Il volo dell'angelo

di HermioneCH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tanto dolore ***
Capitolo 2: *** Ritrovarsi alla Tana ***
Capitolo 3: *** Sorprese a Hogwarts ***
Capitolo 4: *** Parlando con Remus ***
Capitolo 5: *** Punizioni ***
Capitolo 6: *** Litigi ***
Capitolo 7: *** Halloween ***
Capitolo 8: *** Precauzioni ***
Capitolo 9: *** Shopping natalizio ***
Capitolo 10: *** Il Ballo di Natale – Parte 1 ***
Capitolo 11: *** Il Ballo di Natale - Parte 2 ***
Capitolo 12: *** Sogni e Teorie ***
Capitolo 13: *** Lettura della mente ***
Capitolo 14: *** Un compleanno oscuro ***
Capitolo 15: *** Il volo dell'Angelo ***



Capitolo 1
*** Tanto dolore ***


 

Il volo dell’angelo

 

 

 

Premessa: Questa FF è la continuazione di: Anno da incubo. Il titolo è ancora provvisorio. Spero che vi piaccia

 

1. Tanto dolore

 

Camminava lentamente nel bosco, la fitta vegetazione le impediva di vedere bene.
Era tutto buio, poi d’un tratto vide una luce, camminò verso di essa e si trovò in una radura. Era spettacolare, piena di fiori, di luce, con un laghetto e una cascata. Era un ambiente completamente diverso del quale si trovava poco prima.

Vide un uomo seduto su un sasso, lui alzò la testa e le sorrise.
“Sirius, dove siamo?” chiese la ragazza all’uomo.

“Bello vero? Mi è sempre piaciuto questo posto” rispose.

Jessica si avvicinò lentamente all’uomo. Gli toccò la guancia, sembrava così reale. Una lacrima percorreva lentamente la sua guancia, lui la asciugò con il pollice.

La ragazza appoggiò la testa sul petto di lui, piangendo disperatamente. Lui l’abbracciò.

“S-sirius, ti prego, torna da me”

“Non posso, Jess. Ora non posso tornare” rispose lui accarezzandole i capelli.

“Ti prego! Avevi detto che non mi avresti lasciata! Torna da me, ti prego!” continuò la ragazza.

“Shhh.. Non piangere, angelo mio!”

 

Jessica si sveglio di colpo.

“Sirius?!” esclamò.
Era stato tutto un sogno, ancora una volta solo un maledetto sogno. Erano passate ormai due settimane dalla morte del padrino e la ragazza continuava a sognarlo tutte le notti.

Si mise a sedere sul letto e si appoggiò contro il muro.

Le lacrime ricominciarono a scendere insistenti, non riusciva a non piangere quando pensava a lui. Quando lo rivedeva nei suoi sogni.

“S-sirius, ti prego, torna.. Io ho bisogno di te!” disse singhiozzando.

Non piangere, angelo mio

“Chi c’è?!! Vieni fuori!!” esclamò al ragazza spaventata.“Sirius? Sei tu?”

Nessuno rispose, solo Sirius l’aveva chiamata cosi. Lei era l’angelo di Sirius e nessuno la chiamava così a parte lui. Sempre più spaventata Jessica si rannicchiò. Poco dopo nella stanza entrò suo cugino.

“Jess! Che succede?!” disse Teodor.

“Teo, abbracciami ti prego”

Lui si sedette vicino alla ragazza e l’abbracciò.”Cosa è successo? Ti ho sentita piangere, poi parlare!”

“Niente, non è niente non ti preoccupare!” risposa la ragazza.

“Non ci credo! Sono settimane che sei sempre triste! Non sono scemo sai, sento quando piangi!”

“Davvero Teo, è tutto apposto!”

“Io non so cosa sia successo in quella scuola, so solo che quando sei tornata non eri più la stessa, la tua vitalità si è come spenta. E questo mi preoccupa, ma sappi che se avrai bisogno di me, io ci sono”

“Lo so, Teo. So che ci sei e questo lo apprezzo molto”

La mattina dopo Jessica si sveglio tardi, erano ormai le 11.30 quando arrivò in cucina dove suo cugino stava iniziando a preparare il pranzo.

“Oh ciao” disse vedendola “Sto preparando il pranzo, così per mezzogiorno è tutto pronto”

“Ok”

“Senti stamattina è arrivato un gufo e a portato quella” aggiunse indicando una busta sul tavolo.

Jessica si avvicino e la vide, era una lettera di Hogwarts, la lettera dei suoi G.U.F.O.

“Oh mio dio”

“Che c’è?” chiese Teodor. “È la lettera degli esami, sono i risultati!”

“Perfetto così vediamo come vai a scuola” disse lui facendole l’occhiolino.

Jessica prese tra le mani la busta. Era proprio una missiva di Hogwarts. La aprì un po’ e poi al richiuse. “Non ce la faccio!” disse.

“Dai smettila! apri quella lettera”

La ragazza aprì molto lentamente la lettera, sapeva che per poter diventare Auror doveva aver dei buoni voti. La cosa che la preoccupava di più era pozioni, non era mai stata bravissima. Non da eccellente, ma il suo esame era andato bene. Quindi poteva ancora sperare!

 

Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari

 

E – Eccellente                            O – Oltre Ogni Previsione

A – Accettabile                          S – Scadente

D – Desolante                           T – Troll

 

 

Jessica Smith

 

Trasfigurazioni                          O

Incantesimi                               E

Astronomia                               A

Difesa Contro le Arti Oscure       E

Pozioni                                     E

Cura delle Creature Magiche       O

Storia della Magia                      A

Divinazione                               S

 

 

“Non ci posso credere!”

“Cosa?” chiese Teodor

“Ce l’ho fatta! Evviva! Potrò diventare Auror! Si si si!!!”

“Cosa?? Dimmi che diavolo è successo!” La ragazza lo abbracciò.

“Guarda!” disse Jessica, felicissima, mettendogli la lettera sotto il naso.

“Io non ci capisco niente!”

“Allora, vedi qui. Ho bocciato solo Divinazione, che sarebbe predire il futuro ma sono un sacco di balle, una materia inutile! Poi ho preso il massimo dei voti in pozioni! Questo mi permetterà di seguire il corso e diventare Auror come mamma e papà! È fantastico!”

“Ah ah, bello!” disse Teodor, che sembrava non aver capito molto comunque.

I due pranzarono, poi Jessica decise di scrivere ad Hermione dei suoi risultati. Quindi andò in camera, prese posto alla scrivania e iniziò a scrivere. 

 

Cara Hermione.

Come stai?
Oggi mi sono arrivati i risultati dei GUFO. Presumo anche a te. Sono proprio felicissima non pensavo che andavo così bene. Sono riuscita a prendere E in Pozione, come Incantesimi e Difesa. Fantastico vero?
Inoltre ho preso O in trasfigurazioni e CDCM. Mentre A in Storia e Astronomia.

L’unica materia in cui non ho preso il GUFO è Divinazione ma sono contenta che finalmente posso mollarla, una materia completamente inutile.

Non ho preso il massimo in tutte le materie ma sono ugualmente soddisfatta, perché così potrò seguire il corso di Auror! Fantastico!
Spero che i tuoi e degli altri siano andati bene, se sei con loro salutameli e digli che mi mancate tutti e tre moltissimi.
Bene amica mia, ora ti saluto! Spero di vederti presto.

Baci

 

Jessica

 

Jessica mise la lettera in una busta e si avvicinò ad Ebram.

“Allora piccolo mio, ho un bel viaggietto per te, devi portare questa ad Hermione, capito?”

Il gufo le becchetto affettuosamente il dito e spiccò il volo, Jessica si sporse alla finestra fino a che lo vide sparire. Poi si rimise alla scrivania, doveva finire il tema per Vitius. Era così di buon umore per via dei GUFO che non gli pesava il fatto di fare i compiti.

Verso le due del pomeriggio suo cugino entrò nella sua camera per annunciarle che andava al lavoro.

“Jess, io devo andare al lavoro. Mi dispiace, purtroppo non sono riuscito a farmi dare il turno di giorno, tornerò verso le 22, spero anche prima. Ok?” disse Teodor.
“D’accordo non ti preoccupare, ora sto studiando. Poi magari andrò a fare un giro”

“Va bene, ma mi raccomando fai molta attenzione!”
“Certo, sta tranquillo e poi in caso di emergenza ho sempre la bacchetta con me” lo rassicurò Jessica.

Teodor le sorrise, la baciò sulla fronte e poi uscì.

Jessica studiò fino alle 17, poi decise di andare a fare un giro. Rimise in ordine la scrivania e un quarto d’ora dopo uscì di casa. Quell’ estate non era calda come quella dell’anno passato.

Passò la maggior parte del tempo in un bar a lei ben conosciuto. Gli mancava Harry. Ma lui era nel Surrey mentre lei vicino a New Castle, troppo lontani.

Fini con mangiare lì, il cameriere del bar era un suo vecchio amico di infanzia e si sedette a farle compagnia durante il pasto.
“Allora Jess, come va in questa scuola privata?”

“Molto bene, la adoro Matt! La adoro!”

“Ma non adoravi anche quella di prima?” disse il ragazzo.

Ovviamente lui no poteva capire una scuola che dura sette anni, così la ragazza dovette raccontargli che era andata in due scuole diverse.

“Si certo! Un posto fantastico!”

“Bè si vede, visto che ci sei solo per un paio di settimane all’anno!”

“Ma no, la scuola inizia solo il primo di settembre, l’anno scorso il resto delle vacanze l’ho passato da dei miei compagni” spiegò al ragazza.

“Capisco”

Alle 20 Jessica decise di tornare a case, era meglio arrivarci prima che facesse buio.

E visto che era ancora giorno decise che era meglio andare.

Jessica stava camminando, nella strada completamente deserta, aveva l’impressione di essere seguita, anzi ne era sicura. La ragazza sorrise, era sicura che fosse un membro dell’Ordine che la tenesse d’occhio come aveva già fatto l’anno scorso. Si fermò di colpo e si voltò.
“Forza esci, tanto so che sei qui!” disse ad alta voce.

“Be se proprio insisti”

“Tu?” Jessica rimase completamente di sasso.
“Io, chi ti aspettavi? Sirius magari?” disse, scoppiando a ridere.

Jessica estrasse velocemente la bacchetta “Te la farò pagare, Bellatrix!”

Bellatrix scoppiò di nuovo a ridere “Pensi davvero di essere al mio livello?”

“Credevo di avertelo dimostrato al Ministero con quella Cruciatus”

“Tu sogni! Io sono molto più forte di te! E poi c’è un altro quesito più importante, vuoi davvero rischiare di essere espulsa da Hogwarts cercando di uccidermi?”

“Se è per vendicare Sirius non ho dubbi a riguardo, correrò il rischio!”

“Non ce la farai mai a battermi! Sei una stupida ragazzina! Un insulsa ragaz…..”

Bellatrix non riuscì a finire la frase perché venne colpita da un raggio rosso. Dietro di lei apparve Remus. Lui corse in contro alla ragazza.

“Jess, come stai?”

“Bene”

“Forza andiamo, ti porto a casa!”

“No! uccidila! È l’assassina di Sirius! Uccidila!”

“No, dobbiamo sbrigarci! Potrebbero esserci altri Mangiamorte! È mio dovere portarti al sicuro!”

“Remus ti prego! Catturala almeno!” In lacrime.

“Andiamo” disse Remus, trascinandola via.

“Ma”
Expelliarmus! Ora muoviti!”

Remus tolse la bacchetta alla ragazza e la porto via di peso, era troppo pericoloso per lei restare lì! Lui non avrebbe potuto affrontare troppi mangiamorte e la cose più importante era l’incolumità della ragazza.

Arrivati a casa Remus portò la ragazza in camera sua. Lì si rese veramente conto del pericolo che aveva corso.

“Oh Remus, per fortuna sei arrivato tu!”
”Sono qui per questo!” disse lui, accarezzandole la testa. Regnò il silenzio mentre Remus tranquillizzava la ragazza.

“Devo avvertire Silente, non ci metterò molto!” disse.

“No ti prego! Non mi lasciare da sola!”

“Non ti preoccupare, non ci metterò molto. Nessuno verrà a cercarti qui!”
Jessica lo guardò negl’occhi, così belli e così tremendamente tristi.

“D’accordo, fai presto però! Da quando lui  se n’è andato ho paura a restare sola di notte” confessò la ragazza, Remus la guardò tristemente e l’abbraccio.
”Oh Jess, mi dispiace tanto!”

Remus si alzò e dopo aver detto che avrebbe fatto presto si smaterializzò.

Jessica combatteva con il pensiero di Sirius, che se n’era andato e l’aveva lasciata sola.

“S-Sirius torna da me, ti prego! Ho tanta paura senza di te!”

Ancora una volta le lacrime iniziarono a scorrere, non ce l’ha faceva era troppo forte, non riusciva a trattenere le lacrime.

Piangeva forte aspettando Remus e continuava a ripetere torna da me, come una cantilena.

Non piangere, angelo mio

“Chi c’è?” esclamò Jessica spaventata “Re-remus sei tu? Vieni fuori ti prego”

Nessuno rispose. D’un tratto due persone si materializzarono in camera sua. La ragazza gridò.

E si rannicchiò nel suo angolo, spaventatissima!

“Vattene! Lasciami stare! VATTENE VIA!!” urlò la ragazza.

“Jess, Jess.. Sono io, sono Remus!”

Lui le si avvicinò e la fece alzare, lei lo abbracciò forte, aggrappandosi alla sua maglia.

Sentì un rumore di passi, qualcuno correva su per le scale. La porta si spalancò ed entrò Teodor.

“Che succede? Ho sentito Jess urlare!! Che diavolo sta succedendo!”

Silente si avvicinò a lui “Calma! Non si preoccupi. Jessica è stata aggredita da Mangiamorte, ma per fortuna Remus l’ha salvata!” spiegò il preside.
”Cosa???”

“Purtroppo è vero, mi spiace ma ora dobbiamo portarla via, questo non è più un luogo sicuro per lei”

“I-io capisco, solo che….”
”Mi dispiace, ma per l’incolumità della ragazza dobbiamo portarla in un luogo più sicuro” disse Silente.

“D’accordo ma..”

Jessica era ancora abbracciata a Remus e singhiozzava.
”Deve capire che Jessica sta passando un momento difficile e…”
”Centra per caso un certo Sirius?” chiese istintivamente Teodor “L’ho sentita piangere molte volte, ho sentito che pronunciava il suo nome! Chi è? Che diavolo le ha fatto!”

Silente lo guardò sconfortato “Sirius Black era il padrino della ragazza, è stato ucciso circa due settimana fa, proprio davanti i suoi occhi!”
”Da-davvero? Io non lo sapevo! Lei non me l’ho ha detto!”

“Capisco, bè ora dobbiamo proprio andare!” con un gesto della bacchetta Silente mise tutte le cose della ragazza nel suo baule.
”Forza Jess, andiamo” disse Remus.

“Do-dove mi volete portare?” chiese lei.

Silente e Remus si diedero un fugace sguardo. “A Grimmauld Place” disse infine Silente.

“No no no! Non ci voglio andare!” esclamò la ragazza.

“Ma Jess…”
”Ho detto di NO!”
”Ora calmati” esclamò Silente “Vorrà dire che ti porteremo alla Tana!”

“Ok” rispose debolmente Jessica. I bauli della ragazza scomparirono.

“Ci vediamo Teo” disse Jessica, abbracciandolo.
”A presto”

Jessica si avvicinò a Silente e Remus “Vieni prendi questa, è una passaporta” disse Silente.

Prese in mano l’oggetto e qualche secondo dopo sentì un familiare strappo dietro l’ombelico.

 

 

******

 

Fine cap 1! Allora che ne dite? Spero vi piaccia..

Lasciatemi un commento! Baci Herm

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Capitolo 2
*** Ritrovarsi alla Tana ***


2. Ritrovarsi alla tana

Remus aiutò al ragazza ad alzarsi. Jessica si strofinò gli occhi e vide la Tana.
“Forza, andiamo!” disse Silente, una volta arrivato alla porta della cucina bussò tre volte.
“Chi è?” disse la voce della signora Weasley.
“Sono Albus! Io e Remus abbiamo portato Jessica” disse il preside. La porta si aprì all’istante.
“Oh ero così in pensiero, quando ho ricevuto il tuo messaggio mi sono preoccupata tantissimo. Forza non state li! Entrate, entrate!”
Entrarono in cucina, Jessica era molto a disagio. Era piombata così casa sua senza nemmeno chiederlo. Ma stando a Grimmauld Place sarebbe impazzita!
“Ehm Signora Weasley?!”
“Si, dimmi cara”
“Ehm, ecco.. io volevo scusarmi di essere piombata così in casa sua, solo che bè andare a Grimmauld Place sarebbe stato veramente troppo per me.. e bhè ecco..”
“Oh cara, non ti preoccupare! La mia casa è sempre aperta per te!”
“Grazie mille, signora Weasley” disse Jessica, arrossendo.
“Ron e Ginny sono in salotto! Sono ansiosi di vederti!” disse la signora Weasley, sorridendo.
“E Harry? Quando lo potrò rivedere?” chiese ansiosa la ragazza.
La signora Weasley si girò verso il preside. “Bè solo tra qualche settimana” disse lui.
“Oh.. d’accordo” disse Jessica, evidentemente delusa “Allora vado a salutare gli altri”
Arrivata sulla porta del salotto si appoggiò alla porta.
“Secondo te perché la mamma era così agitata?” chiese Ron, alla sorella.
“Non so, stava borbottando qualcosa tipo: come attaccata? Incredibile!”
“Io non capisco, appena letto quel messaggio ci ha sbattuto fuori dalla cucina”
“Forse è stato attaccato qualcuno”
“Si ma chi?”
“Non so”
“Forse io lo so!” disse Jessica, facendoli sobbalzare.
“Jess!” esclamò Ron e le corse in contro. “Come stai? Che ci fai qui?”
“Ehi aspetta! Sei tu quella che è stata attaccata, verp?” disse Ginny.
“Perspicace la ragazza” disse Jessica, sorridendo “Sediamoci che vi racconto tutto”
I tre si sedettero sul divano. “Allora racconta!” disse Ron.
“Bè veramente non c’è molto da raccontare. Stavo tornando a casa e mi sembrava di essere seguita, ho pensato che fosse un membro dell’ordine che mi teneva d’occhio come mi avete detto l’anno scorso. Allora gli ho detto di venir fuori che tanto sapevo che era li, cosî almeno avrei parlato un po’ con qualcuno, ma purtroppo è apparsa Bellatrix Lenstrange”
“Cosa?” esclamarono in coro i due fratelli.
“Si, poi ci siamo scambiate qualche parola a bacchette sguainate e infine è arrivato Remus, mio salvatore, che l’ha schiantata e mia ha portato via. Mi ha portato a casa, ha chiamato Silente, e mi hanno portato qui!” spiegò Jessica.
“Mamma mia che serata!” disse Ron.
“Si, in effetti abbastanza movimentata” disse Jessica. Ron si alzò “Dove vorresti andare?” chiese Ginny.
“In cucina, credo che Silente ormai se ne sia andato e magari se c’è possiamo sentire qualche pezzo di conversazione, visto che la mamma non vuole mai farci sapere niente sull’Ordine, dai andiamo!”
Ron si diresse verso la cucina, seguito dalle due ragazze. Quando arrivarono in cucina Silente era già andato, rimaneva solo Remus seduto al tavolo e la signora Weasley che preparava il tè.
La ragazza aspettò che Remus finisse di bere e poi gli chiese se potevano parlare un po’. Aveva bisogno di parlare con lui, perché lui poteva capirla davvero. I suoi occhi così tristi mostravano tutto il dolore per la perdita di Sirius.
“Remus, posso parlarti?” gli disse.
“Certo, andiamo di là” rispose Remus, alzandosi. I due raggiunsero il salotto della Tana.
“Dimmi tutto” disse Remus.
“Ecco io… ecco in realtà volevo ringraziarti per prima, non so come sarebbe finita se non fossi arrivato tu”
“Non ti preoccupare, ero li per proteggerti” disse Remus, sorridendo.
“Poi c’era un'altra cosa di cui ti volevo parlare” disse Jessica.
“Ovvero?”
“Sirius”
“Capisco, dimmi pure”
“Ecco vedi, io continuo a sognarlo. Tutte le notti, da quando non c’è più lo sogno. Siamo sempre in un posto diverso. Prima cammino nel buio, poi vedo una luce e trovo lui. Io gli chiedo di tornare da me e lui mi risponde che non può. E tutte le volte il sogno finisce quando lui mi dice di non piangere. Dopo che mi ha detto quella frase, mi sveglio”
“Sinceramente non so che dirti. Forse nei sogni che fai durante la notte riflettono il tuo grande desiderio che hai. Dicono che i sogni sono lo specchio dell’anima. Io non so quanto questo sia vero. Ma nei tuoi sogni tu lo ritrovi. Perché questo è il tuo più grande desiderio.”
“È che io soffro così tanto! Non riesco a non piangere pensando a lui e non riesco a non pensarlo!”
“Ê normale. Ma il tempo lenirà il tuo dolore” disse Remus.
“Io non ce l’ha faccio proprio più!”
“Mi dispiace tanto” disse tristemente Remus.
Lei appoggiò al suo petto. “È più forte di me!” disse, mentre una lacrima solitaria le percorreva il volto. “Scusami”
“Shhh! Tranquilla, non puoi sempre tenerti tutto dentro. Sfogati, Jess, sfogati” disse Remus, avvolgendola con le braccia.
Rimasero qualche minuto così abbracciati, finchè Ginny non entrò in salotto.
“Oh ehm.. Scusate, non volevo disturbarvi!”
Jessica si sciolse dall’abbraccio del malandrino e si asciugò le lacrime.
“Non fa niente, ora veniamo in cucina” disse.
“Ok” rispose Ginny tornando sui suoi passi.
Jessica si voltò verso Remus “Grazie” disse “Grazie di tutto! Tu sei davvero speciale, Remus! Sai capire le persone. Tu sei l’ultima persona più vicina a mio padre che mi sia rimasta e non voglio perderti!”
Remus sorrise “Forza torniamo in cucina”
I giorni trascorsero, Jessica si trovava molto bene alla Tana. Si divertiva un sacco con Ron e Ginny.
Arrivò anche Hermione, Jessica era molto contenta di rivedere l’amica. Ma il giorno che aspettava di più era quello in cui avrebbe rivisto Harry.
La mattina di quel giorno si alzò di buon umore, come sempre aveva sognato Sirius ma sapere che da li a poche ore avrebbe rivisto Harry e questo la metteva di ottimo umore.
“Oggi arriva Harry!” disse Jessica, sedendo accanto ad Hermione.
“Già, sono proprio contenta di rivederlo!”
“Non dirlo a me! Signora Wealey?! Quando arriva Harry?”
“Dovrebbe arrivare questa sera” rispose la signora Weasley.
Sinceramente Jessica sperava di poterlo rivedere prima, ma capivo che era meglio viaggiare di notte.
La giornata passò molto lentamente, il tempo non sembrava trascorrere mai!
L’unico momento di svago fu quando assieme a Ron, Ginny ed Hermione giocò a Quidditch. Ginny era molto brava mentre che Hermione era un disastro.
A cena una strana sensazione si impadronì dello stomaco di Jessica, forse rea perché sapeva che da li a poco avrebbe rivisto Harry.
Verso le 22 qualcuno bussò alla porta della cucina tre volte.
“Chi è?” chiese la signora Weasley.
“Malocchio con Silente e il ragazzo” disse una voce familiare. Jessica si alzò in piedi.
La signora Weasley aprì la porta ed entrarono Harry seguito da Moody e Silente.
“Harry”
“Jess!”
Jessica corse in contro ad Harry, lui l’abbracciò e la sollevò. “Amore mio mi sei mancata tanto” disse.
“Anche tu!” rispose la ragazza.
Una volta che la ragazza torno con i piedi sul pavimento si baciarono.
“Ti amo” disse Jessica, sottovoce.
“Anche io! Più della mia vita!” rispose Harry.
Tutti sorridevano, la signora Weasley era commossa. Silente si avvicinò ai due ragazzi.
“Dovremmo parlare un attimo” disse il preside.
Arrivati in salotto si sedettero sul divano. Era così bello sentire la mano di Harry che stringeva la sua. Poterlo vedere, abbracciare e baciare.
“Allora, come ho già detto ad Harry, Sirius vi ha lasciato tutti i suoi avere. Esattamente la metà per uno. Harry ci ha già concesso la sua metà di Grimmauld Place come Quartier Genrale” disse Silente.
“Certo! Tenetela pure!”
“Perfetto! Bene, ora che abbiamo questa questione io dovrei andare. Ci vediamo il primo settembre. Buona notte” così dicendo Silente si avviò verso la cucina.
Jessica si voltò verso Harry e sorrise. Lo guardò un attimo nei suoi bellissimi occhi verde smeraldo.
“Amore mio, mi sei mancato moltissimo!” Lui sorrise e annullò le distanze fra i due.
Un lungo bacio appassionato che fece completamente sciogliere della ragazza.
“Mi sono preoccupato tantissimo, quando mi hai scritto che quella ti aveva attaccata!” disse Harry, accarezzandole la guancia.
“Non dovevi, ti ho scritto che è arrivato Remus”
“Già, per fortuna che c’è lui!”
Si baciarono ancora e ancora e ancora. Come se volessero recuperare i baci che avevano perso quando erano stati lontani. Si baciarono finchè non entrarono Ron, Ginny e Hermione.
“Oh scusate! È che volevamo salutare Harry” disse Ron.
“Non ti preoccupare Ron, noi ci siamo salutati abbastanza” disse Jessica, sorridendo.
Passarono tutto il resto della serata a parlare e a raccontare la propria estate. Jessica era felice come non lo era da un bel po’. Finalmente aveva ritrovato il suo Harry e ora poteva stare con lui!

*******

Ecco il secondo capitolo, spero che vi sia piaciuto!Lasciatemi un commento!!
Vorrei ringraziare Diego e Simo che hanno commentato, sono veramente contenta che vi piace come scrivo!!
Alla prossima.. Baci HermCH

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Capitolo 3
*** Sorprese a Hogwarts ***


3. Sorprese a Hogwarts

 

Era passata ormai una settimana dall’arrivo di Harry. Quello fu il periodo più felice per Jessica, poter stare di nuovo con Harry era fantastico. Parlarono molto, anche di Sirius e la ragazza gli disse dei suoi sogni e del suo immenso dolore che non riusciva a superare.

“Tutte le notti capisci? Sono stanca! E non riesco a capire il significato di questi sogni” disse Jessica.

“Capisco che non deve essere il massimo, ne hai parlato con qualcun altro?” chiese Harry.

“Si, l’ho detto ha Remus”
“E lui che dice?”

“Bè ha detto che nei sogni rifletto i miei desideri”

Jessica si sdraiò e appoggiò la testa sulle gambe di Harry, lui iniziò ad accarezzarle i morbidi capelli.

“Sono stanca di soffrire, non c’è la faccio più! Non ho più lacrime da versare! Tutto questo dolore che provo mi sta distruggendo”

Harry accarezzò la guancia della ragazza “Devi imparare a convivere con questo! Anche io sono stato molto male per la morte di Sirius, ma poi mi sono convinto che lui non verrebbe che soffrissi. Lui vuole che noi andiamo avanti!”

Jessica si alzò “Ci proverò!”

“Non dico che sarà facile, anche io penso ancora molto a Sirius, come non potrei farlo” disse avvicinandosi alla ragazza.

“Tu ora hai un compito importante da svolgere, devi pensare a quello! Sei l’unico che può salvarci da Voldemort”

“E tu mi aiuterai” disse Harry, cingendo le braccia attorno alla ragazza.

“Certo.. Il nostro destino è scritto” disse Jessica.
E si sciolsero in un bacio appassionato.

 

“Jessica ti vuoi muovere per l’amor di Dio!” gridò Hermione, su per le scale.

“Eccomi, eccomi! Sto arrivando!” disse Jessica, scendendo le scale di corsa.

“Era ora!” esclamò Hermione.

Jessica sorrise a tutti, quel giorno dovevano andare a Diagon Alley.
Remus, Tonks, Moody e i signori Weasley li avrebbero accompagnati.
Arrivarono al Paiolo Magico verso le 11 e subito si diressero per la via.

“Mi devo comprare anche una nuova divisa” disse Jessica ad Harry.
“Si anche io” rispose lui.

“Sentite facciamo così” disse Hermione “voi due andate a prendervi le divise, e io e Ron vi prendiamo i libri e le cose di Pozioni ok?”

“Per me va bene, signora Weasley che ne dice?” disse Harry.

“D’accordo ma qualcuno dovrebbe venire con voi” ripose la signora Weasley.

“Vado io” disse Remus.

Così Harry e Jessica assieme a Remus si diressero da Madama McLan.

“Buongiorno, Hogwarts vero?” disse Madama McLan, mentre entravano nel negozio.

“Si, avremmo bisogno le divise, Grifondoro” disse Jessica.

“Certo, aspettate un attimo” così dicendo andrò nel retrobottega.

Mentre aspettava la Madama, Jessica iniziò a guardare gli altri vestiti. Infine si fermò su un vestito davvero fantastico.

“Ehi Harry, guarda questo che bello! Mi starebbe bene?”

Lui si avvicinò “Si è proprio bello, ma tu staresti bene con tutto!”

“Adulatore!” disse lei, poi si mise il vestito contro il corpo “Remus ti piace?”

“Meraviglioso” disse lui sorridendo.

“Già ma il prezzo molto meno!” disse Jessica rimettendo a posto il vestito. In quel momento arrivò Madama McLan con le divise.

“Ecco qui! Si questa dovrebbe essere la tua taglia” disse mentendo la divisa contro Jessica.

“Si credo anche io, posso provarla?”
“Ma certo, andate pure là” disse indicando due tende.

Harry e Jessica andarono a provare le divise, lui ci mise molto meno, mentre Jessica se la mise con cura. Si guardò allo specchio, la McLan aveva ragione, la taglia era perfetta.

“Allora Jess, sei quasi apposto?” disse Harry.

La ragazza aprì la tenda ed uscì, fece un giro su se stessa “Allora? mi va bene?”

I due uomini sorrisero e Madama McLan si avvicinò per esaminare.

“Si direi che è proprio perfetta” disse lei.

La ragazza tornò dietro la tenda e si cambiò.

“Era ora!” disse Harry quando lei uscì “Io e Remus ci stavamo facendo due palle”

Lei si avvicinò al ragazzo “Allora di a te e Remus che la prossima volta vengo da sola, così nessuno scassa!” lui sorrise e gli diede un piccolo bacino sul naso.

Infine pagarono e uscirono, si diressero verso i Tiri Vispi Weasley. Dentro trovarono tutti gli altri.

“Jess!” esclamò Fred.
“Harry!

“Ciao! Wow è bellissimo qui!” disse Jessica, guardandosi in giro.

“Guarda pure, intanto ti dispiace se parliamo un attimo con Harry?”

Si avvicinò ad uno scaffale ed esaminò meglio i Pasticcetti Vomitosi.

“Trovato qualcosa di interessante?” chiese Remus, arrivandole alle spalle.

“Queste potrebbero essermi utili per le lezioni di Piton”

“Cos’è?”

“Vedi, mangi questa parte e vomiti, esci dall’aula, poi mangi questa e smetti”

Remus sorrise. Il suo sguardo si fermò su una scatola e la prese in mano.

“Ehi guarda questo!” disse porgendolo alla ragazza.

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“Oh Remus.. I-io.. mi dispiace, quei due sono dei deficienti”
“Non fa niente, è solo uno scherzo”
“Si ma di cattivo gusto, ora gliene dico quattro” disse, dirigendosi verso i gemelli.

“Ehi Jess no!” disse Remus.

Diede uno scappellotto a Fred e gli mise la confezione sotto il naso.

“E questo?”

“Forte vero? Dovresti vedere che effetti speciali! Quanti ne vuoi?”

Jessica gli diede un altro scappellotto ma questa volta più forte.

“Ahia!! Ma che ho detto!”

“Questo è davvero uno scherzo di cattivo gusto!! E per di più Remus l’ha visto!”

“Oh.. Ehm.. Forse è meglio che mi vada a scusare con lui e spiegargli un po’ come funziona il mercato” disse Fred e si diresse verso Remus con la scatola in mano.

