Trouble at Divination

di LaurenSmith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Questa storia nasce, oltre che dal mio amore per la coppia Ron/Hermione, dalla mia passione per la Professoressa Cooman: lo so che probabilmente ha avuto solo due o tre premonizioni vere in tutta la sua vita, ma io la trovo spassosa.
La storia doveva essere una one-shot, ma come al solito, mi è venuta troppo lunga, perciò la suddividerò in tra brevi parti.
E ora, buona lettura ^^




TROUBLE AT DIVINIATION


Tutti i loro compagni di classe erano già radunati davanti alla stretta scala che portava nell’aula della professoressa Cooman. Ron ed Hermione si affrettarono a raggiungere gli altri, marciando velocemente lungo il corridoio, mentre Hermione cercava di sistemare il colletto della sua camicia. “Oh! Finalmente siete arrivati!!” esclamò Harry. “Si può sapere dove vi eravate cacciati? La Cooman sta per arrivare…”
Ron sollevò appena gli occhi e diede un rapido sguardo ad Hermione, le cui guance si erano colorate, mentre lei rispondeva al loro amico cercando una scusa plausibile.
“Harry, lo sai che siamo Prefetti! Dovevamo finire di controllare una cosa…” si tenne sul vago.
Ron riabbassò la testa senza riuscire a trattenere un sorriso che cercò di nascondere fingendo di grattarsi la faccia.
Ma Harry li conosceva troppo bene, e rispose “Hermione, sei una pessima bugiarda…”
La ragazza rimase incerta su cosa dire, ma alla fine preferì restare in silenzio, lanciò solo una veloce occhiata verso Ron che stava attentamente esaminando una crepa sul muro che evidentemente lo preoccupava molto.


*************

Hermione stava parlando con il Prefetto di TassoRosso quando vide Ron avvicinarsi.
“Hermione, vieni con me, c’è una cosa che devi assolutamente vedere. Ho scovato un branco di ragazzi del terzo anno che tentavano di trasfigurare Mrs Purr in uno spazzolino da gabinetto… Dobbiamo assolutamente decidere la punizione da dare…”
“Solo un attimo, Ron, sto discutendo di una cosa importante…”
Il rosso a quel punto la prese per una mano e fece un grosso sorriso al ragazzo di TassoRosso che stava parlando con lei dicendo “Scusa. È importante.”
Poi cominciò a camminare spedito lungo il corridoio tirandosi dietro una Hermione esterrefatta. Svoltò l’angolo e si infilò in un’aula vuota.
“Ron Weasley! Cosa cavolo credi di-”non potè finire la frase perché le morbide labbra del ragazzo si posarono sulle sue con delicatezza. Il suo cuore prese a battere più velocemente e il calore di quel bacio le si diffondeva rapidamente in tutto il corpo. Il suo cervello cercò di porre resistenza a quell’assalto, ma evidentemente il suo corpo non aveva la minima intenzione di collaborare. Passò le braccia intorno al collo di Ron senza nemmeno rendersene conto e dischiuse appena le labbra permettendo così al ragazzo di approfondire il bacio.
Quando entrambi rimasero senza fiato e furono costretti a staccarsi, Ron ne approfittò per slacciare il bottone che teneva chiuso il mantello di Hermione. La ragazza aprì la bocca per protestare, ma proprio in quel momento lui riuscì nel suo intento e, mentre il mantello scivolava a terra, si abbassò per baciare dolcemente il collo di Hermione.
Le parole di protesta le morirono sulle labbra, sostituite da un gemito di piacere provocato dal contatto della labbra di Ron con la pelle sensibile del suo collo. Spostò la testa per facilitare l’accesso della sua bocca mentre lui le allontanava i riccioli ribelli.
Poi, la mano di Ron scese verso i bottoni della camicetta di Hermione e lentamente cominciò a slacciare il primo, poi il secondo e sarebbe passato al terzo se lei non lo avesse fermato posandogli una mano sulla sua. Ron sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi color cioccolato di Hermione. Quando lei vide il fuoco che ardeva nei suoi occhi, che in quel momento avevano assunto il colore delle profondità marine, non potè fare a meno di sollevarsi sulle punte dei piedi e appoggiare di nuovo le proprie labbra sulle sue, invitandolo poi a rispondere al bacio finchè le loro lingue si incontrarono in una danza sensuale che li lasciò entrambi molto affannati ed eccitati.
All’improvviso, dall’esterno, venne un forte rumore che li riportò sulla terra. Hermione si affrettò a raccogliere il suo mantello e guardò l’orologio.
“Accidenti! Ron, siamo in ritardo! La lezione della Cooman inizierà tra un paio di minuti e noi dobbiamo ancora salire tre piani”.


