due streghe

di dalastor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** Hermes ***
Capitolo 3: *** “Ci sono cose più importanti….” ***
Capitolo 4: *** Per le vie di Londra.. ***
Capitolo 5: *** 31 ottobre 1981 ***
Capitolo 6: *** la torre d'astronomia ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


Questa sarà una fanfic che durerà solo un paio di capitoli

Questa sarà una fanfic che durerà solo un paio di capitoli, e sarà incentrata su un dialogo fra due streghe, leggete e scoprite chi sono queste due streghe.

 

Questa storia sarà molto diversa da Love & Darkness, qui le cose saranno semplici e si darà molto spazio al dialogo, che secondo me è la parte di una storia che mi viene meglio.

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Capitolo 2
*** Hermes ***


Due streghe

Capitolo primo:
Hermes

“No, Hermione!” gridò Harry poco prima che la strega venisse colpita da una strano incantesimo lanciato da un magiamorte. La ragazza cadde a terra mentre il mago oscuro scappava.
Harry, disperato, si precipitò da lei prendendole la mano.
“Svegliati Hermione, ti prego. Dì qualcosa?” disse il ragazzo che aveva le lacrime agli occhi e gridò a Neville: “Chiama aiuto svelto!”
“Si, Harry.” gli disse l'amico per poi correre subito verso Hogsmeade.
“Non ti preoccupare Hermione, stanno arrivando gli aiuti.” le disse lui stringendola a se.
La giovane strega fu immediatamente portata all'infermeria di Hogwarts, dove Harry fu spinto da una parte, mentre Madama Chips interveniva sul corpo dell'amica.
“Non può morire, non può morire.” continuava a dire Harry seduto su una panca del corridoio, mentre Neville aveva chiamato gli altri che si precipitarono in infermeria: i primi ad arrivare furono Ron e Luna.
Ron si avvicinò all'amico senza dire una parola, e semplicemente gli mise una mano sulla spalla e gli domandò: “Harry…come sta? Che ha detto Madama Chips?”
“Ron… niente, niente Ron! Non mi ha detto niente.”
“Non ti preoccupare, Hermione è forte, si riprenderà…”
“E se non dovesse succedere, se dovesse…”
“Harry!!” gridò il rosso.
“Ron, ho così tante cosa da dirle, così tante da cose da fare. Non voglio che mi lasci, non può abbandonarmi come hanno….”
Madama Chips uscita dall'infermeria gli si avvicinò e mentre si toglieva i guanti disse: “Signor Potter, sembra che la signorina Granger sia stata colpita da un Hermes”
“Che vuol dire? Cos’è un Hermes?” domandò lui sconvolto.
“E’ un trasferimento dell’anima in un altro tempo e spazio. Dura per circa ventiquattro ore.”
“Vuol dire che fra qualche ora Hermione si sveglierà?”
“Si, ma se verrà ferita o uccisa in quella realtà, lei potrebbe non risvegliarsi. Sa se la sua amica ha desiderato incontrare qualcuno del passato?”
“No, non lo so proprio.” rispose Harry.
“Va bene, non si preoccupi, tutto andrà bene” disse l'infermiera prima d’andare.
“Visto, Harry? Si riprenderà, come dopo quella notte al ufficio misteri.”
“Ron, grazie per dell’aiuto.”
“A cosa servono gli amici altrimenti?” domandò lui sorridente.
Harry sorrise anche lui e poi aggiunse: “Ora basta, quando Hermione si sveglierà le dirò tutto quello che provo per lei.”
“Finalmente, Harry.”
Harry lo guardò sorpreso e domandò: “Tu lo sapevi?”
“Ehi sono o non sono il tuo migliore amico? Vuoi che non mi rendessi conto che ti eri innamorato di lei, dopo Ginny, soprattutto dopo che hai mandato all'inferno quel bastardo di Voldemort. Ma se vuoi sapere come la penso ci stavi mettendo troppo a dichiararti, di cosa hai paura…”
“Che lei non provi lo stesso per me, di rovinare la nostra amicizia, e poi c’eri tu…”
“Io!?” disse Ron stupefatto “Ehi io mi sono solo preso una cotta per lei al nostro sesto anno. Il tuo è amore o meglio dovrei dire il vostro è amore…”
“Ron?!”
“Potter, quella ti ama da anni ormai, fidati. L'ha detto a mia sorella e conosci Ginny non è proprio una tomba.”
Harry sorrise.

Hermione si ritrovò davanti a un cancello di una tipica villetta inglese di fuori Londra.
Dove sono? Cos’è questo posto? E’ strano mi sembra d’esserci già stata.” pensò la strega, sentì delle voci e si nascose dietro a un cespuglio
“James non puoi portare tutto dentro in un solo viaggio, i vicini potrebbero vederti.”
“Smettila, Lily, tu preoccupati del piccolo Harry.”
Erano una coppia, che scesa da un auto rientravano a casa con la spesa.
Che strano.” pensò Hermione guardandogli dal suo nascondiglio “Mi sembra di conoscerli. Oh mio Dio non può essere! Sono James e Lily Potter, i genitori di Harry.
I due varcarono la porta di casa, mentre Hermione uscì da dietro il cespuglio.
“Dove sono capitata? O meglio quando?” si domandò la grifondoro “Aspetta, Hermione, pensa. Sono stata colpita da quell'incantesimo che mi ha riportato indietro nel tempo. L’unica possibilità che ho per tornare nel futuro è di parlare col più potente mago del mondo: il professor Silente. Devo andare a Hogwarts.”
Ma qualcosa la bloccava. “Perché non vedere prima com’erano i genitori di Harry?” pensò “Ok li guardo dalla finestra un secondo e poi vado.” Ed entrò nel cortile e iniziò a spiarli.
Lily stava mettendo a posto la spesa e intanto James, in un’altra stanza, giocava con Harry con quello che sembrava essere un piccolo boccino d’oro. Il padre lo lanciava e il piccolo cercava di prenderlo. Il bambino rideva e si divertiva come un matto giocando con il genitore, che rideva pure lui e gli diceva: “Bravo, Harry, prendi il boccino.”
E una volta il bambino ci riuscì e James gridò: “Bravo Harry” e lo prese in braccio facendolo volteggiare, il piccolo rideva guardando il padre “Harry James Potter, tu sarai il migliore cercatore che i Grifondoro abbiano mai avuto. Quando avrai undici anni andremo insieme a comprare una Nimbus 1700, e quella sarà la tua prima scopa. In più scommetto che sarai un degno erede dei malandrini.”
“Ehi lui deve dormire adesso.” disse Lily appena entrata e gli prese il bambino dalle braccia del marito.
“Ma è presto, deve diventare un campione.” Poi rivolto a Harry “Dì a mamma come hai preso al volo il boccino.” Il piccolo non smetteva più di ridere.
“Il Quidditch va bene, ma mi auguro che non prosegua l’eredità dei malandrini.”
James la guardò male e disse: “Lui sarà un malandrino. Lui sarà il leader della nuova generazione dei malandrini, insieme ai figli di Sirius e di Remus.”
“Già l’immagino che banda saranno. Ehi non stai dimenticando Peter?” domandò la strega.
“Cara, non credo che Peter potrà mai riprodursi.” disse James ridendo.
“Cattivo.” gli rispose la moglie e poi rivolta al bambino disse: “Sai Harry devo tenerti lontano dall'influenza nefasta di tuo padre e dei tuoi “zii””
“Cosa intendi dire con influenza nefasta?”
“Che tu e Sirius darete al bambino dei cattivi esempi.”
“Io e Sirius?!”
“Sì, tu e Sirius. Ancora non ho capito perché ho acconsentito che il padrino di Harry fosse quel playboy di Sirius Black. Già mi immagino cosa potrà fare questo tesoro a scuola seguendo i vostri esempi, si caccerà sempre nei guai e andrà dietro a ogni ragazza che incontrerà.”
“Ehi perché non parli pure dell'influenza che potrà avere lo zio Remus?”
“Perché Remus Lupin è una persona seria lui. Harry sarà uno studioso, diventerà prefetto e caposcuola.”
“Noooooo.” Gridò James Potter “Dovranno uccidermi prima che accada.”
Poi a un tratto si udì un rumore come di un ramo spezzato nel cortile.
Hermione si stava così divertendo che non si rese conto d’aver pestato un pezzo di legno.
“James!!” disse Lily stringendo il bambino.
“Vado a vedere stai attenta. Se mi succede qualcosa….”
“James ti prego….”
L’uomo estrasse la bacchetta e si precipitò fuori. Hermione ebbe appena il tempo di nascondersi, ma il mago aveva visto la sua ombra e puntata la bacchetta lanciò uno schiantesimo, che colpì Hermione in pieno facendola cadere svenuta.
“James!!” gridò Lily uscendo.
“Cavolo, Lily, ti avevo detto di restare con Harry”
Lily si avvicino a Hermione “Oh, ma è una ragazza.”
“E anche carina.” aggiunse il mago.
“James Potter, ti sembra il momento? Ti ricordo che sei sposato e che è troppo giovane per te.”
“Ehi Signora Potter che è il giorno prendiamo a mazzate tuo marito?”
“Sì.” rispose lei sorridendo “James portiamola dentro, non possiamo lasciarla qui.”
“Ma…”
“Niente ma, portala dentro.” disse Lily con il tono da caposcuola.
James la prese in braccio e rientrò per poi sdraiare Hermione sul divano del salotto.
Intanto Lily, ripreso in braccio il piccolo Harry osservava la sua ospite.
“Guarda, James, la sua sciarpa rossa e oro, è una Grifondoro. Ma che ci sta affare così lontana dalla scuola? E poi da sola di questi tempi?”
“Forse è una mia fan.”
“Ma va Potter.”
“Evans hai notato che un po’ ti somiglia”
“Sì?! Dove?”
“Sembra una ragazza intelligente. Forse è una “so-tutto-io” come te?”
“Bella battuta.”
“Dammi Harry, tu intanto perquisiscila.”
“Ok” rispose lei e dato il bambino al padre. Lily si mise a perquisire la ragazza. Sotto il mantello trovò la borsa: dentro c’erano i risultati del M.A.G.O. e un libro della storia di Hogwarts
“E’ straordinaria!! Ha voti eccezionali.” disse la strega mentre leggeva il foglio.
“Fai vedere?” l'essorto James e la moglie gli passò il foglio riprendendo il bambino “Incredibile! L’avevo detto che ti somigliava. E' una secchiona come te. Si chiama Hermione Jane Granger. Dovremo chiedere aiuto al professor Silente o a Sirius per sapere qualcosa di più su di lei.”
Lily lo guardò con aria interrogativa: “A parte che potremo aspettare che si svegli, e che capisco di chiedere al professore, ma mi spieghi perché dovremo chiederlo a Sirius?”
“Che domande, conoscendo Sirius è impossibile che non abbia notato una bellezza simile soprattutto della nostra casa....”
“James Potter, sei….” disse la giovane donna con un aria severa per poi mettersi a ridere.
Intanto il piccolo Harry, non faceva altro che guardare silenzioso e interessato la ragazza, poi sua madre come a cercare qualcosa che le due potessero avere in comune.
“Guarda come Harry osserva la nostra ospite si vede che è mio figlio. Ha buon gusto.”
“Ma smettila….” disse Lily, sorrise a Harry e gli disse: “Sei un po’ troppo piccolo per interessarti alle ragazze. Ma promettimi che quando troverai quella giusta me la farai conoscere.”
Il bambino sorrideva alla madre, poi intervene il padre: “Sì, Harry, mi raccomando che sia una Grifondoro.”
“No, va bene di qualunque casa, piccolo mio. Ma che sia una brava ragazza, che però ti sappia anche tenerti testa.” disse  la madre per poi metterlo nel box.
“Lily, vado a parlare con il professore tu stai con la nostra ospite.”
“Sì va bene. Torna presto pero.”
“Certo” rispose James e baciò Lily poi rivolto ad Harry disse: “Giovanotto mi raccomando veglia sulla mamma e su Hermione. Che nome strano.” e poi uscì.
Lily presse il libro di Hermione. “Strano?” pensò “Non conosco questa edizione della storia di Hogwarts.” L'aprì e cercò l’anno di pubblicazione e sussurrò: “Non può essere.” Poi ad alta voce lesse la dedica: “Con affetto alla mia miglior amica Hermione Granger.” Si fermò un attimo e sussurrò: “Harry Potter.” La strega guardò verso il box dove il piccolo Harry giocava e poi di nuovo la ragazza svenuta sul divano.
“Ma tu chi sei? Da dove vieni?” si domandò e aprì il libro e ci trovo dentro una foto babbana che ritraeva un ragazzo con i capelli neri, gli occhi verdi e una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte. Di nuovo la madre guardo suo figlio. Poi sempre dentro al libro ci trovò un foglio piegato in quattro: una lettera. Lily a lesse nella sua mente.
Caro Harry,
come è difficile scrivere certe cose, fosse un tema di pozioni sarebbe molto meglio. Harry non riesco più a nascondere ciò che provò per te, ormai da sempre. Non riesco a ricordare quando la mia amicizia nei tuoi confronti è cambiata, diventando amore. Sì perché signor Potter io ti amo, ti amo, ti amo e lo vorrei gridare al mondo. Ma ho paura che non mi consideri neanche una ragazza, ma a volte quando mi guardi ho come la certezza che tu qualcosa per me provi.

