XXI. The World di kymyit (/viewuser.php?uid=36835)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. I nuovi arrivati. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Ma che ci combini, Elfman?! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Gli ingranaggi cominciano a muoversi. Oh, Loki! Ci sei anche tu? ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La fuggitiva. ***
Capitolo 5: *** 5. L'erede di Karen ***
Capitolo 6: *** 6: Riunioni ***
Capitolo 7: *** 7.281 contro 284 ***
Capitolo 8: *** 8. Il Re degli Spiriti Stellari e il giudizio di Libra. ***
Capitolo 9: *** 9. La scelta dell’abbandono ***
Capitolo 10: *** 10. Far ciò che si ritiene giusto ***
Capitolo 1 *** 1. I nuovi arrivati. ***
XXI.
THE WORLD
Capitolo
1: I nuovi arrivati
Regno di Fiore,
parte orientale, città di Magnolia.
Sessantamila
abitanti, una città di mercanti in cui la magia prosperava
sin dai tempi antichi.
Al centro della
città sorgeva la cattedrale di Caldaia, superata la quale si
trovava un bizzarro edificio, Fairy Tail, l’unica gilda di
maghi presente nella grande città, anche se ai cittadini
bastava e avanzava e c’erano delle volte in cui avrebbero
voluto cacciare via coloro che turbavano la loro pace.
Ma in fondo, non
c’era Magnolia senza Fairy Tail e non c’era Fairy
Tail senza Magnolia.
La
città aveva un clima vivace grazie alla presenza dei maghi
che la proteggevano nel momento del bisogno e dividevano le loro gioie
e i loro dolori con le persone comuni che li circondavano.
Il tempo era
pressoché splendido. Il cielo era limpido e azzurro come un
turchese pregiato. I cittadini passeggiavano per le strade con abiti
leggeri, ma non soffrivano il caldo, dato che soffiava un delicato
venticello che accarezzava piacevolmente la pelle.
Gli uccelli
volavano alti nel cielo, cullati dal aria, scendendo raramente a terra,
desiderosi di volare sempre più su, quasi volessero arrivare
al sole e oltre.
La gilda aveva
passato dei brutti momenti a causa dello scontro contro i Phantom Lord,
una gilda rivale, ma le cose si erano, per fortuna, concluse per il
meglio. Il locale, distrutto come sfregio prima e in seguito per la
furia dei combattimenti che avevano rischiato di coinvolgere
l’intera Magnolia, era in fase di ricostruzione, ma a
quell’ora, i maghi erano semplicemente riuniti a riposarsi
dalle fatiche che questa comportava.
Ovviamente, il
loro concetto di riposo si traduceva in fare baccano, ridere e brindare
in compagnia.
Avrebbero potuto
continuare per tutto il giorno a fare chiasso, sennonché
l'entrata in scena di tre personaggi parecchio bizzarri, che varcarono
le porte e scesero le scale a passo svelto e preciso, non li distrasse.
Il primo, che
camminava davanti al gruppo, era una ragazza, di media altezza. I
capelli a caschetto, scendevano a ciocche perfettamente
dritte sul lato sinistro della testa. I capelli nella parte destra
erano tirati all'indietro e appiattiti sulla nuca. Gli occhi verdi
luccicavano come smeraldi, messi in risalto dalla matita nera e dai
segni tatuati sulle guance. Gocce nere come lacrime, mostravano un
falso dolore in un viso per niente turbato ne tanto meno infelice.
Bensì serio e deciso, nonostante gli abiti assurdi che
indossava.
Ovviamente
nessuno se ne stupiva più di tanto, tutti erano assurdi a
Fairy Tail, solo si chiedevano chi fosse e cosa volesse.
Indossava un
completo unico, sbracciato, in stile pierrot, con una metà
viola, l'altra nera. Lungo i lati del completo dei rombi, neri nella
parte viola, viola nella parte nera. Sul petto un cuore sulla sinistra
e un picche sulla destra. Un rombo rosso all'orecchio destro e un seme
di fiori in quello sinistro. Il collo era nascosto da una gorgiera
nera. Le scarpe, con la suola nera, erano praticamente fuse con il
completo.
Alla sua sinistra
stava un bizzarro animale, dalle sembianze feline, ma dal collo
piuttosto allungato, col manto azzurro a macchie poligonali viola. Una
benda a forma di cuore copriva l'occhio destro, mentre quello sinistro,
dorato, risaltava, abbinato al fazzoletto dello stesso colore che
l'animale portava al collo. Anche le sue dimensioni erano leggermente
più grandi di quelle di un gatto normale.
Alla destra della
ragazza invece stava un ragazzo, abbastanza alto, ma dai tratti
delicati e quasi femminili, completamente vestito di bianco, con una
tunica morbida e calda, nonostante il clima, a maniche lunghe e
svasate, decorata sul petto, sul collo alto, sulle maniche, nella vita
e al termine, da simboli religiosi ricamati d'oro. I morbidi capelli
fucsia erano quasi del tutto coperti da un enorme copricapo che si
stagliava a diversi centimetri di altezza oltre il suo capo. Una croce
egizia decorata d'oro e ametiste spiccava su di esso facendo intendere
che si trattasse di un personaggio alquanto religioso.
-Chi è
il Master di questa gilda?- chiese la ragazza, con tono deciso, ma non
per questo maleducato o provocatorio.
Ognuno
tornò a farsi i fatti suoi, mentre il diretto interessato
saltava giù dal bancone della locanda.
Era un vecchietto
piuttosto basso e dall'aria buffa, i capelli bianchi ritti ai lati
della testa, ma assenti sulla cima che risplendeva in tutta
la sua lucentezza. Gli occhi piccoli e neri erano socchiusi e la bocca,
semi nascosta dai baffi, sorridente. Indossava una giacca rossa con
abbinato un cappello a due punte, a righe rosse e bianche, come quello
di un folletto dispettoso.
-Piacere di
conoscerla, signorina!- esclamò allegramente allungando
letteralmente il braccio e dandole una sonora pacca sul sedere.
-Master la
smetta!- sbuffò Mirajane, la ragazza immagine di Fairy Tail,
nonché cameriera e maga di livello S -Se lo rifà
mi arrabbio.- in passato una frase del genere da parte sua avrebbe
fatto gelare il sangue nelle vene a chiunque, ma dopo la morte di
Lisana, sorella minore di lei e Elfman, qualcosa si era spento nella
ragazza e il suo spirito combattivo era pressoché scomparso,
infatti non riusciva più ad effettuare il Take Over
completamente
Il gesto di
Makarov aveva però acceso quello del ragazzo effeminato che,
sconvolto dal perverso gesto dell'uomo esclamò tra i denti
un -Maledetto!- e fece apparire dal nulla una sciabola che
avvicinò pericolosamente al vecchio -Per quello che hai
fatto a Leek, meriti che ti tagli la mano, vecchio maiale!-
-Aspetta, White
Hierophant.- gli disse lei, calma -Non importa. - si rivolse quindi di
nuovo al Master, che non solo non si era minimamente preoccupato
dell'ira del "sacerdote" (forse per sicurezza nelle sue
capacità, forse per il rallentamento dei riflessi dovuto
all'alcol) ma addirittura era impegnato in un importante scavo
all'interno delle sue stesse narici;
-Lei è
il Master?-
Il nonnetto
estrasse dal naso il frutto delle sue fatiche e dopo averlo scagliato
in un bicchiere poco lontano da lì, rispose -Si,
sono io. Il mio nome è Makarov.-
La ragazza
apparve leggermente incerta. Guardò il ragazzo dai capelli
fucsia al suo fianco che annuì tristemente, sconsolato dal
fatto che la sua Leek si fosse rivolta ad un maniaco.
Leek sorrise.
-Possiamo
parlarle in privato?-
Makarov
annuì e accompagnò il gruppo in una stanza sul
retro, che doveva essere il suo ufficio, o qualcosa del genere.
-Che tizio
pervertito... - fu il commento di White Hierophant nel vedere
innumerevoli poster di donnine nude e simili, tappezzare le pareti
insieme a fotografie, certificati, trofei e cose varie.
Quel piccolo
ufficio, a differenza degli altri locali, era rimasto miracolosamente
intatto.
-Dimmi tutto.-
disse il vecchio prendendo posto in una comoda poltrona in pelle, con
dei voluminosi cuscini sul sedile per aiutarlo ad arrivare alla
scrivania.
-Vorremmo entrare
a far parte della gilda.- rispose lei, calma, ma con una leggera punta
d'ansia.
-E come mai a
Fairy Tail? Come potete vedere, non siamo messi tanto bene
ultimamente.- Leek rimase in silenzio per qualche secondo.
Non sapeva
neanche lei perché avesse scelto Fairy Tail.
C’erano tantissime gilde, molte delle quali avrebbero potuto
essere più indicate per aiutarla a svolgere la sua missione,
ma tra tutte, lei aveva scelto proprio quella.
White Hierophant
le lesse nel pensiero. Leek era gelosa dell’allegria che quei
maghi sembravano possedere, per di più gli adepti di Fairy
Tail erano per la maggior parte giovani scapestrati.
Insomma anche se
non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a se stessa, la sua Leek
desiderava degli amici e aveva visto quei maghi come dei perfetti
candidati.
Il giovane
pregò che il desiderio della sua protetta potesse essere
realizzato, perché la sua felicità veniva prima
di tutto, persino della sua stessa miserabile vita.
-C’è
bisogno di un motivo?- fece lei, cercando di evitare di rispondere.
Makarov la
fissò e per qualche istante, calò il silenzio.
Ma poi il Master
ritenne che non era il caso di forzare la ragazza. Prima o poi il
motivo che l’aveva spinta a compiere quel passo sarebbe
venuto fuori.
-Bene. Cosa
sapete fare?- chiese, lasciando cadere il discorso sulle motivazioni.
Leek prese dalla
tasca una confezione e la mostrò al Master. Dentro vi erano
delle carte, non normali carte da gioco bensì -Tarots... -
il vecchio cominciò a giocherellare coi baffi
-Da quello che sapevo, i membri della famiglia Blackberry non sono mai
entrati a far parte di una gilda.-
Lei
annuì.
-Immagino
però avrà sentito parlare di Vinegar Blackberry.-
Makarov parve
incupirsi. In quel momento cominciò a capire.
-Dalla sua
reazione deduco di sì.- Leek sospirò, poi prese
fiato e
disse -E' mio zio.-
-Giorno a tutti
gente!-
Un ragazzo con i
capelli rosa, che rispondeva al nome di Natsu Dragonil,
entrò urlando nel locale. Il giovane aveva i capelli rosa,
tirati all'indietro. Gli occhi grandi a mandorla erano vivaci, con la
pupilla stretta, quasi felina.
Il suo
abbigliamento era piuttosto semplice, ma allo stesso tempo esotico: un
gilet nero, aperto sul petto nudo, coi bordi gialli, pantaloni bianchi
larghi,chiusi da nastri neri, stesso colore del pareo che gli scendeva
lungo le gambe, abbinato al gilet e dei sandali. Intorno al collo
portava una sciarpa beige decorata con linee orizzontali e verticali.
Sembrava fatta con le scaglie di drago, o almeno questa era
l'impressione che ne avevano tutti, dato che a Fairy Tail erano a
conoscenza che il padre adottivo del ragazzo era niente meno che un
maestoso drago chiamato Igneel.
Dietro di lui
c'erano una ragazza bionda e un gatto blu e bianco.
Lei, Lucy
Heartfilia, ragazza di nobili origini, indossava una stretta minigonna
verde chiaro, con ricamati in rosa, nelle tasche posteriori, dei cuori.
La
maglietta era nera con stampato in rosa il numero 784 e
all’interno dei numeri un’altra stampa, in nero,
della marca del capo. Gli stivali erano neri, molto lavorati, con
numerose cinghie e decorazioni rosa. Sul fianco sinistro portava una
frusta.
I capelli erano
lunghi fino alle spalle, raccolti sulla tempia sinistra da un fiocco
verde.
Il gatto si
chiamava Happy. Il pelo era completamente azzurro sul dorso e bianco
sull'addome. Sulla schiena portava un piccolo fagotto verde, legato al
collo. I grandi occhi vispi lanciavano continue occhiate di scherno
alla bionda, che ignorava inutilmente le sue fastidiose battute.
Lucy,
che teneva in mano un manoscritto, si guardò intorno, alla
ricerca di Levi McGarden, un'altra maga di Fairy Tail, con la quale
condivideva la passione per la lettura. La vide in un angolo intenta a
scherzare con Jet e Droy, i suoi compagni di squadra. Il loro team si
chiamava Shadow Gear.
Lucy si
avvicinò a Levi -Ciao!- le disse sorridendo,
leggermente imbarazzata.
-Ciao, Luchan!-
esclamò la diciassettenne dai vivaci capelli azzurri,
contenta.
-Vi disturbo?-
-Ma no, ma
figurati. Parlavamo di come dividere i soldi della ricompensa per la
missione all'isola di Lance.-
Lucy si sedette
accanto a lei -Quindi è andato tutto bene?- chiese
preoccupata.
Levi, Jet e Droy
erano stati attaccati dai Phantom Lord, e i loro corpi straziati erano
stati appesi all’entrata della città come monito
dai rivali. Era stato quello a scatenare la furiosa lotta che si era
susseguita. Lucy aveva sofferto tantissimo, visto che tutto
ciò era accaduto a causa di suo padre che voleva
costringerla a tornare a casa. Perciò aveva ingaggiato i
Phantom Lord e causato tutto quello spargimento di sangue. Aveva fatto
ferire i suoi amici, l’aveva fatta rapire… E tutto
perché voleva che si sposasse per aumentare la potenza della
famiglia. Con chi poi…. Lucy rabbrividì solo
all’idea, ma per fortuna le cose ora si erano sistemate. In
ogni caso, se suo padre avrebbe tentato nuovamente di far del male ai
suoi amici, gliel’avrebbe fatta pagare cara, era poco ma
sicuro.
-Sì,
non abbiamo avuto grandi difficoltà.- rispose la McGarden,
che si era ripresa alla perfezione, aveva giusto qualche benda e
cerotto, ma nel complesso stava bene davvero. La missione su Lance
l’avevano effettuata prima dell’attacco dei Phantom
Lord, altrimenti non avrebbero potuto portarla a termine.
Levi se
l’era cavata con tagli e lividi, ma Jet e Droy avevano anche
diverse ossa rotte.
Con tutto quello
che era successo non avevano avuto il tempo di dividere i soldi della
ricompensa, tanto meno di discutere della quantità che
spettava ad ognuno. Ma ora il tempo c’era e ne stavano
approfittando.
-Ma
quello, è il tuo manoscritto?- Levi indicò i
fogli che Lucy stringeva al petto nervosamente. Lucy adorava leggere e
scrivere e in quel periodo stava scrivendo un romanzo d’amore
e magia, intriso di misteri e avventure. Si vergognava di dirlo in
giro, anche se ormai grazie a Natsu, Happy e Gray lo sapevano
già tutti, ma Levi era l’unica alla quale avrebbe
permesso di dare un’occhiata approfondita alla sua opera e
dalla quale avrebbe accettato eventuali critiche, dato che la piccola
McGarden era forse la maga più esperta in incantesimi
riguardanti la scrittura e la letteratura in generale.
Quello ovviamente
era l’idea che di lei aveva Lucy, ma Levi non tradiva quelle
“aspettative” perciò la bionda trovava
piacevole chiacchierare con la ragazza, di qualunque argomento.
-Ehm...
già... - la bionda arrossì leggermente -L'ho
ultimato giusto due giorni fa e l'ho corretto. Vuoi dare un' occhiata?-
-E me lo chiedi?
Ma certo!- il viso di Levi si illuminò.
Le due
continuarono a parlare allegramente, mentre Jet e Droy le
lasciarono sole, allontanandosi qualche minuto per prendere da bere al
bancone e scambiare quattro chiacchiere con Mirajane, che in quel
momento stava servendo dell' altra birra a Cana Alberona, una giovane
maga dai lungi capelli corvini che ingurgitava interi barili di
chissà quali potenti alcolici come se fossero bicchieri
d'acqua, senza risentire più di tanto dei devastanti effetti
collaterali dell’alcol.
Natsu intanto si
era fiondato alla bacheca ed era intento a scannarsi con Gray
Fullbuster, un moro col tremendo vizio di spogliarsi sempre e ovunque,
appena arrivato anche lui e già in mutande, per
l’appunto.
Sul petto
spiccava il simbolo della gilda, una fatina alata con la coda.
Quel simbolo era
anche sulla mano di Lucy, la schiena di Happy e il braccio di Natsu.
Ogni membro di
Fairy Tail lo portava tatuato sul suo corpo e lo esibiva fieramente,
perché la gilda era una seconda, se non l’unica,
famiglia che ognuno possedeva.
L'oggetto della
disputa tra i due maghi era una missione con lauta ricompensa in un
deserto a nord.
-Ci vado io e
basta!- ringhiò Natsu, con gli occhi da demonietto stretti e
fissi su quelli dell’altro.
-Ma neanche per
sogno! Ho bisogno di soldi!- fece di rimando Gray, guardando il rosato
con sufficienza, pur conoscendo benissimo le sue
potenzialità.
-Un mago di
ghiaccio non riesce a resistere nel deserto!- gli ringhiò di
rimando il rosato.
-Che
c’è? Ti preoccupi che non riesca a tornare a
prenderti a calci nel sedere?-
L'arrivo del
Master placò i loro bollori.
O meglio,
l'arrivo delle persone che seguivano Makarov fuori dall'ufficio sul
retro.
La strana
ragazza, il ragazzo effeminato dallo strano cappello e il gatto dal
collo lungo attirarono la loro attenzione, distraendoli dai loro
intenti omicidi (che ovviamente erano qualcosa di ordinario del quale
ormai non ci si stupiva più, perciò nessuno li
fermava e tutti si limitavano a guardare o peggio si univano
alla lite creando ancora più disordine).
La ragazza si
fermò al bancone di Mira, la quale prese un timbro, lo
stesso con l'emblema della gilda.
Leek scoprì la spalla sinistra, mentre Cam si fece tatuare
il collo. Quando toccò a lui, White Hierophant scosse la testa.
-Io non sono un
mago.- disse semplicemente.
Nel frattempo
Gray e Natsu avevano ripreso l'eterna lotta, quello che avevano da
vedere, l'avevano visto. Si presero a pugni e calci, poi Natsu
afferrò Gray e lo lanciò, involontariamente, sul
nuovo arrivato. Nudo, ovviamente. Il che
firmò la condanna “a morte” del mago del
ghiaccio, dato
che il religioso, colpito in piena faccia dal suo posteriore perse la
sua compostezza in un istante.
Il suo puro e
casto viso, deturpato dal fondoschiena di un essere pervertito!
Un
trauma insuperabile per uno come lui, dai sani e ferrei principi.
-White Hierophant
non... -
Cam si diede una zampata in faccia.
Troppo tardi.
Il giovane fece
apparire un grosso bazooka dorato e sparò un colpo luminoso
verso Gray.
Il mago del
ghiaccio fu lento di riflessi e tutto ciò che
poté fare, fu intrecciare le braccia a difesa del corpo e
stringere gli occhi, temendo davvero di morire. L’attacco era
troppo veloce per poter essere fermato o evitato.
Si udì
un rombo e un fascio di luce scaturì dall’arma,
colpendo il Fullbuster.
Ma non successe
niente.
Gray
riaprì gli occhi.
Il tizio col
cappello bianco aveva ritirato l'arma, ancora fumante. Il moro si
toccò l'addome, dove aveva percepito qualcosa, una
sensazione calda e purificatrice, bella in fin dei conti. Non aveva
ferite, ne graffi, ne contusioni. Solo...
-EHI!
PERCHÉ
SONO NUDO??- gridò.
-
Perché ti sei spogliato come al solito.- gli disse Happy,
ridacchiando.
-Eeeeeh??? Io?
Oh, mamma, che imbarazzo! Ma com'è potuto succedere?- il
moro cominciò freneticamente a cercare i vestiti sparsi per
il locale, arrossendo e tentando disperatamente di coprire le sue
vergogne.
Tutti lo
guardarono sorpresi.
-Oddio! Ora
dovrò sposare tutti quelli che mi hanno visto nudo!-
gridò in preda al panico.
-EEEEEEEEEEEEEEEEEEH?!-
esclamarono di sorpresa gli altri, chiedendosi se stesse scherzando o
meno.
Piano piano, i
maghi e le maghe cominciarono a fuggire, per evitare di essere visti e
che Gray facesse sul serio scenate matrimoniali.
-Oltre alla
perversione, ora anche la poligamia?- una venuzza pulsò
sulla fronte dell'effeminato.
-White
Hierophant, lascia perdere.- Leek sospirò. Ogni volta la
stessa storia. In fondo era anche a causa del brutto carattere di White
Hierophant se lei non aveva ancora trovato ragazzo.
Quando aveva
qualche anno in meno, non le importava più di tanto, ma ora
sentiva che qualcosa mancava nella sua vita. E non solo i suoi cari
scomparsi, il suo fratellone grande e grosso che diceva di voler
sposare una volta cresciuta. Le mancava la figura di un uomo che le
cingesse le spalle con dolcezza, che la baciasse, che la facesse
sentire desiderata e amata.
Un uomo vero, con
cui condividere la vita con le gioie e i dolori che essa comportava.
E invece era in
un covo di maghi pazzi, alla ricerca del suo caro e dolce zietto
fuggitivo.
-Tu chi sei?- la
ragazza voltandosi, si trovò letteralmente faccia a faccia
con Natsu. Il rosato era particolarmente curioso di conoscere questa
nuova arrivata.
Lei sorrise,
mentre una gocciolina di sudore le colava lungo la tempia.
-Il mio nome
è Leek. Molto piacere.-
Natsu sorrise.
-Benvenuta a
Fairy
Tail! Io sono Natsu, quella bionda tettona lì è
Lucy, il tipo nudo è Gray, e questo gatto è Happy.
-Aye!- fece Happy
saltellando lì affianco.
-Ehi!-
esclamò Lucy, che l’aveva sentito, anche se era
lontana da lui.
-E io sono Loki.-
disse un giovane dai capelli arancioni e gli occhiali da sole, che
indossava un pesante giubbotto impellicciato, nonostante il clima
caldo. Era molto affascinante ed enigmatico -Piacere
tesorAAAAARGH!- prima che potesse posare le mani sulla ragazza, White
Hierophant intervenne di nuovo, colpendo il mago donnaiolo con una
mazza da baseball, anche quella tirata fuori da chissà dove.
-White
Hierophant, stai calmo.- lo riprese Leek.
Lui fece sparire
l'arma, controvoglia.
-Scusami, Hime,
mi sono lasciato trasportare.-
Ma non era solo
senso di protezione nei confronti della ragazza.
Quel Loki non gli
piaceva.
Lo percepiva
chiaramente: non era un mago normale, anzi, forse non era neppure un
mago.
Anche Loki
però aveva avuto la stessa impressione. Digrignò
i denti cercando di alzarsi da terra. Riuscì a mettersi in
ginocchio e prese a massaggiarsi la nuca, mentre ricambiava
l’occhiata del sacerdote.
I presenti
avrebbero semplicemente pensato ad un odio a prima vista dovuto al
fatto che Loki aveva tentato di sedurre la ragazza di un altro (come
capitava spesso, non era la prima volta neanche per lui).
Ma la ragione era
molto più profonda e i maghi di Fairy Tail non sospettavano
minimamente cosa ci fosse dietro l’arrivo di Leek o chi fosse
in realtà White Hierophant.
Non
erano neanche a conoscenza dell’enorme segreto che Loki
celava, ma ben presto, anche quello sarebbe venuto alla luce,
perché l’arrivo di Leek a Fairy Tail aveva
scatenato una serie di eventi, mettendo in moto gli ingranaggi di un
diabolico piano ai danni del mondo intero.
Fine capitolo 1
Bene, signori e signore,
questa fic è nata per un contest su Fairy Tail, bellissimo
manga di Hiro Mashima. Purtroppo ultimamente, come avrò
già detto, la mia ispirazione è andata
letteralmente a farsi... un giro e ho dovuto ritirarmi, anche
perché la fic stava uscendo maluccio (non fatevi ingannare
da questo capitolo U_U)
L'obbiettivo del contest
era far entare a Fairy Tail un nuovo personaggio e spedirlo a cercare
un oggetto millenario.
Questo è il
risultato.
Vi chiedo di lasciare un
commento, perché i commenti aiutano gli autori a migliorarsi
e sinceramente mi da fastidio che le mie fic vengano lette e poi non ci
siano recensioni. Mi da l'impressione che vengano lette, magari per
metà, e poi mollate così. Levatemi questo dubbio
^_^
Il nome di Leek mi ha
fatto penare, volevo chiamarla Kania, ma si assomiglia troppo a Cana e
allora ho cambiato. Leek sarebbe il porro, quello che si mangia (buono
buono!!!)
Adoro White Hierophant
quindi credo lo tratterò benissimo XD
E Cam è un
Gatto-Giraffa, ho incrociato due animali che adoro!
Per finire, questa fic
potrebbe contenere spoiler, come non potrebbe, perché lo
spoiler verrà rivelato in Italia o questo mese o con il
prossimo volume di Fairy Tail, e chissà io quando vi
farò scoprire di che si tratta ^_-
Bene, saluti a tutti,
spero vi sia piaciuta. Ghen,Marian, mi spiace per il contest, che era
favoloso!! Mi avete dato un'idea bellissimissima!! Baci!!!
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2: Ma che ci combini, Elfman?! ***
Capitolo
2: Ma che ci combini, Elfman?!
Erano
circa le
sei e trenta del mattino e la città di Magnolia era ancora
immersa nella pace e nel silenzio.
I lavoratori si
godevano le ultime ore di riposo prima del suono della sveglia,
rigirandosi appagati fra le lenzuola, desiderando che il tempo
trascorresse il più lento possibile. Ma come si suol dire,
il tempo è tiranno, e da un mese circa, i poveri abitanti
della bella cittadina avevano rinunciato a godere di quella pace e di
quei beati istanti di dormiveglia.
Un acuto
gridò riecheggiò nell'aria, pervadendo vicoli e
strade, spaventando volatili, pesci e animali d’ogni genere,
penetrando attraverso le imposte e distruggendo senza pietà
i timpani degli sprovveduti dormienti che non si erano ancora muniti di
tappi per le orecchie.
All'urlo
seguirono una serie d’imprecazioni e violenti colpi, che
tutti distinsero nettamente, riuscendo persino a contarli.
Quella mattina si
udirono distintamente ben diciassette colpi, molto probabilmente pugni.
Quando la pace
tornò, tutti gli abitanti sospirarono contemporaneamente,
dando la buffa impressione che fosse la città stessa a
farlo. Uomini e donne tornarono al loro riposo, consci che
però non sarebbero riusciti a riaddormentarsi e che le due
ore che li separavano dall'alzarsi, le avrebbero trascorse rigirandosi
senza sosta né pace fra le lenzuola.
Proprio per il
ripetersi di quella situazione, dopo i primi giorni, nessuno ormai si
stupiva più, anzi, era quasi un abitudine, tanto che per chi
aveva un orario lavorativo mattiniero, quelle urla erano diventate
sostitute dell’odiosa sveglia.
A differenza
dell'odioso congegno le urla avevano un lato positivo: cessavano nel
giro di pochi minuti, senza bisogno di alzarsi e premere tasti.
L'identità
dell'urlatrice non era un mistero ormai: Leek Blackberry, la maga
arrivata da poco in città e affiliata alla Gilda di
casinisti che più casinisti non potevano esistere.
I cittadini si
chiedevano in continuazione, se tutti i maghi fossero così.
La bionda
straniera era, di fatto, l'esatto contrario di Kana Alberona, e non
solo dal punto di vista fisico o nel modo di vestire.
Se ad una bastava
il minimo pretesto per bere a volontà tutto ciò
che le capitava sotto tiro, all'altra era sufficiente un cicchetto per
finire sbronza a letto con uno qualsiasi dei maghi.
Nonostante le
voci che giravano su di lei, la bella straniera, però
dormiva per tutto il tempo, sotto lo sguardo vigile di W. Hierophant,
Cam e quello rassegnato di entrambi e del mago di turno, che
già prospettava le mazzate la mattina seguente, pur essendo
innocente.
Qualche ora dopo,
i maghi erano riuniti alla gilda, dandosi da fare per continuare la
ricostruzione.
-Senti Droy,
secondo te, chi sarà la “vittima” oggi?-
chiese ridacchiando Jet, un mago dai capelli biondo scuro, acconciati
in modo particolare. Ciò che però lo
rappresentava e che più si notava di lui era l'enorme
cappello, simile ad un cilindro, ma in stoffa, di un caldo colore
arancione e decorato, come una torta, da sprazzi di pelliccia bianca.
Il giovane mago
si portò alla bocca un bicchiere, contenente una particolare
pozione magica per la cura delle ferite.
Aveva un
saporaccio, che ad ogni sorso gli faceva strizzare gli occhi e scendere
le lacrime, ma era particolarmente efficace e grazie a quella
le sue ferite, causate da Gazille dei Phantom Lord, stavano ormai per
guarire. E lo stesso valeva per Droy, l'inseparabile compare e rivale
in amore, in lotta per il cuore della bella Levi Mc Garden.
Questi gli
rispose, anche lui sorseggiando la medesima pozione bluastra -Secondo
me Macao.-
Non l'avesse mai
detto!
Il mago moro,
dallo strano ciuffo simile ad un germoglio, fu incenerito dall'occhiata
inferocita di Kana Alberona, che, per iniziare bene la giornata, aveva
afferrato un barile e aveva cominciato a scolarselo in preda ad una
forte crisi di rabbia.
-Se quella
biondina ha osato alzare un dito su Macao, io la distruggo!!-
ringhiò, con le venuzze che le pulsavano sulle tempie, un
dito sollevato per dare più enfasi alla frase e gli occhi
spalancati tremendamente. La sua cotta per il trentaseienne era palese,
ma lui era fidanzato, e per lei a quanto pare non vi erano speranze.
La maga brilla
però non sopportava che qualcun altro oltre a se stessa
potesse avere dei contatti più intimi col suo Macao,
perciò scoraggiava tutte le eventuali pretendenti al cuore
di lui, augurandosi di poterlo conquistare semmai avesse deciso di
rompere con l’attuale compagna.
Poco dopo, quando
Kana si era ormai sfogata scolandosi circa metà dei liquori
del locale, giunse alla Gilda (o forse era meglio dire al cantiere)
anche Lucy, seguita da una ragazza dai lunghi capelli rossi, Elsa
Scarlett.
Elsa era uno dei
fiori all'occhiello di Fairy Tail, una dei maghi più
potenti, insieme a Luxus, Mist Gun e Gildartz.
Luxus era un mago
conosciuto per la sua arroganza, mentre degli altri due non si sapeva
quasi nulla.
Mist Gun
addormentava tutti ogni qualvolta entrava alla Gilda per scegliere una
missione, perciò nessuno l'aveva visto in faccia, tanto
più che aveva il capo e il viso coperti.
Del terzo,
Gildartz, si sapeva che era un vecchio molto forte, secondo solo a
Makarov, ma nient'altro.
La Scarlett,
detta Titania indossava perennemente una pesante armatura, eccetto che
per particolari occasioni in cui indossava abiti poco adatti alla sua
indole, tutt'altro che femminile.
Vederla vestita
da coniglietta o semplicemente agghindata con un delizioso
abitino ricco di balze e nastri, era uno spettacolo veramente strano,
che lasciava tutti senza fiato e dava l'impressione di non avere di
fronte la temibile Titania, ma un'altra persona.
Il nome Elsa era
associato immediatamente alla parola armatura. E lei
d’armature ne aveva tantissime. Le cambiava secondo le
occasioni e delle esigenze (faceva lo stesso con i vestiti, senza aver
bisogno di un armadio in cui riporli, un potere veramente comodo il
suo, a detta di molte). In ogni combattimento tirava fuori un armamento
nuovo, perciò guardarla in azione era sempre una meraviglia
per gli occhi.
Ovviamente, la
bella rossa aveva i suoi lati negativi: era autoritaria e incuteva
terrore. In sua presenza Natsu e Gray smettevano di ammazzarsi e si
abbracciavano, se glielo avesse chiesto si sarebbero persino baciati;
Kana smetteva di bere, Loki di flirtare, tutti diventavano
più ''buoni'' e responsabili, insomma.
