Hokuto no Ken-Another Road di DiKey (/viewuser.php?uid=81639)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quei secondi che cambiarono il mondo ***
Capitolo 2: *** La nostra terra. ***
Capitolo 3: *** Demoni in Marcia ***
Capitolo 4: *** Un motivo per lottare ***
Capitolo 5: *** Una meta comune ***
Capitolo 6: *** Strade Incrociate ***
Capitolo 7: *** Quadrivio ***
Capitolo 8: *** Mosse e contromosse ***
Capitolo 9: *** Fratelli contro ***
Capitolo 10: *** Le ore più difficili ***
Capitolo 11: *** Sotto la bandiera del Grande Re ***
Capitolo 12: *** Alle porte del destino ***
Capitolo 13: *** Scontro finale ***
Capitolo 14: *** Epilogo- Viva il Re! ***
Capitolo 1 *** Quei secondi che cambiarono il mondo ***
What If-1
Lin stringeva il corpo
senza vita di Yuria ed osservava lo scontro tra
Ken e suo fratello Raoh. Era stupita, perchè per quanto lo
scontro fosse stato brutale, tale che entrambi (forse per la prima
volta) avevano dato fondo alle loro capacità e usato le loro
migliori mosse, non c'era odio nei loro pugni.
Raoh quasi sorrideva, i
suoi occhi non mostrano nè paura nè esitazione
"Va bene allora. Dato
che siamo arrivati a questo ti distruggerò concentrando
tutta la mia energia vitale nel mio pugno."
Raoh alzò le
braccia al cielo, mentre il suo Ki, palpabile e feroce, spariva
"Ecco il pugno che
contiene tutta la mia anima!"
Raoh si mise in
posizione, Ken scattò in avanti..
tum
un suono debolissimo, ma
Lin riuscì a sentirlo. Non poteva
crederci, e poggiò l'orecchio sullo sterno di Yuria. Non era
più fredda
tum-tum
il suo cuore batteva
ancora!
Raoh alzò il
pugno verso il cielo, Ken fece roteare il suo dal basso...
"KEEEN!! La signorina
Yuria è viva!!"
fu un attimo di
esitazione, solo un attimo, ma il ki di Kenshiro
svanì nel nulla, la sua concentrazione spezzata ed il pugno
che
colpì suo fratello Raoh era privo di forza.
In quel momento, il
pugno di Raoh calò seguito da un rombo e fu
come se la terra stessa si fosse aperta: pezzi di roccia e sabbia
volarono qua e là formando una nube che nascose i due alla
vista.
Yuria aveva appena
riaperto gli occhi, mentre Lin e Bart non riuscivano a chiuderli
"K..Ken..."
mormorò Yuria
"KEEEN!"
Il polverone sollevato
dal pugno di Raoh venne dissipato dal vento,
rivelando un buco nel terreno simile per forma ed aspetto ad un
cratere. Ed al centro di quel cratere c'erano Raoh e Kenshiro, ancora
in piedi. Il pugno di Ken era poggiato sul petto di Raoh mentre quello
del Ken-Oh l'aveva mancato, passando sopra la spalla del fratello
minore.
Ma come era possibile?
Neanche un dilettante avrebbe mancato il
bersaglio a quella distanza, figurarsi quindi Raoh, l'uomo che
stringeva nella mano il cielo stesso.
Questo voleva dire una
sola cosa: Raoh aveva mancato il colpo di proposito.
Kenshiro non capiva, non
ci riusciva. Guardava Yuria ancora viva, la
donna che credeva di aver perso per sempre, e poi guardava suo fratello
negli occhi. Raoh sorrideva. Ma perchè non lo aveva colpito
nell'attimo in cui si era distratto? Perchè si era lasciato
sfuggire una tale occasione di vincere la battaglia che per lui era la
più importante di tutte?
"Raoh...perchè?"
"Fratellino, questo
mondo ha bisogno che Hokuto e Nanto stiano insieme
per poter costruire una pace duratura. Una vera pace che ponga fine al
caos una volta per sempre e non solo per qualche tempo. E Yuria non
sarebbe mai stata mia: il cielo aveva deciso fin dall'inizio che il suo
destino era legato a te."
Senza che nemmeno lui se
ne accorgesse, le lacrime iniziarono a bagnare il viso di Kenshiro
"Tu ti saresti lasciato
uccidere per fermare questo crescendo di
violenza...eri pronto a sacrificarti, a sacrificare la tua ambizione."
Raoh guardò
Kenshiro sprezzante
"Non hai capito un bel
niente fratellino. Non ho interesse a governare
su un mondo in pace, ho in mente un altro posto dove far vivere la mia
leggenda! Ed ora va' da lei, che cosa aspetti?"
Raoh spinse
violentemente Kenshiro verso Yuria, mentre Re Nero si
avvicinò al Re di Hokuto, quasi stesse controllando le sue
condizioni. Raoh accarezzò il muso dell'animale e gli
salì in groppa, lo spronò e l'animale
s'impennò
nitrendo
"Yuria! Vivrai ancora
qualche anno...vivi in pace e sii felice con Kenshiro!
E tu, fratellino, da
oggi tutto quello che apparteneva al Re di Hokuto
appartiene a te! Successore dell'Hokuto Shinken, quando
tornerò
qui voglio trovare quella pace per cui hai tanto lottato, osando
addirittura incrociare i pugni con il Dominatore del Cielo! Non
deludere tuo fratello maggiore e vivi come ci si aspetta
dal successore dell'Hokuto Shinken!"
Raoh spronò
l'animale che iniziò a muoversi al passo, lasciandosi alle
spalle Kenshiro e Yuria.
"Re Nero...sai bene dove
dobbiamo dirigerci!"
Quando suo fratello
maggiore svanì all'orizzonte Ken stringeva
ancora Yuria, mentre Bart non riusciva a capire del tutto quello che
era successo
"Quindi..chi ha vinto?"
Chiese incrociando le braccia dietro la testa
Kenshiro non gli
rispose. Guardò lo stesso orizzonte da cui Raoh era
scomparso, mormorando qualcosa.
"Sono onorato di
chiamarti fratello...Raoh."
***
"Hwooo!"
Kaioh distese la mano
emanando un raggio di ki che
travolse i Demoni che aveva di fronte. Questi si contorcevano mentre le
loro ossa si spezzavano ed il sangue schizzava con innaturale violenza
fuori dalle loro vene, finchè rimaneva solo una macchia di
sangue e
budella sulla terra nera a ricordare della loro esistenza. Il ki usciva
fuori dalla sua armatura come demoniaco fumo rosso e poco per volte il
metallo della sua armatura cominciò ad incrinarsi.
Si guardò le
mani che tremavano. Ma non di paura: lui, Kaioh,
non ha paura di niente, non può nemmeno provarla la paura.
No, questo tremolio era
un tremolio di eccitazione.
Hyo colpì tre
demoni con una rapida serie di colpi diretti ai loro punti
di pressione, e gli diede le spalle
"Fratello, cosa succede?"
"dovresti preoccuparti
di quello che succederà a te piuttosto!"
I demoni saltarono verso
Hyo brandendo le loro armi, ma Hyo non si scompose.
"State zitti, idioti.
Non avete capito che siete già morti?"
Il Generale si
limitò ad alzare il mantello per proteggersi dai
pezzi di corpo che venivano schizzati qua e là, senza
togliere
l'attezione dall'uomo che considerava un fratello.
Kaioh
iniziò a ridere e guardò verso il cielo, verso
l'orsa maggiore che
brillava fiera e forte. Sollevò la mano destra, e
scagliò verso le
sette stelle il suo attacco più potente, una colonna di ki
rosso che sembrò oscurare il cielo e le stelle
"Il destino di Hokuto,
il destino di Hokuto! Satana mi ha messo di fronte un'altra prova!
E' giunto il momento in
cui l'Hokuto Ryuken trionferà!"
Ma non si era accorto
che il vento aveva già disperso il suo colpo.
***
C'era una sola nave, un
solo uomo disposto ad andare al di là del
mare, lì nella terra dei demoni dove nessuno provava neanche
ad avvicinarsi. Ci voleva lui per andare dall'altra parte, un pirata.
Quando Raoh scese da cavallo, avvolto
nel suo mantello, due persone gli andarono incontro.
"Akashachi, la mia nave
è pronta?"
il pirata si tolse il
cappello in segno di saluto di fronte all'uomo che più di
tutti rispettava.
"Pronta a salpare!" gli
disse ridendo, pieno di felicità. Era giunto il momento che
aveva aspettato da tanto. Dalla cabina del capitano uscì
fuori un ragazzino di tredici anni urlando
"E' arrivato il Re! E'
arrivato il Re!
Tutto l'equipaggio
salì in coperta al richiamo di Shachi, il figlio del
capitano. Tutti volevano guardare l'uomo nel quale avevano riposto i
propri sogni e speranze.
Il re sorrise e
poggiò la sua enorme mano sulla testa del ragazzino,
scompigliandogli i capelli
"Sei cresciuto bene. Sei
quasi un uomo ormai. Ma il titolo di Re, non mi appartiene
più."
Akashachi rise ed
agitò la mano destra come se facendo vento potesse spazzare
via queste parole di Raoh
"Sciocchezze, un re non
è fatto da un trono o da una corona. Lei resterà
sempre il nostro Grande Re! Siamo pronti a salpare!"
Tutto l'equipaggio
rispose esultando.
Raoh
annuì soddisfatto lottando per nascondere il sorriso che
stava per disegnarsi sul suo volto ed incrociò le braccia
osservando il mare. Questo era
il momento di tenere fede alla sua promessa. I lunghi capelli castani
della ragazza che gli si strinse al fianco vennero mossi dal vento, ma
Raoh continuava a guardare fisso il mare, come se il suo sguardo
potesse vedere oltre quella pericolosa distesa di acqua salata.
"Reina, è
giunto il momento che tu e tuo fratello avete tanto aspettato. La
nostra terra ci aspetta"
Reina si
limitò ad annuire, mentre il sole sorgeva illuminando di
rosso il mare.
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Capitolo 2 *** La nostra terra. ***
what if 2
La nave
solcava il mare a vele spiegate,il cielo era nero ed il
vento gonfiava la vele ed
era come se la natura stesse cercando di impedire che Raoh tornasse
alla sua terra natia. Akashachi rideva mentre stringeva il timone
con tutta la forza che aveva in corpo, impedendo al mare di prendere il
sopravvento.
Reina si era dovuta
aggrappare con tutte le forze che aveva al
parapetto della nave, ma l'essere sballottata qua e là le
stava
facendo venire una forte nausea. Raoh invece non sembrava turbato, anzi
era inamovibile come sempre
"Cosa c'è da
ridere?" riuscì a dire Reina soffocando un
conato di vomito mentre l'equipaggio faceva di tutto per evitare che le
vele finissero in pezzi
"Nemmeno il cielo
può fermare questa nave, e mi fa ridere questo
suo tentativo di affondarci!" gli rispose il capitano pirata
Ma lei, Reina, non aveva
proprio niente da ridere.
"Scendi sotto coperta.
Stai offrendo uno spettacolo pietoso." le disse
Raoh, ma questo si limitò a rafforzare la sua determinazione.
Per grazia divina, alla
fine riuscì a non essere l'unica a
scendere sotto coperta. Quando aveva visto che persino il figlio
tredicenne di Akashachi rimaneva tranquillamente a combattere il vento
e la pioggia il suo orgoglio aveva avuto un fremito: era stata pur
sempre una dei comandanti dell'esercito di Raoh, e farsi superare da un
tredicenne non era certo il massimo! Certo, anche Re Nero era sotto
coperta, ma solamente perchè non era possibile per lui stare
sopra, anche se ogni volta che lo si andava a controllare
l'intelligente animale ti faceva capire con lo sguardo che la sua
determinazione non era inferiore a quella del padrone.
Ormai la costa delle
loro terra natia era davanti agli occhi, sembrava
quasi che potessero toccarla semplicemente allungando la mano.
Ed il cielo, dopo aver
constatato la loro determinazione, si era arreso.
Quando le acque erano
ormai tranquille Raoh si fece aggiornare da
Akashachi su quello che era successo dopo la sua ultima visita, ma il
pirata non era in grado di rispondere dettagliatamente visto che le
frontiere erano state chiuse ed ormai impossibile entrare ed uscire.
Solo una cosa era certa: i demoni avevano preso il sopravvento.
Il Re ed il Pirata si
erano rintanati nella cabina del capitano a
discutere del miglior approdo e della migliore strada per raggiungere
la capitale in meno tempo possibile, lasciando Reina sul ponte a
guardare la sua terra.
La ragazza non riusciva
a distogliere lo sguardo da quelle coste
così dolorosamente care, mentre stringeva senza accorgersene
la
collana che Raoh le aveva donato come pegno di fedeltà alla
loro
impresa. Ed ora, che finalmente diventata concreta, ne sentiva
veramente il peso.
"Siamo qui, Soga."
mormorò a bassa voce
si asciugò
velocemente una lacrime, e sentì un forte
botto: il rumore del legno che andava a pezzi. Un uomo in armatura di
pelle nera e scaglie di metallo era salito sulla nave, colpendo con una
specie di lungo bastone il parapetto e mandandolo in frantumi. I pirati
gli si avventarono contro
"Tu, bastardo? Cosa
credi di fare?"
"Nessuno può
passare i confini di queste terre senza permesso. Quelli che
trasgrediscono vanno puniti."
I pirati lo attaccarono
con asce e spade, ma in un attimo lui era
già dietro di loro colpendoli con il suo bastone, che
però si spezzò a mezz'aria, rivelando una serie
di fruste
che si strinsero intorno al collo di quattro marinai.
"Adesso
eseguirò la condanna con estremo piacere"
Ma Reina
scattò, estraendo le sue due spade dal fodero e colpendo
con un unico fluido movimento, tranciando a metà le fruste e
liberando i marinai. Reina si mise in posizione ed attaccò
l'intruso, che però evitò con una serie di
capriole
all'indietro.
"Non sei male, femmina.
Sembri essere il giusto tributo al mio signore"
Reina colpì
ma quello la saltò, arrivandole alle spalle. Ed allora le
tirò tre pugnali.
Due vennero deviati
dalle sue lame. Ma il terzo no.
Chiuse gli occhi, pronta
a ricevere il colpo, ma non accadde niente.
Raoh aveva bloccato il pugnale afferrandolo per l'elsa prima che
arrivasse al bersaglio.
Con un movimento del
polso, lo rispedì al mittente, tagliandogli la guancia.
"Un uomo morto non ha
bisogno di portare tributi, se non al dio della morte!"
Il solo sguardo di Raoh
bastò a terrorizzare l'assalitore, che
balzò sulla parte ancora integra del parapetto della nave,
tirando fuori due mazze chiodate
"Muori!!"
Ma il colpo non arrivo
mai a destinazione perchè le armi si frantumarono prima di
colpire. Raoh lo guardava schifato
"Deduco dalla tua paura
che hai finito questi inutili giocattolini.
Patetico, non sei neanche riuscito ad avvicinarti: non meriti di morire
per mano mia.
AKASHACHI!
Quest'uomo ha attaccato
e danneggiato la tua nave, ed ora ha finito i
suoi giocattoli. Voglio sperare che tu sia in grado di schiacciare
questo insetto."
Il Grande Re diede le
spalle all'aggressore, che si sentiva umiliato,
rabbioso, deriso! Si gettò contro Raoh con tutta la forza
che
aveva in corpo...ma improvvisamente si ritrovò a sputare
sangue:
un arpione lo aveva trapassato da parte a parte, aprendogli un buco
nello stomaco. E dopo questo, un altro passò lì
dove
c'erano i polmoni.
Arrancando, l'ignoto
aggressore raggiunse comunque Raoh, cercando di
afferrargli il mantello nero...ma solo pochi attimi dopo, si
ritrovò a guardare il suo corpo da un'angolazione del tutto
nuova mentre esalava l'ultimo respiro. La donna che voleva offire in
tributo gli aveva appena tagliato la testa.
La testa volò
finendo davanti a Raoh, che la guardo ancora pieno
di disgusto. Il grande re schiacciò sotto il tallone quello
che
rimaneva dell'aggressore, mentre i pirati recuperavano gli arpioni e
gettavano il corpo in mare.
"Sono certo che questa
fine è molto più di quanto
meritasse." sentenziò Raoh quando il corpo
affondò.
Poche ore dopo
attraccarono, ma ormai era calato il sole e non era
prudente avventurarsi col buio in una terra sconosciuta e ricca di
trappole. Persino Raoh aveva convenuto che era meglio evitare inutili
perdite, e che al punto in cui si era arrivati non c'era più
fretta.
Ciò
nonostante, scese comunque a terra.
Era come se una
sensazione di calore si diffondesse per tutto il corpo,
partendo dai piedi ed arrivando alle radici dei capelli, anche se
esteriormente non vi fu nessun mutamento nell'aspetto dell'uomo che un
tempo si faceva chiamare Grande Re. Guidò Re Nero da terra
tirandolo per le briglie, senza montargli in groppa, mentre osservava
gli ultimi raggi color sangue del sole.
Il sangue.
Poteva sentirlo, poteva
vederlo trasudare dai sassi e dalla polvere: la sua terra ne era
intrisa fino in profondità.
Era arrivato il momento
per cui lui e Toki si erano allenati fin da
bambini, il momento in cui avrebbe dovuto finalmente sfruttare quella
forza che lo aveva costretto ad incrociare i pugni con i suoi fratelli
minori.
"Esci fuori, verme."
Dalle ombre
uscì una figura nera, con la lingua oscenamente lunga che
penzolava fuori dalla bocca.
"Non so come mi hai
individuato, ma poco importa! Sei morto, povero pazzo!"
Raoh non si mosse
nemmeno, ma si limitò ad alzare il braccio e
puntare la mano aperta verso di lui, afferrandolo per la faccia e
stringendo.
"Sono gli insetti come
te che hanno rovinato la mia terra."
"Ahhh! Hidebu!
Sentì le ossa
rompersi sotto la sua presa con un "crack" e,
quando sangue e pezzi di cervello schizzarono fuori, gettò
la
carcassa dietro si sè.
Tornò alla
spiaggia, dove vide che Reina lo stava aspettando
dopo aver montato una tenda; anche lei aveva deciso di scendere a
terra,
adesso che era tornata non poteva più starci lontano.
Non aveva bisogno di un
sostengo dove legare Re Nero, il cavallo era
molto più intelligenti di molti esseri umani, quindi lo
lasciò fuori dopo avergli accarezzato il muso.
Si fermò a
pensare di fronte alla tenda che Reina aveva
preparato: lo stesso istante in cui aveva deciso di lasciare Yuria a
Ken era finalmente riuscito a capire i sentimenti di Reina. Quando
aveva deciso di tornare al cielo si era accorto che lei sarebbe stata
il suo unico rimpianto, si era rimproverato aspramente per l'essere
stato così debole da non aver riconosciuto.
Invece ora aveva la
possibilità di sistemare tutto.
Adesso, lui non era
più il Ken-Oh. Era semplicemente Raoh.
E per questo, decise di
entrare nella tenda dove Reina lo stava aspettando.
__________________________________________________________
Angolo
dell'autore:
Ho aumentato un po' la grandezza, spero si veda meglio. Per chi se lo
stesse chiedendo, nel decidere quali personaggi usare ho deciso di
attingere anche dai Gaiden a meno che questi non entrino in diretto
contrasto con il manga originale. Finchè si limitano ad
integrare la storia, perchè non sfruttarli?
Prometto inoltre che dal prossimo capitolo la storia partirà sul serio, questo era solo il riscaldamento.
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Capitolo 3 *** Demoni in Marcia ***
what if 3
Si misero in
marcia di mattina presto; Raoh cavalcava in testa seguito
da Reina, mentre Akashachi e suo figlio guidavano i 100 pirati.
Forse i loro ricordi
erano distorti, erano solo bambini quando lui e
Toki avevano lasciato questa terra, ma non se la ricordava
così:
immense distese di sassi e rocce tutte uguali che disegnavano un triste
e spoglio labirinto di pietra. L'aria era pesante, tesa...ed anche
sporca. I pirati camminavano con un groppo alla gola, Reina era tesa e
Raoh stesso era a disagio al pensiero che quella terra pareva aver
assorbito l'aura demoniaca di suo fratello Kaioh.
Arrivarono sotto un arco
di pietra, e lì gli venne intimato di fermarsi.
Raoh alzò la
mano verso l'arco e concentrò il suo ki,
frantumando l'arco di pietra i cui pezzi cadderò
giù. Due
ombre saltarono allora fuori, scattando così velocemente da
sembrare solo sagome indistinte, rimbalzarono prima contro le rocce che
delimitavano la strada e si scagliarono contro Raoh cercando di
prenderlo sui fianchi.
Ma Raoh aprì
le braccia con i palmi rivolti verso l'esterno
"Onda Rotante della mano
di Hokuto!"
Due onde a spirale si
generarono dalle mani di Raoh travolgendo gli
assalitori che iniziarono a girare vorticosamente su sè
stessi
mentre il sangue che schizzava fuori dai pori del loro corpo disegnava
arabeschi rossi sulla pietra. Raoh li osservava, mentre questi
esalavano gli ultimi rantoli prima di morire.
"Voi! Ditemi come
trovare il vostro signore Kaioh!"
Sorprendentemente,
nonostante il tremendo dolore causato da questa
tecnica, loro ridevano. I loro corpi erano spezzati, la loro vita
praticamente finita...eppure avevano ancora la forza di ridere.
"Tu...non arriverai
oltre questo passo. Nessuno di voi ci arriverà. Quindi non
hai bisogno di informazioni!"
ed il secondo fece eco
al suo compagno.
"Ci raggiungerete presto
all'inferno."
"Parlate, e potrei
prendere in considerazione l'idea di lasciarvi proseguire la vostra
inutile vita di schiavi"
Ma quelli continuarono a ridere
finchè non soffocarono nel loro stesso sangue.
C'era qualcosa di strano
in loro, qualcosa che Reina non riusciva a
capire. Non erano spaventati dalla morte, neanche dalla propria; era
come se per loro la vita non avesse alcun valore.
Anche dal luogo dal
quale erano partiti c'erano stati tanti uomini che
godevano nell'uccidere e nel torturare, il motivo per cui Raoh aveva
deciso di unificare tutto il paese sotto il suo controllo, il motivo
per cui il successore dell'Hokuto Shinken aveva combattuto le sue
battaglie.
Ma anche il predone
più crudele, anche il più sadico
Signore della Guerra, avevano pianto e pregato per la propria vita,
terrorizzati dalla possibilità delle punizioni che li
attendevano dall'altra parte. Oppure, forse, spaventati da quello che
più di ogni cosa terrorizzava anche Reina: il buio.
La ragazza
agitò le spalle come per scrollarsi di dosso quel pensiero e
proseguì.
Ma avanzò
solo per pochi metri, perchè le sue orecchie
allenate nel percepire il rumore di un nemico che cerca di prenderti
alle spalle nel mezzo della battaglia, sentirono qualcosa da provenire
da sopra la parete rocciosa. Ebbe appena il tempo di gridare
"Attenti!"
La terra tremava, mentre
grosse rocce rotolanti vennero spinte
giù e dirette verso di loro. Reina ebbe appena il tempo di
estrarre la spada e colpire la prima roccia, generando un'onda
tagliante che neutralizzò la minaccia, ma molti altri pirati
non
furono altrettanto fortunati e vennero travolti e schiacciati.
Akashachi spinse invece suo figlio dietro il grande Re con tutta la
forza che aveva in corpo, e così facendo venne travolto.
Sputò sangue e per lui tutto fu buio.
Re Nero nitrì
e si alzò sulle zampe posteriori mentre
Raoh stringeva il pugno e colpiva i massi che gli venivano lanciati
contro. Shachi cercò di muoversi per soccorrere suo padre,
ma Re
Nero gli impedì di muoversi tagliandogli la strada.
Solo quando l'attacco fu
finito, gli fu concesso di soccorrere il padre.
"Eh, quanto baccano...ho
la pelle dura io. Sono un pirata."
Akashachi era ancora
vivo, non era stato colpito in pieno, ma la sua
gamba sinistra era stata maciullata. Tuttavia, ad altri erano andata
molto peggio, e di fronte a quello spettacolo di interiore ed ossa che
una volta appartenevano a uomini a cui lui teneva come figli, la sua
gamba era ben poca cosa.
Decise di mandare avanti
due dei suoi uomini migliori, esperti nel
trovare e neutralizzare trappole, mentre ordinò ad altri di
occuparsi dei feriti e dare degna sepoltura ai morti.
"Reina sta cavalcando
dietro quel demone. Lo eliminerà: ho visto
la signorina combattere a cavallo." disse il capitano pirata al re
"Sa badare a
sè stessa. Tu piuttosto, torna alla nave. Con quella gamba
non mi servi più, saresti solo un peso."
Akashachi rise, e disse
che ora che avevano messo piede qui non avrebbe
più lasciato questa terra. Promise di non mettersi in mezzo
qualora il Grande Re dovesse affrontare un nemico.
E così si
rimisero in marcia.
***
"72" disse Han annoiato.
Si alzò gettando il mantello sopra la
spalla destra, calpestando quello che rimaneva dell'attentatore, e si
diresse verso il tavolo pieno di frutta, spizzicando qualcosa qui e
là, annoiato più che affamato.
Oggi era la 72°
volte che cercavano di ucciderlo; alla 100°
avrebbe celebrato l'occasione con una festa. Dato che qui non si
festeggia la vita, perchè non celebrare la morte?
Non la sua ovvio...ma
dei 100 idioti così stupidi da aver tentato di ucciderlo.
Si passo le dita tra i
lunghi capelli ribelli, pensando che prima o poi
avrebbe dovuto tagliarli, mentre con la mano sinistra si toccava quel
fastidioso taglio che il barbiere gli aveva fatto mentre lo radeva.
Distrazione? 73° tentativo di assassinio?
"Avrei dovuto
chiederglielo finchè potevo." ammise
Ora non poteva
più. Non era più possibile nemmeno trovare i pezzi del barbiere.
Due dei tanti demoni
senza nome entrarono di corsa nelle sue stanze e
si inginocchiarono. Non era possibile decifrare l'espressione dietro
quella maschera priva d'ogni connotato, ma il tono di voce di quello
che parlava tradiva ansia, forse paura.
"La nave che ha
attraccato ieri. I demoni a guardia della costa non
sono riusciti a fermarli e fino ad ora sono stati sopraffatti."
L'altro gli descrisse
l'uomo che li guidava, ed Han ascoltò con attenzione.
"Sembra che tu abbia
avuto modo di osservarlo da vicino. Ed allora com'è sei qui
a raccontarlo?"
Quello tacque, non
sapendo cosa rispondere, lasciando intendere che era
scappato. Han allora ordinò all'altro di preparargli un mezzo
"E che sia veloce. Se
è chi penso che sia ci sarà molto movimento"
"Ma Kaiser
è già in marcia verso di lui, Generale."
"Ed allora assisteremo
allo scontro. Mezzo pronto in due minuti."
Quello si
alzò, fece un inchino e balzò via. L'altro,
rimase in ginocchio.
"Quali sono i suoi
ordini per me, Generale?"
"Oh, fossi in te non mi
farei programmi per il futuro. I vigliacchi e gli uomini senza
ambizione non meritano di vivere."
Non appena
completò la frase vi fu come una folata di vento. Han
allora si alzò e si diresse verso la porta. Quello era
terrorizzato e, tirando fuori una lama, cercò di prenderlo
alle
spalle
"Non ti
lascerò prendere la mia vita!"
"Troppo tardi per
questo."
Non si era neanche
accorto che Han l'aveva colpito. E quando il suo
corpo si aprì dall'interno ed il sangue schizzò
fuori
dalla vene rompendole, ancora si chiedeva quando il Generale l'aveva
colpito.
"73" disse Han
***
Raoh cavalcò
solo per pochi altri minuti. Poi si vide arrivare
incontro di due che Akashachi aveva mandato in avanscoperta. Erano
mutilati e coperti dalla testa ai piedi del proprio sangue. I loro
compagni li soccorsero subito, e poterono vedere dietro di loro un
solitario demone, poco più alto di Shachi, che li guardava
con
un misto di pietà e disprezzo.
"Bastardo, cosa hai
fatto?!"
Gli urlarono contro e lo
caricarono, ma il demone li evitò
saltando e colpendoli in volo usando due mazze rosse retrattili. E dove
colpiva pezzi di carne si staccavano ed ossa si frantumarono.