Con amore
Tua per sempre
Hermione.

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Capitolo 3
*** “Ci sono cose più importanti….” ***


Capitolo secondo
“Ci sono cose più importanti….”

Lily si sedette al tavolo continuando a guardare la sua ospite svenuta su divano. La ragazza si mosse un poco sembrava che fosse sul punto di svegliarsi, mormorò qualcosa, poi sorrise.
Chi sa cosa sta sognando?” si domandò Lily “Mi è simpatica.” Poi guardò Harry sempre intento a giocare nel box. “Mi piacerebbe avere una figlia come lei.” Pensò la strega, poi si alzò e andò verso Harry e lo prese in braccio e gli domandò: “E a te, bambino mio, ti piacerebbe avere una sorellina come la tua amica Hermione?”
Il bambino sorrise come a voler dire sì.
Hermione si mosse ancora e apri gli occhi e si stiracchiò, si guardò intorno e poi senti una voce da dietro le sue spalle: “Ben svegliata, Hermione.” La giovane strega si girò e vide Lily Potter in piedi con il piccolo Harry in braccio.
“Signora Potter. Io….” non sapeva cosa dire
Lily le sorrise e disse:  “Va tutto bene, ma perché non mi spieghi cosa è successo?” Intanto posava il bambino di nuovo nel box.
“Ehm, mi chiamo Herm.... ehi ma lei già lo sa.” disse Hermione confusa.
Lily arrossi un po’ poi le disse: “Mi scuserai, ma ho guardo nella tua borsa e ho trovato i risultati dei M.A.G.O., complimenti neanche io avevo voti cosi buoni.”
“Grazie” disse la ragazza alzandosi.
Lily le sorrise e poi disse: “Siediti e raccontami tutto.”
“Grazie” disse Hermione che si avvicinò, sedendosi al tavolo.
“Ti va una tazza di caffè?” le domandò Lily.
“Sì, grazie.”
“Ehi ma non sai dire nient’altro che grazie?”
“Ehm, no.”
“Guarda che è una situazione strana anche per me” disse Lily sorridendo
“Lei sa da dove vengo?”
“Più che da dove, so più o meno da quando vieni. Vieni dal futuro non è vero?”
“Sì.”
“Oh.” rispose Lily poi mise una tazza davanti a Hermione e ci verso il caffè da una caffettiera di tipo americana.
“Graz....”
Ma Lily la guardo male poi si mise a ridere, subito seguita da Hermione.
“Quanto zucchero?”
“Due cucchiaini.”
Lily mise i due cucchiaini e poi disse: “Io ne metto sempre quattro.” E li verso dentro.
“Ehm, signora Potter. Altri due per favore.” disse Hermione avvicinandole la tazza.
“Dieta?”
“Ehm sì” rispose lei annuendo.
“Ah, ma non essere stupida stai benissimo.”
“E la stessa cosa che dice sempre Har….” ma si fermò.
“Harry?!”
Hermione annui e aggiunse: “Signora Potter, io…”
“Lily.”
“Come?”
“Chiamami Lily. Non mi ci sono ancora abituata a sentirmi chiamare signora Potter. Allora da che anno vieni?”
“Dal 1998.”
“Caspita. Harry dovrebbe avere 17 anni?”
“Sì”
“Raccontami di lui. Ti prego che tipo è il mio bambino.”
“Oh Signora Pott… Lily…Lui è fantastico, è intelligente, bellissimo, coraggioso sì proprio coraggioso, non si perde mai d’animo nonostante tutto. Sa il fatto suo, ma è poco incline a seguire le regole.”
Lily sorrise e disse: “Come suo padre.”
“Ehm, si. Dal signor Potter ha….”
Lily si mise a ridere.
“Cosa c’è? Cosa ho detto?”
“No, niente, Hermione” rispose l’altra strega, asciugandosi gli occhi per il troppo ridere “Mi immaginavo la faccia di James, a sentirsi chiamare signor Potter direbbe che il signor Potter era suo padre. Lui è solo James.”
“Oh, ma dove è andato?”
“Ha chiamare il professor Silente e forse anche Sirius… lo conosci Sirius Black il padrino di Harry?”
“Sì, certo.”
“Ma continua a parlarmi di Harry.”
“E’ eccezionale. E’ stato il più giovane cercatore di Grifondoro degli ultimi cento anni.”
“Davvero? James ne sarà contento. Ti piace il Quidditch? Giochi con lui?”
“Io, giocare a Quiddich sarei negata, mi piace vedere le partite, fare il tifo, ma solo quando gioca Grifondoro”
“Cioè quando gioca Harry, giusto?”
“Ehm”
“Lo ami, Hermione?” le domandò Lily.
Hermione arrossì, ma non rispose.
“Scusami ho letto la tua lettera dentro al libro.”
“Oh, non fa niente.” disse e guardò il piccolo Harry dentro al box.
“Perché non glielo dici? Perché non gli dici che la sua migliore amica è innamorata di lui.”
“Perché ho paura di perderlo. Ho paura che le cose fra noi possano cambiare e non voglio.”
“E cosa farai quando arriverà un’altra ragazza che gli ruberà il cuore?”
Hermione non rispose.
“E’ già successo?” domandò Lily
“Sì, due volte.”
“E’ cosa hai fatto?”
“Semplicemente niente.” rispose lei abbassando lo sguardo.
“Hai sofferto in silenzio? Il mio Harry deve essere uno stupido se non riesce a vedere che tu sei una ragazza stupenda. Scommetto che io non faccio l’altro che dirgli quanto tu sia fantastica, ma lui non mi ascolta.”
Hermione non rispose
“C’è dell’altro?”
“Ron.” mormorò la ragazza.
“Chi? Chi è questo Ron?”
“Ronald Weasley il migliore amico di Harry.”
“Weasley…hai detto? Questo cognome non mi è nuovo. Non sarà parente di Arthur Weasley?”
“Sì, è suo figlio, il sesto.”
“Ah ho capito è ultimo nato, è carino con quelli capelli rossi.”
“Ehm Lily, tutta la famiglia Weasley ha i capelli rossi.”
“E’ vero.” disse e sorrise “Sono brave persone.”
“Si, sono molto care. Molto spesso ci ritroviamo tutti alla tana, casa Weasley, per passare le vacanze. E’ come avere una seconda casa….”
“Anche per Harry?”
“Sì, soprat…. Sì certo”
“Ma verrete anche qui, non è vero?”
Hermione non sapeva che dire allora mentì: “Sì. Tu ci dice sempre che io e Ron dovremo pagare affitto e James scherza dicendo che ci dovrebbe adottare.”
“Tipico di James. Ma non capisco ancora cosa c’entra Ron tra te e Harry, a meno che lui…. A meno che non sia innamorato di te?”
“Sì, e per un po’ abbiamo avuto una storia, ma ora ci siamo lasciati, ma se mi dichiarò ad Harry non so come Ron la potrebbe prendere. Non voglio essere la causa della fine di una grande amicizia.”
“Come tra James e Remus.”
“Remus Lupin? Il professor Lupin?”
“E’ professore?”
“Sì, è stato nostra professore di difesa contro le arti oscure al terzo anno.”
“Bravo Remus, sembrava il più debole, il più solo tra i malandrini, soprattutto per la sua condizi….”
“Lily lo so che è un licantropo.” disse Hermione “Nel futuro si sposerò con una Auror.”
“Ne sono molto felice.”
“Il professor Lupin era innamorato di te?”
“Si al sesto anno. James e lui sono arrivati a litigare di brutto, si sono presi a pugni nella sala comune. Solo grazie a Sirius che li ha divisi non è finita male, non si sono parlati per un mese. Usavano il povero Peter come gufo. Troppo divertente.”
“In realtà non abbiamo parlato per due settimane, ma poi era veramente uno spasso far andare avanti e indietro Peter.” disse James appena arrivato sulla porta del salone.
“James….”
“Signor Potter”
“Signor Potter?! Ehi signorina mio padre è il signor Potter, io sono James. Non sono ancora cosi vecchio da essere chiamato signore.” Disse il mago mentre s’avvicinava.
“Ehm” disse la ragazza imbarazzata, James aveva tutto il fascino di suo figlio Harry. 
“James. Lei è Hermione Granger, una amica di Harry.”
“Come?!”
“Viene dal futuro.”
“Cosa?!”
“Sì, James, io vengo dal 1998”
“Oh Merlino. Dimmi di Harry. E' forte a Quiddich?”
“Sì, è il capitano ormai da due anni”
“Il capitano…. Il capitano di Grifondoro, giusto?”
“Sì.” rispose entusiasta Hermione
James si avvicinò al box e prese Harry in braccio facendolo volteggiare e gli disse: “Hai sentito piccolo? Hai sentito? La tua amica futura dice che sarai il capitano, non sei contento?” Poi si rivolse di nuovo a Hermione: “Ma è un cercatore, giusto?”
“E’ cos’altro potrebbe essere. C’è l’ha nel sangue.” Rispose lei ancora più contenta.
“E’ vero è un Potter ha la caccia al boccino nel sangue” disse lui guardando Harry.
Il bimbo rideva era contento che il suo papà fosse tornato.
“Mi piaci Hermione Granger. Dimmi la verità tu e Harry non siete solo amici?” le domandò James.
La giovane strega divento tutta rossa.
“Smettila James cosi la metti in imbarazzo!” lo sgrido la moglie.
“E cosa ho detto di male?”
“James Potter, tu hai la sensibilità di un carro armato.”
“Un cosa? Lo sa che non mi piace che mi paragoni a cose babbane che non capisco.” disse Potter ridendo.
“E’ un enorme mezzo tutto di ferro.” Rispose Hermione un po’ saccente.
Marito e moglie si girarono e guardarono la loro giovane ospite.
“Cosa c’è? Cosa ho detto?” domandò.
“Tu sei….tu sei….ehm” cercava di dire James.
“Credo, Hermione, che stia cercando le parole migliori per chiederti se sei per metà babbana, come me?”
“Grazie, amore.” disse annuendo James.
“Ehm si i miei genitori sono babbani.”
“Ma è, fantastico.” Rispose James “Sei come Lily. E’ stupendo.”
“James stai calmo, la stai di nuovo mettendo in imbarazzo.”
“No, non fa niente” rispose Hermione di nuovo tutta rossa “Non tutti la pensano cosi, James.”
“Ancora nel futuro esistono questi pregiudizi. Che stupidi. Hermione tu hai le chiave di due mondi, non capisci che fortuna che hai.” disse James entusiasta “Puoi vedere sia la magia di noi maghi che quella dei babbani.”
“La magia dei babbani?”
“Sì, la loro arte, la loro letteratura, la loro tecnologia, il loro calcio. Sono cose affascinanti.” James Potter parlava come un bambino dei suoi regali ricevuti a Natale.
Hermione lo guardava stupefatta, per certi versi gli ricordava il signor Weasley o anche il professor Silente con i suoi amati ghiaccioli al limone.
“Hermione, avresti dovuto vederlo quando l’ho portato una volta al cinema, è impazzito.” disse Lily ridendo.
James continuava a giocare con Harry e intanto gli diceva: “Io e te piccolino andremo in un sacco di posti insieme: al cinema, allo stadio sia di calcio che di Quiddich, e naturalmente potrà venire anche la tua amica Hermione, anche se sono sicuro che un giorno vorrai uscire da solo con lei.”
“James…” gli grido la moglie, poi gli si avvicino. Tutte due ridevano e scherzavano con il piccolo Harry. Nella mente di Hermione il volto del Harry adulto si soprapose a quello del bambino, ma lei non aveva mai visto l’Harry grande cosi felice come quel bambino fra le braccia dei suoi genitori.
Cosa devo fare?” penso Hermione “Se l’informarsi di quello che accadrà, della loro morte. Potrei cambiare la storia. Andrei contro le leggi del tempo?” Poi li guardo ancora una volta. “Al diavolo le leggi, ci sono cose più importanti.
“Hermione, cosa c’è?” gli domando Lily, quando vide sul volto della strega dipingersi un espressione serie.
“Lily…James…dobbiamo parlare, ho una cosa molto importante da dirvi che vi riguardano, che ci riguarda tutti, ma soprattutto Harry.”


