Il filo rosso del destino: le lacrime di Reira e il vuoto di Crona.

di Black Nana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Start of something new ***
Capitolo 2: *** Bleeding love ***
Capitolo 3: *** A little pain ***
Capitolo 4: *** Beautiful soul ***
Capitolo 5: *** Kuroi Namida ***
Capitolo 6: *** You are the only exception ***
Capitolo 7: *** Rose ***
Capitolo 8: *** Confession of a Broken Hearth parte 1 ***
Capitolo 9: *** Confessions of a Broken Hearthparte 2 ***
Capitolo 10: *** Shadow of Love prima parte ***
Capitolo 11: *** Shadow of Love seconda parte ***
Capitolo 12: *** Shadow of Love terza parte ***
Capitolo 13: *** Shadow of Love quarta parte ***
Capitolo 14: *** We Are Broken. C'è ancora una speranza per noi? Prima parte ***
Capitolo 15: *** We Are Broken. Potrà mai esserci un futuro? Parte seconda ***
Capitolo 16: *** We Are Broken. Troveremo mai un po' di pace? Parte terza ***
Capitolo 17: *** Stand By Me prima parte ***
Capitolo 18: *** Stand By Me parte seconda ***
Capitolo 19: *** Starless Night parte prima ***



Capitolo 1
*** Start of something new ***


Il filo rosso del destino: le lacrime di Reira e il vuoto di Crona.


Dal diario di Crona, 14 aprile ore 03:00


Ormai è un po' che sono sola, non saprei quantificare il tempo trascorso da quando lui mi ha abbandonata con una stupida lettera. Era da un anno, che Kid e io ci frequentavamo: da quando si era accorto della mia esistenza come donna, mi sentivo viva, soprattutto perché finalmente quel dolore che mi opprimeva il petto e che Ragnarock provvedeva ad aumentare con le sue cattiverie era scomparso. Lui mi amava, ero felice come non lo ero mai stata in 18 anni di vita.

Ma adesso dopo quelle parole, che sembravano coltelli affilati che mi bucavano l'anima, la mia esistenza si era rivelata piatta e inutile. Mi è rimasta solo una cosa: la magia.

Agli altri non mostravo il mio dolore, solamente a Maka che conosceva il dolore lancinante che pian piano consumava la mia povera anima. Sono stufa di allontanare le persone, vorrei solo sparire.

Era una fredda notte di inizio primavera, ero tornata da poco da una missione a Francoforte. Una strega aveva chiesto alla Shibusen di poter lavorare per loro: sapeva qualcosa a proposito di una strega che voleva creare un esercito di kishin per assoggettare il mondo al suo dominio. Quella strega era Fedora, la terza delle sorelle Gorgoni, un'altra zia malvagia. Non bastavano mia madre Medusa e mia zia Arachne. In quel periodo stavo da Kid, la mia stanza era stata riservata alla professoressa Marie, che si era beccata la varicella ed era in quarantena. Arrivata in camera mi accorsi che lui non c'era, il mio peggior incubo si era avverato: Ragnarock aveva ragione: ero rimasta sola, abbandonata dall'unico che io abbia mai amato. Medusa aveva ragione: ero io ad allontanare le persone e non il contrario, eppure non volevo credere a quello che diceva mia madre, ma dovevo arrendermi all'evidenza dei fatti; quegli strani sogni erano visioni della solitudine che avrei provato, poiché sospettavo che presto mi avrebbe lasciata sola. Era impensabile che potessi piacere a qualcuno, io che non sapevo nemmeno cos'ero. Ragnarock lo sospettava già da tempo e ora anch'io ero di questo avviso. Ebbi conferma dei nostri sospetti, una lettera scritta da poco, che ancora conservava il profumo di chi l'aveva composta. Un addio senza molte spiegazioni: doveva andare, non sapeva se sarebbe mai tornato. Per lui io sarei stata solo un bel ricordo da portare in viaggio con sé, invece per me si sarebbe rivelato la fine di tutto.

Dopo aver ricevuto quel colpo fatale andai subito da Maka: sapevo che era ancora sveglia. Inconsciamente aspettava che Soul tornasse a casa, ma ormai sapeva che ora per lui c'erano solo le sue uscite serali con gli allievi del primo anno che lo veneravano in quanto lo ritenevano molto “cool”, ma soprattutto per la sua posizione, in fondo anche se si comportava come uno studente normale era pur sempre un Death Scythe.

Quando arrivai Maka era intenta a fare i bagagli: aveva deciso di lasciare tutto e tutti, a nessuno era venuto in mente di aiutarla, eppure tutti sapevano cosa provava per il suo partner, ma non avevano fatto nulla per lei. Nessuno capiva come si sentisse Maka, tutti non facevano altro che ignorarla e ferirla, compreso Soul che diceva di tenere alla sua adorata Meister. Mi aveva confessato i suoi sentimenti per lei, eppure non sembrava provare quelle cose di cui tanto parlava. Agli altri non passava nemmeno lontanamente per l'anticamera del cervello che Maka si impegnasse così tanto negli studi perché desiderava superare sua madre e renderla orgogliosa. Ai nostri cari amici nemmeno una volta era venuta in mente l'idea di chiedersi del perché degli atteggiamenti di Maka. Io sola sapevo, perché ero l'unica che si era posta le domande giuste, ma soprattutto sapevo di essere l'unica a capire realmente come si sentisse, perché avevo provato anch'io delle sensazioni simili. Ormai era un mese che ci preparavamo: Blair, Spirit e io eravamo suoi complici, soltanto noi sapevamo cosa sarebbe accaduto quella notte di quattro anni fa!


Dal diario di Maka, 15 aprile ore 06:45


Ero stufa di tutto: di quel demente di Soul che mi aveva ferita affermando prima di amarmi e poi dimostrandomi l'esatto opposto. Non mi importava nulla di quelli che credevo amici e che non volevano capire: ormai ero pronta. Lui e gli altri non avevano bisogno di me, ognuno aveva realizzato il proprio sogno, potevo andarmene, ma mentre mi preparavo a cambiare vita mi ricordai dell'unica a cui ancora importava di me e che non volevo lasciare, ma purtroppo era strettamente necessario. Lei in quel momento era in lacrime fuori dalla porta di casa mia, con Ragnarock e Blair che urlavano di correre sull'uscio a recuperarla, visto che era in preda ad un'altra crisi ,una molto forte, paragonabile a quella che ebbe quando trovò la lettera. Lei che prima era vitalità e gioia pure ,ormai voleva solo scomparire. La stessa scena di sei mesi fa si era nuovamente ripetuta, aveva rivissuto quel momento ancora una volta. Corsi da lei e la portai dentro, le chiesi di dirmi tutto ciò che era accaduto e che farfugliava disperatamente,accompagnata dalle fastidiose lamentele e imprecazioni di quell'imbecille di Ragnarock. Fu quest'ultimo che con un colpo di testa fece svenire la mia amica e mi raccontò l'accaduto con precisione. Ancora una volta aveva rivisto il momento in cui lui l'aveva abbandonata senza spiegazioni con una lettera di appena quattro righi simmetrici, con la quale aveva distrutto il fragile equilibrio che Crona si era costruita. Quando rinvenne le proposi un patto, molto vantaggioso per entrambe. Io volevo andare via, avevo già una meta e Spirit era d'accordo, avrebbe coperto entrambe se Crona fosse fuggita con me. Mi sembrava un piccolo cucciolo spaventato e infreddolito, ma era ancora lucida e disse che non potevamo fuggire entrambe, perciò decise di rimanere per spiare i miei ex compagni e coprire la mia fuga, sviando ogni possibile sospetto, facendo fallire ogni tentativo di ritrovarmi aiutandomi a depistarli ed acconsentendo così alla mia disperata richiesta d'aiuto. Mentre Crona mi prometteva di venirmi a fare visita ogni volta che le sarebbe stato possibile, io ero in camera mia davanti allo specchio con in mano un paio di forbici, ma non solo per tagliare le etichette dei nuovi abiti che avevo acquistato per diventare un'altra persona, per la mia nuova vita. Sciolsi i miei adorati codini a cui diedi addio per sempre tagliandoli in un solo colpo,li spazzolai lisciandoli, poi li legai con l'aiuto di pazienza e tante forcine e indossai una parrucca; era simile per lunghezza al taglio dei miei capelli, ma era di un rosso scarlatto intenso ed era composta di piccoli boccoli.Da quel momento stabilii che i giorni di Maka Albarn finivano lì e che da lì in poi sarei stata Scarlet Duprè : il peggior incubo della Shibusen. Dopo i capelli passai al resto: nessuno avrebbe dovuto accorgersi che quella ragazza dai capelli scarlatti era la figlia dell'arma di Shinigami: lenti a contatto color ghiaccio, trucco nero sugli occhi e rossetto rosso sulle labbra. Ormai non ero più Maka, quindi anche il mio abbigliamento sarebbe cambiato: avevo comprato un vestitino nero ricoperto di borchie, dei leggins neri di pelle lucidi sempre ricoperti di borchie, un panciotto molto attillato così come l'abito nero con borchie argentate, un golf nero con dei teschi rossi disegnati ed un mantello proprio come quello di cappuccetto rosso. Inoltre indossai due bracciali con le borchie ai polsi, un collare con le spine e un ciondolo a forma di teschio abbinato agli orecchini. In più avevo un piercing finto sul naso e mi ero disegnata sulla spalla destra una rosa rossa con dietro un sole ed una luna uniti. Inoltre indossai una maschera di pizzo nera ricoperta di brillantini affinché nessuno potesse vedere il mio viso. Crona stentava a riconoscermi.

La mia nuova vita era in una borsa nera di pelle, in una custodia contenente una splendida chitarra rossa ed in un pacchetto di sigarette.

Finalmente non ero più quella ridicola bambinetta chiamata Maka Albarn, ma Scarlet Harrison. Alle porte di Death City mi aspettava quel vecchio porco di Spirit, ma prima dovevo fare una cosa: scrivere una lettera alla persona che più di tutte mi aveva ferita e dirgli non che l'amavo, ma semplicemente che lo ringraziavo di tutto, ma che doveva dimenticarsi di Maka Albarn, perché da quel momento non l'avrebbe mai più rivista, sarebbe andata in giro per il mondo con la sua adorata madre e sarebbe andata a Yale a studiare legge, e poi chissà, forse un giorno sarebbe tornata lì.

Da quel momento la mia vita iniziava, la mia meta il deserto del Texas, dove avrei incontrato la strega Rouhana e le sue due figlie per metà vampire e per metà streghe Alice e Violet. Mi sarei addestrata cosicché finalmente mi sarei presa quella tanto agognata rivincita sulla Shibusen, sui miei ex amici ed in particolare su Soul Eater Evans, il mio ex partner a cui avevo lasciato non solo due righe su un pezzo di carta, ma anche una simpatica sorpresina sullo specchio del suo armadio. Pregustavo già, conoscendolo, l'espressione del suo viso dopo che avrebbe letto ciò che gli avevo scritto.

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Capitolo 2
*** Bleeding love ***


Dal diario di Reira


Mi chiamo Layla Reira Serizawa, sono una sangue misto con un solo dono: la voce. Mi chiamano la principessa cantante. Non so nemmeno perché mi chiamino così, ma fatto sta che tutti mi conoscono con questo nome. Mi domando come facciano gli altri a conoscermi se nemmeno io mi conosco. Per tutta la vita mi sono dannata ad amare disperatamente un uomo che non ha mai provato dei sentimenti per me se non quelli che si provano verso una sorella, ma che per il suo cosiddetto troppo amore mi ha rinchiusa in una prigione di cristallo invisibile; mi sento come le bambole di pezza che stanno lì ferme ad osservare il mondo con quei loro occhi così stupendi, immobili senza alcuna traccia di sofferenza o di emozione alcuna, ma io non sono così, o meglio, non del tutto perché provo un'unica sensazione: un dolorosissimo vuoto! L'unico modo per alleviare almeno in minima parte questa sofferenza che mi opprime è il canto, perché è nella musica che io do tutta me stessa, ci metto l'anima in quelle splendide canzoni. Nella mia mente ora c'è un chiodo fisso, una persona, lei: Hachi. Perché non sono lei? Se solo fossi Hachi lui mi amerebbe. Chissà cosa si prova ad essere amati realmente e ricambiati, immagino sia una sensazione meravigliosa, peccato che io sia solo un'inutile e patetica portatrice di una voce a detta di tutti così sublime; che sia poi vera questa affermazione?! Io non ci credo, in fondo ho questa estensione vocale semplicemente perché non sono Giapponese, ma Americana. A volte è difficile ricordarsi le proprie origini e la propria vera natura quando le si devono nascondere continuamente, quando è necessario fingere di essere qualcuno che non si è e non si sarà mai!


Dal diario di Scarlet (Maka)


Dopo avergli lasciato quella lettera vi spruzzai il mio profumo preferito al solo scopo di colpevolizzarlo e tormentarlo, per ottenere una piccola soddisfazione personale. Grazie a lui sono libera di essere Scarlet, ma in fondo lo sono sempre stata, avevo solo bisogno della goccia che facesse traboccare il vaso per poter vivere finalmente serena. Dopo aver firmato e cosparso di eau de toilette la lettera, sotto il mio vecchio nome gli lasciai il segno di un bacio rosa, di quel rossetto tipico di Maka. La riposi sul suo letto insieme ad una foto ed alla maglia che mi aveva regalato per i miei 15 anni, un altro gesto tipico di quella scialba ragazzina che ero stata e che mai più sarei tornata ad essere. Sul tavolo della cucina lasciai una lettera per ciascuno degli ex amici di Maka e per Blair: lei era l'unica che mi dispiaceva lasciare, visto che ultimamente si era data una calmata con Soul, oltre alla mia adorata amica Crona. Proprio lei mi accompagnò fuori dalle porte della città dove il vecchio porco mi aspettava. Le mia dolce amica mi aveva fatto un regalo magnifico prima di separarci: dei guanti neri di pelle con delle borchie argentate e un foulard nero con delle rose rosse disegnate. Quei regali capitarono a fagiolo: dovevo coprirmi di più, ero troppo scollata per i gusti del vecchio riguardanti la sua adorata figlioletta. Che ipocrita, prima la faceva soffrire e poi la soffocava dandole il tormento. Su una cosa concordavo con Maka: gli uomini sono tutti uguali e soprattutto odiosi o almeno così credevo, ma non potevo immaginare che in quattro anni le cose sarebbero cambiate radicalmente.

Spirit fu scioccato quando mi vide, davvero non gli sembravo più io e infatti lui non sapeva che quella non era più la sua bambina, ma una donna, un'altra donna. Lo ringraziai per il complimento e lo rassicurai dicendo che mi sarei fatta sentire, ma lo avvisai che per non farmi scoprire mi sarei firmata come Scarlet Duprè , la sua adorata nipotina. Gli diedi un bacio sulla guancia e gli dissi che gli volevo bene e che mi sarebbe mancato; tutte bugie, ma dette a fin di bene per farlo calmare e fargli tenere il becco chiuso, per lasciare quel luogo così doloroso in pace, finalmente.


Dal diario di Soul


Erano le 6:00 del mattino, ero esausto dopo aver trascorso l'intera nottata a fare baldoria con quei tipi strambi del primo anno di cui non ricordo i nomi, che gente! Sicuramente stava dormendo, non avevo voglia di svegliarla: era così bella quando dormiva, sembrava un'altra. Peccato che da sveglia non fosse così, ma una secchiona rompiballe ossessionata dai libri e che amava tirarmi addosso con i suoi tremendi Maka Chop. Quel nome, Maka, lo avrei rimpianto per molto tempo perché pur sapendo cosa provavo per la mia Meister continuavo a fare l'adolescente idiota, fissato con l'idea di essere cool. Per certi versi sembravo quel rintronato di Black*Star.

Andai in camera sua, ma quando entrai ebbi un'amara sorpresa: lei non c'era e io ero davvero terrorizzato pensando a ciò che mi avrebbe fatto Spirit. Così andai in bagno e nemmeno lì c'era (per fortuna, altrimenti mi avrebbe decapitato!), la cercai in camera mia e fu lì che feci l'amara scoperta. Quando lessi la lettera che mi aveva lasciato il mondo mi crollò addosso, perché in apparenza il tono delle sue parole sembrava gentile, ma ciò che Maka voleva realmente dirmi era che mi odiava e che non era il comportamento di una sera, ma erano parole, gesti e tante altre piccole cose che ci avevano separati! Dopo averla letta chiamai Spirit, ma lui non fu sorpreso e mi disse che lui stesso aveva accompagnato la figlia dalla madre all'aeroporto di Death City e che sapeva della lettera, inoltre mi disse di guardare in cucina dove lei aveva riposto delle lettere per gli altri, ma la mia era speciale perché sapevo che forse mi amava! Io non so cosa sia l'amore, ma so per certo che il segno di quelle labbra voleva dire qualcosa e capii solo quando vidi lo specchio nel mio armadio, sul quale con del rossetto rosso aveva scritto delle parole che mi ferirono più di un doppio Maka Chop.

Don't try to tell me what to do, don't try to tell me what to say. You're better off that way! You held my hand and walked me home, I know. You wiped my tears, got rid of all my fears, guess it wasn't enough to take up some of my love. You were my happy ending but now it's too late for it because you destroyed all my dreams and all my hopes! Amor che nulla ha amato amar perdona! Per te non sarà mai così: ti odio Soul Eater Evans, addio! Dimenticati di avermi conosciuta, non cercare di rimettere insieme i pezzi perché non hai speranze: tu per me non esisti più! Addio per sempre!

Fu davvero come un pugno nello stomaco e quel suo “ti odio” mi aveva distrutto! Volevo ritrovarla, desideravo dirle che ero pentito, credevo che forse sarebbe tornata, ma non fu così! Non mi fidavo di Spirit: lui sapeva la verità, perché quelle frasi che aveva scritto sullo specchio mi fecero credere che forse lei non era dove diceva di essere. C'era anche un altro elemento a confermare i miei sospetti: i suoi elastici preferiti li avevo trovati per terra. Tutto questo era troppo strano perché conoscendo la mia Meister sapevo che non si sarebbe mai separata da quegli elastici! Non immaginavo nemmeno lontanamente quale fosse la verità, ma di una cosa ero assolutamente certo: volevo farmi perdonare da lei e per farlo dovevo guardarmi bene da Spirit e da Blair perché ero certo che coprissero Maka, ma anche qualcun altro sapeva, solo che non credevo sapesse mentire così bene, eppure me lo sarei dovuto aspettare da lei.


Dal diario di Blair


Non credevo che la mia Maka soffrisse così. Le avevo promesso che Soul non avrebbe saputo nulla dei capelli e della sua nuova personalità, ma non mi ero accorta dei ciuffi di capelli per terra in camera sua. Soul per fortuna di quelli non si era accorto, ma degli elastici sì! Speravo non sospettasse nulla di quello che era accaduto quella notte. Io e Crona non potevamo farci sfuggire nulla, altrimenti avremmo ferito Maka ancora una volta e non volevamo.

Nei giorni seguenti Soul era affranto, infuriato, e si sentiva in colpa per non averla capita e non averle dimostrato quanto tenesse a lei, ma ciò che temevo era che sospettasse di me credendo che io sapessi la verità. Quest'ultima è la cosa più difficile da capire, soprattutto per Soul, che nei quattro anni passati dalla fuga di Maka aveva sempre sospettato che quelle di Spirit fossero solo menzogne. Purtroppo ci aveva visto giusto, ma nessuna di noi gli parlò per amore di Maka, poiché sapevamo quanto avrebbe sofferto se lui avesse scoperto tutto .

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Capitolo 3
*** A little pain ***


Dal diario di Nana Komatsu


Io sono Nana Komatsu, ero una ragazza volubile, che si innamorava facilmente. Seconda di tre figlie nate da una famiglia né ricca né povera. All'età di vent'anni andai a vivere a Tokyo per ritrovarmi con la mia amica Jun, il suo fidanzato Kyosuke e il mio ragazzo di allora Shoji. Non immaginavo che quel viaggio mi stava conducendo verso un destino che nemmeno immaginavo; si dice che ci sia un filo rosso che lega i destini delle persone, fu così per me! Infatti in quel pallido e freddo inizio di primavera, il Grande Demone Celeste aveva intrecciato il mio filo con quello di un'altra ragazza. Il suo nome era Nana Osaki, ci incontrammo per puro caso su quel treno, accomunate prima da un nome e da una meta, poi da una band: i Trapnest. Quel gruppo era il nostro destino: per Nana significava un amore perduto in cui, però, non aveva mai smesso di credere, per me ha significato tante sofferenze e un nuovo amore, ma soprattutto vedere realizzato quel sogno di bambina quale in fondo ero ancora: diventare una sposa e una mamma! Per me quel sogno si è realizzato grazie a Takumi. Abbiamo avuto dei momenti difficili, ho sofferto molto, mi sono allontanata da colei che era diventata il centro del mio mondo, ma ora sto bene, abbiamo imparato ad amarci sempre di più, ma soprattutto a rispettarci e a comprenderci reciprocamente. Con lui ero felice, non rimpiangevo quei momenti felici trascorsi con Nobu, ma ero felice perché avevo dei nuovi ricordi, quelli di Sachiko, mia figlia, il nome della collaboratrice del Grande Demone Celeste e di quella che mi aveva portato via Shoji, eppure avevo scelto proprio quel nome per la bimba che tanto amavo.

Erano passati quattro anni da allora, mia figlia ne aveva tre e mezzo e dopo poco sarebbero stati quattro. Ero super felice, scodinzolavo di gioia... beh, in fondo sono sempre io Hachi, il cagnolino fedele. Ero a New York in uno splendido albergo vicino Central Park e c'erano tutti: i Trapnest e i Blast, il gruppo della mia migliore amica Nana, Sachiko, la mia piccolina, e anche lo zio Kyosuke e la zia Jun, così chiamava i suoi zietti preferiti. Lei adorava due persone in particolare: Nana e Reira. Mi sembrava l'unica che riuscisse a dare conforto a quest'ultima, a capire i suoi veri sentimenti, lei comprendeva Reira meglio di qualsiasi adulto, persino meglio di Takumi e Shin. Ogni volta mi chiedeva di andare a tenere compagni alla sua amichetta Reira, sapeva che con i suoi sorrisi e la sua voglia di vivere la rasserenava, anche se per poco. Entrambe si sentivano speciali l'una per l'altra: quel filo rosso che legava me e Nana ora legava Sachiko a quella meravigliosa principessa dai lunghi ricci tra il biondo e il castano dai riflessi rosei.


Dal diario di Reira


Erano passati quattro anni da quando l'uomo che ho sempre amato aveva sposato Hachi. Oramai anche io la chiamavo così, non provavo più né invidia, né rancore, né gelosia: per me era diventata una sorella, in fondo lei non era cattiva, ero io quella sbagliata, ma grazie al matrimonio di Takumi avevo conosciuto l'unica persona che riusciva a capire i miei veri sentimenti guardandomi appena negli occhi: lei, la mia nipotina, la mia amica Sachiko. Con lei ero libera, mi sentivo felice e sognavo a occhi aperti, illudendomi che anche io avrei avuto una famiglia. Dubitavo che questo sogno si sarebbe avverato, ma in quel momento desideravo solo rendere felice la mia amichetta, come mi chiamava lei, perché in quel momento era questo che contava per me e l'amore di Shin. Lui era quel tanto sospirato principe che mi avrebbe liberata da quel dolore immane, o almeno lo speravo, perché il nostro rapporto col tempo era cambiato, da una relazione illecita e costosa all'inizio di una storia piena di passione e tenerezza. Aveva persino imparato a suonare la mia canzone preferita per rendermi felice, Shin mi chiamava Layla, non Reira, era l'unico che riusciva a farmi accettare la mia vera essenza e sapevo che di lui non potevo fare a meno. Avevano provato a separarci, ma nessuno c'era riuscito, nemmeno Takumi che adesso aspettava una mia mossa falsa per dividerci ancora e io non volevo e non potevo permetterglielo, perché lo amavo più di me stessa e sapevo che se ci avessero divisi ancora sarei morta!

New York è un luogo magnifico, infatti è qui che sono nata. Ora sono in un magnifico albergo vicino Central Park con gli altri membri dei Trapnest, inoltre ci sono anche i Blast, di cui il mio adorato Shin è il bassista. Insieme a noi Trapnest sono venute Hachi e la piccola Sachiko, che passa la maggior parte del tempo con me lasciando libera Hachi di visitare la città con Jun e Kyosuke e quando è libera anche Nana si diverte a fare shopping con lei! Io adoro Sachiko, anche se è solo una bambina riesce a capirmi meglio degli adulti e mi ricorda la protagonista di un libro che mio padre mi leggeva da bambina, “Pollyanna”, quella bambina orfana viveva con la zia e faceva il gioco della felicità... Beh, Sachiko era così ottimista, sempre sorridente e molto più matura di una normale bambina della sua età. Shin diceva che quella di Sachiko era una missione e io ero della stessa opinione. Ciò che mi affliggeva era il nuovo album, dovevo scrivere tre nuove canzoni e non avevo alcuna ispirazione. Mi sentivo persa perché sapevo che qualsiasi cosa avessi scritto sarebbe stata incompatibile con le idee di Takumi, mi chiedevo allora perché non le lasciasse sempre scrivere a Ren, eppure dovevo stare davanti a quel pianoforte cercando di comporre un testo adatto alle musiche fornitemi da Takumi, ma quelle note non erano mie e non riuscivano a entrarmi nel cuore. Ero disperata, ma allo stesso tempo felice perché lui aveva bisogno di me e questo mi era più che sufficiente per tentare in tutti i modi di compiacerlo e far sì che fosse soddisfatto di me, perché era questo che volevo! Shin non sospettava nulla, non volevo che si angosciasse per me, dovevo cavarmela da sola, lui con me era sempre premuroso; quando ero con lui provavo un leggero tepore che mi scaldava l'anima, forse era proprio questo l'amore. Quando ero con lui spesso mi capitava di arrovellarmi il cervello pensando al perché amassi anche Takumi e al perché quando trascorrevo del tempo con lui non sentivo quel magnifico tepore? Perché non potevo fare a meno di amare Takumi nonostante sentissi un dolore lancinante nel profondo della mia anima? Ero confusa, disperata, devastata da un vuoto che nemmeno Shin riusciva a colmare! Ero stanca di vivere così perché la felicità che tanto desideravo mi sfuggiva sempre dalle dita, non riuscivo a spiegarmi perché anche durante i momenti di serenità dovevo soffrire così! Era per questo che il canto era diventato la mia unica ragione di vita, perché solo cantando riuscivo a non pensare! Se solo fossi potuta scomparire sarebbe stato tutto più semplice!


Dal diario di Scarlet (Maka)


Dopo che mi congedai da Spirit assicurandogli la mia assiduità nello scrivergli delle lettere fu durissimo per me dire addio a Crona; è sempre dura dire addio a chi ti vuole bene, ma era strettamente necessario quel gesto, non potevo continuare a nascondermi, perciò ero soddisfatta della mia scelta. Appena fuori dalla città mi accesi la prima sigaretta, ne avevo davvero bisogno, ogni volta che aspiravo il fumo e poi lo lasciavo uscire dalla mia bocca era come se man mano mi liberassi di pensieri, ricordi e sensazioni indesiderate, quasi come se fossero degli immensi macigni di cui desideravo liberarmi a ogni costo. Percorsi circa due miglia prima di arrivare al luogo in cui mi aspettavano. Una volta arrivata trovai ad attendermi vicino a uno strambo furgoncino color ruggine due ragazze che presto sarebbero entrate nella mia vita e che sarebbero diventate nel giro di un anno la mia nuova famiglia, infatti Rouhana, dopo il mio primo anno di permanenza nella sua casa nel deserto del Texas, avrebbe deciso che sarei diventata sua figlia e per questo mi avrebbe donato uno strano amuleto a forma di diamante rosso, con al centro un cuore contenente un teschio, entrambi argentati. Con quel ciondolo Rouhana mi avrebbe donato una parte della sua magia, da quel momento sarei stata una strega proprio come Crona. Appena mi avvicinai al furgone, una strana ragazza vestita di rosa da capo a piedi con dei deliziosi boccoli biondi e due enormi e vivacissimi occhi blu, proprio come due zaffiri, corse verso di me e mi abbracciò, come se foss stata una persona a lei cara che non vedeva da chissà quanto tempo. Io le rivolsi la parola per prima chiedendole il suo nome e lei mi rispose abbracciandomi impazzita di gioia: “Non c'è dubbio, la mamma aveva ragione!” rise “Tu devi essere sicuramente Scarlet, eh sì, sei davvero meravigliosa come ti aveva descritta la mamma! Sorry, come al solito esagero...” rise ancora “Io sono Violet Dupré e quella lì in fondo vestita di grigio con lo chignon castano è mia sorella maggiore Alice, noi siamo le figlie di Lady Rouhana Dupré, piacere di conoscerti!”. Ero rimasta scioccata dai suoi modi, eppure già provavo simpatia per quella ragazzina così vivace. Poco dopo mi si avvicinò Alice che mi disse di poggiare la mia roba sul furgone e di salire a bordo. Io ubbidii subito e montai sul retro dove avrei potuto fumare in pace e godermi l'aria fresca del deserto con un po' di musica nelle orecchie! Ascoltavo una canzone degli Evanescence che si chiamava Haunted e mi piaceva perché in fondo anch'io ero braccata, non potevo permettermi passi falsi, altrimenti sarei stata scoperta e non avevo voglia di incontrare quei bambinetti della Shibusen, in particolar modo quel cretino patentato del mio ex-partner Soul. Finita la sigaretta che avevo in bocca tutta sporca di rossetto la gettai ed estrassi il pacchetto per poterne accendere un'altra. Non potevo fare a meno di quella terza sigaretta della serata, sembravo una fumatrice incallita a rischio crisi d'astinenza da nicotina, eppure non fumavo molto, era da circa un mese che avevo comprato il mio primo pacchetto. La mia fuga da Death City non era stato un capriccio dell'ultimo minuto, ma un piano ben congegnato, la cui preparazione e attuazione avevano richiesto più di un mese data la costante presenza di quel rompiballe del mio ex-partner. Non avevo potuto contare sull'aiuto di mio padre per poterlo distrarre, fortunatamente Blair, che era mia complice, aveva deciso di assumere il ruolo di distrattrice di Soul, per mia fortuna. Solo grazie all'intesa tra Blair, Crona e Spirit ero riuscita ad arrivare quella sera. Oggi era un altro giorno, il primo di una nuova vita.

Dopo tre ore circa di viaggio arrivammo alla tanta sospirata casa di Rouhana che ci aspettava sull'uscio. Alice, dopo aver fermato il furgone, ordinò alla sorella di aiutarmi a scaricare i bagagli e di aiutarmi a sistemare la mia roba nella mia camera che era stata di Violet, ma lei ora divideva una stanza enorme con la sorella, quindi ne era avanzata una per me. Appena scesi dal furgone salutai Rouhana e la ringraziai per aver accettato di ospitarmi in casa sua, lei mi rispose solo con un sorriso gentile. Io avevo immaginato la sorella maggiore di Spirit come un'anziana signora e invece era una bellissima donna sulla cinquantina, anche se dimostrava circa trent'anni. Aveva gli stessi capelli del fratello, solo più lunghi e leggermente più chiari, i suoi occhi erano come quelli di Violet, blu zaffiro, invece la forma del viso era un ovale perfetto color bronzo come quello della figlia Alice. Non mi ricordava affatto l'idiota, per me era assolutamente impossibile che quella fosse sua sorella maggiore, forse l'età, il fatto di essere una strega e l'essere donna la rendevano completamente diversa da quel donnaiolo rincitrullito che era stato già informato del mio arrivo da Alice. Una volta entrata in casa potei osservare meglio i lineamenti di Rouhana, il suo fisico alto e slanciato e il seno ben proporzionato. Anche lei amava prendersi cura del suo corpo allenandosi costantemente, almeno in questo somigliava a Spirit. Alice mi mostrò la stanza che Violet mi aiutò a sistemare. Dopo aver disfatto i bagagli ed essermi struccata e preparata per la notte era arrivato il momento di togliermi la parrucca, ma non ne avevo intenzione, così Violet che era ancora con me fece un incantesimo affinché la parrucca si adattasse ai miei capelli e durante la notte non mi desse fastidio. Indossai una camicia da notte di pizzo ricamata color blu cobalto e guardandomi allo specchio osservai che quella camicetta mi calzava a pennello, ero davvero provocante e quel rincitrullito di Evans prima avrebbe avuto un collasso con relativa perdita di sangue dal naso e infine si sarebbe comportato come tutti gli uomini. L'idea mi divertiva, ma godevo del fatto che gli negassi quello shock e soprattutto godevo della sua sofferenza. Ero davvero perfida e me ne compiacevo molto. La mattina dopo mi svegliai alle 11:00, ero sorpresa che mi avessero lasciata dormire così a lungo, ma forse era per il semplice fatto che la notte precedente era stata molto faticosa per me. Mi alzai e andai verso la cucina dove Rouhana mi attendeva, appena mi vide mi salutò con un caldo abbraccio, come se fossi stata sua figlia. Ero davvero sorpresa e lei lo aveva capito, perciò cercava di mettermi a mio agio: “Sentiti come se fossi a casa tua, non considerarmi come la tua maestra o tua zia, Scarlet, ma come madre! Sei molto bella e somigli molto a Kami.”. I suoi complimenti mi fecero arrossire. Per colazione la mia nuova mamma mi aveva preparato un dolce allo yogurt e una tazza di the alla cannella con una spruzzata di zenzero. Era tutto squisito, in cuor mio mi ripromisi di diventare brava come lei. Dopo colazione ebbi solo il tempo di farmi una doccia e di indossare una camicia bianca lunga, dei leggins neri abbinati a un gilet di jeans nero, le mie solite All Star nere con i teschietti rossi e di truccarmi! Quella mattina Alice e Violet mi accompagnarono a Dallas a comprare dei vestiti e della biancheria nuova, poi decisi di farmi tatuare quel disegno che avevo sulla spalla sinistra! Finalmente quel disegno, grazie a un amico di Alice, Bill, divenne un magnifico tatuaggio. L'ago che aveva inciso la mia pelle non mi aveva provocato alcun dolore visto che ero abituata a dolori peggiori di quelli di un semplice tatuaggio, sia fisici che morali, ma oramai era acqua passata. Dopo ciò accompagnai Alice e Violet prima a fare shopping, poi a svolgere delle commissioni per Rouhana in uno strano negozio di articoli di magia. Il locale era piccolo ed era arredato in stile Halloween. In effetti aveva tutta l'aria di essere la tipica casa degli orrori dei Luna Park e in fondo era una cosa plausibile visto che si trattava di un negozio di articoli di magia. Ci sbrigammo in meno di dieci minuti, dato che l'anziana strega che gestiva il negozio conosceva le ragazze e sapeva perfettamente cosa desiderassero. La donna aveva aveva perso cinque minuti nel retrobottega per cercare degli strani pacchi che Alice prese in consegna senza battere ciglio perché sapeva perfettamente quale fosse il contenuto degli scatoli e non aveva motivo per dubitarne. I restanti cinque minuti Violet li trascorse a contrattare sul prezzo mentre io e Alice aspettavamo impazienti di uscire dal negozio in cui si soffocava per il caldo. Dopo essere uscite dal retrobottega, salimmo sul furgone e ritornammo dritte a casa da Rouhana.


Dal diario di Crona


Dopo aver salutato la mia più cara amica, tornai nella mia stanza alla Shibusen di nascosto, piangendo senza farmi sentire da nessuno: non volevo che qualcuno si svegliasse a causa mia e mi chiedesse il perché di quelle lacrime! La mattina seguente nei corridoi incontrai Soul, dal cui sguardo avevo intuito che avesse trovato lo specchio. Quando lui si accorse della mia presenza rivelata da quell'imbecille di Ragnarock che gli urlò contro dandogli dell'albino scemo. Un brivido di terrore mi attraversò la schiena, temevo che lui sospettasse qualcosa e che pretendesse da me delle spiegazioni che non potevo dargli. Fortunatamente le mie paure si rivelarono infondate perché Soul non aveva ancora capito le reali intenzioni di Maka, o forse più semplicemente riteneva che lei non mi avesse detto nulla affinché io non soffrissi più di quanto non avessi fatto negli ultimi sei mesi a casa di un certo shinigami e di due weapon che proprio non riuscivano a capirmi, ma in fondo non era colpa loro e questo lo sapevo bene. Il mio dolore non derivava certo dalla sua partenza o almeno non del tutto. Soffrivo perché mi sentivo, inutile e soprattutto credevo che Medusa avesse ragione: io non ero altro che un suo esperimento mal riuscito, come potevo credere di poter vivere in modo normale, ma soprattutto di poter essere felice? Provavo compassione per Soul, con quei suoi occhi rossi spenti dal dolore, io comprendevo alla perfezione la sua sofferenza, dopotutto anche io ero stata abbandonata prima da mio padre, poi da mia madre e infine dal ragazzo che amavo. Sapevo come si sentiva Soul, avrei voluto aiutarlo e confortarlo dicendogli che Maka stava bene ed era felice, ma non potevo tradire l'unica persona che davvero teneva a me, perché era tutta colpa di lui se lei soffriva terribilmente e si era dovuta allontanare da me. Un'altra ferita che mi lacerava il petto, ormai ero rassegnata, sapevo qual era il mio destino e non potevo combatterlo e neppure cambiarlo perché non ne avevo né la forza, né il potere, anche se lo desideravo con tutta me stessa.

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Capitolo 4
*** Beautiful soul ***


Dal diario di Kid


Erano mesi ormai che il mio caro padre mi aveva affidato quella missione. Dopo il tradimento di Justin Law, la death scythe responsabile dell'Europa Occidentale, ero stato mandato lì a Maiorca per addestrare la nuova death scythe Europea e la sua meister. La prescelta per questo compito si chiamava Lola Vasquez, aveva 16 anni circa e un fisico asciutto ma muscoloso, capelli biondi e lisci, occhi verde acqua vivacissimi, sempre pronti a osservare le mie mosse per poterle contrastare in modo rapido ed efficace, ed era davvero un'ottima allieva, il problema era la sua sorella gemella Marisol, che spesso entrava in conflitto con lei per motivi futili e per questo non riuscivano ad armonizzare la loro lunghezza d'onda. In quel periodo la situazione era migliorata e presto avrebbero potuto affrontare i kishin che terrorizzavano l'Europa. Per completare il loro addestramento avevo chiesto al mio nobile padre di inviare le sorelle Thompson in missione a Maiorca affinché mi aiutassero a completare l'addestramento delle mie due allieve. Da un lato ero felice per loro, perché mi avevano insegnato molto, mi avevano reso una persona migliore, ma dall'altro mi sentivo un mostro per aver abbandonato la donna che amavo, l'unica che era in grado di percepire qualunque mio turbamento, ma soprattutto con quei suoi occhi blu notte riusciva sempre a regalarmi quella pace e quella serenità che tanto desideravo. Mi mancava tutto di lei, i suoi splendidi occhi, quelle mani bianche come la neve così delicate che quando mi accarezzavano mi facevano ritornare bambino ripensando alla mia amata madre che purtroppo non c'era più, i suoi baci dolcissimi che mi mandavano in Paradiso, i suoi abbracci nel cuore della notte, quando tormentata dagli incubi mi stringeva forte implorandomi con le lacrime agli occhi di non lasciarla mai. Proprio di notte sentivo una solitudine incredibile perché non avevo lei accanto da poter abbracciare quando mi sentivo solo o venivo tormentato dalle mie nevrosi o addirittura quando sentivo di essere uno shinigami fallito, lei mi rassicurava dicendomi che per lei sarei sempre stato il suo super shinigami e che sicuramente mio padre e mia madre erano fieri di me, ma soprattutto lei, che guardandomi dall'alto come diceva Crona non poteva non essere fiera del ragazzo più audace, sensibile, dolce, gentile, serio, coraggioso e giusto di tutta la Shibusen. Mi sentivo un mostro perché prima le avevo donato la felicità e la gioia di vivere e poi gliele avevo negate abbandonandola su due piedi senza darle una spiegazione valida, ma soprattutto senza nemmeno dirle addio! Mi rendevo perfettamente conto che il responsabile della sofferenza di Crona ero io e quando mio padre mi mostrò quell'angelo dai capelli rosa che piangeva disperato in riva al mare e che strappava le nostre foto insieme mi sentii uno schifo, ma il colpo di grazia me lo inflisse quando seppellì il bracciale di quarzo rosa come i suoi capelli sotto la sabbia dorata di quella spiaggia sussurrando strane parole e infine un: “Addio, maledetto shinigami simmetrico!”. Il mio cuore andò in mille pezzi! Ora sapevo come si sentiva la mia Crona! Anche io soffrivo e maledicevo la mia natura di shinigami e la mia missione perché mi avevano costretto ad abbandonare la donna che amavo più di me stesso. In fondo me lo ero meritato, credevo che anche impegnandomi con tutta l'anima non avrei mai dovuto rinunciare a qualcosa data anche la mia natura, ma come al solito avevo sottovalutato la vita perché non si può avere tutto anche se si è shinigami e perdere Crona era stata la pena da scontare per la mia superbia.