Arrivati alla Tana si cimentarono in una partita di Quidditch, era molto divertente giocare contro Harry. Lui faceva di tutto per distrarla.

“Ah ah!! Vi abbiamo stracciato!” disse Ginny, sedendosi al tavola.

“Non è vero!” rispose Ron.
“Bè vi abbiamo sempre battuto!” disse Jessica

“È stata solo fortuna!” disse Harry, baciandola sulla guancia.

 

Arrivò anche la fine delle vacanze, da una parte Jessica era contenta di tornare a Hogwarts, ma dall’altra era un po’ triste perché era stata molto bene con i Wealey.

“Ecco io sono pronta!” disse Jessica appoggiando il baule davanti alla porta d’entrata.

“È successo un miracolo! Non sei in ritardo!” disse Hermione.

“Che fai? Mi prendi in giro? Io non sono quasi mai in ritardo!” rispose Jessica.

“Ehm.. Signora Weasley con cosa andiamo alla stazione?” chiese Harry.

“Il Ministero ci presta un paio di macchine, Harry caro” disse la signora Weasley “Tutti pronti? Bene! Le macchine sono arrivate, possiamo andare!”

Il viaggio fino a Londra fu abbastanza comodo, arrivarono alla stazione con venti minuti di anticipo.

Quando Jessica attraverso la barriera tra i binari nove e dieci vide un familiare treno a vapore color rosso!

“Si torna a casa” disse Harry

“Già non vedo l’ora!”

Lei e Harry si sistemarono in un vagone tutto per loro e poi tornarono sul binario per i saluti.

“Grazie mille signora Weasley. Sono stata benissimo in queste settimane!”
“Sono contenta, spero di rivedervi tutti per Natale!”

“Non mancheremo! Visto che lei è così gentile da ospitarci” disse Jessica.

La signora Weasley sorrise e andò a salutare i figli.

>Jessica si avvicinò a Remus, che come sempre li scortava.

“Buongiorno”

“Salve”

“Allora, sei contenta di tornare a Hogwarts?” chiese lui.

“Si! Un nuovo anno che inizia” disse Jessica, sorridendo.
“Buona fortuna e studia!”

“Si signore! Farò in modo di non deluderla” disse lei, allargando il sorriso.

Remus sorrise, quella ragazza era pazza, fece per scompigliarli i capelli ma lei gli blocco la mano!

“Non ci provare nemmeno!”
“D’accordo! E se hai qualche problema sai dove trovarmi” disse Remus.
“Certo, Ebram è un bravo gufo”

Remus sorrise. Ad un tratto Jessica senti una mano appoggiarsi sulla spalla.

“Mi fa sempre piacere vederti, Remus” disse Harry.

“Anche a me! Ora andate se non volete che il treno parta senza di voi”

“Ci vediamo!” disse Harry.

“A presto!” Salirono sul treno.

“Noi dobbiamo andare nel vagone prefetti” disse Hermione.

“D’accordo! A dopo allora” disse Jessica.

Entrarono nel loro scompartimento e si sporsero per salutare gli altri…

Lentamente il treno partì e prese velocità, Harry e Jessica si sedettero vicini mettendo i piedi sull’altro sedile, abbracciati.

Il viaggio fu molto tranquillo, si coccolarono un po’ e passarono anche i loro amici a trovarli.

Per primi arrivarono Seamus e Neville.

“Ciao disturbiamo?” chiese Seaumus vedendoli così abbracciati.
“Ma certo che no, sedetevi!”

Parlarono per circa un quarto d’ora, poi i due ritornarono nel loro scompartimento. La visita meno piacevole fu decisamente quella di Malfoy, che piombò nel loro scompartimento seguito da Tiger, Goyle e la Parkinson.

“Bene bene, ma guarda: i due piccioncini!” disse Malfoy sogghignando.

“Nessuno ti ha invitato, Malfoy!” disse seccamente Jessica.

“Uh uh! Qualcuno è teso! Che c’è il nostro Sfregiato di da preoccupazioni?”

“Vattene!” esclamò Harry.

“Non è perché tu sia il cocco di Silente che tu possa darmi ordini! Hai paura che ti tocchi di nuovo la tua ragazza?” disse Malfoy, con il sorriso sulla faccia.

Harry si alzò e con un gesto fulmineo mise la bacchetta sotto la gola di Malfoy.

“Posso farti sparire che sorriso in due secondi! Basta un semplice incantesimo!”

“Dovresti solo provarci!”
Harry affondò ancora di più la bacchetta nella gola del biondo e anche Jessica si alzò in piedi.

“Sparisci! O nemmeno io lo potrò fermare da quel che ti farà”

Malfoy uscì dallo scompartimento, ma prima disse “Me la pagherai presto Sfregiato”

“Crede che le sue minacce mi fanno paura” disse Harry, voltandosi verso Jessica.

“Non sa con chi si è messo contro” rispose lei sorridendo.

Lui la baciò e in quel momento nello scompartimento entrarono Ron e Hermione.

“Che voleva Malfoy?” chiese Ron.

“Rompere, come sempre” rispose Jessica “Ma Harry gli ha dato una lezione”

“Bravo Harry così si fa!” disse Ron, esultante

“Ron! Tu saresti un prefetto!” disse Hemrione, a denti stretti.
“Bè per questo anche lui!”

Dopo l’interruzione di Malfoy il viaggio continuò senza problemi. Ron e Hermione se ne andavano ogni tanto per dare una controllatine ai corridoi.

Verso sera il treno rallentò questo significava che finalmente erano arrivati.

Scesero dal treno e si diressero verso le carrozze. Ad un certo punto Jessica fermò Harry.

“Non è fantastico?”

“Si è sempre unico vedere il castello di notte”

“Mi mancherà un sacco questo posto, una volta che avremmo finito gli studi”

“Anche a me, Hogwarts è stata la mia casa!”
“E lo sarà ancora per due anni, forza andiamo”
Durante lo Smistamento, Jessica notò che non c’era nessun insegnante nuovo.

“Ehi! Guardate un po’ la! Non c’è il prof di Difesa” disse agli altri.

“E vero!” disse Hermione

“Magari è in ritardo”

“Magari non hanno trovato nessuno”

“Io non credo”
“Bè lo sanno tutti che quel posto è maledetto, porta sfiga!”

Silente si alzò e iniziò a parlare “Benvenuti! Benvenuti ad un altro anno ad Hogwarts! Come sempre ricordo che è proibito inoltrarsi nella Foresta! Come avrete visto al momento non abbiamo il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure! Ma non preoccupatevi arriverà domani! Per i provini delle squadre di Quidditch dovete rivolgervi come sempre a Madama Bumb! Bene, per adesso ho parlato troppo. Abbuffatevi!”
Il cibo era squisito come sempre, era davvero un piacere essere di nuovo ad Hogwarts.
 

Il mattino dopo Jessica si svegliò di buon ora, scese in Sala Comune e aspettò che arrivassero gli altri tre.

Dopo circa un ora Harry, Ron e Hermione arrivarono in Sala Comune e poterono scendere a colazione.

La Sala Grande era gremita. Silente si alzò in piede e tutti fecero silenzio.

“Bene ragazzi, l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure è arrivato! Voglio dare il benvenuto o meglio il bentornato al professor Lupin!”
I ragazzi si voltarono e Lupin entrò nella Sala Grande, si avvicinò al tavolo degli insegnanti strinse la mano a Silente e si sedette da parte alla McGranitt.

Dai tre tavoli di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero provenivamo mormorii eccitati mentre il tavolo dei Serpeverde era completamente in silenzio.

“Non ci credo! È fantastico!” disse Harry.
”Ma perché non ce l’ha detto?! Questa me la paga!” disse Jessica, sorridendo.

“Finalmente avremmo di nuovo lezioni decenti!” disse Hermione.

“Non vedo l’ora!”
”Già sarà fantastico!”

Passarono la maggior parte della colazione a parlare di Difesa. Era davvero fantastico che Lupin fosse tornato ad insegnare.
Finalmente arrivò la professoressa McGranitt con gli orari.
”Bene signorina Smith, allora questo è il suo orario, Trasfigurazioni, Incantesimi, Pozioni, Difesa Contro le Arti Oscure, Erbologia, Storia della Magia e Astronomia giusto?” disse la professoressa.

“Sì, esatto”

Jessica guardò l’orario, “Wow, che bel inizio di mattina, abbiamo Pozioni la prima ora”

“Già, però dopo abbiamo un ora buca” disse Harry, confrontando gli orari.

“Poi Incantesimi, Erbologia e Trasfigurazioni” disse Jessica.
”Ehi guardate qui! Domani pomeriggio abbiamo solo Remus” disse Ron.

“Hai ragione, non vedo l’ora”

Qualche minuto dopo si diressero a Pozioni, appena usciti dalla Sala Grande Jessica scorse Remus e lei ed Harry corsero a salutarlo. Lui vedendoli arrivare sorrise.

“Studia, fai la brava, sai hai bisogno di me sai dove trovarmi e poi ti trovo qui a Hogwarts!” disse Jessica, sorridendo.
”Bè volevo farvi una sorpresa!” disse Remus, sorridendo.
”Direi che ci sei riuscito, è stata una sorpresa meravigliosa!” disse Harry.

“Bè Silente me l’ha chiesto circa a metà estate, mi ha detto che è riuscito a convincere il ministero, gli ha anche detto che ho partecipato alla cattura di Mangiamorte, e non proprio bene il resto, ma alla fine loro hanno dato il consenso, e per fortuna da quel che vedo gli allievi sembrano contenti”

“Te l’abbiamo sempre detto che molti ti reputano il miglior insegnante di Difesa che abbiamo mai avuto, e sinceramente non gli do torto!” disse Harry.

“Questo vorrà dire che dovremmo chiamarti di nuovo professore e darti del “lei”, spero di non sbagliare, sa professore la forza dell’abitudine” disse Jessica.
”Non vi preoccupate, solo durante le lezioni per rispetto ai vostri compagni” disse Remus.

In quel momento Piton uscì dalla Sala Grande, guardò i tre con disgusto e si avviò vero i sotterranei.
”Bene, noi dobbiamo andare, visto che il “simpaticone” è appena andato nei sotterranei, non vorrei arrivare in ritardo la lui” disse Jessica.
”D’accordo, allora ci vediamo domani pomeriggio, buona lezioni” disse Remus.
”Brr… mi vengono i brividi solo a pensare di andare a lezione con Piton” rispose Jessica.

I due ragazzi si diressero verso i sotterranei e affrettarono il passo, qualche minuto dopo scorsero Piton che camminava davanti a loro.
”Ti prego fa che cada! Inciampa! E inciampa vecchio pipistrello!” sussurrò Jessica.
Harry scoppiò a ridere, Piton si fermò e si voltò.

“Ops!” mormorò la ragazza all’orecchio di Harry.

“Potter! Cosa hai da ridere?”
”Niente, professore”

“Allora muovetevi! Andati davanti a me!” disse Piton.
Harry e Jessica lo sorpassarono tentando di non ridere e si diressero verso l’aula di Pozioni.

 

 

FINE CAP

 

Scusate, scusate e scusatemi ancora! Sono enormemente in ritardo lo so! Ma ho avuto un po' da fare... be cmq il cap è abbastanza lungo... be sicuramente più degli altri...

Spero che vi sia piaciuto, voglio ringraziare Simo che commenta sempre...
Alla prossima e commentate.. Baci HermCH
 

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Capitolo 4
*** Parlando con Remus ***


4. Parlando con Remus

Camminava silenziosamente nel parco, poteva scorgere Hogwarts, fantastica come sempre!
Era buio, ma scorse ugualmente una figura sdraiata sull’ erba. Man mano che si avvicinava iniziò a riconoscere i tratti della persona e si sdraiò accanto a lui.
“Che fai?” chiese Jessica.
“Guardò le stelle” rispose l’uomo.
“Sono proprio belle” disse Jessica, mettendo le braccia dietro al nuca.
“No, sono bellissime, come i tuoi occhi” disse lui e si puntellò sui gomiti per vedere meglio Jessica, lei dal canto suo si sedette e sorrise.
“Sirius, è buio! Tu non li vedo nemmeno i miei occhi” disse Jessica.
“No, ma li conosco bene!” rispose Sirius.
“Se lo dici tu!” disse Jessica e si sdraiò mettendo la testa sulla pancia del padrino.
All’improvviso il paesaggio cambiò. Si trovavano davanti al portone della scuola.
“È così bello stare con te Sirius, sembra che il mondo si fermi” disse Jessica.
Sirius sorrise “Non sempre quello che vediamo, corrisponde alla realtà”
“Sirius ma che stai borbottando? Tu sei reale!”
Detto questo senti una stretta al braccio e qualcuno la stava trascinando via di peso, si voltò e vide Remus.
“Remus! Che fai? Io voglio stare qui con Sirius! Lasciami!”
“Dobbiamo andare a lezione!” disse Remus, trascinandola verso il portone.
“No io non voglio venire a lezione con te! Voglio stare qui con Sirius!”
“Abbiamo lezione e siamo in ritardo! Muoviti!”
“No! Lasciami! Sirius aiutami non voglio andare! No, Sirius… Voglio stare con te!”
“Io non sono reale” disse Sirius.
“Non è vero! Sirius aiutami!”
Tese le mani verso il padrino che però non si mosse, Remus l’aveva trascinata dentro la scuola.
Non piangere angelo mio” disse Sirius e il portone si chiuso con violenza.
Jessica si sveglio di soprassalto, era sudata.
“Oh Sirius” mormorò, mettendosi le mani nei capelli. Balzò fuori dal letto e scese in Sala Comune. Erano le tre di notte e ovviamente non c’era nessuno.
Si sistemò su un divano davanti al fuoco ormai spento. Quel sogno era stato diverso dagli ultimi che aveva fatto, era stato molto più intenso e in tutti i suoi sogni precedenti erano solo lei e Sirius, nessun altro, mentre in questo c’era anche Remus.
Una lacrima solitaria le percorse il volto.
“No, no e no! Non devo piangere!” disse asciugandosi gli occhi.
Si ripromise mentalmente che non avrebbe più pianto e che domani avrebbe parlato con Remus, era proprio una fortuna averlo ad Hogwarts. Si diresse verso i dormitori ma non prese la scale del suo. Salì nel dormitorio maschile.
Facendo meno rumore possibile entrò, tutti dormivano profondamente.
Aprì lentamente le tende del letto di Harry e si infilò sotto le coperte e le richiuse. Non sapeva bene perché lo faceva, sapeva solo che aveva bisogno di conforto e Harry era l’unico che poteva darglielo, anche dormendo. La sua presenze e vicinanza gli bastava.
Harry non si accorse di niente e continuò a dormire profondamente. Jessica lo abbracciò appoggiando la testa sul suo petto, pochi minuti dopo il sonno si impadronì di lei.
Quando si svegliò Harry rischiò di avere un infarto, aprì gli occhi e si trovò il viso della ragazza a pochi centimetri di distanza.
“Aaah!” gridò Harry, mettendosi a sedere di colpo. “Ma sei matta!”
“Harry tutto apposto?” chiese Seamus.
“Sì, mi sono solo trovato un intruso nel letto” rispose Harry, sdraiandosi di nuovo.
“Mi volevi far prendere un infarto di prima mattina, per caso?” chiese Harry.
“Scusami, è che ho fatto un altro sogno con Sirius, e questa volta era… Come dire… più intenso, avevo bisogno un po’ di conforto e sono venuta da te” spiegò Jessica.
“Bè potevi svegliarmi almeno” disse Harry, abbracciandola.
“No, dormivi come un angioletto” rispose la ragazza, sorridendo.
Harry le diede un piccolo bacino sul naso.
“Chiedi agli alti se sono vestiti, devo andare”
“No, resta ancora”
“Devo preparami e anche tu, da chiediglielo” sussurrò Jessica.
“Ok. Ragazzi?!! Siete vestiti??” disse Harry,
“Sì”
“Più meno”
“Perché??”
Jessica aprì di colpo le tende del letto a baldacchino e gli altri presero uno spavento, soprattutto Ron che era a dorso nudo.
“E tu quando sei arrivata?” chiese Ron.
“Stanotte, sai.. mi sentivo sola” disse Jessica, sorridendo.
“Capisco”
Jessica percorse il dormitorio e uscì dalla porta, poi tornò in dietro e affacciandosi alla porta disse: “Approposito, bei pettorali Ron”
La ragazza tornò nel suo dormitorio per prepararsi e ovviamente fu assillata dalle domande di Hermione.
“Si può sapere dove ti eri cacciata? La tua divisa ancora qui e tu no, mi stavo preoccupando!”
“Bè stanotte sono andata da Harry”
“Ah!” esclamò Hermione un po’ scioccata “Bè allora capisco”
Tutti insieme scesero a colazione, mentre imburrava il pane tostato Jessica si accorse che Remus non era al tavolo degli insegnanti, pensò che fosse già in aula o nel suo ufficio. Doveva parlare con lui, aveva bisogno di parlare con lui.
“Ehm, ragazzi io devo andare un attimo a fare una cosa, ci vediamo ad Incantasimi”
“D’accordo, ma non vuoi che veniamo con te?”
“No, ehm.. Mangiate pure con calma” rispose Jessica.
Uscì dalla Sala Grande e si diresse verso l’aula di Difesa, sperando di trovare Remus lì.
La porta era aperta il che era un buon segnale, si affacciò ad essa e trovò Remus indaffarato che le dava le spalle.
“Ehm, scusi professore?!” disse bussando sulla porta aperta. Remus si voltò.
“Oh sei tu, entra pure”
Jessica percorse la classe e si sedette su un banco proprio in faccia a Remus.
“Stavo preparando la lezione per quelli del terzo anno. Comunque guarda che non devi sempre chiamarmi professore” disse Remus.
“Lo so, ma in qualche modo mi fa ricordare i vecchi tempi, quando ero ancora un’innocente ragazza” disse Jessica, sorridendo.
“Non credo che tu sia mai stata innocente” disse Remus.
“Che fai mi prendi in giro?”
“Può darsi”
“Guarda che fra un po’ ti schianto!”
“Bè allora in quel caso dovrei togliere tanti punti a Grifondoro”
“Non lo faresti mai!”
“Scommettiamo?”
“Se proprio vuoi essere schiantato”
Remus sorrise “No grazie, tengo alla mia incolumità!”
“E fai bene” rispose Jessica, sempre sorridendo.
“Allora di cosa mi volevi parlare?” chiese Remus.
“Ecco.. Ehm.. Vedi…” la ragazza trasse un respiro profondo “Stanotte ho sognato Sirius”
“Di nuovo?!!”
“Si ma questa volta è stato diverso, è stato tutto.. come dire… Più intenso, più reale! Poi c’è stato un altro fatto che prima non c’era, in tutti gli altri sogni eravamo io e Sirius mentre in quello di stanotte c’era anche un'altra persona”
“Chi?”
“Tu”
“Capisco, bè vuoi raccontarmi tutto il sogno” disse Remus sedendosi accanto a Jessica.
“Ok, allora prima stavo camminando nel parco, era buio, ho visto qualcuno sdraiato nell’erba e mi sono avvicinata, era Sirius. Mi sono sdraiata vicino a lui e mi ha detto che stava guardando le stelle, poi ha detto qualcosa sui miei occhi… Anzi no.. Anzi si.. Perché io gli avevo detto che le stelle erano belle e lui mi ha rispose che erano bellissime come i miei occhi o qualcosa del genere comunque. Mi sono appoggiata a lui per guardare le stelle e il sogno è cambiato.
Eravamo sempre io e lui ma stavolta davanti al portone della scuola. Poi non mi ricordo cosa gli ho detto” Jessica chiuse un istante gli occhi “Ah si! Gli ho detto che era bello stare con lui, e poi anche che sembra che con lui il mondi si ferma. E lui mi ha detto.. mi ha detto.. Ah già, mi ha detto che non tutto quello che vediamo è reale o forse era corrisponde alla realtà. Eh bon comunque qualcosa del genere e io gli ho detto che lui è reale! E li sei arrivato tu!”
“E cosa avrei fatto?” chiese Remus.
“Mi hai preso per un braccio e volevi trascinarmi via, solo che io non volevo perché volevo stare con Sirius, ma tu continuavi a ripetere che dovevamo andare a lezione, che eravamo già in ritardo. A questo punto io ho chiesto aiuto a Sirius e lui mi ha rispose che….”
“Che?” chiese Remus
“Che lui non era reale, io ho fatto di tutto per raggiungerlo, ho teso le mani verso di lui ma tu mi avevi già portato dentro la scuola, lui mi ha detto di non piangere, poi il portone si è chiuso di colpo e mi sono svegliata” concluse Jessica.
“Bè non si più dire che non sia interessante”
“Sembrava tutto così reale” disse Jessica, tristemente.
“Ma non lo era, era solo un sogno!” disse Remus.
“Purtroppo”
Remus mise il braccio sulle spalle della ragazza e lei si appoggiò a lui.
“Soffri ancora molto vero?”
“Sì, ma mi sono imposta di non piangere, lui non lo vorrebbe”
“Infatti”
“Sai Remus, è una fortuna che tu sia di nuovo ad Hogwarts”
“Ma che bel quadretto” disse una voce alla loro spalle.
I due si voltarono e videro Piton sulla porta.
“Severus, cosa ti porta da queste parti?” chiese dolcemente Remus.
“Dovevo parlare con te Lupin, ma se sei impegnato…”
“No! Io me ne stavo proprio andando, quindi potete parlare”
Jessica scese dal banco, percorse l’aula e prese il sacco vicino a Piton.
“Professor Lupin, ci vediamo oggi pomeriggio. Professor Piton non ci vediamo più, quindi buona giornata!”
Usci dall’aula. Altro che buona! Spero che sia una cattiva giornata per Piton! Forse non doveva fare così la carina con lui. Anzi sicuramente non dovevo farlo! Non se lo merita!! Pensò Jessica.


FINE CAPITOLO

Bene... Eccomi con un altro capitolo... Voglio ringraziare tutti quelli che hanno commentato e spero che commenterete ancora...
Baci.. alla prossima.. HermCH

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Capitolo 5
*** Punizioni ***


5. Punizioni

La prima settimana di scuola passò molto velocemente.
Le lezioni con Remus erano molto interessanti e tutti gli alunni non vedevano l’ora di fare lezione con lui. Iniziarono con i vari incantesimi di Difesa. Un giovedì pomeriggio mentre stavano iniziando gli Schiantesimi, Remus chiamò Jessica per una dimostrazione pratica. Questo divertì molto la ragazza.
“Bene signorina Smith, lanci lo schiantesimo” disse Remus.
“Sicuro? Non vorrei farle male”
“Non ti preoccupare” disse il professore “Voglio vedere come te la cavi, così anche da far vedere alla classe i tuoi eventuali errori”
“D’accordo, Stupeficium
Lupin bloccò l’incantesimo, con un semplice gesto della bacchetta.
“Molto bene” disse “Davvero un ottimo incantesimo e molto potente, osservate ragazzi il suo movimento del braccio, rifallo per favore”
Stupeficium” ripetè la ragazza.
“Avete visto tutti? Bene, ora provate voi” con un gesto della bacchetta sposto i tavoli in fondo all’aula e apparsero una miriade di cuscini.
“Bene Smith, 10 punti a Griffondoro e puoi ritornare con i tuoi compagni. Allora ragazzi, ora disponetevi a coppie e ricordate il Sortilegio Scudo che abbiamo provato la scorsa settimana, non vorrei che qualcuno si facesse male” disse Remus.
I ragazzi si disposero a coppie e Jessica naturalmente si mise con Harry.
Passarono il resto della lezione a provare gli Schiantesimi, Harry era molto bravo, ma riuscì comunque a schiantarlo una volta.
Era stata un ottima lezione come fecero notare i Grifondoro all’uscita dell’aula. Le lezioni di Difesa erano molto interessanti, le più interessante a dir la verità.
Il giorno dopo Jessica si alzò in ritardo e dovette davvero correre per arrivare in orario da Piton.
“Fiuu.. per fortuna ce l’ho fatta” disse Jessica sedendosi accanto a Ron.
“Ti eri addormentata?” chiese il ragazzo.
“Sì, ho fatto tardi per finire il tema della McGranitt e stamattina quando Hermione mi ha chiamato mi sono riaddormentata, per fortuna che oggi è venerdì” spiegò Jessica.
Piton entrò e nella classe calò il silenzio. Quel giorno avrebbe continuato il veritaserum.
Circa a metà della doppia ora Piton andò su tutte le furie per un semplice errore di Harry. E quindi ne approfittò per prendersela con tutti i Grifondoro.
“Potter sei inutile! Non sei nemmeno capace di mettere quattro erbe in una pozione! 20 punti in meno a Grifondoro! Siete tutti degli incapaci!” disse.
“Ma signore, non è così grave. Basta solo che….” Iniziò Hermione.
“Non ho bisogno del suo intervento miss so-tutto-io! Sono io cosa è grave e cosa no!”
“Basta!” gridò Jessica “Non può trattare sempre tutti così! Non può riversare sempre la sua frustrazione su di noi per le sue crisi esistenziali!”
“Come osi!” urlò Piton “50 punti in meno per Grifondoro e punizione! E non osare mai più criticarmi! Non osare mai più parlarmi così o te ne farò pentire!” disse Piton.
“La verità fa male” sussurrò Jessica, ma per sua sfortuna Piton la sentì.
“Altri 30 punti in meno! Visto che ti va di scherzare! Ora prendi le tue cose e vattene! Non voglio più vederti oggi!”
“La cosa è reciproca!”
“Vattene o le punizioni diventeranno due!”
Jessica uscì dall’aula arrabbiatissima, Piton le aveva fatto perdere completamente le staffe, era una persona ingiusta, un frustrato, come poteva trattare così gli studenti e poi dire che il suo Harry era inutile. Anche la povera Hermione.
Uscì dal portone, c’era un bel sole settembrino che illuminava i prati.
Si sedette sugli scalini, estrasse un libro dal sacco e iniziò a leggere. Qualche minuto dopo qualcuno si sedette accanto a lei, con suo piacere quando si voltò vide Remus.
“Che fai qui?” chiese “Non dovresti essere a lezione?”
“Bè ho appena fatto perdere 80 punti a Grifondoro, mi sono beccata una punizione e infine Piton mi ha sbattuto fuori dall’aula” spiegò la ragazza.
“Però… E non sono nemmeno le dieci” rispose Remus, guardando il suo orologio.
“Già… Tu invece non hai lezione?” chiese Jessica.
“No, le prime due del venerdì ho buca, poi mi aspettano quelli del primo anno” disse Remus.
“Ah, i ragazzini innocenti. Chissà che pesti” disse Jessica, sorridendo.
“No, sono bravi ragazzi” disse Remus.
“Forse perché hanno paura che tu li possa mordere” rispose la ragazza, sempre sorridendo.
“Probabile” disse Remus, anche lui con un sorriso.
Jessica si alzò e si sistemò la gonna. “Ti va un giro nel parco? Così magari possiamo a salutare Hagrid, da quel che vedo non ha lezione” chiese la ragazza.
“D’accordo andiamo”
Remus si alzò a sua volta e assieme scesero gli scalini, andarono in direzione della capanna di Hagrid, da lontano si vedeva Thor sdraiato sull’erba a godersi il sole.
Erano in dirittura della capanna quando Hagrid uscì di casa e agitò un braccio per salutarli.
“Ciao! Sono contento di vedervi!” disse Hagrid, poi si rivolse a Jessica “Era ora che ci venivi a trovarmi, pensavo che ci avesti dimenticato dove abito”
“Scusami è che ho avuto molto da fare” disse Jessica.
“Fa niente” disse Hagrid “Allora volete qualcosa da bere? Te? Caffè? Succo di zucca?”
“Per me succo di zucca, grazie” disse Jessica.
“Anche per me” disse Remus.
Passarono una mezz’ora davvero piacevole da Hagrid, il momento più imbarazzante fu quando il loro discorso era passa a Cura delle Creature Magiche, Jessica aveva paura che Hagrid si sentisse un po’ tradito perché non avevo continuato la sua materia.
Tornarono al castello in tempo per l’intervallo. Infatti mentre stavamo entrando dal portone la campano suonò.
“Bene io vado allora” disse Remus.
“D’accordo ci vediamo, io aspetto gli altri” disse Jessica, fermandosi all’entrata dei sotterranei.
Dopo circa qualche minuto Harry, Ron e Hermione spuntarono dalla scala dei sotterranei.
“Piton ha detto che devi presentarti da lui domani alle 18” annunciò Ron.
“Ok”
“Comunque sei stata grande!” continuò Ron.
Jessica sorrise “Gli ho solo detto quello che doveva sentire”
Il resto della giornata passò tranquillamente. Guadagnò anche un po’ di punti per Grifodoro, tanto per riparare il danno che aveva fatto da Piton.
Alle 18 in punto di sabato sera era davanti all’ufficio del professore di Pozioni, prese un profondo respiro e bussò. Non ebbe nessuna risposta, quindi attese fuori dalla porta, non voleva avere altri guai con Piton. Qualche minuto dopo il professore arrivò.
“Ah sei qui, bene, seguimi nell’aula di Pozioni” disse, vedendola.
La punizione non fu molto difficile, Piton era stato abbastanza benigno, cosa che lei non riteneva possibile. Dovette separare e preparare ingredienti per delle pozioni, etichettarne alcune già pronte e pulire qualche calderone.
Verso le 20, Piton le concesse una piccola pausa “Tieni questa” disse dandole un calice con una pozione. “Portala a Lupin, ti do 10 minuti di tempo per andare a tornare”
“Così poco? Ma signore sono quattro piani”
“Allora ti conviene muoverti!”
Uscii dall’aula e si diresse velocemente verso l’ufficio del professore.
Arrivata davanti alla porta bussò e dopo qualche istante Lupin aprì.
“Ciao, che ci fai qui?” chiese.
“Sono venuta a portarti la pozione! Mi ha mandato Piton e mi devo sbrigare perché fra due minuti devo essere di nuovo di sotto sennò quello mi strozza” spiegò Jessica.
Consegnò la pozione e riparti alla volta dei sotterranei correndo.
“Sei in ritardo” disse Piton, quando la ragazza entrò.
“Lo so, ma ho fatto il più presto possibile”
“D’accordo, ora puoi continuare il tuo lavoro!”
Verso mezzanotte finalmente la ragazza fu libera di andarsene. Arrivata in Sala Comune trovò Harry, Ron e Hermione ad aspettarla.
“Come è andata?” chiese Harry.
“Poteva andare peggio, non che mi sia piaciuto passare quattro ore con Piton, ma non mi ha fatto sgobbare troppo, ho dovuto solo preparare degl’ingredienti, pulire calderoni ed etichettare pozioni, infine portare la pozione anti-lupo a Remus” rispose Jessica.
“Pensavo peggio, con tutto quello che gli hai detto” disse Hermione.
“Sì anche io! Bene. Ora se non vi dispiace vado a letto sono stanca morta!”
Così dicendo Jessica si avviò verso il dormitorio femminile.