La Scarlett si
diresse subito ad aiutare Max e Warren a sollevare delle pesanti travi,
indossando l'abito da cantiere, con scritto sull'elmetto "La sicurezza
innanzitutto". Anche Makarov, indossava una cosa del genere, ed era
impegnato a sistemare il tetto, nella sua stazza da gigante.
Lucy invece si
dispose al centro di uno spiazzo e prese la Chiave Dorata del Toro, si
concentrò e pronunciò la formula per invocare il
robusto Spirito Stellare.
-Apriti, porta
del palazzo del Toro Dorato!- recitò, braccio teso,
impugnando la chiave che sbloccò una serratura
nell’aria, aprendo il passaggio tra i due mondi, quello degli
umani e il mondo magico, dal quale provenivano gli Spiriti Stellari.
Taurus non
tardò a fare la sua entrata.
Era un uomo toro,
dal corpo umano e il muso bovino, col manto pezzato. Portava un'ascia
enorme sulla schiena nuda e gli unici indumenti che indossava erano gli
slip e gli stivali.
-Taurus, per
favore, dai una mano agli altri mentre io aiuto Mira a riordinare e
distribuire vivande.- Lucy non era forte, ma voleva dare il suo
contributo, in fondo, si sentiva la causa di quel disastro, dato che
era lei che i Phantom volevano.
Taurus
annuì, poi si mise a fissarla attentamente.
-Muuuuu!
Signorina Lucy, anche oggi le sue mammelle sono perfette!- lei, per
tutta risposta gli diede un ceffone e si diresse verso Mira, fumante di
rabbia.
-Taurus
è un coccolone!- gli fece la maga albina sorridendo.
Lucy la
guardò come se avesse davanti uno strano essere.
-Eeeh? Mira, che
dici?-
Taurus intanto
aveva attaccato bottone con Max, il mago della sabbia che amava parlare
con gli altri -Le mammelle della signorina Lucy sono mmmmooolto sode!-
Al mago della
sabbia venne il sangue al naso e le sue mani facevano strani gesti.
-BASTAAAAA!- fece
la bionda -Sigh... Comincio a credere di avere fatto una sciocchezza ad
invocarlo...-
Si
appoggiò al bancone sconsolata.
-Che
c'è?- le chiese Mirajane
-Nulla... E che
vorrei tanto possedere più chiavi, ma con la gilda in questo
stato, non siamo ancora pienamente in grado di svolgere missioni
complesse...-
D'improvviso,
calò il silenzio.
Persino Taurus
cessò di fare commenti sul seno (anzi, le mammelle) di Lucy.
Tutti guardarono verso l'entrata del cantiere.
Al momento, si
trovavano tutti all'aperto, perciò, non distinsero bene le
quattro sagome che si avvicinavano.
Anche se tre di
loro erano ormai ''tristemente'' note.
La prima era
ovviamente Leek, che, seguita dai suoi due scagnozzi prediletti,
marciava pestando il terreno e sollevando un sacco di polvere
che andava a oscurare la sagoma della quarta persona, ovvero la vittima
che aveva subito l'ingiusta punizione da parte della misteriosa bella
straniera.
-Tanto
è Macao!- fecero i due Shadow Gear, mentre Levi li guardava
sconsolata, allontanandosi pian piano dalla traiettoria di tiro di
Kana, la quale era pronta ad esibirsi nel lancio del barile.
-Magari Natsu!-
fece Warren
-E Gray?- chiese
Max, ridendo.
-Ma no!- rispose
qualcun altro ridendo –Gray prende in pieno ogni
giorno i colpi di W. Hierophant, figuriamoci se potrebbe fare una cosa
del genere!-
Mira sorrise e
Lucy la guardò meravigliata.
-
Perché sorridi?- le chiese
-Ora lo vedrai.-
rispose gentilmente.
Gli istanti che
si susseguirono furono di pura tensione. Leek, nera di rabbia, era
arrivata al bancone di Mira, bofonchiando un -Buongiorno!- masticato.
Nel momento in
cui si era fermata, il polverone aveva cessato di levarsi in alto e
tutti poterono vedere il ''personaggio misterioso''.
Un'esclamazione
improvvisa riecheggiò.
-Eeeeeh????
ELFMAAAAAAN????-
Il mago albino si
massaggiò la nuca imbarazzato.
-Ecco
io… Non è come sembra…- fece.
-Si, lo
sappiamo.- fece Natsu, appena arrivato, ma già pronto a
gettare nello scompiglio il cantiere. –E sappiamo anche che
le hai prese da una donna!!-
Elfman non si
scompose e lo guardò rassegnato –Un vero uomo non
colpisce una donna, mai.-
-Oh, beh. Se
preferisci penderle.- il mago del fuoco incrociò le braccia
dietro la nuca e saltellò più avanti, in cerca di
Elsa.
-Elsaaaaaaa!-
esclamò –Mi sono ricordato di una cosa molto
importante!!-
Elsa si
voltò a guardarlo.
Lucy invece,
sempre al bancone, lanciò una timida occhiata a Leek.
La nuova arrivata
si limitò a ignorarla. Quel giorno i capelli erano
portati completamente all’indietro, adornati con pinzette
rappresentanti i semi delle carte. Indossava una salopette verde con
stampato un picche sul petto, e sotto, una t-shirt nera con i cuori
stampati sulle maniche. Anche questo completo aveva le scarpe unite ai
pantaloni.
-Una cosa
importante?- fece Elsa lanciandogli una trave che il mago del fuoco
bruciò al volo.
Elsa gli diede un
pugno sulla testa –Non dovevi incenerirla!-
Natsu
continuò –Dopo che sei stata arrestata dal
consiglio, sono successe un sacco di cose e non abbiamo portato a
termine la nostra sfida.-
La rossa rimase
un attimo in silenzio.
-E’
vero… Ma ora non possiamo continuarla.-
-Lo so.- fece
Natsu, sollevando un’altra trave e porgendogliela
–Intendevo, la continueremo terminata la ricostruzione?-
Elsa sorrise
afferrandola. Una bella lotta contro un avversario valido le faceva
sempre ribollire il sangue nelle vene.
-Perché
no? Sarà perfetta per inaugurare la nuova gilda!- sorrise.
Natsu
alzò braccia e viso al cielo, gridando ad occhi sgranati e
fauci al vento –Siiiiiiiiii! Ti sconfiggerò!-
Il suo entusiasmo
era tale che non sentì il commento di Gray, appena arrivato
e ancora completamente vestito, che gli disse –
L’importante è crederci, amico.- non lo disse con
malizia, ma con compassione. Battere Elsa era un sogno irrealizzabile
per chiunque, anche se il mago del fuoco aveva dimostrato di riuscire a
tenerle testa. In ogni caso l’incerta sfida era stata
interrotta da un funzionario del concilio, perciò nessuno
sapeva come sarebbe andata a finire.
Anche Happy era
appena arrivato insieme a Natsu e si era subito precipitato a
infastidire Lucy, la quale aveva appena rispedito Taurus nel suo mondo.
La bionda aveva
delle grane tutte sue da risolvere, perciò non ascoltava i
commenti del micio blu che le faceva domande strambe.
La sua attenzione
era rivolta alla maga bionda che aveva accanto.
-Ehm…-
cominciò –Noi due non abbiamo avuto occasione di
presentarci…-
Leek le
lanciò un’occhiata, prima al viso, poi al mazzo di
chiavi legato alla vita.
-Sei una maga
degli Spiriti Stellari. Questo mi basta.- riprese a bere, guardando in
direzione di Mira che medicava sorridendo Elfman.
-Vedo che ti sei
dato da fare, fratellino.-
-Sorellona,
perché l’hai fatta entrare in casa?-
Mira
finì di fasciargli il polso.
-Si è
addormentata sul tuo letto, non potevo cacciarla.-
Lucy la
guardò stupita “Poteva eccome!”
Leek continuava a
guardare Elfman. Era così alto e sembrava molto forte. Era
anche bello. Certo, c’erano maghi molto più belli
di lui, ma lei lo trovava speciale, nonostante quella mattina l'avesse
coperto di botte.
Se non fosse
stato per quell’odioso vizio che aveva di intrufolarsi nei
letti dei maghi, avrebbe cercato di avvicinarlo in un altro modo.
W. Hierophant
guardò la sua Leek, la sua Hime, la sua protetta. E pianse
commosso.
“La mia
Leek sta crescendo! Coraggio piccola! Farò sempre il tifo
per te!”
Cam, che stava
gironzolando un po’ovunque, cercando di dare una zampa come
poteva, arrivò vicino al suo compare effeminato.
-Di nuovo quella
faccia da sogliola, White?- gli chiese sarcastico, al che W. Hierophant
si ricompose, guardandosi intorno imbarazzato.
Fortuna che
nessuno lo stesse guardando.
Erano tutti
troppo impegnati.
-Leek…-
cominciò Lucy, distraendo la Blackberry.
-Che
c’è?-
-Ehm…
Per caso, ti ho fatto qualcosa?-
Leek
abbassò lo sguardo.
-No…
Scusami, ma nella mia famiglia non sopportiamo i maghi degli Spiriti
Stellari…-
-Eh? Ma
perché?-
Leek scosse le
spalle -E’ una storia troppo lunga. Scusami se sono fredda
con te, ma non ne posso fare a meno.-
Lucy
annuì e poi le porse la mano sorridendo.
-Eh?- fece Leek
confusa.
-Non so a cosa
sia dovuto quest’astio, ma perché non proviamo a
fare amicizia?-
Di risposta Leek
chinò il capo.
Non sapeva che
fare.
La sua prima
amica una maga degli Spiriti Stellari? Avrebbe potuto stare bene con
lei che possedeva il potere che le era stato negato fin dalla nascita?
Fissò
la mano indecisa.
Stringerla o no?
Nessuno
gliel’aveva mai porta.
La prese e
sorrise imbarazzata.
W. Hierophant
sorrise trionfante.
“La mia
Hime ha fatto amicizia! E per di più con una maga degli
Spiriti Stellari!! Sta diventando proprio una signorina!”
-Ma che gli
prende?- fece Happy fissandolo
-Si è
perso nelle sue fantasie.- scosse la testa Cam.
-Eeeh?!-
W.Hierophant si scosse imbarazzato, portando le braccia al viso per
nascondere il rossore.
L’idillio
fu interrotto da Makarov che, tornato alle sue normali dimensioni,
saltellò fino al bancone e si appollaiò sulle
ginocchia di Leek.
-Ehi, tu!-
esclamò il sacerdote –Giù le zampacce
rinsecchite dalla mia Hime!-
Makarov
ridacchiò, con le mani portate dietro la schiena, come un
bambino tronfio d’orgoglio per aver svolto bene un compito
scolastico.
-Vedo che hai
già fatto amicizia! Bene….- le mostrò
un foglio arrotolato -Perché ho trovato qualcosa che ti
potrà interessare!-
Ore
12:00
I maghi si
stavano rifocillando come ricompensa dell’ottimo lavoro
svolto quella mattinata.
Stranamente Gray
era ancora vestito ed era seduto accanto a Natsu, intento, non a
rivolgergli battute aspre, ma a gustarsi un bel pollo alla diavola in
fiamme.
-Gnam gnaaaammm!-
a giudicare dai versi che emetteva, doveva trovarlo squisito.
Il motivo, oltre
alla fame, che spingeva i due eterni nemici a sedere vicini come se
niente fosse era Elsa, che stava accanto a loro come un boia pronto a
calare la ghigliottina sulle loro teste, ma anche una mappa
stesa al centro del tavolo.
Leek, la
studiava, insieme a Lucy e Levi.
-Devi partire per
una missione, Lechan?- chiese l’azzurra.
Leek
annuì. Dopo aver stretto amicizia con Lucy, o meglio aver
deciso di provare a farlo, aveva conosciuto anche la McGarden, con
immensa gioia di W.Hierophant che non aveva fatto altro che gongolare
di felicità per tutta la mattinata con stampata sul viso una
buffissima faccia da pesce lesso.
La Blackberry
annuì.
-Il Master ha
detto, che questa città è stata fondata
recentemente, ma è molto sospetta. Sono scomparsi dei
maghi.- deglutì -E probabilmente c’è lo
zampino di… una persona che sto cercando.-
La mappa non era
antica, anzi era piuttosto recente, in fogli lucidi invece che su
pergamena. Era la mappa di una città turistica, a quanto
sembrava e riportava a fondo pagina, scritto in sgargianti caratteri,
la parola Caleido.
-Caleido?- fece
Lucy –Dove l’ho già sentito?-
-E’ la
città dei divertimenti per adulti.- fece Elsa
-Per adulti?-
chiese Gray.
La
città aveva la bizzarra forma di ruota panoramica, con sette
raggi che partivano dal centro, nel quale sorgeva una torre. Alle
estremità vi erano degli ovali, come le cabine delle ruote
panoramiche.
Tra i raggi
sorgevano le vie e su ogni via era disegnato un numero, da uno a sette.
La leggenda
riportava i vari nomi e le descrizioni: 1 Luxuria Garden, 2 Ozio
Station, 3 Casinò Avenue, 4 Puraido Michi , 5 Beel Street ,
6 Envy Rope, 7 Rage Square.
-Esatto, per
adulti.- fece Elsa –Come vedi, c’è un
quartiere a luci rosse, uno pieno zeppo di casinò, uno pieno
di ristoranti…. Anche le attrazioni che si potrebbero
trovare in un parco di divertimenti normale vengono sostituite da
divertimenti per adulti.-
-Leggi qua!- fece
Gray – Girandola Segaossa!-
-E questo? Tour
della Morte in casa del Demonio.- fece Natsu
I due si
guardarono.
-Sembra
divertente!- esclamarono in coro.
-Voi dite?- fece
Lucy con gli occhi stretti.
-Lucy, ti sei
cagata di paura?- esclamò Happy tappandosi il naso.
-Non sono io!-
esclamò lei, mentre uno strano odore aleggiava
nell’aria.
-Aaaah…
Finalmente libero!- esclamò Makarov, massaggiandosi la
pancia.
-Master…-
fece apprensiva Mira, mentre Elfman si tappava il naso –Non
dovrebbe mangiare i fagioli se la gonfiano.-
-Lucy,
allontanati!- continuò Happy –Puzzi da morire!-
-Ma non sono io!-
esclamò lei.
-Lucy,
è meglio se vai.- le fece Elsa, continuando a guardare la
mappa.
-Ma Elsa!!! Anche
tu!!- Lucy aveva le lacrime agli occhi.
Leek
abbozzò un sorriso.
“La mia
Hime sta sorridendo!” pensò White Hierophant
-White…
La tua faccia…- fece Cam.
Il
giorno prima, mentre tutti si sbronzavano per festeggiare il compleanno
di Kana (e quindi l'alcool era distribuito a fiumi) Makarov,
avvalendosi della ancora poca lucidità rimasta, aveva
chiamato la rossa nel suo studio.
-Domani
Leek partirà in missione.- ridacchiò (per la
sbronza) sventolandole davanti un avviso non ancora appeso in bacheca.
Non riuscì a guardarlo bene, perché il master lo
muoveva troppo.
Rimase
in silenzio, chiedendosi cosa c'entrasse con lei.
-Non
è mai stata in una gilda.- disse Makarov, recuperando un po'
più di lucidità, e di credibilità, con
sguardo serio e compassionevole -E potrebbe mettersi nei guai, questa
volta.-
-E'
una missione delicata?-
-E'
imparentata con un ...hic... mago ricercato dal consiglio. Non escludo
che, come lei stia cercando lui, così lui stia cercando lei.-
-Un
mago ricercato dal consiglio?-
-Vinegar
Blackberry.-
Elsa
cercò di ricordare dove avesse già sentito quel
nome e improvvisamente le venne in mente l'immagine di un uomo dai
lunghi capelli viola e il rossetto nero sulle labbra. Una benda gli
copriva l'occhio destro.
-E'
l'uomo che ha cercato di rovesciare il regno di Emerald?- chiese
Makarov
annuì. -Proprio lui. E nonostante le cose non siano andate
come voleva, è ancora in circolazione. Nessuno sa cosa stia
tramando di fare, né perché, ma la presenza di
Leek è segno che qualcosa si sta muovendo.-
Elsa
annuì.
Makarov
riprese a biascicare cose senza senso a causa della sbornia,
così la rossa decise di lasciare lo studio e tornare a
festeggiare con gli altri.
-Ah,
Elsa...- le disse ancora Makarov -Ricordati che Leek è una
nostra compagna, a prescindere dal fatto che sia legata a quel
criminale.- Titania sorrise. Degno del Master.
-Non siete
obbligati a venire.- fece Leek –E’ una questione
che devo risolvere io.-
-E’ una
missione di grado S.- disse Elsa per tutta risposta.
-D…D..Di
grado S?- esclamarono Natsu e Gray.
-Vedi Leek, le
missioni di grado S possono essere compiute solo se in un team
c’è un mago di livello S. Di conseguenza,
verrò con te.-
-E
verrò anche io!- si esaltò Natsu.
-Non promette
nulla di buono…- fece Lucy, ma poi guardando Leek, che le
appariva piuttosto confusa le sorrise e le disse
–Verrò anche io.-
-Non fartela di
nuovo addosso per la paura, però!- fece Happy
-Ti dico che non
sono stata io!- ringhiò la bionda.
-Sembra
interessante…- fece Gray
-Tu non vieni.-
fece W. Hierophant, sbuffando in faccia al moro.
-Ah, si? E
perché?-
L’effeminato
tolse il bazooka.
-Perché
ti polverizzo qui, subito!-
-Smettila di
renderti ridicolo…- fece Cam
-Lasciali
continuare.- fece una voce da dietro.
Elfman si
elevò sul chiassoso gruppetto.
-I veri uomini
risolvono le cose con i pugni! Mi raccomando! Dateci dentro!-
Leek
arrossì e girò lo sguardo.
“La mia
Hime…” pensò ancora
l’effeminato
-Non ti
distrarre!- esclamò Gray spogliandosi.
-Dannato maniaco!
Non permetterò mai a Leek-hime di andare in un posto
così pericoloso con uno come te!!!- il bazooka era pronto a
sparare.
In mezzo al caos,
Elfman si avvicinò a Elsa e Leek.
-Vengo anche io.-
disse.
-Bene.- fece la
rossa –La ricompensa è 20 milioni di Jewel.-
Tutti
ammutolirono.
-Una cifra
così alta…-balbettò Levi.
-Ovvio che
c’è qualcosa sotto.- concluse Lucy.
Natsu si
colpì il palmo della mano con un pugno, carico
più che mai.
-Le cose si fanno
decisamente interessanti!- esclamò al settimo cielo,
circondato dalle sue stesse fiamme.
-Natsu
è andato a fuoco!!!- gridò qualcuno.
Qualche ora dopo,
i membri del team scelti per quella missione, ovvero Natsu, Elsa, Gray,
Happy, Lucy ed Elfman, si diressero all’entrata della
città.
Leek li aspettava
all'ombra di un albero, con W. Hierophant e Cam accanto a lei e un
grosso carro, al quale era legato uno strano animale violetto a due
teste.
-Che razza di
animale è quello?- chiese Happy, indicando lo strano essere
il quale aveva una testa equina e una indefinita. Sembrava una specie
di coniglio con la testa girevole e l'aria assente.
-Senti chi
parla.- rispose l'animale, o meglio la testa equina
-Parla!-
esclamò il gatto
-E tu allora? -
-Riot, non
cominciare ad attaccare briga.- disse la ragazza alzandosi e si rivolse
al gruppo -Chariot è un animale a due teste. La testa destra
è Riot, quella a sinistra è Tanchimo.-
-Tanchimo???-
esclamò Lucy -E che centra con Chariot? E poi, che razza di
essere sarebbe??-
-Molto piacere!-
esclamò Natsu, dando delle grosse pacche alle due teste.
-Come puoi
familiarizzare così in fretta?- urlò ancora Lucy,
rivolta a Natsu. Poi si voltò verso Leek -Scusa Leek, senza
offesa, ma che cosa sono?- le chiese.
La bionda le
rispose in modo leggermente irritato -Te l'ho detto. E' un Chariot. Una
creatura della mia terra.-
Non lo faceva
apposta. Nonostante i maghi come Lucy non le avessero fatto nulla, non
poteva fare a meno di provare una leggera antipatia. Possedevano quel
potere che i membri della sua famiglia da sempre bramavano, ma che non
potevano ottenere.
Per questo una
donna dal grande ingegno creò i Tarots.
Erano creature
artificiali, quasi eretiche, ma erano vive e avevano dei sentimenti.
Nate per servire
la famiglia Blackberry erano carte passate di mano in mano, fino a che,
ridotta a pochi elementi, i pochi membri della famiglia si erano
trovati a possedere ognuno più di un Tarots.
E per Leek quelle
bizzarre creature valevano più di qualunque amico umano.
-Se siamo pronti
partiamo.- disse la ragazza, salendo sul grosso carro.
Gli
altri fecero lo stesso e lo strano animale
cominciò a correre velocissimo, sparendo in pochissimi
secondi all’orizzonte.
-Che schifo,
Natsu! Vomita fuori dal carro!- esclamò Gray, salutando
così la città di Magnolia e i suoi abitanti.
Fine
Capitolo 2
Et voilà!!! Perdonate l'attesa. Il capitolo era in restauro
XD
Oggi sono stata colta da ispirazione e l'ho sistemato per bene. Mi
ritengo soddisfatta e spero che piacia anche a voi.
Se alcuni nomi, tipo Gazille o Mist Gun non vi suonano bene,
è perchè li ho presi dalle scan in inglese.
Ritengo suonino meglio dei nostri Gajil e Misto Gun U_U
Riguardo a Gildartz, l'ho letto da qualche parte... Non mi ricordo come
l'hanno tradotto da noi. Vabbè...
Leek ha un carattere un po' strano e si trova piuttosto confusa, quindi
perdonatele gli sbalzi di umore, specie con Lucy.
Le vie della città dei divertimenti per adulti prendono i
nomi dei sette peccati capitali, tranne Casinò Avenue e Beel
Street che li richiamano.
Luxuria= Lussuria
Ozio=Ozio/Accidia
Puraido=Pride=Orgoglio (storpiato dal jap)
Beel=Beelzebu=Gola
Casinò= Soldi= Avarizia
Rage=Ira
Envy=Invidia
Caleido viene da Caleidoscopio. Non so se ce lo avete presente, ma
è un aggeggio che fa vedere delle figure colorate, piuttosto
varie. E' tipo un cannochiale. Comunque mi sembrava adatto per una
città del genere.
Marian Yagami: spero che ti piacia anche questo cap, dato che Gray ha
sempre da ridire col mio Whity XD
pika chan: Grazie infinite ^^ spero continuino a piacerti
anche in futuro, perchè ho delle sorpresine in serbo per
loro (e per voi)
Ghen: Dimmi che non mi sono dimenticata altri Kania in giro per il
capitolo =_=
La storia si svolge circa nel 9 (ora non so, ma praticamente
è appena dopo che finisce la saga dei Phantom Lord, quindi
dovrebbe essere il 9).
Una parte non dico che sarà uguale a certi capitoli
originali, ma prende spunto da quelli e anche se le ambientazioni
saranno diverse il succo sarà quello (questo per quanto
riguarda Loki).
Bene, non anticipo altro! ^^
Fatemi sapere che ne pensate di questo cap ^^
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3: Gli ingranaggi cominciano a muoversi. Oh, Loki! Ci sei anche tu? ***
Capitolo
3: Gli ingranaggi cominciano a muoversi. Oh, Loki! Ci sei anche tu?
-Vinegar.-
Vinegar
Blackberry si voltò, nel sentire la dolce voce femminile
pronunciare con desiderio il suo nome.
L’uomo
che Leek tanto cercava, era in quel momento intento ad osservare la sua
città, la bellissima Caleido, tanto acclamata, quanto
criticata e definita dai moralisti: la città del peccato.
E non solo
perché le sue vie richiamavano agli angeli caduti e i suoi
quartieri ai peccati capitali.
Ma proprio per il
fatto che quei quartieri erano in tutto e per tutto fedeli al loro nome.
La
città era parecchio grande, con solo un migliaio
d’abitanti, costituito dai dipendenti, a dispetto del numero
di persone che poteva effettivamente contenere, ovvero sui 12 mila
circa.
Non vi erano
bambini fra le attrazioni, solo ragazzi e adulti, persone grandi e
vaccinate, insomma, che avevano la voglia e la possibilità
di visitare la città per intero e goderla in tutto e per
tutto senza rimanerne traumatizzati.
L’uomo
dai capelli viola sorrise, leccandosi appena le labbra color
dell’ebano, mentre la donna avanzava verso di lui
ancheggiando con fare sensuale.
Il corpo era
tonico e muscoloso, ma non per questo meno femminile rispetto ad altre
esponenti del gentil sesso. Era decisamente attraente e le sue forme
prosperose erano in bella mostra. Indossava degli stretti abiti di
pelle rossa e nera che coprivano poco e non molto. I seni e il ventre
candidi come la neve erano quasi del tutto scoperti e le gambe erano
fasciate da stivali di pelle neri, senza punta né tallone,
ma con tacchi alti e sottili.
A coprire le
spalle nude un mantello rosso, tenuto sul petto da una spilla dorata a
forma di demonietto ghignante e lungo appena fino al fondoschiena,
appena sopra il quale, fuoriusciva una sottile e lunga coda vermiglia,
dall'estremità cuneiforme affilata. Degli anelli dorati
tintinnavano sbattendo tra loro bloccati dal cuneo, senza mai cadere
dalla coda.
Infine, guanti
neri, lunghi fin sopra il gomito, con le dita vermiglie, coprivano le
braccia esaltando i muscoli.
-Che
c'è, Lilith?- chiese lui.
Gli occhi
ametista di lei s’illuminarono malvagiamente e le labbra
scarlatte si protesero voluttuosamente, come a provocare i bassi
istinti del suo padrone.
-Lilith. Non ho
tempo per i tuoi giochi.- disse lui sorridendo, per nulla dispiaciuto
dell'atteggiamento provocante della creatura, anzi.
Il volto
dell’uomo era in ombra, ma Lilith lo riteneva molto
più sensuale così che esposto ai raggi del sole.
La donna si
accarezzò i voluminosi e lunghi capelli d'ebano
giocherellando con le punte. Le corna demoniache si ergevano sulla sua
testa attorcigliandosi in modo sensuale.
Era
così diabolicamente bella e intelligente… Vinegar
non poteva sperare in un alleata migliore. Perché Lilith,
non era altro che uno dei Tarots più potenti, dopo il Mondo,
insieme al Mago, la Forza, l’Imperatore e il Gerofante.
Ironia della
sorte due delle carte più potenti le possedeva lui e due
Leek.
Il Mondo ancora
non era riuscito ad entrarvi in possesso, ma con Leek sarebbe stato
tutto più semplice.
L’Imperatore
non apparteneva a nessuno di loro due, ma Vinegar non lo reputava un
problema, per il momento.
-I nostri
informatori mi hanno riferito che dei maghi di Fairy Tail si
occuperanno della faccenda delle sparizioni e che Leek si è
affiliata a quella gilda. Come dobbiamo comportarci con i maghi?-
Vinegar ci
pensò su per qualche secondo.
-Divertitevi
pure.-
Lilith sorrise
maliziosamente, compiaciuta. -Bene. Sarà un vero piacere.-
si leccò le labbra peccaminose.
-Lilith?-
-Dimmi, amore.-
fece lei, accarezzandogli il viso, il corpo premuto sul suo.
Lui
arrossì violentemente, percependo i suoi seni sul petto.
Quella
era la sua Lilith, se non si fosse comportata in tal modo, non sarebbe
più stata lei.
Il viso vicino al
suo, le labbra socchiuse sulle sue….
-Che mi dici di
Chive?- le sussurrò, prima di concederle quel premio.
Lei si
allontanò un poco, quanto bastava per potergli parlare senza
perdersi nelle sue dolcissime labbra, che più di una volta
l’avevano travolta di piacere al solo sfiorarla.
Proprio lei
Lilith Ruby, il Diavolo, era caduta nella rete dell’amore,
legandosi al suo padrone.
Ma Vinegar era
speciale.
Per evocarla
aveva sacrificato il proprio occhio, cosa che nessuno aveva mai fatto e
più di una volta si era dimostrato pronto a perdere
qualsiasi altra cosa per lei.
Non era solo il
suo evocatore.
Era Suo.
E nonostante lei
fosse il "male" da tutti temuto, non poteva che sentirsi felice al suo
fianco.
-Chive non vuole
saperne di parlare.- rispose, a bassa voce.
-Leek non
dovrà sapere che lui è qui, finché non
lo dico io.-
-Avvertirò
gli altri…- si riavvicinò al suo Vinegar
–Ora però non pensare ad altro. Solo a
me…-
Lilith
trascinò l’uomo in un focoso e passionale bacio,
che perse immediatamente la castità iniziale e
terminò con i corpi sudati dei due, seduti alla penombra
delle mura.
All’esterno,
Caleido brulicava di gente, la quale non immaginava affatto, che quel
luogo di pace, gioia e divertimento, potesse diventare in seguito un
campo di battaglia ed epicentro dal quale avrebbe preso il via la
conquista del mondo intero e lo stravolgimento dello spazio tempo, la
fine delle cose come tutti le conoscevano.
Il Mondo era il
mezzo.
Chive la chiave.
Leek la serratura.
-Siamo
arriBLUAaatii?- chiese Natsu, mentre un conato di vomito gli deformava
il viso. Gray gli prese la testa e gliela sbatté
all’esterno del carro.
-Vomita fuori,
che schifo!-
-Manca ancora
molto?- Cam si stiracchiò, allungando ancora di
più il collo longilineo, mentre Happy lo guardava sotto
shock. Lui non riusciva ad allungarsi così, pensava e
n’era un po’ geloso, il micio volante.
-Pare di no.-
rispose Elsa, guardando la cartina.
Il Chariot
marciava spedito da diverse ore. Si erano riposati solo una volta e
solo per una mezz’oretta, dopo la quale, Leek aveva dato il
comando alla testa rotante, Tanchimo, appendendogli al collo un
cartello con scritto AUTO. In questo modo Riot riposava, nonostante i
due condividessero lo stesso corpo.
-Eccola!-
esclamò Happy, svolazzando fra le loro teste.
Lucy si sporse
dal carro, quasi mettendo il sedere sulla faccia di Gray.
-Ma è
bellissima!- esclamò.
-No, ma dico!-
fece il moro infastidito.
Leek
annuì sorridendo.
Era bella
davvero. Avvertivano già la musica e potevano vedere
distintamente l’enorme ruota panoramica che sorgeva
all’estremità orientale, come il sole.
-E’
grandissima…- si lasciò scappare Elfman.
“Lì
forse incontrerò lo zio…” Leek si
portò le mani al petto e strinse il collo della
maglietta,sotto la quale,nascosto ad occhi indiscreti, stava un piccolo
ciondolo portafoto a forma di cuore. “Chive,
Nadine… perché non avete risposto alla mia
lettera?”
-Tutto bene,
Leek?- chiese Lucy, posandole una mano sulla spalla.
Leek sorrise
tristemente e annuì.
-Si…
Va tutto bene…-
-Scusate se
v’interrompo.- fece Gray, al che tutti si voltarono verso di
lui, ancora miracolosamente vestito. –Questa dovrebbe essere
una missione, ma Leek, noi non conosciamo i tuoi poteri…-
La biondina
annuì e, dopo aver sistemato una ciocca di capelli sfuggita
alle mollettine, prese dalla tasca della salopette una custodia rossa,
di forma rettangolare e la mostrò agli altri.
-Ecco.- la
aprì e tutti ne osservarono il contenuto.
Vi erano delle
carte figurate, la prima delle quali, rappresentava una persona che
avevano avuto modo di conoscere molto bene.
-White
Hierophant?- esclamò Gray sorpreso.
-che significa?-
chiese Natsu.
Leek prese la
carta di White Hierophant e la alzò in modo che tutti la
potessero vedere bene.
Era di cartoncino
resistente, parecchio lucida e l’illustrazione era molto
bella. Ritraeva l’effeminato impegnato in una funzione
religiosa, col viso casto e pio. Vi era scritto il suo nome Hierophant,
in una pergamena raffigurata in basso.
-White
Hierophant, vieni fuori.- disse Leek
La carta si
illuminò e parve gonfiarsi.
Ora era tutto
chiaro.
White Hierophant
aveva detto di non essere un mago e di fatto era una creatura da
invocazione che riposava in una carta.
