Miss Malfoy di roxy_black (/viewuser.php?uid=61794)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Miss Amanda ***
Capitolo 2: *** Meravigliosa ***
Capitolo 3: *** Cuore tenero ***
Capitolo 4: *** L'Anello ***
Capitolo 5: *** Ricordi ***
Capitolo 6: *** Fiducia ***
Capitolo 7: *** Tu sei unica ***
Capitolo 8: *** Dormi... ***
Capitolo 9: *** 14 febbraio ***
Capitolo 10: *** Ricatto allettante ***
Capitolo 11: *** La gentaglia di Hogwarts ***
Capitolo 12: *** Il vestito ***
Capitolo 13: *** La lettera ***
Capitolo 14: *** Sorpresa e pace ***
Capitolo 15: *** Per sempre ***
Capitolo 16: *** Prove generali ***
Capitolo 17: *** 3 anni dopo... ***
Capitolo 1 *** Miss Amanda ***
NOTE
AUTRICE
Sto rivedendo questa storia, correggendo dove ritengo
necessario o
reintegrando con nuovi scenari. Anche se la storia rimane
pressoché la stessa,
gli scenari possono mutare..
Vi chiedo fiducia per una fan fiction che anni fa mi ha appassionato
come non
mai.
***
Stazione
di King's
Cross, binario
9 ¾
Non
era
agitata, entusiasta oppure disperata, era abbastanza tranquilla in
confronto a
tutti gli altri ragazzini nella stazione. Erano in ritardo
però. La maggior
parte degli studenti erano già saliti sul treno, tranne
alcuni ritardatari,
come una bambina che sorrideva alla madre per rincuorarla e per
trasmetterle
fiducia, perchè non era un addio ma solo un inizio di un
viaggio. La donna
fissava quel treno con una morsa allo stomaco, non conosceva Hogwarts
poteva
solo attenersi ai racconti che aveva sentito o letto nei libri, non
voleva
lasciare la sua unica figlia sola, non l'aveva mai lasciata, c'era
sempre stata
per lei ed era come se un piccolo pezzo del suo cuore se ne andasse con
quel
treno. Dopo aver stretto tra le braccia la figlia un'ultima
volta, la
donna guardò la sua bambina salire nella carrozza e delle
silenziose lacrime
scesero a bagnarle il volto, la sua bambina stava crescendo.
Tutti gli scompartimenti erano occupati. Se fosse partita prima avrebbe
trovato
di sicuro posto, ma la madre quella mattina era stata poco
collaborativa, come
se non volesse lasciarla andare e forse quella era la verità
effettiva.
Sbuffando la ragazzina continuò a procedere con il bagaglio
appresso, era quasi
arrivata alla fine del vagone quando individuò una cabina.
Ecco, lì c’è uno
scompartimento non del tutto occupato: c'è un posto libero
per fortuna! Pensò entrando.
“Posso?”, chiese con un sorriso stampato sulle
labbra: aveva imparato che se
una persona faceva una buona impressione al primo colpo poi tutto era
discesa.
“Certo, siediti pure”, rispose un ragazzo
ricambiando il sorriso e invitandola
a mettersi comoda.
In quello scompartimento, compresa lei, erano in sei. Il
ragazzino che le
aveva risposto, era seduto proprio accanto a lei. Era alto e doveva
avere
qualche anno in più della ragazza, i suoi capelli
erano neri, lunghi quasi
fino alle spalle e tenuti indietro in modo da lasciar scoperta la
fronte. Tutto
sommato era molto affascinate e il suo sguardo era ancor più
fosco della chioma
nera.
Di fronte a lei, c'era una ragazza di sicuro più grande,
molto bella: alta e
magra, con capelli voluminosi e di un biondo brillante. La ragazzina
notò
subito l'espressione ostile che le stava dedicando, ma non
considerandola una
potenziale minaccia non indagò oltre. La giovane non poteva
sapere che quella
bellissima ragazza era gelosa di lei, solo per il sorriso che il moro
le aveva
rivolto all'inizio.
I minuti seguenti trascorsero piuttosto serenamente, tutti si
conoscevano in
quello scompartimento, tranne lei ovviamente, che in silenzio ascoltava
e se
interpellata rispondeva a monosillabi. Per passare il tempo, quindi,
aveva
tirato fuori un libro e aveva iniziato a leggerlo: era sempre stata
un’amante
della lettura come della scrittura. Quel libro era un regalo del padre,
che
sperava che si affezionasse anche a letture più complesse e
che accantonasse
quei volumi che lui considerava solo utili per essere dei ferma carte.
Il testo
che stringeva tra le mani narrava la vita di un licantropo e della sua
lotta
contro il mondo, combattuta tra il desiderio di cominciare una
nuova vita
o liberare per sempre i suoi istinti infimi. Non si parlava di storie
d’amore,
d'intrighi e di passione, per il dispiacere della ragazza, che lo
leggeva solo
per dimostrare al padre che sarebbe riuscita a finirlo. Ad un certo
punto fu
distratta da una violenta esclamazione che la fece sobbalzare. Si
girò
preoccupata, senza sapere con chi avesse a che fare.
“Che è successo?”, chiese la ragazzina
allarmata.
“Non ci siamo nemmeno presentati!” rispose quel
ragazzo che stava accanto al
finestrino, guardandola sconvolto e divertito allo stesso tempo.
Mah è scemo? “Ed è per questo
che hai urlato?” chiese scettica.
“Io mi chiamo James, James Potter”, si
presentò, ignorando la sua domanda.
A
catena,
intervennero tutti gli altri: così conobbe Louise Weasley,
quella bellissima
ragazza che, per qualche strano motivo, sembrava odiarla; Matt Black,
seduto
tra lei e James; e infine Fred e Roxane Weasley, due gemelli dai
capelli
rossicci.
Come sospettava dall’inizio, erano tutti imparentati tra
loro, tranne per quel
affascinante ragazzo di nome Matt. Adesso era il suo turno:
“Io sono Amanda,
piacere di avere fatto la vostra conoscenza”, si
presentò con un sorriso
tirato, in quel momento non riusciva a far di meglio.
“Hai anche un cognome, miss Amanda?” la
canzonò divertito James.
Non capiva cosa ci fosse di così divertente, forse il fatto
che tutti si
fossero presentati con nome e cognome e lei solo con il nome.
“I cognomi servono relativamente a poco quando si fa
conoscenza con altre
persone. Solo nel caso in cui qualcun altro portasse il mio stesso nome
avrei potuto
dirti il mio cognome, però nessuno qui si chiama Amanda come
me, e per giunta
io non reputo importante il cognome, però se proprio vi
incuriosisce così tanto
ve lo dirò: è Ventura”.
Dopo una pausa di qualche secondo tutti scoppiarono a ridere, si era
appena
appuntata da sola la spilla con scritto 'Sono di un altro universo e so
di
esserlo', così il pomeriggio passò sereno tra
scherzi vari e discorsi
tutt’altro che seri.
Arrivò
il
momento in cui Louise tirò fuori la faccenda dello
smistamento, ch per lei non
era più un problema essendo al terzo anno. Tra di loro solo
lei e James erano
dei novellini e a sentire quest'ultimo lui già si vantava
del fatto che
ovviamente sarebbe finito a Grifondoro, per onorare la famiglia e altre
baggianate simili. In quello scompartimento tutti erano Grifondoro
tranne
Louise che era una Corvonero, ma non sembrava a disagio per quello, ne
andava
ben fiera.
“Hai delle
preferenze?” le domandò Matt. Il gruppo si era
girato a guardarla aspettando
una delle sue risposte senza senso e furono accontentati a dovere.
“Non fa differenza, una Casa vale l’altra
dopotutto! S’imparano forse cose
diverse se vai in una Casa o in un’altra? I professori sono
diversi? Ci sono
orari più pesanti o più leggeri? Questo
è il mio parere e…” ad un certo punto
si fermò perchè Louise, che ad ogni
secondo che passava le stava sempre
più antipatica, aveva mormorato un 'oh Merlino taci'.
Avrebbe voluto
risponderle a dovere, ma non era il tipo. Si limitò a
fissarla, senza alcuna
ostilità: solo puntarle addosso gli occhi senza trasmettere
alcuna emozione. A
interrompere quei lanci di sguardi fu James, che insistette
perchè terminasse
il discorso, intuendo la tensione che si stava accumulando.
“Come ho già detto, non fa differenza. Mia mamma
sostiene che potrei benissimo
stare in tutte e tre le case.”
“Le case sono quattro” la rimbeccò...
potete immaginare chi.
“Ne sono consapevole, ma lei non conta i Serpeverde, ne
è spaventata a morte,
non vorrebbe mai che un giorno perdessi il naso alla ricerca di qualche
potere
Oscuro, quindi la casa dell'uomo nero è esclusa ”
disse ridendo alle sue ultime
parole.
“La casa dell’uomo nero!!! Ahahah!” le
fece eco Potter, anche gli altri si
unirono ridendo e pure Louise si concesse un sorrisino che nascondeva
una
favolosa risata.
“Tua mamma, a quanto pare, non ama quella casa. E' stata una
Grifondoro, vero?” la
interrogò Matt.
“No, lei non ha frequentato Hogwarts. Il motivo per cui non
si è affezionata
a quella Casata è per via di mia nonna, che ne ha parlato
troppo bene. E tutto
quello che è bene per mia nonna, è male per mia
mamma”.
“Capisco. E quindi tutte tranne Serpeverde?”
“Ehm… no, potrei prenderla anche in
considerazione. Mia mamma starà male per un
po' ma le passerà! E così farei felice anche mia
nonna! Sarebbe perfetta per
accontentare tutta la mia famiglia, ma lascerò che sia il
Capello a decidere”.
“Spero tanto che il Cappello ti smisti a Grifondoro...
sarebbe un onore
averti nella nostra casa” le sussurrò
Matt all'orecchio. Amanda gli
concesse per la prima volta uno dei suoi splendidi sorrisi. Quei
sorrisi che
sarebbero diventati, un giorno, una cosa rara.
***
Vecchio
messaggio:
Nota
di
autrice:
Oh
mamma mia
ho impostato il mio primo capitolo, sono emozionatissima!Allora ditemi
che ne
pensate, se la storia vi piace o no, in questo capitolo non
è successo nulla di
particolare, ci sono dei nuovi personaggi come la protagonista
inventata da me
Amanda e Matt anche lui una mia creazione.
Baci
Roxy
|
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Capitolo 2 *** Meravigliosa ***
3 CAPITOLO
Hogwarts? Meravigliosa. Quello si che era un’aggettivo
per quel magnifico castello. Amanda stava ammirando il bellissimo incantato cielo
stellato della Sala. Tra pochi minuti ci sarebbe stato lo smistamento e tutti
quei ragazzini terrorizzati, e allo stesso tempo entusiasti, non aspettavano
altro. Dopo che il vice-preside, il professore di incantesimi Holles, fece
tacere i primini, srotolò una lunga pergamena che racchiudeva tutti i nomi
degli alunni di quell’anno.
Vennero smistati moltissimi quell’anno, come: “Morgan,
Angel” in Corvonero, “Finnigan, Alice” in Grifondoro e “Franov, Alessia” in Serpeverde,
una ragazzina che con fare un po’ impaurito si era avvicinata al
Cappello. Paciock Alicia, smistata in Tassorosso, quando era salita sullo
sgabello era inciampata, scatenando molte risate, rossa in viso poi si era
messa il capello sperando in una casa che poi non l’avesse presa in giro. Fu
accontentata, andò a sedersi con i Tassorosso che la accolsero molto
calorosamente e le chiesero se prima si fosse fatta male. Era la prima e unica
figlia dei Paciock, suo padre era il professore di erbologia Nevil Paciock.
Anche il suo cognome era conosciuto, oltre al fatto che suo padre fosse uno
degli insegnanti, c’era anche da dire ed evidenziare bene che egli aveva
lottato contro Voldemort insieme al Bambino Sopravvissuto, anche lui una
leggenda.
"Lysander Scamandro" in Corvonero, famoso anche lui grazie alla madre, e
non nel campo del lavoro che svolgeva, ma perché in gioventù aveva combattuto
al fianco di Harry Potter per sconfiggere il mago Oscuro più famoso degli
ultimi decenni. Gioviale, studioso come il padre e curioso come la madre, per
lui quella casa era il massimo. Capelli corti e biondi, con occhi di color
castano chiaro, basso e anche un po’ cicciottello, si sedette vicino al
fratello, Lorcan, quasi identico a lui e iniziarono a parlare di argomenti
normali per loro, ma se qualcuno li avesse sentiti si sarebbe chiesto se
parlassero un’altra lingua.
“Malfoy Scorpius” in Serpeverde, capelli biondi
chiaro, occhi grigi, carnagione chiarissima, che camminava dritto con il mento
leggermente all’insù. Come se volesse accentuare la sua, secondo il suo parere,
superiorità. Era conosciutissimo, non che avesse fatto qualcosa in particolare,
ma chi non conosceva la famiglia Purosangue Malfoy, comunemente associata ai
Mangiamorte? Anche se erano state trovate prove del suo servizio da
Mangiamorte, la famiglia Malfoy non era mai stata condannata alla prigionia, ma
furono costretti, invece, a pagare una grande cifra di denaro, cosa che per
loro non era affatto un problema.
“Potter James” in Grifondoro, per lui valeva
lo stesso discorso: il cognome diceva già tutto. Capelli neri, tutti
scompigliati, per non parlare del ciuffo, occhi marroni, identico al nonno. Le
sue labbra si dipinsero in un ghigno, quando il capello urlò Grifondoro, si era
già montato la testa, aveva mille progetti e piani contro i Serpeverde. Poi
vennero chiamati molti altri, ma infine arrivò anche il turno di una giovane e
sorridente ragazzina.
“Vegas Amanda Rosali Mira“chiamò il professor Holles.
Un nome così lungo e pieno di importanti significati.
La ragazzina era serena, si chiedeva la causa di tutta
quella agitazione tra i suoi futuri compagni.
“Bene, bene, chi abbiamo qua…ah!” disse la vocina del
Capello “Molto talento si... intelligente, perfetta per Corvonero, leale sempre
pronta a tutto, Tassorosso? Coraggio certo ma… mi hai confuso, ma era logico
che… SERPEVERDE!” applausi dalla sua casa e per il resto vari schiamazzi e insulti
(come succedeva di solito per chi veniva smistato nella casa delle serpi). Ma
un semplice cenno, fece ammutolire tutte le tre case. Quel comando venne
eseguito da parte di una persona molto importante nella scuola e non mi
riferisco alla preside o a un altro professore. Lui lì era popolare, quello che
diceva era legge, era invidiato da tutti, amato dalle ragazze e ammirato dai ragazzi.
Amanda si sedette nel primo posto libero che vide. Era
molto carina, forse un po’ bassa rispetto agli altri, snella, capelli biondi
con dei riflessi dorati, occhi color del mare in tempesta con lievi sfumature
viola, aveva la pelle chiara e le labbra carnose, che facevano venire
l’acquolina a chiunque, e se piegate in un riso faceva sorridere di cuore.
Le sarebbe piaciuta quella scuola, ma una specie di
presentimento le diceva che la sua vita sarebbe cambiata radicalmente, da quel
giorno.
Nota autrice:
Eccomi qua! Ringrazio chi ha recensito o a chi ha semplicemente
letto. Questo capitolo mi è venuto particolarmente corto, prometto che scriverò
di più nei prossimi.
Baci Roxy (dato che siete
qui perché non lasciate una recensione?)
|
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Capitolo 3 *** Cuore tenero ***
3 capite
La mattina
stava già sorgendo, dalla finestra sbucavano i primi raggi di sole che
risplendevano sulle coperte di seta, verde smeraldo.
Fu la prima a
svegliarsi quella mattina, le sue compagne di stanza, Alessia, Kirsten e
Victoria, ronfavano ancora beatamente nei loro letti a
baldacchino.
Si diresse al
bagno, ci mise poco a prepararsi, non era una che dava molta importanza al suo
aspetto, era una ragazza acqua e sapone insomma.
Appena uscì
dal bagno, incontrò Alessia che stava proprio per bussare alla
porta.
La sera prima
aveva avuto una buona impressione sul suo conto, le era apparsa spontanea,
vivace e anche un po’ pazzerella, ma ora non pareva minimamente una di queste
cose. Sembrava un cadavere ambulante a dirla tutta.
“Dormito male
stanotte? L’ansia del primo giorno?” azzardò guardandola divertita. Così trovò
un altro aggettivo: buffa.
“No, è
che…mattina…letto…castello” Amanda capì poco o niente di quello che stava
cercando di dirle: con la bocca impastata dal sonno, tra uno sbadiglio e
l’altro, era una cosa impossibile.
L’unica cosa
certa era che, se avesse dormito qualche ora in più, le sarebbe stato
utile.
Decise di
aspettarla perché non era sicura che ce l’avrebbe fatta ad arrivare in Sala
Grande per la colazione, sana e salva, nello stato in cui si
ritrovava.
