Fallen

di Kia85
(/viewuser.php?uid=3181)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sold ***
Capitolo 2: *** Red Heaven ***
Capitolo 3: *** Ariel ***
Capitolo 4: *** Andante ***
Capitolo 5: *** Silence ***
Capitolo 6: *** Love ***
Capitolo 7: *** Violet ***
Capitolo 8: *** Rebirth ***
Capitolo 9: *** Dreamer ***
Capitolo 10: *** Unmasked ***
Capitolo 11: *** Missing ***
Capitolo 12: *** Saved ***



Capitolo 1
*** Sold ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

 

Prologo: “Sold”

 

                                                                                                           “Ah, nel comun tripudio, sallo il cielo
                                                                                                 Quanti infelici soffron!”

 

 

                                                                                                                                                                                     Londra, 1885

 

Londra era sottomessa a una pioggia scrosciante ormai da diversi giorni. Il cielo era coperto di nubi nere e attraversato da lampi e saette che squarciavano il cielo. Era uno dei primi temporali autunnali e non mostrava alcun cenno di voler smettere. Chissà quando sarebbe tornato a risplendere il sole sulla bella capitale inglese.

Una donna con vestiti e capelli fradici camminava velocemente per i vicoli stretti e bui delle zone più degradate di Whitechapel, incurante della pioggia che annebbiava la vista. Con sé trascinava una bambina, avvolta in una mantellina pesante. Era ormai da molto tempo che camminavano. La bambina era stanca, non riusciva a capire dove stessero andando. Ricordava solo che, quel pomeriggio, la zia l'aveva afferrata e costretta a uscire insieme a lei, anche se pioveva a dirotto.

La zia Gladys non era mai stata gentile con lei. I suoi genitori, Jane e Alan, erano morti per una grave malattia contagiosa e lei era rimasta orfana a 10 anni. La sorella di suo padre la prese con sè, ma in realtà c'era stata la possibilità di essere affidata a una parente di sua madre, la zia Ellie. Il problema era che zia Gladys si era profusa in mille preghiere per spiegare quanto tenesse alla bambina e quanto l'avesse sempre desiderata come figlia tanto che zia Ellie, infine, aveva desistito e rinunciato a malincuore alla nipotina. Ma, in realtà, zia Gladys non provava alcun sentimento verso la piccola. Non le aveva mai voluto bene, la trattava male, le faceva fare i lavori più faticosi a casa e la faceva dormire al freddo. La famiglia di zia Gladys era povera, ma i suoi tre cugini non lavoravano come lei, mangiavano di più e dormivano in una stanza più bella della sua. La piccina, invece, era stata confinata in una squallida e gelida soffitta, abitata da piccoli topolini che le mordicchiavano i vestiti e le lenzuola sudice del letto.

Zia, sono stanca, vi prego, torniamo a casa!” esclamò la bambina, esausta.

La pioggia le andava negli occhi e le rendeva difficile vedere dove stavano andando. Il tanfo che invadeva le strade di Whitechapel le suggeriva che erano molto probabilmente in prossimità del porto sul Tamigi.

Sta' zitta e cammina!” rispose acida la zia, strattonandola ancor di più.

Zia Gladys non somigliava per niente a suo padre, anche se era sua sorella. Era bassa e grassoccia, aveva occhi neri come la pece e i capelli raccolti a casaccio sulla testa. Non sorrideva mai e si rivolgeva sempre a lei come se fosse arrabbiata. Suo padre Alan, invece, aveva un sorriso gentile e l'espressione dolce. Quando la chiamava, lo faceva con tenerezza, come un buon padre. Ora non c'era più, ma lei avrebbe conservato per sempre nel suo cuore e nella mente il suo ricordo, così come quello di sua madre Jane.

Finalmente le due giunsero a destinazione. La zia si fermò di fronte a una casa che in quel quartiere era probabilmente tra le più eleganti e bussò. La casa si ergeva su tre piani e la facciata era decorata da un colonnato sottile. Le cornici delle finestre erano decorate da fregi floreali, dai vetri si intravedevano stanza illuminate da luci soffuse, mentre decorazioni neoclassiche circondavano la porta di legno color rosso mattone. La bambina non aveva mai visto una casa così bella. Sarebbe stato bello vivere in una casa come quella: sicuramente la soffitta era più calda di quella dove abitava lei.

Quando la porta si aprì, apparve ai loro occhi una donna alta e snella: indossava un vestito di colore nero, con pizzi rossi che decoravano il corsetto e la lunga gonna. Le sue labbra erano stranamente rosse e le gote erano rosee. I capelli biondi e ricci erano raccolti perfettamente sul capo con un pettinino d'avorio e lasciavano cadere delle ciocche ribelli ai lati del viso.

Cosa volete?” domandò, fissando zia Gladys.

Sto cercando la signorina Cherry.”

Sono io. Chi siete?”

Signora, mi chiamo Gladys, vi ho scritto ieri per la bambina.” esclamò la zia, avvicinando a sé la nipote.

Lo sguardo della signorina Cherry si spostò rapidamente sulla piccola, squadrandola da capo a piedi.

Ah, sì. Mi ricordo di voi. Sarebbe questa la piccola?” domandò Cherry.

Sì, è lei.”

La zia spinse la bambina verso la signora e la luce che proveniva dall'interno della casa la investì in pieno. L' elegante signora si chinò su di lei e le afferrò il mento con due dita, sollevandolo. Era così vicina che la piccola riuscì a percepire il profumo che emanava la sua pelle, un profumo che ricordava le rose rosse.

Indubbiamente è molto graziosa. Potrebbe diventare una donna affascinante. Quanti anni ha?”

Dodici. Ha appena finito la scuola.”

Dodici?!- esclamò esterrefatta Cherry-Ne dimostra molti di meno. È denutrita, non l'avete sfamata?”

Signora, la nostra famiglia è molto povera, devo dare da mangiare ai miei tre figli!”

E' stata affidata a voi. Avreste dovuto trattarla in egual modo.- affermò severa la signora- Non posso prenderla con me, è troppo magra!”

Ma zia Gladys spinse ancor di più la bambina verso Cherry.

Vi prego, prendetela con voi. Non posso mantenerla e mi servono soldi. Vi supplico, signora!”

La donna tentennò un istante, fissando la bambina, la quale chinò il capo, imbarazzata. Poi Cherry sospirò e guardò Gladys.

Aspettate qui!”

La donna sparì dentro casa e tornò un minuto più tardi, con alcune banconote in mano, che consegnò a Gladys.

Ecco qui, dieci sterline come concordato!”

Gladys afferrò avidamente quei soldi, contando le banconote una per una. Dopodichè rivolse all'elegante signora un mezzo inchino.

Grazie signora, grazie mille. Addio!”

E così dicendo, Gladys se ne andò, senza degnare di uno sguardo la nipotina. La piccola la guardò allontanarsi, fino a quando la zia non fu inghiottita da uno dei vicoli bui del quartiere. Improvvisamente si sentì sola e abbandonata, di nuovo. Non aveva capito bene cosa fosse successo ma qualcosa dentro di lei le diceva che non avrebbe più rivisto la zia, né i suoi cuginetti.

Poi la signora la prese per mano dolcemente e la fece entrare, togliendole la mantellina fradicia. La bambina osservò con curiosità l'ingresso della casa: era piuttosto stretto, sulla destra vi era una rampa di scale con un elegante corrimano di legno, mentre sull'altro lato vi era un mobile di ciliegio, su cui erano appoggiate due lampade con un paralume rossiccio da cui penzolavano cristalli trasparenti. Le pareti erano di color porpora e riportavano diversi quadri ad acquerello appesi. Infine, dal soffitto pendeva un lampadario in ferro battuto, con lampadine di forma ovale e decorate da piccoli cristalli. Ma ciò che colpì la bambina più di tutto fu il rumore assordante che la avvolse non appena fu entrata in casa. Era una melodia vivace, mista a grida di uomini, risate di donne e altri rumori che la bambina non riconobbe. Sapeva però che non le piacevano tutti quei rumori e avrebbe tanto voluto portarsi le mani sulle orecchie, se non l'avesse considerato un gesto poco educato in presenza di quella signora elegante.

Come ti chiami, piccola?” chiese Cherry.

Hermione Jane Granger, signora!” affermò la bambina.

La signora le sorrise: “Bene, Hermione, io mi chiamo Cherry. D'ora in poi ci occuperemo noi di te. E per prima cosa ti daremo qualcosa da mangiare. Hai fame?”

Hermione si portò le mani sullo stomaco e la guardò con aria colpevole.

Sì, signora!” ammise.

Bene. Perchè sai, agli uomini non piacciono le donne troppo magre.”

 

Non scrivevo una long fic su Harry ed Hermione da molto tempo. Questa storia partecipa all'iniziativa “A caccia di spaccio” del gruppo [Cercando chi da la roba alla Rowling (Team Harry/Hermione)].

Dei vari prompt affidati al Team Dobby ho scelto amore e silenzio.

La storia è liberamente ispirata a Moulin Rouge e i versi all'inizio di ogni capitolo sono tratti dalle arie de “La Traviata” di Verdi, anche questa di grande ispirazione!

Il prossimo capitolo si intitola “Red Heaven”.

 

A presto

kia85

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Red Heaven ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

 

Capitolo 1: "Red Heaven"

 

 

                                                                                                         “Gioia improvvisa non entra mai
                                                                                            Senza turbarlo in mesto core”

 

 

                                                                                                                                                                                     Londra, 1893

 

Il quartiere di Chelsea, a Londra, era assolutamente meraviglioso. Era famoso per essere il quartiere bohemien della capitale,che ospitava per lo più artisti: musicisti, pittori, scrittori...vivevano tutti a Chelsea. E Harry James Potter, che aveva consacrato la sua vita alla musica, era uno di loro.

Harry era nato nell'Hertfordshire, da James e Lily Potter, i quali erano una famiglia particolarmente benestante della contea. Da bambino, sua madre gli aveva insegnato a suonare il pianoforte e ben presto questo non fu più un semplice dovere, ma divenne una passione smisurata. Ogni volta che si sedeva sullo sgabello del pianoforte entrava in un mondo tutto suo, fatto di silenzio e di musica. Amava il silenzio almeno quanto amava la musica. Il silenzio era qualcosa di incredibilmente precario. Bastava un piccolo gesto, un sospiro, una carta stropicciata, premere un singolo tasto del pianoforte per annullare il silenzio. Per non parlare del silenzio prima di un'esecuzione. Era assolutamente fondamentale per la concentrazione, era ciò che permetteva ad Harry di introdursi lentamente nel suo mondo di musica.

Quando i suoi genitori intuirono che il suo futuro sarebbe stato il mondo della musica, decisero di permettergli di frequentare il Royal College of Music di Londra. Gli anni trascorsi al Conservatorio furono molto estenuanti: i corsi da seguire erano numerosi e complicati, ma Harry se la cavò egregiamente e si diplomò con il massimo dei voti. Dopodichè, i suoi genitori gli regalarono un viaggio in Italia, considerata la patria dell'Opera: Milano, Roma, Venezia, Napoli...erano tutte splendide città con importanti teatri dell'Opera. E proprio in quei teatri Harry potè assistere ad alcune delle Opere più incredibili: Aida, La traviata, Il barbiere di Siviglia... Fu un'esperienza entusiasmante e Harry fu grato ai suoi genitori che gli permisero di compiere quel viaggio. Di ritorno a Londra, Harry decise di stabilirsi definitivamente nella capitale e fu così che trovò un piccolo appartamento nel quartiere di Chelsea.

Ormai era passato un anno da quando si era trasferito a Chelsea e, insieme ad alcuni compagni di Conservatorio, si esibiva ogni tanto nei ricevimenti e nelle feste di case di ricchi signori e onorevoli parlamentari. Avevano formato un quintetto composto da pianoforte, corno, clarinetto, oboe e fagotto ed eseguivano brani di compositori famosi come Mozart, Beethoven, Rossini, etc... Ma indubbiamente il brano preferito da Harry era il Quintetto in Mi bemolle maggiore di Mozart: era assolutamente divino, geniale nel modo in cui i temi passavano da uno strumento all'altro. Nei tre movimenti del quintetto erano racchiuse tutte le possibili emozioni umane e tutto questo era stato realizzato abilmente dal compositore con una miscela e un'alternanza perfetta di suoni e silenzi.

Proprio questo brano era il loro cavallo di battaglia e lo riproponevano al termine di ogni esibizione. Ovviamente, essendo musica da camera, non tutti prestavano attenzione a ciò che stavano suonando, ma i pochi spettatori attenti applaudivano sempre, entusiasti dell'esibizione.

Ehi, Harry!”

Oscar Wilson, il clarinettista, giunse alle sue spalle, scompigliandogli i capelli corvini, già di per sé ribelli.

Indovina quanto abbiamo ricavato stasera?”

Harry sorrise all'amico: “Dieci sterline a testa?”

Quindici, Harry! - esclamò Oscar, ridacchiando- Direi che per un mese siamo a posto tutti e cinque.”

Sì, ma la prossima volta non aspettiamo l'ultimo momento per esibirci. Chelsea è pieno di ricchi signori che organizzano feste almeno una volta al mese. Potremmo proporci più spesso.”

Sì, sì, amico. Hai perfettamente ragione. Ma lo sai, quei tre sono terribili. Pensano troppo a divertirsi e troppo poco a sistemarsi.”

Già, invece tu sei a posto, vero?”

Oscar fece spallucce: “Che ti devo dire, Harry? Claire ed io siamo inseparabili. Ho intenzione di chiederle di sposarmi al più presto!”

Sono molto felice per te, Oscar.” esclamò Harry, stringendogli la mano.

Oscar era il suo amico più caro: un bravo ragazzo, con la testa a posto. Le sue origini erano umili, i suoi genitori erano contadini e lui per pagarsi gli studi al Conservatorio aveva fatto i salti mortali: aveva lavorato in più locali come musicista e, nel frattempo, studiava e frequentava le lezioni. Ora che era diplomato poteva pensare al suo futuro con la fidanzata Claire Browning. Lei aveva origini più aristocratiche, ma i suoi genitori erano di ampie vedute, apprezzavano Oscar per il suo sincero affetto per la giovane e ritenevano che il patrimonio fosse una questione di poca importanza. Da questo punto di vista Oscar era stato assai fortunato: non molte famiglie nobili inglesi avrebbero visto di buon occhio quell'unione.

Allora, Oscar, Harry, se non volevate il vostro compenso, bastava dirlo.”

Ce lo saremmo spartito fra noi tre!”

A parlare furono i loro tre compagni, che li raggiunsero, sventolando alcune banconote in mano. Erano Hugh Douglas, il cornista, Edgar Hamilton, l'oboista, e Frank Cavendish, il fagottista. A differenza di Oscar, quei tre erano tutti provenienti da famiglie nobili e assai ricche, anche più dei Potter, perciò non avevano bisogno di lavorare per vivere. In situazioni di difficoltà bastava scrivere una letterina ai rispettivi padri e subito i soldi giungevano a salvarli. Oscar aveva ragione a dire che spendevano i loro compensi in divertimenti, erano tre ragazzi a cui piaceva giocare d'azzardo, bere e mangiare. E qualche volta frequentavano anche le case di piacere di Chelsea.

Ecco qua, quindici sterline a Oscar e altrettanti a Harry! Siamo a posto così, ragazzi!” esclamò Frank, distribuendo le banconote.

Sì, siamo a posto così!” ripetè Oscar, sistemandosi le banconote all'interno della giacca.

Edgar si posizionò fra Harry e Oscar, circondando con le braccia le loro spalle: “Adesso cosa possiamo fare?”

Io torno a casa, signori miei, devo scrivere una lettera a Claire per informarla del successo di oggi.”

Sì, bravo, porgi i nostri saluti alla piccola Claire!”

Certamente! Buona serata!” esclamò Oscar, il quale, dopo aver stretto la mano a ognuno di loro, si congedò e sparì dalla loro vista.

Allora, che si fa? - incalzò Edgar, eccitato- La notte è giovane, noi siamo giovani e abbiamo il sacrosanto diritto di divertirci.”

Che ne dite di andare al Red Heaven?" propose Frank, il cui sguardo si fece improvvisamente malizioso.

Harry non aveva mai sentito il nome del locale in questione: “Cos'è?”

Oh, beh...-iniziò Hugh-...è solo un locale in cui ci sono spettacoli di ballerine e comici ogni sera.”

Sembra interessante.” commentò Harry.

Eccome se lo è! Si dice che le...ehm...signorine abbiano nomi di angeli e siano in grado di farti vedere il Paradiso. È per questo che si chiama Red Heaven!"

Beh, allora andiamo!”

Andiamo!”

 

                                                                                                               *****

 

Hermione si rigirò nel letto della sua camera, le lenzuola seguirono ogni suo movimento. Lentamente aprì gli occhi, giusto in tempo per scorgere il suo cliente indossare la giacca. Lui era il conte William Spencer, l'unico figlio della famiglia Spencer ed erede di un patrimonio di circa ventimila sterline l'anno. Abitava in una meravigliosa villa nel quartiere di Chelsea, non lontano da dove si trovava il locale in cui lei lavorava.

Bene, Hermione, grazie ancora. Ci vediamo questa sera!” esclamò l'uomo.

Hermione annuì e lo guardò uscire dalla sua camera. Era sempre stato di poche parole il conte. Si congedava con poche parole e senza tanti fronzoli. Certamente era uno degli uomini più belli che le fossero mai capitati come clienti: aveva una folta chioma bionda e occhi azzurri come il mare del Nord, era alto e aveva un fisico asciutto. Dal punto di vista fisico era assolutamente perfetto, il principe azzurro delle favole. E in un certo senso, come un principe, l'aveva salvata dal bordello di Whitechapel.