Dal diario di Shin


Mi chiamo Shinichi Okazaki, ma tutti mi chiamano Shin. Non so chi sono in realtà, le mie uniche certezze nella vita sono la mia musica, i miei amici e infine lei, la mia donna, Layla. Lei mi ha cambiato la vita, grazie a Reira (così la conoscono nel mondo perché lei è la principessa dei Trapnest) ho scoperto l'esistenza del filo rosso del destino, un legame indissolubile che unisce le anime e le vite di due persone! Io e lei siamo nati nello stesso giorno, abbiamo entrambi un passato difficile alle spalle che è quasi impossibile cancellare, ma da quando ci siamo trovati è stato come un miracolo per entrambi perché pian piano ci stavamo conquistando la felicità o almeno così credevo, di certo non immaginavo i tormenti che affliggevano il mio angelo, non credevo che lei mi nascondesse tutto quel dolore che poi col tempo sarebbe venuto fuori e che io tentavo disperatamente di lenire. Conoscendo meglio Reira ero venuto a contatto con quel senson di vuoto che l'affliggeva da una vita intera. Quando sentivo cantare la mia donna era come se riuscissi a penetrare all'interno di quella corazza che aveva creato per proteggere la sua fragile anima. Ogni volta che trascorrevamo la notte insieme sentivo di avvicinarmi sempre di più al suo mondo e che ne stavo diventando parte integrante e questo mi rendeva davvero felice, come mai ero stato in vita mia. Erano quattro anni che suonavo nei Blast come bassista, all'inizio eravamo dei dilettanti con un sogno comune, ma in quel momento eravamo dei professionisti che avevano un obiettivo in comune: trasmettere qualcosa di noi al pubblico tramite le musiche e i tesi che Nobu scriveva e che la nostra vocalist Nana cantava, ipnotizzando la gente con la sua voce unica e inconfondibile. Eravamo a New York per un tour celebrativo per i quattro anni trascorsi dal nostro debutto organizzato dalla nostra casa discografica. Per nostra fortuna (mia e di Nana), eravamo nello stesso albergo vicino a Central Park dove alloggiavano i nostri partner che suonavano nei Trapnest, infatti Nana era la ragazza di Ren, il chitarrista della band della mia adorata Layla. Tutti la chiamavano Reira, ma il suo vero nome è Layla dato che lei non è Giapponese e del resto neanche io lo sono del tutto, proprio come lei che è Americana, precisamente di New York, quindi per lei questo ritiro nella Grande Mela era un ritorno a casa. Il mondo non sapeva la verità del mio angelo perché non l'avrebbero accettata mai ed era per questo che lei, Layla, era costretta a nascondere la sua vera natura.

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Capitolo 5
*** Kuroi Namida ***


Soul: Ormai erano mesi , che alla Shibusen non avevamo notizie di Maka. La sua fuga ci aveva distrutti : Tsubaki aveva perso la sua migliore amiche, Black*Star aveva perso la vittima predestinata dei suoi stupidi scherzi, Patty e Liz avevano perso una compagna di shopping e di avventure, Crona aveva perso la sua migliore amica, poco dopo essere stata abbandonata da quel cretino di un Kid ed infine io cosa avevo perso: la mia migliore amica, la mia Meister oppure qualcosa di più di quella semplice secchiona piatta con cui condividevo l’appartamento e che si prodigava perché mi comportassi come una persona decente? Io invece di capire i suoi problemi, avevo continuato ad imitare le divertenti idiozie di Black*Star.

Dal giorno in cui ci aveva abbandonati, mi ponevo quella domanda così assillante, perché entrambi sapevamo quali erano i nostri sentimenti, ma per colpa della mia ossessione per mostrare che ero un tipo tosto, uno cool, uno che poteva avere qualunque cosa desiderasse, l’avevo persa e lei me lo aveva scritto su uno specchio graffiato, che aveva strappato dal mio armadio; lo stesso che mi aveva regalato LEI! Ero stato un idiota, ma di questo me ne resi conto solo molto tempo dopo la sua fuga. Volevo farle sapere che ovunque lei fosse stata io avrei aspettato il suo ritorno per poterle parlare e chiarire quella situazione orrenda che si era creata fra noi due.

Un anno dopo la partenza di Maka decisi di scriverle una lettera e di dirle tutto ciò che sentivo per lei e quanto noi tutti soffrissimo per la sua partenza. Ma soprattutto volevo dirle quanto fosse grande ed incolmabile il vuoto che aveva lasciato nella mia vita e che desideravo che lei tornasse da me, anche se solo per poco ed esclusivamente per chiarirci! Dopo averle scritto la lettera decisi di spedirle la cosa più preziosa che possedevo, l’orologio da tasca che Wes mi aveva regalato il giorno in cui ero diventato Death Scythe, per testimoniarle quanto per me lei fosse importante. Quanto poco cool ero diventato a causa di quella bionda secchiona svampita dagli occhi smeraldo, così attraenti.

Qualche giorno dopo averla scritta e rivista per la centesima volta la consegnai al signor Albarn, affinché la recapitasse alla figlia, gli dissi che era da parte di tutti noi, anche di Crona. Il vecchio idiota c’era cascato in pieno disse che l’avrebbe data alla figlia a condizione che nessuno di noi facesse domande su di lei. Io acconsentii e lui prese la lettera in custodia, lasciandomi con la speranza che forse l’avrebbe avuta, ma che soprattutto non l’avrebbe letta. Io ero ignaro del fatto che a consegnare la lettera, come scoprì molto tempo dopo, sarebbe stata Crona, perché Spirit sapeva benissimo che avremmo sorvegliato costantemente lui e Blair per avere informazioni su Maka, ma non ci sarebbe mai venuto in mente di controllare i movimenti di Crona.

Ren: Mi chiamo Ren Honjo e sono il chitarrista dei Trapnest, sono sei anni che ho debuttato con questa band. Non c’è molto da dire sul mio passato. Sono stato abbandonato subito dopo la mia nascita nei magazzini del porto della mia città. Sono cresciuto in un istituto dove ho incontrato Yasu, il mio più caro amico, che poi fu adottato. Ho studiato fino alla terza media. Infatti non ho frequentato le superiori, perché dovevo lavorare per poter raccogliere i soldi per vivere come musicista. Ho fondato due band. La prima, i Brute si è sciolta quasi subito, la seconda i Blast sopravvive a tutt’oggi senza di me. La musica mi ha permesso di incontrare dei validi amici, Nobu e Yasu e la donna della mia vita Nana. Sono sempre stato uno di poche parole, non mi è mai piaciuto dover parlare di me, ma soprattutto ho sempre cercato di essere indipendente.

Un anno e mezzo dopo l’inizio della mia storia con lei e di quella dei Blast, io me ne andai a Tokyo per debuttare con i Trapnest, la mia band attuale. Adesso dopo sei anni dal giorno in cui abbandonai i miei amici e la mia donna, sono qui a New York in un albergo vicino a Central Park, dove alloggiano la mia donna, la sua band, la sua ex coinquilina attuale moglie di Takumi, la loro figlia ed infine degli strani tipi amici della novella signora Hichinose. Da quando io e Nana siamo ritornati insieme ho ritrovato il mio equilibrio. Qui a New York io e Nana abbiamo avuto pochi momenti liberi da passare insieme , ma presto rimedierò a questo inconveniente.

Nobu: Mi chiamo Nobuo Terashima e sono il figlio dei proprietari dell’hotel Terashima ,il luogo dove è nata la band di cui faccio parte i Blast. Tutti mi chiamano Nobu ed a me la cosa non dispiace affatto. I miei genitori desideravano che io seguissi le loro orme , ma io non avevo alcuna intenzione di gestire un albergo io volevo e voglio tutt’ora vivere grazie alla mia musica, perché per me nulla può avere senso se non accompagno il canto della nostra vocalist Nana con la mia chitarra. Far parte dei Blast non sarebbe mai stato possibile senza Ren,perché è grazie a lui che sono entrato nella band.

Frequentavo le medie con Ren e Yasu,mentre conobbi Nana alle superiori. Lei quella ragazza sempre cupa e solitaria , senza la minima voglia di vivere, divenne la mia migliore amica e in seguito non solo la cantante della mia band , ma anche la donna del mio migliore amico . Fui io a farli incontrare per la prima volta ad un concerto del precedente gruppo di Ren, i Brute (di cui faceva parte anche quel pelatone di Yasu), quella sera due sguardi magnetici si erano trovati per la prima volta.

La scintilla scoccò quella sera , ma le fiamme arrivarono dopo la fondazione del gruppo. Dopo la partenza di Ren io e Nana eravamo rimasti feriti io come amico e lei come compagna, ma anche come musicisti. Grazie a Nana ho conosciuto l’amore, poiché quando ci trasferimmo a Tokyo per sfondare nel mondo della musica, lei mi presentò Hachi la sua coinquilina.  Di lei mi innamorai subito, ma quanto dovette aspettare il mio amore per essere ricambiato, troppo direi, soprattutto per la breve vita che ha avuto la nostra storia. 

Le mie idee su questa creatura si rivelarono effimere come bolle di sapone , nel momento in cui lei che tanto amavo mi lasciò, ma non per suo volere, ma per colpa di Takumi, che voleva riconoscere il figlio che Nana aspettava da lui. Ma è anche vero, che lei troncò la nostra storia senza darmi spiegazione alcuna. Non provo rancore per lei, anzi le sono molto affezionato per me è quasi una sorella. Ora dopo quattro anni da quegli eventi che cambiarono la mia vita e quella della nostra band, siamo a New York per il nostro primo live tour oltreoceano e alloggiamo nello stesso albergo di Central Park dove risiedono anche i Trapnest, la nuova band di Ren, Hachi e la sua bambina Sachiko. Inoltre tramite Nana, ho conosciuto una ragazza bellissima di cui mi sono innamorato, so solo che si chiama Scarlet ed è davvero stupenda.  

Ho sempre idealizzato la creatura donna,  infatti  mi sono sempre innamorato troppo facilmente. Il mio primo amore risale all'età di cinque anni. Lei era una dipendente della pensione gestita dai miei genitori, che di nascosto mi donava le caramelle che tanto amavo e che i miei mi negavano. Quando si sposò lasciò il lavoro, provocandomi la mia prima delusione d'amore. Di delusioni ne ho avute tante, ma l'unica che non mi ha mai tradito è stata la musica, che mi ha sempre accompagnato nel mio percorso di vita.  Spero che anche Scarlet non mi deluda, anche se in quei suoi magnifici occhi di ghiaccio sembra nascondersi un grande vuoto. Vorrei tanto sapere cosa la turba, per poterla aiutare, anche solo da lontano, desidererei poterle stare accanto e sostenerla. Aspetterò per conoscere meglio il sentimento che nutro verso di lei e poi lascerò che sia il destino a decidere del nostro futuro.


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Capitolo 6
*** You are the only exception ***


Crona:In quei quattro anni trascorsi dalla fuga di Maka dall’accademia , tante cose erano cambiate. C’era ormai chi si era tristemente rassegnato, come Black*Star, chi soffriva in silenzio, come Tsubaki e chi cercava di farsi forza e dare sempre il massimo in onore dell’amica che li aveva abbandonati, come Liz e Patty. Solo una persona negava l’evidenza che purtroppo era chiara a tutti noi: Soul.

Lui era l’unico che ancora sperava nel ritorno di Maka , nella speranza che lo perdonasse per i suoi inconsapevoli sbagli. E poi c’ero io che mentivo a me stessa ed ai miei amici , fingendo di soffrire per la mancanza della mia migliore amica, che presto avrei rivisto. Mi rattristava dover mentire a tutti per proteggerla,ma non potevo di certo tradirla, quando lei aveva rischiato più volte la vita per me.

Volevo non amare più Kid, ma per quanto mi sforzassi di detestarlo, proprio non ci riuscivo, oramai credevo che mi fosse indifferente, per me lui doveva essere il nulla, io lo amavo ancora, ma la magia mi aiutava ad illudermi del contrario. Finalmente non soffrivo più per amore di quello Shinigami tanto bello quanto odioso, ero libera di vivere senza tormenti e rimpianti o almeno così credevo, povera illusa speravo davvero di dimenticarlo così sarebbe stato tutto più facile.

Il giorno del quarto anniversario della fuga di Maka dalla Shibusen, andai da lei in Texas da dove poi saremmo partite alla volta di Pasadina, dove avremmo trascorso quattro giorni in una beauty farm. Tutti pensavano, che sarei andata a Bath, per curarmi, ma si sbagliavano di grosso. Avevo mentito e non ero affatto pentita,in fondo non era poi così grave.

Quando raggiunsi Maka , mi soffermai a pensare su quanto la mia amica fosse cambiata ,non era più una ragazzina, ma una donna stupenda , il suo corpo e la sua anima si erano evolute così come  i miei; per Maka era diverso e lo sarebbe sempre stato io ormai ero rassegnata avevo imparato ad accettare le cose. Mi avvicinai alla Bentley nera decappottabile parcheggiata fuori alla villetta di Rouana, che sorgeva nel bel mezzo di un’oasi impossibile da trovare per chi non conosceva il deserto o possedesse la Soul Perception,  e proseguii immersa nei miei pensieri fino alla porta di casa. Non appena bussai alla porta mi aprì Maka tutta trafelata poiché aveva corso per tutte le scale rischiando di rompersi così l’osso del collo.

Quella mattina, era davvero bellissima. Indossava un abitino blu a fascia con un nastro nero in vita con un fiocco sul davanti a mo’ di cintura, un paio di sandali allacciati fin sopra le caviglie dello stesso colore del abito , un paio di occhiali da sole neri molto alla moda ed infine una borsetta nera che conteneva tutti i suoi effetti personali.

Maka aveva già caricato le sue valigie in macchina,così dopo aver caricato i miei bagagli sull’auto partimmo alla volta di Pasadina . Durante il viaggio le accennai delle celebrazioni per gli ottocento anni di Lord Shinigami e del ballo in maschera organizzato dagli studenti, quella sarebbe stata l’occasione migliore per consegnargli la lettera ed il pacco indirizzati a lui che Rouna le aveva affidato.

Quei quattro giorni trascorsi con Maka in quella beauty farm mi avevano ritemprata, infatti mi aspettavano tempi duri alla Shibusen , perché dopo i festeggiamenti per Shinigami io sarei dovuta partire per New York allo scopo di indagare su degli strani fenomeni legati alla magia ed alla lunghezza d’onda della follia avvenuti da quelle parti negli ultimi quattro mesi. Quella missione mi avrebbe tenuta lontana dalla Shibusen ,per fortuna, ma anche da Maka e questo mi addolorava profondamente.

Al mio ritorno, che avvenne nel giorno della festa, fui convocata per una riunione straordinaria nella Death Room , Shinigami doveva presentare al suo staff un ospite della Shibusen . Era Scarlet  ovvero Maka, o meglio per Shinigami lei era la figlia minore di lady Duprè , alleata della DWMA ed amica personale del Dio della morte, e nipote della Death Scythe  , Spirit Albarn.

Non appena, io ed i miei compagni, entrammo nella stanza del Dio della Morte, la vedemmo: era una bella ragazza, somigliava vagamente a Spirit , per il colore dei capelli, secondo quanto avevano affermato Tsubaki e Patty. Dopo una fantomatica conversazione con Maka , che fu caratterizzata da lacrime e sorrisi da parte mia e delle altre ed imprecazioni e provocazioni, da parte di Black *Star, che però le voleva ancora bene nonostante tutto e che era avvenuta tramite la cugina, quest’ultima mi fu affidata e mi venne chiesto di ospitarla nella mia camera.

Ero divertita , perché tutti  c’erano cascati in pieno, quella che avevano visto non era Maka, ma solo una proiezione astrale, una specie di ologramma, perché  quella vera era lì davanti a loro.

Mentre ripensavo a quelle cose,  giunsi a casa di Patty e Liz  dove mi sarei preparata per la festa del nostro caro preside, il mio pensiero ritornò al suo caro figlio, il mio ex ragazzo, che non avrebbe partecipato. Una volta indossati il mio semplice abito grigio fumo, le scarpe abbinate ed il mio golfino nero preferito, poi Liz mi consegnò una borsetta argentata che avevano deciso di regalarmi per il mio viaggio a New York, contenente una magnifica maschera veneziana dorata, che avrei dovuto indossare durante il ballo.  

All’evento avrei partecipato come sorvegliante insieme alla prof Marie, con cui ero stata sorteggiata per assolvere a quel ruolo tanto sgradito agli studenti quanto a me. Durante tutto il corso della serata non si verificarono incidenti, gli studenti erano tranquilli, per mia e anche per loro fortuna, visto che svolgevo quel ruolo di malavoglia, ma essendo stata sorteggiata, non potevo di certo oppormi.

 Ad un tratto mentre la serata procedeva ancora lentamente e noiosamente, iniziò il divertimento, perché Scarlet (Maka), aveva fatto un ingresso in sala degna di una vera diva di Hollywood accompagnata dalle note di una recente canzone di Madonna, che tutti stavano ballando :” 4 Minutes”. La canzone era davvero perfetta, poiché coincideva in modo impeccabile collo stile e l’atteggiamento della mia amica.

Tutti i ragazzi presenti in sala studenti e tutor compresi erano rimasti a bocca aperta, impietriti tutti da quella bellezza statuaria dai lunghi capelli del colore del fuoco. I professori sapevano chi era, o meglio chi sosteneva di essere, Lady Scarlet Duprè, che era stata accompagnata  a Death City dalle due sorelle maggiori Lady Violet e Lady Alice Duprè, in quel momento assenti , figlie della strega Lady Rouana Duprè Albarn , sorella maggiore di Spirit Albarn e carissima amica di Lord Shinigami, nonché la più potente fra gli alleati della DWMA.

Quest’ultimo aveva informato il corpo docenti , la sottoscritta e la Death Scythe del loro arrivo in città e della  sua idea di farle partecipare al ballo. Io ero stata informata ufficiosamente dei fatti da Maka,  insieme al signor Albarn ed a Blair, invece la notizia mi era stata comunicata ufficialmente da Lord Shinigami durante una riunione del corpo docenti  di cui facevo parte, in quanto ero la responsabile dei corsi scelta appositamente dal Preside.

Ero divertita , perché osservavo i volti degli studenti maschi che erano sconvolti, data la visione celestiale a cui avevano assistito e quelli sbigottiti dei miei ex compagni di classe, ormai tutti diplomati.  Persino Black *Star si era diplomato , con mia enorme sorpresa e del prof. Stein, ma c’era solo un volto, la cui espressione mi raggelava il sangue, ed era quella color rubino di Soul Eater Evans.

Lui mi fissò brevemente, per poi raggiungere Maka, usai la magia per comunicare con lei, affinché sapesse quali fossero le intenzioni di Soul, ma lei mi rispose che già sapeva tutto e che da quella sera avrebbe cominciato la sua vendetta nei confronti di chi l’aveva tradita.

Tutti le avevano mentito le avevano sempre detto di ritenerla una Meister forte , ma invece alle sue spalle non facevano altro che ripetere quanto fosse secchiona e perfettina Maka , ma nonostante il suo atteggiamento da persona forte era una debole, credevano che lei fosse l’unica a non accorgersi della realtà. Io avevo sempre saputo, sin dal nostro primo incontro, che Maka era una persona ed una Meister eccezionale , mi aveva salvato da un esistenza vuota e piatta e mi aveva regalato la sua amicizia e la sua fiducia incondizionate, senza pretendere nulla in cambio se non la mia felicità .

Era la mia prima vera amica, io le dovevo tutto ed era per questo motivo, che decisi di aiutare Maka colla sua vendetta, mi sarei occupata di tenere occupati gli altri, mentre la mia amica sarebbe rimasta sola con Soul.

A mio avviso lui era già caduto nella nostra rete e si era invaghito di lei . La cosa mi divertiva, perché sapevo che Soul, non immaginasse neppure che nei panni dell’affascinante ospite di Lord Shinigami dai lunghi capelli rossi, si celasse in realtà la sua ex partner , per amore della quale si struggeva e sosteneva di essere pieno di rimorsi per averla ferita.

La nuova Death Scythe non poteva di certo immaginare quanto dolore e quanta rabbia la mia amica avesse accumulato, a causa della sua poca attenzione per i suoi sentimenti, per la sua persona, per i suoi desideri ed i suoi problemi, Maka per Soul c’era sempre stata nei momenti critic , lo aveva ascoltato quando aveva bisogno di confidarsi, lo aveva consolato quando era triste come dopo il vostro primo incontro con Arachne , perché non era riuscito a proteggerla e lui lo aveva giurato a costo della vita, lo aveva protetto quando era in pericolo, come nella battaglia contro il Kishin.

Eppure tutto ciò non era bastato a Soul, perché l’aveva ferita anche se inconsapevolmente, dopo lo scontro col Kishin, Maka mi aveva raccontato che in quella occasione, lui mentre era ancora incosciente, forse in preda ad un delirio o ad un incubo, le si era dichiarato e lei lo aveva baciato.

Quel bacio , il primo per lei, gli aveva forse salvato la vita, ma Soul non ricordava nulla, non le aveva rivelato quei sentimenti di cui aveva parlato con me, perché sapeva che avrei mantenuto il segreto, in fondo io non avevo come Tsubaki , un fidanzato totalmente privo di intelligenza che avrebbe strillato il segreto rivelatogli dalla partner a tutta Death City.  

 Mentre osservavo Maka, che si preparava  a compiere la sua vendetta, mi sentii vuota, ma soprattutto, priva di qualsiasi scopo.  Nonostante tutto, mi restava una consolazione, il pomeriggio seguente sarei partita per New York , dove avrei vissuto fino a quando non avessi portato a termine la mia missione , ma soprattutto Shinigami desiderava che io cambiassi aria per un po’, cosicché forse i ricordi di me e Kid, di cui Death City era stracolma, non mi avrebbero più tormentata.

In effetti lo speravo anch’io ed in effetti le probabilità che accadesse erano abbastanza alte, dato che il mio compito era quello di recarmi nella Grande Mela , per poter indagare su morti sospette e strane sparizioni , che erano da imputarsi ad un Kishin o ad una strega. Nessuno aveva prove certe per confermare la teoria del Sommo Shinigami e del signor Albarn, che ripetutamente mi chiedeva di chiamarlo per nome , ma era troppo imbarazzante per me e lui ormai si era arreso.

Dopo aver rivisto il piano di viaggio e ultimato la preparazione dei bagagli, qualcuno bussò alla mia porta. In quel momento trasalii , il mio cuore immaginava che dietro quella porta ci fosse Death The Kid. Invece la mia mente sapeva benissimo che dietro la porta Maka mi attendeva. Aveva una strana espressione sul volto, sembrava felice ma allo stesso tempo distrutta. Purtroppo non sapevo cosa fosse accaduto dopo che me ne ero andata, ma sapevo che il giorno dopo saremmo entrambe partite per la stessa meta, entrambe in missione. Coincidenza, forse, ma in realtà non era così, infatti anche Maka era stata incaricata da Rouana di indagare insieme a me sugli strani accadimenti di New York, inoltre per lei sarebbe stato un banco di prova molto importante.

Infatti non solo quella sarebbe stata la sua prima missione in solitario senza le sorelle, ma anche la prima come maestra della spada di fuoco Rayearth, suo nuovo partner. Rayearth era un lupo di fuoco rosso, Maka lo aveva salvato durante una missione nel deserto poco dopo il suo trasferimento in Texas. Si erano addestrati ed erano fenomenali insieme, forse più di quando era maestra di falce e compagna di Soul Eater Evans.

Dopo essermi fermata a pensare nell’attesa che Maka si preparasse per la notte, non appena uscì dal bagno le chiesi di parlarmi di cosa era accaduto durante la festa.  Soul le si era dichiarato e si erano baciati. Maka era triste per l’accaduto, perché lo amava ancora dopotutto e non riusciva a smettere di sentirsi in colpa per la sofferenza che gli avrebbe inflitto e per la perdita del bracciale con due ciondoli ,che la madre le aveva regalato, quando Soul divenne Death Scythe.

 La poveretta, non sapeva proprio dove sbattere la testa, perché lei aveva ceduto ai sentimenti, ma allo stesso tempo non sapeva se scegliere fra Soul o la sua missione. Le dissi che aveva la possibilità di scegliere liberamente, perché  anche Rouna desiderava che lei fosse libera di scegliere la vita che preferiva. 

Lei mi disse tra le lacrime ,che non poteva tradirla e che aveva una missione da portare a termine e non poteva abbandonare tutto per lui, che non le aveva mai dimostrato di amarla.  Cercai di consolarla e la convinsi a lasciarsi il passato alle spalle ed a pensare solo alla sua missione , ma in realtà volevo convincere me stessa a smettere di sperare che un giorno  Kid ritornasse da me, anche se sapevo che non sarebbe mai accaduto.

Maka: Dopo quattro anni lontana da quella che era stata la mia patria per molto tempo, ero stata costretta a ritornarci, per poter dare inizio alla mia prima missione in solitario come maestra della spada di fiamma Rayearth , ma anche per la mia vendetta personale.

Volevo dimostrare ai miei ex amici, come una persona che un tempo ritenevano amica, potesse trasformarsi nel peggiore dei loro incubi. Ce l’avevo con tutti, ma soprattutto con Soul, che avevo ormai rimpiazzato.

Mi ero fidata di lui , di Black*Star , di Tsubaki , che era stata la mia migliore amica , di Liz e Patty, persino di Kid , che almeno se ne era andato senza impicciarsi nella questione che si era creata fra me e gli altri. Quelli che dopo il diploma, non avevano addestrato altre armi, ma erano diventati estremamente più forti, non facevano altro che parlare di quanto fossi debole. Anche io mi  allenavo, ma volevo migliorare anche negli studi, volevo dimostrare a mia madre che ero degna di lei, come Meister e come studentessa, in più mi fu offerto di sostituire Marie come docente dei ragazzi del primo anno, ed io accettai senza pensarci.

Quei poveri ingenui credevano ancora che io sarei tornata da loro, ma soprattutto Soul. Lui che per primo mi aveva ferita andando a confidarsi con Krona dicendole che mi amava, ma davanti a me negava ed aveva rovinato la mia prima storia d’amore. 

Lui si chiamava Drew ed era uno studente inglese trasferitosi alla Shibusen e che era prossimo al diploma. Io lo amavo forse non quanto Soul, ma provavo qualcosa di forte per lui , che mi ricambiava e che per un anno era stato il mio ragazzo.

Ci eravamo incontrati in biblioteca la prima volta ed avevamo scoperto di avere entrambi una grande passione per la letteratura europea. Poi lo avevo rivisto sempre più spesso alle lezioni di Stein, a cui partecipava volontariamente. Mi aveva scelta come partner durante gli esperimenti che svolgevamo nelle sue lezioni. Così avevamo iniziato a conoscerci sempre meglio ed ad innamorarci. Un pomeriggio mi si dichiarò in biblioteca, dove eravamo soliti incontrarci, e mi chiese di essere la sua ragazza.

Ricordo che all’inizio ero spiazzata, ma  poi accettai. Eravamo molto affiatati ed inoltre lui mi faceva sentire una vera donna, non solo per le attenzioni che mi riservava, ma anche perché aveva dimostrato di amarmi. Proprio io mi ero innamorata, quella che aveva giurato di non innamorarsi, eppure sapevo che Drew era diverso, perciò lo avevo scelto.

Per lui ero davvero speciale tanto da desiderare di  condividere la propria prima volta l’uno con l’altra, perché sapevamo che sarebbe stato perfetto e lo fu davvero. Soul con la sua gelosia, a mio parere inutile, dato che non credevo mi amasse, ci aveva separati a poco a poco, soprattutto quando mi sentì rispondere un pomeriggio alla fatidica domanda di Tsubaki, che  era venuta a trovarmi, se fossi ancora vergine, negativamente.

Dopo quel pomeriggio aveva iniziato a mia insaputa a minacciare Drew, di lasciarmi in pace, dato che non sarei mai divenuta la sua Meister,  perché lui era il mio partner ed inoltre sapeva che dopo il diploma mi avrebbe lasciata per tornare a Londra.

Qualche tempo dopo,oltre al peggioramento del mio rapporto con Soul, fui anche lasciata dal mio ragazzo, che ormai non amavo più.  Soffrii  molto ma non per Drew ,  bensì per quello che Soul aveva fatto al nostro rapporto. Ma ora dopo  cinque anni da quell’evento e quattro dalla mia fuga, avrei dimostrato al signor Evans, quanto l’amore potesse essere doloroso.

Ero tornata a Death city alle prime luci dell’alba dello stesso giorno in cui quattro anni prima ero fuggita. Ero uscita da quel luogo come Maka Albarn Maestra della Falce ed ero rientrata come Scarlet Harrison Dupré , Maestra della Spada di Fiamma Rayearth e Strega.

Ero molto potente e molto temuta a Death City dato che tutti mi conoscevano come figlia della potente sorella maggiore della Death Scythe, non che la più eminente tra gli alleati della DWMA. In città sapevano che sarei arrivata insieme alle mie sorelle streghe. Io ero conosciuta anche per il mio sangue misto, infatti che mio padre in vita fosse stato un sangue misto come me, anche se in realtà ero così, perché  figlia di una Weapon e di una Shokunin, ma la gente non sospettava che sotto le vesti dell’affascinante rossa figlia di Lady Duprè ci fosse la bionda Maka Albarn.

Quel giorno si celebravano gli ottocento anni di Shinigami, quindi la città e i suoi possibili ”pericoli” erano troppo lontani ed occupati per disturbarmi, ergo sarei stata al sicuro.

Una volta arrivata nella Death Room da Shinigami mi presentai educatamente a lui, ero certa che non sospettasse nulla. Lì fui informata del ballo in maschera, dove un messo di Shinigami mi avrebbe consegnato le informazioni che Rouana aspettava e che tramite Alice e Violet le sarebbero arrivate in breve tempo, dato che il giorno seguente sarei partita per New York. Tutti quelli che erano stati implicati nella missione credevano che sarei ritornata in Texas da mia madre, ma si sbagliavano.

Infatti Kishin o strega che fosse , l’anima del colpevole apparteneva a noi e non a loro.

Dopo uno strambo colloquio con Shinigami in cui tanti ricordi, che credevo di aver cancellato per sempre erano riaffiorati nella mia mente, Spirit propose al preside di affidarmi a Crona e di farmi alloggiare nel suo alloggio.

Lì, secondo mio padre, sarei stata al sicuro da Evans e i suoi amici, che sicuramente, sapendo che ero la nipote di Spirit, mi avrebbero chiesto informazioni su Maka. Shinigami accettò di buon grado e incaricò immediatamente Spirit di convocare Crona nella Death Room da sola colla massima urgenza.

Rimasti soli, dopo che Spirit si chiuse la porta alle spalle, il Dio mi colpì con un leggero Shinigami Chop, lui sapeva tutto e rispettava ogni mia scelta.  Per tutta la mattinata continuò a trattarmi come se non avesse mai saputo nulla da Spirit, inoltre mi chiese se avesse potuto presentarmi agli ex compagni di Maka e se avessi potuto metterla in comunicazione con loro. Per farlo sarei dovuta ricorrere alle gocce astrali, una magia di comunicazione che usavamo io ed Alice per comunicare con la mamma.

Per me Rouana era davvero una madre, in fondo a Kami la cosa non dava minimamente fastidio, dato che lei e Rouana erano amiche ed avevano condiviso Spirit, l’una come sorella e l’altra prima come partner e poi come moglie.

Accettai di buon grado, in fondo non sospettavano  minimamente che ciò che avevo scritto nelle lettere fosse falso, non mi erano mancati e mai mi sarebbero mancati, ma non potevo mandare a monte la mia vendetta prima di averla iniziata. Per la Shibusen sarebbero stati tempi duri, particolarmente per la sua elite.

Pochi minuti dopo apparvero sulla porta Spirit seguito da Crona e dagli altri, tutti tranne Soul, che era in punizione per aver fatto a botte con Hiro. Mi presentai a tutti loro come Lady Scarlet Duprè , nipote di Spirit Albarn. Tutti si inchinarono davanti a me, visto che sapevano chi fossero mia madre e le mie sorelle. L’unico a non inchinarsi fu Black*Star, che blaterando sciocchezze su di lui e sugli dei mi si avvicinò e mi scrutò.

Per un attimo il sangue mi si congelò , credevo che si fosse accorto che in realtà ero Maka, ma mi sbagliai, perché subito disse che non potevo essere la cugina di Maka , ero troppo Punk per poter essere imparentata con una secchiona come lei ED AVEVO ANCHE TROPPE TETTE, PER ESSERE IMPARENTATA CON UNA TAVOLA DA SURF, inoltre aggiunse che Soul avrebbe detto la stessa cosa se fosse stato presente.

Dopo quelle parole il sangue mi salì al cervello, di certo non potevo reagire con un Maka-Chop, quindi optai per un mio colpo segreto, una scarica elettrica rossa che fuoriusciva dal palmo della mia mano.

Decisi di chiamarla Scarlet shock e con questo carbonizzai quell’egocentrico di Black*Star sotto gli occhi attoniti degli altri. Tsubaki in primis in qualità di sua fidanzata, seguita a ruota dalle sorelle Thompson, si avvicinarono subito allo stellino, videro che stava bene ed era solo tramortito.

 L’idiota, si riprese dopo qualche minuto ed asserì che eravamo sicuramente parenti, perché ero violenta come lei, solo che i libri erano meglio delle scariche elettriche. Dopo il siparietto Shinigami riferì ai miei ex compagni che grazie a me avrebbero potuto comunicare con Maka.

Erano tutti euforici al pensiero di risentire la loro ex compagna, mentre io me la ridevo sotto i baffi, pregustandomi il siparietto a cui avrei assistito grazie ai miei poteri. Attorno a me si creò una sfera d’energia rossa, da cui partì un raggio di luce con cui attivai la comunicazione astrale.

Quando videro la mia goccia astrale riflessa nello specchio con le sembianze di Maka iniziarono tutti ad urlare come matti sembravano usciti da un manicomio. L’unica a non farsi avanti fu Crona, un po’ per timidezza e un po’ perché sapeva. Appena si avvicinarono allo specchio potetti osservare le varie reazioni del gruppo: Liz e Tsubaki piangevano di gioia, Patty invece saltava da tutte le parti con una giraffa di peluche in braccio , mentre Black*Star dapprima la guardò in cagnesco , come per colpevolizzarla del suo abbandono e di come si era comportata con Soul e poi iniziò a prenderla in giro affettuosamente.

La mia goccia astrale recitò la parte alla perfezione, chiedendo prima scusa al sommo stellino, che accettò subito dimenticando il rancore e dopo le rassicurazioni e le scuse alle ragazze, chiese un po’ imbarazzata di Soul. Le risposero che stava bene, ma era rimasto molto turbato dalla sua partenza.

Dopo venti minuti di conversazione, i cui ultimi cinque furono monopolizzate dalle imbarazzanti scenette di Spirit , che però aveva recitato alla perfezione ubbidendo agli ordini di Alice, promise che si sarebbe fatta risentire presto e che avrebbero chiarito con Soul.

La goccia astrale scomparve dallo specchio per poi tornare dentro di me, infatti non era altro che una proiezione della mia anima. Era andato tutto secondo i piani, quegli sciocchi non sospettavano nulla, solo Crona sapeva che a quel ballo mascherato di cui mi avevano parlato ed il cui invito avevo rifiutato, io sarei andata e avrei dato inizio alla mia vendetta.

Shinigami ci congedò dalla Death Room , dicendo agli altri di andare nei propri alloggi e a me di sistemarmi da Crona, che più o meno già conoscevo. Una volta arrivata in camera sua mi congratulai per la recitazione perfetta, liberandomi del mio travestimento e le dissi di non preoccuparsi per me e di accettare l’invito di Liz e Patty ad andare da loro nella villa dove anche Kid aveva abitato, per prepararsi per la festa in loro compagnia.

In fondo me la sarei cavata, avevo Alice ad aspettarmi nei pressi della Shibusen pronta ad aiutarmi. Per prima cosa decisi di farmi un  lungo bagno caldo per rilassarmi dopo la fatica della trasmigrazione della mia goccia astrale, non ero abituata a quell’incantesimo.

Verso le 8 e mezza dopo essere uscita dalla vasca cenai con un paio di panini preparatimi da Violet. Poi chiamai in aiuto Alice per prepararmi, dato che alla festa avrei prima incontrato Shinigami e poi mi sarei divertita a provocare un po’ il mio ex partner.

Ero soddisfatta all’idea che quella sera lo avrei sfidato a giocare col fuoco, solo che non immaginavo nemmeno lontanamente che anche io mi sarei bruciata, forse meno di lui, ma mia sarei pur sempre scottata.

Per l’evento Alice mi aveva regalato un abitino davvero stupendo. Era un vestitino aderente a fascia  in seta color petrolio, ricoperto di pizzo nero ricamato e l’orlo era di tulle e trine nero quella sera lasciai libera la mia fluente chioma composta da boccoli rossi aperti che creavano un effetto ondulato davvero incredibile. Gli occhi alla base erano dello stesso colore del mio abito , poi ci aggiunsi un po’ di eyeliner nero ed un po’ di matita nera sotto gli occhi .

Alice era disperata, perché a rovinare il vestito c’erano il collare ed i miei bracciali borchiati, che facevano a cazzotti con l’abito. Poco mi importava, dopotutto era solo una festa in maschera ed io non avevo intenzione di trattenermi a lungo avevo da fare molte cose e non potevo certo permettermi di trastullarmi  insieme ai miei “nuovi amici” ed a quello strano tipo albino che avevo incrociato nei corridoi insieme alle sorelle Thompson e che loro avevano identificato come ex partner di Maka.

Lui mi osservò e poi mi fissò facendomi raggelare il sangue. Era come se per un attimo si fosse accorto del mio segreto, ma forse ero solo stranito dall’aver visto la cugina di Maka, molto somigliante a lei per certi versi, ma anche a Spiri , come gli aveva riferito Black*Star.

La mia anima era sempre stata particolare e Soul lo sapeva, perché come disse Stein  una volta, la mia era seria e diligente, mentre la sua era cinica e ribelle, eppure eravamo in perfetta sintonia, ma un’anima di strega senza Soul Protect , come quelle di Kim e Crona erano una rarità alla Shibusen e forse era solo per quello che mi aveva fissata in quel modo a dir poco spaventoso, infatti era stata proprio quest’ultima a riferirgli quel piccolo particolare.

Dopo essere tornata dal mio viaggio mentale ed essere stata ripresa da Alice, mi lasciai convincere e gliela diedi vinta, anche se nella pochette avevo nascosto il collare e  le sigarette di cui proprio non potevo fare a meno. Ero finalmente pronta per andare alla festa e raccogliere la informazioni per Alice e per provocare un po’ Soul.

Sarebbe stato divertente partecipare alla festa, ma soprattutto avrei avuto un occasione per studiare lui e gli altri e vedere come erano cambiati in quattro lunghi anni. Non appena entrai nel salone il dj, che era rimasto folgorato da me, cambiò musica, facendo partire una bella canzone di Madonna. Tutti gli studenti e non, rimasero incantati dalla mia presenza, ero carne fresca, e per molti come ad esempio Hiro, era una buona occasione per provarci.

Era una situazione piuttosto esilarante, se mi fossi presentata a quel ballo come Maka Albarn, dubito che avrei riscosso tutto quel successo. Prima di entrare in sala ero stata nella Death Room dove io, Alice e Shinigami avevamo discusso su Crona e sul caso New York. Il Dio della Morte non aveva affatto previsto che dietro quegli eventi non erano opera di un semplice kishin, ma erano parte di un piano ben congeniato ordito dalla mano esperta di un entità nemica molto più potente di quanto la Shibusen potesse immaginare.

Ovviamente la nostra teoria era un segreto, la DWMA non era minimamente attrezzata e o preparata per un evento simile. Per questo sapevamo che era utile collaborare con loro, ma allo stesso tempo era importante agire da sole, perché non potevamo permettere che la Shibusen compromettesse la cattura di quel nemico per ora sconosciuto.

Dopo il colloquio nella Death Room, salutata Alice, le promisi che sarei rimasta in contatto diretto con lei. Mentre mia sorella si allontanava dalla città della morte, io mi recavo alla festa, dove un albino dagli occhi cremisi, attendeva solo di essere stuzzicato e poi bruciato dalla sua ex meister.

Dopo il mio trionfale ingresso in sala usai i miei poteri per provocare un breve black out, che mi permise di nascondermi dietro una colonna fuori alla grande balconata della sala, dove potetti finalmente accendermi una sigaretta.

Poco dopo aver iniziato a fumare feci tornare la luce, la cui assenza non era più necessaria,  quegli smidollati, poterono tornare alle loro attività, palesemente inutili. Mentre mi allontanavo dalla colonna dietro cui mi ero nascosta, proseguendo per la balconata, ad un tratto, qualcuno dietro di me mi bloccò parandomisi dinnanzi . Mi era bastato usare la Soul Perception, per capire chi c’era davanti a me: Soul Eater Evans, più bello ed elegante che mai, era lì, pronto a dire o fare chissà cosa.

Ero alquanto preoccupata, dato che lo conoscevo bene, sapevo di non potermi fidare completamente del mio istinto, perché lui era sempre stato imprevedibile ed impulsivo, sin da quando era ragazzino.

Così attesi che fosse lui a fare la prima mossa, nell’attesa che mi mostrasse quali fossero le sue intenzioni nei miei riguardi. Prima ci guardammo negl’occhi e poi lui mi chiese una sigaretta, voleva fare lo spavaldo, sapevo che non sapeva fumare, data la sua avversione per il fumo, infatti la mia previsione si rivelò veritiera, anche se riuscì ad aspirare tranquillamente dopo un paio di tentativi andati male.

Dopo ciò si presentò con la sua solita classe ed eleganza, in questo non era affatto cambiato, poi toccò a me presentarmi e per un attimo notai che gli parve di aver visto in me Maka, ma si ricredette subito.

Iniziammo a conversare ed io gli raccontai di Rayearth e del mio addestramento nel deserto, di Spirit, Kami e Maka. A questo nome si rabbuiò, sembrava pentito, ma più che pentito forse era solo triste, anche se non conoscevo il motivo della sua tristezza.

Per tirargli su il morale, gli dissi che eravamo cugine, ma soprattutto amiche e che lei mi aveva raccontato tutto di lui e del loro rapporto. Era contenta di sapere che lui fosse felice e che nonostante tutto gli avrebbe voluto sempre bene, anche se come ad un fratello, mi accorsi che invece soffriva molto e non era affatto felice.

Volevo dirgli la verità, ma doveva capire quanto dolore mi avesse causato, facendomi credere che ciò che provavo per lui fosse sbagliato, perché di certo non mi avrebbe mai amata. Per tirarlo su gli proposi di bere un drink e di parlare di cose più allegre, ad esempio le nostre passioni, iniziai io dato che per tutto il tempo aveva parlato lui. Gli dissi che amavo suonare la chitarra ed ascoltare musica jazz, sapendo che avrebbe gradito.

