
"Non puoi andartene in giro da sola di notte, non qui... non siamo nel nostro paese tranquillo"
"Lo so! Ma va tutto bene d'accordo, non sono una bambina, e so difendermi da sola!"
"Non importa, ero preoccupato! Ti ho cercata ovunque czzo... non farmi più uno scherzo del genere... ok?" le disse più dolcemente avvicinandosi a lei e prendendole piano le braccia.
Cloe annuì. Solo il suo leggero tocco la faceva sciogliere ogni volta "Si, ok..."
Si abbasò per baciarle la guancia, cambiando espressine sorridendole "Caffè?"
"Prima devo andare in bagno" replicò scansandolo e uscendo dalla stanza. Il bagno era qualche porta più in là... tirò giù la maniglia e aprì la porta entrando "Oddio!" urlò richiudendola subito quando sorprese un mezzo assonnato Slash a pisciare con la sigaretta tra le labbra.
"Puoi entare se vuoi, ho quasi finito!"
"No grazie! Accidenti, ma non potete chiuderle queste porte?!"
"E' rotta!"
Sbuffò "E tu non ridere, non c'è proprio niente da ridere!" intimò al biondo che le cirocndò le spalle con il braccio incamminandosi verso la cucina.

Izzy era già in piedi, era sempre mattiniero e gentilmente preparava sempre qualcosa per tutti a colazione "Hey Iz" lo salutò Duff.
Il moro rispose con un sorriso ad entrambi "Dormito bene?" domandò a Cloe strizzandole l'occhio.
"Come un sasso!"
"Te l'avevo detto.. c'è del caffè ancora caldo se volete"
"Grazie Izzy... hemmm... Mike" Cloe si sedette al tavolo, il biondo si voltò e le porse una tazza colma di caffè fumante guardandola interrogativo "ho tovato un lavoro" annunciò.
"Davvero?" Duff ed Izzy si sedettero davanti a lei interesati "E quando?"
"Bè ieri sera..."
I due si scambiarono un'occhiata eloquente "Scusa ma che tipo di lavoro hai trovato... ieri sera?!" Izzy diede voce al pensiero di entrambi.
"mmm... ecco, in un bar!"
"Cameriera?"
"Qualcosa del genere"
"Non mi piace l'idea che lavori in un bar di sera" fece Duff contrariato, Cloe alzò gli occhi al cielo, fortuna che aveva deciso di dire quella piccola bugia, o chissà che scenate avrebbe fatto "Che bar? Voglio venirci"
"Non puoi!" si affrettò a dire. E adesso che cavolo poteva inventarsi???
"E perchè?!"
"E'... mmm... un  bar per sole signore!"
"Che?! Un locale di lesbiche?!"
"mmm lesbiche... figo, potremmo andarci"
"Izzy così non mi aiuti! Cloe, non mi piace!"
"Oh cavolo, datti una calmata e respira accidenti... è un locale per signore, non lesbiche! Tipo un club, capito? Ci si ritrovano donne della media borghesia per giocare a bridge, bere scotch e sparlare dei rispettivi mariti o ex mariti... nulla di illegale o losco... e voi non ci potete venire!"
"Non sapevo esistessero locali del genere" Duff pareva essersi convinto, si complimentò mentalmente con se stessa per essersi inventata la volo una palla credibile "va bene Cloe, almeno fatti accompagnare, o venire a prenderti quando stacchi"
"Non è necesario, posso andarci da sola! E la sera mi faccio accompagnare da una collega... è tutto a posto, sul serio"
"Si ma..."
"E smettila Duff, quanto cazzo rompi! Non è una mocciosa!" Izzy la salvò in corner. Duff mugugnò qualcosa ma non insistette più e Cloe ringraziò il moro con un sorriso e un muto 'grazie'.
"Buongiorno" Axl entrò in quel momento coperto dai soli boxer. Si voltò verso la giovane che fino ad allora aveva tenuto lo sguardo fsso sulla tazza che stringeva tra le mani "ciao" la salutò inaspettatamente.
Sia Izzy che Duff lo guardarono straniti... forse la litigata della sera prima era servita a qualcosa. Ma con Axl non c'era mai nulla da dare per scontato... era un tipo imprevedibile e lunatico, forse quella mattina si era solo alzato con la luna dritta.
"Ciao..." rispose appena Cloe, stupiat anche lei di aver ricevuto quell'inaspettato saluto dopo giorni di quasi totale mutismo.
"Bè che avete da guardare, alzate il culo... abbiamo le registrazioni oggi"
"Ah giusto cazzo!" Duff si alzò di scatto finendo d'un sorso il suo caffè "me ne ero dimenticato... SLASH! Dov'è Steven?!"
"Non è rientarto stanotte" rispose Izzy "si sarà fermato da Adry"
"Che farai oggi?" chiese Duff a Cloe.
La ragazza alzò le spalle "Un po' di spesa, e poi credo che darò una sistemata a questo porcile che chiamate casa"
"Cloe non ci serve una cameriera, davvero"
"Izzy voglio rendermi utile ok? Dai mi fa piacere! Andate ora, o farete tardi" si levò dalla sedia alzandosi in punta dei piedi per avvicinarsi il più possibile all'orecchio di Duff "poi Axl chi lo sente" sussurrò sghignazzando, e strappando al ragazzo uno dei suoi bei sorrisi da gatto.

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Capitolo 10
*** 10 ***


Aveva praticamente tirato a lucido tutta casa. Tutta, tranne le stanze dei ragazzi ovviamente. Non voleva invadere la loro privacy entrando nelle loro camere. E poi ci aveva provato con quella di Duff, ma aveva rinunciato dopo aver trovato sotto al letto due perizomi lasciati li da chissà chi, insieme a calzini e altra roba sparsa qua e la. Si era limitata a spazzare il pavimento, e spruzzare spray disinfettante un po' ovunque. Per non parlare del bagno... era stata un ardua impresa riuscire a dargli una parvenza umana. Ma con pazienza e olio di gomito ci era riuscita.  Aveva anche raccolto lenzuola e panni sporchi lasciati in giro.
Era scesa nella lavanderia a gettoni sotto casa, e già che c'era si era fermata ad un minimarket non lontano per fare un po' di spesa. Doveva riempire un po' quel frigo e quelle dispense, si chiese cosa diavolo mangiassero prima del suo arrivo... probabilmente andavano avanti a pizza, hamburger, cibo cinese e surgelati. Se la cavava in cucina, non le dispaceva l'idea di far da mangiare per tutti ogni giorno. Aveva preso anche una buona csorta di quei cereali che piacevano tanto a Slash e Steven, così la mattina non li avrebbe più sentiti litigare.
Salì le scale della palazzina fischiettando allegra, reggendo in mano tutte quelle buste. Si prospettava una giornata piacevole. Era soddisfatta di ciò che aveva fatto. Ora si che sembrava una casa! E non era nemmeno tanto male. Anche se dava praticamente per certo che entro pochi giorni tutto sarebbe tornato tale e quale a prima. Inoltre i ragazzi erano in studio per le registrazioni, così avrebbe avuto un po' di tempo per se stessa... magari un bel bagno caldo e un po' di TV in santa pace sdraiata sul divano. E poi quella sera avrebbe iniziato a lavorare. Non aveva problemi all'idea di stare mezza nuda a ballare di fronte a quella gente, non era certo una ragazza timida. Anche se la cosa le metteva un po' d'ansia. Aprì la porta cercando di non far cadere nulla e se la chiuse alle spalle dandole una spinta con il piede "Ahhhh... finalmente, quanto pesa!" disse a se stessa mettendo a terra tutto ciò che aveva in mano.
"Cos'è tutta quella roba?" chiese una voce profonda dal salotto.
Si voltò... inquadrò Axl steso sul divano con tanto di stivali, le braccia dietro la testa e la sigaretta tra le labbra 'Ma che ci fa qui?!' si chiese infastidita "Scusa potresti levare le scarpe dl divano?! L'ho appena pulito!" chiese scocciata di fronte alla strafottenza di quel ragazzo. Ma poi ancora se ne stupiva? Non faticava a credere che lo facesse apposta per farle un dispetto.
Di risposta il rosso alzò le spalle senza spostarsi di un milimetro "Nessuno te l'ha chiesto"
Aprì la bocca per ribattere, ma non le venne nulla di abbastanza scenico e cinico da dire, se non una valanga di insulti che probabilmente non l'avrebbero minimamente scalfito. Prese le buste a terra e se ne andò in cucina, sistemando ciò che aveva preso tentando di non far caso a quella fastidiosa presenza in casa.
Ma Axl pareva godere nel vederla innervosirsi... se lo trovò seduto al tavolo dopo pochi secondi, mentre guardava scettico ogni cosa che tirava fuori dalle buste "Che c'è adesso?!" domandò con un sospiro esasperato.
"Niente... guardavo tutta questa roba... hai deciso di trattarci bene vedo"
"Non lo faccio per te" rispose brusca continuando a sistemare.
"Non ne dubito... per il tuo Michael?"
A quell'ennesima provocazione si voltò si scatto battendo le mani sul tavolo "Senti..." iniziò cercando di mantenersi calma "che non mi sopporti l'ho capito, non so il motivo e nemmeno mi interessa... non rimarrò per molto, promesso! Ho trovato un lavoro e appena avrò i soldi per anticipare qualche mese di affitto tolgo il disturbo! Ma fino ad allora potremmo cercare di convivere civilmente?!"
"Guarda che sei tu quella che urla... io sono calmissimo"
Incredile la capacità che aveva di farle perdere le staffe... ne sarebbe uscita pazza prima o poi! Inspirò profondamente "Ok... lasciamo perdere..."
"Comunque non è che non ti sopporto, non prenderla come una cosa personale, è solo che..."
"Che non sopporti avere gente per casa? A parte che l'hai già detto e poi scusa ma non ci credo... avrai i tuoi motivi, ti chiedo solo di ignorarmi se proprio non ce la fai a trattarmi come un essere umano... ignoriamoci e basta" certo il fatto che tentasse di giustificarsi e di avere un minimo di dialogo la rincurava.
Si alzò prendendole il poso e tirandola vicino a sè, una mossa inaspettata "Non posso ignoarti, io ci vivo qui..." le disse a pochissimi centimetri dal viso "te l'ho detto, non ti odio... non è questo il punto. E counque non credo di doverti delle spiegazioni... cercherò di non darti fastidio se è questo che vuoi" disse ironico mollando la presa e tornando a sedersi.
La ragazza riprese a resprare: per un attimo aveva avuto l'impressione che la volesse mangiare. Tornò calma, facendo un lungo respiro e sedendosi di fronte a lui "Non... non è che mi dai fastidio... e poi ci mancherebbe, io sono solo un ospite... è solo che non capisco tutto questo risentimento nei miei confronti, nemmeno mi conosci..."
"No infatti... e tu non conosci me, quindi... tregua, ok? Farò il bravo bambino..."
"Come no"
Le sue labbra si inarcarono in un sorrisetto furbo "Bè, ovviamente per quel che mi riesce"
"Vedremo quanto dura questa tregua, spero di ruscire ad andarmene da qui prima che finisca!" si rialzò riprenendo ciò che stava facendo "Perchè sei tornato? Non dovresti essere allo studio con gli altri?"
"mmm" prese in mano uno dei pacchi che Cloe aveva messo sul tavolo... biscotti al cioccolato, li adorava... ma non glie lo avrebbe certo detto "Ho registrato la mia parte, non c'era bisogno che rimanessi la tutto il giorno... mi annoio quando non posso fare nulla" rispose semplicemente aprendo il pacco e sgranocchiando un biscotto con calma. Era delizioso "Che lavoro è che hai trovato?" chiese poi continuando a smangiucchiare.
Era strana quella sua improvvisa voglia di fare conversazione... forse era vero che non la odiava, come diceva Izzy gli piaceva solo fare lo stronzo. Tanto valeva godersi quella tregua, probabilmente solo provvisoria "In un bar per signore... un Club, o qualcosa del genere"
Inarcò un sopracciglio "Lesbiche?"
"No! Lascia perdere... ad ogni modo voi non ci potete venire!"
"Sinceramente non ci stavo nemmeno pensando..."
Eccolo, lo stronzo... quasi le era mancato "Certo... figurati" scosse la testa. Guardò l'ora.. era già quasi ora di cena, il tempo era volato... ma perchè gli altri non tornavano? Sei sentiva un po' in imbarazzo sola con lui.
"Tarderanno, non ti conviene aspettarli per cena" disse Axl, quasi a leggerle nel pensiero. Si morse un labbro cercando di mascherare il dispiacere "Non ti proccupare, ti lascio mangiare in pace, io posso anche andare fuori"
Ma che davvero leggesse nel pensiero?! Sembrava capire sempre al volo ciò che le passava per la testa "No, dai..." disse subito quando lo vide alzarsi. In fondo non era poi così male quando non faceva lo stronzo "potresti mangiare con me, se ti va" lo invitò a restare un po' titubante. Probabilmente avrebbe rifiutato, per cui poteva stare tranquilla. E invece...
"mmm... ok" rispose risedendosi "non vado pazzo per il pesce, la carne mi piace ben cotta, le verdure crude, e la pasta al dente"
Non si sarebbe mai abituata a lui... alzò un soparacciglio, incrociando le braccia al petto "Altre richieste Maestà?!"
"No... anzi si... l'hai presa la Coca Cola?"

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Capitolo 11
*** 11 ***


Corse fuori come una furia. Arrivare in ritardo la prima sera di lavoro non era il massimo. Aveva cenato con Axl, il che non le era per nulla dispiaciuto vista la vena positiva del ragazzo nei suoi confronti. Tregua momentanea forse, ma se non altro le aveva dato modo di conoscerlo un po' meglio, e apprezzare qualcosa di lui. Era simpatico quando voleva. Si era preso bene con quella storia della 'Maestà'. Eppure tra una critica e un'arricciata di naso, aveva mangiato tutti gli spaghetti e tutta la carne con l'insalata che lei aveva preparato, senza lasciare nemmeno una briciola. Ovviamente non aveva ammesso che era stata una buona cena anzi, un ottima cena visto quello a cui erano abituati di solito. L'aveva liquidata con un insipido 'non c'è male ma ho mangiato di meglio' che però l'aveva fatta sorridere invece che farle venire i nervi come sarebbe successo qualche ora prima. Lo stava rivalutando... forse. Chissà poi perchè aveva la sensazione che presto sarebbe tornato a fare lo stronzo come sempre.
Duff e i ragazzi non si erano ancora visti. Aveva aspettato fino all'ultimo per fargli un saluto, ma si stava facendo veramente tardi, così aveva lasciato Axl solo alle prese con i piatti, dubitava che li avrebbe lavati sul serio, ed era corsa fuori. Per di più non si ricordva nemmeno troppo bene la strada per arrivare al Club. Dopo tutto ci era stata solo una volta, di notte e ci era arrivata per caso. Fortuna che ricordava il nome del posto, non fu difficile ottenere indicazioni chiedendo a qualcuno.

Trovò Janine fuori con la solita sigaretta in bocca. Alzò una mano per salutarla e la ragazza le sorrise contenta "Hey finalmente! Pensavo avessi cambiato idea!"
"No figurati, ho solo perso la cognizione del tempo... non sono troppo in ritardo, vero?"
"Naaaa sono appena arrivata anche io! Il locale è ancora vuoto, hai giusto il tempo per provare il palco e trovare qualcosa da mettere. Non sei emozionata?! E' la tua prima serata!" disse circondandole la vita amichevolmente accompagnandola dentro. Era strano vedere vuoto quel posto. Aveva tutto un'altro aspetto. Tutti erano intenti a preparare le ultime cose prima dell'apertura, così nessuno badò a lei più di tanto, se non il capo che la salutò di fretta prima di dare ordini ai barman per scaricare i beveraggi appena arrivati.

Janine l'accompagnò nel retro prendendola per mano. C'era un lungo corridoio accessibile da una porta al lato del palco. Era piuttosto buio, illuminato solo da qualche lapadina che di li a poco avrebbe sicuramente cessato di esistere. Dava un po' i brividi. Ai lati del muro verniciato da poco di un colore rosso vivo c'erano scatoloni pieni di cianfrusaglie, vecchi tavoli e sedie ammucchiate. Portava dritto nei camerini e nelle salette accessibili solo dallo staff "Una volta che ci hai fatto l'abitudine ti sembrerò molto meno inquetante sai? Non siamo in molti qui dentro e durante le serate ci passiamo praticamente solo noi ragazze... ogni tanto qualcuno ci si imbosca anche" disse facendole l'occhiolino "Questa è l'uscita sul retro" le indicò una grande porta con la scritta EXIT "Mentre qui..." aprì la porta di fonte, una vecchia lastra in ferro con un maniglione antipanico arrugginito "qui ci sono le nostre stanze e l'accesso al palco!" indicò una tenda rossa di velluto che copriva una piccola anticamera che accedeva al palco. Poi la trascinò qualche passò più in là. C'erano una serie di porte bianche con dei nomi scritti sopra in pennarello, cancellati e poi riscritti, a seconda delle ragazze che andavano e venivano "Questo è il mio, vedi?" si fermò di fronte ad una di quelle porte con una scritta riportante il suo nome e dei ghirigori attorno "L'ho fatta io, ti piace?" Cloe annuì "Starai con me, tutte le stanze sono già occupate. Se poi deciderai di rimanere aggiungerò anche il tuo nome!"
La trascinò dentro. C'era parecchia confusione, roba sparsa avunque. C'era anche un guardaroba pieno di vestiti lucenti e piumati. Cloe li sfiorò, chiedendosi se avrebbe dovuto anche lei indossare cose del genere. Su un lato stava una grande specchiara contornata da luci e colma di trucchi come quelle che le era capitato di vedere in TV negli studi televisivi, solo più malconcia. Il suo occhio cade su una scatola di preservativi, e automaticamente le venne da ridere. Chissà che cobinavano li dentro! Più in là c'era un divanetto rosso dall'aria comoda. E dietro ad esso una porta con la targhetta WC "E'... carino qui"
"Grazie! Cerco di tenerlo in ordine più che posso, ma non ce la faccio! Sono disordinata, lo so..."
"Non c'è problema"
"Puoi prendere tutto ciò che vuoi, ok? Non fare complimenti!"
"Hemmm... ok..." si guardò in giro gettando sul divano la giacca e la borsa "Che devo fare?"
"Anzitutto troviamo qualcosa da mettere... hai più o meno la mia taglia! Poi bè... finchè non aprono il locale puoi fare quel che ti pare... anche se è un po' tardi in effetti, temo che dovrai debuttare su quel palco in diretta, niente prove" sorrise forzata torturandosi la pellicina di un unghia.
"Wow, ottimo... non importa, improvviserò"
"Ma certo! Allora vediamo..." Janine si gettò letteralmente in mezzo alla catasta di vestiti ed ammucchiati nel guardaroba. Le gettava addosso tutto ciò che credeva potesse andarle, tutte cose succinte e minimalissime. Sospirò. Dopo tutto lo sapeva, no? "Credo che questo andrà benissimo Janine"
Si voltò guardando dubbiosa il completo che reggeva tra le mani. Era una mini bianca molto corta in lattex con il suo top abbinato, sempre bianco alto al collo e corto fin sotto al seno. I due pezzi erano uniti da una striscia dello stesso tessuto che solcava il ventre "Non male! Ah! Ti serve anche qualcosa da metterci sotto, che ne dici?! Sono divini insieme!" cinguettò esaltata mostrandole un bikini di pailettes argentato.
"Cos'è quello, un copricapezzolo?!" domandò ironica e contrariata mentre sentiva le guance andarle in fiamme.
"Non è poi così striminzito, ti starà benissimo!"
"E'... decisamente striminzito!"
"Avanti provalo!" la spinse verso il paravento raffigurante una sorridente Marylin Monroe.
"Ok, ok! Uff..." ne uscì poco dopo cercando di sistemarsi quella roba in modo che la coprisse di più ma inutlmente "proprio un perizzoma dovevi darmi, non hai qualcos'altro?! Già questi triangoli non coprono nulla..."
"Tesoro, sei fantastica! Ahhhhh li farai impazzire!"
"Posso?" una voce maschile entrò in quel momento dopo aver bussato, ma senza attendere che qualcuno lo invitasse. Era James, il  capo. Istintivamente Cloe cercò qualcosa per coprirsi, ma l'uomo dopo aver baciato sulla guancia Janine, le fece segno di no con il dito "Ah ah ah... devo controllare le mie dipendenti! Scusa se non ti ho calcolato prima ma ero impegnato... Cloe giusto? Fatti un po' vedere"
"E' uno schianto, non è vero James?!" Janine battè le mani esaltata.
Cloe sorrise timidamente. Era abbastanza disinibita solitamente, ma quella situazione la imbarazzava un po'. E pensare che di li a poco sarebbe stata sotto gli occhi di centinaia di uomini là fuori "Tranquilla, è un tipo a posto!" le sussurrò Janine all'orecchio notando forse la sua esitazione. Si fidava di lei, ed automaticamente si rilassò inarcando le labbra in un sorriso.
"Bene, Janine ti ha spiegato cosa fare no? Non hai avuto tempo di provare, sicura che te la senti?"
"Si, ce la posso fare" disse decisa.
"Questo è lo spirito che ci vuole, mi piaci ragazza! Ora vado, il dovere mi chiama... in bocca al lupo!"
Aspettarono che uscì, Cloe finì di vestirsi indossando l'abito bianco sopra al costume e degli stivali dello stesso tessuto bianco. Janine indossò una tuta in pelle nera che la faceva assomigliare a Catwoman "Vieni, ti mostro da dove si entra" il lcale era già aperto da qualche minuto. Si sentiva la musica e il vociare della gente "Tu sarai la prima"
"I... io?! Perchè io?!"
"Perchè sei nuova, e le ragazze nuove aprono sempre la serata... io andrò dopo di te, poi ci sarà Paula, o forse Sheela, non so... qui è un continuo via vai, non si capisce mai nulla!" scostò la tenda ed entrarono in quella specie di anticamera buia. C'era una parete con uno stretto passaggio coperto da un'altra tenda, fuori il palco. Janine si sporse scostandola un po'  "C'è un vero casino stasera, guarda!"
Cloe si avvicinò allungando il viso oltre la sua spalla. Si, c'era un vero casino... la sala era già gremita di persone, uomini per lo più, ed era invasa da una densa coltre di fumo. Le luci sul palco erano spente, per cui poteva vedere tranquillamente tutte quelle persone in piedi e sedute ai tavoli. C'era chi sorseggiava qualcosa in pace, e chi cercava di attaccare bottone con le cameriere, chi invece attendeva al tavolo che iniziase lo spettacolo "Ahhh guarda là! Lo sai chi sono quelli?!" le indicò un tavolo in prima fila... c'erano cinque ragazzi seduti lì.
Le venne quasi un colpo "Ohmmmerda!" imprecò tirandosi dentro e coprendosi il viso con una mano... era nei guai.

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Capitolo 12
*** 12 ***


Non aveva nemmeno notato che Janine la stava fissando interrogativa vista la sua inaspettata reazione "Tutto bene?"
"Eh?! Oh... si! Tutto benissimo, una meraviglia!" rispose sarcastica, maledicendo la sua solita sfortuna che aveva portato i ragazzi proprio in quel Club.
"Ahhh... guarda dai!" la tirò per un braccio facendola sporgere verso la sala, indicando di nuovo i cinque "Sono una rock band! Li vedi? Dovresti capirlo dai capelli e da quei vestiti... non sono male, li ho sentiti al Rainbow tempo fa. Fighi vero?"
Sorrise forzata "Ah... ah si? Maddai... e... vengono spesso qui?!"
"Oh certo! Sono praticamente dei clienti abituali!"
"Che culo..."
"Cosa?"
"Niente!"
"Allora, ti istruisco... quello tutto riccio è un patito del sesso orale e..." si indicò il sedere per farle intendere qualche fosse l'altra predilezione del soggetto in questione, e senza accorgersene Cloe avvampò "ci siamo capite... poi, il biondino con il sorrisone invece adora le coccole! E' un gran porco, ma poi si riduce sempre a carezze e moine, è tanto dolce! Quello invece..." il suo dito indicò il viso sorridente di Axl "lui è il cantante, una vera primadonna! Sai, il tipo 'so tutto io, sono bello solo io e sono il più bravo di tutti'..." si, Axl spiccicato "è tutto strano, credo anche un po' svitato!" disse facendo girare l'indice di fianco alla tempia "Gli piacciono un sacco di robe strane, bondage, sadomaso e tutte quelle cose li... e detto tra noi, credo sia anche bisex!"
Cloe la guardò stupita, con la bocca aperta... conoscere quel genere di dettagli sui ragazzi con cui conviveva non era proprio cosa che le interessasse... specie quelli riguardanti Duff "Ma fammi capire, sei stata con tutti loro?!"
"Oh non con tutti! Lo spilungone biondo e il moretto misterioso mi mancano" le diede una leggera gomitata strizzandole l'occhio "Magari potresti provarci tu!"
"C... cosa?!?"
"Uhhhh sta calma tesoro, scherzavo! Anche se sono carini, no? mmmm... cosa non farei a quei cinque!" disse mordendosi il labbro.
Cloe la guardò alzando un sopracciglio... ok, avevano fascino doveva ammetterlo, ma Janine sembrava proprio avesse aperto i rubinetti e sgorgasse bava ovunque... le venne da ridere, chissà cosa avrebbe detto se avesse saputo che ci abitava insieme!
"Si... sono carini"
"Hey, tra poco tocca a te!"
A quella sollecitazione si sentì prendere dal panico "Oh cazzo!"
"Sicura di star bene? Ti sta prendendo l'ansia, vero? Lo so... ricordo la prima volta che sono salita su questo palco, non capivo più nulla tanto ero agitata!"
"S... si, sarà per questo..." mormorò tornando verso il loro stanzino, e chiudendo la porta quando anche l'amica vi entrò. Come poteva fare adesso? Se fosse uscita li fuori a Duff sarebbe venuto un infarto... e ammesso che fosse sopravvisuto, le avrebbe fatto una scenata epica, se le andava bene. Non poteva farsi vedere da loro. Camminava avanti e indietro nervosa torturandosi un unghia, alla disperata ricerca di una soluzione sotto lo sguardo stranito e un po' preoccupato di Janine. Poi d'un tratto le balenò in mente un'idea quando i suoi occhi caddero su una maschera color argento abbandonata in un angolo "Trovato!" urlò.
"Trovato... cosa? Cloe, mi stai preoccupando..."
"Senti non è che per caso hai in giro una parrucca?"
"Una parrucca? Ma a cosa ti serve?" chiese sempre più curosa cercando in giro tra il casino della stanza.
"Bè ecco... pensavo... sarebbe carino salire sul palco mascherata, no?" prese la maschera mettendosela davanti agli occhi e sorridendo nel modo più convincente possibile "la ballerina misteriosa... che ne pensi?"
Janine si voltò alzando trionfante la mano che reggeva una parrucca fuxia "Penso che è un'idea assolutamente geniale! Ma ti dovrai accontere di questa, non ne ho altre"
"E' perfetta! Dai aiutami!" si mise seduta alla poltroncina davanti alla specchiera. Janine l'aiutò a sistemarsi la parrucca fissandola per bene. Era un caschetto liscio e fuxia con una frangia dritta e folta che le regalava un'aria molto da disco dance. Non era male. Si mise la maschera sugli occhi e sorrise soddisfatta "Che ne dici?"
"Favolosa! Li fuori impazziranno, James ne sarà entusiata! Guardati! Sei irriconoscibile!" ed era eattamente ciò che voleva "Aspetta..." le si mise davanti passandole sulle labbra uno strato di rossetto lucido dello stesso colore di quei capelli posticci, e passandole sul corpo uno spray glitterato "Ci voleva qualche ritocco, ora sei perfetta!"
Cloe guardò il risultato allo specchio. Ne era soddisfatta! Così non l'avrebbero riconosciuta di certo "Sono in incognito!" annunciò seria, aprofittando del fatto che Janine ormai stava al gioco pensando che fosse tutta una messa in scena per lo spettacolo "chiamami... Claire!"
Battè le mani entusiasta "Ohhh si Claire! Un nome d'arte, mi piace!"
Cloe rise... sperando con tutta se stessa che quella copertura reggesse, per lo meno fin tanto che non si fosse trovata un nuovo lavoro, un lavoro che poteva tranquillamente rivelare a Duff senza farlo morire prematuramente.

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Capitolo 13
*** 13 ***


Si diede un'altra occhiata allo speccchio... niente male davvero. Sembrava proprio un'altra persona conciata in quel modo! E poi doveva ammettere che stava davvero bene, sexy e provocante al punto giusto.
"Cloe, tocca a te!" urlò Janine tirandola per un braccio.
"Di già?!"
"Si!"
"Ok... ok..." fece un profondo respiro "Calma..."
"Tu fai finta che non ci sia nessuno a guardarti!"
"Fose facile!"
"Tieni, questo ti aiuterà" le passò un bicchiere con qualche dita di liquido sicuramente alcolico, di cui Cloe non si preoccupò nemmeno di chiedere che fosse. Lo buttò giù in un solo sorso sentendosi immediatamente accaldata "Avanti, la musica è partita!" la prese per la mano trascinadola fino al punto d'ingresso al palco "In bocca al lupo!"
"Crepi..."
"Ah! Cloe! Dimenticavo..."
"Cosa?"
"Quando cambia la musica devi scendere e passare un po' tra i tavoli" si morse il labbro, quella parte se l'era proprio dimeniticata.
"Oddio..."
"E non dimenticare di intrattenere qualche cliente!" dopo quell'ultima raccomandazione le diede una piccola spinta, tanto bastò però per farla arrivare dritta sotto le calde luci colorate del palco.

Appena si trovò la fuori si alzò un appluaso, fischi e urla di ovvia natura... si poteva udire anche un mormorio sommesso, probabilmente tutti avevano notato che era una nuova e che diamine, era davvero intrigante!
Ebbe un attimo di incertezza quando si ritrovò li da sola, di fronte a tutti quegli uomini urlanti. Ma si riprese subito... la musica non la conosceva ma non era male. Si sentiva sicura, forse merito anche di quel sorso alcolico che le aveva scaldato lo stomaco poco prima. Ancheggiò verso il fronte del palco dove c'era un palo, ed iniziò a ballarci attorno come meglio sapeva fare. E lo faceva bene a giudicare dai commenti che di tanto in tanto giungevano alle sue orecchie, tutte voci che le facevano infiammare le guance visibilmente. Cercò di concentrarsi sulla musica e su ciò che stava facendo, o avrebbe rischiato di rompersi l'osso del collo su quei trampoli. Sensualmente iniziò a spogliarsi, ammiccando e voltandosi di spalle quando con un provocante movimento di bacino, fece scivolare lungo i fianchi il corpetto e di conseguenza tutto il vetito lungo le gambe, rimanendo solo con quel misero costume argentato addosso. Quando si voltò non potè fare a meno di guardare verso di loro... erano li davanti, comodamente seduti a godersi lo pettacolo. Steven urlava e si agitava, ridendo e bevendo insieme ad uno Slash molto, molto intressato. Izzy come a suo solito ostentava una calma innaturale, sorseggiando il liquido ambrato dal suo bicchiere, con le gambe incrociate e un mezzo sorriso sul volto. Poi c'era Axl. La guardava sorridendo, palesemente interessato ad ogni sua mossa. E Duff... Duff rideva con loro probabilmente divertito dalle battute poco galanti di Slash e Steven, beveva e la guardava... non l'aveva riconosciuta, grazie al cielo. Non potè fare a meno di notare quanto fosse bello... piccola distrazione che però le costò quasi una caduta a terra, ma fortuntamente riuscì a tenersi al palo e salvarsi in estremis 'Accidenti!' continuò a ballare, sentendosi inaspettatamente sciolta e a suo agio nonostante sentiva su di sè gli occhi puntati di tutta quella gente. Dal canto suo teneva gli occhi sui cinque, specie sul biondo, che si era accorto di quella attenzione che la ragazza del mistero, soprannome che già Slash le aveva affibiato per via di quel travestimento, gli stava riservando.
"Uhhhhh sbaglio o ti sta puntando McKagan?!" il riccio gli diede una pacca sulla spalla, e Duff rispose con un sorriso lusingato.
"Il solito culo, non è giusto!" si lagnò Steven.
Poi d'un tratto la musica cambiò, diventando più lenta e bassa... stava quasi andando avanti  a ballare, ma poi si ricordò di ciò che le aveva detto Janine 'Andare tra il pubblico... da qualche cliente... adesso ti faccio vedere io Michael...' pensò sorridendo furbescamente.

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Capitolo 14
*** 14 ***


Scese dal palco con grazia dai gradini che portavano direttamente nella sala,  non mancando di sculettare un po' mentre passava tra i primi tavoli non curante delle mani che si allungavano per sfiorarla e delle voci che la chiamavano invitandola a restare. Sapeva dove andare... da chi andare. Aveva puntato la sua preda.
Si fermò esattamente di fronte a lui. Subito i ragazzi fischiarono e gli batterono indelicate pacche sulle spalle, perchè era chiaro che quella affascinante sconosciuta l'aveva preso di mira. Era ben decisa a farlo impazzire... così avrebbe smesso di considerarla solo una ragazzina con l'apparecchio ai denti e gli occhiali spessi. Piccolo dettaglio non trascurabile... lui non l'aveva riconosciuta. Lui non doveva riconoscerla. Quindi a che serviva farlo impazzire di desiderio per lei se quella lei non era davvero lei? Discorso contorto si, ma non faceva una piega. Scosse appena la testa cercando di concentrarsi su quello che doveva fare. Almeno si sarebbe divertita un po' e tolta quello fizio.
Duff la guardava con occhi un po' annebbiati dall'alcool, ma quel sorrisino che apparve sul suo volto quando i loro sguardi si incrociarono la diceva lunga. Sorrise di rimando inarcando le labbra lucide di rossetto. Abbassò la schiena mettendogli le mani sulle ginocchia e divaricandogli di colpo le gambe. Lo sentì irrigidirsi quando scese in ginocchio tra le sue cosce snelle fasciate dagli aderenti pantaloni in pelle, risalendole con le mani fin quasi arrivare all'ingune... all'orecchio gli giungevano ben distinte le cazzate da lord che Slash e Steven stavano sparando. Avrebbe voluto alzarsi e prenderli a calci, ma per ovvie ragioni si trattenne. Si rialzò facendo leva sulle braccia stando ben attenta a strusciare il petto contro al corpo del ragazzo. Quando arrivò con il viso all'altezza del suo, indugiò un po' guardando quelle labbra semiaperte e inarcate che la invitavano ad andare avanti. Alzò gli occhi su di lui... oh se gli stava facendo effetto 'Conosco quello sguardo McKagan' si tirò su e si voltò di spalle sedendosi su di lui con il sedere puntato proprio sul suo bacino. Lo sentì sussultare sotto si sè, mentre si muoveva ancheggiando al ritmo della musica soffusa strusciandosi contro a quel corpo che avrebbe tanto vuluto abbracciare per la verità. Avvampò quando sentì le calde mani di Duff rispondere e posarsi sui suoi fianchi nudi, tenendola e accompagnandola in quel movimento provocante. Fu quando sentì quelle mani che ben conosceva farsi più audaci e risalire lungo il suo ventre piatto fino quasi a sfiorarle il seno, che decise che era il momento di smettere... e non perchè non le piacesse, ma al contrario perchè le stava piacendo troppo. Si morse un labbro cercando di trattenere l'istinto di voltarsi e attaccarsi a lui. Non era facile... ma sembrava aver colpito nel segno visto lo sguardo bramoso che il biondo le lanciò tenendola per il polso quando la vide alzarsi da lui. Peccato che non fosse rivolto a Cloe, ma a quella Claire che lei stessa si era inventata. Lo sentì mugugnare qualcosa, forse per protesta. Si limitò ad un sorriso malizioso prima di staccarsi completamente da lui sfuggendo alla sua presa, e dirigersi verso gli altri ragazzi... dopo tutto non credeva fosse molto giusto e deontologicamente corretto volgere le proprie attenzioni ad un solo cliente.
Slash gongolò quando la vide avanzare verso di lui. Allungò subito le mani per afferrarla, ma la ragazza gli fece cenno di no con un dito abbassandogli le braccia e strusciandosi appena su di lui. Passò poi a Steven, ed infine ad Izzy... Izzy che per tutto il tempo se ne era stato in silenzio con quel suo sorrisetto enigmatico e la sigaretta appesa alla labbra, quasi come se tutto ciò che gi accadeva intorno non lo interessasse. In realtà era solo il suo modo di fare. Ma alla fine era anche lui un ragazzo come gli altri, certe attenzioni non potevano che essere gradite. Mancava solo Axl. Il rosso fremeva chiaramente per ricevere la sua parte. Non aveva obiettato a quelle attenzioni un po' troppo esplicite che la sconosciuta aveva dedicato all'amico biondo.Non lo faceva mai in quei casi. Era una qualunque, non gli importava, che si facesse pure una scopata. Ma quando la vide passargli di fronte senza degnarlo nemmeno di uno sguardo, ci rimase a dir poco male. Lui era Axl Rose! Non era abituato ad essere ignorato. Si infervorò ancora di più quando la vide voltarsi un istante verso di lui e sorridergli dispettosa, prima di andarsene di nuovo sul palco a finire il suo pezzo.
"Duff! Cazzo cazzo cazzo!" lo strattonava Slash "Questa te la devi fare! Se non te la fai sei frocio!"
"E lasciami, mi stai rompendo la maglia!" si lamentò lui.
Steven rideva "Oh Axl, ti ha proprio snobbato ahah! McKagan vince! Fratello, vai e puniscila per bene!"
Duff si voltò verso Axl. Era accigliato e contrariato, lo capì al volo. Non che ci volesse un genio per capirlo. Sulle proprie emozini Axl era cristallino. Gli diede una piccola gomitata facendolo voltare "Eddai... non puoi averle sempre tutte per te, le piaccio! Accettalo e non te la prendere"
"Non me ne frega se le piaci tu... il punto è che mi ha ignorato! E vaffanculo, non sono fatto per essere ignorato" borbottò.
Alzò gli occhi al cielo. Izzy rise... il solito.

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Capitolo 15
*** 15 ***


"Waaaaaaaaaaaa fantastica!!!" urlò Janine quando Cloe si rintanò nel camerino lasciandosi andare sulla poltroncina davanti alla specchiera "Ma ti sei vista? Dio!" si abbassò sulle sue gambe guardandola con un sorriso complice sul volto "Vuoi seguire il mio consiglio, vero?!"
La ragazza la guardò interrogativa, cercando nella sua mente una qualsiasi cosa a cui potesse fare riferimento quella domanda, ma nulla "Quale consiglio?"
"Il biondino! Lo vuoi provare tu?!" a quelle parole si sentì avvampare, cosa che alla rossa no sfuggi "mmm... ti ho vista... eri tutta per lui! Di un po', volevi farlo eccitare sul serio eh!" forse aveva un po' esagerato con lo strusciarsi addosso a Duff "Sono certa che non gli sei stata per nulla indifferente, è tuo! Ora vai giù in sala e..."
"Janin frena! Non..." sbuffò levandosi la frangia fuxia dalla fronte sudata "non voglio provare nessuno, d'accordo? Era solo così tanto per giocare... sul serio!"
"Se... e io ci credo..."
"E' così ti dico!" protestò di nuovo nel vano tentativo di farle cambiare idea.
"Vedremo tesoro, vedremo... ora fila in sala! Tocca a me tra poco!"
"In... in sala?! Non posso andarmene a casa? Ho finito lo spettacolo!"
"Ma è presto! Dopo lo spettacolo ti rivesti e te ne vai un po' al bar... si chiamano public relation! Devi intrattenerti un po' con i clienti, nulla di che... quattro chiacchiere una bevuta e poi li lasci a bocca asciutta... a meno che naturalmente tu non voglia prendertene uno, tipo che ne so... quel biondino, e portartelo nel camerino! Il divano è comodissimo sai?"
"Smettila!" la intimò rivestendosi e dandosi una sistemata alla maschera e ai capelli posticci.
Janine le diede una pacca sul sedere strizzandole l'occhio prima di uscire e fiondarsi sul palco accolta da una lunga serie di applausi e fischi. Doveva essere parecchio conosciuta li dentro.

Percorse il tetro corridoio che portava dai camerini alla sala, sentendo più i suoi passi ticchettare sul pavimento che la musica proveniente dall'interno.
Appena uscì le luci colorate quasi l'abbagliarono. C'era un forte odore di fumo ed alcol, e faceva molto caldo. Si diresse con passo deciso verso il bancone, evitando in tutti i modi di incrociare lo sguardo con quello dei presenti, per non essere fraintesa e ricevere di conseguenza attenzioni non gradite. Avrebbe volentieri evitato di andare in mezzo a loro, ma se proprio doveva almeno avrebbe tenuto gli scocciatori il più lontano possibile. Si sedette su un alto sgabello incrociando le lunghe gambe che la corta mini non coprivano per nulla.
"Ciao, tu sei quella nuova?" le domandò il barista con un sorriso gentile, un bel ragazzo che doveva avere circa una trentina di anni.
Rispose la suo sorriso, picchiettando le dita sul banco "Si hemmm... mi dai qualcosa da bere..."
"Clay... piacere"
"Clay... io sono Clo... Claire!" si corresse subito, voleva evitare che il suo nome vero si spargesse, casomai fosse giunto alle orecchie di Duff e soci.
"Bel nome... è vero o fa parte della tua identità segreta?"
"In effetti è il mio nome d'arte..."
"Prima o poi mi rivelerai il tuo vero nome?"
Sorrise... si un po' ci stava provando, ma era carino e tutto sommato gentile "Forse"
"Bene... tieni, questo ti rinfrescherà"
Le allungò un bicchiere per metà pieno di un'invitante liquido trasparente e ghiaccio. La gola le ardeva per la sete, così non ci pensò molto e diede una generosa sorsata "Oh cazzo!" urlò strizzando gli occhi sbattendo il bicchiere sul banco "Ma che roba è?! Alcol puro?!"
Clay rise "Quasi... ti piace? E' una mia invenzione!"
"E'... un po' forte in effetti..."
"Lo so...vacci piano, ok?"
"Ok..." diede un'altro sorso questa volta più contenuto, notando subito il tizio che si era avvicinato, mangiandosela con lo sguardo. Puzzava di alcol, e aveva proprio l'aria del viscido con quello stecchino che faceva roteare in bocca in maniera disgustosa. Le fece l'occhiolino e subito Cloe si voltò dall'altra parte.
"Posso offrirti qualcosa dolcezza?" gracchiò facendole sentire sulla pelle l'alito caldo.
"No grazie" rispose secca.
"Sei nuova qui eh? Interessante...." allungò un dito sulla sua spalla facendolo scorrere languidamente lungo al braccio nudo.
Cloe si voltò di scatto scansandosi da quel fastidioso contatto "Sei sordo per caso? Gira al largo!"
"Uhhhhh... le ragazze scontrose mi piacciono..."
"Hey" un buttafuori enorme dall'aria bonaria si affiancò a loro con le braccia incrociate al petto "smamma... la signorina non gradisce la tua compagnia" a quelle parole il tizio non battè ciglio, si limitò ad alzare la mani in segno di resa e ad allontanarsi "se qualcun'altro ti da noia dimmelo"
"Grazie" Janine aveva ragione... se non altro la sicurezza di quel posto era impeccabile. Tornò a voltarsi quando una sagoma le si parò di fronte forse un po' troppo vicina, facendola sobbalzare "A..." stava per dire il suo nome, ma si fermò in tempo... Axl stava li di fronte a lei con l'aria seria di chi non ha per nulla voglia di fare due chiacchiere. Istintivamnte si sistemò meglio la maschera, e cercò di darsi un cotegno quando lo sentì più vicino, mentre le sfiorava il viso con le dita e le alzava il mento per far incrociare i loro sguardi 'Fa che non mi abbia riconosciuta!' sperò con tutta se sessa.
"Tu lo sai chi sono io?" le chiese secco. Eccolo... l'Axl spocchioso e pieno di sè che aveva conosciuto.
Gonfiò le guance agrottando le sopracciglia con disappunto in maniera quasi infantile, e levando il viso dalle sue mani "E allora?!" ribattè secca.
"Mi hai ignorato... perchè?"
Non poteva crederci... se l'era presa davvero perchè l'aveva ignorato! Certo che era proprio un megalomane "Scusa ma non sta scritto da nessuna parte che devo saltarti addosso!"
"Con Duff però l'hai fatto" era assurdo... tanto assurdo che rimase interdetta con la bocca aperta senza sapere cosa rispondergli "ma sei ancora in tempo per rimediare dolcezza" mormorò accarezzandole un fianco.
Alzò gli occhi al cielo scandendo un chiaro NO con le labbra ancora laccate dal rossetto. Possibile che fosse per lui così difficile accettare un rifiuto? "Ed ora scusami..." fece per andarsene, ma in una frazione di secondo si trovò le sue mani salde sul bacino che l'avevano tirata contro al suo corpo. Posò involontariamente le mani sul petto del rosso per staccarsi da lui, peggiorando però la situazione con quel contatto che chi sa poi per quale motivo, la fece rabbrividire "Lasciami..." sibilò, ma con quel sorrisetto pareva che Axl no avesse proprio nessuna intenzione di lasciarla andare... ma dov'era quel buttafuori ora che serviva davvero? Poi finalmente Axl mollò la presa, quando Duff apparso alle sue spalle lo afferrò per il braccio tirandolo indietro "Lascia stare Rose, non ti vuole, non vedi?"
"Vuoi l'esclusiva McKagan?"
"Forse questa volta si... perchè non accetti la sconfitta per una volta, mmm?"
"Fottiti... ci vediamo a casa" sussurrò avvicinandosi così tanto al viso del biondo che per un attimo Cloe pensò che lo stesse per baciare. Era una minaccia? Non ne aveva l'aria vista che le labbra di Duff si inarcarono in un sorrisetto che di preoccupato non aveva proprio nulla. Strano.
"Scusalo, non è cattivo è solo..."
"Stronzo"
Duff ridacchiò "Si... pare che tu lo conosca"
"Diciamo che un tipo del genere non si può definire in altro modo"
"Già... io sono Duff, sei nuova qui?" chiese con la sua solita involontaria punta di dolcezza e galanteria che per un attimo la tentò di saltargli addosso.
Però non era lei quella con cui stava ataccando bottone, ma Claire... si morse un labbro, invidiando in modo stupido quella se stessa che ora aveva le sue attenzioni "Si"
"E... hai un nome o devo continuare a definirti 'la ragazza misteriosa'?"
"Claire" rispose allungandogli la mano cercando di parlare il meno possibile per evitare di essere riconosciuta "ora devo andare" quella situazione le stava mettendo ansia. Lo oltrepassò in fretta, lasciandolo sgomento a guardarla mentre si allontanava da lui...
Evidentemente non era una tipa facile... Duff la squadrò per bene sorridendo, quel corpo non era per niente male, doveva ammetterlo... chissà se prima o poi avrebbe ceduto.