Quando sua zia Gladys l'aveva venduta alla signorina Cherry come perduta(1), la proprietaria del bordello l'aveva nutrita per farle recuperare un po' di peso e poi a soli 12 anni aveva incominciato la sua professione. Il quartiere di Whitechapel rappresentava il culmine del degrado e i clienti di quella casa di piacere erano per lo più marinai rozzi e sporchi, le cui mani puzzavano costantemente di budella di pesce e il loro alito era intriso di alcol. Poi una notte, subito dopo il sedicesimo compleanno di Hermione, giunse alla casa di piacere quel cliente. Lui, il conte Spencer, era solo di passaggio ed Hermione fu assegnata a lui per quella notte. Era così diverso rispetto agli altri clienti, era sofisticato, elegante e pulito. Hermione si invaghì di lui e la stessa cosa accadde al conte. Rimase talmente colpito da quella ragazza che finanziò il suo trasferimento in una casa di piacere del quartiere di Chelsea, il Red Heaven. E, cosa assai più importante, una delle condizioni del suo trasferimento era l'assoluto divieto di avere altri clienti. Il conte la desiderava tutta per sè e nessun altro avrebbe potuto approfittarsi di lei. Hermione gli fu molto grata per quello. Lei era costretta a fare quel lavoro, ma concedersi a un unico uomo era ben altra cosa, rispetto a quanto accadeva alle altre ragazze delle case. Così, erano quattro anni ormai che lavorava al Red Heaven e, tutto sommato, non poteva lamentarsi. Il conte la pagava molto bene e quella casa le offriva protezione.

Hermione si sdraiò sulla schiena, perdendo il suo sguardo sul soffitto. La sua camera era stupenda, ampia con pareti di un tenue color pesca. Il letto a baldacchino era nel centro della camera: costituito di legno di mogano, era circondato da tende bianche, semitrasparenti, mentre il letto era ricoperto da un soffice piumone color cremisi, con decorazioni dorate. Dall'altra parte del letto vi era una toletta di legno, con uno specchio ovale in cornice riccamente decorata e tutto l'occorrente per rendersi presentabile per il suo cliente. Accanto alla toletta vi era un paravento, regalo del conte, che aveva fatto arrivare direttamente dal Giappone. Era di seta dorata con decorazioni di fiori di ciliegio.

Spesso il conte le faceva regali, ma Hermione sapeva che quei regali non contavano nulla. Ormai non era più invaghita del conte. Le era grata, certo, ma niente di più. A sedici anni pensava che a un certo punto lui le avrebbe chiesto di sposarla, per toglierla definitivamente da quel mondo. Ma nessuno vorrebbe una moglie con un passato come il suo. E difatti non accadde mai. Il suo presente e futuro erano in quel locale. Lì avrebbe trascorso la sua vita, ormai. Il Red Heaven era la sua casa.

 

                                                                                                                  *****

 

Harry cominciò a pensare che l'intrattenimento offerto in quella casa andasse oltre le danze e i monologhi del comico. I suoi dubbi, in verità, iniziarono nel momento stesso in cui aveva messo piede in quella casa. Era una meravigliosa villa in prossimità del Tamigi, in stile neoclassico, con un giardino perfettamente curato, in cui risaltavano aiuole dai colori vivaci. L'ingresso era ampio, con una scalinata di marmo che portava ai piani superiori, decorata da un elegante corrimano in ottone e un tappeto di color porpora. Le pareti riportavano splendidi quadri di ninfee, satiri e dei degli antichi Greci. Nell'ala est vi era un piccolo salottino con divanetti a due, tre posti con stampe floreali, un lampadario di cristallo di Boemia, un caminetto e un tappeto persiano che ricopriva buona parte del pavimento. Dal salottino si poteva accedere a una veranda che portava al giardino perfettamente curato.

Ma l'ala ovest era la vera anima della casa. Era costituita da una grande sala, probabilmente ottenuta da due stanze contigue. In fondo alla sala vi era un piccolo palchetto decorato da drappi color rosso sangue. E per tutta la larghezza della sala erano sparsi tavolini circolari, abbinati a sedie su cui stavano molti uomini, tutti vestiti elegantemente. Le luci della sala erano soffuse, mentre il palco era il più illuminato. Quando Harry e i suoi amici presero posto, sul palco vi erano alcune ballerine che stavano eseguendo un ballo recente. Harry lo riconobbe subito, perchè fu un ballo che fece assai scandalo. Proveniva direttamente dal Moulin Rouge di Parigi, era il tanto chiacchierato can-can. Una danza in cui le ballerine erano solite mostrare la biancheria intima che indossavano sotto la gonna. E ogni volta che ciò accadeva, gli uomini in sala applaudivano visibilmente eccitati. Già questo fece intuire a Harry che non era una casa qualunque, il Red Heaven. Poi, non appena i suoi occhi si abituarono alla luce soffusa della sala, si accorse che nella sala non vi erano solo uomini, ma anche donne. Le donne, però, non erano propriamente vestite. Erano decisamente in deshabillé: indossavano nient'altro che corsetti, dei colori più svariati e riccamente decorati da pizzi, sopra camiciole smanicate, che lasciavano in bella mostra le spalle e il decolleté. Per di più queste giovani fanciulle non erano sedute tranquillamente sulle sedie, ma stavano in braccio a uomini, giovani e vecchi, grassi e magri, alti e bassi, i quali sembravano non avere alcun pudore di una situazione del genere.

Insomma quella aveva tutta l'aria di essere una casa di piacere. E i suoi amici lo avevano trascinato lì, con l'inganno.

Quando il can-can terminò, le ballerine sparirono dietro il palco, con evidente scontento del pubblico. Subito dopo sul palco salì un giovane, non più grande di Harry, alto e con capelli rossi, il quale si presentò come Ron. Ricevette ben pochi applausi, ma non si lasciò intimidire e iniziò il suo numero. Era decisamente divertente come comico. Harry ridacchiò a una serie di battute, ma non sentì più alcun rumore dai posti in cui si trovavano i suoi amici. Infatti, quando si voltò, vide che erano spariti. Li cercò dapprima in mezzo alla sala, ma poi si voltò verso l'ingresso e li intravide mentre salivano le scalinate. Si alzò subito in piedi e raggiunse l'ingresso. I suoi amici, però, erano spariti. In compenso c'era una signora alta, con capelli neri, raccolti in un elegante chignon sul capo. Al contrario di tutte le altre donne che aveva visto in quella casa, la signora indossava un vestito color crema, con rifiniture dorate.

Buonasera, signore.”

Harry accennò un inchino: “Buonasera.”

Mi chiamo Iris Parker, sono la direttrice del Red Heaven."

Io sono Harry James Potter. Lieto di fare la vostra conoscenza.”

Il piacere è mio. Dite, signor Potter, siete un nuovo cliente?”

Io? No, non sono...un nuovo cliente.” esclamò Harry, profondamente imbarazzato.

Si sentì arrossire sul viso e sperò vivamente che la signora non se ne accorgesse.

Allora come mai vi trovate qui?”

I miei amici mi hanno trascinato qui con l'inganno. A proposito, li avete visti?”

Ah, sì, dovrebbero essere i tre giovani che sono appena saliti al piano superiore. Credo che per almeno un'oretta saranno impegnati, signor Potter.- affermò la signora, sorridendo divertita- Se lo desiderate, c'è ancora qualche ragazza libera.”

No, grazie. Con il vostro permesso, aspetterò i miei amici qui, nel salottino!”

Certo, fate pure!”

Vi ringrazio, signora!” esclamò Harry.

E, dopo essersi congedato con un inchino, che la signora ricambiò, Harry raggiunse il salottino e si lasciò sprofondare in uno dei divanetti. Prima non l'aveva notato, ma nel salottino c'era una bellissima libreria con scaffali ricolmi di libri. Ma ovviamente nessuno frequentava quel locale, erano tutti impegnati in altre attività. E Harry non era decisamente portato per quel genere di attività. Insomma, fino ad allora era stato talmente preso dalla musica, dai suoi studi, che non aveva avuto il tempo per pensare ad altro. Non era mai stato innamorato e probabilmente era uno dei suoi difetti. Come poteva essere un vero artista se non conosceva l'amore? Che cos'è l'arte se non l'espressione più profonda dei sentimenti umani?

Ma non poteva sperimentare l'amore con una ragazza qualunque, non voleva accontentarsi come facevano i suoi compagni e tutti gli altri uomini presenti in quella casa. Voleva provare esattamente ciò che provava Oscar per la sua Claire, voleva sorridere al semplice sussurare il suo nome, voleva scriverle lunghe lettere, voleva emozionarsi stando in sua compagnia...

Ehi, giovanotto!”

Una voce femminile lo destò dai suoi pensieri. Harry sollevò lo sguardo e notò, proprio sulla soglia del salottino, la creatura più bella che avesse mai visto. Una fanciulla non particolarmente alta, con capelli castani e ricci che le ricadevano morbidamente sulle spalle. Gli occhi avevano il colore dell'ambra, le guance erano lievemente colorate di un rosa pesca e le labbra erano rosse come la fragola.

Ehi, dico a voi. Vi siete perso?” domandò, sorridendo fra sé.

Harry scosse il capo e subito si alzò in piedi, come un perfetto gentiluomo in presenza di una signora.

Non mi sono perso, sto...sto solo aspettando alcuni amici.”

Capisco.”

La giovane avanzò verso di lui e si sedette al suo fianco. Ma Harry restò in piedi, si sentiva improvvisamente rigido, quasi paralizzato.

Potete sedervi, signore. Non vi mangerò, siatene certo!”

Harry tornò a sedersi, ma era ancora imbarazzato. Non era mai rimasto solo in una stanza con una ragazza. E ora che la guardava bene, probabilmente faceva parte anche lei di quelle giovani intrattenitrici della casa. Indossava un corsetto di seta celeste, con pizzo color crema che decorava i bordi, e la sua pelle profumava intensamente di gelsomino, un profumo che inebriò i suoi sensi.

Allora, voi avete già finito?” domandò la giovane.

Finito cosa?”

La ragazza rise divertita.

Perchè ridete, signorina?” chiese Harry, ingenuamente.

Perchè siete veramente dolce nella vostra ingenuità.”

Harry arrossì: “Chi vi dice che io non sia appena stato con una delle ragazze di questa casa?”

Bene, allora ditemi, signore, come si chiamava la ragazza?”

Ah...ecco...io...” farfugliò Harry.

Appunto. Ditemi, come vi chiamate?”

Mi chiamo Harry James Potter. E quel è il vostro nome, signorina?”

Il mio nome è Ariel(2)."

Harry le sorrise: “Non credo che questo sia il vostro vero nome.”

Cosa ve lo fa credere?” domandò lei, incrociando le braccia sul petto.

Beh, i miei amici hanno detto che le ragazze di questa casa hanno tutte nomi di angeli e mi risulta che Ariel sia il nome di un angelo.”

E' esatto. Non è il mio vero nome.”

E non potete proprio dirmi quale sia?”

Hermione sorrise maliziosamente: “Sì, ma se ve lo rivelassi, credo che poi dovrei uccidervi!”

Correrò il rischio.”

Ebbene, mi piace il vostro coraggio, signor Potter. Sappiate allora che il mio nome è Hermione Jane Granger.”

 

 

(1)perduta è il termine con cui si indicavano le prostitute dell'epoca

(2)significa Dio rivelatore, è l'angelo con la propensione per la scienza, la medicina, la ricerca, ha mente lucida ed ottima intuizione.

 

Ed ecco il primo vero capitolo della storia. Il prossimo si intitola “Ariel”. ^^

A presto

kia85

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ariel ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

 

Capitolo 2: “Ariel”

 

 

                                                                                                          Amar non so, né soffro 
                                                                                Un così eroico amor.
                                                                              Io sono franca, ingenua.”

 

Hermione è un bellissimo nome, sapete?” esclamò Harry.

Si trovava nel salottino di una casa di piacere insieme ad una giovane donna. Non gli era mai capitato di ritrovarsi faccia a faccia con una donna perduta e sicuramente non si sarebbe mai aspettato che una situazione del genere si potesse avverare. Non che lui disprezzasse le donne che facevano quel lavoro, ma gli sembravano così lontane dal suo mondo che semplicemente non aveva mai pensato di poterne incontrare una. E ora che stava parlando con una giovane e affascinante donna perduta, non gli pareva poi così tanto spiacevole quanto volessero far credere i benpensanti.

Grazie, siete gentile. È un personaggio della mitologia greca.” spiegò Hermione.

Oh sì, sì, lo so bene. C'è anche un'opera lirica sul personaggio di Ermione. È stata composta da un musicista italiano, di nome Rossini, uno dei più grandi operisti della storia. Sapete, le sue opere sono conosciute per il cosiddetto crescendo rossiniano e..."

Ehi, calmatevi! - lo interruppe Hermione - Prendete fiato!”

Harry si accorse che aveva cominciato a straparlare e si acquietò, arrossendo lievemente. Gli capitava spesso quando discuteva di ciò che lo appassionava di più, ma la maggior parte delle volte non se ne accorgeva.

Perdonatemi. È solo che quando si tratta di musica io perdo la testa.”

Hermione ridacchiò, divertita: “L'avevo notato. Siete un musicista?”

Sì, suono il pianoforte.”

E dite, signor Potter, come mai siete qui?”

Ve lo dico se promettete di non ridere.”

Avete la mia parola!” esclamò Hermione, segnandosi una croce sul petto.

Ebbene, io e i miei compagni ci siamo esibiti a casa di una famiglia di nobili di Chelsea e, dopo aver ritirato il compenso, i miei amici volevano andare a divertirsi in qualche locale. Hanno citato questo posto, senza specificare che fosse una casa di piacere. Perciò ora mi ritrovo qui ad aspettare il loro ritorno da qualunque cosa stiano facendo sopra.” spiegò Harry, chinando il capo imbarazzato.

Allora se aveste saputo cos'era realmente questo posto, non sareste venuto?”

Vi prego di non pensare male di me, non sarei venuto ma non per il motivo che credete voi. Semplicemente perchè non sono a mio agio in questo genere di situazioni.”

Ma se siete un uomo, non dovrebbero piacervi queste situazioni? Donne giovani e belle che vi si strusciano addosso per poche sterline.”

La domanda di Hermione gli causò nuovamente un lieve rossore sulle guance e, tutto d'un tratto, Harry trovò le proprie mani molto più interessanti della donna al suo fianco.

Non voglio che una donna si conceda a me solo per soldi.- ammise, timidamente- Semmai dovesse accadere, vorrei che fosse solo per amore.”

Hermione non disse nulla, si limitò a cercare il suo sguardo smeraldino oltre i suoi occhiali tondi. Poi sorrise.

Siete un vero bohemien, eh?”

Può darsi. In fondo è solo ciò che penso.” rispose Harry, scrollando le spalle.

Ciò che pensate, ovvero amore, bellezza...sono tutti nobili ideali.- affermò Hermione e il sorriso svanì improvvisamente dal suo volto- Ma la realtà è diversa. Perciò andatevene da questo posto, non lasciate corrompere il vostro animo puro.”

Harry avrebbe voluto ribattere che non fosse necessario possedere un animo puro per credere negli ideali bohemien, ma qualcosa attirò l'attenzione di Hermione, l'arrivo di un uomo all'ingresso, il quale fu subito prontamente ricevuto dalla signora Parker. Era un uomo vestito con un elegante frac, un cappello a cilindro sul capo, una mantellina leggera e in mano reggeva un bastone da passeggio nero con l'impugnatura d'argento. Doveva essere un aristocratico. Harry si voltò verso Hermione, la cui espressione s'era, nel frattempo, scoraggiata. Dopodichè la giovane si alzò in piedi.

Perdonatemi, signor Potter. Devo andare.”

E, così dicendo, Hermione si avviò verso l'ingresso. L'uomo si sfilò i guanti, partendo dal destro, e consegnò alla signora Parker mantellina, cilindro e bastone da passeggio. Dopodichè rivolse un ampio sorriso a Hermione.

Ariel, è sempre un piacere vederti, soprattutto due volte in un giorno.”

E voi, conte, siete sempre galante.”

Il conte rivolse un rapido sguardo verso il divano su cui era seduto Harry, poi tornò a guardare Hermione.

Andiamo, mia cara? Ho una sorpresa per te.”

Una sorpresa?”

Le loro voci si persero su per le scale ed Harry si ritrovò nuovamente solo con se stesso, ma si sentì totalmente isolato dal resto della casa. Non sentiva più alcun rumore, né suono. Era di nuovo nel suo silenzio. Riusciva a percepire i battiti del suo cuore che risuonavano intensamente nel torace. Erano stranamente accelerati.

Ma perchè il suo cuore batteva così forte?

Probabilmente era appena stato vittima di un colpo di fulmine. Ne aveva sentito parlare spesso come di una sorta di scintilla che scaturiva improvvisamente e di solito accadeva nel momento in cui si incontrava l'anima gemella. Ma Harry era sempre stato scettico a riguardo. Non credeva nell'amore a prima vista, non poteva basarsi unicamente sulle percezioni dei suoi sensi per innamorarsi. Doveva conoscere una persona prima di potersi fidare ed eventualmente innamorarsi. Il colpo di fulmine era troppo semplice e a volte ingannevole, mentre l'amore vero era raro e complicato. E a lui piacevano le cose difficili.

Perciò, non doveva lasciarsi ingannare da quella strana sensazione che l'aveva appena colpito e di cui sicuramente era colpevole quella fanciulla.

Harry prese il suo orologio da tasca d'argento, regalo del padre, lo aprì e lesse l'ora: erano le undici passate. Si chiese per quanto tempo ancora avrebbe dovuto aspettare i suoi amici. E mentre appoggiava, sconsolato, la testa allo schienale del divanetto, alcune voci concitate gli giunsero alle orecchie. Provenivano dall'ingresso: una voce era maschile, l'altra femminile, appartenente alla signora Parker.