Quando
arrivarò in Sala, quasi trascinando l'amica, percepì degli occhi che la stavano
fissando, le bruciavano sulla schiena. Si guardò intorno invano, prima di
lasciar perdere e sedersi.
La tavola era
ricca e imbandita di leccornie tutte prelibate. Amanda non si servì molto però,
quella mattina non aveva per niente fame. Forse era preoccupazione per la sua
prima lezione, ma c’era dell’altro: sospetto.
A volte senza
motivo aveva queste sensazioni, presagi che sembravano avvertirla di un evento
imminente.
La colazione
passò piuttosto calma: Amanda parlò un po’ con la sua nuova amica e per il resto
del tempo rifletté e fantasticò ad occhi aperti, cosa che faceva molto
spesso.
La sua pace
però venne turbata quando la compagna di stanza Victoria Zabini, pose a lei e
alla mezzo addormentata una domanda che la irritò non
poco.
“Siete
Purosangue?” più che una domanda sembrava una minaccia, se avesse detto di no,
chi sa come l’avrebbe presa? Trattandosi di quella ragazzina, che fin
dall’inizio le era sembrata altezzosa e distaccata, avrebbe reagito come un
gatto che vede il topolino.
Decise di
dire la verità, anche di quello che pensava.
“Io sì.
Consideri molto importante questo fatto, non è vero?” chiese con un cipiglio
alzato.
“Beh, certo!
Nella mia casa… - e lo disse come se davvero la casa fosse di sua proprietà -
…non vogliamo sporchi mezzosangue! In questi ultimi tempi, qualcuno è riuscito a
entrare, una vergogna. Bisognerebbe allontanare questa gente, anzi secondo me
bisognerebbe fare pulizia di tutta questa feccia!”. E' proprio una fanatica di
queste robe - pensò Amanda desolata - sembra mia nonna... Quante stupidaggini le
hanno messo in testa!
“Voi non mi
avete ancora risposto” così la Zabini si rivolse ad Alessia,
squadrandola.
“Purosangue,
certamente” rispose con un sorriso tirato, che fece insospettire alquanto
Amanda.
Poco dopo una
civetta grigia, alquanto famigliare, planò accanto ad Amanda e le porse una
lettera.
Solo in quel
momento si ricordò di non avere ancora scritto ai genitori e sperò che la madre
non si fosse arrabbiata.
Aprì la
busta, gialla del colore tipico di casa sua e iniziò a leggere.
Cara Amanda,
perché non ci hai ancora
scritto? Siamo preoccupatissimi (soprattutto io), mi avevi promesso che avresti
scritto subito dopo lo smistamento! E poi dici che sono io la smemorata di
famiglia! Dimmi, come stai? In che casa sei? Spero non in Serpeverde, non vorrei
vedere quella vecchia megera di tua nonna gioire. Ti danno da mangiare? La tua
stanza com’è? E le tue compagne si comportano bene? Hai conosciuto qualcuno? Mi
manchi da impazzire! La casa è così vuota senza di te. Rispondimi
immediatamente, non me ne frega se arrivi tardi alle lezioni, dovrai pur
informare tua madre! Adesso ti lascio o finisco per innervosire tuo padre. Noi
stiamo bene, ti mandiamo un bacione enorme, non sai quanto ti vogliamo
bene!
Con affetto
Mamma e papà
P.S.
Tuo padre dice che in
qualsiasi casa tu sia, è molto orgoglioso di te.
Scrisse
subito una lettera di risposta alla madre, solo lei sapeva che putiferio avrebbe
potuto combinare se non avesse avuto sue notizie.
Accennò solo
alla fine in quale casa era stata smistata, nella sua breve lettera ai genitori:
sperava che a sua madre non venisse un infarto.
Alla prima
ora per cominciare alla grande, ebbero Difesa Contro le Arti Oscure, la lezione
doveva svolgersi in un’aula nel terzo piano.
Erano tutti
un po’ agitati, nemmeno Amanda riusciva a nascondere quel briciolo di emozione.
La lezione era con i Grifondoro, casa nemica per eccellenza. Tutti loro messi
assieme facevano davvero un gran trambusto, a calmare tutti intervenne il
professore che portò subito l’ordine.
Lui si
posizionò in cattedra e dopo aver dato il permesso di sedersi agli alunni,
iniziò col presentarsi.
“Io sono il
professor Remus Lupin, spero che possiate imparare molto da me e che quello che
apprenderete vi possa essere utile per il futuro” concluse sorridendo
incoraggiante.
La lezione
non fu pratica, il professore fece un lungo discorso sull’importanza di quella
materia e infine assegnò un compito: dovevano spiegare, secondo loro, a cosa
sarebbe servito in futuro Difesa contro le Arti Oscure.
Amanda era
elettrizzata, non vedeva l’ora di scrivere quel tema, il professore le stava poi
molto simpatico e faceva bene il suo lavoro.
Passarono
così le altre lezioni e la ragazzina ebbe modo di conoscere gli insegnanti,
sapeva che avrebbe imparato molto da loro e questo la rendeva ancora più felice:
niente avrebbe potuto turbarla.
L’ultima e
per qualcuno sospirata ora, l’avrebbero avuta con Madama White, che avrebbe dato
a loro la prima lezione di volo. Prima per alcuni, si
intende.
Quando arrivò
nel campo con tutti i suoi compagni e, per la seconda volta in un giorno, con la
casa di Grifondoro, Amanda notò che più di qualcuno, li stava osservando. Non
era l’unica cosa strana: molti dei suoi compagni erano eccessivamente agitati.
Non ne capì subito il motivo vero e proprio, ma riuscì a darsi una risposta
quando, poco dopo, sentì due ragazzini che stavano parlando delle performance
che avrebbero eseguito in seguito, per attirare l’attenzione dei più grandi.
Essendo una
che afferrava le cose al volo, comprese immediatamente: quella
lezione era come un provino, chi avesse riscosso maggiore interesse tra le
persone appartate dietro alle colonne, sarebbe stato “selezionato” e sarebbe
andato a far parte della squadra di Quidditch.
Amanda non
era una professionista se si parlava di volare: sapeva librarsi in aria senza
cadere dalla scopa, fare qualche giretto, niente di più. L’altezza la metteva un
po’ a disagio.
Quando Madama
White diede ordine di posizionarsi vicino alla scope fornite in dotazione dalla
scuola, molti si precipitarono per accaparrarsi il manico meno difettoso.
Iniziarono così la lezione: con ragazzi che facevano scongiuri! Patetici, pensò
Amanda.
Gli alunni si
erano divisi in due file ordinate, da una parte Serpeverde e dall’altra
Grifondoro.
Lei si
ritrovava in mezzo, tra Alessia e uno dei ragazzini che avevano fatto gli
scongiuri. Davanti poi si ritrovò, niente popodimeno che James, che quando la
vide le rivolse un cenno sorridendo o ghignando, non lo capì bene. Che quello
fosse il suo sorriso di sempre? Non era molto importante al momento, ma lo erano
tutte quelle gallinelle che la guardavano come se avessero intenzione di
scagliarle una avada kedavra solo con lo sguardo.
Cominciaronon
col chiamare la propria scopa. Amanda, per fortuna, ci era riuscita al primo
colpo, non come la sua sfortunata amica che aveva aspettato più di qualche
minuto prima che il suo manico si decidesse a ubbidire.
“Bene, quando
vi darò il via, voi vi alzerete di qualche metro e quando vi avrò dato il
secondo segnale potrete partire con piccoli e lenti giretti. Almeno per
quest’anno, almeno voi non fate scempiaggini, non voglio nessuno in infermeria
chiaro?” disse con tono cupo. La classe annuì e, molti senza sapere cosa fare,
partì.
Fortunamente
il compito era fare solo giretti! C'era chi compiva giri mortali, capriole e
altre cose da matti, rischiando di farsi veramente male. Amanda non sarebbe mai
riuscita a fare tanto.
Tutto
procedette tranquillo: Amanda andava a cavallo della sua scopa, senza guardare
mai giù, ad una velocità da lumaca, finchè sentì qualcuno imprecare, gridare
qualcosa e poi avvertì che stava per venirle addosso!
Il suo primo
giorno non voleva certo passarlo in infermeria, il gesto istintivo fu di
proteggersi con le braccia e aspettare lo scontro fatale.
Ma perché non
succedeva niente? Si stava muovendo, si era spostata! Forse anche la sua scopa
aveva un istinto di sopravvivenza? Si rese conto solo dopo che era stata una
persona a salvarla, spingendola un poco, quel tanto che bastava per evitare che
uno stupido Grifondoro la travolgesse. Si ritrovò a toccar terra con i piedi, si
voltò per ringraziare il suo salvatore che però se ne stava già andando. Non
poteva certo lasciarlo così, gli corse dietro e lo afferrò dalla manica, prima
che potesse riprendere quota.
“Ehi,
aspetta, volevo ringraziarti, avrei fatto una brutta fine se non mi avessi
spinta via, grazie” disse tutto d’un fiato al ragazzo misterioso girato di
spalle.
Fu un attimo:
“Di niente”, rispose. Poi risalì sulla sua scopa e ripartì. Chi l’avrebbe mai
detto? Scorpius Malfoy. Anche lui dietro le apparenze aveva un cuore tenero?
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Capitolo 4 *** L'Anello ***
4 capitolo
La
ragazzina era tesa da alcuni giorni, da quando era accaduto il fatto. Si
sentiva in dovere di sdebitarsi con Malfoy, il suo salvatore.
Aveva
pensato a molte cose: poteva fargli un regalo, scrivergli una lettera o una
poesia, ma forse per lui sarebbe stata una cosa troppo sdolcinata. Un altro
problema che doveva affrontare, anche se avesse trovato qualche modo per
ricambiare il favore, era avvicinarsi a lui, che era sempre accerchiato da una
moltitudine di persone e non stava mai un attimo da solo. Amanda non lo aveva mai
visto isolato.
Quel
pomeriggio, se ne stava seduta, o meglio, stravaccata sopra un divanetto in
Sala Comune insieme ad Alessia - le due ormai erano inseparabili - e a loro si
era poi unita anche Kirsten, intenta a concludere i compiti di incantesimi.
Ad un
certo punto Amanda notò il signorino: Malfoy si era sistemato nella sua
poltrona, circondato da molti compagni, tutti appartenenti a qualche nobile
famiglia. Fu in quel momento, mentre giocherellava con il suo bracciale di oro
bianco montato da pietre di zaffiro, che un’idea le balenò in testa. Sorrise,
si alzò di scattò, senza dare spiegazione alle compagne e sparì dileguandosi su
per le scale del suo dormitorio.
Entrò
nella sua stanza, si diresse verso il suo baule, cercando scrupolosamente
dentro un cassetto segreto, che era riuscito a nascondere dalle grinfie di sua
madre. Trovò quello che cercava, se lo mise in tasca e risistemò tutto. Tutto
merito di sua nonna, chi lo avrebbe mai detto?
Ritornò
dalle sue amiche e aspettò finchè tutti se ne fossero andati a cena, disse alle
sue compagne che le avrebbe raggiunte dopo perchè aveva una cosa molto
importante da fare: a quel punto non si sarebbe sentita più in debito con
Malfoy. Non vedeva l’ora che lui ritornasse a sedersi sulla sua poltrona, dopo
cena oppure il giorno dopo e lì avrebbe trovato una bella sorpresa.
Il
mattino seguente, si era alzata presto ed era scesa in Sala Comune: aveva
intenzione di scrivere una lettera a sua nonna. Quante volte in quella
settimana le era capitato di pensare a lei?
Dal
dormitorio maschile, con tutta l’eleganza che poteva avere, scese il principe
delle serpi - così ormai era soprannominato Malfoy - miracolosamente solo. In
tutto la sala c’erano solo lei e Scorpius, di solito nessuno aveva l’abitudine
di alzarsi all’alba anche di domenica.
Appena
il ragazzo si sedette al suo solito posto, poggiando le mani su un bracciolo,
comparve dal nulla un anello, non un semplice anello: l'Anello.
Durante
le vacanze da sua nonna, Amanda aveva avuto modo di imparare vari incantesimi. Tra
gli altri, quello che permetteva a un oggetto di essere come assorbito in una
qualsiasi superficie, per ricomparire solamente al tocco di una specifica
persona.
Il
ragazzino gettò un lieve incantesimo sull’anello per essere sicuro che non
fosse incantato e quando ebbe la conferma che fosse innocuo, divorato dalla
curiosità, lo prese tra le mani e quasi gli venne un colpo.
Era un
anello di oro massiccio, non molto grosso, con un’incisione che formava lo
stemma di Serpeverde. Se fosse stato autentico, sarebbe appartenuto a Salazar
in persona.
Le
sfuggì una lieve risatina, dovuta all'espressione di completo stupore di
Malfoy, che si girò a guardarla e subito cercò di far finta di niente.
“Hai
per caso visto qualcuno avvicinarsi alla mia poltrona?” chiese rivolgendosi ad
Amanda in tono autoritario.
“No.”,
rispose lei e non aggiunse altro: stava per scoppiare a ridere. Ma la sua
semplice risposta non era risultata per niente convincente.
“Intendi
no, non hai visto nessuno avvicinarsi o no, non hai visto nessuno all’infuori
di te avvicinarsi?” ecco l’aveva incastrata, adesso cosa poteva raccontargli?
“La
seconda. L’anello ti piace?” chiese Amanda, cercando di sviare l’argomento.
Intanto
lui si era alzato muovendosi verso di lei.
“E’ autentico?”
chiese speranzoso, ma con una nota scettica nella voce.
“Certo.
Non hai risposto alla mia domanda, però.” rispose guardandolo fisso negli
occhi, cosa che pochi riuscivano a fare.
“Te lo
dirò solo quando avrò accertato la sua origine. Perché me l’hai dato?” chiese
curioso, avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
“Beh,
mi hai salvato quella volta nel campo! Ho pensato che con quell’anello
potessimo essere pari. Certo un anello non è nulla in confronto a quello che
hai fatto, ma so che la tua famiglia è da tempo che ricerca cimeli rari. Ti
sono molto grata, sei stato incredibile, proprio non ci speravo in un
salvataggio da te, è stato un grande gesto” finì in preda all’emozione.
“Ingenua.
Non l’ho fatto per te, ma per me esclusivamente! Ti ero vicinissimo, bastava
che muovessi neanche con tanto sforzo il piede per spingerti via, grazie a quel
grande gesto o come lo chiami tu, sono riuscito a farmi notare. Sono
entrato nella squadra di Quidditch, era quello il mio intento e in più ho riscosso
un notevole successo tra le ragazze” le risputò indietro ghignando.
Il
ragazzo la guardava dall’alto in basso, sicuro di averla messa a tacere, ma si
sbagliava.
“Non me
ne importa. Per me è il gesto che conta, puoi averlo fatto con le più maligne intenzioni,
ma a me non frega. E adesso te lo ripeto, grazie! Puoi dire quello che vuoi ma
tu da ora sei il mio eroe” disse con voce smielata, quasi stesse recitando il
ruolo di una principessa babbana salvata dal suo valoroso cavaliere.
Si alzò
lasciando Malfoy a bocca aperta, senza il tempo di ribattere, perchè la ragazza
era già fuori diretta in Sala Grande.
Era già
da alcune settimane ad Hogwarts, dopo quell'incidente con la scopa non era
successo nulla d’interessante. Amanda adorava gli imprevisti, le avventure,
aveva scoperto che si annoiava meno a casa a far niente, piuttosto che a
scuola.
Un
giorno si stava avviando alla lezione di Cura alle Creature magiche, il cui
insegnante era un vecchio enorme, aveva dei dubbi sulle sue origini, lei lo
definiva per scherzare il “Professor Gigante”. Non era una che scherniva la
gente, ma lo stesso professore, il signor Hagrid, pareva divertirsi quando lei
lo apostrofava in quella maniera.
Camminava
dritta e ansiosa, sperava che quella lezione fosse interessante, il suo maestro
le sembrava un tipo temerario. Un secondo dopo, si ritrovò presa sotto braccio
da James. In quei giorni avevano molto legato, gli piaceva quel ragazzo, forte
di spirito, con una vitalità tutta sua e non la faceva mai annoiare.
“Allora
come va Principessa?” la canzonò divertito il ragazzo, passandosi una mano tra
i capelli.
Da un
po’ di tempo, si era messo a chiamarla “principessina” o “principessa delle
Serpi” o con appellativi simili. Una ragione c’era, quando una volta si era
messa a difendere dei Serpeverde durante un discorso sulle case iniziato da
James, lui non seppe resistere dall'affibiarle un nomignolo.
“Benissimo,
mio prode cavaliere, la sua principessa è viva e vegeta” rispose con un
sorrisino malizioso.
“Ma
davvero? Comunque c’è una cosa che devo chiederti” disse, intanto la ragazza
stava proseguendo per la sua strada. Si girò appena ebbe udito quelle parole e
quando stava per aprire bocca si ritrovò il Grifondoro, inginocchiato davanti a
lei.