-Io sono un
Tarot.- esordì, dopo aver lanciato un’occhiataccia
a Gray, che ricambiò con una smorfia –Nato per
servire la famiglia Blackberry. Leek è la mia attuale
padrona.- le lanciò un’occhiata e lei
proseguì.
-Un mio antenato,
circa mille anni fa fece un torto… Anzi no,
diciamolo… Fece morire il suo Spirito Stellare,
Pegasus. Da allora, la nostra famiglia non può esercitare i
propri poteri d’evocazione sugli Spiriti Stellari.-
Tutti rimasero in
silenzio.
-Non è
giusto…- fece Lucy e tutti la guardarono
–Non… Non è giusto che tutti paghino
per la colpa di uno. Per di più è una cosa
successa mille anni fa.-
Leek
annuì.
-Già.-
-La figlia
dell’antenato, Bellerophon…- disse Cam
–Non si arrese. Lei non aveva colpa. Era affezionata a
Pegasus, erano amici, e non aveva potuto far nulla per salvarlo. Non
sappiamo con esattezza come andarono le cose, ma di fatto…-
guardò W.Hierophant –E’ stata lei a
creare White e gli altri, sacrificando la propria vita per dare ai suoi
discendenti una possibilità di riscatto.-
-La venerabile
Bellerophon ha dato la vita per crearci.- disse Riot voltando la testa
equina verso i passeggeri –Perciò noi
affiancheremo sempre i Blackberry. Vero Tanchy?- si voltò
ancora, questa volta verso Tanchimo, che annuì, per poi
riprendere a far ruotare il capo all’impazzata.
-Cavallo strano,
tu…- Natsu riemerse, per poi riprendere a vomitare.
Leek prese piano
le altre carte.
-Questi sono gli
altri Tarots che ho.- li mostrò uno ad uno, senza evocarli,
per non sprecare le forze.
-Magician Grey,
il mago grigio; Cobalt Hermit, l’eremita Cobalto; Yellow
Star, la stella; Ciel Angel, il giudizio.- poi si voltò
verso Riot e Tanchimo –Poi ci sono loro due, che formano il
Purple Chariot, insieme a questo carro.-
-Siamo arrivati!
Siamo arrivati!!!- gridò Happy.
Ormai, il gruppo
era a destinazione.
Davanti a loro,
si apriva Viale Belphegor, la via principale di Ozio Station,
un’ampia strada alberata, con dei rilassanti alberi verdi,
dai tronchi sottili e le chiome a forma sferica, perfetta.
Dietro gli
alberi, alberghi, terme, piscine, luoghi che richiamavano
l’ozio e la pace.
La
tranquillità regnava sovrana e nell’aria risuonava
una rilassante musica inneggiante la serenità.
Leek fece
rientrare i Tarots nelle carte e le nascose velocemente in tasca, nel
caso i tirapiedi del suo adorato zietto si facessero vivi.
-Questo posto
è fantasticoooooo!- esclamò Natsu arrampicandosi
su un albero, mentre Happy svolazzava vicino alla sua testa.
-Non attirare
l’attenzione.- fece Elsa, il rosato tremò nel
sentire la sua voce leggermente alterata e obbedì da bravo
bambino scendendo velocemente, e in maniera piuttosto buffa,
dall’albero.
La rossa si era
levata l’armatura, sostituendola magicamente con un abito
giallo tigrato, costituito da un top e un paio di calzoncini aderenti
appena sopra il ginocchio. Ai piedi delle eleganti scarpe aperte con un
piccolo basso. La chioma scarlatta raccolta in una coda di cavallo,
legata da un nastro, che come le scarpe e il resto era tigrato.
Avanzò
a passo sicuro trascinandosi dietro la solita montagna di valige,
dirigendosi verso un edificio, la cui insegna a forma di nuvola,
riportava a caratteri rotondeggianti la scritta
“Reception”.
-Chi è
che non dovrebbe attirare l’attenzione?- disse piano Gray,
ancora miracolosamente vestito con una morbida canottiera nera e ampi
pantaloni bianchi.
Accanto a lui,
Elfman, che portava una maglia rossa a stampa militare, pantaloni neri
e ai piedi i soliti sandali di legno, annuiva con le braccia conserte e
gli occhi chiusi.
Alla reception
stava un ometto grassoccio e basso, con gli occhi a palla e un morbido
abito bianco, simile ad una camicia da notte, a dir dei maschi, con una
cravattina azzurra a nuvolette, che per la verità era una
spilla attaccata alla tunica.
Era un tipo molto
strano e inquietante.
Leek lo
fissò a lungo, quasi gli ricordasse qualcuno, ma appena lui
si voltò verso di lei, la ragazza girò il capo,
fingendo di spostare l’attenzione su dei depliant appesi in
una bacheca.
I maschietti si
buttarono in delle soffici poltrone, mentre Lucy ed Elsa trattavano col
"ciccione in camicia da notte".
Cam se ne stava
buono buono in una gabbietta per gatti, in compagnia di Happy (per
evitare gelosie). Non poteva rischiare di essere riconosciuto.
Se lo sentiva.
Lì era
pieno di Tarots e l’odore di Vinegar era percepibile da
qualche parte nel parco.
C’era
anche un altro odore, molto familiare…
-Oddio che
schifo!- esclamò sottovoce –Sei una fogna!-
ringhiò a Happy, che per tutta risposta, con la solita voce
da pesce ebete, fece cenno a Lucy di avvicinarsi, per poi dirle
–Smettila di sparare queste puzze!-
La bionda per
tutta risposta prese la gabbia e disse ad Elsa che sarebbe uscita un
attimo a fare prendere aria ai
‘’micini’’ e, una volta fuori,
agitò la gabbia fino a farli vomitare.
“Ma io
che c’entro?” pensò disperato Cam.
Tornando
all’omino grasso, dai pochi capelli neri sistemati in un
orrendo riporto a nascondere la calvizie, questi discuteva gentilmente
e pacatamente con Elsa riguardo alla sistemazione.
-Ricapitolando…-
fece, scrutando i vari documenti, -Due camere da tre persone ognuna,
animali compresi, giusto?-
Elsa
annuì.
-Molto bene. Cosa
preferite? Alberghi, Bed and Breakfast, terme?-
-TERME!-
esclamarono i maschi.
-Non abbiamo
tanti soldi...- fece Elsa, pensierosa, poi guardò Leek
–Ma direi che una volta tanto possiamo permettercelo.-
tornò a rivolgersi all’uomo –Le terme
vanno bene. Quanto viene?-
L’omino
prese a fare i conti, ma la sua lentezza era tale, che dopo dieci
minuti era ancora lì a contare con le dita, che indicavano
solo il numero tre.
E non aveva
ancora raggiunto le dieci dita.
Ben dieci minuti
per tre dita!
Natsu era
già pronto a dare fuoco a tutto e Gray stava cominciando a
spogliarsi (l’effetto delle armi dell’effeminato
ormai era svanito e, dato che lui stava nella carta, non lo poteva
rinnovare).
Elsa
lanciò un’occhiata omicida ai due, che si
bloccarono per il terrore.
Natsu
ingoiò le fiamme e Gray rimise la canottiera. Per finire si
abbracciarono.
Elfman seduto
sulle poltrone annuiva, sempre a braccia conserte e occhi chiusi.
Dopo mooolto
tempo, finalmente il gruppetto ricevette un documento da presentare
alle terme in fondo alla via.
Sul portone,
simile all’entrata di un tempio, stava la scritta in
caratteri orientali, Litania.
Elsa procedette
trascinandosi dietro le sue numerose valige, seguendo le indicazioni
dell’omino e guidò il gruppo davanti alla
struttura termale, in antico stile giapponese.
Dall’interno
proveniva quell’aria calda e profumata tipica degli ambienti
e molte persone in kimono entravano e venivano, tutte rilassate e
dall’aria riposata.
Elsa
consegnò ad una ragazza dal kimono azzurrino e i capelli
color dell’ebano, il documento e questa in quattro e
quattr’otto li accompagno alle rispettive stanze e informo
sugli orari e le regole.
Lo fece con tale
velocità e precisione da lasciare il gruppo molto sorpreso.
Leek
liberò i gatti dalla gabbia e Cam, sottolo sguardo stupito
di tutti, si stiracchiò il collo, che parve diventare ancora
più lungo.
-Tu sei
anormale!- gli fece Happy, mentre Lucy lo guardava male.
-E tu che mi
dici, eh?- gli disse.
Avevano ricevuto
un appartamento in stile orientale, un Ryokan, per la precisione, dai
bassi mobili in legno e il tatami. Vi era un soggiorno che dava da una
parte verso il corridoio, lungo il quale si aprivano gli altri
appartamenti, dall’altra verso un giardinetto, sempre in
stile orientale, molto rilassante e tranquillo, con tanto di laghetto
con le carpe e giardino zen, condiviso da tutti inquilini
dell’albergo.
Vi era poi una
porta che dava ad un piccolo locale, dal quale si accedeva alle stanze.
Sulla destra quella di Elsa, Lucy e Leek, con Cam e sulla sinistra
quella di Natsu, Gray, Elfman ed Happy.
-Sistemiamo le
valigie, dopo cena andremo a fare un giro.- disse Elsa.
Con quella frase
intendeva dire ovviamente che, oltre ad ammirare la città,
avrebbero cominciato il lavoro.
Tutti annuirono e
presero a sistemare ognuno le proprie cose.
I maschi
ovviamente presero a litigare per i letti e lanciarsi valigie e
indumenti.
Le ragazze invece
parlavano del più e del meno.
Vi erano tre
letti e una cuccetta.
Lucy prese la
cuccia e la mise vicino al letto di mezzo. Non voleva che Leek
rimanesse isolata, perciò decise di sistemarla fra lei e la
rossa.
Leek non
obbiettò, non le dispiaceva, ma non avrebbe avuto il
coraggio di chiedere lei quella posizione, dopotutto era la nuova
arrivata.
Elsa le mise le
mani sulle spalle e gliele massaggiò, facendola sedere sul
letto.
-Rilassati.- le
disse dolcemente –Sei tra amici.-
La biondina
annuì.
Aveva il volto
arrossato dall’imbarazzo e il corpo teso. L’aria da
dura con la quale si era presentata alla gilda per la prima volta, era
ormai scomparsa.
Sembrava
più una bambina sperduta che una maga invocatrice.
Solo quelle
lacrime nere tatuate sotto gli occhi, dimostravano che non era
così.
Era ormai sera.
Era giunto
lì da poco e non era affatto dell’umore giusto.
Non gli rimaneva
molto tempo e doveva sprecarlo a dare la caccia a dei maghi da
strapazzo.
Per di
più in quella città così caotica.
Il master non
aveva nessun altro a cui chiederlo?
Già
che c’era, non poteva chiederlo ad Elsa?
Il mago
più amato e ambito, dai morbidi capelli rossicci e
l’aria ribelle, levò gli occhiali da sole e si
massaggiò la fronte.
Si
guardò in torno.
Una traccia,
dannazione!
“Prima
di sparire devo tornare da lei!” pensò, per poi
fermarsi a riflettere.
Quelle
parole…
Si era rassegnato
al suo destino.
Ma aveva davvero
commesso un crimine?
In fondo, mica
era sua la colpa della sua morte.
“O
forse si… Si… Se non l’avessi lasciata
sola in quel momento…” gli venne quasi da
piangere, ma si trattenne e alzò il capo.
Aveva sentito una
voce familiare.
Molto familiare.
-Lucy, sei una
stupida!- esclamò Happy, vestito con un caldo kimono,
trotterellando accanto alla bionda e a Plue.
-Oh, stai zitto.
E’ solo colpa tua se siamo finiti a Luxuria Garden!-
-Leggi il nome
della via!- esclamò Happy, per poi coprirsi gli occhi,
imbarazzato.
Lucy, anche lei
con indosso il morbido e caldo kimono, alzò gli occhi.
Lesse il nome
della via e si coprì il volto.
-Ma che
vergogna!!! Così non possiamo neanche chiedere informazioni!-
Il gruppetto
marciò imbarazzato per un po’, finchè
non intravidero un passaggio per il quartiere successivo, ovvero Ozio
Station.
-Non ho molta
voglia di tornare là…- fece Lucy, scoraggiata.
Poco prima
infatti, alle terme si era scatenata la peggiore battaglia di cuscini a
cui avesse mai preso parte (forse l’unica ed ultima).
E n’era
rimasta traumatizzata.
Happy prese a
ridere come un pazzo e lei lo fulminò torva.
-Che hai da
ridere, gatto?-
-Sei volata
via… Ahahahaha!- rideva il micio, senza sosta, quasi
soffocando.
Anche Plue emise
una risatina, ma nel suo caso fu un Puhuhun e non uno sboccato Ahahaha!
In ogni caso, i
due risero della bionda, la quale aveva ricevuto le cuscinate da tutti
gli altri, per poi volare dritta nel laghetto in giardino, sfondando la
porta scorrevole.
Si era fatta un
bagno gelido fuori programma e per di più il naso le doleva
ancora.
-Ma quelli sono
umani? Persino Leek!- disse alzando le braccia al cielo.
-Puuun.- fece
Plue.
-Si, lo so, Happy
è un gatto.-
-Puu!-
-E tu sei un
cane.-
-La
verità… E’ che sono un essere umano.-
-Ooh...- disse
Lucy, prima di spalancare gli occhi.
Le sue orecchie
gli avevano giocato un brutto scherzo.
Plue aveva
parlato???
-Un umano?! No,
aspetta! Tu puoi parlare???-
-Aye!-
fece Plue –Sai, sono il messaggero di un eroe in possesso di
una pietra sacra.-
Lucy
guardò male in direzione di alcuni cespugli
all’angolo della strada.
-Aye? Ok, Happy,
vieni fuori, ti ho scoperto.-
Il micetto, in
preda alle risate, mise fuori il musetto.
-Uffi!
Conoscendoti pensavo di prenderti in giro per una settimana!-
Lucy avrebbe
voluto strozzarlo, ma lasciò perdere.
Il gattino le si
portò e fianco e presero per imboccare l’uscita,
quando due tizi richiamarono la loro attenzione.
-Ma che bella
signorina…- fece uno, facendo voltare Lucy.
-Leek, non
dovresti bere.- disse Elsa, mentre la biondina scolava del sake.
Il suo kimono si
apriva leggermente ed Elfman, seduto accanto a lei, arrossì
nel notare il seno prosperoso, per poi voltare la testa imbarazzato.
W. Hierophant
ovviamente apparve a proteggere la ragazza e cercò subito di
uccidere Gray, in mutande accanto a lei.
I due
cominciarono una lotta furiosa, ma Leek non gli prestava attenzione.
Si era beatamente
assopita appoggiata al gigante, col volto arrossato, e per
l’alcol, e per l’imbarazzo di stargli accanto.
-Ehm…
E adesso?- Elfman si grattò la nuca.
-Portala a letto,
no?- fece Cam, intendendo ovviamente l’accompagnarla in
stanza e adagiarla sui morbidi letti cerulei. Ma la frase era
fraintendibilissima, perciò W.Hierophant
tirò fuori il bazooka e, dopo aver spedito Gray a far
compagnia alle carpe, lo puntò verso l’albino.
-Provaci e sei
morto!-
Leek si
stiracchiò sulle gambe del povero mago.
-Yaaaaawn!- fece.
Elsa
ridacchiò e Natsu prese un gamberetto, cercando di farlo
cadere in bocca alla bionda.
-Scherzetto…-
disse piano.
La rossa lo prese
per la sciarpa.
-Natsu, sono
preoccupata per Lucy ed Happy, andiamo!- poi si voltò verso
Elfman –Vi lasciamo soli.- gli strizzò
l’occhio e lui arrossì, poi guardò
Leek, indeciso sul da farsi. Se l’avesse portata in camera e
si fosse svegliata, avrebbe frainteso nuovamente tutto, prendendolo a
mazzate.
-Sei molto
carina, con indosso quello yukata.- disse un tizio, con i capelli
violetti e un fastidioso tic nervoso. Scuoteva insistentemente la testa
e la tentazione di tenergliela ferma a suon di schiaffi era forte.
Un tizio
più grosso, dai capelli biondo scuro, si stagliava alle
spalle del compagno e la guardava maliziosamente. Lucy provò
un brivido.
Quei due
portavano guai, se lo sentiva.
-Che ne dici di
venire a bere qualcosa con noi?- chiese il biondo.
Lucy
tentò di scaricarli.
-Mi spiace, ma
come vedete, ho già compagnia.-
-Dai, solo un
po’!- fece il viola –E poi… Con compagni
intendi questi due? Un gatto e un…- guardò Plue
–Bah… Non importa cosa sia.- afferrò la
bionda –Dai, non fare tante storie…- anche
l’altro la prese a braccetto e cominciarono ad incamminarsi.
-Ho detto di
no… Happy, fai qualcosa…- protestò.
Happy per tutta
risposta alzò la zampa e
-Meoooow!-
-Come sarebbe a
dire “Meooow”!?- gli urlò la maga.
-Che dolce! Parli
col gattino!- il viola parlava continuando a scuotere la testa.
-Ma si, portali
pure con noi, se vuoi.- fece l’altro.
Lucy
cercò di divincolarsi.
-Sentite, non mi
va…- fece, ma il suo corpo non rispondeva bene ai comandi.
“Che
succede?” si chiese “Ma non sarà che
questi sono maghi?” cominciò a preoccuparsi
“Dannazione,
questa non ci voleva!”
I due
continuarono a trascinarla lungo la via dall’imbarazzante
nome, finchè qualcosa non li fermò.
Come una
scheggia, una sagoma verde si portò alle spalle del viola,
colpendolo alla nuca con un gancio volante ben assestato.
L’uomo
cadde a terra, sorpreso dell’accaduto, mentre Lucy
ammirò la figura fiera e selvaggia davanti a lei.
Non
poté formulare subito il suo nome, perché il
biondo tentò di vendicare il compagno, ricevendo in cambio
un calcio sul grugno.
Anche lui cadde a
terra privo di sensi e, finalmente, Lucy poté accertarsi
dell’identità del suo salvatore.
-Va tutto bene?-
le chiese il ragazzo, con voce calma, gentile e calorosa.
-Loki!- era
sorpresa, non del fatto che lui l’avesse salvata (beh si,
anche quello) ma soprattutto del fatto che il mago fosse lì.
Lui si
portò immediatamente dietro un albero e fece sbucare la
testa dal nascondiglio.
-Ehm…
mi spiace…- emise.
A Lucy
colò una goccia di sudore lungo la tempia.
Che tipo!
- Per che cosa?-
-Questi due sono
delle canaglie che molestano le ragazze. La mia missione era quella di
catturarli.- rispose lui, uscendo dal "rifugio" per poi
afferrare i due e tentare di superare la ragazza.
Portava i vestiti
di sempre.
Giaccone verde,
pantaloni beige ampi e occhiali da sole dalle lenti verdi.
Il solito Loki, a
quanto pareva.
Ma la ragazza
notò qualcos’altro. Il suo sguardo era affaticato
più del solito e non dipendeva certo dalla
“paura” nei suoi confronti.
-Beh, ora vado a
consegnare questi due…-
-Aspetta.- gli
disse lei
-Uh?-
La bionda sorrise.
-Grazie per
avermi salvato. E per aver ritrovato le mie chiavi.-
-Oh, non ti
preoccupare.- le sorrise, per la prima volta, sinceramente.
-Se non ti
dispiace...- riprese la bionda –Che ne diresti di stare un
po’ con me?-
Lui la
guardò molto sorpreso.
Plue ed Happy si
commossero, con gli occhi a forma di cuore –No-non
sarà…?- esclamò Happy, mentre Plue
rispondeva in coro –Pu-Puuun…?-
-Oh…
Ma state zitti…- Lucy troncò il discorso.
-Accidenti a
Lucy, dove sarà finita?- Natsu si stava annoiando.
Si, Ozio Station
era un bel posto, ma lui amava l’azione e le risse,
non i posti tranquilli.
Davanti a lui
Elsa si guardava intorno.
-Dove potrebbe
essere andata?- rifletté Gray
La rossa si
fermò e si voltò verso di loro.
-Ora che ci
penso, mi sono ricordata una cosa che ha detto il Master, spalancate le
orecchie voi due.-
I due si
abbracciarono per lo sguardo serio che Titania gli rivolse
–Qualunque cosa succederà d’ora in poi,
Leek è una nostra compagna.-
I due la
fissarono straniti.
Ok, niente da
ridire sul fatto che Leek fosse ormai una loro compagna, ma che
c’entrava in quel momento?
Poco lontano da
lì, Lucy e Loki erano seduti al bancone di un bar in stile
orientale, all’ingresso di Viale Belphegor, a diversi posti
l’uno dall’altra.
Davanti a loro,
una ragazza dai capelli verdi servì ciò che
avevano ordinato e prese a pulire i bicchieri e le stoviglie usate
dagli altri clienti, il tutto cercando di ignorare i discorsi dei due.
-Non
c’è bisogno che stai così lontano.-
disse lei.
Lui
annuì.
-S-scusa…-
era evidentemente imbarazzato, e poco a poco prese ad avvicinarsi.
-E’ da
un po’ che volevo chiedertelo. Insomma, qual è il
tuo problema con i maghi degli Spiriti Stellari?-
Lui non rispose
subito e lei gonfiò le guance, in senso di protesta.
-Se non me lo
vuoi dire, non fa nulla, ma io sono chi sono, lo sai, no?-
-Lo
so…- ripeté lui –Scusa se ti ho fatto
soffrire, mi spiace. Dimenticami.-
-Non ti
capisco… Sembra quasi che tu stia rompendo con una ragazza.-
davvero non riusciva a capirlo, gli sembrava più strano del
solito. E sì che ancora non era riuscita ad inquadrarlo.
Lui rimase a capo
chino sul bancone, poco più in là Happy e Plue
dormivano profondamente accanto ad una bottiglietta rovesciata di
sakè.
Lucy si
alzò sospirando.
-Va bene. Era
solo una curiosità…- lo salutò con un
sorriso raggiante –Grazie ancora per avermi salvato!-
Il cuore del
donnaiolo batté all’impazzata.
Aveva bisogno di
lei.
Così
bella, così sorridente, così…
irraggiungibile.
Presto per lei
sarebbe diventato solo incognita.
Un mistero
irrisolto.
Sarebbe scomparso.
Non voleva, ma
era così.
-Qualunque cosa
tu pensi di me, noi rimaniamo sempre compagni.- lei si portò
le mani al petto e nel momento in cui gli voltò le spalle,
in lui scattò la molla.
Voleva dirle
tutto.
La prese per il
polso.
-Aspetta.- emise,
quasi supplicando.
La
fissò per qualche istante ancora, prima di abbracciarla e
sospirare il suo nome.
Lei rispose quasi
incredula, indecisa se ricambiare quell’abbraccio.
Chiedendosi se
quello fosse realmente Loki.
Lo sapeva, era
lui, ma era così strano…
Così…
-Lucy…-
emise, sul punto di piangere –Non mi rimane
più… molto da vivere.-
-Eh?- il mondo
parve fermarsi per lei.
Una rivelazione
così all’improvviso, quell’atteggiamento
così strano.
Che stava
succedendo?
Fine
capitolo 3
Ed
eccoci al nuovo capitolo signori!!!
Come vedete, è somigliante alla parte del volume 9 in cui
iniziano a scoprirsi i misteri su Loki (il mio cucciolottino!!!!)
Ovviamente non è e non sarà uguale,
tranne certe frasi, cambieranno le ambientazioni. Infatti come avrete
notato, al posto del barista dalla fronte kilomentrica, c'è
una ragazza dai capelli verdi (vedrete in futuro perchè
questo cambiamento).
Leek ed Elfman forever!!!
Ehm... Ok, basta XD
Ho letto giusto ieri i capitoli su Loki in italiano!! Dopo averli letti
in inglese fa uno strano effetto, ma cavolo Q______Q bellissimi!! L'ho
desiderato per mesi, gli costruirò un altare a quel
volume!!!!
Ok, basta XD
Passo alle recensioni, che è meglio.
Pika-chan: fra poco inizierà quella parte, per ora inizia
quella strappalacrime XD No dai, ANTICIPAZIONI mentre Lucy e Loki
avranno le loro grane Natsu farà uno strano incontro U_U
FINE ANTICIPAZIONI
Ghen: Spero ti piace anche questo capitolo ^^
Chiudo dicendo che adoro quel finto cattivone di Gazille e vi
chiedo un consiglio. Avete notato Lluvia/Jubia a Fairy Tail che spia
Gray? La infilo nella storia o no? E con che nome? Preferisco Lluvia,
che sinceramente è più apropriato U_U
Ok, vi lascio.
Grazie perchè mi seguite con tanto affetto!!!
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: La fuggitiva. ***
-Lucy…-
emise, sul punto di piangere –Non mi rimane
più… molto da vivere.-
Capitolo
4: La fuggitiva.
-Che vuoi dire?-
chiese la bionda, attanagliata dall'ansia.
Loki non rispose.
Aveva detto troppo. Si separò da lei e rimase con il capo
chino, imbarazzato. Dirle tutto?
"Fuori
discussione." Pensò.
-Loki?- chiese
Lucy.
Lui rise.
-Eh?-
-Ci sei cascata,
eh?- le fece l'occhiolino -E' un trucchetto che funziona sempre con le
ragazze. Sai, di solito piangono come fontane, a questo punto. Paura
eh?-
Lucy lo
fissò stranita.
Uno
così... come faceva ad essere l'idolo delle ragazze, uno che
usava simili trucchi per rimorchiare?
L'ira la colse e
uno schiaffo sonoro risuonò per il locale.
Gli occhiali da
sole di Loki caddero al suolo e lui non si mosse.
Lasciò
che Lucy uscisse dal locale nera di rabbia, afferrando per le code
Happy e Plue.
La
guardò appena andarsene e incrociò lo sguardo col
piccolo spirito stellare per niente simile ad un cane. Certo che Lucy
aveva uno strano concetto di razza canina…
-Puun...-
guaì il piccolo, scomparendo oltre la porta scorrevole.
"Lo so... dovevo
dirglielo... lo so..." Loki rimase solo con se stesso, a capo
chino.
-IO ODIO QUESTO
GENERE DI SCHERZI!- gli aveva urlato Lucy. Se solo avesse avuto il
coraggio di dirle che non era uno scherzo. Che sarebbe scomparso, per
sempre…
"Non devo
lasciarmi trascinare dai miei sentimenti... non posso coinvolgere
Lucy... devo espiare… espiare…
espiare…”
…………………………………………………………………………………………………………......
Il mattino sorse
su Caleido.
Nell'aria
risuonò una dolce melodia, la quale, piuttosto che svegliare
gli ospiti, li invitava a rigirarsi nel morbido futon e rimettersi a
dormire.
-Lucy, sei
sveglia?- Elsa cercò di svegliare la bionda. La Scarlett era
piuttosto mattiniera ed era già vestita di tutto punto dalle
sei del mattino. Aveva fatto un giro di ricognizione e raccolto
notizie. E per comunicare la cattiva nuova (o buona, dipende dal punto
di vista) agli altri, Elsa doveva svegliare Lucy.
-Lucy...-
La bionda si
voltò appena, demoralizzata.
-Scusa, Elsa...
arrivo.- si alzò svogliatamente, risciacquò il
viso e si rivestì. Entrò nel piccolo soggiorno.
Erano tutti in piedi, ad attenderla. Elfman aveva un grosso livido
sulla fronte, segno che Leek sonnambula e ancora sbronza si era
infilata nel suo letto per poi dargli del pervertito e suonargliele.
La novellina
stava consultando la mappa della città, mentre Natsu e Gray
litigavano come al solito.
Erano pieni di
ferite, che da quello che la ragazza aveva capito, si erano procurati
da soli facendo il lancio dei cuscini.
-Ma ci si
può ridurre in quel modo facendo la lotta con i cuscini?-
sospirò Elfman.
-Ma come, di
solito non si fa così?- chiese Leek, la quale, presa
dall'euforia del momento, si era gettata nella mischia ed anche lei era
ridotta maluccio, con un cerotto sul naso e delle fasciature ai polsi.
-No, no...
credimi... - non che anche lui non ci avesse dato dentro... ma l'aveva
fatto solo ed esclusivamente per autodifesa.
-Perché
diavolo ti scaldi tanto per una cosa così semplice come il
lancio dei cuscini?!- ringhiò Gray, battendo la fronte su
quella di Natsu e fissandolo con furia omicida.
-Io metto tutte
le mie energie in ogni cosa che faccio!- ribattè Natsu,
ricambiando la cosa.
-Infatti, prendi
sempre sonore bastonate!-
-Cosa?! Sei ti
che le hai prese stavolta!-
I due si
voltarono verso Lucy, intenta a fare colazione.
-Lucy, chi ha
vinto?-
Lei li
guardò come se volesse ucciderli.
-Non mi
disturbate.- disse secca.
I due tremarono
da capo e piedi e si strinsero in un caldo abbraccio.
"Non posso
credere che esista qualcun altro oltre ad Elsa capace di zittire quei
due..." Pensò Elfman, con la classica gocciolina di sudore
che gli colava lungo la nuca.
Lucy continuava a
mangiare, ignorando tutto e tutti, pensando a Loki. Non voleva
credergli, ma aveva cominciato a pensare che il suo comportamento fosse
strano e che, perciò, doveva esserci un motivo valido per
cui le aveva detto quelle parole. Forse non mentiva…
-Ehm... Lucy?-
Happy le si avvicinò, quasi colpevole. -Sei offesa per
quello che ti ho detto ieri?-
-Ma per chi mi
hai preso?- rispose lei, bevendo del latte. -Scusa... Ho un po' di
pensieri...- sospirò, poi annunciò –Su!
Concentriamoci sulla missione!-
-Bene.- disse
Elsa -Stamattina ho fatto un giro per la città e ho scoperto
che è scomparsa una ragazza.-
-Ci siamo...-
fece Leek
-Lavorava in una
locanda chiamata Sensation.-
Lucy rimase
immobile. Era il locale in cui stava il giorno prima con Loki.
-Si chiama Remona
Caterpillar, ed è una maga di una piccola gilda, Coleo
Wings.-
-Una piccola
gilda? Possibile che anche lei si stesse occupando di queste
sparizioni?- chiese Gray, per poi voltarsi nervosamente a guardare
fuori. Gli pareva di essere osservato, ma non n’era sicuro e
non voleva mettere gli altri in agitazione.
"Ooooh...
Gray-sama sei bellissimooooo!!!!" dal suo nascondiglio, Lluvia, l'unica
donna del team degli Element Four, cercava di placare il suo cuore dopo
la vista dell'unico uomo capace di guarire il suo animo ferito. L'unico
capace di scacciare via le nuvole piovose dalla sua vita e dalla sua
anima.
Gray Fullbuster.
Lo amava come nessun altro, Lluvia, e lo osservava da lontano.
Voleva correre da
lui ed abbracciarlo, ma non poteva.
Erano nemici,
aveva fatto del male a Lucy e lui probabilmente la odiava. O forse no.
Ma non provava nulla per lei, questo era ciò che temeva e
non poteva sopportarne il solo pensiero.
Era molto bella,
con un morbido abito invernale con tanto di mantellina ed un colbacco,
tutto in lana immacolata, così come gli stivaletti e
l'ombrellino, quest’ultimo non era in lana, ma il colore era
ugualmente quello della neve. I morbidi e riccioluti capelli azzurri le
ricadevano sulle spalle, composti in grandi ed eleganti boccoli. Gli
occhi scuri pieni d’ammirazione osservavano Gray da lontano,
come per mangiarlo pezzo a pezzo e trasmettere l’amore che la
giovane provava, fin dentro il suo cervello, costringendolo a voltarsi
verso lei, senza vederla.
"Ancora questa
sensazione..." il Fullbuster si voltò ancora, ma nulla.
Possibile che se lo stesse solo immaginando? Percepiva un fastidioso
formicolio alla nuca, ma ancora non aveva capito.
Chissà
se prima o poi si sarebbe accorto di Lluvia.
-E' possibile.-
disse Elsa, interrompendo i suoi pensieri paranoici -In ogni caso
è una traccia da non tralasciare.-
Prese un
pennarello e cominciò a cerchiare le diverse zone della
città, sulla mappa stesa sul tavolo.
-Ci divideremo
per cercare informazioni, ma, dato che andare da soli sarebbe
pericoloso, ci divideremo in coppie.-
Tutti annuirono.
La stanza era
nell’oscurità più completa, nonostante
all’esterno il sole fosse alto e brillasse come non mai.
