A new life....new possibilities di LucreziaPo (/viewuser.php?uid=32158)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** piccolo riassunto della mia folle idea!!! ***
Capitolo 2: *** la proposta e la nuova vita ***
Capitolo 3: *** si ricomincia ***
Capitolo 4: *** rivelation e assalti giornalistici.... ***
Capitolo 5: *** fiesta!!! ***
Capitolo 6: *** changes ***
Capitolo 7: *** al lavoro!!!! ***
Capitolo 8: *** lezioni da casa... ***
Capitolo 9: *** effetti collaterali ed uscite romantiche... ***
Capitolo 10: *** retate, trappole e guai.... ***
Capitolo 11: *** un attimo di sollievo... ***
Capitolo 12: *** tentati baci...spiate sfuggite....piani... ***
Capitolo 13: *** Missione F.P.A.J.A.P ***
Capitolo 14: *** amore, festa ed i tre modi per convincere un ragazzo ***
Capitolo 15: *** Vacanze in Costa Azzurra ***
Capitolo 16: *** sfide ed amori ***
Capitolo 17: *** amori e ***
Capitolo 18: *** "Ci sono sempre" Falsi allarmi ***
Capitolo 19: *** Incontro con il passato: domande, dubbi e paure ***
Capitolo 20: *** Certezze ***
Capitolo 21: *** Rapimenti e Spiegazioni ***
Capitolo 22: *** Ricordi e certezze ***
Capitolo 23: *** Confusione ed affetto ***
Capitolo 24: *** Where is our happy ending? ***
Capitolo 25: *** One in a Million ***
Capitolo 26: *** sto cercando qualcuno che condivida il mio dolore, qualcuno a cui possa rivolgermi,che resterà con me quando piove ***
Capitolo 27: *** Questo è solo l'inizio ***
Capitolo 28: *** Fantasmi Malandrini ***
Capitolo 29: *** Andare via? ***
Capitolo 30: *** Indecisioni e partenze ***
Capitolo 31: *** News ***
Capitolo 32: *** Dolore, rifiuto e sensi di colpa ***
Capitolo 33: *** Fear and pain ***
Capitolo 34: *** Risvegli e novità ***
Capitolo 35: *** It's gonna be alright ***
Capitolo 36: *** Sfide e bambini ***
Capitolo 37: *** Ricordi e nubi all'orizzonte ***
Capitolo 38: *** Attacchi, soluzioni e novità dal colore rosa ***
Capitolo 39: *** Ancora novità in rosa, nomi da scegliere e frenesia contagiosa ***
Capitolo 40: *** Preparativi, paure ed abiti da sposa ***
Capitolo 41: *** Un matrimonio e nuove vite ***
Capitolo 1 *** piccolo riassunto della mia folle idea!!! ***
E se alla
fine di tutta la guerra con la morte di Voldemort, Harry avesse la
possibilità
di far ritornare in vita alcune persone che hanno perso la vita nello
scontro
come i suoi genitori?
Immaginiamo
un’entità suprema, un Dio, che dopo aver visto
ciò che ha passato Harry e come
è riuscito a liberare il mondo da Voldemort, decide di
inviare sulla Terra
presso il ragazzo un angelo bianco per fargli esprimere questo
desiderio….
So che
è
un’idea folle, ma la fantasia nasce anche per pensare ed
ideare cose del genere.
E poi mi
è sempre piaciuto pensare a cosa avrebbero fatto
se….
Ci sono
abbastanza spoiler su Harry Potter and the Deathly Hallows quindi
lettore
avvertito, mezzo salvato….poi decidete voi!
Quindi
immaginatevi una vita che ricomincia con i pro ed i contro con la
possibilità
di fare ciò che non avete potuto fare….
Questa
è
la mia idea…spero in un vostro apprezzamento…
Intanto
posto questo mini riassunto della mia folle idea!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** la proposta e la nuova vita ***
Sembrava
esser passato un secolo da quella notte…quella notte dove
finalmente tutto
finì…quando Voldemort fu sconfitto…
Eppure
erano passati così pochi giorni, giorni in cui
c’era chi festeggiava e chi
compiangeva e chi, come i nostri amici, faceva entrambe le
cose…
Era tutto
finito.
Sì,
ma a
quale prezzo?
Erano morte
moltissime persone nello scontro….persone che avevano pagato
quella vittoria
con la vita…e nessuno avrebbe potuto ridargliela,
ormai…
O no?
“Come
sono
dolci!”disse una voce facendo sobbalzare il ragazzo moro.
Lui si
voltò e sorrise alla ragazza che aveva parlato.
Capelli
rossi e lunghi, occhi chiari, milioni di lentiggini sul viso, Ginny
Weasley si
stese accanto a lui all’ombra di un albero in
quell’assolato giardino.
Harry
Potter si stiracchiò.
“Finalmente
si sono messi insieme!
Non ce la
facevo più a vederli stare così!”
“Già!
A
litigare sempre, ad essere gelosi, a non voler ammettere ciò
che provavano…”
Harry rise
al solo pensiero e voltò lo sguardo verso i suoi due amici.
Accoccolati
l’uno accanto all’altro sotto il portico,
chiacchieravano e si scambiavano
occhiate dolcissime, cariche di passione e sentimento.
Harry
sentì
Ginny stringersi a lui e sorrise.
L’abbracciò
forte.
Era tutto
finito…almeno i momenti bui sì… ora
restava solo vivere quelli che avevano
perso…
“Mi
manca
Fred, sai?
La casa
sembra vuota senza i suoi scherzi con George, la sua allegria, la sua
irriverenza….
Ma so che
ormai nulla potrà tornare come
prima.”sussurrò Ginny ed una lacrima le
rigò la
guancia.
Harry la
strinse più forte.
Non sapeva
cosa dire….e dubitava che avrebbe mai saputo cosa…
Sapeva bene
cosa provava la ragazza….quanto stava soffrendo e quanto
ancora sarebbe stata
male…
La morte
è
una cosa difficile da accettare.
Sempre.
Possono
passare giorni, settimane, anni, addirittura decenni, ma il dolore
rimane ed è
una cosa insopportabile….
Un rumore
simile ad uno sparo interruppe il quieto silenzio.
Harry e
Ginny scattarono in piedi, cercando la fonte del rumore.
“Avete
sentito anche voi?”
Ron ed
Hermione si avvicinarono le bacchette sguainate.
I due
annuirono.
“Pensate…che
ci sia un Mangiamorte…o qualche guaio in arrivo?”
“Credo
che
non ci sia bisogno di agitarsi tanto.
Dopotutto
Lord Voldemort è morto.”disse una voce alle loro
spalle, facendoli sobbalzare e
voltare nella sua direzione.
Apparteneva
ad un uomo alto, coperto da capo a piedi da un mantello di un bianco
quasi
accecante.
Aveva gli
occhi scuri ed i capelli erano un po’ brizzolati,
l’espressione gentile.
Li fissava
con uno strano sorriso sul volto, come se sapesse chissà
quali cose sul loro
conto.
“E
lei chi
è?”chiese Harry, estraendo la bacchetta magica.
“Sei
un
ragazzo intelligente, Harry Potter.
Forse
saprai dirmelo tu.”disse.
Harry
alzò
di più la bacchetta e la puntò sul viso
dell’uomo.
Lui sorrise
ancora di più.
Harry
iniziava ad innervosirsi.
“Stupe…”iniziò,
ma l’uomo non gli diede il tempo di finire di pronunciare lo
schiantesimo.
Mosse la
mano in un gesto strano ed Harry venne sbalzato all’indietro,
cadendo
sull’erba, dopo un piccolo volo.
“HARRY!”
Ron,
Hermione e Ginny corsero verso l’amico che, lentamente si
stava rialzando.
“Ma
è
impazzito?
E poi, come
diavolo ha fatto senza bacchetta?”
“Mi
hai
costretto tu, Harry Potter.
Sono qui
per parlarti.”
“E
posso
sapere di grazia lei chi sarebbe?”
“Sono
un
anziano.”
Harry
notò
le facce perplesse dei suoi compagni.
Solo
Hermione, nel sentire la parola “anziano” aveva
trattenuto il fiato.
“Dalle
vostre facce perplesse devo dedurre che non sappiate chi sono.
Hermione
Granger, lo vuoi spiegare tu?”
La ragazza
annuì.
“Sapete
che
esiste una forza superiore a noi maghi e streghe, vero?
Dio, no?
Suoi
subordinati, mi scusi se uso questo termine, sono gli anziani, degli
esseri
dotati di enormi poteri che possono interferire ogni tanto nel destino
degli
uomini.”
“E tu
come
lo sai?”
“Studio,
Ronald. Leggo libri e so cose.
Hai
presente?”
Ron le fece
una smorfia, mentre Harry e Ginny lanciavano uno sguardo ammirato
all’uomo
davanti a loro.
“Ora
che ci
siamo presentati, Harry avrei piacere di scambiare con te un paio di
chiacchiere.
Mi puoi
seguire?”
Harry
annuì, lanciando uno sguardo agli amici.
L’anziano
guidò
Harry all’ombra della casa dei Weasley dove Harry ed Hermione
stavano da pochi
giorni.
“Prima
di
tutto volevo farti i miei complimenti per aver sconfitto Lord Voldemort.
Hai
liberato il mondo da un essere troppo malvagio per viverci.
Ora
è tutto
più sicuro.
Certo,
alcuni Mangiamorte stanno ancora seminando il panico, ma tutto si
metterà a
posto.
Ne sono
certo.”
“E’
venuto
solo per dirmi questo?”
“Sei
deluso?
Comunque
no.
Sono qui
per darti un’opportunità che capita una sola volta
nella vita.
Noi anziani
abbiamo deciso di concederti…un premio chiamiamolo
così, per ciò che hai fatto
e ciò che hai passato.”
“Un
premio?”
Harry era
sbalordito.
“Sì,
lo
possiamo chiamare così.”
“Ed
in cosa
consiste di grazia?”
“La
possibilità di far tornare in vita le persone care che hai
perso.”
Poco
mancò
che Harry non svenisse lì sul posto.
“C-cosa?”boccheggiò.
Era
stupito, sconvolto…
Aveva sul
serio la possibilità di rivedere i suoi genitori o Sirius e
Remus?
“Harry,
stai bene?”chiese l’anziano.
Il ragazzo
annuì.
“Sei
sbiancato.”
“Sul
serio
ho questa possibilità?”
“Non
ti
fidi di me per caso?”
“NO!
Non
è per
questo.
È
solo che
mi sembra tutto così…pazzesco, ecco.”
“E’
normale
che sia così.
Non capita
tutti i giorni di poter rivedere le persone che hai perso,
no?”
Harry
annuì.
“Allora,
accetti?”
“Cosa
succederà?
Intendo
quando loro saranno tornati.
Si
ricorderanno di essere morti o…cosa?”
L’uomo
sorrise di fronte alla preoccupazione di Harry.
“Quando
una
persona muore va in un posto….che conoscerai non tanto
presto, spero, e da lì
può seguire tutti gli avvenimenti della vita delle persone
che ha lasciato.
Così
può
sapere tutto di loro e stargli vicino, proteggendoli e avendone
cura.”
“Quindi
i
miei genitori in questo momento ci stanno guardando?”
“Probabile,
sì.
Quando
torneranno
qui, verranno portati nei luoghi a cui appartengono.”
“In
che
senso?”
“I
tuoi
genitori saranno nella vostra casa a Godric’s Hollow, Sirius
Black a Grimmauld
Place 12….e gli altri a casa propria.
Quindi, per
loro sarà come ricominciare…non da dove avevano
lasciato, ma da un punto che
avranno seguito precedentemente.
Mi
segui?”
Harry fece
segno di sì con la testa.
“So
che
sarà una situazione difficile da affrontare, ma sono certo
che tu e tutte le
persone coinvolte ve la caverete egregiamente.”
“Lo
spero.”
“Allora,
Harry, dimmi chi vuoi riavere con te.
I tuoi
genitori e Sirius devo supporre in primis, giusto?
E poi Remus
e Tonks, Silente, il tuo amico Fred e Dobby e….”
“Malocchio
e Severus Piton.”
L’anziano,
nel sentir pronunciare “Piton” lo fissò
intensamente.
“Devo
ammettere con sincerità che non me
l’aspettavo.”
“Mi
sbagliavo sul suo conto.
Mi dovevo
fidare del giudizio di Silente e di Piton, invece mi sono lasciato
ingannare
dal rancore che Sirius provava per lui e non fidarmi.
Lui mi ha
sempre protetto ed anche se l’ha fatto perché
amava mia madre, mi ha salvato la
vita e glielo devo.
Capisce,
vero?”
“Sei
un
ragazzo davvero nobile, Harry Potter.
Siamo fieri
di te.”
Harry
sorrise, imbarazzato.
“Sei
pronto
a riavere le persone che ami?”
Altro cenno
d’assenso.
“Bene.”
L’anziano
si arrotolò le maniche ed allargò le braccia.
Pronunciò
parole che Harry non capì, ma la potenza
dell’incantesimo gli fece rizzare i
peli sulla nuca e i suoi tre amici avvertirono la sua potenza anche se
erano
entranti in casa.
Ci fu un
momento di silenzio.
Poi un urlo
che fece sobbalzare Harry.
“Credo
che
il tuo amico Fred sia resuscitato, sai?”
Harry se
n’era accorto benissimo da solo e corse verso la casa seguito
dall’anziano.
Tutti i
Weasley, compresi Hermione erano radunati intorno a Fred, appena
tornato in
vita che non la finiva più di sorridere, ridere ed
abbracciare tutti.
Appena vide
Harry gli saltò addosso prendendolo in braccio e
sollevandolo da terra.
“Se
non
fosse stato per te….io sarei ancora morto!
Harry sei
un angelo!”
“Fred,
fai
piano!
Così
lo
soffochi!”
Molly
Weasley aveva un sorriso enorme, come tutti del resto.
“Harry,
non
sappiamo come ringraziarti.”disse Fred, lasciandolo andare.
“Non
ce n’è
bisogno.
Io non ho
meriti.”
Si
voltò
verso l’anziano, colpito da un pensiero improvviso.
“La
casa di
Godric’s Hollow è distrutta!
Dove
saranno?”
”L’abbiamo fatta ricostruire, calmati!
Va da loro!
Su!”
“Harry!
Cosa sta
succedendo?”chiese Ginny.
“Io..”
“Vai!
Glielo spiego io!
Tu
raggiungi i tuoi!”
Harry si
smaterializzò, anche se non aveva ancora il permesso dato
che non era
maggiorenne ancora, prima che lui potesse finire la frase.
Ma anche se
moriva dalla voglia di vedere i suoi genitori, si
smaterializzò in un posto
totalmente diverso da quello dove avrebbe dovuto apparire:
Grimmauld
Place 12
“Sirius!”pensò,
correndo nella casa.
Grazie alle
cure di Kreacher quando Harry abitava lì, la casa era
decente, ma ora il
disordine e il cattivo odore regnava sovrano.
C’erano
spessi centimetri di polvere e la casa era nelle stesse condizioni
della prima
volta in cui Harry c’era stato.
Il ragazzo
sentiva il cuore battergli così forte da fargli male.
Dov’era
Sirius?
E se
qualcosa fosse andato storto?
Prese a
camminare più velocemente lungo il corridoio, ma non lo vide
da nessuna parte.
Poi di
colpo, entrando in cucina vide un corpo per terra.
“SIRIUS!”urlò,
correndo verso di lui.
Era proprio
il suo padrino.
Giaceva
riverso sul pavimento, i capelli corvini lunghi che gli coprivano gran
parte
del viso.
Sembrava
dormire.
Harry si
inginocchiò sul pavimento, incurante della polvere e della
sporcizia.
Gli
scostò
i capelli dagli occhi e lo guardò con dolcezza.
L’ultima
volta che l’aveva visto da vivo era stato
all’Ufficio Misteri, prima che
morisse.
Si rese
conto che le lacrime lottavano per farsi strada, ma lui le trattenne
con
orgoglio.
Se si fosse
svegliato… non voleva che lo vedesse piangere.
Gli
accarezzò i capelli, mentre i minuti passavano lentamente.
Chissà
come
se la stavano cavando gli altri.
Malocchio,
Piton, Remus, Tonks, Dobby, i suoi genitori…
Un elfo
domestico comparve con un sonoro crack alla sua presenza, facendogli
fare un
salto.
Era Dobby.
Sorrideva,
un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
“Harry
Potter signore!
Io la
volevo ringraziare!
Lei ha
salvato!
Lei ha
ridato la vita!”
“Te
lo
dovevo!
E poi non
è
merito mio.
Devi
ringraziare gli anziani per questo.”
“Io
già
fatto. Lui è venuto da me ed anche dagli altri.”
“Sul
serio?”
“Sì.
Io ora va,
Harry Potter signore.
Il
professor Silente è felice e sta rimettendo tutto a posto e
vuole il mio aiuto,
Harry Potter signore.”
“Sta
bene?”
“Benissimo!
Allegro
come non mai.
Ma dopo la
vuole vedere, anche lei per ringraziarla!”
E
sparì.
“Ti
è
sempre stato affezionato quell’elfo, vero?”disse
una voce.
Harry si
voltò di colpo.
Sirius si
era svegliato e si era messo lentamente a sedere.
“Sirius…”
“Stai
bene?
Hai una faccia!”
Gli occhi
grigi scintillarono.
Harry si
morse il labbro e non ce la fece più.
Gli
gettò
le braccia al collo e lo strinse a sé, tremando da capo a
piedi.
Sirius era
rimasto
sconvolto dalla sua reazione.
Non
l’aveva
mai abbracciato prima d’ora.
Si
chinò
per stringerlo e gli accarezzò i capelli neri arruffati,
mentre lo sentiva
sussultare e piangere, il viso affondato nella sua spalla.
“E’
tutto
ok….sfogati…sono qui con te…non ti
lascio…piangi quanto
vuoi…”sussurrò piano,
abbracciandolo forte forte.
“M-mi
dispiace…io non volevo…sono stato così
stupido…
È
tutta
colpa mia…sono stato io…”
“Harry…se
è
per l’Ufficio Misteri…tu non c’entri
nulla!”
“Come
fai a
dirlo? Se non avessi seguito quel sogno, se non avessi avuto la mia
“mani di
fare l’eroe” mi sarei accorto che era tutta una
trappola!
Hermione
aveva ragione, se le avessi dato ascolto…”
Sirius non
sapeva che dire.
Seduto per
terra, teneva Harry tra le braccia in un’intimità
che mai avevano avuto prima
d’ora.
“Non
hai
colpe, Harry.
Credimi.
Ora
calmati.”
Il respiro
del ragazzo da irregolare e affannoso diventò più
rilassato, fino ad essere
normale.
I
singhiozzi finirono e lui smise di tremare.
Anche se
aveva finito di piangere, Sirius non lo lasciò andare.
“Ti
devo
delle scuse.”
“Perché?”
Harry aveva
la testa appoggiata alla spalla del padrino e con le braccia gli
cingeva il
collo.
“Durante
il
tempo che abbiamo passato insieme io vedevo in te così tanto
di James che ho
finito per confondervi…
Siete
così
simili e lui mi mancava così tanto…che ho finito
per considerarti un adulto e
non un ragazzo che aveva bisogno di un po’
d’attenzione ed affetto…cose che io
non ti ho mai dato….
Perdonami,
ti prego….”
“Era
normale che ti mancasse…era il tuo migliore
amico…e poi non m’importa.
Tu mi hai
dato tanto…”
“Non
è
affatto vero!”
“Mi
hai
dato un punto di riferimento…eri tutto per me…mi
affidavo a te per ogni
cosa…eri come un padre per me…un
fratello…c’eri sempre per me…e se non
mi
trattavi come un ragazzo della mia età….beh non
fa nulla…”
“Lo
pensi
sul serio?”
Harry si
staccò da lui e si asciugò le guance.
“Certo
che
lo penso.”
Si
alzò.
“E
non
avrei dovuto coccolarti o fare cose simili?”
“Forse…ma
non importa.
E poi oggi
abbiamo compensato.”
Sirius
rise.
Quella
risata, quella risata simile ad un latrato…quanto gli era
mancata….quanto
avrebbe dato per risentirla…negli anni che aveva passato
senza di lui.
“Stai
bene?
Eri
così
assorto.”
“Mi
sei
mancato.”disse semplicemente.
“Anche
tu.”
“E’
meglio
andare.”
Sirius
scattò in piedi e si precipitò verso
l’ingresso seguito da un sorpreso Harry.
“Perché
corri?”
“I
tuoi
genitori!
Tuo padre
James mi ammazza se non andiamo da loro!
Li abbiamo
lasciati soli ed anche Remus e Tonks!”
Gli prese
la mano e insieme si smaterializzarono.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** si ricomincia ***
Un
piccolo appunto…ho sbagliato a scrivere una cosa
nel capitolo precedente…Harry è maggiorenne ed ha
compiuto 17 anni.
La
storia è ambientata quando lui ne deve compiere
18, non 17!!!
Scusate
che svista!!!
Godric’s
Hollow.
Un
bellissimo villaggio, migliaia di anime e moltissimi ricordi.
Questi,
purtroppo, non sempre sono i più felici….
Erano
cambiate molte cose dalla morte di Lily e James Potter…la
gente, la vita, ma i
ricordi, quelli belli, non erano stati dimenticati mai…
Risate
cristalline ed occhi verdi, giri lungo la via con capelli corvini al
vento…
Perché
anche se tutto cambia i ricordi restano e ci permettono di dare
un’occhiata al
passato e da esso trarre la forza per guardare il futuro…
Era a
questo che pensavano Lily e James Potter quando si risvegliarono in un
mondo
molto diverso da quello che avevano lasciato….a
ciò che avevano perso…ma anche
alla possibilità di riprendere a vivere…
“Stai
bene?”
James
Potter si scostò i capelli dagli occhi e tese la mano alla
moglie per farla
alzare.
Erano nel
salotto della loro casa e tutto era stato rimesso a suo
posto…i quadri sulle
pareti, il divano, le poltrone, il giardino…tutto come se
non fosse mai
successo nulla.
“Gli
anziani hanno fatto un buon lavoro.”constatò Lily.
Sorrise e
abbracciò di slancio il marito.
“Siamo
tornati e stavolta per restare.”sussurrò, il volto
affondato nel cuscino.
James le
accarezzò i capelli rossi e le diede un dolce bacio sulla
fronte.
“Dove
saranno Remus e Tonks? Harry e Sirius?”
“Non
lo so.
Spero solo
che sia andato tutto per il meglio.”
Un sonoro
pop li distolse dalle preoccupazioni.
In
giardino, raggianti come non mai, c’erano Remus e Tonks e
stringevano Ted tra
le braccia.
“Remus!
Tonks!”
James si
precipitò fuori della porta, seguito dalla moglie, per
correre ad abbracciare
l’amico e la ragazza che aveva imparato a conoscere in quei
giorni.
“Piano!
Piano! Quanto entusiasmo, Jamie!”lo rimproverò
Remus, stretto tra le braccia
dell’amico, ma stava ridendo anche lui.
Lily si
limitò ad abbracciare Tonks forte.
“State
bene?
Tutto si
è
risolto per il meglio?”chiese.
“Sì.
A parte mia
madre! Le stava per venire un colpo quando ci ha visto in casa sua! Non
riusciva a credere ai suoi occhi!”
Tonks
strinse il figlio tra le braccia e rise.
“E’
davvero
un bel bambino! Complimenti, ragazzi!”
Lily
sfiorò
i capelli di Ted con una mano ed il piccolo le sorrise di rimando.
“A
proposito di figli, ma Harry
dov’è?”chiese Remus.
Manco
l’avesse evocato lui in persona Harry e Sirius si
smaterializzarono nel
giardino dei Potter.
Sirius
lasciò andare Harry e quando vide tutti riuniti nel giardino
esclamò allegro:
“Che
bello!
C’è una festa!
Perché
non
sono stato invitato?”
James
scoppiò a ridere e si fece avanti per abbracciarlo.
“Non
cambierai mai, vero Felpato?”
“Mai,
messer Ramoso!”
Sirius rise
a sua volta.
Harry se ne
stava da parte.
Aveva
sognato quel momento da tutta una vita, ma ora che rivedeva i suoi
genitori, in
carne ed ossa, non riusciva a muovere un muscolo.
La mente
gli si era svuotata.
Lily se
n’era accorta per prima e con una stretta al cuore,
poiché immaginava cosa
stesse passando il figlio, corse verso di lui e si chinò
mettendogli le mani
sulle spalle.
Harry
alzò
lo sguardo ed incontro quello verde smeraldo della madre.
“Mamma…”sussurrò
incapace di dire altro.
“Stai
bene?”
“Sì.
È
solo…”
“Tutto
troppo veloce?”
Segno di
sì
con la testa.
Lily
sorrise, un sorriso stupendo che incantò Harry.
“Vieni
da
me.”sussurrò la madre, avvicinandolo a
sé ed abbracciandolo fortissimo.
“Mi
sei
mancata così tanto.”
Harry si
strinse a lei come se temesse di vederla andare via da un momento
all’altro.
“Sono
qui…non ti lascio.”
Harry si
rese conto che tutti i presenti li stavano guardando, ma non se ne
importò.
Voleva solo
affondare il viso in quei capelli rosso scuro e abbracciarla con tutte
le sue
forze.
Incrociò
lo
sguardo del padre e lo vide sorridere con affetto.
“Papà…”
Occhi
nocciola contro occhi verde smeraldo.
Gli stessi
capelli, i medesimi lineamenti, la bocca simile e l’identico
sguardo
malandrino.
“Papà…”ripetè.
James si
chinò
su di loro e li abbracciò forte forte, accarezzando con
dolcezza i capelli del
figlio e della moglie.
Li
abbracciò come se da ciò dipendesse la sua intera
vita…stringendoli forte
contro il petto…
Il mondo
pareva essersi fermato…finalmente potevano abbracciarsi e
vedersi in carne ed
ossa…
Nulla…nulla
aveva più importanza di questo.
“Ci
sei
mancato così tanto!”disse James, chinandosi per
baciare il figlio sulla fronte,
sfiorando la cicatrice con le labbra.
“Ho
saputo
che mi avete tenuto d’occhio, vero?”chiese Harry
staccandosi da loro e
sorridendo, un sorriso che gli andava da un orecchio
all’altro.
“Certo
che
sì!
Ti abbiamo
seguito da lassù, ma non era la stessa
cosa….”
“Quindi
sapete tutto di me?
Avete visto
tutto ciò che ho fatto?”
James
annuì.
Harry lo
guardò e gli venne in mente quando l’aveva
accusato dopo aver visto il peggiori
ricordo di Piton.
Aveva
pensato che lui avesse costretto Lily a sposarlo.
Se aveva
visto anche quello….
James parve
intuire ciò che gli stava passando per la testa.
“Harry,
io…”
“Mi
dispiace…non dovevo pensare male di te…non avrei
dovuto pensare quelle cose sul
tuo conto…”
“No!
Hai
fatto bene!
Mi sono
comportato come un’idiota, lo ero quando stavo ad Hogwarts.
Mi dispiace
di averti deluso.”
“Tu
non mi
hai affatto deluso! Non pensare questo!
È
solo che
vi avevo immaginato diversamente e non come due persone che litigavano
ogni
cinque minuti!”
“Tipo
amore
a prima vista e vissero per sempre felici e contenti?”
Harry rise.
“Sì,
qualcosa del genere!”
James
lanciò uno sguardo alla moglie che si era allontanata per
chiacchierare con gli
amici.
“Io e
tua
madre non andavamo molto d’accordo a scuola.
Io facevo
l’idiota con Sirius, lei tentava di rimetterci in riga e poi
non sopportava gli
scherzi che facevo a Piton….”
“La
situazione è cambiata, ora.”
“Non
le
avrei fatto mai del male…mai avrei osato ingannarla o
costringerla a fare
qualcosa che non voleva.
Non
l’avrei
mai fatto…mai nella vita.
Non mi
credeva mai quando le dicevo di amarla…forse pensava che la
volessi usare e
prenderla in giro…
Si
proteggeva…solo per non essere ferita da altri…
Se non si
fosse innamorata di me…sarei stato felice anche solo
vedendola serena, mi
sarebbe bastato….
Solo
vederla ridere…”
James aveva
lo sguardo perso nel vuoto e nei suoi pensieri.
“Quando
ha
capito che tu l’amavi sul serio e che non la prendevi in
giro?”
“Quando
ho
iniziato a comportarmi come persona normale!”
A
quell’affermazione Harry rise.
“Incredibile,
ma vero, mi è bastato solo essere me stesso.”
“Te
stesso?”
“Sì.
Sai,
smettendola di essere arrogante e rompiscatole.
E devi
ringraziare il tuo padrino per questo.
Se non
fosse stato per lui non ce l’avrei mai fatta.”
Lo sguardo
dei due uomini si posò su Sirius che, poco distante, giocava
con Ted tra le
braccia.
“Perché
lui?”
“Mi
ha
consigliato lui di comportarmi così.”
“Grande
Sirius!”fece Harry, ricevendo lo sguardo divertito del padre.
“Grande
sul
serio, mio caro!”
Rise,
mettendogli un braccio attorno alle spalle.
“Ti
voglio
bene, Harry.
Più
di
quanto tu possa mai immaginare né provare.”
“Anch’io
ti
voglio bene.
Scusa
ancora per aver dubitato del tuo amore per la mamma.”
“Non
importa.
Io al tuo
posto avrei pensato la stessa identica cosa.”
“Non
sarà
facile spiegare la vostra ricomparsa agli altri abitanti del villaggio,
credo.”
“Credi
bene.”
James
spostò
lo sguardo e incontrò quello curioso della vicina di fronte
che, attaccata al
finestrino, stava già facendo mille speculazioni ed ipotesi
su di loro.
“Spero
solo
che non ci prenda per Inferi!
Sai che
figura di niente che faremo!”
James lo
pilotò verso l’interno della casa dove erano
entrati già i quattro.
E con
ancora la risata del figlio che gli rimbombava nelle orecchie, James
chiuse la
porta, preparandosi all’ondata di eventuali domande che
avrebbero seguito la
loro ricomparsa.
Remus e
Tonks se ne andarono verso sera, lasciando la famiglia Potter e Sirius
ad
affrontare un’ondata di vicini curiosi.
E dopo
l’ennesima spiegazione data agli interessati, James chiuse la
porta per la
centesima volta da quella mattina.
“Perché
non
mettiamo un enorme cartello dove spieghiamo che siamo ritornati in vita
e
come?”disse, la voce roca.
“Sono
stufo
di spiegare tutto a tutti.
Anche se
molti ci hanno portato cibo e pensierini.”concluse indicando
la tavola della
cucina dove c’erano decine e decine di vassoi contenenti di
tutto e di più.
Harry e
Sirius non poterono fare a meno di ridacchiare.
“C’è
una
cosa positiva in tutto questo.”disse Sirius, prendendo una
fetta di torta alle
mele che aveva portato la vicina di casa.
“E
sarebbe?”
“Che
avete
da mangiare per un mese!
E poi siamo
famosi, tutti noi!
Non capita
spesso di vedere resuscitare dieci persone, no?”
“Vero.”convenne
Lily.
Lo sguardo
di Sirius si posò sulla finestra e vide che fuori era ormai
buio.
“Come
vola
il tempo!”si ritrovò a pensare.
Si
alzò
“Beh,
io
vado!”annunciò e fece per andare verso la porta,
ma la voce del suo migliore
amico lo fermò.
“Dove?”
Si
volò, le
mani affondate nelle tasche e lo guardò.
Occhi
grigio ghiaccio contro occhi nocciola.
Scrollò
le
spalle.
“Non
so.
Forse
Grimmauld Place, dato che Kreacher è ad Hogwarts.”
“Sì,
certo!
Così
finisci per impazzire e noi ti ritroviamo con il cappio al collo.
Tu
lì non
ci ritorni.
Ci sono
troppi brutti ricordi!”
“Come
diamine faceva a sapere tutto di me?
Accidenti!
Sa cose che anch’io ignoro!”pensò.
“Perché
non
rimani qui?”chiese Lily.
“No!
Non
posso…non potrei mai…”
“Disturbare?”
James
finì
la frase per lui.
Quella
ormai era un’abitudine.
“Esattamente.
Andrò
a
stare in qualche posto…”
“E
poi che
hai intenzione di fare?”
“Dato
che
ora sono vivo e libero pensavo di trovarmi un
lavoro o di ricominciare
con quello vecchio.”
“Che
facevi?”chiese Harry.
Ignorava
tutto del passato dei genitori, soprattutto la parte riguardante il
lavoro.
“Auror,
come tuo padre.”
“E la
mamma?”
“Studiavo
per insegnare ad Hogwarts.”
“Fammi
indovinare: professoressa di Pozioni?”
Lily
sorrise ed annuì.
“Beh,
io
vado!”disse Sirius rompendo il silenzio creatosi dopo la
domanda di Harry.
James lo
afferrò per il polso.
“TU
resti
qui! Non voglio che commetta qualche imprudenza o che viva allo
sbaraglio!
Resta da
noi!
Dai!”
“Se
accetto
la smetterai di tormentarmi e mi lascerai il polso?
Sai, mi
stai facendo male!”
James lo
lasciò andare.
“Scusa.
Allora che
fai? Accetti?”
“D’accordo!”
“Grandioso!
Vieni, ti
mostro dove potrai stare!”e lo trascinò di sopra.
Harry rise.
“Non
si
arrende mai, vero?”
“No,
ti
somiglia troppo per farlo!
E poi
è
molto affezionato a Sirius e condivido in pieno la decisione di farlo
stare
qui.
Sirius ha
bisogno di qualcuno che gli sia vicino.
Non
è bello
starsene da soli e lui lo è rimasto per troppo tempo,
ormai.”
“Da
quanto
si conoscono?”
“James
e
Sirius?
Da quando
sono nati!
Dato che
sono entrambi purosangue, si sono frequentati e trovati sin da subito.
Anche se
avevano idee diverse dalle loro famiglie, soprattutto Sirius come ben
saprai.
Non so come
farebbero l’uno senza l’altro.”
Harry
guardò le scale dove erano saliti e scomparsi.
Una nuova
vita aveva inizio.
Quello che
era sembrato la fine di tutto, della vita, del loro rapporto era
diventato un
nuovo principio.
ciaoooooooooo!!!
volevo solo ringraziare le persone che hanno commentato questa storia o
che l'hanno messa tra i loro preferiti!!!
mi
ha fatto molto piacere!!!
continuate
a seguirmi ed a commentare mi raccomando!!!
un
kiss,
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** rivelation e assalti giornalistici.... ***
Per
rispondere a LyraPotter sì, sono una fan di
Streghe.
Se
anche tu lo sei possiamo scambiare qualche
chiacchiera.
Il
mio indirizzo msn è sul mio account…
Grazie
a tutti dei commenti e a chi ha inserito la
storia tra i preferiti.
Sappiate
che sto facendo del mio meglio e sono
felice che vi piaccia.
Vi
adoro, ragazzi!!!!
Avere
indietro Lily e James fu il regalo più bello che qualcuno
gli avesse mai fatto.
Era a
quello che pensava Harry quando la mattina dopo la loro ricomparsa si
svegliò
con un sorriso radioso sul volto.
Il sole
illuminava la stanza che aveva occupato: molto spaziosa, piena delle
cose che
aveva preso dai Weasley la sera prima, con un grande balcone che
affacciava sul
giardino sottostante.
La sera
prima aveva avuto parecchie opportunità di visitare la casa,
con sua madre come
guida turistica.
C’erano
più
di dieci stanze, con circa tre piani esclusa la soffitta.
Circondata
da un grandissimo giardino, dapprima incolto, poi rimesso a posto dagli
Anziani
come la casa, del resto, contava nei suoi attribuiti anche una piscina
sul
retro ed un paio di altalene legate ad un albero alla sua ombra.
Non
c’era
che dire!
I Potter si
erano proprio sistemati bene!
“Buongiorno,
Harry!”
La voce di
Lily lo fece sobbalzare e lo distolse dai suoi pensieri.
Il ragazzo
si voltò a guardarla e per l’ennesima volta rimase
colpito dalla sua bellezza.
L’aveva
vista in foto, da fantasma, nei ricordi di Piton, ma da
vicino….dal vivo…era
tutta un’altra cosa.
Capelli
rosso scuro che le cadevano morbidamente sulla schiena, occhi verde
smeraldo
identici ai suoi, ridenti e stupendi.
Era una
donna bellissima, alta, formosa e dolcissima.
“Stai
bene?”chiese, dolcemente la diretta interessata.
Harry
annuì
e chinò lo sguardo, rendendosi conto
all’improvviso di aver fatto una grande
figuraccia nel rimanere in silenzio a contemplarla come
un’ebete.
“Scusa,
ero
soprappensiero.”
Lily
sorrise e si chinò ad abbracciarlo.
Il suo
profumo…il suo abbraccio.
Harry
chiuse gli occhi e si strinse a lei.
“Ti
amo
così tanto, tesoro.”sussurrò lei.
“Attenta
che
ti sente papà!”scherzò lui.
Lily rise e
si staccò da lui.
“E’
vero!
Meglio non dirlo davanti a lui.”
“Dove
sono
lui e Sirius?”
La casa era
fin troppo silenziosa.
“Sono
ad Hogwarts
a trovare Silente.
Dovrebbero
tornare verso l’ora di pranzo.
Avevano
delle cose di cui parlare.”
Mentre
faceva colazione Harry si stupì di sentirsi così
a suo agio con la madre.
Anche se
non avevano mai avuto l’occasione di parlare, veniva tutto
così semplice, così
naturale.
Sembrava
che non fosse successo mai nulla di male….magari fosse stato
così!
“Gli
Anziani hanno fatto tutto tranne riempire la
dispensa.”constatò Lily che aveva
usato la magia per far apparire la colazione.
“Mi
sa che
dobbiamo fare un salto in centro.”
Harry la
guardò, stupefatto.
“Dopo
tutte
le domande a cui avete dovuto rispondere ieri sulla vostra ricomparsa,
tu vuoi
andare in centro?”
“Hai
una
faccia!”ridacchiò lei, afferrando il mantello nero
ed indossandolo.
“A
ben
vedere!
Mamma, sei
sicura?”
“Andrà
tutto bene, Harry!
Mica
verrà
la stampa ad intervistarci!”
“Mai
dire
l’ultima parola.”sentenziò Harry
saggiamente, ma la seguì fuori, ugualmente.
“Se
qualche
altra vicina mi viene vicino e mi pizzica di nuovo dicendo
“ma come si è fatto
grande!” ti giuro che la schianto!”fece Harry dopo
aver percorso qualche isolato.
Si
massaggiò la guancia destra, che aveva assunto un colorito
rossastro.
“Non
sono
un bambino! Ho 17 anni, accidenti!”
Lily si
mise una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere.
Avevano
fatto sì e no una trentina di passi ed avevano incontrato
circa tre vicine che
non erano venute ieri a salutarli.
E tutte,
senza eccezione, rimanevano incantate nel guardare Harry e si
premuravano
sempre di dargli qualche pizzicotto affettuoso sulle guance o un ferreo
stretto.
Risultato?
Un Harry
piuttosto nervoso!
“Tieni
duro, siamo quasi arrivati nel centro.
Lì
potremo
trovare tutto ciò che ci serve in casa.”
“Non
potevamo smaterializzarci e basta?”disse, nervoso.
“E
perderci
questa bella passeggiata?”
Lily
sorrise e si mise a volteggiare per la strada, facendo mulinare i
capelli color
fuoco ed attirando gli sguardi di tutti i maschi, da quelli nei
passeggini a
quelli in età da ospizio.
Nel vederla
così felice, Harry abbandonò il suo malumore e la
seguì, ridendo per la strada.
Godric’s
Hollow era un villaggio che, dopo la morte di Voldemort, era come
rinato.
Bambini che
correvano felici su è giù per le strade, parchi
giochi pieni di vita, risate,
sorrisi anche agli sconosciuti.
Era
incredibile come fosse cambiato.
Tutti i
suoi abitanti erano più che felici di riavere Lily e James
con loro.
Erano un
po’ gli eroi del posto, famosi per il loro sacrificio per
proteggere il loro
bambino e idoli in un certo senso.
Harry non
mancò di farlo notare alla madre.
Lei
arrossì.
“Non
siamo
più famosi di te, però.”
“Per
esserlo
dovreste sconfiggere un mago oscuro.”ribattè lui.
“La
prossima volta che ne vedo uno non mancherò di farlo,
contaci!”
Harry rise.
“Spero
solo
che Voldemort sia l’ultimo.
Sono stufo!
Non voglio rivivere i momenti che mi ha fatto, ci ha fatto, passare!
Mai
più.”
Lily gli
mise un braccio attorno alle spalle e lo baciò dolcemente
sulla fronte.
“Non
accadrà. Te lo giuro, Harry.
Sei al
sicuro…siamo tutti al sicuro.”
Mise
l’ennesima busta della spesa nella borsa ed uscì,
prima di tornare
immediatamente dentro il negozio, accecata dalla luce dei flash.
“Che
cosa
diamine succede?”
Harry
sbirciò dalla vetrina e vide una decina di fotografi.
“Cosa
succede qui?”disse una voce cupa.
“Nulla,
Ed!
Solo qualche giornalista rompiscatole!”
Era Elise,
un’amica di Lily, nonché sua vicina.
Ed, invece,
era il proprietario del negozio e conosceva i Potter da quando si erano
trasferiti lì la prima volta.
“Tu e
tutti
gli altri avrete parecchie domande a cui
rispondere.”sentenziò Elise, mettendo
un braccio attorno alle spalle di Lily.
“Direi
di
sì.”sbuffò Harry, incrociando le
braccia davanti al petto.
Lily si
sedette su una sedia.
“C’è
anche
quella Rita Skeeter, guardate!”
Impeccabile
e riconoscibile da un satellite in orbita, indossava un tailleur verde
cachi,
capelli cotonati e unghie colorate, armata di taccuino e di penna
Prendi-appunti, strillava domande oltre il vetro, inascoltate da coloro
che
erano all’interno del negozio.
“Ho
la
netta sensazione che ci reputino dei fenomeni da baraccone, delle
persone su
cui compiere studi o cose del genere.”disse Lily ad alta
voce, parlando più a
sé stessa che agli amici ed al figlio.
“Voi
non lo
siete per niente, Lily!
È
solo
successa una cosa fuori del comune!
Nulla di
cui interessarsi, o meglio, loro non dovrebbero interessarsi e
tormentarvi!”esclamò
Ed.
“Avete
ragione! Scommetto che anche gli altri si saranno nella mia stessa
situazione!”
Neanche a
farlo apposta contemporaneamente alla sua frase Remus e Tonks,
Malocchio Moody,
Fred e Piton erano occupati a tenere fuori da casa i giornalisti
curiosi.
James,
Sirius e Silente arrivarono a casa scarmigliati e sconvolti, poco tempo
dopo il
ritorno di Lily e Harry.
James
appoggiò la schiena contro la porta ed aiutato da Sirius la
chiuse con una
spallata.
“Sono
tornato da un giorno e già ho voglia di ritornare
lassù!”commentò esausto.
Aveva un
graffio sulla guancia ed i capelli più arruffati del solito.
“Dimmi
che
stai scherzando!”
Harry lo
guardò, stupito ed insieme orripilato.
Lo
sconvolgeva anche solo il pensiero di perderli ancora.
James sorrise.
“Certo
che
scherzo, stupido che non sei altro!
Come potrei
mai andarmene?”
“Dì
quello
che vuoi, Ramoso!
Ma questa
situazione dei giornalisti la dobbiamo risolvere!
Non posso
fuggire e nascondermi come fossi tornato ai periodi in cui ero un
evaso!”
Sirius si
sdraiò sul divano e gemette.
“Perché
non
facciamo di nuovo l’Incanto Fidelius?”propose James.
Sirius lo
guardò torvo.
“Già.
Perché
l’ultima volta ha funzionato bene, vero?
Un’esperienza
da ripetere di sicuro!”fece lui sarcastico, facendo ridere i
presenti.
“Ma
vi
hanno aggredito addirittura?”
Lily li
fissò allarmata.
“Solo
un
tantino, Lily….”
“Sì!
Diciamo
solo che ci sono saltati addosso, urlando domande e gettando microfoni
in
faccia alla gente.”
“Ahi!
Uno mi
è
arrivato sul naso!”
Sirius se
lo tastò con una smorfia di dolore.
Silente,
d’altro canto, era seduto sul divano accanto a Sirius e si
studiava una ferita
sulla mano destra, tornata normale dopo la morte.
Harry lo
guardò ed incontrando il suo sguardo sorrise, ricambiato.
“Sta
bene,
professore?”chiese.
Non aveva
dimenticato il loro ultimo incontro.
L’aveva
molto aiutato ad andare avanti.
Se non
fosse stato per lui e per gli altri non ce l’avrebbe mai
fatta.
“Sì.
Solo
qualche graffio.
Non mi
lamento sempre come fanno questi due!”ed indicò
James e Sirius.
I due per
risposta, gli tirarono un cuscino addosso.
Silente lo
ricevette in pieno viso e scoppiò a ridere, allegro, gli
occhi che brillavano.
“Non
cambiate mai, eh, ragazzi?”
“Vuoi
dire
che così non ti piacciamo, prof?”
“Mi
sento
offeso!
E tu
Jamie?”
“Anch’io,
Sir! Questa me la lego al dito!”
“E
fatela
finita!”esclamò Lily, ridendo anche lei.
Harry li
guardava stupito.
Conosceva
Silente da anni, ma non aveva mai osato tanta…non
so….sfacciataggine nei suoi
confronti.
“Harry?
Ti posso
parlare un secondo?”
Harry
sobbalzò, vedendo Silente accanto a lui.
Era stato
così distratto da non vederlo neanche arrivare.
James li
guardò per un attimo poi disse:
“Lascialo
stare! E’ troppo presto!”
La voce di
James era dura.
“Deve
saperlo, non mi sembrerebbe giusto tenerlo
all’oscuro.”
“L’hai
fatto per anni ed ora ti vengono i sensi di colpa?”
Ora era sul
serio arrabbiato.
Gli aveva
dato perfino del tu!
Ma cosa
voleva dirgli Silente che lo faceva comportare così
sgarbatamente nei confronti
del vecchio preside?
“Devo
farlo, James!
Cerca di
capirmi!”
“Ho
smesso
di farlo da tanto tempo.
L’hai
sempre considerato come un bambino…da tenere
all’oscuro…la profezia…gli
Horcrux…I Deathly Hallows…ora hai voglia di dire
tutto?”
“James…”
“Ti
comporti sempre così.
Lo ferisci
e poi tocca agli altri raccogliere i cocci!”
Era
arrabbiatissimo, così tanto da smaterializzarsi
chissà dove con tutta la sua
rabbia.
Silente
guardò gli altri.
“Fa
come
ritieni giusto, Albus.”sussurrò Lily e Sirius
annuì, piano.
Harry che
aveva smesso di capire da un po’, aprì la bocca e
fece per parlare, ma prima
che potesse farlo, Silente lo pilotò verso una stanza e gli
parlò….
Alla fine
del discorso, Harry lo fissava a bocca aperta.
“Mio….mio
nonno?”chiese, allibito.
Silente si
chinò su di lui e fece per accarezzargli una guancia, ma
Harry si ritrasse.
Era
sconvolto.
Suo padre
aveva ragione…
“Harry…”
“Mi
lasci
stare!”esclamò e scattato in piedi, corse via,
sbattendo la porta dietro le
spalle.
Corse nella
sua stanza e chiuse la porta dietro di sé, pur essendo
consapevole che, per
entrare, sarebbe bastato smaterializzarsi al suo interno.
Si sedette
con le spalle appoggiate alla porta e chiuse gli occhi, respirando
profondamente.
Si sentiva
così….tradito…tenuto
all’oscuro….
Perché
non
gliel’aveva mai detto?
Perché?
Queste
domande gli rimbombavano nella testa.
Silente
molto probabilmente l’aveva seguito, poiché
sentì qualcuno salire le scale ed
andare sul pianerottolo del primo piano.
“Harry…”
Non era
Silente! Era James!
“Posso
entrare?”
Harry
socchiuse la porta quel poco che bastava per farlo passare e poi la
richiuse.
Evitava di
guardarlo.
James si
sedette accanto a lui e gli prese la mano, stringendola forte forte.
“So
quello
che provi…io l’ho saputo quando avevo 7 anni meno
di te…
Prima
ignoravo che fosse mio padre.”
“Perché
non
me l’hai mai detto?
Potevo vivere con lui…mi sarei sentito
meno…”
“Solo?”
Cenno
d’assenso.
“Lo
so.
Ti ha
voluto tenere all’oscuro di tante cose ed anch’io
fatico a capirlo…
Ma molto
probabilmente lo avrà fatto pensando di agire per il
meglio.”
“Mi
prometti una cosa?”
“Quello
che
vuoi.”
“Non
nascondermi nulla.
Anche se
è
una cosa brutta, voglio saperla.
Intesi?”
“Intesi.”
James si
chinò sul figlio e lo strinse a sé, appoggiandolo
al petto.
“Non
ti
mentirò mai. Te lo giuro.
Ma non
portargli rancore.
Un Potter
arrabbiato con lui basta ed avanza, credimi!”
Harry rise,
il viso appoggiato al suo petto.
Si strinse
più forte a lui.
“Comunque,
dato che ti ho promesso che ti avrei detto tutto…
Abbiamo
deciso di organizzare una festa qui a casa.
La proteggeremo
con incantesimi per nasconderla alla gente curiosa.
Una sorta
di rimpatriata tra gente tornata dal Regno Dei Morti e gente viva e
vegeta!
Che te ne
pare come idea?”
Harry si
staccò da lui e sorrise.
“Ottima,
direi!”
“Così
conoscerò la mia futura nuora!”
James era
più allegro che mai, mentre Harry arrossì.
E festa
sia!
Per
chi volesse sapere altre notizie su Silente e
sul suo grado di parentela con James e harry dia un’occhiata
alla mia fan
fiction I loving you…I protecting
you…forever….
Spero
che questo capitolo vi piaccia…spero
vivamente di sì.
So
che la storia di Silente è mooolto irreale, ma è
una fan fiction basata sulla mia fantasia…
Grazie
per i commenti…
Spero
che dopo aver letto questo capitolo
continuiate a seguirmi ed a commentare….
Sarei
molto felice di ciò…
Vi
adoro, ragazzi miei!!!
Kiss,
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** fiesta!!! ***
Mancavano
poche ore alla festa organizzata dai Potter e nella villa regnava il
più
completo caos: chi correva di là, chi cucinava di qua, chi
metteva sedie e
tavoli a posto e chi chiacchierava con i appena arrivati.
“Non
vedo l’ora di conoscere la mia futura nuora.”
James
Potter sorrise ed afferrò un tramezzino.
Sirius
al suo fianco, gli rivolse un sorriso malandrino.
Harry
sospirò, affranto.
“Promettetemi
che non farete domande imbarazzanti o inopportune.”li
pregò.
“Noi?
Ma per chi ci hai presi? Non faremo nulla di male.”
“Chissà
perché non vi credo.”
“Tranquillo, Harry.
Non
faranno nulla di inopportuno o che possa metterti in
imbarazzo.”lo
tranquillizzò Lily, colpendo la mano del marito che aveva
preso un ennesimo
tramezzino.
“Sono per gli
ospiti. E
comunque non sto scherzando.
Non fate gli idioti o cose
del genere.
Anzi, facciamo
così: non
siate voi stessi ed andrà tutto bene.”
Harry soffocò le
risate,
beccandosi un’occhiataccia dal padre.
“D’accordo!
Faremo i bravi.
Siamo solo curiosi.”
“Già. E
poi io non ho mai
conosciuto i Weasley.
È ovvio avere un
pizzico di
curiosi…”
James non fece in tempo a
finire la frase che il campanello suonò.
Harry sbirciò dalla
finestra.
“Sono loro.
Vi prego…”
“Ok. Non faremo
nulla di
male!”
Sirius gli mise un braccio
attorno alle spalle e sorrise.
Alla porta c’erano
tutti i
Weasley, compresi Bill e Fleur e Charlie.
Fred Weasley, resuscitato
da poco, aveva un sorriso stampato sul volto ed appena vide Harry lo
afferrò e
lo strinse così forte da stritolarlo.
“Fred! Fai piano! Mi
stai
stritolando!”protestò Harry.
Fred lo lasciò
andare e il
ragazzo venne sommerso da altri abbracci spezza-costole.
“Non ti
ringrazierò mai
abbastanza, Harry, caro!”esclamò Molly, dandogli
un buffetto affettuoso sulla
guancia.
Nel sentirsi così
circondato e ringraziato Harry arrossì.
Fortunatamente in
quell’istante giunse Sirius a salvarlo, concentrando
l’attenzione dei presenti
su di lui.
“Sirius!”esclamarono
i
gemelli, correndogli incontro.
Dopo un attimo anche Sirius
si ritrovò sommerso dagli abbracci come era capitato ad
Harry poco fa.
“Ehi! Piano, piano!
Sono
appena stato resuscitato, non vorrei morire soffocato!
Ramoso, vieni a darmi una
mano!”gridò lui.
Trattenendo a stento le
risate, James Potter e Lily raggiunsero l’amico.
“Mio Dio! Voi
siete…”iniziò
Arthur, raddrizzandosi gli occhiali sul naso.
“I genitori di
Harry, sì!”
I due tesero la mano ai
Weasley che ancora erano a bocca aperta.
“Cielo, come vi
assomigliate!”esclamò Percy e James non
potè fare a meno di sorridere al
figlio.
“Siete
identici!”disse
Ginny avvicinandosi al fidanzato.
“Già, ci
somigliamo
parecchio!”ammise Harry, stringendola a sé e
baciandola con dolcezza sulle
labbra.
“Ron?”chiese,
accorgendosi
in quel momento dell’assenza dell’amico.
“E’ da
Hermione e dai
suoi.”
Harry la guardò,
sorpreso.
“Si è
presentato ai
genitori di Hermione come suo fidanzato?”
“Credo proprio di
sì.
Dovrebbe arrivare a momenti
con loro.”
“Era ora che
facessero sul
serio quei due!”disse una voce alle loro spalle.
Sirius Black si
avvicinò
alla coppia, sorridendo.
“Sono felicissima
che tu
sia ritornato.
Ci sei mancato
tantissimo!”disse Ginny, abbracciandolo.
“Anche voi mi siete
mancati
molto, ragazzi.
Ed ho la netta sensazione
di essermi perso anche parecchio, non è vero
Harry?”
Il ragazzo arrossì
ed
annuì.
“Da quanto state
insieme?”chiese, guardandoli.
“Da parecchio. Non
credevi
che ci saremmo fidanzati?”domandò Ginny.
“No! Io ti chi
vedevo più
con Malfoy, Ginny, sai?”la prese in giro lui.
“Oddio! Ci pensi
loro due
insieme?”fece Harry sbarrando gli occhi.
“Già ed
io ti ci vedevo più
con Luna, Harry!”continuò Sirius, togliendo il
sorriso dal volto del ragazzo.
“E’ una
mia amica e poi non
staremmo affatto bene insieme!
Io amo Ginny!”
“Lo so, scemo! Ti
sto solo
prendendo un po’ in giro, per rifarmi degli anni in cui non
ho potuto farlo!
Comunque tutti i Potter
hanno la fissa per le ragazze rosse.
Dev’essere
tradizione,
anche tua nonna aveva i capelli rossi.”
“Già,
dev’essere un vizio
di famiglia.”disse James avvicinandosi al gruppetto.
“Sono James, il
padre di
Harry.”si presentò.
“Ginny
Weasley.”
“Lo so.
So parecchie cose sul tuo
conto.
Sei una ragazza fantastica
e sarai una perfetta nuora!”
Sia Ginny che Harry
avvamparono.
“Non sono troppo
giovani
per pensare al matrimonio, Jamie?”chiese Lily,appoggiandosi
alla spalla del
marito.
“Sono
Lily.”
“Piacere di
conoscerla,
signora Potter.”
“Signora! Oddio sono
così
vecchia?”
“Sì!”scherzò
Sirius,
beccandosi uno scappellotto da James.
“Ti prego chiamaci
James e
Lily e dacci del tu.
Il voi o il lei fa troppo
da centenari ed io mi sento ancora giovane!”
“D’accordo.”
“Ed ignora James e
Sirius
ed i loro progetti matrimoniali!”
“Ehi!”
“Ehi un corno!
Avevate un
patto, niente imbarazzo, ricordate?”
“Sì,ma…”
“Parlare di nuore
non era
nell’accordo.”
Harry li lasciò ai
loro
bisticci.
“Sono molto
simpatici i
tuoi, sai?”
“Lo so. E vedessi
come sono
legati papà e Sirius!”
“Hai visto Remus e
Tonks?”
“Solo
all’inizio. Devo
ancora vedere Moody e Piton.”
“E
Silente?”
“Ha vissuto con noi
per un
po’.”
“E
perché?”
“Ora non te lo posso
dire.
Meglio aspettare che
vengano…”
Non concluse neanche la
frase che Ron, Hermione ed i genitori della ragazza arrivarono condotti
dalla
materializzazione del ragazzo.
Hermione e Ron si tenevano
per mano ed erano raggianti.
“Ciao, Harry!
Ginny!”
L’abbraccio di
Hermione e
Ron li travolse ed iniziò nuovamente l’insieme di
abbracci e presentazioni.
Dopo che tutto ciò
finì
Harry afferrò Ron, Ginny ed Hermione e li fece allontanare
dal gruppo di
persone che ora affollava il giardino.
Prese fiato e
raccontò loro
di Silente e del loro grado di parentela.
Quando ebbe finito i suoi
amici lo guardavano con tanto d’occhi.
“E’…”
“Tuo..”
“Nonno?”chiesero
prima Ron,
poi Hermione ed infine Ginny.
“Sì.
È il padre di mio
padre.”
“Oddio! Ecco
perché ti era
così affezionato!”esclamò Ron.
“Già, se
fossi stato uno
studente qualunque ti avrebbe sospeso o espulso sai quante
volte?”fece
Hermione, guadagnandosi una smorfia di disappunto da parte
dell’amico.
Harry si guardò
intorno.
Lily e Molly si erano
trovate subito e chiacchieravano come se si conoscessero da un vita;
stessa
cosa per Arthur, James e Sirius.
I restanti Weasley, invece,
erano impegnati a sistemare le ultime cose sui tavoli di fuori.
“E con i giornalisti
che
avete intenzione di fare?”chiese Ron.
“Papà ha
usato un
incantesimo su tutta l’area della casa.
Impedisce a chi sta fuori
di vedere cosa facciamo noi.
L’ha messo poco
prima che
arrivaste.”
Un sonoro pop si distinse
nell’aria, facendoli sobbalzare.
Remus e Tonks si
smaterializzarono in giardino, stringendo Ted tra le braccia.
Erano radiosi.
“Remus!
Tonks!”esclamarono
Lily, James e Sirius, correndo loro incontro.
“Ciao a
tutti!”salutarono, semi
sommersi dai tre.
“Quanto ci siete
mancati!”sussurrò Sirius, stritolandoli e
togliendo Ted dalle braccia della
madre per coccolarlo un po’.
“Vieni un
po’ dallo zio
Sirius, tu!”disse, giocando con il piccolo.
“Ma se ci siamo
visti pochi
giorni fa!”rise Tonks.
“Non
c’entra. Ci siete
mancati lo stesso. Lassù eravamo sempre
insieme!”rispose James per Sirius.
“Come state? Avete
sistemato tutto?”
“Sì. Io
ho il mio lavoro di
nuovo e Remus ha iniziato a lavorare al Ministero.
A proposito, Kingsley non
può venire.
Ha troppo da fare.”
“Peccato,
però sono
contento che sia Ministro della Magia, ora!”
Pop!
“Ecco
Moody!”disse Ron,
indicando un punto alle loro spalle.
Coperto da cicatrici, con
il suo bastone ed il suo occhio magico Malocchio Moody si
smaterializzò nel
giardino dei Potter, attirando gli sguardi di tutti.
“Malocchio!”
James corse ad
abbracciarlo.
“Potter, ragazzo
mio! Come
stai?”
“Benissimo. E tu? Ti
sei
ristabilito?”
“Ovvio che
sì! Ne
dubitavi?”
“Che bello
rivederti,
Malocchio!”
Tonks lo guardava adorante.
Dopotutto era il suo idolo
e lo stimava moltissimo per essere stato il suo mentore.
Anche i Weasley corsero a
salutarlo e per un attimo Malocchio Moody si ritrovò ad
essere la star.
O meglio, una delle tante.
“Tuo
padre?”sussurrò Lily a
James.
“Ha detto di
iniziare senza
di lui.
Era ad Hogwarts con Dobby,
Kreacher e Piton.”
“A proposito di
Piton,
James…”
“Non farò
nulla di male. Né
io né Sirius.
Te lo prometto,
amore.”e la
baciò con dolcezza sulle labbra.
Un bacio dapprima casto, ma
che venne molto approfondito in seguito.
“Quando avrete
finito di
pomiciare, mi aiutereste a portare queste cose in
giardino?”chiese Harry che,
aiutato da Sirius, trasportava avanti ed indietro vassoi carichi di
cibi.
Lily e James si staccarono
arrossendo ed obbedirono, ignorando il ghigno divertito sul volto di
Sirius.
Harry, invece, sorrise
radioso nel vedere i genitori così uniti.
“Sono sempre
così legati.
Mi sa che dovrai farci l’abitudine!”
Sirius gli si
avvicinò,
sorridendo.
“Posso farti una
domanda
personale?”
“Certo!
Spara!”
“Perché
non ti sei mai
sposato?”chiese Harry.
Sirius parve incupirsi di
botto.
Harry se ne accorse
poiché
disse:
”Scusa, non importa.”
“Non ne ho voglia di
parlare ora.
Abbi pazienza, ti
racconterò un giorno le mie storie amorose.”
“Buonanotte, allora!
Fai
prima a scrivere un libro!”lo prese in giro James, seguendoli
in giardino.
Harry e Lily non poterono
fare a meno di ridere, mentre Sirius faceva una smorfia.
“Aha, aha, aha!
Molto
divertente!”fece sarcastico.
La serata procedette
tranquillamente, tra risate, scherzi e presentazioni.
“I tuoi sono
simpaticissimi!”esclamò Hermione raggiungendo
Harry e Ron reggendo in mano un
piatto colmo di cibo.
Harry individuò i
suoi con
lo sguardo e sorrise nel vederli felici a chiacchierare.
“Sì, lo
so.
Si sono ambientati bene,
giornalisti a parte.”
“Sono odiosi! Hanno
assediato tutti i Resuscitati!”disse Ron, pronunciando la
parola resuscitati,
come se stesse parlando di una setta o cose del genere.
Harry rise.
“Già.
L’ultima volta io e
papà abbiamo incontrato Rita Skeeter.”e
raccontò loro di ciò che era successo.
“Io odio quella
donna!”esclamò Hermione alla fine.
“Sul serio? Ed io
che
pensavo che foste grandi amiche!”la prese in giro Ron.
D’un tratto si
diffuse un
intenso mormorio ed una folla allegra circondò un paio di
persone che si erano
appena smaterializzate nel giardino.
“Che
succede?”chiese Ginny,
avvicinandosi agli amici.
Harry fece spallucce e
rivolse la medesima domanda a Sirius.
“Sono arrivati
Silente e
Piton.”
Harry lo guardò.
“Sarà
dura rivederlo dopo tanto
tempo.”ammise James.
“Vi prego,
non…”iniziò
Harry, ma James lo interruppe, intuendo cosa volesse dirgli.
“Non faremo nulla di
male.
Te lo giuro.
Abbiamo fatto fin troppi
pasticci con lui. Credo sia ora di rimediare.”
“Cosa?
Come?”chiese il
ragazzo, ma James e Sirius si erano già allontanati ed
avvicinati a Silente e
Piton.
I due erano stati
circondati da una folla allegra che non faceva altro che abbracciarli e
salutarli.
Ormai tutti sapevano da che
parte stesse Piton, grazie ad una spiegazione, che aveva tralasciato la
cotta
di Piton per Lily, fornita da Silente
Piton, un po’
impacciato
nel sentirsi così circondato dall’affetto altrui,
non sapeva come reagire e
sorrideva un po’ forzatamente.
“Ciao!”disse
una voce alle
sue spalle.
Severus Piton si
voltò di
colpo ritrovandosi Lily accanto.
Lily Evans Potter.
La sua Lily, la donna che
aveva sempre amato e che non era mai riuscito ad avere.
La sua ex-migliore amica.
Chissà ora come
sarebbero
cambiate le cose.
“Ciao.”rispose.
“Come
stai?”
“Bene,
voi?”
“Benissimo.
Severus, io…volevo
ringraziarti…”
“Per cosa?”
“Lo sai benissimo.
Per aver
protetto Harry. Io…mi dispiace che la nostra amicizia si sia
conclusa male e se
tu vuoi vorrei ritornare ad essere tua amica.
Anche se il destino ci ha
reso nemici, ora siamo dalla stessa parte.”
Lily si scostò i
capelli
dal volto, sorridendo.
“Ci stai?”
Tese la mano.
“Ci sto.”
Piton
l’afferrò e Lily lo
abbracciò forte.
“Mi sei mancato.
Mi è mancato il mio
migliore amico.”
“Anche tu mi sei
mancata.”
“Ehm,
ehm!”disse una voce.
Lily si allontanò
dall’amico e sorrise a James.
“Che
c’è? Sei geloso?”
“Io? Ma figurati! Io
sono
affatto geloso!”
“Allora
perché sei
arrossito?”
James avvampò
ancora di più
e i presenti scoppiarono a ridere, compresi Harry, Ron, Hermione e
Ginny che
assistevano curiosi alla scena.
“Scemo.”disse
Lily
abbracciandolo e accoccolandosi contro il suo petto.
“Possiamo parlarti,
Piton?”chiese Sirius, facendo un segno a James che si
staccò da Lily e li
condusse in un luogo più appartato.
“Che vogliono
fare?”chiese
Harry alla madre.
“Nulla di male. Me
l’hanno
promesso.”
James si appoggiò
ad un
albero e sospirò guardando prima l’amico e poi
Piton.
“Che volete Potter,
Black?”
“Chiederti
scusa.”dissero
insieme.
Calò il silenzio
tra loro
tre.
Tutto taceva ed il solo
rumore che si udiva proveniva da coloro che mangiavano, chiacchieravano
e
scherzavano più in là, ignari ed incuranti della
conversazione.
“Come?”
“MI…CI
dispiace per tutto
quello che ti abbiamo fatto passare a scuola.
Ci siamo comportati
malissimo con te, da veri stronzi.
E ci dispiace
molto.”disse
Sirius.
Piton tacque.
Di tutte le cose che si
aspettava quella non era neanche enumerata.
“Potter e Black che
chiedevano scusa?
Più probabile che
Silente
si fosse messo a ballare in can can con un abito femminile addosso!
Ma erano lì e
sembravano
sinceri.
Se stavano mentendo non ne
avevano il motivo.
Ma allora facevano sul
serio?”si ritrovò a pensare Piton.
James parve intuire i suoi
pensieri poiché disse:
“Non stiamo
scherzando.
Facciamo sul serio.
Dovevamo fidarci di
te…non
l’abbiamo fatto ed abbiamo fallito.
Scusaci.”
“Siete
perdonati!”
“Sul
serio?”
James e Sirius erano
piuttosto scettici.
“Tutto qui? Niente
vendette, tribolazioni e minacce di morte?”chiese Sirius,
beccandosi una
gomitata da James.
“Non dargli
idee!”sibilò.
Piton, sentendo
ciò, si
mise a ridere.
“No, nulla!
Dopotutto
neanche io mi sono sempre comportato bene nei vostri
confronti!”
“Abbiamo combinato
tutti e
tre i nostri bei guai ad Hogwarts.”ammise James.
“Vero.”concordarono
Piton e
Sirius all’unisono per poi guardarsi stupiti.
“Siete
d’accordo!”fece
James stupito.
“Mi sa che lo saremo
spesso
da oggi in poi.
Dopotutto siamo dalla
stessa parte, ora.”
“Hai ragione! E
Piton…?”
“Cosa?”
“Grazie.
Per Harry…per
averlo
protetto…senza di te sarebbe morto…
Ti deve la vita.
So che non l’hai
fatto per
me, ma per Lily, ma ti ringrazio ugualmente.”disse James
tutto d’un fiato,
senza guardarlo negli occhi.
“Di nulla.
In fondo è un bravo
ragazzo…anche se ha te come padre!
Non si può essere
perfetti!”
“Ehi!”esclamò
James, mentre
Sirius scoppiava a ridere e Piton si scioglieva in un sorriso.
“Stavo scherzando.
È
un’ottima persona.”
“Senza
rancore?”chiese
James, tendendogli la mano.
“Neanche una
goccia.”
Piton la strinse.
Harry, Lily e Remus
osservando la scena sorrisero.
Quello era l’inizio
per una
fruttuosa alleanza.
Ecco
a voi un altro capitolo della mia fan fiction!!!
Grazie
a tutti voi per aver commentato ed inserito la storia tra i vostri
preferiti!!!
Mi
ha fatto molto piacere!!!
Continuate
a commentare in molti ed a seguirmi!!!!
Nello
specifico grazie a:
LyraPotter
Dragonball93
Kia
Miss
Nina
Jayne
Siete
dei tesori a commentare!!!! Vi adoro!!!
Spero
che vi piaccia questo capitolo, anche se non ho inserito alcuni
personaggi!!!
Penso
che la festa non finisca qui…ma non ne sono
sicura…
Per
precauzione continuate a leggere ed a recensire!!!
Kiss besos smack
Lily Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** changes ***
Dopo la
rivelazione di Silente, la sfuriata di James e le scuse successive del
vecchio
preside per il suo comportamento, la situazione era cambiata e di
parecchio
anche.
Prima di
tutto Harry aveva iniziato a chiamarlo Albus, dire nonno sarebbe stato
prematuro, e i rapporti con il resto dei Potter si erano molto
rilassati.
“Fiesta,
fiesta, fiesta!”
Canticchiò
Sirius aiutando James a sistemare i tavoli in giardino.
“Vedo
che
sei entusiasta della cosa!”
“Altrochè!
Ma
c’è una
cosa che mi preoccupa!”
“E
sarebbe?”
“Piton.”
James
finì
di sistemare l’ultimo tavolo e si sedette sull’erba
sospirando.
“Mi
sento
così in colpa per come l’ho trattato ad
Hogwarts.”
“Anche
lui
non era da meno e lo sai.
Abbiamo
sbagliato tutti. Lui con le sue cattive influenze e noi con le
umiliazioni che
gli abbiamo inferto.”
“Lo
so
benissimo, Sir!
Ma pensa a
tutto ciò che ha fatto per Harry?
Che devo
fare? Dimenticare il passato e ricominciare?
Riconsiderarlo
di nuovo?”
“Lo
hai già
fatto.
Se non
avessi saputo che amava Lily e che aveva sempre protetto Harry non
avresti
neanche pensato a riconsiderarlo.”
“Era
innamorato di Lily….di Lily….”
“James,
calmati!
Hai detto
“era”, ricordi? Tempo imperfetto, passato, tanto
tempo fa?”
“E se
ci
riprovasse con lei?”
Sirius si
batté una mano sulla fronte.
“Mannaggia
a me che te l’ho ricordato!
Pensa prima
alla festa ed a come comportarti con lui, dopo penserai alla
gelosia!”
“Non
sono
affatto geloso!”
“Ma
se
quando l’hai saputo lassù volevi farlo fuori
perché era innamorato di lei!”
James
tacque, mentre l’amico reprimeva le risate.
“D’accordo!
Sono un po’, solo un PO’ , geloso!
Contento,
ora?”
Sirius
annuì.
“Come
vanno
i rapporti con Harry?”chiese dopo essersi seduto accanto
all’amico.
“Bene,
direi. È solo molto strano e difficile dover ricominciare
tutto.
Sapere
ciò
che ha fatto, ma non essergli mai stato vicino, se non col pensiero.
Non so come
fare, Sir. Vorrei tanto recuperare il tempo perduto, ma non so cosa
fare!
Ha 17 anni!
È così cresciuto che non so proprio
come…cosa…”
“Buongiorno!”disse
una voce allegra facendoli sobbalzare.
Era Harry
ed aveva un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
Lupus in
fabula si dovrebbe dire!
“Ciao!
A
cosa dobbiamo quel sorriso radioso?”chiese Sirius.
“Niente
di
che!
Ho appena
finito di aiutare la mamma a mandare gli inviti per la festa
e….
Sono solo
felice per questa rimpatriata!”
“Ed
io che
mi aspettavo qualcosa di più piccante!”fece Sirius
malizioso.
Harry
arrossì e James, accortosene tirò un pugno sulla
spalla di Sirius,
scherzosamente.
“Lo
lasci
stare? Mica è come te!”
“Se
è per
questo da questo punto di vista non assomiglia neanche a te!”
“In
che
senso?”
“Beh,
Jamie
era un vero rubacuori alla tua età!
Anche se
era innamorato di tua madre, dato che lei non lo degnava di uno sguardo
nei
primi anni, lui usciva con le altre.
Tante
altre, vero, playboy?”
Stavolta fu
il turno di James di arrossire.
“E’
successo tanto tempo fa, Sir! Sono passati così tanti anni
da allora!”
“Ciò
non
toglie che dovresti istruire tuo figlio nella tua arte!”lo
prese in giro,
beccandosi un altro pugno, stavolta più forte del primo.
“Se
ti
prendo!”
E
scattò in
piedi.
Sirius
intuendo il pericolo se la diede a gambe, correndo su e giù
per il giardino,
mancando di travolgere per un pelo una Lily che usciva di casa.
“Si
può
sapere che cosa state facendo?”esclamò, ridendo.
“Appena
lo
acchiappo te lo mostro!”le gridò James, correndo
dietro ad un Sirius con le
lacrime agli occhi per le risate.
“Diciamo
che Sirius ha consigliato a papà di istruirmi
sull’arte di abbordare le ragazze
e di portarle a letto.”spiegò Harry, trattenendo
le lacrime.
Anche Lily
non potè fare a meno di tapparsi la bocca per reprimerle.
“Ad
Hogwarts erano dei veri play boy.
Non
c’era
giorno in cui non stessero con una ragazza diversa.
È
per
questo che all’inizio non mi fidavo di lui, ma
poi…”
Harry la
vide guardare amorevolmente il marito che dopo sforzi era riuscito a
prendere
Sirius ed ora a cavalcioni su di lui lo torturava usando il solletico.
“Sono
proprio
dei bambini, certe volte!”fece e corse a liberare Sirius.
L’uomo
non
smise di ridere neanche dopo la liberazione e dopo aver guardato i
presenti, li
coinvolse in una risata collettiva.
Harry
sentì
James avvicinarglisi ed alzò lo sguardo.
“Ti
va di
fare un giro?”chiese tendendogli la mano per farlo alzare
dall’erba dov’era
crollato.
Cenno
d’assenso.
“Stai
bene?”chiese Harry d’un tratto.
Stavano
camminando diretti verso il parco, stranamente senza giornalisti in
vista, e
James non aveva proferito parola.
“Cosa?
Oh,
sì! Sto
bene, benissimo!”
“Non
me la
dai a bere! Cos’è successo?”
Lo
bloccò
afferrandolo per un polso e lo costrinse a voltarsi verso di lui.
“Stavo
solo
pensando.”
“A
cosa?”
“Ti
ha mai
detto nessuno che sei molto insistente?”
“E a
te che
sfuggi alle domande?
Avanti!”
“Stavo
solo
pensando al modo di conquistarti.”
“Cosa?”
“A
come…non
so starti vicino…senza…”
James
tacque ed abbassò lo sguardo riprendendo la sua marcia verso
il parco.
Harry
sbuffò e gli corse dietro afferrandogli la mano e
stringendola forte.
“Non
devi
conquistarmi in nessun modo, né viziarmi, come fanno i padri
quando si sentono
in colpa.”
“E’
quello
il punto.”
“La
colpa?”
Erano ormai
giunti al parco e si sedettero all’ombra di un faggio.
“Non
ti
sono mai stato vicino in tutti questi anni ed ora non so come fare per
rimediare.”
“Non
è
stata colpa tua!
Credi che
morire…sacrificarti…per proteggere
me…sia una colpa?”
Nessuna
risposta.
“Avrei
solo
voluto starti vicino, vederti crescere…trovare una qualsiasi
soluzione per
averti vicino…ed invece…”
“Papà…”
Harry
esitò.
Il padre
teneva lo sguardo fisso sull’erba e il ragazzo era certissimo
che stesse
piangendo.
Continuò
a
stringergli la mano.
“La
mamma….lei non si sente in colpa….gli sono
mancato, è vero.
Ma non se
ne fa una colpa per essere stata via…eravate morti, mica in
vacanza!”
James emise
una via di mezzo tra un singulto ed una risata.
“Io
ho
bisogno di voi…voglio solo avervi vicino…cosa
fate per me non è importante.
Avete
già
fatto anche troppo…”
Si
chinò su
di lui e lo abbracciò forte.
James lo
lasciò fare…si sentiva così in balia
delle emozioni!
“Ho
bisogno
di te.”sussurrò Harry all’orecchio di
James, la testa appoggiata alla sua
spalla, le braccia attorno al collo.
“Smettila
di colpevolizzarti.
Non hai
fatto nulla di male.”
James
taceva, colpito dalle parole di Harry.
Gli
accarezzò i capelli neri arruffati così identici
ai suoi e lo strinse più
forte.
“Grazie…”disse,
piano.
“Per
cosa?”
“Anche
solo
di esistere…”
Vennero
interrotti da un flash fotografico.
Harry si
staccò dal padre e si voltò dietro.
Per un
attimo vide solo il fumo di un maldestro tentativo di fotografia, poi
mise a
fuoco un tailleur rosso scuro e dei boccoli biondi.
“Oh,
oh!”pensò subito.
“Ma
che
bella scenetta familiare!”
Rita
Skeeter assunse una faccia avida e posò lo sguardo su padre
e figlio.
“Cosa
vuole?”chiese James brusco, alzandosi in piedi.
“Sono
Rita
Skeeter, giornalista!”
“So
benissimo chi è lei!
Cosa vuole
da noi?”
“Voglio
sapere solo qualche notizia su voi
“Ricomparsi”.”
Lo disse
come se fossero stati un esperimento o qualcosa del genere.
Ed Harry
nel guardarla, ebbe la netta sensazione che fosse proprio
così che la pensava.
“Solo
sapere perché e come siete tornati.
Abbiamo
visto Silente ad Hogwarts.
Strano che
un morto sia ricomparso sulla Terra dopo tanto tempo, no?
E poi anche
Malocchio Moody e Tonks, auror del ministero e tutti gli
altri…
Come avete
fatto a ritornare? Cosa siete?”
“Cosa
siamo?”
James si
voltò verso di lei come una furia.
“Cosa
siamo?”ripetè allibito.
“Siamo
maghi e streghe.
Gente
normale!”
“Che
è
stata la prima a tornare dal regno dei morti!
Il pubblico
vuole sapere perché…se siete
cambiati…se avete dei poteri speciali…tutto di
voi.”
“Se
per
potere speciale intende una bella maledizione che la spedisca
all’altro
mondo…allora sì!”
James mise
mano alla bacchette e l’avrebbe mandata sul serio al diavolo,
se Harry non
l’avesse fermato.
“Lasciala
perdere, papà!
Andiamo!”
E lo
trascinò via, dopo aver sibilato un:
“Stia
lontana da noi.”
“Io
quella…non la sopporto!”esclamò James
quel pomeriggio, davanti a Lily, Harry e
Sirius riuniti in salotto.
“Noi
non
siamo speciali! Non abbiamo nessun potere particolare!
Siamo solo
ritornati in vita! Cosa vogliono da noi?”
“James,
non
è normale tornare in vita a meno che tu per vita non pensi
agli Inferi!”rispose
Lily.
“Lo
so!
Ma
non…che
diamine facciamo?
Ma non solo
noi! Non credo che gli altri vogliano stare al centro
dell’attenzione ed essere
visti come esseri creati in laboratorio o fenomeni da baraccone!
Dobbiamo
trovare una soluzione.”
“Aspettare
che le acque si calmino vi pare tanto assurda come
soluzione?”propose Lily.
James finse
di pensarci su.
“Mmm!
Sì,
direi
di sì!”
Lily
sbuffò.
“Solo
un
po’ di pazienza! Si risolverà tutto! Ne sono
certa!”
“La
cosa
più importante è preparare la festa.
La mamma di
Ron e Ginny ha detto che ci aiuterà a cucinare e anche gli
altri porteranno
qualcosa.
Andrà
tutto
bene.
Fidatevi di
me!”
Eccomi
alla fine di un
altro capitolo!!!!
Nulla
di nuovo è vero, ma per quello dovrete aspettare almeno il
prossimo!!!!
Grazie
a tutti per aver commentato o aver inserito la storia tra i
preferiti!!!!
Ora
vi lascio!!!!
Spero
che vi piaccia!!!!!
Kiss
kiss kiss
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** al lavoro!!!! ***
“Ci
vediamo!”
“A
presto, ragazzi!”
“A
domani!”
Man
mano chi prima chi dopo, tutti gli invitati alla festa se ne andarono e
i
Potter e Sirius si ritrovarono da soli.
Lily
guardò il giardino e la casa in disordine con occhio critico.
“Mi
sa che dovremo darci da fare per rimettere tutto in ordine.”
“Naa!
Ho troppo sonno per alzare anche un solo
dito.”borbottò James che, sdraiato sul
dondolo con Sirius e Harry, teneva gli occhi chiusi ed era sulla strada
del
sonno.
Erano
così dolci tutti e tre: James con la testa profondata nel
cuscino che ricopriva
il dondolo, Harry accoccolato accanto a lui e Sirius con la testa
appoggiata
alla spalla del ragazzo.
Erano
così teneri!
Sospirò
e alzò la bacchetta.
Bastarono
pochi incantesimi e tutto fu messo in ordine della magia.
“Avete
chiarito con Piton?”sussurrò Harry.
James
e Sirius fecero segno di sì con la testa.
“Ora
è tutto ok.”disse Sirius.
“Sì,
ma quello che non riesco a capire è come si sia potuto
innamorare di Lily?”esclamò
James, sveglio d’un tratto.
“In
che senso, scusa ?”chiese Lily sedendosi accanto a loro.
“Lo
doveva sapere che era in un territorio proibito, no?
Tu
sei roba mia.”scherzò James ricevendo un
affettuoso buffetto sul viso.
“Sei
sempre il solito, vero? Non cambierai mai!”
“Per
te cambierei anche anima, credimi.”
James
le cinse la vita e la trasse a sé baciandola con amore sulle
labbra.
Sirius
mise le mani davanti al volto di Harry.
“Ora
basta sdolcinatezze. Potreste sconvolgere vostro figlio!”
“Scemo!”fece
Harry liberandosi dalla presa del padrino e ridendo e coinvolgendo
anche i suoi
genitori.
“Smettila
di fare il cretino, Si!”
James
si chinò su Harry e lo abbracciò stretto.
Il
ragazzo si accoccolò tra le sue braccia, chiudendo gli occhi.
“Che
ne pensate di Ginny?”chiese.
“E’
perfetta per te. Ne sono certo.”
“Ora
manca solo Sirius.”disse Lily, guardando il chiamato in causa.
“Io…cosa?”
“Dovremo
trovarti una ragazza, no?”insistè James.
“Vi
prego, ragazzi, non combinate guai! Soprattutto tu, Jamie!”
“Io?
Perché lo dici a me? Cosa potrei fare?”
“Guai.
Sono il tuo mestiere.”
“Non
è affatto vero!”
Tutti,
Harry compreso, lo guardarono scettici.
“Ok!
È vero! Ma non sono l’unico.”
“Comunque
sia, evita di organizzare uscite ed appuntamenti al buio.
Per
ora voglio solo mettere ordine nella mia vita, un lavoro, una casa e se
ci
riesco anche una famiglia.
Ma
non ora.”
Detto
ciò se ne andò lasciando la famiglia Potter un
po’ perplessa.
“Ma
cos’ha?”chiese Harry.
“Teme
il mio intervento in campo amoroso.”rispose James.
“Ma
davvero? Guarda, non me n’ero accorta!”lo prese in
giro Lily.
“Mi
spiace che stia così.”
“Si
sistemerà tutto. Stai tranquillo.”
James
tentò di tranquillizzarlo.
“Domani
è il nostro primo giorno di
lavoro.”sospirò Lily, affondando il viso in un
cuscino.
“Per
tutti voi resuscitati?”chiese Harry.
“Lo
dici come se fosse una sorta di sigla. Comunque non tutti.
Malocchio,
Tonks e Remus hanno già iniziato.
Noi
ci siamo presi un po’ più di tempo e domani
torneremo solo noi due e Sirius.
Solo
Silente e Piton staranno tranquilli ad Hogwarts.
A
noi altri aspetta il mondo reale. Il crudele ed oscuro mondo
reale.”
Harry
lo guardò scettico.
“Crudele
ed oscuro? Ma ti stai confondendo con quello di Voldemort?”
James
per tutta risposta gli fece la linguaccia.
“Andremo
al Ministero! Al Ministero!”disse.
“Sì,
James! Abbiamo afferrato il concetto!”esclamò
Lily, ridendo.
“Sarà
dura. Dover rispondere a tutte le domande che ci faranno, aver tutti
addosso.
E
comunque, il piano di lasciar correre non ha funzionato, mia cara.
I
giornalisti ci sono ancora addosso!”
Lily
ridacchiò.
“Andrà
tutto bene.”
“L’hai
già detto. Ed io ho smesso di crederci!”disse
beccandosi un pugno sulla spalla.
“Avremo
la
Umbridge
addosso, hai presente? Quella specie di ragno rosa?”
Harry
trattenne a stento una risata.
“Posso
venire con voi?”chiese.
“Al
lavoro?”
Harry
annuì.
“Non
vuoi stare dai Weasley?”
Cenno
di dissenso.
“Voglio
venire con voi al Ministero.”
“Sperando
che abbiano tolto quella statua orrenda.”disse James ed Harry
rise.
“Già.
Ne
hanno messa una tua!”fece Lily, stuzzicandolo.
Harry
rise di nuovo.
“Siete
come Ron ed Hermione, sapete?”
“Ci
preferivi come Bill e Fleur?”chiese James ed Harry fece una
smorfia.
“No!
Troppo sdolcinati!”
“Bene!
Allora andiamo benissimo noi!”
“Non
avevo dubbi al riguardo.”fece Harry, sorridendo loro.
Harry
venne svegliato dolcemente dalla madre la mattina dopo.
“Sveglia,
tesoro.
Ho
bisogno del tuo aiuto per calmare i due Malandrini.”
Harry
si vestì velocemente e corse di sotto con la madre.
Sia
James che Sirius erano in agitazione, nell’agitazione
più completa.
“Qualcuno
ha visto i miei occhiali?”chiese James girando per la stanza.
Lily
ed Harry non si seppero trattenere e scoppiarono a ridere.
“Ce
li hai sul naso, tesoro.”
James
si toccò il volto e sospirò, ridendo anche lui.
“E
la mia bacchetta? Qualcuno l’ha vista?”chiese
Sirius.
“Vado
su a prenderla! Voi prendetevi una tazza di tè e
calmatevi!”
Harry
corse di sopra.
“Ma
che tè e tè! Mica siamo delle vecchie
comare!”protestò James.
“Hai
ragione! Una bella pozione tranquillizzante è quello che fa
per voi.”
“Niente
pozioni. Stiamo benissimo. Vero, Sirius?”
“Riesci
a prepararla in poco tempo, Lil?”fece l’altro,
mentre James si batteva una mano
sulla fronte.
“Darmi
retta, no, eh?”fece sarcastico.
“Ecco
la bacchetta!”
Harry
la tese a Sirius, mentre i due Malandrini bevevano la pozione preparata
in
pochi minuti da Lily.
“Sei
bravissima, mamma! Hai mai pensato di fare l’insegnante ad
Hogwarts?”
“NO!
Niente Hogwarts!”rispose James al posto della moglie molto
precipitosamente.
Tutti
lo guardarono.
“Che
c’è? Già Piton…”
“Ho
capito! È Severus il problema!”fece Lily,
guardandolo per vedere come reagiva e
se aveva indovinato.
James
scosse la testa, arrossendo.
“Non
c’è nessun problema!”
“Non
vorresti che lavorassi ad Hogwarts perché
c’è Severus, vero?”insistè
Lily.
“Non
è affatto vero! È solo che sei un Auror
e…”
“Posso
cambiare lavoro, sai?”disse e lo vide spalancare gli occhi,
terrorizzato alla
sola idea.
“James!
Stavo scherzando!
Altrimenti
come faccio a flirtare con te quando lavoriamo insieme?”fece
lei e Harry e
Sirius risero.
“Comunque
sei dolcissimo quando sei geloso!”continuò quando
uscirono all’aria aperta.
“Harry,
anche se sei maggiorenne, tieniti a me. Così mi sento
più sicura.”
Lily
prese la mano del figlio e lo trasse a sé.
“Non
fare l’apprensiva!”
“E
tu non fare il geloso!”
Si
smaterializzarono nell’Atrium del Ministero della Magia.
“IO
NON SONO GELOSO!”
James
si ritrovò ad esclamare e la sua voce rimbombò
nell’Atrium attirando
l’attenzione e gli sguardi di tutti i maghi e le streghe
presenti.
James
arrossì di botto, mentre Harry, Lily e Sirius si battevano
le mani sul viso.
“Bellissima
entrata in scena, Jamie! Che bella figura di niente che ci hai fatto
fare!
Di
sicuro sai come farti notare, vedo!”disse Sirius.
Kingsley
Shacklebolt era dello stesso avviso.
Era
lui il nuovo Ministro della Magia, certamente migliore dei precedenti.
“Teatrale
come al solito, eh, James?
Di
chi non sei geloso?”chiese, facendosi avanti e conducendoli
al Quartier
Generale degli Auror.
“Scusami!
Era solo una disputa familiare!”
Kingsley
rise.
“Di
sicuro hai attirato l’attenzione.”
“Come
se ci fosse bisogno di questo per farlo.”
“Parli
dei giornalisti?”
“Non
saranno anche qui, vero?”chiese Sirius.
“Altrimenti
mi metto in proprio.”finì James.
“Siamo
riusciti a tenerli fuori, ma forse alcuni sono riusciti ad infiltrarsi.
State
attenti anche alla Umbridge.”
“E’
ancora qui? Non l’avete
cacciata?”domandò Harry stringendo i pugni.
“Sì.
Avrà un processo tra breve e molto probabilmente
sarà condannata per crimini
contro i Babbani, insieme a tutti quelli che l’hanno
sostenuta, ma per ora
resterà qui.”
“Dopo
quello che ha fatto! Quell’orrida megera!
Era
Presidente della Commissione per la
Registrazione dei Maghi nati
Babbani!”esclamò
Lily.
“E
sarei riuscita a sbarazzarmi di tutti quegli Sporchi Mezzosangue, se
questo
moccioso non mi avesse fermata sconfiggendo Tu-Sai-Chi!”disse
una voce alle
loro spalle, appartenente al “ragno rosa” come
l’aveva definita James.
Anche
se doveva subire un processo e molto probabilmente sarebbe stata
condannata, la
Umbridge manteneva il suo
orrendo sorriso da rospo e la sua spavalderia.
“Penso
che abbandonerà presto questa sicurezza.”disse
James, gelido.
“Lei
deve essere il signor Potter, vero? Noto la somiglianza con suo
figlio.”
“Dio!
Che occhio!”la prese in giro Sirius.
La
Umbridge lo
fulminò con lo
sguardo.
“Avrà
anche lei un processo, signor Black e se sono fortunata in breve tempo
marcirà
in una cella ad Azkaban.”
Sirius
fece per saltarle al collo, ma James lo trattenne per un polso.
“Io
direi di preoccuparsi dei propri affari, Umbridge.
E
sono certo che è stata già prenotata una cella
per lei.
Ne
sarà contenta…l’avranno personalizzata
apposta per lei.
È
tutta rosa con i gattini! Le piacerà ne sono
certo!”fece James, gelido per poi
andarsene e trascinare con se anche gli altri.
“Quella
donna orrenda!”
Kingsley
ridacchiò.
“E’
la verità, Kingsley? Dovrò avere un processo per
essere definitivamente
libero?”
“Temo
di sì, Sirius. Ma stai tranquillo.
Molto
probabilmente ti chiederanno la tua versione dei fatti.”
“Da
confrontare con…?
Minus
è morto!”
Kingsley
ci pensò su.
“Posso
testimoniare io per Sirius.”intervenne James e Lily accanto a
lui annuì.
“Potrebbe
funzionare. E se volessero interrogarti con il
Veritaserum?”chiese.
“Ma
sei il Ministro o cosa?
Impediscilo!
E poi non si può manipolare la mia mente! È
abbastanza forte.”
“Per
essere sopravissuto 12 anni ad Azkaban devi avere una grande
forza!”
Sirius
annuì.
“Eccoci
arrivati! Il capo è Malocchio!”
“Ma
non era andato in pensione?”
“L’ho
reintegrato. Abbiamo bisogno di lui in questo periodo post
Voldemort.”
“Perché?”chiese
Harry.
“Perché
i Mangiamorte ancora liberi sono pericolosi.
Arrabbiati
perché il loro capo è morto, stanno continuando a
combinare guai e disastri. E
noi del Ministero ci stiamo facendo in quattro per fermarli.
Comunque
è un grosso passo avanti, poiché Voldemort
è morto.
Ora
devo andare. Buona giornata di lavoro!”
E
se ne andò, lasciandoli all’ingresso del suo
ufficio.
Appena
James aprì la porta venne investito da una forte luce
proveniente dal
finestrone dell’ufficio.
Era
una grande stanza che comprendeva 5 scrivanie, due delle quali occupate
da…
“Tonks!
Remus!”esclamò, facendoli sobbalzare.
Tonks,
come al solito con capelli rosa shocking, sorrise loro, da dietro una
pila di
scartoffie.
“Ciao,
ragazzi! Harry! Non sapevo saresti venuto anche tu!”disse
Remus, allegro.
“Ed
io che tu lavoravi come Auror.”
“Do
una mano a mia moglie.”rispose lui e Harry vide James e
Sirius scambiarsi una
rapida occhiata prima di soffocare le risate con la mano.
“Che
avete da ridere, voi due?”
Lily
scelse una scrivania e sprofondò nella morbida poltrona.
“Niente,
Lil!
Trovo
pazzesco che Remus abbia sposato mia cugina! Se qualcuno me
l’avrebbe detto, lo
avrei preso per matto!”fece Sirius, sedendosi e mettendo
comodamente i piedi
sulla scrivania d’ebano.
“Vero.”confermò
James.
“Ignorateli.”disse
Harry a Remus e Tonks.
“Credimi,
sono esperto nel farlo.
Sapesti
quante sciocchezze dicevano ad Hogwarts?”
“Ehi!
Non è affatto vero! E poi, Harry, non dovresti stare dalla
mia parte?”fece
James.
“Ehm…”
“Come
Ehm!
Adesso
ti prendo!”
James
afferrò il figlio e lo sollevò da terra,
issandoselo sulla spalla.
“Mettimi
giù!”
Harry
rideva come un matto.
“James,
non è un bambino!”ridacchiò Lily.
“Confermo!
Non è mica una piuma!”scherzò James.
“Che
sta succedendo qui?”disse una voce, facendo sobbalzare tutti
i presenti.
Malocchio
Moody era entrato nella stanza, facendo distrarre James che perse
l’equilibrio
e cadde sul pavimento stringendo il figlio tra le braccia.
Tutti
e due risero come matti.
“Al
lavoro, scansafatiche! Potter, al tuo primo giorno già ti
fai riconoscere da
tutto il Ministero grazie alla tua esclamazione
nell’Atrium!”
“Che
ci vuoi fare, Malocchio! Sono fatto così!”
“E
sei fatto male! Al lavoro!”
E
se ne andò, sbattendo la porta.
Che
lunga giornata si preannunciava!!!
Eccomi
tornata con un nuovo chappy!!! Spero vi piaccia!!!
Grazie
a:
Lyra Potter
Mirwen
Dragonball93
Miss nina
Kia
SakiJune:
mi piacerebbe molto chattare con te (ho letto alcune delle tue storie
come
remenbering darlene e postcards from Lancashire and
Devon….)!!!
Lo
stesso vale per le altre, mi piacerebbe chattare con voi!!!
Il
mio indirizzo è artemisfowl@hotmail.it
Commentati
in molti!!!!
Lily
Black
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** lezioni da casa... ***
“Sono esausto!”
James Potter si lasciò cadere sul divano e chiuse gli occhi,
stanchissimo.
Sirius seguì il suo esempio, anche lui esausto.
“Ma non avevate detto che vi mancava la vita
terrena?”chiese Lily, appendendo il mantello.
Erano appena tornati dal lavoro; quella era stata una giornata davvero
molto pesante.
“Nego di aver detto una simile
sciocchezza.”affermò James.
“Beh, allora possiamo anche tornare lassù, che ne
dite?”
“NO!”esclamarono James e Sirius, rizzandosi a
sedere di colpo all’improvviso pimpantissimi.
Harry rise.
“Siete unici!”fece, sedendosi accanto a loro.
“Già.”
James gli passò un braccio attorno alle spalle.
“Hai intenzione di tornare ad Hogwarts quest’anno
Harry?”chiese Lily dalla cucina mentre preparava la cena.
“Non credo. Non ne ho molta voglia.”
”Anche se ritornerà Silente come
preside?”chiese Sirius, stendendosi sul divano ed
intrecciando le mani dietro la nuca, mettendo le gambe sulle ginocchia
di James.
Quest’ultimo lo guardò, alzando appena un
sopracciglio, ma lasciò perdere.
Era una battaglia persa da principio, mettersi a discutere con suo
fratello.
“E cosa hai intenzione di fare?
Se vuoi diventare anche tu un Auror devi prendere il diploma.
Non credo che il Ministero ti faccia entrare, anche se hai sconfitto
Voldemort.”disse James.
“Perché non studi da casa?”propose
Sirius all’improvviso.
Tutti quanti si voltarono a guardarlo, anche Lily gli lanciò
uno sguardo sporgendosi dalla cucina.
“Che ho detto di così strano?”disse lui,
un po’ sulla difensiva.
“E come avresti intenzione di fare, scusa?”chiese
Lily, mettendo i piatti a tavola e chiamandoli per la cena pronta.
“Non so, potremmo fargli noi da insegnanti. Aiutati da Albus,
Minerva e Remus.
Non mi sembra una cattiva idea.”
“Hai ragione. Che ne pensi, Lil?”
La donna infilzò una foglia d’insalata, sorridendo.
“Per me va bene.”
“Piano, piano! Sareste voi i miei
insegnanti?”chiese Harry, guardando James e Sirius.
“Sì, direi di sì.
Io potrei insegnarti Trasfigurazione, Sirius incantesimi, Remus Difesa
contro le arti oscure (anche se non credo tu ne abbia bisogno) e per le
altre come Erbologia potresti farti aiutare dal tuo amico
Neville.”
“E Pozioni?”
“Ti potrebbe insegnare tua madre.”
“Come farete con il lavoro?”
“Tranquillo, troveremo il modo di fare questo ed
altro.”fece James facendo un sorriso Malandrino che non
sfuggì ad Harry ed a Lily.
“Che hai in mente?”
“In che senso, scusa?”
James tentò di fare una faccia sincera, ma nessuno ci
cascò.
“Papà, andiamo! Che cosa hai in mente?
Devi avere un asso nella manica, no?”
James e Sirius si scambiarono una rapida occhiata, sospirando.
“Te l’avevo detto che non saresti riuscito a farla
franca!”disse Felpato, saggiamente.
“Ho chiesto questo a Kingsley qualche giorno fa, prima di
tornare al lavoro.
In caso ne avessimo bisogno, è molto utile.”
Tirò fuori dalla tasca una Giratempo.
“Utile? Per cosa, di grazia?”chiese Harry
prendendola.
“Con il lavoro, l’Ordine…”
“James, Voldemort è morto! L’Ordine si
è sciolto.”esclamò Lily.
“Non lo metto in dubbio, ma alcuni Mangiamorte sono ancora in
libertà.
Ricordi cosa ha detto Kingsley?”
Lily chinò lo sguardo.
“Mio padre non scioglierà l’Ordine
finchè non saranno tutti ad Azkaban.”
Harry giocherellò con la Giratempo.
“Per quanto riguarda il processo di Sirius, si
risolverà tutto, vero?”chiese.
“Certo, ne sono sicuro.”disse James, sorridendo.
Gli prese la mano e gliela strinse spingendolo a guardarlo.
Occhi verdi contro occhi nocciola.
“Andrà tutto bene. Fidati di me. Non
permetterò che accada nulla di male.”
“Lo spero.”
“Andrà bene.
Secondo te, lascio nei pasticci Sirius?
E poi senza di me, non saprebbe che fare, vero Sirius?”lo
prese in giro.
“Ahahaha! Molto divertente!
Non ho bisogno del baby-sitter!”rispose Sirius con una
smorfia.
Per tutta risposta James gli fece la linguaccia.
“Si sa già quando ci sarà il
processo?”chiese Lily.
“Tra un paio di giorni.”
Sirius sobbalzò e gli andò di traverso
l’acqua.
“Ma non eri tu quello tranquillo?”fece James
battendogli una mano sulla spalla.
“Sono solo un po’ agitato.”
“Un po’? Stavi per affogarti!”
“Andrà bene, Sirius! James testimonierà
per te ed andrà tutto per il meglio.”lo
rassicurò Lily, con la voce dolce.
Chissà come, riusciva a tranquillizzare sempre tutti.
Sirius sorrise.
“Grazie.”
I due giorni successivi passarono in un lampo ed anche se Sirius si era
ripromesso più volte di stare calmo, non riuscì a
farlo e Lily gli preparò nuovamente una pozione
tranquillizzante.
Erano le tre del mattino e James e Sirius erano seduti in veranda con
la pozione in mano e i biscotti al cioccolato sul tavolo di fronte a
loro.
“Non voglio tornare ad Azkaban, Jamie! Non voglio
lasciarvi!”
James lo abbracciò forte, tentando di calmarlo.
“Fidati di me. Non permetterò a nessuno di farti
del male.
Nessuno di porterà via da noi! Se no, chi lo sente
Harry!”
Sirius ridacchiò.
“Hai ragione, non voglio farlo soffrire. Non ora che
è tutto perfetto.”
“Speriamo che questa perfezione duri per sempre.”
Il giorno dopo arrivò fin troppo presto e con esso anche il
processo.
Lily, Harry, Remus e Tonks rimasero fuori dalla sala del processo.
Rimasero per quasi due ore quando finalmente Sirius e James uscirono.
“Allora?”chiesero in coro, come se si fossero messi
d’accordo in precedenza.
“Assolto! Da tutte le accuse precedenti! Sono
libero!”esclamò Sirius, sorridendo.
“Grande!”
Harry corse ad abbracciarlo.
“Sono contentissimo per te.”disse, il viso
affondato nella sua giacca.
Sirius gli accarezzò i capelli dolcemente, stringendoselo al
petto.
Dio! Come aveva sentito la sua mancanza negli anni che era morto!
“Sto bene ed al sicuro.”lo rassicurò e
per la prima volta dopo anni si sentì libero.
Era una sensazione stupenda.
“E per festeggiare oggi Sirius offre a tutti noi il
pranzo!”fece James e tutti applaudirono, ridendo.
Anche Sirius si lasciò andare ad una risata liberatoria,
senza smettere di stringere a sé Harry.
“Posso anche offrire a tutto il Ministero, oggi, Ramoso.
Sto benissimo, grazie a te.”
“Non ho fatto nulla di speciale.”
“Hai testimoniato per me, mi hai difeso…se per te
questo è nulla…”
“Hai protetto Harry.”
“Solo per poco e non come avrei voluto.”
“Hai fatto il possibile e gli sei stato vicino. Questo
è bastato.”
Harry, accanto a Sirius, annuì.
“Ha ragione.”
“Anche se non mi comportavo da genitore come i
Weasley?”
“Sì. Andava benissimo anche se ti comportavi da
fratello maggiore.”disse Harry ed i presenti sorrisero con
dolcezza.
“E per festeggiare la tua libertà, ho una sorpresa
per te.”disse James quella sera dopo il lavoro.
“Che sorpresa?”
“Hai presente la tua adorata moto?”
“Sì, è andata distrutta, no?”
“Sì, ma ho chiesto qualche giorno fa ad Arthur di
rimetterla a nuovo e…
TA-DA-DA!”
James lo condusse nel garage e gli mostrò la moto, messa a
posto e lucidata da capo a piedi.
Sembrava appena comprata.
“Che te ne pare?”chiese Lily, entrando con Harry
nel garage.
“E’…bellissima…grazie…”
Sirius non sapeva proprio che dire più.
“Non fate cavolate con questa moto, mi
raccomando.”fece Lily, apprensiva.
“Tu ti preoccupi troppo, mammina.”disse James,
circondandole la vita con le braccia e stringendosela a sé.
Harry e Sirius si scambiarono una rapida occhiata nauseata e risero.
Sirius montò sulla moto e l’accese.
Il motore si accese subito e l’uomo sorrise.
“Quanto mi è mancata questa
moto!”esclamò, con un sorriso che gli andava da un
orecchio all’altro.
“Contento di averti reso felice.”disse James.
Sirius si voltò verso Harry.
“Ti va di fare un giro?”
“Posso?”chiese, voltandosi verso i genitori che
annuirono.
“Sirius, niente stronzate o acrobazie.
Se gli accade qualcosa, anche un piccolo graffio, ti faccio
fuori.”disse James minaccioso, mentre Lily al suo fianco si
batteva una mano sulla fronte, affranta.
“E poi sarei io quella apprensiva.”disse, mentre
Harry saliva dietro Sirius.
“Reggiti a me, mi raccomando!”
Sirius gli prese la mano e la strinse.
“Fate pia…”
James non fece in tempo a finire la frase che già Sirius era
sfrecciato via, volando.
“Sei troppo apprensivo, James. Calmati! Sai che Sirius
morirebbe al posto di far rischiare Harry!”
“Lo so, ma non posso fare a meno di essere preoccupato.
Dopotutto sono un genitore, no?”
“E con questo?”
“E’ mio dovere essere preoccupato!”
Lily rise.
La moto sfrecciava per i cieli velocissima ed il vento schiaffeggiava
il viso di Harry e Sirius.
“La prossima volta ricordami di portare un casco o un paio di
occhiali!”urlò Sirius, superando il rumore del
vento, all’indirizzo di Harry.
Harry si strinse ancora di più a lui, quando il padrino
salì ancora più su, infrangendo la barriera delle
nuvole ed inzuppandoli.
Ma non gliene importava un fico secco.
Era bagnato ed infreddolito, accidenti a lui che non aveva portato con
se il mantello, ma era con il suo padrino.
E quella era la prima cosa che facevano insieme da quando erano tornati
i resuscitati.
Prima erano sempre stati con gli altri e solo ora si stavano divertendo
insieme.
“E’ assurdo che tuo padre sia apprensivo con te
quando hai 18 anni!”
Harry rise.
“Tu non lo saresti se avessi un figlio?”gli chiese.
“Non so. Non credo che sarei così apprensivo.
Non certo come Molly Weasley e meno di James di sicuro.”
“Perché non hai mai avuto figli? Non ti sarebbe
piaciuto?”
“Diciamo che non ho avuto la possibilità di farmi
una vera e propria famiglia con tutto quello che è successo,
come la morte dei tuoi, Azkaban, l’evasione…
Avevo problemi più gravi a cui pensare che a farmi una
famiglia.”
“Saresti stato un padre
perfetto.”sussurrò Harry piano, ma Sirius lo
udì ugualmente e rise.
“Non credo. Sono fin troppo impulsivo e testardo.
Non sarei affatto un buon padre se mettessi nei pasticci mio figlio un
giorno sì e gli altri anche.”
“Anche papà è impulsivo.”
“Io lo sono di più, fidati. E ho messo te nei
pasticci tante di quelle volte.”
“Non è affatto vero.”
“Ti ho fatto preoccupare perché ero troppo
impulsivo ed hai finito per badare tu a me e non il
contrario.”
“Non fa nulla.”
“E poi ti ho fatto rischiare la vita all’Ufficio
Misteri.”
Harry provò una stretta al cuore.
“L’ho fatto perché ti volevo bene! Tu
non c’entri nulla!
Smettila di parlarne, per favore!”
“Vieni, andiamo a mangiare da qualche parte.”
Sirius posteggiò la moto molto lontano da casa, vicino ad un
pub.
“Harry…
Scusami per prima, non volevo farti star male.”
Harry scosse la testa.
“Sono io che sto male anche se voi state benissimo.
Scusami tu.
Devo smetterla di essere sensibile.”
Sirius rise.
Comprò un paio di panini e si sedettero su una panchina.
“E’ una meraviglia essere liberi.”
Sirius si stese sulla panchina, fissando il cielo.
Harry sorrise, masticando lentamente il panino.
“Ora devo solo stare attento a tuo padre.”
“Perché? Che ha intenzione di fare?”
“L’hai sentito, no?
Trovarmi una ragazza! E quando si mette in testa una cosa, è
complicatissimo fargliela scordare.”
“Vero! Ma ora avrà da fare con le lezioni che
vuole organizzarmi, dato che ha deciso di farmi studiare da
casa.”
“Dio sia lodato! Così mi salvo!”
Harry si stese accanto a lui.
Rimasero a lungo in silenzio a fissare il cielo stellato, assaporando
la calma e la quiete attorno a loro.
“Ritornando alla mia idea di farti studiare a casa, che ne
dici se coinvolgiamo anche Ron ed Hermione?”propose Sirius
interrompendo il silenzio.
“Per me va bene.
Secondo me ci sarà da divertirsi avendo i Malandrini come
insegnanti!”
Harry rise al solo pensiero.
“Che avete intenzione di fare con la Mappa del
Malandrino?”
“Ora è tua, no? Tienila al sicuro e non la dare a
nessuno.
È il segreto dei combinaguai di Hogwarts, ormai.
E domani pomeriggio inizieremo con le lezioni. Che te pare? Avvertiamo
Ron ed Hermione e prepariamo i libri che possiamo prendere dalla
biblioteca della casa.”
“C’è una biblioteca in
casa?”chiese Harry.
“Ovvio che sì.
Con Lily in casa che pretendevi? È identica ad Hermione,
credimi!”