Grazie a tutti per i commenti al primo capitolo, mi auguro che questo secondo capitolo vi piaccia.

Questa storia s’ispira a una storia molto vecchia di Batman dove i genitori di Bruce Wayne…ma non posso dire cosa succede, altrimenti vi spoilero il resto. Anche se sono molto indeciso su 2 finali differenti. Non so se scriverli a questo punto tutte due.

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Capitolo 4
*** Per le vie di Londra.. ***


Capitolo terzo

Per le vie di Londra…

Seduti tutti e tre intorno al tavolo Hermione raccontò ai Potter la loro storia, il loro tragico futuro, che si sarebbe trasformata nella più famosa storia del regno magico e che  generò l’eroe che avrebbe ucciso Voldemort per ben due volte. Il loro Harry sarebbe diventato una leggenda, ma al tempo stesso un orfano.
I due genitori rimasero più volte sorpresi e sconvolti, ma anche molto orgogliosi delle scelte e del imprese del loro bambino. James fu particolarmente colpito dallo scoprire che il suo amico Sirius era stato ingiustamente condannato ad Azkaban e della sua tragica ed eroica morte per salvare Harry.
“Maledetta Bellatrix Lestrange!! Maledetta, non gli basterà torturare fino alla follia Frank e Alice Paciock, ma anche uccidere il mio miglior amico.” disse arrabbiato James, stringendo il pugno, sembrava che più della sua morte, forse infuriato perché non poteva difendere i suoi amici e fermare certe ingiustizie. In questo lui e Harry era uguali.
Ma fu entusiasta nel sapere che suo figlio aveva partecipato a un torneo tre magi e lo aveva vinto.
Intanto Lily rimaneva stranamente calma, ma si suoi occhi tradivano la sua paura, non per la sua sorte ma per Harry.
Finito il racconto fra i tre ci fu un innaturale silenzio, rotto solo dai alcune rumori che faceva il piccolo Harry giocando.
“Grazie, Hermione” disse Lily “Ma noi non faremo niente per evitare il nostro destino.”
“Come? Ma hai capito cosa vi succederà se rimanete qui?” disse Hermione “In questo modo Harry crescerà da solo, e passera dei brutti momenti.”
“Ma lui non è solo, ha te, ha Ron, ha tutti i suoi amici a stargli vicino.” disse tranquillamente Lily che poi guardò James, lui le sorrise e le strinse la mano sul tavolo e si guardarono.
“Hermione.” disse James “Per fare in modo che, Harry sconfigga Voldemort noi due dobbiamo sacrificarci, la nostra morte servirà a un bene più grande. Le nostre vite non sono niente a confronto delle centinaia di vite che mio figlio salverà. Dobbiamo fare ciò che è giusto non ciò che è facile. Se per forgiare l’uomo, l’eroe che Harry sarà, è necessario che io muoia sono felice di farlo. Ma quel bastardo di Voldemort dovrà sudare per raggiungere mia moglie e mio figlio.”
“E poi mia cara” intervene Lily “Se noi cambiamo la storia tu e lui potreste non incontrarvi, su quel treno tra dieci anni, e io non posso permettere che Harry non incontri la sua migliore amica.”
“Ma…” disse la ragazza perplessa.
“Niente ma, Hermione. Abbia deciso.” continuò la strega e poi guardando di nuovo James.
“Non è giusto, non è proprio giusto.”
“Hermione, vorremo che tu restasi con noi fino a domani notte, ma poi dovrai nasconderti…” disse James
“Perché? Non sarà…”
“Sì, oggi è il 30 ottobre 1981.” rispose Lily.
James si alzò e disse: “Allora che aspettiamo?”
“Per fare cosa?” gli domandò Hermione
Lui guardò la moglie negli occhi, e a Hermione sembrò di rivedere lei ed Harry che parlavano senza dire niente.
Lily sorrise : “Andiamo fuori, Hermione, andiamo a divertirci tutti e quattro insieme.”
“Va bene come volete.”
“Allora andiamo….” disse James
“Un attimo” disse Lily prendendo Harry “Devo preparare il principino. Fuori fa freddo.”
Usciti usarono la metropolitana è andarono a Piccadilly Circus, poi Oxford Street dove si fermarono in nella più grande libreria di Londra ben sette piani. Lily ed Hermione esplorarono tutta con James che badava ad Harry al ingresso.
La ragazza era felice d’aver finalmente trovato una persona che condivideva la sua passione per i libri.
“Hermione lo hai letto questo?” le chiedeva Lily mostrandole questo e quel volume, se la risposta era si gli diceva “Non è bellissimo?” o “Non era eccezionale, vero?”; se invece la giovane strega le rispondeva di no, Lily le diceva: “Ma devi assolutamente leggerlo è stupendo, non puoi perderlo.”
Le due correvano da una parte all’altra.
Non ho mai avuto un’amica cosi.” pensava Hermione “Forse non ho mai avuto una amica. Una ragazza come amica. Tra me e Ginny non c’è mai stato un rapporto molto profondo, lei è cosi interessata alle cose prettamente femminili, come tutte le ragazze di Hogwarts o babbane, forse è per questo che mi trovo meglio con due ragazzi come migliori amici. Ma Lily è diversa, è cosi simile a me. La conosco da pochissimo ma non voglio perdeva…. non voglio perdere neanche James… Non pensare Hermione guarda i libri e non pensare cosa accadrà domani, non pensarlo.
Dopo circa un ora Lily ed Hermione tornarono da James, la prima con due buste con ognuna quattro o cinque volumi, la seconda senza aver comprato niente.
“Ehi, ma vuoi esaurire la fortuna dei Potter in libri” disse scherzando il mago.
“James” disse seria Lily e con lo sguardo indicò Hermione dietro di lei.
“Hermione, non hai trovato niente, che t’interessasse?” le domandò James.
“No, niente.” rispose la strega.
“Non è possibile, questa è la più grande libreria babbana della città. Vieni con me.”
“Ma dove?!”
“A comprare i libri che vuoi.”
“Ma…..”
“Non ci sono ma. Hermione, sei mia ospite non voglio che tu sia scontenta. Scegli tutti i libri che vuoi.”
“Ma James… come farò a portarli nel mio tempo, se mai ci tornerò.”
“Troveremo un modo, giusto Evans?”
“Giusto, Potter”
E James prese dolcemente Hermione da un braccio e la spinse di nuovo dentro al negozio. Quel tocco delicato, ma al tempo stesso forte le ricordò il suo Harry, quando l’abbracciava e per un attimo arrossi.
Hermione comprò dodici libri.
In un vicolo, lontano da occhi indiscreti Lily, trasfigurò i libri riducendoli di dimensioni ora potevano stare in una tasca.
Si spostarono poi a Regent Street dove Hermione resto incantata a guardare uno splendido vestito nella vetrina di un negozio. Questo era viola con una fascia marrone ai fianchi, scollato ma non troppo.
Lily le si avvicinò da dietro le spalle e le domandò: “Ti piace? Perché non lo provi? Sarebbe perfetto per uno dei balli a Hogwarts.”
“Non posso. E’ troppo.”
“James” chiamo la strega e il marito s’avvicinò con il bambino: “Noi ci fermiamo qui, Hermione vuole provare questo vestito.”
“Ok, allora io e Harry andiamo un po’ in giro.” disse lui ridendo “Userò il bambino per cercare di accalappiare qualche ragazza. Il vecchi trucco del ragazzo-padre.”
“Si come no… Tu stai troppo tempo con Sirius.”
“A proposito, Sirius mi ha chiesto se un giorno gli prestiamo Harry per le ragazze…”
“Ho sempre detto che era meglio Remus come padrino” poi a Hermione “Entriamo?”
“Ok”
Dopo la prova di qualche altro vestito, Hermione uscì dal camerino con lo splendido vestito viola.
“Sei bellissima, ragazza, da toglie il fiato.” le disse Lily seduta su una poltrona con accanto uno dei commessi del negozio.
“E’ vero, signorina.” le fece eco il commesso poi a Lily: “Sua sorella è splendida con questo abito.”
“Sì, mia sorella.” Sussurro Lily abbassando lo sguardo.
Petunia.” pensò “Perché mi odi cosi tanto? E perché hai reso l’infanzia di mio figlio cosi dura? Lui non c’entrava niente….
Mentre Hermione si guardava allo specchio, si sentì un fischio d’apprezzamento. Le due streghe si voltarono e videro James con in braccio Harry.
Il mago fischio ancora e poi disse: “Sei da perderci la testa, non è vero piccolo?”
E’ il piccolo Harry prima la guardo perplesso e poi inizio con le sue piccole mani ad applaudire. Hermione sorrise e fece un piccolo inchino e il bambino si mise a ridere cosi tanto che quasi cadeva.
“Scommetto, piccolo Harry, che da grande quando vedrai la tua amica Hermione, cosi bella, per un ballo rimarrai interdetto, come lo sono rimasto io guardando la tua mammina in un ormai lontano ballo del ceppo.”
Il bambino acquisto un espressione molto seria nel ascoltare il papà parlare, poi si volta e riguardò Hermione e nuovamente le sorrise. Questa gli si avvicinò e gli diede un piccolo bacio sulla guancia.
Harry risse divertito.
“Allora, Harry, come ci si sente a essere baciati da una principessa?”
“Ehi io non sono una principessa”
“No, è vero tu sei un eroina.” rispose lui poi rivoltò a Lily “E tu mia bella regina hai preso un bel vestito?”
“Sì, certo e ora lo vado a riprovare perché tu lo veda.”
Lily si alzò e dopo qualche minuto usciti con indosso uno splendido vestito bianco e si fermò di lato a Hermione.
“Mio Dio siete… siete bellissime.” Aspettate e materializzo in tasca una macchina fotografica. “Mi scusi” domandò al commesso “Mi farebbe una foto con loro?”
“Certo signore.”
Il mago si avvicinò alle due streghe. Lily gli domandò sottovoce: “Da dove viene quella macchina fotografica?”
“Non lo so proprio.” rispose lui ironico.
Lei sorrise e gli disse: “Malandrino”
“E ne vado fiero.”
“Fermi. Sorridete.” disse il commesso e scatto la foto.
“Grazie” gli disse Potter “Dove posso pagare gli abiti?”
“Da quella parte, signore.”
Lily ed Hermione s’rinchiusero nei camerini si cambiarono e uscirono tutti e quattro dal negozio.
“Prima i libri, ora i vestiti, è veramente troppo.”
“No, Hermione, non è troppo per quello che farai per il nostro piccolo eroe.” disse Lily mettendo una mano sulla spalla della giovane strega “Vorrei solo avere più tempo da passare con te.”
“Ehi Evans” intervenne James “Niente pensieri tristi oggi. Ora che facciamo che ne dite di una bella passeggiata ai Kensington Gardens, prima di cena?”
“Sì perché no? Tu che ne pensi, Hermione?”
Lei annui e rispose: “Va bene, sapete, la mia famiglia abita da quelle parti, in Bayswater Road.” Ma finita la frase diventò scura in volto per un istante, ma subito le tornò il sorriso.