Ti prego, Johnny, non puoi andartene.” implorava la signora Parker.

Posso eccome, Iris!- sbottò irritato un giovane ragazzo- Non ce la faccio più. Io sono un pianista, non un buffone di corte.”

Solo per l'ultima volta. Ron ha bisogno di una spalla per quel numero.”

Trovatevi un altro buffone! Io sono stufo di suonare per far divertire quei depravati.”

Iris esitò un istante, poi incrociò le braccia: “Bene, non avevi mai disprezzato in questo modo chi ti da uno stipendio per vivere. Perciò se vuoi andartene, a questo punto io non ti fermerò. Vai pure!”

Perfetto. Sono felice di andarmene. Addio!”

Dopodichè l'uomo, che Harry riconobbe essere il pianista che stava suonando nel momento in cui lui era arrivato, uscì di casa, sbattendo la porta dietro di sé mentre la signora Parker venne raggiunta dal giovane dai capelli rossi che si era presentato come Ron, il comico.

Niente da fare, Iris?”

La signora Parker sospirò: “No, non ha sentito ragioni e se n'è andato.”

Non mi rimane altra scelta che eliminare questo numero. - esclamò Ron, sbuffando- Peccato però, è uno dei pochi numeri che riuscivano a strappare qualche risata.”

Sì, in effetti è vero.”

Ah, grazie, Iris.- affermò Ron, seccato-Sei sempre molto incoraggiante.”

Iris rise: “Scusa, caro. Però no, non voglio che elimini il numero. Cercheremo un altro pianista. Da domani cominceremo i provini.”

Fantastico! Spargeremo la voce stasera stessa. Ci sarà pure fra questi uomini un pianista che sia disposto a lavorare qui.”

Ma sì, lo troveremo. Adesso riposati, caro. Altrimenti tua madre mi rimprovera di nuovo perchè ti sfrutto!”

In realtà sono io che le dico di rimproverarti!”

Che furfante! Ma me ne ricorderò, tesoro!”

La signora Parker si allontanò divertita, mentre Ron entrò nel salottino. Sembrava affranto e, non accorgendosi di Harry, si lasciò cadere a peso morto su un divanetto. Harry era incerto sul da farsi, ma non poteva perdere una tale occasione, ovvero un posto di lavoro.

Scusate...” iniziò a dire Harry.

Ron sobbalzò sul suo posto e si volto a guardarlo, spaventato.

Vi sembra il modo di iniziare una conversazione? Mi avete spaventato.”

Vi chiedo scusa. Non era mia intenzione, ve lo assicuro.”

Ci mancherebbe altro.- sbottò Ron, guardandolo poi con più attenzione-Chi siete?”

Il mio nome è Harry James Potter e sono un pianista.”

Ron sorrise maliziosamente: “Ah, ecco! E quindi, immagino che voi, signor Potter, abbiate appena assistito alla conversazione di pochi secondi fa...”

Sì, perdonatemi. Mi sono ritrovato ad assistervi involontariamente.”

E siete interessato al posto?”

Sì, sapete, signor...”

Weasley, Ronald Bilius Weasley.”

Beh, signor Weasley, dovete sapere che qualche sterlina in più non mi farebbe male.”

Un artista squattrinato, eh?”

Harry scosse il capo: “Non è del tutto vero, i miei genitori sono benestanti. Ma vorrei comunque tentare il provino.”

Quand'è così non vi consiglio di lavorare qui, soprattutto se avete comunque un buon patrimonio da ereditare. Non è posto per voi.”

Perchè? È pur sempre un lavoro.”

E' un lavoro non adatto a tutti. Ho già capito che tipo di persona siete voi!” affermò Ron, sicuro di sé.

Ah davvero? E che tipo di persona sarei?”

Beh, siete seduto qui, in questo salottino vuoto di un famoso bordello. Mentre tutti gli altri uomini sono di sopra con le ragazze oppure nel teatrino a osservare la loro biancheria. Perciò o siete omosessuale oppure vi hanno trascinato qui con l'inganno. In entrambi i casi, sappiate che non ho nulla contro di voi!”

Harry non potè trattenere una risata: “Vi è andata bene, signor Weasley. L'opzione giusta è la seconda!”

Ecco. Questo dimostra che non siete sfrontato abbastanza per lavorare in questo posto.”

E voi lo siete?” domandò Harry.

Ron lo fissò, preso in contropiede, e poi ridacchiò: “Touché, signor Potter.”

Sentite, non credo che sia necessario avere chissà quale fegato per lavorare qui. Se cercate un pianista, un buon pianista, allora io lo sono. Mi sono diplomato con il massimo dei voti al Royal College of Music.”

Uh, il Royal College!- esclamò Ron, ammirato- E volete comunque abbassarvi a suonare qui?”

Certo, è un lavoro come un altro. Dovunque mi trovi, se riesco a trasmettere anche una piccola emozione ad un'unica persona, allora sento che ho fatto bene il mio lavoro.”

Ron guardò a lungo Harry, senza smuovere i suoi occhi da quelli del giovane pianista, quasi stesse cercando sul suo viso l'ombra di un cedimento. Ma Harry era più che sicuro di quanto volesse. E infine Ron sospirò.

Allora presentatevi domani, dopo pranzo! Vi faremo un provino.”

Harry gli sorrise: “Grazie mille!”

Sì, sì, d'accordo. Ci vediamo domani, signor Potter!”

A domani, signor Weasley!”

Ron gli fece un cenno con la mano e uscì dal salottino, mentre Harry si rilassò sul divanetto. Stava già pensando a quale brano portare: il Rondò alla Turca di Mozart era perfetto. Avrebbe messo in evidenza l'agilità delle sue mani sui tasti del pianoforte. E, dopotutto, Mozart era sempre una garanzia!

Sì, avrebbe ottenuto quel lavoro e avrebbe guadagnato qualche sterlina in più. Non ne aveva alcun bisogno, come molte volte gli aveva ripetuto il padre. Ma Harry avrebbe dimostrato a se stesso che era in grado di badare a se stesso senza i soldi del padre, che poteva essere indipendente grazie alla musica.

La sua grande passione.

La musica.

 

                                                                                                *****

 

Hermione, mia cara, dovresti consegnarmi quel collier!”

Il conte si era appena infilato la giacca del frac: quella sera aveva voluto realizzare una sua fantasia. Nel suo ultimo viaggio in Italia aveva comprato uno splendido collier d'oro riccamente elaborato e decorato con ametiste. Glielo aveva fatto indossare per tutta la durata dell'amplesso, le aveva abbassato le spalline della camiciola per ammirare, dopo averle sfilato il corsetto, come i colori brillanti e i riflessi violacei delle ametiste risaltassero sul suo petto dalla pelle bianca come il latte.

Hermione non pensò neanche per un attimo che quello splendido gioiello fosse per lei. Sebbene il conte le facesse spesso dei regali, erano sempre cose di poco valore. Probabilmente il regalo più prezioso che le avesse donato era il paravento giapponese. Ma non aveva mai ricevuto in regalo un gioiello dal conte, né se lo aspettava. Perchè regalare un gioiello a una donna aveva pur sempre un significato di una certa importanza. Un gioiello era prezioso, mentre Hermione non lo era. Era sporca, impura. Se una giovane vergine veniva associata al bianco, lei era rosso, rosso sangue e sporco come il fango.

Perciò, si sfilò con cautela il collier e lo riconsegnò al conte.

Ecco a voi, conte. - esclamò Hermione, sistemandosi le bretelle della camiciola- Posso chiedervi come mai l'avete fatto indossare a me questa sera?”

Vedi, Hermione, non potrei dirlo ancora a nessuno, ma noi ci conosciamo da tanti anni e mi fido di te. Sei sempre stata la mia confidente più onesta e fidata.”

Grazie, signore!”

Ebbene, dovete sapere che, dopo tanta insistenza di mia madre, ho deciso di prendere moglie! Chiederò la mano alla figlia del barone Wilson, la deliziosa Charlotte Wilson. Il barone è un grande amico dei miei genitori ed entrambe le famiglie desiderano questo matrimonio. Vorrei regalare questo collier alla futura contessa William Spencer. Avete lo stesso tipo di pelle e desideravo molto vederla prima indossata da te. L'effetto è stato veramente mozzafiato.”

Hermione trovò questo desiderio alquanto squallido. Per la prima volta il conte le fece ribrezzo, quasi si sentì bruciare lì dove la collana aveva toccato la sua pelle, intorno al collo e giù, fino all'incavo fra i seni. Tuttavia si costrinse a sorridere.

Sono molto lieta di apprendere questa notizia, signore. Vi porgo le mie più sentite felicitazioni per il vostro imminente matrimonio.” affermò con un sorriso.

Grazie, Hermione. - disse il conte, sistemando la confezione del collier in una tasca della giacca- Mi raccomando, non dirlo a nessuno. La baronessina non lo sa ancora!”

Non preoccupatevi. Il segreto è al sicuro con me.”

Quando Hermione lo accompagnò alla porta, il conte esitò un istante prima di uscire e le rivolse un'ultima carezza sul viso.

Sai, Hermione, anche se sto per sposarmi, non vorrei che tu pensassi che non ci rivedremo mai più. Anche con una moglie, io verrò sempre a trovarti fino alla fine dei miei giorni. Perchè, lo sai, tu mi appartieni.”

Dopodichè il conte uscì dalla sua camera, lasciando Hermione, immobile. Non sapeva se considerare l'ultima frase del conte come una minaccia o una rassicurazione. Sarebbe tornato sempre da lei, il conte. Aveva pagato per lei e continuava a pagarla. Ma questo significava davvero che Hermione appartenesse a lui e che probabilmente lei non avrebbe mai avuto la tanto agognata libertà.

Hermione toccò con una mano la guancia che il conte aveva accarezzato pochi attimi prima, il segno che apparteneva a lui e a quella casa, e la strofinò , come se volesse cancellare le impronte lasciate dall'uomo. Poi la giovane chiuse la porta e andò a sedersi alla toletta, fissando il suo volto riflesso nello specchio. Quella donna, con i capelli scompigliati, il viso truccato, ma senza luce propria, senza più un sorriso...era veramente lei?

Come poteva essere lei se odiava tutto di quel riflesso?

Prima fra tutto quelle labbra rosse in modo innaturale. Con un gesto improvviso, Hermione afferrò un fazzoletto e eliminò dal suo viso quel trucco, che creava una maschera che non le apparteneva. Perchè lei non amava quella Hermione, detestava ogni cosa di lei, dal suo aspetto al suo sporco lavoro.

Detestava se stessa.

E cosa ci poteva essere di più ignobile che essere disgustati da se stessi? Un sentimento spregevole, meschino...volgare.

Volgare come il suo corpo e la sua anima, volgare come ogni parte di lei.

Le lacrime cominciarono a scenderle copiose sulle guance e lei non potè far nulla per fermarle.

Pianse nel silenzio della sua camera, nascondendo il viso fra le mani. Pianse disperatamente, scossa da singhiozzi violenti. Era stanca di quella vita, non ne poteva di più di essere comprata ogni giorno dal conte. Ma la cosa più triste era che non aveva alcuna prospettiva di salvezza. Anche se fosse scappata, come avrebbe potuto vivere? Non sapeva fare niente, aveva studiato il minimo indispensabile a causa di sua zia Gladys. Non era altro che un piccolo, debole uccellino rinchiuso in una gabbia. E come un uccellino in gabbia che non può volare, anche lei prima o poi avrebbe smesso di vivere. Forse la morte era davvero la sua unica soluzione...ma con che coraggio avrebbe potuto togliersi la vita?

In quel momento Hermione fu riportata alla realtà da una voce che la chiamava al di là della porta.

Ariel?”

Hermione riconobbe la voce: apparteneva a Ron. Se lui l'avesse vista in quello stato, si sarebbe subito preoccupato.

Sì?” esclamò, mentre recuperò un po' di acqua per sciacquarsi il viso dalle ultime tracce di trucco e dalle lacrime.

Iris ti vuole al piano inferiore!”

Arrivo subito!”

Fortunatamente Ron non entrò. Perciò Hermione si sistemò con calma: si assicurò che sul suo viso non ci fosse alcuna traccia del pianto che l'aveva colta alla sprovvista. Dopodichè si infilò una vestaglia di seta color crema e scese al piano inferiore. Iris doveva essere nelle cucine, di solito a quell'ora cercava sempre qualcosa da mangiare. Ma qualcosa colse l'attenzione di Hermione. Nel salottino accanto alle scale c'era ancora il giovane pianista. La ragazza entrò nella stanza, incuriosita per la seconda volta dalla presenza di quel ragazzo. Quando si avvicinò, Hermione si accorse che stava dormendo beatamente sul divanetto. Aveva gli occhiali di traverso e, così addormentato, sembrava ancor più innocente.

Sorridendo, Hermione lo scosse lievemente.

Signore?”

Harry emise un lieve brontolio e si mosse, mantenendo gli occhi chiusi.

Signor Potter, svegliatevi!” disse Hermione più decisa, continuando a scuoterlo.

Finalmente Harry aprì gli occhi e la fissò leggermente spaesato.

Oh, signorina Granger...che...che sta succedendo?” domandò, sollevando il busto e sistemandosi gli occhiali sul naso.

Stavate dormendo. Ho pensato che sarebbe meglio se andaste a casa. È molto tardi.”

Ah, sì, avete ragione. Grazie!”

Non avete ancora visto i vostri amici?”

No, ma a questo punto non importa più. Seguirò il vostro consiglio e andrò a casa. Tuttavia sono lieto di avervi incontrato nuovamente.”

Ah si?”

Certo. Perchè, vedete, signorina Granger, non mi ero congedato da voi adeguatamente. Ed un vero gentiluomo deve sempre congedarsi con educazione da una signora.”

La risposta di Harry la prese un po' alla sprovvista. Ed Hermione sentì un lieve e improvviso calore diffondersi sulle guance. Nessuno prima d'allora l'aveva mai chiamata in quel modo...signora. E, soprattutto, nessuno si era mai preoccupato di comportarsi educatamente con lei. Allora perchè quel giovane si comportava in questo modo?

Non ce n'è bisogno, signor Potter.” gli spiegò, imbarazzata.

Oh sì, invece.” disse Harry, il quale le prese una mano e le fece un delicato baciamano. Hermione trattenne il respiro per un istante.

E' stato un onore fare la vostra conoscenza.- esclamò sorridendole-Sono sicuro che ci rivedremo molto presto.”

Molto presto? Avete intenzione di ritornare?”

E' una sorpresa. Non posso ancora rivelarvi nulla.”

Hermione incrociò le braccia e gli rivolse un sorriso: “Molto bene, allora. Attenderò questo nuovo incontro. E guai a voi se non mantenete la parola!”

Harry rise, divertito.

D'accordo. Ma non preoccupatevi. Accadrà quando meno ve lo aspettate. Buonanotte, signorina Granger.”

Buonanotte, signor Potter.”

Harry le rivolse un inchino e poi uscì dalla porta nell'ingresso, lasciando Hermione sola nel salottino.

L'oppressione che fino a pochi istanti prima percepiva nel petto si era improvvisamente alleggerita. Forse non tutti gli uomini erano uguali. Forse c'era qualcuno che si distingueva e andava contro corrente, forte di un animo puro e sincero.

 

 

Et voilà, un nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto! Ringrazio molto chi ha recensito e in particolare la mia beta-reader! ^^ Il prossimo capitolo si intitola “Andante”.

A presto

kia85

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Andante ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

Capitolo 3: “Andante” (1)

 

                                                                                                        Lui che modesto e vigile
                                                                                              All'egre soglie ascese,
                                                                                             E nuova febbre accese,
                                                                                              Destandomi all'amor.”

 

Gli spartiti erano pronti. Harry non aveva avuto alcun dubbio sui brani da esibire al provino. Erano due brani molto diversi fra di loro, sebbene i due compositori fossero piuttosto simili, ed erano perfetti per esaltare tutte le caratterische essenziali di un pianista: la tecnica e l'interpretazione.

Perciò subito dopo l'ora di pranzo, con gli spartiti sotto braccio, si avviò nuovamente verso il Red Heaven. Era piuttosto nervoso. Certo, aveva sostenuto molti esami, ma non gli era mai capitato di fare un provino in una casa di piacere e per uno spettacolo comico per di più. Ma dopotutto, il vero artista deve essere completo e sperimentare tutta la gamma di esperienze con il suo spirito di avventuriero.

E dunque, eccolo lì, pronto a quella nuova esperienza.

Quando giunse al Red Heaven, si fermò davanti alla porta e bussò. Poi si ricordò che non era una casa come le altre ed entrò. Percepì subito il suono di un pianoforte: qualcuno stava suonando una melodia a lui molto familiare. Era la sonata per pianoforte Chiaro di luna di Beethoven. Eseguita però con assoluta mancanza di trasporto. Per di più l'esecutore aveva anche sbagliato una nota! Il povero Beethoven stava sicuramente imprecando, pur essendo sordo in vita e adesso morto. Non era certamente il brano migliore da scegliere, suonare Beethoven non era da tutti. Era necessario avere un animo capace di sapersi struggere per qualunque tipo di emozione. Saper suonare un brano di Beethoven significava essere innamorati, essere distrutti dal dolore, gioiosi e delusi, timidi e arrabbiati. E l'esecutore, in quel momento, era solo un patetico burattino totalmente privo di qualunque emozione, più apatico di un sassolino per strada.

Harry desiderò vedere il volto dell'esecutore. Entrò nella sala del teatro: il pianoforte era stato spostato sul palco, mentre sui tavolini di fronte vi erano seduti Ron e la signora Parker.