Remona si chiese come mai. Il proprietario non era un vampiro, da
quanto ne sapeva. Poteva chiederglielo, ma non era di sua competenza,
inoltre, le premeva maggiormente sapere un’altra cosa.
Lilith le si
avvicinò a passo cadenzato, facendo ondeggiare la coda
diabolica nell’aria con gesti fluidi che trasmettevano
impulsi sessuali persino ad una ragazza.
Remona
cercò di concentrarsi su qualcos’altro, ma ogni
parte del corpo di Lilith le trasmetteva quei messaggi ambigui.
La diavolessa si
leccò le labbra scarlatte e la fissò con occhi
magnetici, catturando il suo sguardo e rise poi, soddisfatta di questo,
prima di consegnarle uno scrigno.
-Aprilo.- disse
Vinegar e Remona obbedì.
L’interno
del cofanetto era rivestito di seta azzurra e vi era una piccola chiave
dorata, con incisa la lettera gamma dell’alfabeto greco.
In
realtà era molto di più.
-La chiave
d’oro… dell’Ariete?-
Ora cominciava a
capire un po’ di cose.
Il vero scopo
della missione, non era lavorare part-time a Caleido in cambio di una
cospicua somma di denaro.
Era
così che Vinegar reclutava possibili seguaci, tra le varie
gilde minori.
La scusa era un
lavoro super pagato.
Gli intenti erano
altri.
Ma quella che
aveva fra le mani… Era una chiave d’oro e per di
più quella dell’Ariete, appartenente a Karen
Lirica, il suo idolo.
Le tremavano le
mani.
Vinegar sorrise
osservandola.
Le sembrava
così piccola, tutta emozionata per il suo nuovo giocattolo.
Lui non era un vero Blackberry, ciò nonostante non aveva mai
provato ad invocare uno spirito stellare, pur conoscendo il modo e
possedendo diverse chiavi.
Preferiva
rifilarle a qualcun altro, lucrandoci sopra, possibilmente, o usandole
per comprare giovani maghi come Remona. Lui aspirava ad un potere
più grande di quello degli Spiriti Stellari.
Lui bramava
Shining World, il Mondo, col quale avrebbe cancellato il passato e
l’avrebbe riscritto, come non avevano avuto il coraggio di
fare i Blackberry.
-Padre,
la prego!- Vinegar considerava Oil suo padre. L’aveva salvato
e donato tutto l’affetto di qui un orfano della sua
età aveva bisogno.
-Vinegar…-
disse paziente l’uomo dai capelli brizzolati che sedeva di
fronte a lui. –Non si può cambiare il passato.
E’ contro natura.-
Lui
replicò. Aveva circa l’età di Leek
all’epoca. –Ma padre, allora perché
Shining World esiste?-
-Esiste
perché deve esistere un potere superiore da custodire e
usare con saggezza.-
-Allora
può essere usato!-
-Non
per i tuoi scopi, figliolo.- Vinegar strinse i pugni.
-Perché
non posso impedire la strage della mia famiglia? Perché?-
Oil
non rispose.
Vinegar
digrignò i denti e uscì, urtando il suo
fratellastro Garlic, il padre di Leek e Chive.
L'uomo
entrò nello studio del padre, ma Vinegar non seppe cosa si
dissero, perché corse nella sua stanza a mormorare e tramare
vendetta con chi gli negava i suoi sogni.
Lui
voleva solo riavere indietro i suoi cari, che male c’era?
Dal
giorno odiò i Blackberry con tutto il cuore, nessuno escluso.
-E’
tua, prendila pure. Ne ho tante altre e te le consegnerò, se
svolgerai per me una missione.- disse l’uomo, rivolto a
Remona.
-Quale?- chiese
lei.
-Karen
Lirica… La conosci, no?-
Remona
annuì eccitata.
-Lo Spirito
Stellare che l’ha tradita, Leo, è qui.- Vinegar
sorrise –Ci pensi tu, Remona?-
-Non posso
crederci…- disse Lucy, con aria quasi colpevole.
Leek e Cam
camminavano al suo fianco, mentre a capo chino teneva gli occhi fissi
su una fotografia che ritraeva Remona. –Questa
ragazza lavorava al bar dove ieri stavamo bevendo qualcosa…-
Leek la guardò –Mmmh… Non ti sei
accorta di qualcosa di sospetto?- le chiese
Qualcosa di
sospetto…
Lucy
ripensò a Loki.
-N-no…-
Leek
continuò a fissarla. Non riusciva proprio ad entrare in
sintonia con quella che doveva essere la sua prima amica a Fairy Tail.
Strano. Eppure un’amica umana l’aveva sempre
desiderata.
-Questo posto mi
intrippa un sacco!- Natsu era su di giri. Bastava osservare i suoi
occhietti maligni e la sua lingua infuocata, per capire che avrebbe
voluto lasciarsi andare alle gioie della lotta e concedersi una sana
scazzottata in quel quartiere.
Rage Square.
La piazza dove,
da diverso tempo, si radunavano i peggiori attaccabrighe del continente.
Al centro vi era
un enorme ring, dal quadrato bianco, che nonostante tutto era sempre
candido come nuovo e i cavi che lo circondavano erano azzurri e
lucenti. Non erano corde ma cavi metallici elastici e robusti. Ci si
poteva davvero scatenare, ma chissà se il tutto avrebbe
retto alla forza di Elsa e delle sue armature o a Natsu e alle sue
fiamme. Happy se lo chiedeva curioso. Dopotutto quei due erano tutto
fuorché umani.
I tre si
avvicinarono e unirono alla folla, spingendosi in avanti a spintoni per
vedere meglio. Sul ring si affrontavano un tizio dai lunghi capelli
rossicci, quasi arancioni, legati in una treccia e un tizio enorme, dai
bicipiti enormi, ma per il resto insignificante. Infatti, come nel
più classico dei copioni, fu proprio il maciste a finire al
tappeto, volando fuori del ring e atterrando ad occhi sbarrati oltre la
gente lì radunata.
Il pubblico
urlò in delirio, mentre il giovane dai capelli arancioni
alzava vittorioso le mani al cielo.
Stava sotto il
sole a petto nudo, muscoli scolpiti ma non eccessivi, con indosso
pesanti pantaloni a stampa militare che si restringevano ed infilavano
in altrettanto pesanti stivali di pelle nera lucente. Aveva delle
lentiggini sul viso e l’aria da ragazzino,
l’orecchino al naso ed un tatuaggio tribale sulla tempia
sinistra, il quale ricordava vagamente il numero VIII.
Poco dopo
però si avvicinò a lui un tizio, dai corti
capelli corvini e gli occhi zaffiro. Un uomo alto e muscoloso il doppio
del ragazzo, con una mezza luna nera stampata in fronte, orecchini a
mezza luna e lune stampate sui vestiti. Chi l'aveva davanti pensava che
certamente l’astro doveva piacergli parecchio. Ma non era
proprio così. Natsu e Co. l’avrebbero scoperto
molto presto. L’uomo prese il ragazzo per la treccia e lo
sollevò a mezz’aria.
-Strenght, quando
la pianterai di giocare nel mio territorio?-
-Yue, non ti
agitare!- l’altro si divincolò come un matto e
riuscì a liberarsi –Mamma mia quanto sei
permaloso.- Yue roteò gli occhi, esasperato
–Guarda che poi sudi e…- -E muoio, ora levati dai
piedi, tappo di sughero.- lo lanciò giù dal ring,
proprio sopra Natsu, mentre la folla si spostava per non essere
coinvolta.
-Tu sei troppo
buono con quella ragazza.- disse Gray, rivolto ad Elfman, il quale si
massaggiava le tempie –Non dicevi che, in uno scontro, uomo o
donna non fa differenza?- Gray sudava. E sì che era
già in mutande e che W.Hierophant non
c’era… Però restava quella strana
sensazione.
Gli
balenò l’idea che fosse il pretucolo da quattro
soldi a spiarlo, ma la cestinò. Il pretucolo preferiva
seguire Leek, non lui.
Ma allora chi?
Il nemico?
No.
Molte volte aveva
abbassato la guardia ed era ancora vivo. Allora chi? Chi?
Lluvia spiava
Gray-sama da lontano. Lo teneva d’occhio, lo mangiava con gli
occhi senza stancarsi. Ed era una fortuna che Lluvia fosse
lì, perché presto Gray-sama avrebbe avuto bisogno
di lei.
-Forse mi sono
innamorato di lei.- Elfman si massaggiò il collo imbarazzato.
-Questa poi!-
esclamò Gray.
I due camminavano
per Casinò Avenue, anche questa attraversata da un lungo
viale convergente alla torre al centro. Lungo la via si susseguivano
casinò a non finire e vi erano macchinette e luoghi
riservati ai giochi d’azzardo più disparati.
Uomini e donne scommettevano per qualunque cosa. C’era chi
perdeva tutto e chi si faceva un malloppo considerevole, ma tutti
giocavano sempre e nonostante tutto.
Mentre
procedevano fianco a fianco, i due intravidero una bizzarra figura.
Sfrecciò veloce poco distante da loro e non capirono bene di
cosa si trattasse, ma bastò un’occhiata per
mettersi d’accordo sul da farsi. Si diressero nel punto in
cui l’avevano intravista, per trovarsi davanti ad una viuzza
che terminava in un vicolo cieco.
-Forse ce lo
siamo immaginati.- disse Gray “Probabilmente è la
stessa persona che mi segue.” Poi scorse una macchia rossa.
-Ma è
sangue!- esclamò.
Correva…
Non era nelle
condizioni per farlo, ma non poteva farsi catturare.
Era
già una fortuna che fosse riuscita a scappare e ancora di
più l’aver scoperto che Leek era a Caleido.
-Dannata
sgualdrinaaaaaaaaaa!- gridò Yue, su tutte le furie, mentre
una ragazza vestita in abiti orientali rideva, col viso seminascosto da
un ventaglio.
Nel
pavimento in pietra della cella vi era un tunnel. Strano ma vero, in
poco tempo la donna era riuscita a scavarne uno.
-Sei
ploplio un sempliciotto Yue.- ridacchiò la giovane. Si, la
donna era una degna avversaria per lei e presto l’avrebbe
sfidata e riportata indietro come trofeo.
-E
tu sei ploplio una cletina!- esclamò Yue con rabbia,
facendole il verso.
La
ragazza, nascosta nell’ombra dietro un pilastro
continuò a ridacchiare, sbeffeggiando
l’energumeno. La donna li vedeva bene dal suo nascondiglio.
Pregava che si sbrigassero a lasciare la sua cella per tornare ad
occuparsi dei quartieri di Caleido.
Le
mani le cedevano. Sarebbe caduta, rovinando tutto?
No.
Per fortuna Yue aveva deciso di cercarla fuori.
Sentì
un telefono squillare e l’uomo con la mezza luna sulla fronte
lo prese.
-Chi
diavolo è?- ringhiò, portando
l’apparecchio all’orecchio –A Rage
Square? Come sarebbe a dire che c’è anche
Strenght??- riattaccò e marciò lontano dal suo
campo visivo ringhiando –Quel pidocchio!! Se gli piaceva
così tanto, perché non si è fatto
affidare Rage Square, invece di Beel Street?-
La
ragazza ridacchiò ancora e lo seguì.
-Pelchè
lui è molto più astuto di te, Yucletino.- lo
apostrofò. L’omone ringhiò insulti
indefinibili, finchè non tornò a regnare il
silenzio nelle prigioni.
Finalmente
era sola e libera di fuggire realmente.
La
donna si calò giù da una piccola apertura nel
soffitto della sua cella e sgattaiolò fuori, attraverso il
tunnel.
Si
accarezzò la pancia mentre correva.
“Resisti
piccolo…” pensò, pregando che non
accadesse nulla alla creatura che portava in grembo, pregando di non
essere raggiunta. E invece…
-Plesa Nadine!-
La ragazza in abiti orientali le si parò davanti.
Aveva la fronte
ampia sulla quale ricadeva una morbida frangetta e i lunghi e sottili
capelli raccolti in codine ai lati della nuca. Le codine assumevano poi
forma tondeggiante. Ma ciò che spiccava maggiormente di lei
erano le quattro enormi sfere che ornavano l’acconciatura,
una viola e una dorata a pallini viola da una parte, altre due della
stessa fantasia dall’altra.
La ragazza girava
su un monociclo e il suo abito dorato risplendeva nella notte, decorato
con cerchietti violacei di tutte le dimensioni.
Aprì
il suo ventaglio, bianco e ricoperto di piume dorate e decorazioni
sferiche.
-Non lovinelai il
piano del signol Vinegal, Nadine, allenditi subito.-
Nadine
digrignò i denti.
Un tempo non
avrebbe avuto scrupoli a prendere a cazzotti una ragazzina
così sfrontata. Ma quella che aveva innanzi non era una
semplice ragazza. Era un Tarot. E se un tempo avrebbe avuto la forza di
tenerle testa, ora aveva paura. Paura di arrecare danni a lui. Al
figlio del suo adorato Chive.
I morbidi capelli
biondo cenere le ricadevano appena sulle spalle e il viso ricoperto di
graffi era contorto in una smorfia di sofferenza e impotenza.
E di desiderio.
Nadine amava la
lotta. Il cerotto sul naso leggermente storto lo testimoniava. Era
campionessa mondiale di boxe e anche se non era una maga, era una donna
fortissima. Ma ora era madre e doveva reprimere quell’istinto
combattivo che la istigava ad attaccare il Tarot.
Gray
osservò stupito la figura di Elfman. L’albino si
era tramutato usando il Take Over e nella sua mostruosa forma aveva
preso ad annusare l’aria. -Da quella parte!-
esclamò, indicando una stretta via in discesa.
Gray lo
fissò, indeciso se ridere o meno. “Elfman il
segugio”, chi se lo sarebbe mai aspettato? Si
voltò solo un attimo, per la solita bizzarra sensazione e
quando si rigirò, scoprì di essere stato
“abbandonato” –Ehi! Elfman! Aspettami!!!-
si lanciò nella viuzza.
-Natsu tutto
bene?- chiese Happy
Il ragazzo dai
capelli arancioni si sollevò lentamente, tenendo il viso
vicino a quello del rosato –Scusa, ti ho fatto male?-
Natsu si
alzò di scatto, facendolo cadere a terra di nuovo.
-Ahi! Anche tu
sei manesco. Se ti agiti così suderai e poi…-
Natsu si mise in
posizione da combattimento.
-Tirati, su.-
sorrise, eccitato –Ti sfido!-
Elsa
roteò gli occhi. Ci mancava solo quello.
Elfman correva
per le viuzze, orientandosi con l’olfatto. Lo sentiva
chiaramente. Sentiva l’odore del sangue, ma anche un odore
simile a quello di Leek, o comunque, un qualcosa impregnato di un odore
simile al suo.
Uscì
da un vicolo giusto in tempo per sentire un grido agonizzante e per
impedire il peggio.
-Allola, Nadine?
Falai la blava?-
“Mocciosa
malefica…” Nadine pregò di non aver
perso il bambino per il pugno ricevuto in pieno stomaco. Si
alzò tremante e debilitata.
“Leek…
Devi scappare…” vacillò
all’indietro, mentre un oggetto rotondo, ma affilato, si
abbatteva su di lei.
-Karen…-
Loki accarezzò l’enorme croce in pietra eretta per
la sua vecchia padrona. Si sentiva così in colpa. Ma presto
avrebbe espiato. Finalmente. Anche se non gli sarebbe dispiaciuto
superare tutto e sopravvivere. Si osservò il palmo della
mano, percependo la forza abbandonarlo. Non sarebbe stato possibile.
Rimpianse solo il fatto di non aver potuto conoscere di più
Lucy. Chissà, forse sarebbe stata una padrona migliore di
Karen.
Era quasi una
fortuna che la tomba di Karen si trovasse solo a qualche chilometro di
distanza da Caleido. Loki sarebbe potuto scomparire davanti ad essa,
per espiare la sua colpa.
-Remona
Caterpillar…- mormorò Lucy, abbandonandosi su una
panchina –Ho uno strano presentimento. Questo nome
l’ho già sentito da qualche parte…-
Ebbe un flash e preso il polso di Leek la costrinse a seguirla fino
all’albergo dove alloggiavano, lasciandosi alle spalle Envy
Rope.
-Ma
che…?-
-Ho un
presentimento. Presto!-
Cam non
poté fare a meno di seguirle, senza annunciare loro di un
pericolo imminente. La battaglia era rimandata.
Dall’alto,
seduto su una corda tesa fra gli edifici, un “uomo”
bizzarro, non attendeva altro che cominciare il suo attacco. Si sarebbe
divertito un sacco. Ma la bionda che stava con Leek, con la sua corsa
improvvisa, aveva rimandato il suo piano.
-Chissà
che le prende adesso…- disse tra se e se –Oh beh,
spero solo che quel noioso di Death mi lasci qualcosina…-
-E tu chi
salesti, blutto yeti?- la ragazza col ventaglio apparve infastidita.
Elfman, ancora
con l’aspetto mostruoso, con un braccio reggeva Nadine e con
l’altra mano teneva stretto il cerchio affilato della
ragazza.
Intorno a loro,
non vi erano testimoni scomodi e la voce roca di Elfman
vibrò nell’aria.
-Un vero uomo si
presenta per primo.- disse, mentre un rivolo di sangue gli scorreva dal
palmo lungo la candida pelliccia del braccio. Non parve sentire il
dolore.
-Allola fallo
plima tu, blutto bestio.- rispose la ragazzetta, provocatoria, con la
vocina nasale più arrogante che mai.
Elfman la
ignorò per un attimo. Giusto il tempo di adagiare Nadine ad
una parete.
Fece schioccare
le nocche del pugno destro e preparandosi all’imminente lotta
disse -Uomo o donna non fa differenza, fatti sotto.- Era la sua frase
caratteristica, non c’era nulla da fare.
La ragazzetta
sorrise e scese dal monociclo, assumendo una posa di combattimento
particolare, tipica delle arti marziali orientali.
-Allivo, blutto
yeti.-
Vinegar scese
nelle segrete della torre. Non quelle conosciute e visitate dal
pubblico. Altre. Le segrete vere e proprie.
Li, in una cella
a prova di magia, dalle sbarre decorate di strani simboli e ricoperte
di talismani, vi era un ragazzo, incatenato. Aveva i capelli corti,
verdolini. Il corpo tonico e muscoloso era provato e il giovane
ansimava.
-Buongiorno
Chive, hai dormito bene?- chiese Vinegar, con lo stesso tono che usava
quando era lo Zio Vinegar che il ragazzo conosceva. Invece Chive non
riconosceva più l’uomo che aveva innanzi.
-Lo so.- disse.
-Cosa?-
-Leek
è qui, non tentare di nascondermelo.-
Vinegar sorrise.
-I Tarots sono
dei chiacchieroni eh?- ridacchiò –Non ti
preoccupare, non le faranno del male. Vogliamo tutti bene alla piccola
Leek.- l’uomo voltò le spalle al ragazzo
–Dopotutto lei è necessaria.-
Chive
alzò il capo di scatto.
-Non osare
toccarla zio!- fu ignorato –Vinegar!- ancora
–Toccala e sei morto! Mi hai sentito?- Le parole di Chive si
persero nei corridoi in pietra e riecheggiarono per qualche istante,
prima che tornasse a regnare il silenzio.
-Nadine…-
Chive si morse il labbro –Avvertila… Falla
fuggire…Ti prego…-
Fine capitolo 4.
Tadaaaaan! Perdonate il ritardo ^^
Spero il capitolo sia di vostro gradimento. Come vedete, non mi sono
incentrata su Loki e c'è Lluvia.
Avete notato che nel manga da noi dal 10 volume la chiamano Lluvia?
Speriamo ricambino anche il nome di Gajil in Gazille **
Cmq, ora passiamo alla fic. Spero di aver reso bene l'atmosfera
d'azione frenetica e che i personaggi vi piaciano.
Per chi non lo sapesse, se non sbaglio, Yue vuol dire Luna in cinese,
perciò Yue è il Tarot della carta della Luna.
Si, Strenght fa il verso a Baz U_U mi divertiva troppo farlo litigare
con Yue.
Mmmm... Altro?
Ah si, i significati dei nomi.
Oil: olio
Garlic: Aglio
Chive: Cipolla
Remona -> Remon -> Lemon -> limone XD
Nadine non è una Blackberry, perciò non ha il
nome di un condimento. Mmm... Il cognome si. Di cognome fa Basil.
(basilico). Ve lo dico, che tanto non è un segreto di stato.
Ok, basta così. Passiamo alle recensioni.
silviayuna: Grazie ^___^ Beh,
a me Loki prima non stava neanche tanto simpatico. XD
Pika chan: Ecco l'azione XD
Spero ti piacia. Gray ha ripreso a spogliarsi U_U e White non
è apparso, peccato, ma non aveva nulla da fare XD
Ghen: Ciaooo! Grazie ^^ Non
so se fare una Loki/Lucy, non ci ho pensato, insomma, non è
più importante il fatto che ci siano le coppie. La storia di
Leek ed Elfman è importante, perchè cmq segna una
svolta nella vita di Leek. Comunque, credo che il ''triangolo''
Loki/Lucy/Natsu rimarrà in sospeso XD Bene, Lluvia
è apparsa e mi viene voglia di coccolarla, a voi no?
Grazie a Elie91, Ghen e Pika Chan per i preferiti, Rue Meridian e
silviayuna per le storie seguite e tutti voi che leggete e recensite ^_-
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Capitolo 5 *** 5. L'erede di Karen ***
Capitolo 5 :
L'erede di Karen
Lucy trascinò con foga Leek e Cam fin nell'albergo.
-Insomma, che ti è preso?- esclamò Leek,
massaggiandosi il polso per il quale la maga degli Spiriti Stellari
l'aveva afferrata.
-Remona Caterpillar non ti suggerisce nulla?- chiese la bionda.
Leek la fissò per qualche secondo per poi dire piatta -No.-
-Ma in che mondo vivi?- Lucy era scoraggiata. Sospirando, si
trascinò nella sua stanza e aprì la sua valigia.
Frugando qua e là estrasse trionfante una rivista, e la
mostrò all'altra ragazza, che l'aveva seguita incuriosita.
-Tadaaaan!- esclamò, sbattendole il giornale sul viso, in un
eccesso di euforia.
-Ahio...-
-Scusa... Leggi un po' qua!-
Leek si scostò un poco e osservò la
copertina del magazine in silenzio per pochi istanti.
-Ma quello è Gray? Perché è nudo?-
chiese, leggermente allarmata.
-Eh?-
Lucy girò il giornale verso di sé e
guardò la copertina nel punto indicato da Leek.
In effetti c'era un più giovane Gray, ovviamente nudo, in
una didascalia sulla destra. L'immagine dominante era su Elsa che
indossava una delle sue armature, quella dorata per la precisione.
Anche lei era ovviamente più giovane. I titoli recitavano:
FAIRY TAIL! STRAMBI ANCHE IN AMORE?! --- L'AMORE NUDO E CRUDO DI ELSA?
(sotto la foto di Gray) e ancora L'EREDE DI KAREN! vicino alla foto di
Remona, in una piccola didascalia a sinistra,
-Quello non cambia mai.- emise Lucy, troppo sconvolta. La sua memoria
doveva aver rimosso quella copertina e quegli strilli. Altrimenti a
Leek non li avrebbe fatti vedere. Le avrebbe semplicemente mostrato
l'articolo incriminato.
-Che pervertito!- ringhiò W.Hierophant, apparendo
all'improvviso alle spalle della sua principessa.
-E tu quando sei uscito dalla carta?- esclamò Lucy sorpresa.
-Fa parte della mia clausola.- disse, prendendole la rivista dalle mani
e tentando di strapparla.
-CHE DIAVOLO FAI?!- Lucy riuscì a salvare il suo prezioso
magazine dalle mani dello strambo religioso e finalmente, dopo aver
incollato un pezzo di carta sulla copertina a coprire le vergogne di
Gray, riuscì a mostrare a Leek ciò per cui
l'aveva trascinata in stanza.
-Questo articolo risale a tre anni fa... Remona Caterpillar, dei Coleo
Wing, è definita l'allieva di Karen Lirica, la maga
scomparsa giorni fa durante un incarico...- lesse a voce alta.
-Karen Lirica...- Leek guardò l'altra bionda e dopo qualche
secondo esclamò -E chi è?-
Lucy quasi ebbe un crollo.
Leek viveva proprio lontano dal mondo, non aveva dubbi. Chi non
conosceva Karen Lirica?
-Meglio chiamare lo zio Crux...- disse con la gocciolina da shock che
le colava lungo la tempia e prendendo il suo mazzo di chiavi degli
Spiriti Stellari. Ne scelse una argentata, con una croce capovolta
disegnata sull'impugnatura.
Silenzio.
Concentrazione.
Lucy liberò il suo potere, aprendo il varco fra il mondo
umano e quello stellare -Apriti porta della Croce del Sud!-
esclamò e davanti agli occhi meravigliati di Leek, Cam e
White, apparve uno strano essere. Una bizzarra croce dalle sembianze
senili oppure un vecchio dalle sembianze di croce? Insomma, non era
facile definirlo.
-Zio Cru', ho bisogno di te!- disse Lucy, accomodandosi sul letto, dopo
essersi levata gli stivaletti. Leek imitò il suo esempio.
Cam si sedette sul pavimento, sistemandosi appena la benda sull'occhio
e osservando attentamente il vecchio.W.Hierophant, invece, stava
lì accanto, in piedi e in silenzio.
Non gli piacevano molto gli Spiriti Stellari. Tutti quelli che aveva
avuto modo di conoscere l'avevano deriso e umiliato. Nessuno accettava
l'esistenza dei Tarots, se non i loro "padroni". Per questo tutti loro
avrebbero servito sempre e solo i Blackberry.
"Mi sembra di avvertire le presenze di Chive e Nadine..."
pensò "Dovrei dirlo a Leek, ma non vorrei agisse
imprudentemente."
-Mmmmm...- il vecchio Spirito Stellare si lisciò i baffi,
anche questi a forma di croce.
Stava seduto a gambe incrociate e levitava nell'aria. Aveva un aria
solenne, gli occhi chiusi,come se meditasse, il respiro lungo ma
silenzioso, come se non stesse inspirando ed espirando affatto. La sua
"pelle" argentea risaltava sulla stoffa nera della tunica. Sul petto
aveva appuntata una spilla viola, forse ametista.
Le braccia erano molto sottili e con le mani continuava a stuzzicarsi
quei bizzarri baffi bianchi.
-Dimmi pure Lucy.- anche la sua voce era senile, leggermente acuta, ma
pacata.
-Prima di tutto zio Cru', voglio presentarti Leek.- disse indicando la
ragazza, che chinò il capo in segno di rispetto -Lui
è Cam e lui è White Hierophant.-
Il vecchio squadrò il Tarot.
-Oooh... Tu sei uno di quei famosi Tarot.- si avvicinò a
lui, sempre levitando con le gambe incrociate -Interessante. E' la
prima volta che ho l'occasione di fare la conoscenza di uno di voi
altri.-
-Ehm...- il sacerdote era interdetto. Il vecchio era gentile e
genuinamente interessato a lui e a quello che era. Si sarebbe aspettato
prediche sull'immoralità dei Blackberry e cose simili. E
invece...
Sorrise imbarazzato, sistemandosi poi l'enorme copricapo sulla testa.
Per qualche secondo ci fu silenzio completo, finché Crux
della Croce del Sud non decise che era il caso di ascoltare la sua
invocatrice e lasciar stare i convenevoli. Avrebbe soddisfatto in
seguito la sua curiosità.
-Dimmi Lucy, che ti serve?-
-Ecco...- la Heartphilia iniziò a raccontare.
A cominciare da Loki e dal suo strano comportamento, per riallacciarsi
alla faccenda di Remona.
-Plepalati blutto yeti!- esclamò la ragazzo orientale.
La gamba destra dietro al corpo, piegata. La gamba sinistra tesa, verso
il suo avversario.
Braccio destro alzato e piegato ad angolo retto, con un chakram nella
mano, braccio sinistro teso in avanti e chakram impugnato. Due dita di
entrambe le mani puntate verso l'avversario.
Elfman assunse anche lui una posa da combattimento, più
goffa e meno sofisticata.
Fu un attimo.
La ragazza scattò ed Elfman ricevette un calcio alla gola,
senza potersi difendere.
Indietreggiò barcollando, ma riuscì a ristabilire
l'equilibrio, mentre la ragazza, compiendo una capriola all'indietro
atterrò, recuperando la posizione di partenza.
Impugnò più fermamente il chakram e lo fece
roteare sulla sua testa diverse volte, per poi lanciarlo verso Elfman.
Nadine era dietro di lui, perciò l'albino non poteva
permettersi di muoversi.
"Se non posso scansarmi, posso sempre prenderlo." pensò e si
lanciò verso il cerchio affilato. Lo afferrò con
la mano destra, ma non poté evitare di venire ferito. Lo
strinse con forza, ignorando il dolore. Improvvisamente gli venne in
mente Lisana. In effetti, Nadine le assomigliava un poco. Se Lisana
fosse diventata adulta, probabilmente sarebbe stata molto somigliante
alla donna che aveva salvato.
-Ma gualda...- la ragazza orientale parve sorpresa -Sei il plimo che
liesce ad affellale il mio chaklam senza finile a fette. Ti ho
livalutato golilla sbiadito.-
Elfman sorrise.
-Mai sottovalutare l'avversario. E' la prima regola di un
combattimento.-
-Sbagliato blutto yeti!- esclamò la ragazza -La plima legola
è: se hai foltuna vinci, se no schiatti.- non erano parole
campate in aria, come Elfman poteva pensare -io sono la Foltuna, e tu
non mi battelai mai.-
-Stia attento!- esclamò Nadine, cercando di rialzarsi, ma
facendo molta fatica anche sostenendosi al muro, per poi cadere a terra.
-Mmmm... Brutta storia davvero...- disse Crux, dopo aver ascoltato il
racconto di Lucy -Dopo la morte di Karen i suoi Spiriti Stellari sono
tornati nel nostro mondo, e non hanno stretto contratto con
nessuNOOOOOOO!- il vecchio Spirito Stellare
terminò la frase urlando, strabuzzando gli occhi e
spaventando i presenti col suo grido acuto ed improvviso.
-Che diavolo gli prende?- esclamò Leek, più
incavolata che altro, chiudendosi le orecchie con le mani.
-Proprio adesso, Aries ha stretto contratto con una Maga degli Spiriti
Stellari!- rispose il vecchio, ancora strabuzzando gli occhi e con voce
alterata.
-Aries?- chiese Cam.
-Si.- disse Lucy -Era uno degli spiriti più forti di Karen.
Zio Cru', con chi ha sottoscritto il contratto?-
Il vecchio chinò il capo con fare pensieroso e
-Mmmmm...Zzzzzzz...-
-Ma come??? Si è addormentato?!- esclamò Cam, col
collo talmente teso da far sembrare che l'avesse allungato e gli occhi
strabuzzati.
-No, sta facendo una ricerca.- disse Lucy riflettendo -Speriamo possa
aiutarmi anche per la faccenda di Loki... Ho come l'impressione che le
due cose siano collegate in qualche modo...-
-AAAAaaargh!- lo zio Cru' riemerse dalla sua ricerca -Lucy! Aries ha
sottoscritto il contratto con Remona...-
-Remona Caterpillar...- lo interruppe l'Heartphilia - Lo immaginavo, ma
perché dovrebbe aver aspettato tanto per evocarla?-
-E' possibile che la chiave la tenesse qualcun altro?- propose Leek e
dopo una pausa disse -Forse... Mio zio?-
-Ma questo significherebbe che chi ha ucciso Karen...-
Una dolce musica orientale pervase l'aria. La ragazza orientale
spiccò un balzo e atterrando sopra l'edificio di fronte ad
Elfman, prese un piccolo e compatto telefono cellulare dalla tasca dei
pantaloni.
-Qui Foltune, mi dica.-
Elfman non poté sentire la voce dell'interlocutore, ma
sicuramente quello che accadde di lì a poco non lo
lasciò tranquillo.
-Hai trovato Nadine?- le chiese. C'erano telecamere ovunque, una anche
fissata al muro di quell'edificio. Era solo una domanda retorica, ma
Fortune rispose -Si, l'ho tlovata.-
-Molto bene... Lasciala andare.-
La Tarots si stupì, ma essendo parecchio intelligente, oltre
che carina e svitata, disse -Ho capito.-
-Brava. Ora vai ad occuparti del casinò. Per il momento va
bene così.-
Appena riattaccò il telefono, la ragazza si rivolse a Nadine.