“Non mi
starai per fare una proposta di matrimonio? Beh sappi che la mia famiglia è
all’antica, devi prima chiedere il permesso a mio padre” Amanda la mise sul
ridere, sperava di non averci per niente preso, cosa improbabile oltretutto.
“Lo
vorresti? Mi dispiace deluderti, volevo solo chiederti se ti andava di uscire
con me e dato che siete una principessa mi sembrava opportuno inchinarvi al
vostro cospetto”affermò sicuro di se, con un sorriso che aveva fatto battere il
cuore a molte.
“Stai
scherzando vero? E la Brown? Non le sbavavi dietro tempo fa?” disse cercando di
farlo ragionare, se stava dicendo sul serio, era preoccupante.
“Non
sono mai stato più serio in vita mia. Comunque la Brown non m’interessa più, tu
invece...” proferì ammiccando.
Si mise
a ridere, era un po’ maleducato da parte sua ma non riusciva a resistere. Gli
fece cenno di no sconsolata e ormai in ritardo corse verso la sua futura
lezione, si sarebbero chiariti dopo.
James
si doveva schiarire bene le idee, poteva farlo ragionare con le maniere buone o
se non aveva altra scelta con le cattive.
Nota autrice
Rieccomi, scusate l'enorme ritardo ^^
Allora mi fate una recensione? Anche una piccola piccola??
baci
Roxy
|
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Capitolo 5 *** Ricordi ***
5 originale
Flash
back ( pov Amanda )
Camminavo, sentivo sotto i piedi, la
terra, la viva vegetazione. Tutto intorno era straordinario: i grossi arbusti
che mi nascondevano dal mondo circostante, gli uccellini che piangevano attendendo
il ritorno della madre, nella loro pura innocenza, inconsapevoli dei problemi
della vita. Nell’aria si poteva respirare il dolce e intenso profumo della
flora del bosco, che assediava tutto e tutti.
Ormai era ora di cena e se non fossi
ritornata in tempo, sarei finita nei guai. Corsi più veloce che potei, come se
fossi inseguita da chi sa quale creatura, arrivai senza fiato davanti al
cancello di casa. Vidi mia nonna in piedi davanti allo stipite della porta, che
mi guardava da lontano con aria contrariata, le mani sui fianchi. Mi avvicinai
cauta, sorpassando l’inferriata, il cancello doveva averla aperto lei, io di
solito sgattaiolavo fuori da un passaggio segreto dietro un cespuglio, che
fortunatamente non aveva ancora scovato. Appena mi fui avvicinata a quella
donna, un grosso schiaffo mi arrivò in faccia.
“ Dove diavolo eri? Non ti avevo proibito
di allontanarti dal cortile? ” mi strillò con grande furore, prima di
agguantarmi il braccio e riportarmi dentro.
Lei era fatta così, non avevo il permesso
di sorpassare il desertico giardino, ma come si poteva non farlo con la
meraviglia che c’era fuori? Distese d’erba, fiori tra i più rari e colorati.
Arbusti, platani picchiatori, animali fantastici che popolavano quei boschi e i
miei amici umani e non. Avevo fatto amicizia con alcuni centauri e persino un
lupo mannaro! Se mia nonna avesse saputo che quando mi era possibile scappavo
fuori, mi avrebbe cruciato come minimo.
Quella sera come tante altre, obbligata a
stare per l'estate da mia nonna, guardavo le stelle e mi immaginavo una vita
diversa da come me la raccontavano. Sentivo il fresco venticello che mi faceva
danzare i capelli, i suoni più nascosti e tenebrosi mi arrivavano alle
orecchie, l’odore forte della natura, forse erano quelle cose che amavo del
Messico. Sentii da dietro dei rumori di passi. Mi voltai. In alcuni momenti mi
riservava delle sorprese, mia nonna, come fece quella volta. Mi porse una
scatolina di metallo nera, ebbi un attimo di esitazione, mi chiedevo se il suo
contenuto mi avrebbe fatto soffrire, ma cambiai subito idea. L’aprii avida,
sotto gli occhi scrutatori di lei. Dentro c’era un anello, lo guardai curiosa,
ne avevo tanti, ma quello era particolare, unico.
“Questo anello, è un preziosissimo cimelio
di famiglia! Apparteneva a Salazar Serpeverde in persona, si tramanda da padre
in figlio da sempre. Quello stolto di tuo padre però non se lo merita. Io vedo
in te una scintilla, tu Mira la meravigliosa! Sarai proprio tu a far innalzare
questa famiglia! Quello che ti sto donando ti aprirà tutte le porte, se saprai
come sfruttarlo. Non sai a quanti farebbe gola. Custodiscilo, non farlo vedere
ai tuoi genitori specialmente a tua madre, se ne sbarazzerebbe subito! Ti è
chiaro? ” io annuii. Ero disorientata, mia nonna riponeva così tante speranze
in me, non mi andava proprio di deluderla.
Fine
flash back
Aveva fatto come le era stato imposto,
l’aveva custodito, finché non aveva conosciuto Malfoy. Amanda sapeva di aver
fatto uno sbaglio a darglielo, ma si sentiva in dovere, come se lei non
meritasse più l’anello. Se la vecchia, poi glielo avrebbe chiesto, avrebbe
potuto sempre dire che sua madre glielo aveva sequestrato. Il piano era
perfetto, non avrebbe chiesto altre spiegazioni né a lei né alla madre, quelle
due donne non si potevano vedere. Si chiedeva cosa ne avrebbe fatto Malfoy
dell’anello, non possedeva poteri magici, a quanto ne sapeva. Doveva valere
molto, ma era sicura che non l’avrebbe venduto, lui era già abbastanza ricco di
suo. Ma allora che poteva farci? Si poneva tutte questi interrogativi, sapendo
che un giorno avrebbe trovato una risposta, ma rimanendo fino a quel momento,
nel dubbio.
Seduta sul davanzale della gufiera,
ammirava il panorama: aveva appena scritto ai suoi, visto che sua madre le
imponeva di scrivere come minimo una volta alla settimana e Amanda non voleva
di certo ricevere qualche strilettera di rimprovero.
Vide da lontano il campo da Quidditch e
pensando a quello sport, una persona le venne in mente. Le succedeva spesso
sentendo parlare di scope e boccini che subito il suo pensiero corresse a
James. Doveva essere una cosa normale, Jamie era il tipico sfegatato di
Quidditch.
Alla fine aveva quasi risolto la
faccenda dell’uscita con Potter. In un modo piuttosto codardo: cercava di
evitarlo il più possibile e quando ricominciava con quella storia, lo
distraeva. Come? Con la magia del Quidditch: bastava che pronunciasse quel
nome, che gli occhi del ragazzo brillavano di una luce tutta loro e iniziava a
parlare delle ultime partite dei Tornados.
Si riscosse da quei pensieri e scese dalle
gradinate della Gufiera. Aveva intenzione di dirigersi al parco per studiare, o
meglio questo in teoria, se poi nella pratica le fosse capitato di schiacciare
un pisolino, sarebbe stata un’altra storia.
Incrociò molte persone, nessuno che la
degnasse di uno sguardo, un fantasma avrebbe avuto più successo di lei.
In quei momenti si sentiva una nullità, a
volte faceva comodo, nessuno che la disturbava, era sola nell’immensità nel
mondo. A lei piaceva quell’intimità, l’attenzione non faceva per lei, ma come
tutti forse un po’ di popolarità l’avrebbe desiderata. Bastava essere ricordata
come la ragazza della porta accanto, quello era già tanto.
In Serpeverde non aveva molti amici,
conoscenti più che altro, forse era più affezionata ad Alessia, ma aveva capito
che aveva una doppia faccia e questo le dispiaceva.
Pensava a casa sua, ai suoi cari, parenti
e amici veri. Una silenziosa lacrima le cadde giù dal viso, quel castello la
deprimeva, quei sotterranei le stavano pian pian rubando la felicità.
Ciao a tutti!
Ecco un altro capitolo, ho finito gli esami e mi sento finalmente libera!!!
Ringrazio chi ha letto, chi mi ha messo tra i preferiti e le seguite.
Ringrazio sopratutto la mia amica millyray, una grande scrittrice mi raccomando leggete la sua
storia: “The Power of the Love”
Un saluto caloroso
Roxy
p.s.
una recensione please??
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Capitolo 6 *** Fiducia ***
ok
Un’altra ora e
sarebbe finita, dopo una dura mattinata avrebbe potuto addentare finalmente
qualcosa. Era in ritardo, lo sapeva, si era attardata perché non trovava più un
libro, ma alla fine lo aveva ripescato nella borsa. In quei giorni aveva la
testa altrove, l’aveva richiamata anche il professor Lupin a lezione di Difesa
contro le Arti Oscure, la materia che più amava.
Non si
accorse così di un ragazzo che ghignava, davanti a lei e gli andò a sbattere
contrò e quando alzò la testa per scusarsi, se lo ritrovò a ridere
sguaiatamente.
“Che
c’è di così tanto divertente Potter!” lo rimproverò acida.
“Ma per
Morgana quanto siamo dure, ridevo perché... beh, in questi giorni mi sembri più
morta che viva” finì un po’ triste: Amanda doveva sembrare proprio uno
straccio!.
“Ma so
un modo per risollevarti il morale” disse malizioso,
ammicando.
“Se
uscissi con me io…”
“Fermo,
fermo, fermo, non dire altro, io NON uscirò mai con te! Mi dici quando ti
entrerà in testa?” proferì in preda a una crisi isterica, l’avrebbe schiantato
se solo avesse ricordato dove aveva messo la bacchetta.
“Ha
ragione” Matt con tutta la sua magnificenza, apparve come dal
nulla.
“James
dovresti smetterla di importunare le ragazze, una persona con un po’ di cervello
avrebbe rinunciato ormai”
“Ma i
Grifondoro non si arrendono mai!” gli rispose a tono.
“Non
parliamo di case ora, dovresti non disturbarla più, Amanda è una persona di
classe, una di un certo livello, deve frequentare quelli alla sua altezza e non
uno stupido ragazzino che cerca di fare il figo”.
Era
stupita, non sapeva molto di lui, ma conosceva la sua fama di giocatore di
Quidditch e studente modello nonché Prefetto Grifondoro.
“Grazie
Matt, finalmente qualcuno che mi capisce” si volto verso di lui con un sorriso
di gratitudine.
“Amanda!!Che fai
lì? La lezione è già incominciata!” Alessia le strillò da
lontano.
Così
dopo aver rivolto un breve cenno ai suoi interlocutori corse alle serre, non
notando un sasso pericolosamente sul suo cammino che la fece
ruzzolare.
Una
scena a dir poco comica, lei che si rotolava dal dolore con il ginocchio tra le
mani, così la persona di un certo livello e di classe era andata a farsi
benedire. Quel giorno non poteva andare peggio... o forse
sì?
Poco
dopo che si era ripresa aveva continuato il tragitto, stavolta con più calma,
sperando che il suo ingresso non fosse notato.
“Ehi
non dovresti essere a lezione?” una voce la distrasse. Certo che doveva essere a
lezione, che domande faceva? Erano nella stessa classe, anche lui per questo
doveva essere alle serre, che avesse degli orari diversi dai
suoi?
“Beh
anche tue dovresti essere a lezione” le rivolse un sorriso sghembo, come se
bisognasse spiegare la cosa più semplice del mondo.
“Si, in
effetti dovrei ma oggi è così una bella giornata, perché dovrei starmene
rinchiuso in una serra con dei Tassorosso per di più”.
“Non
hai tutti i torti, ci vediamo allora” concluse il discorso, ma era Malfoy quello
e lui voleva avere sempre l’ultima parola.
“Dai
aspetta, dove vai? Non mi fai compagnia? Qui da solo mi annoio” fece una faccia
da finto cane bastonato, che non nascondeva l’aria da
malandrino.
Non
riuscì a dirgli di no, quegli occhi grigi così profondi la attiravano, sarebbe
stata lì per ore ad ammirarli. Un rossore le invase le guance ma non spostò il
suo sguardo. Il ragazzo le fece posto nel muretto dove era in quel momento
seduto, non l’aveva neanche notato, che l’avesse fatto apparire in quel
momento?
Non
parlarono molto, seguirono vari lunghi e profondi silenzi, non era una tipa
molto loquace e non doveva esserlo nemmeno lui.
Si
accorse che era passata un’ora solo quando vide i suoi compagni Serpeverde
uscire e un gruppo di ragazzi avvicinarsi. Si dileguò in un attimo e si andò a
confondere con tutti gli altri studenti che tornavano al
castello.
Quella
sera mentre stava cercando di fare un compito che le era stato assegnato per
pozioni lo rivide rientrare dal ritratto. Così imperioso, perfetto, un angelo
dai capelli biondi e occhi grigi. Che le stava succedendo? Sentiva lo stomaco
sottosopra, aveva caldo, che le stesse venendo la febbre?
Sentiva
un blocco in gola, non poteva innamorarsi di Scorpius perché loro...loro
erano…
Distrusse quei
pensieri, cercò di concentrarsi e pensare ad altro, ma senza successo.
Continuava a cercarlo per la sala comune, sperando di rincontrare quegli
occhi.
Perché
doveva infatuarsi proprio di lui? Perché non di James? Sarebbe stato perfetto:
nessuno si sarebbe lamentato. Perchè Amanda in fondo era così, cercava sempre di
accontentare tutti, ma mai se stessa.
“Amanda, oh non
ci crederai” Kirsten stava parlando come sempre a tutta velocità e già distratta
com’era non capì che le stava dicendo.
“Eh che
dici?”
“Malfoy
ti fissa!” lo disse forse con un tono troppo alto da attirare più di una
persona.
Guardò
in direzione della sua personale poltrona e lo vide mentre le sorrideva, un
sorriso furbo che non prometteva nulla di buono.
Era
seduto come sempre circondato da persone, sarebbe stato impossibile chiedergli
qualche spiegazione.
Si
accorse che teneva in mano una lettera, che potesse centrare
qualcosa?
Si
decise, avrebbe dato una risposta a tutta quella faccenda, così gli ece cenno di
seguirla e più svelta possibile uscì dalla sala.
Non
dovette aspettare molto, si presentò per fortuna non scortato: sarebbero stati
solo loro due.
Continuò a
sorriderle e guardarla curioso, lei non faceva nulla per rompere quel silenzio
imbarazzante, e intanto pensava a cosa avrebbe potuto
dirgli.
“Sai
che ho scoperto? L’anello che mi hai regalato è autentico”
“Ma va,
come ti è venuta questa illuminazione?”
“Non è
venuta a me quest’idea, l’ho fatto controllare ed è proprio
vero”
“Non ti
fidi proprio di me, pensavi che ti avessi rifilato un
falso?”
“Qua
non bisogna fidarsi di nessuno, è la prima regola per
sopravvivere”
“L’ho
già sentita” disse Amanda sospirando, continuando a guardarsi le punte delle
scarpe.
“Comunque sia,
volevo sapere come lo hai avuto” la costrinse a guardarlo. Le prese il mento tra
le mani e quando incrociò quegli occhi si chiese come avesse potuto vivere
senza.
“Me
l’hanno regalato, ma la persona in questione non è
importante”
“Io
direi il contrario invece, mi dici chi te l'ha donato? Deve essere una persona
vicina a te, solo uno stolto avrebbe dato a una sconosciuta un oggetto così
prezioso”
“Ho
detto che non è importante, perciò non ti dirò niente!” gli soffiò irritata,
liberandosi da quelle mani gelate che le impedivano di muovere il
viso.
Non era
uno che si arrendeva, tutt’altro. Le si avvicinò con una falcata e la spinse
contro il muro, i due corpi si scontrarono, le fermò le braccia, era in
trappola.
Per chi
l’aveva presa? Per un giocattolo che poteva usare e trarne informazioni quando
pareva a lui? Non si sarebbe fatta trattare così.
Aveva
solo undici anni, ma sapeva come difendersi, doveva capirlo anche
lui.
“Vuoi
sapere cosa ti dirò? Un bel niente” con un movimento veloce del ginocchio lo
colpì alle parti basse facendolo cadere a terra.
“Non
sai con chi hai a che fare, prima dovrai guadagnarti la mia fiducia e poi, solo
ad allora potrai trarne qualcosa”.
Varcò
il ritratto e si defilò nel dormitorio. Sperava di avergli insegnato una
lezione, quella era la sua prima vittoria contro Scorpius. Ce ne sarebbero state
altre? Sperava di no perché se c’era un vincitore, c’era un sconfitto che non se
la sarebbe passata bene.
Rimasto
solo nel corridoio Scorpius pensava tra sé che se davvero quella ragazza voleva
che lui conquistasse la sua fiducia, l’avrebbe fatto, anzi avrebbe fatto di
meglio: avrebbe fatto in modo che lei cadesse ai suoi piedi e questa era una
promessa!
Nota
di autrice:
Vi
piace?????? Recensite dai!!!