Harry si avvicinò, ma rimase comunque nelle file posteriori. Socchiuse gli occhi per vedere meglio l'uomo che stava suonando al pianoforte. Era un giovane alto, con capelli biondi e il viso pallido. Probabilmente per i canoni femminili era anche un bell'uomo, ma certamente il suo animo non era bello allo stesso modo. Non si poteva assolutamente suonare in quel modo l'eroe romantico per eccellenza.

Finalmente l'esecuzione terminò e il giovane ricevette un tiepido applauso da parte dei due spettatori.

Grazie, signor Malfoy. Le faremo sapere al più presto.” esclamò la signora Parker.

Grazie a voi. Buona giornata!”

Il signor Malfoy accennò un rapido inchino e si avviò verso l'uscita. Incrociò Harry, il quale gli rivolse un cenno con il capo a mo' di saluto. Lo sguardo celeste e freddo del signor Malfoy scorse il titolo dello spartito che Harry portava sottobraccio.

Chissà, forse Harry l'aveva colpito con una delle sue scelte audaci, perchè il signor Malfoy decise di sedersi, invece di andare via.

Oh, signor Potter!” esclamò Ron, notandolo.

Buongiorno, signora Parker, signor Weasley!”

Buongiorno a voi, signore. Siete venuto per l'audizione?” domandò la signora Parker.

Sì, infatti.”

Bene, allora si accomodi, il pianoforte è tutto vostro.” affermò il signor Weasley.

Harry porse a entrambi i suoi spartiti: “Questi sono i brani che ho scelto.”

Oh, due scelte assolutamente interessanti!- commentò Ron- Da cosa volete cominciare?”

Mozart. Eseguirò il Rondò alla turca!”

Così dicendo, Harry raggiunse il pianoforte sul palco. Prese dalla tasca della giacca un fazzoletto bianco e pulito e lo passò un paio di volte sui tasti bianchi e neri del piano, per togliere eventuali impurità lasciate dai precedenti esecutori. Poi si sedette sullo sgabello e ne regolò l'altezza.

E restò in silenzio.

Doveva convincere Ron e la signora Parker con la sua esecuzione. Immaginò di dover far loro un discorso per indurli a preferire lui rispetto agli altri aspiranti. Avrebbe dovuto utilizzare le parole giuste, ma nei momenti opportuni avrebbe dovuto lasciare un silenzio d'effetto. Tuttavia lui non era bravo a usare le parole. La sua specialità erano le note e, ovviamente, i silenzi.

Poteva convincerli solo con la sua esecuzione.

 

                                                                                                                     *****

 

Qualcosa stava attirando da diversi minuti l'attenzione di Hermione. Erano melodie meravigliose e molto conosciute che provenivano dal piano di sotto. Decisa a scoprire cosa stesse accadendo, Hermione si infilò la vestaglia e scese silenziosamente le scale. Quando giunse al piano inferiore, si avvicinò all'entrata della sala del teatrino e sbirciò dentro. Riconobbe immediatamente il giovane uomo che stava suonando il pianoforte, era il signor Harry Potter. Con grande disappunto, notò che in sala c'era anche il signor Malfoy, tutto intento ad assistere all'esecuzione di quel brano pieno di brio, che Harry stava suonando così abilmente. Hermione aveva un brutto ricordo del signor Malfoy, un giovane che non rispettava le regole e non sapeva cosa significasse “no”. Perciò si ritrasse immediatamente dietro il muro.

Hermione?”

Hermione si accorse di essere stata affiancata da una delle ragazze che lavoravano nella casa, Coreen, la quale le stava rivolgendo uno sguardo di pura curiosità.

Ah, salve!”

Che stai facendo?”

Niente, stavo solo sbirciando. Cosa sta succedendo lì dentro?”

Non lo sai? Johnny è andato via e stanno facendo audizioni per un nuovo pianista. Altrimenti Ron dovrà rinunciare al numero del pianista.”

Oh, no. Quello è l'unico veramente divertente!”

Già. Speriamo che trovi qualcuno disposto ad accompagnarlo!”

Speriamo. Grazie mille per l'informazione, Coreen!”

Figurati!”

Coreen la lasciò, dopo averle rivolto un ultimo sguardo curioso, ed Hermione tornò a sbirciare. Harry Potter aveva terminato l'esecuzione del primo brano. E ora si apprestava a suonare il secondo. Hermione lo vide chiudere gli occhi un istante prima di iniziare, chinandosi leggermente verso il piano. Sembrava quasi volesse parlare allo strumento, sussurrargli di aiutarlo. Poi Harry avvicinò la mano sinistra alla tastiera e inspirò a fondo. Le dita cominciarono a muoversi tranquillamente sul registro basso dello strumento, mentre la destra rimase sospesa sopra i tasti. Poi anche questa si chinò lentamente e prese a suonare il tema, ovvero accordi delicati, misti a malinconia struggente. La melodia era di una semplicità unica, eppure, sebbene Hermione non fosse esperta, capì che non era qualcosa di banale. Tutt'altro. Era veramente speciale. La melodia crebbe di intensità, si addolcì per un momento, per poi tornare a essere nostalgica, con arpeggi che davano vita a un suono commovente e passionale. Infine l'impeto terminò e tutto divenne più quieto, anche le mani di Harry che si muovevano sicure sui tasti. I suoni lasciarono lentamente spazio al silenzio, fino a quando l'ultima nota non risultò quasi impercettibile al suo orecchio, eppure era lì, sospesa nell'aria.

Hermione si accorse che il proprio respiro era diventato quasi irregolare. Era stata talmente presa dall'esecuzione di Harry, che si dimenticò di controllare il respiro. Probabilmente anche gli altri spettatori avevano subito lo stesso effetto perchè l'applauso tardò ad arrivare, ma giunse. Entusiasta e appassionato. Anche Hermione si unì all'applauso e, così facendo, attirò l'attenzione del signor Malfoy, che si voltò a guardarla e sorrise maliziosamente. Hermione, spaventata, si ritirò nuovamente dietro il muro, mentre Harry ringraziava Ron e la signora Parker.

Ma Draco Malfoy la raggiunse, prima che lei potesse sparire su per le scale.

Ciao, Ariel!” la salutò, avvicinandosi.

Hermione sussultò e cominciò ad arretrare. Aveva paura di lui, da quando una notte, mesi prima, si era infiltrato clandestinamente nella sua camera. Il conte l'aveva lasciata da pochi minuti e lei stava dormendo beatamente nel suo letto. Malfoy era entrato furtivamente, l'aveva raggiunta sul letto con l'unica intenzione di possederla. Hermione, svegliata dal tocco volgare delle sue mani, si era ribellata, cercando di respingerlo. Ma il peso del suo corpo era troppo per lei da spostare. Perciò aveva gridato con tutta la forza che aveva nei polmoni e l'aiuto giunse nelle vesti del giovane Ron, il quale afferrò Malfoy e lo scaraventò giù dal letto.

Ariel non si tocca, gli aveva intimato Ron, furente.

E, da quella notte, Hermione si rinchiudeva sempre in camera sua quando il conte la lasciava. Tuttavia, ogni volta che rivedeva Malfoy, ripensava al terrore che aveva provato quella notte e provava ancora paura.

Dai, non fuggire, non ti voglio fare del male!” esclamò Draco, sorridendole maligno.

Hermione si arrestò, in quanto era andata a sbattere la schiena contro il corrimano delle scale: “Oh, ma certo, e io sono pura come la neve.”

Draco scoppiò a ridere.

Ah, ecco ciò che mi piace di te, cara. Il tuo senso dell'umorismo. Una caratteristica rara in quelle come te.”

Draco le fu vicino e premette il suo corpo contro quello della ragazza.

Non potete farmi alcun male. Mi basta gridare e tutti si precipiterebbero a buttarvi fuori di qui una volta per tutte.” gli intimò Hermione.

Cercò di apparire forte e coraggiosa, ma, dentro di lei, il suo cuore batteva follemente e ogni fibra del suo corpo tremava di paura.

Insomma, Ariel, ve l'ho già detto. Non ho cattive intenzioni questa volta. - disse Malfoy, accarezzandole un braccio – Ritengo solo che sia un vero peccato che siate proprietà esclusiva del signor conte. Lo sai che siamo buoni amici? Una volta gli ho chiesto se poteva cederti a me solo per una notte, dietro pagamento, si capisce. Ma lui è stato irremovibile. Mi ha detto: Ariel è mia!”

Io non appartengo proprio a nessuno.” ribattè Hermione.

Oh, allora concedetevi a me, solo per una volta!”

Draco le afferrò una gamba, portandosela sul fianco.

Lasciatemi stare. Non mi farei toccare dalle vostre sudicie mani neanche se stessi morendo di fame!” affermò Hermione, allontanandolo con una spinta.

Draco, sospinto all'indietro, andò a sbattere contro Harry che era appena giunto nell'ingresso. Hermione, non appena incrociò il suo sguardo smeraldino, si portò una mano sulle labbra. Ma non capì se l'imbarazzo che provava in quell'istante fosse dovuto alla scena a cui lui aveva appena assistito, lei che spintonava un uomo, oppure a qualcos altro. Harry, tuttavia, le sorrise cortesemente, accennando un inchino con il capo.

Buonasera, signorina.”

B-buonasera, signor Potter.”

Poi, incapace di sostenere il suo sguardo gentile, Hermione abbandonò entrambi gli uomini nell'ingresso e corse su per le scale. Trovò rifugio nella sua camera e si chiuse a chiave, appoggiando la schiena alla porta. Chissà cosa stava pensando di lei il signor Potter. Tra lo spintone a Malfoy e l'averli abbandonati così poco educatamente, doveva aver avuto sicuramente una brutta impressione su di lei.

Ma, dopotutto, a chi importava ciò che pensava Harry di lei? Hermione non si era mai chiesta cosa la gente pensasse di lei, perciò come mai, ora, l'opinione di un semplice uomo la stava tormentando in quel modo?

 

                                                                                                                  *****

 

Harry seguì con lo sguardo Hermione correre su per le scale, imbarazzata, non riuscendo a capire per quale motivo la ragazza fosse così a disagio.

Non appena aveva terminato l'esecuzione del Notturno op.72 n°1 di Chopin, si era accorto che lei lo stava guardando e applaudendo. E in quel modo gli aveva fatto provare una strana sensazione allo stomaco, come una delicata morsa, la stessa che provava le prime volte che suonava davanti a un pubblico o nei primi esami al Royal College, quando pensava di essere pronto ad affrontare il pubblico, poi, inevitabilmente l'emozione lo travolgeva più di quanto lui si aspettasse. Era da diverso tempo che non provava quel genere di emozione ed era anche insolito che fosse solo una persona a causarla. Perciò, dopo aver ringraziato il signor Weasley e la signora Parker per i loro complimenti, aveva raggiunto l'ingresso e lì aveva visto il biondino, che si era esibito prima di lui, avvinghiato a Hermione e subito dopo lei che lo spingeva con forza lontano da sé e contro Harry. Se lei non avesse reagito, lui si sarebbe sicuramente intromesso perchè Hermione era evidentemente sconvolta da quella situazione.

E così si era ritrovato solo con il giovane uomo dai capelli biondi, il quale ora lo stava guardando con aria di sfida e, soprattutto, come se non fosse successo niente.

Signor Potter, eh? Scelta interessante, Chopin, non è da tutti! Non basta avere la tecnica.” esclamò l'uomo, tranquillamente.

Harry sorrise, malizioso: “Oh, potrei dire esattamente la stessa cosa della vostra scelta, signore. Anche Beethoven non è per tutti. Se il pover uomo non fosse già morto, l'avreste assassinato voi con la vostra esecuzione.”

Il giovane sembrò impallidire più di quanto già non lo fosse.

Avete da ridire sulla mia esecuzione?”

Oh no, se a voi andava bene così, allora io non ho da ridire nulla.”

Non avete alcun diritto di giudicare la mia esecuzione. Io sono il barone Malfoy e otterrò questo posto!”

D'accordo, staremo a vedere.” esclamò Harry, sorridendo e scrollando le spalle.

E se posso darvi un consiglio, toglietevi quel mezzo sorriso dalle labbra. È irritante!” sbottò Malfoy, prima di afferrare il bastone da passeggio e uscire dalla casa.

Oh, avete fatto la conoscenza del signor Draco Malfoy!” fece notare Ron, raggiungendolo nell'ingresso.

Il barone Malfoy, sì! E credo di essermelo inimicato.”

Complimenti, signor Potter!- esclamò Ron, divertito- Voi sì che sapete scegliere le persone da inimicarvi.”

E' stato più forte di me, ha una personalità del tutto fastidiosa.”

Sì, avete ragione. E credetemi, signor Potter, non vale la pena di averlo come amico.”

Ma perchè il signor Malfoy ha fatto il provino per lavorare qui? Non mi pare che abbia bisogno di soldi.”

Certamente no. Ma, sapete, crede di saper suonare il pianoforte e, soprattutto, è un cliente assiduo della casa. Lavorando qui crede di poter avere libero accesso alle ragazze.”

Già. Poco fa mi sembrava interessato alla signorina Ariel.”

L'espressione di Ron si rabbuiò all'improvviso: “Cosa le ha fatto?”

Non ho visto molto. Erano molto vicini, ma lei lo ha respinto.”

Ron emise un sospiro di sollievo.

Grazie al cielo. Questo signor Malfoy è pericoloso. Già una volta ha provato ad approfittarsi di lei, ma per fortuna sono intervenuto io.”

Perchè è così interessato alla signorina Ariel?”

Perchè l'uomo ha l'irresistibile tentazione di avere ciò che non può avere. Non lo sapete, signor Potter?”

Cosa significa?”

Ron scosse il capo e infine gli sorrise: “Lo capirete lavorando qui.”

Harry lo guardò, strabuzzando gli occhi.

Scusate, state per caso dicendo che ho avuto il posto?”

Certamente. Siete il migliore pianista che abbia mai sentito suonare!”

Ma...dopo appena un giorno avete già deciso? Non ci sono altri aspiranti?”

Ne avevamo tre in tutto. Abbiamo sparso la voce ieri tra i clienti, ma, sapete, nessuno ha il coraggio di rovinarsi la reputazione lavorando qui. Voi eravate l'unico musicista professionista. E ancora non sono sicuro che sappiate resistere alla pressione che subisce chi lavora qui, tuttavia...benvenuto a bordo, signor Potter!”

Ron gli porse la mano e Harry la strinse, entusiasta.

Grazie mille, signor Weasley!”

Ah, per favore, chiamatemi pure Ron.”

Harry ridacchiò: “Solo se voi mi chiamarete Harry!”

Affare fatto, Harry. Allora, vieni pure domani pomeriggio. Ti mostrerò in cosa consiste il numero. Nel frattempo, studia il Galop infernal di Offenbach. Lo conosci?”

Ma certamente, è il can-can, giusto?”

Esattamente. Agli spettatori non interessa tanto l'esecuzione, quanto piuttosto vedere la biancheria delle ragazze. Ma capita, ogni tanto, che qualcuno gradisca sentire anche buona musica.”

D'accordo, non ti preoccupare.- disse Harry, schiarendosi la voce prima di continuare- Senti, Ron, pensi sia possibile parlare con Ariel?”

Ron esitò un istante prima di rispondere: “E per quale motivo vorresti parlare con lei?”

Ecco, le avevo detto che ci saremmo visti, ma non le avevo spiegato come mai. E ora che ho avuto questo lavoro, vorrei farglielo sapere.”

Ariel in questo momento non può parlarti. Deve attendere il suo cliente. Arriva sempre nel pomeriggio il giovedì.”

Neanche per un istante?”

No, mi dispiace. E comunque, Harry, non è consigliabile parlare con lei in questo posto.” gli intimò Ron e a Harry parve che il suo tono di voce si fosse abbassato all'improvviso.

Perchè?”

Ariel ha un unico cliente, il conte Spencer, che guarda caso è anche il principale finanziatore di questa casa. E nessuno può avvicinarsi ad Ariel. Il conte è un uomo molto geloso.”

Capisco, ma se non posso parlarle in questa casa, non è possibile farlo fuori? Per esempio se la incontrassi casualmente per strada o da qualche altra parte?”

Ron sospirò e lo guardò rassegnato: “Il venerdì il conte è sempre fuori Londra e Ariel va a fare una passeggiata al Chelsea physic garden.”

Harry gli sorrise, soddisfatto.

Grazie mille, Ron!”

 

                                                                                                                *****

 

Non appena fu pronta per uscire, Hermione indossò il cappello, afferrò il suo ombrellino da passeggio e si avviò verso uno dei parchi più belli di Londra. La giornata era splendida per essere agli inizi di settembre. Il cielo era terso e il sole splendeva alto, baciando la capitale inglese con i suo raggi caldi. Considerato che la temperatura era estremamente gradevole, Hermione aveva optato per un abito bianco in chiffon, color avorio , e uno scialle in broccato color porpora. Aveva raccolto i capelli e sul capo aveva indossato un cappellino di paglia con nastri di organza e bouquet di rose rosse in raso.

Gli abitanti del quartiere la conoscevano bene. Quando lei passava accanto a loro, si riunivano a commentare, probabilmente a criticare ciò che rappresentava, la lussuria, uno dei sette peccati capitali. Ma Hermione non ci faceva più caso ormai. Le persone del quartiere potevano dire tutto ciò che volevano, le loro critiche scivolavano su di lei come acqua su un tessuto impermeabile. Niente poteva impedirle di godersi quelle ore di svago. Erano la sua salvezza dal chiasso e dal caos che regnava nel Red Heaven. Ora aveva bisogno solo di un po' di pace.

C'era un unico posto nel quartiere di Chelsea in cui poteva trovare la pace: il Chelsea physic garden.

Niente era pià rilassante di sentieri che si inoltravano tra verdi siepi, aiuole fiorite e alberi dalle fronde rigogliose. C'era molta gente quella mattina nel parco: eleganti signore che portavano a passeggio i propri bambini, uomini d'affari che si concedevano una chiaccherata tranquilla, totalmente immersi nel verde.