“Allora andiamoci se siamo fortunati incontreremo la Hermione bambina.” Disse scherzando James.
Arrivati al parco, dopo un po’ videro un venditore di palloncini e il piccolo Harry rimase affascinato a quelle sfere che volavano. Hermione se ne resse subito e avanzò di qualche passo e gli disse: “Harry, lo vuoi un palloncino?”
Il bambino sorrise e fecce si con la testolina.
“Allora aspetta.” disse  la strega che corse dal venditore per poi tornare dai Potter con in mano un palloncino rosso, Harry alzo la manina per prendere il filo.
“Ancora un secondo.” La ragazza si guardò intorno per vedere se arrivava qualcuno e poi presa la bacchetta trasfigurò il palloncino questo cambio colore diventando rosso e oro.
“Cosi è più bello, non è vero Harry?”
Il piccolo rideva come un matto, prese il filo in mano e si incanto a guardare il palloncino, ma poi lo lascio andare, ma invece di mettersi a piangere come qualunque altro bambino, continuava a guardarlo salire sempre più in alto poi si voltava verso la madre, poi verso Hermione e indico il palloncino volare.
“Sogno già di volare.” disse malinconica Lily
“Già.” aggiunse James guardandolo con amore.
Hermione era già corsa a comprarne un altro.
“Mi piacerebbe, poterlo vedere volare la prima volta.” disse James.
Lily abbasso lo sguardo.
Hermione tornò di nuovo con un altro palloncino rosso e di nuovo lo trasfigurò, cambiandogli oltre al colore la forma in un piccolo ipogrifo, che ricordava Fierobecco.
“Ho sempre amato, anch’io, gli ippogrifo.” disse Lily.
James si mise a ridere e le disse: “Ti ricordi quando al nostro primo appuntamento abbiamo presso in ‘prestito’ Fierobecco da Hagrid e ci abbiamo fatto un giro?”
“Sì, che notte splendida, mi sembrava di toccare le stelle.” rispose Lily
“Anch’io e Harry abbiamo fatto un giretto su Fierobecco, la notte in cui abbiamo fatto scappare Sirius. Al inizio avevo paura, ma tra le braccia di Harry mi sentivo protetta.” disse Hermione arrossendo un po’
La coppia si guardò e sorrisero, poi intervene Lily: “E’ effetto che fanno i Potter, tra le loro braccia ti senti al sicuro e protetta, ma soprattutto amata.”
Hermione arrossi ancora, poi ‘rubo’ il passeggino a James e si mise correre per il parco a tutta velocità con Harry che se la rideva e batteva le mani sulla sbarra di protezione che aveva davanti, come ad incitare d’andare più forte.
“Sai? Avrei tanto voluto dare a Harry una sorellina.” disse Lily guardagli giocare
“Anch’io” rispose James “Una bambina bella e intelligente come te o Hermione. L'avrei voluta chiamare Harmony.”
“James…”
“Ma sai una cosa Lily, Harry in realtà l’avrà una sorella eccola lì” disse e indicò con sguardo Hermione “Non si chiama Potter di cognome, ma gli vorrà bene come una sorella.”
“Molto di più, James, molto di più. Lei l’ho ama.”
“L’avevo capito.”
Dopo un po’ lasciarono il parco da una delle uscite che dava su Bayswater Road. Era sempre Hermione adesso a spingere il passeggino, ma non appena si rese conto in che strada fosse iniziò ad andare più veloce, come se stesse fuggendo.
“Ehi Hermione!!” la chiamo James dato che lui e Lily erano rimasti indietro.
“Sembra che stia scappando da qualcosa.” disse la strega guardandosi intorno
“Forse ha visto qualche pericolo per Harry o qualche mangiamorte.” disse James.
“No, ci avrebbe sicuramente avvertito….aspetta siamo a Bayswater Road non ha detto che la sua famiglia abita qui?” disse preoccupata Lily “Forse vuole scappare dalla sua famiglia?”
A quel punto si resero conto che Hermione si era fermata per qualche secondo davanti a una tipica casa inglese e guardava  una coppia con una bambina uscire. Ma la giovane strega fuggì, inseguita dai Potter che la raggiunsero al angolo di un incrocio.
“Hermione cosa ti è presso?” le domandò James mettendole una mano sulla spalla e facendola voltare “Perché sei scappata in….” ma non riuscì a finire la frase perché la ragazza era in lacrime.
Continuava a dire tra i singhiozzi: “E’ colpa mia, è colpa mia, è solo colpa mia se…”
Lily l’abbraccio e gli disse: “Calmati e dimmi cosa succede?”
“E’ colpa mia, se…. se loro non stano più insieme. Se non siamo più una famiglia.” e continuava a piangere.
Lily le accarezzava la testa e le diceva: “Dai non è vero. Non è colpa tua, non può essere colpa tua.”
“Invece sì.” le disse strattonandola “E’ colpa mia, Lily, perché io sono… sono una schifosa mezzosangue, perché io sono una strega.”
Tra i tre calò il silenzio, fu James a rompere la tensione dicendo: “Che ne dite di un buon caffè o di un tè adesso? E’ magari di una buona fetta di torta alla cioccolata? Non c’è niente che una fetta di torta non possa risolvere.”
Le due streghe annuirono e tutti andarono in un caffè Starbucks, James prese prima un espresso italiano poi un caffè inglese, Lily un cappuccino piccolo con una spruzzata di cacao amaro e un po’ vaniglia, Hermione una tazza di te con un po’ di latte e tutti e tre una fetta di torta alla cioccolata.
“E’ ottima” diceva James mentre la provava “Certo la torta di melassa è molto più buona…”
A quelle parole a Hermione tornò il sorriso e guardò il piccolo Harry giocare con il palloncino/ipogrifo e disse: “Anche, al Harry grande piace tantissimo la torta alla melassa.”
“Vuoi raccontarci della tua famiglia?” domandò Lily vedendola più adesso rilassata
La ragazza sospirò e disse: “Cosa c’è da dire? Hanno divorziato come molte altre persone, nel mio tempo i divorziati sono il 2,6% della popolazione.”
“Non dire cosi non sono una statistica sono i tuoi genitori. Cosa è successo?” disse Lily con un po’ di tristezza.
“Dopo la morte del Cedric, mi padre voleva che lasciasi la scuola o almeno che non frequentasi più Harry, mia madre capì che per me la scuola era importante ma soprattutto lo era lui, ma da lì nacque una lite e li mi resi conto che era colpa mia se la mia famiglia era andata alla sbando. Perché io ero una strega.”
“Non è possibile sono sicura che ci sarà dell’altro, ma tu non puoi odiali cosi sono pur sempre i tuoi genitori.” rispose Lily poi guardò Harry e continuò: “Come ha reagito lui alla notizia del divorzio dei tuoi”
“Al iniziò si è arrabbiato perché glielo tenuto nascosto, ma a me mi sembravano così stupide le questioni della mia famiglia a confronto di quello che aveva passato lui, soprattutto, con la morte di Sirius. Poi mi scappo un commento infelice su mio padre, e lui mi diede un schiaffo dicendomi che almeno io l’avevo conosciuto e che passata la rabbia avrei pur sempre potuto mandargli un gufo o farli una telefonata….”



Ho deciso per uno dei due finale, finito questo forse scriverò altro, il prossimo capitolo sarà il penultimo. Vi ringrazio sempre i commenti.

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Capitolo 5
*** 31 ottobre 1981 ***


capitolo quarto:
 
31 ottobre 1981
 
Dopo il caffè, tornarono a Piccadilly Circus e qui cenarono in un locale al iniziò di Regent Street, usciti dal ristorante James propose: “E se andassimo a vedere un musical, ho letto splendide recensioni per Alice nel paese delle meraviglie o potremo vedere il film Labyrinth con David Bowie lo danno proprio qui alla Trocadero”
Le due streghe ne furono entusiaste e acconsentirono con gioia per il film.
Usciti dal film tornarono a casa e dopo aver messo a letto il piccolo Harry, Lily preparò la stanza degli ospiti per Hermione.
La giovane strega andò a dormire quasi subito, mentre Lily le augurò buona notte, poi chiuse la porta della stanza, nel corridoio l’aspettava James.
“Hai capito come ha fatto a venire qui?” le domandò lui.
“Sì, è stata colpita da un Hermes.”
“Oh allora è stata lei a voler esseri qui?”
“Sì, forse anche solo inconsciamente. Mi ha raccontato che il divorzio dei suoi è ormai ufficiale e tra le cose di Harry ha trovato una nostra fotografia magica. Forse il fatto di volerci conosce come i genitori del suo miglior amico, legato al suo bisogno di una famiglia l’ha portata ha desid…”
“Lily!?...” la interrupe James con espressione molto seria.
“No, James, non pensalo neanche per scherzo.”
“Ehi non sai neanche cosa stavo per dire.”
“Io non ti lascio.”
“Ascoltami, forse non è necessario che Harry resti pure senza madre, io potrei trattenere Voldemort e tu e il bambino scappare.”
“James io non ti lasciò, non ricordi quando ci siamo sposati abbiamo promesso di condividere tutto nella gioia e nel dolore…”
“Dimmi la verità l’hai pensato di scappare lontano o di chiamare tutto l’ordine della fenice per fare una bella sorpresa a quel bastardo.” disse James
“Sì, certo, ma sarebbe inutile. Lui vuole Harry è non si fermerà di fronte a niente o a nessuno fin quando non l’avrà ucciso. Però ora sappiamo che Voldemort può essere fermato e che sarà proprio nostro figlio, l’eroe che lo ucciderà. C’è da esserne fieri quanti genitori possono dire di conoscere già il glorioso futuro nel loro bambino. Però al tempo stesso mi dispiace per le grandi sofferenze che il nostro piccolo dovrà patire.”
“Non preoccuparti, avrà Hermione al suo fianco e anche quel Ron che da quanto ho capito è un osso duro, un vero amico. Harry sarà fortunato, Lily, vivrà una meravigliosa avventura, avrà un grande amore, e due amici disposti a tutto per aiutarlo. Hai sentito il racconto di quella giovane strega anche senza di noi è venuto su proprio bene.”
Lily annuì e si avvicinò a James, lui la strinse le sorrise e poi guardò la porta della stanza degli ospiti e disse: “E’ una ragazza fantastica… Sono contento d’averla conosciuta.”
“Anch’io… Ehi signor Potter, devo essere gelosa della migliore amica di mio figlio.”
“Forse sì, se avessi qualche anno in meno e non avessi già incontrato il mio angelo.” Disse lui sorridendo e anche Lily sorrise e James aggiunse: “Non potrei immaginare una ragazza migliore per Harry, cosi bella, cosi fantastica, cosi…. simile a te” e baciò Lily e poi domandò: “Ma perché non stano insieme?”
 