Atterrò poggiando entrambi i piedi per terra e poi
saltò
in aria, lanciando una serie di coltelli a Raoh, che però li
intercettò e li rispedì al mittente, colpendolo
alla
coscia destra ed alla spalla sinistra. Ma erano poco più che
graffi, perchè il demone riuscì a schivare in
volo.
Atterrò e
parlò con voce soddisfatta
"Finalmente qualcuno
degno...sento il sangue bollire..."
corse verso Raoh
caricandolo ed il grande re sferrò un
pugno...ma quello lo evitò, e quelle due mazze diventarono
trampoli con cui riuscì a scavalcare Raoh, e colpirlo alle
spalle! I pirati tremarono, ma il Re aveva solo un graffio sullo zigomo
ed un taglio sulla spalla.
"Grande Re!"
riuscì a mormorare uno dei feriti "usa quei trampoli come se
fossero i suoi stessi arti!"
"Ed allora gli
spezzerò queste sue braccia!"
Quello saltò
ancora, saltò accumulando forza ed energia,
adoperando i trampoli per raggiungere la massima altezza possibile. Re
Nero balzò in aria a sua volta, passando tra i due trampoli
che
quello usava come gambe. Volarono l'uno contro l'altro e si scambiarono
di posizione.
Re Nero
atterrò e l'armatura che copriva la spalla sinistra di
Raoh andò in pezzi. Ma così anche i
trampoli del
Demone, che si ritrovò disarmato. Tagliati perfettamente
usando
la tecnica Nanto che aveva appreso osservando lo scontro tra Rei ed il
suo maestro Rofuu per la successione alla scuola dell'Uccello d'acqua.
Il demone era a terra,
ma si rialzò. Poco dopo perse la sua maschera, che si divise
in due.
Nel vederlo per la prima
volta in faccia, persino Raoh rimase
interdetto per un momento. Quel demone aveva si e no 15 anni, ma una
sete di sangue incredibilmente sproporzionata rispetto alla tua
età.
"Qual è il
tuo nome?" gli chiese Raoh
"Non ho ancora acquisito
il diritto ad avere un nome."
Il demone
saltò sulla parete rocciosa, usandola per darsi
slancio sufficiente a balzare in alto, tenendo ben tesa la mano destra
e concentrando lì tutto il suo peso e tutte le sue energie.
E
così calò in picchiata verso Raoh. Ma il Grande
Re non si scompose e protese la mano verso il cielo
"Considera questo un
regalo del cielo! Il dono di morire per mano mia!
Onda della mano violenta
di Hokuto!"
Il flusso di ki rosso
generato dal palmo della mano di Raoh travolse il
demone come un fiume in piena. Quello provò a difendersi, ma
era
tutto inutile.
Il Ki era troppo forte,
e quello urlava mentre il suo colpo andava in pezzi.
Quando il Ki del Grande
Re si dissipò definitivamente nell'aria
circostante, solo una maschera bianca spezzata ricordava la vita di un
assassino quindicenne.
Ed il Re si rimise in
marcia, al comando di 70 uomini.
***
Reina ruotò
le lame con un elegante gioco di polso, disegnando un
turbine d'acciaio e d'argento. Quelli che l'avevano circondata rimasero
imbambolati per qualche secondo, poi i loro corpi caddero a pezzi.
"Sei una perla rara,
femmina. Degna di mettere al mondo i figli di un demone."
Reina assunse una
posizione di guardia
"Mi dispiace, ma non
permetto a nessuno di decidere per me su quest'argomento!"
Le lame si mossero come
se stesse danzando e si abbatterono sul nemico, ma lui parò
quella che lo attaccava da destra frapponendo il suo bracciale in ferro
alla botta e con un movimento del fianco evitò l'altra lama.
Poi calò la sua mano come se calasse un'ascia, ma Reina si
tirò indietro con una capriola...
Ma le spade le caddero
di mano. Era un dolore fortissimo ai polsi, ma sulla pelle chiara non
c'era nessun segno. Cercò di riprendere in mano la spada e
ci riuscì, ma non senza dolore. Colpì ancora una
volta, ma era un colpo così debole che a quello bastarono
due dita per fermarlo.
"Basta così,
ti ho rotto i polsi. La mia tecnica mi permette di colpire senza
danneggiare l'esterno del corpo...particolarmente utile in questo caso."
Non poteva fuggire. Non
poteva combattere. Riuscì solo a stringere, con dolore e
fatica, il ciondolo che Raoh le aveva regalato..
***
Fu come se un improvviso
lampo illuminasse per un attimo la mente del Re.
"Reina...dov'è
Reina?"
Nessuno sapeva
dirglielo. Avevano incontrato altri demoni lungo la strada e questo li
aveva distratti. Pieno di rabbia verso sè stesso, Raoh
spronò Re Nero e galoppò sfidando il vento in
velocità
"Accampatevi al sicuro e
mantenete la posizione! Tornerò presto!"
Re Nero sembrava un
terremoto, mentre Raoh tornava indietro sui suoi passi ed imboccava la
strada che Reina aveva preso.
Era così
preso da questo pensiero che nemmeno si accorse che i 70 uomini che
erano con lui erano diventati 71..
___________________
Note: Lo scontro tra Rei e Rofuu a
cui Raoh si riferisce è lo scontro finale del
manga spin-off Rei Gaiden, scontro a cui hanno assistito gli altri
cinque Rokusei ed il Ken-Oh.
Han è 10 anni
più giovane perchè presentato 10 anni prima
rispetto al manga originale; motivo per cui, visto che per il suo
design originale si è preso a modello il grande Freddy
Mercury, ho pensato che probabilmente in questo periodo della vita
sarebbe stato simile a Freddy Mercury nei primi anni della sua carriera.
|
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Capitolo 4 *** Un motivo per lottare ***
What if-4
L'avevano
caricata su un mezzo del vecchio secolo, un piccolo autocarro
che in origine doveva essere verde scuro ma che adesso aveva perso
quasi tutta la verniciatura originaria e dove non era coperto da
ruggine era stato colorato di nero, così rozzamente che il
colore veniva via solo passando la mano.
Avevano legato Reina
mani e piedi, l'avevano bendata e buttata nel
retro come fosse un sacco di patate. Curiosamente, non le avevano
tappato la bocca; probabilmente sentirla urlare avrebbe solo fatto
piacere ai demoni. La ragazza cercò di capire la strada
percorsa
in base alla velocità presunta del mezzo ed al tempo
impiegato,
ma fu tutto inutile. Semplicemente era fuori dalla sua portata.
Il mezzo
iniziò a rallentare, sentì i demoni parlare e
tese le orecchie: sarebbero arrivati a destinazione a breve. Strinse i
denti e portò le gambe al petto mentre cercava di far
passare
davanti le mani legate dietro la schiena; era abbastanza flessibile e
ci riuscì, ma non senza dolore, visto che i polsi erano
ancora
rotti e facevano un male tremendo. Si tolse la benda dagli occhi ed
aiutandosi con i denti si liberò le mani, e così
potè liberarsi anche le gambe.
Si guardò i
polsi, che avevano assunto uno sgradevole colore bluastro...presto li
avrebbe compromessi del tutto.
Ma cosa poteva fare?
Dalle voci sapeva che almeno c'erano tre nemici,
forse di più e lei non aveva le spade a disposizione.
Non che se le avesse
avute avrebbe potuto fare qualcosa di più, viste le sue
condizioni.
Ma diavolo, doveva
tentare! Non era il suo ruolo quello della "damigella in pericolo"!
Doveva provare, costi quel che costi.
Si mise in attesa,
pronti a scattare al momento opportuno...
L'occasione si
presentò quando un demone aprì il portello
per prenderla: subito lei scatto e lo colpì sotto il mento
con
un violentissimo calcio. Sentì i denti di quello stridere e
rompersi, mentre il sangue colava fuori dalla bocca insieme a pezzi di
incisivi e lei colse l'attimo per balzare giù. Subito le
furono
addosso in tre, ma lei si dimenò e riuscì a
piazzare su
quello che aveva di fronte un calcio dritto tra le gambe, con una tale
violenza da sentire il colpo ripercuotersi per tutta la gamba.
Iniziò a
correre, cercando di batterli in velocità, visto che non
aveva speranza in uno scontro fisico
"Ah! Prova a scappare!"
Qualcosa le si avvolse
intorno alla caviglia; cercò di dimenarsi
e di rialzarsi, ma non ci riuscì perchè uno di
loro
l'aveva catturata con una frusta. Poteva vederli tutti, erano almeno
una decina. Non aveva speranze, ma continuò a lottare anche
quando quello la tirò a sè, fino a mettersi
faccia a
faccia.
Aveva la lingua di fuori
e gocciolava saliva, mentre il volto pieno di cicatrici era deformato
da una smorfia sadica
"Hai un bel
temperamento, femmina!"
Lei spostò il
volto schifata mentre quello cercava di leccarla
"Non hai idea quanto!"
gli disse, prima di sferrargli una poderosa gomitata.
La gomitata fu
così forte da fargli chiudere di botto la mascella..e
tagliargli la lingua di netto.
Mentre quello vomitava
sangue, un altro fu subito addosso a Reina e subito le mise una mano
sotto l'armatura di pelle.
Lei non poteva
sopportarlo, lottò come non aveva mai fatto, ma
quello rideva e prese un pugnale per poi girarla e metterla faccia a
terra..
Reina sentì
la lama fredda ed affilata del pugnale sulla pelle
dei glutei, mentre quello cercava di tagliarle via i pantaloni...lei
aveva terrorizzata, pregava Dio, Satana, chiunque perchè
impedisse quello che stava per accadere...ma intanto il pugnale aveva
tagliato fino al ginocchio.
"Cosa diavolo stai
facendo?" urlò un altro al demone che si trovava sopra di lei
"La gattina è
vivace e va rieducata"
"Non è
compito tuo! E' un dono di Kaiser al Generale Hyo!"
Quello si
rialzò ed i due andarono faccia a faccia.
"Ed io penso che Hyo
sarà contento di sapere com'è dentro questa
puttenella"
"Nessuno ti ha ordinato
di pensare. Non toccarla, appartiene ad Hyo, questi sono gli ordini!"
"Mica gliela tolgo! La
prendo solo in prestito!"
"Il Generale Hyo ne
sarà disgustato quando lo verrà a sapere!"
allora quello che aveva
cercato di stuprarla prese una delle lame
tipiche di quella terra e con un movimento fluido e brutale allo stesso
tempo e gliela conficcò in testa. Ma non fece in tempo a
vantarsi di quello che aveva fatto, perchè un pugnale gli si
conficcò nell'occhio destro, trapassando il cervello ed
uscendo
dal cranio.
Ed allora i demoni
iniziarono a lottare tra di loro, in un tripudio di sangue e budella.
Reina iniziò
a strisciarsi per allontanarsi più che
poteva, ma ad un certo punto uno di loro le fu addosso. Cerco di
difendersi al meglio delle sue capacità, ma quello era
fisicamente più forte ed iniziò a strappargli i
vestiti,
scoprendone la pelle bianca e liscia
"Si...ne vale
sicuramente la pena!"
Ma non fece in tempo a
dire altro.
Si paralizzò
e poi cadde, ancora con gli occhi aperti, ma senza più vita.
Un uomo dai capelli
biondi e stopposi aiutò Reina a rialzarsi.
Nell'aspetto era del tutto identico agli altri demoni, ma gli occhi
erano diversi. Non erano pazzi nè crudeli.
Indossava
un'armatura di cuoio borchiato, con la spallina sinistra piena di
spuntoni ricurvi, come una mezzaluna.
Avvolse Reina nel suo
mantello viola e si diresse verso i demoni che ancora lottavano.
"Siete tutti traditori.
La pena per il tradimento è la morte!"
Aprì le
braccia di botto, ed allora Reina notò che
c'erano dei pugnali nascosti, legati con catene all'armatura.
Impugnò le due lame e trapassò il primo che gli
venne
incontro.
Poi fu il turno di un
secondo, poi di un altro ancora. L'ultimo rimasto
provò a scappare, ma allora lui afferrò con
sicurezza uno
degli spuntoni della sua spalliera sinistra e lo tirò contro
l'ultimo demone: come un boomerang tagliente, gli fece in due parti la
testa tagliandola all'altezza del naso, e poi lo riafferrò e
lo
risistemò nella spallina.
"Andiamo" disse a Reina
"ti porto dal Generale Hyo."
***
I pirati avevano occupato un villaggio e preso posizione, eliminando
gli Shura che sorvegliavano gli abitanti cogliendoli di sorpresa. Gli
abitanti non si erano opposti a questi pirati: erano abituati a
continui spargimenti di sangue e la maggior parte delle persone viveva
ormai nell'apatia più totale. Cercando solo di prolungare il
più possibile la propria esistenza.
Akashachi soffocò una bestemmia quando
gli cauterizzarono il moncone dove prima c'era la gamba
sinistra. Strinse i denti quando gli misero una protesi metallica,
facendo in modo da assicurarla bene alla gamba.
Non aveva il diritto di imprecare, non dopo aver visto i suoi uomini
morire schiacciati.
I pirati prepararono le frecce ed affilarono spade ed arpioni, volevano
essere pronti per quando gli altri nemici si sarebbero presentati per
riprendersi il villaggio.
Occuparono una delle strutture più grandi, e solo allora il
decano del villaggio li raggiunse, accompagnato da una delegazione
degli abitanti.
"Quale Grande Demone servite?"
parlava con tono di voce piatto, come se stesse chiedendo che ore
fossero. Probabilmente loro erano abituati alle continue lotte tra
demoni per il controllo di questa o quella striscia di terra. Akashachi
si alzò e il "Clank" della sua gamba metallica
risuonò per tutto l'edificio
"Nessun demone! Non siamo servitori, ma soldati del sommo Re di Hokuto!"
Questo nome non disse nulla a molti, ma ad udire quell'appellativo uno
degli uomini cadde in ginocchio.
"Re di Hokuto..c'era un uomo che si faceva chiamare così..."
disse a mezza voce
Ma il suono di una risata sgradevole e cacofonica interruppe quel
momento. Seduto alla finestra, un demone stava osservando la scena
ridendo. Prese le sue due mazze, alla vista delle quali i pirati che
ben conoscevano quelle armi si fecero indietro, ma così
facendo permisero al demone di attaccare la delegazione degli abitanti.
Le mazze si spezzarono e le fruste che uscirono si avvolsero intorno ai
loro colli...il demone strinse, prima piano e poi sempre più
forte, finchè non li uccise. Si diresse allora verso i
pirati che si ricompattarono.
Tutti tranne uno che avanzava da solo. Il demone gli andrò
contro spavaldo prendendo la spada shura che gli pendeva dal fianco e
colpì, ma quello fermò il colpo usando solamente
due dita.
Iniziò a mormorare qualcosa con tono profondo e gutturale, e
l'acciaio della lama iniziò a fondersi, facendo colare
piccole e roventi goccie tonde di metallo.
Poi l'uomo conficcò le sue quattro dita della mano destra
nella tempia del demone e le estrasse poco dopo.
Tre secondi, poi il cranio dell'assassino iniziò a gonfiarsi
come se dentro gli venisse pompata dell'acqua, ed alla fine esplose.
"Hokuto...Hokuto Shinken!!"
"No" disse quello sedendosi su una cassa di viveri "ma se siete
familiari con l'Hokuto Shinken vuol dire che l'uomo che vi guida
è colui che penso."
Sorrideva, ma era un sorriso amaro, il sorriso di chi ha tanti rimpianti
"Il mio nome è Jukei, ed ho guardato il mare ogni giorno
nella speranza che tornasse.
Aspetterò qui il vostro Re senza corona."
"Perchè?"
"Perchè è la sola speranza che ho per espiare le
mie colpe."
***
"Aaaah!"
Re Nero
spiaccicò la testa di un assalitore che aveva avuto il
coraggio (o l'imbecillità) di attaccare. Raoh combatteva
ignorando i dardi che gli venivano tirati contro. Aveva cavalcato
finchè il sole non era tramontato, ed adesso era
già
notte.
"Finchè lo
attaccheremo uno per volta non riusciremo mai...tutti insieme!"
Insieme balzarono contro
Raoh, cercando di prenderlo dall'alto. Ma
l'uomo che un tempo si faceva chiamare Re di Hokuto era in preda alla
furia e loro non avevano speranze
"Uno, cento o mille voi
vermi non potrete neanche toccarmi!"
Il Ki di Raoh si
materializzò sotto forma di una barriera di
pugni che travolsero gli aggressori scagliandoli ancora più
alto. Allora Raoh iniziò a colpire, senza violenza, ma con
spaventosa precisione, come se avesse mille mani, colpendo i punti
segreti di quattro dei cinque che l'avevano attaccato. L'ultimo era
ancora in aria, e Raoh lo colpì dietro la nuca facendo
penetrare
quattro dita della mano nel suo collo, il prossimità del
cervelletto.
"Adesso, prima di
rispondere voglio che tu guardi bene davanti a te"
Raoh fece in modo che
quello che teneva avesse lo sguardo puntato sui
suoi compagni...che uno per volta esplosero dall'interno, tra gridi di
dolore e molto sangue. Il Re avvicinò la bocca al suo
orecchio
in modo che quello potesse sentirlo...sentire la voce del Dio della
Morte. Ma poi si girò a parlare verso il suo passeggero
"E tu, Shachi, osserva
bene!"
Si, Shachi era con lui.
Aveva preso alla lettera il consiglio di suo
padre ed era salito su Re Nero, cavalcando insieme al Grande Re.
D'altra parte il cavallo era talmente possente da non sentire nemmeno
il peso del figlio del capitano pirata. Il re pose la sua domanda al
demone
"Dove avete portato la
ragazza che avete catturato?"
"Io...non te lo
dirò ma...!"
Non ebbe nemmeno il
tempo di completare la frase: le vene si gonfiarono
ed il sangue iniziò a pulsare più forte che mai,
squarciando la pelle e schizzando fuori dal corpo.
"Ma com'è
possibile??" domandò Shachi, ed il Grande Re
rispose ad alta voce facendo in modo che anche quello potesse sentirlo
"Quando si mente o si
nascondono informazioni il sangue scorre
più veloce, il cuore aumenta il battito. Questi punti di
pressione amplificano di mille e mille volte questa reazione del corpo.
Se non mi dici quello
che voglio sapere, verme, perderai sangue persino dalle radici dei
capelli!"
"Io non lo...UARGH!!"
Il sangue
schizzò con ancora più forza da ogni poro del
corpo del demone, che ormai era tutto ricoperto del suo stesso sangue.
La vita del demone era ormai appesa ad un filo, e Raoh pose ancora una
volta la sua domanda, specificando che quella sarebbe stata l'ultima
volta che avrebbe chiesto.
"E' stata portata al..."
Ma Raoh non seppe mai la
risposta, perchè un quadrello di
balestra trapassò la testa del demone entrando dall tempia
destra. Raoh gettò la carcassa e vide che un nuovo drappello
di
uomini aveva fatto la sua comparsa. Quattro demoni, ed un quinto che
apparentemente era il capo: indossa una elaborata armatura a piastre
con una alta protezione per i lati del collo, da cui uscivano due
corna. In faccia aveva due cicatrici orizzontali parallele e fresche.
Fece un segno a due dei
demoni che lo accompagnavano e subito questi due corsero verso Raoh.
Ma il Re non si scompose
e si limitò ad alzare le braccia, per
poi dare un forte colpo di polso, ruotandolo tenendo indice e medio
estesi; generò due fendenti d'aria tagliente che scavarono
nel
terreno come fossero stati generati da una falce e poi si abbatterono
sui demoni che vennero quasi tagliati in due.
Gli altri due demoni che
fiancheggiavano il capo indietreggiarono
tremanti, ma la spada del loro capo squarciò l'aria e li
fece in
pezzi.
"Un demone che
indietreggia non ha il diritto di vivere.i"
Si avvicinò a
Raoh, osservandolo con attenzione. Sembrava che potesse percepirne la
possente aura.
"Uccidere un demone con
un solo attacco. E' uno stile davvero possente.
In questa terra la forza
è tutto. E con la tua forza, posso darti altre tre donne."
Raoh rise e
mostrò il pugno al suo avversario
"Terra! Donne! Nessuno
deve darmi niente! Se voglio qualcosa me la prendo! E quello che voglio
è riprendermi lei."
"Sei arrivato tardi. Ho
già dato ordine di portarla via."
"Ed allora la tua testa
sarà la prossima cosa che prenderò."
Quello rise, e rise di
gusto, invitando il Re a provare soltanto a
toccarlo. Raoh decise di scendere da cavallo, qualcosa nel modo in cui
il suo avversario teneva le mani gli suggeriva che era meglio
combattere a terra
"Una sola domanda.
Perchè lottare per quella donna? Con la tua forza potresti
prenderti tutte quelle che vuoi."
"Il solo fatto che tu
ponga questa domanda rende inutile risponderti: non capiresti."
Raoh fece un passo
avanti e sferrò un poderoso pugno, ma quello
gettò la spada che ancora teneva in mano e scattò
a sua
volta verso la spalla di Raoh, che si spostò leggermente di
lato
per mandare il colpo a vuoto.
Ma le mani del suo
avversario erano comunque sporche di sangue.
Il Re si
toccò la spalla e vide che esteriormente non c'erano
tracce di ferite, ma la sentiva dolorante, come l'avessero graffiata
dall'interno.
"Tecnica
interessante..ma adesso si fa sul serio. Ti farò sputare
fuori le risposte che voglio con i miei pugni!"
Raoh sui mise in
guardia, e quello fece altrettanto.
_______________________
Angolo
Dell'autore: Apro
ringraziando Running Wild per i suoi puntuali commenti, e
_Reina_ e skipperino che hanno commentato l'ultimo capitolo. Poco da
dire su questo capitolo, la tecnica che usa Raoh contro i demoni
è il Densho Reppa della scuola della Gru Rossa di Nanto, che
Raoh usa nell'episodio 49 dell'anime, mentre il punto di pressione
usato per far parlare il demone è lo stesso punto utilizzato
su Juza delle Nuvole, a cui ho aggiunto una piccola spiegazione
"scientifica" ,se si può utilizzare questo termine.
Il demone con i pugnali e le catene è un personaggio non
presente nel manga originale.
|
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Capitolo 5 *** Una meta comune ***
what if-5
Raoh fu il primo a
muoversi, sferrando un poderoso pugno diretto verso
la mascella del suo avversario, che dovette inarcare la schiena per
evitare il colpo, anche se il pugno fu così violento da
lasciare
comunque una fumante scia dietro di se che quasi spezzò
l'armatura del demone. Ancora stupito da quell'assalto, Kaiser
replicò con una serie di affondi sferrati con la punta delle
dita, ma la risposta di Raoh fu pronta e rapida, frapponendo ad ogni
colpo il palmo delle sue mani che sembrano essersi moltiplicate. Quando
l'attacco del suo nemico iniziò a perdere progressivamente
velocità, Raoh contrattaccò facendo roteare il
braccio
destro e colpendo dal basso verso l'alto tenendo il palmo della mano
aperto.
Quello fece un salto indietro evitando il colpo, ma non la pressione
dell'aria che la forza spaventosa del dominatore di fine secolo aveva
generato e venne scagliato in alto.
Allora Raoh distesa la mano sinistra, aspettando che quello cadesse...e
non appena quello fu a portata colpì con il dito indice
della
mano sinistra, dritto contro lo tsubo al centro del petto!
Ma Kaiser non era un dilettante..non sapeva che cosa quello cercasse di
ottenere colpendolo con un solo dito, ma non era prudente scoprirlo;
così proprio quando l'indice di Raoh stava per conficcarsi
nel
suo petto, la sua mano iniziò a brillare e diventare
inconsistente, quasi eterea e colpì, mirando all'avambraccio
del
re.
Le dita brillanti penetrarono attraverso la carne ed i muscoli senza
ferire, senza tagliare, ma si ancorarono con forza al radio del braccio
sinistro di Raoh.
Aveva agganciato l'osso, ed il dolore fu così violento ed
inaspettato che Raoh mancò il punto di pressione che si era
prefisso di colpire ma penetrò comunque dentro Kaiser..e
trovarsi un dito conficcato fino a toccare il polmone non è
una
sensazione piacevole neanche per un demone temprato come lui. I due
rimasero così per qualche istante, con Kaiser tenuto in aria
da
un solo dito del grande re e la mano saldamente agganciata intorno
all'omero. Fu Raoh a rompere lo stallo, lanciando via Kaiser che si
salvò da un brusco atterraggio rotolando su un fianco non
appena
ebbe toccato terra.
Raoh si guardò il braccio, esteriormente non aveva nemmeno
un
livido, nemmeno un graffio. Eppure era arrivato all'osso. Kaiser si
portò una mano al petto e strappò un pezzo del
mantello
che poi ficcò nel buco che Raoh gli aveva provocato per
fermare
il sanguinamento.
"Se il tuo corpo fosse stato normale, ti avrei spezzato l'osso. A
quanto pare devo impegnarmi di più."
"Sicuramente una tecnica interessante la tua" disse il grande Re
"Moko-Ryu Yokin Shoh" gli rispose il suo avversario "mi permette di
raggiunge le ossa e gli organi interni di una persona senza infliggere
danni esterni. Ed il tuo stile? A quale scuola appartieni?"
Raoh rise e mostrò il pugno chiuso a Kaiser
"Tutte e nessuna. Questo è il Pugno Possente del Grande Re!"
Detto questo un fumo rosso iniziò ad emanare dal corpo del
Ken-Oh, che rimase in attesa. Allora Kaiser poggiò la mano
sinistra sull'incavo del gomito destro, tenendo il palmo della mano di
quel braccio in avanti. Poi inarcò le dita come fossero
artigli,
e la mano iniziò a brillare di luce bronzea. Poi
scattò
all'improvviso, correndo più forte che poteva e colpendo
cercando di affondare la mano nel corpo di Raoh, che non si mosse.
"Artiglio Furtivo dell'orso!"
Il dominatore di fine secolo non si mosse, se non all'ultimo momento,
colpendo il braccio che sferrava il colpo col dorso della mano destra e
spostandosi su un fianco. Allora ruotò leggermente in modo
da
posizionarsi dietro Kaiser, ma quello si girò a sua volta ed
iniziò a colpire con una nuova, rapida serie di affondi...e
fu
allora che la sua mano sinistra penetrò attraverso le difese
di
Raoh, riuscendo a raggiungere la sua clavicola!
Kaiser sorrise: adesso gli avrebbe neutralizzato la spalla, e senza
poter utilizzare poi utilizzare un braccio non avrebbe più
potuto difendersi!
Fece per stringere, ma non ci riusciva. Concentrò tutte le
sue
forze per spezzargli quello stramaledetto osso, ma non potè
muovere le dita di un millimetro. Sudava, stringeva i denti, ma non
poteva muoversi.
Poi vide che il suo avversario gli aveva afferrato la mano destra,
passando le sue dita tra le sue e che con la sinistra stava applicando
una leggera, ma decisa, pressione sul suo tricipite sinistro.
"Ho visto abbastanza della tua tecnica per capirne le debolezze. Puoi
usare la tua tecnica solo con una mano per volta: quando una colpisce
l'altra diventa facilmente bloccabile. Non importa la
velocità
con cui credi di sferrare i tuoi affondi, sono troppo lenti per me!"
Detto questo Raoh strinse la mano destra che ancora teneva bloccata
quella di Kaiser e così gliela spezzò. Con le
dita ancora
sporche di sangue, Raoh iniziò a colpire Kaiser con una
serie di
pugni, prima lenti, poi sempre più violenti, sempre
più
forti. Kaiser non provò nemmeno a parare, Raoh aveva premuto
dei
punti di pressione sul suo tricipite che l'avevano paralizzato.
Così Kaiser venne letteralmente deformato dai colpi che Raoh
sferrava, le ossa si spezzavano, il sangue colava copioso e schizzava
tutto intorno. Quando fu soddisfatto, Raoh mollò la presa e
spinse via Kaiser, le cui gambe ormai non lo reggevano più.
Ciò nonostante, Kaiser riuscì a rimettersi in
piedi e,
traballante, parlò al re, senza rabbia o frustrazione.
"Ben...ben fatto. Cosa desideri adesso che hai sconfitto Kaiser?"
"Dimmi dove avete portato la donna."
"Al castello del Generale Hyo."
Hyo? Hyo un Generale?
Hyo era sopravvissuto in questa terra di demoni, e questo era un bene.
Ma era diventato un generale, uno al servizio di Kaioh. E questo
può cambiare tutto.