Hermione si sedette su una panchina e rivolse lo sguardo verso il cielo, attirata da un inconfondibile “cu-cu”. Due cuculi dal piumaggio azzurrino e le ali lunghe e affusolate passarono sopra di lei, volteggiando e cinguettando. Nei parchi di Londra si poteva ammirare una ricca fauna, il che li rendeva ancor più interessanti e, soprattutto, più naturali. Hermione non fece in tempo a soffermarsi su quel pensiero, che subito la sua attenzione fu richiamata da uno squittio lieve preveniente dal basso. La ragazza chinò il capo per scoprire che, dall'aiuola di fronte alla sua panchina, era sbucato uno scoiattolo. Tendeva il muso nella sua direzione, aveva le zampe anteriori tenute vicine al corpo e una coda vaporosa e dall'aspetto morbido. Non era un comportamento insolito da parte degli scoiattoli del parco. Si avvicinavano facilmente ai passanti.

Credo che desideri qualcosa da mangiare!” esclamò l'ombra che improvvisamente comparve alle sue spalle.

Hermione si voltò e sussultò quando riconobbe il signor Harry Potter.

Signor Potter?!”

Buongiorno, signorina Granger!” la salutò Harry, sollevandosi appena la coppola che portava sul capo.

Buongiorno a voi. Cosa ci fate qui?”

Una passeggiata, direi. Posso sedermi accanto a voi?”

Sì...certamente!”

Fu così che Harry prese posto accanto a Hermione.

Ditemi, signorina Granger, non avete nulla con cui sfamare il nostro piccolo amico?”

Hermione rise e, come Harry, tornò a guardare il piccolo roditore.

Purtroppo no.”

Allora, credo che oggi resterai a bocca asciutta, piccolino!” gli disse Harry, chinandosi verso di lui.

Lo scoiattolo però si spaventò del gesto improvviso di Harry e sparì dietro un cespuglio.

L'avete spaventato!”

Sembrerebbe proprio così.- convenne Harry, voltandosi verso Hermione- Una stupenda giornata oggi, non trovate anche voi, signorina Granger?”

Sì, avete ragione, signor Potter. Ma, vi prego, so perfettamente che questo non è un incontro casuale. Perciò non fate finta che lo sia.”

Harry rise, divertito e ammirato: “Siete veramente molto perspicace, Hermione. Ho chiesto a qualcuno dove avessi potuto trovarvi per parlare tranquillamente con voi.”

E' stato quel furfante di Ron, vero?”

Sì, ma non arrabbiatevi con lui. Ho dovuto penare prima di estorcergli questa informazione.”

Hermione annuì: “Non mi arrabbierò, in fondo Ron è un bravissimo giovane ed è un mio caro amico.”

Lo so, ieri mi ha confidato che una volta vi ha aiutato ad uscire da una situazione alquanto spiacevole.”

Le parole di Harry la sorpresero e la costrinsero a evitare di guardarlo.

Signor Potter, perchè non mi dite subito ciò di cui volevate parlarmi?”

Sì, perdonatemi, sono stato scortese a riportarvi a quei momenti.”

Non preoccupatevi, ma non parlatene più con me né con nessun altro.”

D'accordo. Sentite, è una giornata troppo bella per restare seduti, facciamo una passeggiata, volete?”

Harry si alzò in piedi e le porse una mano, che Hermione guardò esitante.

Non dovreste farvi vedere in pubblico con me. Non godo di buona reputazione in questo quartiere.”

Perchè? Avete per caso ucciso qualcuno?” domandò Harry, cortesemente.

Sapete benissimo che è per il mio lavoro!”

Non importa. Siete comunque una bellissima persona e, se a me non da fastidio stare in vostra compagnia, non vedo perchè agli altri dovrebbe importare qualcosa.” esclamò Harry, afferrandole infine la mano.

Hermione si alzò in piedi e lo guardò con una sorta di riconoscenza. Nessuno si era mai mostrato così incurante verso ciò che la gente pensava di lei. Per questo motivo Hermione non poteva fare altro che essergli grata.

Mi avete convinta. Ma adesso parlate.”

I due presero a camminare per i sentieri che si dipanavano in mezzo a siepi e aiuole perfettamente curati.

Volevo solo farvi sapere che ho ottenuto il lavoro come pianista.”

Oh, complimenti. Sono molto felice per voi!”

Già. Ma devo ringraziarvi perchè è anche merito vostro.”

Non credo proprio. Ve lo siete guadagnato solo grazie alla vostra abilità. Vi ho sentito ieri, siete stato bravissimo al pianoforte. Non avevo mai ascoltato un brano eseguito con lo stesso trasporto che avete mostrato voi. Siete riuscito a emozionarmi in quei pochi minuti più di quanto abbia fatto chiunque altro in tutta la mia vita.”

Vi ringrazio, mi fa molto piacere. Ma se io quella sera non fossi rimasto al Red Heaven ad aspettarvi per congedarmi educatamente, non avrei mai saputo del provino e non avrei potuto ottenere il posto.”

Hermione sorrise, compiaciuta: “Allora accetto i vostri ringraziamenti, anche se dopotutto, è stato molto casuale. Voi siete giunto in quella casa solo per caso, trascinato con l'inganno dai vostri amici.”

No, non credo al caso. Il caso è qualcosa che ha inventato l'uomo per giustificare tutto ciò che non gli aggrada. Io penso invece che qualunque nostra azione sia dettata da una nostra precisa volontà. Io ho voluto seguire i miei amici e questa decisione mi ha portato a conoscere voi.”

E a ottenere un lavoro.”

Certo, anche quello! A proposito, devo andare a esercitarmi con il nostro amico comune. Voi venite?”

Hermione si fermò e scosse il capo: “Non ancora.”

Dovete andare in un altro luogo?”

No, ma non voglio tornare con voi al Red Heaven.”

Per quale motivo?- domandò Harry, guardandola con un'espressione preoccupata-Vi ho forse offesa?”

Hermione sorrise, appoggiando una mano sul suo braccio per tranquillizzarlo: “Certo che no. Solo che mi ha fatto piacere incontrarvi e parlare con voi. E vorrei ricordare questo incontro in un posto che amo, non in quella casa.”

Harry non rispose, non subito almeno. La fissò per pochi istanti ed Hermione non potè fare a meno di chiedersi cosa stesse pensando il giovane di lei in quel momento. Compassione? Disprezzo?

Ma Harry si limitò ad annuire.

Capisco. Allora buona giornata, signorina Granger.- esclamò l'uomo, baciandole la mano- A stasera!”

A stasera, sì.”

Hermione fissò il giovane signor Potter avviarsi verso l'uscita del parco. Le signore, più o meno giovani, si voltarono a guardarlo, commentando sicuramente quel baciamano come qualcosa di assolutamente disdicevole, considerato che Harry aveva l'aspetto di un perfetto gentiluomo mentre lei era una persona blasfema. Ma il signor Potter avanzò deciso, come se davvero gli importasse poco o nulla dei commenti di quelle persone. Hermione sorrise fra sé. Ad ogni incontro Harry la sorprendeva con qualcosa di nuovo sul suo carattere. E più Hermione lo conosceva, più lo trovava interessante e più desiderava incontrarlo di nuovo.

Sapeva perfettamente cosa le stava accadendo, ma non poteva permetterlo perchè prima o poi anche Harry l'avrebbe delusa e abbandonata, come tutte le persone importanti della sua vita. E lei si era ripromessa di non soffrire più per nessuno.

 

 

(1)Andante: tempo musicale di velocità intermedia fra l'allegretto e l'adagio, il tempo da passeggiata.

 

Oh, è arrivato anche Draco. Embè, non poteva mancare il biondino!^^

Comunque, il prossimo capitolo si intitola "Silence".

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, le mitiche ragazze del gruppo "Cercando chi da la roba alla Rowling" e ovviamente mamogirl, la mia betareader che puntualmente mi corregge i capitoli! ^_^

A presto

kia85

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Silence ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

 

Capitolo 4: “Silence”

                                                                                                                     Se mia foste

                                                                                                Custode io veglierei

                                                                                                 Pe' vostri soavi dì.”

 

Perfetto, il numero esce proprio bene. Complimenti, Harry!” esclamò Ron.

Il numero a cui si riferiva Ron consisteva in semplici gag al pianoforte, tra cui una in cui Ron doveva svolgere per Harry il ruolo di voltapagine.Ma Ron, non essendo in grado di leggere la musica, doveva cercare di recepire i segnali di Harry al momento giusto per voltare le pagine dello spartito. Quindi tutto il numero si basava sostanzialmente sulle loro incomprensioni e Harry suonava perciò le pagine sbagliate o spartiti di altri brani. (1)

Harry doveva ammettere che era decisamente esilarante e originale.

Grazie, ma il numero l'hai ideato tu!”

Questo è vero. So che sono gag un tantino ridicole, ma quando devi esibirti davanti a uomini ubriachi e distratti da giovani ragazze in biancheria intima, non puoi fare diversamente!” spiegò Ron, raccogliendo gli spartiti.

Capisco perfettamente. Ma ti assicuro che è divertente.” lo rassicurò Harry.

Sei gentile, Harry. Allora, dimmi, come ti trovi a lavorare qui?”

Bene bene, non ti preoccupare. Mi basta che ci sia un pianoforte e io mi sento perfettamente a mio agio.”

Già, sei uno di quelli totalmente dediti alla musica e nient'altro, vero?”

Harry rise: “E' solo la mia passione.”

Ma con i tuoi amici musicisti com'è finita? Non li vedi più?”

Beh, l'ultima esibizione che abbiamo fatto ci ha fruttato un bel gruzzoletto, perciò per un po' siamo a posto. E poi hai detto che ho un giorno libero a settimana, vero?”

Sì, infatti.”

Allora dedicherò quella sera a loro!”

Ron annuì: “Capisco. Intanto stasera andiamo in scena con il numero. Direi che adesso sei pronto.”

D'accordo!”

Hai il pomeriggio libero. Ma non folleggiare troppo perchè stasera mi servi concentrato.”

Rilassati. Non sono il tipo che si concede a diletti sempre nuovi. Posso anche restare qui a esercitarmi ancora un po'.”

Ah che bravo, Harry!”

E' permesso?” domandò una voce proveniente dall'ingresso.

Harry guardò verso quella direzione e si accorse che Hermione stava entrando sostenendo con le mani un vassoio, su cui erano appoggiate tazze e teiera.

Vieni pure, Hermione. Abbiamo terminato.” le disse Ron.

Sono le cinque del pomeriggio e vi siete esercitati così tanto che ho pensato vi facesse piacere una tazza di té.”

Hai fatto benissimo, Hermione. Dopotutto...Nella vita ci sono poche ore più piacevoli dell'ora dedicata alla cerimonia del tè pomeridiano.”

Mmm...Shakespeare?” domandò Harry, accomodandosi accanto al tavolino.

No, Henry James!”

Ah. Sono d'accordo. La cerimonia del té è assolutamente sublime!”

Per non parlare di quanto fosse interessante dal punto di vista dei suoni e dei silenzi che si producevano. Il rumore del cucchiaino che girava il té e piano andava a toccare la tazza, il suono del latte versato nel liquido ambrato che gli donava quell'irresistibile sapore vellutato, il tintinnio della tazza che si appoggiava sul piattino e, soprattutto il silenzio che avvolgeva la cerimonia.

Bene!- intervenne Hermione- Quando avete finito, Ron, riporta tutto in cucina!”

Ron si accomodò, cominciando a servirsi dal vassoio: “D'accordo, grazie.”

A quel punto Harry balzò in piedi, forse un po' troppo rapidamente, perchè sbattè contro il tavolino e tazze e teiera barcollarono pericolosamente: “Ma voi...non prendete il té con noi?”

Hermione gli sorrise, guardandolo con tenerezza: “Non posso, perdonatemi. Ma grazie lo stesso, signor Potter.”

E, così dicendo, uscì dalla sala. Harry, in piedi accanto a Ron, la guardò andare via, provando una stretta al cuore. Non voleva lasciarla andare via. Voleva stare con lei, parlarle, sentire la sua voce...

Ehi, sveglia o il té si raffredda!” esclamò Ron, dandogli una gomitata sul fianco.

S-sì...scusa.”

Harry distolse lo sguarda dal punto in cui era da poco sparita Hermione e tornò a sedersi di fronte a Ron. Versò un po' di té nella tazza; poi aggiunse latte e zucchero e cominciò a mescolare distrattamente con il cucchiaino. Tutto questo sotto lo sguardo attento di Ron, che bevve un sorso del liquido caldo.

Questo è uno dei motivi per cui ti avevo sconsigliato di lavorare qui!” affermò il giovane, appoggiando la tazza sul piattino.

Cosa sarebbe questo?”

Questo, l'amore!”

Ti sbagli, non sono innamorato!”

No! - sbuffò Ron- Certo che no! Non sei affatto innamorato di Hermione.”

Infatti, trovo solo che sia una giovane estremamente interessante.”

Sì, si inizia sempre così. La trovi interessante; poi a un certo punto ti accorgi che quando lei non c'è, senti un terribile vuoto dentro di te e vorresti vederla ogni istante della tua giornata. E quando desideri toccarla e baciarla, sei ormai perduto per sempre. Ma te lo dico subito, prima che sia troppo tardi. Non bisogna mai e poi mai innamorarsi di una donna perduta. Porta solo guai. Certo, alcune di loro sono irresistibili e dolcissime, ma non bisogna mai lasciarsi incantare da loro, a meno che tu ovviamente non sia un ricco signore, disposto a portarla via da un posto come questo. Ma i ricchi signori non si innamorano mai di una perduta; quelli che si innamorano sono giovani squattrinati che farebbero di tutto per portarle via da qui, ma non ne hanno la possibilità. Tu chi sei, il ricco signore o il giovane squattrinato?”

Nè l'uno nè l'altro.- rispose Harry, imbarazzato- E tu sei innamorato, Ron?”

Ron guardò per un istante la sua tazza, sorridendo fra sé: “Sì, certo!”

Chi è la fortunata?”

Si chiama Luna. È una fanciulla deliziosa.”

Abita a Londra?”

No. Lavora presso un ricca signora che ha una grande proprietà nell'Hertfordshire.”

Ehi! Io sono dell'Hertfordshire. Come si chiama la signora?”

Middleton, la signora Ellie Middleton. La conosci?”

Harry annuì energicamente: “Oh sì. È una signora molto anziana e gentile e amica dei miei genitori. E Luna lavora presso di lei?”

Sì. Ma non è una semplice cameriera, è quasi come una nipote per lei. La signora non ha figlie e le vuole talmente bene che le ha promesso di includerla nel suo testamento. Purtroppo Luna è rimasta orfana da bambina, ma sua madre era al servizio della signora, la quale la prese sotto la sua protezione. E ora vuole assicurarle un futuro sicuro insieme a me. Io cerco di racimolare qualche sterlina da conservare per quando potremo sposarci.”

Sono felice per te, Ron, veramente!”

Grazie, Harry.” gli disse lui, riconoscente.

Dopodichè restarono in silenzio. Harry bevve con calma il suo tè: da sempre la considerava la bevanda rigeneratrice per eccellenza. Aveva bene o male gli stessi effetti della musica. Era utile per riscaldarsi, quando c'era freddo; calmava, quando si era agitati; e riportava l'allegria quando si era tristi. E a proposito di tristezza...

Senti, devo farti un'ultima domanda su Hermione.”

Ron rivolse gli occhi al cielo e sospirò: “Dimmi!”

Cosa puoi dirmi di quel conte?”

Il conte Spencer? È l'unico cliente di Hermione.”

Perchè lei ne ha solo uno?”

Lo scoprirai più avanti, lavorando qui. Tuttavia ti conviene non fare molte domande, perchè il conte è un uomo molto geloso di Hermione. La vuole tutta per sé. Solo che è così vigliacco da non avere il fegato di sposarla e liberarla da questa prigione.”

Quindi cosa si deve fare per liberare Hermione?”

Pagare. - sospirò Ron- Pagare un bel mucchio di sterline!”

 

                                                                                                                   *****

 

Ron, ti avevo detto di riportare il vassoio in cucina!” esclamò Hermione, vedendo Ron uscire tranquillamente dalla sala del teatro.

Oh, scusa, Hermione. Me ne sono completamente dimenticato.” spiegò lui, battendo una mano sulla fronte.

Sì, come no. Sempre la solita scusa!”

Ti dispiacerebbe riportarlo tu in cucina? Potrai chiedermi tutto quello che vuoi in cambio di questo favore!”

Hermione sospirò, mentre lui le rivolgeva uno sguardo adorante.

Prima o poi mi farai perdere la pazienza.”

Dai, lo so che mi vuoi bene. Siamo amici, no?”

Hermione esitò un istante prima di sorridere ed annuire: “Anche se non ricordo perchè, siamo amici, sì! E adesso sparisci dalla mia vista o cambio idea!”

D'accordo, capo!”

Hermione lo osservò uscire dalla porta principale, poi andò nel teatro. Vide che Harry era ancora lì, seduto al pianoforte e tutto intento a suonare una dolce nenia. Doveva essere un brano molto famoso, perchè le era familiare; solo che Hermione non conosceva né il titolo né l'autore. Era decisamente una melodia molto rilassante, sembrava quasi una ninna nanna. Hermione chiuse gli occhi. La melodia la cullava dolcemente, facendole dimenticare qualunque problema o difficoltà, e le permetteva di entrare in un mondo perfetto: con gli occhi della mente Hermione riuscì a vedere un'immensa distesa verde, le dolci colline inglesi con piccoli boschi di abeti, larici e pini che spiccavano nella loro maestosità. Il cielo era terso, di un meraviglioso azzurro e il sole splendeva luminoso.

Hermione?”

Il richiamo di Harry la riportò alla realtà: aveva smesso di suonare.