**********

“Ah… Molto bene, molto bene… siete già tutti qui” disse la Cooman quando vide i suoi studenti che l’aspettavano fuori dall’aula. “Su, avanti ragazzi, salite… salite…”
Quando tutti furono entrati nell’aula, si sistemarono ai tavoli e si sedettero sulle comode poltroncine, che certo non contribuivano a mantenere vigile la loro attenzione. Come al solito, l’aula era satura di odori penetranti, la luce del sole era schermata da pensanti tende di velluto scuro cosicché la stanza rimaneva in penombra e le finestre chiuse ermeticamente non consentivano il ricambio d’aria riempiendo l’ambiente di una cappa di umidità. Tutte queste condizioni, associate all’interesse che suscitavano le lezioni della professoressa Cooman, tenevano i ragazzi sempre sull’orlo dell’oblio, con le menti annebbiate, i pensieri rallentati…
“Iniziamo la lezione. Oggi vi mostrerò alcuni modi per predire il futuro a brevissimo termine. Alcuni li abbiamo già trattati, come la lettura della mano e l’interpretazione delle foglie di te. Ma, il programma del quinto anno prevede l’utilizzo dell’Occhio Interiore e l’esercizio del prezioso Dono della Vista per leggere il futuro immediato dei vostri compagni, in più, quest'anno, dovrete cogliere i segni della nobile arte della Divinazione.”


I ragazzi si guardarono l’uno l’altro un po’ smarriti, non era ben chiaro cosa la Cooman volesse da loro, si spostarono sulle sedie cercandosi con gli sguardi, per vedere se qualcuno di loro avesse capito in cosa consisteva la lezione.
“Allora, allora… vediamo un po’… lasciate che vi mostri qualche esempio di come utilizzare la Vista… dunque…”
Mentre la professoressa Cooman continuava a parlare, Ron si sedette più comodamente sulla poltroncina che occupava e lasciò che la sua mente vagasse e che i suoi pensieri tornassero all’argomento che negli ultimi tempi non aveva lasciato spazio ad altro nella sua testa: Hermione.
“I suoi capelli... lei non sa quanto mi piacciano i suoi riccioli ribelli...”


Nel frattempo la Cooman si aggirava tra i tavoli cercando la sua prima cavia.
“Ecco, Signor Thomas, vediamo un po’... mi dia la sua mano... così, bravo... ora mi concentro e-” la voce della professoressa si fece improvvisamente più profonda e roca e sbottò inattesa “lei non sa quanto mi piacciano i suoi riccioli ribelli...”
Dean Thomas rimase con la bocca spalancata a guardare la professoressa che lentamente tornava in sè, mentre quei pochi ragazzi che erano attenti alla lezione cominciarono a bisbigliare e a ridacchiare tra loro.
“Ragazzi, ragazzi... silenzio! Che è successo? Ho detto qualcosa?” disse la Cooman un po’ irritata dal comportamento della classe.
“Ehm... professoressa, lei ha... ha detto che... ama i miei riccioli ribelli...” disse Thomas a disagio.
“Oh, non dica sciocchezze signor Thomas! Come avrei potuto dire una cosa del genere?! A meno che...” e si girò di scatto improvvisamente pensierosa borbottando tra sè. Le uniche parole intelligibili furono “vibrazioni...” “interferenza...” “magnetismo...”
La classe si calmò pian piano ma la maggior parte dei ragazzi non si era nemmeno accorta dello strano incidente tanto erano pervasi dal torpore indotto dalla lezione. D’un tratto la professoressa Cooman sembrò ricordarsi di essere in una classe alla quale doveva insegnare qualcosa, perciò si riscosse e disse “Su, su, cerchiamo di passare oltre... la Divinazione non è una scienza esatta... alcuni... ehm... incidenti possono verificarsi nell’uso della Vista, ma ora andiamo avanti... passiamo ad un altro studente... Ecco, vediamo... Signorina Patil, la sua mano, prego...”
Calì allungò la mano un po’ intimorita da quello che la professoressa le avrebbe detto.


Hermione, che aveva assistito incuriosita alla scena di poco prima, tornò tranquilla quando vide che la Cooman aveva scelto Calì come prossimo studente. Appoggiò i gomiti sul tavolo e poi il viso sulle mani e, nonostante i suoi sforzi per mantenere la concentrazione, i suoi pensieri presero una direzione che lei avrebbe voluto evitare e lo sguardo si spostò inevitabilmente su una testa di capelli rossi. Un’adorabile testa... E un’adorabile paio di occhi blu... E un’adorabile, morbida, morbida bocca... Come fa a ridurmi in questo stato?


Di nuovo, la professoressa prese la mano che le veniva porta con esitazione, la strinse tra le sue e focalizzò la sua attenzione. I suoi occhi ingigantiti dagli spessi occhiali si velarono e la voce assunse di nuovo quel tono misterioso “Come fa a ridurmi in questo stato?!?!” ululò improvvisamente la Cooman.
Calì fece un salto all’indietro terrorizzata e ritirò la mano molto velocemente, riportando la professoressa alla realtà. “E ora che c’è?!” chiese lei molto seccata. “Non sarà accaduto di nuovo, non è vero?”
Calì annuì timidamente e la professoressa si fece dire da un altro studente quali erano state le sue parole questa volta.
“Ma non è possibile, non è assolutamente possibile...” mormorò la Cooman guardando tutti gli studenti sospettosamente.
Il suo sguardo vagò in tutta la classe alla ricerca di qualcosa che solo lei sapeva. I ragazzi si erano un po’ ripresi ed ora attendevano impazienti che la professoressa si decidesse a fare qualcosa. Quei grandi occhi dietro alle spesse lenti li facevano sentire terribilmente a disagio. Passarono alcuni minuti durante i quali la Cooman non smise mai di scrutarli, finchè ad un tratto, parlò.
“Molto bene… qui c’è sicuramente qualcosa che non va… non è normale che accadano cose di questo tipo a distanza di così poco tempo… Ora voi prendete il libro e leggete pagina 568 mentre io mi siedo alla cattedra e rifletto su quanto accaduto. Quando avrete finito di leggere il paragrafo, tenteremo di nuovo”.
Tutti presero il libro e iniziarono a leggere il paragrafo intitolato “La Vista, ce l’hai o non ce l’hai?”