Un attimo: Hyo era quasi morto
per portare Kenshiro sano e salvo sulla barca con cui Raoh e Toki
stavano navigando, aveva affrontato il mare in tempesta per suo
fratello. Un bambino che osa tanto non diventa il tipo d'uomo che alza
il pugno su una donna.
Si, ne era certo. Già da bambino aveva dimostrato il suo
carattere, non poteva essere cambiato così tanto.
O almeno, lo sperava. Ma cosa poteva fare se non sperare?
Raoh si diresse verso il suo cavallo e salì in sella.
Rivolse le ultime parole a Kaiser
"Non hai più ragione di resistere, il tuo corpo è
già morto."
E Kaiser accolse la morte come una vecchia conoscente, quasi con
affetto. E si lasciò cadere senza emettere un gemito ed il
sangue si sparse per terra, colorando di rosso il terreno.
"Torniamo indietro, Re Nero."
il cavallo nitrì per dire "ricevuto" ma Shachi non capiva.
Perchè aver fatto tutta questa strada per poi tornare
indietro?
Espresse il suo dubbio al Grande Re, che rispose
"Hyo non alzerà un dito su Reina. Ed una meta è
inutile se non si conosce la strada."
Ma Raoh stava cercando di convincere più sè
stesso che
Shachi. E continuava a ripeterselo, come se questa sua convinzione
diventasse più vera ogni volta che la ripeteva.
***
Le avevano dato dei vestiti, le avevano fasciato i polsi ed era stata
lavata. Il demone dai capelli stopposi aveva dato queste istruzioni, e
poi era andato a conferire con un altro, adulto, maturo, mentre lei era
stata temporaneamente affidata ad un altro demone, con delle catene ai
polsi per scoraggiare sul nascere ogni tentativo di fuga.
"Un dono da Kaiser? Dovrebbe aver capito che il Generale non ragiona
quegli altri animali..."
"Nagato, cosa vuoi che ti dica? Kaiser non ragiona come noi, ma come
loro. Noi siamo una minima parte. Se almeno la popolazione avesse il
coraggio di..."
L'uomo chiamato Nagato prese l'altro per un braccio stringendo forte e
mormorando qualcosa tra i denti
"Sta' zitto, Knife, stai zitto! Non siamo soli qui."
si guardò intorno, facendo attenzione ad i demoni che
circondavano la zona. Abbassò ancora di più la
voce e
Reina si avvicinò, cercando di sfruttare il suo ottimo udito
per
capire quanto più poteva dalla conversazione
"Hyo è la nostra unica speranza. Ma finchè non
capirà che Kaioh sta solo tormentando questa terra
è
tutto inutile. O Hyo, o il Salvatore della Legenda. E per
come
vanno le cose, non so in cosa sperare. Adesso, Knife, porta la ragazza
al cospetto del Generale."
I due si separarono e Knife prese Reina sotto braccio accompagnandola
gentilmente, ma con mano ferma mettendo in chiaro che lei non avrebbe
dovuto neanche provare a fuggire. La guidò lungo un
corridoio
marmoreo e poi la fece entrare in una enorme stanza con un colonnato
bianco. Hyo stava dando udienza a due guerrieri e solo quando ebbe
finito Knife portò Reina di fronte al Generale.
Portava lunghi capelli leggermente ondulati, un'armatura dal colore
quasi arancione con un colletto di quelle che sembravano piume bianche.
Era facile percepire quanto fosse diverso da quelli che aveva visto
fino ad ora, l'aura che emanava era inquieta, ma non violenta.
Aveva una cicatrice a forma di "X" in fronte, e gli occhi..
"Kenshiro!"
Quello la guardò perplesso, e lei impiegò solo un
attimo
a capire l'assurdità di quello che aveva appena detto. Era
ovvio
che non era Kenshiro, non poteva esserlo! Eppure, qualcosa nei suoi
occhi, nel modo in cui teneva lo sguardo gli ricordava il successore
dell'Hokuto Shinken.
"Non so di che parli, donna. Il mio nome è Hyo.
Knife, perchè è in catene?"
"E' un dono del Comandante Kaiser a sua eccellenza."
Hyo sbuffò e raggiunse Reina. Osservò i muscoli
tonici e
pronti a scattare, osservò il modo in cui la ragazza teneva
alta
la testa. I polsi erano rotti e c'erano delle abrasioni e ferite da
difesa sul corpo...si, lei doveva sicuramente essere una combattente.
Non conosceva donne della terra degli Shura che avessero anche il solo
il coraggio di opporsi verbalmente, quindi doveva essere straniera...e
quale straniera si sarebbe mai azzardata a venire da sola in questa
terra, vista la fama che aveva?
Combattente straniera...considerando questo e le voci sullo sbarco di
un invasore...bastava fare due più due.
"Qual è il tuo nome?" le chiese Hyo
Ma Reina non rispose. Girò testardamente la testa
distogliendo la sguardo dal Generale, che però sorrise
"Questa era la domanda più facile. E se non vuoi rispondere,
ho
ben altri modi di prendere le informazioni che mi servono."
Hyo poggiò il suo indice sulla fronte di Reina; avrebbe
potuto
usare una tecnica ben più brutale, ma voleva evitare di
lasciare
segni su quel bel faccino.
"Di nuovo, qual è il tuo nome?"
Reina lottò per tenere chiusa la bocca, ma non aveva
più
il controllo dei suoi muscoli e parlò senza accorgersene,
confessando il suo nome. Allora il Generale proseguì
l'interrogatorio.
"Bene Reina. Allora, vuoi dirmi con quanti sei sbarcata, chi siete e
sopratutto dove siete?"
Reina sgranò gli occhi ed iniziò a mordersi le
labbra a
sangue, ma stava per perdere ancora una volta il controllo...se avesse
rivelato che era sbarcata con Raoh probabilmente la voce si sarebbe
diffusa ed avrebbero organizzato difese ben maggiori di quelle che di
norma riservavano ai normali invasori. Non ci avrebbero messo
più di tanto a collegare Raoh all'Hokuto Shinken, e questo
avrebbe provocato una reazione molto, molto violenta.
Scattò ruotando su sè stessa ed afferrando uno
dei
pugnali che pendevano dalla cintura di Knife prima che quello potesse
avere il tempo di reagire e cercò di tagliarsi la gola: lei
era
solo una pedina ed ogni minuto che teneva l'identità di Raoh
nascosta agli Shura avrebbe dato al Grande Re un vantaggio. Se avesse
comunicato la posizione ed il numero degli uomini, probabilmente tutti
i demoni del continente si sarebbero precipitati, con capitani...e
Generali. Persino Raoh non avrebbe potuto farcela.
Il pugnale incise la carne ed il sangue iniziò a scorrere,
ma la
lama andò in mille pezzi: Hyo aveva fermato la lama
afferrandola
tra pollice, indice e medio e poi l'aveva mandata in pezzi concentrando
il suo Ki.
Improvvisamente un forte mal di testa colpì il Generale. Si
portò le mani al capo ed iniziò a tremare..
Un bambino...deve
parlare, ma non vuole...
..dolore, tanto dolore...
..punti di pressione sul
collo...elementari, pericolosi...
Così com'era arrivato, il mal di testa sparì. Ma
chi diavolo era quel bambino? Perchè era successo questo?
Ed il gesto di quella donna gli sembrava così
familiare...non capiva.
"Generale, che succede?!?"
Hyo si rimise in piedi, il suo ruolo non gli permetteva di mostrare
alcuna debolezza.
"Liberatela dalle catene. E tu, Reina, sentiti libera di muoverti come
vuoi qui dentro, nessuno e ripeto NESSUNO alzerà un dito
contro
di te.
Sei anche libera di andartene quando vuoi, ma sappi che la mia
protezione non si estenderà fuori dalla mia porta. Knife!"
Il demone si inginocchiò chiedendo quali fossero gli ordini
"Occupati tu di lei."
"Generale..e per lo sconosciuto invasore?"
"Sono abbastanza sicuro che per una donna così si
presenterà lui stesso a bussare alla nostra porta" sorrise
"almeno è quello che farei io"
***
Era notte fonda quando Raoh riuscì a raggiungere i pirati.
Non
fu difficile trovare il villaggio e gli uomini che Akashachi aveva
messo di vedetta gli avevano indicato la strada. Scese da Re Nero per
permettere al cavallo di riposarsi e si avviò verso il luogo
di
raduno che gli era stato indicato. Tutti gli abitanti uscirono dalle
case e si riversarono in strada per osservarlo, era diverso da ogni
demone che avessero visto fino a quel momento.
Lo sguardo era gelido, spietato, ma non c'era traccia di quell'insana
follia che c'è negli occhi dei demoni. Avanzava deciso, a
grandi
passi.
Akashachi, ormai auto-proclamatosi araldo del Grande Re, colse al balzo
l'occasione che aveva di fronte.
"Fate largo al Dominatore di fine Secolo, sua maestà Raoh!"
Non appena ebbe pronunciato questo nome l'atmosfera cambiò
completamente: questo era il nome del Salvatore della Leggenda.
Inizialmente increduli, poco per volta i popolani iniziarono a
parlottare tra loro, prima piano poi sempre più forte.
Qualcuno
iniziò a versare lacrime senza nemmeno farci caso.
Ma in mezzo a quella confusione, il grande Re poteva percepire un
animale feroce che si nascondeva tra le ombre.
"Sei stato incauto Akashachi."
Protese il braccio verso una della abitazioni, ed una parte del tetto
andò in pezzi. I popolani si tirarono indietro spaventati, e
videro che dai calcinacci emerse un demone esploratore. Indossava un
paio di piccoli occhilini le cui lenti si erano rotte nella caduta ed
un elmo di cuoio scuro. Si rimise in piedi ed era terrorizzato: tutto
quello che avrebbe dovuto fare era riferire e dare l'allarme.
Ma in fondo per lui, demone temprato, quanto poteva essere forte il
salvatore della leggenda?
"Ti ucciderò, e tramanderò il mio nome nella
storia!"
Tirò una serie di catene contro Raoh, bloccandogli il
braccio
sinistro, poi le poggiò a terra e conficcò un
grosso
paletto di ferro per tenerle al terreno. Pensava così di
aver
immobilizzato Raoh. Corse verso di lui tentando di colpirlo, ma
sbiancò quando vide che Raoh si era liberato delle catene
con
una facilità disarmante.
"Patetico verme, nessuno tramanda il nome di una nullità!"
Ma non lo uccise, lo colpì senza nemmeno toccarlo e lo
lasciò a terra paralizzato. Si girò verso gli
abitanti
del villaggio
"E' tutto vostro."
E mentre quelli si avventavano sul demone, Raoh proseguì,
rimproverando Akashachi per la sua imprudenza.
"Sei ritornato a casa, successore dell'Hokuto Shinken" disse una figura
uscendo dalle ombre
"Venerabile Jukei, non mi pare di aver mai detto di essere il
successore dell'Hokuto Shinken."
Jukei si fece confuso, non riusciva a capire. Eppure era certo che
quella che avesse visto fosse una tecnica di Hokuto. Si
concentrò e focalizzò la sua aura che si
manifestò
sotto forma di una semisfera violacea. Raoh non si mosse e rispose allo
stesso modo.
Le due aure, una viola ed una rossa si diffusero nell'aria riempiendola
di energia e furore. I due rimasero così, l'uno davanti
all'altro finchè le due aure non entrarono in contatto.
Solo qualche secondo dopo, Jukei dismise la sua aura: non occorreva
combattere per capire chi tra loro era il più forte.
"Penso che abbiamo molto di cui discutere, Venerabile."
Ed i due parlarono a lungo: Jukei lo aggiornò
sull'attuale stato della terra degli Shura, sui Generali e su quello
che era successo da quando Raoh aveva lasciato la sua terra. E Raoh
raccontò la sua storia, compreso il motivo per cui non aveva
abbandonato l'Hokuto. Secondo Raoh, le regole stantie di 1800 non
avevano più senso in questo mondo ed in questo
secolo...avrebbe usato tutte le sue conoscenze, e proprio TUTTE per
portare stabilità nella sua terra.
"Siete sbarcato con 100 uomini...fino ad ora avete solo incontrato
esploratori o piccoli drappelli. Cosa farete quando incontrerete un
esercito?"
"Li schiaccerò. Partendo dal Secondo Generale, se
servirà."
Jukei sbiancò.
"Attendi prima di confrontarti con Hyo, ci sono cose che..."
"Anche se Hyo è ancora di animo nobile, io mi
riprenderò Reina. Quello che gli farò dipende da
lui.
Il suo castello è la mia meta, domani stesso mi
metterò in marcia, da solo se necessario!"
Jukei non poteva fare niente. Chinò la testa e
lasciò Raoh ai suoi piani.
***
Han aveva trovato Kaiser...beh, quello che ne rimaneva: gli occhi
ancora aperti e la cassa toracica interamente squarciata, letteralmente
esplosa dall'interno. Corpi di demoni in posizioni grottesche di morte,
esseri insignificanti che non avevano avuto dignità nella
vita e non ne hanno avuta nella morte.
Han si chinò su Kaiser e lo osservò bene, prima
di sbuffare infastidito
"Gli sono saltati in aria i polmoni, che fastidio. Almeno ha ancora la
bocca."
Sollevò la mano e focalizzò il suo Ki...stava per
adoperare una delle tecniche più oscure dell'Hokuto Ryuken,
che era valsa a molti maestri il titolo di "necromante".
Conficcò indice e medio sotto la gola di Kaiser e poi prette
sugli zigomi. Lentamente, la bocca di Kaiser iniziò a
muoversi ancora una volta
"Eco profano!"
Questa tecnica, contrariamente alla credenza popolare, non permette di
parlare con i morti. Ma fa ripetere ai muscoli i loro ultimi movimenti,
utilissimo per sapere le ultime parole di un moribondo. Spesso per
resistere alle tecniche di interrogatorio dell'Hokuto Ryuken molti
provano ad uccidersi: lui li lasciava fare, poi usava questa tecnica ed
i muscoli compivano gli ultimi movimenti che gli servivano.
Osservò bene le labbra di Kaiser e decifrò il
labiale delle sue ultime parole.
Si, non aveva dubbi. Adesso sapeva dove lo avrebbe trovato.
Si girò verso i demoni che componevano la sua scorta
"Al castello del Generale Hyo"
***
Jukei non si era fermato. Non poteva lottare contro Raoh, e non poteva
permettere che Raoh lottasse contro Hyo.
Doveva fare di tutto per evitare che i due si scontrassero.
Togliere il sigillo della memoria ad Hyo era l'unica opzione
disponibile per lui. Non perchè portasse Raoh nel luogo che
custodiva i segreti dell'Hokuto..ma magari perchè, una volta
libero dall'incantamento, Hyo avrebbe potuto schierarsi al suo fianco.
Calcolò il tempo che Raoh avrebbe impiegato a raggiungere la
sua meta, considerando i passaggi per cui sarebbe passato ed il seguito
che si portava dietro. Lui da solo avrebbe potuto percorrere sentieri
normalmente invalicabili, prendere scorciatoie.
Sarebbe arrivato prima di Raoh, avrebbe impedito il combattimento.
Camminando a passo svelto verso il castello di Hyo.
__________________________________________________________________________________________________
Angolo dell'Autore: in una storia ci vanno anche capitoli di
transizione come questo. Non ha portato la storia molto avanti, ma era
indispensabile per arrivare a quello che sta per succedere, con molta
più azione.
Ho deciso di tenere i nomi delle tecniche, ma non delle scuole di
lotta, in italiano. Questo per dare continuità visto che ho
iniziato così e perchè potrebbe servirmi per
introdurre tecniche non presenti nel manga originale (come l'eco
profano utilizzato da Han).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Commentate, e
risponderò ad eventuali dubbi ed alle critiche.
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Capitolo 6 *** Strade Incrociate ***
What if-6
Raoh si concesse solo il tempo necessario per riposarsi e cambiare
l'armatura, non un secondo di più.
Si mise in marcia e non erano soltanto i pirati di Akashachi a
seguirlo, ma tutti quelli che nel villaggio erano in grado di brandire
una spada o anche solo reggere un bastone. Avanzavano senza fermarsi e
quando dei demoni si mettevano sulla loro strada Raoh non esitava; Re
Nero galoppava possente e maestoso, e quando il sudore colava sui
muscoli li faceva brillare come ossidiana. Pestava il terreno e
sembrava una creatura partorita da un incubo, non meno implacabile del
suo cavaliere, vero Re della sua razza come Raoh era Re tra gli uomini.
Sempre in testa, senza mai tirarsi indietro, a farsi spazio tra lame e
frecce.
Ed il suo cavaliere non era meno terribile.
I suoi pugni traboccavano Ki rosso e denso, e quando lui colpiva lo
faceva con la stessa violenza del fiume a lungo arginato che abbatte la
diga: i suoi pugni abbattevano i demoni senza pietà e senza
esitazione. Un pugno che sembrava sferrato da un gigante era l'ultima
cosa che chi lo attaccava vedeva.
Raoh era stato circondato, Re Nero si mise in piedi sulle zampe
posteriori e poi calò con violenza le sue zampe anteriori
schiacciando i crani dei due demoni che aveva di fronte, spargendone
sangue ed ossa sul terreno arido che assorbiva quel sangue come se
fosse assetato e non volesse altro che quello per placare la sua sete.
Raoh teneva la mano aperta e ruotò il braccio, generando
un'onda
rossa che travolse chi lo circondava, tagliando a metà i
loro
corpi. Ed allora Re Nero nitriva ed il suo cavaliere lanciava il suo
urlo di guerra, facendo tremare i demoni che mai avevano pensato di
potersi trovare al cospetto di un vero Dio della Morte.
La morte accompagnava il Dominatore di fine secolo, ma la speranza lo
seguiva.
O forse lui era entrambe le cose: morte e speranza insieme, le due
facce della stessa medaglia. Aveva dato alla gente (a quella che era la
sua gente) un motivo per combattere ed un motivo per morire.
E più Raoh combatteva, più loro lottavano
perchè
sentivano il loro orgoglio fremere, i loro corpi disposti alla morte
per dimostrare all'uomo che seguivano che loro erano degni di far parte
del suo seguito.
Liberarono un piccolo
gruppo di villaggio disposti a semicerchio per assecondare il corso di
un fiume, e Raoh armò i suoi uomini con le armi e le
armature
prese dai corpi dei demoni che faceva letteralmente a pezzi. Poco per
volta stava ricostruendo il suo esercito, fatto di uomini che lottavano
per liberare la propria terra. Tutti quelli che erano stati costretti a
chinare la testa, adesso avevano ritrovato la volontà di
combattere per uno scopo, e non per qualche gusto sadico: demoni che si
erano ribellati ai propri comandanti, popolani che da sempre
coltivavano il segreto sogno di essere qualcosa di più che
carne
da macello costretta a sottostare ai desideri ed ai capricci di un
qualche perverso demone che non chiedeva niente di più dalla
vita se non spargere sangue.
I demoni potevano avere un leader invincibile, ma loro seguivano il
Salvatore.
La leggenda si era concretizzata, ed ora era lì, che
combatteva
e marciava alla loro testa. E loro erano parte di quella leggenda che
stavano contribuendo a realizzare.
Impedirono ai demoni di dare l'allarme con "l'acqua rossa": volevano
evitare che l'intera nazione fosse a conoscenza dello sbarco del
Salvatore, perchè se da un lato gli altri gruppi che
attendevano
con trepidazione l'arrivo del Salvatore si sarebbero ribellati,
dall'altro bisognava tenere in conto che i demoni avrebbero avuto il
tempo di ricompattarsi ed avrebbero preso ben diverse misure difensive.
Senza contare che i ribelli, quello che loro chiamavano "l'esercito
dormiente" era diviso in diversi gruppi. Tanti, ma piccoli e
frammentati: facili da annientare.
No, loro avrebbero dovuto attendere la marcia del grande Re e si
sarebbero riuniti al suo esercito.
Cinque giorni dopo che Raoh si era rimesso in movimento, il castello
del secondo Generale era finalmente in vista. Loro si erano accampati
nell'ultimo villaggio che avevano liberato, avevano piazzato delle
sentinelle con indosso l'armatura da demoni, in modo da far sembrare ad
un occasionale passante che non fosse cambiato niente.
Lui, Raoh, si era allontanato insieme a Re Nero piazzandosi poco fuori
dal villaggio, su un altopiano da cui poteva vedere il castello che
apparteneva ad Hyo.
Stringeva le mani e le sfregava l'una contro l'altra, cercando di
respingere i suoi stessi pensieri.
Fuori era impassibile, una roccia. Ma dentro Raoh si tormentava.
Aveva lasciato Reina da sola cinque giorni. Affidandosi a cosa? A
quello che ricordava di Hyo.
Non a quello che Hyo era. A quello che lui pensava che fosse.
Aveva lanciato una moneta.
Testa, Reina vive.
Croce, Reina muore.
Strinse rabbioso il pugno. Cinque giorni in mezzo a dei demoni. Cinque
giorni, quando in quella terra basta un minuto, un secondo di ritardo.
Sentiva i muscoli tendersi, vibrare. Non poteva sopportare di stare
fermo ad attendere. Ma aveva delle responsabilità verso
coloro
che lo seguivano, non poteva lasciarli da soli. Non più.
Strinse i denti, finchè non vide una figura concretizzarsi
alle sue spalle.
"Salve, Padre."
Era la sua mente o era veramente l'ombra di Ryuken, suo maestro e
padre? Una domanda a cui non era sicuro di saper rispondere.
Ryuken lo guardava sorridendo, le rughe disegnavano una ragnatela sul
suo volto rigato dalle lacrime.
"Perchè piangi, Padre?"
"Perchè sono stato cieco, figlio mio. Ti ho chiesto di usare
i
tuoi pugni per testare le capacità di Kenshiro come
successore.
Non ti ho mai considerato degno del titolo.
Non ti ritenevo capace."
il sorriso di Ryuken diventò ancora più ampio
"Tu non hai mai aperto il tuo cuore alla tristezza ed all'amore: erano
sempre lì. Nascosti nella corazza da demone spietato che ti
eri
costruito. Ed io non ho visto quello che nascondevi.
Che errore. Il cielo ha mandato due degni successori insieme,
c'è uno scopo per ognuno di voi.
Ma io non l'ho visto."
"La successione non mi è mai interessata, solo la forza."
Ma Ryuken non c'era più. E per terra, solo qualche goccia
d'acqua dov'erano cadute le lacrime del suo Padre e Maestro.
***
Jukei era arrivato alle porte del castello di Hyo prima di Raoh.
Fu sollevato nel constatare che aveva fatto in tempo, tardare sarebbe
stato fallire: un segreto dell'Hokuto sarebbe stato perso per sempre e
Raoh, successore o meno, aveva bisogno di tutte le armi disponibili
nella sua lotta.
Si avvicinò ai grandi cancelli d'acciaio, ma due demoni
incrociarono le lame davanti al suo naso.
"Ah! Dove credi di andare vecchio?"
"Devo incontrare il vostro Generale: fate largo."
Quelli risero. Un vecchio parlava così a loro, demoni
temprati?
"Hai una bella lingua vecchio! Tagliamola via!"
Prese la spada e vibrò un colpo contro Jukei che
alzò la
mano verso di lui. Un fascio di energia viola avvolse il suo aggressore
che per il dolore voleva urlare, ma non poteva visto che non aveva
più una cassa toracica per accumulare aria da espellere con
un
urlo.
L'altro demone era così terrorizzato da non riuscire
più
nemmeno a reggere la sua arma: la lasciò cadere ed
iniziò
a correre verso l'interno della struttura.
"Chiudete i cancelli! Chiudete i cancelli!"
L'ordine venne eseguito immediatamente, i cancelli vennero chiusi.
Ma per Jukei non era un problema. Poggiò la mano sul
cancello ed
iniziò a ripetere con voce profonda una strana litania.
Il suo ki fluttuava e si concentrava nella sua mano, rendeva l'aria
calda, bollente. E così l'acciaio dei cancelli
iniziò a
fondersi, prima lentamente e poi si velocizzò, era come
vedere
un processo di fusione all'acceleratore. E così Jukei
scavalcò quello che rimaneva dei cancelli ed
entrò.
I demoni si radunarono dietro un loro campione. Portava svariati
coltelli alla cintura e delle catene gli circondavano gli avambracci.
Tirò una serie di coltelli contro Jukei, ma per il vecchio
non
fu difficile afferrarli al volo e rispedirli al mittente, che
però li evitò tuffandosi di lato. Knife si rimise
rapidamente in piedi e corse contro Jukei, estraendo tre coltelli con
ogni mano, e muovendosi a zig zag li scagliò tutti contro il
maestro, srotolando nel frattempo la catena che portava al braccio
destro.
Jukei non si scompose e parò i colpi che erano
diretti
contro i suoi arti superiori ed inferiori con la stessa
facilità
con cui aveva parato la prima serie di attacchi...ma si
ritrovò
completamente scoperto quando Knife scagliò contro di lui la
sua
catena che finiva con un punta affilata, prendendolo dritto in mezzo
alla fronte!
Ma Jukei era un maestro di Hokuto Ryuken e per quanto vecchio i suoi
riflessi erano pur sempre quelli di un grande maestro di arti marziali;
si chinò appena in tempo per evitare la lama, che subito
venne
richiamata da Knife che liberò anche l'altra catena.
"Knife è il più forte, lo farà a
pezzi!" disse uno dei demoni che stava osservando lo scontro
E Knife ruotava le catene a velocità sempre maggiore, fino
ad
essere quasi invisibile all'occhio umano. Colpiva rapidamente,
costringendo Jukei a mantenersi a distanza. Il vecchio non si mosse,
restava perfettamente immobile chiudendo gli occhi. La sua vista non
era più quella di una volta, quindi si concentrò
sull'udito. Poteva sentire le catene fendere l'aria...un sibilo
continuo e forte...finchè non si interruppe.
Ed allora Jukei fece un balzo indietro, mentre la lama si conficcava
nel terreno sotto di lui. Knife la estrasse e ruotò su
sè
stesso per riprenderne il controllo tornando ad avvolgerla intorno al
suo braccio.
Knife sorrise: aveva lo scontro in pugno. Fino ad ora il vecchio si era
limitato ad evitare i suoi colpi, e questa non era cosa da poco, ma
finchè era costretto a rimanere a distanza non poteva
colpire.
Ruotò ancora una volta le sue catene, preparandosi
all'attacco
finale.
Prima cercò di colpirgli le caviglie con una spazzata, ma
quello
evitò con un salto e quando fu in volo Knife
lanciò la
sua seconda catena, cercando di prenderlo al petto; Jukei
però
si avvolse nel suo Ki e calò contro di lui. Knife
evitò
il calcio e ruotò ancora una volta le sue catene...ma non
c'erano più catene che potesse ruotare!
Jukei le aveva spezzate senza che Knife se ne accorgesse, ed il demone
cercò di ripiegare su qualche altra arma bianca, ma si
trovò la mano di Jukei poggiata sulla fronte.
"Come diavolo..?"
Jukei iniziò a focalizzare il suo Ki sulla testa di Knife
che
iniziò ad urlare per il dolore: Jukei aveva premuto i suoi
punti
di rottura sulla testa e sarebbe bastato solo concentrarsi un po' di
più per ucciderlo.
Ma in quel momento Hyo fece la sua comparsa, attirando l'attenzione del
suo vecchio maestro su di sè.
"Che piacere vedervi, vecchio Maestro. Noto che state bene."
Jukei non rispose, ma gettò a terra il mantello sporco di
sabbia, rivelando un'armatura la cui sola vista fece sobbalzare Hyo
"L'armatura funeraria dell'Hokuto Ryuken! Siete venuto per combattermi,
quindi? Perchè?"
"Perchè devo recuperare il segreto che la tua memoria
nasconde."
Questo non era nei piani di Jukei. Aveva pensato che il ritorno di Raoh
sarebbe stato sufficiente...ma non aveva considerato che per qualche
motivo Raoh potesse tornare senza essere il successore della divina
scuola. Era spaventosamente forte, ma probabilmente la sua forza non
era sufficiente.
Doveva pur esserci
qualche ragione se Ryuken, uno degli uomini più saggi che
avesse mai conosciuto, l'aveva scartato.
Hyo sorrise e
gettò via il suo mantello
"Se siete pronto a
morire per questo,
Maestro, sono pronto a combattere. D'altra parte, siete stato voi a
sigillare la mia memoria."