Questo capitolo e' uno dei miei
preferiti ^^
Grazie
a chi legge e chi mi ha messo tra i preferite: AdelinaBlaBla - bella95 - Lena_love - millyray e chi tra le seguite: Ada Wong - LaNNa - sara chan 92
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Capitolo 7 *** Tu sei unica ***
7
Aspettava con
ansia quel giorno, ne aveva sentito parlare molto da sua nonna, le famigerate
feste di Hogwarts. Erano prossimi ad Halloween e la scuola organizzava come
sempre una grande festa.
Fin da piccola
era stata abituata a festeggiare Halloween nel mondo babbano, bussando alle
porte e come diceva il padre: minacciando i babbani per estorcere caramelle.
Suo padre non gradiva affatto questa usanza e ripeteva ad Amanda che se avesse
voluto delle caramelle gliele avrebbe comprate e sarebbero risultate anche più piacevoli
e gustose.
Ripensandoci le
sarebbe dispiaciuto rinunciare a tutto ciò: vestirsi con gli abiti smessi di
sua mamma e andare a girovagare con Nadia, la sua cara amica. Era lei che le
mancava soprattutto di quella festa.
La sala era uno
splendore, c’erano zucche ovunque che fluttuavano nell’aria, gli addobbi
scintillanti del colore di tutte le case, un misto tra luce e ombra. Non
riusciva a distogliere lo sguardo dal soffitto, le veniva in mente il suo primo
giorno quando fu accolta con un incantevole cielo stellato.
Fra poco sarebbe
iniziata la cena, la sala era piena di ragazzi allegri e vivaci. Se Halloween
faceva questo effetto alle persone, si chiese ingenuamente Amanda, perché non poteva
essere sempre festa? Con un sorriso si diresse verso il suo tavolo, ma la sua
gioia fu turbata da un certo ragazzo, occhi marroni, capelli sempre arruffati
che le sbarrò la strada.
“Cosa vuoi
ancora James? Tanto non esco con te” disse con tono ormai stufo per la solita
solfa, che doveva subirsi tutte le volte che incontrava quel Potter.
“Eh dai, voglio
proporti un’offerta irripetibile, vuoi essere la mia dama al ballo di stasera?”
“Dama? Ballo?
Che diavolo stai dicendo?”
Era molto
confusa, nessuno le aveva parlato di un ballo, che fosse l’unica a essere stata
tenuta all’oscuro? Lei sapeva che ci sarebbe stata una cena speciale e poi in
ciascuna sala Comune sarebbe stata festa.
“Non credo che
Amanda sappia qualcosa della serata” con la sua voce impertinente ma molto
sensuale, Scorpius Malfoy si intromise nella conversazione.
“Aspettate,
perché io non ne so niente? Avete fatto un complotto alle mie spalle?” se prima
era confusa, ora era frustrata, aveva voglia di piangere, ma non l’avrebbe mai
fatto in pubblico, aveva una dignità da salvare.
“Nessuno ce l’ha
con te, mia cara” dicendo così, il giovane le mise un braccio intorno alle
spalle, facendola sobbalzare. Non si era aspettata certo quel gesto da lui,
arrossì e come faceva sempre quando si sentiva a disagio si guardò le scarpe. Con
la coda dell’occhio lo vide ghignare trionfante, qualunque fosse il suo piano
era andato in porto.
“Come dicevo, le
fanciulle del primo e del secondo anno, da quest’anno non avranno il permesso
di partecipare al ballo, ma festeggeranno nella sala comune”
“Cosa?”
divincolandosi dal suo braccio si girò a guardarlo piena di rabbia, come se la
causa del suo mancato divertimento fosse tutta colpa sua.
“Malfoy dice la
verità: alle ragazze del primo e secondo anno non è permesso andare alla festa.
In una riunione precedente dove erano presenti tutti i Caposcuola e i Prefetti,
i Tassi hanno proposto quest’idea per, diciamo… prevenire eventuali incidenti
dopo il ballo. Gli insegnanti non sono sempre lì a controllare e capita che ad
alcune ragazze incapaci di difendersi, sia rovinata la festa da certa gente”, spiegò
Matt – apparendo dal nulla - chiarendo i dubbi di Amanda. Non era giusto però,
lei era capace di difendersi molto bene, sia fisicamente che con la magia.
Sapeva molti incantesimi di difesa imparati a casa che più di una volta le
avevano salvato la vita.
“Aspettate, ma
io so che le ragazze del nostro primo anno partecipano al ballo. Come può
essere?”riferì James confuso. Questo era troppo per lei, se James diceva il
vero, perché solo alle Serpi era proibito? Questo non se lo spiegava.
“Semplice, le
uniche Case che hanno aderito alla proposta sono i Tassi e noi” con un sorriso
dopo averla guardata, Scorpius rivolse tutta la sua attenzione a Black. Si scambiarono
occhiate intrise di disprezzo. Avvertiva qualcosa tra i due, come un’accesa
rivalità, da quanto ne poteva sapere, loro non si erano mai parlati, che il
loro odio fosse solo pregiudizio sulle loro rispettive famiglie? Matt il
mezzosangue e Scorpius il purosangue.
Facendo finta di
niente, la ragazza si defilò e come un razzo raggiunse il suo posto a
tavola, cercando di dimenticare il fatto che non avrebbe partecipato al ballo.
Le sarebbe piaciuto un sacco andarci, avrebbe potuto danzare con Scorp e al
solo pensiero il suo cuore palpitava irrefrenabile.
Non riusciva a capacitarsi,
a volte non vedeva l’ora di stare con quel ragazzo ma quando lo aveva vicino si
vergognava, lo odiava se si prendeva troppe confidenze. Che l’amore in lei
facesse quest’effetto?
“Ma vi sembra
giusto, dico io. Dobbiamo fare qualcosa, ci perderemo un bellissimo ballo per
colpa…” sospirò, odiava le Serpi. In quel momento ripensò al fatto che sarebbe
stata meglio a Grifondoro.
“Sì hai ragione
ma non possiamo fare niente, domani sapremo come sarà andata e chi avrà vinto il
premio per la maschera più bella!”. Come sempre Ale l‘appoggiava, e diceva la
verità anche se lei stessa appariva poco convinta: non avrebbero potuto far niente
contro gli ordini dei più grandi.
“Che c’entrano
le maschere?” chiese stupita Amanda all’amica.
“E’ un ballo in
maschera, non lo sapevi?” gli rispose come se fosse la cosa più logica del
mondo, con un tono altezzoso tipico di lei.
“No, come sempre
io sono l’ultima a sapere le cose! E’ frustrante!” soffiò incrociando le
braccia e mettendo il muso.
“Ti comporti
come una bambina, tanti problemi per un ballo”, come sempre Victoria saltava
fuori con le sue frecciatine.
“Non è solo un
ballo, è il Ballo! Se io fossi in te sarei già preoccupata. Tutti quei rampolli
nella pista da ballo, se non ti fai avanti adesso potrebbero trovare
qualcun’altra che li accontenti” disse Vegas ghignando, la faccia della Zabini
era contratta in una strana espressione tra paura e rabbia di perdere una così
grande opportunità.
Era riuscita a
colpirla, la cosa che importava più di ogni altra cosa a Vicky, nomignolo datole
dai suoi “amici” maschi, era di trovarsi un bel partito.
“Hai in mente
qualcosa Amanda?” sedendosi sul suo letto e facendosi prepotentemente spazio
tra le due ragazzine sedute, segnò in quel momento un’alleanza che le sarebbe
stata molto utile.
“Sì, un’idea mi
è venuta in mente proprio adesso. Ci serve solo…”
La sala
risplendeva come non mai. Tutti i ragazzi tirati a lucido si davano alle danze
o si affollavano attorno al buffet come se la cena di poco prima non avesse
saziato i loro stomaci.
Amanda era
fasciata in un lungo abito argentato, senza maniche, un corpetto stretto con
varie ricami di serpenti. La parte finale del vestito, scintillava di
brillantini. Aveva delle ballerine dello stesso colore del vestito. I capelli
raccolti in uno chignon, con alcuni riccioli lasciati cadere lungo il contorno
del viso. La sua maschera verde smeraldo le copriva quasi tutta la faccia,
lasciava solo intravedere gli occhi e la bocca.
Avrebbe di
sicuro dato nell’occhio, era stata una cattiva idea indossare quell’abito che
le aveva confezionato la nonna, ma non aveva altro di accettabile, che potesse
competere con i vestiti delle sue amiche, così aveva scelto quello.
E la giovane non
era sola, in quella faccenda aveva coinvolto tutte le sua compagne di stanza più altre
due o tre amiche di Victoria.
Il piano a
quanto pareva stava funzionando, intrufolarsi alla festa con delle maschere che
le rendessero irriconoscibili o quasi, ma comunque fosse, non si stava affatto
divertendo.
L’ansia di
essere scoperta la mandava in iperventilazione, così quando le sue compagne ebbero
trovate un ragazzo con cui ballare o conversare, lei si volatilizzò: aveva
intenzione di andare subito nei sotterranei, ma qualcosa la trattenne.
Il portone che
portava fuori dalle mura del castello era aperto e tentata da quel che avrebbe
potuto trovare, uscì.
Era sorprendente
di notte. Quel senso di serenità e pace che si poteva trovare, l’erba
fresca, il lago nero che rifletteva il cerchio della luna alta nel cielo. Così
si soffermò ad osservare, come ipnotizzata da quel corpo celeste.
“Vuoi ballare?”
“Io?”
“Sì tu. Vedi
altre incantevoli ragazze?”
“No”
“Spero che
quella sia la risposta alla mia seconda domanda”
“Sì voglio
ballare con te Scorpius Malfoy, ma sai almeno chi sono?”
“Certo ti riconoscerei
tra mille. Mia cara Amanda, tu sei unica, io l’ho capito subito, sai in che
modo?”
“No”
“Dal modo con
cui guardavi la luna, solo tu potevi ammirarla così. In questi tempi solo pochi
vedono la sua vera sostanza, tu ti ci specchi e la sai amare anche se non si
mostra mai veramente, ma le dai fiducia comunque”.
Le sorrise, le
prese la mano e ballarono. Non c’era la musica ma bastava il battere dei loro
cuori a scandire il ritmo. Si ritrovò a contemplare quegli occhi così
misteriosi che non lasciavano trasparire nessun sentimento, ne ebbe quasi paura
ma si rilassò trovandosi tra le sue braccia, qualcosa la invase, un senso di
sicurezza e beatitudine.
Si fermò di
colpo, la guardò serio. Mosse il capo lentamente verso il suo, senza mai
distogliere il contatto tra i loro occhi.
Un bacio, un
tenero casto bacio, questo bastò a farle provare tutte le emozioni del mondo.
Ma un pensiero
la riportò alla realtà, si scostò bruscamene e lo
guardò terrorizzata come se avesse visto un gigante. Non riusciva quasi a
parlare, le parole le morirono in bocca, fece un profondo respiro, cercando di
auto convincersi che tutto andava bene.
“N-noi, no, non
possiamo, è sbagliato!” gli gridò contro con tutta la voce che le era rimasta.
Doveva fargli capire prima che si mettesse in testa strane idee.
Fuggì da
lui: non poteva spiegargli come stavano le cose, era tutto troppo complicato e
aveva fatto una promessa che doveva mantenere.
Quello era
stato, tranne alcuni alti e bassi, il suo giorno più bello.
Aveva dato il
suo primo bacio, alla persona che più in quel momento avrebbe voluto
accanto a lei a rassicurarla che non c’era nulla di sbagliato, ma sapeva che
doveva finire così. Il suo sogno di poter vivere con lui per sempre era
sfumato, era ancora giovane per rovinarsi la vita per un ragazzo. Cercò di
dormire, ma inutilmente. Pianse fino ad addormentarsi.
Nota di
autrice:
Vi
piace??????? Con questo capitolo ciò messo tutta me stessa! Il loro primo
bacio, non è romantico?
Vi saluto e
buone vacenze!!!
p.s.
RECENSITE!!!!!
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Capitolo 8 *** Dormi... ***
hhhhhhhhhhhhhhh
POV Amanda
Forse avrei
dovuto provare gioia? Beh, no: io ero allo stesso tempo sollevata e
malinconica. Era ormai tempo di tornare a casa per le tanto attese feste di
Natale, il tempo era passato così in fretta. Dopo il ballo, avevo iniziato con
la tattica scudo impenetrabile. Non volevo vedere né sentire, insomma non
volevo incontrare Malfoy. Cercavo in tutti i modi di evitarlo, andavo sempre in
giro con minimo 5 persone. Mi rifugiavo in camera a studiare e questo aveva
alzato la mia media, già impeccabile. Da tempo ero vista come studentessa
modello. Mi ero, come dire, fatta notare da alcune ragazze ed ora ero nella
cerchia delle “Lady Slytherin”, le più acclamate del mondo magico. Ricche,
bellissime, purosangue, ma anche viziate, perfide, oziose che si credevano il
centro del mondo. Perché stavo con loro? Ma perché erano le persone che
sapevano sempre tutto sulle avventure amorose di tutti! Dal meno noto
Tassorosso al più ricercatissimo Serpeverde. Volevo evitare Scorpius, ma era
mia intenzione sapere se stava giocando con me o c’era dell’altro. Se avessi
saputo che si frequentava con altre ragazze, mi sarei data una risposta, ma chi
lo diceva al mio cuore?
POV James
Finalmente avrei
rivisto i miei! Avrei dovuto lasciare Hogwarts però. Oramai era la mia nuova
casa, ci avevo fatto l’abitudine: essere svegliato non sempre garbamente dai
miei compagni di stanza, perché alla mattina avevo il sonno profondo; o restare
alzati fino a tardi a parlare delle ultime partite o ancora vantarci delle
nostre ammiratrici, o meglio delle mie. Nell’ultimo periodo ero quasi
ufficialmente con una ragazza di Tassorosso del terzo anno, ma non era lei che
volevo. Non riuscivo più a parlare con Amanda. La vedevo solo a lezione e
quando provavo ad avvicinarmi, venivo fulminato dal suo sguardo accigliato.
Forse non voleva che le compagne la prendessero in giro, la vedevo sempre
insieme con, come le definiva mia cugina Louise, “ le serpi-galline”. L’avrei
conquistata, avevo fatto una promessa o meglio una sfida con me stesso, sarei
riuscito a conquistare il suo cuore. Avevo la netta sensazione di essermi
trasformato in James Senior, il nonno che non ho mai conosciuto. Mi hanno detto
che gli assomiglio molto e mi hanno raccontato anche di come in sette anni
conquistò la sua futura moglie. Io però non ci avrei impiegato così tanto e di
sicuro non mi sarei sposato!
Dai Grifondoro
ai Serpeverde, tutti si davano da fare, gli ultimi scendevano di fretta le
scale, i più svelti erano già alla stazione.
Una ragazzina
con un cappello rosso scuro si stava avvicinando al treno, o almeno procedeva
nella direzione in cui i suoi piedi la conducevano. Non guardava avanti,
seguiva come un fantasma le sue compagne che parlottavano allegramente.
Sembravano felici di tornare a casa, lo era anche lei in una certa maniera.
Vedere sua mamma, suo papà, i suoi amici, certo le faceva piacere, ma
l’avrebbero guardata in una maniera diversa? La mamma l’aveva avvertita di
stare attenta, non voleva che sua figlia finisse nella casa dell’uomo nero.
Sorrise: si sentiva cambiata, non sapeva se in bene o in male, sperava che la
sua famiglia non se ne accorgesse, ma non aveva dubbi nel ritenere che comunque
le avrebbero voluto bene.
Seguendo questa
nuova prospettiva di vita, entrò nello scompartimento con le compagne e
vedendo dalla finestra il paesaggio che sembrava scappare, si addormentò
dolcemente, al ricordo di una dolce melodia.
Dormi mia principessa,
riposa nel tuo bel
castello,
tutti ti ameranno,
tutti ti adoreranno.
Dormi mia luce,
riposa nel cielo
stellato,
tutti ti ammireranno,
tutti ti sorrideranno.
Dormi mio amore,
riposa nel tuo bel
lettino,
noi ti amiamo,
cresci bella e forte,
che un giorno il tuo
bel principe ti verrà a svegliare…
TI VORRO’ SEMPRE
BENE TESORO MIO
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Nota di autrice:
Salve a tutti ecco un nuovo capitolo! Spero che sia stato di
vostro gradimento, ma credo che non lo saprò mai se non recensite!
Ne approfitto per far
pubblicità alla storia che ho
pubblicato di recente ossia La vita delle scrittrici.
In più un speciale saluto alla mia amica millyray che sta pubblicando Stessi Occhi Stesso Sangue.
Ringrazio chi mi ha messo tra i
preferiti e chi tra le seguite, sarebbe fantastico poi sapere una vostra
opinione.
Aggiungo poi un immagine di come
dovrebbe essere Amanda, sarebbe bello se non so alcuni di voi bravi nel
disegno, mi facesse uno schizzo di Amanda o su altri personaggi, che poi potrei
mettere nei prossimi capitolo. Per maggiori informazioni potete contattarmi su
contatta autori ^^
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Capitolo 9 *** 14 febbraio ***
9
Ciao a tutti!!
sono ritornato
finalmente, ho
avuto alcuni problemi tecnici a impostare il capitolo ^^”
Solo una cosa vi
chiedo: recensite,
so che potrei sembrarvi patetica (e lo sono) ma che vi costa!