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Capitolo 16
*** 16 ***


Rientrò nel camerino levandosi quella fastidiosa parrucca e la maschera, rinfrescandosi con una salvietta inumidita il viso accaldato. Possibile che Axl riuscisse sempre in un modo o nell'altro a farle salire il sangue al cervello? 'Solo al cervello? Smettila!' scosse la testa sbuffando, levandosi di dosso quegli abiti succinti per mettersi finalmente i suoi più comodi blue jeans.
"Ferma!" Janine spalancò la porta entrando in quell'istante come una furia dopo il suo spettacolo "Non metterti quella roba, stasera tu esci con me!"
"Stasera? Ma se è praticamente notte! Janine, è tardi e vorrei andare a casa..."
"Non se ne parla! Ti pregooo!!!" cantilenò congiungendo le mani davanti al viso e facendole un'assurda quanto tenera espressione da cucciola.
Cloe sospirò sedendosi sulla poltroncina "E sentiamo, dove vorresti andare?"
"Ahhhh lo sapevo che non mi avresti detto di no! Anzitutto devi metterti qualcosa di carino"
"Che cos'hanno i miei jeans?!"
"Oh quelli nulla, sono anche belli aderenti, ti stanno divinamente! Servirebbero dei bei tacchi però, e magari un top sexy... vediamo, dovrei avere qualcosa da qualche parte..."
"Mi dici che intenzioni hai?!"
"Ok... senti" prese una sedia mettendosi di frote a lei "quando sono scesa tra il pubblico ho fatto un giretto dai ragazzi della band" Cloe deglutì quando un brutto presentimento le invase la mente "ho strappato a Slash un appuntamento!" ecco, appunto "verranno anche tutti gli altri, compreso il tuo bel biondo!" ammiccò dandole una gomitata che la fece solo traballare di qualche centimetro "Hey! Un po' di entusiasmo ragazza, tanto lo so che ti piace, ti sei strusciata su di lui per tutto il tempo! Cloe... ci sei?!"
"No!" disse all'improvviso alzandosi in piedi "No... hemmm... non posso!"
"Come sarebbe?!"
"Devo andare... subito!" in preda all'isterismo si rivestì di tutta fretta, infilandosi anche la maglia al contrario "Scusami... sarà per un'altra volta!"
"No aspetta, ma che ti prende Cloe! Pensavo ti piacese quel ragazzo!"
"Si ma..." sospirò "non posso... davvero"
"Sei fidanzata? Sposata? A me puoi dirlo!"
"Non è questo..."
"Sei lesbica?"
"No! Ma come ti viene in mente!"
"Scusa ma allora non ti capisco proprio!"
"E' solo che..." guardò altrove tirandosi indietro i capelli che le ricadevano sciolti sulle spalle. Come poteva spiegarle? L'unica cosa era dirle tutto... in fondo poteva fidarsi di lei "Janine... io conosco quei ragazzi"
La rossa si risedette "Ah..." mormorò senza però ancora capire cosa le volesse dire.
"Ci abito... intendo dire che sto a casa loro"
"Ah..." ripetè mordendosi un labbro pensando a ripensando "sei una groupie?"
"Oh no! Duff ed io siamo vecchi amici, siamo praticamete cresciuti insieme a Seattle... ma poi un giorno lui se ne è andato... e io poche settimane fa ho deciso di venire qui... l'unica persona che conoscevo era lui, così mi sono presentata alla sua porta... non sapevo dove andare, lui e i ragazzi mi hanno ospitata"
"Oh diavolo, tu abiti con quelli! Non ci credo... ma perchè non me l'hai detto subito?!"
"Non ti conoscevo... e... bè non lo so... il fatto è che io non dovrei stare qui! Ma avevo bisogno di un lavoro, e l'unica che me ne ha offerto uno sei stata tu... ma se Duff lo scopre si arrabbierà da morire!"
"Ahhhh... ora capisco il perchè del travestimento e tutto il resto... sei in incognito! Fico"
"Qualcosa del genere"
"Che romantico! Fa tanto pretty woman... lei fa la puttana e lui la toglie dalla strada... così tu fai la spogliarellista e lui non vuole... che tenero!" Cloe la fissò inerdetta di fronte ai suoi vaneggiamenti un po' contorti e piuttosto insensati, limitandosi ad annuire silenziosamente "E dimmi, siete stati insieme?!"
"Non proprio... solo qualche bacio da ragazzini" alzò le spalle "lui mi vede ancora come la quindicenne con cui scorrazzava per la città a far danni"
"E... tu?" arrossì di colpo a quella allusione abbassando lo sguardo e torturandosi un unghia "Centro! Io dico che da come ti guardava prima non ti vede certo come una quindicenne!"
"Lui guardava Claire, non Cloe... che casino..."
"Oh... si, giusto..."
Si alzò prendendo la sua giacca e infilandosela "Mi spiace, ma ora capisci perchè non posso venire con te... i ragazzi non devono sapere chi sono"
"Afferrato... stai tranqulla, non dirò una parola!"
"Grazie" disse abbracciandola "ora devo andare"
"Esci dal retro, così non ti vedranno... e prendi un taxi, d'accordo? Non puoi andartene in giro da sola a quest'ora"
"Va bene... allora... ci vediamo domani sera?"
"Certo tesoro"
Sorrise e si voltò uscendo, per fermarsi un'ultima volta verso l'amica "Ah Janine... se esci con Slash poi voglio sapere tutto!"


Era già notte fonda quando i ragazzi rientrarono dopo una serata di baldoria. Solo Slash non era con loro, si era intrattenuto con la ragazza di quel locale e probabilmente non l'avrebbero visto fino al giorno dopo. Aleggiava una certa delusione nell'aria. Quella Janine aveva detto loro che ci sarebbe stata anche la sua amica, la ballerina misteriosa che aveva snobbato Axl e fatto accaldare non poco Duff. Ma non si era presentata. Non si sentiva bene ed era andata a casa, o almeno questo era ciò che la sua amica aveva riferito loro. Pazienza... non era comuque stata una serata spiacevole, tutt'altro. Una birra, qualche cazzata tra amici, del buon intrattenimento e l'ora tarda era arrivata in fretta.
"Andiamo" mormorò Axl tirando Duff per un braccio verso la sua stanza.
"Aspetta... voglio vedere se Cloe è rientrata" il rosso sbuffò, ma lo lasciò andare. Aprì piano la porta guardandovi dentro. Cloe dormiva profondamente. Doveva essere rientrata subito dopo il primo turno di quel suo nuovo lavoro. Sorrise e richiuse la porta, voltandosi e circondando il collo di Axl con il braccio, barcollando leggermente per il troppo alcool ingerito "Andiamo"


 
 

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Capitolo 17
*** 17 ***


Era passata una settimana da quando Cloe aveva iniziato a lavorare al Club. Ogni sera saliva su quel palco con il suo travestimento, ed ogni sera puntuali i ragazzi erano in prima fila. Qualcuno ogni tanto latitava, ma Duff e Axl erano sempre presenti. E a lei piaceva giocare... Duff agonizzava lentamente ogni volta che la vedeva avanzare verso di lui, mentre Axl scapitava per avere un po' di quelle attenzioni che lei rivolgeva al biondo. Certo non poteva più ignorarlo, anzitutto perchè non le avrebbe dato tregua, e poi perchè doveva comportarsi in modo corretto con tutti i clienti. E Axl era un cliente. Tra i migliori a detta di James. Finito il suo pezzo passava qualche minuto in sala stando attenta a non farsi trovare, si rifugiava in camerino e poi dritta a casa. Ogni tanto l'accompagnava Janine, ogni tanto prendeva un taxi. La rossa le aveva raccontato ogni dettaglio della sua uscita con Slash, cosa che non fu un episodio isolato. Si divertiva a sentirla raccontare delle prodezze del riccio, Janine non aveva peli sulla lingua. Ma era divertente, e poi era sua amica. Le chiedeva sempre come andava a casa, se sospettavano qualcosa, e ammiccava sul fatto che chiaramente Duff non era per lei solo un vecchio amico d'infanzia. E aveva ragione. Ma più i giorni passavano più Cloe si sentiva stupida. Lo vedeva fremere dal desiderio ogni volta che diventava Claire e si presentava davanti a lui. Ma quando poi a casa tornava ad essere solo Cloe, Duff era diverso. Era l'amico di sempre, protettivo e dolce... ma nulla di più. E pensare che era sempre lei.


Una sera come tante Cloe rientrò convinta di trovare l'appartamento vuoto come sempre visto che i ragazzi tornavano sempre più tardi di lei. Ma quando aprì il portone della palazzina, già si accorse che qualcosa era diverso... sulle scale c'era gente che andava e veniva, qualcuno accasciato sui gradini ubriaco, a farsi, o a intrattenersi con qualche ragazza senza farsi il minimo problema. Dovette scavalcare qualcuno di questi per salire, nemmeno stupendosi più di tanto nel vedere che tutta quella gente proveniva dalla loro casa.
"Signorina!" urlò una voce... la vicina, una vecchia grassoccia con i bigodini in testa e l'aria parecchio scocciata "Dica ai suoi amici che se non la smettono di fare baccano chiamerò la polizia!"
"Io... si, si, mi scusi! Permesso!" scansò un ragazzo che le si era piazzato davati con una canna in mano, arrivando finalmente ad aprire la porta. Dentro era anche peggio... spalancò la bocca senza riuscire a dire nulla tanto era il casino che regnava. Una festa in piena regola. Ma non un festa normale... quelle tipiche feste in stile Guns a cui lei non aveva mai assistito. Avanzò qualche passo. Sul divano c'era Izzy, impegnato con una ragazzina giovane 'Ma quanto è giovane?!' che sedeva a cavalcioni su di lui. Doveva essere Desi, la sua ragazza. Steven era a terra, il braccio attorno alle spalle di una prosperosa e succinta mora, entrambi con aria sfatta. Notò solo dopo il laccio che ancora circondava il loro braccio. Di Slash non c'era traccia, tantomeno di Axl. Un sacco di facce sconosciute, zombie viventi che si trascinavano per casa in cerca di compagnia, di qualcosa da bere o da farsi "Hey bellezza..." biascicò un tizio nel vederla.
Si allontanò muovendosi verso la cucina... amara sorpresa fu quella che le si palesò davanti. Sul tavolo, incuranti delle decine di persone li attorno, c'erano una ragazza quasi del tutto nuda, e sopra di lei un Duff altrettanto svestito e chiaramente poco lucido. Gemiti e sospiri le arrivavano distintamente alle orecchie. Cercò di voltare lo sguardo, ma continuava a fissare quelle mani che scorrevano su corpo della ragazza, afferrandola saldamente per spingere in lei. Fece qualche passo indiero, poi finalmente riuscì a voltarsi e a correre nella sua stanza, facendosi largo tra la gente. Spalancò la porta furiosa. Perchè poi? Che si apettava? La sua rabbia crebbe ancora di più quando vide nel suo letto un ragazzo ed una ragazza ovviamente che non conosceva "Fuori di qui!" urlò levando loro le coperte da dosso.
"Hey!" si lamentò lui.
"FUORI!!!" ripetè senza ammettere repliche, tanto che i due raccolsero le loro cose da terra e si defilarono.
Richiuse la porta sbattendola forte e chiudendola a chiave, prese lenzuola e coperte sradicandole dal letto e gettandole a terra mentre sentiva gli occhi pungerle. Cercò di calmarsi, ma non riusciva. La finestra che dava sulla scala di emergenza era aperta, vi si avvicinò in cerca d'aria, la scavalcò e si sedette sui freddi scalini in metallo, con le ginocchia tirate al petto e le braccia a circondarle le gambe. Tirò su con il naso tentando di ricacciare indiero le lacrime. Si accorse di non essere sola solo quando una bottiglia di birra le venne messa sotto al naso.

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Capitolo 18
*** 18 ***


Voltò il viso incrociando l'ambiguo sguardo di Axl poco distante da lei. Era strano come non riuscisse mai a capire cosa gli passasse per la testa. Poteva essere triste, arrabbiato, felice... non avrebbe saputo dirlo. La sua espressione era indecifrabile "Grazie" si limitò a dire prendendo la bottiglia tra le mani dandone un lungo sorso. Non era abituata a bere 'chi se ne frega' ma non rifiutò "Tu pechè non sei dentro a festeggiare?" chiese borbottando cercado di mantenere ferma la voce che in realtà le stava tremando.
"Cosa c'è da festeggiare? Me lo sono perso..."
"E io che ne so, l'avete data voi la festa"
"Loro... Slash e Steven forse... bè, di certo non io"
"Immagino che dispiacere... che ci fai qui fuori?"
"Potrei farti la stessa domanda"
"No che non puoi! Io non c'entro nulla li dentro, e ho tutto il diritto di starmene qui, specie dopo aver trovato quei due che scopavano nel mio letto, e tutta quella gente che scopa e si fa ovunque, e... e..."
"E Duff che scopava sul tavolo della cucina"
Possibile che tutti ormai capivano subito ciò che pensava? Non poteva davvero essere così prevedibile! Eppure non fece nulla per negarlo, se non dare un altro lungo sorso alla bottiglia. Era piacevole sentire il liquido fresco scorrerle lungo la gola "Non mi importa"
"Certo... ovvio... nemmeno a me"
Staccò le labbra dal vetro guardandolo storto "E perchè dovrebbe importarti?"
"Ho appena detto che non mi importa... non mi impiccio di ciò che fanno i miei amici, e poi sei tu quella che gli muore dietro"
Avvampò, aveva una gran voglia di prenderlo a sberle in quel momento. Era già nervosa di suo, ci mancava anche lui con quelle battutine... in qualche modo doveva pur sfogarsi "Io non muoio dietro a nessuno, e comunque non sono cose che ti riguardano!" ribattè secca scolandosi l'ultimo sorso e posando la bottiglia di lato dove già ce ne erano un paio vuote.
"Giusto... chiedo umilmente perdono"
"Puoi risparmiarmi la tua ironia per favore?"
"Sei intrattabile questa sera..."
"E allora perchè non mi lasci perdere?"
Il rosso le si avvicinò lasciando solo qualche centimetro tra i loro volti "Forse perchè non voglio..."
Rimase per qualche secondo a fissare le sue labbra poco distanti "Sei... ubriaco, o cosa?"
"Ho bevuto solo qualche birra... ne vuoi ancora?" domandò passandole una seconda bottiglia, prendendosene un'altra anche lui "Così non ci pensi..."
Guardò incerta la bottiglia nella sua mano trovandola piacevolmente invitante e afferrandola subito dopo, biascicando qualcosa che pareva essere un grazie. Bevve in silenzio, rigirandosela tra le mani, sentendo il feddo e bagnato vetro intorpidirle le dita "Non è che mi aspettavo chissà cosa quando sono venuta qui" mormorò con lo sguardo basso "solo... dovrebbe capire che non ho più quindici anni, ti pare?" non sapeva nemmeno perchè lo stesse dicendo proprio a lui. Forse era la birra che parlava per lei. Altro sorso 'Così non ci penso...'
"Decisamente non hai più quindici anni..." assentì l'altro scostandole i capelli che le erano ricaduti sul viso. Si sentiva la testa pesante. Tutto si sarebbe aspettato quella sera, tranne che starsene li a bere birra con quella ragazza ascoltando le sue paranoie... ma il suo sedere non ne voleva sapere di schiodarsi da li. Aveva cercato solo un po' di tranquillità li fuori, non stava bene in mezzo alla gente. Specie quando tutti i suoi amici erano impegnati a fare altro 'Loro erano impegnati a fare altro'. Non avrebbe avuto difficoltà a trovare compagnia, lui. Ma non era in vena. Ed ora Cloe era arrivata a disturbare la su quiete. Chissà poi perchè la cosa non lo infastidiva come avrebbe dovuto.
"Non mi hai ancora detto perchè te ne stavi qui da solo" domandò voltandosi sentendo le dita che le sfioravno il viso, stupendosi di quanto fosse piacevole quel vago contatto.
"Perchè li dentro non c'era nulla per cui valesse la pena di restare"
"Tutto qui?" distorse le labbra in una smorfia buffa che fece scappare al rosso una risata.
"Si, tutto qui... che ti aspettavi?"
"Da te? Ah!" scosse la testa dando l'ennesima sorsata. Inziava a sentire caldo nonostante l'aria fredda della notte "Da te mi potrei aspettare qualsiasi cosa... che ne so, magari non vuoi rimanere perchè sei allergico alle persone... o magarai hai qualche strana malattia contagiosa, e in tal caso io sarei in pericolo..." blaterò senza sapere di preciso cosa stesse dicendo.
"Teoria interessante" ridacchiò "mi spiace deluderti, ma la questione è molto più semplice... volersene stare da soli non è poi così strano no?"
"No... me ne dai un'altra?" chiese voltandosi, trovando l'altro ancora più vicino di prima... o era solo la sua percezione ofuscata che lo faceva sembrare più vicino...
"Forse non è il caso"
"Si invece... salute!" si servì da sola facendo scontrare il vetro con quello che Axl teneva in mano.
Alzò le spalle lasciandola fare. Era maggiorenne no? Non poteva essere respondabile per lei... e poi non stavano facendo nulla di male. Rimase in silenzio per i minuti successivi, sorseggiando l'ennesima bionda e guardando lei finirsi la sua 'McKagan sei un idiota' pensò, non capendo come diavolo facesse il biondo a non capire, a non vederla per la bella ragazza che era piuttosto che come la vecchia amica di tanti anni prima. Fece scorrere il suo sguardo su quel corpo formato, il collo candido, il busto, il seno non troppo grande che stretto tra le braccia acquistava un certo valore, le gambe scoperte che spuntavano da sotto la leggera gonna, lunghe e siuose. La sua mano si mosse quasi in automatico, senza che il suo cervello ci stesse a pensare troppo. La tirò per un braccio senza darle il tempo di capire... e in pochi secondi le loro labbra si incontrarono.



***
Ah cavoli! La Mars aveva previsto tutto >.<
Inizio ad essere un po' troppo prevedibile, mmm...
Vabè bella gente, grazie a tutti eh!
Lau

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Capitolo 19
*** 19 ***


Il rumore secco della bottiglia che scivolò dalle sue mani infrangendosi a terra, non bastò a distoglierli da ciò che stavano facendo. Cloe non aveva reagito a quel bacio, non si era scansata e dopo pochi secondi di malcelata sorpresa, si lasciò andare rispondendo più che attivamente al rosso che già aveva allungato le mani verso il suo corpo, accarezzandole le braccia coperte dalla felpa. Era una sensazione strana, il sapore di birra dei loro aliti, e quel calore che man mano si iradiava nei loro corpi resi freddi dalla temperatura esterna non proprio mite. Un brivido di natura incerta le corse lungo la schiena, facendola istintivamente rifugiare tra le braccia dell'altro. Allacciò le mani ai suoi capelli, facendo incastrare le dita con i lunghi fili rossi, così inaspettatamente morbidi e setosi. Solo dopo aver preso una certa confidenza con quel contatto banalmente superficiale le loro labbra si dischiusero facendo incontrare le rispettive lingue. Cloe si sentì fremere... la testa le girava e tutto le sembrava così confuso. Ma una cosa era chiara, vera... la senazione che le davano quelle mani abili ed esperte mentre vagavano sul suo corpo, fecedosi beffa dei vestiti ed indugiando sotto il bordo della maglia. Si levò dal gradino sedendosi a cavalcioni sulle sue gambe per avere più facile accesso alla sua bocca. Una posizione intima, fin troppo, che diede ad Axl libero accesso alle sue cosce nascoste appena dalla corta gonna leggera che si era alzata ancora di più. E solo quando le sentì salire più su, un po' troppo, si staccò da lui annaspando, fissandolo in quegli occhi che ora le sembrano più verdi del solito. Come sempre non riusciva a capire cosa stesse pensando in quel momento. Sentì solo chiaramente sotto di lei che il corpo del rosso stava rispondendo a quel momento, e avvampò. Axl alzò la mano accarezzandole la guancia rossa e avvicinando di nuovo le labbra alle sue, cercandola di nuovo. Ma Cloe indietreggiò il viso di qualche centimetro sfuggendogli "Tu... tu mi odi..." biascicò come a voler mostrare il suo sgomento per quella strana situazione che li aveva coinvolti senza che nemmeno se ne rendessero conto.
"Non è vero" rispose lui senza smettere di fissare quelle labbra tanto invitanti "diciamo solo che sono geloso..." mormorò trascinato soffocando una risata. L'aveva detto sul serio? Era l'alcol a parlare, non certo lui!
Cloe no afferrò il significato di quella frase un po' ambigua, si chiese solo per pochi decimi di secondo di chi o cosa fosse geloso Axl... ma intorpidita com'era non andò oltre, limitandosi a ridere insieme  lui. Si mise una mano sulla fonte scuotendo leggermente la testa "Mi gira tutto..." osservò alzandosi, reggendosi a stento alla ringhiera quanto le parve che il metallo sotto di lei fluttusse "Credo che me ne andrò a dormire... si..."
La vide arrancare appoggiandosi al muro per darsi un sostegno, ed entrare con non poca difficoltà dalla finestra. Sorrise, alzandosi a sua volta seguendola. Non che l'avesse programmato... poteva consideralo un semplice incidente, una di quelle cose che accadono e basta, senza un motivo preciso. E poi era stufo di cercare delle ragioni per ogni cosa.
Rientrò nella stanza, chiudendo il vetro per evitare di prendersi un accidente. La vide accoccolarsi su un fianco sul letto sfatto senza preoccuparsi ne della sua presenza ne del fatto che la gonna le era risalita fin troppo lungo le gambe. Si era tolta le scarpe lasciando completamente le gambe nude, gambe che Axl percorse con gli occhi prima di prendere la coperta che giaceva a terra e mettergliela sopra, senza mancare di stendersi al suo fianco. Le cinse la vita con le mani spingendo il bacino contro al suo sedere.
"C... che fai?" domandò lei irrigidendosi al momento ma lasciandosi poi andare e facendo aderire maggiormente la sua schiena al petto dell'altro, beandosi di quel piacevole calore che ne scaturì. Chiuse appena gli occhi senza sapere cosa aspettarsi 'o forse si...', spalancandoli poi di colpo quando sentì chiaramente il bacino di Axl spingere contro di lei. Le sue mani scorsero al di sotto della maglia, accarezzandole il ventre e risalendo fino ad insinuarsi tra il seno schiacciato per la posizione in cui si trovava. Aprì le labbra lasciandosi scappare un sospiro quando oltrepassò anche la leggera stoffa del reggiseno, e scese con l'altra mano alla gamba risalendole la coscia fino al fianco, dove prese l'elastico degli slip tra le dita tirandolo verso il basso, scoprendola. Rimase immobile, respirando appena senza riuscire a muovere un muscolo. Lo sentì armeggiare con qualcosa dietro di lei, udendo chiaramente il rumore di una zip che si abbassava... e poi fu un attimo. Lo sentì entrare dentro di lei mentre allacciava le braccia al suo corpo così strette da impedirle quasi ogni movimento. Le tolse il fiato quando iniziò a spingere senza che potesse, riuscisse o volesse opporsi a quell'appropriazione indebita del suo corpo. Come se non lo volesse.
Da prima furono solo sospiri e piccoli mormorii, ma poi i gemiti si fecero più decisi e coinvolgenti, risuonando nella stanza silenziosa. Inarcò la schiena sentendolo in lei con più profondità e portò la testa all'indietro permettendogli di lambire la pelle del collo con le labbra.
Axl avvolse il braccio sotto di lei attorno al suo petto, afferradole indelicatamente un seno mentre l'altro braccio correva lungo il busto fin tra le sue gambe, andando a 'torturala' in sincrono con le spinte che si facevano via via più veloci e potenti. Strozzò un urlo quando si sentì avvolgere da un calore fortissimo. Axl immerse i viso nel suo collo, mordendole una spalla quando a sua volta avvertì un forte pizzicore al basso ventre e i muscoli di lei contrarsi in continuazione. Uscì appena in tempo, riversando il suo liquido tra le coperte cercando di calmare il respiro acellerato che riempiva la stanza con quello di lei. Allungò una mano accarezzandole la schiena, e la sentì tremare. Così si avvicinò di nuovo avvolgenda tra le sue braccia e tirando su entambi la coperta per ripararsi dal freddo che sarebbe arrivato non appena il calore dei loro corpi si fosse disperso. Non sapeva il perchè di tutto ciò 'Se Duff lo sa mi ammazza questa volta' riuscì solo a pensare prima che l'ubriachezza e tutto il resto gli fecero chiudere gli occhi.

 
 
 
 

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Capitolo 20
*** 20 ***


La testa le scoppiava, e aveva una gran voglia di vomitare. Ma vomitare era una delle cose che più odiava in assoluto, piuttosto si sarebbe tenuta la nausea. Si rigirò nel letto strizzando gli occhi e massaggiandosi le tempie quando la luce che entrava dalla finestra la svegliò. Si coprì con la coperta fin sopra la testa sprofondando il viso nel cuscino fino quasi a non respirare, quando d'un tratto una strana sensazione e un dubbio la assalirono. Si mise a sedere di colpo, scansando la coperta e guardandosi in giro. La stanza era vuota. Il letto da parte a lei era vuoto. Eppure... non ricordava molto, ma una cosa... o qualcuno... Axl. Posò la mano sul materasso stropicciato da parte a lei accarezzandolo, cercando di sforzarsi per capire cosa diavolo era successo. Ammesso che qualcosa fosse successo, e che non era tutto frutto della sua immaginazione. Quel che era certo è che aveva bevuto. La sensazione di amaro in bocca era quella che provava ogni volta dopo una sbronza. Poi l'occhio le cadde sul paio di mutandine abbandonate a terra, e si rese conto che sotto alla gonna che indossava dalla sera prima, non aveva nulla "Oh no..." mormorò tirandosi indietro i capelli e alzandosi di colpo in preda all'ania "no, no... non è possibile!" si fiondò alla finestra, aprendola e sporgendosi fuori, setacciando con lo sguardo la scala in metallo. Ed eccole in un angolo, quelle bottiglie di birra abbandonate a terra, uno dei pochi ricordi della sera precedente "Cazzo..." biascicò a se stessa quando il fluire dei ricordi si fece via via più chiaro e definito. Ricordava che era uscita li fuori dopo aver visto il casino di quella festa, e dopo aver visto Duff. Una leggera fitta al petto arrivò a quel pensiero. Ricordava che c'era Axl. Avevano parlato, l'aveva anche fatta ridere. Non era stato poi così male come voleva far credere. E avevano bevuto, tutti e due. Poi... rabbrividì. Le mani del rosso sul suo corpo, le loro bocche che si incontravano.... e... tutto il resto "Oh Dio!" urlò sbattendo la finestra e rimettendosi l'intimo, uscendo dalla sanza in tutta fretta. Aveva bisogno di un bagno.
Lo scenario che le si presentò davanti però non era dei migliori. La casa era un vero disastro, c'erano rifiuti sparsi ovunque, bottiglie vuote, cartacce, sigarette spente a terra... era un preservativo usato quello? Trattenne un conato fiondandosi verso il bagno. Ma si fermò non appena arrivò davanti alla porta di quella che era la camera di Axl e Duff. Si morse il labbro mentre la sua mano spingeva la maniglia e apriva lentamente l'uscio permettendo alla luce di entrare quel che bastava per illuminare appena la stanza. Il letto di Duff era vuoto, segno che aveva passato la notte da un'altra parte, probabilmente con la ragazza della sera prima. Axl invece dormiva beato con la pancia ingiù e le braccia strette sotto al cuscino. Le lenzuola lo coprivano fino alla vita, scoprendo la schiena e le spalle muscolose sfiorate dai capelli che ricadevano disordinati sulla pelle liscia e bianca. Arrosì di colpo sentendosi avvampare ripensando che poche ora prima quel corpo era attaccato al suo.
Richiuse la porta e tirò dritta al bagno, conciato peggio di una latrina. Di nuovo l'acido le salì alla gola, e lo ricacciò giù a stento tornando in fratta nella sua stanza. Riaprì la finestra inspirando a grandi boccate l'aria fresca, sentendosi immediatamente meglio. Non poteva stare li dentro, non poteva nemmeno farsi una doccia con quello schifo in giro. Così prese uno zaino infilandoci dentro un cambio di vestiti puliti. Mise le scarpe, la giacca ed uscì di nuovo stando attenta a non calpestare nulla. Arrivata in salotto non le fu difficile individuare sul divano la testa bionda di Duff che spuntava da sotto il corpo nudo di quella ragazza, entrambi addormentati. Un nodo le chiuse la gola, e subito distolse lo sguardo dai due uscendo di tutta fretta.
Janine non abitava molto lontano da li. Mentre camminava non faceva altro che pensare a quei due... Duff che probabilente la considerava un essere asessuato, e Axl con cui la notte prima aveva 'accidentalmente' fatto sesso. E se Duff l'avesse saputo? Lei non glie lo avrebbe di certo detto. Ma Axl? Che poi alla fine perchè avrebbe dovuto preoccuparsene? "Lui va a letto con chiunque e io dovrei farmi problemi? A diavolo, non mi importa!" disse ad alta voce dando sfogo ai suoi pensieri. Ma la storia che non glie ne importava bè, era un a farsa. Non ci credeva nemmeno lei. E poi non voleva che i due litigassero. Meglio tenere tutto nacosto... l'avrebbe anche detto al rosso se necessario. Sempre che non fosse stato troppo tardi.



***
Hemmmmm... bè, anzitutto buon anno a tutti!
E scusate per il ritardo ma la brama di scrivere se ne era andata in vacanza XD
Capitolo 20... ma non doveva essre una roba corta e sbrigativa? Con me? E quando mai!
La prossima volta che lo dico non credeteci!
E ne succederanno ancora...
Vabè, un saluto a tutti <3
Lau

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Capitolo 21
*** 21 ***


Era già sveglio da un po' ma di alzarsi poprio non ne aveva voglia. Per lui i ricordi erano ben chiari. Nonostante la sbronza ricordava perfettamente ogni cosa della sera precedente. Era stato a letto con Cloe. E alllora? C'era forse qualche legge che gli impediva di farlo? No. E quindi perchè si sentiva così, come se avesse fatto una cosa sbagliata? Non l'aveva costretta, erano entrambi ubriachi e poi da quando lui si faceva di questi problemi? Guardò il letto vuoto dall'altra parte della stanza. Non voleva litigare con lui, non di nuovo. Era meglio tenere quella piccola vittoria per se. Certo, non poteva essere sicuro che anche Cloe avrebbe fatto la stessa cosa. Ma dubitava che volesse raccontare al biondo quella notte di fuoco con il suo migliore amico. Inarcò le labbra in un sorriso furbo alzandosi e stiracchiandosi pigramente.
Nella casa sembravano dormire tutti a giudicare dal silenzio che vi regnava, ad accezione di un sommesso russare proveniente dalla camera di Slash. Uscì infilandosi solo delle infradito di plastica oltre ai pantaloncini della tuta, constatando che tutto quel casino qualcuno, che ovviamente non era lui, avrebbe dovuto pulirlo prima o poi. La prima cosa che fece fu aprire la porta della stanza di Cloe... era vuota, evidentemente era uscita presto, in casa non sembrava esserci. Tanto meglio. Non era certo di aver voglia di vederla, per il momento. Che ne sapeva? Magari era una di quelle che dopo una magnifica notte di sesso gli si appoccicava addosso pretendendo amore eterno. Non gli sembrava il tipo, ma non si poteva mai sapere. Incespicò in qualcosa mentre se ne andava in salotto, una bottiglia. La scavallò e proseguì.
Sorrise vedendo Duff e una ragazza stesi sul divano. Si avvicinò dando a lei uno scossone con il piede, guardandola mentre si risveglava. Era carina. Il tipo da Duff insomma. Bionda, formosa...  un perfetto esemplare di giovane dai facili costumi. Si chiese come faceva a passare da una così a una come Cloe, l'esatto opposto. Non che fosse meno carina, anzi, lo era anche di più, ma di una bellezza competamente diversa. Perchè anche se lei era convinta che il biondo non la calcolasse minimamente, Axl sapeva che non era così. Per questo era così geloso. Oh si che lo era, Izzy aveva sempre avuto ragione.
La ragazza aprì gli occhi e incrociò lo sguardo con il suo, sorridendo maliziosa "Buongiorno..." mormorò sollevandosi dal corpo ancora nudo e abbandonato al sonno di Duff.
"E' tardi, non devi andare?" ribattè secco.
"No... non ho impegni per oggi, e poi voglio apettare che si svegli" rispose lei alzandosi ed avvicinandosi a lui.
"Ma noi si, quindi vai... non preoccuparti, te lo saluto io"
"Hey!" si lamentò lei quando poco galantemente Axl la mise alla porta, ancora mezza nuda senza mancare di lanciarle dietro i suoi vestiti. Suoi o di qualcun'altro poi non faceva la differenza.
"Troia..." mormorò tornando verso il divano dove ancora Duff dormiva profondamente, e si soffermò a guardarlo. Perchè poi trovasse belli i suoi compagni di band ancora non l'aveva ben capito. Bè... questo valeva per Duff almeno, e prima ancora per Jeff, prima che si infilasse in quella storia con Desi. Non che ora non lo trovasse bello, era sempre Jeff... ma il fatto che avesse preferito quella mocciosa a lui ancora gli rodeva. Sorrise mentre percorreva con lo sguardo il corpo nudo di fronte a lui in ogni centimetro, sentendo un'improvvisa voglia nascergli dallo stomaco. Si avvicinò a lui, cercando di fare piano mentre ci si stedeva sopra occupando il posto che poco prima era stato di quella... come si chiamava? Bà... poco importava. Sentì subito il calore di quel corpo avvolgerlo quando i loro petti vennero a contatto.
Vide Duff contrarre la mascella e strizzare gli occhi, sorridendo come un ebete quando aprendo gli occhi si trovò il viso del rosso davanti "Te la sei mangiata?" mugugnò con voce impastata riferendosi alla ragazza che ovviamente se ne era andata, o era stata cacciata, più probabile.
Axl infilò il viso nell'incavo del suo collo passando le dita fluentemente sul petto dell'altro "Sono stato gentile dopotutto... non l'ho nemmeno insultata"
Duff rise di quella solita arroganza a cui ormai era abituato "Credo di aver bevuto troppo ieri, mi scoppia la testa... dai alzati, fammi sistemare un po' questo schifo"
"Rilassati Duff, penseremo dopo a mettere a posto" sussurrò con voce calda mentre le sue labbra si posavano delicatamente sulla pelle del collo del biondo, facendolo sussultare.
"N... non siamo soli in casa... dai" era difficile resistere ogni volta... ma era lui quello razionale, e lui doveva pensare alle conseguenze delle loro azioni, frenandosi se necessario. Slash era in casa, forse anche Steven. E anche Izzy, l'unico a sapere... in ogni caso no avrebbe mai voluto farsi cogliere in fragrante, da nessuno di loro. E poi c'era lei... "Cazzo, Cloe!" esclamò sollevandosi di colpo facendo quasi cadere Axl a terra "Merda... spero non abbia visto tutto questo schifo!"
Axl sbuffò rimettendosi a sedere "Con 'questo schifo' intendi il disordine e la sporcizia, o te che scopavi con quella davanti a tutti?" specificò con un nemmeno troppo sottile velo di acidità.
Era esattamente ciò che Duff temeva "Non iniziare, ti prego!"
"Ma se non ho detto niente!"
"So dove vuoi arrivare!"
"mmm... buongiorno anche a te McKagan..." borbottò mentre lo vedeva correre verso la stanza della ragazza infilandosi i pantaloni racattati da terra. Sbuffò scocciato, sdraiandosi sul divano ancora caldo "Non la troverai!" urlò.
E in effetti aveva ragione, la stanza era vuota... il letto però era sfatto, ciò voleva dire che aveva dormito li. O che qualcuno aveva dormito nel suo letto, con tutto il casino di quella sera poteva anche essere successo.
Tornò in salotto sospirando grattandosi la testa nel vano tentativo di trovare una soluzione a quell'incresciosa situazione "Smettila di preoccuparti per lei" Axl si alzò camminando verso di lui e allacciandogli da dietro le braccia alla vita "sarà uscita a farsi un giro"
"Axl è solo una ragazzina, sarà rimasta sconvolta da quello che ha visto!"
A quell'affermazione la già scarsa pazienza del rosso fu messa a dura prova. Si staccò da lui piazzandocisi davanti, dandogli con il palmo della mano una botta sulla fronte "Aio!" si lamentò il biondo.
"Svegliati Duff, non è una bambina! E' cresciuta quanto te, e sa badare a se stessa, smettila di preoccuparti inutilmente e di fare mamma chioccia!"
"Cloe non è come le altre, lei è... è... bè, lei non è abituata a vivere in questo modo!"
Alzò gli occhi al cielo "Credi che non abbia mai visto due che scopano? O che non sappia cos'è la droga e che ne gira parecchia qui dentro? Scendi della nuvole Cristo Santo! Non abbiamo sconvolto nessuno! E poi è casa nostra questa, con o senza di lei saremo pur liberi di fare quello che ci pare, no?" a giudicare dall'espressione di Duff aveva forse alzato un po' troppo la voce, ma se la meritava quella strigliata "Dai stai tranquillo" aggiunse in tono più dolce accarezzandogli un braccio e facendo un passo verso di lui "Sono stanco, perchè non ce ne andiamo a riposare un po'?" domandò inarcando leggermente le labbra e guardandondolo con quegli occhi verdi ai quali il biondo non riusciva mai a dire di no... nemmeno questa volta.




*Coff coff*
mmm... bè, qualcosa si inzia a capire... qualcuno di voi già lo sapeva o forse lo immaginava...
Eniuei, Vicky sarà contenta di questo capitoletto dedicato ai due, anche se non sono entrata troppo nei dettagli... lasciamogli un po' di privacy u.u
Spero di non aver scandalizzato nessuno, non è da me addentrarmi in questo genere di relazioni contorte, ma... è tutta colpa sua (Vicky alza la manina)! :D
E se vi piace bene se no amen, piace a noi e questo mi basta... detto ciò... al prossimo!
*si eclissa*


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Capitolo 22
*** 22 ***


Fissava la sua immagine riflessa nel liquido scuro e fumante nella tazza che stringeva tra le mani. Si vedeva... diversa. C'era qualcosa di strano in lei. Eppure la faccia era sempre la stessa.
"Allora?" alzò lo sguardo verso la voce che aveva appena parlato. Janine di fronte a lei la guardava con curiosità, aspettando chissà qualche terribile confessione "Ora mi dici che succede?"
Cloe si strinse nell'accappatoio chiudendo meglio la cintura attorno alla vita. Le era piombata in casa senza darle spiegazioni, appropriandosi del suo bagno per una doccia, e ora se ne stava seduta al tavolo della sua cucina, sorseggiando svogliatamente il tè che lei le aveva preparato, senza chiedere nulla fino a quel momento. Una spiegazione in fondo glie la doveva, no? Sospirò "Scusa se mi sono fiondata qui, ma sei stata la prima persona che mi è venuta in mente" mormorò sorridendo timidamente spostando una ciocca dietro all'orecchio.
"E hai fatto bene, siamo amiche no? Dai avanti, spara"
"Diciamo che quella casa non era proprio l'ideale per una doccia questa mattina..."
"mmm capito... hanno fatto festa eh? Ci sono stata una volta, Slash mi ci aveva portato dopo avermi abbordata al night... un vero disastro!"
"Si appunto" Janine si sporse in avanti verso di lei, scrutandole il viso con attenzione "che... che c'è?"
Allungò una mano levandole i capelli dal collo e scoprendo sulla candida pelle un segno rossastro che tendeva ormai già al violaceo tipico dei lividi "Ah! Beccata!"
"Cosa?!" Cloe si alzò fulminea guardandosi il collo nello sportello specchiato del forno "Accidenti..." mugugnò tra sè osservando il risultato di ciò che le labbra del rosso avevano fatto su di lei quella notte. Sospirò e tornò a sedersi. I ricordi le erano affiorati alla mente pian piano, ora ricordava pressochè ogni cosa. Le sfuggiva giusto qualche dettaglio, probabilmente nulla di rilevante. Ogni cosa le era chiara. Ricordava ogni gesto, ogni sensazione, ogni rumore. Quelle mani che calde le lambivano la pelle facendola ansimare, quei baci bollenti e stranamente dolci che l'avevano fatta infiammare... e lui che dentro di lei si muoveva abilmente, come se fosse l'unica cosa che avesse fatto da tempo.
"Tu hai fatto sesso!" decretò infine Janine dopo una lunga osservazone.
Cloe alzò il viso pensieroso su di lei, aprendo la bocca in un esclamazione di stupore "Come lo sai?"
"Vuoi farmi credere che quel succhiotto sia solo un episodio isolato? Andiamo... e poi te lo leggo in faccia! Noi ragazze abbiamo un'aria particolare dopo aver fatto sesso" disse unendo le mani con aria trasognante "ci brillano gli occhi... allora, Duff si è fatto avanti finalmente! Com'è stato?" ma ora l'espressione di Cloe era ben lontana dall'essere felice e contenta come avrebbe dovuto "Oh..."
"Michael non c'entra" ammise a malincuore.
"Oh..." ripetè l'amica "Aspetta... se non Duff... chi? Sei stata a letto con uno di loro!"
"Si si, abbassa la voce! E'..." si morse il labbro prima di pronunciare quel nome "Axl" cadde il silenzio, e quei pochi secondi le sembrarono improvvisamente interminabili minuti "Di qualcosa ti prego..."
Janine aprì la bocca per dire qualcosa, ma subito la richiuse mordendosi il labbro inferiore. Era sorpresa... doveva essere successo qualcosa di grave, perchè da che conosceva Cloe mai e poi mai si sarebbe concessa ad uno che non fosse Duff in quel momento. Axl poi! Non si odiavano quei due? "La mia mente contorta sta cercando di trovare una valida motivazione a questa cosa che mi hai appena confessato sai? mmm... ti ha ipnotizzata per caso? O forse eri ubriaca..."
"Buona la seconda"
"Oh ok, ora si spiega" sembrò rilassarsi. Una sbronza era una giustificazione acettabile dopo tutto "Bè quindi? Avanti racconta!" se ne uscì tutta d'un tratto con un sorriso stampato in volto "Che avete fatto? Tipo... sadomaso? Ti ha legato, o robe del genere?"
"Che?! No! No, no... Janine è stato... normale in fondo... è stato..."
"Bello?"
"S... si..."
"Ahhhh! Lo sapevo! Axl Rose non delude mai... anche se mi aspettavo qualcosa di strano da uno come lui... l'ultima volta che è stato con me mi ha legato i polsi alla spalliera del letto e..."
"Stop! Non sono sicura di voler sapere i particolari!" sospirò bevendo l'ultimo sorso dalla tazza, iniziando a raccontarle. Tanto sapeva che gli avrebbe chiesto com'era andata, per cui tanto valeva anticiparla. E poi aveva bisogno di pararne con qualcuno "Quando sono tornata a casa c'era quella festa... un casino assurdo! Gente che si faceva ovunque, gente che scopava senza ritegno... Duff che scopava senza ritegno... con una specie do barbie bionda, due tette enormi che io non avrò mai..."
"Le tue tette non hanno nulla che no va! Ah! Quell'idiota! Ma che gli passa per quella testa ossigenata!"
'Vorrei saperlo anch'io' abbassò lo sguardo tornando poi sul suo racconto "Sono andata in camera mia, o cacciato fuori due dal mio letto e sono uscita sulla scala di emergenza per prendere un po' d'aria. E ho incontrato Axl. Ha detto che non gli interessava stare a quella festa... abbiamo bevuto qualche birra e parlato un po'... è sipatico quando vuole... poi... poi non so. Non so come sia iniziata a dire il vero, ci siamo trovati così vicini e... bè il resto lo sai"
"Se la guardi da un certo punto di vista risulta anche romantico"
"Per favore..."
"Ti ha detto qualcosa?"
Scosse la testa "Se ne è andato. Stamattina era in camera sua a dormire come se niente fosse"
"Ecco... ti pareva..."
"E sono venuta qui perchè... quella casa è un vero schifo e... Duff stava ancora con quella tizia, perciò..."
"Duff dovrebbe prendersi a sberle e rinsavire una buona volta!" si alzò andandole accanto mettendole le mani sulle spalle "Su tesoro..."
"Si... è andata com'è andata" sorrise un po' forzata tirandosi in piedi e stiracchiandosi "Allora, abbiamo ancora un paio d'ore prima di inziare a lavorare. Che proponi?"
"Oh bambina, c'è solo una cosa che potrebbe farti sentire meglio in casi come questo!"
"Davvero? E cosa?"
"Shopping!"

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Capitolo 23
*** 23 ***


Quella fu la prima sera da che aveva iniziato a lavorare li dentro, che non si fermò al loro tavolo. Tirò dritto, passando molto marginalmente in altri, senza però trattenersi con nessuno. Gli passò davanti sentendo gli occhi un po' confusi di tutti che la osservavano. Di tutti... di Duff. Lei lo aveva sempre trattato con una punta di riguardo. Andava sempre da lui, ballava su di lui, gli sorrideva e lo faceva impazzire. Era certo che avesse una sorta di preferenza nei suoi confronti. Ma non quella sera. La ballerina misteriosa, o Claire, non l'aveva degnato nemmeno di uno sguardo. I loro occhi si erano incrociati solo per un istante fugace ma subito lei aveva voltato il viso da un'altra parte. Lo stava evitando forse. Ma perchè?
"Ha capito che sei una mezza sega McKagan!" l'aveva preso in giro Slash, convinto che ora la giovane avrebbe prestato più attenzione a lui. Ma niente.
Izzy da dietro i suoi occhiali scuri sorrideva di quella situazione. Solo Duff poteva invaghirsi di una spogliarellista avendoci scambiato a mala pena qualche parola, per poi rimanerci male se questa non lo considerava più. E soprattutto, come faceva a non accorgersi di nulla? Come facevano tutti, a dire il vero. Gli aveva fregati per bene. Ci era cascato anche lui all'inizio. Ma poi l'aveva vista uscire da quel locale una sera in cui si era appartato al di fuori per rollarsi una canna in santa pace. O meglio, non aveva visto Clare, ma Cloe. Si era chiesto cosa ci facesse li. Ma a conti fatti non gli fu poi così difficile capire. Non aveva detto nulla a nessuno ovviamente, la ragazza aveva sicuramente i propri motivi per fare ciò. E poi lui da tempo aveva imparato a farsi i cazzi suoi. Solo... Duff era propro cieco.