Hyo si mise in guardia,
il suo
maestro fece altrettanto...e poi scattarono l'uno contro l'altro. Jukei
cercò di affondare la sua mano mirando alla cicatrice di
Hyo, ma
quest'ultimo si spostò e poi contrattaccò calando
un
colpo dall'alto verso il basso tenendo la mano di taglio, colpo che
Jukei parò con una leggera inclinazione dell'avambraccio, ma
questo colpo aveva costretto Jukei ad aprirsi ed Hyo non si fece
sfuggire l'occasione, colpendo con un feroce pugno il suo maestro che
venne scaraventato contro il muro che circondava il castello, con tale
violenza da spaccare la pietra!
Jukei faticò
a rimettersi in
piedi, aveva attutito il colpo ma era pur sempre stato scaraventato
contro un muro. Hyo guardò il suo maestro con sospetto, era
ovvio che qualcosa non quadrava.
"Non riesco a capire
perchè sfidarmi se poi ha deciso di non fare sul serio.."
Hyo caricò un
pugno, ma Jukei
protese le mani in avanti ed iniziò a recitare una gutturale
litania che pietrificò il suo avversario. Le vene sul corpo
di
Hyo sembravano gonfiarsi sempre di più, come se stessero per
esplodere e questo paralizzò Hyo, che solo allora
realizzò che il suo maestro aveva lasciato un'impronta
magica
dentro il suo corpo quando gli aveva sigillato la memoria.
"Ma..ma
perchè? Cosa c'è nella mia memoria?"
"La chiave per
distruggere Kaioh! Per sbloccare il vero potere dell'Hokuto?"
il dolore era immenso
per Hyo, che
era caduto in ginocchio tenendosi la testa tra le mani. Una serie di
immagini gli scorrevano nella mente, immagini che non riusciva a
capire, che si fondevano fra di loro in un oceano di luce e di colori,
ricordi che si accavallavano gli uni sugli altri, come se ognuno di
loro volesse uscire per primo.
Jukei si
avvicinò, e gli poggiò il pugno sul petto
pronunciando una parola di comando, un suono simile a "FUM".
Bastava solo poco altro
tempo...solo un altro po' più in profondità nella
sua memoria.
Ma tutto questo si
interruppe, Jukei era a terra.
Il vecchio maestro
perdeva sangue dalla bocca, mentre Han lo guardava soddisfatto, con un
sorriso arrogante dipinto sul volto
"Ma guarda..io cercavo
un invasore ed
invece ho trovato il mio vecchio maestro qui che lottava contro un mio
compagno Demonio..sembra che sia arrivato appena in tempo."
Han osservò
Hyo a terra con stupore misto a disprezzo, prima di rivolgere le sue
attenzioni di nuovo verso Jukei
"Tu non capisci Han.
L'Hokuto Ryuken deve sparire: porta solo rovina!
Non è una
questione di forza o debolezza...è molto peggio."
e gli
raccontò la sua storia.
Di come quello stile lo avesse sopraffatto, e di quell'evento che
sebbene non ricordasse continuava a sognare ogni notte. Jukei stesso
aveva ucciso sua moglie e suo figlio in preda al Matoki, al ki
demoniaco dell'Hokuto Ryuken. Ed ancora oggi poteva sentire il sangue
dei suoi cari sulle sue mani.
Ma Han si
dimostrò tutto meno che comprensivo
"E' un peccato. Ma Hyo
ed il sottoscritto siamo fatti di tutt'altra pasta. Non corriamo simili
rischi."
"Tu non capisci Han."
gli urlò contro Jukei, quasi supplicante
"No, ha ragione Maestro:
non la
capisco. Quello che so è che l'Hokuto Ryuken è il
mezzo
con cui dominiamo questa terra.
Quindi grazie, ma no
grazie.
Ci teniamo l'Hokuto
Ryuken."
Jukei si mosse verso
Hyo, ma Han si
mise in mezzo colpendo un calcio in volo il suo vecchio maestro alla
spalla. Jukei contraccò con una serie di affondi, ed Han
fece
altrettanto
"Rondine tagliente del
vento!"
"Rondine tagliente del
vento!"
Mille affondi, forse di
più,
tutti diretti al cuore. Le braccia si muovevano così
velocemente
da far sembrare i due come mostri centimani piuttosto che come esseri
umani. Alla fine i due si separarono.
"Ti ho insegnato io tutto quello che sai, Han. So come lotti."
Ma proprio in quel momento Jukei sputò sangue e cadde in
ginocchio: Han era riuscito a premere uno dei punti di rottura
nonostante l'eccellente difesa del maestro.
"Nessuno è più veloce di me, Maestro."
Jukei dovette premere dei punti di rottura sulle gambe per potersi
rimettere in piedi. Il suo corpo poteva essere fatto a pezzi, ma lui
non avrebbe rinunciato a lottare. Era troppo importante.
Tremava e faticava a reggersi in piedi, ma non poteva smettere di
lottare: pochi altri minuti e non avrebbe più potuto fare
nulla.
Caricò Han che lo accolse con una serie di calci rapidi...ma
proprio in quel momento, Jukei fece un balzo, evitando Han e colpendo
Hyo in mezzo alla fronte, esattamente sulla cicatrice a forma di croce.
Ma la mano di Hyo bloccò quella di Jukei
"No, Maestro."
E con il braccio libero colpì ancora una volta Jukei allo
stomaco.
Jukei cercò di rimettersi in piedi...ma non ne aveva
più la forza.
"E' finita, maestro." gli disse Hyo.
Han si avvicinò per finire Jukei..ma un forte rumore
distolse la
sua attenzione: una pioggia di frecce riempi l'aria, e lui fu costretto
a difendersi usando un'onda d'energia arancione che impedì
alle
frecce di raggiungerlo.
Seguì un rombo, un rombo potente come quello di un tuono,
anzi molto di più.
E lui arrivò, in sella ad un elefantiaco cavallo nero.
Lui, l'invasore, era lì di fronte a loro. Il dominatore di
fine secolo guardò la scena
"Dato che ho di fronte due Generali, presumo che valga la pena di
scendere da cavallo."
Scese da cavallo, e si diresse verso i due generali. Alcuni demoni si
misero in mezzo, ma vennero eliminati prima ancora di poter alzare le
armi, senza che Raoh nemmeno alzasse le mani.
Raoh si avvicinò ai suoi due Generali, e la sua aura rossa
vibrava forte ed era come se riempisse l'aria di elettricità.
"Quindi questo è l'orgoglio dell'Hokuto Ryu Ken: lottare due
contro uno contro il proprio vecchio maestro.
Mi disgusta che portiate così in basso il nome dell'Hokuto!"
Han lo osservava mentre Hyo si rimetteva in piedi, persino lui poteva
capire che non aveva di fronte un uomo qualunque.
Raoh gettò via il suo mantello e si preparò a
lottare tirando indietro le braccia con i palmi delle mani aperti..ma
fu allora che Jukei, strisciando lo afferrò per la caviglia
"No, Hyo non deve morire...lascialo a me."
Hyo non era solo l'unico a conoscere il segreto per il vero potere di
Hokuto, era anche la sua ultima speranza. La speranza di poter morire
senza rimpianti.
"Venerabile, è una richiesta ridicola viste le sue
condizioni."
"So che l'Hokuto Shinken ha una tecnica in grado di far concentrare
tutte le forze di un'intera esistenza in pochi minuti."
Raoh aggrottò la fronte. Jukei aveva le lacrime agli occhi,
lo stava supplicando
di dargli la possibilità di lottare. Il cuore di Raoh ebbe
un sussulto nel vedere quell'uomo, così potente e saggio, ai
suoi piedi che lo pregava di aiutarlo, consapevole che tale aiuto era
morte certa.
Poteva chiedere a Raoh di salvargli la vita premendo un giusto punto di
pressione, invece gli aveva chiesto di aiutarlo a combattere la sua
ultima battaglia.
E lui, Raoh, avrebbe rispettato il suo desiderio.
"Sia come volete."
Raoh alzò le braccia verso il cielo, e poi
affondò le mani nelle cosce di Jukei.
Jukei soffrì, ma solo per un attimo: poi il sangue mise di
scorrere e Jukei potè rialzarsi mentre i muscoli si
gonfiavano, recuperando l'antico vigore.
Hyo ed Han non conoscevano questo punto di rottura, poichè
non esisteva un corrispondente nella loro disciplina. Raoh aveva
premuto i punti Sekkatsuko di Jukei: era iniziato il conto alla
rovescia.
"Bel trucchetto, ma ora sono curioso di vedere cosa sai fare, invasore"
disse Han a Raoh
"Vieni a scoprilo." fu la risposta
e mentre Han si lanciava contro Raoh, Hyo provò a dargli
manforte, ma si vide il polso bloccato da da Jukei
"Tu ed io abbiamo ancora una discussione in sospeso"
___________________________________________________
Angolo dell'autore: Riguardo al discorso di Ryuken, in questa storia ho considerato lo scontro avvenuto tra lui e Raoh come descritto nel Ryuken Gaiden: in pratica Ryuken avrebbe lasciato Raoh a terra, tirandolo poi dentro un bunker all'arrivo delle ceneri nucleari, pregandolo di usare le sue abilità contro Kenshiro per farlo crescere e migliorare. Raoh salute Ryuken come "padre" ed il vecchio maestro muore sorridendo senza rimpianti.
In seguito, Raoh affermerà di aver ucciso il maestro per provocare una reazione di rabbia in Kenshiro.
Detto questo, appuntamento al prossimo capitolo!
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Capitolo 7 *** Quadrivio ***
What if-7
Han scattò
contro Raoh a piena velocità ed il dominatore
di fine secolo gli corse incontro. I due si scambiarono di posizione,
Raoh caricò a testa bassa, colpendo con entrambe
le braccia come se stesse cercando di sfondare un muro, mentre Han lo
saltò e fece una giravolta in aria per poi atterrare dietro
Raoh, spalle contro spalle.
Raoh piegò il ginocchio, Han l'aveva colpito in pieno.
Han si girò e lo guardo con un sorrisetto obliquo, di
superiorità. L'invasore, quest'essere onnipotente, era
caduto
già dopo il primo scambio.
"Ballo diabolico: pazzia rossa. L'Hokuto Ryuken è troppo per
te."
Tuttavia, vide che Raoh si rimise in piedi. L'armatura che portava era
stata frantumata e sul suo petto erano visibili i lividi dei punti di
rottura che Han aveva colpito. Tuttavia i muscoli di Raoh si
gonfiarono, ed in breve non rimasero più segni.
Il corpo di Raoh non era il corpo di un normale essere umano. Han si
concentrò, aumentando il volume e la consistenza della sua
aura
arancione
"A quanto pare dovrò mettere più energia nei
colpi." disse Han
Han scattò ancora una volta, muovendosi così
velocemente
che non era possibile per un comune essere umano vedere i suoi
movimenti. L'acciaio dell'armatura di Raoh iniziò a dispersi
nell'aria come tante scheggie impazzite, e la stoffa del mantello
galleggiava nel vento.
Quando Han si fermò Raoh era praticamente a petto nudo.
"Io sono molto più veloce di te, questo scontro è
già finito."
In quel momento Han sentì il proprio braccio destro vibrare
come
se venisse attraversato da una scossa elettrica, poi la pelle si
gonfiò e si spaccò quando la pressione sanguigna
raggiunse il suo apice, ed il sangue schizzò fuori dal corpo.
Veloce..Han era sicuramente veloce. Più veloce di lui, non
c'erano dubbi. Ma lui, Raoh, aveva affrontato i suoi fratelli Toki e
Kenshiro...al loro confronto, Han non era niente di che. Per quanto
veloci fossero, Raoh poteva vedere i suoi colpi.
Han si leccò il sangue che gli usciva con un gesto osceno e
sul suo volto si dipinse un'espressione di gioia pura.
"In questa terra non c'è niente di meglio di quando nel
gioco c'è in palio la vita!"
I due si mossero l'uno contro l'altro ed iniziarono a scambiarsi una
raffica di colpi; il sangue schizzava tutto intorno a loro, disegnando
un cerchio rosso intorno ai due combattenti. Quando i pugni andavano
fuori bersaglio, un lampo di energia rossa o arancione colpiva il muro
o il terreno, scavando un piccolo cratere. Alla fine Raoh
riuscì
ad afferrare il braccio di Han all'altezza del gomito, per poi
torcerglielo e costringerlo a terra. Raoh torceva così tanto
che
Han poteva sentire la spalla uscire dall'articolazione...il braccio
sembrava essere sul punto di venir strappato...faceva male,
dannatamente male.
Si rialzò, con il braccio che quasì
uscì
dall'articolazione e così lo liberò dalla presa.
In
questo modo Han sferrò un colpo dal basso verso l'alto,
colpo da
cui Raoh si difese incrociando le braccia. Il colpo fu così
violento che piantò Raoh a terra, conficcandolo come un
paletto.
Han allora cercò di coprirlo con una serie di pietre e
rocce, ma
Raoh focalizzò il suo ki che si manifestò sotto
forma di
colonna rossa, che travolse Han in pieno, scaraventandolo fino a
terra.
Han si rimise lentamente in piedi, poi si
sistemò l'arto che si era lussato per uscire dalla presa di
Raoh.
I due tornarono l'uno contro l'altro, poi Han tese le mani contro Raoh
che le afferrò, ed i due iniziarono una prova di forza.
Han capì subito il dislivello tra loro e si
lasciò cadere
indietro, proiettando Raoh contro il terreno. Con una capriola gli fu
sopra, ma Raoh lo colpì con una violentissima ginocchiata
alla
stomaco e si liberò di lui. Tornarono in piedi, Han
colpì
mirando ai punti di rottura sul petto di Raoh, che rispose ai colpi con
una raffica di pari potenza diretta ai punti di pressione sui pettorali
di Han. Le braccia si incrociarono e le dita dell'uno si piantarono nel
petto dell'altro, ma mancando i punti che si erano prefissi di colpire.
Sanguinavano entrambi, Han però fu il primo a tirarsi
indietro e,
chinandosi, afferrò Raoh per la vita e da lì lo
lanciò dietro di sè, contro il muro.
Raoh era a terra tra i pezzi del muro, ed Han decise che questo era il
momento adatto per porre fine allo scontro. Balzò in aria,
urlando.
Forse di gioia, forse di furore.
Richiamò la sua energia nel palmo delle sue mani, che chiuse
a
coppa. Quando l'energia raggiunse il suo massimo, aprì le
mani
scagliando un raggio di energia bianca contro Raoh
"Rete Bianca Distruttiva!"
"Onda della mano violenta di Hokuto!"
Raoh generò dalle mani una tremenda ondata di Ki rosso che
si
contrappose all'energia bianca scagliata da Han. Ma rimasero in stallo
solo per qualche secondo: poi l'energia rossa spazzò via
quella
bianca che si disperse nell'aria, travolgendo Han in pieno petto e
facendolo volare in aria per diversi metri...e l'atterraggio che
seguì praticamente provocò un cratere.
I demoni erano stupefatti, indicavano Raoh tremanti
"E'..più forte del Terzo Generale!"
ad uno di loro cadde la spada dalle mani: tremava così tanto
da
non riuscire nemmeno a formulare correttamente il suo pensiero
"C'è solo un uomo che adopera quella mossa...il nostro
terrore...RAOH!"
Il nome Raoh passò di bocca in bocca e suonava nelle loro
menti
come un incubo che si materializzava. Impiegarono diverse decine di
secondi per riprendersi, e poi diedero l'ordine.
"DATE L'ALLARME!! RAOH E' ARRIVATO!"
***
Akashachi aveva avvistato dei demoni fuori dal castello e li aveva
visti rintanarsi. Aspettò che fossero tutti compatti e poi
diede
l'ordine di scagliare una salva di frecce.
I demoni vennero presi alla sprovvista, e fu allora che loro caricarono
a tutta velocità: gli arpioni dei pirati volevano, scagliati
come giavellotti, ed ognuno trovava un bersaglio. Re Nero aveva preso
velocità, ed aperto un varco tra la carne e le ossa dei
demoni
che venivano calpestati ed annientati, e loro passarono finalmente allo
scontro all'arma bianca.
Il fattore sorpresa ed il vantaggio tattico e numerico gli aveva
permesso di avere la meglio su quel battaglione di demoni che era
arrivato al castello.
I demoni erano troppo sicuri di sè: giravano in piccoli
drappelli, e la maggior parte di loro (quell'1% che era sopravvissuto
alla selezione a cui erano sottoposti fin da bambini) non credeva
possibile che quei "pecoroni" si ribellassero nè, tantomeno,
che
potesse arrivare sulle loro coste un uomo di quella forza.
E fino al momento in cui l'acqua rossa non avrebbe tinto i fiumi,
avrebbero continuato così, come facili bersagli.
Reina, lei aveva assistito a tutto da un balcone; non appena i demoni
aveva cominciato a correre lei aveva capito che solo una grande
minaccia poteva provocare una tale frenesia ed eccitazione. Aveva
iniziato a correre per poter assistere all'evento, ed adesso aveva
davanti la scena, poteva vedere quello che stava succedendo.
E non poteva restare più con le mani in mano.
Lui non l'aveva delusa, ogni volta che era stata in pericolo l'aveva
sempre tirata fuori dai guai.
"DATE L'ALLARME!! RAOH E' ARRIVATO!"
Non appena Reina sentì queste parole capì subito
quello
che doveva fare. Vide che due demoni avevano iniziato a correre,
infilandosi in un passaggio vicino alle mura.
Li avrebbe intercettati.
Qualunque fosse stato il costo.
***
Jukei colpì Hyo con tre colpi ben piazzati sferrati con
l'indice
ed il medio, disegnando un triangolo sul torace del suo discepolo, e
poi colpì con un pugno all'altezza del cuore. Hyo
indietreggiò. La gamba destra iniziò a gonfiarsi
ed a
torcersi, ed Hyo dovette conficcarsi tre dita nella gamba, sopra il
ginocchio, per fermare l'effetto del punto di rottura.
"Ha iniziato a fare sul serio, Maestro?"
"Mi serve la tua memoria, non il tuo corpo. Se non vuoi collaborare,
sigillerò i tuoi pugni!"
Jukei iniziò a muovere lentamente le mani. Poi
acquistò
velocità e le mani sembrarono diventare 10,100,1000.
Hyo però non esitò un attimo, e
cominciò a colpire
con una tecnica analoga: le mani si incrociarono a mezz'aria, deviando
i colpi del proprio avversario quel tanto che bastava ad far andare a
vuoto il colpo. Hyo si circondò della sua aura verde acido e
colpì tenendo la mano ad artiglio, ma Jukei gli
scivolò
dietro la schiena ed affondò le sue dita nel collo di
Hyo..che
però afferrò il polso di Jukei e lo
proiettò in
avanti, facendolo passare da sopra la spalla e schiantandolo a terra.
Allora calò la mano verso la gola di Jukei, ma il suo
maestro
rispose pronunciando una parola di comando ed Hyo si
paralizzò.
Jukei si rimise in piedi e riprese la sua litania, per poi colpire la
fronte di Hyo, che però riusci ad interporre il palmo della
sua mano alle dita di Jukei.
L'energia verde acido di Hyo fluiva concentrandosi sulla mano che si
opponeva all'attacco di Jukei, imbevuto di energia viola.
"Perdonami, Hyo"
L'aura di Jukei si espanse, annichilendo quella del suo discepolo. E fu
allora che colpì, trapassando la mano che Hyo usava per
difendersi e generando un raggio d'energia che colpì il
punto di
rottura a cui aveva originariamente mirato e subito Hyo fu sopraffatto
dai ricordi
Una barca in mezzo al
mare...ci sono io..ci sono dei bambini..
..e chi è quel
neonato? Perchè questa strana sensazione di calore?
Non riesco a vedere il suo volto.
Chi è? Chi sono
questi?
Chi? Chi? CHI?
"L'ultimo colpo..."
Jukei colpì, ed Hyo cambiò espressione: era in
pace, felice. Non c'era più rabbia o astio.
Il Maestro c'era riuscito.
Ma fu allora che successe l'imprevedibile: un altro punto di rottura
rimasto a lungo dormiente si attivò, disegnando le sette
stelle
sulla schiena di Hyo, che poi generarono sette schizzi di sangue.
Lo stupore interruppe la concentrazione di Jukei ed Hyo non
esitò e sferrò un pugno con tutta l'energia che
aveva in
corpo, aprendogli uno squarcio nel petto
"Per fortuna Kaioh ha alterato i miei punti di
rottura...così non sono caduto preda delle vostre diaboliche
visioni!"
Jukei era a terra, in ginocchio. Aveva fallito, aveva perso la sua
ultima possibilità di rimediare ai suoi errori.
Ed ora Hyo stava per piazzare il colpo di grazia.
***
Han corse verso Raoh, muovendosi così velocemente da
generare
delle proiezioni di sè, che confusero Raoh e gli impedirono
di
capire quando colpire. Han lo afferrò alle spalle,
circondandogli la vita con le braccia e lo sollevò,
schiantandolo contro il terreno.
Ma Raoh si difese alzando le braccia e puntellandole contro il terreno,
riuscendo ad evitare di subire danni concreti. Così
riuscì a rimettersi in piedi, dando il via ad un nuovo
scambio
di pugni.
"Alla fine sei tornato Raoh."
"Non potevo lasciare la mia terra nelle vostre mani"
"Bah! Hai attraversato il mare per diventare più forte? La
vera forza era già qui!"
Han parò un poderoso diretto di Raoh con entrambi le mani,
poi
concentrò la sua energia e gliela scagliò contro
con una
tecnica simile all'Onda della Mano Violenta tanto cara a Raoh.
Il Re di Hokuto venne preso in pieno petto e sbalzato in aria, poi Han
si concentrò e scagliò i pezzi di pietra che
c'erano
lì intorno usando una tecnica telepatica basata sulla
manipolazione del Ki.
Questi proiettili ferirono Raoh, che però non si
fermò e contraccò.
"Pugni distruttori del cielo!"
"Mille mani demoniache!"
I colpi volavano, ed il sangue cadeva a pioggia ricoprendo il
terreno...finchè alla fine Raoh non riuscì
più a
muovere le gambe. Han ghignò ed alzò il braccio
destro
"Ti sei difeso bene dai miei colpi letali..per cui ho scelto di colpire
un punto di rottura che ti impedisce di muoverti. Sei finito, Raoh!"
Ma non appena fece un passo avanti, il cuore di Han fu stretto in una
morsa ed il terzo Generale sputò sangue.
Si guardò il petto, e notò con terrore che le
vene e le
arterie si erano gonfiate e stavano iniziato a spaccarsi per via della
pressione sanguigna che aumentava sempre di più.
"Per colpire i tuoi punti di pressione non ho bisogno di toccarli.
Anche se hai parato i miei colpi, la pressione dell'aria è
bastata."
Aveva già mostrato questo suo talento contro Souther, che si
era
salvato solo grazie al segreto del suo corpo. Han non era
così
fortunato, il suo tempo era ormai finito
"Godrò della tua compagnia all'inferno, Raoh...tecnica
definitiva dell'Hokuto Ryuken: Caduta del cielo!"
Si scagliò contro Raoh utilizzando una tecnica suicida,
l'equivalente dell'Eliminazione delle Sette Stelle, dell'Hokuto
Shinken. Ma come Raoh aveva neutralizzato la manovra di Koryu, avrebbe
neutralizzato anche Han. Si chinò leggermente in avanti,
portando tutto il peso sul piede destro e tirando indietro le mani,
accumulando energia...che poi scagliò contro Han in corsa,
lanciandogli una sfera rotante di energia rossa
"Carica del dominatore del Cielo!"
L'onda travolse in pieno Han che venne sbalzato via...e l'energia fu
talmente tanta da arrivare fino ad Hyo, impedendogli di finire Jukei.
Quando l'energia si dissolse nell'aria, dall'aria si sollevavano tanti
sottili fili di fumo. Hyo era stato scaraventato contro una sezione di
mura, che già danneggiata finì a pezzi,
seppellendo Hyo. Han invece era per terra, in un lago di sangue.
Raoh gli si avvicinò, ascoltando quello che Han aveva da
dire nei suoi ultimi istanti di vita
"Complimenti, hai vinto. Ma riuscirai ad eliminare il tuo stesso
fratello?"
"Toki ha sacrificato la sua vita per mantenere la sua promessa. Io sono
disposto a fare altrettanto."
"Ed allora vi osserverò dall'inferno."
Furono queste le ultime parole di Han. E solo allora Raoh si
avvicinò a Jukei che non riusciva più a
trattenere le lacrime
"Ho fallito. Mi dispiace...porre questo ennesimo peso sulle tue spalle.
Ti affido il mio spirito per portare avanti la tua missione.
Libera la nostra terra. Liberala, ti prego."
E Raoh chiuse gli occhi del venerabile maestro.
***
Il demone era arrivato al condotto idraulico nascosto nel castello. Gli
bastava girare la giusta leva e l'acqua rossa sarebbe stata scaricata
nei fiumi e l'allarme si sarebbe diffuso.
Era così concentrato nel suo compito che non si accorse di
un'ombra dietro di lui, che gli piombò addosso stringendogli
il collo tra un paio di gambe lisce e morbide, ma contemporaneamente
toniche e forti come acciaio. Reina lo stava strozzando, ma lui si
liberò e la scaraventò a terra.
"Tu, cosa pensavi di fare?"
Reina si rialzò e lo colpì con un calcio, ma il
demone lo parò con l'avambraccio senza fatica. La spinse
contro il terreno, ma lei neutralizzò i danni della caduta
rotolando su un fianco. Allora il demone afferrò la leva e
con determinazione aprì il condotto.
Guardò Reina, mentre un ghigno di soddisfazione si dipingeva
sul suo volto
"Adesso tutti sapranno che Raoh è arrivato."
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Capitolo 8 *** Mosse e contromosse ***
What If-8
Il demone aveva appena liberato l'acqua rossa, aveva dato il segnale.
Ormai l'arrivo di Raoh non era più segreto, presto la voce
si
sarebbe sparsa ed i demoni si sarebbero organizzati.
Reina cercò di mascherare le sue emozioni, non voleva dare a
questo demone la soddisfazione di vederla soffrire.
"Ehr ehr ehr, ecco fatto! Ho dato l'allarme, tutti sapranno che Raoh
è arrivato!"
In quel momento la punta di un pugnale spuntò fuori dalla
sua
gola e lui emise un suono gutturale, rauco, mentre soffocava nel suo
stesso sangue. Dietro di lui si ergeva il demone chiamato Knife, con
una smorfia di disappunto dipinta sul volto.
"Sono arrivato troppo tardi."
Reina si mise in posizione di guardia, attendendo la mossa del demone
che però recuperò il pugnale e pulì la
lama dal
sangue che la sporcava. Rimase un attimo in ginocchio, osservando la
lama del pugnale che teneva in mano, specchiandosi nell'acciaio e
riflettendo su quello a cui aveva assistito.
"Quell'uomo...è davvero Raoh?"
"E' lui, è il dominatore del secolo."
"Quindi la leggenda del salvatore ha un fondo di verità. Ho
sempre pensato che fosse da stupidi credere alle leggende ma questo
punto...perchè non credere?"
Si girò verso Reina, cercando il suo sguardo e ponendo una
domanda...che forse era più un'affermazione.
"In fondo..è questione di fede,no?"
***
Raoh si guardò intorno, osservando i demoni gettare le armi
mentre il suo esercito esultava.
Si concentrò, ma non riuscì a percepire il ki di
Hyo...e
per un uomo come lui era impossibile nascondere un Ki guerriero di
quelle proporzioni. Evidentemente era stato travolto dalla sua Carica
del Dominatore dei Cieli e poi era soffocato sotto le macerie.
Un'intera sezione del castello era crollata sopra di lui..ed a quanto
pare era morto.
Una fine indegna per un maestro di Hokuto, anche se di Hokuto Ryuken.
Raoh strinse il pugno osservando i demoni che adesso stavano con la
testa calata, in ginocchio di fronte a lui.
"In piedi! Lasciate che vi guardi!"
Tutti eseguirono e Raoh osservò ognuno di loro negli occhi,
scrutandoli come se stesse guardando fin dentro la loro anima. Poi
sollevò la mano e ruggendo scagliò contro i
demoni una
serie di fasci di ki rosso, che disintegrarono solo alcuni demoni tra
quelli che aveva davanti. Raoh si rivolse poi agli altri che erano
rimasti vivi
"Voi! Adesso deciderete da che parte stare...se tenete più
alla vostra terra o alle vostre vite."
Aveva ucciso gli altri perchè aveva letto nei loro occhi una
malvagità naturale e radicata: quelli avrebbero continuato
ad
infliggere dolore e distruggere solo per mero divertimento. In caso di
difficoltà avrebbero voltato le spalle a lui ed a coloro che
lo
seguivano. Una volta poteva permettersi di circondarsi di uomini
così...ma ora no.