Stava cammino in un corridoio, era uno dei corridoi di Hogwarts, Sirius era accanto a lei.
“Questo è il corridoi del quinto piano vero?”
“Esatto, quinto piano ala Ovest” disse Sirius.
“Ok, ma dove stiamo andando?”
“Lo vedrai” rispose lui, sorridendo.
“Dai non tenermi sulle spine, sai benissimo che una curiosa patologica” disse Jessica.
“D’accordo, voglio portarti nel mio posto segreto, nessuno sa che esiste, non c’è nemmeno sulla Mappa del Malandrino” disse Sirius.
“Bello!”
Camminarono per qualche metro e arrivarono davanti una statua, Sirius gli schiacciò l’occhio destro e il muro si aprì, formando un piccolo spazio per passare.
“A te l’onore” disse Sirius, facendo entrare la ragazza.
Entrò, vide buio ma poi sentì un botto e si svegliò. Aprì lentamente le tende e vide dei libri per terra vicino al letto di Hermione.
Maledizione ad Hermione e ai suoi libri pensò Jessica.
Si mise una felpa e uscì dal dormitorio diretta al quinto piano, erano le due di notte, ma non gliene importava molto.
Era strano, per la prima volta il suo sogno non era finito con Sirius che le diceva che non doveva piangere.
Allora se non mi sbaglio di grosso dovrebbe essere di qui pensò Jessica prendendo il corridoio a sinistra, infatti non si sbagliava perché pochi metri dopo scorse la statua, la raggiunse velocemente.
Schiacciò l’occhio con il dito e proprio come era successo nel sogno si aprì un passaggio nel muro.
Vi entrò, non vedeva niente. “Lumos, ecco ora va meglio”
La stanza non era molto grande, qualche metro quadrato. Vi era solo una panchina dove sedersi.
Tolse un po’ di polvere e ci si sedette sopra. Qualcosa attirò il suo sguardo, c’era una scritta sul muro.
Si avvicinò e poté leggere Felpato. Allora non era tutto fasullo quello che aveva sognato Sirius l’aveva portata davvero nel suo posto segreto, questo era estremamente strano, come faceva ad aver sognato quel posto senza conoscerlo.
Che Sirius avesse interagito con lei? Ma come faceva se era morto? Forse non era morto davvero?
Le domande che la ragazza si poneva diventavano sembra più complesse e assurde.
Dopo molti minuti che rimase a rimuginare sempre più confusa decise che era meglio tornare al dormitorio.
Uscì da quel cubicolo e all’istante il muro tornò come prima, s’incamminò in direzione della Sala Comune sempre rimuginando sullo strano fatto che era appena accaduto, non capiva come era possibile tutto questo.
Svoltò l’angolo e con suo grande rammarico andò a sbattere proprio contro la McGranitt.
“Smith! Si può sapere cosa ci fai a quest’ora in giro per il castello?!!” disse a gran voce.
“Scommetto che non ci crede se le dico che sono sonnambula” disse Jessica.
“Infatti! 50 punti meno a Grifondoro e punizione!”
“Oh no, ancora” disse Jessica, sbuffando per poi appoggiarsi al muro.
“Si ancora Smith! E così non va bene! È la seconda punizione in due giorni”
“Senza contare i 130 punti che ho fatto perdere a Grifondoro”
“Appunto! Questo comportamento non è decoroso per una ragazza del sesto anno. Sono molto delusa signorina Smith e non si preoccupi il preside verrà certamente informato” disse la McGranitt.
“Dalla padella alla brace” commentò Jessica.
“Ora ti consiglio vivamente di andare a letto e senza altre deviazioni” disse la professoressa.
“Certo, professoressa”
“Ti farò sapere al più presto la tua punizione, buonanotte”
“Si, professoressa, buonanotte”
Più velocemente possibile si diresse verso la Sala Comune, immaginando i rimproveri di Hermione per essersi presa un'altra punizione.
Non dormì molto, infatti il pensiero della punizione e dello strano sogno di Sirius le impedirono di dormire tranquillamente. Verso le 6.30 decise che era inutile cercare di dormire, quindi balzò fuori dal letto e si vesti in silenzio.
La Sala Comune era ovviamente vuota, dubita fortemente che a quell’ora di domenica mattina ci fosse un altro pazzo già sveglio.
Decise di scendere in Sala Grande sperando che la colazione fosse già pronta.
Stava percorrendo il corridoio del primo piano quando senti una voce familiare alle sue spalle.
“Già sveglia, Jessica?”
La ragazza si girò “Oh professor Silente, buongiorno”
“Buongiorno anche a te, credo proprio che siamo le uniche persone sveglia in tutto il castello” disse Silente, sorridendo.
“Spero che la colazione sia già pronta”
“Anche io, ho una fame da lupi” aggiunse il preside, sorridendo.
Assieme raggiunsero la Sala Grande che era evidentemente vuota, ma per loro fortuna la colazione era pronta. Jessica stava per dirigersi verso il tavolo dei Grifondoro, quando Silente la chiamò.
“Jessica, vieni a sederti vicino a me, sai a noi vecchi non piace mangiare da soli” disse il preside.
La Grifondoro sorrise “D’accordo, sarà un piacere”
Così si sedette vicino a Silente ed iniziarono a mangiare.
“Signore, posso prendere un attimo il giornale?” chiese Jessica.
“Certo fai pure”
Prese la Gazzetta del Profeta e iniziò a sfogliarlo in cerca di qualcosa di interessante.
“mmm… niente notizie su Voldemort, il silenzio più totale” disse Jessica.
“Già, Voldemort non vuole farsi notare troppo, anche se ormai tutti sanno che è tornato, ma lui preferisce agire nell’ombra, anche se dubito che tutto questo durerà molto”
Passò qualche minuto di silenzio, finchè Silente non parlò di nuovo.
“Allora, come va la scuola?” chiese.
“Bè abbastanza bene, un po’ faticoso naturalmente, ma tutto sommato sono contenta, soprattutto dei G.U.F.O che ho preso” rispose Jessica.
“Si, erano dei buoni G.U.F.O, comunque ho sentito anche delle tue punizioni”
“Oh ehm… si… bè… forse ho esagerato un pochettino” rispose Jessica, imbarazzata.
“Forse…” disse Silente, sorridendo.
“Bene, ehm… ora devo andare, ho un casino di compiti da fare per domani” disse Jessica.
“Certo vai pure, buona giornata”
“Grazie e altrettanto”
Andò in Sala Comune, decise di fare i compiti mentre aspettava che gli altri si svegliassero.
Circa un ora dopo quando ormai aveva finito il tema per Piton, Hermione arrivò il Sala Comune.
“Ciao, già sveglia?” chiese.
“Si, e da un po’ anche, ho appena finito il tema di Pozioni” rispose Jessica.
“Brava, allora io vado a far colazione, ci vediamo dopo” disse Hermione.
“D’accordo, a me mancano solo i compiti di Trasfigurazioni” disse Jessica.
Circa 30 minuti dopo scesero anche Harry e Ron che si sedettero al tavolo con Jessica.
“Ciao, che fai tutta sola?” chiese Harry, dandole un bacio.
“Ho appena finito i compiti” rispose Jessica, chiudendo i libri.
“Hermione? L’hai vista?” domandò Ron.
“È scesa a colazione”
In quel momento l’amica entrò dal buco del ritratto.
“Ciao, ehm Jess… Ho incontrato la McGranitt e mi ha detto di dirti che la punizione è per stasera alle 19 e che la svolgerai il professore di Difesa”
“Ok”
“Ma si può sapere come e quando ti sei beccata un’altra punizione?” chiese Hermione.
“Stanotte” rispose semplicemente Jessica.
“Come stanotte?” chiese Harry.
“Ehm… Mi ha sorpreso fuori dal letto, verso il sesto piano, non mi ricordo bene”
“Fuori di notte? Non è che per caso mi tradisci?” chiese Harry.
“Ma che dici, avevo solo bisogno di fare quattro passi” rispose Jessica.
“Cos’è vuoi stabilire un record di punizioni in due giorni?” chiese Hermione, stizzita.
“Ma no, poi il più non è per la punizione, poi questa la faccio con Remus e sarà anche tranquilla, ma la cosa che mi da fastidio sono i 50 punti che mi ha tolto la McGranitt” disse Jessica.
“Sommati agli 80 di venerdì fanno 130, però complimenti Jessica” disse Ron.
“Rimedierò”
“Speriamo, forza Harry andiamo a mangiare, sto morendo di fame” disse Ron, alzandosi.
Il resto della giornata passò molto tranquillamente, Harry e Ron dovevano finire i compiti quindi Jessica si limitava a sfogliare qualche libro, dormì anche per un paio d’ore.
Verso le 16.30 lei e Harry andarono a fare un giro nel parco, erano secoli che non stavano da soli.
“Dai Harry andiamo a mangiare, sono quasi e sei e io dopo ho la punizione, e devo anche passare veloce nel dormitorio.”
“D’accordo andiamo”
In Sala Grande non trovarono Ron e Hermione, mangiarono un po’ velocemente e poi si diressero verso la Torre dei Grifondoro.
“Oh guarda” esclamò Harry arrivati al settimo piano “Qui c’è la stanza delle necessità, è un po’ che non ci andiamo”
“Harry no, fra meno di 45 minuti devo essere da Remus” disse Jessica.
“Dai per favore, ne ho bisogno” disse Harry, iniziando a baciare il collo della ragazza.
“No dai Harry, sai che così non resisto”
“Appunto”
Harry la baciò con molta passione il che fece cedere completamente e la ragazza.
“D’accordo andiamo”
Entrarono nella Stanza delle Necessità, c’era un bel fuoco scoppiante e un letto e due piazze.
Lentamente iniziarono a svestirsi. “Ah! Harry hai le mani fredde”
“Sei tu che sei calda” sussurrò Harry, continuando a baciarla, infine si tuffarono nel letto.
“Wow” sussurrò Jessica, mettendosi di pancia, era sfinita. Harry iniziò ad accarezzargli la schiena.
“Dobbiamo farlo più spesso” disse Harry.
Jessica si voltò e poggiò la testa sul petto di Harry “Si, decisamente più spesso”
Harry sorrise, mentre accarezzava i morbidi capelli della ragazza.
“Hai sentito ancora Voldemort?” chiese Jessica.
“Sì, ma molto meno per fortuna, credo che abbia cercato di creare una barriera fra me e lui, così io sento meno le sue sensazioni, ma soprattutto lui sente meno quanto ti amo” disse Harry “E ti amo tanto, così tanto che Voldemort impazzirebbe”
Jessica sorrise, era così bello stare li con Harry, lui era così dolce.
“Ehm… e se ti dicessi che fra cinque minuti dovresti essere da Remus?!” disse Harry.
“COSA? Oh merda, merda, merda! È tutta colpa tua” disse Jessica.
Si vestì più velocemente possibile “Cavolo Harry non trovo la scarpa”
“Tieni è qui” disse il ragazzo lanciandogliela.
Gli diede un veloce bacio e uscì in tutta fretta dalla stanza delle Necessità. Alla 19.10 era davanti all’ufficio di Remus, con il fiatone per la corsa. Bussò.
“Avanti” sentì dire da una voce molto familiare.
“Ciao, scusami per il ritardo ma ero con Harry e ho perso la cognizione del tempo” disse Jessica.
“Tranquilla, non c’è problema. Siediti pure lì”
“Ok grazie, ma come mai devo fare la punizione con te? Pensavo di dover sgobbare con la McGranitt”
“Bè ho semplicemente detto a Minerva che avevo bisogno una mano, e visto che fra meno di una settimana c’è la luna pieno inizio a non essere molto in forma” spiegò Remus.
“Capisco, allora che devo fare?” chiese la ragazza.
“Tieni, prendi questi. Correggili” disse Remus dandogli bel mazzo di fogli.
“Io? Ma non so se sono i grado” disse Jessica.
“Ma smettila, hai preso Eccellente al G.U.F.O e sei una delle migliori della classe” disse Remus.
La ragazza prese i fogli, erano i compiti dei ragazzi di prima, secondo e terza.
Iniziò a correggere i compiti, sembrava che non finissero mai, per questo non invidiava Remus. Erano tutti abbastanza buoni tranne qualche eccezione.
Verso le 20.30 qualcuno bussò alla porta. Era Piton, aveva portato la pozione per Remus.
L’insegnante di Pozione guardò con aria interrogativa la ragazza.
“Punizione” disse Remus.
“Capisco, tieni Lupin. C’è ne un altro paiolo che ti aspetta” disse Piton.
“Perfetto, sicuramente ne prendo un'altra domani, passerò io da te, grazie Severus”
Piton uscì dalla porta senza aggiungere altro.
“La pozione Anti-Lupo di nuovo, giusto?!” disse Jessica.
“Si, devo iniziare a prenderla una settimana prima della luna piena, peccato però che faccia schifo”
Jessica sorrise e si concentrò di nuovo sui compiti. Finalmente alle 22 finì di correggerli tutti.
“Ecco fatto, ho finito. Cosa devo fare ora?” chiese.
“Prendi questi, non sono molti, sono degli studenti del quarto anno. Se hai dei dubbi chiedi pure. Dopo che hai corretto quelli puoi andare” disse Remus.
“D’accordo” Corresse i compiti senza difficoltà.
“Ecco, io ho finito, posso andare?”
“Si, ma solo un ultima domanda” disse Remus.
“Ok”
“Che ci facevi alle tre di notte in giro per il castello? Sai che non è prudente”
“Bè ecco… ehm… in verità…”
“In verità?”
“Non so come spiegarlo”
“Provaci”
“Ecco, io avevo sognato Sirius”
“Questo non mi risulta nuovo”
“Si ma è strano, lui mi ha fatto vedere il suo posto segreto, mi ha detto che nessuno lo conosceva, ma poi mi ha svegliato Hermione, e allora io ho deciso di andarci, ed esiste, c’era anche una scritta sul muro con scritto Felpato. Ma se solo lui lo conosceva come ho fatto a sognarlo? Io non avevo mai visto quel posto, non c’è nemmeno sulla mappa del Malandrino, tu mi hai detto che lo sogno perché il mio più grande desiderio è riaverlo qui con me. Ma come ho fatto a sognare un posto di cui non sapevo l’esistenza?” spiegò Jessica.
“Si in effetti è molto strano, potrei provare a parlarne con Silente”
“No! Non c’è da preoccuparsi, e in tal caso lo farò io quando sarà necessario e poi dopotutto sono solo sogni, perché scomodare Silente per degli stupidi sogni?”
“Bè forse hai ragione”
“Ora posso andare?” chiese la ragazza.
“Certo vai pure, ma mi raccomando, niente più punizioni”
“Tenterò”
Così dicendo la ragazza uscì dall’ufficio del professore diretta alla Sala Comune, dove finalmente avrebbe potuto riposare.


Fine cap

Lo so, lo so.... scusatemi... vi ho fatto aspettare un eternità... ma sono stata un po' impegnata e non sapevo bene cosa scrivere... spero che questo cap vi piaccia... be vi ho fatto aspettare ma questo almeno è il cap più lungo del 5...
Volevo ringraziare tantissimo Simo e Diego che commentano questa FF... Bene... alla prossima... commentata... baci HermCH

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Capitolo 6
*** Litigi ***


6. Litigi

Passarono le settimane e arrivò anche ottobre. Il tempo era diventato freddo. Jessica non sognò più Sirius da quella volta in cui si prese la punizione ma iniziò a frequentare molto spesso il nascondiglio, questo fece scaturire molto curiosità dei suoi amici.
“Ma si può sapere dove sei stata?” le chiese una sera Harry, dopo che era sparita per un paio d’ore.
“In giro” rispose la ragazza.
“In giro eh? Ultimamente mi sembra che sei un sempre il giro!” disse Harry.
“Oh dai adesso smettila! Non esagerare” disse Jessica, annoiata.
“Sono secoli che non stiamo un po’ da soli, lo sai questo?” continuò Harry.
“Lo so”
“E allora….”
“Allora cosa? Dai Harry non fare giri di parola, per favore sono stanca” disse Jessica, spazientita.
“Allora non te ne frega più niente di me, di noi”
“Non è vero” disse Jessica.
“E allora dimostramelo!” rispose Harry.
Jessica sbuffò e si alzò dalla poltrona, prese la mano del ragazzo e lo trascinò fuori dalla Sala Comune. Percorsero qualche metro poi Harry si fermò.
“Dove stiamo andando?” chiese il ragazzo.
“Non lo so, hai detto che volevi che stessimo un po’ da soli, e così andiamo a fare una passeggiata”
“Jess, non devi sentirti obbligata a stare con me! Ma se c’è un altro per favore dimmelo! Se non vuoi più stare con me devi dirmelo” disse Harry. Jessica sbuffò e si appoggiò al muro.
“Harry, ma perché credi che ci sia un altro? Perché non dovrei stare con te? Solo perché in queste settimane sto un po’ più da sola, ora vuol dire che non ti voglio più?! Ma non lo capisci che con tutte queste domande mi soffochi? Sei paranoico Harry, tutto il mondo non è concentrato su di te! Io non ti sopporto proprio quando fai così!” disse la ragazza.
“Allora cos’è vuoi una pausa di riflessione o come diavolo si chiama?!”
“No Harry, io non la voglio! Non capisco perché fai così! Guardati dentro forse sei tu che hai bisogno di una pausa! Mi opprimi Harry, quando fai così mi opprimi!” disse Jessica.
Jessica iniziò a percorre il corridoio, era arrabbiata.
“E adesso si può sapere dove vai?” gli urlò Harry.
“Via! Ti lascio il tempo per pensare a quello che ti ho detto!” rispose Jessica
“Ecco, passeggiata saltata” si disse Harry.
Arrivata al quinto piano decise di scendere al quarto, questa volta non si sarebbe rintanata da sola. Poteva andare a trovare Lupin, era un po’ che non ci parlava assieme, tranne che durante le lezioni naturalmente.
Arrivata davanti la porta del suo ufficio si fermò un attimo. Nessun rumore proveniva dall’interno.
Speriamo che non sia a cena pensò la giovane Grifondoro. Bussò e aspettò, ma non ebbe risposta.
Uffa, avevo proprio voglia di parlare con lui. Si appoggiò alla porta, non sapeva che fare. Se aspettarlo lì oppure andarsene.
“Che ci fa lì signorina Smith?” chiese una voce molto familiare.
“Oh, buonasera professoressa McGranitt. Stavo cercando il professor Lupin” disse la ragazza.
“Prima era in Sala professori. Puoi rivolgerti a me se vuoi, oppure ti chiamo Remus” disse la McGranitt. Questa strana gentilezza della professoressa sempre severa fece sorridere la ragazza.
“No grazie, avevo proprio bisogno di Lupin, farò un'altra volta, magari è impegnato e non vorrei disturbarlo.” rispose Jessica.
“Possiamo sempre andare a vedere, forza Smith, la Sala Professori non è lontana”
“D’accordo” era davvero strano vedere la professoressa così, ma d’altronde non gli dispiaceva affato.
Arrivati alla Sala Professori la McGranitt entrò, Jessica la sentì chiedere a Lupin se era occupato perché lei lo stava cercando.
Qualche istante dopo Lupin uscì dalla Sala Professori seguito dalla McGranitt.
“Buonasera” disse Jessica.
“Salve, mi ha detto Minerva che mi cercavi” disse Lupin.
“Bhè… Ehm, si. Avevo bisogno di parlarle” rispose Jessica, era ancora così strano usare la forma di cortesia con Lupin.
“D’accordo, andiamo nel mio ufficio allora” disse Lupin.
I due iniziarono a percorrere il corridoio e a distanza della McGranitt Jessica si sentì più tranquilla.
“Scusa non volevo disturbarti, ero venuta a fare quattro chiacchiere e la McGranitt mi ha vista davanti al tuo ufficio, poi mi ha detto che eri qui e che ti avrebbe chiamato”
Lupin sorrise “Non ti preoccupare… Allora che volevi raccontarmi di preciso?” chiese facendola entrare nell’ufficio.
“Niente di speciale, ho litigato un po’ con Harry e poi avevo voglia di parlare con po’ con te visto che è un bel po’ che non lo facciamo” rispose Jessica.
“Che vuoi dire con: ho litigato un po’?”
“Bè un questi ultimi giorni devo dire che non sono stata molto con lui, passo molto tempo anche nel posto segreto di Sirius, ma poi quando torno in Sala Comune mi tempesta di domande, sta diventando opprimente, è davvero insopportabile, pensa che io lo voglia lasciare. Gli ho detto e ripetuto che non è così. Ma lui ha la testa dura e mi stressa”
“Ma perché non glielo dici dove vai?” chiese Remus.
“No, lui si deve fidare di me. E poi anche io ho bisogno dei miei spazzi” rispose la ragazza.
“Si anche questo mi sembra giusto” disse Remus e si alzò “Vuoi un po’ di tè?”
“No grazie, ti sembrerà incredibile ma al mondo c’è un inglese a cui non va a genio il tè” disse Jessica. Remus sorrise e iniziò a preparare il tè per lui.
“Approposito, da quella notte non ho più sognato Sirius” disse Jessica.
“Bè non è male”
“Sì” mentì Jessica, in verità lei voleva ancora sognare Sirius, così in qualche modo poteva ritrovarlo.
Parlarono per circa altri 20 minuti finchè qualcuno bussò alla porta. Lupin andò ad aprire.
“Ciao, ehm sto cercando Jessica” era Harry.
“Sì è qui, entra pure” disse Remus.
“Come facevi a sapere che sono qui?” chiese la ragazza.
“Ehm… ecco… veramente ho…”
“Guardato sulla Mappa!” concluse Jessica.
“Bhè si”
“Adesso mi controlli anche? Non posso più andare in giro senza che tu sappia dove vado?”
“Volevo solo parlarti”
“Forse prima non hai capito. Te lo spiego più lentamente. Non-ho-voglia-di-parlare-con-te! Mi-stai-soffo-can-do! Lasciami-un-po-in-pace!” disse Jessica. E uscì dall’ufficio di Remus.
Harry stava per seguirla ma Lupin lo fermò. “No lasciala andare. Ha bisogno di stare un po’ da sola”

Per tutto il giorno seguente non si parlò con Harry. Hermione cercava sempre di convincerla a fare pace con lui, ma lei non voleva saperne. Forse così avrebbe imparato a non soffocarla.
La sera del giorno dopo stava vagando nei corridoi da sola, era al quinto piano quando vide una sagoma molto familiare davanti a sé. La raggiunse e lo prese per un braccio.
“Vieni con me” disse la ragazza.
“Ehi ma dove stiamo andando?” chiese Lupin.
“È una sorpresa, niente domande!” disse Jessica.
Scorse subito la statua davanti al suo posto segreto, o meglio quello di Sirius. Anche se d’ora in avanti non sarebbe più stato segreto, visto che ci stava portando Lupin.
Schiacciò come sempre l’occhio della statua e il passaggio nel muro si aprì. Remus sorrise.
“Fammi indovinare, è dove veniva Sirius vero?” disse.
“Si, entra”
Remus si guardò un attimo in giro, entrare in un passaggio segreto con un allieva non era di certo il massimo, ma non vide nessuno e quindi entrò.
Le luci si accesero quando vi mise un piede dentro.
“Ho messo solo le luci, non l’ho cambiato neanche di una virgola oltre a quelle!” disse Jessica.
“Interessante posto” rispose lui.
“Guarda qui, la vedi la scritta?”
“Sì, Felpato… è un po’ consumata ma si vede ancora” disse Lupin.
“Già” disse Jessica, sfiorando il muro con la mano.
“Ora che mi ricordo negli ultimi anni di scuola Sirius spariva abbastanza spesso, ma noi pensavamo sempre che era con qualche ragazza” disse Lupin, sorridendo.
“Magari alternava, un po’ con le ragazze e un po’ qui” disse Jessica “Mi piace questo posso, qui posso riflettere e stare un po’ in pace”
“Hai riflettuto anche sulla litigata fra te e Harry?” chiese Lupin.
“Si, ma al momento non voglio fare pace, così impara e non voglio nemmeno parlarne”
“Sì, ma…”
“Remus ho detto che non ho voglia di parlarne!”
“D’accordo”
“Bene, ora se non ti dispiace mio caro professore io vado a cena, ho piuttosto fame, ciao” così dicendo la ragazza uscì nel corridoio e si diresse verso la Sala Grande.
Arrivata in Sala Grande trovò Ginny ed Hermione, così si sedette accanto a loro.
“Ciao”
“Ciao, Harry e Ron?” chiese Hermione.
“Non vedo perchè dovrei sapere dove si trova Harry” rispose Jessica, servendosi le patate.
“Ma Jess…”
“Hermione ti ho gia detto che per ora non voglio fare pace con Harry, e non ho intenzione di ripeterlo ancora, per favore non tocchiamo più questo argomento”
“Secondo me fai bene a tenerlo sulle spine” intervenne Ginny.
Hermione la guardò male “Grazie Ginny, sei di veramente di aiuto”
Jessica sorrise e inizio a mangiare.

Qualche giorno dopo mentre stava andando in biblioteca si trovò a passare davanti all’ufficio di Silente, proprio in quel momento lui uscì.
“Oh Jessica, buongiorno” disse Silente, vedendola.
“Buongiorno a lei, professore”
“Spero tu stia bene.. Dove stai andando di bello?” chiese sorridendo.
“Si tutto bene, sto andando in biblioteca devo finire il tema di pozioni il che non è proprio bello”
“Bè allora andiamo dalla stessa parte, posso accompagnarti un pezzo?” disse Silente.
“Se le fa piacere”
Jessica era un po’ perplessa, cos’era tutta questa premura nei suoi confronti? Dove voleva andare a parare il preside.
“E fra te e Harry come va? È un po’ che non lo vedo” disse Silente.
Ecco dove voleva andare a pararare pensò Jessica.
“Abbastanza bene, come sempre” rispose la ragazza.
“Come sempre?”
“Esatto”
Perché cavolo Silente me lo chiede proprio adesso che ho litigato con Harry? L’altra volta non me lo ha chiesto, ok d’accordo che a Silente non sfugge mai niente ma qualcuno deve averglielo detto per forza, ma Harry non credo proprio e nemmeno gli altri.. E se… non ci credo… Remus… Io sono andata a confidarmi con lui e quello a detto tutto a Silente… ma come ha osato?!! pensò Jessica.
“Ehm professore?! Io ho.. ehm… dimenticato una cosa di sopra, quindi torno in dietro” disse Jessica.
“D’accordo, buona giornata, allora”
Fece dietrofront e s’incamminò non verso la Sala Comune ma verso l’ufficio di Remus.
Arrivata davanti alla sua porta bussò violentemente. Poco dopo lui aprì.
“Sei un infame!”
“Cosa?”
“Io sono venuta a confidarmi con te e tu sei andato a spiattellare tutto a Silente!”
“Per favore smettila di gridare ed entra!”
“No non entrò! non voglio entrare”
“Fammi almeno spiegare!”
“Non c’è niente da spiegare Remus, io mi fidavo di te e tu mia hai molto deluso!”
Una lacrima le percorse il viso e decise di andarsene.
“Aspetta fammi spiegare…”
“Vai al diavolo” disse infine svoltando l’angolo.
Perfetto, in un paio di giorni aveva litigato con due delle persone a cui teneva di più.
Se l’anno continua come è iniziato è un vero inferno pensò Jessica, sedendosi sugli scalini.
“Smith!”
Jessica si voltò e il suo sguardo andò in cima alle scale. Ci mancava solo questa, ora che diavolo vuole Piton, non sto facendo niente di male, sono solo seduta su degli stupidi scalini.
Piton scese lentamente dagli scalini e si fermò all’altezza della ragazza.
“Che c’è? Non sto facendo niente di male!”
“Cerca di rispondere un po’ meglio Smith!”
“Scusi”
“Che ci fai qui?”
“Niente”
“Non ci credo, voi Grifondoro combinate sempre qualche disastro”
Jessica si mise le mani sul volto e si alzò “Ma lei è sempre stato così curioso? Ero solo seduta su degli stupidi scalini, voglio solo stare un po’ da sola, non è difficile da capire”
“Modera il tono, Smith”
“Mai stato così moderato” rispose Jessica.
Piton la scrutò un attimo “Hai pianto?!!”
“Che gliene importa?”
“Smith”
“Sì lo so, modera il tono, ma da quanto le interessa così tanto la vita di noi Grifondoro?”
“Non mi è mai interessata!”
“Allora posso andare?” chiese la ragazza.
“No”
Jessica sbuffò “Uffa, ma si può sapere cosa vuole da me?”
“Guarda che stai rischiando una punizione, Smith”
“Ma se non sto facendo niente!”
“Non mi piace come rispondi, iniziamo a togliere 10 punti a Grifondoro”
“Signore, ma che ti ho fatto di male?” sussurrò Jessica, alzando gli occhi al cielo.
“Che hai detto?”
“Niente”
In quel momento la situazione peggiorò, infatti arrivò l’ultima persona che Jessica voleva vedere, con la quale ci aveva appena litigato.
“Che succede?” chiese Lupin.
“Niente” rispose Jessica.
“Potrei parlarti un attimo?” chiese Lupin, alla ragazza.
“No”
“Come prego?!”
“Non voglio parlare con te, non voglio ascoltarti, te l’ho detto prima, mi hai profondamente deluso” disse Jessica, mentre Piton guardava la scena divertito “Ora puoi pure togliere punti a Grifondoro e mettermi un punizione non me ne frega assolutamente niente! io me ne vado comunque, arrivederci” e come detto iniziò a salire le scale di corsa, sotto lo sguardo divertito di Piton e quello triste di Lupin.
“Bene Lupin, vedo che ti fai rispettare dai tuoi allievi” disse Piton.
“Jessica è un caso particolare e lo sai anche tu, Severus” rispose Lupin.

“Gia gia, il vero amore del Prescelto, colei che lo aiuterà a sconfiggere l’Oscuro e così via”
“Non solo per quello”
“Non diventarmi sentimentale Lupin, gli Smith sono morti” disse Piton.
“Già e non solo per colpa di Voldemort” rispose Lupin.
Piton lo guardò storto e anche il professore di Pozioni se ne andò.

**************************************************
Fine Capitolo

Ciao, questa volta non vi ho fatto aspettare molto, :o)
In questo capitolo avevo voglia di essere un po' cattiva... eh eh... spero che vi piaccia...
Voglio ringraziare tantissimo Simo e Diego che continuano a commentare la mia FF....
Alla prossima... commentata... baci HermCH

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Capitolo 7
*** Halloween ***


7. Halloween

 

Ottobre si rilevò un mese dei peggiori che Jessica aveva vissuto. L’unico fattore positivo era che Grifondoro aveva vinto la prima partita di Quidditch contro i Tassorosso. Ma per il resto era davvero un disastro. Non aveva ancora fatto pace ne con Remus ne con Harry. Il tempo era sempre brutto. E per collimare il tutto molti Mangiamorte fuggirono da Azkaban.

“Maledizione! Guardate qui” disse Hermione, porgendo agli amici il giornale.

 

FUGA DI MASSA DALLA PRIGIONE DI AZKABAN

I Mangiamorte catturati lo scorso Giugno al Ministero sono scappati da Azkaban.

Lo ha annunciato il Ministro della Magia, Cornelius Caramell ieri pomeriggio, avvisiamo tutta la comunità magiche che questi maghi sono molto pericolosi, essi sono in combutta con Colui-che-non-deve-essere-nominato.

 

Sotto seguivano le foto dei Mangiamorte scappati. Jessica spostò il suo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, Malfoy sembrava molto soddisfatto.

“Guardate Malfoy, sembra molto soddisfatto visto che il paparino è scappato di prigione, ma tanto ora sanno tutti che è solo una feccia” disse Jessica.

Jessica finì di pranzare e decise di andare di sopra visto anche che le prime due ore del pomeriggio era libera.
“Io vado di sopra, ci vediamo dopo” annunciò la ragazza.

Arrivata al settimo piano entrò nella Stanza delle Necessità, da quando aveva litigato con Harry e Remus aveva iniziato a frequentare più spesso quella Stanza. Infatti li sfogava la sua rabbia prendendo a pugni sacchi di sabbia e così via.

Verso le 14 uscì dalla Stanza delle Necessità, la doccia assieme alla palestra era un vero toccasana. Al primo piano trovò Hermione che stava uscendo dall’aula di Aritmanzia.
“Allora come è andata la lezione?” chiese Jessica.

“Oh molto bene, è stata proprio un ottima lezione! E dopo l’intervallo abbiamo Difesa quindi di bene in meglio!” rispose Hermione “Dai Jess, non storcere il naso, ma si può sapere che hai ultimamente con Lupin?” continuò la ragazza.

“Io? niente!” mentì Jessica.

Nell’intervallo incontrarono Harry e Ron, assieme andarono a lezione di Difesa.
“Jess, possiamo parlare un attimo?” chiese Harry, mentre salivano le scale.
“Ora no, dobbiamo andare a lezione e siamo quasi in ritardo” rispose la ragazza.

“E poi hai il coraggio di dire che non mi eviti” disse Harry.

“Infatti non ti sto evitando, sono qui con te, solo che adesso non abbiamo tempo per parlare” rispose la ragazza.

Raggiunsero l’aula di Difesa, quel giorno avrebbero avuto lezione con i Serpeverde.

La lezione fu abbastanza tranquilla, quel giorno ripassarono tutto quello che avevano fatto.

“Ricordatevi che dopo Halloween faremo un compito in classe, su tutto quello che abbiamo fatto fin’ora e magari ci metterò anche una prova pratica” disse Lupin, alla fine della lezione “Quindi studiate e esercitatevi. Per oggi è tutto, potete andare” concluse il professore.