Dopo avermi tartassato di domande sul mio essere strega e allo stesso tempo shokunin  e su come fosse, io gli risposi che la mia situazione era diversa da quella di Crona, perché meister lo ero diventata per caso, quando avevo salvato da una morte certa il mio partner Rayearth. Io  a differenza sua non avevo mai studiato per diventarlo, era accaduto semplicemente , non c’era molto da dire, il destino aveva voluto così ed io lo avevo accettato.

Una strega con un  potere di predizione del futuro, solo nei momenti in cui la mia forza spirituale e la magia raggiungevano lo stesso livello di potenza, non poteva di certo studiare alla Shibusen, non era ammissibile, soprattutto se si era figlia di una  come Rouana conosciuta e temuta per il suo immenso potere.

Soul era sconvolto non sapeva che la sorella maggiore di Spirit Albarn , fosse una strega e per giunta più potente delle sorelle Gorgoni messe insieme. Per riprendersi dallo shock mi chiese di essere la sua dama e di rientrare per prendere parte alla festa, stava andando tutto secondo i miei piani Soul c’era cascato in pieno, infatti dopo poco mi invitò a ballare un lento. Per un attimo mi sembrò di essere ritornata nel suo inconscio, nella Black Room. Mentre danzavamo mi guardò negli occhi,cercando di decifrare il mio sguardo del colore del ghiaccio, intrecciato al suo color rubino, per tutta la durata della canzone.

Mentre cercava di capire perché mai gli sembrasse familiare, aveva ben pensato di agire secondo il suo stupido istinto. Accadde tutto in un attimo: mi disse che in me rivedeva Maka e che era tentato dal credere che il mio fosse un travestimento per ritornare alla Shibusen ed incontrarlo , senza dover affrontare gli altri.

Colpita e affondata, quasi, dato che in parte era vero, ma non sospettava che fossi venuta per riscuotere delle informazioni per Rouana e per dare inizio alla mia vendetta. Non smentii, perché sapevo che avrebbe sospettato ancor di più della veridicità delle mie parole, così lo sfidai chiedendogli come avrebbe agito nel caso in cui davanti a lui ipoteticamente ci fosse stata Maka.

Fu l’inizio della fine, perché mi aspettavo potesse dirmi o chiedermi di tutto, fuorché mi dichiarasse tutto il suo amore e si dichiarasse colpevole di avermi ferita, ingannandomi, nascondendo i suoi sentimenti per pura vigliaccheria, perché la paura di non essere ricambiato aveva sempre prevalso sul suo buonsenso. Mi sentivo davvero male, ma mi resi conto che non capiva ancora il motivo per cui lo avevo abbandonato.

Lo provocai nuovamente chiedendogli quale sarebbe stata la mossa successiva dopo avermi esternato il suo amore. Lui mi rispose dicendomi che non mi avrebbe costretta a tornare alla Shibusen, anzi comprendeva il mio comportamento e non avrebbe preteso nessuna spiegazione, fin quando non mi fossi sentita pronta a parlare, ma pretendeva una sola cosa: desiderava sapere se c’era anche solo una minima possibilità che lui potesse riconquistare la mia fiducia e soprattutto il mio amore.

SOSTENEVA di ESSERE DISPOSTO A TUTTO PUR di RICONQUISTARMI, perché IL MIO AMORE ERA L’UNICA COSA di CUI GL’IMPORTASSE REALMENTE. LE SUE PAROLE ERANO così FALSE, SI OSTINAVA A PENSARE ESCLUSIVAMENTE AI SUOI INTERESSI, IGNORANDO LA realtà.

IN QUATTRO ANNI NON ERA CAMBIATO QUASI NULLA, L’UNICA novità ERA CHE SOUL EATER EVANS mi AMAVA Più di CHIUNQUE ALTRO E CHE ERO L’UNICA DONNA CHE AVREBBE MAI AMATO IN VITA SUA. PATETICO, CREDEVA CHE LO AVREI RIACCOLTO A BRACCIA APERTE.

SI SAREBBE PENTITO AMARAMENTE di AVERMI FERITA.

Concluso il suo discorsetto, mi diede un bacio e mi chiamò Maka. ERO TERRORIZZATA ALL’IDEA CHE SI FOSSE ACCORTO CHE ERO DAVVERO LA DONNA CHE AMAVA. NON POTEVO PERMETTERLO, così DOPO AVER RICAMBIATO E APPREZZATO QUEL BACIO CHE AVEVO TANTO ATTESO DURANTE GLI ANNI TRASCORSI INSIEME, mi ALLONTANAI E GLI riferì UN MESSAGGIO  DA PARTE DI MAKA.

GLI DISSI CHE SE VOLEVA DAVVERO RIMEDIARE AGLI ERRORI DEL PASSATO, DOVEVA DIMOSTRARLE CHE Ciò CHE AVEVA SCRITTO IN QUELLA LETTERA ERA VERO. SOUL EATER EVANS ERA SENZA PAROLE, UNA COSA ALQUANTO STRANA, SOPRATTUTTO PER ME CHE LO CONOSCEVO MEGLIO DI CHIUNQUE ALTRO.

Mentre mi soffermavo ad osservarlo, percepii non solo l’anima di Alice nei paraggi, maanche quelle di un paio di kishin, così  provocai un blackout e  lasciai un biglietto Soul. NELLA FRETTA di FUGGIRE GLI AVEVO FORNITO UN INDIZIO di TROPPO, UN BRACCIALE CHE CONOSCEVA BENE , perché ERA STATO IL REGALO CHE KAMI, mi AVEVA FATTO QUANDO SOUL DIVENNE DEATH SCYTHE E SOLO NOI LO CONOSCEVAMO.

Quando scoprì di averlo perso mi venne un tuffo al cuore, con questo avrebbe capito in breve come stavano le cose. Ma non ci pensai ed invocai Rayearth, lui non gradiva affatto Soul, aveva paura che ci separasse, io gli avevo giurato, che mai lo avrei abbandonato, perché io ero la sua famiglia e non potevo lasciarlo al proprio destino, sarei stata una vigliacca.

Dopo aver chiarito con il mio partner, iniziai a correre il più velocemente possibile ed in pochi minuti raggiungemmo Alice ed i Kishin. Subito Rayearth si trasformò in spada ed usai la magia per creare un campo di forza che annullasse la percezione delle anime all’esterno, affinché io ed Alice potessimo interrogarli ed indebolirli, per poi cancellare i loro ricordi e lasciarli nelle mani della Shibusen, a cui non avrebbero mai rivelato nulla.

Lo scontro fu breve perché Rayearth e Windam , la weapon di mia sorella, in forma d’arma era un immenso arco verde, li indebolimmo e li terrorizzammo a tal punto che non dovemmo nemmeno chiedere loro di parlare, che quelli confessarono per paura di essere ammazzati. Non sapevano molto, ma ci diedero la conferma dei nostri sospetti, New York era la loro base e forse anche il loro capo era lì.

Rayearth era una specie di licantropo legato all’elemento base fuoco, mentre Windam era un falco legato all’aria. Come arma di solito assumeva la forma di arco, dal quale venivano scoccate frecce costituite da onde dell’anima e molto raramente quella di spada a lama doppia.

Dopo aver cancellato i ricordi dei Kishin, provocammo un esplosione per attirare la Shibusen, poi ci separammo ed io fuggì da Crona, che mi aspettava nel suo appartamento all’interno della scuola.

Una volta arrivata ripresi il mio solito aspetto ed i capelli tornarono biondi e gli occhi verdi,poiché tolsi sia le lenti a contatto, che la parrucca. Ero tornata ad essere Maka Albarn, ancora una volta sapevo che di giorno, potevo ancora fingere, ma di notte non potevo nascondermi, la parrucca era talvolta sopportabile, ma le lenti a contatto non lo erano affatto, una volta tornata a casa avrei dovuto tingermi i capelli di rosso, almeno in parte lo avrei risolto il problema.

Dopo essermi preparata per la notte ed aver rimproverato Crona per aver usato l’incantesimo del non-ricordo, dal quale ormai dipendeva totalmente, a mia volta fui rimproverata da lei. Ovviamente se ne era accorta subito che qualcosa non andava, ci bastava uno sguardo per capire cosa l’altra provasse. Così scoppiai in lacrime, ero disperata, avevo perso il bracciale di Kami, ma soprattutto c’ero cascata ancora, mi ero lasciata abbindolare un’altra volta, lo amavo ancora e non ero riuscita a dominare i sentimenti e far prevalere la razionalità.

Non sapevo come agire, non potevo perdonargli tutto all’istante e far finta che il male che mi aveva fatto non fosse mai esistito, ma soprattutto non potevo tradire la mia nuova famiglia ed il mio partner. Era solo grazie a lui, se ero sopravvissuta durante il periodo in cui avevo vissuto nel deserto per addestrarmi. Gli dovevo più di quanto Soul potesse mai immaginare.

Crona mi consolò ricordandomi che potevo ancora scegliere. La mia scelta l’avevo già fatta, mi sarei vendicata della Shibusen in nome di Rouana. Era stata colpa loro se la tribù di streghe a cui apparteneva, era stata sgominata, da Medusa e da altre streghe, per il solo fatto che avessero scelto di vivere pacificamente sotto la loro protezione, cosa che però non era stata concessa loro nel momento del bisogno. In più volevo vendicarmi di chi si era preso gioco di me dimostrando quanto fossi realmente potente, così avrebbero imparato a conoscere il vero dolore, quello che si prova nel momento in cui le persone a cui tieni ti tradiscono tutte.

Dopo essermi sfogata ed aver ricordato a me stessa quale fossero i miei doveri mi tranquillizzai e mi addormentai, abbracciata alla mia migliore amica. La mattina seguente mi ricomposi, tornando ad indossare il mio solito travestimento.

Dopo essermi alzata , mi feci una doccia e mi vestii in modo semplice e veloce, dato che poche ore dopo saremmo partite per New York. Indossai una camicetta viola abbinata ad un pantaloncino nero di jeans borchiato con delle parigine nere, una cravatta dello stesso colore con dei teschi viola, abbinata alla camicia ed infine occhiali da sole neri come i miei immancabili anfibi ,una cintura borchiata nera ed una cappellino viola con sopra disegnato un cristallo di ghiaccio. Gli accessori ed il trucco erano i soliti , braccialetti e collare colle spine il piercing ormai vero sul naso e l’immancabile accendino dove ogni tanto riposava Rayearth ed il ciondolo di Rouhana.

Uscimmo intorno alle 8 per andare a fare colazione con calma da Death Bucks e dopo colazione fumai un paio di sigarette, mentre Crona si recava al mini market per fare scorta di generi di prima necessità da portare con noi in viaggio, ovvero gomme , caramelle e snack di vario genere. Quando ritornò con suo disappunto le avevo ormai finite tutte, così passammo in tabaccheria dove ne comprai un pacchetto ed una confezione di chewing gum per coprire l’odore del fumo che tanto infastidiva la mia amica.

Un paio d’ore dopo raggiungemmo l’aeroporto , dove alle 12 in punto prendemmo il volo per New York. Mentre noi quella mattina avevamo trascorso il tempo in aeroporto, Soul era stato convocato da Shinigami ,per un colloquio privato,nonostante fosse sabato mattina. Durante il tragitto da casa nostra alla DWMA tenendo stretto il braccialetto che gli avevo lasciato, si  era arrovellato il cervello cercando di scoprire la verità su di me, ma non concluse nulla .

Arrivato nella Death Room, Shinigami gli affidò una missione della massima importanza: avrebbe dovuto sorvegliare Crona durante la sua missione a New York, per aiutarla nel caso in cui avesse avuto bisogno e per raccogliere informazioni e osservare le mosse degli alleati, ovvero quelle di Rouhana e delle mie sorelle. Avrebbe preso il volo delle 16 e 30 ed avrebbe alloggiato nel nostro stesso albergo, da quel momento in poi per me sarebbe stato l’inizio della fine.

Ignoravo quale fosse il mio destino, ma sapevo che presto la mia strada si sarebbe incrociata nuovamente con Soul e questa volta avrebbe scoperto la verità. Mi ero imposta di non rivelargli nulla,in qualsiasi situazione ci saremmo trovati io non gli avrei detto nulla. Volevo che si rovinasse da solo.

Arrivate in albergo ci furono assegnate due stanze separate , la 705 a Crona e a me la 706, le nostre camere erano comunicanti, ma soprattutto eravamo a New York , precisamente a Central Park, era tutto troppo perfetto.

Quando arrivai alla porta della mia camera incrociai la mia vicina di stanza, la ragazza che occupava la 707. Era davvero bella ed inoltre aveva un’anima decisamente punk, mi sembrava simpatica. Dato il numero eccessivo di valigie ero in difficoltà, così lei mi aiutò ad aprire la porta colla chiave magnetica ed a portare i bagagli all’interno. La ringraziai di cuore e mi presentai e lei fece lo stesso.

Disse di chiamarsi Nana Osaki. Nelle settimane seguenti io e Crona trascorrevamo la mattinata ad indagare su quegli strani eventi che ci avevano condotte a New York . Omicidi , sparizioni, magia proibita, tutto questo sembrava solo un incubo da quando eravamo arrivate lì, infatti non si erano verificati nuovi casi e questo mi insospettiva molto, ritenevo che stesse per accadere qualcosa di grosso, ma non sapevo cosa ed era questo a preoccuparmi.

Invece durante il pomeriggio Crona restava in camera sua a stilare i rapporti quotidiani sulla missione , per lord Shinigami, mentre litigava con Ragnarock, che la maltrattava fin quando lei non lo riempiva di caramelle e dolciumi vari, di cui lui era ghiotto. Io invece dopo aver parlato con Alice, aggiornandola sull’andamento delle indagini, andavo nella palestra dell’albergo ad allenarmi insieme ad uno strano ragazzo dai capelli biondi, un po’ rumoroso,  certo non quanto quel cretino di Black*Star, ma simpatico, con cui avevo stretto amicizia .

Si chiamava Naoki ed era il batterista di una famosa band giapponese i Trapnest. Mi aveva raccontato per filo e per segno la loro storia e mi aveva detto anche i nomi dei suoi compagni; Ren era il chitarrista punk fino alla punta dei capelli, tanto somigliante a Sid Vicius dei Sex Pistols, Takumi era il bassista dispotico, arrogante e stacanovista ed infine Reira era l’enigmatica ed evanescente cantante.

Lei la conoscevo bene Alice me ne aveva parlato molto, diceva che possedeva una voce tanto angelica e potente, da sembrare quella di una sirena, dolce e seducente allo stesso tempo, erano in pochi a non subirne l’indiscusso fascino. Mi ricordava molto Crona, forse perché anche lei era così, solo che preferiva non mostrare la sua vera natura, per  non dover soffrire di nuovo, come quando quel verme di Death the Kid l’aveva lasciata con quattro righe e senza una valida spiegazione.

La sera trascinavo Crona in giro per locali con me e Nana. Passavamo molto tempo insieme a lei,era davvero una tipa originale. Mi aveva conquistata, il suo modo di vestire così simile al mio e soprattutto il suo carattere forte e fragile allo stesso tempo e le sue sigarette, le Seven Star al cioccolato. Quelle si che erano davvero buone.

Quando uscivamo , con noi venivano anche il suo ragazzo Ren ed i suoi amici Shin e Nobu. Quest’ultimo mi era particolarmente simpatico,forse perché le sue premure e le sue attenzioni mi facevano sentire lusingata, ma soprattutto desiderata.  

Quelle sue premure andavano avanti, sin da quando ci eravamo scontrati in un giorno di pioggia. Era accaduto una settimana dopo il nostro arrivo in città mentre facevo jogging nel parco e lui correva disperatamente, per non arrivare in ritardo alla riunione che aveva con i dirigenti della Gaia Records, in albergo, e lì ci scontrammo. Lo ricordo ancora, cadde proprio sopra di me , che durante la caduta avevo chiuso gli occhi e quando li riaprii il mio sguardo color ghiaccio aveva incontrato il suo color nocciola.

Mi era sembrato un angelo, era completamente rosso in volto, anche dopo essersi alzato, era davvero dolce. Mi aveva portata in spalla fino all’albergo,coprendomi col suo impermeabile beige, durante il tragitto mi rivolse delle parole di conforto molto dolci, dato che mi ero slogata una caviglia ed urlavo di dolore.

Arrivati in albergo ,mi aveva portata in camera di Nana, probabilmente sapeva che ero sua amica. Mi depose sul letto dell’amica, che dopo un paio di minuti lo aveva cacciato malamente. Nana riempì la vasca del bagno di acqua calda e di bagnoschiuma alla lavanda, il profumo aveva inondato tutta la stanza. Nel frattempo io avevo indosso una camicetta bianca e ed un pantaloncino nero, che la mia amica mi aveva prestato, dopo essermi vestita presi il cellulare e telefonai a Crona e le chiesi di cercare Nobu e che io mi trovavo in camera di Nana.

Appena il bagno fu pronto , entrai nella vasca sperando che il calore dell’acqua mi evitasse un malore, data la mia performance di poco prima. Mentre ero chiusa nel bagno, riuscivo a sentire perfettamente le voci di Nana e Nobu, che discutevano animatamente a proposito di una canzone, ma anche di qualcos’altro. Così incuriosita da quanto stava accadendo, chiesi alla padrona di “casa” di far avvicinare il mio salvatore alla porta del bagno, perché desideravo parlare con lui da sola e le chiesi di raggiungere Crona nella sua stanza e di informarla sulle mie condizioni.

Rimasta sola, ringraziai di cuore Nobu e mi scusai con lui per avergli causato tanti problemi e gli chiesi se l’indomani avesse potuto incontrarmi per potergli offrire un caffè, come ringraziamento. Lui acconsentì ed inoltre gli chiesi quale fosse il suo hobby, lui mi rispose che amava la lettura e suonare la chitarra. Così pensai di regalargli dei plettri ed una custodia nuova per la sua chitarra. Dopo poco se ne andò, lasciandomi sola nella stanza.

Rimasta sola mi misi ad osservare attentamente l’ambiente che mi circondava. Notai che dinnanzi alla vasca c’era uno specchio, in cui era riflessa la mia immagine, diversa da quella degli ultimi quattro anni: dei lunghi capelli biondi ricadevano lungo la schiena e due grandi occhi verdi brillavano grazie alla forte luce della stanza. In quel momento ero tornata la vecchia me stessa, solo con un leggero rossore sulle guance , provocato dal calore dell’acqua e forse dal pensiero della persona che mi aveva salvata.

Il giorno seguente, andammo in un bar nei pressi dell’albergo, per prendere un caffè e parlare un po’. Non appena ci accomodammo, consegnai a Nobu, una scatoletta color crema e gli dissi che era un piccolo pensiero, per sdebitarmi di ciò che aveva fatto per me. Lui mi sorrise leggermente imbarazzato ed aprì il pacchetto. Una volta scoperto il contenuto, fu felice di accettare il dono e per ringraziarmi mi invitò a cena fuori con lui, l’indomani sera.

Da quella sera iniziammo a frequentarci assiduamente ed a conoscerci sempre meglio, lui mi aveva raccontato della brutta situazione da cui era uscito due anni prima, dato che dopo la brutale rottura  avvenuta con la sua ex ragazza, che si era ritrovata ad aspettare un figlio da un uomo che non frequentava ufficialmente, chiudendo in modo brusco la loro relazione, senza nemmeno una spiegazione. Col tempo divenni conscia di amare entrambi e Nana era l’unica a saperlo.

Infatti come lei in seguito mi rivelò il suo passato anche io le rivelai il mio. Ricordo ancora quel momento, quando dopo quattro anni, davanti a dei semi sconosciuti, abbandonai la parrucca e le lenti a contatto e richiamando il mio sangue di buki, facendo apparire una falce bianca e mostrai  loro una parte del mio passato. Raccontai alla mia nuova amica che quando studiavo alla DWMA, ero stata una maestra di falce ed una falce allo stesso tempo, infine richiamai Rayearth, mostrando loro ciò che ero diventata.

Prima di uscire mi ricomposi, ritornando una rossa dagli occhi di ghiaccio. Nana mi regalò i vestiti che avevo indossato la sera prima, quando ero rimasta a dormire in camera sua, perché la mi si era allagata.

Uscì dalla sua camera indossando una camicetta bianca ed un pantaloncino nero tenuto da una cintura colle borchie , una cravatta nera e le mie solite converse nere. Non immaginavo minimamente che fuori dalla camera qualcuno mi stesse aspettando, ma non potevo minimamente sapere chi fosse.

 Avevo rivelato la mia vera identità a Nana, ma il resto lo avrei mostrato in seguito anche a Nobu.

Mentre io raccontavo la mia storia ero stata spiata da una persona che aveva fatto parecchi kilometri per ritrovarmi. Appena fuori dalla sua camera,qualcuno mi coprì gli occhi e le bocca e mi trascinò fino ad uno sgabuzzino sul pianerottolo. Ad un primo impatto pensai a Crona, ma sapevo che lei non avrebbe mai fatto una cosa simile.

Riconobbi  immediatamente il suo inconfondibile profumo,menta, quello che avevo sempre amato. Era lui il solo capace di fare una cosa del genere. Quando riaprii gli occhi avevo la vista un po’ appannata, ma riconobbi subito il posto e la persona dinnanzi a me. Il mio peggior incubo si era materializzato e questa volta non avevo vie di fuga. Il tanto atteso scontro con la realtà sarebbe avvenuto di lì a poco.

Soul Eater Evans, il mio ex partner era lì che mi fissava con quei suoi splendidi occhi color rubino in modo molto poco amichevole. Inizialmente tentai di ignorarlo,recitando la mia solita parte, ma mi fu impossibile, lui sapeva tutto e pretendeva delle risposte e non se ne sarebbe andato senza di esse. Mi spinse vicino al muro e mi bloccò con decisione, ma senza farmi male e mi disse: “Complimenti Albarn! Sei arrivata ad  imbrogliare chi ti conosce come le sue tasche, sei proprio diventata una cattiva ragazza. Da te non me lo aspettavo affatto, un po’ mi deludi,  però questo tuo lato ribelle che non conoscevo mi attira molto sappilo.

Smettila di mentirmi, ormai non hai nessuna via di fuga, perciò smettila di prendermi in giro e lasciati guardare in viso dopo quattro anni, voglio rivederti e soprattutto mi devi parecchie spiegazioni sul tuo comportamento. Perché te ne sei andata? Mi hai lasciato con una lettera, tentando di far sembrare agli altri che le cose fossero come sono sempre state all’apparenza, quando invece avresti potuto benissimo essere onesta,se non con loro almeno con me.

 Poi ho visto lo specchio e ho capito. Ed alla festa ho avuto la sensazione che tu fossi finalmente tornata da me e soprattutto la conferma che mi avevi mentito spudoratamente senza fregartene di quel che avrei potuto pensare . Poi il biglietto mi ha fatto pensare che tu volessi mettermi alla prova, mandandomi qualcuno a te vicino per sondare il terreno, ma in realtà sei sempre stata tu.

Quando ho visto il bracciale, ho capito che volevi che ti trovassi. Ci sono riuscito. Adesso spiegami ti prego, però prima che tu possa parlare ti devo dire una cosa importante. Premetto che rispetterò ogni tua scelta, ma devi sapere che, TI AMO MAKA, L’HO CAPITO QUANDO ci SIAMO SCONTRATI CON CRONA E RAGNAROCK LA PRIMA VOLTA. QUELLA VOLTA, RISCHIAI di MORIRE PER TE , PER PROTEGGERTI, perché  ERA QUESTO IL MIO COMPITO. QUANDO ANDASTI VIA E TROVAI LO SPECCHIO, COMPRESI CHE AVEVO ALLONTANATO   DA ME  L’UNICA PERSONA CHE MAI AVREI POTUTO AMARE.”

Mi infuriai dapprima dicendogli che sapevo ciò che dicevano alle mie spalle, che ero debole e soprattutto non poteva darmi dell’egoista, quando lui lo era stato per primo ed aveva mentito su ciò che provava per me più e più volte, persino davanti a Tsubaki, con cui era impossibile mentire, perché intuiva subito la sincerità delle persone.

Lui mi giurò di essere sincero e che era pronto anche a dare di nuovo la vita per me, perché era davvero innamorato. Ero in preda ad una tempesta di sentimenti contrastanti, scoppiai in lacrime, perché sapevo che mi amava e finalmente glielo avrei detto che anche io lo avevo amato, ma che adesso non ero più certa di ciò che provavo per lui.

Mi baciò dapprima con delicatezza, un po’ spaventato per come si era comportato nei miei confronti, poi quando ricambiai, CON MIA ENORME SORPRESA, divenne più passionale. Quei baci , quelle carezze e quelle effusioni, avevano il sapore che avevo sempre immaginato.

La nostra prima volta insieme in uno sgabuzzino. Un gran bell’inizio, ma mentre ero con lui pensavo a Nobu. Lui era quello che volevo ed anche se non stavamo insieme mi sembrava di averlo tradito e me ne vergognavo profondamente.

Mi rivestii e fuggì in camera e mi chiusi dentro, lasciando Soul a dormire nello sgabuzzino dove ci eravamo nascosti. Ero veramente pentita per quello che avevo appena fatto a Soul. Ingannandolo, sentivo di aver sbagliato, perché sentivo ancora addosso il suo profumo ed avevo anche apprezzato molto il nostro “romantico” incontro, ma non potevo né perdonarlo e né ricambiare il suo amore e ricominciare da zero.

Tutto quello che avevo pianificato era andato in fumo, ancora una volta per colpa sua. Mi feci una doccia veloce, nel tentativo di  cancellare quello che avevo fatto. Fortunatamente per me, il mio ex partner non aveva lasciato segni evidenti del suo passaggio.

Indossai una camicia lunga viola aperta davanti con sotto un top nero, un pantaloncino  dello stesso colore borchiato e gli anfibi che avevo comprato con Nana e Krona il pomeriggio precedente. Aprii il balcone ed estrassi dalla tasca del pantaloncino, un pacchetto di Seven Stars, poi  estrassi l’accendino di Rayearth ed iniziai a fumare una sigaretta.

Mentre fumavo, tentavo di cancellare dalla mia mente, ciò che era accaduto circa mezz’ora prima. Ad un tratto mi ritrovai davanti la persona che cercavo di allontanare dalla mia mente e dal mio corpo. Lui era lì felice come non mai , perché credeva di aver vinto, ma si sbagliava di grosso.  

Gli dissi che quello che avevamo appena fatto era stato meraviglioso e non mentivo, perché per tanto tempo in passato lo avevo desiderato,ma ora le cose erano cambiate tra di noi. Non ero pronta a perdonargli 6 anni di sofferenze in poco tempo, ma allo stesso tempo non volevo assolutamente perdere la sua amicizia, ma gli dissi  che soprattutto non sarei  mai più tornata alla Shibusen e che mai più sarei stata la sua partner e detto ciò rilasciai il Soul Protect, richiamando Rayearth .  

Rimase sconvolto e forse per la prima volta da quando lo conoscevo, vidi il volto di Soul rigarsi di calde lacrime di rabbia sfortunatamente per lui ora era Rayearth il mio partner, senza di lui sarei morta nel deserto, così come 6 anni prima sarei morta senza Soul.

Inoltre ero una strega e noi non potevamo stare insieme ed io allora amavo Nobu e volevo provare ad essere felice con una persona normale, che apprezzava tutto di me, sia la mia natura di strega, sia quella di weapon, che Soul male accettava, quella di Meister, ma soprattutto quella di donna normale, che tanto desideravo essere nonostante le circostanze. Lui capì e non protestò, anzi accettò la situazione e mi promise che avrebbe atteso il destino facesse il suo corso e che avrei sempre avuto la sua amicizia. Detto questo mi diede un ultimo bacio, che ricambiai.

Con quel bacio gli resi tutto l’amore, che avevo provato per lui. Quando Soul lasciò la mia stanza, corsi da Crona e le raccontai tutto. Lei rimase sconvolta, proprio come lo ero io e mi suggerì di parlarne anche con Nana, così da poter capire se Nobu mi ricambiava come credevo. Seguii il suo consiglio e corsi nella stanza di Nana .

Mi fermai sulla porta non appena sentii la voce di  Nobu. Gli sentii dire che quella ragazza dagli occhi di ghiaccio gli aveva fatto ricordare le belle sensazioni che aveva provato quando stava con Hachi,  ma che allo stesso tempo ne provava di nuove. Nana gli disse che era solo uno sciocco,ma che se mi amava doveva dimostrarmelo e lottare per conquistarmi. Anche a lui rivelai in seguito il mio passato,che accettò con molta serenità.

Mi precipitai senza nemmeno bussare in camera di Nana e le chiesi di uscire, perché volevo parlare con Nobu da sola. Nana uscì e ci lasciò soli, lui mi chiese cosa volessi dirgli, ma io sapevo che non era il posto giusto per parlare , così prima gli rivelai la mia vera identità, che lui grazie a Nana già conosceva e soprattutto gli mostrai i miei poteri e le mie abilità.

Non mi allontanò, anzi apprezzò le mie doti e mi disse che gli piacevo così come ero. Felice come non mai  gli chiesi di uscire a cena con me quella sera. Nobu era felicissimo e accettò, promettendomi di farmi trascorrere una serata memorabile. Corsi subito in camera di Crona, volevo raccontarle tutto. Mentre mi avvicinavo alla sua porta, sentì che parlava con qualcuno. Stava facendo rapporto a lord Shinigami, ma non ero sola.

Sentivo qualcuno che cantava, aveva una voce angelica. Quando capii che la telefonata era terminata, entrai nella camera. Con Crona c’era Reira, ero felice che avessero stretto amicizia, si somigliavano molto, nella sofferenza e nella gioia facevano di tutto perché gli altri non soffrissero. Era questo a renderle speciali. Reira si congedò non appena entrai, disse che doveva vedere Takumi , per discutere a proposito di due live al Madison Square Garden, per promuovere il nuovo disco.

Non appena fummo da sole le rivelai tutto, ero talmente felice ,che mi sembrava di impazzire. Crona mi seguì in camera mia , dove mi aiutò a prepararmi. Scelsi un vestitino fucsia a fascia di seta con la gonna balze , ricoperto di tulle e pizzo nero. Vi abbinai un copri spalle dello stesso colore dell’abito ricoperto di pailette ed un paio di sandali con tacco a spillo neri. Per il trucco mi rifeci ai colori dell’abito, nero e fucsia. Crona mi prestò una pochette nera di pailette dove misi il portafogli i documenti e l’occorrente per sistemare il trucco.

Alle sette e mezza, come avevamo stabilito, Nobu bussò alla porta. Notai che era davvero elegante, nonostante indossasse una camicia bianca ed un jeans nero abbinati ad un paio di semplici scarpe da ginnastica. Quando mi vide arrossì e si scusò per la sua poca eleganza, così tornò nella sua stanza, la 701 ed aggiunse al jeans ed alla camicia, una giacca ed una cravatta nera; era diventato ancora più bello di prima, mi sembrava davvero il principe azzurro delle fiabe. Una volta usciti dall’albergo , chiamò un taxi che ci accompagnò in un ristorantino molto carino a Soho. Fummo lì per le 8 e mezza.

Una volta arrivati, mi aprì la portiera dell’auto e mi aiutò a scendere, per poi pagare i 9 dollari e 50 della corsa al driver e ad illustrarmi il programma della serata, cena, passeggiata romantica al chiaro di luna, discoteca ed infine rientro accompagnata fino in camera da lui. Ero al settimo cielo, mi aveva organizzato una serata davvero speciale. Durante la cena iniziammo parlare di noi, per conoscerci meglio.

Avevamo molto in comune e poi lui era dannatamente bello, ammetto che esagerai con il vino, ma ormai reggevo bene l’alcool, forse lo avevo fatto, perché inconsciamente speravo che restasse a dormire nella mia stanza, per controllare che stessi bene. E se pure fossimo andati oltre non avrei esitato un solo istante, anche se sapevo che avrebbe aspettato parecchio, ci teneva a me ed inoltre gli avevo detto di me e Soul, gli dissi che era stato un addio il nostro, perché non provavo nulla per lui, che non fosse amicizia, ero innamorata di un'altra persona.

Lo guardai intensamente negli occhi, affinché capisse che avevo intenzione di stare solo con lui. Nobu capì e non disse nulla a riguardo. Dopo cena come promesso, mi portò ad una piccola spiaggia che conosceva soltanto lui. Passammo il tempo correndo a piedi nudi in acqua, il che era davvero rilassante. Dopo mi fece accomodare su di uno scoglio e fu lì che vedendolo imbarazzato, poiché non sapeva cosa dire, gli chiesi di essere il mio ragazzo, gli confessai che lo amavo molto e che desideravo davvero poter stare con lui e volevo che tutti sapessero di noi. Lui felice come non mai si dichiarò e mi baciò.

Restammo così uniti al chiaro di luna per non so quanto tempo, ma sapevo che non volevo perdere quello che stavamo costruendo insieme. Dopo la passeggiata in spiaggia,raggiungemmo gli altri in un locale in centro, il cui proprietario era un amico di Shin. Una volta raggiunto il locale ci riunimmo agli altri al tavolo che Reira aveva prenotato per noi. Iniziammo subito a bere ; io e Reira prendemmo un Cosmopolitan, mentre Shin, Ren, Nana e Nobu optarono per la birra. Al terzo giro Nobu era ubriaco fradicio e poiché sapevo come reagiva all’alcool, lo portai via con me per convincerlo a tornare in albergo.

In principio volevo che Nobu si preoccupasse per me,ubriacandomi, ma era accaduto l’opposto, lui era ubriaco , mentre io ero sobria e preoccupata per il mio ragazzo. Una volta allontanatici dal gruppo portai Nobu nel privè , dove ci accomodammo. Lì lo convinsi ad ordinare un bicchiere di coca cola per due.

Mentre aspettavamo da bere lo rimproverai per aver esagerato con l’alcool, come al solito voleva dimostrare a Ren di non essere un ragazzino, perché persino Shin reggeva l’alcool meglio di lui. Gli dissi che ero molto preoccupata per lui, a tal punto da non poterlo lasciare da solo in camera, con un minibar ben fornito, così decisi che per quella sera avrebbe dormito in camera mia. Mentre discutevamo ci raggiunsero Shin e Reira , che si erano preoccupati per la nostra sparizione improvvisa e trovandoci insieme abbracciati, vollero sapere la verità sul nostro strano comportamento da quando eravamo arrivati al locale.

Nobu divenne improvvisamente rosso in viso ed iniziò a negare l’evidenza, così toccò a me salvarlo dall’imbarazzo, rivelando agli altri la verità, stavamo insieme e non c’era nulla di più meraviglioso. I ragazzi si congratularono con noi, erano felici. Mi dissero che non vedevano Nobu così raggiante da quando stava con Hachi.

Io conoscevo la storia, perché erano state le due Nana a raccontarmela,credendo che forse avrei potuto provare del rancore verso Hachi, ma non potevo avercela con una persona così buona ed ingenua come lei. Io le volevo bene così come gliene voleva Nobu, anzi era stata lei la prima a cui avevo chiesto aiuto quando avevo capito di amare sia Soul, che Nobu.

Ero disperata, ma Hachi mi incoraggiò a guardare dentro il mio cuore per trovare la risposta. Quella l’avevo trovata , era accanto a me che diceva cose senza alcun senso. Convinsi gli altri a lasciarci soli , perché al mio ragazzo avrei pensato io. Appena Reira e Shin si allontanarono lo trovai svenuto al mio fianco, gli feci un po’ d’aria con la borsa e lui si riprese. A quel punto gli dissi che per quella notte avrebbe dormito in camera mia, perché non poteva restare assolutamente da solo, ero troppo preoccupata per lui.

Così portai Nobu in camera mia e lo adagiai sul mio letto, dove lo lasciai per qualche minuto privo di sensi. Corsi in camera sua dove gli presi un pigiama e della biancheria puliti , per poi chiudere a chiave la stanza e correre nella mia, dove lui mi aspettava. Gli diedi le cose che gli avevo preso dalla sua camera, per lasciarlo cambiare mentre io andai nel bagno per struccarmi e riempire la vasca di acqua calda.

Avevo bisogno di un bagno caldo ero esausta, non ero mai riuscita ad usare il potere grigori come maestra di falce, invece come maestra di spada non avevo avuto problemi nel far apparire a Rayearth quelle maledette ali. Pensai a Soul, che era stato il mio partner per così tanto tempo, avevamo una risonanza perfetta, eppure non ci ero riuscita. Forse era stato l’amore a bloccarmi.

Presa dalle lacrime, non mi accorsi che non ero sola nella vasca. Nobu era lì in costume a farmi compagnia nella vasca. Mi disse che in Giappone, gli innamorati erano soliti fare il bagno insieme. Lui nonostante la sbornia ed il mal di testa si era precipitato in quella vasca perché mi aveva sentita piangere. Da un lato pensavo di essere stata previdente a farmi il bagno in bikini, visto che il mio neo fidanzato avrebbe dormito nella mia camera, conoscendomi sapevo che se fosse entrato senza bussare, per qualunque motivo, lo avrei picchiato a sangue. Sono sempre stata così.

Nobu mi abbracciò e mi chiese il motivo per cui il mio viso fosse solcato da tutte quelle lacrime; gli spiegai per filo e per segno tutta la storia mia e di Soul come partner e della nostra avventura alla Shiusen. Lui mi disse che era fiero di me e non era assolutamente geloso del mio ex partner e mi disse che forse era stato l’istinto a permettermi di usare quel potere nascosto dentro di me. Ero al settimo cielo , finalmente avevo trovato la persona giusta, quella che non mi giudicava, ma anzi mi comprendeva e mi dava forza.

Quella forza che in tanti anni avevo cercato in Soul,ma non l’avevo trovata, perché lui era il mio migliore amico ed il mio primo amore, ma nulla di più, infondo lo avevo sempre saputo che il verde ed il rosso non stanno bene insieme, ma l’oro ed il verde si. L’oro era il colore degli occhi dell’uomo che amavo e non volevo perdere per nessun motivo al mondo.

Dopo il bagno ci cambiammo e andammo a dormire. Lui si addormentò quasi subito poggiando la testa all’altezza del mio cuore ed io lo strinsi a me, perché in quel momento era lui ad essere fragile ed indifeso, io non lo ero più da troppo tempo oramai. Il mattino dopo ebbi un dolce risveglio. Il mio principe mi aveva portato la colazione a letto e mi aveva risvegliato dal sonno con un tenero bacio.

Era davvero un romanticone, ma era questo che apprezzavo in lui la semplicità e la spontaneità che mi erano appartenute da ragazzina. Avrei voluto averlo conosciuto allora Nobu, forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma in fondo non ero pentita di essere stata un’ allieva della DWMA e di aver conosciuto il mio pianista preferito Soul Evans, senza di lui non avrei conosciuto Crona, la mia migliore amica, lei sapeva tutto di me come io sapevo tutto di lei.

Quella mattina io e Crona andammo in ricognizione separatamente, poiché sapevamo che insieme non avremmo scoperto molto. Mentre percorrevo il mio itinerario percepì qualcosa che non quadrava. Una serie di anime erano appena arrivate in città. Tre buki e due shokunin. La cosa non quadrava, solo pochi minuti dopo percepì che una di quelle cinque anime era diversa aveva qualcosa di familiare, ma allo stesso tempo lontano. Poi capii.

Se c’erano tre weapon e solo due meister, uno dei due doveva essere Death the Kid, ma non ne ero certa,le anime erano troppo lontane, per poterne individuare bene la natura. Quello che mi insospettì fu il percepire due anime di strega nettamente, senza scudo dell’anima, qualcosa non andava,infatti poco dopo riuscii a percepire distintamente quattro anime di Kishin,una di quelle era molto potente e si stava avvicinando a Crona, che non era troppo distante da me. Non appena la raggiunsi, la trovai alle prese con i Kishin, fortunatamente non stava avendo troppe difficoltà, in fondo Ragnarock non era poi tanto scemo, in battaglia era davvero grande, ma Rayearth non era da meno.

Unimmo i nostri poteri e creammo una risonanza a catena e distruggemmo il kishin più potente , poi passammo ad interrogare i tre superstiti. Presi dallo spavento confessarono , che il loro capo sarebbe arrivato entro qualche giorno in città e che quella mattina, le sue assistenti erano giunte in città per preparare tutto per la sua entrata in scena.

I miei sospetti erano confermati, si trattava di una setta di magia proibita, probabilmente volevano far rivivere il Dio Demone Ashura, al solo scopo di prendergli il potere ed eliminarlo nuovamente ,per sempre cancellando ogni minima traccia della sua esistenza. Di certo la Shibusen non poteva affrontare quella crisi, così dissi a Crona di riferire a Shinigami, che erano solo delle semplici streghe a creare problemi e che le avrebbe eliminate in poco tempo e la convinsi a chiedere un permesso speciale per poter restare a New York, fino a data da destinarsi.

Crona acconsentì e seguì i miei ordini alla lettera. Shinigami non fece obiezioni, non poteva fare altrimenti , data la situazione della mia amica, o forse aveva dei progetti per lei che contemplavano, lo stabilimento provvisorio della mia migliore amica.

Lei gli aveva chiesto ancora notizie di Kid, ma lui le disse di non sapere nulla del figlio e di essere molto preoccupato per la sua incolumità. Era bugiardo e questo lo avevo intuito da come aveva risposto alla mia amica. Copriva il figlio, ma in fondo era giusto così, era suo padre non poteva fare altrimenti, se la dovevano sbrigare da soli e lui non voleva intromettersi nella loro relazione.