Era rientrata da poco, nonostante le insistenze di Janine per farla rimane da lei a dormire. Non voleva aprofittare oltre della sua ospitalià, già le aveva invaso casa per tutto il giorno. E poi se non fosse rientrata quella notte i ragazzi si sarebbero preoccupati. Bè non tutti forse. Si levò il giubbotto, e posò sul divano la borsa contenente il risultato dello shopping con l'amica. Aveva preso qualcosa di carino convinta dalla rossa, perchè no? Magari una sera di quelle sarebbero uscite insieme, e allora avrebbe indossato quelle cose. Fortunatamente pareva che qualcuno avesse sistemato il casino della sera precedente, certo non era tutto lindo e perfetto come quando aveva pulito lei, ma almeno non avrebbe rischiato di vomitare alla vista di qualcosa di schifoso. Stava giusto tirando fuori la roba dal sacchetto, quando un chiassoso vociare la fece voltare e pochi secondi dopo la porta si aprì. C'erano tutti, tranne Steven. Quel ragazzo era un uccel di bosco. Aveva anche parecchi problemi con la droga, questo l'aveva capito "Ciao" disse in un susurro cercando con tutta se stessa di evitare lo sguardo sia del biondo che del rosso.
"Hey piccola" Duff le andò vicino, baciandole la fronte "appena tornata? Com'è andata?"
"Alla grande... vado a letto, sono stanca"
Per quanto tardo fosse ad accorgersi di certe cose non gli sfuggì la freddezza insolita con cui lo stava trattando. Di certo era dovuta a ciò che era successo alla festa. L'aveva visto con quella, era chiaro... e ne era rimasta sconvolta. Povera piccola Cloe... ma la conosceva bene, parlargliene ora avrebbe voluto dire farla chiudere ancora di più in un silenzio che non avrebbe giovato a nessuno "Cos'è quella roba, hai fatto spese?" domandò allora bloccandola, notado il borsone da cui spuntavano lembi di stoffa colorata.
"Hemmm si... con un amica"
"Fa vedere, sono curioso!"
"Duff..." ma il biondo aveva già preso qualcosa tirandolo fuori. Era un vestitino nero, molto corto e  molto aderente.
"E questo?" c'era anche un completino intimo molto, molo sexy... color verde smeraldo. Le sarebbe stato benissimo... ma era Cloe!
"Mollalo! Non sono affari tuoi!" urlò indispettita strappandogli quelle cose dalle mani e rimettendole nel sacchetto.
"Cloe, tu non puoi metterti quelle cose! Sono..."
"Sexy" puntualizzò Slash sorridendo sornione.
"Si! Insomma, tu sei una ragazza da jeans e t-shirt no? Quella roba non fa per te"
Cloe strizzò gli occhi fino a ridurli a due fessure, stringendo al petto la sua sacca degli acquisti. Sentiva il sangue ribollirle, possibile che fosse così stupido? Lo odiava! Fortunatamente ci pensò qualcun'altro a dar voce ai suoi pensieri.
"Ah ma smettila Duff! Quella roba le starà d'incanto, ci scommetto!" se ne uscì Slash avvicinandosi e prendendola per la vita tirandola contro al suo petto "Signorina, se hai bisogno di una consulenza io mi offro!"
Cloe rise. Con lui non si poteva fare altro, anche quando eri nero di rabbia Slash riusciva sempre a strapparti un sorriso.
Ma Duff non era dello stesso avviso... tirò il riccio per il braccio allontanandolo da lei e guardandolo malissimo "Stalle lontano tu!"
"Hey!"
"Slash ha ragione Duff" tutti si voltaono verso quella voce. Axl era rimasto in disparte, vicino ad Izzy in silenzio. Che Izzy stesse in silenzio era risaputo, ma lui... era strano per lui non aver detto nulla, nemmeno una piccola battutina acida e piccante. Ma non glie ne erano proprio venute quella volta. Aveva osservato la scena sentendo sulla pelle uno strano formicolio. Avrebbe voluto vederla lui con quella roba addosso. Tanto l'aveva vista senza nulla, per cui... ma Duff... da una parte avrebbe voluto prenderlo a calci nel sedere per quel comportamnto assurdo. Ma dall'altra parte lui sapeva a cosa era dovuto. Duff vedeva ancora Cloe come una ragazzina. Ma la sua ragazzina. Era questo il punto. E a  lui non adava giù. Se si fossero avvicinati, il loro rapporto avrebbe inevitabilmente perso punti. Com'era accaduto con Izzy una volta che si era invaghito di Desy 'Chissà poi che ci trova...' e lui non voleva che finisse allo stesso modo. Cloe era una bella ragazza, poteva benissimo trovarsi qualcun'altro dopo tutto. Certo anche lui avrebbe potuto trovarsi qualcun'altro, o qualcun'altra... ma chiunque avesse trovato non era lui  "E' maggiorenne e vaccinata, di certo non ha bisogno che tu le dica cosa mettersi... e se proprio devo dirlo, le donerebbe di più quel vestitino che un paio di jeans" affermò deciso prima di voltarsi e ritirarsi nella sua stanza. Aspettandolo.
Il biondo era rimasto in silenzio alle sue parole. Non capiva dove voleva arrivare. Ma Axl era incomprensibile, questo ormai lo sapeva. Ad gni modo non voleva certo fare il rompipalle, ma non era certo che sarebbe riuscito ad acettare di vedere altri occhi puntati su di lei.
"Buonanotte!" sbottò d'un tratto Cloe, voltando le spalle a tutti e chiudendosi nella sua stanza. Avevano chiaramente sentito l'irruento e nervoso sbattere della porta.
"Ma che ho fatto?!" si chiese scioccamente il biondo guardando i due amici rimasti nella stanza.
Slash alzò le spalle "Magari ha le sue cose"
Izzy invece gli battè una mano sulla spalla "Fatti una dormita amico, magari la notte porta consiglio" disse andandosene.

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Capitolo 24
*** 24 ***


Passò davanti alla loro camera scuotendo la testa quando quei rumori famigliari gli giunsero alle orecchie... ma non riuscivano proprio a contenersi? Bè... con Axl era così, lui lo sapeva bene. Diede due forti colpi di pugno contro l'uscio per farli zittire "Abbassate il volume!" li ammonì, sentendo subito dopo una risata sommessa provenire di sicuro dal rosso, e poi il silenzio. Sbuffò riprendendo a camminare verso la stanza di lei. L'aveva vista davvero arrabbiata quella sera. E come darle torto? Duff quando si metteva il paraocchi era da strozzare. Bussò piano rimanendo in ascolto, sobbalzando quando un acidissimo 'Vattene' gli venne sbattuto in faccia. Osò ed abbassò la maniglia, entrando appena con il viso e mettendola a fuoco nella semioscurità della stanza. Era rannicchiata nel letto, con la coperta tirata fin sopra alla testa "Sei sordo per caso?!" la sentì sbottare "Ti ho detto di and... oh" si era tirata su voltadosi istericamente, bloccandosi però quando si accorse della sorridente faccia aguzza che la stava guardando "Izzy"
"Aspettavi qualcun'altro?"
"No solo... credevo fossi Duff"
"L'avevo immaginato... posso?" senza attendere una risposta che sapeva sarebbe comunque stata positiva, entrò chiudendosi la porta dietro, e andando a sedersi sul letto a gambe incrociate.
"Come mai qui?"
"Ero sicuro che tu come me saresti stata sveglia... non riuscivo a dormire"
"Io stavo dormendo"
"Come no... allora, come ti va il lavoro... Claire?"
"Hum bene, quelle signore sono diverenti dopo tut..." la frase che si era preparata tante volte in attesa di quell'eventuale domanda, le si smorzò in bocca. Come l'aveva chiamata? Ebbe un fremito e spalancò maggiormente gli occhi in preda al panico "merda..." mormorò.
Izzy traquillamente sorrise, stendendosi meglio al suo fianco con le mani incrociate dietro alla testa "Per quanto pensavi di farla franca?"
"Io... io..." non riusciva a trovare nulla da dire. Inspirò profondamente, abbassando lo guardo sui suoi piedi e portandosi le ginocchia al petto "solo il tempo necessario per tirare su i soldi per andarmene da qui" mormorò.
"Lo so solo io Cloe" aggiunse subito, notando l'estrema ansia che l'aveva presa di fronte a quella rivelazione.
E a quelle parole istintivamente tirò un sospiro di sollievo. Forse era salva. Forse. Non era certa che Izzy intendesse tenere la cosa per se "Glie lo dirai?'"
"Non sono cose che mi riguardano" adorava la sua piccata discrezione "quanto credi che durerà?"
"Bè... spero un po'... ho già messo da parte un po' di soldi, pagano bene sai? Tanto Duff non si accorgerebbe della cosa nemmeno se mi levassi il travestimento di fronte a lui"
Rise "Non hai tutti i torti" si rimise a sedere per poterla guardare meglio in viso "anche perchè vedendo come si comporta gli verebbe un infarto sai? Mi scoccerebbe mettermi a cercare un nuovo bassista"
"Si..." improvvisamente si sentì avvampare al pensiero che il ragazzo che ora se ne stava seduto al suo fianco l'aveva vista praticamente nuda più e più volte. La trovava una cosa piuttosto imbarazzante. Ma forse era un bene che Izzy l'avesse in qualche modo scoperta. Almeno avrebbe avuto qualcuno con cui parlare oltre a Janine.
"Sono curoso di sapere quel tuo strano e improvviso cambio di tedenza nei nostri confronti... il povero Duff si arrovella cercando di comprendere per quale motivo la misteriosa e bella Claire non lo caghi più"
Rise a quella domanda "Gli sta bene! Così impara a scoparsi le Barbie in giro per casa!"
Anche Izzy rise. Era certo fosse per qualcosa del genere. Aveva visto decisamente troppo quella sera "Mi spiace per quello che hai visto, eravamo tutti puttosto su di giri"
"Non importa, in fondo è casa vostra"
"Certo... bè, comunque se vuoi un consigio dovresti dirglielo prima o poi"
"Me ne andrò prima che se ne accorga"
"Non mi riferivo alla tua identità segreta..."
Cloe riabbassò lo sguardo, capendo a cosa si stesse riferendo "A che servirebbe Izzy?"
"Non lo so... ma se non ci provi non lo saprai mai"
Annuì mesta ristendendosi e prendendogli la mano per farlo scendere al suo fianco. Era stanca, e aveva parecchie cose per la testa su cui riflettere. Axl, Duff... era molto confusa. Fortuntamente Axl pareva non aver fatto parola a nessuno di quella loro notte. Ma nemmeno loro due ne avevano più parlato. Erano tornati alla fredda indifferenza di sempre. E chissà poi perchè la cosa le metteva addosso uno strano senso di disagio. Non seppe di preciso dire quando si addormentò. Sicuramente dopo di Izzy a giudicare dal leggero e regolare respiro che sentiva al suo fianco prima di sprofondare tra le braccia di Morfeo.


 

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Capitolo 25
*** 25 ***


Sembrava una sera come tante quella. Cloe aveva passato la giornata nel vano tentativo di sistemare casa, operazione assai complessa con un indomabile Slash tra i piedi che voleva aiutare a tutti i costi, creando solo scompiglio. ma si era divertita con lui, era un ragazzo vitale, fin troppo quando si calava di coca e iniziava a diventare iperattivo, ma era divertente e le regalava sempre un sorriso. Alla fine ne erano usciti distrutti e la casa era quasi identica allo stato in cui si trovava prima. Dopo cena era scappata per il suo solito 'lavoro' rifiutando come sempre l'offerta di Duff di accompagnarla. Fortuna che Izzy la salvava sempre quando la cocciutaggine del biondo la metteva in difficoltà. Così aveva detto che l'avrebbe accompagnata lui, con la scusa che già doveva fare quella strada per andare ad un ipotetico quanto falso appuntamento con un amico... si sarebbero trovati direttamente al locale, per bere e tirare l'ora tarda come sempre.
Trucco, parrucca e maschera, Cloe era pronta. Anzi... Claire era pronta. Si diede un'ultima occhiata sistemandosi per bene il vestito corto e sexy che aveva scelto per quella sera. Come sempre aveva svaligiato il camerino di Janine, ormai diventato anche il suo. C'era il suo nome sulla porta, scritto sotto a quello dell'amica con il pennarello rosso.
"Accidenti, ma tu guarda! Quello schfifoso mi ha smagliato l'autoreggente!" Janine entrò in quel momento lamentandosi delle attenzioni un po' troppo esuberanti di un cliente "Tocca a te tesoro, non andare al tavolo 10! Quel tizio è una bestia!"
"Agli ordini!"
"I ragazzi sono sempre in prima fila sai? mmm... e il tuo Michael oggi è piùbello del solito!"
"Così non mi aiuti..."
"Oh avanti, non li stai più cagando!"
Si abbassò sistemandosi meglio le decoltè rosse "Lo so... ma non ce la faccio, mi irrita!"
"Duff"
"Si..."
"E gli altri?"
"Bè... Axl lo sai... dopo quello che è successo mi imbarazza ballargli addosso..." Janine alzò un sopracciglio scettica "lo so, sebra assurdo ma è così!"
"Quindi o tutti o nessuno?"
"Qualcosa del genere... devo andare"
"A dopo"

Il locale era gremito quella sera, appena uscì sul palco venne accolta da urla e applausi. Poteva ormai vantare una discreta schiera di sostenitori che venivano appositamente per vedere lei. Fortuna che nessuno mai le aveva rotto le scatole più di tanto, anche perchè il fidato buttafuori era sempre allerta per prevenire possibili scocciature.
Come sempre ballò sul palco, spogliandosi man mano di ciò che indossava fino a rimanere in costume. Scese tra i tavoli badando di saltare quello della bestia come Janine le aveva consigliato, ed evitando anche di passare davanti ai ragazzi. Slash sbuffò esasperato, lo vide allargare le braccia in un gesto di stizza quando la vide andare da tutt'altra parte. Un po' le dispiaceva... in fondo si divertiva a stuzzicarli. Gettò la coda dell'occhio al loro tavolo, notando quanto Duff quella sera fosse stranamente serio e tirato. Le braccia conserte e nemmeno un sorriso. Si era preso così tanto male per lei? Non era possibile... vide Axl allungare un mano verso il suo braccio e dirgli qualcosa. Duff ribattè probabilmente brusco, e liberandosi dalla sua stretta si alzò e se ne andò verso il bancone del bar, cercandola con lo sguardo in mezzo alla folla.
"Hey! Vuoi ballare o continui a guardare in aria?!" le chiese il tizio seduto al tavolo davanti a cui era ferma. Non gli rispose, voltò le spalle, recuperò il vestito e si incamminò verso il lungo e buio corridoio che portava ai camerini visto che sul palco era già iniziato il numero successivo e non poteva risalire da li. Appena fuori dalla misichia si apoggiò al muro sospirando. Era sudata e ancora accaldata. Si rimise il vestitino e si sistemò meglio la parrucca. Era stanca quella sera. Camminò piano stringendosi le braccia al petto. Quel posto dava i brividi sul serio.... ecco perchè non ci passava mai nessuno. L'unico rumore oltre alla musica in lontannza era il ticchettio costante delle sue scarpe... ma poco dopo se ne aggiunse un'altro, un'altro ticchettio, un rumore di passi, ma più pesante... nemmeno fece in tempo a voltarsi che si sentì afferrare per un braccio, e qualcuno la spinse di lato.
 
 

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Capitolo 26
*** 26 ***


Si sentì spingere verso il muro, poi il suo sedere incontrò qualcosa... era uno dei tavolini in disuso abbandonati alle pareti. Per un attimo la paura le aveva bloccato il respiro e non era riuscita a dire nulla, nemmeno quando aveva riconosciuto l'identità di quel presunto aggressore. L'inconfondibile chioma bionda era ben visibile nella semioscurità... e poi il suo profumo l'avrebbe riconosciuto ovunque. Si trovò bloccata tra il tavolo e il suo corpo, con quelle mani che tanto aveva desiderato sentire su di se che le accarezzavano il viso, andando ad indugiare sulla maschera che le copriva il volto. Appena in tempo gli bloccò il polso saldamente, impedendogli di levargliela "Hai paura di farti vedere?" mormorò, inarcando le sue labbra sottili.
Poteva sentire l'alito caldo e alcolico sulla sua pelle. Tremò... stava rischiando grosso. E la cosa più assurda era che in quel momento, di fronte a ciò che sapeva stava per accadere, la sua più grande preoccupazione era quella di essere scoperta. Non disse nulla, solo si spinse ancora di più contro al freddo tavolo di metallo, senza riuscire a staccarsi troppo da lui "Mi stai facendo impazzire, lo sai?" disse ancora lui, già con il fiato corto. Solo quando abbassò le mani, Cloe lasciò andare la presa sul suo polso. Respirava velocemente, si sentiva braccata. Ma non era la sensazione spiacevole di una vittima di fronte al suo aguzzino... era qualcosa di eccitante, qualcosa che le procurava un certo caldo. Qualcosa le formicolava la pelle, e le pizzicava il basso ventre... respirò ancora più velocemente quando sentì le mani di lui posarsi sui suoi fianchi "Non dici niente? mmm?" le accarezzò la pelle, risalendo il busto sfiorandole i seni, poi di nuovo le accarezzò le guance, posandole delicatamente le dita sulle labbra, schiudendogliele appena. Lo stava per fare... ed eccolo infatti, pochi secondi e le loro labbra si incontrarono, da prima un contatto leggero, ma subito si trasformò in un bacio profondo e impetuoso, che accese in lei il fuoco. Cercò di ragionare... ma non ci riusciva. Lui era li per Claire, non per Cloe... avrebbe dovuto respingerlo, ma non ce la faceva. L'unica cosa che riuscì a fare fu stringergli le spalle con le braccia e intrecciare le dita con i suoi capelli. Sentì le sue mani scendere sul suo corpo, accarezzarle il seno con più decisione tanto da farla gemere. Poi scese ancora, risalì le cosce tirandole su il vestito fino ai fianchi e afferrandola per la vita la spinse sul tavolo, aprendole le gambe così da potersi mettere nel mezzo. Si staccò da lui per riprendere fiato, guardandolo negli occhi... era un po' annebbiato dall'alcool, e forse non solo da quello. Ma erano i suoi occhi... erano gli occhi di Michael. Avrebbe dovuto dirglielo in quel momento. Poche parole... la verità. Ma poi lo sentì armeggiare con qualcosa sotto di sè, sentì chiaramente la zip che si abbassava e le sue dita sotto di lei che la fecero sussultare quando le scostarono appena la stoffa degli slip del costume... e poi entrò in lei. Ansimò, strozzando un urlo nel sentirlo dentro. L'aveva desiderato così tanto... le labbra del biondo le torturarono il collo, mentre le sue mani le artigliavano le cosce tenendole divaricate e strette alla sua vita, e spingeva, spingeva con forza strappandole gemiti e ansimi che dicevano molto di quanto quella sottospecie di agguato non le era poi dispiaciuto così tanto. Iniziò a gemere, man mano che quelle spinte si facevano più profonde e i suo baci più bollenti sulla sua pelle. Poi Duff si staccò da lei, le afferrò saldamente i fianchi e la spinse contro di se con una tale forza da strapparle un grido, tanto lo sentì in profondità. Un'altra spinta del genere e poteva anche morire... poi il biondo chiuse gli occhi, vide la sua espressione cambiare, e un sorriso compiaciuto apparire sul suo volto. Si piegò su di lei, cingendole il busto con le forti braccia, e nascondendo il viso nel suo collo poco prima di uscire da lei e venire, ansimando sulla sua spalla. Rimase immobile, con le braccia attorno alle larghe spalle di lui, ferma quasi per paura che quell'istante finisse, e che lui se ne andasse. Chiuse gli occhi inspirando il profumo della sua pelle e dei suoi capelli, quel misto di fumo e di buono che le era così familiare. Sentì pian piano il suo respiro farsi più regolare, e dopo un tempo che non seppe definire, si staccò da lei, provocandole una spiacevole e fastidiosa sensazione di freddo. Continuava a guardarla con la bocca semiaperta mentre si sistemava i pantaloni. Era bella, anche con il viso arrossato, la pelle sudata e quei capelli ovviamente posticci scompigliati. Una ciocca scura le era sfuggita ed ora le ricadeva scomposta sulla spalla. Lui la prese tra due dita accarezzandola "Mora..." disse "Lo sapevo" le diede un silenzioso e delicato bacio a fior di labbra, poi si voltò, e lei rimase li ferma a guardarlo mentre si allontanava in quel corridoio per tornare nella grande sala, dove probabilmente avrebbe continuato a bere e divertirsi con i suoi amici, forse vantandosi di quella scappatella che era riuscito a conquistarsi con lei... ma no, non era da Duff una cosa del genere. L'aveva fatto perchè lo desiderava davvero, non per uno stupido vanto. Sentì gli occhio inumidirsi, e tirò su con il naso per trattenere il moccio che le stava per colare, come fosse una bambina. Scese dal tavolo lentamente, sistemandosi la gonna, sentendosi ancora addosso quelle mani... le avrebbe sognate per giorni. Si strinse le braccia attorno e le scappò un sorriso. Un sorriso che venne bagnato da una lacrima che le sfuggì... era fortunata Claire... aveva l'amore del ragazzo che Cloe amava.

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Capitolo 27
*** 27 ***


Il silenzio più totale regnava in casa. Si richiuse la porta alle spalle, camminando stancamente verso il divano, gettando a terra borsa e giacca. Era a pezzi. Quella sera le aveva laciato un bel ricordo si... ma anche tanta amarezza. Duff voleva Claire, e se l'era presa. Lei, Cloe, voleva Duff... l'aveva avuto, ma non era la stessa cosa. Si sentì stupida. Che senso aveva portare avanti quella farsa? Certo le servivano quei dannati soldi, e le ricerche per un lavoro migliore non avevano portato a buoni risultati. Non è che avesse molta scelta, ma almeno avrebbe potuto raccontare al biondo la verità. Cos'è che la fermava? Non era più solamente la paura che facesse una delle sue scenate da isterico obbligandola ad andarsene dal Club. Forse aveva solo paura che quando Duff si fosse accorto che Claire era lei, non avrebbe reagito bene... forse non l'avrebbe più voluta. E lei non avrebbe avuto più nemmeno quelle attenzioni. Si lasciò andare sul divano, rannicchiandosi in posizione fetale immersa in quegli spiacevoli pensieri, cercado una via d'uscita che non riusciava a trovare. Solo qualche minuto, poi sarebbe andata a dormire nella sua stanza. Solo qualche minuto...

Era già tarda notte quando i ragazzi rientarono. Non tutti almeno. Izzy era rimasto da Desi quella sera, e così Slash e Steven dalle rispettive ragazze del momento. Axl e Duff aprirono la porta ridacchiando, un po' ebri di alcool e su di giri. Non appena però accesa la luce Duff vide la ragazza sul divano che dormiva profondamente si bloccò, mettendo una mano sulla bocca dell'amico che stava per dire qualcosa ad alta voce "Schhhhh!"
"Molfaquefstfaamfanocazfo!"
"Eh?! Oh..."
Levò la mano, e un Axl scocciato sospirò scrollando il capo "Non ce n'era bisogno, ci arrivavo da solo eh!"
"Parla piano, la svegli!"
"mmm... dai andiamocene a dormire Duff, è tardi"
"Aspetta"
"Cosa?" lo osservò andare verso di lei e sollevarla tra le braccia, con quella faccia da ebete sdolcinato che proprio non sopportava "Che fai adesso?"
"La porto in camera, non può dormire su questo schifo di divano"
"No giusto, scherzi? Le si rovina la messa in piega..." l'occhiataccia che Duff gli tirò bastò per zittirlo. Alzò le mani in segno di resa "Come ti pare... io vado a letto"
"Arrivo, la porto in camera e arrivo!"
"Si certo... a domani" rispose andandosene, certo che alla fine Duff non sarebbe tornato a dormire nella sua stanza. Sbattè la porta solo per il gusto di farsi sentire e si sdraiò sul materasso con le mani dietro alla testa. Era strano Duff quella sera. Era stato strano per tutta la sera a dire il vero... rispondeva male o non rispondeva proprio, come se avesse le palle girate. Eppure lui non gli aveva fatto nulla... ma non era lui il problema. Si era sciolto solamente dopo aver bevuto un po', e dopo essere tornato dal bar. Ci era stato parecchio... era anche andato a cercarlo, ma era sparito chissà dove 'Chissà con chi' e quando poi era tornato da loro con il viso più rilassato, non aveva voluto dire nulla di dove diavolo si era cacciato. Conoscendolo avrebbe scommesso che c'era una ragazza di mezzo... ma chi? Non poteva essere lei... Duff glie lo avrebbe detto se fosse ruscito a far centro con quella ballerina. Sbuffò sonoramente prima di dare un'ultima occhiata alla porta ancora chiusa. Poi si voltò a pancia in giù immergendo il viso nel cuscino e tirandosi sopra le coperte, senza curarsi nemmeno del fatto che era ancora vestito.

Duff posò Cloe sul letto, levandole le scarpe e tirandole sul corpo la coperta. Le si sedette accanto, guardandola dormire tranquilla. Com'era cambiata... e lui nemmeno se ne'era accorto 'Sciocco McKagan...' allungò piano una mano, non resistendo alla tentazione di levarle dal viso quella ciocca scura di capelli che indisciplinata le era ricaduta sulla pelle. A quel tocco la sentì muoversi appena, e subito si ritrasse, mordendosi un labbro. Non voleva svegliarla, ma era troppo tardi. La ragazza si voltò appena aprendo gli occhi, mettendo a fuoco nella semi oscurità il viso di lui che le sedeva accanto. Avrebbe benissimo potuto scambiarlo per un angelo e pensare di essere morta... ma era reale "Michael...." biascicò sbattendo le palpebre, cercado di risvegliarsi dal torpore del sonno.
"Non volevo svegliarti"
"Non importa"
"Ora cerca di dormire, buonanotte" si chinò su di lei baciandole la fronte, ma non appena fece per rialzarsi, la mano della ragazza afferrò la sua, bloccandolo "Che c'è?"
"Non anartene"
"Cloe.."
"Rimani dai... per favore"
Il biondo assentì. Non che gli dispiacesse, ma si sentiva dannatamente strano dopo quella sera... si levò le scarpe e si fece largo tra le lenzuola, andandosi a stendere dietro di lei. Le accarezzò i capelli, poi le cinse la vita con le braccia, tirandola contro al suo petto. Immerse il viso nei suoi capelli, e sentì le mani di lei che indugiavo sulle sue, accarezzando le lunghe ed esili dita. Poi d'un tratto Cloe si voltò verso di lui, alzando il viso quel che bastava per poterlo guardare. Non c'era molta luce nella stanza, ma poteva benissimo vedere quegli occhi da gatto luminosi che brillavano davanti a lei. E in quel momento fece la cosa più giusta e naturale che le venne di fare. Allungò il collo verso di lui, e fece incontrare le loro labbra. Ed eccolo di nuovo il suo sapore. Le sfiorò appena, per paura che si potesse ritrarre... ma fu propro lui invece a premere con più decisione, trasformando quel lieve e delicato contatto in un bacio vero e proprio. Si staccarono dopo poco, senza smettere di fissarsi "Perchè?" mormorò la calda voce di Duff.
"Perchè mi andava..." fu la semplice risposta di lei.
Lo sentì sospirare leggermente, e stringerla più forte contro di se. Fece scorerre le mani sul suo petto caldo, e si lasciò cullare... avrebbe voluto rimanere stretta in quel'abbraccio per sempre.



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Axl donnicciola gelosa mode *ON*
Bene... rieccomi.
Allora, ma vi pare che non ho la più pallida idea di come cavolo finirà sta storia? O.O
Mi inquietà tutto ciò... vorrei evitare un'altro poema di 4584345445 e più capitoli eh!
Ma no, mi conterrò promesso u.u
Ad ogni modo, le cose si faranno più chiare tra un po', e salteranno fuori tutti gli altarini, abbiate pazienza e fede!
Detto ciò vi saluto, e ringrazio di cuore tutte coloro che perdono qualche seconduccio del loro tempo per lasciare una recensione sempre graditissima :)
Ah, Mars... cioè, non che mi devi spiare e ogni volta indovini quello che succederà! Ti denuncio per stalking eh èé
Eheh... <3
Al prossimo!
Lau

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Capitolo 28
*** 28 ***


L'unica cosa che aveva trovato al suo risveglio era un biglietto. Un biglietto in cui Duff la avvisava del fatto che erano tutti usciti per le prove e le ultime registrazioni, e che sarebbero stati fuori per tutto il giorno. Le ricordava inoltre che quella sera avrebbero suonato al Rainbow, un piccolo Club in città. Spesso Duff le aveva detto di quella serata, e aveva insistito con lei affinchè dopo il lavoro andasse a vederli. Sospirò alzandosi, godendo del silenzio della casa attorno a lei. Perchè no? Si, ci sarebbe andata. Aveva sentito qualche demo, ma mai gli aveva visti dal vivo, sarebbe stato divertente!
Sentiva ancora il suo odore tra le lenzuola... era rimasta attaccata a lui per tutta la notte probabilmente, perchè anche i suoi vestiti ne erano pregni.

Il locale era colmo di gente, fan senz'altro ma anche curiosi e semplici clienti che di certo avrebbero apprezzato la band di capelloni che di li a poco si sarebbe esibita sul palco.
Nel backstage i ragazzi bevevano tranquillamente ridendo tra loro, dando di tanto in tanto qualche sniffata di quella polvere bianca che il buon Izzy era ruscito a raccimolare in qualche modo.
"Tocca a noi!" annunciò un gasato Steven picchiando in aria le fedeli bacchette ed uscendo, seguito da Izzy e da un barcollante Slash, che rideva per poi chissà quale motivo. Duff mise il suo basso al collo, sorridendo delle urla e degli applausi che si levarono quando i compagni di band uscirono sullo stage. Quando si voltò però pronto ad andare in scena, vide che anche Axl era rimasto li, e se ne stava appoggiato ad un tavolino con le braccia incrociate a fissarlo. Era bello con quei pantaloni aderentissimi di pelle e la maglietta 'Shit happens' che lui stesso gli aveva regalato per il compleanno scorso. E quella bandana che ormai era diventata un simbolo da cui uscivano scomposti i lunghi ciuffi di capelli morbidi e lisci "Che aspetti, non vai?"
Il rosso azò le spale senza muoversi da quella posizione "Tocca a te... io devo apparire per ultimo"
"Giusto, giusto..." ridacchiò il biondo muovendo qualche passo verso l'uscita non appena sentì gli amici iniziare a suonicchiare qualche nota. Ma si bloccò quando passando di fronte ad Axl, questi gli afferrò il braccio facendolo voltare "Hai cambiato idea? Vuoi lasciare a me l'onore di entrare per ultimo?"
"Non ci penso neanche Duff... solo bè..." si morse un labbro, e prontamente Duff gli si avvicinò tanto da sfiorargli la bocca con la sua.
"Ho capito... ti aspetto dopo" mormorò intuendo  ciò che Axl stava per dire e staccandosi subito dopo da lui per raggiungere gli altri.
Pochi secondi dopo uscì sul palco anche Axl, e finalmente lo show iniziò in tutta la sua esplosività.

Cloe si era fiondata al Rainbow subito dopo aver finito il suo spettacolo. Aveva chiesto al capo la libera uscita per quella sera, e fortunatamente le era stata concessa, visto il buon lavoro che a detta sua stava facendo. Giusto il tempo di levarsi gli appariscenti panni di Claire e rimettersi in quelli di Cloe ed era corsa a prendere un taxi, direzione Sunset Strip. Ovviamente non aveva mancato di sistemarsi un po' meglio del solito, evitando per quella sera i jeans e le All stars a favore di quell'abitino nero corto ed aderete comprato con Janine. Arrossì pensando che Duff l'avrebbe vista così. Quando arrivò li davanti ebbe il suo bel da fare a passare tra la gente ferma fuori dal locale in attesa di entrare. Fortunatamente il buttafuori ebbe pietà nel vedere una ragazza così minuta e carina tutta sola li fuori, e la fece passare facendole largo verso l'entrata. Dentro era anche peggio... avevano già inizato a suonare, poteva sentire forte e distinta la musica che rimbombava con potenza. L'audio non era dei migliori, ma alla gente li attorno non sembrava importare. Tutti saltavano e urlavano scalmanati ed entusiasti, qualcuno già cantava a squarciagola quelle canzoni ancora non molto conosciute alle masse, ma che di sicuro di li a poco avrebbero avuto il loro meritato successo. Si sollevò sulle punte cercando di vedere oltre le spalle delle persone più alte di lei, il palco e i ragazzi intenti a suonare "Permesso! Scusa!" urlava mentre a suon di gomitate si infilava tra i corpi stretti fra loro e sudaticci, facendosi pian piano strada verso le file più avanti da dove poteva godere di una visuale migliore. E a differnza di quanto ci si poteva aspettare, il suo sguardo non cadde subito su Duff, ma su Axl... cavalcava il palco con uno stile tutto suo, ma così onesto e graffiante che non potevi fare altro che guardarlo. Slash dal canto suo correva all'impazzata solcando quei pochi metri di palco, miracolosamente senza cadere visto l'evidente livello di sbronza e fattanza in cui stava. Poteva invece appena scorgere da dietro la batteria il viso sorridente e la folta chioma di Steven. E in un angolo meno illuminato ecco Izzy, muto e fermo con la sua fedele chitarra bianca tra le mani, chiuso in quella pseudo timida riservatezza che lo rendeva tanto attraente... il fascino del mistero forse. E poi ecco Duff. Credette di non aver mai visto nulla di così bello... nonostante quelle espressioni assurde che si concedeva di tanto in tanto non gli avrebbe più staccato gli occhi da dosso. Da quel petto bianco e asciutto solcato dalle bretelle e bagnato dal sudore che gli colava sulla pelle. Si immaginò stretta di nuovo a quel corpo, coperta dai lievi baci dati dalle sue labbra sottili e perfette, mentre quelle mani grandi e un po' ruvide la sfioravano ovunque... si ridestò da quel sogno ad occhi aperti solo quando la voce del rosso tirò un acuto indicibile, scatenando il frenetico e pressante movinetmo della folla attorno a lei.



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Capitolo 29
*** 29 ***


Per tutta la sera suonarono carichi e instancabili. Slash di tanto in tanto si appropriava del microfono tra una canzone e l'alta straparlando e sproloquiando di cose incomprensibili ai più... come ad esempio il fatto che stesse suonando con i boxer infilati sopra ai pantaloni, cosa che a detta sua era dovuta al fatto che sotto ai pantaloni in pelle gli stavano dando fastido alle palle. Soluzione logica.
Axl e Duff continuavano ad avvicinarsi e spalleggiarsi. Duff cercava sempre il rosso e questi si appoggiava a lui... ma nessuno si rendeva conto di nulla, nessuno percepiva tra loro nient'altro se non un semplice affiatamento.
Erano distrutti quando finalmente si ritirarono nel backstage, esausti, sudati ma ancora euforici vista l'adrenalina che gli circolava in corpo. Non avevano un camerino per ognuno. Ce n'erano giusto un paio che dividevano.
"Vado a farmi una doccia" annunciò Duff staccandosi le bretelle dal petto sudato.
"Non metterci un'ora!" lo ammonì Hudson.
"E a te che importa, tanto non te la farai come sempre!" rise il biondo facendo un occhiolino ad Axl che di risposta sorrise rimanendo apoggiato ad un tavolo a scolarsi una birra. Nessuno l'avrebbe notato, in fondo erano tutti così su di giri e ubriachi che di certo non avrebbero badato a lui.
Poco dopo si alzò incurante di tutti, solo lo sguardo di Izzy si era accorto dei suoi furtivi movimenti e l'aveva seguito con gli occhi sapendo dove sarebbe andato 'Da chi...'
Non ebbe nemmeno bisogno di bussare, la porta era stata lasciata aperta, per lui. Poco importava che non ci fosse nemmeno una chiave in quella toppa scassata, tanto nessuno sarebbe venuto a cercarli, presi com'erano dai festeggiamenti post concerto. Si appoggiò all'uscio, le braccia incrociate dietro la schiena e sul volto quel sorriso malizioso ed euforico che lo faceva assomigliare ad un elfo dispettoso.  Lo notò il biondo quando uscì dalla doccia con l'accappatoio addosso, e gli sorrise di rimando "Ci hai meso un po'..."
"Non volevo dare nell'occhio"
"Giusto"
"Allora" si mosse da quella posizione camminando verso di lui, ammirando ad ogni passo quella pelle diafana che pareva brillare a causa delle piccole goccioline di acqua "è stato un bello show"
"mmmm... si...." ripose l'altro, senza dare troppa importanza al discorso, concentrandosi più sui movimenti fluidi e l'ancheggiare ipnotico dell'amico che avanzava verso di lui.
Quando fu di fronte a lui Axl si morse il labbro, facendo correre lo sguardo sul petto dell'altro che si intravvedeva dall'apertura della spugna bianca in cui era avvolto. Indugiò un istante sulla cintura, giocherellandoci con le dita affusolate, per poi decidersi a sciogliere il nodo che la legava solo quando si accorse dello sguardo penetrante di Duff su di lui. Ciò che vide non potè che fargli pacere.
Duff sapeva che cosa stava cercando, lo aveva sempre saputo. Sapeva che quell'incontro clandestino in uno squallido camerino di un backstage non era solamente un festeggiamento privato tra amici di vecchia data. Non lo era mai stato. Non ricordava nemmeno com'era iniziata. Forse erano ubriachi quella prima volta, o fatti... lui per lo meno, che si era scervellato per giorni e giorni cercando di capire com'era potuto succedere tutto quello, torturandosi nel vano tentativo di trovare una spiegazione razionale a ciò che in principio non voleva accettare. Ma col tempo ci aveva rinunciato a capire. Axl invece era così tranquillo, come se ci fose abituato lui a cose del genere. Tanto tranquillo che anche lui pian piano aveva accettato quelle strane attenzioni, più profonde di quelle che si riservano ad un compagno di band. Poi aveva scoperto con sua sorpresa di non poterne più fare a meno. Che c'era dell'altro tra loro, e non era un puro e bieco fatto fisico. Così ora era spesso lui a cercare quella compagnia, era lui a cercare quel contatto. Ed ora era lui che aveva dato inizio alle danze, tirandolo contro di sè per i fianchi facendogli sentire contro al bacino tutta la sua eccitazione.
Al rosso scappò un gemito a quel contatto, e senza aspettare oltre si strinse a quel corpo, cercando famelicamente le sottili labbra feline che ormai ben conosceva. Il suo sapore lo inebriava, come il profumo della sua pelle pulita. Le loro lingue si aggrovigliarono più volte, togliendo il respiro ad entrambi. Le mani di Duff scorsero più in basso, lungo il petto nudo di Axl fino ad arrivare al cavallo dei pantaloni in pelle, che accarezzò con una certa grazia provocandogli un brivido e un gemito sommesso. In un istante ribaltò la posizione facendo finire Axl con le spalle al muro. Aveva lui il controllo della situazione. Gli piaceva, era lui l'uomo della situazione. Si avventò sul suo collo leccandogli la pelle calda e salata, dandogli piccoli morsi che di sicuro gli avrebbero lasciato qualche segno. Poteva sempre dire che era un regalo di una fan assatanata dopo tutto. Axl inarcò il collo per dargli libero acceso, e le sue mani scivolarono lente e furtive tra quelle gambe, accarezzandolo, provocandogli un immenso piacere. Poteva sentirlo, pulsava e creceva ad ogni suo tocco, si compiaceva ogni volta dell'effetto che gli provocava. Chiuse gli occhi lasciandosi andare in un lungo ansimo, pregustando ciò che sarebbe successo di li a breve. Nessuno dei due si accorse di quel suono sommesso, un leggero bussare a cui non diedero ascolto.

Cloe era rimasta incastrata tra la folla, a concerto finito. Ne avrebbe ricavato un bel po' di lividi probabilmente. Cercò in tutti i modi di arrivare di lato al palco dove si poteva accedere tramite una porta al backstage. C'era un uomo della security li davanti che le sbarrò il pasaggio, scambiandola per una fan. Ebbe il suo bel da are a spiegargli che era un'amica della band... ma fortunatamente, o meno a seconda dei punti di vista, uscì Slash allacciato ad una giovane e procace rossa "Hey Cloe!" biascicò reggendosi alla lei del momento. Rassicurò il buttafuori, che così le concesse di entrare. Sarebbe forse stato meglio essere respinta, se ne sarebbe tornata a casa o al massimo li avrebbe aspettati li fuori... si, sarebbe stato meglio.
Trovò Izzy con Desi, e Steven con... bhà, non avrebbe saputo dire. Si guardò in giro cercando di evitare di fissare troppo le due coppiette e le loro effusioni 'Ma non possono andarsene da un'altra parte?!' vagando con lo sguardo in cerca di una nota testa bionda.
"Se cerchi Duff... dovrebbe essere ancora... nel camerino..." evidentemente Steven doveva essersi accorto di lei tra un'attività e l'altra. Lo ringraziò alzando la mano, e si dileguò, l'atmosfera li dentro si stava surriscaldando abbastanza e l'ultima cosa che voleva era assistere ad un orgasmo in diretta.
C'erano solo due porte in quel lurido corridoio... non sapeva in quale l'avrebbe trovato, tanto valeva provare. Dopo il primo tentativo andato a vuoto bussò alla seconda porta, senza ricevere alcuna risposta. Eppure doveva essere li... sentì dei rumori, dei sospiri... così un po' titubante si decise ad abbassare la maniglia. Qualcosa le diceva che forse era meglio andarsene... eppure non diede ascolto a quella voce, e infilò appena la testa dentro. Stupore, sgomento, incredulità, una parvenza di dolore e in parte... curiosità. Venne avvolta da un turbinio di emozioniin quell'istante, ma la parte razionale prevalse facendole apparire assurda e allucinata la scena che le si parò davanti. Poteva solo vederlo di schiena, ma la chioma bionda era inconfondibile. Davanti a lui avvinghiato al suo corpo c'era qualcun'altro. Quei capelli rossicci e lisci potevano benissimo essere di una donna, ma lei sapeva che non era così. Ogni dubbio fu levato nell'istante in cui quella persona alzò la testa tirando un gemito... Axl. Si mise istintivamente una mano davanti alla bocca trattenendo un singhiozzo. Le gambe le si erano come parallizare. Avrebbe voluto scappare il più possibile lontano da li, eppure non riusciva a muovere un passo. Fissava ad occhi spalancati i movimenti dei due, inconfondibili. Poteva sentire i loro respiri, i loro ansimi, l'aria era pregna di tensione sessuale, poteva avvertirla sulla propria pelle. Seguì masochisticamente il percorso delle mani del rosso che risalivano la schiena del biondo fino alle spalle larghe, per poi afferrargli i lembi dell'accappatoio e sfilarglielo giù, lasciandolo ricadere e a terra e scoprendo così il corpo nudo di Duff. Fu in quel'istante che Axl aprì gli occhi, mentre Duff era immerso nel suo collo... e la vide. Per un attimo si bloccò, ma una manovra dell'amico gli fece scappare un altro gemito. Non disse nulla... non si fermò, non lo avvisò... l'unica cosa che fece fu sorridere alla ragazza che li guardava scioccata. Il sorriso ambiguo di chi dopo tutto sa di aver vinto. La vide serrare la mascella forse in un vano tantativo di trattenere le lacrime. Poi scomparve sbattendo la porta.
"Chi cazzo è?!" urlò Duff portato alla reatà da quel rumore secco che l'aveva bruscamente fermato.
"Niente... sarà caduto qualcosa, tranquillo..." gli afferrò il polso cercando di rassicurarlo e lo tirò di nuovo contro di sè "Dove eravamo rimasti? Ah, si..." e di nuovo si avventò su di lui, artigliandoli i fianchi e cercadolo se possibile con più foga di prima.


