Hokuto no Ken-Another Road

di DiKey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quei secondi che cambiarono il mondo ***
Capitolo 2: *** La nostra terra. ***
Capitolo 3: *** Demoni in Marcia ***
Capitolo 4: *** Un motivo per lottare ***
Capitolo 5: *** Una meta comune ***
Capitolo 6: *** Strade Incrociate ***
Capitolo 7: *** Quadrivio ***
Capitolo 8: *** Mosse e contromosse ***
Capitolo 9: *** Fratelli contro ***
Capitolo 10: *** Le ore più difficili ***
Capitolo 11: *** Sotto la bandiera del Grande Re ***
Capitolo 12: *** Alle porte del destino ***
Capitolo 13: *** Scontro finale ***
Capitolo 14: *** Epilogo- Viva il Re! ***



Capitolo 1
*** Quei secondi che cambiarono il mondo ***


What If-1 Lin stringeva il corpo senza vita di Yuria ed osservava lo scontro tra Ken e suo fratello Raoh. Era stupita, perchè per quanto lo scontro fosse stato brutale, tale che entrambi (forse per la prima volta) avevano dato fondo alle loro capacità e usato le loro migliori mosse, non c'era odio nei loro pugni.
Raoh quasi sorrideva, i suoi occhi non mostrano nè paura nè esitazione

"Va bene allora. Dato che siamo arrivati a questo ti distruggerò concentrando tutta la mia energia vitale nel mio pugno."

Raoh alzò le braccia al cielo, mentre il suo Ki, palpabile e feroce, spariva

"Ecco il pugno che contiene tutta la mia anima!"

Raoh si mise in posizione, Ken scattò in avanti..

tum

un suono debolissimo, ma Lin riuscì a sentirlo. Non poteva crederci, e poggiò l'orecchio sullo sterno di Yuria. Non era più fredda

tum-tum

il suo cuore batteva ancora!

Raoh alzò il pugno verso il cielo, Ken fece roteare il suo dal basso...

"KEEEN!! La signorina Yuria è viva!!"

fu un attimo di esitazione, solo un attimo, ma il ki di Kenshiro svanì nel nulla, la sua concentrazione spezzata ed il pugno che colpì suo fratello Raoh era privo di forza.
In quel momento, il pugno di Raoh calò seguito da un rombo e fu come se la terra stessa si fosse aperta: pezzi di roccia e sabbia volarono qua e là formando una nube che nascose i due alla vista.
Yuria aveva appena riaperto gli occhi, mentre Lin e Bart non riuscivano a chiuderli

"K..Ken..." mormorò Yuria

"KEEEN!"

Il polverone sollevato dal pugno di Raoh venne dissipato dal vento, rivelando un buco nel terreno simile per forma ed aspetto ad un cratere. Ed al centro di quel cratere c'erano Raoh e Kenshiro, ancora in piedi. Il pugno di Ken era poggiato sul petto di Raoh mentre quello del Ken-Oh l'aveva mancato, passando sopra la spalla del fratello minore.
Ma come era possibile? Neanche un dilettante avrebbe mancato il bersaglio a quella distanza, figurarsi quindi Raoh, l'uomo che stringeva nella mano il cielo stesso.
Questo voleva dire una sola cosa: Raoh aveva mancato il colpo di proposito.
Kenshiro non capiva, non ci riusciva. Guardava Yuria ancora viva, la donna che credeva di aver perso per sempre, e poi guardava suo fratello negli occhi. Raoh sorrideva. Ma perchè non lo aveva colpito nell'attimo in cui si era distratto? Perchè si era lasciato sfuggire una tale occasione di vincere la battaglia che per lui era la più importante di tutte?

"Raoh...perchè?"

"Fratellino, questo mondo ha bisogno che Hokuto e Nanto stiano insieme per poter costruire una pace duratura. Una vera pace che ponga fine al caos una volta per sempre e non solo per qualche tempo. E Yuria non sarebbe mai stata mia: il cielo aveva deciso fin dall'inizio che il suo destino era legato a te."

Senza che nemmeno lui se ne accorgesse, le lacrime iniziarono a bagnare il viso di Kenshiro

"Tu ti saresti lasciato uccidere per fermare questo crescendo di violenza...eri pronto a sacrificarti, a sacrificare la tua ambizione."

Raoh guardò Kenshiro sprezzante

"Non hai capito un bel niente fratellino. Non ho interesse a governare su un mondo in pace, ho in mente un altro posto dove far vivere la mia leggenda! Ed ora va' da lei, che cosa aspetti?"

Raoh spinse violentemente Kenshiro verso Yuria, mentre Re Nero si avvicinò al Re di Hokuto, quasi stesse controllando le sue condizioni. Raoh accarezzò il muso dell'animale e gli salì in groppa, lo spronò e l'animale s'impennò nitrendo

"Yuria! Vivrai ancora qualche anno...vivi in pace e sii felice con Kenshiro!
E tu, fratellino, da oggi tutto quello che apparteneva al Re di Hokuto appartiene a te! Successore dell'Hokuto Shinken, quando tornerò qui voglio trovare quella pace per cui hai tanto lottato, osando addirittura incrociare i pugni con il Dominatore del Cielo! Non deludere tuo fratello maggiore e vivi come ci si aspetta dal successore dell'Hokuto Shinken!"

Raoh spronò l'animale che iniziò a muoversi al passo, lasciandosi alle spalle Kenshiro e Yuria.

"Re Nero...sai bene dove dobbiamo dirigerci!"

Quando suo fratello maggiore svanì all'orizzonte Ken stringeva ancora Yuria, mentre Bart non riusciva a capire del tutto quello che era successo

"Quindi..chi ha vinto?" Chiese incrociando le braccia dietro la testa

Kenshiro non gli rispose. Guardò lo stesso orizzonte da cui Raoh era scomparso, mormorando qualcosa.

"Sono onorato di chiamarti fratello...Raoh."

***

"Hwooo!"

Kaioh distese la mano emanando un raggio di ki che travolse i Demoni che aveva di fronte. Questi si contorcevano mentre le loro ossa si spezzavano ed il sangue schizzava con innaturale violenza fuori dalle loro vene, finchè rimaneva solo una macchia di sangue e budella sulla terra nera a ricordare della loro esistenza. Il ki usciva fuori dalla sua armatura come demoniaco fumo rosso e poco per volte il metallo della sua armatura cominciò ad incrinarsi.
Si guardò le mani che tremavano. Ma non di paura: lui, Kaioh, non ha paura di niente, non può nemmeno provarla la paura.
No, questo tremolio era un tremolio di eccitazione.
Hyo colpì tre demoni con una rapida serie di colpi diretti ai loro punti di pressione, e gli diede le spalle

"Fratello, cosa succede?"

"dovresti preoccuparti di quello che succederà a te piuttosto!"

I demoni saltarono verso Hyo brandendo le loro armi, ma Hyo non si scompose.

"State zitti, idioti. Non avete capito che siete già morti?"

Il Generale si limitò ad alzare il mantello per proteggersi dai pezzi di corpo che venivano schizzati qua e là, senza togliere l'attezione dall'uomo che considerava un fratello.
Kaioh iniziò a ridere e guardò verso il cielo, verso l'orsa maggiore che brillava fiera e forte. Sollevò la mano destra, e scagliò verso le sette stelle il suo attacco più potente, una colonna di ki rosso che sembrò oscurare il cielo e le stelle

"Il destino di Hokuto, il destino di Hokuto! Satana mi ha messo di fronte un'altra prova!
E' giunto il momento in cui l'Hokuto Ryuken trionferà!"

Ma non si era accorto che il vento aveva già disperso il suo colpo.

***

C'era una sola nave, un solo uomo disposto ad andare al di là del mare, lì nella terra dei demoni dove nessuno provava neanche ad avvicinarsi. Ci voleva lui per andare dall'altra parte, un pirata. Quando Raoh scese da cavallo, avvolto nel suo mantello, due persone gli andarono incontro.

"Akashachi, la mia nave è pronta?"

il pirata si tolse il cappello in segno di saluto di fronte all'uomo che più di tutti rispettava.

"Pronta a salpare!" gli disse ridendo, pieno di felicità. Era giunto il momento che aveva aspettato da tanto. Dalla cabina del capitano uscì fuori un ragazzino di tredici anni urlando

"E' arrivato il Re! E' arrivato il Re!

Tutto l'equipaggio salì in coperta al richiamo di Shachi, il figlio del capitano. Tutti volevano guardare l'uomo nel quale avevano riposto i propri sogni e speranze.
Il re sorrise e poggiò la sua enorme mano sulla testa del ragazzino, scompigliandogli i capelli

"Sei cresciuto bene. Sei quasi un uomo ormai. Ma il titolo di Re, non mi appartiene più."

Akashachi rise ed agitò la mano destra come se facendo vento potesse spazzare via queste parole di Raoh

"Sciocchezze, un re non è fatto da un trono o da una corona. Lei resterà sempre il nostro Grande Re! Siamo pronti a salpare!" 

Tutto l'equipaggio rispose esultando.
Raoh annuì soddisfatto lottando per nascondere il sorriso che stava per disegnarsi sul suo volto ed incrociò le braccia osservando il mare. Questo era il momento di tenere fede alla sua promessa. I lunghi capelli castani della ragazza che gli si strinse al fianco vennero mossi dal vento, ma Raoh continuava a guardare fisso il mare, come se il suo sguardo potesse vedere oltre quella pericolosa distesa di acqua salata.

"Reina, è giunto il momento che tu e tuo fratello avete tanto aspettato. La nostra terra ci aspetta"

Reina si limitò ad annuire, mentre il sole sorgeva illuminando di rosso il mare.

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Capitolo 2
*** La nostra terra. ***


what if 2 La nave solcava il mare a vele spiegate,il cielo era nero ed  il vento gonfiava la vele ed era come se la natura stesse cercando di impedire che Raoh tornasse alla sua terra natia. Akashachi rideva mentre stringeva il timone con tutta la forza che aveva in corpo, impedendo al mare di prendere il sopravvento.
Reina si era dovuta aggrappare con tutte le forze che aveva al parapetto della nave, ma l'essere sballottata qua e là le stava facendo venire una forte nausea. Raoh invece non sembrava turbato, anzi era inamovibile come sempre

"Cosa c'è da ridere?" riuscì a dire Reina soffocando un conato di vomito mentre l'equipaggio faceva di tutto per evitare che le vele finissero in pezzi

"Nemmeno il cielo può fermare questa nave, e mi fa ridere questo suo tentativo di affondarci!" gli rispose il capitano pirata

Ma lei, Reina, non aveva proprio niente da ridere.

"Scendi sotto coperta. Stai offrendo uno spettacolo pietoso." le disse Raoh, ma questo si limitò a rafforzare la sua determinazione.

Per grazia divina, alla fine riuscì a non essere l'unica a scendere sotto coperta. Quando aveva visto che persino il figlio tredicenne di Akashachi rimaneva tranquillamente a combattere il vento e la pioggia il suo orgoglio aveva avuto un fremito: era stata pur sempre una dei comandanti dell'esercito di Raoh, e farsi superare da un tredicenne non era certo il massimo! Certo, anche Re Nero era sotto coperta, ma solamente perchè non era possibile per lui stare sopra, anche se ogni volta che lo si andava a controllare l'intelligente animale ti faceva capire con lo sguardo che la sua determinazione non era inferiore a quella del padrone.
Ormai la costa delle loro terra natia era davanti agli occhi, sembrava quasi che potessero toccarla semplicemente allungando la mano.
Ed il cielo, dopo aver constatato la loro determinazione, si era arreso.
Quando le acque erano ormai tranquille Raoh si fece aggiornare da Akashachi su quello che era successo dopo la sua ultima visita, ma il pirata non era in grado di rispondere dettagliatamente visto che le frontiere erano state chiuse ed ormai impossibile entrare ed uscire. Solo una cosa era certa: i demoni avevano preso il sopravvento.
Il Re ed il Pirata si erano rintanati nella cabina del capitano a discutere del miglior approdo e della migliore strada per raggiungere la capitale in meno tempo possibile, lasciando Reina sul ponte a guardare la sua terra.
La ragazza non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle coste così dolorosamente care, mentre stringeva senza accorgersene la collana che Raoh le aveva donato come pegno di fedeltà alla loro impresa. Ed ora, che finalmente diventata concreta, ne sentiva veramente il peso.

"Siamo qui, Soga." mormorò a bassa voce

si asciugò velocemente una lacrime, e sentì un forte botto: il rumore del legno che andava a pezzi. Un uomo in armatura di pelle nera e scaglie di metallo era salito sulla nave, colpendo con una specie di lungo bastone il parapetto e mandandolo in frantumi. I pirati gli si avventarono contro

"Tu, bastardo? Cosa credi di fare?"

"Nessuno può passare i confini di queste terre senza permesso. Quelli che trasgrediscono vanno puniti."

I pirati lo attaccarono con asce e spade, ma in un attimo lui era già dietro di loro colpendoli con il suo bastone, che però si spezzò a mezz'aria, rivelando una serie di fruste che si strinsero intorno al collo di quattro marinai.

"Adesso eseguirò la condanna con estremo piacere"

Ma Reina scattò, estraendo le sue due spade dal fodero e colpendo con un unico fluido movimento, tranciando a metà le fruste e liberando i marinai. Reina si mise in posizione ed attaccò l'intruso, che però evitò con una serie di capriole all'indietro.

"Non sei male, femmina. Sembri essere il giusto tributo al mio signore"

Reina colpì ma quello la saltò, arrivandole alle spalle. Ed allora le tirò tre pugnali.
Due vennero deviati dalle sue lame. Ma il terzo no.
Chiuse gli occhi, pronta a ricevere il colpo, ma non accadde niente. Raoh aveva bloccato il pugnale afferrandolo per l'elsa prima che arrivasse al bersaglio.
Con un movimento del polso, lo rispedì al mittente, tagliandogli la guancia.

"Un uomo morto non ha bisogno di portare tributi, se non al dio della morte!"

Il solo sguardo di Raoh bastò a terrorizzare l'assalitore, che balzò sulla parte ancora integra del parapetto della nave, tirando fuori due mazze chiodate

"Muori!!"

Ma il colpo non arrivo mai a destinazione perchè le armi si frantumarono prima di colpire. Raoh lo guardava schifato

"Deduco dalla tua paura che hai finito questi inutili giocattolini. Patetico, non sei neanche riuscito ad avvicinarti: non meriti di morire per mano mia.
AKASHACHI!
Quest'uomo ha attaccato e danneggiato la tua nave, ed ora ha finito i suoi giocattoli. Voglio sperare che tu sia in grado di schiacciare questo insetto."

Il Grande Re diede le spalle all'aggressore, che si sentiva umiliato, rabbioso, deriso! Si gettò contro Raoh con tutta la forza che aveva in corpo...ma improvvisamente si ritrovò a sputare sangue: un arpione lo aveva trapassato da parte a parte, aprendogli un buco nello stomaco. E dopo questo, un altro passò lì dove c'erano i polmoni.
Arrancando, l'ignoto aggressore raggiunse comunque Raoh, cercando di afferrargli il mantello nero...ma solo pochi attimi dopo, si ritrovò a guardare il suo corpo da un'angolazione del tutto nuova mentre esalava l'ultimo respiro. La donna che voleva offire in tributo gli aveva appena tagliato la testa.
La testa volò finendo davanti a Raoh, che la guardo ancora pieno di disgusto. Il grande re schiacciò sotto il tallone quello che rimaneva dell'aggressore, mentre i pirati recuperavano gli arpioni e gettavano il corpo in mare.

"Sono certo che questa fine è molto più di quanto meritasse." sentenziò Raoh quando il corpo affondò.

Poche ore dopo attraccarono, ma ormai era calato il sole e non era prudente avventurarsi col buio in una terra sconosciuta e ricca di trappole. Persino Raoh aveva convenuto che era meglio evitare inutili perdite, e che al punto in cui si era arrivati non c'era più fretta.
Ciò nonostante, scese comunque a terra.
Era come se una sensazione di calore si diffondesse per tutto il corpo, partendo dai piedi ed arrivando alle radici dei capelli, anche se esteriormente non vi fu nessun mutamento nell'aspetto dell'uomo che un tempo si faceva chiamare Grande Re. Guidò Re Nero da terra tirandolo per le briglie, senza montargli in groppa, mentre osservava gli ultimi raggi color sangue del sole.
Il sangue.
Poteva sentirlo, poteva vederlo trasudare dai sassi e dalla polvere: la sua terra ne era intrisa fino in profondità.
Era arrivato il momento per cui lui e Toki si erano allenati fin da bambini, il momento in cui avrebbe dovuto finalmente sfruttare quella forza che lo aveva costretto ad incrociare i pugni con i suoi fratelli minori.

"Esci fuori, verme."

Dalle ombre uscì una figura nera, con la lingua oscenamente lunga che penzolava fuori dalla bocca.

"Non so come mi hai individuato, ma poco importa! Sei morto, povero pazzo!"

Raoh non si mosse nemmeno, ma si limitò ad alzare il braccio e puntare la mano aperta verso di lui, afferrandolo per la faccia e stringendo.

"Sono gli insetti come te che hanno rovinato la mia terra."

"Ahhh! Hidebu!

Sentì le ossa rompersi sotto la sua presa con un "crack" e, quando sangue e pezzi di cervello schizzarono fuori, gettò la carcassa dietro si sè.
Tornò alla spiaggia, dove vide che Reina lo stava aspettando dopo aver montato una tenda; anche lei aveva deciso di scendere a terra, adesso che era tornata non poteva più starci lontano.
Non aveva bisogno di un sostengo dove legare Re Nero, il cavallo era molto più intelligenti di molti esseri umani, quindi lo lasciò fuori dopo avergli accarezzato il muso.
Si fermò a pensare di fronte alla tenda che Reina aveva preparato: lo stesso istante in cui aveva deciso di lasciare Yuria a Ken era finalmente riuscito a capire i sentimenti di Reina. Quando aveva deciso di tornare al cielo si era accorto che lei sarebbe stata il suo unico rimpianto, si era rimproverato aspramente per l'essere stato così debole da non aver riconosciuto.
Invece ora aveva la possibilità di sistemare tutto.
Adesso, lui non era più il Ken-Oh. Era semplicemente Raoh.
E per questo, decise di entrare nella tenda dove Reina lo stava aspettando.




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Angolo dell'autore: Ho aumentato un po' la grandezza, spero si veda meglio. Per chi se lo stesse chiedendo, nel decidere quali personaggi usare ho deciso di attingere anche dai Gaiden a meno che questi non entrino in diretto contrasto con il manga originale. Finchè si limitano ad integrare la storia, perchè non sfruttarli? Prometto inoltre che dal prossimo capitolo la storia partirà sul serio, questo era solo il riscaldamento.






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Capitolo 3
*** Demoni in Marcia ***


what if 3 Si misero in marcia di mattina presto; Raoh cavalcava in testa seguito da Reina, mentre Akashachi e suo figlio guidavano i 100 pirati.
Forse i loro ricordi erano distorti, erano solo bambini quando lui e Toki avevano lasciato questa terra, ma non se la ricordava così: immense distese di sassi e rocce tutte uguali che disegnavano un triste e spoglio labirinto di pietra. L'aria era pesante, tesa...ed anche sporca. I pirati camminavano con un groppo alla gola, Reina era tesa e Raoh stesso era a disagio al pensiero che quella terra pareva aver assorbito l'aura demoniaca di suo fratello Kaioh.
Arrivarono sotto un arco di pietra, e lì gli venne intimato di fermarsi.
Raoh alzò la mano verso l'arco e concentrò il suo ki, frantumando l'arco di pietra i cui pezzi cadderò giù. Due ombre saltarono allora fuori, scattando così velocemente da sembrare solo sagome indistinte, rimbalzarono prima contro le rocce che delimitavano la strada e si scagliarono contro Raoh cercando di prenderlo sui fianchi.
Ma Raoh aprì le braccia con i palmi rivolti verso l'esterno

"Onda Rotante della mano di Hokuto!"

Due onde a spirale si generarono dalle mani di Raoh travolgendo gli assalitori che iniziarono a girare vorticosamente su sè stessi mentre il sangue che schizzava fuori dai pori del loro corpo disegnava arabeschi rossi sulla pietra. Raoh li osservava, mentre questi esalavano gli ultimi rantoli prima di morire.

"Voi! Ditemi come trovare il vostro signore Kaioh!"

Sorprendentemente, nonostante il tremendo dolore causato da questa tecnica, loro ridevano. I loro corpi erano spezzati, la loro vita praticamente finita...eppure avevano ancora la forza di ridere.

"Tu...non arriverai oltre questo passo. Nessuno di voi ci arriverà. Quindi non hai bisogno di informazioni!"

ed il secondo fece eco al suo compagno.

"Ci raggiungerete presto all'inferno."

"Parlate, e potrei prendere in considerazione l'idea di lasciarvi proseguire la vostra inutile vita di schiavi"

Ma quelli continuarono a ridere finchè non soffocarono nel loro stesso sangue.
C'era qualcosa di strano in loro, qualcosa che Reina non riusciva a capire. Non erano spaventati dalla morte, neanche dalla propria; era come se per loro la vita non avesse alcun valore.
Anche dal luogo dal quale erano partiti c'erano stati tanti uomini che godevano nell'uccidere e nel torturare, il motivo per cui Raoh aveva deciso di unificare tutto il paese sotto il suo controllo, il motivo per cui il successore dell'Hokuto Shinken aveva combattuto le sue battaglie.
Ma anche il predone più crudele, anche il più sadico Signore della Guerra, avevano pianto e pregato per la propria vita, terrorizzati dalla possibilità delle punizioni che li attendevano dall'altra parte. Oppure, forse, spaventati da quello che più di ogni cosa terrorizzava anche Reina: il buio.
La ragazza agitò le spalle come per scrollarsi di dosso quel pensiero e proseguì.
Ma avanzò solo per pochi metri, perchè le sue orecchie allenate nel percepire il rumore di un nemico che cerca di prenderti alle spalle nel mezzo della battaglia, sentirono qualcosa da provenire da sopra la parete rocciosa. Ebbe appena il tempo di gridare

"Attenti!"

La terra tremava, mentre grosse rocce rotolanti vennero spinte giù e dirette verso di loro. Reina ebbe appena il tempo di estrarre la spada e colpire la prima roccia, generando un'onda tagliante che neutralizzò la minaccia, ma molti altri pirati non furono altrettanto fortunati e vennero travolti e schiacciati. Akashachi spinse invece suo figlio dietro il grande Re con tutta la forza che aveva in corpo, e così facendo venne travolto. Sputò sangue e per lui tutto fu buio.
Re Nero nitrì e si alzò sulle zampe posteriori mentre Raoh stringeva il pugno e colpiva i massi che gli venivano lanciati contro. Shachi cercò di muoversi per soccorrere suo padre, ma Re Nero gli impedì di muoversi tagliandogli la strada.
Solo quando l'attacco fu finito, gli fu concesso di soccorrere il padre.

"Eh, quanto baccano...ho la pelle dura io. Sono un pirata."

Akashachi era ancora vivo, non era stato colpito in pieno, ma la sua gamba sinistra era stata maciullata. Tuttavia, ad altri erano andata molto peggio, e di fronte a quello spettacolo di interiore ed ossa che una volta appartenevano a uomini a cui lui teneva come figli, la sua gamba era ben poca cosa.
Decise di mandare avanti due dei suoi uomini migliori, esperti nel trovare e neutralizzare trappole, mentre ordinò ad altri di occuparsi dei feriti e dare degna sepoltura ai morti.

"Reina sta cavalcando dietro quel demone. Lo eliminerà: ho visto la signorina combattere a cavallo." disse il capitano pirata al re

"Sa badare a sè stessa. Tu piuttosto, torna alla nave. Con quella gamba non mi servi più, saresti solo un peso."

Akashachi rise, e disse che ora che avevano messo piede qui non avrebbe più lasciato questa terra. Promise di non mettersi in mezzo qualora il Grande Re dovesse affrontare un nemico.
E così si rimisero in marcia.

***

"72" disse Han annoiato. Si alzò gettando il mantello sopra la spalla destra, calpestando quello che rimaneva dell'attentatore, e si diresse verso il tavolo pieno di frutta, spizzicando qualcosa qui e là, annoiato più che affamato.
Oggi era la 72° volte che cercavano di ucciderlo; alla 100° avrebbe celebrato l'occasione con una festa. Dato che qui non si festeggia la vita, perchè non celebrare la morte?
Non la sua ovvio...ma dei 100 idioti così stupidi da aver tentato di ucciderlo.
Si passo le dita tra i lunghi capelli ribelli, pensando che prima o poi avrebbe dovuto tagliarli, mentre con la mano sinistra si toccava quel fastidioso taglio che il barbiere gli aveva fatto mentre lo radeva. Distrazione? 73° tentativo di assassinio?

"Avrei dovuto chiederglielo finchè potevo." ammise

Ora non poteva più. Non era più possibile nemmeno trovare i pezzi del barbiere.
Due dei tanti demoni senza nome entrarono di corsa nelle sue stanze e si inginocchiarono. Non era possibile decifrare l'espressione dietro quella maschera priva d'ogni connotato, ma il tono di voce di quello che parlava tradiva ansia, forse paura.

"La nave che ha attraccato ieri. I demoni a guardia della costa non sono riusciti a fermarli e fino ad ora sono stati sopraffatti."

L'altro gli descrisse l'uomo che li guidava, ed Han ascoltò con attenzione.

"Sembra che tu abbia avuto modo di osservarlo da vicino. Ed allora com'è sei qui a raccontarlo?"

Quello tacque, non sapendo cosa rispondere, lasciando intendere che era scappato. Han allora ordinò all'altro di preparargli un mezzo

"E che sia veloce. Se è chi penso che sia ci sarà molto movimento"

"Ma Kaiser è già in marcia verso di lui, Generale."

"Ed allora assisteremo allo scontro. Mezzo pronto in due minuti."

Quello si alzò, fece un inchino e balzò via. L'altro, rimase in ginocchio.

"Quali sono i suoi ordini per me, Generale?"

"Oh, fossi in te non mi farei programmi per il futuro. I vigliacchi e gli uomini senza ambizione non meritano di vivere."

Non appena completò la frase vi fu come una folata di vento. Han allora si alzò e si diresse verso la porta. Quello era terrorizzato e, tirando fuori una lama, cercò di prenderlo alle spalle

"Non ti lascerò prendere la mia vita!"

"Troppo tardi per questo."

Non si era neanche accorto che Han l'aveva colpito. E quando il suo corpo si aprì dall'interno ed il sangue schizzò fuori dalla vene rompendole, ancora si chiedeva quando il Generale l'aveva colpito.

"73" disse Han

***

Raoh cavalcò solo per pochi altri minuti. Poi si vide arrivare incontro di due che Akashachi aveva mandato in avanscoperta. Erano mutilati e coperti dalla testa ai piedi del proprio sangue. I loro compagni li soccorsero subito, e poterono vedere dietro di loro un solitario demone, poco più alto di Shachi, che li guardava con un misto di pietà e disprezzo.

"Bastardo, cosa hai fatto?!"