A volte ci capita di credere che la felicità quando arriva , possa durare a lungo ,ma non è così. Perché lei è sfuggente ed è la cosa più difficile da trovare. Io lo avevo visto con Crona e con Soul ed ora con me stessa. Nobu doveva ripartire per il Giappone , per lanciare il loro secondo album , ma mi promise che sarebbe tornato presto e che nel frattempo avrebbe pensato ad una soluzione per noi due e mi regalò un magnifico anello con una pietra azzurra a forma di cuore , mi disse che era il simbolo dell’amore che provava per me e desiderava che andassi a vivere da lui per un anno prima di sposarmi. Io lo desideravo con tutta me stessa.

Pensai che era più giusto stare con Nobu che con Soul. Lo amavo ancora, ma lui non era la persona giusta , non potevamo stare insieme, non era giusto saremmo finiti come Spirit e Kami, loro erano stati prima partner,poi amici ed infine amanti, per poi diventare marito e moglie ed  avere una figlia a cui avevano distrutto la vita. La colpa non è mai stata di mia madre, solo di Spirit.

Era lui il problema, lo è sempre stato, ma in quei quattro anni si era comportato da padre per la prima volta nella sua vita. Un paio di giorni dopo la partenza del mio ormai promesso sposo, decisi di passare del tempo con Soul e dirgli di Nobu. Quando gli diedi la notizia mi guardò con quei suoi rubini spenti, carichi di lacrime, voleva una spiegazione. Io ricordo ancora le parole che gli dissi :” Sai Soul , una volta ci appartenevamo ma ora non è così. Sei arrivato tardi , hai aspettato sei anni e di avermi completamente distrutta, per poi dirmi che mi hai sempre amata. Tu sei un egoista hai sempre pensato a te stesso e mai agli altri, ai loro bisogni , alle loro necessità.

La verità è che non hai imparato nulla, mi spii per sapere quello che non ti dico, ti impicci nella mia vita e pretendi ancora che ti ami o addirittura che lasci Nobu per te. Quello che aspetto è.  Che tu cresca una buona volta e capisca che non puoi decidere il bello ed il cattivo tempo nella mia vita. Ti ricordi lo specchio che ti ho lasciato, beh non hai capito nulla, pensavi che ti rivolessi, ma desideravo che ti pentissi per avermi sbeffeggiata insieme ai tuoi amici, beh sappi che era un monito, STAMMI ALLA LARGA EVANS E DIMENTICATI Di me, perché NON HAI NESSUNA autorità o potere per decidere della mia vita, perciò ADEGUATI ALLA SITUAZIONE O SII FELICE E STAMMI BENE.”

Detto ciò me ne ritornai in camera e piansi per tutto il pomeriggio. Quella sera Nobu mi telefonò per sapere come stessi, mentendo gli risposi che stavo bene ma ero stanca, avevo affrontato un allenamento speciale con le mie sorelle. Non volevo che si preoccupasse e corresse da me trascurando gli impegni, io lo amavo troppo per farlo soffrire.

Chiusa la telefonata rividi nella mia mente le immagini della mattinata che avevo trascorso litigando con Soul, ero distrutta mentalmente e fisicamente. Credevo che il riposo mi avrebbe aiutata, ma mi sbagliavo di grosso. Infatti per tutta la notte non riuscii  né a respirare e né a dormire. La mattina seguente mi recai in una clinica, che era una copertura per delle streghe guaritrici.

Mi rivolsi ad un’amica di Rouhana, che mi disse di stare attenta, perché a causa della mia onda antidemone rischiavo di perdere una parte del potere di Rayearth ed i miei poteri di strega. Spaventata decisi di tornare in camera per riposare un po’. Mentre ritornavo in camera, vidi Soul, che salutava Crona e si preparava a tornare a Death City.

Dovevo fermarlo, volevo parlargli,per scusarmi con lui del mio comportamento e rivelargli la notizia ricevuta sui miei poteri, avevo bisogno del suo sostegno. Cercai di raggiungerlo, ma durante la corsa, inciampai e battendo la testa persi conoscenza. Al mio risveglio in ospedale, dal momento in cui aprii gli occhi, cercai di ricordarmi ciò che era accaduto, mi guardai intorno e trovai su di una sedia accanto a me Soul che dormiva.

Lo guardai per capire cosa fosse accaduto, poi ricordai che volevo dirgli dei miei poteri di Buki che rischiavano di consumarmi l’anima e che ero inciampata da qualche parte . Mi resi conto che quella era una situazione piuttosto spiacevole, quindi rilasciai il soul protect per usare i miei poteri e fuggire indisturbata. Soul non si accorse di nulla fortunatamente per me, così riuscii a fuggire in albergo per poter poi rifugiarmi nella mia stanza, dove dopo tre giorni potei fumare tranquillamente.

Decisi di provare le famigerate Black Stones, che Nana mi aveva regalato prima di partire per Tokyo, insieme al mio Nobu. Mentre ero assorta nei miei pensieri , me lo ritrovai di nuovo tra i piedi, ma questa volta era diverso. Mi sembrava sinceramente pentito per il suo comportamento assurdo, ma soprattutto ignorando la mia situazione, riteneva davvero di aver fallito come persona, per avermi tentato di obbligare a lasciare Nobu, solo per un suo stupido capriccio.

Ma anche io avevo sbagliato, così decisi di dirgli la verità una buona volta e soprattutto gli dovevo delle scuse per come mi ero comportata con lui. Così gli rivelai tutta la verità, dicendogli anche che ero indecisa sull’accettare la proposta di Nobu. Come avevo immaginato, Soul credeva che il mio ragazzo, mi avesse chiesto di sposarlo, così mi supplicò di concedergli la possibilità di dimostrare che era davvero cambiato e che potevamo almeno tentare di ricominciare d’accapo la nostra complicata relazione, per recuperare quello che avevamo perso e trovare qualcosa di nuovo.

Accettai la sua proposta e gli dissi che in fondo un po’ lo amavo ancora, ma amavo anche Nobu ed ero decisa più che mai a trovare la mia strada. In quel momento eravamo entrambi felici , ma per motivi completamente diversi. Soul gioiva perché forse avrebbe avuto la possibilità di riavermi con sé, io invece ero felice perché finalmente non avevo più la coscienza sporca e soprattutto avrei potuto scegliere con consapevolezza la strada giusta per me.

Mentre pensavo a come ero cambiata in quattro anni e come in un paio di mesi mi fossi costruita una nuova vita, che non mi dispiaceva affatto, pensai a Crona, che in Reira aveva trovato qualcuno che in qualche modo fosse simile a lei e la comprendesse ad un livello più profondo di quanto io avrei mai potuto.

Inoltre era dura doverle mentire per il suo bene su Death the Kid , la persona che aveva ridotto la sua anima ed il suo cuore a brandelli, sparendo da un giorno all’altro come se nulla fosse. Dovevo dirglielo era mio dovere, ma non avevo il coraggio, così ne parlai con Reira, che mi suggerì di affidare a lei il compito di rivelarle quel segreto tanto pesante ed io accettai senza batter ciglio. Infatti il giorno seguente dopo averne parlato con lei, Crona venne nella mia stanza per parlare di quel vile traditore che era tornato a farsi vivo.

Lei ne aveva percepito bene la lunghezza d’onda, in fondo eravamo tutti nella stessa città, anche se ormai essendo uno Shinigami adulto, come noi streghe usavamo il Soul Protect, aveva trovato un sistema per mascherare la lunghezza d’onda della sua anima. Volevo davvero ammazzarlo quel verme di uno Shinigami, ma Krona mi fece giurare di non intromettermi, come aveva fatto con Lord Shinigami.

Mi rivelò che lui sapeva bene della loro relazione e che per amore di Crona voleva metterla in contatto con il figlio perché potessero vedersi e trovare il modo di chiarirsi, ma lei lo aveva supplicato, affinché lasciasse la mano a Kid, perché ad essere in torto era lui ed era suo dovere se davvero la amava trovare un modo per riconquistarla.

Ovviamente il Dio aveva accettato senza problemi la volontà di Crona e giurò di non intromettersi e di non parlare di lui in sua presenza. A volte il destino tesse delle tele molto più complesse di quanto ognuno possa immaginare e spesso intreccia i destini delle persone in modi davvero sorprendenti, separandoli , riavvicinandoli, rivoluzionando completamente il loro mondo. Era accaduto a me  , a Soul, ad Hachi , a Nana , a Ren , a Shin, a Reira , a Nobu e persino a Crona, perché il destino è questo ,qualcosa di irrazionale ed astratto ,ma esiste ed è parte della nostra esistenza. C’è chi dice che per alcuni sia stato già scritto, ma io penso che come dice Ren, siamo noi a scegliere il nostro destino e non c’è niente di più vero.

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Capitolo 7
*** Rose ***


Dal diario di Nana Osaki: Mi chiamo Nana Osaki . Non so dove sono nata , so solo che mia madre mi abbandonò all’età di quattro anni da mia nonna , inoltre non ho mai conosciuto mio padre. Sono cresciuta in una cittadina di mare del nord del Giappone , dove solo per due mesi è possibile fare il bagno, perché per il resto dell’anno la neve la  ricopre. Sono cresciuta senza sapere cosa fosse l’amore e credevo che nessuno mi volesse bene e che mia madre mi avesse abbandonata , perché me lo meritavo, non ero degna di ricevere l’affetto di qualcuno. Infatti sono sempre stata una persona cupa e solitaria , perché così era più facile proteggersi dalle persone che mi ritenevano un essere spregevole. È sempre stato così , fino all’estate dei miei sedici anni. Da poco avevo stretto amicizia , con un mio compagno di classe, Nobuo Terashima, lui era stato il mio primo amico. I suoi genitori possedevano una pensione nella città dove vivevamo, inoltre mia nonna li conosceva , perché qualche volta erano venuti a cena nella piccola trattoria che gestiva , dove io lavoravo part - time. Mia nonna morì proprio nell’estate dei miei sedici anni, era stata colpa mia , perché la mia espulsione da scuola , le aveva provocato un tale choc , che nel giro di due mesi morì. Ero stata , come al solito, accusata ingiustamente per una colpa che non avevo, ma a me non interessava smentire quelle voci nei miei confronti, il parere altrui non mi interessava, io avevo intenzione di proseguire per la mia strada, che agli altri facesse piacere o meno.

Al preside arrivò la voce che io ed altre studentesse , dopo le lezioni , ci prostituivamo, ricordo che tutte le studentesse coinvolte negarono le accuse e si difesero colle unghie e con i denti per proteggere la loro reputazione da quello scandalo. Dal canto mio sapevo di essere innocente e non avevo bisogno di dimostrarlo agli altri,perché ero in pace con me stessa e tanto mi bastava, così non smentii le accuse e venni espulsa dalla scuola.

L’unico a difendermi era stato Nobu, ma aveva solo ottenuto un rimprovero dal preside,invece della sospensione , data la sua buona condotta.

 Grazie a lui quell’estate conobbi Ren. Per me lui è come un sole che brilla pieno di vita,mentre io sono solo uno spicchio di luna, irradiato dal sole e non ancora completo. Perché per sentirmi completa ho bisogno solo del canto , quella è l’unica strada.

Per una come me che era sempre stata abituata a strisciare ai piedi degli altri , Ren era una luce splendente, che io mai avrei potuto raggiungere . Ci bastò poco tempo perché diventassimo qualcosa di più di semplici compagni. Perché Nobu era entrato nella band fondata da Ren e dal suo migliore amico Yasu , come chitarrista . A loro mancava solo una vocalist, così Nobu mi propose come tale. All’inizio rifiutai, perché non avevo il minimo interesse nell’impegnarmi con una band, ma poi Ren mi convinse , facendomi diventare prima la loro vocalist e poi la sua donna. Eravamo i Black Stones , il nome era quello delle sigarette che fumava Yasu e che io detestavo.

Stando continuamente a contatto con Ren , pian piano diventavo sempre più simile a lui, infatti oltre a condividere il modo di vestire, l’amore per la musica, l’appartamento , il letto ed il cuore condividevamo anche le sigarette, le seven star ed il modo di esprimerci. Grazie a lui io divenni come il mare travolto dalle onde, all’epoca mi sembrava di essere come in balia di una tempesta di vita e nel mio cuore c’era un uragano e gridava più forte che mai .

Non ho mai iniziato a cantare per lui, ma per me stessa , perché mi regalava un senso di completezza che nient’altro mi donava e tutt’ora mi dona.

La nostra storia durò un anno e tre mesi, cioè fino a quando lui non ci abbandonò per trasferirsi a Tokyo, per fare il suo debutto ufficiale con i Trapnest. Questi ultimi hanno sempre avuto la peculiarità di portarmi via le persone a cui tenevo di più. Prima Ren e poi Hachi. Al primo devo la mia rinascita, perché è come se avessi iniziato a vivere solo dai miei sedici anni in poi, il passato era come se non fosse mai esistito; perché lui mi ha donato tanto : la gioia di vivere , il canto , la chitarra e soprattutto l’amore , perché lo desideravo a tal punto da voler morire se non avessi potuto averlo . L’orgoglio  è stato quello che mi ha salvata quando lui mi ha abbandonata . Anche se io ed Hachi ora siamo ancora amiche , nulla è più come prima. Perché per colpa mia lei mi ha abbandonata. Lei è stata la mia prima amica,incontrata per caso sul treno che mi condusse a Tokyo più di quattro anni fa , per realizzare il mio sogno, debuttare nel mondo della musica professionale colla mia band i Blast. Il primo a raggiungermi fu Nobu , che mollò l’appiglio sicuro della pensione di famiglia per coronare il nostro sogno, poi arrivò Yasu.

Lui è sempre stato la mia ancora di salvezza nei momenti più duri della mia vita, dapprima non voleva assolutamente vivere grazie alla musica , ma nonostante scandali vari ed ostacoli di ogni tipo non ci ha abbandonati ed è rimasto sempre con noi.

Poi incontrammo Shin , un tipo davvero originale, ancora adesso mi è impossibile capirlo.

Lui era stato scelto per sostituire Ren , ma alla fine è diventato a tutti gli effetti un membro della nostra strana famiglia. Hachi faceva parte di questa famiglia , ma poi ne ha creata una tutta sua con un uomo che non smetterò mai di odiare , perché per colpa sua il nostro rapporto non è mai più stato lo stesso.

Più che una grande amicizia , il nostro era un amore platonico , anche se il mo essere possessiva mi portava a considerarla il mio cagnolino, ma quando mi abbandonò per sposare Takumi , il mondo mi crollò addosso.

Mi sembrò inconsciamente di rivivere l’abbandono di mia madre,di cui ancora non ricordo il volto.  Solo grazie alla musica , agli amici ed a Ren mi sono salvata. Adesso le cose sono diverse perché i Blast sono una certezza assoluta , così come l’amore di Ren e l’amicizia di Hachi.

In questo periodo alloggio in un albergo a New York , perché sono in tour colla band ed ho trovato una persona che come Hachi mi ha donato la sua amicizia senza pretese , ma sono certa che lei non mi lascerà mai. Siamo troppo simili , fragili e forti alo stesso tempo , con un passato difficile , un futuro incerto , ma con un presente carico di amore e certezze. Perché come io ho Ren al mo fianco a sostenermi , lei ha Nobu, proprio come in passato Hachi.

Ma Maka è diversa ed io lo so l’ho visto , lei non è come tutti gli altri è davvero unica nel suo genere e sono certa che saprà rendere felice Nobu , come invece lei non ha saputo mai fare.

Ci siamo conosciute per caso , io la aiutai al suo arrivo in albergo con i bagagli e da lì la mia vicina di stanza divenne la mia migliore amica , insieme a Krona . Anche lei è davvero una persona meravigliosa , ma ha un rapporto molto più speciale con Maka e Reira. Lei si che le somiglia , hanno davvero molto in comune, da quanto ho potuto vedere, anche se nonostante tutto non conosco bene Reira .

Prima abbiamo iniziato ad uscire da sole io e Maka e Krona ,poi le ho presentato tutte le persone che conosco e da lì in poi è diventata come una sorella per me ed in più si è innamorata con mia immensa sorpresa e gioia di Nobu , che dalla prima volta che l’ha vista ha ricambiato il suo amore .

Nana Komatsu: Negli ultimi tempi tante cose sono cambiate nella mia vita. Jun e Kyosuke si sono finalmente sposati e sono ritornati in Giappone , Takumi e la band pubblicheranno a breve il loro nuovo album, Ren e Nana finalmente si sposeranno, la mia bambina Sachiko,sta imparando l’inglese grazie a Reira, Shin ha messo finalmente la testa a posto ed è diventato molto più maturo di quando lo conobbi, Yasu nonostante sia il batterista dei Blast ha completato i suoi studi ed è diventato un avvocato e lavora per la Gaia Record , ha assunto il ruolo che Takumi ha nei Trapnest, con una sola differenza , Yasu è una persona sincera,Takumi no.

Persino lui  sta cercando di cambiare , è diventato più allegro dopo la nascita di nostra figlia, infondo loro sono identici e lui la sta plasmando in modo simile a Reira , almeno lui è felice così , fa ciò che gli riesce meglio , il burattinaio.

 Infatti Sachiko e Reira sono i suoi burattini che manipola in base alle sue necessità ed in base alle circostanze. Anche io sono stata un suo burattino , ma il mio caso è diverso , perché ne ero pienamente conscia di non essere amata da lui come io lo amavo.  

Io me la sono cercata , perché sono così , non riesco ad amare pienamente persone dolci come Nobu , perché ai loro bisogni antepongo sempre i miei. Come dissi a Nobu sono una donna molto egoista, ma con la maternità sono dovuta cambiare.

Da ciò che dico sembra che io non sia felice , ma non è così , semplicemente mi accorgo che le persone intorno a me cambiano, si evolvono, crescono, io invece sono rimasta quella di sempre. Amo mio marito anche se so che ha altre donne e che è un uomo un po’ burbero, ma a me ci tiene e me lo ha dimostrato pienamente , così come tiene a Sachiko . Lui non ha mai avuto una famiglia serena come la mia , ed è per questo che ancora oggi cerco di sopportare tutto per il nostro bene e cerco di rendere la sua vita più serena quando ritorna a casa.

Adesso però ho l’occasione di poter cambiare , perché posso aiutare qualcuno che sta vivendo una situazione simile per certi versi alla mia.

In questi ultimi tempi ho conosciuto un ragazzo molto simpatico , per cui Sachiko ha una grande ammirazione. Si chiama Soul ed ha poco più di vent’anni. L’ho conosciuto qualche giorno fa nel salone dell’albergo mentre cercavo Sachi , suonava una magnifica melodia al piano e la bambina era accanto lui che lo ascoltava rapita da quel brano così affascinante. Appena finito di suonare lei aveva iniziato ad applaudire ed a supplicarlo di suonarle qualcos’altro , riempiendolo di complimenti.

Lui cercava dissuaderla , perché evidentemente non aveva un buon rapporto col piano, anche se quando suonava sembrava in pace con se stesso, come se nient’altro potesse placare i suoi tormenti. Così mi scusai con lui per come si era comportata la bambina , ma lui mi sorrise in un modo davvero inusuale. Aveva dei denti davvero particolari, così come gli occhi . Rossi come rubini che brillavano e contrastavano con l’argento dei capelli, a guardarlo poteva sembrare un demone , ma a me sembrava solo un ragazzo con tanti problemi e nessuna soluzione valida .

Volevo aiutarlo davvero , perché intuivo che doveva sentirsi molto solo, non era giusto lasciarlo lì a tormentarsi , per questo ordinai a Sachiko di andare immediatamente da Reira per farle compagnia , affinché potessi restare sola con lui ,per parlare un po’. Una volta allontanatasi , lo invitai a prendere un caffè e lui accettò volentieri.

Iniziammo a parlare ed a conoscerci, fino a diventare buoni amici. Mi chiese di Sachiko ed io gli raccontai la nostra storia, a partire dal mio arrivo a Tokyo, fino al matrimonio con Takumi ed alla nascita di Sachiko. Lui come me ammirava la sua spontaneità e la sua voglia di vivere, come del resto anche Reira, perché credo che questa sia un po’ la sua missione riuscire a scaldare cuori freddi come quello di suo padre e salvare anime tormentate come quelle di Shin e Reira ,nemmeno io riesco a renderlo così allegro .

Nei giorni successivi mi rivelò il suo passato , la sua famiglia lo aveva abbandonato , perché lui non desiderava diventare un musicista , ma voleva scegliere da solo il suo destino. Così i suoi gli aprirono un conto ed un fondo fiduciario e lo spedirono in un appartamento , che gli avevano appositamente acquistato ed in parte arredato a Death City.

Conoscevo quel posto me ne aveva parlato Maka , un’amica di Nana , infatti sapevo bene che loro erano stati partner , ma lei era andata via, accusandolo di averle rovinato l’esistenza . Non sapevo molto di tutta la faccenda , sapevo soltanto che lui era un‘arma e lei una maestra d’arma. Una strana coppia la loro , ma forse potevano funzionare.

Soul ed i suoi amici  avevano creduto che Maka fosse solo una debole e che studiasse solamente perché non sapesse fare altro, perché non riusciva a superare il livello a cui era arrivata ed era diventata un’insegnante ed anche molto amata.

Inoltre lui si era confidato con un’amica comune ad entrambi, la ragazza dai capelli violetti amica di Reira, Nana e Maka, alla quale aveva confessato di amare la sua partner e lei gli aveva consigliato di dimostrarle ciò che provava , per poterle poi dichiarare il suo amore e darle prova che i suoi sentimenti erano autentici.  

Soul non c’era riuscito ed aveva ignorato i segnali che lei gli aveva inviato, affinché sapesse che lei lo amava. Ma la ragazza si era anche accorta di ciò che lui ed i loro amici pensavano erroneamente di lei , mal giudicandola. Così era fuggita per non doverli mai più vedere,perché sentirsi traditi dai propri amici doveva essere terribile , soprattutto se si amava il proprio migliore amico.

Soul voleva riconquistare la sua amata ed io promisi che lo avrei aiutato, anche perché Maka non sapeva se scegliere lui o un altro . Ovviamente non gli rivelai che la conoscevo bene,perché le avevo promesso di non rivelare nulla a Soul. In più sapevo che lei era ancora innamorata di lui, ma allo stesso tempo desiderava stare con Nobu.

Non potevo tradire di nuovo i Blast e far soffrire la mia amica. Sapevo solo che Soul  la amava ed aveva bisogno di aiuto , così come lei , un aiuto che a me era invece stato negato in un delicato momento della mia vita , ma per me le cose erano diverse , ero incinta e non sapevo nemmeno di chi . Alla fine anche da sola ho saputo trovare la strada giusta , ma questa volta sarà diverso , perché potrò aiutare un amico caro , che anche se conosco appena, stimo molto.

 

 

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Capitolo 8
*** Confession of a Broken Hearth parte 1 ***


 

Kid: Ricordo bene quando mia madre da bambino mi diceva che le bugie hanno le gambe corte, allora ci credevo, adesso non più. Ci sono dei momenti in cui si vorrebbe ritornare bambini, perché la vita è molto più semplice, io non ritornerei mai bambino. Semmai ritornerei al giorno in cui ho abbandonato i miei amici e la mia ragazza per andare in Europa a compiere la missione che mio padre mi aveva affidato.

Il tempo è ormai trascorso da quel momento se prima eravamo solo io e mio padre a sapere ora erano anche Liz e Patty, le mie partner e sorelle, che erano state mandate a Madrid da mio padre ,dove io le attendevo. Quando le ritrovai fui davvero felice, mi erano mancate, perché anche se non lo erano di sangue, loro erano comunque le mie sorelle, quelle che nel momento del bisogno c’erano per me.

Ormai la Death Scythe europea e la sua Meister erano pronte per prendere servizio, ma prima era necessario metterle alla prova, l’unico problema, il Kishin che inseguivamo era fuggito a New York ed era nostro dovere riprenderlo ed eliminarlo.

 Era stato difficile per me affrontare da ragazzino Liz e Patty, ma con Lola e Marisol insieme a loro da adulto ,era davvero impossibile , perché oltre a fare da paciere, durante le liti delle gemelle, dovevo anche impedire che Patty disegnasse giraffe ovunque e facesse giochi pericolosi con Lola. Inoltre io ero la loro vittima preferita per lo shopping, i cambi di look ed i trattamenti di bellezza, operati da Liz e Marisol.

Era davvero dura far loro da cavia senza impazzire, ma almeno non pensavo alla simmetria bilaterale ed a Crona. Fui felice quando mio padre ci riferì che la nostra preda era nella grande mela ,almeno il viaggio le avrebbe distratte e finalmente avrei potuto pensare a come riconquistare la mia adorata Crona.

Così il nostro quintetto in piena notte, prese dall’aeroporto di Madrid, un volo diretto per New York, dove poi avremmo alloggiato in un appartamento a spese di mio padre. Lui mi aveva dato tutte le informazioni necessarie per lo svolgimento del nostro incarico, ma si era dimenticato di dirmi che la persona che mi odiava di più in tutta Death City, quella che io invece amavo più di tutte, Crona Makenshi si trovava lì per una missione.

 Per di più seppi che Soul era stato inviato lì in qualità di Death Scythe, per sorvegliare la zona ed assistere Crona in caso di necessità. Di queste informazioni venni a conoscenza solo molto tempo dopo il mio arrivo in città.

Intanto appena atterrato percepii immediatamente la sua anima ed anche un’altra piuttosto particolare, eppure molto familiare, ma non percepii solo le loro anime, ma anche quella di una Death Scythe. Era Soul e sentivo che era vicino a Crona, ciò stava a significare che probabilmente lui era lì per conto di mio padre, per svolgere qualche incarico di routine.  

Fu Liz  qualche tempo dopo a rivelarmi che entrambi erano stati mandati in missione alla ricerca di un kishin molto potente. Eppure sapevo benissimo che forse c’era anche qualcos’altro su cui indagare, ma non avevo alcuna prova a riguardo. Inoltre Liz mi informò dell’abbandono della Shibusen da parte di Maka, una cosa molto sospetta. Ufficialmente Maka aveva deciso di passare del tempo con sua madre ed il suo patrigno, per poi iscriversi alla facoltà di legge di Yale, ma in realtà la maggior parte del gruppo sospettava che la sua fosse stata una fuga e che a coprirla ci fossero Spirit e Blair, ma anche qualcun altro a detta di Soul. Per un momento mi venne in mente che forse una delle ragazze sapeva, ma era improbabile.

Poi realizzai che forse Crona sapeva, ma ripensandoci su non lo ritenevo possibile. Concentrandomi sulla percezione di quell’anima particolare pensai che potesse essere quella di Maka, ma qualcosa la oscurava. Poi mi concentrai per avvertirla meglio e capii che era solo quella di un essere umano o almeno così credevo.

Al nostro arrivo c’era una limousine ad attenderci fuori dal JFK, che ci avrebbe condotto nell’appartamento ,di proprietà di mio padre, sulla Fifth Avenue dove avremmo alloggiato durante la nostra permanenza in città .

Arrivammo in città per le otto in punto, un orario decisamente simmetrico, mezz’ora dopo eravamo già a casa, dove avemmo solo il tempo di svuotare i bagagli e prepararci per la notte prima di crollare dal sonno.

Fortunatamente mio padre conoscendo il mio amore per la simmetria aveva fatto si che l’appartamento rispecchiasse perfettamente i miei canoni estetici, giusto per semplificare il lavoro delle sorelle, in mancanza della cura ad ogni mio male.

Il mattino seguente il risveglio fu piuttosto umidiccio, infatti l’appartamento era allagato quasi del tutto , solo la stanza di Liz e Patty si era salvata dall’allagamento, ed era un bene per me, altrimenti la maggiore delle Thompson mi avrebbe decisamente ucciso. Immediatamente chiamai mio padre,che subito contattò i suoi assistenti newyorchesi,affinché provvedessero a riparare al danno. C’era ben poco da fare, dovevamo sgomberare, così fummo costretti a fare i bagagli.

Liz, Patty, Marisol e Lola trascorsero la mattinata in giro per negozi tra la Fifth e Soho, mentre io seguii i lavori nell’appartamento. Al ritorno le ragazze mi informarono che avrebbero trascorso qualche giorno negli Hampton a casa di un’amica di Lola e Marisol, Ashley Van Der Bilt, un’ereditiera, che avevano conosciuto da bambine. Io acconsentii senza problemi, in fondo era giusto che passassero un po’ di tempo tra di loro per conoscersi meglio, informai anche mio padre che non ebbe nulla in contrario e mi suggerì di alloggiare nell’albergo a Central Park dove risiedeva Soul, il cui proprietario era il fratello di un suo ex allievo amico anche di Stain. La cosa non era molto rassicurante, ma almeno avrei avuto un posto dove alloggiare ed un amico a cui chiedere scusa.

Mentre mi affannavo a trovare l’uscita di Central  Park ,che conducesse all’hotel vicino, mi imbattei in un potente kishin, anche se non era quello che cercavamo. Il nostro ricercato era Cortez il conquistadores, mentre quello era un kishin locale ,di gran lunga inferiore al nostro obbiettivo, ma pur sempre potente.

Ero disarmato e per di più in presenza di un demone simmetrico, che non riuscivo ad attaccare. Ero davvero nei guai, attivai anche lo Shinigami Blaze, uno strano congegno inventato da Stein, che aveva  il compito di amplificare le onde della mia anima, per poi permettermi di colpire direttamente l’avversario senza bisogno di un’arma. Purtroppo fu tutto inutile, ero troppo debole per riuscire a controllarlo bene, infondo lo avevo ottenuto solo da pochi giorni e non l’avevo mai nemmeno testato.

Ero spacciato, mi sentivo ormai prossimo alla morte,avevo deluso mio padre ed avevo infranto la promessa fatta a mia madre prima che mi lasciasse, ma soprattutto non avevo potuto dire a Crona che l’amavo davvero e che avrei dato la mia stessa vita pur di riavere il suo amore, che in quei duri anni lontano da casa mi aveva aiutato a non gettare la spugna.

Mi sembrava di vivere un sogno, perché all’improvviso una figura femminile,ricoperta da un mantello rosso con un cappuccio, mi si parò davanti sfoderando un enorme spada rosso fuoco, con cui ferì mortalmente il kishin, che svanì poco dopo , ma prima che svanisse,rilasciò il soul protect, era una strega.

Infatti prima che il Kishin svanisse aveva pronunciato una strana formula, dopo di che apparve un immenso campo di forza rosso, che svanì poco dopo insieme alla sua anima che fu divorata dalla spada. Non ebbi nemmeno il tempo di rivolgerle la parola ,che quella mi anticipò dicendomi :” Complimenti Shinigami, non riesci nemmeno a sconfiggere un Kishin, figuriamoci una strega. Non ringraziarmi, non sono intervenuta per salvarti,lui era una mia preda. Non chiedermi come faccio a sapere che sei uno Shinigami, Death the Kid.

Ti conosco bene, non sei nemmeno paragonabile a tuo padre, ma infondo sei ancora un ragazzino. Non chiedermi chi io sia,posso solo dirti che sono una Meister ed una strega e lui è il mio partner e si chiama Rayearth. Ho visto la tua anima, è potente, ma è fragile.

Non sai chi sono vero, ma forse conosci mia madre, infondo era la migliore amica di tua madre ed è un’amica di tuo padre. Lady Rouhana Duprè. Sappi una cosa Death the Kid, quello che hai vissuto oggi non è nulla, lo scontro con la realtà, sarà molto più  duro di quanto tu possa immaginare. Non tutto va come ci si immagina,ricordatelo,perché tra poco la vedrai.”

Così come era apparsa sparì nel nulla,seguita da un immenso lupo rosso, mentre fumava una sigaretta nera, che emanava uno strano odore. Non capii immediatamente le sue parole, poi realizzai che parlava di Crona. Purtroppo non avevo visto in volto la mia salvatrice,perché era coperta da una maschera,da cui però si intravedevano soltanto gli occhi color ghiaccio,che mi fissarono in un modo familiare.

Ripensandoci era solo una mia impressione, così allontanai quel pensiero e finalmente seguendo le indicazioni scritte su di un biglietto che avevo trovato per terra,  raggiunsi in pochi minuti l’albergo.  Mentre mi apprestavo ad entrare vidi un gruppetto di persone che uscivano. Il gruppo era composto da una ragazza dai corti capelli neri che indossava una lunga camicia color vino e dei pantacollant neri ed in vita aveva una cintura borchiata che richiamava i numerosi bracciali ed il collare che indossava, accanto a lei vi era un uomo calvo vestito tutto di nero con degli occhiali da sole del medesimo colore.

Notai che entrambi fumavano lo stesso tipo di sigarette, erano tutte nere ed emanavano uno strano aroma, dietro di loro camminavano un ragazzino  forse maggiorenne, con i capelli dello stesso colore di Black*Star, ma con un taglio differente, infatti ricordavano i raggi di un sole sparati in aria, che poi gli ricadevano sulla fronte, formando una frangetta. Notai che era pieno di piercing  e bracciali borchiati , ma soprattutto notai  che fumava lo  stesso tipo di sigarette dei due che lo precedevano. Indossava una camicia bianca abbinata ad un pantalone scozzese verde e rosso tenuto da una catena a mo’ di cintura ed indossava delle bizzarre scarpe con le zeppe, per niente simmetriche .

Dietro di lui camminavano abbracciati un ragazzo ed una ragazza, la quale a sua volta era vestita in modo simile a quella coi capelli neri, solo che la camicia era color glicine, che lasciava scoperte le spalle e la cintura era una fascia nera. Inoltre notai che aveva un tatuaggio sulla spalla sinistra, molto particolare.

Quello che mi colpì non furono i boccoli rossi che le scendevano lungo tutta la schiena, ma i suoi occhi, color ghiaccio come quelli della mia salvatrice e soprattutto il ciondolo rosso fuoco che portava al collo, simile a quello del ragazzo dai capelli celesti, ma diverso per forma, quella di un teschio incastonato in un cristallo di forma romboidale argentato, con sopra l’immagine di un lupo rosso. Mi sembrava di averlo visto al collo della strega col cappuccio rosso che mi aveva salvato poco prima.

La questione era sospetta, ma non avevo prove a favore della mia tesi secondo cui quella era la stessa persona che mi aveva soccorso,  mi ero accorto solo che fumava le stesse sigarette di quel gruppetto bizzarro, ma lasciai perdere, perché  il pensiero non era assolutamente simmetrico.  

Il ragazzo invece era un biondino alto e magro, con gli occhi castano scuro ed un taglio di capelli simile a quello del tipo che lo precedeva, solo più corto e senza frangetta. Sembravano molto affiatati,probabilmente erano un gruppo rock.

Mentre mi soffermavo a pesare a quegli strani tipi che avevo incontrato, non mi accorsi di essere entrato nella reception.  Mio padre aveva già fatto disporre tutto per il mio arrivo, così  una volta arrivato mi dissero che avevano già ricevuto tutti i miei dati da Death City.

Mi disperai quando mi assegnarono la stanza numero 77, era un incubo, così fui preso da una delle mie crisi, fin quando non mi assegnarono la camera numero 388 all’ottavo piano. Ero pienamente soddisfatto di aver ottenuto una stanza simmetrica, l’unico problema era che mi avevano affibbiato una camera matrimoniale. Ma la cosa non mi preoccupava. Sistemai in modo simmetrico i miei abiti nell’armadio e feci una doccia, dopo di che mi cambiai, optando per una camicia bianca ed un paio di jeans neri e delle scarpe da ginnastica dello stesso colore della camicia.

Una volta pronto decisi di farmi un giro al parco per rilassarmi un po’. Non potevo certo immaginare che la profezia della mia salvatrice si realizzasse di lì a poco. Infatti mi inoltrai nel parco, ma mentre camminavo iniziò a piovere. Era solo una pioggia estiva, ma era pur sempre pioggia, così decisi di cercare un posto dove ripararmi. Mentre iniziavo la mia ricerca, percepii un’anima di color violetto a me familiare.

Solo una persona  possedeva quell’anima ed io la conoscevo molto bene. Infatti mi bastò oltrepassare la siepe dinanzi a me,per poterla vedere. Non potevo crederci, davanti a me c’era la mia amata Crona. Era cambiata molto dall’ultima volta, era davvero splendida.

Era diventata molto più alta ed il suo fisico era molto più slanciato e sagomato, non aveva certo le proporzioni di Patty e Tsubaki, ma era davvero incantevole. I suoi capelli erano cresciuti molto, adesso erano una cascata di riccioli rosa-violetti incorniciati da due zaffiri scintillanti, i suoi occhi. Sorrideva mentre giocava con una ragazza dai lunghissimi ricci color miele, con dei riflessi rosati ed una bambina dai lunghi capelli neri con riflessi ramati e dei grandi occhi color nocciola.

Mentre osservavo la scena i nostri sguardi si incrociarono e lei ad un tratto si fermò ed i suoi occhi divennero rossi e colmi di lacrime. Mi fissò come terrorizzata e si nascose dietro l’altra ragazza. Osservandola meglio capii che si trattava della famosa cantante Reira Serizawa, la vocalist dei Trapnest, una band molto apprezzata da Tsubaki e Black*Star ed anche da Patty e Lola. Mi avvicinai a lei presentandomi e tirando il pallone alla bambina che mi fissava con i suoi  grandi occhi nocciola e che mi sorrideva.

Nel frattempo, senza che me ne accorgessi, lei ne aveva approfittato per fuggire. Conversai per qualche minuto con Reira, che sapeva perfettamente chi io fossi, poiché Crona le aveva raccontato tutto di noi. Lei mi disse che desiderava vederla felice e sapeva che solo chiarendo le cose con me sarebbe potuta guarire da quel vuoto che la opprimeva ormai da quel giorno di quattro anni fa, quello in cui io la abbandonai.

Così mi indicò la direzione in cui era fuggita ed in pochi minuti la raggiunsi. Era giunto il momento di dirle la verità e di rivelarle quanto io la amassi. Ero più che mai deciso a riconquistare il suo amore ed a dimostrarle che i miei sentimenti per lei erano autentici.

Crona: Era tutto perfetto, credevo che prima o poi avrebbe smesso di tormentarmi ed invece tre parole ,più letali del Vector Arrow di Medusa, uscirono dalla mia bocca. Death the Kid. Lui era li davanti a me, credevo che quello fosse il paradiso, prima dell’inferno. Avevo cercato di dimenticarlo con tutta me stessa, eppure non c’ero riuscita .

Nel momento in cui il suo sguardo del colore dell’ambra incrociò il mio del colore della notte,accadde qualcosa di inspiegabile. Era come se il tempo non fosse mai trascorso e noi non ci fossimo mai separati.

Analizzai la sua figura in un modo molto simile a quello con cui il professor Stein studiava le sue vittime prima di dissezionarle. In un attimo mi soffermai ad osservare le spalle forti,le braccia , che erano diventate più lunghe , sottili, ma soprattutto muscolose. Era cresciuto anche in altezza, era dimagrito, il suo volto ed il resto del corpo avevano persi i tratti da bambino , per assumere fattezze adulte.

Avevo dimenticato la forma che assumevano i tendini sotto la pelle del collo marmorea, il profilo dolcissimo che andava dal mento fino all’attaccatura dei capelli  passando dalle orecchie ,il naso perfetto e le labbra che si aprirono in uno splendido sorriso. Era talmente bello nella sua perfezione , da sembrare irreale , una statua di marmo.

Mi ricordava una statua di uno scultore italiano del ‘500 , la cui immagine Maka mi aveva mostrato da un suo libro . Il David di Michelangelo Buonarroti , ma lui era uno Shinigami ed io una strega , niente di più sbagliato ed imperfetto. Non potevo permettermi di soffrire ancora, così mi nascosi dietro Reira e le chiesi di distrarre Kid, affinché  potessi scappare in albergo e rifugiarmi in camera mia.

Iniziai a correre non vista da lui, invocai un incantesimo che mi aveva insegnato Medusa.   L’invisible , serviva a rendersi invisibile ed impercettibile ad una persona, ma ero troppo debole per riuscire a controllare un incantesimo così potente.

Così fui costretta ad usare l’eredità di mia madre , il suo ultimo serpente.  Con il suo potere cercai di invocare il vector plate per distrarre il mio inseguitore ed il vector arrow per proteggermi da lui. Fu tutto inutile il serpente era sparito privandomi di tutta la forza.

Pioveva sempre di più e la strada era completamente bagnata ed io indossavo una camicia lunga bianca e viola ,un jeans chiaro ed un paio di stivali con i tacchi. Un abbigliamento non molto adatto per una fuga , infatti inciampai e non riuscii più a rialzarmi.

Ero distrutta ormai volevo solo morire , non avevo più speranza. Poi Ragnarock mi riportò alla realtà, non potevo più scappare , non ero una bambina e poi ero riuscita a sconfiggere mia madre Medusa ,non sarei più fuggita, avrei dimostrato a Ragnarock ed a Kid di cosa ero capace. Mentre mi asciugavo le lacrime , una mano mi aiutò ad alzarmi .

Era lui , nonostante tutto mi aveva seguita. Era la mia occasione di mettere le cose in chiaro . Lui tentò di abbracciarmi , ma io mi scansai e gli urlai con rabbia :” Sei tornato, finalmente ho il piacere di rivederti . Cosa speri di ottenere stupido bamboccio asimmetrico , se sei venuto qui con la speranza che in questi quattro anni io ti abbia aspettato , allora hai fatto un grosso sbaglio, ti ho cancellato dalla mia esistenza , hai finito di tormentarmi.

Per colpa tua io sono quasi morta , ti amavo e ti ho dato tutta me stessa e tu in cambio mi ha dato false speranze e bugie , nonostante ciò sono disposta ad ascoltare la tua spiegazione,perché me ne devi ed anche più di una , per quattro anni senza mai preoccuparti di me . Mi hai lasciato con quattro righe dicendo che dovevi partire ma non sapevi se saresti tornato , perciò era meglio chiudere la nostra storia per non soffrire entrambi , ma dovevo sapere che però tu mi amavi.

Sei solo un pusillanime, ma in fondo è meglio così , perché per noi non ci sarebbe futuro, uno shinigami ed una strega, per di più figlia del sangue nero , personificazione della follia, saremmo solo un errore ed io ne ho fatti già troppi ed uno l’ho commesso quando mi sono innamorata di te . 