E gli altri rimasti, cosa avrebbero fatto?
Akashachi era un pirata, un uomo di mare che aveva imparato tanto a
prevedere tanto l'umore del mare quanto quello degli uomini...e questi
che ora stavano davanti al Grande Re sembravano per niente disposti a
lottare per loro. Vide che qualcuno stringeva l'elsa della propria
spada e si girò verso Raoh, cercandone lo sguardo per
avvertirlo, ma lui aveva già incrociato le braccia e
continua a
guardarli; perdeva sangue, e poco dopo il suo corpo venne attraversato
da una scossa mentre una nuova ferita si aprì, provocando
uno
squarcio all'altezza del quadricipite, ma lui rimaneva immobile. Lo
scontro contro il terzo Generale lo aveva indebolito, ma non piegato.
Tuttavia...tuttavia i demoni avrebbero pututo lanciare un attacco
collettivo cercando di approfittare della spossatezza di Raoh. Aveva
consumato molte energie, e non ne sarebbe uscito indenne. Quindi il
capitano pirata si voltò verso i suoi uomini, che a loro
volta
impugnarono le armi.
Erano pronti a ricominciare la battaglia, sarebbe bastato solo un
minimo segnale.
Ed il segnale arrivò quando il demone chiamato Knife fece di
nuovo il suo ingresso, portando con sè Reina.
Raoh lo guardò, ed il demone resse lo sguardo, ma solo per
pochi attimi.
Poi lasciò andare il braccio di Reina e si
inginocchiò
"Sono Knife, adepto della scuola Taizan delle 1000 Lame. La mia vita
sarà al servizio di colui che viene a liberare questa terra."
Nagato si staccò dal resto del gruppo e si
avvicinò a
Knife, rimproverandolo aspramente, ma quello, nonostante fosse
più basso in grado ed avesse da poco acquisito il suo
diritto al
nome, gli tenne testa.
"Abbiamo aspettato che Hyo si ribellasse a Kaioh per mesi. Ed i mesi
sono diventati anni, che si sono accumulati. Ma cos'è
cambiato,
Nagato?
Questo è Raoh, il salvatore della leggenda..."
"Pensavo che tu non credessi alle storie"
"Credo alle leggende che si materializzano di fronte ai miei occhi
più che alla speranza che si attende. Non possiamo
più
aspettare."
A queste parole, altri demoni si inginocchiarono, poggiando le armi ai
propri piedi.
***
Due demoni di pattuglia si erano stancati del proprio lavoro, fin
troppo noioso per i loro gusti, ed avevano deciso di trovare un modo
diverso di passare il tempo: ognuno di loro avrebbe preso un popolano e
gli avrebbe tenuto la testa sott'acqua, chi avesse scelto quello non
affogato avrebbe vinto. Fortunamente c'era un fiume lì
vicino, e
quindi non ebbero problemi a mettere in atto il loro giochino.
Le bolle d'aria di quelli che tenevano sott'acqua iniziano a diventare
sempre meno, finchè uno dei due smise del tutto. Allora quel
demone imprecò e gettò la carcassa dietro di
sè,
prendendo un pugnale decorato dalla cintura e passandolo all'altro.
"Blah! Hai avuto fortuna! Voglio la rivincita!"
"Quello che vuoi, troviamone un altro!"
I due si allontanarono dando le spalle al fiume e quindi non poterono
vedere l'acqua tingersi di rosso...ma questo non sfuggì a
degli
osservatori che passarono da terrorizzati a determinati nel giro di
pochi attimi..
I demoni tornarono nel villaggio, trovando davanti a loro tutta la
popolazione schierata, con in mano picconi e zappe. Loro, presuntuosi,
risero e tirarono fuori le fruste. Le fecero schioccare minacciosi, ma
quelli non chinarono la testa. Quindi li colpirono con tutta la forza
che avevano in corpo, ma ancora una volta non indietreggiarono.
"E va bene, oggi avete proprio voglia di farci divertire, eh?"
Gettarono le fruste ed impugnarono le spade, ma quelli non erano ancora
intimiditi. E prima che se ne accorgessero, i due demoni erano
circondati. Zappe e picconi si alzarono e poi calarono, prima ancora
che quelli potessero difendersi.
Mai si era vista una tale brutalità, se non dai demoni.
E questa scena si ripetè in molti villaggi.
***
Il sangue di Kaioh ribolliva dal momento in cui aveva ricevuto la
notizia. La stessa armatura che portava per mantenere il suo ki
demoniaco focalizzato stava iniziando a creparsi ed i demoni minori che
gli si avvicinavano troppo venivano annientati dal mero matoki del
Primo Demonio.
Han ed Hyo erano stati eliminati, e questo lo disturbava.
No, non per affetto verso di loro..ma perchè sperava di
poterli
usare più aventi come pedine, di poterli sacrificare si...ma
al
momento opportuno.
Diede ordine di radunare il suo esercito, cinquecento demoni
d'elitè e di radere al suolo ogni villaggio, uccidere ogni
uomo,
donna o bambino che avrebbero trovato sulla strada. In questo modo
anche i pesi morti sarebbero fuggiti verso la parte del continente
occupata da suo fratello, e presto Raoh si sarebbe trovato con troppe
persone da sfamare e difendere, e molte nemmeno in grado di lottare.
Avrebbe comandato lui stesso la marcia dei demoni, che avrebbero
proseguito compatti fino alla meta.
Un conto è ammazzare un piccolo gruppo disorganizzato, ed un
altro conto è avere a che fare con l'intera macchina da
guerra
degli Shura che si mette in movimento.
Ma prima doveva fare in modo che Raoh non marciasse in testa
all'esercito che lo avrebbe combattuto: e sapeva esattamente come fare.
"Tu!" disse ad un servo "Porta qui Sayaka."
***
Il castello di Hyo era troppo danneggiato, per cui il grande re decise
di occupare il castello di Han e renderlo la sua fortezza. Espugnarlo
non fu difficile, ma le continue migrazioni verso questa fortezza
mostrarono subito le debolezze del piano messo a punto da Raoh:
provviste non sufficienti ed esercito, in gran parte, incapace di
sostenere un vero combattimento.
Nonostante le fucine lavorassero giorno e notte, nonostante Reina,
Knife e Nagato avessero speso ogni minuto del loro tempo ad addestrare
le truppe, dopo una settimana solamente un centinaio di soldati erano
in grado di poter effettivamente sostenere un combattimento: gli altri
erano tutti carne da macello.
"No,no, no!! Non è così che si tiene la spada!"
urlava Knife
Il popolano lo guardò con aria mesta da cane bastonato,
Knife
prese un bastone e gli urlò ancora una volta di colpirlo.
Quello
esitò, ma poi Knife lo colpì violentemente sulla
coscia
destra, poi sulla spalla, finchè quello non cercò
di
difendersi. Ma l'attacco fu così scoordinato che Knife non
dovette nemmeno schivare e gli piazzò una bastonata sui
denti.
Provò ancora, ma poi lo bastonò dritto in fronte
e
continuò a colpire finchè quello non si
accucciò a
terra cercando di difendersi le testa con le mani. A quel punto Reina
dovette intervenire, intercettando il bastone di Knife con la
sua
spada.
"Ecco vermi, è così che si para un attacco
dall'alto! Così!"
"Cosa stai facendo?" gli disse Reina a denti stretti per non farsi
sentire dai "soldati"
"Se non capiscono cosa fare ora immagina sul campo di battaglia. Tanto
vale ammazzarli adesso. E ne arrivano ogni giorno di più!
Carne
da macello che dobbiamo sfamare! Pensavo che l'obiettivo fosse liberare
queste terre."
"Ed è quello che Raoh sta facendo! Non si ottiene niente
terrorizzando i soldati, fidati."
Knife non era convinto, ma diede ordine alle reclute di dividersi in
gruppi di due e provare gli schemi di attacco e parata. Ogni demone era
un'armeria ambulante, e loro non sapevano ancora difendersi neanche dal
più banale attacco di spada. Ma prima che potesse lamentarsi
un
urlo attirò la sua attenzione
"Ehi, guardate chi abbiamo preso!"
Due veri soldati avevano trovato e
catturato una spia e la stavano portando al cospetto del Grande Re.
E trovarono Raoh in piedi, intento a scrutare una mappa mentre
Akashachi lasciava la sala.
"Akashachi."
quello si voltò
"Sette giorni. Uno in più potrebbe essere troppo tardi."
"Non tema maestà! Compirò la mia missione e
tornerò in tempo!"
Akashachi si allontanò mentre il suono della sua gamba di
legno
rimbombava per la sala dove una volta sedeva Han e nello stesso momento
il demone catturato fu portato al suo cospetto.
Cercava di darsi un contegno, ma le ginocchia gli tremavano tanto che
non riusciva a rimettersi in piedi. Raoh lo guardava negli occhi e
lentamente gli poggiò il dito indice sulla tempia, dopo di
che
andò a sedersi.
"Ora risponderai alle mie domande."
"M-mai!"
"Posso occuparmene io."
"Non serve, Knife. Ho premuto il suo tsubo della Voce involontaria. Mi
dirà tutto quello che gli chiederò."
E fu così. Raoh domandava e lui rispondeva, parlando a
lungo. Finchè...
"Il primo demone Kaioh ha annunciato un torneo. Il vincitore
verrà nominato secondo demonio ed otterrà Sayaka,
la
sorella del..."
Raoh venne come attraversato da una scarica elettrica. Si
alzò e
premette in successione due punti di pressione sul torace e sulla gola
del demone.
"Lasciatelo andare."
"Cosa?"
"Fatelo! Nessuno lo fermi."
Quello colse l'occasione e scappò via a piena
velocità, preso dal panico.
Sarebbe andato dritto da Kaioh. Ma questo era quello che Raoh voleva.
Si sedette, ad arrivato a tarda sera si allontanò, per
riflettere sotto il cielo stellato; sapeva che sua sorella era in
pericolo. Sapeva che se non fosse intervenuto le sarebbero successe
cose tremende.
Sapeva che era una trappola.
Guardava il cielo in attesa di una risposta. Ma niente, nemmeno le
stelle brillavano in quel tetro buio che gli opprimeva il cuore.
"Il mio cammino non prevede deviazioni."
"Altrimenti il cielo riderebbe
di te?"
"Questo è il mio destino"
"Come puoi dire di conoscere il
tuo destino con questa certezza?"
"Non ho mai esitato."
"Ed allora perchè
esiti ora, fratello? Il tuo cuore sa già cosa fare."
Poteva vedere lo sguardo di Toki che abbozzava un sorriso. Era vero,
sapeva che cosa doveva fare.
Spronò Re Nero e galoppò nella notte.
_________
Innanzi tutto mi scuso del ritardo, gli esami mi hanno portato via
più tempo del previsto. Spero di non avervi fatto perdere
interesse nella storia.
Lo so, questo è un capitolo di transizione con poca
azione..ma dopo lo scontro del capitolo precedente mi perdonerete,
vero? XD
Capitolo lento, lo so, ma serve per mandare avanti la storia che si
avvicina alle fasi conclusive..
|
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Capitolo 9 *** Fratelli contro ***
What If- 9
Circa
trecento demoni erano stati chiamati a partecipare o ad assistere
al torneo indetto dal primo demonio Kaioh; sebbene il premio fosse una
donna di rara bellezza, l'obiettivo principale dei demoni che
partecipavano a questo torneo era il farsi notare dal primo demonio,
così da poter aspirare al titolo di secondo o terzo demonio,
titoli vacanti da quando Raoh, il loro terrore, aveva eliminato Hyoh ed
Han.
Si riunirono in un
antico anfiteatro vicino il castello di Kaioh e per
tre giorni si diedero battaglia. Usarono ogni trucco, ogni tecnica,
ogni mezzo a propria disposizione per trionfare sull'avversario.
Lottavano fino alla morte, finchè riuscivano a tenersi in
piedi.
L'intera arena era il
loro campo di battaglia, le armi erano tutto quello che potevano
riuscire a portarsi dietro.
In questo momento due
demoni stavano contendendosi un posto in semifinale.
Uno grasso, era quasi
senza capelli, che crescevano a sparuti ciuffi
irregolari su un cranio solcato di cicatrici, la sua armatura ormai in
pezzi ed in mano una spada grondante sangue.
L'altro aveva capelli
neri, corti e sporchi, nascosti sotto un piccolo
elmetto ricavato da un pezzo d'acciaio ribattuto, teneva nelle mani una
spada ed un lungo coltellaccio.
Fu lui ad attaccare
sferrando dei fendenti scoordinati, con l'unico
scopo di tenere lontano il suo avversario. Ma quello non fu abbastanza
intelligente da tenersi alla giusta distanza e rimase a portata del
braccio del suo avversario, evitando per pochissimo un affondo al rene.
Colpì con la sua spada, ma il colpo venne intercettato ed
allora
dovette fare un salto indietro per evitare di finire squarciato come un
maiale dal coltellaccio del suo avversario.
Caricò a
testa bassa, riuscendo a colpirlo con una spallata allo
stomaco e da lì lo sollevò per poi schiantarlo a
terra
con una proiezione, approfittando del fatto che finchè
quello
era sollevato non poteva usare le sue lame per infliggere danni seri,
ma solamente graffi superficiali. L'obiettivo era rompergli il collo
con quella proiezioni, ma l'altro si liberò a mezz'aria ed
atterrò di schiena.
Allora quello grasso
provò a finirlo affondando la sua lama
nella gola, ma l'altro si tolse l'elmetto e glielo tirò sul
naso, rompendoglielo. Vedendo il grassone stordito gli
conficcò
il coltellaccio nel piede, piantandolo nel terreno.
"aarrgh!!"
Il grassone si tolse il
coltellaccio dal piede mentre quello si
rimetteva in piedi, ma non riuscì ad evitare che la spada
del
suo avversario lo colpisse due volte, disegnando una croce di sangue
sul suo petto. Traballava, ma non si arrese e continuò a
colpire
finchè quello lo colpì piantandogli il tallone
nella
ferita fresca ed ancora sanguinante al piede.
L'altro rise sgraziato,
tirando fuori la lingua ed iniziò a
colpire con la sua spada. Uccidere non era importante, lo voleva fare a
pezzi. Tranciò ossa e tendini e continuò a
colpire anche
quando quello era ormai a terra senza vita. A quel punto gli
tagliò la testa e la infilò nella sua spada,
sollevandola
in alto tre i cori di giubilo e di approvazione dei duecento demoni che
assistevano allo scontro.
Si girò
alzando lo sguardo verso il palco da cui il primo
demonio assisteva agli scontri, ma lo trovò vuoto. C'era
solo
Sayaka, seduta in abito elegante, ma incatenata alla ringhiera. Il
demone era deluso dal fatto che Kaioh non avesse assistito allo
scontro, ma decise comunque di onorare sua sorella lanciandogli la
spada con la testa conficcata come fosse un dono. Lei provò
ad
allontanarsi disgustata, ma non poteva.
Il demone allora si
diresse verso l'uscita, per poter curare le ferite,
ma un rumore proveniente dal muro attirò la sua attenzione.
Incuriosito si avvicinò ed appoggiò l'orecchio:
"Cosa diavolo
è questo rumore?"
ma non potè
mai capirlo, perchè il muro gli cadde addosso schiacciandolo.
***
"Mio signore, non
assiste agli scontri?"
Kaioh era seduto nel
trono reggendosi la testa con il pugno, annoiato. Non degnò
di uno sguardo il demone che lo serviva
"Non mi interessa
guardare gli insetti lottare. Le loro vite non valgono niente."
"Ma allora
perchè organizzare un torneo?"
Il demone si morse la
lingua a sangue, pregando che Kaioh non l'avesse
sentito. Il demonio incrociò il suo sguardo e la sua aura
demoniaca si estese generando un'ombra densa e soffocante che emanava
una tetra luce rossa. Il servitore iniziò a soffocare e si
portò la mano alla gola, ma vide con terrore che la mano si
era
innaturalmente dilatata, come se si stesse sciogliendo.
"Un essere
così debole non dovrebbe essere così curioso."
disse Kaioh quando più nulla era rimasto del suo servitore.
Un demone
entrò trafelato nella sala, inginocchiandosi di fronte al
primo demonio.
"Mio signore,
è tornato!"
Si riferiva al demone
mandato in avanscoperta al castello di Han, ora occupato dalle forze
degli invasori.
Con un cenno del capo,
Kaioh invitò il demone ad entrare e quello
eseguì. Ma non poteva parlare.
"Mio fratello ti ha
privato della voce...." lasciò la frase in sospeso
Si alzò e
premette un punto di rottura sul collo del demone, in
grado di annullare l'effetto del punto attivato da Raoh. Ma
ciò
non successe. Perchè invece fu un altro punto a fare
effetto: la
faccia del demone venne come risucchiata all'interno della testa, le
ossa iniziarono a scricchiolare ed il sangue si
spargeva...finchè non esplose, coprendo il primo demonio di
sangue.
Il Ki vibrò,
mentre l'armatura fatica a reggere questa pesante aura iniziando a
creparsi.
"Il punto della
mina...un punto che si attiva quando si cerca di
neutralizzare gli effetti di un precedente punto di pressione. Il mio
caro fratello ha stile."
Si diresse a grandi
passi verso il corridoio che conduceva ad un palco
per la vicina arena. Ogni castello aveva un suo piccolo "colosseo"
vicino, e quello di Kaioh ovviamente non faceva eccezione.
Capì subito
che qualcosa non andava, c'era troppo silenzio.
Continuò ad avanzare finchè non arrivò
al suo
palco riservato..o almeno, a quello che ne rimaneva. Non c'era
più traccia del palco nè di Sayaka.
Il palco era distrutto e
lei era tra le braccia di suo fratello Raoh,
che si ergeva in piedi su una collina di carcasse. Raoh fece salire
Sayaka su Re Nero e poi voltò il suo sguardo verso Kaioh
"Hai usato Sayaka come
esca per attirarmi qui."
"fufufu...ed ha
funzionato,no? L'idea che la nostra sorellina fosse in
pericolo ti ha spinto a lasciare i tuoi uomini e venire qui...da solo!"
Kaioh saltò
ed atterrò con violenza a pochi passi da suo
fratello generando un rumore violento o sordo. La sua aura demoniaca si
estese fino a proiettare la sua ombra su Raoh, Sayaka e Re Nero, che
iniziò a scalciare per la paura, mentre Sayaka soffocava e
sudava.
Allora Raoh si
concentrò, usando il suo Ki come scudo da
contrapporre al violento matoki del fratello, arginando gli effetti
nefasti della sua aura.
"Anche tu sei da solo,
ormai il tuo esercito è solo un ricordo, un ammasso di
corpi."
"E chi ha detto che
questo era il mio esercito?
Poichè ormai
il tuo destino è segnato, prima di ucciderti
ti getterò nella disperazione più nera: il mio
esercito,
la mia elité, è già in marcia verso la
tua
roccaforte!"
Kaioh rise e Raoh
rabbrividì. Poteva Reina e le sue truppe riuscire a reggere
l'assedio?
Ma sopratutto...poteva
lui lottare contro Kaioh, contro suo fratello?
Scacciò dalla
testa questo pensiero. Per quanto rispettasse e per quanto amasse suo
fratello, lui doveva lottare.
Avrebbe lottato contro
Kaioh come Kenshiro e Toki avevano lottato
contro di lui: al massimo delle sue possibilità e
capacità.
Assunse la posizione di
guardia, ma Kaioh distese la mano
"Mi dispiace per tutta
la strada che hai fatto ma questo sarà un
incontro breve: non mi son piaciute le riunioni di famiglia."
Usando il suo matoki,
Kaioh deformò lo spazio intorno a Raoh che si
ritrovò a galleggiare nel vuoto.
Non capiva dove fosse,
non capiva nemmeno se fosse in piedi.
"Gemma del distruttore
delle tenebre!"
Kaioh generò
dalle mani una sfera di energia fiammeggiante che
scagliò contro Raoh. Il Grande Re incrociò le
braccia sul
petto per difendersi da questo colpo, ma la violenza del colpo fu
comunque tale da mandare in pezzi i bracciali della sua armatura e
scagliarlo in aria. Allora Kaioh saltò in modo da arrivare
più in alto del fratello e lo colpì con un doppio
calcio,
con l'obiettivo di farlo schiantare a terra.
Ma Raoh non era un
dilettante e, d'istinto scagliò un'onda di ki
contro Kaioh. Troppo debole per ferirlo, ma abbastanza forte da
respingerlo.
Tuttavia, mentre Kaioh
atterrò in piedi dopo aver fatto una
capriola, Raoh finì comunque per impattare malamente contro
il
terreno.
Il grande re si rimise
in piedi e Kaioh mirò alla sua fronte con un affondo
sferrato con la punta delle dita.
Raoh riuscì a
schivare spostandosi sul fianco destro e
sferrò una serie di pugni che però vennero tutti
parati
con una sola mano. Kaioh colpì allora usando il palmo della
sua
mano sinistra, generando un raggio d'energia diretto alla faccia del
fratello, che riuscì ad evitare il colpo ed a contrattaccare
con
una tecnica simile, anch'essa schivata.
I due fecero un passo
indietro e poi sferrarono entrambi un
potentissimo pugno imbevuto della loro energia; i due colpi si
scontrarono e rimasero in stallo per diversi secondi mentre l'energia
cresceva e si accumulava, creando una sfera color rosso sangue che in
breve circondò i due, che continuarono ad infondere energia
a
questo loro pugno come se da questo dipendesse il futuro del mondo..e
più loro continuavano, più la loro energia si
accumulava..finchè non resse più alla tensione.
Fu come un'esplosione di
luce ed oscurità, un botto tale da
assordare momentaneamente Sayaka, che pure era a distanza di sicurezza,
e che nascose i due alla vista. Quando la nebbia si dissipò
si
vide che i due fratelli erano stati scaraventati contro il muro, ai
lati opposti dell'arena.
Lentamente si rimisero
in piedi e tornarono verso il centro. Raoh
provò a colpire, ma Kaioh lo anticipò generando
una serie
di raggi con le mani, raggi che si abbatterrono su Raoh dal primo
all'ultimo, atterrandolo.
In un istante, Kaioh gli
fu addosso mirando ai punti di pressione in
mezzo alla fronte di Raoh. E li colpì...o almeno
così
pensava.
Vide Raoh sparire di
fronte ai suoi occhi, e poi solo un lampo rosso
passargli accanto, di fianco al braccio destro. Passarono appena pochi
attimi e Kaioh vide l'armatura che gli copriva il braccio destro andare
in pezzi, dalle manopole agli spallacci. Le vene del braccio si
gonfiarono ed iniziarono a pulsare come se stessero per esplodere
costringendo Kaioh ad attivare i suoi punti di rottura per evitare di
perdere il braccio. Si girò verso suo fratello e vide che
non
c'era più un solo Raoh, ma tante immagini riflesse che
fluttuavano, ora sette, ora nove, ora dieci. E Raoh poteva benissimo
essere una di quelle dieci proiezioni o addirittura nessuna
"Hai capito che contro
di me non hai speranze...ed hai deciso di utilizzare la tecnica
definitiva dell'Hokuto Shinken!"
"Trasmigrazione
attraverso Satori. Vita attraverso il nulla: non puoi localizzare il
mio corpo."
"Ed allora
distruggerò quel nulla!"
Kaioh distese la mano
verso il fratello
"Anryu Tehna:Colpo della
distruzione celeste!"
***
Era rimasto privo di
sensi per molte ore, quasi un giorno intero o
forse anche di più, prima di risvegliarsi. Si fece forza e
si
liberò delle macerie che gli erano finite addosso, macerie
di
quello che una volta era il suo castello. Sanguinava e molteplici
ferite si erano aperte su tutto il suo corpo: un pezzo di pietra
particolarmente appuntito gli aveva quasi trapassato il fianco.
Respirò a
pieni polmoni l'aria della notte e si portò
subito le mani alla testa che stava per scoppiare. La strinse come se
potesse impedirle di esplodere solo tenendola ferma, ma non
bastò perchè poco dopo il sangue
iniziò a
coagularsi formando dei bubboni gonfi che scoppiarono tutti insieme.
Prima era privo di sensi
e con massi sopra il corpo, il che aveva
rallentato la circolazione del sangue..ma ora che non era
più
così i punti di pressione fecero il loro effetto.
Cadde in ginocchio e
focalizzò il suo ki per poter attivare un
punto di pressione che rallentasse la fuoriuscita di sangue.
Un attimo...
Solo dopo si rese conto
di quello che aveva appena fatto: aveva
focalizzato il suo Ki, non il suo matoki. E non aveva attivato un punto
di rottura dell'Hokuto Ryuken, ma un punto di pressione dell'Hokuto
Soke.
Si guardò le
mani come se queste potessero avere le risposte ai suoi dilemmi.
Ricordava.
Ricordava tutto.
Quando l'onda di energia
rossa l'aveva travolto come uno tsunami lui
aveva rivissuto momenti della sua vita che pensava di aver dimenticato.
Forse era vero che
quando si sta per morire tutta la vita passa davanti
ai propri occhi...o forse era solo la tremenda quantità di
energia rilasciata da quell'attacco.
Sapeva chi era Raoh.
Sapeva perchè era tornato.
Si rimise in piedi e
camminò a fatica verso un gruppo di
case...ma non andò lontano perchè dopo appena un
centinaio di metri le ferite ebbero nuovamente la meglio su di lui e
perse i sensi.
Quando riaprì
gli occhi si trovò in un letto, bendato. Si
mise seduto, a fatica perchè le bende lo soffocarono e si
guardò intorno finendo accecato dalla luce del mattino che
passava attraverso la finestra aperta.
"Dove sono?"
"Nella mia umile casa,
mio signore"
Davanti a lui c'era uno
degli uomini di Nagato. Lo salutò con un
inchino e gli raccontò che era rimasto a letto per 4 giorni
interi. Più di una volta avevano dovuto cambiare il
bendaggio
perchè durante il sonno Hyoh non riusciva a contenere la sua
energia, o addirittura combatteva.
Lo aggiornò
su quello che era successo, gli raccontò che
Raoh, il salvatore della leggenda, si era stabilito al castello di Han
e che stava radunando le sue truppe.
E gli riferì
anche del torneo indetto da Kaioh, notizia che fece sobbalzare Hyoh.
Subito si
tirò fuori dal letto e si rialzò...solo per
accasciarsi a terra
"No, mio signore! Era
pieno di schegge e le ferite erano numerose e profonde, non
è ancora guarito!"
"Non posso
più aspettare...è colpa mia. E' solo colpa mia
se Kaioh...devo raggiungerlo. Forse posso ancora fare qualcosa..."
***
Fu la vedetta sulle mura
a dare l'allarme. L'esercito di Kaioh era in vista, e non avevano
intenzioni pacifiche.
Reina, Knife e Nagato
corsero subito sulle mura ad osservare l'orda di demoni che si
avvicinava
"Chiudete il cancello!
Arcieri sulle mura! Prendete tutti le armi!"
Knife sbuffò
"500 demoni
veterani...Nagato, perchè ho l'impressione di aver
fatto l'errore più grosso della mia vita unendomi a questo
gruppo di imbecilli?"
"Perchè
sarà l'ultimo." disse Nagato estraendo la spada
"Si, par proprio di si.
Una pessima scelta per Raoh quella di andarsene in giro."
"Raoh ci ha lasciato il
castello perchè ha fiducia in noi! Ed io
non ho intenzione di deluderlo!" Disse Reina a Knife con una
determinazione che lo lasciò spiazzato.
Reina prese arco e
frecce, incoccò e prese la mira, sollevando l'arco
"500 demoni per te sono
troppi?"
scoccò la
freccia che disegnò un'ampia parabola nel
cielo, prima di finire sul mucchio di demoni urlanti. Fatto questo
guardò Knife negli occhi
"Ecco, ora sono 499."
***
Muso Tensei contro Anryu
Tehna.
Il nulla di Raoh si
scontrò contro la distorsione dello spazio di Kaioh.
Raoh fluttuava nell'aria
non capiva dove si trovava...se in piedi o a terra, se di fronte o
dietro il suo avversario. Cercò di concentrarsi, ma
istintivamente il suo corpo cercava di focalizzare, di capire la sua
posizione...ma così facendo generò una
concentrazione di Ki che annullò lo stato di vuoto mentale e
fisico.
"Percepisco il tuo Ki!