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Bene :'D
Mi avete scoperta... bè ma tanto si era capito no, cosa c'era tra questi due!
E non scandalizzatevi per piacere u.u
Ma no, so che non lo farete.
Ad ogni modo, ogni capitolo di questo genere lo voglio dedicare a Vicky <3 tutta colpa tua donna!
E... Mars *coffcoff* hai indovinato di nuovo XD Dho!
Per il resto lascio a voi ogni commento!
Al prossimo!
Lau

 
 
 

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Capitolo 30
*** 30 ***


Non vedeva gran che dagli occhi velati dalle lacrime, finì anche per sbattere contro qualcosa, o qualcuno, mentre correva via. L'unico suo desiderio era quello di scappare da li il prima possibile... le mancava l'aria, si sentiva soffocare. E ancora credeva che forse ciò che aveva visto aveva in realtà solamente creduto di vederlo, per chissà quale effimero e maligno scherzo della sua mente.
"Cloe!" l'aveva chiamata qualcuno, ma non vi badò.
Voleva raggiungere quella porta il prima possibile e andarsene, respirare dell'aria fresca e liberarsi dal martellante e assordante pulsare della musica che riempiva la sala. Si fece largo tra la folla quasi lottando, spingendo e passando incurante se urtava qualcuno, finchè finalmente riuscì a raggiungere l'uscita, dove lo stesso buttafuori che l'aveva fatta entrare le domandò qualcosa nel vederla in quello stato, forse se stava bene... ma non si voltò nemmeno. Non appena fu fuori corse ancora qualche passo per poi appoggiarsi contro ad un muro per riprendere fiato. L'aria umida e maleodorante di muffa della strada le arrivò alle narici, facendole rivoltare lo stomaco già in subbuglio. Ma era pur sempre aria quella, aria che le riempì i polmoni permettendole di respirare di nuovo, seppur affannosamente. Sembrava un incubo... era come se avese bevuto, tanto si sentiva stordita. E doveva sembrare davvero sconvolta, perchè la gente che passava dinanzi la guardava come se fosse la solita tossica o drogata in cerca di chissà cosa. Ma non lo era, il suo sconvolgimento era dovuto ad altro. Non era mai stata una perbenista. Se le avessero detto di due ragazzi che stavano insieme non si sarebbe certo scandalizzata, non le importava cosa faceva la gente. Ma quelli non erano due ragazzi a caso... erano Axl e Duff... il suo Michael per la precisione, quello stesso biondino dall'eterno viso angelico con cui era cresciuta, a cui aveva dato i primi baci, lo  stesso che adorava e bramava in ogni istante. Lo stesso con cui aveva fatto sesso giorni prima, lo stesso che ora stava baciando e accarezzando in un modo oscenamente provocante l'amico rosso. Anche con lui era stata... e solo allora comprese il senso delle sue parole 'Non ti odio, sono solo geloso' le aveva detto quella sera. Stupida. E lei che pensava fosse geloso di Duff, che provasse forse una sorta di interesse per lei, tanto da innervosirsi ogni volta che il biondo le stava più vicino del solito. Ma a lui non importava di lei, non gli era mai fregato nulla. A lui importava solo di Duff. Era geloso di lei. E le sembrava strano come anche quella consapevolezza le facesse male. Le sembrava tutto così assurdo. Nemmeno quando sentì dei passi vicini si voltò, una voce roca le disse qualcosa, ma solo quando quel qualcuno la strattonò venne scossa dal torpore surreale in cui era caduta.
Un uomo dall'alito alcolico le era davanti, un ghigno storceva il suo viso rendendolo ancora più truce di quanto già fosse "Cerchi qualcosa bambolina?" le chiese.
"L... lasciami..." rispose con voce flebile cercando di sfuggire a quella presa.
"Andiamo, posso darti quello che vuoi..."
"Non voglio niente!"
"Si invece... ho alcool, fumo, anche roba più pesante, roba buona... e se non ti basta posso darti anche qualcos'altro..." rise toccandosi il cavallo dei pantaloni, una risata che le mise i brividi. "Allora? Che vogliamo fare?" mormorò languidamente avvicinandosi al suo viso e stringendole le braccia.
Chiuse gli occhi voltando il viso dall'altra parte sentendo il cuore galoppare troppo velocemente, tanto da farle quasi male. Quelle mani ruvide le avrebbero sicuramente lasciato dei lividi tanto stringevano "Lasciami!" urlò di nuovo senza troppo successo.
"Hai sentito quello che ti ha detto?" aprì gli occhi... quella voce... Izzy stava a pochi passi da lei, l'aria seria e misteriosa come sempre, corrucciata in un espressione dura. Subito si sentì sollevata, e all'istante la morsa che la imprigionava si allentò permettendole di liberarsi e allontanarsi da quell'uomo. Il moro le prese la mano non appena fu a pochi passi da lui, tirandola dietro di sè quasi a volerle fare da scudo con il proprio corpo.
"Non puoi cercatene un'altra? Ma... hey, tu sei Izzy Stradlin! Me lo fai un autografo?"
"Sparisci, o ti autografo un calcio in culo!" ringhiò minaccioso.
Rimase a fissarlo mentre si allontanava borbottando tra se frasi sconnese, senza lasciare la mano di lei. Quando si voltò notò che aveva abbassato lo guardo, come se non volesse guardarlo "Tutto bene piccola?"
"Sto bene" rispose evitando il suo sguardo indagatore, sfuggendo alla sua presa e stringendosi il corpo tra le braccia.
La guardò come se avesse detto la più grande balla del mondo, e in parte era proprio così "E allora perchè ei corsa via in quel modo?" l'aveva vista uscire di corsa dal backstage, l'aveva chiamata ma non si era nemmeno voltata.
Rimase in silenzio secondi interi senza sapere che dire. Poi sentì la mano di Izzy toccarle il braccio, forse per incoraggiarla, e allora lo guardò con gli occhi annebbiati, scansandosi dalla sua presa "Dimmi che non è vero Izzy... dimmi che quello che ho visto me lo sono solo immaginato, perchè... perchè non so che pensare ..."
"Cosa Cloe? Cos'hai visto?" chiese temendo già la sua risposta... non era poi così difficile da immaginare.
Aprì la bocca cercando di articolare una frase decente che descrivesse il tutto, ma era inutile "Axl... e... e Duff..." fu solo in grado di dire. Tanto bastò. Sentì Izzy sospirare e allora lo guardò. Aveva socchiuso gli occhi e scuoteva mestamente il capo facendo muovere le scomposte ciocche more "tu... tu lo sapevi?" domandò con un vago tono di accusa, pur sapendo che non poteva imputare a lui alcuna colpa.
Annuì muto sentendosi vagamente colpevole per lei, forse avrebbe potuto evitarle tutto ciò, quando l'aveva vista entrare sapendo dove fosse diretta, sapendo che li avrebbe trovati in quel modo. Ma non l'aveva fatto. Non ci aveva nemmeno pensato a dire il vero. Stupido alcool, stupida droga... e Desi, bè, lei non era stupida, ma sapeva come distrarlo "Posso provare a spiegarti..."
"No" lo bloccò indietreggiando di qualche passo, costandosi stacamente i capelli che le erano ricaduti sul viso rigato dalle lacrime.
"Cloe..."
"No, non... non adesso Izzy, davvero non mi va... ora prendo un taxi e torno a casa" disse voltandosi e guardando altrove. Lo sentì dire qualcosa, le era sembrato un 'mi dispiace' o qualcosa del genere poco importava. Non ce l'aveva con lui, anche se le aveva tenuto nascosto tutto. Ma d'altra parte perchè avrebbe dovuto dirglielo? Lui poi, che si faceva sempre i fatti suoi. no, Izzy non c'entrava. Avrebbe piuttoso dovuto ringraziarlo per essere intervenuto, o chissà come sarebbe andata a finire con quel tizio. Voleva solo andarsene a casa, chiudere gli occhi e svegliarsi il giorno dopo, consapevole che era stato solo tutto un brutto sogno.


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Alloraaaaaaa... ebbene si, la maggior parte di voi mi sa che ci avevano azzeccato con Izzy il salvatore XD
Nulla oh, sto diventando troppo prevedibile! Non va bene u.u
Vaaaaabè, fanciulle, al prossimo!
E vediamo se sta volta indovinate che accadrà èé
:'D baci

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Capitolo 31
*** 31 ***


Avanzava verso di lui ancheggiando con quel passo un po' traballante delle snelle, lunghe e inferme gambe. Sentiva la testa pesante a causa dell'alcool, sentiva il sangue pulsare in ogni singola vena e scaldarlo, anche troppo per i suoi gusti. Si sentiva prendere fuoco, e avere addosso i suoi occhi non lo aiutava. Quando gli fu davanti abbassò il volto per poterlo guardare, schiacciando il petto contro al suo, bianco e muscoloso, più tornito rispetto al proprio, asciutto ed esile. Le lunghe dita passarono languide sulla pelle leggermente sudata, sfiorando i capezzoli e quel piercing che ormai aveva torturato tante volte, scendendo agli addominali fino a lambire con una certa decisione il bordo dei pantaloni di pelle, tirandolo maggiormente contro di sè. Accarezzò la sua guancia, stupendosi di quanto fosse morbida. Voleva baciarla... e lo fece. Assaporò lentamente la pelle liscia, sfiorandola appena con la punta della lingua, sentendone il sapore. Scese piano verso la sottile bocca, passandoci le dita sopra e sostituendole immediatamente con le proprie labbra. Un bacio da prima leggero e casto, che subito si trasformò in qualcosa di più profondo ed audace, che di casto non aveva proprio nulla... eppure la dolcezza e l'intensità di quel contatto era palpabile, così... vera. Il rosso rispose dischiudendo le labbra, accarezzando la lingua dell'altro e avvinghiandosi al suo corpo ormai eccitato, mentre insieme senza staccarsi indietreggiarono verso il letto alle loro spalle. Bastò una lieve spinta per farlo finire disteso, il biondo lo sovrastava a cavalcioni sopra di lui. Si liberarono velocemente dei vestiti, ormai un inutile e scomodo intralcio, l'unico impedimento al contatto tra i loro corpi. Gli lanciò uno sguardo... penetrante, profondo, un invito a perdersi in quella perversa danza che il rosso accolse con fervore, afferrandolo per  i capelli, stringendo i fili dorati tra le dita e spingendolo contro di sè, artigliandosi alla sua schiena e consumando la sua bocca in un bacio prepotente ed impaziente, caldo e umido come ormai erano entrambi. Avevano il fiato corto e la pelle rovente, ormai entrambi bramavano la libidine, quel desiderio che li stava consumando, che ai più appariva come un insulso e vergognoso peccato carnale. Le mani del biondo tracciarono una linea bollente sul petto dell'altro. Mani esperte, che ogni volta lo accendevano. Poteva udire il suo respito farsi più affannato man mano che si avvicinava al suo inguine, sfiorando  il basso ventre, sentendolo nella sua esaltazione. Si abbassò su di lui tracciando la stessa linea che poco prima avevano lasciato le sue mani con la bocca, andando a sfiorare l'ombelico fino a sentire sulle labbra la leggera peluria sottostante. Sentì il rosso prendere un profondo respiro, e subito lambì il suo sesso con le labbra, leccando e baciando, succhiando appena, e mordicchiando la pelle delicata facendolo scuotere da piccoli brividi lungo tutto il corpo. L'altro abbassò lo sguardo verso di lui, aveva le fattezze di un felino mentre si muoveva, si contorceva sinuoso su di lui regalandogli un piacere che mai prima aveva provato. Labbra diverse le sue, labbra amiche. La lingua calda e ruvida passava e ripassava su quel lembo di pelle senza tregua, facendolo ardere, un arsura quasi insopportabile che gli faceva solo desiderare di averlo per sè. Eppure sembrava tutto così innocente e dolce... nulla di sporco o riprovevole. Un lungo gemito uscì dalla bocca del rosso, che sotto il tocco caldo di quella lingua aveva sconnesso il cervello da un po', lasciandosi guidare solo dalle emozioni e dal piacere che quel suo migliore amico gli stava donando. Gemiti e ansimi che non facevano altro che elettrizzare maggiormente l'altro, spingendolo a succhiare più avidamente, con bramosia, ad afferrargli i fianchi esili e farlo voltare di colpo interrompendo quelle gentili attenzioni, per distendersi sopra di lui e arrivare al suo collo, leccandolo, e baciandolo fino a risalire alla bocca che baciò di nuovo a lungo. Lo mandava fuori di testa. Più volte l'aveva maledetto e dannato per quello che gli faceva provare. E altrettante volte l'aveva ringraziato per lo stesso motivo. Gli baciò le spalle e la schiena accarezzando furtivamente ogni angolo del suo corpo, sentendolo vibrare sotto alle sue dita, sentendolo diventare incandescente. Un gemito strozzato, questa volta quasi di protesta, uscì dalla gola dell'altro sotto di lui. Non voleva più aspettare, ormai che senso aveva prolungare quell'estenuante e dolce tortura? Allora si infilò tra le sue gambe puntando lo sguardo al suo viso leggermente voltato di lato, teso in attesa, e lievemente arrossato... sembrava un bambino con quelle labbra appena socchiusw e gli occhi lucidi. Non potè evitare di alzare una mano fino ad esso sfiorandolo appena con i polpastrelli. Il rosso accettò quel dolce contatto, rivolgendogli un flebile sorriso, come ad invitarlo a proseguire. La mano del biondo scivolò sul suo collo e affondò poi nei fini fili rossi che erano i suoi capelli, mentre lentamente si spingeva dentro di lui cercando di vincee quell'ovvia resistenza che presto sarebbe caduta sotto alle sue spinte. Si piegò sul suo corpo mordendogli una spalla per trattenersi dall'entrare con una certa foga che gli avrebbe causto un dolore lacerante. Tipico di lui. Un urlo strozzato lo bloccò, ma il gemito che seguì lo incitò a continuare, e allora affondò completamente e con più decisione nelle sue viscere, iniziando a spingere con più foga via via che le urla e i lamenti si trasformavano in sospiri e gemiti di piacere. Lo sentì cedere e rilassarsi dandogli libero accesso e permettendogli di muoversi incontrollato dentro di lui, con vigore e bramosia, mentre la sua mano rimaneva saldamente legata ai suoi capeli, tirandogli il collo all'indietro e facendolo inarcare in modo da poter raggiungere quelle labbra tanto agoniate e divorarle all'istante. Poi ecco sopraggiungere quella sensazione famigliare provata tante volte sotto le lussuriose attenzioni di qualche fanciulla che aveva loro concesso la sua compagnia... solo era più forte, intensa, e in un attimo si dissolse, come un'esplosione che lascia il vuoto subito dopo, lasciandoli sfiniti e sudati uno sull'altro.

Si svegliò di colpo, ansimante e sudata, con il fiato corto... si paò una mano sul viso, la fronte era calda e imerlinata di sudore... a dire il vero tutto il suo corpo era caldo, bollente quasi... e poi c'era quella strana sensazione che le formicolava il ventre... colpa di quel sogno. Era assurdo. Tutta quella storia doveva averla davvero scossa se era addirittura arrivata a sognarli... si chiese se fosse davvero reale, se quelle cose accadute nel suosogno erano successe per davvero in un modo o nell'altro. Ricordò ciò che aveva visto quella sera. Aveva sperato fino all'ultimo che fosse davvero solo un sogno, ma no. Li aveva visti per davvero. E com'è che ora, dopo aver dato vita in sogno a quell'assurdo gioco tra corpi, si sentiva così... accaldata?! Si appoggiò al muro dietro di lei, cercando di tornare calma, ma una voce di nuovo la fece sobbalzare "Sognavi me per caso?" il suo sguardo vagò per la stanza buia, poi finamente intravide nella penombra in un angolo colui che aveva parlato. Se ne stava li in piedi, le braccia incrociate al petto e una strana epressione sul volto. E la fissava, con quegli occhi...


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Anzitutto ho deciso che tutti i capitoli più o meno espliciti tra quei due, o altri due di cui non faccio il nome (semmai ce ne saranno eh), li dedico proprio in automatico a Vicky, la mia ispiratrice slash :3 #sapevatelo
E poi bon, basta, non ho molto altro da dire se non i docuti ringraziamenti a chi legge e trova sempre il tempo di dirmi la sua :'D
Ah Mars... sei pericolosa tu con le recensioni, spoilerizzi pure senza volerlo eh! <3
Ciaaaaaaaaaaaao!
Lau

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Capitolo 32
*** 32 ***


Istintivamente si portò le ginocchia al petto rintanandosi contro alla spalliera del letto... aveva paura di lui? Da quando? E soprattutto, perchè? La porta poi non era così lontana, avrebbe benissimo potuto uscire di corsa dalla stanza, se proprio voleva. Ma era quasi come se quello sguardo la inchiodasse li. Il ragazzo avanzò di qualche passo, mostrandosi meglio alla luce debole che entrava dalla finestra "Hai paura di me?"
"Cosa... come sei entrato qui?" ricordava di aver chiuso la porta a chiave la sera precedente.
"Dalla finestra... si apre anche dall'esterno, piccolo trucco... sai, quando vuoi infilarti di nascosto nella camera di qualcuno un modo lo trovi"
E quella era la camera di Duff prima che lei arrivasse "Esci, non puoi stare qui..."
"No? Io invece dico di si" si sedette sul letto più vicino a lei, osservando con un ghigno sulle labbra quel corpo esile appena coperto da una canotta e dei pantaloncini corti. E sotto quello sguardo che tutto era forchè innocente, la ragazza si sentì ardere. Con Axl era come scottarsi col fuoco... e lei si era già bruciata "Che vuoi?"
"Nulla... solo parlare, ma se vuoi fare altro sono sempre disponibile"
"Non ho niente da dirti, per cui vattene"
"No" certo, quando mai faceva qualcosa che gli veniva chiesto? "Parlavi nel sonno sai? Ansimavi più che altro... sembrava quasi stessi facendo sesso" nonostante la scarsa luminosità vide chiaramente la sua pallida pelle del viso avvampare improvvisamente, colorandosi di rosso "scommetto che dopo quello che hai visto ci hai sognato..." mormorò, avvicinandosi ancora di più.
Istintivamente si strinse ancora di più le gambe al petto cercando con tutta se stessa di mantenersi ferma "Non dire sciocchezze..."
"Davvero? Strano perchè sono qui da un po'... e giuro, hai detto sia il mio nome che quello di Duff... avresti dovuto sentirti sai? Axl! Duff! Con quel tono... mmm... mi dici cosa facevamo nel tuo sogno per farti eccitare tanto?"
Era insopportabile, una tortura. Cloe si azò di scatto dandogli una spinta "Smettila! Ma che vuoi da me, si può sapere?! Già questa cosa è abbastanza assurda di suo, non mi servono anche le tue stupide battutine sarcastiche!"
"Abbassa la voce, è piena notte! Vuoi svegliare tutti forse?" con quella strana calma pacata che metteva i brividi più di una sfuriata vera e propria, il rosso si alzò e avanzò verso di lei "se ci pensi non è poi così terribile... sono cose che capitano quando passi la maggior parte del tuo tempo con una persona... e poi Duff è così bello e sexy, lo sai anche tu no? Come si fa a resistergli? La tentazione è troppo forte... e io non so resistere alle tentazioni"
"Mi chiedo come abbia fatto lui piuttosto..." mormorò. Bugiarda. Lo sapeva eccome...
Axl rise "Ha buon gusto! Non fare la dura Cloe, so di piacerti..."
"Tu non sai proprio niente"
Sbuffò guardandola un po' scocciato "Certo... comunque ora sai perchè non riesco a trattarti in modo civile... sono sempre stato una persona piuttosto possessiva, sai tipo... ciò che è mio è mio e basta"
"E... e Michael sarebbe tuo?"
"Mi piace pensarlo... ma da quando sei arrivata tu non ne sono più così sicuro"
Certo ora tutto le era chiaro. Non sapeva che pensare... anche Duff la pensava così? I sentimenti che legavano i due erano davvero così forti, o si trattava prettamente di una questione fisica? "Di cosa ti preoccupi, lui nemmeno mi considera... sono poco più di una bambina, sono rimasta la Cloe che giocava con lui e si metteva le dita nel naso... e poi a giorni dovrei riuscire ad avere abbastanza soldi per andarmene"
"Ti rende bene quel lavoro"
"Abbastanza" cosa aveva adesso da ridere? Gli avrebbe volentieri tirato uno schiaffo, ma quel ragazzo aveva l'insulsa capacità di disarmarla... se lo ritrovò davanti, quasi attaccato al suo corpo, e subito il suo respiro acellerò. Ma non era più paura la sua, era qualcos'altro... deiderio. Forse.
"Duff non sa che ci hai visti... e non voglio che lo sappia, perchè ne farebbe una tragedia e di sicuro correrebbe da te... quindi mettiamola così, tu ti tieni per te il mio segreto, e io  terrò per me il tuo..."
Aveva un brutto, bruttissimo presentimento "Segreto? Quale..."
"Claire" alzò una mano armeggiando con qualcosa nei suoi capelli, e ne estrasse un filo fuxia, rimasuglio della parrucca che la ragazza era solita indossare. Aprì la bocca... voleva tanto dire qualcosa, ma non uscì nulla. Axl sapeva "Ti ho seguita l'altra sera" confessò tranquillamente, alzando le spalle "non era premeditato, non fare quella faccia. Non ho ammazzato nessuno dopotutto... ero uscito per prendere le sigarette e ti ho vista camminare di tutta fretta. Ero solo curioso di vedere dove lavoravi, e che sorpresa..."
"Glie lo dirai?" domandò diretta.
"No... comunque non sono così stronzo come credi, e sai una cosa? Dovresti essere tu a dirglielo... Duff si è preso una bella cotta per te, o meglio per Claire... credo di essere un po' geloso anche di lei"
"Tra qualche giorno non sarà più necessario..."
"Ah si? Avrai abbastanza soldi per andartene di qui, ma come vivrai? Immagino che non abbia trovato altri lavori migliori" abbassò lo sguardo, aveva ragione "so cosa offrono alle ragazze giovani e carine come te qui"
"Non è un problema tuo"
Improvvisamente, e inaspettatamente, le mani del rosso si posarono sul suo viso, delicatamente quasi accarezzandolo "No, hai ragione"
"Ti libererai di me, dovresti essere felice...."
"Vero? Bè, non lo sono... perchè..." avvicinò le abbra a quelle di lei, poteva percepire il tormento misto a eccitazione che provava in quel momento, poteva vedere il suo torace che si alzava e si abbassava di continuo "perchè in fondo non sei poi così male..." annullò quella insignificante distanza che li separava, facedo incontrare le loro bocche. Un contatto fugace, ma tanto bastò per far cadere in lei ogni difesa residua. Si sentiva completamente abbandonata alla mercè di quell'angelo infernale dai capelli rossi che ora stava accarezzando le sue labbra in un modo così dolce da farle tremare ogni singolo centimetro del corpo.

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Capitolo 33
*** 33 ***


Era rimasta immobile a quel bacio, l'aveva lasciato fare, senza reagire. La sua testa razionale le diceva di respingerlo, ma il suo corpo pareva non avere nessuna intenzione di rispondere ai comandi celebrali che gli venivano dati. Anarchia totale, o qualcosa dl genere. Decideva per conto suo a quanto pareva, perchè poco dopo nonostante le continue ritrosie e maledizioni della sua testa, le sue braccia si allacciarono al collo del rosso, un po' timidamente, tirandolo maggiormente contro di sè, e le sue labbra, la sua lingua, risposero a quel bacio approffondendolo maggiormente. Sentì le mani di Axl farsi strada lungo il busto, fermandosi sui fianchi. Poi, inaspettatamente, interruppe quel contatto allontanandosi da lei sorridendo bieco. Era rimasta a fissarlo stralunata, stordita da quel bacio, dalla sua reazione, ed ora dal comportamento incoerente da perfetto squilibrato di lui "Visto? Ho ragione... ti piaccio" disse con una certa soddisfazione "smettila di negarlo a te stessa, non puoi farci niente... sei attratta da me Cloe" mormorò con quel tono suadente che avrebbe fatto però salire il nervoso a chiunque. Poi come se nulla fosse, girò la chive della porta ed uscì da quella stanza, facendola apparire improvvisamente vuota e silenziosa.

'Lo odio, lo odio, lo odio!' continuava a ripetersi 'mi odio!' aggiunse, perchè in fondo era lei quella debole, quella che aveva ceduto, che non riusciva a controllarsi ogni volta che lui si comportava in quel modo. Le salì un tale nervoso che avrebbe messo sotto sopra tutta la stanza. E invece l'unica cosa che riuscì a fare fu permettere a quelle stupide lacrime di scorrere lungo il suo viso, come se piangere servisse a qualcosa. Non sopportava sentirsi debole. Specie di fronte ad Axl. Nemmeno si era era accorta di aver trattenuto il respiro per così tanto, tant'è che si ritovò a boccheggiare in cerca d'aria, in preda a quello che sembrava un attacco di panico in piena regola. Era Duff quello che soffriva di attacchi di panico, non lei. Non riusciva a capire cosa le stava succedendo. Ma forse era proprio questo il problema, non riusciva a capire proprio un'accidente. E c'era solo una persona che poteva aiutarla, forse. Si asciugò velocemente le guance con il palmo della mano facendo un profondo respiro, ed uscì dalla stanza camminando spedita verso quella di Izzy. Lui era l'unico che poteva aiutarla, che poteva spiegarle... o semplicemente che poteva tenerla stretta dicendole che andava tutto bene. Detto da lui poteva anche crederci. Non pensò nemmeno a bussare, che stesse dormendo o che magari fosse in dolce compagnia. Aprì la porta e accese la luce, notando con sollievo che il ragazzo era da solo nel letto... ora che ci pensava sarebbe stata una bella figura di merda.
Lo vide muoversi sotto le coperte, strizzare gli occhi e voltare il viso verso l'altra parte della stanza "Spiegami" disse, certa che l'avrebbe sentita.
Difatti Izzy aprì gli occhi, voltandosi verso di lei con lo sguardo ancora annebbiato dal sonno "Cloe..."
"Hai detto che potevi spiegarmi, avanti, fallo!"
Il moro sospirò mettendosi a sedere, facendole cenno di avvicinarsi "Come mai hai cambiato idea?"
"Perchè non voglio diventare pazza, perchè vorrei dormire la notte senza fare certi sogni, e vorrei svegliarmi senza trovare Axl che si intrufola nella mia camera dalla finestra!"
"L'ha fatto sul serio?" ridacchiò scuotendo appena il capo.
"Non è divertente!" urlò quasi, al limite di una crisi isterica.
Izzy tornò serio "Si, scusa... dai vieni qui"
Cloe avanzò piano, sedendosi poi sul letto al suo fianco, rannicchiando le gambe contro al petto "Cosa sono, amanti? Stanno insieme? Cosa?"
Come al solito Axl faceva casino, e poi toccava a lui sistemare le cose. La verità è che le aveva detto che poteva spiegarle, che poteva aiutarla a capire... ma non sapeva come e cosa dirle. Si schiarì la voce, cercando una sigaretta da qualche parte, raccattandone poi una dal cassetto del comodino, e accendendosela, cercando di prendere tempo. Sbuffò una densa boccata di fumo e appoggiò la schiena al muro, stendendo le gambe davanti a sè sul materasso "Bè... non è che stanno proprio insieme, e non sono nemmeno amanti... o forse qualcosa del genere"
"E allora cosa sono?"
"Scopano Cloe" disse schietto. Certo non era la cosa più delicata da dire al momento, ma non gli piacevano i giri di parole.
"S... si... questo l'avevo capito"
"Bè, credo non ci sia molto altro da dire, se devo essere sincero... si cercano, si desiderano... e finiscono nello stesso letto... solo che Axl è geloso anche della sua ombra, così quando vede possibili rivali va fuori di testa"
"E io sarei una rivale?"
Voltò lo guardo verso di lei, guardandola come se avesse fatto la domanda più stupida del mondo "Cloe, guarda che McKagan sembra scemo, ma non lo è... ci tiene a te, l'abbiamo capito tutti quanti... ci tiene non come un'amica o una sorellina a cui fare le coccole... e questo Axl lo sa perfettamente... ha paura che le cose tra di voi diventino serie, e che di conseguenza Duff interromperà questa loro relazione, o chiamala come vuoi"
Cloe abbassò lo sguardo "Come fai ad essere sicuro che sia così?"
A quella domanda il moro rimase in silenzio per qualche istante. Sapeva qual'era la risposta, e non era certo che voleva dargliela... ma non poteva vederla con quel viso, sconfortato da dubbi, paure ed incertezze, gli ricordava troppo il se stesso di qualche tempo prima "Perchè ci sono passato anche io prima di Duff" sputò fuori, prendendo subito dopo un profondo respiro, come se si fosse tolto un peso.
"T... tu? Tu ed Axl?" stranamente la cosa non la stupì più di tanto. Forse perchè dopo aver visto Axl e Duff nulla più poteva stupirla... o forse perchè aveva sempre notato uno strano legame invisibile unire quei due.
Annuì "Si... bè, ormai è passato un po' di tempo" 'Un anno... un lunghissimo cazzo di anno' alzò lo sguardo su di lei, che lo guardava in un misto tra curiosità e incomprensione. Sospirò, bè ormai aveva iniziato, tanto valeva andare fino in fondo, forse così avrebbe potuto capire "Io e Axl siamo praticamente cresciuti insieme a Lafayette. Ci siamo conosciuti al liceo, e siamo subito diventati amici perchè tutti e due eravamo soli ed emarginati, perchè eravamo diversi... il rock e i capelli lunghi erano motivo di emarginazione in quella cazzo di città. Comunque passavamo insieme praticamente tutto il giorno, ogni giorno, per me era diventato un fratello, e anche ora mi piace considerarlo tale. Poi un giorno qualcosa cambiò. Non so dirti bene com'è successo, so solo che mi resi conto che quello che provavo per lui non era più solo amore fraterno, ma qualcosa di più profondo, qualcosa che per me era inconcepile. Ero arrabbiato... perchè non capivo, non lo accettavo. Lui invece era tranquillo, come se avesse sempre saputo che prima o poi sarebbe successo. Ci baciammo, e andammo a letto insieme. Mi odiavo perchè credevo di aver fatto una stronzata, temevo che avrei solo rovinato l'amicizia che ci legava a causa di quello che provavo... così me ne andai. Ci pensavo da un po' a dire il vero, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso" rimase qualche secondo in silenzio, accendendosi un'altra sigaretta mentre lei lo ascoltava senza battere ciglio "e sono venuto qui, in cerca di fortuna e di una nuova vita. Più o meno un anno dopo Axl fece la stessa cosa. Non sapeva dove cercarmi e forse non voleva nemmeno farlo. Ci incontrammo per caso in un negozio di musica giù sul Sunset... e fu come la prima volta...  per tutto quel tempo avevo cercato di sopprimere ciò che provavo per lui con tutto me stesso, ma non ci ero riuscito gran che, perchè appena me lo ritrovai di fronte l'unica cosa che volevo fare era abbracciarlo, baciarlo e stare con lui di nuovo. Così accadde, certo dopo una sfuriata epocale. Ce l'aveva con me perchè me ne ero andato in quel modo" rise appena scuotendo la testa, ricordando quanto gli era sembrato bello mentre urlava come un pazzo tutto rosso in viso, e quanto era stato bello fare pace in quella brada di quella sudicia stanzetta che aveva affittato con i pochi soldi che aveva "credo sia iniziato tutto così... stavamo insieme, anche se non disdegnavamo la compagnia delle ragazze per divertirci un po' e scroccare qualche pasto decente. Riuscimmo a mettere in piedi una band e le cose andarono avanti bene per un po'. Ovviamente gli altri ragazzi non dovevano sapere, e tutt'ora non sanno... a parte Duff. Lui ha sempre saputo tutto. Aveva capito, e se ne era stato zitto. Faceva finta di nulla per non ferirci, per non metterci in imbarazzo. Ha sempre avuto un certo spirito di osservazione, mi sorprende che ancora non abbia capito che Claire e Cloe sono la stessa persona... comunque Axl andava da lui ogni volta che litigava con me, si sfogava e cercava il suo conforto. Finchè un giorno non gli disse tutto... si aspettava che lo cacciasse via schifato, ma lui invece se ne uscì semplicemente con un 'lo sapevo già' e tutto fu più facile, perchè tenersi dentro un segreto del genere pesa molto di più che renderlo pubblico a volte... Duff era un po' la nostra valvola di sfogo. Ma poi le cose non andarono più bene come un tempo. Iniziavano a girarci attorno parecchie ragazze, e Axl non lo sopportava. Aveva sempre paura che mi attaccassi troppo ad una di loro, era geloso ed opprimente, lo è sempre stato. Ma in quel periodo stava davvero esagerando. Mi sentivo il suo fiato sul collo costantemente, mi mancava l'aria... cotinuavamo a litigare, la situazione era diventata insostenibile... e tutto crollò quando conobbi Desi. Era solo una ragazzina, ma mi è piaciuta fin da subito... mi piaceva sul serio. Ea dolce, diversa dalle altre. La prima volta che le chiesi di restare con me passammo tutta la notte a parlare, non la toccai nemmeno... era la prima vota che mi capitava di comportarmi così una ragazza. Axl andò fuori di testa, se ripenso alle scenate che mi fece mi vengono ancora i brividi. Così decisi di troncare tutto... con Desi stavo bene, con Axl non vivevo più" fece una pausa, forse un po' per riprendersi da quella storia che aveva rivissuto in quei pochi minuti, e che non aveva mai raccontato a nessuno "scusa, è che non ne parlo da così tanto tempo..."
"No no, figurati... non deve essere stato facile..."
"No, per niente... e non lo è tutt'ora"
"Mi dispiace..." e le dispiaceva davvero. Non credeva che avesse sofferto così tanto... per amore... per Axl.
"Pazienza, è passato... anche se a volte vorrei tornare indietro e cercare di trovare il modo per far funzionare le cose" schiacciò il mozzicone nel posacenere pieno, gettando fuori l'ultima boccata di fumo "mi manca" ammise in un sussurro "comunque, con il passare del tempo le cose andarono un po' meglio, e riuscimmo a recuperare per lo meno la nostra amicizia. Forse se ne è fatto una ragione, o forse ha trovato qualcun'altro per distrarsi"
"Michael?"
"Probabile... non lo so... non so se è solo una distrazione intendo, o qualcosa di più. Forse lo era all'inizio, e poi le cose sono sfuggite di mano ad entrambi. Non so dirti come sia inziata di preciso tra loro, Axl si è limitato a dirmi che un giorno erano ubriachi e fatti, ed è successo... dopo di che non sono più riusciti a farne a meno"
Non sapeva davvero che pensare "Credi che Duff sia... innamorato di Axl?" le suonava così strano dirlo.
Alzò le spalle "Non lo so, ma Duff non è il tipo da trovarsi immischiato in un rapporto del genere solo per un puro bisogno carnale, per quello le ragazze non gli mancano di certo"
"Capisco..."
"mmm... davvero?"
"No, non lo so... sono ancora più confusa di prima..."
"Per lo meno ora sai tutta la storia"
"Questo si"
"E sai perchè Axl ti tratta in quel modo"
"Mi ha baciata" disse d'un tratto "siamo stati a letto insieme qualche settimana fa, non so nemmeno io come sia potuto accadere"
"Oh lo immagino" non sembrava sorprendersi più di tanto. Conosceva Axl fin troppo bene, e sapeva che quando si metteva in testa una cosa era difficile resistergli. Quasi impossibile "e per te ha sigificato qualcosa?"
"N... non lo so... è solo che non riesco a dire di no... e poi sa di Claire, ha scoperto tutto... e non lo dirà a Duff se io non dirò a lui che siamo stati insieme..."
"Tipico... ah, non cabierà mai..."
"E sono stata anche con Duff... ma lui non sapeva che ero io, credeva fossi Claire..."
Ecco, a quello si che sembrava stupirsi. Alzò un sopracciglio perplesso guardadola "Davvero? Wow... hey piccola, ti sei messa in un bel casino!"
Annuì... davvero un bel casino "Si però così non mi aiuti Iz... che devo fare?"
Bella domanda "La verità? Non ne ho la più pallida idea"
Chissà poi perchè era come se fosse convinta che Izzy potesse avere una soluzione ad ogni cosa... ovvio che non era così "Bene..."
Il moro sorrise appena, allargando il braccio facendole cenno di avvicinarsi. Invito che non si fece ripetere. Si accoccolò sotto al suo braccio, posando il capo sul suo petto nudo, aprofittando del calore e del conforto che gli trasmetteva. Ne aveva bisogno "Fossi in te mi farei una bella dormita"
"La notte porta consiglio?" mormorò sbadigliando, mentre il ragzzo le tirava sul corpo il lenzuolo, stendendosi con lei e spegnendo la luce "No... ma di sicuro starai meglio, si vede che sei stanca"
Si, lo era sul serio, spece dopo quel risveglio nel cuore della notte "Si... grazie Izzy"
"Faccio quel che posso... ah, e se fai ancora quel sogno, vedi di non saltarmi addosso eh!"
Rise, dandogli una lieve spinta per poi tornare a stringersi contro di lui "Buonanotte"
"Buonnotte..." le posò un bacio sulla fronte e rimase fermo ad aspettare che gli si addormentasse contro. Probabilmente si sarebbe ritrovato il braccio indolenzito e formicolante l'indomani, ma che importava. Sapeva già che non avrebbe chiuso occhio quella notte, ripensando a quei tempi passati quando lui e Axl stavano ancora bene insieme.



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Uccidetemi çç dannata ispirazione!
Uffa, non sopporto rimanere ferma troppo a lungo con le mie storie, ma cosa ci devo fare?
Proprio di scrivere non mi veniva eh èé
Fortuna che oggi mi ci sono messa d'impegno, e bo... sarà anche grazie all'enorme quantità di caramelle gommose ingurgitate e che probabilmente hanno reso chimico il mio cervello, e PUF! Rieccomi con un nuovo capitolo...
Si bè, non è nulla di che, diciamo 'quattro chiacchiere con Izzy' o 'Izzy si racconta' qualcosa del genere insomma.
Se non altro ora Cloe sa più o meno tutta la storia e non si tormenterà più con sogni sconci (ammesso e non concesso che sia proprio un tormento sognare quei due eh... magari, dico io!)
Vabè, ho già sproloquiato a caso abbastanza...
Doverosi grazie come sempre a tutti coloro che perderanno tempo prezioso con sta roba, e ciao!
Al prossimo <3

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Capitolo 34
*** 34 ***


Era tutto indolenzito quando si svegliò. Si stiracchiò pigramente voltandosi, quando qualcosa al suo fianco si mosse. Girò il viso, inarcando le labbra sottili quado riconobbe Cloe ancora addormentata sotto alla coperta. Si tirò seduto senza fare rumore e sospirò scompigliandosi i capelli, quando la porta della sua stanza si aprì di poco, lasciando intravvedere il viso tirato di Axl "Axl" mormorò irrigidendosi.
"Disturbo? Vedo che hai compagnia"
"No, entra... ma non fare casino"
"Certo... altrimenti Madamoiselle si sveglia"
Izzy sbuffò alzandosi, mettendosi una maglietta addosso ed uscendo dalla stanza, chiudendo la porta "Forse è meglio andare da un'altra parte" disse prendendolo per un braccio, trascinadolo nella stanza che era stata di Duff "Perchè sei venuto nella mia camera?" chiese una volta che furono soli.
Il rosso alzò le spalle "Come se fosse una novità... piuttosto, che ci fa lei nel tuo letto?"
"Dorme"
"Ovviamente"
"Risparmiami le tue stupide insinuazioni Bill!" ecco... Bill... lo chiamava sempre per nome ogni volta che lo innervosiva.
Sorrise avvicinandosi a lui "Bill? Che ti ho fatto Iz? Sei arrabbiato?"
"Se continui a dire cazzate lo sarò... è venuta da me solo perchè voleva sapere, dopo che un idiota le è piombato in camera nel mezzo della notte!"
"Aveva bisogno di consolarsi? Pensavo che il mio bacio le fosse bastato..."
"Smettila!" Axl si zittì, corrugando le sopracciglia di fronte al moro ormai visibilmente adirato "Cristo! Si può sapere a cosa stai giocando, eh? Che cosa vuoi da lei, lasciala in pace una buona volta!"
"Gioco? Io?!"
"E non fare il finto tonto... sei geloso di lei perchè sai benissimo che per Duff non è solo un'amica, però te la porti a letto come se nulla fosse, ti fai beccare mentre scopi con Duff e hai pure il coraggio di ricattarla perchè tenga la bocca chiusa?!"
"Io non l'ho ricattata, le ho solo dato un consiglio"
"Sei assurdo..." scosse la testa, prendendo una sigaretta da un pacchetto sul tavolino, probabilmente del biondo "smettila di giocare con le persone"
"Non lo sto facendo... voglio solo salvare il mio rapporto con Duff, è chiedere troppo?! Ti devo ricordare che è proprio a causa di una ragazza che io e te ci siamo lasciati?!"
"Cosa c'entro io adesso?!"
"C'entri eccome! Tu mi hai piantato per Desi, e non voglio che Duff faccia lo stesso per Cloe!"
"Desi non c'entra, possibile che tu non capisca?! Il nostro rapporto era già andato a puttane da un pezzo! Ed è stata colpa tua Bill, ficcatelo in quella cazzo di testa! Tua e delle tue assurde paranoie, della tua gelosia opprimente, della tua follia!" si ritrovò ad urlare, come non aveva mai fatto prima di allora. Aveva sempre subito le sfuriate del rosso senza battere ciglio, limitandosi a lasciarlo fare, a lasciarlo sfogare... ora invece tutto ciò che aveva tenuto dentro era uscito con forza, riversandosi addosso ad Axl, che ora lo fissava atterrito e con uno sguardo che avrebbe raggelato chiunque "Io non ci resistevo più con te, lo capisci? Mi mancava l'aria, mi sentivo soffocare! E se continui a comportarti come un idiota, perderai anche Duff... perderai tutti Bill"
Vide la mascella del rosso contrarsi ripetutamente. L'aveva distrutto... eppure ora si sentiva leggero come non lo era mai stato. Ora Axl se ne sarebbe andato, sbattendo la porta, come sempre. Probabilmente non gli avrebbe parlato per giorni, settimane forse... invece lo vide avvicinarsi, centimetro dopo centimetro, passo dopo passo. Lo vide mentre cancellava man mano che avanzava quella distanza tra loro che gli sembrava infinita. Quando gli fu di fronte lo sentì accarezzargli i capelli, aprendo le labbra come per dire qualcosa, ma non sentì nulla. Sentì solo le sue labbra che di nuovo sfioravano le sue, dopo così tanto tempo. Sentì un'improvvisa sensazione di caldo, sentì i battiti martellanti del suo cuore pompargli nelle orecchie, sentì le sue mani accarezzargli il viso, e la sua stessa bocca rispondere a quel contatto. Cercò di frenarsi, di impedirsi di continuare, ma non riuscì a reagire nemmeno quando sentì che Axl avanzava spingendolo verso il letto, e facendolo ricadere sopra. Non si staccò da lui nemmeno per un secondo, le sue labbra lambivano le sue in un modo così perfetto che lui stesso tentennò parecchio prima di mettere fine a quel bacio "N... no..." mugugnò riuscendo finalmente a scostarsi da lui, respingendolo, e sfilandosi da sotto al suo corpo. Avrebbe voluto dire che lui non voleva, ma sarebbe stato tradito dal suo stesso viso. Le guance si erano colorite di rosso, e gli occhi billavano... così non disse nulla, voltò le spalle al rosso ancora seduto sul letto ed uscì dalla stanza, in cerca di pace.


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E' un po' corto, I know... bè, come vengono vengono sti capitoli, di solito non mi soffermo a controllare quante righe ho scritto,per cui beccatevelo così...
Questa cosa farà moooolto piacera a qualcua di voi, non faccio nomi hemmmm *Vicky, coff coff*
Al prossimo!

 

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Capitolo 35
*** 35 ***


Axl rimase fermo a lungo su quel letto. Cosa aveva fatto? Sospirò, passandosi le mani sul volto. Non aveva mai pensato a darsi la colpa per la fine della loro storia. Aveva sempre dato la colpa a Desi. Ma in verità la loro storia era finita già da tempo. Desi era arrivata per caso, dando a Izzy il motivo per dare un taglio, portandogli una ventata di aria fresca, aria che lui gli aveva tolto. E lo capiva solo ora, quando ormai era troppo tardi. Come aveva potuto essere così cieco e stupido? E la cosa più assurda è che stava facendo esattamente lo stesso errore con Duff. Più volte il biondo gli aveva fatto notare quanto avesse 'scassato le palle' con le sue scenate, con la sua possessività. Stava sbagliando tutto, di nuovo. Eppure lui lo faceva solo perchè lo amava. Si... lo amava. Come aveva amato Jeff come ancora amava Jeff. Si sfregò gli occhi e si alzò, stanco come se non dormisse da notti, solo per quella verità che gli era stata sbattuta in faccia. Duff era uscito presto quella matina, per andare in studio e finire le sue parti di basso. Era una fortuna... da come aveva urlato Izzy l'avrebbe di sicuro sentito li nella stanza a fianco. Aprì la porta della camera di Izzy, Cloe si era svegliata forse a causa di quel trambusto, e se ne stava seduta sul letto guardando i suoi stessi piedi, avvolta nei suoi pensieri "Hai trovato una risposta alle tue domande?" le chiese, facendola sobbalzare.
Si voltò verso quella voce, la sua voce, guardando quel viso che quella mattina, chissà poi perchè, le sembrava diverso "Non a tutte a dire il vero, ma non importa" rispose abbassando di nuovo lo sguardo "certe cose vanno solo accettate per quello che sono, credo"
"Bè... mi dispiace di essere entrato di nascosto in camera tua" si stupì delle sue stesse parole. Lui che chiedeva scusa... pazzesco. Tanto valeva andare fino in fondo "e per averti baciata, anche se non posso dire che mi è dispiaciuto" e sapeva che per lei era lo stesso. Ma non era finita "e per averti minacciato di raccontare a Duff il tuo segreto" si avvcinò a lei in silenzio, mentre la vedeva guardarlo stupita e in cerca di qualcosa, forse un tranello "non gli dirò nulla, anche se vuoi parlare con lui per quello che ha visto..."
Non sapeva cosa gli avesse fatto cambiare idea. Forse nulla, semplicemete si era alzato quella mattina con un idea diversa. Non si stupiva più delle sue stanezze e dei suoi cambiamenti di umore "Non credo che lo farò"
Perchè sentiva quasi l'impulso di abbracciarla? Solo per ciò che aveva appena detto? No... allungò una mano sfiorandole i capelli, accarezzando appena con la punta delle dita il profilo del suo viso. Era la quasi ragazza di Duff, o qualcosa del genere... eppure da qualche parte dentro di lui, sentiva l'egoistico desiderio di averla per se. Forse per quel suo viso dolce, per l'aria innocente, o per la sfacciata bellezza e provocazione che la tasformava ogni volta che vestiva i panni della sua alterego... scosse la testa risvegliandosi da quei pensieri, allontanando la mano da lei che lo guardava in quel modo, come se avesse appena visto una cosa belissima "Bene allora... mmm... ti va di fare colazione? Non c'è nessuno a casa" era certo che Izzy se ne fosse andato dopo la cazzata che aveva combinato con lui.
Un brivido la scosse. Erano soli... solo loro due. L'idea non le dispiaceva nonostate tutto, eppure le metteva sempre una certa ansia addosso "Ok... vado a vestirmi" si alzò stringendosi le braccia al petto ed uscì passandogli accanto.
Una ventata del suo profumo lo avvolse arrivandogli alle narici... un profumo dolce ed invitante. Doveva smetterla di mettersi nei guai.