Jessica mise i suoi libri nel sacco e andò in direzione della porta come tutti gli altri studenti quando venne richiamata dal professore “Jessica, potresti fermarti un attimo?!” disse Lupin.

Lupin aspettò che tutti gli studenti fossero usciti dall’aula per poi chiudere la porta.

“Devo parlanti” disse Lupin voltandosi verso la ragazza.

“Lo supponevo… È qualcosa inerente alla lezione?” chiese Jessica.

“Veramente no” disse Lupin.

“Allora dubito che mi possa interessare” disse Jessica, avviandosi poi verso la porta.

“Ferma! Non ho ancora finito! Bè per la verità non ho ancora iniziato” disse Lupin.

Jessica sbuffò, tornò sui suoi passi e si appoggiò ad un banco.
“Che sia una cosa veloce” disse Jessica.

“So benissimo che sei arrabbiato con me perché ho detto a Silente di te e Harry, mi scuso, ma devi capire che l’ho fatto per il tuo bene, Silente mi ha praticamente supplicato di tenerlo informato su di voi perché lui come me tiene molto a voi. Tu e Harry, il vostro amore, è molto importante. Ricordati che tu sei colei che aiuterà il Prescelto nell’impresa.”

“Quindi tu hai fatto da spia” disse Jessica.
“Questo sono parole molto grosse” disse Lupin.

“È la verità però! Quando dico delle cose mie personali ad una persona mi aspetto che lei se le tenga per se e non che le vada a sputtanare a quattro venti!”
“Io l’ho detto a Silente non hai quattro venti” disse Lupin.

“Certo, ma questo basta, io ti ho dato fiducia e tu l’hai tradita” disse Jessica.

“Mi dispiace”
“Mi dispiace un corno. Mi hai deluso profondamente Remus e tutto questo non si può aggiustare con un semplice mi dispiace, io non sono ancora pronta per perdonarti” disse Jessica e uscì dall’aula.

 

Il giorno di Halloween c’era in programma una visita ad Hogsmeade, Jessica ne fu molto contenta, aveva bisogno dei dolci di Melandia per tirarsi un po’ su.

Verso a metà pomeriggio decise di lasciare gli amici a fare shopping, aveva bisogno di una passeggiata per schiarirsi un po’ le idee.
Decise di andare alla Stamberga Strillante, era quasi sicura che non ci fosse stata nessuno a disturbarla. Arrivata vicino alla Stamberga si sedette su un sasso, mentre un venticello le scompigliava i capelli. La sua situazione era difficile, non sapeva veramente che fare. Harry continuava a chiederle di parlarle ma lei l’ho evitava sempre rimandando il discorso, eppure lei amava il ragazzo, perché non voleva chiarirsi con lui. Ormai erano passate quasi due settimane del loro litigio. In quel giorno qualcosa fra di loro si era spezzato. Poi c’era Remus, forse aveva avuto tutte le  buoni ragioni del mondo per rivelare a Silente quello che lei gli aveva confidato, ma sentiva comunque che la sua fiducia verso di lui si era tremendamente affievolita.

“Halloween, il giorno dei morti” disse una voce alle sue spalle. La ragazza si alzò di scatto e si voltò.

“Questo significa? Che oggi dovrei morire?”

“Non oggi, il Signore Oscuro ha ancora bisogno di te” rispose la figura incappucciata davanti a lei.

“Allora potresti riferire al caro Lord Voldemort che non ho intenzione di essere un suo burattino”

“Non osare pronunciare il suo nome!” esclamò la Mangiamorte.

“Se se, ma lasciamo stare i convenevoli e veniamo al punto, cosa vuoi da me se non sei qui per uccidermi?” chiese Jessica.

“Tu conosci la profezia, ti è stato rilevato il contenuto di essa” disse la Mangiamorte.

“Può darsi”

“Dimmela!”
“Mai” rispose decisa Jessica.
“Allora dovrai soffrire! E infine mi dirai tutto”

“Io non ho paura di te, Bellatrix. Tu sogni se credo che dalle mie labbra uscirà il contenuto della profezia” disse Jessica, dopo di che estrasse la bacchetta.

“Hai commesso un grande errore! Crucio!” Jessica fece un balzò e si riparò dietro il sasso.

“Non giocare con me Smith?! Non ti nascondere, tanto quello che ti succederà è inevitabile” disse Bellatrix. Jessica rotolò su un fianco e si rialzò di scatto “Vogliamo scommettere?! Stupeficium!”
Purtroppo lo schientesimo della ragazza mancò la Mangiamorte e quest’ultima le scagliò una Maledizione Imperio che la colpì in pieno.

“Rivelami la profezia”

No, non credo che lo farò

Rivelami la profezia

No, non voglio farlo grazie

Rivelami la profezia

“NO” gridò Jessica “Lo vedi non riuscirai a farmi dire il contenuto della profezia”

“Brutta insolente! La vedremo! Crucio

La ragazza rotolò di nuovo a terra per schivare l’incantesimo mentre lanciava un incantesimo d’ostacolo che colpì Bellatrix e la sbatte al suolo.

“Scapamuuuus” disse la ragazza, mentre iniziava a correre giù dalla colline.

“Torna qui! Combatti!” gridò la Mangiamorte ancora bloccata per terra.

“Col cavolo” urlò Jessica continuando a correre.

Era quasi a metà della collina e si ritrovò di colpo una figura nera davanti, le due figure si scontrarono, Jessica cadde, fece qualche ruzzolone ma poi si rialzò in piedi e continuò a correre più veloce che poteva. Sentiva un male tremendo al braccio.

“Quella vacca può Materializzarsi! Maledizione!! Correre, correre, correre!” si disse Jessica, mentre scendeva la riva. Vedeva il villaggio, era la sua unica salvezza.

“Fermati vigliacca!” gridò Bellatrix.

“Magari un’altra volta! Ricordati di salutarmi lo zio Voldemort!” urlò Jessica “Corri Jess, ci sei quasi”

Corse fino in paese, non aveva più fiato, Bellatrix sembrava essersi Smateriallizzata, probabilmente seguirla fino in paese non valeva il rischio. Continuava a correre alla ricerca di Harry e finalmente lo vide nella via principale con Ron e Hermione.

“Harry!!!” gridò Jessica. Lui si voltò, lei lo raggiunse completamente sfinita.

“Jess! Che ti è successo?? Perché sei sporco di fango?”

“Io…. Bellatrix… la profezia.. il braccio… male…” Jessica non riusciva a parlare, a stento respirava.

“Jess, calmati, respira!” disse Harry, togliendole una foglia secca dai capelli.

“Io…” la ragazza non riuscì a finire la frase perché svenne tra le braccia di Harry.

Aprì lentamente gli occhi, aveva la vista appannata, ma sentiva un brusio attorno a lei.

Le figure iniziavano a delinearsi, era in infermeria, nella quale erano presenti: Harry, Ron e Hermione, Silente, la McGranitt, Piton e Remus.

“Ehi” disse debolmente Jessica “Che è successo?” tutti i presenti si voltarono verso di lei, Harry le si avvicinò.

“Tesoro mio come stai?” disse il ragazzo.

“Potrebbe andare meglio! Mi ma un male cane il braccio” disse Jessica.

Anche Silente si avvicinò al letto “Madama Chips ti ha sistemato come poteva, ma presumo che dopo ti darà una pozione contro il dolore. Saresti così gentile da raccontarci quello che ti è successo?”

“Allora vediamo…” iniziò la ragazza “Ero andata alla Stamberga Strillante per fare una passeggiata e ehm… schiarirmi un po’ le idee. Quando ad un certo punto è apparsa Bellatrix Lenstrange dietro di me. E mi fa che oggi era io giorno dei morti e io le ho chiesto se allora oggi dovevo morire, e lei mi fa di no, che Voldemort aveva ancora bisogno di me, e io le chiedo che cosa voleva da se non era lì per uccidermi, e lei mi fa che io so il contenuto della profezia e che dovevo dirglielo. Allora io le ho detto che non glielo avrei mai detto. Allora quella inizia a lanciarmi Maledizioni, poi io le ho lanciato un incantesimo d’ostacolo che l’ha colpita in pieno e me la sono data a gambe. Finito l’effetto dell’incantesimo quella mi ha seguito. Si è Materializzata proprio davanti a me e badabum.. ci siamo scontrate, così sono caduta e lì mi sono fatta male al braccio. Comunque mi sono rialzata in piedi e ho continuato a correre correre con quella vecchia megera… ehm scusi… comunque con Bellatrix che mi correva dietro intimandomi di fermarmi mentre mi lanciava ogni sorta di incantesimo. Ammetto che avrei voluto fermarmi e darle una lezione per quello che aveva fatto a Sirius, ma la posta in gioco era troppo alta, così ho continuato a correre, finchè sono arrivata al villaggio e lei a smesso di seguirmi, poi ho trovato Harry e presumo sappiate come è andata a finire” disse Jessica.

“Grazie mille! Purtroppo Voldemort sembra averti preso di mira, ma non ti preoccupare, prenderemo provvedimenti, ora ti consiglio di riposare” disse Silente.

“Signore, crede che potrò venire al banchetto?” chiese Jessica.

“Questo dovrei chiederlo a Madama Chips suppongo” rispose il preside.

Silente uscì assieme agli altri professori.

“Jess, mi sono preoccupata molto!” disse Hermione, avvicinandosi al letto.

“Non osare più a fare una cosa del genere” disse Ron.

“Ci proverò” disse Jessica, sorridendo.

“Ok, allora io e Ron andiamo, ci vediamo dopo” Hermione trascinò via Ron e lasciarono soli i ragazzi.

“Jess, Ron ha ragione, non osare mai più farmi una cosa del genere. Mi sono spaventato moltissimo!”

Jessica sorrise. “Mi dispiace Harry”
 “Ho avuto paura di perderti. Ti amo troppo per perderti! Mi dispiace per averti soffocato troppo, lo so non ha scuse” disse Harry.

“È stata soprattutto colpa mia, non avrei dovuto arrabbiarmi così!” disse Jessica.

Harry sorrise e baciò la ragazza. Un bacio molto appassionato e pieno d’amore.

“Ehi voi due! Non esagerate!” disse Madama Chips.

La Madama avanzava nella stanza con due calici in mano.

“Potter mi dispiace, ora devo occuparmi della mia paziente” Harry uscì dall’infermeria senza discutere.
“Bene Smith, questa pozione è per il dolore al braccio, mentre l’altra ti assicurare un bel sonno ristoratore”spiegò Madama Chips.

“Pensa che stasera potrò andare al banchetto?” chiese Jessica, speranzosa.

“Vedremo come starai dopo una bella dormita” rispose l’infermiera.

Jessica prese le due pozioni senza discutere, il sonno si impadronì subito di lei.

Quando si risvegliò trovò Remus seduto sul letto accanto al suo che la guardava.

“Ciao”
“Ciao”

“Come stai?” chiese Remus.

“Così, va un po’ meglio. Almeno il braccio non mi fa più male” disse Jessica.

Gli occhi del professore erano molto tristi e sembrava davvero preoccupato per la ragazza.

In quel momento entrò Madama Chips. “Oh professore è qui?! Allora come stai?” chiese.

“Molto meglio! Posso andare?” rispose Jessica.

“D’accordo! Ma se non ti senti bene vieni subito da me. La signorina Granger ti ha portato dei vestiti puliti, sono li sul letto”

“Grazie”
Remus si alzò mentre Madama Chips tornava nel suo ufficio “Ti aspetto fuori, così andiamo assieme al banchetto”

“Ok” rispose la ragazza alzandosi a sua volta.

La ragazza si vestì velocemente e raggiunse Lupin fuori dall’infermeria, arrivati nella Sala Grande allestita magnificamente Jessica si separò da Lupin dirigendosi verso il tavolo dei Grifondoro, dove c’erano i suoi compagni molto preoccupati.

La serata fu molto bella, anche perché aveva fatto pace con Harry. Riuscì a lasciarsi alle spalle il pomeriggio disastroso e riuscì a divertirsi.

 

 

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Fine capitolo...

 

Spero che vi sia piaciuto. Scusate se vi ho fatto aspettare.

Ringrazio moltissimo Simo, Diego e Cucciola che hanno commentato e spero che lo faranno ancora assieme ad altri lettori, così che magari posso migliorare qualcosa.

Commentate... Bacioni... HermCH

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Capitolo 8
*** Precauzioni ***


8. Precauzioni

 

Ora che le cose con Harry si erano messe apposto, Jessica era molto più serena.
L’unica cosa che la rendeva triste e le dava molto da pensare era Remus, lui le aveva spiegato il perché del suo gesto ma lei non riusciva proprio a perdonarlo. Aveva riposto in Remus la sua più totale fiducia e lui aveva tradito questa fiducia e lei non riusciva a sopportare questo.

Negli ultimi giorni sognò Sirius solo una volta, il giorno dopo Halloween.

Si trovava sull’orlo di un precipizio, era aggrappata con tutte le sue forze per non cadere, sotto di lei c’era solo buio, in un attimo sentì che le forze l’abbandonavano, stava scivolando nell’oblio quando una mano le prese il braccio. Alzò il volto e vide Sirius che la tratteneva.

“Sirius, aiutami!” gridò la ragazza.

“Tieniti forte!”
Con una smorfia di fatica Sirius tirò su la ragazza e la trasse in salvo.

“Per fortuna sei salva, angelo mio!” disse Sirius, abbracciando la ragazza.

“Per fortuna che c’eri tu! Ho avuto tanta paura” disse Jessica.

“Anche io ho avuto paura, paura di perderti! Se ti succedesse qualcosa io non me lo perdonerei mai” disse Sirius, una lacrima solitaria gli percorse il volto finendo nella barba.

Una luce li avvolse e di colpo si ritrovarono davanti al portone della scuola.

“Io ti proteggerò sempre, ricordatelo! Ora vai, angelo mio” disse Sirius .

Jessica annui, abbracciò e baciò il padrino sulla guancia, poi attraverso il portone e si svegliò.

All’inizio non capiva bene dove si trovava, ma dopo aver messo a fuoco tutto aprì le tende del letto. Si alzò e andò alla finestra “Oh Sirius, come vorrei che tu fossi davvero qui con me”

Qualche giorno dopo mentre era nella Sala d’Ingresso diretta alla lezione di Incantesimi si sentì tirare la divisa mentre un ragazzo pronunciava il suo nome. Si voltò e vide Dennis  Canon, un Grifondoro del terzo anno, fratello di Colin.

“Ciao Dennis, come stai?” chiese Jessica, sorridendo.

“Ehm.. i-io.. bhè si bene… e t-tu?” disse il ragazzo, tremendamente rosso.

“Benissimo grazie, c’è qualcosa che devi dirmi?” rispose Jessica.

“Bhè sì, ecco… ehm… questo è per te… da parte di Silente” dissi il ragazzo dandogli un foglio di pergamena e scappando via all’istante.

“Credimi Jess, quello ha una cotta per te” disse Ron, seguendo con lo sguardo il ragazzo.

“Non ci credo, Ronald Weasley che capisce queste cose” disse Hermione.

“Bè veramente me l’ha detto Ginny che gliel’ha detto Colin” rispose Ron.

“Ah mi sembrava troppo strano” ribatté Hermione.

Jessica sorrise, mentre i due amici iniziavano a beccarsi come sempre e lesse il biglietto.

 

Cara Jessica,

Ti aspetto nel mio ufficio subito dopo le lezioni.
Dobbiamo parlare della tua attuale situazione, potresti riferirlo anche ad Harry.

Albus Silente

 

Jessica porse il foglio ad Harry. “Chissà cosa vuole?” chiese il ragazzo.

“Non so, lo scopriremo dopo, dai andiamo a lezione”

Alla fine della lezioni di Erbologia, l’ultima della giornata, Harry e Jessica si diressero verso l’ufficio del preside.

“Ape frizzola” disse Harry.

“Come fai a sapere la parola d’ordine?” chiese Jessica.

“Perché sono gia stato una volta nell’ufficio di Silente quest’anno” disse Harry.

Nell’ufficio di Silente oltre al preside trovarono professori McGranitt, Piton e Lupin.

“Oh ragazzi, ben arrivati, vi stavamo aspettando” disse Silente, sorridendo.

Harry e Jessica si sedettero sotto lo sguardo attento del preside.

“Bene, vi ho convocati qui per una cosa molto importante. Come tutti sapete sembra che Voldemort abbia preso di mira Jessica, prima l’attacco quest’estate poi quello ad Halloween. Pensavamo che Voldemort aveva cambiato i suoi obbiettivi ritenendo la profezia distrutta, ma purtroppo non è così, per questo Bellatrix Lenstrange è venuta ad Hogsmeade” disse Silente.

“Bè questo lo si era capito” disse Jessica.

“Infatti, allora vista questa situazione abbiamo deciso di prendere precauzioni per la vostra sicurezza….” Continuò Silente.

“La nostra? Ma io non sono stato attaccato!” disse Harry.

“Lo so, ma non è solo Jessica in pericolo, entrambi conoscete il contenuto della profezia ed entrambi potreste essere attaccati per estorcervi questa informazione, presumo che Voldemort in Jessica abbia visto un bersaglio più facile e per questo abbia preso di mira lei, ma comunque preferisco non rischiare. Nel perimetro del castello siete al sicuro quindi vi chiedo di non uscire dai territori di Hogwarts, inoltre ho chiesto al professor Lupin e a Madama Bumb di assistere agli allenamenti del Grifondoro, come era già stato fatto al terzo anno quando si presumeva che Sirius dava la caccia ad Harry. Tu Harry riprenderai le lezioni di Occlumanzia” disse Silente e il ragazzo diede un occhiata torva a Piton. “Questa volta però sarò io a darti lezioni, d’accordo?”

“Perfetto, professore”
“Mi raccomando ragazzi, voi avete un ruolo fondamentale in questa guerra, non correte rischi inutili!” disse Silente “Bene, ora potete andare, Remus vi accompagnerà alla vostra Sala Comune, io devo ancora scambiare qualche parola con il professor Piton e la professoressa McGranitt, ci vediamo a cena”

I due ragazzi si alzarono e assieme a Lupin uscirono dall’ufficio.

“Questo vuol dire anche niente più Hogsmeade” disse amaramente Jessica.
“Purtroppo, temo di sì” rispose Lupin.

“Ma dovremmo passare anche qui le vacanze di Natale?” chiese Harry.

“L’idea è quella, ma non preoccupatevi, penso che per Natale Silente abbia in mente una sorpresa” disse Lupin.

“Che sorpresa?” domandò curiosa la ragazza.

“Mi dispiace, non vi posso dire niente, bisogna ancora definire alcuni dettagli ma comunque presumo che Silente lo annuncerà fra qualche giorno”

“Uffa, lo sai benissimo che sono curiosa, ora mi toccherà aspettare” disse Jessica.

Finalmente arrivarono davanti alla Signora Grassa, Jessica per entrare quando Lupin le chiese se potevano parlare un attimo.

“Perdonami ti prego, lo so che ho sbagliato, lo so che non ho scuse ma ti prego, perdonami, mi manca la Jess di prima, so benissimo di non essere Sirius ne tanto meno tuo padre, ma il legame che si era creato tra noi era davvero importante per me, era una cosa speciale, ti prego perdonami” disse Lupin.

“Tu hai sempre degli occhi talmente tristi, perché?” disse Jessica

Remus le diede uno sguardo inquisitorio, ma poi capì “Sono così tristi perché sanno di aver perso una persona molto importante”

“E sono anche sinceri” disse Jessica “Occhi tristi e sinceri, come potrei non perdonarti?”

“Grazie” disse Lupin, Jessica percorse un attimo il corridoio con lo sguardo e poi abbracciò Lupin, un abbraccio molto veloce, poi gli puntò il dico contro.

 “Ma non osare mai più farmi una cosa del genere!”

“D’accordo” disse Lupin sorridendo “Ci vediamo a cena, allora”

“Ciao” disse Jessica e finalmente entrò in Sala Comune.

Raggiunse a passo spedito il dormitorio, voleva cambiarsi. Stava cercando dei vestiti nel baule quando vide una scatola a lei ben conosciuta.

La prese e la prima, dentro c’era una foto di lei e Sirius a Grimmauld Place, lo specchio e il ciondolo di Sirius, quel ciondolo che le regalò per il suo sedicesimo compleanno. Dopo la morte del padrino lo aveva riposto in quella scatola e non l’aveva più toccato.
Lo prese tra le mani mentre una lacrima solitaria le percorreva il volto.

Se avessi avuto questo l’altro giorno avrei potuto vendicare Sirius, avrei avuto una protezione e potevo rischiare pensò la ragazza. In quel istante entrò Hermione.

“Jess, scendiamo a cena?”

“Si, un attimo”
“Ehi cosa hai in mano?” chiese Hermione, avvicinandosi “Oh il ciondolo che ti ha regalato Sirius, sai ho letto qualcosa su questi ciondoli, sono davvero rari e preziosi, sei molto fortunata ad averne uno”

“Già, lo avevo messo via dopo la morte di Sirius, senta più toccarlo, ma credo che ora sia il momento di rimetterlo” disse Jessica, mettendosi il ciondolo al collo “Mi cambio velocissimamente e poi scendiamo” disse Jessica, prendendo i vestiti.
“Ok, ti aspetto di sotto con gli altri allora” rispose Hermione, avviandosi verso la porta.

 

Un paio di settimane dopo mentre erano a cena Silente si alzò sorridendo.

“Ragazzi miei ho un annuncio da fare! Io e il corpo insegnanti abbiamo deciso che quest’anno per Natale sarà organizzato un ballo! Ovviamente il ballo si terrà solamente se sarà raggiunto un certo numero di studenti” un brusio eccitato si profuse per la Sala Grande.

“So anche benissimo che molti di voi vorranno passare il Natale con la proprio famiglia, ma a mio avviso dopo gli ultimi avvenimenti Hogwarts è molto più sicura di qualsiasi altro posto” concluse il preside. Jessica era felicissima, se avrebbe dovuto passare le vacanze ad Hogwarts almeno c’era la consolazione del ballo. Dopo le tornò alla mente quello che Lupin le aveva detto qualche settimana prima “Ehi Harry! Ti ricordi quello che ci aveva detto Remus riguardo a una sorpresa?”

“Ma certo!” rispose il ragazzo “È questa la sorpresa di cui ci ha parlare, il Ballo di Natale!”

“Io odio i balli, l’ultimo è stato un disastro” disse Ron.

“Io no… Fu proprio in occasione del Ballo del Ceppo che io e Harry ci mettessimo assieme” disse Jessica, sorridendo.

“Già è vero! Una serata fantastica” disse Harry.

“Ehi Herm, potresti chiedere a Silente se puoi invitare Krum” disse Jessica, beccandosi un occhiataccia da Ron “Dai Ron stavo scherzando, anche se non mi dispiacerebbe rivederlo”

“Ehi!” esclamò Harry.

“Bè mi stava simpatico” disse Jessica.

Finita la cena tornarono in Sala Comune, l’unico argomento quella sera era il Ballo di Natale e a quanto pareva molti erano intenzionati a rimanere a Hogwarts quell’anno.

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Fine Capitolo...

Questa volta sono stata veloce vero??
Volevo sempre ringraziare tutti per i commenti... E spero ke commenterete ancora....

Ma soprattutto spero che vi sia piaciuto questo cap... anke se è un po' cortino lo ammetto...

Alla prossima.. baci Herm...

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Capitolo 9
*** Shopping natalizio ***


9. Shopping natalizio

 

“Mi spiegate che mi metto per il ballo se non posso nemmeno andare a Hogsmeade per comprare un vestito decente?” disse Jessica, arrabbiata.
Era nel suo dormitorio con Hermione e Ginny mentre guardava il suo letto pieno di vestiti.

“L’abito di cerimonia del ballo del Ceppo?” chiese Hermione.

“Si, e tu pensi lontanamente che mi vada ancora bene?” disse Jessica.

“Era un idea” disse Hermione, alzando le spalle.

Jessica sbuffò e si butto sul letto. “Come diavolo faccio?”

“Dai, rilassati. Mancano ancora due settimane al Ballo” disse Hermione “Pensa a me e Ginny, come prefetti dobbiamo pure aiutare ad organizzare tutto”

“Si, hai ragione, scusate” disse Jessica.

“Perché non chiedi a Silente un permesso speciale?” propose Ginny.

Jessica si mise a sedere sul letto “Questa può essere una buona idea, ci vado subito” la ragazza si diresse verso alla porta e poi si voltò “Venite con me?”

“Io no, ho ancora un sacco da fare” disse Hermione.

“Io invece vengo volentieri, mi piace l’ufficio di Silente” disse Ginny, alzandosi.

Così fu che le due amiche si diressero verso l’ufficio del vecchio preside.

“Tu ci vai con Dean al ballo?” chiese Jessica.

“Si” rispose Ginny sorridendo “Me lo ha chiesto proprio l’altro giorno”

“Hermione?! Ti ha detto qualcosa? Sai con chi ci va?”

“Non mi ha detto niente, ma scommetto che succederà come al Ballo del Ceppo, aspetterà che Ron glielo chiederà, ma lui come al solito tarderà a farlo e lei ci andrà con un altro, così Ron si arrabbierà e le farà una scenata di gelosia come con Krum” disse Ginny.

“Già ci scommetto, e poi non sono più tanto sicura che lei ci voglia andare con Ron”

“Dici?!”
“Sì, oramai tuo fratello ha buttato via la sua occasione, se si fosse svegliato un po’ prima magari”

“Si, penso che tu abbia ragione” disse Ginny.

“Ecco, siamo arrivate, Ape Frizzola” disse Jessica e il Gargoyle di pietra si spostò.

Jessica bussò un paio di volte, poi sentì la voce del preside che le diceva di entrare.

Le due ragazze entrarono nell’ufficio nel quale oltre a Silente trovarono Piton.

“Oh scusi, non volevamo disturbarvi, possiamo tornare dopo” disse Jessica.

“No no, venite pure avanti ragazze. Ditemi tutto” disse Silente.

“Ecco veramente io avrei bisogno un permesso” disse Jessica.

“Un permesso? Temo di non capire, potresti spiegarti meglio”

“Ecco… ehm… si in verità volevo un permesso un andare a Hogsmeade”

“Un permesso per andare a Hogsmeade?!”

“Si.. Ecco vede signore, fra meno di due settimane c’è il ballo e io… bè… io non ho niente da mettermi!” disse Jessica, Silente sorrise e si alzò raggiungendo la ragazza.

“Sono sicuro che troveremo una soluzione, magari potrei chiedere a qualche insegnante di accompagnarti, non ti preoccupare troverai sicuramente qualcosa per il ballo” disse Silente, sempre sorridendo “Ora se non ti dispiace dovrei fine di parlare con il professor Piton” continuò Silente accompagnando gentilmente le due ragazze alla porta “Ti farò sapere al più presto, non ti preoccupare, una soluzione si trova sempre”

Jessica sorrise “Grazie mille, professore” infine le due ragazze uscirono dall’ufficio del preside e mentre stavano iniziando a scendere le scale Jessica sentì la voce di Piton che diceva: “Sia chiaro Silente, io non intendo fare da Babysiter a una ragazzina in vena di shopping! Quindi non me lo chiedere nemmeno”

Jessica sorrise, il solito Piton, scese le scale verso la Sala Comune, continuando a parlare del ballo con Ginny.

Il giorno dopo alla fine della lezione di Trasfigurazioni la McGranitt fermò Jessica.

“Bene Smith, Silente mi ha detto di informarti che ti è stato concesso il permesso di andare a Hogsmeade per le tue compere, il professor Lupin a acconsentito di accompagnarti al villaggio dove ci sarà un membro dell’Ordine della Fenice che ti aspetterà e ti scorterà, quindi domani mattina alle 10 fatti trovare davanti al portone, tutto chiaro?”

“Si professoressa, solo una domanda” disse Jessica.

“Dimmi pure”

“Chi sarà il membro dell’Ordine?”

“Ninfadora Tonks” disse la McGranitt, questo provocò un largo sorriso alla ragazza che era molto contenta di poter rivedere Tonks.

“D’accordo. Grazie mille”

La mattina seguente Jessica si svegliò di buon ora, si vestì e scese in Sala Grande a far colazione. La Sala era quasi vuota, il che era comprensibile essendo le otto del mattino di sabato era anche comprensibile, ma comunque trovò Hermione seduta al tavolo dei Grifondoro.

“Allora oggi vai a Hogsmeade” disse Hermione, mentre l’amica si sedeva accanto a lei.

“Sì, bè visto che sabato scorso non ho potuto venire… È stata un ottima idea quella di Ginny… Così posso anche fare i regali di Natale” disse Jessica.

“E come mai Harry non viene con te? Anche lui potrebbe avere il permesso” chiese Hermione.

“Bè non so, mi ha detto che voleva allenarsi a Quidditch con Ron e poi mi fa che i suoi regali di Natale li ha gia fatti, in parte li ha commissionati a Ron oppure li ha comandati”
“Sì mi ricordo che Ron aveva un casino di borse al ritorno da Hogsmeade… Oh guarda che stanno arrivando” disse Hermione, indicando il portone.

Harry e Ron percorsero la Sala Grande e si sedettero da parte alle due ragazze.

“Ah che ora devi trovarti nella Sala d’Ingresso?” chiese Ron.

“Alle 10, la tua mente fa brutti scherzi Ron, te lo già detto un migliaio di volte” rispose Jessica.
Ron mugugnò qualcosa di incomprensibile e iniziò a mangiare.

Jessica e Hermione aspettarono che i due ragazzi finirono di mangiare e poi tornarono i Sala Comune.

Jessica si preparò e alle dieci in punto era davanti al portone accompagnata da Harry e Ron muniti di scope e divise da Quidditch. Scorse Remus appoggiato al muro che la aspettava.

“Ciao, allora sei pronta” chiese Remus, una volta che la ragazzo lo aveva raggiunto.
“Prontissima!” annunciò Jessica.
Percorsero un pezzo di strada assieme ad Harry e Ron, poi i due ragazzi si diressero verso il campo di Quidditch, mentre la Grifondo e il professore percorsero la strada che li avrebbe portati al villaggio di Hogsmeade. “Dove ci aspetta Tonks?” chiese Jessica, dopo qualche minuto.

“Davanti al Tre Manici di Scopa mi hanno detto” rispose Lupin.

Qualche minuto dopo raggiunsero il villaggio e proprio davanti ai Tre Manici di Scopa videro Tonks che li aspettava.
“Ciao” salutò allegramente l’Auror, che quel anche quel giorno aveva i capelli color rosa acceso.

“Ciao” risposero in coro Jessica e Remus.
“Allora pronta per uno shopping folle?” chiese Tonks.

“Certo! Mi sono munita di tutto”

“Sento che ci divertiremo!”

“Ne sono sicura, ma ora che ne dite di entrare un attimo a bere qualcosa perché sto congelando!”

“È un ottima idea” disse Remus e così entrarono in nel Pub.

Dopo una pinta di Burrobirra calda Jessica si sentì molto meglio e ora era veramente pronta per darsi allo shopping con Tonks.
“Bene!” esclamò Remus una volta usciti dal Tre Manici di Scopa “Io vado veloce a comperare una cosa e poi torno ad Hogwarts, tornerò a prenderti verso le 15. ok?”

“D’accordo” disse Jessica, sorridendo.

“Bene, allora siamo rimaste solo noi, cosa hai intenzione di comprare?” chiese Tonks, mentre Remus si allontanava.
“Bè prima di tutto il vestito per i ballo di Natale, e poi vorrei comprare i regali per i miei amici”

“D’accordo, allora vado per il vestito! Andiamo” disse Tonks, sorridendo.

Dopo minuti e minuti di estenuanti prove e ricerche la ragazza finalmente trovò il vestita che la soddisfava, era abbastanza costoso, ma era semplicemente fantastico, avrebbe fatto un gran figurone.
“Ti sta davvero benissimo quel vestito” disse Tonks, una volta usciti dal negozio.

“Sì, non vedo l’ora di metterlo, è fantastico!” rispose Jessica.

“E ora tocca ai regali, hai già qualche idea?” chiese Tonks.

“Qualcuna, ma a certe persone non so proprio che fare” disse Jessica.