So dove sei!" urlò Kaioh
Ancora stordito, Raoh
non ebbe nemmeno il tempo di mettersi in guardia: un raggio di energia
incandescente lo colpì in pieno petto esattamente sullo
sterno, con una violenza tale che Raoh sentì tutte le ossa
del proprio corpo rompersi, sentì la sua energia svanire nel
nulla.
Cadde a terra e non
riuscì a rialzarsi. Vide Kaioh avvicinarsi e prenderlo in
giro
"Tutto qui quello che il
tuo Hokuto Shinken ha da offrire?
Patetico..."
L'orgoglio di Raoh ebbe
un guizzo. Puntò le braccia a terra mentre il sangue che
colava dalle ferite e dalla fronte iniziò a formare una
pozza intorno a lui, disegnando la sua sagoma.
"NON SONO ANCORA
SCONFITTO!!"
Raoh recuperò
sufficiente energia per rimettersi in piedi e con uno sforzo muscolare
chiuse le ferite aperte. I muscoli di Raoh si gonfiarono ed assunse
nuovamente una posizione di guardia.
Kaioh rise di gusto, era
davvero divertito.
"Avanti fratello...fammi
vedere cosa sai fare!"
Raoh
concentrò le sue energie per quest'ultimo attacco.
Il suo respiro era
regolare, calmo. Sapeva esattamente cosa fare.
Avrebbe fatto quello che
il suo Padre e Maestro aveva fatto con Jukei, avrebbe impedito che il
ki demoniaco prendesse il sopravvento su suo fratello.
Conosceva esattamente la
tecnica che doveva eseguire.
Fece un passo avanti ed
alzò il braccio per colpire, ma Kaioh lo anticipò
con un poderoso gancio sinistro...che però andò a
vuoto.
Raoh usò la
forza che gli rimaneva per spiccare un salto, mandando a vuoto il colpo
di Kaioh.
Volò
disegnando una parabola e ruotò a mezz'aria finendo
esattamente dietro Kaioh.
"Colpo fulminante
dell'eremita soprannaturale!"
Le dita affondarono nel
collo di Kaioh con l'impatto e l'energia di un fulmine.
L'elmo del Primo Demonio
si spaccò e lui cadde in ginocchio.
Raoh aveva eseguito la
tecnica perfettamente...e centrato il punto di pressione.
_____________________________________________________________________________
Nota: Muso
Tensei ed Anryu Tehna non hanno bisogno di spiegazioni. Ho riportato
anche il nome originale per sottolineare l'importanza ed il valore di
questa tecnica.
Il colpo fulminante
dell'eremita soprannaturale (hokuto Senki Raidan) viene
mostrato nel capitolo 182 ed è la tecnica con cui Ryuken
sconfigge Jukei dissipando il suo ki demoniaco (Matoki)
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Capitolo 10 *** Le ore più difficili ***
What if-10
Kaioh era
ancora in ginocchio quando Raoh tolse le dita dai punti di
pressione che aveva premuto. Respirava pesantemente ed osservava suo
fratello ancora a terra, che ancora non si muoveva. Era stato uno
scontro duro e faticoso...ed alla fine c'era riuscito.
Era riuscito a fare
anche più di quello che sperava...era riuscito a vincere
senza sferrare un colpo letale.
Gli era atterrato
dietro, lo aveva preso sulla nuca. Poteva
finirlo...ma aveva deciso di "esorcizzarlo". Non aveva
pensato a
quello che faceva, aveva agito e basta. Senza pensare, lasciandosi
guidare dal suo istinto. Aveva fatto la scelta giusta?
Le spalle di Kaioh
iniziarono a tremare, iniziò a muoversi. Raoh
si mise in guardia quando Kaioh iniziò a parlare con tono
grave
"ah..ahahah...conosco
bene la storia di Jukei e del suo scontro con Ryuken.
Ma vedi, c'è
una grossa differenza tra me e Jukei."
Kaioh si rimise in piedi
portandosi la mano al punto in cui suo
fratello l'aveva colpito. Guardò le dita sporche di sangue e
rise.
"Non riesco
più nemmeno a ricordare l'ultima volta che mi hanno fatto
sanguinare.
Comunque...sai qual
è la differenza tra me e Jukei? Che io non
mi sono lasciato vincere dall'Hokuto Ryuken. Io sono l'Hokuto Ryuken!"
Il Ki demoniaco di Kaioh
si manifestò con intensità e
violenza, come un fuoco che divampa feroce. Solo in quel momento Raoh
capì che suo fratello non era stato soggiogato dal Matoki,
ma
che al contrario aveva scelto di diventare quello che era. Come lui
aveva deciso di rinunciare alla sua umanità dopo lo scontro
contro il Sapiente Generale di Nanto, anche suo fratello Kaioh aveva
fatto la stessa scelta..incamminandosi però sulla strada da
cui
non poteva più ritornare.
Kaioh colpì
Raoh con tutta la forza che aveva in colpo,
sferrando un pugno interamente avvolto nella sua aura demoniaca. Raoh
riuscì a parare il colpo e poi replicò...ma vide
con
orrore che il suo pugno arrivò senza violenza, senza
arrecare
alcun danno.
"Non nego che mi avrebbe
fatto male...ma ho già dissipato il tuo
ki. Stanco e ferito come sei non te ne sei nemmeno reso conto. Questo
è il momento in cui io pongo fine allo scontro.
COLPO DEL FULMINE
PROFANO!"
Kaioh alzò il
braccio tenendo la mano di taglio, come se volesse
raggiungere il cielo e poi lo calò di botto, generando
un'onda
di ki che travolse in pieno Raoh.
***
Reina ruotò
le due lame disegnando cerchi argentati nell'aria ed
abbattendo quelli che aveva davanti, facendoli a pezzi. Dietro di lei
Knife si muoveva correndo in equilibrio sul parapetto delle mura,
lanciando i suoi piccoli pugnali da lancio contro i demoni che avevano
iniziato la scalata alle mura.
Non erano comuni demoni
brutali e sanguinari: erano disciplinati ed
organizzati. Questo loro primo assalto non era altro che un modo per
testare le difese e rendersi conto della forza e delle
capacità
dei difensori. Knife evitò una lancia con una
capriola
indietro e tirando fuori un pugnale di media grandezza dalla cintura lo
affondò nello stomaco di quello che aveva davanti, per poi
estrarlo e, dopo averlo fatto girare intorno al dito indice, lo
piantò esattamente in mezzo alla fronte di un demone che
cercava
di prenderlo alle spalle.
I soldati
però non se la stavano cavando altrettanto bene: molti
avevano abbandonato le posizioni cercando quella che per loro era una
posizione migliore per difendersi...e rimanendo accerchiati. Nagato
coordinava quelli che erano ancora abbastanza lucidi da poter eseguire
gli ordini, raggruppandoli e preparando un contrattacco all'interno del
cortile del castello.
Knife corse verso Reina
che era stata ferita e circondata; si
staccò la lama boomerang dallo spallaccio per tirarla contro
due
demoni colpendo il primo ma mancando il secondo che lo
caricò...ma che non si accorse della lama-boomerang che
tornò tra le veloci mani di Knife appena in tempo per
colpire,
squarciando il fianco del demone e tranciandogli un rene.
Knife si girò
sul demone agonizzante e gli tagliò via la
testa, e la prese al volo col piede prima che toccasse terra. La
palleggiò per poi afferrarla con le mani e dopo averla
guardata
tolse la testa mozzata dall'elmo e mise quello in testa a Reina
"Meglio che non si
accorgano che tu sia una donna. Sarebbe molto peggio di venire uccisi."
Erano demoni
disciplinati...ma pur sempre demoni.
Improvvisamente Reina
scattò in avanti verso di lui puntandogli
contro le spade, e lui a sua volta si gettò verso di lei
tenendo
le mani ad artiglio.
L'uno contro l'altra,
stretti petto contro petto, avevano trapassato da
parte a parte i demoni che avevano cercato di prenderli alle spalle.
Knife si pulì le mani mentre Reina lo osservava
"Conosci le tecniche
Nanto?"
"Nan-che? Non so che
sia..."
"Ma l'hai tagliato a
mani nude..."
"Scuola Taizan delle
1000 lame. Quando non si hanno armi a
disposizione, gli arti possono diventare lame. Ma basta parlare, le
cose stanno mettendosi sempre peggio."
Ed era vero: la linea
difensiva era ormai dentro il perimetro del
castello e quelli che erano ancora sulle mura rischiavano di venire
isolati ed eliminati.
Diedero l'ordine di
ripiegare ed i più esperti aiutarono i
pivelli a farsi strada per rientrare dentro il castello tra sangue e
budella.
Knife saltò
giù dalle mura atterrando con entrambi i
piedi sulla testa di un demone per poi usarla come trampolino per un
sicuro atterraggio. Si slanciò la cintura a piastre
metalliche
che portava, rivelando che questa cintura altro non era se non una
spada composta da 20 piastre metalliche collegate tra loro da una serie
di corde in acciaio che rendevano l'arma più simile ad una
frusta che ad un spada...
Reina lo
osservò usare quest'arma con maestria, iniziando a
pensare che il nome della sua scuole fosse proprio da intendere alla
lettera dato che lo aveva visto estrarre lame da ogni punto del suo
vestiario. Colpì, ma solo di striscio, due demoni che le
tagliarono la strada ma si accorse che un soldato era rimasto fuori.
Ferito alla testa non riusciva più a muoversi.
Lo guardò
meglio mentre la sua spada argentata bloccava la rozza
lama barbuta di un demone...era così giovane da avere in
volto
solo i primi pelucchi morbidi che precedono la vera barba. Correndo
più veloce che poteva riuscì a raggiungerlo e lo
sollevò.
Knife e Nagato tenevano
ancora aperto il portone del castello, mentre
arcieri e balestrieri colpivano i demoni che cercavano di avvicinarsi
troppo.
"Forza femmina! Corri!"
Reina si muoveva
più veloce che poteva, tirandosi dietro questo
giovane soldato praticamente come fosse un peso morto. Nel trascinarlo
come una bambola di pezza l'elmo gli cadde...e Reina vide con
orrore che si trattava del quindicenne figlio di Akashachi.
Gli arcieri coprivano la
loro ritirata, ma non potevano continuare per
sempre. Cercò di affrettare il passo, ma un enorme demone si
piazzò sulla loro strada.
Coperto da un'armatura a
piastre d'acciaio non temeva dardi e lance
dalla distanza perchè si limitavano a rimbalzare sulla sua
armatura. Sorrise mentre leccò la sua ascia ancora sporca di
sangue..che poi calò contro Reina e Shachi.
La ragazza spinse Shachi
da un lato e l'ascia si conficcò per
terra. Poggiò il piede destro sulla lama e la usò
come
base per saltare e sferrare un doppio colpo a croce.
Il demone
urlò di dolore ma non cadde...e quando si tolse dal
volto la mano che glielo copriva Reina si accorse che il taglio era
solamente superficiale. Colpì ancora, ma venne anticipata ed
afferrata alla gola.
Scalciò e si
agitò, ma quello non mollò la presa:
alto almeno quando Raoh, fisicamente sovrastrava ed annichiliva Reina.
L'aria le mancava e gli
occhi le lacrimavano...ma la cosa peggiore che vide
fu il sorriso del demone quando le tolse l'elmetto e glielo
gettò via.
"Uh! Adesso tu ed io ci
divertiamo!"
Le mise le mani addosso
e Reina scalciava con tutta la forza che aveva in corpo...
"Lasciala stare..."
Era stato Shachi a
parlare. Si era rimesso in piedi, sanguinante e con
le spalle curve che si alzavano e si abbassavano convulsamente al ritmo
del suo respiro. Il demone lo guardò ridendo e
gettò
Reina a terra. Si avvicinò a Shachi e si chinò
per
guardarlo in faccia.
"Cosa credi di fare,
moscerino?"
E gli diede una gran
testata che gli ruppe il naso. Shachi cadde a
terra tra le risate del demone, ma si rialzò dalla polvere e
dal
sangue. Il demone fingeva timore e non nascondeva quanto si stesse
divertendo
"Avanti dai! Fammi
vedere cosa sai fare: ti concedo di colpirmi con tutta la forza che
hai!"
E detto questo
girò leggermente la testa così che Shachi potesse
colpire.
Ma il ragazzo non
sferrò nè pugni nè calci.
Lo toccò con
il solo dito indice sulla tempia.
"Beh? Tutto qui?"
Il demone
afferrò Shachi per la gola, pronto a spezzargli il
collo con le sue possenti mani..ma lo lasciò cadere poco
dopo.
Il lobo occipitale si gonfiava sempre di più e lui urlava di
dolore, ma anche Shachi si accasciò a terra tenendosi il
braccio.
Reina
approfittò della situazione, raccolse la spada e
finì il demone conficcandogli la spada, tenuta con entrambe
le
mani per aggiungere più forza possibile, in testa...e
finalmente
riuscirono a
rientrare.
Erano gli ultimi, e non
appena furono dentro Knife e Nagato chiusero il cancello e subito
diedero ordine di sbarrarlo.
Per oggi si erano
salvati.
Fecero subito un
controllo dei feriti, tanti...troppi. Molti non sarebbero
più stati in grado di lottare.
Reina tastò
il braccio di Shachi, constatando che tutte le ossa dalla mano al
gomito si erano rotte.
"Quando hai cavalcato
con Raoh hai appreso più di quanto immaginassi...hai
talento. Ma non farlo mai più!"
Lei sapeva benissimo
quali effetti poteva avere l'uso scorretto di una
tecnica hokuto. Probabilmente l'unico motivo per cui Shachi non era
morto era perchè era riuscito a disperdere gli effetti della
tecnica tra il suo corpo ed il bersaglio, ma non doveva più
provarci.
***
Raoh era a terra, non
riusciva più a rialzarsi. Respirava
ancora, e questo era un miracolo. Kaioh si avvicinò a Raoh
per
finirlo...perchè se fosse riuscito ad ucciderlo avrebbe
potuto
finalmente liberarsi di quel residuo di umanità che ancora
c'era.
Si avvicinò a
Raoh, ma Sayaka si mise in mezzo tra i due fratelli.
Non c'era nè
paura nè esitazione negli occhi di sua sorella, ma solo
fredda determinazione.
Lei non poteva
più sopportare la vista dei suoi fratelli che combattevano
l'uno contro l'altro.
"Basta così
Kaioh! Hai vinto, non occorre proseguire!"
Kaioh
proseguì la sua avanzata, senza fermarsi. Nè
indugiare.
"Troppo a lungo non ho
detto niente, troppo a lungo ti ho lasciato fare quello che
volevi...per paura.
Perchè avevo
paura di te! Ma adesso...devo fermarti!"
Dopo aver detto questo
Sayaka raccolse una spada e si mise in posizione di guardia.
"fufufu...cosa credi di
fare?"
"Sono pur sempre tua
sorella, abbiamo lo stesso sangue!"
Sayaka sferrò
uno scoordinatissimo fendente, ma Kaioh lo
intercettò con il palmo della sua mano sinistra mandando la
lama
in pezzi usando il suo ki demoniaco.
"Se ami così
tanto tuo fratello Raoh allora vi seppellirò insieme!"
Alzò la mano
per colpire, ma non la calò. Al contrario,
con calma, si girò e si tolse una freccia dal polpaccio.
"Mi chiedevo quando
saresti arrivato, Hyoh."
Il secondo demonio era
lì, armato di arco. Era arrivato troppo tardi, ma forse
poteva ancora fermare la pazzia di Kaioh.
S'incamminò
verso Kaioh che iniziò a focalizzare il suo Matoki..ma Hyoh
non assunse nessuna posa di guardia.
"So che è
colpa mia, Kaioh.
Sei stato costretto a
mettere da parte ogni tua ambizione, ad ingoiare
l'orgoglio ed essere messo da parte nonostante il tuo grande talento.
Se c'è qualcuno che merita il tuo odio...sono io."
Queste parole turbarono
profondamente Kaioh, che non riuscì più a
mantenere la concentrazione. Il suo Matoki si disperse nell'aria
"Prendili e vattene."
Kaioh si
girò, ed Hyoh potè prendersi cura di Sayaka..
"Ripensandoci..."
Sayaka urlò
quando Hyoh sputò sangue. Le dita di Kaioh erano entrate
dalla schiena ed avevano fatto cinque buchi perfetti passando
attraverso il pettorale di Hyoh.
"Ripensandoci, ho
aspettato questo momento troppo a lungo per poter anche solo pensare di
lasciarti andare."
***
Angolo
dell'Autore:
Specifico per evitare fraintendimenti che Shachi non ha imparato ad
usare l'hokuto shinken. Ha imparato qualcosa osservando Raoh, un po'
come Barran nel volume 26, ma, come si è visto, ha solamente
un'infarinatura di base. Visto che in HnK2 però vediamo che
Shachi impara il Ryuken in relativamente poco tempo, ho pensato che
avesse almeno delle potenzialità.
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Capitolo 11 *** Sotto la bandiera del Grande Re ***
What if- 11
Hyoh cadde in ginocchio
perdendo sangue dalla bocca non appena Kaioh
estrasse le dita dal suo corpo. Sayaka urlò e si
gettò su
Hyoh cercando di sorreggerlo. Kaioh lo guardò curioso.
"Uh...perchè non esplodi?
Fammi indovinare...la tua tecnica di rifrazione, giusto?"
Si riferiva alla tecnica con cui un maestro riesce ad ingannare gli
occhi di chi lo affronta usando la propria aura per falsare la
percezione dello spazio intorno al proprio corpo, una tecnica
particolarmente utile se il tuo avversario usa tecniche che per fare
effetto hanno bisogno di precisione assoluta.
Esattamente come l'Hokuto Ryu Ken.
Kaioh li guardava con un misto di disgusto e compatimento, trovava
estremamente patetica la scenetta che aveva davanti: suo fratello privo
di sensi a terra e sua sorella che teneva tra le braccia Hyoh che
vomitava il suo sangue. Disgustoso, veramente disgustoso.
Adesso lui avrebbe dovuto mettere fine a tutto questo e quando quelli
che aveva di fronte sarebbero morti...nessuno lo avrebbe più
ostacolato. Avrebbe attraversato il mare e spazzato via tutti coloro
che gli avrebbero intralciato la strada. Avrebbe purificato il sangue
eretico dell'Hokuto Ryu Ken.
Si.
Sorrise a questo pensiero.
Lui era sicuramente il più grande maestro della storia
dell'Hokuto Ryu Ken, ed anche se Jukei non gli aveva ufficialmente
passato il titolo di successore lo era de facto. Ed oggi..sarebbe stato
il più grande trionfo della scuola che lo Shinken ha sempre
guardato dall'alto in basso, della scuola dei reietti, degli eretici.
E questo trionfo sarebbe stato merito suo.
"La vostra morte diventerà il pilastro della mia leggenda!
Morite! Morite per la leggenda di Kaioh!"
Kaioh alzò la mano tenendo il palmo verso il gruppetto. La
sua
aura cremisi iniziò ad espandersi ed a focalizzarsi sul suo
palmo ed era come se bruciasse l'aria perchè i polmoni di
Sayaka
ed Hyoh sembravano bruciare. Hyoh cercò di tirarsi su, di
recuperare un minimo di forza per poter almeno salvare Sayaka.
Doveva guadagnare abbastanza tempo per permettere a Sayaka di salire in
groppa a quell'enorme cavallo e scappare; non poteva battere Kaioh
normalmente, figurarsi in quelle condizioni.
Strinse i denti e si rialzò, traballando sulle gambe che non
lo
reggevano. Premette un punto di rottura sul suo collo per stringere i
muscoli e rallentare la perdita di sangue.
Kaioh rise
"Cosa stai cercando di fare?"
Hyoh cercò di incrociare lo sguardo di Sayaka, osservando i
suoi
occhi pieni di lacrime. Chinò leggermente la testa e
sussurrò qualcosa alla ragazza che rispose
"Anche io.."
Hyoh colpì Kaioh con un pugno che però venne
parato senza
sforzo da Kaioh. Sayaka cercò di sollevare Raoh e tirarlo
via ma
era troppo pesante per lei e riusciva a malapena a trascinarlo. Hyoh
aumentò la velocità dei suoi colpi nella speranza
che una
raffica potesse tenere Kaioh impegnato più a lungo.
"Fermati e lasciati morire Hyoh, sarebbe più dignitoso"
Gli bloccò il pugno destro nel palmo della sua mano e poi
strinse...e strinse...e strinse fino a spezzare ogni osso della mano di
Hyoh, fino a che le sue dita non passarono da parte a a parte. Hyoh
urlò e Kaioh lo afferrò per l'avambraccio..e
piegò
in modo innaturale, spezzandogli le ossa che uscivano passando
attraverso la carne ed i muscoli come degli affilati denti bianchi.
"Dato che stai per morire, questo non ti serve più"
E dopo avergli detto questo tirò ancora quel tanto che
bastava per strappargli il braccio.
"Aaaaaaaah!"
L'urlo di dolore di Hyoh riempì l'intera arena in cui si
trovavano e Kaioh gettò il braccio che gli aveva strappato
come
se fosse spazzatura. Hyoh cadde a terra ma sentitò l'urlo
Sayaka
si girò
"HYOH!!!""
"Non ti voltare! VATTENE!!"
Kaioh li guardò entrambi e poi puntò il dito
verso Sayaka e Raoh
"Non crederai che basti una decina di metri per salvarti, vero?"
Hyoh riuscì appena a vedere l'indice della mano sinistra di
Kaioh diventare vermiglio e lucido e si gettò a corpo morto
su
Kaioh, riuscendo a far andare a vuoto il suo colpo.
Kaioh era divertito ed innervosito allo stesso tempo, per cui decise di
finirla.
Hyoh si rimise in piedi assumendo una posizione di guardia mentre Kaioh
si preparava a sferrare il pugno che l'avrebbe finito.
Ma la sua aura si annullò, gli sfuggì via come
portata via dal vento e l'armatura iniziò a creparsi.
"Perchè?"
Guardò Hyoh e vide cosa c'era dietro di lui.
E per la prima volta ebbe paura.
Raoh era in piedi completamente avvolto nel suo toki che lo faceva
apparire rosso come il fuoco, e la sua aura divampava come una fiamma
viva. E sopra di lui, incosciente...un demone!
Un demone rabbioso e sogghignante che guardava Kaioh.
"Non riesco a respirare..."
L'aria usciva ma non rientrava nei suoi polmoni. Il suo ki era ancora
lì ma non poteva sfruttarlo...
..ed il demone lo guardava.
Kaioh spezzò i pettorali della armatura nella speranza che
il
maggiore spazio potesse permettere ai polmoni di ricominciare ad
accumulare aria. Radunò il suo ki e lo scagliò
sotto
forma di pilastro d'energia, ma venne deviato da una forza invisibile.
Non poteva essere! Non era possibile che il suo maestoso ki demoniaco
esitasse e svanisse al cospetto di un Raoh incosciente!
E perchè quel demone continuava a guardarlo?
Le terra tremava e l'arena del castello iniziò ad andare in
pezzi. I pezzi caddero e qualche pietra cadde sulle spalle di Kaioh,
mettendolo in ginocchio.
Hyoh rimase sorpreso nel vedere che a mettere in ginocchio
Kaioh era bastata solamente qualche pietra.
Con tutta la forza che gli rimaneva caricò Sayaka
sull'enorme
cavallo nero, subito dopo gettò Raoh di traverso sul dorso
dell'animale ed alla fine gli salì in groppa.
"Ti prego, portaci lontano da qui."
Re Nero nitrì ed iniziò a galoppare a piena
velocità. Aveva capito esattamente quello che Hyoh gli aveva
detto e sapeva benissimo qual era la meta ideale.
Hyoh si sentì mancare e passò le redini a
Sayaka..ed a questo punto svenne.
***
L'esercito di Raoh riuscì a resistere un altro giorno,
sbarrando
ogni entrata e limitandosi a tirare qualche dardo dalle finestre del
castello.
Il morale era a terra. Dopo una vita di sofferenze avevano finalmente
assaporato la libertà e potevano vedere le loro speranze
concretizzarsi...solo per poi svanire nel nulla. Come il supplizio di
Tantalo, erano arrivati così vicino al loro obiettivo, lo
potevano sfiorare con la punta delle dita...ma non l'avrebbero mai
più raggiunto.
Tuttavia, Knife sorrideva.
Appena accennato, ma un sorriso in mezzo a quelle facce cupe e tristi
brillava come un diamante. Alla fine Nagato non riuscì a
sopportarlo e dovette chiederlo
"Siamo circondati, in inferiorità numerica e senza speranza
di
uscire vivi da qui. Ora dimmi, cosa diavolo trovi da ridere in tutta
questa faccenda?!?"
Knife si avvicinò ad una delle finestre e indicò
le truppe scelte di Kaioh
"Guardali, ci hanno in pugno. Ma perchè non ci hanno ancora
attaccato? Perchè sembrano più confusi di noi?
Sono senza un capo, senza una guida. Quindi ti
domando...dov'è Kaioh?"
Knife alzò il tono della voce in maniera che tutti quelli
vicino potessero sentirlo
"Kaioh ha sempre partecipato agli attacchi contro i ribelli. Si
è sempre divertito ad assistere ai massacri ed alle torture
di
chi gli si opponeva. E conosciamo tutti la velocità del suo
destriero, Hayabusamaru.
Quindi mi chiedo, perchè non è?"
Si rimisero tutti in piedi, la voce iniziò a spargersi e
sempre
più persone iniziarono a radunarsi intorno a Knife.
"Kaioh ha avuto tutto il tempo necessario, forse anche di
più,
per raggiungerci. E loro lo aspettavano, altrimenti non sarebbero
così confusi e titubanti.
C'è una sola spiegazione, un unico motivo che giustifica
l'assenza del Grande Re e di Kaioh.
Raoh ha deciso di affrontare da solo il maledetto demone Kaioh."
Silenzio, un silenzio frenetico, carico di significati e di attesa.
Knife era sceso in quella che era la sala grande del castello di Han,
adesso infermeria dell'esercito di Raoh, radunando tutti intorno a
sè.
"Kaioh non è arrivato. Per quale motivo?
Quale forza può trattenere il primo demone dal venire qui a
godere delle nostre sofferenze?
Solo una forza, quella a cui nessun uomo può sfuggire.
KAIOH E' MORTO!"
Reina si chiese cosa stesse dicendo Knife e Nagato guardò
prima
lei e poi il suo amico nella speranza di capire cosa diavolo stesse
facendo. Ma tutti gli altri invece lo guardavano come se fosse il
profeta che annuncia l'arrivo del messia, un misto di adorazione e
gioia.
Solo uno chiese
"E come fai ad esserne sicuro?"
"Spiegami tu allora perchè Kaioh non c'è."
"Forse non aveva voglia di venire.."
"Lo stesso Kaioh che ha attraversato il continente solo per aver il
piacere di assistere ad un rogo? Non è da lui.
La verità è una, ed è che Kaioh non
è più una minaccia!
E noi adesso cosa faremo?
Sprecheremo questa possibilità? Ci lasceremo ammazzare senza
sfruttare l'occasione?"
"NO!"
"No! Esatto! Contrattaccheremo! E' il momento di decidere.
Raoh ci ha dato la possibilità di essere liberi, vogliamo
farci ammazzare proprio ora?"
"NO!"
"Ed allora domani mattina attaccheremo!
E vinceremo!"
"SIII!"
L'entusiasmo e la gioia riempiva l'aria, i soldati ritrovarono la
voglia di vivere.
Reina si avvicinò a Knife, non tollerava quello che aveva
fatto.
Prendere così in giro ed illudere quei soldati che avevano
deciso spontaneamente di unirsi al re di hokuto solo perchè
credevano in lui. Prenderli in giro semplicemente non era giusto.
Ma lui aveva la risposta pronta
"Questi uomini sono condannati. Vuoi lasciare che muoiano nella
disperazione?
Da come la vedo io, gli ho regalato un sogno.
Moriranno convinti che la loro morte sia servita a qualcosa."
***
Da quanto tempo era che non veniva ferito così? Forse
neanche il suo maestro Jukei era arrivato a tanto.
Kaioh era rimasto stupito da quello che Raoh era riuscito a fare,
stupito dal potenziale nascosto nel suo sangue.
E se questo potenziale era nel sangue di Raoh...allora era anche nel
suo. Ma come sfruttarlo?
Un modo c'era.
Avrebbe raggiunto quel posto..quella strana statua di donna da cui
Jukei lo teneva lontano, a viva forza se necessario.