A presto con la prossima parte. Se volete lasciare un commento, sono sempre molto apprezzati. Grazie e ciao a tutti ^^

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Capitolo 2
*** 2 ***


Ed eccomi qua con la seconda parte. L’altra volta mi sono dimenticata di ringrazieare le mie due fantastiche beta-e-non-solo-quello: agatha e patsan. Grazie ragazze, siete la mia fonte di ispirazione. LOL!! E poi, grazie davvero a tutti quelli che hanno recensito, sono felice di sapere che la storia vi diverta, non immaginate quanto mi sono divertita a scriverla XDXDXD



Ron guardò Harry che sedeva di fronte a lui. Il ragazzo moro scosse la testa e si avvicinò al suo amico per sussurrargli “Questa donna è pazza… La prossima volta ricordami di non darti retta quando proponi un corso da frequentare…”
“Andiamo, non è così male… almeno ci facciamo delle belle dormite e i compiti li possiamo inventare” disse Ron riaccomodandosi e iniziando a leggere quello che la Cooman aveva loro assegnato. Ma dopo aver riletto le prime cinque righe del brano per tre volte di fila e senza aver assimilato una sola parola di quello che c’era scritto, decise di gettare le spugna e di perdersi di nuovo nei suoi pensieri preferiti.


Chi l’avrebbe mai detto? Chi avrebbe mai pensato che sotto il suo aspetto serio e rispettoso si nascondeva un carattere ardente? D’accordo, non ci sono arrivato subito subito… Però non posso fare a meno di ripensare a quel giorno, quando finalmente le cose tra noi hanno preso la direzione che sognavo da tempo. Naturalmente stavamo litigando perché quel suo stupido gatto aveva deciso di farsi le unghie sul maglione che mi aveva mandato la mamma a Natale. Maglione che ovviamente mi faceva schifo e che non avrei messo per niente al mondo, ma questo con lei non lo avrei mai ammesso. Soprattutto perché volevo trovare un modo per farla arrabbiare.
“Hermione, il tuo dannato gatto ha combinato un guaio!”
“Che è successo Ron?”
“Guarda! Guarda come ha ridotto il mio maglione preferito!”
“Il tuo maglione preferito? Ma se non te l’ho mai visto indosso una sola volta da quando ti è stato regalato!”
“Ehm… Non è questo il punto! Quando ti deciderai a dare via quella bestiaccia?”
“Che cosa? Sei matto? Non ci sperare, perché questo non accadrà mai!”
“E allora come la mettiamo con il maglione?”
“Senti, mi dispiace per il tuo maglione, se vuoi posso provare a sistemarlo…”
“Non ne saresti in grado… Ma hai visto come ti vengono storti i cappellini che fai per gli elfi? No, no, guarda, lascia perdere…”
Che idiota che sono! Come ho potuto dirle una cosa tanto cattiva?
“D’accordo Ron” ha detto lei e se ne è andata con gli occhi lucidi.
“Aspetta! Hermione, io non…”
Lei si è girata di scatto e mi ha urlato in faccia “Sei un cretino!” Ha sollevato il braccio e mi ha colpito con uno schiaffo sulla guancia. Ma poi, forse anche lei stupita dal suo gesto, ha portato immediatamente la mano a coprirsi la bocca e mi ha guardato con aria colpevole. È stato in quel momento che mi sono reso conto che in realtà del maglione non me ne fregava un accidente, così come del suo stupido gatto. Era solo una scusa per discutere con lei, perché io amo discutere con lei, perché io penso di amare lei. Ma mi dispiaceva averla ferita e così, senza pensarci troppo, avevo spostato con decisione la mano dalla sua bocca e vi avevo appoggiato la mia quasi con rabbia. Ovviamente mi aspettavo di ricevere un altro schiaffo, ma naturalmente lei ha dovuto stupirmi anche in questo e quando non solo ha passato le braccia dietro al mio collo, ma ha anche aperto un po’ le labbra per permettermi di assaggiarla del tutto, pensavo che le gambe non mi avrebbero retto.
E ora… be’ ora è impossibile stare senza di lei, stare senza baciarla, senza accarezzarla…E anche se non è che abbiamo mai parlato molto di quello che è successo da quel giorno in poi, anche se non stiamo ufficialmente insieme, io so che è giusto, che entrambi siamo felici di quello che abbiamo. Ma poi, è vero davvero che io e lei non stiamo insieme? Questa è una cosa che dovrò chiederle prima o poi…


Riportò gli occhi sulla pagina che aveva sotto il naso e tentò di portare a termine la lettura del paragrafo.