“Ed ecco a te la biblioteca di casa Potter!”disse
Sirius quando tornarono a casa.
Gli indicò una porta che Harry prima d’allora non
aveva mai visto o fatto caso.
“Caspita!”esclamò entrando in quella che
era una vera e propria biblioteca di Hogwarts in miniatura.
“Senza Madama Pince, però.”disse Sirius
intuendo i suoi pensieri.
“Molto meglio, allora!”
“E’ divisa in reparti: c’è
quello di incantesimi, trasfigurazione, pozioni, storia della magia,
erbologia, miti…
Sono i nostri libri che avevamo a scuola, più parecchi di
Lily.”
“Topolino?”chiese Harry, prendendo un fumetto con
il topo in questione da uno scaffale.
“Tua madre aveva genitori babbani. Adorava queste cose ed ha
finito per coinvolgere anche tuo padre James.”
Harry rise.
“Adorava moltissimo le Pozioni.”disse il ragazzo
notando i numerosi libri in questione.
“Non mi stupisce il fatto che sia stata amica di Piton,
allora.”disse Sirius raggiungendolo.
“Anche lei prendeva appunti sui libri, vedo.”
Harry sfogliò un libro a caso e vide moltissimi appunti
presi con la calligrafia chiara della madre.
“Avevano molte cose in comune e tua madre era ed è
bellissima.
Non mi stupisce che Piton si sia innamorato di lei.”
“Meno male che lei si è innamorata di
papà.”
“Già, altrimenti tu non saresti mai
nato.”
“Forse sarebbe stato meglio, no?
Voi non sareste morti…”
“E Voldemort sarebbe ancora in circolazione!
Sei stato e sei il nostro miracolo.”
Sirius lo strinse a sé.
“Dici sul serio?”
Sirius annuì.
“Sì, dico sul serio.
Se vuoi frugare un po’ nel nostro passato ti consiglio di
andare in soffitta.
Ci sono foto, diari, lettere…se hai bisogno di chiarimenti o
di spiegazioni, io sono qui.”
“Grazie, Sirius.”
“Allora, siamo pronti.”
James finì di sistemare gli ultimi libri sul tavolo della
sala da pranzo e si guardò intorno.
Remus e Sirius erano comodamente seduti sul divano, leggendo libri di
Trasfigurazione.
“Mi darete una mano, vero?”chiese.
Sirius lo guardò, alzando appena un sopracciglio.
Non c’era bisogno di rispondere.
“E poi devi insegnare a tre ragazzi!
Ed uno di loro è tuo figlio!”
“Lo so! Ma se non sono all’altezza?”
Sirius e Remus si scambiarono una rapida occhiata.
“James Potter che ritiene di non essere all’altezza
di qualcosa?
Oddio, il mondo si è capovolto!”esclamò
Remus ridendo.
Era pomeriggio e la casa era tranquilla.
Lily, Tonks ed il piccolo Ted erano andati al parco e i tre Malandrini
attendevano i primi alunni.
James si lasciò cadere sul divano accanto a loro,
appoggiando la testa sulla spalla di Sirius.
“Nel nostro reparto è arrivata una sorta di
soffiata.”disse Remus, cambiando improvvisamente argomento.
Sirius e James si voltarono verso di lui.
“Che diceva?”
“Parlava di un incontro di Mangiamorte presso un vecchio
magazzino abbandonato verso Oxford.
“Chi ci va?”
“Io non posso e neanche Tonks.
Volete andarci voi due?”
“Quando?”chiese James, interessato.
Non vedeva l’ora di mettersi nuovamente alla prova.
“Venerdì.”
“Ma è tra due
giorni!”protestò Sirius.
“Che c’è? Hai bisogno di tempo per farti
un costume alla Batman?”chiese Remus, ridendo.
James e Sirius lo guardarono.
“Bat chi?”chiesero all’unisono.
“Supereroe, col il mantello, la maschera nera…
Non sapete chi è?”
“E’ babbano, vero?”
“Sì, lo è. Ma è assurdo che
non conosciate un supereroe famoso in tutto il mondo!
Sapete almeno chi è Robin Hood?”
Altre facce attonite.
“Calzamaglia, arco, frecce…”
Remus si batté una mano sulla fronte.
“Siete un caso disperato!”
“Chi è un caso disperato?”chiese la voce
di Hermione quando la padrona, Harry e Ron entrarono nella stanza.
“James e Sirius.”
“Cos’hanno fatto?”chiese Harry guardando
padre e padrino.
“Non conoscono né Batman né Robin
Hood!”
“Chi?”fece Ron, mentre Hermione si batteva una mano
sulla fronte e Remus sospirava.
“Vedi che non siamo gli unici purosangue
ignoranti?”esclamarono James e Sirius all’unisono.
“Ma vi mettete d’accordo per parlare
all’unisono?”chiese Hermione, mentre Harry rideva.
“No. Ma capita spesso, credimi.”rispose James.
“Capita spesso ai gemelli, sapete? Li odio quando fanno
così.”fece Ron.
“Capita anche alle persone che si conoscono da tutta una
vita, Ron. Mi sa che è il nostro caso!”rispose
Sirius per James.
“Allora, ho qui il libro del settimo anno di Hogwarts.
Da oggi in poi faremo tutti i pomeriggi qualche lezione di
Trasfigurazione, Incantesimi, Difesa contro le arti oscure, Erbologia e
Pozioni.
Oggi inizieremo con Trasfigurazione.”
James si sedette, un po’, imbarazzato, davanti ai suoi alunni.
“Teso?”chiese Harry.
“No.”mentì James.
5 paia di occhi lo guardarono, scettici.
“E va bene! Ma solo un po’!”
“Basterà seguire il programma, professor
Potter.”disse Sirius e James gli fece la linguaccia.
“Vedremo tu come te la caverai.”
“Vogliamo scommettere che sarò più
sciolto di te?”
Sirius si alzò e tese la mano all’amico che
prontamente afferrò.
La lezione di James fu molto interessante soprattutto quando James
provò a trasfigurare Sirius in un porcellino
d’India.
Sfortunatamente per James, Sirius riuscì a schivare
l’incantesimo che colpì Remus di striscio.
“SIETE DUE BAMBINI!”esclamò lui,
furioso, mentre si alzava per rincorrerli.
“Trasfigurazione umana?”chiese Harry ad Hermione.
“Non credevo che oltre agli Animagi, ci si potesse
tramutare.”
“E’ una magia molto difficile da fare.
Ma essere Animagus è meglio!”rispose James,
rifugiandosi dietro al figlio, per sfuggire da Remus.
“JAMES POTTER! NON USARE PIU’ QUELLA MAGIA! E
SMETTILA DI NASCONDERTI DIETRO AD HARRY!”
“Perché non deve usare più quella
magia?”chiese Ron, mentre Remus si calmava e James e Sirius
ridevano come matti.
“Perché…ohi, ohi!...l’ho
trovata in un libro a casa di Sirius da piccolo e Remus pensa sia magia
oscura.”
“E se lo fosse?”
“Trasfigurare qualcuno in qualcosa?
È uno stupido incantesimo! Chi è morto per essere
stato trasformato in un soprammobile?”fece Sirius.
“Tu sei morto attraversando un
velo!”esclamò Remus.
Le parole gli erano uscite di bocca prima che lui potesse fermarle.
“Sir…oddio, scusami! Ero
solo…arrabbiato!”
“Lascia perdere!”
Sirius se ne andò, sbattendo la porta della stanza.
“Sir…”
“Perché hai detto quella
cosa?”esclamò James, arrabbiato.
Harry, Ron ed Hermione si sentivano un po’ di troppo.
“Noi andremo, Harry. Grazie, signor Potter!
Ciao, Remus!”
E si dileguarono.
James rimase a fronteggiare Remus, mentre lo sguardo di Harry passava
dall’uno all’altro.
Remus chinò lo sguardo.
“Scusa…io non volevo…mi è
scappato!”sussurrò, rivolto più al
pavimento che all’amico.
Non riusciva ad alzare lo sguardo su di lui.
Sapeva che era furioso nei suo confronti; dopotutto quando si trattava
di Sirius, James tendeva moltissimo a proteggerlo.
“Gli vado a parlare.”sussurrò Remus,
lasciando Harry e James da soli.
I due si guardarono.
“Mi spiace che abbia detto quella cosa.”disse Harry
piano.
James sprofondò nel divano e gli fece segno di sedersi
accanto a lui.
“Era arrabbiato perché stavamo facendo gli idioti.
Anche se dovrebbe esserci abituato.”
Harry ridacchiò.
“Si chiariranno?”
“Sì, di sicuro. Capita che quando una persona di
arrabbia, tende a dire cose che non pensa ed involontariamente ferisce
chi gli sta intorno.
A Sirius capitava spesso ad Hogwarts.
Ci siamo fatti le migliori litigate per questo.”
“Sei parecchio protettivo con lui, eh?”
“Direi di sì. Lo faccio spesso, anche senza
rendermene conto.
È che, con una famiglia come la sua, Sirius ha sempre avuto
bisogno di qualcuno che gli stesse accanto ed io ho iniziato a
comportarmi da fratello maggiore.”
Harry sorrise.
“Sei un bravo insegnante, sai? Professor Potter! Suona
bene!”
Stavolta toccò a James ridere.
Sirius e Remus si chiarirono dopo un po’.
Il primo si era divertito a fare l’offeso ed a mettere il
broncio per un po’ ed era intervenuta Lily che rideva come
una matta per riappacificarli.
“Siete proprio stupidi se litigate per baruffe come
queste!”disse, abbracciandoli.
Il giorno dopo era stata programmata la lezione di Pozioni tenuta da
Lily e da…
“Piton!”esclamò James.
“Sì. Gli ho chiesto di aiutarmi con i ragazzi.
Che c’è di male?”disse Lily, mentre
sistemava dei fiori in un vaso.
“Nulla.”sussurrò James a denti stretti.
Lily si voltò verso di lui sorridendo.
“Non…”
“Non sono geloso.”
James intuì la domanda.
“Sei adorabile quando ti preoccupi per me e quando fai il
geloso.”
Lily gli mise le braccia attorno al collo.
Ormai i loro visi erano vicinissimi.
“Ti piace, eh?”sussurrò James piano,
diminuendo la distanza tra loro.
“Sì, sei un vero amore.”
James la baciò con dolcezza, annullando la distanza che li
separava.
La strinse a sé e le accarezzò i capelli rossi,
perdendosi nei suoi occhi…quegli occhi che lo avevano
ammaliato e perseguitato sin dal primo momento in cui li aveva
visti…
“Sirius! Harry! Venite qui in secondo!”
Poco dopo James afferrò i due poveri malcapitati e li
trascinò in una stanza vuota.
“Che hai? Hai una faccia!”chiese Harry.
“Non è migliore del solito, direi.”
Sirius si sedette sul divano.
“Che ti serve?”
“Il vostro aiuto. Oggi verrà anche Piton ad
insegnare Pozioni.
Lily ha chiesto il suo aiuto.”
Sirius si rizzò meglio sul divano e lo guardò.
“Ha chiesto il suo aiuto?”ripetè.
James annuì.
“E con questo? Che c’è di
male?”domandò Harry, appoggiando la schiena al
muro e fissando il padre.
“Harry, Harry…sei troppo giovane per capire certe
cose.”disse James, ma ad un’occhiataccia del figlio
chinò lo sguardo.
“Tuo padre è geloso! Vero, Jamie?”
James annuì e si sedette su una poltrona.
“Non ci posso fare nulla.”
“Non ti fidi della mamma?”
“Non di lei, di Piton.
Io amo Lily e mi fido di lei ciecamente, ma lui è innamorato
di lei.
Se ci provasse mentre non ci sono? Le facesse un incantesimo, una
pozione d’amore…”
“La tregua è finita, eh?”fece Harry.
“Diciamo che inizia una piccola battaglia e vi vorrei avere
come alleati.
Ci state o no?”
“Io sì.”disse Sirius.
“Harry?”
“Dimmi prima cosa vuoi fare, poi decido.”
“Solo dare un’occhiata a Piton e riferirmi qualche
comportamento strano.
Tutto qui.”
“Niente magia contro di lui?”
“Solo se è strettamente necessario. Ti do la mia
Parola di Malandrino.”
James mise una mano sul cuore ed Harry sospirò.
“Ci sto! Anche se ho la netta sensazione che mi
pentirò di questa scelta!”
Harry si arrese.
E quando James se ne andò sorridendo dalla stanza, lui e
Sirius si guardarono per un attimo.
“Inizia la battaglia. Speriamo che non accada nulla di
male.”disse Sirius.
Ecco! Anche questo chappy è finito e lo posto proprio in
questi primi giorni del 2008!!!
Anche se in ritardo auguri a tutti voi!!!
So che lo posto molto tardi, ma l’avevo promesso ad una mia
amica, quindi….
Grazie a tutti voi che avete commentato ed inserito la storia tra i
preferiti!!!!!!!!!!
Spero vi piaccia questo chappy!!!!!!
l'idea delle lezioni da casa me l'ha data una mia carissima amica
Dragon Ball93!!!
grazie, tesò!!!!
Commentate in molti mi raccomando!!!!
Un bacione a tutti voi!!!!!!!!
Ciaoooooooooooooooooooooooooo
Lily Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** effetti collaterali ed uscite romantiche... ***
Lezione
di Pozioni, ore 16 del pomeriggio
Harry
e Lily se ne stavano seduti sotto al portico, all’ombra,
sfuggendo all’aria
calda ed afosa.
Lily
Potter era bellissima, come sempre.
La
donna riusciva a sembrare Miss Universo, anche se indossava un top
sbracciato
ed un pinocchietto corto.
I
lunghi capelli rossi erano stretti in uno chignon attorno alla testa,
fermato
con una bacchetta cinese.
Appena
James l’aveva vista, non aveva potuto fare a meno di
spalancare gli occhi (e la
bocca), stupito.
“James!
Chiudi la bocca! Mica è la prima volta che la
vedi!”fece Sirius, dandogli un
buffetto sul viso, ridacchiando.
Il
Malandrino obbedì.
“Vai
così a lezione?”chiese, avvicinandosi alla moglie.
“Che
c’è di male? Mica mi sono messa la minigonna ed i
tacchi a spillo!”rise lei.
“Altrimenti
non saresti uscita dalla camera.”rispose lui, malizioso.
Harry
e Sirius si scambiarono un’occhiata, esasperati.
“Scemo!”
“Vuoi
che i tuoi alunni ti saltino addosso al primo giorno di
lezione?”
“Credo
che non ci sia da temere dato che gli “alunni”
maschi sono mio figlio ed il suo
amico, che è fidanzato con Hermione!
O
ti preoccupi di qualcun altro? Di Piton per esempio?”
“Può
darsi.”
“Non
combinare guai. E lo dico anche a te, Sirius!”
“Noi?
Ma come mai puoi pensare una cosa del genere?
Siamo
cresciuti e siamo adulti e vaccinati!”fece Sirius.
“Io
continuo a preoccuparmi.”
“Prenditi
una valeriana, amore.”
James
la baciò sulle labbra ed uscì con Sirius,
lasciando da soli Harry e Lily.
“E’
sempre così?”chiese Harry.
“Certo
che è sempre così. Fa lo scemo, è il
suo forte.”
Din
don
Il
suono della campanella li fece sobbalzare.
Sulla
soglia c’erano Ron, Hermione e…
“GINNY!”esclamò
Harry, vedendo la fidanzata.
Le
corse incontro abbracciandola forte.
“Che
bello rivederti!”disse, baciandola dolcemente sulle labbra e
affondando il viso
nei suoi morbidi e profumati capelli infuocati.
Lei
rise a tanta dolcezza.
“Pensavo
fossi impegnata con i compiti!”
“Mi
sono liberata! Anche se devo affrontare ancora un anno ad Hogwarts, non
significa che io debba stare tutti i giorni sui libri.
Mi
spiace se non sono potuta venire e stare con te prima.
Ma
volevo stare un po’ ancora con Fred…”
“Io
avevo i miei e Sirius a cui pensare!”
Harry
sorrise.
“Così
oggi vengo a presenziare la vostra lezione.”disse lei,
dolcemente.
“Sei
la benvenuta, tesoro.”disse Lily, facendoli entrare.
“E’
già arrivato Piton?”chiese Ron.
“Non
ancora. Dovrebbe essere qui tra poco.”
Harry
e Ginny nel frattempo si erano accoccolati sul divano, l’uno
perso negli occhi
dell’altra, senza parlare.
Bastava
solo la loro vicinanza a renderli felici.
“Sono
così teneri!”disse Hermione, sospirando.
“Hermione
ha ragione! Ron, dovresti fare anche tu così con
lei!”disse Lily e Ron avvampò.
“Anche
lui è dolce…a volte…”disse
Hermione e nel vedere la faccia del fidanzato,
ridacchiò.
“Va
bene! Sei dolce, sempre! Ti va bene così?”
“Meglio,
grazie!”
“Ti
va di fare una passeggiata con me dopo la
lezione?”domandò Harry alla
fidanzata.
Lei
annuì e il viso si schiuse in uno splendido e radioso
sorriso.
Era
così bella quando sorrideva.
Il
suo sorriso le illuminava il volto e le brillavano gli occhi.
“Sei
bellissima.”sussurrò piano.
Lei
gli si strinse ancora di più accanto.
“Ti
amo tantissimo.”disse Ginny.
Harry
rafforzò la presa attorno a lei.
Erano
in simbiosi, l’uno accanto all’altra, i cuori che
battevano
all’unisono…sarebbero rimasti così per
sempre…
POP!
Il
rumore di una materializzazione li fece sobbalzare e distaccare.
Severus
Piton era apparso nella stanza, sempre vestito di nero…
Ma
contrariamente alle altre volte che l’avevano visto, come ad
Hogwarts,
sorrideva….
Eh,
sì!
Sorrideva
proprio!
E
non un sorriso tirato o malvagio o cose del genere, ma uno sincero e
tenero….
“Buongiorno,
ragazzi!”disse.
“Buongiorno,
professore.”dissero in coro tutti gli alunni, compresa Ginny.
“Ciao,
Sev.”lo salutò Lily, abbracciandolo.
Memore
del fatto che doveva controllare Piton ed ogni sua mossa con la madre,
Harry
aguzzò lo sguardo, ma non notò nulla da
quell’abbraccio…
Forse
lui l’aveva stretta a sé troppo a lungo, ma molto
probabilmente si era fatto
soggiogare dalla visione del padre…
“Pronti?
Bene! Oggi prepareremo una pozione che già conoscete: la
pozione Restringente.
So che è facile da preparare, ma ho preferito iniziare da
qualcosa di semplice
per poi complicare un po’ le cose. State attenti a non
ingerirla per sbaglio,
perché, sì, vi va tornare giovani, ma per fare
l’antidoto ci vuole un mese
circa e né io né Severus l’abbiamo a
disposizione al momento.
Quindi….”
Lily
scrisse gli ingredienti su una lavagna fatta apparire apposta e diede
loro tre
calderoni e gli ingredienti che occorrevano.
Purtroppo
Harry, troppo impegnato a tenere d’occhio Lily e Piton,
sbagliò e mise male gli
ingredienti.
La
pozione divenne di uno strano color pece…
Anche
Ron ed Hermione, che non facevano una pozione del genere, seppur
semplice, da
secoli, sbagliarono a mettere gli ingredienti.
Quella
di Harry iniziò a bollire, ma Lily e Severus erano impegnati
a chiacchierare e
non ci fecero caso.
“Mamma…”sussurrò
Harry.
Sia
lui che gli altri, Ginny compresa, arrivata a dare
un’occhiata accanto a loro,
arretrarono.
La
pozione iniziò a gonfiarsi, bollendo a più non
posso.
“Ragazzi,
cosa…”
Lily
si voltò appena in tempo per vedere Harry finire quasi
investito dalla pozione
esplosa.
Dico
quasi, perché, improvvisamente, James Potter apparve lungo
la traiettoria e lo
trasse in salvo, stringendoselo al petto…
“STA
ATTENTO!”
Caddero
entrambi a terra, mentre gli altri si allontanavano per evitare la
pozione
esplosa.
Harry,
stretto accanto al padre, si rimise a sedere.
James,
accanto a lui, era ricoperto di una sostanza appiccicosa e puzzolente.
“HARRY! JAMES!”
Lily corse accanto a loro.
“State
bene?”chiese, abbracciandoli stretti.
Annuirono.
“Mamma,
mi dispiace…mi sono distratto…”
Harry
tentò di giustificarsi, ma Lily scosse la testa.
“Non
importa.”
“Era
una pozione così semplice! Ed io l’ho
sbagliata!”
“Ti,
anzi, vi, dato che neanche Ron ed Hermione l’hanno fatta
bene, l’allenamento.
Vi
capisco. Succede anche a me.
Se
mi chiedessi di fare una pozione della pace, sbaglierei
tutto!”
Rise
ed Harry, Ron, Hermione si sentirono un po’ rincuorati.
“Che
effetti può dare la pozione? Una sbagliata,
intendo.”chiese James.
“Non
lo so.”
Lily
si voltò verso Piton che fece spallucce.
“Non
ne ho idea.”ammise.
“Da
dove sei sbucato, poi?”chiese Harry, alzandosi in piedi.
“Dovevo
prendere una cosa a casa e ho dato un’occhiata a cosa stavate
facendo.”disse
lui.
“Meno
male che sei arrivato! Hai salvato Harry!”
“E
beccato una pozione puzzolente.”
“Scusami,
papà!”
James
gli mise una mano attorno alle spalle e sorrise.
“Di
nulla.”
“Dì
la verità! Sei tornato a casa perché volevi
controllare di persona la mamma!
Altro
che dovevi prendere una cosa!”disse Harry alla fine della
lezione al padre.
James
si tolse la sostanza di dosso con un semplice incantesimo di pulizia.
Arrossì.
“Scemo!
Dov’è Sirius?”chiese.
“E’
da Remus. Quando ha sentito che tornavo per dare un’occhiata,
mi ha mandato a
quel paese! Ed ha pure detto che mi aiutava!”
“L’avevi
chiesto a me, no?”
Harry
finse di fare l’offeso.
“Lo
so, scusa! Devo rilassarmi un po’, vero?”
Harry
annuì energicamente.
“Stasera
esci con Ginny?”
“Sì.
Qualche consiglio su cosa fare?”domandò.
Si
sedette sul letto dei genitori (erano in camera da letto) e lo
fissò.
“Portala
a cena. Alle donne piace.”
“Dovresti
farlo anche tu, allora, invece di essere geloso!”
“Mica
stavamo parlando di me, ora! La paternale
a tuo padre la fai un altro giorno, ok?”
Harry
ridacchiò.
“Fate
una passeggiata di sera, però state attenti e poi portala in
un ristorante
carino.
C’è
n’è uno alla fine della via. Non ricordo bene il
nome, non ci vado da anni, ma
ha una scritta tutta colorata sulla facciata. Ti assicuro che
è molto
romantico.
Ci
ho portato la mamma tante di quelle volte.”
“Grazie.”
“E
se hai bisogno di qualcos’altro, chiedi a Sirius o rovista
tra le sue cose. Non
penso gli dispiacerà.”
“Di
cosa stai parlando?”
“Lo
sai! In caso voi voleste approfondire…”
“PAPA’!”
Harry
avvampò.
“Scusa,
che c’è di male?”
“Un
comune genitore direbbe di aspettare, non di chiedere preservativi al
padrino!”
“Io
non sono come gli altri genitori! Lo dovresti sapere!”
James
rise, di fronte all’imbarazzo del figlio.
Poi
si scusò.
“Non
volevo metterti in imbarazzo! Mi spiace!”disse, mettendogli
un braccio attorno
alle spalle.
“Sei
uno scemo!”
“Me
lo dicono in tanti!”
“Non
a torto!”
James
si vendicò facendogli il solletico.
“Ritira
tutto!”
“Ok,
ok!”lo supplicò ridendo.
James
smise di fargli il solletico.
Poi
starnutì più volte.
“Tutto
ok?”
“Forse
quella pozione l’ho ingerita per sbaglio ed ora sto avendo
degli effetti
collaterali.”
Harry
lo fissò sbalordito.
“Direi
proprio di sì. Sai che effetti possa avere quella
pozione?”
“Non
ringiovanisce di certo, ma potrebbe avere degli strani effetti
collaterali.”
“Direi
che strani è la parola giusta. Guardati allo
specchio.”
James
vide la sua faccia sbalordita e scattò in piedi, correndo
verso lo specchio
della camera.
Non
c’era nulla di strano, a parte i suoi
capelli….erano…
“LILY!!!!!!!!!”urlò
facendo sobbalzare Harry.
La
ragazza corse di sopra e spalancò la porta della stanza,
preoccupatissima.
“Che
hai da urla…”
Si
bloccò, fissandolo.
“I
tuoi capelli! Sono…”
“Azzurri!
Che effetto collaterale è? Meglio un raffreddore! Ora come
esco di
casa?”esclamò.
La
sua faccia era sconvolta, ma la situazione era troppo ridicola per non
riderci
su.
E
così infatti fecero Lily ed Harry.
E
risero e risero a più non posso.
“Harry,
vai di sotto…”Lily continuò a ridere,
nonostante lo sguardo afflitto del
marito.
“Ron
ed Hermione se ne sono andati, ma Ginny ti sta aspettando! Divertitevi!
Io
sistemo questa…situazione!!! Ahahaha!!!”
Harry
scese le scale con le lacrime agli occhi dal ridere.
“Che
cosa è successo? Ho sentito tuo padre urlare come un
matto!”
“Beh,
la pozione ha avuto degli effetti collaterali un
po’…bizzarri! Gli sono venuti
i capelli azzurri!”
Anche
Ginny non potè fare a meno di ridere e insieme continuarono
a farlo anche dopo
essere usciti di casa.
Passeggiarono
a lungo, mano nella mano, parlando del più e del meno, degli
amici, le vacanze,
i resuscitati…
“Non
mi sembra vero che sia tutto finito. Prima non avrei mai immaginato di
poter
passeggiare con te così tranquillamente.”
Ginny
si appoggiò a lui, sorridendo.
Era
bellissima, pur indossando semplicemente un paio di jeans ed una
maglietta a
fiori.
Semplicemente
se stessa e meravigliosamente stupenda…
“Ti
va una cena?”chiese Harry individuando il ristorante
indicatogli dal padre.
“Io…”
“Andiamo!”
“Ok!”
Una
cena…solo quella…semplicemente loro due
insieme…a parlare, mangiare, bere,
ridere e scherzare…
A
starsene abbracciati sotto le stelle, accoccolati l’uno
accanto all’altra,
beati e certi che la felicità esisteva solo quando loro due
erano
insieme….null’altro…
Ciaooooooooooooo!!!
E
su richiesta di altri ho deciso di riprendere la coppia
Ginny/Harry…lei era un po’ impegnata con i
compiti, la famiglia etc….Harry con
i genitori e altre cose…
Spero
che vi piaccia!!!!!!!!!!
Commentate
in molti e grazie a:
Kia
Malfoy
XX
Dragonball
93
Mione1194
Ada
Jayne
Lally Potter
Harry&Ginny4ever
LyraPotter
Cesarina89
Miss Nina
SakiJune
Vi
adoro!!!!!!!!!!!!!
Grazie
a chi ha inserito la storia tra i preferiti e chi me tra
gli autori preferiti!!!!
Mi
sento lusingatissima e contentissima!!!!
Non
avete idea di quanto mi facciano piacere queste cose!!!
Una
cosa: per chi adora il Dr House (come me) io ho fatto una
fan fic, una long-fic…mi piacerebbe moltissimo se qualcuno
la
recensisse!!!!!!!!!
Vi
prego!!!!!!!!!!!!!!!!
Un
bacione a tutti voi, ragazzi miei!!!
Posto
questo chappy a pochi giorni di distanza dall’ultimo
chappy, perché so che sarò impegnata con la
lettura e rilettura di Harry Potter
ed I doni della Morte (che nome orrendo!!! Meglio Deathly Hallows, che
ne dite)
in questi giorni!!!!!!!!!
Ciao
a tutti e se non ci sentiamo prima, buona scuola a tutti
voi!!!!!!!!!!
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** retate, trappole e guai.... ***
“Ciao
Lily!”esclamò Sirius il mattino dopo, entrando in
cucina.
Era
rimasto tutta la sera da Remus e non aveva fatto altro che giocare con
Teddy.
Adorava
quel bambino!
“Ciao!
Come stanno Remus, Tonks e Teddy?”chiese Lily.
“Benissimo.
Che è successo ieri quando James è venuto
qui?”
“Direi
che ha salvato Harry da una pozione esplosa e ricevendone un
po’ addosso, ha
avuto un piccolo effetto collaterale!”
“E
tu questo lo chiami Piccolo?”esclamò James,
entrando nella cucina, seguito da
Harry.
Aveva
ancora i capelli azzurri della sera precedente.
Nel
vederlo così Sirius non seppe trattenersi e
scoppiò a ridere di gusto.
“Oddio!
Jamie…sei troppo chic con questi capelli!
Ahahahah!!!!”
James
lo fulminò con lo sguardo, ma Sirius non se ne accorse,
troppo impegnato a
reggersi la pancia.
“Con
un orecchio o un bel percing saresti il leader perfetto di un gruppo
punk!!!
Ahahaha!”
“Sei
un insensibile!”
“Non
sono ancora riuscita trovare un antidoto!”
Anche
Lily stava ridendo di gusto.
Harry
era l’unico che riusciva a trattenersi.
James
sedette accanto al figlio e si servì di pane tostato.
“Come
è andata ieri sera?”chiese.
“Ieri
sera? Con chi? Dove sei andato? Che cosa hai fatto?”
Sirius
smise di ridere per fissare il figlioccio curioso.
“Vecchia
comare.”disse James, mentre Sirius faceva una smorfia.
“Sono
uscito con Ginny. Non è successo nulla di eclatante, siamo
solo andati a cena,
a passeggiare un po’…tutto
qui…”
“E
basta? Non avete fatto nient’altro?”chiese Sirius.
“Ma
lo lasci in pace! Mica è come te!”
“Né
come te, avrà preso da Lily di certo!”disse
beccandosi un’occhiataccia dalla
donna.
“Comunque,
cambiando argomento, io così al lavoro non posso
andarci!”sentenziò James.
“Ci
devono dare le altre informazioni per stasera. Devi venire.”
“Stasera?”chiese
Lily.
“Sì,
io e Sirius abbiamo un sopralluogo da fare.”rispose James,
evasivo, trovandosi,
però, gli sguardi di moglie e figlio addosso.
“COSA?”
“Non
agitatevi. Si dice che ci sarà un incontro di Mangiamorte e
noi andiamo lì a
dare un’occhiata ed ad arrestarne qualcuno. Tutto
qui.”fece Sirius.
“Ma
siete impazziti? Perché non ce l’avete detto
prima?
Non
è una cosa da prendere alla
leggera!”esclamò Lily, mentre Harry fissava padre
e
padrino, stupito.
“Lily,
calmati! Andrà tutto bene!”rispose James,
guardandola negli occhi e tentando di
tranquillizzarla.
“Siete
dei veri stupidi! Non dovete fare i supereroi, solo perché
siete tornati in
vita!
Se
doveste morire?”
“Andrà
tutto bene, te lo giuro.”
“Io
vengo con voi.”disse Harry piano, stupendo tutti.
“Tu
non vai da nessuna parte, invece.”replicò James,
calmo, pensando di porre fine
alla questione.
“Voglio
darvi una mano!”insistette Harry.
“Ce
la caveremo benissimo da soli, stai tranquillo. E poi penso che sia
meglio che
tu te ne stia calmo per un po’.
I
Mangiamorte voglio vendicarsi di Voldemort.”intervenne Sirius.
“Andrà
tutto bene, Harry! Sappiamo difenderci!”rispose James.
“Ma..”
“E’
deciso! Tu stasera resti qui!”
“Sono
maggiorenne, ho sconfitto Voldemort e…”
“Ciò
non ti rende invincibile, maledizione!”
Con
grande sorpresa di tutti, James scattò in piedi e la sedia
cadde a terra con un
tonfo.
Anche
Harry si alzò e fronteggiò il padre.
“Non
ho detto di essere invincibile. Voglio solo aiutarvi.”
“Siamo
adulti e vaccinati! Possiamo fare una stupida missione da
principianti!”
“Una
retata di Mangiamorte? E se vi facessero del male?”
“Sono
d’accordo! Porteremo te con noi, così saremo
sicuri che non ci toccheranno
perché abbiamo dalla nostra il Prescelto!”
“JAMES!”esclamarono
Lily e Sirius, ma l’uomo l’ignorò,
troppo impegnato a trafiggere il figlio con
lo sguardo.
“Io…non…”
“Tu
resti qui! Sono tuo padre e finchè resterai in questa casa,
farai quello che
dirò io, maledizione!”
Harry
tacque.
Non
l’aveva mai visto così arrabbiato, e non poteva
non sentirsi ferito dalle sue
parole.
“Il
Prescelto.”pensò “Così mi ha
chiamato! Pensa sul serio che mi senta invincibile
dopo aver sconfitto Voldemort? Volevo solo aiutarli!”
“Come
vuoi.”replicò freddo, uscendo dalla stanza in
silenzio.
James
sedette.
“Non
avrai…non so…esagerato?”chiese Lily al
marito.
Lui
scosse la testa.
“So
che lo vuoi proteggere, Jamie, ma trattarlo male non ti
aiuterà.”disse Sirius,
saggiamente.
“Non
voglio che venga e che rischi la vita. Non sono riuscito ad avere cura
di lui
per 17, ed ora non mi da neanche ascolto!”
“E’
maggiorenne.”
“Non
significa che debba fare tutto quello che gli passa per la
mente!”
“E’
come te.”
“Conoscendo
me alla sua età, so che non si lascerà fermare da
un mio rifiuto.”
“Hai
fatto bene a dirgli di no, ma dovevi essere un po’
più gentile.”disse Lily,
saggiamente.
“Lo
puoi tenere d’occhio, in modo che non ci segua?”
“Già,
perché sono capace di guardare attraverso i mantelli
dell’invisibilità, vero?”
“E
può anche smaterializzarsi dalla casa. Arrenditi, James. Se
Harry vuole
seguirci e tu vuoi impedirglielo, non ti resta che drogarlo e legarlo
da
qualche parte!”consigliò Sirius ed allo sguardo
orripilato di James e Lily
aggiunse “Stavo scherzando!”
“Lo
spero per te! Se no finisci tu così.”
“Parlagli.
Da persona calma e matura e senza alzare la voce ed arrabbiarti come
hai fatto
prima.”disse Lily, alzandosi e mettendo nel lavello i piatti
sporchi della
colazione.
Poi
con un colpo di bacchetta essi si animarono e iniziarono a lavarsi da
soli.
“Io
vado al Ministero e dico che sei malato, Jamie!”
Sirius
si alzò.
“Di
a Kingsley che per stasera ce la faccio, però.
E
non accennare alla storia dei capelli azzurri, Felpato, altrimenti ti
carbonizzo.”
“Davvero
mi ritieni così maligno per fare una cosa del
genere?”disse Sirius con aria
innocente che non incantò nessuno.
Lily
afferrò il mantello e lo seguì
nell’atrio con James.
“Lo
terrò d’occhio io, tranquillo.
Tu
pensa a chiarire con Harry, altrimenti dovrai risponderne a
me.”
“Come
vuoi, buon lavoro!”
Chiarire
con Harry. Come se fosse facile!
Quel
ragazzo era più cocciuto di lui e Sirius messi insieme.
Salì
le scale e bussò alla porta.
Nessuna
risposta.
“Harry…sono
papà…per favore, apri.
Mi
dispiace di essermi arrabbiato, scusami.”
Ancora
niente.
James
aprì la porta ed entrò nella stanza, stupendosi
di trovarla vuota.
“Ma
dove diamine è andato quel benedetto ragazzo?”
Un
biglietto posato sul comodino, colpì la sua attenzione.
Era
di Harry.
“Sono
dai Weasley, ci vediamo dopo a casa.
Harry”
“Dirlo
prima, no, eh?”disse tra sé, posandolo.
La
giornata che trascorse a casa fu la più noiosa della sua
vita.
Si
limitò a ciondolare da una stanza all’altra e poi,
stufo di non aver nulla da
fare, salì in soffitta e rovistò un po’
tra le loro vecchie cose.
La
soffitta era davvero enorme, ma le miriadi di cose che ci avevano messo
l’avevano ristretta in un certo senso.
Ora
sembrava piccolissima.
Bauli,
valigie, cianfrusaglie, sfere di cristallo, diari, album di foto,
vecchie
biciclette arrugginite, libri scolastici vecchi di un secolo non ancora
sistemati in biblioteca, tazze da tè sbeccate, vestiti
colorati e ridicoli per
travestirsi ad Halloween e durante altre feste, giocattoli e tantissime
altre
cose….
Si
sedette su una vecchia sedia impolverata, incurante della polvere, ed
iniziò a
rovistare in un baule preso a caso tra i molti della soffitta.
Conteneva
le sue cose di Hogwarts.
Quando
gli anziani avevano aggiustato la casa avevano messo tutto, ma proprio
tutto,
al suo posto!
Il
suo zaino, i suoi quaderni, scritti con una calligrafia che ormai non
sentiva
più sua, tanto tempo era passato, il suo diario, contenente
espedienti per
saltare le lezioni e per conquistare la sua Lily.
Piani
su piani, progetti su progetti, organizzati di notte con i suoi
migliori amici,
i suoi Malandrini, la sua famiglia di Hogwarts.
Una
foto sfuggì dalla lettura del diario.
Una
foto ingiallita dal tempo, la stessa che Sirius aveva nella sua camera
a
Grimmauld Place.
Raffigurava
loro quattro, inseparabili come sempre…
Ramoso,
Felpato, Lunastorta e Codaliscia…
Nessuno
li poteva separare, eh?
È
bastato lo sbaglio di uno per provocare la morte, fisica o no, di tutti
i
componenti del gruppo.
Peter
li aveva traditi, lui, James era morto, Sirius era stato ritenuto
colpevole e
Remus non aveva creduto nella sua innocenza…
Tutto
spazzato via…tutto mandato al diavolo…
Ma
ora, ora no.
Ora
erano tutti lì, tutti tranne Peter, ma non sarebbero mai
riusciti a
perdonarlo…mai…
Fu
bello ricordare i bei momenti passati ad Hogwarts, le loro
malandrinate, i loro
primi amori, i baci, le carezze, le belle ragazze…
Le
prime e vere donne della loro vita…
Lily
per James e Jane e Keira per Sirius…
Tutte
le cose che avevano fatto e passato, le loro avventure, così
tante che ci
vorrebbe un libro per racchiuderle tutte…
Aprì
un altro baule e sorrise.
Dentro
c’erano tutte le prime cose di Harry: vestitini, foto,
giocattoli…
James
si sedette sul pavimento ed iniziò a tirar fuori un
po’ di cose, perdendosi nei
ricordi…
La
prima copertina di Harry, bianca con un buffo coniglietto sopra, quella
che gli
aveva comprato James, piena di boccini d’oro, i suoi
vestitini così piccoli da
entrare ad un bambolotto di pezza, i sonaglini ormai consumati dal
tempo…
Mille
ricordi…
“Papà…dove
sei?”
Era
la voce di Harry.
James
guardò l’orologio, stupito.
Era
l’una passata, era stato parecchio lì.
“Sono
in soffitta.”
Quando
Harry entrò, lo vide circondato da album, vestitini per
neonati e giocattoli.
“Che
fai?”
“Mi
perdo nei ricordi. Ti sei divertito dai Weasley?”
Harry
annuì.
James
fece per parlare, ma il figlio lo interruppe.
“Hai
fatto bene a sgridarmi prima. Stavo calcando un po’ la mano.
Avevi
ragione, mi sentivo…forte…”
James
sorrise.
“Non
dovevo arrabbiarmi così e so che ti ho ferito.”
“Era
la verità.”
“Che
ha fatto comunque male, o sbaglio?”
Harry
annuì.
“Mi
sono sostituito a te per un attimo. Mi sono comportato da genitore che
vuole
proteggere i figli, prima.”
James
rise ed Harry si sedette accanto a lui.
“Ci
ho pensato. Per stasera, intendo.
So
benissimo che sei arrabbiato con me per la mia decisione, ma ti prego
di
rimanere qui. Non saprei che fare se ti facessero del male,
Harry.”
“E
se facessero del male a voi?”
“Meglio
noi che te!”
“Papà…”la
voce di Harry era supplichevole, ma James non ci fece caso.
“Sei
la persona più preziosa che ho al mondo, ma non lo dire alla
mamma ed a Sirius
altrimenti si ingelosiscono.”
Harry
ridacchiò.
“I
Mangiamorte se ti vedono ti uccidono.”
“Se
rapissero voi e vi facessero del male per ricattare me?”
“Andrà
bene. E poi non sanno che veniamo noi. Non si aspettano
nulla.”
“Ne
sei certo?”
“NO!
Ma lo spero…”
Gli
mise una mano attorno alle spalle e lo strinse a se, poggiando il mento
sulla
testa del figlio.
“Andrà
bene.”
“Smettila
di ripeterlo! Stai diventando monotono!”scherzò
lui e James rise.
“Sono
mie tutte queste cose?”
Harry
si staccò dal padre e prese a frugare nel baule di fronte a
loro.
James
annuì.
“Ero
davvero così piccolo?”disse il ragazzo estraendo
un vestitino minuscolo.
“Sì,
davvero davvero!”
“E
questi sono tutti i miei giocattoli?”
Cenno
d’assenso.
“La
scopa che Sirius ti regalò da piccolo dev’essere
da qualche parte in qualche
baule.
Accio
scopa giocattolo!”
Una
piccola scopa si librò verso di loro ed Harry la prese.
Era
davvero piccola.
“Eravamo
preoccupatissimi quando te la regalò.
Temevamo
che ti facessi male, anche se io già ti vedevo come un
campione!”
Il
brontolio dei loro stomaci fece capire loro che c’era altro
oltre alle
chiacchiere sul Quidditch e sui vecchi ricordi.
“Credo
che sia meglio preparare qualcosa! Altrimenti tua madre mi denuncia per
malnutrizione!”
Harry
rise e lo aiutò e mettere le cose nei bauli.
Era
incredibile come tra loro si fosse chiarito tutto.
Sembrava
che non fosse successo nulla, nessuno screzio, nessun
rimprovero…assolutamente
nulla.
Semplicemente
loro due, a mangiare, chiacchierare e scherzare.
La
sera arrivò fin troppo in fretta per i gusti di Harry, che
non sopportava di
veder partire per una missione il padre ed il padrino.
“Vi
prego!”li supplicò quando i due erano ormai sulla
porta.
“Harry,
ne abbiamo già parlato! Tu resti qui con la mamma!”
James
lo baciò sulla fronte, Lily sulle labbra con dolcezza ed
uscì trascinandosi
dietro Sirius che ebbe appena il tempo di salutare.
Harry
sospirò forte e Lily gli cinse le spalle con le braccia.
“Non
essere arrabbiato, lo fa solo per proteggerti! Ti ama troppo per
portarti con
sé!”
Harry
sbuffò.
“Come
vuoi tu, mamma!”
Salì
lentamente in camera e si lasciò cadere sul letto, chiudendo
gli occhi.
Aveva
una brutta sensazione su James e Sirius.
Non
era voglia di mettersi alla prova o di fare l’eroe o il
Prescelto.
Era
terrore che accadesse loro qualcosa e la sensazione che qualcosa di
brutto
sarebbe successo….
“Magazzino
abbandonato nei pressi di Oxford, eh? Fare un incontro in una casa
nobiliare,
no, eh?”borbottò Sirius.
Erano
in giro da quasi un’ora, cercando quel benedetto magazzino.
“Se
la prossima volta non ci danno una carta dettagliata, io non vado da
nessuna
parte, eh?”
“Sta
zitto! Io ho ancora i miei capelli azzurri con me!
Sai
che figura ci faccio con loro ( i Mangiamorte)?”
Sirius
lo guardò torvo.
“Voldemort
aveva gli occhi rossi e nessuno hai mai detto nulla!”
“Chissà
perché!”ridacchiò, l’altro,
sistemando un cappello sull’insolita chioma.
Avanzarono
lentamente, le bacchette strette in mano, facendo attenzione.
“Pronto?”disse
James, la mano sul vecchio portone del magazzino.
Sirius
fece segno di sì con la testa e James aprì la
porta.
All’interno
tutto era fiocamente illuminato.
C’erano
casse su casse e attrezzi appuntiti sparsi un po’ dovunque.
Era
una sorta di discarica piena di cose pericolose e letali.
Ideale
per fare un bell’incontro, una rimpatriata!
Non
c’era anima viva, e tutto era immerso nel più
profondo silenzio.
“Non
mi piace.”sentenziò James, entrando e accendendo
la bacchetta.
Un
forte rumore alle sue spalle lo fece voltare.
Ombre
nere si staccavano dai muri e si avvicinavano a loro.
Strinsero
più forte la bacchetta magica nelle mani sudate.
“Felpato?
Ricordi cosa aveva detto Harry?”
“Non
credo sia il momento migliore per ricordarsi le cose, sai?”
“Ricordami
di dargli retta la prossima volta.”sussurrò piano,
preparandosi.
“Sono
contento che siate venuti voi, sapete?
Sarà
uno bello scontro.”disse una voce.
“ORA!
ATTACCATELI!”urlò un’altra
nell’ombra e fu battaglia.
Harry
si svegliò di colpo, balzando a sedere sul letto.
Probabilmente
si era addormentato senza accorgersene.
Era
ormai buio e loro erano fuori da più di un’ora.
Stavano
bene?
Una
stretta alla bocca dello stomaco gli confermò il contrario.
Non
sapeva come spiegarselo, ma SENTIVA che qualcosa non andava.
Si
infilò il mantello dell’Invisibilità di
James e si smaterializzò ad Oxford.
Ora
restava solo trovarli.
Ma
quella notte il suo istinto gli indicava la strada e li
trovò….
“AH!”
James
venne sbalzato in aria per l’ennesima volta e ricadde oltre
un gruppo di casse.
“JAMES!”urlò
Sirius, mentre combatteva contro Nott.
Erano
circondati ed in pochissimo tempo i Mangiamorte ancora in
libertà (circa una
decina)non avevano fatto altro che tentare di ucciderli.
Pur
essendo in netta minoranza, riuscivano a tener loro testa.
Ma
se ne fossero arrivati altri, per loro sarebbe stata la fine.
Sirius
schiantò il Mangiamorte contro il quale stava combattendo e
corse da James, che
giaceva poco distante da lui, svenuto.
“Riprenditi!
Jamie, maledizione!”
Lo
scosse un po’, nascondendosi dietro un gruppo di casse.
“Vuoi
giocare, vero, Black? Ed allora giochiamo, ma credo che stavolta la
posta in
gioco è la vostra vita….sarà
interessante.”
James
riaprì lentamente gli occhi. Sirius era stretto accanto a
lui.
“Siamo
in trappola. Ci siamo cascati con tutte le scarpe. Era una trappola.
Sono
stati loro a mettere in giro questa voce, forse per divertirsi ad
uccidere
qualche Auror.”sussurrò piano l’altro.
James
si tastò la testa, dolorante.
“Harry
aveva ragione.”
“Non
sapevano che saremmo venuti noi.”
“Però
ora possono benissimo ricattarlo facendoci del male.”
Sirius
sospirò.
“Dobbiamo
avvertire qualcuno, non possiamo smaterializzarci e basta come
codardi.”
“Io
li tengo occupati, tu pensa al patronus e chiama Lily e qualcun
altro.”
Sirius
gli afferrò il polso.
“Ti
ammazzeranno.”disse piano.
“Troverò
il modo di tornare.”
James
fece un sorriso ed uscì allo scoperto.
Yaxley
sorrise nel vederlo.
“Vedo
che hai riacquistato il coraggio, eh, Potter?
Dov’è il tuo amico?
Se
l’è data a gambe?”
“Lascia
perdere Sirius. Ora pensa a me.”
“Con
grande piacere!”
Yaxley
levò la bacchetta in fretta e James evitò la
maledizione per un pelo.
“STUPEFICIUM!”urlò,
mancandolo.
“Credo
ti debba fare visitare da un bravo oculista, sai?
Non
ci vedi tanto bene!”
James
fece per attaccarlo, ma qualcuno lo afferrò da dietro,
bloccandolo.
Era
Tiger.
“Mollami,
maledetto!”
“Tiger,
tienilo mentre lo faccio fuori.
Mi
sono stufato di giocare al gatto con topo….”
Yaxley
rise e puntò la bacchetta sulla fronte di James.
“Avada….”
“STUPEFICIUM!”urlò
una voce alle loro
spalle e il Mangiamorte venne sbalzato all’indietro.
Tiger,
che bloccava James, colpito da un nuovo schiantesimo, si
accasciò al suolo e
lasciò andare l’uomo.
“Stai
bene?”chiese una voce.
James
sentì qualcuno correre verso di lui ed abbracciarlo, i
capelli corvini
svolazzanti.
Era
Harry.
Annuì
lentamente e lo strinse di più a sé.
“Scusami,
Harry. Avevi ragione tu.
Eravamo
del tutto impreparati.”
“Preferivo
avere torto.”
Harry
lo aiutò ad alzarsi.
Intorno
a loro solo corpi svenuti e sanguinanti di Mangiamorte sconfitti.
I
restanti si erano dati alla fuga.
“Beh,
anche se siamo un po’ ammaccati, bisogna dire che siamo
riusciti a tener loro
testa.”ammise James.
“La
prossima volta evitate di cadere in una trappola.
Se
fossero stati di più, sareste morti. Siete stati fortunati.
Volevamo uccidervi,
vero?”
James
annuì.
“Dov’è…”
Un
urlo interruppe la domanda di Harry che si voltò verso
James, terrorizzati
entrambi.
“Sirius….”dissero
in un soffio correndo verso la direzione da cui proveniva
l’urlo.
Uscirono
in aperta campagna, illuminata fiocamente solo dalla pallida luna, non
piena
quella notte….
E
corsero attraverso i campi infangati.
Dov’era
Sirius?
”Doveva chiedere aiuto….sarò stato
bloccato da un Mangiamorte…”ansimò
James.
“SIRIUS!”
Lo
videro poco lontano.
Giaceva
a terra, in una pozza di sangue…il fianco squarciato, la
testa sanguinante….
“SIRIUS!”
Harry
fece per corrergli incontro, ma qualcuno lo fermò.
Era
Greyback.
Ammantato
da capo a piedi di nero, emanava un puzzo fetido di sporco, sudore
e…sangue…
James
afferrò il figlio e lo trasse dietro di lui.
“Non
lo toccare.”disse.
“Sirius…”
“Il
tuo Sirius sta morendo. È questione di pochi minuti.
Ma
state tranquilli; lo raggiungerete presto.
Non
permetto mai a nessuno di interrompere il mio pasto.”
James
estrasse la bacchetta, ma Greyback fu più veloce e gli
saltò addosso,
mandandolo a cadere all’indietro, la bacchetta
chissà dove….
James
Potter si divincolò dalla presa del lupo mannaro, ma egli
non aveva nessun intenzione
di lasciarlo andare.
Lo
bloccò a terra e si chinò su di lui, mostrando i
denti sporchi e gialli, aguzzi
e pericolosi.
“PIETRIFICUS
TOTALUS!”urlò Harry alle loro spalle e Greyback si
bloccò a pochi centimetri da
James, che lo calciò via, nauseato.
“Sirius…”
James
si rialzò immediatamente e si precipitò verso il
figlio e l’amico.
Sirius
Black giaceva immobile per terra…aveva una grossa ferita al
fianco che sanguinava
copiosamente ed un grosso taglio sulla testa…
James
si chinò su di lui e lo prese tra le braccia, incurante del
sangue che gli inzuppava
i vestiti.
Harry
si strinse a lui.
“Dobbiamo
andarcene. Se ne arrivano altri…”
James
annuì e lo prese per mano.
“San
Mungo….”pensò e si
smaterializzarono…
Ciao
a tutti
voi, ragazzi!!!!
Eccomi
alla
fine di un altro chappy della mia storia!!!!
Non
so se è
venuto bene o meno e spero vi piaccia!!!!
Commentate
in
molti, mi raccomando!!!!
È
importante
per me!!!!!
Un
grazie a:
Ada
Miss
Nina
Lyra
Potter
Jerada
Malfoy
XX
Jayne
Kia
SakiJune
Dragonball93
Grazie
a tutti
voi!!!! Grazie mille a chi mi ha considerato la sua autrice
preferita!!!! Sono davvero
lusingata, grazie mille, ragazzi!!!
Un
bacione
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** un attimo di sollievo... ***
Il
San Mungo Hospital era semivuoto quando Harry, James si
smaterializzarono al
suo interno reggendo un Sirius sanguinante.
Quello
che successe dopo fu solo un turbinio di spiegazioni, corse, cure,
raccomandazioni e rassicurazioni.
“Starà
bene.”disse un’infermiera ai due Potter, entrambi
pallidissimi e spaventati,
prima di lasciarli da soli in sala d’attesa.
Harry
sedette su una sedia traballante, tremante; James, accanto a lui, si
appoggiò
al muro e chiuse gli occhi, affondando il viso nelle mani.
“Sono
stato un’idiota…troppo avventato, dovevo pensare
ad una trappola…dovevo…”
“Sì,
sei stato un’idiota.”replicò Harry,
calmo, senza guardarlo.
James
non reagì, sapeva benissimo di meritarselo.
“Non
è solo colpa tua. Dovevate pensare alle conseguenze e non
essere troppo
precipitosi.”
“Avevi
ragione, su tutto. Se solo ti avessi dato ascolto….Volevo
allontanarlo dalla
battaglia, volevo che chiamasse aiuto per catturare i
Mangiamorte…ed invece…”
Aprì
gli occhi e si voltò verso la sala dov’era stato
portato Sirius.
Erano
soli, nella sala d’attesa ed un pesante silenzio li opprimeva.
Meglio
sapere che restare lì ed
aspettare…aspettare…aspettare…
Un
rumore di tacchi li distolse dai loro pensieri.
Lily
camminava veloce verso di loro, seguita da Remus e Tonks, tutti e tre
bianchi
come cenci…
“Cos’è
successo?”sussurrò, abbracciando il figlio ed il
marito.
James
le disse tutto; Harry, d’altro canto, era fin troppo in ansia
per proferire
parola.
“Siete
stati due stupidi! Non avreste dovuto andare da soli!”li
sgridò Tonks.
“Così
aveva pensato il Ministero!”
“Dovevate
chiedere aiuto…”
“Sirius
doveva avvertire voi, ma…”
James
tacque, tremando da capo a piedi.
Chiuse
gli occhi forte, tentando di trattenere le lacrime che lottavano con
tutte le
loro forze per uscire e sgorgare rigando le guance.
Lily
non replicò; si avvicinò al marito e lo strinse a
sé.
“Guarirà.
Deve guarire. Non possiamo perderlo, non
dobbiamo….”
E
altri attimi d’attesa, minuti che diventarono ore….
Poi
un’infermiera si avvicinò al gruppetto.
“Sta
bene. Ha perso molto sangue, ma ora sta meglio.
Deve stare parecchio giorni
a riposo e
prendere la pozione Rimpolla-sangue per un po’, ma
è fuori pericolo.”
Tutti
tirarono un sospiro di sollievo.
“Possiamo
vederlo?”chiese Remus che fino ad allora non aveva aperto
bocca, spaventato
com’era.
La
donna annuì.
“Sta
dormendo, ma può entrare soltanto una persona e rimanere con
lui per la notte
se gli va.”
“Grazie.”
L’infermiera
se ne andò.
“Chi
va?”
Tutti
si guardarono l’un l’altro.
Harry
chiuse gli occhi ed appoggiò la testa allo schienale della
scomoda sedia di
legno.
Stava
bene. Era salvo. Grazie a Dio!
“Rimani
tu, Harry.”disse James, piano.
Il
ragazzo interpellato aprì gli occhi.
“Cosa?
Io?”
“Sì.
Penso sia la scelta più giusta. Se non mi avessi salvato la
vita, noi non
avremmo mai raggiunto e salvato Sirius. Se non fossi venuto, lui
sarebbe morto.
Avevi
ragione, sin dal principio. Devi restare tu.”
“Ne
sei certo?”
Guardò
gli altri, che annuirono, sorridenti.
“D’accordo.
Resterò.”
James
si chinò su di lui e lo strinse al petto, forte.
“Grazie,
figliolo. Grazie di tutto.”
Poco
dopo, avendo salutato gli altri, Harry entrò nella stanza
singola riservata al
padrino.
Sirius
Black giaceva tra le coperte come una bambola di pezza, pallidissimo in
volto,
dormiente.
I
capelli neri gli ricadevano sul viso e aveva la testa ed il fianco
fasciati.
Harry
si sedette accanto al letto, guardandolo.
Per
pochi minuti, interminabili minuti, aveva temuto di perderlo per sempre.
Era
tornato da lui una volta, difficilmente sarebbe tornato
ancora…
Stava
per morire, a causa dell’imprudenza dei due
Malandrini…
Chiuse
gli occhi, prendendogli la mano e stringendola forte.
Voleva
fargli capire che c’era, che era accanto a lui, ma Sirius
continuò a dormire.
“Non
farmi prendere mai più una paura del genere,
Sirius…Ti prego…Non ce la farei a
vederti soffrire…”sussurrò piano.
Appoggiò
la testa al suo petto e si strinse a lui, abbracciandolo.
Poi
il sonno lo vinse del tutto e Harry crollò, accanto al
padrino….
Sirius
aprì gli occhi lentamente, lottando contro la stanchezza.
Una
forte luce e un improvviso giramento di testa, lo costrinse a
richiudere gli
occhi.
Dov’era?
Che cosa era successo?
Ricordava poco e niente della scorsa sera….James gli aveva
detto di avvertire
gli altri, ma….
Greyback!
Era
stato lui ad attaccarlo, ferendolo…
Riuscì
ad aprire gli occhi, accorgendosi di una testa corvina accanto a lui.
Era
Harry.
Sorrise
nel vederlo, rendendosi conto che probabilmente aveva passato la notte,
accoccolato accanto a lui.
Ricambiò
la stretta della mano ed Harry si mosse un po’, continuando a
dormire.
Sorrise
con dolcezza.
Si
guardò intorno; si trovava in una stanza
d’ospedale, il San Mungo, senza ombra
di dubbio.
Un
movimento alla sua destra, lo distolse dai suoi pensieri.
Harry
aprì gli occhi e si raddrizzò sulla sedia.
“Ben
svegliato, dormiglione!”lo salutò Sirius, con un
enorme sorriso.
“SIRIUS!”
Harry
gli gettò le braccia attorno al collo, facendolo ridere e
gemere al contempo.
“Scusa,
ti ho fatto male!”
“E’
solo il fianco, non preoccuparti!”
“Sei
un vero idiota! Tu e papà siete degli incoscienti!”
“Tu
come hai fatto a trovarci? Sei stato tu che ci hai portato in salvo,
vero?”
“Esatto!”
“Hai
disubbidito!”
“Se
non l’avessi fatto sareste morti! Siete due stupidi! Dovevate
chiamare qualcun
altro, non andare allo sb…”
“Ho
capito, ho capito, ho capito! Sei arrabbiato! Mi dispiace. Ci dispiace.
Pensavamo
di farcela, non credevamo di venire quasi uccisi….”
Harry
incrociò le braccia sul petto e lo fissò,
arrabbiato.
“Mi
dispiace.”ritentò Sirius.
“Ti
prego, scusami! Ti prometto che non faremo mai più nulla di
azzardato!”
Harry
rise.
“Non
manterreste mai la parola data! Siete due Malandrini!”
“Ti
prometto che non mi caccerò più in guai che
potrebbero costarmi la vita, a meno
che non si tratti di proteggere qualcuno a cui tengo, che amo. Va
bene?”
Harry
sospirò.
“Mi
dai la tua Parola di Malandrino?”
Stavolta
toccò a Sirius sospirare.
“Ti
do la mia Parola di Malandrino. Ora vieni qui.”ed
allargò le braccia,
stringendoselo al petto, non senza una smorfia di dolore per il fianco
ferito.
“Ti
senti male?”
“Mi
rintrona la testa e mi fa male il fianco, ma riesco a sopportare,
grazie.”
Gli
accarezzò i capelli.
“Ho
avuto così paura. Sembrava come quella notte, è
successo tutto così in fretta…”
Stava
parlando dell’Ufficio Misteri.
“Non
ho alcuna intenzione di morire, te lo giuro, Harry. Sono qui e ci
resterò.”
Harry
strinse la presa attorno a lui.
“Ci
tengo a te. Scusa se non lo dico mai.”disse il suo padrino.
“Sono
i fatti che contano, non le parole. Lo so che ci tieni a me, riesci a
farmelo
capire.”
“Dov’è
quel fedifrago di James? Ti ha lasciato al mio capezzale ed
è partito per la Bolivia?”disse,
sciogliendo Harry dall’abbraccio.
“Dovrebbe
essere qui a minuti con la mamma, Remus e Tonks.”
“E
Teddy!”
Harry
rise.
“Ti
sei affezionato, eh?”
“E’
un mio parente, no?”
“Già.
Il tuo amore familiare è invidiabile, sai?”
Sirius
fece una smorfia.
“E’
un pezzo buono della famiglia.”
“Ne
parli come se fosse una collezione.”
“Se
lo fosse, sarebbe uno dei miei gioielli.”
Harry
ridacchiò.
“Erano
tutti molto preoccupati per te. Eri ridotto davvero male.”
Sirius
sorrise.
“Ci
sono abituato!”ridacchiò.
Proprio
in quel momento entrò un’infermiera.
“Si
è svegliato, signor Black! Come si sente?”chiese,
cordiale, con un sorriso
maniacale stampato sul volto.
“Stanco
ed un po’ indolenzito.”rispose lui, tentando di
mettersi seduto, ma ricadde tra
i cuscini gemendo, sotto lo sguardo preoccupato di Harry.
“Beva
questa.”
L’infermiera
gli diede una pozione verdognola, che emanava un odore non proprio
piacevole.
“Dice
sul serio? Non è uno di quegli scherzi con complici e
tutto?”scherzò, evitando
di guardare la medicina.
“Se
vuole tornare a casa e stare meglio, sì. Altrimenti
rimarrà qui per molto
tempo.”
“Se
c’è lei a farmi compagnia, va
bene.”disse sorridendo all’infermiera, che era
molto carina.
Harry
sospirò, mettendosi una mano sul volto.
“Beva.”disse
e se ne andò.
“Ma
provi a rimorchiare anche quando stai male?”chiese Harry.
Sirius
annuì.
Guardò
la sua pozione e gemette.
“Sembra
disgustosa.”
“Remus
ne prende una peggiore una volta al mese e non si lamenta.
Prova
a seguire il suo esempio.”
Sirius
fece una smorfia e la buttò già tutta
d’un sorso.
“Bleah!
Che schifo! Meglio quella di Remus, di sicuro!”
Harry
ridacchiò.
La
porta della stanza si spalancò nuovamente.
Sirius
non ebbe neanche il tempo di capire chi fosse entrato, che qualcuno lo
stravolse, abbracciandolo forte.
Aveva
i capelli rosa cicca.
Rise,
accarezzandole l’eccentrica chioma.
“Ciao,
Dora. Come stai?”
Lei
si staccò da lui, permettendogli di vedere chi fosse entrato.
Era
accompagnata da Remus che reggeva il piccolo Teddy in braccio, Lily,
James e
Silente.
“Caspita,
quanta gente! Mi sento importante!”fece lui, ridacchiando;
finì solo quando lo
fulminarono con lo sguardo.
“Siete
stati due imbecilli ad andare così! Potevate chiedere
aiuto!”esclamò Remus.
“Ci
abbiamo provato!”
“Prima!
Non dopo!”
Sia
James che Sirius abbassarono lo sguardo.
“Avete
ragione. Siamo stati troppo sicuri di noi, troppo imprudenti!”
“Meno
male che lo ammettete!”rincarò la dose Lily.
James
si sedette accanto all’amico e mise il broncio.
“Andiamo,
non ci avete sgridato abbastanza?”
“TE!
Non Sirius!”
“Sapessi
quante me ne hanno dette mentre tornavamo a casa
dall’ospedale ed anche quando
siamo arrivati ieri sera!”
James
sussurrò ciò all’orecchio
dell’amico, che ridacchiò.
“Sirius!
Non c’è nulla da ridere! Potevate morire! Sei
stato morso?”
Sirius
scosse la testa.
“Solo
squartato.”rispose e tutti fecero delle smorfie.
“Vanne
fiero, eh?”esclamò Tonks, le lacrime agli occhi.
“Ci
dispiace! Cosa volete che vi diciamo?”
“Le
parole non servono a molto. Abbiamo bisogno di fatti.
Ora
Sirius dovrà restare a riposo per un po’, quindi
non voglio né ora né dopo,
altre situazioni del genere! Non voglio che rischiate la
vita!”disse Lily,
incrociando le braccia sul petto.
Tutti
guardarono i due Malandrini.
“Ok,
come volete!”
“Esattamente,
quanto dovrei stare a riposo? Sai, l’inattività mi
innervosisce….”chiese
Sirius.
Tutti
lo guardano storto.
“Che
ho detto?”
“Per
un po’, una settimana o due. Sei stato quasi divorato, Sirius.
Non
so se afferri l’idea.”disse Harry.
“Ed
il lavoro? Come farò?”
“Potrai
fare qualcosa da casa.”
“Dovrò
stare rinchiuso a casa per quasi due settimane?”
Sirius
si rizzò a sedere, ignorando il dolore al fianco.
Tutti
fecero segno di sì con la testa, tutti tranne Ted, impegnato
a giocherellare
con i capelli ingrigiti del padre.
Quando
gliene tirò una ciocca e Remus gemette, Sirius non
potè fare a meno di
sorridere.
“Potrei
fare il baby-sitter durante la mia convalescenza.”disse,
quando Ted volle
venire in braccio a lui.
Prese
il piccolo, che quel giorno aveva capelli scuri ed occhi chiari, e lo
strinse a
sé.
“Avrai
bisogno tu di una baby-sitter!”ridacchiò James,
giocando anche lui con il
bambino.
“Scordatelo!
So cavarmela benissimo da solo!”ribattè testardo.
“Invece,
avrai qualcuno che rimarrà con te, almeno per un
po’.
Finchè
non potrai fare tutto da solo.”
“Lily,
sto bene! È solo il fianco!”
“Hai
una ferita alla testa, anche! Sirius, per favore, te ne prego, dammi
ascolto
per una volta.”
Lily
aveva la faccia così sconvolta ed era così
supplichevole che Sirius non ce la
fece a mandarla al diavolo, come avrebbe fatto con gli altri.
“E
va bene. Ma sia ben chiaro! Io non voglio rompere a nessuno!”
“Troppo
tardi!”lo prese in giro James.
“Posso
fare le mie lezioni di Incantesimi con i ragazzi, almeno? Vi
prego!”li supplicò
Sirius, ignorando bellamente la battuta del migliore amico.
Lily
scambiò un’occhiata con Remus e gli altri.
Poi
annuì.
“Solo
se non ti stanchi troppo!”
“Sì,
mamma!”ridacchiò lui.
“Magari
fosse stata così tua mamma, Sir. E chi se ne sarebbe mai
andato con una
bellezza del genere in circolazione?”disse James e Sirius
rise, facendo
arrossire Lily.
“Sei
il solito!”
Sirius
venne dimesso il giorno dopo ed venne accompagnato a Godric’s
Hollow da lo
stesso gruppo che era venuto a trovarlo all’ospedale,
più i signori Weasley,
Hermione, Ron e Ginny.
“Mamma
mia, quanta gente che è venuta per
me!”ridacchiò Sirius, reggendosi forte a
James ed a Remus per camminare.
“Siamo
preoccupati per te!”esclamò Ginny.
“Quindi
non sei venuta solo per vedere Harry, eh?”chiese lui,
malizioso facendole
l’occhiolino.
La
rossa arrossì.
“Sirius!
Lasciala in pace!
Scommetto
che piacerebbe anche a te avere una ragazza, ora!”rise James,
aiutandolo a
sedersi sul divano in salotto.
Tutti
i presenti si accomodarono.
“Stavo
solo scherzando!!!”ridacchiò lui.
“E
comunque sto benissimo così ora, grazie tante! James, non
cercare di fare
appuntamenti al buio, altrimenti ti faccio fuori!”aggiunse e
tutti risero.
James
scosse la testa.
“Non
farò nulla, tranquillo. Comunque non potrei farlo,
poiché c’è un mucchio di
lavoro arretrato al Ministero e devo dare una mano ai ragazzi con
Trasfigurazione.
Oggi
c’è la lezione.”
“E
domani quella di Pozioni.”aggiunse Hermione, alzando lo
sguardo per un attimo
da un libro preso dalla biblioteca di Casa Potter, per poi chinarlo di
nuovo.
Harry
vide James e Sirius scambiarsi una rapida occhiata alla parola
“Pozioni”, ma
nessuno tranne lui ci fece caso.
Sapeva
che ancora tenevano d’occhio Piton.
James
era fin troppo geloso per lasciar perdere.
La
lezione di quella giornata fu molto interessante e James e Sirius, che
assisteva alla lezione, non la finivano più di bisticciarsi,
fare battute e
piccoli incantesimi dispettosi.
Infatti,
Sirius fece crescere a James un bel paio di ali piumate e James
reagì con un
una bella coda a mò di tritone.
“Fammi
tornare normale, Scemo!”esclamò Sirius, mentre
James, Harry, Ron ed Hermione
ridevano come matti.
James
obbedì le lacrime agli occhi.
Gli
tese una mano per farlo alzare dal pavimento dov’era
crollato, ma Sirius non
riuscì a
rizzarsi in piedi e James fu
costretto a sorreggerlo per impedirgli di rovinare per terra.
“Sirius!
Mio Dio! Stai male?”
Sirius
non rispose e James lo condusse al divano.
Era
pallidissimo.
“Mi
dispiace…io non…”
“Non
sei stato tu…è la testa…mi fa
male…”
Harry
corse verso di lui, mentre Hermione chiedeva aiuto a Lily, in cucina
con i
Weasley, Ginny, Remus e Tonks.
“Hai
avuto una bruttissima ferita. È normale stare
male!”
James
tentò di calmare più sé stesso che
Sirius.
Quest’ultimo
affondò il viso nelle mani, tremando.
Lily
e gli altri entrarono proprio in quel preciso istante.
“Cosa
è successo?”chiese Remus, avvicinandosi anche lui
a Sirius.
“Nulla,
Rem…sto bene…”
“Sei
quasi svenuto! No che non stai bene!”intervenne James,
preoccupatissimo.
“Ti
sei agitato per caso?”domandò Molly.
“Ho
giocato un po’ con la bacchetta magica con
James…tutto qui…”
“Sirius,
hai avuto una profonda ferita alla testa…devi startene
tranquillo.
Sei
troppo debole.”disse Ron.
“Anche
per un semplice duello tra amici? E che pretendete che faccia in queste
settimane
di convalescenza? Lavori a maglia?”
“Ti
procuro io la lana…ti presto anche l’uncinetto e
ti insegno il punto a croce se
vuoi!
Basta
che te ne stia buono!”disse Lily, prendendolo in giro.
Sirius
si voltò verso Harry, accanto a lui.
“Capisco
come ti sentivi durante il tuo quinto anno! Non sopporto quando mi
dicono di starmene
buono! Non ho tre anni!”
Tutti
ridacchiarono.
“Abbi
pazienza.”disse Arthur.
“La
pazienza non rientra nelle mie qualità, spiacente!”
Spero
che questo chappy vi sia piaciuto…io mi sono divertita a
scriverlo…soprattutto
perché ora Sirius non è più in punto
di morte…
Ed
ora via ai ringraziamenti personali:
SakiJune:
non hai idea di quanto mi faccia piacere leggere le tue
recensioni!!!! Mi piacciono un sacco!!! Dimmi che pensi di questo
chappy!!!!
Jayne:
io non farei morire mai Sirius, non hai idea
dei pianti che mi sono fatta
quanto l’ha fatto morire la nostra cara Rowling…mi
sono fatta i migliori pianti….e
poi è mio marito…io lo AMO!!!!!!!
Jerada:
hai ragione, hanno fatto gli idioti…meno male che
c’era Harry!!!!
Ashley
Snape: ecco un nuovo chappy che aspetta solo la tua opinione
a cui tengo moltissimo………
Kia:
ovvio che sta bene! io lo AMOOOOOOOOOOO!!!!(forse l’ho
già detto,
eh?nd me) (noooo nd sarcastici lettori)
Jaily:
non è morto, visto? Non lo farei mai, io
lo…vabbé avete afferrato
il concetto…
Dragonball93:
grazie della recensione e di avermi fatto notare
l’errore…scusami!!!!!!!!
LyraPotter:
eccoti un nuovo chappy!!!!
Non
se te l’ho già chiesto (e se sì scusa,
sono un scordarella quando
voglio….) ma Lyra è preso dal libro di Philipp
Pullman, Lyra Belacqua, la mia eroina
preferita?
_Cobain_:
come vedi non è morto, non oserei mai!!!!!!!!!!!!
Toruchan:
grazie delle recensioni!!!!!!!!!!!!! Un bacione, carissima!!!!!!!!!
MalfoyXX:
grazie anche a te della recensione, continua a seguirmi!!!!!!!
Grazie
a chi ha messo la storia tra i suoi preferiti *me onorata”
e chi me tra gli autori *me onoratissima*!!!!!!!!!!
Continuate
a seguire ed a commentare la mia ficcy!!!!!
Sappiate
solo che tra un po’ ci saranno litigi, nuovi personaggi
e nuovi e vecchi personaggi nella vita dei Malandrini resuscitati!!!!!
Un
bacione a tutti voi!!!!!!!!!!!
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** tentati baci...spiate sfuggite....piani... ***
La
mattina dopo Sirius si sentiva molto meglio, seppur stanco.
Dormì
fino a tardi e venne svegliato da Harry, verso l’ora di
pranzo.
“Ehi!
Come ti senti?”domandò, reggendo un vassoio carico
di cibo.
“Meglio.
Chi c’è in casa?”
“Solo
noi due. Mamma e papà ancora devono tornare.
Mangia,
su!”
“Chi
sei, il mio baby-sitter?”domandò, rizzandosi a
sedere e facendogli segno di
accomodarsi sul letto.
Harry
rise ed annuì.
“Certo
che lo sono. Ed ora mangia.”
Sirius
obbedì, chinandosi sul piatto.
“Oggi
c’è la lezione di Pozioni, vero?”chiese
ed Harry annuì.
“Io
starò un po’ con voi, così tengo
d’occhio Piton, così James avrà il
cuore in
pace.”
“Fin
quando durerà questa storia della gelosia?”
“Finchè
Piton e Lily si vedranno…quindi fino all’inizio
del nuovo anno ad
Hogwarts…quindi tra un bel po’ di giorni. Siamo
ancora a luglio!”
Harry
sospirò.
“Ehi!”
Sirius
si chinò su di lui e gli mise un braccio attorno alle
spalle, rendendosi conto
che il ragazzo era preoccupato per qualcosa.
“E
se litigassero? Se lei lo scoprisse?”
“Non
accadrà! Te lo giuro! James la smetterà di
sospettare di Piton, perché sa che,
facendo così, potrebbe far arrabbiare Lily.
E,
credimi, tua madre arrabbiata non è un bello
spettacolo!”
Harry
ridacchiò.
“Non
esagerate, però. Non fate casini!”
“Come
vuoi! Tu però, pensa allo studio e non a vedere come ci
comportiamo noi!
Per
quello già basta ed avanza Lily!”
Severus
Piton quel pomeriggio arrivò con mezz’ora
d’anticipo, reggendo tre le braccia
vari e pesanti volumi di pozioni.
Lily
corse ad aiutarlo.
“Ma
hai saccheggiato la biblioteca?”
“Sono
tutte pozioni che si usano e si studiano nel settimo anno. Possono
aiutarci.”
“Come
vanno le cose ad Hogwarts?”
“Albus
sta scegliendo gli insegnanti di Difesa contro le Arti Oscure e
Babbanologia.
Ed
ha reputato utile affibbiarmi una tirocinante di Pozioni.”
“Una
cosa?”chiese Sirius, sentendo la conversazione ed entrando
nel salotto dove
stavano parlando, seguito da Harry, Ron ed Hermione, più
svogliati che mai quel
pomeriggio.
C’era
un sole pazzesco e passare la giornata a casa a studiare Pozioni
davanti ad un
calderone bollente…beh…non era certo
l’ideale!
Sirius
era ancora molto debole e per camminare meglio e per reggersi aveva
iniziato ad
usare un bastone.
O
meglio era stato costretto ad usare un bastone da due preoccupatissimi
Lily e
James.
“Sembro
un vecchio rimbambito con questo coso!”aveva detto quando
James e Lily glielo
avevano proposto, o meglio imposto.
“Naa!
Hai ancora tutti i capelli scuri!”l’aveva preso in
giro James, beccandosi una
bastonata negli stinchi.
“Ahi!”gemette,
piegato in due, mentre Lily rideva.
“Allora
serve a qualcos’altro questo affare oltre a farmi sembrare un
vecchio
imbecille!
Che
bello!!!”
Una
tirocinante.
Silente
aveva assegnato a Piton una tirocinante.
“Tirocinante.
Mi seguirà durante le lezioni e cercherà di
imparare qualcosa da me!”rispose
Piton.
Sirius
non disse nulla, ma sprofondò sul divano accanto ad Harry,
gli occhi chiusi.
La
testa gli doleva da impazzire e gli altri se ne accorsero subito.
“Ti
fa male la testa, vero? Vuoi qualcosa per il dolore?”chiese
Lily, preoccupata,
avvicinandosi e mettendogli una mano sulla fronte.
“Ho
già preso una pozione. Passerà, dai! Iniziate la
lezione, io faccio da
spettatore.”
La
lezione proseguì senza incidenti, anche se Ron ed Hermione
passavano più il
tempo a chiacchierare ed a flirtare tra loro che a pensare agli
ingredienti.
Più
di una volta Piton e Lily li dovettero chiamare
all’attenzione.
Harry,
dal canto suo, era con la testa alla Tana….probabilmente,
anzi, certamente!,
stava pensando ad una zazzera rossa ed alla sua proprietaria…
Ah,
l’amour!
Sirius
sorrise nel vederli così innamorati…
Quanto
avrebbe voluto avere anche lui quello che avevano loro ora!
Quanto
rimpiangeva anche lui un amore così!
“Ti
aiuto a rimettere a posto.”disse Piton a Lily, a fine
lezione, quando tutti
anche lo spettatore “spia” se n’erano
andati.
Lei
gli sorrise ed iniziò a pulire con un colpo di bacchetta i
calderoni sporchi.
Lui
iniziò ad infilare i libri in una borsa sgualcita.
Vide
Lily sistemare il salotto…i suoi capelli rossi sventolare ad
ogni suo
movimento.
Disse
una cosa, ma Piton non la sentì.
“Cosa?”
“Stavo
parlando della nuova tirocinante! Che stavi pensando?”
“A
te.”disse lui, senza pensarci, per poi pentirsi subito dopo.
“Cosa?
A me?”
Lei
era sbalordita e spalancò i bellissimi occhi verde smeraldo.
Lui
non osò staccarle gli occhi di dosso.
Non
ci sarebbe mai riuscito.
“Io
ti amo, Lily. Ti ho sempre amata e ti amerò
sempre.”disse, piano, quasi un
sussurro.
Lei
non rispose, non sapeva che dire.
Lo
vide chinarsi e si scostò.
“NO!”disse,
allontanandosi di colpo, meravigliata dal suo intento.
“Perché?”
“Perché?
Beh, vediamo un po’…sono innamorata di
James…lo amo alla follia…ho uno
splendido figlio ed una meravigliosa famiglia! Ti bastano questi come
motivi?”
Era
arrabbiata.
“Lily…mi
dis…”
“NO!
Non lo dire, non lo pensi! Come diamine ti è saltato in
testa di provare a
baciarmi?”urlò e purtroppo anche gli altri
presenti nella casa sentirono.
Alla
parola “baciarmi” James irruppe nel salotto con la
bacchetta levata, neanche
dovesse affrontare un’orda di Inferi assassini ed assetati di
sangue!
“Cosa
sta succedendo qui?”chiese, mentre nella stanza entrava anche
Sirius.
Harry,
Ron ed Hermione si erano recati alla Tana per distendersi un
po’ dopo la
lezione.
“Nulla
che ti riguardi!”sbottò Piton.
“Se
si tratta di MIA MOGLIE mi riguarda eccome, invece!”disse
James, urlando le
parole “mia moglie”!
Lily
gli si avvicinò.
“Hai
tentato di baciarla?”chiese ancora e non ottenne nuovamente
risposta da parte
dell’altro.
Piton
non osava guardarlo. Sapeva di aver sbagliato e non sapeva come uscirne.
“Non
osare più avvicinarti a lei, sono stato chiaro?”
James
provò a saltargli addosso, ma venne fermato dalla moglie.
“James!
È il mio migliore amico!”protestò lei
che, pur essendo arrabbiata, non voleva
non vederlo mai più.
“Ha
tentato di baciarti!”ripetè lui come se si
trattasse di un crimine colpevole di
un Bacio del Dissennatore…beh…forse per lui era
proprio così!
“Non
si ripeterà più!”insistè lei.
James
puntò lo sguardo verso Piton.
“Tu
non oserai mai più provarci con lei, sono stato chiaro?
Se
ti vedo di nuovo che tenti di baciarla o anche solo di fare qualcosa di
incriminante ti lancio una fattura che nemmeno la pozione
più potente che
conosci e che esiste riuscirà a salvarti!”
“Come
vuoi!”disse Piton, prima di smaterializzarsi.
James
si voltò verso l’amico Sirius che aveva assistito
a tutta la scena, senza
fiatare.
“Ha
tentato di baciarla!”disse, ancora sconvolto, ricevendo
un’occhiataccia dall’amico
James.
“Grazie,
Felpato! Non l’avrei capito senza la tua
sagacia!”fece James, sarcastico,
ricevendo in cambio una linguaccia.
Si
voltò verso Lily.
“Hai
mai avuto atteggiamenti…beh…lo sai…ci
ha mai provato?”
Lei
scosse la testa.
“Era
dolce e tentava di attirare l’attenzione durante le lezioni,
ma non ha mai
provato a baciarmi come oggi.”
Lily
non riusciva ancora a crederci.
“Ho
fatto bene a chiedere a Sirius di darvi un occhio.”si
lasciò sfuggire James.
“TU
hai fatto cosa?”disse la moglie, le mani sui fianchi.
James
arretrò.
“Bella
mossa, Ramoso! Ottima tattica della serie “facciamoci
uccidere dalla moglie
arrabbiata”!”
“Scusami!
Ero solo geloso!”si difese James, ma ormai il guaio era fatto.
Accidenti
alla sua linguaccia!!!!!
“Dovevi
fidarti di me! Come hai potuto spiarmi?”
“Lily!
Io mi fido ciecamente di te! È di lui che non mi fido ed ho
avuto ragione,
vedi?”
“Bella
scusa! Invece, avresti dovuto aver più fiducia in me e
sapere che non gli avrei
permesso di fare nulla, perché amo te!”
Detto
ciò se ne andò, sbattendo la porta dietro di
sé, confusa, amareggiata ed
arrabbiata.
Si
chiuse in camera e si lasciò cadere sul letto matrimoniale.
Lacrime
calde gli sgorgarono e le rigarono le guance.
“Stupido!
Sei un vero idiota! Dovevi fidarti…non dovevi farmi
spiare…
Idiota!”ripetè
più e più volte, finchè il sonno non
la vinse e crollò.
Molto
probabilmente James non aveva osato smaterializzarsi nella stanza da
letto, per
non infastidirla ulteriormente.
Aveva
sbagliato e lo sapeva.
Ma
da uomo geloso non aveva potuto resistere.
Aveva
chiesto anche ad Harry di controllarli, ma non aveva osato metterlo in
mezzo.
Temeva
una sua reazione negativa., dato che non era stato tanto
d’accordo, anche se
aveva accettato ugualmente.
Avere
due membri di una famiglia contro non sarebbe stato l’ideale.
Lily
già bastava ed avanzava!
Quando
Harry tornò dalla Tana quella sera fu compito di Sirius
raccontargli la
giornata.
Il
ragazzo guardò il padrino sbalordito quando sentì
che Piton aveva tentato di
baciare la madre.
“Ha
fatto cosa? Adesso lo…”
“Calmati!
Lily gli ha urlato contro ed io e James siamo intervenuti!
James
ha mandato via Piton, intimandogli di non provarci mai
più…a dir la verità
voleva saltargli addosso, ma Lily l’ha fermato…e
poi si è lasciato scappare che
mi aveva chiesto di spiare Lily per lui…”
Harry
si mise una mano sulla bocca.
“E…”
“E
tua madre non è stata tanto entusiasta di
saperlo…hanno litigato ed ora lei non
gli parla più e non vuole perdonarlo!”
“Oddio!
Ed ora che faranno?”
“Lei
pensa che lui non si fidi di lei.”
Harry
sospirò forte.
“Ma
dovevamo sorvegliare Piton, mica lei!”
“Lo
so, ma secondo lei, ed ha ragione, James doveva fidarsi di
lei.”
“E
se le avesse fatto un incantesimo o fatto bere una pozione?”
“Ma
stai dalla parte di tua madre o di tuo padre?”
Harry
scrollò le spalle.
“Non
lo so. Ho appoggiato mio padre, ma mi dispiace vedere la mamma
così.
E
non voglio vederli litigare. Ed è stato un’idiota
a lasciarsi scappare della
spiata!”
Sirius
rise.
“Quella
sì che è stata una gaffe memorabile!”
Harry
lo guardò.
“Faranno
pace?”
“Sì,
sicuramente. Quei due si amano troppo per non parlarsi a lungo.
Solo
non so quando…”
Gli
passò un braccio attorno alle spalle e lo strinse a
sé, vedendolo preoccupato.
“Andrà
bene, Harry. Fidati di me.”
James
Potter era seduto in biblioteca a leggere un romanzo…cosa
difficile dato che lo
teneva all’incontrario.
Harry
ridacchiò entrando ed il padre alzò lo sguardo.
“Mi
dispiace.”
Lo
abbracciò, mentre James, lasciando perdere il libro,
ricambiava la stretta.
“Anche
a me. Spero solo che questa litigata non duri molto.
Già
mi manca!”
Harry
sorrise.
Sperava
davvero che si risolvesse tutto tra loro.
Quella
sera James dormì nella stanza con Sirius, poiché
Lily si era rifiutata di farlo
entrare nella stanza.
Se
lo faceva per rabbia o per provocarlo…non si
sapeva…
“Andiamo,
Lily! Ti ho già chiesto scusa migliaia di volte! Che devo
fare per farmi
perdonare?”chiese la mattina dopo, parlando più
con la porta di mogano che con
la moglie.
Harry
venne svegliato dalle sue esclamazioni ed ancora assonnato e con un
diavolo per
capello, andò in corridoio.
James
Potter era appoggiato alla porta della sua stanza e tentava di
convincere Lily
a perdonarlo.
“Ma
ti sembra modo di urlare? Sono le otto del
mattino!”protestò vivacemente il
figlio, fulminandolo con lo sguardo.
“Scusa!
Sto tentando di convincerla a farmi entrare….con la
materializzazione non se ne
parla…e non posso vestirmi con gli abiti di
Sirius!”
“Le
hai chiesto scusa, vero?”
“Qualche
milione di volte…sì!”fece lui.
Si
lasciò scivolare accanto al muro, depresso.
“Non
so che fare. Dammi una mano!”
Harry
lo guardò, stupito.
“Mi
stai chiedendo aiuto su come farti perdonare dalla mamma?
Non
saprei che fare.”
Si
sedette accanto a lui sul pavimento di parquet.
James
si limitò a sbuffare.
“Ancora
qui stai?”chiese Sirius, uscendo dalla sua stanza.
Era
vestito alla babbana: jeans scoloriti, maglietta a mezze maniche ed un
paio di
occhiali da sole all’ultima moda.
“Sì!
Tu dove avresti intenzione di andare vestito così?”
“Alla
partita di Quidditch delle squadre del quartiere.
C’è
un campo qui vicino ed oggi fanno la prima partita. E voi due verrete
con me!”
“Scordatelo!
Non mi va affatto!”
“Hai
intenzione di restare tutta la giornata qui a supplicare Lily?
Per
quanto ne sai potrebbe benissimo essere uscita con la materializzazione
e tu
stai parlando con una porta di mogano!”
Harry
ridacchiò, ricevendo un’occhiataccia dal padre ed
un sorriso dal padrino.
“Non
dovrei andare al lavoro?”chiese James all’amico.
“NO!
Per una volta ti prendi una pausa! Scrivi a Kingsley e digli che sei
malato!”
“Che
malattia dovrei avere? La pigrizia?”
Sirius
sbuffò e fece apparire dal nulla carta e penna.
“Muoviti
e scrivi!”
“Tu
dovresti startene tranquillo! Sei convalescente!”
“Oggi
mi sento benissimo e poi posso appoggiarmi al mio bastone da vecchio
rimbambito
che mi avete propinato!”lo agitò e per poco non
colpì James.
“Sta
attento, pazzo spericolato!”
“Sirius
ha ragione!”
Harry
si alzò e tese la mano al padre per aiutarlo a rialzarsi.
“Andiamo!
Penserai per strada a come fare per farti perdonare dalla
mamma!”
James
gli afferrò la mano e si tirò su.
“Harry
ha ragione! Potresti comprarle un bel gioiello ad un negozio di
Godric’s
Hollow!”
“Naa!
Lily non si farebbe convincere solo da un bel paio di
orecchini!”disse uscendo,
seguito dagli altri due.
“Lo
so benissimo! Pensi che orecchini, cena e un bel concerto basterebbero?
Tra
un po’ c’è quello delle Sorelle
Stravagarie! Portala lì!”propose Harry.
“Ma
stiamo parlando di farmi perdonare da lei o di finire sul lastrico?
Sai,
perché mi sembra la seconda!”
Harry
e Sirius si guardarono e sospirarono.
“Lei
pensa che tu non ti fidi di lei. Penso che farti perdonare
costerà un bel po’,
sai?”disse il figlio.
James
si limitò a sbuffare e trascinato dai due andò
alla partita di Quidditch di
quartiere.
Stranamente
non riuscì a godersi la partita, la testa troppo in
là.
Harry
e Sirius si guardarono.
“Se
neanche con il Quidditch riesce a distrarsi allora siamo
rovinati?”
“Che
farebbe Remus?”
“Non
ne ho idea, ma credo che lo spingerebbe a scusarsi più e
più volte.
Cosa
che ha già fatto. Quindi non so proprio.”
“Andiamo
da Tonks! È una donna e potrebbe dargli un consiglio su come
farsi perdonare. Quando
Remus l’ha lasciata, non penso sia ritornato a mani vuote,
no?”
“Vero.”Asserì
Sirius e dopo aver tirato su James, il quale giaceva sul sedile del
piccolo
stadio di Godric’s Hollow come un peso morto, si
smaterializzò con Harry
davanti casa di Remus e Tonks.
Era
una piccola villetta, circondata da un fiorito prato.
Alcuni
alberi facevano da ombra ad un tavolino ed ad alcune sedie scompagnate
e parecchi
giochi di Teddy erano disseminati.
L’allegra
famigliola era sul retro, seduta all’ombra di un albero ed i
due genitori
ridevano ai primi passi del figlioletto.
“Che
bella scena familiare!”esordì Sirius, ridendo
quando li raggiunsero.
“Ehi!
Ma tu non dovevi stare a riposo?”chiese Tonks, mentre il
piccolo Ted le
sfuggiva e correva, per quanto riuscisse a farlo essendo ancora
piccolo, verso
i nuovi arrivati.
“Naa!
Sto bene!”disse Sirius, reggendosi sempre al bastone,
però.
James
si sedette sull’erba accanto a Remus e gemette, disperato:
“Aiutami!”
Remus
si voltò verso Sirius, mentre Harry e Tonks giocherellavano
con Teddy.
“Che
gli hai fatto?”
“Io?
Nulla, vero Harry?”
L’interpellato
annuì.
“Lui
e la mamma hanno litigato perché lui spiava lei e Piton.
A
proposito, ieri Piton ha provato a baciare la mamma!”disse.
Remus
e Tonks passarono lo sguardo da Harry a Sirius ed a James.
“Ha
fatto cosa? Li spiavate? Sirius, racconta tutto dal
principio!”esclamò Remus.
Sirius
sospirò e dopo essersi seduto sull’erba accanto
agli amici, raccontò tutto a Remus
ed a Tonks.
“Cosa?”
“Ma
come ha osato?”
“Ramoso,
sei un vero idiota!”
“Ed
ora?”
“E’
questa la domanda che ci stiamo ponendo da ieri sera. Lily non vuole
perdonare
James.
Teme
che lui non si fidi di lei e si sente tradita, in un certo
senso.”concluse
Sirius, steso sull’erba calda.
“Prova
a riconquistarla. Comprale qualcosa. Chiedile scusa.”propose
Remus.
Sirius
guardò Harry come a voler dire “te
l’avevo detto”, ma non lo vide.
“Dov’è
Harry?”
“Mi
ha detto di dirti che andava a stare un po’ con Ginny dai
Weasley. Tu eri
troppo impegnato a raccontare.”spiegò Tonks.
James
e Sirius si guardarono.
“Oltre
ad essere un pessimo marito, sono anche un pessimo padre! Non mi sono
neanche
accorto che se n’era andato!”
James
si disperò e tutti sospirarono.
“Harry
ha 18 anni, James! Non essere così preoccupato! Ed
inutilmente, poi!”esclamò
Remus.
“Tranquillo!”
Tonks
rincarò la dose.
“Ok.”
“Ora
ti diamo una mano a chiedere scusa a Lily.”
Chiedo
scusa a tutti voi per l’attesa!!!!
Mi
dispiace un sacco, ma ho avuto tantissime cose da fare anche
se spesso la mia mente si è presa una bella vacanza non
autorizzata dalla
sottoscritta ed ha vagato nelle terre fiorite e nei mondi incantati di
Harry
Potter e non….
Ok,
sto sclerando!!!!!
Ma
dopo una settimana iniziata con interrogazione di storia e
proseguita con quella di chimica, greco ed il compito di greco (uno
dietro l’altro,
eh?????)…non ce la faccio + ed ho bisogno urgente di uno
psichiatra o almeno di
sfogarmi!!!!
Scusate
se siete le mie cavie!!!
No,
dai, scherzo!!!!!
Spero
che vi piaccia questo chappy….ashley snape…qui
c’è un
indizio per te…attenta a scoprirlo e tenertelo per
te…non dire nulla agli altri…
Lo
scopriranno presto!!!!!
Spero
non faccia schifo il chappy e che vi piaccia…..
Ma
ora passiamo ai ringraziamenti:
jayne:
non saprei che fare senza le tue recensioni e senza di
te!!!!!
Kia:
ecco a te il nuovo chappy anche se con parecchio
ritardo!!!!
Summers84:
credimi non sei l’unica che ama Sirius!!!!!!
Rosy823:
grazie mille!!!! Tra un po’ lo sarà ancora di
+….appena
posso scrivere e riordinare le idee in quel casino che è la
mia testa!!!! Aaaaaaaaaaaaaaaah!!!!
Jerada:
bella idea…forse la inserirò…ma mi sa
che Sirius non
vuole starsene tranquillo e dare consigli!!!!
Ada:
keira? chi keira? hihihihihi!!!! Dimmi che ne pensi di
questa ficcy e continua a seguirmi!!!! Un bacio!!!!!
Toruchan:
non posso far morire Harry….mi lincerebbero!!!!
Grazie
del commento!!!! Un kiss!!!!!!!
SakiJune:
dimmi che ne pensi del chappy!!!!!!! È molto
importante per me la tua opinione!!!!! E grazie di tutto e dei consigli
che mi
hai dato sull’altra mia ficcy!!!!
MalfoyXX:
mmmm!!!! Non so, sai? Mi sembra difficile come cosa. Ma
vedrò che posso fare!!! Continua a commentare, mi
raccomando, altrimenti mi
offendo!!!!
Hihihihi!!!!
Slytherina:
grazie di tutto, grazie mille…sono contenta che ti
piaccia la storia!!!!!
LyraPotter:
immaginavo l’origine del tuo nick…adoro anche io
pullman e la sua eroina…se ti va possiamo parlare un
po’…sono sempre felice di
chattare con nuove persone….il mio indirizzo msn
è artemisfowl@homtail.it
Fammi
sapere…parlare con te mi farebbe molto piacere, sai?
Un kiss!!!!
Lady Black 93: oddio!!!! Grazie
di
tutti questi complimenti…sono stata felicissima!!!
Kira
chan: grazie mille di tutto!!!! Spero ti piaccia il
chappy!!!!
_Cobain_:grazie
di tutto e dei complimenti!!!! Tutto ciò è
davvero importantissimo per me!!!!
Ron
von Bokky: ecco a te un nuovo chappy….dimmi che ne pensi!!!
Piton
si è fatto avanti con lily, ma ha leggermente avuto di
pali!!!!!
Ed
ora vi pongo una domanda e vi supplico di rispondere nei
commenti:
che
ne dite delle coppie di questa ficcy (Lily e James, Remus e
Tonks non si toccano!!!!)?
intendo
Ron ed Hermione ad esempio:
che
ne dite di una Draco/Hermione?
Sono
molto tentata dallo scriverla…anche se è canon
come mi è
stato detto…non fa mai male giocare di fantasia ancora di +
ed inserire questo
pairing….
Ditemi
che ne pensate, please!!!!!!!!
Un
bacione ed un abbraccio
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Missione F.P.A.J.A.P ***
“SEV!!!
Severuccio!
Eccoti
qui! Ma dove diamine ti eri cacciato?
Volevo
un tuo giudizio sulla pozione che ho preparato, ma non ti ho trovato
prima!”
Severus
Piton era appena tornato ad Hogwarts quando venne quasi travolto da
Ashley Adams,
la nuova tirocinante
Suo
compito era assillarlo e rompergli le scatole perpetuamente, o almeno
così la
pensava Piton.
A
detta di Silente, una bella occasione per condividere le sue arti e la
sua
esperienza.
Tipo
fare beneficenza o qualcosa del genere.
Alta,
magra, capelli biondo scuro ed occhi chiari, era giovane e molto carina.
Ma
Severus Piton, preso com’era da Lily, non ci aveva mai fatto
caso.
Solo
ora che se la ritrovava a pochi metri da se, se ne rese conto.
Lei
gli porse una bottiglietta contenente un liquido color cachi.
Era
abbastanza brava in pozioni, mai quanto lui, ma se la cavava
egregiamente.
Lui
la prese e l’esaminò alla luce.
“Non
male, signorina Adams…
Ma
sia ben chiaro che il mio nome è Severus Piton, non Sev,
né tantomeno
Severuccio, come mi ha chiamato.
E
mi dia del lei e non del tu. Sono il suo insegnante, ora. Il suo
capo.”
“Sì,
signor Capo Sev!”disse lei, con una bella risata, prima di
ammiccare ed
andarsene via.
Nel
modo più appariscente possibile, direi.
Si
passava una mano tra i capelli e li scuoteva e sculettava per i
corridoi.
Non
era affatto una poco di buono, ma ci provava spudoratamente con Severus
da
quanto era stata assunta al castello di Hogwarts.
Severus
sospirò e se ne andò chiudendosi nel suo studio,
pensando al pasticcio che
aveva causato a casa Potter.
Se
ritornava lì per scusarsi, di sicuro James
l’avrebbe ucciso.
Meglio
rimanere lì ed attendere.
Che
cosa, non lo sapeva nemmeno lui.
Lily
Potter giaceva sul letto a pancia in giù, il viso affondato
nel cuscino.
James
aveva appena finito di urlare e aveva seguito il consiglio di Sirius,
uscendo e
tentando di trovare una soluzione.
Stufa
di piangersi addosso, decise di uscire.
Una
bella boccata d’aria fresca era quella che ci voleva in
questa situazione.
James
aveva sbagliato, era vero, e lei si era sentita presa in giro,
sfiduciata.
Nel
contempo non riusciva a stare lontano da lui troppo a lungo.
Girò
per la casa, mogia mogia, riordinando un po’ dove occorreva,
tanto per fare
qualcosa.
Le
occorreva un parere, un consiglio su come comportarsi.
La
risposta arrivò qualche ora dopo.
Din
Don
Il
suono del campanello la fece sobbalzare, assorta com’era nei
suoi tristi e mogi
pensieri.
Corse
alla porta e sorrise nel vedere una coppia color rosa cicca.
“Ehilà,
Lily cara! Disturbo?”
Ninfadora
Tonks, teneva il passeggino in una mano, dove Teddy si dibatteva
allegro e
nell’altra aveva una scatola gigantesca di cioccolatini.
“Cosa
ci fai qui?”
“James
e Sirius sono da Remus, Harry dai Weasley ed io ho detto di dover
andare al
parco con Teddy.
In
fondo un po’ ci siamo stati, ma dopo ho deciso di correre da
te con una bella
scatola di cioccolatini.”
Entrò
e tolse Ted dal passeggino.
Il
piccolo, libero, si mise a sgambettare accanto alle due donne.
“E’
adorabile!”fece Lily.
“Prima
di pensare ai figli, pensiamo a chiarire il vostro litigio.
E
per farlo occorre sempre una bella carica di cioccolata.
Si
sa che aiuta sempre.”
“Come
si vede che stai con Remus! Anche lui è fissato con la
cioccolata!”
Si
sedettero in salotto, con Teddy tra loro, impegnato a giocare con un
peluche
rimediato.
“Lui
non si fida di me!”esordì Lily. “MI ha
fatto spiare!”
“Lui
non si fidava di Piton, non di te!”
“Ma
doveva rendersi conto che io non avrei mai accettato Piton, dato che
amo lui.
È
stato un’idiota!”
“Piton
poteva farti qualcosa, un incantesimo, una
pozione…”
“So
badare a me stessa, Dora! E poi tu da che parte stai?”
“Da
quella della ragione!”
Lily
la guardò prima di ridere.
“Sto
esagerando, vero?”
“E’
ovvio sentirsi ferite e lo sai! Ma credimi, gli uomini fanno anche
peggio!
Remus
mi ha lasciata quando ero incinta di Ted, perché pensava
fosse la cosa migliore
per noi! Il solito sacrificio inutile!”
Lily
continuò a ridere, un po’ sollevata.
“Quindi,
secondo te, dovrei perdonarlo?”
“Io
direi di fare la difficile! È un giorno che non gli parli,
no?
Tira
un po’ la corda, stai sulle tue.
Non
farlo dormire con te e fai finta di essere ancora arrabbiata moltissimo
con
lui.
Ti
fai coccolare un po’, viziare e poi cedi.”
“Subdola
dei miei stivali!”
“Funziona,
sai?”
“Scema!
Io non sono tipo da cose materiali, mica sono una persona
frivola!”
“E
lo so! Ma anche se non lo sei, sentirsi viziate e coccolate fa sempre
bene
all’autostima!”
“Ma
dove le leggi queste cavolate?”
“Dagli
inserti di Topolino!”
Tutte
e due scoppiarono a ridere, come sceme, mentre Ted le guardava come se
fossero
sul serio due matte.
“Ha
inizio l’operazione “Facciamola pagare a James
Albus Potter!”
Tonks
scattò in piedi, solennemente, mentre Lily la fissava.
“Operazione
vendetta non suona meglio?”
Tonks
ci pensò su.
“No!
Meglio la mia idea!”
“Dici
sul serio? Hanno litigato?”
Hermione
guardò Harry sbalordita.
“Te
l’ho detto! Per via di ciò che ha fatto
papà.
Piton
ha anche provato a baciare la mamma, quindi è tutto un
casino ora.”
“Ed
ora?”chiese Ginny, appoggiata ad Harry, all’ombra
di un faggio, accanto a Ron
ed Hermione.
“Non
ne ho idea. Ma spero che Sirius e Remus si inventino qualcosa per
aiutarlo!
Sta
davvero male, poverino!”
“Non
doveva spiarla!”insistè Hermione.
“Vero,
ma non si fidava di Piton e malgrado tutto quello che ha fatto per
aiutarci
contro Voldemort, alla fine papà aveva ragione sul suo
conto!”
“Speriamo
che tutto si sistemi.”disse Ginny e tutti finirono per
condividere questo
pensiero.
Dopo
aver passato tutta la giornata a casa di Remus tentando di capire come
fare
pace con Lily, James aveva risolto ben poco.
Pur
rendendosi conto che la sua Lily non era il tipo di cose materiali,
James aveva
deciso che iniziare con qualche regalino ed una bella cena romantica
era una
buona idea.
Dopotutto
alle donne piaceva essere coccolate, a detta di Sirius.
E
dato che lui era il playboy per eccellenza, aveva deciso di dargli
retta.
“Vuoi
che porti Harry da qualche parte, così puoi fare tutto
ciò che vuoi con la tua Lily?”domandò
malizioso, ricevendo in cambio
un’occhiataccia da parte dell’amico e di Harry che
era appena tornato dai
Weasley.
“So
badare a me stesso e non ho affatto bisogno di un
baby-sitter, Sirius.
So
che se hanno bisogno di privacy devo andarmene.”
Erano
seduti nel giardino di Godric’s Hollow, il tramonto
che illuminava di dorato tutto ciò che era intorno a loro.
James
mise un braccio attorno alle spalle del figlio e
sorrise.
“Ignoralo
e basta! Il più delle volte è
inopportuno.”
“Non
è affatto vero!”
“Sì
che lo è! E non negarlo, razza di bugiardo!”
Sirius
fece una smorfia ed Harry alzò gli occhi al cielo.
Certe
volte erano proprio dei bambini!
Lily
decise di seguire il consiglio di Tonks e lasciò
cuocere James nel suo brodo.
Fece
la difficile, denigrando tutti i suoi tentativi di fare
pace.
L’operazione
“Facciamola pagare a James Albus Potter” o
meglio F.P.A.J.A.P. iniziò quella sera.
Lily
ignorò James per tutta la cena e sviò ogni
tentativo di
conversazione.
Sotto
lo sguardo afflitto del figlio, James dormì nuovamente
in camera di Sirius quella notte.
La
mattina dopo quando Lily scese per colazione, trovò Harry
seduto a tavola, intento a leggere il giornale La gazzetta del profeta.
“Ciao,
tesoro!”
“Ciao,
mamma! Avete fatto pace?”
Lily
scosse la testa, ricevendo in cambio uno sguardo sbalordito.
“Ma…”
“Stai
tranquillo, si sistemerà tutto!”
Lily
fece un sorriso radioso, ridendo sotto i baffi per il
piano ordito da Tonks.
“Come
fai a dirlo? Papà ci sta male! So che ha sbagliato, ma
potresti perdonarlo!”
Lily
scoppiò a ridere davanti alla sua faccia sconvolta,
sconvolgendolo ancora di più.
“Mamma!”
“Scusami,
Harry! Ma io non sono arrabbiata con tuo padre!”
“Cosa?”
“Almeno
non più.”precisò lei, sotto lo sguardo
stupito del
figlio.
“Ed
allora perché fai così? Perché non gli
parli e non gli
permetti di dormire con te?”
Lily
gli si avvicinò e lo strinse al petto.
“Mi
fa star male vedervi così!”
“Lo
so, perdonaci.”
“Spiegati!
Perché stai facendo così?”
“Diciamo
che è una piccola vendetta per avermi fatto
spiare.”
“Eh?”
Lily
rise di nuovo e gli spiegò lentamente ed a voce bassa,
per evitare che James entrasse nella sala e scoprisse tutto, il piano
F.P.A.J.A.P.
“Siete
matte! Tutte e due!”
Lily
rise.
“Aiutami,
dai! Non dirgli nulla! Voglio solo farlo stare
sulle spine e fare la difficile!”
Harry
sospirò forte.
Ma
quando vide gli occhi di lei sgranati e verdissimi,
cedette.
“D’accordo!
Manterrò il segreto, ma te la vedrai tu con lui,
eh?”
“Grazie,
amore mio!”
Lily
lo abbracciò forte.
Harry
alzò gli occhi al cielo.
Ma
perché si lasciava sempre coinvolgere nei loro intrighi
idioti?
James
fece mandare a Lily rose rosse al lavoro, che Lily
diede via sotto lo sguardo afflitto del marito, le comprò un
nuovo paio di
orecchini, e lei non se li mise mai…
“MI
dispiace trattarlo così!”gemette lei un giorno.
Era
seduta nella cucina dei Weasley e chiacchierava con
Molly e Tonks.
Tutta
la famiglia Weasley era al corrente del piano
diabolico ordito da Tonks per Lily.
Gli
unici che non sapevano nulla erano i Malandrini e
continuavano a restare all’oscuro.
Tonks
ridacchiò.
“Andiamo!
Non ti diverti neanche un po’?”
“James
ci sta rimanendo male. Ieri sera voleva portarmi
fuori a cena ed io, prima ho accettato, poi ho finto di stare male e lo
appeso!
Direi che ci è rimasto male parecchio!”
“Già!
Direi anche io! E poi hai gettato via i suoi fiori e
lo lascia ancora dormire in camera di Sirius! Ed è quasi una
settimana!”
Tonks
aveva le lacrime agli occhi dal ridere.
Molly
le guardò, sospirando.
“Devi
farla finita!”
“Lo
devo lasciare?”
Lily
era orripilata, mentre Tonks scoppiò a ridere,
tenendosi la pancia.
Per
poco non cadde giù dalla sedia di legno.
“NO!
Intendeva che la devi smettere di fare così! In fondo
l’hai punito abbastanza!
E
poi James è un bell’uomo! Può darsi che
se continui a non
parlargli ed a fare l’antipatica, ti lascia e si mette con
una bella top model
russa di nome Svetlana!”
Lily
sgranò gli occhi, mentre Tonks riceveva uno
scappellotto da Molly.
“IO
vado a parlargli!”
E
senza aggiungere altro Lily corse fuori dalla cucina e si
smaterializzò lontano, mentre Tonks e Molly si lanciarono
uno sguardo sorpreso.
“Ma
che vuole fare?”pensarono tutte e due.
Lily
si smaterializzò a casa di Remus, dove sperava di
trovare James.
Questo
stupido litigio, quel piano idiota doveva finire.
La
minaccia della top model aveva fatto decisamente effetto.
Si
maledisse per aver dato retta a Tonks e bussò piano alla
porta di casa Lupin.