-La foltuna ha gilato dalla tua, Nadine. Pel ola, ovvio.-
voltò le spalle e lasciò quel luogo, saltando
come un'acrobata sul monociclo di tetto in tetto e sparendo all'istante
dalla loro visuale.
-Mio zio avrebbe ucciso Karen?- Leek era quasi sconvolta.
Lo zio Vinegar che la prendeva in braccio, che la riempiva di regali,
che le sorrideva sempre... quello zio che mascherava la tristezza con
un sorriso dolcissimo. Quello zio un po' strano che metteva il rossetto
e che aveva perso un occhio per invocare Lilith Ruby e che l'amava.
Lo zio che le aveva portato via tutto.
Lo zio che non capiva.
Prima amico, poi carnefice.
Leek voleva la verità, perché essendo la
più piccola della famiglia, non era potuta venire a
conoscenza di molte cose.
Solo che Vinegar prima faceva Anthem di cognome, ma quello risaliva a
prima che lei nascesse.
-Non posso rivelare i particolari.- disse Crux -La legge della privacy
vige anche nel nostro mondo.-
Lucy annuì.
-Riguardo a Loki, che mi dici?- inutile dire, che Lucy aveva
già la risposta. Voleva solo conferma.
-La maga con cui ha avuto a che fare Loki è ancora Karen.
Ora devo andare. Non posso darti altre informazioni, mi spiace Lucy.-
Detto ciò, Crux riassunse la posa a capo chino ed occhi
chiusi di pochi minuti prima.
-Tsk... che tipo...- disse Cam ridacchiando -Ha detto che non
può darci altre informazioni eppure si è rimesso
a cercare.-
Lucy riprese a riflettere, ma rispose al felino -No. Ora dorme proprio.-
-ZZZZZZZZZZZZZ...- russò il vecchio, lasciando Cam
interdetto.
Natsu scattò e colpì il ragazzo dai capelli
arancioni con un pugno.
La folla li fissò allibita. Erano veloci, forti, incredibili.
Elsa osservava la scena in silenzio.
"Ma chi è questo tizio? Non è una persona
normale..."
Strenght si massaggiò la guancia.
-Sei forte, non c'è dubbio.- disse a Natsu, felice di aver
trovato qualcuno di quel livello -Chissà però se
riuscirai a resistere alla mia vera forza.-
Natsu sorrise a trentadue denti, sguardo fiero e insolente -Direi di
verificarlo subito.-
Anche Strenght sorrise, finché il suono del suo telefono non
pervase l'aria. Una musica rock scatenata e per nulla orecchiabile.
-Ehm... scusa un attimo!- tese le braccia verso Natsu,poi prese il
cellulare dalla tasca dei pantaloni mimetici e si voltò.
-Qui Strenght! Cosa?! Ora? Ma io... ok ok... Ma non si scaldi o
suderà e...- Strenght mise a posto il cellulare, sconsolato
-Ha riattaccato...- si rivolse verso Natsu e gli porse la mano.
-Mi spiace, sono costretto a rimandare la nostra sfida.- strinse la
mano al suo avversario e gli lasciò un biglietto. Natsu lo
lesse. -E' l'indirizzo del mio ristorante, a Beel Street. Quando vuoi
passa, ti offrirò da mangiare e ci accorderemo per la
sfida.- detto questo il giovane Tarot corse verso la zona di sua
competenza, come Vinegar gli aveva ordinato.
Non sapeva che Natsu sarebbe stato presto il suo avversario, ma d'altro
canto, la cosa l'avrebbe reso più felice che scontento.
-Finalmente ti ho trovato!- Loki si voltò.
Davanti a lui vi era una ragazza sconosciuta. Forse l'aveva
già vista. Strinse gli occhi, cercando di ricordare il suo
volto. Era buio, ma lui riusciva a vedere bene lo stesso.
-Ci conosciamo?- chiese gentilmente. Una delle sue ammiratrici? No. Lo
sguardo della ragazza era serio e incuteva timore. Il mago
percepì astio nei propri confronti. Ma di fatto non la
conosceva, quindi non poteva averle spezzato il cuore ne averla fatta
soffrire in alcun modo, a meno che...
-Karen Lirica era mia cugina.- ecco la spiegazione. La ragazza
mostrò al mago un mazzo di chiavi. Non un comune mazzo,
ovvio. Chiavi d'oro e d'argento, tutte coi simboli delle costellazioni
degli Spiriti che richiamavano.
Remona ne scelse una e gliela mostrò.
Loki sudò freddo. Quella chiave...
-Ora ti farò soffrire come tu hai fatto soffrire Karen.-
esclamò Remona furente e gli puntò contro la
chiave dorata -Apriti porta dell'Ariete!-
-Elfman!-Gray fu raggiunto dall'albino. Non era riuscito a trovare la
strada perdendosi fra i vicoli, quando all'improvviso si era trovato
davanti il compagno con fra le braccia sanguinanti una donna
sconosciuta e malridotta.
-Lei chi è?-
-Vi prego, portatemi da Leek.- emise Nadine. Sapeva che era un azzardo,
ma doveva rischiare.
Quelli erano maghi di Fairy Tail, ne aveva sentito tanto parlare.
Grazie a loro poteva salvare Chive ed uscire da quella situazione. La
piccola Leek-hime come avrebbe reagito?
Fine capitolo 5
Perdonate il ritardo.
Questo cap è un cap di transizione e non accade nulla di
che, giusto qualche mistero che viene a galla. E stato un periodo
povero di ispirazione, sigh... Comunque, come avrete notato, se seguite
le scans in inglese, questa fic si discosta dalla trama del manga, per
quanto riguarda Aries. Se però facessi accadere le cose
esattamente come nel manga, mi complicherei troppo la vita e magari
finirei per creare una scopiazzatura.
Grazie a voi che leggete,
recensite ecc...
Mmmmm....
Passiamo alle recensioni.
Silviayuna: Grazie mille. Non
vedo l'ora di scrivere su Gray e Lluvia, a breve **
Ghen: grazie
mille per la recensione!! Tra Loki e Aries vedrai che
combinerò moooolto presto. Elfman e Leek... All'inizio
pensavo semplicemente a creare una coppia strana, però
Elfman ha bisogno di coccole e il tipo di ragazzo che piace a Leek
è il "macho", come suo fratello Chive, quindi a lei lui
sotto sotto piace, inutile nasconderlo XD
Bene! Alla prossimaaaaa!!
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Capitolo 6 *** 6: Riunioni ***
ds
Capitolo 6: Riunioni
Elfman e Gray incrociarono Elsa e Natsu proprio all’ingresso
della pensione.
Tutti avevano l’aria preoccupata, e non solo a causa dei
bizzarri incontri che avevano fatto. Persino Natsu sentiva una certa
angoscia allo stomaco e non sapeva spiegarselo. Un brutto presentimento
forse… Ad ogni modo, la vista di Elfman che reggeva fra le
braccia possenti una donna sconosciuta in gravi condizioni, fece capire
alla rossa che forse avevano una traccia più solida che due
o tre tipi strani, pur oltremodo loschi, a suo parere.
-Chi è questa ragazza?- chiese Titania. Anche
l’albino riportava qualche ferita, ma nel complesso sembrava
star bene. Non era certo il caso di stare impalati sulla soglia,
perciò Elsa ignorò le numerose domande che
affollavano la sua mente: era stato attaccato, ma da chi? E
perché? Per salvare la ragazza? Era solo un caso? Chi era
lei? Aveva legami con la faccenda?
Altre domande erano concernenti il mezzo scontro tra Natsu e il
misterioso ragazzo, anche se quella poteva essere benissimo una falsa
pista, poiché il rosato e l’altro erano due teste
calde della stessa pasta.
-Nadine!?- Leek apparve sulla porta trafelata. Stava uscendo di corsa
per motivi noti solo a lei quando la vista della moglie del fratello
ferita fra le braccia di Elfman le fece fermare il cuore per pochi
istanti. Si precipitò da lei, carezzandole il viso tumefatto
e sanguinante –Nadine, che ti è successo?!- aveva
le lacrime agli occhi.
La donna le posò piano le dita sul viso, raccogliendo
delicatamente, con mano tremante, le lacrime della biondina.
-E’ sempre bello vedere che ti preoccupi per me.- il suo
dolcissimo sorriso rimase sulle labbra sanguinanti ancora qualche
secondo, poi Nadine perse i sensi.
-Va bene così?-
-Più veloce, presto!- Lucy fissava la strada davanti a se,
preoccupata come non mai.
Non vi erano più dubbi.
L’aria fresca le scorreva contro il viso fastidiosamente a
causa dell’alta velocità, ma di certo non poteva
preoccuparsi di questo. Rimase saldamente aggrappata ai fianchi della
creatura che le stava accanto. Era stata una fortuna che qualche giorno
prima di partire per la missione avesse acquistato quella chiave
argentata.
-Auriga, siamo quasi arrivati.- disse con calma.
-Bene!- rispose l’altro.
L’Auriga era l’ennesimo Spirito Stellare che aveva
stretto contratto con l’Heartphilia. Aveva sembianze umane,
in parte. Era in fatti, al pari del Chariot, uno spirito composto,
formato da tre entità. Un giovane bello, biondo dagli occhi
castani e la pelle ambrata, i capelli corti e leggermente riccioluti
erano coperti da un elmo lucente in argento, così come la
sua armatura, in apparenza semplice, decorata da sottili fili
d’avorio, intrecciati in fiori, stelle e altri simboli
complessi e delicati al tempo stesso.
Il rosso pennacchio longitudinale svolazzava nell’aria come
fuoco danzante.
Con una mano reggeva saldamente Lucy, con l’altra le redini,
strattonando velocemente e con forza le altre due entità:
creature ancor più bizzarre, più simili a capre
che a cavalli. Avevano le corna, i musi caprini e i corpi nivei lanosi,
ma longilinei come quelli equini.
Non erano spiriti adatti a combattere, forse, ma in velocità
non erano inferiori a nessuno.
Trainavano un carro anch’esso argentato, come quelli usati
nei tempi antichi, il che ovviamente dipendeva dalla fervida fantasia
di Lucy, sognante e malinconica, amante del misterioso e romantico
passato.
Ormai avevano superato la stretta stradina in bilico su un precipizio e
la verdeggiante foresta si avvicinava sempre più. Era notte,
ma la luna illuminava i quattro affluenti del fiume come nastri
d’argento, gettarsi nelle maestose cascate. La bionda fece
mentalmente un promemoria: quando quella missione sarebbe finita,
sarebbe tornata in quel luogo incantato a scrivere. Le avrebbe portato
ispirazione e le avrebbe fatto bene rilassarsi un po’, con
tutti i pensieri avuti negli ultimi tempi.
-Questa non è
la priorità della missione.- esclamò Leek, pareva
stranamente infuriata.
-Ti prego, calmati.-
Lucy era imbarazzata –Loki è un compagno.
E’ mio dovere scoprire cos’ha che non va!-
La parola
‘’compagno’’, al pari di
“amico” faceva soffrire Leek, perché non
aveva mai avuto modo di possedere un vero “amico” e
ciò la faceva sentire diversa… Non sapeva
spiegarlo bene, ma in quel momento sapeva per certo di sentirsi
furiosa, gelosa, messa da parte.
Loki scappava sempre
davanti a Lucy, l’aveva visto anche lei da quando era entrata
a Fairy Tail, era un codardo, ciò nonostante, Lucy sembrava
tenerci più che a lei, che seppur diffidente, aveva
accettato la sua amicizia mettendosi in gioco.
-Per quel che mi
riguarda, è solo un maniaco.- la maga degli Spiriti Stellari
percepì una nota d’infantile invidia nelle sue
parole, ma ormai aveva preso una decisione.
-Scusa Leek, posso
capire che nutri del risentimento verso gli Spiriti Stellari e affini,
però, sappi che come i Tarots per te, loro sono importanti
per me. Fairy Tail è importante e anche se il comportamento
di Loki è sempre discutibile (si riferiva certamente al
primo tentativo di seduzione e alle numerose fughe del ragazzo) un
compagno è un compagno. Non sei obbligata a seguirmi.- prese
la borsa e le chiavi –Avvisa tu Elsa e gli altri. Spiega la
situazione e, dì che tornerò presto.-
ciò detto la bionda lasciò la stanza.
Rimasta sola, Leek diede
un calcio al suo letto.
La priorità
era vendicare la sua famiglia. Ma perché si sentiva
così? Osservò fuori dalla finestra. Non
c’era nessuno, ma a pensarci bene, una presenza aleggiava
nella stanza e persino Cam pareva essersene reso conto.
-Che si tratti di lui?-
emise il gatto sospettoso.
-Non saprei…-
disse piano Leek. La presenza ormai era svanita, ma la rabbia e la
gelosia ancora vi erano.
-Sei in ritardo.- sbottò Yue.
Hanged Oran, l'Appeso, camminò sicuro, come se niente fosse,
raggiungendo il suo posto al tavolo ovale.
-Bene, ci siamo tutti.- disse Vinegar con calma, stroncando l'imminente
litigio tra Yue e Hanged -Lilith, esponi la situazione.-
ordinò.
La donna sorrise e distribuì dei fogli agli altri Tarots.
-Queste sono le schede con i dati raccolti fin'ora sui maghi di Fairy
Tail. Mi sono informata sulle loro precedenti missioni e ho osservato i
loro comportamenti questa notte. Ora... Abbiamo bisogno che
Leek-hime ci raggiunga al più presto, da sola, per questo,
Fortune, Vinegar ti ha ordinato di lasciare andare Nadine. Fino a
stanotte non eravamo pronti, ma adesso possiamo procedere col piano.-
-Quindi è un mago di Fairy Tail...- Strenght parve incupirsi
ripensando a Natsu.
-Idiota, non hai visto il simbolo sul suo braccio?- sbraitò
Yue.
-Si che l'ho visto... Intendevo dire, quindi è un nostro
nemico? Che peccato...-
-Se vuoi occupartene tu, basta che non interferisca col rituale.-
concesse Vinegar -Fermate i maghi, uccideteli, fatte quello che volete,
ma ricordate: il rituale avverrà domani notte e Leek
dovrà essere qui, senza intoppi.- si alzò -Ora
vado a controllare che Chive stia bene e che non stia dando di matto,
Lilith, sistema le ultime cose e poi informami.-
La donna annuì.
L'eco dei passi di Vinegar si perse nei corridoi in pietra. Quando il
silenzio tornò, la diavolessa prese uno dei fogli, quello
riguardante Elsa.
-Di lei mi occuperò io personalmente.-
-Io penserò a Natsu!- esclamò Strenght, esaltato
al massimo all'idea dell'imminente colossale scazzottata.
-Molto bene. Ora analizziamo i movimenti degli altri.-
Hanged sorrise compiaciuto e schioccò le dita. Dalle maniche
della sua giacca fuoriuscirono numerose funi, che
s’intrecciarono in altrettanti calici. Ogni coppa era concava
e vi si materializzarono sopra sfere biancastre e diafane. Tante sfere
e calici, quanti erano gli spostamenti dei maghi.
-Ecco... Lucy Heartphilia ha lasciato Caleido per raggiungere le
cascate vicino a Magnolia.-
-E allora? Meglio no?- chiese Fortune.
-Per nulla. Vinegar ha bisogno delle chiavi D'oro per avere altri
adepti, inoltre è la prima amica di Leek-hime. Capite anche
voi che può essere un problema... Di lei e di quel Loki si
occuperà Remona, ma se non dovesse farcela, Hanged, finirai
tu il lavoro.-
Lui rise sommessamente.
-Non sono poi così amiche, questa Lucy e Leek. E' bastato
così poco
per farle litigare...-
Nadine era stesa sul letto, inerte.
Le sue condizioni erano gravi, considerata la gravidanza in corso e le
ferite subite anche al ventre, dove un livido violaceo aveva fatto la
sua preoccupante comparsa.
-Dovremmo avvertire un medico.- propose Gray pensieroso.
-Non ce n’è bisogno.- disse Leek, fissando la
cognata.
La biondina prese dalla tasca la sua scatola rossa,
l’aprì e prese una carta.
-Star-
pronunciò, scandendo bene le parole -La stella.
Ascolta la mia richiesta, illumina la mia strada, esaudisci il mio
desiderio. -
La carta s’illuminò e parve gonfiarsi. Decine e
decine di stelline esplosero nella stanza convergendo in una ancora
più grande e tangibile, lucida e in apparenza gommosa.
Quando questa stella si mosse voltandosi verso Leek e gli altri,
rivelò un volto infantile paffuto e birbante.
-Leek-hime!- la bambina si aggrappò alla sua invocatrice
stringendola forte.
-Hai visto com’è vestita?- fece Natsu a Gray,
sottovoce. Questi annuì, per poi voltarsi di scatto.
“Ancora quella dannata sensazione, ma chi
sarà?!”
Il rosato intanto continuava a parlottare con Happy, indicando la
bambina. Lei però non gli dava peso, continuava a saltellare
intorno a Leek, che felice si chinò fino alla sua altezza.
-Ciao piccola, ascolta, ho bisogno del tuo aiuto.- si voltò
verso il letto –Nadine rischia di perdere il bambino, ti
prego, aiutala. -
La stellina saltellò fino al letto e parve rattristarsi nel
vedere la donna pallida e sofferente.
Le mise le manine sul ventre e iniziò a infonderle la sua
energia.
-Non ti preoccupare, ci penso io!-
Elsa osservò la luce aurea fuoriuscire dal corpo della
stella e infondersi in quello di Nadine. Il livido scomparve
velocemente e così le altre ferite. Dopo qualche altro
secondo, la bimba pronunciò –Ora stanno bene
tutt’e due.-
Leek sospirò, poi lanciò un occhiata a Elfman e
alle sue mani.
-Puoi medicare anche lui? Non è grave, ma ha salvato Nadine
e…- arrossì. Era grata a Elfman e…
beh, si gli piaceva e voleva fare un gesto carino nei suoi
confronti.
La bimba annuì e saltellò verso
l’albino, levitando fino all’altezza delle sue mani
e infondendo in esse la stessa luce dorata di poco prima.
Quando le ferite del ragazzo si rimarginarono, Natsu partì
in quarta all’attacco.
-Com’è? Cosa si prova?-
-E’ come mangiare pesce?- esclamò Happy, che se
non pensava al pesce…
Elsa non ascoltò i loro discorsi privi di logica. Si
portò alla finestra ansiosa. Presto ogni domanda avrebbe
ricevuto un adeguata risposta.
Le luci illuminavano i quartieri festosi della città, ma
oltre di essa, come se un manto cupo l’avvolgesse, non vi era
nulla.
Una sensazione angosciante di prigioni la colse.
“E’ solo una sensazione…” si
rassicurò, ma oltre quel buio, vi era Lucy.
Perché se n’era andata?
-Cos’è successo prima che tornassimo?- chiese,
voltandosi a guardare Happy, Leek e Cam.
Silenzio.
-Leek è successo qualcosa?-
Fu Happy a vuotare il sacco, dato era stato con Lucy fin dal bizzarro
incontro con Loki. Leek proseguì, raccontando con imbarazzo
cosa era successo nella camera.
-Cosa dovremmo fare?- chiese Elfman, le braccia forti incrociate al
petto.
-A Loki ci penserà Lucy. Ma se qualcuno dovesse seguirla e
attaccarla, potrebbe avere dei problemi… Gray, ti spiace
andare a cercarla?-
-Eh, io?- ci pensò su il moro –Va bene…-
“Andare da lei?!” Lluvia era furente. Gray aveva
accettato di seguire Lucy, apparentemente senza esitazioni.
“Tra me e lui potrà mai nascere qualcosa?
No… Non voglio che vada da lei!” Voleva
impedirglielo e stava iniziando a organizzare piani su piani contro la
presunta rivale, quando avvertì qualcosa alle sue spalle.
Si voltò.
Non era nulla, ma Lluvia era pur sempre un ex-Element Four. Il pericolo
era nell’aria e se c’era un modo per colpire Gray
era proprio aiutarlo a salvare la rivale e farsi notare positivamente.
Ovviamente Lluvia, come tutti gli altri, non era a conoscenza della
forza interiore di Lucy, ma ne avrebbe avuto occasione più
avanti.
Si diresse all’uscita della città, dove avrebbe
aspettato Gray e gli avrebbe chiesto di entrare a Fairy Tail. Si
accarezzò la spilla a forma di fatina che aveva appuntato
alla mantellina.
“Lluvia avrà modo di farsi notare da
Gray-sama” si disse fiduciosa.
-Bene.- Lilith indicò la seconda sfera: vi era Gray, che
noleggiava una macchina ad alimentazione magica. -Fortune, ci penserai
tu?-
-Avlei un conticino con lo Yeti... ma va bene... Oh, sembla che lo
spoglialellista abbia visite.-
Nella sfera, i Tarots osservarono come un Gray in boxer incontrava una
ragazza dai morbidi capelli azzurri e la faceva salire sull'auto dopo
un breve concitato e imbarazzato dialogo, almeno da parte di lei.
"Ce l'hai fatta Lluvia!- gioì la giovane, emozionata
dell'essere accanto al suo adorato.
In quella macchina, le pareva di essere una sposina col maritino,
diretti verso un avventuroso viaggio di nozze carico di mistero.
-Riguardo a Elfman... Yue?- l'iracondo annuì, anche se si
lasciò scappare uno rabbioso -Sempre a comandare a bacchetta
gli altri tu, eh?-
-Infine, rimangono i due miceti.- lo ignorò la donna - Non
dovrebbero essere un grave problema, ma meglio non sottovalutare Cam.
Per non parlare dei Tarots che Leek ha al suo fianco. Non possiamo
fallire! Questa è la nostra missione più
importante. Per Vinegar!-
-Per Vinegar!- fu la risposta degli altri.
Detto ciò, ognuno si diresse verso l’uscita,
pronti a dare il via alla fase definitiva della missione.
Anche loro provavano sentimenti forti.
Tutti per Vinegar.
*** *** *** *** ***
-Ora ti farò soffrire
come tu hai fatto soffrire Karen. Apriti, Porta dell'Ariete!-
Il rombo delle cascate era assordante.
Là, in mezzo a quella meraviglia della natura, si ergeva una
costruzione in pietra. Una lapide per la precisione. Loki fissava
basito la figura minuta e morbida innanzi a sé
-Aries? Sei proprio tu?-
La piccola Aries, dai morbidi capelli rosa e il viso angelico era
davanti a lui. La sua "sorellina"... ancora una volta si erano
incontrati e ancora una volta si sentiva impotente.
Per salvare Aries aveva perso Karen.
E in quel momento stava per perdere sia lei, che la sua stessa vita. E
dire che aveva commesso il suo "peccato" per una giusta causa.
“Non posso davvero ripagare il mio debito vivendo?”
si chiese, pur sapendo che era inutile. Aveva sbagliato e doveva pagare!
Sarebbe scomparso davanti alla tomba di Karen, chiedendole perdono per
averla abbandonata. Sconfitto proprio dalla sua adorata
"sorellina".
-Aries, uccidilo.- disse la ragazza, piatta.
Il piccolo Spiritò chinò il capo -Io...- non
voleva attaccare il ragazzo, era palese. Tremava, stringendo i pugni.
Non poteva disobbedire all'ordine ricevuto. Sapeva che ciò
comportava solo disgrazie.
-Che aspetti, forza!- il tono arrogante di Remona rammentò
ai due Karen. Gli pareva di essere tornati ai vecchi tempi, con lei che
strillava e loro che subivano.
Aries subiva...
-Uccidimi...- disse piano Loki, gli occhi socchiusi -Morire per tua
mano, sarà sicuramente più dolce, che scomparire
per sempre, nel nulla...-
-Ma io non voglio...- le tremava la voce -Non so cosa fare L...-
-FERMI TUTTI!-
A gridare quelle parole fu -Lucy?- emise il giovane -Tu...-
-Ti cercavo.- rispose l'Heartphilia, col fiatone. Aveva appena chiuso
il portale dell'Auriga, che le aveva comunque sottratto un certo
quantitativo di energia, e si era gettata nella radura appena in tempo,
per salvare il compagno.
"Proprio lei... "
Proprio l'unica ragazza che aveva sempre evitato, si era messa alla sua
ricerca.
-Tu saresti Lucy Heartphilia, vero?- disse Remona.
La bionda annuì.
-Ho sentito tanto parlare di te.-
-La cosa è reciproca, Remona Caterpillar, so chi sei...
Loki...- si rivolse al ragazzo -Quella è la tomba di Karen,
vero?- sorrise tristemente –Karen era una maga degli Spiriti
Stellari e anche
la tua padrona.- lo fissò intensamente, mentre gli occhi di
lui si spalancavano per la sorpresa che lei fosse a
conoscenza di tutto.
-Spirito Stellare Loki, o dovrei chiamarti Leo…-
Il ragazzo sospirò –Hai capito tutto, eh?- sorrise
tristemente.
-Oh beh… Dopotutto sono una maga degli Spiriti Stellari
anch’io. Ho stretto molti patti con loro e so bene, che
quando un mago perde la vita, il patto si scioglie e lo Spirito
Stellare deve tornare nel suo mondo, in attesa di un altro holder. Ma
tu, per qualche motivo non sei riuscito a tornare?-
Loki sorrise ancora, mesto.
-Uno Spirito non può vivere nel mondo umano, così
come gli umani non possono vivere nel vostro mondo. La vostra forza
vitale pian piano si esaurisce…- chinò il capo
–Conducendovi alla morte.-
Loki annuì.
Aries si portò le mani sulla bocca, coprendo un gemito
sommesso.
-Sono tre anni che sono qui.-
-Tre?!- Lucy, così come Remona, rimase molto sorpresa
–Uno è
già troppo!-
-Ormai sono al limite… scomparirò.-
-Non se ci sono io!- esclamò la bionda –Dimmi
perché non sei riuscito a tornare nel tuo mondo!
Proverò ad aprire il portale per te!-
-Non voglio aiuti.-
-Ma che dici? Così morirai!-
-Il motivo per cui non posso più tornare
è…- deglutì –Ho infranto una
regola del patto tra spirito e padrone, per questo sono stato esiliato
per sempre.-
-Esiliato? Per sempre?! Ma…- c’era solo una regola
che implicava una punizione così dura da essere considerata
più una condanna a morte.
Remona lo osservò altezzosamente. La confessione era
finalmente giunta. Il castigo non avrebbe tardato ad arrivare, anche
se Aries o quella Lucy si fossero opposte.
-E’ giusto così. Accetto la mia punizione,
perché io… Sono un traditore... Karen
è
morta a causa mia.-
Fine Capitolo 6
Tataaaaan!!! Spero che il cap sia di vostro gradimentooooo!!!
Aggiornamento: Aaaaaaaaaargh!!! Mi sono resa conto di aver sbagliato la
parte con Loki! La parte a cui tenevo più di tutte! Vi ho
lasciato al 5 cap con Remona che lo accusava e nel 6 con Lucy che lo
trovava da solo. Pardon. Ora ora ho sistemato questa parte, e ho la
febbre =_= perciò, scusate se non è uscita
benissimo.
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Capitolo 7 *** 7.281 contro 284 ***
Capitolo
7: 281 contro 284
-Karen
è morta a causa mia.-
Lucy
non poteva crederci. Loki aveva ucciso Karen?
-Tu…
hai… ucciso…- balbettò. Era
impossibile. Si ripeteva mentalmente che non era
possibile. Remona poco più indietro strinse i pugni e Aries
chiuse gli occhi, a
capo chino.
-E’
successo tre anni fa…- continuò Loki.
-Io
non ho detto niente!-
la piccola Aries
guardava la sua padrona dal pavimento, con le lacrime agli occhi. Sopra
di lei,
Karen era furente.
–Bugiarda!-
le gridò calciandola con
violenza.
Era il lato oscuro della maga che nessuno
conosceva.
Alta, longilinea, sofisticata, dai lunghi e
sinuosi capelli verdi, occhi rubino, seno prosperoso. In un certo senso
Loki,
anzi Leo, n’era innamorato.
Era stupenda dal punto di vista fisico, aveva
classe, forza, era sicura di sé… a pensarci bene,
forse era l’unica persona ad
aver lasciato il segno nell’animo dello Spirito Stellare.
Purtroppo quel segno
era sia fonte di dolci, melanconici ricordi, sia una cicatrice
straziante di
rimorso.
Perché quando Karen afferrò le catene per
punire Aries per aver fatto la spia a Bob, master dei Blue Pegasus,
gilda alla
quale la maga era affiliata, Loki intervenì.
-Non
sparire!-
ringhiò la maga, dopo
che la piccola Aries svanì davanti ai suoi occhi, in una
nuvola di lanosa
morbidezza.
-Credi
di sfuggirmi? Posso evocarti nuovamente, Aries!-
Karen era furibonda. Afferrò la chiave dello Spirito
Stellare della Prima Casa e alzò il braccio, pronta a
riaprire il portale e
trascinare fuori la piccola Aries, quando una mano forte la
fermò.
-Non
ce la farai, ho forzato io il varco.-
Era
Loki, anzi, Leo del Leone.
Indossava un completo giacca e cravatta e i
suoi capelli erano più lunghi e selvaggi, come la criniera
del re della
foresta.
-Che
ne
dici di darci un taglio, eh Karen?-
-Ma
come ti permetti di aprire la Porta senza permesso?-
in quel momento lo spirito della maga vacillava tra la
furia e lo stupore –Ma chi ti credi
di
essere? Sei solo uno Spirito!- ringhiò.
Leo la fissò dritta negli occhi.
Con lei ne aveva passate talmente tante,
che vederla su tutte le furie non era niente in confronto a mostri
mangia ossa
o demoni o persino fantasmi. No. Karen era poco più di una
bambina viziata che
sbatteva i piedi per terra perché l’era stato
sottratto il suo giocattolo.
-Io
sono uno Spirito robusto e posso sopportare tante cose, ma
Karen… non ti
perdonerò se infliggerai ad Aries altri tormenti.-
La
maga deglutì. –Non mi
perdonerai? E da quando voi Spiriti perdonate?-
-Noi
Spiriti, Karen, amiamo, odiamo, sappiamo perdonare o portare rancore,
siamo
come voi, ma sembra che tu non l’abbia capito. Per questo io
voglio, che tu
sciolga il patto che lega me e Aries a te.-
-Volevo
solo che capisse questo semplice concetto… - Loki fissava la
lapide, con gli
occhi gonfi dal pianto. –Non potevo immaginare che
lei… -
Lucy
gli posò una mano sulla spalla e lui non si sottrasse, come
suo solito.
-Era
così dannatamente orgogliosa… -
-Finché
sono qui, non puoi evocare altri Spiriti Stellari. E tu sai che non
è possibile
evocare due Spiriti contemporaneamente.-
Karen
ghignò –Dimentichi che
la mia magia non dura all’infinito. Fra dieci giorni,
sarai costretto ad andartene. E allora, sai cosa farò ad
Aries?-
Leo non si scompose –Non ho
trascurato un simile dettaglio. Sto usando il mio potere e tu
non puoi farci nulla.- a quel punto lo Spirito della Quinta
Casa voltò le
spalle alla sua Invocatrice, dirigendosi verso la porta. Prima di
uscire, le
disse solo –Quando ti sarai
chiarita le
idee, mi troverai nella casa abbandonata nel quartiere a ovest.-
-Provò
a convincermi con ogni mezzo. Ma io mi rifiutai di tornare da lei.-
Remona
strinse i pugni. Aveva ascoltato quel racconto reprimendo la sua
rabbia, ma era
veramente al limite.
-Per
colpa tua è morta! Per colpa del tuo
stupido puntiglio!-
sbottò.
Loki
le sorrise mestamente –Per colpa del suo orgoglio…
-
Tolse
gli occhiali da sole, inutili, d’altro canto era notte, e
coprì parzialmente il
volto con una mano –Ma è vero anche che se
io… io… io volevo solo che capisse… -
Anche
Aries piangeva, sommessamente. Lei sapeva come stavano le cose.
Era
presente quando Karen era morta.
Aveva
provato a spiegarlo a Remona, ma quella non le aveva creduto. E le
aveva dato
uno schiaffo.
Si
carezzò la guancia, come se le dolesse
ancora. Le sembrava che quella ragazza vestita come una lolita, in
apparenza
così dolce, così buona, fosse un'altra Karen.
Disposta
ad aggrapparsi a una menzogna pur di difendere l’orgoglio
della sua altezzosa
cugina.