Hermione era seduta ad un tavolo situato più in alto di quello di Ron, su un ampio gradino che correva tutto intorno all’aula ed era stato riempito di banchi e poltrone per accogliere un maggior numero di studenti. La scelta del posto non era stata per lei tra le più intelligenti, visto che aveva costantemente sotto gli occhi una testa di capelli rossi che le ricordavano continuamente il motivo della sua distrazione degli ultimi tempi.


Come si fa a non adorarlo? Certo, è un cretino integrale… È un bambino e temo proprio che non smetteremo mai di litigare…
Ma forse, alla fine, ci piace così, ci piace non essere mai d’accordo su niente, ci piace discutere, ci piace provocarci… e siamo bravissimi in questo.
Be’, ovviamente ci piace anche fare altro, e devo dire che in questo settore, negli ultimi tempi stiamo facendo dei bei passi avanti… Come l’altro giorno, durante l’ora buca che avevamo tra Trasfigurazione e Cura delle Creature Magiche… Harry è rimasto indietro perché la McGrannit gli ha chiesto delle cose e io e Ron ci siamo avviati verso la capanna di Hagrid.
Non mi aspettavo di certo che, quando siamo arrivati vicino alla grande quercia, lui facesse quello che ha fatto… Mi ha sfidata, e in questo non c’è niente di nuovo. Ed io ho accettato, e nemmeno qui c’è nulla di strano.
Avevamo deciso di tenere la cosa per noi, almeno per il momento. Ma quando mai Ron Weasley fa quello che ci si aspetta da lui? E così eravamo ancora nel cortile del castello quando lui mi ha preso la mano. L’ho guardato stupita e ho subito ritirato indietro la mia, spiando intorno a noi, preoccupata che qualcuno avesse potuto vedere. Ho allungato il passo e mi sono diretta decisa verso il prato che porta alla capanna di Hagrid.
Dopo poco lui mi ha raggiunta, ha messo le mani sulle mie spalle per fermarmi e mi ha detto, guardandomi dritta negli occhi “Non avresti mai il coraggio di darmi un bacio qui, nel giardino”. Poi mi ha tolto di mano il libro che stavo portando ed è corso via. Quando mi sono ripresa abbastanza da ricominciare a camminare, mi sono accorta che lui se ne stava appoggiato con la schiena al tronco della quercia, tendendo contro il petto il libro che mi aveva rubato.
Sulla faccia aveva un sorrisetto di trionfo e scherno, quel sorrisetto che proprio non posso sopportare, che mi fa perdere la ragione. Infatti è proprio quello che è successo. L’ho raggiunto come una furia, mi sono fermata proprio davanti a lui, l’ho guardato negli occhi e ho fatto una cosa che nessuno avrebbe mai immaginato.
Gli ho strappato il libro dalle mani e me lo sono gettato alle spalle, mi sono buttata tra le sue braccia e gli ho dato uno di quei baci da lasciare senza fiato. Quando mi sono staccata da lui è riuscito solo a dire “Wow, Hermione!”. Ecco, questo è l’effetto che mi fa Ron.
Quella volta nessuno ci ha visti, ma ora mi chiedo, sono ancora così sicura di voler tenere segreto quello che c’è tra noi? La cosa più bella che mi sia mai successa?


I loro pensieri furono interrotti dalla professoressa Cooman che sembrava aver riflettuto a sufficienza sulla questione per tentare nuovamente la lettura di qualche mano.
“Allora, avete terminato la lettura? Molto bene, molto bene… Ora, ho ponderato gli insoliti episodi accaduti poco fa e sono arrivata alla conclusione che, in quest’aula, si sta verificando uno strano fenomeno di interferenza con la mia Arte Divinatoria. Questo a volte può capitare se le condizioni dell’ambiente sono favorevoli e se le cose che capto sono generate da sensazioni e pensieri estremamente forti e radicati… Ma ora, è giunto il momento di tentare di nuovo, perciò… vediamo un po’… ecco sì, Signor Finnigan, mi dia la sua mano…”
Seamus guardò incredulo la professoressa, non poteva pensare che lei volesse leggere proprio la sua mano ed era ancora abbastanza sconvolto dalle precedenti rivelazioni della Cooman.
“Ehm… professoressa, veramente io-”
“Andiamo caro, non ha motivo di temere… Su su mi dia quella mano, Signor Finnigan…”
Molto lentamente e guardandosi attorno in cerca di aiuto, allungò la mano e rabbrividì leggermente quando la Cooman la prese tra le sue.
“Dunque… Vediamo, vediamo…” e poi, come ogni volta che la professoressa aveva avuto una premonizione, la sua voce si fece roca e i suoi occhi enormi si fecero vacui. “E’ vero davvero che io e lei non stiamo insieme?” tuonò poco dopo.
A Seamus cadde la mascella mentre la classe scoppiava in una fragorosa risata e tutti i ragazzi cominciavano a prenderlo in giro per la sua presunta relazione segreta con la professoressa Cooman.
Tutti tranne uno. Ron aveva finito giusto in quel momento di pensare una frase molto simile a quella che l’insegnante di Divinazione aveva appena gridato in faccia al suo compagno. Si mise a sedere più dritto, guardandosi intorno a disagio, attirando su di sé l’attenzione di Harry che si stava sbellicando dalle risate.
“Che ti prende?” gli chiese Harry con le lacrime agli occhi. “Non hai sentito cosa ha appena detto la Cooman a Seamus?”
“Si, si certo… Ah ah… davvero divertente…”
“Ron, ti senti bene?” chiese Harry vedendo l’aria preoccupata di Ron.
Il rosso annuì con la testa lanciando solo una veloce occhiata in direzione di Hermione. Poi si unì alle risate di Harry per non destare ulteriori sospetti. Si era sicuramente sbagliato, era stata di certo una pura coincidenza… Meglio non pensarci più…