Gli urlarono contro e lo caricarono, ma il demone li evitò saltando e colpendoli in volo usando due mazze rosse retrattili. E dove colpiva pezzi di carne si staccavano ed ossa si frantumarono. Atterrò poggiando entrambi i piedi per terra e poi saltò in aria, lanciando una serie di coltelli a Raoh, che però li intercettò e li rispedì al mittente, colpendolo alla coscia destra ed alla spalla sinistra. Ma erano poco più che graffi, perchè il demone riuscì a schivare in volo.
Atterrò e parlò con voce soddisfatta

"Finalmente qualcuno degno...sento il sangue bollire..."

corse verso Raoh caricandolo ed il grande re sferrò un pugno...ma quello lo evitò, e quelle due mazze diventarono trampoli con cui riuscì a scavalcare Raoh, e colpirlo alle spalle! I pirati tremarono, ma il Re aveva solo un graffio sullo zigomo ed un taglio sulla spalla.

"Grande Re!" riuscì a mormorare uno dei feriti "usa quei trampoli come se fossero i suoi stessi arti!"

"Ed allora gli spezzerò queste sue braccia!"

Quello saltò ancora, saltò accumulando forza ed energia, adoperando i trampoli per raggiungere la massima altezza possibile. Re Nero balzò in aria a sua volta, passando tra i due trampoli che quello usava come gambe. Volarono l'uno contro l'altro e si scambiarono di posizione.
Re Nero atterrò e l'armatura che copriva la spalla sinistra di Raoh andò in pezzi.  Ma così anche i trampoli del Demone, che si ritrovò disarmato. Tagliati perfettamente usando la tecnica Nanto che aveva appreso osservando lo scontro tra Rei ed il suo maestro Rofuu per la successione alla scuola dell'Uccello d'acqua.
Il demone era a terra, ma si rialzò. Poco dopo perse la sua maschera, che si divise in due.
Nel vederlo per la prima volta in faccia, persino Raoh rimase interdetto per un momento. Quel demone aveva si e no 15 anni, ma una sete di sangue incredibilmente sproporzionata rispetto alla tua età.

"Qual è il tuo nome?" gli chiese Raoh

"Non ho ancora acquisito il diritto ad avere un nome."

Il demone saltò sulla parete rocciosa, usandola per darsi slancio sufficiente a balzare in alto, tenendo ben tesa la mano destra e concentrando lì tutto il suo peso e tutte le sue energie. E così calò in picchiata verso Raoh. Ma il Grande Re non si scompose e protese la mano verso il cielo

"Considera questo un regalo del cielo! Il dono di morire per mano mia!
Onda della mano violenta di Hokuto!"

Il flusso di ki rosso generato dal palmo della mano di Raoh travolse il demone come un fiume in piena. Quello provò a difendersi, ma era tutto inutile.
Il Ki era troppo forte, e quello urlava mentre il suo colpo andava in pezzi.
Quando il Ki del Grande Re si dissipò definitivamente nell'aria circostante, solo una maschera bianca spezzata ricordava la vita di un assassino quindicenne.
Ed il Re si rimise in marcia, al comando di 70 uomini.

 ***

Reina ruotò le lame con un elegante gioco di polso, disegnando un turbine d'acciaio e d'argento. Quelli che l'avevano circondata rimasero imbambolati per qualche secondo, poi i loro corpi caddero a pezzi.

"Sei una perla rara, femmina. Degna di mettere al mondo i figli di un demone."

Reina assunse una posizione di guardia

"Mi dispiace, ma non permetto a nessuno di decidere per me su quest'argomento!"

Le lame si mossero come se stesse danzando e si abbatterono sul nemico, ma lui parò quella che lo attaccava da destra frapponendo il suo bracciale in ferro alla botta e con un movimento del fianco evitò l'altra lama. Poi calò la sua mano come se calasse un'ascia, ma Reina si tirò indietro con una capriola...
Ma le spade le caddero di mano. Era un dolore fortissimo ai polsi, ma sulla pelle chiara non c'era nessun segno. Cercò di riprendere in mano la spada e ci riuscì, ma non senza dolore. Colpì ancora una volta, ma era un colpo così debole che a quello bastarono due dita per fermarlo.

"Basta così, ti ho rotto i polsi. La mia tecnica mi permette di colpire senza danneggiare l'esterno del corpo...particolarmente utile in questo caso."

Non poteva fuggire. Non poteva combattere. Riuscì solo a stringere, con dolore e fatica, il ciondolo che Raoh le aveva regalato..

***

Fu come se un improvviso lampo illuminasse per un attimo la mente del Re.

"Reina...dov'è Reina?"

Nessuno sapeva dirglielo. Avevano incontrato altri demoni lungo la strada e questo li aveva distratti. Pieno di rabbia verso sè stesso, Raoh spronò Re Nero e galoppò sfidando il vento in velocità

"Accampatevi al sicuro e mantenete la posizione! Tornerò presto!"

Re Nero sembrava un terremoto, mentre Raoh tornava indietro sui suoi passi ed imboccava la strada che Reina aveva preso.
Era così preso da questo pensiero che nemmeno si accorse che i 70 uomini che erano con lui erano diventati 71..




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Note: Lo scontro tra Rei e Rofuu a cui Raoh si  riferisce è lo scontro finale del manga spin-off Rei Gaiden, scontro a cui hanno assistito gli altri cinque Rokusei ed il Ken-Oh.
Han è 10 anni più giovane perchè presentato 10 anni prima rispetto al manga originale; motivo per cui, visto che per il suo design originale si è preso a modello il grande Freddy Mercury, ho pensato che probabilmente in questo periodo della vita sarebbe stato simile a Freddy Mercury nei primi anni della sua carriera.

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Capitolo 4
*** Un motivo per lottare ***


What if-4 L'avevano caricata su un mezzo del vecchio secolo, un piccolo autocarro che in origine doveva essere verde scuro ma che adesso aveva perso quasi tutta la verniciatura originaria e dove non era coperto da ruggine era stato colorato di nero, così rozzamente che il colore veniva via solo passando la mano.
Avevano legato Reina mani e piedi, l'avevano bendata e buttata nel retro come fosse un sacco di patate. Curiosamente, non le avevano tappato la bocca; probabilmente sentirla urlare avrebbe solo fatto piacere ai demoni. La ragazza cercò di capire la strada percorsa in base alla velocità presunta del mezzo ed al tempo impiegato, ma fu tutto inutile. Semplicemente era fuori dalla sua portata.
Il mezzo iniziò a rallentare, sentì i demoni parlare e tese le orecchie: sarebbero arrivati a destinazione a breve. Strinse i denti e portò le gambe al petto mentre cercava di far passare davanti le mani legate dietro la schiena; era abbastanza flessibile e ci riuscì, ma non senza dolore, visto che i polsi erano ancora rotti e facevano un male tremendo. Si tolse la benda dagli occhi ed aiutandosi con i denti si liberò le mani, e così potè liberarsi anche le gambe.
Si guardò i polsi, che avevano assunto uno sgradevole colore bluastro...presto li avrebbe compromessi del tutto.
Ma cosa poteva fare? Dalle voci sapeva che almeno c'erano tre nemici, forse di più e lei non aveva le spade a disposizione.
Non che se le avesse avute avrebbe potuto fare qualcosa di più, viste le sue condizioni.
Ma diavolo, doveva tentare! Non era il suo ruolo quello della "damigella in pericolo"! Doveva provare, costi quel che costi.
Si mise in attesa, pronti a scattare al momento opportuno...
L'occasione si presentò quando un demone aprì il portello per prenderla: subito lei scatto e lo colpì sotto il mento con un violentissimo calcio. Sentì i denti di quello stridere e rompersi, mentre il sangue colava fuori dalla bocca insieme a pezzi di incisivi e lei colse l'attimo per balzare giù. Subito le furono addosso in tre, ma lei si dimenò e riuscì a piazzare su quello che aveva di fronte un calcio dritto tra le gambe, con una tale violenza da sentire il colpo ripercuotersi per tutta la gamba.
Iniziò a correre, cercando di batterli in velocità, visto che non aveva speranza in uno scontro fisico

"Ah! Prova a scappare!"

Qualcosa le si avvolse intorno alla caviglia; cercò di dimenarsi e di rialzarsi, ma non ci riuscì perchè uno di loro l'aveva catturata con una frusta. Poteva vederli tutti, erano almeno una decina. Non aveva speranze, ma continuò a lottare anche quando quello la tirò a sè, fino a mettersi faccia a faccia.
Aveva la lingua di fuori e gocciolava saliva, mentre il volto pieno di cicatrici era deformato da una smorfia sadica

"Hai un bel temperamento, femmina!"

Lei spostò il volto schifata mentre quello cercava di leccarla

"Non hai idea quanto!" gli disse, prima di sferrargli una poderosa gomitata.

La gomitata fu così forte da fargli chiudere di botto la mascella..e tagliargli la lingua di netto.
Mentre quello vomitava sangue, un altro fu subito addosso a Reina e subito le mise una mano sotto l'armatura di pelle.
Lei non poteva sopportarlo, lottò come non aveva mai fatto, ma quello rideva e prese un pugnale per poi girarla e metterla faccia a terra..
Reina sentì la lama fredda ed affilata del pugnale sulla pelle dei glutei, mentre quello cercava di tagliarle via i pantaloni...lei aveva terrorizzata, pregava Dio, Satana, chiunque perchè impedisse quello che stava per accadere...ma intanto il pugnale aveva tagliato fino al ginocchio.

"Cosa diavolo stai facendo?" urlò un altro al demone che si trovava sopra di lei

"La gattina è vivace e va rieducata"

"Non è compito tuo!  E' un dono di Kaiser al Generale Hyo!"

Quello si rialzò ed i due andarono faccia a faccia.

"Ed io penso che Hyo sarà contento di sapere com'è dentro questa puttenella"

"Nessuno ti ha ordinato di pensare. Non toccarla, appartiene ad Hyo, questi sono gli ordini!"

"Mica gliela tolgo! La prendo solo in prestito!"

"Il Generale Hyo ne sarà disgustato quando lo verrà a sapere!"

allora quello che aveva cercato di stuprarla prese una delle lame tipiche di quella terra e con un movimento fluido e brutale allo stesso tempo e gliela conficcò in testa. Ma non fece in tempo a vantarsi di quello che aveva fatto, perchè un pugnale gli si conficcò nell'occhio destro, trapassando il cervello ed uscendo dal cranio.
Ed allora i demoni iniziarono a lottare tra di loro, in un tripudio di sangue e budella.
Reina iniziò a strisciarsi per allontanarsi più che poteva, ma ad un certo punto uno di loro le fu addosso. Cerco di difendersi al meglio delle sue capacità, ma quello era fisicamente più forte ed iniziò a strappargli i vestiti, scoprendone la pelle bianca e liscia

"Si...ne vale sicuramente la pena!"

Ma non fece in tempo a dire altro.
Si paralizzò e poi cadde, ancora con gli occhi aperti, ma senza più vita.
Un uomo dai capelli biondi e stopposi aiutò Reina a rialzarsi. Nell'aspetto era del tutto identico agli altri demoni, ma gli occhi erano diversi. Non erano pazzi nè crudeli.  Indossava un'armatura di cuoio borchiato, con la spallina sinistra piena di spuntoni ricurvi, come una mezzaluna.
Avvolse Reina nel suo mantello viola e si diresse verso i demoni che ancora lottavano.

"Siete tutti traditori. La pena per il tradimento è la morte!"

Aprì le braccia di botto, ed allora Reina notò che c'erano dei pugnali nascosti, legati con catene all'armatura. Impugnò le due lame e trapassò il primo che gli venne incontro.
Poi fu il turno di un secondo, poi di un altro ancora. L'ultimo rimasto provò a scappare, ma allora lui afferrò con sicurezza uno degli spuntoni della sua spalliera sinistra e lo tirò contro l'ultimo demone: come un boomerang tagliente, gli fece in due parti la testa tagliandola all'altezza del naso, e poi lo riafferrò e lo risistemò nella spallina.

"Andiamo" disse a Reina "ti porto dal Generale Hyo."

***

I pirati avevano occupato un villaggio e preso posizione, eliminando gli Shura che sorvegliavano gli abitanti cogliendoli di sorpresa. Gli abitanti non si erano opposti a questi pirati: erano abituati a continui spargimenti di sangue e la maggior parte delle persone viveva ormai nell'apatia più totale. Cercando solo di prolungare il più possibile la propria esistenza.
Akashachi soffocò una bestemmia quando gli cauterizzarono il moncone dove prima c'era la gamba sinistra. Strinse i denti quando gli misero una protesi metallica, facendo in modo da assicurarla bene alla gamba.
Non aveva il diritto di imprecare, non dopo aver visto i suoi uomini morire schiacciati.
I pirati prepararono le frecce ed affilarono spade ed arpioni, volevano essere pronti per quando gli altri nemici si sarebbero presentati per riprendersi il villaggio.
Occuparono una delle strutture più grandi, e solo allora il decano del villaggio li raggiunse, accompagnato da una delegazione degli abitanti.

"Quale Grande Demone servite?"

parlava con tono di voce piatto, come se stesse chiedendo che ore fossero. Probabilmente loro erano abituati alle continue lotte tra demoni per il controllo di questa o quella striscia di terra. Akashachi si alzò e il "Clank" della sua gamba metallica risuonò per tutto l'edificio

"Nessun demone! Non siamo servitori, ma soldati del sommo Re di Hokuto!"

Questo nome non disse nulla a molti, ma ad udire quell'appellativo uno degli uomini cadde in ginocchio.

"Re di Hokuto..c'era un uomo che si faceva chiamare così..." disse a mezza voce

Ma il suono di una risata sgradevole e cacofonica interruppe quel momento. Seduto alla finestra, un demone stava osservando la scena ridendo. Prese le sue due mazze, alla vista delle quali i pirati che ben conoscevano quelle armi si fecero indietro, ma così facendo permisero al demone di attaccare la delegazione degli abitanti.
Le mazze si spezzarono e le fruste che uscirono si avvolsero intorno ai loro colli...il demone strinse, prima piano e poi sempre più forte, finchè non li uccise. Si diresse allora verso i pirati che si ricompattarono.
Tutti tranne uno che avanzava da solo. Il demone gli andrò contro spavaldo prendendo la spada shura che gli pendeva dal fianco e colpì, ma quello fermò il colpo usando solamente due dita.
Iniziò a mormorare qualcosa con tono profondo e gutturale, e l'acciaio della lama iniziò a fondersi, facendo colare piccole e roventi goccie tonde di metallo.
Poi l'uomo conficcò le sue quattro dita della mano destra nella tempia del demone e le estrasse poco dopo.
Tre secondi, poi il cranio dell'assassino iniziò a gonfiarsi come se dentro gli venisse pompata dell'acqua, ed alla fine esplose.

"Hokuto...Hokuto Shinken!!"

"No" disse quello sedendosi su una cassa di viveri "ma se siete familiari con l'Hokuto Shinken vuol dire che l'uomo che vi guida è colui che penso."

Sorrideva, ma era un sorriso amaro, il sorriso di chi ha tanti rimpianti

"Il mio nome è Jukei, ed ho guardato il mare ogni giorno nella speranza che tornasse.
Aspetterò qui il vostro Re senza corona."

"Perchè?"

"Perchè è la sola speranza che ho per espiare le mie colpe."

***

"Aaaah!"

Re Nero spiaccicò la testa di un assalitore che aveva avuto il coraggio (o l'imbecillità) di attaccare. Raoh combatteva ignorando i dardi che gli venivano tirati contro. Aveva cavalcato finchè il sole non era tramontato, ed adesso era già notte.

"Finchè lo attaccheremo uno per volta non riusciremo mai...tutti insieme!"

Insieme balzarono contro Raoh, cercando di prenderlo dall'alto. Ma l'uomo che un tempo si faceva chiamare Re di Hokuto era in preda alla furia e loro non avevano speranze

"Uno, cento o mille voi vermi non potrete neanche toccarmi!"

Il Ki di Raoh si materializzò sotto forma di una barriera di pugni che travolsero gli aggressori scagliandoli ancora più alto. Allora Raoh iniziò a colpire, senza violenza, ma con spaventosa precisione, come se avesse mille mani, colpendo i punti segreti di quattro dei cinque che l'avevano attaccato. L'ultimo era ancora in aria, e Raoh lo colpì dietro la nuca facendo penetrare quattro dita della mano nel suo collo, il prossimità del cervelletto.

"Adesso, prima di rispondere voglio che tu guardi bene davanti a te"

Raoh fece in modo che quello che teneva avesse lo sguardo puntato sui suoi compagni...che uno per volta esplosero dall'interno, tra gridi di dolore e molto sangue. Il Re avvicinò la bocca al suo orecchio in modo che quello potesse sentirlo...sentire la voce del Dio della Morte. Ma poi si girò a parlare verso il suo passeggero

"E tu, Shachi, osserva bene!"

Si, Shachi era con lui. Aveva preso alla lettera il consiglio di suo padre ed era salito su Re Nero, cavalcando insieme al Grande Re. D'altra parte il cavallo era talmente possente da non sentire nemmeno il peso del figlio del capitano pirata. Il re pose la sua domanda al demone

"Dove avete portato la ragazza che avete catturato?"

"Io...non te lo dirò ma...!"

Non ebbe nemmeno il tempo di completare la frase: le vene si gonfiarono ed il sangue iniziò a pulsare più forte che mai, squarciando la pelle e schizzando fuori dal corpo.

"Ma com'è possibile??" domandò Shachi, ed il Grande Re rispose ad alta voce facendo in modo che anche quello potesse sentirlo

"Quando si mente o si nascondono informazioni il sangue scorre più veloce, il cuore aumenta il battito. Questi punti di pressione amplificano di mille e mille volte questa reazione del corpo.
Se non mi dici quello che voglio sapere, verme, perderai sangue persino dalle radici dei capelli!"

"Io non lo...UARGH!!"

Il sangue schizzò con ancora più forza da ogni poro del corpo del demone, che ormai era tutto ricoperto del suo stesso sangue. La vita del demone era ormai appesa ad un filo, e Raoh pose ancora una volta la sua domanda, specificando che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe chiesto.

"E' stata portata al..."

Ma Raoh non seppe mai la risposta, perchè un quadrello di balestra trapassò la testa del demone entrando dall tempia destra. Raoh gettò la carcassa e vide che un nuovo drappello di uomini aveva fatto la sua comparsa. Quattro demoni, ed un quinto che apparentemente era il capo: indossa una elaborata armatura a piastre con una alta protezione per i lati del collo, da cui uscivano due corna. In faccia aveva due cicatrici orizzontali parallele e fresche.
Fece un segno a due dei demoni che lo accompagnavano e subito questi due corsero verso Raoh.
Ma il Re non si scompose e si limitò ad alzare le braccia, per poi dare un forte colpo di polso, ruotandolo tenendo indice e medio estesi; generò due fendenti d'aria tagliente che scavarono nel terreno come fossero stati generati da una falce e poi si abbatterono sui demoni che vennero quasi tagliati in due.
Gli altri due demoni che fiancheggiavano il capo indietreggiarono tremanti, ma la spada del loro capo squarciò l'aria e li fece in pezzi.

"Un demone che indietreggia non ha il diritto di vivere.i"

Si avvicinò a Raoh, osservandolo con attenzione. Sembrava che potesse percepirne la possente aura.

"Uccidere un demone con un solo attacco. E' uno stile davvero possente.
In questa terra la forza è tutto. E con la tua forza, posso darti altre tre donne."

Raoh rise e mostrò il pugno al suo avversario

"Terra! Donne! Nessuno deve darmi niente! Se voglio qualcosa me la prendo! E quello che voglio è riprendermi lei."

"Sei arrivato tardi. Ho già dato ordine di portarla via."

"Ed allora la tua testa sarà la prossima cosa che prenderò."

Quello rise, e rise di gusto, invitando il Re a provare soltanto a toccarlo. Raoh decise di scendere da cavallo, qualcosa nel modo in cui il suo avversario teneva le mani gli suggeriva che era meglio combattere a terra

"Una sola domanda. Perchè lottare per quella donna? Con la tua forza potresti prenderti tutte quelle che vuoi."

"Il solo fatto che tu ponga questa domanda rende inutile risponderti: non capiresti."

Raoh fece un passo avanti e sferrò un poderoso pugno, ma quello gettò la spada che ancora teneva in mano e scattò a sua volta verso la spalla di Raoh, che si spostò leggermente di lato per mandare il colpo a vuoto.
Ma le mani del suo avversario erano comunque sporche di sangue.
Il Re si toccò la spalla e vide che esteriormente non c'erano tracce di ferite, ma la sentiva dolorante, come l'avessero graffiata dall'interno.

"Tecnica interessante..ma adesso si fa sul serio. Ti farò sputare fuori le risposte che voglio con i miei pugni!"

Raoh sui mise in guardia, e quello fece altrettanto.


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Angolo Dell'autore:  Apro ringraziando Running Wild per i suoi puntuali commenti,  e _Reina_ e skipperino che hanno commentato l'ultimo capitolo. Poco da dire su questo capitolo, la tecnica che usa Raoh contro i demoni è il Densho Reppa della scuola della Gru Rossa di Nanto, che Raoh usa nell'episodio 49 dell'anime, mentre il punto di pressione usato per far parlare il demone è lo stesso punto utilizzato su Juza delle Nuvole, a cui ho aggiunto una piccola spiegazione "scientifica" ,se si può utilizzare questo termine.
Il demone con i pugnali e le catene è un personaggio non presente nel manga originale.


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Capitolo 5
*** Una meta comune ***


what if-5 Raoh fu il primo a muoversi, sferrando un poderoso pugno diretto verso la mascella del suo avversario, che dovette inarcare la schiena per evitare il colpo, anche se il pugno fu così violento da lasciare comunque una fumante scia dietro di se che quasi spezzò l'armatura del demone. Ancora stupito da quell'assalto, Kaiser replicò con una serie di affondi sferrati con la punta delle dita, ma la risposta di Raoh fu pronta e rapida, frapponendo ad ogni colpo il palmo delle sue mani che sembrano essersi moltiplicate. Quando l'attacco del suo nemico iniziò a perdere progressivamente velocità, Raoh contrattaccò facendo roteare il braccio destro e colpendo dal basso verso l'alto tenendo il palmo della mano aperto.
Quello fece un salto indietro evitando il colpo, ma non la pressione dell'aria che la forza spaventosa del dominatore di fine secolo aveva generato e venne scagliato in alto.
Allora Raoh distesa la mano sinistra, aspettando che quello cadesse...e non appena quello fu a portata colpì con il dito indice della mano sinistra, dritto contro lo tsubo al centro del petto!
Ma Kaiser non era un dilettante..non sapeva che cosa quello cercasse di ottenere colpendolo con un solo dito, ma non era prudente scoprirlo; così proprio quando l'indice di Raoh stava per conficcarsi nel suo petto, la sua mano iniziò a brillare e diventare inconsistente, quasi eterea e colpì, mirando all'avambraccio del re.
Le dita brillanti penetrarono attraverso la carne ed i muscoli senza ferire, senza tagliare, ma si ancorarono con forza al radio del braccio sinistro di Raoh.
Aveva agganciato l'osso, ed il dolore fu così violento ed inaspettato che Raoh mancò il punto di pressione che si era prefisso di colpire ma penetrò comunque dentro Kaiser..e trovarsi un dito conficcato fino a toccare il polmone non è una sensazione piacevole neanche per un demone temprato come lui. I due rimasero così per qualche istante, con Kaiser tenuto in aria da un solo dito del grande re e la mano saldamente agganciata intorno all'omero. Fu Raoh a rompere lo stallo, lanciando via Kaiser che si salvò da un brusco atterraggio rotolando su un fianco non appena ebbe toccato terra.
Raoh si guardò il braccio, esteriormente non aveva nemmeno un livido, nemmeno un graffio. Eppure era arrivato all'osso. Kaiser si portò una mano al petto e strappò un pezzo del mantello che poi ficcò nel buco che Raoh gli aveva provocato per fermare il sanguinamento.

"Se il tuo corpo fosse stato normale, ti avrei spezzato l'osso. A quanto pare devo impegnarmi di più."

"Sicuramente una tecnica interessante la tua" disse il grande Re

"Moko-Ryu Yokin Shoh" gli rispose il suo avversario "mi permette di raggiunge le ossa e gli organi interni di una persona senza infliggere danni esterni. Ed il tuo stile? A quale scuola appartieni?"

Raoh rise e mostrò il pugno chiuso a Kaiser

"Tutte e nessuna. Questo è il Pugno Possente del Grande Re!"

Detto questo un fumo rosso iniziò ad emanare dal corpo del Ken-Oh, che rimase in attesa. Allora Kaiser poggiò la mano sinistra sull'incavo del gomito destro, tenendo il palmo della mano di quel braccio in avanti. Poi inarcò le dita come fossero artigli, e la mano iniziò a brillare di luce bronzea. Poi scattò all'improvviso, correndo più forte che poteva e colpendo cercando di affondare la mano nel corpo di Raoh, che non si mosse.

"Artiglio Furtivo dell'orso!"

Il dominatore di fine secolo non si mosse, se non all'ultimo momento, colpendo il braccio che sferrava il colpo col dorso della mano destra e spostandosi su un fianco. Allora ruotò leggermente in modo da posizionarsi dietro Kaiser, ma quello si girò a sua volta ed iniziò a colpire con una nuova, rapida serie di affondi...e fu allora che la sua mano sinistra penetrò attraverso le difese di Raoh, riuscendo a raggiungere la sua clavicola!
Kaiser sorrise: adesso gli avrebbe neutralizzato la spalla, e senza poter utilizzare poi utilizzare un braccio non avrebbe più potuto difendersi!
Fece per stringere, ma non ci riusciva. Concentrò tutte le sue forze per spezzargli quello stramaledetto osso, ma non potè muovere le dita di un millimetro. Sudava, stringeva i denti, ma non poteva muoversi.
Poi vide che il suo avversario gli aveva afferrato la mano destra, passando le sue dita tra le sue e che con la sinistra stava applicando una leggera, ma decisa, pressione sul suo tricipite sinistro.

"Ho visto abbastanza della tua tecnica per capirne le debolezze. Puoi usare la tua tecnica solo con una mano per volta: quando una colpisce l'altra diventa facilmente bloccabile. Non importa la velocità con cui credi di sferrare i tuoi affondi, sono troppo lenti per me!"

Detto questo Raoh strinse la mano destra che ancora teneva bloccata quella di Kaiser e così gliela spezzò. Con le dita ancora sporche di sangue, Raoh iniziò a colpire Kaiser con una serie di pugni, prima lenti, poi sempre più violenti, sempre più forti. Kaiser non provò nemmeno a parare, Raoh aveva premuto dei punti di pressione sul suo tricipite che l'avevano paralizzato. Così Kaiser venne letteralmente deformato dai colpi che Raoh sferrava, le ossa si spezzavano, il sangue colava copioso e schizzava tutto intorno. Quando fu soddisfatto, Raoh mollò la presa e spinse via Kaiser, le cui gambe ormai non lo reggevano più. Ciò nonostante, Kaiser riuscì a rimettersi in piedi e, traballante, parlò al re, senza rabbia o frustrazione.

"Ben...ben fatto. Cosa desideri adesso che hai sconfitto Kaiser?"

"Dimmi dove avete portato la donna."

"Al castello del Generale Hyo."

Hyo? Hyo un Generale?
Hyo era sopravvissuto in questa terra di demoni, e questo era un bene. Ma era diventato un generale, uno al servizio di Kaioh. E questo può cambiare tutto.
Un attimo: Hyo era quasi morto per portare Kenshiro sano e salvo sulla barca con cui Raoh e Toki stavano navigando, aveva affrontato il mare in tempesta per suo fratello. Un bambino che osa tanto non diventa il tipo d'uomo che alza il pugno su una donna.
Si, ne era certo. Già da bambino aveva dimostrato il suo carattere, non poteva essere cambiato così tanto.
O almeno, lo sperava. Ma cosa poteva fare se non sperare?
Raoh si diresse verso il suo cavallo e salì in sella. Rivolse le ultime parole a Kaiser

"Non hai più ragione di resistere, il tuo corpo è già morto."