***
Il sole non era ancora sorto, ma l'alba era ormai vicina. I demoni
accampati fuori dal castello che una volta apparteneva al terzo demonio
Han non sapevano cosa fare, si guardavano in volto in cerca di una
risposta, risposta che nessuno aveva.
Potevano dare l'assalto finale, ma se il primo demonio era
semplicemente in ritardo allora li avrebbe puniti.
Potevano trattenersi, ma se non era nei piani del primo demonio
arrivare allora sarebbero stati puniti in ogni caso per aver tardato.
Uno dei più grossi si alzò impugnando l'enorme
ascia.
"Che stai facendo?" gli chiesero
"Sappiamo tutti che se il Primo Demonio vuole ammazzarci lo
farà
comunque. Quindi è inutile starci a pensare: voglio
divertirmi!"
"Concordo!" disse un altro impugnando un grosso bastone chiodato "ma vi
avviso: la femmina è mia!"
"Questo è tutto da vedere"
Poi, un fischio.
Ed una freccia si conficcò nell'occhio di un demone che
urlò di dolore. Gli altri saltarono in piedi ed altre frecce
si
abbatterono su di loro, ma questa volta erano preparati e sapevano cosa
aspettarsi.
Una salva di frecce..e non una carica.
Knife guidava la carica correndo in testa all'esercito di Raoh.
Scagliò tre pugnali con la mano sinistra mentre la destra
impugnava la sua spada-serpente che roteò vigorosamente in
aria
e poi si abbattè sui demoni che aveva davanti.
Al suo fianco destro c'era Nagato che si preoccupava di proteggere il
fianco del suo amico; sapeva bene quali fossero le debolezze del suo
stile e sapeva anche che Knife era il più forte tra loro,
quindi
se volevano abbatterne il più possibile occorreva tenere
vivo
Knife il più a lungo possibile.
"Pioggia d'acciaio del Monte Taizan!"
Knife saltò sulla testa di un demone che aveva di fronte e
usò quella forza per prendere ulteriore slancio, saltando
più in alto che poteva..ed una volta arrivato al massimo
dello
slancio tirò tutti i Kunai che gli erano rimasti.
Atterrò
nuovamente sulla testa del demone che aveva usato come trampolino, fece
una capriola in avanti e tirò fuori la spada che
usò per
tagliare a metà quello che aveva di fronte.
Ma un forte dolore gli fece quasi cadere la spada dalle mani: un demone
gli aveva conficcato una lama rotta nel fianco sinistro.
Strinse i denti e colpì il demone al fianco con un movimento
poco elegante, ma decisamente violento che gli tagliò di
netto la gola. Si poggiò la mano sul fianco per controllare
l'uscita di sangue, e vide che in fondo non era una ferita grave.
Roteò ancora una volta la sua spada e colpì chi
aveva di fronte, ma questo demone portava un'armatura pesante e la
spada rimbalzò sulle piastre d'acciaio. Riprese il controllo
dell'arma prima che quello potesse caricarlo e con una torsione
riuscì a fare in modo che colpisse dietro il collo il suo
nemico; tuttavia quello continuò a correre verso di
lui...finchè le due lame argentate di Reina non tagliarono
in tre pezzi il nemico.
Knife gettò la spada, ormai scheggiata ed inutilizzabile, e
raccolse due spade da terra.
L'avanzata iniziale era stata fermata; adesso i demoni stavano facendo
valere la propria superiorità numerica, accerchiando i
soldati al comando di Reina e costringendoli ad indietreggiare.
"Stringere i ranghi! Spalla contro spalla!" urlò Reina
"Se proprio dovete crepare allora portatevene d'appresso quanti
più possibile!"
La pressione era insostenibile, la loro linea difensiva arretrava...e
per ogni passo indietro la linea si stringeva.
Perchè qualcuno cadeva a terra privo di vita.
Gli abili al combattimento ormai erano meno di una quarantina, i demoni
erano pronti a finirli.
Ma improvvisamente si fermarono, perchè videro comparire da
lontano un folto gruppo di cavalieri.
I demoni si rincuorarono, pensando che fosse finalmente arrivato il
loro capo, il Primo Demonio, insieme alla sua guardia scelta. Ma la
loro euforia durò poco quando videro che gli stendardi che
sventolavano fieri nel vento non erano quelli del loro signore.
Ed in prima fila, a cavallo, c'erano Akashachi e Balga.
"Sembra che siamo arrivati appena in tempo, Akashachi."
"E' un peccato non aver trovato Barran."
"Non potevamo perdere altro tempo. Anche così non si
può dire che siamo arrivati presto."
Balga estrasse la spada puntando la punta verso il cielo
"Esercito del Grande Re! CARICA!"
Partirono al passo per poi accelerare, e galoppando così
raggiunsero le forze dei demoni.
Loro non erano popolani liberati dal gioco dei demoni, loro erano
soldati. Erano quelli che avevano seguito Raoh non per paura o per mero
desiderio di spargere sangue, ma perchè credevano nel sogno
di Raoh. No, perchè credevano in Raoh.
Ed adesso che sapevano che il loro Grande Re e condottiero era vivo e
proseguiva la sua missione, loro avevano deciso di tornare al suo
fianco.
La comparsa delle bandiere del Ken-Oh aveva dato nuova forza ai
difensori, che erano tornati alla carica.
Meno di dieci minuti dopo, i demoni erano in rotta.
E loro avevano vinto.
_______________________________________________________________________________________
Angolo dell'autore:
mi dispiace per questo immenso ritardo, ma purtroppo è stato
un mese intenso e molto pesante. Detto questo, vi invito a commentare,
in bene o male, questo capitolo.
Vi prometto che il prossimo sarà migliore.
|
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Capitolo 12 *** Alle porte del destino ***
Hokuto 12
C'era un posto in quella terra dove l'oscurità non aveva
ancora
vinto. Sepolto nella sabbia, sotterrato dal tempo e dall'incuria, vi
erano i resti di un antico tempio. Hyoh conosceva quel posto,
perchè da bambino c'era stato molte volte.
Aveva passato ore a guardare quella statua di donna, essendone
affascinato e spaventato contemporaneamente, sentendo di possedere il
diritto di reclamarne la proprietà, ma non le
capacità
per farlo. La statua era il segreto che doveva tramandare a suo
fratello Kenshiro.
Sapeva che, nemmeno fino a tanto tempo prima, il successore dell'Hokuto
Shinken ed il successore del Ryuken si sfidavano per ottenere il
diritto ad apprendere i segreti che quella statua nascondeva, ma in
questa era di violenza e di guerra queste tradizioni erano state
dimenticate.
Del Tempio rimaneva giusto quella sala e qualche pezzo di muro in
superficie per ricordare la grandezza del passato. I servitori
dell'Hokuto erano tutti morti o dispersi, o semplicemente avevano
rinunciato al loro ruolo. Non tutti d'altra parte erano disposti a
vivere la propria vita per servire.
Chiuse gli occhi ed il rimorso gli strinse il cuore: era colpa sua se
Kaioh era diventato quello che era. Fin da piccolo Kaioh era stato
costretto a farsi da parte, ad umiliarsi..addirittura a perdere, solo
perchè in Hyoh scorreva il sangue della dinastia principale
ed
in lui no.
Quanto doveva essere frustrante, per un uomo con tutto quel talento,
mettersi da parte e servire un padrone che ti è inferiore?
Poco
a poco l'odio aveva iniziato a farsi spazio nell'animo violento di
Kaioh, la rabbia prendeva il soppravvento sulla ragione.
Ed Hyoh lo giustificava.
Tutto per la sua debolezza.
Ma era davvero così debole? Tanto debole che Jukei
preferì affidarsi ad un neonato ancora in fasce piuttosto
che a
lui?
Hyoh guardò il moncone che aveva al posto del braccio. Se
fosse stato più forte...
..ma con i se e con i ma non si fa la storia.
Adesso aveva la possibilità di rimediare al suo errore,
portando
Raoh al cospetto della statua. Doveva esserci Kenshiro, ma Kenshiro non
era qui e Kaioh andava fermato.
Raoh era ancora privo di sensi. Era stato curato, nonostante le
abilità di Sayaka ed Hyoh fossero limitate in questo campo,
ed
ora riposava dentro la casa di un vecchio fedele ad Hyoh che lo
ospitava, insieme a Sayaka.
Hyoh invece galoppava in sella al possente Re Nero verso la sua meta.
Non sapeva perchè, se avesse trovato Kaioh non avrebbe
potuto
fare nulla contro di lui. Però sentiva che sarebbe dovuto
andarci...
E non si sbagliava.
***
"Tutto qui?"
Kaioh era davanti a quella statua di donna. La trovava ridicola:
perchè una statua di donna in un palazzo che era il tempio
di
una delle più grandi arti marziali mai esistite? Per quello
che
ne sapeva, le donne erano deboli, incapaci e volubili.
Era andato qui perchè, visto che Hyoh custodiva gelosamente
il
segreto di questo pezzo di marmo, pensava valesse la pena di capirne di
più. E perchè se suo fratello, il suo stesso
sangue,
aveva tutto quel potere latente dentro di lui, allora il primo Rasho
non doveva essere da meno. Però a quanto pare aveva
sbagliato,
perchè per quanto a lungo guardasse ed esaminasse la statua,
non
sentiva niente.
"Tempo perso"
Alzò la mano verso la statua, iniziando a focalizzare il suo
ki,
ma con la coda dell'occhio vide qualcosa e si gettò di
lato...giusto in tempo per evitare che dei lunghi artigli metallici ed
estremamente affilati gli portassero via la testa.
"Era un po' che non ti si vedeva in giro, credevo fossi morto."
Questo piccolo uomo di carnagione scura con i capelli bianchi stava
ritto davanti a lui. Mosse gli artigli assumendo una posizione di
guardia, mentre Kaioh passò la mano sul taglio che Kuroyasha
gli
aveva fatto e sentì tra il pollice e l'indice il calore del
suo
sangue.
"I tuoi artigli sono affilati, Kuroyasha."
"Naturale:in quanto guardiano della dinastia principale, è
mio compito difenderne i tesori."
"Non so cosa mi fa più ridere..il chiamare un'inutile statua
tesoro o il fatto che tu possa anche solo pensare di potermi affrontare
ed uscirne vivo."
Un uomo che vive per
servire,
pensò Kaioh. Nessuna ambizione, nessun desiderio se non
servire
la dinastia principale di Hokuto.
Servire la dinastia
principale.
Quello che sarebbe stato il destino di Kaioh se non avesse acquisito la
forza per cambiarlo. Solo a pensare questo ribollì di rabbia.
Chi non ha ambizione non merita di vivere.
Kaioh sparò
una bordata di Ki diretta contro il suo avversario,
ma Kuroyasha evitò il colpo e contrattaccò. Era
basso, ma
gli artigli gli consentivano di aumentare la portata dei suoi attacchi.
Per Kaioh però non era un problema evitarli, e lo fece senza
grande sforzo.
Schivò un'artigliata pericolosamente vicina ai suoi occhi ed
afferrò con la mano sinistra la mano di Kuroyasha,
lanciandolo
poi verso l'alto. Urlò di feroce gioia e colpì
con la mano
destra, con violenza tale da trapassare Kuroyasha da parte a parte!
Tuttavia, neanche un secondo dopo che il colpo era andato a segno, il
corpo di Kuroyasha scomparve, e Kaioh si trovò ad avere
trapassato quella che era la mantellina del suo avversario.
"Dimenticavo, si diceva
che tu fossi
forte quanto il mio maestro Jukei, forse anche di più..."
Kaioh fece un movimento
di taglio con il braccio, squarciando il muro ed abbattendo una
colonna. Ma mancò Kuroyasha.
Percepì la
presenza del suo
avversario alle sue spalle e colpì ancora...ed ancora una
volta
mancò il bersaglio. Alzò lo sguardo e vide
Kuroyasha
sopra di lui.
"L'hai detto tu stesso:
sono più abile di Jukei. Paragonato al mio, il tuo
è il pugno di un bambino."
Kuroyasha
iniziò a girare
vorticosamente intorno a Kaioh, così velocemente da lasciare
impresse sulla retina del primo demonio tante immagini di
sè,
dando a Kaioh l'impressione di essere circondato da decine di
Kuroyasha. Le sue tecniche erano inutili e Kuroyasha gli
spiegò
perchè
"Il raggio in cui puoi
usare la
distorsione spaziale dell'Anryu Tehna è limitato. Io invece
posso muovermi per uno spazio molto più ampio e molto
più
velocemente di te.
Sei finito...BALLO IN
ASCENSIONE LIBERA!"
Kaioh non poteva leggere
i movimenti
di Kuroyasha, ma percepiva chiaramente che il suo nemico riduceva la
distanza tra loro sempre di più. Presto gli sarebbe stato
addosso. Chiuse gli occhi e si concentrò. Non aveva modo di
percepire da dove sarebbe stato colpito..eppure il sangue che
colpì il muro non era il suo.
Kuroyasha cadde in
ginocchio, con due buchi nel petto.
Kaioh aveva concentrato
il suo ki in
una sfera invisibile intorno a sè, come tanti fili
invisibili. E
non appena Kuroyasha si era avvicinato troppo quei "fili" si erano
spezzati ed avevano rivelato a Kaioh la sua posizione, e
così
lui aveva colpito. Kaioh afferrò Kuroyasha per la testa con
la
mano sinistra
"Anche se sei più abile di Jukei avresti comunque dovuto
sapere
che ho superato il mio maestro da tempo immemore. Ed adesso muori!"
e detto questo lo lanciò in aria...ma non
riuscì a
percepire la presenza di un terzo uomo che era appena arrivato
"Palmo della luce
domatrice dei demoni!"
Kaioh fece un passo
indietro e fu appena in tempo. Sarebbe bastato solo qualche centimetro
più in profondità...
Da quando Hyoh aveva
questa capacità?
Kuroyasha si pulì il sangue che gli colava dalla bocca con
la manica della veste e commentò
"Hokuto Soke no Ken...lo
stile originale dell'Hokuto. Un colpo magnifico, Lord Hyoh...."
Hyoh aiutò
Kuroyasha a
rialzarsi mentre Kaioh assunse la posizione di guardia. Non fece nulla
per nascondere il sorriso che si stava disegnando sul suo volto.
Hyoh l'aveva preso alla
sprovvista e, per un attimo, si era preoccupato. Ma ora, guardandoli,
lo facevano ridere.
Uno senza un braccio ed
un nano con due buchi nel petto.
Ma non riuscì
a vedere le lacrime della statua dietro di lui.
In quel momento, Raoh
aprì gli occhi.
***
Avevano vinto, ma la vittoria era stata conquistata a carissimo prezzo.
Se non fosse arrivato Balga sarebbero stati sterminati.
"Il Grande Re aveva previsto tutto questo" raccontò
Akashachi
"fu proprio sua maestà ad ordinarmi di riattraversare il
mare."
"Le guerre non si
vincono con le
buone intenzioni, Akashachi. Attraversa il mare e sventola la mia
bandiera. Saranno loro a trovare te."
Reina non poteva ancora crederci. Nella furia della battaglia non si
era resa conto di quanto gravi fossero le sue condizioni: poteva ormai
muovere a malapena le braccia, piene di ferite.
A Knife era andata meglio, solo un colpo di striscio alla testa e
qualche taglio superficiale. Adesso era lì, vivo. E libero.
"Sai Nagato cos'è che mi manca di più del vecchio
secolo? Le sigarette. Ti giuro, ucciderei per una sigaretta."
"L'hai già fatto."
"Beh, lo farei di nuovo. Uh, s'è alzata. Bel lavoro,
femmina. Non sei male con le spade."
Reina non si prese nemmeno la briga di rispondere. C'era qualcosa in
Knife che la disturbava, quindi si rivolse a Nagato, chiedendogli se ci
fossero altri battaglioni pronti ad attaccarli o altre sorprese. La
loro fortuna, se così si può dire, è
che Kaioh
aveva conquistato solamente metà della terra degli Shura, il
che
vuol dire che il numero di soldati disponibili era limitato. Ma ora che
il suo esercito di veterani era stato sconfitto sarebbero iniziati i
problemi.
Perchè non appena la notizia sarebbe arrivata alle orecchie
sbagliate, ogni singolo Shura dotato di autorità su altri
avrebbe iniziato una sua propria campagna di conquista. Raoh non si era
visto sul campo di battaglia, e questo era un particolare che non
poteva essere sfuggito ad eventuali osservatori. Presto sarebbero
arrivati altri problemi.
"Per ora, godiamoci la vittoria. Non ci sono più stati
giorni felici in queste terre da tanto tempo."
Reina annuì, ma volse lo sguardo verso l'orizzonte. Era come
se
qualcuno la stesse chiamando, una voce femminile tormentata, piena di
dolore. Anche Knife guardava in quella direzione.
E senza dare motivazione alcuna, senza neanche parlarsi, decisero di
sellare i cavalli ed andare.
***
Hyoh attaccò da sinistra, Kuroyasha da destra, ma per Kaioh
non
fu un problema evitare il colpo. I due l'avevano ingaggiato in
combattimento da svariati minuti, ma non erano nemmeno arrivati vicini
al suo corpo. Il problema è l'eccellente coordinazione dei
loro
attacchi, che impediva a Kaioh di contrattaccare efficacemente senza
scoprirsi in maniera eccessivamente pericolosa per i suoi gusti. I due
avevano tutto lo spazio per muoversi e scambiarsi di posizione, per
attaccare e tirarsi indietro.
Kaioh sferrò un pugno brutale che trovò un
bersaglio in
Hyoh il quale, incapace di pararlo con un solo braccio, cadde in
ginocchio. Kaioh si preparò a finirlo, ma Kuroyasha gli
balzò contro, le sue lame a pochi millimetri dalla sua gola.
Ed
approfittando della distrazione Hyoh cercò di colpirlo, ma
il
suo affondo venne parato dal grande Demonio, che bloccò la
mano
di Hyoh tra le sue. Avrebbe potuto spezzargliela facilmente, ma
Kuroyasha cercò di tagliargli il braccio e dovette mollare
la
presa.
Doveva diminuire lo spazio a disposizione di quei due, non poteva
perdere altro tempo.
Iniziò a lanciare bordate di Ki maligno, a caso, tanto che
Hyoh
e Kuroyasha non ebbero nemmeno bisogno di schivare. Tornarono
all'attacco, ma i loro colpi vennero neutralizzati da Kaioh che
colpì Kuroyasha con un calcio, mandandolo a schiantarsi
contro
un muro portante.
Un'altra bordata di Ki sfiorò Hyoh, che a questo punto
iniziò a chiedersi se Kaioh fosse impazzito.
Ma capì quando vide che metà della struttura era
collassata per effetto dei colpi di Kaioh. Troppo tardi
arrivò a
realizzare che adesso non aveva più spazio per muoversi come
prima. Niente più mordi e fuggi. Si era arrivati al tutto
per
tutto.
Hyoh si preparò alla morte; chiuse gli occhi e
pensò a
Sayaka. Non l'avrebbe più rivista, ma sperava che lei, in un
futuro non lontano, avrebbe potuto godere della libertà.
Della
vera libertà.
Scattò in avanti, senza difese, senza prendere precauzioni.
Morire per morire, avrebbe portato Kaioh con sé.
"se solo avessi avuto la forza. Perdonami, Kaioh"
Ma Kaioh si aspettava questa mossa. Era prevedibile che Hyoh ci avrebbe
provato. E lui sapeva esattamente come rispondere a quest'attacco.
Colpì a raffica.
Era più grande di Hyoh, aveva le braccia più
lunghe.
Avrebbe colpito i punti di rottura di Hyoh prima ancora che questo
potesse riuscire a toccarlo.
Kuroyasha capì tutto e si mise in mezzo.
Incassò ogni colpo, ogni pugno sferrato da Kaioh al posto
del suo signore Hyoh.
Kuroyasha cadde senza fiatare, in braccio ad Hyoh.
"mi dispiace, Lord Hyoh. Non sono stato all'altezza del mio compito."
"Kuroyasha..."
"siete stato magnifico mentre usavate l'Hokuto Soke."
Hyoh non poteva fare più nulla per salvargli la vita, ma
quando
vide il suo corpo gonfiarsi capì che poteva fare ancora
qualcosa. Premette un punto sul torace di Kuroyasha e potè
sentire il suo battito cardiaco rallentare sempre di più
fino a
fermarsi.
Kaioh rise mentre Kuroyasha esalava l'ultimo respiro
"Una morte che un verme non merita. Ed ora è il tuo turno,
Hyoh."
Lo sollevò per i capelli e lo tirò contro la
statua, spaccandole un braccio, lo stesso braccio che aveva strappato
ad Hyoh. Il secondo Rasho si rimise in piedi e Kaioh lo
colpì ancora una volta allo stomaco. Sputando sangue, Hyoh
si rimise in piedi.
Kaioh lo colpì al petto tre volte, mirando a tre punti di
pressione e colpendoli in pieno.
Ma Hyoh non esplose e si rimise in piedi, e per la seconda volta in
pochi giorni, Kaioh ebbe paura.
Quella paura accecante, feroce, che si impadronisce del tuo corpo e ti
paralizza. Quella paura che ti conquista quando le tue certezze
iniziano a cadere. Hyoh non accennava a cedere. Kaioh lo
colpì ancora ed ancora, ma Hyoh continuava a rialzarsi.
E poi l'imprevedibile: schivò un pugno di Kaioh e gli
saltò alle spalle, sopra la testa, chiudendogli il collo in
una presa a forbice mentre gli torceva la testa tenendogli la mano
sotto il mento e girando. Kaioh iniziò a soffocare,
colpì Hyoh con tutta la forza che aveva, ma Hyoh non mollava
la presa, e Kaioh aveva sempre meno fiato.
Ma tutto iniziò a tremare. I colpi di Kaioh avevano fatto
più danno di quanto lui avesse previsto e l'intera struttura
era
ormai prossima al crollo.
Approfittò di un attimo di distrazione di Hyoh per
afferrarlo e proiettarlo davanti a per poi prima di colpirlo alle
gambe, tranciandogli i tendini.
Lo guardò dall'alto in basso, soddisfatto e sollevato,
sorridendo malignamente.
"Qui vengono seppelliti 2000 anni di umiliazione."
Con un saltò fu fuori da lì e rimase ad assistere
finchè l'intera struttura non crollò su Hyoh.
Rimase fermo a guardare le macerie che una volta erano una maestosa
struttura, con un ghigno stampato in faccia.
Però, in tutto quello un braccio della statua era rimasto
fuori, indicando un punto ad est.
Kaioh impiegò solo pochi istanti a capire dove indicava la
statua. E lo prese come un segno.
Sua madre gli indicava dove andare per poter finalmente completare la
sua missione.
___________________________________________________________________________________________
Angolo dell'autore:
A più di sei mesi di distanza immagino che pochi abbiano
ancora interesse in questa storia. Storia che tuttavia merita di avere
una conclusione. Non mi è stato possibile aggiornare la
storia nei mesi passati, ma adesso (a quasi un anno dal primo capitolo)
ho trovato il tempo e lo spirito ideale per finirla. Grazie a chi,
nonostante tutto, la leggerà.
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Capitolo 13 *** Scontro finale ***
hokuto
Persino
per gli standard
desolanti ed abberranti della terra degli Shura, quel luogo era
semplicemente troppo: spuntoni di rocce taglienti come lame, fiumi di
lava che scorrevano appena sotto la superficie, ed esalazioni sulfuree
che rendevano difficile respirare. Solo per poter abituarsi all'odore,
un odore forte, acido, in grado di ferire il naso, occorreva una tempra
non comune.
Kaioh contemplava l'orribile palude quasi con affetto. Solo posarvi lo
sguardo era come contemplare il male stesso; quel male che per lui era
diventato tutto, forza e ragione di vita, dal giorno in cui il destino
gli aveva dato le spalle.
Si era rifugiato nella malvagità, rifiutando amore ed
affetto
perchè erano solo sentimenti effemeri, biechi, insulsi.
L'amore
può dare una ragione per morire?
Ma l'odio ti dava una ragione per continuare a vivere.
Era questo il luogo che indicava il braccio della statua di donna,
aveva capito subito. Quante volte negli anni era venuto qui, da solo,
con pensieri sempre più orribili e rabbiosi...Kaioh aveva
perso
il conto. Ma questa era la sua casa.
Qui lui era invincibile.
Attese relativamente poco. Percepì la presenza di Raoh
dietro di lui, ma non si mosse.
Voleva che Raoh si perdesse nell'orrore del paesaggio, voleva fargli
capire prima ancora di lottare quale terrore lo aspettava. O almeno,
questo era quello che era convinto di volere.
Ma la verità, una verità che non avrebbe ammesso
neanche
a sé stesso, era che sapeva che questo sarebbe stato il loro
ultimo scontro, e parte di lui voleva rimandare quel momento il
più possibile.
"Hai deciso di lottare nel luogo in cui riposa nostra madre." disse il
Re di Hokuto
"Non mi sembra che ci sia luogo migliore per porre fine allo scontro."
Kaioh si girò improvvisamente, voltandosi verso Raoh e
localizzandolo in cime ad una piccola altura. Senza preavviso,
scagliò contro suo fratello una bordata di Ki maligno, che
però mancò il bersaglio; Raoh aveva fatto un
balzo in
aria per evitare il colpo, e poi si lasciò cadere in
picchiata,
cercando di colpire Kaioh con un pugno. Ma il primo Rasho fece appena
un passo indietro, ed il possente pugno del Ken-Oh colpì il
terreno.
Subito Kaioh gli fu addosso, ma Raoh sollevò la mano
sinistra,
generando una spinta di spirito combattivo che si abbatté
sul
demonio come una cannonata d'aria compressa, spingendolo via, fino a
scaraventarlo contro una parete.
Kaioh rideva mentre si rialzava, togliendosi di dosso i sassolini e la
polvere di cui quel luogo era pieno.
"vedo che ti sei ripreso dalle tue ferite. Molto bene.
Altrimenti sarebbe stato ben poco divertente."
Raoh non portava né elmo né armatura e si era
strappato
di dosso il bendaggio fattogli da Hyoh e Sayaka nel momento stesso in
cui si era alzato dal giaciglio improvvisato, solo poche ore prima. Non
era qui come Ken-Oh, come conquistatore.
Era qui semplicemente come fratello.
Indossava solo un semplice coprispalla, lo stesso che aveva indosso
quando, con Soga e Reina, espugnò la cittadella del Re
Demone
Goram.
Quello era il giorno in cui tutto era iniziato.
Questo era quello in cui tutto sarebbe finito.
I due fratelli si misero in guardia e poi si scagliarono l'uno contro
l'altro, colpendosi con pugni talmente veloci da essere quasi
invisibili per l'occhio umano.
Raoh parò un colpo con l'avambraccio sinistro,
contrattaccò con il destro, ma Kaioh si fece trovare
preparato e
frappose il proprio palmo al pugno del fratello. Strinse, nel tentativo
di rompergli la mano, ma non ci riuscì, e questo errore di
valutazione gli costò una ginocchiata al plesso solare che
gli
mozzò il fiato.
Ma il demone si riprese subito e sollevò Raoh per la vita,
per
poi proiettarlo dietro di sé con un movimento perfetto ed
elegante. Ma Raoh non fu da meno, e mentre erano ancora avvinghiati
strinse Kaioh a sua volta e concentrò tutta la sua forza
negli
addominali, sollevando il fratello e scaraventandolo a terra con un
colpo di reni.
Kaioh si rimise in piedi, focalizzando il suo Ki intorno al suo corpo e
Raoh fece altrettanto.
Le due aure si scontrarono con l'impeto di due fiumi in piena, con la
rabbia di due leoni che lottano per annientare il rivale. La forza del
loro spirito era tale da frantumare e ridurre in polvere le rocce
più piccole, mentre quelle più grandi danzavano
intorno a
loro, disegnando arabeschi nell'aria, prima di sbriciolarsi, anch'esse
consumate dal loro Ki.
"Hokuto: Colpi a ripetizione!"
"Raccapricciante violenza che schiaccia!"
I pugni imbevuti d'aura (rossa per Raoh, violacea per Kaioh) si
scontrarono, generando rumore simile al rombo dei tuoni, nel tentativo
di aprirsi un varco nella difesa avversaria. All'inizio l'hokuto
shinken si dimostrò superiore alla sua controparte maligna:
dopo
aver visto la prima raffica, Raoh capì subito come
direzionare i
pugni e Kaioh ne fu sopraffatto.
Porto le braccia al petto per difendersi dagli attacchi violenti che
subiva, ma la sua armatura andò in pezzi.