Le
aprì Sirius.
“Ciao,
Sirius! C’è James?”chiese tutto
d’un fiato.
“Sì,
è…”
Lily
non gli diede neanche il tempo di finire che corse
dentro, quasi mandandolo all’aria.
Sirius
richiuse la porta, borbottando qualcosa che suonò
come: “Donne! Bah!”
Lily
corse in salotto dove James e Remus erano seduti intenti
a chiacchierare.
“Sirius…chi…Lily?”
James
alzò lo sguardo verso la moglie, sbalordito.
Decisamente
lei era l’ultima persona che si sarebbe
aspettato di vedere dopo tutto quel tempo che non si parlavano.
Lily
prese un respiro profondo ed avanzò.
“James…io…mi
dispiace! Ti chiedo scusa per come mi sono
comportata! È che mi sono sentita ferita ed ero arrabbiata
con te, ma dopo ho
parlato con Tonks ed ho deciso di perdonarti! Ma poi abbiamo ordito un
piano
per farmi vendicare un po’, ma la situazione mi è
sfuggita di mano! Io non
voglio che tu ci rimanga male! Sono stanca di non parlarti
più e di non poterti
più abbracciare e coccolare come facevo prima, solo
perché voglio fartela
pagare per la tua spiata! E non ho alcuna intenzione di perderti per
una
stupida modella russa di nome Svetlana!”
Lily
disse tutto d’un fiato ed alla fine prese un bel
respiro profondo, continuando a fissare il marito.
James,
d’altro canto, dopo aver sentito lo sproloquio della
moglie era convinto di una sola cosa e gliela disse:
“Lily?
Sei ubriaca per caso?”
Lei
rise.
“No!
E’ la verità! Ti chiedo scusa!”
“Pensavo
che dovessi essere tu a perdonarmi e non il
contrario!”
“Sì,
lo so! Ma sei già perdonato!”
“Ti
devo perdonare per quel piano che hai fatto con Tonks,
giusto? Quello dove facevi…cosa esattamente?”
“Non
ti parlavo apposta e ti tenevo sulle spine!”
“LILY!
Mi hai fatto prendere un accidenti! Credevo fossi sul
serio arrabbiata e non mi parlavi mai neanche se ti chiedevo scusa un
milione
di volte e recitavo la Divina Commedia
in turco!”
“Quello
non l’hai fatto!”precisò lei.
Rise,
mentre James le lanciava un’occhiataccia.
“Adesso
sono io l’offeso! Sai potrei anche non…”
“NO!
Ora la finite tutti e due! Sono, anzi siamo, stufi di
vedervi litigare, che sia per finta o sul
serio!”esclamò Sirius, esasperato.
“Fate
pace! Subito! Almeno Tonks, con il suo piano malefico,
che poteva avere solo lei, ha fatto qualcosa di buono! James ha
imparato la
lezione e Lily si è vendicata! Ora fate
pace!”insistè Remus, le braccia
incrociate.
Lily
e James si guardarono per poi ridere e saltarsi al
collo.
“Scusami,
scusami, scusami!”fece lei, il viso affondato
nella camicia del bel marito muscoloso.
“Scusami
tu! Divento matto se qualcun altro che non sia io o
i miei amici sta con te! Sono troppo geloso! Ti amo troppo!”
Lei
rise.
“Non
farmi più spiare, ok?”
“Dopo
tutto quello che mi hai fatto patire per una settimana
ti scordi che lo rifaccia ancora!
Sai
che ci sono rimasto male quando non mi parlavi, o
rifiutavi i miei fiori o…”
“Lo
so! Scusa!”
“Perdonata!”
“Jamie?”
“Sì?”
“Grazie
per gli orecchini. Li adoro e li metterò sempre.”
Lui
sorrise, il mento appoggiato sul suo capo.
Respirò
tra i suoi capelli color fuoco e la strinse più
forte a sé.
“Toglimi
una curiosità. Chi diavolo è
Svetlana?”chiese
James.
Ciao
a tutti, miei carissimi
del sito!!!!
Eccomi
di nuovo con un nuovo
capitolo della mia storia dove finalmente Lily e James si
riappacificano!!!!
Spero
che vi piaccia!!!
Ashley
ho inserito qualcuno
di tua conoscenza, sai?
Spero
ti piaccia come ho
fatto il personaggio!!!!
Tengo
le dita incrociate!!! Cmq
sappi che la storia tra loro andrà avanti fino al punto in
cui speri, ma dovrai
pazientare un po’…mi spiace!!!!
Ed
ora i ringraziamenti:
cherie
Lily in particolare:
grazie per i tuoi consigli, mi sono stati utilissimi!!!! Grazie di
tutto tesoro
mio!!!!!!!!!
Saki
June: grazie per il
commento…cm noterai si è sistemato tutto. Mica li
potevo lasciare così i due
piccioncini?
Kia:
spero di non averti
deluso…diciamo che lui prova a fare pace con lei…
Jerada:
grandioso
commento!!!! Continua a seguirmi!!!
Angelgirl1993:
Grazie
mille per i complimenti, sono lusingatissima!!!!
Rosy823:
grazie per la tua opinione…devo pensarci bene allora su
questa decisione!!!!
Kira
Chan: dici bene per la tirocinante, ma mi sa che è lei ad
innamorarsi di lui!!!! Heheheh
Potterina
McCartney: grazie per la tua opinione!!! Ci penserò su!!!
Ashley
Snape: già chissà chi è questa
tirocinante? Spero ti piaccia il chappy!!!!
LyraPotter:
una ragazza per Sirius…mmmm che ne dici di me? no, dai,
scherzo (see, certo,
come no!!!! nd di tutti)…
Cmq
grazie mille per il commento, è vero che James è
stato idiota!!! Ma come si
può, dico io? Mah!
DragonBall93:
grazie mille, tesoro mio!!! Continua a commentare, ti prego!!!
Ina:
scusa per il pairing, ma alcuni me l’hanno chiesto,
qnd…
Grazie
per i complimenti…anche
a me piace molto la tua storia!!!!
Jayne:
ciao best di informatica…diciamo che non è Sirius
che
avrà impicci con la
tirocinante…hehe…per lui ho ben altri
piani…un kix Tua
Bella Cullen
Lela92:
sono contenta che ti piaccia!!! Continua a seguirmi!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** amore, festa ed i tre modi per convincere un ragazzo ***
Dopo
il piccolo litigio, Lily e James erano tornati più affiatati
che mai.
Sembrava
che non fosse successo nulla e Harry e tutti gli altri che si erano
preoccupati
per loro poterono tirare un sospiro di sollievo.
Quei
due erano tornati la coppietta di adolescenti di sempre!!!
Luglio
era quasi agli sgoccioli, ormai e mancavano pochissimi giorni al
compleanno di
Harry.
Il
diciottesimo compleanno.
“E
dai, Harry! Perché no?”
James
rincorse il figlio nel parco dove quella calda mattina di luglio si
erano
recati con Sirius.
“No!
Non voglio nessuna festa, nessun regalo, di nessun tipo.”
“Perché
no?”insistè James.
“Forse
non vuole che tu metta mani nella sua
festa.”ridacchiò Sirius, disteso
sull’erba, gli occhiali da sole sul viso.
“Ma
se neanche le conosce le feste che organizzo!”
James
fece una smorfia e gli tolse gli occhiali dal viso, giusto per dargli
fastidio.
“Rompi…
Ed
è meglio che continui a non conoscerle. Sei un casinista,
James Potter. Peggio
di me, per quanto riguarda le feste, almeno.
Se
Harry vuole, ho detto “vuole”, si farà
aiutare dai suoi amici.
Non
immischiarti, da bravo.”
Harry
non potè fare a meno di sorridere al suo padrino.
“Da
quando sei diventato così responsabile ed
assennato?”chiese Lily, sedendosi
accanto a Sirius.
“Diciamo
che la morte mi ha cambiato. E poi non voglio che lo metti in imbarazzo
con
qualche tua trovata folle.”
“Questa
è decisamente una frase che non si sente tutti i
giorni.”constatò James e gli
altri non poterono fare a meno di ridere.
“E
poi io non avrei fatto nulla del genere!”continuò,
fingendosi offeso.
“Vabbè!
Lasciamo perdere! Io vado a prendere i gelati!”
“Ti
accompagno!”
Lily
si alzò, togliendosi l’erba dalla gonna e
scuotendo i lunghi capelli rossi.
Molti
si voltarono a guardarla, James prima di tutti.
Harry
si stese sull’erba, chiudendo gli occhi, lasciandosi
accarezzare dai raggi del
sole.
Non
aveva voglia di fare feste o cose del genere.
Non
voleva affatto dare pensiero ai suoi genitori, anche se erano loro che
cercavano continuamente di darsi pensiero.
Non
avrebbe accettato nessun regalo.
Sentì
qualcuno distendersi accanto a lui e socchiuse gli occhi.
Era
James, che mordicchiava allegramente un filo d’erba.
Armato
anche lui di occhiali da sole, teneva le mani intrecciate dietro la
nuca e
fissava il cielo terso di un azzurro chiarissimo.
L’immagine
del relax.
“Non
voglio darvi pensieri.”ammise.
“Non
preoccuparti. Lascia pensare me…anzi, no! Ci pensa tua mamma
alla festa, ok?
Così
tu e Sirius starete tranquilli.”
Harry
sospirò.
“Ok,
va bene.”
“Ed
al regalo ci penso io, però.”
“Cosa?
No! Nessun regalo, papà!”
“E
che festa è senza regalo?”
“Siete
tornati voi e questo è il regalo migliore che mi si potesse
fare!”ammise,
arrossendo subito dopo.
James
sorrise e gli mise un braccio attorno alle spalle, facendolo appoggiare
al suo
petto e stringendolo forte a sé.
“Ti
voglio bene, Harry. Tantissimo. Non lo dimenticare mai.”
Harry
annuì piano.
Pensò
Lily ad organizzare una festa a casa per il compleanno di Harry, mentre
Sirius
e James pensavano al regalo.
Harry
non partecipò alla preparazione, tenuto a distanza da Sirius
che ogni giorno
trovava una scusa per allontanarlo, neanche stesse lavorando a
chissà quale
progetto della CIA.
Giorno
della festa di compleanno di Harry.
Lily
aveva fatto le cose in grande, aiutata da Ginny, Hermione e Tonks.
Le
quattro ragazze si erano sbizzarrite nel cucinare le più
svariate pietanze e
nel decorare la casa ed il giardino.
Opera
di Tonks erano i palloncini rosa shocking in perfetta sintonia con i
suoi
capelli e le luci ad intermittenza appese agli alberi.
“Era
meglio se ci pensavi tu, papà.”constatò
Harry, mentre James rideva tenendosi la
pancia.
“Se
vuoi posso rimediare.”
“Così
Tonks se la prende. Meglio evitare stragi il giorno del mio compleanno.
Se
volete potete uccidervi dopo!”
James
rise ancora più forte, battendogli una mano sulla spalla.
“Come
vuoi. Me lo segno e lo faccio dopo.”
“Scemo!”
Fortunatamente
le altre tre ragazze non avevano esagerato come aveva fatto Tonks.
Una
pazza bastava ed avanzava!
Il
giardino era gremito di gente.
Gli
amici di Harry come Luna, Neville, Dean, Seamus erano rimasti
sorpresissimi di vedere
da vicino i cosidetti “resuscitati”.
Erano
stati invitati tutti i componenti dell’Ordine, gli amici
più cari di Harry e
molte altre persone.
Anche
Piton era stato invitato, solo grazie all’intercessione di
Albus.
Se
non fosse stato per lui, James l’avrebbe ucciso.
Quindi
il vecchio preside quella sera si diede al ruolo di paciere, aiutato
dalla
McGranitt.
Ritornando
alla festa Piton si era presentato a braccetto con una ragazza.
Alta,
magra, capelli biondo scuro ed occhi chiari, era giovane e molto carina.
Era
Ashley Adams, la nuova tirocinante, che era così stretta a
Severus Piton che
sembrava incollata con la colla Attack!!!
“Ciao
a tutti!”esclamò lei, sprizzando allegria da tutti
i pori.
Era
vestita in modo molto stravagante con una lunga gonna da gitana azzurro
cupo ed
una maglietta bianca, sulla quale pendevano numerose collane e ciondoli.
Ad
ogni passo che faceva emetteva allegri suoni.
Sembrava
la versione giovane di Sibilla Cooman, solo molto molto più
carina e simpatica.
Nel
complesso non era affatto male.
Appena
arrivata corse a presentarsi subito a tutti, sempre trascinandosi
dietro il
povero Severus che sembrava un burattino nelle sue mani e grinfie.
Risultò
subito simpatica a tutti.
Severus
si liberò di lei solo dopo un’ora e mezza di
girovagamenti.
Si
sedette su una sedia e sorseggiò un po’ di punch
rossastro.
“Vedo
che ti sei dato da fare, eh?”disse una voce.
Una
voce che sperava di non sentire quella sera.
Speranza
decisamente vana.
Si
voltò verso James Potter.
“Non
ho voglia di discutere ora, Potter.”
“E’
la tua ragazza?”
“Non
ho più la volontà di averne una?”
“Ero
solo curioso.”
“No.
E’ la nuova tirocinante. E mi ha convinto a portarla qui con
me.”
“Ma
è innamorata di te.”
“Lo
trovi strano?”
“Non
farmi rispondere, ti prego.”
“Sei
ancora sul piede di guerra?”
“Non
dovrei?”
“Lily
è tua. Sto provando a dimenticarla. È tua. Non
farò nulla per togliertela.
E
lei non vorrebbe. Quindi non farò nulla per
ferirla.”
“E
devo crederti? Hai provato a baciarla!”
“E’
passato del tempo.”
“Che
spero ti abbia cambiato, perché se ci
riprovi…”
Lasciò
la frase in sospeso, gli occhi puntati su Piton per studiarne la
reazione.
Lui
non battè ciglio.
“Non
farò nulla. Promesso.”
James
annuì e lo lasciò solo con i suoi pensieri.
Che
chissà per quale scherzo della natura non erano
più concentrati su una donna
dai capelli rosso scuro, ma su una dai capelli biondi scuro e dagli
occhi
chiari.
Da
giorni ormai erano fissi su di lei.
Dopo
il tentato bacio, si era rifugiato ad Hogwarts ed era stato a
strettissimo
contatto con la nuova tirocinante.
Decisamente
invaghita di lui.
Faceva
di tutto per richiamare la sua attenzione, preparando pozioni nuove in
continuazione ed arrossendo furiosamente se lui le rivolgeva la parola
improvvisamente o la guardava.
Come
una scolaretta.
Come
una alla sua prima cotta.
Era
dolce e simpatica, Ashley.
Un
vulcano di allegria ed idee.
Prorompente,
tenace e spiritosa.
Una
bella contrapposizione al carattere introverso di Severus Piton.
Eppure
chissà perché anche lui stava iniziando a sentire
qualcosa per lei.
Un
istinto di protezione, di affetto, un moto che lo sconvolgeva da dentro.
Una
bella sensazione che lo coglieva quando era con lei, una cosa mai
sentita
prima.
Anzi,
solo con Lily, tanto tempo fa.
Era
innamorato di Ashley.
Ed
era bastato essere rifiutato da Lily per riuscire ad aprire gli occhi
su di
lei.
La
vide chiacchierare poco lontano da lui con Ginny Weasley.
Poi
si avvicinò a lui, ancora sorridendo.
“Ciao!
Vedo che non sei affatto tipo da feste! Sei qui a fare
l’asociale!”
“Mi
annoio.”
“Ti
tiro su io!”
E
lo trascinò in pista, dove alcuni ballavano.
“Io
non so ballare! Lasciami, Ashley!”disse, tentando di
liberarsi dalla sua presa,
ma la ragazza lo teneva ben stretto a lei.
Lo
portò al centro della posta ed iniziò a guidarlo,
mostrandogli i passi ed
insegnandogli come muoversi.
Lily
e James osservavano la scena da lontano, sorridendo.
“Hai
sepolto l’ascia?”chiese al marito.
Lui
annuì e le passò un braccio attorno alla vita,
stringendola a sé con dolcezza.
“Ora
osservo come si comporta con Ashley.”
“E’
simpatica ed irriverente. Una bella contrapposizione.”
“Gli
opposti si attraggono.”constatò lui, saggiamente.
“Come
tu ed io. A scuola eravamo totalmente diversi. E tu eri
insopportabile.”
“Soffermiamoci
sull’ “eri”.”
Lily
rise, una risata cristallina che fece rabbrividire di piacere James.
Lily
se ne accorse e sorrise.
“Ti
faccio ancora quest’effetto?”
“Quello
di scuotermi dentro? Non smetterai mai di farlo, amore mio.”
Lei
rise e si alzò sulla punta dei piedi per baciarlo.
“Ti
amo.”sussurrò lui al suo orecchio.
“Io
di più.”
“Impossibile.”
Lei
rise ancora.
“Ridi,
angelo mio. Illumina le mie giornate come hai sempre fatto. Sii sempre
con me
ed amami sempre, perché io lo farò per
l’eternità!”si ritrovò a
pensare James,
in un momento di puro Romanticismo con la R
maiuscola.
“Auguri,
Harry!”
Ginny
saltò al collo del suo fidanzato, baciandolo con dolcezza
sulle labbra,
ignorando i numerosi testimoni.
Harry
sorrise e ricambiò il bacio, focosamente, incurante anche
lui degli spettatori.
“Buon
compleanno!”
Gli
porse un pacchetto.
“Ginny!
Avevo detto niente regali!”
“Anche
niente festa! E non mi sembra che qui non ci sia una
festa!”disse, indicando le
decorazioni di Tonks.
“Ci
hai messo anche tu lo zampino! E comunque dire di no ai miei,
è abbastanza
difficile!”
Ginny
rise.
“Ron?”domandò
Harry, non vedendo l’amico.
“Sta
arrivando. Hermione?”
“In
cucina con Tonks.”
“Corro
ad aiutarla!”disse rendendosi conto che la combinazione
Tonks-cucina non era
delle migliori e che la sua amica poteva trovarsi in
difficoltà nell’aiutare la
Metamorfomagus!
“Scordatelo,
Herm!”
Ron
tentò di liberarsi dalla presa dalla fidanzata che, ridendo,
lo stava
trascinando in pista dove anche Piton e Ashley, Tonks e Remus, James e
Lily
stavano ballando.
“No!”
“E
dai! Fallo per me!”
“No,
te lo scordi! Chiedimi quello che vuoi, ma io non ballo!”
“E’
un problema di tutti ballare, eh?”disse Ashley, ammiccando ad
Hermione, mentre
stringeva saldamente Piton quasi a temere una sua fuga.
Quella
in cui stava sperando il povero professore da quando la festa era
iniziata!
“E
tu come hai fatto?”chiese Hermione.
“Ci
sono due modi per convincere un uomo a ballare.
Anzi
tre, ma penso tu sia troppo giovane per usare il terzo! Il primo
consiste nel
trascinarlo e costringerlo, come ho fatto io con Severuccio!”
“Severus!
Non Severuccio!”protestò l’altro, che
sembrava un burattino nelle braccia della
tirocinante.
“Il
secondo consiste nel metodo “Occhioni dolci”,
diffuso in tutto il mondo ed
utilizzato da milioni di ragazze!”
“Ma
ti pagano per fare pubblicità a questa
roba?”domandò Severus.
Lei
gli rispose con una linguaccia.
“Sì.
Sono una donna ed è mio compito istruire le generazioni
future sulle tecniche
di aggancio degli uomini.”
“Sei
una tirocinante di Pozioni!”
“Mica
devo andarmene in giro vestita di nero come fai tu! Non sono a lutto e
poi sono
un tipo allegro e spensierato!”
“Quando
sarai insegnate a tutti gli effetti ti sederai sulla cattedra ed
insegnerai a
mettere lo smalto?”
“Esistono
le riviste per quello! Io mi specializzerò in rimorchio e
tecniche d’aggancio
di giovani ragazzi!”
Hermione
e Ashley risero, mentre Piton e Ron si scambiavano
un’occhiata afflitta,
complici stranamente per una volta.
E
così Hermione, appena la coppietta si fu allontanata,
utilizzò il metodo “Occhioni
dolci”.
“Eh,
no! Non vale!”
“Perché
io non ho avuto consiglio di nessun genere su come evitare queste cose!
Parto svantaggiato!”
“E
dai!!! Ron, fallo per me, dai! Ti chiedo di ballare! Che ti costa?
Anche Harry
sta ballando con Ginny!”
Indicò
i due che danzavano l’una tra le braccia dell’altro.
“Forse
lei ha usato metodi più persuasivi.”
Si
fece avanti, provocante.
Sorridendo,
Hermione rispose all’ incitamento del suo ragazzo.
Si
avvicinò anche lei, finché non furono vicinissimi.
“Tipo?”
“Non
so. Stupiscimi.”
“Come
questo?”
Hermione
si alzò sulle punta delle scarpe e lo baciò con
ardore, assaporando le sue
labbra, con foga.
Lui
ricambiò il bacio, intrecciando le mani dietro la sua esile
schiena ed
approfondendo quel contatto quanto più possibile.
Si
baciarono con foga, senza essere sazi mai l’uno
dell’altra e avendo paura di
interrompere quel contatto che amavano e desideravano alla follia.
Dimenticato
il ballo, si accoccolarono lontano dalla pista da ballo, su un
divanetto messo
sull’erba appositamente per la festa.
Si
strinsero l’uno all’altra, baciandosi e
coccolandosi con amore e dolcezza.
“Come
sono dolci!”disse Ginny, ballando con la testa appoggiata
alla spalla del suo
ragazzo.
Harry
annuì, guardando anche lui dalla parte di Ron ed Hermione.
“Ed
il ballo è andato a farsi benedire, mi sa!”
“Hanno
trovato un’attività migliore, no?”
“Se
vuoi la possiamo sperimentare anche noi, dopo!”disse lui,
malizioso.
“Mi
piacerebbe molto, signor Potter. Sono a sua completa
disposizione!”
“Sono
curiosa di conoscere il terzo modo, comunque.”
Hermione
si avvicinò ad Ashley, che si era fermata e stava
sorseggiando una Burrobirra
al bordo della pista improvvisata sul prato.
“Sei
troppo giovane!”
“Anche
lei, ma fa l’insegnante!”
“Non
ancora. Comunque sei impertinente.”
“Lo
sono diventata!”
“Grazie
a quel ragazzo dai capelli rossi.”
“Sì.
Sono più sfacciata grazie a lui.”
“L’amore
cambia e migliora tutte e due le parti!”
“Decisamente!”
“Comunque
il terzo modo era il sesso.”
“Ah!”
“Ancora
vergine, eh?”
“Come
lo sa?”
“Dalle
guance rosse.”
Hermione
si portò una mano sul viso e si accorse che era vero.
“Dai
tempo al tempo. Non ti lascerà mica se non fate sesso.
L’amore
si fonda sulla condivisione di ideali, di sentimenti e di molte altre
cose.”
Hermione
annuì.
“Ed
ora ecco il nostro regalo!”
La
festa era quasi finita ed Harry era stato spinto ad aprire i regali che
gli
avevano fatto, ignorando le sue volontà.
Ricevette
molti libri, vestiti, orologi e moltissime altre cose.
James
gli porse una busta sottile che Harry prese.
“Cos’è?”
“Apri,
no?”
Harry
obbedì e tirò fuori quattro biglietti.
“Siete
matti!”disse Harry appena capì di cosa si trattava.
Il
regalo dei suoi genitori e di Sirius consisteva in quattro biglietti
per una
vacanza in Costa Azzurra tutto compreso, albergo,
svaghi…tutto.
“E’
di due settimane. E lo puoi utilizzare quando vuoi. Ma ti consiglio di
farlo in
questo periodo!”
Harry
era ancora basito.
“Io
non posso…accettare.”
“Non
dire sciocchezze, tesoro!”
Lily
sorrise, avvicinandosi per stringerlo a sé.
“Due
settimane…”
“Non
ti piace, Harry?”
Sirius
gli si avvicinò, confuso.
Ormai
rimanevano solo poche persone nel loro giardino: i Weasley, Luna e
Tonks e
Remus.
“E’
un bellissimo regalo!!! Grazie! Stavo solo pensando, scusate!”
James
lo abbracciò forte.
Era
felice di avergli fatto un bel regalo, ma era consapevole del fatto che
nessun
regalo materiale poteva compensare la gioia di essere di nuovo tutti
insieme.
Ciao
a tutti!!!! Scusate
ancora una volta per il mostruoso ritardo di aggiornamento!!!
Eccomi
a terminare
un ennesimo capitolo…non so quando finirò la
storia, ma non sarò contenta finché
Piton non si sarà fidanzato e Sirius come minimo sposato!!!
Maaaaaaaaaaaaaa
Voi
che ne dite di
questo chappy?
Ditemi
la vostra,
come al solito, apprezzatissima ed attesissima!!!
Ho
deciso di parlare
di vari momenti della festa, quelli più romantici, come
avrete notato…
Se
Piton non vi soddisfa,
pensate che sia OOC, pensate che comunque non abbiamo letto mai di lui
innamorato di qualcun altro che non sia Lily nei libri della Rowling,
quindi
abbiate pietà di me e questo mio esperimento che dedico di
tutto cuore ad
Ashley (Snape o Rickman!!!)
Ed
ora i
ringraziamenti:
Cherie
Lily: grazie
di tutto, tesorino mio!!! Sei davvero unica e sola!!! Sei
un’amica davvero speciale
e ti vorrò sempre bene!!!
LyraPotter:
grazie
anche a te della recensione!!! Mi ha fatto molto piacere il tuo
commento…e cmq
sn disposta a fare a botte per Padfoot!!!
Gloria_Potter:
grazie!!! Continua a seguirmi, mi raccomando!!!
Jerada:
eccome se
puoi avere Svetlana!!! Appena lo trovo ti do il suo numero!!! Grazie
del
commento!!!
Jayne:
tesoro
mio!!!! Grazie del commento!!! Anche io sn ansiosa di scrivere della
piskella
di Sirius…appena il mio pc mi permette di continuare la
storia I protecting you…sono
“leggermente”collegate le due cose!!! Tieni le dita
incrociate per me!!!
Kia:ecco
a te il
nuovo chappy!!! Scusa per il ritardo, ma ho un mucchio di cose da
fare!!!
SakiJune:
hihi…eh,
già!!! Tonks leggeva Topolino!!! E Piton ha una
spasimante!!! Dimmi che ne
pensi del chappy, mi raccomando!!!
Kira
Chan: eccoti
accontentata su Sev!!! Dimmi che ne pensi!!!
Lady
Black 93: grazie
mille per i complimenti!!! Continua a dirmi la tua!!!
WingsHP:
grazie per
tutti questi complimenti, grazie mille!!!! Ecco a te un nuovo
chappy!!!! Commenta,
mi raccomando!!!
Ashley
Rickman: ecco
a te una parte con il tuo Sev!!! Dimmi che ne pensi!!! Per le parti
focose, mi
sa che dovrai aspettare!!!
Grazie
ancora a
tutti voi che hanno commentato e messo la mia storia tra i preferiti!!!
Ed
ora vado:
fatemi
l’in bocca al
lupo per la scuola e tutti i compiti e le interrogazioni!!!!
Cmq
in bocca al lupo
a tutti voi che siete a scuola e teniamo le dita incrociate, sperando
che le
vacanze arrivino al più presto!!!
Ma
un incantesimo
per accelerare il tempo, no?
Un
bacione ed un
abbraccio
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Vacanze in Costa Azzurra ***
Vacanze
in Costa Azzurra
Un viaggio di due
settimane con i suoi amici.
Harry posò i biglietti sul comodino e si distese sul letto,
riflettendo.
Era stato un bellissimo compleanno e tutti gli avevano fatto degli
stupendi
regali, nonostante il suo rifiuto iniziale.
Ed ora…
Partire per due settimane per la Costa
Azzurra?
A tutti sarebbe parso un sogno, ma non per Harry.
Significava stare lontano 15 giorni dalla sua famiglia, quando
l’aveva appena
riavuta.
Sapeva che pensare questo significava avere un atteggiamento non da
diciottenne, ma non poteva evitarlo...
Agosto fece la sua apparizione con una temperatura di circa 37 gradi ed
un sole
da spaccare le pietre.
James giaceva disteso sull’erba del suo giardino, gli
occhiali da sole sul
volto ed un’espressione beata.
Sembrava un ragazzino ed non un uomo di 38 anni con moglie e figlio.
“Ciao.”lo salutò Harry, ricevendo in
cambio un sorriso.
“Ciao. Ti va di andare al mare
oggi?”domandò subito.
“Al mare?”
“Sì. Io e Remus vogliamo trovare una ragazza a
Sirius. Poverino, è l’unico
ancora single.”
Harry alzò gli occhi al cielo.
“Lascialo stare! Se sta bene così!”
“Non sta bene così, credimi. Lo conosco da troppo
tempo e lo posso dire.”
Harry sorrise, sedendosi accanto a lui.
James si rialzò, poggiandosi sui gomiti e fissando il figlio.
“Cosa c’è?”chiese, vedendolo
pensieroso.
“Nulla.”
“C’è qualcosa che ti turba. Ieri sera,
alla festa, quando ti abbiamo dato il
nostro regalo…eri…non
so…deluso?”
Il ragazzo scosse la testa.
“Non sono stato deluso, credimi. È un bellissimo
regalo.”
“Ed allora perché sei così
giù?”
“Verrete con me in vacanza?”
“Noi tre? Io, Sirius e Lily?”
Harry annuì.
“No, tesoro. Noi non verremo. È un regalo che
riguarda voi ragazzi. Tu, Ron,
Hermione e Ginny. Qual è il problema?”
“Non ci lasceranno mai partire da soli. La signora Weasley
non vorrebbe.”
“Siete partiti alla ricerca degli Horcrux!”
“Senza Ginny, però!”
James lo guardò, scettico.
“Ti stai arrampicando sugli specchi e lo sai. Dimmi cosa ti
turba, andiamo.”
Harry sospirò.
“Si tratta di due settimane.”
“E’ per la lontananza? Non ti va di stare
così lontano da noi per due
settimane?”
“E’ una stupidaggine, lo so! E’ da
bambini!”
“Harry! Siamo tornati da meno di due mesi qui! Mi sembra
ovvio che tu non
voglia partire subito.”
“E’ una stupidaggine!”
“No che non lo è e lo sai!”
Harry chiuse gli occhi, sospirando.
“Harry…”
“Che devo fare?”
“Quello che senti. Se vuoi partire fallo, altrimenti conserva
i biglietti.”
James gli mise un braccio attorno alle spalle.
“Se partissi…”
“Ti divertiresti con i tuoi amici!”
Harry sorrise.
“Lo so. E stavolta sarà un viaggio di piacere e
non una caccia al tesoro.”
“Con i Mangiamorte ed il nostro adorato Voldemort alle
calcagna! Quelli sì che
erano bei tempi!”
Harry rise.
“Sei il solito scemo, lo sai?”
“Sempre e comunque. Noi saremo qui al tuo ritorno e se avrai
dei problemi
potrai sempre chiedere il nostro aiuto!”
“D’accordo. Solo una cosa.”
“Dimmi.”
“Io parlo con Ron, Ginny ed Hermione. Tu puoi convincere la
signora Weasley a
far partire Ginny con noi? È sempre protettiva!”
“Come tutte le mamme!”
Mare, sole e scogli.
A quella gita partecipavano non solo i Potter e Sirius, ma anche i
Weasley,
tutti tranne Fleur e Bill, in vacanza in Spagna, e la famiglia Lupin.
La località che avevano scelto era sulla costa, incantevole.
C’erano scogli dappertutto, ed una piccola conca piena di
acqua cristallina
dove alcuni bambini giocavano, placidamente.
Cosa che fece anche Teddy Lupin appena riuscì a sfuggire
alla presa di Remus.
“Ted! Torna qui!”esclamò Remus,
preoccupato, vedendolo giocare con l’acqua
della conca.
Tonks gli mise un braccio attorno alle spalle.
“Sta bene, non preoccuparti, Remus!”gli
sussurrò lei all’orecchio.
Remus annuì e la strinse a sé, affondando il viso
nei suoi capelli rosa
shocking.
Fu una bella giornata nel complesso, anche se Sirius maledisse una
decina di
volte James che tentava di presentargli tutte le belle ragazze che
vedeva lì.
“Falla finita, Jamie! Andiamo! Ma sei il capo di
un’agenzia matrimoniale o
cosa?”
“Una pessima, direi! Hai scartato tutte quelle che ti ho
presentato!”
Erano appena tornati dal mare ed Harry, Ginny, Ron ed Hermione erano
andati a
fare un giro per Godric’s Hollow.
Lily e Tonks erano in cucina a parlare di chissà chi e
James, Remus e Sirius
erano in salotto, davanti ad una bottiglia di idromele.
“Sirius ha ragione, James! Smettila di tentare di accasarlo!
Succederà quand’è
il momento!”
“Io penso di aver capito perché vuoi che me trovi
una!”disse Sirius d’un
tratto.
“Ah, sì? Ovvero?”
“Vuoi che mi sposi e che me ne vada da qui!”
James fece una smorfia, poi si mise una mano sul cuore, solennemente.
“Lo ammetto, è questa la mia vera
intenzione!”
Sirius afferrò un cuscino dal divano e gliel’ho
tirò.
James rispose all’attacco e ben presto iniziò una
battaglia di cuscinate alla
quale fu costretto a partecipare, suo malgrado, anche il riluttante
Remus.
“Siete dei bambini!”disse, ridendo.
Ma alla fine non gliene importava affatto.
“Un viaggio in Costa Azzurra? E verremo anche noi?”
Ron era incredulo.
James era riuscito a convincere la signora Weasley a lasciar partire
Ginny,
ovviamente con le solite raccomandazioni di non fare
sciocchezze…
Ma aveva accettato.
“Harry, ma è una cosa meravigliosa!”
Ginny gli gettò le braccia attorno al collo, sorridendo
radiosa.
Passeggiavano nella Godric’s Hollow serale.
Bar e pub erano aperti ed un paio d’uomini già
ubriachi alle otto di sera
guardarono Ginny ed Hermione, facendo apprezzamenti che a Ron ed a
Harry non
piacquero.
Ma bastò una loro gelida occhiata per farli tacere.
Le due ragazze, d’altro canto, avevano il pensiero rivolto al
viaggio e non vi
diedero cura.
“Devo chiederlo ai miei, ma penso di poter
venire.”fece Hermione.
“Tu verrai. Se vuoi ci parlo io con i tuoi.”disse
Ron.
“Lascia fare a me. I miei sono un po’
all’antica e se vieni tu a parlargli
finisce che pensano che noi due vogliamo andarcene il più
lontano possibile da
loro a fare chissà cosa…”
Ron colse l’allusione e le sue orecchie divennero porpora,
mentre Harry e Ginny
si lanciavano un’occhiata, sorridendo.
“Quando dovremmo partire?”chiese Ginny.
“Anche domani. Ma è meglio organizzare tutto con
calma.”rispose Harry.
"Mi raccomando. Non fate guai. E state attenti."
La signora Weasley stritolò una volta ciascuno i ragazzi in
partenza, facendo
le solite raccomandazioni.
Sarebbero andati in Costa Azzurra con la Polvere
Volante,
in un bellissimo resort di maghi e streghe.
Giochi, fondali stupendi, sabbia dorata...sarebbe stata una vacanza
stupenda!
"Staranno bene, dai, Molly!"
Sirius abbracciò tutti e per ultimo Harry, stringendolo un
pò di più.
"Per qualunque cosa puoi sempre venire da me, ok?"
"Ok. Fà il bravo."
"Io? Ma se sono docile come un agnellino!"
Harry ridacchiò, battendogli una mano sulla spalla.
"Ciao, mamma. Ciao, papà."
Lily e James strinsero forte Harry.
"Divertitevi, ragazzi."
E poi via...verso la Costa Azzurra.
Il resort era bellissimo.
Bungalow accanto alla spiaggia, sabbia dorata e luccicante, mare
trasparente e
pieno di piccoli abitanti dai mille colori.
Appena arrivarono vennero accolti subito dai proprietari del resort,
che
diedero loro le chiavi della casa, che avrebbero diviso loro quattro, e
li
portarono in giro per il villaggio.
I proprietari, due fratelli di mezz'età, erano fin troppo
amichevoli.
Lui, Kaven, era un tizio allegro e spigliato che non stava zitto un
attimo. La
moglie, Bels, era una civetta, come quelle vecchie zitelle di
mezz’ età...
Iniziò subito a prendere da parte Hermione e Ginny ed a
civettare su tutti i
ragazzi del resort, indicando i più carini e quelli che lei
riteneva
"inutili calzette".
"Io non li sopporto!"
Ginny, afferrò Ron, Harry ed Hermione e con uno sbuffo si
chiuse in casa con
loro.
Tutti risero, nel vederla così esaurita per quei due.
La casa era enorme; c'era la cucina: "Noi dovremmo
cucinare?"domandò
Ron, terrorizzato al solo pensiero "Se lo fai tu, la vacanza finisce
nel
modo più terribile possibile! Ci penseremo io e Ginny!"gli
rispose
Hermione, con una linguaccia: due bagni, 4 camere da letto, vari
terrazzi...
Passarono il pomeriggio a svuotare le valigie, sotto suggerimento delle
due
donnine di casa.
Ron ed Harry, riluttanti, furono costretti a piegare e sistemare la
loro roba
per almeno un paio d'ore.
"Ora possiamo andare in spiaggia?"
Ron incrociò le braccia sul petto e mise il broncio.
Hermione rise nel vederlo così e gli scoccò un
bacio sulle labbra, facendolo arrossire.
"Come vuoi, mio caro!"
"Andiamo, su!"
Harry mise un braccio attorno alle spalle di Ginny, pilotandola fuori e
dando
spazio ai due piccioncini.
Lei si accoccolò ancora di più contro il suo
petto.
"I tuoi sono stati fantastici, Harry. Davvero.Questo regalo
è
meraviglioso."
Harry sorrise.
"E' meraviglioso anche perchè ci siete voi."
Ginny si strinse a lui ancora di più e lo baciò
sulle labbra con dolcezza.
Era così...così...
Harry non avrebbe mai trovato le parole adatte per descrivere la sua
Ginny.
Amava ogni cosa di lei, anche quella che poteva sembrare più
insignificante.
L'abbracciò forte, mentre sacca in spalla, contenente
costume ed asciugamano,
si avviava verso la loro meta: la spiaggia.
Sabbia dorata, mare calmo e tranquillo.
La spiaggia era semi-deserta quando arrivarono, raggiunti poco dopo da
Ron ed
Hermione, fermatisi a fare i piccioncini.
Ginny ed Hermione si cambiarono in un baleno, rivelando ai loro
fidanzati ed
anche ai presenti, il loro fisico perfetto.
Le loro curve, la loro pancia piatta ed i capelli setosi, lunghi e
sciolti
sulle spalle, attirarono gli sguardi di non poche persone.
Anche Harry e Ron, pur essendo abituati a vederle, anche se non
così, le
fissarono, incantati.
"A chi arriva primo, su!"propose Hermione, legandosi i capelli sulla
nuca con un fermaglio.
Harry e Ron si scambiarono un'occhiata, complici.
"Noi avremmo qualche altra idea, vero Ron?"
"C-cosa volete fare?"fece Ginny.
Un attimo dopo Harry e Ron avevano afferrato le loro ragazze per la
vita e si
erano messi a correre, per poi gettarle in acqua.
Ginny ed Hermione emersero dall'acqua cristallina, guardando i loro
rispettivi
ragazzi un pò contrariate.
Ma presto si unirono a loro in una grossa risata.
"Ce la pagherete!"fece Ginny.
"E' una minaccia?"
Harry ghignò, imitato da Ron.
"Direi di sì. Preparatevi alla nostra vendetta!"
Un ghigno, che voleva essere maligno, si dipinse sul volto della bella
Hermione.
"Ciao! Siete nuovi di qui, vero?"
I 4 si voltarono a quell'allegro saluto.
Davanti a loro c'erano una ragazza dai lunghi capelli neri ed un
ragazzo,
biondo.
Sorridevano, radiosi.
"Indovinato! Io sono Harry."
"Ron."
"Hermione, piacere."
"Ginny."
"Io sono Logan e lei e Megan, la mia ragazza. Veniamo da Los Angeles. E
voi?"
"Londra."
Logan e Megan
Altra novità del resort.
Due ragazzi spensierati ed allegri con i quali i 4 entrarono subito in
sintonia.
"Stasera ci sarete, vero?"domandò Megan, riavviandosi i
capelli
dietro la nuca.
"Che c'è stasera?"chiese Ginny.
"Una festa in discoteca. Ci sarà da divertirsi. Venite, su!
Così vi faremo
conoscere un sacco di nuove persone!"
Sorrideva.
"Ok."
"Perfetto! Ci vediamo lì!"e corse via dietro Logan.
Esuberante, al massimo quella ragazza.
"Una festa in discoteca?"
Ron era sconvolto.
"Io non ci vado."aggiunse.
"Oh, andiamo, Ron! Ci divertiremo!"
"Non so ballare!"
"Neanche Harry! Ricordi che figura al ballo del Ceppo con
Calì?"
Ginny rise, sotto lo sguardo del fidanzato.
"Ehi!"
"Andiamo, Harry! Conduceva lei e ti portava in giro come una
marionetta!"
Ginny prese Hermione per mano e mimarono la scena, Calì
interpretata da Ginny.
Harry e Ron le guardarono, le braccia incrociate sul petto.
"Non siete affatto divertenti."dissero all'unisono.
Harry prese Ginny per il polso e l'avvicinò a sè.
"Questo vuol dire che non dovremmo venire perchè non
sappiamo
ballare?"
"No, significa solo che condurremo noi."
"Questa è una pugnalata al nostro orgoglio maschile."
"Mi sa che dovrete dimenticarlo a casa, per stavolta. Stasera
comandiamo
noi."
Harry si chinò su di lei e la baciò.
Ginny lo guardò, accoccolata tra le sue braccia.
"Ma tu puoi condurre qualcos altro..."
Harry le passò una mano tra i capelli rosso fuoco e le
sfiorò la guancia con le
dita.
"Mi sta bene."
E riprese a baciarla con dolcezza e foga.
Musica a tutto volume,
balli scatenati e risate a non finire…
Ginny ed Hermione
trascinarono Harry e Ron al centro della
pista, conducendo il ballo, tra luci psichedeliche e corpi scatenati.
“Ed ecco a voi,
a gran richiesta, la nuova canzone della
famosa, dolce ed inimitabile, Crystal Flower!”urlò
il dj e tutti esplosero in
urla e battiti di mani.
Anche Ginny ed Hermione
urlarono, i volti rossi ed accaldati
per le numerose giravolte.
“Chi
è questa Crystal…cosa?”fece Ron.
Hermione lo
guardò, scioccata, le braccia che gli cingevano
la vita.
“Non la conosci?
Ma dove vivi?”
Anche Ginny era sorpresa.
Ora Ron era molto rosso e
non solo per il caldo.
“Non
m’intendo molto di musica.”si giustificò
e lanciò uno
sguardo ad Harry.
“Spiacente,
neanche io.”
“E’
una cantante statunitense. E’ una strega, ma non pratica
la magia da molti anni e vive con i babbani. E’ famosa sia
nel mondo babbano
che in quello magico e questa canzone che stiamo sentendo ora
è “Waiting for
tonight.”spiegò Hermione, con aria esperta e si
sedettero su un divano, lontani
dalla pista da ballo, le orecchie piene di musica e parole.
“Neanche io
m’intendo di musica.”fece Harry, abbozzando un
sorriso.
“Tu
t’intendi di gua…”
“Mi scusi,
signorina, permette questo ballo?”
Un bel giovane biondo
interruppe Hermione.
Lei alzò lo
sguardo, ma prima che potesse anche solo pensare
a cosa dire, ci pensò Ron.
“La signorina
qui presente è impegnata!”sbottò.
La trasse a sé
con un braccio e il giovane se n’andò,
deluso.
Ron s’aspettava
già una sfuriata per essere sbottato così
rudemente, ma Hermione sorrise e lo baciò sulle labbra con
dolcezza.
“Ah, il mio
uomo!”e lo guardò adorante, accoccolata tra le
sue braccia.
Erano quei momenti in cui
lei e Ron pensavano solo a loro
due ed ignoravano chi li circondava, quindi Harry prese Ginny per mano
e la
portò fuori, al fresco.
“Sono
dolcissimi.”Ginny aveva sempre tifato per loro.
“Più
di noi?”
Harry le scostò
una ciocca di capelli dagli occhi.
“Non
so…ricordamelo…”
Harry si chinò
su di lei, inebriandosi del suo profumo
fiorato, accarezzandole il volto e mettendole una mano dietro la nuca
per
sorreggerla, mentre la baciava.
Era la loro bolla di
felicità, quel momento, starsene da
soli fuori, sul terrazzo…
Lontani dalla pista da
ballo, la musica che arrivava appena
ovattata alle loro orecchie…
Erano solo loro due,
con i loro baci, le loro carezze.
Ginny gli mise un braccio
attorno alla vita, sfiorandogli i
muscoli ben accentuati sul torace.
Non poté
reprimere un brivido quando lui le accarezzò la
pelle liscia delle braccia.
S’avvicinò
ancora di più, stretta a lui, mentre posava la
sua mano sotto la maglia aderente, sulla sua pelle calda.
Aveva gli occhi chiusi,
quando sentì la mano del suo ragazzo
sotto il top sul suo stomaco piatto.
Rabbrividì
quando salì a sfiorarle la pancia, quasi
arrivando al reggiseno.
Lei gli prese la mano,
intrecciando le dita con le sue e la
posò sul suo seno, spingendolo a toccarglielo.
Harry non la ritrasse.
Era una cosa nuova, ma
piacevole.
Si beò di lei,
di ogni centimetro che arrivava a sfiorare ed
anche di quelli che non toccò.
Ginny gli toccò
i pettorali scolpiti, posandogli dolci e
incandescenti baci sulla maglia.
Quando la porta della
terrazza dove stavano si aprì, si
stavano solo baciando.
E vedendo Ron ed Hermione,
Harry tirò un sospiro di sollievo
nell’esser scoperto
mentre la baciava
soltanto.
Non credeva che Ron
sarebbe stato magnanimo se l’avesse
visto con le mani sul seno di sua sorella Ginny!
Ciao a
tutti,
ragazzi del sito!
Eccomi di
ritorno dopo tantisssssssss…imo tempo!
Ho
terminato da
un po’ I protecting you, ma mi serviva tempo per pensare a
questa storia,
quindi scusate se non l’ho aggiornata quando potevo!
Un grazie
a:
Cherie
Lily: grazie
del tuo appoggio, tesoro, dei tuoi complimenti e sappi che ti voglio
troppo
bene e che ci sono anche io sempre per te! Fammi sapere che ne pensi!
SakiJune:
grandiosa come sempre la tua recensione…effettivamente Tonks
è “leggermente”
pasticciona!!! Dimmi che ne pensi!
Gloria_Potter:
grazie mille!!!
Lady
black 3: effettivamente
Piton con una ragazza…mmm…comunque devi tener
conto che tutti sono molto
cambiati e quindi tutto è possibile!
Vale
Lovegood: la
loro reale età…immagina che siano cresciuti anche
da morti…dopotutto avere un
padre di 21 anni quando tu ne hai 18…è un
po’ strano, non credi?
Bulmettina:
grazie
per i tuoi complimenti!
Jerada:
Grazie!
WingsHP:
Grazie
mille!!!
Lyrapotter:
un
compromesso? OK! Un mese io ed uno tu? Che ne dici?
Syriapotter:
scusa se ti ho fatto attendere, ma dovevo finire prima
l’altra! Spero ti
piaccia questo chappy!!!
_CoBaIn_:
grazie!!!
Spero ti piaccia anche questo!!!
Ashley
Snape: T’adoro
anche iooo!!!
Dragonball93:
mi manchi tantissimo anche tu e grazie delle tue recensioni!!!
Padfoot_07:
ecco
a te il capitolo!!! Anche se ce n’ho messo di
tempo….
Un
bacione a
tutti!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** sfide ed amori ***
La mattina dopo Hermione e Ginny
optarono per una salutare
passeggiata sulla riva della spiaggia.
Era ancora presto e lasciarono un
biglietto sul comodino dei
loro ragazzi. Era piacevole starsene lì a ciondolare sulla
riva, con la sabbia
tra le dita, con il rumore del mare nelle orecchie.
Era molto rilassante.
“Adoro questo posto. Vorrei
rimanere qui per sempre.”ammise
Ginny, sedendosi sulla sabbia dorata.
Hermione annuì,
giocherellando con il cinturino del suo
orologio.
Harry e Ron le raggiunsero
mezz’ora dopo, portando caffè e
biscotti.
Era piacevole starsene lì
sulla spiaggia e rilassarsi.
Ancora leggermente imbarazzati per
quello che avevano quasi
fatto la scorsa sera, sia Harry che Ginny evitarono di parlarne, anche
se,
quando i loro pensieri tornavano a quei momenti ed a quelle carezze
proibite,
un sottile rossore imporporava le loro guance.
“Che ne dite di un bel
bagno?”propose Hermione, quando la
spiaggia iniziò ad affollarsi.
La proposta venne accettata con
entusiasmo.
L’acqua era piacevolmente
fresca, un vero sollievo per il
caldo di quel giorno.
“Mettimi
giù!”
Ron aveva afferrato Hermione sulla
spalla e la stava
portando al largo per buttarla in acqua, nonostante la ragazza si
stesse
divincolando, ridendo.
“Ehilà!
Ciao, Harry, Ginny!”
Era
Megan.
“Ciao, Megan!
Dov’è Logan?”
Logan era il suo ragazzo.
“In giro. Viene tra un
po’. Ho una proposta da farvi. Più
tardi, nel pomeriggio, alcuni di noi organizzano una bella gita al
largo. Vi
unite a noi? Prendiamo una barca, qui si possono affittare, ed andiamo
alla
ricerca di coralli.”
A quella parola Ginny
s’illuminò.
“Ci sono coralli,
qui?”
“Sì.
C’è una piccola barriera corallina, molto
più avanti.
Molti fanno a gara a chi lo riesce a prenderne più grande.
Senza magia ed
incantesimi.”
“Quindi, dici, andare molto
in profondità senza l’aiuto di
nulla?”
Ginny era un po’ impaurita.
La magia era tutta la loro vita e
fare una cosa pazza come
quella senza…beh, un po’ la spaventava.
“Dovremo chiederlo anche a
Ron ed Hermione…”
Harry indicò i due amici,
che giocavano a chi buttava in
acqua l’altro…”Ma credo saremo dei
vostri.”
Megan se ne andò con un
sorriso.
“Adori le sfide,
eh?”chiese Ginny.
“Indovinato.
Sarà divertente.”
“Sempre che tu non affoghi
nell’impresa!”
“A te piacciono i coralli.
Ti sei illuminata quando ne
abbiamo parlato.”
Ginny annuì.
“Sì, molto. Una
volta mia zia mi regalò un bracciale fatto
di coralli di colore quasi rosa, ma purtroppo lo persi in
vacanza.”
“Certo che
verremo!”
Ron era entusiasta e molto
probabilmente stava pensando alla
stessa cosa a cui pensava Harry.
Ovvero cogliere i coralli per poi
regalarli alle loro
rispettive fidanzate.
Un gesto davvero romantico, ma sul
serio pericoloso.
“Non voglio che lo
facciate! Potrebbe essere pericoloso! E
tu, Harry non sei neanche un campione di nuoto!”insistette
Hermione.
I due ragazzi sbuffarono.
“Andiamo. Neanche Ron
è tanto bravo!”fece Harry per tutta
risposta.
Era ora di pranzo e tutti e quattro
erano seduti in cucina a
gustarsi il delizioso pranzetto preparato dalle ragazze.
Avendo a disposizione molti
più ingredienti, certamente più
di quelli che avevano durante il viaggio alla ricerca degli Horcrux,
Hermione
si era rivelata un’ottima cuoca e Ginny aveva sicuramente la
bravura della
madre.
Quindi Harry e Ron si gustarono un
pranzo fresco e leggero,
saporito e stuzzicante.
L’incontro era fissato per
le 4 del pomeriggio ed i quattro
ragazzi, armati di costume ed asciugamani, si diressero verso la
spiaggia.
Era una bellissima giornata e
c’era un sole da spaccare le
pietre.
La comitiva era di circa 10 persone,
esclusi loro.
Megan e Logan, che conoscevano tutti,
s’affrettarono a
presentarli agli altri.
“John
Krause, Amanda Ronell, Yole Hitch., Daniel
Bones….”iniziò Megan.
Ma alla fine delle presentazioni
nessuno aveva ben
memorizzato nessun nome.
Continuarono a sorridere lo stesso.
Accompagnati dal chiacchiericcio
instancabile di Megan,
Ginny e Hermione si sedettero a poppa, posando i piedi in acqua, mentre
la
barca s’avviava verso la barriera corallina.
I coralli di quel luogo erano magici
e potevano,
contrariamente a quelli babbani, essere raccolti e portati via.
Erano magici…Ma in che
senso?
Pur sapendo molte cose, Hermione
ignorava questo tipo di
dicerie.
Perciò, spinta dalla
curiosità, dovette chiederlo ad una
ragazza brunetta al suo fianco.
Probabilmente si chiamava Amanda, o
Mitchie.
“In che senso
“magici”?”domandò.
“Nel senso che fanno
avverare i tuoi desideri. Anche i più
intimi e nascosti. Solitamente questi coralli si regalano alla persona
che si
ama, per renderla felice. Il più felice possibile.”
“E se si ha già
quello che si vuole?”
“Non si ha mai quello che
si vuole! Si desidera sempre
qualcosa.”
“E spesso e volentieri
è solo una stupida voglia.”pensò
Hermione, ma non lo disse.
Si limitò a ringraziare
con un sorriso.
“Eccoci
qui.”urlò Logan dopo una mezz’ora di
viaggio.
Erano arrivati alla barriera
corallina più stupefacente che
avessero mai visto.
L’acqua risplendeva di
colori chiari e tenui, dovuti ai
coralli.
Non erano coralli qualsiasi e lo si
capiva a vista d’occhio.
Avevano delle sfumature cangianti,
che andavano dal rosa
chiaro al rosso rubino.
Vedere l’acqua cangiare in
quei colori era stupefacente.
Eppure bellissimo.
“Ok, ragazzi.”
Logan
s’improvvisò guida del gruppo.
“La barriera è
profonda, quindi se non ce la fate a
raggiungerla risalite. Non fate stupidaggini, per farvi eroi dinanzi
agli
altri, perché rischiate di rimetterci la pelle, ok?
Niente magia. Chi lo prende
più grosso, vince.”
I ragazzi che dovevano tuffarsi,
erano circa 5-6, si
prepararono.
Anche Harry e Ron erano tra loro.
Era una stupidaggine da fare, ma era
comunque una sfida.
E nessuno dei due sapeva tirarsi
indietro.
Era nel loro essere dei valorosi
Grifondoro.
Ginny ed Hermione li guardarono, in
ansia.
“State attenti.”
Ad Hermione tremava un po’
la voce.
“Stai tranquilla.”
Ron le fece l’occhiolino,
mentre Harry sfiorava la guancia
di Ginny con un dito.
“Andrà bene. Non
siate preoccupate.”
“Pronti, partenza,
via!”
Logan diede il segno per tuffarsi e
lo fece anche lui.
L’acqua era piacevolmente
fresca e frizzante ed alcuni
pesciolini nuotarono fianco a fianco con i ragazzi, curiosi.
Logan aveva ragione.
La barriera era sul serio profonda.
E senza magia era molto difficile
raggiungerla.
Molti tornarono su per riprendere
fiato e riprovarci, come
Harry e Ron.
Harry si sentiva i polmoni in fiamme,
quando raggiunse
l’agognato luogo.
Era stupefacente, bellissimo,
stupendo…
Ma non era quello il momento per
dilungarsi in complimenti
od osservazioni.
I pochi, 3-4, che erano con lui,
già erano chini per
prendere qualche corallo, compreso Ron.
Harry posò la mano sul
primo che vide e l’afferrò,
staccandone un bel pezzo.
Era iridescente tra le sue mani, ed
era anche piuttosto
grosso.
Ma il suo organismo richiedeva aria
ed al più presto.
Si diede la spinta su una superficie
rocciosa e risalì
nuotando più in fretta possibile, agognando aria.
Non era mai stato un gran nuotatore e
sapendo, Ginny ed
Hermione s’affrettarono ad aiutarlo a risalire sulla barca.
Harry chiuse gli occhi e
respirò profondamente,
immagazzinando aria nei polmoni, il più possibile.
Boccheggiava. Se l’era
vista brutta alla fine.
Ginny era accanto a lui e gli batteva
una mano sulla spalla,
temendo che avesse ingoiato acqua.
“S-sto bene.
Tranquilla.”
“Sei uno stupido!”
Ginny
l’abbracciò di slancio e lo baciò sulle
labbra con
foga.
Quando si staccarono Harry disse:
“Devo essere stupido più spesso, se reagisci
così.”
Lei gli diede uno schiaffetto
affettuoso sul viso.
Erano risaliti tutti.
Tutti tranne Ron.
Hermione si sporgeva in acqua,
desiderando più di ogni altra
cosa rivedere la chioma rossa del suo ragazzo.
“Ron…”
Quasi l’avesse chiamato, il
ragazzo risalì in superficie,
boccheggiando e respirando profondamente, come aveva fatto anche Harry.
“Ron! Stai bene?”
Harry l’afferrò
per le braccia e lo tirò su.
Il ragazzo non rispose.
Si limitò ad esibire un
ramo di corallo iridescente. Era il
più grosso di tutti.
Fu subito palese chi fosse il
vincitore.
“Mi hai fatto venire un
colpo!”
Hermione lo guardò
severamente per la terza volta in meno di
un’ora.
Erano tornati nella loro casetta e si
erano asciugati.
Ron giaceva a pancia in su sul
proprio letto ed Hermione era
sulla soglia, le braccia incrociate.
“L’ho fatto per
te.”
“Cosa? Quasi morire
annegato?”
“No, prendere quel corallo.
Lo voglio regalare a te.”
Hermione lo guardò, ancora
arrabbiata, anche se un po’
addolcita da quella frase.
Ron le sorrise ed alla ragazza
balzò il cuore in petto, nel
vedere quel sorriso luminoso.
Ron spalancò le braccia e
lei gli si gettò addosso,
abbracciandolo di slancio.
Finì su di lui, in una
posizione a dir poco equivoca.
Ma nessuno dei due se ne
curò.
Hermione gli
s’accoccolò sul petto, chiudendo gli occhi e
lasciandosi abbracciare da lui.
Lo baciò sulle labbra con
dolcezza, mentre Ron le metteva
una mano dietro la nuca, affondandola nei suoi folti capelli castani.
La baciò ripetutamente,
mentre l’altra mano le sfiorava il
corpo, le accarezzava le spalle e la schiena e scendeva giù
verso il suo seno,
sul suo stomaco.
Hermione non potè
reprimere un brivido di piacere a quelle
carezze.
Anche lei decise di fare la sua
parte, nello sfiorarlo.
Gli accarezzò i bicipiti,
le braccia, il petto divenuto
muscoloso per il Quidditch, anche se non come quello di Harry.
Voleva essere sua, disperatamente e
perdutamente sua.
In breve tempo Ron capovolse la
situazione, finendo su di
lei.
Chiusero la porta, con un rapido
gesto della bacchetta.
Si volevano, si desideravano
più che mai.
Le loro mani andavano ovunque, per la
prima volta senza
pudori e senza barriere.
Erano da soli, solo loro e la loro
piccola bolla di
sintonia, felicità, dolcezza e passione.
Hermione gli tolse la maglia,
sfilandogliela, mentre Ron gli
sbottonò la camicia, lasciandola in reggiseno.
Ammirò per un attimo le
sue curve, poiché ridendo Hermione
era giunta al cavallo dei pantaloni e glieli stava sbottonando.
Ron la lasciò fare, mentre
le sfilava il reggiseno, ed
affondava le mani sulle sue curve.
Erano rossi in volto, ma per niente
intenzionati a fermarsi.
In pochissimo tempo si ritrovarono
nudi, l’uno sull’altra,
in completa sintonia ed amore.
Hermione lo baciò con
foga, accarezzandolo ovunque.
Ron la bloccò, prendendole
la mano.
“Aspetta. Non possiamo
farlo. Senza.”
Hermione capì.
E Ron aprì il comodino e
frugando estrasse un preservativo.
“Te lo porti
dietro?”
“I gemelli mi hanno
convinto. Sospettavano che…beh…io e
te…”
Era molto rosso, mentre se lo metteva.
Hermione sorrideva, radiosa.
“Ti amo. Ti amo tantissimo,
Ronald Weasley.”
“Ti amo tantissimo anche
io, Miss-So-Tutto-Io.”sussurrò lui,
chiamandola così affettuosamente.
Lei rise e si abbandonarono
l’uno all’altra.
Fu bellissimo. Ron penetrò
con dolcezza in lei, facendo
piano.
Fu una cosa stupenda sentirsi
l’uno parte dell’altra, uniti
per la prima volta non solo metaforicamente.
E si amarono, profondamente ed
indissolubilmente,
lasciandosi trasportare dalle loro bellissime sensazioni, travolgenti
ed
indimenticabili.
Ciao a
tutti, ragazzi di efp!!!
Ecco a
voi un altro mio capitolo e spero
mi perdonerete per avervi fatto aspettare così tanto!!!
Harry,
Ron, Ginny ed Hermione sono in
vacanza (beati loro, direte voi!!!)…
C’è
amore, unione, sfide…
Harry e
Ginny, molto probabilmente,
saranno più presenti nel prossimo capitolo…
Un grazie
di cuore a tutti coloro che
hanno messo la mia storia tra le loro preferite ed grazie a chi ha
commentato:
lyrapotter:ovvio che il nostro Sirius incontrerà la sua
ragazza!!! Spero ti
piaccia anche questo capitolo!!! Attento tue recensioni!!!
WingsHP:grazie
per il commento e spero
ti piaccia il chappy!! Fammi sapere!!!
SakiJune:
anche tu vuoi vedere la donna
della vita di Sirius…beh, io non vedo l’ora di
parlarne…penso che verrà
presto…diciamo
dopo la loro vacanza!!! Fammi sapere!!!
Padfoot_07:
grazie per il commento,
grazie mille! Fammi sapere anche su questo chappy!!!
_CoBaIn_:
eccolo a te! Attendo tue
notizie!!!
Jayne:
ciao, dolze sister!!! La nostra
Kei? E chi è? Hihi!!! Dimmi che ne pensi, mia cara Elly!!!
Bulmettina:
grazie per la recensione! Fammi
sapere!!!
Dora92:
grazie mille per i complimenti! Ecco
a te il chappy e dimmi che ne pensi!!!
Un
bacione a tutti voi!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** amori e ***
L’intimità di
Ron ed Hermione continuò e si rafforzò nei
giorni successivi.
Era come se avessero la loro bolla
privata di felicità, la
loro intimità preziosa.
Al settimo cielo Hermione e Ron
corsero a raccontarlo a
Ginny ed a Harry.
Erano entrambi felici della piega
presa dal rapporto dei due
amici.
“Era radiosa! Da non
crederci!”
Ginny passeggiava sulla spiaggia
sottobraccio con Harry.
Era il tramonto e erano da soli,
fatta eccezione per qualche
coppia solitaria molto distante da loro.
Harry le sorrise.
“C’era
d’aspettarselo, no?”
“Sì,
è vero. Ed anche che Fred e George fornissero
preservativi per sesso sicuro!”
Harry rise, seguito da Ginny.
“Infatti.”
Si bloccò,
perché Ginny si era fermata e gli aveva messo le
braccia attorno al collo.
“Che
c’è?”chiese Harry.
“Nulla. Ho solo voglia di
fare un bagno. Vieni con me?”
E l’afferrò per
il polso, tirandolo verso l’acqua
cristallina.
Harry la seguì,
afferrandola per la vita e gettandola in
acqua, completamente vestita.
Ginny riemerse, sputando acqua.
“Tu e mio fratello dovete
smetterla c…”
Non ebbe neanche il tempo di finire
la frase che Harry
l’aveva seguita in acqua e la stava schizzando.
“Sei un bambino!”
Ma rideva.
In jeans e maglietta in acqua,
continuarono a schizzarsi,
ridendo ed attirando l’attenzione di quei pochi rimasti in
spiaggia.
Ginny rideva così forte
che si dovette aggrappare a lui per
non cadere.
Harry le cinse la vita con una mano e
con l’altra le scostò
i capelli dagli occhi.
Ciocche rosse le circondavano il
volto e lui se le arrotolò
attorno alle dita, avvicinando il viso al suo, finchè non
incontrò le sue
labbra, così piene di profumo e desiderio.
Si baciarono a lungo,
finchè non calò il buio.
“E’ meglio
andare.”disse, uscendo dall’acqua e portandola
con sé.
“Io non né ho
voglia. Rimaniamo qui.”
Ginny lo trascinò sulla
riva, stendendosi sulla sabbia.
Presto granelli si attaccarono alla
sua pelle, ma lei non se
ne curò affatto.
Harry sorrise dolcemente nel vederla
così serena,
tranquilla, a contatto con la sabbia e ridente.
Si stese accanto a lei e la sua
ragazza si appoggiò al suo
petto.
“Ti amo, Harry Potter. Mai
smetterò di provare questo
sentimento e voglio che sia l’ultimo della mia
esistenza.”
Lo baciò, portando con
sé il sapore di salsedine.
Harry portò una mano
dietro la nuca di lei ed approfondì il
bacio.
La voleva e lei lo voleva.
Il desiderio era così
forte da non poter esser fermato.
Sentivano le mani dell’uno
addosso all’altra e viceversa.
Tocchi, carezze e baci.
Baci sempre più
appassionati e profondi, carezze nelle zone
solitamente proibite…
Si lasciarono cullare dal suono delle
onde del mare, distesi
sulla sabbia, stretti l’uno all’altra,
l’uno dentro l’altra, in anima e corpo.
La mattina li sorprese accoccolati
sulla sabbia. Dopo aver
fatto l’amore, erano rimasti lì a godersi la loro
intimità, sotto il cielo
stellato.
“Ron ed Hermione saranno
preoccupatissimi.”sussurrò Harry,
tendendole una mano per alzarsi.
Ginny pulì i loro vestiti
dalla sabbia, con un colpo di
bacchetta.
“Secondo me non si saranno
neanche accorti della nostra assenza.
Saranno stati impegnati.”
Harry sorrise, tendendole la mano.
“Andiamo, su.”
Ron e Hermione, nonostante le loro
previsioni ottimiste, si
erano accorti benissimo della loro assenza e li assalirono appena
varcarono la
porta.
“Dov’eravate?”
“State bene?”
“Cos’è
successo?”
Harry e Ginny riuscirono a scambiarsi
una rapida occhiata
prima che Ron ed Hermione li trascinassero via.
Mentre le due ragazze parlavano di
là, Ron trascinò Harry
sul balcone.
“Voglio sapere
cos’è successo.”
Teneva le braccia incrociate sul
petto ed un espressione sul
volto tra il curioso e l’apprensivo.
Era il fratello maggiore che si
divideva tra il suo migliore
amico e sua sorella.
Harry si passò una mano
tra i capelli, temendo la sua
reazione.
Era successo
tutto…così…senza preavviso, senza
essere
minimamente premeditato prima…
Qualcosa d’istinto, un
meraviglioso qualcosa.
Fu costretto a dirgli tutto, cedendo
dalle sue insistenze.
“Senti, Ron. Lo so che
tua…”
Ron gli fece cenno di tacere con un
gesto della mano.
Sorrideva.
“L’ami e lei ti
ama. Formate una splendida coppia.”
“Anche tu ed Hermione.
Ricordo le vostre litigate ad
Hogwarts.”
“Quelle le ricordano
tutti.”
Hermione e Ginny raggiunsero i
ragazzi sul balcone.
“Sì, mi sa di
sì. Tutti noi speravamo che vi metteste
insieme, prima o poi. Ron era geloso di Victor Krum,
Hermione di Lavanda Brown…ci avete fatto
impazzire!”esclamò Ginny, mentre si accoccolava
accanto a Harry.
Ron ed Hermione sorrisero, colpevoli.
Anche se erano solo due settimane di
vacanza lontani da
casa, i ragazzi mandarono lettere ai familiari.
Lily, James e Sirius se la cavavano
bene anche senza di
Harry.
A dir la verità Harry
temeva che suo padre ed il suo padrino
facessero qualche sciocchezza, come era successo tempo fa con la
missione degli
Auror o il fare spiare Lily….
Ma fu sollevato di sapere che era
tutto ok.
“Per la barba di Merlino!
Verrà! Verrà! A
Londra!”esclamò
Hermione, sfogliando la Gazzetta del Profeta.
Erano passati 4 giorni dalla
splendida nottata di Harry e
Ginny ed ormai mancava solo una settimana al ritorno a casa.
“Cosa? Chi?”
Ginny le si avvicinò e
dopo aver letto qualcosa iniziò a
saltellare con l’amica.
Harry e Ron, che stavano pranzando al
ristorante nel resort,
le guardarono, stupiti.
“Ci spiegate
cos…”
“Crystal Flower
farà un concerto a Londra. Una settimana
dopo il nostro ritorno. “esclamò Hermione.
Harry e Ron si guardarono,
mormorarono qualcosa tipo
“Ragazze” e si concentrarono di nuovo sul loro
piatto di frutti di mare.
“Dobbiamo comprare i
biglietti appena torniamo a casa.
Dobbiamo esserci assolutamente.”continuò Hermione.
Ci fu un attimo di silenzio.
“Ginny…stai
bene? Hai una faccia?”
Harry e Ron alzarono lo sguardo sulle
due ragazze.
Ginny era pallidissima.
“Ginny!”
Harry si precipitò verso
di lei.
“N-non…non mi
sento tant…”
Si portò una mano sulle
labbra e gemette, prima di correre
via verso il bagno.
Ginny stette male tutta la giornata,
vomitando in
continuazione.
Quella sera
s’addormentò accoccolata tra le braccia di
Harry.
Il ragazzo era preoccupatissimo, come
anche Ron ed Hermione,
del resto.
Ed in tutti loro c’era
sempre la stessa domanda…
Ciao a tutti!
ringrazio di cuore
tutti coloro che si sono preoccupati per la mia storia...riposto il
capitolo, ed attendo risposta da Erika...non so cosa stia succendendo...
se qualcuno di voi sa
cos'è un baco, lo prego di avvertirmi...
Un bacione a tutti
voi!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** "Ci sono sempre" Falsi allarmi ***
“Era incinta? Poteva
esser…
Certo che poteva!”
Harry si stese a pancia su sul letto,
gli occhi chiusi.
Ginny poteva essere benissimo
incinta, dato che avevano
fatto l’amore senza usare le protezioni.
Era possibile, quasi certo.
Ron, Hermione e lui avevano parlato a
lungo, poco fa, di
quella possibilità.
Harry non se l’era sentito
di alzare gli occhi su Ron,
dall’inizio. Temeva la sua rabbia, la sua preoccupazione per
una situazione
alla quale, nessuno di loro, era pronto.
Ma quando aveva incrociato gli occhi
dell’amico vi aveva
scorto solo preoccupazione e pensieri. Nessuna rabbia, nessun rancore.
Lo conosceva, lo conosceva bene, anzi
benissimo, si fidava
di Harry.
Ed anche in quella situazione strana
gli dava piena fiducia.
Il suo sguardo, come quello
d’Hermione sembrava volesse
dirgli: “Ci sono, qualsiasi cosa sia e qualunque cosa accada.
Ci sono.”
Ormai quel sospetto si era insidiato
nelle loro menti…
E se fosse stata la
verità? Cosa avrebbe fatto? Come
l’avrebbe presa Ginny? Si sarebbe infuriata con lui? E Ron?
Ed i signori
Weasley? E…
Il bussare alla porta lo distolse dai
suoi tormentati
pensieri.
L’oggetto dei suoi
pensieri, l’amore della sua vita, Ginny
Weasley varcò la soglia.
Era ancora un po’ pallida,
ma gli sorrise e gli gettò le
braccia attorno al collo, sistemandosi sul letto accanto a lui.
“Come ti
senti?”gli chiese Harry.
“Un po’ stanca e
spossata. Ma sto bene.”
“Nausea?”
“Non molta. Ma prima stavo
peggio. Harry, cos’hai?”
Harry, infatti, le sembrava molto
strano…pensieroso,
preoccupato…e lei non sapeva spiegarsi il perché.
“Cosa pensi sia?”
“La mia nausea? Il mio
malessere? Opterei per
un’influenza…una cosa naturale. Perché
siete tutti così preoccupati e
pensierosi? Mica pensate che mi sia presa una qualche malattia
tropicale o roba
del genere? È assurdo.”
“No, non
pensavo…pensavamo a quello.”
Harry posò lo sguardo sul
ventre piatto della sua ragazza.
Ginny capì.
“Pensi
che...Oddio!”
Si rivolsero un intenso sguardo.
“Ed ora? Cosa faremo? Se
fosse…vero? Se fossi davvero
incinta? Cosa faresti?”
Ginny guardò Harry, i
grandi occhi marroni sgranati.
Cosa? Cosa? Cosa?
Aveva paura, Harry lo percepiva dal
suo sguardo, dai suoi
occhi sgranati, dalla sua espressione.
Harry chiuse gli occhi per un attimo
e poi li riaprì
puntandoli sulla ragazza.
Voleva mettere in chiaro una cosa.
Avrebbero pensato insieme
al dopo, tutti e due.
“Non ti lascerò,
ok? Anche se tu fossi davvero incinta,
affronteremo questa cosa insieme,
ok?
Non osare pensare a me come ad un
cretino che fugge di…”
Ginny lo zittì mettendogli
una mano davanti alle labbra.
Rideva.
“Non avrei mai pensato ad
una cosa del genere. Ti amo,
Harry. E mi fido di te. Ciecamente.
Davvero. E poi so benissimo che tu
non sei il tipo che
sfugge alle responsabilità. Tu vai loro incontro! Ti sei
assunto la responsabilità
di salvare il mondo! Mio eroe!”
Ginny rideva e gli gettò
le braccia al collo ed Harry alzò
gli occhi al cielo.
Si era assunto la
responsabilità di salvare il mondo? Non di
sua spontanea volontà, era stata la profezia
che…meglio non pensarci!
Strinse a sé Ginny con
calore.
Era più sereno ora che
avevano risolto almeno quel punto.
Ora mancava solo tutto il resto.
“Chi? I vostri genitori,
no. Si preoccuperebbero, si
incavolerebbero per la vostra sbadataggine…”
“Non ce l’eravamo
prefissato, Hermione. E poi io non avevo i
preservativi nel cassetto come il tuo ragazzo!”
Ron ed Hermione arrossirono.
Loro due e Harry e Ginny si erano
riuniti in salotto per
decidere sul da farsi.
“E chi? Chi potrebbe
chiarirci le idee? A chi chiedere un
consiglio, averne la conferma…”chiese Ginny.
Silenzio.
Poi…
“SIRIUS!”esclamò
Harry facendo sobbalzare tutti quanti.
“Miseraccia, Harry! Ma tu
vuoi farmi venire un colpo, eh? E
poi che diavolo di salta in mente? Che c’entra
Sirius?”
“Che c’entra
Sirius? A sentire TUTTI era il dongiovanni
della scuola, con mio padre. Sarà cosa fare. Ne sono
certo.”
“E lo dirà ai
tuoi. Dopotutto è il migliore amico di tuo
padre. Harry, non voglio che lo sappiamo subito. Almeno vediamo se i
nostri
sospetti sono fondati o meno.”fece Ginny.
“Non lo direbbe ai miei. Mi
fido ciecamente di lui. Ci darà
una mano, fidatevi di me, ok?”
“Ok.”
Scartoffie, libri, fogli ovunque nel
suo ufficio.
Un caos.
Era da solo al lavoro, era ormai
tardi.
Sbuffò e mosse la
bacchetta per rimettere ordine.
Doveva sbrigarsi. Doveva uscire da
quel posto. Voleva solo
sdraiarsi sul divano e riposarsi.
Era stata una lunga giornata, davvero
molto lunga.
Mosse la bacchetta in un gesto secco,
ma invece di rimettere
in ordine, fece in modo che i fogli ed i fascicoli vorticassero per
tutto
l’ufficio.
In un caos di fogli bianchi, libri e
fascicoli, ridendo,
s’affrettò a bloccare l’incantesimo, ma
qualcuno lo precedette.
Lo sentì chiaramente
ridere.
E scorse una chioma corvina.
“Harry!”
Sorrise quando vide il ragazzo di
fronte a lui, in piedi in
mezzo a quel caos.
I capelli corvini sempre
più scompigliati, gli occhi
brillanti da dietro le lenti e più abbronzato che mai.
“Per la barba di Merlino!
Cosa ci fai qui?”
Lo strinse brevemente a sé
e continuò a sorridere,
ricambiato.
“Ti salvo
dall’attacco di fogli volanti, non si vede? Forse
dovresti imparare dalla mamma qualche incantesimo di pulizia ed
ordine…”
“Mi sa di
sì!”
Mossero entrambi le bacchette
all’unisono e tentarono di
rimettere a posto, meglio che poterono.
“Più di questo
non possiamo fare, mi sa.”
Harry rise.
“No, direi di no.”
Sirius si sedette sul bordo della sua
scrivania, le braccia
conserte e lo scrutò, la testa inclinata, ciocche di capelli
che gli andavano
sugli occhi.
“Allora! Cosa ti porta qui?
Cosa ti ha spinto ad interrompere
la tua splendida vacanza?”
Harry fece un sospirone enorme.
“Ho bisogno del tuo aiuto.
E che tu non dica nulla a mamma e
papà.”
Sirius sgranò gli occhi
brillanti e lo scrutò.
“Prometto.
Cos’hai combinato?”
Guardandolo negli occhi Harry
iniziò a raccontare…
“Siete due
incoscienti!”esclamò Sirius.
Camminava su e giù per il
salotto della casa dei quattro
ragazzi nel villaggio.
“Lo sappiamo! Se
asp…”
“Ginny, non è
per la probabilità di una gravidanza che vi
sto dicendo questo. Io mi preoccupo per le malattie che potreste aver
contratto, ok?”
Harry chiuse gli occhi.
Che casino! Non ci aveva neanche
pensato alle probabili
malattie!
Sirius chiuse gli occhi e si
passò una mano sul viso.
Poi li riaprì.
“Ginny, vestiti, su! Ti
accompagniamo da un medico. Così
saprà dirci il verdetto.”
“Un medico?”
“Non mi fido di quegli
insulsi test di gravidanza. Vi
accompagno. Su!”
Ginny corse a vestirsi ed Hermione e
Ron la seguirono.
Harry rimase solo con il padrino.
“Sirius, mi dispiace. Non
avrei dovuto coinvolgerti. Dovevo
fare da solo. Mi dispiace.”
Sirius lo guardò.
“Non dire sciocchezze. Hai
fatto benissimo, invece.”
“Non volevo chiedere aiuto
ai miei, perché..”
“Avrebbero avuto la mia
stessa reazione solo molto
amplificata?”
Harry fece un cenno
d’assenso.
“Esattamente.”
Sirius lo guardò, a lungo.
“Che
c’è?”chiese Harry.
“Lo immaginavo. Ci avrei
giurato. Anche Ron ed Hermione?”
Harry sorrise ed annuì.
“Non avrai fatto scommesse
o cose del genere?”chiese.
“No. Ma se le avessi fatte
avrei vinto un mucchio di
galeoni. La prossima volta.”
Harry alzò gli occhi al
cielo.
Sirius lo vide così
preoccupato. Era un uomo ormai, disposto
a prendersi la responsabilità di una possibile gravidanza.
“Sono orgoglioso di
te.”
Harry lo guardò negli
occhi.
“Perché? Per
aver messo in pericolo la vita di Ginny? Se
avesse una malattia, se…”
“Hai preso in mano la
situazione. Sei disposto ad assumerti
le tue responsabilità. Hai chiesto aiuto ed anche questo
dimostra come tu sia
maturo. Ammettere di aver bisogno di una mano, fa parte del crescere. E
sono
certo che andrà tutto bene. Sono solo preoccupato, come
tutti voi.”
Gli s’avvicinò e
lo strinse al petto.
“Andrà bene.
Tranquillo.”
“Solo quando
saprò cosa ne pensa il medico.”
“Ok.”
“Sirius?”
“Sì?”
“Grazie. Grazie di tutto.
Ci voleva qualcuno a mettere le
cose apposto. E riesci meglio qui che con il tuo ufficio.”
Erano seduti sulle scomode sedia
fuori dell’ufficio del
ginecologo.
Avevano lasciato il villaggio e si
erano diretti in città,
da un medico babbano.
Si trattava solo di una visita e
Ginny non sarebbe stata
tagliuzzata, come temeva Ron (“Medici? Quei pazzi che
tagliuzzano la gente? No!
Mia sorella non andrà da un medico!”).
Ci vollero gli sforzi congiunti di
Harry, Sirius ed Hermione
per calmare Ron, mentre Ginny rideva.
Avevano optato per un medico, per
evitare che qualche mago
riconoscesse Harry.
Sarebbe stato difficile spiegare come
mai Harry
Potter aveva
accompagnato la sua ragazza ad una visita ginecologica, se volevano
tenere la
cosa nascosta, almeno per ora.
“Andrà bene. Sei
più agitato di me!”
Ginny strinse Harry al petto.
Harry sorrise, imbarazzato.
“Non vorrei averti messo in
pericolo con la mia…”
“Taci! Sarebbe colpa NOSTRA
e non solo tua. Sono stata
chiara? Ed ora calmatevi! Non devo operarmi al cervello! È
solo una visita. Da
un medico.”
Alla parola
“medico” Ron s’agitò di nuovo,
ma bastarono gli
sguardi fulminanti di tutti per calmarlo.
Rimasero lì seduti per
circa una mezz’oretta e durante la
quale Harry e Ron passeggiarono su e giù per il corridoio
bianco.
Sirius ed Hermione li guardavano, si
guardavano e guardavano
il soffitto ad intervalli regolari.
“Come farai a nascondere la
tua venuta qui?”chiese Harry.
“Se la smetti di scavare un
solco nel pavimento, te lo
dico.”
Sirius ghignò
all’indirizzo del figlioccio.
Hermione ridacchiò.
Harry si sedette.
“Inventerò una
scusa. Dirò loro che sono uscito con qualche
collega del Ministero, che avevo degli
arretrati…Sistemerò io. Non mi daranno
per scomparso.”
Finalmente Ginny uscì
dall’ufficio e si chiuse la porta alle
spalle.
Aveva una strana espressione sul
viso.
Tutti s’alzarono e la
guardarono.
“Allora?”
“Il verdetto
è…”
Tacque per alzare la suspense.
“Ginny! Non farci stare in
ansia!”esclamò Hermione.
Fu in quel momento che Ginny
scoppiò a ridere.
“E’…è…ahaha….in…to…ssi…ca…ahaha!
Un’
intossi…ca…ahahaha…zione…alimentare
ahahaha!”
E rise ancora più forte,
tenendosi la pancia.
Gli altri tacquero per un istante,
poi risero fragorosamente
anche loro.
Così forte che le
infermiere li invitarono “gentilmente” ad
uscire.
Tutte quelle paure, quelle
congetture, la preoccupazione per
una possibile malattia, il diventare genitori…tutto apparve
lontano.
“E tutto si è
risolto bene. Ve la siete cavata. Ma la
prossima volta state attenti!”
Harry annuì.
Passeggiava con il padrino per le
spiagge del villaggio.
Era ormai tarda sera.
“Prometto.”
“Ti ho lasciato un
pacchetto nella valigia, per ogni
evenienza!”
Harry arrossì, capendo a
cosa stesse alludendo.
“G-grazie,
Sirius.”
“Parlato con
Ginny?”
“Sì. Sta bene.
Era solo una stupida intossicazione
alimentare. Probabilmente i frutti di mare dell’ultima volta
erano andati a
male.”
“Li denuncerei, sai? I
proprietari del ristorante. Ci hanno
fatto venire un colpo!”
“Lei ride ancora per tutta
la situazione.”
“Viene da ridere anche a
me. Meno male che si è concluso
tutto per il meglio.”
Sirius sorrise al proprio figlioccio.
“Bocca chiusa,
eh?”
“Te l’ho
promesso, no?
Forse è meglio che torni a
casa. Devo inventare una scusa. E
non so neanche che ore sono lì a Londra!”
Harry rise.
“Scusa!”
“Quando vuoi! Ci vediamo,
Harry. E fate i bravi. Ci vediamo
tra una settimana.”
Sirius
l’abbracciò e sorrise.
Lanciò uno sguardo al mare
stupendo ed illuminato dalla luce
delle stelle e girò su se stesso.
Un attimo dopo era svanito.
Eccomi
qui,
ragazzi miei! Sono riuscita a scrivere un nuovo chappy e so benissimo
che v’aspettavate
tutt’altro!
Ma…Colpo
di scena!
Scusate,
mi
dispiace, ma una gravidanza ora, non mi sarebbe stata molto
d’aiuto, anzi!
Spero
riuscirete
a perdonarmi, hihihi! E di non avervi deluso! Non mi abbandonerete,
vero???? O.o….
È
un chappy incentrato
su Harry e gli altri e su Sirius! Ma parlerò nel prossimo
anche di tutti gli altri,
non disperate!
Un grazie
a tutti
coloro che hanno inserito la mia storia tra i loro preferiti e chi a
commentato:
daphne
92: colpo
di scena, mia cara! Ma non disperare, un piccolo/a
arriverà…non ora, però! Grazie
e continua a commentare!
Bebbe95:
grazie
per il commento, anche io la penso come te, tranne che per Gary Oldman!
Io AMO quell’uomo!
Continua a recensire!!!
WingsHP:
Non ho
parlato molto della vecchia generazione, ma nel prossimo capitolo ci
sarà eccome!
Dimmi che ne pensi!!!
Padfoot_07:
grazie
per i complimenti e scusa se lei non è incinta! Ma non
potevo permetterle una gravidanza.
Non ora. Scusami! Spero di non averti deluso…dimmi che ne
pensi e se mi vuoi fucilare!
Lyrapotter:
finta,
finta, finta…per ora!!! Continua a commentare!!!
Erikappa:
falso
allarme per la nostra Ginny, solo una banale intossicazione
alimentare…continua
a seguirmi!!!
Germana:
oddio,
spero di non averti delusa, ora! Dimmi che ne pensi!!!
Streghetta86:
grazie
dei tuoi complimenti, mi fanno davvero molto molto piacere!!! *me
rossissima*!!!
Continua a seguirmi!!!
Un
bacione a tutti
voi
Lily
Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Incontro con il passato: domande, dubbi e paure ***
Incontro con il passato:
domande, dubbi e paure
Londra. Quando il suo agente
gliel’aveva detto non riusciva
a crederci.
Il tour…il tour del suo
disco toccava anche Londra.
E lei non era pronta. Non voleva
andarci, non voleva ritornarci.
Aveva tentato di fargli cambiare
idea, di non andare in
quella città e neanche in Scozia, non voleva assolutamente.
Ma non c’era stato nulla da
fare.
Ricordava l’ultima volta
che c’era stata. Non era stata una
bella visita, affatto.
Si era precipitata lì
dalla sua casa in Svizzera. Non voleva
crederci, non voleva farlo.
Non poteva essere vero. Ricordava la
voce spezzata di Remus
al telefono, il suo
“Keira…son…sono…Lily e
James…sono morti…”.
Il dolore che l’aveva
investita, la consapevolezza di ciò
che era successo che aveva acquisito solo quando aveva visto i loro
corpi, le
loro tombe, i loro visi ancora bellissimi,
nell’eternità della morte.
Ed avrebbe voluto essere con loro,
anche lei sotto terra.
Morta.
Se chiudeva gli occhi riusciva ancora
a sentire l’odore
dell’erba bagnata dalla pioggia ed a vedere i vestiti e gli
ombrelli neri, la
barba argentea del preside, gli sguardi affranti di tutti.
Aveva avuto la consapevolezza che il
bambino stesse bene, lo
aveva visto per un attimo soltanto...
E rivedere quegli occhi verdi,
quello
sguardo innocente di bambino…si era sentita morire al
pensiero di ciò che era
successo.
Aveva visto lo sguardo di Remus, vi
aveva scorto il dolore,
la tristezza, la delusione e la domanda, al stessa nella testa di chi
sapeva.
Era stato lui? Come pensavano tutti?
Era lui il colpevole
della loro morte, come pensava Silente? Come pensavano tutti quelli che
sapevano del Custode Segreto?
No, non era possibile! Non poteva,
non l’avrebbe mai fatto.
Lui li amava tantissimo, erano la sua
famiglia, i suoi
amici, suo fratello…non avrebbe mai fatto una cosa del
genere…
E se l’era ripetuto nella
testa per tanto tempo. Non era
stato lui.
Ma allora dov’era finito?
Per giorni non l’aveva visto, né
sentito e poi la notizia del suo arresto, dell’uccisione di
tutti quei babbani
e di Peter.
Era stato lui.
Per giorni aveva lottato con se
stessa per negare ciò che il
mondo invece affermava.
Perché lo amava,
perché si fidava di lui, perché era il Suo
Sirius…il ragazzo ribelle, ma gentile che l’aveva
conquistata, il suo uomo…non
poteva, non era lui...
Ma aveva finito per crederci, con il
cuore spezzato.
Ed in una notte era stata privata
delle persone che più
amava in vita sua, i suoi amici, il suo compagno, la sua famiglia.
Ed cosa l’era rimasto?
Nulla, se non un bel pacchetto fatto
di sentimenti tristi e brutti ricordi.
Rircordi che non voleva affrontare,
che aveva paura di affrontare.
Non voleva soffrire ancora, non
voleva vedere i luoghi che
avevano significato tanto per lei in quegli anni passati, e pensare ad
essi non
più con affetto, ma con una pietra sul cuore.
Non doveva accadere. Lily e
James dovevano vivere, dovevano vivere
per il loro bambino.
Era il loro sogno, la loro
famiglia…tutto spazzato via da un
mostro e dai suoi aiutanti.
E da lui…E lei era
fuggita, si era lasciata tutto alle
spalle, era andata via.
Perché non riusciva ad
andare avanti in quel luogo, non
riusciva a guardare le strade ed i luoghi che aveva amato, vedere le
persone
care e scorgere i loro sguardi distrutti…
Non voleva affrontare, voleva solo
dimenticare, solo non
soffrire…
Era andata via, da
un’amica, a Los Angeles, chilometri e
chilometri di distanza da Londra, in un altro continente. Ma la
distanza non
era servita a nulla.
Non serviva la distanza, ed il tempo
ancora meno. E dopo 18
anni il dolore non era diminuito, né aumentato. Era
lì, dentro di lei,
marchiato nel suo cuore e di lì non accennava ad andarsene.
Si era allontanata dal mondo della
magia, non aveva avuto
più nessun rapporto con i suoi vecchi amici, o quelli che
erano ancora vivi,
quelli risparmiati dalla furia e dalla morte seminati da Voldemort.
Aveva smesso di usare la magia, di
leggere giornali dei
maghi e si era rifugiata nell’unico mondo che ancora non
l’aveva ferita così:
il mondo dei babbani.
Perché era stata la magia
ad uccidere Lily e James. Era
stata la magia a provocare tutto quello, solo e soltanto la magia.
Ed era stata anche la magia a
strapparle via l’unica persona
che amava a tal punto da uccidersi: il suo Sirius.
Sentiva per lui un odio per
ciò che aveva fatto, lo
detestava, ma in lei rimanevano ancora le sue parole, il sapore delle
sue
labbra, il calore del suo abbraccio e la delicatezza delle sue
carezze…
Bellissimi ricordi di loro due,
insieme, prima di tutto
questo, prima della morte di Lily e James, prima del suo tradimento,
prima di
Azkaban e della sua fuga in America.
Bei ricordi che non entravano in
conflitto con quelli
dolorosi.
Sembravano conservati in un sacchetto
impermeabile e nulla
poteva scalfirli, né rovinarli, né distruggerli,
né far loro del male.
Erano parte di lei e risalivano a
galla ogni volta, anche se
lei tentava di non pensarci.
Più li evitava,
più rivedeva i suoi bei momenti in una
frase, in un colore, in una giornata…
E dopo suo padre, ora anche loro, ora
anche Lily e James…e
con loro aveva perso anche Sirius.
Aveva vissuto credendolo colpevole,
lottando contro questa
orribile verità, ma accettandola con dolore come avevano
fatto tutti, Remus
compreso.
Sentì lacrime rigarle le
guance, anche se aveva lottato per
trattenerle, alla fine avevano avuto vinta sulla sua debole forza di
volontà.
E come ogni volta che pensava al
passato, si ritrovò a
singhiozzare, affondando il viso nel cuscino.
Non bastava fuggire, andare in un
altro continente, chiudere
le porte al mondo della magia, il Suo Mondo, non sentire i suoi vecchi
amici…
L’ultima volta che aveva
sentito qualcuno era stato mesi fa.
Aveva incontrato Jane, la loro amica,
per caso, per le
strade di Los Angeles.
E rivederla, le aveva fatto venire in
mente anche l’ultima
volta che l’aveva vista: al funerale.
Ricordava ancora il suo sguardo
distrutto.
Anche lei non aveva sentito
più nessuno da allora.
Anche lei voleva dimenticare.
Stava ancora con Mike ed il loro
legame si era rafforzato di
anno in anno. Dopo un fidanzamento durato 7 anni, si erano sposati ed
avevano
avuto tre figli.
La vita andava avanti.
Per tutti tranne che per lei.
La verità è che
ingannava se stessa dicendo di aver rotto
con il passato, di aver dimenticato.
Non poteva farlo. Ed il passato
viveva con lei, la seguiva
passo passo e le impediva di andare avanti.
Ed ora stava per fare i conti con
esso. Sul serio.
Ritornando lì dove era iniziato tutto.
A Londra.
Si alzò lentamente e si
posizionò davanti allo specchio.
A ricambiare il suo sguardo affranto,
fu una donna di 38
anni dai bellissimi occhi blu mare e dai capelli biondi. O meglio, in
passato
erano stati castani, ma era passata alle ciocche viola, in uno strano
periodo
della sua adolescenza, alle meches bionde ed ora era completamente
bionda.
Lo sguardo cadde sul un disco posato
sulla sedia lì accanto.
“Crystal Flower”
Ecco un’altra cosa che le
impediva di rompere con il
passato.
Quel nome, il nome che Sirius le
aveva dato.
Non era riuscita a separarsene, e
quando era riuscita ad
inviare una sua canzone ad una casa discografica di Los Angeles,
l’aveva
firmata con quel nome.
Crystal
Flower
Crystal
Flower
Crystal
Flower
Aveva mandato la canzone solo due
mesi fa ed ora era un
successo. Che fortuna!
Aveva anche un
contratto…Caspita! E tutto così in fretta!
E dopo il lancio della canzone, aveva
avuto un agente,
organizzato un tour, fatto concerti…
Tutto così rapidamente!
Ripensando ai quei 18 anni passati in
America non sapeva
come definirli.
Erano stati difficili. Aveva
convissuto con un’amica e dopo
un po’ lei si era sposata.
Era stata durissima riprendere la sua
vita da sola, ma era
stata una sua scelta ed aveva lottato per essa.
Aveva smesso di scrivere canzoni, pur
conservando strumenti
ed il suo inseparabile quaderno di canzoni.
C’erano tutte le sue
canzoni, tutte, anche quelle che aveva
scritto con lui ed i loro numerosi duetti…
Ma solo due mesi fa aveva ripreso il
coraggio. Perché?
Non se lo sapeva spiegare bene
neanche lei.
La situazione era nettamente
migliorata, stavano tutti bene,
tutti si leccavano le ferite…
Voldemort, come seppe per caso, da un
mago incontrato per caso ad un negozio che ne parlava con un amico, era
morto. Era stato sconfitto.
Ed era stato Harry.
Il loro figlio. Il loro bambino.
Stava bene, ed era il
vincitore.
E questa consapevolezza, sapere che
lui, che aveva perso più
di lei, aveva lottato ed aveva vinto, le aveva dato la forza di provarci.
Ed ora sarebbe ritornata a Londra.
Forse l’avrebbe visto.
Che dirgli? Come avvicinarlo?
Ma doveva affrontare tutto questo.
Era giunta l’ora di
crescere, maledizione.
E smettere di fuggire.
Anche perché, come aveva
costatato, la sua fuga non aveva
adempiuto al suo compito principale.
Mancava un giorno al ritorno dei
ragazzi e tutti erano
felicissimi di rivederli.
Sirius aveva tenuto la bocca chiusa
con James e Lily sulla
faccenda di Harry e Ginny.
“Quanto manca
ancora?”
Lily guardò il marito,
sorridendogli dolcemente.
“Solo un giorno.”
James chiuse gli occhi, affondando il
viso nel cuscino.
Era domenica mattina e, mentre Lily
era già sveglia da un
bel pezzo, lui era rimasto nel torpore del letto.
“So che ti manca. Manca
tanto anche a me. Ma abbiamo fatto
bene a lasciarlo andare ed a non venire con lui. È grande e
lo sai.”
Lily si stese sul letto, accanto a
lui e posò la testa sulla
sua spalla.
James le cinse i fianchi,
stringendola al cuore ed affondando
il volto tra i suoi rossi e
profumati capelli.
“Sai di buono. Di fiori.
Gelsomino, per la precisione.”
Lily gli sfiorò il viso
con la punta delle dita.
“Che farei senza di
te?”sussurrò posandogli un leggero bacio
sulla punta delle dita.
“Non riusciresti a vivere.
Però, io, d’altro canto, potrei
sempre trovarmen…”
Lily non gli diede il tempo di finire
la frase, perché si
staccò da lui e gli tirò un cuscino sul viso.
“Ahi! Stavo
sch…”
Altro colpo.
Lily era inginocchiata sul letto,
armata di cuscino.
James si rizzò di fronte a
lei.
“E’ la guerra che
vuoi? Allora guerra avrai!”
E continuarono a prendersi a
cuscinate, ridendo come due
bambini ed urlando così tanto che Sirius corse nella loro
stanza.
“Ma cosa
diavolo…”
La stanza era piena di piume e Lily e
James giacevano a
pancia in su sul letto, ridendo.
“E poi rimproveri me e
James se facciamo la battaglia dei
cuscini! Vedo che utilizzi anche tu questo metodo, Lily!”
S’appoggiò allo
stipite della porta, guardandoli con aria
divertita.
“Meno 1
giorno.”disse.
“Già.”disse
James, alzandosi e rimettendo tutto a posto con
un colpo di bacchetta.
Anche se non lo confessavano mai
nelle lettere che spedivano
ai ragazzi, la loro mancanza si faceva sentire. E molto anche.
“Speriamo che si stiano
divertendo. E che passino in fretta
questi giorni!”sospirò Sirius.
Durante l’assenza di Harry,
Ron, Ginny ed Hermione la casa
era sembrata un po’ vuota.
Mancava la loro esuberanza, la loro
compagnia.
Anche se si sentivano stupidi ad
ammettere che soffrivano
per quella lontananza.
“E’ normale!
Andiamo! Non vediamo Harry da anni e sta con
noi solo da un mese. È ovvio sentire la sua
mancanza.”disse Lily, preparando la
colazione.
“E Remus, Dora e Teddy sono
anche partiti!”disse Sirius.
Infatti, due giorni fa i loro amici
ed il loro pargolo erano
partiti con Andromeda per l’Irlanda, dove Andromeda aveva una
casa.
“Potevi andare con loro! Ti
hanno anche invitato!”fece Lily.
“Non mi andava di fare
un’allegra vacanza in famiglia.”
“Devi trovarti
assolutamente una ragazza, bello mio. O
finirai zitello!”disse James, sorseggiando la sua tazza di
caffè. Ne bevve un
sorso, posò la tazza ed aggiunse altri due cucchiai di
zucchero.
“E tu di una palestra, se
metti ancora zucchero!”lo prese in
giro Sirius, mentre Lily rideva.
James gli fece una linguaccia e bevve
ancora.
“Ed
ecco a voi il
singolo di successo di quest’estate: Waiting for tonight
della bellissima e
strepitosa Crystal Flower!”urlò un tizio
alla radio.
James che stava sorseggiando il suo
caffè, tossì e ne sputò
un po’ sul tavolo.
Sirius che stava mangiucchiando una
ciambella si voltò verso
di lui, con un’espressione stupita sul volto.
Lily, d’altro canto, era
troppo impegnata a sistemare la
cucina per accorgersi delle loro espressioni.
“LILY!”esclamarono
all’unisono, facendola sobbalzare e
voltare.
“Cosa avete da urlare, voi
due?”
“Crystal Flower. Ti dice
qualcosa? So che non hai sentito
molto la radio da morta, ma il nome non ti ricorda nulla?”
James andò alla radio ed
alzò il volume della canzone.
“Cosa
dov…”
Lily li guardò sorpresi.
“Non
è…non può essere…so a cosa
state pensando, ma non può
essere…LEI!”
“Sono passati 18 anni. Non
sappiamo cosa sia successo. Non
l’abbiamo tenuta d’occhio. Non ci siamo
riusciti.”disse James.
Sirius inghiottì il pezzo
della sua ciambella e guardò gli
amici.
“18 anni. Non
sap…cosa diavolo potrebbe esserle
successo…cosa e come…”
“Vorrei
ricordare a
tutti gli ascoltatori della Gran Bretagna che un concerto della
meravigliosa
Crystal Flower ci sarà il 20 agosto a Londra. Non
mancate!” urlò ancora il
tizio alla radio.
“Quale migliore modo per
scoprirlo, se non andando al suo
concerto?”disse James.
Sirius salì in camera sua
e si lasciò cadere sul letto, le
mani sugli occhi, confuso.
La sua mente era piena di domande.
Ma una sovrastava le altre, sembrava
urlargli nelle
orecchie.
Crystal Flower. Era. Keira. Sanderson?
Era la sua ragazza, la sua bellissima
amata?
Poteva essere lei? Era possibile?
Cos’era successo in quei
18 anni?
Non sapeva nulla, non…
Nel ripensare a loro due,
sentì una stretta al cuore.
S’accorse di quanto avevano
perso, di cosa lei doveva aver
pensato di lui, dei suoi errori, della sua prigionia…
Se era davvero lei, si sarebbe
ricordata di lui? L’avrebbe
riconosciuto?
Cosa sarebbe successo, se fosse stata
davvero lei? Cosa
sarebbe successo?
Cosa avrebbe fatto? E soprattutto
sarebbe stato tutto come
prima?
E dato che la risposta, molto
probabilmente, era negativa,
cosa sarebbe accaduto tra loro?
Potevano gettare nel dimenticatoio
una storia come la loro?
Potevano far finta che non c’era stato nulla tra loro?
Potevano dimenticare
tutto quanto? Ci sarebbero riusciti?
Sirius scavò dentro se
stesso e recuperò i loro ricordi,
protetti e custoditi così in fondo al suo cuore che neanche
i Dissennatori
erano stati capaci di strapparglieli via.
I loro baci, le loro carezze, le loro
promesse, i loro
sogni…tutto distrutto in quella maledetta notte…
Se era lei…quanto avrebbe
voluto avere ora la certezza e non
aspettare giorni per vedere Crystal Flower al concerto…se
era lei…cosa potevano
recuperare? C’era qualcosa da recuperare?
O dovevano solo infilare i loro
ricordi in un mattatoio e
distruggerli per sempre?
E se non era lei? Tutte le sue
speranze sarebbero andate in
fumo, lui…
No! Non doveva pensarci, non doveva
rovinarsi la giornata.
Doveva sapere pazientare. Solo pochi
giorni. E poi avrebbe
saputo la verità.
E quale fosse stata
l’avrebbe affrontata.
E James l’avrebbe aiutato,
l’aveva capito dallo sguardo che
gli aveva rivolto in cucina.
Sì, si sarebbe stato. Ed
anche Lily non l’avrebbe
abbandonato al suo dolore…o alla sua follia…
“Ragazzi! Venite qui! Come
diamine siete abbronzati!”
“Che bello rivedervi! Vi
siete divertiti?”
“Dovete raccontarci
tutto!”
Molly, Lily e la mamma di Hermione
corsero ad abbracciare…o
meglio, a stritolare, i quattro ragazzi.
James, Sirius, Arthur ed il padre di
Hermione evitarono di
soffocarli.
Nei primi 10 minuti ci fu solo un
caos di urla, abbracci,
baci e coccole.
Dopo i ragazzi poterono respirare.
“Ah, le mamme!”
James sorrise, radioso al figlio.
“Papà.”
Harry finse di avere un contegno e
gli batté semplicemente
una mano sulla spalla.
Ma James si lasciò
prendere dalla foga e lo abbracciò come avevano
fatto le donne.
“Ah, i
papà!”fece Sirius e tutti risero.
Ma poi si unì anche lui
all’abbraccio.
“Finalmente siete tornati!
Ci stavamo annoiando!”fece
Sirius.
“Anche noi senza te e
James. Ci sono mancate le vostre
pazzie.”rise Ginny, salutando tutti i maschietti.
“E poi siamo anche tornati
per un’altra cosa!”esclamò
Hermione.
Tutti la guardarono ed Harry e Ron
alzarono gli occhi al
cielo, sospirando forte.
“Cosa?”chiese
Arthur.
“Il concerto di Crystal
Flower!”esclamarono Ginny ed
Hermione all’unisono.
Sirius, James e Lily si guardarono
per un secondo.
“Non la
conoscete?”
Ginny era sorpresa.
“Forse meglio di
te.”disse James a bassa voce, ma Hermione
lo guardò.
“Cosa?”
“Nulla!”s’affrettò
a dire James.
“Se volete possiamo
chiedere al Ministero. Cerchiamo
qualcuno che ce li possa fornire.”propose Lily.
“Sarebbe
fantastico.”
Le due ragazze erano raggianti.
“Su, entrate! Noi mamme
abbiamo preparato un pranzo con i
fiocchi. Ma non avete mangiato sull’isola? Siete
così magri!”
Molly pizzicò una guancia
di Ron, che arrossì in zona
orecchie.
“Mamma! Insomma! Smettila!
Abbiamo mangiato eccome!”
“E questi sono per
voi!”disse ad un tratto Ginny, tirando
fuori dalla borsa una serie di sacchettini.
Ne seguirono esclamazioni,
ringraziamenti, risate e sorrisi.
Ed i souvenir vennero appesi e messi
in giro per la casa,
che fu riempita di conchiglie e ciondoli e roba del genere…
I giorni passarono lentamente.
Come quando si desidera fortemente
una cosa, e quella sembra
non arrivare mai.
Sirius, Lily e James erano ansiosi,
preoccupati e pensierosi
e non potevano nasconderlo.
Ciò scatenò una
serie di domande, da parte sia dei ragazzi
che degli altri adulti. Domande le cui risposte furono evasive o false.
Avevano i biglietti per il concerto.
Oltre ai quattro
ragazzi ci sarebbero stati anche Sirius, Lily e James.
“Dov’è
Remus quando ho bisogno di lui?”
Meno un giorno.
Sirius camminava nervosamente per
tutta la stanza, in ansia
più che mai.
“In vacanza con la sua
bella. Cerca di calmarti.”gli disse
James, disteso sul suo letto.
Lily si alzò e
s’avvicinò a Sirius, interrompendo il suo
moto.
“Non fare così,
ti prego. James, ha ragione. Non serve a
nulla agitarsi.”
“E se è
lei?”
“Le parli, no?”
“E poi tranquillo. Quando
ci vedrà come minimo sverrà.
Quindi se è lei, avrai tutto il tempo per pensare a cosa
dire.”
Lily tirò un cuscino
addosso al marito.
“James!”lo
rimproverò.
Lui si rizzò a sedere.
“Lily, andiamo! Come pensi
reagirà? Se come dice Hermione,
si è tenuta lontana dal mondo dei maghi, come dicono i suoi
fan, non saprà che
siamo ritornati in vita.
Crederà Sirius ancora un
assassino…Ok, forse è meglio
pensare sin da ora a cosa dirle.
Preparo carta e penna.”
Li fece apparire dal nulla con un
colpo di bacchetta e si
rivolse ai due in piedi dinanzi a lui.
“Allora? Sono aperto ai
suggerimenti. Ci smaterializziamo
nel suo camerino e le diciamo: “Sorpresa!”
No, aspetta! Se facessimo
così morirebbe sul colpo!”
“Esatto! E poi mostreresti
a tutto il mondo babbano che
siamo maghi.”fece Lily.
Si sedette ed obbligò
Sirius a fare lo stesso.
“Lei è
conosciuta sia nel mondo babbano che nel mondo dei
maghi?”chiese James.
“Non per sua
volontà.
Pare che si sia rifugiata nel mondo
dei babbani dalla nostra
morte. Alcuni maghi la conoscono per caso. Pare che voglia evitare la
magia.”
“Forse pensa che sia la
causa di tutti i mali.”mormorò
Sirius, il viso affondato nel cuscino.
“Può darsi.
È strano vederti così, sai? Rivoglio il mio
migliore amico allegro e spiritoso!
Chi è questo uomo
depresso?”sussurrò James, battendogli una
mano sulla spalla.
“Lo rivedrai alla fine di
quest’attesa. Ed avrà bisogno del
vostro aiuto per…qualsiasi cosa ci
sarà.”
“Pagare prima! Il nostro
servizio d’assi…”
“Ramoso! Chiudi il
becco!”
“OK! Scusa!”
James e Lily si stesero sul letto
accanto all’amico.
“Andrà tutto
bene. Su! Noi ci saremo. Sempre.”
Sirius temeva il futuro. Aveva smesso
i panni dell’uomo
coraggioso ed ora, così all’improvviso, doveva
fare i conti con il passato.
E tutto per un annuncio alla radio!
Riaprì gli occhi nel
giorno del concerto.
Avrebbe saputo la verità.
L’avrebbe rivista, se era lei.
Se non era lei, avrebbe dovuto fare i
conti con la sua
delusione.
Ma ci avrebbe pensato dopo.
Keira aprì gli occhi,
stropicciandoseli.
Sbadigliò e si
scostò i capelli a caschetto biondi dal viso.
Era a Londra da ieri notte. Non aveva
avuto neanche il tempo
di razionalizzare la cosa che il suo agente l’aveva portata
in albergo e lì era
crollata dal sonno.
Si alzò e
s’affacciò alla finestra.