Il mattino seguente Lily e James sentirono arrivare dalla cucina un buono odorino e trovarono Hermione, a ritmo di Physical di Olivia Newton John, che preparava la colazione canticchiando e ballando. Harry sul suo seggiolone la guardava e batteva le manine tutto contento. La giovane strega era di spalle mentre faceva la spremuta d’arancia e non si era ressa conto della presenza dei padroni di casa che la guardavano.
“Ti diverti, Harry?” disse la strega contenta “Sai poca gente mi hai mai visto così rilassata. In vacanza preparavo spesso la colazione ai miei genitori, certo la musica era migliore. Ma questa cosa anni ottanta però ha il vantaggio di farti scatenare. Ti metti a ballare e neanche te ne accorgi.”
“Sono d’accordo.” esclamò James.
“Oh da quanto tempo siete li?”
“Da abbastanza da vedere una caposcuola di Grifondoro scatenarsi nella danza con un pezzo di Olivia Newton John” scherzò il mago.
“James smettila.” intervene Lily tirandogli poi una gomitata allo stomaco poi disse a Hermione: “Non dovevi disturbati a fare la colazione, ci avrai pensato io.”
“Voi siete stati cosi buoni con me che pensavo in questo modo di sdebitarmi. Ma ora mangiamo.”
Dalla radio vennero le note di Bohemian Rhapsody dei Queen.
“Oh Merlino, ecco finalmente della buona musica. I Queen grazie d’esiste.” disse James “Hermione dimmi un’altra cosa del futu….”
“Diventeranno famosi quasi  quanto i Beatles, James”
“Sirius Black ovunque tu sei prendi e porta a casa.” Poi alla moglie “Signorina Evans mi concede questo ballo.”
“Certo signor Potter.” e ballarono stretti, intorno al tavolo per poi scatenarsi nella parte più ritmata, intanto Hermione aveva preso il piccolo Harry in braccio, ballando con lui, il bambino si divertiva. “Fosse cosi facile farti ballare quando sarai grande Harry.” disse sorridendo la ragazza.
Poi una mano batte dietro la piccola spalla del bambino. “Permette signore, che io ballo con la sua dama.” disse ridendo James che poi simulando la voce del bambino si rispose: “Per fortuna che sei tu, papà, se fosse stato Ron col cavolo che ti permettevo di fare un ballo con la mia Hermione” poi a Hermione “E’ un po’ geloso il tuo cavaliere.”
La giovane strega rise e passò il bambino alla madre, e si mise a ballare con James.
“Sei brava, Hermione. Chi ti ha insegnato?”
“La professoressa McGranitt.”
“Non mi dire che insegna ancora a ballare a tutta la casa di grifondoro. Chi è stato lo sfortunato che ha dovuto ballare con lei? Ai miei tempi era stato Remus.”
“Ron.”
“Poverino.”
Hermione rise nuovamente.
“Avrei voluto conoscerlo questo Ron. Ronald Weasley, il Sirius di mio figlio….”
“E’ vero. Ron si butterebbe nel fuoco per Harry.” rispose la giovane strega “Non si direbbe a guardarlo, ma ha coraggio da vendere.”
Poi da una finestra si sentì miagolare, era un gatto nero a pelo corto.
“Bastet sei tornata finalmente.” le disse Lily poi a Hermione: “Ti presento la mia gatta, Bastet. E’ per metà….”
La ragazza guardò il felino e sorrise: “kneazle.”
“Sì. Ma come hai fatto?”
“Anch’io ho un gatto, si chiama Grattastinchi, e anche lui e per metà kneazle.”
Bastet guardò Hermione, la squadro dai piedi alla testa poi le si avvicinò e fece l’effusa, passandogli tra i piedi.
“Le sto simpatica.”
“Non c’erano dubbi sei della famiglia ormai.” disse Lily.
“Una Potter ad honorem… almeno fin quando non prederai ufficialmente il cognome….” disse il mago.
Hermione arrossi e Lily grido: “James….”
Intanto Harry era stato messo di nuovo nel seggiolone e salutava Bastet aprendo e chiudendo la manina.
Finalmente si misero a fare colazione. Lily dava la papa a Harry, mentre parlava di magia con Hermione. James guardava la scena e penso: “E’ questo che un uomo dovrebbe sognare, desiderare. Perché gli uomini si fanno la guerra? Quando la cosa più importante è avere una famiglia. Vorrei avere più tempo, vorrei aver potuto godermi di più tutto questo. Maledetto Voldemort…
“Lily se vuoi posso dargliela io?” le domandò Hermione.
“Mi dispiace, ma neanche James può imboccare Harry, questo diavoletto mangia solo con me.”
“Lasciami provare, Lily?”
“Ok come vuoi.” E li passò il bambino, sorridendo. Hermione lo prese e gli sorrise, il bambino rispose al sorriso e rimase estasiato dal sguardo della giovane strega. Lei intanto si stupiva nel vedere quegli splendidi occhi verdi, il suo Harry era li, bambino sì, ma era sempre il suo Harry. Il piccolo non sapeva parlare, ma tra loro non c’era mai stato bisogno di parole, bastava un sguardo. La giovane strega lo strinse a se e si commosse.
“Cosa c’è, Hermione?” le domandò Lily
“No, niente, voglio tornare a casa.” rispose lei, mentre una lacrima le scendeva sulla guancia “Voglio tornare da lui. Ho bisogno di lui. Ho bisogno d’amarlo….”
Il piccolo Harry viste le lacrime, si sorprese e le accarezzo il viso con la manina, come per dire non piangere. Per la strega fu come ricevere una scossa elettrica, quel tocco gentile era lo stesso, lo stesso del Harry grande.
“Va bene, piccolo, non piango più. Contento ora?” disse e gli sorrise
Il bambino sorrise, anche lui, poi guardò la madre come per dire hai visto, mamma, l’ho fatta resa felice.
“Sì, sei stato bravo, bambino mio.” gli disse la madre “Promettimi che farai sempre sorridere la tua migliore amica.”
“Sai, Hermione,” disse James “Ti dona tenere in braccio un bambino, sarai una madre perfetta....”
Hermione arrossì e abbassò lo sguardo
“Ora basta, James, la vuoi smettere di metterla in imbarazzo.”
“Ma che ho detto? Penso solo che in un futuro, sarà una buona madre, naturalmente di un piccolo Potter, grifondoro e cercatore. La stirpe continua!!” disse trionfante James.
Lily lo stava per richiamare, quando sentì: “James…” con lo stesso tono che usava lei per rimproverarlo in modo scherzoso, detto da Hermione. Le due streghe si misero a ridere.
“Ehi ma così non vale, sono in inferiorità numerica.” disse e poi guardò il bambino ancora tra le braccia di Hermione “Almeno, Harry, sostienimi tu, figlio mio.”
Il bambino lo guardò, ma strinse forte Hermione.
“Anche il sangue del mio sangue mi ha tradito. Dove siete Sirius e Remus quando ho bisogno di voi, amici miei.” disse il povero James Potter abbassò la testa sconsolato.
Harry guardò il papa triste e disse: “Jam pap” imitando il tono della mamma.
Tutti guardarono il piccolo che aveva pronunciato le sue prime parole.
James esplose: “Mi ha chiamato, sono stato la sua prima parola.” E corse per prenderlo in braccio, ma il bambino si volto e disse a Lily: “Mam.”
“Sì, bravo!! Harry io sono la mam.”
Poi il bambino alzò gli occhi lo verso Hermione e la chiamò: “…mione.” E la strinse forte. La giovane strega non poteva crederci. Lo strinse anche lei, e poi lo passò alla madre. Lily guardò prima Harry e poi Hermione. Le due streghe si erano commosse, mentre James aveva preso un espressione fiera e decisa, come a guardare un orizzonte che non c’era. Suo figlio aveva parlato, era stato la sua prima parola.
A un tratto si sentì picchiare sul vetro della finestra era un gufo.
“Athena!!” disse James contento e aperta la finestra fece entrare.
Athena era una splendida civetta bubuk, che a Hermione ricordo Edvige.
“Lei è il mio gufo, si chiama Athena.” disse James mentre toglieva una lettera dalla sua zampa e lesse intestazione: “Albus Silente.” e aperta la lettera e lesse ad alta voce.
“Cari James e Lily
  e naturalmente il piccolo Harry. Mi dispiace che James non mi abbia trovato ieri, ma è sorto un grave problema che necessitava della mia presenza; la professoressa McGranitt, mi ha spiegato tutto, non preoccupatevi per la vostra cara ospite, Hermione Granger, tornerà al suo tempo prima della mezzanotte di oggi. Mi dispiace di non averla potuta conoscere, ma credo che la conoscerò in futuro. Auguratele da parte mia un buon ritorno a casa.”
“Il professor Silente è unico” disse Hermione un po’ malinconica.
“Sì, è un grande mago e un grande uomo” disse Lily.
Intanto James aveva preso Athena ed era uscito dalla cucina, si rinchiuse nel suo studio, qui scrisse una lettera e incarto un pacco magico. Preso il suo gufo, e le affidò una grande busta e il pacco e aperta la finestra stava per farla volare via.
“Athena, vai da Remus, e non tornare, hai capito amica mia non tornare.”
L’animale capì dal espressione del suo padrone che quello era un addio, James l’accarezzò poi la lascio andare, la civetta aperte le magnifiche ali, volo via.
Uscito dalla stanza James vide Lily aspettarlo nel corridoio.
“Fatto, amore mio.” disse lui.
Lily gli sorrise poi gli disse: “Perché non andiamo a fare un picnic, tutti e quattro insieme?”
“Ottima idea.” rispose.
I Potter andarono in cucina dove la giovane strega giocava con il piccolo Harry.
“Hermione, abbiamo pensato di fare un pic-nic, ti va bene?” domandò Lily.
“Sì, ma pensavo di lasciavi soli…. Io potrei pensare ad Harry per un po’.” Rispose Hermione.
“Soli, perché?” domandò James con una espressione strana e poi guarda la moglie.
“Ma?!” disse Hermione
“Ascoltami, oggi è un giorno come un altro, anzi no passeremo una bella giornata con una nostra amica, la migliore amica di Harry” disse Lily guardando prima la ragazza e poi suo figlio.
“Ok è dove andiamo?” la giovane strega.
“Oh prima al British Museum, cosi vi faccio contente” disse allegro James “Poi a Natural Museum, cosi io e Harry vediamo i dinosauri.” E presse il bambino dalle braccia di Hermione.
E Lily disse alla giovane strega: “E’ incredibile un marito e padre di famiglia che è pazzo per i dinosauri…”
“…e i draghi, non ti dimenticare i draghi” disse James tutto allegro “Non sono belli quei enormi lucertoloni, Harry?”
Il piccolo rideva.
“….A volte mi chiedo chi sia più bambino fra i due?” continuò Lily.
Hermione era allegra e domandò: “Il Pic-nic allora lo facciamo nei pressi del Natural Museum?”
“Sì o in qualunque posto le nostre dame vogliano andare.”
La giornata fu fantastica, si divertirono in tutte due i musei, per poi tornare a casa. Harry dormiva beatamente fra le braccia di Lily mentre rientravano.
 