_____________

Aiuto ç_______ç
Che roba indecente... non aggiorno sia questa che Walk da tempi apocalittici... ma che cavolo, non mi viene nulla da scivere! Zero! Anche se saprei pure come andare avanti mancano voglia e tempo, uffs... chiedo venia, e portate pazienza, taaaanta pazienza.
Andrò avanti credo, anche se a ritmi da bradipo in letargo.
Detto ciò un bacio a chi ancor mi segue ;)
Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaao

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Capitolo 36
*** 36 ***


Come se nulla fosse avevano fatto colazione insieme, ognuno chiuso nel proprio mutismo, nei propri pensieri, e nelle proprie emozioni. Spesso Cloe alzava lo sguardo sul rosso, che seduto di fronte a lei beveva il suo caffè fissando a vuoto il liquido scuro nella tazza che teneva in mano. Cercava di capire qualcosa di lui, ma nulla, Axl era come una pagna bianca di un libro senza titolo. L'aveva salutato timidamente ed era uscita di casa, perchè non ci riusciva a stare ancora con lui in quelle condizioni. Era tutto strano, tutto assurdo, tutto così... trascendentale, che continuava a chiedersi se era davvero successo tutto quello, o se l'aveva solo immaginato. Magari era tutto un sogno... come quello che aveva fatto. Ma Izzy aveva confermato tutto, e lui non mentiva. L'aveva portata con i piedi per terra, schiaffandole in faccia la verità, che ora, mentre camminava a vuoto per le strade di Los Angeles, le sembrava sempre più concreta e palpabile. Axl e Duff stavano insieme, punto. O almeno, qualcosa del genere. Andavano a letto insieme, di sicuro. Stop. Doveva farsene una ragione. Ma come diavolo ci era arrivato Duff a quel punto?! Non aveva nulla contro i gay, o i bisex in questo caso, ma mai e poi mai avrebbe sopettato di Michael. Nemmeno di Izzy a dire il vero, e di Axl. Ma quel rosso pareva avere qualcosa, qualcosa che inevitabilmente finiva per attirare le pesone che gli stavano vicino, così era successo con loro, e anche con lei.
Sospirò guardandosi in giro, chiedendosi dove cavolo era finita. Si era persa, un'altra vota, come quella sera in cui era uscita, e alla fine aveva incontrato Shanine, e da li era iniziata la nuova vita di Cloe, anzi, di Claire. Anche li... solo lei poteva andare a infilarsi in una situazone del genere. Ma come si poteva far inaghire un ragazzo di sè stessa facendogli credere di essere un'altra persona?! "Sei prorio una cretina!" si disse tornando indietro, cercando di ripercorrere la strada a ritroso. Si perchè nonostante tutto, nonostante la consapevolezza di quel che c'era tra il biondo e il rosso, i suoi sentimenti per Michael non accennavano a cambiare, anzi.. sentiva ancora più forte l'attrazione verso di lui, e non solo. Axl la intrigava, Axl la sconcertava, Axl le faceva perdere il controllo... il perchè non lo sapeva, ma era così e basta, e prima lo ammetteva a se stessa meglio era. Ora, si chiedeva solo quanto ancora sarebbe durata quella farsa... Duff che non sapeva che lei sapeva, e lei, e Claire... tanto valeva rimanere fermi, e vedere ciò che sarebbe accaduto. Vivere semplicemente alla giornata, lasciando i fatti al proprio destino.
E così fece.

In quei gorni le cose continuarono più o meno come sempre. Axl e Izzy non avevano detto nulla a Duff, e lei sempre più spesso faceva caso a quei rumori che provenivano dalla stanza a fianco, sospiri, mugolii, ansimi... ora che sapeva gli arrivavano ben distinti, e spesso la sera e di notte passava ore sveglia sdraiata sul letto semplicemente ascoltando, tentando di immaginarsi ogni cosa, e trovandosi stranamente e inevitabilmente eccitata. Sapeva che non era una cosa normale, ma non poteva farci niente.
Claire non aveva più avuto incontri fortuiti con Duff, il ragazzo se la mangiava con gli occhi ad ogni spettacolo, ogni sera, accennando però solo timidi sfioramenti quando lei gli concedeva di ballargli più vicino del solto. Si trovava invece spesso in camera di Izzy a parlare, quando le cose andavano peggio del previsto, o semplicemente quando aveva voglia di stare in sua compagnia. Si trovava a pieno agio con lui, tanto da confidargli ogni suoi pensiero. Gli disse anche di come si sentiva ogni volta che pensava a quei due insieme, e Izzy si era messo a ridere, dicendole che poteva benissimo comprendere cosa provava, perchè anche per lui era lo stesso. Lui, che in fondo mai aveva smesso di voler bene all'amico, nonostante stesse ormai stabilmente con una ragazza. Gli aveva chiesto perchè non pensava di riavvicinarsi a lui, ma il moro l'aveva tassativamente escluso. Diceva che non sarebbe mai tornato indietro, perchè stare con Axl implicava uno stress mentale che lui non sarebbe stato più in grado di sostenere. Così preferiva starsene in disparte, in fondo con la piccola Desi stava bene, aveva raggiunto un certo equilibrio, e lui di quello aveva bisogno... pace ed equilibrio, non chiedeva altro. Due cose che a sua insaputa, era presto destinato a perdere.


***
O.O Eureka! Ma... ho aggiornato sul serio? Pare di si... a bè, mi stupisco di me stessa!
Comunque, come sempre, un graaaaazie giganterrimo a voi che leggete ancora sta... cosa, non so come altro definirla :'D

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Capitolo 37
*** 37 ***


Quella sera tutto sembrava procedere come di consueto. In quei giorni Cloe aveva cercato di stare a casa il meno possbile, aprofittandone per girare alla ricerca di un appartamento da prendere in affitto. Ci aveva quasi fatto il callo a lavorare in quel posto, alla fine doveva solo ballare, nessuno esigeva da lei nulla in più di quello. E poi si guadagnava bene, se non altro così avrebbe potuto andarsene via da quella casa, lasciare i ragazzi in pace e finalmente riuscire a chiudere occhio per una notte. Anche se in fondo al cuore, le dispiaceva. Si era affezionata a loro, a Izzy soprattutto, ma anche a Slash e Steven. Duff e Axl bè... loro erano un'altra storia. Era tanto attratta da loro, tanto quanto il suo cervello le diceva che era meglio tenersi alla larga. Ma non sempre cuore e cervello vanno d'accordo, e lei non poteva fare a meno di tremare ogni volta che il biondo amico di una vita le si metteva accanto, le sorrideva, le parlava dolcemente come solo lui sapeva fare. E non riusciva nemmeno ad essere indifferente di fronte al rosso.
Si stava cambiando nel suo camerino, suo e di Janine, quando proprio la ragazza entrò dandole una sonora pacca sul sedere "Aio!"
"Ciao bellezza... i tuoi ragazzi sono di nuovo in prima fila!"
"Non sono i miei ragazzi..." puntualizzò.
"Eddai, scherzavo... come vanno le cose?"
Sbuffò sistemandosi la parrucca in malomodo, tanto che l'amica dovette andarle in soccorso "Grazie... hemmm... non lo so Jan" disse alzando le spalle. Le aveva raccontato tutto, era la sua unica valvola di sfogo oltre ad Izzy "Axl fa finta di niente e mi tratta come mi ha sempre trattata, ovvero non mi tratta proprio... Duff fa sempre il gentile comportandosi come se avesse a che fare con una adolescente insignificante e bisognosa SOLO di coccole... e bo..."
"mmm... li hai ancora beccati mentre... eh?"
"Tutte le sere Jan, tutte le sere... è pazzesco! Cioè, me ne sto li in stanza chiusa a sentire loro che... che fanno... insomma, Dio solo sa quello che fanno, e giuro che mi fanno impazzire, ecco!" disse d'un fiato come uno sfogo, contraendo stizzita le mani "è da pazzi!"
"Cosa, eccitarsi sentendo due fighi come quelli che fanno sesso nella stanza da parte alla tua? Naaaa... è perfettamente normale!"
"Non mi sei d'aiuto eh..."
La rossa sospirò sedendosi sul bancone davanti a lei "Senti tesoro...  mi sono eccitata solamente al tuo racconto, quindi non vergognarti! E' ovvio che stai li e ti immagini chissà quali film, mentre in quella stanza con loro ci sei anche tu e..."
Cloe si mise le mani sulle orecchie alzandosi di scatto "Sccchhhhh! Zitta! Non ti voglio sentire!" ma la sua mente era già volata altrove, e senza accorgersene era diventata rossa in volto, e sentiva un notevole caldo irradiarsi dentro di lei.
Janine rise e alzò gli occhi al cielo "Secondo me dovreste dire tutto a Duff e proporgli una cosa a tre" disse schietta, anche perchè un po' si divertiva a metterla in imbarazzo in quel modo.
"Per favore Jan!"
"oooooook, come ti pare... va che tocca a te bellezza" le fece l'occhiolino dandole una spinta, tornando a prepararsi per lo spettacolo successivo, che sarebbe toccato a lei.

Con un profondo respirò Claire salì sul palco, muovendosi disinibita e sensuale. Notò subito i ragazzi che la guardavano... tutti in un modo differente. Ma gli unici che come sempre la guardavano smaliziati ed arrapati erano Steven e Slash. Izzy e Axl erano a conoscenza del suo segreto, e questo la metteva sempre un po' a disagio mentre ballava. Soprattutto perchè Axl la guardava in quel modo, come se la stesse letteralmente mettendo a nudo. E poi c'era Duff, con quello sguardo strano, che la metteva sempre in soggezione da un po' di tempo aquella parte. Da quel loro incontoro per la precisione. Si chiese inevitabilmente come mai dopo quella volta non avesse più cercato di avvicinarla. Vide Axl parlare con lui, e ridere praticamente attaccato alle sue labbra, e pensò a quanto ci volesse poco per farle toccare, per farli baciare e... e quei pensieri le costarono una bella caduta. Imprecò mentalmente storcendo la bocca per il dolore alla caviglia. Si sentiva maggiormente gli occhi della gente addosso adesso... voleva solo finire quel pezzo e scappare nel retro. E così fece, si rialzò con una certa nonchalance, riprese a ballare e appena la musica finì non fece nemmeno il giro tra i tavoli, tirò su il vestito e se la filò zoppicando, sbattendosi la porta del camerino alle spalle "Merda!" urlò sedendosi sul banco e prendendosi tra le mani la caviglia massaggiandosela... niente di rotto, almeno quello. Sbuffò e si mise le mani sul viso. Se continuava così ne sarebbe uscita pazza. Non poteva pensare sempre a quello!
"Stai bene?"
Sentì quella voce e alzò il viso di colpo "Che ci fai qui? Sei impazzito?!" urlò nel vederlo entrare e chiudersi la porta alle spalle.
"Si, stai bene a giudicare da quanto strilli"
"Vattene subito!"
"No"
"V... vattene..." arretrò leggermente con il sedere sul banco, deglutendo quando lo vide avanzare con l'aria sicura verso di lei. Sentiva già il suo profumo arrivarle alle narici... ma perchè era li, cosa voleva? "A... Axl... esci da qui" disse di nuovo, senza alcun risultato.
"Sei più bella senza questa" disse quando le fu davanti, accarezzando una ciocca della parrucca fuxia che ancora indossava "non posso andarmene adesso... perchè..." la sentì rabbrividire quando portò la bocca vicino al suo collo, passando leggermente le labbra umide sulla pelle ancora sudata dopo lo show "perchè ti voglio Cloe, o Claire... non mi importa"
Il suono della sua voce era così lieve e armonioso che ogni barlume di lucidità che le era rimasto andò letteralmente a farsi fottere. Chiuse gli occhi quando sentì le sue mani posarsi sulle sue cosce ancora nude, e si dimenticò che insdossava ancora solo l'essenziale costume con cui era rimasta. Lo sentì risalire con le mani fino ai suoi fianchi, e attaccarsi maggiormente al suo corpo, cercando di insinuarsi tra le sue gambe appena divaricate. Axl era un tentatore, e se cedere alle tentazioni era peccare, lei era la più grande peccatrice esistente in quel momento. Aveva già il respiro acellerato, bastava il tocco di quella bocca sulla sua pelle per farla letteramente andare in tilt... ma ci pensò qualcun'altro a riportare i due con i piedi a terra, boccando ogni tentativo di aggancio del rosso, e paralizzando letteralmente la ragazza.

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Capitolo 38
*** 38 ***


‘No no no!’ panico… era tutto ciò che le veniva in quel momento, da quando Duff era entrato in quella stanza. Axl si era staccato leggermente da lei, e a mala pena si era voltando in direzione del biondo che se ne era rimasto li sulla porta aperta a guardarli inespressivo “Vattene” disse solamente facendo un lieve cenno con la testa all’amico.
“Uhm... perché di grazia?”
Cloe deglutì nervosamente. Che gli prendeva adesso, si metteva anche a discutere?! Lui sapeva quello che rischiava, sapeva che se Duff  l’avesse scoperta ci sarebbero stati solo casini… forse era per quello che si comportava così? Se fosse rimasto lui, e Duff si fosse arreso, almeno sarebbe stata salva… ma qualcosa nello sguardo del biondo le diceva che non avrebbe mollato, non questa volta “Non discutere ed esci, forza” ribadì.
Axl sbuffò facendo un passo indietro “Certo che sei proprio inopportuno, non avevo nemmeno iniziato a divertirmi che spunti tu... non potevi aspettare il tuo turno?”
Il suo turno? Ecco, perché quello non era il momento, altrimenti una cinquina in faccia non glie l’avrebbe levata nessuno. Ma  per chi l’aveva presa, per una puttana? Un misto di ansia, timore e rabbia le si riversò nelle vene. Ma non riusciva a dire una parola, non con Duff che li guardava in quel modo “Axl… non farmelo ripetere Cristo!”
“Hey hey, non ti scaldare, che cazzo ti prende, si può sapere?! Guarda che mica te la consumo!”
Axl a volte lo faceva proprio incazzare, e quella era senza dubbio una di quelle volte. Non poteva starlo a sentire e basta? No… lui doveva rompere il cazzo come a suo solito. Mica se ne era andato li per nulla… no, lui l’aveva visto mentre si dirigeva nei camerini, e sapeva che avrebbe cercato di far di tutto pur di avere Claire, quella notte. Così lo aveva seguito. Voleva, doveva fermarlo… perché lui non sapeva, o almeno così credeva. Ma qui non si trattava di Claire, ma di Cloe “E’ Cloe Axl… è sempre stata lei”
Calò il gelo a quelle parole. Cloe trattenne il fiato… allora… lui sapeva. L’aveva scoperta. E Axl, lui rise, rise quasi istericamente scuotendo la testa tirandosi indietro i capelli. Ora non serviva più, poteva andarsene, senza ottenere però ciò per cui era andato da lei. Non quella volta almeno. Uscì senza dire nulla, richiudendosi la porta alle spalle lasciandoli soli.
Passarono interi secondi, minuti forse, senza che nessuno dei due dicesse nulla. La ragazza teneva lo sguardo basso, le labbra serrate e le mani strette sul bordo del banco. Se l’avesse guardato sarebbe scoppiata, ne era certa. Non voleva vedere i suoi occhi… aveva paura, troppa paura di leggervi rancore, o disprezzo. Sentì i suoi passi farsi più vicini, finchè dal basso riuscì a vedere la punta dei suoi stivali. Era li, di fronte a lei.
“Fine dei giochi Cloe” disse, mettendole una mano sulla testa facendo scivolare via la parrucca, che liberò l’ammasso aggrovigliato dei suoi morbidi capelli castani “perché?”
“N… non lo so…”
“Provaci”
“Io… io… cercavo un lavoro e … non volevo dirtelo perché me l’avresti impedito, e io avevo troppo bisogno di questo lavoro… per… andarmene”
“Andartene?”
“Non volevo più stare da voi…”
Axl, vecchia storia, su quello non aveva bisogno di fare domande “Così ti sei inventata questa cosa quando hai visto che eravamo clienti fissi per non farti riconoscere… ingegnoso, davvero”
C’era una nota strana nelle sue parole, quasi amara. Ma non sentiva nulla che assomigliasse alla rabbia. Forse giusto una punta di delusione, o fastidio forse “Mi dispiace” fu tutto ciò che riuscì a dire prima che una lacrima le sfuggì dal suo controllo scivolandole lungo la guancia.

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Capitolo 39
*** 39 ***


Quello che succese dopo la stupì. Si sarebbe aspettata di tutto, uno schiaffo, una sceneggiata, ma non quello. Sentì la mano del biondo che delicatamente le accarezzava il viso asciugandolo, e subito chiuse gli occhi beandosi di quel caldo contatto. Le alzò il viso obbligandola a guardarlo. E fu un sorriso ciò che vide, un semplice e dolce sorriso “M… Michael…” mormorò.
“E’ tutto ok Cloe”
“Non sei arrabbiato?”
“Si che lo sono… ma in fondo è anche colpa mia se siamo arrivati a questo punto. Ti ho trattata come una mocciosa, e invece… decisamente non lo sei”
Bè, se non altro se n’era accorto finalmente. In realtà aveva passato giorni e giorni ad arrovellarsi, pensando a chissà quale ramanzina epocale farle una volta che l’avesse smascherata. Ma quando se la ritrovò davanti, indifesa e in lacrime, non ci era proprio riuscito a fare la parte del padre severo “No, infatti… come l’hai capito?”
“Ho passato giorni a darmi del cretino per non averlo mai capito prima” allungò una mano sul suo fianco, sentendola trasalire, la spostò verso il basso, calando di pochi centimetri la mini che ancora indossava, mostrando una piccola voglia a forma di cuore vicino alla bassa schiena “non credo che ce ne siano molte in giro”
Cloe si voltò appena osservando la macchia nel grande specchio dietro di lei. Sospirò “L’ho sempre odiata!”
“Io la trovo adorabile”
“Oh per favore…” scese dal banco, infilandosi una t-shirt “quando?”
“Cosa?”
“Quando l’hai capito? Cioè…” si voltò dandogli le spalle per evitare di guardarlo in viso “quella volta che… insomma…” cosa doveva dire? Quella volta che abbiamo scopato nel corridoio? Il senso era quello, ma le suonava così squallido che non le veniva proprio di dirlo.
Ma Duff capì, così le levò l’imbarazzo “A dire il vero l’ho scoperto proprio quella sera” si trovò i suoi occhi puntati addosso così iniziò a spiegarle meglio “ti avevo seguita perché ti volevo… cioè, volevo Claire… mi stava facendo impazzire. Dai ammettilo, continuavi a strusciarti in quel modo! Sono fatto di carne anche io… comunque, avevo bevuto un po’, così non ci ho pensato molto a venirti dietro e… bè, a fare quello che ho fatto”
“Lo dici come se fosse una brtutta cosa…”
“Non è stata certo una galanteria, ti pare?”
“Ma lo volevo anche io”
“Già… comunque, è stato mentre... mentre facevamo quello che abbiamo fatto che ho notato quella macchia... mi chiedo come cavolo ho fatto a non vederla prima, forse ero troppo concentrato a tenermi a bada mentre tu mi ballavi addosso” ridacchiò scuotendo la testa, rendendosi conto solo in quel momento che lei se ne era rimasta in silenzio "Che c'è?"
"Quindi tu... hai continuato... anche quando hai capito?" non sapeva che pensare. Perchè? A logica si sarebbe dovuto staccare immediatamente, sorpreso, o magari incazzato... e invece non l'aveva fatto. Ricordava tutto di quei momenti, anche come Duff si era aggrappato a lei, prendendola con una certa foga, specie ad un certo punto quando... quando evidentemente si era accorto dell'inganno, se così si poteva chiamare.
"Non lo so a dire il vero..."
"Avresti dovuto smettere, dirmi qualcosa!"
La vide farsi rossa in viso, e stringere le mani "Te l'ho detto, non lo so perchè sono andato avanti... e perchè me ne sono andato, senza dirti nulla... ho aspettato la sera, quando sono rientrato e ti ho vista addormntata nel tuo letto per venire ed abbracciarti. Non riuscivo a fare altro in quel momento, non riuscivo a dirtelo, e non so il perchè"
Ricordava anche l'estrema dolcezza con cui quella notte era rimasto al suo fianco, abbracciandola, e bastò quel pensiero a farla calmare all'istante. Sospirò stringendosi le braccia al petto "E perchè me l'hai detto ora?"
"Ho visto Axl venire qui, e non ho potuto fare altrimenti... sospettavo che ti avrebbe fatto delle avance. A Claire intendo, ma non sopportavo l'idea che le facesse a Cloe, anche se lui non lo sapeva... e avevo..." fece una pausa guardando altrove, per poi riposare lo sguardo su di lei "avevo una paura fottuta che tu avresti ceduto, a quelle avance, ecco" l'aveva detto... era geloso, geloso marcio... perchè si era reso conto finalmente di quanto tenesse a lei, e non sopportava l'idea di saperla con qualcun'altro. Più che altro perchè sapeva che Axl l'avrebbe voluta solo per puro piacere. Un piacere che non gli avrebbe dato lui. Scosse la testa. Ma che andava a pensare?! Era geloso di Cloe, non di Axl... 'Bugiardo' si disse. Il punto è che era geloso di entrambi.
Cloe in quel momento si sentì così in colpa... lui voleva proteggerla dalle avance di Axl, per non farla cedere a lui, ma quel che il biondo ignorava era che lei aveva già ceduto. E tante altre cose... come il fatto che Axl già sapeva di lei, e anche Izzy, e che lei sapesse di loro due.
Era sul punto di dirglielo, quando Duff la prese per mano tirandola verso di sè "Andiamo a casa, ok?"
"Ok..."
"Abbiamo un po' di tempo da recuparere"
"A dire il vero sono stanca"
"Come non detto..."
"E comunque domani ritorno qui a lavorare"
"Non se parla!"
"Duff..."
"mmm?"
"Non ci provare"
"Come non detto..."

Glie lo avrebbe detto in un altro momento. Forse.

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Capitolo 40
*** 40 ***


"Cos'eri andato a fare da lei?"
"Secondo te? Giocare a scacchi?"
"Lo so cosa volevi fare ma... cazzo! Se non ti fermavo andava a finire che ci provavi con Cloe!"
Axl rise 'Ci ho già provato Duff... e mi è anche andata bene...' pensò, ma non lo disse ovviamente. Nessuno aveva detto che in realtà era già a conoscenza di quel segreto, ne Axl, ne Cloe, ne tantomeno Izzy che come al solito, più pensieroso del solito, si faceva i fatti suoi.
"Se ci provavo e ci stava non vedo dove stia il problema" lo punzecchiò "non eri tu quello che la vedeva come una specie di essere asessuato con le lentiggini e l'apparecchio ai denti?"
Colpito in pieno "Bè... no ecco... mi sono accorto che non è proprio così, insomma, non sono mica cieco cazzo!"
"Meglio tardi che mai"
"Che? Dove vai adesso?!"
"Prendo una birra dal frigo e mi svacco sul divano... o hai in mente altro, Duff?" mormorò inarcando il labbro, avanzando verso di lui. Temeva che ora che la verità su Cloe era saltata fuori, e Duff si era reso conto di non essere per lei solo un amico, le cose tra loro cambiassero. Era già successo con Izzy, non voleva accadesse anche con lui. Ma con suo sollievo il biondo non si ritrasse quando cercò le sue labbra, trovandole "si, io dico che hai in mente altro..." rise spingendolo sul letto, sentendolo ridere a sua volta. Prese una bottiglia di vodka da terra, ne tenevano sempre qualcuna in stanza, e ne tracannò un lungo sorso, passandola poi a Duff che fece lo stesso. Un sorso, poi un'altro, via la maglia, un altro sorso, via i pantaloni... non ci volle molto perchè si trovassero alticci e accaldati in quel letto, a fare sesso, come sempre.

Cloe si era chiusa in camera sua, senza sapere cosa fare... l'indomani non avrebbe certo dato retta alle suppliche di Duff, e come sempre sarebbe andata a lavorare. Erano tornati a casa dopo quello che era successo, e dopo un bacio veloce che le aveva lasciato davvero l'amaro in bocca, ognuno si era chiuso nella propria stanza. Avrebbe voluto parlare con lui in realtà. Cosa sarebbe successo ora? Non sapeva che fare... sentì Axl e Duff parlottare senza capire che si stessero dicendo, ma già sapeva come sarebbe andata a finire dopo, e solo al pensiero si sentì bollire. Non era il caso di rimanere li a immaginarsi tutto, sospirò e si alzò decisa ad andare a trovare quel confidente da cui sempre aveva trovato un consiglio, una buona parola, sperando che anche questa volta fosse lo stesso. Ma quando entrò nella stanza di Izzy dopo aver bussato, ciò che vide la lasciò di sasso.

Izzy in quei giorni non riusciva a pensare ad altro. Vedeva Desi sempre più di rado, e sentiva Axl e Duff nella stanza accanto di continuo. Ci stava impazzendo. tante volte si era ripetuto che non gli importava, ma ormai nemmeno lui ci credeva più. Perchè per quanto gli costasse ammetterlo, lui Axl lo amava ancora. E l'idea che qualcuno lo baciasse, lo toccasse e lo abbracciasse al posto suo, lo faceva impazzire. Quella sera aveva visto Axl seguire Claire, o meglio Cloe, sul retro, e sospettava non sarebbe successo nulla di buono, soprattutto quando notò che anche Duff si era alzato per seguirli. Ma non era rimasto li abbastanza per sapere come era andata a finire. Si era alzato senza nemmeno salutare Slash e Steven, senza dire una parola, ed era uscito dal Club. Aveva solo voglia di una cosa in quel momento, e non era certo difficile soddisfarla. Andò dritto in quel vicolo, dove sapeva avrebbe trovato ciò che cercava. E infatti... si fece una tirata di coca proprio li, giusto per dare un po' di sollievo a quella voglia bruciante che lo stava divorando, poi filò a casa e si chiuse nella sua stanza. Cucchiaino, fiammifero, laccio e siringa... ormai era diventato un rito, e lui lo omaggiava benissimo. Tutto a regola d'arte. Si abbandonò contro al letto, seduto a terra, mentre sentiva il liquido caldo scorrergli nelle vene, inebriandogli la testa. E fu così che Cloe lo trovò, quando dopo aver bussato senza ottenere risposta, era entrata appena nella stanza. Era semibuia, e c'era un odore rancido nell'aria... "Izzy... Izzy!" urlò mettendosi a terra davanti a lui, notando solo allora, il laccio e la siringa caduta a terra.


____

40... O.O cioè... mi faccio paura, giuro... e pensare che non doveva essere che una storia di pochi capitoli (tanto ormai non ci crede più nessuno quando lo dico, nemmeno io!)
Cmq, come al solito grazie grazie a tutti coloro che la seguono e... mmm... volete sapere che succede a Izzy eh?
Aspettate muahahahaha XD me perfida...
No vabè scherzi a parte, cercherò di aggiornare in fretta loggggiuro :3
Lau

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Capitolo 41
*** 41 ***


"Izzy!" urlò di nuovo, cercando di scuoterlo ma non sapeva dove mettere le mani tanto era spaventata.
Stava lì seduto con gli occhi spenti e fissi al pavimento, l'unico movimento che vide, fu il leggero rialzarsi dell'angolo del labbro, che distorse la sua bocca in un ghigno che le fece venire i brividi "Ma che cazzo hai fatto Iz..." piagnuculò. Certo lo sapeva quello che combinavano, non era una sprovveduta. Ma non l'aveva mai visto in quello stato, o almeno, non si era mai fatto beccare da lei.
Improvvisamente sentì una stretta forte sul suo polso, e lo vide alzare lo sguardo su di lei, ridendo... una risata strana, malsana "Cosa credevi, che fossi un santo?" fece, con una voce che non era la sua, sembrava diversa, più cupa.
"N... no ma..." sentì la stretta serrarsi maggiormente su di lei "mi stai facendo male..."
"No, non credo"
"Lasciami" quello non era Izzy, non quello che lei aveva conosciuto almeno. Non quello docle e premuroso, che le passava di nascosto le tisana per la buonanotte, e che le dava consigli, ospitandola a dormire nel suo letto senza chiedere nulla, senza mai alzare nemmeno un dito su di lei.
Si sentì tirare giù, verso di lui, e si trovò a pochi millimetri dal suo viso, senza fiato. Poteva sentire il suo alito accarezzarle la pelle, sapeva di amaro, di alcool. Era bianco, e lo sentiva tremare "Li senti?" le disse piano, a bassa voce "Senti anche tu, vero?"
Cloe non capì subito a cosa o a chi si stesse riferendo. Corrucciò la fronte, e tese le orecchie "Cosa..." poi capì... poteva distintamente udire nella stanza a fianco quei mugollii e quei gemiti sommessi che anche lei così spesso udiva dalla sua stanza. Aprì la bocca come a dire qualcosa, ma non le uscì nulla, vuoto... stava davvero parlando di loro?
"E' sempre così, tute le dannate notti" disse ancora il moro, sembrava quasi che la sua voce tremasse "io lo so, lo so che tu pensi a quello che penso io, sai?"
"Izzy lasciami, perfavore"
"No! No cazzo, no! Senti! Dimmi che lo fai anche tu, dimmi che anche tu li ascolti, e immagini... immagini di essere li, con loro... dimmelo! Perchè io sto diventando pazzo Cloe!" sembrava quasi disperato adesso, la ragazza non sapeva che fare, cosa dire... anche perchè ciò che aveva appena detto era semplicemente la verità.
Deglutì "N... no..." mentì.
"Si invece... senti... pensa... non vorresti sentire le loro labbra sulle tue? Le loro mani, sul tuo corpo, sulla tua pelle..." disse facendo scorrere una mano sul suo braccio candido.
Aveva i brividi, davvero... Izzy le parlava con tono bassissimo, vicino alla sua pelle, e lei sentiva quei due e... e immaginava, e desiderava... proprio come aveva detto lui. Esattamente come lui "S... sei fatto..." mormorò.
"Non abbastanza... non quanto vorrei"
"Non serve"
"Lo so..." lo sentì sospirare e appoggiare la testa sulla sua spalla. Mollò la presa sui suoi polsi, abbandonando il viso nel collo di lei "non ce la faccio"
"Lo ami ancora, vero?" sussurrò mettendogli una mano tra i capelli, lasciando che si stringesse a lei. Conosceva già la risposta, quel silenzio era solo una conferma. Rimase per un po' così, quella volta era Izzy ad aver bisogno di un conforto "Desi?" chiese dopo un po'.
"Abbiamo rotto..."
"Oh"
"Era una gran presa per il culo... non voglio prenderla ancora in giro..."
"Lo capisco"
"Lo so... perchè... credo che ti voglia Duff quanto io voglio Axl... vero?"
"Non è la stessa cosa Iz"
Rise di nuovo "E' molto più simile di quanto credi" si alzò tirandola su con sè, facendo per uscire dalla porta.
"Dove vai?!" il moro non rispose, solo la prese per mano, trascinandosela dietro. Barcolava leggermente, ancora stordito dall'eroina "Izzy lasciami!"
"So che è quello che vuoi anche tu"
"Cosa?! Dove... n... non farlo..." balbettò, non appena lo vide di fronte alla stanza di Axl, con la mano sulla maniglia.
"Si che lo faccio... e so che lo farai anche tu, perchè è quello che vuoi" susurrò al suo orecchio, stringendola davanti a lui "so che li sogni, li immagini... e li vuoi... come me"
Cloe respirava velocemente, ma non era paura ciò che sentiva. Cos'era... eccitazione forse? Sapeva che Izzy aveva ragione. Quante volte gli aveva sognati, immaginati, quante volte si era eccitata anche solo a sentirli? Ora, l'atrattiva era forte, le parole di Izzy rieccheggiavano nella sue testa, e il desiderio, la voglia del proibito, di ciò che li attendeva dietro a quella porta, la stava travolgendo. Così non scappò, e nemmeno disse nulla, quando la mano di Izzy spinse quella maniglia, aprendo la porta.

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Capitolo 42
*** 42 ***


Avevano bevuto, fumato, e anche tirato un po' di coca... nulla di esagerato, una striscia a testa giusto per sballarsi un po'. Ci erano abituati, quella era routine ormai. Axl si era levato la maglia rimanendo con i pantaloni in pelle, e aveva spogliato Duff ormai del tutto... stava gattonando felino verso di lui, sogghignando e pregustando ciò che avrebbe fatto, quando la porta si aprì... e lui si voltò. Spalancò gli occhi quando vide Izzy, era fatto, parecchio anche. Lo vedeva dai suoi occhi spenti e cupi... di fronte a lui c'era Cloe, stretta nella morsa di quelle mani, che li fissava con un'espressione indecifrabile sul viso. Paura, sgomento... desiderio? Le sue labbra si storsero in un sorriso arcigno "Guarda guarda chi è venuto a trovarci..." non lo turbava il fatto che Izzy fosse li, di fronte a loro mentre stavano palesemente per mettersi a scopare. Era troppo annebbiato per rendersi conto di tutto ciò.
Duff stava ridendo, aveva già aperto le gambe per accogliere su di sè le attenzioni del rosso, quando i due eano entrati. Il corpo di Axl di fronte al suo gli impediva di vedere, così lo scostò con una mano, mettendo a fuoco le due figure "Cazzo... Cloe!" urlò, tirandosi pudicamente il lenzuolo addosso "Cosa... cosa fai qui? Izzy?!"
"Non essere egoista Duff, fai divertire anche noi" biascicò Izzy.
Duff lo guardò incredulo... si sentiva intorpidito per tutto quell'alcool, e per la droga, ma un minimo di lucidità lui ce l'aveva... eppure non riuscì a muovere un muscolo "Vai via Cloe..." riuscì a dire.
"No" fu la sua secca risposta. Tante volte li aveva immaginati, sognati... ed ora erano li, di fronte a lei. Aveva paura... voleva fuggire, ma una voglia ancora più grande che era nata dentro di lei, non la faceva muovere. Voleva restare, voleva vedere, voleva... sentirli... avvertì chiaramente dietro di lei l'eccitazione di Izzy che le premeva contro, e sussultò. Era una cosa assurda, da pazzi! Eppure, non riusciva a tirarsi indietro. E nemmeno voleva farlo, alla fine.
"Ti prego vattene! Izzy, portala via!" lo implorò Duff.
"Sta a lei scegliere... che dici tesoro?" le sussurrò all'orecchio, scostandole i capelli dal collo, accarezzando la pelle calda con le labbra.
Sentì un brivido correrle lungo la schiena a quel contatto... non rispose, non ne aveva bisogno. Si divincolò dalla stretta del moro, e piano si avvicinò a i due, senza smettere di fissarli. Vide Axl sorridere di nuovo, e tenderle una mano. Duff invece non parlava, la guardava in preda a qualcosa di molto simile ad un attacco di panico "Lo sapevo già Michael... non tenermi fuori, non voglio" disse come a rassicurarlo mentre accettava la mano di Axl nella sua e si sedeva accanto a lui sul letto. Si protese verso il biondo che aveva iniziato a respirare affannosamente, senza indugi cercò le sue labbra, baciandolo con cautela, temendo quasi la sua reazione. Ma Duff non la respinse. Era sbagliato, era malato, lo sapeva. Almeno, la sua testa lo sapeva, quella stessa testa che ebra di vizi non voleva proprio funzionare. Lo sentì calmarsi, e bastarono pochi secondi per farlo tranquillizzare, e rispondere a quel bacio con una certa decisione. Erano buone le sue labbra... erano le stesse di tanti anni prima.
"E io? Me ne devo andare? O posso rimanere?" chiese Izzy rimasto in piedi sulla porta.
Axl lo guardò e gli fece un cenno con il capo per farlo avvicinare. Come avrebbe potuto cacciarlo? Non l'avrebbe mai fatto... Il moro sorrise e chiuse cauto la porta, poi barcollò fino al grande letto e si abbassò sul rosso, accarezzando lentamente con la punta delle dita la linea scolpita del suo addome "Non ce la faccio... e tu l'hai sempre saputo... non è così?" mormorò avvicinando il viso al suo.
Axl sentì chiaramente il suo alito sfiorargli la pelle, sentiva il calore di quel corpo che si avvicinava al suo, aumentando di gran lunga i suoi impulsi "E' così Jeff... non puoi negarlo, non puoi fare a meno di me"
"Ogni volta che vi sentivo... credevo di impazzire" confessò.
Voleva da tanto sentirglielo dire, sentirlo ammettere che non poteva stare lontano da lui "Non impazzirai... adesso puoi avermi di nuovo, se vuoi" annullò la distanza tra di loro e incollò le labbra alle sue. Non era un bacio dolce e delicato quello... era irruento, passionale, misto di eufuria ed eccitazione. Strinse compulsivamente le mani nei capelli di lui, tirandoselo addosso senza voler lasciarlo andare. Si staccarono in cerca d'aria, e risero, risero abbracciandosi, toccandosi, sfiorando i loro corpi dopo tutto quel tempo che erano rimasti lontani. Ma non erano soli, non l'avevano scorato... quella era una festa, un party maledetto e scellerato, peccaminoso e carico di lussuria. Cloe si trovò al centro di quel triangolo, senza possibilità di fuga. Si perse in quel vortice di piacere, nonostante una vocina dentro di lei continuasse a dirle di andarsene... ma come poteva? le mani di Duff le infuocavano la pelle, Axl la sovrastava come un serpente che aveva trovato la sua preda, e Izzy, l'amico, il confidente... non avrebbe mai pensato potesse essere così dannatamente eccitante. Avrebbe anche potuto impazzire in quel momento. Avrebbe anche potuto morire. Non sarebbe mai riuscita a trovare un modo migliore per andarsene. Inarcò il corpo e chiuse gli occhi sospirando quando a turno la presero senza darle tregua, finchè non furono soddisfatti. E nemmeno quello bastò, rimase a guardarli torturandosi mentre giocavano tra di loro, come facevano nei suoi sogni più proibiti, solo con l'aggiunta di un terzo, quel terzo che si era sentito escluso per troppo tempo e che ora aveva cercato il suo posto tra loro, trovandolo. Duff imponente dominava quel gioco, prendendo impunemente possesso del corpo del rosso, che a sua volta dedicava lascive attenzioni al moro sotto di lui. Incrociò lo sguardo di Duff in quel momento, mentre sudato ed ansimante si spingeva dentro Axl, facendolo gemere di piacere... la guardava, e per un istante credette di vedere i suoi begli occhi spenti e consumati dagli eccessi annacquarsi, e una lacrima traditrice scorrere lungo il suo volto. Ma fu solo un momento fugace, forse se l'era solo immaginato... e poi non ebbe il tempo di dire nulla, perchè una volta arrivato all'amplesso, il biondo tornò di nuovo da lei, lasciando Axl libero di concedersi al suo Izzy. Cloe era ciò che lui voleva... solo l'aveva capito troppo tardi.



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Indovinate? Ovvio... m scuso per il ritardo XD
Cmq, non ho voluto entrare troppo nei dettagli, tanto di fantasia ne avete perciò immaginate pure la cosa come vi pare :3
Al prossimo, spero presto eh ç_ç
E grazie <3
Lau

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Capitolo 43
*** 43 ***


7 mesi dopo...

Un'altra pessima notizia su di loro... anche Izzy aveva mollato. Dopo Steven era stato il suo turno. Cloe sospirò gettando la rivista sul tavolino. Erano passati mesi interi da quel giorno, dall'ultima volta in cui li aveva visti. Sette, anzi... sette mesi e diciotto giorni, per la precisione. Seguiva le notizie che li riguardavano di tanto in tanto, ma alla fine erano sempre le stesse cose... scandali, arresti... così ultimamente aveva smesso di interessarsene. Ah si, Duff si era sposato. Una certa Mandy. Doveva ammettere che le aveva fatto male saperlo, specie perchè... bè... istintivamente si portò le mani alla pancia. I ricordi di quel giorno erano ancora vivi nella sua testa. Izzy che la conduceva in quella stanza fuori di sè, i rumori, le voci, i loro sospiri, la sua irrefrenabile voglia di sentirsi loro, solo loro... le carezze, i baci... tutto era chiaro come se fosse accaduto il giorno prima. Era difficile dire se si fosse o meno pentita di quello che aveva fatto. Perchè in fin dei conti non era stata obbligata da nessuno, era lucida e padrona di sè lei. Loro no. Si erano addormentati tutti dopo ore di quei giochi perversi, tutti tranne lei. Era rimasta in uno stato catatonico quasi, senza riuscire a chiudere occhio arrovellandosi per capire cosa le fosse preso. Non aveva fatto rumore, e non aveva svegliato nessuno. Non poteva più stare li, ne sarebbe uscita pazza, e loro avrebbero continuatoa litigare per colpa sua. Fece la valigia e lasciò un biglietto a Duff. Passò a salutare Janine, e partì per tornare a casa. Casa... Seattle la soffocava, ma che altra scelta aveva? Era rimasta dai genitori per un po', e il padre le aveva trovato un buon lavoro come segretaria in uno studio medico. Ma le cose peggiorarono quando tre mesi dopo il suo ritorno, Cloe scoprì di essere incinta. Era andata da un ginecologo, e aveva fatto qualche conto... la data del concepimento doveva risalire circa a quella notte... era andata nel panico, cosa poteva dire, che aveva fatto sesso senza precauzioni con tre ragazzi la tessa sera, e che non aveva la più pallida idea di chi fosse il padre? Aveva pianto per notti intere, finchè poi aveva deciso di andarsene da quella casa. I suoi erano venuti inevitabilmente a conoscenza della verità, e non l'avevano presa bene. Fortunatamente aveva un lavoro, ed era riuscita a prendere un apparamento in affito. La madre andava a trovarla, era pur sempre sua figlia. Ma con il padre, profondamente turbato da quella rivelazione, era stata dura tentare di ricostruire un rapporto. Si vergognava tanto quando lo vedeva sorridere tirato, ma in realtà sapeva che provava vergogna per lei. Aveva anche pensato di avvisare i ragazzi, di dirglilelo, ma aveva lasciato perdee. Avevano la loro vita adesso, cosa poteva fregare a oro di lei? Inoltre erano caduti nel degenero più totale, erano a tutti gli effetti tossici e alcolizzati, e lei non voleva una padre del genere per suo figlio. Piuttosto l'avrebbe cresciuto da sola.

Quello era il suo giorno libero, come sempre era uscita a fare una passeggiata e a comprare qualcosa. Da quando era incinta mangiava una quantità smisurata di marshmallows, era una cosa indecente a volte! E pensare che non le erano mai piaciute. Poi mentre camminava con il suo sacchetto di caramelle in mano, aveva visto su quel giornale le loro facce e non aveva resistito. Si era ripromessa di non interessarsi più alle loro vite, la notizia del matrimonio di Duff un paio di mesi prima era stata un duro colpo. Perchè alla fine ci sperava che quel bambino fosse suo. Ora seduta sul divano si trovava a pensare di nuovo a quel periodo che le aveva stravolto la vita. Si chiese il perchè della scelta del moro, i giornali davano le notizie, ma non riportavano mai le motivazioni, quelle vere. Si diceva che era sparito da tre mesi, che aveva lasciato la band facendo andare su tutte le furie Axl, che si era trovato costretto a cercare un rimpiazzo per l'imminente tour che avevano in programma. Sbuffò alzandosi per andarsi a prendere qualcosa da bere, tenendosi la pancia che si era fatta davvero bella grossa. Era pensierosa, quella notizia aveva riportato alla mente ricordi che cercava invano di far sbiadire da tempo. Ma come poteva se il più grande ricordo di quei giorni stava crescendo dentro di lei? Era così assorta che non si accorse subito del campanello che stava suonando "Oh... ma chi è.. arrivo!" forse era sua madre... e invece... il suo cuore ebbe un tonfo quando aprendo lo spiraglio della porta, riconobbe nel ragazzo davanti a sè proprio quell'Izzy di cui aveva letto poco prima. Aveva tagliato un po' i capelli, ed era dimagrito, più di quel che già era. Ma era lui. C'era qualcosa di diverso però. Forse nei suoi occhi. Erano stranamente vivi, eppure tanto tristi. Aprì la bocca, senza riuscire a dire nulla.
"Si bè... scusa se... se non ti ho avvisato prima..." disse impacciato e risoluto come era sempre stato, abbasando lo sguardo "ho bisogno di un'amica"

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Capitolo 44
*** 44 ***


"Izzy..." balbettò. Era incredula, e allo stesso tempo felice.
"In persona... o almeno, così pare" allargò le braccia e tirò fuori dalla tasca una busta di carta alzandola per fargliela vedere "Ti va una tisana?" silenzio "Ok, lo so, è da idioti presentarsi da te dopo mesi con la scusa di una tisana... è solo che dovevo vederti, e parlarti... ti prego, non ti ruberò molto tempo"
La tisana... le venne da sorridere al pensiero di quante volte quella roba l'avesse aiutata a dormire "Non ho fretta, entra Iz" disse sganciando il catenaccio e aprendo del tutto la porta. Subito abbassò lo sguardo, sentendosi arrossire "Non sei l'unico ad essere un po' cambiato, ecco..." mormorò, sentendo su di sè lo sguardo di lui.
Era una pancia quella, oh si... una pancia bella grossa "Cos... tu... tu sei..."
"Incinta" lo anticipò.
"Cazzo... questa... bè, questa si che è una bella cosa" lo disse, ma non troppo convinto. Istintivamente si guardò in giro, temendo magari l'arrivo di un ragazzo, o marito, incazzato con lui per aver disturbato la futura mamma. Eppure quella non sembrava la casa di una coppietta felice.
"Non c'è nessuno... sono sola, nel senso... che vivo da sola, e sono da sola a tutti gli effetti" si affrettò a precisare.
Izzy si sentì più tranquillo, ma allo stesso tempo era curioso di sapere... e in fondo all'animo un brutto presentimento si fece strada nella sua testa "Oh... capisco... posso sapere chi è il padre?" non aveva alcun diritto di entrare in casa sua dopo mesi e fare certe domande, ma doveva saperlo. Sentì una certa paura invadergli lo stomaco.
Ecco, alla fine non poteva pensare di tenerlo nascosto per sempre "Vieni, siediti"
"Cloe..."
"Ti racconterò tutto, promesso. Ma prima dimmi che fine hai fatto, e perchè adesso sei qui seduto sul mio divano invece che startene con la tua band a Los Angeles"
Il giovane sospirò sedendosi, guardando la rivista abbandonata sul tavolino "Non hanno niente di meglio da dire che parlare di me?" si portò una mano tra i capelli, più corti, ma copmunque sempre tagliati alla cazzo "Non potevo più stare con loro, semplice"
"Non è una spiegazione"
"Dovrebbe bastarti"
"No invece... dimmi cos'è successo"
Izzy la guardò, era determinata a sapere, e forse era anche giusto così. La gravidanza l'aveva resa più bella, la sua pelle era luminosa, i suoi occhi brillavano, e quei pochi chili in più l'avevano resa ancora più femminile e dolce "Quando te ne sei andata... bè, dopo quella sera intendo, è successo di tutto" iniziò "io e Axl siamo tornati insieme, Duff ha passato settimane a torturarsi, si sentiva in colpa per ciò che era successo, e voleva cercarti, ma... che vuoi, la volontà non è mai stata il nostro forte. Ci sentivamo tutti in colpa, io compreso, perchè ti avevo portata io da loro"
"Non..." fece per parlare ma Izzy la fermò. Voleva finire.
"Ha iniziato a bere e a tirare coca sempre più spesso. Io e Axl litigavamo di continuo, Steven pensava solo all'eroina, e Slash lo stava seguendo a ruota... Steven è stato il primo a saltare, lo saprai immagino" la vide annuire "Axl l'ha cacciato. E noi abbiamo permesso che lo facesse. Non riusciva a reggere nemmeno le bacchette, le prove erano un disastro, era fatto tutto il tempo. Non poteva continuare così. Ma noi non eravamo meglio di lui, siamo stati degli ipocriti. Io per primo, ero un tossico... Axl non lo sopportava. Era uno dei motivi più frequenti per cui litigavamo fino quasi arrivare alle mani. Contemporaneamente a tutto questo è arrivato il contratto con la Geffen, un nuovo disco, e il progetto per il tour mondiale... avevamo gente sempre addosso, fans, ragazzine, gente che ci diceva cosa fare di continuo. Io... io non sono fatto per tutto questo Cloe, non lo sopportavo. Axl invece era divetato il prototipo della prima donna... era tuttto ciò che aveva sempre sognato, soldi, successo. A me non interessava, io volevo solo suonare"
"E gli altri?"
Scosse la testa "Gli altri se ne fregavano. Avevano i soldi, donne, tutti gli osannavano... cosa potevano chiedere di più? Potevano permettersi ogni lusso, e droga in quantità... Slash si sfondava dalla mattina alla sera e Duff passava più tempo attaccato alla bottiglia che in sala prove. Ho pensato che io li in mezzo non c'entravo più nulla... in quanto a merda ero peggio di loro, ogni minuto libero che avevo lo passavo al telefono con uno spacciatore ad ordinare roba. Stavo cadendo Cloe, non riuscivo più a rialzarmi. Poi non so... non so come l'ho capito, ma un giorno mi son detto che così non potevo andare avanti. Se fossi rimasto con loro sarei morto, o uscito di testa. Non mi interessava lo show business a differenza loro, e odiavo la persona che ero diventata. Dovevo andarmene... e l'ho fatto"
"Immagino che non l'hanno presa bene"
Izzy rise amaro "Oh, per niente... Axl ha dato i numeri, mi ha maledetto in tutte le lingue e poi mi ha chiamato e ha passato ore al telefono a piangere e a cercare di convincermi a rimanere. So che ha sofferto tanto... ma non potevo cedere. Slash e Duff sono stati più comprensivi, mi hanno dato una pacca sulla spalla e mi han detto 'Hey amico, buona fortuna'... in realtà credo fossero talmente fatti che non avevano nemmeno capito"
"Cos'hai fatto dopo?" vedeva la sua tensione aumentare, e poi teneva gli occhi spesso fissi alla sua pancia, sapeva che quel dubbio lo stava lacerando.
"Sono tornato a Lafayette per un po', avevo bisogno di staccare da tutto e da tutti... poi mi sono deciso a disintossicarmi, e sono andato in un centro. E' stata dura... in certi momenti mi facevo prendere dalla disperazione, ero solo, e avevo paura... ma ce l'ho fatta"
A quelle parole alzò lo sguardo su di lei, e Cloe vide la determinazione nei suoi occhi. Ecco perchè gli sembravano diversi, più vivi. Izzy era pulito, del tutto. Sorrise "Davvero?"
"Si, te lo giuro... non tocco droghe da due mesi... certo, potrei ricaderci, ma posso e voglio farcela"
"Ce la farai"
"Lo spero"
"Non li hai più sentiti?"
"No"
"E... mmm..." esitò a chiederglielo "quella Mandy?"
Sapeva che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata. Era chiaro che lei Duff non se l'era scordato "E' una delle tante"
"E' sua moglie"
"Non significa nulla Cloe... ha più corna lei di un alce, credimi... l'ha sposata solo perchè era ubriaco credo, non glie ne frega un cazzo" la ragazza abbassò lo sguardo... non è che ci credeva molto... l'aveva sposata, comunque "Cloe, adesso sei tu che devi parlare" si, adesso toccava a lei.