Era nel centro di Londra, che
conosceva bene. Sapeva a
memoria le sue vie, i negozi dove era stata con Lil…
Chiuse gli occhi.
La sua amica Lily e James.
C’era il ricordo delle loro
passeggiate al centro, dei loro
gelati, scherzi ed abbracci, con Sirius, Remus, con il piccolo Harry.
E doveva accettare tutto
ciò.
“Londra, sono
qui.”
Ciao a tutti!!!!
Grazie delle numerose
recensioni, vorrei tanto ringraziarvi uno per volta, ma vado di
fretta!!!! Scusatemi!!!!
Grazie mille ancora per
tutte le vostre recensioni, che adoro leggere come al solito, molte mi
lusingano e mi piace moltissimo ricerverle!!!
E Grazie anche a chi ha
inserito la mia storia tra le sue preferite, sono onoratissima!!!
UN bacione a tutti voi
Lily Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Certezze ***
Tutto attorno a lei ferveva.
Persone che correvano su e
giù, tecnici che controllavano le ultime cose, truccatrici e
costumiste che la rincorrevano.
Keira sentì il panico
avvicinarsi, attanagliandole lo stomaco e chiudendoglielo.
Gettò in un cestino
lì vicino la merenda che stava sbocconcellando.
Si sentiva malissimo, come sempre,
prima di un concerto. Prima di una qualsiasi esibizione.
L’ansia era alle stelle,
era angosciata e…
“Crystal, si calmi.
È una cantante straordinaria. Pensi al successo che ha
ottenuto in così poco tempo. È fatta per
cantare.”
Tisha, la costumista, sorrise, mentre
le aggiustava l’abito.
Le sfiorava le ginocchia ed era
argentato.
I capelli biondi le sfioravano a
stento le spalle, a caschetto, e Keira fermò una ciocca
ribelle con una molletta.
Mancava solo mezz’ora al
concerto.
Si sarebbe esibita a Londra, la sua
amata ed odiata città.
“Grazie, Tisha.
È solo che sono in ansia. Come sempre.”
Era lei la costumista che
l’aveva seguita nelle altre città, Parigi e
Berlino, per i concerti.
Donna di
mezz’età, sempre sorridente ed incoraggiante,
riusciva a farla sentire un po’ meglio, prima di ogni
esibizione.
“Lo so,
signorina.”
“Crystal e dammi del tu,
come ti chiedo sempre. Non sono una star. Sono solo me
stessa.”
Era quella la se stessa che voleva
essere? Una star, una cantante in giro per il mondo?
Sì, un
tempo…ora avrebbe solo voluto avere i suoi
amici…i suoi veri amici…
“Pronti? Il concerto
inizierà tra pochissimo, su!”esclamò
Hermione.
Indossava una semplice maglietta su
dei jeans, ma Ron l’ammirò ugualmente scendendo le
scale ed andandole incontro.
L’abbracciò,
posandole un bacio sulle labbra.
“Rilassati.
Arriveremo presto. Ginny ed Harry sono ancora di
sopra.”
“Dì loro di
pomiciare dopo, allora!”
“Siamo qui.
Calmati!”
Ginny scese le scale, ridendo
trascinandosi dietro Harry.
Né lui né Ron
condividevano l’entusiasmo per il concerto.
Ma stavano accontentando le due
ragazze.
Sirius taceva, seduto
sull’altalena in giardino, lo sguardo fisso a terra.
Si era rintanato in
quell’angolo remoto del giardino un’ora prima del
concerto e pensava.
Mille domande gli frullavano nella
testa, mille ricordi.
Ed anche se tentava di non pensarci,
quelli ritornavano a perseguitarlo.
Lily lo scorse dal balcone e scese di
sotto.
Gli si avvicinò,
posandogli una mano sulla spalla.
Assorto
com’era Sirius sobbalzò.
“Scusa.
Non volevo spaventarti.”si scusò Lily.
Era bellissima nel suo vestito
azzurro cielo e gli sorrideva.
“Se fosse davvero
Keira…come…cosa…”iniziò
Sirius.
“Lily, come faremo a
spiegarle tutto? A presentarci dinanzi a lei, senza evitare uno
svenimento, come ha detto James?”
Lei s’appoggiò
all’altalena e rifletté.
“Se è
lei...Sirius, non lo so, credimi! Vorrei avere una soluzione, ma non so
che fare...”
“Andiamo,
su! Il concerto è tra meno di 10
minuti!”
James arrivò trafelato e,
dopo averli afferrati per i polsi, si smaterializzò,
preceduto dai 4 ragazzi, sul luogo del concerto.
Keira camminava su e giù,
nervosamente, tormentandosi il vestito argentato.
“Waiting
for tonight, Is it you, Complicated…”
I testi e le parole le vorticavano
nella testa e fu costretta a sedersi.
John, il suo manager, le
s’avvicinò.
Alto, paffuto, vestito di scuro,
aveva una pelata luccicante e le sorrideva.
“Crystal.
Andrai una meraviglia. Come sempre. Sei una meraviglia.
Calmati.”
Keira annuì.
Era una meraviglia. Glielo dicevano
tutti, ma lei si sentiva molto lontano da esserlo sul serio…
“1 minuto.”le
disse John.
Keira chiuse gli occhi per un attimo.
Poi li riaprì trovandosi
il volto di John dinanzi.
“Sono pronta.”
“Brava, la mia piccola
stella. Ed ora vai
tranquilla.”
“10
secondi! 9, 8, 7…”urlò
qualcuno da qualche parte.
Keira si posizionò
velocemente dinanzi al drappo che la nascondeva dal palcoscenico.
2, 1…
Uscì sul palcoscenico
dell’enorme teatro ed una folla l’accolse, urlando.
Tremava, come sempre, in preda
all’ansia.
Poi la musica iniziò.
Sentì le prime note di
“Complicated” e l’ansia sparì.
“E’ come cantare
nello studio di registrazione. Basta solo fingere che davanti a te non
ci siano migliaia di persone…tutto qui.”si disse.
“Niente di più
facile.”
Sentì la musica scorrerle
nel sangue ed iniziò a cantare.
E l’ansia e la paura
sparirono.
Era da sola e la sua musica, i suoi
testi e tutta la magia che ne derivava…
Harry e Ron furono trascinati dalle
due ragazze dinanzi, lasciando indietro Lily, James e Sirius.
Circondati dalla folla urlante Sirius
si fece coraggio ed afferrati gli amici andò davanti.
Voleva sapere. Aveva bisogno di
sapere. Doveva sapere.
Sentiva la folla urlare, ma
l’ignorò.
Vide le urla intensificarsi, quando
Crystal Flower uscì.
Se avesse potuto si sarebbe
smaterializzato sul palco per vederla meglio, ma preferiva non rivelare
a migliaia di babbani riuniti l’esistenza dei
maghi…
Ma anche da lontano riuscì
a vederla bene.
Capelli biondi le attorniavano il
viso pallido, il vestito argentato luccicava ed i suoi
occhi…azzurro cupo, quasi blu…
Avrebbe riconosciuto i suoi occhi tra
miliardi.
Iniziò la musica e Keira
Sanderson iniziò a cantare…
Scusatemi per il
ritardo e per il capitolo corto!!!
Ringrazio tutti coloro che
hanno commentato lo scorso capitolo e scusatemi se non lo faccio uno ad
uno...ma sono di fretta!
Ciaooooooooo
P.S. Anche se con un
pò di ritardo vi auguro un bellissimo 2009!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Rapimenti e Spiegazioni ***
Tumulto, urla, caos.
Keira riusciva a percepire
l’energia attorno a sé, prima,
durante e dopo il concerto.
Intorno a lei solo brusio, ma nella
sua mente c’era posto
solo per la sua musica, le sue parole, le sue
canzoni…
Lily guardò Crystal sul
palco e riconobbe in quella cantante
la sua amica.
In un attimo fu travolta da mille
emozioni e ricordi.
Chiuse gli occhi e
s’appoggiò al marito.
“J-james…James,
è lei.”
“Lo so. L’ho
vista.”le sussurrò piano all’orecchio.
James strinse a sé Lily e
posò lo sguardo sul migliore
amico, che era immobile, lo sguardo fisso sulla donna.
“Sirius…”disse
ad alta voce, ma l’amico non l’udì o lo
ignorò.
Aveva lo sguardo fisso sulla donna.
Keira…la sua
Keira…
Un’ondata
d’emozione l’investì e fu scosso da
brividi che
con il freddo, ad agosto inoltrato, non c’entravano un bel
niente.
Era lei. Era lei. Era lei. Era la sua
vicinanza a fargli
sentire tutto questo.
Pensò al tempo trascorso
insieme, come aveva fatto in quei
giorni, sospettando che fosse lei la cantante.
Era cambiata, certo, era cresciuta,
aveva sofferto, ma era
lei…ed era vicinissima a lui…
Ai piedi del palco la
guardava…erano vicinissimi, più di
quello che erano stati in 18 lunghissimi anni di separazione…
Solo il palco li divideva, e la folla
urlante…solo
quelli…una distanza colmabile, colmabilissima, certo, ma a
Sirius sembrava
insormontabile.
Era
lei…
“E’
lei.”
Era questa la frase che gli
rimbombava nelle orecchie.
Sentiva la sua voce, la sua musica,
riconosceva il suo
stile, la sua gioia nel cantare, le sue paure e le sue
speranze…
Aveva sempre desiderato diventare una
cantante…
Crystal Flower
“Sei il mio fiore di
cristallo.”
Era
stato lui a chiamarla così per
la prima volta.
Lei
che era sempre stata così
forte all’apparenza, così bella, spiritosa, sicura
di sé, ma che gli aveva
rivelato il suo lato più fragile, le sue paure, le sue
emozioni…
“Sei il mio fiore di
cristallo.”
E
quante volte in quegli anni
trascorsi insieme l’aveva chiamata così, quante
volte l’aveva stretta a sé e
gliel’aveva sussurrato all’orecchio…
Ed
ora aveva usato quel nome per
la sua carriera di cantante.
Rappresentava
un legame con il
passato, un passato che non riusciva a dimenticare.
Sirius
alzò lo sguardo su di lei.
La sentì cantare, la vide vicinissima a lui e
sentì una voglia irrefrenabile di
salire sul palco e dirle ogni cosa, farsi vedere…
Come
avrebbero fatto? Come avrebbe
reagito Keira, nel rivederli?
Nel
sapere che Lily e James erano
tornati in vita? Nel vedere lui?
Forse
lo credeva un assassino,
probabilmente non sapeva la verità…
Ovvio
che non la sapesse! Come
avrebbe potuto?
Si
sentì male nel pensarci…Forse
non si sarebbe fidata di lui, forse avrebbe fatto come aveva fatto
Remus anni
prima…forse non gli avrebbe creduto…ma
c’erano Lily e James…l’avrebbero
aiutato…
Aveva
bisogno di un aiuto, di
qualcuno che le parlasse, che la preparasse…
Ma
dov’era Remus quando aveva
bisogno di lui?
Keira,
sicuramente, non sapeva
della sua morte, se non leggeva i giornali dei maghi.
Aveva
bisogno di un aiuto. Dove
trovare qualcuno che…
Harry!
Il
pensiero lo colpì come un
bolide alla testa.
Poteva
chiedere aiuto ad Harry.
Keira non lo conosceva, non lo vedeva da anni ed anni…
Sparì
tra la folla, lasciandosi
dietro Lily e James che lo guardavano allibiti.
Vide
di sfuggita il suo
figlioccio, subito inghiottito dalla folla.
Corse
in avanti e raggiunse Harry
che ballava con Ginny.
Harry
si voltò verso il padrino,
che era trafelato.
“Sirius!
Stai bene?”
Harry
lo guardò, preoccupato.
Sirius
era piuttosto agitato.
“Ginny, posso prendere in
prestito il tuo ragazzo?”chiese.
Ginny
annuì.
“Certo.
Ma
stai bene?”
“S-sì.
Gli
devo chiedere solo un favore.”
Harry seguì Sirius
all’aperto, sul retro, lontano dalla
folla e dal caos.
Lì la musica e le urla
arrivavano solo attenuate.
“Sirius!”
Harry lo afferrò per un
braccio e lo costrinse a voltarsi.
“Stai
bene?
Cos’è
successo? Hai una faccia? Dove
sono mamma e papa?”
“Tranquillo.
Sto bene. Stanno tutti bene. Ho solo un favore da
chiederti.”
Sirius si sedette su una cassa di
legno sul retro.
“Crystal
Flower…lei…la conoscevo. E bene anche. Anzi, benissimo. Ed
anche
Lily e James.”
“Davvero?
Chi è?”
“Keira
Sanderson. Era la migliore amica di Lily ed amica di
James. E la mia
fidanzata.”
Harry lo guardò basito.
Crystal Flower era stata la fidanzata
di Sirius?
Guardò il padrino, lo vide
sorridere piano, agitato.
Aveva uno sguardo perso nei ricordi.
Sirius era stato innamorato ed anche
molto a giudicare dal
suo sguardo.
E lo era ancora, sempre dal suo
sguardo.
“Non
sa di
voi? Che siete ritornati in vita?”
“Credo mi credi ancora un
assassino, come credeva anche
Remus.”
“Non sa nulla? Del
cambiamento che hai fatto all’ultimo
momento con…Minus…e…”
“Nulla,
Harry. Assolutamente nulla. Era via quando i tuoi sono
morti, quand’è
successo tutto.
E non sa nulla del dopo. Nulla. E non
posso incontrarla e
farle rivedere Lily e James.
Le verrebbe un colpo.”
Harry chiuse gli occhi.
“Mi serve il tuo genio
giovanile. O James le farà venire un
infarto, smaterializzandosi nella sua camera
d’albergo.”
Harry
rise.
“Ok. Vuoi che le parli io?
Non mi conosce, potrei spiegarle
tutto…e sperare che mi creda.
Di solito le persone non ritornano in
vita dopo la morte.”
“Ed il fatto che abbia
escluso la magia dalla sua vita
non….”
La porta si aprì ed
uscirono Lily e James.
“Ho chiamato in aiuto
vostro figlio.”spiegò Sirius ai loro
sguardi interrogativi.
“E non potevi dircelo prima
di sparire tra la folla?”
James si sedette accanto a lui sulla
cassa.
“E…”
“Potrei parlarle io. Non mi
conosce e potrei spiegarle
tutto.”disse Harry.
“Scusami, se ti ho portato
via da Ginny, ma ero…”iniziò
Sirius, ma Harry lo interruppe con un sorriso.
“Disperato?”
“Si
vede
così tanto?”
Si udì un coro di
“Nooo!”sarcastico e Sirius rise.
“E poi non importa,
tranquillo. Potrebbe funzionare?”
Harry si rivolse ai genitori.
“Sì. Ma dovresti
eludere la sorveglianza. Dopotutto ora è
una celebrità. Avvicinarla non sarà
semplice.”rifletté Lily.
“Tra quanto finisce il
concerto?”domandò James.
“Tra mezz’ora, mi
ha detto Hermione.”rispose Harry.
James s’illuminò
in viso.
“Io ho un’idea.
Quando oggi Hermione è venuta a casa,
l’hanno accompagnata a casa i suoi genitori che sono rimasti
un po’ a parlare
con noi e con i Weasley. Hanno
l’auto?”
“Sì, ma
cosa…cosa c’entra?”
“Ce la potrebbero
prestare?”
“E’ una follia!
Keira avrà qualcuno che l’accompagna
all’albergo. Non è possibile rapire qualcuno.
E non puoi convincere Harry a farlo!
Te lo proibisco!
Finiremo nei guai!”
“Lily, amore, calmati!
Possiamo sempre usare un incantesimo
di memoria sui babbani suoi amici e mettere tutto a posto. Hermione ha
detto
che potevamo prendere in prestito l’auto dei suoi,
gliel’ha chiesto, anche se
era un po’ sospettosa.”
“Chi di noi sa
guidare?”
“Non sarà tanto
difficile, no?”
James scrollò le spalle.
“E come avresti intenzione
di rapirla?”
“Uscirà dal
retro, no? Non credo dalla porta principale. Lì
ci sono un mucchio di persone.”
“E tu arriverai e la
rapirai caricandola sulla macchina?
Magari con un passamontagna sul viso così non ti
riconosce?”
“Metterò
un
basco. Non mi vedrà in viso. La porteremo a
casa e durante il tragitto
Harry le spiegherà la situazione.”
“Papà, sei
pazzo.”intervenne Harry.
“Lo so.”
“E se non fosse sola, cosa
certissima, come faremo?”
“Farai un incantesimo di
memoria su chi è con lei e poi la
convinceremo a chiamare i suoi aiutanti o chi è con lei,
amici etc ed inventare
una scusa.”
“Ok. Riassumo il tuo folle
piano malefico: tu vorresti
rapire la mia migliore amica, tenderle un agguato appena esce sul
retro,
caricarla in macchina, spiegarle tutto attraverso Harry e fare un
incantesimo
di memoria ai suoi amici o aiutanti?”
“Sì.”
“E se funzionasse, saresti
un genio. Altrimenti, me la
pagheresti.”sentenziò Sirius.
“E’ una
follia.”
Lily guardò il marito,
scettica, le mani sui fianchi.
“Andrà bene.
Fidati di me.”
“Sai che mi fido,
ma...”
“Ed
allora
rilassati. Tu, Harry, sei convinto?”
“In un certo
senso...”
Harry scrollò le spalle.
James estrasse la bacchetta dalla
tasca, controllò che non
ci fosse nessuno e fece apparire dal nulla un basco che
indossò.
“Almeno mi copre un
po’ il volto. Ed ora vado a prendere
l’auto e ci smaterializziamo qui.”
“Ti smaterializzi con
l’auto qui?”
Lily
era allibita.
“Sì.
Starò attento a non rompere nulla.”promise James
prima
di fare una piroetta su se stesso e sparire.
“E’ un
folle.”sentenziò Harry.
“E lo fa per
me.”ammise Sirius.
Harry
gli
s’avvicinò.
“Andrà
tutto bene. Parlerò io con Keira. Le
spiegherò tutto.”
Gli sorrise.
Sirius gli appariva così
vulnerabile…
Dov’era il suo padrino
sicuro di sé, spiritoso e sagace?
L’abbracciò
forte.
“Andrà
bene.”
Stupito da quell’abbraccio
Sirius rimase immobile per un
attimo prima di ricambiare.
“E’ tutto
ok.”ripeté Harry.
Sentirono gli applausi e le urla
intensificarsi.
Qualcuno aprì la porta e
Keira uscì ridendo, ancora in abito
di scena, seguita da due guardie ed un uomo pelato.
Ed in quel momento James si
smaterializzò davanti a loro con
l’auto dei Granger.
“No!
Mettimi giù! No! Chi diavolo sei?”
James aveva afferrato Keira per la
vita e stava cercando di
infilarla in macchina sul sedile posteriore.
Ma la ragazza si divincolava ed
urlava.
“Ti sarà
spiegato tutto dopo.”disse James, rendendo la voce
più roca, tentando di camuffarla.
“NO!”
Harry corse incontro a loro, mentre
Lily faceva rapidamente
un incantesimo di memoria e stordiva coloro che avevano accompagnato
Keira.
Poi afferrò Sirius, che
guardava la scena pietrificato, e si
smaterializzarono a casa.
Keira non li aveva proprio visti,
impegnata a divincolarsi
ed ad urlare, stretta tra le braccia di James.
“Crystal! Keira! Keira
Sanderson, giusto? Si calmi! Le devo
parlare!”esclamò Harry.
Keira era basita. Aveva visto quel
ragazzo avvicinarsi a
loro.
Come faceva quel ragazzo a sapere il
suo vero nome? Poche
persone lo conoscevano.
Era sempre stata nota con il nome di
Crystal Flower per chi
non la conosceva bene.
Harry le toccò una spalla,
tentando di calmarla.
James la teneva in braccio e tentava
di infilarla nell’auto,
attento a non farsi vedere in volto.
Anche se erano passati 18 anni, era
ancora riconoscibile.
Keira smise di divincolarsi e
guardò il ragazzo che aveva di
fronte con la seria intenzione di mandarlo al diavolo.
Poi si pietrificò.
“James!”
James, che la teneva in braccio,
sobbalzò, ma Keira non
guardava lui.
Aveva lo sguardo fisso su Harry.
Il ragazzo che le era di fronte era
alto, magro ed aveva i
capelli corvini arruffati.
Ed era identico a James…a
James Potter…quel James Potter…il
suo amico, uno dei suoi grandi migliori amici…il marito di
Lily ed il migliore
amico di Sirius, Remus e Peter…
Ma il ragazzo non aveva gli occhi
color nocciola di James…
I suoi occhi erano verde smeraldo,
brillanti dietro le lenti
degli occhiali e sulla fronte aveva una sottile cicatrice a forma di
saetta.
Non era James…era suo
figlio…
Harry Potter…
Sentì il corpo cedere e
cadde in ginocchio a terra,
tremante, lasciata andare da James.
18 anni.
18 anni che non lo vedeva, che non lo
stringeva a sé…
L’ultima volta che
l’aveva visto era…era al funerale…ed
era
così piccolo…
James ed Harry si scambiarono un
rapido sguardo, poi James
salì sulla macchina e fece al figlio il segno
“Parlale”.
Harry
s’inginocchiò a terra e fu quasi alla sua altezza.
La donna a terra teneva gli occhi
fissi sull’asfalto e si
stringeva le braccia attorno al corpo, abbracciandosi.
I capelli biondi le andavano sul
viso, coprendole gli occhi
blu.
“Keira…mi
ascolti…mi dispiace…per tutto. Non avremmo dovuto
avvicinarla così, ma non vedevo altro modo. Le devo parlare.”
“S-sei
tu? Sei
Harry? Il figlio di Lily e James?”
Alzò lo sguardo su di lui
ed Harry s’accorse con orrore che
stava piangendo.
“Sì. So che era
amica dei miei genitori. E le devo parlare.
La prego, salga in macchina.”
Keira s’alzò
lentamente.
Guardò James al posto di
guida.
“Chi
è?”
Non
l’aveva
riconosciuto. Harry tirò un sospiro di
sollievo.
Di solito rivedere una persona cara
creduta morta provocava
un po’ di shock nelle persone…
“E’ un
mio…amico…ci accompagnerà a casa. La
prego.”
Keira annuì ed
entrò nella macchina, un po’ titubante,
seguita da Harry.
“Le chiedo scusa per
l’approccio di prima. Ma non avevo
trovato altro modo. È difficile avvicinarla.”
Keira guardò fuori e vide
le due guardie ed il suo manager a
terra.
Nella confusione Harry li doveva aver
schiantati.
Non immaginava fosse stata Lily,
perché non aveva visto né
lei, né Sirius.
Era accaduto tutto troppo velocemente.
“Staranno
bene.”la rassicurò Harry, accortosi del suo
sguardo.
Lei
annuì.
“Sì,
lo so.
È solo che non mi piace molto la
magia.”
Allo sguardo interrogativo di Harry,
spiegò:
“Non ne faccio uso da anni. E’ che è
stata lei a…”
S’interruppe.
Non poteva parlare della morte di
Lily e James al loro
figlio.
Non ci riusciva.
Era solo un ragazzo. Era maggiorenne,
certo, adulto. Ma
aveva solo 18 anni…
Se soffriva lei, figurarsi lui.
Sorrise,
piano.
“Nulla.
Non
preoccuparti. Cosa volevi dirmi?”
In quel momento James mise in moto e
la macchina balzò in
avanti.
Dato che suo padre non era in grado
di guidare, Harry incrociò
le dita di nascosto, sperando di evitare un incidente.
Era sempre più convinto
della follia di questo piano.
Ma ora non poteva fare altro che
attenersi ad esso.
Si voltò verso Keira.
“Si tratta dei miei
genitori.”
“Dimmi tutto.”
“E’ successa una
cosa…”
“Cosa?”
“Loro…loro
stanno…”
Com’era difficile spiegarle
tutto!
Lanciò uno sguardo avanti
ed incrociò lo sguardo del padre
nello specchietto.
Gli fece segno con la testa di
continuare, sorridendogli,
rassicurante.
La macchina scartò
bruscamente, superandone un’altra.
Harry si passò una mano
tra i capelli neri.
“…Bene.”
Come facevano a stare bene se erano
morti?
Intendeva metaforicamente
o…cosa?
Keira era confusa.
In quel momento le squillò
il cellulare.
“Pronto? Sì, no.
Sono con un amico. È tutto ok. Torno…quando
mi vedi. Sì. Ciao.”
Chiuse la conversazione.
“Era il mio manager. Non so
come spiegargli perché era per
terra sul retro con le guardie. E come mai sto da un amico quando lui
non
sapeva nulla. Ma ci penserò io. Tranquillo.”
Harry aveva detto che Lily e James
stavano bene…
Cosa?
“Harry,
sono…”
“Morti. Lo so.
Sono…anzi, lo erano…”
Keira era sempre più
confusa.
“E’
l’ultima volta che mi lascio coinvolgere!”
Harry appoggiò il mento al
sedile del padre, che tentava di
guidare dritto.
“Diglielo e
basta.”disse James, senza preoccuparsi di
nascondere la voce.
Era tutto molto complicato.
Era in gioco un infarto di
Keira…
Keira sobbalzò nel sentire
la voce del guidatore, più che
per la sua guida.
Era una voce familiare, la conosceva
bene.
Era…
Si sporse in avanti, ma una frenata
sbattè sia lei che Harry
all’indietro.
Poi James schivò una
macchina ed accelerò.
“Piano! Così
finiremo per fare un incidente!”esclamò Harry.
“Spiegaglielo.”insistè
James.
“Cosa difficile se
morirò. Quindi, guida piano.”
“Ho pensato alla macchina
solo perché dovevi parlarle.”
“Non
ci
riesco! È complicato! E poi tu non sai guidare. È
difficile pensare sia
a te che a lei.”
“Pensa
a
lei.”
“James…Posso
guidare io?”
Era la voce di Keira.
La donna aveva sentito quella voce e
l’aveva collegata all’uomo.
Era di James. Era sua, sicuramente.
Come facesse il suo amico, uno dei
suoi migliori amici, ad
essere vivo, non lo sapeva.
Ma avrebbe riconosciuto quella voce
tra mille.
Lo guardava e tentava di capire se
fosse realmente lui.
Non riusciva a vederlo in viso, era
un uomo alto, magro e
ben fatto che guidava.
Ed
anche
male…
“Fermati.
E
facciamo cambio. E qualcuno mi vuole dire cortesemente
cosa sta succedendo?”
James sospirò ed
accostò, facendo cambio di posto con Keira.
Lei lo fermò, afferrandolo
per un braccio, voltandolo verso
di sé e lo guardò in viso.
Sobbalzò, stupita.
Le gambe stavano per cederle di nuovo.
Di fronte a lei c’era James
Potter. Cresciuto, sì, ma era
lui.
Il suo sguardo, il suo viso, i suoi
occhi color nocciola
vispi e luminosi…era lui.
“Come…cosa…”
“Sali in macchina e vai a
Godric’s Hollow.”disse lui, piano.
Keira tremava leggermente.
Cosa stava succedendo?
Come faceva James ad essere vivo?
Perché era vivo.
L’aveva fermato, toccato…era lui.
O quello era un sogno. Che lei non
aveva intenzione di
fermare.
Voleva ingannarsi ancora un
po’, anche se sapeva benissimo
che alla fine avrebbe sofferto ancora di più.
Ma il suo animo le diceva di
continuare, di fidarsi.
E c’era Harry. Voleva
parlarle. Non poteva andarsene.
Salì sulla macchina e
prese posto al volante.
“Allora. Cosa ci fai
qui?”chiese rivolgendosi a James.
“Sono tornato in
vita.”
“Ah, bene.”
Tacquero.
“So che è
strano. Difficile da credere, ma…Kei…è
la verità!”
“Ok.”
Keira continuò a guidare.
James si scambiò un breve
sguardo con Harry.
Il ragazzo non sapeva che dire.
Keira era strana…la stava
prendendo…bene?
Si aspettavano uno sguardo sorpreso,
addirittura un infarto.
Ma
era…immobile…impassibile.
James le pizzicò il
braccio forte e Keira urlò, sorpresa.
Stupita mollò un attimo il
volante e per poco non andò a
sbattere contro un auto di fronte.
Afferrò il volante, di
nuovo e raddrizzò l’auto che aveva
sbandato.
“Ahia!
Ma
sei impazzito?”
“E’
la
verità. Ti ho fatto male, vedi?”
L’inconfutabile prova del
pizzicotto…
“Può essere un
sogno molto molto realistico!”
James sbuffò e Harry si
batté un mano sul viso.
“Keira è la
verità. Vuoi che t’infilzi con un ago per
convincerti?”
“No!”
“Lily ed io siamo ritornati
in vita, come alcune persone che
erano morte uccise da Voldemort.
Come Albus, Remus, Dora, la figlia di
Andromeda…Sirius…”
Nel sentire il nome del suo ragazzo,
Keira premette forte
sull’acceleratore.
James venne sbalzato
all’indietro.
Afferrò Harry e lo strinse
a sé, per proteggerlo dalla pazza
al volante.
Tra Keira e lui non avrebbe saputo
dire chi era più folle…
“Rallenta!”
“Erano
morti?”chiese lei.
Aveva la voce rotta dal pianto.
“Non
lo
sapevi? Già come potevi…hai
rinunciato alla magia!”
“Chiudi il becco! Non sai
nulla!”
“Lo so. Ti conosco, Keira,
maledizione!”
“No!”
“Sì. Credevi che
la colpa fosse della magia in generale? La
colpa della morte di Lily e mia?”
Keira
accelerò ancora.
“Keira!
D’accordo,
ci ha ucciso un mago. Ma è stata la magia a riportarci di
nuovo qui, in vita!”
“Keira, mi ascolti. So che
è stata dura per lei. Lo
so, la capisco. Ma deve crederci.
È la verità.
Loro
sono
qui. Stanno bene. E la magia ci…li ha
aiutati.”intervenne Harry.
“Il punto non è
farla riappacificare con la magia! È
convincerla che è la verità e non solo un sogno.
Il livido sul braccio non vale come
prova, a quanto pare.”
Infatti sul braccio di Keira si stava
formando un livido
bluastro.
Keira sentiva le lacrime farsi avanti.
Era la verità?
Lily e James erano davvero tornati in
vita? Sirius, Remus e
Dora erano davvero morti e poi tornati in vita?
Dora. Ricordava la bambina, la figlia
di Ted ed Andromeda,
la cugina di Sirius…cos’era successo?
Cos’aveva perso oltre a
loro?
Quanto tempo?
Sirius…era morto?
Cosa…?
“Sirius…è
tutta colpa sua.”
Si riferiva alla loro morte.
Ne era convinta. Era stata costretta
a crederci…
Ed anche Remus ne era
convinto…prima, ma ora?
Cos’era
successo?
“No.
Affatto. Sirius è come un fratello per me.
Secondo te, sarebbe mai stato
in grado di farmi del male? Di
farci del
male? No. Sirius ci ha convinti a scegliere Peter come
Custode Segreto.
Voleva che Voldemort seguisse lui,
pensando che fosse lui il
nostro Custode, come aveva prima deciso.
Ma era…era Peter la spia. È stato lui, Keira. Sirius
non c’entrava nulla. Non avrebbe mai
fatto una cosa del genere. Mai.”
Keira tremava e stava piangendo.
Era come se qualcuno avesse aperto il
rubinetto ed ora le
lacrime sgorgavano senza sosta.
Harry
la
vide piangere e sentì una stretta al cuore.
Anche
lui
sentiva un dolore al petto.
Non voleva ricordare il tradimento di
Minus, la morte dei
suoi…l’arresto di Sirius…
“Ha tentato di vendicarsi,
ma Minus…”
James
le
raccontò tutto. Dell’inganno di
Minus, dell’arresto, della sua prigionia
e della sua fuga da Azkaban, della sua morte…
“E’ morto per
proteggere Harry. Come avrebbe mai osato far
uccidere Lily e me?”
Erano arrivati.
Keira parcheggiò dinanzi
la villetta.
Le finestre del salotto erano accese.
Keira s’appoggiò
all’indietro sul sedile e scoppiò in
lacrime, ancora.
“Keira…so che
è difficile, ok? E’ stato tutto troppo
brusco…lo so…
Ma
è la
verità. Devi credermi. Non è un
sogno molto verosimile.
È la verità.
Entriamo in casa.”
James e Harry uscirono e James
aprì la portiera dalla parte
di Keira.
La donna lo guardò, gli
occhi blu umidi.
“D-d’accordo…”
Keira uscì dalla macchina
e s’appoggiò a James, chiudendo
gli occhi.
Stupito, James la strinse a
sé, baciandola tra i capelli.
“Mi sei mancata, sai? Sei
mancata a tutti.”
Keira taceva, mentre camminavano
verso la casa.
La porta s’aprì
prima che potessero avvicinarsi del tutto ed
una chioma rosso fuoco corse loro incontro, afferrando Keira e
stringendola
fortissimo a sé…
Ciao a tutti!!!!
Ecco a voi un altro mio
chappy!
Per l’incontro
tra Keira e Sirius dovrete aspettare il
prossimo, mi spiace.
Ho pensato e ripensato al
loro incontro, provato a
scrivere mille cose, ma cambio sempre idea…
Ma vi prometto che loro
due s’incontreranno nel prossimo
chappy!!!
Grazie a tutti voi per i
commenti.
A:
PrincessMarauders: spero che ti piaccia questo chappy!!! Grazie del commento! Keira
sta bene…nessun attacco di
cuore! Continua a seguirmi ed a dirmi che ne pensi!
Finleyna 4 Ever:
ecco a te il chappy! Dimmi che
ne pensi!!!
Bebbe5:
grazie mille! Ecco a te il chappy! Spero
ti piaccia, fammi sapere!
SakiJune:
grazie, tesò!!! Sono contenta che ti
piaccia! Dimmi che ne pensi di questo!
Streghetta86:
grazie della
recensione! Fammi sapere!
WingsHP:
per Sirius dovrai aspettare mi sa,
scusami! Fammi sapere che ne pensi del chappy!
Cherie lily:
stupenda la tua recensione,
grazie mille tesoro!!! Ti voglio un mondo di bene! Dimmi che ne pensi
del
chappy!
bellezza88:
ecco a te. Ma Sirius incontrerà
Keira solo nel prossimo chappy, mi dispiace. Dimmi che ne pensi!
myla_chan: grazie mille. Sono felicissima che ti
piacciano,
grazie! Per la fine di questa…mah! Non ci ho
ancora pensato! Dimmi che ne pensi!!!
lyrapotter:
mi dispiace, tesò, ma Sirius e Keira
s’incontreranno
solo nel prossimo chappy! Perdonami!!! E continua a seguirmi ed a dirmi
come la
pensi!!!!
Vi voglio bene,
Lily Black 90
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Ricordi e certezze ***
La sala
d’attesa
dell’aeroporto era affollatissima: chi partiva, chi tornava,
chi fuggiva, chi
diceva addio…
Keira
sbuffò in fila
al check in, i documenti alla mano, lo sguardo fisso sul suo misero
bagaglio.
Era
così piccolo da
poter essere a mano. Inutile metterlo tra gli altri.
Si
registrò
velocemente e poi sfuggì alla folla, cercando un
viso…il suo viso…
Lo vide poco
lontano
dal check in, alle prese con una macchinetta delle merendine.
Le sue
labbra si
stirarono in un sorriso.
Non era mai
stato in
bravo con gli aggeggi babbani…chiedergli di mettere una
monetina e premere un
numero…apriti cielo!
Meglio dire
“Accio
merendina al cioccolato!”
Gli
s’avvicinò.
Sirius la
vide
arrivare e la sentì accanto a sé, ma non ebbe il
coraggio di girarsi.
Keira non lo
guardò.
Infilò
una monetina,
premette un tasto e gli porse il suo dolce preferito babbano: il Mars.
“Grazie.
Sai che
sono…”
“Una
frana con il
mondo babbano? Sì, lo so. Ti conosco.”
Tacquero.
Sirius la
guardò
sottecchi, rigirandosi tra le mani la merendina.
La vide
bellissima
nella tenue luce al neon, i capelli lunghi e castani sciolti sulle
spalle, una
frangetta ribelle sugli occhi blu.
Era
bellissima, era
perfetta, era sua.
Perché
doveva
separarsene?
Perché
doveva
lasciarla andare?
“E’
la soluzione
migliore.”disse, ancora.
Tentava di
auto-convincersi, più che convincere lei.
Keira
annuì, senza
guardarlo.
Sapeva che
se l’avesse
fatto non avrebbe più trovato il coraggio per salutarlo.
“Potrei
rimanere
qui…”esitò, tentò ancora.
Forse per la
milionesima volta in due settimane.
“No.
Non voglio che…”
“Si
tratta anche della
mia famiglia!”
Ora lei lo
guardò, fulminandolo
con lo sguardo.
Gli occhi
erano lucidi
di lacrime che lottavano per farsi avanti.
“Lo
so, Keira! Ma se
ti dovesse accadere qualcosa? No, io non lo permetterò!
Starai dai
tuoi
parenti in Svizzera.”
“Tu non lo permetti?
Tu? È la mia vita,
maledizione! So badare a me stessa. E quel
“qualcosa” potrebbe accadere anche a
te? Credi forse che sei intoccabile perché uomo?”
Sirius
sbuffò.
“Non
è una questione
di sessi e lo sai benissimo! Voglio solo proteggerti!”
Sirius le si
avvicinò
e le posò le mani sulle spalle, guardandola negli occhi.
Era
più alto di lei di
quasi tutta la testa.
La strinse
piano a sé,
con dolcezza.
“Ti amo. Ti
amo. Ti amo. E voglio
tenerti con me per sempre. E l’unico modo che vedo
è quello di allontanarti.
Verrò,
ok? Ti verrò a
prendere.
Ma dobbiamo
avere
pazienza. Devo proteggere Lily, James ed il piccolo. Non posso
permettere che…”
S’interruppe.
Keira,
avvolta nelle
sue braccia, ebbe un piccolo singhiozzo.
Lily…James…Harry…se
fosse successo loro qualcosa…
Se Voldemort…
“E’…è…solo
un bambino!
Come si può pensare di fargli del male?"
Quella
maledetta
profezia!
Si strinse a
Sirius.
“Sirius,
non mi
lasciare. Ti prego. Non…”
“Devo.
E lo faccio
perché ti amo.”
“Ti
lascio perché ti
amo troppo?”rise lei, allontanandosi da lui, in modo da
incrociare i suoi occhi
grigio ghiaccio.
“Non
è un addio. Solo
un arrivederci. Non ti sto lasciando, né lo farei
mai.”
“Aereo
per Ginevra in
arrivo. I passeggeri sono pregati di avvicinarsi
all’imbarco”disse una voce
metallica all’altoparlante.
No!
Keira ebbe
un sussulto
e si gettò tra le braccia di Sirius.
Lei
così coraggiosa,
così Grifondoro, impulsiva, ardimentosa,
spigliata…ora aveva paura…
Paura di
perdere le
persone che amava.
Perché
in quel periodo
di terrore ed incertezze, aveva solo pochi punti di
riferimento…i suoi amici ed
il suo Sirius…
Ed ora lui
l’aveva
convinta a partire ed a rifugiarsi in Svizzera.
Sarebbe
stata al
sicuro, tra i babbani…lontano dal centro di
tutto…o almeno così sperava.
Era stata di
Sirius
questa folle idea.
E ci erano
volute due
settimane a convincerla che forse era la cosa migliore.
Ma cocciuto
com’era,
in ogni caso Sirius avrebbe trovato il modo di allontanarla.
In un modo o
nell’altro.
Ricordava le
litigate,
le sue folli idee, la minaccia di farle un incantesimo e costringerla a
partire
ed a stare lì…
E lei aveva
ceduto.
Era stata
costretta.
Anche se allontanarsi dalle persone che amava, per un tempo indefinito,
le
metteva addosso una forte ansia.
Un forte
terrore,
anzi.
Il
tempo…per quanto?
Per quanto tempo avrebbe dovuto stare lontana?
Giorni…settimane…mesi…
A quel
pensiero si
sentiva male e voleva fare marcia indietro.
Ma ormai
anche Lily,
James e Remus appoggiavano quell’idea.
E Lizzie era
stata
d’accordo.
Anche se un
po’ a
malincuore.
L’aveva
vista giusto
ieri.
E le mancava
un po’ la
storia che la sua amica aveva con Remus…
Ma era tutto
così
complicato, così difficile, era dura…
E la scelta
di Remus
di lasciarla…no, non la condivideva…ma la capiva,
sotto certi aspetti.
Erano tempi
duri per
le relazioni.
E Remus,
come Sirius
in un certo senso, aveva deciso di mettere le distanze. Per il meglio,
per
proteggere loro ragazze.
Anche se
Sirius non l’
avrebbe mai lasciata. Mai.
“Mi
mancherai così
tanto, tesoro!”
Lily
l’aveva stretta
forte forte a sé, quella mattina.
Keira era
sul punto di
singhiozzare per la millesima volta solo in quella mattina, ma si
trattenne.
Ricambiò
l’abbraccio forte.
“Anche tu. Piccolo,
vieni dalla zia
Keira!”
Prese tra le
braccia
il piccolo Harry, cullandolo dolcemente.
Era
bellissimo, come i
suoi splendidi genitori.
Gli occhioni
verdi
smeraldo spalancati, rise e le afferrò i capelli, come
faceva sempre.
Era ormai
uno sport
per lui tirarglieli…forse contava quanti gliene riusciva a
strappare…
“Ahia…Harry,
amore…piano…piano…ahi! James mi devi
pagare il parrucchiere. Tuo figlio mi sta
tirando tutti…ahia!”
Keira
allontanò Harry
da sé, ridendo, prima di averlo coccolato e sbaciucchiato
per bene.
James
allargò le
braccia e le fece segno di venire ad abbracciarlo.
Lei obbedì.
“Vorrei
rimanere.”sussurrò.
“Anche
noi lo
vorremmo. Ma se quest’idea ti mette al sicuro…ok.
Manderei
anche Lily e
rimarrei io a proteggere Harry.”
“Mai!”esclamò
Lily,
stringendo a sé il figlio, scuotendo i capelli rosso fuoco.
“Io
rimarrò qui. E lo
proteggeremo insieme.”affermò.
James
annuì, piano.
Poi fu il
turno di
Remus.
Keira
strinse al cuore
l’altro suo migliore amico.
“Abbi
cura di te. Mi
raccomando.”disse.
Remus le
accarezzò i
capelli.
“Sì,
sta tranquilla.
Pensa a te.”
Keira si
staccò da lui
e lo guardò.
Aveva
pesanti occhiaie
e capelli castani molto in disordine.
Era un
periodaccio per
tutti.
“Mi
raccomando. Non
mandare nessuna lettera. Non vogliamo che qualche Mangiamorte si
ricordi del
tuo legame con noi. Sarebbe un casino. Sta attenta
e prenditi cura
di te stessa.”
James le sorrise.
“Keira,
amore…dobbiamo andare. O
perderai l’aereo.”
Sirius le
fece segno
di andare e Keira s’allontanò dai suoi amici, con
la morte nel cuore.
“Andiamo,
non fare
quella faccia!
Ci
rivedremo!”fece
Lily, fingendosi allegra.
Ma anche lei
non
voleva salutare l’amica, non voleva separarsene.
Ma dovevano,
loro
tutti.
Era
l’unica che aveva
l’opportunità di fuggire e mettersi al sicuro.
Sperando che
i pochi
Mangiamorte che la conoscevano non la ricollegassero a loro…
“Quando? Quando
ci rivedremo?”fece
Keira.
Voleva una
data, una
speranza.
Un
“ci rivedremo” era
troppo evasivo…
“Prima
di Natale.”
“Di
quale anno?”
Tutti risero.
“Non esagerare.
Questo. Promesso. Ora
vai, altrimenti perderai l’aereo.”
Ed ora era
lì, stretta
tra le braccia di Sirius.
L’altoparlante
continuava
a chiamare.
L’aereo
stava per
atterrare.
Sirius
rovistò nella
tasca della giacca, improvvisamente agitato.
“Che
fai?”
Keira si
allontanò un
po’.
Lo vide
estrarre
qualcosa dalla tasca della giacca.
Era una
piccola
scatoletta.
“Ti
lascio una
promessa. So che questo non è il luogo più
adatto, ma non ce la faccio a lasciarti andare senza prima aver
ricevuto una
risposta.”
Il cuore di
Keira
accelerò i battiti.
Era quello
che
pensava.
E nel bel
mezzo della
sala d’attesa, circondato da centinaia di persone, Sirius
Black s’inginocchiò
ed aprì la scatoletta.
Al suo
interno,
adagiato su un morbido velluto blu notte, c’era un sottile
anello..anzi
no…erano due anelli sottili intrecciati tra loro
d’oro bianco ed incastonato
sulla cima un piccolo diamante.
Keira
boccheggiava.
Questa non
se
l’aspettava.
Il suo cuore
pompava
troppo sangue…le batteva così forte che sembrava
volesse uscirle dal petto.
“Keira
Sanderson…so
che non è il luogo, né il momento
adatto…ma giro da tre settimane con questo
anello nella tasca ed o te lo davo ora o…non so…
Avevo
preparato un
discorso perfetto…ma…bah, al diavolo! Ti prego di
accettare comunque…”
Era agitato,
teneramente agitato…
Keira lo
guardò con
dolcezza. Sirius Black, il ragazzo testardo, allegro, sfacciato e
coraggioso…ora era agitato ed in
difficoltà…e stava per farle una proposta di
matrimonio.
Al diavolo
il
discorso! Al diavolo il luogo! Al diavolo le molte persone che li
stavano
fissando!
Keira non
aveva occhi
che per Sirius…
Lo fissava,
adorante.
“Keira…mi
vuoi
sposare?”chiese lui.
“Certo
che lo
voglio!”esclamò lei, gettandogli le braccia
attorno al collo.
E dato che
lui era
inginocchiato, caddero entrambi sul pavimento della sala
d’attesa.
Arrossirono.
Keira lo
baciò,
ridendo contro le sue labbra.
Poi il riso
lasciò
spazio alla passione e si baciarono con intensità.
“I
passeggeri
dell’aereo sulla linea 3 in
partenza per Ginevra sono pregati d’affrettarsi
all’imbarco. L’aereo decollerà
tra poco.”
Sirius la
prese tra le
braccia e la fece alzare.
Le
infilò l’anello al
dito, con le mani tremanti.
Tremavano entrambi.
“Ti amo. Alla
follia. Non so cosa avrò
fatto nella mia vita precedente per meritare un angelo come
te.”le disse Sirius
e Keira arrossì ancora di più.
“Ti
lascio con una
promessa. Ti verrò a prendere un giorno, ti
porterò qui, a casa nostra e ti
sposerò il giorno stesso. Perché voglio passare
il resto della mia vita con
te.”
Sirius la
strinse al
cuore, sussurrandole queste parole all’orecchio.
Keira
scoppiò a
singhiozzare, forte, per l’emozione, per il
dolore…per tutta una serie
d’emozioni che si erano combinate.
“Ultima
chiamata per i
passeggeri dell’aereo per Ginevra…”
Sirius
l’allontanò da
sé, baciandola un’ultima volta sulle labbra con
dolcezza ed intensità.
“Vai.
Mi occuperò io
di tutto. Li proteggerò. E tornerò da
te.”
“Per
Natale al
massimo. Voglio un matrimonio di 25 dicembre, eh?”rise lei,
tra le lacrime,
prendendo la sua piccola borsa ed avviandosi all’imbarco,
camminando
all’indietro ed urtando varie persone, per poter guardarlo
ancora.
Non avrebbe
mai voluto
allontanare il suo sguardo dal suo.
“Certo
che sì!
Salutami tua zia Rose e tua nonna Betty. Mi adorano.”
“Lo so. Sei
il mio migliore fidanzato.”
“E
futuro marito! E tu
sarai mia moglie!”
Marito e moglie!
Quelle
parole li
colpirono entrambi.
Chi mai
avrebbe immaginato
che Sirius, il playboy di Hogwarts, si sarebbe sposato? Avrebbe fatto
una
promessa?
Che James
l’avrebbe
fatto?
La vita era
imprevedibile. Li aveva cambiato.
“Ti
amo, Sirius. Ti
amerò per sempre.”
Gli
soffiò un bacio
con la mano e Sirius fece finta di catturarlo e di posarselo sulle
labbra.
“Vai! Ti amo. Ti
amerò per sempre.”
Keira lo
guardò
un’ultima volta, fissando in mente tutto di lui, anche il suo
giubbino di
pelle, la sua felpa azzurra, i jeans e le scarpe da
ginnastica…
I capelli
neri che gli
andavano sugli occhi grigio ghiaccio ed il suo
sguardo…insieme amorevole ed
adorante e triste e dolente…
Keira si
voltò e
s’imbarcò.
E quando
arrivò
dall’altro lato e si voltò per vederlo,
s’accorse che era stato inghiottito
dalla folla.
Avrebbe
conservato la
sua visione ed il suo sguardo pieno d’amore.
Sfiorò
l’anello di
fidanzamento e la tempesta d’emozioni che sentiva,
s’intensificò.
Lily, James
ed Harry
sarebbero stati al sicuro. Avrebbero sistemato tutto.
Sarebbe
venuto a
prenderla.
Era la
scelta migliore.
Forse.
Affondò il viso tra i
morbidi capelli della donna che la
stava stringendo a sé.
Riconosceva il suo odore, il suo
profumo al gelsomino, il
suo abbraccio…
Le vennero le lacrime agli occhi e
per un momento le mancò
la terra da sotto i piedi.
Chiuse gli occhi, inondata da una
marea di ricordi…
Quella casa, James dietro di
lei…e Lily che la stava
stringendo.
Perché era lei.
Doveva essere lei.
Doveva essere la sua migliore amica.
Con il cuore in gola, temendo che
fosse tutto frutto di
un’allucinazione, s’allontanò,
staccandosi dall’abbraccio ed incontrando due
meravigliosi occhi verde smeraldo in un viso sorridente tra le lacrime.
I capelli rosso fuoco le
incorniciavano il viso e Lily
Potter sorrideva, piangendo, le mani posate sulle sue braccia, come se
volesse
trattenerla, tranquillizzarla, farle capire che non era un sogno, per
quanto
quella realtà fosse assurda.
“Keira…”
La voce di Lily le arrivò
da lontano.
“Stai bene?”
Stava bene?
No, non stava bene.
La verità che credeva
di aver compreso ora le stava sfuggendo.
Non poteva essere vero e non poteva
essere falso.
Che diavolo stava succedendo?
Sentì qualcuno
trascinarla, tirarla dolcemente per una mano.
Lily la prese per mano, conducendola
alla porta della casa.
Vide la porta, che aveva attraversato
tante volte, la casa,
circondata dal bellissimo giardino, le luci accese…
Un fiotto di nostalgia
l’invase. Una nostalgia dei bei
tempi, una nostalgia dolorosa.
Nostalgia di quando erano tutti
insieme, al sicuro e
Voldemort era solo un incubo lontanissimo da loro.
Varcò la soglia, sempre
condotta da Lily.
Si muoveva come in uno stato di
trance, contro la sua
volontà.
Il suo intelletto si era fermato, la
sua razionalità
sconfitta.
I morti non tornavano in vita, non ti
pizzicavano e non
t’abbracciavano…
Cosa diavolo stava succedendo?
Lily la condusse nel salotto.
E lì vide la persona che
più s’aspettava di vedere, che più voleva e non
voleva vedere.
Sirius Black si voltò
verso la porta quando essa venne
aperta.
Il cuore batteva violentemente e dava
segno di voler uscire
dal suo petto, i pensieri confusi, lo sguardo fisso sulla donna di
fronte a
lui.
La donna che più avrebbe
voluto avere accanto in tutta la
sua vita, la donna che aveva amato e che, nonostante i 18 anni che li
avevano
separati, continuava ad amare.
Era stata sua. Poteva esserlo ancora?
Potevano chiarire,
risolvere tutto?
Incrociò i suoi occhi blu,
vide il suo viso invecchiato,
forse, ma sempre bellissimo, incorniciato da capelli biondi che non le
appartenevano…
Keira posò lo sguardo su
colui che era stato l’uomo della
sua vita.
Prostrato, invecchiato, tormentato,
ma sempre bellissimo,
sempre meraviglioso, sempre suo…
O almeno lo era stato.
Lo era ancora? Poteva ancora esserlo?
E quando incrociò i suoi
occhi grigio ghiaccio le sue
emozioni ebbero la meglio.
Sentì le voci gridare,
qualcuno prenderla per un braccio, ma
non capì nulla…
Tutto intorno a lei iniziò
a vorticare e di colpo perse
coscienza di tempo e luogo.
E s’accasciò sul
pavimento.
“Mi aspettavo una reazione
del genere.”mormorò James.
“Nessuna persona normale riuscirebbe ad accettare una notizia
del genere. Non
bastavano le lacrime.”
“Disse il grande esperto di
psicologia.”fece Lily.
“Dov’è
Harry?”chiese.
“E’ andato da
Ron, Hermione e Ginny. Probabilmente dirà loro
cos’è successo.”
“Ed avremo la casa invasa
da Hermione e Ginny, fan di
Crystal Flower.”
Sirius taceva di fronte a questa
conversazione coniugale.
Inizialmente molto pallida, ora
sembrava stare meglio ed
aveva recuperato un po’ del suo colorito naturale.
Era seduto sul bordo del divano sul
quale Keira era stata
adagiata.
Emozione, panico, paura, amore,
affetto, dolcezza, sensi di
colpa…tutti quei sentimenti lo tormentavano…
La guardava con dolcezza e
preoccupazione e sensi di colpa.
Vederlo era stato il colpo di grazia
e si era sentita male.
Ed ora giaceva accanto a lui,
così vicina da poterla
sfiorare, eppure nel contempo così lontana.
Aveva sofferto e parte di questa
sofferenza era stata
provocata da lui.
Le aveva promesso, giurato di venirla
a prendere, di
risolvere la situazione…
Era bastata una notte per mandare al
diavolo promesse e
buoni propositi.
Era bastato un gesto a distruggere le
loro vite.
E tutt’ora stavano
rimettendo insieme i loro pezzi, tentando
di ricostruire ciò che avevano perso.
Con Keira sarebbe stato possibile?
O era troppo tardi per rimediare a
tutto ciò che era
successo?
Lily e James posarono lo sguardo sul
loro amico.
Fragile, sperduto, non
l’avevano mai visto così…distrutto.
S’alzarono lentamente ed
uscirono lasciandolo solo con
Keira.
Sirius aveva lo sguardo fisso su di
lei.
Sfiorava meccanicamente il dorso
della mano destra di Keira.
Ciocche bionde coprivano il viso
della ragazza.
Gliele scostò dal viso,
piano, per non svegliarla, ma Keira
sussultò leggermente, mormorando qualcosa nel sonno a voce
così bassa che
Sirius non riuscì ad udirla.
Rimasero così per un tempo
interminabile.
Poi Keira si mosse leggermente e
Sirius le lasciò andare
dalla mano.
La ragazza aprì lentamente
gli occhi, posandoli
inconsapevolmente su quelli di Sirius, di fronte a lei.
Sobbalzò e si
rizzò a sedere così rapidamente che le
girò la
testa.
“Keira!
Piano!
Ti prego! Sei svenuta… Calmati, fai con calma.
Stenditi.”
Sirius provò a posarle una
mano sulla spalla, ma Keira
s’allontanò da lui, stringendosi nella parte
finale del divano, il più lontano
possibile da lui.
Era terrorizzata, spaventata.
Un nodo alla gola le impediva di
parlare ed il suo unico
desiderio al momento era di sfogarsi, piangere.
Era confusa e vedere Sirius, quello
che era stato il suo Sirius, non
l’aiutava affatto.
Anzi la confondeva ancora di
più.
Sentiva il suo cuore battere
fortissimo, per una serie di
motivi.
Sirius la vide così
indifesa, così fragile e ciò gli
provocò
una forte stretta al cuore.
Sentiva la tensione creata tra loro
aumentare e diventare
insostenibile.
Parole non dette, promesse non
mantenute, dolore e
sofferenza.
“Keira…”
Keira aveva la nausea, le girava la
testa, ma si alzò
ugualmente, barcollando leggermente.
Voleva allontanarsi, fuggire, ma non
poteva.
Non poteva. Non ne sarebbe stata in
grado.
Sirius era lì, era reale,
era finzione…qualsiasi cosa, ma
era lì.
“C-cosa…cosa sta
succedendo?”mormorò, la voce tremante.
Sirius era ancora seduto sul divano.
Posò lo sguardo su di lei,
ma lo distolse lui.
Se avesse incrociato i suoi occhi,
non sarebbe stato capace
di continuare.
“So che ti può
sembrare assurdo, ma…”
Le raccontò tutto, della
battaglia e della sconfitta di
Voldemort, della loro morte e di loro resuscitati…
Keira taceva, tremante da capo a
piedi.
La nausea stava svanendo e la
confusione anche.
Era impossibile, era
follia…eppure era vero.
“Keira,
siamo vivi. Siamo qui. Devi credermi.”
Sirius si alzò e fece per
avvicinarsi a lei, ma Keira
s’allontanò.
“No.
Ti
prego. No.”
Rimasero immobili, per alcuni
istanti, l’uno di fronte
all’altro.
“Mi
dispiace,
Keira. Mi dispiace. Per quello che hai passato, per
ciò che è successo…”
Sirius tentò di spiegarle
la situazione.
“Ti
dispiace.”fece
lei e storse la bocca, come disgustata da quella parola.
“Non volevo che soffrissi,
non volevo metterti in pericolo…”
“E così mi hai
allontanata da voi. Per mettermi al sicuro,
eh?”
Quell’episodio le faceva
ancora male.
“Era la
scelta migliore.”
“Per
te?”
La voce di Keira era incrinata, era
sull’orlo delle lacrime.
“Per
te.
Per salvarti, per…”
“18 anni, Sirius! 18 anni,
credendo che tu fossi un
bastardo, un assassino che aveva tradito i suoi migliore amici,
condannandoli
alla morte, credendo che fossi un bugiardo…
Come pensi che mi sia sentita, quando
ho scoperto ciò che
era successo, quando ho visto i loro corpi,
quando non ti ho visto al loro funerale, quando ho letto che avevi
ucciso Minus
e quei babbani?
Non volevo credere a ciò
che dicevano, mi fidavo di te…ma ho
dovuto crederci. Sono
stata costretta a farlo…
18 anni trascorsi credendo ad una
menzogna ed ora James…James
mi ha detto la verità.
Doveva ritornare lui in vita per
saperlo? Perché…
Perché diavolo non mi hai
detto del cambiamento del piano?
Che aveva scelto Minus al tuo posto? Che era tutta una bugia
ciò che dicevano i
giornali? Che eri innocente?
Mi sono vista strappare tutta la mia
vita dalle mani,
passarla in un tritarifiuti e riconsegnare inutilizzabile. Ho perso in
un solo
colpo i miei due migliori amici e te, te Sirius…
Perché non mi hai detto
nulla? Perché non hai trovato il
modo per spiegarmi la situazione?
Per dirmi “fidati di me,
andrà tutto bene….”?”
Keira stava piangendo.
“Ed ora vengo trascinata
qui, rapita da James che credevo
morto e da Harry, mi viene sbattuta in faccia tutta una nuova
verità e mi
crollano di nuovo le certezze…”
“So
che…”
“Sai?
Cosa
sai? Sai cosa ho passato? Come mi sono sentita in tutti questi
anni?”
“Sono stato ad Azkaban,
Keira! Non dirmi che non so come ti
sia sentita! Ho sofferto anche io, maledizione! Credi che mi abbia
fatto
piacere vedere i loro corpi, stringere Harry per l’ultima
volta prima di andare
a cercare Minus? Essere creduto un assassino, anche da Harry?”
Keira taceva, le lacrime che le
rigavano le guance
ininterrottamente.
“Sapevi la
verità, sapevi cos’era
successo…”
“Keira, mi
dis…”
Sirius non riuscì a finire
la frase perché Keira gli mollò
un ceffone, forte.
Tutta la rabbia, tutto il dolore,
tutte le bugie cui era
stata costretta a credere, tutto si concentrò in quel
ceffone.
Sirius rimase immobile, stupito da
quel gesto.
Un’altra pausa di silenzio
pesante.
“Non hai idea di
come…di come…me l’avevi promesso, ok?
“Ti
lascio con una
promessa. Ti verrò a prendere un giorno, ti
porterò qui, a casa nostra e ti
sposerò il giorno stesso. Perché voglio passare
il resto della mia vita con
te.” L’hai detto tu.”
Ricordava quelle parole a memoria
perché i primi giorni
l’avevano cullata nella consapevolezza che sarebbe andato
tutto bene, che
sarebbe venuto a prenderla, che sarebbero stati felici…
Poi l’avevano tormentata,
dolorosamente, accompagnandola
negli anni passati lontano da lui…
“Me l’avevi
promesso!”
Era furiosa, era arrabbiata, voleva
solo stendersi in un
angolo e piangere tutte le lacrime che aveva…e che pensava
di aver terminato
molto prima di quella notte.
Fece per mollargli un altro ceffone,
ma Sirius fu più veloce.
Fu un gesto impulsivo afferrarle il
polso e bloccarlo.
Keira era stupita, non se
l’aspettava.
“Credi che abbia voluto
ferirti? Che abbia solo pensato di
farlo, Keira?”
“Dovevi farlo, dovevi
venire da me, dovevi tornare da me.
Non hai idea di come mi sia sentita senza di te, senza
sap…”
“Come se qualcuno ti avesse
strappato il cuore, passato in
un tritacarne e rimesso al posto?”mormorò lui.
Non l’aveva mai detto a
nessuno e pensava che mai l’avrebbe
fatto.
Si era sentito morire senza di
lei…
Anzi no. Non morire,
perché la morte portava serenità,
dolcezza…
Ciò che aveva passato era
peggiore. Aveva vissuto.
Aveva vissuto nel dolore, nel
rimorso, nel senso di colpo e
nella mancanza…
“Ti amavo, Keira. Avrei
dato la vita per te. Sarei morto per
te. Capisci l’importanza di tutto ciò?”
Keira non disse nulla.
“E credi che io non
t’amassi? Che abbia sofferto solo per
Lily e James? Se fossi stato accanto a me, forse…”
“Non ho potuto! Credi che
non l’abbia desiderato? Avrei
preferito trascorrere anche un solo giorno con te che anni ad
Azkaban.”
“Mi dispiace…mi
dispiace…”
“Ti amavo, Keira. Ti amavo
tantissimo. Volevo che fossi mia,
volevo averti per sempre con me, avere cura di te, amarti sempre sempre
sempre…”
Sirius le prese la mano, sfiorandole
il dorso con dolcezza
come aveva fatto quando era svenuta.
Erano vicinissimi, i loro occhi
annegavano in quelli
dell’altro.
Blu nel ghiaccio, ghiaccio nel blu.
I loro cuori battevano fortissimo,
all’unisono, come se
volessero sfuggire loro dal petto.
Sirius era più alto di
tutta la testa e Keira si sentiva
protetta, vicinissima a lui.
Era investita da emozioni
violentissime.
Sentiva il sangue affluirle alle
guance, le mani, una della
quali stretta in quella di Sirius, sudare…
Emozioni fortissime, affetto,
dolcezza…amore?
Era innamorata
di
lui? Era ancora innamorata di lui?
Lo amava ancora, dopo 18 anni?
Erano passati anni
e…l’amava?
L’aveva mai dimenticato?
Sirius si chinò su di lei
e lei alzò lo viso verso di lui,
guidata dall’istinto, dall’emozione…
Le loro labbra erano sul punto di
sfiorarsi…
Driin Driin Driin
La suoneria del cellulare la fece
sobbalzare e lei e Sirius
si staccarono.
“P-pronto?
Sì, sono io. Sì…”
Keira
s’allontanò da Sirius, liberando la mano dalla sua
stretta, mentre il suo cuore batteva ancora violentemente, lo stomaco
che
faceva le capriole.
“Sì,
Ethan,
sto bene. Sono da amici. Chi sono? Amici miei. I miei
migliori amici.
Sto bene, smettila di essere preoccupato. Sì, ok. no! Che auto. Torno a casa
da sola. Ci sentiamo. Sì, ciao.
Sì, anche io
ti…amo…ti amo anche io. Ciao.”
Keira chiuse la conversazione, lo
sguardo chino.
Ethan.
Si era completamente dimenticata di
lui.
Ethan.
Ecco uno dei suoi cambiamenti. Il suo
fidanzato.
Da 2 mesi. Il suo fidanzato.
Alzò lo sguardo su Sirius
e si sentì morire all’idea di
avere un fidanzato.
Era stata sul punto di baciare il suo
amore, il suo vero
amore, Sirius Black.
L’aveva mai dimenticato?
Aveva provato a farlo, a ricostruirsi
una vita. Incontrare Ethan
Williams l’aveva aiutata.
Professore, si era subito innamorato
di lei e forzando le
sue reticenze e le sue insicurezze era entrato nella sua vita.
Tutto troppo in fretta, come il suo
successo…
“Ethan?”chiese
Sirius.
Ethan. Già, lui.
“Sì.”
“Chi è
Ethan?”
“Ethan
è…”
Aveva mai dimenticato Sirius?
Ora era davanti a lei, bellissimo,
dolce e meraviglioso…
No, mai!
Si rese conto della follia di quel
pensiero.
Non l’aveva mai
dimenticato, non l’avrebbe mai fatto.
L’amava.
L’aveva
sempre amato. L’avrebbe sempre amato.
Ma la situazione era andata avanti.
Era andata crudelmente avanti.
E li aveva abbandonati.
“…il mio
ragazzo.”
Sirius rimase impietrito di fronte a
quella rivelazione.
Il suo ragazzo?
Fu come se qualcuno
l’avesse picchiato, peggiore dello
schiaffo di Keira, del suo dolore…
Fu qualcosa di più.
Fu quella frase che gli fece crollare
tutto.
“L-la situazione
è cambiata…Mi dispiace.”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Confusione ed affetto ***
La fresca brezza della notte le
scompigliava i capelli,
carezzandole il viso con delicatezza, come la mano di una mamma.
Keira respirò a fondo gli
odori della notte, di quel luogo
che tanto aveva amato e che amava ancora.
Seduta sulla sedia a dondolo fuori al
balcone di quella che
era stata un tempo la sua camera, chiuse gli occhi, tentando di
riordinare le
idee.
Facile a dirsi!
Mille pensieri brulicavano nella sua
mente, passato e presente
s’intrecciavano rendendole impossibile ogni pensiero logico.
Ed in più ogni volta che credeva
di aver rimesso in ordine qualcosa, un paio di occhi le
veniva in mente,
scombussolando tutto.
I suoi occhi.
I
suoi bellissimi occhi grigi.
Gli occhi di Sirius.
Nella sua mente ripercorreva il suo
incontro con lui, nei
minimi particolari.
Ricordava le sensazioni violentissime
che l’avevano
investita quando erano stati vicinissimi, il suo respiro a pochi
centimetri dal
viso, i capelli arruffati, ora sale e pepe...
Era ancora innamorata di lui?
Dopo 18 anni? Dopo quello che aveva
pensato di lui? Era
possibile?
Le loro labbra erano state sul punto
di sfiorarsi, sarebbe
bastato solo un secondo in più e si sarebbero baciati.
Solo un secondo.
L’aveva amato, amato da
impazzire. Ed ora, dopo 18 anni, era
bastato incontrarlo di nuovo per riaccendere in lei quelle sensazioni,
quel
trasporto…
Possibile che ciò che
aveva provato per lui non si fosse
attenuato nel tempo? Possibile che aveva tentato di andare avanti e che
era
bastata una notte a riportarla al punto di partenza?
Ed Ethan? Ethan Williams era il suo
fidanzato, adesso.
L’aveva corteggiata,
l’aveva conquistata, stava con lui da
due mesi.
Aveva accettato la sua corte, era
entrato nella sua vita per
sostituire qualcosa…qualcuno…di insostituibile.
Ed era successo tutto in troppo poco
tempo, tutto così
velocemente.
Ed ora? Cosa avrebbe fatto?
Avrebbe potuto cancellare 18 anni in
cui aveva sofferto?
Fare come se nulla fosse accaduto? Fingere che non fosse successo nulla?
Dimenticare?
Ne dubitava, non ci sarebbe mai
riuscita.
Erano ricordi, per quanto dolorosi,
che ora facevano parte
di lei e sarebbero rimasti in lei.
Sarebbe stata in grado di andare
avanti.
Ce l’avrebbe fatta.
Quando riaprì gli occhi e
vide la luna quasi piena, le venne
in mente un’altra persona davvero speciale nella sua vita,
l’altro suo migliore
amico: Remus Lupin.
Avrebbe parlato anche con lui,
l’avrebbe incontrato.
Era come se la compagnia del passato,
fatta eccezione di
Minus, si fosse ricostituita.
Era come se la loro amicizia, i loro
affetti avessero
mandato all’aria il tempo trascorso, gli anni passati
lontani…
Doveva fare i conti con il passato
ormai, perché quello era
tornato a bussare alla sua porta così violentemente che
l’aveva buttata giù…
“Credi sia
sveglia?”
“Sono le 10 del mattino!
Penso proprio di sì!”
“Ieri è stata
una notte movimentata.”
“Ma se non ci hai combinato
nulla, Felpato!”
“James, fa silenzio! Se sta ancora
dormen…”
Toc
Toc Toc
“…do!
James!”
Lily
lo
guardò, un pò arrabbiata ed un pò
divertita.
Era
sempre
il solito!
“L’avresti
svegliata comunque, no?”
Lily alzò gli occhi al
cielo ed entrò lentamente nella
camera di Keira.
E trovò il letto vuoto.
“Ma dove diavolo
è finita?”fece Sirius.
“E’ fuggita,
probabilmente. Il ritorno dei morti viventi la
deve aver spaventata troppo…”
“O forse è
andata in bagno ed ha osservato il vostro
battibecco in silenzio, molto divertita.”disse una voce alle
loro spalle.
Lily e gli altri sobbalzarono e la
ragazza lasciò cadere il
vassoio della colazione per Keira.
Quest’ultima rise, mentre
Lily riparava tutto con un colpo
di bacchetta.
“Buongiorno anche a voi,
ragazzi.”
Keira sorrideva, con ancora i vestiti
della sera precedente
addosso.
Stava meglio ed aveva iniziato la
situazione, per quanto
folle fosse.
“Tesoro! Ciao!”
Lily diede a James il vassoio e corse
ad abbracciare
l’amica, che si lasciò stringere, chiudendo gli
occhi per un attimo.
“S-stai
bene?”chiese Keira, guardandola.
“Sarebbe più
lecito farla a te questa domanda. Io sto bene.
Tu sei ancora…sotto shock o confusa o…”
“Sì, Mrs
Psicologia è arrivata!”fece Sirius e James rise,
mentre Lily faceva loro la linguaccia.
“Sto
bene.
Confusa, sì. Quello sì. Ma sto
metabolizzando il tutto. Mi devo solo
riabituare. Tutto qua.”
“Ehi,
famiglia! Vado dai Weasley. Ci vedia…Ciao,
Keira! Tutto bene?”
Harry salì a saltelli le
scale e si fermò sul pianerottolo
guardando la scena.
Keira rimase a guardarlo, stupita
come la prima volta che
l’aveva incontrato.
Era la copia sputata di James, gli
stessi capelli arruffati,
la stessa forma del viso, la stessa corporatura.
Ma gli occhi, la loro
intensità e forza, erano di Lily.
“S-sto
bene. Tutto bene. Non preoccuparti, Harry.”
“Mi
dispiace per la scorsa sera. È stata
un’idea folle.”
“Ehi! È venuta a
noi!”
James indicò se stesso e
Sirius.
“Ecco, per
l’appunto!”fece Harry e Lily e Keira dovettero
trattenere una risata, mentre James e Sirius si incupivano.
Harry posò lo sguardo
sull’orologio.
“Devo andare. Ci vediamo.
Keira, è stato un piacere
conoscerti.”
James e gli altri
s’affacciarono alla finestra per vedere
Harry ed i suoi amici compiere una giravolta e smaterializzarsi.
“Ah, beata
gioventù! Le spensieratezze, gli scherzi, gli
amori…”
Alla parola
“amori” James posò le mani sulle spalle
di Keira
e Sirius, che evitarono di guardarsi, imbarazzati.
“Allora, che programmi hai
per oggi, Keira?”chiese Lily,
lanciando uno sguardo a James, come per dirgli di smetterla, di non
esagerare.
“Posso vedere
Remus?”
“Certo, ci dovremmo
smaterializzare in Irlanda e fargli
venire un infarto…ma si può fare, non vedo dove
sia il problema!”fece James.
“La fai
finita?”intervenne Sirius. “Gli farà
piacere
rivederla. Indovina un pò? Remus ha sposato Dora ed ora
hanno un figlio, Teddy.
Ed al momento sono in Irlanda con Andromeda. E
poi…”
“Ok, meglio che mi facciate
un riassunto. Lentamente. Ma
voglio davvero andare in Irlanda. Ma senza magia.”
“Ok. Si può
fare! Prenotaci un volo e forse
arriveremo…mmm…verso
l’estate dell’anno prossimo. Dubito che riusciremo
ad arrivarci entro oggi, o
domani…od in questo mese. Mentre se ci
sma…”
“Io non uso la
magia.”
“Sei una strega, Keira.
Devi usarla.”
“Sono una
mezzosangue.”
“Keira! Ti prego, non usare
questi termini!”esclamò Sirius.
“Sono nata babbana, ok?
Posso anche vivere senza usare la
magia!”
“Già, ma per
continuare a farlo, servirebbe saperla usare!”
“Non ho bisogno della magia
per proteggermi. So badare a me
stessa anche senza.”
“Già. Con
pistole, coltelli ed aggeggi del genere?”
“Sono stata in grado di
cavarmela in questi 18 anni, senza
la magia.”
“Solo perché non
ti hanno dato la caccia! In tal caso, non
saresti stata in grado di difenderti.”
“La magia non mi ha
aiutato.”
“Sì,
invece.”
“Ed a te, a Lily, a voi
tutti, cosa ha provocato? Siete
morti per la magia!”
La donna era quasi in lacrime.
Tentò di trattenerle.
“Siamo qui, grazie alla
magia!”
“Se non fosse stato per la
profezia, per Voldemort, voi non
sareste neanche morti. È a causa…”
“Keira, ascolta. La colpa
non è della magia.”
Sirius mise fine al bisticcio,
frapponendosi tra i due e
posando le mani sulle spalle di Keira.
“So che sei stata male, so
che soffri ancora. Come me, come
Harry, come anche loro due. Ma la colpa non è della magia.
La colpa è di
Voldemort. È di Minus, è di una maledetta
profezia. La magia ha fatto danni, è
vero, ma è parte del nostro essere, che noi siamo purosangue
o che abbiamo
parenti babbani. Non importa. È parte di noi e non possiamo
evitarla.”
Keira evitava di guardarlo; aveva gli
occhi umidi e non
voleva farsi vedere così.
Si sentiva fin troppo vulnerabile e
confusa ed il cuore che
accelerava i battiti quando era vicina a lui, non l’aiutava
affatto.
“D-d’accordo. Ok.
Ma la cosa non mi aiuta. Non me la sento.
Non ora.”
“Ed allora mi sa che dovrai
ritardare il tuo incontro con
Remus, Keira.”
Lily le
s’avvicinò e le passò un braccio
attorno alle
spalle.
Keira annuì.
“Ok. Va bene.”
Rinunciare alla magia in una casa di
maghi era decisamente
molto difficile.
Fu come se James e Sirius volessero
invogliarla ad usare la
magia, usandola il più possibile di fronte a
lei…e su di lei!
Nel corso della giornata Keira ebbe
in regalo dai loro
scherzi dei capelli blu elettrico, “perfettamente in tinta
con i suoi occhi”,
come affermò Sirius, delle morbide orecchie di gatto ed
avrebbero continuato,
se lei non avesse tirato loro addosso un piatto di ceramica, mancando
di poco
una signora Weasley, sorridente, appena entrata in cucina.
“E se ci riprovate a
sfiorarmi i capelli, vi denuncio per
rapimento!”gridò Keira a James e Sirius, che si
smaterializzarono, ridendo.
“Due bambini! Non cambiano
mai, eh? Neanche dopo 18 anni.”
Lily era piegata in due dalle risate,
mentre Molly guardava
la scena, con l’aria di chi è capitata in un altro
mondo.
“Cos’è
successo?”domandò.
“Nulla di che. Mi vendicavo
di due tiri mancini.”rispose
Keira “Ma non li ho colpiti,
però…”
Lily continuò a ridere,
mentre Keira si sedeva sul tavolo
della cucina.
“Tutto bene, signora
Weasley?”chiese Lily.
“Sì, certo,
cara. E tu? Chi è la tua amica?”
“Lei è Keira
Sanderson. Meglio conosciuta come Crystal
Flower.”
Alla signora Weasley ci volle un
attimo per comprendere
appieno la notizia.
“Crystal Flower? La
cantante? Oddio, Ginny ed Hermione sono
sue grandissime fan, signor…”
“…ina.
Signorina.”la corresse Keira, ridendo.
“Ho sentito alcune sue
canzoni e devo dire che è
bravissima.”
“Mi dia del tu, signora
Weasley.”
“Anche tu, Keira.”
Lily sorrise
nell’osservarle.
“Quindi suppongo che la mia
idea di fare una passeggiata non
rientri nei vostri piani.”
La signora Weasley si
voltò verso le due donne.
“Perché?”chiese
Keira.
“Perché ti
assalirebbero, se ti riconoscessero!”esclamò
Lily.
“No! Andiamo, io voglio
uscire! Voglio vedere cos’è
cambiato, cosa…”
“Ho un’idea. Ma
ci serve la magia.”
“Cosa hai in
mente?”
“Solo cambiare un
po’ il tuo aspetto.”
Lily prese uno specchio e lo diede a
Keira, mentre trafficava
con la bacchetta magica.
Le allungò i capelli,
rendendoli più mossi e li restituì al
colore originale, al meraviglioso castano che li aveva contraddistinti
anni ed
anni prima, prima che li tingesse.
Fece apparire un paio
d’occhiali da sole e le prestò i suoi
vestiti.
“Ora dovrebbe andare.
Solo…non metterti a cantare, perché
altrimenti dovrei camuffarti anche la voce!”
Keira si guardò allo
specchio, togliendosi gli occhiali.
“Sembro
un’adolescente…per i capelli, almeno.”
“Da quanto vi
conoscete?”chiese Molly, notando la loro forte
confidenza, empatia e legame.
“Anni. Quasi dalla
nascita.”
Lily raccontò a Molly
dell’amicizia con Keira, di ciò che
era successo tra lei e Sirius, della scorsa notte.
Un resoconto che durò
circa un’ora, durante la quale Keira
girovagò per i luoghi ricordando emozioni, azioni ed
avventure.
“Ricordi questa panchina,
Lily?”
Keira indicò una panchina
qualsiasi del parco del quartiere.
“Sì! Ci sedevamo
sempre lì quando la sera andavamo a
prendere il gelato. James ed io, Remus e Lizzie…e tu e
Sirius.”
Molly si voltò verso Keira.
“Eri la fidanzata di
Sirius?”chiese.
“Molto tempo fa.”
“Lo sarebbe rimasta,
se…”
“Se il destino non ci
avesse separati, se la profezia non
fosse mai esistita, se Voldemort non avesse mai cercato Harry ed ucciso
te e
James…Possiamo parlare d’altro per
favore?”
Keira aveva la voce incrinata; non le
andava molto di
ricordare ciò che avrebbe potuto avere.
Non le andava per niente.
Passarono il resto della giornata,
chiacchierando del più e
del meno.
Keira fu aggiornata di tutte le
novità ed aggiornò a sua
volta su ciò che sapeva.
“Ed ora? Che
farai?”chiese Lily, dopo che Molly se ne fu
andata, mentre ripristinava lunghezza e colore dei capelli
dell’amica.
“Cosa farò? Con
chi?”
“Con Sirius, no? Non dirmi
che non…”
“Lily, cosa stai
dicendo?”
“Sirius mi ha detto che
ieri sera siete stati sul punto di
baciarvi.”
Accidenti a Sirius!
“Naa!”mentì.
“Sì,
sì!”
“Credi più a lui
che a me?”
“Credo a ciò che
vedo. Ed oggi vi siete guardati in un
modo…”
“In che modo,
scusami?”
Lily fece una faccia assorta, quasi
sognante…
“Hai presente come guardo
io James? Come tu guardavi il tuo Sirius?”
Keira evitò di guardarla.
Beccata!
“Senti, Lily le cose sono
cambiate, ok? Ero innamorata di
lui, desideravo trascorrere tutta la mia vita con lui, sposarlo, avere
dei
figli, ma il destino ha deciso diversamente…ed io mi sono
adeguata. Quante
volte ho desiderato che fosse solo un incubo, per poter riavere voi
indietro e
la mia vita come prima? Tantissime.
Non riuscivo a dimenticarlo, ok? Non
ci riuscivo. Ed ora
nella mia vita è entrato Ethan, che mi ha corteggiata e
conquistata.”
“E che, scommetto, non sa
nulla di te, della tua vita
passata, del fatto che sei una strega…”
“Non è
necessario che sappia che io sono una strega. Non
voglio avere nulla a che fare con la magia. Ho vissuto 18 anni senza,
posso
continuare a vivere. Non soffro d’astinenza.”
“Ma, come ha detto Sirius,
è parte di te. Prima o poi dovrai
utilizzarla. Ne avrai bisogno, ne sentirai la mancanza
e…”
“Non
accadrà.”
“Convinta tu. E
Sirius?”
“Sirius…lui ed
io non potremo mai essere quelli di prima,
Lily…”
“Non lo vuoi?”
“Non posso. Non posso far
finta che non siano passati 18
anni!”
“Ma
cos’è cambiato? Se lo ami…”
“E se non
l’amassi?”
“Non credo che il tempo sia
stato in grado di cancellare un
sentimento come il vostro. Vi amavate. E vi amate ancora. Lui tiene
molto a
te…”
Lily le prese le mani, tendendo le
proprie sul tavolo della
cucina.
“Pensa che potremo
ritornare insieme?”
“Tiene moltissimo a te. Non
so cosa speri, non ne ho idea.
Ma di certo non ti ritiene solo un’amica.”
“Le cose sono
cambiate.”
“Tu vuoi che lo siano,
perché, in caso contrario, non
sapresti cosa fare.”
“Lily, sto con Ethan, ora,
ok? Non posso lasciarlo per
inseguire un sogno di 18 anni fa! Eravamo stupidi, ingenui, credevamo
ancora
nelle favole a lieto fine. La vita non è
così.”
“Può esserlo.
Pensa a me ed a James. Siamo qui. Siamo vivi.”
“Non può essere
sempre così.”
“Hai paura.”
“Tu non ne
avresti?”
“Sì, ne avrei.
Ma se provi…”
“Lily, non lo so,
chiaro?”
Keira si alzò, andando
alla finestra che dava sulla strada.
Lily la seguì.
“Non so. Sono confusa. Sono
successe troppe cose in poco
tempo. Non so cosa fare e come reagire.
Chi mi può dire che la
persona di cui ero innamorata
follemente non sia cambiata, non sia diversa? Non posso gettare
all’aria 18
anni! Il tempo cambia tutto, le persone cambiano!”
“Le persone cambiano,
è vero, ma non nelle cose importanti.”
“Non posso. Lo vorrei, ma
non posso. Vorrei ricominciare
come se non fosse mai finito nulla, ma non ci riesco, non ce la faccio.
È
difficile. Sta succedendo tutto troppo in fretta, ok? Datemi solo il
tempo per
riprendere fiato.”
Lily annuì, abbracciandola.
“Non hai idea di quanto mi
siate mancati. Tantissimo,
davvero tantissimo.”
“Lo so, tesoro. Anche tu ci
sei mancata moltissimo. Mi
dispiace di aver perso 18 anni della tua vita.”
“Non ti sei persa
granché!”rise Keira.
“Ti ho lasciata che eri una
ragazza con talento e ti ritrovo
star.”
“Star? Ma dai! Non sono una
star. Sono una cantante. E solo
per fortuna.”
“Per talento, bravura e
cocciutaggine!”
“Vabbè,
sì!”
Risero, strette l’una
all’altra.
Sembrava che il tempo non fosse
passato. Erano quelle di
sempre.
Certo, gli anni erano passati anche
per loro, forse ai
capelli si mischiavano qualche ciocca grigia, ma dentro erano sempre
Lily e
Keira, amiche inseparabili.
Keira si staccò
dall’amica e guardò l’orologio.
“Forse è meglio
che vada. O Ethan si preoccupa. Ci vedremo,
sicuramente. Anzi, domani pomeriggio venite da me.”
“Macchè! Sei tu
che hai bisogno di vedere ancora Albus, i
nostri vecchi prof e le nostre nuove amicizie. Vengo da te
all’ora di pranzo e
ti trascino qui.”
“Con o senza
Ethan?”
“Dipende. Se hai voglia di
dirgli il tuo piccolo sporco
segreto, con…”
“Il piccolo sporco segreto
sarebbe la magia?”
“Esatto,
precisamente.”
“Ci vediamo, senza di lui,
mi sa.”
“James! Sirius! Keira se ne
sta andando!”
James apparve dal nulla alle spalle
di Keira e la prese in
braccio, facendole prendere un colpo.
“AH! James, razza
di…Questa me la paghi!”
La donna si divincolò,
presa alla sprovvista dal gesto del
suo migliore amico, ma poi scoppiò a ridere, abbracciandolo.
“Mi sei
mancato!”disse, stringendogli le braccia al collo.
James la mise giù.
Sirius, accanto a Lily, taceva.
Lo sguardo di Keira ed il suo
s’incontrarono a mezz’aria,
incrociandosi.
“C-ci vediamo.”
C’era imbarazzo,
c’era desiderio, c’era affetto…
Keira gli
s’avvicinò e l’abbracciò
forte.
Sentì nuovamente il suo
odore avvolgerla, come la sera
precedente quando erano stati così vicini.
Keira avvertì un groppo
alla gola, mentre il cuore
accelerava i battiti.
Anche Sirius era nelle sue stesse
condizioni.
Si staccarono dopo pochi minuti, ma
sembrava essere
trascorsa l’eternità.
“C-ci vediamo. Salutatemi
Harry, quando torna dai Weasley.
Ciao.”
Ed uscì nella calda aria
estiva, i biondi capelli che le
ondeggiavano sulle spalle, il cuore e l’animo ancora in
subbuglio…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Where is our happy ending? ***
“Ciao, amore!”
Ethan Williams
l’abbracciò fortissimo, avvolgendola tra le
sue braccia.
Keira sorrise, ricambiando la stretta.
Lui l’allontanò
un attimo per osservarla.
“Stai bene? Hai una
faccia…”
Il bel viso di Keira Sanderson era
turbato, teso, non
disteso.
Lei abbozzò un sorriso.
“N-nulla. Non ti
preoccupare, sono solo pensierosa. Tutto
qui.”
Aveva riflettuto su ciò
che era successo per tutto il
tragitto fino all’albergo, ed era un tragitto piuttosto lungo!
L’aria della notte non era
riuscita a schiarirle le idee ed
ora era più confusa di prima.
La cosa che più la
confondeva era quel formicolio che
avvertiva, quel senso di vertigine alla bocca dello stomaco che sentiva
se
rivolgeva il suo pensiero a Sirius Black.
Sirius.
Come in trance entrò in
bagno e frugò nella sua trousse.
La colse il panico quando
inizialmente non lo trovò, ma poi
i battiti ritornarono alla normalità quando le sue dita si
strinsero attorno ad
una scatoletta.
L’aprì con mani
tremanti: dentro morbidamente adagiato su un
velluto color blu notte c’era il suo anello di fidanzamento.
L’anello che gli aveva
regalato Sirius, l’anello che più di
ogni altra cosa avrebbe voluto indossare.
Non se l’era mai infilato
dopo la morte di Lily e James.
Mai.
Ma i suoi pensieri andavano sempre in
quella direzione, a
ciò che avrebbe potuto avere.
Lo sfilò dalla scatoletta
e lo rigirò tra le dita e come
ogni volta che lo faceva, e negli ultimi 18 anni l’aveva
fatto solo in
occasioni rarissime, una tempesta d’emozioni
l’avvolse.
Sentì le lacrime rigarle
le guance prima di riuscire a
fermarle e di colpo si ritrovò accasciata contro il muro del
bagno ed infine
seduta sulle fredde mattonelle.
Strinse l’anello
così forte nel suo palmo che ci lasciò il
segno.
“Voglio riaverlo indietro.
Voglio riavere indietro ciò che
avevo. Ti prego, Dio, se esisti, ascoltami.”
Toc Toc Toc
“Keira! Stai bene? Tutto
ok, lì dentro? Hai bisogno di una
mano?”
Keira deglutì a vuoto un
paio di volte e poi fece dei
respiri profondi per riuscire a calmarsi.
L’acqua fredda
completò l’opera.
E quando uscì dal bagno
era la stessa di sempre.
Baciò Ethan su una guancia
ed andò a stendersi, il cuore in
subbuglio ed una tremenda consapevolezza dentro….
L’amava ancora…
Ed ora, che fare?
“I can almost
see it
That dream I’m dreaming but
There’s a voice inside my head sayin,
You’ll never reach it,
Every step I’m taking,
Every move I make feels
Lost with no direction
My faith is shaking but I
Got to keep trying
Got to keep my head held high…”
Miley Cyrus-
The Climb
Keira aveva gli occhi chiusi,
concentrata al massimo nella
registrazione della canzone “The climb”.
La musica la trasportava, portandola
in luoghi dove non
c’erano pensieri se non le parole da dire e le note da
suonare.
“Bravissima. Davvero
spettacolare.”
Una voce la fece sobbalzare,
riportandola alla realtà.
Immediatamente
l’incantesimo ed il mondo in cui si era
rifugiata si spezzò.
Si voltò in direzione
della voce e sorrise, senza rendersene
conto. Fu spontaneo.
Sirius Black l’osservava,
dall’altro lato del vetro della
stanza di registrazione.
Accanto a lui, i tecnici li
osservavano.
Era appoggiato al muro, con indosso
una maglietta nera
sbracciata e semplici jeans.
Ma per Keira fu una visione,
nonostante tutto il tempo
passato.
Tutto stava ritornando alla
normalità.
“Hai finito di registrare?
Ho l’ordine di prelevarti e
portarti a pranzo, per poi…”
“Rapirmi di
nuovo?”
“Ordini della signorina
Lily, madame.”
Keira rise.
“Devo finire di registrare
questa…”
“Vai, mio piccolo Raggio di
Sole! Viene qui un bel ragazzo e
tu gli dici d’aspettare! Muovi il culo e vai! La finirai un
altro giorno!”
Era John, il suo manager.
Lo fulminò per lo sguardo
per averla chiamata così ed
arrossendo, si tolse le cuffie ed uscì dalla stanza.
“Mio piccolo Raggio di
Sole? Ma quanti nomignoli hai?”
Sirius la guardava, un sorriso storto
sul volto.
Era felice di vederla. Quando Lily
gli aveva proposto di
andare a prendere Keira perché, guarda caso poi, lei non
poteva, era stato
felice.
Davvero felice.
Rivederla era sempre
un’emozione, era sempre bellissimo.
Ed anche se andava contro se stesso,
sentiva ancora il
famoso buco allo stomaco ed i brividi sulla schiena, quando la vedeva.
Le sorrise.
“Andiamo, su.”
“E se mi
riconoscono?”fece lei, prendendo la borsa ed
indossando gli occhiali da sole.
“Non esci mai?”
“No…cioè,
sì! Ma cerco di evitarlo.”
“I fan sono incantati dalla
tua bellezza e bravura?”
“Mi assalgono e
basta.”
“Pensa a me come ad una
guardia del corpo, con una piccola
marcia in più.”
“Niente
magia.”sillabò a denti stretti.
“Lily l’ha usata
su di te. Potremmo rifarlo ancora.
Modificherei il tuo aspetto. Come ieri.”
Keira alzò lo sguardo al
cielo.
Non aveva scelta.
O accettava la magia, come aveva
fatto ieri, o sarebbe stato
difficile uscire dall’edificio.
“Ok. Ma solo
perché devo uscire. Qui, dentro, su!”
Si rifugiarono in un ripostiglio e
Sirius le cambiò
l’aspetto.
“Ok, pronti per andare a
pranzo. Ti piace ancora il cibo
greco o sbaglio?”
Keira lo guardò.
Si ricordava delle sue preferenze?
Dopo 18 anni?
“Ho una buona memoria. Con
le cose che m’interessano.”disse
lui, rispondendo alla sua domanda inespressa.
La sua voce, calda e sensuale come
sempre, la fece
rabbrividire nonostante il caldo che faceva.
Sorrise, imbarazzata.
“Certo che sì. E
tu adori ancora il gelato alla nocciola?”
“Sì. E tu le
mandorle caramellate?”
“Fare gli scherzi in acqua
ed affogarmi?”
“Ovvio. Non vedo
l’ora di buttarti a mare.”
“E…”
Parlarono a lungo di ciò
che piaceva all’uno e di ciò che
piaceva all’altro, davanti ad un piatto di cibi greci.
Era davvero come se il tempo non
fosse mai passato.
Keira e Sirius si ritrovarono a
scherzare e ridere tra loro,
a fare battute, a prendersi amichevolmente in giro…
Keira rise di più in quei
giorni, che in tanto tempo.
Si trovava benissimo in sua compagnia.
Si ritrovò a passeggiare
con lui per le strade di Londra,
come avevano fatto un tempo.
Era chiusa nella sua bolla di
felicità, con Sirius.
D’un tratto Sirius
guardò l’orologio, fermandola.
“Dobbiamo andare.”
“Dove?”chiese
lei, curiosa.
“Ad Hogwarts, no? Non hai
voglia d’incontrare Albus, la McGranitt,
Hagrid…”
“Come ci andiamo?”
Sirius la guardò.
Il fatto che si rifiutasse di usare
la magia, se non per
evitare di essere riconosciuta, gli dava sui nervi.
Keira sbuffò.
“No. Non ci
vengo.”
Erano in una stradina secondaria,
nascosti da due macchine.
Alzando gli occhi al cielo, Sirius
l’afferrò per la vita,
girò su se stesso e si smaterializzò.
Udì il grido soffocato di
Keira, prima si sentire il
consueto strappo all’ombelico.
Serrò gli occhi, tenendo
stretta Keira a sé.
Cadde rovinosamente
sull’erba fresca del prato di Hogwarts,
con Keira addosso, in una posizione a dir poco equivoca…
“Sirius Black, io
t’ammazzo!”
Keira si tolse di sopra e lo
guardò, arcigna.
“Me la paghi! Ho detto che
non volevo nessuna magia!”
Lo colpì al braccio, gli
occhi accesi.
“Andiamo, Keira. Mi sono
solo smaterializzato! Come volevi
arrivare qui? Con il treno?”
“Sono una
babbana.”
“Sei una strega. Accettalo.
Se fossi solo una babbana, non
ti saresti fatta tingere i capelli con la magia!”
“E’…è
stato per necessità! Rimettimeli com’erano!
Subito!”
Sirius sbuffò, alzandosi.
“Sirius!”
“Ci vediamo.”
S’avviò verso
l’entrata, nel caldo pomeriggio.
I prati erano deserti, il sole
illuminava tutto e la
superficie del lago era calma, piatta…
“Sirius!”
Fatta eccezione di Keira Sanderson,
c’era molta calma…
Sirius si fermò ed
aspettò che lei lo raggiungesse.
“Ho passato 18 anni
rifiutando la magia! Ora non puoi venire
qui e costringermi ad usarla, come se niente fosse successo!”
“Dov’è
la bacchetta?”
“Cosa? Non lo
so…”
“L’hai
buttata?”
“No, ma non so dove sia.
Non la uso, né l’userò.”
“Ti toccherà
farlo.”
“E sarai tu a costringermi?
Scordatelo! Io non prendo ordini
da nessuno!”
“Da me lo farai.
Perché è per il tuo bene, e perché una
follia.”
“E’ stata una
follia essere uscita con te!”
“Non ti era
dispiaciuto.”
“Prima che tu usassi la
magia, no!”
“Keira!”
“Non fare così!
Ho difficoltà ad usare la magia, ok? E che
gli altri la usino su me! Non voglio. Non ora. Non ce la
faccio.”
“E ce la farai?”
“Non lo so, ok? Non lo
so!”
Sirius la guardò.
Keira teneva gli occhi serrati ed era
arrabbiata.
Sirius si pentì di aver
usato la magia con lei, ma che
scelta aveva?
Andare ad Hogwarts in treno?
Camminarono in silenzio fino al
castello, ma Keira si
rianimò subito quando intravide Hagrid e Silente.
“Hagrid!
Albus!”esclamò correndo loro incontro.
Non ci poteva credere! Non li vedeva
da una vita ed ora…
Eccoli lì, come se il
tempo non fosse mai passato.
“Vedo che la tua esuberanza
ti distingue sempre…”sorrise
bonario Silente, che era stato travolto dal suo abbraccio.
“Quella,
l’irascibilità, le maniere
forti…”elencò Sirius, ma
venne zittito da un pugno di Keira, affettuoso, su un braccio.
“Visto? Avevo
ragione!”
“Salve,
Sanderson!”
“Salve, prof! La trovo
bene.”
La severità della
McGranitt non impedì a Keira d’abbracciare
anche lei.
“E’ espansiva,
oggi? Che devo dire a sua discolpa?”intervenne
Sirius, ridendo.
“Che non li vedo da
anni?”suggerì Keira.
Sirius si passò una mano
tra i capelli sale e pepe e
sorrise.
Keira rimase immobile a guardarlo, a
vedere quel gesto per
lei così familiare, ma si riscosse dopo un attimo.
Fu una giornata bellissima per lei.
Rivedere i posti che le
appartenevano, le aule, i corridoi,
i quadri parlanti che ancora si ricordavano di lei, gli elfi domestici
che li
circondavano offrendo loro cibo e bevande rinfrescanti.
Salì, seguita da Sirius,
le scale per andare nel dormitorio
che era stato loro.
Rivide gli arazzi, il rosso di
Grifondoro ed il dorato, il
caminetto…
“Le cose non cambiano mai,
vero?”disse, parlando più a sé stessa
che altro.
“Non quelle
importanti.”rispose Sirius. “Guarda qui.”
La condusse sotto la finestra del
dormitorio maschile.
Lì sotto i loro nomi:
Sirius & Keira, James & Lily,
Remus & Lizzie…
“Credevamo che sarebbe
durata per sempre, quando eravamo
qui.”sussurrò Keira.
Keira si rimise in piedi, mentre
Sirius si sedeva sul
pavimento.
“Abbiamo iniziato a
crescere moltissimo solo quando siamo
usciti di qui. In questo posto i sogni erano ancora permessi.
Là fuori abbiamo
capito che non esistevano più.”
“Lily e James sono ancora
insieme.”ribattè Keira.
“Nulla li potrà
separare, neppure la morte e l’abbiamo
visto. Ma per il resto di noi…Remus e
Lizzie…”
“Remus non sta con Dora? E
Lizzie…”
“Siamo i soli a non aver
avuto il nostro lieto fine?”
Sirius si alzò in piedi e
la guardò per un attimo soltanto,
poi la superò per uscire.
“Siamo
i soli a non
aver avuto il nostro lieto fine?” ripetè.
“Ah, cara! Se
l’avessi io un tipo così non lo lascerei tanto
facilmente!”disse la signora di un quadro nella sala comune,
quando lei scese.
“Io l’ho
fatto…”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** One in a Million ***
“Keira, zuccherino mio!
Vieni qui un secondo!”
John interruppe la registrazione di
“The Climb”, facendola
sobbalzare.
La donna aveva passato la notte in
bianco, pensando e
ripensando alle parole di Sirius, al suo sguardo…a lui in
generale.
Da quando l’aveva
incontrato non riusciva a toglierselo
dalla testa.
Era sempre con lei, o fisicamente, o
nei suoi pensieri.
In ogni cosa che faceva
c’era.
Londra le ricordava tutte le cose
fatte insieme ad i suoi
amici, al suo ragazzo…
Ogni strada, ogni via, ogni posto
portava con sé un ricordo
e Godric’s Hollow, dove quella sera era stata invitata a
cena, ne era pieno.
“Che
c’è?”
“Indovina chi è
stata invitata al Johnson Show?”
“Cosa? Io?”
“Sì, tu! Sei
bravissima, ovvio che sì, dovevi aspettartelo!
E porta anche la tua dolce metà…chi
è…Sir…”
“Si chiama
Ethan…”disse Keira, in subbuglio.
Sentire Sirius associato a
“dolce metà” l’aveva un
po’ messa
sottosopra.
Il Johnson Show era probabilmente il
più famoso show,
soprattutto per chi voleva essere qualcuno…o essere
conosciuto ancora di più.
David Johnson era paragonato a Ophra
Winfrey, addirittura.
Era una grande opportunità
andarci.
Ma Ethan….
Si era allontanata da lui da quando
aveva incontrato Sirius.
Si era instaurato un muro tra
loro…niente abbracci, né baci,
carezze…
Ogni volta che ci provava lei pensava
a Sirius…e
l’allontanava…
Ethan le piaceva, ma era stato come
cancellato…
Completamente spazzato via da Sirius.
Quell’uomo aveva ancora
così potere nella sua vita?
Seguirlo l’avrebbe fatta
soffrire ancora, anche se non per
colpa sua?
“Allora,
accetti?”le chiese John, distogliendola dai suoi
pensieri. “E’ per domani sera, ma dovete essere
lì almeno un’ora prima per le
presentazioni, il trucco…”
“Ok…ok…”
“Il che?”
“Il
Johnson
Show!”
“Eh…Cos’è?”
Hermione guardò Sirius
come se vivesse su un altro pianeta.
“Ma dove
vivi?”disse.
“Fino a poco fa ero morto,
quindi sono giustificato!”rise
lui, alzando le mani in segno di difesa.
“Sirius!
Andiamo!”fece Lily. “Evitiamo di parlare delle
morti, ok?”
I Potter, Weasley, Sirius, Remus,
Dora e Keira erano riuniti
attorno al tavolo del salotto, cenando.
Keira era stata accolta a braccia
aperte da Remus, aveva
conosciuto Dora e Ted ed era stata travolta dai complimenti di Ginny e
di
Hermione, firmando anche loro gli autografi.
“Bella la fama,
eh?”le aveva detto Sirius.
“Non
credere.”mormorò lei.
Era dura, oltre che bella…
Ethan non era potuto venire,
perché aveva una cena con i
suoi amici, amici che Keira non sopportavano…
Erano
così…rigidi, infiocchettati…
“E’ uno
spettacolo babbano, molto famoso, che pubblicizza
attori, attrici, cantanti…
È una fortuna essere
invitati lì.”spiegò Keira a beneficio
degli altri maghi.
“E come ti potremmo vedere?
Con il telefi…telemit…”
“Televisione,
James!”
Keira, Lily, Dora Harry ed Hermione
risero, poiché
conoscevano gli oggetti babbani.
“E come possiamo vederti
in…ok, quello?”
“Comprando un televisione.
Ma qui non avete neanche la
spina.”
“La che?”
“Posso venire da me,
signorina Keira. I miei sono babbani e
noi abbiamo la televisione.”disse Hermione, emozionata quanto
Ginny di
incontrare la sua cantante preferita.
“Ok, allora domani ti
vedremo a quel Jonathan Show!”
“Johnson!”lo
rimproverò Keira, scherzosamente.
“Signorina
Keira…”iniziò Ginny.
“Keira, ti prego. Ho
l’età di Lily e signorina o signora non
mi piace. Dimmi.”
“Potrebbe cantarci una
canzone?”
Ginny ed Hermione si guardavano,
sorridendo, imbarazzate.
“Oh…Ok, se per
gli altri non c’è problema.”
“Figurati. Ti abbiamo
invitato per avere il nostro concerto
personale, non l’avevi capito?”fece Sirius e Keira
e gli altri risero.
“Ok, quale?”
“Una
inedita.”disse James. “Per loro, almeno. Ne avete
scritte così tante, Keira.”
“Chi?”chiese
Harry.
“Keira e
Sirius.”spiegò James.
Tutti tranne Lily, Remus ed i diretti
interessati
spalancarono gli occhi, sorpresi.
“Scrivevate canzoni
insieme?”chiese Ginny.
“E’ successo
tanto tempo fa.”fece Sirius a mò di
spiegazione.
“Tu
cantavi?”chiese Harry.
“Ed era anche bravo,
sai?”intervenne Keira.
“Avevo 18 anni.
Più di 20 anni fa…”
“Perché non
canti “One in a million”?”propose Lily,
guardando l’amica.
Sapeva che, forse, si era spinta
troppo oltre.
Tentava di far rimettere Keira e
Sirius insieme, ma proporle
la canzone che aveva scritto appositamente per lui quando aveva 18
anni…
Forse era troppo.
Keira tentennò.
Sirius evitò di guardarla.
Conosceva quella canzone.
La sapeva a memoria,
l’aveva cullato nei momenti più
difficili, era stata una delle colonne sonore dei suoi
ricordi…
“Cantala.”disse,
solo.
“O…Ok.”
Lily fece apparire dal nulla un
microfono ed ignorò
l’occhiataccia di Keira per aver usato la magia.
“How
did I get here
I turned around and there you were
Didn’t think twice
Or rationalize
But somehow I knew
That there was more than just chemistry
I mean i know you were kinda of in to me
But i figured its just to good to be true
I said pinch me
Where’s the catch this time
Cant finda single cloud in the sky
Help me before I get used to this guy
They say that good things take time
But really great things happen
in a blink of an eye
Thought the chances to meet somebody like you
were a million to one
I cant believe it
Your one in a million
All this time a was looking for love
Trying to make things work
They weren’t good enough till
I thought I'm through
Said I'm done
Then stumbled into the arms of the one
Your making me laughabout the sillest stuff
Said that I'm your diamond in the rough
When I’m mad at you
you pull out your velvet gloves
I feel drunk but I am sober
And I’m smiling all over
Every time I see that sparkle in your eye
They say that good things take time
But really great things happen
in a blink of an eye
Thought the chances to meet somebody like you
were a million to one
I cant believe it
Your one in a million...one in a million
All this time a was looking for love
Trying to make things work
They weren’t good enough till
I thought I'm through
Said I'm done
Then stumbled into the arms of the one
I feel drunk but I am sober
And I’m smiling all over
Every time I see that sparkle in your eye
They say that good things take time
But really great things happen
in a blink of an eye
Thought the chances to meet somebody like you
were a million to one
I cant believe it
Your one in a million...one in a million
All this time a was looking for love
Trying to make things work
They weren’t good enough till
I thought I'm through
Said I'm done
Then stumbled into the arms of the one
Your one in a million
Come sono
arrivata fin
qui?
mi sono girata e tu eri lì
non ci ho pensato due volte
nè l'ho giustificato
perchè in qualche modo sapevo
che c'era più di un semplice feeling
voglio dire che sapevo che stavi
per entrare dentro di me
ma ho scoperto che
è troppo bello per essere vero
ho detto dammi un pizzicotto
dov'è il tranello stavolta?
non riesco a trovare
nemmeno una nuvola nel cielo
aiutami prima che io
mi abitui a questo ragazzo
dicono che ci vuole tempo
per ottenere le cose buone
ma le grandi cose accadono davvero
in un batter d'occhio
pensavo che le possibilità
di incontrare qualcuno come te
fossero una su un milione
non riesco a crederci
sei uno su un milione
tutto questo tempo
stavo cercando amore
cercando di far funzionare le cose
ma non erano buone abbastanza fino
a che pensavo di aver finito
ho detto che ne ho abbastanza
e sono inciampata tra le braccia
dell'unico per me
mi fai ridere sulle cose più stupide
dici che sono il tuo diamante nelle difficoltà
quando sono arrabbiata con te
tu vieni con il tuo tocco vellutato
non riesco a credere di essere così fortunata
non mi sono mai sentita così felice
ogni volta che vedo
quella scintilla nei tuoi occhi
ho detto dammi un pizzicotto
dov'è il tranello stavolta?
non riesco a trovare
nemmeno una nuvola nel cielo
aiutami prima che io
mi abitui a questo ragazzo
dicono che ci vuole tempo
per ottenere le cose buone
ma le grandi cose accadono davvero
in un batter d'occhio
pensavo che le possibilità
di incontrare qualcuno come te
fossero una su un milione
non riesco a crederci
sei uno su un milione
tutto questo tempo
stavo cercando amore
cercando di far funzionare le cose
ma non erano buone abbastanza fino
a che pensavo di aver finito
ho detto che ne ho abbastanza
e sono inciampata tra le braccia
dell'unico per me
sei uno su un milione”
Keira aveva cantato gli occhi fissi
su Sirius.
Era stato come se tutto il mondo
fosse svanito e ci fossero
solo loro nella stanza.
Quando smise di cantare e molti
applaudirono l’incantesimo
si spezzò.
Sirius non riusciva a distogliere gli
occhi da lei, mentre
lo stomaco si divertiva a fare le capriole.
Accadeva sempre così
quando la vedeva.
Lo stomaco faceva le capriole e lui
si sorprendeva a
guardarla, incantato da lei e dai suoi occhi.
Lo stesso accadeva per Keira.
“Avete scritto insieme
questa canzone?”chiese Molly.
“No. L’ha scritta
per me.”
Sirius afferrò Keira per
la vita e la spinse a sedersi sulle
sue ginocchia.
Era un gesto affettuoso, anche
d’amico, ma Keira arrossì.
Arrossiva sempre quando Sirius diceva
o faceva qualcosa
d’inaspettato.
Il suo stomaco ballava la conga.
Amava stare con lui, anche solo
rimanere a guardarlo.
Ed una parte di lei si sentiva in
colpa, mentre quella
principale diceva che non stava facendo nulla di
male…ancora…
“Per
lui?”domandò Ron.
“Stavano
insieme.”spiegò James.
“Ok, vuoi dire la nostra
storia a tutto il mondo?”fece
Keira.
“Puoi dirla tu, domani
sera. Sei in tf, no? Non ti vedono
tutti?”
“Tv e poi non vado
lì per…lascia perdere!”
Fu una serata divertente quella che
Keira trascorse con i
suoi amici.
Ma il suo sguardo era quasi sempre
puntato nella direzione
di Sirius.