“Non temere, troveremo qualcosa, anche se però sinceramente io avrei fame”

“Sì, anche il mio stomaco richiede cibo, dai andiamo a mangiare!” disse Jessica.
Tonks sorrise, e così le due ragazze si diressero verso il Tre Manici di Scopa.

“Non sono molti i regali che devo fare in realtà” disse Jessica, mentre entravano in un primo negozio.

“A chi li devi fare?” chiese Tonks.

“Bè, Harry, Ron e Hermione, poi Ginny, mio cugino Teodor, qualcosa anche per Hagrid e infine Remus. Sì dovrebbero essere tutti, a no… Mancano i signori Weasley e i gemelli… Sono stati così gentili ad ospitarmi che un pensierino glielo devo fare” disse Jessica.
“Allora fanno undici, e per fortuna che erano pochi” disse Tonks, sorridendo.

Qualche ora dopo Jessica aveva fatto la maggior parte dei regali, gliene mancavano ancora due, i più importanti, quelli per Harry e Remus.

“E adesso mi manca solo Harry e Remus, purtroppo sono i regali più difficili” disse Jessica, uscendo dall’ennesimo negozio, piena di borse.

“Abbiamo ancora un’ora, non ti preoccupare ce l’ha faremo” rispose Tonks, sorridendo.

“Uffa, non so che regalare a quei due, voglio che siano dei regali speciali, perché loro sono molto speciali per me” disse Jessica, sbuffando. “Vedi a Remus per esempio potrei regalare un libro, visto che a lui piace leggere, ma è un regalo troppo banale, io voglio che sia speciale”

“Ti capisco, ma stai tranquilla, qualcosa troveremo sicuramente” disse Jessica.

Girovagarono un po’ per i negozi ma Jessica non trovò niente.

“Sai, magari a Harry potrei regalare qualcosa con una nostra foto dentro” disse Jessica.
“Magari un ciondolo” propose Tonks.

“Si, ma di solito questi regali li fanno i ragazzi” disse Jessica.
“Non è vero, dai entriamo li, troverai sicuramente qualcosa” disse Tonks, trascinandola dentro un nuovo negozio. Era pieno di oggetti preziosi, proprio come aveva detto Tonks li trovò il regalo per Harry, era un oggetto molto particolare, un cofanetto, quando si aprì si poteva sentire una frase detta da una persona in più c’era un bellissimo spazio per una foto.
Così Jessica fece inserire la foto di lei e Harry e quando il cofatte si apriva si sentiva la voce della ragazza che sussurrava “Ti amo, Harry”.

“Spero che Harry sia contento” disse Jessica “Magari avrebbe preferito qualcosa di Quidditch”

“Non ti preoccupare, il tuo è un regalo bellissimo e veramente dolce” disse Tonks.

Camminarono per qualche tratto nella via principale.
“E ora rimane solo Remus, che diavolo gli posso regalare? A quello interessano solo libri e Difesa, mentre io voglio che sia un regalo speciale” disse Jessica.

“Nemmeno io saprei che regalargli, Remus è un uomo introverso quindi non è facile sapere molto di lui” disse Tonks, pensierosa.

“Ehi ho trovato!” esclamò Jessica “Vieni torniamo nel negozio di prima” disse Jessica, prendendo Tonks per un braccio.
“Mi vuoi spiegare che gli vuoi prendere?” chiese Tonks.

“Bè vedi, Remus è un professore giusto?! Ecco nel negozio di prima ho visto una bellissima penna. Non è una vera penna d’oca, è fatta d’argento con i filamenti d’oro, l’ho guardata per un bel po’, che scema poteva pensarci prima!”

“Oh signorina, ha forse dimenticato qualcosa?” chiese il commesso rivedendola.

“No… ehm.. per la verità volevo fare un altro acquisto” disse Jessica.

Il commesso sorrise “Ma certo, mi dica come la posso aiutare”

“Ecco vorrei quella penna lì” disse Jessica, indicando la penna.

Il commesso la prese “Ottima scelta, oltre ad essere veramente bella e comodissima per scrivere”

“Me la può incartare anche questa per favore? Sa un altro regalo”

“Certamente”

Quando uscirono per la seconda volta dal negozio Tonks controllò l’orologio.

“Bene, direi che siamo in perfetto orario, Remus dovrebbe arrivare tra qualche minuto”

“Eh eh, ce l’abbiamo fatta allora… Oggi ho speso una vera fortuna, ma ne è valsa la pena” disse Jessica. Tonks sorrise e assieme alla ragazza si incamminarono verso i Tre Manici di Scopa, dove trovarono Remus che le aspettava. Lo raggiunsero velocemente e poi fu il momento di salutare Tonks. “Grazie mille Tonks, è stata una magnifica giornata, mi sono divertita molto” disse Jessica.

“Si anche io, ci vediamo prestissimo” rispose la giovane Auror.

Jessica e Remus si incamminarono in direzione di Hogwarts, Remus aiutò la ragazza a portare le borse, erano una moltitudine.
“Allora fatto spese?” chiese Remus, sorridendo.
“Sì… Abbastanza….” Rispose Jessica, mentre superavano i cancello che si chiuse alle loro spalle.

 

 

*********************************************************************************************

 

Fine Capitolo

 

Ecco qua un nuovo capitolo, mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto, ma ho avuto un po' da fare....
Ringrazio di cuore tutti quelli che commentano.... e spero vivamente che lo farete ancora... mi piace leggere i vostri commenti.. così so che pensate della FF...
Alla prossima... Bacioni HermCH

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Capitolo 10
*** Il Ballo di Natale – Parte 1 ***


10.Il Ballo di Natale – Parte 1

 

I giorni trascorrevano sempre più velocemente, candidi fiocchi di neve scendevano silenziosamente su Hogwarts, favorendo così epiche battaglie a palle di neve.

Era la mattina di Natale, Jessica era in Sala Comune con i suoi amici, tutti avevano finito la solenne apertura dei regali e ora se ne stavano spaparanzati davanti al fuoco.

“Ehi c’è un gufo fuori dalla finestra” disse Ron, indicando un gufo nero che picchettava alla finestra.

Hermione si alzò e aprì la finestra, il gufo entrò nella sala comune, fece qualche giro sulla testa dei ragazzi e poi mollò un pacchetto sul grembo di Jessica per poi uscire di nuovo dalla finestra.

Jessica guardò il piccolo pacchetto “Uh che bello, un altro regalo, chissà chi me lo manda?!” disse la ragazza prendendo in mano il pacchetto, era nero con un nastro argento attorno che formava un fiocco in cima. “Sicuramente non uno che ha fantasia nell’ incarto” disse Ron.

“Concordo” disse Harry.

“Ah smettetela! Un regalo è sempre un regalo” disse Jessica, scrutando il pacchetto.

“Aprilo allora” esclamò Harry. La ragazza sorrise e sciolse il fiocco argento, mise l’altra mano sull’estremità del pacchetto per aprirlo e subito uscì una nuvola di fumo nera che avvolse la ragazza, Jessica si lasciò sfuggire un piccolo urlo di paura. La nube nera che la avvolgeva si allontanò da lei e andò a formare il Marchio Nero.

Molti Grifondoro gridarono, Jessica si alzò guardando il Marchio mentre Hermione intimava tutti di mantenere la calma.

“Ginny vai a chiamare Silente per favore!” ordinò Hermione.
“Corro” disse la rossa uscendo dalla Sala Comune.

Jessica guardava il Marchio Nero, mentre Harry raccoglieva il pacchetto che la ragazza aveva lasciato cadere in precedenza.

“Ehi guarda” disse il ragazzo “C’è un biglietto”

“Fa vedere?!” disse Jessica, mentre Harry le porgeva il pacchetto.

Jessica estrasse il bigliettino e lo lesso.

 

Buon Natale!

Goditi questo Natale Jess, perché sarà l’ultimo per te!

Tanti Auguri

Zio Voldemort

 

Jessica guardò il Marchio Nero un'altra volta e sorrise “Carino, davvero carino”

“Io non ci trovo niente di carino, soprattutto non ci trovo niente da ridere” disse Ron

Jessica porse il biglietto ad Harry, lui lo lesse e guardò la ragazza, avevo uno sguardo molto preoccupato ma anche un po’ stupito.

“Perché “zio” Voldemort? Non riesco a capire” chiese Harry.

Jessica sorrise un'altra volta “Mi spieghi che miseriaccia ci trovi di tanto divertente?” chiese Ron.

“Si è firmato “zio” Voldemort per il semplice fatto che quando ad Halloween sono stata attaccata da Bellatrix mentre scappavo ho detto a quella vacca di salutarmi lo zio Voldemort, solo per questo. Lei glielo avrà riferito” spiegò Jessica, continuando a sorridere.

“Per favore Jess, vuoi smetterla di pronunciare quel nome?” disse Ron

“Oh dai Ron, ora non farla tanto lunga” disse Harry.

In quel momento il buco del ritratto si aprì ed entrò Silente seguito da Ginny.

Il suo sguardo balenò subito al Marchio Nero per poi passare a Jessica, Harry e agli altri Grifondoro.

“Cosa è successo?” chiese Silente.

“Mi ha arrivato quel pacchetto, sembra un semplice regalo di Natale ma quando l’ho aperto è uscito del fumo nero e si è formato il Marchio” spiegò Jessica.

“Assieme al pacco c’era anche questo biglietto” disse Harry, porgendoli entrambi al preside.

Silente lesse velocemente il biglietto e con un gesto di bacchetta fece sparire il Marchio Nero.
“Analizzerò il tutto. Jessica, Harry vi aspetto nel mio ufficio alle 15” disse Silente e uscì dalla Sala Comune. I ragazzi tornarono a sedersi davanti al fuoco, Harry guardava Jessica con aria preoccupata.

“Harry smettila di guardarmi così” disse la ragazza.

“Sono preoccupato! Hai letto il biglietto!”

“Si l’ho letto, ma io non ho paura e non mi faccio condizionare ne tanto meno intimorire, e non dovresti farlo nemmeno tu”

“La fai sempre facile tu!”

“Non la faccio facile, ma per favore non ti preoccupare, è Natale, oggi niente preoccupazioni!”

“D’accordo”

Il resto della mattina i Griondoro la passarono in Sala Comune, finchè Jessica non decise di andare a trovare Lupin prima di pranzo per augurargli un Buon Natale e vedere se il regalo gli era piaciuto.

“Raga io vado a trovare Remus, ci vediamo in Sala Grande, ok?”
“Ok” risposero all’unisono Ron e Hermione.

“Non vuoi che venga con te?” chiese invece Harry.

“Se vuoi venire per me non c’è problema, non devi nemmeno fare questo domande” disse Jessica, sorridendo.
“Oh dai Harry, lasciala andare, dobbiamo finire la partita a scacchi” disse Ron, con tono lagnoso.
“D’accordo, allora ci vediamo dopo” disse Harry.

Jessica uscì dalla Sala Comune e si incamminò verso l’ufficio del professore di Difesa.

Arrivata davanti al suo ufficio, sperando che ci fosse, Jessica bussò tre volta alla porta e qualche istante dopo la porta si aprì. Sul viso di Lupin si formò un allegro sorriso.

“Oh ciao… Entra, entra”

La ragazza superò l’entra e si voltò verso Lupin sorridendo. “Buon Natale”

“Buon Natale anche a te” rispose Lupin, sembrava proprio allegro quel giorno.
Jessica si avvicinò e gli schioccò un bacio sulla guancia.
“Allora” esclamò entusiasta “Ti è piaciuto il mio regalo?”

Lupin si rabbuiò. “Che c’è non ti piace?” chiese la ragazza.

“No no, è davvero bellissima la piuma che mi ha regalato, ma io non posso accettare il tuo regalo, avrai speso una fortuna! Non posso permettere che tu spenda tale somma per me”

“Oh smettila Remus!” disse Jessica prendendo la piuma di argento in mano.

“Oh no!” esclamò la ragazza.

“Che c’è?”
“No, no, no… Oh Remus scusami, mi sono accorta solo adesso della gaff che ho fatto ti prego perdonami, che stupida, ma come posso essere così sciocca di regalarti qualcosa d’argento!” disse Jessica, per poi nascondere la testa tra le mani. “Scusami ti prego, capisco se non la vuoi tenere”

Lupin si avvicinò alla ragazza “Oh no, non è per questo, non è perché è fatta d’argento te lo giuro. Poi in quando sono in forma umana l’argento non è così pericoloso per me” disse Lupin.

“Perdonami” disse Jessica, abbassando il capo sconsolata.

Lupin mise un dito sotto il mento della ragazza e le alzò il volto. “Non scusarti, è un regalo meraviglioso, il più bello che io abbia mai ricevuto” poi si avvicinò alla ragazza e le diede un bacio sulla fronte “Grazie” disse infine il professore. Jessica gli regalò uno dei suoi sorrisi migliore.

“Ho sentito quello che è successo il Sala Comune questa mattina” disse Lupin, con aria preoccupata.

“Oh non ti preoccupare, davvero, io non sono preoccupata, come ho detto ad Harry non ho paura e non mi lascio intimorire! Questa sarà una giornata fantastica e basta!” disse Jessica.

“Ma…”

“No basta, punto, fine! Ok?!”

“Va bene!”
“Bravo ragazzo, ora direi che possiamo andare a mangiare, ho una fame da lupi… oh… ehm scusa”

Lupin si mise a ridere “Dai smettila di scusarti per qualunque cavolata, forza andiamo”

Così i due uscirono dall’ufficio di Lupin e si diressero verso la Sala Grande.

Dopo un lauto pranzo Jessica e gli altri decisero di uscire all’aria aperta, la neve era perfetta, tutto attorno a loro era ricoperto da un soffice manto bianco.

Erano ormai le 14.30 e dopo un estenuante battaglia a palle di neve Harry e Jessica decisero di salire a cambiarsi prima di andare da Silente, visto che erano completamente fradici.

Alle 15 in punto erano davanti all’ufficio del preside, Silente era nel suo ufficio ad aspettare i due ragazzi, il pacchetto nero e il biglietto erano sulla scrivania davanti a lui.

“Entrate ragazzi miei, entrate”

Jessica e Harry percorsero velocemente l’ufficio e si sedettero davanti al preside.

“Ho analizzato la situazione” iniziò Silente “In questo pacchetto non c’era niente di pericoloso, comunque questo avvertimento è sì pericoloso, ma a mio parere le misure intraprese per la vostra sicurezza al momento sono sufficienti! E speriamo che quello che c’è scritto nel biglietto non si realizzi mai!”

“Come ho già detto ad Harry e a Lupin io non ho paura e non mi faccio intimorire”

“Ne sono convinto, ma non è questo il punto” disse Silente.

“E quale sarebbe?” chiese Jessica.

“Evitare che questa minaccia diventi reale, che Voldemort realizzi i suoi piani e che tu muoia”

Parlarono ancora per qualche minuto, poi i due ragazzi tornarono alla Sala Comune. Jessica si sedette un po’ con Harry davanti al fuoco, ma poi disse al ragazzo che doveva andare a prepararsi.
“Ma come?” chiese Harry “Inizia alle 7 e vai già?”

“Sì, devo fare un casino di cose e aiutare Hermione”

Nel dormitorio Jessica trovò Ginny e Hermione. Le due ragazze erano tutte intente nel prepararsi per la serata.

“Vi state già preparando?” chiese Jessica.

“Io al momento mi sto solo asciugando i capelli” rispose Hermione.

“Oh li farai come all’ultimo Ballo?” la incalzò Jessica.

“mmm… Si credo proprio di sì” disse Hermione e continuò a strofinarsi i capelli.

“Però non è giusto” disse Jessica, sedendosi sul letto.

“Cosa non è giusto?” chiese Hermione.

“Che non hai nemmeno detto alle tue migliori amiche con chi via al Ballo!” disse Jessica.

“Concordò con Jess” disse Ginny.

“Oh dai.. non fatela tanto lunga, se proprio volete ve lo dico, ma tanto lo vedreste stasera quindi..”
“Herm!”

“Ok ok… Bè vado con Joshua McGregor, me lo ha chiesto due settimane fa mentre eravamo in biblioteca” disse Hermione.

“Ehm… questo nome di dice qualcosa ma….” Iniziò Ginny

“Ma dai Gin! Quel ragazzo del settimo anno, bè è anche caposcuola dei Corvonero, alto con i capelli scuri, sempre gentile e molto carino!” disse Jessica

“Oh si! Ora ricordo, cavolo Herm complimenti, credo che dovrei andare di più in biblioteca, visto che Hermione ci trova sempre dentro ragazzi carini tentar non nuoce!” disse Ginny.

Le tre amiche scoppiarono a ridere, poi Jessica annunciò che andava a fare la doccia e che poi si sarebbe preparata assieme alle ragazze per l’imminente ballo.

Nelle ore successive le ragazze si aiutarono a vicenda nel make-up, mancavano ormai solo venti minuti all’inizio della cena con il successivo ballo e le tre amiche erano in ritardo.

“Ok, allora adesso devo trovare quella cavolo di collana” disse Jessica, iniziando a frugare nel baule.

“Si può sapere cosa stai cercando?” chiese Hermione.

“Questa!” disse Jessica, estraendo dal baule un cofanetto che subito dopo aprì.

“Wow!” esclamò Ginny “Dammi te la metto io”

Jessica diede la collana a Ginny che gliela mise.

“Sei fantastica Jess” disse Hermione.

“Oh anche voi” rispose Jessica, imbarazzata.

“Ma dove hai prese quella collana?? È stupenda!” chiese Ginny.

Jessica sorrise “Era di mia madre, mio padre gliela regalò per il loro matrimonio” spiegò la ragazza.

“Ma sono proprio diamanti?” chiese Hermione.

“Si, ma dai ora andiamo che siamo in un ritardo pazzesco!” disse Jessica, incitando le amiche ad uscire.

Harry era impaziente, era nella Sala Comune con Ron e Lavanda che aspettava Jessica. Infine la vide in cima alle scale assieme a Ginny e Hermione. Era emozionantissimo e lei era bellissima. Portava un vestito semplice, era color argento, con un spacco ben pronunciato sulla coscia destra e anche abbastanza scollato, delle spalline fini che arrivavano alle spalle e la schiena era nuda, una vestito forse un po’ troppo provocante, ma per Harry era fantastico, la ragazza sembrava una Dea.

“Sei bellissima” disse Harry, mentre la ragazza lo raggiungeva.

“Anche tu” rispose Jessica e gli scoccò un bacio sulla bocca.

“E questa?” chiese Harry, indicando la collana di diamanti che la ragazza portava al collo.

“Era di mia madre” disse Jessica sorridendo, poi alzò la mano “E questo?”

“Questo è il braccialetto che ti ho regalato per il tuo compleanno” rispose Harry.

Jessica sorrise e gli diede un altro bacio.
“Ehi voi due! Muovetevi che siamo già in ritardo” disse Ron.

E così si avviarono verso la Sala Grande.

 

 

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Ciao a tutti....

Scusate il mio ritardo... cmq ho deciso di suddividere questo capitolo in due parti.. sennò avreste dovuto aspettare ancora di più e cmq in due parti posso farlo meglio...

Ringrazio cm sempre quelli che hanno commentato e spero che commenteranno ancora...

Alla prossima.. Baci HermCH

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Capitolo 11
*** Il Ballo di Natale - Parte 2 ***


Il ballo di Natale – Parte 2

 

I ragazzi scesero fino alla Sala d’Ingresso chiacchierando allegramente. Arrivati nella Sala Joshua (l’accompagnatore di Hermione si aggiunse a loro). Jessica constatò che era veramente carino e da i modi di fare molto gentili, le parve subito evidente che lui ed Hermione sarebbero stati una bella coppia.

Finalmente le porte della Sala Grande si aprirono e tutti gli studenti poterono entrarvi. La Sala era molto bella, in stile Ballo del Ceppo, ma questo volta era meno sfarzosa, in questo ballo non c’era nessuna scuola su cui fare colpo con le decorazione, ma era comunque magnifica.

I dieci ragazzi si sedettero ad un tavolo, il servizio era uguale a quello del ballo di due anni prima, ma anche questa volta Hermione non disse niente sull’immenso lavoro che era costato agli Elfi Domestici.

Dopo un lauto pasto, ed era tutto buonissimo, Silente si alzò in piedi per un discorso.

“Cari ragazzi! Sono veramente contento di vedervi così numeri per questo, possiamo dire, evento. Io e gli altri insegnati abbiamo deciso che sarebbe veramente eccezionale potersi divertire in momenti così bui ed oscuri, ma stasera nessun momento oscuro ci e vi potrà impedire di fare festa, quindi dateci dentro!” disse il preside.

Subito partì una musica molto movimentata e a poco a poco i ragazzi iniziano a riempire la pista da ballo.

“Dai Harry, andiamo a ballare!” disse Jessica, prendendo la mano del ragazzo.

“Bè non sono mai stato un gran ballerino, ma diamoci dentro” disse Harry.

I due ragazzi si diressero verso la pista da ballo, seguiti da li a poco dai loro amici.

Jessica e Harry ballarono come due scatenati per tutta la sera, era veramente divertente.
“Harry basta, non ce la faccio più.. andiamo a bere?” disse Jessica, una volta finita l’ennesima canzone. Harry annuì e si diresse verso il tavolo delle bevande. Presero entrambi una burrobirra e bevvero lunghi sorsi in silenzio.

Qualche minuto dopo Hermione rubò Harry per un ballo e Jessica decise di andare a prendere una boccata d’aria. Prese lo scialle argentato, riposto accuratamente sulla sedia del suo tavolo e uscì nella notte.

Si fermò sugli scalini, era una bella notte stellata. Scorse per qualche istante il cielo, era pieno di stelle, ma il suo sguardo si poso su una stella ben conosciuta. Era Sirio l’astro più luminoso del cielo. Una ben nota malinconia avvolse la ragazza che sussurrò: “Buon natale, Sirius” rimase qualche istante a guardare il cielo, ma un rumore alle sue spalle la distolse dai suoi pensieri, Jess si voltò e vide un ragazzo uscire dall’ombra.

“Che fai adesso mi spii, Malfoy?!” chiese Jessica.

“Pensi davvero che mi interessi quello che fai?” rispose aspro il serpeverde.

“Non si sa mai… Dove hai lasciato la principessa delle oche Pansy Parkinson?”

“Dentro.. E tu dove ai lasciato San Potter?” disse Malfoy, avvicinandosi.

“Dentro.. dove sto tornando anche io..” disse Jessica, incamminandosi verso l’entrata, ma Malfoy afferrò il braccio della ragazza. “Hai paura di me, Smith?!”

“Non vedo perché dovrei averne!” disse Jessica, cercando di liberarsi dalla presa del ragazzo. Malfoy strinse di più la presa. “Ahi!” esclamò Jessica.

“Qualche problema?” chiese una voce alle loro spalle. Jessica si voltò e trasse un respiro si sollievo e Malfoy mollò la presa perché quella voce apparteneva a Lupin.

“No… ehm… professore” disse Malfoy ed ritornò subito nella scuola.

“Grazie di avermi liberato da quell’insetto” disse Jessica, mentre Lupin si avvicinava.

“Sono qui per servirla” disse il professore, sorridendo.

Anche la ragazza sorrise. “Ti va una passeggiata? Hanno messo di nuovo le rose” disse Jessica, indicando il sentiero circondato da cespugli di rose.

“Mmm.. perché no… dopo di lei..” disse Lupin, sorridendo.

“Ma come sei gentile, stasera” rispose Jessica.

“Io sono sempre gentile”

“Bè… è vero.. Mi sa che qui hanno fatto qualche incantesimo per tener caldo.. perché io non sento assolutamente freddo, e non è che sono molto vestita” disse Jessica.

“Sì sì, incantesimo di Silente… Allora ti stai divertendo? Ti ho visto scatenata in pista” disse Lupin. Jessica sorrise e mise a posto una ciocca di capelli.

“Sì mi sto divertendo.. Poi ballare mi piace.. Anche le rose mi sono sempre piaciute” disse infine Jessica staccando un fiore dai cespugli per metterlo nei capelli. Lupin sorrise, mentre passarono accanto a due Corvonero piuttosto indaffarati, che alla vista del professore se la svignarono subito per paura di perdere punti.

“Come professore, non dovresti togliere punti ai ragazzi che.. ehm.. si danno un po’ troppo da fare? Mi ricordo che Piton all’ultimo ballo lo faceva” disse Jessica.

Lupin sorrise di nuovo “Bè.. Io non sono Severus…”
“Per fortuna” aggiunse Jessica, facendo scaturire un altro sorriso a Lupin.

“Comunque penso che i giovani debbano fare le loro esperienze, quindi non vedo ragione di punirli, faccio solo finta di non vederli” rispose Lupin.

“Avercene di professori così” disse Jessica “Cambiando discorso, ti piace la mia collana?”

“Bè si può negare con io non abbia gusto! L’ho sempre ritenuta fantastica!” disse Lupin.

“Tu.. ma cosa centri tu?” chiese Jessica.

“Aiutai io tuo padre a scegliere quella per tua madre, rispecchiava i suoi occhi” confessò Lupin, Jessica sbuffò “Uffa, volevo dirti che era di mia madre e così farti rimanere sorpreso ma tu hai rovinato tutto!” disse infine.

“Non è colpa mia se tuo padre era indeciso su cosa comprare a Jane” disse Lupin.

“Bè è vero.. Uffa, possibile che tu abbia sempre ragione?!!” disse la ragazza, per poi scoppiare a ridere.

Camminarono a lungo chiacchierando del più e del meno, finchè Lupin propose di rientrare vista l’ora. Una volta nella Sala d’Ingresso, scorse Ron che le veniva in contro e non sembrava molto contento. “Si può sapere dove sei stata?” chiese il rosso “Harry è preoccupatissimo!!  Ti ha cercata dappertutto!”

“Ma.. ma io.. ero con Remus” disse Jessica, indicando il professore.

“Forse è meglio che andiamo da Harry” disse Lupin, con dolcezza.

I tre entrarono nella Sala Grande, quando Harry la vide le corse incontro e si scaravento praticamente su di lei abbracciandola.

“Amore mio, dove diavolo sei stata?” chiese Harry “Ero così in pensiero! Pensavo che Voldem…”

“Voldemort non può farmi niente ad Hogwarts!” lo interruppe Jessica.

“Sì, ma sei sparita! Hai detto che andavi a prendere una boccata d’aria e non sei più tornata” disse Harry.

“Scusa, però sarò stata via si e no 20-30 minuti” disse Jessica.

“Più di un’ora!” ribatté Harry.

Jessica guardò Remus, sembrava imbarazzato.

“Mi dispiace Harry, non volevo farti preoccupare” si scusò Jessica “Ero con Remus, ci siamo messi a parlare e abbiamo perso la cognizione del tempo. Ma nessuno mi ha fatto del male, ero semplicemente di fuori a chiacchiera con Remus”

“Io l’avevo intuito” disse Hermione “Ma l’importante è che non sia successo niente”

Jessica abbracciò Harry e gli diede un bacio sulla guancia, per poi sussurrargli di stare tranquillo. Anche Remus si scusò con Harry per la brutta situazione mentre i ragazzi tornavano in pista per l’ultimo ballo della serata.

 

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Fine capitolo!

 

Ciao a tutti! Finalmente sono ritornata!! Era da 3 mesi che non scrivevo più ma mi mancava la voglia e il tempo... Mi scuso.. ma ora sono tornata..
Volevo in particolar modo ringraziare: Simo, Cucciola_83, desdeus e Diego x i commenti di questa Fan Fiction.
Grazie mille!!
Fatemi sapere che ne pensate!! Commentate!! Un bracione!! HermCH

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Capitolo 12
*** Sogni e Teorie ***


12. Sogni e Teorie

 

“Jess.. Svegliati… Jeeeeeess, sveeeeeeeeeglia” disse una voce.

“Mmm?” mugugnò la ragazza.

“Svegliati angelo mio” disse di nuovo la voce.

Jessica aprì lentamente gli occhi e pian piano mise a fuoco il volto sorridente di Sirius che la stava guardando. La ragazza si tirò su di scatto. Si era addormentata sulla panchina del posto segreto di Sirius.

“Sirius? Ma tu.. ma? No… tu… tu.. tu mi hai appena svegliato.. allora…” farfugliò Jessica e toccò la guancia del padrino, non le sembrava vero, lui era lì con lei. L’aveva svegliata, lui era tornato, era tornato da lei. Una sensazione di gioia immensa la pervase.

Sirius sorrise “Shhh.. Non dire niente” le disse il padrino.

“Come faccio a stare zitta con tutte le cose che ho da dirti?” gli chiese Jessica.

Sirius sorrise di nuovo “So già quello che devi dirmi, perché l’ho letto nel tuo cuore”

Jessica rimase ammutolita alla risposta del malandrino. Così si limitò a fissarlo mentre lui gironzolava per la piccola stanza segreta.

Dopo qualche minuto Sirius si voltò verso la ragazza.

“Devi andare” le disse “Ti stanno chiamando.. Remus ti sta chiamando?!! Come fa Remus a sapere che sei qui?” chiese incrociando le braccia.

“Perché gli ho mostrato io questo posto” spiegò Jessica.

“E tu non credi che ci sia un motivo del perché questo posto lo fatto vedere solo a te? Ho portato te qui, non Remus, Harry o Silente! E non l’ho fatto perché tu lo rivelassi a tutti” disse duramente Sirius.

“Io… Scusami.. ma ho pensato che essendo tuo amico Remus lo poteva vedere” si giustificò la ragazza trattenendo le lacrime.

Tutto diventò buio, in lontana si sentiva una voce che la chiamava, era quella di Remus.

Jessica si svegliò per la seconda volta in pochi minuti ed esclamò “Sirius!”

Lupin la guardò un po’ colpito “Bè direi proprio di no” le rispose.

“Maledizione Remus, lo vedo benissimo che non sei Sirius! Ma a quanto pare lo stavo sognando, di nuovo”

“Oh.. Ehm.. Me lo vuoi raccontare? Il sogno intendo” disse Remus.

“C’è poco da dire, ero qui che dormivo e mi ha svegliato, e ora è arrabbiato con me perché ti ho fatto vedere il suo posto segreto. Ma che ne sapeva io che non potevo, mica me lo ha detto. E invece secondo lui dovrei sapere solo io dell’esistenza di questo posto, perché è stato lui a portarmici e visto che ha portato solo me, solo io lo devo sapere” disse Jessica

“Jessica, Sirius è morto” disse Remus, guardandola accigliato.

“Ma va? Credi che non me ne sia accorta?” rispose Jessica, seccamente.

“No è solo che stai parlando come se lui fosse vivo” rispose Lupin.

“Da-davvero? Io non me ne sono nemmeno accorta scusami” disse Jessica.

“Non ti preoccupare, può capitare a tutti”

“Ma comunque perché sei venuto a cercarmi?” chiese la ragazza.

Lupin scosse la testa “Ma non hai visto che ora è? È quasi la una di notte, Harry era preoccupato perché è tardi e non ti trovava, così mi ha chiesto aiuto e sono venuto qui”

“Bè mi sono addormentata come hai visto e questo posto non è disegnato sulla mappa”

“Già, direi che la soluzione è questa! Vieni, andiamo, ti accompagno fino alla Sala Comune dei Grifondoro” disse Remus, aprendo il passaggio che portava nel corridoio.

 

Il giorno dopo, sabato, Jessica si svegliò molto presto, non aveva ancora dimenticato la romanzina di Harry la sera prima, certo non era stata colpa della ragazza, ma secondo Jessica, Harry aveva avuto le sua ragioni.

Scese nella Sala Comune, che era ancora vuota e si dedicò ai compiti aspettando gli altri per andare a far colazione.

Nel primo pomeriggio un agitato Dennis Canon le consegnò un biglietto da parte di Lupin, mentre Ron sghignazzava perché sapeva benissimo che il ragazzino era cotto di lei.

 

Ciao Jess,

Senti potresti passare nel mio ufficio verso le 15?
Dovrei parlarti di una cosa molto importante, ti aspetto.

Remus Lupin

 

“Che vuole Remus?” chiese Harry.

“Non lo so, ma lo scoprirò fra circa due ore, perché mi ha chiesto di passare da lui verso le 15, che mi deve dire qualcosa di importante, bho.. vedremo..” rispose la ragazza.

“Allora direi che la nostra passeggiata sotto il sole di marzo viene anticipata” disse Harry, prendendo la ragazza per mano e conducendola verso il parco.