E’ GRATIS!
Mi rendereste felice,
io ci
metto impegno e leggere recensioni (che non leggo) mi darebbe uno
stimolo in più!
Gioirei e ballerei la lambada!!!
Ok l’angolo
delle
commiserazioni è finito, vi ho scritto all’inizio
perché mentre leggerete
penserete alla povera, sconsolata scrittrice che forse si
prenderà l’influenza (non
per colpa vostra ovviamente).
Kiss
kiss gossip g... volevo dire roxy XD
San
Valentino, la festa degli innamorati, ma per una certa ragazza non era
solo
quello.
Amanda
Vegas stava trotterellando allegramente fra i corridoi che dovevano
condurla ai
sotterranei. Quel giorno era particolarmente felice, aveva ricevuto una
lettera
dai suoi genitori, le avevano chiesto se desiderava qualcosa in
particolare
qualcosa per il suo compleanno.
Sì,
il suo compleanno cadeva proprio il 14 Febbraio, mancavano allora
più o meno
due settimane.
Adorava
quel giorno. Regali, amici, divertimento, era sempre stato
così ogni anno
della sua vita. Festeggiare ad Hogwarts era una novità e non
sarebbe stata la
stessa cosa. No, decisamente no, pure la ragazzina lo sapeva, nessuno
sapeva
dell’evento e voleva tenerlo nascosto.
Per
varie ragioni: in primo luogo se una delle sue
“amiche” l’avesse saputo
avrebbe avuto la scusa per organizzare una di quelle feste affollate,
con
persone snob e antipatiche, in secondo luogo aveva paura del successo o
del
fiasco che avrebbe fatto suscitato quella notizia. A chi poteva
importare del
suo compleanno? Era già il giorno di S.Valentino, non era la
sua festa ma
quella delle coppiette che pensavano a corteggiare il ragazzo
o la
ragazza, passare una serata romantica e robe varie, il suo compleanno
le sembrava
un intoppo quel giorno.
Tutte
motivazioni stupide e ne era cosciente, a conferma le sue supposizioni
erano
state: sua mamma, la sua amica Nadia, Mirtilla Malcontenta (a volte la
divertiva parlare con quel fantasma) e anche il quadro al secondo piano
della
fanciulla col cappellino.
Nonostante
tutto avrebbe ricevuto dei regali per il suo compleanno, dai suoi
famigliari e
amici fuori Hogwarts, aveva fatto poi sapere scrupolosamente che
dovevano far
arrivare i doni a mezzanotte così nessuno li avrebbe visti e
non avrebbero
fatto domande.
Troppo
presa dalla gioia del momento si dimenticò di
guardare avanti e come
succede quando lei non stava attenta…
“Ahi!
Ma sta più attento!”. I suoi modi educati da
quando stava dentro quel
castello si erano
volatilizzati chi sa
dove. Si era difesa così dopo essere andata a scontrarsi con
qualcuno di cui
ignorava momentaneamente l’identità.
“Tu
piuttosto! Dovresti chiedermi scusa, ma guarda te”. Con tutta
l’arroganza
possibile Louise si fece sentire.
“Oh
sei tu, in tal caso nemmeno sotto tortura ti chiederei
scusa!” rispose
sorridendole malignamente.
“Ma
come osi Serpe maledetta!” le gridò contro offesa
più che mai di
quell’affronto.
Iniziò così una
lunga lite, partita da insulti vari, finii per mezzo di bacchette.
Luoise
Weasley era del quinto anno e aveva già ricevuto
l'istruzione necessaria che
avrebbe sicuramente spiazzato qualunque matricola. Ma non conosceva
affatto la
sua rivale, non sapeva che di incantesimi ne conosceva parecchi, che
aveva
iniziato a praticarli dall’età di nove anni, sotto
l’insegnamento della nonna
che non si faceva scrupolo di nulla e pretendeva sempre di
più.
“
Vi rendete conto delle vostre azioni? Un duello in mezzo al corridoio!
Le
vostre famiglie sono state informate e per voi una punizione
è obbligo! Proprio
la figlia di Bill Weasley, da te non me lo sarei proprio aspettato. Non
voglio
che ricapiti più una cosa del genere è
chiaro?” con tutta la severità che
Minerva McGranitt poteva avere, fece una ramanzina lunga, prima di
spedirle in
punizione.
Se
un prefetto Tassorosso non avesse visto cosa stava succedendo, se non
fosse
corso ad informare un professore, se non avesse incontrato per
coincidenza la
preside, non si sarebbe trovata chinata a pulire le coppe nella sala
dei trofei
insieme alla sua, da quel giorno, arci-nemica.
Dopo
quella giornata sfaticante potè finalmente dirigersi nei
sotterranei, ma
stavolta guardandosi bene intorno per non finire di nuovo nei
guai.
Arrivata
in Sala Comune trovò seduti vicino al camino:
Anthony Zabini, Bill
McCleod, Bruce GreenGrass e infine al centro Scorpius Malfoy.
Cerco
così di passare inosservata cosa impossibile dopo
che il quadro da dove
era uscita, come farlo apposta, sbattè con forza.
Guardò il suo dormitorio, la
sua salvezza in quel momento.
“Che
ci fai in giro a quest’ora?”. Anthony Zabini era un
prefetto perciò aveva tutto
il diritto di fare quella domanda.
“Eh,
io…” si girò di un poco, parlare dando
le spalle le sembrava scortese “E’ una
storia un po’ lunga” concluse con un sorriso tirato
più che poteva, in quel
momento preferiva scavarsi la fossa, che parlare con lui e i suoi
compari.
“Ma
davvero? Noi non abbiamo fretta anche se sono le undici, dai siediti e
raccontaci”. Scorpius parlava sempre nei momenti meno
opportuni e per dire
sempre cose “insulse”, a detta della ragazza.
“No,
sono stanca, magari un’altra volta ragazzi” era
sicura che così l’avrebbero
lasciata stare ma si sbagliava.
“Ma
che fai! Sei stata invitata su vieni, non mordiamo” non aveva
mai sentito
parlare Bill e capiva il motivo, aveva una voce che ricordava le papere.
Adesso
la stavano fissando, anzi avevano un’espressione che dava
l’idea di “se non
vieni veniamo noi”.
Con
un sospiro si avvicinò a loro, avrebbe voluto
sedersi da qualche parte ma
non c’erano poltrone libere lì vicino. Guardando
con più circospezione notò che
Malfoy le faceva cenno di sedersi sulle sue ginocchia.
Inorridì,
non che l’idea di stare in braccio a lui le dispiacesse, ma
con degli
spettatori intorno non le garbava affatto.
Optò per
il tappeto, per fortuna nessun’altro ebbe da lamentarsi.
Le
chiesero di raccontare quello che le era accaduto, ma lei si
limitò a riferire
solo le cose più importanti, non vedeva l’ora di
andarsene.
“Wow
sei una forza, ti sei proprio scelto una ragazza coi fiocchi”
fece notare Bruce
al cugino Scorpius.
“Lo
so, e dovesti sapere il resto!”. Iniziarono così a
parlare di lei, come fosse
una scopa dell’ultimo modello. Lei, rossa in volto e con la
bocca aperta,
ascoltava le loro parole.
Parlarono
della sua bellezza, per poi passare al portamento, per arrivare ai voti
e
infine giunsero all’argomento famiglia, per quanto il giovane
potesse conoscere
Amanda, lei credeva che a quel punto non avrebbe conversato molto
sicuro che in
quanto lui non conosceva nulla.
“
Purosangue, so che sua madre è di origine francese e il
padre…” sogghignò che
lui sapesse?
Sbiancò,
poteva fingere uno svenimento, magari l’avrebbero portata in
infermeria e
avrebbero chiuso lì.
“Mi
dici il nome e cognome di tuo padre?” aveva specificato anche
il cognome, era a
conoscenza del segreto di famiglia? L’avrebbe smascherata in
quell’istante?
“Perché?”. Era
la domanda più stupida che potesse fare in quel momento.
“Sai
che ho scoperto, tesoro? Che tu hai il cognome di tua madre, Vegas ma
non
possiedi quello di tuo padre. E sai come lo so? Dopo che mi hai dato
quell’anello mio nonno ha iniziato ad investigare e gira e
rigira tutto è
venuto a galla”
“Se
lo sai già il nome di mio padre perché non lo
dici te” La sua voce tremava, gli
occhi si erano fatti lucidi, era arrivata l’ora della
verità? Sapeva anche
l’altro importante segreto? Era stato il suo piano fin
dall’inizio?
Si
guardarono, lui sembrava deciso e lei implorante.
“Ragazzi
ho sonno andiamo” si alzò e appena lo fece li
altri lo seguirono.
“Sogni
d’oro” disse infine prima di inoltrarsi
dell’oscurità del suo dormitorio.
Rimase
di stucco, se ne era andato così? Pian piano si
sentì meglio e dopo
qualche minuto si diresse di corsa in camera sua.
Le
serviva una pausa, anzi un sonno ma era sicura che non sarebbe stato
d’oro.
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Capitolo 10 *** Ricatto allettante ***
10 capitolo
Il mattino
seguente al suo
incontro con Malfoy e compagnia aveva ricevuto una lettera firmata
S.M., in cui
le chiedeva di venire alla torre di astronomia la sera stessa. Era per
questo
molto agitata e depressa. Era ovvio che fosse Scorpius che le voleva
parlare.
Non aveva
mangiato nulla
tutto il giorno, aveva bevuto sì e no due bicchieri di zucca
ed era stata
richiamata più volte dai professori. Era da
tutt’altra parte con la testa.
Alcune sue compagne le avevano fatto notare che era strana, ma le aveva
zittite
in malo modo. Non era più se stessa. Se fosse stata in lei
non avrebbe di certo
reagito in quella maniera. Si sentiva soffocare, aveva un
nodo che le
partiva dalla gola fino ad arrivare allo stomaco. Stava così
male da non
accorgersi del mondo che la circondava, si sentiva come in una bolla,
non
poteva capire gli altri e loro non la capivano.
Ormai mancava
poco a
mezzanotte, l’ora stabilita per l’incontro. Si
alzò cautamente dal suo letto,
attenta a non svegliare le compagne. Non si era neppure cambiata,
indossava
ancora la divisa dei Serpeverde. Salì le scale e
arrivò in Sala Comune,
proseguì poi per il quadro, ma si fermò un attimo
a rimirare i dipinti
raffiguranti Salazar e per la prima volta, pregò quel mago
leggendario perche
potesse proteggerla.
Era arrivata
alla torre, ma
a prima vista non c’era nessuno, tranne lei, che si guardava
timorosa intorno. Che
il ragazzo fosse in ritardo?
No, da un
angolo poi
apparve Malfoy. A quanto pareva c’era da tempo, ed era stato
nell’ombra a
guardarla. Magnifico nei suoi pantaloni aderenti neri, nella sua
maglietta di
seta marrone, leggermente sbottonata anche con il freddo di quella
notte.
“C-Ciao,
volevi parlarmi?”
gli disse cercando di sembrare risoluta, cosa impossibile per colpa
della voce
evidentemente tremolante. Aveva freddo e si sentiva come un cucciolo
spaventato, davanti al suo cacciatore, ma non era nella sua natura
farsi vedere
fragile.
“Sì,
Amanda Rosalie Mira Vegas
o dovrei dire Malfoy?!” le
domandò furbamente.
Quelle parole
ebbero su di
lei una terribile sensazione, come una secchiata di acqua gelida che ti
viene
versata in piena faccia, se lo immaginava, ma aveva sperato con tutte
le sue
forze, ma invece.
“No,
i miei genitori non
sono sposati e io ho ereditato il cognome di mia mamma non quello di
mio
papà!”.
“Non
cambia il fatto che tu
sia una Malfoy”.
“Si
va bene, l’hai scoperto,
e allora? Vuoi dirlo a tutta Hogwarts? Ma cosa ci guadagneresti
poi?”. Colpita
e affondata, aveva le lacrime agli occhi, si sentiva nuda, vulnerabile
davanti
a lui, aveva fallito...
“Se
vuoi tenerlo nascosto
non sarò certo io ad andare contro al tuo volere, per
adesso, ma…” sogghignò.
“Lo
sapevo, sarebbe stato
troppo bello, qual è la condizione?!” gli chiese
con furore. Ormai il suo shock
e paura iniziale erano spariti. Se c’era un modo, almeno uno,
per cavarsela
l’avrebbe affrontato.
“Dovrai
essere la mia
ragazza” le rispose semplicemente sorridendole. Si
sentì un Dio in quel momento:
aveva incastrato la sua preda. Si era promesso di farla cadere ai suoi
piedi,
ma era riuscito a fare di meglio.
“Eh?
Ma siamo parenti non
ti rendi conto?!” Di tutto si era immaginato ma quello poi,
voleva una
relazione? Non aveva efferato il concetto che avevano lo stesso sangue?
“Suvvia,
non siamo così
tanto parenti. Tuo nonno è il fratello di mio nonno, siamo
solo cugini di
secondo grado. E poi che vuoi che sia, in molte famiglie è
normale sposarsi fra
cugini”.
“Ma…”
era assurdo quel che
diceva Scorpius, secondo lei. Aveva creduto che appena avesse scoperto
tutto
ciò, lui avrebbe smesso quel interesse per lei, ma invece si
era decisamente
sbagliata.
“Niente
“ma”, sì o no? E se
la risposta sarà negativa… capisci?”.
“Se i
tuoi genitori ne fossero
a conoscenza, non vorrebbero certo questo!”
“Lo
sanno e sono pure
felici. Aver riscoperto un nuovo membro della famiglia, che ormai si
dava per
morto, é una cosa fantastica” sembrava
così gioioso. Era raro vederlo
sorridere. Doveva accettare? Ma una proposta del genere, quanto era
importante
sul suo piano sentimentale? Era una sua nuova conquista o di
più?
“Allora?”
la incitò.
Essere la sua
fidanzata?
Non posso, ma non posso nemmeno tradire la mia famiglia,
dovrò sacrificarmi.
Non che essere la sua ragazza sarà una cosa così
orribile. Magari non lo fa per
quella sfida che ci siamo fatti in passato, forse, forse, forse...
starò con
lui, ci terremo per mano, ci baceremo…
Diventò esageratamente
rossa a tutti quei pensieri, che sua nonna avrebbe ritenuto
peccaminosi, e per
fortuna la sola luce che c’era era la luna piena, altrimenti il suo viso
l’avrebbe tradita. C’era sempre la
luna nella sua vita, che pareva guardarli malinconica, come una persona
di
mondo, che tutto vede e tutto sa.
“Va
bene, accetto, ma sappi
che lo faccio solo per…”.
Non
finì la frase, le
sue labbra erano state prese per un impiego diverso dal parlare. Fu una
sensazione intensa, molto più profonda del loro
primo bacio. Così quello
fu l’unico momento di benessere di tutta quella angosciosa
giornata, che dava
inizio ad una nuova mattina. Da quel momento era diventata la sua
fidanzata,
con unico testimone, dopo loro stessi, il satellite della Terra, sempre
vigile
sulla vita delle persone.
Si
svegliò per colpa
di borbottii sommessi, avrebbe voluto dormire un po’ di
più, era ritornata
tardi quella nottata. Aprì gli occhi e pian piano
cercò di risistemare le idee,
ricordò l’invito di Scorpius, di essere andata
alla torre di astronomia e…
Appena si
ricordò
tutto, scattò a sedersi e vide il motivo di quella
confusione, un mazzo di rose
rosse appoggiate ai piedi del letto, ma c’era qualcosa di
diverso in quei fiori:
erano di un rosso che brillava come di luce propria, vivo e forte che
esprimeva
un amore eterno.
Alzò appena
lo sguardo
e vide le sue compagne di stanza chinate sulle rose. Alessia aveva la
bocca
aperta e strizzava gli occhi come se volesse constatare che non stava
sognando;
Victoria, nel centro, guardava con un’espressione tra lo
sgomento e
l’incredulità; infine, Kirsten le sorrideva
maliziosa, intenta a reprimere le
risate, per chissà quale ragione. Poi come se si fossero
messe d’accorto,
gridarono insieme: “Stai con Malfoy!”.
Capì che
non era una
domanda, ma un’affermazione, che pretendeva una risposta. Le
sembrava assurdo e
oltretutto sgarbato, buttarglielo così di prima mattina. Era
vero, ma sembrava
una barzelletta detta male.
“Si
da pochissimo però, ma
voi come lo avete capito?”.
Victoria le
porse il
bigliettino che accompagnava quelle rose, dalla carta pregiata che
sapeva di
fresco, era il suo profumo.
Per
la mia amata Amanda,
in
onore alla tua bellezza queste rose del
deserto freddo,
anche
se non potranno mai competere con te.
Con
affetto, il tuo fidanzato.
Scorpius
Malfoy
Rimase a
rifletterci un
poco. Pensò che fosse un po’ esagerato. Non si
sarebbero mica dovuti sposare.