Non assumere l’espressione da cane bastonato , perché sappi  che con la sottoscritta non funziona , visto che ti detesto. Comunque  ti concedo di parlare ,ti ascolterò , ma sappi che non sono disposta a perdonarti con facilità sappilo. Dopo che ci saremo messi la coscienza apposto vedremo come agire , perciò sbrigati prima che cambi idea Death the Kid.” Gli avevo finalmente detto tutto quello che in quattro anni mi ero tenuta dentro ed avevo rivelato solo a Ragnarock.

Lui mi rispose :”Sappi che lasciarti Crona Makenshi è stata la cosa più dolorosa che io abbia mai fatto in vita mia. Mio padre mi ha detto tutto, io non potevo dirti nulla perché ero lontano, ma non per mia scelta, lui, mi obbligò ad abbandonarti senza una spiegazione valida, perché era mio dovere. Sono stato quattro anni in Spagna, per addestrare la nuova Death Scythe europea e la sua meister. Pensa che sono sorelle come Patty e Liz, solo che loro sono gemelle, ma come le mie sorelle sono completamente diverse l’una dall’altra. So bene quale è il ruolo che ci è stato assegnato, ma sappi che noi siamo due persone.  

Ho creduto di poter avere tutto dalla vita solo perché ero uno Shinigami, che desiderava essere normale, il prezzo che ho pagato per la mia superbia è stato perderti. Io non ho mai smesso di amarti Crona, ti ho dovuto mentire per proteggere te e gli altri, il mio scopo è quello di ottenere il tuo perdono mia adorata e so perfettamente che ottenerlo è quasi impossibile, ma sono disposto anche a morire per te anche a costo di non terminare la missione.

Siamo venuti a New York io e le ragazze perché il kishin che dovevamo uccidere è fuggito qui in città. Mio padre non ha informato nessuno dei due della presenza dell’altro, perché sapeva che tu saresti fuggita ed io avrei mollato tutto per inseguirti anche in capo al mondo.

Inoltre  quel giorno in cui ti liberasti di tutte le nostre foto e del braccialetto che ti regalai , io c’ero, ho assistito tramite uno specchio collegato a quello della Death Room, ho notato che pronunciavi un incantesimo.

Ho imparato a leggere le labbra ed ho indagato. Incantesimo ucraino del non ricordo , non volevi morire, però adesso nei sei dipendente e ti stai bruciando i poteri, me lo ha detto Patty,ti ha vista mentre lo eseguivi nascosta nel bagno, in accademia. So che è tutta colpa mia e sappi che il vederti così, anche se ero lontano, il tuo comportamento mi ha profondamente rattristato.

Ti prego Crona Makenshi, concedimi di dimostrarti che ti amo più della mia stessa vita e ti chiedo solo una cosa. Se mai dovessi perdonarmi e riuscissi a dimostrarti, che anche se sono solo un povero Shinigami asimmetrico, non ti lascerò mai più e che il mio amore per te è sincero , desidererei che tu mi sposassi.”

Mi sentivo troppo scombussolata , perché mi aveva detto esattamente quello che avevo sempre desiderato , ma soprattutto sentivo che era sincero, lo percepivo dalla sua anima. Rilasciai allora il Soul Protect e acconsentii a concedergli una seconda ed ultima chance, ma poco dopo svenni, poiché avevo consumato troppe energie.

Fortunatamente intervenne Ragnarock, che riferì a Kid che alloggiavamo nello stesso albergo e gli disse anche il numero della mia camera, dove lui mi trasportò. Mi risvegliai dopo una buona mezz’ora e lo ritrovai accanto a me che dormiva con un accenno di sorriso sulla labbra,tenendomi stretta tra le sue braccia.

Ragnarock mi rassicurò dicendomi che non era un sogno e che lui era tornato per sempre. Ricambiai il favore a Kid riportandolo nella sua camera , coricandolo sul letto e lasciandolo riposare da solo. Io intanto annullai l’incantesimo del non ricordo con un contro incantesimo altrettanto potente , che mi avrebbe impedito di usare la magia per qualche settimana ,data la potenza di entrambi, che conseguì in un altro svenimento, che mi bloccò per circa mezz’ora. Una volta  ripresa raggiunsi Reira nella sua camera e le riferii dell’accaduto.

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Capitolo 9
*** Confessions of a Broken Hearthparte 2 ***


Notai che era visibilmente contenta ed anche Sachiko lo era, perché quella sera il suo amico dagli occhi rossi avrebbe suonato nuovamente il piano per lei. Mi congedai dopo poco da loro, perché Reira doveva raggiungere Hachi nella sua camera, per poi correre agli studi di registrazione per incidere il nuovo singolo che avrebbero lanciato a giorni.

Quando rientrai in camera trovai sotto la porta un bigliettino. Era di Kid mi aveva invitata a cena fuori ed inoltre dopo cena aveva organizzato una piccola sorpresa. Non sapevo assolutamente come vestirmi e dove e quando ci saremmo dovuti incontrare, così ebbi la pessima idea di andare in camera sua.

Quando bussai alla porta e gli dissi che volevo parlargli, corse immediatamente alla porta, era appena uscito dalla doccia infatti indossava solo il pantalone della tuta ed era tutto bagnato. Quando me ne accorsi divenni rossa e presa dal panico fuggii in camera di Reira e per nascondere la fuga lanciai un mini Ragnarock di fumo. Li avevo creati colla magia ed erano davvero utili per defilarsi da certe situazioni imbarazzanti. Mentre correvo mi saltarono in mente pensieri poco convenienti su ciò che avevo visto, ma poi tornai in me e realizzai che mi ero davvero comportata da bambina.

Arrivata in camera della mia amica,costatai che per mia fortuna era ancora lì e di certo non se ne sarebbe andata senza che le fornissi  una spiegazione valida sulla mia improvvisa irruzione in camera sua. Senza proferire parola alcuna le mostrai il bigliettino che mi aveva lasciato Kid. Le bastò dare un occhiata veloce al pezzo di carta ed al mio volto per capire cosa era accaduto.

Senza nemmeno rivolgermi la parola prese il suo cellulare e chiamò immediatamente Maka e le disse che c’era un’emergenza e che doveva rientrare immediatamente in albergo. Tentai di fermarla disperatamente, ma non ci riuscii. Mentre discutevamo qualcuno bussando alla sua porta interruppe la conversazione, era Kid.

Io mi nascosi nel bagno affinché lui non notasse la mia presenza e una volta al sicuro Reira aprì la porta. Lei parlò per qualche minuto con lui fuori dalla camera, probabilmente gli aveva detto che ero molto confusa e non sapevo come comportarmi perché ero in conflitto colla mia mente e col mio cuore. Poi sentii che qualcuno si era appoggiato dall’altro lato della porta, era lui, lo avevo riconosciuto dal profumo di muschio bianco,era lì per me e mi supplicava di uscire per parlare.

Acconsentii mostrandomi alla sua vista rossa in viso e finii per inciampare cascando dritta tra le sue braccia. Mi giurò che non avrebbe mai fatto nulla che potesse ferirmi di nuovo, da adesso in poi non ci avrebbero mai più separati e lui avrebbe fatto tutto ciò che avessi voluto e non avrebbe mai preteso nulla da me, come era stato in passato, sarebbe stato in futuro, ma questa volta il nostro legame sarebbe stato più forte.

Siamo due adulti quindi non dobbiamo più avere paura, perché abbiamo molte più possibilità per crearci la vita che desideriamo.

Gli chiesi dove saremmo andati quella sera ed a che ora ci saremmo dovuti incontrare. Lui mi rispose solo che alle otto in punto sarebbe venuto fuori la porta della mia stanza per prelevarmi e dare inizio alla serata più  simmetricamente perfetta della mia vita.

Ero senza parole, soprattutto per il simmetricamente, in mia assenza era decisamente peggiorato, avrei provveduto personalmente a farlo rinsavire a suon di ceffoni, meritatissimi,dato il suo comportamento.

Sapevo che Kid era un genio dell’organizzazione e quando mi aveva invitata personalmente ad uscire con lui quella sera , i suoi occhi brillavano di una luce che conoscevo molto bene,aveva in mente qualcosa di grosso ed ero alquanto preoccupata sull’abbigliamento, ma lui mi chiese di indossare qualcosa che mi facesse risplendere.

Fortunatamente Reira aveva messo a mia disposizione l’aiuto preziosissimo di Mari, la sua assistente, e di Maka, che avrebbe fatto in modo di aiutarmi a mostrare a Death the Kid come Crona Makenshi fosse cambiata in quattro anni.

Reira aveva lasciato a Mari il compito di occuparsi del mio look per l’appuntamento, secondo le sue direttive. La mia scelta doveva ricadere su di un abito con spalline sottili nero luccicante  con motivi argentati anche essi ricoperti di brillantini. L’abito non era molto attillato, ma metteva in risalto il decolté lasciandolo lievemente scoperto, ma era decisamente troppo audace per me.

Così  Maka aveva pensato anche ad un’altra opzione, decisamente più consona, un vestito a fascia viola molto particolare con un fascia nera sotto il seno e con una rosa dello stesso colore dell’abito sul fianco destro. Optai per il secondo abbinandolo ad un copri spalle nero di seta.

Mentre mi preparavano, il mio pensiero ritornò a come mi ero ridotta in quattro anni senza di lui, dipendente dall’alcool e dagli antidepressivi ed infine avevo fatto ricorso ad un incantesimo talmente potente da rischiare di morire, ma all’epoca non me ne importava molto.

Nei giorni seguenti alla sua partenza, ripiombai in quello stato di follia, in cui vivevo prima di incontrare Maka. Non mangiavo, non bevevo, non uscivo dalla mia cella nella DWMA, perché era lì che mi ero nascosta, non rispondevo nemmeno alle continue lamentele e provocazioni di Ragnarock, che dopo un po’stufo, se n’era ritornato a dormire.

Avevo deciso di lasciarmi morire, perché nulla aveva più senso, dopo che avevo donato tutta me stessa a Kid e lui se n’era andato, dandomi conferma che mi ero solo illusa che anche per me potesse esistere la felicità.

Una sera dopo il tramonto, dopo l’ennesima visione di mia madre che beffarda si prendeva gioco di me assistendo alla mia lenta autodistruzione, decisi di farla finita, dato che ormai non avevo più alcun motivo per vivere. Sapevo bene che se desideravo morire, Ragnarock doveva essere in forma d’arma, affinché io non fossi più invulnerabile.

Uscii dalla mia camera per recarmi sulla balconata della Shibusen, per potermi gettare giù e porre fine così alla mia miserabile vita. Nemmeno in punto di morte avevo il coraggio delle mie azioni, ma ormai ero decisa a farla finita, quando qualcuno mi colpì in testa.

Mentre perdevo i sensi , mi accorsi che due persone mi stavano trascinando all’interno della scuola,ma una sola di quelle due mi aveva allontanata dal terrazzo. Mi risvegliai tre giorni dopo in infermeria. Inizialmente non ricordavo nulla di ciò che mi era accaduto , ma poi ricordai, così decisa più che mai a concludere ciò che avevo iniziato fuggii via dal letto e mi nascosi in un bagno e richiamai Ragnarock in forma d’arma ed ero ad un passo dal morire,ma quando sentii che qualcuno si stava avvicinando , mi colpii , ma sbagliai la mira,infatti mi ferii all’altezza del fianco sinistro e prima di svenire , estrassi la spada e notai con mia grande soddisfazione , che il mio sangue era rosso .

Mi risvegliai la mattina seguente e vidi che nel letto accanto al quale ero stata incatenata , per impedirmi di fuggire , giaceva una figura femminile che riconobbi essere subito Maka , data la presenza dei codini. I due letti erano separati da una tenda , che ordinai a Ragnarock , che aveva più libertà di movimento, di aprire. Accanto alla mia amica, c’era Soul, che le accarezzava dolcemente il volto.

Mi sorpresi molto del suo gesto così gli chiesi se per caso fosse innamorato di lei. Rimase immobile con gli occhi sbarrati, poi divenne rosso in viso e con la testa fece un cenno affermativo. Dopo poco, come mi aspettavo, rigirò la domanda a suo favore, chiedendomi se amassi Kid. Gli risposi immediatamente di si, inoltre gli spiegai le ragioni del mio gesto, non avevo nulla per cui valesse la pena combattere, perché ormai ero vuota , avevo donato tutta me stessa al ragazzo che amavo e che diceva di amarmi e che poi all’improvviso, senza lasciarmi spiegazione alcuna , mi aveva abbandonata.

Soul dal canto suo cercò di ribattere,tentando  di convincermi , che potevo ancora lottare per la mia migliore amica,ma gli risposi che quella non era la mia battaglia , ma la sua . Io avevo già l’amore di Maka,ma il suo era un amore fraterno , perché per lei io sarei sempre stata una sorella. Soul era quello che doveva combattere per ottenere l’amore di quella ragazza che giaceva nel letto accanto a cui lui era seduto, quello stesso letto in cui era stato dopo aver fatto da scudo alla sua partner, ferito al petto e contagiato dalla follia, a ricordargli quell’esperienza c’era una cicatrice, che quasi terrorizzava la ragazza che giaceva inerme accanto a lui.

Tutto questo era accaduto a causa mia qualche anno prima, quando ancora ero succube della follia di una madre che non mi aveva mai considerata una figlia, ma solo un esperimento mal riuscito e che ancora oggi nei miei incubi godeva del dolore e del vuoto che mi squarciavano senza pietà alcuna il corpo e l’anima.

Maka si riprese il mattino seguente ed ebbe una felice sorpresa, perché Soul era stato tutta la notte accanto a lei per proteggerla, le aveva ricambiato il favore che gli aveva fatto anni prima quando per giorni era rimasto incosciente in quel letto dove ora si trovava lei. Maka in quei giorni lontani era stata divorata dai sensi di colpa e dal rimorso, per la sua debolezza,che quasi era costata la vita a Soul.

Se ancora una volta quei due si erano trovati in quella situazione era stata nuovamente solo colpa mia, non meritavo di vivere, non era giusto che le persone soffrissero ancora a causa mia specialmente loro, quelli che per primi erano diventati miei amici.

Quando mi ripresi e fui dimessa, mi decisi a portare assolutamente a termine ciò che avevo iniziato, il problema principale era il come agire. Infatti dopo il mio duplice tentativo di suicidarmi, Shinigami, il quale non riusciva a spiegarsi il perché di quel mio gesto e come il mio sudatissimo e fragile equilibrio si fosse infranto così rapidamente, dopo averlo strenuamente conquistato, mi aveva trasformata in una sorvegliata speciale,che non andava assolutamente persa di vista, nemmeno per un secondo, in quanto sussisteva il pericolo che usassi nuovamente la mia buki per suicidarmi.

Non potendomi permettere atti eclatanti data la situazione, per poter perseguire il mio obbiettivo ovvero porre fine alla mia inutile esistenza, mi avviai lentamente sulla strada dell’autodistruzione.

Era l’unica opzione che mi era rimasta, avrei sviato i sospetti e pian piano la sorveglianza si sarebbe allentata ed io avrei potuto anche ritornare al piano originale, ma in fondo una morte lenta con una lenta agonia, era meglio, almeno mi sarei assuefatta al dolore e sarebbe stato più facile morire davvero, perché quella sarebbe dovuta essere la morte spirituale di Crona Makenshi, quella fisica doveva avvenire in grande stile, come quella di mia madre prima di me.

Quando fui dimessa Nygus mi prescrisse degli antidepressivi, che mi aiutavano a stare meglio fisicamente e mentalmente, ma soprattutto mi permettevano di dormire, sperando di sparire nel sonno.

Quando mi rimisi in sesto, nonostante usassi ancora gli antidepressivi, decisi di tentare di nuovo il suicidio, ma questa volta sarei morta nel sonno e soprattutto lo avrei fatto davvero. Una sera ,dopo aver fatto ingozzare di caramelle Ragnarock ed aver atteso che si addormentasse, assunsi tre scatole di pillole. Poi composi una lettera di ringraziamento per Maka, una anche per Soul, che mi aveva incoraggiata a non mollare per amore di Maka, in cui gli chiesi scusa per il mio comportamento, ed una d’addio rivolta a Tsubaki e Black*Star .

Inoltre ne avevo composta una anche per Kid. La sua era diversa, perché era allo stesso tempo una lettera d’amore, in cui gli rivelavo i miei sentimenti ancora una volta, nonostante lui li avesse calpestati, ed una d’addio, perché quello era l’ultimo saluto che gli rivolgevo prima di ritornare da dove provenivo, dal nulla.

Sfortunatamente Maka mi trovò in camera stesa sul letto quasi priva di vita e con le prove del misfatto tutte intorno a me. Ragnarock per mia sfortuna si era svegliato ed aveva preso il telefono sul mio comodino e le aveva ordinato di correre in mio aiuto.

Fui nuovamente ricoverata , ma questa volta appena fui cosciente venni portata immediatamente nella Death Room e venni lasciata sola con il signor Albarn e lord Shinigami.  Poi fui portata al suo cospetto da Azusa  , che prima di andarsene mi poggiò su di una comoda sedia a dondolo di fronte al Dio .

Il signor Albarn immediatamente mi porse una coperta colla quale mi coprii e mi offrì un’ottima tazza di Indian Green Tea , ben sapendo che l’avrei apprezzata. Subito dopo Shinigami manifestò la sua evidente preoccupazione per il mio stato di salute , ma era felice che la sua figliola stesse bene . Quando mi chiamò con quell’appellativo arrossii e gli chiesi come mai mi avesse chiamata in quel modo , con cui chiamava solo Liz e Patty , che per lui erano come delle figlie,dato che per tanti anni si erano prese cura di suo figlio.

Lui mi sorrise e mi diede ad intendere che sapesse bene che tra me e Kid c’era stato qualcosa,probabilmente Maka o le ragazze gliene avevano parlato. Quando Lord Shinigami e Spirit mi chiesero il motivo per cui desiderassi a tutti i costi morire , io accampai una scusa,dicendo che non avevo motivi per vivere , in fondo non era poi così falso come potesse sembrare, poi chiesi al Dio di potergli parlare da sola senza il signor Albarn.

Lui acconsentì ed ordinò a Spirit di far preparare un appartamento in cui avrei alloggiato per un po’ con Maka e di avvisarla di prepararsi al trasloco e di invitare Soul a trasferirsi da Tsubaki e Black*Star o nella villa insieme alle sorelle Thompson.

Mentre la Death Scythe si apprestava ad obbedire ai suoi ordini , Shinigami  prima mi colpì con un leggero, ma doloroso Shinigami chop , poi mi rivolse la medesima domanda che mi aveva posto poco prima, aspettai qualche minuto prima di rispondere.

Gli dissi :” Sa Lord Shinigami, mi dispiace risultare scortese,ma non è nelle mie intenzioni mancarle di rispetto. Le dico questo perché non gradirà affatto le mie parole , per questo ho scelto di fare una premessa prima di risponderle. Lei è un Dio,quindi dovrebbe arrivarci da solo a capire chi è il colpevole di tutto questo. Vedo dal suo sguardo che ha compreso, la mia inutilità e le mie immense ed imperdonabili colpe .

Per questo voglio togliermi di mezzo, perché sono stufa di portare esclusivamente dolore nella vita delle persone e poi io non sono nulla , quindi perché dovrei vivere?

Non sarebbe meglio se morissi,infondo non è che la mia presenza sia così indispensabile . Altri meritano il privilegio di vivere e conoscere la Shibusen ed i suoi nobili progetti. “ Dopo aver pronunciato queste parole , ritornai sulla sedia dalla quale mi ero faticosamente alzata per avvicinarmi alla divinità di fronte a me .

Dapprima rimase perplesso,nonostante avesse la sempre la stessa espressione allegra ,ma poi il suo tono di voce cambiò , divenne serio e mi disse che Kid era il motivo per cui volevo morire. Gli dissi che in parte era vero , perché lo amavo a tal punto da essere disposta a tutto per lui, ma invece mi aveva abbandonata senza dirmi nulla , come se il mio amore per lui non ci fosse mai stato.

Gli avevo donato tutta me stessa , anima e corpo e mi sentivo vuota, distrutta da un dolore immenso. Perché la mia anima ed il mio cuore se ne erano andati con lui, nel momento in cui per la prima volta nella mia vita, mi sentivo amata e felice. Sensazioni che non avrei mai potuto provare, perché come diceva sempre mia madre , io non meritavo affatto la felicità. Shinigami cercò di consolarmi, ma gli dissi che mai nessuno avrebbe potuto capire ciò che provavo.

Il dio si ammutolì e non riuscì a rispondere alle mie parole, fin quando Maka si presentò al suo cospetto, chiedendogli il permesso di accompagnarmi nel mio vecchio alloggio, per prendere le mie cose e recarsi poi nell’appartamento messo a nostra disposizione da lui. Ripensandoci mi sbagliavo, perché qualcuno c’era che poteva comprendermi, solo che non l’avevo ancora incontrato.

Reira , mi capisce bene , perché anche lei ha sofferto in tutti questi anni, in cui ha sempre amato Takumi, anche se lui calpestava i suoi sentimenti rendendole la vita impossibile , ma soprattutto perché nonostante avesse scelto Hachi, una parte di lei gli apparteneva. Anche se poi Shin l’aveva liberata da quei tormenti che la assillavano donandole il suo amore sincero ed incondizionato , che lei ricambiava.

La invidio un po’, perché ha l’amore dei fans , di Shin e di Sachiko, mentre io invece avevo solo il suo e quello di Maka. Non riuscivo a fidarmi completamente di Kid dopo tutto quello che era accaduto. 

Ricordo che dopo il mio ultimo tentativo di suicidio, essendo sorvegliata da qualcuno a cui non potevo sfuggire, scoprì un modo per cancellare il mio dolore, l’alcool, più precisamente la vodka. I primi tempi , davvero non la reggevo,ma poi era diventata una piacevole droga, ma soprattutto lo reggevo a tal punto, da non sembrare ubriaca.

Andai avanti così per sei mesi , fin quando non iniziai a praticare la magia e scoprii su di un vecchio libro di mia madre un incantesimo che forse mi avrebbe salvata dai ricordi che mi tormentavano , ma soprattutto da me stessa.

Quell’incantesimo mi dava sollievo , ma ne ero dipendente e soprattutto mi prendeva gran parte del potere a mia disposizione , con grande disappunto di Ragnarock , che negli anni tentò in vano di riportarmi sulla retta via .

Dopo circa venti minuti in cui la mia mente aveva viaggiato nel passato, Mari mi riportò alla realtà , mostrandomi i primi risultati. L’hairstylist aveva trasformato i miei capelli in una fluente cascata di riccioli rosa-violetti ed aveva leggermente accorciato la mia ormai lunghissima frangetta asimmetrica, raccogliendo alcune ciocche di capelli in una mezza coda, con un fermaglio a forma di farfalla argentata, lasciando però dei riccioli ad incorniciarmi il volto sui lati. Guardandomi riflessa nello specchio dinanzi a me , non riuscivo  davvero a riconoscermi.

Poi fu il momento del trucco , i miei occhi scintillarono di varie tonalità dal rosa al viola più intenso, con una leggera traccia di blu, come i miei occhi, poi  Maka aggiunse un tocco di eyeliner e di matita nera e di mascara per rendere lo sguardo più intenso e per le labbra optò per un fucsia acceso che contrastava con la mia pelle candida.

Poi indossai l’abito , che mi calzava a pennello, le scarpe ed il copri spalle. Infine Reira , che nel frattempo era rientrata , mi fece indossare un sottile cerchietto d’argento ricoperto di piccoli cristalli luccicanti , con a lato una farfalla dello stesso colore dell’abito, una sottile catenina d’argento con un piccolo cuore d’ametista,incastonato in una goccia  e dei lunghi e sottili orecchini , entrambi d’argento, inoltre gli orecchini avevano delle perline di quarzo rosa, ed  infine indossai un bracciale di perle con una stella d’ametista al centro. Prima di uscire mi spruzzò un meraviglioso profumo francese e mi consegnò una splendida borsetta nera e viola a tracolla.

Sembravo davvero un’altra , ma soprattutto non riuscivo a credere di avere un’amica così premurosa con me , era più di un’amica, era un’anima affine alla mia e di questo ero davvero felice. Prima di raggiungere il mio cavaliere decisi di sciogliermi i capelli , dato che mal sopportavo il pesante fermaglio .

Alle otto in punto mi feci trovare all’entrata della mia camera , dove al mio arrivo trovai Kid. Era davvero elegante, indossava un completo nero con una camicia color avorio orlata , in stile ottocentesco,  ed una spilla sotto il colletto , raffigurante la maschera di suo padre .

Era davvero stupendo , il completo che aveva scelto metteva in risalto il suo corpo perfetto,avevo di fronte il ragazzo più elegante e simmetrico del mondo. Non ebbi nemmeno il tempo di salutarlo , che lui mi strinse in un dolcissimo abbraccio , seguito da un bacio, e si complimentò dicendomi che ero talmente bella da mozzargli il fiato,nonostante indossassi un semplice cappotto nero,che ben nascondeva l’abito e gli accessori.

Dopo essersi complimentato, gli sussurrai maliziosamente in un orecchio, che non aveva ancora visto nulla. Entrambi arrossimmo, perché mai mi sarei aspettata di saper essere ancora maliziosa, ma soprattutto non era un mio comportamento tipico, anzi era estremamente atipico dato il mio carattere timido ed introverso, ma grazie all’amicizia di Reira ed al sostegno di Maka, la mia barriera caratteriale , aveva pian piano iniziato ad infrangersi e di questo Kid fu estremamente sorpreso ,come d’altronde lo ero io.

 Dopo pochi minuti arrivò una splendida limousine, che come mi illustrò Kid , ci avrebbe accompagnati in un posto speciale. Quella sera più che mai desideravo chiarire con lui e ricominciare a vivere da sola , lasciandomi alle spalle l’amore che provavo per il ragazzo accanto a me , ma una parte di me desiderava ricominciare da capo e forse quella sarebbe potuta essere una buona soluzione al problema.

Mi pentii amaramente del mio comportamento,perché stavo ingannando quel meraviglioso ragazzo che si era prodigato per organizzare una bella e piacevole serata, in cui poterci chiarire,dopo quel lungo periodo di lontananza forzata, che ci aveva separati,perché le mie intenzioni erano ben lontane dal tornare insieme come invece avevo lasciato erroneamente credere a Kid.

In realtà non ero ben certa di quali fossero le mie intenzioni, ero combattuta tra il rancore che provavo per il suo abbandono e la gioia per averlo ritrovato,perché sapevo bene di non essere riuscita a cancellare il mio amore per lui, nemmeno la magia,poteva porre rimedio alle sofferenze del cuore.

Arrivati nell’esclusivo ristorante , scoprii che Kid aveva prenotato una sala all’aperto solo per noi,con una splendida vista sul mare. Desiderava vedermi sorridere, anche se ormai avevo quasi dimenticato cosa fosse un sorriso rivolto ad una persona che si ama. Negli ultimi anni avevo versato più lacrime di quanto avessi sorriso .

Non appena mi tolsi il semplice cappotto nero che avevo scelto per la serata, il mio accompagnatore rimase esterrefatto , perché come mi disse , in vita sua non aveva mai visto nessuna donna bella quanto me in quel momento. L’abito e gli accessori avevano ottenuto l’effetto sperato,sottolineare il mio cambiamento , infatti notai che Kid non riusciva a smettere di guardarmi estasiato, per la mia estrema simmetria. In tanti anni le sue manie non erano affatto migliorate,semmai erano peggiorate.

 Quando i nostri sguardi del colore dell’ambra e della notte s’incontrarono, intravidi nei suoi occhi una luce speciale, conoscevo bene quei sentimenti che il suo sguardo lasciava trapelare,rimorso per avermi abbandonata negli anni e per aver forse perso il mio amore, ma allo stesso  felicità  per  non dover mentire più e poter finalmente parlare con qualcuno di ciò che gli era accaduto negli ultimi anni.  

Ci sedemmo a tavola nell’attesa della cena , accompagnati da un silenzio assordante. Era arrivato il momento di chiarire una volta per tutte con Kid. Così gli chiesi se mi amasse e lui rispose che amarmi era poco , per lui ero il centro del suo universo , la sua ragione di vita. Lui mi rivolse la stessa domanda ed io risposi a mia volta dicendogli , che nonostante tutto lo amavo . Così mi decisi a raccontargli delle sofferenze patite negli anni senza di lui.

Esordii dicendo: “Kid ascoltami,voglio che tu sappia ciò è successo negli ultimi anni. Devi essere consapevole del male che mi hai fatto, se vuoi che ti perdoni. Il giorno in cui trovai la tua lettera il mio cuore e la mia anima si sono dissolti,  lasciando al loro posto il vuoto.

 Poco dopo ,sono scappata nel deserto dove sono rimasta per un paio di giorni, finché non mi hanno trovata. Credevo che quello fosse l’unico posto dove potessi nascondermi per restare in pace e non avere la pietà degli altri,una volta scoperta la tua partenza.

Quando ritornai alla Shibusen , tuo padre mi diede un altro alloggio nella scuola , così da poter stare tranquilla per un po’. Inizialmente ho tentato di odiarti, ma non ci sono riuscita,perché  nonostante tutto non sono riuscita a non amarti, sei stato troppo importante .

Decisi di non uscire mai più dalla mia stanza, ripiombando nella follia , almeno così per me e questo lo sai bene , almeno avrei avuto qualcosa da fare, combattere con le mie allucinazioni. Mi resi conto che mi ero illusa, tra di noi non c’era mai stato nulla, ma a me non importava più di tanto , perché io sono sempre stata sincera e ti ho donato tutta me stessa, ma a te questo evidentemente non è bastato.

Per questo decisi che era meglio morire, almeno non avrei visto il fantasma di Medusa,che mi perseguitava dicendomi di non meritare affatto la felicità, perché ero solo uno scarto di follia ed inoltre avrei smesso di soffrire e far soffrire le persone attorno a me.

Inizialmente sperai di poter morire di stenti ,uccidendo così anche Ragnarock,ma non provavo rimorso per lui , perché di vittime ne aveva fatte tante in passato. Purtroppo a rovinare i miei piani fu Maka, che per ordine di tuo padre , tentò di farmi distrarre, cercando di farmi concentrare sulla routine quotidiana , affinché la follia mi abbandonasse e ritrovassi il mio equilibrio ,che a detta sua si era improvvisamente infranto .

Tuo padre ovviamente ignorava il perché avessi avuto una ricaduta di follia, infondo era meglio così, solo Maka sapeva che la causa di tutto era stata la tua immotivata ,nonché improvvisa scomparsa. Fu allora che compresi che non potevo più aspettare per farmi fuori,inoltre sapevo che il sangue nero di Raganrock mi proteggeva, quindi era necessario provvedere. Infatti decisi di usare il mio partner in forma d’arma, per togliermi di torno e non rovinare più la vita a nessuno.

Una mattina all’alba sgattaiolai sulla terrazza principale e richiamai Ragnarock in forma d’arma , affinché potessi realizzare il mio ultimo desiderio morire. Maka mi fermò giusto in tempo. Non è stato l’unico tentativo di farla finita, perché la mia esistenza piatta e vuota mi aveva stufata, così ci ho provato parecchie volte, pensa che una volta Maka mi ha donato il suo sangue , invece un’altra volta mi hanno legata al letto colle cuciture dell’anima di Stein .

Poi ho iniziato a prendere degli antidepressivi e dopo un po’ ci sono quasi riuscita a sparire dalla circolazione, grazie a quei farmaci. Quella volta ce l’avevo quasi fatta,ma Ragnarock ha urlato per telefono a Soul e Maka di precipitarsi in camera mia alla Shibusen.

Dopo quella volta , tuo padre mi ha convocata nella Death Room e lì gli ho fatto capire perché tentassi di togliermi la vita in continuazione . Quando ha capito che in parte eri tu il responsabile, si è rammaricato, perché non sapeva di noi, dopo mi ha mandata a vivere con Maka in un appartamento che ci mise a disposizione e Soul si trasferì da Black*Star e Tsubaki, che si erano appena messi insieme.

 Sappi che non è solo a causa tua se ho cercato di farmi fuori, ero consapevole di aver provocato troppo dolore , soprattutto a Maka ed a Soul,la tua sparizione, ha solo accelerato il processo e lo aveva reso necessario.

Poi la magia , mi ha aiutata e per una volta Medusa e i suoi libri mi sono tornati utili. Infatti tuo padre una volta mi mandò in missione colle sorelle Thompson,Kim e Jackie , sperando che riuscissi a stare un po’meglio.

Le sorelle ormai erano abituate ad andare in missione senza di te, così mi furono assegnate come supporto. Durante la missione incontrammo anche un altro kishin , oltre a quello che dovevamo eliminare, Kim e Jackie si occuparono del primo , a noi toccò il secondo. 

Liz e Patty tentarono di distrarlo , mentre io provavo ad usare lo screech alpha contro il demone , ma fu inutile , fu così che liberai inconsciamente i miei poteri di strega latenti. La magia mi permise di danneggiarlo al punto tale che Liz e Patty lo sconfiggessero.

Da lì tuo padre decise di farmi studiare la magia ,inizialmente con Kim , poi mi mandò dalla sorella del signor Albarn,una strega molto potente ,cara amica di tuo padre e di tua madre,Lady Duprè .

Grazie a lei ho imparato a padroneggiare i miei poteri , ma nonostante ciò non ho mai potuto usare la magia dei vettori, ereditata da Medusa, se non quella volta con Liz e Patty in pericolo. Quando riuscii a padroneggiare bene la magia ed a controllare i miei poteri,leggendo i libri di mia madre, trovai l’incantesimo che mi ha salvato la vita. Questo è tutto quello che desideravo sapessi Kid.”

Concluso il discorso , feci per andarmene, indossando il cappotto, l’espressione del viso del mio accompagnatore era quasi priva di vita, così tentai di approfittarne per andare via,finché riuscivo a controllarmi, dovevo andarmene. Desideravo chiudere quella storia fin troppo dolorosa per me, soprattutto dopo essere riuscita a raccontare a Kid tutta la sofferenza che il suo abbandono mi aveva comportato.

Ero quasi all’uscita, quando mi sentii fermare da due braccia forti, che mi strinsero in un caldo abbraccio. Sapevo bene che Kid era dietro di me e soprattutto non era intenzionato a lasciarmi andare, con mio estremo disappunto. Trattenendo a stento, le lacrime, gli intimai di lasciarmi, altrimenti lo avrei colpito con Ragnarock, che sarebbe stato più che felice di farlo, data la sua antipatia per lui. Richiamai subito il mio partner per tenere fede alla minaccia che gli avevo fatto, ma lui per tutta risposta ci mandò al diavolo.

Senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai di fronte a Kid con gl’occhi sbarrati ed il viso rigato dalle lacrime, che prontamente mi strinse a sé e mi baciò sulla fronte con dolcezza. Serrata nelle sue braccia, avvertii chiaramente che stava piangendo, così asciugai prima le mie lacrime e poi le sue.  

Dopo esserci calmati, ritornammo entrambi ai nostri posti e poi fu la volta di Kid di prendere la parola. Mi disse :” Sono felice che nonostante tutto il male che ti ho fatto, tu sia venuta questa sera, in cui sei più bella che mai, in questo posto con il relitto umano, dinanzi a te.

Mi sento un verme per il dolore che ti ho causato, ma se mi ami ancora, ti prego dammi la possibilità di rimediare al male che ti ho fatto una volta per tutte, così potremo essere entrambi in pace con noi stessi.”

Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che sigillò la frase, baciandomi. Risposi istintivamente al bacio, rendendolo molto felice. Quando ci separammo arrossii violentemente per la gioia di Kid, che mi rivolse uno dei suoi sorrisi più belli. Finalmente eravamo felici entrambi, come mai prima d’ora.

Cenammo velocemente e poi ripartimmo in limousine per andare a vedere un musical, ma preferii optare per un fuori programma, infatti avevo tutt’altre intenzioni, che andare a teatro.

Infatti lo trascinai a vedere i fuochi d’artificio in una spiaggia che avevo visto durante il ritorno dal ristorante. In tutta Death City è risaputo , che a il figlio del sommo Shinigami, non piacevano i fuori programma, turbavano gravemente il suo simmetrico equilibrio.

Ma a me poco importava , se voleva davvero che lo perdonassi per avermi quasi “uccisa” , doveva sottostare alle regole del gioco , che avrei dettato io , simmetria o non simmetria a me non importava , a condurre il gioco sarei stata io e per nessun motivo gli avrei permesso di invertire i ruoli.

Ma a discapito delle mie aspettative , Kid non si oppose minimamente all’idea , al contrario era davvero felice di osservare quei bagliori che squarciavano il cielo , col potere di rasserenare il suo animo simmetricamente contorto.

Era bello passeggiare colla persona amata sotto le stelle su di una magnifica spiaggia, questa era una delle cose che tanto mi erano mancate . Non appena i fuochi ebbero inizio ci accomodammo seduti , stretti l’uno abbracciato all’altra ,sulla sabbia e ci godemmo il magnifico spettacolo che illuminava il cielo.

Fu davvero una bella esperienza, ma ciò che avvenne dopo non molto. Terminato lo spettacolo riprendemmo la passeggiata , che ad un tratto fu interrotta da un terribile boato . Imprecai mentalmente contro chi aveva rovinato quel momento così perfetto e non fui l’unica , Kid divenne nero di rabbia , perché quel boato lo aveva provocato un Kishin , accompagnato da una strega , lo percepivo fin troppo bene, nonostante avesse il soul protect attivo.

Ci precipitammo immediatamente sul luogo dove era avvenuto il boato, un locale notturno poco distante da noi. Arrivati sul posto notammo che avevamo di fronte un avversario da non sottovalutare, per di più era terribilmente asimmetrico, il che fece disperare Kid, che era anche disarmato.

Gli intimai di starne fuori e mettersi al riparo, io e Ragnarock ce la saremmo cavata perfettamente da soli, dopotutto il sangue nero è sempre stato un vantaggio in battaglia. Iniziammo lo scontro in netto svantaggio, data la stazza del mostro e le imprecazioni di Kid,sulla mancata simmetria del mostro , che erano a dir poco fastidiose.

Avevo dimenticato quanto Death the Kid fosse un problema da non sottovalutare,in assenza delle sue partner, che miracolosamente riuscivano a farlo ragionare. Decisi allora di usare i Bloody Needle ed un campo di forza magico, per tenere occupato il mostro,il tempo necessario di prendere il mio compagno a calci , affinché si calmasse e sgomberasse il campo e si mettesse in contatto con Soul. A darmi man forte Ragnarock colpì con un cazzotto micidiale il mostro,che svenne.

Mentre il kishin era privo di sensi , raggiunsi Kid , che era in piena crisi isterica. Sapevo bene come calmarlo , un bacio abbastanza lungo da fargli perdere la testa e un cazzotto in testa. Bastò semplicemente il bacio a dargli alla testa ed a calmarlo.

Intanto il mostro si era ripreso e non dava segni di voler cedere , così io e Ragnarock entrammo in risonanza , coll’eco dell’urlo, che ci permise di usare screech alpha e screech gamma insieme , per poi colpirlo con i Bloody Needle e lo screech beta.

Danneggiammo il nemico, ma non in maniera grave ,come invece speravamo, infatti il demone tornò alla carica scagliandomi con un calcio fuori dalla traiettoria per colpirlo. Dopo poco il kishin mi si avvicinò e cercò di colpirmi, ma nel momento in cui sarei dovuta essere colpita,non avvertii nulla. Kid mi si era parato davanti per proteggermi e si era beccato una tremenda scarica di pugni,infatti si era accasciato quasi privo di sensi accanto a me.

Ero su tutte le furie , quell’imbecille di uno shinigami ossessionato dalla simmetria,aveva voluto fare l’eroe nonostante fosse disarmato, non riuscivo a comprendere il motivo di tanta avventatezza in battaglia, ma sapevo che quell’essere aveva rovinato una serata davvero meravigliosa. Meritava una sonora lezione e soprattutto la sua anima doveva essere mia a qualunque costo, perché era mio dovere ripagare in maniera adeguata il gesto di Kid.

Proprio come in passato durante la battaglia con Liz e Patty, in cui liberai i miei poteri di strega sopiti, quella volta riuscii ad usare l’eredità di Medusa , il suo ultimo serpente,che mi permise di usare, accecata dalla rabbia, una scarica potentissima di Vector Arrow ed infine una micidiale Vector Storm, il suo colpo più letale.

Avevo danneggiato gravemente il kishin, che momentaneamente aveva perso i sensi,permettendomi, di raggiungere Kid, il quale si era ripreso da poco. Gli chiesi perché mai fosse stato così avventato, lui mi rispose dicendomi che era necessario, visto che a causa sua ero quasi morta, ma che soprattutto per me avrebbe dato anche la vita, pur di dimostrarmi il suo sincero pentimento.

Ero commossa dal suo altruismo e dal suo sincero pentimento,così gli dissi che mai più avrebbe dovuto comportarsi in modo così sconsiderato, se non voleva perdere il mio perdono. Prima di svenire Kid mi rivolse il sorriso più bello, che io ripagai a mia volta concedendogliene uno ancora più radioso ed un piccolo bacio sulla fronte.

Il mostro sembrava essersi ripreso abbastanza da crearmi ancora problemi,così tentai un’ultima Vector Storm, che lo accecò , ma nonostante tutto era ancora in grado ancora di nuocere gravemente. Ormai sembrava che fossimo spacciati, quando una violenta fiammata colpì il mostro.

Solo un’arma poteva attaccare in quel modo, era Rayearth, che aveva sfoderato uno dei suoi attacchi più forte , il Fire Blaze. Maka aveva percepito il pericolo e si era precipitata sul posto,per aiutare me e Kid. Era su tutte le furie , il kishin aveva osato rovinare la mia serata perfetta e questo per lei era inaccettabile.

Entrò in risonanza con Rayearth , ampliando in maniera terrificante la sua anima,creando una tempesta di fuoco di proporzioni gigantesche, con un onda d’urto davvero micidiale. Sfruttò a pieno il potere della sua anima grigori, creando così due ali d’aquila per il suo partner, dopo di che sferrò il suo colpo segreto, le ali roventi della Fenice , che danneggiarono profondamente il mostro.