Sentiva il sangue ribollirle nelle
vene, i ricordi affluire
velocemente, il cuore che batteva all’impazzata…
“E’ ingiusto,
secondo me.”disse Lily, dopo un po’.
Erano sedute sul dondolo in giardino,
sotto la tiepida luce
della Luna, mentre un leggero venticello le carezzava.
“Cosa?”
“Che non stiate insieme. Tu
e Sirius.”
“Sto con Ethan,
ora.”
“Già, vero. E
lui dov’è? Perché non è qui?
Perché non ne
parli mai?”
“Lo amo, Lily.”
“No, ti sei trovata
un’alternativa. Ti conosco, Keira e
conosco quegli sguardi.”
“Quali?”
“Quelli che tu e Sirius vi
lanciate. Si vede lontano un
miglio che siete ancora attratti l’uno
dall’altra.”
“Ricordi
com’è andata male l’ultima
volta?”
“E non vuoi fare nulla per
paura di essere ferita ancora?”
“Cosa dovrei
fare?”
“Parla con lui. Chiaritevi
su ciò che è successo…”
“L’abbiamo fatto,
ne abbiamo già parlato.”
“E
cos’è che vi frena?”
“Lily, sono passati 18
anni! Siamo diversi, siamo cambiati.
Tutto è cambiato. Non possiamo riprendere ad essere quelli
che eravamo da
ragazzi.”
“Cos’è
cambiato, Keira? Siete quelli di sempre! Siete i
Keira e Sirius che conosciamo ed amiamo! Di cosa hai realmente paura?
Cosa ti
frena?”
Non lo sapeva neppure Keira.
Fissò l’erba,
schiarita dalla Luna, senza dire una parola.
“Non lo
so.”ammise alla fine. “Ma domani devo andare ad
un’importante programma e devo pensare a questo.”
Guardò la sua amica.
“La vita mi ha
già ingannata una volta. Perché non potrebbe
rifarlo di nuovo?”
“Non lo so. Ma non puoi
chiuderti in una bolla e non
uscirne. Le circostanze sfortunate capitano a tutti, ma ciò
non ci impedisce di
godere di quelle positive.”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** sto cercando qualcuno che condivida il mio dolore, qualcuno a cui possa rivolgermi,che resterà con me quando piove ***
Is It You (Cassie)
I’m looking for a
lover not a friend
Somebody who can be there when I need someone to talk to
I’m looking for someone who won’t pretend
Somebody not afraid to say the way they feel about you
And I’m looking for
someone who understands how I feel,
Someone who can keep me real and who knows always
Baby I like to have you in my way
And I’m looking for someone who takes me there,
Wants to share, shows he cares
Thinking on the one that I’ve been waiting for
Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be the one I need?
Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me? (Could you be?)
Could you be the one I need?
I’m looking for
someone to share my pain (Uh)
Someone who I can run to, who would stay with me when it rains
Someone who I can cry with trough the night
Someone who I can trust who’s hardest right
And I’m looking for someone
And I’m looking for
someone who understands how I feel,
Someone who can keep me real and who knows always
Baby I like to have you in my way
And I’m looking for someone who takes me there,
Want to share, shows he cares
Thinking on the one that I’ve been waiting for
Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be the one I need?
Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be this one I need?
Take for grant
How much I care (How much I care)
And appreciates that I’m there
Someone who listens
And someone I can call who isn’t afraid of thought to share
Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be the one I need?
Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be the one I need?
Sto
cercando un amante, non un amico
qualcuno che sia lì per me quando
ho bisogno di qualcuno con cui parlare
sto cercando qualcuno che non finga
qualcuno che non abbia paura di
confessarti cosa prova per te
e sto cercando qualcuno
che capisca come mi sento
qualcuno che possa renderlo reale
e che sappia qual è il modo
il modo in cui mi piace averlo
e sto cercando qualcuno che mi porti lì
che voglia condividere
che dimostri di tenere a me
penso che tu sia l'unico che ho aspettato
sei tu? sei tu?
forse sei l'unico che ho aspettato
potresti essere l'unico per me?
potresti essere l'unico di cui ho bisogno? (x2)
sto cercando qualcuno che condivida il mio dolore
qualcuno a cui possa rivolgermi
che resterà con me quando piove
qualcuno con cui io possa piangere nella notte
qualcuno su cui possa contare
il cui cuore sia buono
e sto cercando qualcuno...
e sto cercando qualcuno
che capisca come mi sento
qualcuno che possa renderlo reale
e che sappia qual è il modo
il modo in cui mi piace averlo
e sto cercando qualcuno che mi porti lì
che voglia condividere
che dimostri di tenere a me
penso che tu sia l'unico che ho aspettato
sei tu? sei tu?
forse sei l'unico che ho aspettato
potresti essere l'unico per me?
potresti essere l'unico di cui ho bisogno? (x2)
che dia per garantito quanto io ci tenga
che apprezzi il fatto che io sono lì
qualcuno che ascolti
e qualcuno che io possa chiamare
che non abbia paura di dare amore
sei tu? sei tu?
forse sei l'unico che ho aspettato
potresti essere l'unico per me?
potresti essere l'unico di cui ho bisogno? (x2)
“Ed
ecco a
voi la splendida Keira Sanderson, in arte Crystal Flower con la sua
bellissima
canzone “It is you”! Non è
favolosa, da sposare! Scusami, fidanzato, ma
è davvero splendida!”
Keira sedette accanto a David Johnson
ed a Ethan arrossendo.
“Ed ora le domande. Una
cosa vorrei sapere prima di tutto.
Perché Crystal Flower? Che significa?”
Keira guardò dritto alla
telecamera senza rendersene conto.
“E’ un soprannome
che mi aveva dato il mio fidanzato, anni
fa.”
“Ethan?”
“No!”
“C’è
un altro amore nella tua vita?”
“Di questo non voglio
parlare.”
Keira evitava di guardare Ethan.
Si sentiva colpevole per provare
ancora qualcosa per Sirius.
Lo sapeva e non lo negava, ma non
voleva ammetterlo di certo
in uno spettacolo.
“Ok, allora
un’altra domanda. Le tue canzoni sono molto
personali. T’ispira qualcuno?”
“Non esattamente.
M’ispira ciò che vedo, ciò che sento e
percepisco del mondo che mi circonda.
I miei ricordi, soprattutto. La mia
vita passata.”
“La tua vita passata?
Nascondi un segreto, quindi? Sei una
spia segreta in missione?”
“Sì, la compagna
di James Bond.”rise lei. “Assolutamente no.
Sono una come tutti.”
“Non proprio. Hai talento,
hai bellezza. Cosa ti ha impedito
di emergere prima d’ora?”
“Un po’ di tutto.
Ricordi. Ricordi dolorosi.”
“Che hai
cancellato?”
“Che sto iniziando ad
accettare di recente.”
“Da quanto state insieme tu
ed Ethan?”
Ethan le prese la mano.
“Due
mesi.”rispose per lei.
“E’
l’amore della tua vita?”
“Non lo so. Non posso
dirlo.”
“Perché sei
davanti ad una platea?”
“E’
personale.”
“E comunque,
no.”pensò.
“Bene. Allora ti spingeremo
a decidere. Credo sia il
momento, Ethan.”
Keira guardò, entrambi,
confusa.
“Cosa?”
Ethan s’alzò
dalla sedia e s’inginocchiò davanti a Keira.
“Oh,
cavolo!”disse Lily dall’altro lato dello schermo.
Lei e tutti gli altri erano riuniti a
guardare lo show e la
donna era sbalordita.
“Ma cosa
vuole…”iniziò James, ma aveva
già capito.
Rivolse un rapido sguardo a Sirius,
ma lui non lo stava
guardando, ma teneva lo sguardo fisso su Keira alla televisione.
“Cosa sta
succedendo?”
Ethan estrasse una scatoletta dalla
tasca e l’aprì davanti a
Keira.
La telecamera zoomò ed
inquadrò un anello sottile con un
brillante sopra.
“Keira, mi vuoi
sposare?”
La donna era sbalordita.
S’alzò in piedi,
confusa.
Sposarsi? Con Ethan? Ma si
conoscevano da così poco!
Cadde il silenzio e sembrò
quasi che tutti in sala e dall’altro
lato dello schermo, stessero trattenendo il fiato.
“Ethan, io…Non
posso.”rispose in un soffio.
Lo disse impulsivamente, ma era la
verità.
“Cosa?”
Ethan era sbalordito.
“Cosa?”ripetè,
senza riuscire a capacitarsene.
“M-mi di-dispiace. Mi
dispiace davvero.
Sei un caro ragazzo, ma non posso
sposarti.”
“Perché?
C’è qualcun altro?”
La folla in sala iniziò ad
agitarsi ed i fotografi li
sommersero di foto e domande.
Johnson riportò
l’ordine.
Ethan teneva lo sguardo fisso su
Keira.
Lei si scostò una ciocca
di capelli dagli occhi e inspirò a
fondo prima di rispondere.
“Perché non
t’amo al punto di sposarti. Mi dispiace. Ma non
posso. È finita.”disse lei, a voce più
alta e fu come liberarsi da un peso
enorme sul cuore.
Poi voltò le spalle e
corse via.
Corse e corse senza fermarsi,
finchè non raggiunse una
gelateria a Londra dove andavano sempre lei e Lily, con i loro
fidanzati.
Aveva il cuore che batteva a mille.
Prese con mani tremanti il cellulare
e chiamò la prima
persona che le venne in mente….l’unica che potesse
aiutarla in quel momento.
Il cellulare che Keira aveva dato a
Sirius e gli aveva
insegnato ad usare squillò dieci minuti dopo la fuga della
ragazza.
Appena vide il numero, Sirius
scattò in piedi e raggiunse la
porta.
“Dove sei?”disse
soltanto ed un minuto dopo era davanti a
lei.
Keira era sconvolta.
Il trucco era sciolto e le macchiava
il viso ed il bel
vestito azzurro cielo che indossava era tutto stropicciato.
I capelli scuri e biondi erano
arruffati, perché aveva
sciolto la pettinatura che li teneva in ordine.
Era seduta su una panchina ed
alzò lo sguardo appena lo vide
comparire.
“Scusa se ti ho chiamato.
Ma non sapevo chi…cosa…”
“Hai fatto bene.”
Sirius si sedette accanto a lei sulla
panchina e le passò un
braccio attorno alle spalle, tentando di confortarla.
Il suo contatto, il suo calore
tranquillizzarono Keira.
Il cuore della ragazza batteva
fortissimo, ma non per la
corsa o per ciò che era successo, ma per la vicinanza con
Sirius.
Quello di Sirius si comportava al
medesimo modo.
“E’ tutto ok.
Perché hai rifiutato?”chiese.
Lei si staccò da lui e
s’alzò in piedi.
“Lo conosco da pochissimo
tempo e lui mi chiede di sposarlo.
Non posso, non me la sento…No.”
“Per questo?”
“Non lo amo,
Sirius!”
“Amo
te.”pensò lei, ma non riuscì a dirlo.
Ma forse la vera risposta era nei
suoi occhi perché Sirius
la capì lo stesso.
S’alzò e le
s’avvicinò.
I loro visi erano a pochi centimetri
l’uno dall’altro.
Stavano quasi per baciarsi, quando un
tuono li fece
sobbalzare entrambi.
Risero entrambi, guardandosi negli
occhi.
La pioggia non importava affatto.
Sirius si chinò su di lei,
posandole una mano sul collo.
Questo contatto la fece rabbrividire.
Le sollevò piano il viso e
l’avvicinò al suo.
Annullarono la distanza in un attimo,
cercandosi, volendosi,
trovandosi dopo tanto tempo passati lontani.
Si baciarono dolcemente.
Keira gli cinse il collo con le
braccia e si strinse a lui,
tutti e due zuppi di pioggia.
S’allontanarono dopo
un’eternità, come se quel bacio avesse
compensato tutto il tempo trascorso lontani l’uno
dall’altra.
Keira rise, una risata brillante,
sincera.
Era forse la prima di tal genere in
anni ed anni.
Volteggiò sotto la
pioggia, trascinando Sirius con lei,
raggiante.
Sirius l’afferrò
per la mano e si smaterializzò a casa
Potter, nella sua stanza.
Keira cadde ridendo sul tappeto,
sorridendo, il cuore a
mille.
Si erano baciati.
Era quello il pensiero che gli
rimbombava in testa.
“E’ stata una
follia!”disse lei, riferendosi alla
smaterializzazione. “E se ci avessero visti?”
“Sistemeremmo tutto. Come
abbiamo sempre fatto.”
Sirius si sedette in ginocchio sul
tappeto accanto a lei.
Le prese il volto tra le mani e la
baciò sulle labbra,
ancora ed ancora.
Quando James e Lily aprirono piano la
porta della stanza
sentendo dei rumori, li videro sul tappeto, seduti, a baciarsi e la
richiusero
lentamente.
“T’amo
tantissimo, Keira. Ti amo. Ti amo.”
Lei rise e
l’abbracciò.
“Perché credi
che sia scappata? Non potevo sposarlo. Non…Io
amo te.”
“Lo sapevo.
L’immaginavo.”
Keira tremava tra le sue braccia,
zuppa.
“Cielo, stai
tremando!”
“Vado da Lily e le chiedo
dei vestiti.”sussurrò lei.
Si chinò su di lui e lo
baciò un’ultima volta, prima
d’andarsene.
Separarsi, anche solo per asciugarsi
e vestirsi, era dura.
Si erano ritrovati, erano
lì, insieme.
Quando entrò nella camera
di Lily e James seppe che
sapevano.
Non ci fu bisogno di dire altro.
Ritornò nella stanza di
Sirius, dopo 5 minuti e lo trovò
seduto ed asciutto sul letto.
S’accoccolò tra
le sue braccia, assaporando il suo profumo,
il suo calore dopo così tanto tempo.
Lo sentì fremere dal
desiderio, dalla voglia di averla
ancora con sé e cedette ai suoi occhi magnetici.
Era invecchiato, certo, ma era sempre
il Sirius che amava,
il suo bellissimo Sirius.
Sentì le mani di lui
sfiorarle il corpo, scendere e risalire
sui fianchi, sulle gambe.
Lo baciò ridendo di
felicità, spogliandolo e spogliandosi.
Sentire il suo calore, il contatto
delle loro pelli era una
sensazione impagabile.
Il freddo per la pioggia stava
scemando, rimpiazzato dal
calore dei loro corpi, dai caldi respiri.
Erano in balia dell’amore,
del piacere, della felicità.
Si baciarono ancora ed ancora,
cercandosi, accarezzandosi.
Lo sentì dentro di
sé dopo tantissimo tempo e come se non
fosse trascorso nulla i loro corpi s’adattarono perfettamente
come
complementari, come pezzi di un puzzle che dopo essere stati
ingiustamente
separati si ritrovano, attratti da una forza imprescindibile da
qualsiasi cosa,
tempo o destino che fosse…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Questo è solo l'inizio ***
Schiuse gli occhi lentamente, avvolta
dalla tiepida luce del
mattino.
La
prima sensazione
che provò fu di calore.
Aprì gli occhi del tutto e
si rese conto, con un sorriso, di
trovarsi accoccolata tra le sue braccia.
Sue. Di Sirius Black.
Dormiva, cingendole il corpo con un
braccio.
La bocca era leggermente aperta e le
labbra disegnavano un
sorriso perfetto, piegandosi in una morbida curva.
Keira sentì il proprio
cuore battere fortissimo, quasi
minacciando di uscirle dal petto.
Non si sarebbe mai abituata alla sua
presenza, non si era
mai abituata neanche in passato; ed ora riaverlo con sé,
sapere che era lì e
che non se ne sarebbe andato mai più le faceva provare una
felicità
incontenibile ed inesprimibile.
Quello che era successo in quei
giorni era pura follia.
Lily,
James, Remus, Harry, Sirius…
Erano di nuovo insieme, contro ogni
logica.
Sirius si mosse accanto a lei.
“Ehi.”sussurrò,
voltando il viso verso di lei.
“Ehi…”
“Sveglia da
molto?”
“No…Ti guardavo
solo dormire.”
“Sei
adorabile.”aggiunse e sentì il sangue colorarle le
guance.
Che scema!
Arrossiva come una ragazzina, ma non
poteva proprio
evitarlo!
Sirius la guardò, senza
riuscire a dire nulla.
Avrebbe voluto bearsi del suo viso,
guardarla arrossire e
sorridere per l’eternità.
Gli sarebbe bastato.
Gli sarebbe bastato per tutta la sua
vita.
Le sfiorò il volto con una
punta delle dita, percorrendo la
curva della sua guancia, fino ad arrivare alle sue labbra, appena
schiuse.
Vi posò un tenero bacio,
sfiorandole dolcemente.
Erano attratti magneticamente
l’uno all’altro ed il bacio
crebbe d’intensità man mano, finché non
dimenticarono dove fossero,
completamente persi l’uno nell’altra…
“Voglio sapere ogni
cosa!”
Lily afferrò la sua
migliore amica per un polso, tirandola
in disparte in cucina, quella mattina.
Keira fece in tempo ad addentare la
sua fetta di pane
tostato che si ritrovò sotto Inquisizione.
Lily aveva gli occhi che brillavano
di curiosità.
“Cosa vuoi
sapere?”chiese, inghiottendo un boccone.
Lily la guardò come se
fosse impazzita.
“Non ho modo di sfuggirti,
vero?”sospirò, in trappola.
“No e neanche Sirius. Anche
James e Remus lo stanno
torchiando.”
Keira si lasciò sfuggire
una risata, prima di dirle ogni
cosa.
Di come s’era sentita in
quei giorni, della sua confusione,
dell’attrazione che provava per lui…
Alla fine del racconto, rimasero in
silenzio tutte e due,
senza sapere cosa dire.
“E’ una cosa
meravigliosa, tesoro. Meritare di essere il più
felici possibile, dopo tutto quello che avete passato.”
Lily fu la prima a spezzare il
silenzio, abbracciandola.
Keira, colta di sorpresa,
ricambiò, commossa.
Sentiva il cuore scoppiare di
felicità, come se non potesse
più contenerla.
“State insieme,
quindi?”chiese James a Sirius.
Lui e Remus l’avevano
bloccato in salotto, dopo colazione,
curiosissimi.
Sirius non rispose, ma era tutto fin
troppo eloquente.
“Non la lascio, non ora che
l’ho ritrovata.”sentenziò,
incapace di dire altro.
Si sentiva leggero, svuotato da tutte
quelle preoccupazioni
e brutti pensieri che l’avevano angustiato in quegli anni.
Era felice, per la prima volta dopo
anni.
Finalmente le cose iniziavano a
prendere una piega positiva
per tutti loro.
James e Remus si scambiarono una
rapida occhiata, guardando
il loro amico perso nei suoi pensieri, un sorriso sulle labbra.
Era completo, come mai prima
d’ora.
In passato c’era sempre
stato qualcosa che gli mancava e
questo qualcosa era Keira.
Keira permise a Lily di colorarle i
capelli con la magia ed
essi assunsero un colore castano scuro, tagliati corti.
Era passata quasi una settimana dalla
fuga di Keira dal
programma televisivo e da Ethan.
“Ti devi sempre travestire
per uscire?”commentò Harry,
osservando Keira che s’infilava un cappello da basket in
testa e gli occhialoni
da sole.
Lo sguardo del ragazzo andava da
Keira a Sirius.
Erano radiosi.
Il suo padrino era così
felice, così al settimo cielo.
La sua mano strinse quella di Keira
quando uscirono.
“Devo solo riprendere le
mie cose in albergo. Non posso
indossare i vestiti di Lily per sempre.”disse a mo’
di spiegazione.
“Ethan?”chiese
Sirius, camminando al suo fianco, diretti
verso il Plaza al centro di Londra.
L’osservò con
una punta di timore.
Temeva che Ethan, quel tipo borioso,
potesse fare del male a
Keira dopo ciò che era successo.
Le strinse la mano, afferrando la
bacchetta nella tasca dei
pantaloni, pronto a trasformarlo in uno scarafaggio o mostro a tre
teste se
necessario.
O solo a schiantarlo, gli aveva
raccomandato Lily per
evitare che si mettesse troppo nei guai.
“E’ al lavoro a
quest’ora. Non ci sarà in albergo.”
Passò velocemente
nell’atrio, presentandosi come la cugina
di Crystal Flower e mostrando le chiavi della sua camera per conferma.
Salì le scale a due a due,
ansiosa di riprendersi le sue
cose e di trasferirsi dai Potter con Sirius.
Era tutto a posto, tutto sistemato
tra di loro.
Infilò la chiave nella
toppa e girò.
Quello che trovò la
lasciò senza fiato.
Tutte le sue cose, i suoi abiti di
scena e non, i suoi
trucchi, libri…sparsi per il pavimento e distrutti, rovinati.
Gli abiti erano stracciati, i libri
rotti, le pile dei cd
sul pavimento…
I testi delle sue canzoni, quelle
edite ed inedite, erano a
brandelli.
Il suo lavoro, la sua passione fatta
a pezzi.
Sul muro di fronte alla porta una
scritta, fin troppo
eloquente, per non sapere chi fosse l’autore.
“Questo è solo
l’inizio, puttana.”
Keira si portò le mani
sulle labbra, sorpresa e ferita,
mentre le lacrime le riempivano gli occhi.
Sirius alle sue spalle, guardava lo
sfacelo senza dire una
parola.
Lo sguardo andò subito
alla scritta e s’affrettò a cingere
le spalle di Keira con le braccia, tentando, inutilmente, di calmarla.
La ragazza era sotto shock.
Poi, improvvisamente, si
liberò della sua stretta e corse
verso il bagno, colpita da un pensiero orribile.
Anche lì c’era
lo stesso caos…
Il suo sguardo andò
immediatamente alla sua trousse.
L’anello!
Doveva essere lì! Non
poteva averlo trovato, non poteva
averlo…
Ma il flusso dei pensieri
s’interruppe quando le sue mani
sfiorarono dei piccoli pezzi d’oro bianco e diamante.
Si sentì come se qualcosa
all’interno del suo petto si fosse
spezzato ed iniziò a piangere, seduta sul pavimento,
circondata da cocci di
porcellana e vetri rotti.
“Keira!”
Sirius corse da lei e
s’inginocchiò sul pavimento,
circondandole le spalle, scosse da un tremito e da un singhiozzo
inconsolabile.
Era il loro anello di fidanzamento.
E Ethan l’aveva fatto a
pezzi. Aveva distrutto un ricordo
bellissimo del passato di Keira e di Sirius.
“Ssh…ssh…calmati.
Calmati, andrà tutto bene. Tesoro, non fa
nulla. Non importa. Ne comprerò un altro. È solo
un anello…”
“E-era…i-il…n-nostro…”
“Lo so, lo so.”
Sirius la fece raggomitolare tra le
sue braccia, attento a
non farla ferire con i vetri sparsi sul pavimento.
La ragazza stringeva tra le mani
quello che rimaneva del suo
anello, mentre la rabbia si mischiava al dolore e le lacrime scendevano
copiose
sulle sue guance.
“Quello lì
l’ammazzo.”mormorò Sirius al suo
orecchio,
tentando di tranquillizzarla.
La cullava, come se fosse stata una
bambina piccola e le
posava piccoli bacetti tra i capelli, liberati dal berretto da basket.
“M-mi v-suole f-fare del
male. S-si vendicherà, S-sirius.”
La voce era tremante e spaventata.
Sirius la strinse ancora di
più a sé, mentre la rabbia gli
faceva ribollire il sangue nelle vene.
“Non ti farà
nulla, amore mio. Non oserà sfiorarti. Ci sono
qui io a proteggerti. Non ti farà
nulla…”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Fantasmi Malandrini ***
Ciao a tutti!
Finalmente, dopo mesi, anni, secoli, torno a postare questa storia!
Sono mortificata e mi dispiace averla abbandonata per così
tanto tempo, ma sono successe moltissime cose e non avevo proprio il
tempo per continuarla. L'ho trovato solo ora.
Spero vi piaccia e vi
chiedo ancora scusa per l'attesa interminabile! Giuro e Stragiuro,
Parola di Malandrino, che la continuerò e
l'aggionerò più in fretta!
Un bacione a tutti e
come sempre sono graditi i vostri commenti, ma abbiate
pietà...non scrivo da moltissimo!
Un bacione, Lily Castiel
Winchester (per chi non lo sapesse prima il mio nome era Lily Black 90!)
XD
FANTASMI
MALANDRINI
“Per
la barba di Merlino!
Quel figlio di puttana…”
James
guardò Sirius, irato.
“Keira,
dov’è?”chiese Remus.
“Con
Lily. Di sopra. È sotto
shock.”
“Ha
distrutto tutto? Ogni
cosa? Le sue canzoni, i vestiti…”
“Il
nostro anello,
Jamie.”concluse Sirius.
I
suoi migliori amici lo
guardarono dispiaciuti ed irati.
Ma
James più di tutti.
Teneva
moltissimo a Keira,
era come una sorella per lui.
Ed
ora un idiota babbano la
minacciava?
No,
non l’avrebbe passata
liscia!
“Che
vuoi fare? Ucciderlo?
Minacciarlo?”chiese Remus, passandosi una mano tra i capelli.
“Ragazzi,
non lo so. Non ne
ho idea. È un babbano, sono un mago, sarebbe facile
fargliela pagare. E poi, se
lo facessi, sarei arrestato per aggressione. E tralasciando il fatto
che sono
stato accusato di omicidio, tradimento e via
discorrendo…sono appena tornato in
vita e non vorrei finire in carcere per un figlio di puttana idiota.
Secondo
me, la stiamo facendo più grossa di quello che è.
Basterà minacciarlo. Fargli
vedere di cosa sono capace, senza mostrargli la magia.”
“Lo
vuoi prendere a pugni,
vero?”ridacchiò James, stupito e divertito insieme
dal discorso, fin troppo
maturo, del suo migliore amico.
Sirius
che si preoccupava dei
rischi? Del carcere? Della fedina penale sporca?
“Oh,
ci puoi scommettere
quello che vuoi, Ramoso! Io quello lo faccio a pezzi, se lo trovo. E
poi lo
riattacco con la magia.”
“Per
poi farlo a pezzi di
nuovo!”
James
batté il cinque a
Sirius, sotto lo sguardo divertito di Remus.
James
e Sirius…non sarebbero
mai cambiati.
Keira
si passò una mano tra i
capelli, trovandoseli in disordine.
“Sono
fin troppo fragile in
questo periodo, Lily. Mi viene da piangere per ogni cosa.”
Si
sentiva un idiota.
Non
era mai stato così.
Era
lei quella forte e
testarda.
“Ehi,
tesoro. Sono successe
troppe cose insieme. È normale che tu sia sconvolta, che ti
senta disorientata,
arrabbiata. Un idiota ti ha devastato la casa e…”
“Ha
distrutto il mio anello,
Lily.”
Si
mise a sedere sul letto e
guardò la sua migliore amica, Lily Evans Potter.
Notò
quanto fosse bella.
I
capelli rossi le ricadevano
sulla schiena in boccoli ed onde e gli occhi verdi brillavano, un
po’ per il
dispiacere che provava per lei.
Il
viso non sembrava
invecchiato affatto, nonostante la magia degli angeli.
Sarebbe
stata sempre Lily
Evans, la sua amica, innamorata follemente di quel pazzo di James.
“So
che è solo un oggetto…”
“Ma
significava qualcosa per
te, Keira. Lo so. Lo capisco. Era il vostro anello di matrimonio e
conserva un
ricordo bellissimo. Un ricordo che appartiene ad un tempo che non
c’è più,
prima che Voldemort ci uccidesse e rovinasse le nostre vite. Prima di
veder mio
figlio crescere da solo e te lontana da Sirius e Remus.”
La
sua voce era triste, ma la
guardò incoraggiante.
“Harry
è qui, Lily.”
“Lo
so. Lo so questo. Ma non
cambierà il passato. E solo noi possiamo cambiare e
migliorare quello che ci
aspetta, tesoro mio. Era l’ultimo legame che avevi con il
passato,
quell’anello.”
“Sì.”ammise
Keira. “Devo
lasciare andare anche quello.”
Lily
si chinò su di lui e le
carezzò i capelli scuri.
“Credo
sia la cosa migliore
da fare. Lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare.”
“Sirius
lo ucciderà,
vero?”chiese, riferendosi ad Ethan.
Lily
scoppiò a ridere.
Sirius
ed Ethan?
Non
la vedeva affatto bene!
“Credo
proprio di sì! Ahahah!
Ma dovresti essere contenta di avere un cavaliere così
galante! Dopotutto
Sirius ha sempre fatto così! Ricordi ad Hogwarts, quando ci
provavano con te o
facevano qualche dispetto nei tuoi confronti?”
Keira
rise di cuore,
ripensando a quei tempi.
Era
vero.
Sirius
l’aveva sempre difesa
ed anche se questo era stato motivo di litigi poiché lei si
sentiva di potersi
difendere da sola…gli era sempre stata grata.
Ripensò
ai suoi occhi grigio
ghiaccio, ai capelli scuri, ora un po’ brizzolati e sorrise.
“Sai
che stai sorridendo come
un ebete, vero?”la prese in giro Lily.
Sedette
sul letto accanto a
lei, posando la schiena allo schienale.
Era
contenta per Keira.
L’aveva
vista soffrire,
lontana dal suo mondo, lontana dai suoi amici, da loro.
Ed
ora vederla sorridere così
spontaneamente, anche con un’espressione ebete sul
viso…le faceva bene.
Era
fiera di come stesse
affrontando tutta quella strana, pazzesca, folle situazione.
La
stavano affrontando bene,
nonostante quella novità di Ethan.
“Dimmi
la verità: amavi
veramente Ethan o sei solo sopravvissuta fino all’arrivo di
Sirius?”
Lo
sguardo che le rivolse fu
più significativo di qualunque altra spiegazione.
“Voi
cosa? No, ragazzi. Non…non
voglio che vi mettiate nei guai per aver aggredito un babbano!
So
badare a me stessa e non
voglio che mi facciate da cavalieri senza macchia e senza paura, per
quanto la
cosa mi lusinghi.”
Keira
guardò Sirius,
supplichevole.
L’unica
cosa che ci mancava
era che si mettesse nei guai per fare il cavaliere e trascinasse con
sé, come d’obbligo,
James e Remus.
“Naa…ce
la caveremo, come
sempre. Senti, vogliamo solo…”iniziò
James.
“Farlo
a pezzi.”concluse
Sirius per lui e tutti risero.
Era
ormai ora di cena ed
erano stati invitati a casa Weasley.
I
ragazzi s’erano appartati,
lasciando gli adulti da soli a chiacchierare.
Aleggiava
un’aria di
serenità, complicità.
Discorsi
sulla politica, sul
Quidditch, sulle novità del momento e sui progetti di
vendetta di Sirius, che
non sembravano esattamente da “adulti”.
“Niente
guai, niente ferite
etc…”intervenne Lily.
“Promesso,
raggio di Sole!”
James
fece la croce sul cuore
e si chinò su di lei per baciarla sulla guancia.
Lily
avvampò, assumendo la
stessa tonalità dei suoi capelli rosso cupo.
James
la faceva sempre
sentire così…come una ragazzina alla prima cotta,
prima e perenne cotta nei
suoi confronti, d’altronde!
“Ci
serve un piano…un’idea…non
so, ha paura di qualcosa? Traumi infantili? Ragni?
Zombie?”stava riflettendo
Sirius.
Keira
l’ammirò.
Aveva
l’aria così
concentrata, così assorta.
I
capelli sale e pepe gli
ricadevano gli occhi color del ghiaccio più puro e per un
attimo incrociarono i
suoi.
Quello
che fu capace di fare
il suo cuore in quel minimo attimo fu incredibile.
Se
lo sentì scoppiare, fare
giravolte e capriole ed abbozzò un sorriso imbarazzato.
Si
sentiva la ragazzina
timida colta di sorpresa ad osservare il ragazzo più carino
della scuola.
Beccata!
Sirius
le rivolse un sorriso
ampio, rivelando i denti luminosi e s’accostò a
lei.
Sentì
il calore del suo
abbraccio, quando lui l’avvolse nella sua stretta e
posò il mento tra i suoi
capelli, tornati finalmente del loro colore naturale, scuro…
“Su,
Kei. Ci serve
un’idea.”l’incitò
James, notando la tenerezza tra lei e Sirius, ma troppo preso
dall’architettare
un piano malefico per darci peso.
“Non
lo so, ragazzi. È uno
normale. È un cretino e mi ha minacciata.”
La
paura iniziale era
scemata.
In
quel clima di confidenza,
d’affetto e pace era impossibile ripensare a quel che era
successo ed anche se
il pensiero andava a toccare di sfuggita quel ricordo, ora non sembrava
più così
spaventoso.
Tra
le braccia di Sirius,
circondata da Lily e James, si sentiva al sicuro, protetta.
A
casa.
“Ha
paura dei fantasmi. Si è
spaventato con Casper, perfino!”
“Chi?”
James
e Sirius la guardarono
come se avesse parlato cinese.
Chi
diamine era Casper?
“Fantasmino?
Ci hanno fatto
dei film? Dei cartoni? È… Ok, lasciate perdere.
È babbano. Non lo potete
conoscere. Ma Lily, dovresti istruire tuo marito alle conoscenze
moderne!”
“Scusa,
tesoro. Ero un po’ impegnata
per fargli guardare la tv. Eravamo…un po’
altrove!”ridacchiò lei.
Keira
sussultò.
Se
n’era completamente
dimenticata!
Oddio!
Ora si sentiva un
mostro!
Era
così naturale averla di
nuovo con sé, da soppiantare gli anni trascorsi
senza…
“Scusami…”ma
Lily stava
ridendo.
Capiva
la sua confusione.
Era
strano per tutti.
“Fantasmi!
Ma certo!”esclamò
James d’un tratto dopo un attimo di sovrappensiero e facendo
sussultare Lily
che era appoggiata a lui.
Guardò
Sirius come cercando
di trasmettergli l’idea con lo sguardo.
“Non
starai mica pensando…”
“Mantello
dell’Invisibilità! Ovvio
che sì! Dovremmo sfruttarlo di nuovo, no? E quale migliore
occasione!”
James
si voltò, cercando
Remus con lo sguardo.
Lo
trovò lontano da loro,
intento a coccolare Ninfadora.
Non
osò interromperli,
rendendosi conto di come aleggiasse l’amore in aria quella
sera.
Che
strana cosa!
S’alzò
in piedi e corse in
casa, tornando dopo un attimo trasportando il suo ex-mantello.
Argentato,
liscio al tocco e
di una consistenza stranissima, quasi d’acqua.
Fu
un emozione riaverlo con sé,
compagno di tante malandrinate.
Era
ora di rimetterlo in
capo.
Era
ora che tornasse agli
originali Malandrini.
C’era
solo un piccolo
problema…
“Come
mi sta?”l’indossò ed
osservò le facce di Lily, Keira e Sirius.
“Bene!
Devo ammettere che le
tue scarpe sono molto spaventose! Fuggirà a gambe
levate!”lo prese in giro
Sirius e tutti risero.
James
si guardò i piedi,
sbuffando.
Il
mantello non riusciva a
coprirli.
“Prima
di tutto…le ho
comprate perché mi hai consigliato tu. E secondo punto, hai
un’idea migliore,
genio? Ci stringiamo!”
“Jamie,
va stretto ad Harry!”
Ma
James era inamovibile.
“Basterà
agitare la bacchetta
per far sì che le cose volino per la stanza e parlare in
maniera minacciosa…”
“Intimandolo
di lasciare
Keira in pace.”concluse Sirius.
In
fondo, piedi a parte, non
era un’idea balzana.
“OK,
ci sto.”
Lily
e Keira li guardarono
come se fossero impazziti.
James
avvolse sé stesso e
Sirius nel mantello, due paia di piedi che camminavano sul prato e
scomparvero.
“Sono
decisamente…”
“Fuori
di testa.”concluse
Keira per Lily.
Ma
bastò uno sguardo
reciproco per scoppiare a ridere come sceme!
Erano
sempre i soliti, ma non
li avrebbero cambiati per nulla al mondo.
La
casa dell’ex di Keira, il
tipo borioso e minaccioso, Ethan, era una villetta appariscente alla
periferia
di Londra.
Scale,
stanze enormi, oggetti
grondanti di cattivo gusto ovunque, sparsi per la casa.
James
si guardò intorno.
Quadri,
statue, dipinti
ovunque.
“Scommetto
che manco uno di
questi è vero. Lily mi portò una volta in quegli
edifici babbani…com’è che si
chiamano…jusei? Nasei? Calei? Mah, non ricordo! Pieni di
queste cose, opere d’arte
e…”
“Ssh!
James! Non è il momento
di fare il critico. Dov’è Ethan?”
Sirius
si liberò infastidito
del mantello, decisamente troppo piccolo per lui ed infinitamente
minuscolo per
poter contenere i loro corpi, ormai quasi quarantenni.
E
quando lo disse a James,
lui sbottò infastidito:
“Non
ho 40 anni. Ne ho 38,
ricorda! Sono un giovincello!”
Fu
in quel momento che
apparve Ethan.
Erano
ai piedi di una rampa
di scale e lui sbucò in cima ad essa.
Ma
la sala era nell’oscurità
e non li vide, dirigendosi verso una porta a sinistra.
Ma
non prima che James e
Sirius notassero uno strano colorito sulla faccia…
“Ma
che ha in…”
James
non finì la frase
perché Sirius l’aveva preceduto a salire le scale,
lentamente.
Sentiva
nelle vene un’euforia.
Aveva
in mente l’espressione
ferita di Keira, quello che quel cretino le aveva fatto e distrutto,
come aveva
osato minacciarla e si sentiva ribollire il sangue nelle vene.
Sguainò
la bacchetta sulla
soglia della stanza ed un vaso partì a razzo schiantandosi
con un tonfo sulla
parete opposta della stanza.
James
lo raggiunse alla
soglia e sgranò gli occhi quando vide una figura in camicia
da notte verde
acido scattare a sedere sul letto.
Il
viso era coperto di una
crema pastosa e color caramello e screziata di bianco.
Il
tutto completato da dei
bigodini nei capelli.
“Ma
che diavolo ha in testa?”si
lasciò sfuggire James ed Ethan cacciò un urlo,
scattando in piedi al lato del
letto.
Assonnato
e terrorizzato
prese la prima cosa che gli capitò nelle mani, il barattolo
di crema Nivea
nutriente per il viso e lo tirò al nulla, mancando Sirius di
poco.
James
l’afferrò e lo trasse
al buio, al lato della stanza.
Poi
mosse ancora la
bacchetta.
Iniziarono
a volare oggetti,
penne, fogli, matite, occhiali da sole, soldi, libri, quadri, vestiti
ed un
paio di mutandoni della nonna per concludere, iniziando una danza
oscena
attorno ad Ethan, stringendosi a lui, fino a che gli oggetti non lo
colpirono.
“NO!
DIO, PIETA’! DEMONIO,
VAI VIA! AAAAH! AAAHA”
“Io
sono il fantasma del
Natale passato, dell’estate corrente e dell’eterno
futuro!”iniziò Sirius, con
voce cavernosa.
“AAAH!”
Ancora
urla disperate da
parte di Ethan.
Era
cereo, sotto la maschera.
“CHI
SEI? VAI VIA! VIAAAA! O…”
“Tu
hai osato ferire una mia
protetta, la dolce Keira Sanderson! E la pagherai!”
James
soffocò le risate
contro la schiena di Sirius ed il palmo della mano.
Stava
morendo dal ridere.
Ethan
era palesemente
terrorizzato e Sirius stava vendicando Keira.
Sirius
lanciò uno sguardo all’amico,
come per dire:
“Tocca
a te!”
James
si schiarì la voce.
“Io
sono il fantasma dell’antica
notte dei tempi, del presente assolato e del futuro nebbioso! Siamo
venuti qui
per punirti! Mai più oserai sfiorare Keira Sanderson, mai
più avvicinarla, mai
più anche solo pensarla! Perché noi sappiamo ogni
cosa…!”
“MAI,
MAI, LO PROMETTO, PIETA’!
VI PREGOOOOO!”
Gli
oggetti cessarono di
muoversi e crollarono sul pavimento.
Ethan
continuò ad urlare e
fuggì via, per poco non investendo James e Sirius, appostati
affianco alla
porta e scappò nella notte, le babbucce ancora ai piedi e la
camicia da notte
ancora sventolante.
“Aahahahaha!
“Io sono il
fantasma del Natale passato, dell’estate corrente e
dell’eterno futuro!”
Ma
che cavolo era?”
James
era piegato in due
dalle risate, il mantello ormai ai suoi piedi.
S’appoggiò
al muro per non
scivolare a terra.
“E
tu? Io sono il fantasma
dell’antica notte dei tempi, del presente assolato e del
futuro nebbioso! Ahahahaha!”
Sirius
aveva le lacrime agli
occhi.
Rimasero
a ridere per dieci
minuti buoni prima di smaterializzarsi a casa propria.
Ma
bastava incrociare lo
sguardo l’uno dell’altro perché la loro
risata risuonasse nella notte, con
stupore di tutti ed allegria generale.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Andare via? ***
“Avete
fatto cosa? Ma siete impazziti?”
Keira
guardò James e Sirius come se…no,
perché di stupiva?
Non
erano sempre stati dei veri e propri pazzi?
Rise,
le lacrime agli occhi, gettando la testa all’indietro e
liberandosi di tutta
quell’ansia che aveva accumulato in quegli ultimi tempi.
“Volevamo
torturarlo un altro po’…avevamo un sacco di idee
per una lunga e tormentata
persecuzione, ma…”iniziò Sirius.
“Abbiamo
pensato di farla finita in fretta! Avresti dovuto vedere la sua faccia!
Era…era
pazzesca!”
Gli
occhi color nocciola di James brillavano di felicità e si
ritrovarono a
scambiare uno sguardo con quelli di Sirius.
“Riesci
a sentirne l’energia? Keira, sentila. Chiudi gli occhi ed
assaporala. Cosa
pensi che accadrà se ci provi?”
“Cadrò.
Cadrò sicuramente. Non la monto da anni e sono arrugginita.
Parecchio
arrugginita. Non ricordo neanche le regole del gioco!”
“Allora,
la Pluffa è questa palla rossa. I cacciatori, che sono tre,
se la lanciano e
cercano di centrare uno dei cerchi che il portiere difende. Ci sono due
Bolidi,
che hanno il compito di disarcionare i giocatori ed i battitori, che
sono due,
hanno il compito di mandarli via e di colpirli con la loro mazza. Il
cercatore
ha il compito di prendere il Boccino D’oro e così
la partita è conclusa. Vince
chi fa più punti.”spiegò James, in
fretta.
Era
circa mezz’ora che cercava di convincere Keira a salire sulla
scopa e volare.
La
ragazza era riuscita a salire, ma non aveva ancora il coraggio di darsi
lo slancio
e innalzarsi.
Stringeva
così forte il manico da rischiare di romperlo.
Sirius
ed Harry volavano in cerchio accanto a lei ed a James, ancora a terra.
“Andiamo.
Non c’è nulla da temere.”la
rassicurò Sirius e le tese la mano, ma la ragazza
scosse il capo e si strinse più forte.
Erano
nel giardino di casa, in un caldo pomeriggio.
Keira
lanciò uno sguardo a Lily che si godeva la scena, seduta sul
dondolo.
“Vengo,
se sale anche Lily sulla scopa.”
Lily
sbarrò gli occhi.
Salire
su una scopa?
“Non
ne sono capace!”
“Moglie
di un campione di Quidditch ed incapace di salire su un manico di
scopa.”disse
James, prendendola in giro e ricevette un’occhiataccia.
Lily
sospirò.
Se
era l’unico modo per tranquillizzare Keira…
Lily
detestava volare, o meglio, non le piaceva volare da sola.
Se
in compagnia di James, andava benissimo, ma non si sentiva sicura da
sola.
Sospirò
e si diede la spinta con i piedi, sollevandosi dal terreno.
La
brezza calda dell’estate le scompigliò i capelli,
legati a coda, ed osservò
Keira con un’espressione che sperava fosse rassicurante.
“Paura
di volare?”bisbigliò Harry.
Lily
annuì.
“Un
po’.”
Keira
si rassegnò a darsi la spinta, sempre stringendo con forza
la scopa.
La
brezza le accarezzò il viso e sentì la familiare
sensazione d’eccitazione mista
a paura che la prendeva ogni volta che le capitava di volare.
E
non volava da quasi 20 anni, ormai.
Aveva
dimenticato l’emozione di salire sempre più su, di
fondersi con il cielo, di
muoversi tra le nuvole…
Era
una sensazione fantastica, di pura libertà.
Bastò
pochissimo per riabituarsi a volare e stupì tutti iniziando
a fare giravolte e
volare sempre più su.
Con
un sorriso Sirius inclinò la sua scopa e la raggiunse.
“Non
era così male, visto? Ti devi solo
riabituare…”
“E’
bellissimo.”ammise lei, le guance rosse per
l’eccitazione.
I
capelli, tornati del colore naturale, castano, le svolazzavano attorno
al viso
e lei rideva.
Si
sentiva benissimo, nonostante il timore iniziale.
Aveva
rifiutato la magia nella sua vita per così tanto tempo che
vedere Lily, James,
Harry e gli altri usarla così spensieratamente
l’aveva messa un po’ a disagio.
Era
molto arrugginita anche con i semplici incantesimi e la sua bacchetta
l’aveva
quasi distrutta anni fa in un momento di rabbia e non sapeva che fine
avesse
fatto.
Doveva
procurarsene un’altra a e imparare di nuovo tutti gli
incantesimi più
importanti.
Amava
il mondo babbano, ma ora che aveva rivisto il suo vecchio mondo, quello
magico,
sentiva di non poterne fare più a meno.
Soprattutto
non riusciva a fare a meno di Sirius, che volava accanto a lei, i
capelli
scuri, leggermente brizzolati, scompigliati dalla brezza calda e gli
occhi
brillanti.
Si
vedeva quanto fosse felice e dopo tutto quello che aveva passato e
sofferto,
aveva il diritto di esserlo.
E
lei voleva renderlo felice.
Ora
che s’erano ritrovati non aveva intenzione di lasciarlo
andare.
Ma
il suo tour vedeva Londra come tappa, ma ne prevedeva anche molte
altre,
lontane da lì.
Sarebbe
dovuta andare via, allontanarsi dai suoi amici che solo pochi giorni fa
aveva
ritrovato…
“Stai
bene? Ehi? C’è qualcuno in casa?”
Keira
sussultò e per poco non cadde dalla scopa quando Sirius le
sventolò una mano
dinanzi al viso.
Si
riscosse dai suoi pensieri e si raddrizzò sul manico.
“S-sì.”
“Cos’è
successo? A cosa stavi pensando?”
Keira
era fin troppo pensierosa.
“Al
tour.”ammise lei.
Planarono
dolcemente in un campo, scendendo dalle scope.
Sirius
la guardava, incuriosito.
Il
tour?
Perché
la turbava tanto?
La
conosceva bene, ed anche se non si vedevano da anni, era in grado di
capire quando
qualcosa non andava.
Come
in quel momento.
“Ed
allora?”
“Mi
porterà lontano da qui, Sirius. La prossima tappa
è tra una settimana e sarà a
Los Angeles.”
Sirius
sgranò gli occhi, stupito.
Los
Angeles?
Così
lontano?
“E
non vuoi lasciarci così
presto.”indovinò.
“Giusto.”
Keira
iniziò a passeggiare per il parco, semi-deserto.
Essendo
un villaggio di maghi, nessuno s’era stupito di vederli
spuntare dall’alto a
cavallo di manici di scopa.
La
ragazza aveva un’espressione triste,
“Ci
sono le scope, la Polvere Volante, la Materializzazione per andare da
un posto
all’altro. Ci vedremo sicuramente, non è un
problema.”
“Lo
è per me! Non voglio separarmi da voi così
presto, Sirius! Non sono in grado di
smaterializzarmi, la mia bacchetta è chissà
dove…sono come un undicenne che
appena scoperto di essere una strega e che non sa dove mettere le
mani!”
Keira
si passò una mano tra i capelli, nervosamente.
Sentiva
lo stomaco stringersi in una morsa al pensiero di doversi separare dai
suoi
amici.
Aveva
vissuto con loro per quasi una settimana, in una sorta di limbo di
felicità,
aveva riscoperto il suono della risata di Lily, i battibecchi e gli
scherzi di
Sirius e James, la dolcezza e la simpatia di Dora e Remus,
l’amore di Sirius,
aveva imparato a conoscere Harry, così simile a suo padre,
eppure per tanti
versi così differente…
E
non era pronta a rinunciare a tutto questo e si chiese se lo sarebbe
mai stata.
Sentì
le lacrime farsi strada e prima che potesse rendersene conto si
ritrovò tra le
braccia di Sirius.
Il
giovane la guardava con affetto e la strinse a sé,
carezzandole i capelli
scuri.
“So
che non vuoi allontanarti da noi, ma potremo sempre vederci ed appena
imparerai
a smaterializzarti, verrai tutte le volte che vorrai. Keira, questa
è casa tua.
Noi siamo la tua casa e non ti lasceremo solo perché devi
andare in tour.”le
promise con affetto.
Ispirò
il profumo dei suoi capelli, le sfiorò la pelle liscia,
abbracciandola.
Quanto
gli era mancata!
Prima
non se n’era mai reso conto appieno, ma ora…
Averla
sempre accanto a sé era stato magico, davvero incredibile e
la prospettiva di
lasciarla andare, anche solo per un tour ed essere limitati dalle
distanze, con
o senza l’aiuto della magia, non gli andava affatto bene.
“Vieni
via con me.”disse lei d’un tratto.
Non
seppe cosa la spinse a dirlo, ma tacque subito dopo.
Sirius
si staccò piano da Keira e la guardò.
“Cosa?
Venire via?”
Keira
scosse immediatamente il capo.
“Scusa,
non avrei dovuto dire nulla! Qui hai il tuo lavoro, la tua casa, la tua
famiglia…non…scusami, ho detto una cosa
stupida.”
Keira
fece per allontanarsi, il cuore di piombo, ma Sirius la prese per un
braccio.
Era
rimasto perplesso alla sua richiesta.
Andare
via da Godric’s Hollow?
Non
c’aveva mai pensato prima d’ora.
Era
l’unico posto stabile in cui avesse mai vissuto dopo anni ed
anni di prigione
ad Azkaban e di vagabondaggio.
Era
la sua casa, un rifugio sicuro, con Lily, James ed Harry e tutti gli
altri.
Ed
ora Keira gli chiedeva di venire via con lui.
Guardò
la donna di fronte a sé.
Era
la sua Keira.
La
ragazza diciassettenne che l’aveva travolto con la sua
testardaggine, simpatia
ed irruenza durante l’ultimo anno ad Hogwarts, la giovane con
cui aveva
condiviso le sue più intense esperienze d’amore,
di passione, di paura…aveva
vissuto con lei per quasi tre anni, prima della morte dei loro migliori
amici,
quando tutto era stato stravolto.
Ed
ora era lì, di fronte a lui, invecchiata leggermente,
più seria e malinconica,
ma sempre la sua donna.
“D’accordo.
Verrò via con te.”le promise, prima di chinarsi su
di lei e baciarla con
passione.
Lasciò
che le loro labbra si sfiorassero dolcemente per un po’ prima
di approfondire
il bacio e lasciare che le loro lingue s’intrecciassero e
danzassero nelle loro
bocche.
Sirius
accompagnò Keira nell’ufficio di registrazione,
rimanendo ad ascoltarla
cantare.
La
voce riempiva l’abitacolo ed era dolce e potente come se la
ricordava.
Di
colpo fu sommerso dai ricordi di tutte le loro prove nella Stanza delle
Necessità, di tutte le volte in cui l’aveva
aiutata a comporre un brano od
aveva cantato con lei, del saggio di fine anno…
Ogni
canzone scritta durante il loro periodo ad Hogwarts ricordava i loro
sentimenti
di quel momento: la paura, l’agitazione per la guerra che
imperversava, il
bisogno di sostenersi l’un l’altro, nonostante le
differenze, nonostante le
lontananze…le loro amicizie erano cambiate nel corso del
tempo, i vecchi amici
di Hogwarts erano cambiati, erano scappati, per timore, per
vigliaccheria…
Sirius
ricordava bene la paura di quei momenti in cui nessun posto sembrava
sicuro.
Ricordava
James che tentava di sdrammatizzare con delle battute ogni situazione,
ma lui,
Sirius, era l’unico a vedere quanto fosse teso il suo volto
quando si perdeva
nei suoi pensieri, mentre osservava il fuoco del camino della casa di
Grifondoro spegnersi o quando stringeva i suoi amici.
Tutto
ora era diverso.
C’era
ancora agitazione perché molti Mangiamorte erano a piede
libero e tutti
volevano vendicarsi su Harry per aver ucciso Voldemort, ma finalmente
la paura
si stava dissolvendo.
Udì
Keira finire la sua canzone e si riscosse dai suoi pensieri.
Keira
si tolse le cuffie ed il microfono e lo raggiunse fuori dallo studio.
“Non
capisco perché usi questi attrezzi babbani per poter
registrare o cantare. Sei una
strega, no? Usa la magia.”
“Se
mi ricordassi come si fa…”
“Ah,
ora vuoi riprendere ad usarla?”
Sirius
ridacchiò.
Keira
s’era impuntata a non voler usare la magia per nulla prima
d’allora.
Lei
rise.
“Sì,
ora voglio usarla!”
Le
sembrava un’ottima idea, anche se era difficile ricominciare
tutto daccapo.
“Qualche
incantesimo lo ricordo, ma ho bisogno di una nuova bacchetta. Devo
andare da
Olivander.”
Sirius
sorrise.
Era
come seguire una scolaretta ai suoi primi passi nel mondo della magia.
Quella
sera Molly aveva invitato tutti a cenare da loro ed il giardino dei
Weasley era
ancora più confusionario e schiamazzante del solito.
La
famiglia Weasley al completo, più Fleur e la famiglia Lupin,
Potter, Sirius e
Keira affollavano il gigantesco tavolo.
Era
una serata splendida, rinfrescata da una brezza lieve.
Hermione
e Ginny, ed anche la signora Weasley a dirla tutta, non
s’erano ancora abituate
ad avere con loro Keira che era una vera e propria celebrità
nei due mondi,
babbano e magico.
L’ascoltavano
incantate mentre parlava ed arrossivano come scolarette di fronte al
loro idolo
se lei rivolgeva lo sguardo verso di loro.
D’altro
canto anche Keira si sentiva un po’ strana a stare con tutte
quelle persone.
Non
era affatto abituata ad essere circondata da amici.
Era
spesso circondata da persone, ma facevano parte del suo staff, erano il
suo
manager, la sua truccatrice Iolanda…mentre loro erano
semplicemente tutti amici.
“Dimmi,
dov’è la prossima tappa del tour?”chiese
Hermione, interessata.
“A
Los Angeles. Tra una settimana.”
Tutti
si voltarono a guardarla, soprattutto Lily e James.
“Cosa?
Te ne devi andare via così
presto?”esclamò Lily. “Ma non puoi! Sei
appena
arrivata! Non puoi rimandare?”
Keira
scosse il capo tristemente.
Tutti
l’osservavano, in attesa che parlasse.
“Non
posso, purtroppo. È già una fortuna avere avuto
la possibilità di fare questo
tour, non posso rimandare oltre.”ammise.
Gli
dispiaceva separarsi da loro.
Era
scappata per così tanto tempo e la musica, i viaggi, i
concerti erano stati dei
modi per fuggire.
Ma
ora che aveva trovato stabilità doveva andarsene di nuovo e
non voleva.
“Ti
insegneremo di nuovo tutto sulla magia, sui viaggi con la Polvere
Volante e
tutto il resto e ci manterremo in comunicazione. Mi hai detto che il
tour
finisce tra un paio di mesi, no?”disse Lily, allegra.
Non
aveva molta voglia di separarsi dalla sua migliore amica, ma non era
neanche
giusto costringerla a rimanere.
“Non
puoi farti accompagnare e tornare qui?”chiese Ginny.
Fu
Hermione a rispondere.
“Lei
fa concerti anche per i Babbani. Come giustificherebbe
l’apparire ed il
riapparire da un posto all’altro? E poi è
difficile. C’è il rischio che
qualcuno scopra della magia e via dicendo.”
Keira
annuì gravemente.
“Avevo
chiesto a Sirius di accompagnarmi in questi ultimi due
mesi.”rivelò,
incautamente.
Cadde
il silenzio.
James
la guardò, tacendo.
Sirius?
Lanciò
uno sguardo al fratello che non guardava nella sua stessa direzione.
“Ti
avrà detto di no, immagino.”mormorò
James e solo allora Sirius lo guardò.
“Veramente
le ho detto di sì, Jamie.”
“Ah.”fu
il solo commento di James che rivolse lo sguardo al suo piatto.
Due
mesi.
Sirius
voleva andarsene?
Anche
Lily, Harry e Remus guardarono Sirius.
Aveva
davvero deciso di accompagnare Keira nel tour?
Per
due mesi?
“Vuoi
andartene?”
La
domanda di Harry scombussolò Sirius che alzò lo
sguardo verso quegli occhi
verdi.
Vi
lesse rabbia, frustrazione.
Dannazione,
Sirius era appena tornato e già voleva andarsene? Per quella
donna?
“Harry,
io…”iniziò, ma il ragazzo
rifiutò di ascoltarlo, voltando il capo verso
l’altro
lato.
Sentiva
un peso sul cuore.
Anche
James evitava il suo sguardo, ma Sirius sapeva che avrebbe riservato la
sfuriata a più tardi.
Lo
conosceva troppo bene per non capire quanto la semplice decisione di
allontanarsi per Keira l’avrebbe ferito.
Lo
conosceva da tutta la sua vita e non erano mai stati separati, se non
quando
James era morto.
“Non
posso credere che tu le abbia detto di sì! Non me ne hai
neanche fatto parola!”esclamò
James, chiudendo la porta del salotto e voltandosi verso Sirius come
una furia.
Non
riusciva a crederci!
“Che
cosa avrei dovuto dire, James? Era così afflitta al pensiero
di doversene
andare che…”
“Hai
deciso di andartene anche tu dall’altro capo del mondo? Per
due mesi?”
“Se
si fosse trattato di te e di Lily cosa avresti
fatto?”gridò anche Sirius.
“Io
non avrei lasciato la mia famiglia, dopo essere appena tornato dalla
morte, per
spassarmela con la prima ex che mi si presenta alla porta!”
James
tacque, rendendosi conto di essersi spinto un po’ oltre.
“Tu
non vuoi che me ne vada.”disse Sirius, calmandosi, dopo un
attimo di silenzio.
Incrociò
gli occhi color nocciola dell’amico che non rispose, ma era
scontato.
“No,
lo sai benissimo.”ammise. “Qui
c’è la tua casa, la tua famiglia, i tuoi
amici…so
che la ami, ma vuoi davvero andartene da qui?”
“Sono
fuggito da Azkaban, credi che non me la sappia cavare
oltreoceano?”
“No,
voglio solo dirti che non sono d’accordo che tu te ne vada. E
puoi stare certo
che neanche Harry lo sarà.”
Sirius
guardò James, gli occhi serrati.
“Non
puoi mettermelo contro!”
“Non
voglio farlo, ma hai visto come ha reagito oggi quando ha saputo che te
ne
andavi!
Dannazione,
se non vuoi farlo per noi amici, farlo per lui! Sei morto davanti ai
suoi
occhi, sei tornato da pochissimo e state sempre insieme…come
pensi che reagirà
se tu te ne andrai?”
Sirius
tacque.
Davvero
non sapeva cosa dire.
Finalmente sono tornata!!!!!
Spero che vi piaccia questo capitolo e prometto (spero) di essere molto
più presente d'ora in poi!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** Indecisioni e partenze ***
Era
ormai notte fonda quando decise di alzarsi e scendere in cucina per
mangiare
qualcosa.
Non
era riuscito a chiudere occhio e lo stomaco reclamava ancora cibo.
Sussultò
quando vide la luce della cucina accesa ed una testa rossa china su un
libro di
pozioni.
Lily.
“Ehi.
Neanche tu riesci a dormire?”mormorò Sirius.
Lily
alzò lo sguardo, sorpresa di vederlo lì.
“No,
neanche io. Stavo segnando alcune importanti pozioni per Harry. Tra
qualche
giorno i professori di Hogwarts daranno a lui, Ron ed Hermione la
possibilità
di fare gli esami e avere il diploma. Quindi gli sto dando una mano in
pozioni.
Non credo abbia preso da me in questo campo.”
Sirius
rise.
“Credo
che nessuno tranne te e Piton siano portati per quel campo!”
Si
sedette accanto a lei, versandosi un bicchiere di latte per
sé ed uno per lei.
“Hai
litigato con James, vero?”disse Lily, dopo un po’,
lasciando perdere il libro.
“Ci
hanno sentiti tutti?”
“Solo
mezzo vicinato.”rise lei, poi tornò seria
“Non vuole che tu parta. È normale.”
Sirius
annuì, con un sospiro.
Se
l’aspettava.
Aveva
accettato d’impulso la richiesta di Keira ed ora se ne stava
pentendo perché
non aveva riflettuto abbastanza.
“E
tu?”
“Neanche
io voglio che partiate. Vorrei che lei si dividesse tra noi e la sua
musica,
vorrei che non dovesse andarsene, vorrei che
tu non te ne andassi.
Sei
della nostra famiglia, Sirius ed anche Keira ne fa parte.”
“Ed
Harry?”
Lily
lanciò a Sirius un breve sguardo.
“Credo
che voglia tenerci tutti uniti. Credo che non sopporti l’idea
di vedere andare
via nessuno, anche se solo per una lunga vacanza o per lavoro. Vuole
proteggerci. Sirius, Harry ha passato la sua vita senza una famiglia ed
ora che
ce l’ha non vuole perderla in nessun modo.
È
sempre stato un ragazzo forte, lo è ancora. Solo che non
vuole perdere nessuno
di noi. E tu sei come un secondo padre per lui. E credo che veda Keira
come una
minaccia, perché tenta di portarti via da qui e da lui. Ed
anche James la pensa
così.”
Sirius
guardò la giovane.
“Dovevi
fare la psicologa.”
Lily
abbozzò un sorriso.
“E’
mio figlio. Capisco cosa sta passando, anche se lui non dice
nulla.”ammise lei,
dolcemente.
“Ora
dorme?”
“Sono
le quattro del mattino, spero per lui di sì!”rise
piano Lily. “E so che James
spesso si comporta come un bambino viziato nei tuoi confronti, ma sei
come un
fratello per lui. Vi adorate. È difficile lasciarti andare
via, come è
difficile per me lasciare andare via Keira.
È
stata la mia migliore amica per tantissimo tempo ed ora che
l’ho ritrovata…non
posso perderla.”
“Allora,
cos’ha deciso di fare?”
Hermione
guardò Harry, sottecchi, in attesa della risposta.
Era
inutile specificare di chi stessero parlando, perché i loro
discorsi, esami a
parte, vertevano ormai solo su Sirius.
Harry
scrollò le spalle.
“Non
ne ho idea.”
“Non
gli hai ancora parlato?”insistette l’altra.
Harry
scosse il capo.
“No.
Lui e papà hanno litigato ieri ed io non voglia di parlare
con Sirius. Non
saprei cosa dirgli.”
“Potresti
dirgli che non vuoi che parta.”disse Ron, la bocca piena di
panino al
prosciutto.
“Ron
ha ragione. Capisco che sia innamorato di Keira…”e
pronunciando quel nome lei
sorrise.
Adorava
quel genere di amori, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
“Ma
questa è la sua casa. Siete la sua famiglia.”
“Hermione,
è la sua vita! Non posso mettermi a protestare come un
bambino capriccioso
perché non voglio che parta! Deve essere una sua scelta ed
ha sofferto così
tanto in passato…dopo tutto quello che ha vissuto, dopo che
è…”
Harry
tacque, ma tutti e tre sapevano a cosa si riferisse.
“Dopo
che è morto.”pensarono.
“Non
credo sia giusto costringerlo a rimanere.”concluse, anche se
avrebbe voluto
farlo.
“Ho
creato un casino!”
Keira
affondò il viso nelle braccia, afflitta.
Era
stata stupida a chiedere a Sirius di partire con lei.
La
partenza era imminente, ma l’unica cosa cui riusciva a
pensare era che per
colpa di quella proposta James e Sirius non si parlavano, Remus e Tonks
evitavano l’argomento, Lily era dispiaciuta perché
non voleva che partissero ed
Harry non rivolgeva la parola al padrino.
Era
tutto un completo caos.
Lily
le cinse le spalle con le braccia.
Erano
al parco, Keira imbacuccata con cappello che nascondeva capelli ed
enormi
occhiali da sole per non farsi riconoscere e Lily in compagnia di
Teddy, che
Dora gli aveva affidato.
“Non
è colpa tua.”
“Sì
che lo è! Sirius è legatissimo a voi
e…”
“Anche
tu fai parte della nostra famiglia, Keira. E lo dovresti
sapere.”
La
ragazza la guardò.
“Lily,
sono passati 17 anni.
Non
posso spuntare all’improvviso e portare via Sirius, ok? So di
aver sbagliato e
Sirius è stato idiota a dirmi di sì.”
“Forse
vuole costruire una vita con te.”
“Vorrei
riuscire a conciliare le due cose. Non vorrei partire, ma devo
farlo.”
Sbuffò.
Non
trovava soluzione, a meno che non imparasse di nuovo tutta la magia per
poter
viaggiare da un lato all’altro del mondo in meno di una
settimana.
“Harry
sarà a pezzi se Sirius partisse, non è vero?
Sirius l’adora. So che è un figlio
per lui.”
Lily
annuì.
“Gli
ha fatto da padre per quasi due anni, prima…prima di venire
ucciso. Ed Harry è
già molto fragile perché vi ha appena riavuti ed
ha paura che qualcosa vada
storto. Non lo ammetterebbe mai, è maledettamente orgoglioso
come suo padre
James, ma non vuole perdere Sirius. E vede la partenza come una
perdita.”
“E
me come la cattiva della storia.”concluse Keira, sconsolata.
Lily
rise.
“Non
ti conosce. Non sa nulla di te e di Sirius. Di noi. Ha bisogno ancora
di
conoscerci, ma chi conosce meglio di tutti è Sirius e non
vuole…”
“Sì,
rinunciare a lui. Ho capito. Lo so.”
“Keira,
sei la mia migliore amica. Dobbiamo solo trovare una
soluzione.”
Lily
la guardò, piena di dolcezza.
Le
era mancata moltissimo.
Ricordava
i pomeriggi passati a chiacchierare, le lettere lette e spedite, i
giochi
d’estate…ogni cosa come se fosse successa il
giorno prima.
Non
voleva che lei se n’andasse, neanche per due mesi.
Ma
se anche fosse accaduto, l’avrebbe accettato.
Era
la loro vita d’altronde.
Harry
stava impazzendo.
Il
pensiero di dover affrontare quegli esami lo stava consumando.
Sfogliò
distrattamente i libri di Pozioni, Incantesimi, Storia della Magia e
tutto il
resto, ma il cervello si rifiutava di collaborare.
Era
come in tilt.
“Credo
che dovresti smettere e provare a rilassarti.”
Una
voce lo fece sobbalzare ed Harry alzò lo sguardo su James.
Era
appena entrato nel salotto ed osservava con aria critica il tavolo
sommerso di
libri, fogli, appunti sparsi ovunque.
Si
stupì per l’ennesima volta di vedere quanto
fossero simili i loro lineamenti.
Avevano
la stessa bocca, le stesse sopracciglia, gli stessi capelli
perennemente
arruffati…
Harry
vedeva sé stesso da adulto nel guardare il padre.
“Non
posso. Domani ho l’esame. Gli esami. Ed anche Ron ed Hermione
sono nel mio
stesso stato.”
“Scommetto
che Hermione starà dando di matto, ma che andrà
eccezionalmente come al
solito.”
James
s’avvicinò al tavolo e chiuse il libro che Harry
aveva davanti.
“Ehi!”
“Esci
di qui o ti uscirà il fumo dalle orecchie. Per la barba di
Merlino, Harry!
C’è
una bellissima giornata lì fuori e tu vuoi startene qui a
studiare? Sei così
teso che non ci riesci neanche, scommetto.”
“Dopo
mi aiuterai con Trasfigurazione?”
“Dopo
verrò a fare l’esame al posto tuo se esci di qui,
ok?”
Harry
rise, sollevato.
Suo
padre era ben determinato a distrarlo.
“Quidditch!
Ecco cosa ci vuole!”esclamò James, alzando lo
sguardo al cielo limpido ed
azzurro.
Giocarono
per un po’, ma Harry era così distratto che un
Bolide lo gettò giù dalla scopa.
“HARRY!”
James
sussultò, spaventato, vedendo il figlio cadere.
Fortunatamente
si trattava di meno di un metro di distanza ed Harry cadde solo
dolorosamente.
“Harry!
Santo cielo! Stai bene?”
James
smontò dalla scopa e corse verso di lui, sorreggendogli le
spalle.
Harry
si passò una mano sul volto, dolorante ed intontito.
“Qualcosa
di rotto? Ti porto all’ospedale?”
James
lo guardò, apprensivo.
Harry
scosse il capo.
“N-no.
Sto bene, papà. Sono solo caduto. Mi sono
distratto.”
James
sedette sull’erba del giardino e lo guardò.
“Pensi
agli esami?”
“No,
a Sirius.”
James
tacque.
Erano
passati due giorni da quando Sirius aveva detto di voler partire e
James aveva
smesso di parlargli, testardo come un mulo.
E
neanche Harry l’aveva ancora affrontato.
“Tu
non vuoi che se ne vada, vero?”
“No.”
“Dovresti
parlargli.”
“Come
hai fatto tu?”
James
rise e si stese sul prato.
“No,
io gli ho urlato contro. È diverso il rapporto che ho con
Sirius, Harry.
È
mio fratello e detesto essere separato da lui.”
Harry
annuì.
Non
sarebbe mai riuscito a capire il rapporto che c’era tra suo
padre ed il suo
padrino, ma sapeva bene che era molto profondo.
“Hai
paura di perderlo, vero?”
“Sarei
egoista a chiedergli di restare, papà.”
Harry
si stese accanto a lui.
“Credo
che abbia tutto il diritto di essere felice, anche se questo significa
andare
via con Keira.”continuò.
Lo
pensava davvero, anche se non avrebbe mai voluto vederlo partire.
James
annuì.
Si
stava comportando da egoista e lo sapeva e suo figlio Harry era molto
più
saggio di lui.
“Sei
davvero una persona incredibile, Harry.”disse ed Harry
arrossì.
“E
tu dovresti parlargli. Senza urlare, stavolta.”
“Grazie
a Dio per certe cose hai preso da tua
madre.”sospirò James, facendolo ridere.
Harry
s’addormentò sul divano, lasciando cadere il libro
di Incantesimi, che gli
scivolò dalle dita, a terra.
Il
libro cadde con un tonfo, ma Harry era profondamente addormentato da un
po’ e
non s’accorse di nulla.
Sirius,
attratto dal rumore, entrò in salotto, vedendo James chino
sul figlio, intento
a coprirlo con un lenzuolo.
James
sussultò quando vide l’amico sulla soglia.
“Sta
bene?”
“E’
solo stanco.”disse James, sistemando i libri con un colpo di
bacchetta e
facendoli apparire nella stanza di Harry, al piano di sopra.
Silenzio.
“James,
vorrei accompagnarlo io domani ad Hogwarts.”disse, le braccia
incrociate sul
petto.
“Non
credo gli serva altra pressione, oltre a quella che già ha
per gli esami.”
“Non
volevo fargli pressione, solo passare del tempo con lui.
Non
mi parla da giorni. E neanche tu. Possiamo smetterla, per
favore?”
James
uscì dalla stanza e trascinò via Sirius, per non
svegliare Harry.
“Di
fare cosa, esattamente? Sai benissimo che non voglio che tu parta e
neanche
Lily o Remus, ma loro non te lo dicono in faccia e non
s’arrabbiano con te! E
se Harry non ti parla non è colpa mia, ma della tua
decisione improvvisa di
mollare ogni cosa ed andartene dall’altro capo del
mondo!”
Era
la prima conversazione che aveva con Sirius dalla litigata di giorni fa.
“Che
cosa dovrei fare? Lasciare andare via Keira?”
“Ah,
non lo so? Conciliare le due cose?”
Sirius
si passò una mano sul volto.
Sembrava
tutto dannatamente difficile.
Keira
non sapeva padroneggiare più la magia ed andare sempre da un
luogo all’altro e
conciliare amore e la sua famiglia sarebbe stato difficile.
Ma
non voleva abbandonare nessuno.
“Credi
che Harry si senta abbandonato da me per questa mia
decisione?”chiese
all’improvviso.
James
lo guardò, irato, poi annuì, con un sospiro.
Sirius
si passò una mano tra i capelli.
“L’immaginavo.
D’accordo. Gli parlerò. Parlerò con
Keira. Cercherò di trovare una soluzione.
Ti va bene, così?”
Ma
James non aveva intenzione di rispondergli.
Sirius
lo vide andarsene a letto, nervoso, senza augurargli la buonanotte.
L’indomani
mattina l’attività era frenetica.
Harry,
Ron ed Hermione erano a casa Potter, nervosissimi per gli esami di quel
giorno.
“La
professoressa Mcgranitt mi ha assicurato che andrà tutto
bene. Siete ottimi
studenti e sarete in grado di cavarvela benissimo e prendere il
diploma.”li
rassicurò Lily, ma nulla servì a placare la loro
ansia.
James
e Lily li abbracciarono, augurando loro buona fortuna e stringendo
Harry un po’
di più.
Ron
ed Hermione s’avviarono per smaterializzarsi
all’entrata di Hogwarts, dove
Silente li avrebbe accolti.
Harry
fece per seguirli, ma qualcuno l’afferrò per un
braccio.
Era
Sirius.
“Vorrei
accompagnarti io, se ti va.”
Harry
annuì, prendendo la cartella.
Non
parlava con Sirius da quasi quattro giorni, decisamente un record dato
che
vivevano sotto lo stesso tetto.
Si
smaterializzarono presso i cancelli di Hogwarts ed il cammino per
l’ingresso
sembrò incredibilmente lungo.
“So
che non vuoi che parta. Vorrei solo riuscire a parlare con te un attimo
di
questa situazione.”
Harry
lo guardò, studiandolo.
Non
gli andava di affrontare l’argomento.
Non
in quel momento, comunque.
Aveva
in mente gli esami da affrontare.
“Fai
quello che vuoi, Sirius.”
“Io
vorrei sapere cosa vuoi tu.”
Harry
alzò lo sguardo verso il padrino, che era alto almeno dieci
centimetri più di
lui ed incrociò i suoi occhi grigio ghiaccio.
Era
davvero preoccupato.
“Non
ha importanza, Sirius. Hai sacrificato tantissimo per gli
altri…per me.”
“Non
voglio ferire nessuno, Harry. E tuo padre è furioso con me,
Remus non vuole che
parta e neanche Lily. E so che neanche tu lo vuoi.”
“Quindi
cosa intendi fare?”gli chiese.
Non
voleva perderlo, per nessun motivo al mondo, neanche per quella donna.
“Tenterò
di sistemare le cose e di non partire.”decise Sirius.
L’idea
gli balenava già in mente da un po’, ma quando
aveva capito che partire avrebbe
ferito molti, s’era concretizzata.
Erano
ormai arrivati al cancello e Silente li aspettava, con un lungo abito
color del
cielo.
“Sei
venuto anche tu a fare l’esame, Sirius?”sorrise,
gioviale.
“No,
Albus. Chiarivo le cose con suo nipote.”
Sirius
abbozzò un sorriso ad Harry e lo strinse brevemente a
sé.
“In
bocca al lupo.”disse, posandogli le mani sulle spalle.
Lo
guardò intensamente per un attimo, come per fargli capire
che lui era lì con lui
e che ci sarebbe sempre stato.
Gli
esami sembravano non finire mai.
Fu
il turno di Difesa contro le Arti Oscure ed Harry se la cavò
egregiamente, poi
Incantesimi, Trasfigurazione dove riuscì a fare un perfetto
esempio di
Trasfigurazione umana, Divinazione in cui diede sfogo alla sua
fantasia, Storia
della Magia, in cui si sforzò di ricordare tutte le guerre e
rivolte possibili
e così via…
Anche
in Pozioni andò bene, grazie agli insegnamenti della madre,
così bene che
Ashley, l’assistente di Piton, si congratulò con
lui e gli mise un Eccezionale.
Anche
Ron se la cavò bene, nonostante avesse sbagliato un
ingrediente per la pozione
che fece diventare i capelli di Piton rosso fuoco (Harry si
ricordò di dirlo a
suo padre James ed a Sirius!) e fece un pasticcio con Incantesimi e
sbagliò
date in Storia della Magia.
Hermione,
ovviamente, ebbe Eccezionale in tutte le materie e tutti e tre
riuscirono a
diplomarsi, saltando l’ultimo anno.
Harry
guardò Hogwarts, uscendo, un po’ malinconico.
Suo
nonno s’accorse dello sguardo e sussurrò:
“Questa
è e sarà sempre casa tua, Harry. Puoi tornare
quando vuoi, lo sai.”
Harry
annuì.
Il
resto della serata, gli esami erano finiti tardissimo, fu dedicata ai
festeggiamenti.
Harry
era così esausto che si limitò a sorridere ed a
ringraziare, facendosi strada
tra la folla.
Cercava
una persona in particolare, ma andò a sbattere contro
qualcuno.
“Scusa…”
Alzò
lo sguardo.
Era
Keira.
Harry
sentì la rabbia, seppur ingiustificata, lo sapeva, montargli
dentro.
Era
lei che voleva portare via Sirius.
Sapeva
che si amavano, ma la parte irrazionale di lui la vedeva comunque come
una
minaccia.
“Possiamo
parlare un attimo?”domandò lei, passandosi una
mano tra i capelli castani,
nervosa.
Harry
annuì, seguendola in disparte.
“Sirius
mi ha detto che ha litigato con James per via della partenza e che non
si sono
parlati per giorni. E che anche tu sei rimasto ferito dalla notizia.
Harry, so
di sembrarti egoista, di volerlo portare via da voi,
ma…”
“So
che vi amate. So che Sirius vorrebbe venire con te. Gli ho detto di
fare ciò
che vuole.”tagliò corto, lui.
“Ma
lui non vuole ferirvi. Soprattutto non te e James.
Ho
imparato a convivere con il legame che hanno James e Sirius, Harry,
perché è
molto speciale. Devono molto l’uno all’altro e
Sirius non fa nulla per ferirlo
e viceversa. Sono un po’ egoisti l’uno nei
confronti dell’altro.
E
ci sono abituata, davvero. Quindi se Sirius non vuole partire, mi sta
bene.
Troveremo un altro modo per vederci.”
“Mio
padre si comporta come un bambino viziato, vero?”ammise Harry.
“Con
Sirius sempre.”
Keira
sorrise e si sedette sul dondolo in giardino.
“Quei
due devono l’uno la vita dell’altro. Si sono sempre
sostenuti, hanno sempre
combattuto l’uno al fianco dell’altro e quando tuo
padre è morto…Sirius s’è
sentito morire dentro. Lo so perché è la stessa
cosa che ho provato anche io.”
Harry
la guardò, ma Keira sembrava persa nei suoi ricordi, gli
occhi leggermente
lucidi.
“E’
passato tanto di quel tempo e mi rendo conto di aver perso
tutto.”
“Non
perderai Sirius neanche se dovessi trasferirti su un altro pianeta.
Vedessi
come parla di te!”
Harry
sorrise.
Sirius
era al settimo cielo quando parlava o stava con Keira.
Non
lo vedeva così felice da…no, non
l’aveva mai visto così felice.
Il
Sirius che conosceva era coraggioso ed impulsivo, ma sempre malinconico.
E
tutto era cambiato quando aveva riavuto i suoi migliori amici e Keira.
Harry
si chinò in avanti, le mani giunte, pensieroso.
“Io
non vi conosco, Keira. Non conosco nessuno di voi. Non conosco il gusto
di
gelato preferito di Sirius, od il colore preferito di mia madre od il
libro che
mio padre adora leggere. Non so nulla di te e di loro.”
Cadde
il silenzio e Keira fece per parlare, ma Harry continuò.
“So
che siete uniti, so che vi volete bene voi quattro e so che Sirius
è felice con
te. Ed anche se so che mi mancherà, credo che debba venire
via con te.”
La
guardò, serissimo.
Lo
sguardo di Keira si posò su quel giovane uomo seduto accanto
a lei.
Era
molto più maturo di quanto non lo fossero stati lei ed i
suoi amici alla sua
età.
“E
James?”
“Credo
che terrà il broncio per un po’, ma poi
farà pace con Sirius.”fece Harry od
almeno lo sperava.
L’ultima
cosa che voleva era una rottura tra suo padre e Sirius.
Keira
si riavviò i capelli castani.
“Vuoi
che ti racconti un po’ di loro? O preferisci che siano i tuoi
a raccontarsi?”
Harry
scrollò le spalle.
Solo
di recente s’era reso conto di non sapere nulla di loro e
ciò era avvenuto con
l’arrivo di Keira.
“Conosco
tua madre da quando avevamo 5 anni. Abitavamo nello stesso quartiere e
le nostre
case erano l’una di fronte all’altra. Abbiamo
scoperto insieme di essere delle
streghe. Mio padre era un babbano ed io non sapevo nulla della magia,
come la
tua mamma.
Lei
è sempre stata molto diversa da me. Era timida, soprattutto
con chi non conosceva
affatto, generosa, sensibile, piena di vitalità e molto
testarda. Io ero quella
ribelle, impulsiva, esibizionista…mi facevo sempre notare,
in senso buono o
cattivo e spesso c’era lei a tirarmi fuori dai guai, magici e
non.”
Harry
la guardò, affascinato, mentre parlava.
Keira
era persa nei suoi ricordi.
“Mi
raccontava sempre di Hogwarts. Hogwarts di qua, Hogwarts di
là…era un tormento.
Io frequentavo una scuola di Svizzera, Gerlos e durante il settimo anno
la mia
preside e Silente organizzarono uno scambio culturale. Io sarei andata
qualche
mese nella scuola di Lily ed una ragazza di Hogwarts sarebbe venuta
nella mia.
La ragazza scelta era Jane, la fidanzata di Sirius di allora.”
“Credevo
che Sirius fosse uno sciupafemmine.”si sorprese Harry.
Era
strano sentire del suo padrino, innamorato di qualcuno.
“Lo
era. Ma s’era infatuato di Jane.”
“E
poi sei venuta tu.”
“Jane
aveva lasciato Sirius il giorno prima di partire per Gerlos e lui era a
pezzi
ed in breve tempo era tornato a farsi tutte le ragazze di Hogwarts. Lui
e tuo
padre erano molto popolari all’epoca e molto affascinanti.
Molte ragazze
correvano loro dietro, mandavano cioccolatini con pozioni
d’amore dentro…”
Harry
sorrise tra sé, pensando all’esperienza con
Romilda Vane.
“Ed
io ero diventata la sua migliore amica. Ero un tipo tutto pepe
all’epoca. Non
stavo mai zitta, organizzavo festini, combinavo
guai…”
“Eri
una vera Malandrina. E Sirius s’è innamorato di
te.”
Keira
annuì.
“Ci
sono voluti quasi tre mesi per farci ammettere, anche a noi stessi,
cosa provavamo.
Entrambi uscivamo da brutte esperienze amorose, Sirius era il tipo
orgoglioso
che mai avrebbe ammesso di stare soffrendo e via dicendo. Era tutto
molto
complicato.”
“Quanto
tempo siete stati insieme?”
“Tre
o quattro anni.”
“E
mio padre? Lo conoscevi bene?”
“L’ho
conosciuto solo quando ha smesso di essere un perfetto coglione, come
lo
definiva tua madre all’epoca. Per notizie sue e di Sirius
dovresti chiedere a
lui direttamente.”
Harry
annuì, passandosi una mano tra i capelli.
Vedendo
suo padre compiere quel gesto, inconsapevolmente lo stava facendo anche
lui.
Vide
Keira allontanarsi da lui per parlare con Sirius della partenza.
Ora
che lui aveva dato il via libero, Sirius si sentiva più
tranquillo a partire.
James
guardò Sirius in cagnesco per i successivi due giorni.
Non
voleva perderlo ed ecco che partiva per l’America.
“Harry
gli ha dato il via libera ed ha deciso di partire.”disse
Lily, guardando il
marito.
Anche
lei si sentiva male al pensiero di vederli allontanarsi.
“Credo
che mio figlio sia molto più saggio di
me.”mormorò James, incupito e sedette di
fronte alla moglie.
“Credo
che Harry abbia un sacco da insegnarti.”
“Ora
non esageriamo. Sono io l’adulto qui.”
“Non
da come ti sei comportato con Sirius e da come ti comporti ora. Non gli
parli
nemmeno. Sai che non è facile neanche per lui.”
Lily
guardò il marito negli occhi.
Lo
vedeva dispiaciuto.
“Keira
mi ha detto di aver parlato con Harry alla festa.”
James
alzò lo sguardo.
“Che
ti ha detto? Sta bene?”
Si
preoccupava sempre per Harry.
“Ha
detto che forse dovremmo parlargli più di noi.”
“Noi
come coppia o…”
“Crede
sia ferito perché non ci conosce abbastanza. In fondo, noi
abbiamo avuto modo
di osservarlo dall’alto ed Harry sa solo ciò che
Sirius o Remus o Silente o
Severus gli hanno riferito.”
James
annuì.
Doveva
immaginare una cosa del genere.
“Perché
non ce l’ha chiesto?”
Lily
sorrise e lo baciò sulla tempia, solleticandogli il viso con
i capelli.
“Perché
ti somiglia, amore. È orgoglioso.”
“E’
nostro figlio, Lil.”
“Che
ci conosce da meno di tre mesi. È normale che
sia…un po’ intimidito da noi.”
La
casa era stranamente silenziosa in quel momento.
Sirius
e Keira erano usciti, Harry era con Ginny, Ron ed Hermione.
“Mmmm…ci
hai pensato? Abbiamo la casa tutta per noi, una volta tanto.”
James
cinse la vita della moglie e la trasse a sé, posando la
fronte contro la sua.
La
baciò dolcemente sulle labbra, ispirando il suo buon odore
ed affondando le
mani nei suoi capelli lunghi e folti.
“Ti
amo.”sussurrò contro le sue labbra e vide le
guance di Lily colorarsi
leggermente di rosso.
“Anche
io ti amo, signor Potter.”
James
rise contro le sue labbra e la prese in braccio, stringendola a
sé.
Lily
ridacchiò, avvolgendo le braccia attorno al suo collo,
mentre James la portava
al piano di sopra nella loro stanza…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** News ***
Sirius
si guardò intorno, stupito.
Non
era mai stato in un aeroporto prima d’allora. C’era
un via vai immenso di
persone, valigie, c’era tutta la fila per il check in, le
sale
d’attesa…l’aeroporto di Londra era
grandissimo e si guardò intorno, spaesato.
Keira
era seduta circondata da valigie, accanto al suo agente.
Avevano
già salutato la famiglia Weasley, Sirius aveva preso una
vacanza dal suo lavoro
al Ministero ed aveva abbracciato e salutato Remus, Tonks e Teddy,
raccomandando a Remus di non fare altri figli perché non
voleva essere di nuovo
zio (e beccandosi un’occhiataccia generale).
Ma
la famiglia Potter non c’era.
Possibile
che non sarebbero venuti a salutarlo?
Lily
e Keira avevano avuto un addio strappalacrime il giorno prima, fatto di
abbracci, promesse e stritolamenti vari.
Ma
Sirius non parlava con James da giorni ed il Malandrino gli teneva
ancora il
broncio come un bambino.
Aveva
chiarito con Harry, aveva sentito da quel ragazzo parole molto
più sagge di
quelle dette dal suo migliore amico, ma ora dov’erano?
Una
testa rossa si fece largo tra la folla, trafelata, il viso arrossato,
gli occhi
luminosi.
“Sono
qui!”esclamò e corse verso di Sirius.
Sirius
lasciò che Lily l’abbracciasse stretto, cingendole
la vita ed accarezzandole i
capelli.
“Mi
mancherai moltissimo.”disse lei, gli occhi chiusi.
Come
avrebbe fatto senza quello scalmanato in casa?
Certo,
sarebbe stata più tranquilla, ma…si trattava di
Sirius.
L’adorava.
Harry
guardò il padrino, abbozzando un sorriso.
“Non
credevo avresti accettato.”disse Sirius, guardando quegli
occhi color smeraldo.
“Era
giusto così.”disse, semplicemente, il ragazzo.
Sirius
lo trasse a sé e lo abbracciò stretto, posandogli
una mano dietro la schiena ed
una tra i capelli.
“Stai
attento, mi raccomando. Non ti cacciare nei guai ed ascolta i
tuoi.”
“Sirius,
non sono un bambino.”protestò Harry, ma sorrideva
a quelle attenzioni.
“D’accordo,
ma per noi lo sarai sempre.”
Gli
arruffò i capelli prima di voltarsi verso l’ultimo
Potter.
James
guardò il suo migliore amico, senza battere ciglio.
Era
strano vestito con abiti babbani, come lo erano d’altronde
anche lui, Lily ed
Harry.
“Ti
dovrai abituare ad indossare quelli.”disse, solo, indicando i
jeans e Sirius
rise.
“Non
avercela con me.”mormorò. “Non voglio
partire sapendo che mi odi.”
James
sgranò gli occhi.
“Non
ti odio, idiota. E mi dispiace.”
“Di
cosa?”
“Di
essere stato immaturo.”
James
sentì il cuore battere forte.
“Mi
mancherai, Ramoso.”
Sirius
strinse James a sé, stupendolo.
Di
solito Sirius non l’abbracciava mai.
Sirius
sentì le lacrime pungergli gli occhi e le trattenne.
Si
trattava solo di due mesi e poi si sarebbe smaterializzato spesso da
loro.
“Anche
tu, Felpato. Voglio che tu venga a trovarci sempre. Almeno una volta o
due a
settimana. O tutti i giorni, se ti va.”
Sirius
rise contro la sua spalla e strinse più forte
l’amico.
Lo
sentiva tentennare, perché non voleva lasciarlo andare.
Poi,
dopo un’eternità, si staccarono e Sirius e Keira
s’allontanarono, dopo che
Keira ebbe risalutato Lily e gli altri e partirono.
Dopo la partenza di Keira e
Sirius l’atmosfera
in casa cambiò radicalmente.
Prima
Harry non se n’era reso conto, ma l’arrivo della
ragazza aveva portato un
pizzico di allegria in più e Sirius e James erano sempre due
vulcani in piena
eruzione, sempre pronti a fare battute, idiote e non, a bighellonare al
lavoro…erano sempre uniti.
Anche
Lily s’era ritrovata benissimo con la sua amica. Lei, Tonks,
Keira e Molly
spesso si ritrovavano insieme a passeggiare, ad organizzare uscite e
pranzi ed
Harry vedeva sua madre serena.
Ed
ora che Sirius e Keira se n’erano andati la situazione era
cambiata.
Sua
madre era più tranquilla, ma James era decisamente
giù di morale.
E
neanche Remus, l’altro suo migliore amico, riusciva a tirarlo
su.
Lily
aveva notato, senza riuscire a trattenere un sorriso di compassione,
che James
si rifaceva mangiando…soprattutto gelati al cioccolato,
menta e cocco.
Solo
quando gli disse che sembrava una donna in gravidanza, si
beccò un’occhiataccia
e decise di lasciar perdere.
“Gli
passerà. E non credo che neanche Sirius e Keira riusciranno
a stare lontani.
Scommetto che resisteranno una settimana e si smaterializzeranno qui ad
ogni
ora del giorno.”sorrise Lily, dopo pranzo, mentre Harry
l’aiutava a sistemare
la cucina.
“Come
ne sei così sicura?”
“Li
conosco. Abbiamo vissuto per tre anni in due case, l’una di
fronte all’altra, e
praticamente od eravamo io e James a trasferirci da loro o viceversa.
Siamo
molto legati e non credo che trasferirsi in America cambi le cose,
anche se li
vedremo molto meno del solito.”
“Ammettilo,
ti manca Sirius che bighellona per la casa in boxer e
canottiera.”ghignò Harry
e Lily scoppiò a ridere.
E
continuò soprattutto quando entrò James,
chiedendosi il perché di tutto quel
baccano.
Sirius
mancava anche ad Harry.
Era
una persona travolgente, cocciuta ed impulsiva, ma era stato per anni
il punto
di riferimento del ragazzo e nonostante i suoi fossero qui continuava
ad esserlo.
Ron,
Hermione e Ginny capirono il suo stato d’animo e cercarono di
coinvolgerlo il
più possibile in gite, pranzi, partite a Quidditch.
Ma
Lily aveva ragione.
Passò
esattamente una settimana prima che Sirius e Keira si
smaterializzassero nel
salotto di casa Potter, facendo sussultare James che leggeva La
Gazzetta del
Profeta e che sguainò la bacchetta, allarmato.
Sirius
alzò le mani in segno di resa, ridendo.
“Calma,
Ramoso! Siamo in pace.”
“Voi
due…mi farete venire un
infarto!”esclamò James, correndo ad abbracciarli.
Erano
visibilmente molto abbronzati e Keira portava anche lei la bacchetta in
mano.
“Sto
imparando di nuovo a fare incantesimi e pozioni. Ma mi sono stupita di
ricordare molte cose che credevo di aver rimosso.”
“Beh,
tu sei un genietto.”rise James, abbracciandola forte.
Il
trambusto richiamò anche Lily ed Harry.
“Ma
cosa…? Sirius? Keira?”
Ci
furono altri abbracci e sorrisi enormi.
“Keira
ha appena finito di girare un video ed abbiamo tempo una settimana per
riposarci un po’.”spiegò Sirius.
“Riposarci?
Io lavoro e lui bighellona per Los
Angeles!”protestò lei, ridendo.
“E’
uno scansafatiche!”rincarò la dose.
“Ehi,
anche io lavoro. Ti accompagno sempre e…”
“Poi
ti fermi a girare per i negozi senza una meta fissa ed a comprare
souvenir.”concluse lei e tutti risero, Sirius compreso.
“Guardate
qui!”
Sirius
tirò fuori dalla borsa una maglia con su scritto Los Angeles
a lettere magiche
cangianti.
Era
davvero stupenda.
“C’è
una grandissima comunità magica a Los Angeles ed un mare
stupendo. Dovete venirci.
È incredibile. E Keira sta anche tentando di imparare a fare
surf…senza
risultati.”concluse, beccandosi uno scappellotto dalla
ragazza in questione.
“E’
bello rivedervi. Non ce la facevate senza di noi, vero?”
James
mise un braccio attorno alle spalle dell’amico che sorrise,
ricambiato.
“No,
Ramoso. Affatto.”
“Los
Angeles è bellissima, Lily. Ci sono un sacco di cose da
fare. C’è un parco
divertimenti babbano che è stupendo e ci sono stata tre
volte. C’è un
ottovolante gigantesco che ti fa fare nove giri della morte
consecutivi!”
Lily
rise.
A
Keira brillavano gli occhi mentre raccontava dei negozi, dei concerti,
del
tour…
“Sono
contenta che Sirius sia venuto con me. Non è molto
entusiasta della vita da
babbani, ma è meglio non dare nell’occhio. Il mio
agente e manager è babbano e
non voglio che sappia che ha a che fare con una strega ed un mago.
Vedessi
com’è imbranato Sirius con gli aggetti
elettronici. Sa usare solo il telefono,
perché gliel’ha insegnato Harry tempo fa, ma per
il resto è un disastro. Non sa
guidare, né chiamare un ascensore…è un
bambinone per certe cose!”
Lily
annuì, comprensiva.
Anche
James era un totale disastro con il mondo babbano!
Guardò
l’amica e le sorrise.
Keira
stava benissimo.
I
capelli scuri le incorniciavano il viso sorridente e lei strinse la
mano
all’amica.
“Ho
imparato a Smaterializzarmi, sai? Sirius mi ha ricordato come si fa. Ed
abbiamo
portato qualche libro di Incantesimi e Pozioni ed adesso so fare tutte
le
pozioni più utili ed anche molti incantesimi.”
Era
entusiasta.
“Non
credevo che la magia mi sarebbe mancata tanto, sai? Credevo di poter
vivere
senza. Ma da quando vi ho rivisti, ho rivisto tutte le vostre
magie…s’è
risvegliato qualcosa dentro. Mi mancava e non me n’ero
accorta.”
“Perché
fai parte di questo mondo, tesoro. È normale. Sono contenta
che tu sia
ritornata quella di un tempo. La mia streghetta ribelle!”
“Sono
cresciuta, Lilian cara.”rispose lei, fingendo una voce
altezzosa, ma subito
scoppiò a ridere.
“Sirius
non vedeva l’ora di tornare qui. Non sentirvi per una
settimana è stata dura
per entrambi, ma non potevamo sparire in continuazione, né
volare dall’America
fin qui. Ed i gufi ci avrebbero messo un’eternità
ad arrivare.”
“Ed
i telefoni?”
“Sequestrati.”ammise
lei. “Non so chi sia riuscito a trovare il mio numero di
telefono, ma mi hanno
chiamato a tutte le ore del giorno e della notte.”
“Chi?”chiese
Lily.
“I
miei fan. Alcuni molto pervertiti, fatto sta che Sirius ha imprecato
loro
contro e distrutto il telefono. E quindi ho deciso che forse era meglio
lasciar
perdere con quell’aggeggio.”
Risero.
Sirius
geloso era sempre un bello spettacolo.
“Non
credevo saresti tornato così presto!”
James
lanciò a Sirius la Pluffa così forte che lo
colpì allo stomaco e l’uomo cadde
all’indietro.
Si
rialzò dolorante e risentito.
“Ancora
arrabbiato, Jamie?”
James
parò il suo colpo. Potentissimo.
“Sì!”e
lo rilanciò. “Ma sono contento che tu sia
tornato!”
“Già,
papà era in fase depressiva.”aggiunse Harry che si
godeva la loro partita.
Sirius
rise, con la sua risata simile ad un latrato e ghignò a
James.
“Beccato.”
“Mi
è mancato il Quidditch.”ammise Sirius, dopo un
po’.
S’era
disteso sul prato, tra James ed Harry e guardava il cielo sgombro di
nuvole.
“Lì
non c’è?”chiese James.
“No.”mugugnò
l’altro.
“Come
avete passato la settimana senza di me, piagnistei di James a
parte?”
James
gli mollò un pugno, risentito, facendolo, però
ridere.
“Nulla
di che. Lily ha deciso che vuole trascinarci a Privet Drive dai
Dursley.”mugolò
James.
Non
gli andava per nulla l’idea e sapendo come avevano trattato
Harry nel corso
della sua vita sarebbe andato lì a farne una strage.
“Perché?
Se Petunia vi vede vivi, come minimo muore seduta
stante.”ridacchiò Sirius,
coinvolgendo James.
“Non
lo so. Forse vuole recuperare i rapporti con loro.”disse
Harry.
“Harry,
tua madre e quella cavalla della sorella non si sopportano. Credo che
voglia
andare lì solo per urlare loro contro. Io farei
così, almeno.”
“Non
ce la vedo la mamma a fare così. È tipico di te e
Sirius un comportamento
così.”
“Andiamo,
non ti vendicheresti? Dopo tutto quello che ti hanno fatto
passare?”chiese
James.
Era
indignato e guardava il figlio, stupito.
Dopo
tutte le sofferenze, la reclusione, le botte…Harry non aveva
voglia di rivalsa?
Neanche
un po’?
Lui
l’avrebbe avuta, ma forse Harry era meno scalmanato di lui.
Harry
rifletté.
Era
vero.
Aveva
sofferto e molto con i suoi zii, era stato maltrattato,
insultato…ma ora che
aveva riavuto la sua famiglia tutto sembrava così irrisorio.
“Io
li farei neri. Solo la minaccia che io ero un pazzo terrorista li ha
spinti a
trattarti meglio!”aggiunse Sirius, ma Harry
scrollò le spalle.
“Ragazzi,
entrate! È ora dei souvenir!”esclamò
Keira da dentro.
Keira
e Sirius avevano praticamente svaligiato tutti negozi e rovesciarono
sul tavolo
del salotto una miriade di cose, tra cui magliette, calamite, tazze,
bicchieri
pieni di immagini di Los Angeles, di Hollywood, della Walk of
Fame…
“E
questi sono biscotti al rabarbaro e cocco!”
Keira
diede a Lily una scatola enorme che per poco non le cadde di mano.
Era
pesantissima!
“Ma
avete saccheggiato quanti negozi?”chiese James, mentre
osservava incuriosito
una calamita con la scritta LA dorata.
“E
questa cos’è?”
“Calamita,
papà. Ti attacca alle cose di
ferro.”spiegò Harry con una risata.
Possibile
che non sapesse cosa fosse una calamita?
“E
domani venite tutti con me e Sirius al parco
divertimenti!”decretò.
“Cosa?”
James
la fissò, incredula.
“Non
voglio sentire risposte negative, perché io e Sirius abbiamo
già preso 7
biglietti, anche per Remus e Tonks. Il piccolo Teddy non può
venire,
purtroppo.”
Keira
era allegra.
Adorava
quel parco divertimenti.
“Keira,
ho del lavoro da fare!”protestò James.
“Oh,
andiamo! Goditi la vita, James! Devi venire. Così ti
facciamo vedere il nostro
appartamento e potete stare da noi quanto volete!”
Sorrideva,
un sorriso a 32 denti.
Non
c’era verso di dirle di no.
James
ed Harry non erano mai stati in nessun parco divertimenti, ma quello
era una
vera e propria città, da far sentire spaesati i nuovi
arrivati.
C’erano
montagne russe, ottovolanti, bumping jumping…
Keira
insistette per salire su tutte quelle più alte e pericolose
e loro furono
costretti a seguirla.
Tonks
e Remus furono felicissimi di poter riabbracciare Sirius e di vederlo
così
felice e rilassato.
Erano
anni che non si sentiva così bene con qualcuno e quel
qualcuno era la sua
Keira, che stava salendo per la terza volta sulle montagne russe,
trascinando
con sé una pallidissima Lily ed una ancora più
pallida Tonks.
Sirius
approfittò per girovagare con James, Harry e Remus per il
parco, gustandosi un
mega gelato.
Faceva
davvero caldissimo.
Dopo il terzo giro della
morte, Keira decise
che non ne poteva più ed appena scesa, corse in bagno,
accompagnata da una
preoccupata Lily ed un’ansiosa Tonks, dai capelli, stavolta,
viola e panna.
Sembrava
un gelato dal gusto strano.
Lily
udì l’amica dare di stomaco e sospirò.
“Te
lo dovevi aspettare dopo tre giri su quel coso! Io non mi reggo in
piedi!”disse
Lily, saggiamente, sedendosi sul davanzale della finestra ed aspettando
che le
sue gambe smettessero di tremolare.
Tonks,
invece, era in ottima forma.
Keira
uscì, pallidissima.
“Non
è colpa di quell’affare. L’ultima volta
è stata una settimana fa e ci sono
andata 8 volte e sono stata benissimo. È da qualche giorno
che ho sempre
nausea.”
Si
sciacquò il volto, guardandosi allo specchio.
Vide
la sua immagine restituirle lo sguardo, cerea.
“Da
qualche giorno? Sei sempre venuta qui?”chiese Tonks.
“No.
Non credo c’entri il luna park.”disse, calma.
Ci
stava pensando da qualche giorno.
“E
cosa allora? Non stai bene? Dobbiamo andare
all’ospedale?”
Keira
scosse il capo e si riavviò i capelli scuri.
Gli
occhi azzurri erano limpidi quando disse:
“Meglio
una farmacia.”
Lily
e Tonks si scambiarono uno sguardo, senza capire.
“Una
farmacia? Ma cosa dici? Se stai male è meglio un ospedale
e…”iniziò Lily, ma
Keira prese la mano a lei ed a Tonks e le strinse.
“Lily,
Tonks, ho un ritardo.”
Cadde
il silenzio.
Poi
Lily e Tonks parlarono.
“Vuoi
dire che sei…”
“Ne
sei sicura?”
Le
due ragazze parlarono all’unisono, per poi scambiarsi
un’occhiata divertita.
Keira
ridacchiò, un po’ tesa.
“Non
lo so.”
“E’
da meno di un mese che ti vedi con Sirius…sei sicuro sia
suo? Oppure è…”chiese
Lily.
Keira
scosse il capo.
“No,
non è di Ethan. Me ne sarei accorta prima. Credo sia recente
la cosa.”
“Ok,
in farmacia!”esclamò Tonks e le
trascinò di corsa fuori dal bagno.
Urlarono
a dei stupiti ragazzi che Lily aveva bisogno di un’aspirina e
corsero via.
“Siete
delle matte! Volete farlo qui?”
Keira
guardò incerta la stecchetta del test.
Tonks
saltellava in bagno, ridendo.
Era
emozionata, più di Keira che era cerea.
La
cantante guardò le amiche.
“E
se lo fosse? Se fossi davvero incinta? Cosa accadrà tra me e
Sirius? Insomma,
ci siamo visti solo un mese ed ora…”
“Tesoro,
lo conosci da 4 anni e vi amate. Se fossi incinta, salterebbe dalla
gioia.
Vedessi come si spupazza mio figlio e coccola e protegge
Harry.”disse Tonks,
tornando seria.
Erano
chiuse tutte e quattro nel cubicolo e Keira sospirò.
Si
sentiva male, ma non era la nausea.
Era
una sensazione alla bocca dello stomaco.
Un
misto di paura, ansia, terrore…eppure c’era anche
desiderio, gioia, sepolti in
fondo.
Osservò
la bacchetta di plastica, sospirando sonoramente.
Lily
la guardava, curiosa.
Keira
non era mai stata un tipo materno.
Aveva
adorato coccolare Harry da piccolo e stravedeva per Teddy, ma non
l’aveva mai
immaginata diventare madre.
E
Sirius, poi!
Sirius
era ancora un bambinone che giocava a Gobbiglie con James e che
organizzava
scherzi idioti.
Poi
pensò al modo in cui trattava Teddy, come lo coccolava e si
prendeva cura di
lui e come aveva protetto Harry nel corso degli anni, come
l’aveva ascoltato,
come s’era preso cura di lui, rischiando continuamente la
vita e capì che sì…ce
l’avrebbero fatta se…
“E’
blu… Che significa blu? Tonks! Vedi il foglio delle
istruzioni!”esclamò Keira
prima tetra, poi allarmata e quando Tonks le lanciò uno
sguardo carico di
significati capì.
Cavolo…era
davvero incinta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** Dolore, rifiuto e sensi di colpa ***
“Non
credo che potrai più salire su quei cosi d’ora in
poi.”disse Lily, dolcemente,
uscendo dal bagno.
Keira
osservò i giochi, ma non disse nulla.
La
sua testa era piena di pensieri.
Che
casino che aveva combinato!
Era
incinta di Sirius! Ed ora che doveva fare?
Come
avrebbe fatto a dirglielo? Come poteva rimanere incinta di lui quando
si
vedevano da così poco tempo? E come avrebbe fatto con il
tour?
Il
suo agente e manager, John, l’avrebbe uccisa.
Meglio
dire, li avrebbe uccisi.
John
non sopportava neanche la presenza di Sirius ed ora che avrebbe
scoperto del
bambino li avrebbe uccisi.
Il
tour non poteva continuare se lei doveva spostarsi in continuazione e
stressarsi come non mai, se era incinta.
Lo
sapeva.
“Dovrò
rinunciare.”
“A
che?”gridarono Lily e Tonks, scandalizzate, pensando si
riferisse al bambino.
Keira
le guardò, senza capire.
“A
che? Al tour, no? Non posso farlo se sono incinta…”
Lily
guardò gli occhi della ragazza riempirsi di lacrime.
“Oh,
tesoro.”
L’abbracciò
stretta, mentre Keira si lasciava andare ad un pianto prolungato ed
afflitto.
Il
suo tour!
Avrebbe
tanto voluto farlo, ma…
Allora
vide Sirius correre loro incontro e vedendo Keira piangere,
sbiancò.
“Keira!
Merlino, stai bene?”esclamò, preoccupato.
Keira
lanciò un’occhiata a Lily e Tonks per far
sì che tacessero ed annuì.
“Solo
un forte mal di testa.”disse, passandosi una mano sugli occhi.
“Ma
non era Lily ad averlo?”chiese James, seguito da Harry e
Remus che guardarono
interrogativi la scena.
“Bah…sarà
un virus.”mormorò Tonks, inventando al momento.
Keira
sfogliò i testi delle sue canzoni ed il fascicolo con tutte
le date dei suoi
prossimi concerti che l’avrebbero tenuta impegnata per ancora
due mesi.
Due
interi mesi.
Si
osservò la pancia piatta, sovrappensiero.
Sirius
dormiva alla grossa in camera loro, sdraiato in modo da occupare tutto
il
letto, la bocca socchiusa…era tenero e bellissimo anche
quando dormiva.
Quanto
l’amava!
Guardò
ancora la sua pancia e pensò al tour.
Doveva
andare subito da una dottoressa, doveva sapere se il bambino sarebbe
stato
bene, se lei avesse fatto quel tour.
Il
loro appartamento era vuoto, perché Lily e Tonks avevano
trascinato gli altri
in Inghilterra, mimando improvvisi mal di testa, che resero ancora
più
sospettosi i Malandrini ed Harry.
Le
ragazze speravano che Keira dicesse a Sirius la verità.
Ma
le non ci riuscì.
Guardò
ancora Sirius.
Era
così confusa.
Le
cose stavano succedendo così in fretta che si sentiva male.
Era
appena diventata una cantante famosa, stava riscoprendo la sua magia,
aveva
ritrovato i suoi amici, il suo grande amore ed ora…un
bambino?
Dio
aveva deciso di farle recuperare 17 anni di noia in un mese e
più?
Cosa
avrebbe fatto? Cosa avrebbe detto?
E
se Sirius non avesse voluto avere il bambino?
Se
lei non l’avesse voluto?
In
fondo era Lily la donna materna, sin da quando la conosceva adorava i
bambini e
con Harry era stata perfetta.
Lei
se vedeva un bambino piangere, piangeva dalla disperazione anche lei!
Non
sapeva come comportarsi.
Doveva
tenerlo? Doveva lasciarlo? Farlo adottare?
Non
sapeva che fare.
Sentì
le lacrime di rabbia e confusione rigarle il viso e crollò
sul divano vestita e
stanca.