L’ora in cui l'oscuro signore avrebbe bussato alla loro porta era quasi arrivata.
James si mise davanti all'ingresso con in mano la bacchetta.
Morirò.” pensò lui “Ma quello stronzo dovrà sudare per raggiungere mia moglie e mio figlio.
Intanto Lily ed Hermione mettevano a letto Harry.
“Lily… perché?” domandò triste la giovane strega
“No, va bene cosi Hermione.” le rispose mentre metteva giù nella culla il bambino
“Vorrei avere il tuo coraggio.” mormorò Hermione.
Lily guardò la giovane strega e sorrise: “Non è coraggio, in realtà ho paura, e anche James ne ha. E’ amore…solo amore. Il nostro amore per Harry. Lo capirai quando avrai un figlio. Ora ti prego vai via, non voglio pensare a cosa potrebbe succederti se Voldemort ti trovasse qui con noi.”
“Io non me ne vado, forse sono stata portata qui per aiutarvi, per cambiare la storia, per permettere a Harry d’avere finalmente una famiglia. Lo affronteremo insieme….”
“No!!!!” disse Lily e puntata la bacchetta su Hermione gridò “Teletrasportus”. La giovane strega fu colpita da un raggio giallo e si smaterializzo.
James entrò nella stanza del bambino subito dopo e disse: “L’hai teletrasportata lontano?”
La strega annui.
“Lily Evans” le sussurro lui avvicinandosi “Io ti amo!” e la baciò con passione.
“Anch’io ti amo, James Potter.”
James sorrise e si avvicinò alla culla, il bambino s’era appena svegliato. Il padre lo baciò su una guancia e gli sussurro: “Addio piccolo Harry, cresci forte e saggio, papa ti vuole bene”
Detto questo uscì dalla stanza e scese le scale.
Lily si avvicinò alla culla, prese il bambino e lo strinse forte.
“Ti voglio bene.” E lo rimise nella culla e si voltò verso la porta della camera
Si sentì un boato e la porta d’ingresso fu sfondata da un incantesimo. E sull'uscio comparve un ombra nera.
James gridò: “Voldemort”
E’ il signore oscuro sorrise e sibilo: “James Potter, non hai paura del mio nome.”
“Tu sei solo un vecchio pazzo, con manie di onnipotenza, sei venuto qui per parlare o per combattere?”
“Sono venuto qui per uccidere, uccidere tuo figlio.”
“Non ci riuscirai. Expelliarmus” gridò James, ma Voldemort bloccò l’incantesimo con il palmo della mano.
“Tu qui, mi aspettavo di più da uno dei migliori maghi di Grifondoro, non che allievo di Albus Silente e membro del Ordine della Fenice.” E gridò puntando la bacchetta gli lanciò contro un incantesimo non verbale.
James fu investito in pieno e lanciato al indietro con la scala. Voldemort avanzò, James provò a rialzarsi e gridò: “Lily scappa.” E cercò di puntare la bacchetta, ma il mago oscuro fu più veloce, gli bloccò la mano e iniziò a stringere con le sue dita ossute fino a rompere le ossa di James, che gridò. Lasciata la presa. James si sprinse la mano destra dolorante al petto e raccolse la bacchetta con la sinistra.
“Potter tu devi essere pazzo, non puoi sconfiggermi, perché non ti metti da parte voglio solo la vita di tuo figlio. Non mi costringere a uccidere un fratello purosangue come te.”
James dolorante si rialzò e gli disse: “Ehi fantasma del opera, non chiamarmi fratello.”
“Sei patetico, non ti reggi neanche in piedi.” disse l’oscuro signore avanzando.
“Lame di luce” gridò James e dalla bacchetta scaturirono delle piccole frecce d'argento, ma Voldemort aveva creato uno scudo che le blocco quasi tutte, ma una ferì l’oscuro signore alla guancia destra con un profondo taglio.
Voldemort si toccò il viso e poi si guardò la mano e visto il sangue, urlò con gli occhi rossi di sangue: “Coma hai osato, lurida feccia, di ferire il mio bellissimo volto.” E prese James dalla camicia e lo solevo a mezz’aria. James sorrise e gli sputò in faccia. Voldemort lo scaravento a terra l’urto fu tanto forte che il corpo del mago sfondò il pavimento, James senti chiaramente il rumore delle vertebre del suo colo spezzarsi, intanto il mago oscuro saliva le scale e dicendo: “Non morire cosi presto, Potter, voglio vedere la tua faccia quando smembrerò tuo figlio davanti a te e a tua moglie.” e iniziò a ridere.
A meta della scala c’era Bastet seduta.
“Vattene palla di pelo, non ho tempo da perdere.”
Ma la gatta nera non si mosse, guardando Voldemort negli occhi, pronta ad attaccare. Il felino balzò cercando di ferire il mago oscuro al colo con gli artigli, ma quello fu più veloce, e con un largo movimento del braccio colpi la gatta, che cadde a terra. La bestiola cercò di rialzarsi, per continuare a combattere ma le sue zampe non riuscivano a reggerla, probabilmente erano rotte. Il mago guardo l’animale per un secondo, si mise a ridere, mentre continuava a salire le scale.
Bastet con tutta la sua forza si avvicinò a James miagolando, il mago cercò di sorridere e disse: “Ben fatto, gattina, ben fatto.” Poi senti una fitta, sussurrò: “Lily, Har…” e James Potter abbassò lo sguardo, chiuse gli occhi e morì.
Voldemort arrivato in cima alle scale, percorse il corridoio per entrare nel ultima porta, l’apri e vide Lily rivolta verso la culla di Harry. La strega guardava il figlio che le sorrideva. A un tratto si voltò verso Voldemort e lo guardò negli occhi.
“E cosi tu sei Lord Voldemort, o forse dovrei dire Tom Marvolo Riddle…”
“Non dire quel ridicolo nome babbano, donna, sporca mezzosangue, e togliti dalla mia strada. Lord Voldemort non vuole te.”
“Vuoi mio figlio, e bene Tom Riddle, io non mi sposterò. Poi mi hai chiamato sporca mezzosangue, non più ne meno di quello che sei tu. Non so come facciano tutti ad aver paura solo a pronunciare il nome che ti sei scelto; dicono che sei il più potente mago del mondo, io ti guardo ora e vedo soltanto una ragazzino solo e spaventato che non ha mai avuto l’affetto e l’amore di cui aveva bisogno.”
“Smettila” gridò il mago oscuro “Basta. Io sono Lord Voldemort, i maghi tremano solo a sentire il mio nome, donna, io sarò il padrone della comunità magica e dopo di tutto il mondo. Io sono l’erede di Salazar Serpeverde. Io sono nato per essere il futuro della umanità. Io sarò eterno.”
“Tu non sei il nostro futuro, tu sei il passato. Tu, Tom Marvolo Riddle, verrai battuto come tutti gli altri pazzi prima di te, perché l’odio non può esistere, sull'odio non si può costruire nulla, tranne la morte e la violenza. E come tutti mali di questo mondo anche tu sarai debellato con l’amore, il coraggio, la determinazione e il sacrificio.” disse lei facendo un passo verso di lui, e continuando a guardarlo negli occhi, per la prima volta da quando era diventato Lord Voldemort, Tom Riddle aveva paura, paura del coraggio di una donna, disposta a tutto per salvare suo figlio. E mentre Lily si faceva avanti, il mago oscuro si resse conto d’indietreggiare, di tremare, di non poter sostenere quello sguardo, quelli occhi verdi, quei dannati occhi verdi.
“Basta non avvicinarti, non fare un altro passo squaldrina.” Gridò
“Che succede? Lord Voldemort ha paura di una donna, di una strega mezzosangue.”
“No, io non ho paura. Tu non puoi farmi paura!!! Io non posso perdere. Io sono il mago più potente al mondo.” grido e le lanciò un'incantesimo.
Lily fu lanciata verso la culla di Harry.
“Ora guarda, mezzosangue, come io non ho paura. Guarda il potere di Lord Voldemort” e puntata la bacchetta contro Harry grido: “Avada Kevadra”
“No!!!” grido Lily, alzandosi e facendo scudo a Harry, il lampo verde le attraverso il corpo, colpendo Harry alla testa, ma in qualche modo l’incantesimo torno indietro colpendo Voldemort al petto. Lui si mise le mani sul cuore e cadde in ginocchio, poi alzò lo sguardo verso Lily, che era ancora in piedi reggendosi alla culla.
“Cosa mi hai fatto, mezzosangue? Cosa è successo perché il Avada Kevadra è tornato indietro?”
 Lily gli sorrise amaramente, mentre una goccia di sangue scendeva dalle sue labbra.
“Voldemort tu non potrai mai capirlo… non potrai mai capire cos'è l’amore….”
“Non, non può essere, che l’amore sia più forte del mio potere, non può essere, non può essere…..” e detto questo uso tutta la forza che gli restava per smaterializzarsi lontano.
Lily cade e sentì qualcuno salire le scale di corsa, era Hermione.
“Oh mio Dio, Lily” gridò e la soccorse
“Hermione, non saresti dovuta tornare….dov’è James? Come sta Harry?”
La giovane strega alzò lo sguardo Harry piangeva e aveva una profonda ferita sulla fronte.
“James, sta bene e anche Harry non preoccuparti, ma ora stai calma….”
“Tu sarai anche la migliore strega della tua generazione, ma non sai mentire.” disse Lily dolorante.
“Lily, basta non parlare, altrimenti.”
“Mi resta poco tempo.” E con tutta la sua forza le afferrò la mano e alzò lo sguardo per vedere Harry “Devi promettermi, Hermione, che lo amerai anche per me. Che gli resterai accanto, promettimelo, promettimelo….”
“Sì, lo farò.”
Lily gli sorrise e le sussurrò: “Grazie di tut….” e chiuse gli occhi
“Lily, Lily, Lily” la chiamò Hermione, piangendo e scuotendola forte “Ti prego rispondimi, dimmi qualcosa….”
Poi si senti comecolpita da un incantesimo e sparì.