Così Maka utilizzò il suo colpo più potente, la fiammante rinascita della sacra Fenice,mandandolo così all’altro mondo. Del nemico restò solo l’anima un globo rosso, che la mia amica cedette a Ragnarock , che fu ben felice di accettarla , divorandola sgraziatamente,dando vita ad una scenetta alquanto disgustosa, come suo solito. Rayearth,che intanto era ritornato alla sua forma normale,era alquanto scioccato,infatti rimproverò Ragnarock , per lo spettacolo poco carino che aveva mostrato. Ma il mio partner come sempre reagì in malo modo , dando vita ad una rissa col partner della mia migliore amica, questo fino a quando Kid non si risvegliò e Maka fu costretta ad una rapida fuga, con la complicità di Ragnarock .

 Il quale abbatté Kid con un cazzotto in pieno stomaco, con mio sommo disappunto,infatti lo minacciai di lasciarlo morire di fame , se avesse osato rifarlo,così impaurito dalla mia seria minaccia, mi aiutò a farlo riprendere e se ne andò poi rivolgendosi a Kid con appellativi decisamente degni di un kishin scaricatore di porto.

Una volta ripresosi lo abbracciai talmente forte, da farlo quasi soffocare, ma ero felice ,perché non solo era vivo , ma perché mi amava e sapevo che il suo sentimento era sincero a tal punto da averlo quasi spinto a sacrificare la sua vita per me.

Una volta liberato dall’abbraccio Kid , mi alzai e me lo caricai sulle spalle , fino alla limousine, che ci riportò in albergo, dove poi lo costrinsi a seguirmi in camera mia ,nonostante le sue lamentele sulla poca simmetria , che mi avevano stufata a tal punto da rifilargli un calcio nel basso ventre, che lo ammutolì per circa un quarto d’ora , il tempo necessario per cambiarmi e prendere il kit del pronto soccorso, per medicare le sue ferite e del ghiaccio per placare il dolore al basso ventre .

Dopo circa dieci minuti in cui permisi a Ragnarock di malmenare il mio compagno,giusto per fargli dare una calmata , lo costrinsi a togliersi la giacca e la camicia , che era completamente sporca di sangue, prima di andare in camera sua gli diedi un’aspirina per calmare il mal di testa , provocato dagli urli e dai cazzotti del mio partner . Una volta arrivata in camera sua gli portai l’occorrente per la notte , totalmente simmetrico  ed  una volta ritornata in camera mia iniziai a medicargli le ferite,tra lamentele ed imprecazioni varie,per il dolore e l‘asimmetria dei colpi infertigli dal mostro.

Ci impiegai un’ora circa per medicarlo e tranquillizzarlo, donandogli baci e carezze a profusione, per ripagarlo del suo nobile gesto, ovviamente Kid non tardò a rispondere,cercando di approfondire il contatto, provocandomi uno svenimento per l‘imbarazzo , causatomi dalle avance del mio ragazzo, che non aveva intenzione di cedere per alcun motivo ed alla fine convinse così anche me .

Fu così che ritrovai fisicamente e spiritualmente il mio adorato, in uno splendido albergo di lusso a New York e fu davvero perfetto . Lui mi desiderava ed io lo desideravo, quindi era giusto che accadesse,anche se infondo lo avevo provocato io , saltandogli quasi addosso, ma a me non importava,perché sapevo che donandomi a lui in quel momento, avrei rinsaldato il nostro legame , che mai più nessuno avrebbe spezzato. Non ricordavo quanto fosse bello avere un profondo contatto fisico col proprio compagno, ma nonostante tutto sapevo che non avrei potuto più farne a meno.

Fine capitolo ottavo :D

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Shadow of Love prima parte ***


Reira: Essere la vocalist dei Trapnest, per me ha significato, una vita di compromessi e sofferenza,perché il demone a cui ho legato la mia anima , è anche uno dei due uomini che amo. Purtroppo nonostante la mia storia con Shin fosse nata solo come un rapporto tra cliente e fornitore del servizio, il nostro rapporto si trasformò in un’avventura suicida,perché dopo nemmeno due mesi Takumi ci scoprì e tentò con tutti i mezzi di separarci, anche se il grosso del lavoro lo fecero quelli della rivista search.

Quel volgare ammasso di pettegolezzi da strapazzo, ha rovinato la vita di molti, a partire da quella di Nana dei Blast e di Ren, passando poi per Yasu ed infine per me e Shin. Volevano rendere la nostra storia pubblica, ma io lo avevo già lasciato , sempre a causa loro ,perché una sera mi fotografarono insieme a Ren nel nostro paese natale , in una posa che sembrava quasi quella di un bacio, ma in realtà era l’abbraccio di un amico , che tenta di confortarti.

A causa di quel quasi scandalo, sventato da Takumi , che vendette alla stampa la sua storia con Hachi, io fui costretta per non dover creare altri problemi a Take ed a Mari  a lasciare con mio sommo dolore Shin. Quando si calmarono le acque cercai di riallacciare i rapporti con lui, ma fu tutto inutile, perché nel mio egoismo, volevo tornare con Shin, ma come mi disse, la sua missione era quella di placare la mia solitudine, ma così facendo avrebbe fato del male ad entrambi, così interrompemmo per due anni i rapporti. Passati quegl’anni ci rincontrammo per caso nell’albergo dove alloggiavo all’epoca , poco fuori Tokyo , dove aveva avuto inizio tutto , e ritornammo al punto di partenza, dopo una serata bollente.

Ho sempre creduto che tutto il dolore di questi anni, a partire da quando mio padre si spense dopo due anni di lunga agonia, per un tumore, che credeva di avere sconfitto, infatti il mio nome è Layla ,perché desiderava ardentemente che sua figlia portasse il nome della donna protagonista della omonima canzone di Eric Clapton, la sua preferita in assoluto. Quella era stata la prima canzone che avevo cantato, quando ancora non era una ragione di vita, ma semplicemente un momento felice che condividevo solo con mio padre.

Tutti dicevano che eravamo identici, infatti per entrambi la musica era una ragione di vita, ma poi è diventata la mia condanna,perché mi accorsi col passare del tempo, quando mi trasferii in Giappone , isolata da tutti, tranne che dall’uomo più spietato e geniale , questo specialmente in campo professionale, che potevo solo cantare.

Infondo sono  e sarò sempre solo la custode di una splendida voce, nulla di più e forse nulla di meno. Solo quando sono su di un palco e posso ammirare il pubblico sotto di me che pende dalle mie labbra , rapito dalle melodie prodotte dalla perfetta armonia musicale che intercorre fra Ren , Naoki e Takumi , che supportano la mia voce che li attira,come il canto di una sirena .

Insomma credevo che le immense difficoltà della mia infanzia e il mio disagio nei confronti di me stessa e del mondo che mi circonda , fossero una mia prerogativa, visto che avevo il record di relazioni disastrose , di cui una mai esistita , se non professionalmente, dopo tutto per Takumi resterò sempre sua sorella, nulla di più. Poi conobbi Crona, un incontro fortuito avvenuto nel bar dell’albergo, dove per caso avevamo ordinato contemporaneamente lo stesso tipo di the , una coincidenza, io non direi, c’è sempre un motivo per cui il filo rosso del desino, incrocia per un le vite delle persone.

Con me e Crona, l’ha fatto perché l’una salvasse l’altra, data la situazione disperata di entrambe , che cercavamo di fuggire da nostri demoni interiori e da un amore che ci tormentava , impedendoci di trovare pace, ma soprattutto da due madri che avevano reso la nostra esistenza infernale. Quando conobbi Crona , capii che forse i suoi silenzi, erano più eloquenti di quanto potessi credere,infatti per lei ,come del resto per me, era difficile parlare del passato,specialmente della famiglia,infatti sua madre dalle sue descrizioni,appariva come la più malefica delle persone, un essere spregevole, la mia non era così malvagia, anche se non le è mai interessato molto di me, fino ai miei dodici anni tentò di assumere anche il ruolo di mio padre, ma senza successo.

Dai miei tredici anni in poi mia madre divenne un fantasma per me, visto che non c’era mai e soprattutto ogni due mesi cambiava uomo, quindi ero sola al mondo, ma per fortuna c’era Takumi al mio fianco, dal mio arrivo in America, sino ad oggi lui è sempre stato la mia ancora di salvezza , perché senza di lui i Trapnest non esisterebbero ed io non sarei la principessa cantante. Da un lato se non avessi questo ruolo, non avrei nemmeno questo rapporto così ambiguo con Takumi, ma d’altro canto non avrei mai incontrato Shin e gli altri e questo sarebbe molto triste. Il mio ruolo prevede dei sacrifici terribili, che negli anni ho imparato ad affrontare , ma nonostante tutto non voglio dover sacrificare anche il mio rapporto con Shin,a causa della musica, io lo amo e non posso e non voglio fare a meno di lui ,perché lui mi ama davvero ed è riuscito in questi anni, a colmare in parte quel senso di vuoto che mi ha sempre oppressa, in più la solitudine che ho provato durante il corso della mia carriera, ha iniziato a svanire gradualmente. Io amo Shin più di Takumi, almeno credo, ma è meglio che io approfondisca la  nostra relazione,almeno mi dimenticherò di colui che in questi anni non ha fatto altro che aumentare le mie sofferenze.

Crona , mi ha aiutata molto a migliorare il mio rapporto con gli altri ed anche Sachiko l’ha fatto, insieme loro due sono fenomenali, sono le uniche persone che sono capaci di decifrare ogni mio sguardo e capire come mi sento , in ogni momento. Loro sono uniche,sanno come farmi tornare il sorriso , ed è per questo che quando Kid ritornò nella vita di Crona, feci di tutto per cercare di aiutarla a capire come comportarsi con lui.

 Dopo tutti quegli anni in cui erano stati separati e lei non aveva smesso di sperare che lui ritornasse prima o poi e le confessasse di ricambiare ancora il suo amore, ed era accaduto esattamente ciò che aveva sempre sperato, era tornato e non voleva più lasciarla, ma la sua paura di essere abbandonata di nuovo o di finire come Maka e Soul,cosa molto improbabile visto che il loro caso era totalmente opposto, loro non si erano mai dichiarati, ma soprattutto Soul aveva abusato fin troppo della pazienza della sua partner, in più l’aveva mal giudicata,per questo erano finiti in quella situazione, dove si erano ritrovati dopo quattro anni di lontananza ad amoreggiare in uno sgabuzzino,dopo una violenta lite. Inoltre la timidezza della mia amica era incredibile , ma facendo loro da tramite , feci si che si incontrassero per un appuntamento riconciliatorio , al quale feci in modo che Crona si presentasse più raggiante che mai e che il suo cavaliere non le staccasse più gl’occhi di dosso. Meritava di essere felice,e sapevo bene che Kid avrebbe fatto di tutto per renderla tale ed infatti il mattino dopo l’appuntamento Crona mi disse di aver trascorso insieme a lui la serata più perfetta di tutta la sua vita.

 

Tsubaki  : In quattro anni dalla scomparsa di Maka, non ho fatto altro che sentirmi  colpevole,perché ho ferito la mia migliore amica , ma ad alleviare il mio dolore ha provveduto Black*Star , il mio rapporto con lui è cambiato molto in questi anni. Forse cambiò già quando lo portai in Giappone dalla mia famiglia, perché avevo chiesto a Shinigami , di essere sospesa anche io assieme al mio meister, perché sapevo che in quel momento di crisi interiore ,dopo aver perso durante il  nostro secondo scontro con Mifune. In quel periodo ero fortemente angosciata,perché temevo di perdere lui,proprio come avevo Masamune,che nel desiderio di raggiungere l’apice della via del guerriero, era sprofondato nel baratro della follia , che l’aveva condotto sulla via del demone ed ero stata costretta ad ucciderlo.

Da un lato la morte di Masamune,mi portò due vantaggi,la mia prima anima e come ricompensa l’abbraccio più dolce che Black*Star mi avesse mai dato, ma soprattutto la trasformazione in katana demoniaca. È stata proprio questa la causa di tutti i guai del mio meister, infatti il suo cattivo uso, lo aveva portato su di una cattiva strada.

Portarlo dai miei fu la cosa migliore,perché il periodo passato lì mi permise di capire che il mio non era solo affetto e devozione , il sentimento profondo che mi legava a lui ma l’amore,quello di una famiglia , che lui non aveva mai avuto, inizialmente era quello il mio obbiettivo, ma poi capii di essermi innamorata di lui, a tal punto che negare i miei sentimenti era facile, ma la sola idea di parlarne all’egocentrico interessato, mi sembrava un impresa impossibile. Mi rimase impressa la sera in cui mio padre spiegò a Black*Star il significato del suo nome, il mondo delle tenebre , colui che sottrae la speranza al mondo.

Dopo cena io avevo aiutato mia madre a sparecchiare ed a sistemare la cucina ed il salotto, mentre mio padre era andato a farsi un bagno nella vasca termale sul retro del giardino della casa. L’unico che mancava all’appello era Black*Star, che dopo cena si era volatilizzato. Mentre aiutavo mia madre e parlavamo di Masamune ed il suo volto si riempiva di lacrime,io mi domandavo dove si fosse cacciato quello sciocchino , pensai che probabilmente si stesse allenando. Una volta terminate le faccende,mi congedai da mia madre e passai in camera mia a prendere un golfino, per poter uscire a cercare il mio meister, ma mentre frugavo nei cassetti vidi una foto di me e Masamune da bambini. Istintivamente me la portai al petto ed iniziai a piangere;ero disperata solo lui poteva aiutarmi in quel momento, lui aveva percorso quella strada, quella del guerriero, ma poi si era ritrovato su quella del demone,così come Black*Star, si stava avvicinando anche lui a quella terribile strada, solo il mio amato fratello mi avrebbe dato la forza per salvarlo. Io sapevo che aveva bisogno di me, lo conoscevo meglio di chiunque altro,per questo toccava a me salvarlo.

Lo trovai dopo circa mezz’ora dopo essere uscita di casa, steso su di un enorme prato, che osservava il cielo stellato. Mi sembrava sereno e questo mi tranquillizzava,mi avvicinai a lui con cautela e gli domandai se sentisse freddo, anche se sapevo bene che non era tipo da ammalarsi. Lui mi rispose che stava bene e che era intento ad ammirare quel cielo magnifico,così ricco di stelle che a Death City era impossibile vedere. Dopo poco si voltò verso di me notai che per la prima volta dopo tanto tempo, il suo sguardo era sereno , ma allo stesso tempo serio, i nostri sguardi s’incrociarono, fin quando lui non mi rivolse una domanda che mi lasciò interdetta per qualche secondo,alla quale io poi risposi.     

Mi disse: “Senti Tsubaki-chan, io sono un sopravvissuto del  famigerato Clan della Stella. Ciò significa che io devo vivere nelle tenebre?”, io gli risposi solo dopo qualche minuto dicendogli: “Sai Black*Star, io credo che anche se hai dei legami con loro, per il tatuaggio e per il nome,questo non vuol dire che tu sia come loro, anzi sei ciò che loro combattevano, una brava persona. Sono arrivata  dopo la morte di Masamune , alla conclusione che ognuno di noi debba essere in grado di scrivere il proprio destino, che deve essere diverso da quello di chi ci ha preceduto, e questo vale sia per me che per te.”. Conclusi la frase con un sorriso,prima che Black*Star , un po’ rosso in volto mi rispondesse: “Se io sono il cielo nero , tu sei le stelle che lo illuminano Tsubaki.”. Quella frase mi rimase impressa nel cuore , infatti quella frase anni dopo , sarebbe stato l’inizio di qualcosa di molto speciale. Io gli risposi a mia volta rossa in viso dicendogli: “Io credo che entrambi siano te Black*Star.”. Lui arrossì nuovamente e si giustificò , perché sapevo che quella frase non era da lui, mi disse che sapeva bene di essere sia il cielo nero che le stelle, ma aveva detto quelle parole, per ringraziarmi di quanto avevo fatto per lui.


N.D.A : Salve a tutti queste sono le mie prime note dell'autrice. Beh che dire in questo capitolo è apparsa Reira, ma soprattutto la nostra amata Tsubaki. Questo è solo l'inizio, presto vedrete il resto e vi assicuro che sarete soddisfatti, questo soprattutto per i fan della Black/Tsu . Ryuk: Salve io sono Ryuk , sono uno Shinigami e mi piacciono le mele, non è che me ne potete reglare un po' sono in crisi d'astinenza. Comunque oggi farò le anticipazioni sul prossimo capitolo. Allora proseguiranno le avventure di Tsubaki e Black*Star e compariranno anche...
Black Nana: Ryuk smettila subito di infastidire i lettori o giuro che ti lascio digiuno per un mese e ti rispedisco a calci da Mello e Shidoh, uhm che dici, ti va di passare un po' di tempo con i cioccolatodipendenti? * Sguardo Omicida*
Ryuk: No assolutamente no, giuro che sto zitto, ma perché non posso parlare ?
Black Nana: Perchè questo è il MIO spazio chiaro?
Comunque tornando a noi, mi scuso per il ritardo tremendo, ma mi farò perdonare , pubblicando tra poco le altre parti del capitolo. Comunque nella seconda parte compariranno anche dei personaggi a noi noti e chi lo sa forse ci potrebbe essere un accenno di Cro/Kid e forse un po'di So/Ma, anche se a loro verrà deidcato il prossimo capitolo che si intitolerà I'll Always Remember You. Mi raccomaando leggete numerosi. A proposito dedico in particolare questa prima parte a : Shokunin Eris, la mia kohai , Juliet Albarn, che mi ha dedicato il capitolo più bello di "Torment" ed  a Death The Kid 93 ovvero a Kiddina , Soulina e Blakkina , le tre simpatiche autrici di questo account. Mi raccomando passate e se vi fa piacere recensite questa povera amica degli Shinigami. Alla prossima colla seconda parte ed un altro ospite nelle N.D.A

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Capitolo 11
*** Shadow of Love seconda parte ***


Poco dopo quella sera, Black*Star mi chiese d’incontrare ancora una volta la volontà dei miei antenati e fu così che dopo tante lacrime versate, ma non sue, riuscì finalmente a controllare il potere della Katana Demoniaca. Il mio partner quella sera promise di dare gloria ai miei antenati, morti senza di essa e di redimerli, ma soprattutto promise di condurci all’apice della via del guerriero, quel sogno che molti avevano inseguito, ma che la katana demoniaca aveva infranto. Anche mio fratello Masamune era caduto durante quella ricerca,nella via del kishin.

Qualche tempo dopo Black*Star usò quel potere conquistato con fatica, nel nostro paese di origine, per sconfiggere Mifune, nel loro ultimo scontro , dove il samurai per mio sommo dispiacere perse la vita, ma  quella volta dimostrò  a tutti quelli che lo prendevano in giro , di non essere stupido , come si poteva credere, ma anzi dimostrò di essere cresciuto come gli disse il nostro nobile avversario prima di morire. Egli prima di esalare l’ultimo respiro mi si avvicinò,sussurrandomi di prendermi cura di lui e di Angela,la sua piccola protetta, a cui solo anni dopo rivelammo che era morto, infatti la portammo alla Shibusen,facendole credere,con sommo disappunto del mio meister che . Lei ci impiegò un po’a capire,ma fu proprio grazie a Black*Star,che riuscì a metabolizzare la questione,visto che il suo fratellone,come lo chiamava An, aveva ucciso Mifune,che per tanti anni era stato la sua famiglia. Giurai a Mifune che mi sarei presa cura io della piccola Angela

Non tornammo più in Giappone, se non per i suoi 18 anni, due anni dopo aver sconfitto Arachne, Medusa, Noah ed il Kishin, insieme agli altri membri degli Spartoi , tra cui c’erano Soul , che nel frattempo era diventato una Death Scythe, e Maka , poco dopo la formazione della squadra , si unii a noi Kid, dopo essere stato liberato dal libro di Eibon, da Black*Star. In quell’occasione dimostrò di essere un vero eroe e di essere vicino alla strada che lo avrebbe portato a trascendere gli dei, con mia somma gioia. Sapevo che il mio non era più semplice affetto o amicizia, o addirittura come diceva Patty, amore materno, perché ai suoi occhi  sembrava che cercassi di fargli da mamma , ma in realtà sapevo che il mio sentimento stava crescendo e stava diventando qualcosa di più profondo.

Per festeggiare la maggior’età di Black*Star , Soul e Kid decisero di organizzargli una magnifica festa a sorpresa, aiutati da Maka, Liz, Patty e perfino Crona e Ragnarock , il quale ricevette come ricompensa per non aver distrutto nulla durante i preparativi, una porzione solo per lui di Takoyaki, che preparai appositamente per lui. Per la festa scelsi un meraviglioso abito di seta verde acqua, con le spalline sottili ed una generosa scollatura, inoltre metteva anche in risalto il mio fisico, assottigliandolo leggermente. Optai per un trucco leggero, un po’ di ombretto del colore dell’abito , del mascara e del rossetto color pesca . Come accessori scelsi una collana con un ciondolo a forma di stella nero, abbinata agli orecchini e ad un anello dello stesso colore, ai quali abbinai una magnifica borsa argentata che Black*Star , su consiglio delle ragazze, mi aveva regalato per il mio compleanno.

Mentre i ragazzi preparavano tutto simmetricamente, per non far disperare Kid,a me fu assegnato il compito di distrarre Oresama, (il nomignolo con cui Black*Star era solito definirsi), portandolo a cena in un ristorante giapponese molto rinomato in centro ,coll’ordine tassativo di vestirsi elegantemente. Lo costrinsi ad indossare una giacca nera , una camicia bianca un jeans e le sue scarpe da ginnastica preferite, quelle che gli avevo regalato io,per il primo compleanno che avevamo festeggiato insieme, il suo quindicesimo.

Per la prima volta da quando conoscevo Black*Star, lo vidi comportarsi come un essere umano normale, ma soprattutto mi rivolgeva delle attenzioni, che mai prima di quella sera mi aveva rivolto , la cosa mi sconvolse. Gli chiesi come mai il grande e divino Oresama , quella sera non si fosse messo in mostra e come mai fosse così galante , non che mi dispiacesse, ma ero sconvolta. Lui mi rispose semplicemente, che me lo doveva , viste le innumerevoli brutte figure che mi aveva fatto fare, ma soprattutto per le innumerevoli volte in cui mi aveva fatta preoccupare, nonostante fosse il suo compleanno, voleva dedicare quella serata a me che gli ero sempre stata accanto. Ero davvero sconvolta, non sembrava nemmeno lui, pensavo che forse avesse deciso di mettere la testa a posto, ma Black*Star non tardò a smentire la mia ipotesi, ma soprattutto non tardò a farsi riconoscere dagl’altri clienti del ristorante, che fortunatamente erano abituati alle sue uscite stravaganti, visto che quello era il suo locale preferito.

Per tutta la sera ridemmo e scherzammo ed io mi prodigai affinché non toccasse una goccia d’alcool, altrimenti sarebbe arrivato a casa sbronzo, costringendomi ad una faticata tremenda nel portarlo in braccio fino a casa di Kid, ma soprattutto, non si sarebbe goduto la festa e questo non potevo permetterlo. Aveva sofferto fin troppo, meritava di festeggiare la sua maggior’età , nonostante i suoi genitori e tutto il suo clan, 18 anni prima fossero stati uccisi e lui fosse stato risparmiato , desideravo che la sua nascita per lui rappresentasse un evento felce, da condividere con le persone che aveva accanto.

Dopo cena lo convinsi ad accompagnarmi a casa di Kid, perché avevo prestato a Liz un libro che mi occorreva assolutamente e non potevo aspettare la mattina seguente per riprendermelo,gli dissi che mi ero già accordata con lei, mi ci vollero molta pazienza ed una buona dose di elogi alla sua divina persona per convincerlo, ma alla fine accettò di accompagnarmi,anche perché avrebbe potuto prendere in giro il suo simmetrico amico. Una volta arrivati a casa di Kid, notammo con sorpresa, anche se il mio stupore non era sincero,dato che ero stata io a convincere il nostro simmetrico shinigami a lasciarla aperta,entrammo e dopo pochi istanti la luce si accese e ai nostri occhi apparve l’intera DWMA,che urlò in coro : “Buon Compleanno Black*Star!” .

Iniziò ad urlare come una scimmia impazzita,per nascondere la sua gioia nel vedere che,nonostante il suo legame di sangue col Clan della Stella, c’era qualcuno che lo accettava per il suo essere unicamente divino, come urlò per tutta la serata, prendendo in giro come suo solito Soul, a cui era venuta l’idea e Kid, che aveva offerto la sua immensa villa , come location per quella festa divina.

I ragazzi fortunatamente per me tennero Black*Star lontano dal tavolo degli alcolici,altrimenti riportarlo a casa sarebbe stato davvero un bel problema,però il mio meister grazie a Patty, aveva bevuto solo il Punch , che non era alcolico, ma aveva , come suo solito esagerato bevendone undici. Ero disperata all’idea di dovermelo caricare in spalla,camminando fino a casa con lui in braccio, sui tacchi a spillo; come minimo uno dei due si sarebbe fatto male, ma fortunatamente Soul, si offrì di accompagnare il suo migliore amico,semi brillo, a casa colla moto, mentre io e Maka saremmo tornate insieme a Crona,Kid,Liz e Patty. Percorremmo metà strada insieme, poi ci dividemmo, infatti Liz e Patty accompagnarono me, mentre i piccioncini avrebbero accompagnato la loro madrina,o meglio l’artefice del loro fidanzamento.

 Infatti Maka grazie a Soul, che quando voleva sapeva essere pettegolo ed insistente quasi come Black*Star, era riuscito coll’aiuto del mio partner a far confessare a Kid chi era la ragazza a cui mandava continuamente rose rosse e cioccolatini. Il poverino fu praticamente costretto dal mio meister, a rivelare loro di essersi inspiegabilmente innamorato di Crona, che cogli anni era cresciuta fisicamente, diventando molto carina, ma soprattutto il suo carattere era diventato più gioviale . Infatti la cosa non era passata inosservata, soprattutto a Kid che la riempiva di complimenti. La stessa cosa accade quando il cambiamento fisico di Maka fu notato da tutti i ragazzi della scuola, che la corteggiavano, la faccenda non era sfuggita a Soul,che si  era  accorto  di quanto fosse diventata più formosa, ma soprattutto più alta.

 

Maka aveva deciso di spingere la nostra amica a dichiararsi a Kid, visto che sapeva di essere ricambiata, insomma Crona era molto più serena da quando aveva saputo di essere ricambiata dal suo amato shinigami ,infatti Maka l’aveva convinta a fare per la prima volta in vita sua un gesto plateale. Una mattina al centro del corridoio della Shibusen,proprio vicino alla nostra aula, la nostra amica si era scontrata con Kid, il quale era arrossito e aveva cercato di aiutarla e lei per ringraziarlo lo aveva baciato davanti a mezza scuola. Kid non c’aveva impiegato molto ricambiare il suo gesto, anche se la sua adorata era vistosamente arrossita,dato che l’intera accademia li fissava, compresa la professoressa Marie, che considerava Crona quasi come una figlia.

La scena era alquanto imbarazzante per i due piccioncini , visto che l’intera Shibusen li fissava attonita , per il gesto compiuto dalla figlia di Medusa. Così Maka e Soul decisero d’intervenire, per fermare Black*Star che starnazzava come un matto , dicendo quanto quei due fossero carini, colpendolo con un falciata al centro della testa,che lo fece prima imprecare per il dolore e poi svenire, infine toccò a me chiedere ai presenti di allontanarsi, mentre trascinavo il mio partner in infermeria.

Mentre io, Liz e Patty ci perdevamo nei ricordi,arrivammo a casa mia, dove trovai Soul,che reggeva Black*Star,il quale stava “elegantemente” dando di stomaco, davanti al suo migliore amico, che immediatamente sostituii nell’ingrato compito,mentre lui si allontanava in fretta e furia per andare dalla sua amata meister, a cui si ostinava a non rivelare i suoi sentimenti, che io e Crona sapevamo essere corrisposti, ma sapevamo anche che quei due molto probabilmente non erano consci di ciò che provavano l’uno per l’altra.

Ma quello che ignoravo era che Maka, avesse intenzione di non restare ancora per molto alla DWMA,infatti aveva udito a nostra insaputa una conversazione , in cui avevamo parlato del motivo per cui,avesse rinunciato alla caccia alle anime, per diventare insegnante,aspirando a sostituire entro un anno la professoressa Marie e poi quel pazzo di Stein. Noi credevamo che Maka,avesse raggiunto il massimo della sua potenza personale e che per questo avesse deciso di condividere le sue conoscenze con gli alunni del primo anno. Ci pareva strano che Shinigami le avesse concesso quel ruolo, pur essendo una neo diplomata,come tutti noi del resto, ma quello che ignoravamo era che ben presto lei ci avrebbe abbandonati, ma anche qualcun altro si sarebbe allontanato da noi,prima di quanto potessimo sospettare,il meister in questione era Kid.

Lui partì poche settimane dopo il nostro viaggio in Giappone, infatti, gli avevo fatto un doppio regalo, un completo da basket con tanto di tuta abbinata, azzurro come i suoi capelli, decorato con delle stelle verdi come i suoi occhi e con il suo nome scritto in oro e nero e un biglietto aereo per il Giappone, infatti avevo deciso di far festeggiare a Black*Star i suoi 18 anni,anche in famiglia,visto che i miei genitori, lo consideravano quasi un figlio e mia sorella maggiore Miwako, che desiderava tanto che noi ci mettessimo insieme, visto che per lei era l’unico degno di me.

Il mio compagno, dal canto suo adorava casa mia, ma soprattutto era diventato molto simpatico a mio padre ed inoltre non solo ricambiava la sua simpatia, ma aveva imparato a provare più per lui, che per il professor Sid che lo aveva cresciuto come un figlio. Non immaginavo che durante quel viaggio Black*Star, potesse dimostrare una maturità ed una dolcezza che non credevo gli potessero mai appartenere,soprattutto non mi aspettavo che Arashi, il marito di mia sorella, lo spingesse coll’aiuto della moglie a confessarmi di essere attratto da me, come io lo ero da lui ,ma non fu proprio questo che accadde, in effetti le cose andarono in modo leggermente diverso, da come loro avevano previsto.

Il pomeriggio seguente alla festa, ci recammo all’aeroporto di Death City, dove ci attendeva il volo diretto per Kyoto,da dove poi avremmo proseguito in treno, fino ad arrivare al piccolo paesino dove mia sorella viveva. Anche i miei genitori si erano trasferiti lì , per aiutare mia sorella ed il suo novello sposo, visto che erano in attesa del loro primogenito. Ci impiegammo un’intera giornata ad arrivare a destinazione, dove i miei genitori ed un folto gruppo di sostenitori di Black*Star, si erano riuniti per festeggiarlo.


N.D.A: Benvenuti nelle note di Black Nana. Allora vi è piaciuta questa seconda parte? Io spero di si, beh sapete è da un po' che stavo scrivendo questo capitolo, purtroppo Tsubaki è un personaggio in cui mi è difficile immedesimarmi, per questo ci ho impiegato un po' a scriverlo, spero che non mi linciate per il ritardo. Allora che dire , Tsubaki è una santa e finalmente Black*Star ha trovato un po' di sostenitri,infondo se li merita tutti data la sua grande simpatia. Io sono la prima a tifare per lui. Nell'anime il suo personaggio è stato leggermente sottovalutato, perché nel manga che l'illustre sottoscritta segue , perdonatemi la sua inluenza è alquanto negativa su di me, comunque dicevo che nel manga il nostro bene amato stellino dimostra di non essere tanto stupido , chi legge il manga ed è arrivato al quattordicesimo volume avrà notato il cambiamento ehehe. Perdonate lo spoiler , comunque dicevo...
Mello: Nana, dov'è quel fott.. cof cof, maledettissimo nanerottolo albino, lo devo fare fuori, è stato lui a dire a L della mia pistola , dimmelo dove sta , se non lo sai chiama il tuo stupido Shinigami e chidielo a lui.
Black Nana: Mello per prima cosa che ci fai qui, secondo non fare spoiler sull'altro crossover, terzo non so dove sta Near, quarto perché ti sei intromesso , fila via o ti carbonizzo! * Sguardo Omicida*
Mello: Come non detto me ne vado, a proposito io sono Mello di Death Note, scusate la maleducazione, comunque io tolgo il disturbo Sayonara.
Perdonatemi. Beh per chi non lo conoscesse lui era Mello un personaggio di Death note, come Ryuk della prima parte, L e Near. Dovete sapere che io e due mie amiche, abbiamo scritto un crossover fra Soul Eater e Death Note, che vi consiglio di leggere. Comunque passiamo alle dediche. Questa seconda parte è dedicata in particolare a : Liz Thompson, Maka XD, Tsu x3 ed alla mia beta Any_,con cui ho scritto il crossover. Un ringraziamento particolare anche a Death the Kid 93 che l'ha inserita nelle preferite.  Un saluto a tutti i miei lettori e mi raccomando recensite questa povera autrice sclerotica. Bye Bye alla terza parte , che cercherò di pubblicare tra stasera e domani. Vi annuncio che tra breve il crossover terminerà, ma sappiate che ho in serbo una sorpresa per voi eheh. Comunque vi anticipo che presto pubblicherò altre mie storie, due long , anzie tre considerando la sorpresa ed una one shot su Soul e Maka che adoro . A presto

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Capitolo 12
*** Shadow of Love terza parte ***


Nonostante il suo compleanno fosse trascorso da ben quarantotto ore, la mia famiglia aveva deciso di festeggiarlo ugualmente quel giorno con una festa a dir poco grandiosa, che si sarebbe svolta quella sera. Io avevo avuto il compito di portare il festeggiato in giro con Miwako ed Arashi, mentre mio padre e mia madre avrebbero provveduto a preparare tutto per celebrare il mio adorato compagno. La mattinata ed il pomeriggio trascorsero tranquilli,fino a quando Black*Star , a causa del troppo cibo ingurgitato, si era addormentato e così mi era toccato prenderlo in braccio e trasportarlo fino a casa. Una volta arrivati,lo adagiai sul suo letto e gli diedi un tenero bacio sulla guancia, ma mentre mi allontanavo,sentii qualcosa che mi tratteneva; era la sua mano sinistra che faceva di tutto per non farmi andar via, così mi accoccolai accanto a lui abbracciandolo , che posò la sua testa sul mio cuore. Lo avevo percepito dal tocco della sua mano,lui aveva sognato White*Star, suo padre ed ogni volta che accadeva, ne usciva davvero scosso,perché il suo spirito carico di follia,tentava in ogni modo di farlo sprofondare in un baratro oscuro di dolore e sofferenza, il suo più grande timore.

Infatti subito dopo aver celebrato il compleanno di Black*Star con i miei, decisi di accompagnare Miwako a casa,nel frattempo lui si era dileguato,come suo solito per andare a rifugiarsi chissà dove e sarebbe toccato a me trovarlo, ma sentivo che quella sera qualcosa sarebbe cambiato.

Dopo aver accompagnato mia sorella corsi a cercare Black*Star. Sapevo bene dov’era, infatti lo trovai sulla collinetta che sovrastava il paese, lui era lì disteso sull’erba a guardare le stelle. Il tempo era passato e lui non era più un ragazzino, era un giovane uomo. Mi avvicinai lentamente a lui e gli sedetti accanto, notai che stranamente non si era accorto della mia presenza , così lo chiamai e lui si ridestò dai suoi pensieri, sorpreso dalla mia presenza .

Ci guardammo negl’occhi per qualche minuto,poi lui mi rivolse la parola dicendomi: “Sai Tsubaki-chan anche un Dio come me si ferma a pensare qualche volta. Sai una cosa, di solito le persone credono che chi non è più accanto a noi ci osservi dall’alto, beh io non credo che sia così.Ti ricordi quando ottenni la fedeltà della tua famiglia,liberando il potere della katana demoniaca,ti dissi una frase. Se io sono il cielo nero le stelle che lo illuminano sono Tsubaki. In questi anni ho ripensato alla tua risposta e mi sono chiesto come sarebbe quel cielo nero senza stelle? Io presumo che sarebbe vuoto, perché la sua forza svanirebbe,se non fosse completato dalle stelle, quel cielo non sarebbe così affascinante. Lo stesso vale per me, se non ti avessi incontrato, dubito che ora sarei qui, probabilmente sarei in un angolo a vantarmi di quanto sono effettivamente big, ma sarei solo, infondo nessuno mi ha mai amato, a partire dai miei genitori a finire con Sid, lui mi ha preso con sé solo per pietà. A me va bene così , tanto mi basto io e poi ci sei tu Tsubaki-chan a farmi compagnia.”

Non capii immediatamente cosa avesse voluto dire con quelle parole, ma qualcosa mi era chiaro: voleva che gli restassi accanto , forse più che come amica o partner, forse come donna. In ogni caso sentii il bisogno di dirgli tutto ciò che pensavo e sentivo in modo chiaro e diretto, come mi aveva insegnato lui. Gli dissi: “Sai Black*Star, che sei proprio uno sciocchino. Non dovresti mentire a me che ti conosco, so che a volte ti senti solo, capita anche a me, ma non devi pensare che non ti amino, sai se solo sapessi quanto amore hai vicino a te. Hai Sid che ti considera un figlio, hai Soul e Kid che ti vogliono bene, specialmente Soul che ti conosce da tanto e per lui sei come un fratello. Hai Maka, che ti considera un grande amico, hai Liz che ti ammira per la tua faccia tosta e hai Patty , che ti considera un gran bravo compagno di giochi e un vero amico.

Infine ci sono io, Tsubaki, il fiore senza profumo, sai tu non sei solo il mio meister per cui morirei, non sei solo il mio più caro amico, quello che per me c’è sempre e che mi spinge a dare il meglio di me stessa , ma sei anche il ragazzo che mi piace. Ricordati che non sarai mai solo, perché io sarò sempre accanto a te, non voglio nessun altro compagno se non te Black*Star,sappi che sono sempre disposta ad affidarti la mia vita quando siamo in battaglia. Io non mi fido di nessun altro che non sia tu! Chiaro, caro il mio sciocchino e adesso voglio una risposta per favore , mi ricambi oppure no? Sappi che qualunque sia la tua risposta io non ti abbandonerò mai!”

Non capii bene cosa accadde dopo, so solo che mi ritrovai stesa sotto di lui a baciarlo e quando ci separammo lui mi sussurrò in un orecchio due parole Ai Shiteru . Quel che venne dopo fu abbastanza imbarazzante , visto che Black*Star mi si appiccicò addosso con la sua solita “grazia”e proseguimmo, approfondendo quello che avevamo iniziato prima. Fu come una risonanza, ma più forte e delicata allo stesso tempo, una sensazione che non scorderò mai, soprattutto per i lividi che mi rimasero a causa delle sue “zampate”.

Al nostro ritorno a Death City, avevo convinto Black*Star ad annunciare agl’altri la novità,ma non ci fu possibile, perché quando rientrammo ciò che trovammo fu uno scenario drammatico. Kid se ne era andato senza dire niente abbandonando Crona, con poche righe scritte in modo ordinato e simmetrico su di un pezzo di carta,che lui aveva lasciato sul cuscino della compagna. Anche se le aveva lasciato un biglietto, non le aveva comunque dato una spiegazione , distruggendola completamente. I primi giorni sembrava stare bene, ma pian piano iniziò a crollare, fino a quando iniziò a tentare più volte il suicidio.

Tutto ebbe inizio quando circa una settimana dopo Crona fuggì per qualche giorno nel deserto,dove Maka la ritrovò in pessime condizioni fisiche e morali. La notizia arrivò anche a Lord Shinigami, che ignorava la relazione tra suo figlio e Crona, così ci ordinò , in quanto suoi amici di tenerla d’occhio e di segnalargli ogni minimo cambiamento della ragazza. Una volta ricevuto l’ordine Maka , ci intimò di restarne fuori e da quel momento in poi ci avrebbe pensato lei ad aiutarla. Qualche giorno dopo tentò per la prima volta il suicidio, Maka mi raccontò che l’aveva trovata sulla balconata principale della Shibusen, che stava per gettarsi di sotto, ma lei aveva approfittato di una sua titubanza , per colpirla con un Maka-Chop portentoso, che le fece perdere i sensi per tre giorni. Quando si risvegliò,prima fuggì dall’infermeria, poi tentò nuovamente di togliersi la vita. Sfortunatamente per noi, quella volta aveva agito, infatti aveva richiamato Ragnarock in forma d’arma e si era colpita al fianco destro. Ne seguirono altri di tentativi,ma pochi giorni dopo essersi ferita si era risvegliata in infermeria, dove aveva incontrato Soul,che faceva compagnia a Maka, la quale giaceva priva di sensi, nel letto accanto al suo,perché le aveva donato molto sangue. Fu proprio in quella occasione che Crona riuscì a far confessare a Soul, che amava Maka e giurò che avrebbe mantenuto il suo segreto.

N.D.A : Hello , hello , come va tutto bene? Eccomi qui con la terza parte come avevo annunciato ieri. Dunque originariamente avevo previsto di dividere in tre parti il capitolo, ma sono costretta a dividerlo in quattro, altrimenti sarebbe stato eccessivamente lungo. Passiamo ora a commentare gli eventi del capitolo. Dunque finalmente Black*Star si è dato una mossa, era davvero ora, in più la nostra Tsubaki ci ha illustrato qualcosa di più sulla situazione di Crona e Kid e su quella di Soul e Maka. Avrete notato leggendo che ho aggiunto alla famiglia di Tsubaki, una sorella maggiore e suo marito, i cui nomi sono Miwako e Arashi. Come avrete notato questi nomi sono abbastanza particolari, chi conosce i manga della venerabile Ai Yazawa, perdonatemi ma io la venero quella donna , ho fatto una specie di tributo a Paradise Kiss, di cui ieri ho comprato il secondo volume del manga *In adorazione del tankobon e di George sbav....*. Miwako e Arashi sono troppo teneri, per questo li voluti inserire e poi c'è anche ua relazione con Nana eheh. Comunque nella quarta parte assisteremo a...