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Capitolo 45
*** 45 ***


Izzy rimase in silenzio ad ascoltare il racconto di Cloe, guardandola di continuo mentre lei teneva gli occhi bassi e le mani posate dolcemente sul grembo gonfio, quasi cercasse di evitare i suoi occhi. E ad ogni parola i suoi sospetti si confermarono sempre di più. Non aveva mai detto chiaramente che quel bambino era di uno di loro, ma era ovvio che fosse così. Non aveva mai parlato nemmeno di un compagno o di altre relazioni. Quando finì di parlare la ragazza rimase in silenzio, alzando intimidita lo sguardo su di lui. Sembrava spaventata, forse temeva una sua reazione “Tu non… tu non sai chi è il padre, vero?” scosse la testa “potrebbe essere uno qualsiasi tra noi tre” annuì “potrei anche essere io…” annuì di nuovo. Silenzio. Lui padre. Axl padre. Duff padre. Tutto quello aveva dell’assurdo. Eppure avevano fatto sesso insieme senza precauzioni, che scoperta… poteva capitare, e nessuno di loro ci aveva mai pensato. Si mise le mani sul viso sospirando, non sapendo cosa fare o cosa dire, trovandosi solo a mormorare scuse forse un po’ troppo tardive per ciò che era successo.
“Izzy, è tutto ok davvero” cercò di rassicurarlo lei.
“Tutto ok? Sei incita ed è colpa nostra, come puoi dire che è tutto ok?”
“Colpa? Guarda che io sono felice di avere questo bambino”
“Non sai nemmeno chi è il padre!”
“Non mi importa! Che dovevo fare scusa, abortire?! Bè non ce l’ho fatta ok? Scusa tanto!”
“No… no Cloe, ok… scusami tu” prese un respiro profondo “scusa… solo è una notizia un po’ destabilizzante, devi ammetterlo… Dio…” scosse appena la testa “perché non ci hai detto niente quando l’hai scoperto? Ti avremmo aiutata”
Cloe rise amara “Oh sul serio? E quando? Tra un tiro di coca, un ago in vena e una scopata con una sconosciuta?” non aveva tutti i torti in effetti “Vedevo ogni giorno le vostre facce sui giornali scandalistici, sembravate degli zombie… non avreste nemmeno capito ciò che avevo da dire… per questo non ve l’ho mai detto, e per questo non ho alcuna intenzione di dirlo ad Axl o a Duff. Non ho bisogno di un padre tossico o alcolizzato, piuttosto mi arrangio da sola” senza contare che Duff era sposato ora, e Axl aveva una relazione più o meno stabile con una modella. Non voleva certo scombinare i piani o la vita di nessuno lei.
Quanto erano stati idioti? Se ne rendeva conto davvero solamente adesso. Non poteva che darle ragione “No, non da sola… permettimi di aiutarti, anche se… anche se il bambino non sarà mio”
“Non ho bisogno di…”
“Si invece… sei sola, e non puoi affrontare tutto senza l’aiuto di qualcuno. Non ho mai accudito un bambino, ma ci posso provare. Sono pulito adesso, e voglio farlo… permettimi di aiutarti, mi sentirei molto meglio”
“Non devi farlo per forza solo perché ti senti in colpa”
“Lo faccio perché è la cosa giusta da fare… me lo permetterai Cloe?”
Rimase in silenzio pensandoci un attimo. Izzy le aveva fatto un offerta gentile. Non le chiedeva nulla dopo tutto, e poi era un buon amico, lo era sempre stato “Va bene Iz”
Sorrise “Grazie” abbassò lo sguardo sulla sua pancia, il pensiero che quello poteva essere suo figlio, o sua figlia, lo faceva sentire strano, era una cosa nuova, ma comunque bella. E se non era suo figlio bè, aiutare Cloe era un idea che non gli dispiaceva. Non voleva rimanere da solo adesso che si era ripulito, stare con lei l’avrebbe sicuramente aiutato a non ricaderci, e a mantenere uno stile di vita sobrio e sano “Posso?” chiese protendendo una mano verso di lei.
“Certo” Izzy allungò delicatamente le mani, posandole sulla sua pancia. Sentì una piacevole sensazione di calore in quel momento, nessuno aveva mai toccato quella pancia, a parte lei, il dottore e Janine che qualche settimana prima era venuta a trovarla. Nemmeno sua madre, o suo padre “si è mosso!” urlò il ragazzo preso da un improvviso entusiasmo, sorridendo felice per la prima volta dopo tanto tempo.
“Tira di quei calci”
“Sai già se è maschio o femmina?”
“Non l’ho voluto sapere… lo coprirò quando nascerà”
“E come... come farai a sapere di chi è figlio?”
“Non lo so… spero che assomigli a qualcuno di voi così tanto, da poter evitare un test di paternità… perché farlo vorrebbe dire anche chiamare loro, e non voglio”
“Non potrai tenerglielo nascosto per sempre”
“Lo so…” pensò che a quel punto sarebbe stato meglio per tutti se quel bimbo fosse stato di Izzy. Avrebbe comportato meno problemi.
“Bè, immagino che questa sia off limits per te, mammina” disse poi lui staccandosi e riprendendo la tisana che aveva portato.
“Già hemmm… non credo proprio di poterla bere Iz, grazie lo stesso”
“Ok, la teniamo allora per le notti insonni” non poteva fare a meno di pensare a quanto la sua vita fosse cambiata in quei mesi lontano dai Guns. E a quanto ancora sarebbe cambiata, adesso che aveva qualcuno di cui prendersi cura.

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Capitolo 46
*** 46 ***


Non avrebbe mai pensato di trovare in Izzy un ragazzo tanto premuroso e attento. Non l’aveva mai lasciata sola durante gli ultimi mesi della gravidanza, che per lei erano stati piuttosto faticosi. Poteva farlo solo perché c’era una possibilità che quella che Cloe portava in grembo fosse sua figlia, si, era una bambina. Ma lei era certa che anche se non lo fosse stata lo avrebbe fatto comunque. La disintossicazione l’aveva cambiato profondamente, e da pulito Izzy aveva acquistato un’aria molto più curata e affidabile. Adorava tornare a casa dopo una passeggiata e vederlo impegnato in qualche attività domestica. Certo aveva dovuto imparare ad arrangiarsi, lui che non aveva mai fatto nemmeno un uovo sodo. Ma se la cavava bene, e solo per l’impegno che ci metteva lei mai si era lamentata. Si erano legati tantissimo, la loro amicizia si era fatta così forte da essere ormai diventata indispensabile per entrambi.
Izzy non aveva più sentito nessuno dei ragazzi. Spesso si sentiva solo senza di loro, essere lucido gli faceva capire quanto in quegli anni avesse perso della sua vita, e quanto la musica gli mancava. Ogni tanto suonava qualcosa per Cloe o anche da solo, ma bè, tutta la band gli mancava, era innegabile. Anche se, brutto dirlo, ma senza di loro stava decisamente meglio. Senza gli eccessi, le tentazioni, e i litigi estenuanti. Ora però aveva qualcuno che dipendeva da lui, qualcuno di cui prendersi cura, ed era una sensazione inaspettatamente piacevole. Non vedeva l’ora che la piccola nascesse. In cuor suo sperava che potesse essere sua figlia, ma non gli importava molto che non lo fosse. Le avrebbe voluto bene, e si sarebbe preso cura di lei finchè Cloe non avesse deciso il da farsi con l’eventuale vero padre. Ammesso che questi, Axl o Duff che fosse, avrebbe poi deciso di prendersi le proprie responsabilità. Da quel che sentiva di loro ne dubitava. Nelle condizioni in cui parevano essere nessuno gli avrebbe mai affidato nemmeno un gatto, figurarsi un bambino. Sapeva che Cloe non l’avrebbe fatto, mai. E un po’ la cosa lo sollevava, perché voleva dire che lui sarebbe rimasto al suo fianco.
Quei due mesi passarono in fretta, e man mano che si avvicinava la data del parto, Cloe pensava sempre più di frequente a cosa cavolo avrebbe fatto dopo. Chi era il padre? Se fosse stato Izzy sarebbe stato tutto più facile. Lui almeno c’era. E nel caso fosse stato Duff o Axl, avrebbe dovuto dirglielo? Il più delle volte si diceva di no, per come stavano le cose non ne valeva proprio la pena. Ma altre volte l’idea che potesse avere anche lei una famiglia come le altre la faceva sognare. Un sogno purtroppo destinato sempre a scontrarsi con la dura realtà delle cose.
 
Michelle nacque una calda mattina di settembre, il nome Cloe l’aveva già scelto da tempo, e non era un caso che fosse il femminile di quello di Duff. Izzy sapeva quanto lei ci sperasse che fosse figlia sua. Ovviamente all’inizio non riuscirono a capirci gran che, ma più le settimane passavano, più i mesi correvano veloci, più la somiglianza era chiara. Izzy dovette mandar giù un amaro boccone, perché ormai ci sperava davvero che quella bambina fosse sua. Ma i boccoli biondi e gli occhi grigi e leggermente allungati la dicevano lunga. Nemmeno parlarono più di fare un test di paternità, che quella era la figlia di Duff McKagan l’avrebbe capito chiunque.
I genitori di Cloe si facevano veder ben poco. Amavano la loro nipotina, e anche loro figlia. Ma se già era stato difficile mandar giù il fatto che fosse rimasta incinta in quel modo, ancora più difficile fu accettare il fatto che avesse permesso a uno come Izzy di rimanere con lei e prendersi cura di quella che nemmeno era sua figlia. Si erano informati su di lui, e non aveva un bel trascorso. Non si fidavano. Credevano che Cloe fosse impazzita, era così diversa dalla figlia che conoscevano. Al ragazzo dispiaceva quella situazione, si sentiva in colpa, ma dopo tutto gli stava bene. Non sopportava quei rari momenti in cui loro venivano a trovare Michelle, e lui si doveva dileguare per evitare i loro occhi accusatori e pieni di sdegno. Cloe lo rassicurava, diceva che non le importava nulla di quello che pensavano. Ma era ovvio che ci stesse male, erano sempre i suoi genitori.
Spesso chiedeva alla ragazza cosa avesse intenzione di fare. Doveva dirlo a Duff forse, o forse era meglio evitare visto come stava messo. Aveva visto la felicità nei suoi occhi quando guardando Michelle vedeva Duff in lei, ma l’aveva anche vista spegnersi subito, quando la consapevolezza che quel padre non sarebbe stato al suo fianco, si fece reale.
Ogni giorno se ne sentiva una diversa su di loro. Axl arrestato per percosse, Duff ubriaco che nemmeno si reggeva sul palco, Slash scappato da una clinica di riabilitazione… e quei due nuovi, Matt e Gilby che erano entrati a soistituire lui e Steven. Non insisteva mai più di tanto, ma ogni volta la risposta di Cloe era la stessa, e con il passare dei mesi lui aveva smesso di chiederle cosa volesse fare. Se e quando se la fosse sentita sarebbe stata lei a dirglielo. Si sentiva egoista a volte, ma non voleva separarsi da loro. Adorava Michelle, e in fondo al suo cuore stava imparando ad amare Cloe. Informare Duff poteva cambiare le cose. Lui avrebbe anche potuto decidere di rinsavire e prendersi le sue responsabilità, specie ora che a detta dei tabloid, aveva divorziato da Mandy. Era un’eventualità a cui preferiva non pensare. Era felice che Cloe per il momento, avesse scelto di tenere il segreto di Michelle per se.
 
 
 
***
Eccoci qui. Questo è un capitolo di transizione eh, abbiate pazienza :)


 
 

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Capitolo 47
*** 47 ***


E chi l'avrebbe mai pensato che passare ore tra pannolini sporchi e pappette fosse così appagante? A vederlo solo qualche anno prima nessuno ci avrebbe mai scommesso su di lui. E invece eccolo. Michelle aveva da poco compiuto un anno, e lui le era più attaccato che mai. Prendersi cura a suo modo di lei e Cloe era diventata una specie di missione, come se ciò potesse redimerlo dalla sua vita passata. Certo non è che tutto andava sempre bene, anzi. C'erano stati momenti duri, difficili, litigate, pianti.  Ma insieme avevano superato tutto. A fatica, ma ce l'avevano fatta, e ora parevano aver trovato entrambi una sorta di pacata serenità. Cloe aveva mantenuto il suo lavoro, Izzy dal canto suo aveva da parte una cifra di tutto rispetto dopo l'uscita del primo album dei Guns, e con quella contribuiva alle spese come meglio poteva. Insomma, stava bene in quella strana veste in cui si trovava, le uniche cose che gli mancavano erano la musica e l'amore. Si, l'amore. Da un po' di tempo sentiva di volere altro, l'amicizia di Cloe era vitale per lui, ma a volte temeva non gli bastasse. Cercava sempre di evitare situazioni compromettenti, ma a volte erano inevitabili. Spesso si erano trovati abbracciati sul divano, o a dormire nello stesso letto uno accanto all'altra. Era difficile resistre, fare il bravo ragazzo che forse in fondo non era ma stato. Ma non poteva permettersi di turbare il loro rapporto, se Cloe l'avesse respinto la loro amicizia ne avrebbe risentito, e ciò non doveva accadere. Si era ripromesso di non valicare mai quel confine, a meno che non fosse stata lei la prima a farlo.
"Ti va un po' di muscia Michelle?" fece alla bimba che se ne stava seduta a terra sul tappeto circondata dai sui giochi preferiti "Si?" prese la sua chitarra bianca, uno di pochi oggetti personali che si era portato in casa. Non poteva stare senza. La accarezzò con delicatezza e si sedette sul divano di fronte a lei, pizzicando qualche nota. Ah, le emozioni che gli suscitava tenerla tra le mani... alcune belle, altre meno. Ciò non toglieva che le emozioni che la musica gli dava non sarebbero mai cambiate. Aveva così tanta voglia di suonare di nuovo per qualcuno "Allora... tu adesso sei il mio unico pubblico, cosa ti va di sentire?" la bimba che lo guardava curiosa mugugnò dei versi indefiniti "Giusto, sono d'accordo... mi piace... dici che me la ricordo ancora? Vediamo..." sembrava passato un secolo dall'ultima volta che aveva suonato quel pezzo. Prese un sospiro, incoraggiato da quei piccoli battimani di Michelle, e iniziò a suonicchiare Patience, canticchiando a bassa voce. La bimba sorrise applaudendo di nuovo "Ti piace? Certo che ti piace, hai il sangue di un musicista nelle vene" già... un musicista che però non era lui. Cercò di non pensarci "Vieni qui" la prese in braccio e se la mise sulle ginocchia, la chitarra davanti. Riprese a suonare, Michelle stava incredibilmente tranquilla, e quasi si stava addormentando alla fine del pezzo. Izzy sorrise, le accarezzò la testa e posò la chitarra a terra cercando di non muoversi troppo. Poi si rilassò sul divano, con lei appoggiata addosso "Tuo padre non sa cosa si sta perdendo piccola" mormorò accarezzandole piano il pancino.

Cloe rientrò poco dopo, aveva finito di lavorare per quel giorno, e fortunatamente era ancora abbastanza presto. Pensava di non passare mai abbastanza tempo con Michelle, e in più da tempo sentiva che si stava trascurando. Ma nonostante l'aiuto di Izzy era difficile stare dietro a tutto "Sono tornata!" disse entrando, vedendo il moro farle segno con il dito sulle abbra di fare silenzio "Oh! Sta dormendo?" chiese a voce più bassa.
"Si... com'è andata oggi?"
"Bene" notò subito la chitarra posata a terra "Le hai suonato qualcosa?" si sedette sul divano accanto a lui, dando un leggero bacio sulla fronte della piccola.
"Si"
"Sono gelosa, a me non hai mai suonato nulla"
Izzy ridacchiò "Ma lei è un pubblico speciale..."
"Questa me la segno!" ribattè lei scherzando, poi sospirò, appoggiando la testa sullo schienale.
"Sei stanca?"
"Un po'..."
"Dovresti rilassarti ogni tanto"
"Lo faccio"
"Si certo... da quanto tempo non fai qualcosa per te stessa? Non so, comprarti qualcosa, andare dal parrucchiere... sono cose che a voi ragazze piace fare"
"A che mi serve un vestito nuovo se non esco mai?"
Izzy la guardò... aveva ragione "Giusto, hai ragione cazzo!"
Lo vide alzarsi e portare Michelle nella sua stanza "Che fai?"
"La metto a letto... stasera usciamo"
"Sul serio? mmm... si! Potremmo andare a prendere un gelato, a Michelle piace e..."
"No" disse secco scuotendo la testa "io e te usciamo, da soli... ci divertiamo un po', ne abbiamo bisogno tutti e due"
"Sei pazzo?! Non posso lasciare Micky a casa da sola!"
"Non ho mai detto questo... senti, adesso tu esci e ti compri qualcosa di carino da mettere ok? Guarda che mi offendo se esci con me in jeans e maglietta, anche se sei piuttosto sexy con quei jeans"
Cloe inarcò le sopracciglia mettendosi e mani sui fianchi "Ci stai provando Stradlin?"
"Forse" ridacchiò "muoviti, i negozi chiuderanno tra poco"
"Ma..."
"Ma niente, non preoccuparti per Michelle"
Era dubbiosa, ma Izzy insisteva così tanto "Non sono sicura che..."
"Cloe, una cena... che sarà mai? Quella cara vecchietta che hai per vicina sarà più che felice di tenere Michelle per qualche ora... perfavore"
Se la guardava con quella faccia poi... "E va bene... sicuro che..."
"Muoviti!!!"
"Ok, ok! Non ti scaldare! Vado..."
"Vai"
"Si..." diede un'ultima occhiata al ragazzo, e si decide ad uscire di casa. Bè, l'idea di fare un po' di shopping per se non le dispiaceva in fondo. Non appena fu in strada si trovò a sorridere. Forse Izzy aveva avuto una buona idea.

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Capitolo 48
*** 48 ***


Tornò a casa di corsa, perchè alla fine a fare shopping e coccolarsi un po' ci aveva preso gusto, e aveva perso la cognizione del tempo. Era andata anche dal parrucchiere e dall'estetista, una bella ceretta ci voleva... e poi si era infilata direttamente quel nuovo vestito per fare prima, un raffinato tubino nero alla Audrey Hepburn, con tanto di decoltè e pochette. Ok, forse era troppo per una cena con Izzy... ma aveva sempre desiderato un vestito del genere "Sono tornata! Scusa il ritardo, sono imperdonabile!" disse entrando.
Izzy aveva indossato i suoi abiti migliori, un paio di pantaloni neri e una camicia bianca lasciata aperta sul davanti, senza scordarsi un foulard azzurro stretto al collo. Cloe era in ritardo, ma era certo che da donna che era le era solo sfuggita un po' la mano negli acquisti. Aveva portato Michelle dalla loro vicina, una signora gentile ben felice di rendersi utile di tanto in tanto. Poi si era seduto sul divano, ad aspettarla. E la sua attesa fu ripagata, perchè quando la vide entrare così agghindata ci mancò poco che il cuore gli si fermasse "Wow" fece alzandosi "sei uno schianto, direi che aspettare ne è valsa la pena"
Cloe avvampò, abbassò lo sguardo e si sistemò una ciocca di capelli dietro all'orecchio "Hemm grazie... non so se sia proprio adatto alla serata che ci aspetta ma..."
"Andrà benissimo, non potevi scegliere di meglio" 'Merda'pensò tra se. E lui che aveva pensato ad un semplice fast food... ora doveva trovare di meglio "Ti piace il giapponese?" puntò sul sofisticato.
Alzò le spalle "No lo so... non l'ho mai provato"
"Nemmeno io, ti va?"
"Ok!"
"Bene" forse se l'era cavata.
"Michelle?"
"Sta dalla signora Thompson, non preoccuparti per lei"
"Ma..."
"Cloe..." le prese le mani delicatamente sorridendole "questa è la tua serata, non pensare a nient'altro" le diede un veloce bacio sulla tempia, e tenendola per mano la trascinò fuori prima che potesse fare altre obiezioni.
 
Un posto magnifico. Elegante, sofisticato, caratteristico… un posto dove Izzy non ci azzecava proprio per niente a dirla tutta. C’erano tutte persone tirate a lucido e con la puzza sotto al naso li dentro, musica orientale di sottofondo e cameriere vestite da gheishe che portavano cibo e bevande propinando inchini e sorrisi. Ma che diavolo ci faceva lui li dentro? Cloe era giusta, perfettamente a suo agio, bella, elegante… non era abituato a vederla sotto quella luce, ma lei ci stava davvero a pennello. Le sorrise tirato quando ad entrambi portarono un vassoio in legno con sushi e sashimi curati alla perfezione. Prese le bacchette, cercando di maneggiarle a dovere, ma era impossibile “Aggeggi infernali, ma chi diavolo le ha inventate?”
Cloe rise appena prendendo le sue, anche lei con notevoli difficoltà “Oddio… non ce la farò mai, non hanno delle posate normali?”
“Al diavolo…” il moro posò le bacchette e prese un pezzo di pesce con le mani, cacciandoselo in bocca e masticando… pochi morsi e si bloccò ingoiando tutto di colpo e bevendo subito dopo un generoso sorso di sakè… peggio di prima, visto che il liquore era caldo, secco e forte, decisamente forte, e non se lo aspettava. Iniziò a tossire, e Cloe gli battè una mano sulla schiena “Non… non mangiarlo! E’ terribile!” la allertò.
“Stai bene?! Fa davvero così schifo?”
“Si cazzo… ma che mi è venuto in mente?!”
Cloe lo guardò, era chiaro che l’aveva fatto per lei, e quel pensiero la fece sorridere di nuovo “Guarda che per me andava bene anche una pizza”
“Bè si, ci avevo pensato… ma poi ti ho vista con questo bel vestito elegante… volevo di stupirti” stupirti?! Ma che andava a pensare?!
“Sei stato carino… grazie” si avvicinò a lui sporgendosi in avanti sul tavolo, dandogli un leggero bacio sulla guancia “ma ho fame, che ne dici se usciamo di qui di corsa e ci concediamo quella pizza?”
“Concessa!”
 
Minuti dopo erano di nuovo seduti ad un tavolo, questa volta di una modesta pizzeria di periferia, a ridere di quella buffa situazione al ristorante poco prima. Mangiarono, e una volta pagato il conto uscirono verso il porto, concedendosi anche una passeggiata sul lungomare “Dovremmo tornare da Michelle forse, non credi?”
Adorava sentirla parlare di loro al plurale, come se fossero una vera famiglia “Cloe non è tardi, abbiamo solo mangiato una pizza… avanti, rilassati” disse mettendosi davanti a lei e prendendole le mani, tirandola verso la spiaggia “levati le scarpe”
“Cosa?”
“Le scarpe…” Izzy si levò le sue lasciandole in un angolo, camminando all’indietro verso il bagnasciuga, con i piedi nudi. Gli piaceva la sensazione della sabbia fresca sotto i piedi. Le fece cenno con il dito indice di raggiungerlo, un invito che Cloe non si fece ripetere due volte.
Stava bene con lui, stava bene quella sera come non le succedeva da molto. Aveva tirato una profonda boccata d’aria, e doveva solo ringraziare lui. Un amico… o qualcosa di più? Si levò i tacchi lasciandoli a terra e lo raggiunse sorridendo fino alla riva, dove qualche onda più lunga delle altre bagnò loro i piedi. Cloe cercò la mano del ragazzo che non esitò a prenderla e stringerla, facendo intrecciare le loro dita mentre in silenzio camminavano lentamente lungo la riva.
“Dovrei portarci Michelle un giorno, le piacerebbe il mare” disse lei dopo un po’.
“E’ una buona idea, si… le piacerà”
“Verrai con noi?” gli chiese dandogli un’occhiata eloquente, inarcando appena le labbra.
“Sembra che io non ne possa fare a meno” rispose lui semplicemente, ed era la pura verità. Ormai Cloe e Michelle facevano parte della sua vita più di quanto avesse mai immaginato.

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Capitolo 49
*** 49 ***


Era stata una bella serata, piacevole e finalmente spensierata. Non usciva con qualcuno da un sacco. Anzi, non usciva da un sacco e basta. Aveva sempre creduto che Izzy prima o poi si sarebbe trovato una ragazza, se la meritava dopo tutto. E invece anche lui era rimasto solo per tutto quel tempo. Solo... lo era davvero poi? Lei non si sentiva mai sola da quando c'era lui nella sua vita e in quella di Michelle. Era strano come con il tempo aveva iniziato a vederlo in maniera diversa, sotto un'altra luce. Ogni carezza, la sua stretta di mano sicura e forte, il suo sguardo. Tutto ora sembrava diverso. Più forte, più emozionante. E con quell'uscita aveva come la sensazione che la loro amicizia aveva preso una piega diversa. Erano stati bene, entrambi, senza ombra di dubbio. 
Izzy dal canto suo aveva da tempo ben chiaro ciò che provava. Aveva capito da un pezzo che i suoi sentimenti erano cambiati, ma aveva paura. C'era Michelle di mezzo, e non era lui il padre. Il padre era quel suo vecchio amico biondo, ora alcolizzato e cocainomane, che però nel cuore di Cloe c'era ancora e probabilmente ci sarebbe sempre stato. Le cose potevano cambiare, se lui fosse tornato. Ma quella sera qualcosa lo faceva sentire più sicuro e audace. Forse era il vino che avevano bevuto, forse l'aria fresca dell'oceano o forse la consapevolezza che quella splendida ragazza che aveva al fianco lo desiderava almeno quanto lui desiderava lei. Lo sentiva, in ogni suo sguardo, in ogni suo tocco.
"E' stata una bella serata" disse Cloe mentre salivano in ascensore, appoggiata alla parete opposta a quella dove stava lui, lo sguardo basso e lievemente imbarazzato come quello di una ragazzina.
"Si, lo è stata... credo proprio che se fossimo due ragazzini al primo appuntamento, ti chiederei se vuoi uscire ancora con me" ridacchiò.
Cloe alzò lo sguardo sorridendo "E io ti direi che si, mi farebbe molto piacere uscire ancora con te"
Passarono alcun istanti di silenzio e proprio mentre Izzy aveva fatto un passo verso di lei, le porte si aprirono, riportandoli alla realtà. Il moro sospirò, ed uscì prendendola per mano "Vado a prendere Michy"
Cloe annuì ed entrò in casa chiudendosi alle spalle la porta. Era frastornata. In quell'ascensore c'era una carica palpabile tra loro, una specie di energia forte tanto che la si poteva avvertire. Imrovvisamente si sentì accaldata, e una sensazione famigiare che non provava da tanto tempo, si irradiò nella sua pancia. Scrollò il capo e si fiondò in bagno per cambiarsi e farsi una doccia veloce. Quando uscì, Izzy era già tornato "Hey... dov'è Michy?"
"Dorme, l'ho messa a letto" la vide voltarsi per andare nella stanzetta della piccola, ma la fermò chiamandola "Cloe aspetta... vieni qui, per favore"
La ragazza si bloccò, lo guardò stranita, e un po' titubante si andò a sedere al suo fianco. Ecco, di nuovo quella sensazione. Se poi lui la guardava in quel modo... lo vide avvicinarsi a lei, allungare una mano verso il suo viso. Sentì le sue dita sfiorarle la pelle, e venne scossa da un forte brivido "Izzy, cosa..." le sue parole furono interrotte dalle titubanti labbra del moro, che in un istante si erano posate sulle sue zittendola. 
Che cavolo gli era venuto in mente? Se si fosse ritratta, se si fosse arrabbiata per quel gesto, non se lo sarebbe mai perdonato. Non poteva rovinare tutto, ma era stato troppo forte quell'impulso, e lei troppo desiderabile. Rimase immobile attaccato a lei, godendo solo di quel tocco superficiale, ma che l'aveva acceso ancora di più. E lei era ancora li. Non aveva interrotto quel contatto, non l'aveva scansato. Staccò appena le loro labbra lasciandole a pochissimi millimetri, e la guardò. Teneva gli occhi socchiusi, e le guance le si erano piacevolmente colorite di rosso. Scese con la mano sul suo collo, e appoggiò la fronte alla sua sospiarando "Temevo che ti saresti infuriata..." mormorò reprimendo l'insistente voglia di baciarla di nuovo.
"Lo farò Stradlin, se proverai di nuovo a fermarti" si stupì delle sue stesse audaci parole, ma lo voleva, lo desiderava, tanto che fu lei stessa ad unire di nuovo le loro labbra, questa volta in un contatto più deciso.
Izzy si trovò a sorridere tra sè. La tirò contro al suo corpo premendole una mano sulla bassa schiena, e lasciò che le loro bocche si fondessero, che le loro lingue si cercassero placando giorni, settimane, mesi di desideri repressi.
Quel bacio si fece subito più intenso, entrambi mandarono a tacere ogni buon senso, e quando si staccarono senza fiato, Izzy non indugiò nell'alzarla e condurla per mano verso la camera da letto. Sapeva che non lo avrebbe respinto. Chiuse la porta e le allacciò le braccia alla vita, riprendendo a baciarla e spingendola sul letto fino a farla sdraiare sotto di sè. Si bloccò solo quando sentì le mani di lei spingergli sul petto, allora si staccò guardandola interrogativo.
Cloe aveva già il fiato corto, da quanto tempo non stava con qualcuno? Da... bè, ricordva da quando "Io... io non..."
"Che c'è piccola?" era preoccupato, se aveva cambiato idea?
"Io non sto con un ragazzo da... da quella volta..."
Oh era quello... non si stupì più di tanto, dopo quella volta se ne era andata, e poi aveva scoperto di essere incinta. E da quando era arrivato lui non ricordava di averla mai vista con qualcuno. Sorrise "Mi hai fatto prendere un colpo, pensi che sia un problema?"
"No... no, è solo che..." 
"Cloe anche per me quella è stata l'ultima volta, con una ragazza" confessò. Ed era vero, dopo quella volta le sue uniche relazioni sessuali erano state con Axl. E non era certo la stessa cosa "Oh bè, fore qualche groupie, non ricordo bene, comunque è da parecchio"
Automaticamente si trovò a sorridere mordendosi il labbro inferiore. Cosa che fece accendere lo sguardo del moro "Davvero? E credi di ricordarti come si fa?" lo prese in giro maliziosamente.
"Mi stai provocando?" ribattè premendole il bacino contro cosicchè potesse sentire lei stessa che non stava per niente scherzando.
Caldo, aveva caldissimo adesso. Si morse di nuovo il labbro quando sentì l'ovvia eccitazione di lui premerle addosso in quel modo "Io? Si, decisamente" le scappò un lieve urlo dopo che la sua affermazione scatenò il piacevole attacco di Izzy. 
Cloe non si stupì più di tanto di quel fervore, era davvero tanto, troppo tempo che entrambi non stavano con qualcuno,e per di più ormai era più di un anno che vivevano a stretto contatto l'uno con l'altra. Sentire le sue mani e la sua bocca sul proprio corpo, era quanto di più eccitante e desiderato avesse provato in quegli ultimi tempi. Il moro si sollevò da lei sfilandosi la camicia. Le prese le mani e la sollevò facendola stare in piedi di fronte a lui, vicino, vicinissima al suo corpo. Le accarezzò i fianchi, poi spostò le mani sulla sua schiena, abbassando velocemente la cerniera del vestito. Infilò le dita dentro alle spalline e le tirò giù, facendole scivolare l'abito di dosso. Rimase qualche istante ad ammirarla.
"Mi stai facendo la radiografia" constatò lei giocosa inarcando leggermente il viso di lato.
"Sei bellsissima" mormorò sincero mettendole due dita all'interno dell'elastico degli slip, tirandola contro di sè e abbracciadola.
Sentire le sue dita così vicine a quel punto la fece ansimare "Bè l'ultima volta che mi hai visto nuda avevo una pancia gigante, urlavo come una pazza e Michelle stava uscendo da là sotto... non deve essere stata gran che come visione"
Rise al ricordo di quel giorno in sala parto "No infatti, anzi non farmici pensare a cosa è successo là sotto, rischi di farmi cambiare idea" la vide mettere un sottile broncio, e allora sorrise di nuovo, facendo aderire i loro corpi. Le sue labbra scorsero famelicamente sulla sua pelle lasciando una scia bollente lungo il collo, le clavicole, il petto. Posò le mani sui seni, facendo spostare in giù il reggiseno, che non fece altro che sollevarle il seno ancora di più. Cloe sospirò, era ferma e immobile sotto al suo tocco, l'unica cosa che riuscì a fare fu stringere i suoi capelli tra le dita, rimanendo in estenuante attesa di ciò che le avrebbe fatto. Izzy continava a scendere, tracciando con le labbra e con la lingua una linea invisibile e infuocata su suo corpo. Si abbassò arrivando con il viso proprio all'altezza del suo bacino, e delicatamente continuò a baciarle le cosce, più su, sempre più su. Quando arrivò proprio lì, Cloe trattenne il fiato. Si sentiva avvampare, e giù quel senso di fastidiosa tensione aumentava. Quanto ci metteva? 
Perfido, furbo Izzy... alzò il viso sorridendole, leccandosi il labbro superiore e posando le dita tra le sue cosce, facendola sussultare.
Cloe si irrigidì "Dannazione, vuoi farmi morire?!" 
Izzy rise nel vederla così presa, ci stava quasi prendendo gusto a 'torturarla' in quel modo "Oh no, non era proprio mia intenzione..." si sollevò e la baciò dolcemente, spingendo la lingua tra le sue labbra, cercando la sua. La mano era rimasta giù, e non indugiò oltre, accarezzandola sopra la stoffa degli slip sempre con più decisione. Si stupì di quanto fosse bagnata. E la cosa lo eccitò da morire.
Indietreggiò fino a farla di nuovo stendere e si mise sopra di lei senza mai staccare le loro labbra, la liberò velocemente degli slip e le sganciò il reggiseno lasciandola nuda. Era un piacere da guardare "Smettila di guardarmi così" mormorò lei sentendosi rossa in viso.
"Non ne posso fare a meno" Izzy posò la fronte sulla sua, e senza smettere un secondo di guardarla, sollevò il bacino quanto bastava per potersi levare pantaloni e boxer, poi le divaricò le gambe, mettendosi nel mezzo. La vide dischiudere le labbra quando sentì la sua punta a contatto con la sua intimità. La accarezzò appena in quel modo, sentendola inumidirsi sempre di più.
"I... Izzy" lo pregò.
"Sono qui" rispose, mettendo fine al suo tormento, ed entrando finalmente dentro di lei. Sentì le sue mani che si aggrappavano con forza alla sua schiena, e il suo respiro farsi più affannoso. Gemeva e si contorceva sotto di lui, sotto alle sue spinte, alcune decise, altre più delicate. Uscì dal suo corpo quando sentì che stava per venire, e le si appoggiò contro liberandosi tra le lenzuola. 
Rimase in quella posizione per qualche istante, cullato dalla mano di lei che gli accarezzava la schiena, e attorcigliava sulle dita ciocche dei suoi capelli.
Si staccò solo dopo aver ripreso un po' di fiato, mettendsi al suo fanco di lato, guardandola "Confesso che era da un po' di tempo che volevo farlo"
"Bè, è stata una piacevole seconda volta"
"Seconda?"
"Tecnicamente questa è la seconda volta che stiamo insieme..."
"Hummm... bè, quella volta non vale, non mi ricordo un'accidente"
Cloe rise "Si lo immaginavo" già, era fatto lui, quella volta "Io invece mi ricordo"
"Davvero?" chiese appoggiandosi su un gomito e guardandola "E dimmi, che cosa ho fatto?"
"Tu? Oh bè... semmai, cosa ti ho fatto io..." rispose avvampando di nuovo.
"mmm... dovresti rinfrescarmi la memoria Cloe, te l'ho detto... non ricordo nulla"
Lei sorrise, stando al gioco. Si sollevò e lo spinse giù, mettendosi su di lui a cavalcioni "Vediamo se ora ti ricordi..." disse incurvandosi su di lui, baciandolo, scendendo sempre più in basso.


***
Ecco, lo sapevo :3
Qualcuna evocava da tempo un lieto fine per Izzy... lieto fine poi, mmm... we mica è finita!
Vedremo, vedremo u.u
Grazie a tutte :'D

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Capitolo 50
*** 50 ***


Ridendo e scherzando siamo al 50° :'D *champagne*
E meno male che non doveva essere una long... 



***

I due anni di Michelle arrivarono in fretta. Il tempo era volato da quando tra loro si era instaurato quel rapporto. 'Isi' come lo chiamava la piccola, si era rivelato un compagno affettuoso e presente, e un padre modello. Cloe era serena, anche se di tanto in tanto il passato bussava alla porta della sua memoria, facendola diventare malinconica e pensierosa. 
I Guns a detta dei giornali stavano ormai finendo i loro anni di gloria. Una caduta dietro l'altra evevano segnato gli utlimi mesi della band, e dopo la dipartita di Slash tutti si chiedevano come Axl facesse a tenere in piedi una band di estranei. Solo Duff era rimasto. Ma per quanto? Aveva visto di sfuggita qualche recente foto del biondo. Del bel ragazzzo che conosceva rimaneva ben poco. Era gonfio, la faccia segnata da cicatrici di un'acne malata e fuori tempo, i capelli inspidi e sciupati, gli occhi spenti. Aveva tanto amato quegli occhi. Ma quella luce che un tempo li faceva brillare non c'era più.
Izzy al contrario aveva ritrovato con loro tutta la forza e la vitalità di un tempo. Sembrava quasi ringiovanito. Il viso era più rilassato, sorridente e luminoso. Aveva annodato i capelli in sottili rasta che gli davano un'aspetto meno rock, ma stava bene, e Michelle adorava tirarglieli, rideva sempre mentre lo faceva e lui si lamentava.
La piccola aveva iniziato ad andare all'asilo, le piaceva così tanto stare con gli altri bambini, aveva un caratere dolce ma allo steso tempo forte, ed era una vera casinista. Come suo padre. Ma allo stesso tempo era una bambina tenera e gentile. Cresceva a vista d'occhio, ed era bella con quei boccoli biondi e gli occhi dello stesso color verde oliva di Duff, con quel taglio strano e allungato che la rendeva tanto simile a lui. Per Izzy era strano e a volte difficile guardarla e vedere riflesso in lei l'amico di un tempo. Era come se costantemente fosse li per ricordargli che quella dopo tutto, non era sua figlia.
"Non posso credere che tu l'abbia fatto sul serio!"
"Ma dai, perchè no?"
"Dicevi sempre che non ti andava!"
"Bè ho cambiato idea... mi trovo bene con loro, credo che potrebbe venir fuori qualcosa di interessante... avevi ragione" Izzy aveva da qualche tempo riallacciato i rapporti con delle vecchie conoscenze. I Ju Ju Hounds non erano certo tanto famosi, ma erano un buon gruppo e gli avevano offerto un posto con loro. Anzi, l'avevano supplicato. Inizialmente non ne voleva sapere, nonosante Cloe gli avesse chiesto almeno di provarci. In un certo senso l'aveva fatto solo perchè lei aveva insistito tanto. Ed incredibilmente si era trovato bene, e con loro aveva ritrovato la voglia e lo spirito giusto per rimettersi in carreggiata. La passione per la musica non l'aveva mai abbandonato. In quegli anni aveva buttato giù parecchi pezzi, chissà... quel nuovo progetto poteva sul serio promettere bene.
"Uhhhh Izzy ci compra un bel gelato per festeggiare, sentito tesoro?" fece Cloe tirandosi in braccio la bambina mentre camminavano tutti e tre vicini, come una famiglia.
"Gelato? Cloe fa freddo, siamo a febbraio!"
"E allora?!"
"Una cioccolata calda sarebbe più appropriata, non credi? Dove cavolo lo trovo un gelato adesso... Cloe?" si voltò. La ragazza non era più al suo fianco, ma si era fermata qualche passo indietro "Hey!" la raggiunse. Se ne stava in fissa davanti ad un edicola con un'aria strana, persa "Cloe... piccola..." automaticamente prese dalle sue braccia Michelle.
Le era caduto l'occhio su quella rivista per sbaglio, o forse era destino che lo vedesse. Il titolo rifilato in un angolo in basso alla copertina, aveva subito attirato la sua attenzone, atterrendola 'Duff McKgan in fin di vita'aveva capito bene? Izzy prese Michelle, e lei afferrò subito quel giornale, sfogliandolo fino all'articolo. Pancreatite... o qualcosa del genere. Tutto ciò che capì fu che stava morendo, o per lo meno era conciato parecchio male. Le gambe le tremarono e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Izzy si avvicinò, guardando ciò che teneva nelle mani tremanti, e lesse... fu una doccia gelida. Deglutì "Cloe..." la chiamò piano.
"Lui... lui... non... devo andare da lui!" quasi urlò voltandosi disorientata, in preda al panico.
"Cosa?! Sta a Los Angeles!"
"Non mi importa! Devo vederlo!"
"Calmati Cloe, ragiona!"
"No! Non può andarsene senza sapere, non può farmi una cosa del genere!" non si era nemmeno resa conto che aveva inziato a piangere e urlare. La gente li attorno la guardava male per quella scenata, e la piccola in braccio a Izzy aveva iniziato a piangere spaventata per quella reazione della madre. 
Il moro la prese per un polso, trascinandola in un angolo più riparato e lontano da occhi indiscreti "Sto solo dicendo che non puoi mollare tutto e andare da lui! Per dirgli cosa?! Che ha una figlia di due anni?! Che cambierebbe?!"
"Non lo so! Izzy non lo so! Ma non posso lasciarlo andare senza dirglielo! Ho sbagliato tutto, avrei dovuto dirglielo fin dall'inizio! Non può morire senza sapere di Michelle!"
Izzy sospirò. Non l'avrebbe smossa, lo sapeva. E poteva forse darle torto? Certo, aveva paura. Una paura tremenda di perderla. Strinse istintivamente la bambina contro di sè, cullandola per tranquillizzarla "Va bene... come vuoi" mormorò infine, più rassegnato che convinto.
"Scusa... è solo che... non posso nemmeno pensare che..." si mise una mano alla bocca per evitare di singhiozzare ulteriormente. Il pensiero che Duff potesse morire la straziava. Forse non avrebbe nemmeno fatto in tempo a vederlo. Tempestivo arrivò il confortante e caldo abbraccio del moro. Lui che non l'aveva mai abbandonata, non l'avrebbe lasciata sola nemmeno questa volta "Verrò con te, non voglio lasciarti andare da sola... e se ti porti Michelle ti servirà una mano"
"Grazie... voglio partire subito Iz"
Annuì, accarezzandole dolcemente la schiena. Michy sembrava essersi calmata, ma la tempesta che avrebbe sconvolto di nuovo la sua vita era certo che doveva ancora arrivare. 