-Fu
Bob - riprese Loki, rivolto a Lucy – a comunicarmi che Karen
era morta. Dopo un
mese, avevo deciso di perdonarla, dopotutto, conoscendola, non si
sarebbe mai
piegata a chiedermi scusa. Forse però avrebbe cambiato il
suo modo di
comportarsi… ero pronto a perdonarla… avrei
difeso io Aries, ancora una volta,
se fosse stato necessario… invece… -
-Invece
Karen accettò un lavoro.- continuò per lui Aries.
Remona
la fissò truce –Taci, tu! Ti aspetti che creda a
una storia simile?!-
Quello
sguardo furente spaventò non poco Aries, che
tremò, ma strinse i pugni sul
morbido abito di lana e riprese –Lei puntava sul fatto
che… insomma, in
situazioni critiche, si dice che se un mago libera tutto il suo potere,
può
evocare almeno un secondo Spirito.-
Remona
la afferrò per il bavero, con violenza, quasi sollevandola
da terra. Il viso
era deformato dalla rabbia, i denti stretti quasi scricchiolavano, come
se
stessero per spaccarsi.
-Stai
zitta, stupido Spirito!- le urlò in faccia,
stringendo il pugno davanti al suo
viso.
Gli
occhi di Aries si colmarono ancora di lacrime. Li chiuse e le fece
sgorgare,
scivolare lungo le sue guancie. Prese coraggio. Si sentiva di dirlo.
Doveva!
Era un bisogno più forte di lei.
-Il
suo corpo non resse allo sforzo… -
-ZITTA!!-
Il
pugno violento della Caterpillar, fu fermato dalla frusta di Lucy.
Aries
cadde in ginocchio, come svuotata.
-Leo…
- sussurrò, guardando verso il vecchio compagno
–E’ stata una sua scelta, non
devi dartene colpa… -
Poi
il suo corpo brillò di mille, milioni di piccole luci e si
scompose, tornando
nel suo mondo.
Quando
anche l’ultima lucetta svanì nella notte, Lucy
sospirò e guardò Loki.
-Hai
sentito Aries?-
Lui
annuì, rassicurato, ma ancora così confuso.
Poi
un forte dolore al petto.
Il
suo corpo tremò. Il paesaggio svanì e riapparve
davanti a sé.
Il
viso spaventato di Lucy svaniva e riappariva!
Lucy!
Lucy
lo fissava atterrita mentre si accasciava al suolo.
Lucy
correva verso di lui.
Lei,
così bella e dolce… lei che temeva, lei
che… amava?
-Una
stella cadente! Che bella!-
-Lucy…-
esitò un poco -Riesci
a comprendere la sofferenza di una stella che non può
più tornare in cielo?-
Né
in
cielo, né in terra.
Nel
nulla.
Karen
ne sarebbe stata felice.
-E’
una cosa molto triste…-
Karen
felice. Lucy triste.
Avrebbe
desiderato esser perdonato solo per non vederla piangere per lui.
Ma
non meritava…
Sentiva
dentro di sé qualcosa che gli diceva “Come
Spirito Stellare sei una vergogna. Hai ucciso la tua padrona per
cercare di
cambiarla, come pensi di avere diritto ad un’altra
possibilità?”
-Graysama…
- disse Lluvia,
seria –Ferma l’auto.-
-Scusa,
ma non ho molto tempo da perdere. Devi andare al bagno?-
La
maga dell’acqua arrossì e piagnucolò
con quel suo grazioso visino paffuto
–Aaaah! Graysama non dica così! Mette in imbarazzo
Lluvia in questo modo!-
Il
moro, trovandosi davanti la maga di Phantom si era ovviamente sentito a
disagio,
per di più lei continuava a sorridergli e a cercare di
avvicinarsi timidamente
a lui e arrossiva.
Però
non vi erano dubbi sul fatto che fosse sincera.
Perché
Lluvia era pura come l’acqua. Se avesse mentito, se ne
sarebbe accorto. Era
dolce e fragile e lui l’aveva visto. L’aveva
provato sulla sua pelle. Perciò
pensò bene di fidarsi di lei.
Com’era
quel detto? “Il nemico di ieri
è l’amico
di domani.”
Il
frastuono del carretto distrutto riecheggiò nella notte, ma
nessuno lo sentì,
se non i due maghi coinvolti.
I due
schizzarono fuori dalla macchina e Gray ruzzolò nella
polvere, coprendosi di
piccoli, insignificanti graffietti sul viso, suoi gomiti e sulle gambe.
Lluvia
divenne acqua, perciò rimase illesa.
-Graysama,
tutto bene?- si precipitò da lui, preoccupata, poi
udì una risatina.
Davanti
a loro vi era una figura femminile in abiti orientali, intenta a
raccogliere un
enorme chakram affilato incastrato fra i rottami del veicolo.
-Ma
daiiii… vi siete fatti solplendele tloppo facilmente!-
-E tu
chi diavolo sei?!- esclamò Gray, rialzandosi.
-Sono
la Foltuna, spoglialellista. E oggi non ti sollido.- ripose lei con
enfasi.
Teneva
in mano un cerchio dorato da hula hoop. Vi mise dentro il braccio e lo
fece roteare,
piano, poi più veloce, facendolo salire fino alla spalla e
discendere al polso
diverse volte.
Infine
lo prese e lo scagliò verso i due maghi, che però
riuscirono a evitarlo.
-L’hai
schivato… beh, ploviamo con questi!-
Ciò
detto, dal primo cerchio ne estrasse un secondo. E un terzo. Fra le sue
mani,
come in un gioco di prestigio, aveva infine fatto comparire ben otto
cerchi.
Gray
fece un passo indietro, non certo per scappare. Avrebbe lanciato uno
dei suoi
attacchi, il punto era decidere quale e in che momento eseguirlo.
Lluvia
dal canto suo sapeva già come agire. Era pur sempre un
Element Four, sapeva
riflettere velocemente.
-Water
Lock!- esclamò.
-Che
cosa hai detto?- Leek era veramente sorpresa. –Chive
è qui?-
Nadine
annuì.
-Vinegar
lo tiene prigioniero nella torre al centro della città.-
La
donna si mise seduta e riprese -Piccola, Chive non voleva che tu
sapessi che
lui fosse qui, ma… da solo non riuscirebbe a fuggire.-
-Qual
è l’obbiettivo di Vinegar?- chiese Elsa.
Nadine
scosse la testa –Non lo so di preciso. O meglio… -
fece una pausa –Vuole
evocare il Tarot del Mondo, ma non so il perché.-
-Il
Mondo?- Leek e Cam sussultarono –Sei sicura?-
Nadine
annuì –Si. Alcuni Tarot hanno la lingua
lunga… -
I
maghi rimasero in silenzio per alcuni minuti. Cam in particolare rimase
colpito
dalle notizie di Nadine. Fece finta di nulla, ma a Elsa non era certo
sfuggita
l’occhiata preoccupata lanciata a Leek.
E
quando lei corse via gridando –Devo salvarlo!- il gatto si
era gettato al suo
inseguimento a rotta di collo. Se non fosse stato un momento
particolarmente
delicato, se non fosse accaduto tutto in una manciata di attimi,
probabilmente
Natsu e Happy avrebbero sguaiatamente deriso il felino maculato per il
suo modo
buffo e ballonzolante di correre. Invece andarono dietro ai due.
Perché Natsu aveva
un certo sesto senso quando si trattava di persone che commettevano
sciocchezze. E se lo sentiva sotto la pelle che Leek ne aveva appena
combinata
una grossa come una casa.
Elfman
si diede anche lui all’inseguimento, superando in
velocità il Dragon Slayer del
fuoco e il suo partner, mentre nel suo cervello, come un tarlo
fastidioso,
tornava a insediarsi il pensiero di Lisana.
L’amata
sorellina che aveva ucciso con le sue stesse mani.
Non
era stato in grado di proteggerla, non era riuscito neppure a rimanere
cosciente…
Aveva
saputo solo al risveglio cosa aveva fatto.
-Elfman.- Mirajane
era più pallida del
solito, i suoi occhi color del cielo erano spenti ed Elfman vi scorse
compassione e dolore. Un mesto pensiero l’aveva subito colto.
-Dov’è
Lisanna?-
Mira chinò il capo.
L’aveva vista volare via come un fuscello.
L’aveva vista morire sotto i suoi occhi.
L’aveva sentita dire –Sorellina…
Elfman non
deve farsene una colpa… sorellina…-
e ancora aveva udito i suoi ultimi flebili sussurri. Diceva che li
voleva bene. Che non ce l'aveva con loro per quello. Che morire era una
cosa normale...
Lo diceva spesso, Lisana.
Quando Mirajane lo riferì al fratello,
Elfman si sentì un verme.
Non aveva protetto la sua sorellina: l’aveva
uccisa nonostante avesse messo in gioco se stesso per salvare la sua
famiglia.
E
ora
Leek correva per salvare suo fratello, probabilmente senza immaginare
che
avrebbe potuto sortire l’effetto opposto.
Non
voleva davvero che lei soffrisse come lui.
Non
voleva davvero che le succedesse qualcosa.
-Aspetta!!-
le urlò. Ma lei era veloce, non sentiva nulla. Solo il
battito del proprio cuore
che galoppava più veloce di lei, verso quella torre sinistra
che si ergeva
minacciosa al centro della città dei peccati.
-Queste
sono le leggi del mio mondo… non posso farci nulla al
riguardo… - era davvero
al limite e la presenza di Karen era opprimente. Gli pareva di vederla
davanti
a lui a godersi la sua dipartita. O forse era solo l’immagine
di Remona, che
sorridendo gustava la sua agonia, a confonderlo… ad ogni
modo, anche se forse
non poteva vederla, lei era lì.
-Non
posso permetterlo!-
aveva gridato poi
Lucy aggrappandosi con tutte le sue forze a lui, come se in quel modo
potesse
impedire alle sue membra di dissolversi.
Come
se in quel modo potesse trattenerlo. -Se torni nel tuo mondo, ti
rimetterai in
sesto!-
-Lucy…
lascia perdere… non posso più tornarci te
l’ho detto.- sussurrò lui,
distogliendo lo sguardo.
-Ma è
ingiusto… - si strinse a lui con forza ancora maggiore -
…la morte di Karen è
stata solo un incidente. L’hai detto anche tu che
è stato per il suo orgoglio!-
-Salutami
tutti, a Fairy Tail.-
-SMETTILA!-
urlò L’Heartphilia strattonandolo
–Smettila di rassegnarti! Smettila di pensare
che meriti la morte. Se sai di essere nel giusto… - le
lacrime sgorgarono
copiose dai suoi occhi –E’ una legge
assurda… se loro non vogliono farti
tornare… - portò la mano destra al petto, con
foga, come a fare giuramento –IO
APRIRO’ IL PORTALE PER TE!-
-Lucy…
ti prego… -
-Non
ce la farà… - disse Remona, ridacchiando
–Nessuno può andare contro il volere
del Re degli Spiriti Stellari.-
Ma l’Heartphilia
non ascoltava più nessuno.
Né
Loki, né Remona. Nemmeno il suo raziocinio, che le diceva
che era pericoloso.
Che
sarebbe potuta morire.
Il
suo cuore gridava a ogni battito. La sua bocca urlava –APRITI
PORTA DEL LEONE!-
La
luce li avvolse, ma nulla accadde se non quello –APRITI PORTA
DEL LEONE!-
-Lucy,
ti prego smettila!-
-APRITI!
APRITI!-
-SMETTILA
LUCY!-
Ma
lei insisteva, intensificando lo sforzo. Loki si accorse che anche il
suo corpo
aveva iniziato a scomparire in quel bagliore.
-Lucy
smettila ti prego… -
-APRITI
PORTA DEL LEONE.-
-Ti
prego smettila… SMETTILA!- urlò straziato lo
Spirito Stellare –SMETTILA TI STAI
DISSOLVENDO ANCHE TU! VUOI MORIRE CON ME?-
Lucy
si ostinava a non cedere, emise ancora più energia e la luce
divenne sempre più
intensa sempre più calda. L’energia era come un
vento impetuoso che li
avvolgeva.
E la
voce dolce di lei riecheggiò ancora nelle sue orecchie
–CHE STAI DICENDO? TU
NON MORIRAI! NON TI PERMETTERO’ DI MORIRE!- poi la ragazza
singhiozzò -A che
serve la magia se non si può aiutare un amico?!-
-Fermati…
TI PREGO, FERMATI! NON AGGIUNGERE ALTRI CRIMINI A QUELLO CHE HO
GIA’ FATTOOOOO!-
l’urlo disperato di Loki era un ruggito agonizzante di
dolore. Perché come aveva
detto Lucy, per quanto fosse conscio di non avere colpa, non riusciva a
darsi
pace per aver causato indirettamente la morte di Karen.
-CRIMINI?!
QUALI CRIMINI? SE QUESTA E’ LA VOSTRA LEGGE, IO LA
CAMBIERO’!!!-
L’urlo
di Lucy riecheggiò ancora, nel silenzio più
totale, poi si disperse nell’aria,
mentre il suo corpo veniva separato da quello dello Spirito Stellare da
una
forza invisibile.
Intorno
a loro tutto era immobile, tutto era quiete. Per un attimo le cascate
cessarono
il loro flusso e il vento smise di soffiare.
Poi
una miriade di stelle vorticò sulle loro teste…
Fine
Capitolo 7
Eccomi! In
ritardo ma eccomi!!
Ho avuto un
grosso problema con conseguente crisi dello scrittore, o
quasi. Ora va meglio in ogni caso. Mmm... è proprio strana
la vita.... vabbè ad ogni modo, come vedete ho reso un po'
diversa la parte di Loki, e prendendola sia dal manga che dall'anime e
aggiungendoci cose mie. E che dire di Elfniichan e Lisana Q_______Q mi
fa tanto piangere il mio gorillone albino.
Ah, a questo proposito, dopo aver visto la forma di Elf in Take Over,
che dire, sono rimasta shockata. E' verde!!
Non che mi dispiaccia, visto che adoro il verde XD Però
così risulta che nella fic c'è un errore.
Facciamo che non abbia usato la forma di The Beast ma quella di... mmmm
The Yeti? XD
Insomma, un'altra forma U_U
sarachan93: grazie
mille ^_^ ecco l'aggiornamento, spero ti piaccia questo cap!
Ghen:
Già, nomignoli da parrucchiere XD Il
punto è che sai, c'è il moro, la bionda, la
rossa, il gatto scemo... manca solo lui U_U Purtroppo lo vedrai ancora,
alternato a Salamander e tutti gli altri epiteti. Anche a me sta
piacendo la coppia Gray/Elsa ultimamente. Ora non so che
farò con lei. Non di preciso ho una mezza idea, ma ora
vedremo. Per il momento mi concentrerò sul leoncino e sul
pervertito. Grazie sono contenta che ti piacciano i miei personaggi,
per non parlare della scena del magazine. Sai che all'inizio pensavo a
Fortune come una mocciosa rompi balle? Ricorda tanto Kagura di Gintama
XD
Non posso infine nasconderti quanto non mi dispiaccia il fatto che ti
sia letta due capitoli di fila X°°°D
Kiya_: ^_^
contenta che ti piaccia. Mmmm si, qualche disegno l'ho messo, su Leek,
Cam e W.Hierophant, su Deviant Art, dove sono bucciarati.
Bene,
è tutto, alla prossima!!
Grazie a
Elie91, Ghen e pika chan che hanno messo la storia fra i
preferiti, giulio91, Kiya_, Marie92, Rue Meridian e
silviayuna che l'hanno messa fra le seguite.
Se qualche
recensione mi è sfuggita, non vogliatemene male Q_Q
Baciiii!
|
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Capitolo 8 *** 8. Il Re degli Spiriti Stellari e il giudizio di Libra. ***
f
Capitolo 8: Il
Re degli Spiriti Stellari e il giudizio di Libra.
Le stelle sopra
di loro d’improvviso cessarono il loro moto.
L’acqua della cascata s’innalzò in alte
colonne. Queste si unirono in fine in un bagliore di luce accecante.
Per lo stupore la giovane Heartphilia non si rese conto
d’esseri gettata fra le braccia di Loki. O forse fu lui a
stringerla a sé in un istinto di protezione?
Remona era a sua
volta caduta a terra e osservava il cielo, basita. Sopra le loro teste,
enorme, maestoso, si ergeva un gigante baffuto protetto da
un’armatura d’oro e argento.
Loki rimase a
bocca aperta, sorpreso di quell’apparizione e rispose a bassa
voce alla domanda di Lucy.
-Che
cos’è?-
-Non
può essere… quello è…- i
suoi occhi si spalancarono -Il Re degli Spiriti Stellari…-
-Il Re?- chiese
la ragazza –Cioè, il capo degli Spiriti?-
A dare conferma
ai dubbi della ragazza, lo Spirito parlò, rivolto a Loki.
-Vecchio amico.-
Loki ebbe un
fremito.
-A coloro che
stipulano un contratto con gli umani, è proibito uccidere il
possessore della chiave. Non importa se in maniera diretta o
indiretta.-
Lucy si
alzò lentamente in piedi.
Nel frattempo
anche Remona aveva superato lo shock iniziale.
-Pertanto, Leo,
anche se hai infranto indirettamente questa regola, ti vieto di tornare
nel mondo degli Spiriti.-
Fu una doccia
fredda per l’Heartphilia.
Un re poteva
essere così superficiale?
Aveva almeno
chiesto a Loki perché si era comportato così?
L’aveva davvero ascoltato?
Remona sorrise
compiaciuta, ma Lucy protestò a gran voce –Un
momento! Questo è troppo! Non è giusto!-
-L-Lucy…-
balbettò Loki, non perché sorpreso. No. Lucy
aveva osato controbattere col Re. Lui che avrebbe pensato? Che le
avrebbe fatto?
-Vecchio
amico… ragazza umana…- invece, a discapito di
ciò che il giovane poteva pensare, il sovrano parve non
prendersela. Il suo tono rimase pacato.
-La legge non
verrà cambiata.-
Ecco.
Loki comprese
cosa lo sorprendeva maggiormente di quell’apparizione.
Perché
il Re si era mostrato loro?
“Solo
perché Lucy ha minacciato di cambiare la legge?
No… non può essere solo
questo…”
°°°
Sorprendentemente
il Water Lock di Lluvia non imprigionò Fortune. Anzi, questa
usò i cerchi come ventole per disperdere
l’incantesimo della giovane Loxar.
-Non sollido
neppule a te, vecchia signola.-
-Vecchia
signora?!- esclamò Lluvia, infervorandosi –Come ti
permetti? Lluvia è giovane!-
-Salà,
ma conciata così sembli una vecchia ottantenne.-
-Grrr! Come ti
permetti piccola impertinente?-
La ragazza smise
di ascoltarla e guardò prima Gray, poi di nuovo Lluvia e
sorrise interrompendo la sfuriata della maga.
–Lo
ami, vecchia signola?- le chiese e Lluvia arrossì
violentemente e così in fretta che Gray quasi s
spaventò.
-Uaaah!-
esclamò coprendosi il viso con le mani
–Zitta! Zitta!-
-Ehi, tutto
bene?- le chiese il moro.
-Oh, Gray-sama!
Non preoccuparti per me io… uaaaah! E’ vero, mi
piaci tantooooo!-
Il moro
arrossì un poco, non sapendo bene cosa dire. Beh, aveva
già compreso che Lluvia provava qualcosa per lui dal tempo
del loro scontro, ma quel “mi piaci tanto”
squittito con imbarazzo, era una conferma non indifferente.
-Bla bla
bla… patetica... - fece ancora Fortune, e scagliò
contro Gray quattro dei cerchi. Prima che il mago del ghiaccio potesse
reagire, la sua compagna intervenne, spazzando via gli oggetti con un
poderoso getto d’acqua. I cerchi furono scagliati a decine di
metri di distanza e tintinnarono nel silenzio della notte cadendo al
suolo.
-Ti ho detto di
lasciare in pace Gray-sama, mocciosa.-
La Tarot non
parve scomporsi e difatti continuò a sorridere.
-Ma io non milavo
al tuo belloccio.- disse.
Gli occhi di
Lluvia divennero grandi per lo stupore, per l’improvvisa
consapevolezza della verità, mentre un sinistro ronzio le
fece vibrare i timpani.
-Attenta!-
gridò Gray.
Troppo tardi.
°°°
“Non
posso credere che si sia spinto fin qui solo perché Lucy ha
minacciato di cambiare le regole… è una cosa
così… insignificante!”
-Ha sofferto per
ben tre anni!- continuò Lucy.
Allora Remona
s’intromise –E meriterebbe di soffrire molto di
più per ciò che ha fatto a Karen!-
Lucy si era
disposta come a scudo fra l’enorme spirito e Loki, ma
abbassò le braccia e strinse i pugni
–L’ha fatto per Aries!- esclamò
–E’ stato costretto a farlo per il bene di una sua
amica!-
-La mia persona
si addolora per il tuo turbamento, ma… - fece il Re, attento
a ogni parola che la ragazza pronunciava, ma Remona ancora
s’intromise –Signore!- cominciò anche
lei con le braccia aperte e il viso al cielo –La prego, mi
conceda di dimostrare che quest’ignobile Spirito merita di
scomparire.-
-Dimostrare la
sua colpevolezza?- chiese allora rivolgendo alla Caterpillar uno
sguardo più attento. I suoi occhi si socchiusero per la
concentrazione e le sue dita stuzzicarono i folti baffi canuti.
-Lui non
è colpevole! Hai sentito com’è andata,
no?!- esclamò Lucy, tentando disperatamente di farla
ragionare.
-Zitta.- fece
quella e prese una chiave d’oro che puntò verso
l’Heartphilia –L’assassino di Karen
è davanti ai miei occhi. Ho tutto il diritto di giudicarlo,
non ti pare? Apriti,
porta del cancello d’oro della giustizia. Libra!-
La chiave
d’oro s’accese di quell’aura
caratteristica e l’aria s’aprì in un
fascio luminoso.
Un’aggraziata
figura apparve con le braccia appena sollevate reggenti qualcosa fra le
mani. Quando la luce diminuì
d’intensità, Lucy poté scorgere i
tratti femminili dello Spirito Stellare. I lunghi capelli argentei
erano raccolti in un enorme crocchia sul capo tenuta insieme da un
fermaglio a forma di bilancia. Lo sguardo serio era accentuato dai
piccoli occhialetti squadrati, ma era comunque triste e fisso su Loki.
-Ciao Leo.- lo
salutò da dietro il velo che le copriva appena la bocca.
-Libra…-
rispose lui, sorpreso. Voleva dirle tante cose, ma non gli restava poi
così tanto tempo.
Il destino era
davvero crudele. Tutte le persone che più amava erano
lì, quella notte, a decidere del suo futuro. Semmai ce ne
fosse stato uno.
Anche Karen era
presente. La sentiva! Era sempre con lui, persino in quel momento gli
pareva di poterla scorgere seduta su un masso ad assistere a quello
spettacolo.
Lo Spirito appena
comparso indossava solo un reggiseno finemente decorato di minuscole
gemme di giada e ampi pantaloni a palloncino, quasi trasparenti.
Ciò che reggeva fra le mani erano piatti d’oro e
una sorta di tatuaggio dorato sulla pancia nuda si poteva definire la
linea della giustizia da non oltrepassare per non essere giudicati rei
e punibili.
-Lei è
lo Spirito Stellare della Bilancia?- chiese Lucy, più a se
stessa che a Remona.
Quella dal canto
suo continuò –Libra è uno Spirito
imparziale. Se giudicherà Leo innocente, me ne
andrò senza discutere. Altrimenti, eseguirò
personalmente la sua condanna.-
Il Re rimase in
silenzio a meditare. Poi le due ragazze lo videro sedersi
nell’aere, con le gambe e le braccia incrociate saldamente.
-E sia.-
annunciò la sua decisione -Lascio a te, Libra,
l’arduo onere di pronunciare la sentenza per il nostro
vecchio amico.-
-Sua
eccellenza…- sospirò incerta lei.
Non voleva farlo!
Non voleva
assumere quell’incarico che le impediva di venire incontro al
suo compagno. Leo era come un fratello per lei e Aries, di fatto due
Spiriti molto deboli, in confronto a creature potenti come Aquarius o
Taurus. Quando Taurus nel loro mondo la inseguiva per
“prendersi cura delle sue belle mammelle”, Leo gli
aveva dato una strigliata con i fiocchi. E quando quella volta con
Karen e Remona si erano trovate ad affrontare la gilda oscura Gienah
Noir e le loro evocatrici avevano usato lei e Aries come esche, Leo
aveva aperto il varco fra i mondi di sua iniziativa e si era fatto
colpire di proposito. Aveva poi combattuto al loro posto, peraltro
terminando la missione brillantemente e da solo. Era da quel momento
che il suo rapporto con Karen aveva iniziato a incrinarsi.
E Libra credeva
assolutamente nell’innocenza di Leo.
Nel suo volto
Lucy lesse molto dolore.
Loki si
alzò piano e le disse gentile –Libra, fai quello
che devi.-
Il suo sorriso.
Lucy non poteva
fare altro che scrutare i loro volti sofferenti.
Loro erano vivi.
Erano creature
come loro. Non sanguinavano, non morivano facilmente come i meri esseri
umani ma i loro cuori si laceravano e piangevano calde lacrime per i
propri cari proprio come i cuori degli uomini.
Era
così semplice da capire.
Libra allora si
asciugò le lacrime e, con la voce tremante
d’emozione, disse solenne -A-allora, Leo, dammi il tuo cuore.-
Loki
guardò Remona e sorrise a Lucy, come a dirle
“Andrà tutto bene. Adesso si sistemerà
tutto.” Ma non ne era convinto lui per primo.
Mise la mano al
petto e il suo cuore s’accese nel petto, brillando di luce
aurea. La luce si raccolse poi nel suo pugno e lo Spirito del Leone la
depose nel piatto dorato di Libra.
Questa
aprì le braccia al cielo. Sul piatto destro vi era il cuore
di Leo. Su quello sinistro una piuma immacolata.
Dopo pochi
secondi, il cuore di Leo fece calare il piatto e il gomito di Libra
superò la linea della giustizia.
Remona sorrise.
Libra pianse.
-Mi dispiace
Leo…-
Il Re tacque.
°°°
-Leek!-
La ragazza
correva e non sentiva Elfman alle sue spalle che le gridava di fermarsi.
Non le importava
della gente che la fissava.
Non le importava
di fare la figura della bambina incosciente.
Non le importava
di nulla se non di raggiungere la torre e Chive.
-Leek!-
continuava a chiamarla Elfman a voce sempre più alta.
Niente.
Continuava a
correre e correre imperterrita, finché non mise il piede in
fallo e rovinò sul selciato graffiandosi braccia e gambe.
-Leek!-
esclamò ancora il mago raggiungendola e si chinò
su di lei. La raccolse fra le braccia forti e le domandò
–Va tutto bene?-
Leek lo
allontanò di scatto, dopo un primo istante di tregua
–Devo salvare mio fratello!- esclamò e fece per
correre via, ma lui la fermò, tenendola saldamente per il
polso.
–Non
fare pazzie.- disse calmo –Da sola non potrai salvare tuo
fratello!-
-E dovrei
starmene ad aspettare che mio zio gli faccia altro male?- Leek
portò la mano libera al petto, sul ciondolo a forma di cuore
che le era stato donato dal suo amato fratellone e da Nadine.
Era un ricordo
davvero molto importante per lei. Ora che viveva camminando sulle sue
gambe, era come se fosse tutto ciò che restava della sua
famiglia.
Pianse.
-Zio…lui…
lui ha ucciso la mamma… e il papà… -
Elfman le cinse le spalle con le sue mani grandi e lei si
gettò sul suo petto e pianse –Ha ucciso tutti
nonostante gli volessimo così bene!! Io lo odio… -
Il mago dai
capelli argentei non sapeva come altro consolarla. Non era bravo in
quelle cose. Continuò a stringerla a sé.
-Lo odio! Lo
odio! Lo odio!-
La ragazza
continuò a ripetere quelle parole orribili battendo i pugni
leggeri sul petto del compagno. Elfman la lasciò
semplicemente fare. Il dolore che quei pugni gli davano era
tutt’altro che fisico.
-Siamo qui per
aiutarti.- le disse, premendole la testa contro il suo corpo, cercando
di trasmetterle il suo calore, il suo conforto. Cercando di
trasmetterle meglio la sua fiducia in Fairy Tail.
-Andrà
tutto bene.- sorrise –Ci siamo noi con te.-
Lei
arrossì.
“Ci siamo noi con
te…” si ripeté.
Era quella
l’amicizia?
Poi una voce
arrogante li interruppe esclamando -Andiamo, basta con le smancerie!-
Leek riconobbe
quella voce e si staccò da Elfman d’improvviso.
Sulle loro teste, su uno dei tetti, c’era un uomo.
No, un Tarot.
Yue della Luna
Nera.
°°°
Il corpo di
Lluvia fu avvolto e immobilizzato dai cerchi di Fortune.
-Pensi di fermare
Lluvia con questi?- chiese sorridendo, sicura di sé.
Fortune non
rispose.
La maga
dell’acqua tentò allora di mutare nel suo
elemento, ma sfortunatamente si trattava di particolari cerchi dello
stesso materiale dei bracciali usati per sigillare la magia e
perciò non vi riuscì.
Era inerme.
Fortune sorrise e
tendendo il braccio verso di lei strinse il pugno. I cerchi si
strinsero a loro volta intorno al corpo di Lluvia. Tanto stretti da
mozzarle il fiato.
-Gyaaaaah!-
urlò la ragazza.
Faceva male.
Proprio a lei, che il dolore non la scalfiva. Era da molto tempo che
non ne aveva percepito così tanto.
Neppure il suo
Gray le aveva fatto così male, quella volta.
-Lluvia!-
Quel Gray che
invocava il suo nome.
La giovane maga
dai capelli azzurri quasi svenne per l’emozione “Ooooh, Gray-sama si
preoccupa per meeeee”
-Ehm…
Lluvia?- Gray-sama si preoccupava seriamente per lei. Ma per la sua
salute mentale innanzitutto. Nonostante la situazione, la ragazza si
perse nei suoi dolci sogni romantici a occhi aperti. Il mago del
ghiaccio non poté fare a meno di sudare freddo. Chi le
capiva le donne…
-Allola.- lo
interruppe Fortune –Facciamo una scommessina?-
Il Fullbuster la
guardò diffidente e lei proseguì con la sua
proposta.
-Si, una
scommessina semplice semplice.-
Con un gesto
dell’altra mano, la Tarot fece come germogliare un tavolo dal
terreno. Il mago del ghiaccio lo osservò meglio. Era un
piccolo tavolo di legno scuro con la superficie verde tipica dei
banconi da gioco d’azzardo. Vi era anche una piccola roulette
al centro del tavolo. Fortune si avvicinò a esso e
mostrò al mago di Fairy Tail due gettoni, uno rosso e uno
nero.
-Allola, hai due
possibilità. O ti giochi la sua vita, o la abbandoni qui e
colli a salvale Leek-hime.-
-Leek?- chiese
Gray.
-Esatto. -
ribattè Fortune, senza guardarlo in faccia, limitandosi a
carezzare il piano di gioco e a controllare che la roulette
funzionasse. –La nostla Leek ha saputo del suo flatellino
nella tolle plincipale e sta collendo a salvallo. E ola dimmi, Glay
Fullbustel, chi è più impoltante pel te?-
Alzò
il gettone rosso –Una compagna di gilda.- poi quello nero
–O una nemica di Phantom?-
Gray la
fissò gelido.
-Una compagna di
gilda, mi sembra ovvio.-
Il cuore di
Lluvia si spezzò per l’improvvisa consapevolezza
di essere soltanto una “nemica di Phantom”.
E dire che si era
illusa così tanto.
Le venne da
piangere da morire. Ma poi Gray creò una bellissima sedia
con i cristalli di ghiaccio e si accomodò al tavolo da gioco
–Perciò accetto la tua scommessa.-
sollevò una fiche nera davanti al viso –Non sia
mai detto che Fairy Tail abbandoni un compagno in
difficoltà.-
°°°
-Il verdetto
è quindi inappellabile.- disse il Re, alzandosi in piedi in
tutta la sua maestà.
-Ma…-
disse Lucy, tremando.
Loki
chinò il capo, mesto, rassegnato.
Remona sorrise,
tronfia di soddisfazione.