S’addormentò,
i sogni agitati.
Dalla ginecologa a Londra,
giorni dopo.
Keira
continuò a tormentarsi le unghie e le mani finché
non arrivò la dottoressa
Roberts con gli esami.
Lily
tirò un sospiro di sollievo.
Keira
era stata agitatissima per quasi un’ora e non sopportava
più il tremolio della
sua gamba ed il battere il piede per terra per il nervosismo!
Keira
alzò lo sguardo verso la dottoressa.
Era
una donna pienotta sulla mezz’età e le sorrideva.
“Congratulazioni,
signorina. Lei è incinta di una
settimana.”decretò, con un sorriso ancora
più
ampio.
Incinta.
Ora
ne aveva la conferma.
“C’è
qualche domanda che desidera farmi?”chiese la Roberts,
stupita che Keira non
avesse battuto ciglio alla notizia del bambino.
“Sì.
Vede io sono una cantante e di recente sto facendo un tour mondiale.
Crede sia
rischioso per il bambino che io continui?”chiese tutto
d’un fiato.
La
dottoressa la guardò, un sopracciglio inarcato.
Lily
notò quanto quell’espressione le ricordasse la
McGranitt e tacque.
“Probabilmente,
sì. Immagino che lei si sottoponga ad un enorme stress
durante le varie tappe
del suo tour e di conseguenza questo può influire sulla
salute del bambino.
Di
solito i primi mesi sono molto rischiosi perché ci sono
parecchi aborti
spontanei e se lei si sottopone ad un eccessivo stress e movimento
rischia di
perdere il bambino.”concluse.
Lily
guardò l’amica, dispiaciuta.
Aveva
appena saputo di aspettare un figlio e c’era il rischio che
lo perdesse se
continuava a fare ciò che amava fare.
“D-d’accordo.
Grazie.”
Keira
s’alzò automaticamente ed uscì, seguita
da Lily.
Rimasero
in silenzio per la maggior parte del tragitto.
Poi
Keira scoppiò a piangere e gridare.
Lily
la guardò, colta di sorpresa.
Non
l’aveva mai vista piangere così prima
d’ora.
“IO
NON LO VOGLIO!”gridò, rabbiosa, la cantante.
“Non voglio questo bambino! Voglio
poter viaggiare, andare via, cantare, fare ciò che mi
piace…non voglio che un
bambino blocchi la mia vita!”
Lily
la guardò, inorridita.
“Non
fai sul serio, vero? Come puoi dire una cosa del genere?”
Stavano
urlando in mezzo alla strada.
Lily
decise che era meglio portarla a casa sua.
James,
Harry e Sirius erano dai Weasley e Keira poteva urlare quanto voleva.
“Come
posso? Non voglio questo bambino, Lily! Non voglio diventare madre, non
so
neanche come si fa! A me non piacciono i bambini, non sono affatto
materna e
non so come comportarmi!”
“Beh…non
esiste un manuale d’istruzioni, Keira! È tuo
figlio, non puoi…”
“E
non voglio dover rinunciare alla mia vita come hai fatto
tu!”continuò l’altra,
gridando.
Lily
la guardò, gli occhi di fuoco.
L’amica
stava piangendo, ma stava davvero esagerando ora.
“Io
avrei rinunciato alla mia vita? E perché?”
“PER
HARRY! Volevi prima essere insegnante di Pozioni, poi Auror ed hai
dovuto
rinunciare ad ogni cosa per tuo figlio!”
“E
credi che abbia mai rimpianto una scelta del genere, ma sei impazzita?
Harry è
mio figlio, Keira! Non m’importava dover rinunciare alla
carriera, se potevo
avere lui! È arrivato prima di quanto io e James avessimo
programmato, ma l’ho
amato dal primo momento che ho saputo di averlo in grembo!
Ho
rinunciato alla vita per Harry, Keira e non m’importava di
nulla se non di
saperlo vivo ed al sicuro!
Come
puoi anche solo pensare di non avere il bambino? E come puoi accusare
me di
aver rinunciato alla mia vita quando tu hai rifiutato per 17 anni il
mondo
della magia?
Sei
davvero ipocrita!”
“BEH,
SE NON L’AVESSI AVUTO, NON SARESTI
MORTA!”urlò Keira, fuori di sé.
SBAM
Lily
le mollò un ceffone, furiosa.
Il
rumore dello schiaffo aveva coperto quella della porta che si chiudeva.
Lily
si volto, inorridita per vedere Harry e James sulla soglia, immobili.
Avevano
sicuramente sentito le ultime cose dette da Keira.
Sicuramente
Harry aveva sentito che, secondo Keira, se Lily non fosse rimasta
incinta di
lui sarebbe ancora viva.
Vide
lo sguardo del figlio e capì che le credeva, che dava
ragione a Keira.
Keira
si portò le mani sulla bocca, in lacrime, rendendosi conto
di quello che aveva
detto e si smaterializzò via.
Harry
sentì un peso sul cuore.
Sentiva
lo sguardo dei genitori su di sé, sua madre, la mano premuta
sulla bocca, lo
guardava senza sapere cosa dire.
James
guardava la moglie, non capendo cosa fosse successo.
Perché
Keira aveva detto una cosa simile?
E
perché lui ed Harry, sfortunatamente, erano entrati proprio
in quel momento?
Sentì
Harry dire qualcosa a proposito di libri che doveva leggere e lo vide
salire in
camera sua.
Poi
si voltò verso la moglie.
“Cosa
diavolo è successo?”
Lily
si passò una mano sul volto e guardò in direzione
delle scale dove Harry era
scomparso.
“Lily?
Perché diavolo Keira s’è messa a
gridare cose del genere su Harry? Che cos’è
succ…”
“E’
incinta. Il padre è Sirius e lei non vuole il
bambino.”spiegò in fretta.
Forse
Keira non avrebbe voluto che James sapesse, ma in quel momento Lily era
così
arrabbiata e sconvolta che disse tutto senza pensarci due volte.
James
sgranò gli occhi.
“Cosa?
Per…Ok, una cosa alla volta. Harry. Vado a
parlargli.”
James
si passò una mano tra i capelli e salì gli
scalini tre alla volta, bussando
alla porta di Harry.
“Harry? Sono papà, apri.
Harry? Rispondi,
almeno. So che
sei sconvolto per quello che hai sentito,
ma…Harry?”
Aprì
la porta.
La
stanza era vuota.
Dove
diavolo s’era cacciato?
Harry
camminò senza una meta, la testa ed il cuore in subbuglio.
Gli
rimbombavano nelle orecchie le urla di Keira, la migliore amica di Lily.
“BEH, SE NON
L’AVESSI
AVUTO, NON SARESTI MORTA!”
Era
vero.
I
suoi non sarebbero mai morti se lui non fosse nato.
Li
aveva visti così felici, affiatati, innamorati
e…lui li aveva uccisi…aveva
ucciso tutti quelli che gli erano accanto: Sirius, Remus, Tonks,
Silente…tutti.
Sentì
le lacrime offuscargli la vista e sedette su una panchina, le mani tra
i
capelli.
Aveva
bisogno di parlare con lui.
Aveva
bisogno che lui gli dicesse la verità, anche se era stata
colpa di Harry se
Sirius era morto.
Sarebbe
andato da lui.
Voleva
parlare con Sirius.
Lui
risolveva sempre ogni cosa.
E
se ci fosse stata Keira, se ne sarebbe andato.
Con
il cuore in tumulto, si smaterializzò.
A
Sirius per poco non venne un colpo quando Harry apparve di fronte a lui
nella
cucina del suo appartamento a Los Angeles.
Imprecò
silenziosamente, la mano sul petto e fece per dire qualcosa di stupido,
ma poi
vide lo sguardo di Harry.
Stava
male. Era a pezzi.
Sirius
lasciò cadere il toast che stava mangiando e gli corse
incontro.
“Harry…Harry, stai bene? Cos’è
successo? Stai
male?”
Harry
aveva gli occhi lucidi.
Sembrava
aver pianto e Sirius non l’aveva mai visto in quello stato.
“C’è
Keira?”chiese il ragazzo, piano, evitando il suo sguardo.
Era
già imbarazzante andare da lui per una sciocchezza del
genere, ma aveva bisogno
di confidarsi, di capire…
Sirius
scosse il capo.
“Ci
sono solo io.”
Sirius
s’avvicinò a lui e lo guardò, senza
sapere cosa fare.
Non
era esattamente un tipo affettuoso e non sapeva come comportarsi.
Prima
Keira che usciva di nascosto lasciandogli un biglietto in cui diceva
che aveva
impegni di lavoro, poi Harry che appariva stravolto nella sua
cucina…che
diamine stava succedendo quel giorno?
Sirius
gli posò le mani sulle spalle.
“Mi
dici cos’è successo? Sei ferito? Stai
bene?”
“Ho
bisogno di parlarti di una cosa.”disse Harry, controllando la
voce.
“Certo.
Sai che puoi dirmi tutto. Siediti.”
Sirius
gli porse un bicchiere d’acqua.
“Calmati,
prima.”disse, dolcemente.
“Non
posso credere che abbia detto una cosa del
genere!”esclamò Sirius, furioso,
scattando in piedi così in fretta che Harry
sussultò.
Harry
rimase seduto sul divano, senza dire una parola.
Il
thè che gli aveva preparato Sirius era ormai freddo tra le
sue mani.
Lo
posò sul tavolino, senza guardare Sirius in faccia.
“Appena
torna, le chiedo spiegazioni. No. Non c’è
spiegazione. Non avrebbe dovuto…”
“Sirius,
ha ragione.”disse Harry, ponendo fine alla filippica del
Malandrino che lo
guardò con occhi di ghiaccio.
“Non
dire sciocchezze!”
“Se
non fossi mai nato, voi stareste tutti
bene!”esclamò Harry, alzandosi e
fronteggiandolo.
“Stiamo
bene!”ribatté l’altro.
“Grazie
agli Anziani! Se no sareste tutti morti. E per colpa mia!”
“Harry…”
Sirius
fece per mettergli una mano sulla spalla, ma il ragazzo lo
scostò, rabbioso e
pieno di dolore.
Non
poteva crederci.
Ma
lei aveva ragione.
“Voldemort
ci avrebbe uccisi comunque, Harry.
Se
tu non fossi nato, lui sarebbe ancora vivo ed avrebbe distrutto ogni
cosa, noi
compresi. Sei stato tu a sconfiggerlo, tu ad impedire che facesse altre
stragi,
tu a proteggere i tuoi amici…”
“Ma
sono stato io ad aver ucciso te, mamma e papà! E Remus e
Tonks! E Silente!
E
tutti quelli che si sono messi tra me e lui! Tutti quelli che hanno
avuto a che
fare con me sono morti, Sirius!”
“Ma
non per colpa tua, Harry. Non hai colpa di nulla. Tu non hai fatto
niente.
Perché non lo capisci? Sei circondato da persone che hanno
dato la vita per te
e che lo rifarebbero mille volte pur di proteggerti.”
Harry
scosse il capo, gli occhi color smeraldo lucidi.
“Harry…”disse
dolcemente, prima di abbracciarlo forte.
Non
aveva mai abbracciato Harry prima, nella sua vecchia vita, ma il
ragazzo era
distrutto e non sapeva cos’altro fare.
“Se
dovessi tornare indietro…andresti comunque
all’Ufficio Misteri?”chiese Harry,
il groppo in gola.
“Sì.”disse
Sirius, sicuro, posandogli le mani sulle spalle e guardandolo negli
occhi.
“Starei attento a Bellatrix,” e qui
ridacchiò, mentre Harry abbozzò un sorriso
“Ma
ci andrei di sicuro. Rischiavo di perderti, Harry. Rischiavo di perdere
anche
te. Lily e James rischiavano di perdere il loro bambino. Tu cosa
avresti fatto
al posto loro?
Non
devi sentirti in colpa, Harry. E conosco Keira. Sicuramente non
intendeva
davvero ciò che ha detto. Come hai detto tu lei e Lily
stavano litigando e Lily
l’ha schiaffeggiata. Doveva essere una cosa seria.
Quando
ci s’arrabbia si dicono cose non vere.”
Il
POP della smaterializzazione li fece sussultare ed apparvero dei Lily e
James
decisamente fuori di loro.
“HARRY!”
Lily
corse verso il figlio e lo strinse così forte da fargli male.
“M-mamma…così
soffoco!”
“Avrei
dovuto immaginare che fosse da te! Ci ha fatto prendere un colpo! Non
sapevamo
più dove cercarlo!”esclamò James,
crollando sul divano, il battito del cuore
che si normalizzava.
Lily
stava piangendo, mentre abbracciava il figlio e ripeteva piano il suo
nome.
“Ho
temuto che ti fosse successo qualcosa di brutto, che ti fossi cacciato
nei
guai… a tuo padre per poco non veniva un infarto.”
“Sto
bene.”annunciò il diretto interessato, gli occhi
chiusi, disteso sul divano, le
gambe posate sulle ginocchia di Sirius.
Harry
guardò i genitori, stupiti.
Erano
davvero così preoccupati?
“Perché
siete così in ansia?”
“Temevamo
per i Mangiamorte. Ce ne sono ancora in giro, nascosti e se ti avessero
trovato…”
James
lasciò la frase in sospeso.
Lily
era alta come Harry e strinse il figlio al cuore.
Harry
inspirò il suo odore di gelsomino e chiuse gli occhi.
“Keira
non era in sé quando ha detto quelle cose. Era sconvolta.
Non hai nessuna
colpa. Ed io non ho rinunciato a nulla nell’avere
te.”
“Se…”
Lily
lo zittì, baciandolo sulla fronte e stringendolo
più forte.
“Ti
voglio moltissimo bene, Harry.”
“Anche
io ti voglio bene, ma la prossima volta che te ne vai per andare
dall’altro
capo del mondo di affatturo!”lo minacciò James,
ancora pallido.
“James!”lo
rimproverò Lily.
“Dico
davvero! Mi ha fatto prendere un accidenti!”
“E’
la vecchiaia, Jamie!”rise Sirius e James si
premurò di tirargli un calcio.
“Ma
Keira…che aveva? Perché s’è
comportata così? E perché le hai mollato un
ceffone?”
Sirius
ancora non capiva.
Lily
guardò nervosa James, incerta se dire qualcosa.
Keira
si sarebbe arrabbiata se le avesse detto qualcosa, ma se non diceva
nulla
Sirius avrebbe indagato, pressato lei e James fino
all’esaurimento e…
“Keira
è incinta.”
Fu
James a dire tutto, togliendo Lily dall’impiccio.
Sirius
sgranò gli occhi.
“C-cosa?
Di me?”
Sirius
era sbalordito.
Aveva
rivisto Keira dopo così tanto tempo e…era incinta?
“No,
del Papa. Ma certo che è incinta di te!”
James
sbuffò.
Certe
volte Sirius era davvero idiota.
“E
perché stavate litigando? Da quanto lo sa?
Cos’è successo?”
Lily
cercò di ripararsi dalla raffica di domande ed attese che
Sirius si fosse un
po’ calmato.
L’amico
passò lo sguardo da Lily a James e viceversa, febbrile.
“L’ha
scoperto quando siamo andati tutti al parco divertimenti. Abbiamo fatto
il test
quando siamo tornate dalla farmacia ed era positivo.”
Sirius
non parlava.
Guardava
Lily come se parlasse un’altra lingua.
“Poi
siamo andate oggi dalla ginecologa, una dottoressa babbana ed ha detto
a Keira
che non può fare molti sforzi nei primi mesi
perché rischia di perdere il
bambino, dato che gli aborti spontanei sono frequenti
all’inizio. E lei deve
rinunciare al tour.
Ed
è come impazzita. Ha detto che…”
Doveva
dirglielo?
Ma
continuò, senza guardarlo negli occhi.
“Ha
detto che non voleva il bambino. Che non voleva smettere di fare
ciò che amava
e per cui aveva lottato per il bambino. Non vuole che la sua vita si
fermi
perché potrebbe diventare madre. Ed allora ha detto le cose
su me ed Harry.”
Lily
guardò il figlio, seduto accanto a lei e lo baciò
sulla tempia, rassicurandolo.
“Mi
dispiace che Keira abbia detto quelle cose su te ed Harry, Lily. Ma non
credo
le pensasse davvero.”disse piano Sirius, poi tacque.
Nessuno
fiatava.
Sirius
fissava il vuoto.
Keira
era incinta.
Aspettavamo
un bambino.
E
lei non lo voleva.
Non
sapeva cosa fare.
Sentiva
un peso sul cuore, un macigno e non sapeva come affrontare la
situazione.
Keira
aspettava suo figlio, il loro
figlio
e non lo voleva…
Quando
Keira tornò nel suo appartamento lo trovò vuoto.
Le
luci erano spente e Sirius non era da nessuna parte.
Poi
notò il biglietto sul tavolo della cucina.
“Credevo che fosse
più
importante la famiglia e l’amore della tua carriera, ma mi
sbagliavo e di
grosso.
Complimenti per aver
fatto del male ad Harry e Lily e non avermi detto nulla del bambino.
Hai ferito Lily dicendo
che aveva buttato la sua vita al vento per suo figlio e fatto sentire
in colpa
Harry.
Non credevo potessi
riuscire a dire cose del genere ed a pensare di non volere nostro
figlio…
Sono a casa mia, dai
Potter. Non venire a cercarmi, perché non
c’è nulla di cui dobbiamo parlare.
Sirius.”
Keira
provò a non piangere, ma le lacrime le bagnarono le guance
prima di riuscire a
trattenerle.
Afferrò
la prima cosa che le capito in mano, un libro, e lo lanciò
con tutta la sua
forza contro la parete.
Poi
scoppiò a piangere, in ginocchio.
Grazie mille a chi sta leggendo questa storia, a chi ha commentato,
l'ha messa tra i preferiti o tra le seguite! Grazie di cuore!
Ho odiato scrivere di Keira in questo capitolo, ma era necessario.
Ditemi cosa ne pensate.
Nel frattempo, pensavo di proporre una serie di attori ed attrici che,
secondo me, sarebbero perfetti per i Malandrini, sia giovani che
adulti...se avete suggerimenti fate pure.
Per Lily Evans in Potter avevo pensato a quest'attrice, per
interpretare lei da giovane:
http://www.picpiggy.com/bank/karen_gillan_walking_shots-1310552706.jpg
http://doctorwhofriends.altervista.org/alterpages/medium/karen-gillan-profile.jpg
http://www.scenicreflections.com/ithumbs/Karen%20Gillan%20Wallpaper__yvt2.jpg
http://img.listal.com/image/1996411/936full-karen-gillan.jpg
Fatemi sapere che ne pensate e proponete chi vi sembra più
adatto!
Per chi ha letto "I protecting you..."sarà più
facile individuare i Malandrini da giovani!
A presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** Fear and pain ***
James
sbuffò dal sedile posteriore della macchina che Lily aveva
noleggiato.
“Mi
spieghi perché dobbiamo arrivare così? Con
quest’affare?”
“Almeno
mostriamo di non avere cattive intenzioni!”disse Lily, mentre
guidava ed
osservava distrattamente il marito con lo specchietto retrovisore.
Guidava
lei perché era l’unica ad avere la patente.
James
era decisamente di pessimo umore.
Sirius,
depresso per la rottura con Keira, vedeva quella gita come
un’occasione per far
pagare ai Dursley quello che avevano fatto ad Harry.
Lily
si chiese se avesse fatto bene a portarli con sé.
In
fondo solo lei sembrava avere intenzioni pacifiche. Quasi pacifiche.
Harry
non era voluto venire, dicendo che doveva uscire con Ron, Hermione e
Ginny, ma
lei era sicura che detestava i Dursley quasi quanto loro avevano paura
di lui.
Lily
parcheggiò l’auto, lontano da casa loro e si
affrettò ad uscire prima di
cambiare idea.
Doveva
almeno parlare con sua sorella, chiederle il perché avesse
trattato Harry così.
Perciò
bussò alla porta.
Le
venne ad aprire l’omone più grasso che avesse
visto in vita sua.
Era
Vernon, lo riconobbe.
Ma
lui non riconobbe lei, perché chiese chi fosse.
“Sono
una…conoscente di sua moglie Petunia. Può
chiederle di uscire?”
“Chi
è?”
“Mi
chiamo Lilian.”disse.
James
e Sirius le si avvicinarono, mentre Vernon rientrava in casa e chiamava
a gran
voce la moglie.
“Non
ti ha riconosciuta?”
James
era incredula.
Vernon
non riconobbe Lily, ma Petunia sì.
La
donna sbarrò gli occhi, stupita, le mani sulla bocca,
prima di balbettare qualcosa d’inconsulto.
Poi
cadde a terra, svenuta.
Aveva
fatto uno stranissimo ed orribile incubo.
Sua
sorella Lily e quello squilibrato del marito erano
dinanzi alla sua soglia, in compagnia di un altro uomo, tutti con
lunghe vesti
da maghi.
E
se li avessero visti I vicini?
Ma
era solo un brutto sogno.
Lei
era morta.
Loro
erano morti.
Non
potevano essere lì.
Petunia
Dursley aprì gli occhi, alzandosi dal divano,
lentamente.
Lily
era riuscita ad entrare, seguita dai due uomini e da un
Vernon terrorizzato quando lei aveva tirato fuori la sua bacchetta
magica.
Ed
ora guardava la sorella svenuta.
Ok,
era uno shock presentarsi lì.
Ma
svenire?
Petunia
era la solita melodrammatica!
La
faccia cavallina era uguale, era solo leggermente
invecchiata.
Vernon
era un omone gigantesco che ora tentava di farsi
piccolo piccolo nel divano accanto alla moglie svenuta, spaventata da
quei tre.
Finalmente
Petunia si rialzò.
Poi
vide Lily e sussultò.
Stava
ancora sognando?
Si
diede un leggero pizzicotto e capì che era sveglia e sua
sorella, morta 17 anni prima era seduta nel suo salotto, più
bella che mai, i
capelli rossi lunghi sulle spalle e la schiena fluenti e mossi, gli
occhi color
smeraldo tra lo stupito e l’arrabbiato.
“T-tu?”
“Ti
prego, non svenire di nuovo. Altrimenti ti risveglio con
la magia.”
Quella
minaccia servì ad impedire altri svenimenti.
Magia?
No, mai e poi mai sotto il suo tetto!
Non
di nuovo! Non dopo che quel maledetto ragazzo se n’era
andato.
James
la fissò, truce.
Petunia
era sussultata alla minaccia della bacchetta.
“Come…come…eri
morta!”
“Tua
sorella è un genio.”commentò James,
freddo e Sirius
ridacchiò.
“Sono
tornata. Ed anche tutti quelli uccisi da Voldemort e
vicini ad Harry.
Non
credo v’importi, ma nostro figlio è vivo ed
è
sopravvissuto a Voldemort e l’ha anche sconfitto. Quindi se
anche voi Babbani
siete al sicuro il merito è solo suo.”
Lily
lasciò che le labbra si schiudessero in un sorriso di
soddisfazione.
Il
suo Harry…
“Quindi,
vorrei sapere il perchè del vostro odio nei
confronti di mio figlio. So che l’avete maltrattato e gli
avete reso la vita un
vero Inferno, so che non l’avete mai trattato come un bambino
della sua età e
l’avete sempre punito per la sua vera natura!
Se
fosse successo qualcosa a voi, noi ci saremmo presi cura
di vostro figlio! L’avremmo trattato come nostro e non come
un mostro che vive
sotto il nostro tetto!”
“Sarebbe
andato in orfanotrofio piuttosto che da pazzi come
voi!”scattò su Vernon.
James
s’alzò, irato, la bacchetta sguainata.
“Sta’
zitto, stupido idiota! Avete maltrattato un ragazzo per
anni, punendolo, non amandolo, soltanto perchè odiavate noi
maghi? Che razza di
persone sono quelle che chiudono un ragazzino in uno sgabuzzino o che
permettono al loro figlio di usarlo come punching ball? Siete dei veri
stronzi!”
Lily
guardò il marito, che era furioso.
Sirius
s’alzò ed afferrò James per la manica,
cercando di
calmarlo.
“Se
Harry non vi avesse detto che ero il suo padrino e che
ero un pazzo criminale a quest’ora non avrebbe avuto neanche
la sua stanza e
l’occasione di studiare per Hogwarts.”disse,
serafico.
Vernon
e Petunia sbarrarono gli occhi.
Quell’uomo
era Sirius Black?
Il
pazzo assassino, padrino di Harry?
Ed era in casa loro?
Sirius
fece scattare la bacchetta e si ritrovarono
improvvisamente a testa in giù, appesi per le caviglie da
una forza invisibile.
Lily
trattenne una risata, mentre Sirius li faceva dondolare
avanti ed indietro finché non assunsero un colorito
verdastro.
Poi
fu il turno di Lily che fece apparire un battipanni
gigantesco che iniziò a picchiarli ovunque.
“Peccato
che non ci sia quell’ippopotamo del figlio. Ci
saremmo divertiti anche con lui.”ghignò Sirius a
James, che aprì la porta dello
sgabuzzino.
Con
un colpo di bacchetta i Dursley vi finirono dentro e la
porta si chiuse.
Le
grida sommesse furono ignorate.
“Dudley
tornerà prima o poi a casa e vi libererà.
Risparmiate
l’aria, quel posto è piccolissimo per due come
voi!”ghignò James ed uscirono.
Lily
e Sirius ridevano come matti.
Incrociarono
la signora Figg, la Magonò che aveva tenuto
d’occhio Harry e le sorrisero.
“I
Dursley sono chiusi nel ripostiglio. Tra qualche ora
chiama il figlio perché vada a liberarli.”
E
corsero via, ridendo.
Harry,
Ron, Hermione e Ginny avevano le lacrime agli occhi dalle risate,
mentre i
gemelli ridevano ed immaginavano la scena.
“Oh,
avrei voluto esserci! Vi avremmo dato man
forte!”decretò Fred.
“Soprattutto
a Dudley! Ahahahha!”continuò George e cadde
sull’erba ridendo.
Harry
guardò i genitori.
Sua
zia era svenuta vedendo Lily, erano rimasti terrorizzati alla vista
delle
bacchette e di Sirius ed erano stati presi a botte da un battipanni
gigante.
Grazie
a loro.
“Siete
dei matti.”asserì, ridendo.
“Volevamo
trasfigurarli in scarafaggi, ma poi avremmo avuto problemi con il
Ministero e
quindi…non avevo voglia di compilare scartoffie per
loro!”fece James e tutti
risero di nuovo.
I
tre si sedettero accanto a loro, all’ombra
dell’albero nel giardino dei
Weasley.
La
radio scelse quel momento per trasmettere una canzone di Keira e
Sirius,
rabbioso, la spense con un colpo di bacchetta.
Cadde
il silenzio, interrotto timidamente da Hermione.
“Non
avete ancora chiarito?”
Temevano
tutti una sfuriata da parte di Sirius.
Sirius
non rispose per un lungo istante.
“Finché
rimarrà dell’idea di abortire il nostro bambino,
no. Non chiariremo.”disse,
freddo.
Sirius
sentiva il cuore di piombo, ma era fermo nella sua idea.
Non
l’avrebbe rivista.
Non
poteva.
Non
poteva pensare che tutto quello che c’era stato tra loro
fosse stato messo da
parte per la carriera della ragazza.
Perché
lei sembrava avesse preferito proseguire con il tour, invece di avere
una
famiglia con lui.
Ed
il solo pensiero di rivederla, quando aveva urlato a Lily che non
voleva che
quel bambino, il loro, rovinasse e fermasse la sua vita…gli
spezzava il cuore.
Ma
anche se non la vedeva stava male comunque.
Riusciva
a sentire il suono della sua risata, il fruscio dei suoi capelli, il
sapore dei
suoi baci…
Come
poteva rinunciare a lei?
Come
poteva lei, rinunciare a loro?
“Dovresti
parlare. Andare da lei e chiarire ogni cosa.”
“No.”ripeté
Sirius per l’ennesima volta e Remus alzò gli occhi
al cielo.
“E
se lei dovesse…”
Remus
lasciò la frase in sospeso, cogliendo
l’occhiataccia di James.
Sirius
era giù abbastanza a pezzi senza che Remus gli dicesse che
c’era la possibilità
che Keira abortisse.
“Secondo
Lily non lo farebbe mai. È solo…arrabbiata,
secondo lei.”
“James,
so parlare anche da sola.”
Erano
riuniti tutti e quattro in salotto, cercando di trovare una soluzione o
di
spingere Sirius ad affrontare la situazione.
Non
ce la facevano a vederlo così depresso, girare a vuoto per
la casa.
“Senti,
l’ho chiamata, ho provato a parlarle, a supplicarla di
chiarire con te e con
me, ma non risponde al telefono. E so che sta ancora
lavorando.”
“Scommetto
che lo farà fino ad abortire.”commentò
Sirius, asciutto.
“Sirius!
La conosci. Conosci Keira meglio di chiunque altro.”disse
Lily, dolcemente.
“Credi che…”
“Non
so! Non so a cosa credere, Lily! So che non è esattamente la
mamma ideale,
perché è un disastro con i bambini,
ma…non so. Non la vedo da anni. Non credi
che possa essere cambiata?”
“Al
punto da rinunciare a suo figlio? Il figlio che aspetta da
te? Sirius, lei ti ama. È solo
che…è terrorizzata. Ha lavorato
così tanto per arrivare dov’è ora ed ha
paura di perdere ogni cosa.
La
sua musica, il suo tour, che conta per lei. Ma non credo che
rinuncerà al
vostro bambino. Prova a parlarle. Ti prego.”
I
giorni passarono, con gran dispiacere di Harry che vide il 1 settembre
avvicinarsi e passare e portare con sé Ginny verso Hogwarts
al suo ultimo anno
di scuola.
La
salutò con rimpianto e con passione, promettendosi di
scriversi sempre e di
vedersi durante le feste.
Passarono
le settimane, un mese senza che Keira e Sirius si parlassero, mentre la
ragazza
proseguiva il tour e Sirius la sua carriera da Auror con James.
Arrivò
la fine di settembre ed ottobre salutò tutti con un freddo
gelido e giornate di
pioggia.
“Boglio
benire io. Sdo beene.”
Un
Sirius raffreddato e con la febbre protestò dal divano dove
Lily l’aveva
costretto a rimanere, avvolto in strati di coperte.
Sirius
era in uno stato pietoso.
Il
naso era rosso, così come le guance, gli occhi lucidi per la
febbre ed una
dozzina di fazzoletti usati sulla coperta.
“Sirius,
sei malato. Non ti porto come me.”decretò James,
indossando il mantello.
Quella
sera aveva un’ispezione da fare in un villaggio accanto
Hogsmeade e Sirius
avrebbe dovuto accompagnarlo, se non si fosse preso quel febbrone da
cavallo a
causa dell’ultima missione in cui avevano beccato il diluvio
universale!
Sirius
fece per alzarsi, ma Harry intervenne e lo rimise sul divano.
“Sta’
giù.”disse, severo.
“Ba
basta una
bozione…”s’intestardì Sirius.
“Sirius,
me la caverò. È un posto tranquillo e devo solo
dare un’occhiata per il
Ministero, ok?”
“Posso
accompagnarti io?”
James
sussultò alla domanda di Harry e lo guardò.
“Cosa?
Perché?”
Harry
scrollò le spalle.
“Potrei
darti una mano. Fare tirocinio con un famoso
Auror…”ghignò il figlio e James
non si lasciò incantare.
“Se
pensi che adularmi serva a convincermi a portarti con me, sbagli,
ragazzo mio!”
“Allora,
bedi che è una missione pericolosa! Se non borti
Harry…”fece Sirius e James
sospirò, rassegnato.
“Non
è…ok, vieni. Contento, lo porto con
me?”esclamò, rivolto all’amico
“Su, va’ a
metterti il mantello.”sussurrò ad Harry.
James
s’arrese.
Dopotutto
era solo un’ispezione.
Non
sarebbe successo nulla.
Baciò
Lily sulle labbra, così a lungo che sentì i finti
conati di vomito di Sirius
(dopo la situazione con Keira odiava qualsiasi cosa
romantica…) ed uscì con
Harry nella fredda sera.
Harry
passeggiava per le strade di Roadsmille, il villaggio e tutto sembrava
tranquillo.
C’era
gente per strada, molti accalcati nei bar, parecchi che si godevano il
finesettimana con il fidanzato/a,
Anche
James si era rilassato.
L’idea
di portare Harry con sé in missione l’aveva
terrorizzato all’inizio, perché
temeva che sarebbe successo qualcosa di brutto.
Ma
era tutto tranquillo.
Gli
cinse le spalle con un braccio.
“Sai,
spesso queste missioni non sono così tranquille.”
“Allora,
verrò con te alla prossima.”ghignò
Harry e James lo fulminò con lo sguardo.
“Prima
di diventare Auror devi seguire un corso, sai? Superare prove. E
poi…”
“Ok,
ok…non ti va di farmi da mentore.”
James
sospirò.
“Certo
che ti farò da mentore. Più in là. Per
ora voglio che rimani buono e
tranquillo.”
Harry
sospirò.
“Sei
troppo protettivo.”
“Già,
Potter. Un po’ troppo. Saresti disposto a dare la vita di
nuovo per il tuo
figlioletto?”
James
si voltò di scatto, ritrovandosi di fronte un gruppo di
uomini incappucciati.
Non
s’era reso conto di essere entrato in una strada semi-deserta.
La
voce, beffarda, era di Nott, la riconobbe.
“Harry,
va’ via.”disse James a denti stretti, spingendo
Harry dietro di sé, ma Harry
non aveva intenzione di ascoltarlo.
Non
l’avrebbe lasciato lì con…cinque
Mangiamorte.
“VAI!”urlò
James e schiantò il primo Mangiamorte che gli
s’avvicinò.
Afferrò
Harry per il braccio ed iniziò a correre lungo la strada,
mentre lui ed Harry
lanciavano incantesimi alle loro spalle e schivavano lampi color verde
e rosso.
James
sentì il dolore di una maledizione sfiorargli la guancia ed
alzò la bacchetta.
“EXPELLIARMUS!”urlò
un Mangiamorte e James ed Harry si ritrovarono senza bacchetta.
Harry
sentì suo padre stringergli così forte il braccio
da fargli male.
Erano
spacciati.
James
trattenne un urlo di dolore, serrando i denti e mordendosi le labbra.
Sentì
il sapore ferroso del sangue scivolargli in gola, ma non era disposto a
cedere.
Non
avrebbe urlato, non avrebbe emesso neanche un singolo singulto.
“Ancora.”disse
una voce calma e divertita.
James
non sapeva a chi appartenesse, ma non gli importava perché
dopo quella singola
parola il dolore arrivò ancora ed ancora, lacerandogli la
carne, spezzandogli
il fiato.
Era
come se una miriadi di lame incandescenti lo stessero attraversando
tutte
contemporaneamente.
Serrò
gli occhi, cercando di impedire a lacrime di dolore di cadere, ma esse
caddero
ugualmente sul pavimento freddo della stanza.
Non
sapeva dove si trovassero, non poteva difendersi, non poteva salvare
Harry.
“NO!
LASCIATELO, NO!”
Udì
la voce di Harry in lontananza, come se venisse da un altro pianeta
…
Ripiombò
nell’incoscienza ancora una volta.
Harry
tentò di liberarsi dalle funi che lo tenevano stretto e
legato, pieno d’orrore.
Suo
padre James giaceva per terra, sporco di sangue e pieno di tagli e
ferite.
I
Mangiamorte si stavano accanendo ferocemente su di lui con la
Maledizione
Cruciatus e Sectumsempra.
L’aveva
visto contorcersi dal dolore e sanguinare e tremare.
Harry
provò a liberarsi, sperando con tutte le forze di riuscire
ad usare la magia
senza la bacchetta, ma non era forte abbastanza.
Non
poteva far altro che pregarli di smettere, di far del male a lui, di
lasciarlo
in pace…
Vide
suo padre svenire, per la seconda volta.
Aveva
ormai perso la cognizione del tempo.
Ricordava
la fuga, la battaglia, poi era svenuto e s’era ritrovato
lì, all’oscuro,
svegliato dal dolore alla gamba.
Abbassò
lo sguardo ed osservò il taglio profondo da cui usciva
copiosamente sangue.
L’avevano
accoltellato ed ora stava sanguinando.
Ma
James rischiava di morire se non avesse cambiato idea.
“Sai,
credevo che avrebbe ceduto prima.”
Un
uomo incappucciato s’avvicinò ad Harry e gli prese
il mento tra le mani.
Harry
tentò di liberarsi, ma la presa era così forte da
fargli male.
“Lascialo.”sillabò,
furioso, fulminandolo con lo sguardo.
Sentiva
l’alito fetido sul viso e represse un conato.
“Solo
se cederà.”
“Lo
ucciderai. Lascialo!”disse, gli occhi lucidi.
Non
poteva perderlo, non di nuovo.
Il
dolore lo spinse a lottare ancora di più per ribellarsi, ma
un forte pugno lo
colpì al viso ed Harry vide le stelle.
Sentì
il sangue colargli dal naso e dalle labbra e lo sputò,
rabbioso.
I
Mangiamorte volevano che James urlasse di dolore.
Se
l’avesse fatto, avrebbero smesso di torturarlo ed avrebbero
iniziato a
torturare Harry.
E
James non aveva ceduto, nemmeno una volta.
Non
poteva far soffrire Harry.
“Innerva.”
L’incantesimo
risvegliò l’Auror, che avvertì subito
il dolore, invaderlo.
Ma
non avrebbe ceduto. Mai.
Un
Mangiamorte si chinò su di lui.
“Sei
testardo, vero? Non ti pieghi facilmente. Io potrei torturarti fino
alla morte
e tu non cederesti mai.”
“Fottiti.”pensò
James, lanciandogli uno sguardo di sfida e coraggio da vero Grifondoro.
No,
non avrebbe mai ceduto.
Guardò
Harry, legato a pochi metri da lui e vide il viso del figlio imbrattato
di
sangue ed i vestiti laceri e sporchi.
“Va
bene. Allora finiamola qui. Prendete il
ragazzo.”ordinò, poi.
“NO!”
James
fece per alzarsi, ma qualcuno l’afferrò per le
spalle e gli tappò la bocca con
un bavaglio.
“Ora
è il tuo turno di vederlo soffrire.”
Il
Mangiamorte si chinò su Harry che sentì il cuore
scoppiargli in petto.
Sarebbero
morti lì, entrambi.
Se
lo sentiva.
“Facciamo
un gioco simile, ok? Solo che, stavolta, se pronunci anche solo un
gemito, io
lo ammazzo.”disse, con una finta dolcezza, prima di calare la
bacchetta su di
lui.
Spazio dell'autrice:
Grazie mille a chi ha commentato la mia storia, SakiJune, MartuZZa97,
Erika 97, Luli Evans Potter, Brando.
Grazie mille, siete dei tesori! E grazie anche a chi l'ha inserita tra
i preferiti e le seguite!
Spero che questo capitolo vi piaccia, non risolve ancora la faccenda di
Keira, ma accadrà...presto.
E dato che l'ultima volta vi ho mostrato l'attrice che, secondo me,
sarebbe perfetta per Lily da giovane, ora è il turno della
Lily adulta. Se avete suggerimenti per gli altri, soprattutto per James
da giovane, sono ben accetti:
Lily Potter adulta
http://starsmedia.ign.com/stars/image/article/857/857640/rachel-mcadams-20080306054549124.jpg
http://l.yimg.com/eb/ymv/us/img/hv/photo/movie_pix/showest/showest_awards_2005_photos/rachel_mcadams/showestaward05d.jpg
http://www.rachel-mcadams.net/gallery/showfull.php?photo=10176
A presto!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** Risvegli e novità ***
Lily
tremava violentemente seduta sulla sedia della sala d’attesa
del San Mungo.
Sirius,
ancora intontito per la febbre, ma in via di guarigione grazie alla
pozione
contro l’influenza, le era accanto, immobile e taciturno.
Non
sapeva cosa fare.
O
meglio, sì.
Avrebbe
voluto spaccare i mobili, urlare contro tutto e tutti, ammazzare quei
figli di
puttana.
Ma
non poteva far altro che sedersi su quella scomoda sedia della sala
d’attesa ed
aspettare.
Ed
aspettare.
Harry
e James erano stati trovati in condizioni critiche a Roadsmille, in un
vicoletto
solitario.
Se
un passante non li avesse visti, sarebbero morti dissanguati.
Ed
anche ora…
Sirius
udì dei passi e lui e Lily sussultarono, ma non erano del
Medimago.
Remus
Lupin, Tonks e… con gran sorpresa di Lily e Sirius, Keira,
che correvano verso
di loro, seguiti a pochi passi da Silente.
“Allora?
Cos’hanno detto? Come stanno?”chiese Remus,
trafelato.
Lily
iniziò a singhiozzare e Keira le corse incontro,
abbracciandola stretta.
“Tesoro…andrà
tutto bene. Staranno bene. Sono forti. Ce la faranno. Supereranno anche
questa.”mormorò, senza sapere cosa dire.
Silente
aveva mandato un Patronus a cercarla in America, comunicandole che
Harry e
James erano in condizioni gravi all’ospedale.
Lei
e Sirius non si guardarono nemmeno.
Keira
era sotto shock e quello non era il momento per discutere dei loro
problemi.
“S-s-sono s-s-stati
t-t-tortu…tortu…”
Non
ebbe bisogno di finire la frase perché capirono tutti.
“Sono
stati i Mangiamorte.”spiegò Sirius, cercando di
calmare il tono della voce, ma
tremava di rabbia.
Harry
e James erano stati torturati fino allo sfinimento ed ora giacevano
circondati
da Guaritori e Medimaghi.
Rischiavano
di morire.
Rischiavano
di finire con Frank ed Alice Paciock…torturati fino alla
follia.
I
minuti diventarono ore ed aumentava la paura ed il nervosismo.
Keira
abbracciava Lily e Sirius era tra Remus e Tonks, senza sapere cosa fare.
“Sono
corsa qui appena ho potuto. Andrà
bene.”mormorò Keira all’amica che
continuava
a piangere.
Non
poteva perderli.
Non
entrambi.
Non
poteva vivere senza di loro.
Cosa
avrebbe fatto se fossero…
“Non
ce la faccio.”sussurrò Lily, la voce spezzata e
tutti la guardarono.
I
capelli arruffati, gli occhi gonfi, la paura nel cuore, il terrore di
perdere
suo marito e suo figlio.
Il
cuore era stretto in una morsa e si sentiva come immersa in
un’acqua gelida,
che le bloccava il respiro, che attanagliava il suo corpo, riempiendola
lentamente di dolore.
“Io
non ce la faccio senza di loro.”
Tentò
di deglutire, ma il groppo in gola era troppo grande e
scoppiò ancora a
piangere di nuovo.
Allora
Sirius s’alzò e l’abbracciò
stretta.
Lily
lasciò che il calore dell’amico
l’aiutasse a lenire il dolore, sentendo che
anche il suo cuore batteva a mille e che anche Sirius era terrorizzato.
“Fatti
forza. Ho una paura da morire anche io. Ma non possiamo cedere.
Non
cedere, Lily. Dobbiamo solo aspettare…e pregare che stiano
bene
entrambi.”mormorò, ricacciando indietro le lacrime.
Non
avrebbe sopportato di perdere di nuovo il suo migliore amico,
né di perdere il
suo figlioccio.
No,
non poteva farcela.
Continuò
ad abbracciarla forte, sentendola piangere ed inzuppargli la camicia di
lacrime, mentre lui posava il viso tra i suoi capelli rossi ed
incontrava lo
sguardo blu di Keira.
Inconsapevolmente,
le prese la mano.
Non
era il momento di avercela a morte con qualcuno.
Dopo
ore arrivò un Guaritore.
Aveva
l’aria esausta, i capelli radi e gli occhi cupi.
Iniziarono
tutti a temere il peggio.
“Il
peggio sembra passato. L’importante è che abbiano
superato la notte.”
Infatti,
senza che loro se ne rendessero conto, s’era fatto giorno.
La
luce dell’alba rischiarava i loro volti, esangui.
“Hanno
perso moltissimo sangue e sono sotto la Pozione Rimpolla-sangue.
James
Potter è ferito molto più gravemente del figlio.
Dobbiamo
tenere sotto controllo le funzioni vitali ed assicurarci che non ci
siano dati
cerebrali irreversibili. Dovranno stare molto a riposo, ma staranno
bene.
Ora
sono sotto calmanti.”
Tutti
tirarono un sospiro di sollievo.
“Possiamo
vederli?”chiese Sirius.
“Solo
una persona può entrare. Gli altri nell’orario di
visite che è affisso
nell’atrio.”disse, severo.
Tutti
guardarono Lily.
“Vai
tu.”
Sirius
la spinse dolcemente e le sorrise, un sorriso lieve e triste.
Lily
seguì tremante il mago fino ad una stanza bianca, arredata
spartanamente.
Lì,
in due letti posti poco lontano l’uno dall’altro,
c’erano Harry e James.
Lily
trattenne il fiato quando li vide.
Erano
cerei in volto, pieni di contusione e tagli.
Harry
aveva un braccio fasciato ed una fasciatura alla testa.
James
era ridotto molto peggio.
Il
volto era pieno di lividi violacei e giallastri, il torace e la mano
fasciati.
“Amori
miei…”sussurrò Lily, piangendo.
Strinse
la mano di Harry tra le sue e la trovò gelida.
La
baciò ripetutamente, inzuppandola di lacrime
baciò il figlio sulla fronte,
sulle guance.
“Harry,
tesoro…”
Poi
s’accostò a James e gli carezzò il
volto tumefatto.
“Amore
mio…”
Lo
baciò piano sulle labbra, sfiorandole con le proprie e gli
sfiorò i capelli
ribelli, stringendogli la mano sana.
Sperava
con tutto il cuore che si svegliassero, che le dicessero che stava
bene, che
James si svegliasse per prenderla in giro e dirle che era tutto uno
scherzo, un
incubo, ma non accadde nulla.
Poi
una Guaritrice la portò via.
Lanciò
un ultimo sguardo ai due corpi svenuti e chiuse gli occhi.
Sentì
qualcuno abbracciarla e riconobbe l’odore familiare del
dopobarba di Sirius.
Si
rese conto che anche lui stava piangendo.
Uscirono
in silenzio l’ospedale alle prime luci dell’alba e
Keira s’avvicinò a Sirius.
Lily
era, ora, sorretta da Remus e Tonks.
Il
viso era pallidissimo e lei non riusciva a parlare.
Incollate
davanti ai suoi occhi c’erano le immagini di suo marito e suo
figlio, giacenti
sul letto d’ospedale, incoscienti…
Keira
aveva il cuore in tumulto.
Non
vedeva Sirius da quasi un mese e mezzo ed ora…eccolo
lì.
Ma
Sirius l’aveva lasciata.
Come
poteva dirgli qualcosa? Parlargli?
Come
poteva anche solo guardarlo dopo ciò che aveva pensato di
fare?
Rinunciare
al loro bambino…
Era
stata una folle a pensarci.
Ed
ora…
Poi
ricordò che gli aveva preso la mano e prese coraggio.
“Ho
rinunciato al tour, Sirius.”disse di slancio e Sirius
sussultò.
La
guardò, stupito.
“Credevo
volessi farlo. Credevo fosse importantissimo per te.”disse.
Non
riusciva ad essere acido o sarcastico in quel momento, era troppo
esausto, e si
limitò solo ad uno sguardo interrogativo.
“Lo
era. Lo è. Ma…ho fatto dei concerti…in
America. Ce n’è stato un concerto nel
New Jersey, la settimana scorsa e mi sono sentita male.”
Sirius
trattenne il fiato.
Keira
aveva perso il bambino? Il loro?
“Mi
hanno portata all’ospedale e rimproverata perché a
causa dello stress,
rischiavo un distacco della placenta ed il bambino rischiava di
morire.”
Keira
stava piangendo, mentre parlava e non riusciva a guardare Sirius.
Il
ricordo di ciò che era successo era così vivido
da fare malissimo.
Ricordava
le nausee, i mancamenti, gli sguardi sospettosi della sua troupe e poi
il
dolore, lo svenimento...
S’era
risvegliata in un letto d’ospedale, circondata da medici che
le dicevano che il
suo bambino stava rischiando la vita.
Ed
era stata così stupida, così idiota ad
allontanarsi, a fuggire via, a mettere a
rischio la vita del suo bambino per…per cosa, poi?
Contava
davvero quello cui aveva dato importanza?
La
sua musica, il suo tour…ne valevano davvero la pena?
“E
poi l’ho visto. Ho visto quell’esserino minuscolo
dal monitor dell’ecografia
e…non ce l’ho fatta!
Non
potevo perderlo! Non volevo…mi dispiace così
tanto di aver pensato una cosa del
genere!
Ho
rischiato di perdere l’amicizia di Lily, l’amore
tuo e l’affetto di Harry in un
colpo solo, perché…perché volevo
essere famosa, volevo poter viaggiare,
andarmene…
Ma
il mio posto non era lì. Era qui. Era qui con te. E questo
bambino…è mio, è
nostro e non voglio rinunciarvi…”
Sirius
era stupito.
La
guardò, sorpreso della sua decisione ed insieme felice.
E
poi, senza pensarci le prese il viso tra le mani e la baciò
sulle labbra.
Fu
un bacio dolce, pieno di lacrime e di amore.
Poi
Keira gli portò la mano in grembo e Sirius sorrise.
Il
loro bambino.
Harry
rimase in uno stato di coma per i successivi sette giorni.
Sia
lui che James avevano stanze separate ed erano quasi sempre circondati
da
Guaritori.
Il
loro via vai non faceva altro che terrorizzare tutti, che temevano il
peggio.
La
notizia dell’aggressione si diffuse subito e Ron, Hermione,
Ginny e tutta la
famiglia Weasley corsero al San Mungo, dove ormai Sirius e Lily avevano
preso
dimora.
Quando
Silente aveva chiamato Ginny nel suo studio e gli aveva detto
dell’aggressione,
la ragazza stava quasi per svenire.
Harry
era stato torturato ed ora era in coma.
“Non
sappiamo nulla. Non ce li fanno vedere molto. Continuano a
dormire.”spiegò uno
stanco Remus all’ennesima domanda.
Sirius
e Lily, d’altro canto, non dicevano una parola.
La
donna era cerea in volto e spaventatissima.
Era
stata trascinata a casa da Remus la mattina dopo ed aveva dormito
sì e no 3
ore, sonni agitatissimi e pieni di terrore, per poi svegliarsi,
impaurita,
nella speranza che fosse tutto un incubo.
Ma
era tutto vero.
Il
lato del letto occupato da James era vuoto ed Harry non c’era.
Non
c’era nessuno.
Sirius
s’era trascinato come uno zombie nella sua stanza con Keira e
s’era chiuso in
sé stesso, incapace di reagire.
Avrebbe
voluto uccidere chi aveva ridotto Harry e James in quello stato,
avrebbe voluto
vendetta, avrebbe voluto che si svegliassero…ma loro
rimasero incoscienti per
le successive due settimane.
Gli
amici di Harry, soprattutto Ginny, erano in uno stato pietoso.
Hermione
e Ginny piangevano ed anche la signora Weasley si lasciava andare a
piccoli
singhiozzi ogni tanto.
L’ansia
regnava ovunque e c’era così tanta tensione che
Ron ed Hermione litigarono per
una sciocchezza e finirono per lasciarsi momentaneamente (per poi
correre l’uno
tra le braccia dell’altra urlando scuse di tutti i
generi…), Ginny (momentaneamente
tornata a casa per assicurarsi che Harry si riprendesse…)
strillò contro sua
madre, Remus e Tonks litigarono per una stupida faccenda riguardante il
disordine in casa e il fatto che Dora fosse troppo goffa e perfino io
piccolo Teddy
fu di malumore per quei giorni.
Sirius
e Lily avevano deciso di stabilire dei turni in modo da vegliare
ciascuno su
Harry e James per un certo lasso di tempo.
Non
potevano far altro che starsene lì e pregare che stessero
meglio.
Silente
non si pronunciava, perfino i gemelli Weasley avevano smesso di essere
allegri
e tutto sembrava si fosse spento, che fosse in pausa per ricominciare
da un
momento all’altro con una buona o cattiva notizia.
Sirius
strinse piano la mano dell’amico, guardandolo con affetto.
James.
Il
suo migliore amico, confidente, fratello…
Aveva
vissuto 20 anni accanto a lui, cosa avrebbe fatto se…
No,
non di nuovo.
Non
poteva rischiare di perderlo ancora.
Sarebbe
impazzito se avesse perso di nuovo il suo migliore amico, se non avesse
più
sentito le sue battute canzonatorie, se non avesse visto i suoi occhi
nocciola
brillare mentre rideva…
Ed
Harry?
Come
poteva rischiare di perderlo, quando aveva tentato strenuamente di
proteggerlo
sempre da ogni male?
Era
morto per lui ed ora Harry stava malissimo.
Se
fosse successo qualcosa ad uno di loro, od ad entrambi tutti ne
sarebbero
usciti distrutti.
I
guaritori non potevano fare nulla.
Non
c’era medicina contro la maledizione Cruciatus.
Si
poteva impazzire o morire, ma non c’era nessuna cura.
Anche
Keira era entrata in una fase depressiva.
La
breve parentesi di felicità consistita nel rivedere Sirius e
nella decisione di
tenere il bambino, aveva lasciato spazio a pensieri cupi.
Non
sapeva come aiutare, non sapeva che fare.
Pur
di sostenere Lily quando scoppiava in lacrime, costringerla a mangiare
qualcosa
per evitare che diventasse un’acciuga e sopportare il
malumore, gli sbalzi
d’umore ed il dolore di Sirius non sapeva cosa fare.
Neanche
Tonks sapeva come aiutare Remus, né Silente, né
coloro che erano più legati ad
i due.
Sirius
finì per sfogarsi, rabbiosamente, urlando e prendendo a
calci qualsiasi cosa
gli capitasse sotto mano, poi la rabbia fu sostituita dal terrore misto
all’inerzia.
E
s’arrese.
Non
restava che aspettare.
Nel
frattempo il Ministero aveva avviato un’indagine per scoprire
i colpevoli,
presunti o vero Mangiamorte date le ferite inflitte.
“Ti
prego, Keira. Non iniziare anche tu.”
Sirius
sospirò rumorosamente, vedendo la compagna che giocherellava
con il cibo nel
piatto.
Erano
a casa Potter, dopo essere tornati dalla visita all’ospedale
e Lily non aveva
mangiato nulla e si era chiusa in camera, probabilmente ad urlare
contro il
mondo ed a piangere.
Ed
ora anche Keira rifiutava di mettere sotto i denti qualcosa.
E
per lei, che aspettava un bambino da due mesi, era pericoloso.
E
Sirius non ce la faceva.
Soffriva
da morire anche lui e non riusciva a gestire sia Lily che Keira,
contemporaneamente.
Una
parte di lui voleva solo scappare via, sperare che tutto fosse un
incubo…perché
non era possibile che il suo migliore amico ed il suo figlioccio
fossero in
coma.
Non
poteva essere vero.
Remus
arrivò qualche secondo dopo, chiamato da un isterico Sirius.
Erano
pallidi e spaventati entrambi e Remus abbracciò Sirius,
semplicemente.
“Non
ce la faccio…”mormorò Sirius.
“Sto perdendo ogni
cosa…”sussurrò, ancora, mentre
lacrime calde scivolano lungo le sue guance.
“Sir…”
“Keira
non mangia, Lily neanche, James ed Harry sono all’ospedale e
rischio anche che
Keira perda il bambino se continua così. Non ce la faccio.
Non posso affrontare
tutto da solo.”
Remus
lo fece sedere sul divano, cingendogli le spalle con le braccia.
Sapeva
benissimo che non era lo stesso abbraccio che gli avrebbe potuto dare
James, ma
lo strinse forte e disse:
“Non sei solo. Tutti noi siamo terrorizzati.”
Gli
accarezzò la schiena, tentando di calmarlo.
Poi
propose: “Facciamo così. Io e Dora veniamo a stare
un po’ da voi, così ti do
una mano con le ragazze, d’accordo?”
Sirius
annuì, sconsolato.
Non
resse più e scoppiò a piangere.
Pianse
e singhiozzò, abbracciato da Remus.
Sirius
posò la testa sul materasso dove Harry giaceva ormai da due
settimane, senza
essersi mai risvegliato.
Era
il suo turno di vegliare sul ragazzo e quello di Lily di vegliare su
James.
Sirius
osservò Harry, mentre sentiva la rabbia montargli dentro.
Non
osava pensare realmente a cos’era successo, ma per riuscire a
mettere KO James
doveva essere qualcosa di terribile.
Non
aveva mai visto il suo migliore amico in quello stato, non aveva mai
visto
Harry così fragile.
Tutto
attorno a loro si sgretolava.
C’era
tensione, paura, terrore, rabbia per ciò che era successo e
desiderio di
vendetta contro chi li aveva aggrediti.
Sirius
sussultò quando sentì qualcosa muoversi.
Non
se n’era reso conto, ma stava tenendo la mano di Harry,
stringendola
delicatamente nella sua.
E
la mano di Harry s’era mossa.
Poteva
essere stato solo un riflesso involontario, ma Sirius scattò
in piedi, avvicinandosi
di più.
Vide
le ciglia di Harry tremolare insieme alle palpebre, mentre il ragazzo,
il suo
ragazzo, apriva gli occhi lentamente.
Finalmente!
“Harry…”lo
chiamò piano.
Harry
aprì gli occhi verdi, un po’ appannati, sbattendo
piano le palpebre per mettere
a fuoco.
S’era
svegliato!
Doveva
chiamare Lily, avvertirla.
Ma
qualcosa trattenne Sirius accanto al giovane.
Non
poteva lasciarlo, non in quel momento.
Non
sapeva cosa gli era successo, ma Harry si stava risvegliando da un coma
di due
settimane.
“Harry…sono
Sirius. Riesci a sentirmi?”
Harry
sbatté ancora le palpebre ed annuì piano.
Si
sentiva leggero come un palloncino, come se stesse volando via da quel
mondo.
Era
una bella sensazione.
Ma
c’era qualcuno accanto a lui, una presenza e non era cattiva,
non gli avrebbe
fatto del male.
La
sua mano era stretta a quella della presenza e lui aprì gli
occhi, curioso di
sapere chi fosse accanto a lui.
I
contorni sfocati gli fecero capire che era senza occhiali e vide per un
attimo
bianco.
Era
tutto bianco.
Poi
una voce lo chiamò.
Era
una voce familiare, rassicurante.
Guardò
la persona accanto a lui.
Alto,
capelli corvini, occhi grigio ghiaccio, un lieve sorriso sulle labbra.
Era
Sirius.
Era
lì…ma dov’erano?
Era
morto? E se era morto Sirius che ci faceva lì?
Era
un sogno?
Non
riusciva a ricordare nulla al momento e si mise a sedere
così di scattò che la
testa gli girò vorticosamente ed ebbe la nausea.
Sirius
l’afferrò prontamente e lo strinse, sostenendolo,
per le spalle.
“Piano…piano…sei
stato due settimane in coma…Ti senti bene?”chiese,
premuroso.
Il
suo padrino era lì, l’avrebbe protetto.
Sentì
una stretta al cuore, un’angoscia attanagliargli le viscere e
terrorizzarlo.
Aveva
paura.
Era
terrorizzato.
Ma
di cosa?
Poi
ricordò.
Ricordò
il dolore, le grida dei Mangiamorte, lo sguardo spento di
suo…
“PAPA’!
DOV’E’? COSA GLI E’
SUCCESSO?”gridò così forte da far
sussultare Sirius.
Sirius
lo guardò con occhi pieni di preoccupazione.
“E’
meglio se ti calmi.”
Furono
quelle parole ad agitare Harry ancora di più.
Calmarsi?
Perché?
Cos’era
successo?
Non
poteva essere…non doveva…
Tentò
di liberarsi dalla presa di Sirius, ma era ferrea e lui si sentiva
debolissimo.
“Harry,
calmati. Calmati, ti prego. Ti farai venire qualcosa
così!”
Ora
Sirius era davvero spaventato.
Harry
si divincolava tra le sue braccia e sembrava non ragionare.
Che
i medici avessero ragione sulle possibili conseguenze delle torture?
Potevano
provocare danni cerebrali ad Harry e James?
Vederlo
così impazzito lo fece temere…
L’afferrò
stretto per le spalle, così forte da fargli male ed
urlò:
“ORA
BASTA!”
Harry
sussultò.
Sirius
non gli aveva mai urlato contro.
Rimasero
a lungo in silenzio.
Poi
Sirius si sedette sul bordo del letto, sempre tenendo Harry fermo.
Prese
un respiro profondo, il cuore stretto in una morsa.
“Harry,
James non sta bene. È anche lui in ospedale. Siamo in
ospedale, vedi?
Non
sappiamo cosa sia successo, ma tu e tuo padre non vi siete svegliati
per due
settimane di fila. Siete stati…”
Harry
sapeva, quindi annuì.
Sentì
ancora il dolore delle maledizioni, come lo stessero torturando in quel
momento
e gemette, gli occhi serrati.
“Harry,
James è vivo. Si riprenderà. Stai
tranquillo.”disse Sirius con un tono che
sembrava volesse convincere più lui che Harry.
Lo
sentì gemere, come se stesse soffrendo fisicamente.
“Stai
bene? Cosa ti fa male? La testa? Il braccio…”
“E’
stata tutta colpa mia…”
Sirius
lo guardò, non capendo, mentre Harry aveva il capo chino.
Colpa
di Harry?
Di
cosa?
“Harry,
perché sarebbe colpa tua? Cosa vuoi dire?”
Harry
iniziò a tremare e Sirius ricordò che il
Guaritore aveva detto di non metterli
in agitazione, se si fossero svegliati.
Sembrava
troppo tardi, ora.
Sguainò
la bacchetta e spedì un messaggio veloce a Lily.
Non
sapeva cosa fare.
Harry
tremava, il cuore in tumulto.
Cinque
minuti dopo Lily era distesa sul letto di Harry e
l’abbracciava stretto,
ignorando il fatto che fosse ormai un adulto.
Harry
era e sarebbe stato sempre il suo bambino.
Appena
l’aveva visto sveglio era corsa verso di lui, allarmata dal
messaggio di Sirius
che le diceva di venire immediatamente.
Ora
Remus e Tonks vegliavano su James, mentre Lily e Sirius cercavano di
calmare
Harry.
Lily
gli massaggiò la schiena, dolcemente e lo baciò
sulla tempia.
“Amore
mio…”sussurrò, piano.
Non
sapeva cosa dire.
Harry,
il suo Harry, s’era svegliato.
Ed
era sotto shock.
Tremava
follemente, gli occhi serrati.
“Harry,
amore, cos’è successo?”
Lily
gli accarezzò i capelli, ignorando la fitta al cuore
perché erano identici a
quelli di James e lo baciò sulla fronte.
“I
Mangiamorte. Sono stati loro.”fece Harry, atono.
Harry
provò a sciogliere l’abbraccio della madre, ma
Lily lo tenne stretto a sé.
Il
ragazzo s’arrese, crogiolandosi nel calore
dell’abbraccio, un calore che solo
una mamma poteva dare.
“Ci
hanno attaccati…non so dove ci abbiano portato, non so chi
erano… Hanno
torturato papà…”la voce era spezzata.
Ma continuò. “Gli hanno detto che se
avesse urlato o emesso un singolo suono se la sarebbero presa con me.
E…”
“E
James non ha emesso neanche un suono.”concluse Sirius.
Tipico
di James.
Tipico
di tutti loro se si fossero ritrovati iin una situazione del genere.
“Sveniva…ma
loro lo risvegliavano e…non ho potuto fare nulla! Mi hanno
legato, mi hanno
costretto a guardarlo soffrire e…”
Lily
sentì gli occhi riempirsi di lacrime e strinse Harry
più forte, mentre le
labbra di Sirius erano così serrate da essere violacee.
Era
furioso.
Come
Lily.
Furioso
ed a pezzi.
“Poi
hanno iniziato a torturare me con la maledizione Cruciatus e
Sectumsempra…ed
hanno detto a me che se avessi parlato, papà sarebbe
morto…”
“E
tu non hai detto nulla, vero, Harry?”pensò Sirius,
guardando il ragazzo. “Vi
siete lasciati torturare pur di difendervi l’uno con
l’altro…”
“E’…è
colpa mia…”
Il
singhiozzo, inaspettato, di Harry riscosse Sirius.
“Non
dire sciocchezze. Non è colpa tua. Hai fatto di tutto per
proteggere tuo padre
e lui per proteggere te. Non hai nessuna colpa.”disse, severo.
Lily
continuò ad abbracciare il figlio, scossa.
Li
avevano ricattati e torturati.
La
rabbia crebbe nel suo petto, ma non poteva sfogarla.
Ora
Harry aveva bisogno di lei.
Gli
fece appoggiare la testa contro il suo petto e lo baciò
sulla tempia.
Le
ferite fisiche erano guarite, ma non aveva mai visto suo figlio
così spaventato
e scosso.
“Vado
da James.”comunicò Sirius atono, prima di,
sorprendentemente, baciare Harry tra
i capelli corvini arruffati.
Dopotutto
anche lui amava quel ragazzo, anche era sempre restio a dimostrare i
suoi
sentimenti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** It's gonna be alright ***
Harry
s’era svegliato, finalmente.
Sotto
shock per le torture subite Lily l’aveva stretto a
sé, in una campana di vetro
ed aveva aspettato che passasse almeno qualche giorno prima di
permettere ad
un’ansiosa Ginny ed a dei terrorizzati Ron ed Hermione di
vederlo.
Harry
s’era ritrovato a stringere forte a sé Ginny,
affondando il viso in quei
capelli rossi.
La
sua Ginny..aveva così temuto di non rivederla mai
più, di non incrociare mai
più i suoi occhi scuri, di non assaggiare più le
sue labbra.
E
Ron!
Aveva
temuto di non sentire più le battute dell’amico,
di non vedere più quel sorriso
e di non sentire più le sue parole, di non rivedere
più neanche Hermione, lei
con i suoi capelli sempre gonfi ed in disordine, con la sua saggezza,
con la
sua amicizia…
Si
sentì stritolare dalla signora Weasley.
Hagrid
l’abbracciò, delicatamente come aveva imposto Lily.
Ci
mancava solo che gli rompeva le ossa per la troppa foga e
l’affetto.
“Tieni,
ragazzo. Sono per te.”
Hagrid
s’asciugò le lacrime con un enorme tovagliolo a
pallini verde acido e si soffiò
il naso.
Gli
consegnò una scatola di dolci di Mielandia, che
s’aggiunsero alla torta della
famiglia Weasley, al cioccolato di Remus, ai dolcetti di pan di spagna
di Keira
ed alle caramelle assortite di Dumbledore.
“Dov’è
Sirius?”chiese Harry.
Era
l’unico che mancava nella stanza.
Lily
era seduta sul letto del figlio, i capelli legati in una treccia e lo
strinse
per le spalle.
“Credo
sia con tuo padre.”
Papà.
Il
pensiero colpì Harry come un pugno nel petto, come ogni
volta che ci pensava ed
abbassò lo sguardo.
“Si
riprenderà.”lo rassicurò Remus.
“Conosco tuo padre ed è la persona più
testarda
del mondo. Guarirà. Deve guarire.”disse,
rassicurante, ma la verità era che era
terrorizzato quanto lui ed il viso pallido ne era la conferma.
Keira
s’avvicinò a Sirius, cautamente.
Il
suo ragazzo era seduto sulla poltrona accanto al letto di James e
fissava il
suo migliore amico e fratello con tale intensità che forse
sperava di poterlo
svegliare con il pensiero.
“Sirius…Nessuna
novità?”
James
ancora non si svegliava.
“O
è un sogno molto bello da cui non vuole svegliarsi, od uno
molto brutto da cui
non riesce a
svegliarsi.”mormorò,
distante, il Malandrino.
Sirius
esprimeva raramente i suoi sentimenti.
Il
solo fatto di aver abbracciato i suoi amici era una cosa strana.
“Tu
come stai? Scusa, se ti sto dedicando così poche
attenzioni.”mormorò ancora.
Guardò
Keira che sorrise, piano.
Le
nausee non le davano tregua da due mesi ormai ed odiava
quell’aspetto della
gravidanza.
Ma
non poteva e non riusciva ad essere felice per quel bambino.
Non
ora almeno.
Si
sentiva in colpa perché James rischiava di morire, come
aveva rischiato suo
figlio Harry.
“Sono
spaventata anche io, Sirius. So che adori James e che hai paura di
perderlo. Lo
siamo tutti. Tu e Lily vi siete chiusi qui in ospedale, ma noi di fuori
abbiamo
paura tanto quanto voi ne avete.”
Sirius
annuì.
Tutti
erano venuti a fare visita ad Harry e James, perfino Moody, perfino
Piton e la
Mcgranitt.
“Come
sta il bambino?”
Quel
pensiero, oltre a quello che Harry stava bene, era l’unico
positivo e
l’eccitava l’idea di avere un figlio, oltre a
terrorizzarlo.
Keira
si carezzò il grembo, la pancia appena visibile.
“Bene.
Da quando mi hai costretto a mangiare e dormire regolarmente.”
“Non
riuscivo a controllare te e Lily insieme.”sussurrò.
“Ed
hai chiamato Remus e Tonks.”sorrise lei.
Poi
cadde il silenzio.
Grazie
a Dio, la tortura non aveva provocato danni cerebrali ad Harry, mentre
tutti
avevano temuto che potesse finire come Alice e Frank Paciock.
Sirius
quasi non si rese conto della sua presenza quando entrò
nella stanza, troppo
concentrato su James.
Harry
guardò suo padre giacere in quel letto d’ospedale.
Sembrava
solo dormire…
Ma
era in coma e stava soffrendo.
O
no?
“Credi
che senta dolore?”
Sirius
fece un balzo dalla sedia nel sentirlo parlare e si volta.
“Harry! Cosa…cosa ci
fai qui? Dovresti essere nella
tua stanza! Devi riposare!”
Sirius
si alzò e fece per spingerlo fuori, ma Harry non
mollò.
“Voglio
vedere mio padre.”disse, serio.
“Harry…”
“Voglio
solo vederlo, ok? Non sanno che sono qui, ma ho dormito per due
settimane, ce
la faccio a fare due passi!”fece, testardo.
Era
cocciuto come un mulo.
Gli
occhi verde giada lo trapassarono da parte a parte, trasmettendo
così tanta
determinazione e dolore che Sirius
s’arrese e lo fece passare.
Harry
s’avvicinò al letto, guardando il padre, mentre il
cuore si frantumava in mille
pezzi di dolore, agonia e pura sofferenza.
“Dovevo
proteggerlo.”mormorò tra sé, ma Sirius
sentì.
“No.
Dovevo venire io quella sera, se non mi fossi
ammalato.”ammise.
Si
sentiva dannatamente in colpa.
Ora
James sarebbe stato bene.
Forse
sarebbero stati in grado di evitare i Mangiamorte e…
“Così
ti saresti trovato tu al posto mio in ospedale.”
“L’avrei
preferito.”commentò Sirius, asciutto.
Harry
lo guardò per un attimo, prima di fissare il volto del padre.
“Papà…svegliati,
ti prego.”mormorò.
“Tua
madre come sta?”chiese Sirius.
“Cerca
di farsi forza. Cerca di sorridere, almeno quando è con me.
Ma so che piange
spessissimo.”
“Lei
e Keira si rifiutavano di mangiare tempo
fa.”mormorò Sirius ed Harry non
rispose.
Prese
la mano del padre e la trovò fredda.
Non
poteva morire.
Non
di nuovo.
Non
poteva lasciarlo.
“L’ha
fatto ancora.”disse, atono.
“Che
cosa?”
“Rischiare
la vita per me. Proteggermi.”
“Harry,
non dire così. È tuo padre. È ovvio
che si comporti così. È stupido ed
impulsivo, ma è un ottimo padre ed un ottimo amico. Tutti in
quella situazione
si sarebbero comportati come voi due.”
“Sirius…”sussurrò
Harry, dopo un pò.
Sirius
l’osservò.
Sembrava
così minuto e sottile in quella vestaglia
dell’ospedale.
“Se
dovesse…se dovesse morire?”
Sirius
sentì gli occhi riempirsi di lacrime e non riuscì
a fare nulla per scacciarle
via.
Harry
sussultò nel vedere il suo padrino piangere.
Sirius
aveva voltato il viso dall’altra parte, ma le guance erano
bagnate.
Il
ragazzo sentì un groppo alla gola gigantesco, che non
accennava ad andare via.
“Sai…è
sempre lui a farmi piangere.”
Sirius
rise, amaramente.
“L’ultima
volta che ho pianto è stato quando lui e tua madre sono
morti. Ed ora che temo
di vederlo morire.”
Harry
si chinò su di lui e l’abbracciò.
Non
seppe cosa l’aveva spinto a farlo, ma Sirius era
così infinitamente fragile da
spezzargli il cuore.
Capì
che avevano bisogno l’uno dell’altro, mentre Sirius
piangeva, le spalle scosse
dai singhiozzi.
Lily
era profondamente addormentata quando sentì qualcosa
sfiorargli i capelli.
Sussultò,
pensando che fosse un sogno, ma i tocchi, leggeri, continuarono.
Aprì
gli occhi piano, incrociandone un paio color nocciola, i più
belli che avesse
mai visto.
E
che temeva di non rivedere mai più guardarla con
quell’espressione dolce e
rapita.
“JAMES!”gridò
la donna, gettandogli le braccia al collo, ignorando se stesse sognando
o meno.
Non
gliene importava.
La
prima cosa che James Potter aveva visto appena ripresosi dal torpore
era stato
il rosso.
Non
il rosso del sangue che aveva versato a fiotti dalle sue ferite, ma un
rosso
fuoco, ribelle, bellissimo ed indomabile.
Il
rosso dei capelli di Lily, che erano sparsi sul suo grembo, ondulati e
bellissimi.
Ne
aveva preso una ciocca, arrotolandola attorno alle dita e beandosi
della vista
di sua moglie addormentata.
Ricordò
come in un flash la tortura, il dolore, le urla disperate di
Harry…
Ma
se era morto ed aveva il permesso di vedere Lily…sarebbe
andato tutto bene.
Capì
che non era morto quando Lily scoppiò a piangere e
l’abbracciò stretto.
“Oh,
Jamie…O mio Dio…oddio…”
“Lily…
Harry?”chiese subito.
La
sua voce era rochissima.
“Sta
bene. Sta benissimo. È tutto intero. Ma tu…oddio,
James, non ti svegliavi! Sei
stato in coma per quasi un mese ed io…ho avuto tanta paura,
paura di
perderti…di perdere anche Harry…”
Solo
allora James s’accorse degli occhi gonfi della moglie, delle
occhiaie e dei
capelli arruffati.
Le
cinse il corpo con un braccio e la fece stendere accanto a
sé.
“Sto
bene…sto bene.”
L’urlo
di Lily aveva richiamato l’attenzione degli altri.
I
primi ad arrivare furono Sirius, Harry e Remus che
s’immobilizzarono alla vista
di James, sveglio.
“Oh,
maledettissimo Merlino e le sue mutande! Mi hai fatto venire un
infarto!”
Sirius
imprecò sonoramente, mentre la stanza veniva riempita da
Tonks, Keira, Dumbledore,
tutti i Weasley ed Hermione.
Sirius
guardò il suo migliore amico, che stringeva forte la moglie
a sé.
Era
vivo…
Era…
“Ciao,
Felpato.”sussurrò James, sorridendogli.
Lily
s’allontanò per permettere a Sirius di abbracciare
James, subito seguito da
Remus.
“Stavamo
morendo di paura. Credevamo…che…”
“Non
muoio di nuovo, ragazzi. Amo troppo la vita per andarmene.”
Solo
Harry era rimasto in disparte, mentre James veniva travolto da abbracci
e
sorrisi da parte di tutti.
“Vieni
qui.”gli disse James, con affetto, sedendosi cautamente sul
letto.
Non
si sentiva male, era solo un po’ intontito.
Da
quel che aveva capito aveva dormito, era stato in coma per
l’esattezza, per
tantissimo tempo.
Harry
lo guardava, a pezzi.
Suo
padre era vivo…
Stava
bene.
James
l’attirò a sé e
l’abbracciò fortissimo, accarezzandogli i capelli
ribelli come
i suoi.
“Non
stanno mai giù, vero?”mormorò ed Harry
annuì, trattenendo le lacrime di dolore
e di paura e di sollievo.
“Mi
dispiace. Non avrei dovuto portarti con
me.”mugugnò James.
“Volevo
venire io.”
“Avrei
dovuto…”
“Non
è colpa di nessuno.”li interruppe una voce
serafica.
Era
Dumbledore.
James
non lasciò andare Harry, ma guardò il padre.
“L’importante
è che siete vivi tutti e due.”e lanciò
ad entrambi uno sguardo d’affetto malcelato.
James
giaceva sul letto, cingendo le spalle esili di Lily con un braccio.
Sua
moglie era incredibilmente dimagrita nell’ultimo mese
trascorso in uno stato di
perenne ansia.
James
le carezzò i capelli rosso scuro, scostandoglieli dagli
occhi, mentre la
guardava con amore.
Gli
occhi di Lily erano ancora velati di lacrime e la donna si strinse
forte a lui,
posando il capo sul suo petto.
Il
battito del cuore di James era accelerato.
Capitava
sempre quando lui e Lily erano così vicini.
“Guardalo,
ora arrossisce.”
James
sentì la voce di Sirius bisbigliare e si voltò
verso l’amico, fulminandolo con
lo sguardo.
“Sei
il solito rompipluffe.”decretò James, mettendosi a
sedere sul letto.
Anche
Lily si ritrovò a ridere, contagiata da Sirius, mentre James
imbastiva
un’espressione contrariata.
“Arrossiscono
sempre quando sono insieme.”disse una voce flebile,
proveniente dal divano.
Harry
giaceva disteso lì, la testa posata sulle ginocchia del
padrino.
Era
spaventosamente pallido e debole.
Solo
quando i Guaritori avevano smesso di dargli i calmanti, Harry aveva
sentito il
suo corpo cedere.
Si
sentiva stanco, esausto e dolorante.
Sirius
gli posò una mano sul braccio, comprensivo.
“Dovrebbero
metterti di nuovo sotto calmanti.”disse James.
Lui
prendeva tre pozioni al giorno, affinché il suo corpo si
ristabilisse del
tutto.
Non
era un problema fisico, piuttosto interno.
Era
come se l’anima fosse stata presa a frustate e coltellate e
mentre James
riusciva a controllare il dolore con le pozioni, Harry era
più in difficoltà.
“Quello
che non capisco è come mai Harry soffra più di
te, pozioni a parte. Sei tu
quello messo peggio.”chiese Keira, guardando James.
James
fa una smorfia in risposta.
“Harry
è più piccolo.”mormorò
Dumbledore. “E’ solo un ragazzo, mentre James
è un uomo.
E nel momento in cui Harry ha smesso di prendere le pozioni il suo
corpo ha
reagito con il dolore e la stanchezza. Starà bene.”
Albus
era seduto sulla poltrona ed osservava Harry, semi-svenuto accanto a
Sirius.
Harry
non disse nulla, mentre gli occhi gli si chiudevano.
Odiava
quella situazione.
Sentì
i capelli scivolargli sugli occhi, mentre il suo corpo cessava di
rispondere e
si lasciò andare, in uno stato di dormiveglia.
Sirius
l’osservò preoccupato.
Aveva
lo stesso sguardo degli altri presenti nella stanza.
“Cerchiamo
di tenerlo sveglio.”disse Lily, nervosa.
Aveva
il timore che se Harry si fosse addormentato, non si sarebbe
più svegliato.
“Lily,
sta bene. È solo stanco. È normale.”la
tranquillizzò Dumbledore.
Keira
osservò Sirius coprire Harry con il proprio mantello.
Harry
si sentì avvolgere da un fiotto di calore e
ringraziò mentalmente Sirius.
Poi
s’addormentò.
James
guardò il figlio, dolcemente.
“Fa
ancora gli incubi?”chiese a Sirius e Lily.
Erano
loro che vegliavano su Harry la notte.
“Ogni
notte.”mormorò Sirius, atono.
Lily
guardò il figlio, senza sapere che fare.
Da
quando s’era risvegliato Harry non aveva fatto altro che
avere orribili incubi
che gli facevano passare notti insonni e terribili.
Lo
vedeva stringere il lenzuolo così forte da strapparlo,
gemere nel sonno e
mormorare no, di non fargli del male, di lasciarlo…e loro
sapevano che si
riferiva ai Mangiamorte affinché smettessero di torturare
James.
E
non sapevano come aiutarlo.
“Sto
bene, Hermione! Smettila di guardarmi
così!”sbuffò Harry, irritato.
Quella
notte non aveva dormito affatto.
Era
stata affollata come sempre dagli incubi.
Aveva
sentito ancora una volta il dolore delle maledizioni, aveva visto lo
sguardo di
suo padre e…s’era svegliato, urlando.
Hermione
lo guardò, preoccupata.
“Harry,
sei ancora in ospedale. E sei pallidissimo. E non vuoi mangiare
nulla.”
“Io
mangio!”esclamò Harry, seduto sul suo letto.
Era
stufo di starsene rinchiuso in ospedale, anche se Ron ed Hermione
s’erano
praticamente trasferiti lì ed Harry bighellonava dalla sua
stanza a quella del
padre.
“Mangi
schifezze.”disse una voce, divertita.
“Disse
il salutista.”brontolò Harry, riconoscendo la voce
e lanciando un’occhiataccia
al padrino.
“Oh,
non posso esserlo. Sono giustificato. Soprattutto se lei..”ed
indicò Keira con
un dito “Si sveglia alle tre di notte con voglia di
crepés alla nutella.”
Keira
scoppiò a ridere, ghignando.
Gli
dispiaceva aver svegliato Sirius quella notte (o mattina!), ma aveva
una voglia
tremenda di crepés.
S’accarezzò
il grembo senza rendersene conto, automaticamente.
“Di
quanto sei?”chiese Hermione.
Era
contenta che Sirius avesse trovato una donna con cui vivere la sua vita.
Da
quando lo conosceva, gli era parso terribilmente solo.
“Quasi
tre mesi. Spero che i successivi sei siano migliori. Le nausee mi hanno
uccisa
e tutta questa situazione è terribile…”
“Sì,
però mangi tantissimo.”fece Sirius e si
beccò una gomitata da Keira.
“Ed
Harry, invece, non mangia.”intervenne Hermione, mentre Harry
la guardava
esasperato.
“Non
ho voglia di mangiare. Questo cibo fa schifo. Vado a farmi un
giro.”
Harry
scese dal letto ed uscì dalla stanza così
velocemente che nessuno riuscì a
fermarlo.
Sirius
sospirò e gli corse dietro.
Harry
era quasi salito al bar, quando Sirius lo raggiunse.
Non
aveva voglia di parlare.
Si
sentiva sempre più di malumore e stanco.
E
vedere Sirius e Keira scherzare e stuzzicarsi, suo padre in
ospedale…non
aiutavano.
“Cosa
c’è che non va?”
Sirius
prese posto di fronte a lui al tavolino del bar ed ordinò
due briosce alla
crema.
“Nulla.”
Quando
arrivò la sua ordinazione, Sirius mangiò
lentamente, guardando Harry e
spingendo il piatto verso di lui.
“Non
ho fame.”
“Harry,
fai almeno uno sforzo. Andiamo.”
Harry
si lasciò convincere da quegli occhi grigio ghiaccio ed
addentò un po’ della
sua briosce.
“So
degli incubi.”disse Sirius dopo un po’ ed Harry
alzò lo sguardo, quasi
colpevole.
“Ah.”
Perfetto,
ora mancava solo la compassione di Sirius.
“Io
ed i tuoi non possiamo fare molto per aiutarti, se non ci dici cosa
possiamo
fare.”
Harry
chiuse gli occhi per un attimo, ma li riaprì di colpo quando
si rivide legato
ed urlante nella stanza in cui avevano rinchiuso lui e suo padre.
“So
che è terribile ricordare.”
“Tu
ricordi ancora Azkaban?”chiese Harry d’un tratto.
Se
ne pentì subito perché lo sguardo del padrino si
rabbuiò.
Ma
fu un attimo, poi Sirius abbozzò un lieve sorriso.
“Sempre.
Sono cose che non si dimenticano Harry. Non dimenticherò mai
di aver visto i
tuoi morti, né di aver rischiato di perdere te e James un
mese fa, né la mia
prigionia.
Mai.
Ci convivo ogni giorno. Non c’è altro modo. Non
possiamo fare nulla se non
andare avanti.
Tuo
padre sta bene, Harry. Ed immagino che vorrebbe vederti più
spesso. Quindi,
andiamo.”
Harry
guardò il padrino, pensandoci su.
Poi
annuì, seguendolo, giù per le scale.
Sarebbe
andato tutto bene.
Harry
non fece in tempo a pensare ciò che s’imbatterono
in Cornelius Caramell.
Vide
Sirius irrigidirsi.
Detestava
quell’uomo, era stato così stupido da non capire
la minaccia del ritorno di
Voldemort se non dopo l’attacco dei Mangiamorte e la loro
introduzione nel
Ministero, durante il quinto anno di Harry.
“Harry?
Cosa ci fai qui?”chiese, educato, sfoderando il suo miglior
sorriso.
Ma
Harry notò quanto fosse deperito dall’ultima volta
che l’aveva visto.
Per
la sua stupidità aveva perso ogni potere.
Aveva
diffamato Harry, l’aveva messo in ridicolo e solo quando era
troppo tardi s’era
reso conto dell’errore.
Inoltre
aveva creduto Sirius un assassino e durante il terzo anno di Harry
l’aveva
quasi fatto baciare da un Dissennatore se Harry ed Hermione non fossero
tornati
indietro con la Giratempo per salvarlo.
“Non
sono affari che la riguardano.”replicò Harry,
stizzito e se ne andò, dopo
avergli lanciato un’occhiata truce.
“Ignoralo.
È un povero idiota.”decretò Sirius.
“Come
mai quelle facce?”chiese James, appena Sirius ed Harry
entrarono nella sua
stanza.
James
era seduto sul letto, la schiena appoggiata a molteplici cuscini e si
stava
annoiando a morte.
“Dov’è
la mamma?”chiese Harry.
“Con
Keira e Tonks a comprare qualcosa di meglio di questo.”
Harry
lanciò uno sguardo al cibo che suo padre aveva nel piatto.
Era
davvero disgustoso e lo sapeva, perché l’aveva
provato.
“Bleah,
concordo.”
James
batté una mano sul bordo del letto, spingendo Harry a
sedersi accanto a lui.
“Chi
avete incontrato?”incalzò James. “Avete
delle facce…Piton?”
“No,
peggio. Caramell.”
James
fece una smorfia.
“Idiota.”sbuffò
James ed esultò subito dopo quando vide Lily e Keira tornare
con un sacchetto
colmo di cibo.
Iniziò
a mangiucchiare l’hamburger, silenzioso.
Poi
chiese:
“Harry,
quando ti dimettono dall’ospedale?”
“Domani.”sussurrò
il figlio, la testa poggiata sul cuscino del padre.
“Oh.”
James
sembrava deluso.
Harry
capì.
“Ti
verrò a trovare tutti i giorni. Promesso.”
James
sorrise, un vero sorriso.
“Ehi,
giù le mani dalle mie patatine!”sbottò,
rivolto a Keira che ne aveva prese una
manciata.
“Zitto,
tu! Sono una donna incinta, ho gli ormoni a mille e le voglie. Quindi
taci.”lo
zittì lei, severamente e tutti risero.
James
non ebbe il coraggio di controbattere.
“Spero
che le tue voglie non siano come quelle di Lily, se no povero
Sirius.”
“Ehi!”protestò
Lily.
“Cosa
“ehi!”? Ti svegliavi alle quattro di notte con la
voglia di cocomero!”
“E
che c’è di strano?”ribatté
lei, incrociando le braccia sul petto e scuotendo il
capo, in modo da fare andare i lunghi capelli rossi da un lato
all’altro.
“Era
inverno, tesoro. Dove lo trovavo?”fece James, esasperato e
divertito allo
stesso tempo.
Harry
rise.
Era
bello vederli battibeccare.
Poi
vide una faccia, purtroppo familiare, sulla Gazzetta del Profeta.
Era
la Umbridge.
“L’hanno
condannata?”chiese, prendendo il giornale dal comodino e
vedendo la sua faccia
irata.
“Per
crimini contro i Babbani e Magonò.”disse James.
“Quella
vecchia megera!”fece Lily, stizzita ed Harry notò
che fissava la sua mano, dove
la Umbridge gli aveva inciso con una bacchetta speciale le parole
“Non devo
dire bugie.”
Le
cicatrici si vedevano appena.
“Sto
bene, mamma.”disse, cogliendo il suo sguardo, ma Lily gli
s’avvicinò ugualmente
per stringerlo al petto.
“L’avrei
uccisa…”
“Anche
io.”asserì James con forza ed Harry sorrise.
“Andrà
ad Azkaban?”
“Già.
Per tutto il resto della sua miserabile vita.”
Sirius
sedette sul letto di James, spintonandolo per farsi posto.
Aveva
un sorriso ghignante.
“Non
capisco come tu abbia fatto a sopravvivere così tanto tempo
lì.”disse James,
dopo avergli dato un pugno scherzoso sul braccio, poiché per
poco non aveva
fatto cadere dal letto lui ed Harry.
Sirius
scrollò le spalle.
“Non
mi spezzo facilmente. Ero innocente.”
“Il
fatto che volessi proteggere Harry non c’entra nulla,
eh?”
Sirius
scrollò ancora le spalle, ma tutti sapevano che la risposta
era sì.
Sirius
non mostrava molto facilmente i suoi sentimenti.
“Era
così anche durante la vostra guerra? La caccia ai babbani e
tutto il
resto?”chiese Harry.
“Decisamente
peggio.”
Lo
sguardo di suo padre s’incupì, mentre Lily prese
ad accarezzare i capelli del
figlio.
In
altre situazioni Harry si sarebbe ribellato a quei gesti
d’affetto, ma si
trattava di sua madre e non di una persona qualsiasi.
Quindi
si crogiolò nel suo affetto, perché non aveva
potuto farlo prima d’allora.
“Il
Ministero aveva preso le cose più seriamente di quanto non
abbia fatto al
ritorno di Voldemort. La gente era più sicura, ma regnava
comunque il terrore.
Per
alcuni.”
“In
che senso?”
“Vedi,
quando noi andavamo ad Hogwarts parecchi nostri compagni di classe
sarebbero
diventati poi Mangiamorte. Rosier, Macnair, Lestrange,
Black…ma quando si
trattava di battibecchi con persone provenienti da una famiglia
Purosangue, e
le famiglie si conoscevano perché ne erano e ne sono
pochissime, evitavano
battaglie o feriti. Voldemort voleva il sangue puro.
Lui
ed i suoi Mangiamorte non fecero altro che tentare di attirare i
Purosangue
dalla loro parte, nella loro guerra, contro chi, secondo la loro
mentalità
corrotta, non meritava di avere la magia.”
“I
Mezzosangue come me.”concluse Harry per lui e James
s’incupì.
“Non
dire quel termine mai più.”disse severo, guardando
il figlio negli occhi.
“E’
la verità, papà.”
“A
me non importa. È un’offesa. Come Sanguesporco e
tutte le stronzate che
s’inventano quegli idioti. Non dirlo
più,”
Harry
annuì.
Non
aveva mai visto suo padre così irritato.
“Accio
scacchiera!”disse James d’un tratto.
“Allora, chi vuole provare a battermi a
scacchi?”ghignò.
“Ecco,
penso di aver preso tutto.”
Harry
guardò la sua stanza d’ospedale alla ricerca di un
calzino, giornale o libro
dimenticato, ma aveva infilato ogni cosa nella borsa.
“Bene.
Andiamo a salutare tuo padre. Conoscendolo, sarà a
lutto.”
Infatti,
James aveva la faccia tetra quando Harry lo salutò, dimesso
dall’ospedale.
“Andiamo,
Prongs!”lo rimproverò Sirius.
Harry
si lasciò abbracciare dal padre, ridendo.
Da
quando s’era svegliato dal coma, lui e James erano stati
inseparabili e gli
dispiaceva lasciarlo lì in ospedale, se lui poteva
tornarsene a casa.
“Ti
verrò a trovare tutti i giorni. E stavolta ti
batterò io a scacchi.”
James
sbuffò.
“Nessuno
mi ha mai battuto. In nulla.”ghignò.
Lily
e Sirius alzarono gli occhi al cielo.
“Mai?
Non hai mai perso una partita di Quidditch, una partita a scacchi, a
Gobbiglie?”
“No
e non ho mai perso un Boccino.”ghignò James,
soddisfatto.
“Ok,
allora quando starai meglio faremo una sfida.”
“Vuoi
scommettere contro di me, figliolo?”
James
si mise meglio a sedere, gli occhi che brillavano dalla
curiosità.
“Ragazzi…”li
ammonì Lily, ma era troppo tardi.
“Sì.”
“Una
gara a Quidditch? Chi riesce a prendere per primo il Boccino
d’oro?”propose
James.
“Ci
sto.”
Sirius
sospirò, forte.
“Non
hai idea del guaio in cui ti sei cacciato, Harry. James è
molto competitivo.”
Fu
in quel momento che entrarono nella stanza i signori Weasley, seguiti
da Ron ed
Hermione, trafelati.
“Ah…Harry.
Ti abbiamo cercato nella tua stanza. E… Ti avevamo
perso.”disse Ron, ansante.
Sembrava
aver fatto tutte le scale fino al quinto piano, dove si trovavano, di
corsa.
“Stavo
salutando mio padre.”
Harry
sorrise ai nuovi arrivati.
“Ah,
bene. Hai preparato le tue cose? Se vuoi, possiamo andare.”
“Dove?”
“A
casa.”
Harry
non capiva.
“L’accompagno
io a casa.”disse Sirius. Neanche lui ci stava capendo molto.
Cosa
ci facevano i Weasley ed Hermione lì?
“No,
non c’è bisogno.”disse la signora
Weasley. “L’accompagneremo noi alla Tana.”
Alla
Tana?
Harry
guardò i Weasley senza capire.
Volevano
che andasse alla Tana con loro?
“Harry
torna a casa con me.”disse Sirius. “A
Godric’s Hollow.”
La
sua voce era ferma e posò una mano sulla spalla di Harry.
“Oh.”disse
solo la signora Weasley, arrossendo. “Scusate, credevamo che
Harry venisse a
stare un po’ da noi visto che James è ancora in
ospedale e Lily lo va a trovare
spesso.”
“Beh,
starà con me.”
Molly
lanciò un’occhiata a Sirius ed Harry
capì che quell’occhiata significava guai.
Non
che la signora Weasley non si fidasse di Sirius, ma lo riteneva troppo
impulsivo ed aveva sempre cercato di proteggere Harry e di tenerlo con
sé da
quando l’aveva conosciuto…prima che ritornassero i
suoi genitori.
Harry
la vide voltarsi verso sua madre.
“Forse
sarebbe meglio se stesse con noi. Con Ron ed
Hermione.”iniziò Molly, esitante.
Credeva
davvero che Harry sarebbe venuto con loro.
“Oh,
adesso non tirare in ballo i suoi amici,
Molly!”sbottò Sirius così
improvvisamente
che Harry sussultò.
“Dimmelo
in faccia che non vuoi che venga con me!”
Molly
lo guardò negli occhi.
“D’accordo.
Non voglio che venga con te! Sei maledettamente impulsivo!”
“Sono
in grado di occuparmi di un ragazzo di 18 anni, Molly! Sono il suo
padrino!”
“Non
sei stato in grado di occupartene prima!”
“Oh,
scusa tanto se ero leggermente morto! Od ad Azkaban!”
“Beh,
questo prova la tua impulsività! Se ci avessi ascoltato o se
tu non avessi
tentato di vendicare i tuoi amici, non avessi affrontato
Min…”
“Ora
basta!”
La
voce di James fece sussultare tutti.
L’allusione
all’Ufficio Misteri l’aveva fatto arrabbiare.
Harry,
che aveva tentato invano di dire che non era un ragazzino e che non
c’era
bisogno che nessuno “badasse” a lui, si
voltò verso di lui.
Sembrava
furioso.
“Molly,
ora basta. È inutile rivangare nel passato. Io avrei fatto
la stessa cosa che
fece Sirius anni fa e non gli rimprovero nulla.
È
il padrino di Harry e spetta a Sirius stare con lui, Ma credo che
spetti a mio
figlio decidere.”
Harry
si sentì chiamare in causa.
“Io…veramente
preferirei tornare con Sirius. Ci possiamo vedere un’altra
volta.”
Non
aveva la minima voglia di mettersi ad urlare nel sonno a casa Weasley.
Sarebbe
stato decisamente imbarazzante.
Sirius,
invece…avrebbe capito.
Lui
lo capiva sempre.
“D’accordo.
Come vuoi. Ci vediamo stasera, tesoro. Tieni d’occhio Keira
per me e fa che non
distrugga la casa, Sirius.”
Lily
baciò Harry sulla fronte ed ammonì Sirius che
sorrise, rassicurante.
Spazio dell'autrice:
Grazie mille a chi ha commentato la mia storia, a chi l'ha inserita tra
i preferiti e le seguite e chi ha inserito me tra i suoi autori
preferiti (*me onorata!*)!
Spero che vi piaccia anche questo capitolo, quindi fatemi sapere che ne
pensate!
Ecco per me chi sarebbe perfetta per Keira:
Keira Sanderson adulta
http://www.wallpaperbase.com/wallpapers/celebs/keiraknightley/keira_knightley_12.jpg
http://blog.panorama.it/culturaesocieta/files/2010/10/keira-knightley3-large.jpg
http://static.blogo.it/fashionblog/keira-knightley-01/KeiraKnightley.jpg
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** Sfide e bambini ***
Harry
capì cosa significasse avere una donna incinta in casa i
primi giorni che passò
insieme a Keira.
La
ragazza, quasi al terzo mese, era in preda alle nausee.
Non
faceva in tempo a mettere il cibo in bocca che era costretta a
rimetterlo.
Perfino
gli odori erano troppo intensi.
Sirius
si ritrovò vittima delle sue occhiate truci.
“Come
se fosse colpa mia…”borbottò ad Harry,
un giorno.
“Beh,
in effetti…”
“Non
ti mettere anche tu! Voglio almeno un alleato in questa casa!
Ma
quando torna Prongs?”
Sirius
alzò gli occhi al cielo.
Harry
rise tra sé.
Gli
dispiaceva vedere Sirius così sconsolato per via di Keira,
ma era una cosa
passeggera e lo sapeva.
Infatti
Keira passava dall’avere un pessimo umore a sprizzare gioia
per tutti i pori e
proporre nomi per il bambino.
“Mi
piacerebbe Lawrence se fosse un maschio. O John. E Melinda se
è una bambina. O Elizabeth.
Suona bene Elizabeth Black? Od Elena?”
E
continuava così, con Sirius che annuiva senza ascoltarla
realmente.
Aveva
sentito quella lista così tante volte da impazzire.
Harry
guardava il suo padrino e riusciva quasi a percepire
l’eccitazione che provava
per aspettare un figlio.
Lo
vedeva sorridere più spesso, guardare il pancione di Keira
dolcemente e se lo
meritava.
Meritava
ogni bene possibile.
Harry
di tanto in tanto si vegliava di colpo, gridando e stringendo il
lenzuolo con
forza, con nelle orecchie la risata dei Mangiamorte e le urla di suo
padre.
Nei
primi giorni che passò a casa non riuscì a
chiudere occhio.
Sentiva
il terrore invaderlo ogni volta che chiudeva gli occhi,
l’angoscia, l’orrore e
si svegliava di continuo.
Quindi
aveva passato la prima settimana vagando di notte per la casa,
sfogliando libri
e cercando di mantenersi sveglio, finché Sirius non
l’aveva trovato
addormentato sul divano e l’aveva costretto a bere una
pozione calmante per non
fargli fare gli incubi.
E
la situazione era migliorata.
Sirius
sapeva benissimo che Harry stava soffrendo.
Vedeva
il suo sguardo perso, lo sentiva gemere ed urlare nel sonno, ma non
poteva far
altro che stargli accanto e tranquillizzarlo, mentre la rabbia contro
gli
aggressori cresceva, insieme all’impossibilità
d’agire dato che non si
conoscevano i colpevoli.
Harry
d’altro canto era piuttosto taciturno.
Sirius
capiva che non aveva voglia di affrontare l’argomento e
probabilmente si
vergognava degli incubi a causa del suo stupido orgoglio, ma sia lui
che Keira,
che Ron ed Hermione tentarono in ogni modo di distrarlo e tirargli su
il
morale.
Harry
andava a trovare suo padre tutti i giorni e James accoglieva lui,
Sirius e
Keira come se non li vedesse da anni.
Lily
aveva preso a trascorrere la maggior parte del tempo in ospedale ed
Harry la
rivedeva solo la sera tardi.
Le
mancava avere la sua presenza intorno ogni giorno e Lily lo capiva
perché
tentava di passare più tempo possibile con lui.
“In
che senso hai sfidato tuo padre?”
Keira
guardò Harry.
Erano
seduti sul divano, le schiene appoggiate ai braccioli, e mangiavano
biscotti e
Nutella.
“Dice
di essere imbattibile. L’ho sfidato.”
“A
che?”
“Quidditch.”
Keira
per poco non si strozzò con il biscotto.
Sgranò
gli occhi.
“C-cosa?
E tu gliel’hai lasciato fare?”esclamò
rivolta a Sirius che leggeva
tranquillamente il giornale, sprofondato sul divano.
Perché
si agitava tanto?
“Che
avrei dovuto fare, Kei? Sai che Harry è testardo quanto
James. E poi non
accadrà nulla.”
“Sai
che James è competitivo.”
“Lo
so benissimo, ma so anche che non giocherebbe duro con Harry.
È suo figlio.”
Harry
li guardava senza capire.
“Ehi,
mi spiegate perché dite così?
Cosa…”
“James
è un asso nel Quidditch, Harry. È decisamente
imbattibile. Senza offesa. Non ti
ho visto giocare, ma ho visto tuo padre e lui e la scopa sono una cosa
sola.
Sirius, smettila di leggere quel cavolo di giornale!”
Sirius
sbuffò e prese ad ascoltare.
“Così
bravo…”iniziò lei, ma Sirius
l’interruppe.
“Da
essere scelto dalla Nazionale Irlandese.”
Harry
sgranò gli occhi.
Cosa?
La
Nazionale?
Era
davvero così bravo?
“Non
sapevo che avesse giocato con la Nazionale.”
Sirius
scosse il capo.
“Non
giocò, infatti. Venne qualcuno a vederlo durante una partita
all’ultimo anno e
gli propose di entrare nella Nazionale. Ma tuo padre non si sentiva
pronto e il
talent scout disse che gliel’avrebbe chiesto più
in là...
Ma
poi tuo padre preferì fare l’Auror.
C’era la guerra, lui era fidanzato ed aspettava
un bambino da Lily. Non poteva abbandonare tutto e partire ogni volta.
E
preferiva combattere a fianco dell’Ordine.”
“Immagino
che non si sia arrugginito nel tempo, vero?”
Sirius
rise.
“Credo
che stavolta sarai tu a perdere, figliolo!”
“Grazie
dell’incoraggiamento!”
Sirius
rise di nuovo ed Harry si sentì scoraggiato.
Davvero
era così bravo suo padre?
“Ammettilo,
l’hai fatto apposta a scegliere il Quidditch come campo di
sfida!”chiese Harry
appena suo padre rimise piede a casa.
“Bentornato,
papà. Come stai?”gli fece il verso James,
arruffandogli i capelli.
Harry
notò solo in quel momento quanto fosse dimagrito ed il volto
fosse un po’
sciupato.
Perfino
i capelli sembravano meno ritti in capo del solito.
“Stai
bene?”chiese, ora preoccupato.
“Solo
stanchezza.”
James
gli posò una mano sulla spalla e si chiuse in camera dove
dormì per parecchie
ore.
Harry
si volse verso la madre.
“Sta
bene, vero?”
Lily
gli carezzò i capelli.
“E’
stanco, Harry.”
“Solo?”
“Sì.
Se ci fosse qualcosa, te lo diremmo. Ora aiutami a preparare la cena,
su.”
“Davvero
papà era stato scelto per la Nazionale di
Quidditch?”
Lily
sorrise.
“Te
l’ha detto Sirius, vero? Dovevamo impedirvi di fare quella
stupida scommessa.”
“Anche
tu credi che vincerà lui, no?”
Lily
agitò la bacchetta in modo che le patate si pelassero e
tagliassero da sole,
mentre metteva a cuocere la salsa.
“Io
non faccio pronostici. Sei in gamba, Harry. Davvero. Vedremo come
andrà.
Ho
solo timore che vi facciate male.”
“Non
voglio che mi lasci vincere, comunque.”
Lily
rise.
“Non
lo farà. Ti vuole bene, ma James è davvero molto
competitivo. Soprattutto nel
Quidditch. Stasera vengono anche Remus, Tonks e Teddy, cambiando
argomento.
Scommetto che Keira avrà richiesto a Remus quanta
più cioccolata possibile,
dato che oggi Remus è andato a Mielandia.”
Harry
non poté fare a meno di sorridere.
Si
sentiva bene, nonostante l’idea di confrontarsi con suo padre
l’agitasse un
po’.
“Sai,
mi serviva proprio che tu mettessi Harry in
agitazione?”sibilò James a Sirius
giorni dopo.
James
s’era completamente rimesso ed era tornato a lavorare al
Ministero con Sirius e
gli altri Auror.
Quella
giornata era così noiosa che iniziarono a fare aeroplanini
di carta ed a vedere
quale andasse più lontano.
“Non
ho detto nulla che non sia vero. E tu non dovevi sfidarlo.”
“Mi
ha sfidato lui!”
“James,
ha 18 anni. 20 meno di te. È più inesperto. Se si
facesse male?”
“Ora
sei ridicolo. Credi davvero che gli permetterei di farsi male? Non
m’interessa
prendere il Boccino se Harry viene ferito. È solo un
gioco.”
James
lanciò un aeroplano di carta che volteggiò,
incantato dalla magia, in tutte le
direzioni finché non ebbe la sfortuna di finire
nell’occhio sano di Moody,
appena entrato nella loro stanza.
“POTTER!
Ma ti sembra il luogo? Al lavoro!”ringhiò.
Il
cielo era terso quando Harry e James stabilirono di sfidarsi a
Quidditch.
Harry
si sentiva più nervoso che mai.
Non
solo doveva affrontare suo padre, ma a quanto pareva James era un asso
nel
Quidditch.
Si
chiese cosa suo padre non sapesse fare.
Si
riunirono tutti, famiglia Weasley, la famiglia Lupin, Hermione, Sirius,
Lily e
Keira, nel campetto di Quidditch del quartiere.
“Ok.
Ora libero il Boccino. Il primo che lo prende vince.”
Sirius
lasciò andare, dopo i due Bolidi, la piccola pallina dorata
che si dibatteva tra
le sue mani.
Fred
e George avevano insistito per fare i Battitori e proteggere Harry e
James
dagli attacchi dei Bolidi.
Quando
il Boccino fu liberato, Harry lo perse immediatamente di vista.
Era
come scomparso.
Vide
suo padre, in sella alla sua Nimbus 1978, volteggiare in alto, gli
occhi aperti
in cerca del Boccino.
Schivò
un paio di Bolidi con naturalezza, come se avesse avuto un altro paio
di occhi
dietro il capo.
Invece,
un Bolide urtò così forte Harry alla gamba da
farlo barcollare dalla scopa.
Ma
si raddrizzò, ignorando le grida di preoccupazione tra cui
individuò quella di
sua madre e della signora Weasley.
Poi
lo vide.
Un
luccichio dorato in basso.
Si
tuffò, schiacciandosi sulla scopa, senza rendersi conto che
suo padre James
l’aveva individuato prima di lui.
Le
scope s’urtarono e James mormorò una mezza scusa,
concentrandosi sul Boccino.
Era
vicinissimo a terra.
Harry
vide la terra avvicinarsi sempre di più e tese la mano per
prendere il Boccino.
Mancavano
pochi centimetri…
James
spronò la scopa ed afferrò il Boccino quasi un
minuto prima che Harry potesse
arrivarci.
Poi
raddrizzò velocemente la scopa.
Ma
Harry non fece in tempo.
Provò
a raddrizzare la scopa, ma era ormai vicinissimo al terreno.
Si
sarebbe schiantato.
Si
sarebbe…
Qualcuno
l’afferrò per la vita e lo tirò su con
tutta la scopa, prima che potesse
schiantarsi contro il terreno.
Harry
sentì il cuore battergli a mille, il fiato mozzo, come se
avesse corso per
miglia e miglia senza fermarsi.
“Tutto
bene?”
James
stringeva il Boccino in una mano e teneva stretto Harry con
l’altra.
L’aveva
afferrato appena in tempo, prima che si facesse davvero male.
“JAMES!
HARRY!”
Lily
corse verso di loro, i capelli mossi che le fluttuavano intorno,
preoccupatissima, seguita dagli altri.
James
planò dolcemente al suolo e lasciò andare Harry.
“Siete
impazziti! Vi potevate uccidere!”esclamò Molly.
“Harry,
stai bene?”
Lily
s’avvicinò al figlio che annuì.
“La
tua gamba…”
Solo
in quel momento Harry notò il leggero tremolio della gamba
sinistra, dove il
Bolide l’aveva colpito.
James
s’infilò il Boccino in tasca e
s’avvicinò.
“Fa’
vedere.”
Harry
sbuffò, mentre tirava su il pantalone.
Un
grosso livido si stava allargando sotto il ginocchio.
James
mormorò un incantesimo che Harry non conosceva e la gamba
tornò intatta.
“Ora
va meglio?”
Harry
fece segno di sì con il capo.
Era
stupito.
Seppur
più grande, suo padre era davvero un asso nel Quidditch. Era
decisamente più
veloce e quella sterzata all’ultimo secondo, per non
schiantarsi al
suolo...Harry non c’era riuscito.
“Te
l’avevo detto che ero imbattibile. Soprattutto nel
Quidditch.”ghignò James, ma
guardava il figlio, preoccupato.
Gli
posò una mano sulla spalla, mentre gli altri tornavano in
casa Potter, dove
Lily e Keira avevano preparato qualcosa da bere e da mangiare.
“S-sì.
Grazie di avermi salvato.”