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Capitolo 51
*** 51 ***


Il viaggio le era sembrato interminabile. Michelle si era agitata molto in aereo, era il suo primo volo, e ne era elettrizzata. Non era durato troppo tempo, ma fortunatamente dopo un po' si addormentò, e Cloe con lei. Izzy invece non chiuse occhio... era consapevole che quel viaggio avrebbe cambiato inevitabilmente le cose, e non per pessimismo ma per realismo, era sicuro che le avrebbe cambiate in peggio. Per lui. C'era solo una possibilità che Cloe e Duff non tornassero insieme... e lui a quella possibilità non voleva nemmeno pensare, perchè avrebbe significato perdere quello che era stato un caro amico. Per quel che conosceva Duff difficilmente si sarebbe sottratto alle sue responsabilità di padre, indipendentemente dalle sue condizioni. Era stata solo una scelta di Cloe quella di tenerlo all'oscuro di tutto, per ragioni che non poteva che ritenere valide. Questo gli aveva permesso di tornare a vivere, di sperare, e di essere felice fino ad allora. Ma adesso... tutto sarebbe cambiato.
"Siamo arrivati" mormorò piano scuotendola leggermente dopo l'atterraggio. 
Michelle si stropicciò gli occhi, e tese le braccia verso di lui. La prese in braccio, e le diede un bacio sulla fronte. Cloe aprì gli occhi, e assistette a quella scena. Cosa doveva fare? Ora come ora era confusa, ma sapeva che Duff era in un letto di ospedale e rischiava la vita... non poteva tenergli nascosto un segreto de genere. Per di più la paura di perderlo era tale da farle desiderare nuvamente la sua compagnia, i suoi abbracci, i suoi baci, e quel futuro insieme che fin da quando erano ragazzini lei aveva sognato.
"Che ore sono?" chiese sbadigliando.
"Le due del pomeriggio... andiamo" Izzy tenne in braccio la piccola mentre scendevano dall'aereo, e un borsone sull'altra spalla con il poco cambio che si erano portati. Sperò che durasse il meno possibie. Rapido e indolore. 
"Voglio andare in ospedale"
"Adesso?"
"Si... puoi aspettarci in albergo"
"Scordatelo... e poi non credo sia il caso di portarti Michelle"
"E' sua figlia" rispose risoluta. 
Izzy si sentì male a sentirglielo dire in quel modo "E vuoi che veda per la prima volta suo padre mentre è in quello stato? Su un letto di ospedale? Non sai nemmeno come sta..."
Lo sguardò di lei si indurì, e lo abbassò. Forse aveva ragione "Va bene"
Izzy le accarezzò il viso con una mano, e quel contatto dolce come sempre le fece battere il cuore. Chiuse gli occhi, e prese quella mano nella sua "Ti aspetteremo di sotto... se poi lui sta bene e vuoi fare entrare Michy non sarò certo io ad impedirtelo" lei annuì, e il moro si avvicinò sfiorandole le labbra con un leggero bacio.

Presero un taxi e subito si recarono all'ospedale in cui Duff era stato ricoverato. Izzy si sedette su una panchina nel piccolo giardino li fuori, con Michelle sulle gambe "Ci vediamo dopo" disse concentrando le sue attenzioni sulla piccola, senza riuscire a guardare lei in faccia. Ogni passo che faceva lontano da lui, era un passo per perderla...

Cloe aveva annuito, ed era rimasta qualche istante a guardarlo mentre giocava con la sua bambina. E per l'ennesima volta si chiese se stava facendo la cosa giusta. Ma come poteva non dirglielo? Sospirò e suo malgrado si staccò dai due, entrando nella hole. Chiese informazioni su dove si trovasse, ma ovviamente non glie le vollero dare. Dopo tutto lei non era nessuno. Salì comunque le scale della terapia intensiva. Sui giornali dicevano che era in quel reparto, non doveva essere difficile trovarlo. 
E difatti fu così. Era bastato chiedere a qualcuno per capire quale fosse la sua stanza, ovviamente la più appartata e al riparo da occhi indiscreti. Non l'avrebbero fatta entrare, ma in quel momento pareva non esserci nessuno, così ne aprofittò per aprire la porta e sgattaiolare dentro. Rimase ferma nella penombra. Il forte dore di medicinali le arrivò alle narici disgustandola. Odiava gli ospedali. E pensare che ora c'era Duff li dentro era davvero triste. Non lo vedeva da anni, e quando entrando piano mise a fuoco il suo volto segnato, si portò una mano alla bocca per evitare di singhiozzare come una bambina. Conservava ancora quell'eterea bellezza che l'aveva sempre caraterizzato, ma era come celata sotto una maschera spenta, pallida e dolorante. Aveva pesanti occhiaie sotto agli occhi, e il viso gonfio. Si avvicinò piano. Stava dormendo. Allungò una mano sfiorandogli la spalla con la punta delle dita, ma si ritrasse subito. Avrebbe dovuto svegliarlo e dirgli tutto... e invece se ne stava li al suo capezzale ferma e muta. Dopo qualche istante però il ragazzo si mosse. Voltò il capo e mugugnò qualcosa di molto simile ad un lamento. Si stava destando. Istintivamente Cloe fece un passo indietro, ora era terrorizzata per ciò che sarebbe potuto accadere. Lo vide strizzare gli occhi, e poi aprirli lentamente. Il suo sguardo flebile vagò per la stanza, e per qualche secondo parve posarsi su di lei. Trattenne il fiato. Duff corrugò la fronte, come se stesse cercando di metterla a fuoco... o di capire chi fosse. Ma proprio mentre Cloe si era decisa ad avvicinarsi, la porta si aprì.
"E lei chi è?! Cosa ci fa qui?!" urlò la dottoressa facendola trasalire "Se ne vada! Non è autorizzata a stare qui dentro, lo sa che potrei chiamare la polizia?!"
Cloe diede un'ultima fugace occhiata al biondo, che sembrava non capire cosa stava succedendo, era come stordito. Poi uscì. Due passi e non si rese nemmeno conto della persona che aveva davanti, le andò a sbattere contro. 
"Scusa!" fece abbassandosi per aiutarla a raccogliere ciò che le era caduto dalle le mani. Alzò lo sguardo. Era una giovane ragazza, bellissima. I lunghi capelli castano chiaro incorniciavano un viso grazioso e dai fini lineamenti, adombrati solo da occhi lucidi e tristi.
"Non importa" fece lei rialzandosi. Le sorrise velocemente, poi entrò nella stanza da cui Cloe era appena uscita. Nella stanza di Duff.
Cloe si avvicinò, appoggiando il palmo della mano sul vetro da cui le tendine tirate le impedivano di vedere... ma poteva sentire...
'Come sta?'
'Si è appena svegliato signorina Holmes'
'La prego mi dica che non è più in pericolo' la voce della ragazza appariva strozzata e lamentosa, come se dovesse scoppiare a piangere da un momento all'altro.
'E' fuori pericolo... si rimetterà, ma dovrà stare attento, e seguire alla lettera tutte le raccomandazioni che gli verranno fatte. E' ancora un caso a rischio...'
Aveva sentito abbastanza. Si stava rimettendo. Era fuori pericolo. Automaticamente sorrise e tirò un respiro di sollievo, sentendo finalmente quella lacrima trattenuta fino ad allora, scenderle lungo la guancia. Chi era quella ragazza? A giudicare da ciò che aveva sentito sembrava tenere molto alla salute del biondo. E i suoi occhi, li aveva guardati bene, sembravano genuini e sinceri. Sapeva che matrimonio di Duff non era finito bene. Aveva divorziato circa un anno prima, poi più nulla. O almeno, i giornali non avevano lasciato trapelare nulla su altre relazioni fisse. Perchè si stupiva poi, era logico che avesse qualcuno nella sua vita. Forse non era giusto turbare quell'equilibrio. Ora che aveva la conferma  che le sue condizioni stavano migliorando, non si sentiva più in dovere di informarlo. Anche se avrebbe tanto voluto farlo. Averlo rivisto seppur in quel modo, non le era stato indifferente, tutt'altro. Ma ora si sentiva così fuoriluogo, come se nella sua vita non c'era più spazio per lei e Michelle. Decise di andarsene. Subito. Imboccò il corridoio da cui era venuta, quando da lontano i suoi occhi misero a fuoco qualcuno appena uscito dall'ascensore. La chioma rossa era inconfondibile, anche se il suo viso era celato da una barba più folta del solito. Axl. Si mise il cappuccio della felpa in testa e abbassò il volto mentre gli passava accanto. Non voleva che la riconoscesse. Il suo profumo le arrivò distintamente alle narici, risvegliando vecchi ricordi ormai sbiaditi. Non lo vide mentre si voltava a guardarla. 
Quella ragazza... aveva un non so che di famigliare per lui. Ma scosse la testa, e continuò a camminare verso la stanza in cui il suo amico Duff era stato ricoverato.



***
Eccoci! mmm... che dite, Izzy o Duff? Sono aperte le scommesse!!!
Grazie a tutte coloro che leggono eh! Anche se non recensite u.u vi perdono ;) <3

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Capitolo 52
*** 52 ***


Axl spinse con una certa riluttanza la porta della stanza del biondo. Aveva intravisto la fluente chioma bionda di Susan, non voleva averci a che fare con quella ragazza... se fosse stato obiettivo, l'avrebbe definita una giovane bella, sincera ed intelligente, il tipo per Duff insomma, senza troppe nuvole per la testa, e con una certa morale. Ma lui obiettivo proprio non lo era, e quella ragazza la vedeva solo come l'ennesima oca che il biondo si scopava per sfizio, e a cui prima o poi avrebbe messo l'anello al dito. Una delle tante che lo portava inevitabilmente via da lui.
"Ciao" lo salutò lei quando lo vide entrare.
Axl le rispose con un freddo cenno del capo, avvicinandosi subito al letto per dedicare al biondo le sue attenzioni "Hey amico... ti sei svegliato finalmente"
"Si... sono... sono ancora un po' rincoglionito... credo"
"E quando mai!" scherzò.
Duff rise, ma subito si bloccò a causa di una fitta intercostale che gli fece strizzare gli occhi "Ah cazzo..."
"Non stancarti ok? Il dottore ha detto che devi riposarti" disse Susan premurosa scostandogli i capelli di lato. Axl la guardava torvo, non gli era sfuggito... sospirò "vi lascio soli, torno dopo" disse sentendosi improvvisamente a disagio, quasi di troppo. Duff annuì, lei si piegò sul suo viso dandogli un leggero bacio sulle labbra, poi li lasciò soli.
"Stai ancora con quella?" non ci andava di certo leggero il rosso.
"Smettila Axl... credevo fossi venuto solo a farmi visita, non posso litigare... il dottore dice che mi fa male agitarmi"
Axl sorrise scuotendo appena il capo "Si... niente, ormai non c'è più gusto nemmeno a farti incazzare... non voglio averti sulla coscenza"
"Come vanno le cose?"
Alzò le spalle ostentando una certa indifferenza "Al solito... ho trovato un chitarrista, forse... Matt se ne vuole andare... ma comunque finchè tu non torni è tutto bloccato"
"Anche Matt?"
"Che si fotta"
"Axl, Cristo..."
"Senti non può lamentarsi per tutto! E' arrogante e non fa mai quello che gli dico!"
"E' per questo che lo tratti in quel modo?! Perchè non fa come tu vuoi?!" si stava agitando, decisamente. Era una conversazione abbastanza bollente quella.
Lo vide subito dal suo viso "Duff, basta dai, calmati... non parliamone più, non qui... ok?" gli mise una mano sul braccio, e lo guardò negli occhi a lungo. Subito lo sentì rilassarsi.
"D'accordo..."
"Bene... devi rimetterti in forma" passò lentamente la mano sulla sua pelle, sentendo quella piacevole sensazione mai assopita pervaderlo.
"Axl..."
"mmm?"
"C'era... c'era una ragazza qui prima..." fece il biondo d'un tratto.
"Si, Susan... hai perso la memoria?"
"No, non lei... prima che arrivasse... quando mi sono svegliato ho visto una ragazza qui... non sono riuscito a metterla bene a fuoco, ma era come... come se la conoscessi... poii è arrivata l'infermiera e le ha detto qualcosa, credo se ne sia andata... ma forse sono pazzo..."
Axl rimase fermo a pensare... una ragazza... forse la stessa che aveva incrociato lui, e che gli era parsa tanto famigliare... vagò indietro nei ricordi... che fosse... poteva essere lei? Corrucciò senza accorgersene la fronte.
"Qualcosa non va? Axl?" lo richiamò il rosso.
"Eh? No... no, niente... tutto ok... sarà stata una fan che è riuscita a passare la sorveglianza"
"Si... sarà così"
"devo andare adesso"
"Di già?"
"Ti lascio alle amorevoli cure della tua dolce metà" si alzò e si avvicinò a lui, sfiorandogli le labbra velocemente, poi gli sorrise "Sei sexi anche in un letto di ospedale" mormorò, defilandosi poi di tutta fretta, lasciando il biondo solo.
 
Quella storia l'aveva lasciato pensieroso. Che fosse Cloe quella ragazza misteriosa? La ricordava un po' diversa, ma pensandoci era l'unica che gli risultasse abbastanza simile. E anche Duff l'aveva vista... sapeva quanto erano legati i due, non era così impensabile che lei fosse andata subito a trovarlo una volta saputo del suo ricovero. Ma perchè di nascosto?! Perchè sgattaiolare via in quel modo, senza nemmeno averlo salutato? Voleva vederci chiaro, ma non sapeva che fine avesse fatto, o come rintracciarla. Ci avrebbe pensato... stava a Seattle probabilmente, e Seattle non era una città così tanto grande per uno come lui.
 



***
Ai ai ai! Il rosso svelerà l'arcano? E soprattutto... farà la spia, o si farà i cazzacci suoi??? mmm... eheheh... vedremo vedremo u.u
Grazie ragazzuole che oltre a leggere mi lasciate un parerino eh :'D <3

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Capitolo 53
*** 53 ***


Era uscito dall'ospedale da un paio di settimane, stava bene, anche se era difficile per lui ora rimettersi in sesto. Nonostante la vicinanza di Susan aveva paura di tante, troppe cose. Era sul filo di un rasoio... poteva essere un bicchiere di vino, o anche solo l'odore... qualsiasi cosa poteva farlo ricadere nella sua dipendenza.
Poi quella notizia. Axl gli aveva parlato della ragazza che entrambi avevano visto in ospedale. Gli aveva confidato i suoi sospetti sul fatto che si trattasse di Cloe, la stessa ragazza che non vedeva da anni, dopo che se ne era andata da casa loro, sconvolta forse per una notte folle. Non si era mai dato pace per quello, ma con il tempo aveva smsso di pensarci. Ora invece eccolo di nuovo faccia a facca con il suo passato. Quanto mle le aveva fatto... eppure l'aveva amata... l'amava ancora? Questa era una bella domanda...
Quel pensiero lo perseguitava da giorni. Doveva sapere, era lei e Axl aveva ragione?
"Non sono così sicuro che sia una buona idea Duff"
"Voglio solo parlarle"
"E c'è bisogno di andare a Seattle per parlarle, non basta una telefonata?"
"No... e poi ne aprofitto per tornare un po' a casa... mia madre è quasi morta di spavento per questo scherzetto che le ho tirato. Il minimo che le devo è farle visita"
"Verrà anche Suasan?"
"Non può, ha le sfilate"
"Almeno una cosa buona..."
"Si può sapere perchè ce l'hai tanto con lei?! Ce l'hai sempre con tutte le ragazze con cui mi metto!" fece esasperato dalla continua gelosia di Axl, come sempre, da anni.
"Ancora me lo chiedi Duff? Dopo tutti questi anni? Lo sai che sono fatto così, non capisco perchè continui a prendertela"
Il biondo sbuffò... niente, con lui non l'avrebbe mai avuta vinta "Stronzo... arrogante, presuntuoso e geloso... ecco cosa sei"
"Ma ti piaccio così come sono" gli fece l'occhiolino ridacchiando e rimise la sua giacca "Chiamami quando sei li, voglio sapere com'è andata"
"D'accordo... tu però sistema le cose con Slash... è importante... per favore"
"Ci proverò... ma non ti assicuro niente Duff"
Annuì. Gli bastava. Prima di allora Axl non aveva mai nemmeno provato a ragionare con il riccio. Ormai la linea di comunicazione tra i due pareva essersi interrotta per sempre. Poco potevano fare i suoi continui fare da intermediario. Sapeva che sarebbe stato un tentativo a vuoto, ma almeno doveva provarci.
 
Non era stato difficile trovare l'indirizzo di Cloe. Era bastato chiamare sua madre. Era stata felice dell'imminente arrivo del figlio, e per lei era normale che Duff volesse rintracciare Cloe. Erano sempre stati amici fin da piccoli. Le piaceva quella ragazza, era stata come una figlia per lei. Ma da quando era tornata a Seattle non si faceva vedere mai in giro. Solo di tanto in tanto, con la madre, e con un ragazzo che aveva dei capelli stranissimi... non era riuscita a capire chi fosse in realtà.
Così quella di andare da lei fu la prima cosa che fece una volta arrivato e sistemato il poco di roba che aveva nella sua vecchia stanza. 
Era una palazzina carina quella, anche se un po' in periferia. Era emozionato, stranamente aveva una gran voglia di vederla ora che era li. Per dirle cosa non sapeva...
"Cloe... ciao, mi dispiace per... no, no dannazione! Che cavolo... che cazzo le dico?! Mi dispiace per averti fatta scopare con i miei amici... maddai! Non si può..." fece studiandosi un improbabile discorso camminando nervosamente avanti e indietro davanti alla sua porta "Ok... calma Duff... ok... controllo del respiro... come dice Sensei Benny, respira... e calmati..." Sensei Benny era l'uomo che sperava l'avrebbe aiutato a guarire dai suoi incubi. Gli era stato consigliato da un amico, pareva essere in grado di rimettere in sesto il corpo e l'anima. Ma soprattutto in pochi giorni era diventato un saggio amico. I primi allenamenti con lui erano stati durissimi, e il percorso era ancora molto lungo, ma si fidava di lui, in cuor suo era certo di potercela fare. Finalmente dopo l'ennesimo respiro si decise a suonare quel campanello... gli sembrarono interminabili quei secondi, finchè non sentì la sua voce...
"Arrivo!"
In quel momento ebbe paura... paura di lei, e di se stesso... paura di vederla, di guardarla di nuovo negli occhi dopo quello che aveva fatto, paura di farsi vedere di nuovo per quello che era, senza maschere a nasconderlo... essere di nuovo sobrio non era sempre una pacchia. Un goccetto adesso se lo sarebbe fatto volentieri. 
Cloe aprì la porta... l'uomo che aveva davanti era diverso dall'ultima volta che l'aveva visto, su un letto di ospedale, gonfio e malato... aveva un'aspetto più sano, era dimagrito, e nei suoi occhi c'era di nuovo quella scintilla che tanto amava "D... Duff..." mormorò con un filo di voce, incredula di averlo li di fronte.
"Ciao" sorrise appena, sentendosi impacciato come un ragazzino al suo primo appuntamento "Scusa se non ti ho avvisata prima, ma..."
"Ahhhhhh maaaaaaaaaaaaa" il biondo abbassò lo sguardo sulla piccola bambina che aveva appena strillato attaccandosi alle gambe della ragazza... era davvero carina... forse Cloe faceva la babysitter... "Mamaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa" urlò di nuovo. No, non faceva la baby sitter... era basito... l'aveva chiamata mamma! 
"Tesoro non urlare" disse lei dolcemente, mettendo una mano sulla testa della piccola che si stringeva alle sue gambe. Sollevò lo sguardo curioso su di lui, senza dire nulla.
Era strano, non sapeva dire cosa vi stava leggendo in quello sguardo "Lei è... io... non sapevo..." rise appena, tirato e in imbarazzo. Se Cloe aveva una figlia forse, aveva anche un compagno. Improvvisamente si chiese che cavolo ci era andato a fare li. Se ne pentì. Era passato tanto tempo, era ovvio che le cose fossero cambiate, che lei si fosse rifatta una vita. Lui era solo di troppo adesso. Probabilmente Axl si sbagliava, la ragazza che era andata da lui in ospedale non era nemmeno lei. Poi il suo sguardo mise a fuoco un'altro viso spuntato da una porta dentro la casa, alle loro spalle... era cambiato, aveva i capelli più lunghi arrotolati in sottili rasta che li davano un'aria reggie che mai prima di allora gli si sarebbe data. Ma era lui. Come poteva essere? Lui li... con lei? Con loro...
"Ciao Duff" fece lui, contraendo visibilmente la mascella. Era nervoso, lo avvertiva. 
"Cosa... che significa?" Cloe abbassò lo sguardo, incapace di guardarlo in faccia... doveva dirglielo ora, ma come? Duff, è tua figlia... era assurdo "Che cazzo significa?!" si trovò ad urlare, indietreggiando. Sembravano l'emblema della famiglia felice... e lui, lui doveva solo sparire. Si voltò e corse giù dalle scale, sentendo quella rabbia che tanto aveva cercato di domare risalirgli le viscere e traboccare.
"Duff!" urlò lei, cercando di raggiungerlo, con Michelle che non le si staccava dalle gambe, impaurita da quelle reazioni a lei incomprensibili.
"Aspetta Cloe, no!"
"Lasciami!"
"Aspetta, no! Senti.. ci parlo io ok?!" aveva paura di lasciarla andare da lui in quello stato... preferiva affrontarlo da solo prima, faccia a faccia, da uomo a uomo. Da amico ad amico, ammesso che di quella vecchia amicizia ci fosse ancora rimasto qualcosa "Tranquilla" le accarezzò il viso e le diede un bacio sulla fronte, poi scese le scale cercando di raggiungere il biondo.
Duff era già dall'altra parte della strada "Duff aspetta!" lo chiamò. Ma lui non si voltò nemmeno, camminando come una furia. Dovette acellerare il passo per raggiungerlo. Quando gli fu vicino lo prese per un braccio obbligandolo a voltarsi visto che sembrava non avere alcuna intenzione di fermarsi "Fermati Cristo!"
"Che cazzo vuoi?!" urlò "Credevo fossi mio amico! O almeno che lo eri! Da quanto va avanti questa storia eh?!"
Stava piangendo? Izzy era davvero scioccato... non si sarebbe mai aspettato una simile reazione "Datti una calmata e lasciami spiegare"
"No! Stai zitto! Tu non hai la minima idea di cosa ho passato in questi anni, di come mi sia sentito quando se ne è andata!"
"Si che lo so, io c'ero, te ne sei dimenticato?!"
"E allora perchè?! Mi sono sentito in colpa per anni per quello che le ho fatto, e tu poi te ne sei andato, e ora vi ritrovo tutti e due qui, e insieme! Con... con una figlia!" sembrava fuori di se... quelle frasi non avevano nemmeno troppo senso.
"Cosa scusa?! Non ti sei mai preoccupato di cercarla!"
"Sapevi quanto ci tenessi a lei!"
"Bè non l'hai mai dimostrato! Ti presenti da lei dopo anni, urli e te ne vai, ma tu non sai proprio un cazzo!" urlò più forte di lui. Duff rimase in silenzio, il respiro accellerato, il viso rosso, gli occhi lucidi. Dovevano calmarsi entrambi... prese un sospiro, cercando di trovare le parole, cercando di decidere in pochi secondi se ciò che stava per fare era la cosa giusta, e per chi... la voce gli uscì strozzata, a fatica, eppure lo disse "Sei un idiota... non l'hai guardata bene? E' la tua fotocopia Duff..."
"C... cosa?" 
"Lei... non è mia figlia..." vide il biondo sgranare gli occhi "è tua... è figlia tua" in quell'istante sentì il mondo crollargli addosso. Era finita... il segreto svelato, e con esso la verità era venuta a galla. Stava già per dire che avrebbe tolto il disturbo il prima possibile, ma il silenzio del biondo lo bloccò "Hai capito cosa ti ho detto?!"
Duff sembrava in trance... chissà cosa stava macchinando la sua testa... sua figlia, lui padre... com'era possibile?! Lui non ne sapeva niente! Improvvisamente un'ondata di panico lo investì, facendogli chiudere la gola e togliendogli l'aria... non era pronto ad affrontare tutto quello.
Ignorò le urla di Izzy che continuò a chiamarlo finchè non lo vide sparire in strada. Stava scappando? Oh si, piuttosto velocemente anche. Si fermò alla prima cabina telefonica che trovò, cercò qualche spicciolo, e compose un numero...
"Pronto?"
"Sensei... sono... sono Michael..." disse con la voce che gli tremava.
"Michael? Dove sei? Stai bene?"
"Sono... a Seattle..."
"Sei andato da lei?"
"Si... credo... credo di aver bisogno di qualche allenamento in più questa settimana"
"Prendi il primo aereo michael, e vieni subito da me... ti aspetto"
"Grazie Sensei" appese la cornetta, appoggiando la schiena alla parete di vetro fredda, cercando di respirare regolarmente come il suo maestro gli aveva insegnato, per tenere sotto controllo quegli attacchi. Aveva bisogno di lui. Non sarebbe riuscito ad affrontare tutto da solo, instabile com'era. 


***
Ahhhhhhhhh e adesso?!?!? Povero Izzino! Povera Cloe! E povero, povero Duffone!!! E che cavolo, sempre lui ci va di mezzo... che poi a pensarci nel 90% delle fanfic finisce moribondo in un letto di ospedale ahahah :'D perdonaci nostro Sire!!! *Puniscici* :3

 

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Capitolo 54
*** 54 ***


Quei minuti sembravano non passare mai. Michelle era inquieta, continuava ad agitarsi sulle sue gambe, mentre lei seduta sul divano aspettava ansiosa che Izzy tornasse... o che Duff tornasse... tutti e due... o nessuno. Era cofusa. Quella visita inaspettata aveva stravolto di nuovo l'ordine che aveva cercato invano di mettere nella sua testa, e nel suo cuore.
Sobbalzò quando la porta si aprì... Izzy. Solo Izzy. Si alzò tenendo la bimba in braccio, che sbadigliò stravolta.
"Dalla a me" fece il moro prendendola in braccio. Le diede un bacino sulla testa e la portò in silenzio nella sua stanza, a letto. Era stanca, aveva bisogno di dormire. E lui di parlare con Cloe. Le accarezzò il viso sorridendole. Come poteva separarsi da lei? Forse il fatto che Duff se ne fosse andato lo rendeva quasi felce. Si sentì stupido e stronzo a pensarlo, ma era così. Anche se sapeva benissimo che non era certo finita li.
Tornò da lei. Era ancora in piedi, lo stava guardando visibilmente preoccupata "Sta dormendo" disse sedendosi, prendendole la mano e tirandola giù, al suo fianco.
"Glie l'hai detto?"
"Si"
"Se ne è andato vero?" mormorò.
Izzy assentì, e si girò a guardarla. Non stava piangendo, ma si vedeva lontano un miglio che avrebbe tanto voluto farlo "Era sconvolto Cloe... posso capirlo" la vide trattenere un singhiozzo "hey piccola... non trattenerti con me ok? Lasciati andare..." disse stringendola contro di se, sentendo quasi subito le lacrime bagnarli la camicia. 
"Ho sbagliato tutto... avrei dovuto dirglielo fin da subito"
"Sai che non sarebbe stato in grado di occuparsi di lei"
"Non gli ho dato scelta"
"Hai fatto solo ciò che ritenevi giusto per lei"
"Ma adesso mi odia!"
"No, ma che ti viene in mente?! Non ti odia... è solo confuso, e spaventato... so come si sente in questo momento... ci sono passato anche io... passi dall'essere un tossico ad essere improvvisamente lucido e pulito. Vedi tutto quello che hai fatto, quello che sei stato, e ti fai schifo... non è facile andare avanti, perchè devi rincominciare tutto da zero. E ti sembra che non ce la puoi fare senza farti, o bere un goccio... è instabile, fragile... questa notizia non l'ha di certo aiutato... non ha detto niente, se ne è andato e basta... credo che sia stato un colpo per lui... ma se lo conosco abbastanza sono quasi sicuro che non appena sarà pronto tornerà..."
Cloe aveva ascoltato tutto. Si forse poteva anche capirlo "Non... non so se è quello che voglio davvero..." disse stringendosi di più contro di lui. Era Izzy, e dopotutto, era lui che amava.
"Non essere sciocca, è suo padre... Michelle ha bisogno di lui"
"Ma tu lo sei stato fino ad ora..."
"Non è la stessa cosa... Cloe, adesso basta piangere" disse scostandola da lui "non voglio che ci roviniamo le giornate per questo... è difficile si, ma siamo qui, io te e Michelle... voglio... voglio godermi più che posso la vostra presenza, d'accordo? Penseremo a cosa fare quando sarà il momento, non adesso" aveva un disperato bisogno di stare con lei in quel momento. Sapeva che il suo futuro era sul filo di un rasoio. Dipendeva solo da Duff... perchè se fosse tornato da loro, anche se Cloe non avesse voluto, lui si sarebbe fatto da parte. Perchè era giusto così, ne era convinto. Cercò le sue labbra, la sentì rispondere, e allora la fece stendere e si mise sopra di lei, cercando le sue attenzioni, e il confortante calore del suio corpo.
 

Come al solito Sensei Benny l'aveva sfinito. Non si era preoccupato dell'ora quando era tornato a Los Angeles. Era piena notte, eppure lui era li al Dojo ad aspettarlo come gli aveva detto al telefono. Aveva parlato, lui, gli aveva raccontato tutto. E il Maestro lo aveva ascoltato. Poi si era alzato e gli aveva ordinato di andare a cambiarsi. L'allenamento era stato duro, massacrante. Si sentiva a pezzi ogni singolo osso, ogni muscolo del suo corpo gli dolveva, ed era senza forze. In quello stato di shock fisico, steso a terra per riprendere fiato, Benny aveva iniziato a parlargli, a consigliarlo, a calmarlo e a farlo sentire più tranquillo e sicuro. Ora dopo una doccia bollente durata un ora, la nebbia nella sua mente si era diradata del tutto, e la suituazione gli era molto più chiara. Era padre. Non c'era molto altro da capire. A parte il motivo per cui Cloe non gli aveva mai detto nulla. Lo poteva immaginare, ma era difficile da accettare. Ora doveva prendere una decisione? Cosa si aspettavano da lui? Axl l'aveva chiamato. Gli aveva lasciato decine di messaggi sulla segreteria. Susan invece niente. Aveva rispettato quel suo momento di isolamento, lo apprezzava. Forse per questo scelse di chiamare proprio lei. E poi le doveva qualche spiegazione. Aveva bisogno della sua presenza. Quella ragazza aveva la capacità di farlo sentire in pace con il mondo. Da tanto non si trovava così bene con una donna, ed ora che ci stava per provare sul serio, tutto si complicava di nuovo.
"Ciao" la salutò quando arrivò, prendendole le mani, e tirandola contro di sè. La abbracciò, immergendo la testa nei suoi capelli, inebriandosi del suo profumo. Adorava il fatto di non doversi abbassare per poterla guardare negli occhi. Adorava quegli occhi.
Susan lo lasciò fare. Sapeva che se ne era andato qualche giorno a Seattle per trovare i genitori, e per trovare quel suo vecchio amore di cui una volta le aveva parlato. Lui era sempre stato sincero con lei. Aveva avuto paura di perderlo. Ma era tornato, ed ora era li tra le sue braccia. Si sentiva felice. Eppure c'era qualcosa che non andava "Com'è andata?" gli chiese piano.
Duff si staccò da lei "Dobbiamo parlare... devo dirti delle cose"
Ecco appunto... i suoi presentimenti erano giustificati "Oh... che genere di cose?"
"Cose... che sono successe... e che mi confondono... ho bisogno di te Su" rispose facendola sedere sul divano al suo fianco.
"C'entra lei vero?"
Non poteva mentirle, nemmeno questa volta. Annuì "Sono andato da lei e..."
Il rumore della porta lo interruppe "A cazzo, allora sei vivo! Non degnarti di rispondere alle mie chiamate, mi raccomando!" urlò Axl entrando come se nulla fosse.
"Che tempismo!"
"Hey vaffanculo! Mi stavo preoccupando sul serio... ciao Susan" salutò la ragazza con la solita freddezza che le riservava, senza nemmeno guardarla.
Duff non lo sopportava quando faceva così, ma sembrava sul serio preoccupato per lui "Non c'è bisogno di preoccuparsi tanto, sono qui adesso... piuttosto, hai parlato con Slash?" chiese subito.
"Diciamo che ci ho provato"
"Che vuol dire che ci hai provato? Non l'hai fatto, vero?! Non avete parlato!"
"Senti non mi vuole parlare ok?! Di certo non sarò io a pregarlo!"
Duff sbuffò. Sapeva che sarebbe andata così, di che si stupiva? "Lasciamo perdere... e visto che sei qui siediti, così non dovrò ripetermi, tanto so che vorrai sapere ogni cosa"
Il rosso annuì e si sedette. Susan non disse nulla... ma non gli andava giù quell'intrusione. Spesso Duff tendeva a mettere lei e Axl sullo stesso piano, e la cosa la infastidiva. Sapeva che quei due non erano solo semplici amici, non aveva mai detto nulla, così anche quella volta mandò giù senza ribattere.
Duff prese un respiro, e dopo qualche attimo di esitazione raccontò tutto quanto...
Rimasero in silenzio per un po' tutti quanti. Duff padre... Izzy con Cloe... Izzy. Era bastato sentirlo nominate per farre innervosire Axl. Era palese, bastava guardarlo.
"E tu te ne sei andato senza nemmeno spaccargli la faccia?!" urlò d'un tratto alzandosi in piedi "Ma come cazzo si fa?! Merda! Che stronzo!"
"Stai zitto ok?! Che cosa avrei dovuto fare, ero sconvolto! E poi che diavolo c'entra Izzy?!"
"Come sarebbe cosa c'entra Izzy?!"
"Senti non si tratta di lui ok?! Si tratta di me! Quindi non iniziare con una delle tue sclerate per Izzy, perchè davvero non è proprio il caso!"
"Ok... ok, non parliamo di Izzy, parliamo di Cloe! La tua cara Cloe... pensa, hai un figlio e non ti ha detto un cazzo fino ad ora! E solo perchè l'hai scoperto tu! Ma che bel quadretto!"
"Smettila di dar fiato alla bocca Axl!" urlò Susan che fino a quel momento era stata zitta. I due la guardarono sorpresi "Pensa invece di parlare... perchè credi che non gli abbia mai detto niente?"
"Perchè era troppo egoista per farlo"
"Egoista?! Lo sarebbe stata se glie l'avesse detto costringendolo a prendersi cura di lei e della bambina! Solo perchè lo voleva accanto! Invece ha pensato solo al bene di sua figlia, questo per te è essere egoisti?!"
"Cosa... che vuoi dire?" chiese Duff.
"Duff..." lo guardò dolce, ma nel suo sguardo c'era altro "Ricordi com'eri prima? Ti saresti mai dato una bambina da curare?" il biondo non rispose "Eri un cocainomane alcolizzato Duff... credo che Cloe sia stata coraggiosa a scegliere di crescere sua figlia da sola, non deve essere stato facile per lei fare questa scelta... tu non saresti stato in grado di occuparti di loro nel modo giusto, non eri in grado di occuparti nemmeno di te stesso"
"Forse questo avrebbe dovuto farlo decidere a lui" ringhiò Axl.
Susan si voltò verso di lui guardandolo seria "E quando avrebbe fatto il padre? Tra un concerto e l'altro? Tra una bevuta e una tirata? O tra una scopata con una sconosciuta e un'altra?!" rispose dura "Avrebbero finito per odiarsi! Quella bambina sarebbe cresciuta in un ambiente marcio, tra bugie, marcio e rabbia!" 
Duff si sentì mortificato... aveva ragione. Era stato una persona orribile in passato, se ne vergognava. Se Cloe aveva scelto di tenerlo all'oscuro di tutto la colpa era solo sua. Lei aveva solo fatto la cosa migliore per loro figlia.
"Duff" Susan tornò a guardarlo dolcemente. Percepiva la sua frustrazione, il suo dolore, e la vergogna per se stesso "non devi rimproverarti, non adesso... so che questa cosa ti ha sconvolto di nuovo, ma devi reagire... puoi ancora recuperare"
"Recuperare? Andiamo, non dire stronzate!"
Roteò gli occhi "Axl stai zitto cazzo!" urlò lei, esasperata da quelle continue interruzioni fuori luogo "Sei solo un egoista, non ti importa niente di nessuno, se non di te stesso!"
"Ma che cazzo dici, hai le tue cose per caso?!"
"Dico che tu hai solo paura, perchè se Duff sceglierà di prendersi le sue responsabilità e stare con Cloe e la bambina, tu hai chiuso! Non guardarmi così... so benissimo cosa... di voi due" abbassò la voce.
Duff sospirò sedendosi con la testa tra le mani. Benny avrebbe avuto un bel da fare con lui al prossimo allenamento. Sentì una mano sulla sua spalla. Susan era li, vicino a lui "Io credo che sia giusto stare con loro... provarci almeno... quella bambina ha bisogno di un padre"
"E Izzy non basta per questo?! Deve andarsene anche lui?! Tu dici che sono egoista, ma sai cosa?! Tu non sai un cazzo di me!" urlò il rosso furibondo.
"Axl, ti prego..." mormorò Duff, esausto da quei continui scontri.
"No! Non starò qui a vedere che te ne vai anche tu..."
"Axl!" urlò alzandosi, ma il rosso se ne era già andato sbattendo la porta. Sbuffò, e tornò a sedersi esausto con il capo tra le mani. Ci mancava anche quello adesso... odiava litigare con lui... e tutta quella situazione del cazzo peggiorava solo le cose "Non so... non so cosa fare Susan" mormorò. Sentì la mano di lei accarezzargli dolcemente i capelli.
"Quella bambina ha bisogno del suo papà Duff" mormorò a malincuore. Non voleva lasciarlo, amava quel giovane uomo. Ma era donna anche lei, e poteva capire Cloe, i suoi comportamenti, e il bisogno di quella bambina di crescere in una famiglia normale, con suo padre di fianco. Pensò che quello fosse un buon motivo per rinunciare all'amore della sua vita.


***
Muahahahah quanto mi piace Axl in modalità checca-isterica-gelosa :3 Ok la smetto... lo so, lo so! Mi odiate vero? ç__ç si sta incasinando più del previsto in effetti mmm... ma lo sapete che a me le cose facili non piacciono! E devo seeeempre incasinare tutto e tutti... ah! Povero Duffone... povera Cloe... povera Susan... povero Izzy... e povera piccola Michelle! Ma povero Axl no? ... NO! èé si mi rendo conto che qui mi è uscito particolarmente spocchioso e antipatico, I know... però a pensarci mi fa lo stesso tenerezza, non posso non amarlo... insomma, lui si sente sempre tanto solo ç__ç Basta la smetto... al prossimo!

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Capitolo 55
*** 55 ***


Era deciso, aveva fatto la sua scelta. Nessuno ormai avrebbe potuto fargli cambiare idea, specie dopo che ci aveva messo tutto quel tempo a convincersi. Erano passate settimane da quando aveva fatto quella scoperta. Settimane patite e difficili. Gli allenamenti con Sensei Benny erano stati estenuanti, ma gli erano serviti per riacquistare una calma tale da potergli permettere di vedere le cose nel modo che riteneva giusto. Susan gli era stata accanto per tutto il tempo. Avevano passato insieme quei giorni pur sapendo che poi inevitabilmente avrebbero dovuto dirsi addio. E così era stato. Susan non aveva pianto. Era una ragazza forte. Lei. Duff avrebbe tanto voluto farlo. Solo il suo orgoglio glie lo impedì. E seppur non avesse visto nemmeno una lacrima uscire dagli occhi della giovane, aveva percepito tutto il suo dolore per quella separazione obbligata. Aveva per un attimo vacillato. Era davvero la cosa giusta da fare? Ma certo… sua figlia aveva bisogno di lui. E il modo migliore per occuparsene era prendere il suo posto di padre al fianco di Cloe.
Stava preparando i bagagli, quando il campanello suonò. Axl. Non lo vedeva da un po’. Da quel giorno. Non gli aveva nemmeno detto che se ne stava per andare. Non avrebbe capito.
“Così… te ne stai andando” lo sorprese.
“Come…”
“Susan” Duff si sorprese. Susan aveva avvisato Axl, perché? “So che ti stai domando perché mi ha avvisato… ma non lo so nemmeno io… forse voleva solo… che ti salutassi”
Abbassò lo sguardo lasciandolo entrare “Bè… si, forse è così…”
“Hai deciso?”
“Si”
“Posso farti cambiare idea?”
“No”
“Allora lascia almeno che ti dica che stai facendo una stronzata”
Sbuffò, se era venuto per criticarlo poteva anche andarsene “Axl, Cristo non ti ci mettere anche tu!”
“Figurati.. dicevo tanto per dire… è che mi chiedo, come pretendi di far funzionare le cose stando insieme ad una persona palesemente innamorata di un altro… se poi anche tu sei palesemente innamorato di un’altra? E’ curioso… se trovi il modo per fare filare tutto liscio fammelo sapere”
Duff alzò gli occhi al cielo voltandosi, riprendendo a fare ciò che stava facendo prima del suo arrivo “Senti sto solo cercando di prendermi le mie responsabilità! L’avrei fatto già da tempo se solo avessi saputo di avere una figlia! Ma non potevo saperlo! Quindi voglio almeno recuperare, ok?! Non è difficile da capire cazzo! Smettila di fare quella faccia da idiota, mi sta sul cazzo! Non ho bisogno del tuo sarcasmo”
Axl non disse nulla, alla fine aveva ragione Duff. Era andato li per punzecchiarlo, con il chiaro intento di farlo desistere, insinuare nella sua testa anche solo il minimo dubbio. E se proprio non ci fosse riuscito, almeno poteva divertirsi a farlo incazzare come solo lui sapeva fare. Ma ora mentre lo guardava fare le valige, realizzò ciò che davvero stava accadendo. Duff se ne sarebbe andato, per un po’ certo, alla fine c’era sempre la band di mezzo. Ma non sarebbe più stata la stessa cosa. Almeno tra di loro. Ce lo vedeva in realtà al fianco di una donna, con dei bambini, una famiglia. Lui era nato per avere una famiglia. E la cosa lo faceva sentire terribilmente solo “Duff…” mormorò piano, sperando che almeno si voltasse. Ma nulla. Continuò a fare ciò che stava facendo “Michael”
Sentendosi chiamare in quel modo si bloccò. Capitava di rado che qualcuno lo chiamasse ancora con il suo vero nome, Axl poi… si voltò e lo guardo, e nell’esatto istante in cui i loro occhi si incontrarono, ogni incazzatura svanì.
Il rosso gli si avvicinò cauto “Scusa… ma non sono pronto a lasciarti andare”
Il biondo sospirò, e gli mise dolcemente le mani sulle spalle “Axl io non ti lascio, te lo vuoi mettere in testa? Ci sarò sempre, non cambierà nulla… io e te saremo sempre amici”
“Amici, si… come fai a dire che non cambierà nulla?”
Oh sapeva a cosa si riferiva. Ma quello non poteva che cambiare, soprattutto ora “Sarebbe successo comunque… ci tengo a Susan, avrei smesso anche per lei”
“Mi stai dicendo che è destino? Insomma… in un modo o nell’altro…”
“Non staremo più insieme, se è questo che intendi”
Il rosso abbassò gli occhi incerto. Si ok, era quello che intendeva. Ma la sua vera paura era quella di rimanere solo. Aveva perso Izzy, ed ora stava succedendo con Duff la stessa cosa “Ok…”
“Che c’è?”
“mmm?”
“So che vuoi chiedermi qualcosa”
“Mi conosci così bene” ed era vero. Alzò il viso guardandolo, e deciso cercò le sue labbra, ancora una volta. Non rispose, ma nemmeno lo rifiutò. Si staccò dopo poco “solo un’ultima volta...”
“Axl…”
“A Susan l’hai concessa… hai il suo odore ancora addosso”
Era vero. Si erano salutati quella mattina, ed erano stati insieme. Per quella che doveva essere la loro ultima volta. Ed ora Axl pretendeva la stessa cosa. Ma in fondo, poteva negarglielo? E poi, davvero lui non voleva, e l’avrebbe fatto solo perché si sentiva costretto e non voleva recargli altro dispiacere? Non era proprio così. Tant’è che la sua risposta fu rapida e piuttosto chiara. Le loro bocche si incontrarono di nuovo, esplorandosi, divorandosi. E con esse le loro mani presero a vagare sui rispettivi corpi, strappandoli di tutto ciò che li ricopriva, lasciando liberi i due di amarsi ancora, per un ultima volta. E quella l’ultima volta lo era davvero. Duff aveva sempre saputo che quella storia malata non poteva durare a lungo. Axl era una tentazione forte, lo attraeva come nessuno aveva fatto fino ad allora. Ma non era ciò che voleva davvero. E non perché rifiutava quella parte di se. Ma perché sapeva, e aveva sempre saputo, che lui per il rosso era sempre stato una specie di blando surrogato di ciò che era stato l’amore vero. Quello stesso amore che anni prima li aveva abbandonati per cercare la sua strada, e che settimane prima aveva ritrovato a casa di Cloe. Ma nemmeno Izzy era destinato a vivere felice accanto ad Axl. Per qualche oscuro motivo tutti coloro che gli erano stati vicini, maschi o femmine che fossero, finivano sempre con l’allontanarsi da lui nei peggiori modi. Forse Axl era destinato a rimanere solo. Quel pensiero lo intristiva. O forse, semplicemente, non aveva ancora trovato la persona davvero giusta per lui.  