E Kaiser accolse la morte come una vecchia conoscente, quasi con affetto. E si lasciò cadere senza emettere un gemito ed il sangue si sparse per terra, colorando di rosso il terreno.

"Torniamo indietro, Re Nero."

il cavallo nitrì per dire "ricevuto" ma Shachi non capiva. Perchè aver fatto tutta questa strada per poi tornare indietro?
Espresse il suo dubbio al Grande Re, che rispose

"Hyo non alzerà un dito su Reina. Ed una meta è inutile se non si conosce la strada."

Ma Raoh stava cercando di convincere più sè stesso che Shachi. E continuava a ripeterselo, come se questa sua convinzione diventasse più vera ogni volta che la ripeteva.

***

Le avevano dato dei vestiti, le avevano fasciato i polsi ed era stata lavata. Il demone dai capelli stopposi aveva dato queste istruzioni, e poi era andato a conferire con un altro, adulto, maturo, mentre lei era stata temporaneamente affidata ad un altro demone, con delle catene ai polsi per scoraggiare sul nascere ogni tentativo di fuga.

"Un dono da Kaiser? Dovrebbe aver capito che il Generale non ragiona quegli altri animali..."

"Nagato, cosa vuoi che ti dica? Kaiser non ragiona come noi, ma come loro. Noi siamo una minima parte. Se almeno la popolazione avesse il coraggio di..."

L'uomo chiamato Nagato prese l'altro per un braccio stringendo forte e mormorando qualcosa tra i denti

"Sta' zitto, Knife, stai zitto! Non siamo soli qui."

si guardò intorno, facendo attenzione ad i demoni che circondavano la zona. Abbassò ancora di più la voce e Reina si avvicinò, cercando di sfruttare il suo ottimo udito per capire quanto più poteva dalla conversazione

"Hyo è la nostra unica speranza. Ma finchè non capirà che Kaioh sta solo tormentando questa terra è tutto inutile.  O Hyo, o il Salvatore della Legenda. E per come vanno le cose, non so in cosa sperare. Adesso, Knife, porta la ragazza al cospetto del Generale."

I due si separarono e Knife prese Reina sotto braccio accompagnandola gentilmente, ma con mano ferma mettendo in chiaro che lei non avrebbe dovuto neanche provare a fuggire. La guidò lungo un corridoio marmoreo e poi la fece entrare in una enorme stanza con un colonnato bianco. Hyo stava dando udienza a due guerrieri e solo quando ebbe finito Knife portò Reina di fronte al Generale.
Portava lunghi capelli leggermente ondulati, un'armatura dal colore quasi arancione con un colletto di quelle che sembravano piume bianche. Era facile percepire quanto fosse diverso da quelli che aveva visto fino ad ora, l'aura che emanava era inquieta, ma non violenta.
Aveva una cicatrice a forma di "X" in fronte, e gli occhi..

"Kenshiro!"

Quello la guardò perplesso, e lei impiegò solo un attimo a capire l'assurdità di quello che aveva appena detto. Era ovvio che non era Kenshiro, non poteva esserlo! Eppure, qualcosa nei suoi occhi, nel modo in cui teneva lo sguardo gli ricordava il successore dell'Hokuto Shinken.

"Non so di che parli, donna. Il mio nome è Hyo.
Knife, perchè è in catene?"

"E' un dono del Comandante Kaiser a sua eccellenza."

Hyo sbuffò e raggiunse Reina. Osservò i muscoli tonici e pronti a scattare, osservò il modo in cui la ragazza teneva alta la testa. I polsi erano rotti e c'erano delle abrasioni e ferite da difesa sul corpo...si, lei doveva sicuramente essere una combattente. Non conosceva donne della terra degli Shura che avessero anche il solo il coraggio di opporsi verbalmente, quindi doveva essere straniera...e quale straniera si sarebbe mai azzardata a venire da sola in questa terra, vista la fama che aveva?
Combattente straniera...considerando questo e le voci sullo sbarco di un invasore...bastava fare due più due.

"Qual è il tuo nome?" le chiese Hyo

Ma Reina non rispose. Girò testardamente la testa distogliendo la sguardo dal Generale, che però sorrise

"Questa era la domanda più facile. E se non vuoi rispondere, ho ben altri modi di prendere le informazioni che mi servono."

Hyo poggiò il suo indice sulla fronte di Reina; avrebbe potuto usare una tecnica ben più brutale, ma voleva evitare di lasciare segni su quel bel faccino.

"Di nuovo, qual è il tuo nome?"

Reina lottò per tenere chiusa la bocca, ma non aveva più il controllo dei suoi muscoli e parlò senza accorgersene, confessando il suo nome. Allora il Generale proseguì l'interrogatorio.

"Bene Reina. Allora, vuoi dirmi con quanti sei sbarcata, chi siete e sopratutto dove siete?"

Reina sgranò gli occhi ed iniziò a mordersi le labbra a sangue, ma stava per perdere ancora una volta il controllo...se avesse rivelato che era sbarcata con Raoh probabilmente la voce si sarebbe diffusa ed avrebbero organizzato difese ben maggiori di quelle che di norma riservavano ai normali invasori. Non ci avrebbero messo più di tanto a collegare Raoh all'Hokuto Shinken, e questo avrebbe provocato una reazione molto, molto violenta.
Scattò ruotando su sè stessa ed afferrando uno dei pugnali che pendevano dalla cintura di Knife prima che quello potesse avere il tempo di reagire e cercò di tagliarsi la gola: lei era solo una pedina ed ogni minuto che teneva l'identità di Raoh nascosta agli Shura avrebbe dato al Grande Re un vantaggio. Se avesse comunicato la posizione ed il numero degli uomini, probabilmente tutti i demoni del continente si sarebbero precipitati, con capitani...e Generali. Persino Raoh non avrebbe potuto farcela.
Il pugnale incise la carne ed il sangue iniziò a scorrere, ma la lama andò in mille pezzi: Hyo aveva fermato la lama afferrandola tra pollice, indice e medio e poi l'aveva mandata in pezzi concentrando il suo Ki.
Improvvisamente un forte mal di testa colpì il Generale. Si portò le mani al capo ed iniziò a tremare..

Un bambino...deve parlare, ma non vuole...
..dolore, tanto dolore...
..punti di pressione sul collo...elementari, pericolosi...

Così com'era arrivato, il mal di testa sparì. Ma chi diavolo era quel bambino? Perchè era successo questo?
Ed il gesto di quella donna gli sembrava così familiare...non capiva.

"Generale, che succede?!?"

Hyo si rimise in piedi, il suo ruolo non gli permetteva di mostrare alcuna debolezza.

"Liberatela dalle catene. E tu, Reina, sentiti libera di muoverti come vuoi qui dentro, nessuno e ripeto NESSUNO alzerà un dito contro di te.
Sei anche libera di andartene quando vuoi, ma sappi che la mia protezione non si estenderà fuori dalla mia porta. Knife!"

Il demone si inginocchiò chiedendo quali fossero gli ordini

"Occupati tu di lei."

"Generale..e per lo sconosciuto invasore?"

"Sono abbastanza sicuro che per una donna così si presenterà lui stesso a bussare alla nostra porta" sorrise "almeno è quello che farei io"

***

Era notte fonda quando Raoh riuscì a raggiungere i pirati. Non fu difficile trovare il villaggio e gli uomini che Akashachi aveva messo di vedetta gli avevano indicato la strada. Scese da Re Nero per permettere al cavallo di riposarsi e si avviò verso il luogo di raduno che gli era stato indicato. Tutti gli abitanti uscirono dalle case e si riversarono in strada per osservarlo, era diverso da ogni demone che avessero visto fino a quel momento.
Lo sguardo era gelido, spietato, ma non c'era traccia di quell'insana follia che c'è negli occhi dei demoni. Avanzava deciso, a grandi passi.
Akashachi, ormai auto-proclamatosi araldo del Grande Re, colse al balzo l'occasione che aveva di fronte.

"Fate largo al Dominatore di fine Secolo, sua maestà Raoh!"

Non appena ebbe pronunciato questo nome l'atmosfera cambiò completamente: questo era il nome del Salvatore della Leggenda. Inizialmente increduli, poco per volta i popolani iniziarono a parlottare tra loro, prima piano poi sempre più forte. Qualcuno iniziò a versare lacrime senza nemmeno farci caso.
Ma in mezzo a quella confusione, il grande Re poteva percepire un animale feroce che si nascondeva tra le ombre.

"Sei stato incauto Akashachi."

Protese il braccio verso una della abitazioni, ed una parte del tetto andò in pezzi. I popolani si tirarono indietro spaventati, e videro che dai calcinacci emerse un demone esploratore. Indossava un paio di piccoli occhilini le cui lenti si erano rotte nella caduta ed un elmo di cuoio scuro. Si rimise in piedi ed era terrorizzato: tutto quello che avrebbe dovuto fare era riferire e dare l'allarme.
Ma in fondo per lui, demone temprato, quanto poteva essere forte il salvatore della leggenda?

"Ti ucciderò, e tramanderò il mio nome nella storia!"

Tirò una serie di catene contro Raoh, bloccandogli il braccio sinistro, poi le poggiò a terra e conficcò un grosso paletto di ferro per tenerle al terreno. Pensava così di aver immobilizzato Raoh. Corse verso di lui tentando di colpirlo, ma sbiancò quando vide che Raoh si era liberato delle catene con una facilità disarmante.

"Patetico verme, nessuno tramanda il nome di una nullità!"

Ma non lo uccise, lo colpì senza nemmeno toccarlo e lo lasciò a terra paralizzato. Si girò verso gli abitanti del villaggio

"E' tutto vostro."

E mentre quelli si avventavano sul demone, Raoh proseguì, rimproverando Akashachi per la sua imprudenza.

"Sei ritornato a casa, successore dell'Hokuto Shinken" disse una figura uscendo dalle ombre

"Venerabile Jukei, non mi pare di aver mai detto di essere il successore dell'Hokuto Shinken."

Jukei si fece confuso, non riusciva a capire. Eppure era certo che quella che avesse visto fosse una tecnica di Hokuto. Si concentrò e focalizzò la sua aura che si manifestò sotto forma di una semisfera violacea. Raoh non si mosse e rispose allo stesso modo.
Le due aure, una viola ed una rossa si diffusero nell'aria riempiendola di energia e furore. I due rimasero così, l'uno davanti all'altro finchè le due aure non entrarono in contatto.
Solo qualche secondo dopo, Jukei dismise la sua aura: non occorreva combattere per capire chi tra loro era il più forte.

"Penso che abbiamo molto di cui discutere, Venerabile."

 Ed i due parlarono a lungo: Jukei lo aggiornò sull'attuale stato della terra degli Shura, sui Generali e su quello che era successo da quando Raoh aveva lasciato la sua terra. E Raoh raccontò la sua storia, compreso il motivo per cui non aveva abbandonato l'Hokuto. Secondo Raoh, le regole stantie di 1800 non avevano più senso in questo mondo ed in questo secolo...avrebbe usato tutte le sue conoscenze, e proprio TUTTE per portare stabilità nella sua terra.

"Siete sbarcato con 100 uomini...fino ad ora avete solo incontrato esploratori o piccoli drappelli. Cosa farete quando incontrerete un esercito?"

"Li schiaccerò. Partendo dal Secondo Generale, se servirà."

Jukei sbiancò.

"Attendi prima di confrontarti con Hyo, ci sono cose che..."

"Anche se Hyo è ancora di animo nobile, io mi riprenderò Reina. Quello che gli farò dipende da lui.
Il suo castello è la mia meta, domani stesso mi metterò in marcia, da solo se necessario!"

Jukei non poteva fare niente. Chinò la testa e lasciò Raoh ai suoi piani.

***

Han aveva trovato Kaiser...beh, quello che ne rimaneva: gli occhi ancora aperti e la cassa toracica interamente squarciata, letteralmente esplosa dall'interno. Corpi di demoni in posizioni grottesche di morte, esseri insignificanti che non avevano avuto dignità nella vita e non ne hanno avuta nella morte.
Han si chinò su Kaiser e lo osservò bene, prima di sbuffare infastidito

"Gli sono saltati in aria i polmoni, che fastidio. Almeno ha ancora la bocca."

Sollevò la mano e focalizzò il suo Ki...stava per adoperare una delle tecniche più oscure dell'Hokuto Ryuken, che era valsa a molti maestri il titolo di "necromante". Conficcò indice e medio sotto la gola di Kaiser e poi prette sugli zigomi. Lentamente, la bocca di Kaiser iniziò a muoversi ancora una volta

"Eco profano!"

Questa tecnica, contrariamente alla credenza popolare, non permette di parlare con i morti. Ma fa ripetere ai muscoli i loro ultimi movimenti, utilissimo per sapere le ultime parole di un moribondo. Spesso per resistere alle tecniche di interrogatorio dell'Hokuto Ryuken molti provano ad uccidersi: lui li lasciava fare, poi usava questa tecnica ed i muscoli compivano gli ultimi movimenti che gli servivano.
Osservò bene le labbra di Kaiser e decifrò il labiale delle sue ultime parole.
Si, non aveva dubbi. Adesso sapeva dove lo avrebbe trovato.
Si girò verso i demoni che componevano la sua scorta

"Al castello del Generale Hyo"

***

Jukei non si era fermato. Non poteva lottare contro Raoh, e non poteva permettere che Raoh lottasse contro Hyo.
Doveva fare di tutto per evitare che i due si scontrassero.
Togliere il sigillo della memoria ad Hyo era l'unica opzione disponibile per lui. Non perchè portasse Raoh nel luogo che custodiva i segreti dell'Hokuto..ma magari perchè, una volta libero dall'incantamento, Hyo avrebbe potuto schierarsi al suo fianco.
Calcolò il tempo che Raoh avrebbe impiegato a raggiungere la sua meta, considerando i passaggi per cui sarebbe passato ed il seguito che si portava dietro. Lui da solo avrebbe potuto percorrere sentieri normalmente invalicabili, prendere scorciatoie.
Sarebbe arrivato prima di Raoh, avrebbe impedito il combattimento.

Camminando a passo svelto verso il castello di Hyo.



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Angolo dell'Autore: in una storia ci vanno anche capitoli di transizione come questo. Non ha portato la storia molto avanti, ma era indispensabile per arrivare a quello che sta per succedere, con molta più azione.
Ho deciso di tenere i nomi delle tecniche, ma non delle scuole di lotta, in italiano. Questo per dare continuità visto che ho iniziato così e perchè potrebbe servirmi per introdurre tecniche non presenti nel manga originale (come l'eco profano utilizzato da Han).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Commentate, e risponderò ad eventuali dubbi ed alle critiche.




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Capitolo 6
*** Strade Incrociate ***


What if-6 Raoh si concesse solo il tempo necessario per riposarsi e cambiare l'armatura, non un secondo di più.
Si mise in marcia e non erano soltanto i pirati di Akashachi a seguirlo, ma tutti quelli che nel villaggio erano in grado di brandire una spada o anche solo reggere un bastone. Avanzavano senza fermarsi e quando dei demoni si mettevano sulla loro strada Raoh non esitava; Re Nero galoppava possente e maestoso, e quando il sudore colava sui muscoli li faceva brillare come ossidiana. Pestava il terreno e sembrava una creatura partorita da un incubo, non meno implacabile del suo cavaliere, vero Re della sua razza come Raoh era Re tra gli uomini.
Sempre in testa, senza mai tirarsi indietro, a farsi spazio tra lame e frecce.
Ed il suo cavaliere non era meno terribile.
I suoi pugni traboccavano Ki rosso e denso, e quando lui colpiva lo faceva con la stessa violenza del fiume a lungo arginato che abbatte la diga: i suoi pugni abbattevano i demoni senza pietà e senza esitazione. Un pugno che sembrava sferrato da un gigante era l'ultima cosa che chi lo attaccava vedeva.
Raoh era stato circondato, Re Nero si mise in piedi sulle zampe posteriori e poi calò con violenza le sue zampe anteriori schiacciando i crani dei due demoni che aveva di fronte, spargendone sangue ed ossa sul terreno arido che assorbiva quel sangue come se fosse assetato e non volesse altro che quello per placare la sua sete. Raoh teneva la mano aperta e ruotò il braccio, generando un'onda rossa che travolse chi lo circondava, tagliando a metà i loro corpi. Ed allora Re Nero nitriva ed il suo cavaliere lanciava il suo urlo di guerra, facendo tremare i demoni che mai avevano pensato di potersi trovare al cospetto di un vero Dio della Morte.
La morte accompagnava il Dominatore di fine secolo, ma la speranza lo seguiva.
O forse lui era entrambe le cose: morte e speranza insieme, le due facce della stessa medaglia. Aveva dato alla gente (a quella che era la sua gente) un motivo per combattere ed un motivo per morire. E più Raoh combatteva, più loro lottavano perchè sentivano il loro orgoglio fremere, i loro corpi disposti alla morte per dimostrare all'uomo che seguivano che loro erano degni di far parte del suo seguito.
Liberarono un piccolo gruppo di villaggio disposti a semicerchio per assecondare il corso di un fiume, e Raoh armò i suoi uomini con le armi e le armature prese dai corpi dei demoni che faceva letteralmente a pezzi. Poco per volta stava ricostruendo il suo esercito, fatto di uomini che lottavano per liberare la propria terra. Tutti quelli che erano stati costretti a chinare la testa, adesso avevano ritrovato la volontà di combattere per uno scopo, e non per qualche gusto sadico: demoni che si erano ribellati ai propri comandanti, popolani che da sempre coltivavano il segreto sogno di essere qualcosa di più che carne da macello costretta a sottostare ai desideri ed ai capricci di un qualche perverso demone che non chiedeva niente di più dalla vita se non spargere sangue.
I demoni potevano avere un leader invincibile, ma loro seguivano il Salvatore.
La leggenda si era concretizzata, ed ora era lì, che combatteva e marciava alla loro testa. E loro erano parte di quella leggenda che stavano contribuendo a realizzare.
Impedirono ai demoni di dare l'allarme con "l'acqua rossa": volevano evitare che l'intera nazione fosse a conoscenza dello sbarco del Salvatore, perchè se da un lato gli altri gruppi che attendevano con trepidazione l'arrivo del Salvatore si sarebbero ribellati, dall'altro bisognava tenere in conto che i demoni avrebbero avuto il tempo di ricompattarsi ed avrebbero preso ben diverse misure difensive. Senza contare che i ribelli, quello che loro chiamavano "l'esercito dormiente" era diviso in diversi gruppi. Tanti, ma piccoli e frammentati: facili da annientare.
No, loro avrebbero dovuto attendere la marcia del grande Re e si sarebbero riuniti al suo esercito.
Cinque giorni dopo che Raoh si era rimesso in movimento, il castello del secondo Generale era finalmente in vista. Loro si erano accampati nell'ultimo villaggio che avevano liberato, avevano piazzato delle sentinelle con indosso l'armatura da demoni, in modo da far sembrare ad un occasionale passante che non fosse cambiato niente.
Lui, Raoh, si era allontanato insieme a Re Nero piazzandosi poco fuori dal villaggio, su un altopiano da cui poteva vedere il castello che apparteneva ad Hyo.
Stringeva le mani e le sfregava l'una contro l'altra, cercando di respingere i suoi stessi pensieri.
Fuori era impassibile, una roccia. Ma dentro Raoh si tormentava.
Aveva lasciato Reina da sola cinque giorni. Affidandosi a cosa? A quello che ricordava di Hyo.
Non a quello che Hyo era. A quello che lui pensava che fosse.
Aveva lanciato una moneta.
Testa, Reina vive.
Croce, Reina muore.
Strinse rabbioso il pugno. Cinque giorni in mezzo a dei demoni. Cinque giorni, quando in quella terra basta un minuto, un secondo di ritardo.
Sentiva i muscoli tendersi, vibrare. Non poteva sopportare di stare fermo ad attendere. Ma aveva delle responsabilità verso coloro che lo seguivano, non poteva lasciarli da soli. Non più.
Strinse i denti, finchè non vide una figura concretizzarsi alle sue spalle.

"Salve, Padre."

Era la sua mente o era veramente l'ombra di Ryuken, suo maestro e padre? Una domanda a cui non era sicuro di saper rispondere.
Ryuken lo guardava sorridendo, le rughe disegnavano una ragnatela sul suo volto rigato dalle lacrime.

"Perchè piangi, Padre?"

"Perchè sono stato cieco, figlio mio. Ti ho chiesto di usare i tuoi pugni per testare le capacità di Kenshiro come successore. Non ti ho mai considerato degno del titolo.
Non ti ritenevo capace."

il sorriso di Ryuken diventò ancora più ampio

"Tu non hai mai aperto il tuo cuore alla tristezza ed all'amore: erano sempre lì. Nascosti nella corazza da demone spietato che ti eri costruito. Ed io non ho visto quello che nascondevi.
Che errore. Il cielo ha mandato due degni successori insieme, c'è uno scopo per ognuno di voi.
Ma io non l'ho visto."

"La successione non mi è mai interessata, solo la forza."

Ma Ryuken non c'era più. E per terra, solo qualche goccia d'acqua dov'erano cadute le lacrime del suo Padre e Maestro.

***

Jukei era arrivato alle porte del castello di Hyo prima di Raoh.
Fu sollevato nel constatare che aveva fatto in tempo, tardare sarebbe stato fallire: un segreto dell'Hokuto sarebbe stato perso per sempre e Raoh, successore o meno, aveva bisogno di tutte le armi disponibili nella sua lotta.
Si avvicinò ai grandi cancelli d'acciaio, ma due demoni incrociarono le lame davanti al suo naso.

"Ah! Dove credi di andare vecchio?"

"Devo incontrare il vostro Generale: fate largo."

Quelli risero. Un vecchio parlava così a loro, demoni temprati?

"Hai una bella lingua vecchio! Tagliamola via!"

Prese la spada e vibrò un colpo contro Jukei che alzò la mano verso di lui. Un fascio di energia viola avvolse il suo aggressore che per il dolore voleva urlare, ma non poteva visto che non aveva più una cassa toracica per accumulare aria da espellere con un urlo.
L'altro demone era così terrorizzato da non riuscire più nemmeno a reggere la sua arma: la lasciò cadere ed iniziò a correre verso l'interno della struttura.

"Chiudete i cancelli! Chiudete i cancelli!"

L'ordine venne eseguito immediatamente, i cancelli vennero chiusi.
Ma per Jukei non era un problema. Poggiò la mano sul cancello ed iniziò a ripetere con voce profonda una strana litania.
Il suo ki fluttuava e si concentrava nella sua mano, rendeva l'aria calda, bollente. E così l'acciaio dei cancelli iniziò a fondersi, prima lentamente e poi si velocizzò, era come vedere un processo di fusione all'acceleratore. E così Jukei scavalcò quello che rimaneva dei cancelli ed entrò.
I demoni si radunarono dietro un loro campione. Portava svariati coltelli alla cintura e delle catene gli circondavano gli avambracci.
Tirò una serie di coltelli contro Jukei, ma per il vecchio non fu difficile afferrarli al volo e rispedirli al mittente, che però li evitò tuffandosi di lato. Knife si rimise rapidamente in piedi e corse contro Jukei, estraendo tre coltelli con ogni mano, e muovendosi a zig zag li scagliò tutti contro il maestro, srotolando nel frattempo la catena che portava al braccio destro.
Jukei non si scompose e parò i colpi che erano diretti contro i suoi arti superiori ed inferiori con la stessa facilità con cui aveva parato la prima serie di attacchi...ma si ritrovò completamente scoperto quando Knife scagliò contro di lui la sua catena che finiva con un punta affilata, prendendolo dritto in mezzo alla fronte!
Ma Jukei era un maestro di Hokuto Ryuken e per quanto vecchio i suoi riflessi erano pur sempre quelli di un grande maestro di arti marziali; si chinò appena in tempo per evitare la lama, che subito venne richiamata da Knife che liberò anche l'altra catena.

"Knife è il più forte, lo farà a pezzi!" disse uno dei demoni che stava osservando lo scontro

E Knife ruotava le catene a velocità sempre maggiore, fino ad essere quasi invisibile all'occhio umano. Colpiva rapidamente, costringendo Jukei a mantenersi a distanza. Il vecchio non si mosse, restava perfettamente immobile chiudendo gli occhi. La sua vista non era più quella di una volta, quindi si concentrò sull'udito. Poteva sentire le catene fendere l'aria...un sibilo continuo e forte...finchè non si interruppe.
Ed allora Jukei fece un balzo indietro, mentre la lama si conficcava nel terreno sotto di lui. Knife la estrasse e ruotò su sè stesso per riprenderne il controllo tornando ad avvolgerla intorno al suo braccio.
Knife sorrise: aveva lo scontro in pugno. Fino ad ora il vecchio si era limitato ad evitare i suoi colpi, e questa non era cosa da poco, ma finchè era costretto a rimanere a distanza non poteva colpire. Ruotò ancora una volta le sue catene, preparandosi all'attacco finale.
Prima cercò di colpirgli le caviglie con una spazzata, ma quello evitò con un salto e quando fu in volo Knife lanciò la sua seconda catena, cercando di prenderlo al petto; Jukei però si avvolse nel suo Ki e calò contro di lui. Knife evitò il calcio e ruotò ancora una volta le sue catene...ma non c'erano più catene che potesse ruotare!
Jukei le aveva spezzate senza che Knife se ne accorgesse, ed il demone cercò di ripiegare su qualche altra arma bianca, ma si trovò la mano di Jukei poggiata sulla fronte.

"Come diavolo..?"

Jukei iniziò a focalizzare il suo Ki sulla testa di Knife che iniziò ad urlare per il dolore: Jukei aveva premuto i suoi punti di rottura sulla testa e sarebbe bastato solo concentrarsi un po' di più per ucciderlo.
Ma in quel momento Hyo fece la sua comparsa, attirando l'attenzione del suo vecchio maestro su di sè.

"Che piacere vedervi, vecchio Maestro. Noto che state bene."

Jukei non rispose, ma gettò a terra il mantello sporco di sabbia, rivelando un'armatura la cui sola vista fece sobbalzare Hyo

"L'armatura funeraria dell'Hokuto Ryuken! Siete venuto per combattermi, quindi? Perchè?"

"Perchè devo recuperare il segreto che la tua memoria nasconde."

Questo non era nei piani di Jukei. Aveva pensato che il ritorno di Raoh sarebbe stato sufficiente...ma non aveva considerato che per qualche motivo Raoh potesse tornare senza essere il successore della divina scuola. Era spaventosamente forte, ma probabilmente la sua forza non era sufficiente.
Doveva pur esserci qualche ragione se Ryuken, uno degli uomini più saggi che avesse mai conosciuto, l'aveva scartato.
Hyo sorrise e gettò via il suo mantello

"Se siete pronto a morire per questo, Maestro, sono pronto a combattere. D'altra parte, siete stato voi a sigillare la mia memoria."