Alle 15 in punto Jessica bussò alla porta dell’ufficio di Lupin.

Lui aprì subito e fece accomodare la ragazza. “Allora che volevi?” chiese Jessica.

“Devi raccontare a Silente dei tuoi sogni” disse Lupin.

“Cosa? No! Perche poi?!”

“Io non so come gestire tutta questa faccenda, magari c’è sotto dell’altro, e ti ho promesso che non avrei mai più detto niente a Silente che tu non volessi, ma tu glielo devi dire! Per favore!” disse Lupin.

“Ma sono solo degli stupidi sogni” rispose Jessica.

“Per una volta dammi retta, per favore!” implorò Lupin.

“E va bene, allora andiamo nell’ufficio di Silente così gli racconto.. Lo faccio solo per te però” disse Jessica, ma Lupin scosse la testa “Non lo devi fare per me, lo devi fare per te”

Jessica sbuffò e si alzò “E va bene, lo faccio per me, andiamo però”

Raggiunsero l’ufficio del preside, dove vi erano quest’ultimo e Piton.

“Oh bene” disse Silente “Remus mi aveva detto che devi dirmi qualcosa”

“Qualcosa di importante” aggiunse Lupin.

“Alt! Frena! Secondo te è importante, io farei anche a meno di raccontare tutto” disse Jessica, guardando storto Lupin.

“Bè comunque io sono qui per ascoltarti, dimmi pure” disse Silente, sedendosi dietro la scrivania. Jessica guardò per un attimo Piton e poi si rivolse di nuovo al preside.

“Parlerò solo quando il professor Piton se ne andrà” disse la ragazza.

“Se ritieni la questione di poca importanza non vedo il problema, Jessica. Il professor Piton può restare” replicò il preside.

“Queste sono le mie condiuzione, o così o niente!!” disse Jessica, incrociando le braccia. Per qualche istante nessuno parlò, alla fine il silenzio venne rotto di nuovo dalla voce della ragazza, che voltandosi disse: “Bene! Allora me ne vado”

“Aspetta!” esclamò Piton “Non mi interessa quello che hai da dire! Quindi me ne vado io. Preside, continueremo il nostro discorso in seguito” e così dicendo Piton uscì dall’ufficio.

“Bene, ora ti prego di dirmi tutto” disse Silente.

Jessica e Lupin si sedettero in faccia al preside, la Grifondoro non sapeva proprio da che parte cominciare.

“Bè… ecco… vediamo.. come posso dire… Da quando Sirius è morto ho fatto dei sogni che riguardavano me e lui, mi trovavo sempre da qualche parte assieme a lui e gli chiedevo di tornare. Si ricorda che anche mio cugino gliel’aveva detto? Poi io ne ho parlato con Re.. ehm.. il professor Lupin ed Harry, perché davvero non ce la facevo più, mi faceva troppo male sognarlo tutte le notti. Il professore mi ha detto che probabilmente lo sognavo perché sentivo la sua mancanza ed farlo tornare era il mio più grande desiderio. Li per li mi sembrò l’unica soluzione possibile. Nei primi giorni che ero a scuola feci un altro sogno con Sirius, che mi fece vedere il suo nascondiglio segreto. Questo mi fece dubitare della teoria del professor Lupin, perché il posto segreto di Sirius esiste veramente e non lo conesciavo, quindi non poteva essere un sogno frutto della mia coscienza. Comunque dopo quel giorno non ci furono più sogni, fino ad Halloween dove sognai Sirius che mi salvava da un caduta del buio… E da li lo sogno una volta ogni tanto” spiegò Jessica.

“È tutto?” chiese Silente, la ragazza annui “Molto bene, sono contento che tu me l’abbia detto, effettivamente si posso fare molte ipotesi su questi strani sogni” continuò Silente.

“Non credi che magari Voldemort stia facendo qualche giochetto con la mente della ragazza?” Ipotizzò Lupin.

“Non penso che Voldemort centri, e poi a Hogwarts ci sono…” iniziò Silente.

“Molti incantesimi protettivi, e Voldemort non potrebbe fare giocchetti sadici con la mia mente a meno che non si nasconda sotto il mio letto o sia comunque molto molto vicino” concluse Jessica.

Silente sorrise e disse: “Esattamente, vedo che hai letto la Storia di Howgarts”

“Non io, ma Hermione” spiegò Jessica “Ma-ma, però magari.. una teoria… sarebbe che non so… magari Sirius sta cercando di contattarmi”

Silente scosse la testa “Jessica, Sirius è morto. E confido che tu sappia che non esiste nessun modo per destare i morti, quindi Sirius non può contattarti.”

Jessica abbassò lo sguardo e tristemente disse: “Bè sarebbe stata una bella teoria”.

 “Già, la più bella. Comunque è per questo che ti ho chiesto di parlarne con Silente” disse Lupin rivolto alla ragazza. “Questa situazione diventa sempre più emblematica, la mia teoria si è sfaldata quando hai fatto il sogno dove SIrius ti ha mostrato il suo posto segreto che tu non conoscevi, quindi non so più come aiutarti”

“Rifletterò su questa storia e avrai mie notizie” disse Silente.

“Molto bene” aggiunse Jessica, alzandosi “Allora posso andare? C’è qualcuno che mi aspetta”

Silente sorrise “Certo e porta i miei saluti ad Harry”

La Grifondoro usci dall’ufficio del preside e raggiunse Harry nella Sala Comune.

“Che voleva Remus?” gli chiese Harry, una volta che la ragazza si era seduta accanto a lui.

“Voleva che parlassi con Silente dei sogni su Sirius e io ho eseguito. Ma nemmeno Silente trova una spiegazione esauriente”

 

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Fine capitolo.

Grazie mille a tutti per aver commentato, stiamo arrivando alla fine della storia, ancora qualche capitolo.
Commentate..
Alla prossima.. Baci HermCH

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Capitolo 13
*** Lettura della mente ***


13. Lettura della mente


Erano giunti i primi giorni di Aprile ed una sera due Grifondoro, del sesto anno, avevano deciso di imbucarsi nel bagno dei Prefetti.
“Perchè scappi da me, Jess? Hai forse paura?” chiese Harry, mentre la ragazza evitava le sue mani e andava dall’altro capo dell’immensa vasca.
“Oh non ho paura di te, Harry. Ma dei giochetti perversi a cui la tua mente sta pensando” rispose Jesssica, sorridendo.
“Ma io non ho intenzione di farti niente, solo qualche coccola” disse Harry, avvicinandosi a lei.
“Ah no?” chiese Jessica, evitando di nuovo il ragazzo, per buttargli una grossa quantità di acqua e schiuma addosso.
“Questa me la paghi!” disse Harry, togliendo la schiuma dal visto.
”Quanto sei buffo!” esclamò Jessica, ridendo come una pazza. Harry scattò velocemente e la ragazza non riuscì a sfuggirgli. “Presa!” esclamò Harry “Ora sei tutta mia” e baciò intensamente la ragazza e appena si staccarono lei lo spinse sott’acqua, lo tenne giù per qualche secondo e lasciò andare la presa. “Allora vuoi la guerra eh?” disse Harry, balzando sulla ragazza.
Lottarono scherzosamente per qualche minuto nell’acqua calda, tentando di affogarsi a vicenda, ma alla fine Jessica si arrese. Si spinse fino al bordo della vasca e li appoggiò al testa, chiudendo gli occhi e lasciandosi coccolare dall’acqua. Sentì le mani del suo ragazzo gingersi attorno alla sua vita formando un tenero abbraccio, “Ti amo, Harry” sussurrò Jessica, “Anche io” rispose Harry, tirando la ragazza verso di se.

Il giorno dopo fu un miracolo che Jessica riuscì ad arrivare in orario a Trasfigurazioni, essendo che aveva fatto tardi la sera prima con Harry, la mattina aveva dormito troppo.
La giornata trascorse velocemente nel segno della monotonia, solite lezioni, soliti compiti, la solita rottura di scatole.
Erano le sette di sera ed Harry e Jessica stavano tornado nella Sala Comune dopo un lauto pasto. “Che palle, non voglia di fare i compiti di Trasfigurazione” disse Jessica.
“Nemmeno io” rispose Harry. “E se andassimo nella Stanza delle Necessità?” continuò il ragazzo. Jessica si fermò e lo guardò storto. “Pensavo che dopo ieri sera fossi soddisfatto per un po’! E poi purtroppo devo fare Trasfigurazioni, sennò la Mac mi ammazza”
“Bè era solo una proposta” disse Harry, alzando le spalle.
Jessica sorrise e baciò il ragazzo sulla guancia, stringendogli la mano.
D’un tratto tutto divenne buio. Jessica sentì le gambe che non le sostenevano il peso.
Vide una serie di immagini nella sua mente, tutte riguardanti lei e Sirius, tutte sui suoi sogni. Lei e Sirius vicino alla cascata, nel parco di Hogwats quando guardavano le stelle, davanti al portone, nel posto segreto di Sirius, Jessica che toccava la guancia al padrino, le innumerevoli volte che aveva pianto e gli chiedeva di tornare da lei.
La ragazza gemette, mormorando “No, Sirius… no…”
Infine vide Sirius che cadeva oltre il velo. Il dolore era troppo forte, diventò di nuovo tutto buio, poi vide un cerchio di Mangiamorte e lei che entrava nell’ufficio di Silente con Remus. Queste due immagini passarono velocissimo nella sua mente, per poi dare posto di nuovo all’oscurità.
La ragazza aprì lentamente gli occhi, Harry la stava sorreggendo.
“Amore mio, che è successo?” chiese il ragazzo, spaventatissimo.
“Non lo so, un mancamento credo” disse Jessica, rialzandosi.
“Sei diventata strana di colpo, ti ho preso al volo prima che cadessi, poi hai iniziato a chiamare Sirius e alla fine la luce nei tuoi occhi è cambiata e hai chiamato Piton, non so perché ma questo è quello che è successo. Vieni tesoro, ti porti in infermeria” disse Harry.
Jessica si lasciò trasportare in infermeria, ma lei sapeva che non aveva avuto nessun mancamento, qualcuno le aveva letto la mente e credeva di sapere chi fosse stato.
Arrivati in infermeria Madama Chips fece accomodare Jessica sul lettino e spedì fuorì Harry. “Allora Smith. Che ti è successo?”
“Niente Madama, è Harry che ha voluto portarmi in infermeria, mi sono solo cedute le gamba, sarà un po’ di stress e perché ho mangiato troppo” mentì Jessica.
“Mmm… bè fatti almeno visitare velocemente” disse Madamo Chips. Dopo una veloce visita l’infermiera constatò che la ragazza non avesse niente che non andava.
“Bè sei a posto, puoi anche tornare dal signor Potter” disse Madama Chips.
“Ehm.. Madama, potrebbe dire ad Harry che deve.. ehm.. farmi altri controlli e che.. non gli conviene aspettare? Per favore!” chiese Jessica.
“Vuoi che mandi via il signor Potter?” chiese Madama Chips, un po’ sorpresa.
“Si, per favore”
Madama Chips alzò le spalle ed uscì dall’infermeria per rientrare poco dopo.
“Il signor Potter se n’è andato, ora che vorresti fare?” disse Madama Chips.
“Aspettare qualche minuto e poi andare. Lo so che le sembra strano, ma devo andare in un posto senza Harry, mandandolo via mi ha fatto un gran favore” spiegò Jessica.
“Oh non devi dare spiegazioni a me” borbottò l’infermiera, per poi tornare nel suo ufficio.
Jessica aspettò qualche minuto guardandosi in giro per l’infermeria vuota.
Scese dal lettino e uscì dall’infermeria con un solo pensiero nella mente. Le avevano letto nella mente e sapeva chi era il responsabile.
È stato Piton, lo so è stato lui pensò Jessica era nascosto da qualche parte e mi ha lanciato l’incantesimo. Il cerchio di Mangiamorte era un pensiero suo ed anche io e Remus che entriamo nell’ufficio di Silente, ma perché lo ha fatto? Forse voleva sapere che ho detto a Silente l’altra volta, oppure qualcuno glielo ha ordinato. Ora vedremo. Ti metto con le spalle al muro, Piton. Percorse l’ultimo corridoio dei sotterranei ed arrivò davanti all’ ufficio del professore. Bussò due volte ma nessuno rispose, bussò ancora. A quanto pareva Piton non era ancora tornato. Aprì lentamente la porta e diede una sbirciatina nell’ufficio, infatti era vuoto.
Fece per entrare quando la voce di Piton rimbombò nel corridoio.
“Smith! Non ti azzardare ad entrare!”
Jessica si voltò “Pensavo che era nel suo ufficio”
“Ma non lo sono, che vuoi Smith? Non ho tempo da perdere con te!”
“Oh il tempo lo perderà! Perché devo parlarle!” disse Jessica, incrociando le braccia.
“Entra allora!” esclamò Piton, spingendo la ragazza nell’ufficio.
Jessica guardò sprezzante il professore. “Allora, che vuoi?” chiese Piton.
“Lei mi ha letto nella mente qualche minuto fa!”
“Come prego?!” chiese Piton.
“Oh si! Prima ero su al terzo piano con Harry e qualcuno mi ha letto nella mente, e so che è stato lei!!” disse seccamente la ragazza.
“Tu vaneggi Smith!”
“Ah davvero? Prima ho visto i miei pensieri e poi due dei suoi: Un cerchio di Mangiamorte e l’ufficio di Silente!” rispose Jessica.
Piton rimase impassibile. “E ne hai la prova?”
“Ovviamente no. Ma ne sono sicura che è stato lei! E non posso dirlo a Silente perché non mi crederebbe, ha una grande fiducia in lei e non capisco il perché. Ma d’altronde anche Silente può sbagliare!” disse Jessica.
“Non mi aspetto che tu capisca qualcosa” rispose acido Piton.
“Oh tranquillo! Capirò cosa c’è sotto! Capirò cosa stai combinando e perché hai letto nella mia mente!” disse Jessica, puntando il dito contro il professore.
La ragazza si voltò ed uscì dall’ufficio sbattendo la porta.

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Fine Capitolo
Questa volta sono stata molto veloce... :o) Forse xkè mi è tornata l'ispirazione.. :OP
Spero che il cap vi sia piaciuto e aspetto con ansia qualche commento.
Baci HermCH

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Capitolo 14
*** Un compleanno oscuro ***


14. Un compleanno oscuro

Un raggio di luce illuminava il volto di Jessica, la ragazza si svegliò, apri le tende del suo letto a baldacchino e sorrise. Erano le otto e mezza di domenica 3 maggio, il giorno del suo compleanno.
Si alzò sbadigliando e si lavò e vestì, tutte le sue compagne dormivano ancora, sorrise vedendo la pila di regali in fondo al suo letto, sentiva che sarebbe stato un giorno magnifico. Jessica si affacciò alla finestra, un meraviglioso sole splendeva nel cielo blu ed illuminava il parco di Hogwarts.
Mentre guardava fuori dalla finestra sentì un cuscino che la colpiva alla schiena.
“Ehi Herm! Ma sei diventata matta? Da quanto ti metti a tirar cuscini?” chiese Jessica.
“Mmm.. mi sembrava il modo migliore per attirare la tua attenzione.. Ah! Auguri, Jess!” disse Hermione, alzandosi dal letto.
Jessica sorrise ed abbracciò l’amica “Grazie mille… ah finalmente maggiorenne” disse Jessica.
Parlottò per qualche minuto con Hermione, mentre anche le loro altre compagne iniziavano a svegliarsi.
“Vado a vedere se Harry si è svagliato!” disse Jessica alzandosi dal letto di Hermione, dove era seduta “Ci vediamo di sotto in Sala Comune”
Scese le scale del dormitorio femminile e prese quelle del dormitorio maschile, dove incontrò Seamus, Dean e Neville che stavano scendendo.
“Ciao Jess” dissero in coro.
“Ciao ragazzi” salutò Jessica, sorridendo.
“Approposito, auguri” disse Seamus.
“Gia, buon compleanno”
“Auguri!”
“Grazie mille a tutti e tre… Ehm.. Harry è già sveglio?” disse Jessica.
“Sì sì, era ancora a letto ma è sveglio, vai pure su, ci vediamo dopo” rispose Dean.
“Grazie ancora, a dopo”
Jessica raggiunse il loro dormitorio, bussò ed entrò. Trovò Ron seduto sul letto che si stava mettendo le scarpe mentre Harry era ancora sotto le coperte e non sembrava intenzionato ad alzarsi.
“Ciao Jess!” salutò Ron “Buon compleanno! Finalmente anche tu diciassettenne”
“Grazie mille” disse Jessica, sorridendo, si avvicinò all’amico e gli schioccò un bacio sulla guancia, lui arrossì vistosamente mentre lei si sedette sul letto di Harry.
“Tanti auguri, amore mio” disse Harry, mettendosi seduto per baciarla.
“Eh eh.. grazie, ma non è ora che ti alzi?” chiese Jessica.
“Mmm.. Sono stanco” disse Harry, sdraiandosi di nuovo e coprendosi la testa con il lenzuolo.
“Dai! Alzati da bravo, voglio aprire i regali ma vorrei che ci foste anche voi! E lo sai benissimo come sono curiosa!” disse Jessica, togliendo via le lenzuola ad Harry
Lui finalmente si alzò ed andò in bagno, Ron che era pronto annunciò che li avrebbe aspetti in Sala Comune. Qualche istante dopo Harry uscì dal bagno a dorso nudo e Jessica rimase imbambolata contemplando la sua bellezza.
“Quanto è bello il uomo” disse Jessica, avvicinandosi. Fece scorrere la mano sul torace muscoloso, scolpito ormai dai molteplici allenamenti di Quidditch.
Harry la baciò e la cinse con le braccia, fece camminare lentamente la ragazza in direzione del letto e senza troppi complimenti la face sdraiare mettendosi sopra di lei, senza staccare le sue labbra da quelle della ragazza. Continuarono a baciarsi appassionamene mentre Jessica accarezzava la schiena nuda del ragazzo. Harry inizio a slacciarle la camicetta con un unico pensiero nella mente, desiderava ardentemente la ragazza e voleva averla subito! Ma Jessica fermò la mano del ragazzo.
“Non adesso Harry” disse Jessica, cercando di spingere via il ragazzo.
“Perché no?” chiese Harry, facendo resistenza.
“Perché non ne ho voglia! Magari dopo” disse Jessica.
Harry finalmente si tolse da sopra la ragazza e lei si sedette.
“Però non puoi fare così!” disse Harry “Non puoi provocarmi e poi tirarti in dietro”
“Mmm.. Non è colpa mai se stai diventando un malato di sesso!” rispose Jessica.
“Io non sono malato di sesso! Sono malato di te!” disse Harry.
Jessica sorrise “D’accordo, questa volta di sei salvato in corner, come direbbero i babbani” disse la ragazza, alzandosi. Harry si alzò a sua volta e si avvicinò alla ragazza che le dava le spalle.
“Ti amo” sussurrò all’orecchio della ragazza. Jessica si volto e sorrise al ragazzo.
“Anche io, più della mia vita! Dai ora vestiti e scendiamo dagl’altri!” disse la Grifondoro.
Jessica ed Harry raggiunsero Ron ed Hermione in Sala Comune e con l’aiuto di quest’ultima portò giù i suoi regali. Nel frattempo li raggiunse anche Ginny.
“Prima il mio!” disse Harry.
“E quale eh?” chiese Jessica, cercando nei pacchettini il regalo di Harry.
“Oh non c’è li!”
“E dove lo hai messo?” domandò Jessica, curiosissima.
“Mmm.. Chiudi gli occhi!” disse Harry. Jessica obbedì dicendo al ragazzo di darsi una mossa.
“Ora apri pure gli occhi” disse Harry. Jessica aprì gli occhi ed emise un piccolo urlo di sorpresa.
“Oh mio dio.. Harry è bellissimo!” disse Jessica, ad alta voce.
“Per la verità è una bellissima” rispose Harry, sorridendo.
“Amooore, vieni dalla mamma, ma come sei bella” disse Jessica, e finalmente prese tra le mani il piccolo micino che Harry le aveva regalato. Una piccola gattina, completamente bianca, con attaccato un enorme fiocco rosso. Jessica accarezzò la gattina per qualche istante in silenzio, era tenerissima!
“Allora ti piace?” chiese Harry, dandole un bacio sulla guancia.
“È bellissima! Adorabile” disse Jessica, continuando a giocherellale con quella piccola palla di pelo.
“Jess, me la fai tenere un attimo?” chiese gentilmente Ginny.
“Ma certo” disse Jessica porgendole il piccolo felino “Io intanto apro questi! Ah comunque grazie Harry” disse infine per poi baciare il ragazzo. Finalmente si dedicò alla tanto attesa apertura dei regali.
“Oooh! Grazie mille! Ma ragazze voi siete pazze, adoro questo profumo, ma costa tantissimo!” disse Jessica rivolta a Hermione e Ginny, una volta che aveva scartato il penultimo pacchetto.
“Bè anche per questo te lo abbiamo fatto assieme, comunque l’importante e che tu ne sia contenta” disse Ginny.
“Già e poi sappiamo che appunto ti piace tantissimo” aggiunse Hermione.
Jessica sorrise “Bè grazie mille, vorrà dire che ve ne presterò un po’ per quando dovete farvi belle per qualche fusto di ragazzo”
Mancava ancora un ultimo pacchetto, era piccolo e Jessica si chiedeva di chi fosse, perché aveva già scartato quelli di Ginny ed Hermione, Ron, suo cugino Teodor, Lupin, dei signori Weasley, di Fred e George, di Tonks, Hagrid ed infine Harry le aveva regalato la gattina. Quindi non sapeva di chi fosse.
Prese il pacchetto in mano con una certa diffidenza, aveva paura che fosse un altro scherzo di Voldermort, come era già successo a natale. Sfilò il fiocco ed aprì la scatolina, diede uno sguardo al suo interno, vi era quella che sembrava una statuina. Aprì la mano, girò la scatola sottosopra e nella sua mano cadde una statua. Jessica sgranò gli occhi, non poteva crederci, era un piccolo angelo di metallo. La ragazza era completamente stupita! Chi poteva averle mandato un angelo se non lui, Sirius. Ma il suo amato padrino era morto e questa ormai era una certezza! Non riusciva a capire, solo Sirius la chiamava angelo. Solo lui avrebbe potuto regalarle un angelo. Solo per loro due quella parola aveva un significato molto speciale.
“Chi può averti mandato un regalo del genere?” chiese Ron.
“Non lo so, non c’è nessun biglietto!” disse Jessica, con lo sguardo fisso sul piccolo angelo.
“Non potrebbe essere un altro trucco di Voldemort?” chiese Harry.
“Mmm.. no questo no, è solo una statuina” rispose Jessica, alzandosi dal divano. “Ok grazie mille a tutti per i regali, li porto su e poi andiamo a colazione?”
“Oh si, oh una fame da lupo!” disse prontamente Ron.
“Ron tu hai sempre fame!” disse Hermione.
Jessica sorrise, radunò i suoi regali e con l’aiuto di Ginny li portò nel suo dormitorio. Li ripose sul letto e tenne in mano solo la statuina dell’angelo, che scrutò attentamente. L’angelo sorrideva, sembrava sereno ed aveva grandi occhi blu. “Jess, andiamo?” le chiese Ginny.
“Oh si, vengo subito” ripose Jessica, diede un ultimo sguardo alla statuina e poi decise di mettersela in tasca. Dopo un’abbondante colazione Harry e Jessica decisero di andare a fare una passeggiata nel parco, per godersi il sole di maggio.
Passarono da Hagrid e rimasero a parlare fuori dalla sua capanna bevendo succo di zucca, era veramente una giornata bellissima, in cielo non vi era una nuvola. Jessica ringraziò Hagrid per il regalo e verso mezzogiorno i due ragazzi accompagnati dal Mezzogigante si avviarono in direzione del castello per il pranzo. Arrivati in Sala Grande si separarono da Hagrid e raggiunsero Ron che stava al tavolo dei Grifondoro con Lavanda, Calì, Seamus e Neville.
“Ciao ragazzi” disse Jessica sedendosi da parte a Neville, Harry si sedette accanto a lei ovvero proprio in faccia a Ron.
“Ciao” risposero in coro i Grifondoro.
“Hermione?” chiese Harry, servendosi le patate.
“Mmm.. prima era su in Sala Comune con me a studiare, poi è andata via. Mi pare che si vedeva con Joshua” disse Ron.
“Sono contenta che dopo il Ballo di Natale abbiano iniziato a frequentarsi di più, spero proprio che fra un po’ si mettano assieme!” disse Jessica, e come aveva predetto poco dopo Hermione arrivò con aria entusiasta ed annunciò che Joshua le aveva chiesto di diventare la sua ragazza.
“Fra un po’ potresti prendere il posto della Cooman, Jess” disse Harry, sorridendo.
Il gruppetto di Grifondoro scoppiò a ridere.
“Harry andiamo a fare un giro?” chiese Jessica, posando la forchetta sul piatto.
Lui annui e si alzò. “Ehm.. Presumo che oggi tu non abbia intenzione di studiare vero?!” chiese Hermione. “Direi di no, almeno il giorno del mio compleanno vorrei stare alla larga dai compiti!” disse Jessica.
I due Grifondoro uscirono dalla Sala Grande, dopo un saluto ai loro compagni.
“Allora… dove vuoi andare?” chiese Harry, una volta che erano nella Sala d’Ingresso.
“Andiamo da Remus? Hai voglia? Volevo ringraziarlo per il regalo” disse Jessica.
“D’accordo”
Trovarono l’ufficio del professore aperto, con un fugace sguardo all’interno Jessica, vide che Lupin stava guardando fuori dalla finestra. “Toc toc” disse Jessica, mentre bussava alla porta.
“Oh ragazzi! Entrate, entrate! Chiudi pure la porta Harry” disse Lupin.
“Volevo ringraziarti per il regalo” disse Jessica, sedendosi.
“E ancora tanti auguri Jess, non è proprio coretto da parte di un professore ma non potevo non regalarti qualcosa” disse Lupin, sorridendo.
“Bè sinceramente tu prima che un professore sei un amico!” disse Jessica.
“Già, un grande amico, molto importante per tutti e due!” aggiunse Harry.
“Oh ragazzi, non esagerate adesso o finirò per commuovermi” rispose Lupin, sempre con un gran sorriso.
Passarono quasi un’ora nell’ufficio di Lupin a parlare e mentre Harry e Jessica si stavano avviando in direzione del settimo piano la ragazza pensò ancora una volta, che era veramente una fortuna aver di nuovo Lupin ad Hogwarts!
“Ehi Jess” esclamò Harry, quando erano nel corridoio del settimo piano.
“Che vuoi?”
“E se andassimo nella Stanza delle Necessità?” sussurrò Harry, all’orecchio della ragazza.
“Mmm…”
“Daiii, ti prego!”
“Ok” rispose Jessica, sorridendo. Harry la prese per mano e velocemente raggiunsero la Stanza delle Necessità. Il ragazzo passò tre volte davanti alla porta invisibile e quando questa apparse trascinò Jessica nella Stanza. Una volta chiusa la porta Harry iniziò a baciare Jessica con molta foga.
“Ehi vacci piano per favore!” disse Jessica, Harry tolse subito le mani da sotto la camicetta della ragazza e si scusò, un po’ imbarazzato. Jessica sorrise, un attimo prima il ragazzo sembrava un assatanato ed ora le faceva tenerezza, sembra come un bambino piccolo che era stato sorpreso con le mani nella marmellata.
Jessica spinse Harry verso il letto che era apparso nella Stanza delle Necessità, lo fece sedere, scacciò le mani di lui che volevano trascinarla sul letto ed iniziò un piccolo spogliarello sotto il suo sguardo eccitato.
Un’ora dopo Jessica stava accarezzando i capelli di Harry, mentre lui dormiva appoggiato a lei. Il ragazzo ancora una volta era stato fantastico e Jessica ora lo guardava dormire, con aria felice.
Oh come vorrei fare una doccia però! Pensò Jessica. D’un tratto apparve una porta dove un attimo prima c’era solo il muro. Jessica sorrise, scostò Harry che continuava dormire profondamente, si mise la maglia del ragazzo ed andò in direzione della nuova porta. La aprì e vide una magnifico bagno, con la sauna, una doccia enorme e morbidi asciugamani bianchi impilati su un comodino.
“Io ti adoro Stanza!” disse Jessica, entrando nel bagno.
Era meraviglioso stare sotto l’acqua calda, era una doccia idromassaggio e l’acqua proveniente da un po’ tutte le parti le scivolava delicatamente sul corpo scaldandolo. Ad un tratto senti una mano che le sfiorava la schiena, Jessica si voltò e si trovò faccia a faccia con Harry.
“Che vuoi? La doccia la sto facendo io adesso, aspetta il tuo turno!” disse Jessica.
“E se volessi farla assieme?” disse Harry, poi baciò la ragazza e la spinse contro la parete della doccia. Si baciarono appassionatamente per qualche istante, poi Harry iniziò a baciare il collo della ragazza, mentre con le mani scivolava lungo il corpo di lei provocandoli brividi di piacere.
“Ancora? Ma non ti è bastato prima?” chiese Jessica.
“Bè ma sotto la doccia non l’abbiamo mai fatto” rispose Harry, scompigliandosi i capelli bagnati.
“Sai Harry così sei ancora più bello! Dovresti tagliarli un po’ e mettere il gel!” disse Jessica.
Harry sorrise, Jessica gli la mano attorno alle spalle e lo avvicinò a se per baciarlo!
Erano ormai passate le sette di sera e l’oscurità iniziava a cadere su Hogwarts. Il giorno stava lasciando spazio alla notte e Jessica dormiva profondamente sulla poltrona, mentre Harry, Ron ed Hermione studiavano.
“Ma si può sapere che hai fatto oggi pomeriggio a questa povera ragazza? Era sfinita!” chiese Ron.
“Mmm bè.. diciamo che abbiamo fatto molta attività fisica” rispose vagamente Harry.
“Già e scommetto che non centra niente il Quidditch, e neppure la corsa” disse Ron, sorridendo. Harry posò la penna d’oca, guardò l’amico e sorrise “No, ma diciamo che ha fatto fatica a tenere il mio passo!” Ron scoppiò a ridere.
“Evviva la modestia” disse Hermione, senza staccare gli occhi dal suo libro.
“Ma dai Herm, stiamo solo parlando di corsa” ribatté Harry.
“Sì quella che tu e la bella addormentata li sulla poltrona fate sotto le lenzuola” disse Ron. I due ragazzi scoppiarono a ridere, anche Hermione abbozzo un sorriso, prima di dare ai due amici degli idioti. Jessica si mosse sulla poltrona a quanto pareva stava facendo sonni agitati.

Una figura camminava velocemente nel parco, si fermò sotto il grande faggio dove Jessica e i suoi amici si era messi tante volte a studiare. L’uomo dai capelli lunghi si guardò in torno. Stava cercando qualcosa o qualcuno.
“Jess! Sei qui? Jessica dove sei? Sono io, sono Sirius! Sono tornato da te piccola mia!” disse Sirius. Si tolse e capelli dagl’occhi e scrutò il parco.
“Vieni da me Jess, ti sto aspettando!”