La Cooman stava tentando di riportare l’ordine nella classe, e sfruttando il panico che quella situazione aveva creato, ad un certo punto disse “Ora basta! Il prossimo di voi che sento fiatare sarà quello al quale leggerò la mano!!” la classe si zittì improvvisamente. “Bene, molto bene cari, vedo che si ricomincia a ragionare…” concluse la professoressa.
Fece alcuni passi su e giù per l’aula con aria assorta, pensando ancora all’accaduto e concludendo che, naturalmente, la colpa non era attribuibile a lei. Pian piano si stava avvicinando a quella che riteneva potesse essere la spiegazione di quegli strani fenomeni.
“Adesso, per favore state calmi… Mi serve un’altra mano da leggere e poi vi assegnerò il capitolo del libro a pagina 600 mentre la mia grande e nobile arte mi rivelerà il motivo di tutti questi strani fatti. Vediamo… Signor Potter, vorrei la sua mano…”
Mentre la professoressa si avvicinava al loro banco Harry e Ron si guardarono costernati, l’uno perché costretto a fare da cavia dopo tutto quello che era già successo, e l’altro perché quella frase che sia lui sia la Cooman avevano pensato continuava ad insospettirlo.
“Dunque, dunque… lasci che mi concentri… sappiamo tutti che in passato le ho già predetto molte cose, Signor Potter.. chissà che non sia proprio la sua presenza in quest’aula a condizionare la mia altrimenti sempre lucida Vista…”
Harry fece una smorfia verso Ron che stava a significare “figurati se non ci dovevo essere di mezzo io”, ma Ron era parecchio preoccupato da quello che sarebbe uscito dalla bocca della Cooman questa volta.
La professoressa fece un profondo respiro e chiuse gli occhi mentre teneva la mano di Harry tra le sue. Trattenne il fiato a lungo finchè, improvvisamente disse con la sua solita voce da premonizione “Come si fa a non adorarlo? Certo, è un cretino integrale…”
Ron tirò mentalmente un sospiro di sollievo, questa cosa di certo non l’aveva pensata lui, mentre Harry, a metà tra lo stupito e il divertito, attese le reazioni della classe e della professoressa.


Questa volta fu qualcun altro a saltare sulla sedia con una stranissima sensazione addosso: non era forse un suo pensiero quello che la Cooman aveva appena urlato in mezzo alla classe? Non aveva appena pensato queste cose di Ron? Hermione si guardò intorno nervosamente, conscia che in quello che l’insegnante aveva appena detto c’era qualcosa di suo, di intimamente suo, che nessun altro avrebbe mai dovuto sapere…
Nessuno parve trovare la cosa più strana rispetto a tutte le follie che la Cooman aveva già detto quel giorno, perciò fece un sorriso un po’ tirato e si rilassò leggermente, pensando che forse era stato solo un caso, che probabilmente si stava preoccupando per niente. In fondo lei non aveva mai creduto che la Professoressa di Divinazione avesse veramente le capacità di cui si vantava. Sì, era così, la Cooman non avrebbe mai avuto una vera premonizione, non ne era in grado, perciò non doveva più preoccuparsi per quella strana cosa. Di sicuro era una mera coincidenza.


“Adesso leggete pagina 600... Sono certa che quando avrete finito, il mio grande Dono mi avrà permesso di risolvere questo enigma e avrete imparato qualcosa di veramente interessante….”
Tutti aprirono il libro e cominciarono a leggere il capitolo intitolato “Veggente: ci fai o ci sei?”





Grazie ancora a tutti per le vostre recensioni, mi fanno felice = ). Continuate, se vi va!! Alla prossima con l’ultima parte della storia.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Ed eccomi qua con la terza ed ultima parte. Abbiate pazienza, non sono affatto brava nella formattazione… Proviamo ^^". Naturalmente ringrazio di cuore tutti quelli che hanno lasciato una recensione, sono felice che vi piaccia. E ora, alla storia!!


Ron andò a pagina 600 e questa volta non tentò nemmeno di leggere quello che c’era scritto.


Che cavolo sta combinando questa folle? Chissà com’è successo che abbiamo pensato la stessa frase? Mah… non ne ho proprio idea…Ci vorrebbe Hermione, lei di certo saprebbe capire il motivo…
Hermione…
Mmmm…
Quanto vorrei alzarmi, prenderla per mano, portarla via da questa stupida lezione e dimostrarle quanto la…
Un attimo, dimostrarle cosa? Sono impazzito???
No, no, non sono impazzito, ed è ora che lo ammetta... io sono irrimediabilmente, innegabilmente, completamente innamorato di lei... anzi io, be’ credo proprio che si possa dire che la amo.