Hyo si mise in guardia, il suo maestro fece altrettanto...e poi scattarono l'uno contro l'altro. Jukei cercò di affondare la sua mano mirando alla cicatrice di Hyo, ma quest'ultimo si spostò e poi contrattaccò calando un colpo dall'alto verso il basso tenendo la mano di taglio, colpo che Jukei parò con una leggera inclinazione dell'avambraccio, ma questo colpo aveva costretto Jukei ad aprirsi ed Hyo non si fece sfuggire l'occasione, colpendo con un feroce pugno il suo maestro che venne scaraventato contro il muro che circondava il castello, con tale violenza da spaccare la pietra!
Jukei faticò a rimettersi in piedi, aveva attutito il colpo ma era pur sempre stato scaraventato contro un muro. Hyo guardò il suo maestro con sospetto, era ovvio che qualcosa non quadrava.

"Non riesco a capire perchè sfidarmi se poi ha deciso di non fare sul serio.."

Hyo caricò un pugno, ma Jukei protese le mani in avanti ed iniziò a recitare una gutturale litania che pietrificò il suo avversario. Le vene sul corpo di Hyo sembravano gonfiarsi sempre di più, come se stessero per esplodere e questo paralizzò Hyo, che solo allora realizzò che il suo maestro aveva lasciato un'impronta magica dentro il suo corpo quando gli aveva sigillato la memoria.

"Ma..ma perchè? Cosa c'è nella mia memoria?"

"La chiave per distruggere Kaioh! Per sbloccare il vero potere dell'Hokuto?"

il dolore era immenso per Hyo, che era caduto in ginocchio tenendosi la testa tra le mani. Una serie di immagini gli scorrevano nella mente, immagini che non riusciva a capire, che si fondevano fra di loro in un oceano di luce e di colori, ricordi che si accavallavano gli uni sugli altri, come se ognuno di loro volesse uscire per primo.
Jukei si avvicinò, e gli poggiò il pugno sul petto pronunciando una parola di comando, un suono simile a "FUM".
Bastava solo poco altro tempo...solo un altro po' più in profondità nella sua memoria.
Ma tutto questo si interruppe, Jukei era a terra.
Il vecchio maestro perdeva sangue dalla bocca, mentre Han lo guardava soddisfatto, con un sorriso arrogante dipinto sul volto

"Ma guarda..io cercavo un invasore ed invece ho trovato il mio vecchio maestro qui che lottava contro un mio compagno Demonio..sembra che sia arrivato appena in tempo."

Han osservò Hyo a terra con stupore misto a disprezzo, prima di rivolgere le sue attenzioni di nuovo verso Jukei

"Tu non capisci Han. L'Hokuto Ryuken deve sparire: porta solo rovina!
Non è una questione di forza o debolezza...è molto peggio."

e gli raccontò la sua storia. Di come quello stile lo avesse sopraffatto, e di quell'evento che sebbene non ricordasse continuava a sognare ogni notte. Jukei stesso aveva ucciso sua moglie e suo figlio in preda al Matoki, al ki demoniaco dell'Hokuto Ryuken. Ed ancora oggi poteva sentire il sangue dei suoi cari sulle sue mani.
Ma Han si dimostrò tutto meno che comprensivo

"E' un peccato. Ma Hyo ed il sottoscritto siamo fatti di tutt'altra pasta. Non corriamo simili rischi."

"Tu non capisci Han." gli urlò contro Jukei, quasi supplicante

"No, ha ragione Maestro: non la capisco. Quello che so è che l'Hokuto Ryuken è il mezzo con cui dominiamo questa terra.
Quindi grazie, ma no grazie.
Ci teniamo l'Hokuto Ryuken."

Jukei si mosse verso Hyo, ma Han si mise in mezzo colpendo un calcio in volo il suo vecchio maestro alla spalla. Jukei contraccò con una serie di affondi, ed Han fece altrettanto

"Rondine tagliente del vento!"

"Rondine tagliente del vento!"

Mille affondi, forse di più, tutti diretti al cuore. Le braccia si muovevano così velocemente da far sembrare i due come mostri centimani piuttosto che come esseri umani. Alla fine i due si separarono.

"Ti ho insegnato io tutto quello che sai, Han. So come lotti."

Ma proprio in quel momento Jukei sputò sangue e cadde in ginocchio: Han era riuscito a premere uno dei punti di rottura nonostante l'eccellente difesa del maestro.

"Nessuno è più veloce di me, Maestro."

Jukei dovette premere dei punti di rottura sulle gambe per potersi rimettere in piedi. Il suo corpo poteva essere fatto a pezzi, ma lui non avrebbe rinunciato a lottare. Era troppo importante.
Tremava e faticava a reggersi in piedi, ma non poteva smettere di lottare: pochi altri minuti e non avrebbe più potuto fare nulla.
Caricò Han che lo accolse con una serie di calci rapidi...ma proprio in quel momento, Jukei fece un balzo, evitando Han e colpendo Hyo in mezzo alla fronte, esattamente sulla cicatrice a forma di croce.
Ma la mano di Hyo bloccò quella di Jukei

"No, Maestro."

E con il braccio libero colpì ancora una volta Jukei allo stomaco.
Jukei cercò di rimettersi in piedi...ma non ne aveva più la forza.

"E' finita, maestro." gli disse Hyo.

Han si avvicinò per finire Jukei..ma un forte rumore distolse la sua attenzione: una pioggia di frecce riempi l'aria, e lui fu costretto a difendersi usando un'onda d'energia arancione che impedì alle frecce di raggiungerlo.
Seguì un rombo, un rombo potente come quello di un tuono, anzi molto di più.
E lui arrivò, in sella ad un elefantiaco cavallo nero.
Lui, l'invasore, era lì di fronte a loro. Il dominatore di fine secolo guardò la scena 

"Dato che ho di fronte due Generali, presumo che valga la pena di scendere da cavallo."

Scese da cavallo, e si diresse verso i due generali. Alcuni demoni si misero in mezzo, ma vennero eliminati prima ancora di poter alzare le armi, senza che Raoh nemmeno alzasse le mani.
Raoh si avvicinò ai suoi due Generali, e la sua aura rossa vibrava forte ed era come se riempisse l'aria di elettricità.

"Quindi questo è l'orgoglio dell'Hokuto Ryu Ken: lottare due contro uno contro il proprio vecchio maestro.
Mi disgusta che portiate così in basso il nome dell'Hokuto!"

Han lo osservava mentre Hyo si rimetteva in piedi, persino lui poteva capire che non aveva di fronte un uomo qualunque.
Raoh gettò via il suo mantello e si preparò a lottare tirando indietro le braccia con i palmi delle mani aperti..ma fu allora che Jukei, strisciando lo afferrò per la caviglia

"No, Hyo non deve morire...lascialo a me."

Hyo non era solo l'unico a conoscere il segreto per il vero potere di Hokuto, era anche la sua ultima speranza. La speranza di poter morire senza rimpianti.

"Venerabile, è una richiesta ridicola viste le sue condizioni."

"So che l'Hokuto Shinken ha una tecnica in grado di far concentrare tutte le forze di un'intera esistenza in pochi minuti."

Raoh aggrottò la fronte. Jukei aveva le lacrime agli occhi, lo stava supplicando di dargli la possibilità di lottare. Il cuore di Raoh ebbe un sussulto nel vedere quell'uomo, così potente e saggio, ai suoi piedi che lo pregava di aiutarlo, consapevole che tale aiuto era morte certa.
Poteva chiedere a Raoh di salvargli la vita premendo un giusto punto di pressione, invece gli aveva chiesto di aiutarlo a combattere la sua ultima battaglia.
E lui, Raoh, avrebbe rispettato il suo desiderio.

"Sia come volete."

Raoh alzò le braccia verso il cielo, e poi affondò le mani nelle cosce di Jukei.
Jukei soffrì, ma solo per un attimo: poi il sangue mise di scorrere e Jukei potè rialzarsi mentre i muscoli si gonfiavano, recuperando l'antico vigore.
Hyo ed Han non conoscevano questo punto di rottura, poichè non esisteva un corrispondente nella loro disciplina. Raoh aveva premuto i punti Sekkatsuko di Jukei: era iniziato il conto alla rovescia.

"Bel trucchetto, ma ora sono curioso di vedere cosa sai fare, invasore" disse Han a Raoh

"Vieni a scoprilo." fu la risposta

e mentre Han si lanciava contro Raoh, Hyo provò a dargli manforte, ma si vide il polso bloccato da da Jukei

"Tu ed io abbiamo ancora una discussione in sospeso"


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Angolo dell'autore: Riguardo al discorso di Ryuken, in questa storia ho considerato lo scontro avvenuto tra lui e Raoh come descritto nel Ryuken Gaiden: in pratica Ryuken avrebbe lasciato Raoh a terra, tirandolo poi dentro un bunker all'arrivo delle ceneri nucleari, pregandolo di usare le sue abilità contro Kenshiro per farlo crescere e migliorare. Raoh salute Ryuken come "padre" ed il vecchio maestro muore sorridendo senza rimpianti. In seguito, Raoh affermerà di aver ucciso il maestro per provocare una reazione di rabbia in Kenshiro. Detto questo, appuntamento al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Quadrivio ***


What if-7 Han scattò contro Raoh a piena velocità ed il dominatore di fine secolo gli corse incontro. I due si scambiarono di posizione, Raoh caricò a testa bassa, colpendo con entrambe le braccia come se stesse cercando di sfondare un muro, mentre Han lo saltò e fece una giravolta in aria per poi atterrare dietro Raoh, spalle contro spalle.
Raoh piegò il ginocchio, Han l'aveva colpito in pieno.
Han si girò e lo guardo con un sorrisetto obliquo, di superiorità. L'invasore, quest'essere onnipotente, era caduto già dopo il primo scambio.

"Ballo diabolico: pazzia rossa. L'Hokuto Ryuken è troppo per te."

Tuttavia, vide che Raoh si rimise in piedi. L'armatura che portava era stata frantumata e sul suo petto erano visibili i lividi dei punti di rottura che Han aveva colpito. Tuttavia i muscoli di Raoh si gonfiarono, ed in breve non rimasero più segni.
Il corpo di Raoh non era il corpo di un normale essere umano. Han si concentrò, aumentando il volume e la consistenza della sua aura arancione

"A quanto pare dovrò mettere più energia nei colpi." disse Han

Han scattò ancora una volta, muovendosi così velocemente che non era possibile per un comune essere umano vedere i suoi movimenti. L'acciaio dell'armatura di Raoh iniziò a dispersi nell'aria come tante scheggie impazzite, e la stoffa del mantello galleggiava nel vento.
Quando Han si fermò Raoh era praticamente a petto nudo.

"Io sono molto più veloce di te, questo scontro è già finito."

In quel momento Han sentì il proprio braccio destro vibrare come se venisse attraversato da una scossa elettrica, poi la pelle si gonfiò e si spaccò quando la pressione sanguigna raggiunse il suo apice, ed il sangue schizzò fuori dal corpo.
Veloce..Han era sicuramente veloce. Più veloce di lui, non c'erano dubbi. Ma lui, Raoh, aveva affrontato i suoi fratelli Toki e Kenshiro...al loro confronto, Han non era niente di che. Per quanto veloci fossero, Raoh poteva vedere i suoi colpi.
Han si leccò il sangue che gli usciva con un gesto osceno e sul suo volto si dipinse un'espressione di gioia pura.

"In questa terra non c'è niente di meglio di quando nel gioco c'è in palio la vita!"

I due si mossero l'uno contro l'altro ed iniziarono a scambiarsi una raffica di colpi; il sangue schizzava tutto intorno a loro, disegnando un cerchio rosso intorno ai due combattenti. Quando i pugni andavano fuori bersaglio, un lampo di energia rossa o arancione colpiva il muro o il terreno, scavando un piccolo cratere. Alla fine Raoh riuscì ad afferrare il braccio di Han all'altezza del gomito, per poi torcerglielo e costringerlo a terra. Raoh torceva così tanto che Han poteva sentire la spalla uscire dall'articolazione...il braccio sembrava essere sul punto di venir strappato...faceva male, dannatamente male.
Si rialzò, con il braccio che quasì uscì dall'articolazione e così lo liberò dalla presa. In questo modo Han sferrò un colpo dal basso verso l'alto, colpo da cui Raoh si difese incrociando le braccia. Il colpo fu così violento che piantò Raoh a terra, conficcandolo come un paletto. Han allora cercò di coprirlo con una serie di pietre e rocce, ma Raoh focalizzò il suo ki che si manifestò sotto forma di colonna rossa, che travolse Han in pieno, scaraventandolo fino a terra.
Han si rimise lentamente in piedi, poi si sistemò l'arto che si era lussato per uscire dalla presa di Raoh.
I due tornarono l'uno contro l'altro, poi Han tese le mani contro Raoh che le afferrò, ed i due iniziarono una prova di forza.
Han capì subito il dislivello tra loro e si lasciò cadere indietro, proiettando Raoh contro il terreno. Con una capriola gli fu sopra, ma Raoh lo colpì con una violentissima ginocchiata alla stomaco e si liberò di lui. Tornarono in piedi, Han colpì mirando ai punti di rottura sul petto di Raoh, che rispose ai colpi con una raffica di pari potenza diretta ai punti di pressione sui pettorali di Han. Le braccia si incrociarono e le dita dell'uno si piantarono nel petto dell'altro, ma mancando i punti che si erano prefissi di colpire.
Sanguinavano entrambi, Han però fu il primo a tirarsi indietro e, chinandosi, afferrò Raoh per la vita e da lì lo lanciò dietro di sè, contro il muro.
Raoh era a terra tra i pezzi del muro, ed Han decise che questo era il momento adatto per porre fine allo scontro. Balzò in aria, urlando.
Forse di gioia, forse di furore.
Richiamò la sua energia nel palmo delle sue mani, che chiuse a coppa. Quando l'energia raggiunse il suo massimo, aprì le mani scagliando un raggio di energia bianca contro Raoh

"Rete Bianca Distruttiva!"

"Onda della mano violenta di Hokuto!"

Raoh generò dalle mani una tremenda ondata di Ki rosso che si contrappose all'energia bianca scagliata da Han. Ma rimasero in stallo solo per qualche secondo: poi l'energia rossa spazzò via quella bianca che si disperse nell'aria, travolgendo Han in pieno petto e facendolo volare in aria per diversi metri...e l'atterraggio che seguì praticamente provocò un cratere.
I demoni erano stupefatti, indicavano Raoh tremanti

"E'..più forte del Terzo Generale!"

ad uno di loro cadde la spada dalle mani: tremava così tanto da non riuscire nemmeno a formulare correttamente il suo pensiero

"C'è solo un uomo che adopera quella mossa...il nostro terrore...RAOH!"

Il nome Raoh passò di bocca in bocca e suonava nelle loro menti come un incubo che si materializzava. Impiegarono diverse decine di secondi per riprendersi, e poi diedero l'ordine.

"DATE L'ALLARME!! RAOH E' ARRIVATO!"

***

Akashachi aveva avvistato dei demoni fuori dal castello e li aveva visti rintanarsi. Aspettò che fossero tutti compatti e poi diede l'ordine di scagliare una salva di frecce.
I demoni vennero presi alla sprovvista, e fu allora che loro caricarono a tutta velocità: gli arpioni dei pirati volevano, scagliati come giavellotti, ed ognuno trovava un bersaglio. Re Nero aveva preso velocità, ed aperto un varco tra la carne e le ossa dei demoni che venivano calpestati ed annientati, e loro passarono finalmente allo scontro all'arma bianca.
Il fattore sorpresa ed il vantaggio tattico e numerico gli aveva permesso di avere la meglio su quel battaglione di demoni che era arrivato al castello.
I demoni erano troppo sicuri di sè: giravano in piccoli drappelli, e la maggior parte di loro (quell'1% che era sopravvissuto alla selezione a cui erano sottoposti fin da bambini) non credeva possibile che quei "pecoroni" si ribellassero nè, tantomeno, che potesse arrivare sulle loro coste un uomo di quella forza.
E fino al momento in cui l'acqua rossa non avrebbe tinto i fiumi, avrebbero continuato così, come facili bersagli.
Reina, lei aveva assistito a tutto da un balcone; non appena i demoni aveva cominciato a correre lei aveva capito che solo una grande minaccia poteva provocare una tale frenesia ed eccitazione. Aveva iniziato a correre per poter assistere all'evento, ed adesso aveva davanti la scena, poteva vedere quello che stava succedendo.
E non poteva restare più con le mani in mano.
Lui non l'aveva delusa, ogni volta che era stata in pericolo l'aveva sempre tirata fuori dai guai.

"DATE L'ALLARME!! RAOH E' ARRIVATO!"

Non appena Reina sentì queste parole capì subito quello che doveva fare. Vide che due demoni avevano iniziato a correre, infilandosi in un passaggio vicino alle mura.
Li avrebbe intercettati.
Qualunque fosse stato il costo.

***

Jukei colpì Hyo con tre colpi ben piazzati sferrati con l'indice ed il medio, disegnando un triangolo sul torace del suo discepolo, e poi colpì con un pugno all'altezza del cuore. Hyo indietreggiò. La gamba destra iniziò a gonfiarsi ed a torcersi, ed Hyo dovette conficcarsi tre dita nella gamba, sopra il ginocchio, per fermare l'effetto del punto di rottura.

"Ha iniziato a fare sul serio, Maestro?"

"Mi serve la tua memoria, non il tuo corpo. Se non vuoi collaborare, sigillerò i tuoi pugni!"

Jukei iniziò a muovere lentamente le mani. Poi acquistò velocità e le mani sembrarono diventare 10,100,1000.
Hyo però non esitò un attimo, e cominciò a colpire con una tecnica analoga: le mani si incrociarono a mezz'aria, deviando i colpi del proprio avversario quel tanto che bastava ad far andare a vuoto il colpo. Hyo si circondò della sua aura verde acido e colpì tenendo la mano ad artiglio, ma Jukei gli scivolò dietro la schiena ed affondò le sue dita nel collo di Hyo..che però afferrò il polso di Jukei e lo proiettò in avanti, facendolo passare da sopra la spalla e schiantandolo a terra. Allora calò la mano verso la gola di Jukei, ma il suo maestro rispose pronunciando una parola di comando ed Hyo si paralizzò. Jukei si rimise in piedi e riprese la sua litania, per poi colpire la fronte di Hyo, che però riusci ad interporre il palmo della sua mano alle dita di Jukei.
L'energia verde acido di Hyo fluiva concentrandosi sulla mano che si opponeva all'attacco di Jukei, imbevuto di energia viola.

"Perdonami, Hyo"

L'aura di Jukei si espanse, annichilendo quella del suo discepolo. E fu allora che colpì, trapassando la mano che Hyo usava per difendersi e generando un raggio d'energia che colpì il punto di rottura a cui aveva originariamente mirato e subito Hyo fu sopraffatto dai ricordi

Una barca in mezzo al mare...ci sono io..ci sono dei bambini..
..e chi è quel neonato? Perchè questa strana sensazione di calore?
Non riesco a vedere il suo volto.
Chi è? Chi sono questi?
Chi? Chi? CHI?

"L'ultimo colpo..."

Jukei colpì, ed Hyo cambiò espressione: era in pace, felice. Non c'era più rabbia o astio.
Il Maestro c'era riuscito.
Ma fu allora che successe l'imprevedibile: un altro punto di rottura rimasto a lungo dormiente si attivò, disegnando le sette stelle sulla schiena di Hyo, che poi generarono sette schizzi di sangue.
Lo stupore interruppe la concentrazione di Jukei ed Hyo non esitò e sferrò un pugno con tutta l'energia che aveva in corpo, aprendogli uno squarcio nel petto

"Per fortuna Kaioh ha alterato i miei punti di rottura...così non sono caduto preda delle vostre diaboliche visioni!"

Jukei era a terra, in ginocchio. Aveva fallito, aveva perso la sua ultima possibilità di rimediare ai suoi errori.
Ed ora Hyo stava per piazzare il colpo di grazia.

***

Han corse verso Raoh, muovendosi così velocemente da generare delle proiezioni di sè, che confusero Raoh e gli impedirono di capire quando colpire. Han lo afferrò alle spalle, circondandogli la vita con le braccia e lo sollevò, schiantandolo contro il terreno.
Ma Raoh si difese alzando le braccia e puntellandole contro il terreno, riuscendo ad evitare di subire danni concreti. Così riuscì a rimettersi in piedi, dando il via ad un nuovo scambio di pugni.

"Alla fine sei tornato Raoh."

"Non potevo lasciare la mia terra nelle vostre mani"

"Bah! Hai attraversato il mare per diventare più forte? La vera forza era già qui!"

Han parò un poderoso diretto di Raoh con entrambi le mani, poi concentrò la sua energia e gliela scagliò contro con una tecnica simile all'Onda della Mano Violenta tanto cara a Raoh.
Il Re di Hokuto venne preso in pieno petto e sbalzato in aria, poi Han si concentrò e scagliò i pezzi di pietra che c'erano lì intorno usando una tecnica telepatica basata sulla manipolazione del Ki.
Questi proiettili ferirono Raoh, che però non si fermò e contraccò.

"Pugni distruttori del cielo!"

"Mille mani demoniache!"

I colpi volavano, ed il sangue cadeva a pioggia ricoprendo il terreno...finchè alla fine Raoh non riuscì più a muovere le gambe. Han ghignò ed alzò il braccio destro

"Ti sei difeso bene dai miei colpi letali..per cui ho scelto di colpire un punto di rottura che ti impedisce di muoverti. Sei finito, Raoh!"

Ma non appena fece un passo avanti, il cuore di Han fu stretto in una morsa ed il terzo Generale sputò sangue.
Si guardò il petto, e notò con terrore che le vene e le arterie si erano gonfiate e stavano iniziato a spaccarsi per via della pressione sanguigna che aumentava sempre di più.

"Per colpire i tuoi punti di pressione non ho bisogno di toccarli. Anche se hai parato i miei colpi, la pressione dell'aria è bastata."

Aveva già mostrato questo suo talento contro Souther, che si era salvato solo grazie al segreto del suo corpo. Han non era così fortunato, il suo tempo era ormai finito

"Godrò della tua compagnia all'inferno, Raoh...tecnica definitiva dell'Hokuto Ryuken: Caduta del cielo!"

Si scagliò contro Raoh utilizzando una tecnica suicida, l'equivalente dell'Eliminazione delle Sette Stelle, dell'Hokuto Shinken. Ma come Raoh aveva neutralizzato la manovra di Koryu, avrebbe neutralizzato anche Han. Si chinò leggermente in avanti, portando tutto il peso sul piede destro e tirando indietro le mani, accumulando energia...che poi scagliò contro Han in corsa, lanciandogli una sfera rotante di energia rossa

"Carica del dominatore del Cielo!"

L'onda travolse in pieno Han che venne sbalzato via...e l'energia fu talmente tanta da arrivare fino ad Hyo, impedendogli di finire Jukei.
Quando l'energia si dissolse nell'aria, dall'aria si sollevavano tanti sottili fili di fumo. Hyo era stato scaraventato contro una sezione di mura, che già danneggiata finì a pezzi, seppellendo Hyo. Han invece era per terra, in un lago di sangue.
Raoh gli si avvicinò, ascoltando quello che Han aveva da dire nei suoi ultimi istanti di vita

"Complimenti, hai vinto. Ma riuscirai ad eliminare il tuo stesso fratello?"

"Toki ha sacrificato la sua vita per mantenere la sua promessa. Io sono disposto a fare altrettanto."

"Ed allora vi osserverò dall'inferno."

Furono queste le ultime parole di Han. E solo allora Raoh si avvicinò a Jukei che non riusciva più a trattenere le lacrime

"Ho fallito. Mi dispiace...porre questo ennesimo peso sulle tue spalle. Ti affido il mio spirito per portare avanti la tua missione.
Libera la nostra terra. Liberala, ti prego."

E Raoh chiuse gli occhi del venerabile maestro.

***

Il demone era arrivato al condotto idraulico nascosto nel castello. Gli bastava girare la giusta leva e l'acqua rossa sarebbe stata scaricata nei fiumi e l'allarme si sarebbe diffuso.
Era così concentrato nel suo compito che non si accorse di un'ombra dietro di lui, che gli piombò addosso stringendogli il collo tra un paio di gambe lisce e morbide, ma contemporaneamente toniche e forti come acciaio. Reina lo stava strozzando, ma lui si liberò e la scaraventò a terra.

"Tu, cosa pensavi di fare?"

Reina si rialzò e lo colpì con un calcio, ma il demone lo parò con l'avambraccio senza fatica. La spinse contro il terreno, ma lei neutralizzò i danni della caduta rotolando su un fianco. Allora il demone afferrò la leva e con determinazione aprì il condotto.
Guardò Reina, mentre un ghigno di soddisfazione si dipingeva sul suo volto

"Adesso tutti sapranno che Raoh è arrivato."


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Capitolo 8
*** Mosse e contromosse ***


What If-8 Il demone aveva appena liberato l'acqua rossa, aveva dato il segnale. Ormai l'arrivo di Raoh non era più segreto, presto la voce si sarebbe sparsa ed i demoni si sarebbero organizzati.
Reina cercò di mascherare le sue emozioni, non voleva dare a questo demone la soddisfazione di vederla soffrire.

"Ehr ehr ehr, ecco fatto! Ho dato l'allarme, tutti sapranno che Raoh è arrivato!"

In quel momento la punta di un pugnale spuntò fuori dalla sua gola e lui emise un suono gutturale, rauco, mentre soffocava nel suo stesso sangue. Dietro di lui si ergeva il demone chiamato Knife, con una smorfia di disappunto dipinta sul volto.

"Sono arrivato troppo tardi."

Reina si mise in posizione di guardia, attendendo la mossa del demone che però recuperò il pugnale e pulì la lama dal sangue che la sporcava. Rimase un attimo in ginocchio, osservando la lama del pugnale che teneva in mano, specchiandosi nell'acciaio e riflettendo su quello a cui aveva assistito.

"Quell'uomo...è davvero Raoh?"

"E' lui, è il dominatore del secolo."

"Quindi la leggenda del salvatore ha un fondo di verità. Ho sempre pensato che fosse da stupidi credere alle leggende ma questo punto...perchè non credere?"

Si girò verso Reina, cercando il suo sguardo e ponendo una domanda...che forse era più un'affermazione.

"In fondo..è questione di fede,no?"

***

Raoh si guardò intorno, osservando i demoni gettare le armi mentre il suo esercito esultava.
Si concentrò, ma non riuscì a percepire il ki di Hyo...e per un uomo come lui era impossibile nascondere un Ki guerriero di quelle proporzioni. Evidentemente era stato travolto dalla sua Carica del Dominatore dei Cieli e poi era soffocato sotto le macerie. Un'intera sezione del castello era crollata sopra di lui..ed a quanto pare era morto.
Una fine indegna per un maestro di Hokuto, anche se di Hokuto Ryuken.
Raoh strinse il pugno osservando i demoni che adesso stavano con la testa calata, in ginocchio di fronte a lui.

"In piedi! Lasciate che vi guardi!"

Tutti eseguirono e Raoh osservò ognuno di loro negli occhi, scrutandoli come se stesse guardando fin dentro la loro anima. Poi sollevò la mano e ruggendo scagliò contro i demoni una serie di fasci di ki rosso, che disintegrarono solo alcuni demoni tra quelli che aveva davanti. Raoh si rivolse poi agli altri che erano rimasti vivi

"Voi! Adesso deciderete da che parte stare...se tenete più alla vostra terra o alle vostre vite."