Scusatemi se vi ho fatto aspettare, ma non era facile scrivere questo capitolo. Soprattutto per la parte dedicata alla morte di James e Lily.
Grazie ancora a tutti per i vostri commenti.
Ora manca solo un'ultimo capitolo con il ritorno di Hermione al suo tempo e…

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Capitolo 6
*** la torre d'astronomia ***


Capitolo quinto:

 La torre d’astronomia

Ron aveva appena lasciato Harry nel corridoio vicino alla porta del infermeria, alla ricerca di un caffè da portare al amico.
Mentre camminava sospirava e a stento tratteneva l’emozioni.
Dovrei esserci abituato ormai,” pensava “a questo senso di inutilità, e invece…” e colpì il muro con un pugno carico di rabbia.
“Perché?” gridò “Perché?” e continuava a colpire e pensava: “Perché devono soffrire cosi tanto? E perché io sono cosi inutile. E’ sempre stato cosi fin da quando eravamo bambini: Hermione è la mente, la nostra parte razionale e Harry è il coraggio, lo spirito di sacrificio, io invece sono il buffone, l’inutile bravo ragazzo. Adesso che i miei due migliori amici soffrono, non sono capace di fare niente per loro. Sei inutile, Ronald Weasley, inutile...
“Ron…”
Sentitosi chiamare, il ragazzo si voltò. E vide che era una ragazza dai capelli biondi.
“Luna…” mormorò il giovane mago.
“Ron, non fare cosi ti fai male e basta.”
Il ragazzo sorrise amaramente con lo sguardo basso.
“Dov’eri?”
“Con Ginny.” Rispose la strega mentre si avvicinava.
“Oh, mi sono dimenticato di lei, sarà preoccupata.”
“Sì. Il fatto di Hermione l’ha sconvolta, ma Draco le sta….”
“….Malfoy.” sussurrò Ron sorridendo.
“E tu come ti senti?” gli domandò la ragazza.
“Come vuoi che mi senta, vedo il migliore amico a pezzi e la mia migliore amica in coma. Mi sento inutile, Luna.”
“Ron…”
“Giuro che se Hermione dovesse… Io troverò quel bastardo e il bacio di un dissennatore gli sembrerà il paradiso a confronto di quello che gli farò. Luna non può morire, non può…”
“L’ami ancora Ron?” gli domando Luna a bruciapelo.
Il rosso la guardo stupefatto, poi le sorrise, si avvicinò a lei e la strinse a se per poi baciala, poi continuando a tenerla  fra le braccia braccia.
“Luna, io ti amo, lo sai vero? Amo solo te, ma” e si fermo un istante “Ma voglio bene a Hermione, come ne voglio ai miei fratelli, o a Ginny e ad Harry. Più di un anno fa avevo confuso quello che provavo per lei con l’amore, invece era affetto o forse solo un capriccio d’adolescenza. Ho capito cos’è veramente l’amore con te, Luna Lovegood.”
“Sei fantastico, Weasley….” disse la ragazza e poi lo abbracciò e  si accoccolò al suo fianco, sentendo il calore del corpo del ragazzo.
Ti amo, Luna.” pensò Ron “Ti amo principalmente per come mi guardi, sento che hai fiducia in me, e mi fai sentire molto migliore di quello che sono in realtà…
Si sentirò dei passi veloci, qualcuno si stava avvicinando. Ron alzò lo sguardo e non riusciva a credere a suoi occhi, pensava che quel uomo forse morto e invece stava camminando verso di lui con passo deciso.
“Ron…. dov’è, Harry?” gli domando fermandosi di scatto.
“Vicino al infermeria.” rispose lui stupefatto, anche Luna non riusciva a crederci.
Mentre l’uomo continuava a camminare, il ragazzo notò che portava in mano una valigia vecchia e rovinata.
“Pensavo, credevo…..” cercò di dire Ron.
“Che fossi morto?” disse lui “Dovresti saperlo che i malandrini non sono cosi semplici da uccidere.”
I tre raggiunsero Harry che non gli aveva sentiti arrivare, si voltò soltanto quando sentì una calda mano sulla spalla.
“Professor Lupin… Remus sei vivo? Che ci fai qui?”
“Harry, sono venuto per mantenere a una promessa, ultima promessa che ho fatto a tuo padre.” disse e presa la bacchetta e puntata contro la valigia disse: “Leviosa”. La valigia levitò fino ai fianchi di Remus, poi lui disse: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” E la serratura fece un scatto metallico e la valigia si aprì. Remus prese una grossa busta e la passò a Harry dicendogli: “Questa te l’ha manda tuo padre. Mi è arrivata alcune ore prima della morte dei tuoi genitori.”
Sulla vecchia e ingiallita busta c’era scritto: “A Remus Lupin. Da consegnare ad Harry, il 31 ottobre 1998.”
Harry guardò la missiva, poi guardò ex-professore, ma subito abbassò gli occhi e disse: “Dopo, quando Hermione starà meglio.”
“No, Harry, adesso. Credo che sia importante, tuo padre mi ha scritto di dartela oggi. Non so perché.”
Il giovane mago prese la busta con mano tremante e l’apri, dentro c’erano altre due buste ognuno con un nome scritto sopra Harry, ma fu la seconda a sorprendere tutti, il nome scritto sulla seconda busta era: Hermione. Harry dallo stupore fece cadere la busta più grande, e da essa vennero fuori una fotografia che il giovane mago raccolse, ma non riusciva a credere a ciò che vedeva. La foto ritraeva i Potter; James con in braccio lui ancora bambino, Lily con uno splendido vestito bianco e accanto a lei Hermione con indosso un vestito viola.
“Che vuol dire questo? Perché in questa foto c’è Hermione con i miei genitori. Com’è possibile?”
Fu Lupin a rispondere: “Hermione è stata colpita da un Hermes, giusto?”
“Sì, vuol dire che lei è andata indietro nel tempo, e ha conosciuto i miei genitori?” domandò Harry.
“Sì, ma forse tutto sarà chiarito leggendo la lettera di James.” disse Lupin che intanto pensava: “Ma perché un magiamorte la colpirla con Avada Kevadra. Perché sceglie di usare un incantesimo così complicato come un Hermes? E soprattutto chi era quel mangiamorte?
Harry aperta la lettera del padre iniziò a leggerla:
“Caro Harry,
credo che tu sia rimasto molto stupito nel vedere con noi, nella foto, la tua amica Hermione. Lei ci ha raccontato tutto di te, dei tuoi amici, delle tue imprese. Sono fiero di te, di quello che sei diventato e della tua forza. Sei un uomo, un uomo onesto e saggio, non avrei potuto chiedere di meglio per mio figlio, che diventasse un eroe. E che avesse accanto amici come: la dolce e intelligente Hermione e il fedele e coraggioso Ron, so che per te sono stati la famiglia che non hai mai avuto. Dio quanto vorrei poterti essere accanto adesso, figlio mio, ma mi basta anche averti visto attraverso gli occhi della persona che ti sta più vicino...”
La porta si apri e ne uscì Madama Chips che disse: “Potter, credo che la signorina Granger si stia per svegliare.”
Harry non diede il tempo al infermiera di finire la frase e si precipitò dentro, mettendosi in tasca la lettera di suo padre e lasciando che Remus raccogliesse quella per Hermione.
Arrivato al capezzale del letto, a gli si strinse il cuore a vederla in quello stato, era peggio di quando fu pietrificata al basilisco o schiantata nel ufficio misteri. Si avvicinò le prese la mano stringendogliela  forte.
“Hermione, ti prego svegliati, torna da me, io…io…ti…” sussurrò poi sentì la giovane strega mugugnare qualcosa: “Harry…. Lily….James…. No, no, non adesso non posso and….” poi ci furono delle convulsioni molto forti.
Harry cercò di trattenerla e gridò: “Madama Chips, Remus presto venite, sta male, Hermione sta male svelti…”
I due corsero subito seguiti da Ron e Luna.
“Oh per il grande Merlino.” esclamo Madama Chips “Si sposti signore Potter.” E strattonò Harry.
“Che succede? Cosa ha?” domandò Harry.
“Mi lasci lavorare.” Rispose la strega guaritrice.
“Harry!” lo chiamò Lupin “Sembra che qualcosa stia trattenendo Hermione in quel tempo o forse e lei che vuole rimanere nel passato. Se non torna al più presto potrebbe rimanere per sempre nel passato o tra due dimensioni temporali.”
“Cosa? Allora bisogna fare subito qualcosa.” disse Ron aggittato.
Madama Chips tentava dei incantesimi di richiamo, ma niente sembra avere effetto.
Le convulsioni finirono, ed Hermione ricominciò a delirare: “Non posso andare via, devo aiutare Lily…devo aspettare i soccorsi… devo… Harry… Harry… Harry, devo proteggere Harry, il piccolo Harry ha… bisogn… di me, ho promesso a… anche per lei. Non voglio ancora… tornare... non devo ancora torn…”
Harry era terrorizzato e gridò: “Avanti, volete fare qualcosa?”
“Harry….” Sussurro Hermione
“Sono qui, Hermione” le disse e si avvicinò “Sono qui vicino a te.”
“Harry….”
“Harry, chiamala, parlale, dirle di tornare. Deve avere una ragione per tornare, qualcosa di più importante di quello che la trattieni lì.” gli disse Remus.
Il ragazzo annuì e poi si rivolse di nuovo alla strega: “Hermione, Hermione, torna da me, torna da me, ti prego. Io non posso vivere senza di te.” E aveva gli occhi rossi di lacrime.
“Non puoi lasciami, non puoi. Siamo sopravissuti a una guerra, non puoi lasciami, ti prego. Hermione, ti prego svegliati, ti prego.”
“Harry...”
“Sì sono qui, ma tu ora torna… Hermione… io… io… ti amo, tu sei tutto per me, sei la mia vita, io non sono niente senza di te. Ma adesso svegliati, non puoi lasciami proprio adesso che ho avuto il coraggio di dirti cosa provo. Ti amo, Hermione, ti amo. Non lasciami, non puoi lasciami, amore mio.”
“Harry, Harry… Harry…” disse lei e poi il silenzio. Un minuto forse meno, ma ad Harry Potter sembrò una vita.
Poi lei apri gli occhi e lo vide. Vide quegli occhi smeraldo, pieni di lacrime, la cicatrice sulla fronte, i capelli ribelli, e la sua bocca aprirsi in un sorriso.
“Ciao…” Gli sussurro lei.
“Ciao, ben tornata.” le rispose lui.
“Dimmi che sei tu, Harry, dimmi che non sei un sogno.”
Lui le sorrise e allungò un braccio e gli tocco il viso, poi l’ho abbraccio forte.
“Mio Dio, Harry.” esclamò la giovane strega iniziò a piangere “Perdonami, perdonami.”
Lui l’allontano dolcemente e la guardò negli occhi e le disse: “Di cosa dovrei perdonarti?”
“Di non essere riuscita a…” cercò di dire ma fu fermata dalle parole di madama Chips: “Ora basta la mia paziente deve risposare adesso, tutti fuori.”
La guaritrice sapeva da sempre essere molto convincente, persino il professor Silente, doveva cedere il passo di fronte a lei, lui poteva essere il preside della scuola ma lei era la regina del infermeria, cosi li butto tutti fuori. E poi si rivolta a Hermione: “E ora tu, ragazzina, riposati, non deve essere stato uno scherzo quel viaggio nel tempo?”
La giovane strega obbedì e ricadde nel letto, chiuse gli occhi, e un'idea prese forma nella sua mente, Harry le aveva detto che l’amava, l'aveva sentito o l'aveva solo sognato.
Intanto fuori dal infermeria, Ron guardava Harry con sorriso complice.
“Cosa c’è?” gli domando il moro.
“No, niente, ora stati meglio?”
“Certo che sì, la nostra migliore amica è tornata e sta bene.”
“Sì certo è tornata grazie a te, grande eroe.”
“Ehi non prendermi in giro, Ron…”
“Se non posso farlo io che sono il tuo miglior amico chi può?”
I due si misero a ridere, intanto Remus e Luna erano andati avanti. La corvonero raccontava al ex professore di difesa contro le arti oscure di certi tarli vampiro molto pericolosi.
Mentre i due migliori amici camminavano l’uno di fianco all’altro per il corridoio, Ron gli domando: “Allora come ci se sente?”
“Per cosa?”
“Come si sente Harry Potter ad aver detto a Hermione Granger che l'ama.”
“Che?!!!” gridò lui.
“E si Harry, l’hai detto: ‘Ti amo, Hermione, ti amo. Non lasciami, non puoi lasciami, amore mio’” disse il mago dai capelli rossi imitando discretamente la voce del amico.
“Ho detto d’amarla.”
E Ron annuì.
“Oh mio Dio, ora che faccio… ho rovinato tutto, Ron.”
“Nah, sono successe cose peggiori in questa scuola di Harry Potter che si dichiara alla sua migliore amica.”
“Ah si, per esempio?”
“Fammi pensare. Fred e Geoge, Percy, io che m’innamoro di quasi tutte le grifondoro tranne mia sorella Ginny, Voldemort, mio fratello Bill che si sposa con una francese per giunta mezza veela.”
“Basta scherzare, Ron, sono nei guai seri. Ho rovinato tutto.”
“E basta. Non hai rovinato niente, sarà bellissimo invece. E poi se sono sopravissuto io a dire a Hermione che l’amavo.” disse il rosso ridendo contagiando l’amico e poi aggiunse “Ti va di farti una partitina a Quidditch?”
“Ok” rispose Harry
Raggiunta la torre di Grifondoro per prendere le scope stavano per entrare, ma Harry si mise le mani in tasca ritrovando la lettera di suo padre e domandò all'amico:  “Ron, ti dispiace se facciamo un’altra volta?”
Ron guardò la lettera, sorrise e rispose: “Nessun problema. Ci vediamo più tardi” ed entrò nella sala comune.
Harry arrivò in riva al lago, si sedete sul tronco di un albo e riaperta la lettera rincomincio a leggerla:
“Caro Harry,
credo che tu sia rimasto molto stupito nel vedere con noi, nella foto, con la tua amica Hermione. Lei ci ha raccontato tutto di te, dei tuoi amici, delle tue imprese. Sono fiero di te, di quello che sei diventato e della tua forza. Sei un uomo, un uomo onesto e saggio, non avrei potuto chiedere di meglio per mio figlio, che diventasse un eroe. E che avesse accanto amici come: la dolce e intelligente Hermione e il fedele e coraggioso Ron, so che per te sono stati la famiglia che non hai mai avuto. Dio quanto vorrei poterti essere accanto adesso, figlio mio, ma mi basta anche averti visto attraverso gli occhi della persona che ti sta più vicino. Avrei voluto insegnarti le grandi cose delle vita, ma le hai imparate da solo. Hai imparato che per certe cose bisogna combattere, rischiare la vita, anche sacrificarsi, una di queste è la libertà, senza libertà la vita non è degna d’essere vissuta. Ma troppa gente la da' per scontata ed è sbagliato. Hai visto quanto poco è bastato che tutto il mondo perdesse la libertà per colpa di un pazzo come Voldemort. Bisogna sempre vigilare, combattere, e anche essere disposti a sacrificare tutto anche se stessi per un bene più grande.
Harry tu sei stato l’uomo del destino per ben due volte nella guerra contro Voldemort, sei stato scelto dal fato per essere un eroe, può essere bellissimo e al tempo stesso orribile, ma si sempre fiero di quello che sei.
Non lasciare mai che le cose ti scivolino addosso; grida, arrabbiati, protesta ogni volta che vedi una cosa che non va, che va contro la tua coscienza, che è un ingiustizia. Vedi un uomo solo con può cambiare il mondo ma qualcuno, figlio mio, deve pure iniziare.
Ricordati di difendere i tuoi amici e la tua famiglia perché possono essere il tuo tesoro più grande e non è necessario che abbiate tutti lo stesso cognome, la famiglia è dove sta il proprio cuore. Neanche io ho avuto una famiglia fin quando non sono arrivato a Hogwarts, i miei genitori i tuoi nonni non erano molto presenti nella mia vita, erano sempre in viaggio. Per ragioni diverse ognuno di noi malandrini era orfano, come sai Sirius per le sue idee è stato considerato un traditore, Remus per la sua condizione era una specie di appestato e anche Peter non era ben visto. Cosi ci siamo trovati e siamo diventati più che amici, eravamo dei fratelli.
Adesso vorrei parlarti del amore, credo che non sia cosa più bella, ma al tempo stesso spaventosa dell’amore, te ne stai lì tranquillo a pensare a fatti tuoi e poi bang, arriva e ti sconvolge l’esistenza, credo che sia il più grande scherzo del mondo intero. Non so se lo sai, ma fra te e tua madre non fu proprio amore a prima vista, o meglio fu un colpa di fulmine per me, ma all'iniziò le stavo proprio antipatico, poi al ultimo anno di scuola, siamo riusciti a conoscerci e ci siamo innamorati. Poi il matrimonio e sei arrivato tu, che sei diventato la cosa più importante delle nostre vite. Harry, quello che vorrei farti capire del amore è che non lo puoi programmare, succede è basta a volte è bello, altre volte è brutto, ma non ti lascia mai indifferente. Può nascondersi ovunque, può essere anche nei posti più impensabili e può prendere qualsiasi sembianza, potresti aver avuto il vero amore sotto gli occhi per anni senza che tua te ne sia mai accorto.
Ma soprattutto non avere paura. Credi in quello che provi e credi nella persona che ami, perché lei non potrà mai farti del male. Ama Harry, ama con tutto te stesso.
 