Libra raccolse il
viso fra le mani che avevano appena condannato il suo caro amico e
pianse amare lacrime cadendo in ginocchio–Scusami
Leo…- emise fra i sussulti.
Ma Loki non ce
l’aveva con lei. Le andò vicino e le
carezzò la testa come faceva sempre con lei e Aries.
-Tranquilla. La
colpa è solo mia.-
Lucy strinse i
pugni.
Colpa? Giudizio?
Verdetto?
-QUALE COLPA?!-
urlò.
-Lucy…
- ogni parola di lei riaccendeva in Loki un’odiosa speranza
destinata a estinguersi.
-ZITTO!-
esclamò l’Heartphilia –TU NON HAI COLPE!-
Poi si
voltò verso il Sovrano egli Spiriti e continuò a
perorare la causa dello Spirito del Leone.
-Stammi a
sentire, vecchio baffone!- esclamò, con enorme meraviglia di
tutti. Chi mai si era azzardato a parlare così al Re?!
Ma ancora
più degno di meraviglia fu l’enorme quantitativo
d’energia che fuoriusciva dal corpo della ragazza che fra i
denti diceva –E’ stato solo uno sfortunato
incidente! Loki non ne ha colpa! Voglio che sia riconosciuta la sua
innocenza, è chiaro?!-
-Basta, Lucy!-
gridò Loki –Non voglio essere perdonato da
nessuno! Voglio scontare la mia pena e scomparire! E’ QUESTO
CHE MERITO!-
-SMETTILAAAAAAAAAA!-
Lucy
urlò e con la sua voce si propagò maggiormente
anche il flusso d’energia che il suo corpo emetteva. E
così, sotto gli occhi basiti di tutti, nell’aria
s’aprirono dei varchi.
Non uno.
Non due.
C’erano
proprio tutti gli Spiriti che avevano stipulato un accordo con
l’Heartphilia.
Da Aquarius a
Nicola, dall’Auriga a Taurus.
Virgo, Cancer,
Saggitarius, Crux, Lyra.
Proprio tutti.
-TU NON HAI
COLPA!- urlò ancora la ragazza –PREOCCUPARSI PER
GLI AMICI NON E’ UNA COLPA!-
“Tutti questi
Spiriti…” Loki era a bocca aperta.
Non poteva avvero crederci “Tutti
questi spiriti contemporaneamente?!”
-Tutti i miei
amici sono qui!- esclamò la ragazza, indicando col braccio
ai presenti gli Spiriti alle sue spalle –Per sostenere Loki!
E Aries! E Libra! Anche loro lo sostengono. - alzò di nuovo
la voce –Perché è per loro che Loki ha
fatto quello che ha fatto, ma è stata Karen ha scegliere di
combattere comunque. Quindi, smettete di accusarlo come se avesse
compiuto chissà quale crimine!-
Cancer e gli
altri furono costretti a svanire, a tornare nel loro mondo. Lucy cadde
a terra, esausta ma ancora con la forza di lanciare un ultimo appello
al Re.
-Anche tu sei uno
Spirito, quindi devi capire come si sentivano Loki, Aries e Libra!-
Il re rimase in
silenzio.
Loki si
gettò sulla ragazza e la rimproverò.
-Ma sei
impazzita!?- esclamò raccogliendola fra le braccia
–Anche se li hai evocati per pochi istanti, potevi morire!-
Il Re ancora
taceva. Meditava. Contemplava benevolo il proprio operato.
-Se
l’antica compagna è tanto contrariata, forse
è la legge a essere sbagliata.- disse infine.
Ecco.
Finalmente.
Loki fremette,
come se tutta la disperazione accumulata in quegli anni stesse per
esplodere. Lucy sospirò sollevata. Remona era semplicemente
troppo sorpresa per reagire.
-Leo-
continuò il Sovrano –ha infranto la legger per
salvare una sua simile. Anzi, le sue simili. E ora, l’antica
compagna desidera che lui sia risparmiato. In considerazione di questo
nobile legame, e in via del tutto eccezionale, Leo, ti consento di
tornare nel mondo degli Spiriti Stellari!-
Lo disse con quel
vocione fermo, insindacabile. Loki ancora non ci credeva.
Sì,
forse sognava…
Lucy
ammiccò al Re –Vedi che in fondo non sei
così male, vecchio baffone?-
E lui le sorrise
a trentadue denti.
Era tutto
previsto.
Una prova.
L’ultima.
-Perdonami Libra,
per averti costretto a mentire. Ma ciò è stato
per il bene del nostro vecchio amico.-
Lo Spirito della
Bilancia ancora piangeva, ma dalla felicità
–Si…- sorrise –Si...-
-Sei assolto. Sii
grato alla Via Stellare.-
Lo Spirito
Sovrano si riparò dietro il suo mantello intarsiato di
stelle e scomparve nella notte.
-Aspetta…-
supplicò sommessamente Loki.
Ma la voce del
Re, ancora aleggiava in quel luogo.
-Se ancora
desideri scontare una pena, ti ordino di affiancare quella compagna.-
E le lacrime
scorsero copiose lungo il viso di Leo.
-Ne è
sicuramente meritevole, non credi? Proteggila a costo della tua vita.-
Lucy si mise in
ginocchio sorridendo al compagno –Hai sentito?- gli chiese,
felice.
E lui pianse,
pianse, pianse.
E il suo cancello
dorato s’aprì. Il suo corpo si scompose in luce
viva. Era una sensazione rigenerante e lui sorrise ancor più
radiosamente, mostrando a Lucy il suo viso colmo di gratitudine.
-La mia colpa
è indelebile, ma mi hai dato il coraggio di andare avanti lo
stesso.-
Prima che il
portale si richiudesse, la luce rimasta indietro si condensò
in un piccolo oggetto fra le mani tremanti dell’Heartphilia.
Una chiave
d’oro.
-Grazie, Lucy.-
sussurrò Leo –D’ora in poi
sarò sempre al tuo fianco.-
-Anch’io.-
rispose lei.
Fine
Capitolo 8
Ecco qui il parto U_U
E finalmente ho concluso
con la vicenda di Loki, che ho dovuto reinventare. Perché io
avevo pianificato che si scontrasse con Capricorn!!!
Ma ciò
avrebbe comportato un incasinamento totale della fiction e una ricerca
della perfetto incastro nella storia originale. Il che l'avrebbe anche
resa artificiosa e insomma... già con la faccenda di Angel
mi sono un filino incasinata. Ma si rimedierà, si
rimedierà.
Ok, non ne sono poi
tanto sicura. Mica sapevo della sua esistenza quando ho
ideato la fic. Vabbè, basta con le giustificazioni. Libra
non è inventata di sana pianta. Mashima, negli speciali di
Rave World, nella storia Magic Party, aveva accennato a creature simili
agli Spiriti Stellari. C'erano gli schizzi e Libra lo presa da
lì, inventando comunque i colori. Non si capisce se abbia
gli occhiali o meno, ma la preferisco così e in
più quella nello schizzo sembra seria. No no no.
Meglio sorridente. Di mostro ne basta uno.
Aquarius.
Che dopo questa mi
uccide U_U
Elfman e Leek sono
troppo teneri e anche Lluvia lo è **
Bene, vi lascio
chiedendovi anche due righe, anche solo due parole per commentare
questa fatica e magari anche il capitolo precedente. Ci ho messo
l'anima e due parole non impoveriscono nessuno.
Baci ^_-
|
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Capitolo 9 *** 9. La scelta dell’abbandono ***
Capitolo
9: La scelta dell’abbandono
Leek ed Elfman
rimasero attoniti a osservare la creatura che li sovrastava con dipinto
sul volto un superbo quanto fastidioso sorriso sghembo.
-E tu chi
saresti, di grazia?!- sbottò il mago di Fairy Tail.
In quel preciso
istante giunse di corsa Cam tutto trafelato.
-Leeeeeek!-
urlò correndo con quelle sue zampette tozze, poi
decelerò, strisciando accanto ai piedi della compagna e
sollevando una nuvoletta di polvere.
–Leek,
perché sei corsa via a quel modo?!- le chiese
rimproverandola.
-Ma che bello,
è arrivato anche il micino. La riunione di famiglia
può iniziare, allora.- disse Yue, ancora scomodamente
accovacciato sui talloni e col mento poggiato sul dorso della mano,
attirando di nuovo l’attenzione su di sé.
-Ma è
Yue!- esclamò il gatto giraffa, mentre il suo pelo si
rizzava e le sue labbra si ritirarono scoprendo i canini puntuti.
–Seriamente…-
continuò il Tarot -Oggi è una giornata
così piena di sentimentalismi che quasi mi
annoio… Volete farmi divertire un poco?- domando, quasi
fosse un bambino troppo cresciuto. Eppure, i suoi occhi brillarono di
una strana luce ed Elfman percepì chiaramente il suo istinto
omicida. Infatti, fu pronto a reagire quando la figura
dell’Arcano della Luna scomparve dal tetto. Un istante e le
pietre del selciato si staccarono dal suolo e una cortina di polvere
s’espanse nel punto in cui prima stavano Leek e Cam. Un
istante ancora, ed Elfman atterrò poco distante da
lì con la ragazza e il gatto fra le braccia.
Davanti ai loro
occhi meravigliati vi era un profondo cratere fumante. E, al suo
centro, Yue col pugno conficcato nel terriccio sabbioso. Il suo braccio
era completamente nero e lucente e a Elfman rammentò tanto
il suo Beast Arm Bufalo Nero. Ma non poteva essere un Take Over quello.
-Sei veloce.-
disse Yue, sogghignando rivolto al mago di Fairy Tail e rialzandosi
lentamente da terra. –Spero che tu mi faccia divertire
più di quella donna.-
-Quella donna?!-
esclamò Leek sciogliendosi dall’abbraccio del mago
che ancora la teneva a sé.-Vuoi dire Nadine?!-
-Esatto. Chive e
la sua bella non volevano proprio saperne di collaborare e
così… ammetto che si è difesa bene. Ma
era pur sempre una donna. Una creatura debole… -
-Sapevi che era
incinta?- lo interruppe Elfman tentando di dare alla voce un tono calmo
e composto.
-E allora?-
Il mago di Fairy
Tail iniziò a vedere rosso. Fu l’intervento di
White Hierophant a placarlo.
-Lascia che me ne
occupi io.- disse il Tarot Sacro manifestandosi dal turbinio di luce
scaturita dalla carta della sua evocatrice.
-Hime, ti prego,
sta indietro.- disse l’Arcano del Gerofante. Nella sua mano
materializzò un enorme bastone d'ametista intagliato a forma
di croce ansata. Mille luccichii aleggiavano nell'aere intorno a lui e
il suo sguardo deciso fece tornare serio Yue.
-Vuoi proprio
combattere White Hierophant? Devo ricordarti com’è
finita l’ultima volta?-
-Questa volta
sarà diverso.- rispose quello piatto –E quando ti
avrò sconfitto, mi porterai da Chive.-
-Se vuoi posso
portatrici anche adesso. Preferisci con le tue gambe o in barella?-
°°°
Correva
da diversi e infiniti minuti, Natsu. Ma non vedeva Leek o Elfman nei
paraggi. Cam aveva accelerato il suo ballonzolante passo e ed era
schizzato via in un vicolo. Poi da lì l’aveva
perso di vista. Happy tentò una ricognizione aerea, ma non
vedeva nessuno nei paraggi. Sotto di lui si apriva la piazza di Beel
Street, chiamata Piazza della Cuccagna a causa dei suoi cespugli
fioriti di dolciumi e soprattutto dell’enorme fontana
raffigurante una sorta di coppa dell’abbondanza colma di cibo
scolpito nei più vari materiali. Il naso del piccolo felino
azzurro fu pervaso da mille aromi deliziosi. La stessa fontana
profumava delle vivande in essa scolpite e le stille d‘acqua
che spargeva contribuivano alla diffusione delle invitanti fragranze
culinarie che impregnavano le viuzze secondarie e i negozietti
alimentari che s’affacciavano sulla piazza.
-Niente da fare.-
disse sconsolato il micio, tornando con le zampette a terra
–Li abbiamo persi.-
Natsu era
palesemente di cattivo umore. Ed era anche ovvio. Si stava perdendo
tutto il divertimento in primis e poi non voleva certo che Gray o
Elfman si prendessero la parte migliore. Oppure Elsa. Perché
di solito era lei a suonarle di santa ragione ai pezzi grossi e lui non
poteva fare altro che stare a guardarle le spalle e aprirle la strada.
Se non combatteva contro avversari più forti, sempre
più forti, come diavolo avrebbe fatto un giorno a
sconfiggere la rossa? Non sapeva neppure quant’era il divario
fra loro. Se il concilio non li avesse interrotti sul più
bello, chissà… Forse si era avvicinato alla forza
di quella donna così temibile detta Titania.
-Ma dove si
è cacciato quel gatto?!- esclamò Salamander in un
impeto furioso. Si guardò intorno nervoso. –Qui
no, qui no e qui no! MA INSOMMA! DOVE SONO I NEMICIIIIIIII?!-
urlò con le braccia stese al cielo e i pugni infiammati.
-Ahahahah!- una
risata allegra lo zittì e il Dragoneel abbassò le
braccia, rivolgendo lo sguardo nella direzione da cui proveniva quella
voce.
-Ahahahah! No,
sei troppo divertente!- continuava la figura scura che si agitava alle
sue spalle accoccolata sul bordo dell’enorme fontana, sotto
due enormi pesci di bronzo.
-Ti ho aspettato
tanto, Natsu!- esclamò la sagoma saltando giù.
-Ma tu sei il
tizio di prima!- lo indicò il rosato con gli occhietti
spalancati.
L’altro,
finalmente, si portò abbastanza vicino affinché
si potessero scorgere i suoi tratti somatici. Era proprio il ragazzetto
di Rage Square. Se ne stava lì a ridere e a rischiare di
soffocarsi con un enorme cosciotto, come se nulla fosse.
-Ti sfido!-
esclamò emozionato agitando il trancio di carne e spargendo
olio a manca e a destra. E Natsu ribatté altrettanto
concitato.
–Scordatelo!
Io ti sfido!-
Quello scosse la
testa e strinse i pugni.
-No, ti sfido io!-
-Non dire
stupidaggini!- ribatté Natsu.
E rimasero
diversi minuti lì, al centro della piazza, con gli occhi
spalancati e dei sorrisi a trentadue denti a urlarsi contro le
più bizzarre proposte di sfida.
°°°
Nella torre al
centro di Caleido, intanto, Lilith Ruby la Diavolessa si
recò nei piani inferiori, dove vi erano le segrete in cui
Chive e Nadine erano imprigionati. Lei era fuggita, ma per Ruby era
solo una questione di tempo prima che anche la moglie di Chive tornasse
dietro le sbarre con buona pace di tutti. Il piano, nonostante i
piccoli imprevisti, procedeva senza intoppi. Le comunicazioni ricevute
da Hanged, Fortune e Yue erano state molto promettenti. E di sicuro
Strenght ci avrebbe dato dentro con il Dragon Slayer. Quanto ad Elsa,
se ne sarebbe occupata di persona, ma doveva parlare con Vinegar prima
di lasciare la torre. Per consegnargli qualcosa, nel remoto caso
Titania avesse avuto la meglio su di lei.
Lo
trovò esattamente dove si aspettava che fosse. Davanti alla
cella di Chive.
Il ragazzo
dormiva e Vinegar lo contemplava assorto. Sul suo viso la Diavolessa
intravide un misto di dispiacere e compassione e gli si
avvicinò sorridendo. Cinse l’uomo in vita e gli
sussurrò all’orecchio –Ti dispiace,
vero?-
Quello annui
impercettibilmente.
-In fondo li ho
visti crescere.-
-Torneranno,
Vinegar.-
-Lo so. Per
questo lo farò. Alla fine si rimetterà tutto a
posto.-
Lei sorrise
posando la testa sulla sua spalla.
-Sì.-
esitò un attimo –Io vado… Fra poco
arriverà Leek, perciò tieniti pronto amore.-
Quello le prese
la mano e la strinse forte.
Lui rimase di
spalle, lei non lo costrinse a voltarsi, né a baciarla. Le
andava bene così. Strinse la mano nodosa dell’uomo
e gli fece un rapido resoconto degli accadimenti.
Lo
salutò per la seconda volta –Vado.- disse e
lasciò le segrete, senza voltarsi indietro.
Neppure Vinegar
si volse a guardarla.
Entrambi
cercarono l’altro nei riflessi degli scudi in bronzo appesi
alle pareti. Ed entrambi si sorrisero incrociando i loro occhi nelle
bronzee superfici.
Chive riposava,
sfinito dalla monotonia della prigionia e dall’ansia. Ma fu
un sonno comunque breve. Pochi minuti dopo riaprì gli occhi.
Vinegar non era
più lì.
Ma lui aveva
sentito quelle parole.
Che fosse un
sogno dettato dal suo cuore? Chissà.
Non avrebbe certo
permesso che Leek corresse un rischio così grande.
°°°
Gli occhi di
Lluvia si fecero grandi e il suo viso si tinse di rosso per
l’imbarazzo.
-Gra-Gray-sama!-
squittì con un filo di voce. Lui era seduto al tavolo della
Fortuna con le gambe incrociate e completamente nudo.
Ma fosse stato
solo quello il “problema”…
Il corpo del
Fullbuster era, sì, esposto agli occhi dolci della bella
Loxar. Ma era anche congelato fino alla vita.
Lui
però era tranquillo. Il ghiaccio era il suo elemento,
dopotutto.
Anche se i
cristalli che lo imprigionavano erano decisamente troppo freddi e
resistenti per essere di ghiaccio comune.
-Cosa si plova ad
essele impligionati nel ploplio ghiaccio?- domandò Fortune,
schernendolo.
-Fa un
po’ freschino.- sorrise Gray –Ora, vuoi continuare
con la roulette normale, o vuoi che movimentiamo un po’ il
gioco?-
La Tarot della
Fortuna inarcò il sopracciglio.
-Movimentale il
gioco? Non sei nella posizione pel chiedelmelo, sai?-
Ma quello
già non l’ascoltava più.
Sorrideva, macchinando qualcosa.
-Che ne dici se
decidessi di giocarmi il tutto per tutto con la roulette russa? Sono
stufo di farmi rovinare la giornata da quella pallina di ferro. Tu che
ne dici? La chiudiamo qui?-
E gli occhi colmi
d’apprensione di Lluvia scorsero dall’uno
all’altro dei due contendenti.
Fortune tacque
qualche secondo. Aveva fatto rapporto dicendo che andava tutto a gonfie
vele. Non poteva permettersi di fallire, questo era ovvio. Ma
considerando che lei era la Fortuna, decise di accettare le sfida.
-E sia.-
concesse.
Il tavolino
inghiottì la roulette così come l’aveva
fatta sbocciare e al posto della ruota con le caselle colorate e della
sferetta metallica, comparve una semplice pistola.
-Visto che vuoi
ploplio falla finita, che ne dici se mettiamo ben cinque ploiettili?-
Gray
annuì.
-Nessun problema.-
E Lluvia era
sempre più ansiosa.
Perché
ne era sicura.
Stava per
accadere qualcosa di orribile.
-Gray-sama!-
esclamò tentando di divincolarsi, ma invano
–Gray-sama, non c’è bisogno che ti
spingi a tanto! Lluvia se la sa cavare da sola!-
Ma lui taceva,
sorridendo, rivolto all’avversaria.
Fortune
inserì ben cinque proiettili d’oro nel caricatore
della pistola e mostrò l’arma al mago,
affinché costatasse che non c’era nessun trucco.
Lui
guardò, l’arma, poi la Tarot che faceva ruotare il
tamburo e le disse -Che ne dici ora di liberarmi? Così
possiamo inizia-
Fortune
interruppe la sua frase puntandogli la pistola sulla fronte.
-Sì,
dilei di sì.-
-Gray-sama!-
Lluvia invocava
il suo nome, cercando di convincerlo a lasciare perdere, tentando
ancora di liberarsi dai cerchi della Fortuna. Ma era tutto inutile. E
accadde tutto così in fretta che poté solo
piangere.
Nella notte
riecheggiò uno sparo come fosse un roboante tuono. La testa
di Gray si scosse all’indietro, mentre il sangue gli
zampillava dalla fronte.
-Mi spiace, la
Foltuna ela dalla mia.-
Ma Lluvia non
sentiva.
Lluvia non vedeva.
Lluvia piangeva.
Le nubi buie
inghiottirono le stelle e la pioggia rovente scrosciò sulla
terra come se volesse scioglierla in un mare di fango.
°°°
-Brucia!-
esclamò Lucy tentando di coprirsi il capo con le mani
-Ahia!!- fu la
risposta di Remona, anche lei alla ricerca di un rifugio.
Erano rimaste
lì, a fissarsi per un bel pezzo.
La maga di Coleo
Wing meditava di uccidere Lucy e appropriarsi delle sue chiavi,
compresa quella di Leo, in modo tale da fargliela pagare in seguito e a
caro prezzo.
Poi
però aveva iniziato a diluviare acqua rovente e le due si
erano ritrovate a correre come ossesse nella boscaglia, alla ricerca di
un riparo sicuro e asciutto.
-Ma che sta
succedendo?!- continuò l’Heartphilia.
-Che vuoi che ne
sappia?!- ribatté l’altra con astio pungente nella
voce.
Si gettarono
all’imbocco del sentiero, al riparo di un’enorme
quercia e provarono un poco di sollievo e refrigerio. Ma ancora non
bastava.
-Smetti di
seguirmi!- esclamò Remona, fissando di sbieco Lucy. Quella
socchiuse gli occhi e rispose a tono.
-Non ti sto
seguendo, questa è l’unica strada che
c’è.-
-Beh, allora
trovatene un’altra.- continuò quella.
Mentre
camminavano, fra una frecciatina e l’altra, le due ragazze
cercavano di asciugare inutilmente i vestiti che ormai erano come
incollati alla loro pelle. Remona strizzava delicatamente la sua
voluminosa gonna ornata di pizzi e merletti, Lucy la sua maglietta. Le
chiavi di entrambe erano per fortuna sempre al loro posto, nel caso una
delle due avesse deciso di attaccare l’altra.
Ma Lucy non
attaccò Remona.
Né
Remona inveì su Lucy.
Trovarono riparo
in una piccola cavità nella roccia. Forse era la tana
abbandonata di un qualche animale di grossa taglia. Rimasero ferme a
fissare l’acqua che picchiettava rovente e impetuosa sulle
foglie e i fili d’erba. E nessuna delle due osava infrangere
quel silenzio accompagnato solo dallo scroscio dell’acqua.
Ognuna era persa nei suoi pensieri.
L’Heartphilia
rifletteva su quanto accaduto a Loki del Leone e a come avesse potuto
resistere nel mondo degli umani per così tanto tempo. Se era
così pentito per il suo presunto tradimento nei confronti di
quella terribile donna, la maga di Fairy Tail concluse che sotto sotto
doveva amarla davvero tanto.
Che triste storia
d’amore…
Anche Remona
pensava a Karen. Meditava sull’accaduto. Sul fatto che forse
il suo idolo potesse aver sbagliato tutto nella sua carriera. Ma non
poteva semplicemente cambiare idea di punto in bianco e poi…
No, decisamente
non poteva perdonare uno stupido Spirito per non aver adempiuto il suo
dovere.
Ma quelle
lacrime…
Chi è
senz’anima non può piangere e non ha qualcuno che
si affanna per lui. Figuriamoci poi se un Re senz’anima si
scomoda per un suddito senz’anima.
Nel cervello
della ragazza c’era una gran confusione.
Poco
più avanti, anche lui al riparo dalla pioggia, stava Hanged.
L’Appeso
era stato colto alla sprovvista dall’acquazzone e aveva
rischiato di farsi scoprire. Se ne rimase nascosto fra i rami di un
albero e spiò le giovani maghe degli Spiriti Stellari,
attendendo la loro prossima mossa.
Gli ordini erano
chiari.
“Non sapete quanto mi
spiace…” pensò sorridendo
tristemente “Il
mio è un triste destino. Distruggere le cose nel fiore della
loro bellezza è come agonizzare sospesi nel vuoto. Quanto
dolore…”
°°°
Leek assisteva
alla furiosa battaglia con occhi sgranati.
Aveva avuto modo
di osservare Yue della Luna Nera in azione soltanto una volta, quando
era ancora molto piccola.
E
n’era rimasta terrorizzata.
Perché
il Tarot della Luna era un implacabile violento, una furia cieca che
mirava alla disintegrazione dell’avversario concentrando
tutta la forza nei suoi potenti attacchi, senza badare, o meglio,
godendo della distruzione che causava intorno a sé.
Infatti, la
piccola invocatrice e Cam furono costretti a rifugiarsi in un angusto
vicolo per non essere travolti dalle macerie che volavano
tutt’intorno a loro.
Rage Square in
pratica non esisteva più. Al posto del ring c’era
l’ennesima voragine e a nulla servivano gli attacchi
combinati di White Hierophant ed Elfman.
Il bazooka
purificatore non aveva effetto alcuno su una creatura così
ossessionata dalla violenza com’era Yue e persino Elfman in
completo Take Over non riusciva a competere con lui.
-Che razza di
tecnica usa?!- esclamò il mago, asciugandosi il sudore sotto
il mento col dorso della mano.
White Hierophant
si alzò, malfermo sulle sue gambe, reggendosi al suo bastone.
-Vuoi
già giocare la tua carta migliore?- Yue sembrava deluso.
-So
già di cosa sei capace, per cui non mi
risparmierò di certo.- ribatté il Gerofante,
infondendo la propria luce sacra nell’arma e raccogliendo
nell’ansa della croce tutta la sua energia.
Ecco
un’altra cosa che Leek aveva già avuto modo di
vedere e che l’aveva traumatizzata.
-Non morire, ti
prego…-
White Hierophant le mise
la mano tremante sulla guancia.
-Tranquilla,
Hime…-
Poi arrivò
Chive che, sconvolto dallo spettacolo macabro che si ritrovò
innanzi, ci mise qualche secondo per accorgersi del fido compagno steso
a terra e della bambina che, illesa, era aggrappata morbosamente alle
sue vesti deturpate di polvere e sangue.
-Che
cos’è successo, White?!- esclamò il
Blackberry maggiore chinandosi sul suo Tarot.
-Mi
riprenderò…- disse quello, lottando per puntare i
gomiti a terra e sollevarsi.
Fissò il suo
padrone dritto negli occhi con quelle sue iridi ametista e lo
ammonì.
-Porta via
Leek… lei non deve vedere…ugh…
là dentro…-
-Non sforzarti!-
esclamò il giovane –Insomma, chi ha fatto questo?!-
L’enorme
edificio che prima accoglieva più generazioni e nuclei
familiari uniti nel nome Blackberry di fatto si era mutato in una
fatiscente costruzione, un accumulo di macerie sorrette ancora per
miracolo da qualche trave rimasta integra.
-E’ stato lo
zio Vinegar.- disse amareggiata la piccola Leek, asciugandosi le
lacrime che le rigavano le guancie.
I suoi capelli biondi
allora erano lunghi e raccolti in tante piccole treccine. Non aveva
ancora i tatuaggi sul viso.
Non aveva ancora fatto
quella promessa.
-Perché ha
distrutto casa?!- batté i piedini a terra.
White Hierophant sorrise
e scosse piano la testa.
-Ho
combattuto…- disse piano, rivolto a Chive
-…contro Yue e Ruby… loro sono
d’accordo con Vinegar… cough cough!-
Il Tarot ricadde
all’indietro, il suo corpo era scosso dalla tosse e la sua
bocca sputava copiosamente sangue.
-White-chan!- Leek
cercò di aiutarlo come una bambina può fare.
La mano del Tarot si
aggrappò salda alla sua felpa e strattonò forte
Chive verso di sé.
Il maggiore dei
Blackberry si chinò di più verso
l’altro, ascoltando quello che temette potesse essere una
sorta di testamento non scritto del Gerofante.
-Loro…
vogliono risvegliare… il Mondo…
ascolta…- inspirò a fondo –Vinegar ha
ucciso tutti… tutti…- pianse amare lacrime
–Panch, Puran… anche Advieh…-
Il cuore di Chive si
fermò.
Leek non aveva sentito
bene ogni parola, perché la voce dell’Arcano era
ridotta a un filo. Ma vide chiaramente il corpo enorme
dell’amato fratellone sussultare e il suo viso sbiancare.
-I gemellini…
anche loro?-
White annuì.
-Advieh ha fatto loro
scudo col suo corpo… ma è stato inutile...-
-E Strenght?! Non era con
lui, Strenght?!-
White Hierophant
socchiuse gli occhi e sussurrò piano –Non ha
potuto far nulla…-
L’ultima
volta che Leek aveva visto White Hierophant usare quella tecnica a
rischio della sua vita, l’aveva anche visto soccombere sotto
gli attacchi potenti di Yue e Lilith.
Si morse il
labbro inferiore e scosse la testa.
-Noooo!- proruppe
in un urlo trattenuto a stento e corse verso il suo protettore.
-Leek!- le
gridò Cam –Leek, attenta!-
Ma la giovane
invocatrice non stava a sentire il suo compagno felino.
Cam non
c’era quel giorno.
Non aveva visto
White Hierophant morire, o quasi.
La luce bianca
rese il giorno abbagliante.
Le parole
pronunciate erano come versi poetici in una lingua sconosciuta.
Come allora,
così quel giorno, Leek non poté fare altro che
correre. Ma questa volta non al riparo.
Elfman rimase
stupito a osservare quanto accadeva.
-Proteggi la mia
Hime.- disse il Tarot sacro, voltandosi appena verso di lui
–Anche se ne soffrirà, non deve seguirli.-
-Ehi, aspetta,
cosa significa?- gli occhi del mago di Fairy Tail si socchiusero,
confusi.
-Come sei
monotono, White Hierophant…- Yue rimase semplicemente
davanti a loro, accovacciato al suolo. Sospirò –Se
dovessi morire sul serio, che ne sarebbe della piccola Hime?-
A quella frase
buttata lì apposta, il Tarot parve riscuotersi.
Esitò.
-Whiiiiteee!-
Leek gli si
aggrappò alle vesti, come quella volta, quand’era
piccola, e lo implorò con quei suoi occhi verdi e tristi.
-Ti prego, non
farlo.- nascose il viso nelle pieghe della tunica –Non voglio
perderti…-
-Hime,
io…-
Un dolore
lancinante costrinse il Gerofante a piegarsi in due. Le sue mani
persero la presa sul bastone e l’afflusso d’energia
fu interrotto.
Troppo tardi
Elfman tentò di avvertire i due dell’imminente
pericolo.
La
velocità di Yue della Luna Nera era troppo elevata. La sua
forza, la sua violenza…
Tutto era troppo.
Il mago di Fairy
Tail non poté che assistere inerme alla scena.
Yue non
lasciò cadere a terra White Hierophant, ma lo
sollevò tenendo il pugno premuto nel suo addome. Senza
fatica alcuna se lo mise sulla spalla e lanciò
un’occhiata a Leek, le cui gambe avevano ceduto per lo
spavento.
-White…-
-Andiamo, ti
porto da Chive, Hime.- le disse, porgendole la mano.
-Aiutooooo!-
urlò la piccola Leek correndo disperata. Un enorme orso nero
la inseguiva. I suoi denti erano filati come lame di rasoio, un suo
solo artiglio poteva portarle via tutta la pelle. Credeva sarebbe
morta. Non avrebbe più rivisto mamma e papà.
Poi
qualcuno la salvò.
Yue
era accorso e colpì l’animale con un tremendo
montante sotto il muso.
La
piccola Blackberry vide la belva cadere a terra, forse morta.
-Va
tutto bene, Hime?- le domandò voltandosi verso di lei e
porgendole la mano –Dovrei venirti a salvare più
spesso.- sorrise.
Leek
fissò la mano del Tarot e stava quasi per afferrarla,
stregata dai suoi ricordi e dal desiderio di salvare Chive.
Ma la voce di
White Hierophant che gemeva per il dolore del colpo ricevuto la
riscosse da quel torpore mentale che la confondeva.
-Hime…
va' via…-
Yue allora
strinse il braccio intorno ai suoi fianchi comprimendogli il corpo.
White Hierophant strinse i denti per il dolore. Sentiva le sue ossa
scricchiolare pericolosamente. Le sue forze scemavano.
Stava per
sparire, tornare nella sua carta. E Leek sarebbe rimasta indifesa il
tempo necessario a lui per rimettersi in forze.
Quanto tempo,
però?