Aveva ucciso gli altri perchè aveva letto nei loro occhi una malvagità naturale e radicata: quelli avrebbero continuato ad infliggere dolore e distruggere solo per mero divertimento. In caso di difficoltà avrebbero voltato le spalle a lui ed a coloro che lo seguivano. Una volta poteva permettersi di circondarsi di uomini così...ma ora no.
E gli altri rimasti, cosa avrebbero fatto?
Akashachi era un pirata, un uomo di mare che aveva imparato tanto a prevedere tanto l'umore del mare quanto quello degli uomini...e questi che ora stavano davanti al Grande Re sembravano per niente disposti a lottare per loro. Vide che qualcuno stringeva l'elsa della propria spada e si girò verso Raoh, cercandone lo sguardo per avvertirlo, ma lui aveva già incrociato le braccia e continua a guardarli; perdeva sangue, e poco dopo il suo corpo venne attraversato da una scossa mentre una nuova ferita si aprì, provocando uno squarcio all'altezza del quadricipite, ma lui rimaneva immobile. Lo scontro contro il terzo Generale lo aveva indebolito, ma non piegato.
Tuttavia...tuttavia i demoni avrebbero pututo lanciare un attacco collettivo cercando di approfittare della spossatezza di Raoh. Aveva consumato molte energie, e non ne sarebbe uscito indenne. Quindi il capitano pirata si voltò verso i suoi uomini, che a loro volta impugnarono le armi.
Erano pronti a ricominciare la battaglia, sarebbe bastato solo un minimo segnale.
Ed il segnale arrivò quando il demone chiamato Knife fece di nuovo il suo ingresso, portando con sè Reina.
Raoh lo guardò, ed il demone resse lo sguardo, ma solo per pochi attimi.
Poi lasciò andare il braccio di Reina e si inginocchiò

"Sono Knife, adepto della scuola Taizan delle 1000 Lame. La mia vita sarà al servizio di colui che viene a liberare questa terra."

Nagato si staccò dal resto del gruppo e si avvicinò a Knife, rimproverandolo aspramente, ma quello, nonostante fosse più basso in grado ed avesse da poco acquisito il suo diritto al nome, gli tenne testa.

"Abbiamo aspettato che Hyo si ribellasse a Kaioh per mesi. Ed i mesi sono diventati anni, che si sono accumulati. Ma cos'è cambiato, Nagato?
Questo è Raoh, il salvatore della leggenda..."

"Pensavo che tu non credessi alle storie"

"Credo alle leggende che si materializzano di fronte ai miei occhi più che alla speranza che si attende. Non possiamo più aspettare."

A queste parole, altri demoni si inginocchiarono, poggiando le armi ai propri piedi.

***

Due demoni di pattuglia si erano stancati del proprio lavoro, fin troppo noioso per i loro gusti, ed avevano deciso di trovare un modo diverso di passare il tempo: ognuno di loro avrebbe preso un popolano e gli avrebbe tenuto la testa sott'acqua, chi avesse scelto quello non affogato avrebbe vinto. Fortunamente c'era un fiume lì vicino, e quindi non ebbero problemi a mettere in atto il loro giochino.
Le bolle d'aria di quelli che tenevano sott'acqua iniziano a diventare sempre meno, finchè uno dei due smise del tutto. Allora quel demone imprecò e gettò la carcassa dietro di sè, prendendo un pugnale decorato dalla cintura e passandolo all'altro.

"Blah! Hai avuto fortuna! Voglio la rivincita!"

"Quello che vuoi, troviamone un altro!"

I due si allontanarono dando le spalle al fiume e quindi non poterono vedere l'acqua tingersi di rosso...ma questo non sfuggì a degli osservatori che passarono da terrorizzati a determinati nel giro di pochi attimi..
I demoni tornarono nel villaggio, trovando davanti a loro tutta la popolazione schierata, con in mano picconi e zappe. Loro, presuntuosi, risero e tirarono fuori le fruste. Le fecero schioccare minacciosi, ma quelli non chinarono la testa. Quindi li colpirono con tutta la forza che avevano in corpo, ma ancora una volta non indietreggiarono.

"E va bene, oggi avete proprio voglia di farci divertire, eh?"

Gettarono le fruste ed impugnarono le spade, ma quelli non erano ancora intimiditi. E prima che se ne accorgessero, i due demoni erano circondati. Zappe e picconi si alzarono e poi calarono, prima ancora che quelli potessero difendersi.
Mai si era vista una tale brutalità, se non dai demoni.
E questa scena si ripetè in molti villaggi.

***

Il sangue di Kaioh ribolliva dal momento in cui aveva ricevuto la notizia. La stessa armatura che portava per mantenere il suo ki demoniaco focalizzato stava iniziando a creparsi ed i demoni minori che gli si avvicinavano troppo venivano annientati dal mero matoki del Primo Demonio.
Han ed Hyo erano stati eliminati, e questo lo disturbava.
No, non per affetto verso di loro..ma perchè sperava di poterli usare più aventi come pedine, di poterli sacrificare si...ma al momento opportuno.
Diede ordine di radunare il suo esercito, cinquecento demoni d'elitè e di radere al suolo ogni villaggio, uccidere ogni uomo, donna o bambino che avrebbero trovato sulla strada. In questo modo anche i pesi morti sarebbero fuggiti verso la parte del continente occupata da suo fratello, e presto Raoh si sarebbe trovato con troppe persone da sfamare e difendere, e molte nemmeno in grado di lottare. Avrebbe comandato lui stesso la marcia dei demoni, che avrebbero proseguito compatti fino alla meta.
Un conto è ammazzare un piccolo gruppo disorganizzato, ed un altro conto è avere a che fare con l'intera macchina da guerra degli Shura che si mette in movimento.
Ma prima doveva fare in modo che Raoh non marciasse in testa all'esercito che lo avrebbe combattuto: e sapeva esattamente come fare.

"Tu!" disse ad un servo "Porta qui Sayaka."

***

Il castello di Hyo era troppo danneggiato, per cui il grande re decise di occupare il castello di Han e renderlo la sua fortezza. Espugnarlo non fu difficile, ma le continue migrazioni verso questa fortezza mostrarono subito le debolezze del piano messo a punto da Raoh: provviste non sufficienti ed esercito, in gran parte, incapace di sostenere un vero combattimento.
Nonostante le fucine lavorassero giorno e notte, nonostante Reina, Knife e Nagato avessero speso ogni minuto del loro tempo ad addestrare le truppe, dopo una settimana solamente un centinaio di soldati erano in grado di poter effettivamente sostenere un combattimento: gli altri erano tutti carne da macello.

"No,no, no!! Non è così che si tiene la spada!" urlava Knife

Il popolano lo guardò con aria mesta da cane bastonato, Knife prese un bastone e gli urlò ancora una volta di colpirlo. Quello esitò, ma poi Knife lo colpì violentemente sulla coscia destra, poi sulla spalla, finchè quello non cercò di difendersi. Ma l'attacco fu così scoordinato che Knife non dovette nemmeno schivare e gli piazzò una bastonata sui denti. Provò ancora, ma poi lo bastonò dritto in fronte e continuò a colpire finchè quello non si accucciò a terra cercando di difendersi le testa con le mani. A quel punto Reina dovette intervenire,  intercettando il bastone di Knife con la sua spada.

"Ecco vermi, è così che si para un attacco dall'alto! Così!"

"Cosa stai facendo?" gli disse Reina a denti stretti per non farsi sentire dai "soldati"

"Se non capiscono cosa fare ora immagina sul campo di battaglia. Tanto vale ammazzarli adesso. E ne arrivano ogni giorno di più! Carne da macello che dobbiamo sfamare! Pensavo che l'obiettivo fosse liberare queste terre."

"Ed è quello che Raoh sta facendo! Non si ottiene niente terrorizzando i soldati, fidati."

Knife non era convinto, ma diede ordine alle reclute di dividersi in gruppi di due e provare gli schemi di attacco e parata. Ogni demone era un'armeria ambulante, e loro non sapevano ancora difendersi neanche dal più banale attacco di spada. Ma prima che potesse lamentarsi un urlo attirò la sua attenzione

"Ehi, guardate chi abbiamo preso!"

Due veri soldati avevano trovato e catturato una spia e la stavano portando al cospetto del Grande Re.
E trovarono Raoh in piedi, intento a scrutare una mappa mentre Akashachi lasciava la sala.

"Akashachi."

quello si voltò

"Sette giorni. Uno in più potrebbe essere troppo tardi."

"Non tema maestà! Compirò la mia missione e tornerò in tempo!"

Akashachi si allontanò mentre il suono della sua gamba di legno rimbombava per la sala dove una volta sedeva Han e nello stesso momento il demone catturato fu portato al suo cospetto.
Cercava di darsi un contegno, ma le ginocchia gli tremavano tanto che non riusciva a rimettersi in piedi. Raoh lo guardava negli occhi e lentamente gli poggiò il dito indice sulla tempia, dopo di che andò a sedersi.

"Ora risponderai alle mie domande."

"M-mai!"

"Posso occuparmene io."

"Non serve, Knife. Ho premuto il suo tsubo della Voce involontaria. Mi dirà tutto quello che gli chiederò."

E fu così. Raoh domandava e lui rispondeva, parlando a lungo. Finchè...

"Il primo demone Kaioh ha annunciato un torneo. Il vincitore verrà nominato secondo demonio ed otterrà Sayaka, la sorella del..."

Raoh venne come attraversato da una scarica elettrica. Si alzò e premette in successione due punti di pressione sul torace e sulla gola del demone.

"Lasciatelo andare."

"Cosa?"

"Fatelo! Nessuno lo fermi."

Quello colse l'occasione e scappò via a piena velocità, preso dal panico.
Sarebbe andato dritto da Kaioh. Ma questo era quello che Raoh voleva.
Si sedette, ad arrivato a tarda sera si allontanò, per riflettere sotto il cielo stellato; sapeva che sua sorella era in pericolo. Sapeva che se non fosse intervenuto le sarebbero successe cose tremende.
Sapeva che era una trappola.
Guardava il cielo in attesa di una risposta. Ma niente, nemmeno le stelle brillavano in quel tetro buio che gli opprimeva il cuore.

"Il mio cammino non prevede deviazioni."
"Altrimenti il cielo riderebbe di te?"
"Questo è il mio destino"
"Come puoi dire di conoscere il tuo destino con questa certezza?"
"Non ho mai esitato."
"Ed allora perchè esiti ora, fratello? Il tuo cuore sa già cosa fare."

Poteva vedere lo sguardo di Toki che abbozzava un sorriso. Era vero, sapeva che cosa doveva fare.

Spronò Re Nero e galoppò nella notte.


_________

Innanzi tutto mi scuso del ritardo, gli esami mi hanno portato via più tempo del previsto. Spero di non avervi fatto perdere interesse nella storia.
Lo so, questo è un capitolo di transizione con poca azione..ma dopo lo scontro del capitolo precedente mi perdonerete, vero? XD
Capitolo lento, lo so, ma serve per mandare avanti la storia che si avvicina alle fasi conclusive..

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Capitolo 9
*** Fratelli contro ***


What If- 9 Circa trecento demoni erano stati chiamati a partecipare o ad assistere al torneo indetto dal primo demonio Kaioh; sebbene il premio fosse una donna di rara bellezza, l'obiettivo principale dei demoni che partecipavano a questo torneo era il farsi notare dal primo demonio, così da poter aspirare al titolo di secondo o terzo demonio, titoli vacanti da quando Raoh, il loro terrore, aveva eliminato Hyoh ed Han.
Si riunirono in un antico anfiteatro vicino il castello di Kaioh e per tre giorni si diedero battaglia. Usarono ogni trucco, ogni tecnica, ogni mezzo a propria disposizione per trionfare sull'avversario. Lottavano fino alla morte, finchè riuscivano a tenersi in piedi.
L'intera arena era il loro campo di battaglia, le armi erano tutto quello che potevano riuscire a portarsi dietro.
In questo momento due demoni stavano contendendosi un posto in semifinale.
Uno grasso, era quasi senza capelli, che crescevano a sparuti ciuffi irregolari su un cranio solcato di cicatrici, la sua armatura ormai in pezzi ed in mano una spada grondante sangue.
L'altro aveva capelli neri, corti e sporchi, nascosti sotto un piccolo elmetto ricavato da un pezzo d'acciaio ribattuto, teneva nelle mani una spada ed un lungo coltellaccio.
Fu lui ad attaccare sferrando dei fendenti scoordinati, con l'unico scopo di tenere lontano il suo avversario. Ma quello non fu abbastanza intelligente da tenersi alla giusta distanza e rimase a portata del braccio del suo avversario, evitando per pochissimo un affondo al rene. Colpì con la sua spada, ma il colpo venne intercettato ed allora dovette fare un salto indietro per evitare di finire squarciato come un maiale dal coltellaccio del suo avversario.
Caricò a testa bassa, riuscendo a colpirlo con una spallata allo stomaco e da lì lo sollevò per poi schiantarlo a terra con una proiezione, approfittando del fatto che finchè quello era sollevato non poteva usare le sue lame per infliggere danni seri, ma solamente graffi superficiali. L'obiettivo era rompergli il collo con quella proiezioni, ma l'altro si liberò a mezz'aria ed atterrò di schiena.
Allora quello grasso provò a finirlo affondando la sua lama nella gola, ma l'altro si tolse l'elmetto e glielo tirò sul naso, rompendoglielo. Vedendo il grassone stordito gli conficcò il coltellaccio nel piede, piantandolo nel terreno.

"aarrgh!!"

Il grassone si tolse il coltellaccio dal piede mentre quello si rimetteva in piedi, ma non riuscì ad evitare che la spada del suo avversario lo colpisse due volte, disegnando una croce di sangue sul suo petto. Traballava, ma non si arrese e continuò a colpire finchè quello lo colpì piantandogli il tallone nella ferita fresca ed ancora sanguinante al piede.
L'altro rise sgraziato, tirando fuori la lingua ed iniziò a colpire con la sua spada. Uccidere non era importante, lo voleva fare a pezzi. Tranciò ossa e tendini e continuò a colpire anche quando quello era ormai a terra senza vita. A quel punto gli tagliò la testa e la infilò nella sua spada, sollevandola in alto tre i cori di giubilo e di approvazione dei duecento demoni che assistevano allo scontro.
Si girò alzando lo sguardo verso il palco da cui il primo demonio assisteva agli scontri, ma lo trovò vuoto. C'era solo Sayaka, seduta in abito elegante, ma incatenata alla ringhiera. Il demone era deluso dal fatto che Kaioh non avesse assistito allo scontro, ma decise comunque di onorare sua sorella lanciandogli la spada con la testa conficcata come fosse un dono. Lei provò ad allontanarsi disgustata, ma non poteva.
Il demone allora si diresse verso l'uscita, per poter curare le ferite, ma un rumore proveniente dal muro attirò la sua attenzione. Incuriosito si avvicinò ed appoggiò l'orecchio:

"Cosa diavolo è questo rumore?"

ma non potè mai capirlo, perchè il muro gli cadde addosso schiacciandolo.

***

"Mio signore, non assiste agli scontri?"

Kaioh era seduto nel trono reggendosi la testa con il pugno, annoiato. Non degnò di uno sguardo il demone che lo serviva

"Non mi interessa guardare gli insetti lottare. Le loro vite non valgono niente."

"Ma allora perchè organizzare un torneo?"

Il demone si morse la lingua a sangue, pregando che Kaioh non l'avesse sentito. Il demonio incrociò il suo sguardo e la sua aura demoniaca si estese generando un'ombra densa e soffocante che emanava una tetra luce rossa. Il servitore iniziò a soffocare e si portò la mano alla gola, ma vide con terrore che la mano si era innaturalmente dilatata, come se si stesse sciogliendo.

"Un essere così debole non dovrebbe essere così curioso." disse Kaioh quando più nulla era rimasto del suo servitore.

Un demone entrò trafelato nella sala, inginocchiandosi di fronte al primo demonio.

"Mio signore, è tornato!"

Si riferiva al demone mandato in avanscoperta al castello di Han, ora occupato dalle forze degli invasori.
Con un cenno del capo, Kaioh invitò il demone ad entrare e quello eseguì. Ma non poteva parlare.

"Mio fratello ti ha privato della voce...." lasciò la frase in sospeso

Si alzò e premette un punto di rottura sul collo del demone, in grado di annullare l'effetto del punto attivato da Raoh. Ma ciò non successe. Perchè invece fu un altro punto a fare effetto: la faccia del demone venne come risucchiata all'interno della testa, le ossa iniziarono a scricchiolare ed il sangue si spargeva...finchè non esplose, coprendo il primo demonio di sangue.
Il Ki vibrò, mentre l'armatura fatica a reggere questa pesante aura iniziando a creparsi.

"Il punto della mina...un punto che si attiva quando si cerca di neutralizzare gli effetti di un precedente punto di pressione. Il mio caro fratello ha stile."

Si diresse a grandi passi verso il corridoio che conduceva ad un palco per la vicina arena. Ogni castello aveva un suo piccolo "colosseo" vicino, e quello di Kaioh ovviamente non faceva eccezione.
Capì subito che qualcosa non andava, c'era troppo silenzio. Continuò ad avanzare finchè non arrivò al suo palco riservato..o almeno, a quello che ne rimaneva. Non c'era più traccia del palco nè di Sayaka.
Il palco era distrutto e lei era tra le braccia di suo fratello Raoh, che si ergeva in piedi su una collina di carcasse. Raoh fece salire Sayaka su Re Nero e poi voltò il suo sguardo verso Kaioh

"Hai usato Sayaka come esca per attirarmi qui."

"fufufu...ed ha funzionato,no? L'idea che la nostra sorellina fosse in pericolo ti ha spinto a lasciare i tuoi uomini e venire qui...da solo!"

Kaioh saltò ed atterrò con violenza a pochi passi da suo fratello generando un rumore violento o sordo. La sua aura demoniaca si estese fino a proiettare la sua ombra su Raoh, Sayaka e Re Nero, che iniziò a scalciare per la paura, mentre Sayaka soffocava e sudava.
Allora Raoh si concentrò, usando il suo Ki come scudo da contrapporre al violento matoki del fratello, arginando gli effetti nefasti della sua aura.

"Anche tu sei da solo, ormai il tuo esercito è solo un ricordo, un ammasso di corpi."

"E chi ha detto che questo era il mio esercito?
Poichè ormai il tuo destino è segnato, prima di ucciderti ti getterò nella disperazione più nera: il mio esercito, la mia elité, è già in marcia verso la tua roccaforte!"

Kaioh rise e Raoh rabbrividì. Poteva Reina e le sue truppe riuscire a reggere l'assedio?
Ma sopratutto...poteva lui lottare contro Kaioh, contro suo fratello?
Scacciò dalla testa questo pensiero. Per quanto rispettasse e per quanto amasse suo fratello, lui doveva lottare.
Avrebbe lottato contro Kaioh come Kenshiro e Toki avevano lottato contro di lui: al massimo delle sue possibilità e capacità.
Assunse la posizione di guardia, ma Kaioh distese la mano

"Mi dispiace per tutta la strada che hai fatto ma questo sarà un incontro breve: non mi son piaciute le riunioni di famiglia."

Usando il suo matoki, Kaioh deformò lo spazio intorno a Raoh che si ritrovò a galleggiare nel vuoto.
Non capiva dove fosse, non capiva nemmeno se fosse in piedi.

"Gemma del distruttore delle tenebre!"

Kaioh generò dalle mani una sfera di energia fiammeggiante che scagliò contro Raoh. Il Grande Re incrociò le braccia sul petto per difendersi da questo colpo, ma la violenza del colpo fu comunque tale da mandare in pezzi i bracciali della sua armatura e scagliarlo in aria. Allora Kaioh saltò in modo da arrivare più in alto del fratello e lo colpì con un doppio calcio, con l'obiettivo di farlo schiantare a terra.
Ma Raoh non era un dilettante e, d'istinto scagliò un'onda di ki contro Kaioh. Troppo debole per ferirlo, ma abbastanza forte da respingerlo.
Tuttavia, mentre Kaioh atterrò in piedi dopo aver fatto una capriola, Raoh finì comunque per impattare malamente contro il terreno.
Il grande re si rimise in piedi e Kaioh mirò alla sua fronte con un affondo sferrato con la punta delle dita.
Raoh riuscì a schivare spostandosi sul fianco destro e sferrò una serie di pugni che però vennero tutti parati con una sola mano. Kaioh colpì allora usando il palmo della sua mano sinistra, generando un raggio d'energia diretto alla faccia del fratello, che riuscì ad evitare il colpo ed a contrattaccare con una tecnica simile, anch'essa schivata.
I due fecero un passo indietro e poi sferrarono entrambi un potentissimo pugno imbevuto della loro energia; i due colpi si scontrarono e rimasero in stallo per diversi secondi mentre l'energia cresceva e si accumulava, creando una sfera color rosso sangue che in breve circondò i due, che continuarono ad infondere energia a questo loro pugno come se da questo dipendesse il futuro del mondo..e più loro continuavano, più la loro energia si accumulava..finchè non resse più alla tensione.
Fu come un'esplosione di luce ed oscurità, un botto tale da assordare momentaneamente Sayaka, che pure era a distanza di sicurezza, e che nascose i due alla vista. Quando la nebbia si dissipò si vide che i due fratelli erano stati scaraventati contro il muro, ai lati opposti dell'arena.
Lentamente si rimisero in piedi e tornarono verso il centro. Raoh provò a colpire, ma Kaioh lo anticipò generando una serie di raggi con le mani, raggi che si abbatterrono su Raoh dal primo all'ultimo, atterrandolo.
In un istante, Kaioh gli fu addosso mirando ai punti di pressione in mezzo alla fronte di Raoh. E li colpì...o almeno così pensava.
Vide Raoh sparire di fronte ai suoi occhi, e poi solo un lampo rosso passargli accanto, di fianco al braccio destro. Passarono appena pochi attimi e Kaioh vide l'armatura che gli copriva il braccio destro andare in pezzi, dalle manopole agli spallacci. Le vene del braccio si gonfiarono ed iniziarono a pulsare come se stessero per esplodere costringendo Kaioh ad attivare i suoi punti di rottura per evitare di perdere il braccio. Si girò verso suo fratello e vide che non c'era più un solo Raoh, ma tante immagini riflesse che fluttuavano, ora sette, ora nove, ora dieci. E Raoh poteva benissimo essere una di quelle dieci proiezioni o addirittura nessuna

"Hai capito che contro di me non hai speranze...ed hai deciso di utilizzare la tecnica definitiva dell'Hokuto Shinken!"

"Trasmigrazione attraverso Satori. Vita attraverso il nulla: non puoi localizzare il mio corpo."

"Ed allora distruggerò quel nulla!"

Kaioh distese la mano verso il fratello

"Anryu Tehna:Colpo della distruzione celeste!"

***

Era rimasto privo di sensi per molte ore, quasi un giorno intero o forse anche di più, prima di risvegliarsi. Si fece forza e si liberò delle macerie che gli erano finite addosso, macerie di quello che una volta era il suo castello. Sanguinava e molteplici ferite si erano aperte su tutto il suo corpo: un pezzo di pietra particolarmente appuntito gli aveva quasi trapassato il fianco.
Respirò a pieni polmoni l'aria della notte e si portò subito le mani alla testa che stava per scoppiare. La strinse come se potesse impedirle di esplodere solo tenendola ferma, ma non bastò perchè poco dopo il sangue iniziò a coagularsi formando dei bubboni gonfi che scoppiarono tutti insieme.
Prima era privo di sensi e con massi sopra il corpo, il che aveva rallentato la circolazione del sangue..ma ora che non era più così i punti di pressione fecero il loro effetto.
Cadde in ginocchio e focalizzò il suo ki per poter attivare un punto di pressione che rallentasse la fuoriuscita di sangue.
Un attimo...
Solo dopo si rese conto di quello che aveva appena fatto: aveva focalizzato il suo Ki, non il suo matoki. E non aveva attivato un punto di rottura dell'Hokuto Ryuken, ma un punto di pressione dell'Hokuto Soke.
Si guardò le mani come se queste potessero avere le risposte ai suoi dilemmi. Ricordava.
Ricordava tutto.
Quando l'onda di energia rossa l'aveva travolto come uno tsunami lui aveva rivissuto momenti della sua vita che pensava di aver dimenticato.
Forse era vero che quando si sta per morire tutta la vita passa davanti ai propri occhi...o forse era solo la tremenda quantità di energia rilasciata da quell'attacco.
Sapeva chi era Raoh. Sapeva perchè era tornato.
Si rimise in piedi e camminò a fatica verso un gruppo di case...ma non andò lontano perchè dopo appena un centinaio di metri le ferite ebbero nuovamente la meglio su di lui e perse i sensi.
Quando riaprì gli occhi si trovò in un letto, bendato. Si mise seduto, a fatica perchè le bende lo soffocarono e si guardò intorno finendo accecato dalla luce del mattino che passava attraverso la finestra aperta.

"Dove sono?"

"Nella mia umile casa, mio signore"

Davanti a lui c'era uno degli uomini di Nagato. Lo salutò con un inchino e gli raccontò che era rimasto a letto per 4 giorni interi. Più di una volta avevano dovuto cambiare il bendaggio perchè durante il sonno Hyoh non riusciva a contenere la sua energia, o addirittura combatteva.
Lo aggiornò su quello che era successo, gli raccontò che Raoh, il salvatore della leggenda, si era stabilito al castello di Han e che stava radunando le sue truppe.
E gli riferì anche del torneo indetto da Kaioh, notizia che fece sobbalzare Hyoh.
Subito si tirò fuori dal letto e si rialzò...solo per accasciarsi a terra

"No, mio signore! Era pieno di schegge e le ferite erano numerose e profonde, non è ancora guarito!"

"Non posso più aspettare...è colpa mia. E' solo colpa mia se Kaioh...devo raggiungerlo. Forse posso ancora fare qualcosa..."

***

Fu la vedetta sulle mura a dare l'allarme. L'esercito di Kaioh era in vista, e non avevano intenzioni pacifiche.
Reina, Knife e Nagato corsero subito sulle mura ad osservare l'orda di demoni che si avvicinava

"Chiudete il cancello! Arcieri sulle mura! Prendete tutti le armi!"

Knife sbuffò

"500 demoni veterani...Nagato, perchè ho l'impressione di aver fatto l'errore più grosso della mia vita unendomi a questo gruppo di imbecilli?"

"Perchè sarà l'ultimo." disse Nagato estraendo la spada

"Si, par proprio di si. Una pessima scelta per Raoh quella di andarsene in giro." 

"Raoh ci ha lasciato il castello perchè ha fiducia in noi! Ed io non ho intenzione di deluderlo!" Disse Reina a Knife con una determinazione che lo lasciò spiazzato.

Reina prese arco e frecce, incoccò e prese la mira, sollevando l'arco

"500 demoni per te sono troppi?"

scoccò la freccia che disegnò un'ampia parabola nel cielo, prima di finire sul mucchio di demoni urlanti. Fatto questo guardò Knife negli occhi

"Ecco, ora sono 499."

***

Muso Tensei contro Anryu Tehna.
Il nulla di Raoh si scontrò contro la distorsione dello spazio di Kaioh.
Raoh fluttuava nell'aria non capiva dove si trovava...se in piedi o a terra, se di fronte o dietro il suo avversario. Cercò di concentrarsi, ma istintivamente il suo corpo cercava di focalizzare, di capire la sua posizione...ma così facendo generò una concentrazione di Ki che annullò lo stato di vuoto mentale e fisico.