Tuo Padre
James Potter”
 
Harry alzo lo sguardo dalla lettera, dopo averla piegata se la rimise in tasca e guardo l’orizzonte del lago Nero, sorrise pensando: “So a chi ti riferisci papa, ma anche senza la tua lettera gli avrei aperto il mio cuore, anzi in un certo senso l’ho già fatto.
 
Hermione passò tutta la notte in infermeria, poi in tarda mattinata fu dimessa, ma non in tempo per seguire le lezioni della mattina. Tornata alla torre di Grifondoro, trovò la sala comune deserta, ma sul tavolino di fronte al cammino c’era una lettera con scritto sopra: “Per Hermione” lei riconobbe subito la scrittura del suo migliore amico, aperta c’era scritto: “Ci vediamo alla fine delle lezioni nella torre di astronomia, voglio parlarti.
 Harry”
 
Poi la strega sentì che la porta della casa che si apriva ed ecco comparire Remus Lupin.
“Professore!?”
“Ciao, Hermione, sono contento che tu stia bene adesso.”
“Ma come ha fatto a entrare?”
“Come ho fatto a entrare? Ma il professore capo di una casa può sempre entrare…”
“Professore capo? Lei è di nuovo insegnante qui?”
“Sì, sono di nuovo il vostro docente di difesa contro le arti oscure e sono anche il capo di Grifondoro. La professoressa McGranitt non poteva fare il preside e al tempo stesso il professore capo di una casa, e cosi eccomi qui.”
“Ne sono molto contenta e lo saranno anche Harry e Ron.”
“Hermione sapevo di incontrati qui. Vorrei chiederti se puoi raccontarmi cosa è successo, e dove sei stata dopo essere stata colpita da quel Hermes.”
Hermione gli racconto tutto, il professore ascoltava seduto su una poltrona. Quando il racconto finì la giovane strega domando: “Professore mi è rimasto il dubbio d’aver sbagliato a raccontare a James e Lily, quello che sarebbe successo, so che non si dovrebbe interferire con il corso degli eventi quando si viaggia nel tempo.”
“E’ vero. Ma io avrei fatto lo stesso non solo per Harry, ma anche per salvare due cari amici.” rispose il professore e prese dalla tasca una lettera e la consegnò alla ragazza dicendole: “Questa lettera è per te ti è stata scritta da una persona fantastica che tu mi ricordi moltissimo.”
Lei guardò da busta e sull'intestazione c’era scritto solo: “Hermione”
Riconobbe la calligrafia, cosi simile a quella di Harry, la lettara era di Lily.
“Grazie” sussurrò la strega poi guardò l’ora, si rese conto che le lezioni erano finite e Harry l'aspettava alla torre.
“Professore mi scusi, ma devo proprio andare ho un appuntamento.”
“Ah ok!” rispose lui sorridendo “Credo di sapere con chi.”
E lei arrossì per poi corse via. Mentre saliva le scale della torre il cuore le batteva forte. Arrivata in cima, la trovò la torre deserta Harry non c’era, si sedete a aspettare e apri la lettera di Lily:
“Dolce Hermione,
sono contenta d’averti conosciuta e di sapere che il mio Harry avrà vicino una persona cosi meravigliosa come te. Ma non puoi continuare ad amarlo in silenzio. Non avere paura, Hermione, ama con tutta te stessa. Solo tu puoi farlo felice, soltanto con te lui non sarà più solo.
 
Con amore
Lily Evans Potter.”
 
Hermione sentì un fruscio e una presenza alle sue spalle, alzò la testa dalla lettera e sorrise. Poi senti sussurrare il suo nome: “Hermione”. Da una voce calda e dolce, una voce che lei conosceva benissimo fin da quando aveva undici anni. Lei si voltò e lo vide.
Per lui fu come ricevere una scossa elettrica, la conosceva ormai da sempre, ma gli sembrò di vederla per la prima volta.
“Harry, cosa c’è? Di cosa volevi parlarmi?” gli domando lei sorridendo.
“Hermione, io…. ehm”
“Sì.”
Si guardarono negli occhi. Intanto Harry pensava: “No non posso dirglielo, se poi lei non… no non posso perderla come amica. Tutto deve continuare in questo modo.” E disse: “Hermione volevo solo sapere se volevi venire con me a Hogsmeade domani? Naturalmente sei stai bene?”
Lei era un po’ delusa e rispose: “Sì certo, Harry nessun problema, mi sto benissimo.”
“Ah ok scendiamo per la cena?” le domando lui.
“Si” rispose e gli sorrise.
Harry più vicino al uscita, si incammino verso la porta. Hermione guardo la lettera di Lily stretta nel suo pugno. “Lily, Lily” pensò “Se non lo fermo ora, lo perderò. Prima o poi lo perderò come amico. E poi ieri in infermeria ha detto…” e lo chiamo: “Harry? Posso farti una domanda?”
Lui si voltò e gli rispose: “Sì.”
“Cosa provi per me? Ieri hai detto d’amarmi…”
“Sì, ma è stato un errore, ti prego di dimenticarlo.”
Tra i due calo un strano silenzio.
“Harry, io non voglio dimenticarlo.” disse lei “Perché, io ti amo Harry. Ma tu cosa provi per me? Mentivi quando mi hai detto che mi amavi?”
Di nuovo tra i due calò il silenzio
“Tu mi ami, Hermione? E da quanto?”
“Non lo so, forse da sempre.”
“Hermione, lo sai che adesso le cose tra noi non saranno più come prima, che non potremo più essere amici…”
La giovane strega non poteva credere a quello che sentiva, l’ho aveva perso, perso per sempre.
“….non potremo più essere amici. Perché saremo qualcosa in più, perché anche io ti amo.”
La ragazza sgranò gli occhi e disse: “Tu mi…”
“Si” disse lui avanzando, l’abbraccio e poi dolcemente la bacio sulle labbra.
Finito il bacio Harry non sapeva bene che dire.
Mentre Hermione sorrideva e gli disse: “Andiamo a cenare” e lo supero di un paio di passi, ma lui le prese la mano e la strinse.
Poco dopo comparvero mano nella mano nella sala grande per la cena, da lontano, nel tavolo dei professori, Remus li vide e nella sua mente ai volti felici dei due ragazzi si sovrapposerò quelli di James e Lily Potter.
 

Fine

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