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di sono fuori come un aereoplano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Primo ***



Capitolo 1
*** prologo. ***


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            Prologo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo corretto e ri-corretto da Kukiness, a cui dedico questo capitolo. Grazie, davvero.

 

 

 

 

 

Quando la risata di Bellatrix Lestrange invase i timpani di Hermione Granger, un sottile gemito le sfuggi dalle labbra.

A rallentatore vide il corpo di Sirius dissolversi oltre il velo, e quegli occhi grigi rivolgerle l'ultima occhiata; l'urlo di Harry sovrastò gli scoppi della battaglia, straziante.

Sirius, Sirius, Sirius! Il cuore di Hermione si frantumò, e una angosciosa agonia si impossessò dei suoi arti.

- No, Harry, no! - urlò Lupin, ed Hermione vide il suo migliore amico sparire, e solo a quel punto si risvegliò. Freneticamente si guardò attorno, e lo sguardo le ricadde nuovamente sul velo.

Le serviva un incantesimo... un incantesimo che l’aiutasse a spostarlo. L’immagine del volto indispettito di Ron le si palesò davanti agli occhi. 'È Wingardium Leviòsa, e non Leviosà.'

- Professor Lupin, si sposti da lì! - urlò Hermione, raggiungendolo. Lupin la guardò sorpreso, ma le fece ugualmente spazio, indietreggiando, mentre lei socchiudeva le palpebre, alzando la bacchetta. Raccolse tutte le sue forze, e le racchiuse tutte nella sua mano, esalando un brutale respiro.

- Wingardium Leviòsa! - strillò e l’arco, con una leggera fatica, si alzò dal ripiano di pietra. -  Cosa vuoi fare, Hermione? - domandò Remus, cercando di sovrastare gli scoppi e le urla. La ragazza non rispose, ma fece un passo avanti. L'arco la seguì ed Hermione si congratulò con sé stessa.

Avanzò fino all'Atrium,e lì vide Harry guardare impotente la battaglia che si stava svolgendo tra Lord Voldemort e Albus Silente. Hermione lasciò che il velo toccasse delicatamente terra, e rimase sbalordita dalla potenza della battaglia che si stava svolgendo tra i due uomini.

Non aveva mai sentito quell'elettricità nell'aria, scatenata da incantesimi così potenti da distruggere ogni molecola presente in quella stanza. Hermione distolse lo sguardo da quello spettacolo e a gattoni si avvicinò a Harry. Lui cercò di spingerla lontana. - Che ci fai qui? Vattene, Hermione, è pericoloso! - Ma Hermione strinse una mano tra le sue, e lo costrinse a guardarla negli occhi.

- Il velo dov'è caduto Sirius, Harry! E lì... in un momento di distrazione, devi spingerlo dentro,okay? Dopo lo distruggeremo, e lui non potrà più tornare in vita. - sussurrò, meravigliandolo.

Harry guardò l’arco. Intanto Voldemort e Silente si avvicinavano sempre di più al velo.

- Ma Hermione... lì dentro c'è Sirius! - disse Harry, disperato.

Hermione gli carezzò il capo, stringendo una ciocca di capelli tra le dita. - Lì dentro non c'è nessuno. Sirius è morto, Harry. E non fare in modo che il suo sacrificio sia stato vano.-

Una lacrima solcò il volto del ragazzo, che annuì, sconfitto. - Ti prometto che nessun'altro morirà per questa guerra... più nessuno. - disse , guardandola con determinazione negli occhi.

- Vai! - Hermione lo spinse e Harry corse fino ad arrivare alle spalle di Silente, che cercava di spingerlo lontano dalla lotta con alcuni incantesimi che lo costringevano ad arretrare.

- Professore, la prego, si fidi di me! - disse Harry e Silente, ascoltando la voce sicura e determinata del suo allievo, parve convincersi. - Cerchi di distrarlo, poi quando le dico ora... si fermi! - sussurrò il ragazzo, e Silente annuì.

Lord Voldemort, sempre con gli occhi puntati in quelli di Harry, indietreggiava sotto i colpi di Silente. La vendetta... non lo faceva ragionare, voleva solamente distruggere quel ragazzino insolente. E non si accorse dell'arco dietro di lui, e di ciò che brillava negli occhi del nemico.

- Ora, professore! - urlò Harry e sotto gli occhi strabiliati di Lord Voldemort, Silente fermò improvvisamente l'attacco. - Cos'è, ti sei rammo... - Ma non finì la frase, perché con uno - Stupeficium. - fu lanciato all'indietro. Riuscì a malapena ad aggrapparsi ai bordi dell’arco. - Effetto sorpresa? Alquanto ridicol... - Hermione, che era la più vicina, apparve dinnanzi all'uomo, sorprendendolo.

- Questo è per Sirius. - sibilò a ragazza, e con le mani lo sospinse oltre al velo. L'uomo urlò e cercò di afferrarla, ma prontamente Harry la strinse a sé, a un metro di distanza.

- Bombarda Maxima! - strillò nuovamente Hermione. L'arco andò in mille pezzi e insieme a lui anche i loro cuori.