"Percepisco il tuo Ki! So dove sei!" urlò Kaioh

Ancora stordito, Raoh non ebbe nemmeno il tempo di mettersi in guardia: un raggio di energia incandescente lo colpì in pieno petto esattamente sullo sterno, con una violenza tale che Raoh sentì tutte le ossa del proprio corpo rompersi, sentì la sua energia svanire nel nulla.
Cadde a terra e non riuscì a rialzarsi. Vide Kaioh avvicinarsi e prenderlo in giro

"Tutto qui quello che il tuo Hokuto Shinken ha da offrire?
Patetico..."

L'orgoglio di Raoh ebbe un guizzo. Puntò le braccia a terra mentre il sangue che colava dalle ferite e dalla fronte iniziò a formare una pozza intorno a lui, disegnando la sua sagoma.

"NON SONO ANCORA SCONFITTO!!"

Raoh recuperò sufficiente energia per rimettersi in piedi e con uno sforzo muscolare chiuse le ferite aperte. I muscoli di Raoh si gonfiarono ed assunse nuovamente una posizione di guardia.
Kaioh rise di gusto, era davvero divertito.

"Avanti fratello...fammi vedere cosa sai fare!"

Raoh concentrò le sue energie per quest'ultimo attacco.
Il suo respiro era regolare, calmo. Sapeva esattamente cosa fare.
Avrebbe fatto quello che il suo Padre e Maestro aveva fatto con Jukei, avrebbe impedito che il ki demoniaco prendesse il sopravvento su suo fratello.
Conosceva esattamente la tecnica che doveva eseguire.
Fece un passo avanti ed alzò il braccio per colpire, ma Kaioh lo anticipò con un poderoso gancio sinistro...che però andò a vuoto.
Raoh usò la forza che gli rimaneva per spiccare un salto, mandando a vuoto il colpo di Kaioh.
Volò disegnando una parabola e ruotò a mezz'aria finendo esattamente dietro Kaioh.

"Colpo fulminante dell'eremita soprannaturale!"

Le dita affondarono nel collo di Kaioh con l'impatto e l'energia di un fulmine.
L'elmo del Primo Demonio si spaccò e lui cadde in ginocchio.
Raoh aveva eseguito la tecnica perfettamente...e centrato il punto di pressione.



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Nota: Muso Tensei ed Anryu Tehna non hanno bisogno di spiegazioni. Ho riportato anche il nome originale per sottolineare l'importanza ed il valore di questa tecnica.
Il colpo fulminante dell'eremita soprannaturale (hokuto Senki Raidan) viene mostrato nel capitolo 182 ed è la tecnica con cui Ryuken sconfigge Jukei dissipando il suo ki demoniaco (Matoki)

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Capitolo 10
*** Le ore più difficili ***


What if-10 Kaioh era ancora in ginocchio quando Raoh tolse le dita dai punti di pressione che aveva premuto. Respirava pesantemente ed osservava suo fratello ancora a terra, che ancora non si muoveva. Era stato uno scontro duro e faticoso...ed alla fine c'era riuscito.
Era riuscito a fare anche più di quello che sperava...era riuscito a vincere senza sferrare un colpo letale.
Gli era atterrato dietro, lo aveva preso sulla nuca. Poteva finirlo...ma aveva deciso di "esorcizzarlo".  Non aveva pensato a quello che faceva, aveva agito e basta. Senza pensare, lasciandosi guidare dal suo istinto. Aveva fatto la scelta giusta?
Le spalle di Kaioh iniziarono a tremare, iniziò a muoversi. Raoh si mise in guardia quando Kaioh iniziò a parlare con tono grave

"ah..ahahah...conosco bene la storia di Jukei e del suo scontro con Ryuken.
Ma vedi, c'è una grossa differenza tra me e Jukei."

Kaioh si rimise in piedi portandosi la mano al punto in cui suo fratello l'aveva colpito. Guardò le dita sporche di sangue e rise.

"Non riesco più nemmeno a ricordare l'ultima volta che mi hanno fatto sanguinare.
Comunque...sai qual è la differenza tra me e Jukei? Che io non mi sono lasciato vincere dall'Hokuto Ryuken. Io sono l'Hokuto Ryuken!"

Il Ki demoniaco di Kaioh si manifestò con intensità e violenza, come un fuoco che divampa feroce. Solo in quel momento Raoh capì che suo fratello non era stato soggiogato dal Matoki, ma che al contrario aveva scelto di diventare quello che era. Come lui aveva deciso di rinunciare alla sua umanità dopo lo scontro contro il Sapiente Generale di Nanto, anche suo fratello Kaioh aveva fatto la stessa scelta..incamminandosi però sulla strada da cui non poteva più ritornare.
Kaioh colpì Raoh con tutta la forza che aveva in colpo, sferrando un pugno interamente avvolto nella sua aura demoniaca. Raoh riuscì a parare il colpo e poi replicò...ma vide con orrore che il suo pugno arrivò senza violenza, senza arrecare alcun danno.

"Non nego che mi avrebbe fatto male...ma ho già dissipato il tuo ki. Stanco e ferito come sei non te ne sei nemmeno reso conto. Questo è il momento in cui io pongo fine allo scontro.

COLPO DEL FULMINE PROFANO!"

Kaioh alzò il braccio tenendo la mano di taglio, come se volesse raggiungere il cielo e poi lo calò di botto, generando un'onda di ki che travolse in pieno Raoh.

***

Reina ruotò le due lame disegnando cerchi argentati nell'aria ed abbattendo quelli che aveva davanti, facendoli a pezzi. Dietro di lei Knife si muoveva correndo in equilibrio sul parapetto delle mura, lanciando i suoi piccoli pugnali da lancio contro i demoni che avevano iniziato la scalata alle mura.
Non erano comuni demoni brutali e sanguinari: erano disciplinati ed organizzati. Questo loro primo assalto non era altro che un modo per testare le difese e rendersi conto della forza e delle capacità dei difensori.  Knife evitò una lancia con una capriola indietro e tirando fuori un pugnale di media grandezza dalla cintura lo affondò nello stomaco di quello che aveva davanti, per poi estrarlo e, dopo averlo fatto girare intorno al dito indice, lo piantò esattamente in mezzo alla fronte di un demone che cercava di prenderlo alle spalle.
I soldati però non se la stavano cavando altrettanto bene: molti avevano abbandonato le posizioni cercando quella che per loro era una posizione migliore per difendersi...e rimanendo accerchiati. Nagato coordinava quelli che erano ancora abbastanza lucidi da poter eseguire gli ordini, raggruppandoli e preparando un contrattacco all'interno del cortile del castello.
Knife corse verso Reina che era stata ferita e circondata; si staccò la lama boomerang dallo spallaccio per tirarla contro due demoni colpendo il primo ma mancando il secondo che lo caricò...ma che non si accorse della lama-boomerang che tornò tra le veloci mani di Knife appena in tempo per colpire, squarciando il fianco del demone e tranciandogli un rene.
Knife si girò sul demone agonizzante e gli tagliò via la testa, e la prese al volo col piede prima che toccasse terra. La palleggiò per poi afferrarla con le mani e dopo averla guardata tolse la testa mozzata dall'elmo e mise quello in testa a Reina

"Meglio che non si accorgano che tu sia una donna. Sarebbe molto peggio di venire uccisi."

Erano demoni disciplinati...ma pur sempre demoni.
Improvvisamente Reina scattò in avanti verso di lui puntandogli contro le spade, e lui a sua volta si gettò verso di lei tenendo le mani ad artiglio.
L'uno contro l'altra, stretti petto contro petto, avevano trapassato da parte a parte i demoni che avevano cercato di prenderli alle spalle. Knife si pulì le mani mentre Reina lo osservava

"Conosci le tecniche Nanto?"

"Nan-che? Non so che sia..."

"Ma l'hai tagliato a mani nude..."

"Scuola Taizan delle 1000 lame. Quando non si hanno armi a disposizione, gli arti possono diventare lame. Ma basta parlare, le cose stanno mettendosi sempre peggio."

Ed era vero: la linea difensiva era ormai dentro il perimetro del castello e quelli che erano ancora sulle mura rischiavano di venire isolati ed eliminati.
Diedero l'ordine di ripiegare ed i più esperti aiutarono i pivelli a farsi strada per rientrare dentro il castello tra sangue e budella.
Knife saltò giù dalle mura atterrando con entrambi i piedi sulla testa di un demone per poi usarla come trampolino per un sicuro atterraggio. Si slanciò la cintura a piastre metalliche che portava, rivelando che questa cintura altro non era se non una spada composta da 20 piastre metalliche collegate tra loro da una serie di corde in acciaio che rendevano l'arma più simile ad una frusta che ad un spada...
Reina lo osservò usare quest'arma con maestria, iniziando a pensare che il nome della sua scuole fosse proprio da intendere alla lettera dato che lo aveva visto estrarre lame da ogni punto del suo vestiario. Colpì, ma solo di striscio, due demoni che le tagliarono la strada ma si accorse che un soldato era rimasto fuori. Ferito alla testa non riusciva più a muoversi.
Lo guardò meglio mentre la sua spada argentata bloccava la rozza lama barbuta di un demone...era così giovane da avere in volto solo i primi pelucchi morbidi che precedono la vera barba. Correndo più veloce che poteva riuscì a raggiungerlo e lo sollevò.
Knife e Nagato tenevano ancora aperto il portone del castello, mentre arcieri e balestrieri colpivano i demoni che cercavano di avvicinarsi troppo.

"Forza femmina! Corri!"

Reina si muoveva più veloce che poteva, tirandosi dietro questo giovane soldato praticamente come fosse un peso morto. Nel trascinarlo come una bambola di pezza  l'elmo gli cadde...e Reina vide con orrore che si trattava del quindicenne figlio di Akashachi.
Gli arcieri coprivano la loro ritirata, ma non potevano continuare per sempre. Cercò di affrettare il passo, ma un enorme demone si piazzò sulla loro strada.
Coperto da un'armatura a piastre d'acciaio non temeva dardi e lance dalla distanza perchè si limitavano a rimbalzare sulla sua armatura. Sorrise mentre leccò la sua ascia ancora sporca di sangue..che poi calò contro Reina e Shachi.
La ragazza spinse Shachi da un lato e l'ascia si conficcò per terra. Poggiò il piede destro sulla lama e la usò come base per saltare e sferrare un doppio colpo a croce.
Il demone urlò di dolore ma non cadde...e quando si tolse dal volto la mano che glielo copriva Reina si accorse che il taglio era solamente superficiale. Colpì ancora, ma venne anticipata ed afferrata alla gola.
Scalciò e si agitò, ma quello non mollò la presa: alto almeno quando Raoh, fisicamente sovrastrava ed annichiliva Reina.
L'aria le mancava e gli occhi le lacrimavano...ma la cosa peggiore che vide fu il sorriso del demone quando le tolse l'elmetto e glielo gettò via.

"Uh! Adesso tu ed io ci divertiamo!"

Le mise le mani addosso e Reina scalciava con tutta la forza che aveva in corpo...

"Lasciala stare..."

Era stato Shachi a parlare. Si era rimesso in piedi, sanguinante e con le spalle curve che si alzavano e si abbassavano convulsamente al ritmo del suo respiro. Il demone lo guardò ridendo e gettò Reina a terra. Si avvicinò a Shachi e si chinò per guardarlo in faccia.

"Cosa credi di fare, moscerino?"

E gli diede una gran testata che gli ruppe il naso. Shachi cadde a terra tra le risate del demone, ma si rialzò dalla polvere e dal sangue. Il demone fingeva timore e non nascondeva quanto si stesse divertendo

"Avanti dai! Fammi vedere cosa sai fare: ti concedo di colpirmi con tutta la forza che hai!"

E detto questo girò leggermente la testa così che Shachi potesse colpire.
Ma il ragazzo non sferrò nè pugni nè calci.
Lo toccò con il solo dito indice sulla tempia.

"Beh? Tutto qui?"

Il demone afferrò Shachi per la gola, pronto a spezzargli il collo con le sue possenti mani..ma lo lasciò cadere poco dopo. Il lobo occipitale si gonfiava sempre di più e lui urlava di dolore, ma anche Shachi si accasciò a terra tenendosi il braccio.
Reina approfittò della situazione, raccolse la spada e finì il demone conficcandogli la spada, tenuta con entrambe le mani per aggiungere più forza possibile, in testa...e finalmente riuscirono a rientrare.
Erano gli ultimi, e non appena furono dentro Knife e Nagato chiusero il cancello e subito diedero ordine di sbarrarlo.
Per oggi si erano salvati.
Fecero subito un controllo dei feriti, tanti...troppi. Molti non sarebbero più stati in grado di lottare.
Reina tastò il braccio di Shachi, constatando che tutte le ossa dalla mano al gomito si erano rotte.

"Quando hai cavalcato con Raoh hai appreso più di quanto immaginassi...hai talento. Ma non farlo mai più!"

Lei sapeva benissimo quali effetti poteva avere l'uso scorretto di una tecnica hokuto. Probabilmente l'unico motivo per cui Shachi non era morto era perchè era riuscito a disperdere gli effetti della tecnica tra il suo corpo ed il bersaglio, ma non doveva più provarci.

***

Raoh era a terra, non riusciva più a rialzarsi. Respirava ancora, e questo era un miracolo. Kaioh si avvicinò a Raoh per finirlo...perchè se fosse riuscito ad ucciderlo avrebbe potuto finalmente liberarsi di quel residuo di umanità che ancora c'era.
Si avvicinò a Raoh, ma Sayaka si mise in mezzo tra i due fratelli.
Non c'era nè paura nè esitazione negli occhi di sua sorella, ma solo fredda determinazione.
Lei non poteva più sopportare la vista dei suoi fratelli che combattevano l'uno contro l'altro.

"Basta così Kaioh! Hai vinto, non occorre proseguire!"

Kaioh proseguì la sua avanzata, senza fermarsi. Nè indugiare.

"Troppo a lungo non ho detto niente, troppo a lungo ti ho lasciato fare quello che volevi...per paura.
Perchè avevo paura di te! Ma adesso...devo fermarti!"

Dopo aver detto questo Sayaka raccolse una spada e si mise in posizione di guardia.

"fufufu...cosa credi di fare?"

"Sono pur sempre tua sorella, abbiamo lo stesso sangue!"

Sayaka sferrò uno scoordinatissimo fendente, ma Kaioh lo intercettò con il palmo della sua mano sinistra mandando la lama in pezzi usando il suo ki demoniaco.

"Se ami così tanto tuo fratello Raoh allora vi seppellirò insieme!"

Alzò la mano per colpire, ma non la calò. Al contrario, con calma, si girò e si tolse una freccia dal polpaccio.

"Mi chiedevo quando saresti arrivato, Hyoh."

Il secondo demonio era lì, armato di arco. Era arrivato troppo tardi, ma forse poteva ancora fermare la pazzia di Kaioh.
S'incamminò verso Kaioh che iniziò a focalizzare il suo Matoki..ma Hyoh non assunse nessuna posa di guardia.

"So che è colpa mia, Kaioh.
Sei stato costretto a mettere da parte ogni tua ambizione, ad ingoiare l'orgoglio ed essere messo da parte nonostante il tuo grande talento. Se c'è qualcuno che merita il tuo odio...sono io."

Queste parole turbarono profondamente Kaioh, che non riuscì più a mantenere la concentrazione. Il suo Matoki si disperse nell'aria

"Prendili e vattene."

Kaioh si girò, ed Hyoh potè prendersi cura di Sayaka..

"Ripensandoci..."

Sayaka urlò quando Hyoh sputò sangue. Le dita di Kaioh erano entrate dalla schiena ed avevano fatto cinque buchi perfetti passando attraverso il pettorale di Hyoh.

"Ripensandoci, ho aspettato questo momento troppo a lungo per poter anche solo pensare di lasciarti andare."


***

Angolo dell'Autore: Specifico per evitare fraintendimenti che Shachi non ha imparato ad usare l'hokuto shinken. Ha imparato qualcosa osservando Raoh, un po' come Barran nel volume 26, ma, come si è visto, ha solamente un'infarinatura di base. Visto che in HnK2 però vediamo che Shachi impara il Ryuken in relativamente poco tempo, ho pensato che avesse almeno delle potenzialità.

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Capitolo 11
*** Sotto la bandiera del Grande Re ***


What if- 11 Hyoh cadde in ginocchio perdendo sangue dalla bocca non appena Kaioh estrasse le dita dal suo corpo. Sayaka urlò e si gettò su Hyoh cercando di sorreggerlo. Kaioh lo guardò curioso.

"Uh...perchè non esplodi?
Fammi indovinare...la tua tecnica di rifrazione, giusto?"

Si riferiva alla tecnica con cui un maestro riesce ad ingannare gli occhi di chi lo affronta usando la propria aura per falsare la percezione dello spazio intorno al proprio corpo, una tecnica particolarmente utile se il tuo avversario usa tecniche che per fare effetto hanno bisogno di precisione assoluta.
Esattamente come l'Hokuto Ryu Ken.
Kaioh li guardava con un misto di disgusto e compatimento, trovava estremamente patetica la scenetta che aveva davanti: suo fratello privo di sensi a terra e sua sorella che teneva tra le braccia Hyoh che vomitava il suo sangue. Disgustoso, veramente disgustoso.
Adesso lui avrebbe dovuto mettere fine a tutto questo e quando quelli che aveva di fronte sarebbero morti...nessuno lo avrebbe più ostacolato. Avrebbe attraversato il mare e spazzato via tutti coloro che gli avrebbero intralciato la strada. Avrebbe purificato il sangue eretico dell'Hokuto Ryu Ken.
Si.
Sorrise a questo pensiero.
Lui era sicuramente il più grande maestro della storia dell'Hokuto Ryu Ken, ed anche se Jukei non gli aveva ufficialmente passato il titolo di successore lo era de facto. Ed oggi..sarebbe stato il più grande trionfo della scuola che lo Shinken ha sempre guardato dall'alto in basso, della scuola dei reietti, degli eretici.
E questo trionfo sarebbe stato merito suo.

"La vostra morte diventerà il pilastro della mia leggenda!
Morite! Morite per la leggenda di Kaioh!"

Kaioh alzò la mano tenendo il palmo verso il gruppetto. La sua aura cremisi iniziò ad espandersi ed a focalizzarsi sul suo palmo ed era come se bruciasse l'aria perchè i polmoni di Sayaka ed Hyoh sembravano bruciare. Hyoh cercò di tirarsi su, di recuperare un minimo di forza per poter almeno salvare Sayaka.
Doveva guadagnare abbastanza tempo per permettere a Sayaka di salire in groppa a quell'enorme cavallo e scappare; non poteva battere Kaioh normalmente, figurarsi in quelle condizioni.
Strinse i denti e si rialzò, traballando sulle gambe che non lo reggevano. Premette un punto di rottura sul suo collo per stringere i muscoli e rallentare la perdita di sangue.
Kaioh rise

"Cosa stai cercando di fare?"

Hyoh cercò di incrociare lo sguardo di Sayaka, osservando i suoi occhi pieni di lacrime. Chinò leggermente la testa e sussurrò qualcosa alla ragazza che rispose

"Anche io.."

Hyoh colpì Kaioh con un pugno che però venne parato senza sforzo da Kaioh. Sayaka cercò di sollevare Raoh e tirarlo via ma era troppo pesante per lei e riusciva a malapena a trascinarlo. Hyoh aumentò la velocità dei suoi colpi nella speranza che una raffica potesse tenere Kaioh impegnato più a lungo.

"Fermati e lasciati morire Hyoh, sarebbe più dignitoso"

Gli bloccò il pugno destro nel palmo della sua mano e poi strinse...e strinse...e strinse fino a spezzare ogni osso della mano di Hyoh, fino a che le sue dita non passarono da parte a a parte. Hyoh urlò e Kaioh lo afferrò per l'avambraccio..e piegò in modo innaturale, spezzandogli le ossa che uscivano passando attraverso la carne ed i muscoli come degli affilati denti bianchi.

"Dato che stai per morire, questo non ti serve più"

E dopo avergli detto questo tirò ancora quel tanto che bastava per strappargli il braccio.

"Aaaaaaaah!"

L'urlo di dolore di Hyoh riempì l'intera arena in cui si trovavano e Kaioh gettò il braccio che gli aveva strappato come se fosse spazzatura. Hyoh cadde a terra ma sentitò l'urlo Sayaka si girò

"HYOH!!!""

"Non ti voltare! VATTENE!!"

Kaioh li guardò entrambi e poi puntò il dito verso Sayaka e Raoh

"Non crederai che basti una decina di metri per salvarti, vero?"

Hyoh riuscì appena a vedere l'indice della mano sinistra di Kaioh diventare vermiglio e lucido e si gettò a corpo morto su Kaioh, riuscendo a far andare a vuoto il suo colpo.
Kaioh era divertito ed innervosito allo stesso tempo, per cui decise di finirla.
Hyoh si rimise in piedi assumendo una posizione di guardia mentre Kaioh si preparava a sferrare il pugno che l'avrebbe finito.
Ma la sua aura si annullò, gli sfuggì via come portata via dal vento e l'armatura iniziò a creparsi.

"Perchè?"

Guardò Hyoh e vide cosa c'era dietro di lui.
E per la prima volta ebbe paura.
Raoh era in piedi completamente avvolto nel suo toki che lo faceva apparire rosso come il fuoco, e la sua aura divampava come una fiamma viva. E sopra di lui, incosciente...un demone!
Un demone rabbioso e sogghignante che guardava Kaioh.

"Non riesco a respirare..."

L'aria usciva ma non rientrava nei suoi polmoni. Il suo ki era ancora lì ma non poteva sfruttarlo...
..ed il demone lo guardava.
Kaioh spezzò i pettorali della armatura nella speranza che il maggiore spazio potesse permettere ai polmoni di ricominciare ad accumulare aria. Radunò il suo ki e lo scagliò sotto forma di pilastro d'energia, ma venne deviato da una forza invisibile.
Non poteva essere! Non era possibile che il suo maestoso ki demoniaco esitasse e svanisse al cospetto di un Raoh incosciente!
E perchè quel demone continuava a guardarlo?
Le terra tremava e l'arena del castello iniziò ad andare in pezzi. I pezzi caddero e qualche pietra cadde sulle spalle di Kaioh, mettendolo in ginocchio.
Hyoh rimase sorpreso nel vedere che a mettere in ginocchio Kaioh era bastata solamente qualche pietra.
Con tutta la forza che gli rimaneva caricò Sayaka sull'enorme cavallo nero, subito dopo gettò Raoh di traverso sul dorso dell'animale ed alla fine gli salì in groppa.

"Ti prego, portaci lontano da qui."

Re Nero nitrì ed iniziò a galoppare a piena velocità. Aveva capito esattamente quello che Hyoh gli aveva detto e sapeva benissimo qual era la meta ideale.
Hyoh si sentì mancare e passò le redini a Sayaka..ed a questo punto svenne.

***

L'esercito di Raoh riuscì a resistere un altro giorno, sbarrando ogni entrata e limitandosi a tirare qualche dardo dalle finestre del castello.
Il morale era a terra. Dopo una vita di sofferenze avevano finalmente assaporato la libertà e potevano vedere le loro speranze concretizzarsi...solo per poi svanire nel nulla. Come il supplizio di Tantalo, erano arrivati così vicino al loro obiettivo, lo potevano sfiorare con la punta delle dita...ma non l'avrebbero mai più raggiunto.
Tuttavia, Knife sorrideva.
Appena accennato, ma un sorriso in mezzo a quelle facce cupe e tristi brillava come un diamante. Alla fine Nagato non riuscì a sopportarlo e dovette chiederlo

"Siamo circondati, in inferiorità numerica e senza speranza di uscire vivi da qui. Ora dimmi, cosa diavolo trovi da ridere in tutta questa faccenda?!?"

Knife si avvicinò ad una delle finestre e indicò le truppe scelte di Kaioh

"Guardali, ci hanno in pugno. Ma perchè non ci hanno ancora attaccato? Perchè sembrano più confusi di noi?
Sono senza un capo, senza una guida. Quindi ti domando...dov'è Kaioh?"

Knife alzò il tono della voce in maniera che tutti quelli vicino potessero sentirlo

"Kaioh ha sempre partecipato agli attacchi contro i ribelli. Si è sempre divertito ad assistere ai massacri ed alle torture di chi gli si opponeva. E conosciamo tutti la velocità del suo destriero, Hayabusamaru.
Quindi mi chiedo, perchè non è?"

Si rimisero tutti in piedi, la voce iniziò a spargersi e sempre più persone iniziarono a radunarsi intorno a Knife.

"Kaioh ha avuto tutto il tempo necessario, forse anche di più, per raggiungerci. E loro lo aspettavano, altrimenti non sarebbero così confusi e titubanti.
C'è una sola spiegazione, un unico motivo che giustifica l'assenza del Grande Re e di Kaioh.
Raoh ha deciso di affrontare da solo il maledetto demone Kaioh."

Silenzio, un silenzio frenetico, carico di significati e di attesa. Knife era sceso in quella che era la sala grande del castello di Han, adesso infermeria dell'esercito di Raoh, radunando tutti intorno a sè.

"Kaioh non è arrivato. Per quale motivo?
Quale forza può trattenere il primo demone dal venire qui a godere delle nostre sofferenze?
Solo una forza, quella a cui nessun uomo può sfuggire.
KAIOH E' MORTO!"

Reina si chiese cosa stesse dicendo Knife e Nagato guardò prima lei e poi il suo amico nella speranza di capire cosa diavolo stesse facendo. Ma tutti gli altri invece lo guardavano come se fosse il profeta che annuncia l'arrivo del messia, un misto di adorazione e gioia.
Solo uno chiese

"E come fai ad esserne sicuro?"

"Spiegami tu allora perchè Kaioh non c'è."

"Forse non aveva voglia di venire.."

"Lo stesso Kaioh che ha attraversato il continente solo per aver il piacere di assistere ad un rogo? Non è da lui.
La verità è una, ed è che Kaioh non è più una minaccia!
E noi adesso cosa faremo?
Sprecheremo questa possibilità? Ci lasceremo ammazzare senza sfruttare l'occasione?"

"NO!"

"No! Esatto! Contrattaccheremo! E' il momento di decidere.
Raoh ci ha dato la possibilità di essere liberi, vogliamo farci ammazzare proprio ora?"

"NO!"

"Ed allora domani mattina attaccheremo!
E vinceremo!"

"SIII!"

L'entusiasmo e la gioia riempiva l'aria, i soldati ritrovarono la voglia di vivere.
Reina si avvicinò a Knife, non tollerava quello che aveva fatto. Prendere così in giro ed illudere quei soldati che avevano deciso spontaneamente di unirsi al re di hokuto solo perchè credevano in lui. Prenderli in giro semplicemente non era giusto.
Ma lui aveva la risposta pronta

"Questi uomini sono condannati. Vuoi lasciare che muoiano nella disperazione?
Da come la vedo io, gli ho regalato un sogno.
Moriranno convinti che la loro morte sia servita a qualcosa."

***

Da quanto tempo era che non veniva ferito così? Forse neanche il suo maestro Jukei era arrivato a tanto.
Kaioh era rimasto stupito da quello che Raoh era riuscito a fare, stupito dal potenziale nascosto nel suo sangue.
E se questo potenziale era nel sangue di Raoh...allora era anche nel suo. Ma come sfruttarlo?
Un modo c'era.
Avrebbe raggiunto quel posto..quella strana statua di donna da cui Jukei lo teneva lontano, a viva forza se necessario.