Sì?”

State bene?” le domandò Harry, preoccupato.

Certo, sto benissimo. Non vi preoccupate, signor Potter. Stavo solo ascoltando.”

Sì, l'ho notato. Conoscete questo brano?”

Hermione si avvicinò a lui: “L'ho già sentito, ma non ho idea di quale sia il titolo.”

Harry chinò il capo, osservando la tastiera del pianoforte, e premette uno dei tasti d'avorio.

Sono le Dodici variazioni sul tema di Ah vous dirai-je, maman. Avete sentito parlare di Mozart?”

Sì, era un famoso compositore, vero?”

Esatto. Era un compositore austriaco. Durante uno dei suoi viaggi, Mozart ascoltò questa canzone popolare francese e ne rimase così affascinato che compose dodici variazioni dello stesso tema. In pratica, rielaborò la melodia principale in dodici modi diversi.”

Hermione si appoggiò al pianoforte, guardandolo divertita: “Sapete, signor Potter, sono dell'idea che in alcuni ambiti sia molto meglio la pratica della teoria.”

Harry rise.

State per caso chiedendomi di suonare per voi?”

Solo se lo desiderate, ovviamente.”

Lo desidero.”

Allora, vi dispiace se mi siedo accanto a voi?”

No, certo che no!”

Harry si spostò sullo sgabello, lasciandole lo spazio necessario per sedersi accanto a lui, ed Hermione prese posto. Harry avvicinò le mani alla tastiera dello strumento e poi chiuse gli occhi. Hermione lo seguì con lo sguardo e studiò attentamente il suo viso, mentre il giovane cercava la concentrazione, avvolto nel silenzio. Dopotutto era un giovane uomo con un suo fascino. Il profilo aveva un tocco molto elegante e forte, mentre quei capelli neri in costante disordine erano perfetti per il suo animo di artista.

Poi le sue dita cominciarono a muoversi con agilità sui tasti bianchi e neri del pianoforte. Ed Hermione capì, dopo pochi istanti, cosa Harry avesse voluto dire. Un unico tema riproposto in tanti modi diversi, come le diverse sfaccettature di un cristallo. Ogni frammento aveva un diverso riflesso che lo rendeva unico e speciale, ma appartenevano tutti a un'unica cosa.

Per diversi minuti Hermione si sentì come rapita e trascinata nuovamente in quel mondo che aveva aveva visto nella sua mente pochi attimi prima. E, a condurla per mano in quel paesaggio, c'era Harry. Era solo grazie a lui che poteva lasciarsi trasportare dalla sua musica e sentirsi persa in un mondo meraviglioso che non le sarebbe mai appartenuto, perchè lei era prigioniera di quella casa, una gabbia di cui solo il conte possedeva le chiavi. Ma, ovviamente, lui non le avrebbe mai usate per liberarla.

Le mani di Harry continuarono a suonare ed Hermione, per un istante, desiderò che quelle mani, delicate sul pianoforte, potessero essere anche così forti da allargare le grate della gabbia in cui era rinchiusa e liberarla.

 

                                                                                                                      *****

 

Quando Harry terminò la sua esecuzione, si voltò a guardare Hermione. Aveva nuovamente gli occhi chiusi, ma questa volta, Harry intravide delle piccole lacrime agli angoli. E in quel momento provò una stretta al cuore, una sorta di tenerezza che lo scaldò dall'interno.

Perchè piangete?”

Hermione gli sorrise e si asciugò rapidamente gli occhi con il dorso della mano.

Scusate, non stavo piangendo. Ero solo commossa.”

Colpa mia?”

Non colpa, signor Potter. Direi piuttosto merito. Sapete bene, ormai, che nessuno riesce a emozionarmi più di voi al pianoforte.”

Ah, beh, allora devo considerare le vostre lacrime come un complimento.” esclamò lui, soddisfatto.

Sì, per favore.”

Dopotutto si dice che la musica possa suscitare in noi emozioni fortissime, ma nello stesso tempo calmare il nostro animo da sofferenze e preoccupazioni.”

Avete ragione. Voi avete il prezioso dono di riuscire a trasmettere tutto questo.”

Grazie! Ma, vedete, se ci riesco, è solo perchè sono bravo ad ascoltare: quello che suono non è altro che l'espressione di ciò che sento dentro di me. ”

E' per questo che, prima di ogni esibizione, chiudete gli occhi per un istante?”

Harry annuì: “E' un concetto molto semplice, signorina Granger. Dovete sapere che un grande compositore del periodo barocco, Johann Sebastian Bach, disse una volta: 'La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c'è fuori'! E questo è certamente vero. Ma credo che per un musicista sia diverso. Il musicista ha la musica dentro di sé, nel suo cuore. Perciò, prima di un'esibizione ricerco un attimo di silenzio per poter ascoltare la melodia che sta suonando nel mio animo.”

Se questo è ciò che esce dal vostro cuore, allora il vostro animo è puro e innocente, come ho subito pensato quando vi ho visto per la prima volta!”

Grazie.” disse Harry, arrossendo lievemente.

Sapete, sono veramente contenta che voi lavoriate qui e spero di poter ascoltare ancora una volta la musica del vostro cuore.”

Quando volete, sapete dove trovarmi.”

Grazie!”

Hermione gli sorrise un'ultima volta e poi si allontanò. Afferrò il vassoio con le tazze per il té e uscì dalla sala. Harry la fissò in ogni suo movimento e ripensò alle parole che gli aveva detto pochi minuti prima Ron. Hermione non era solo interessante, era anche estremamente sensibile, mite e così deliziosa. Ogni suo gesto attirava il suo sguardo come una calamita ed Harry non poteva fare a meno di guardarla.

Era quello l'amore?

Nel silenzio che l'aveva avvolto, Harry si portò una mano sul cuore: sentì che, dentro di sé, si stava propagando una melodia e la riconobbe subito. Era il notturno di Chopin che aveva portato al provino pochi giorni prima. Era struggente e malinconico. Forse il suo cuore non era riuscito a rispondere a quella domanda a parole, aveva avuto così difficoltà che aveva optato per rispondergli direttamente e chiaramente con la musica. E un notturno come quello poteva voler dire solo una cosa.

Era innamorato. E ora che ci pensava, lui non era né un ricco signore né un giovane squattrinato. Forse sarebbe stato proprio lui a riuscire a liberare Hermione dalla sua prigione. L'avrebbe portata via e l'avrebbe protetta per tutti i giorni della sua vita.

 

 

(1) La gag in questione è stata riproposta recentemente nel programma “Sostiene Bollani”:http://www.youtube.com/watch?v=qIY30_6XAIo

 

 

 

Bene. Eccoci al nuovo capitolo! In questo Harry sembra quasi un lettore mp3 vivente. Ahahahaha.....-_- oddio, faceva pena come battuta!

Il prossimo si intitola “Love”.

Ringrazio come sempre le ragazze del gruppo di facebook, Origin per le sue recensioni sempre attente e la mia betareader, mamogirl! ^_^

 

A presto

kia85

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Love ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

Capitolo 5: “Love”

 

                                                                                                      “Di quell'amor ch'è palpito
                                                                                         Dell'universo intero,
                                                                                          Misterioso, altero,
                                                                                        Croce e delizia al cor.”

 

Harry cominciò ad avere seri problemi a lavorare al Red Heaven. Ovviamente ciò dipendeva da quel sentimento d'amore che provava per Hermione. Non era per nulla facile né divertente vederla sparire su per le scale, nella sua camera, con il conte. E tutto questo mentre doveva esibirsi o con Ron o semplicemente per accompagnare le ballerine di can-can. Come poteva trovare la giusta concentrazione se continuava a pensare che al piano superiore, nell'intimità della sua camera, Hermione si concedeva a un uomo che non meritava nulla da lei? Lo mandava su tutte le furie immaginare i loro abbracci, i loro sospiri, il perdersi l'uno nell'altra...

Ricordò il discorso che gli aveva fatto Ron qualche giorno prima ed Harry pensò che l'amico avesse in parte ragione e in parte torto. Aveva ragione perchè sì, Harry provava un sentimento forte per Hermione; ma aveva anche torto, perchè ormai era troppo tardi, Harry era già pazzo di lei.

Avrebbe voluto essere al suo fianco e impedirle di concedersi al conte quando lui giungeva in quella casa. Avrebbe voluto farle domande su di lei, sapere tutto sul suo passato, su quale fosse il suo cibo preferito, cosa pensasse prima di addormentarsi nel suo letto...

Ma Hermione era diventata sfuggente. Anche quando si incontravano nell'ingresso o in qualunque altra parte della casa, non faceva altro che rivolgergli un rapido saluto, un cenno del capo, poche parole. “Buongiorno, buonasera, arrivederci...” Ed era una cosa che Harry non sopportava: perchè si comportava in quel modo? Cosa aveva fatto di sbagliato Harry? Eppure l'ultima volta che aveva parlato, scambiandosi più di un semplice buongiorno, erano stati bene insieme. Lui aveva suonato per lei e lei era stata toccata nel più profondo del suo cuore dalla sua musica. Cosa l'aveva tanto sconvolta da portarla a quel comportamento?

Harry desiderava tanto parlarle e, ben presto, cominciò a capire quale potesse essere la soluzione al suo essere così sfuggente. Perciò, una sera, dopo aver suonato ininterrottamente per quasi due ore, andò alla ricerca della signora Parker.

Buonasera, Iris.”

Oh, Harry, buonasera. Ottima esecuzione quella di oggi, come sempre del resto.” gli disse lei, con un sorriso.

Grazie, siete gentile.”

Avete bisogno di qualcosa?”

Veramente sì. Vorrei passare del tempo con Ariel.” affermò Harry, tranquillamente.

Lo sguardo della signora Parker si rabbuiò tutto d'un tratto, ma la donna gli rispose con assoluta calma.

Harry, mi dispiace, ma Ariel non è disponibile per nessuno, eccetto per il signor conte, naturalmente.”

Naturalmente, certo.- concordò Harry- Ma, signora Parker, io non ho alcuna intenzione di fare con lei...ehm...quello che di solito fa il conte Spencer.”

Probabilmente la risposta di Harry l'aveva colta di sorpresa perchè la signora impiegò qualche secondo per rispondergli: “E allora cosa avreste intenzione di fare?”

Solo parlare con lei.”

Voi vorreste pagare cinque sterline solo per parlare con lei?”

Harry si segnò il petto all'altezza del cuore: “Sì, lo prometto su ciò che ho di più caro al mondo.”

Iris sospirò, incredula.

Santo cielo, non mi era mai capitata una situazione del genere. Ascoltate, Harry, se dipendesse unicamente da me, accetterei la vostra offerta senza remore. Ma se, Dio non voglia, il conte lo venisse a sapere, andrebbe su tutte le furie, capite?”

Capisco perfettamente, signora Parker. Ma capisco anche che il conte sta per andarsene. E quindi io potrei andare da Ariel senza farmi vedere da nessuno, così questo resterà un segreto solo fra noi tre. Lei non ne farà parola al conte, io farò lo stesso e credo si possa dire la stessa cosa di Ariel. Senza contare, ovviamente, che voi avrete guadagnato cinque sterline in più senza alcun pericolo!”

La signora Parker sembrò riflettere a lungo su questa proposta. Ma alla fine sorrise.

D'accordo. Affare fatto!”

 

                                                                                                              *****

 

Il conte Spencer si accasciò su di lei: aveva il respiro affannato e il viso imperlato di sudore. Appoggiò la fronte sul petto di Hermione e aspettò che il proprio respiro, così come il battito cardiaco, tornasse regolare. Dopodichè si alzò e cominciò a rivestirsi. Hermione rimase sotto le lenzuola e diede le spalle all'uomo.

Hermione, stasera mi sei sembrata strana.” le fece notare l'uomo.

In che senso?”

Era come se fossi presente con il corpo, mentre la tua anima era da tutt'altra parte.”

Mi dispiace di avervi dato questa impressione.”

Oh, mia cara. - disse il conte, avvicinandosi e sedendosi sul letto accanto a lei- Vi capisco perfettamente. È a causa dell'annuncio del mio fidanzamento con la figlia del barone Wilson?”

In effetti Hermione aveva letto pochi giorni prima l'annuncio dell'imminente matrimonio fra il conte Spencer e la baronessina Wilson. E sì, le aveva dato fastidio. Un fastidio lieve, ma certamente non poteva pretendere di restare indifferente a una notizia del genere. Si trattava pur sempre di colui che l'aveva salvata dalla situazione peggiore. Non le aveva dato la libertà e neanche amore, ma ora grazie a lui era una privilegiata. Quante altre perdute potevano ritenersi fortunate come lei?

Sì, avete ragione. È per quello.”

Ma non era solo per quel motivo. Ultimamente Hermione si era lasciata andare a diversi voli di fantasia. Voli che spesse volte la portavano verso Harry. Si sentiva attratta dal suo animo puro, candido come la neve, innocente come un bambino. Attratta come i poli opposti di una calamita. Ma aveva cercato in tutti i modi di scacciare quei pensieri perchè da quell'unione non sarebbe potuto uscire niente di buono. Lei era fango, lui era neve. Lei era rumore, lui era armonia. E due opposti non potevano creare alcunchè, due opposti si annullavano. Per questo motivo aveva preso la recente abitudine di sfuggire a ogni incontro con il gentiluomo. Lo stava evitando di proposito. Meno occasioni aveva di poter ammirare quella cortesia innata, quel suo trasporto per la vita che la coinvolgeva così inaspettatamente, e più semplice era per lei continuare a vivere il suo ruolo di cortigiana.

Ma Hermione, te l'ho già detto. - ribadì il conte, accarezzandole il braccio- Anche se sto per sposarmi con Charlotte, io penserò sempre a te. Sei mia e di nessun altro.”

Allora perchè non aveva avuto il coraggio di portarla via da lì definitivamente?

Certo, sarebbe stata una domanda interessante da porgli. Ma Hermione sapeva quanto fosse suscettibile il conte, perciò, così come tante altre volte, represse l'istinto di porgli quella domanda scomoda. Anche perchè conosceva la risposta. Sarebbe stato disdicevole per un gentiluomo tanto importante e lui sarebbe stato escluso dalle migliori compagnie di Londra.

Sì, ho capito!”

Bene. Senti, Hermione, devo andare fuori città per un paio di giorni per una battuta di caccia alla volpe. Credi che riuscirai a stare senza di me?”

Hermione si sforzò di sorridere: “Ci proverò, signore!”

Molto brava! Lo sai che non mi piace vederti così abbattuta per colpa mia!”

Hermione si alzò dal letto e si infilò la vestaglia: “Non accadrà più, ve lo prometto!”

Posso partire tranquillo allora?”

Ma certo, non state in pena, signor conte. Non per me, almeno!” affermò Hermione, accompagnandolo alla porta.

D'accordo. Ci rivediamo fra qualche giorno.”

Fate buon viaggio, signore!”

Grazie!”

Hermione lo guardò allontanarsi e scendere le scale. E quando lo udì congedarsi dalla signora Parker fece per richiudere la porta, ma qualcosa, anzi, qualcuno glielo impedì. Hermione trasalì e indietreggiò istintivamente.

Signor Potter?” esclamò non appena riconobbe l'uomo dai capelli corvini e gli occhi verdi.

Buonasera, signorina Granger. - la salutò lui- Vi ho spaventata?”

Sì, infatti.”

Perdonatemi, non era mia intenzione. Ma so che una volta che il conte vi lascia, voi vi chiudete a chiave e non potevo permetterlo!”

Per quale motivo?”

Perchè sono un vostro cliente stasera!” affermò Harry, con un sorriso.

Hermione si sentì quasi mancare. Nel momento in cui aveva cominciato a pensare che proprio lui fosse diverso da tutti gli altri uomini, ecco che subito veniva smentita. Ma il problema non sussisteva perchè lui non poteva essere un suo cliente. Il conte aveva l'esclusiva su di lei.

Mi dispiace deludervi, signor Potter.- disse lei, senza nascondere un tono decisamente contrariato- Ma forse non vi hanno avvisato che non posso avere clienti al di là del conte.”

Harry si affrettò a rispondere: “Oh, ma certo. Lo so benissimo. Infatti non sono uno di quei clienti. Ne ho parlato con la signora Parker e lei ha accettato.”

Ha accettato cosa esattamente?”

Che io pagassi per passare un po' di tempo insieme a voi. Ma non per fare ciò che voi pensate.” spiegò il giovane, arrossendo vistosamente.

Hermione lo guardò accigliata: “E, sentiamo, cosa avreste intenzione di fare?”

Parlare con voi.”

In un primo momento Hermione pensò di non aver capito bene. Ma l'espressione sul volto di Harry sembrava sicura e sincera.

State dicendo sul serio? Voi avete pagato solo per parlare con me?”

Certo. E, ovviamente, la signora Parker è d'accordo sul mantenere il silenzio con il signor conte.”

Hermione continuava a fissarlo incredula: per quale strampalato motivo stava facendo tutto ciò?

Non so cosa dire...”

Che ne direste di cominciare con un: Entrate pure, signor Potter?

Hermione era incerta sul da farsi, ma c'era una parte di lei che le consigliava di farlo entrare in camera sua, perchè non ci sarebbe stato alcun problema e il conte non sarebbe mai venuto a conoscenza di quella conversazione. Perciò aprì la porta e si fece da parte.

Entrate pure, signor Potter!” disse infine.

Grazie.”

Accomodatevi.” disse Hermione, indicandogli un grazioso divanetto accanto alla finestra.

Harry seguì l'indicazione e si sedette sul comodo divano, mentre Hermione sistemò alla meglio il letto disfatto e vi si sedette sopra.

Molto bella la vostra camera.” commentò Harry, guardandosi intorno pieno di curiosità.

Grazie, ma ditemi, signor Potter, si può sapere cosa vi ha portato a compiere questo insolito gesto?”