Jessica si svegliò di soprassalto e quasi cadde dalla poltrona.
“Jess tutto bene?” chiese Harry, alzandosi dalla sedia.
“Cosa? Oh si… Ehm… io.. mi sono ricordata che Remus voleva vedermi per… dirmi una cosa… Ci vediamo dopo” disse Jessica e uscì frettolosamente dalla Sala Comune.
Ma Jessica non era diretta nell’ufficio del professore, stava andando nel parco. Sapeva che era molto pericoloso per lei, soprattutto ora che si stava facendo buio. Ma doveva sapere! Aveva bisogno di sapere se Sirius era veramente tornato da lei!
Uscì frettolosamente dal castello, per fortuna non incontrò nessuno nel viaggio.
Percorse il parco molto velocemente, fino ad arrivare al grande faggio che si trovava al limitare del lago. “S-sirius?!” chiamò Jessica, ma nessuno rispose. “Sono io, sono Jess! Il tuo angelo è qui.. dove sei?” la ragazza attese ancora qualche minuto chiamando il padrino, ma più il tempo passava più si rendeva conto che era stato ancora una volta solo uno stupido sogno e che lei era ancora più stupida.
Stava per andarsene quando sentì un rumore di passi dietro di se, si voltò velocemente ma non c’era nessuno. Il rumore sembrava provenire da qualche parte nell’oscurità vicino al faggio. “S-sirius, sei tu?” chiese debolmente la ragazza.
Stava per pronunciare l’incantesimo Lumos quando qualcuno gridò “Stupeficium!!”
Jessica vide una luce rossa e poi più niente… solo il buio…

Jessica aprì lentamente gli occhi, le ci volle qualche attimo per mette a fuoco la vista. Era in una stanza buia, con poche candele accese, provò muoversi ma realizzò che era legata. Le mani ed i piedi erano legati strettamente alla sedia dove era seduto.
“Merda! Merda! Merda! E ancora una volta merda!” disse Jessica, mentre tentava di liberarsi. “Mmm… non molto fine per una signorina” disse una voce alle sue spalle.
“Bè era piuttosto immaginabile che fossi qui per colpa tua” disse Jessica, tentando di girarsi. Una mano bianca si appoggiò sulla sua spalla.
“Non toccarmi lurido verme!” disse Jessica, arrabbiata.
“No, decisamente non molto delicato per una ragazza!”
Finalmente Lord Voldemort uscì dall’oscurità avanzò con passo sicuro, prese una sedia e si sedette di fronte alla ragazza.
“Ma sicuramente non è colpa mia se ti trovi qui, ma quella è solo tua! Troppo facile da manovrare, ragazza! Ma soprattutto di trovi qui grazie all’ottimo lavoro di Severus, lui ti ha letto nella mente cercando la profezia, ma ha trovato solo un sacco di ricordi sul tuo defunto padrino. Sogni da quel che mi ha detto Severus, che a lui sembravano inutili, ma questi sogni potevano giocare a mio vantaggio ancora una volta. D’altronde il trucco di far vedere qualcosa di falso in un sogno era già funzionato un anno fa con Harry Potter. Ma questa volta non avrei potuto farti vedere io questo sogno, i miei poteri non arrivano fino ad Hogwarts, come è stato con Potter. Quindi Severus ha cercato per molte sere di farti sognare Black. Ma si è rilevato difficile, perché sei capace di chiudere la mente, anche ora io non riesco a leggere la tua mente purché io sia un grande Legillimes. Ma stasera finalmente Severus è riuscito ad introdursi nella tua mente. Ti ha fatto sognare Black, ha aspettato che corressi nel parco alla ricerca di lui, ti ha schiantato e ti ha portato da me!” spiegò Voldermort e Piton che era stato in silenzio alle spalle della ragazza, finalmente uscì alla luce sogghignando e si mise accanto al padrone, mentre Jessica stringeva i pugni e lo guardava con odio puro.
“Io starei attento alla ragazza Severus. Il suo sguardo non è molto benevole” disse Voldemort, ridendo.
“Cosa credi che possa fare un’insulsa ragazzina, padrone?!” disse Piton.
“L’insulsa ragazzina si libererà da qui, ti verrà a cercare e metterà fine ai tuoi giorni da sporco Mangiamorte, lurido traditore!” gridò Jessica
Voldemort scoppiò a ridere. “Harry mi troverà, statene certi! Mi troverà e mi verrà a salvare! Io e lui siamo una cosa sola!” disse Jessica.
“Si certo” disse Piton, con non curanza.
“Ora puoi andare Severus, voglio essere lasciato solo con la ragazza, di a qualcuno di stare di guardia fuori dalla porta” disse tranquillamente Voldemort.
“Sì padrone” disse Piton, fece un piccolo inchino in segno di rispetto ed uscì, ma prima di uscire Jessica gridò ancora. “Sei un uomo morto, Piton!”
“Quando hai finito di sbraitare inutilmente possiamo passare a cose più serie” disse Voldemort.
“Ah già cose più serie” disse Jessica, calmandosi “Mmm.. vediamo… bè direi che risparmiate sulla luce, illuminare un po’ di più la stanza no eh?”
“Non avrai più voglia di scherzare quando avrò finito con te!” disse Voldemort.
“Scommettiamo?” disse Jessica, in tono di sfida.
“Imparerai che riesco ad essere molto persuasivo, ma ti do una possibilità, rivelami a profezia adesso e non ti sarà fatto del male” disse Voldemort.
“Preferisco morire piuttosto”
“Allora ci sarà da divertirsi” disse Voldemort, sfilando la bacchetta dalla tasta interna.
“Tu potrei pure essere molto persuasivo, ma io sono incredibilmente tenace e determinata! E scusa… Perché il contenuto della profezia non lo chiedi al tuo leccapiedi Piton?!!” ripose Jessica.
Voldemort sorrise “Piton conosce solo l’inizio della profezia ed il fatto che tu dovresti essere, tra virgolette, il vero amore di Harry Potter. Molto commovente…”
“Si si.. forza fai quello per cui sei qui, lurido bastardo” disse Jessica, sprezante.
“Con molto piacere… Imperio!! …… Rivelami il contenuto della profezia!”

No grazie, non ho voglia di farlo
Rivelami il contenuto della profezia
Ho detto che non voglio
Rivelami il contenuto della profezia
No, non lo farò

“NO!” furono queste le parole che scaturirono dalla bocca di Jessica.
“Oh molto bene Smith, molto bene.” Disse Voldemort “Vorrà dire che passerò alle maniere forti… Crucio!!
“Aaaaaaaaaahhhh” un urlò agghiacciante riempì la stanza e percorse tutte le segrete della fortezza del Signore Oscuro.

“Tutto qui quello che sai fare??! Mi deludi” disse Jessica, ansimando.
“Vedrò di fare di meglio… Crucio!!!” disse Voldemort, con rabbia ed un altro urlo pervase la stanza. Jessica stava impazzendo dal dolore, sembrava che il suo corpo andasse in fiamme, ma d’un tratto il dolore sparì come era arrivato. Jessica ansimava, stava veramente soffrendo anche se faceva di tutti per non farlo vedere.
“Sai, Tom…” iniziò Jessica.
“NON chiamarmi così!!!” la interruppe Voldemort, alzandosi di scatto.
“Perché? Non ti piace il tuo nome Tom? È così un bel nome, Tom! Si a me piace il nome Tom.. e a te Tom?” disse Jessica. Voldemort si avventò su di lei e la afferrò per il collo.
“Non osare chiamarti così mai più!” disse mentre stringeva la presa. “Tu non hai paura di me vero?!” disse Voldemort, mollò la presa e Jessica tossì innumerevoli volte.
“No, non paura di te” disse Jessica e nei suoi occhi si poteva vedere la determinazione della ragazza.
“Bè imparerai ad averne allora… Crucio!!!”
Era tutto straziante. Le grida della ragazza, il dolore che provava.
“Complimenti… Questa era più forte… Ma puoi continuare a torturarmi all’infinito, ma non ti dirò mai la profezia” disse Jessica.
“Se vuoi continuare a soffrire…”
“Sai, ho deciso come chiamare il gattino che Harry mi ha regalato. Oggi è il mio compleanno, è davvero tenerissimo quel gatto. Bè veramente è una gattina, tutta bianca, quindi ho deciso di chiamarla Neve.. Io adoro quando nevica, a te piace la neve?” disse Jessica, parlare di cose inutili le sembrava il miglior modo per perdere tempo.
“Solo quella impregnata di sangue” rispose Voldemort. “CRUCIO!”
E il corpo della ragazza torno in fiamme, la testa le scoppiava, gridava disperatamente, il dolore era troppo forte. Venne presa dalle convulsioni ed d’un tratto il dolore cessò. Vomitò ai piedi della sedia, ora vedere Voldemort molto sfocato, le forze la stavano abbandonando e svenne.

Molto lontano da lei ad Hogwarts un giovane Grifondoro iniziava a preoccuparsi non vedendo tornare la sua ragazza.
“Ora vado a cercarla, sono quasi due ora che è via!” disse Harry.
“Dai Harry calmati, avrà perso la cognizione del tempo parlando con Remus” disse Hermione. Ma il Grifondoro continuava a camminare nervosamente per la Sala Comune.
“No, questa volta ho un brutto presentimento, io vado a cercarla” disse Harry ed uscì dalla Sala Comune. Cinque minuto dopo era davanti all’ufficio del professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Bussò e rimase in attesa che la porta gli venisse aperta.
“Ciao Harry” disse Lupin, aprendo la porta.
“Ciao Remus, ehm.. senti Jess è qui?” chiese Harry, agitato.
“Veramente no. È da oggi pomeriggio che non la vedo” disse Lupin.
“Mi aveva detto che le avevi chiesto di parlarle… Ecco, me lo sentivo, le è successo qualcosa” disse Harry, poggiando la testa contro il muro “Avrei dovuto andare con lei!”
“Non ti preoccupare Harry. Jess sarà in giro da qualche parte per il castello” disse Lupin, ed aveva già un posto in mente, avrebbe scommesso tutti i suoi libri che era di nuovo nel posto di Sirius. “Adesso tu torni nella Sala Comune, prendi la Mappa del Malandrino e mi aspetto fuori dalla Sala… Io vado a vedere in un posto se c’è e ti raggiungo subito, ok?”
Harry annuì, percorsero la strada assieme fino al quinto piano, dopo di che Harry continuò in direzione della Torre dei Grifondoro. Lupin percorse il corridoio e si fermò davanti al passaggio segreto, una volta che il muro si era spostato entrò nella piccola stanza ma la trovò vuota. Eppure avrebbe scommesso che Jessica fosse stata lì appisolata sulla panca come era già successo molte volte.
Uscì velocemente e si diresse anche lui verso la Sala Comune dei Grifondoro, la Mappa avrebbe rilevato dove si trovava la ragazza.
“Remus! L’hai trovata?” chiese Harry, mentre il professore lo raggiungeva.
“No e tu?” chiese Lupin, dando uno sguardo alla Mappa del Malandrino.
“Nemmeno, aiutami a cercarla” disse Harry.
Setacciarono la cartina alla ricerca della ragazza, ma non la trovarono, non era nel castello. Harry imprecava preoccupato, Jessica non si trovava proprio.
“Vieni Harry, dobbiamo andare da Silente, lui saprà che fare” disse Lupin.
Raggiunsero molto velocemente l’ufficio del preside, nell’ufficio trovarono Silente che stava parlando con la McGranitt.
“A cosa devo la visita?” chiese gentilmente Silente.
“Ecco.. mi dispiace disturbarvi Albus… Ma…” disse Lupin.
“Jessica è scomparsa!!” concluse Harry.
“Come scomparsa, signor Potter?” chiese la McGranitt.
“Scomparsa, sparita, non si trova, non è a Hogwarts” disse Harry.
“Calmati Harry, non può essere sparita del tutto, non è così facile lasciare Hogwarts” disse Silente. Si avvicinò ad un tavolino e prese uno dei suoi tanti oggetti argento che ronzavano. Tornò alla scrivania e iniziò a mormorare parole in una strana lingua.
“Mancano due persone da Hogwarts” disse Silente.
“Jessica e?” chiese Harry.
“Severus Piton” rispose Silente.
“Era in missione per l’Ordine?” chiese Lupin, preoccupato.
“No, non questa sera” disse Silente e si mise una mano sul volto.
“Ma certo! È così ovvio! È stato lui, quel traditore, lui ha portare via Jess!” disse Harry, arrabbiato. “Non ci sono prove!” disse la McGranitt.
“Minerva ha ragione, ma purtroppo non è un’ipotesi da scartare” disse Silente.
“Cosa possiamo fare? Dobbiamo trovarla!” disse Remus.
“Si decisamente, Harry vieni qui siediti” disse Silente, indicando la sedia al ragazzo. Harry attraversò l’ufficio ed si sedette in faccia a Silente, che a sua volta si alzò e si avvicinò.
“Chiudi gli occhi, Harry” disse Silente, poggiando la mano sulla spalla del ragazzo.
“Non capisco a cosa possa servire” disse Harry.
“Abbi fiducia in me, chiudi gli occhi, tu e Jessica siete una cosa sola, tu la puoi sentire e puoi portarci da lei, devi solo concentrarti. E ora chiudi gli occhi” spiegò Silente.
Harry chiuse gli occchi. “E ora concentrati. Cerca Jessica nella tua mente, cerca il contatto con lei, tu puoi trovarla e puoi portarci da lei…”

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Fine capitolo!
Bene, devo dire che questo era proprio lungo... ho decisamente ritrovato l'ispirazione per scrivere.. :D
Grazie mille a Cucciola_83 del commento e spero che altri vorranno commentare..
Notizia importante ----> IL PROSSIMO CAPITOLO SARÀ L'ULTIMO!!!

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Capitolo 15
*** Il volo dell'Angelo ***


Ciao a tutti.. Questo è l'ultimo capitolo! Buona lettura... e spero che vi piaccia!!

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15. Il volo dell’angelo

Jessica aprì gli occhi e lentamente mise a fuoco la stanza, era sempre molto buia. Aveva la nausea, non ce l’ha faceva più, doveva cercare di andarsene da lì.
Ma come diavolo faccio ad andarmene? Pensò la ragazza Non ho la bacchetta e dubito che il corso di difesa personale  che ho fatto l’altra estate mi possa servire a molto contro dei Mangiamorte pronti a scagliare malefici in ogni momento. No devo pensare a qualcosa!
Jessica chiuse gli occhi, doveva trovare una soluzione a quella decisamente scomoda situazione!
Mmm.. Allora, scommetto che fuori di qui ci sono almeno due Mangiarmorte. E scommetto anche che saranno due gorilla senza cervello, quindi posso provare ad ingannare loro!
“EHI! EEEEEEEEHI! LO SO CHE SIETE LI FUORI!!!” gridò la ragazza. “EEEEEEEEEEEEEEEEEEHI!!!!!!!!!”
La porta si aprì di scatto “Che vuoi?” chiese un grosso Mangiamorte.
“Devo andare in bagno!” disse Jessica.
Il Mangiamorte scoppiò a ridere e richiese la porta:
“EEEEEEHI! NON CREDI CHE IL TUO SIGNORE SARÀ SCONTENTO DI TE VEDENDOMI POCO INCLINE A OTTEMPERARE ALLE SUE RICHIESTE SOLO PER COLPA TUAAAAAAA!!” gridò di nuovo la ragazza.
La porta si riaprì “Che vorrebbe dire?” chiese il Mangiamorte.
“Eh effettivamente dovrei parlare in modo più semplice perché effettivamente non mi sembri molto intelligente!! Allora te lo spiego subito. Se tu non mi fai in bagno io poi sarò ancora più di cattivo umore e metterò di cattivo umore Voldermort! Lui scoprirà che è tutta colpa tua e se la prenderà con te! È chiaro adesso?” disse Jessica.
“Bhè.. adesso si.. ma io non so.. e va bene però fai presto!” ripose il Mangiamorte avvicinandosi a Jessica.
Il Mangiamorte slegò la ragazza, lei si alzò barcollando, le girava la testa. Camminò lentamente con il Mangiamorte alle spalle che le puntava la bacchetta contro.
“Tu stai qui a controllare!” Ordinò il Mangiamorte ad un altro, mentre spingeva in avanti la ragazza.
Percorsero il corridoio lentamente, sembrava di essere nei sotterranei di Hogwarts, quasi sicuramente il nascondiglio di Voldemort era in un qualche castello e quelle erano le segrete.
In fondo al corridoio vi era un bagno malconcio, Jessica pensò che prima di tentare di scappare tanto valeva andarci. Fece tutto con molta calma, perché più tempo passava più riprendeva le forze e sapeva già che una volta in fuga avrebbe dovuto correre molto.
“Era ora!” disse il Mangiamorte prendendola per un braccio mentre usciva dal bagno, Jessica si abbassò di scatto e gli fece uno sgambetto, il Mangiamorte cadde rovinosamente a terra, la ragazza rotolò su un fianco, prese la bacchetta del mago e lo schiantò.
“Fin troppo facile” sussurrò Jessica, alzandosi in piedi.
Fece levitare l’uomo nel bagno e lo chiuse dentro. Guardò il corridoio da cui era venuta ed un altro che stava alla sua sinistra. Come cavolo avrebbe fatto ad uscire da quel labirinto?
Decise di prendere il corridoio alla sua sinistra credendolo più prudente.
Camminò per qualche minuto senza incontrare nessuno, ma poi sentì un rumore di passi e delle voci provenire dalla parte opposta alla sua, si infilò in un cubicolo ed attese.
Due Mangiamorte svoltarono l’angolo ed iniziavano a camminare verso lei ed il suo scomodo nascondiglio.
“Quanto pensi che ci metterà il Signore Oscuro a piegare la ragazza?” chiese uno dei Mangiamorte.
“Non lo so, Amycus. Ma ho sentito che è molto tenace!” ripose l’altro.
I due Mangiamorte passare accanto alla ragazza ma non si accorsero di nulla. Jessica aspettò che il rumore di passi si fosse spento. Doveva muoversi, perché quando avrebbero capito che era scappata ci sarebbero stati Mangiamorte da tutte le parti. Provò a Smaterializzarsi tenendo bene a mente le tre D, ma non ce la fece. Probabilmente anche in quella parte delle segrete c’era un incantesimo anti-materializzazione. Iniziò a correre velocemente, prese qualche corridoio, ma non riusciva a vedere una via d’uscita. Finalmente trovò delle scale. Quella sembrava essere la via giusta!
“Ehi!” sentì gridare alle sue spalle, erano i due Mangiamorte che aveva visto prima.
“Quella è la ragazza, sta scappando! Prendiamola!” disse il Mangiamorte di nome Amycus.
Jessica iniziò a salire le scale più velocemente possibile. Alla fine della scalinata si ritrovò in un corridoio identico a quelli del piano inferiore, continuava a correre velocemente cercando di seminare i due Mangiamorte che le scagliavano incantesimi. “Stupeficium!” gridò Jessica, agitando in dietro la bacchetta del Mangiamorte che aveva schiantato in precedenza. Si sentì un urlò soffocato a quanto pareva aveva avuto fortuna, si voltò velocemente ed infatti vide uno dei Mangiamorte a terra, mentre quello di nome Amycus continuava a correre. Per fortuna della ragazza, Amycus era abbastanza lento ed iniziava a perdere terreno. Jessica svoltò l’angolo ed andò a sbattere contro qualcosa di duro. Stava per cadere quando due mani le afferrarono i polsi tenendola in piedi, mentre la bacchetta le cadde a terra.
“Bene bene, volevi scappare?” chiese l’untuosa voce di Severus Piton. Jessica si dimenò, ma la presa di Piton era molto forte, così lo colpì con una ginocchiata in mezzo alle gambe. Un’espressione di dolore apparse sul volto olivastro di colui che era stato il professore di pozioni della ragazza. Piton mollò la presa e cadde in ginocchio. Jessica lo scavalcò e continuò a correre.
“Idiota! Fermala!” ordinò Piton ad Amycus, mentre la ragazza si allontanava.
Jessica correva velocemente, ma Amycus era sempre alle sue calcagna. Purtroppo, per colpa di Piton, la ragazza non aveva più la bacchetta e quindi doveva cercare di schivare in qualche modo gli incantesimi del Mangiamorte e correre in fretta.
Jessica inciampò e cadde rovinosamente sulla fredda pietra. Si rialzò immediatamente, ma qualche istante dopo tutto divento buio, un’altra volta.

“Sveglia stupida ragazzina, sveglia…” una voce la stava chiamando, era una voce conosciuta, ma non riusciva a decifrarla. Jessica aprì gli occhi, si trovava di nuovo in quella stanza buia dove aveva sofferto tutte le torture di Voldermort. Tentò di muoversi, ma era legata ancor più strettamente di prima.
“Ooooh.. la principessina si è svegliata!” disse la voce di Bellatrix Lenstrange.
“Bellatrix, qual buon vento?!” disse Jessica, con voce rocca.
“Volevo vedere quanto male stavi. Peccato che non mi è concesso torturarti personalmente, sai ho una certa.. possiamo dire affinità.. con la Maledizione Cruciatus” rispose Bellatrix.
“Si ne ho sentito parlare, ma il caro Voldermort dopo i tuoi numerosi fallimenti non credo che sia cosi felice di darti qualche altro incarico importante. Mica ti fa pulire i pavimenti adesso?” disse malignamente Jessica.
“Stupida ragazzina insolente! Se solo potessi scagliarti una maledizione la smetteresti di fare l’insolente!”
“Come come come? Ho sentito bene? Credi di poter fare meglio del tuo Signore?” chiese Jessica, ridendo.
“I-io non ho detto questo…”
“Oh invece si!” disse Jessica “Cosa credi che dirà quando gli riferirò quello che mi hai detto?!!”
Bellatrix si avvicinò alla ragazza puntandolo contro la bacchetta, Jessica era riuscita a farla arrabbiare! E in questo la ragazza ci prendeva gusto!
“Non ti crederà mai!” esclamò Bellatrix.
“Ah ok… E allora non è di paura l’espressione che c’è sul tuo volto?!”
Bellatrix fece un gesto di stizza, doveva essere frustrante non poter farla pagare alla ragazza.
E così Voldemort ha dato l’ordine che solo lui può toccarmi… interessante pensò Jessica. Subito dopo due mani sporche con delle lunghe unghie giallastre poggiarono sulle sue spalle. Jessica si spaventò e tentò di allontanarle scrollando le spalle.
“Volevo farti conoscere una persona, sai Piton dice che hai una certa affinità con i Lupin Mannari e così…”
“E Piton come sta quel traditore?!”
Bellatrix rise “Oh gli hai dato una bella botta, ci ha messo un po’ a riprendersi”
“Peccato, speravo che non si riprendesse…” disse Jessica, sprezzante.
“Oh si, tu saresti un fantastico Lupo” le sussurrò la voce di un uomo, all’orecchio.
“Posso presentarti Fenrir Greyback?!!” disse Bellatrix, con un gesto teatrale.
“Mmm… Incantata” mormorò Jessica, disgustata.
Greyback accarezzò la chioma della ragazza e la annusò avvicinandosi al suo collo. Il Lupo Mannaro aveva una voce strana, come una sorta di abbaiare rasposo.
“Ah come vorrei assaggiarti, se solo potessi…” disse Greyback, iniziando a baciare il collo della ragazza “Sai sono specializzato in bambini piccoli, sono così morbidi e teneri, ma per te farei un’eccezione”
“Sei ripugnante” disse Jessica, tentando di allontanare il Lupo Mannaro.
“Ma coooome?” esclamò Bellatrix “Non ti piace la sorpresina che ti ho portato? Ah no aspetta tu preferisci.. com’è che si chiama? Lupin?!!”
Greyback smise di colpo di baciare a mordicchiare il collo della ragazza.
“Hai detto Lupin?” chiese rivolto alla Mangiamorte.
“Sì… O cosi almeno dice Piton” rispose Bellatrix.
“Lupin, Lupin, Lupin… Questo nome non mi suona nuovo…” disse Greyback pensieroso “Ah ma certo che stupido! Me ne stavo quasi dimenticando… Sai anche lui è uno dei miei.. Era un tenero bambino… Come sta il caro Remus?” chiese infine rivolto alla ragazza.
“Bastardo! Sei stato tu! Tu l’hai morso!” disse Jessica.
“Bè non lo nego e non mi vergogno nemmeno. È una missione la mia!” rispose Greyback.
“Si si… ma adesso dobbiamo andare!” disse Bellatrix, indicando la porta al Mannaro.
“D’accordo… Ciao piccolina, verrò presto a trovarti!” disse Greyback, leccando un ultima volta il collo della ragazza. “Posso ritenermi fortunata che è appena passata la luna piena, allora” borbottò Jessica, ma nessuno dei due la sentì. La ragazza venne scossa dai brividi, Greyback era ripugnante, ora si sentiva sporca ovunque lui l’aveva toccata. Il suo pensiero andò a Lupin. Così era stato Greyback e renderlo schiavo di quella maledizione. Chissà se lui lo sapeva. Ed un’ovvia domanda sorse nella sua mente, se Remus non fosse stato morso sarebbe stato comunque la persona che era oggi? Così sensibile, dolce, comprensivo.
La porta si aprì di nuovo e distolse la ragazza dai suoi pensieri. Voldemort entrò della stanza con passo sicuro. Guardò duramente la ragazza e si sedette di fronte a lei.
“Mi hanno detto che hai tentato di scappare. Male, direi!” disse Voldemort.

A molti chilometri di distanza Harrry iniziava a perdere la pazienze. Non riusciva a sentire la ragazza come diceva Silente. Era sempre più preoccupato ed ormai era notte fonda.
“È inutile!! Non funziona!” sbottò Harry “Non c’è un altro modo? Così non la troveremo mai!”
“No, non c’è, mi dispiace… Devi provarci di nuovo!” disse Silente.
Lupin mise la mano sulla spalla del ragazzo “Ce la puoi fare Harry, so che ce la puoi fare!”
Harry chiuse di nuovo gli occhi e si rilassò. “Ora rilassati e concentrati su Jess… cercala dentro di te..” disse Lupin, in un modo che suonava rassicurante.
Harry si concentrò, vedeva nella sua mente il volto della ragazza che le sorrideva. Poi l’immagino cambiò ed ad un tratto la ragazza soffriva, sentiva tutto il suo dolore.  Le maledizioni che le scagliavano, era terribile! Harry aprì gli occhi, era sudato.
“Lo sentita” annunciò Harry “Soffre, soffre tremendamente! Dobbiamo salvarla!”
Lupin si passò la mano nei capelli sempre più preoccupato “Devi trovarla Harry, sei a buon punto! Concentrati!”
“Remus a ragione, libera la mente, so che ce la puoi fare Harry!” disse Silente.
Harry chiuse di nuovo gli occhi, questa volta doveva riuscirci, doveva andare a salvare la sua Jess. Ora più che mai aveva bisogno di lui.
Si concentrò di nuovo sul volto sorridente della ragazza, ogni particella della sua mente pensava a lei.
L’immagine della ragazza che gli sorrideva scomparve, vide un grande castello nero, molte persone vestite di nero. Harry fu subito consapevole di averla trovata, sentiva Jessica. Sentiva che era da qualche parte in quel castello, la sua aura lo avvolgeva.
“L’ho trovata!” esclamò Harry, alzandosi in piedi. “È in un castello, so come arrivarci!”
“Fantastico! Sei stato bravissimo Harry” esordì Lupin.
“Molto bene! Dovrei portarmici Harry, dovrai farlo con la Materializzazione Congiunta!” disse Silente..
“Ma professore, io non ho ancora fatto l’esame e non so se sono in grado” disse Harry.
Silente poggiò le mani sulle spalle del ragazzo e lo guardò fisso negli occhi.
“Ce l’ha puoi fare Harry, tu hai un immensa forza di volontà e sono sicura che un esame non ti fermerà per salvare Jessica” disse il preside. Harry annuì.
“Ora” continuò Silente, rivolto a Lupin e alla McGranitt “Aspettatemi qui, tornerò subito e convocate tutto l’Ordine della Fenice. Farò in modo da poter Smaterializzarmi e Materializzarmi con Harry qui.”
Lupin e la McGranitt annuirono. “Sei pronto Harry?” chiese Silente.
“Sì sono pronto!” rispose il ragazzo, tentando di concentrarsi il più possibile sulle tre D.
Silente si aggrappò il braccio di Harry e qualche istante dopo sparirono in un sonoro crack. Harry sentì la solita sgradevole sensazione e quando poté di nuovo respirare aprì velocemente gli occhi, ed una sensazione di sollievo lo pervase. Ce l’aveva fatta, era riuscito a materializzarsi nel parco del castello proprio dietro ad un cespuglio. Il parco era pieno di Mangiamorte, vide anche qualche strana creatura e due giganti!
Comunque non li avrebbero fermati, ora sarebbero andati a salvare Jess.
“Vieni Harry, torniamo ad Hogwarts” disse Silente, con dolcezza.
“Come torniamo a Hogwarts?? Dobbiamo salvare Jess!!”
“Lo so Harry, ma hai visto anche tu le forze a disposizione di Voldemort, abbiamo bisogno di rinforzi. L’Ordine della Fenice è stato convocato, torneremo presto con loro. Ora Harry, per favore, Congiungiti a me” rispose Silente.  Harry domò l’impeto di correre in direzione del castello e si attaccò al braccio di Silente, deciso a salvare Jessica, ma altresì deciso a seguire la saggezza di Silente.