***

Il sole non era ancora sorto, ma l'alba era ormai vicina. I demoni accampati fuori dal castello che una volta apparteneva al terzo demonio Han non sapevano cosa fare, si guardavano in volto in cerca di una risposta, risposta che nessuno aveva.
Potevano dare l'assalto finale, ma se il primo demonio era semplicemente in ritardo allora li avrebbe puniti.
Potevano trattenersi, ma se non era nei piani del primo demonio arrivare allora sarebbero stati puniti in ogni caso per aver tardato.
Uno dei più grossi si alzò impugnando l'enorme ascia.

"Che stai facendo?" gli chiesero

"Sappiamo tutti che se il Primo Demonio vuole ammazzarci lo farà comunque. Quindi è inutile starci a pensare: voglio divertirmi!"

"Concordo!" disse un altro impugnando un grosso bastone chiodato "ma vi avviso: la femmina è mia!"

"Questo è tutto da vedere"

Poi, un fischio.
Ed una freccia si conficcò nell'occhio di un demone che urlò di dolore. Gli altri saltarono in piedi ed altre frecce si abbatterono su di loro, ma questa volta erano preparati e sapevano cosa aspettarsi.
Una salva di frecce..e non una carica.
Knife guidava la carica correndo in testa all'esercito di Raoh. Scagliò tre pugnali con la mano sinistra mentre la destra impugnava la sua spada-serpente che roteò vigorosamente in aria e poi si abbattè sui demoni che aveva davanti.
Al suo fianco destro c'era Nagato che si preoccupava di proteggere il fianco del suo amico; sapeva bene quali fossero le debolezze del suo stile e sapeva anche che Knife era il più forte tra loro, quindi se volevano abbatterne il più possibile occorreva tenere vivo Knife il più a lungo possibile.

"Pioggia d'acciaio del Monte Taizan!"

Knife saltò sulla testa di un demone che aveva di fronte e usò quella forza per prendere ulteriore slancio, saltando più in alto che poteva..ed una volta arrivato al massimo dello slancio tirò tutti i Kunai che gli erano rimasti. Atterrò nuovamente sulla testa del demone che aveva usato come trampolino, fece una capriola in avanti e tirò fuori la spada che usò per tagliare a metà quello che aveva di fronte.
Ma un forte dolore gli fece quasi cadere la spada dalle mani: un demone gli aveva conficcato una lama rotta nel fianco sinistro.
Strinse i denti e colpì il demone al fianco con un movimento poco elegante, ma decisamente violento che gli tagliò di netto la gola. Si poggiò la mano sul fianco per controllare l'uscita di sangue, e vide che in fondo non era una ferita grave.
Roteò ancora una volta la sua spada e colpì chi aveva di fronte, ma questo demone portava un'armatura pesante e la spada rimbalzò sulle piastre d'acciaio. Riprese il controllo dell'arma prima che quello potesse caricarlo e con una torsione riuscì a fare in modo che colpisse dietro il collo il suo nemico; tuttavia quello continuò a correre verso di lui...finchè le due lame argentate di Reina non tagliarono in tre pezzi il nemico.
Knife gettò la spada, ormai scheggiata ed inutilizzabile, e raccolse due spade da terra.
L'avanzata iniziale era stata fermata; adesso i demoni stavano facendo valere la propria superiorità numerica, accerchiando i soldati al comando di Reina e costringendoli ad indietreggiare.

"Stringere i ranghi! Spalla contro spalla!" urlò Reina

"Se proprio dovete crepare allora portatevene d'appresso quanti più possibile!"

La pressione era insostenibile, la loro linea difensiva arretrava...e per ogni passo indietro la linea si stringeva.
Perchè qualcuno cadeva a terra privo di vita.
Gli abili al combattimento ormai erano meno di una quarantina, i demoni erano pronti a finirli.
Ma improvvisamente si fermarono, perchè videro comparire da lontano un folto gruppo di cavalieri.
I demoni si rincuorarono, pensando che fosse finalmente arrivato il loro capo, il Primo Demonio, insieme alla sua guardia scelta. Ma la loro euforia durò poco quando videro che gli stendardi che sventolavano fieri nel vento non erano quelli del loro signore.
Ed in prima fila, a cavallo, c'erano Akashachi e Balga.

"Sembra che siamo arrivati appena in tempo, Akashachi."

"E' un peccato non aver trovato Barran."

"Non potevamo perdere altro tempo. Anche così non si può dire che siamo arrivati presto."

Balga estrasse la spada puntando la punta verso il cielo

"Esercito del Grande Re! CARICA!"

Partirono al passo per poi accelerare, e galoppando così raggiunsero le forze dei demoni.
Loro non erano popolani liberati dal gioco dei demoni, loro erano soldati. Erano quelli che avevano seguito Raoh non per paura o per mero desiderio di spargere sangue, ma perchè credevano nel sogno di Raoh. No, perchè credevano in Raoh.
Ed adesso che sapevano che il loro Grande Re e condottiero era vivo e proseguiva la sua missione, loro avevano deciso di tornare al suo fianco.
La comparsa delle bandiere del Ken-Oh aveva dato nuova forza ai difensori, che erano tornati alla carica.

Meno di dieci minuti dopo, i demoni erano in rotta.
E loro avevano vinto.

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Angolo dell'autore: mi dispiace per questo immenso ritardo, ma purtroppo è stato un mese intenso e molto pesante. Detto questo, vi invito a commentare, in bene o male, questo capitolo.
Vi prometto che il prossimo sarà migliore.



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Capitolo 12
*** Alle porte del destino ***


Hokuto 12 C'era un posto in quella terra dove l'oscurità non aveva ancora vinto. Sepolto nella sabbia, sotterrato dal tempo e dall'incuria, vi erano i resti di un antico tempio. Hyoh conosceva quel posto, perchè da bambino c'era stato molte volte.
Aveva passato ore a guardare quella statua di donna, essendone affascinato e spaventato contemporaneamente, sentendo di possedere il diritto di reclamarne la proprietà, ma non le capacità per farlo. La statua era il segreto che doveva tramandare a suo fratello Kenshiro.
Sapeva che, nemmeno fino a tanto tempo prima, il successore dell'Hokuto Shinken ed il successore del Ryuken si sfidavano per ottenere il diritto ad apprendere i segreti che quella statua nascondeva, ma in questa era di violenza e di guerra queste tradizioni erano state dimenticate.
Del Tempio rimaneva giusto quella sala e qualche pezzo di muro in superficie per ricordare la grandezza del passato. I servitori dell'Hokuto erano tutti morti o dispersi, o semplicemente avevano rinunciato al loro ruolo. Non tutti d'altra parte erano disposti a vivere la propria vita per servire.
Chiuse gli occhi ed il rimorso gli strinse il cuore: era colpa sua se Kaioh era diventato quello che era. Fin da piccolo Kaioh era stato costretto a farsi da parte, ad umiliarsi..addirittura a perdere, solo perchè in Hyoh scorreva il sangue della dinastia principale ed in lui no.
Quanto doveva essere frustrante, per un uomo con tutto quel talento, mettersi da parte e servire un padrone che ti è inferiore? Poco a poco l'odio aveva iniziato a farsi spazio nell'animo violento di Kaioh, la rabbia prendeva il soppravvento sulla ragione.
Ed Hyoh lo giustificava.
Tutto per la sua debolezza.
Ma era davvero così debole? Tanto debole che Jukei preferì affidarsi ad un neonato ancora in fasce piuttosto che a lui?
Hyoh guardò il moncone che aveva al posto del braccio. Se fosse stato più forte...
..ma con i se e con i ma non si fa la storia.
Adesso aveva la possibilità di rimediare al suo errore, portando Raoh al cospetto della statua. Doveva esserci Kenshiro, ma Kenshiro non era qui e Kaioh andava fermato.
Raoh era ancora privo di sensi. Era stato curato, nonostante le abilità di Sayaka ed Hyoh fossero limitate in questo campo, ed ora riposava dentro la casa di un vecchio fedele ad Hyoh che lo ospitava, insieme a Sayaka.
Hyoh invece galoppava in sella al possente Re Nero verso la sua meta. Non sapeva perchè, se avesse trovato Kaioh non avrebbe potuto fare nulla contro di lui. Però sentiva che sarebbe dovuto andarci...
E non si sbagliava.

***

"Tutto qui?"

Kaioh era davanti a quella statua di donna. La trovava ridicola: perchè una statua di donna in un palazzo che era il tempio di una delle più grandi arti marziali mai esistite? Per quello che ne sapeva, le donne erano deboli, incapaci e volubili.
Era andato qui perchè, visto che Hyoh custodiva gelosamente il segreto di questo pezzo di marmo, pensava valesse la pena di capirne di più. E perchè se suo fratello, il suo stesso sangue, aveva tutto quel potere latente dentro di lui, allora il primo Rasho non doveva essere da meno. Però a quanto pare aveva sbagliato, perchè per quanto a lungo guardasse ed esaminasse la statua, non sentiva niente.

"Tempo perso"

Alzò la mano verso la statua, iniziando a focalizzare il suo ki, ma con la coda dell'occhio vide qualcosa e si gettò di lato...giusto in tempo per evitare che dei lunghi artigli metallici ed estremamente affilati gli portassero via la testa.

"Era un po' che non ti si vedeva in giro, credevo fossi morto."

Questo piccolo uomo di carnagione scura con i capelli bianchi stava ritto davanti a lui. Mosse gli artigli assumendo una posizione di guardia, mentre Kaioh passò la mano sul taglio che Kuroyasha gli aveva fatto e sentì tra il pollice e l'indice il calore del suo sangue.

"I tuoi artigli sono affilati, Kuroyasha."

"Naturale:in quanto guardiano della dinastia principale, è mio compito difenderne i tesori."

"Non so cosa mi fa più ridere..il chiamare un'inutile statua tesoro o il fatto che tu possa anche solo pensare di potermi affrontare ed uscirne vivo."

Un uomo che vive per servire, pensò Kaioh. Nessuna ambizione, nessun desiderio se non servire la dinastia principale di Hokuto.
Servire la dinastia principale. Quello che sarebbe stato il destino di Kaioh se non avesse acquisito la forza per cambiarlo. Solo a pensare questo ribollì di rabbia.
Chi non ha ambizione non merita di vivere.
Kaioh sparò una bordata di Ki diretta contro il suo avversario, ma Kuroyasha evitò il colpo e contrattaccò. Era basso, ma gli artigli gli consentivano di aumentare la portata dei suoi attacchi. Per Kaioh però non era un problema evitarli, e lo fece senza grande sforzo.
Schivò un'artigliata pericolosamente vicina ai suoi occhi ed afferrò con la mano sinistra la mano di Kuroyasha, lanciandolo poi verso l'alto. Urlò di feroce gioia e colpì con la mano destra, con violenza tale da trapassare Kuroyasha da parte a parte!
Tuttavia, neanche un secondo dopo che il colpo era andato a segno, il corpo di Kuroyasha scomparve, e Kaioh si trovò ad avere trapassato quella che era la mantellina del suo avversario.

"Dimenticavo, si diceva che tu fossi forte quanto il mio maestro Jukei, forse anche di più..."

Kaioh fece un movimento di taglio con il braccio, squarciando il muro ed abbattendo una colonna. Ma mancò Kuroyasha.
Percepì la presenza del suo avversario alle sue spalle e colpì ancora...ed ancora una volta mancò il bersaglio. Alzò lo sguardo e vide Kuroyasha sopra di lui.

"L'hai detto tu stesso: sono più abile di Jukei. Paragonato al mio, il tuo è il pugno di un bambino."

Kuroyasha iniziò a girare vorticosamente intorno a Kaioh, così velocemente da lasciare impresse sulla retina del primo demonio tante immagini di sè, dando a Kaioh l'impressione di essere circondato da decine di Kuroyasha. Le sue tecniche erano inutili e Kuroyasha gli spiegò perchè

"Il raggio in cui puoi usare la distorsione spaziale dell'Anryu Tehna è limitato. Io invece posso muovermi per uno spazio molto più ampio e molto più velocemente di te.
Sei finito...BALLO IN ASCENSIONE LIBERA!"

Kaioh non poteva leggere i movimenti di Kuroyasha, ma percepiva chiaramente che il suo nemico riduceva la distanza tra loro sempre di più. Presto gli sarebbe stato addosso. Chiuse gli occhi e si concentrò. Non aveva modo di percepire da dove sarebbe stato colpito..eppure il sangue che colpì il muro non era il suo.
Kuroyasha cadde in ginocchio, con due buchi nel petto.
Kaioh aveva concentrato il suo ki in una sfera invisibile intorno a sè, come tanti fili invisibili. E non appena Kuroyasha si era avvicinato troppo quei "fili" si erano spezzati ed avevano rivelato a Kaioh la sua posizione, e così lui aveva colpito. Kaioh afferrò Kuroyasha per la testa con la mano sinistra

"Anche se sei più abile di Jukei avresti comunque dovuto sapere che ho superato il mio maestro da tempo immemore. Ed adesso muori!"

 e detto questo lo lanciò in aria...ma non riuscì a percepire la presenza di un terzo uomo che era appena arrivato


"Palmo della luce domatrice dei demoni!"

Kaioh fece un passo indietro e fu appena in tempo. Sarebbe bastato solo qualche centimetro più in profondità...
Da quando Hyoh aveva questa capacità?
Kuroyasha si pulì il sangue che gli colava dalla bocca con la manica della veste e commentò

"Hokuto Soke no Ken...lo stile originale dell'Hokuto. Un colpo magnifico, Lord Hyoh...."

Hyoh aiutò Kuroyasha a rialzarsi mentre Kaioh assunse la posizione di guardia. Non fece nulla per nascondere il sorriso che si stava disegnando sul suo volto.
Hyoh l'aveva preso alla sprovvista e, per un attimo, si era preoccupato. Ma ora, guardandoli, lo facevano ridere.
Uno senza un braccio ed un nano con due buchi nel petto.
Ma non riuscì a vedere le lacrime della statua dietro di lui.
In quel momento, Raoh aprì gli occhi.

***
Avevano vinto, ma la vittoria era stata conquistata a carissimo prezzo. Se non fosse arrivato Balga sarebbero stati sterminati.

"Il Grande Re aveva previsto tutto questo" raccontò Akashachi "fu proprio sua maestà ad ordinarmi di riattraversare il mare."

"Le guerre non si vincono con le buone intenzioni, Akashachi. Attraversa il mare e sventola la mia bandiera. Saranno loro a trovare te."

Reina non poteva ancora crederci. Nella furia della battaglia non si era resa conto di quanto gravi fossero le sue condizioni: poteva ormai muovere a malapena le braccia, piene di ferite.
A Knife era andata meglio, solo un colpo di striscio alla testa e qualche taglio superficiale. Adesso era lì, vivo. E libero.

"Sai Nagato cos'è che mi manca di più del vecchio secolo? Le sigarette. Ti giuro, ucciderei per una sigaretta."

"L'hai già fatto."

"Beh, lo farei di nuovo. Uh, s'è alzata. Bel lavoro, femmina. Non sei male con le spade."

Reina non si prese nemmeno la briga di rispondere. C'era qualcosa in Knife che la disturbava, quindi si rivolse a Nagato, chiedendogli se ci fossero altri battaglioni pronti ad attaccarli o altre sorprese. La loro fortuna, se così si può dire, è che Kaioh aveva conquistato solamente metà della terra degli Shura, il che vuol dire che il numero di soldati disponibili era limitato. Ma ora che il suo esercito di veterani era stato sconfitto sarebbero iniziati i problemi.
Perchè non appena la notizia sarebbe arrivata alle orecchie sbagliate, ogni singolo Shura dotato di autorità su altri avrebbe iniziato una sua propria campagna di conquista. Raoh non si era visto sul campo di battaglia, e questo era un particolare che non poteva essere sfuggito ad eventuali osservatori. Presto sarebbero arrivati altri problemi.

"Per ora, godiamoci la vittoria. Non ci sono più stati giorni felici in queste terre da tanto tempo."

Reina annuì, ma volse lo sguardo verso l'orizzonte. Era come se qualcuno la stesse chiamando, una voce femminile tormentata, piena di dolore. Anche Knife guardava in quella direzione.
E senza dare motivazione alcuna, senza neanche parlarsi, decisero di sellare i cavalli ed andare.

***

Hyoh attaccò da sinistra, Kuroyasha da destra, ma per Kaioh non fu un problema evitare il colpo. I due l'avevano ingaggiato in combattimento da svariati minuti, ma non erano nemmeno arrivati vicini al suo corpo. Il problema è l'eccellente coordinazione dei loro attacchi, che impediva a Kaioh di contrattaccare efficacemente senza scoprirsi in maniera eccessivamente pericolosa per i suoi gusti. I due avevano tutto lo spazio per muoversi e scambiarsi di posizione, per attaccare e tirarsi indietro.
Kaioh sferrò un pugno brutale che trovò un bersaglio in Hyoh il quale, incapace di pararlo con un solo braccio, cadde in ginocchio. Kaioh si preparò a finirlo, ma Kuroyasha gli balzò contro, le sue lame a pochi millimetri dalla sua gola. Ed approfittando della distrazione Hyoh cercò di colpirlo, ma il suo affondo venne parato dal grande Demonio, che bloccò la mano di Hyoh tra le sue. Avrebbe potuto spezzargliela facilmente, ma Kuroyasha cercò di tagliargli il braccio e dovette mollare la presa.
Doveva diminuire lo spazio a disposizione di quei due, non poteva perdere altro tempo.
Iniziò a lanciare bordate di Ki maligno, a caso, tanto che Hyoh e Kuroyasha non ebbero nemmeno bisogno di schivare. Tornarono all'attacco, ma i loro colpi vennero neutralizzati da Kaioh che colpì Kuroyasha con un calcio, mandandolo a schiantarsi contro un muro portante.
Un'altra bordata di Ki sfiorò Hyoh, che a questo punto iniziò a chiedersi se Kaioh fosse impazzito.
Ma capì quando vide che metà della struttura era collassata per effetto dei colpi di Kaioh. Troppo tardi arrivò a realizzare che adesso non aveva più spazio per muoversi come prima. Niente più mordi e fuggi. Si era arrivati al tutto per tutto.
Hyoh si preparò alla morte; chiuse gli occhi e pensò a Sayaka. Non l'avrebbe più rivista, ma sperava che lei, in un futuro non lontano, avrebbe potuto godere della libertà. Della vera libertà.
Scattò in avanti, senza difese, senza prendere precauzioni. Morire per morire, avrebbe portato Kaioh con sé.

"se solo avessi avuto la forza. Perdonami, Kaioh"

Ma Kaioh si aspettava questa mossa. Era prevedibile che Hyoh ci avrebbe provato. E lui sapeva esattamente come rispondere a quest'attacco.
Colpì a raffica.
Era più grande di Hyoh, aveva le braccia più lunghe. Avrebbe colpito i punti di rottura di Hyoh prima ancora che questo potesse riuscire a toccarlo.
Kuroyasha capì tutto e si mise in mezzo.
Incassò ogni colpo, ogni pugno sferrato da Kaioh al posto del suo signore Hyoh.
Kuroyasha cadde senza fiatare, in braccio ad Hyoh.

"mi dispiace, Lord Hyoh. Non sono stato all'altezza del mio compito."

"Kuroyasha..."

"siete stato magnifico mentre usavate l'Hokuto Soke."

Hyoh non poteva fare più nulla per salvargli la vita, ma quando vide il suo corpo gonfiarsi capì che poteva fare ancora qualcosa. Premette un punto sul torace di Kuroyasha e potè sentire il suo battito cardiaco rallentare sempre di più fino a fermarsi.
Kaioh rise mentre Kuroyasha esalava l'ultimo respiro

"Una morte che un verme non merita. Ed ora è il tuo turno, Hyoh."

Lo sollevò per i capelli e lo tirò contro la statua, spaccandole un braccio, lo stesso braccio che aveva strappato ad Hyoh. Il secondo Rasho si rimise in piedi e Kaioh lo colpì ancora una volta allo stomaco. Sputando sangue, Hyoh si rimise in piedi.
Kaioh lo colpì al petto tre volte, mirando a tre punti di pressione e colpendoli in pieno.
Ma Hyoh non esplose e si rimise in piedi, e per la seconda volta in pochi giorni, Kaioh ebbe paura.
Quella paura accecante, feroce, che si impadronisce del tuo corpo e ti paralizza. Quella paura che ti conquista quando le tue certezze iniziano a cadere. Hyoh non accennava a cedere. Kaioh lo colpì ancora ed ancora, ma Hyoh continuava a rialzarsi.
E poi l'imprevedibile: schivò un pugno di Kaioh e gli saltò alle spalle, sopra la testa, chiudendogli il collo in una presa a forbice mentre gli torceva la testa tenendogli la mano sotto il mento e girando. Kaioh iniziò a soffocare, colpì Hyoh con tutta la forza che aveva, ma Hyoh non mollava la presa, e Kaioh aveva sempre meno fiato.
Ma tutto iniziò a tremare. I colpi di Kaioh avevano fatto più danno di quanto lui avesse previsto e l'intera struttura era ormai prossima al crollo.
Approfittò di un attimo di distrazione di Hyoh per afferrarlo e proiettarlo davanti a per poi prima di colpirlo alle gambe, tranciandogli i tendini.
Lo guardò dall'alto in basso, soddisfatto e sollevato, sorridendo malignamente. 

"Qui vengono seppelliti 2000 anni di umiliazione."

Con un saltò fu fuori da lì e rimase ad assistere finchè l'intera struttura non crollò su Hyoh. Rimase fermo a guardare le macerie che una volta erano una maestosa struttura, con un ghigno stampato in faccia.
Però, in tutto quello un braccio della statua era rimasto fuori, indicando un punto ad est.
Kaioh impiegò solo pochi istanti a capire dove indicava la statua. E lo prese come un segno.
Sua madre gli indicava dove andare per poter finalmente completare la sua missione.


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Angolo dell'autore: A più di sei mesi di distanza immagino che pochi abbiano ancora interesse in questa storia. Storia che tuttavia merita di avere una conclusione. Non mi è stato possibile aggiornare la storia nei mesi passati, ma adesso (a quasi un anno dal primo capitolo) ho trovato il tempo e lo spirito ideale per finirla. Grazie a chi, nonostante tutto, la leggerà.

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Capitolo 13
*** Scontro finale ***


hokuto Persino per gli standard desolanti ed abberranti della terra degli Shura, quel luogo era semplicemente troppo: spuntoni di rocce taglienti come lame, fiumi di lava che scorrevano appena sotto la superficie, ed esalazioni sulfuree che rendevano difficile respirare. Solo per poter abituarsi all'odore, un odore forte, acido, in grado di ferire il naso, occorreva una tempra non comune.
Kaioh contemplava l'orribile palude quasi con affetto. Solo posarvi lo sguardo era come contemplare il male stesso; quel male che per lui era diventato tutto, forza e ragione di vita, dal giorno in cui il destino gli aveva dato le spalle.
Si era rifugiato nella malvagità, rifiutando amore ed affetto perchè erano solo sentimenti effemeri, biechi, insulsi. L'amore può dare una ragione per morire?
Ma l'odio ti dava una ragione per continuare a vivere.
Era questo il luogo che indicava il braccio della statua di donna, aveva capito subito. Quante volte negli anni era venuto qui, da solo, con pensieri sempre più orribili e rabbiosi...Kaioh aveva perso il conto. Ma questa era la sua casa.
Qui lui era invincibile.
Attese relativamente poco. Percepì la presenza di Raoh dietro di lui, ma non si mosse.
Voleva che Raoh si perdesse nell'orrore del paesaggio, voleva fargli capire prima ancora di lottare quale terrore lo aspettava. O almeno, questo era quello che era convinto di volere.
Ma la verità, una verità che non avrebbe ammesso neanche a sé stesso, era che sapeva che questo sarebbe stato il loro ultimo scontro, e parte di lui voleva rimandare quel momento il più possibile.

"Hai deciso di lottare nel luogo in cui riposa nostra madre." disse il Re di Hokuto

"Non mi sembra che ci sia luogo migliore per porre fine allo scontro."

Kaioh si girò improvvisamente, voltandosi verso Raoh e localizzandolo in cime ad una piccola altura. Senza preavviso, scagliò contro suo fratello una bordata di Ki maligno, che però mancò il bersaglio; Raoh aveva fatto un balzo in aria per evitare il colpo, e poi si lasciò cadere in picchiata, cercando di colpire Kaioh con un pugno. Ma il primo Rasho fece appena un passo indietro, ed il possente pugno del Ken-Oh colpì il terreno.
Subito Kaioh gli fu addosso, ma Raoh sollevò la mano sinistra, generando una spinta di spirito combattivo che si abbatté sul demonio come una cannonata d'aria compressa, spingendolo via, fino a scaraventarlo contro una parete.
Kaioh rideva mentre si rialzava, togliendosi di dosso i sassolini e la polvere di cui quel luogo era pieno.

"vedo che ti sei ripreso dalle tue ferite. Molto bene.
Altrimenti sarebbe stato ben poco divertente."

Raoh non portava né elmo né armatura e si era strappato di dosso il bendaggio fattogli da Hyoh e Sayaka nel momento stesso in cui si era alzato dal giaciglio improvvisato, solo poche ore prima. Non era qui come Ken-Oh, come conquistatore.
Era qui semplicemente come fratello.
Indossava solo un semplice coprispalla, lo stesso che aveva indosso quando, con Soga e Reina, espugnò la cittadella del Re Demone Goram.
Quello era il giorno in cui tutto era iniziato.
Questo era quello in cui tutto sarebbe finito.
I due fratelli si misero in guardia e poi si scagliarono l'uno contro l'altro, colpendosi con pugni talmente veloci da essere quasi invisibili per l'occhio umano.
Raoh parò un colpo con l'avambraccio sinistro, contrattaccò con il destro, ma Kaioh si fece trovare preparato e frappose il proprio palmo al pugno del fratello. Strinse, nel tentativo di rompergli la mano, ma non ci riuscì, e questo errore di valutazione gli costò una ginocchiata al plesso solare che gli mozzò il fiato.
Ma il demone si riprese subito e sollevò Raoh per la vita, per poi proiettarlo dietro di sé con un movimento perfetto ed elegante. Ma Raoh non fu da meno, e mentre erano ancora avvinghiati strinse Kaioh a sua volta e concentrò tutta la sua forza negli addominali, sollevando il fratello e scaraventandolo a terra con un colpo di reni.
Kaioh si rimise in piedi, focalizzando il suo Ki intorno al suo corpo e Raoh fece altrettanto.
Le due aure si scontrarono con l'impeto di due fiumi in piena, con la rabbia di due leoni che lottano per annientare il rivale. La forza del loro spirito era tale da frantumare e ridurre in polvere le rocce più piccole, mentre quelle più grandi danzavano intorno a loro, disegnando arabeschi nell'aria, prima di sbriciolarsi, anch'esse consumate dal loro Ki.

"Hokuto: Colpi a ripetizione!"

"Raccapricciante violenza che schiaccia!"

I pugni imbevuti d'aura (rossa per Raoh, violacea per Kaioh) si scontrarono, generando rumore simile al rombo dei tuoni, nel tentativo di aprirsi un varco nella difesa avversaria. All'inizio l'hokuto shinken si dimostrò superiore alla sua controparte maligna: dopo aver visto la prima raffica, Raoh capì subito come direzionare i pugni e Kaioh ne fu sopraffatto.
Porto le braccia al petto per difendersi dagli attacchi violenti che subiva, ma la sua armatura andò in pezzi.
Tuttavia il talento di Kaioh compensava la debolezza dello stile, e quando ripartì al contrattacco passò dai pugni ai calci così velocemente che il fratello non ebbe neanche il tempo di difendersi, ma potè solo incassare.
Si separarono con un piccolo salto indietro, già pieni di lividi e ferite.
Niente più armature o protezioni a difenderli, solo la forza dei loro muscoli.
Kaioh allora sorrise

"Ora ti dimostrerò perchè io qui sono invincibile!"