Poi tutte quelle sdolcinatezze da parte sua le parevano un falso, non
lo vedeva
come poeta. Non conosceva ancora il vero Scorpius, oppure iniziava a
comprenderlo proprio adesso?
Chissà quanti
erano a
conoscenza di quella storia, si era raccomandata con le altre di tenere
la
bocca chiusa, ma erano delle serpi e si sa che i serpenti hanno la
lingua
lunga. Si rese veramente conto della situazione solo dopo essere scesa
in Sala
Comune, li capì che era stato uno sbaglio, un maledetto
sbaglio di nome
Scorpius.
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Capitolo 11 *** La gentaglia di Hogwarts ***
GGGGGGGGGGGGGGGGG
Il corridoio era
pieno di studenti, ma non c’era il rischio di scontrarsi con qualcuno, aveva la
sua scorta personale ora. Non riusciva mai a stare completamente sola. La
solitudine a volte le piaceva, solo lei e il mondo. Quanto le mancavano quei
momenti! Posso ancora salvarmi. Adesso prendo e me ne vado e se qualcuno
prova ad impedirmelo io...! “No, è inutile, sono condannata”.
“Scusa cara, che
hai detto?”
Amanda era
rigida al suo posto, odiava mettere in mostra i suoi sentimenti, era più una
tipa riservata o almeno da qualche tempo lo era diventata. Si girò verso quel
ragazzo, che tempo indietro l’aveva fatta sospirare al suo passaggio. Riprese
così la sua facciata da brava studentessa e dopo un gran respiro parlò.
“Ho detto
che sono innamorata!” sfoggiò un finto sorriso. Non era sicura che ci fosse
cascato ma lamentarsi non serviva a nulla.
Si sentiva
chiusa come in una gabbia e poi aveva notato che dovunque andasse veniva
fissata e criticata. Era tutto diverso da prima, quando a malapena gli altri si
accorgevano di lei.
“Tesoro, in
questi giorni sono super felice”continuò, mentre un sorriso di circostanza le
si dipingeva in volto. Erano fermi nel corridoio e furono additati da alcuni
Tassorosso incuriositi, neanche fossero dei maghi famosi. Se ne doveva andare.
L’aria, le mancava l’aria.
“Ho dimenticato
una cosa, tu prosegui pure, io ti raggiungo più tardi” così con queste parole,
se ne approfittò e sfuggì da ogni sguardo, dirigendosi fuori dal castello.
Ormai erano
passate due settimane da quel giorno fatale, proprio l’indomani sarebbe stato
il suo compleanno, che non avrebbe festeggiato.
***
Due settimane
prima
“Tesoro, eccoti!
Sbrigati che dobbiamo andare a colazione”. Scorpius le aveva parlato abbastanza
forte, in modo che tutti in Sala Comune potessero sentire.
Era circondato
da Serpi che sogghignavano e dai loro sguardi si poteva percepire l’invidia, la
sorpresa e pure un po’ di malizia.
Amanda si avviò
verso di lui. Dietro il ragazzo c’era una schiera di persone in attesa di
prenderla fra le loro grinfie e mostrarle il lato oscuro della vita, o così le
sembrava.
Le prese la mano
e con un gesto solenne gliela baciò. Rimase incantata a fissarlo negli occhi di
un grigio intenso, che l’attiravano e sembravano prometterle le cose più
meravigliose ma altrettanto tenebrose.
Era una
formazione da battaglia, quella che si era venuta a creare. Un corteo la stava
trasportando in Sala Grande, a condurre c’erano lei e Scorpius. A fianco della
giovane coppia stava da una parte Anthony dall’altra invece Bruce, dietro di
loro Bill e Stefan Ford e a chiudere la parata Emily, sorella di Bruce.
Ad altri metri
di distanza seguivano le Lady Slytherin. Di solito questi due gruppi stavano
separati e non entravano mai nello stesso momento, perciò fu ovvio che tutti si
girarono a guardarli attratti soprattutto dalla mano che stringeva il giovane
Malfoy.
Mormorii da
tutta la sala, perfino dai professori e ad un tavolo lontano un bicchiere
cadde. Il proprietario poi non se ne accorse nemmeno, troppo preso dallo
spettacolo che quell’oggi i Serpeverde gli presentavano. In cuor suo aveva
rabbia, frustrazione, ma soprattutto gelosia!
***
Ormai non ne
poteva più ma quando si era resa conto del suo errore, era troppo tardi. E
quello era solo l’inizio, ormai era stanca di essere fissata e avvicinata da
tutti solo per arrivare al suo ragazzo. Non ne poteva più, poi essere ignorata
o peggio schernita alle spalle da James, dal suo primo amico ad Hogwarts. Era
stato troppo per il suo cuore fragile.
Era finalmente
fuori, indifferente alla lezione imminente. Fece una passeggiata nei pressi
delle serre sospirando e ammirando il paesaggio che quel luogo donava alla
vista. Era la terza ora e tutto sembrava così tranquillo in quel momento. Le
servivano istanti come quelli, dover poter riflettere. Si tolse le scarpe e le
calze che indossava e a piedi nudi fece una corsetta in riva al lago,
immaginando di essere nel cortiletto di casa sua quando giocava spensierata
senza tutti quei problemi e complessi che aveva in quel momento.
Ritornò poi
verso il castello, si sentiva meglio o almeno finché una ragazza Corvonero
dai capelli biondo ramato, non le si parò di fronte.
“La signorina
Malfoy! Cosa ci fa qui?! Il tuo ragazzo ti ha scaricato? Con un rifiuto come te
potrebbe essere. Solo uno stupido, e Malfoy lo è eccome, poteva scegliere te!
Ah ah ah” con la sua voce stridula, Louise infierì sulla sua situazione. Si
sentiva superiore rispetto agli altri e questo le dava una sicurezza in più nel
poter giudicare e deridere le persone.
“Si Malfoy è più
che stupido...” gridò un Grifondoro.
“Ma guardatela,
fra poco si mette a piangere!” la schernì una Corvonero.
“E’ un viscido
Serpeverde e lei è una sciacquetta…” e infine tanti altri Corvonero e Grifoni
del terzo anno che stavano uscendo dalle serre, tutti contro di lei. Non era la
prima volta che lo facevano, ma aveva tenuto duro e anche se in quel momento
era accerchiata da tutte quelle persone, non voleva darla vinta a loro.
La Weasley
continuava imperterrita, come se il suo unico scopo fosse fargliela pagare, per
chissà quali offese ricevute.
“Devi sapere
che...” ma si fermò subito quando notò il biondino che si avvicinava a passo di
marcia. Lei sorrise, come se volesse mostrare i denti al suo nuovo avversario
“ehi, chi abbiamo qui, il princi...” uno schianto la fece schizzare lontano.
“Cosa dici
lurido ibrido, ti credi superiore perchè hai sangue Veelico? Da quando in qua
ti permetti di offendere la mia ragazza?!” il giovane Malfoy, che aveva seguito
Amanda, era arrivato in sua difesa. Stava per lanciare un altro incantesimo ma
l’Experliarmus repentino di Amanda salvò la situazione.
“Ma perchè l’hai
fatto?!” le chiese sconvolto. Non poteva credere che in quell’azione avesse
fermato il suo attacco, lui che voleva solo proteggerla.
“Non devi
perdere tempo con gentaglia come quella. Nessun incantesimo li guarirà dalla
loro infamia. Andiamo, non voglio stare un attimo in più con pezzenti del loro
calibro, che si vantano di essere maghi intelligenti e rispettosi, ma non sono
altro che idioti e ipocriti” detto questo trascinò via il giovane, che aveva
finalmente capito e si era calmato.
“Sai, hai
proprio ragione” cercò di cingerle i fianchi ma non glielo permise perchè
scappò in lacrime al castello.
Ciao!!
Sono tornata finalmente, lo so, è passato
un secolo, ma ho avuto da fare, perciò chiedo umilmente perdono. In compenso
sono tornata più in forma che mai! Ringrazio chi continua a leggere questa fic
e spero che continuerete ^^
Se vi va perciò recensite, fatemi domande,
non so quello che volete...
Ringrazio:
millyray : tu
che una recensione la lasci sempre, cosa farei senza di te!!! Piaciuto il
cappy?
E adesso un forte applauso!!!
__ Benny __: grazie per il complimento (me
arrossita ^///^). Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e su vuoi puoi
lasciare una recensione, fai pure!
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Capitolo 12 *** Il vestito ***
questo qua
Ciao!
Scusate ma vado di fretta non ho tempo di scrivere
ringraziamenti o altro! L’unica cosa è che vi auguro buona lettura!
11:32…
11:36… 11:41… 11:45…
Era
da parecchio che guardava l’orologio, a mezzanotte avrebbe ricevuto i regali di
nascosto dai suoi famigliari e amici e così si alzò.
Salì le
scale svogliatamente arrivando in Sala Comune, aprì la finestra e aspettò appoggiata
al bancone della Sala Comune.
“Ma
che ci fai qui?” fece una voce famigliare alle sue spalle.
“Oh
nulla, tu?” chiese come se niente fosse a Scorpius.
“Nulla?
Che razza di risposta è?” sbraitò il biondo.
“Non
riuscivo a dormire e perciò ho fatto un giro fin qui. Va bene come risposta? Tu
piuttosto?”
“Spuntino
di mezzanotte, avevo fame!”
Intanto,
mentre i due stavano discutendo, fecero la loro comparsa Bill, Bruce e Anthony.
“Sveglia
a quest’ora? Non ti verranno le occhiaie, eh?” scherzò uno dei ragazzi.
“Ciao
Anthony” disse al ragazzo, che aveva incominciato a conoscere meglio e aveva
concluso che non fosse poi così male.
Era
un ragazzo spiritoso e sincero, molto sincero. Diceva tutto quello gli passava
per la testa, bella o brutta che fosse.
“Sarebbe
meglio che tornaste a letto” proferì poi Bruce rivolto al cugino, Scorpius.
Se
aveva iniziato ad apprezzare Anthony, non si poteva dire la stessa cosa per
Bruce. Non le rivolgeva mai la parola direttamente, era sempre sulle sue e a
volte i suoi sguardi le mettevano i brividi.
Proprio
in quel momento una civetta rossiccia si appollaiò vicino ad Amanda. Era
la civetta dei suoi genitori, la vecchia pennuta Susan, che reggeva un
pacchetto e una lettera.
Cerco
di mandarla via, poteva compromettere la segretezza del suo compleanno, ma non
si spostò, era testarda per essere un volatile.
“Aspetta
vediamo cosa ti porta, c’è un biglietto” esclamò Scorpius prendendo in mano il
biglietto e lo aprì.
Inutili
i suoi sforzi per impedirgli di leggere e lo era ancora di più adesso che si
era codardamente rifugiato dietro alla sua ‘scorta’.
Bill
era un colosso, battitore nella squadra di Serpeverde e Anthony anche se era di
stazza più ridotta, non era certo da sottovalutare.
“Cosa?!
Compi gli anni!” disse esterrefatto Malfoy.
“Auguri!
Oggi se più vecchia di un anno, non ti si saranno già spuntate le rughe?”
intervenne Anthony gioviale.
“Come
mai non me l’hai detto?” le chiese serio il biondo.
“…”
“Fortuna
che domani, anzi oggi è S. Valentino e ti ho già preparato un regalo”
“Ti
preoccupava più il fatto di non avere un regalo per me?” per un secondo sperò
veramente che il suo ragazzo potesse avere pensieri così dolci, ma queste cose
non erano da lui.
“No,
e comunque non pensare di passarla liscia per avermi mentito”.
“Ecco,
ovviamente, non ti smentisci mai!”
Arrivarono
pian piano gli altri gufi con i regali, che furono sottoposti alla
‘squadra-inquisitori’.
Dai
suoi genitori aveva ricevuto un cappello francese di color malva. Era una
passione della madre collezionarli, una stanza della casa era usata come
deposito, siccome negli armadi non c’era più spazio per loro.
Insieme
al copricapo c’era un foulard di velluto viola, di sicuro opera del padre, che
aveva un innato senso dello stile e della raffinatezza.
Ricevette
abbastanza doni da amici e parenti ma quello che destò più in lei
attenzione, fu il regalo della sua migliore amica, Nadia, firmato anche dal
fratello di questa, Jason e pure da un altro amico, Teddy.
L’ultimo
regalo che arrivò, cioè quasi alle due, fu portato da un barbagianni che
portava con sé anche una busta. Sapeva benissimo di chi fosse, non poteva però
permettere che leggessero la lettera, così la strappò subito dal becco
dell’animale e la fece scivolare nella tasca della sua veste. Nessuno aveva
notato la lettera per sua fortuna.
“Questo
è senza mittente” notò Malfoy.
“Ehm…
è dei miei” mentì.
“Non
ti hanno già fatto un regalo?”
“Si
beh sai me ne fanno sempre due” un sorriso di tensione, nascondeva la sua agitazione.
Dentro
il pacco argentato era custodito un bellissimo abito da sera con pizzo. Era di
un bellissimo color blu notte scintillante, che si abbinavano benissimo con i
suoi occhi. Aveva anche un lungo strascico, il corpetto era stretto, fabbricato
con pelle nera. Al posto delle spalline c’erano due lacci che dovevano essere
legati dietro al collo e la schiena era lasciata un po’ scoperta.
“E’
bellissimo!” si disse fra sé e sé la ragazza, sua nonna sapeva come far
sorprendere una persona.
Aveva
già visto quel vestito e un brutto presentimento si manifestò in lei;
rimaneva la lettera e qualcosa le diceva che l’avrebbe sconvolta più del
vestito.
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Capitolo 13 *** La lettera ***
siiiiiiiii
Era quasi l’alba ed io ero seduta
a gambe incrociate sul mio letto. Avevo deciso che era ora di leggere la
lettera di mia nonna, perché la curiosità già mi opprimeva.
Aprii la busta, tirando fuori la
lettera, scritta su una pergamena pregiata con una calligrafia elegante e
stretta.
Ero un po’ tesa, avevo un
brutto presentimento, ma come dice un detto babbano ‘via il dente, via il
dolore!’.
Carissima Amanda,
È da tanto che desideravo scriverti una lettera,
ma devi comprendere che qui alla villa c’è sempre molto da fare.
Devo anche rimproverarti del fatto che negli
ultimi tempi non mi mandi abbastanza tue notizie. Ne deduco che lì a scuola non
succede nulla d’interessante. E non avviene niente che possa turbarti in
qualunque modo?
In ogni caso spero che tu stia impegnando negli
studi, anche se in quella scuola non credo che ci voglia tanto per far
promuovere un mago. Come ben sai dubito che quegli insegnati siano abbastanza
competenti, per non parlare del preside!
Ma non voglio discutere su questo, c’è
un’altra questione che mi preme di più al momento.
Girano strane voci. Voci che sono arrivate sino
alle mie orecchie, che mi hanno fatto sperare.
E quando ci danno la possibilità di sperare, mia
cara nipote, qualcosa alla fine si avvera.
Come avrai notato quell’abito che ti ho donato
apparteneva a me medesima. Fu un regalo dei miei genitori, per festeggiare il
fidanzamento tra me e tuo nonno. Ricordo che tutti mi fecero i complimenti, per
quello che al mio tempo era considerato un abito un po’ troppo succinto, ma
favoloso!
Il mio desiderio è che con quell’abito tu
sia ammirata come non mai, quando arriverà il giorno.
Noi non siamo soltanto dei maghi potenti, ma per
sangue noi siamo i più puri e perfetti fra tutti.
La scelta di stare con il giovane Malfoy ti fa
onore, hai più buon senso di tuo padre!
Oh i miei poveri nervi furono messi a dura
prova, quando vidi quella francesina da quattro soldi, che mi presentò tuo
padre. Pensavo che il grande Salazar mi volesse far un dispetto dal regno dei
morti gloriosi.
L’unica cosa buona che portò quell’unione
fosti te, la mia amatissima e lucente nipote.
Perciò continua così. Noi possiamo accoppiarci
solo con i migliori e i Malfoy sono il meglio!
Mi aspetto grandi cose da te Mira, perciò
complimenti ancora per la tua buona scelta!
Ricorda però che non è ancora ora per rivelarsi
del tutto, aspetta, e a cose fatte sorprenderemo tutti!
Con cordiale affetto,
tua nonna Antlia
P.S.
Ho intenzione di organizzare presto una festa e
ovviamente non devi mancare.
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Capitolo 14 *** Sorpresa e pace ***
13
Sono colpevole
di non aver aggiornato, da quando? Cinque mesi mi pare xD
Beh ho aggiunto
questo capitolo che spero vi piaccia!!!
Dedico questo
cap alla mia intramontabile amica millyray, grazie amore, per tutto e per di più!!! Leggete le
sue storie (oltre alla mia)!!
Vi lascio, che dire buona lettura!!
Qual
è la ricorrenza, dopo il Natale, che tutti aspettano con impazienza, ovvio è il
compleanno!