Sì, certo. Volevo solo chiedervi perchè mi state evitando.”

La motivazione di Harry non la sorprese: chiunque se ne sarebbe accorto al suo posto.

Io non vi sto affatto evitando, signor Potter.” mentì lei.

Ah no? Non mi rivolgete più la parola, non appena vi incontro voi fuggite. Ho per caso fatto qualcosa di sbagliato, qualcosa che vi abbia offesa?”

Hermione provò una sorta di dispiacere nel vederlo così preoccupato. In fondo non meritava di sentirsi in quel modo solo per colpa sua. Perciò sospirò.

Non avete fatto nulla di male. - ammise lei, rassegnata- È solo un periodo particolare.”

Cosa vi tormenta, se posso chiederlo?”

Il signor conte. Qualche giorno fa ho letto l'annuncio del fidanzamento tra lui e la baronessina Wilson.”

Ah, quindi siete giù di morale per questo?” domandò Harry.

Il suo tono fu talmente dispiaciuto che a Hermione non sfuggì e le provocò un piccolo sorriso. E lei si sentì quasi in dovere di chiarire la situazione.

Non è che sia giù di morale, solo che mi da un leggero fastidio.”

Harry chinò il capo: “Voi siete innamorata di lui?”

No, non più perlomeno. Quando mi ha portato via dal bordello di Whitechapel sì, ho creduto di essere innamorata di lui.”

Harry tornò a guardarla e sembrava improvvisamente più interessato.

Quindi...ehm...non avete lavorato sempre qui.”

Hermione sorrise, divertita.

No.”

Harry si schiarì la voce: “E dove avete...ehm...detto che eravate prima?”

Era perfettamente facile capire dove volesse andare a parare il giovane signor Potter. Perciò Hermione sospirò.

Signor Potter, se volete ricavare informazioni sul mio passato, dovete solo chiedere. Io non ho alcun motivo di tenerlo segreto.”

Perdonatemi. - esclamò Harry, arrossendo- Era talmente evidente?”

Abbastanza.”

Sentite, io non voglio costringervi, signorina Granger, ma vi trovo talmente interessante, stimolate la mia curiosità in continuazione. Vorrei sapere tutto su di voi.”

Non c'è niente di interessante in me. La mia storia non è molto diversa dalle altre ragazze perdute come me.”

Ma voi siete la prima che io abbia mai incontrato.”

E lui era il primo vero gentiluomo che la vedeva per ciò che era prima di tutto, ovvero una persona con dei sentimenti e non una semplice cosa da utilizzare a proprio piacimento. Perciò meritava tutta la sua fiducia.

Sono rimasta orfana a dieci anni. I miei genitori sono morti per una grave malattia contagiosa e io sono stata affidata alla sorella di mio padre. La famiglia di mia zia era povera e, dopo un paio di anni, non appena terminati gli studi obbligatori, mia zia decise di vendermi per dieci sterline ad un bordello di Whitechapel. Era un posto squallido, vicino al porto. I principali clienti erano marinai rozzi e occasionali e uomini della bassa borghesia. Uno di questi piccoli borghesi era fissato con le bambine, specie se ancora vergini. Lui comprò la mia verginità per venticinque sterline.”

Hermione si fermò un istante: in quel momento rivide, nella sua mente, quell'uomo. Era orripilante, aveva occhietti piccoli e acquosi, dei folti baffi brizzolati e una barba ruvida che le aveva graffiato la pelle bianca e delicata di giovane ragazza.

Quanti anni avevate?” domandò Harry.

Dodici anni. Non ricordo molto di quella sera. Solo un grande dolore fisico e puzza di whisky e tabacco. Io gridavo e piangevo, invocavo l'aiuto di chiunque nella casa, l'aiuto del Signore, ma non venne nessuno ad aiutarmi.”

Hermione si voltò, dando le spalle a Harry. Non le importava se era da maleducati, ma non voleva che lui la vedesse piangere. Perchè quei ricordi riaffiorarono con una tale irruenza, che lei non fu pronta a riceverli. La scossero terribilmente e così all'improvviso che Hermione non riuscì a trattenere le lacrime, le quali cominciarono a scorrere sulle sue guance.

Poi sentì il materasso muoversi sotto di lei e capì che Harry si era seduto al suo fianco, ma non la stava guardando. Le porse semplicemente un fazzoletto bianco e lei lo prese per asciugare le lacrime.

Scusatemi. Non volevo farvi piangere.” disse Harry.

Il suo tono sembrò sinceramente dispiaciuto e forse fu questo a calmare Hermione.

Non è colpa vostra. Non siete stato voi a farmi quelle cose.”

Lo so, ma vi ho costretta io a ricordarle.”

Non mi avete costretta, signor Potter. Ma, in questo momento, i ricordi mi hanno colta alla sprovvista e non ho potuto trattenere le lacrime.”

Se lo desiderate, posso andarmene.”

Hermione lo trattenne, afferrandogli la manica della giacca.

No, restate. Mi fa piacere la vostra compagnia.”

Come volete.”

Hermione impiegò ancora qualche minuto prima di calmarsi definitivamente.

Subito dopo le prime esperienze, capii per quale motivo mi trovai lì. All'inizio non fu semplice accettarlo. Odiavo quel posto, anche se la proprietaria è sempre stata molto gentile con me. Odiavo il rumore che c'era nella casa, gli uomini che puzzavano di pesce e alcool. Mi ricordo una ragazza, aveva appena due anni più di me. Contrasse una malattia molto grave da uno di quei marinai, una malattia incurabile e morì pochi mesi dopo. Da lì cominciai ad aver paura di ammalarmi e morire anche io. Poi, dopo il mio sedicesimo compleanno, arrivò questo giovane conte nel bordello. Era a Whitechapel solo di passaggio ed era entrato solo per curiosità. Quella notte fui affidata a lui e per me fu qualcosa di assolutamente diverso. Quell'uomo, giovane e bello, era elegante e raffinato e profumava di buono. I suoi vestiti erano puliti, le mani erano morbide e fu molto garbato con me. Quando se ne andò, a malincuore pensai che non lo avrei mai più rivisto. Ma tornò il giorno dopo e quello dopo ancora. Per una settimana frequentò quel bordello e chiese unicamente di me. Poi, un giorno, mi disse che aveva intenzione di portarmi via da quel posto. Lui abitava nel quartiere di Chelsea e mi promise una casa più grande e una vita più dignitosa. Io accettai, sperando ingenuamente che volesse sposarmi. Ma non andò così. Per lui era assai scomodo andare ogni sera a Whitechapel e tuttavia non voleva rinunciare a me. Così finanziò il mio trasferimento in questa casa di piacere con la clausola che sarei stata disponibile solo per lui. E ora eccomi qui. Questa è la mia storia. Come vedete, pensavo di essere innamorata di lui solo perchè mi aveva salvato da una situazione peggiore di quella in cui mi trovo adesso. Ai miei occhi di sedicenne era come un principe azzurro.”

Il principe delle favole che salva la fanciulla dai guai.” aggiunse Harry, comprensivo.

Sì, esattamente. Ero una sciocca a quei tempi. Adesso non potrei mai più farmi abbindolare in questo modo.”

Non eravate sciocca. Anzi, chiunque nella vostra situazione avrebbe provato la stessa cosa. Ma non dovreste essere così cinica, Hermione. Anche per voi arriverà l'amore prima o poi.”

Oh, per favore!- sbottò Hermione, voltandosi nuovamente a guardarlo- Credete veramente che una come me possa trovare l'amore? E dove potrei mai trovarlo? Questo posto è frequentato da ricchi signori che non si abbasserebbero mai a sposare una prostituta. Sapete, la gente da queste parti può essere molto crudele a volte.”

Ma tutti meritano di essere amati. Anche voi, soprattutto voi.”

Vi sbagliate. Noi perdute non possiamo amare perchè non sappiamo cosa sia veramente l'amore.”

Vi dimostrerò che vi sbagliate.” esclamò Harry, convinto.

Ah davvero? E come?”

Siete libera domani sera?”

Hermione lo guardò perplessa: “Domani sera? Perchè?”

Ho la serata libera. Vorrei andare in un posto e vorrei tanto che veniste con me.”

Dove?”

Sarà una sorpresa. Promettete che verrete con me?” domandò Harry, afferrandole la mano.

Hermione fu percorsa da un fremito, ma annuì: “D'accordo, lo prometto!”

Allora, domani sera fatevi trovare pronta fuori dalla casa e indossate un vestito elegante. È di fondamentale importanza!”

Un vestito elegante? Come mai?”

Fidatevi di me. Rimarrete soddisfatta. - le disse Harry, alzandosi in piedi- Grazie per esservi confidata con me, anche se vi ho presa alla sprovvista.”

Grazie a voi per avermi ascoltata.”

Buonanotte, Hermione.”

Buonanotte!”

Dopo essersi congedato da lei, Harry uscì dalla camera di Hermione e lei chiuse la porta a chiave; dopodichè si coricò sul letto, fissando il soffitto del letto a baldacchino. Quella sera Harry si era dimostrato una continua sorpresa. Sia per il semplice fatto di aver pagato per parlare con lei, sia per quell'invito misterioso. Inoltre, c'era anche l'aver capito che lei lo stesse ignorando. E questo le fece provare un piacere inaspettato.

 

                                                                                                               *****

 

La sera seguente Harry giunse al Red Heaven con una carrozza a noleggio. Quando scese a terra vide che Hermione era già fuori ad aspettarlo. Indossava un abito lungo di chiffon color rosa antico che riportava un nastro di raso in vita e piccole roselline che decoravano tutto l'orlo della scollatura. Come soprabito indossava una mantellina in taffetas marrone e merletto con ricami in giaietto. I capelli erano raccolti in un'elegante acconciatura e coperti da un cappello decorato con nastri di raso.

Buonasera, signor Potter!”

Buonasera. Siete già pronta?”

Certamente. Ero così ansiosa di scoprire dove volevate portarmi stasera che mi sono preparata in anticipo. Inoltre non avevate detto voi che dovevo farmi trovare qui fuori?”

Sì, ma pensavo che avreste ritardato qualche minuto come fanno le tutte le signorine quando devono uscire.”

Signor Potter, io non sono tutte le signorine, sono molto diversa.”

Oh sì, questo l'ho notato eccome!” esclamò Harry, sorridendo.

Così salirono sulla carrozza, la quale partì un attimo dopo.

Comunque, signorina Granger, lasciatemelo dire: siete veramente incantevole stasera!”

Grazie. Anche voi siete molto elegante.”

Avete trovato difficoltà ad uscire da sola?”

No, affatto. Ron mi ha aiutata, dicendo che accompagnavo sua sorella ad un concerto.”

Il che non è poi così diverso dalla realtà.”

Andiamo ad un concerto?” esclamò Hermione, entusiasta.

Più o meno.”

Sempre questo mistero. Spero solo che ne valga veramente la pena!”

Sarà indubbiamente così.”

Il viaggio durò abbondanti minuti. E, quando giunsero a destinazione, Harry aiutò Hermione a scendere dalla carrozza. La giovane guardò l'edificio bianco, che si ergeva di fronte a loro: aveva un imponente colonnato, come un tempio greco, e un tappeto rosso steso davanti l'ingresso. E molte persone giungevano a piedi o con carrozze.

E' un teatro?” domandò Hermione, incuriosita.

Non è un teatro qualsiasi. È il Royal Opera House. Uno dei più importanti teatri del mondo. Siamo qui per assistere a un'opera lirica.”

Davvero? Non ho mai visto un'opera lirica.” ammise Hermione.

Beh, questa in particolare vi piacerà.”

Se lo dite voi, mi fido.”

Vogliamo entrare?” domandò Harry, porgendole il braccio.

Hermione annuì e appoggiò la mano sul suo braccio.

Una volta dentro il teatro, furono condotti da una maschera al palchetto prenotato da Harry. Hermione non riuscì a contenere l'entusiasmo e si affacciò dal palco della seconda fila. Erano circondati da un'architettura maestosa. La sala era a ferro di cavallo, vi erano ben tre piani di palchetti e una platea ampia che si stendeva di fronte all'orchestra, in cui si stavano sistemando i musicisti. L'arco scenico era elegante e finemente decorato, mentre il sipario era chiuso e sulla parte superiore era calato l'arlecchino. Sui balconcini dei palchetti vi erano tanti lampadari che illuminavano la sala di una bella luce dorata, facendo sembrare l'ambiente caldo e confortevole.

E' veramente bellissimo.” esclamò Hermione.

Già. Sedetevi pure, signorina Granger.”

Hermione obbedì, ma, spinta dalla curiosità, continuò ad allungare il collo per osservare le persone che prendevano i posti in platea. Erano tutte vestite elegantemente, chi più chi meno.

Guardate, Hermione, qui c'è il binocolo per osservare meglio il palcoscenico.” spiegò Harry, porgendole l'oggetto in questione.

Hermione lo prese, facendo molta attenzione, e vi guardò dentro, puntandolo verso l'orchestra.

Ah, che meraviglia! Si vedono i volti delle persone così nitidamente.”

Harry la osservò e pensò che fosse stata una buona idea portarla via dal Red Heaven, almeno per una sera. Lontana da quella casa in cui si vendevano giovani e belle ragazze e in cui non vi era alcuna traccia di amore, amore che invece avrebbe trovato quella sera in quell'opera.

Ditemi, signor Potter, come si intitola quest'opera?” chiese poi Hermione.

Si intitola La traviata. È un'opera lirica di un compositore italiano contemporaneo di nome...”

Giuseppe Verdi, vero?” lo interruppe Hermione.

Harry la guardò sorpreso: “Sì, come fate a saperlo?”

Beh...- cominciò a dire Hermione, sorridendogli a mo' di scusa-...ho letto il manifesto all'entrata.”

E allora perchè me l'avete chiesto?”

Perchè mi piace sentirvi parlare di musica.”

Harry si sentì arrossire sotto lo sguardo dolce che lei gli stava rivolgendo e il suo cuore compì una piacevole capriola all'indietro.

E' in italiano, vero?” continuò Hermione.

Sì.”

E voi conoscete la lingua italiana?”

Certamente. Molti termini utilizzati in musica sono italiani così come molte opere liriche. Perciò un buon musicista deve sapere l'italiano, il francese e il tedesco.”

Incredibile! Allora dovrete essere voi a spiegarmi la storia, visto che non credo capirò molto.”

Lo farò molto volentieri.”

Le luci si spensero per un secondo, segno che l'opera stava per cominciare. Tutti gli spettatori presero posto e i musicisti accordarono i propri strumenti. Infine, il direttore d'orchestra entrò e raggiunse la sua postazione, tra gli applausi del pubblico. Il buio calò nella sala.

Guardate ora.- le sussurrò Harry- Il direttore richiede il silenzio con la bacchetta e dal silenzio si leverà gradualmente una melodia.”

E fu così. Dopo un cenno della bacchetta del direttore, l'Ouverture, da flebile accenno, divenne melodia corposa e profonda, con punte di malinconia estrema. Infine il sipario si aprì, rivelando la scenografia di un salotto elegante. Seduta su un divanetto stava una signora dall'aria raffinata. Aveva un meraviglioso vestito bianco con un'ampia gonna di raso e decorazioni dorate. La melodia divenne festosa e allegra e la donna venne presto raggiunta da altre persone tutte vestite in modo raffinato.

Harry si avvicinò a Hermione e prese a parlarle, con un filo di voce.

Vedete quella signora? È lei la protagonista. Si chiama Violetta Valery, è una donna di mondo.”

Hermione si voltò a guardarlo: “Una donna di mondo? Significa una come me?”

Harry annuì ed Hermione riportò lo sguardo sul palcoscenico. Guardava la donna in modo diverso, cercando in lei qualcosa di familiare, un'emozione in comune.

Tra gli ospiti c'è il Barone, il suo protettore, e un giovane, di nome Alfredo, il quale è un suo grande ammiratore.”

Un suo grande ammiratore? Significa che ne è innamorato, vero?”

Aspettate e vedrete.”

Nel frattempo, il palcoscenico si era quasi svuotato. Era rimasta solo Violetta e più indietro il giovane di nome Alfredo. Lei ebbe un mancamento, si guardò allo specchio e notò che Alfredo era rimasto con lei. Poi presero a parlare.

Ora lui le sta dicendo che non dovrebbe trascurare la sua salute.- sussurrò Harry all'orecchio di Hermione- E le confessa anche che l'ama. Lei è sorpresa e gli chiede come possa amarla se la conosce da così poco tempo. Allora lui le risponde che l'ama dal primo giorno che l'ha vista, un anno fa, un giorno felice, in cui lei apparve a lui quasi fosse celestiale. Da quel giorno lui ha vissuto per quell'amore, che per lui rappresenta ciò che muove l'universo, un amore misterioso, che è insieme gioia e dolore.”

Una concezione di amore che Harry non poteva non condividere. Un'idea così alta che prevedeva il dono di se stessi e non comprendeva l'egoismo ed era ciò che Harry provava per Hermione. Dal primo momento che l'aveva vista, lei era apparsa così perfetta per lui, così meritevole del suo amore. Perciò non aveva impiegato molto tempo per innamorarsi così appassionatamente di lei. E ora Hermione rappresentava tutto quanto lui desiderasse. Il suo sguardo la cercava in continuazione e si beava della sua semplice visione e le sue mani fremevano per poterla toccare anche solo una volta.

E lei cosa gli risponde?” domandò Hermione, voltandosi verso di lui.

Harry la guardò, restandole vicino, a pochi centimetri dal suo viso, illuminato solo in parte dalle luci del palcoscenico. Desiderò ardentemente annullare quella distanza e baciarle le labbra, ma era del tutto sconveniente in una situazione simile.