Si, decisamente la amo…
Tutti gli anni che abbiamo passato a litigare, a stuzzicarci, a dirci cattiverie… in realtà era una copertura per non ammettere i nostri sentimenti…
Ma ora basta, non voglio più sprecare neanche un secondo! La prossima volta che potrò stringerla tra le braccia glielo dirò, le dirò che sono innamorato di lei… avrei dovuto farlo già molto tempo fa, avrei dovuto essere io a portarla al Ballo del Ceppo l’anno scorso, invece che quell’idiota di Krum!! Mi ribolle ancora il sangue se ci penso…

Quella sera ho combinato un vero casino… e nonostante tutto, lei è stata fantastica anche allora.
Dopo che abbiamo litigato furiosamente nella Sala Comune lei è rientrata arrabbiatissima nel suo dormitorio, e io sono rimasto lì da solo come un cretino a pensare a quello che avevo combinato.

Non so quanto tempo fosse passato ma mentre ero ancora lì ad auto commiserarmi, ho sentito la porta del dormitorio femminile che si riapriva e lei è scesa a prendere la piccola borsetta che aveva dimenticato sul divano e che ora giaceva inerme accanto a me.
Senza neanche guardarmi ha allungato una mano e l’ha afferrata.
E’ stato allora che ho realizzato che dovevo tentare almeno in parte di farmi perdonare.
Perciò ho posato la mia mano sulla sua e l’ho guardata per un istante senza dire niente.
Anche lei mi ha guardato e naturalmente si aspettava le mie scuse, ma io non sono riuscito a dire una parola.
Allora lei ha ritratto la mano e ha cominciato a camminare di nuovo verso la sua stanza.
Ma non potevo perdere quell’occasione perciò mi sono alzato a mia volta andandole dietro.
L’ho presa per un braccio e l’ho fatta girare verso di me. Aveva gli occhi lucidi e una singola lacrima le scendeva lungo la guancia. Non ho potuto fare a meno di sollevare la mano e asciugare con il pollice quella goccia solitaria che luccicava sul suo incantevole viso.

“Hermione, hai ragione su tutto” ho detto sconfitto. “Sono stato un vero idiota e, credimi sono pentito di essermi comportato così. Non lascerò mai più che nessun altro ti inviti ad un ballo prima di me”.

A queste mie parole, un’altra lacrima ha seguito la scia della precedente.

“Io non… non so cosa mi è preso. Vederti con Krum mi ha fatto capire quanto avrei voluto esserci io al suo posto”.

Ancora ferita, lei ha allontanato la mia mano dal suo viso e si è avvicinata un po’ a me, perciò l’ho abbracciata e lei ha posato la testa sul mio petto. Mi sono sentito terribilmente confuso, ma di una cosa ero certo, non volevo mai più essere la causa delle lacrime di Hermione. Perciò glielo ho detto.

“Ti prometto che non ti farò soffrire mai più…”

“Non fare promesse che non puoi mantenere Ronald Weasley” mi ha detto lei con voce nasale. “Ho sperato fino all’ultimo che tu trovassi il coraggio di invitarmi… Se tu l’avessi fatto, avrei detto di no perfino a Viktor Krum, ma tu sei sempre il solito testardo…Adesso lasciamo perdere l’argomento, sono stanca e per ora mi basta sapere che sei pentito”.


Poi mi ha dato un bacio sulla guancia ed è tornata a dormire…


Ma ora, la cosa importante, è che accanto a lei ci sono io, quando alla sera andiamo a fare la nostra ronda sono io che la tengo per mano, sono io che posso accarezzare i suo capelli, sentire il suo profumo. Sono io che posso baciarla, toccarla, stringerla, sentire il calore del suo corpo, sentire i piccoli suoni che emette quando la sfioro, quando le dimostro quello che provo…Oh, per Merlino!! Devo chiarire la situazione al più presto… sto perdendo il controllo…


E poi… e poi voglio dire al mondo che è mia!! E voglio spaccare la faccia a chiunque la guardi in un modo che non mi piace, perché tutti devono sapere che mi appartiene, che è mia… così come io appartengo a lei…da sempre e per sempre…



Ron non riusciva a togliersi questi pensieri dalla testa mentre sfogliava distrattamente le pagine del capitolo che avrebbe dovuto leggere. Ormai era deciso, qualunque cosa fosse successa, avrebbe chiesto ad Hermione di essere ufficialmente la sua ragazza.

In quello stesso momento, anche la fanciulla in questione era immersa in profonde meditazioni, che non riguardavano di certo la Divinazione, anche se lei aveva cercato con tutte le sue forze di non divagare con il pensiero.


Tsk, il famoso fascino Weasley… Quante volte ho preso in giro Angelina quando ne parlava… E invece aveva proprio ragione, sono irresistibili… E quello che è successo in biblioteca la scorsa settimana… ancora mi sento imbarazzata…
Avevamo deciso di fare un pomeriggio di studio, di studio vero, perciò siamo andati in biblioteca e ci siamo sistemati in un tavolo, seduti uno di fronte all’altra.
Dopo una mezz’ora di ricerca, Ron ha iniziato a distrarsi e l’ho sorpreso più di una volta a guardarmi anziché ricopiare sulla pergamena quello che c’era scritto nel libro.
Ha iniziato ad essere inquieto e dopo un altro quarto d’ora si è alzato, mi si è messo dietro, si è chinato su di me e mi ha sussurrato all’orecchio ‘andiamo a cercare un libro nella Sezione Proibita’.