Ma
non per tutti è così, non a Hogwarts comunque. Come un’anima in pena, Amanda,
si avventurava tra i corridoi, non sapeva dove volesse andare, ciò nonostante,
stare ferma era escluso. Il suo ragazzo, nonché il più strafottente Serpeverde,
le aveva riservato una sorpresa per
quel giorno, il suo dannatissimo compleanno.
Per
riassumere era S.Valentino e fino alla notte prima, non aveva rivelato che però
quel giorno tanto speciale per gli innamorati, era pure il giorno in cui era
nata. Ripensandoci l’aveva fatto solo perché era stufa di tutte quelle
attenzioni che riceveva ogni giorno, avrebbe voluto ritornare a essere l’anonima
Serpeverde che nessuno filava.
La
sorpresa che le aveva fatto Scorpius,
si poteva definire molto romantica, ma per lei era uguale a una grande
scocciatura.
Dopo
il regalo del giovane Malfoy, che aveva accettato buon volentieri, due
orecchini di zaffiro, la sua pietra preferita, aveva architettato una cosa alquanto...
imbarazzante.
Stava
per decidere di ritornare indietro per scusarsi con Scorp, per averlo piantato
in asso subito dopo essere venuta a conoscenza della sorpresa che le aveva
riservato, quando una voce famigliare le suonò nell’orecchio.
“E’
stato piuttosto divertente! Dovevi vederlo, ha fatto una faccia quando sei
scappata! Lui che aveva organizzato tutto così bene, non sapevo che fosse così sdolcinato Malfoy!” sghignazzando
James. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma gli mancava troppo .
“Ehi
non ti permetto di prenderlo in giro, penso che sia stata veramente una bella
idea allestire un gazebo con tanto di candele e rose, così noi potessimo
mangiare in tranquillità e...”
“Giààà
e magari in completa privacy? Ma fammi il piacere, mettere un tendone come
quello, in mezzo alla Sala Grande è la cosa più ridicola che avessi mai visto.
Voleva che tutti vi ammirassimo, mentre voi vi sareste sbaciucchiati e poi non
fare l’ipocrita se ti fosse piaciuto non te la saresti data a gambe!”.
Avrebbe
potuto controbattere con facilità, ma sarebbe stata come diceva lui,
un’ipocrita, stava cambiando e adesso sapeva che questo cambiamento non aveva
portato a nulla di buono.
Non
abbassò lo sguardo o cose simili, semplicemente restò a fissarlo con occhi
pentiti, si dice che uno sguardo riveli più di mille parole.
“Tiene”
le disse lui infine, mettendole in mano un pacchetto prima di girare i tacchi e
sparire dietro un altro corridoio.
Resto
a guardarlo e solo dopo che fu sparito notò cosa aveva in mano, aveva l’aria di
un regalo.
Era
incartato con carta color oro e un fiocco rosso, difendeva fino all’ultimo il
colore della sua Casa.
Appena
scartò il pacco ci trovò qualcosa che la fece sorridere di cuore, quand’era
l’ultima volta che le era successo?
***
Sembrava
che la giornata non volesse finire, voleva sprofondare, scavarsi la fossa da
sola e buttarsi dentro, magari portandosi dietro qualcosa da leggere mentre si
sarebbe crogiolate nella disperazione più cupa.
Rimase
a fissare il libro che aveva tra le mani, era il testo che aveva letto in treno
il giorno in cui lei e James si erano incontrati, la cosa ancora più grandiosa
era il segnalibro che recava la scritta:
Alla fine sei finita nella casa dell’uomo
nero, tuo James
Che
si ricordasse ancora della strana conversazione che avevano fatto quella volta?
Quando aveva affermato che una casata valeva l’altra e che quella di Serpeverde,
per sua mamma, era il covo dell’uomo nero! Quante risate si erano fatte,
colpita da un lampo di genio, capì, doveva riconquistare James doveva averlo
come amico, ne aveva bisogno.
***
Era
nervosa e a dir poco patetica. Stava aspettando fuori dal dormitorio dei Grifoni,
perché voleva vederlo, parlargli, chiarirsi.
Troppo
presa dalle sue analisi interiori, non si accorse della persona che le si accosto
a fianco, prendendola di sorpresa e facendole saltare il cuore.
“Oh
per Salazar che colpo che mi hai fatto prendere, Black!” lo rimproverò la bionda.
“Scusami
Vegas non volevo spaventarti, che ci fai qui comunque?”
Stava
per rispondergli che voleva vedere James, si fidava di Matt e sperava che
capisse, ma non ebbe neanche il tempo che lui ribatté: “Non importa, ti stavo
giusto cercando, volevo darti il tuo regalo, ma io te lo dico, non è per il tuo
compleanno” e le strizzò l’occhio.
Non
era mai stata in grado di capire Matt Black, ma di una cosa ne era certa, quel
ragazzo non era normale.
“Grazie”
accennò distratta, mentre prendevo in mano il sacchetto.
Intanto la porta
dei Grifondoro si era aperta e una testa bruna perennemente spettinata uscì.
“Ehi
Matt...” James si fermò appena la scorse dalla spalla dell’amico.
“Oh
James devo proprio parlarti!” esclamò Amanda urgente.
“Bene
peccato che io non abbia nulla da dirti!” ribeccò con rabbia.
“Mi
dispiace Amy ma sai com’è fatto James, perso una volta e perso per sempre,
lascialo stare e potresti lasciar stare anche quello spocchioso del tuo ragazzo!”
s’intromette Matt. Quando disse quelle parole aveva una luce diversa negli
occhi, era diverso o almeno le sembrava così, non erano così intimi ma da
quando lo aveva conosciuto non l’aveva visto mai così aggressivo con qualcuno.
Che gli stava succedendo e perché diceva
quelle cose? Avevo perso per sempre James? Pensò mentre le lacrime le
salivano agli occhi.
Così
fece la cosa che sapeva fare meglio. Ovvero scappare.
Si
fermò non appena il fiatone iniziò a darle veramente fastidio e si buttò a
terra. Era arrivata in giardino, parecchio vicina al confine della foresta
proibita. Ebbe la malsana voglia di piombare nel bosco, sarebbe finita nei guai
e nel migliore dei casi sarebbe morta.
“Quanto
corri!Brava!” con il fiatone pure lui, James l’aveva seguita.
“Perché
sei qui?” sbottò con un tono che sperò non lasciasse trasparire la sua angoscia
e speranza.
“Sono
qui perché Matt è un emerito bastarda! Suo padre sarà una forza, ma lui non può
competere!”
“Che
stai dicendo?” ripresi sconcertata.
“Sto
dicendo che non devi ascoltarlo, come dice Rose, lui è la reincarnazione di Voldemort!”
Il
nome la colpì in faccia, lui era un Potter, non aveva certo timore di
pronunciare quel nome.
“E’
così terribile?”
“Non
sai quanto e non oso immaginare cosa ti possa aver regalato” disse indicando il
sacchetto che aveva appresso.
“Vuoi
scoprirlo insieme a me?” propose con un lieve sorrisino.
Aveva
paura di un’altra delle sue risposte alla sono-odioso-e-fiero-di-esserlo, ma le
si sciolse il cuore quando rivide il suo ghigno, quanto le era mancato.
Per
un’ora buona risero come matti, cosa si poteva nascondere dietro il regalo del
malefico Black? Ovvio un perizoma e un reggiseno pressoché inesistente, ma la
cosa veramente esilarante era la frase stampata sulle mutandine: “sono una
bimba molto cattiva!”
Sembrava
ritornato tutto alla normalità, solo lei e James, a unirli una bellissima
amicizia o almeno era quello che pensavano loro.
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Capitolo 15 *** Per sempre ***
15 amanda
Salve gente!!!
Questa fan fiction non è conclusa, vi ho
fatto aspettare mooolto tempo, ma sono ritornata a scrivere. Mi ci voleva una
pausa per schiarirmi le idee, per decidere dove volevo andare a parare con
questa storia, ma eccoci arrivati qui, al punto cruciale! No il racconto non
finisce qui, gli scorsi 14 capitoli hanno introdotto in qualche maniera la vera
storia. Spero di riuscire a scrivere gli intrighi e amori che ho in mente!
Vi anticipo un attimo che questo capitolo
è frammentato, non coinvolgerò Amanda in prima persona ma darò spazio ad altri
personaggi davvero importanti!
Basta
perderci in chiacchiere e buona lettura! ;D
Sembrava ieri il
loro primo giorno di scuola, invece era già in partenza, per tornare a casa
dalle loro famiglie. Alcuni erano più entusiasti di altri, i quali avrebbero
preferito trascorrere qualche tempo in più in quel magico castello. Purtroppo
era ora di partire e questo significava dirsi addio.
“Mi mancherai”
disse schietta Amanda. Sguardo sicuro, mentre guardava il suo amico di mille
avventure James.
“Tu no, Amy! E non
mi mancherà neppure la tua aria da secchiona!” le disse senza preamboli
facendole la linguaccia e scappando via.
“Brutto
scimmione...” iniziò furiosa, inseguendolo
per dargli la lezione che meritava.
Intanto poco
distante, delle figure nell’ombra, spiavano quei due ragazzi.
“Me la pagherà, me
la pagheranno tutti e due!” esordì il biondino.
“Scorp sei sicuro?
Infondo sono solo amici, non penso che sia quel Potter la causa della tua
rottura fra te e Amanda” disse l’amico.
Scorpius era ferito
nell’orgoglio.
Nessuna l’aveva mai lasciato.
Nessuna l’aveva mai lasciato in quel modo.
Nessuna.
Invece eccolo lì, a
progettare vendetta, dopo essere stato scaricato da una sorridente fanciulla,
che chiedeva di rimanere amici e nulla di più.
Lei avrebbe pagato
caro l’affronto subito, lui era un Malfoy, il principe delle Serpi.
Amanda era felice,
era stato un anno di alti e bassi, conquiste e perdite, amori e dolori. Si
riteneva fortunata ad avere l’amicizia di James e non era neppure pentita di
essere finita nella Casa delle Serpi, aveva imparato molto da loro e in un
certo senso si sentiva a suo agio. Loro potevano capire la sua voglia di
imparare e accrescere il suo potere, non c’era nulla che non valeva la pena di
comprendere.
E come se non
bastasse avevo incontrato Scorpius. Quel ragazzo l’aveva fatta patire molto, si
considerava veramente un principe e voleva che lei fosse la sua principessa. Se
da un lato, era molto romantico dall’altro era soffocante. Così aveva deciso di
farla finita e chiudere quella storia prima che fosse troppo tardi. La corte –ovvero la loro compagnia- si era
spezzata e anche se molti avevano seguito il suo ex, ce ne erano altrettanti
che avevano preferito lei.
Adesso si sentiva
ben accetta in tutti i sensi ad Hogwarts. Era giunto il momento di tornare da
mamma e papà e dai suoi inseparabili amici e chiudere per un po’ con la magia,
forse questo le dispiaceva, infondo era una strega!
***
Per le strade di
uno dei quartieri della periferia di Londra regnava il silenzio, cosa
abbastanza strana per quei luoghi sempre caotici. Gli abitanti di tale
quartiere si stavano godendo un venticello che entrava dalla finestra, tale da
far abbassare i bollori anche ai più affannati.
In fondo alla
strada, in una casa porpora, un ragazzo guardava fuori dalla finestra, il suo
orologio segnava le 2:13, ma non sembrava per nulla intenzionato ad andare a
dormire.
Tale agitazione era
dovuta al fatto che il suo migliore amico si sarebbe sposato e anche se si
trasferiva proprio accanto alla sua abitazione, in cuor suo sapeva che
l’avrebbe perso. Niente sarebbe stato uguale, tra i piedi ci sarebbe sempre
stata la sua mogliettina e lui sarebbe passato in secondo piano. Una silenziosa
lacrima gli rigò il volto, accompagnata alla consapevolezza che sarebbe stato
lui, il suo testimone di nozze.
Non tutti
rimuginavano scontenti di quel matrimonio, perché proprio nella stanza accanto,
una ragazza ridacchiava spensierata.
“Non vedo l’ora che
giunga quel giorno! Sarò una delle damigelle, ancora non ci credo!” bisbigliò
al telefono la giovane.
-Sei la sorella del
testimone e amica degli sposi, era scontato che te lo chiedessero-
“Non era detto però...
”
-Attenta a non
rubare la scena alla sposa!-
“Ma dai! La nostra Victoire sarebbe lo stesso uno splendore... anche truccata da
pagliaccio e con un sacco per vestito. Sarà divina il giorno del suo matrimonio!”
esclamò, prima di ricordarsi che era notte inoltrata e doveva far silenzio.
-Ci vedremo domani per
i preparativi e la prova generale?-
“Ma certo! Adesso
provo a dormire. Notte notte Amanda”
-Notte notte Nadia-.
E così s’interruppe
la conversazione.
***
“Sveglia, sveglia
James! O faremo tardi”.
Una donna alta e
slanciata, con i capelli rosso fuoco entrò in stanza del figlio e aprendo le
tende con un colpo di bacchetta, si avvicinò al ragazzo per strappargli le
coperte.
“Mamma ti prego,
altri 10 minuti”
“Te li ho già concessi,
ma non sei sceso! Per Morgana James sbrigati, o faremo tardi! Se non ti trovo
fra 5 minuti lavato e vestito, ti giuro che ti porto così come sei!” sbraitò
prima di uscire di corsa, come era entrata.
“E pettinati mi
raccomando!” gli disse attraverso la porta.
“ Per quello che
serve” bofonchiò James.
Non eri un vero Potter
se non avevi i capelli che sembravano un cespuglio mal potato. Così scherzava suo
padre, che come i suoi figli, aveva ereditato dei capelli davvero impossibili.
Si alzò e cercò i
suoi vestiti.
Che palle! Teddy e Victoire si sposeranno domani e non
oggi, che stupidaggine sono le prove generali, o meglio che cazzata è il matrimonio.
Perché due persone devono spendere una sorbola di galeoni, invitare più gente
possibile per considerarsi veramente una coppia? Rifletté scocciato.
Per quello lui non
si sarebbe mai sposato, nessuna donna lo avrebbe incastrato. Lui dalle ragazze
voleva solo una cosa e se loro s’illudevano, inutilmente, era affar loro.
C’era solo una
ragazza per cui avrebbe fatto carte false, e anche se tale persona si era
finalmente lasciata con l’obbrobrio del suo ragazzo, fra loro non avrebbe mai
funzionato, la sua famiglia, non l’avrebbe mai accettato perché era una Serpeverde.
***
Oddio stava per
farsela sotto, si sarebbe sposato!
Ted Remus Lupin,
meglio noto come Teddy, aveva fatto la proposta alla sua ragazza l’inverno
scorso, preso da un raptus di follia e se ne stava pentendo. Non che mettesse
in dubbio il suo grande amore per Viky, l’amava molto, ma gli sembrava di
correre troppo. Aveva immaginato che dovesse passare più tempo prima di andare
all’altare e invece a neanche sei mesi da quando le aveva regalato quello
stupido anello, si ritrovava fregato. Jason gli aveva detto che era andato
troppo in fretta e aveva ragione. Da domani si sarebbe trasferito, avrebbe convissuto
con una donna e sarebbe stato con lei per
sempre...
“Teddy, stanno
arrivando i Potter e non manca molto che arrivi Molly con tutta la gang!” le
disse sua nonna raggiungendolo sotto il portico, distogliendolo dai suoi
pensieri.
“C’è qualcosa che
non va caro?” gli chiese apprensiva.
“No, cioè... No
nonna tutto ok” le rispose sorridendole rassicurante.
Andromeda gli
lanciò uno sguardo penetrante e avvicinandosi lo strinse a se.
“Non devi avere paura
Teddy, quello che stai facendo è un grande passo e ricorda che sei un
Grifondoro. Un coraggioso!” ridacchiò la donna.
“Sono solo un po’ preoccupato,
non ho paura del matrim...”
“Shhh, Teddy tesoro
mio, è una tua scelta e voglio che tu sia convinto fino in fondo, non vorrei
che ti pentissi troppo tardi”.
“Certo nonna, sono
sicuro, non deluderò Victoire” disse deciso.
“Non devi farlo per
lei, non ti sposi per farle piacere, ma perché l’ami e desideri che questo sia per sempre”.
Ancora sta parola, pensò Teddy.
“Allora andiamo?”
fece la nonna.
“Come no. Andiamo
ad accogliere la baraonda di parenti e amici, che ci ritroviamo..” sperando di sopravvivere.
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Capitolo 16 *** Prove generali ***
Oddio
siamo già
al 16 capitolo, ma come diavolo continuo questa storia??
Intanto
vi
faccio un riassunto molto short: Amanda
Vegas arriva ad Hogwarts, creando amori e scompigli. Si mette
insieme a Scorpius Malfoy che si
andrà a scoprire
essere un suo lontano cugino, se questo non bastasse, fa amicizia con James (junior) Potter,
con cui vive un rapporto di amore e odio. Anche un altro
personaggio mostra interessa per questa ragazza, cioè Mattew Black, il figlio del leggendario
Sirius. Amanda si fa nemica
Dominique Weasley, forse per la sua
gelosia verso Matt.