Naoki: Salve a tutti io sono Naoki dei Trapenst, sono venuto a cercare Reira, per caso l'avete vista. A proposito ehi autrice perché io non compaio quasi mai , uffà anche io voglio un posto nella storia, parli sempre di Nana, Reira, Hachi e degli altri  perché di me non parli.

Black Nana: Naoki punto primo Reira è già apparsa, secondo non posso rivelarti questa cosa altrimenti sarebbe uno spoiler gigante,comunque avrai anche tu il tuo posto tranquillo e in più ti farò anche una piccola sorpresa , però non posso dirti altro.

Patty : Giraffa, giraffa , ihihi. Ciao autrice, per caso hai visto quel tipo che sembra un panda e che ha i capelli spettinati come Soul,gli volevo far conoscere il re delle giraffe eheh. Comunque chi sarebbe quel biondino tanto carino?

Black Nana: Patty via , di qua prima cosa, seconda cosa hai sbagliato storia, piuttosto perchè non vai da Any_ o da Newmoon? O.O

Ryuk: Hey Patty, Naoki venite con me, ho un asorpresa per voi, a proposito dove sono le mie mele?

Black Nana: Ora bastaaaaaaaaaaaaaaaaa! Tutti fuori di qua, prima che vi faccia fuori! * Sguardo Omicida Assatanato*

Black*Star : Yahooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo! Io sono il più grande di tutti Black*Star! Ehi Boss perché  io non parlo mai in questa storia, uffa in più osi prendere in giro l'illustre sottoscritto, come osi, giuro che ti colpisco con la Black*Star Big Wawe!

Black Nana: Ora hai rotto Black*Star, ti ho anche accontentato come mi avevi chiesto, ti sei dimenticato del nostro patto o te lo devo ricordare io e ora fuori dalle scatole e non tormentare i lettori!

Perdonatemi, non riesco mai a tenere a bada questi ragazzi, mi dispiace che combinino tutto questo casino. Comunque spero che il capitolo vi piaccia. Per quelli di voi che seguono la storia dall'inizio avranno notato dei  cambiamenti, e bene si purtroppo il Demone Celeste, ha deciso di far cambiare calligrafia,mandando tutto al diavolo, inoltre avrete notato che non ci sono più i diari dei personaggi, eh bene si da ora in poi saranno racconti diretti dal loro punto di vista, i diari mi servivano per introdurre bene la situazione ed i personaggi nel contesto.

Momento Ringraziamenti: Vorrei ringraziare tutti quelli che visitano la storia, anche se so bene che non è un granchè , ma va bene così! Comunque ringrazio di cuore tutti quelli che recensiscono la storia. Dedico questa parte a tutti quelli che mi seguono ed a tutti i recensori . Una dedica speciale va a : ZoeyeJames, che ha sopportato di essere pressata dalla sottoscritta per sapere come le sue storie continueranno, Death the Kid 93, che l'ha inserita nelle preferite, Juliet Albarn, la mia sensei ed infine MakaXD e LizThompson ed anche a Shokunin Eris. Bacioni dalla vostra Black Nana ed alla prossima parte allora!



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Capitolo 13
*** Shadow of Love quarta parte ***


Qualche mese dopo Crona si riprese e noi riuscimmo a confessare ad i nostri amici, i quali c’avevano visti mentre ci appartavamo in un angolino per stare da soli, durante una festa organizzata da Maka e Soul a casa loro, per festeggiare la guarigione della nostra amica. Si congratularono tutti con noi, persino Crona sembrava contenta che noi stessimo insieme. Ma nonostante tutto sapevamo bene che soffriva immensamente. Sei mesi dopo quella festa,una notte Maka lasciò la Shibusen,per recarsi da sua madre , per poi iscriversi alla facoltà di legge di Yale, ma a quanto ci disse Soul, la sua era stata una fuga e suo padre l’aveva aiutata e la copriva. Ora avevamo perso due dei nostri più cari amici e probabilmente per ciò che avevamo detto di lei. Le lettere che ci aveva lasciato, sembravano dire esattamente il contrario,ma quello che aveva scritto a Soul era abbastanza palese,l’avevamo ferita e lei se ne era andata, senza troppe cerimonie, proprio com’era nel suo stile.

Quattro anni dopo nello stesso giorno in cui Maka era fuggita, Black*Star mi chiese di sposarlo. Ricordo ancora come se fosse ieri quel giorno in cui mi portò nel paesino di mare fuori Kyoto dove ero nata. Infatti grazie ai miei genitori ed a mia sorella riuscimmo ad avere le chiavi della casa dove ero nata, dove Black*Star aveva deciso di portarmi per una breve vacanza. Quella sera mi condusse in un magnifico ristorante sulla spiaggia, infatti per l’occasione sfoggiai un abito color pesca con una leggera scollatura che evidenziava il decolté,abbinato ad un golfino bianco ed un paio di sandali con tacco a spillo dello stesso colore. Per far felice il mio ragazzo sciolsi i capelli, che provvidi ad arricciare, sapendo quanto il mio partner adorasse quel tipo di acconciatura. Per il trucco optai per un po’di ombretto dello stesso colore dell’abito , un po’di mascara nero e del lucidalabbra. La serata si svolse tranquilla, la cena fu sublime e la vista del mare ci accompagnò durante il corso della cena,creando un’atmosfera estremamente romantica,poi dopo cena ,mi invitò a fare una passeggiata sulla spiaggia,prima di ritornare a casa.

Passeggiammo per circa un’ora, camminando di tanto in tanto nell’acqua fredda del mare scuro come il cielo notturno. Dopo un po’ ci accomodammo sulla spiaggia per guardare le stelle,ad un tratto mi ritrovai sola senza sapere dove Black*Star fosse sparito. Mentre pensavo a quale folle piano per mettersi in mostra avesse architettato,forse per colpire me o per impressionare il solito pubblico inesistente, che in tutti i modi cercava di stupire,trovai accanto a me una splendida conchiglia bianca. Era molto piccola e liscia , ma soprattutto risplendeva alla luce della luna,insomma era quasi un piccolo tesoro. Mentre prendevo la borda accanto a me per conservarla,incontrai lo sguardo del mio compagno che mi rivolse un sorriso di quelli che mi rivolgeva ogni volta che combinava uno dei suoi soliti disastri. Non mi disse molto , mi chiese solo di accompagnarlo vicino ad una scogliera nei paraggi.

Dopo ciò iniziò a correre come un forsennato ed io fui costretta a fermarmi per sfilarmi i sandali,così da poterlo raggiungere. Trovato Black*Star , chiusi gli occhi per riprendere fiato e rilassarmi,ma quando li riaprii me lo ritrovai inginocchiato di fronte a me ; questa volta sfoggiava un sorriso diverso da quello che mi aveva rivolto poco prima,questa volta era sincero,ma soprattutto in leggero imbarazzo. Prima che potessi aprire bocca per dirgli una qualunque cosa, lui mi zittì dicendo: “ Ascoltami Tsubaki,devo chiederti una cosa molto importante. Sai tu in questi anni mi sei sempre stata accanto, come partner, come amica e come ragazza, mentre io in tutti questi anni  non ho fatto che crearti non pochi problemi e mi dispiace davvero tanto, ti devo moltissimo ed ora più che mai voglio renderti la donna più felice del mondo. Tu sei una splendida dea ed io sono una specie di dio un po’egocentrico,prima, ora ti pregherei di ascoltarmi attentamente, perchè ciò che ho da dirti è di estrema importanza. Tsubaki Nakatsukasa, ti andrebbe di diventare la più grande delle dee, sposandomi?” e detto questo estrasse dalla tasca dei jeans un magnifico cofanetto di velluto rosso, dal quale estrasse un magnifico anello d’oro bianco,come la mia pelle, con sopra uno splendido zaffiro blu scuro a forma di stella e me lo infilò al dito. 
Ero al settimo cielo, il mio fidanzato mi aveva chiesto di sposarlo,senza pensarci su accettai la sua proposta,sigillandola con un bacio, dal quale ne scaturirono molti altri,tanto che restammo in spiaggia fino all’alba,abbracciati l’uno all’altra. 

Eravamo solo noi due e questo mi bastava, ma  c'era qualcosa che mi feriva: il non poter condividere la notizia con le mie migliori amiche e lo stesso valeva per Black*Star, ma nonostante questo,qualche giorno dopo, una volta annunciato il nostro fidanzamento ufficiale ai miei genitori ed alla mia famiglia,ritornammo a Death City.  Il nostro rientro anticipato era avvenuto allo scopo di annunciare a Lord Shinigami, le nostre nozze, ma soprattutto al professor Sid,che si era sempre preso cura di Black*Star, sin da quando era bambino,era solo merito suo se ci eravamo incontrati, perché se lui non avesse portato Black*Star alla Shibusen, non avrei  mai conosciuto il mio futuro marito,che non smetterò mai di amare. Una volta arrivati nella camera della morte, trovammo il signor Albarn che discuteva animatamente con Stein, Marie e Shinigami-sama, a proposito di quanto era successo a New York, in particolare di chi soffiava i kishin alla Shibusen. Stein sosteneva che fossero le nipoti della Falce della Morte ad intralciare il lavoro degli allievi della DWMA, mentre Shinigami ed il suo partner negavano fermamente,visto che il Dio della morte conosceva bene Lady Duprè.

Ad un tratto alle nostre spalle sbucarono il professor Sid e la professoressa Neigus, che ci annunciarono ai litiganti presenti nella Death Room,che si ricomposero immediatamente e ci chiesero di entrare. Noi eravamo lì non solo per annunciare il nostro imminente matrimonio,ma anche per chiedere di affidarci la missione,con la quale io sarei diventata Death Scythe,visto che l'anima di strega era l'unica che ci serviva. Ci eravamo allenati lungamente per arrivare a quel giorno.Avevamo ottenuto la giusta preparazione ,ma soprattutto ci eravamo impegnati molto con la caccia alle anime, per questo eravamo più determinati che mai a raggiungere il nostro scopo,affinchè Shinigami ci permettesse di raggiungere i nostri compagni a New York, dove a nostra insaputa c'era anche Maka. Infatti Black*Star sospettava che la nostra amica fosse la misteriosa figura che sottraeva i kishin alla Shibusen, anche se a me la cosa risultava al quanto improbabile. 

Una volta entrati il Dio della Morte, ci accolse colla solita benvolenza, domandandoci il motivo per il quale fossimo tornati prima dalla nostra vacanza. Inizialmente Black*Star diede prova del suo estremo egocentrismo, dando vita ad uno dei suoi strani spettacolini, era la tipica mossa che adoperava ogni qualvolta voleva evitare di parlare di cose che lo imbarazzavano, ma il suo show non durò molto,in quanto fu messo K.O. da un portentoso Shinigami Chop. Così presi la parola ed annunciai ai presenti che io ed il mio partner avevamo deciso di sposarci,dopo una lunga riflessione. Mentendo dissi che ero stata io a chiedere al mio ragazzo di sposarmi, per evitare d'imbrazzarlo,ma lui si riprese e smentì le mie parole, ammettendo di essere stato lui a chiedermi di sposarlo.

Tutti i presenti si congratularono per la notizia, chiedendoci dettagli sulle nozze, ma noi decidemmo di sviare il discorso, illustrando al Sommo Shinigami , l'altro motivo per cui eravamo ritornati in anticipo dalla missione. Questa volta, Black*Star mi lasciò parlare, così chiesi al nostro preside, di affidarci la missione che mi avrebbe resa una Death Scythe, ma soprattutto m'interessava sapere se al ritorno ci avrebbe concesso di raggiungere i nostri amici a New York, a patto che l'esito della missione,fosse stato positivo. La divinità acconsentì , informandoci che il giorno seguente avremmo avuto le informazioni necesarie allo svolgimento dell'incarico,ma soprattutto avremmo affrontato uno speciale allenamento con Stein e Marie , allo scopo  di avre una maggiore preparazione, ma soprattutto maggiori possibilità di successo. Ormai eravamo determinati più che mai a raggiungere l'obbiettivo Death Scythe ed ad andare a New York, per scoprire qualcosa di più sugli strani eventi che avevano messo in difficoltà la DWMA, ma soprattutto per sapere la verità sulla partenza di Maka, una volta fatto questo allora e solo allora finalemnte avrei coronato il mio sogno, sposare l'unico uomo che avrei mai potuto amare e creare quella famiglia a cui Black*Star aveva tanto desiderato appartenere e che avremmo creato insieme.

N.D.A: Rieccomi a voi con la quarta ed ultima parte di questo estenuante capitolo, appena rivisitato ed autobetizzato, mi manca la mia beta. Comunque in questo capitolo la nostra coppia felice ha fatto un passo avantie qualcosa si è mosso, ehehe, orami ci avviciniamo all'epilogo di questa storia, anche se ci vorranno ancora un po'di capitoli,diciamo che questo è l'inizio della fine. Spero che abbiate gradito il capitolo,passando al prossimo, come ho già detto sarà interamente deidicato al rapporto tra Soul e Maka ed ai pensieri di quest'ultima riguardo al ritorno di Kid. Inoltre ci sarà anche un altro personaggio a parlare , ma non vi anticipo nulla.

Patty: Salve a tutti sono tornata, sapete io lo so chi parla oltre a Soul e Maka, lui piace anche a mia sorella, chissà magari nel se..

Liz: Patty , smettila immediatamente e vieni qui, non fare spoiler e poi io non sono una ruba fidanzati. Ops, perdonatemi fate finta che io non abbia detto niente,comunque sappiate che gli Hamptons sono davvero belli,comunque adios.

Eccomi di ritorno,scusate ma quelle due soo pericolose,comunque fate tesoro di quelle poche informazioni che le Thompson vi hanno rivelato,perché chissà magari vi torneranno utili in futuro. Comunque un ringraziamento speciale va a tutti quelli che mi leggono e recensicscono a cui dedico il capitolo. Sayonara ed arrivederci al prossimo capitolo che si chiamerà We are broken, ho modificato il titolo per esigenze di trama.



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Capitolo 14
*** We Are Broken. C'è ancora una speranza per noi? Prima parte ***


Maka: Era dura da ammettere, ma la mia situazione era davvero compromettente. Avevo percepito giorni addietro la lunghezza d’onda dell’anima di Kid, delle Thompson e di altre due ragazze, una shokunin ed una buki. Per giorni mi ero domandata se fosse giusto dire a Crona, che la persona da lei più odiata ed amata allo stesso tempo, era arrivata in città e la mia amica, correva il rischio d’incontrarla. Per questo decisi di rivelarle tutto. Di certo non mi aspettavo, che andando a caccia di kishin, come di consueto, mi sarei imbattuta in quel verme di Death the Kid. In quella situazione quello che mi preoccupava maggiormente, era che scoprisse la mia identità e mi creasse ulteriori problemi, dato che già ne avevo parecchi, ma quello più seccante era Soul.

Mi imbattei in Kid, durante una battuta di caccia. Stavo seguendo un kishin che pedinavo da un po’, lo avevo bloccato ed avevamo iniziato a combattere, ma poi quello si dileguò nel bel mezzo della battaglia, così fui costretta ad inseguirlo nuovamente. Mentre tentavo di raggiungerlo, avvertii l’anima di Kid, proprio dove si trovava il mio obbiettivo ed ovviamente mi precipitai. In quel momento non pensai al mio ex amico, ma solo ad un modo per ottenere il più velocemente possibile le informazioni che mi occorrevano e far fuori il mio avversario. In un secondo momento avrei pensato alla fuga. Fu così che mi ritrovai di fronte a quello shinigami fissato con la simmetria. Notai che era cresciuto, ma soprattutto mi saltò subito agl’occhi l’assenza delle sue partner le sorelle Thompson.

La faccenda era alquanto sospetta,ma non avevo il tempo per rifletterci su, infatti sfoderai Rayearth e passai subito all’attacco, salvando la vita al mio ex amico, poi creai un campo di forza dove sarei potuta restare da sola col kishin, a cui avrei chiesto informazioni riguardo gli strani eventi accaduti negli ultimi tempi. Il demone confessò subito che il loro capo era una strega discretamente potente, di cui non sapeva il nome. L’unica cosa che sapeva, era che si sarebbero ritrovati due giorni dopo in un vicolo del Queens. Dopo aver memorizzato le parole del nemico, non esitai a farlo fuori. Una volta tolto di mezzo l’avversario, Rayearth ne divorò subito l’anima.

Nel frattempo Kid era rimasto senza parole, così decisi di provocarlo un po’, dicendogli che non era all’altezza di suo padre, che conoscevo bene, dopo ciò rilasciai il soul protect lasciandolo sgomento. Così gli rivelai che ero figlia di una strega amica di sua madre e di suo padre. Poi gli diedi il colpo di grazia dicendogli che era fragile e che non sempre le cose vanno come le abbiamo progettate e gli disse che presto avrebbe incontrato Crona ed allora avrebbe capito tutto.

Detto questo mi dileguai in fretta, per tornare in albergo. Lì mi aspettavano i Blast, poiché avevo promesso a Nobu che lo avrei accompagnato all’aeroporto, per prendere il volo che lo avrebbe ricondotto a Tokyo. La sera precedente mentre mi parlava della sua vita lì, mi disse che sarebbe stato molto felice di condividerla con me. Così mi propose di andare a vivere con lui, io non sapevo che dire, perché in testa avevo una confusione tremenda.

Il viaggio fu breve perché in poco tempo arrivammo in aeroporto ed il loro volo sarebbe arrivato nel giro di mezz’ora, così Nana mi disse che non era necessario che aspettassi con loro tutto il tempo, anche perché io e Nobu avremmo sofferto di più. In realtà avrebbe sofferto maggiormente lui, visto che io ormai non ero più certa di amarlo. La colpa di tutto era essenzialmente di Soul, da quando era riapparso nella mia vita, tutto mi si era ritorto contro. A partire dal potere grigori che rischiava di farmi perdere i miei poteri da strega e questo non lo potevo permettere.

Più ripensavo agli ultimi anni e più mi tornavano in mente il suo viso, i suoi splendidi occhi cremisi, la cicatrice che si era procurato per proteggermi da Crona, i suoi baci ed infine il nostro incontro alla festa di Shinigami, che era degenerato provocando la nostra scappatella nello sgabuzzino dell’hotel, subito dopo esserci rivisti dopo quattro anni, e tanti altri di desideri sopiti, a causa della sua stupidità che aveva rovinato tutto.

Più cercavo di odiarlo e più mi accorgevo di amarlo ancora, non riuscivo a cancellare Soul Evans, dalla mia vita. Per colpa sua ero finita in ospedale, solo perché ero debole e non riuscivo a smettere di amarlo. Ogni singola volta che pensavo di lasciare Nobu e di stare con lui e tornare alla Shibusen come un tempo, i ritornavano in mente tutti i commenti che aveva fatto su di me con i suoi amici e tutto il male che mi aveva fatto, negando i suoi sentimenti per me, facendomi sentire come mia madre, una stupida che si era innamorata del suo partner. Pur di non perderlo ero finita in ospedale, perché avevo bisogno di lui anche solo come amico, anche se dopo il mio ricovero pensai seriamente che fosse arrivato il momento di chiarire la confusione che avevo.

L’unico modo per risolvere la faccenda era parlarne con Soul, rivelargli tutto e poi dargli occasione di dimostrarmi se fosse realmente cambiato ed in base a ciò poi avrei riflettuto anche sulla mia storia a distanza con Nobu e poi avrei preso la decisione finale. Inoltre a crearmi problemi c’era la riappacificazione fra Crona e Kid, perché lui aveva intenzione di scoprire come mai io avessi lasciato la Shibusen. La notizia del riavvicinamento tra la mia amica ed il suo ex ragazzo, mi era stata comunicata da Reira telefonicamente, inoltre l’idiota simmetrico l’aveva invitata a cena fuori e Crona innamorata persa com’era aveva accettato senza pensarci. Tutto questo lo avevo scoperto mentre cercavo di chiarirmi con il mio ex partner.

Era stato davvero traumatizzante vedere che persino quell’idiota di uno shinigami, alla fine era riuscito a combinare qualcosa di utile, mentre io invece ero sempre più confusa e non riuscivo a comprendere, per quale dei due ragazzi che sconvolgevano la mia mente ed il mio cuore, provassi il sentimento più forte. Quella sera vidi la mia amica come mai prima d’ora, Reira aveva messo a disposizione della nostra amica, Marie e tutto il suo staff, per prepararla al meglio all’incontro di quella sera. Il mio compito fu quello di aiutarla a scegliere l’abito e di incoraggiarla ad affrontare le sue paure, affinché mostrasse a quel cretino di Kid, cosa si fosse perso in quattro anni.

 

Dopo aver accompagnato Crona all’ingresso dell’albergo, dove avrebbe incontrato il suo accompagnatore, tornai in camera mia, dove con mia sorpresa trovai Soul, seduto sul mio letto. Mi sorrideva in un modo diverso dal solito, non un ghigno, come di consueto, ma qualcosa di diverso, un sorriso vero, dolce e sincero. Quando lo vidi rimasi un attimo perplessa, ma poi gli sorrisi a mia volta, richiudendomi la porta alle mie spalle e lo raggiunsi sul letto, dove mi accomodai accanto a lui. Per qualche minuto i nostri sguardi s’incrociarono. Rosso nel verde, una combinazione magnifica ed elettrizzante allo stesso tempo. Ogni volta che i nostri occhi s’incrociavano, mi sentivo sicura e protetta, ma allo stesso tempo provavo un forte senso di colpa ed un certo timore. Sapevo che anche con un solo sguardo lui era capace di leggermi l’anima, perché mi conosceva fin troppo bene.

Per la prima volta mi soffermai ad osservare con attenzione la sua figura, in tutto il tempo che avevamo trascorso insieme, a partire dalla sera della festa fino a quella sera, non lo avevo mai guardato veramente. Ero stata troppo presa dai miei tentativi di fuga e dai miei impegni di strega, per questo non mi ero accorta di quanto il suo aspetto fosse mutato da quando ero scappata. Per la prima volta in quattro anni, mi resi conto di essere stata una vigliacca, perché avevo preferito scappare, piuttosto che affrontare le mie paure ed i miei problemi, ma soprattutto mi ero comportata come mia madre.

Qualcosa dentro di me da quando io e Soul ci eravamo ritrovati aveva iniziato ad incrinarsi, perché accanto a lui mi sentivo completa. Stavo iniziando a pentirmi della mia fuga, ma soprattutto stavo iniziando a dubitare del mio ruolo di strega e di maestra della spada di fuoco. Pensai a Rayearth ed a Soul. Le nostre anime erano in sintonia, ma la mia risonanza con Soul era speciale, con Rayearth, non avevo mia provato quelle emozioni che solo il mio ex compagno mi sapeva trasmettere. Iniziai a credere che forse sarebbe stato meglio ritornare alla DWMA, da Shinigami e dagl’altri, per poi ricominciare da capo. Nuovamente avevo pensato solo a me stessa, ignorando il mio partner e la mia famiglia, in più non avevo preso in considerazione Nobu, lui mi amava ed io credevo di ricambiarlo, ma in quel momento tutte le mie certezze erano crollate come castelli di carta.

Avevo un’unica certezza in quel momento, volevo parlare con Soul, dovevo dargli parecchie spiegazioni, ma soprattutto era necessario che gli rivelassi i miei sentimenti, era importante, perché solo mettendo a confronto quello che sentivo quando ero in sua compagnia, con quello che sentivo quando stavo con Nobu, anche se il nostro legame non era mai diventato fisico, poiché non avevamo avuto occasione, di passare ad un livello successivo della nostra relazione. Invece con Soul, il contatto fisico c’era stato anche piuttosto profondo, anche se non era avvenuto nel modo giusto. Ero pienamente consapevole dei miei sbagli e desideravo rimediare, affinché la mia vita non prendesse la piega che invece aveva preso quella di mia madre. Io e mia madre siamo diverse e lo siamo sempre state, così come Spirit e Soul ed anche Rayearth.

Chi mi preoccupava maggiormente era proprio la mia weapon, lui non meritava che lo ferissi,  soprattutto dopo tutti gli sforzi compiuti per aiutarmi a superare il periodo di crisi in cui mi trovavo, quando lo incontrai all’inizio del mio percorso di strega e maestra di spada. Anche Nobu si era prodigato per alleviare le mie sofferenze, mi aveva donato serenità, affetto ed amore, nel momento in cui credevo che mai più avrei amato qualcuno, dopo essere stata innamorata per otto anni della mia ex buki, quell’affascinante pianista dai capelli argentei e gli occhi rossi. Rubino e smeraldo era sempre stata la mia combinazione preferita e mai sarebbe cambiata, di questo ne ero più che sicura, visto che in quattro anni, non lo avevo affatto dimenticato, nonostante lo negassi a me stessa.

Persa nei miei pensieri non mi ero accorta di essermi accomodata accanto a Soul e che da un po’ di tempo i nostri sguardi si erano incrociati, ma nessuno dei due riusciva a proferire parola, soprattutto in quella situazione in cui le nostre anime si affrontavano pacificamente. Fui io a prendere la parola, dicendogli: “Senti … per me è difficile parlare con te dopo gli ultimi avvenimenti, credo che tu abbia capito di cosa sto parlando. In primis, ti debbo delle scuse, ti ho trattato malissimo e di questo sono pentita, il problema è che sono confusa e uno dei motivi della mia confusione è il tuo ritorno Soul. Io credevo di aver imparato a non amarti ed a odiarti, ma ho fallito, perché in quattro anni mi sei mancato, mi costa ammetterlo mister cool, ma è così e sappi che non ti sto mentendo. Adesso ti dirò la seconda cosa che ti avevo accennato l’ultima volta che abbiamo parlato. Quando sono caduta per le scale mentre t’inseguivo, volevo raggiungerti per parlarti di due problemi che ho. Il primo riguarda il potere grigori. La mia anima è entrata in contrasto con i poteri di strega, perché in uno dei miei ultimi combattimenti, ho usato contemporaneamente il grigori e la magia. Il problema è che queste due abilità sono entrate in conflitto, mettendo in pericolo la mia anima, ho consultato una strega del posto, la quale mi ha informata che se userò di nuovo il grigori insieme alla magia, perderò quest’ultima e tutte le abilità ad essa connesse, in particolare il potere speciale di Rayearth. Ho paura Soul, perché non voglio perdere il mio partner, io sono la sua famiglia, ci siamo salvati a vicenda, se non lo avessi conosciuto, io non sarei qui adesso!”

Prima che potessi aggiungere altro Soul mi bloccò e prese la parola: “Ascoltami Maka io ti ho perdonato tutto, non preoccuparti e inoltre sappi che io ci sarò sempre per te, non ti chiederei mai di abbandonare il tuo attuale compagno, soprattutto se ti ha salvato la vita. Io non ti ho mai smesso di amare e non ho mai smesso di sperare che tu tornassi da me. Se tu tornassi ti dimostrerei, che non mentivo quando ti scrissi in quella lettera i miei sentimenti, però non voglio costringerti a fare nulla che tu non voglia. Qualunque cosa accadrà il sottoscritto ragazzo cool, ti resterà accanto e ti proteggerà.” “Soul?”. “Maka?” “Maka-chop! Scarlet Shock!”.

N.D.A: Hello! Salve a tutti, come andiamo? Perdonatemi per il mastodontico ritardo, prometto che non si ripeterà più. In questo capitolo qualcosa tra Soul e Maka, si è mosso, ma non possiamo dire che la situazione si sia risolta, anzi semmai siamo lontani anni luce da una risoluzione. Lo sò sono malvagia, ma non posso farci niente. Sarebbe troppo comodo farli rimettere subito insieme. Comunque quello che è chiaro è che Soul per Maka è importante, pur tentando di odiarlo, mi sa che è troppo legata al nostro albino preferito, sarà che quel ragazzo è un mito.

Angolo dediche: Il capitolo è dedicato in primis alla mia migliore amica Any_. che è l'autrice di un capolavoro su Death Note. Se leggerai questo capitolo, spero che tu veda quello che sto per scrivere. Ti sono grata per essermi amica e per avermi aiutata in un momento difficile, ti adoro sei una grandissima amica, sarei perduta senza di te, ti adoro. Poi lo dedico ad Hachi ovvero Kiddina, amica mia anche tu sei meravigliosa, anche perché mi hai dato una grande gioia, quella di sapere che esiste il pupazzo di Light. *modalità venerazione*.
Essendo questo capitolo su Soul e Maka, lo dedico a Juliet_Albarn, una delle migliori autrici che conosca su questo fandom, ma soprattutto grande appassionata di questo pairing ed a tutte le fan di Soul e Maka

 

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Capitolo 15
*** We Are Broken. Potrà mai esserci un futuro? Parte seconda ***


Colpii Soul, con un Maka-chop e con lo Scarlet Shock, poiché mi aveva interrotto impedendomi di terminare il mio discorso. Così perse i sensi per qualche minuto, in cui io ne approfittai per cambiarmi. Presi gli abiti puliti e mi recai in bagno dove mi cambiai. Una volta uscita, indossavo un top color lavanda ed un pantaloncino nero. Era un abbigliamento perfetto per restare in albergo, l’unico problema era la scollatura del top. Infatti al suo risveglio, si trovò disteso sul letto e notò che ero intenta a leggere un libro sulla poltroncina di fronte a lui; il problema era che mister cool, aveva intenzione di farmi uno scherzo, sottraendomi il libro che stavo leggendo.

 Soul, aveva ben pensato di nascondersi dietro di me, visto che sapeva, che quando ero presa dalla lettura, non mi accorgevo di nulla. Il suo piano fallì quando, nel tentativo di sfilarmi il libro da sotto il naso, scivolò sulla poltrona, perdendo l’equilibrio ed andando a cadere col viso nella mia scollatura e col sedere sul pavimento. A quel contatto, dapprima arrossii, poi gli mollai un ceffone, lasciandogli sul viso l’impronta rossa della mia mano. Il poveretto era messo piuttosto male, non solo perché gli era venuta un’epistasi, chiaro segno che il suo spirito maschile si era risvegliato. Me ne accorsi dall’espressione del suo viso, che qualcosa non andava, infatti era contratto in una specie di smorfia di dolore.

Soul  accortosi dell’accaduto, arrossì vistosamente, dopodiché corse in bagno a sciacquarsi il viso. Io nel frattempo mi avvicinai alla porta del bagno, chiusa a chiave e gli urlai di aspettarmi lì, mentre io prendevo dal suo giubbino, la chiave della sua stanza, dove sarei andata di lì a poco a prendergli un cambio d’abiti, della biancheria pulita ed il suo accappatoio.

Così uscii indossando in fretta la parrucca, sbattendo poi in modo violento la porta dietro di me per la fretta. Successivamente corsi in camera di Soul, una volta lì la prima cosa che notai fu il caos, poi mi avvicinai alla piccola scrivania , dove vidi degli spartiti, su cui aveva scritto le sue splendide melodie. Quella che mi colpì maggiormente aveva come titolo “The lost love. I’ll always remember you!”.

Capii subito che quella melodia l’aveva composta per me. In quel momento mi sentii davvero una stronza, perché per tutto il tempo avevo trascurato i sentimenti della persona che più teneva a me. Così mi ripromisi che anche se avessi scelto Nobu, non lo avrei né dimenticato e né tantomeno cancellato dalla mia vita. Lui era stato il mio primo amore, il primo uomo di cui mi ero fidata. Tutto nel nostro strano rapporto, era legato da quel magnifico strumento, il pianoforte, quello che mi aveva condotta a lui. Era il piano il nostro filo rosso, quello che teneva unite le nostre anime.

Lasciando da parte i miei pensieri, mi avvicinai al suo armadio, dove presi un jeans nero ed una camicia bianca. poi mi occupai di trovargli la biancheria pulita, l’accappatoio ed il suo fidato cerchietto nero, il mio preferito. Preso quello che mi serviva, richiusi la porta alle mie spalle, dandomi quasi alla fuga, visto che Soul mi aspettava da parecchio tempo in bagno. Infatti avevo modo di supporre che fosse furioso, per l’attesa a cui lo avevo sottoposto. In pochi minuti mi ritrovai davanti alla porta della mia camera, ma mentre stavo per entrare sentii una presenza familiare bloccarmi il braccio. Avevo percepito la sua lunghezza d’onda, già all’uscita dalla camera di Soul. Era Kid, il quale mi voltò verso di lui e prima che io potessi dire qualunque cosa mi guardò fisso negli occhi, con uno sguardo tutt’altro che amichevole.

Probabilmente mi aveva riconosciuta, perché nonostante portassi la parrucca, non avevo indossato le lenti a contatto, quindi il mio sguardo color smeraldo, incrociò quello color dell’ambra, del giovane shinigami di fronte a me, il quale mi disse: “Ascoltami, noi ci siamo già visti stamattina, tu mi hai salvato da quel kishin. Ho modo di ritenere che tu sia la strega amica di Crona, la nipote di Spirit Albarn, quindi sei la cugina di Maka. Sappi che ti tengo d’occhio, perché me la ricordi molto. Allora se tu ipoteticamente fossi Maka, non credo che ti potrei perdonare sai, ma soprattutto non ti consentirei di avvicinarti alla mia Crona, io la amo e ho giurato di proteggerla da quelle come te! In caso contrario mi scuso per il mio comportamento, ah un’ultima cosa, che questa conversazione resti fra noi!”.

Ero infuriata quel cretino di uno shinigami, me l’avrebbe certamente pagata. A quel punto tanto valeva rivelargli la verità su mia madre e su di me, ma soprattutto era necessario che sapesse dell’accordo che vigeva fra Shinigami e il clan di Rouhana. Così ordinai a Kid di prendere uno specchio, affinché potessi chiamare suo padre, così lui avrebbe spiegato personalmente a suo figlio la situazione mia e di Crona.

Lui ubbidì senza ribellarsi e in pochi minuti si procurò lo specchio e compose personalmente il numero della Death Room e nell’arco di pochi secondi comparve l’allegra figura di Shinigami, che fissò sia me che Kid con aria interrogativa. Io presi immediatamente la parola e dissi rivolgendomi al Dio: “Salve Lord Shinigami! Mi scuso per averla disturbata, ma l’ho chiamata, perché necessito di discutere con lei a proposito dell’accordo che intercorre tra la Shibusen e la famiglia Duprè. Suo figlio deve esserne messo al corrente, dato che ha assunto un atteggiamento ostile nei miei confronti ed in quelli di Crona. Io mi trovo a New York, perché lei mi ha ordinato di collaborare con Crona e di dare tutto l’aiuto necessario alla DWMA. La pregherei di calmare suo figlio, altrimenti sarò costretta a prendere seri provvedimenti nei suoi confronti.”.

Shinigami rispose sempre col suo solito tono allegro, senza scomporsi minimamente, rivolgendosi prima a me e poi a suo figlio, dicendo: “Signorina Duprè, che piacere rivederla. Mi dispiace che mio figlio le abbia creato delle difficoltà, le assicuro che risolveremo la questione al più presto. Figliolo lei è la cugina di Maka ed è una nostra alleata, anche se ipoteticamente lei fosse Maka tu devi lasciarla in pace. Dovresti essere contento figliolo, visto che stasera uscirai con Crona!” Dopo quest’affermazione del padre, il giovane Dio della morte sbiancò e poi arrossì vistosamente.

Dopo essermi congedata da Kid, raggiunsi Soul, il quale era davvero furioso, perché aveva atteso fin troppo per potersi fare una doccia e nel frattempo la situazione era anche peggiorata.

Anche io non ero messa bene, ero al limite. Kid e Crona erano sulla strada della riappacificazione e in più io ero nel pieno di una tempesta emotiva, perché non riuscivo a capire quanto amassi Soul e quanto Nobu. Il primo era il ragazzo che mi era sempre stato accanto, l’unico uomo di cui mi fossi mai fidata, quello che più volte aveva sacrificato la sua vita per me, quello che avevo amato sin da quella volta che aveva suonato per me la sua canzone. Dei miei sentimenti me ne ero accorta solo qualche anno più tardi. Mentre il secondo era la persona che per prima aveva accettato la mia natura e mi era stata accanto nel momento del bisogno, quando mi sentiva abbandonata e tradita dalle persone a cui tenevo maggiormente.

Mi ridestai subito dai miei pensieri ed entrai nel bagno, dove sistemai l’accappatoio ed i vestiti e lasciai Soul a rilassarsi comodamente nella vasca. Meritava un po’ di riposo e di pace dopo il caos che avevo creato nella sua vita da quando me ne ero andata e che era aumentato nel momento in cui ci eravamo ritrovati nel peggiore dei modi. Richiusi velocemente la porta del bagno e mi stesi sul letto, dove chiusi gli occhi e mi addormentai.

Nel sonno vedevo il suo viso e quello di Nobu, rivedevo i bei momenti trascorsi con entrambi e il tutto non faceva altro che aumentare la mia confusione. Alla fine dopo un interminabile ragionamento, arrivai alla conclusione che avrei provato a ricucire il mio rapporto con Soul e avrei valutato se la nostra relazione era destinata a funzionare o meno. Nel frattempo avrei anche avuto modo di verificare quanto effettivamente fossi legata a Nobu, al quale avrei chiesto una pausa di riflessione, data anche l’enorme distanza che intercorreva fra noi.

 Come avrei mai potuto scegliere fra Soul e Nobu? Nemmeno nel sonno riuscivo ad avere un po' di tranquillità. La cosa migliore sarebbe stata quella di assecondare i miei sentimenti per entrambi e vedere quale delle due relazioni sarebbe stata più forte.  Volevo  confessare a Soul i miei sentimenti, dato che ormai avevo la certezza di essere ricambiata. Desideravo provare ad amare il mio ex-partner e tentare di capire se per noi ci sarebbe mai potuto essere un futuro. Sapevo già che non avrei mai fatto la cosa più giusta e che molto probabilmente non avrei confessato nulla all'idiota e avrei lasciato perdere. Forse sarebbe stato meglio se avessi lasciato che le cose prendessero illoro naturale corso, senza voler anticipare i tempi e fuggire di nuovo. Ancora oggi mi pento di non aver colto l'occasione che mi si era presentata e di aver fatto del male a lui e a Nobu, ma ora è tardi per chiedere scusa al mio ex migliore amico e primo amore.

N.D.A: Hello! Rieccomi gente, come promesso sono tornata. Molte sono le cose successe in questo capitolo, bello lungo a mio parere. la situazione di Soul e Maka sta diventando un po'più chiara, ma allo stesso tempo non molto serena. Purtroppo non posso comunicarvi le mie intenzioni riguardanti il finale, molto vicino, di questa storia. Comunque ritorniamo a noi. Forse alcuni di voi leggendo riusciranno a capire il motivo per cui la storia è intitolata il filo rosso. Lascio a voi il compito di capire e spero che nelle vostre recensioni, (sempre che ce ne siano) mi diciate la vostra opinione in merito.

Blair: Nyaaaaaaah!
Spirit: Micina che bello!
Blair: Signor papino! hey ho un'idea!
Spirit: Dimmi gattina!!
Blair: Invitiamo Stein a festeggiare con noi e Lisa e Arisa?
Spirit: No lui no! *brividi di terrore*
Stein: Senpai! Posso vivisezionarti?
Spirit: No!
Stein: Ok. Allora prendo il mio miglior bisturi da vivisezione.
Blair: Signor Dottore, vuol venire a giocare con noi al Chupa Cabras?
Stein: Non è il mio genere di divertimento, ma grazie Blair.
Blair: Si figuri signor dottore!
Stein: Blair, scusa posso porti una domanda?
Blair: Sì, certo Signor Dottore!
Stein: Blair, ma la ragazza bionda vestita tutta di nero, che lavorava da voi prima dov'è finita?
Blair: Non lo so! Un giorno un ragazzo bellissimo ed uno che somiglia ad un panda se la sono presa e se ne sono andati Miao!
Stein: Capisco! Se permetti io viviseziono il senpai.
Blair: Ok!
Stein: Perfetto! *insegue Spirit tentando di vivisezionarlo*



 

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Capitolo 16
*** We Are Broken. Troveremo mai un po' di pace? Parte terza ***


Circa mezz’ora dopo essermi addormentata fui risvegliata dal suono del mio cellulare. Era Reira, Crona aveva bisogno del mio aiuto, poiché quella sera sarebbe uscita a cena con Kid. Quale occasione migliore per darle il mio regalo di compleanno, un tubino viola chiaro con dei ricami neri, molto elegante che avevo avvistato mentre facevo shopping con Hachi. Così sgattaiolai in fretta dalla camera e mi diressi da Reira, dove trovai Mari, la sua manager e l’intero staff che si occupavano di trovare il look giusto per la mia amica. Reira aveva messo a disposizione di Crona, un abito nero corto, molto carino, ma decisamente inadatto alla poveretta, poiché per i suoi gusti metteva troppo in risalto le sue forme. Infatti non appena mostrai a Crona l’abito che le avevo regalato, impazzì di gioia.

 Lo indossò immediatamente e costatammo che le stava d’incanto, soprattutto perché lo staff di Reira aveva fatto un lavoro eccezionale su di lei. Sembrava davvero un’altra donna. Il suo volto era illuminato da un meraviglioso sorriso. Finalmente dopo tanto dolore, era vicina a quella felicità che tanto aveva desiderato. L’accompagnai fino alla hole dell’albergo dove poi la lasciai.

Una volta lasciata Crona, mi diressi in camera, dove trovai Soul che dormiva beatamente sul mio letto. Era così tenero quando dormiva scompostamente, ritenendo che quello fosse il modo più cool per dormire. Gli adagiai una coperta addosso, affinché riposasse senza correre il rischio di ammalarsi. Nel frattempo mi cambiai indossando gli abiti per la caccia. Era ora di andare a svolgere il mio compito di maestra d’armi e di strega. Per non far preoccupare l’albino che si era impossessato della mia camera, gli lasciai un biglietto per avvisarlo della mia assenza giustificata.