Sirius era lì e non sarebbe tornato più indietro.

- Va tutto bene... va tutto bene. - sussurrò Hermione, abbracciando Harry. In un attimo furono circondati da persone che li abbracciavano, consolavano, ed entrambi... seppero che era finalmente finita. E tra le lacrime, tra le urla, e tra mani e cuori che si ricongiungevano, capirono che la battaglia li aveva segnati fin nel profondo. Sirius sarebbe vissuto nei loro cuori, e non avrebbero lasciato andare quel ricordo, mai più.

E se Harry perdeva, ancora una volta, la sua famiglia... Hermione Granger si chiedeva se avrebbe ritrovato la voglia di amare.

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Capitolo 2
*** Capitolo Primo ***


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                 Capitolo primo.

 

 

 

 

Capitolo corretto da Kukiness.

 

 

 

 

 

 

 

Quando Draco varcò la soglia della Sala Grande, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni della divisa e un sogghigno divertito sulle labbra, nessuno lo degnò di un'occhiata.

Si diresse con passo strascicato verso il tavolo degli Slytherin, dove Blaise Zabini lo accolse con tono isterico. - Dove cazzo ti eri cacciato, Draco? Ti stiamo cercando da quando siamo usciti dalle carrozze! -

Draco cercò di trattenersi per mantenere la patina perfetta di ragazzo 'cinico' e 'freddo', ma scoppiò quando Piton rivolse un'occhiataccia a Silente, che lo guardava con gli occhi azzurri, attraverso gli occhialetti a mezza luna.

- Dici che è malato? - sussurrò Daphne, sorseggiando del té caldo. Abitudine che Draco ancora doveva capire. Bere a colazione, pranzo e cena solo e sempre tè avrebbe dovuto disgustarla, invece lei ne abusava continuamente.

Theodore Nott sospirò. - O drogato. -

- O è un completo idiota, - sibilò Astoria Greengrass, - che si ritroverà pelato come lo zio Vold se non la smette di ridere e ci racconta questo episodio esilarante. -

- Ehm ehm. - Draco si schiarì la voce e si ricompose. Si guardò attorno per assicurarsi che nessuno lo avesse visto ridere come un folle, poi si voltò di nuovo verso i suoi amici, che lo fissavano ansiosi.

- Mi hanno... perquisito. - Ridacchiò e si scompigliò i capelli con la mano.

Blaise aggrottò le sopracciglia. - Perquisito? -

Draco annuì e afferrò le posate come badili, per rifornire il proprio piatto di ogni pietanza presente sul tavolo.

Theo chiuse il libro con un tonfo secco e afferrò una forchetta. Gliela puntò contro come un’arma. - Cioè... sei stato perquisito da chi? -

- Secondo te? Dalla fata turchina? - sbuffò Draco, assaggiando con gusto del tacchino.

- Draco, comincio a perdere la pazienza. - Astoria assottigliò lo sguardo, rischiando di farlo strozzare.- Parla. -

Draco appoggiò le posate e si pulì la bocca col tovagliolo. - Ehm, sì, certo. Scusami. -

- Grazie, tesoro, - sussurrò Astoria gelida. Dalla bocca di Daphne sfuggì un risolino, che le fece guadagnare un’occhiataccia da entrambi.

Nonostante Astoria e Draco non fossero più promessi sposi, si comportavano ancora come una coppia. E, come aveva intuito tutta Slytherin, l'uomo della coppia non era Malfoy.

- Il ministro ha attuato le nuove norme di sicurezza e, visto che i miei genitori sono dei pregiudicati, hanno ben pensato che io avrei potuto avere qualcosa contro Potter o l'intera Hogwarts, - spiegò Draco, alzando gli occhi al cielo.

- Beh... l'anno scorso hai cercato di avvelenare Harry... - disse Daphne, facendolo ridacchiare.

- Ah, bei tempi... ora non posso far nulla, sennò i M.A.G.O. me li sogno. - Draco fece spallucce.

- E poi era per scherzo. Sicuramente mio padre non mi avrebbe mai chiesto di avvelenarlo, anche se non gli sarebbe dispiaciuto. -

Quello che avevano capito tutti da tempo, era che oramai la guerra era finita. Senza Lord Voldemort che incutesse terrore, non c'era più nessuno che lo seguisse o altro. I pregiudizi sui mezzosangue erano sempre all'ordine del giorno, ma l'odio e il disprezzo si era dissipati con il tempo.

Draco era rimasto solo con la madre, che dopo l'arresto del marito aveva posto fine all'oscurità, l'ammirazione e il terrore che perseguitavano il cognome 'Malfoy'. Per lei era molto più importante integrarsi nella comunità magica ed essere ristabiliti a tutti gli effetti.

Non che Narcissa o Draco non amassero Lucius, anzi. I due gli scrivevano sempre e la mancanza dell'uomo si sentiva prepotente. Nessuno dei due lo aveva rinnegato o aveva infangato il suo nome solo per uscirne pulito.