“Avrei
dovuto lasciar perdere quel Boccino. Era troppo vicino a terra e tu mi
hai
seguito.”
“Non
te l’avrei lasciato prendere così
facilmente.”
“Se
ti fossi schiantato, tua madre mi avrebbe ucciso, sai? Ed anche
Sirius.”
“Ma
sto bene, grazie a te.”
James
abbozzò un sorriso e gli tese il Boccino, ora calmo tra le
sue mani.
“Davvero
non ne hai mai mancato uno? Ti ho visto nel ricordo di Piton che
giocavi sempre
con uno di questi.”
“Già,
ci giocavo sempre. Era un po’ idiota, vero? Ma mi aiutava a
riflettere. E sì,
ho sempre preso tutti i Boccini d’oro in ogni
partita.”
“Mi
insegnerai qualche trucco?”chiese Harry, speranzoso.
James
sorrise, il sorriso più ampio che avesse mai rivolto a
qualcuno.
Gli
passò un braccio attorno alle spalle.
“Tutto
quello che vuoi. Perfino la Finta Wronsky.”
“Sai
fare la Finta Wronsky?”
Harry
sgranò gli occhi dallo stupore.
Lo
guardò, colmo d’ammirazione.
“Sì
e te l’insegnerò, se sopravvivo a tua
madre.”
E
ridendo tornarono a casa.
“E’
un genio! Non ho mai visto nessuno giocare così, essere
così veloce! Harry, tuo
padre è davvero un genio!”
Ron
aveva gli occhi che brillavano, esaltato.
Harry
sorrise.
Si
sentiva fiero di suo padre e Ron aveva ragione, dopotutto.
“Gli
ho chiesto di insegnarmi qualcosa?”
“Spero
che quel “qualcosa” non implichi uno sfracellarsi
al suolo.”disse Lily,
avvicinandosi e sedendosi accanto ad Hermione sul divano.
“Tranquilla,
Lils. Non gli insegnerò nulla di pericoloso. Ma voglio
assolutamente provare la
sua scopa. Una Firebolt!”
James,
con gli occhi che brillavano, si sedette accanto ad Harry ed
iniziò a fargli il
solletico sui fianchi.
“NO!
MOLLAMI! Ahahahah!”
Harry
tentò di sgusciare via dalla presa di James, ma era in
trappola, soprattutto
quando suo padre chiamò in aiuto Sirius.
Fu solo quando Harry
scivolò sul pavimento,
reggendosi la pancia dal ridere, che smisero.
“S-siete
d-dei defic…”
“Ehi!
Porta rispetto!”l’ammonì Sirius.
Harry
tirò fuori la bacchetta e la puntò verso i due.
“E
voi iniziate a correre…”
Lily
osservò il figlio rincorrerli, senza riuscire a trattenere
una risata.
Remus
s’avvicinò a lei.
“Cosa
stanno facendo?”
“Harry
si vendica perché hanno usato la tortura del
solletico.”
“E
James e Sirius scappano?”
“Già,
mi chiedo anche io chi sia più bambino tra i tre. Anche se
Harry è più giustificato
di loro.”
Ron
ed Hermione ridacchiarono.
Non
avevano mai visto Harry così sereno, come da quando aveva
rivisto i suoi
genitori.
Ed
anche se in quel momento Sirius era riuscito a bloccargli le braccia ed
impedirgli di fare a loro qualche maledizione, non sfuggì la
risata di Harry.
Si
stava divertendo un mondo con loro.
“Non
capisco perché le chiamino gioie della
gravidanza.”brontolò un Sirius assonnato
scendendo in cucina per la colazione, qualche giorno dopo.
James
gli lanciò un’occhiata comprensiva, riempiendogli
il piatto di uova, salsicce e
bacon.
“Cos’è
successo?”chiese Harry.
“Voglie.
Stavolta del cioccolato di Mielandia. Mi sono dovuto smaterializzare ad
Hogsmeade alle tre di notte. Fortuna che il negozio era ancora
aperto…”
Sirius
posò il viso tra le braccia sul tavolo, gli occhi chiusi.
“Dovresti
riposare.”disse Lily, dolcemente.
“Se
Keira la smette di svegliarmi ogni ora, lo farei.”
“Dico
a Kingsley che non stai bene?”
James
indossò il mantello e guardò l’amico.
“No.
Se rimango ancora a casa impazzisco. Vengo con te.”
Ingurgitò
in fretta la colazione, salutò Harry e Lily e si
smaterializzò.
Harry
guardò sua madre, interrogativa.
“Non
è facile aspettare un figlio. È un po’
fastidioso per le nausee, le voglie, i
mancamenti…ed i compagni affrontano tutto con le loro
donne.”
“E
Sirius sta uscendo fuori di testa?”
“Non
mi stupirebbe se venisse a dormire sul divano.”
“Digli
che se vuole può dormire in camera
mia.”s’offrì Harry.
Sirius
era davvero esausto e s’addormentò al lavoro e
James lo riportò a casa,
sorridendo, comprensivo.
“Mi
dispiace davvero.”
Keira
si sentì decisamente in colpa quando James gli
raccontò che Sirius s’era
appisolato sul lavoro e che era esausto.
“Mi
dispiace.”ripeté.
Ormai
era incinta di tre mesi.
“Capita.
Anche io ho fatto impazzire James quando aspettavo Harry.”
Lily
la guardava comprensiva.
“A
proposito di tuo figlio, dov’è?”
Keira
si guardò intorno.
La
casa era stranamente silenziosa.
“Hogsmeade.
Oggi c’era il primo giorno di uscita per Hogsmeade ed Harry
ne ha approfittato
per vedere Ginny. È dura stare lontani l’uno
dall’altra.”
“Mi
accompagnerai alla prima ecografia?”chiese Keira, distraendo
Lily dai suoi
pensieri.
Lily
sorrise.
“Certo.
Deve venire anche Sirius, comunque!”
“Sì ed Harry e James. E Remus e Tonks.”
“Vuoi
invitare tutti?”
Keira
ridacchiò, stranamente al settimo cielo.
I
suoi sbalzi d’umore erano frequenti e spesso era cupa e
pensierosa, tranne in
quel momento.
Il
pensiero di vedere suo figlio o figlia l’emozionava
tantissimo e voleva tutti
accanto a sé.
“Credi
che Harry sarà geloso?”chiese d’un
tratto, ritornando pensierosa.
Lily
sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo e la
guardò.
“Harry?”
“Sirius ed Harry sono molto legati. Credi che Sirius
amerà
questo bambino?”
Lily
la guardò senza capire.
“E’
suo figlio, Keira. Ovvio che l’amerà. Ed
amerà anche Harry come ha sempre
fatto. Harry è grande abbastanza per capire che Sirius gli
vorrà sempre bene,
anche se dovesse mettere al mondo una decina di figli.”
A
quella visione Keira sgranò gli occhi.
“No,
uno basta ed avanza!”
“Potrebbero
essere gemelli…”rifletté Lily e Keira
sbarrò gli occhi.
Gemelli?
Come
avrebbe gestito due bambini?
Ora
si stava facendo prendere dal panico…
“Oh,
andiamo! Rilassati! Sei troppo nervosa…”
Rivedere
Hogsmeade fu stranissimo per Harry, Ron ed Hermione.
Incontrarono
Ginny a Mielandia, dove Harry la baciò e la strinse a
sé con ardore.
Non
la vedeva da quasi due mesi e gli sembrava fossero passati dei secoli.
Guardò
le sue guance rosse per l’imbarazzo, i capelli rossi legati
in una coda alta e
gli occhi scuri brillanti di gioia.
Quanto
l’amava!
Sarebbe
stata dura resistere senza vederla per altri due mesi, prima delle
vacanze di
Natale…
Hogsmeade
era immersa nella neve, nonostante fosse appena ottobre.
Dopo
la paura di perdere Harry, Ginny si stringeva a lui, quasi con fare
protettivo.
Tutto
procedeva nella normalità.
Era
strano vedere le persone, gli studenti passeggiare e fare acquisti
quando mesi
prima c’era solo il terrore e la paura di morire.
“Che
mi dite? Novità?”
“Il
signor Potter ha stracciato Harry a Quidditch.”rispose Ron
alla sorella, prima
che qualcun altro potesse aprire bocca.
Ginny
guardò Harry, che scrollò le spalle.
Non
l’aveva presa sul personale.
“E’
decisamente più bravo. Sirius mi ha raccontato che era stato
scelto per la
Nazionale Irlandese.”
Ron
sgranò gli occhi.
“Questo
non ce l’avevi detto!”fece, quasi ferito.
Harry
sorrise.
“A
quest’ora sarebbe stato famoso!”
Ron
guardò Harry, stupefatto.
Il
padre di Harry era praticamente un campione nel Quidditch.
“E
perché ha rifiutato?”
“Per
stare con la sua famiglia e combattere, no?”rispose Hermione,
come se fosse la
risposta più logica.
Ron
la guardò come se fosse impazzita.
“Ha
rinunciato a giocare allo sport che più ama
per…”
Hermione
guardò Ron, trucemente.
Insomma,
che discorsi faceva?
Come
si poteva mettere a paragone la famiglia e la carriera?
“Tu
cosa sceglieresti?”chiese lei, in un tono che non ammetteva
risposte sbagliate,
le mani sui fianchi, i capelli più gonfi che mai.
Ron
iniziò ad arrossire ed a balbettare.
Hermione
era davvero terribile, quando s’arrabbiava.
“Lasciamoli
ai loro bisticci.”rise Harry, mettendo un braccio attorno
alle spalle di Ginny.
Ginny
si strinse di più a lui, respirandone il profumo, baciandolo
sulle labbra.
Gli
era mancato tantissimo.
Harry
era venuto qualche volta ad Hogwarts per trovare lei e Dumbledore, ma
averlo lì
per un intero pomeriggio era un sogno.
Sentirsi
tramite lettere non era decisamente la stessa cosa.
“Come
va a scuola?”
“Tutto
bene. Quegli idioti dei Serpeverde fanno meno gli idioti del solito e
sembrano
più spaventati, ora che Tu-Sai-Chi è morto. Non
possono più fare gli spavaldi e
nessuno li può proteggere. Ci sentiamo tutti più
al sicuro.
È
cambiato il professore di Difesa contro le Arti Oscure. È un
tipo che si chiama
Bruan, ma è a posto. È in gamba. Non quanto
Lupin, ma è bravo. E…”
Harry
l’ascoltò parlare, godendo del suono della sua
voce.
“Come
va a casa?”
“Keira
soffre di sbalzi d’umore e voglie e Sirius
d’insonnia.”riassunse Harry e Ginny
rise.
“Povero
Sirius!”
“Tu
come hai preso la storia del bambino?”aggiunse poi Ginny.
Harry
sollevò un sopracciglio, come per dire “In che
senso?”.
Ginny
lo guardò, un po’ nervosa.
“Non
ti fa nessun effetto? Non temi che Sirius si possa allontanare da te o
dagli
altri?”
Harry
scrollò le spalle.
A
dir la verità, ci aveva pensato, da quando aveva scoperto
che Keira era
incinta.
Ma
Sirius e James erano sempre così affiatati e lo
coinvolgevano sempre in ogni
cosa, anche quando voleva non essere coinvolto.
Fu
in quel momento che James e Sirius uscirono dal negozio di Fred e
George, “I
Tiri vispi Weasley”, carichi di sacchetti.
Si
bloccarono quando videro Ginny ed Harry.
“Ehi!
Ciao ragazzi! Dove sono Ron ed Hermione?”chiese James.
“Probabilmente
ad uccidersi da qualche parte.”rispose Ginny, guardandosi
intorno.
Non
c’erano.
“Fanno
sempre così.”aggiunse.
“Che
fate con quelle compere? Cosa volete organizzare stavolta?”
“Nulla
di che. Sono solo caramelle Mou molle lingua, due Puffole Pigmee per
tua madre
e Keira e qualche crostatina canarina.”
Harry
alzò gli occhi al cielo.
“Non
combineremo nulla.”fece Sirius, capendo il suo sguardo
esasperato.
“Non
è mia la responsabilità, comunque.”
“Certo,
tesoro. Siamo adulti e vaccinati.”
James
gli scompigliò i capelli, sorridendo e facendo arrossire
Harry.
“Ricordatevi
di andare da Mielandia per Remus e Keira.”mormorò,
arrossendo e Ginny rise tra
sé, nel vederlo così imbarazzato.
Sirius
alzò gli occhi al cielo.
“Anche
Remus sembra una donna incinta con tutto il cioccolato che
mangia.”sbuffò,
facendo ridere gli altri.
“Ci
vediamo a casa. Sta’ attento.”aggiunse, sorridendo.
Ed
allora Harry capì ed anche Ginny.
Il
bambino non avrebbe causato nessun problema nel rapporto che aveva con
Sirius.
Li
vide allontanarsi, i due Malandrini ridenti, e sorrise.
Erano
davvero incorreggibili, era come se il tempo per loro non fosse mai
passato.
“Credevo
fossero tornati a casa.”commentò Harry, quando,
con Ron ed Hermione, ora
riappacificati, entrò nei Tre Manici di Scopa e vide due
facce familiari.
James
e Sirius erano lì, seduti ad un tavolo con due pinte di
Idromele davanti.
Ridevano
e scherzavano, come se il tempo non fosse mai passato.
Harry
guardò Sirius.
Aveva
gli occhi che gli brillavano.
Provò
ad immaginare la sua di vita senza Ron od
Hermione…probabilmente neanche lui
avrebbe resistito…
Adesso
capiva bene il dolore che aveva provato Sirius alla morte di James.
“Siete
le star del locale.”annunciò Ron e Sirius e James
si voltarono verso di loro.
“Già,
siamo delle celebrità.”
James
si spostò sulla panca per far sedere gli altri.
“Ginny?”chiese
ad Harry.
“E’
tornata a scuola.”
“Perché
vi guardano tutti?”chiese Ron.
Tutti
gli sguardi del locale erano fissi su Sirius e James.
“Perché
sono bellissimo.”rispose James e Sirius per poco non
soffocò nel suo idromele
dalle risate.
“Al
massimo, guardano me, non te. Ti ricordo il mio fan club ad
Hogwarts.”
Harry
li guardò senza capire, soffocando una risata.
“Fan
club?”
“Ce
l’avevo anche io, Pad. Ed era più
numeroso.”
“Fan
club?”
Stavolta
fu Hermione a chiedere.
“Avevate
dei fan club? Perché?”chiese Ron.
Finalmente
James e Sirius risposero.
“Perché
le ragazze ci adoravano. Eravamo…piuttosto noti a
scuola.”spiegò Sirius.
“Perché
eravate delle pesti?”rise Harry e Sirius gli
lanciò una finta occhiataccia.
“Disse
l’innocentino. No, perché eravamo bravi a lezione
e bravissimi a Quidditch. E
bellissimi.”spiegò James e si passò una
mano tra i capelli, fingendo di
vantarsi.
Harry
si ricordò quel gesto, dal ricordo che aveva visto di Piton.
“Ti
spettinavi sempre i capelli.”
“Sì
ed era un vanaglorioso del cavolo. Però gli volevamo
bene.”
“Ti
comportavi da idiota anche tu.”rimbeccò James e
Sirius dovette tacere.
“Comunque
credo ci guardino perché siamo resuscitati
dall’oltretomba. E da ragazzi
venivamo sempre qui. A bere Idromele e Whisky
Incendiario.”disse Sirius, dopo
aver bevuto un sorso del suo Idromele.
“Keira
e Lily sapevano dei fan club?”chiese Ron.
“Sì,
lo sapevano tutti. Era un po’ fastidioso alla fine.”
“Credevo
ti piacesse la popolarità, papà.”fece
Harry, sorridendo.
“Certe
volte erano inquietanti. Tipo la Romilda Vane che era cotta di te. Solo
mille
volte peggio.”
“Già…ricordo
ancora cosa hanno fatto con i miei boxer.”annunciò
Sirius e Ron, Harry ed
Hermione lo guardarono, arrossendo.
“Questa
era una cosa che non volevo sentire.”ammise Harry e James
rise.
“Davvero
Rosmerta credeva che l’avessi ucciso io?”
Sirius
guardò James incredulo per poi posare lo sguardo sulla donna
dietro il bancone.
“Mi
sento ferito.”aggiunse.
“Sirius,
non fare idiozie. Non più del solito. Già vi
guardano tutti.”lo pregò Hermione,
capendo cosa stava per fare Sirius.
“Ehi,
Rosmerta!”esclamò Sirius, sventolando la mano.
“Abituatici.
Fa sempre così.”commentò James, ma
stava ridendo.
La
locandiera s’avvicinò a Sirius.
“Ehi,
ragazzi.”
Guardò
Harry, Ron ed Hermione.
“Vi
porto qualcosa?”
“Tre
Burrobirre.”disse Ron.
“Mi
ritengo personalmente offeso.”annunciò Sirius con
fare melodrammatico ed Harry
desiderò avere quella Burrobirra da bere per non scoppiare a
ridere.
“Che
cosa? Perché?”
“Perché
hai ritenuto che io avessi potuto far fuori questo qui!”
Sirius
indicò James che salutò con la mano.
La
situazione era così irreale e folle che Harry
soffocò quasi per non ridere e
vide anche Ron ed Hermione fare lo stesso anche se sul viso della
ragazza c’era
un’espressione esasperata.
Rosmerta
borbottò qualcosa come una scusa e poi filò via
per prendere delle Burrobirre.
Harry
poté ridere liberamente.
“Sei
tremendo!”esclamò, guardando Sirius che sorrise,
un sorriso a trentadue denti.
“Grazie!”
“L’hai
sconvolta.”fece Hermione.
Era
arrabbiata.
“Dovevo
solo dirle che ritenevo assurdo che avesse pensato a me come assassino
di
James, dato che siamo quasi gemelli siamesi.”
“E
lui/lei?”
Sirius
guardava il monitor senza capire.
Quell’esserino
minuscolo era suo figlio/a?
Keira
era riuscita a convincere Sirius, Remus, Tonks, Lily, James ed Harry a
venire
con lei alla sua prima ecografia.
In
verità aveva invitato anche Remus e Tonks, ma tutti, tranne
Sirius, aspettavano
fuori perché la dottoressa aveva protestato per la troppa
gente.
Keira
annuì, felice.
Era
il loro bambino.
Poterne
sentire il battito era qualcosa di meraviglioso.
Osservò
il proprio grembo, appena pronunciato dopo 3 mesi di gravidanza e poi
il
monitor.
“Non
si conosce ancora il sesso?”chiese.
“No,
è ancora troppo presto.”disse la dottoressa, una
donna burbera sulla
sessantina.
“E
sta bene? Sia lei che il bambino stanno
bene?”domandò Sirius.
“Sì,
in perfetta salute.”li rassicurò lei.
Sirius
tirò un sospiro di sollievo.
Finalmente
la tensione svanì.
“Prenda
questi integratori e si ricordi di mangiare abbastanza per due persone,
ma
eviti schifezze o roba troppo grassa.”disse la dottoressa,
prima di spedirli
fuori.
“Allora,
com’è andata?”
“Stai
bene?”
“Il
bambino?”
“Già
conosci il sesso?”
Keira
e Sirius furono investiti dalle domande di Lily, James, Remus e Tonks.
“Tutto
bene. Stiamo tutti e due bene.”
Keira
si sentì soffocare d’attenzioni, tra abbracci e
sorrisi.
“Congratulazioni!”
Harry
sorrise a Sirius e Keira e la ragazza l’abbracciò.
“Credo,
anzi so, che sarai un perfetto fratello maggiore.”
Harry
la guardò, incredulo.
“Non
sono suo fratello.”
“Una
specie, sì. Sei sempre il figlioccio di Sirius,
dopotutto.”
Keira
gli arruffò i capelli.
“Tuo
padre James sarebbe gelosissimo, ma sappi che Sirius ti considera
davvero come
suo figlio.”bisbigliò lei all’orecchio
di Harry.
Harry
non poté fare a meno di sorridere.
“Ed
abbiamo deciso chi farà da padrino a nostro figlio o
figlia.”stava dicendo
Sirius e guardò Remus, con un sorriso.
L’uomo
lo guardò, incredulo.
“Io?”
“Sì,
tu. Remus John Lupin, faresti da padrino a mio figlio?”
“Da
come l’ha detta, sembra una proposta di
matrimonio.”ghignò Keira, rivolta ad
Harry che rise.
“Credevo
l’avresti chiesto a James!”disse Remus e
guardò l’altro amico che scrollò le
spalle.
“Siete
entrambi i miei migliori amici. E poi gli avevo promesso che avrebbe
fatto da
mio testimone alle nozze…se mai mi
sposerò!”aggiunse, poi, guardando Keira che
scosse il capo.
“Non
sono tipo da matrimoni!”disse, ma stava sorridendo.
Mai
dire mai.
“Già,
ricordo. Per farti infilare il vestito da damigella ci ho messo una
vita!”fece
Lily e Keira ghignò.
“Lunastorta,
allora? Accetti?”
Remus
fece un sorriso luminoso.
“Certo.”
“Che
bello!”
Sirius
non riuscì a trattenersi ed abbracciò
l’amico, quasi soffocandolo.
“Ah,
Sirius! Così mi uccidi, però!”
Ma
stavano ridendo come due ragazzini.
Spazio dell'autrice:
Salve a tutti!!! Volevo ringraziare MartuZZa97, mikelina,
millyray, brando e danyazzurra per aver commentato il precedente
capitolo!
Vi ringrazio tantissimo!
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
E come sto facendo da un paio di capitoli a questa parte, voglio
proporre gli attori ed attrici che sono perfetti per i personaggi,
secondo me.
Avevo già proposto la mia attrice preferita per Keira, ma
penso che questa sia decisamente migliore, ditemi che ne pensate:
http://s1.hubimg.com/u/755636_f520.jpg
http://28.media.tumblr.com/tumblr_kutnwxTMqr1qzg3vso1_500.png
http://www.teleblog.it/wp-content/gallery/personaggi-merlin-morgana/katie_mcgrath_10.jpg
Ciao ed a presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** Ricordi e nubi all'orizzonte ***
“Halloween!
Adoro Halloween!”esclamò James, mentre con un
colpo di bacchetta aiutava Lily a
pulire e decorare le zucche.
“Come
mai?”chiese Harry.
Halloween
era il giorno in cui i suo genitori, anni prima, erano morti.
Non
capiva come facesse ad adorare quel giorno, anche se notava come suo
padre non
si stesse ponendo nessun problema e con lui Lily.
Era
come se ci avessero messo una pietra sopra e forse era la cosa
migliore, invece
di rimuginare su ricordi tristi.
“Tuo
padre adora ogni festa, non chiedere mai il
perché.”spiegò Sirius in fretta,
beccandosi un’occhiataccia da parte dell’amico.
“Non
dovevi trovare casa ed andartene via da qui?”
“Ma
se eri in lutto quando Sirius è partito per
l’America!”rimbeccò Remus, aiutando
Harry e Tonks a sistemare i tavoli in giardino.
Bastò
un colpo di bacchetta ed i tavoli si disposero, coperti da tovaglie,
piatti e
bicchieri.
La
madre di Harry, aiutata da Molly e Keira avevano dato il meglio di
sé nel decorare
la casa.
C’erano
zucche galleggianti, pipistrelli volanti e piatti deliziosi ovunque.
Sembrava
di essere tornati ad Hogwarts.
Avevano
organizzato una cena in giardino, invitando la famiglia Weasley, Lupin
e
qualche membro dell’Ordine.
Tutti
erano presenti tranne Ginny, che era rimasta ad Hogwarts per non
perdere le
lezioni.
Era
difficile stare separati da lei, soprattutto per Harry.
Non
bastavano solo le lettere e quindi lui cercava di recarsi il
più possibile ad
Hogwarts con la “scusa” di andare a trovare
Dumbledore o Hagrid.
“E’
insopportabile!”
James
indicò Sirius che gli fece la linguaccia e rise, mentre
Remus sospirava.
“Tanto
so che mi ami, Prongs. Ammettilo!”continuò Sirius
ed evitò per un pelo un
piatto che James gli aveva lasciato addosso.
“Sì.
Alla follia, lo sai!”
James
sfoderò la bacchetta, preparandosi a duellare.
“Oh,
andiamo, smettetela di comportarvi d…”
Remus
si zittì quando un lampo di luce fucsia lo sfiorò
e decise di lasciar perdere.
Era
davvero come se fossero ritornati al passato, con James e Sirius che
battibeccavano come due idioti.
“Non
entrate in cucina! James e Sirius stanno facendo i
cretini!”annunciò, entrando
in giardino.
Lily
alzò gli occhi al cielo.
“Cretini?”domandò
Molly.
“Stanno
duellando.”spiegò Remus con una risata.
Quei
due erano davvero incorreggibili.
“Basta
che Sirius non tocchi i capelli di James.
Altrimenti…”fece Lily e tutti risero.
“SIRIUS!
QUESTA ME LA PAGHI!”
Harry
fece appena in tempo a vedere i capelli di suo padre di un bel colore
fucsia
che subito James iniziò ad inseguire Sirius, che rideva come
un matto.
Se
la stava spassando alla grande.
“Voi
non avete mai fatto così, vero?”chiese Keira ad
Harry, Ron ed Hermione, che
scossero la testa.
“No,
mai.”
“Grazie
a Dio hai preso l’intelligenza da tua madre, Harry.”
“Keira,
ti ho sentita!”gridò James dalla casa e lei
ridacchiò.
Dopo
una fattura Gambemolli, un Levicorpus ed un incantesimo brufoloso,
James e Sirius
si diedero una calmata e la cena poté iniziare.
Ma
Sirius non rinunciò a punzecchiare il fratello per tutto il
tempo, anche se
evitò l’uso della magia.
“…E
tra un po’ è anche il tuo compleanno,
Prongs.”fece Sirius.
“Vero.
Mi hai già comprato il regalo?”ghignò
James.
“Compleanno?
Quando lo festeggi, James?”chiese Arthur.
“Il
9 novembre.”
“E
quanti anni fai?”chiese Ron.
“Ron,
non si chiede l’età! È da
maleducati!”lo rimbeccò Percy, becccandosi
un’occhiataccia da Fred e George.
“Andiamo,
Perce! Il padre di Harry sarà un po’
più grande di Bill. Ci scommetto quello
che vuoi!”
James,
intanto, sorrideva.
“Ha
la mia età.”disse Sirius.
“Già,
ma tu te li porti male, gli anni!”rise James.
“Stai
12 anni ad Azkaban e poi ne riparliamo!”ribatté
Sirius, ma neanche quell’accenno
riuscì a togliergli il sorriso dal volto.
“Andiamo,
quanti ne fai?”chiese Bill, seduto accanto a Fleur.
“38.”
Tutti
si voltarono a guardarlo.
“38?
Caspita! Bill, sembra più giovane di
te!”esclamò George e gli altri risero.
“Quello
che non capisco è quanti anni dovresti avere realmente.
Perché sei morto a 21 e
quindi non ne hai 38…”iniziò Sirius,
guardando James.
“Ne
dovrei compiere 22, se tengo conto degli anni passati sulla
Terra.”
“Sì,
ma non hai la faccia da ventiduenne!”
“Questo
è il discorso più sovrannaturale che abbia mai
sentito.”constatò Charlie e
tutti annuirono.
“Quindi
Harry è nato quando avevate 20 anni.”dedusse
Hermione, interrompendo i
ragionamenti folli di Sirius e James.
“Mamma,
avrai il triplo dell’età di Lily!”
Fred
ghignò alla madre e si beccò
un’occhiataccia.
“Eravate
giovanissimi per avere un figlio.”constatò Molly.
Lily
e James guardarono Harry con affetto ed il ragazzo arrossì
lievemente.
“Infatti
non era programmato.”spiegò Keira.
“Già.
I miei impazzirono quando seppero che ero incinta di James.”
Lily
rise, ripensandoci.
Soprattutto
suo padre non l’aveva presa affatto bene.
Lui
e James non andavano molto d’accordo, anche se sua madre
l’adorava.
Non
che non fosse d’accordo con il mondo della magia, ma James
non era ritenuto
adatto a Lily, secondo suo padre.
“I
miei non erano d’accordo…o meglio, mio padre non
era d’accordo che io stessi
con James.”
“I
tuoi sono sempre stati dei rompiscatole in quanto a materia di
ragazzi.”asserì
Keira.
Tutti
ora guardavano Lily, in attesa che raccontasse.
“Perché
non voleva che steste insieme?”domandò Harry.
Questa
era una novità.
Lui
non sapeva nulla dei suoi nonni.
“Beh,
perché per circa 7 anni della sua vita ogni volta che
tornava a casa diceva ai
suoi quanto ero insopportabile, pallone gonfiato, testardo, ribelle,
tronfio ed
insistente.”fece James, enumerando le sue
“qualità” con le dita.
Tutti
risero.
“Beh,
aveva ragione, Prongs. Eri davvero insopportabile!”fece
Sirius con aria da
finto innocente che non incantò nessuno.
“Siete
stati delle pesti tutti e due, durante il periodo di Hogwarts ed
eravate degli
idioti!”spiegò Remus, prima che James e Sirius
iniziassero a battibeccare di
nuovo.
“E
quando tuo padre mise la testa a posto e ci mettemmo insieme i miei non
ci
credevano. Pensavano che stessi scherzando, che…non so, non
erano d’accordo e
non lo furono neanche quando conobbero il ragazzo dolce, ribelle e
gentile di
cui m’ero pazzamente innamorata.”
Lily
guardò con amore James che arrossì violentemente.
“James
ci mise tipo 7 anni a convincere Lily ad uscire con lui ed era convinto
di
essersi intestardito con lei perché era l’unica a
non cadere ai suoi piedi. Non
s’era accorto di essersi innamorato di lei.”disse
Sirius, mentre Lily baciava
James sulle labbra, brevemente, prima di arruffargli i capelli.
“Se
n’erano accorti tutti, perfino io che venivo da
un’altra scuola, che James era
davvero innamorato!”fece Keira e tutti risero.
“Tuo
padre era un po’ ottuso con le faccende d’amore. Ed
anche tua madre.”spiegò
Remus, guardando Harry.
“Ehi!”protestarono
Lily e James.
“Ehi,
cosa? Eravate due ciechi!”
“Dai,
Lily, continua a raccontare.”l’incalzò
Tonks, gli occhi che luccicavano dalla
curiosità.
Teddy,
tra le sue braccia, guardò sua madre per un attimo, per poi
concentrarsi sul
panino che stava allegramente mangiucchiando.
“Dicevo,
mio padre non andava d’accordo con James. Pensava che mi
avesse fatto qualche
sortilegio per convincermi a stare con lui…”
Harry
si mosse a disagio sulla sedia.
Era
la stessa cosa che aveva pensato, quando aveva visto il peggior ricordo
di
Piton ed aveva visto come sua madre e suo padre non andavano
d’accordo.
“Però,
alla fine accettò che ci sposassimo. Solo che non fu affatto
felice che
aspettassi un figlio da James. Non così presto, comunque.
Ritenevano che non
saremmo stati in grado di fare i genitori, essendo così
giovani.”
“E
tuo padre e tua madre erano terrorizzati all’idea di
aspettare un bambino. È
una cosa che spaventa tutti. Anche io e Sirius siamo
spaventati.”ammise Keira
con un lieve sorriso rivolto ad Harry.
“Mentre
i tuoi nonni paterni erano al settimo cielo per la notizia. Ricordo che
vivemmo
con loro per un po’, prima di trovare questa casa
qui.”continuò James.
“Tua
nonna Dorea e tuo nonno Charlus erano davvero gentilissimi. Accolsero
anche me
quando fuggì di casa.”intervenne Sirius e tutti lo
guardarono, soprattutto la
famiglia Weasley.
“Scappasti
da casa?”chiese Arthur.
“Perché?”
“Perché
detestavo stare lì.”
Sirius
scrollò le spalle.
“E
soprattutto perché la sua famiglia non brillava certo per
essere gentile e
magnanima. Diciamo che era ed è piena di idioti e figli di
puttana.
Come
la maggior parte delle famiglie Purosangue che credono di essere
migliori per
la faccenda del sangue puro.”spiegò James,
intrecciando le braccia dietro la
nuca e dondolandosi con la sedia.
“Anche
tu sei Purosangue.”disse Harry e James lo guardò.
Non
suonava come un’accusa, ma quasi come una domanda, per voler
capire come mai la
sua famiglia fosse diversa.
“Sì,
ma i miei non si sono mai importati del sangue o della magia. Io
conosco Sirius
quasi dalla nascita, perché le nostre famiglie, come tutte
quelle Purosangue,
sono imparentate.
Ed
i genitori di Sirius interruppero di rapporti appena scoprirono che i
miei
andavano d’accordo anche con i Magonò ed i figli
di Babbani. Ma poi Sirius
venne smistato a Grifondoro, fu una “macchia” per
la sua famiglia etc.
Quindi,
al limite dell’esaurimento nervoso, Sirius scappò
di casa e si trasferì da me
quando avevamo 15 anni.”concluse James.
“Quindi,
siete imparentati anche con i Malfoy? Ed i Lestrange?”chiese
Ron.
“Non
mi ci far pensare.”commentò James, cupo e Sirius
rise.
“Abituatici.
Grazie
al Cielo non facciamo mai riunioni di famiglia. Altrimenti finiremmo
tutti a
combattere ed a ucciderci a vicenda. Come l’ultima volta al
Ministero.”
E
tutti ricordarono che proprio Sirius era stato ucciso da sua cugina
Bellatrix,
della sua stessa famiglia e cadde il silenzio.
Fu
un attimo ed ad Harry venne in mente la corsa al Ministero, la paura di
perdere
Sirius, la battaglia all’Ufficio Misteri, il velo…
Sentì
improvvisamente freddo nel ricordare lo sguardo di Sirius,
mentre…
“S-scusate.”
Harry
borbottò in fretta una scusa e rientrò in casa,
velocemente.
Possibile
che gli facesse ancora quell’effetto ricordarlo?
Possibile
che stare in quella casa, dove i suoi erano morti, non gli faceva
davvero male,
mentre ripensare alla morte di Sirius…era come se il cuore
venisse stritolato
per l’ennesima volta?
“Forse
perché io non li ho visti morire, i miei genitori.
Perché ero troppo piccolo
per ricordare. Mentre quando Sirius è morto, io ero
lì. Io ho provato a
salvarlo. Ed ero lì.”pensò.
“Harry…”
Sirius
si diede dell’idiota mentalmente per aver accennato al
Ministero e rientrò in
casa, prima che qualcuno avesse capito cos’era realmente
successo.
Solo
James capì e gli lanciò uno sguardo intenso.
“Harry?”
“Credevo
di averlo superato.”
La
voce di Harry era bassa e lui si sentiva un’idiota, seduto
sul divano, il cuore
in subbuglio.
Sirius
s’avvicinò a lui e sedette sulla poltrona.
“Non
credo si superi tanto in fretta. Io non ho superato la morte dei
tuoi.”
“Non
voglio essere debole, Sirius.”
Harry
guardò il padrino che sorrise, piano.
“Tu
non sei debole. Ed io sono stato, come al solito, un po’ rude
ed indelicato ad
accennare a ciò che è successo al Ministero. Mi
dispiace.”
Harry
non disse nulla.
“Non
volevo andare via così. Ora mi prenderanno per
un’idiota.”
Sirius
rise, la sua risata simile ad un latrato, così familiare.
“Credimi,
solo io e tuo padre abbiamo capito cosa c’era che non andava.
Gli altri avranno
solo pensato che la tua fosse una pausa bagno.”
Harry
non poté trattenersi dal sorridere.
“E
tu? Come hai spiegato il tuo correre qui?”
“Io
dovevo solo prendere il dolce.”
Sirius
accennò alla torta che troneggiava sul tavolo della cucina.
“Allora,
possiamo dire che tu mi abbia aiutato con i piattini di carta ed i
cucchiaini.”
Sirius
gli cinse le spalle in un forte abbraccio ed Harry si sentì
bene, al sicuro.
“Andiamo.
O penseranno che un alligatore ti abbia assalito mentre eri in bagno ed
io sia
stato risucchiato da un buco nero in cucina.”
“Od
attaccato dai Nargilli.”inventò Harry e
scoppiarono a ridere di gusto.
“E…Harry,
giusto perché tu lo sappia. Non ho intenzione di andare da
nessuna parte.”
Hogsmeade
era ricoperta di neve, una neve così fitta da ricoprire il
suolo di almeno
mezzo metro.
Harry
e Sirius arrancarono con fatica, seguendo Remus e ringraziando che non
ci fosse
una bufera di neve.
Almeno
al momento.
Entrarono
di corsa dentro Mielandia ed Harry accolse con piacere il profumo di
dolci ed
il calore che l’invase appena mise piede dentro.
“Per
fortuna! Mi stavo congelando!”protestò Sirius e
guardò Remus come se fosse
colpa sua se s’erano congelati.
“Ehi,
non guardare me! È per James che siamo qui!”
Harry
sorrise nel vederli battibeccare.
Remus
era sempre stato molto sulle sue ed introverso da quando
l’aveva conosciuto, ma
notava grazie a Tonks ed al ritorno dei suoi amici un notevole
cambiamento.
Era
più sereno.
“Già,
ma mica me la posso prendere con lui se domani compie gli anni e
dobbiamo
ancora comprargli il regalo!”
Harry
si sentiva stranamente a disagio.
Fino
a pochi giorni fa non sapeva neanche il compleanno di suo padre e non
aveva la
minima idea di quali fossero i suoi gusti.
Sirius
parve intuire i suoi pensieri, perché disse:
“Tuo
padre hai dei gusti molto difficili. A parte il Quidditch, tua madre,
te ed i
suoi amici non ho idea di cosa voglia.”
“Questo?”
Remus
indicò un grosso pezzo di cioccolato alle nocciole.
“E’
per te o per lui?”
Remus
ridacchiò.
“A
James piacciono le nocciole.”
Nocciole.
Ecco
una cosa da appuntarsi da qualche parte.
Saccheggiarono
per un po’ Mielandia, ritornando più carichi di
cibo e meno di galeoni quando
uscirono.
La
bufera, tanto temuta, l’investì.
“Credete
che qui vendano dei sonagli per renne?”domandò
Sirius, coprendosi con il
mantello e la sciarpa.
“Renne?”chiese
Remus, poi capì.
“Sirius,
ti ucciderà!”
“Per
papà? Ma si trasforma in un cervo, non in una
renna!”
“Devo
ancora vendicarmi dell’ultimo regalo che mi ha fatto a
Natale!”
“Quello
del ‘80?”rise Remus ed Harry li guardò,
interrogativo.
“Gli
regalò una medaglietta con su scritto Fido, a forma di
osso.”spiegò Remus ed
Harry non scoppiò a ridere solo perché ricevette
un’occhiataccia preventiva da
Sirius.
“Quindi,
ora tocca a me!”
“Non
ci posso credere! Te ne sei ricordato! Cavolo, ti ho davvero fatto
arrabbiare
quella volta!”
James
rise di gusto quando scartò il sonaglio per renne, legato ad
un bel fiocco
rosso.
“Già…ricordo
che mi facesti trasformare in cane ed indossare quel coso per far
divertire
Harry…”
“Era
piccolo! E gli piacevi quand’eri un cane!”rise
James e tutti gli invitati alla
festa ridacchiarono.
“Oh,
ce l’hai una foto?”chiese Tonks e James
annuì.
“Certo!
Gliene avrò scattate a decine!”
“Comunque
mi aspetto che tu faccia lo stesso quando nascerà mio
figlio.”fece Sirius con
aria fintamente minacciosa.
James
rise, abbracciandolo.
“Te
lo prometto. Mi travestirò anche da clown per tua figlia o
figlio.” E guardò
Keira.
“Niente
clown! Sai che li odio!”
Keira
rabbrividì.
Li
detestava davvero.
James
abbozzò un sorriso di scusa, ma sotto sotto stava ridendo
tra sé.
“La
festa sta andando bene, no?”
Lily
s’avvicinò a Keira che annuì.
Avevano
invitato i membri dell’Ordine, i Weasley, Remus e Tonks e
c’erano perfino
Dumbledore e la Mcgranitt.
“James
si sta divertendo.”constatò Keira osservando
l’amico che giocava a chi beveva
più Whisky Incendiario in 5 minuti con Sirius, Remus e Tonks.
“Giocherei
anche io, se…”
Keira
accennò alla pancia e Lily sorrise.
“Mi
ricordo della sfida che faceste tu e Sirius con quella roba. E tu
stramazzasti
dopo 10 bicchieri.”
“Ehi!
Quella roba è terribile! E poi Sirius ha uno stomaco di
ferro, non so come
faccia a sopportare quella roba senza dare di stomaco!”
Keira
osservò, poi, dolcemente il piccolo Ted che dormiva nel suo
passeggino.
“E’
tenerissimo.”mormorò. “Cavolo, non mi
sono mai sentita così materna.”
“E’
l’effetto di essere incinta. Vedi tutto rosa. Soprattutto
quando vedi un
bambino…gli ormoni impazziscono e non vedi l’ora
di averne uno tu.”
“E
tu? Niente altri bambini?”
Lily
scosse il capo.
“Assolutamente
no.
E
poi vedendo te alle prese con le nausee…no, assolutamente
no!”
“Ammettilo
che vuoi trattare Harry ancora come un bambino!”
Keira
sorrise all’amica.
“Mi
piacerebbe, ma è un adulto, ormai.”
“Credo
che anche lui vorrebbe rimanere ancora il tuo bambino, Lils.”
“Credo
che vomiterà tutta la notte, vero? O conosci qualche pozione
da fargli bere?”
Harry
s’avvicinò alla madre ed indicò il
padre.
“Credo
che avrà un orribile mal di testa per giorni e si
risentirà della sconfitta.”
Lily
indicò Remus e Tonks che rinunciavano prima dello scadere
del tempo e si
gettavano sul divano, abbracciati e sbronzi, mentre Sirius e James
rimanevano
ancora in gara.
“Sirius
lo batterà?”
“Su
quello ci puoi scommettere.”sorrise Lily.
Fu
naturale passare una mano tra i capelli del figlio e scompigliarglieli.
Poi
la ritirò subito.
“Scusami…è
stato un gesto inconscio.”
Harry
la guardò per un attimo, sorridendo.
“Non
fa nulla. Anche papà me li scompiglia sempre. Mentre la
signora Weasley cerca
di tenerli giù.”
Lily
rise e l’abbracciò, stringendoselo al cuore.
“Non
staranno mai giù, credimi. Conosco tuo padre da quando avevo
11 anni e quei
capelli non stanno mai al loro posto.”
Harry
rimase tra le sue braccia, ricambiando la stretta.
“Credo
che tua madre voglia farti restare il suo bambino ancora per un
po’.”disse
Keira ad Harry che sorrise.
“A
me sta bene.”
Gli
era mancata da morire sua madre.
La
donna che gli avrebbe rimboccato le coperte, che gli avrebbe
accarezzato i
capelli, abbracciato o consolato in qualsiasi istante della sua vita,
se solo
avesse potuto farlo.
Lily
respirò tra i capelli del figlio, gli occhi colmi di lacrime.
“Mamma…”
“Sto
bene. Solo…credevo ti avrebbe dato fastidio.”
Harry
la strinse più forte.
Come
avrebbe potuto dargli fastidio avere sua madre accanto?
“Perché?
Perché ho 18 anni?”
Lily
annuì.
Harry
scosse il capo.
“Allora,
posso coccolarti ancora per un po’?”
“Quanto
vuoi.”pensò Harry e glielo comunicò
abbracciandola più stretta e sfiorandole i
capelli.
Furono
le urla a svegliarlo.
Urla
di dolore, familiari.
Era
una donna che urlava, che supplicava. E poi c’era quella
risata, no…due risate
malvagie, così fredde da far accapponare la pelle.
Harry
si svegliò di colpo, il cuore in gola.
La
prima cosa che sentì fu il freddo, un freddo gelido che lo
fece rabbrividire e
gli fece rizzare i peli sulla nuca.
Poi
ricordò le urla.
Erano
di sua madre.
Scattò
in piedi, afferrò la bacchetta e corse fuori dalla stanza.
Ed
andò a sbattere contro di lei.
Lily.
“Mamma?
Mamma, stai bene? Ho sentito…”
Era
lì, di fronte a lui, un po’ pallida, ma viva.
E
poi Harry capì.
“Scusa…era…uno
stupido sogno.”
Lily
sorrise e gli cinse il corpo.
“Magari
fosse un sogno.”
La
casa era immersa nell’oscurità e l’unica
cosa scintillante e luminosa era alle
spalle di Lily.
Era
un Patronus.
Ed
era una cerva.
“Dissennatori?
A Godric’s Hollow?”
Subito
Harry capì a cosa era dovuto l’incubo.
“Già,
hanno deciso di farci una visita!”gridò qualcuno
dal piano di sotto.
James.
Harry
lo vide avanzare, seguito dal suo Patronus che era un cervo, proprio
come il
suo.
“Tuo
padre è furioso. Stiamo cercando di capire cosa sta
succedendo e speravamo che
non avesse effetti su di te, dato che ci sono 4 Patronus a proteggere
la casa.
Ma a quanto pare anche tu sei turbato.”
“Sto
bene.”mormorò Harry automaticamente e
seguì sua madre in salotto.
Lì
suo padre discuteva animatamente con Kingsley, il cui viso spuntava dal
camino
acceso, Keira era seduta sul divano, con una tazza di thè
tra le mani ed il suo
patronus, un gatto, acciambellato sulle sue gambe e
Sirius…Sirius era
pallidissimo e giaceva sdraiato sul divano.
Il
suo Patronus, un enorme cane, era seduto sul pavimento accanto a lui.
“No,
Kingsley! Non è possibile! Come diavolo ha fatto il
Ministero a farseli
sfuggire? È opera dei Mangiamorte?”stava gridando
James, camminando su e giù
davanti al camino.
Per
un attimo fugace ad Harry ricordò il modo di camminare di
Dumbledore.
Kingsley
lanciò uno sguardo oltre le spalle e guardò Harry
per poi rivolgere uno sguardo
eloquente a James.
“Puoi
parlare davanti a mio figlio. Lo scoprire comunque, per
com’è fatto. Kingsley,
chi c’è dietro questa storia? Non si tratta di un
paio di Dissennatori! Il
villaggio è circondato!”
Harry
rabbrividì inconsapevolmente.
Aveva
la nausea.
Nonostante
fosse sveglio la sua mente era piena d’orrore.
Immagini
di morti, sangue gli affollavano il cervello e le urla non cessavano di
smettere.
Si
passò una mano sul volto, trattenendo un conato.
L’aria
era così fredda che sembrava fossero immersi
nell’acqua gelida.
Lily
gli cinse le spalle con le braccia e lo pilotò verso il
divano, dove crollò
accanto a Keira.
“Ciao.”salutò
lei, cupa.
“James…sai
che ci sono cose che non posso dire qui.”disse Kingsley.
“Vieni al Ministero,
ne parliamo lì.”
“Non
lascio la mia famiglia incustodita, Kingsley! È una follia!
Sirius sta male e
scommetto che si accanirebbero su Harry se la protezione venisse
meno!”
Harry
lo guardò, tentando di fulminarlo con lo sguardo, ma James
non lo stava
guardando.
Era
troppo concentrato ad arrabbiarsi con Kingsley.
Keira
s’alzò per sedersi accanto a Sirius e sfiorargli i
capelli scuri.
Era
molto pallido.
“Non
sta male quanto te, ma dopo essere stato così tanto
rinchiuso ad Azkaban, non
ce la fa a contrastarli.”mormorò Lily, guardando
il figlio.
“Io
sto bene.”mentì Harry, cercando di zittire le voci.
Lily
lo guardò, scettica.
“Credo
che tu stia rivivendo i tuoi peggiori ricordi. È quello che
stiamo rivivendo
tutti. Ma tu hai sofferto molto più di tutti noi messi
insieme. È normale stare
male.”
Harry
la guardò.
“Tu
cosa senti o vedi?”
Lily
rimase in silenzio per un attimo ed Harry si pentì di averle
chiesto una cosa
del genere.
“I
miei genitori. Sono stati uccisi dai Mangiamorte, poco dopo la tua
nascita. E
la morte di James, il suo combattimento contro Voldemort
e…”
La
voce si spense ed Harry si sentì un idiota.
Perché
gliel’aveva chiesto?
“Scusa.
Non avrei dovuto chiedertelo.”
Lily
scosse il capo e l’abbracciò.
La
cerva di posizionò accanto a loro e si sentirono investiti
di pace e
tranquillità.
“Se
i Mangiamorte sono dietro questa storia, sai a chi mirano, James.
Malocchio
ritiene che sia opportuno dirglielo.”
“Dì
a Malocchio di chiudere il becco. Non è lui a
decidere.”
“Secondo
me, ha ragione. Ha il diritto di sapere. Tu lo vorresti
sapere.”
“Io
sono un adulto, Kingsley. E so come si comporterebbe se lo
sapesse.”
Kingsley
guardò verso Harry che ricambiò lo sguardo e
capì.
Stavano
parlando di lui.
“Cosa
sta succedendo?”chiese all’improvviso.
James
non rispose e si volse verso Kingsley.
“L’Ordine?”
“Sta
mandando dei rinforzi. Remus e Tonks dovrebbero essere da te a minuti
ed anche
Malocchio e Dumbledore. E tutti e due sono d’accordo
con…”
“Kingsley,
no! Non…no.”
“Si
può sapere cosa sta succedendo?”
“Harry,
c’è una cosa
che…”iniziò Kingsley, ma tacque dinanzi
allo sguardo di James.
“Papà…”
Harry
lo guardò, senza capire.
Cosa
diamine stava succedendo da rendere suo padre così agitato?
E portare
Dissennatori a Godric’s Hollow?
Il
Pop della smaterializzazione lo spinse voltarsi.
Remus,
Tonks, Malocchio, Dumbledore e perfino Piton apparvero nel salotto,
tutti
accompagnati dai loro Patroni.
“James
non ha ancora detto nulla ad Harry.”disse Kingsley e subito
dopo apparve anche
lui nel salotto dei Potter.
James
alzò gli occhi al cielo.
“Qualcuno
si vuole degnare di spiegarmi cosa diavolo sta
succedendo?”sbottò Harry,
irritato.
Cos’era
che lo riguardava che tutti sapevano tranne lui?
Notò
che tutti lo guardavano, perfino Sirius che s’era messo
seduto e mangiava un
enorme pezzo di cioccolata con Remus e Keira.
“Papà,
dimmi cosa sta succedendo.”
James
alzò lo sguardo ed incrociò quello del figlio,
supplichevole.
“Io…è
meglio che tu non sappia nulla. Potresti reagire male.”
“Non
trattarmi come un bambino.”
James
sospirò e si sedette di fronte a lui.
“E’
arrivata una lettera al Ministero. Dei Mangiamorte. Diciamo che
l’abbiamo
intuito dalla potente Maledizione che era impressa sulla carta. Un
nostro Auror
ha quasi rischiato di perdere una mano nell’aprirla.
Hanno
minacciato di fare una strage di Babbani e figli di Babbani
se…non ti avessimo
consegnato loro.”
Harry
lo guardò, incredulo, senza sapere cosa dire.
Tutti
tacevano.
James
lo guardava, lo sguardo colmo di dolore.
“Abbiamo
rifiutato.”disse Malocchio. “Ovviamente. Ed abbiamo
aumentato le misure di
sicurezza ovunque. Questa dei Dissennatori è una nuova
trovata, temo.”
“Da
quanto lo sapete?”domandò Harry, guardandoli.
“Un
paio di settimane.”disse Kingsley.
“E
non mi avete detto nulla? Avete permesso che uccidessero delle persone
per
difendere me?”esclamò, alzando la voce.
“Harry,
non è morto nessuno. Ci stiamo proteggendo dai Mangiamorte e
stiamo vegliando
anche sui babbani. Non accadrà nulla.”disse Remus.
Ma
non era vero.
C’erano
stati attacchi a babbani negli ultimi giorni.
Di
colpo ad Harry vennero in mente i titoli dei giornali dei giorni
precedenti.
I
Mangiamorte avevano ucciso.
Solo
per avere lui.
“No,
non è vero. Hanno ucciso. Non siete riusciti a fermarli
tutti.”ribatté. “Come
avete potuto non dirmi nulla, dannazione?”
“Che
cosa avresti potuto fare?”chiese Sirius, guardandolo.
Aveva
la voce roca.
“Impedire
che uccidessero! È me che vogliono! Perché
diavolo non…”
“Cosa?
Harry, cosa? Cosa diavolo vuoi fare? Ti vuoi consegnare a
loro?”urlò James,
furioso.
Lo
sguardo fermo di Harry fece capire ogni cosa.
No,
non avrebbe permesso che morissero innocenti.
Li
doveva affrontare.
“Harry,
è una follia! Non ti permetterò di fare una cosa
così idiota!”gridò James.
“Non
sono affari tuoi!”urlò Harry di rimando.
“Sei
mio figlio! Sei affar mio!”
Dumbledore
fece per avvicinarsi ed aprir bocca, ma James lo zittì:
“Stanne
fuori, ok? Non è il momento per le tue pillole di saggezza
od idiozie del
genere! Non permetterò che vada là fuori a farsi
ammazzare!”
“James,
ha il dir…”
“No,
non venirmi a parlare di diritto di decidere! Dannazione! Ha 18
anni!”
“IO
NON PERMETTERO’ CHE ALTRI MUOIANO A CAUSA
MIA!”urlò Harry e fece per uscire, ma
James l’afferrò per un braccio e lo
bloccò.
“Lasciami!
Lasciami andare! Sei impazzito? Vuoi che li uccidano tutti?”
“Ce
ne occuperemo noi Auror!”
“Non
è una vostra battaglia! È me che vogliono!
Lasciami!”
Harry
si liberò dalla stretta del padre, furioso.
Possibile
che non capisse?
“Harry, James ha ragione. Uscire lì fuori
sarebbe
una follia! I Mangiamorte non si fermerebbero neanche se ti
uccidessero. Sono
folli ed ora che Voldemort è morto non hanno più
nulla da perdere e vogliono
“divertirsi”. Voglio fare del male a te solo per
vendetta.”disse Remus,
ragionevole.
“Credo
spetti ad Harry decidere cosa fare.”disse, calmo, Dumbledore.
“Saresti
così egoista da mandarlo a morire, vero?”disse
James, gelido e cadde il
silenzio.
Dumbledore
lo guardò, gli occhi azzurro intenso che scrutavano quelli
del figlio.
“E’
adulto, James.”disse calmo e controllato.
“Questo
non lo rende invincibile e lo sai bene!”
“Devi
lasciare che io decida per conto mio.”disse Harry, fermo.
“Lascia
che ti faccia una domanda. Se qualcuno che ami si fosse trovato nella
tua
stessa situazione…se Ginny si fosse trovata nella tua
situazione, o Ron, o tua
madre…li avresti lasciati andare sapendo cosa rischiavano?
Sapendo che
potrebbero, molto probabilmente, non tornare più?”
Harry
guardò quegli occhi nocciola che lo fissavano intensamente e
disperatamente.
“Non
andare. Potresti morire.”dicevano.
Ed
ancora. “Non posso perderti di nuovo.”
Cadde
il silenzio.
Poi
il Patronus di Sirius s’avvicinò ad Harry,
sfiorandogli la mano e facendolo
sussultare.
“Noi
andiamo là fuori.”disse Sirius, inghiottendo un
ultimo pezzo di cioccolata,
seguito da Remus, Piton, Dumbledore, Kingsley, Malocchio e Tonks.
James
esitò per un attimo.
Harry
lo vide aprire la bocca e poi richiuderla, senza aver detto nulla.
“Sono
tuo padre, Harry. Ho il diritto e dovere di proteggerti. Anche se sei
grande.
Non permetterò che ti facciano del male o che facciano del
male a qualcun
altro.”
James
lo baciò sulla fronte ed uscì, lasciando Harry
con Lily e Keira.
“Oddio,
Harry! E cosa hai intenzione di fare? Non vorrai uscire là
fuori ed
affrontarli? Ti ucciderebbero! L’ultima
volta…”
“Sì,
Hermione. L’ultima volta hanno quasi ucciso me e mio padre.
Ma cosa dovrei
fare? Lasciar fare a loro? E se qualcuno di loro morisse a causa mia?
È
me che vogliono.”
“Ma
faresti solo il loro gioco andando da loro.”disse Ron,
mangiando un biscotto.
Harry
guardò i suoi amici, senza sapere cosa fare.
Suo
padre e Sirius erano tornati quella mattina presto, esausti e
Godric’s Hollow
era stata purificata dai Dissennatori con l’aiuto sia
dell’Ordine che degli
Auror del Ministero.
Ma
la situazione era inalterata.
I
Mangiamorte non si sarebbero fermati.
“Non
si fermerebbero comunque secondo Remus.”disse Harry.
“Ha
ragione.”disse Hermione, saggiamente.
“Hai
parlato con tuo padre?”aggiunse, poi.
“No.
Doveva dirmi la verità.”
“Capisco
che tu sia arrabbiato con lui, Harry. Ma l’ha fatto solo per
proteggerti. E non
è l’unico che ti ha nascosto la
verità.”disse Ron e Hermione lo guardò.
Non
era il modo giusto per aiutarlo.
“Ron!”
“E’
la verità.”
“Infatti,
sono arrabbiato anche con Sirius e gli altri. Ma lui…mi
tratta come se fossi un
bambino. Non lo sopporto. Odio che vogliano proteggermi a tutti i
costi.
Mio
padre è testardo ed ha imposto protezioni ovunque io vada.
Mi
sento controllato e lo odio.”
Hermione
lo guardò, comprensiva.
Erano
seduti in camera di Ron e nonostante tutto fosse così
accogliente, Harry sapeva
benissimo che i membri dell’Ordine lo tenevano
d’occhio per evitare che facesse
qualche sciocchezza.
“Harry…so
che è difficile, ma sei stato in coma per settimane quando i
Mangiamorte hanno
aggredito te e tuo padre. Ed eravamo distrutti, perché
pensavamo che tu potessi
morire. Tua madre era a pezzi. Sirius era irriconoscibile.
Ti
stanno proteggendo perché ti amano. Ti proteggono
perché sono la tua famiglia.
E
se tuo padre è troppo protettivo è
perché non ha potuto proteggerti per anni,
Harry. Cerca di capire.”
Lo
trovò seduto in biblioteca, con un libro tra le mani, i
capelli scuri, appena
un po’ brizzolati, che gli ricadevano sul viso, lo sguardo
concentrato.
Harry
lo vide passarsi una mano tra i capelli folti, un’abitudine
che non avrebbe mai
abbandonato e voltarsi verso di lui.
“Ehi…”
“Ciao.
Tutto bene?”
“Credevo
non mi avresti rivolto mai più la parola. Credevo fossi
arrabbiato con me.”
“Lo
sono. Un po’.”
James
rise.
“E’
meglio di quanto m’aspettassi. Mi dispiace non averti detto
nulla. Volevo solo
tenerti fuori da questa assurda vicenda il più possibile. E
mi dispiace di
averti urlato contro ieri.
Ma…sei
mio figlio, Harry. E so che sei grande, ormai, ma non voglio che tu
corra
rischi. Vorrei riuscire a proteggerti, anche se so benissimo che sa
cavartela
anche senza di me. Come hai fatto in questi anni.”
C’era
una nota di rimpianto nella sua voce, che Harry notò.
“Odio
essere tenuto d’occhio e non potermi muovere senza essere
osservato.”
James
rise ancora, guardandolo negli occhi.
“So
come ci si sente. Sono rimasto rinchiuso qui per tanto tempo quando
seppi che
Voldemort ci dava la caccia. E stavo impazzendo. Non voglio che tu viva
la
stessa cosa, ma non voglio neanche che tu muoia.”
“Non
potrei sopportarlo.”pensò James e
guardò il ragazzo che aveva di fronte.
Harry
non sapeva cosa dire.
Affondò
le mani nelle tasche, tacendo.
“Niente
urla? O sfuriate?”chiese James.
“Ho
già urlato ieri sera. Non voglio restare chiuso qui
finché tutti i Mangiamorte
non saranno catturati, comunque. Capisco che tu voglia proteggermi, ma
finirei
per impazzire.”
James
sorrise.
“Non
volevo tenerti prigioniero. Voglio solo che tu stia attento. E che sia
con un
Membro dell’Ordine se esci.”
Perfetto…aveva
anche la scorta, ora.
Spazio autrice:
Grazie a tutti coloro che hanno commentato la mia storia o l'hanno
inserita tra le preferite o seguite, grazie di cuore!
Un appunto, so che il compleanno di James non è il 9
novembre, ma ho scritto così perchè lo dedico ad
una mia amica che fa il compleanno quel giorno!
Ecco secondo me chi sarebbe perfetto per interpretare Sirius da giovane:
http://ewpopwatch.files.wordpress.com/2009/09/ian-somerhalder_l.jpg
http://www.celebritygossip.com/public/celebrity_pictures/ian_somerhalder_1655_6.jpg
http://vampiresagaaustralia.com/wp-content/uploads/2011/02/ian-somerhalder.jpg
A presto!!!!!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** Attacchi, soluzioni e novità dal colore rosa ***
Novembre
passò velocemente, senza nessun cambiamento o minaccia da
parte dei
Mangiamorte.
Harry
era sempre tenuto d’occhio, e se ne rendeva conto, ma non
c’erano stati più
attacchi riconducibili a loro.
Keira,
ormai al quarto mese, era sempre più incinta ed ora il
pancione si notava, come
James le faceva notare sempre per punzecchiarla, per poi sfuggire
abilmente
alle sue fatture.
“Sei
insopportabile!”
James
sfuggì ad uno Schiantesimo, ridendo, allegramente.
“Oh,
andiamo! Che ho detto di male?”
“Mi
hai chiesto come volevo chiamare i miei tre gemelli.”
James
rise di nuovo.
“Andiamo,
è probabile che siano tre…o quattro data
la…”
Harry
s’abbassò, entrando in cucina, per evitare un
lampo di luce viola.
“Oh,
scusa, Harry. Ti ho colpito? Miravo a quell’idiota di tuo
padre.”aggiunse la
giovane, alzando la voce, dato che James era fuggito dalla cucina.
“Ignoralo.”rise
Harry. “Ma faceva così anche prima?”
“Faceva
l’idiota? Oh, sì. Era un cretino. E lo
è ancora.”gridò rivolta alle scale, in
cima alle quali James li guardava, ghignando.
“Sento
i tuoi dolci e soavi suoni, milady.”declamò.
“Smettila
o Lily s’ingelosisce.”
James
rise.
“Ma
tu sei come una sorella per me! Ed è per questo che non la
finirò di
punzecchiarti finché non partorirai almeno 3
gemelli!”
“JAMES!
È solo un bambino, non tre!”
“Quali
3 bambini?”
Sirius
entrò in casa in quel momento e li guardò senza
capire.
Tre?
“Che
mi sono perso?”chiese.
“Papà
punzecchia Keira perché è incinta e dice
è troppo grossa per aspettare solo un
bambino.”spiegò Harry in fretta, mentre Keira
riprendeva a scagliare
incantesimi su James che li schivava, ridendo.
“Solita
giornata in casa Potter-Black, vedo.”
Harry
sbuffò, sonoramente.
Si
stava annoiando da morire.
Aveva
incontrato poco fa un Ron terrorizzatissimo all’idea di
andare a trovare i
genitori di Hermione.
La
vedeva come una cosa terribile ed Harry notò le orecchie
dell’amico, rosse
dall’imbarazzo.
Oh,
l’avrebbe costretto a dirgli tutto, al suo ritorno!
Li
aveva salutati, sconsolato, prima di tornarsene a casa.
Erano
tutti al lavoro e lui era chiuso in casa.
Aveva
provato ad andarsene, ma c’erano incantesimi
anti-smaterializzazione ovunque e
non poteva uscire neanche dal cancello.
Era
come trovarsi in una bolla.
Sospirò,
fissando il soffitto.
Era
una cosa folle.
Adesso
capiva come s’era sentito Sirius, chiuso a Grimmauld Place.
Oppresso
e prigioniero.
Poi
sentì qualcuno aprire la porta d’ingresso.
Il
viso di Keira s’affacciò in salotto e lo
scrutò.
Era
visibilmente stanca, ma abbozzò un sorriso.
Era
di ritorno dagli studi di registrazione ed era ricoperta di neve.
“Tutto
bene? Tua madre mi ha chiesto di vedere se tutto andava per il
meglio.”chiese,
scrollandosi la neve di dosso e formando una piccola montagnella ai
suoi piedi,
che fece scomparire con un colpo di bacchetta.
“Se
per bene intendi che ucciderei per non stare qui, sì. Sto a
meraviglia.”
Keira
appese il mantello, l’asciugò con la magia e rise,
sedendosi sul divano accanto
a lui.
Harry
la guardò, notando che ora il pancione era davvero evidente.
“E
tu? Stai bene?”
“Sì,
meravigliosamente. Se mio figlio smette di tirare calci, starei meglio,
però.”
Harry
rise.
Keira
aveva sentito il primo calcio qualche giorno fa ed aveva avvisato
tutti,
emozionatissima.
Ora
non lo era più di tanto.
“Non
sei curiosa di sapere il sesso?”
“No.
Cioè, sì, ma voglio che sia una
sorpresa.”
“E
Sirius?”
“Oh,
lui vuole un maschio, ma stavolta mi sa che non ci ha preso.
Sarà una femmina,
me lo sento.”
“Stavolta?”
Sirius
aveva avuto altri figli?
La
guardò, senza capire.
“No,
niente altri figli. Sirius non voleva avere figli, mi ricordo. Diceva
che il
nome Black era una maledizione e che non voleva che altri avessero a
che fare
con la sua famiglia. Comunque, ora è di opinione diversa,
perché è più contento
di me all’idea di avere il bambino!”
“E
che intendevi con stavolta?”
“Che
indovinò il sesso del bambino di Lily. Sapeva che sarebbe
nato un maschio, cioè
tu.”
Harry
sorrise.
Keira
lo scrutava, senza parlare.
“Ti
va di uscire?”
“Sai
eludere le protezioni che mio padre ha messo tutto intorno alla
casa?”
“Beh,
puoi uscire se sei con un membro dell’Ordine ed
io…guarda caso, lo sono.”
Harry
sorrise.
“Su,
ho voglia di una cioccolata calda e di entrare da Zonko!”
“Mi
piacciono queste cene enormi che organizziamo sempre.”
“Ti
piace perché puoi mangiare tanto!”
“Zitto,
tu! Io qui nutro due persone!”
Keira
zittì Sirius, sgranocchiando un gambo di sedano.
“D’accordo,
mammina isterica. Puoi almeno aiutarmi a portare i piatti in
salotto?”
“James
e Remus che ci stanno a fare? Ed Harry? Ron?”
“Vuoi
elencare tutti i maschi presenti? Ti ci vorrà
un’ora almeno e tra un’ora
arrivano i Weasley. Muoviti, aiutami.”
Keira
sbuffò e fece levitare una pila di piatti verso il salotto.
Era
una scena buffa.
Sirius
era seguito da quest’orda di piatti di tutti le dimensioni,
che levitavano
dietro di lui.
“Ouch!
Tua figlia ha intenzione di distruggermi la
schiena.”decretò Keira, afflitta,
mentre con un colpo di bacchetta i piatti di rimettevano a posto.
“Figlio.”
Sirius
s’avvicinò a lei, ghignando.
“Figlia.
So che è femmina. Lo sento.”
Keira
avvicinò il viso al suo, mormorando a pochi centimetri dalle
sue labbra.
“Rassegnati.”mormorò,
mordicchiando le sue labbra, seducente.
Lo
baciò, dolcemente, prima di approfondire il bacio e tirarlo
a sé.
Sirius
la guardò, sorpreso da tale atteggiamento, ma compiaciuto.
Il
pancione si frappose fra loro e Sirius sentì un calcio,
incredulo.
“Ehi!
L’ho sentito!”
“Credo
che a nostra figlia piace che io ti baci.”
“Mmm…”
Sirius
affondò le mani tra i suoi capelli castani e la trasse a
sé, cingendole la vita
e baciandola con più passione.
Le
loro lingue s’intrecciarono, sfiorandosi e sentirono brividi
di piacere lungo
la schiena.
Si
staccarono ansimanti.
“Camera,
ora! Altrimenti lo faccio qui!”disse Keira decisa e arrossita.
Sirius
scoppiò a ridere, con la sua risata a latrato che Keira
amava e la portò di
sopra, dove si concessero un intenso pomeriggio di passione.
“Siete
voi i Malandrini?”
Fred
guardò con occhi sgranati James, Sirius e Remus, dopo averli
sentiti chiamarsi
con i loro soprannomi.
“Andiamo,
non lo sapevi?”chiese Hermione.
“Che
loro erano i Malandrini? No! Tu!”
George
puntò il dito verso Harry, minaccioso.
“Cosa?”
“Dovevi
dirci che tuo padre, il tuo padrino ed il nostro professore di Difesa
contro le
Arti Oscure erano i Malandrini!”
“Pensavo
lo sapeste.”
“Non
li abbiamo mai sentiti chiamarsi con i soprannomi.”
“Vero.”ammise
Sirius, guardando Fred.
“Non
ci posso credere! E’ stato grazie a voi ed alla vostra mappa
che abbiamo
scoperto tutte quelle cose sul castello, tutti i passaggi segreti
e…siete dei
geni!”
James
rise, compiaciuto.
“Erano
delle pesti.”li corresse Lily.
“Impossibili.”
“Anche
Fred e George. Ho ricevuto più lettere da Hogwarts per i
guai che loro avevano
combinato, che da tutti i miei figli!”disse Molly, servendosi
della salsa al
cumino.
“Già,
anche James e Sirius. Hai fatto impazzire tua madre, ragazzo.”
Albus
Dumbledore osservò il figlio, da sopra agli occhi a
mezzaluna e James ghignò.
“Non
c’era bisogno che glielo scrivessi, papà. Bastavi
tu a rimproverarci.”
“Già.
Abbiamo preso quante…300 punizioni?”chiese Sirius,
punzecchiando James con la
forchetta.
“Padfoot,
piantala!”
“Erano
almeno 400.”disse Remus.
“E
tu ci hai accompagnato solo qualche volta…sei un cattivo
Malandrino, Remus.”
Remus
alzò appena un sopracciglio alla frase di Sirius.
“No,
era più furbo a non farsi beccare.”fece Lily e
tutti risero.
“400
punizioni? In tutti e 7 gli anni? Complimenti!”rise George.
“Noi siamo arrivati
a 200.”
“Già.
Gazza ci odiava. Quasi supplicava che facessimo i bravi per non doverci
sopportare durante le punizioni!”disse Sirius.
“Esatto!
Abbiamo pulito più noi Hogwarts che gli elfi domestici
addetti alle pulizie!”
“Dovevate
responsabilizzarvi...”disse Dumbledore.
“Preferivo
un giro nella Foresta Proibita che pulire.”
“James
non è mai andato molto d’accordo con le pulizie ed
il resto.”disse Remus ad
Harry.
“Sono
negato.”
“Perché
avevi Gil che faceva tutto per te.”disse Dumbledore.
“Chi
è Gil?”domandò Ron.
“L’elfo
domestico di casa Potter.”
“Ritornando
alla mappa, siete stati davvero grandiosi. Ci voleva una cosa del
genere ad
Hogwarts.”
Fred
guardava i Malandrini come se fossero delle star.
“Che
mappa è?”chiese Arthur.
“Mostra
tutte le persone di Hogwarts, dove sono, dove vanno, e tutti i luoghi,
anche i
passaggi segreti.”disse Ron.
“Ci
sono passaggi segreti? Per dove?”
“Per
uscire dal castello.”disse Harry.
“E
scommetto che voi li avete usati.”
Molly
guardò Harry, Ron, Hermione ed i gemelli, severamente.
“Un
po’.”
“Da
vero Malandrino.”disse James, guardando il figlio.
“E
irresponsabile.”aggiunse Molly, severa.
“So
badare a me stesso.”rimbeccò Harry, serio.
“So
che è così.”disse James, dolcemente.
“Ma per evitare che i Mangiamorte ti
facciano in pezzetti così piccoli da darli a mangiare a
Grattastinchi è meglio
se rimani al sicuro in casa.”
Harry
alzò gli occhi al cielo.
“Per
quanto ancora?”esclamò, arrabbiato.
“Harry…”
“No,
Harry nulla! Sono stufo di starmene rinchiuso in casa!”
Stava
impazzendo!
Odiava
essere tenuto d’occhio e non essere libero di andare da
nessuna parte senza una
scorta.
James
sospirò, passandosi una mano sul viso.
Capiva
cosa stava passando Harry, ma non poteva allentare le protezioni o
lasciarlo
andare dove voleva.
Sicuramente
sarebbe finito nei guai.
“Credevo
di aver finito di scappare, dopo Voldemort.”
“Harry,
non stai scappando. È solo pericoloso, al
momento.”disse Lily, cercando di
calmarlo e posandogli una mano sulla spalla.
Harry
non disse nulla, né la guardò.
“Non
essere arrabbiato con me.”disse James, piano.
Odiava
litigare con il figlio.
Il
problema era che entrambi avevano un carattere forte e spesso si
ritrovavano a
discutere.
Lo
trovò in biblioteca, seduto su una poltrona, con in mano un
album di
fotografie.
Lily
sorrise al figlio, osservandolo prima di annunciare la sua presenza.
Harry
era identico a suo padre.
Lily
ne coglieva gli atteggiamenti, l’espressioni del volto, i
capelli sempre
ribelli che tanto amava. Adorava passare le mani tra quei capelli
soffici e
sparati in tutte le direzioni come se avessero una vita propria
più di quanto
non piacesse farlo a James.
“Harry…”
Harry
fece un balzo, guardando la donna sulla soglia.
Lily
rise, piano.
“Non
volevo spaventarti.”disse, notando che Harry stringeva la
bacchetta.
“Scusa,
sono teso.”
Era
ormai mezzanotte, ma Harry non riusciva a dormire.
Era
troppo preoccupato.
“Per
tuo padre e Sirius?”
Lily
sedette accanto a lui, dolcemente.
“Temo
che possano attaccarli.”
“Lo
so, lo temo anche io. Ma meglio non dire nulla a Keira o
diventerà più isterica
di quello che è già. Odia che Sirius vada in
missione. Ed anche io non
impazzisco di gioia quando lui e James escono.”
S’interruppe,
notando il suo sguardo preoccupato.
“Staranno
bene. Sanno badare a sé stessi.”disse, cingendogli
le spalle con un braccio e
sbirciando l’album che il figlio sfogliava distrattamente.
“Ricordo
quella foto. La scattammo il giorno della tua nascita.”
Lily
indicò una foto in cui Sirius e James dormivano,
l’uno appoggiato alla spalla
dell’altro su sedie del…
“E’
il San Mungo.”disse Lily, confermando i suoi sospetti.
“Ho fatto impazzire James
durante le mie doglie.”
Lily
rise nel ripensarci. “Lui era agitatissimo, ha costretto
Sirius a venire da noi
alla 4 di notte in pigiama e non la finiva di camminare su e
giù per la sala
d’attesa quando stavo partorendo.”
Harry
rise.
Se
l’immaginava il padre, andare su e giù, le mani
tra i capelli, nervosissimo,
con accanto un Sirius più agitato di lui.
Il
rumore della porta che s’apriva li fece sobbalzare entrambi e
stavolta fu anche
Lily a prendere la bacchetta.
Poi
Sirius e James entrarono in biblioteca.
“Cosa
ci fate ancora svegli?”chiese James, stupito.
“State bene?”
Lily
gli corse incontro, abbracciandolo.
James
sgranò gli occhi, sorpreso e le carezzò i capelli
lunghi.
“Ehi…sto
bene. Stiamo bene. Che vi prende?”chiese, poi, guardando il
figlio.
“Eravamo
preoccupati.”spiegò come se fosse la cosa
più naturale del mondo.
“Bene.
Apprezzo la gente che si preoccupa, ma non ce n’era bisogno.
È andato tutto
liscio, nessun Mangiamorte, Dissennatore o altra roba
pericolosa.”
Sirius
crollò sul divano, mezzo addormentato.
James
approfittò del fatto che tenesse gli occhi chiusi per
gettarsi su di lui e
prendere a fargli il solletico.
Sirius
sussultò, cacciando un grido.
“Prongs!
Vedi di levarti dai…”
Sirius
si zittì ad un’occhiataccia di Lily, ma
afferrò James per un braccio ed
iniziarono ad azzuffarsi.
“Dovremmo…uhm…separarli?”chiese
Harry, titubante, guardando la madre.
“No.
Fanno sempre così.”ridacchiò Lily,
prima di andare a dormire e pilotare Harry
di sopra, lasciando James e Sirius ad azzuffarsi.
“Mi
serve un accompagnatore per andare a Diagon
Alley?”domandò Harry, quando
mancavano pochi giorni a Natale.
James
alzò lo sguardo dal giornale e lo guardò.
“Diagon
Alley?”chiese Sirius, la forchetta a mezz’aria,
mentre stava mangiando una
salsiccia.
“Sì.
Quel posto magico, presente?”fece Lily, ridendo.
“Ignorali, Harry. Sono un po’
lenti per certe cose. Comunque sì. Andare da solo
è troppo pericoloso.”
Harry
se l’era aspettato.
“Ti
accompagnerei io, ma devo andare da Tonks per aiutarla con la cena con
i suoi.
Sai che è un disastro in cucina.”
Harry
rivolse lo sguardo a James e Sirius che si sentirono sotto i riflettori.
“Devo
accompagnare Keira dal finegologo.”
“Ginecologo,
Sirius.”lo corresse Lily, con un sorriso.
“Sì,
lì.”
“Papà?
Andiamo, devo comprare i regali per Natale!”
Harry
si stava innervosendo.
“Remus
è in missione. A chi vuoi che chieda dato che tu ti ostini a
non farmi uscire
di casa senza un accompagnatore?”
James
s’arrese.
“Ok.
Ti accompagno io. Ma se dovesse esserci il primo accenno di attacco, tu
ti smaterializzerai
via, chiaro?”
Harry alzò lo sguardo al cielo.
“Se
un giorno di questi ti uccide nel sonno, non ti meravigliare,
Prongs.”rise
Sirius, di fronte all’espressione bellicosa di Harry.
“Credi
che Sirius sarà apprensivo con sua figlia quanto lo sei tu
con me?”
James
alzò gli occhi al cielo, affondando le mani nelle tasche.
Faceva
freddo ed il cielo minacciava neve.
“Se
fossi un padre, capiresti la mia paura in una situazione del
genere.”
“Non
ti fidi abbastanza.”disse Harry, ferito.
Era
da un po’ che ci pensava, ma non avrebbe mai immaginato lo
sguardo sconvolto
del padre.
“Ma
sei impazzito? Certo che mi fido di te! È solo che
preferisco tenerti d’occhio.
Harry, sei un mago in gamba e mi fido di te. Ma chiunque si
ritroverebbe in
difficoltà se circondato da un gruppo di Mangiamorte
assetati di vendetta. Hai
già deciso il regalo per Ginny?”chiese, cambiando
argomento.
“L’ho
comprato quando sono uscito con Keira.”disse Harry, freddo.
James
incassò il colpo.
Sapeva
che Harry ce l’aveva con lui ed avrebbe trovato il modo di
sistemare tutto.
Poi
sentì un’esplosione così forte da
creare un’onda d’urto che li sbatté a
terra.
Dopo
fu il caos.
“CORRI!”ruggì
James, spingendo Harry via.
“No!
Te lo scordi! Non voglio lasciarti da solo con i Mangiamorte!”
James
sbarrò gli occhi dall’orrore, mandando velocemente
un Patronus all’Ordine per
chiedere rinforzi.
“Harry,
è te che vo…”
James
non riuscì a finire la frase perché qualcuno
l’aggredì alle spalle, colpendolo
con un incantesimo così violento che lo mandò a
sbattere contro le vetrine di
un negozio, rompendole.
Il
Mangiamorte era coperto da una maschera, ma Harry poté
indovinare il suo
sorriso soddisfatto, mentre avanzava verso di lui.
“Bene,
bene, bene. Chi abbiamo qui? Harry Potter. Hai finito di nasconderti,
vero? Sei
qui per fare il coraggioso?”
James
si massaggiò la testa, riprendendosi immediatamente e con
dolore dalla botta.
Era
ricoperto di vetri, le urla intorno a lui erano aumentate e la testa
gli doleva
moltissimo.
Ma
Harry era là fuori. Con dei Mangiamorte.
Scattò
in piedi così velocemente che gli venne la nausea e corse
verso Harry.
“Stupeficium!”
Il
Mangiamorte evitò l’incantesimo di Harry e dalla
sua bacchetta schizzò un lampo
di luce verde che il ragazzo schivò, con il cuore in gola.
“L’hai
trovato? Finalmente.”
La
voce di Nott giunse da dietro una maschera, il cui proprietario
s’avvicinò alle
spalle di Harry.
Harry
arretrò, colpendolo con un Reducto e questo fece infuriare
il Mangiamorte.
“CRUCIO!”ruggì
ed Harry non riuscì ad evitare la maledizione in tempo e si
sentì invadere da
un dolore così intenso da mozzargli il fiato.
La
bacchetta gli cadde di mano, mentre crollava su un fianco nella neve,
urlando
di dolore e contorcendosi.
Sembrò
durare un’eternità e non riusciva a pensare, non
riusciva a reagire.
C’era
solo dolore.
I
Mangiamorte continuarono ad infierire su di lui, mentre le proprie urla
e le
loro risate gli riempivano la testa.
“LASCIATELO
STARE, BASTARDI!”
La
voce di James giunse come un toccasana, perché la
maledizione cessò
all’improvviso, lasciando Harry per terra a rantolare dal
dolore e dal freddo.
James
aveva un’espressione omicida sul volto e puntò la
bacchetta contro il petto del
Mangiamorte che aveva di fronte.
“Dammi
un solo motivo e ti ammazzerò, invece di mandarti ad
Azkaban.”
“Bene.”ghignò
l’altro.
Fu
un attimo.
James
vide il secondo Mangiamorte levare la bacchetta e puntarla contro Harry
che
giaceva inerme a terra ed urlare l’Anatema che Uccide.
“AVADA
KEDAVRA!”urlarono tre voci.
James
tirò via Harry, prima che la maledizione
l’uccidesse, la bacchetta contro il
Mangiamorte.
Ma
non era l’unico ad aver difeso Harry.
Sirius
Black s’ergeva poco lontano da lui, il viso furioso,
l’espressione pericolosa,
gli occhi grigi puntati contro i Mangiamorte che ora giacevano morti,
entrambi.
James
non si rese conto di stringere il figlio al petto.
Notò
solo allora quanto pallido ed infreddolito fosse e di quanto tremasse.
“Harry…”disse
soltanto.
L’avvolse
nel proprio mantello e lo sollevò di peso.
Sirius
corse verso di lui.
“Sta
bene? Non l’ha colpito, vero?”chiese, isterico.
James
scosse il capo.
Harry
tremava violentemente, il dolore che l’invadeva ad ondate,
così come il freddo
intenso e pungente.
“Grazie,
Padfoot.”disse James, tetro, mentre osservava il figlio.
Era
cereo e tremava.
Sembrava
sul punto di svenire.
“Portiamolo
a casa prima che gli venga un accidenti.”ordinò
Sirius, prendendo in mano la
situazione.
“Non
s’è fatto male nessuno? Stanno tutti
bene?”
Keira
era isterica.
Camminava
su e giù e riempiva James, Sirius ed un congelato Remus di
domande.
“L’Ordine
e gli Auror sono intervenuti subito. Parecchi Mangiamorte sono morti.
Anche io
e Sirius ne abbiamo uccisi due. Stavano per ammazzare
Harry.”rispose James,
tetro.
Non
gli piaceva molto uccidere, ma quando aveva visto il Mangiamorte
puntare la
bacchetta contro Harry, aveva agito d’istinto e
così anche Sirius.
“Harry?
È ferito?”chiese Remus che era intervenuto con
l’Ordine, rispondendo al
Patronus di James.
“L’hanno
torturato con la Cruciatus, Moony.”disse James, atono e Remus
sgranò gli occhi.
“E’ quasi svenuto dal dolore…”
“E
dov’è? L’avete portato al San Mungo
o…”
“E’
con Lily…e Piton.”
Questo
fece sgranare ancora di più gli occhi al lupo mannaro.
“Che…”
“Gli
stanno preparando una pozione per calmare il dolore ed il freddo.
È quasi morto
congelato là fuori.”spiegò Sirius.
“Io
vado a vedere come sta.”
James
quasi si smaterializzò nella camera di Harry, trovandolo
imbacuccato nelle
coperte, il viso pallido, gli occhi chiusi.
Il
respiro era tornato normale, mentre prima era affannoso ed agitato.
Piton
e Lily stavano parlando a bassa voce, ma Piton tacque vedendo James
sulla
soglia.
“Gli
ingredienti li ho trascritti qui, Lily. Io vado.” E si
smaterializzò.
“Continuo
a non stargli simpatico.”commentò James.
“Neanche
tu l’adori.”commentò lei, asciutta.
James
sedette sul bordo del letto di Harry e gli sfiorò il viso
con una mano.
Non
era più freddo come il ghiaccio, ora.
“Sta
meglio.”
“Poteva
morire. Se non fossi arrivato in tempo, se…non lo so, Lily.
Ora Harry sarebbe…”
La
voce s’incrinò e James sentì la morsa
al petto farsi più forte.
“Hanno
provato a fargli del male perché sono pazzi,
perché pensano di vendicare
Voldemort così. Non è colpa tua.
Tu
e Sirius l’avete difeso e tu gli hai salvato la vita evitando
che la
maledizione lo colpisse.”
James
annuì, distrattamente, ma il movimento della testa gli
ricordò il bernoccolo
che aveva sul capo.
“Hai
preso una bella botta, vero?”rise dolcemente Lily.
“Mi
hanno colto di sorpresa.”
“Non
puoi sempre tenere d’occhio ogni cosa, James
Potter.”
Lily
lo baciò dolcemente sulle labbra e James annegò
nel suo sapore, inebriandosi
del suo profumo.
La
prese tra le braccia, affondando le mani tra i capelli, prima di
staccarsi da
lei e fissare con amore il figlio addormentato.
“Resto
io accanto a lui stanotte.”mormorò, quando Lily
l’avvertì che sarebbe andata a
dormire.
“Sta
bene. Ha solo bisogno di riposo.”
“Lo
so. Voglio solo prendermi cura di lui ancora un
po’.”mormorò e Lily guardò il
marito sfiorare la mano di Harry prima di stringerla e sussurrargli che
ora
sarebbe andato tutto bene.
“Sto
bene.”
Harry
rise di fronte allo sguardo preoccupato del padre.
S’era
risvegliato solo nel tardo pomeriggio, ritrovandosi accanto suo padre,
apprensivo.
Ricordava
la battaglia, la tortura e poi i suoi pensieri si facevano confusi.
Sirius
gli aveva raccontato di come suo padre era intervenuto per impedire che
un
Mangiamorte l’uccidesse e come lui e l’amico ne
avevano fatti fuori due.
Harry
aveva ancora qualche linea di febbre ed ascoltava il racconto di
Sirius, che
aveva reso tutto ancora più interessante, straparlando e
soffermandosi su
particolari inesistenti…
“Sirius!
Non stai scrivendo un romanzo!”sbuffò James quando
Sirius attaccò con:
“Era
un pomeriggio freddo e il cielo minacciava neve,
quando…”
Sirius
rise, la sua risata simile ad un latrato e si rotolò sul
letto di Harry, le
mani sulla pancia.
“Ahahahah…”
“Ma
che gli è preso?”chiese Harry.
“E’
impazzito. L’abbiamo perso. Mi dispiace, abbiamo fatto di
tutto per salvarlo.”
James
assunse un’aria contrita che fece ululare Sirius dalle risate
e fece ridere
Harry.
Solo
James si sforzò di non scoppiare a ridere anche lui, ma la
visione del suo
migliore amico, ormai in coma dalle risate, era stupenda.
“Comunque
credo che sia l’effetto della pozione che ha preparato
Keira.”
Harry
lo guardò, interrogativo.
“Ha
provato a preparare una pozione calmante perché Sirius aveva
i nervi a fior di
pelle per l’attacco a Diagon Alley…ma credo ci
abbia messo troppa coda di rospo
e Sirius è impazzito.”
“Ecco
l’antidoto.”
Lily
entrò in camera e porse a Sirius una tazza fumante.
Ci
volle un po’ per fargliela bere, evitando che si soffocasse
con le sue stupide
risa.
“Meglio
evitare che Keira faccia altre pozioni in futuro!”
“Mi
dispiace!”
Keira
entrò nella stanza ed in un attimo il letto di Harry fu
invaso da Lily, James,
Sirius e Keira.
“Beh,
non potrai essere peggio di Remus.”
James
e Sirius rabbrividirono al pensiero e Lily rise.
Lily
s’appoggiò alla spalliera del letto ed
abbracciò Harry, accarezzandogli i
capelli.
“Ho
davvero temuto di perderti ieri.”sussurrò e tutti
notarono che aveva la voce
rotta dal pianto.
“Mamma…”
“Lily…”
James
abbracciò entrambi, stringendoli forte al cuore.
Lily
notò come il cuore del marito battesse fortissimo.
Harry
arrossì, lanciando uno sguardo disperato a Sirius che
però stava parlando con
Keira e si stava riprendendo dall’ultima pozione della sua
fidanzata.
“Ehm…”
“Scusa,
ti stiamo mettendo in imbarazzo!”
James lasciò andare Harry e rise.
“Solo
un pò.”ammise, ridendo.
Lily
continuò a stringerlo.
“Lily?”chiese
James, come per invitarla a lasciare andare Harry.
“La
mamma può restare.”indovinò Keira con
un sorriso e James si mostrò offeso.
“D’accordo.
Lily resta. Vado a preparare la cena. Sirius,
Keira…fuori!”ordinò e Keira
salutò Harry con un bacio sulla guancia, prima di andarsene,
seguita da Sirius
che ghignò di fronte all’espressione gelosa di
James.
“Papà?”chiamò
Harry di colpo.
S’era
appena ricordato di una cosa che doveva assolutamente dirgli.
James
si voltò, già alla porta.
“Dimmi.”
“Grazie
per avermi salvato la vita.”
“Anche
Sirius l’ha fatto.”
“Lo
so. Ma sei stato tu quello a proteggermi dalla maledizione. Sirius mi
ha detto
che mi hai afferrato prima che mi colpisse.
Quindi…grazie.”
Harry
era imbarazzato e vide il padre arrossire.
“Di
nulla, tesoro.”
Lo
baciò sulla fronte, prima di uscire, il cuore leggero come
non mai.
“HARRY!”
Harry
fece un balzo riconoscendo la voce di Ginny.
Sotto
l’aria divertita del padre scattò in piedi e corse
all’ingresso dove Ginny,
Ron, Hermione e la famiglia Weasley al completo lo chiamavano.
“Ehi…”
Abbracciò
la sua fidanzata, concedendosi un lungo bacio, annegando nel suo sapore
ed
odore, finché non sentì Sirius schiarirsi la voce
e trattenere una risata.
“Ok.
Pomiciate dopo.”annunciò, facendo entrare gli
altri.
Harry
lo fulminò con un’occhiataccia, ricevendo in
cambio un ghigno.
Fu
subito circondato dai suoi amici che lo riempirono di domande.
“Cos’è
successo?”
Fred
e George.
“Chi
erano?”
Fleur e Bill.
“Stai bene, Harry caro?”
Molly.
“Sirius
ci ha detto dei Mangiamorte!”
Charlie.
“Sicuro
di stare bene?”
Percy
ed Arthur.
“Abbiamo
temuto il peggio, quando abbiamo sentito
dell’attacco!”
Hermione.
“Miseriaccia,
Harry! Ci hai fatto prendere un colpo!”
Ovviamente
questo era Ron.
“Sta
benissimo. Ma così lo soffocate!”gridò
James dal soggiorno.
“E
con il fatto che Prongs ci ha quasi rimesso la pelle per salvarlo,
evitate di
ucciderlo.”ghignò Sirius.
“Non
ci ho rimesso la pelle!”
“Ma
va’! Ma se per poco non la beccavi tu la maledizione nel
tentativo di salvare
Harry?”
“STO
BENE!”
“FINITELA
DI URLARE O VI SCHIANTO TUTTI E DUE, CHIARO?”urlò
Keira dalla cucina.
“La
tua ragazza è isterica.”commentò James
e Sirius rise.
“NON
SONO ISTERICA!”
“E
PERCHE’ STAI URLANDO?”
“PERCHE’
STATE FACENDO RUMORE!”
“SMETTETELA,
TUTTI E TRE!”
Stavolta
fu Lily ad urlare.
“F-fanno
sempre così?”chiese Ron, guardando Harry che non
rispose.
Davvero
suo padre aveva rischiato la vita per salvare la sua?
Non
s’era reso conto del pericolo od aveva agito consapevolmente?
“Harry…”lo
chiamò James, piano.
Harry
si guardò intorno.
Era
rimasto da solo nell’ingresso, mentre gli altri stavano
sfoderando bacchetta e
fantasia per addobbare la casa, dato che quel giorno era la vigilia di
Natale.
Harry
si riscosse.
“Tutto
bene? Avevi una faccia…”
“Sto
bene. Solo non mi piace il fatto che tu ti sia messo in mezzo per
proteggermi.
Se ti avessero colpito?”
“Sirius
e la sua boccaccia.”commentò James.
“Papà…”disse,
perentorio.
“Ho
agito d’istinto. Non volevo farti preoccupare, per questo non
ho detto nulla.
Ti prometto che starò più attento. Ora aiutami ad
addobbare l’albero.”
“Wow!
Keira! Sei enorme!”
“Hai
sempre molto tatto, Ron, eh?”ghignò Sirius.
“Ma
no! Intendevo…”
Ron
balbettò qualcosa ed arrossì furiosamente.
“Dai,
ha ragione. Ci sono minimo cinque gemelli lì
dentro.”rise James ed evitò una
pallina che Keira gli lanciò.
Sfortunatamente
la seconda lo beccò in fronte.
Harry
e Lily si tapparono la bocca per evitare di ridere e Sirius e Remus si
finsero
molto concentrati sull’albero.
“James,
ti uccido.”
“La
senti tu Lily, dopo.”
“Lily,
posso?”
“Certo,
cara.”rispose lei, come se le avesse chiesto in prestito un
rossetto e sorrise.
“LILY!”
Tutti
scoppiarono a ridere.
Stavano
attorniando l’albero e lo stavano decorando.
Lily
li aveva obbligati ad usare le mani, invece della magia.
Era
molto più babbana la faccenda ed Arthur era stato
contentissimo di farlo,
bombardando Lily di domande sulla vita babbana, dato che lei aveva
avuto due
genitori babbani.
“E’
il primo Natale decente da un secolo.”ammise Sirius.
“Concordo.”fece
Remus, mentre, con il figlio in braccio, appendeva le palline colorate.
Teddy
rideva e sorrideva felice, tutto preso dai colori natalizi e dalle
palline
colorate.
“Dai,
ammettetelo che vi mancavo io!”s’intromise James,
ridendo.
“Già,
tu, Lily, Sirius era ad Azkaban od in fuga…è
sempre stato un Natale
splendido.”ghignò Remus.
“Concordo.”
“L’ultimo
Natale che passammo qui, ve lo ricordate? C’erano tutti i
Malandrini.”fece
James, pensoso e Sirius e Remus notarono come stesse accuratamente
evitando di
dire il nome di colui che aveva portato lui e sua moglie alla morte.
Minus.
“Già.
Ricordo che Harry era così emozionato che fece levitare
tutte le palline
dell’albero!”
James
scoppiò a ridere.
“Vero.
E si divertiva con gli sbuffi colorati che tu, Remus, facevi uscire
dalla
bacchetta.”
Lo
sguardo di James era tenero.
“Quest’anno
il piccolo di casa sarà Teddy. E l’anno prossimo
tua figlia, Sirius.”
“Perché
tutti voi siete convinti che sia una femmina e non un
maschio?”
“Perché
dopo Harry e Teddy ci vuole una bella femminuccia.
E
non dire che non la vorresti anche tu, perché ti ci vedo a
viziare la tua
bambina e trattarla come una principessa.”disse James e
Sirius arrossì,
evitando il loro sguardo indagatore.
“Concordo!
Inoltre Lily impazzirebbe di gioia.”continuò Remus.
“Perché
non la fai tu la femminuccia?”
Sirius guardò James che rise.
“No,
mi basta Harry, grazie.”ammise, sincero.
“Ora,
però, voglio una foto con i miei
Malandrini.”pretese, porgendo la propria macchina fotografica
a Lily.
James
cinse il collo di Sirius e Remus e guardò
l’obiettivo, ridendo come non mai.
Era
finalmente sereno.
La
serata era andata nel migliore dei modi ed avevano festeggiato insieme
la
vigilia, programmando di trascorrere il Natale a casa di Remus e Tonks
con
tutti gli altri.
Perfino
Piton, con la sua fiamma Ashley, sarebbero passati per un saluto.
Harry
era tranquillo.
Dopo
la reclusione forzata, si sentiva più libero e sicuro.
Aveva
trascorso tutta la serata abbracciando Ginny, chiacchierando con lei,
baciandola…
Le
era mancata moltissimo, soprattutto nei momenti in cui temeva di morire
per davvero
a causa di una ripicca dei Mangiamorte.
Lei
sfiorava con delicatezza il ciondolo che lui le aveva regalato e
sorrideva,
felice.
Anche
Ron ed Hermione sembravano persi nel loro mondo ed Harry
notò con un sorrisetto
che, dopo la visita ai genitori di lei (che non era andata tanto
disastrosamente, nonostante Ron fosse stato perennemente in imbarazzo e
balbuziente), erano ancora più affiatati.
Ci
avevano messo un po’ per decidersi a stare insieme, ma ora
erano inseparabili.
Come
Lily e James.
Harry
posò lo sguardo su i suoi genitori.
Li
vedeva stuzzicarsi, ridere come due scemi, abbracciarsi, baciarsi o
semplicemente guardarsi.
Harry
vedeva che erano l’uno il mondo dell’altro e le
loro foto di anni prima
confermavano lo stesso amore che vedeva davanti ai suoi occhi, solo
molto più
forte e vivo.
“No!
Mollami! Sirius! Aiuto!”
Harry
chiamò il padrino che s’affacciò dal
salotto, notando Harry e James che
s’azzuffavano come due idioti, sul pavimento.
“James,
smettila di torturare Harry!”
“Ma
è lui che non vuole farsi le foto!”
Sirius
sentì Harry, ridere.
James
aveva tormentato tutti con la storia delle foto, come se volesse
recuperare le
foto che non aveva potuto fare in 17 anni, in una sola sera.
Sirius
gli aveva dato corda, finché non era crollato esausto in
salotto accanto a
Keira.
In
salotto erano riuniti tutti gli “adulti”: Lily,
Remus, Tonks, Sirius, Keira e
Dumbledore.
I
ragazzi erano andati fuori a giocare a palle di neve od erano rimasti
con le
loro fidanzate.
Ed
ora Harry era appena ritornato in casa, finendo nell’agguato
di James, dato che
Ginny, Hermione e gli altri erano andati a casa a dormire.
Era
tardissimo.
“Ma
cosa succede tra Harry e James?”chiese il preside
innocentemente.
“S’azzuffano.”
Keira
alzò le spalle e sbirciò dalla porta che dava
sull’ingresso dove James ed Harry
si rotolavano per terra, tra proteste e risate.
“SIRIUS!”
“Vado
a recuperare il mio figlioccio prima che James lo
uccida.”annunciò alla fine,
con una risata simile ad un latrato.
Non
aveva previsto, però, di rimanere coinvolto anche lui nella
sottospecie di
rissa che avevano iniziato quei due…
“Famiglia
Potter! Pretendo una foto e non voglio sentire storie!”
James
quasi prese Harry di peso e lo trascinò verso il divano,
dove atterrò accanto a
Lily, che rideva.
“Sirius?”
“Ed
io che c’entro?”
“Tu
sei un Potter acquisito, idiota, sei della famiglia, lo sai! E sei mio
fratello. Muoviti! Tonks, scatta la foto prima che Sirius
scappi!”
Harry
vide lo sguardo imbarazzato e soddisfatto del suo padrino, quando James
parlò
di “mio fratello” “famiglia”.
Vide
James cingergli il collo con un braccio, in un buffo tentativo di
strozzarlo,
mentre Sirius rideva, James scompigliava i capelli di Harry e Lily
sorrideva,
felice e radiosa come non mai e salutava con la mano.
“Questa
dobbiamo ingrandirla e metterla sul camino, accanto a quella di voi
tre.”
Lily
indicò James, Sirius e Remus ed Harry sorrise nel vederli
tutti così radiosi.
Se
non c’era limite al dolore, non c’era limite
neanche alla felicità.
Ed
Harry se ne rese conto il giorno dopo, a Natale, quando un grido lo
svegliò di
colpo.
Scattò
in piedi, afferrando la bacchetta e correndo giù in salotto,
preso dal panico.
Lì
vide Keira inginocchiata sul pavimento, il pancione ben visibile, con
una
lettera tra le mani.
Aveva
urlato, ma sembrava stare bene.
“Chi
ha urlato? Chi ci ha attaccato? State tutti bene?”
Un
James Potter agitatissimo giunse in salotto, la bacchetta puntata.
Keira
scoppiò a ridere, le lacrime agli occhi.
“E
se ipoteticamente ci avessero attaccati, tu li avresti affrontati
così?”
Solo
allora Harry si soffermò a guardare il padre.
Indossava
un pigiama rosso ed oro con dei boccini, aveva i capelli sparati da
tutte le
parti…beh, più del solito e gli occhiali storti
sul naso.
Harry
s’unì a Keira nelle risate che svegliarono Sirius
e Lily, se l’urlo non l’aveva
già fatto.
“Oh
Merlino, Jamie! Li volevi affrontare così i Mangiamorte?
Ahahahahaha!”
Keira
era ormai stesa sul tappeto, gli occhi pieni di lacrime, reggendosi la
pancia
dal gran ridere.
Anche
Lily e Sirius si unirono a lei.
“Non
sei divertente! Non ho pensato di mettermi in tiro!
Credevo…Insomma, perché hai
urlato?”
“Morgana!
Lily, ce lo vedi a lottare contro Voldemort in pigiama così?
O contro Malfoy?
Ahahahahah!”
James
sedette sul divano, affranto, ma poi fu coinvolto anche lui dalle risa
e si
rese conto che, effettivamente, era ridicolo vestito in quel modo.
“Credo
che Voldemort sarebbe scappato nel vederlo
così!”rise Harry.
Stavolta
pensare a Voldemort e suo padre non gli provocò un dolore al
cuore come al
solito.
Voldemort
era morto.
James
Potter era vivo
ed ora stava ridendo, arrossendo.
“Perché
urlavi?”domandò Sirius.
Solo
allora Keira si ricordò della lettera.
“E’
una bambina.”disse, asciugandosi gli occhi colmi di lacrime,
stavolta anche di
commozione.
Sirius
s’immobilizzò e la guardò, stupito.
“Bambina?”
“Sì!
Aspettiamo una femminuccia, Sirius!”
Sirius
rimase per un attimo sconcertato, prima che sul suo volto
s’aprisse un sorriso
radioso.
Si
inginocchiò sul pavimento accanto a Keira e la
baciò con tanta passione da mozzarle
il fiato e James ridendo, coprì gli occhi del figlio.
“Ehi!
Ci sono bambini qui!”avvisò, beccandosi una
gomitata scherzosa da parte del
figlio.
Sirius
si staccò da Keira e sorrise, gli occhi un po’
lucidi.
“Ok.
Volevo essere io a farti una sorpresa,
ma…d’accordo. Va benissimo anche
così!”
Sirius
appellò a sé un piccolo pacchetto che porse a
Keira.
James
che già sapeva il suo contenuto sorrise, mentre Lily e Harry
lo guardavano,
interrogativi.
Anche
Keira era stupita.
Aprì
lentamente il pacchetto e vide una piccola scatolina.
Sollevò
il coperchio con mani tremanti, intuendo cosa ci fosse dentro e vide
l’anello
più bello che avesse mai visto.
Era
d’oro bianco ed aveva un grosso zaffiro al centro, dello
stesso colore dei suoi
occhi.
“Keira
Sanderson, madre di mia figlia, vorresti sposarmi?”disse
Sirius in un attacco
di romanticismo.
Attacco
più unico che raro, tanto che James si ripromise di segnarsi
la frase per
rinfacciargli quanto fosse stato sdolcinato (tralasciando, ovviamente,
il fatto
che era smielato anche lui quando stava con Lily!).
Keira
tremava dall’emozione e gridò di sì,
gettandogli le braccia attorno al collo,
in un bizzarro abbraccio/strangolamento.
E
questo scatenò la risata di tutti, ancora una volta.
“JAMES,
SEI IL MIO TESTIMONE!”urlò Sirius, nello stesso
istante in cui Keira urlò:
“LILY, SEI LA MIA TESTIMONE!”
Angolo dell'autrice:
Grazie grazie grazie! Grazie a danyazzurra, bulmettina, Brando,
GrifondoroBlack, soniacristina1989 e MartuZZa97 per aver recensito e
per chi ha inserito la mia storia tra le preferite o seguite! GRAZIE
Ecco a voi un altro capitolo della mia storia e spero via piaccia!
Avevo inizialmente pensato di inserire un altro cattivo, ma poi sarebbe
stata lunghissima la faccenda e francamente non sarei stata in grado di
gestirla tra università, compiti etc!
Spero che comunque vi piaccia!
Ho immaginato che la ginecologa di Keira avesse spedito la lettera con
il sesso della bambina, perdonatemi l'invenzione...ma non fidatevi
troppo del numero...
Un bacione ed a presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 39 *** Ancora novità in rosa, nomi da scegliere e frenesia contagiosa ***
Lily
si premurò di far sviluppare le foto ed appenderle in giro
per la casa.
C’era
perfino James con il suo ridicolo costume, che aveva acconsentito, suo
malgrado, a farsi una foto.
Poi
c’era una Keira al settimo cielo, tra le braccia di Sirius,
che mostrava, ridendo, la lettera e l’anello al dito.
La
foto della famiglia Potter, con e senza Keira, Keira e Tonks
abbracciate che ridevano, i capelli rosa di Tonks che purtroppo non
erano visibili nella foto, Harry e James che ridevano mentre aprivano
il cracker di Natale, Sirius e Remus che avevano iniziato a lanciarsi
molliche di pane verso la fine del pranzo di Natale, Teddy tra le
braccia di Harry, il suo padrino, Harry con Ron, Hermione e
Ginny…
Tutte
le foto abbellivano casa Potter che sembrava più radiosa che
mai.
“Sapevo
che sarebbe stata femmina.”
Tonks
era soddisfatta.
“Bill,
dieci galeoni.”annunciò e Bill le passò
i soldi, suo malgrado.
“Avete
scommesso sul sesso di mia figlia?”chiese Sirius e tutti lo
guardarono, sorridendo affettuosamente quando disse “mia
figlia”. “E smettetela di guardarmi
così!”
“Sei
sereno.”disse Molly. “Niente più
depressione acuta.”
Tutti
risero.
“Sono
sereno, è vero. Aspetto una figlia, mio fratello e sua
moglie sono vivi e vegeti e sono libero come un uccel di bosco. Avete
davvero scommesso?”
“Oh,
sì! Anche se tutti sapevamo che sarebbe stata femmina. Solo
tu ti ostinavi a credere che potesse essere un maschio!”rise
Remus.
Tutti
risero.
“Come
la chiamerete?”chiese Ginny, seduta accanto ad Harry.
“Non
lo so.”ammise Keira.
“Andiamo!
E tutti i nomi che hai tirato fuori in questi mesi? La volevi chiamare
Esmeralda!”fece James.
“No,
era Ermenegilda.”
“Ti
disconosco se la chiami così!”fece Sirius,
puntandole il dito contro che lei mordicchiò, ridendo.
“Caroline Black? Elizabeth Black? Isobel?”
“Se
la chiami Isobel, il soprannome potrebbe essere Bella,
ricordi?”intervenne Lily e Sirius rabbrividì
insieme a Keira.
“Adoro
Esmeralda!”annunciò. “Tutto ma non
Bella!”
“Concordo.”
“Abby? Amber? Holly? Alyssa? Winona? Kelly?”
“Hai
intenzione di dire tutti i nomi che conosci?”rise Hermione e
Keira annuì.
“Ok.
Keira, facciamo così. Vai in camera tua e di Sirius e ti
chiudiamo lì. Così puoi elencare tutti i nomi del
mondo. Poi quando sarai rinsavita ti faremo uscire.”disse
James, serio e tutti risero, tranne Keira.
“Potter,
ti affatturo.”
“Quella
era una battuta di Lily.”rise James, passandosi una mano tra
i capelli.
Lily
rise.
“Una
tua battuta?”chiese Molly.
“Quando
James mi chiedeva di uscire.”rispose lei.
“Sì,
era “Potter, ti affatturo”, “Preferirei
uscire con la piovra gigante”, “Uscirò
con te quando nevicherà nel Sahara”,
“Potter, se non la finisci ti ritrovi nei sotterranei appeso
per la caviglia”, “Uscirò con te quando
Dumbledore si vestirà da hippie ed inizierà a
distribuire fiori”…”
“E
James mi ha davvero chiesto di farlo.”intervenne il diretto
interessato e tutti risero come non mai.
Harry
aveva le lacrime agli occhi.
“Beh,
sei matto abbastanza!”
“James!”lo
rimproverò Molly.
“Cosa?
È mio padre, lo prendo sempre in giro!”
“Tuo
padre?”chiese Arthur.
Seguì
una breve spiegazione ed alla fine di questa, Fred esclamò:
“Ecco
perché Harry era il cocco di Dumbledore! Senza offesa,
Harry!”
“Harry
è il cocco perché è
adorabile!”lo prese in giro Sirius ed Harry lo
fulminò con lo sguardo.
“Ma
voi due non andavate d’accordo ad Hogwarts,
quindi?”chiese Hermione, guardando Lily e James.
S’era
sempre immaginata la loro coppia come perfetta, il loro amore come
amore a prima vista…
“James
era un idiota.”
“Lily
una so-tutto-io.”
“Ah,
l’amour!”fece Sirius melodrammatico e risero.
“Anche
Sirius era un cretino.”aggiunse Lily.
“Ehi,
tenetemi fuori da questa storia, Romeo e Giulietta! No…mi
serve un paragone più calzante…”disse
poi.