Fatto questo sgattaiolai fuori dalla finestra, facendo meno rumore possibile, per non svegliare Soul e richiusi la finestra alle mie spalle, per evitare spifferi. Mi allontanai non vista dall’albergo per iniziare la mia quotidiana ronda serale, che partiva la tramonto e si concludeva verso la sera tardi. Quella sera però avevo intenzione di tornare il prima possibile, perché volevo assolutamente eliminare il kishin inviato da Steno, (vero nome della sorella di Medusa) la quale aveva provveduto a presentarsi in giro con un nome falso, affinché nessuno sospettasse, che fosse sua la regia degli eventi che avevano sconvolto prima la città degli Angeli e poi la Grande Mela.

Una volta trovata la mia preda avevo la ferma intenzione di tornare da Soul e rispedirlo in camera sua. Non sarebbe stato affatto prudente da parte mia, dormire insieme a lui nella mia camera. Sarebbero potute accadere cose davvero sconvenienti ed io non avevo alcuna intenzione di illudere Soul e fare del male a me ed a Nobu.

Mi ci vollero quattro ore per individuare il mio obbiettivo, che nel frattempo, aveva deciso di rovinare definitivamente la serata romantica della mia migliore amica. Quest’atto era assolutamente imperdonabile da parte di quel maledetto demone, così intervenni prontamente, salvando di nuovo la vita di quell’idiota di Kid e togliendo dai pasticci la povera Crona, che lasciai a fare da infermiera al suo amato. Fu uno scontro duro ma alla fine non solo ottenni delle preziose informazioni su Steno ed i suoi, ma riuscii anche a prendermi la sua anima che Rayearth, divorò con gioia.

Una volta sconfitto il demone mi diedi alla fuga, tornando il più velocemente possibile in albergo. Una volta rientrata, come ero uscita trovai Soul seduto sul letto, con un espressione piuttosto irritata dipinta sul volto. A quanto pare aveva letto il biglietto e non aveva affatto gradito la mia fuga serale. Non poteva farmene una colpa, se avevo una missione ed intendevo tenerlo allo scuro della verità. Volevo proteggerlo, glielo dovevo, troppe volte si era sacrificato per me. Adesso toccava a me ricambiargli il favore.

Evitai accuratamente il suo sguardo fuggendo in bagno e sbattendogli la porta in faccia. Sentivo la sua rabbia distintamente e il suo dolore non faceva che peggiorare il mio. Mi sentivo uno schifo. Lo avevo ferito, ma lui non avrebbe mai potuto comprendere la mia missione.  Nella mia mente forse avevo trovato le parole per poter dire a Soul quanto mi dispiacesse averlo ferito, ma le sue parole mi spiazzarono: “Perché? Hai idea di quanto mi sia preoccupato quando non ti ho vista? Perché continui a farmi del male? Non riesco a capirti! Davvero non mi ami più?”.

A quel punto scoppiai in lacrime, ero davvero distrutta. Non riuscivo nemmeno io a spiegarmi il motivo delle mie azioni. Così tra le lacrime cercai di spiegargli ciò che sentivo e cercai di far apparire ai suoi occhi la mia missione meno pericolosa di quanto realmente non fosse: “Mi dispiace … Non so darti un perché a tutto questo, ma posso solo dirti che al momento ho una confusione in testa assurda. Sto cercando di non fare del male a nessuno. So bene che sono stata un egoista ad andarmene senza darvi anzi darti una spiegazione. L’unico problema fra di noi sei tu Evans! Possibile che tu non riesca a capirlo?”

Dopo la mia sfuriata calò il silenzio più gelido. Mi accucciai piangendo silenziosamente davanti alla porta del bagno, sapendo bene che oltre quella porta, la sua schiena era poggiata in corrispondenza della mia fuori di lì. Dopo poco Soul bussò alla porta chiedendomi di aprirla, ma io gli sibilai che era chiusa a chiave dall’interno. Lui non si scompose e peggiorò la situazione ponendomi una domanda, che mi fece quasi impazzire: “Maka Albarn, ma tu mi ami ancora? O meglio mi hai mai amato?”.

Ecco in quel momento avrei dato qualunque cosa per non dover rispondere a quella domanda, ma non potevo non rispondergli, almeno quella la meritava. Così rigirai la domanda a mio favore, pensando bene a come rispondergli. Gli chiesi: Soul Eater Evans tu mi hai mai amata? Se sì ora mi ami ancora, nonostante io sia stata una grandissima stronza?!”

La sua risposta mi sconvolse profondamente. “Sai Albarn, mi sconvolge che tu mi chieda se io ti abbia mai amata. Sei molto intelligente, dovresti capirlo da sola. Io ti ho sempre amata e ti amo tutt’ora. Ammetto di essere stato un cretino, ma anche tu hai le tue colpe. Se sapevi perché non hai mai parlato?” “Evans io non ti ho mai detto nulla perché avevo paura che se la nostra relazione fosse cambiata e poi per un motivo fosse finita, io non sarei riuscita più ad essere la tua partner ed a guardarti in faccia. Soul io sono molto confusa, perché non riesco a capire cosa provo per te e per Nobu. Non voglio fare del male né a te e né a lui. Io vi amo entrambi, allo stesso modo o almeno credo.”

In quel momento la porta del bagno si aprì ed io persi i sensi svenendo tra le braccia di Soul, che preoccupato mi adagiò sul letto. Tentò di farmi aria colla speranza di farmi riprendere, ma rimasi incosciente per parecchio tempo. Mi risvegliai la mattina dopo.

Una volta ripresi i sensi, costatando di aver dimenticato gli eventi della sera prima, notai che Soul si era addormentato accanto a me sul lato sinistro del letto. Era così bello quando dormiva, anche se sul suo viso dominava un espressione molto preoccupata. Evidentemente doveva essere accaduto qualcosa che lo aveva impensierito. Così per tirargli su il morale, mi preparai velocemente per poi uscire dall’albergo. Mi recai in un bar nelle vicinanze, dove presi un caffè ed un cappuccino, due cioccolate calde e due cornetti, uno alla crema ed uno al cioccolato.

Dopo essermi allontanata dal bar e aver speso 6 dollari e 60, rientrai in camera, dove trovai Soul, che dormiva ancora. Non era mai stato mattiniero, infatti era sempre toccato a me svegliarlo. Infatti anche quella mattina avrei svolto il mio ruolo di sveglia umana per Soul. Mi era mancato svegliarlo la mattina, in realtà mi era mancato tutto di lui. Così per dargli una sveglia più dolce, lo baciai delicatamente sulla fronte, ma poco dopo quel cretino, con un braccio, mi fece “casualmente” scivolare sulle sue labbra, dove appoggiai le mie per baciarlo. L’idiota ovviamente ricambiò senza pensarci due volte, approfondendo il contatto. In quel momento, stretta a lui, mi sentivo libera da ogni preoccupazione, ma soprattutto mi sembrava di vivere una specie di sogno. Quando vivevamo insieme, avevo sempre desiderato svegliarlo così, ma mi era sempre mancato il coraggio.

Ho sempre parlato di coraggio, ma alla fine nemmeno io sapevo cosa fosse, però quei piccoli gesti, a mio parere ne erano sicuramente un segno. Infatti non avrei mai osato avvicinarmi a lui così in un altro contesto, ma lì era tutto diverso. Quanto mi mancano i suoi occhi di rubino ed i suoi capelli bianchi, con riflessi argentei, quanto vorrei che fosse qui accanto a me. Ma nella vita che ho scelto lui non c’è, anche se negli ultimi tempi, ho riconsiderato la mia posizione. Vorrei sentire la sua voce, il suo respiro sulla pelle, i suoi baci, le sue carezze. Eh sì Maka Albarn, la donna che odiava gli uomini si è innamorata e si strugge per un uomo che non vede da chissà quanto. Ma ora ritorniamo indietro a quei momenti a cui ripenso con tanta nostalgia. 

N.D.A: Salve a tutti gente! Come va? Spero bene... ^////////^''''''
Ok lo ammetto sono davvero pessima. Dopo questo capitolo mi odierete, visto che ho tirato un sassolino enorme e poi ho nascosto la mano. Ciò che ho detto in questo capitolo, non è indicativo di nulla, se non del fatto che qualcosa è successo. Questo ovviamente sta a voi scoprirlo, infatti mi piacerebbe che nelle recensioni mi deste un'idea in merito. Purtroppo per voi la qui presente Black Nana, ha già in mente ciò che accadrà in futuro, però la speranza è l'ultima a morire, perciò chi lo sà magari in futuro... Comunque ritornando a noi, tra Soul e Maka, qualcosa sta cambiando e chissà che non accada qualcosa. La nostra bionda con gioia di molti si è resa conto di essersi innamorata seriamente del bell'albino. Spero che il capitolo vi piaccia e che non mi trucidiate please. Riprendendo il discorso di prima, le battute che di poco precedono il finale del capitolo, parlano del futuro, ma non necessariamente della scelta di Maka, perciò tranquille.

Ghira: *Peluche a forma di giraffa appartenente all'illustre sottoscritta* Che palle Nana, perché fai tutti questi monologhi che alle persone non interessano?
Ghosty: *Peluche a forma di fantasma, per il resto come sopra* Ghira, ha ragione Nana, rompi meno le scatole.
Crona: *Sbucata dal nulla* I-io non so come comportarmi con i pu-pupazzi a forma di spettro...
Liz: Aiutoooooooooooooooooo! Un fantasma! Ti prego non uccidermi. Sembri tanto quel bambino fantasma che stava in camera con Crona. Imotoooooooooo, intervieni presto!
Near: Mi sento chiamato in causa.
Ghosty: Un fantasma come me che bello!
Patty: Giraffa!
Liz: Imoto non pensare alle giraffe! Salvami
Ragnarock: E che cazzo! Sempre la stessa fottutissima storia del cazzo! Spilungona,il bambino è solo un fottutissimo nano albino,ma non è ancora morto,almeno per ora. Tu fissata colle giraffe datti una calamata e aiuta tua sorella e lo stuzzicadenti del cazzo!

*In un angolino*

Angolo dediche: Ok ora sono al sicuro dal casino! Il capitolo è dedicato a: Blackkina, Kiddina e Soulina, che adoro, a Juliet_Albarn, che adoro, spero non mi farai dissezionare da Stein. Poi a Veridiana500, anche a te colla speranza che non la metta neutra una possibile recensione, a Lucindaxk, che ha apprezzato gli ultimi chappy ed a MakaXD ed a LizThompson! Un saluto speciale a Miky4ever e alla nostra Maka della pagina di Soul Eater su Fb che spero mi perdoni per non cooscere il suo nick su EfP. E infine per ultima ma non come importanza saluto Dimea, che ringrazio per i complimenti fattimi. Adios e alla prossima settimana con un altro capitolo.


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Capitolo 17
*** Stand By Me prima parte ***


Quando entrambi riaprimmo gli occhi, dopo il bacio, che durò parecchio, io arrossii violentemente e mi diedi alla fuga. Pensavo che nascondendomi nel bagno, avrei potuto riprendermi,  mentre Soul ci impiegò dieci minuti a realizzare l’accaduto, sia fisicamente che mentalmente, ma di questo mi accorsi poco dopo. Superato l’imbarazzo ritornai da lui, che mi sorrise con una tale dolcezza, che mi si sciolse il cuore. Ero felice, perché la mai vita sembrava finalmente tornata a sorridermi, concedendomi dei momenti di pura felicità. Il merito era solo di Soul, se non avesse insistito io avrei lasciato pedere e forse non mi sarei mai più lasciata andare. L'unico problema era la mia relazione con Nobu a preoccuparmi, perché con Soul al mio fianco sarei stata anche capace di tornare a Death City. Se lo avesse saputo mi avrebbe tormenata in eterno, così convenni con me stessa, che la migliore strategia da adottare, fosse quella di comportarsi normalemente.

Per non dargli soddisfazione alcuna, decisi di prenderlo un po’ in giro, come ero stata solita fare in passato. Gli dissi: “Ben svegliato bello addormentato. Come andiamo? A giudicare dalle tue occhiaie da panda, mi sa che stanotte non hai chiuso occhio. Mi sa che forse hai fatto qualche sogno un po’ particolare a giudicare dall'epitassi e da certe altre situazioni, non so se mi spiego.” “Ben svegliata tappetta. Beh mi dispiace per te, ma di sogni di quel genere che intendi tu, non ne ho fatti, visto che ho dormito accanto a te tutta la notte. Tu non ispiri di certo quel genere di sogni! Che hai detto a proposito del mio corpo?” “Guarda bene cretino! Possibile che tu non ti sappia controllare? Ma ti manca poi così tanto quella gatta da strapazzo di Blair?!” “Ehm.. veramente no! …. Ah!”.

Dopo essersi accorto della sua situazione, Soul arrossì pesantemente ed io rincarai la dose, sussurrandogli ad un orecchio: “Ma davvero?! Quindi sono sempre una senzatette come quando avevo quattordic’anni? Davvero non ti piaccio più in quel senso? Ma come non sei il maschio cool che si vantava di aver conquistato la gelida Albarn? Mi sembra strano perché da quanto mi risulta ultimamente ti sono piaciuta molto, soprattutto quando ci siamo divertiti nello sgabuzzino. Anche se devo ammettere che è stata davvero una bella esperienza. Peccato che abbia avuto parecchi guai a causa della tua idiozia, che ha contagiato anche la sottoscritta. Da quello che mi ricordo mi hai detto di aver particolarmente apprezzato il nostro “incontro”di un paio di settimane fa. Se non sbaglio mi dicesti che era stata una delle esperienze più belle degl'ultimi annio sbaglio?”

Avevo firmato la mia condanna, infatti senza pensarci Soul mi prese di peso in braccio, trascinandomi sul letto, dove iniziò a solleticarmi in tutto il corpo. Il problema sorse nel momento in cui iniziò a baciarmi in modo tutt’altro che casto ed il mio corpo rispondeva ai suoi stimoli. Non riuscivo a capire più nulla, la mia mente era offuscata dai suoi baci e dalle sue carezze. Il seguito mi mandò in tilt. Infatti mi sussurrò: “Sai piccola sei un po’ troppo impertinente, dovrò punirti per questo. …. Comunque non ho mai detto che quello che è successo non mi sia piaciuto, anzi tutt’altro. Ripeterei l’esperienza più che volentieri! Sai l’idea è buona, perché non ci riproviamo?” Brutto maniaco! Come osi? Non voglio tradire il mio ragazzo, posso accettare i tuoi baci, ma non possiamo ripetere quell’esperienza, almeno fino a che non avrò le idee più chiare, cretino! Già mi sento in colpa, perché vi amo entrambi, adesso vuoi anche farmi star male? Sicuro di aver capito bene qual è il nostro rapporto?”.

Possibile che non riuscissimo a controllare i nostri istinti? Ormai ero destinata a non capirci più niente. La colpa era stata mia inizialmente, su questo non c’erano dubbi, ma per l’amor del cielo, perché quel cretino di Soul doveva correre così tanto. Io volevo solo scherzare e lui ne aveva approfittato per portare la situazione a suo vantaggio. Dopo averlo rimproverato, mi ricomposi, per poi prepararmi alla ronda mattutina. Se solo le cose non fossero state così complesse, forse avrei potuto anche accettare la sua proposta. Mi convinsi che una volta chiarita la situazione con Nobu avrei potuto provare a capire i miei sentimenti per Soul. Dopo aver provato a costruire qualcosa, se fossi riuscita nel mio intento allora lo avrei lasciato, altrimenti sarei tornata da lui.

Purtroppo non ci è dato sapere cosa il destino abbia in serbo per noi. Avrei voluto che la mia vita prendesse la direzione da me sperata, ma invece il nostro lungo filo rosso, per tenerci uniti avrebbe dovuto patire a lungo infinite sofferenze. Non so giudicare cosa sia giusto o sbagliato, ma so soltanto che adesso ho capito molte cose e probabilmente ho preso la decisione giusta. E’ dura da ammettere, ma devo tornare sui miei passi, solo così troverò la felicità. Per ora preferisco perdermi nei ricordi, piuttosto che pensare ad un futuro ancora incerto.

Avevo perso già troppo tempo, in più dovevo infiltrarmi ad un convegno di streghe, a cui quasi certamente avrebbe partecipato Steno. Dovevo assolutamente avvicinarmi a lei se desideravo scoprire i suoi loschi progetti. Fra me ed il mio obbiettivo, si era frapposto, nel frattempo quel cretino di Soul, che si piazzò davanti alla porta dicendo: “Tu non andrai da nessuna parte, a fare la ronda mandaci Crona e Kid. Maka ascoltami mi dispiace per la scenetta pietosa di prima. Però quello è un segno di come sto. Voglio dimostrarti una volta per tutte che sono cambiato e vorrei farti capire quanto ti amo e cosa sarei disposto a fare per te se tu scegliessi me!” Ora aveva davvero toccato il fondo, ero furiosa, non potevo assolutamente permettergli di fare ciò che voleva, ma soprattutto di costringermi a scegliere per forza. Così lo spostai con violenza dalla porta e me ne andai il più in fretta possibile da quella camera maledetta, cercando a tutti i costi di pensare a quanto era accaduto. Possibile che dovessi scegliere per forza, non  potevo stare con lui e basta, senza pensare  a possibili risvolti e altre cose?

Mentre mi avvicinavo al nemico, mi sentii osservata. Quel deficiente, mi aveva seguita e non aveva intenzione di lasciarmi tranquilla. Lo ignorai per quasi tutta la giornata. Ma sulla via del ritorno fui attaccata da un Kishin estremamente forte, che mi mise in seria difficoltà. Era alto quasi come un grattacielo di circa undici piani. Non solo aveva degli artigli piuttosto affilati, ma anche delle zanne che secernevano con un solo morso una grossa quantità di una tossina estremamente potente. Quel maledetto mi aveva anche disarmata, poiché aveva ferito seriamente Rayearth. La morte era abbastanza vicina, ma per mia fortuna Soul era accanto a me, infatti mi chiese di impugnarlo e tornare a combattere insieme solo per quella volta.

Non riuscivo a credere, che nonostante tutto quello che avessimo passato, riuscissimo ancora ed essere in perfetta sintonia. Mai la nostra risonanza era stata forte come in quell’occasione. Sembrava che il tempo non fosse mai passato, in fondo lui era una Death Scythe ed era il migliore ed io ero pur sempre la persona che lo aveva reso tale. Con lui ero riuscita persino dove mia madre aveva fallito, utilizzando l’onda antidemone unita al grigori, generando la caccia allo stregone. Fu proprio con la caccia allo stregone che riuscimmo ad abbatterlo, con non poca fatica, data l’enorme capacità di resistenza sviluppata dal mostro ed il mio scarso allenamento a manovrare la falce.

Compii uno sforzo immane per poter distruggere il demone, infatti persi i sensi. Mi risvegliai tre ore dopo in camera mia accanto a Soul. Quanto avrei voluto che quell’attimo durasse in eterno, quanto avrei dato perché gl’eventi non ci avessero separati. Ma adesso è tardi per rimpiangere ciò che non c’è più. Io lo amo e sempre lo farò, questo indipendentemente da tutto non cambierà, perché Soul era l’unico a non essersene mai andato dalla mia vita.

Soul: Avevo decisamente oltrepassato il limite. Non potevo farci nulla, l’amavo e volevo che lei capisse quanto desiderassi stare con lei. Ciò che era accaduto nello sgabuzzino due settimane prima, era stato un atto forzato, ma non del tutto sbagliato, ma soprattutto era stato voluto da entrambi, forse più da me. Era inevitabile, prima o poi sarebbe successo, che l’argomento venisse a galla. Non odiavo il ragazzo che frequentava, ma me stesso per non averle mai parlato di ciò che sentivo e di quanto la desiderassi. Mi ero fatto fregare dalla paura, ma soprattutto da quel maledetto diavolo rosso, incarnazione della mia follia e della mia vigliaccheria. Perché riuscivo solo a ferire le persone ed ad allontanarle da me, non lo avrei mai capito.

Quando ancora bambino suonavo nelle grandi occasioni, la gente si allontanava immediatamente dopo aver ascoltato solo le prime note dei miei brani. Troppo lugubri ed inquietanti per un bambino, questo era il giudizio che veniva sempre espresso nei miei confronti. Mio padre non capiva assolutamente perché suonassi solo quel genere di pezzi, mi madre invece si era rassegnata, ero la pecora nera della famiglia, solo Wes mi capiva, insieme alla nonna.

Lui era l’unico a conoscenza delle melodie della mia anima di bambino tormentato da un tremendo complesso di inferiorità nei suoi confronti e di preda perfetta per la follia. Credevo che sarei rimasto sempre l’eterno secondo, ma poi un giorno la mia vita cambiò concedendomi finalmente la possibilità di fuggire da quel mondo che non sentivo più mio.

L’aver scoperto le mie doti di arma, fu una sorpresa prima per me e poi per Wes e la nonna. Mio fratello fu l’unico a chiedermi cosa avessi intenzione di fare della mia vita. Di sicuro volevo abbandonare la mia famiglia e desideravo trovare una strada che potessi percorrere senza essere paragonato a qualcun altro. Per questo scelsi di fuggire e chiedere ai miei di iscrivermi alla DWMA e di dimenticarsi della mia esistenza, cosa che loro avrebbero gradito molto ed avrebbero applicato facilmente, data la consuetudine di comportarsi così sin dalla mia nascita.

Arrivato a Death City, avevo sperato che le cose cambiassero, ma così non era stato. Troppi erano stati i meister che mi avevano abbandonato perché non riuscivano a sopportarmi. Poi un giorno, mentre ero nei sotterranei, concentrato solo sulla mia musica, era entrata lei, come un raggio di sole all’alba, che entra dalle persiane, che flebilmente s’intrufola nell’oscurità, così Maka Albarn era entrata prima in quella stanza buia e poi nella mia vita ancora più tetra, rendendola degna di essere vissuta.

N.D.A: Salve gente qui è Black Nana che vi parla XD. Sono depressa, perché pare chea nessuno interessi ciò che scrivo. Possibile che nemmeno questo vada bene? Perdonatemi non dovrei deprimere anche voi che forse leggerete questa storia e queste strane note. Che dire questo capitolo, mi sembra troppo breve e poco convincente, visto che ho cambiato un po' di cose. Volevo essere un po' più divertente e seguire a modo mio la scia che ultimamente ha contagiato questo fandom, quella dei raiting rossi. Io non sarei mai capace di scrivere una storia del genere, però avevo scritto delle battute un po' particolari che ho poi rivisto.

Near fantasma: Salve.

Crona: N-non so come comportarmi con i fnatasmi.

Hachi giraffa: Giaraffao a tutti, che fate?

Near fantasma: Nulla.

Crona: *sviene*

Ragnarock: E che cazzo questa cretina del cazzo non sa fare altro che svenire. Tu che hai da guardare nano albino?

Black Nana: O.O.....

Patty: giraffa!

Blackkina: Yahoooooooooo!

Kiddina e Soulina: fermati! Non fare danni!

Black Nana: Ok tutto questo è molto strano.

Soulina: Vorrai dire tutto questo è molto poco fico.

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Capitolo 18
*** Stand By Me parte seconda ***


Adesso di tempo ne è passato e di eventi ne sono accaduti. Lei se n’è andata dalla mia vita e poi l’ho ritrovata. E adesso l’osservavo mentre si riprendeva. Fingevo di dormire, ma in realtà ero sveglio e desideroso di conoscere la prossima mossa della mia Maka. Peccato che il momento durò poco, perché il suo telefono squillò e lei si dovette alzare per rispondere.

Ascoltai la conversazione di nascosto la conversazione, cercando di non essere scoperto. Non cresi nemmeno io a ciò che ascoltai dalla bocca di Maka: “Ascoltami Nobu, so che a breve ritornerai a New York, per vedere Ren. In quell’occasione vorrei vederti da solo, ma non qui in albergo da un’altra parte. Dobbiamo parlare del nostro rapporto. Ti ho già accennato alla questione della pausa, ma vorrei chiarire una volta per tutte. Mi spiace, ma mentre eri via sono cambiate alcune cose. L’ultima cosa che voglio è far soffrire te e gl’altri, per questo ti ho chiesto una pausa, ma di non sparire dalla mia vita. Io ti amo, anche se non sono più certa di questi miei sentimenti!”

Ero sconvolto, possibile che dopo tanti anni, ancora provasse qualcosa di così forte per me, nonostante tutti i problemi e la sua fuga, mi amava ancora. Mai come in quel momento pensai che quell’idiota di Black*Star avesse avuto ragione, quando mi disse, poco dopo la fuga di Maka, che ero stato un emerito cretino. Dovevo farle capire che l’amavo e che se avessi dovuto combattere lo avrei fatto con onore, pur di riconquistarla. Per fortuna avevo salvato Rayearth in tempo, e questo era decisamente un punto a mio favore. Inoltre non desideravo costringerla a fare qualcosa che non volesse, come ad esempio tornare a Death City e combattere nuovamente al mio fianco. Così pensai ad un modo per renderla felice.

Fortunatamente per i miei piani, Maka quel pomeriggio fu invitata da Crona a trascorrere un pomeriggio assieme a lei e ad alcune sue amiche. Probabilmente dovevano essere la cantante dai capelli ricci e la madre della piccola peste dai capelli neri, che incontrai la prima sera in cui suonai in albergo. Così chiesi aiuto agl’amici di Crona, un ragazzo dai capelli biondi lunghi fin sotto il collo ed un tipo identico a Sid Vicious dei Sex Pistols. Grazie a loro organizzai una perfetta serata romantica per la mia amata. Durante i preparativi entrai in confidenza con quel tipo che scoprii chiamarsi Ren. In quel momento non lo collegai al tipo di cui Maka aveva parlato a telefono con il suo ragazzo. Quel tizio era davvero cool, forse la mia bionda aveva ragione, alla fin fine non ero io il più cool di tutti, c’era davvero chi mi superava. Io non sono mica come quel maniaco egocentrico di Black*Star, io la sconfitta la so ammettere, almeno per quanto riguarda l’essere cool o meno.

Per l’occasione chiesi al direttore dell’albergo, tramite Kid, con cui avevo chiarito la situazione, di riservarmi la sala del pianoforte, per me ed alcuni amici. Crona lo convinse subito ad aiutarmi, senza quella benedetta ragazza sarei stato perduto. Non riuscivo proprio a spiegarmi, quale grave trauma cranico, l’avesse ridotto in quelle condizioni. Tra lui e il mio migliore amico, non riuscivo a capire chi dei due fosse il caso più irrecuperabile. Probabilmente Kid, visto che Black*Star, in presenza di Tsubaki riusciva a darsi una calmata, invece quel cretino non era minimamente capace di lasciar perdere quelle sue fottutissime nevrosi, mi domandavo come Crona facesse a sopportare quel demente tanto somigliante ad una zebra. In circa un’ora riuscimmo a rendere la sala che Kid aveva fatto mettere a mia disposizione, la location ideale, per una serata romantica. Per l’occasione scelsi d’indossare il completo della Black Room, che sapevo essere molto gradito alla mia affascinante ex compagna. Per avvisarla delle mie intenzioni, le avevo lasciato un biglietto in camera, con cui la informavo del mio invito a cena.

Come al solito era puntuale, come un orologio svizzero, ma soprattutto era davvero bella, aveva imparato bene a giocare le sue carte, dato l’incantevole abito che aveva scelto per la serata. Un abito simile a quello della Black Room, ma molto più sexy. Era lungo fino alle ginocchia ed era fascia di seta lucida nera. Ciò che colpiva dell’abito era la capacità di mettere in risalto perfettamente il suo corpo, che negl’anni era cambiato e non poco. Data l’eleganza del vestito che aveva scelto, non solo teneva al nostro appuntamento, ma voleva anche stupirmi, dimostrandomi che ancora non conoscevo le infinite possibilità che aveva di stupirmi e di attirarmi ancor di più a sé. Maka nonostante tutto non sarebbe mai cambiata, perché era sempre la persona che per gl’altri avrebbe dato la vita ed in più era ancora legata a me ed al suo passato.

La serata trascorse tranquilla, Maka apprezzò molto la cena ed io cercai di comportarmi da vero galantuomo, sfruttando le conoscenze acquisite da bambino, quando ero costretto dai miei a partecipare agl’eventi organizzati dalla mia famiglia per celebrare il grande talento musicale di Wes. Con lui non avrei mai potuto avercela, se non fosse stato per i suoi consigli, non mi sarei mai deciso a combattere con tutto me stesso per riavere la ragazza che amavo nella mia vita. Decisamente poco cool il modo in cui mi ero ridotto a causa di quella maledetta secchione, che si era trasformata in una donna davvero attraente. Il tempo si sa fa miracoli.

Mai avevo letto tanto gioia negl’occhi della mia Maka, quando le chiesi di accomodarsi accanto a me e di ascoltare il brano che avevo composto per lei. Quello era il brano che aveva necessitato di più tempo in assoluto per poter essere composto e reso degno della persona che lo aveva ispirato ed a cui un giorno lo avrei dedicato. Mi sembrava dopo tanta fatica di aver finalmente mosso un piccolissimo passo verso la risoluzione dei nostri problemi e forse saremmo riusciti a diventare una coppia “in prova”, termine inventato da Maka, in breve tempo, probabilmente avevo una minuscola speranza di poterla riavere tutta per me.

Il resto della serata fu ancora migliore, infatti Maka mi chiese di rimanere a dormire da lei, mai occasione sarebbe stata più propizia per consolidare il nostro rinnovato rapporto. Mi recai prima in camera mia per procurarmi il cambio e tutta la “strumentazione” necessaria per trascorrere la serata in camera sua. Spero di poterla anche solo abbracciare e riempire di baci e poi dormire, pur di avere un contatto con la sua anima ed il suo corpo. Non riuscivo a ragionare in maniera lucida, perché l’istinto e la follia, mi stavano lentamente guidando nella direzione sbagliata. Non potevo commettere errori, dovevo riuscire a dormire nel suo stesso letto, senza compiere gesti di cui mi sarei potuto pentire. Avevamo deciso di procedere lentamente, verso l’inizio di una relazione nuova per entrambi. Speravo davvero di poterla rendere felice, perché il mio desiderio maggiore è quello di poter condividere la mia vita con lei.

Passammo la nottata a parlare di ciò che ci era accaduto durante gli anni in cui eravamo stati separati, in più mi rivelò il magnifico tatuaggio che si era fatto, le donava parecchio. Fu davvero bello poterle raccontare di Tsubaki e Black*Star che avevano deciso di sposarsi, ma soprattutto le avevo comunicato dell’avvenuta trasformazione di Tsubaki in Death Scythe, ma soprattutto che aspettava un bambino da quel demente del mio migliore amico. A quella notizia il suo sorriso risplendette come non mai, era felice perché il sogno della sua migliore amica si stava per avverare. In quel suo sorriso c’era una vena di malinconia, che non riuscivo a spiegarmi.

Così le chiesi apertamente cosa la turbasse: “Maka cos’è che ti turba? Lo sai che con me puoi parlarne! Non voglio sentirti soffrire in questo modo, ti amo e lo te lo ripeterò fino a che potrò, se ho fatto qualcosa dammi la possibilità di rimediare.” La sua risposta mi lasciò sconvolto: “Anche io ti amo! La colpa non è tua, sono io che sto male, a causa del mio egoismo, me ne sono andata e mi sono persa tante cose. Se mai tra di noi le cose dovessero andare in porto, piacerebbe anche a me allargare la famiglia. Immagini un bimbo che somigli a noi due? Sarebbe terribilmente divertente!”. La situazione era davvero assurda, non mi aspettavo che Maka potesse desiderare una famiglia in un futuro remoto, ma soprattutto con me. Il pensiero mi riempì di gioia e mi consentì di compiere un piccolo passo in quella direzione, stavolta però voluto da entrambi e spontaneo, non come in quel maledetto sgabuzzino.

 

N.D.A: Salve gente come andiamo tutto bene? Perdonate il mstodontico ritardo nell'aggiornamento, ma la pigrizia e l'insoddisfazione per il capitolo erano troppo forti, così ci ho impiegato più tempo a produrre qualcosa di sensato e questo è il risultato. Veniamo alla storia. Ci sono buone notizie per Black*Star e Tsubaki e anche per Soul e Maka, ma non per voi hihi. Infatti ho avuto l'illuminazione che mi condurrà al finale della storia e verso il seguito, che sarà leggermente più breve o almeno spero! Comunque per voi purtroppo non sarà molto felice! Però per Black e Tsu l'happy ending ci sarà eccome, posso preannunciare questo.

Mello: Dove cazzo sei nano albino del cazzo!
Ryuk: Hey biondino, perché strilli mi hai distratto, stavo giocando a majong con mio nipote!
Mello: E chi cazzo sarebbe tuo nipote brutto cretino!?
Excalibur: Cretini! La mia leggenda inizia nel dodicesimo secolo. Era un lunedì d'inverno o forse era un venerdì..
Mello: *Scarica una pioggia di proiettili addosso ad Excalibur che si allontana*
Kid: Chi fa tutto questo rumore, così asimmetrico? O nobile zio chi chiedeva di me?
Mello: Non è possibile ancora tu zebra?
Kid: Tu! Muoio mi dispero, sono un essere ributtante...
Mello: Zebra che cazzo hai?
Liz: Nulla è normale! Tu piuttosto? Che mi combini Mel, non posso lasciarti solo che già inizi a litigare?
Mello: Scusa honey! Colpa mia! *la bacia in modo molto appassionato*
Liz: *come sopra*
Patty: Giraffa!
Hero: Patty ti ho trovata finalmente...

Angolo Dediche: Il capitolo è dedicato a tutte le mie fan che adoro dal profondo del cuore.

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Capitolo 19
*** Starless Night parte prima ***


 

Liz: Non avrei mai pensato che una missione in Giappone, potesse cambiare la mia vita, fino a quel punto. Eravamo sul punto di diventare Death Scythe, sia io che Patty, finalmente il nostro sogno stava per avverarsi. Le due streghe che ci era stato ordinato di uccidere, non erano molto potenti, a detta del padre di Kid, ma la prudenza non era mai troppa, così decidemmo di procedere con cautela nell’affrontare la missione, dato che con noi c’erano anche le gemelle e Crona. Quest’ultima pareva molto felice, poiché la vicinanza di Kid, la rassicurava molto e l’aiutava a non pensare alle seguaci di sua e zia e di sua madre, che la cercavano, per poterla poi convincere ad unirsi a loro nella lotta contro la DWMA. Ovviamente noi ignoravamo che un gruppo di streghe terrorizzasse a morte Steno e le sue compagne, quelle erano le appartenenti al clan di Lady Duprè, a cui a nostra insaputa apparteneva anche la nostra Maka, sotto mentite spoglie. Nemmeno Kid lo aveva capito, eppure era arrivato molto vicino alla verità, ma Shinigami, fornitegli le prove, fittizie, del non coinvolgimento di Maka, con quella faccenda, lo convinse a lasciar perdere le sue teorie strambe ed a pensare ad un modo per proteggere Crona.

Il mio meister aveva la sua ragazza, Patty, aveva le sue giraffe, ma a me cosa restava? Nulla, se non la mia sorellina, ma di certo non poteva bastarmi. Desideravo anche io poter piacere ad un ragazzo, non solo per il mio aspetto e la mia somiglianza con Patty, ma per la mia personalità, invece sembrava che il destino si fosse deciso a condannarmi ad una solitudine lunga tutta la vita. Ero stata innamorata, avevo condiviso emozioni uniche con i ragazzi più dolci e carini della scuola, ma nessuno era mai stato realmente innamorato di me. Tutti avevano secondi fini, chi arrivare alla mia sorellina, che avrei dovuto proteggere sempre, chi a Kid e chi addirittura a Shinigami. È disarmante constatare che il tuo valore può essere espresso solo in battaglia e per di più solo in presenza di Patty, perché quel cretino di Kid fissato colla simmetria com’era, non si sarebbe mai potuto permettere di combattere con una sola di noi, in quanto non sarebbe stato simmetrico.

Almeno la compagnia di Patty e delle gemelle, era un toccasana per me, persino Crona si era accorta che qualcosa in me non andava, solo Kid non se ne era accorto, preso dalla sua smania di dimostrare di essere degno dell’amato padre. Un po’ lo invidiavo, lui un padre e una madre li aveva avuti, io e Patty no, poiché ci abbandonarono bambine sulla strada, che lasciammo dopo essere diventate ragazze.  Donne lo diventammo con Kid, che ci aveva accolte in casa sua come delle sorelle, diventando così una grande famiglia. Ad essa poi si unì Crona.

Noi eravamo come una famiglia, unita nel bene e nel male, solo che in quel periodo ognuno di noi stava affrontando un periodo di transizione, solo mia sorella continuava ad essere sempre uguale, poiché lei sapeva già quale fosse la sua strada. Il suo più grande desiderio era quello di poter restare al mio fianco e cercare una giraffa simmetrica per Kid, questo era decisamente impossibile. Patty non ci badava e continuava ad essere la solita bimba spensierata, delirando su giraffe fantasma e sul voler trasferirsi in Africa, per vivere in mezzo ai suoi animali preferiti e studiarli e forse addirittura sposarne una.  

Kid ogni volta che mia sorella concludeva i suoi deliri, lui dava inizio ai suoi sulla mancanza di senso di ciò che diceva e sull’assenza di simmetria nel mondo, a cui doveva assolutamente porre rimedio. Un giorno anche lei sarebbe cresciuta, ma il tempo non le mancava, infondo non era sbagliato che si riprendesse il tempo che le era stato sottratto da piccola.

Per quanto mi riguardava ero sempre più insoddisfatta della mia vita, fare la Death Scythe non mi bastava più, volevo crescere anche io, perché così non potevo andare avanti, mentendo persino alla mia sorellina e alla mia migliore amica, Tsubaki, che dopo tanta fatica era riuscita a trovare la felicità con Black*Star. Lo stellino finalmente si era deciso a diventare adulto. Toccava solo a me ed a Patty crescere, ma quest’ultima decisamente non ne aveva la benché minima intenzione, anzi voleva assolutamente rendermi felice, perché solo così si sarebbe sentita realizzata.

Negli ultimi tempi avevo addirittura pensato di lasciare per un po’ Patty e Kid da soli, per girare il mondo da sola. Volevo imparare a cavarmela da sola, ma soprattutto vivere per un po’ in modo normale, come una normale ventiquattrenne single, con una passione sfrenata per la moda. Nel poco tempo libero mi divertivo a disegnare abiti, che poi realizzavo, anche se avrei tanto desiderato diventare una modella da ragazzina, ma da adulta le mie priorità erano cambiate. Da un lato desideravo poter affermare la mia indipendenza, ma dall’altro non volevo lasciare Patty da sola.

Quella missione in Giappone, decisamente mi aiutò a capire che dovevo farmi assolutamente un esame di coscienza per capire quali davvero fossero le mie priorità. In quell’occasione, una mattina, Kid ci diede una mattinata libera, poiché desiderava visitare Tokyo con la sua ragazza, la quale aveva sempre desiderato visitare un bel posto col suo innamorato. Quei due un po’ di pace se la meritavano. Le sorelle avevano deciso di restare in albergo con Patty, per giocare a Majong, mentre io optai per un po’ di sano shopping. Mentre giravo per le strade, mi soffermai ad osservare le persone attorno a me ed il loro stile di vita, così frenetico, ma allo stesso tempo ordinato, così diverso da quello dei Newyorchesi, ma soprattutto dal mio.

Fu una mattinata piacevole, tranne quando mi persi per il centro cittadino, mentre andavo alla ricerca di un negozio carino, che avevo scoperto leggendo una rivista. La boutique in questione era molto graziosa e produceva abiti ed accessori davvero originali, che avevo assolutamente voglia di provare, così da poter fare dei regali a mia sorella ed alle nostre amiche, anche se dubitavo fortemente che avessero qualcosa che ricordasse vagamente una giraffa. 

N.D.A: Salve gente, come andiamo? Spero bene. Allora eccomi tornata con un nuovo capitolo. Come avrete notato a raccontare la storia ora è Liz e successivamente sarà Patty. In questo capitolo Liz ha espresso la sua insoddisfazione, visto che vorrebbe qualcosa in più. Molte sono le cose che ha iniziato a raccontare, anche se si è parlato principalmente di Patty. Il rapporto fra le sorelle a me piace moltissimo, perché tra loro c'è grande stima, soprattutto da parte di Liz. Nell'anime, Patty sembra quella un po' stupidina, che stima tanto la sorellona, ma fidatevi nel manga è tutt'altro che così. La minore delle Thompson negl'ultimi tre volumi ha dimostrato di essere davvero una tipa tosta. Non vi dico altro riguardo il manga, sennò sarebbe spoiler. Vi pongo una domanda, chi sarà il ragazzo incontrato da Liz? Mi raccomando rispondete nelle recensioni, ammesso e concesso che ce ne siano.

Patty: Sorellona, secondo te Kiddo si arrabbia se porto a casa un cane e una giraffa?
Liz: Ehm.... Beh per la giraffa sì, per il cane non lo so.
Patty: Ok! Andiamo Bau Bau!
Cane: Hey io non mi chiamo bau bau, ma Nanpa e sono uno shiba inu, anche se prima ero umano, Blair mi ha trasformato in cane.
Blair: Ciao cagnolino, che c'è non mi aggredisci, strano di solito i cani odiano i gattini come me!
Nanpa: Sarebbe inutile prendersela con te, tanto mi hai già conciato per le feste.
Kid: Posso accettare tutto, ma non cani asimmetrici, giraffe e per di più Blair, tutti in casa mia! E' tutto troppo asimmetrico!
Liz: Kid sei senza speranze, anche tu Patty!
Black*Star: Yahoooooooooooo! La vostra speranza sono io, il vostro Dio! Io sono il divino Black*Star!
Tsubaki: Liz, perdonalo non sono riuscita a calmarlo!
Liz: Non fa niente, almeno Kid avrà qualcuno con cui sfogare le sue nevrosi!

Angolo dediche: Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono o vedono solo la mia storia. Senza di voi sarei perduta, grazie mille.

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