Jessica sentiva qualcosa le che sfiorava il viso, era una sensazione piacevole.
Alzò la mano per toccarsi la guancia, tenendo sempre gli occhi chiusi. Sentì la mano che la sfiorava ed aprì subito gli occhi. L’uomo che stava davanti a lei le sorrise. “Bentornata” le disse.
Prese la mano dell’uomo e la strinse nella sua. Era calda e morbida.
“Sono venuto a salvarti” sussurrò il mago, chinandosi per baciarla sulla fronte e poi slegarla.
Jessica si alzò barcollando, era debole. L’uomo la sostenne.
“È un sogno?” chiese Jessica, toccando lentamente il viso dell’uomo.
“No”
“È come faccio a sapere che non è un altro sogno?”
“Bè potrei tirarti uno schiaffo per dimostrarti che sei sveglia, ma sono contro queste cose.. Quindi se vuoi dattelo da sola”
Jessica si tirò uno schiaffo e subito dopo sentì un gran dolore alla guancia, le bruciava da matti.
“Ahia” mugugnò la ragazza. “Visto che ti avevo detto?” disse l’uomo, sorridendo.
“No!!” esclamò Jessica, spingendolo via “Tu sei morto, Sirius!”
“No, angelo mio, no… Non sono mai stato morto, non so come possa essere successo, il velo avrebbe dovuto uccidermi ma non è stato così. Qualcosa è andato storto, forse sarà stato per via dello Schiantesimo. I maghi che finisco oltre al Velo sono consapevoli della morte, mentre io non lo ero. Mi sono trovato in un'altra dimensione. Qualcosa nel processo magico non ha funzionato, prima pensavo di essere nella dimensione dei fantasmi. Ma non incontrai nessuno che stava trapassando, non sapevo dove ero finto. Era come il nostro mondo, ma ero solo. Però riuscivo a sentire quando le persone provavano forti emozioni. Ma soprattutto sentivo il tuo immenso dolore. Per questo ho tentato di comunicare con te, ero nel tuo stesso posto ma in un'altra dimensione e per questo, quando rilassavi la mente, riuscivo a comunicare con te. Però era sempre faticoso. Soprattutto dopo che ti mostrai il mio posto segreto non riuscii più a comunicare perché ero sfinito. Quel sogno mi era costato molta energia.
E adesso sono qui, sentivo che avevi bisogno di me, dovevo riuscire a tornare! E ce l’ho fatto, non so ancora bene come ma ce l’ho fatta. Finalmente tutto questo è reale Jess, adesso io sono reale! Ti prego, guardami, sono io, sono tornato da te!” disse Sirius.
Una lacrima solitaria percorse il viso della ragazza e si scaraventò sul padrino per abbracciarlo.
Sirius la strinse forte, grazie a lei era di nuovo nel mondo reale. Jessica si sentì al sicuro tra le braccia del padrino, era un abbraccio così caldo e protettivo. Sirius era tornato, il suo sogno più grande era stato esaudito!
Sirius si sciolse dall’abbraccio “Ma non è ancora finita, dobbiamo ancora uscire da qui! Tieni angelo mio, direi che questa è tua” disse Sirius, porgendole la bacchetta.
“Oh fantastico! Grazie mille!” disse Jessica.
“Andiamo allora”
“Qui fuori ci sono due Mangiamorte” disse Jessica.
“Lo so, ma sono già fuori combattimento” disse Sirius, sorridendo.
Jessica sorrise a sua volta e lo seguì nel corridoio.
“Sirius, ma tu sai come uscire da qui?” chiese Jessica, vendendo il padrino che si guardava in giro.
“Bè diciamo che ho una mezza idea” rispose Sirius “Vieni Jess, dobbiamo andare di qui!”
Percorse qualche corridoio e salirono di due piani ma non trovarono nessuno sul loro cammino. Sentirono una forte esplosione ai piani superiori.
“Ma che diavolo….” Iniziò Jessica.
“È l’Ordine! Sono venuti a salvarti… Andiamo!” disse Sirius.
Iniziarono a correre per il corridoio, ma nello stesso sbucarono due Mangiamorte.
“Sta indietro!” le ordinò Sirius.
“Non essere stupido! Ne affronteremo uno per ognuno!” disse Jessica.
“Ma tu non eri morto?” disse uno dei Mangiamorte, avvicinandosi a loro.
“Ehm.. no, Avery… Mi dispiace deluderti” rispose Sirius.
“Bè lo sarai tra poco! Avada Kedavra!
Iniziarono a combattere, Jessica era ancora piuttosto debole ma riusciva comunque a tener testa al Mangiamorte ed infine con l’aiuto di Sirius (che aveva già messo k.o. Avery) riuscì a schiantarlo.
“Sei stata bravissima” disse Sirius, baciandola in fronte.
“Sì sì, grazie… dai andiamo, voglio uscire da qui al più presto!”
Stavano arrivando alla fine di quel lunghissimo corridoio quando videro una sagoma ben conosciuto passare via di corsa.
“L’hai visto anche tu?” chiese Sirius.
“Si, si!”
“REMUS!” gridarono in coro.
L’uomo tornò sui suoi passi e sbucò nel corridoio dove erano i due.
Jessica gli corse in contro e praticamente si scaravento su di lui, abbracciandolo.
“Jess! Oh Jess! Finalmente ti ho trovata!” disse Lupin, stringendola forte.
Sirius percorse lentamente il tratto che lo separava dai due, nel suo viso si era aperto un grandissimo sorriso. Quando Jessica lasciò andare Lupin si voltò verso Sirius e finalmente anche il Lupo Mannaro vide il suo amico. “Oh mio dio!” disse Lupin, sgranando gli occhi dallo stupore. “Sto sognando anche io adesso”
Jessica si mise a ridere e disse “No Remus, è tutto vero!”
Sirius si mise davanti a Lupin con le mani incrociate sul petto “Allora Lunastorta, hai fatto il bravo in mia assenza?”
“I-io si.. ma tu… tu come hai fatto a….”
“Non ora Remus, te lo spiegherò più tardi…” rispose Sirius. I due amici si abbracciarono e poi inspiegabilmente Lupin diede uno schiaffo a Sirius.
“Non provare mai più a farmi questi scherzi! Non osare più a far finta di morire!” disse Lupin.
“Ci proverò!” disse Sirius, toccandosi la guancia.
“Remus, ma come avete fatto a trovarmi?” chiese Jessica.
“È stato Harry, lui ti ha trovato…”
“E dove è ora?”
“Non lo so, per questo stavo correndo. Stavo scendendo con lui nei sotterranei del castello, ma ci siamo imbattuti in un paio di Mangiamorte e poi l’ho perso” ripose Lupin.
“Andiamo a cercarlo, allora” disse Sirius.
Camminarono per altri dieci minuti, cercando di ripercorrere la strada che aveva fatto Remus, ma purtroppo i corridoi del castello erano un vero labirinto. Sentivano spesso qualche esplosione, la battaglia infuriava sopra di loro.
Harry stava combattendo contro Rodulphus Lentrange. Era un osso duro, ma il moro non aveva intenzione di mollare. Doveva salvare Jessica.
Ad un certo punto senza preavviso il Mangiamorte cadde a terra schiantato.
“Ma che diavolo…” gridò Harry, ma le parole gli morirono in gola, quando vide il terzetto che si trovavo poco più in la di dove c’era prima il Mangiamorte.
Tutti e tre gli sorridevano, Harry avanzò velocemente verso di loro come in trans. Era completamente shockato. Abbracciò e baciò velocemente Jessica e poi volse lo sguardo verso il padrino.
Gli mise le mani sulle spalle, gli toccò i lunghi capelli neri, sfiorò la sua guancia e gli prese le mani, come se volesse vedere se era lì veramente, infine lo abbracciò. Una sensazione indescrivibile pervase il cuore di Harry, un misto di sollievo, felicità, riconoscimento. Si sentì un singhiozzo soffocato e Sirius accarezzò gli ispidi capelli di Harry.
“Sei tornato, sei tornato veramente?!” disse Harry, staccandosi dal padrino.
“Sì Harry, sono tornato” rispose Sirius, sorridendo.
“E non mi lascerai più?”
“No Harry, non lo farò”
“Grazie” sussurrò il ragazzo, rivolse i suoi splenditi occhi, in quel momento estremamente lucidi, verso Jessica e sorrise. “Sei salva, amore mio, sono stato tanto in pena” disse Harry, per poi baciarla di nuovo.
“Dobbiamo uscire da qui” disse dolcemente Remus, indicando le scale in fondo al corridoio.
Gli altri tre annuirono e si incamminarono con la bacchetta pronta per ogni evenienza.
Salirono un’altra rampa di scale e finalmente arrivarono a quello che sembrava il piano terra. C’era un gran salone dove Mangiamorte e membri dell’Ordine stavano combattendo
L’Ordine era palesemente in svantaggio quindi si buttarono nella mischia tentando di riequilibrare la situazione. Tutti rimasero molto scioccati nel vedere Sirius, ma continuarono a combattere.
 Nella Sala vi erano tutti i membri dell’Ordine che Jessica conosceva, tutti tranne uno, Silente.
Schivò per miracolo un Anatema che Uccide e con un po’ di fortuna schiantò il Mangiamorte.
“Dove è Silente?” chiese Jessica a Tonks, una volta che l’Auror l’aveva raggiunta.
“È sparito poco dopo che siamo arrivati qui, penso che stia combattendo con Tu-Sa-Chi!” le rispose Tonks.
“Ma non avete visto dove….” Iniziò Jessica, ma fu interrotta dal grido di Tonks ”REMUS!” gridò la giovane Auror, Jessica si voltò all’istante e vide Remus cadere a terra. Le due ragazze corsero da lui, Jessica si sostituì a Lupin nel duello, mentre una proccupatissima Tonks si inginocchiò accanto a lui per assicurarsi delle sue condizioni. Ma qualche istante dopo balzò di nuovo accanto alla ragazza e schiantò il Mangiamorte.
“Come sta, Remus?” chiese preoccupata Jessica
“Vieni è solo schiantato” disse Tonks, tornando dal Lupo Mannaro per farlo rinvenire. Jessica si diede una rapida occhiata in giro. Ora era l’Ordine della Fenice ad essere in vantaggio, scorse Harry e Sirius che combattevano spalla a spalla poco lontano da lei, stava per raggiungerli quando la voce sentì la voce di Lupin. “Jess! Attenta!” gridò l’ex professore.
La ragazza sentì un colpo alla schiena e cadde a terra, qualcuno la prese per la gola e la fece alzare, mentre le puntava la bacchetta nelle costole.
“Non vi avvicinate o la uccido!”disse la voce di Greyback a Tonks e Lupin, mentre quest’ultimo si alzava.
“Non osare farle del male! Non devi nemmeno toccarla” disse Lupin, arrabbiato.
“Che c’è Remus? Non vuoi che la faccia diventare un Lupo Mannaro come noi? Potresti essere la mia Lupacchiotta, piccolina” disse Greyback, annusando i capelli della ragazza.
“Lasciala! Ce la vediamo io e te da soli! Lei non centra!” gridò Lupin
“Bè credimi Remus, l’ultima volta che ci siamo incontrati ti ho fatto solo del bene! Credimi figlio mio, dovresti essere fiero di quello che sei!” rispose Greyback.
“Hai rovinato la mia vita e quella di molti altri bambini e pagherai per questo! Dopo stanotte non farai più del male a nessuno!” disse Lupin, riprendendo il controllo di se.
“Non capisco proprio cosa di trovi di speciale in lui, piccola” disse Greyback, per poi leccare il collo e la guancia della ragazza.
“Non la toccare!” gridò Lupin.
“Lasciala!” strillò Tonks.
“Come volete” disse infine Greyback, e fece fare un gran volo alla ragazza che cadde sulla pietra dura e fredda. Due braccia la sollevarono nuovamente, ma questa volta era stato Sirius.
“Come stai?” le chiese “Ti sei fatta male?”
“No… non credo… Ahia! Ok si… mi fa male il polso” mugugnò Jessica.
“Ok, facciamo così allora” disse Sirius e le fasciò il polso con un incantesimo.
“Meglio, grazie. Dov’ è Harry?” chiese Jessica.
Sirius si voltò, aveva lasciato Harry da solo per correre da Jessica. Lo vide uscire dalla Sala e assieme a Jessica gli corse dietro. “Harry?! Dove diavolo vai?” disse Sirius, una volta che lo ebbero quasi raggiunto.
Harry si voltò. “Voldemort… È qui vicino, lo so… lo sento” disse Harry.
“Dai Harry, lascia stare, dobbiamo andarcene di qui!” disse Sirius, preoccupato. Lui sarebbe stato il primo a buttarsi nella mischia, ma aveva paura che succedesse qualcosa ai due ragazzi quindi era deciso a portarli al sicuro, ma Harry non sembrava ascoltarlo. “Voglio trovarlo! Devo mettere fine a tutto questo!” disse Harry.
Camminarono per qualche istante,  poi Harry si fermò mettendosi la mano sulla cicatrice.
“È vi-vicino” disse Harry. Jessica lo abbracciò “Chiudi la mente Harry, estranea il dolore dal tuo corpo” sussurrò la ragazza. Harry la strinse forte ed incredibilmente il dolore diminuì.
“Ce l’ho fatta!” disse Harry “E solo per merito tuo!”
“E brava la nostra Jess” disse Sirius, sorridendo.
Camminarono ancora per qualche  istante e poi fu il turno di Sirius a fermarsi.
“Ma che st…” iniziò Harry, ma Sirius si mise un dito sulla bocca in segno di far silenzio. Lentamente tornò indietro di qualche passo dove Jessica notò che c’era un cubicolo come quello dove vi si era nascosta lei qualche ora prima. Con un gesto fulmineo Sirius tirò fuori dal cubicolo una persona vestita di nero. Era piccolo e grasso, Jessica ed Harry lo guardarono stupiti, era Peter Minus.
“Allora Peter… Che piacere rivederti… Non ti stavi mica nascondendo?” disse Sirius, puntandogli addosso la bacchetta. “Si-sirius… Mi avevano detto che eri morto” disse Minus.
“No Peter, per tua sfortuna no, ma temo che fra poco tu farai quella fine” rispose Sirius.
Harry si avvicinò Minus e con l’aiuto di Sirius lo alzarono e lo sbatterono contro il muro.
“Dove è Voldemort?” chiese Harry.
“I-io non lo so” rispose Minus.
“Risposta sbagliata, Peter” disse Sirius, stringendo la mano attorno al suo collo.
“Davvero non lo so” ripeté Minus, con il respiro affannato.
“Che dici Sirius?! Magari con una Maledizione Cruciatus gli viene in mente” disse Harry, guardando il Mangiamorte con puro odio e disgusto.
“No no... vi prego… Io penso che sia in fondo al corridoio, la porta la in fondo… co-combatteva con Silente” disse Minus, spaventato.
“Grazie mille… Crucio!” disse Harry. Minus gridò di dolore qualche istante, ma Harry fece smettere quasi subito la maledizione.
“Andate ragazzi, di lui mi occupo io” disse Sirius, con un mezzo sorriso sul volto.
I due ragazzi annuirono e continuarono a percorrere il corridoio.
“Ci siamo, il dolore si fa più forte” disse Harry, aggrappandosi alla ragazza.
“No, amore mio. Elimina il dolore dalla tua mente o non ce la farai mai” ripose Jessica.
“Non ci riesco” mugugnò Harry.
“Tu puoi fare tutto, devi solo volerlo” gli disse Jessica, dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
“Grazie” disse Harry “Cosi va meglio, come farei senza di te?”
“Ricordi Harry, io sono colei che ti aiuterà” disse Jessica, sorridendo.
“Hai ragione!” rispose Harry deciso “Devo farcela, devo riuscirci per dare un mondo migliore alle persone che come noi hanno sofferto! Perché in guerra tutti soffrono e questa guerra deve finire! E stasera metterò fine a questa guerra! Perché sono io che lo devo uccidere! Andiamo!”
“Sì, andiamo! Bombarda!”disse Jessica, facendo esplodere la porta in mille pezzi.
“Dovevi proprio farla esplodere?” chiese Harry.
“Si, così è più teatrale, non ti sembra?”
Harry sorrise per l’ultima volta, prese per mano la ragazza ed entrarono nella stanza.
Entrarono in una sala meno grande di quella di prima, ma comunque abbastanza estesa. C’era un gran casino, oggetti distrutti sul pavimento, segni di incantesimo. C’erano gli evidenti segni di una battaglia. Li nel mezzo che si scrutavano c’erano Voldemort e Silente.
“Bene bene… Potter e Smith” sibillò Voldemort.
Silente si voltò ed ordinò ai due ragazzi di andarsene.
“No, ora tocca a me” disse Harry, deciso.
“Non sei ancora pronto Harry” disse Silente.
“Non è pronto per cosa Silente? Per uccidermi? Bè mettiamolo subito alla prova Avada Kedavra!
“NO!” gridò Jessica, si parò davanti ad Harry lo abbracciò ed un campo di forza li avvolse, la maledizione venne respinta e mancò per un soffio Voldemort.
“Oh molto bene, Smith! Molto coraggiosa” disse Voldemort. Jessica lasciò il ciondolo che Sirius le aveva regalato ed il campo di forza sparì.
“Allora… Siete tre contro uno, vediamo cosa sapete fare” disse Voldemort “Anzi no, facciamo tre contro due” continuò sfiorandosi l’avambraccio ed all’istante Bellattrix Lenstrange apparve accanto a lui.
“Quella brutta oca è mia!” disse Jessica, ora le avrebbe fatto pagare tutto quello che per colpa sua aveva sofferto. La battaglia iniziò, Silente (che sembrava molto indebolito) ed Harry affrontarono Voldemort, mentre Jessica e Bellatrix si davano battaglia a loro volta.
“Bene Bellatrix, ora ti è concesso tentare di farmi male, ma non ce l’ha farai!” disse Jessica.
“La vedremo! Crucio!
Jessica schivò la maledizione e ne scagliò una a sua volta che colpì la Mangiamorte in pieno. Sirius era tornato, ma la voglia di vendetta nei confronti di Bellatrix non era minimamente mutata.
Continuarono con le maledizioni. Jessica se la cavava bene, riusciva a tener testa alla Mangiamorte.
Evitando un Anatema che Uccide finì addirittura nel corridoio. Purtroppo però inciampo e cadde rovinosamente a terra. In pochi secondi Bellatrix la sovrastava con la bacchetta puntata contro di lei e con aria di vittoria. “Bè direi che questa è la tua fine Smith! Quindi… Addio… Avada…” disse Bellatrix.
“BELLATRIX!!” gridò un uomo facendo rimbalzare la sua voce per tutto il corridoio buio.
“Tu! Tu dovresti essere morto!” disse Bellatrix incredula, vedendo Sirius che correva verso di loro. Si dimenticò completamente di Jessica e puntò la bacchetta contro il cugino.
“Bè mi dispiace, ma sono vivo, tu piuttosto sei morta!” rispose Sirius.
“Addio Bellatrix! AVADA KEDAVRA!” gridò Jessica. La Mangiamorte non fece nemmeno a tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo. Cadde a terra inanime.
Sirius aiutò la ragazza ad alzarsi. I  due guardarono un attimo il corpo senza vita di Bellatrix Lenstrange disteso sul freddo pavimento con gli occhi ancora aperti.
“Ho appena ucciso una persona” sussurrò Jessica, rendendosi pienamente conto di quello che aveva fatto “Sono un assassina” si disse ancora.
“No che non lo sei, però la dovevi lasciare a me!”
“No! Io dovevo farlo, lei ti ha portato via da me per tutto questo tempo, dovevo vendicarmi! Quello che ho fatto è stato giusto” disse Jessica.
Sirius l’abbracciò, capiva che per una ragazza di sedici anni era difficile rendersi consapevole di aver tolto la vita ad una persona. Anche Sirius era un po’ scosso, lui aveva appena combattuto ed ucciso Minus, erano quindici anni che aspettava quel giorno, ed ora che quel traditore non viveva più si sentiva felice, sollevato ma allo stesso tempo abbastanza scosso.
 “Ora manca solo Piton” disse Jessica, staccandosi da Sirius come in preda ad una furia omicida.
Sirius scosse la testa e le chiese dove era Harry. Jessica lo prese per un braccio e lo porto nella stanza dove vi era Voldemort che stava combattendo con Harry e Silente. Il mago oscuro evitò uno Schiantesimo di Harry ed un potente incantesimo di Silente.
“Oh molto bene, perô Silente mi sembri un po’ stanco” disse Voldemort, ansimando.
“Non sono più giovane come un tempo, Tom. Ora mi affatico più facilmente” rispose Silente.
“Allora dovresti sederti!” disse Voldemort e con un gesto della bacchetta Silente vene scaraventato a due metri di distanza, incredibilmente atterrò in piedi, ma dopo qualche istante perse l’equilibrio e cadde. Jessica e Sirius corsero subito da lui per aiutarlo.
“Non così in fretta Black!” disse Voldemort, ed anche Sirius fece un volo di un paio di metri all’indietro, picchiò la schiena contro il muro di pietra e si afflosciò a terra svenuto.
“SIRIUS!” gridò Jessica.
“Oh tranquilla Smith! Se abbiamo fortuna è ritornato nel mondo dei morti” disse Voldemort, con un sorriso maligno. “Bastardo!” strillò Harry e ricominciarono a combattere. Jessica era in piedi senza sapere che fare, aiutare Silente, Sirius o Harry? Rimase come paralizzata per qualche secondo poi decise di soccorrere il preside. Raggiunse Silente che era ancora a terra.
“Sono proprio diventato vecchio” disse Silente, rialzandosi con l’aiuto della ragazza.
“Ce la fa signore?!” chiese Jessica guardando Harry dalla parte opposta della sala che combatteva con Voldemort. “Sì, dobbiamo aiutare Harry” disse Silente, ma si vedeva palesemente che era debole. Jessica lanciò un incantesimo a Voldemort che lo mancò, ma fu abbastanza per distrarlo, così che poté avvicinarsi. “Aggiusta la mira Smith!” disse Voldemort, scagliandole un incantesimo, che la mancò per un soffio e in quella frazione di secondo Harry riuscì a disarmare il Signore Oscuro.
“No!” esclamò Voldemort, vedendo la bacchetta che rotolava a tre metri di distanza da lui.
“Questa è la tua fine, Tom” disse Jessica, stringendo la mano ad Harry.
“Ne sei così sicura? Accio Bacchetta” e la bacchetta tornò nelle sue mani. I due ragazzi rimasero sorpresi ma non si abbatterono. In quel momento nella sala entrò Severus Piton, che con un’occhiata capì tutto quello che stava succedendo. “Padrone dobbiamo andarcene! L’Ordine della Fenice sta superando il muro di Mangiamorte” disse Piton.
“Se-severus… perché?” disse Silente, appoggiandosi al muro.
“Perché? Perché ho fatto mia scelta, non sono mai stato con te, non sono mai stato dalla tua parte, stupido vecchio!” disse Piton, con disprezzo.
“Ma Seveus….”
“Zitto!”
“Non dovevi…” iniziò Silente.
“Oh detto zitto! Avada Kedavra!”  gridò Piton
“NO!” strillò Jessica “Accio Silente!” con l’incantesimo della ragazza Silente volò verso di lei ed il raggio verde lo mancò. Il preside franò sulla ragazza e svenne. Ma almeno grazie alla freddezza della ragazza si era salvato. Jessica riuscì a toglierlo di dosso e si alzò con l’aiuto di Harry.
“Ora direi che siete voi in svantaggio” disse Voldemort.
Jessica e Harry si misero schiena contro schiena guardando in faccia il loro rivale.
“Comunque vada sappi che ti amo, Jess” disse Harry, stringendo la mano della ragazza.
“Ti amo, anche io Harry” rispose Jessica.
“Patetico” disse Voldemort, disgustato.
I due ragazzi ricominciarono di nuovo a battagliare. Piton era un osso molto più dure della Lentrange e Jessica si stava indebolendo sempre di più. Voldemort e Piton lanciarono una maledizione Cruciatus che colpì quasi contemporaneamente i due ragazzi che iniziarono a contorcersi e gridare di dolore.
“Addio Smith” disse Piton, guardando la ragazza a terra che si contorceva “Avada Kedavra
Un lampo di luce verde scaturì dalla bacchetta di Piton, Jessica smise di contorcersi per qualche istante ed improvvisamente mentre il raggio mortale la stava raggiungendo una barriera di forza la avvolse. L’Anatema venne respinto dalla barriera e colpì Piton. Il Mangiamorte fece un volo di tre metri per poi fermarsi sul freddo pavimento, morto.
“No! No! no! no!” gridò Voldemort, vedendo il suo più fidato Mangiamorte disteso a terra senza vita.
Crucio! Crucio! Crucio!” gridò di nuovo il Signore Oscuro. Colpendo i due ragazzi che tornarono a contorcesi di dolore, gridando, uno accanto a l’altro.
Le mani di Harry e Jessica si sfiorarono appena e i due ragazzi si sollevarono per aria sotto lo sguardo incredulo del Oscuro Signore. Una luce argentea avvolse i due innamorati che si propinò per tutta la stanza accecando Voldemort. Il Signore Oscuro sentì quella sensazione che tanto odiava, che lo faceva sentire così debole. Era amore, sentiva amore dappertutto e si propagava per il suo castello, avvolgendo tutto e tutti. La luce si dissolse e poté vedere Black e Silente che erano rinvenuti, in piedi e combattivi. Dove diavolo era finito Harry Potter? Si chiese Voldemort guardandosi in giro.
“Ehi Tom!” disse la voce di Jessica.
Voldemort di voltò di colpo, ebbe il tempo di vedere i due ragazzi sorridenti alla sue spalle che si tenevano per mano. “Avada Kedavra” disse Harry e da li Lord Voldemort non vide più niente.
“È finita” disse Harry, sospirando. Abbracciò e baciò la ragazza “Ce l’ho fatta, grazie a te” continuò Harry mentre una lacrima solitaria percorse il suo viso. Lei gli regalò uno dei suoi più belli sorrisi, fece passare la mano sulla guancia del ragazzo e lo abbracciò di nuovo. “Bè era scritto” disse infine Jessica.
Jessica si inginocchiò accanto al corpo di Voldemort. “Addio Tom” disse Jessica, per poi chiudergli gli occhi con la mano. Alzò gli occhi e vide Sirius che la guardava preoccupato. Jessica sorrise e fece così anche il padrino. La ragazza si alzò e praticamente saltò in braccio a Sirius, che la strinse forte a se.
“Cosa è successo?” chiese Silente ai due ragazzi mentre uscivano dalla Sala e si lasciavano alle spalle tutte le morti e tutto il dolore. Harry e Jessica raccontarono al preside l’accaduto. Lui alla fine sorrise.
“La forza dell’amore. Non esiste niente di più potente” disse Silente.
Tutti sorrisero “E ora torniamo a casa” disse Harry, mettendo un braccio sulla spalle di Jessica.

Tornarono nella sala dove si era svolta la battaglia, i Mangiamorte rimasti erano legati al centro di essa. I membri dell’Ordine della Fenice andò incontro al gruppetto.
“Allora che è successo?” chiese Malocchio Moody.
“È finita. Lord Voldemort è morto” annunciò Silente.
“Assieme a Severus Piton e Bellatrix Lenstrange” disse Jessica.
“E senza dimenticare Peter Minus” aggiunse Sirius.
“Davvero?” chiese Lupin.
“Sì Lunastorta, giustizia è fatta” rispose Sirius.
Si sentirono i Mangiamorte borbottare tristemente, il Marchio Nero era scomparso dal loro avambraccio.
“Qui state tutti bene?” chiese Silente.
“Sì! È strano però… Ad un certo punto ero molto debole e poi mi sono sentito pieno di forza” disse Kingsley Shacklebolt.
Silente sorrise “È stato l’amore, l’amore dei ragazzi. Ora informiamo il Ministero e torniamo ad Hogwarts, così vi racconteremo cosa è successo… Come Jessica mi abbia salvato la vita, come Harry ha messo fine alla guerra e come ha fatto Sirius a tornare da noi” disse Silente. Tutti sorrisero e si strinsero attorno a Sirius per dargli il cosiddetto bentornato. Poi improvvisamente Tonks saltò al collo di Lupin e lo baciò con foga. Tutti rimasero interdetti e molto sorpresi.
“Tonks io…” mormorò Lupin, visibilmente imbarazzato.
“Oh smettila Remus! Ora che è tutto finito non voglio più essere respinta! E ti ho gia detto che non mi importa se sei troppo vecchio oppure se sei un Lupo Mannaro o ancora se sei povero! Io ti amo, Remus e so benissimo che anche tu provi qualcosa per me! Quindi smettila di fare il testone” disse Tonks.
Lupin era diventato paonazzo, ma si avvicino alla giovane Auror e la baciò dolcemente.
Ci fu un applauso generale. Tutti i membri dell’Ordine fecero i complimenti ai due neoamanti. Il più esuberante di tutti ovviamente fu Sirius, che diede forti pacche sulla schiena a Remus con seguito di battutine. Così dopo il lieto annunciò tornarono ad Hogwarts.
La notte era passata e si era trasformata in un tiepido giorno di Maggio. Era pomeriggio inoltrato ed Harry e Jessica si trovavano in infermeria, benché loro si sentissero bene Madama Chips aveva insistito per tenerli in osservazione.
“Penso che ora non potrai più nemmeno uscire di casa Harry” disse Jessica, guardando la prima pagina del Profeta che Hermione stava leggendo seduta sul suo letto.
La fine di Colui-che-non-deve-essere-nominato, Harry Potter un eroe per la vita.
Questi erano i titoli che vi erano scritti in caratteri cubitali sul giornale. Hermione sorrise e disse “Bè immagino che il numeri degli ammiratori sarà uguale a tutta la popolazione inglese”
“Oh smettetela!” disse Harry e tutti quanti scoppiarono a ridere.
“Però dovevamo venire anche noi Harry, sinceramente non trovo giusto che tu ci abbia tagliato fuori così!” disse Ron “Anche noi teniamo molto a Jess”
“Ron ha ragione, ti abbiamo sempre seguito ovunque” disse Hermione, severamente.
“Mi dispiace, è successo tutto molto in fretta” rispose Harry.
“Oh ma non disperate, se sarò ancora in pericolo di vita, prigioniera di un potente Mago Oscuro lascerò disposizioni che solo voi due possiate venire a salvarmi” disse Jessica.
E tutti ancora una volta scoppiarono in una fragorosa risata.
“Ehi guardate qui!” disse Hermione indicando un articolo di giornale.
“Fantastico!” esclamò Jessica. “Che c’è?” chiese Ron, curioso.
“Leggi! La riabilitazione di Sirius Black! Sciolto da tutte le accuse! Ha passato 12 anni in prigione da innocente!” disse Jessica, mettendo il giornale sotto al naso del ragazzo.
“Sono felicissimo per Sirius, non vedo l’ora di vederlo” disse Harry, sorridendo, mentre Madama Chips li stava raggiungendo. “Allora! Come vi sentite?” chiese l’infermiera.
“Benissimo!” rispose in coro Harry e Jessica.
“Mmm… bè direi che ora potete andare” disse e tornò nel suo ufficio.
I quattro amici uscirono qualche istante dopo dalla l’infermeria diretti in Sala Comune.
“Bè preparatevi al bagno di folla” disse Ron.
“Ehm… Io arrivo su dopo, voglio andare veloce da Remus!” disse Jessica.
“Ok, ma questa volta… Per favore, vacci veramente!” disse Harry, baciandola sulla guancia.
“Sì, direi che ho imparato la lezione” rispose Jessica. Si congedò dagli amici e si diresse verso l’ufficio di Lupin. La porta era aperta, Jessica si appoggiò sul telaio di essa mentre guardava il professore occupato su dei fogli.
“Allora, a quanto pare piace molto alle giovani ragazze” disse Jessica.
Lupin alzò la testa e sorrise, poi si diresse verso Jessica e la abbracciò.
“Come stai Jess?!” chiese una volta che si era allontanato da lei.
“Oh io bene, il polso è andato a posto, nessuna conseguenza delle Cruciatus. Ma tu invece come stai? E Tonks dove è?” rispose Jessica.
“Io sto bene grazie e anche Tonks ora è al lavoro, ma ha detto che stasera tornerà al castello” rispose Lupin, sorridendo.
“Eh chissà le follia che avete fatto stanotte, quei poveri quadri non avranno nemmeno potuto dormire” disse la ragazza, dandogli una leggera gomitata in pancia.
“Ma smettila!” rispose Lupin, visibilmente imbarazzato.
“Oh guarda sei tutto rosso… ahahahahah… No comunque tornando seri, sono molto molto felice per voi due” rispose Jessica, si avvicinò a Lupin e gli schioccò un bacio sulla guancia “Lei è quella giusta per te”
Lupin sorrise e fece notare a Jessica che c’era la porta aperta.
“Uffa Remus, ora non ti posso più nemmeno dare un bacio sulla guancia per complimentarmi della tua scelta?” disse Jessica, sbuffando.
“Bè finchè non vede nessuno sì”
“Sei un ingrato” rispose Jessica, facendogli una linguaccia.
“Non è vero!”
“Lascia stare, con voi uomini è inutile discutere. Comunque Sirius, dove è?”
“Mmm.. ha detto che andava giù al lago” rispose Lupin. La ringraziò e si avviò verso la porta, una volta all’uscita si voltò verso Lupin “Approposito, Greyback? Che fine ha fatto?”
“Azkaban” rispose semplicemente Lupin “E con Piton e la Lenstrange?”
“Bè Piton ha fatto tutto da solo e della Lenstrange non mi va di parlarne” rispose Jessica.
“D’accordo, ma se mai vorrai parlare io sono qui, sempre” disse Lupin.
“Lo so e ti ringrazio” disse Jessica, per poi andarsene.
Una volta uscita nel parco riuscì quasi subito a scorgere Sirius che era seduto in riva al lago.
Gli arrivò alle spalle e lo abbracciò, Sirius si spaventò leggermente ma poi sorrise vedendo la ragazza.
“Siediti” le disse.
“Non sei venuto a trovarmi in infermeria” disse Jessica.
“Sono dovuto andare al Ministero” spiegò Sirius.
“Lo sono non ti preoccupare, non c’era bisogno che tu venissi”
“Avrei voluto.. Comunque come stai? E Harry come sta lui?” chiese Sirius.
“Stiamo tutto bene, e tu da uomo libero? Come ti senti?”
“È fantastico” rispose Sirius, con occhi sognanti.
Jessica sorrise e si alzò, si mise le mani in tasca mentre guardava il tramonto. Sentì stranamente in tasca un oggetto di metallo, si chiese cosa potesse essere e poi si ricordò del piccolo angelo di metallo che aveva ricevuto per il compleanno.
“Sirius?”
“Sì?” disse l’uomo, alzandosi.
“E questo? Sei stato tu vero?” chiese Jessica, mettendogli davanti al naso la statuina.
“Sì” rispose Sirius, sorridendo e ne tirò fuori uno uguale dalla sua tasca.
“Sai, questa statuina mi ha dato forza quando ero prigioniera di Voldemort e il tuo ciondolo mi ha salvato la vita quando Piton stava per uccidermi, tutto quello che tu mi dai diventa prezioso e indispensabile per me! E ora sei qui accanto a me e questo è il più bel desiderio che si potesse avverare” disse Jesssica, mentre Sirius sorrideva.
“Bè tu sei il mio angelo, non potevo perdere una cosa così preziosa” rispose Sirius.
“No Sirius, tu sei il mio angelo! Il mio Angelo Custode che è volato da me per salvarmi” disse Jessica. Sirius la guardò commosso, grazie a lei era riuscito a tornare di nuovo nel mondo. Jessica si avvicinò al padrino e lo abbracciò, lui la strinse forte a se.
“Ti voglio bene, Sirius”
“Anche io”
“Grazie di essere tornato da me” disse infine la ragazza, restando abbracciata al padrino finchè il sole non sparì dietro le montagne di Hogwarts.


 

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FINE!!!!!!!!!
ECCO FATTO!! LA STORIA È FINITA!! CHE NE PERSATE??
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO E SPERO CHE MI LASCERETE UN COMMENTO!!
GRAZIE MILLE A TUTTI QUELLI CHE HANNO COMMENTATO IN PRECEDENZA...
ALLA PROSSIMA... BACI HER
MCH!!!

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