Astoria inclinò il capo. - Allora perché perquisirti? Tra gli Slytherin sei stato il solo. -

- Beh, forse anche gli altri sono stati perquisiti, solo che non l'hanno detto - borbottò Draco, ma tra tutte quelle espressioni non vide visi turbati o divertiti. Quindi, Silente aveva qualcosa in mente. Era sicuro che quella perquisizione fosse dovuta a qualche idea strampalata del preside.

Poteva metterci la mano sul fuoco.

Quando finirono di strafogarsi con il dessert, Silente si alzò con un sorriso solare sulle labbra.

- Ragazzi miei... prima di lasciarvi per farvi sprofondare nei vostri sogni tranquilli, volevo informarvi di un evento meraviglioso, approvato dal Ministero e dall'intera comunità magica.

Sono passati due anni dalla scomparsa di Lord Voldemort, e la cattura di tutti i suoi seguaci. In due anni abbiamo assaporato la libertà e il gusto di poter vivere finalmente senza paura.

E, per festeggiare questa tanto agognata libertà, il mese prossimo Hogwarts aprirà le sue porte a delle persone speciali. - Draco, dalla sua postazione, per poco non si strozzò con la sola saliva.

- Hogwarts, per ben tre mesi, diventerà babbana. - cinguettò, e Draco cadde definitivamente dalla panca su cui era seduto, attirando l'attenzione di Silente che sorrise stucchevole.

- Ospiteremo una scuola babbana per tre mesi, e mostreremo a tutto il mondo che non ci sono distinzioni di sangue, che in questa scuola siamo tutti uguali. Ad Hogwarts verranno apportate alcune modifiche. Dal sondaggio fatto al ministero, non siamo pronti per ospitare una scuola di babbani, e così il ministro ci ha dato un mese di tempo per apportare le giuste modifiche.

Le quattro case, naturalmente, non esisteranno più. Saremo una sola e grande famiglia e le lezioni, per tre mesi, diventeranno quelle di normali 'licei'.

La magia sarà bandita e le bacchette chiuse nel fondo del vostro baule o armadio, visto che anche i vostri dormitori saranno modificati. Niente telecinesi, pozioni, trasfigurazioni o oggetti magici.

I quadri, le armature e i fantasmi verranno messi in un posto sicuro, mentre i dormitori saranno solamente 'maschili e femminili'. Il campo da Quidditch verrà modificato e faremo dei provini per le Cheerleader e la squadra di football, sport puramente babbano.

Quindi ragazzi... avrete un mese per abituarvi a questo, e cercare di non farvi scoprire... Con questo vi do la buona notte. - Silente si congedò con una faccia beata.

- Nooo! - si disperò Draco e venne trasportato dai suoi amici nel dormitorio Slytherin, che era in subbuglio.

Dei babbani ad Hogwarts? Per caso Silente era impazzito? 

 

 

 

Dall’altra parte del castello, nella torre dei Gryffindor, Ginny si spazzolava i capelli pensierosa.

- Credi che andrà tutto bene? - chiese a Hermione, che sorrise.

- Credo che Silente abbia in mente qualcosa e che questa idea non sia saltata fuori dal nulla così. -

Ginny sbuffò. - Sì... anch’io l’ho pensato. - Si sedette a gambe incrociate sul letto di Hermione, che annuì guardò l’orologio da polso.

- Ginny, sono le dieci. Credo proprio che dovresti andare a letto. -

Ginny sorrise, annuendo. Si alzò dal letto, diede un dolce bacio sulla fronte di Hermione, e uscendo dalla stanza delle ragazze spense la luce.

Hermione, dopo la morte di Sirius, era cambiata tanto. Sorrideva di rado e quando lo faceva non c'era il solito scintillio nel suo sguardo.

Aveva tagliato i suoi meravigliosi ricci e ora portava un taglio maschile. Era dimagrita tanto e Ginny, delle volte, riusciva anche a contarle le costole. In compenso, però, si era sciolta in campo 'sessuale' ed era molto più sicura di sé stessa.

Aveva avuto una storia con suo fratello Fred, con l'incredulità di Harry e Ron, ma era finita presto, perché senza sentimento una relazione non sarebbe durata.

Ginny scese al piano inferiore, dove trovò Harry pensieroso, steso su un divanetto della Sala Comune.

- Tutto bene? - domandò, sedendosi sulla sponda. Gli sorrise e lui ricambiò. - Sono preoccupato per Hermione, - sospirò Harry, guardando verso il dormitorio femminile.

- Tutti lo siamo, ma sono passati due anni, Harry... Hermione deve riprendersi da sola e lo sappiamo tutti. È forte, ma per lei è stato un brutto colpo perdere Sirius. Non... non costringerla a riprendersi, non costringerla a rialzarsi, perché comincerà a fingere anche con noi.

 Ginny gli accarezzò dolcemente il capo. - Lasciala respirare, e vedrai che lei stessa abbandonerà questo stato catatonico, - mormorò, ed Harry la baciò, stringendola tra le braccia.

- Ti amo. - sussurrò a fior di labbra.

Sempre.

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