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Capitolo 56
*** 56 ***


Dopo tutto quella chiamata se l'aspettava. Aveva passato settimane con l'ansia che il telefono potesse squillare, e che dall'altro capo ci fosse lui. Avevano parlato al telefono per quasi un ora intera. E alla fine avevano deciso. Loro. Duff aveva espresso la sua chiara intenzione di tornare con Cloe e prendersi cura di sua figlia. Sempre che lei l'avvesse voluto. Izzy aveva accettato. Senza ribattere. Senza polemiche. Perchè in cuor suo era convinto che quella fosse la cosa giusta da fare. Il biondo era sincero, di quello era certo. Aveva trovato un certo equilibrio dopo quella notizia, e si diceva pronto ad assumersi le sue responsabilità. Sapeva che l'avrebbe fatto, era da Duff. Non era uno stronzo. E se Cloe l'avesse subito informato della sua gravidanza, anche da fatto e ubriaco com'era avrebbe mollato tutto per correre da lei. Ma Cloe stessa non gli aveva dato, per ovvie e giuste ragioni, questa possibilità. Non aveva potuto scegliere, ed ora che aveva la possibilità di farlo, era ovvio che volesse provarci. In parte era felice di quella scelta. Denotava una certa maturità. E poi Cloe lo aveva amato, e chissà, forse lo amava ancora. Ricordava quanto aveva sofferto per lui. Forse adesso avrebbero potuto finalmente avere il loro lieto fine. Lui? Lui si sarebbe semplicemente fatto da parte. Il problema sarebbe stato dirlo a Cloe. Sperava davvero che accettasse di buon grado la cosa. Sarebbe stato ancora più dura per lui lasciarla. Solo al pensiero stava male. Come avrebbe fatto a stare senza di loro adesso? Ma visto che pensava fosse la cosa giusta, doveva farlo per il loro bene e basta. A lui sarebbe passata con tempo. Forse.

"Hey Iz, guarda cos'ho preso a Michelle!" fece Cloe quel giorno, quando rientrando dopo il lavoro aveva mostrato al ragazzo un grazioso vestito rosa per la piccola. Ma la faccia di Izzy bloccò subito il suo entusiasmo. Il ragazzo aveva sorriso, ma ormai lo conosceva troppo bene per non capire che quello non era un sorriso vero "Che succede?" chiese subito allarmata.
Izzy si morse un labbro. Accidenti a lui che non sapeva nemmeno fingere... non voleva si preoccupasse subito in quel modo "Niente Cloe... è bellissimo, sul serio... le piacerà"
Ma no, non la fregava. Cloe mollò tutto, e si sedette al suo fianco sul divano "Michelle dorme?"
"Si"
"Mi dici che cos'hai?"
"Ma niente, davvero... anzi, vieni un po' qui" rispose cercando di prendere tempo, allargando un braccio sulle sue spalle. Chiuse gli occhi immergendo il viso nei suoi capelli. Voleva ricordarlo quel profumo.
"Izzy... mi stai facendo preoccupare"
Il ragazzo sospirò. Ormai non aveva molto senso continuare a mentirle cercando di tirarla per le lunghe. Tanto valeva dirle subito tutto "Ok, senti..." era difficile però. La tirò maggiormene contro di sè, e con la mano libera cercò la sua stringendogliela, intrecciando le loro dita "ha... ha chiamato Duff" disse all'improvviso, quasi liberandosi di quel peso. Istintivamente la stretta del suo abbraccio attorno a lei si fece più salda.
Cloe non parlò. Abbassò lo sguardo stringendo a sua volta le dita del moro nella sua mano. Sapeva cosa stava per dirle. Izzy fece di nuovo per parlare, ma lei lo anticipò "Ha cambiato idea, vero? Vuole tornare"
"Si"
La ragazza respirò a fondo. Cercava di ragionare in modo obiettivo, sapeva che era ciò che Izzy voleva da lei. Voleva bene a Duff? Si. Era il padre di sua figlia? Si. Per quanto tempo aveva desiderato che lui tornasse per restare con loro? Tanto. Troppo. Ma poi era arrivato Izzy... ok, a questo non doveva pensare, o sarebbe di sicuro scoppiata a piangere. E non doveva. Per lui. sapeva quanto era difficile. Ma sapeva che lo stava facendo per il loro bene. Si fidava di lui "Ok" si sforzò di dire annuendo sommessamente.
Il moro da un lato non si aspettava quella tacita e pacata reazione, ma dall'altro lato ne era sollevato. Se avesse reagito male non lo avrebbe sopportato "Stai bene?" le chiese solamente.
Lei annuì di nuovo "Quando?"
"Domani"
"Così presto?" allora si che sollevò lo sguardo su di lui, presa dal panico. Non credeva di avere così poco tempo "Io non... non lo so, voglio dire..." iniziò a blaterare mandando a quel paese ogni buon proposito di mantenersi calma.
"Cloe, schhh... ascoltami" fece lui prendendole il viso tra le mani "non vi sto abbandonando ok? Questo deve esserti chiaro... ci sarò sempre per te e e Michelle, se avete bisogno non dovete far altro che chiamarmi
, e io ci sarò... ma Duff deve avere la sua possibilità, e tu lo sai... l'hai sempre voluto, giusto? E' la cosa giusta, per tutti" ribadì, cercando di convincere ora anche se stesso, oltre che lei 'Ti prego non piangere' pensò con tutto se stesso.
E Cloe non lo fece, si trattenne e basta "Tu che farai?"
"Tornerò a Lafayette"
"In Indiana?! E' lontano!" ecco, adesso si che poteva mettersi sul serio a piangere. Aveva detto che ci sarebbe stato per loro, ma come se se ne andava in quel posto a centinaia di chilometri ed ore da loro?
"E' l'unica cosa che posso fare adesso! Ho bisogno di tornare li... da solo... ma te l'ho detto piccola, tu cercami e io non esiterò un istante a prendere il primo aereo per Seattle... te lo prometto" ed era una promessa vera la sua.
Cloe lo guardò testando in quegli occhi la sincerità e la veridicità delle sue parole. Era così, ora lo sapeva. Si gettò nel suo petto lasciandosi abbracciare.

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Capitolo 57
*** 57 ***


Non era riuscito ad addormentarsi. Aveva continuato a rigirarsi tra le lenzuola, così alla fine ci aveva rinunciato. Sospirò voltandosi a guardare Cloe, sdraiata al suo fianco. Quelle erano le ultime ore che passava con lei. Poi qualcun'altro avrebbe preso il suo posto. Qualcuno che per la verità, si sentiva di farlo più per dovere che per altro. Eppure era così che doveva andare. Michelle avrebbe finalmente conosciuto il suo vero padre, e Duff avrebbe avuto la possibilità di amare e crescere quella figlia che gli era stata tenuta nascosta troppo a lungo. Cloe avrebbe ritrovato il suo grande amore... e sarebbero vissuti felici e contenti. Come una vera famiglia. Già... doveva per forza andare così. Lui bè, si sarebbe arrangiato in qualche modo. Ora l'unica cosa sensata che gli veniva in mente era tornare a Lafayette nella sua vecchia casa, e li rinchiudersi in isolamento il tempo necessario a farsela passare. Aveva già preparato le sue poche cose. L'aveva fatto non appena Cloe si era addormentata, dopo essere rimasta a lungo stretta nel suo abbraccio. Non voleva che lo vedesse fare le valige. Anzi, a pensarci, non voleva nemmeno che lo vedesse andar via. In parte anche perchè lui stesso non voleva salutarla e dirle addio... era una cosa che gli pesava troppo. Certo ad altri occhi poteva sembrare immaturo ed egoista, ma era la cosa migliore. Così si alzò cercando di non fare rumore, si vestì, e le andò vicino, inginocchiandosi davanti a lei. Allungò una mano accarezzandole pianissimo la guancia, scostandole i capelli per poterla guardare meglio. Cercò di memorizzare ogni singolo particolare, cose che nelle poche foto che aveva di lei non avrebbe potuto rivedere. Come quella sua espressione serena che assumeva ogni volta che dormiva, la leggera curva delle labbra perfette, le folte ciglia, e il suo corpo rannicchiato in posizione fetale come era solita fare e che la faceva sembrare un bambina. Avrebbe voluto baciarla ancora una volta, ma non poteva permettersi di svegliarla... così guardadola un ultima volta uscì dalla stanza, socchiudendo la porta. Ma c'era ancora una cosa da fare prima di andarsene. Non poteva non salutare lei un'ultima volta... aprì piano la porta dell cameretta di Michelle, e vi entrò senza fare il minimo rumore. La bimba dormiva beata, e di sicuro se si fosse svegliata non avrebbe più avuto il coraggio di andare. Come aveva fatto con Cloe, avrebbe fatto anche con lei. Si mise vicino a lei, accarezzandole piano le guanciotte paffute e i capelli biondi tanto simili a quelli del tuo papà pensò "Sarai felice, te lo prometto... tu e la tua mamma starete bene... Duff è un bravo ragazzo, sai? Ti puoi fidare di lui... io mi fido di lui" sussurrò "fai la brava e non farlo impazzire" continuò quel discorso sorridendo appena "e non dimenticarti di me" concluse prendendo una foto che avevano fatto il Natale prima, loro tre insieme. La mise sotto al suo materasso, come se potesse proteggerla, e infine le diede un bacio "Ti voglio bene" mormorò in silenzio, andandosene defintivamente da li. Sarebbero state tristi le notti per lui adesso.

Anche qualcun'altro quella notte non dormì per nulla. Duff era rimasto a casa, per l'ultima volta. Non aveva passato la notte con Susan, aveva preferito salutarla qualche giorno prima, o era certo che non sarebbe riuscito a staccarsi da lei. Si era chiesto perchè una cosa giusta come quella che stava per fare doveva necessariamente comportare dolore per tutti. Si perchè sapeva che tutti in un modo o nell'altro ci stavano soffrendo. Izzy l'aveva chiamato dall'aeroporto. Aveva cercato di fare il sostenuto, raccomandandogli di prendersi cura di loro, ma si sentiva lontano un miglio quanto fosse distrutto per quella separazione. Tanto che il biondo per qualche istante si era chiesto se davvero stavano facendo la cosa migliore. Ma il moro era stato irremovibile.Gli aveva dato il suo indirizzo e il numero di telefono di Lafayette, se ce ne fosse stato bisogno. Poi si erano salutati. Dall'indomani tutto sarebbe cambiato. Per tutti quanti. 
Aveva aspettato inutilmente per giorni che Axl si facesse vivo, rispondendo almeno ad uno dei messaggi che gli aveva lasciato in segreteria. Ma nulla. Gli spiaceva lasciarlo così, ma il rosso non aveva accettato di buon grado la sua decisione, e non avrebbe cambiato idea così facilmente. A quanto pareva i loro rapporti sembravano dover finire in quel modo. 
A tutto ciò si aggiungeva la preoccupazione di dover gestire una situazione totalmente nuova per lui. Da sobrio era ancora più difficile, perchè si rendeva perfettamente conto di ciò che accadeva. Non aveva più la protezione che l'alcool gli forniva, rendendolo a volte disinteressato, a volte sfrontato, a secondo dell'occorrenza. Come avrebbe fatto a gestire una bambina? Lui! I bambini gli piacevano si, ma lei era diversa... lei era sua figlia... una figlia che fino ad allora non sapeva di avere un padre, e che l'unica figura maschile che aveva avuto accanto non era suo padre. All'improvviso si sarebbe trovata senza quella persona, con un'altra persona estranea in casa da dover accettare. E se non lo faceva? Se non lo avesse accettato? Era terrorizzato... e poi c'era Cloe... 

Quella mattina sapeva di amaro. Di pensieri malinconici e di tristezza. Quando si era svegliata e non se l'era trovato più accanto non ne era rimasta così stupita. Si aspettava una cosa del genere. Era da Izzy, andarsene senza far rumore, nel cuore della notte. Ma non ce l'aveva con lui, capiva perchè l'aveva fatto, e forse era stato meglio così. Solo che ora non aveva la forza per piangersi addosso. Doveva farsi forza, per lei e per Michelle. In fondo sarebbe arrivato Duff, non doveva essere poi una così pessima giornata. Non poteva nascondere di volergli ancora bene, e di provare un certo piacere all'idea di rivederlo. Così si era alzata, e come tutte le mattine aveva fatto una doccia e si era occupata di Michelle. Solo pregava che la bambina non le chiedesse dov'era Izzy... non avrebbe saputo risponderle. 
Erano in cucina a fare colazione, quando il campanello suonò. Il cuore iniziò a batterle velocemente, tanto che nel scendere dalla sedia di fretta la fece cadere, facendo sobbalzare la piccola "Arrivo!" urlò correndo alla porta. Prese un grande respiro e la aprì. Ed eccolo... Duff era esattamente come qualche settimana prima, non si sarebbe mai abituata alla bellezza di quello che ormai era un uomo. Sorrise cercando di sembrare serena "Ciao"
"Ciao" rispose lui alzando le spalle.
Cloe aprì la porta facendolo entrare "Hai tagliato i capelli" disse allungando timidamente una mano infilando appena le dita tra i morbidi capelli biondi di lui, tagliati corti. Non ci era abituata, ma gli stavano bene. Sembrava persino più giovane.
"Si... avevo voglia di cambiare" rispose scompigliandoseli appena, dopo aver appoggiato in un angolo il suo borsone. Quel nuovo look era coinciso con il suo cambiamento interore. Sensei Benny aveva fatto un ottimo lavoro su di lui "Cloe senti, mi dispiace per l'altra volta" disse all'impovviso, come se dovessi liberarsi di un peso "avrei dovuto chiamarti, ma ero così confuso dopo questa notizia... non immaginavo di... di essere padre... io... sono scappato come un vigliacco..."
"Michael è tutto ok" lo rassicurò lei, vedendolo agitarsi "chiunque sarebbe rimasto sconvolto... non è una cosa facile da accettare, specie se... se te l'hanno tenuto nascosto per tutto questo tempo... sono io che dovrei scusarmi con te"
"Hai avuto le tue buone ragion per farlo... anzi, visto che siamo in vena di scuse... mi spiace per averti messo in questo casino"
"Tu non mi hai messo in nessun casino"
"Si invece... sei venuta da me anni fa pensando di combinare qualcosa di buono, pensando che ti aiutassi e che ti sarei stato vicino... e invece guarda... quella sera avrei dovuto fermarmi... avrei dovuto fermare tutti quanti... non ho saputo proteggerti" si era tenuto dentro quel peso per troppo tempo. Il senso di colpa per averla coinvolta in quella scellerata serata non l'aveva ma abbandonato, solo in quegli anni aveva imparato a celarlo.
"Non sentirti in colpa, io ero l'unica sana e in grado di ragionare... potevo andarmene, ma non l'ho fatto" ammise, come già tempo prima aveva fatto con Izzy quando era arrivato da lei con gli stessi sensi di colpa del biondo "e poi qualcosa di buono l'abbiamo fatto" sorrise, alludendo a loro figlia - le faceva così strano adesso dirlo - e felice che almeno non c'erano più incomprensoni tra loro "Sono felice che tu sia qui"
Duff sorrise amaro scuotendo leggermente la testa "Grazie per averlo detto" in pochi secondi si ritrovò la ragazza tra le braccia. La strinse a sè, facendo entrare nelle sue narici quel profumo che da tempo non sentiva più. Le accarezzò i capelli, baciandole dolcemente la testa "Andrà tutto bene... cercherò di far funzionare le cose, te lo prometto piccola"
Cloe si lasciò stringere, sprofondando il viso in quel petto che da sempre le infondeva sicurezza. Lo faceva sempre quando erano ragazzini, e le cose andavano male... Duff la abbracciava, e lei nascondeva la faccia nel suo petto. Si sentiva al sicuro, protetta... e sperò con tutta se stessa che lo fosse davvero.
"Mamma..." una vocina leggera alle loro spalle li fece staccare. Michelle era attaccata alla porta, e guardava con curiosità e un ditino in bocca quel ragazzone alto alto che stava abbracciando la sua mamma.
"Tesoro" Cloe si abbassò e la fece venire vicino "Lui è... Michael... è... lui è..." tentennò, enza trovare le parole giuste ammesso che ce ne fossero.
"Sono un amico della tua mamma... starò con voi per un po'..." la aiutò lui, vedendola in difficoltà. Si soffermò a guardarla... Dio, era incredibile quanto gli somigliasse... se sua madre l'avesse vista avrebbe di sicuro detto che era uguale a lui quando era piccolo... gli stessi occhi, gli stessi boccoli color miele, la sessa boccuccia sottile, e lo stesso nasino... ne rimase incantato... sua figlia... aveva dell'incredibile.
"Isi..." chiamò la bimba con la voce rotta, un po' spaventata da quell'improvviso cambimento. Si guardò in giro in cerca del viso famigliare del moro, e le vennero le lacrime agli occhi quando non lo vide.
Cloe deglutì, ecco, adesso si che era nei guai "Amore, Izzy è... doveva lavorare, ed è dovuto partire per un lungo viaggio..." fu la prima cosa che le venne in mente.
"Isi!" ripetè lei senza capire, sbattendo i piedini a terra.
"Michelle, ti prego..." non sapeva gestire quella situazione.Non si era preparata, non era pronta a quello! Michelle aveva iniziato a frignare, voleva Izzy, per lei era incomprensibile ciò che stava accadendo "Smettila adesso!" urlò esasperata, facendola scoppiare definitvamente a piangere. Si sollevò in piedi chiudendo gli occhi e mettendosi le mani tra i capelli... avrebbe tanto voluto piangere anche lei "Non so cosa fare!"
Duff sapeva che non sarebbe stato facile, e quello non era certo un buon inizio "Hey hey!" fece abbassandosi a terra vicino a Michelle "Non piangere, la mamma non voleva urlare con te" cercò di rassicurarla "Vuoi vedere come si sta in alto in alto?" le chiese. Michelle smise di piangere rimanendo a guardarlo con il singhiozzo e gli occhi rossi, ma era incuriosita da lui. Era molto alto... e aveva una bella faccia, ecco... annuì con la testa, e lasciò che la prendesse in braccio. Duff se la caricò sulle spalle, e con soddisfazione vide che le piaceva "Hai visto quanto siamo in alto?! Saluta la mamma!"
"Ao mamma!" fece lei, scordandosi già dei pianti di poco prima. Era una fortuna quel dimenticare in fretta tipico dei bambini. 
Michelle rideva... e Duff si stava divertendo... insomma, a vederli così non sembravano due che si erano appena conosciuti. Michelle sembrava fidarsi di lui come se qualcuno glie lo avesse detto. Forse il legame di sangue che c'era tra loro era più forte di tutto il resto. Forse quel legame li avrebbe aiutati. Forse le cose non sarebbero andate poi così male... forse.

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Capitolo 58
*** 58 ***


E fu così che dopo secoli, e secoli, e secoli, la Lau tornò ad aggiornare questa storia...
Già... perchè anche se non ho tempo, anche se a volte l'ispirazione emigra, la voglia di scrivere rimane, sempre. Non mi sono dimenticata che ho ben tre storie in sospeso, e che dovrei aggiornarle tutte. Iniziando da questa. Perciò nella speranza che dopo tutto questo tempo non vi siate scordati di me, vi lascio questo capitolo :')
Lau


***

Era già passato un mese da quando le loro vite si erono totalmente capovolte. Cloe cercava di essere serena, lo faceva per Michelle che inevitabilmente aveva sofferto molto per l'improvvisa assenza di Izzy. Spesso aveva chiesto di lui, e lei non sapeva mai come affrontarla. Il più delle volte ci pensava Duff a a parlarle, e a farle scordare presto quelle richieste con un gioco, una cartone o un dolce. Si stupì di quanto il biondo ci sapesse fare con lei, ma anche se ce la metteva tutta, e Michelle aveva imparato a fidarsi anche di lui, la bambina dimostrava sempre una certa riluttanza nei suoi confronti. Non voleva ad esempio che fosse lui a farla addormentare, aspettava sempre che ci fosse Cloe, quando invece con Izzy si addormentava in un soffio. Tante piccole cose che a Duff non erano sfuggite e che lo rendevano piuttosto triste. Era sua figlia, le voleva bene, in cosa stava sbagliando? Ulteriore motivo di frustrazione per lui, era il rapporto con Cloe. Si volevano bene certo, ma non come una volta. E sebbene non mancassero tra i due momenti di tenerezza, c'era qualcosa che continuava a mancare, qualcosa a cui lui, da uomo che era, faticava a rinunciare.

"Dorme?"
"Si... cosa fai?" Cloe si sedette sul divano, guardando il biondo che leggeva una rivista.
"Rolling Stone" rispose abbandonandola per dedicarsi a lei "Vieni qui"
Cloe sospirò e lo raggiunse accoccolandosi contro di lui, le spalle strette nel suo abbracio. Sapeva cosa provava Duff. Sapeva che la desiderava fisicamente perchè ne aveva bisogno, come lei del resto. Non era esente al suo fascino, e non aveva dimenticato il tempo in cui avrebbe fatto di tutto per farsi amare da lui. Ma ora le cose erano diverse, farlo con Duff non avebbe più avuto lo stesso peso, per quanto bello poteva essere.
Lo sentì avvicinari a lei, un po' troppo. Sentì il suo naso sfiorarle la guancia, e le sue labbra scivolare sul suo collo. In tanti anni Duff non aveva perso il suo fascino, e come sempre ci sapeva fare, tanto che non nascose un brivido quando sentì la sua calda lingua sulla pelle. Chiuse gli occhi, cercando di lasciarsi andare. Era Duff... era Michael, il suo Michael.
"Rilassati Cloe" le mormorò avvertendo la sua tensione. Risalì con le labbra fino alla sua bocca, indugiò un po' guardandola negli occhi come a scorgervi ad ogni costo un qualcosa che gli permettesse di continuare, e come se volesse darsi una possibilità, fu lei ad annullare le distanze, e baciarlo. Quello lo poteva fare, lo facevano sempre... ma se tutte le altre volte in un modo o nell'altro si erano limitati a quello, avvertiva che quella volta Duff voleva di più, esigeva un maggior contatto. Sentì le sue mani scorrerle lungo la schiena ed insinuarsi sotto alla sua maglietta. La spinse giù sul divano, sdraiandosi sopra di lei facendo comunque attenzione a non pesarle addosso, e le strinse i seni spingendo il bacino eccitato contro al suo mentre le loro lingue ancora si intrecciavano.
Doveva lasciarsi andare... doveva almeno provarci... ma come poteva farlo se continuava a pensarci?! Duff scese con le mani sulla sua schiena infilandole sotto al sedere, tastandole i glutei con le grandi mani e spingendola contro di sè. Scese a baciarle il collo, e lei tornò a respirare affannosamente, più per la paura che per l'eccitazioe "Aspetta!" lo bloccò respingendolo, senza nemmeno avere il coraggio di guardarlo "Non ce la faccio..."
Per l'ennesima volta Duff sentì quelle parole, e sospirò "Daccordo, non importa" disse ricacciando i bollenti spiriti da dove erano venuti, accarezzandola senza malizia e sospirando. Era frustrante. Era come stare con qualcuno che non ti vuole. Anzi, era proprio così. Sapeva che Cloe non lo faceva per ferirlo, stava cercando di fare tutto per far funzionare le cose, ma come lui pensava ad un altra persona lo stesso faceva lei.
"Mi dispiace" aveva voglia di piangere, di picchiarsi da sola, di scappare a nascondersi nell'angolo più remoto della terra. Non riusciva a fare sesso con lui, non poteva farci nulla. Perchè ogni volta che lui la baciava e la accarezzava, nella sua testa appariva sempre e solo un altro viso. Ci avevano provato, ma non ce l'aveva proprio fatta. E stava male, perchè sapeva che Duff ogni volta mandava giù l'amaro boccone senza farglielo pesare, ma soffriva, sia fisicamente che moralmente, perchè non riusciva a farla sentire tanto a suo agio da concedersi. E non se lo meritava. Si alzò dal divano andando in camera sua, chiudendo la porta e stendendosi sul letto, dando sfogo a quel pianto misto di malinconia, nostalgia, frustrazione e rabbia verso se stessa, finchè non si addormentò.

Il giorno dopo passò come gli altri. Cloe aveva pensato molto a quella storia, tanto che sul lavoro si dimostrò stranamente distratta. Doveva fare qualcosa o sarebbero scoppiati. Aveva deciso che quella sera avrebbe con tutte le forze messo da parte ogni pensiero, e finalmente avrebbe fatto felice Duff, e concesso anche a se stessa una possibilità per rincominciare davvero una vita al suo fianco.

Nel frattempo il biondo era rimasto a casa con Michelle. Per fortuna la piccola gli dava un bel da fare, e non aveva avuto molto tempo per pensare ai suoi casini, a ciò che aveva lasciato o a quello che lo aspettava. Avevano giocato, guardato i cartoni, fatto la pappa, poi giocato di nuovo, fatto il pisolino, il bagnetto e ancora giocato, insomma, erano tutti e due stanchi morti! Verso sera prima che Cloe tornasse la portò nella sua stanzetta, cercando di farla dormire visto che stava crollando. Con lui non riusciva sempre ad addormentarsi la sera, ma quella volta era proprio stanca. La mise giù e si sedette a terra, da parte al suo lettino, accarezzandole i boccoli biondi e la schiena "Non so proprio cosa devo fare con la mamma, lo sai?" disse, più a se stesso che a lei, che lo guardava con gli occhietti chiari mentre con la testa appoggiata al cuscino e il pollice in bocca, si chiedeva cosa mai stesse dicendo "io vorrei proprio che le cose funzionassero, ma mi sembra una cosa così grande da non riuscire proprio a farcela" scosse la testa, stava sfogando le sue frustrazioni con sua figlia, era assurdo! Fece per alzarsi, quando notò qualcosa che spuntava da sotto il materasso. Tirò l'angolo, e la vide. Era una foto. Una foto che ritraeva Cloe, Michelle e Izzy seduti a terra e stretti davanti ad un albero di Natale. Sembravano... anzi, erano una vera famiglia. Michelle aveva allungato il collo curiosa, sporgendosi per vedere cosa il biondo tenesse in mano. Quando vide la foto indicò con il ditino Izzy "Papà" disse semplicemente, facendo capire al suo vero padre che aveva di fronte, quello che lui fino ad allora aveva cercato in tutti i modi di nascondersi.

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Capitolo 59
*** 59 ***


Quando rientrò quella sera, un po' più tardi del solito. Michelle stava già dormendo. Duff l'accolse come al solito con un gran sorriso, forse ancora più grande vedendola con quel vestito nuovo, messa in tiro per chissà cosa "Hey, sei uno splendore" da tempo non la vedeva così curata.
"Grazie... ho pensato di fare un po' di shoopping"
"Hai fatto benissimo"
"Spero che Michy non ti abbia stancato troppo"
"Naaa... è crollata prima lei... bè, come sempre non ne voleva sapere di addormentarsi col sottoscritto, ma era così stanca che alla fine ha ceduto... hai mangiato?"
"Si"
Duff la osservò mentre si sfilava il soprabito, e sistemava le sue cose. Sembrava diversa. Era felice che si fosse presa un po' di tempo per se stessa, ma c'era qualcosa che non andava. La stava ancora osservando quando la vide avanzare verso di lui, ancheggiando suadentemente. Un po' troppo per la verità. Gli sorrise, e quando fu davanti a lui si sedette sulle sue gambe facendosi spazio tra le sue braccia. Rispose al suo sorriso allacciando le braccia alla sua vita tirandola meglio contro di se "Sei in vena di coccole?"
"mmm... forse..." mormorò in risposta. Era intenzionata a dare una svolta al loro rapporto, perchè così non potevano andare avanti. Era inutile girarci attorno, il sesso era importante tanto quanto i sentimenti. Ed era giusto dare spazio anche a quello. Duff ne aveva bisogno, e in fondo anche lei. Immerse il viso nel suo collo, baciandolo lentamente, solleticandogli la pelle con la punta del naso. Aveva ancora il suo buon profumo, quello non era mai cambiato.
Duff sorrise sentendola così vicino, e le accarezzò piano le gambe e un fianco. Sentì i suoi baci farsi più audaci, risalire la mascella e catturargli le labbra in un lungo e profondo bacio, di quelli che da tanto tempo non si davano. Quando si staccarono la guardò stranito. Forse aveva frainteso, ma le sembrava diversa rispetto a tutte le altre sere in cui aveva tentato un approccio "Che succede?" chiese sorridendo.
Cloe roteò gli occhi inarcando le labbra in un sorrisetto furbo "Succede che ho voglia di stare con te stasera... sempre che ti vada ancora"
Che domande... a lui andava sempre! Si morse il labbro facendo scorrere lentamente le mano sotto al bordo della sua maglietta, come a testare la sua reazione. Bè, le altre volte si scansava quasi subito, era già buona cosa che fosse riuscito ad arrivare al suo seno, lo accarezzò piano vedendola sospirare "Certo che mi va" la tirò di nuovo contro dise baciandola con ritrovato ardore, permettendole di sistemarsi meglio a cavalcioni su di lui. Infilò una mano tra i suoi capelli, stringendoglieli alla nuca per tenerle il viso contro al suo, mentre con l'altra mano le spingeva il bacino contro. Si sollevò facendole allacciare le gambe alla vita, prendendola in braccio per andare piuttosto velocemente in camera. Aveva quasi fretta, come se temesse che quel momento potesse spezzarsi da un istante all'altro, e lei cambiare idea. La fece ricadere sul letto mettendocisi sopra, baciandola con foga e voglia, accarezzando quel corpo che in fondo gli era mancato anche se non era più lei la donna che amava davvero, e lei rispondeva alle sue carezze, ai suoi baci, finalmente di nuovo arrendevole tra le sue braccia. Non seppe di preciso cosa lo bloccò, proprio quando lei ribaltò le posizioni. Gli aveva levato la maglietta e stava inziando la sua lenta discesa sul suo corpo. Fu un lampo, un pensiero improvviso, ma l'immagine di poche ore prima, quella foto, e quell'unica parola detta da Michelle, furono più forti di ogni desiderio carnale e passione che provava in quel momento  "Cloe, aspetta" la fermò, prendendole delicatamente le braccia per staccarla da sè. La vide guardarlo interrogativa "è bellissimo" disse, pechè sapeva che lei si stava chiedendo se stava sbagliando, se non gli piaceva ciò che stava facendo "ma... non è giusto"
Cloe lo guardò stupita. Aveva passato settimane d'inferno cercando di farla scioglire, ed ora che lei gli si stava concedendo di sua spontanea volontà, era lui a tirarsi indietro. Non ci capiva nulla "Che succede? Ho sbagliato qualcosa, ho..."
"No! No piccola, certo che no... sei fantastica, e ti desidero da impazzire, davvero" la rassicurò sincero mettendosi seduto "ma è successa una cosa oggi, una cosa che mi ha fatto capire quanto tutto questo sia assurdo"
"Cosa?" la stava impaurendo così, non sapeva cosa aspettarsi, ma aveva l'impressione che non si trattasse di nulla di buono.
Duff ravanò nella tasca posteriore dei jeans tirando fuori e mostrandole quella foto "L'ho trovata per caso sotto al materasso di Michelle..."
La prese in mano, sentendo il flusso dei ricordi travolgerla "Io... non so come ci sia finita"
"Non importa... quello che importa è che quando Michy l'ha vista ha indicato Izzy, e l'ha chiamato papà... papà, capisci? E' suo padre, per lei Izzy è il suo papà, non io"
Cloe sentì un tonfo al cuore, lo sentì pesante, come se un macigno gli fosse caduto addosso "Mi dispiace Duff... mi dispiace tanto... ma è una bambina, lei... non capisce..." cercò di dire con voce strozzata, pensando che il biondo fosse arrabbiato per quella cosa.
"No invece, capisce benissimo, e anche più di noi" sarebbe stato difficle e doloroso per lui dirle quelle cose, ma era necessario, per tutti. Le prese il viso tra le mani alzandolo, obbligandola a guardarlo. Era sul punto di piangere, così le baciò la fronte per farle capire che non era arrabbiato "ci stiamo ostinando a vivere una vita che nessuno dei due vuole davvero... e sono stato un idiota a cercare in tutti questi mesi di riconquistarti ad ogni costo, e farmi accettare da Michelle come suo padre. Volevo solo fare la cosa giusta, credevo che lo fosse, ma mi sbagliavo... Sarò anche il padre biologico di Michelle, ma di fatto non sono molto più di un compagno di giochi per lei. Non l'ho vista nascere, non l'ho vista fare i primi passi, non l'ho cresciuta... è stato Izzy a fare tutto questo... e di fatto, è lui suo padre... e tu lo ami, come io amo Susan, e vorrei tornare da lei"
Stava dicendo sul serio? La stava abbandonando forse?! "Tu... te ne vuoi andare?!" esclamò presa dal panico. Sentì la confortante stretta della mani di Duff sulle sue spalle "Non me ne andrò se mi chiederai di restare con voi, non farei mai nulla che ti faccia soffrire ancora... ma solo se è quello che vuoi, guardami e dimmi che vuoi me, che non pensi più a Izzy, che vuoi una famiglia con me... dillo e io rimarrò con te e Michelle per sempre" sapeva che non l'avrebbe mai detto, non gli avrebbe mentito. Difatti vide i suoi occhi vacillare, e la sua bocca tacere a quella richiesta. Le sorrise accarezzandole le braccia "Non credi che sia stupido crescere Michelle tra le menzogne e costruire una famiglia basata su una bugia? Nessuno di noi è davvero felice Cloe, ne te, ne io, nemmeno Izzy e Susan che si sono trovati in mezzo loro malgrado, e nemmeno Michelle lo è... sente che qualcosa non va, e le manca Izzy"
Sapeva che c'era molta più verità in quelle parole che negli ultimi mesi delle loro vite. Sapeva quanto Izzy mancasse a Michelle. Mancava terribilemnte anche a lei. Erronemente tutti loro avevano pensato che tenere in piedi quella specie di famiglia fosse la cosa giusta da fare. Che sciocchi erano stati "Abbiamo fatto un grosso sbaglio vero?"
"A fin di bene... ma ora abbiamo capito"
"Cosa faremo adesso?"
"Per prima cosa domani vi compro dei biglietti per l'Indiana" Cloe lo guardò con gli occhi spalancati "devi parlare con lui"
"E tu?"
"Spero che Susan non mi cacci da casa" sorrise, tornando subito serio "senti, non voglio sembrare uno stronzo, ci ho pensato tutta la sera, e sono convinto che la soluzione sia una sola"
"Quale?"
"Voglio bene a Michelle, e per quanto mi riguarda sarà sempre mia figlia. E proprio per questo voglio che abbia una vita normale e felice, senza genitori separati, famiglie allargate e cazzate del genere. Credo che la cosa migliore per lei si avere una famiglia unita e serena, in tutto e per tutto" era un discorso contorto, e Cloe lo guardava un po' smarrita, così decise di parlare chiaro "credo che la cosa più giusta per lei sia che Izzy la riconoscesse come sua figlia"
"Cosa?!" urlò lei, quella non se la aspettava proprio!
"Non voglio liberarmi di lei, le starò vicino come posso, e ci sarò sempre quando avrete bisogno di qualsiaisi cosa. Ma siamo onesti Cloe, in tutte queste settimane non si è mai legata davvero a me, non mi vede come papà, non lo farà mai! E mi odierà soltando quando scoprirà il casino che ho fatto con voi... e non voglio che mi odi"
"Lei non ti odia"
"Lo farà... crescerà con te e con Izzy, ma che le dirai quando ti chiederà perchè non ha il suo cognome, o perchè io sarò sempre di mezzo? Le dirai la verità? La capirebbe? Le dirai che eravamo così fatti da scoparti in tre, che non sapevi chi di noi fosse il padre? Con che faccia la guarderò quando saprà che non ho saputo della sua esistenza per anni, di quanto sono stato stupido ed egoista tanto da farti allontanare da me, che sono scappato come un codardo quando ho saputo della sua esistenza?"
Era rimasta senza parole. Inizialmente aveva pensato che Duff volesse sbarazzarsi di loro ma ora aveva capito che non era così. Lui ci sarebbe sempre stato, ma non poteva essere il padre di Michelle. Non la sentiva sua figlia, e stava male a pensarlo, lo consoceva troppo bene, ma di fatto era così. E aveva ragione su tutto. Come avrebbe potuto un giorno spiegare a sua figlia cos'era successo? Dirle  che era stata concepita per caso, in una notte di follia? L'avrebbe odiata. Avrebbe odiato tutti loro. Duff le stava dando l'opportunità di una vita felice, di una vera famiglia. E gli costava, lo sapeva. Glie lo leggeva in faccia. Voleva provvedere a loro nel migliore dei modi, e il modo migliore per proteggerle e farle felice era paradossalmente quello di levarsi di mezzo e lasciarle ad un altro uomo.
Lo guardò cercando di non piangere, non voleva gravarlo anche di quello "Sei sicuro? non voglio che ti sento obbligato a farlo... so quanto ti costa"
"Voglio vedervi felici Cloe, solo questo... con me non lo siete... e non credo che il fatto che abbia il mio dna mi renda più padre di quanto non lo sia Izzy... è solo sangue, lui ha fatto ben altro"
Sorrise tirata appoggiando la fronte alla sua lasciando che qualche lacrima sfuggisse al suo controllo "Vorrei... vorrei non aver mai fatto tutto questo casino Michael"
Lui la strinse sorridendole forse finalmente sereno, perchè ora le cose si sarebbero sistemate, o almeno ci sperava "Se non lo avessimo fatto non avresti Michelle adesso"
"Già" rispose ancora sorridendo stringendosi forte a lui. Erano molto più vicini adesso di quanto non lo fossero mai stati in quegli ultimi tempi. Lo sentì indugiare sul suo viso, asciugandole una lacrima con le labbra, e accarezzandole dolcemete la schiena "Vuoi... vuoi restare con me lo stesso questa notte?" chiese in un soffio. Sarebbe stata la loro prima volta dopo anni, e per assurdo anche l'ultima.
Duff si staccò da lei, sentendosi più leggero, anche se quel sacrificio gli sarebbe pesato per molto, molto tempo "Non desidero altro" rispose baciandola, spingendola piano sul materasso, stendendosi al suo fianco.

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Capitolo 60
*** 60 ***


Hem... buongiorno :'D
Sono tornata? Si, bè... almeno per ora. Ho sempre detto che non avevo abbandonato le mie storie, dovevo solo avere tempo per pensare, scrivere e finirle. Non dico che ora lo farò più spesso, ma insomma, questo è quello che per il mome nto sono riusicta a fare. Non è lungo, e ci ho messo un po' a finirlo tra una cosa e l'altra, purtroppo. Considerando che se non le abbandono è solo grazie a voi, che leggete, commentate e mi mandate continuamente messaggi chiedendomi se aggiorno, se continuo, e mi esorate a non mollare, non posso che ringraziarvi di cuore per l'affetto e il sostegno che mi mostrate dopo così tanto tempo, sono davvero senza parole, giuro <3
Posso solo dire grazie di cuore a tutte voi. E vi chiedo scuasa se vi lascio con così poco, ma il prossimo capitolo spero venga fuori ad una distanza più ragionevole, abbiate pazienza, e continuate a sperare... un abbraccio virtuale a tutte.

Lau

***

Izzy guardava da minuti interi fuori dalla finestra, seduto sul davanzale della sua camera. Le gocce di pioggia si infrangevano sul vetro formando delle lunghe striature punteggiate, che seguiva con lo sguardo annoiato e stanco. Sbuffò. Maledetta insonnia. Aveva un sonno fottuto e non gli riusciva di dormire decentemente per più die qualche ora di fila. Solo quando sentì dei movimenti dietro di lui voltò il viso guardando in direzione del suo letto.
“Ben svegliato” disse con un leggero sorriso, tastandosi le tasche in cerca di una sigaretta.
“Ti deciderai mai a dormire con me per una notte intera?”
Izzy soffermò il suo sguardo sul rosso, che nudo giaceva in quel groviglio di coperte “Giuro che lo vorrei tanto Bill, ma non riesco a dormire, è come se avessi un qualcosa perennemente che mi frulla in testa senza darmi tregua”
“Hum… bè, dovresti fare qualcosa per questa insonnia, sei uno straccio”
“Oh grazie” rispose avvicinandosi e sedendosi sul bordo del letto.
“Hai delle occhiaie degne di uno zombie, e sei pallido come la morte”
“Bill, se non la smetti di caccio fuori a calci in culo”
“Ma piove! E fa freddo” si lagnò attaccandosi a lui da dietro “Non puoi farlo”
“Non mettermi alla prova” scherzò il more dandogli uno strattone per levarselo di dosso, infilandosi una camicia e chiudendosi in bagno per una doccia.
“Vengo a lavarti la schiena se vuoi!” urlò Axl, ancora sdraiato.
“Fottiti!”

Era ancora così tra loro, dopo tanti anni, dopo tante liti e tante riappacificazioni. Acl e Izzy ancora insieme, ancora amici, inseparabili, fratelli. L’unico paletto che Izzy aveva messo alla loro amicizia, riguardava il sesso. Accettava scherzi, giochi, qualche bacio di tanto in tanto, potevano dormire abbracciati, e Axl aveva ancora il vizio di dormire nudo, ma niente più sesso. Non l’avrebbe sopportato. Era convinto che quello avesse logorato il loro rapporto più del dovuto. E poi, Izzy non aveva ancora liberato il posto che nel suo cuore era ancora occupato da Cloe. Ci pensava sempre, ogni giorno. A lei e alla piccola Michelle. Entrambe gli mancavano da morire. Inizialmente Axl l’aveva deriso, dandogli dello stupido, ma poi , come sempre, aveva capito, e gli era stato vicino. Certo non avrebbe mai ammesso che gli spiaceva per lui, e che avrebbe voluto vederlo felice, anche se con qualcuno che non era lui. No, Axl aveva conservato quel carattere spigoloso, egocentrico e a tratti stronzo che l’aveva sempre fatto odiare da un sacco di persone. Forse l’aveva solo limato un po’. Con gli anni.
 

L’Indiana era più fredda di quel che pensava in quella stagione. Chiuse per bene il cappottino rosa di Michelle e la sistemò meglio sulle sue gambe. Era stato un saluto difficile quello con Duff, più difficile di quello che pensava. Voleva bene al biondo, e Michelle era sua figlia dopotutto. Ma per una volta si erano comportati da adulti, pensando alla cosa più giusta da fare, a quello che volevano, che li avrebbe resi felici, e che di conseguenza avrebbe reso felice la piccola testolina bionda, che ora guardava fuori dal finestrino curiosa.
Non sapeva come sarebbe andata, non sapeva come Izzy avrebbe reagito. A dire il vero, non sapeva nemmeno se l‘avrebbe trovato a casa. Magari aveva cambiato indirizzo e quello che Duff le aveva dato ora era vuoto. Sospirò cercando di pensare a qualcosa di bello. Tirò fuori dalla tasca quella foto ormai stropicciata, e le scappò un sorriso. La fece vedere a Michelle “Ti manca?”
“Paaaa-pà” disse lei battendo le manine.
Cloe voleva solo piangere. Aveva davvero sbagliato tutto con lei, con Duff , con Izzy. Sperò solo che non fosse troppo tardi per rimediare. Duff le aveva detto che non avrebbe detto nulla a Susan finchè non fosse stato sicuro che le cose con Izzy si fossero sistemate. In caso contrario l’avrebbe trovato a casa al ritorno, pronto ad abbracciarla, a confortarla e proseguire con lei quello che avevano maldestralmente iniziato. Ma non glie lo avrebbe permesso. Poteva occuparsi di Michelle, ma era con Susan che doveva stare. Lei se la sarebbe cavata.
“Siamo arrivati signorina” la voce del taxista le arrivò lontana talmente era immersa nei suoi pensieri.
“Come?”
Siamo arrivati, ecco… quello è il numero  12“ disse l’uomo indicando una casa bianca tra altre due colorate. La casa di Izzy, ammesso che lo fosse ancora.
Pagò e scese prendendo la bimba in braccio. Le tremavano le gambe “Hai una mamma davvero stupida lo sai? Siamo venuti fin qui, e adesso vorrei solo darmela a gambe” disse guardandosi attorno un po’ smarrita. Avrebbe voluto chiamare Duff e sentire la sua voce confortante che le diceva di andare avanti, e che sarebbe andato tutto bene “Ok, ormai siamo qui…” disse tra se attraversando la strada, trovandosi proprio di fronte al piccolo giardino ben curato che circondava l’ingresso dell’abitazione.
‘Isbell’ lesse sulla casella della posta. Era ancora la sua casa. Istintivamente le labbra le si inarcarono in un sorriso, in cui ripose tutte le sue speranze.
Prima di suonare fece scendere Michelle, iniziava a diventare pesante. Si accovacciò davanti a lei e le sistemò i capelli e il cappottino ”Devi essere bella sai? Rivedremo Izzy” disse emozionata, gli occhi che si inumidivano anche senza volerlo. Non doveva piangere! Tirò su con il naso e prese un profondo respiro, rialzandosi e facendosi coraggio, dando alla piccola la mano. Suonò il campanello. Il cuore le si fermò per un istante, finchè non sentì la serratura scattare, e allora prese a battere furiosamente.
“Si? Chi cavolo...” Izzy era ancora sotto alla doccia, così fu Axl a scendere ed aprire.
Il sorriso sulla faccia di Cloe si tramutò in un espressione indecifrabile, sorpresa, mista a qualcosa che nemmeno lei sapeva definire. Gelo. Cosa ci faceva Axl con Izzy? Di nuovo?
Axl era rimasto imbambolato per diversi secondi prima di riuscire a spiccicare parola. L’aveva riconosciuta subito, il tempo non aveva svilito la sua bellezza semplice e genuina “E tu che diavolo ci fai qui?” gli uscì più sgarbato di quello che voleva, a dire il vero.
“Io… io…” balbettò. Voleva solo andarsene adesso, sapeva che Izzy era li, ma c’era anche Axl e questo la diceva lunga su come il loro rapporto fosse proseguito nel tempo.
“Tu… cosa? Forse la figlia di Duff parla di più, mmm?” fece da vero stronzo, colpendola dritto al petto. Già, la figlia di Duff. Era tutto molto chiaro, ora. Non c’era più spazio per loro nella vita di Izzy. Si sentì così stupida… prese in braccio Michelle, e senza dire nulla, voltò le spalle al rosso e ripercorse a grandi passi il vialetto d’ingresso.
 

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