Tuttavia il talento di Kaioh compensava la debolezza dello stile, e
quando ripartì al contrattacco passò dai pugni ai
calci
così velocemente che il fratello non ebbe neanche il tempo
di
difendersi, ma potè solo incassare.
Si separarono con un piccolo salto indietro, già pieni di
lividi e ferite.
Niente più armature o protezioni a difenderli, solo la forza
dei loro muscoli.
Kaioh allora sorrise
"Ora ti dimostrerò perchè io qui sono
invincibile!"
Usò il proprio Matoki, concentrandolo sotto i piedi di Raoh
che,
colto alla sprovvista, cadde, finendo in una caverna. Qui l'odore era
ancora più insopportabile ed i fumi formavano un gas nocivo
che
graffiava i polmoni quando si respirava.
Kaioh premette due punti di pressione sul proprio collo
"ed ora la mia specialità: combattere senza bisogno di
respirare"
e si lanciò verso Raoh.
Il demone partì all'attacco, ma Raoh rispondeva colpo su
colpo,
sebbene fosse costretto ad indietreggiare per meglio fronteggiare
l'assalto.
Ma all'improvviso si trovò con le spalle al muro, senza
possibilità di muoversi, e Kaioh lo colpì con un
violento
gancio in faccia.
Il Ken-Oh sputò sangue e continuò la lotta, ma
questo
successe ancora, e poi ancora una volta: i suoi movimenti erano
bloccati.
Deciso a scoprire di che diavoleria si trattasse, prese una posizione
rialzata e rimase basito.
Sette colonne nella posizione delle stelle dell'orsa. Ecco cosa
bloccava i suoi movimenti.
"il corpo umano ha sette punti ciechi, in corrispondenza alle stelle."
spiegò Kaioh" Per poter difendersi e coprire questi punti, i
praticanti dell'hokuto shinken si muovono, inconsciamente, in modo da
disegnare le sette stelle. Queste colonne li bloccano.
Questo posto è la morte dell'hokuto.
E questa è la mia stella."
Aveva preso la posizione di Alcor, la stella che annunciava la morte.
"E non è finita qui.."
Raoh si sentì strozzare, gli mancò il fiato e poi
la
testa iniziò a girare. Iniziava a perdere l'equilibrio e le
sue
ginocchia tremavano.
Kaioh rise
"Questo non è un normale gas. Si chiama Ryuma-Koen e
può
entrare nel corpo di una persona attraverso le ferite e provoca
paralisi."
Si avvicinò al fratello, che cadde in ginocchio di fronte a
lui.
Kaioh alzò la mano e si preparò a colpire, a
sferrare il
colpo di grazia.
Ma Raoh ebbe uno scatto, sferrando un pugno con tutta la forza che
aveva in corpo ma, ancora una volta, Kaioh frappose il suo palmo al
colpo, neutralizzandolo.
Il suo sorriso soddisfatto però si sciolse come neve al sole
quando si sentì la gola stretta in una morsa.
"imp-impossibile!" Balbettò mentre lottava per respirare "il
punto di pressione per combattere senza respirare è
minuscolo,
grande come la testa di uno spillo, non puoi averlo colpito..."
"non con un pugno o un dito..."
Il pugno di Raoh, anche se parato, aveva generato un'onda di ki che
aveva raggiunto il punto di pressione che aveva sbloccato l'effetto dei
punti di rottura usati da Kaioh per combattere senza respirare.
Kaioh si lasciò sfuggire un urlo di rabbia e
saltò fuori
dalla caverna. Raoh lo raggiunse subito e premette una serie di punti
di pressione sul suo torace. Kaioh rimase senza parole quando vide che
suo fratello, di colpo, sembrava recuperare le forze
"Non è possibile!"
"Il nostro sangue ci conferisce una straordinaria resistenza al veleno,
ed il punto anabaku-kou la rafforza ulteriormente."
Come per confermare quest'affermazione, Raoh sferrò un pugno
contro il terreno su cui si trovavano, generando un'onda d'urto che
fece indietreggiare Kaioh. La caverna sotto di loro crollò
quando le colonne si spezzarono per via della forza del colpo di Raoh.
Il Ken-Oh guardò Kaioh negli occhi, e gli parlò
con tono grave e profondo
"Questo non è uno scontro tra Hokuto Shinken ed Hokuto
Ryuken. Questo è uno scontro tra fratelli.
Tu, Kaioh, sei il mio eroe. Sei la persona che rispetto di
più in questo mondo caduto nel caos."
Assunse una posa aggressiva, mostrava il fianco destro all'avversario,
con la mano destra all'altezza della testa e la seconda chiusa a pugno
all'altezza del fianco sinistro
"e prima che la fama di demonio si leghi al tuo nome per sempre, ti
darò una morte da eroe. "
Kaioh rise
"Va bene."
Assunse una posa che Raoh ricordava fin dall'infanzia, disegnando dei
cerchi con le mani, prima di spostare tutto il peso sul piede sinistro,
aprendo le braccia e rilassando (solo apparentemente ) i polsi
"Questo è il mio colpo invincibile! Nessuno me lo ha
insegnato,
è parte di me fin dall'infanzia e mi ha sempre portato alla
vittoria."
L'aura intorno ai loro corpi sparì.
Erano pronti a scambiare i colpi decisivi.
***
Knife e Reina stavano osservando la scena da studiata distanza;
abbastanza vicino da poter osservare lo scontro, ma abbastanza lontani
da non rischiare di distrarre il Grande Re durante lo scontro.
Knife sudava
"anche a questa distanza...la tensione dello scontro è
insopportabile!"
Ma fu altro a preoccupare Reina. Cercò di muoversi
più
velocemente che poteva senza far rumore, percorse circa 300 metri, fino
a raggiungere una collina.
E da lì vide stendardi, guerrieri armati fino ai denti.
Knife la raggiunse, bestemmiò, sputò per terra, e
bestemmiò nuovamente
"Sono gli uomini di Mamochi. Kaioh ed Hyoh avevano spazzato via la sua
armata, ma a quanto pare il ratto è sopravvissuto...merda."
Knife controllò le sue ferite, non erano gravi, non avrebbe
avuto problemi. Contò i pugnali da lancio che aveva a
disposizione, le spade, i kunai e le catene.
Guardò il cielo, le stelle che brillavano nella notte
"Quando lo scontro tra quei due finirà, solo uno
rimarrà
vivo. E non è nemmeno sicuro che il vincitore non crepi
subito
dopo.
Sicuramente non potrà far fuori 100 combattenti armati dai
denti al culo.
Hai qui il tuo arco?"
Reina fece segno di si, ed allora Knife iniziò ad
illustrarle il suo piano facendo disegni sul terreno
"Io corro e mi posiziono qui. Tu abbatti il primo nelle retrovie,
l'esatto istante in cui ti passeranno davanti. Una volta distratti, io
li prenderò frontalmente."
"Siamo solo in due." puntualizzò Reina
"Anche i piani migliori hanno i loro difetti. Per questo li
attaccherò in quel punto, dove c'è una strettoia.
Invece
di affrontarne cento insieme li prenderò a gruppi di 10. Tu
devi
solo continuare a tirare finchè avrai anche una sola
freccia."
"Ma.."
"Non c'è ma!
Devi solo
fare quello che ti ho detto! Io li terrò impegnati, se
venissero
verso di te, tu falli a pezzi con le spade. Se fossero troppi, scappa.
Entrambi vogliamo che il Re di Hokuto vinca questa battaglia. Tu
più di me."
Le strizzò l'occhio, fece una battuta sconcia nella sua
lingua
natia e poi raggiunse la posizione che aveva indicato a Reina, che
rimase in attesa.
Parte di lei non poteva fare a meno di distogliere lo sguardo da Raoh.
Ma sapeva quello che doveva fare, doveva rimanere concentrata.
Solo così poteva essere utile a Raoh. Solo così
potevano
realizzare il loro sogno, il sogno che era stato anche di Soga.
E quando fu il momento, scagliò la prima freccia, colpendo
un
demone dritto al collo. Quello sputò sangue e poi
stramazzò a terra.
Per un attimo, solo per un attimo, Knife pensò di correre
via. Si chiese chi glielo facesse fare, perchè dovesse
morire, proprio lì, proprio ora.
Anche se Raoh fosse morto, il suo esercito avrebbe spazzato via quei
vermi.
No...se Raoh fosse morto non ci sarebbe più stato un
esercito. Nessuno avrebbe potuto prenderne il posto, e loro sarebbero
rimasti in balia del primo signore della guerra con abbastanza
ricchezze e carisma da mettere su un esercito.
Era per questa ragione che aveva sentito
che doveva andare qui. Il cielo lo voleva lì. Gli aveva
messo di fronte una scelta.
Per tutta la vita, Knife non aveva fatto altro che obbedire agli ordini
che gli venivano dati. Adesso era libero
"L'unico giorno in cui sono libero...ed in realtà non ho
nessuna scelta."
Paradosso.
Reina scoccò una seconda freccia, abbattendo un secondo
demone ed attirando finalmente l'attenzione delle retrovie, ed
è allora che Knife saltò fuori dal
nascondiglio
"Pioggia d'acciaio del Monte Taizan!"
***
Kaioh attaccò per primo, ma Raoh riuscì a
spostarsi di
lato ed evitare il colpo che si limitò a graffiargli la
guancia.
Il Grande Re fece un rapido movimento con il braccio, creando un vuoto
tagliente nell'aria che scavò un solco nel terreno fino a
colpire Kaioh al piede.
Il sangue di Kaioh si sparse nell'aria, ma il primo demonio non era un
dilettante, ed aveva incassato il colpo di Raoh, preso dalla scuola
della Gru Rossa di nanto, per evitare il secondo colpo, un potente
pugno, che adesso gli sfiorava la spalla.
Aveva capito la strategia del fratello ed aveva scelto di incassare il
colpo leggero per poter schivare quello più violento.
"Degno del Primo Demonio." commentò Raoh
"Notevole, sei il primo ad evitare il mio colpo letale."
I muscoli tra il collo e la spalla destra di Raoh si squarciarono,
quando la pressione sanguigna raggiunse il punto in cui il corpo non poteva più reggere, ed altrettanto
successe a Kaioh.
Ripartirono all'attacco ed il pugnò di Raoh colpì
in pieno lo sterno di Kaioh, che replicò con un attacco che
penetrò nel pettorale sinistro di Raoh. Gli tsubo fecero
effetto, e da loro si generò una pioggia di sangue.
Lo scontro rischiava di diventare letale per entrambi, motivo per cui
Kaioh si concentrò.
Non aveva più voglia di giocare...e non poteva permetterselo.
"Anryu Tenha!"
Raoh si trovò a galleggiare nel nulla, privo di senso
dell'orientamento, incapace di capire la sua posizione nello spazio.
"Invincibili colpi letali!"
Mille e mille mani si avventarono contro Raoh. Quello era il colpo
più potente di Kaioh, avrebbe colpito tutti i punti di
rottura,
avrebbe vinto lo scontro.
Ma proprio in quel momento, Raoh si liberò dall'Anryu Tenha.
Nell'esatto momento in cui l'energia di Kaioh raggiunse il suo picco si
concentrò unicamente su quella, sul suo avversario,
ritrovando la sua posizione nello spazio e localizzando quella di suo
fratello.
Scattò verso Kaioh che, in piena manovra offensiva, non
potè nemmeno pensare di difendersi.
Ma anche se l'avesse fatto, non avrebbe avuto speranza contro il Muso
Tensei di Raoh.
Si scambiarono di posizione. Passarono pochi attimi, poi l'esito dello
scontro fu chiaro: questa volta il Muso Tensei aveva sconfitto l'Anryu
Tenha.
Le vene delle braccia di Kaioh si gonfiarono e si contorsero, mentre
sentiva i muscoli dell'avambraccio torcersi. Non riuscì a
trattenere un urlo di dolore quando i palmi delle sue mani esplosero,
spargendo sangue e pezzi di osso tutto intorno a lui.
"Dopo il nostro primo scontro, il tuo Hokuto Ryuken non aveva
più segreti per me. Eri sconfitto prima ancora di iniziare"
Kaioh urlò ancora una volta, ma questa volta era un urlo di
rabbia, di negazione.
Lui era il primo demonio, aveva rinunciato ai sentimenti che rendevano
gli uomini deboli e vili. Non poteva perdere contro un uomo che invece
aveva accettato l'amore e la tristezza, neanche se quell'uomo altri non
era che suo fratello!
"Uoooh!! Non perderò! Non sarò sconfitto!"
Kaioh si alzò e sferrò un potentissimo calcio al
fratello, con tutta la forza e l'energia che aveva in corpo.
Ma non fu abbastanza.
Suo fratello gli andò incontro, fece un passo avanti
insinuandosi nelle difese di Kaioh, concentrando tutto il proprio
spirito combattivo nelle mani per poi rilasciarlo.
"Questo è il pugno che il cielo ha donato a Raoh, tuo
fratello!
Carica del Dominatore del cielo!"
Kaioh venne colpito in pieno, travolto dall'energia rossa
scaraventatagli contro da Raoh, senza potersi difendere, senza poter
attenuare il colpo, travolto dalla corrente impetuosa.
Il primo demonio fu scagliato lontano, finendo per colpire una roccia
che andò in pezzi.
Il dolore era indescrivibile: ogni singolo osso del suo corpo era
spezzato, non poteva muoversi, intrappolato in un corpo inutile.
Una piccola statua di donna, scolpita rozzamente, gli cadde vicino al
volto.
Era stato scagliato contro la tomba di sua madre.
Lottava per trattenere le lacrime, ma riuscì a pregare lo
spirito di sua madre seppure con voce rotta dal dolore, fisico e non.
"Madre...ti prego...dammi l'energia per un ultimo colpo. Solo un ultimo
attacco."
La sua preghiera venne accolta. La terrà iniziò a
tremare, ed un geyser spaccò il terreno proprio sotto il
primo demonio, lanciandolo in aria.
Kaioh riuscì a girarsi verso Raoh, lanciandosi in un
disperato attacco in picchiata, ma Raoh era pronto.
E non appena Kaioh fu a portata di braccio, il re di hokuto
colpì diversi punti di pressione sul petto di Kaioh, che
ormai non era più in grado di opporsi, e poi lo
finì con un colpo al cuore.
"Colpo della pietà di Hokuto che ferma il fiero volo."
Colpo di Toki, usato da Kenshiro contro Souther ed ora da Raoh contro
suo fratello Kaioh. E fu proprio il volto di Toki che Kaioh vide a
fianco di quello di Raoh mentre il dolore lo lasciava, mentre tutto
diventava sereno.
Cadde, ma Raoh lo sostenne e gentilmente, lo mise a giacere per terra,
tra le sue braccia.
"uh...uh....i miei fratelli minori..."
mormorò Kaioh che nonostante tutto riuscì a
sollevare la mano ed a poggiarla sulla guancia di Raoh
"Questo è il volto dell'uomo che ha sconfitto il primo
demonio."
___________________________________________________________________
nota dell'autore:
ancora una volta in mostruoso ritardo, ma ecco qui il penultimo
capitolo della storia. Spero vi piaccia, e vi chiedo di perdonare
eventuali errori, ma avendo problemi col PC ho riscritto tutto
relativamente di corsa, senza avere il tempo di dare una seconda
lettura approfondita.
Il modo in cui Raoh neutralizza l'AT è molto diverso da
quello usato da Ken, ma ho preferito inventarmi questa soluzione
perchè non mi piaceva l'idea di far fare a Raoh la
"trottola", e comunque volevo che si affermasse la
superiorità del MT sull'AT.
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Capitolo 14 *** Epilogo- Viva il Re! ***
hokuto
Raoh
era seduto
a terra, stringendo suo fratello Kaioh tra le braccia. Lo scontro era
ormai finito, l'esito deciso. Kaioh guardò Raoh negli occhi
"Hai vinto.
Si, so che è ovvio, ma ci tenevo a dirtelo comunque. Per la
prima volta in questa mia vita adulta provo l'umiliazione della
sconfitta.
Volevo creare un nuovo regno, forgiare con queste mie mani il nuovo
secolo, ma evidentemente non ne ero in grado."
Raoh non parlò. Kaioh spostò lo sguardo verso la
tomba
della loro madre, sorrise, e poi tornò a guardare il fratello
"Quando Jukei spedì te e Toki dall'altra parte del mare ero
invidioso. Perchè non io? Perchè avrei dovuto
passare la
vita a servire la più debole dinastia principale?
Ho accettato l'Hokuto Ryuken, ho ripudiato l'amore, ho sparso sangue.
Ma non ho rimpianti, fratello.
Perchè sei stato tu a sconfiggermi e non Kenshiro, non Hyoh.
Perchè la tua forza è la prova che siamo noi i
veri
uomini di Hokuto, la prova vivente dell'inferiorità della
dinastia principale.."
Anche nella morte, l'odio per la dinastia principale non era scomparso.
"No, Kaioh. Ho imparato a mie spese qual è il potere
dell'amore;
ho visto uomini superare i propri limiti, lottare senza più
forze né sangue in corpo, per difendere quello che amavano.
L'amore li ha spinti a superare i limiti del corpo."
Pensava a Juza delle Nuvole, a Fudo della Montagna, ai suoi fratelli
Toki e Kenshiro. Raoh aveva finalmente capito il loro sacrificio, la
ragione dietro la loro ostinata resistenza, il lottare battaglie perse
in partenza.
Aveva rinunciato alla sua umanità ed era diventato il temuto
Ken-Oh. Ma solo riabbracciandola completamente aveva raggiunto il
vertice dell'Hokuto Shinken.
Il Ken-Oh non avrebbe mai potuto sconfiggere Kaioh.
Raoh invece si.
"Mh...forse hai ragione fratellino. Ma dimmi, se avessi imparato
l'Hokuto Shinken..."
"Probabilmente sarei io a giacere a terra."
Kaioh sorrise. Un sorriso appena accennato, ma sincero, veritiero.
"Quanto tempo mi rimane?" chiese Kaioh
"Un minuto."
Kaioh usò le poche energie che gli rimanevano per tirarsi
su.
Non sentiva più dolore, poteva muoversi. Ed allora raggiunse
il
posto che aveva scelto come sua ultima dimora: raggiunse un'altura da
cui poteva osservare tutto quello che stava intorno a lui.
C'era un sasso, un interruttore nascosto che Kaioh calpestò
con
il piede. La terra tremò, sconvolta da quello che sembrava
essere un terremoto. Fontane di lava si fecero largo squarciando il
terreno, rendendo l'aria rovente e spargendo ovunque incandescenti
frammenti di roccia
"Ti lascio il mio sogno, Raoh!
Hai sconfitto il primo demonio, tu hai la forza per forgiare questo
nuovo secolo!
Addio, Raoh!"
Le fontane di lava conversero su Kaioh, che rimase immobile e con gli
occhi chiusi, mentre la lava lo sommerse da capo a piedi.
Raoh osservò la scena senza muovere un muscolo, senza
fiatare.
Avevo vinto, ma non c'era gioia, non c'era sollievo. Aveva solo fatto
quello che doveva fare.
***
Knife aveva finito i pugnali da lancio, le lame delle spade erano ormai
in frantumi e si era rotto la mano sinistra quando una mazza chiodata
l'aveva colpita. Lottava schiena contro schiena con Reina;
avrebbe voluto tenerla fuori dallo scontro, ma Reina si era resa conto
che Knife stava rapidamente esaurendo risorse ed energie, ed una volta
morto lui lei si sarebbe ritrovata sola contro decine di demoni. Una
buona coppia vale più della somma dei singoli,
pensò, e
si gettò nella mischia a dar supporto a Knife.
Ne rimanevano solo quattro ormai, ma loro erano stanchi e feriti.
I demoni li circondarono e balzarono in alto, con l'obiettivo di
finirli con un attacco in salto, ma Knife fece roteare le due catene
che teneva alle braccia e le scagliò contro uno di loro,
afferrandolo alle caviglie e tenendolo a terra.
Questo permise a Reina di sfuggire all'assalto muovendosi nella
direzione liberata da Knife, affondando le lame contro il torace di un
demonio, che però le deviò con un rapido
movimento di
ascia. Reina allora fintò un fendente e ruotò la
spada
nella sua mano sinistra e la conficcò nello stomaco del
demone.
Ma non riuscì ad estrarla, perchè, anche se
l'aveva
trapassato, la lama era rimasta incastrata tra le scaglie dell'armatura
del demone morente. Dovette gettarsi di lato per evitare un
giavellotto, che mancando lei trovò bersaglio nel demone
impalato, che venne abbattuto.
Con una sola spada le capacità di Reina erano dimezzate.
Si trovò in difficoltà a doversi difendere da due
demoni
con una sola lama a disposizione, dovette indietreggiare, schivare,
praticamente tuffarsi a terra per evitare di essere tranciata a
metà. Sentì il sapore del sangue in bocca quando
uno dei
demoni rimasti gli saltò sulla schiena, e solo l'intervento
di
Knife, che si tuffò contro il demone atterrandolo con una
spallata, la salvò. Reina strappò una spada dalla
mano di
uno demone a cui Knife aveva tagliato a metà, verticalmente,
la
testa, ma questa era pesante e non era pensata per agire in coppia con
l'altra lama, il che rendeva difficile adattarla al suo stile.
Più volte Raoh l'aveva rimproverata, più volte
l'aveva
messa in guardia dicendole che dipendeva troppo dalle due lame.
Con un attacco disperato, riuscì a colpire un demone agli
occhi.
Questo indietreggiò, non si accorse del dislivello nel
terreno
dietro di lui e cadde sotto, finendo in un fiume di lava.
E mentre le sue urla di dolore graffiavano l'aria, Knife
riuscì
a stringere le gambe intorno al collo del demone che aveva atterrato e,
con un movimento secco e forte, glielo spezzò.
Ne era rimasto solo uno
"BASTARDI! Pagherete per aver ucciso i miei uomini!"
"Fossi in te scapperei, Momochi..." riuscì a dire Knife,
senza più fiato.
Per tutta risposta, Momochi caricò a testa bassa. Knife
evitò la carica e ruotò su sè stesso,
colpendo con
il taglio della mano la nuca del suo nemico.
Che con sua enorme sorpresa era rimasto illeso.
"...cosa?"
"Tecnica della pelle di pietra!"
e, detto questo, diede una poderosa testata in faccia Knife,
rompendogli il naso. Reina cercò allora di colpire Momochi
alle
spalle, ma le sue spade s'incrinarono a contatto col corpo del signore
della guerra Momochi.
Ma non fu questa la cosa peggiore; Hyoh le aveva curato i polsi rotti
da Kaiser, ma occorreva riposo per una vera guarigione. Lei invece
aveva combattuto con tutta la sua forza, al massimo delle sue
capacità, ed aveva colpito Momochi con tutta la violenza di
cui
era capace.
I polsi le cedettero, le spade le caddero di mano.
L'esausto Knife era solo adesso.
Raccolse una lancia ed una spada, e le usò per tenere a bada
Momochi. Non poteva ferirlo, ma era molto più veloce di lui.
Ruotava la lancia e mirava agli occhi ed alla bocca, poi si tirava
indietro, si spostava di lato ed affondava con la spada, muovendosi in
cerchio intorno a Momochi.
Alla fine, il colpo vincente: la lancia penetrò le difese di
Momochi mentre questi era troppo impegnato a tener d'occhio la spada, e
gli si conficcò in bocca!
"Sei finito!"
Ma l'esultanza di Knife si spense quando Momochi masticò
la punta della lancia e ne sputò via le schegge, ridendo.
A questo punto, Knife cadde in ginocchio. La terra intorno a lui era
macchiata del rosso del suo sangue, che fluiva fuori dalle ferite che
aveva subito.
Momochi rise. Una risata acida, sgraziata, sgradevole all'udito.
"Non devo neanche prendermi la briga di ammazzarti. Ma prima che tu
muoia, farò rimpiangere alla tua troietta il non essere
morta."
Si avvicinò a Reina, che indietreggiò
finchè non sbattè contro qualcosa.
O meglio, contro qualcuno.
Si girò, ed il viso le si illuminò di gioia e
sollievo
"Raoh!!"
Momochi fermò l'avanzata, preoccupato.
"Ma che diavolo" pensava "questo tizio ha appena lottato contro il
primo demonio. Sarà stanco, ferito. E' la mia occasione!"
si avventò contro Raoh, ma non riuscì nemmeno ad
avvicinarsi.
Vide solo un lampo rosso e poi più nulla.
"eh...eh...ha fatto un bel botto." commentò Knife a terra.
Reina gli si avvicinò, guardò Raoh che
però fece
segno di no con la testa. Un colpo aveva reciso un'arteria. Come avesse
fatto a combattere fino a quel momento, era un mistero.
Raoh si chinò, avvicinandosi a Knife, guardandolo
solennemente
"Ti ringrazio."
"fa niente...ho fatto quello che volevo. Ho solo un unico rimpianto in
questa vita."
Knife guardò Raoh negli occhi, sorridendo.
"Avrei voluto vedere questa terra libera. Ma so che è in
buone mani.
....
mio Re."
***
"Io e Kaioh non eravamo così differenti. Entrambi abbiamo
dovuto rinunciare alla nostra umanità, entrambi abbiamo
rifiutato l'amore perchè ci disgustava e ci spaventava
l'idea di qualcosa che spingesse gli uomini a morire.
Noi dovevamo vivere. Dovevamo vivere per realizzare il nostro sogno,
dovevamo uccidere, divorare gli altri.
Non era l'ambizione il motivo per cui volevo portare la pace. Ma
perchè amavo questa terra. E voi mi avete seguito
perchè anche voi, con tutto il vostro cuore, amavate la
nostra terra."
"E amavamo te.
Io amo te."
Detto questo, Reina si strinse al fianco di Raoh, che la strinse con il
possente braccio. Indossava l'armatura dorata ed il mantello rosso,
mentre Reina portava un elegante vestito bianco ed una semplice
collana, un filo d'argento che reggeva il ciondolo che la legava a Raoh
da sempre.
Erano passati due mesi dallo scontro fratricida. Raoh aveva raggiunto
il suo obiettivo, aveva portato pace nella terra che amava, nella sua
terra.
"Ho imparato la lezione." disse Raoh a Reina, sorridendo.
Raoh era tornato quello di un tempo; nel suo sorriso Reina poteva
rivedere il bambino che le aveva dato quel ciondolo, poteva vedere il
piccolo Raoh scalare la parete rocciosa con un braccio solo
perchè reggeva Toki nell'altro.
Un enorme peso si era sollevato dal suo cuore.
Hyoh si fece avanti, chinandosi al cospetto della coppia reale.
Era sopravvissuto allo scontro: si era formata una sacca d'aria tra le
macerie che lo avevano ricoperto, e lui fu abbastanza lucido da indursi
uno stato di falsa morte, un coma, che gli aveva permesso di
sopravvivere, grazie all'intelligente Re Nero che aveva segnalato a
Raoh la presenza di Hyoh sotto quelle macerie.
Raoh aveva visto la statua, la stele, ma sentiva che non gli
apparteneva. Un giorno, forse, avrebbe convocato Kenshiro da questa
parte del mare. Si, l'avrebbe fatto.
Proseguirono lungo il salone, incontrando Akashachi e suo figlio, che
li accolsero con un profondo inchino.
Akashachi si avvicinò al balcone, tirando via la tenda
perchè Raoh potesse passare.
Raoh e Reina uscirono, si affacciarono da questo balcone ed il popolo
urlò di gioia
"Viva il Re! Viva il Re!"
Non lo facevano perchè avevano paura, perchè
erano minacciati. Avevano creduto alla sua leggenda, avevano visto la
leggenda diventare realtà davanti ai loro occhi.
"Ti amano." disse Reina
"Ed io amo loro.
...
E te."
Reina lo guardò negli occhi, sorpresa
"Ce ne hai messo per dirlo!"
Raoh cercò di ricordare se nell'Hokuto Shinken ci fosse una
qualche tecnica che gli impedisse di arrossire. Purtroppo, se c'era,
mancava al suo repertorio, quindi cambiò argomento.
"C'è ancora tanto lavoro da fare."
"Lo faremo." rispose Reina, che poi gli strinse la mano, infilando le
sue sottili ed affusolate dita tra quelle massicce di Raoh "insieme."
Ma questa è un'altra storia.
__________________________________________________________________
Ed è così che finisce quest'avventura! Avrei
voluto completarla prima, dedicare a questa storia più tempo
ma, per un motivo o per un altro, mi son trovato sempre a corto di
tempo e spesso, lo ammetto, di volontà.
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia: sono stati i
vostri commenti a spingermi ad andare avanti e completarla.
Grazie!
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