Usò il proprio Matoki, concentrandolo sotto i piedi di Raoh che, colto alla sprovvista, cadde, finendo in una caverna. Qui l'odore era ancora più insopportabile ed i fumi formavano un gas nocivo che graffiava i polmoni quando si respirava.
Kaioh premette due punti di pressione sul proprio collo

"ed ora la mia specialità: combattere senza bisogno di respirare"

e si lanciò verso Raoh.
Il demone partì all'attacco, ma Raoh rispondeva colpo su colpo, sebbene fosse costretto ad indietreggiare per meglio fronteggiare l'assalto.
Ma all'improvviso si trovò con le spalle al muro, senza possibilità di muoversi, e Kaioh lo colpì con un violento gancio in faccia.
Il Ken-Oh sputò sangue e continuò la lotta, ma questo successe ancora, e poi ancora una volta: i suoi movimenti erano bloccati.
Deciso a scoprire di che diavoleria si trattasse, prese una posizione rialzata e rimase basito.
Sette colonne nella posizione delle stelle dell'orsa. Ecco cosa bloccava i suoi movimenti.

"il corpo umano ha sette punti ciechi, in corrispondenza alle stelle." spiegò Kaioh" Per poter difendersi e coprire questi punti, i praticanti dell'hokuto shinken si muovono, inconsciamente, in modo da disegnare le sette stelle. Queste colonne li bloccano.
Questo posto è la morte dell'hokuto.
E questa è la mia stella."

Aveva preso la posizione di Alcor, la stella che annunciava la morte.

"E non è finita qui.."

Raoh si sentì strozzare, gli mancò il fiato e poi la testa iniziò a girare. Iniziava a perdere l'equilibrio e le sue ginocchia tremavano.
Kaioh rise

"Questo non è un normale gas. Si chiama Ryuma-Koen e può entrare nel corpo di una persona attraverso le ferite e provoca paralisi."

Si avvicinò al fratello, che cadde in ginocchio di fronte a lui. Kaioh alzò la mano e si preparò a colpire, a sferrare il colpo di grazia.
Ma Raoh ebbe uno scatto, sferrando un pugno con tutta la forza che aveva in corpo ma, ancora una volta, Kaioh frappose il suo palmo al colpo, neutralizzandolo.
Il suo sorriso soddisfatto però si sciolse come neve al sole quando si sentì la gola stretta in una morsa.

"imp-impossibile!" Balbettò mentre lottava per respirare "il punto di pressione per combattere senza respirare è minuscolo, grande come la testa di uno spillo, non puoi averlo colpito..."

"non con un pugno o un dito..."

Il pugno di Raoh, anche se parato, aveva generato un'onda di ki che aveva raggiunto il punto di pressione che aveva sbloccato l'effetto dei punti di rottura usati da Kaioh per combattere senza respirare.
Kaioh si lasciò sfuggire un urlo di rabbia e saltò fuori dalla caverna. Raoh lo raggiunse subito e premette una serie di punti di pressione sul suo torace. Kaioh rimase senza parole quando vide che suo fratello, di colpo, sembrava recuperare le forze

"Non è possibile!"

"Il nostro sangue ci conferisce una straordinaria resistenza al veleno, ed il punto anabaku-kou la rafforza ulteriormente."

Come per confermare quest'affermazione, Raoh sferrò un pugno contro il terreno su cui si trovavano, generando un'onda d'urto che fece indietreggiare Kaioh. La caverna sotto di loro crollò quando le colonne si spezzarono per via della forza del colpo di Raoh.
Il Ken-Oh guardò Kaioh negli occhi, e gli parlò con tono grave e profondo

"Questo non è uno scontro tra Hokuto Shinken ed Hokuto Ryuken. Questo è uno scontro tra fratelli.
Tu, Kaioh, sei il mio eroe. Sei la persona che rispetto di più in questo mondo caduto nel caos."

Assunse una posa aggressiva, mostrava il fianco destro all'avversario, con la mano destra all'altezza della testa e la seconda chiusa a pugno all'altezza del fianco sinistro

"e prima che la fama di demonio si leghi al tuo nome per sempre, ti darò una morte da eroe. "

Kaioh rise

"Va bene."

Assunse una posa che Raoh ricordava fin dall'infanzia, disegnando dei cerchi con le mani, prima di spostare tutto il peso sul piede sinistro, aprendo le braccia e rilassando (solo apparentemente ) i polsi

"Questo è il mio colpo invincibile! Nessuno me lo ha insegnato, è parte di me fin dall'infanzia e mi ha sempre portato alla vittoria."

L'aura intorno ai loro corpi sparì.
Erano pronti a scambiare i colpi decisivi.

***

Knife e Reina stavano osservando la scena da studiata distanza; abbastanza vicino da poter osservare lo scontro, ma abbastanza lontani da non rischiare di distrarre il Grande Re durante lo scontro.
Knife sudava

"anche a questa distanza...la tensione dello scontro è insopportabile!"

Ma fu altro a preoccupare Reina. Cercò di muoversi più velocemente che poteva senza far rumore, percorse circa 300 metri, fino a raggiungere una collina.
E da lì vide stendardi, guerrieri armati fino ai denti.
Knife la raggiunse, bestemmiò, sputò per terra, e bestemmiò nuovamente

"Sono gli uomini di Mamochi. Kaioh ed Hyoh avevano spazzato via la sua armata, ma a quanto pare il ratto è sopravvissuto...merda."

Knife controllò le sue ferite, non erano gravi, non avrebbe avuto problemi. Contò i pugnali da lancio che aveva a disposizione, le spade, i kunai e le catene.
Guardò il cielo, le stelle che brillavano nella notte

"Quando lo scontro tra quei due finirà, solo uno rimarrà vivo. E non è nemmeno sicuro che il vincitore non crepi subito dopo.
Sicuramente non potrà far fuori 100 combattenti armati dai denti al culo.
Hai qui il tuo arco?"

Reina fece segno di si, ed allora Knife iniziò ad illustrarle il suo piano facendo disegni sul terreno

"Io corro e mi posiziono qui. Tu abbatti il primo nelle retrovie, l'esatto istante in cui ti passeranno davanti. Una volta distratti, io li prenderò frontalmente."

"Siamo solo in due." puntualizzò Reina

"Anche i piani migliori hanno i loro difetti. Per questo li attaccherò in quel punto, dove c'è una strettoia. Invece di affrontarne cento insieme li prenderò a gruppi di 10. Tu devi solo continuare a tirare finchè avrai anche una sola freccia."

"Ma.."

"Non c'è ma! Devi solo fare quello che ti ho detto! Io li terrò impegnati, se venissero verso di te, tu falli a pezzi con le spade. Se fossero troppi, scappa.
Entrambi vogliamo che il Re di Hokuto vinca questa battaglia. Tu più di me."

Le strizzò l'occhio, fece una battuta sconcia nella sua lingua natia e poi raggiunse la posizione che aveva indicato a Reina, che rimase in attesa.
Parte di lei non poteva fare a meno di distogliere lo sguardo da Raoh. Ma sapeva quello che doveva fare, doveva rimanere concentrata.
Solo così poteva essere utile a Raoh. Solo così potevano realizzare il loro sogno, il sogno che era stato anche di Soga.
E quando fu il momento, scagliò la prima freccia, colpendo un demone dritto al collo. Quello sputò sangue e poi stramazzò a terra.
Per un attimo, solo per un attimo, Knife pensò di correre via. Si chiese chi glielo facesse fare, perchè dovesse morire, proprio lì, proprio ora.
Anche se Raoh fosse morto, il suo esercito avrebbe spazzato via quei vermi.
No...se Raoh fosse morto non ci sarebbe più stato un esercito. Nessuno avrebbe potuto prenderne il posto, e loro sarebbero rimasti in balia del primo signore della guerra con abbastanza ricchezze e carisma da mettere su un esercito.
Era per questa ragione che aveva sentito che doveva andare qui. Il cielo lo voleva lì. Gli aveva messo di fronte una scelta.
Per tutta la vita, Knife non aveva fatto altro che obbedire agli ordini che gli venivano dati. Adesso era libero

"L'unico giorno in cui sono libero...ed in realtà non ho nessuna scelta."

Paradosso.
Reina scoccò una seconda freccia, abbattendo un secondo demone ed attirando finalmente l'attenzione delle retrovie, ed è allora che Knife saltò fuori dal nascondiglio

"Pioggia d'acciaio del Monte Taizan!"

***

Kaioh attaccò per primo, ma Raoh riuscì a spostarsi di lato ed evitare il colpo che si limitò a graffiargli la guancia. Il Grande Re fece un rapido movimento con il braccio, creando un vuoto tagliente nell'aria che scavò un solco nel terreno fino a colpire Kaioh al piede.
Il sangue di Kaioh si sparse nell'aria, ma il primo demonio non era un dilettante, ed aveva incassato il colpo di Raoh, preso dalla scuola della Gru Rossa di nanto, per evitare il secondo colpo, un potente pugno, che adesso gli sfiorava la spalla.
Aveva capito la strategia del fratello ed aveva scelto di incassare il colpo leggero per poter schivare quello più violento.

"Degno del Primo Demonio." commentò Raoh

"Notevole, sei il primo ad evitare il mio colpo letale."

I muscoli tra il collo e la spalla destra di Raoh si squarciarono, quando la pressione sanguigna raggiunse il punto in cui il corpo non poteva più reggere, ed altrettanto successe a Kaioh.
Ripartirono all'attacco ed il pugnò di Raoh colpì in pieno lo sterno di Kaioh, che replicò con un attacco che penetrò nel pettorale sinistro di Raoh. Gli tsubo fecero effetto, e da loro si generò una pioggia di sangue.
Lo scontro rischiava di diventare letale per entrambi, motivo per cui Kaioh si concentrò.
Non aveva più voglia di giocare...e non poteva permetterselo.

"Anryu Tenha!"

Raoh si trovò a galleggiare nel nulla, privo di senso dell'orientamento, incapace di capire la sua posizione nello spazio.

"Invincibili colpi letali!"

Mille e mille mani si avventarono contro Raoh. Quello era il colpo più potente di Kaioh, avrebbe colpito tutti i punti di rottura, avrebbe vinto lo scontro.
Ma proprio in quel momento, Raoh si liberò dall'Anryu Tenha.
Nell'esatto momento in cui l'energia di Kaioh raggiunse il suo picco si concentrò unicamente su quella, sul suo avversario, ritrovando la sua posizione nello spazio e localizzando quella di suo fratello.
Scattò verso Kaioh che, in piena manovra offensiva, non potè nemmeno pensare di difendersi.
Ma anche se l'avesse fatto, non avrebbe avuto speranza contro il Muso Tensei di Raoh.
Si scambiarono di posizione. Passarono pochi attimi, poi l'esito dello scontro fu chiaro: questa volta il Muso Tensei aveva sconfitto l'Anryu Tenha.
Le vene delle braccia di Kaioh si gonfiarono e si contorsero, mentre sentiva i muscoli dell'avambraccio torcersi. Non riuscì a trattenere un urlo di dolore quando i palmi delle sue mani esplosero, spargendo sangue e pezzi di osso tutto intorno a lui.

"Dopo il nostro primo scontro, il tuo Hokuto Ryuken non aveva più segreti per me. Eri sconfitto prima ancora di iniziare"

Kaioh urlò ancora una volta, ma questa volta era un urlo di rabbia, di negazione.
Lui era il primo demonio, aveva rinunciato ai sentimenti che rendevano gli uomini deboli e vili. Non poteva perdere contro un uomo che invece aveva accettato l'amore e la tristezza, neanche se quell'uomo altri non era che suo fratello!

"Uoooh!! Non perderò! Non sarò sconfitto!"

Kaioh si alzò e sferrò un potentissimo calcio al fratello, con tutta la forza e l'energia che aveva in corpo.
Ma non fu abbastanza.
Suo fratello gli andò incontro, fece un passo avanti insinuandosi nelle difese di Kaioh, concentrando tutto il proprio spirito combattivo nelle mani per poi rilasciarlo.

"Questo è il pugno che il cielo ha donato a Raoh, tuo fratello!
Carica del Dominatore del cielo!"

Kaioh venne colpito in pieno, travolto dall'energia rossa scaraventatagli contro da Raoh, senza potersi difendere, senza poter attenuare il colpo, travolto dalla corrente impetuosa.
Il primo demonio fu scagliato lontano, finendo per colpire una roccia che andò in pezzi.
Il dolore era indescrivibile: ogni singolo osso del suo corpo era spezzato, non poteva muoversi, intrappolato in un corpo inutile.
Una piccola statua di donna, scolpita rozzamente, gli cadde vicino al volto.
Era stato scagliato contro la tomba di sua madre.
Lottava per trattenere le lacrime, ma riuscì a pregare lo spirito di sua madre seppure con voce rotta dal dolore, fisico e non.

"Madre...ti prego...dammi l'energia per un ultimo colpo. Solo un ultimo attacco."

La sua preghiera venne accolta. La terrà iniziò a tremare, ed un geyser spaccò il terreno proprio sotto il primo demonio, lanciandolo in aria.
Kaioh riuscì a girarsi verso Raoh, lanciandosi in un disperato attacco in picchiata, ma Raoh era pronto.
E non appena Kaioh fu a portata di braccio, il re di hokuto colpì diversi punti di pressione sul petto di Kaioh, che ormai non era più in grado di opporsi, e poi lo finì con un colpo al cuore.

"Colpo della pietà di Hokuto che ferma il fiero volo."

Colpo di Toki, usato da Kenshiro contro Souther ed ora da Raoh contro suo fratello Kaioh. E fu proprio il volto di Toki che Kaioh vide a fianco di quello di Raoh mentre il dolore lo lasciava, mentre tutto diventava sereno.
Cadde, ma Raoh lo sostenne e gentilmente, lo mise a giacere per terra, tra le sue braccia.

"uh...uh....i miei fratelli minori..."

mormorò Kaioh che nonostante tutto riuscì a sollevare la mano ed a poggiarla sulla guancia di Raoh

"Questo è il volto dell'uomo che ha sconfitto il primo demonio."





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nota dell'autore: ancora una volta in mostruoso ritardo, ma ecco qui il penultimo capitolo della storia. Spero vi piaccia, e vi chiedo di perdonare eventuali errori, ma avendo problemi col PC ho riscritto tutto relativamente di corsa, senza avere il tempo di dare una seconda lettura approfondita.
Il modo in cui Raoh neutralizza l'AT è molto diverso da quello usato da Ken, ma ho preferito inventarmi questa soluzione perchè non mi piaceva l'idea di far fare a Raoh la "trottola", e comunque volevo che si affermasse la superiorità del MT sull'AT.

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Capitolo 14
*** Epilogo- Viva il Re! ***


hokuto Raoh era seduto a terra, stringendo suo fratello Kaioh tra le braccia. Lo scontro era ormai finito, l'esito deciso. Kaioh guardò Raoh negli occhi

"Hai vinto.
Si, so che è ovvio, ma ci tenevo a dirtelo comunque. Per la prima volta in questa mia vita adulta provo l'umiliazione della sconfitta.
Volevo creare un nuovo regno, forgiare con queste mie mani il nuovo secolo, ma evidentemente non ne ero in grado."

Raoh non parlò. Kaioh spostò lo sguardo verso la tomba della loro madre, sorrise, e poi tornò a guardare il fratello

"Quando Jukei spedì te e Toki dall'altra parte del mare ero invidioso. Perchè non io? Perchè avrei dovuto passare la vita a servire la più debole dinastia principale?
Ho accettato l'Hokuto Ryuken, ho ripudiato l'amore, ho sparso sangue. Ma non ho rimpianti, fratello.
Perchè sei stato tu a sconfiggermi e non Kenshiro, non Hyoh. Perchè la tua forza è la prova che siamo noi i veri uomini di Hokuto, la prova vivente dell'inferiorità della dinastia principale.."

Anche nella morte, l'odio per la dinastia principale non era scomparso.

"No, Kaioh. Ho imparato a mie spese qual è il potere dell'amore; ho visto uomini superare i propri limiti, lottare senza più forze né sangue in corpo, per difendere quello che amavano. L'amore li ha spinti a superare i limiti del corpo."

Pensava a Juza delle Nuvole, a Fudo della Montagna, ai suoi fratelli Toki e Kenshiro. Raoh aveva finalmente capito il loro sacrificio, la ragione dietro la loro ostinata resistenza, il lottare battaglie perse in partenza.
Aveva rinunciato alla sua umanità ed era diventato il temuto Ken-Oh. Ma solo riabbracciandola completamente aveva raggiunto il vertice dell'Hokuto Shinken.
Il Ken-Oh non avrebbe mai potuto sconfiggere Kaioh.
Raoh invece si.

"Mh...forse hai ragione fratellino. Ma dimmi, se avessi imparato l'Hokuto Shinken..."

"Probabilmente sarei io a giacere a terra."

Kaioh sorrise. Un sorriso appena accennato, ma sincero, veritiero.

"Quanto tempo mi rimane?" chiese Kaioh

"Un minuto."

Kaioh usò le poche energie che gli rimanevano per tirarsi su. Non sentiva più dolore, poteva muoversi. Ed allora raggiunse il posto che aveva scelto come sua ultima dimora: raggiunse un'altura da cui poteva osservare tutto quello che stava intorno a lui.
C'era un sasso, un interruttore nascosto che Kaioh calpestò con il piede. La terra tremò, sconvolta da quello che sembrava essere un terremoto. Fontane di lava si fecero largo squarciando il terreno, rendendo l'aria rovente e spargendo ovunque incandescenti frammenti di roccia

"Ti lascio il mio sogno, Raoh!
Hai sconfitto il primo demonio, tu hai la forza per forgiare questo nuovo secolo!
Addio, Raoh!"

Le fontane di lava conversero su Kaioh, che rimase immobile e con gli occhi chiusi, mentre la lava lo sommerse da capo a piedi.
Raoh osservò la scena senza muovere un muscolo, senza fiatare.
Avevo vinto, ma non c'era gioia, non c'era sollievo. Aveva solo fatto quello che doveva fare.

***

Knife aveva finito i pugnali da lancio, le lame delle spade erano ormai in frantumi e si era rotto la mano sinistra quando una mazza chiodata l'aveva colpita.  Lottava schiena contro schiena con Reina; avrebbe voluto tenerla fuori dallo scontro, ma Reina si era resa conto che Knife stava rapidamente esaurendo risorse ed energie, ed una volta morto lui lei si sarebbe ritrovata sola contro decine di demoni. Una buona coppia vale più della somma dei singoli, pensò, e si gettò nella mischia a dar supporto a Knife.
Ne rimanevano solo quattro ormai, ma loro erano stanchi e feriti.
I demoni li circondarono e balzarono in alto, con l'obiettivo di finirli con un attacco in salto, ma Knife fece roteare le due catene che teneva alle braccia e le scagliò contro uno di loro, afferrandolo alle caviglie e tenendolo a terra.
Questo permise a Reina di sfuggire all'assalto muovendosi nella direzione liberata da Knife, affondando le lame contro il torace di un demonio, che però le deviò con un rapido movimento di ascia. Reina allora fintò un fendente e ruotò la spada nella sua mano sinistra e la conficcò nello stomaco del demone. Ma non riuscì ad estrarla, perchè, anche se l'aveva trapassato, la lama era rimasta incastrata tra le scaglie dell'armatura del demone morente. Dovette gettarsi di lato per evitare un giavellotto, che mancando lei trovò bersaglio nel demone impalato, che venne abbattuto.
Con una sola spada le capacità di Reina erano dimezzate.
Si trovò in difficoltà a doversi difendere da due demoni con una sola lama a disposizione, dovette indietreggiare, schivare, praticamente tuffarsi a terra per evitare di essere tranciata a metà. Sentì il sapore del sangue in bocca quando uno dei demoni rimasti gli saltò sulla schiena, e solo l'intervento di Knife, che si tuffò contro il demone atterrandolo con una spallata, la salvò. Reina strappò una spada dalla mano di uno demone a cui Knife aveva tagliato a metà, verticalmente, la testa, ma questa era pesante e non era pensata per agire in coppia con l'altra lama, il che rendeva difficile adattarla al suo stile.
Più volte Raoh l'aveva rimproverata, più volte l'aveva messa in guardia dicendole che dipendeva troppo dalle due lame.
Con un attacco disperato, riuscì a colpire un demone agli occhi. Questo indietreggiò, non si accorse del dislivello nel terreno dietro di lui e cadde sotto, finendo in un fiume di lava.
E mentre le sue urla di dolore graffiavano l'aria, Knife riuscì a stringere le gambe intorno al collo del demone che aveva atterrato e, con un movimento secco e forte, glielo spezzò.
Ne era rimasto solo uno

"BASTARDI! Pagherete per aver ucciso i miei uomini!"

"Fossi in te scapperei, Momochi..." riuscì a dire Knife, senza più fiato.

Per tutta risposta, Momochi caricò a testa bassa. Knife evitò la carica e ruotò su sè stesso, colpendo con il taglio della mano la nuca del suo nemico.
Che con sua enorme sorpresa era rimasto illeso.

"...cosa?"

"Tecnica della pelle di pietra!"

e, detto questo, diede una poderosa testata in faccia Knife, rompendogli il naso. Reina cercò allora di colpire Momochi alle spalle, ma le sue spade s'incrinarono a contatto col corpo del signore della guerra Momochi.
Ma non fu questa la cosa peggiore; Hyoh le aveva curato i polsi rotti da Kaiser, ma occorreva riposo per una vera guarigione. Lei invece aveva combattuto con tutta la sua forza, al massimo delle sue capacità, ed aveva colpito Momochi con tutta la violenza di cui era capace.
I polsi le cedettero, le spade le caddero di mano.
L'esausto Knife era solo adesso.
Raccolse una lancia ed una spada, e le usò per tenere a bada Momochi. Non poteva ferirlo, ma era molto più veloce di lui. Ruotava la lancia e mirava agli occhi ed alla bocca, poi si tirava indietro, si spostava di lato ed affondava con la spada, muovendosi in cerchio intorno a Momochi.
Alla fine, il colpo vincente: la lancia penetrò le difese di Momochi mentre questi era troppo impegnato a tener d'occhio la spada, e gli si conficcò in bocca!

"Sei finito!"

Ma l'esultanza di Knife si spense quando Momochi masticò la punta della lancia e ne sputò via le schegge, ridendo.
A questo punto, Knife cadde in ginocchio. La terra intorno a lui era macchiata del rosso del suo sangue, che fluiva fuori dalle ferite che aveva subito.
Momochi rise. Una risata acida, sgraziata, sgradevole all'udito.

"Non devo neanche prendermi la briga di ammazzarti. Ma prima che tu muoia, farò rimpiangere alla tua troietta il non essere morta."

Si avvicinò a Reina, che indietreggiò finchè non sbattè contro qualcosa.
O meglio, contro qualcuno.
Si girò, ed il viso le si illuminò di gioia e sollievo

"Raoh!!"

Momochi fermò l'avanzata, preoccupato.

"Ma che diavolo" pensava "questo tizio ha appena lottato contro il primo demonio. Sarà stanco, ferito. E' la mia occasione!"

si avventò contro Raoh, ma non riuscì nemmeno ad avvicinarsi.
Vide solo un lampo rosso e poi più nulla.

"eh...eh...ha fatto un bel botto." commentò Knife a terra.

Reina gli si avvicinò, guardò Raoh che però fece segno di no con la testa. Un colpo aveva reciso un'arteria. Come avesse fatto a combattere fino a quel momento, era un mistero.
Raoh si chinò, avvicinandosi a Knife, guardandolo solennemente

"Ti ringrazio."

"fa niente...ho fatto quello che volevo. Ho solo un unico rimpianto in questa vita."

Knife guardò Raoh negli occhi, sorridendo.

"Avrei voluto vedere questa terra libera. Ma so che è in buone mani.

....

mio Re."

***

"Io e Kaioh non eravamo così differenti. Entrambi abbiamo dovuto rinunciare alla nostra umanità, entrambi abbiamo rifiutato l'amore perchè ci disgustava e ci spaventava l'idea di qualcosa che spingesse gli uomini a morire.
Noi dovevamo vivere. Dovevamo vivere per realizzare il nostro sogno, dovevamo uccidere, divorare gli altri.
Non era l'ambizione il motivo per cui volevo portare la pace. Ma perchè amavo questa terra. E voi mi avete seguito perchè anche voi, con tutto il vostro cuore, amavate la nostra terra."

"E amavamo te.
Io amo te."

Detto questo, Reina si strinse al fianco di Raoh, che la strinse con il possente braccio. Indossava l'armatura dorata ed il mantello rosso, mentre Reina portava un elegante vestito bianco ed una semplice collana, un filo d'argento che reggeva il ciondolo che la legava a Raoh da sempre.
Erano passati due mesi dallo scontro fratricida. Raoh aveva raggiunto il suo obiettivo, aveva portato pace nella terra che amava, nella sua terra.

"Ho imparato la lezione." disse Raoh a Reina, sorridendo.

Raoh era tornato quello di un tempo; nel suo sorriso Reina poteva rivedere il bambino che le aveva dato quel ciondolo, poteva vedere il piccolo Raoh scalare la parete rocciosa con un braccio solo perchè reggeva Toki nell'altro.
Un enorme peso si era sollevato dal suo cuore.

Hyoh si fece avanti, chinandosi al cospetto della coppia reale.
Era sopravvissuto allo scontro: si era formata una sacca d'aria tra le macerie che lo avevano ricoperto, e lui fu abbastanza lucido da indursi uno stato di falsa morte, un coma, che gli aveva permesso di sopravvivere, grazie all'intelligente Re Nero che aveva segnalato a Raoh la presenza di Hyoh sotto quelle macerie.
Raoh aveva visto la statua, la stele, ma sentiva che non gli apparteneva. Un giorno, forse, avrebbe convocato Kenshiro da questa parte del mare. Si, l'avrebbe fatto.
Proseguirono lungo il salone, incontrando Akashachi e suo figlio, che li accolsero con un profondo inchino.
Akashachi si avvicinò al balcone, tirando via la tenda perchè Raoh potesse passare.
Raoh e Reina uscirono, si affacciarono da questo balcone ed il popolo urlò di gioia

"Viva il Re! Viva il Re!"

Non lo facevano perchè avevano paura, perchè erano minacciati. Avevano creduto alla sua leggenda, avevano visto la leggenda diventare realtà davanti ai loro occhi.

"Ti amano." disse Reina

"Ed io amo loro.
...
E te."

Reina lo guardò negli occhi, sorpresa

"Ce ne hai messo per dirlo!"

Raoh cercò di ricordare se nell'Hokuto Shinken ci fosse una qualche tecnica che gli impedisse di arrossire. Purtroppo, se c'era, mancava al suo repertorio, quindi cambiò argomento.

"C'è ancora tanto lavoro da fare."

"Lo faremo." rispose Reina, che poi gli strinse la mano, infilando le sue sottili ed affusolate dita tra quelle massicce di Raoh "insieme."

Ma questa è un'altra storia.



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Ed è così che finisce quest'avventura! Avrei voluto completarla prima, dedicare a questa storia più tempo ma, per un motivo o per un altro, mi son trovato sempre a corto di tempo e spesso, lo ammetto, di volontà.
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia: sono stati i vostri commenti a spingermi ad andare avanti e completarla.
Grazie!

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