“Sì,
non si sopportavano. Poi James ha finito di fare l’idiota e
Lily s’è resa conto di essere innamorata di lui.
Questo dopo 6 anni di torture psicologiche cui James ha sottoposto noi
Malandrini.”spiegò Remus e Sirius rise, mentre
James arrossiva.
“Sì,
era da suicidio stare in camera con lui! Frank si sarebbe buttato dalla
torre.”disse Sirius, accennando a Frank Paciock.
“Già.
James era un tormento!”disse Lily.
“Ehi!”protestò
il marito.
“Ho
detto eri.”
“Io
direi “è”.”rise Sirius.
“Zitto
tu! Brutto cagnaccio!”
“Zitto,
Bambi!”
Harry,
Lily, Remus e Keira stavano quasi soffocando dalle risate.
Gli
altri non erano abituati ai loro battibecchi come loro ed i Weasley non
sapevano, tranne Ginny, che James era un Animagus, quindi non capirono
chi fosse Bambi e cosa c’entrasse con James.
“Voi
siete matti!”rise Ron.
“Ron!”lo
sgridò sua madre.
“E’
vero!”
“Comunque
resti un idiota.”concluse Sirius, ridendo.
“Anche
tu, barboncino dei miei stivali!”
“Non
sono un barboncino!”
“Sei
tenero come uno di loro, però!”lo
provocò Keira e James ululò dalle risate,
beccandosi un pugno sulla spalla da un risentito Sirius che ora
guardava poco “barboncinamente” James e Keira.
“Ed
io non sono Bambi!”
“Chi
è Bambi?”chiese Ron allora ed Hermione
alzò gli occhi al cielo.
“E’
un cervo di un cartone animato babbano.”
“Un
cart…che?”
“Già.
Lily si metteva a piangere appena
iniziava.”ricordò Keira.
“E’
un cartone triste!”fece lei, i lunghi capelli rossi legati in
una coda alta che le scendeva lungo la schiena.
James
rimase imbambolato a guardarla prima di baciarla sulla fronte,
dolcemente, cogliendola di sorpresa.
“Questo
perché?”
“Perché
la mamma di Bambi, cioè tu, è sana e
salva.”
“Certo
che fai dei collegamenti strani.”
“Oh,
non c’entrava il fatto che lo vedevi dopo aver saputo della
Profezia?”bisbigliò lui, facendosi solo sentire da
lei.
Non
voleva intristire nessun altro.
“Sì.
Vero. Avevo paura di perdere Harry ed è successo.”
“Ma
ora è qui, Lily. Harry è qui.”
Le
voltò il viso in modo che vedesse il loro figlio, ridere e
scherzare con Sirius e Remus.
“E
non avrà avuto direttamente il nostro amore, ma
quest’amore gli ha dato la vita e la forza per andare avanti.
E lui sta bene. Stiamo bene tutti ora.”
Lily
annuì e si strinse a lui, affondando il viso contro la sua
spalla.
La
tristezza l’aveva travolta, pensando a tutti i Natali e bei
momenti che non aveva potuto passare con Harry.
Abbracciò
il marito, che la strinse forte al cuore e le carezzò i
capelli, baciandola piano sulla fronte e sul viso.
“Sei
un’ottima madre, Lily.”
“E
tu un ottimo padre.”
“Tutto
bene, voi due?”chiese Harry, guardandoli in quel momento.
Sua
madre aveva gli occhi lucidi.
“Mamma…è
successo qualcosa?”
“No.
Stiamo bene. Solo un attimo di tristezza.”
Harry
le si sporse verso di lei e Lily l’abbracciò
stretto.
Il
figlio le carezzò la schiena, sorridendo.
“Sono
solo contenta che tu stia bene.”disse, mentre James arruffava
i capelli di Harry e lui esclamava un esasperato e divertito:
“Papà!”
Non
credeva sarebbe mai riuscito ad avere quello che stava avendo in quel
momento.
Aveva
una vera famiglia, la sua.
Aveva
compreso il significato di quella parola solo con i Weasley e con
l’avere accanto Sirius, ma ora capiva che quello che stava
avendo era molto meglio.
Sirius,
Keira, Remus e Tonks ridevano e scherzavano allegri, così
come il resto dei convitati, lui e Ginny s’amavano e Ron ed
Hermione erano felici insieme, Sirius e Keira si sarebbero sposati ed
avrebbero avuto una bambina, i suoi genitori lo stringevano in un forte
abbraccio, mentre James gli arruffava i capelli, già sparati
in tutte le direzioni per conto loro, come se avessero una vita propria.
E
capì in quel momento che andava tutto bene.
Sarebbe
andato sempre tutto bene.
James
si smaterializzò in casa, coperto di neve e con il fiatone,
facendo sobbalzare Keira che stava leggendo un libro in cucina.
“Ehi!
Tutto bene?”
“Sì!
Dov’è Harry?”
“Con
Ginny in camera. E non credo stiano giocando a Gobbiglie.”
James
arrossì, lasciandosi cadere sulla sedia.
Ecco,
quello non se l’aspettava. O meglio, sì,
ma…
“Che
hai?”
“Domani
iniziano i corsi per gli aspiranti Auror. Sono passato dai Weasley per
avvertire Ron ed Hermione…Hermione s’è
trasferita lì, sai? E comunque ho detto loro di avvertire
Neville, perché so che vorrebbe fare il lavoro di Frank ed
Alice e…”
“Jamie.
Respira.”
“Scusa.
Hai ragione.”
James
si passò una mano tra i capelli per l’ennesima
volta e Keira sbuffò, chiudendo il suo libro.
“Ti
cadranno tutti i capelli se continui così.”disse e
James la guardò inorridito, le mani ora ferme.
“Sirius
e Lily?”chiese poi.
“Avevano
il turno con altri due Auror. Sai che il capo sezione Nortinghton ha
chiesto a Moody di aiutarlo con i nuovi arrivati?”
“Moody
non era in pensione?”
“Lo
è. Ma ci sono così tanti nuovi arrivati che hanno
inoltrato la domanda al Ministero che ha ritenuto opportuno creare
gruppi ed assegnare un Auror esperto che insegnasse ai ragazzi un
po’ le basi. Non vorrei essere nel gruppo di Moody.
Mai.”
“Ci
sei stato.”
“Vent’anni
fa. E mi basta. È troppo…”
“Rigido?
Severo?”
“Non
ne hai idea. È un genio, ma vede pericoli ovunque ed
è troppo rigido. Non vorrei che Harry capitasse nel suo
gruppo.”
“Papino
protettivo.”
“Zitta,
tu!”
“In
ogni caso, vedi di non mettere Harry in imbarazzo.”
“Dove?
Al Ministero?”
“No,
qui. Per Ginny…”
“Oh,
starò zitto! Sai che non lo farei!”
“Domani?
Il 16 gennaio?”
“Già.
Dovete venire al Ministero, secondo livello, Quartier Generale degli
Auror e lì verrete divisi in gruppi ed assegnati ad un Auror
che vi spiegherà il percorso.”spiegò
Sirius, infilzando una patata.
“Spero
che tu non finisca nel gruppo con Moody.”fece James.
“Perché?”
Harry
passò lo sguardo da sua madre, suo padre e Sirius.
“Che
ha che non va?”
“Tuo
padre è terrorizzato da Malocchio. O meglio.
Era.”rise Lily e James la fulminò con lo sguardo.
“Non
ero terrorizzato!”
“Ma
se hai fatto un balzo quando ha urlato “Vigilanza
Costante”! Ahahahahaha!”
“Non
è vero!”
“James…è
vero.”
Anche
Lily s’unì alle risa e Keira soffocò
quasi nel suo piatto, il viso poggiato sul tavolo.
“Ma
che Gryffindor sei? Ti fai spaventare da Malocchio? Ahahahah!”
Harry
vide suo padre arrossire.
“Beh,
Malocchio è un po’ spaventoso a volta,
ma…James! Ahahaha!”
James
spinse la sedia di Sirius a terra, facendolo ruzzolare sul pavimento,
ma Sirius non smise neanche in quel momento di ridere.
“Oh,
Merlino! James, sei uno stronzo!”e continuò a
ridere.
“Ok,
basta! Finitela! Harry, vuoi che ti accompagniamo?”
Harry
era l’unico che non era scoppiato a ridere, per non
imbarazzare James, anche se trovava la cosa molto divertente.
“No,
vado con Ron, Hermione e Neville. È alle 10, vero?”
“Sì.
10.”
“Oh,
andiamo, Jamie! Non prendertela per la faccenda di
Malocchio..”disse Keira.
“VIGILANZA
COSTANTE!”urlò Sirius d’un tratto e
tutti sobbalzarono.
“Accidenti!
Volevo che saltasse dalla sedia solo James!”
“Sir…”
“Sì,
caro?”fece lui, angelico.
“Corri!”
Harry
si guardava intorno. Il Quartier Generale degli Auror occupava quasi un
intero piano e c’era stato altre volte per trovare Sirius e
suo padre.
Ma
ora lui, Ron ed Hermione e circa una trentina di ragazzi, si stavano
guardando intorno come spauriti.
Cosa
dovevano fare?
Harry
riconobbe nel gruppo Dean Thomas, Seamus Finnigan, Alicia Spinnet,
Katie Bell, Hannah Abbott e molti ragazzi che conosceva.
“Siete
del corso Auror? I nuovi allievi? Dovete andare nella stanza 117, in
fondo a corridoio.”
Una
voce burbera, appartenente ad un uomo sulla sessantina,
indicò loro la stanza.
Era
come la stanza che usavano per le esercitazioni dell’ES,
durante il loro quinto anno.
Spaziosa,
luminosa, piena di libri, puff morbidi…
Ma
dov’era l’Auror del loro gruppo?
“Secondo
me, Nortinghton è impazzito! Che ci dovrei fare io con dei
ragazzini?”
“Evitare
che si uccidano a vicenda?”
James guardò Sirius che rise.
“Prongs,
sono ragazzini! Devi solo dire loro cosa significa essere Auror,
spiegare un po’ il corso ed i duelli. È
facile.”
“Parli
facile tu! Nessuno ti ha assegnato un gruppo da
gestire!”esclamò. “Saggiamente,
aggiungerei!”
“Ehi!
Sono scalmanato quanto te, idiota.”
“Sì,
certo…la 117 è questa.”
James
aprì la porta ritrovandosi addosso 30 paia di occhi.
“Immagina
che sia una partita di Quidditch. Solo con molta meno
gente.”bisbigliò Sirius, palesemente divertito
all’imbarazzo dell’amico.
Harry
sgranò gli occhi quando li vide entrare.
Anche
loro erano Auror e non aveva proprio preventivato che potessero gestire
loro il corso.
Sirius
attraversò la stanza a grandi falcate, attirando gli sguardi
di tutte le ragazze, adoranti.
Harry
vide che anche Hermione gli lanciava un’occhiata e rise tra
sé.
Sirius
era il solito.
Solo
allora Sirius s’accorse di lui.
“Ehi!
Ciao, non credevo facessi parte di questo gruppo!”
Sirius
gli sorrise, gli occhi che brillavano, prima di andare a sprofondare in
un puff.
“Sei
tu il nostro “professore”?”
“No,
lui è il tuo professore!”
Harry
seguì lo sguardo di Sirius e vide suo padre, ancora sulla
soglia.
“Salve,
ragazzi.”
James
sorrise al figlio, un po’ meno impacciato ora, ed a Ron,
Hermione e Neville.
Trenta
paia di occhi lo fissavano e si levarono mormorii.
Parecchi
guardavano lui e Sirius.
Probabilmente
perché era diffusa la loro vicenda di Resuscitati.
James
sospirò tra sé.
“Mi
hanno assegnato al vostro gruppo ed il mio compito è quello
di istruirvi sul lavoro degli Auror. Sapete già, immagino,
cosa fanno esattamente gli Auror, cioè combattere i Maghi
oscuri ed i loro seguaci. Il corso degli Auror è molto
rigido e tende a selezionare coloro che sono in grado di combattere nel
migliore dei modi, in situazioni rischiose.
Ci
saranno vari test per verificare la vostra bravura sul campo, la
capacità di camuffarvi, di combattere e perfino di uccidere.
Infatti,
gli Auror nel peggiore dei casi, sono chiamati ad usare anche
l’Avada Kedavra per difendere sé stessi e chi sta
loro accanto. È una precauzione necessaria.”
A
James balenò in mente il pomeriggio in cui due Mangiamorte
stavano per uccidere Harry e lui li aveva uccisi, senza pensarci,
così pieno di rabbia ed odio.
Non
avrebbe voluto sentire mai più una sensazione
così sgradevole, anche se l’aveva fatto per
proteggere il figlio.
“Chi
è qui ha almeno 5 M.A.G.O. Non serve
solo lo studio, ma bisogna saper combattere, difendersi, anche dalle
Maledizioni Senza Perdono. Perché i vostri nemici mireranno
ad uccidervi.”
Sirius
era colpito dal discorso del fratello.
E
meno male che era a disagio cinque minuti fa!
“La
maggior parte di loro lo saprà già,
probabilmente. Chi s’è trovato ad affrontare i
Mangiamorte durante l’ultima battaglia, quella di Hogwarts
saprà di cosa sono capaci. Ed anche se il Ministero sta
dando la caccia ai pochi rimasti, voi dovete sapervi difendere. Ok, chi
mi sa dire se è possibile contrastare almeno una delle
Maledizioni Senza Perdono?”
Una
voce di una ragazza si levò.
Era
Alicia Spinnet.
“Sì.
La maledizione Imperius. Ci vuole una grande forza di
volontà per farlo.”
“Esattamente,
signorina…”
“Spinnet.”
“Signorina
Spinnet.”
Harry
vide Alicia arrossire quando James si congratulò con lei.
Possibile
che suo padre e Sirius erano in grado di riscuotere successo anche se
sposati e con figli?
“Chi
di voi è stato, sfortunatamente, sottoposto alla Maledizione
Imperius? So che qualche anno fa ad Hogwarts s’è
introdotto un Mangiamorte che s’è finto
l’Auror Moody e che l’ha provata su alcuni di voi.
Chi è stato in grado di contrastarla?”
“Io.”disse
Harry e si rese conto di essere stato l’unico a parlare.
Maledisse
il silenzio che s’era creato, perché, davvero,
voleva soltanto non essere al centro dell’attenzione, per una
volta soltanto.
Gli
occhi color nocciola di James scrutarono il figlio, come per
tranquillizzarlo ed Harry si calmò quasi subito.
James
aveva questo potere.
Riusciva
sempre ad infondere allegria e tranquillità.
“D’accordo.
Solo Harry. Speriamo di non trovarci in una situazione simile,
allora.”
Si
levarono delle risatine.
“Voglio
che vi dividiate a gruppi e proviate a duellare su di voi. Niente
incantesimi pericolosi come Incendio, Reducto, o Sectumsempra e se
dovete schiantare qualcuno, ci sono i puff appositi.”
Sirius
nel sentire ciò s’alzò e raggiunse
James, nel timore che qualche ragazzo volasse contro di lui.
“E
tu che dicevi che non te la saresti
cavata!”ridacchiò Sirius, posando un braccio sulla
spalla dell’amico.
I
ragazzi si stavano disponendo a coppie e James vide Harry duellare con
Hermione, mentre Ron lo faceva con Neville.
“E’
davvero bravo.”mormorò James, notando il figlio
duellare.
Ron
era visibilmente in difficoltà e dopo circa 2 minuti la sua
bacchetta volò nelle mani di Harry, che sorrise, prima di
restituirgliela.
“Ammettilo!
James ti ha dato lezioni private!”fece Ron.
“No.
Davvero no. Sta cercando di tenermi fuori dai…”
Harry schivò uno Schiantesimo
“…guai.”concluse.
“Non
m’aspettavo che fosse lui il nostro Auror.”
Harry
annuì.
Neanche
lui.
“Signor…”
Una
ragazza s’avvicinò a James, esitante.
Sirius
vide che era rossa in viso e soffocò una risata.
“Potter.
Dimmi.”fece James, non accorgendosi di nulla.
“Avremo
sempre lei come insegnante, vero?”disse lei, facendo gli
occhioni.
“Sì.
Perché?”
“No,
curiosità. Torno dalla mia partner.”
Ed
ammiccò.
“Amico,
hai fatto centro!”
E
Sirius s’appoggiò al muro, ululando dalle risate.
“Ma
cosa…”
“Jamie,
tutte le ragazze ti guardano con aria adorante. Ci
guardano, direi. Ho riscosso molto successo anche io!
Ahahaha!”
“Sono
sposato, Pad.”
“Già,
ma ti sbavano dietro comunque! Complimenti!”
“Idiota!
Non è vero!”
Sirius
lo fece voltare verso la folla e James notò che,
effettivamente, parecchie ragazze guardavano nella loro direzione.
“Vorranno
sapere…”
“Se
sei single.”concluse per lui Sirius e riprese a ridere,
beccandosi uno scappellotto da James.
“Sempre
in mostra. Anche con l’Auror.”
“Non
lo sopporto.”
“Neanche
io.”
“Secondo
me, merita una lezione. Non è l’unico che vuole
diventare Auror e non può già fare il
lecchino.”
Harry
non udì questa conversazione, prima di trovarsi a duellare
con due ragazzi che non aveva mai visto, dagli occhi scuri e molto
simili.
L’attaccarono
con ferocia, quasi avesse fatto loro un torto personale e fu costretto
ad indietreggiare.
“Sei
solo uno sbruffone!”
“Cos…”
Non
ebbe il tempo di finire la frase perché si
ritrovò la bocca piena di…acqua?
Ma
che incantesimo era quello?
Tossì,
cadendo in ginocchio.
Non
riusciva a liberarsi dall’acqua, perché
più ne sputava più la sentiva in gola.
Non
ebbe neanche il tempo di reagire che uno dei suoi aggressori
l’aggredì alle spalle e lo scagliò
lontano contro il muro.
Sbatté
dolorosamente contro di esso e gemette, cadendo su un fianco.
Nel
momento in cui sentì il tonfo, James si voltò di
scatto.
Harry
giaceva sul pavimento e tossiva, incontrollato.
“HARRY!”esclamò,
preso dal panico.
Corse
verso il figlio e si chinò su di lui, vedendo che aveva gli
occhi chiusi e stava visibilmente…annegando?
Stava
sputando acqua e tossicchiava…
“Finite
Incantatem!”disse ed Harry sentì i polmoni
liberarsi ed un fiotto di aria calda, asciugargli i vestiti.
Quando
riaprì gli occhi incrociò quelli nocciola del
padre.
“Mi
hai fatto prendere un accidente.”annunciò James.
“Stai bene?”
“Quegli
idioti!”
Harry
fece per alzarsi, ma sentì la presa di James farsi stretta
sulle sue braccia.
“Chi
è stato?”
La
voce di suo padre suonava pericolosamente minacciosa ed Harry vide
tutti immobilizzarsi e smettere di combattere.
“Chi
è stato? Per essere Auror vi dovete fidare l’uno
dell’altro, perché spesso avrete partner nelle
missioni. Non credo sia certo molto maturo fare un incantesimo del
genere ad un vostro compagno. Potevate veramente ucciderlo, dannazione!
Almeno
abbiate il fegato di dirmi chi è stato.”
Cadde
il silenzio più acuto, poi due ragazzi dai capelli scuri ed
anonimi si fecero avanti.
“Bene.
Seguitemi dal capo sezione. Sirius, controlla tu qui.”
“E
cos’è successo?”
“Beh,
Kingsley ha detto che James li voleva spedire ad Azkaban per aver
toccato Harry.”
Sirius
si servì di un’altra porzione di patate.
Lily
lo guardò, incredula, mentre Harry alzava gli occhi al cielo.
“E’
esagerato.”
“Sì,
lo sono. Ma tu stavi annegando. Sulla
terraferma.”sottolineò James, sottraendo
bruscamente il piatto di patate dalla mano di Sirius.
Era
visibilmente nervoso.
Sirius
non ribatté nemmeno.
“E
come li hanno puniti?”
“Non
ne ho idea. Li ho lasciati a Nortinghton.”
“Tornando
a questioni più allegre, tutte le ragazze mangiavano
papà e Sirius con gli occhi.”
Keira
per poco non si strozzò con l’arrosto.
“C-cosa?
E tu che ci facevi lì? Non era la classe di James?”
“Ehi,
mica siamo ad Hogwarts! E comunque ero lì perché
James era intimorito da una trentina di ragazzini!”rispose
Sirius e James arrossì.
“Comunque,
me n’ero accorto anche io.”ammise Harry.
“Già
ed io credo che qualcuno ce l’abbia con te. Perché
ti sei scontrato con quei ragazzi?”domandò James.
“Non
ne ho idea.”
“D’accordo.
Comunque, tieni gli occhi ben aperti. Scommetto che in parecchi saranno
gelosi di te.”
Gelosi?
Harry
guardò il padre, senza capire.
“Gelosi?”
“Harry,
andiamo! È la prima ed unica volta che lo dico, ma dovresti
prendere un po’ della superbia di tuo padre.”disse
Keira e James la fissò, offeso.
“Io
non sono superbo.”
“Avevi
un ego smisurato, Potter.”rise lei.
“Avevo.
E…”
“Qual
è il punto?”li interruppe Harry, guardando la
giovane donna.
Lei
lo guardò dolcemente.
“Sei
un mago brillante e capace. Sei in grado di duellare, hai sconfitto
Voldemort e sei davvero bravo in tutto. Credi che non ci sia nessuno ad
invidiarti?”
“Io
voglio essere solo lasciato in pace.”
“James,
grazie a Dio ha preso il carattere da Lily!”
“Ehi!”protestò
di nuovo James. “Stasera ce l’hai con me?”
“Ormoni,
tesoro.”commentò Keira ed Harry rise.
Davvero
lo invidiavano?
Keira
era convinta di sì ed Harry si ritrovò a crederle.
“Sta
attento, tesoro.”disse Lily, semplicemente ed Harry
abbozzò un sorriso.
“Come
sempre. Ormai sono abituato alle minacce varie.”
Lily
guardò James.
“Mi
sento più tranquilla, se sei il suo
“insegnante” Auror.”
James ammiccò ad Harry e sorrise a
Lily.
Harry,
Ron ed Hermione si resero ben presto conto che James Potter era davvero
bravo come insegnante.
Riusciva
a attirare l’attenzione su di sé, spiegava
semplicemente, li aiutava nei duelli…
Sirius
aveva preso l’abitudine di stare con loro, quando non aveva
altri impegni al lavoro ed osservava divertito l’amico che
insegnava.
Il
Ministero li spingeva ad allenarsi soprattutto con duelli ed
incantesimi, prima di passare a prove ad ostacoli, camuffamenti e roba
del genere e James passò le prime tre settimane ad insegnare
loro a combattere, per poi passare all’uso assoluto di
incantesimi non verbali.
“Ci
sono maghi in grado anche di usare la magia senza bacchetta. Non come i
bambini che si lasciano guidare dalle loro emozioni, ma deliberatamente
riescono a fare incantesimi anche senza l’uso di
questa…”ed indicò la bacchetta.
“Ora
non mi aspetto certo che voi sappiate farli, perché
è magia avanzata, veramente avanzata per ragazzi della
vostra età. Ci vuole parecchio esercizio e concentrazione,
ma è un modo per difendersi in caso vi disarmassero. Chi di
voi ne è in grado?”
Nessuno
alzò la mano.
“Ehi,
Potter.”bisbigliò uno alle spalle di Harry.
“Come mai non ti fai avanti? Pensavo che fossi il tipo che
ama mettersi in mostra.”
Harry
l’ignorò.
Era
da un po’ che lo provocavano in quel modo, ma la cosa
migliore, a detta di Hermione, era di ignorarli.
Ron,
invece, gli consigliava di prenderli a pugni.
Robertson
era quello che l’infastidiva di più.
S’era
messo in testa di dargli il tormento ogni volta che poteva ed Harry di
schiantarlo ogni volta che duellavano.
Gli
ricordava tantissimo Malfoy.
“D’accordo.
Va bene, comunque. L’ultima volta ho detto che ci saremmo
allenati con incantesimi non verbali. E non verbali non significa
bisbigliare a bassa voce, come ho visto l’ultima volta. Non
dovete parlare. Dovete visualizzare l’incantesimo ed il suo
effetto nella vostra mente e lanciarlo. È un ottimo modo per
cogliere di sorpresa il vostro avversario…a meno che non sia
un Legilimens e dubito che qualcuno di voi lo sia. Giusto?”
Tutti
scossero il capo.
Hermione
aveva preteso che loro s’allenassero con gli incantesimi
verbali, e dopo i primi momenti, in cui Ron diventava rossissimo per la
concentrazione, erano riusciti bene a maneggiarli.
Sirius,
d’altro canto, osservava come se la cavavano seduto, o
meglio, sprofondato, su una poltrona, accanto a James.
“Sei
di parte, vero?”fece Sirius d’un tratto.
“Con
chi?”
Sirius
inarcò le sopracciglia, sarcastico.
“Indovina?”
“Harry?
No, sono obiettivo. È davvero in gamba.”
“E
tu sei fiero di lui.”
“Anche
tu.”
“Ovvio,
ma io non gli faccio i complimenti durante il corso.”
James
stavolta guardò il fratello.
Che
voleva dire?
“Che
intendi? Faccio i complimenti anche agli altri ragazzi. Hermione, ad
esempio, Patterson, Nol…”
“Lo
so, ma credo…”
“Lo
metto in imbarazzo, secondo te?”
“No,
ma credo che gli altri ragazzi, quelli più idioti, pensino
che tu lo faccia, solo perché è tuo figlio e
basta,”
“E’
ridicolo.”
“Tu
adori Harry.”
“E’
normale. Come tu adori Ermenegilda.”
“Oh,
piantala! Mia figlia non si chiamerà mai
così!”
James
rise, di fronte alla sua faccia sconvolta.
“D’accordo.
Eviterò di esagerare con i complimenti, ok? Mi
limiterò a pacche sulla spalla.
Cambiando
argomento, tu e Keira quando vi sposate? Perché non
l’avete detto ancora a nessuno?”
Sirius
scrollò le spalle.
Stava
succedendo tutto troppo in fretta e non sapeva bene come organizzarsi.
“Non
lo so. Non sappiamo neanche la data, né se farlo prima o
dopo la nascita della bambina.”
“Guardala,
guardala! Si muove! Non è bellissima?”stava
gridando Keira, afferrando il braccio di Sirius.
Era
ormai al sesto mese ed aveva trascinato Sirius e la famiglia Potter a
vedere l’ecografia.
“E’
quella lì? Non sembra una bambina! Sembra più un
alieno…”commentò Sirius, beccandosi un
pugno da Keira, sul braccio.
“Idiota!”
“Dai,
amore! Scherz…”
“Chiama
Lily! Lei sì che capisce!”strillò Keira
e Sirius uscì di corsa dalla stanza, ridendo.
“Ti
vuole Keira.”mormorò a Lily.
“Non
prendertela. Anche io vedevo un alieno quando Lily mi ha mostrato
l’ecografia di Harry.”
“Ehi!
Guarda che sono qui!”protestò Harry e James e
Sirius risero.
“Siete
odiosi.”
James
si sedette accanto a lui e gli cinse le spalle con un braccio.
“Quando
vedrai l’ecografia lo dirai anche tu. Credo che solo le donne
riescano a vedere il loro bambino. Dev’essere un loro
speciale dono.”
Sirius
rise, con la sua risata abbaiata.
Stava
sorridendo.
Nonostante
non riuscisse a vedere bene sua figlia, quella sullo schermo era lei.
Era
la bambina che sarebbe nata tra 3 mesi ed era sua, o meglio, loro.
“Ecco,
ora si commuove. Vuoi un fazzoletto, Padfoot?”
“Sta’
zitto! Quando è stato il tuo di turno, piangevi come una
fontana!”
“Davvero?”chiese
Harry.
“No!”
James
guardò prima il figlio e poi fulminò con lo
sguardo l’amico.
Sirius
si sporse verso di Harry.
“Oh,
sì! Sembrava una femminuccia!”
“Sirius,
zitto!”
“Aspetta…”
Sirius
frugò nelle tasche di James, cogliendolo di sorpresa ed
estrasse il suo portafoglio.
“Guarda
qui!”
“Sirius,
posa quel cavolo di portafoglio!”
Sirius
estrasse una foto di una radiografia e la tese ad Harry.
“Questo
qui sei tu a…”controllò dietro e lesse
“Harry al quinto mese di gravidanza di Lily.”
Harry
guardò l’ecografia.
Effettivamente,
l’esserino sulla foto non sembrava proprio un bambino.
“Non
sembra un bambino. Non sembro io.”
“Già.
Ti mancano i capelli sparati in tutte le direzioni che sono il marchio
di fabbrica Potter. Guarda questa, invece…”
Sirius
gli tese una foto.
Raffigurava
i suoi genitori, giovanissimi.
Sua
madre era in un letto d’ospedale e teneva in braccio un
bambino, lui, i capelli rossi arruffati ed il viso
sorridente, mentre James le cingeva le spalle e guardava con amore sia
lei che il figlio.
“E’
il giorno della tua nascita.”spiegò James,
sbirciando la fotografia.
“E
questa qui raffigura te a…quanti erano, Sir? Sei o sette
mesi?”
“Sei.
Era dopo Natale.”
Harry
si sentì leggero come un palloncino.
Suo
padre era sempre stato un po’ sulle sue per quanto riguardava
i sentimenti, ma aveva un portafoglio pieno di foto, sue, della mamma e
di Sirius e Remus.
Vide
la foto del matrimonio, la stessa che aveva anche lui e la foto che
raffigurava la famiglia Potter al completo, con Sirius, scattata lo
scorso Natale.
Harry
sorrise.
Poi
sentirono un tonfo ed una voce familiare.
“Tonks!
Meno male che non avevi Teddy in braccio.”commentò
Sirius, vedendo la cugina sdraiata per terra.
“Ah,
ah, ah. Molto divertente…”
Sirius
la tirò su e lei si spazzolò la veste da strega
azzurra, in tinta con i capelli.
“Keira?”
“Lì.”
Sirius
indicò la stanza.
“Ah,
a proposito. Dumbledore ha chiesto a Remus di insegnare di nuovo ad
Hogwarts.”disse lei, sorridendo, prima di sparire al di
là della porta.
Sirius
sbarrò gli occhi.
“Quel
lupastro!”
Harry
lo vide scomparire con un POP e poi ritornare con un Remus
recalcitrante, con Teddy in braccio.
“Si
può sapere cosa…oh, ciao ragazzi.”
“Dumbledore
ti chiede di insegnare ad Hogwarts e tu non ci dici
nulla?”esclamò Sirius. “Sei bandito dai
Malandrini.”
Teddy
ridacchiò ed agitò le manine verso Harry che lo
prese in braccio.
Essendo
un Metamorfomagus come la madre, anche lui cambiava spesso colore di
occhi e capelli ed oggi li aveva di un tenue color rossiccio, con gli
occhi chiari.
Teddy
si sporse verso Harry e tentò di togliergli gli occhiali.
Harry
rise, schivandolo e prese a giocherellare con lui.
“Me
l’ha detto solo ieri.”si giustificò
Remus.
“E’
una cosa grandiosa, Moony!”
James
l’abbracciò.
“E
tu dovevi dircelo subito!”
Anche
Sirius s’unì all’abbraccio.
“I
tuoi zii, soprattutto zio Sirius, sono un po’ pazzi, sai,
Teddy?”fece Harry e Sirius lo fulminò con lo
sguardo, facendolo ridere.
“SIRIUS!”
Sirius
fece un balzo, guardo un attimo gli amici, poi corse dentro,
preoccupato.
“Cosa
c’è? Stai bene? Cosa…”
Keira
teneva le mani sulle labbra e guardava lo schermo, come se non
l’avesse mai visto prima, anche se questa era la terza
ecografia.
Lily
prese Tonks per un braccio e la tirò fuori, lasciando Sirius
con Keira e la dottoressa.
“Che
è successo?”
“S-sono
d-due.”
“Cosa?”
Intervenne
la dottoressa.
“Ci
sono due feti. L’ecografia ci mostra che ce ne sono due. Sono
due bambine. Prima non mostrava entrambe, perché la sorella
era coperta dall’altra, ma ora si sono spostate
e…guardi qui.”
Sirius
guardò lo schermo e per la prima volta non pensò
che fossero alieni o roba simile.
Sullo
schermo c’erano due piccole bambine, due feti minuscoli,
l’una di fronte all’altra.
“Io…”
Non
riuscì a dire nulla.
Keira
era senza parole.
“Sono
due! Due! Due!”
“Sì,
Sirius l’abbiamo capito.”
“Ed
ora come farò? Dovremmo comprare una casa, arredare le
stanze e…il matrimonio e…”
“Sirius,
stai tranquillo. Ci penseremo noi a darti una mano.”
“Voi?
Ed allora perché ve ne state seduti e tranquilli?”
“Rem,
lo uccido io o lo fai tu?”
“Non
possiamo ucciderlo, ricordi? Ora aspetta due bambine!”
E
Sirius ricominciò a dare di matto.
Era
al settimo cielo al pensiero di avere due bambine, due gemelle, da
Keira.
Ma
di colpo tutte le cose che doveva ancora fare prima della loro nascita
stavano iniziando a pesare su di lui.
“James!
Remus!”gridò, alla fine.
James
s’alzò e gli posò una mano sulla spalla.
“Ok.
Una cosa per volta. Io sono il tuo testimone e ti darò una
mano. Prima di tutto vuoi trasferirti, vero? Tieni. Cerca
qui.”
James
gli tirò addosso un giornale.
“Vai
su annunci immobiliari e tu e Keira scegliete la casa. Un passo alla
volta.”
L’entusiasmo
di Sirius e Keira finì per contagiare tutti.
Cercarono
casa vicino a quella dei Potter per settimane, visitando immobili,
confrontando distanze e prezzi e trascinando Lily e James in giro per
la città.
Harry
si divertiva a vederli così su di giri e finiva per passare
molto tempo dai Weasley ad allenarsi per il corso Auror con Hermione,
Ron e Neville, mentre i suoi giravano per case, coinvolgendo anche un
recalcitrante Remus ed un’eccitata Tonks.
“Sirius
è su di giri, vero?”
Molly
porse ad Harry un piatto di biscotti ed Harry le sorrise, prendendone
un paio.
“Sì.
Lui e Keira passano i giorni a cercare casa ed indovinare nomi. Credo
che se non ne sceglieranno due al più presto i miei si
trasferiranno in un’altra casa.
Papà
soprattutto.”
“Credo
che avere Sirius nelle orecchie sia un trauma per tutti, soprattutto se
lo deve sentire a casa ed al lavoro.”rise Ron, afferrando una
manciata di biscotti.
“Remus
ha detto che anche i miei facevano così per scegliere il mio
nome. A quanto pare erano indecisi tra Charlie, Samuel e
Harry.”
“Sam
Potter!”
E
Ron iniziò a ridere, accasciandosi sul divano, mentre
Hermione lanciava ad Harry un’occhiata per dire
“Ignoralo”.
“Comunque,
Sirius e Keira mi hanno chiesto di fare una lista di nomi per aiutarli
a decidere come chiamare le mie sorelline.”
“Le
tue sorelline? Dice così?”
“Sì.
Papà è lo zio James…in
realtà lo chiama zio Jim o Jimmy, ma a mio padre non va
giù e l’ultima volta l’ha quasi
schiantato ed io sarei il fratello maggiore.
Ho
la strana sensazione di far parte di una grande famiglia
allargata.”
“E’
una bella sensazione, Harry caro?”chiese la signora Weasley.
“Sì,
anche se s…”
“HARRY!”
Harry
fece un balzo dalla sedia quando Sirius lo chiamò tramite lo
specchio gemello.
“Ricordami
perché lo porto sempre con me?”fece Harry,
sarcastico. “Perché se vuoi farmi venire un
infarto prima dei 30, ci stai riuscendo.”
“Vieni
subito a casa.”
Sirius
lo guardava ghignando.
“Che
è successo?”
“Vieni,
devo mostrarti una cosa. Vieni!”
“Ok,
arrivo.”
Chiuse
lo specchio.
“Devo
andare. Padrino impazzito chiama.”
Keira
alzò lo sguardo sulla villetta a due piani.
Era
circondata da un grande giardino, un po’ incolto ed aveva
bisogno di una bella tinteggiatura, ma era perfetta.
Sirius
le cinse la vita e le posò una mano sul pancione, ormai
evidente.
“E’
perfetta. Non credete anche voi?”
Keira guardò Lily, James, Remus,
Tonks ed Harry sul prato.
“E
non è neanche lontana dalla vostra.”
La
casa che avevano scelto era quasi di fronte a quella dei Potter.
“Ci
sarà un po’ di lavoro da fare, i mobili da
scegliere, i muri da pitturare…ma vorrei che fosse pronta
per la nascita delle bambine. Ci darete una mano?”
Tutti
annuirono.
“Ma
sei impazzito? James!”
Lily
gridò, schizzata di vernice azzurra sul vestito.
“Ops!”mormorò
il marito, nascondendo il pennello colpevole.
“Ops
un corno!”
Lily
lo schizzò sul viso, macchiandogli gli occhiali e facendogli
ingoiare un po’ di vernice.
“Ops…”
“Questa
me la paghi!”
Lily
lanciò un urletto, prima di correre fuori dalla stanza,
andare a sbattere contro Remus, mormorare qualche scusa e correre
giù dalle scale.
James,
macchiato di vernice verde pastello sul viso, le diede la caccia.
“LILY!”
“Ma
cosa…”
Remus
afferrò Harry per un braccio, prima che uno schizzo di
vernice lo colpisse.
“Cosa
fanno?”
“Litigano
come due idioti e si lanciano vernice.”spiegò
Keira, ridendo.
“Ah,
roba normale allora.”
“Entra
dentro, fa freddo.”
Keira
lo pilotò dentro ed Harry ebbe appena il tempo di vedere suo
padre scivolare sulla neve e Lily riempirgli di vernice blu i capelli.
Questa
gliel’avrebbe fatta pagare cara…
La
cucina era già stata pitturata di un beige chiaro ed erano
stati portati tutti i mobili.
La
casa era in piena preparazione.
Mancavano
i mobili delle stanze al piano di sopra, qualche stanza andava
tinteggiata, il giardino curato e Keira aveva sempre più
progetti, ogni giorno di nuovi.
Sirius
porse ad Harry una tazza di cioccolata calda, seduto a cavalcioni su
una sedia ed intento a progettare la casa, guardandosi intorno.
Era
passato un mese e mezzo da quando l’aveva comprata ed anche
se viveva ancora dai Potter, passava molto tempo lì per
aggiustare qualcosa ed apportare migliorie.
“Dobbiamo
pensare ancora alla stanza delle bambine.”disse ed un sorriso
spontaneo gli salì sul volto.
Sentiva
uno strano sfarfallio nello stomaco al pensiero che sarebbe diventato
padre di ben due bimbe.
“A
quella ha detto che ci pensa la mamma.”disse Harry.
“Lily?
Perché?”
“Vuole
farvi una sorpresa. Io tengo la bocca chiusa, quindi non cercate di
estorcermi nulla.”
Harry
assunse l’aria più innocente possibile e bevve la
sua cioccolata calda.
Dopo
il gelo di fuori era l’ideale.
Sirius
e Keira lo fissavano, curiosi.
“Oh,
io non dirò nulla. Ho dato la mia parola di
Malandrino.”
“Ma
quella si può rompere se è un altro Malandrino a
chiedertelo.”fece Sirius, invitante. “Andiamo,
dimmi cos’ha in mente.”
“No.”
“Lascialo
stare, Sirius. Sarà una sorpresa. Non ti piacciono le
sorprese?”sorrise Keira.
“No.”brontolò
lui ed Harry rise.
“Come
va il corso Auror?”chiese Remus, entrando in quel momento in
cucina.
Aveva
il viso macchiato di vernice azzurro chiaro ed i capelli scompigliati,
ma sorrideva e teneva Teddy per mano.
Il
bimbo appena vide Harry sgambettò verso di lui, facendosi
prendere in braccio.
“Così
me lo vizi.”
“E’
il compito del padrino.”
Harry
sorrise a Sirius che arrossì.
Mentre
Teddy si beveva la cioccolata restante di Harry, Remus chiese:
“Allora,
avete scelto i nomi?”
“Ti
prego, non ricordarglielo!”
Harry
posò il viso sul tavolo, esasperato.
Erano
mesi che non facevano che parlare di quello e lui ed i suoi stavano per
impazzire.
O
per internare Sirius e Keira. Una delle due cose.
“No.
Nessuna. O meglio, tante. Ma nessuna giusta.”
“Andromeda
vi ha mandato questa.”
Remus
tese a Sirius una lista ed Harry e Keira sbirciarono.
“Electra?
Layla?”
“Voleva
scegliere nomi eleganti. Almeno non ne ha proposti di bizzarri come il
mio.”
Tonks
apparve in quel momento in cucina, facendoli sobbalzare tutti.
“No?
E Macrina? Isidea? Zuleica? Criseide?”
“Criseide
Black non suona male.”lo prese in giro Harry.
“Tonks,
adoro tua madre e lo sa, ma ha davvero un pessimo gusto con i nomi.
Ringraziala comunque.”
Da
fuori continuavano ad arrivare le grida e risate di James e Lily.
Dopo
una buona mezz’ora entrarono, ricoperti di vernice.
I
capelli di James erano sul blu e quelli di Lily erano rosa con ciocche
rosse scuro.
“Gratta
e netta.”fece Keira, sospirando e loro tornarono puliti.
“Peccato
non avere avuto una macchina fotografica.”si
lamentò Sirius e James lo fulminò con lo sguardo.
“Che
stavate facendo?”
“Pensando
ai nomi.”
Lily
alzò gli occhi al cielo.
“Io
non ci ho messo così tanto per scegliere quello di Harry. E
neanche Tonks per Teddy.”
“C’era
la guerra di mezzo. Ora abbiamo più
tempo.”giustificò Sirius e tutti risero.
“Se
continui ne scateno una io di guerra, Sir.”fece James,
serafico, ma con affetto.
“Amy? Amy Black?”disse
Harry d’un tratto. “O Katherine
Black.”
Tutti
lo guardarono.
“Suona
bene.”
Remus.
“Di
sicuro è meglio di Ninfadora.”
Sirius.
“Solo
io posso insultare il mio nome. E poi che nome è
Sirius?”
Tonks.
“Finitela.
Mi piacciono. Bravo, Harry.”
Lily
e Keira.
“Tesoro,
non potevi pensarci mesi fa?”
James.
“Zitto,
James!”
Lily.
“Ok,
facciamo così. Ognuno di voi scriva i vostri nomi preferiti
su un foglio. Li mischiamo e ne scegliamo due.”propose Keira.
“Allora.
Pesco io!”
Sirius
pescò il primo bigliettino da una ciotola.
“Amy.
Il nome che ha scelto Harry. Amelia Black. Suona bene, mi
piace.”
“Tocca me. Alexis o Katherine. Alexis
Black. Katherine
Black…mmm…meglio Alexis, tu che dici?”
Keira
guardò Sirius, che annuì.
“Tue
bambine con il nome che inizia con la A. Niente secondo
nome?”chiese James.
Keira
guardò Sirius.
“A
me piacerebbe Lucrezia come secondo nome. Da dare ad una delle due. E
poi Elizabeth.”
Sirius
sorrise.
Lucrezia
gli piaceva come nome ed anche Elizabeth.
“Amelia
Lucrezia ed Alexis Elizabeth Black.”
Sorrisero
e Sirius le prese la mano.
“Li
adoro.”
Keira
lo baciò prendendogli il viso tra le mani ed attirandolo a
sé.
“Anche
io. E dato che siete qui io e Sirius volevamo a Lily e Tonks di fare le
madrine a Amy e Alexis Black. Ne abbiamo parlato prima con Remus e se
fosse stato un maschietto avremmo scelto lui come padrino, ma dato che
sono due femminucce…”
Lily
e Tonks guardarono Keira, colte di sorpresa.
“Davvero?”
“Io?”
“Sì.
Voi due.”
Keira
prese le mani delle due donne e le strinse.
“Conosco
Lily da una vita e quindi la scelta per lei è stata
automatica. Ma anche se ti conosco da poco, Tonks, so che sarai una
madrina fantastica come sei una madre meravigliosa. Ed anche se spero
che non accada nulla né a me né a Sirius, voglio
comunque affidarle alle vostre famiglie perché so che se ne
prenderebbero cura, nel caso capitasse qualcosa.”
“Non
accadrà nulla.”disse Harry, fermo e James si
posò una mano sul braccio, sorridendo.
“Harry
ha ragione. Ma saremmo felicissime di accettare.”disse Lily.
“E
comunque sarete le mie damigelle/testimoni. Sirius, ne devi scegliere
due anche tu, ora.”
“James
e Remus.”
“Ok.
Solo una cosa. Volete sposarvi prima o dopo la
nascita?”chiese Remus.
“Prima.”fece
Keira.
“Ma
mancano meno di due mesi!”
“Lo
so. Ed io sarò enorme! Ma voglio dedicarmi alle bambine e
non pensare a nessun matrimonio almeno fino ai loro 18 anni, quindi
meglio prima.”
Tutti
risero.
“Ci
sarà un sacco da fare!”sospirò James,
accasciandosi sulla sedia.
“Per
esempio dirlo anche agli altri, che vi volete
sposare!”aggiunse, poi.
Spazio autrice:
Allora prima di tutto volevo ringraziare danyazzurra,
brando, bulmettina e MartuZZa97 per aver commentato il precedente
capitolo!
Ora premetto che non so un accidenti di come si svolta il Corso Auror e
ho immaginato che potesse iniziare così.
Ho inserito molte novità nella storia, soprattutto vi avevo
detto di far attenzione ai numeri e qui viene rivelato il
perché. Spero che i nomi vi piacciano, ho attraversato un
travaglio artistico per sceglierli e sono abbastanza soddisfatta.
Ma mi piacerebbe sentire come le avreste chiamate voi, le gemelline
Black.
Ora la mia storia sta giungendo al termine e manca davvero poco alla
fine. Continuate a seguirmi!
Un bacione!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 40 *** Preparativi, paure ed abiti da sposa ***
“Abbiamo
organizzato questa cena perché…”
“Keira
adora mangiare ed ora lo deve fare per tre?”
“James,
zitto!”rimbeccò lei.
“Keira
ed io vogliamo fare un annuncio.”concluse Sirius.
Keira
mostrò l’anello ai convitati, anello che non aveva
portato spesso per timore di
rovinarlo o perderlo e tutti trattennero il fiato.
“Sirius
mi ha chiesto di sposarlo.”annunciò, quasi
gridando dalla felicità.
“O
Mio Dio! È una notizia splendida, mia cara!”
Molly
abbracciò Keira stretta, che arrossì.
Aveva
i capelli sciolti mossi sulla schiena ed era radiosa, sorridendo a
tutti.
“Congratulazioni!”
“Quando?”
“Complimenti,
ragazzi!”
Sirius
sorrise compiaciuto.
“A
dir la verità, gliel’avevo chiesto a Natale, ma
tra il suo nuovo album, il
corso Auror dove do una mano, la casa nuova e le bambine…non
ci abbiamo pensato
molto.”
Infatti,
quella era la prima cena che organizzavano nella nuova casa.
Tutto
era stato sistemato, tranne la camera delle bambine che Lily sigillava
con la
magia ogni giorno per impedire a Sirius e Keira di vedere cosa stava
facendo.
“Ma
io mi voglio sposare prima della nascita delle bambine e prima che
diventi una
mongolfiera…James, zitto!, quindi abbiamo fissato la data
per il 16 aprile.
Abbiamo
già prenotato la chiesa e stiamo facendo la lista degli
invitati, anche se
dobbiamo trovare alcuni nostri compagni di scuola.
Lily
s’è offerta di pensare ai fiori ed al
menù, tanto conosce me e Sirius
benissimo.
E
poi cosa manca…”
“Keira,
calmati. È tutto sotto controllo. Domani andiamo a vedere
gli abiti e…”iniziò
Lily, ma Keira gridò.
“L’abito!
Come faccio ad indossarlo?”
Tutti
la guardarono.
“Ehm…infilandotelo?”disse
Fred e Keira lo fulminò con lo sguardo.
“Sono
una mongolfiera!”
“Tesoro,
sei incinta. Di due gemelle. È normale che tu ti
senta…grossa.”disse Lily,
usando le parole giuste.
“E
come farò a scegliere l’abito adatto?”
“Ti
aiuteremo io, Molly e Tonks. Ed Hermione e Ginny. Le ragazze.
Su,
non farti prendere dal panico.”
“Ma
ci sono un sacco di cose da organizzare! Come facciamo?”
“Sicura
di non voler sposarti dopo?”
“No.”
“Allora,
ce la faremo.”
“Parli
facile tu. È da quando che ti sei innamorata di James che
progetti il
matrimonio.”
Lily
arrossì.
“Davvero?”
James
si sporse verso di lei, curioso, un sorriso a trentadue denti.
“Già,
poi ti ha conosciuto meglio ed ha capito che il principe azzurro non
esisteva…decisamente no!”rispose Keira e James le
fece la linguaccia.
Severus
Piton fissò, incredulo l’invito a nozze.
Di
certo non se l’aspettava.
Black
si sposava e con la sua fidanzata di Gerlos, quella Keira.
E
di certo non immaginava che avrebbe invitato lui ed Ashley.
Ed
invece l’invito era lì, nero su bianco.
“Dovresti
essere felice.”
Ashley
uscì dal bagno, avvolta nell’accappatoio e lo
guardò, fissando prima il
biglietto e poi lui.
Era
da circa due mesi che vivevano insieme, loro due.
Piton
non credeva che, dopo Lily, sarebbe mai riuscito a provare un
sentimento simile
per qualcuno.
Ma
Ashley era…indescrivibile.
Era
il suo opposto, in tutto.
Era
esuberante, colorata, sfacciata, ridente e riusciva sempre a mettergli
il
buonumore.
La
ragazza scelse quel momento per scoccargli un bacio sulla guancia,
facendolo
avvampare.
Ancora
doveva abituarsi ai suoi slanci d’affetto.
“E’
strano.”
“Lui
e James si comportano bene, no? Cosa c’è di
strano? Cercano di sistemare tutto.
È questo il significato di una seconda occasione,
vero?”
Aveva
ragione, maledettamente ragione.
Doveva
concedere loro almeno quello.
“So
che non saranno mai i tuoi migliori amici, ma sono a posto secondo me.
E
Lily è deliziosa. Ed anche Harry. Non capisco
perché non ti stia simpatico.”
“E’
identico a James.”borbottò lui, non soffermandosi
a dire che non era vero che
non gli fosse simpatico.
Solo…non
ci andava d’accordo perché gli ricordava
moltissimo James, anche se Harry aveva
un carattere molto diverso da quello del padre e se ne stava accorgendo
solo di
recente.
“Assomiglia
anche molto a Lily.”disse Ashley, saggiamente.
“Comunque, ci andiamo, vero? Sì
che ci andiamo! E devo comprare l’abito. Ed anche tu, basta
con il nero, mi
sembri un becchino. Oh, sarà magnifico. Un matrimonio! Che
bello! E…”
Piton
ascoltò il suo cicaleccio, sorridendole.
Era
una vera forza della natura.
Fortunatamente
sapeva come zittirla.
La
prese per un braccio e la baciò sulle labbra e lei
soffocò il suo sproloquio,
rispondendo al bacio dell’uomo taciturno e misterioso che
amava tanto.
“Jane
Caville, giusto? Se è sposata, ora non porterà
più il suo cognome da
nubile sbaglio?”
“No,
ha detto di aver tenuto il suo. John, se c’è una
persona in grado di rintracciare
lei ed il marito, sei tu.”
“Certo,
cara!”
“Grazie,
ti devo un favore.”
Keira
riattaccò il telefono e sorrise.
“Quello
chi era? Un cacciatore di teste?”chiese Sirius, mangiando il
suo bacon.
“Un
investigatore privato. Non ho nulla che possa condurmi a Jane e la
voglio al
mio matrimonio. Dopotutto…implicitamente, è stata
lei che ci ha fatto
incontrare.
E
poi Mike è stato il mio migliore amico quando frequentavo
Gerlos.”
“Non
vedo l’ora di rivedere Jane.”
Lily
sorrise.
“Credo
che sia meglio prepararla a…te.”
Keira
guardò Lily che beveva tranquillamente il suo succo di
frutta.
“Perché?”
“Sei
morta, cara.”disse James, semplicemente ed ad Harry venne da
ridere per
quell’affermazione.
Era
decisamente una conversazione irreale, quella.
“Ah,
già.”
“Come
fai a scordartelo, scusa?”chiese Sirius.
Lily
scrollò le spalle.
“Non
ci penso tutto il tempo. So che sono morta, ma ora sono viva,
no?”
Ed
ora la conversazione aveva raggiunto i limiti della follia ed Harry lo
capì
dallo sguardo Keira che inarcò un sopracciglio, rinunciando
a capirci qualcosa.
“Comunque,
sa che sei morta con James. Non so cosa sappia di Sirius, se sa che
è morto o
lo ritiene ancora colpevole della vostra morte…”
“Adoro
quando mi prendono per un pazzo
assassino.”ridacchiò Sirius e rubò un
pezzo di
salsiccia dal piatto di James che si premurò di infilzarlo
con la forchetta.
“Con
voi è impossibile fare un discorso serio.”
Keira
alzò gli occhi al cielo e riprese a mangiare, mentre James e
Sirius giocavano
ad infilzarsi con la forchetta a vicenda.
“Prova
questo. È bellissimo.”
“Questo
qui ti sta d’incanto, cara.”
“A
me piace questo, guarda.”
Keira
guardò gli abiti che Lily e Tonks gli avevano portato,
mentre la signora
Weasley era seduta a dare consigli.
Erano
da circa due ore nel negozio di abiti da sposa, babbani, e lei
s’era provata
tipo una ventina di capi, ma nessuno la convinceva del tutto.
“Ragazze,
non ne ho idea.”
S’osservò
il pancione e sospirò.
“Dovevo
decidermi prima a sposarmi.”
“Tesoro,
aspetti due gemelle. È normale che il pancione sia
così. Sarebbe strano il
contrario.”disse Tonks, allegramente.
Quel
giorno aveva i capelli rosa shocking ed era molto su di giri per
quell’uscita
tra ragazze.
“Non
ne trovo nessuno adatto! E ci sono un sacco di cose cui pensare! Il
dolce, gli
inviti, i fiori…”
“Ci
pensiamo noi. Tu non devi stressarti.”disse la signora
Weasley, prendendole le
mani e stringendogliele con fare rassicurante.
“Ok
e l’abito?”
“Lo
troveremo, d’accordo? Calmati.”
Lily
le mise un braccio attorno alle spalle.
“Tieni,
prova questo.”
Prese
un abito lungo color avorio con le maniche di pizzo ed il corpetto
decorato con
piccoli fiori argentati.
Keira
lo guardò e sentì di colpo le bambine scalciare,
tutte e due.
“Direi
che loro apprezzano.”commentò, indicando il
pancione.
“Assaggia
questa.”
“Mmm…buona.
Mi piace di più dell’altra.”
“Ok,
allora la segno.”disse la signorina.
“Aspetta,
ma non c’è quella con panna e pinoli?”
“James,
mi stai aiutando a scegliere la torta o stai solo mangiando?”
“Caro,
non fare così! La troveremo la torta! Lo scusi, è
stressato per il matrimonio…”disse
con fare sornione, appoggiando un gomito sul tavolino ed ammiccando
alla
commessa che sorrise.
Sirius
arrossì fino alla punta dei capelli, quando James
alzò la voce su “caro” ed
un’altra
commessa del negozio di dolci li guardò.
“James,
dobbiamo scegliere la torta, altrimenti mia moglie ti
uccide.”disse,
specificando che non erano loro la coppia in questione.
Ma
non funzionò, dato che James disse:
“Non
chiamarla “moglie”! Hai divorziato da lei ed ora
è me che devi sposare!”
Sirius
badò da non sbattersi una mano sulla fronte.
Sarebbe
stato solo ridicolo ed avrebbe dato a James un’occasione in
più per scherzare.
“REMUS!”
L’uomo
in questione s’avvicinò, ridendo.
“Scusa,
vi volevo lasciare al vostro litigio da coppia.”
“Anche
tu? Finitela, tutti e due. Dov’è Harry?”
“Nostro
figlio è con Ron ed Hermione. Ron è rimasto
affascinato dai videogames.”fece
James, calcando su “nostro” e Sirius
sbuffò.
Ma
la voleva finire con quella storia?
Gli
rivolse uno sguardo minaccioso, ma l’occhiata malandrina che
James gli rivolse
fu tutt’altro che tranquillizzante.
“Amo
questi affari babbani! Ho vinto? Ho vinto?”
“Sì,
Ron. Devi solo premere qui e puntarlo contro gli alieni. È
semplice.”ridacchiò
Harry.
“Non
capisco come ti facciano a piacere questi
così.”sbuffò Hermione.
Erano
nella sala giochi da mezz’ora ormai e Ron s’era
appassionato a quel gioco,
finendo tutte le monete babbane di Hermione.
“Beh, volevi stare
con Keira, Lily, Tonks e
mia madre a vedere abiti da sposa?”
“Sì.
Dove sono?”
Hermione
s’illuminò e Ron avvampò.
Abiti
da sposa?
Ma
cosa…
“Da
Betty’s, il negozio all’angolo.”disse
Harry, guardando, divertito, la faccia di
Ron.
“V-vestiti
d-da sposa?”balbettò quando Hermione praticamente
fuggì dalla sala dei giochi.
Adorava
Harry e Ron, ma ci voleva un tocco femminile di tanto in tanto.
“Tranquillo,
Ron. Non credo voglia sposarsi. Non ora.”
Harry
gli batté una mano sulla spalla.
“E
se mia sorella ti dicesse “vado a vedere gli abiti da
sposa”?”
Harry
rise di fronte all’espressione di Ron.
“Le
direi di aspettare che io diventi un Auror e che sono troppo giovane
per
sposarmi.”ammise, anche se immaginò Ginny
bellissima nel suo abito da sposa bianco
ed arrossì.
“E
poi chi li sente i tuoi.”aggiunse.
“Credimi,
mia madre ti lancerebbe Ginny tra le braccia! Il problema sono i
genitori di
Hermione.”
“Oh,
andiamo non è andata tanto male! Vi siete visti solo una
volta!”
“Ed
io ho balbettato tutto il tempo.”
“Hermione
mi ha detto che l’hai fatto solo quando ti sei presentato e
quando ti hanno
chiesto di Hogwarts e dei progetti per il futuro. Il resto è
andato bene, no?
E
lei dice che sei stato…tenero.”
Harry
rise e Ron arrossì ancora di più.
“Zitto,
scemo!”
“Comunque,
Hermione a ragione a dire che questo è un gioco
idiota!”
Harry
prese Ron per un braccio e lo trascinò fuori.
Ron
non era mai stato in una via babbana e si guardava intorno, indicando
tutto ed
esclamando ad alta voce.
Ma
ora ne aveva abbastanza.
Se
Ron avesse urlato di nuovo indicano il telefono, sarebbe impazzito.
“Voglio
il divorzio!”esclamò una voce a lui familiare.
Si
voltò per vedere Sirius, Remus e James uscire dal negozio di
torte.
Suo
padre stava ridendo come un matto, Remus cercava di darsi un contegno e
Sirius
aveva l’aria di voler schiantare qualcuno.
E
quel qualcuno era James che ora si stava reggendo al muro, le lacrime
agli
occhi dal ridere.
Possibile
che non riuscissero ad uscire senza attirare l’attenzione di
tutti?
Infatti,
molti guardavano James e Sirius che aveva annunciato il suo divorzio.
“Da
chi vuoi divorziare?”
Ron
s’avvicinò al gruppo.
A
quella domanda la risata di James si trasformò in ululato e
Remus fu costretto
a tappargli la bocca.
“Zitto,
idiota! Ci guardano tutti!”
“E’-è…è
S-Sirius…ahahahah”
“E’
impazzito?”chiese Harry con calma, indicando il padre.
Ormai
era abituato ai Malandrini.
“Sì.
Assolutamente.”rise Remus, che si stava facendo coinvolgere
dalla risata di
James.
“Cos’è
successo?”
“E’
successo che quel cretino di tuo padre ha fatto credere alla commessa
babbana
del negozio che io e lui ci stavamo per
sposare!”sbottò Sirius ed a quella
affermazione James perse ogni dignità e
s’accasciò sul marciapiede.
Harry
soffocò una risata, mentre Ron li guardava, incredulo.
“E’…succede
sempre così a casa tua?”chiese ad Harry che rideva
apertamente, ora.
“Succede
da quando questi due si sono conosciuti!”sospirò
Remus, tenendo lontano Sirius
da James. “Harry, Ron, una mano?”chiese, mentre
allontanava un Sirius irato da
un James in coma dalle risate.
Harry
afferrò Sirius per un braccio e lo tirò indietro,
non senza fatica.
“Ok,
basta! Su, finitela! Papà, smettila di ridere!”
James
trattenne una risata, cercando di essere serio.
“Andiamo,
Sir! Stavo scherzando!”
“Prongs?”
“Eh?”
“Corri,
ti conviene. Perché se ti prendo ti infilo la mia bacchetta
su per…”
“E
poi sarei io quello che provoca!”
“James!”strillò
l’altro.
Sirius
si liberò dalla stretta di Harry e prese a correre per la
strada, mentre James
se la dava a gambe, ridendo.
Remus
alzò gli occhi al cielo.
Ron
guardava la scena, incredulo.
“Fanno
sempre così?”
“Così
come?”chiese Harry, innocentemente.
Quelle
ormai erano scene di routine.
“Flirtano.”
“Sempre.”dissero
Harry e Remus insieme, per poi ridere.
“Sei
sicura che sia qui?”
“Lei
abitava qui con suo marito.”
“Ma
avevi detto che la casa era stata distrutta quella notte!”
“A
quanto pare, no.”
La
donna sollevò lo sguardo verso l’abitazione.
Era
esattamente come se la ricordava.
I
muri bianchi, il dondolo, gli alberi, l’altalena dove la sua
amica si dondolava
sempre, anche quand’era incinta e faceva voli troppo alti,
facendo spaventare
tutti, soprattutto James.
“E’
casa sua.”
“Ma
se ci abita qualcun altro?”
“Hai
letto gli articoli che ci ha portato John Mured. Ho fatto delle
ricerche ed è
tutto vero ed è vero anche che è un investigatore
privato. Ha detto che Keira
abita qui con…”
“Lily
e James, giusto? Ma tesoro, loro sono…”
L’uomo
non fece in tempo ad aprire bocca che qualcuno uscì di casa.
Era
una donna con i capelli scuri, lunghi sulle spalle ed era visibilmente
incinta.
“Che
aspettate lì fuori? Jane? Mike?”
“Keira?
Sei tu?”
“So
di essere una balenottera azzurra, ma non credevo non mi
riconoscessi!”
Jane
corse verso l’amica, abbracciandola stretta.
“Oh,
mio Dio! Cosa…chi…”esclamò
la donna, senza fiato.
“Venite,
vi spiego tutto dentro.”
Keira
aveva un sorriso enorme.
“Cosa?
Gli Anziani?”
Jane
per poco non era svenuta quando aveva visto Lily e James.
Poi
aveva iniziato ad urlare, abbracciando gli amici, quasi strangolandoli,
al
settimo cielo.
Lily
era esattamente come se la ricordava, solo un po’ cresciuta.
Anche
James era lo stesso, con gli stessi capelli neri arruffatissimi e gli
occhi
ridenti, dietro le lenti.
“Non
ci posso credere.”
Mike
li guardava, sconvolto.
Poi
guardò Sirius, di nuovo Lily e James e poi la moglie.
“Non
ci posso credere.”ripeté.
“Ti
stai ripetendo, amico!”rise Sirius.
“E
tu? Tu, sei sparito!”esclamò Jane, come se
l’avesse appena visto.
“Ero
ad Azkaban e poi sono morto! Come facevo a mettermi in contatto con te?
Sei
scomparsa anche tu con Mike!”
“Ok,
è vero. Ma ti ho creduto colpevole!”
“Come
tutti.”sbuffò Sirius, irritato e divertito allo
stesso tempo.
“Io
ho sempre creduto nella tua innocenza, Sirius.”fece James,
serio, posandogli
una mano sulla spalla.
Sirius
lo guardò, un sopracciglio inarcato.
“Sei
stato tu a…lo sapev…James! Perché sei
così idiota? Ma ci è o ci fa?”chiese
poi
a Lily.
“Ci
fa. Spero.”sospirò lei.
“Ehi!”
James
mise il broncio, risentito e Lily lo baciò sulla guancia per
addolcirlo.
“Non
siete cambiati per niente.”
Mike
sorrise, tirandosi i capelli biondi indietro.
“Non
ci credo che stiate tutti bene.”
“Ed
io che per farvi rintracciare ho dovuto trovare un investigatore
privato.”aggiunse Keira.
“Già,
dovevamo scambiarci i numeri di telefono quando ci siamo
viste.”
“La
prossima volta che sparirai, mi premurerò di avere il tuo
numero. Ma non leggi
i giornali? Era dappertutto la notizia che loro erano tornati in
vita!”
“Ci
siamo un po’ isolati dal mondo magico.”ammise Mike.
“Abbiamo tre bambini e
volevamo stare lontani dai pericoli.”
“Tre?
E come si chiamano?”esclamò Lily.
“Abbiamo
due femmine ed un maschietto: Marie, Arielle e Stefan.”
“Che
bello!”
“E
tu Keira? Chi è il padre?”
“Indovina?”
Keira
ammiccò a Sirius, ridendo.
“Sono
due bambine. Amy e Alexis. Ed è uno dei motivi per cui vi
abbiamo cercato.
Io
e Sirius ci sposiamo. Il 16 aprile e siete invitati, ovviamente con
tutti i
figli perché ho un comportamento molto materno in questi
mesi.”
Tutti
risero.
Jane
la guardò, sorridendo, prima di andare ad abbracciare lei e
Sirius.
“Congratulazioni,
ragazzi. Ve lo meritate.”
Rimasero
tutto il pomeriggio a chiacchierare, fino all’ora di cena.
“I
bambini dove sono?”chiese James.
“A
Oxford con i nonni. Noi abitiamo lì, ora.”rispose
Mike.
“Rimanete
qui a cena, andiamo! Non ci vediamo da anni!”fece Lily.
“E poi dovete ancora
conoscere Harry.”
James
guardò in quel momento l’orologio.
Erano
le 9 di sera.
“Doveva
allenarsi con Ron a duello. Lo vado a prendere.”
“E’
dai Weasley, no? Manda lì un Patronus.”disse
Sirius.
“No,
è al Ministero. Gli Auror hanno messo a disposizione aule
per far allenare i
ragazzi.”
“Ok.”
“Dovresti
riposare.”
“Mi
sento un idiota. Ora mi metti giù?”
“Harry,
non ti reggi in piedi!”
Harry
sbuffò contro la sua spalla e James rise.
Aveva
trovato Harry addormentato con la testa sui libri in un’aula
del Ministero e se
l’era caricato in spalla, ignorando lo stupido orgoglio
maschile del figlio.
“Sai,
sono venuti a trovarci Mike e Jane, i nostri vecchi amici. Volevo
presentarteli, ma tu…oh…scusa.”
James
si zittì quando si rese conto che Harry s’era
addormentato, la testa contro la
sua spalla.
Si
smaterializzò in camera di Harry e lo fece stendere sul
letto, guardandolo con
tenerezza.
“Dorme.
È crollato al Ministero. Sta studiando
troppo.”annunciò agli ospiti ed a Lily,
Sirius e Keira.
“Concordo.
Dovresti dargli una mano.”disse Sirius.
“Prima
mi dici che non devo avere favoritismi, poi mi dici di
aiutarlo?”
“Che
succede?”chiese Jane.
“Harry
s’è iscritto al corso Auror ed io sono il suo
insegnante. E cerco di mostrarmi
imparziale nei suoi confronti, ma non posso farlo se l’aiuto
a casa, no?”
“E’
un discorso contorto.”ammise Jane, ridendo e scuotendo i
capelli biondi ricci.
“James
è contorto.”decretò Sirius e James lo
fulminò con lo sguardo.
“Io
dico di aiutarlo comunque. A casa è tuo figlio, no? Se ti
devi comportare solo
da suo insegnante al Ministero, comportati da padre a casa e dagli una
mano.”disse Mike, saggiamente.
“Quello
che ti dico da settimane!”
Sirius
ghignò, soddisfatto.
“Ahi!”
Harry
si rialzò a fatica dal pavimento sul quale era bruscamente
caduto.
“Scusa,
dovevo diminuire la potenza dell’incantesimo. Stai
bene?”
Il
ginocchio di Harry lo tradì all’ultimo ed il
ragazzo cadde di nuovo.
James
corse verso di lui, in ansia.
“Harry!
Ehi!”
“E’
solo il ginocchio. La frusta ha colpito lì.”
“Mi
dispiace. Credevo di averci messo meno potenza.”
“Non
l’ho parato bene.”
“Non
prendertela con te stesso. È difficile difendersi da un
incantesimo così ed io
dovevo tenerne conto.”
James
passò un braccio dietro le spalle di Harry e
l’aiutò ad alzarsi.
“Devo
sapermi difendere.”disse Harry, testardo, allontanando il
padre e posando il
ginocchio a terra.
La
fitta di dolore gli fece capire che non sarebbe riuscito a mantenersi
in piedi.
Arrancò
fino ad una sedia e crollò.
James
lo guardò.
“Non
c’è bisogno di essere orgoglioso. Se hai bisogno
di una mano…”
“Voglio
sapermela cavare da solo.”
“D’accordo.
E giusto per informazione, che incantesimo vuoi usare per la gamba?
Ferula?”
Harry
lo guardò, un sopracciglio inarcato.
“Quale
dovrei usare?”
“Il
Ferula ti fascia la ferita, non te la cura. Ci vuole un incantesimo
curativo.”
“E
tu lo conosci, vero?”
James
prese una sedia e si mise a
cavalcioni
su di essa, di fronte ad Harry.
“Posso
curarti io o ledo il tuo orgoglio?”
“Stupido.”borbottò
Harry.
“Grazie.”ridacchiò
James. “Si chiama Incanto Mediceo. E l’incantesimo
è Mediceum. Serve solo per
le ferite di piccola o media gravità. Non serve per quelle
gravi, ma comunque è
utile.”
Harry
sentì un fiotto di calore inondargli il ginocchio appena il
padre pronunciò
l’incantesimo.
Il
dolore passò immediatamente e Harry abbozzò un
sorriso.
“Capisco
che tu voglia cavartela da solo, e ne sei certamente in grado, ma ci
sono molte
cose che devi imparare.”disse James, semplicemente.
Harry
alzò lo sguardo su di lui.
“Grazie.”disse,
sincero.
“E’
solo un incantesimo. Va bene ora il ginocchio?”
“Sì,
va bene. Ma non intendevo solo quello.”
James
sorrise, capendo.
“Di
nulla.”disse, passandogli un braccio attorno alle spalle e
posandogli un bacio
tra i capelli. “E’ un piacere prendermi cura di mio
figlio.”
“Anche
Sirius giocava a Quidditch?”
“Sì,
ed era anche piuttosto bravo. Era il battitore. Io ero una cacciatrice
ed anche
Keira, quando venne a stare ad Hogwarts per lo scambio.”
“Non
me l’aveva detto.”
Jane
sorrise, tirandosi i capelli indietro.
“Quindi,
tu eri la ragazza di Sirius?”
“Sì,
lo sono stata per un po’.”
“E
com’era ad Hogwarts?”
“Era
un playboy. Credo si sia fatto metà Hogwarts, escludendo le
ragazzine e le
Serpeverdi.”
Harry
rise.
Immaginava
che Sirius fosse così da giovane.
Anche
da adulto attirava gli sguardi di molte persone, ogni volta che
passeggiava.
“La
mia fama è del tutto immeritata.”
Sirius
entrò in quel momento in cucina, per frugare nella dispensa.
Ne
uscì giocherellando con una mela rossa.
“Ah,
sì? Ho testimoni.”rise Jane.
“Le
avrai pagate, tesoro.”ghignò Sirius.
“E
mio padre?”chiese Harry.
“Beh,
James era simile a me. Solo che io ho collezionato più
conquiste di lui.
Lui
era irrimediabilmente cotto di Lily Evans. Ed era un vero
tormento.”
“E’
vero! Me lo ricordo! Passava giornate ad escogitare un modo per far
colpo su
Lily! Io ero nella stessa stanza di Lily e ti posso assicurare che
più
sciocchezze James faceva, meno Lily era interessata.”
Jane
sorrise.
“Già,
mi avevano detto che faceva l’idiota.”
“Se
qualcuno mi avesse detto che sarebbe stato il marito di Lily ed un
padre di
famiglia l’avrei preso per matto.”
Poi
Jane guardò Sirius.
“Soprattutto
mi stupisci tu! Credevo saresti rimasto scapolo a vita e non avresti
mai
portato avanti la famiglia Black!”
Sirius
ridacchiò.
“Beh,
la mia famiglia è quasi tutta morta e le mele marce o sono
defunte od ad Azkaban,
quindi posso anche procreare senza il timore che qualcuno venga a
rompere le
scatole.”
“Lui
temeva che sposarsi ed avere dei figli sarebbe stato un problema a
causa della
sua famiglia. Temeva per la loro cattiva influenza e via
dicendo.”spiegò Jane
ad Harry, sorseggiando il suo thè.
“Ed
era una cosa da stupidi.”aggiunse.
“Perché?
Anche tu avevi paura dei tuoi nonni.”ricordò
Sirius. “Temevi potessero ferire
le persone che amavi.”
Jane
annuì, seria.
“E’
vero, l’ammetto.”
“Di
cosa state parlando?”chiese Harry, curioso.
“Quand’ero
all’ultimo anno i miei nonni mi proibirono di vedere Sirius,
perché ritenevano
che frequentarlo sarebbe stato troppo pericoloso per me, a causa della
famiglia
Black. A dir la verità, a loro non andava giù
nessun mio fidanzato. Comunque,
minacciarono di far del male a mio fratello ed io fui costretta ad
allontanarmi
da Hogwarts e dai miei amici ed ad andare in Svizzera, nella scuola di
Keira.”spiegò lei.
“Alla
fine lei e Mike risolsero tutto. Lei si fece affidare il fratello,
diventata
maggiorenne, denunciò i nonni e si mise con
Mike.”concluse Sirius.
“Cambiando
argomento, Lily è davvero sicura di voler ospitare le mie
tre piccole
pesti?”chiese Jane.
“Mike
li sta andando a prendere ora, giusto? E poi lei e Keira sono abituate
ad avere
a che fare con i bimbi, come Teddy. Te ne ho parlato, no? È
il figlio di Remus
e Dora ed ha quasi due anni.”
“Non
posso credere che Remus si sia messo con tua cugina
Ninfadora.”
“Se
la chiami così, ti uccide, sappilo.”fece Harry,
sorridendo e Jane guardò lui e
Sirius, interrogativi.
“Non
le piace il suo nome.”spiegò Sirius, con una
scrollata di spalle. “Ed ha
ragione. Andromeda è pessima a scegliere i nomi. Comunque,
quanti anni hanno i
tuoi figli?”
“Marie
ed Arielle 5 e 4 e Stefan 3.”rispose Jane, sorridendo.
“Scommetto che vi
faranno impazzire.”
“Nah!
Siamo abituati ad avere pesti in giro per la casa.”
Sirius
guardò Harry intenzionalmente, che gli rispose con
un’occhiataccia.
“Conosci
troppa gente.”constatò Lily, osservando la lista
degli invitati e guardando
l’amica.
“Sono
amici di Hogwarts e Gerlos. E qualche parente.”
Keira
si sedette e guardò l’amica.
“Che
c’è?”chiese Lily, insospettita.
“Voi
che siete ritornati in vita…”
“Sì?”
“Non
avete qualche potere supplementare?”
“Keira,
non siamo Superman e Wonder Woman. Che tipo di poteri pensi che
potremmo avere?
Cos’hai in mente?”
“Pensavo
a Frank ed Alice. Sono andata a trovarli la scorsa settimana. Tu ci vai
mai?”
L’espressione
di Lily si intristì.
Si
sedette accanto a lei e le prese la mano.
Keira
aveva gli occhi lucidi.
“Sì,
ci sono stata spesso con James.”
“Voglio
poter fare qualcosa.”
“Non
si può fare nulla, tesoro.”disse Lily, la voce
incrinata.
Alice
era stata la sua migliore amica per anni quando aveva frequentato
Hogwarts.
Avevano
aspettato Harry e Neville insieme, avevano partorito a poca distanza
l’una
dall’altra ed i loro figli sarebbero stati legati quanto loro
se solo quella
maledetta Profezia, Voldemort ed i Mangiamorte non avessero rovinato
ogni cosa.
“Non
possiamo fare nulla.”mormorò, ancora.
“Anche se darei qualsiasi cosa per non
vederli così…”
Capì
che stava per scoppiare a piangere quando la vista le
s’appannò e Keira la
strinse a sé.
“E’
tutto ok…”
“No,
non lo è! Perché noi abbiamo avuto una seconda
chance e loro
no…perché?”mormorò
tra le lacrime.
Keira
tacque.
Non
c’era nessuna risposta giusta.
Più
s’avvicinava il matrimonio e la nascita delle bambine,
più in casa Potter-Black
aumentava la tensione.
Keira
e Sirius passavano dall’essere al settimo cielo allo stato di
depressione più
assoluta.
“Posso
capire Keira perché è normale che abbia sbalzi
d’umore, ma Sirius perché è
spesso giù di morale?”chiese Tonks.
Lily
sorseggiò il suo thè e la guardò.
“Credo
che abbia semplicemente paura. È un impegno grosso, quello
di formare una
famiglia.”
“Sì,
ma Sirius è…Sirius!”
Lily
rise.
Effettivamente
Tonks aveva ragione.
Sirius
era il tipo che non si lasciava intimorire da nulla e da nessuno, ma il
problema era anche che tendeva a non ammettere mai cosa stava provando,
né cosa
gli frullasse per la mente.
“James
e Remus gli hanno parlato? Odio vederlo così di malumore. Mi
ricorda il periodo
in cui era rinchiuso a Grimmauld Place.”
Lily
annuì.
Sì,
James e Remus avevano provato a parlargli, ma Sirius era
così chiuso in sé
stesso e di malumore, che neanche James, che era suo fratello, era
riuscito a
farsi dire cosa stava succedendo e cosa lo turbasse tanto.
Harry
lo vide seduto dietro la casa di Hagrid, in compagnia di Fierobecco.
Il
maestoso ippogrifo si lasciava accarezzare, gli occhi chiusi e
l’espressione pigramente
soddisfatta.
Harry
fece un profondo inchino appena l’animale aprì gli
occhi arancioni e li puntò
su di lui.
“Attenzione,
è…”iniziò Sirius, poi vide
Harry. “Ah, sei tu.”
“Sembri
deluso.”mormorò Harry, sedendosi
sull’erba accanto a lui, dopo che Fierobecco
s’era inchinato a sua volta.
“Scusa,
ero solo sovrappensiero. Che ci fai qui?”
“Ti
cercavo.”scrollò le spalle.
Harry
passò una mano tra le piume grigio-argento
dell’ippogrifo che fece schioccare
il becco, avvicinandolo al viso del ragazzo.
“Ti
ha mandato James?”
“Siamo
tutti un po’ preoccupati.”
Harry
guardò il padrino.
Cosa
lo turbava?
Detestava
vederlo così sovrappensiero e di malumore.
“Sto
bene.”
“Non
mentirmi, Sirius. Non sono un bambino.”
“Non
ti ho mai trattato come tale.”ammise Sirius, con una nota
dolente nella voce,
di cui Harry s’accorse.
“Perché
non lo ero.”
Sirius
lo guardò, inarcando le sopracciglia, scettico.
“A
13 anni non eri un bambino?”
“Ok,
forse lo ero. Ma mi trattavano tutti come bambino, tu eri
l’unico che mi
prendeva sul serio.”ammise.
“Vedevo James in te, Harry.”
“E’
normale. Ti mancava. Ed anche io mi aggrappavo a te ed a Remus,
perché eravate
amici suoi e della mamma.”
Sirius
si passò una mano sul viso, nervoso.
“Cos’hai?”chiese
Harry.
“Non
so se ne sono in grado.”ammise Sirius, dopo un silenzio
infinito.
“Di
far cosa? Sposarti?”
“Essere
padre.”
Sirius
non lo guardava.
Fissava
dritto davanti a sé, verso la Foresta Proibita, verso i
folti alberi e la fitta
vegetazione.
“Non
credo si nasca padri. Si deve imparare.”sussurrò
Harry.
Non
aveva mai visto Sirius spaventato.
Preoccupato,
sì e solitamente per lui, ma mai spaventato.
“Scommetto,
anzi so che sarai un padre fantastico. Lo sei già in
fondo.”
Sirius
fece uno strano suono tra uno sbuffo ed una risatina.
“Non
ne sono capace. Sono troppo impulsivo, testardo…”
“Coraggioso,
dai ottimi consigli e lotti per difendere le persone cui
tieni.”
“Sono
un pessimo esempio, Harry.”
“Oh,
sta’ zitto!”
Sirius
ridacchiò di fronte all’espressione truce del
figlioccio.
“Perché
pensi che io sarò un bravo padre?”
“Perché
lo sei stato per me.”
Sirius
si zittì a quella frase e guardò quegli occhi
verde chiaro che lo scrutavano
seriamente.
“Non
farti sentire da James.”disse poi, per sdrammatizzare, ma
Harry non rise.
“Dico
sul serio. Sei stato per anni la mia unica famiglia, la
mia…ancora di salvezza.
E sei una persona grandiosa.
Non
importa quanto tu avessi sofferto prima e quanto continuassi a
soffrire, c’eri
sempre per me.
Amy
ed Alexis avranno un padre fantastico.”disse, sinceramente.
Sirius
abbozzò un sorriso e passò un braccio attorno
alle spalle di Harry,
stringendolo a sé.
“Grazie.”disse
soltanto, a bassa voce, ma Harry lo sentì ugualmente e
sorrise.
“Tadà!”
Lily
spalancò la porta della stanza che sarebbe stata delle
bambine, con orgoglio,
invitando Keira e Sirius ad entrare.
I
due rimasero a bocca aperta.
Era…era…
“E’
rosa!”
“Sono
due bambine, la volevi con i boccini, Sirius?”
“Quella
di Harry era così.”
“Harry
è un maschio, caro.”
Keira
si guardò intorno, notando le pareti color rosa chiaro, le
due cullette al
centro della stanza, il fasciatoio, il lampadario che faceva pendere
sulle
cullette dei piccoli peluche ed oggetti tintinnanti, le due
carrozzine…
“Lily!”
Lily
sorrise di fronte alla sua espressione felice.
“Ho
pensato di comprare qualche peluches.”mormorò
indicando una cassapanca sulla
quale c’erano minimo una trentina di peluches di tutte le
dimensioni.
C’erano
orsetti, bambole, gattini di peluche…
Nella
stanza c’erano anche degli armadi che Lily aveva riempito con
alcuni regali che
lei, Tonks e Molly avevano comprato alle bambine, regali come abitini,
pagliaccetti, cappellini, scarpine…
“E’
bellissimo, Lily.”
Anche
Sirius era commosso e guardava la stanza, stupito.
“Sei
un tesoro!”
Lily
si ritrovò di colpo tra le braccia di Keira e Sirius,
stritolata dai loro
abbracci e rise, felice come non mai.
“Secondo
me saranno brune con gli occhi chiari! Dev’essere
così con due genitori come
Sirius e Keira!”
“O
bionde.”
“Keira,
come fanno ad uscire bionde?”
“I
miei avevano i capelli chiari.”
Keira
fece spallucce.
“Nah,
secondo me…Keira, ma come li avevi i capelli in
origine?”
Keira
alzò un sopracciglio, guardando James.
“Mi
conosci da anni e non sai come sono i miei veri capelli.”
“No.”
Keira
alzò gli occhi al cielo.
“Comprendilo,
Kei. Hai avuto i capelli neri, biondi, rosso scuro, fucsia, verde
chiaro,
castano con ciocche dorate…cambi più spesso
capelli tu di Tonks!”rise Lily.
“Almeno
lei risparmia sulla tinta.”mormorò Keira.
Erano
stesi tutti e quattro sul letto matrimoniale di Sirius e Keira,
scommettendo su
come sarebbero state le bambine.
Mancavano
due giorni al matrimonio e un mese circa alla nascita.
“Secondo
me, una di loro avrà gli occhi grigi di Sirius ed i capelli
castani di Keira. E
l’altra gli occhi blu ed i capelli neri.”disse
James.
“Potrebbe.
Sì.”fece Sirius.
Era
divertente immaginare come sarebbero
state…l’eccitava tantissimo l’idea di
diventare padre, oltre a spaventarlo da morire.
“Ma
Remus? Dov’è?”chiese Lily.
“Oggi
iniziava a lavorare ad Hogwarts. Tonks, Teddy ed Andromeda hanno
trovato una
casa vicino Hogsmeade.”rispose James, fissando il soffitto
color crema.
“Mi
manca.”mormorò Keira.
“L’hai
visto ieri, tesoro.”fece Lily e tutti risero.
“Rompiscatole.”
“Mmmm…”
“Chi
fu ad indovinare come sarebbe stato Harry?”disse James
d’un tratto.
“Sempre
Sirius. Oltre ad indovinarne il sesso.”rispose Lily e Sirius
ghignò
compiaciuto.
“Ok,
allora fai una predizione sulle tue bambine.”
“D’accordo.
Però mi servono i veli ed i braccialetti della
Cooman.”
Tutti
risero.
“Tu
vestito da donna? Ahahaahahaha! Ti ci vedo, Pad!”
Sirius
iniziò a spintonare James che per poco non cadde dal letto,
le lacrime agli
occhi.
“Su,
siate seri!”borbottò Keira.
“Loro
seri? Ma ti scordi con chi hai a che fare?”
Lily
stava soffocando dalle risate contro la spalla di Keira che si
lasciò
contagiare dall’attacco di ridarella.
Dopo
una buona mezz’ora smisero di ridere.
“Stavolta
concordo con James. Secondo me, una avrà i miei occhi ed i
capelli castano
scuro di Keira ed un’altra gli occhi azzurri ed i miei
capelli neri.”
“E
se fossero bionde od una di loro?”chiese Keira.
“Per
me basta che non assomigliano alla madre di Sirius, poi possono
assomigliare a
chi vogliono.”fece James, ridendo.
Sirius
gli diede un pugno sulla spalla.
“Saranno
bellissime. Ci scommetto.”disse Lily e Keira
annuì, sognante.
Non
vedeva l’ora di conoscerle.
Era
certa che si sarebbe innamorata di loro a prima vista.
“Le
guarderai e capirai qual è il tuo posto nel mondo, Keira.
Guarderai le tue
figlie e le amerai a prima vista.”disse dolcemente Lily.
“Come
tu t’innamorasti a prima vista di Harry.”
James
guardò la moglie e la strinse a sé sul letto,
baciandola dolcemente tra i
capelli rossi.
Spazio autrice:
Saaaalve!!!!
Prima di tutto ringrazio: dracolina, Lupa Malandrina,
soniacristina1989, danyazzurra, Sarah Jones 13, Padfoot_07 per aver
commentato il capitolo precedente!
Sono arrivata al penultimo capitolo e quindi tra un pò la
mia storia, che per me è diventata una sorta di parto
cesareo, finirà e sarà dura separarmi da questi
capitoli!
Allora, per scegliere il vestito ho setacciato tutte le foto su
internet. Avevo pensato ad un bell'abito medievale, ma mi sono
innamorata di uno e vi posterò la foto di sotto, insieme
alle immagini degli altri attori:
James Potter giovane
http://blog.zap2it.com/frominsidethebox/darren-criss-glasses-rebecca-sanabria-320-02.jpg
http://26.media.tumblr.com/tumblr_lefne7sKhb1qf47i6o1_400.jpg
http://www.leaktainment.com/wp-content/uploads/2011/04/Darren-Criss1.jpg
Jane Caville
http://www.wwd.com/images/processed/wwd/2009/06/12/landscape/01-large/reese_witherspoon.jpg
http://essaycompanyreviews.com/wp-content/uploads/2011/07/reese_witherspoon_avon_cosmetics.jpg
http://www.tiptoptens.com/wp-content/uploads/2011/05/Reese-Witherspoon.jpg
Mike Berry
http://www.theaudience.it/wp-content/uploads/2011/02/ryan-gosling.jpg
http://www.wikinoticia.com/images2//s3.hiperpop.com/files/2011/08/ryan-gosling-intercede-pelea.jpg
http://topnews.in/light/files/ryan_gosling.jpg
Vestito:
http://www.weddingdressescorner.com/wp-content/uploads/2011/02/beautiful-wedding-dresses-pictures1.jpg
A presto! Un bacione a tutti e grazie ancora!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 41 *** Un matrimonio e nuove vite ***
“Si
può sapere dove stiamo andando? Lily, Jane...Molly! Insomma,
vi degnate di rispondermi?”
Keira
sbuffò e tentò di togliersi la benda dagli occhi,
ma mani ferree la fermarono.
“Non
ancora. Aspetta ancora un pochino.”disse la voce di Tonks.
Si sentiva
che non vedeva l'ora di far vedere a Keira cosa avevano preparato per
il suo addio al celibato.
“Ragazze....mi
devo preoccupare?”
“...No?”
La voce di
Jane suonò poco convinta e Lily alzò gli occhi al
cielo.
Ringraziò
mentalmente la magia che aveva consentito loro di entrare tutte nella
macchina di Keira, la quale, sul sedile posteriore, era bloccata da
Jane e Tonks, che le impedivano di togliersi la benda.
Ginny ed
Hermione sorridevano, un po' intimidite dopo aver saputo la meta del
loro viaggio e Molly, seduta sul sedile anteriore con Lily, se ne stava
in silenzio.
“E
se entrasse in travaglio?”chiese a bassa voce, dopo un po'.
Lily rise.
“Per
l'emozione? Naah...le bambine non dovrebbero nascere che tra qualche
settimana.”
“Sembrano
vogliano uscire adesso.”disse la voce divertita di Keira e
Lily ringraziò mentalmente la sua buona sorte,
perché inchiodò di colpo senza uccidere nessuno.
Solo le
ragazze vennero sbalzate un attimo in avanti e poi indietro.
“LILY!
Ma chi ti ha dato la patente?”gridò Jane.
“Hai
le contrazioni?”
Lily si
voltò verso Keira che ovviamente non la poteva vedere, ma
ghignò comunque.
“No,
cara. Ma scalciano comunque.”
“Idiota,
mi hai fatto prendere un colpo!”
Lily
ritornò alla guida.
“Tu
ci stavi per uccidere tutte!”ribatté l'altra e
Lily dovette tacere e darle ragione.
Lei ed i
veicoli non andavano d'accordo, ma al momento era l'unica a possedere
la patente.
La musica
assordante colpì le orecchie di Keira, prima che le sue
suddette amiche le levassero la benda.
Erano...erano
in un...
“Mi
hai portato in uno strip club?”esclamò, incredula,
guardando Lily, che indicò Tonks.
“Idea
sua.”
“Non
ne avevo dubbi.”commentò, in seguito.
Le luci le
abbagliavano, iridescenti e colorate come non mai.
Erano in
un'enorme sala, piena di divanetti, poltrone e tavolini di pelle ed al
centro c'era un grande palco dove parecchi ragazzi ballavano,
strusciandosi sui pali e facendo mosse sensuali.
“Sono
incinta! E domani mi devo sposare!”esclamò, ma
trovava la situazione piuttosto divertente.
“LILY!”
“Cosa?”
“Io
non ti ho portata in uno strip club la sera del tuo addio al
celibato!”
Afferrò
l'amica per un braccio che rise, scuotendo i capelli rossi.
“No.
È vero. Quella sera siamo rimaste a casa tu, io ed Alice ed
avete prenotato un gigolò che mi ha fatto uno strip tease.
Quindi...”
Keira rise
al solo pensiero.
Ricordava
ancora perfettamente la faccia color porpora di Lily e
l'incredulità di James quando gliel'avevano confessato.
Beh...da
lei se lo potevano aspettare, ma Lily?
“Le
signorine si accomodino.”
Un bel
cameriere con indosso dei striminziti jeans le fece sedere ad un tavolo.
Hermione e
Ginny lo guardarono, ammirando i muscoli delle braccia e delle gambe,
quando lui s'allontanò.
“Ohi,
voi due. Siete fidanzate!”
Keira
schioccò le dita dinanzi ai loro volti, mentre Molly rideva.
“Siamo
tutte impegnate, cara. Ma un'occhiata non guasta mai.”disse,
stupendo tutte.
Si
sarebbero aspettate che proprio lei, madre di sette figli ed in
età avanzata, facesse storie, ma...anzi...
Beh, come
si soleva dire...anche l'occhio vuole la sua parte!
“E
ti abbiamo prenotato il meglio della casa. Miguel!”
Tonks era
quella più su di giri e per l'occasione i suoi capelli erano
rosso porpora, così come diventarono le guance di Keira
quando un bel ragazzo cubano si avvicinò a lei.
Era
decisamente bello, con i suoi capelli scuri e gli occhi chiari ed i
muscoli in evidenza.
Iniziò
a ballare attorno a loro, per poi soffermarsi davanti alla festeggiata.
“Miguel,
milady.”disse, baciandole la mano e Keira arrossì.
“Keira.”
“Keira.”ripeté
nel suo bell'accento del sud. “Le tue amiche hanno
organizzato per te un mio balletto, ma se vuoi posso fare anche
qualcosa di privato...”disse ammiccante.
“Non
credo che il mio futuro marito apprezzerebbe.”
“Io
non sarei geloso, però. Sei davvero incantevole.”
Keira rise,
stando al gioco.
Ed
ammirò il corpo del ballerino, mentre lui ballava dinanzi a
lei.
Fulminò
Tonks e Lily con uno sguardo che voleva significare “Me la
pagherete cara!”.
Imbarazzi a
parte, la serata andò benissimo, a parte il succo d'uva che
Keira bevve a litri e che la costrinse a fare più volte
avanti ed indietro per il bagno per orinare, con grande risata di Lily
che si stava godendo la sua Burrobirra.
Il locale
era gremito di gente e si riempì ancora di più
con l'avanzare della sera ed accoglieva maghi e streghe di ogni tipo.
Keira si
stava divertendo, dopotutto. Le era sembrata strana come idea, quella
di essere portata in uno strip club, vista la sua pancia di nove mesi
e...sì, principalmente visto che era una balenottera azzurra.
Ma si stava
divertendo e perfino Ginny ed Hermione, rigide all'inizio per la
situazione nuova, stavano ridendo come matte, spettegolando su
chissà chi e bevendo sidro.
“E
questa è per te.”
Jane
tirò fuori dalla borsa la confezione di una pasticceria e
gliela porse, con gli occhi che brillavano.
Scambiò
un'occhiata complice con Lily e Keira intuì che le sorprese
non erano finite.
Aprì
la confezione con un po' di timore e si trovò dinanzi una
torta di panna e cioccolato a forma di...
pene...
“Ahahahahahah!”
Lily
scoppiò a ridere appena vide la sua faccia sconvolta.
“Andiamo!
Non ne hai mai visto uno?”la stuzzicò Tonks.
“Solo
quello di tuo cugino Sirius e questo non è delle dimensioni
adatte.”ridacchiò lei, dopo essersi ripresa dalla
sorpresa.
Stupidamente
si chiese cosa le sarebbe toccato come fetta, se uno dei testicoli od
una parte del pene...
Poi
scoppiò a ridere e non smise per almeno una decina di minuti.
“Dimmi
una cosa. È più grande o più
piccolo?”le chiese Lily, riferendosi alla frase di prima
dell'amica, che rispose ridendo ancora e dicendole che la fama di
Sirius ad Hogwarts non era affatto immeritata, anzi...
ttp://www.google.it/imgres?q=penis+cake&hl=it&gbv=2&biw=960&bih=479&tbm=isch&tbnid=eGOf-EV8m3M4lM:&imgrefurl=http://www.ilxor.com/ILX/ThreadSelectedControllerServlet%3Fboardid%3D69%26threadid%3D254&docid=40Q6Q3o0Qd_j7M&w=675&h=463&ei=M5qMTrvrNOra4QSg5PCsCQ&zoom=1&iact=rc&dur=132&page=15&tbnh=117&tbnw=163&start=138&ndsp=10&ved=1t:429,r:8,s:138&tx=62&ty=54
=> Eccola!)
Remus
sussultò sentendo il suono della sveglia e si
passò una mano sul viso.
Ma dov'era?
Cos'era successo?
Si mise
lentamente a sedere, ma s'abboccò di nuovo sentendo la testa
girare.
Perché
tutto girava di colpo?
Adocchiò
Mike e Arthur seduti sul divano, i volti cerei come se avessero appena
dato di stomaco e poi ricordò tutto.
L'addio al
celibato di Sirius! Ma certo! S'erano ubriacati!
Si
guardò intorno per individuare James e Sirius e li
trovò stesi sul pavimento, James con gli occhiali storti sul
naso ed un piede di Sirius sullo stomaco.
Il
festeggiato, d'altro canto, dormiva alla grande. E quel giorno si
sarebbe dovuto...
“SIRIUS!
SIRIUS, SVEGLIATI! TI SPOSI OGGI!”urlò, ricordando
all'improvviso che mancavano due ore alla cerimonia e che erano in uno
stato pietoso.
Sirius e
James sussultarono quando urlarono e Mike maledisse la voce di Remus
che in quel momento era come un chiodo arroventato nel cervello.
Nello
svegliarsi Sirius mollò un calcio a James, centrando i suoi
gioielli di famiglia e i successivi venti minuti furono pieni di
imprecazioni, lamenti, urla e pozioni anti-sbornia che Mike e Arthur,
gli unici che non avevano bevuto così tanto da essere
rimbecilliti, stavano preparando e facendo bere a tutti.
“Mi
hai dato un pugno!”urlò Sirius, agitatissimo e
controllando che il pugno di James al collo non avesse lasciato segni
indelebili.
“Tu
mi hai quasi castrato!”
“Hai
già un figlio!”rimbeccò stupidamente
Sirius, rischiando di ricevere un altro pugno, stavolta visibile,
nell'occhio.
Fu Remus a
salvarlo da ulteriori lividi ed a costringerlo a farsi la doccia,
mentre faceva ingurgitare a James il rimedio anti-sbornia.
Anche se
aveva bevuto anche lui, Remus rimase il più calmo nelle
successive due ore di preparazione.
S'assicurò
che James e Sirius non s'azzuffassero di nuovo e si preparò
in fretta.
Ma passati
i primi litigi mattutini, James e Sirius stavano andando d'amore e
d'accordo come se non si fossero appena azzuffati dieci minuti prima.
“Andrà
tutto bene. Keira è fortunata.”mormorò
James, mentre aggiustava la cravatta di Sirius.
Keira aveva
insistito per far indossare loro gli smochin...smock...qualcosa del
genere, con tanto di cravatta che Sirius aveva quasi usato come cappio,
non sapendo come legarsela.
“Ti
stai commuovendo, Prongs?”domandò Sirius,
guardando l'amico che ammiccava spesso, come per scacciare le lacrime.
“No,
idiota.”
Ma non era
vero.
Sirius, suo
fratello, si stava sposando con la donna che aveva amato anni prima e
che aveva rivisto dopo ben 18 anni e con la quale era stato di nuovo
amore a prima vista.
Sirius
sentiva lo stomaco in subbuglio, e non era dovuto all'alcool che aveva
ingerito la sera precedente, ma all'emozione.
Stava per
sposarsi e per un istante avvertì le gambe molli, prima che
James lo facesse sedere.
“E
se sbaglio qualcosa?”
“Tipo
balbetti durante le promesse?”
“Quello
l'hai fatto tu, Prongs.”
James rise,
ricordando l'imbarazzo di quel momento in cui aveva incrociato gli
occhi verdi di Lily e le parole gli erano morte in gola.
“E'
la madre delle tue figlie e la donna della tua vita. Andrà
tutto bene. E noi saremo accanto a te.”
“E
se non venisse? Se avesse cambiato idea? Se non mi volesse
più sposare? Guarda, sono una balena...LILY!”
Keira era
nel pieno di una crisi isterica e Lily tentava invano di calmarla.
In quel
momento la futura sposa stava andando su e giù per la stanza
accanto alla chiesa, con il suo abito da sposa e nervosissima.
“Tesoro...andrà
tutto bene. Sirius verrà, ovvio che verrà.
Calmati...o finisci per partorire oggi.”
Lily le
andò incontro e la strinse a sé.
Sentì
il cuore di Keira battere come impazzito ed i calci di, forse, entrambe
le sue figlie.
“Aiutami,
qui.”
Ginny
cercò di sistemare i capelli di Hermione allisciandoli con
la magia
e facendole un coda alta.
“Ecco.
Stai benissimo.”sorrise, emozionata.
Amava i matrimoni.
“Non
posso credere che Sirius si sposi.”ammise una voce
nell’angolo.
Hermione
e Ginny si voltarono verso Harry che aiutava Ron ad infilarsi la
cravatta.
Il
rosso aveva rinunciato dopo essersi quasi strozzato involontariamente
due volte.
“Io
trovo più strano vederlo come padre! Non ce lo vedo alle
prese con
pappe e pannolini.”fece Ginny ed Harry rise.
Guardò
la sua ragazza.
Era
bellissima nel vestito azzurro chiaro, i capelli ricci legati di lato
e gli occhi ridenti.
“Sei
bellissima.”sussurrò quando Ginny
s’avvicinò a lui, passandogli
una mano tra i capelli scuri.
“Anche
tu, mio bel cavaliere.”
Harry
sentì il suo profumo alle rose e la trasse a sé,
baciandole prima
il collo e poi posandole un bacio sulle labbra carnose.
“Ehmt…”
Remus
fece capolino nella stanza, avvisandoli che dovevano andare.
Fu
una cerimonia semplice e bellissima.
Ginny
ed Hermione erano le due damigelle, bellissime nei loro abiti
azzurro, mentre Lily e Tonks (che aveva sempre i suoi capelli color
rosa shocking!) erano le testimoni in abito verde.
James
riusciva quasi a percepire la tensione di Sirius che gli
lanciò uno
sguardo allarmato quando Keira fece cinque minuti di ritardo.
Per
un attimo aveva temuto che fosse fuggita via e James
s’annotò di
prenderlo in giro per il resto della sua vita per un pensiero
così.
Ma
poi la vide entrare, bellissima nel suo abito bianco, con i capelli
scuri ondulati che le scendevano sulle spalle ed il velo bianco a
coprirle il viso.
Keira
era emozionatissima e balbettò le promesse inizialmente, per
poi
calmarsi e perdersi negli occhi grigio ghiaccio di Sirius.
Strinse
le mani tra le sue, giurandogli amore eterno con tutta sé
stessa.
Non
era mai stata il tipo da romanticherie, ma in quel momento si
sentì
più romantica che mai.
Lo
baciò con ardore che sconvolse anche il prete e fece
esplodere il
pubblico in applausi e fischi.
Sirius
rise allontanandosi piano da lei e baciandola sulla guancia.
Sua
moglie.
“Posso,
milady?”
Lily
Potter alzò lo sguardo verso l’uomo che le porgeva
la mano,
invitandola a danzare.
James
era bellissimo nel suo completo scuro (Keira aveva insistito per far
mettere almeno i vestiti babbani, cosa che aveva reso Arthur Weasley
molto contento…) e le sorrideva.
“Ma
certo, milord.”
“Sei
davvero bellissima, sai?”
James
guardò la moglie.
Il
vestito s’intonava ai suoi occhi, i capelli rosso scuro erano
mossi
e sciolti sulle spalle e lei sorrideva radiosa.
Poco
lontano da loro anche Sirius e Keira ballavano, abbracciati.
“Anche
tu. Ed ho notato come mi hai guardata per tutta la cerimonia. Ed il
pranzo.”
“Sei
uno splendore…” James le fece fare una giravolta e
poi la trasse
a sé. “Non è colpa mia. Dovrebbe
esserci un limite alla
bellezza.”
Lily
scoppiò a ridere.
“Mi
stai facendo arrossire.”
James
sorrise e le mise una mano dietro la schiena, intrecciando la mano
con la sua per ballare.
Poi
si fermò, fissando un punto di fronte a sé.
“Cosa
c’è?”chiese Lily.
“Hai
la macchina fotografica con te?”
“No,
perché?”
“Guarda
lì.”
James
indicò Piton ed Ashley che ballavano poco lontano.
“Oddio.
Non credevo sapesse ballare.”
“Ed
io che avesse un altro colore nel guardaroba.”ammise James,
notando
la veste blu scura di Piton.
Lily
gli diede un buffetto sul braccio e rise divertita.
“Keira
sembra una principessa.”ammise Lily, posando la testa sulla
spalla
del marito.
Tutti
si stavano divertendo a ballare, a chiacchierare, a mangiare
l’ultimo
pezzo di torta.
Keira
e Sirius stavano ballando, stretti l’uno all’altra,
i volti
raggianti di felicità.
“Non
posso credere che tu sia mio marito.”
Keira
osservò l’anello che aveva al dito.
La
fede brillava.
Sirius
sorrise e le carezzò i capelli.
“Credici,
invece.”
Keira
rise, fermandosi di botto, le mani al pancione.
“Tutto
bene?”chiese Sirius, allarmato.
“H-ho
sentito una fitta.”
“E’
normale?”
“Non
ne ho idea. Ma non è la prima. Anche stamattina le avevo. Ma
credevo fossero per le schifezze che ho mangiato e..."
Keira
non finì di parlare che sentì del liquido
gocciolarle lungo le
gambe e cadere sul pavimento.
“Questo
non è normale.”
“Le
acque! Mi si sono rotte le acque!”
“NON
POSSONO NASCERE! MANCA ANCORA UN MESE! NON…”
Keira
era come impazzita.
Indossava
un camice d’ospedale ed era costretta a letto.
Guardò
Lily, in cerca d’aiuto.
“Dì
alla Medimaga che loro rimangono ancora un po’ dentro di
me!”
A
Lily venne da ridere.
Era
abituata a vedere Keira isterica, così sorrise.
“Tesoro,
capita di partorire prima del tempo. Staranno benissimo.”la
rassicurò, ma Keira gridò colta da una fitta di
dolore.
Il tempo che separava una
contrazione dall'altra si stava accorciando rapidamente ed il volto di
Keira era cereo.
Era terrorizzata.
Afferrò la mano di Lily
e la stritolò fortissimo.
“Dov’è
Sirius?”urlò Keira.
“Ad
iperventilare fuori. Andrà tutto bene, tesoro.”
Se
Keira era agitata, Sirius stava scavando una fossa a furia di
camminare su e giù per il corridoio.
Molti
invitati erano a casa propria, attendendo notizie e solo Lily, James
ed Harry, erano rimasti con Sirius e Keira.
“E
se le accadesse qualcosa? O succedesse qualcosa alle bambine?”
Sirius
era a dir poco terrorizzato.
Il
pensiero di perdere Keira lo terrorizzava, come anche quello di
perdere le figlie.
Lily
uscì venendo loro incontro.
Stavano
portando Keira in sala parto.
“Ti
vuole con sé.”
Lily
spinse Sirius, indicando la barella che portava Keira nella sala.
Sirius
corse verso la donna, il cuore in gola.
“Ehi…”mormorò,
incapace di dire qualcos’altro.
“Ehi,
straniero.”
“Andrà
tutto bene.”disse, stringendole le mano.
La
verità era che aveva una paura matta.
Era
quasi mezzanotte ormai.
Lily
s’era alzata in piedi per sgranchirsi le gambe e prendere una
boccata d’aria.
A
quanto pareva il travaglio era lungo.
Poi
si voltò verso suo marito e suo figlio ed osservò
la scena.
Harry
teneva la testa sulla spalla del padre, che gli cingeva le spalle con
un braccio e parlavano a bassa voce.
“Siete
adorabili.”ammise, avvicinandosi a loro.
James
sorrise.
“Siamo
un po’ preoccupati.”disse Harry.
James
rafforzò la stretta.
“And…”
Non
fece in tempo a finire la frase che la Medimaga che aveva in cura
Keira s’avvicinò a loro.
“I
signori Potter? Potete entrare, ora.”disse, con voce
tranquilla.
“Stanno
bene?”
“Sì,
benissimo. Tutte e tre.”
Lily
sorrise, rincuorata e quasi trascinò James ed Harry nella
stanza.
Keira
giaceva sul letto, i capelli legati in una coda,
l’espressione
stanca ed un confettino rosa in braccio.
Sirius
era seduto sul bordo del letto, gli occhi fissi sull’altra
bambina,
tra le sue braccia.
“Ciao,
famiglia Black.”salutò James e Sirius
alzò lo sguardo su di lui.
“Ciao,
Potter.”
James
rise e s’avvicinò a lui.
“Ti
presento Amelia. Amelia Lucrezia Black.”sussurrò,
con la voce
commossa di un neopapà orgoglioso.
La
piccola dormiva tranquilla, tra le braccia del padre, i capelli
nerissimi.
“Ha
tantissimi capelli.”mormorò James.
“M’aspettavo
una frase diversa.”ammise Sirius e James
ridacchiò.
“Hai
ragione. È davvero uno splendore.”
Lily
nel frattempo stava abbracciando Keira e guardando la piccola Alexis
Elizabeth Black.
La
piccola era sveglia e mostrava loro due occhioni grigio ghiaccio,
identici a quelli di Sirius.
“Sirius
aveva ragione sul loro aspetto. Amy ha gli occhi blu ed i capelli di
Sirius e lei ha i capelli castani e gli occhi grigi.”
Keira
sorrideva, esausta, ma orgogliosa.
Lily
la strinse forte a sé.
“Harry,
vieni qui.”disse Keira e lo tirò a sé.
“Saluta
Amelia ed Alexis.”
Harry
alzò lo sguardo verso Sirius e Keira.
Erano
raggianti, come i suoi genitori.
Sorrise,
guardando quelle piccole che avevano appena detto ciao al mondo.
Sì,
si disse, guardando i visi delle persone che amava.
Sarebbe
andato tutto bene.
THE
END
Vestito:
http://www.weddingdressescorner.com/wp-content/uploads/2011/02/beautiful-wedding-dresses-pictures1.jpg
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=177111
|