Adesso un
anno
è passato, Teddy e Victory stanno per convolare a nozze,
chi
sarò stato invitato alla festa?
“No,
no, no è tutto sbagliato! Dopo si fanno cadere i petali di
fiori e prima si parte
con la marcia nuziale, non il contrario!!” strillò
nonna Weasley, indaffarate a
gridare a destra e a manca, dando ordini per la sistemazione del
giardino.
Voleva un matrimonio coi fiocchi per la sua nipotina, era sempre stata
lei ad
organizzare ogni matrimonio in quella famiglia e anche se sapeva di
essere
esigente non volevo che nulla venisse trascurato, se una cosa andava
fatta o si
faceva bene altrimenti non si faceva più nulla.
Si era deciso che quello
sarebbe stato il matrimonio del decennio e nulla poteva andare storto...
Teddy
Lupin era seduto su una sedia, con uno sguardo di finto interesse verso
il
“palcoscenico”, in cui lui e la sua promessa sposa
si sarebbero scambiati gli
anelli e le due parole fatidiche.
I will
Nelle
ultime ventiquattro ore però, nella mente del giovane si
erano scontrate
diverse possibilità: una gli diceva di ballare
poiché era già in pista, l’altra
gli gridava di alzare il culo e scappare a gambe levate. Ma non poteva
scegliere né la prima opzione, né la seconda, era
bloccato. Era incatenato a
quel bivio. Non poteva però tirarsi indietro a quel punto,
se solo non avesse
proposto quello stupido matrimonio, sarebbe stato libero.
Anche se
non era ancora
sposato, sentiva che la vita di coppia non era per lui...
“Ehi
sposino!” lo chiamò a gran voce il signor Black.
“...”
“C’è
qualcuno? Non ti sarà andato in pappa il cervello? La tua
sposina...” continuò
il moro.
“Cosa
Sirius? Vicky è qui??” si risvegliò il
giovane, guardandosi frettolosamente
intorno.
“Calmati
Teddy, la tua fidanzata deve ancora arrivare. Ma che faccia che ti
ritrovi, non
stiamo per celebrare un funerale, ma una festa!” sorrise
l’uomo.
“La
prova di un matrimonio
padre...” lo
corresse Matt, arrivando alle spalle dei due: “..Teddy come
stai? Complimenti
ancora”, quel ragazzo aveva una classe che pochi possedevamo,
era molto garbato
e si comportava come uno di quei signorotti figli di papà.
Era così diverso dal
genitore, tanto che lo stesso Sirius, a volte, dubitava che fosse
realmente il
suo erede.
“Si...
bene... devo... ciao” farfugliò Lupin, alzandosi e
in quel momento sentendosi
vecchio di almeno 10 anni, mentre percorreva il cortile addobbato a
festa.
“Scommetto
cinque galeoni che se la fa sotto e non si sposa”
affermò Matt.
“Mattew
Black, ma dove hai imparato a scommettere su argomenti così
delicati?”
“Sono
tuo figlio” rispose ghignando.
“Ci
sto furfante che non sei altro!” approvò dando una
pacca sulla spalla al
figlio.
***
“Cavoli
siamo in ritardo” dichiarò con finto rammarico
Jason.
“È
colpa tua fratello! Hai imboccato tutte le strade trafficate e andavi
più lento
di una formica!” lo rimproverò Nadia.
Il
ragazzo non la stette molto a sentire e bofonchiò qualche
scusa alla sorella.
“Come
mai pure quel vecchio settantenne con quel catorcio ci ha
superato?” rincarò la
dose la ragazza.
“L’importante
è essere arrivati e non possono iniziare senza il testimone
e la damigella
d’onore” cercò di mediare Amanda.
Con
loro era sempre così, litigavano come cane e gatto da
sempre, forse era perché
erano fratelli oppure come sospettava da un pezzo, era solo un modo
come un
altro per esprimersi affetto.
Il
grande chiostro all’aperto era già in finitura di
allestimento, le sedie erano
state sistemate, il palco pure, mancava di applicare qualche
incantesimo e
decorazione qua e là e sarebbe stato tutto perfetto.
Perdendosi
nella fantasia di come poteva essere, invece, il suo matrimonio un
giorno, percorse
la navata, immaginando di guardare negli occhi il suo futuro marito,
che
ricambiava il suo sguardo con un sorriso di ammirazione e devozione.
Girò
un attimo lo sguardo per
trovarsi di fronte lui, lo sapeva che l’avrebbe visto, era
inevitabile...
***
Si
sentiva un damerino vestito a quel modo, il suo stupido completo che
aveva messo,
lo faceva sembrare a un pinguino. Non ci credeva che il suo migliore
amico,
Teddy, stava per sposarsi, trovava la faccenda assurda e per di
più con sua
cugina doveva unirsi in matrimonio. Victory era una maniaca del
controllo, non
capiva come quei due si erano innamorati. Teddy era sempre strato un
tipo
stravagante e trasandato, mentre lei tutta perfettina e senza senso
dell’umorismo.
Tutti
stavano arrivando, la prova generale fra poco sarebbe cominciata, zia
Muriel si
era già accaparrata un posto e un bel po’ di
buffet nel piatto. Non vedeva
Teddy però, forse era riuscito a sgattaiolare dalla
fidanzato, pensò stizzito.
Dette
un ultimo sguardo alla navata centrale e non poté credere a
quello che stava
vedendo. Un Angelo, un bellissimo angelo, dai capelli biondi che al
sole
riflettevano come oro, raccolti in un elegante chignon. Indossava un
vestitino
sopra il ginocchio, di un rosa opaco, che le aderiva perfettamente
addosso.
I
suoi piedi si mossero in automatico verso di lei, stava sognando,
Amanda la
regina delle sue fantasie più segrete, si trovava
lì.
“A-amy”
balbettò quando i loro occhi s’incrociarono.
Lei
distolse un attimo lo sguardo, per poi ritornare a fissarlo con un
sorriso
dolce in viso.
“È
bello vederti James” lo salutò.
“Amy!
Ma per merlino che si fai qui?! Chi ti ha invitato,
c’è la mia famiglia e se ti
vedono... se ti vede mio zio Ron succede un pandemonio. E
anch’io sono bello!
N-no volevo dire che è bello vederti!!”
esclamò deciso. Era teso come una corda
e aveva il fiatone, sapeva che le orecchie gli erano diventate rosse,
per colpa
dello strano patrimonio genetico dei Weasley.
“Stai
bene Jamie?” gli domandò scoppiando a ridere,
imitata poi anche dal ragazzo,
che pian piano stava sciogliendo la tensione. Non c’era cosa
migliore che farsi
quattro risate in compagnia per sentirsi meglio.
Erano
due giovani ragazzini, con tutti i problemi della loro età,
l’amore come
l’amicizia però non la vivevano con leggerezza,
era un impegno solenne.
Non si Delude un amico
Non si Tradisce un amico
Non si Abbandona un amico
Per
James però lei non era più una normale amica. Non ci s’innamora di un amico,
diceva l’ultimo principio, che aveva
infranto già da qualche tempo, voleva dirglielo, desiderava
farle sapere che
lei non era solo uno stupido gioco per lui, doveva capire quanto
contava
veramente nella sua vita.
“Amanda
io volevo...” iniziò.
“Tuu!!!
Vegas come ti permetti ad essere qui, cosa sei venuta a fare alle prove
del
matrimonio di mia sorella! James, come hai potuto portarla
qui!”
Dominique
era fuori di sé, era noto a tutti quanto odiasse la
ragazzina, ma in quel
momento sembrava furiosa, come se fosse stata ferita a sangue o
insultata
gravemente.
“Io
veramente...” cercò di discolparsi James, ma fu
subito interrotto.
“Sparisci
ragazzina prima che chiami qualcuno che ti prenda a calci!”
inveì irosamente la
Weasley.
Intanto
le persone si stavano avvicinando alla scena, che vedeva coinvolte
quell’improbabile trio.
“Dominique!”
a richiamarla era stata la futura sposa. Indossava una vesta bianca,
non era
l’abito da sposa che aveva scelto per il gran giorno, ma una
versione più soft,
adatto alla situazione: rigorosamente bianco e di seta.
Victory
si avvicinò al trio, cercò di calmare la sorella
e le spiegò appunto che Amanda
era un’invitata essendo un’amica di Teddy. Quella
rivelazione lasciò ancora più
sconvolta la ragazza, che sbuffando e maledicendo tutti e nessuno in
particolare, se ne andò alla svelta, per sbollire la abbia e
la figuraccia
appena compiuta.
“Mi
dispiace mia cara, non so cosa sia preso a mia sorella, ma tornando al
discorso
principale, quando iniziamo le prove Maghi e Streghe?” Tutti
quindi partirono
con complimenti alla futura sposa, che accettava allegramente tutte
queste
attenzioni. Era raggiante e sembrava che nulla quel giorno potesse
scalfirla.
“Dov’è
lo sposo?” chiese una vocina ancora seduta nella solita
sedia, zia Muriel era
stata l’unica che, in quel pandemonio, si era accorta che
Teddy non c’era.
“Ehm,
qualcuno a visto il mio Teddy?” domandò Victory
alla folla.
“Sarà
in casa forse, se vuoi lo vado a cercare” propose il signor
Potter.
“Grazie
Zio” disse Viky, con un sorriso che celava paura e angoscia,
che non dovevano
esistere in quel momento.
La
ricerca fu vana, non si trovava il giovane Lupin da nessuna parte.
Così mentre
Jason, il testimone dello sposo, brindava con un’affascinante
mezza Veela e
Nadia, la damigella d’onore, giocava a carte con Amanda,
James e sua sorella
Lily, una donna in bianco piangeva, consolata dalla madre e dalle zie.
“Padre,
mi devi dei soldi” esordì Matt a Sirius.
“In
questo momento così tragico, tu pensi a quella stupida
scommessa! Dovresti
vergognarti figliolo!”
“Faresti
e diresti di tutto per non pagare vero?”
“Ma
per le mutante di Salazar, tieni e fanne buon uso,
mascalzone!” disse con fare
scherzoso Sirius.
“Certo
padre” ringraziò con un cenno del capo.
“E
smettila di chiamarmi padre!” gli grido dietro, prima che il
figlio se ne
andasse per la sua strada.
Matt
sapeva bene cosa dava fastidio al genitore, ma non poteva farci niente,
non
riusciva a provare un affetto profondo per lui. Era sempre stato
così, non si
sentiva figlio suo. Dal momento in cui sua madre lo aveva abbandonato,
quando
era ancora molto giovane, qualcosa era cambiato in lui. Era sicuro che
fosse
stato il padre ad uccidere sua madre, in un modo nell’altro
era colpa sua,
direttamente o indirettamente le aveva sottratto la vita.
Ma un
giorno mi vendicherò
sulla morte, un giorno regnerò e sarò io a
decidere chi merita di vivere e che
no...
To be
continue.
Salve!
Scusate
se ho commesso sicuramente errori, ma è da un po’
che non scrivo e ho perso la
dimestichezza con l’italiano xD Mi farebbe piacere un
commentino, così per
sapere cosa vi è piaciuto e cosa non vi è
gradito, accetto anche suggerimenti
per il continuo di questa storia, vi anticipo che nel prossimo capitolo
faremo
uno sbalzo temporale, i nostri ragazzi stanno crescendo!!
Un beso e
un
saluto speciale alla mi vida millyray, che
parlando del successo delle sue fan
fiction mi ha ridato la voglia di continuare a scrivere ;)
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Capitolo 17 *** 3 anni dopo... ***
Vi
ricordo che la mia storia è ambienta nella Nuova
Generazione, però molti dei
personaggi morti nella guerra magica sono ancora vivi, come Sirius,
Remus e
altri personaggi minori. Se mi sarò contraddetta, scusate,
ma capita a tutti.
Buona lettura e per suggerimenti o chiarimenti, dovete solo lasciare un
commentino ^^
Dear
Amanda,
[...]
sono lieto di
sentire che almeno tu hai passato delle belle vacanze estive. Adesso
inizierai
il quarto anno, vorrei essere al tuo posto, io alla tua età
ne combinavo di cotte
e di crude. Sirius una volta mi disse che ero un malandrino come mio
padre,
solo meno studioso e più imbranato.
Forse
a Natale mi
troverai da Jason e Nadia, se lo passerai con loro, ma molto
probabilmente
resterò in Croazia, abbiamo molto lavoro e Nikolina non mi
lascerà andare tanto
facilmente. So che leggendo queste righe starai maledicendo la mia
ragazza,
però ti prometto che continuerò a scriverti
piccola monella.
Non
cacciarti nei guai
quest’anno, non litigare con Malfoy o Dominique, ma
soprattutto ricorda che i
segreti vengono sempre a galla.
Love
Teddy
Amanda
lesse e rilesse
quella lettera, Teddy le mancava. Ogni estate da quando era piccola,
passava il
tempo assieme a lui e in compagnia dei loro amici, Jason e Nadia. Lo
considerava un fratello maggiore, ma da quando era andato a lavorare in
un
altro Stato, si vedevano sempre più raramente.
Anche
Jason era
contrariato, era da mesi che cercava un modo per stare di
più con l’amico, con
il risultato di tormentarsi con le più strane idee.
L’unica soluzione era
trasferirsi in Croazia, lasciare così
l’Inghilterra, per un Paese lontano dalla
famiglia e dagli affetti; ricominciare la sua vita da capo e trovarsi
un nuovo
lavoro.
Il
prezzo di una grande amicizia poteva compensare il disagio di tutto
ciò?
Il
treno del binario 9 ¾
era partito in orario, come sempre, tipicamente i giovani maghi e
streghe
ritardatari si
erano affannati a trovare
posto, negli scompartimenti, mentre lei non aveva avuto problemi quel
giorno.
Era partita presto da casa con la madre, come avveniva ogni anno, con
l’unica
differenza che delle lacrime avevano rigato il volto della donna. Si
era resa
conto che sua figlia non era più una bambina, era una
quindicenne e sapeva che
quando l’avrebbe rivista qualcosa in lei sarebbe cambiato,
perché in quell’età
avvenivano continui cambiamenti, non solo fisici, ma anche nel modo di
pensare
e di comportarsi.
Richiuse
la lettera dell’amico
e la ripose in borsa, diede un altro sguardo ai suoi compagni di treno
e
ritornò a guardare fuori dal finestrino. Era in -bella
compagnia- con la
superba Victoria Zabini, lo spiritoso Anthony Nott e la studiosa Alicia
Paciock.
Se avesse potuto, avrebbe certamente cambiato scompartimento.
Non
aveva nulla contro Alicia,
a volte in passato si erano trovate a studiare assieme in biblioteca,
ma con
gli altri suoi compagni di Casa aveva dei problemi. Sapeva che anche
quell’anno
avrebbe litigato con Victoria per la scelta del letto, inutile le sue
richieste
al professore, per uno spostamento di stanza. La Zabini era
un’oca giuliva nata
e non faceva nulla per essere simpatica, o la prendevi così
com’era oppure la
odiavi a morte.
Invece
con Anthony era
tutto un discorso diverso, stava frequentando Victoria
dall’anno scorso, quindi
era scontato che avrebbero trascorso il viaggio assieme, doveva solo
sperare
che Malfoy non si facesse vivo a salutare il caro amico,
perché non era ancora
pronta psicologicamente per rivedere il cugino.
Amanda si alzò
dal posto, appena vide che ora
le comunicava l’orologio. “Scusate” disse
prima di defilarsi, sollevata di
poter scappare dalle noiose chiacchiere di Victoria, su
quell’incapace del suo
elfo domestico.
“Ogni
giorno che passa,
diventi sempre più brutta” scherzò una
voce alle sue spalle, che conosceva fin
troppo bene.
“Potter,
se inizi così
anche quest’anno giuro che per te finirà molto
male!” lo minacciò Amanda, non
potendo nascondere uno dei suoi sorrisi.
“Oh
ti prego! Puniscimi
ora, in questo zozzo bagno” la supplicò, prima di
aggredire le sue labbra. La spinse
contro la parete, stringendola bramoso e assaggiandola affondo.
“Mi
sei mancato James”
riuscì a dire a fior di labbra, dopo che si furono staccati
per un secondo.
“Anche
tu mio dolce
amore”.
Se
non vi ricordate,
avevamo lasciato Amanda al matrimonio di Teddy, passati tre anni
è ora di
ricominciare il quarto anno ad Hogwarts. Come avete potuto intuire
l’incontro
tra Amanda e James, non era casuale. Finalmente i due piccioncini hanno
creato
un nido tutto loro. * applauso tra i lettori *
Continuate
a leggere per
sapere come si metterà la storia. Sarà tutto rose
e fiori? Mah non sperateci!
Un
caro saluto al mio
nuovo lettore stefanmn, che anche se l’ho criticato, non ha
perso la voglia di
leggere e complimentarsi per i miei scritti. Saresti ottimo per
diventare un
personaggio Tassorosso, troppo buono o forse troppo Codaliscia xD.
besos
roxy
black
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