La sua voce calda e profonda e il suo fiato sul collo mi hanno provocato una scarica di brividi lungo la spina dorsale, così mi sono alzata senza pensarci due volte e ci siamo diretti verso la parte più buia e meno frequentata della biblioteca.
Siamo arrivati vicino ai Libri Segreti, e lì ci siamo fermati. Mi ha preso il viso tra le mani e ci siamo guardati negli occhi per un istante e poi, tutto quello che ricordo sono le sue labbra sulle mie, la sua bocca sul mio collo, la sua lingua che cercava la mia.

Dopodichè, ho delle memorie piuttosto confuse: mi ricordo che ad un certo punto ho iniziato ad avere caldo e mi sono tolta il maglione, mi ricordo che la sua camicia aveva tutti i bottoni slacciati e che le mie mani gli accarezzavano il torace, mi ricordo che è in qualche modo riuscito a sganciare il mio reggiseno e poi, mi ha sollevata da terra e mi ha messa a sedere su di un tavolino che si trovava lì accanto.
E poi, poi è successo il patatrac… quel maledetto libro (e giuro che non avrei mai creduto di poter pensare una cosa del genere) ha cominciato a strillare solo perché Ron mi ci ha appoggiata sopra.

Così, Madama Pince, che era già insospettita dal fatto che eravamo spariti da un po’ e probabilmente aveva intuito dal volume delle mie reazioni che non stavamo proprio facendo una ricerca sui testi, si è avvicinata pericolosamente allungando ancora di più il suo collo e tentando di vedere attraverso le scansie.

“Che cosa sta succedendo lì dietro? Chi c’è? C’è qualcuno? Ah-ah, deve esserci un Weasley!”

Ron, che mi aveva messo una mano sulla bocca per impedirmi di rivelare la nostra posizione, ha sussurrato ‘dannati capelli!’.

Al che mi sono davvero indignata e gli ho mormorato in risposta ‘Io amo i tuoi capelli rossi! Non dire mai più una cosa simile!’.

Lui mi ha sorriso, di nuovo quel sorriso che mi fa perdere la testa, mi ha posato un live bacio sulle labbra e poi ha iniziato a riallacciarsi in fretta i bottoni della camicia. Quando ha finito mi ha detto a voce molto bassa ‘ora stai ferma e zitta’ e poi mi ha dato le spalle e si è sistemato il mantello addosso in modo che mi coprisse alla vista di Madama Pince.

“Si, Madama Pince, sono io Ron, Ronald Weasley. Stavo cercando un libro ma, accidentalmente ho urtato il Libro degli Ululati e quello ha preso a strillare…”

“Hmmm… Signor Weasley, ha finito ora? Sto per chiudere, è meglio che si allontani da questa zona…Dov’è la signorina Granger? Non era con lei poco fa?”

“Ehm… non lo so. Comunque ora me ne vado, mi dia solo un momento per recuperare la mia piuma”

Poi, finalmente Madama Pince se n’è andata e io ho potuto tirare un sospiro di sollievo.
Quando non c’è stato più pericolo, Ron mi ha presa per mano e mi ha condotta di nuovo al nostro tavolo.
Appena siamo usciti dalla biblioteca gli ho detto “Grazie Ron”.


Lui mi ha guardata e mi ha risposto “Grazie a te” con quel solito sorriso assassino.




“Cari, cari ragazzi. E’ giunto il momento… voglio ripetere gli esperimenti precedenti e questa volta fate molta a attenzione a quello che dico… potrebbe essere l’occasione per svelare degli interessanti segreti…”

La Cooman aveva parlato inaspettatamente, riportando tutti alla realtà. Si aggirava per l’aula in cerca di una preda e quando i suoi occhi si fermarono sul povero Neville, un sorriso sinistro le comparve sul volto.

“Ecco, Signor Paciock, questa volta tocca a lei… La sua mano prego…”

Neville sembrava alquanto terrorizzato, ma allungò la mano e prese un profondo sospiro. Ormai era chiaro a tutti che la professoressa, quel giorno, non si sarebbe fermata davanti a niente pur di capire quanto era accaduto. Perciò era del tutto inutile opporre resistenza. Quando la mano di Neville si posò su quella della Cooman, tutti trattennero il fiato, in particolar modo, un certo rosso e una certa so-tutto-io. Entrambi erano ancora scossi da quello che era successo l’ultima volta che l’insegnante aveva letto la mano ai loro compagni.

“Ecco… la sento arrivare… la Vista mi sta per possedere…” la sua voce si fece roca per l’ennesima volta quel giorno e lei disse improvvisamente “avrei dovuto essere io a portarla al Ballo del Ceppo l’anno scorso, invece che quell’idiota di Krum!!”.