Ma
perché Yue non l’aveva colpito con tutta la sua
energia?
“No…
non può essere… non voglio essere io a officiare
il rito...”
Leek
all’ennesima forma di violenza, scattò in piedi e
indietreggiò ancora di più.
Cam ed Elfman si
posero davanti a lei per proteggerla.
-Si
può sapere che cosa avete in mente?!- esclamò il
felino.
Yue
sospirò.
-Vinegar vi
dirà ogni cosa.- scosse la testa, con una leggera punta di
malinconia nella voce –Tutto tornerà come prima.-
-Tutto?-
ripeté meccanicamente la ragazza e fece un passo in avanti
–Tutto… quindi anche… papà e
mamma…-
-Insomma, che sta
succedendo, non ci capisco niente!- esclamò Elfman
–Che significa questa storia?!-
Cam scosse la
testa –Beh… il Mondo è un Tarot molto
particolare…-
-Tu puoi far
tornare tutto come prima, Leek.- ripeté suadente Yue, dal
volto ora benevolo, ora terrificante, come la luna che ha due facce.
Solo che lui
mostrava sempre quella oscura e malevola.
-Yue,
andiamo al torrente?-
-Ma
io veramente…-
-Daiii,
ti pregooooo!- Leek lo strattonò –Voglio pescare,
ma ho paura degli orsi!-
Quello
parve pensarci un poco su.
-Ok,
ok! Andiamo.-
-Sei
sempre il solito…- commentò un più
giovane Vinegar e prese in braccio Leek.
-Zio.-
-Dimmi.-
-Cos’hai
fatto all’occhio?-
Lui
sorrise.
-L’ho
donato per la fanciulla che amo.-
-Come
un regalo?-
-Sì,
una specie.-
La
piccola parve pensarci più.
-Anche
io dovrò cavarmi un occhio, zio?-
Quello
ridacchiò, mentre Yue camminava davanti a loro.
Probabilmente fremeva dalla voglia di menare le mani contro qualche
belva feroce.
-No.-
disse –Tranquilla. E’ solo una cosa stupida che ha
fatto lo zio.-
Lei
sbatté le ciglia, confusa.
-Ma
se è stupida, perché l’hai fatta?-
Lui
le carezzò la testolina bionda e sorrise ancora
più dolcemente.
-Per
amore si fanno un sacco di cose stupide, Leek. Lo capirai, un giorno.-
La Blackberry
strinse i pugni.
Era un azzardo,
un grosso azzardo…
Volse appena il
capo verso Elfman e Cam.
-Vi prego,
perdonatemi.- sussurrò con un fil di voce.
Avrebbe voluto
aggiungere tante cose, ma era sicura che se si fosse trattenuta solo un
attimo di più, non sarebbe riuscita a sfuggire alla mano di
Elfman che si tendeva verso di lei.
Ai suoi occhi
azzurri.
Non era solo che
somigliava a Chive, in qualche modo.
La faceva sentire
protetta. Pensava che lui avrebbe potuto spaccare il mondo per lei e in
quel momento non era il caso.
Pensava che se
c’era un modo di chiudere quella faccenda, l’unica
soluzione era affrontare suo zio a viso scoperto. Sì, era
rischioso.
Ma voleva
comprendere il perché del suo gesto.
L’aveva
sempre voluto, anche se sentiva di non poterlo perdonare.
-Leek!-
urlò Elfman –Leeeeeek!-
Fine Capitolo 9
Bene...
*Si nasconde dalle
sassate*
Lluvia mi ha causato un po' di problemi, ma ho risolto, spero di aver
avuto una buona idea, ma ve la espongo in seguito.
Ora sono saltati fuori altri parenti di Leek, i gemellini
Panch, maschietto, e Puran, femminuccia. Poveri. Non hanno sofferto
comunque.
Advieh beh, sentirete ancora parlare di lui, visto che era legato a
Strenght. Lui aveva circa la stessa età di Chive, un anno in
meno. Chive... O_O non ricordo quanti anni ha!!
Forse ehm... 24? Quindi Advieh ne aveva 23 e i due andavano molto
d'accordo.
I nomi derivano da delle spezie, Panch Puran, che sarebbe un insieme di
5 spezie, Advieh invece è una spezia iraniana composta di
cardamomo, chiodi di garofano, cannella, petali o gemme di rosa, cumino
e zenzero. Ma la composizione varia di regione in regione.
Queste note mi fanno venire fame U_U
Oook... se ci sono incongruenze coi precedenti capitoli, fatemi sapere.
Perché a volte mi viene il dubbio...
Yue dolce mi spaventa tanto assai U_U
Baciotti e al prossimo capitolo!!
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Capitolo 10 *** 10. Far ciò che si ritiene giusto ***
Capitolo
10: Far ciò che si ritiene giusto
Ci
son persone che sono troppo razionali per comprendere cosa sia giusto
fare o
meno. Perché a valutare i pro e i contro, talvolta
è deleterio. Si esita e
soggiunge la paura.
E
allora si agisce senza pensare al se e al ma. Si sbaglia, forse, ma si
cerca di
tirarsi fuori dal nuovo guaio in cui ci si è cacciati. Passo
dopo passo, volta
dopo volta.
Leek
sapeva di aver sbagliato, ma anche di non poter fare altrimenti.
Tentò
di isolare la propria mente quando, con Yue, transitò in
Beel Street e c’era
Natsu che litigava con Strenght.
-Ho
detto che ti sfido io!- esclamò il Dragon Slayer del Fuoco
–E smetti
d’insistere o ti faccio girare la testa sul grill!-
ringhiò con gli occhi
felini e la linguetta birichina sventolante. Inutile dire che Strenght
non
accettò la sfida.
-Io
ti sfido e non insistere, o sarò costretto a farti fuori!-
E via
discorrendo. Poi il Tarot della Forza si era pietrificato nel vederla.
-Leek…-
disse piano.
Ma
Yue glielo faceva apposta? Lo vide sogghignare al suo indirizzo, mentre
Leek lo
fissava triste in volto. Natsu si accorse di lei e da principio non
comprese.
Ma poi vide White Hierophant che giaceva svenuto sulle spalle del tizio
misterioso e aggrottò le sopracciglia.
-Cos’è
successo?- chiese dapprima, stranamente calmo. La pioggia cadeva
copiosa
sferzando la sua pelle. La percepì solo in quel momento:
bruciava come fosse
fuoco.
-Leek,
chi è quello?- chiese ancora. E lei, Leek non seppe cosa
rispondere. In fondo
era un problema suo. Aveva sentito tante belle cose
sull’amicizia, ma
sinceramente di fatti ne aveva visti ben pochi. Il grande potere tanto
decantato dai più non aveva aiutato White Hierophant.
O
forse lui, lei e Cam non erano stati considerati come effettivi membri
di Fairy
Tail? Allora il discorso era un altro.
Però…
l’amicizia non aveva salvato Advieh e in quel momento
Strenght stava con
Vinegar.
Perché?
Cos’era
successo?
L’evocatrice
doveva sapere.
Perciò
rispose a Natsu –Non preoccuparti.- e superò Yue,
fermandosi a guardarlo appena.
–Andiamo, per favore.- disse.
E
quello continuava a ridersela fra un orecchio e l’altro. A
Natsu tutto ciò non
piacque e si lanciò furente verso il quartetto.
-Aspetta,
Leek!- esclamò correndo come un ossesso, pestando ogni
pozzanghera, ignorando
ogni schizzo d’acqua. –Che diavolo significa questa
storia?!-
“Storia?
Quale storia?” pensò la ragazza. Non aveva nulla
da spiegare. Fairy Tail era lì
per la sparizione di alcuni maghi, lei per incontrare suo zio e
vendicare i
suoi cari uccisi.
Per
capire.
In
quel momento Natsu era solo d’intralcio e con lui tutta Fairy
Tail, compreso
Elfman.
Yue
schioccò la lingua.
-Aspetti
un ordine scritto, Strenght?- disse.
L’altro
s’irrigidì e strinse i pugni fino a far sbiancare
le nocche. Un attimo e Natsu
si ritrovò a volteggiare in aria, con la guancia dolente e
un dolore atroce
alle ossa del viso. Cadde rovinosamente sul terreno bagnato spruzzando
fanghiglia
ovunque.
-Ugh!-
gemette.
-Natsu!-
gridò Happy precipitandosi verso di lui.
-Fermo!-
esclamò il Dragon Slayer del Fuoco, ancora carponi al suolo
per lo stordimento,
alzando un braccio verso il piccolo felino. –Segui Leek e il
prete, sbrigati!-
Il gattino
ceruleo tentennò di primo acchito, ma obbedì.
Spiegò le sue aluccie candide e
si precipitò al seguito della piccola delegazione scomparsa
oltre il vicolo.
Leek
li aveva appena degnati di uno sguardo di scuse, perché si
comportava così? Non
riusciva ancora a capirla bene, ma doveva trovarla. Tuttavia, non
andò molto
avanti. Infatti, un’onda dorata lo investì in
pieno, trascinandolo diversi
metri oltre le spalle di Natsu.
-Happy!-
esclamò Dragoneel mentre il felino roteava per aria confuso
e nauseato. Tentò
di rialzarsi, ma si scoprì invischiato in qualcosa.
–Ma cosa diavolo…?!-
Era
sabbia.
Sabbia
dorata.
Tentò
di liberarsi con uno strattone, ma ottenne solo di sollevare la rena
ancora
invischiata al suo arto, come fosse una massa informe di colla. E il
selciato
si sollevò anch’esso, grondante di tanti piccoli
granelli.
-Certo
con la pioggia non è un granché… -
commentò Strenght avanzando mesto verso il
Dragon Slayer –Ma è nelle avversità che
la vera Forza di ognuno è portata allo
scoperto, o sbaglio?-
L’acqua
scrosciava feroce come una belva furiosa. Il corpo di Lluvia,
interamente
mutato nel suo elemento, si era innalzato nel cielo notturno e come un
potente
maremoto era pronto a inghiottire Fortune, troppo basita per potersi
mettere al
riparo. Gli occhi della maga dell’acqua ardevano
d’ira e non vedevano altro che
il corpo nudo di Gray ancora imprigionato nel suo stesso ghiaccio.
Inerme.
Lui
aveva perso la vita per salvare lei, una maga di Phantom.
Un’ex maga di
Phantom, un'ex nemica. Una persona per cui nessuno avrebbe mai fatto
nulla. E,
invece, lui fin dal principio aveva sempre fatto tanto per Lluvia.
Grazie a lui
lei era cambiata, aveva uno scopo nella vita: entrare in Fairy Tail.
Prima era
solo affiliata a Phantom, ma quanti la amavano davvero? Quando lei era
in gilda,
li vedeva i loro volti scontenti per la pioggia.
La
pioggia che anche lei era arrivata ad odiare nel profondo del cuore.
La
pioggia che era giunta a conoscere grazie alla sconfitta infertale da
Gray.
Perché,
dopo la disfatta, si era resa conto che la sua disgraziata
abilità di portarsi
dietro la pioggia era semplicemente empatia con le acque.
Del
cielo e della terra.
Il
cuore di Lluvia era stato ferito e piangeva in continuazione e
più gli altri la
respingevano, più esso si colmava di lacrime, mutando in un
abisso di
disperazione.
E il
cielo piangeva con lei.
Ogni
giorno.
Ogni
ora.
Ogni
minuto.
Fin
quando Gray Fullbuster non aveva congelato le sue lacrime salvandole la
vita.
Molti
erano stati così egoisti da abbandonarla solo
perché dava loro fastidio tutta
quell’acqua.
Ma
lui no. E lei aveva rapito Lucy, la sua rivale in amore, le aveva fatto
del
male… non si meritava che di morire infranta in mille gocce
d’acqua. Ma Gray
l’aveva afferrata saldamente, le aveva sorriso con dolcezza.
L’aveva
definita “compagna” e, infine, era morto per lei.
Chi
aveva commesso tale orribile delitto nei confronti di una persona
così buona
non meritava di vivere.
Lluvia
ruggì sotto la pioggia e s’abbatté
rovente contro la nemica.
-Aaaaaaah!-
Fortune tentò di
schivarla disperatamente, ma invano. La sua agilità fu del
tutto inutile in
quel frangente. La belva d’acqua divorò ogni cosa.
-Natsu,
avrei voluto proseguire la nostra sfida di dichiarazioni di sfida, ma
non mi è
più possibile.- disse il Tarot della Forza mestamente.
Caricò un calcio e la
sua gamba sinistra colpì lo stomaco di Natsu con potenza.
-Uuugh…-
il Dragon Slayer trattenne a stento l’impulso di vomitare per
il dolore.
Respirò affannosamente, tentò di liberarsi.
Inutile,
più tentativi faceva, più quella strana sabbia lo
risucchiava. Tutta la piazza
somigliava ad un’enorme vasca di sottile polvere
d’oro. E la sentiva scorrere
fra le dita, inesorabile. Si sentì trascinare verso il
basso, senza scampo.
-Dannazione!-
esclamò, inghiottito ormai quasi per metà corpo
–Dannazione!-
-Mi
spiace Natsu.- disse ancora Strenght –Avrei
voluto…- Una potente fiammata lo
colpì in pieno volto, facendogli ingoiare le parole che
stava per pronunciare.
Il Tarot gridò per la sorpresa e il dolore e con le mani
spense freneticamente
le fiamme.
-Così
impari a fare troppo lo spaccone, deficiente!- esclamò Natsu
sogghignando
–DAI!- esclamò con gli occhi spalancati e le
pupille strette e dispettose
–POSSO SCONFIGERTI ANCHE IN QUESTO STATO, CRETINO!-
Strenght
s’incupì ancora di più.
-Lascia
stare.- disse mesto–Rimandiamo la sfida a quando tutto
sarà finito.-
Il
suo volto giovane non presentava tracce di bruciature o lividi o graffi
o quant’altro.
-Io
voglio sfidarti ora!- affermò Natsu.
-Ma
io no.- ribatté l’altro –Avrei voluto
farlo, ma in questo momento non mi
soddisferesti, quindi stai buono un altro po’.- disse “Almeno finché il rito non
sarà terminato. Allora potrò rivedere
Advieh.” Strenght sorrise, immerso nei suoi
pensieri –Ti verrò a cercare
io, Natsu, anche se tu forse non mi riconoscerai.- concluse e gli
voltò le
spalle.
Il
Dragon Slayer capì meno della metà di quella
sorta di monologo e ciò lo fece
infuriare ancora di più.
-Prima
sembra che muori dalla voglia di combattere, poi te la fai sotto!-
ruggì,
ancora lottando contro la sabbia per liberarsi. Era sommerso fino alle
spalle e
si contorceva come un serpente. –Cos’è
questa storia!?- sbraitò. Era furioso,
ma il culmine dell’ira giunse quando urlò –E
dove diavolo
state portando Leek!?-
-Non
è affar tuo.- troncò il discorso, piatto, il
Tarot.
-Oh,
si che lo è!- insistette Natsu, ormai con la sabbia al collo
–Lei è… una…
compagna… HAPPY!-
Il
gatto si riscosse.
-Natsu!-
esclamò e sbatté le sue ali con forza, ma non
riusciva a liberarsi neppure lui.
Le sue piume erano appesantite dalla rena che si era infiltrata fra
esse.
–Natsu!- esclamò ancora. –Natsuuuu!-
I
suoi sforzi furono pressoché vani.
Strenght
si risedette sul bordo della sua fontana, in attesa, muovendo un poco
le gambe,
come un bambino sperduto.
-Attenti!-
Fu l’ultima parola che sentì pronunciare da
Advieh. Che sconsiderato: non l’aveva evocato e lui non aveva
potuto
proteggerlo. Strenght si ritrovò fuori della sua carta senza
poter fare nulla.
Il soffitto aveva ceduto. Una trave aveva colpito Advieh che tentava di
far da scudo
ai gemellini ma in seguito era crollata parte della volta e il
cedimento aveva
travolto tutti, nessuno escluso.
Intorno a lui vi erano solo cadaveri.
Ruby e Yue, alle sue spalle, erano gli
unici scampati a quell’eccidio.
-Perché state facendo questo?- domandò con
gli occhi gonfi di lacrime –Cosa c’entravano loro?-
Yue fu schietto con lui. -E’ stato solo un
incidente.- ammise.
-Un
incidente?!-
il Tarot della
Forza ribolliva di rabbia. Il suo volto era contorto in una smorfia
furiosa –Questo lo chiami solo un
incidente?!-
Ruby si sistemò i capelli, mentre Yue
sorrise. E il suo sorriso era terrificante.
Lui, la Forza, non combatté neppure.
La Luna lo colpì allo stomaco con potenza,
costringendolo a piegarsi in due. Il suo potere vanificato da un sol
colpo.
Tutta la sua decantata forza dov’era finita?
Che ironia.
-Torneranno.- disse Lilith, suadente
–Torneranno tutti.- fece una pausa studiata –Se ci
aiuterai, Strenght,
torneranno oggi stesso.-
E spalancò gli occhi, consapevole di star
per sottomettersi a due demoni.
-Non
avevo scelta…- disse piano ostentando un sorriso.
Natsu
era ormai un triste ricordo, l’ultimo di una lunga serie.
Come tutto ciò che
amava, era stato semplicemente insabbiato.
Per
Vinegar.
D’un
tratto però, la piazza tremò e la sabbia
s’agitò come un mare in tempesta. La
pioggia continuava a cadere, ma il fango veniva sommerso da altra
sabbia, in
continuazione, in un continuo ciclo di rinnovamento. Tuttavia, quel
flusso
infinito di sabbia s’arrestò. Alte fiamme
circolari s’innalzarono nel cielo,
incuranti dell’acqua che avrebbe potuto soffocarle ed Happy
assistette sconvolto
a quello spettacolo grandioso.
-Na-Natsu!-
esclamò con un filo di voce.
E là,
in piedi, furente, lui, il Dragon Slayer del Fuoco.
-Alzati
da lì.- disse fermo, con gli occhi ardenti di rabbia
-Combattiamo seriamente,
senza distrazioni.-
Il
suo tono non ammetteva repliche e la sua determinazione fece sussultare
Strenght che fu tentato, come la falena alla fiamma, di lottare.
Lui
amava lottare…
Quali
erano gli ordini, dopotutto? Fai quello che ti pare del Dragon Slayer
ma non farlo avvicinare
alla torre. Una cosa del genere.
-E va
bene.- disse sorridendo.
Alla
fine voleva davvero sgranchirsi i pugni, sfogarsi, non pensare a quanto
stava
per accadere a Leek e Chive. Voleva soltanto non riflettere, sentire
l’ardere
dei pugni sulla pelle, il rumore secco delle ossa infrante, il dolore
dei
muscoli lacerati. Voleva sentirsi vivo senza dover morire dentro per le
proprie
colpe.
Chiedeva
poi molto?
Natsu
liberò il piccolo felino azzurro con un’altra
potente fiammata e bastò un
semplice gioco di sguardi fra loro per decidere sul da farsi.
-Mi
raccomando!- esclamò Happy volando lontano dalla piazza alla
velocità massima
che riusciva a raggiungere. Strenght tentò di fermarlo con
altra sabbia, ma lo
fece con poca convinzione, perché la sua attenzione era
tutta rivolta verso Natsu,
il quale fu su di lui in un istante e affondò il braccio nel
suo addome, in
tutta la sua lunghezza, trapassandolo.
-Eh?-
esclamò sbalordito il mago –Che storia
è questa?!-
Non
riusciva ad estrarre l’arto dal corpo dell’altro,
perché Strenght sembrava essere
fatto di sabbia lui stesso.
-Fammi
divertire, Natsu.- gli chiese, quasi supplichevole, prima di elargirgli
una
potente ginocchiata in pieno petto.
Natsu
sputò sangue e cadde in ginocchio. Strenght lo
liberò dal proprio corpo e fece
per colpirlo con un pugno alla tempia, ma il Dragon Slayer lo
afferrò con la
mano ricoperta di fiamme. Il Tarot strinse i denti per il dolore, ma
riuscì a
non bruciarsi grazie alla sabbia che lenì
l’effetto delle fiamme. Il seguente pugno
alla mascella, però, lo avvertì, tanto che
barcollò.
Sogghignò.
Di
nuovo, non aveva ferite visibili.
Natsu
però sorrideva a sua volta, esaltato.
“La
sabbia ammortizza i colpi, la puoi tagliare, ma si ricompone.”
pensava “Semplice
ma efficace. In pratica, è apparentemente
invincibile.”
Eh, sì…
era davvero esaltato, tanto che le sue fiamme arsero alte nel piovoso
cielo
notturno.
Elfman
si chinò sul bastone che White Hierophant aveva lasciato
cadere.
Lisana
era morta per colpa sua. Era una cosa che non poteva e non doveva
dimenticare.
Strinse
il pugno attorno all’asta ametista e digrignò i
denti. Non avrebbe lasciato
morire anche Leek senza muovere un muscolo.
“Questa
volta sarà diverso!”
pensò correndo
senza una meta precisa, affidandosi al suo istinto. “Questa
volta la proteggerò!”
La
furente ondata d’acqua bollente si chetò con un
ultimo rabbioso e spumeggiante ruggito.
Lluvia cadde esausta in ginocchio. I suoi occhi blu scuro piangevano,
così come
anche il cielo si disperava rassegnato.
-Gray-sama…-
sussurrò alzando lo sguardo verso l’uomo che amava
e fu allora che vide Fortune
ergersi malferma sulle proprie gambe, accanto al blocco di ghiaccio che
custodiva il corpo di Gray.
-Sei
ancora viva?!- sussurrò terrorizzata la maga
dell’acqua.
Fortune
era visibilmente debole, segno che la sfuriata di Lluvia aveva sortito
un certo
effetto, tuttavia era ancora in grado di combattere,
tantoché si riarmò dei
suoi chakram e li fece roteare minacciosamente.
-Mi
semblava di aveltelo già detto.- disse-Io sono la Foltuna e
il tuo ellole è
stato quello di volel comunque ploteggele il maniaco mutandone!-
Lluvia
chinò il capo… alla fine non ne faceva una giusta.
Voleva
solo non dissacrare il corpo del suo amato con la propria furia e,
invece, si
era condannata a morire stupidamente. Strinse i pugni, dandosi
mentalmente
della scema chissà quante volte.
Fortune
iniziò ad avvicinarsi a lei, minacciosamente e con scherno,
quando qualcosa le
bloccò il piede, impedendole di proseguire.
-Eh?-
Lluvia tremò, la Tarot osservò prima il proprio
arto, poi il ghiaccio alle sue
spalle e lo vide.
Nudo.
Libero.
Vivo.
Gray
Fullbuster era ancora in piedi sotto il piovigginare triste del cielo,
il corpo
attraversato da sottili rivoli d’acqua, gli occhi di ghiaccio
che sembrava
volessero ferire l’avversaria. Avanzò verso la
meravigliata Fortuna che
indietreggiò.
-Ma
come?!- esclamò –Tu… io ti avevo
spalato!-
Effettivamente,
nella fronte di Gray vi era un proiettile, incastonato come una gemma
in una
crepa di ghiaccio e sangue scarlatto. I cristalli d’acqua
congelata gli
ricoprivano il colto come una maschera sfregiata e lui, avanzando
impettito e
sicuro, verso le due donne, sembrava tanto un cavaliere maledetto dal
gelo. Un
barbaro nudo che nulla teme se non la morte e, infatti, non si
curò affatto di
come potesse presentarsi, né del dolore e neppure del
chakram che gli sferzò il
viso veloce come il vento.
-L’acqua
ha sciolto il ghiaccio.- disse semplicemente componendo le mani per
realizzare l’ultima
sua creazione alchemica.
-Ice…-
disse fra sé, senza distogliere lo sguardo dalla Tarot.
-Fe-felmo!-
esclamò quella, vacillante per il proprio fallimento
–Felmo ho detto!-
In un
ultimo impeto disperato afferrò Lluvia, sollevandola di peso
e circondandola con
i suoi cerchi, annientando così la sua magia. Inoltre la
giovane freelance era esausta,
magia o no, non avrebbe potuto far molto.
-Non vollai
colpile anche lei, velo?-
-…make…-
-Hai
sentito o no, maniaco senza pudole?!-
Gray
esitò e desistette. Il suo sguardo scorse dalla creatura
magica alla maga.
-Lluvia.-
disse lui, calmo, e l’interpellata sussultò, rossa
in volto.
-S-sì?-
chiese.
-Tu,
ti fidi di me?-
E lei
pianse, pianse di nuovo, di gioia. Con le guance arrossate e un sorriso
solare
e colmo d’amore profondo, non esitò a dire
–Sì, Gray-sama…-
-Ehi…
ehi! Che stai facendo?- sbottò Fortune strattonando la maga
dell’acqua –Lei molilà,
sai? Non sfidale oltle la Foltuna!-
-Se c’è
una cosa che ho imparato oggi…- disse il mago del ghiaccio
sorridendo –E’ che
noi uomini siamo capaci di far volgere la fortuna dalla nostra parte.-
L’ulteriore
stupore della creatura magica mutò in incredulità
totale. Nemmeno in quel
momento, quando una lancia gelida la trafisse, riuscì a
crederci, eppure…
-…Bishamonten!-
concluse Gray all’altro capo dell’arma bianca. E,
fra loro due, vi era Lluvia,
anch’essa incredula, eppure illesa, protetta da una pagoda di
ghiaccio, come
uno scrigno situato a mo’ di nodo lungo l’asta
della lancia.
Fortune
cadde a terra, sanguinante, forse ancora viva, ma a Gray e Lluvia non
importava
più. Neppure si resero conto del fatto che si dissolse
tornando ad essere una
carta. La
maga dell’acqua era divisa fra la sua commozione sentimentale
e l’imbarazzo per
la vista audace del suo Gray-sama nudo e crudo e lui, a sua volta,
tentava
invano e comicamente di coprirsi le intimità.
-Aaaaaah!
Gray-sama, ti prego copritiiiii!- si nascose il viso fra le mani, lei.
-Non
mi guardareeeee!- urlò di rimando, lui, con gli occhi
spalancati. -Ma dove sono
i miei vestiti?!-
-Puoi
anche rimanere nudo, in effetti…-
-Cosa?-
-Non
ti girareeeeee!!-
Ormai
il cielo era limpido e sgombro di nubi, così come il cuore
di Lluvia ma quel
momento di pace, d’allegria, di leggerezza, fu solo un
istante di calma prima
della tempesta.
Il
Tarot della Luna condusse Leek sino al centro della città
dei divertimenti, ove
sorgeva la torre, tanto suggestiva quanto inquietante, che
n’era simbolo.
Entrarono
da una porticina secondaria seminascosta sul retro, poiché
l’ingresso
principale era chiuso a chiave a quell’ora della notte.
-Ti
ordino di lasciarmi!- comandò per l’ennesima volta
White Hierophant e Yue, per
la prima volta in vita sua, obbedì, scaricandolo al suolo
all’interno dell’edificio
con la delicatezza di uno scaricatore di porto, dopodiché lo
afferrò per il
braccio, costringendolo ad alzarsi in piedi. Il Gerofante era troppo
debole per
reagire, nonostante ostentasse la solita arroganza, perciò
Leek, infastidita
dal comportamento manesco di Yue, s’intromise fra i due.
-Smettila!-
gli ordinò, come se fosse stata nella posizione di poterlo
davvero comandare.
Il suo sguardo ferino la intimidì al punto da costringerla a
chinare il capo e
raddolcire i toni –Portami da Chive, ti prego.- chiese allora.
Yue,
compiaciuto, lasciò andare l’altro Tarot. Se
c’era una cosa che desiderava in
quel momento, era chiudere i conti con quell’effeminato
perfettino, trascinarlo
nella polvere e godere del suo volto disperato, delle sue urla di
dolore. E
avrebbe potuto davvero esaudire quel desiderio, mancava così
poco. L’avrebbe
tenuto stretto fra le braccia forti e si sarebbe nutrito della sua
rabbia
frustrata mentre…
Mentre
Leek moriva.
La piccola
Leek, con i suoi grandi occhi verdi e i suoi modi di fare un
po’ da bambina.
Davanti a sé aveva, in quel momento, una giovane donna che
sbocciava
rapidamente, come le rose, le quali, poco tempo aver aperto i loro
setosi
petali, appassivano.
Era
sicuro che, sebbene non ne fosse consapevole, la ragazza intuisse cosa
le
sarebbe accaduto e che l’avesse accettato, ma forse era solo
una sua
impressione, causata più che altro dalle continue insistenze
di W. Hierophant e
Cam che tentavano di ostacolare l’avanzata della loro
protetta.
-Ferma,
Leek!- le ordinò, infatti, il felino –Non devi
seguirlo!-
-Hime…-
tentò a sua volta il Gerofante –Hime, ti prego!-
Ma
lei proseguiva imperterrita, con le lacrime agli occhi.
-Scusate,
ma devo proprio andare.-
-No,
non devi!- protestò White Hierophant –Ascolta,
Hime, se andrai, sarò costretto a
ucciderti!-
A
quell’affermazione, la ragazza rimase spiazzata e il Tarot
colse il suo
turbamento, perciò si affrettò ad aggiungere.
-Hime…
dovrò ucciderti per risvegliare il Mondo, perché
occorre un tributo. Influenzando
lo scorrere del tempo, s’interferisce anche con la vita delle
persone, alcune delle quali potrebbero non venire più al
mondo. In confronto alle migliaia di
esistenze che muteranno, alcune in maniera spiacevole, una vita
è un sacrificio
più che legittimo.-
Leek
rimase in silenzio, a riflettere su quanto il compagno le aveva appena
detto,
spaventata da quell’evenienza. Yue, allora,
s’intromise nel discorso, posandole
una mano sulla spalla, come a rassicurarla.
-Torneranno
in vita tutti, Hime, tu compresa. E poi, White Hierophant non ti
riserverà una
morte dolorosa, vero?-
Guardò
l’interpellato con aria di sfida, enfatizzando quel
“vero” con malizia. Il
Gerofante dovette annuire a capo chino.
-Non
ti farei mai soffrire.- ammise. Non aveva con sé il bastone,
tantomeno le forze
necessarie per utilizzare alcun’arma contro il Tarot della
Luna, tuttavia non
poteva permettere che Leek compisse tale leggerezza. –E non
voglio farti del
male, figuriamoci ucciderti.-
Lei
strinse i pugni.
-White,
ti prego…- disse piano –Io… ora voglio
solo parlare con mio zio e capire.-
gesticolò per esprimersi al meglio –Io lo odiavo,
perché ha ucciso tutti, ma
ora scopro che li vuole resuscitare e non sto davvero capendo
più nulla. Voglio
solo sapere. Nessuno mi ha mai detto nulla. Non conosco neppure i
segreti della
mia famiglia!-
Lui
fece per interromperla, ma lei lo zittì chiudendogli la
bocca col palmo della
mano.
-Voglio
scoprire la verità e prendere le mie decisioni da sola.-
socchiuse gli occhi e
chinò appena il capo –E se decidessi di morire, tu
non avrai colpa White.-
E il
Gerofante crollò.
Pianse
e non gli importava di farlo.
In
quel momento desiderava soltanto che tutti accorressero: Elfman, Natsu,
Elsa,
Lucy, anche quel maniaco perso di Gray Fullbuster. Perché
Leek aveva ragione,
ma era anche tale ad un tenero virgulto che cresce rivolto verso una
direzione
imposta da altri perché troppo ingenuo per capirlo e
scegliere da solo da che
parte maturare.
Fine
Capitolo 10
Note: Duuuunque.... da cosa inizio?
Da Bishamonten!!
Pare che fosse un dio della fortuna e la piccola pagoda che regge in
mano è un divino forziere col tesoro che egli custodisce...
immagino si capisca dove volevo andare a parare e che si capisca anche
com'è la tecnica.
Effettivamente all'inizio volevo far gridare a Gray: Ice Make
Shakespear! (o scuoti lancia). perché volevo che
trafigesse Lluvia conscio del suo potere, poi mi sono ricordata dei
cerchi.
Allora ho optato per l'Ice Make Clover, ma Gray crea solo armi od
oggetti.
Dopo aver cestinato anche l'Ice Make Horseshoe ho optato per le
divinità et voilà XD
La tecnica di Natsu è una
versione imperfetta di una delle nuove tecniche, anche se ora non
ricordo il nome.
Diciamo che la sta sperimentando.
A parte ciò, spero abbiate
gradito il capitolo e vi saluto, mi raccomando, fatemi sapere che ne
pensate, anche con due parole ^_____________^
Kiss kiss!
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