Il silenzio nella classe si fece completo e venti paia di occhi si girarono a guardare Ron. Lui, dal canto suo, era quasi caduto dalla sedia quando aveva sentito quelle parole ed ora era di un bel colorito rosso vivo sotto lo sguardo incredulo dei suoi compagni. Tutti sapevano quello che era accaduto l’anno precedente tra lui ed Hermione al Ballo del Ceppo e tutti sapevano che lui ancora tormentava la ragazza con quella vecchia storia, e tutti avevano visto la sua bambolina di Viktor Krum monca di un braccio.

Tutti, tranne la Cooman, naturalmente.

“Ha un qualche significato quello che ho detto? Qualcuno di voi ha idea di quello a cui mi riferivo?” disse.

Nessuno fiatò, anche se ormai era chiaro che quel pensiero apparteneva a Ron e coinvolgeva Hermione.
Infatti molte occhiate erano dirette anche a lei, che cercava di non dare nell’occhio e di confondersi con la tappezzeria della poltroncina sulla quale sedeva.

“E va bene, va bene…tenteremo un’ultima volta… Signorina Brown, avanti…”

Lavanda allungò la mano e non sembrò intimorita, ma piuttosto interessata. La Cooman fu compiaciuta dal suo coraggio e sorridendo si apprestò a farsi travolgere dalla sua trance un’ultima volta. Chiuse gli occhi e si concentrò, mentre alcune profonde rughe le comparivano sulla fronte.
“E quello che è successo in biblioteca la scorsa settimana… ancora mi sento imbarazzata…”


Ed ecco che tutti gli occhi si spostarono su Hermione. Se prima avevano sentito i pensieri di Ron era più che plausibile che ora questi appartenessero a lei. Infatti, il suo viso cambiò colore con una rapidità incredibile. Diede uno sguardo a Ron in cerca di aiuto ma lui scosse la testa e si strinse nelle spalle come a dire ‘non so cosa farci’. A questo punto, Hermione appoggiò la faccia sul tavolo e si coprì la testa con le mani. Non sapeva proprio più cosa fare.

Pian piano si levò nella classe un sommesso mormorio. Harry aveva un sorriso strano sulla faccia e guardava alternativamente da uno all’altro i suoi due migliori amici. Come gli altri ragazzi, aveva finalmente capito che la Cooman aveva intercettato ed espresso ad alta voce i pensieri più nascosti che Ron ed Hermione avevano uno sull’altra. Si ritrovò a pensare che ai suoi amici era andata ancora bene, dopotutto la professoressa non aveva rivelato nessun dettaglio piccante.

Proprio quando la tensione sembrò cominciare ad allentarsi e i ragazzi si congratulavano sommessamente con Ron e le ragazze si stavano avvicinando al tavolo di Hermione per chiederle i dettagli, la Cooman riportò l’attenzione su sé stessa gridando “Ho capito! La Vista mi ha illuminata e l’Occhio Interiore si è aperto su questa situazione nebulosa!! Quello che ho captato sono i pensieri di due studenti presenti in quest’aula. Pensieri che però, cari i miei ragazzi, non andrebbero assolutamente fatti!!” e squadrò la classe con aria di rimprovero.

“Granger! Weasley!” i due ragazzi si alzarono immediatamente in piedi, molto, molto imbarazzati per essere stati scoperti.
“In qualità di Prefetti, avete il compito di trovare gli autori di quei pensieri sconvenienti! Ora vi saluto, le lezione è terminata. Ha richiesto molte delle mie energie, perciò ora ho la necessità di riposare. Alla prossima settimana.”
E se ne uscì dall’aula senza aggiungere altro.


Nella classe scoppiò una risata fragorosa mentre i due diretti interessati si guardavano stupiti del fatto che la professoressa di Divinazione fosse in realtà l’unica che di quella situazione non aveva capito proprio niente. I ragazzi cominciarono a fischiare e battere delle pacche sulle spalle di Ron, congratulandosi e prendendolo in giro mentre Hermione veniva circondata dalle sue compagne che volevano sapere com’era baciare Ron, cosa era successo esattamente in biblioteca, da quanto tempo stavano insieme e fino a che punto si erano spinti.
Ma Ron ne aveva avuto decisamente abbastanza, era stata una lezione piuttosto stressante, perciò ignorò i suoi amici e si diresse verso Hermione. La raggiunse facendosi largo tra la folla di ragazze che la assediava, le mise un braccio attorno alle spalle e la condusse fuori dall’aula.

Camminarono per un po’ seguiti dagli sguardi curiosi dei loro compagni e poi, non appena svoltarono l’angolo, Ron le disse “Credo proprio che dovremmo iniziare al più presto il compito che ci è stato assegnato…”. Aprì la porta di un’aula vuota e trascinò Hermione all’interno guardandola maliziosamente. “Se la Cooman vuole leggere le nostre mani anche la prossima settimana, almeno avrà qualcosa di interessante da riferire.”

Hermione gli rispose con un sorriso e chiuse la porta dell’aula con un calcio, avvicinandosi a lui con uno strano scintillio negli occhi.



FINE

Spero che la storia vi sia piaciuta. grazie a tutti per aver avuto la pazienza di leggere questa mia piccola follia e un grazie ancora più grande a quelli che hanno anche lasciato un commento. Alla prossima...

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