Lei afferma che se il suo amore è vero, allora lui dovrebbe allontanarsi da lei. Perchè lei non sa amare e non sopporta l'amore eroico. Lei è ingenua e sincera e lui dovrebbe cercare un'altra da amare così da dimenticarla.”

Hermione annuì energicamente, tornando a guardare il palcoscenico: “Sì, dovrebbe dimenticarla. Non gli porterà nulla di buono amarla.”

 

                                                                                                           *****

 

Per tutto il viaggio di ritorno Hermione non disse nulla. Harry la fissava, seduto dalla parte opposta della carrozza: la giovane aveva il capo chino e le mani, rivestite dai guanti di seta, intrecciate. Sembrava che il suo pensiero fosse rivolto lontanissimo, fuori da quella carrozza.

Harry ricordò ogni singola espressione del viso di Hermione, mentre assistevano all'opera. I suoi sorrisi, il respiro trattenuto per l'emozione, i sospiri, l'apprensione. E alla fine, alla morte di Violetta, i suoi occhi luccicarono, intrisi di malinconia. Ma non si lasciarono andare mai, neanche per un istante.

Harry cominciò a pensare che, dopottutto, non fosse stata una buona idea portare Hermione a vedere proprio quell'opera. Sebbene lui avesse le migliori intenzioni, era pur sempre una tragedia e il pensiero che questo potesse turbarla non gli era passato neanche lontanamente per la testa. Tuttavia per Harry era stato assai utile. Quella struggente storia, quelle arie sublimi lo avevano in un certo senso smosso, convinto a fare quel passo che aveva in mente da diversi giorni, ma che aveva sempre rimandato un po' per la sua personale insicurezza, un po' perchè voleva compierlo nella situazione più giusta per entrambi.

Quando la carrozza si fermò, Harry scese per primo e poi aiutò Hermione a fare lo stesso.

Vi devo proprio ringraziare, signor Potter!”

Per così poco?”

Oh, non è assolutamente poco, ve lo assicuro. Non avevo mai avuto l'opportunità di andare a teatro e, so che non mi intendo molto di musica, ma credo che questa sia davvero un'opera stupenda.”

Harry annuì, pienamente d'accordo: “Sì, è così. È un vero capolavoro!”

Un capolavoro. Il libretto è veramente emozionante, anche se non credo che una cosa simile possa avverarsi.”

Per quale motivo?” le domandò Harry.

Perchè è vero che le traviate sono donne che non sanno amare, sapete? L'amore nel senso più terreno è il nostro lavoro. Eppure non siamo capaci di amare. Un vero paradosso!” esclamò Hermione, sorridendo mestamente.

Il cuore di Harry stava impazzendo nel suo petto, batteva più forte ad ogni suo sorriso o sguardo. Harry non poteva tenere quel sentimento solo per se stesso, perchè lei l'aveva fatto nascere in lui ed era giusto che fosse Hermione a condividerlo con lui.

Allora lasciate che vi insegni io.”

Voi?” domandò Hermione, guardandolo divertita.

Sì, io. Hermione, io vi amo, vi amo teneramente. E se è vero che nessun altro vi ha mai amata prima d'ora, allora affidatevi a me. Il mio amore è sincero.”

Il divertimento dal volto di Hermione svanì e lei gli rivolse un'occhiata nervosa.

Voi non sapete cosa state dicendo.”

Lo so benissimo invece. - disse Harry, afferrandole una mano come la sera precedente-Nella vostra vita non avete mai conosciuto il vero amore, ma nel più profondo del vostro animo sapete che ne avete disperatamente bisogno. E ora io sono qui e mi sto offrendo a voi per questo.”

Via, lasciatemi perdere. Non è me che amate. Siete innamorato di qualcosa che non esiste.”

Voi siete vera quanto me. Ciò che ho visto e saputo di voi mi è bastato.”

Vi prego, non insistete. Restiamo amici e basta. Volete?”

Hermione gli porse la mano, sforzandosi di sorridergli. Ma Harry la guardò e rifiutò.

No, mi dispiace. Non potrei mai comportarvi con voi come se non vi amassi disperatamente con tutto il mio cuore. Sarebbe come tradire me stesso.”

E, così dicendo, Harry girò sui tacchi e tornò nella carrozza che lo portò verso casa.

Non si aspettava certamente che Hermione accettasse il suo amore alla prima occasione. Era preparato a un suo eventuale rifiuto e questo lo spingeva a non arrendersi, perchè la costanza e la speranza albergavano in lui e prima o poi gli avrebbero permesso di ottenere ciò che voleva.

 

 

  E siamo a metà storia!! ^^ Penso che si sia capito che questo capitolo è liberamente ispirato alla scena del film Pretty woman. Spero che vi sia piaciuto.

Il prossimo capitolo si intitola “Violet”.

Ringrazio come sempre mamogirl, Origin, roxy e cleomery.

 

A presto

kia85

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Violet ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio, bacio (solo per questo capitolo)

Fallen

Capitolo 6: “Violet”

 

Null'uomo ancora t'accendeva, o gioia
Ch'io non conobbi, essere amata amando!”

 

 

Mio carissimo Harry,

spero che la vita a Londra sia di tuo gradimento. Dalla tua ultima lettera non siamo riusciti a capire esattamente che tipo di posto sia quello in cui lavori. Anche se, per la verità, tuo padre lo conosce, ma non me lo vuole spiegare. Ti pregherei perciò di essere più chiaro con la tua povera madre nella prossima lettera.

La nostra nuova cuoca, la signora Smith, è davvero una donna deliziosa. Inoltre prepara sempre manicaretti squisiti, sono davvero soddisfatta di averla assunta. Spero tanto di fartela conoscere, perciò torna presto nell'Hertfordshire, anche solo per una visita. Sentiamo tutti la tua mancanza e da quando sei andato via, la casa è talmente silenziosa che non mi sembra più la stessa. Qualche volta capita che mi sieda al pianoforte a suonare, ma senza di te, tesoro, è molto difficile. Tuo padre sa perfettamente quanto io senta la tua mancanza sia come figlio, sia come compagno di pianoforte e capita che, per risollevarmi il morale, decida ogni tanto di accompagnarmi in qualche duetto. Tuttavia sai bene quanto me che, poveretto, è davvero poco portato per la musica.

Settimana scorsa i Wilkinson hanno tenuto una festa. Abbiamo appreso con immenso dispiacere che l'anziana signorina Middleton non sta bene, la sua salute peggiora di giorno in giorno e il dottore non è per nulla ottimista. Non ci resta che sperare in un miracolo. Quella sera abbiamo anche incontrato la signorina Ginevra Weasley, che ci ha chiesto notizie su di te. Credo senta anche lei la tua mancanza, ma so già come la pensi a riguardo, perciò non indugerò ulteriormente sull'argomento se non per riportarti la risposta alla domanda che mi avevi chiesto di porgerle. Lei sostiene di non avere parenti a Londra, dopotutto, Weasley è un cognome molto diffuso. Perciò non credo proprio che il tuo amico Ronald sia imparentato con lei.

Aspetto la tua prossima lettera e non tardare a scriverla.

Con affetto

                                                  Lily Potter

ps: ti mando una piccola viola come omaggio. L'ho trovata due giorni fa, passeggiando con la signorina Weasley. Cresceva bassa fra l'erba, era veramente difficile da notare, ma sarà probabilmente una delle ultime per questa stagione, perciò ho pensato di mostrartela. Spero che ti sia gradita.”

La lettera di sua madre Lily giunse mentre Harry era a teatro: il giovane la trovò sul pavimento, vicino alla porta. Nonostante Harry non fosse per nulla dell'umore adatto, la lesse subito. La piccola violetta, pur essendo appassita, manteneva una certa bellezza.

Harry si stese sul suo letto, la lettera in una mano, il fiore nell'altra e la mente rivolta al di fuori del suo piccolo appartamento di Chelsea, appena fuori al Red Heaven. Lì si era dichiarato a Hermione, lì era stato rifiutato e lì l'aveva lasciata sola. Forse poco cortesemente, ma non si poteva certo biasimarlo: Harry era fin troppo turbato. In determinate condizioni si potevano anche perdonare queste piccole scortesie.

Tuttavia non era il tipo di uomo che si lasciava abbattere da un semplice rifiuto perchè l'impresa era ardua e la giovane donna di cui si era innamorato era probabilmente una delle personalità più complicate e nello stesso tempo interessanti che avesse mai incontrato nella sua vita. In lui avrebbe trovato pane per i suoi denti. Hermione non si sarebbe liberata tanto facilmente di lui ed Harry doveva assolutamente trovare un modo per farla cedere, un modo sicuro, infallibile, ma anche cortese e galante.

Harry lesse la lettera una seconda volta perchè, agitato com'era, non aveva prestato molta attenzione la prima volta.

La signorina Weasley...

Oh, erano anni che sua madre sperava in un loro matrimonio. Le due famiglie si conoscevano da parecchio tempo e un matrimonio le avrebbe unite definitivamente, ma Harry era sempre stato contrario un po' perchè non sopportava l'idea di sposarsi solo per compiacere altre persone, un po' perchè la signorina Weasley, per quanto carina e intelligente, aveva dei modi che per lui erano fin troppo affettati. Tutti quesi sorrisi svenevoli, quel continuo ricercare il suo sguardo, le risatine di circostanza...erano solo meri artefatti, non c'era niente di vero in tutto ciò.

Hermione, invece...lei era decisamente l'opposto, perciò era vera. Non cercava ostinatamente il suo sguardo, anzi lo sfuggiva. E gli sorrideva composta, solo se necessario e senza alcun eccesso. Nonostante il suo lavoro, lei era modesta e umile...umile come una viola che cresceva bassa nell'erba, umile come l'animo di Violetta Valery.

All'improvviso Harry ebbe un'idea. Guardò meglio il fiore che gli aveva inviato sua madre. Lei e la sua passione per i fiori...Harry non avrebbe mai pensato che un giorno gli sarebbe potuta tornare utile. Nella prossima lettera avrebbe dovuto ringraziarla e magari le avrebbe spedito anche un regalo da Londra.

 

                                                                                                               *****

 

La mattina seguente Hermione si svegliò molto presto. Non aveva dormito bene, anzi si poteva dire che non aveva dormito per niente. Le parole di Harry avevano aleggiato nella sua mente per tutta la notte, impendendole di trovare la calma necessaria per addormentarsi. Era abbastanza strano, pensava che sarebbe stato molto semplice mettere da parte quel suo discorso e ignorare il sentimento d'amore che lui aveva caldamente espresso. Ma non era così. Ripensò al tono sincero delle sue parole, allo sguardo ardente che le aveva rivolto, al tocco gentile della sua mano. Non le era mai stato rivolto niente di tutto ciò da alcun uomo. E ora era giunto quel giovane, con quel qualcosa di candido che si ritrovava solo nei bambini, e in poco tempo le aveva sconvolto la vita.

Il ripensare a quella dichiarazione comportò molte altre riflessioni. Come se lei fosse veramente in grado di essere amata e amare a sua volta. Avrebbe mai potuto donare il proprio cuore a un uomo senza alcun tornaconto materiale?

Hermione si costrinse ad alzarsi in piedi. Restare a letto e pensare a certe questioni non del tutto appropriate non poteva che portarle guai. Meglio camminare e svagarsi la mente. Così si vestì e aprì la porta per uscire, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Sul pavimento, proprio davanti alla porta della sua camera, c'era una busta da lettere. Incuriosita, si chinò a prenderla. Non c'era scritto assolutamente nulla, né davanti né dietro. La soppesò con una mano, constatando quanto fosse leggera, e infine si decise ad aprirla. Anche dentro non c'era nulla. Poi, guardò meglio all'interno e vide qualcosa di colorato: era un fiore. Hermione lo estrasse dalla busta e lo riconobbe come una piccola viola. Aveva due petali nella parte superiore e tre nella parte inferiore, con un bellissimo colore viola intenso.

Hermione rigirò il gambo del fiore fra le mani. Aveva un profumo molto dolce e delicato quella viola...no, quella violetta.

Sapeva perfettamente che l'unico che avrebbe potuto inviarle un fiore come quello era il signor Potter: quel gesto significava semplicemente che lui non aveva alcuna intenzione di arrendersi. La determinazione era certamente una gran virtù, ma quando sfociava nell'ostinazione poteva diventare difetto.

E, come volevasi dimostrare, il signor Potter stava diventando estremamente ostinato. Non le parlava più, almeno non con le parole, ma ogni volta che ne aveva l'occasione le inviava una violetta. Hermione, ormai, le trovava dappertutto: sul vassoio del suo pranzo, sul suo letto, nella tasca del suo cappotto...... Ne aveva trovata una persino sulla toletta ad adornarne lo specchio. Sicuramente il signor Potter aveva un complice, perchè non poteva entrare liberamente in camera sua ed Hermione sapeva anche chi potesse essere questo complice.

Ronald Weasley!” lo chiamò Hermione un giorno, intravedendolo nella veranda.

Ron si accorse di lei e cercò di fuggire, ma Hermione fu più veloce e lo raggiunse bloccandolo per un braccio.

Ah, Hermione! - esclamò Ron, rimproverandola- Non sta bene che una rispettabile signorina come te corra dietro ad un uomo. È del tutto inopportuno!”

Oh, non ti preoccupare per me, carissimo Ron. Non sono una signorina rispettabile. Non lo sono affatto. Perciò posso correrti dietro quando e quanto voglio per chiederti perchè stai aiutando quel folle del signor Potter.”

Io? Aiutare Harry?”

Non offendere la mia intelligenza. Lo so che state diventando amici. E so che sei l'unico a cui lui chiederebbe aiuto per attuare il suo folle piano.”

Ron rise, divertito: “E anche se fosse? Harry è un bravo ragazzo ed è sincero nel suo affetto. Io gli ho consigliato di non innamorarsi di te, ma era troppo tardi e non credo comunque che lui avrebbe seguito il mio consiglio se fosse stato avvisato per tempo. Così ora mi ritrovo questo ragazzo che è follemente innamorato e che farebbe di tutto per te.”

Appunto. Non capisci? Non merito uno come lui. È così diverso da tutti gli altri uomini che ho conosciuto. Harry non vuole qualcosa che lo soddisfi subito e fisicamente, vuole qualcosa che io non posso offrirgli e che so di non avere.”

Si chiama amore, Hermione, e lo abbiamo tutti dentro noi stessi, chi più chi meno. Harry ha visto quanto amore è celato dentro di te e ne è semplicemente rimasto affascinato.”

Oh, Ron!- sbottò Hermione, infastidita- Perchè devi complicare tutto? Non ti sopporto quando fai così!”

Perchè nessuno riusciva a capire quello che provava? Hermione cominciò a desiderare fortemente che il conte tornasse al più presto. Se non altro con lui si distraeva da certi assurdi pensieri. Ormai sarebbe già dovuto tornare da un paio di giorni.

E proprio quando meno se lo aspettava, il conte tornò. La signora Parker salì fino in camera sua per chiamarla e avvisarla che il conte si era fermato in sala teatro per ascoltare un po' di musica. Così Hermione si tolse la vestaglia, si ravvivò i capelli, pizzicò lievemente le guance e scese al piano inferiore. Il suo sguardo venne subito catturato dal signor Potter che stava suonando un brano vivace ed era così preso dalla musica che, grazie al cielo, non si accorse di lei. Il conte invece la vide e le sorrise, invitandola a raggiungerlo. Hermione obbedì.

Buonasera, conte!”

Buonasera, carissima Ariel!”

Avete fatto un buon viaggio di ritorno?”

Oh sì, perfetto.”

Siete rientrato in ritardo...”

Hai ragione. Ci siamo intrattenuti un po' di più considerato che il tempo era bello e ne abbiamo approfittato per fare un'altra battuta di caccia.”

Hermione corrugò la fronte, decisamente disgustata: “Ed è andata bene?”

Certamente. Durante l'ultima battuta i cani hanno ucciso la volpe e Sir Barrett l'ha presa per imbalsamarla.”

Ma...credevo che certe usanze fossero state abbandonate ormai.”

Mia cara, le tradizioni sono dure a morire, non lo sai?”

Perdonatemi, ma la trovo comunque una tradizione barbarica.”

E' giusto che ognuno abbia le sue idee. - ammise il conte, con un sorriso- Ma la caccia alla volpe è un'usanza che difficilmente sarà abbandonata.”

Un giorno accadrà...” affermò Hermione convinta.

Staremo a vedere. Tuttavia, Ariel, non sono venuto qui per parlare con te.” le fece notare il conte.

Hermione divenne improvvisamente desolata e annuì mestamente. Per un breve istante si era dimenticata che per il conte Spencer lei non era altro che Ariel, la sua concubina.

No, certo che no. Perdonatemi, signore.”

Rilassati, Ariel. Ma ti ringrazio, perchè ti sei preoccupata del ritardo del mio ritorno.”

Vedete, signore, io sono riconoscente per quello che avete fatto per me, salvandomi da quel...posto. Dire che vi sono indifferente sarebbe sbagliato, perciò non posso negare che mi viene quasi naturale preoccuparmi. Siete d'accordo?”

Hai perfettamente ragione, mia cara. Dopotutto...- esclamò il conte, afferrandola per le gambe e avvicinandola a sè-...tu saresti perduta senza di me.”

Ma lei era già perduta. Con o senza di lui, lei era una donna perduta. E per sempre lo sarebbe stata.

Il conte sembrava quasi affamato di lei e la fece sistemare su di lui, mentre con le mani le accarezzava il fondoschiena con poca delicatezza.

Nello stesso momento, la musica allegra e vivace cessò con un improvviso e disarmonico accordo. Quel suono dissonante e quasi spietato richiamò l'attenzione di Hermione e lei, preoccupata, rivolse lo sguardo in direzione del pianista. Anche Harry la stava guardando. Hermione era sicura che avrebbe visto della gelosia nei suoi occhi verdi, ma non vi era nulla di tutto ciò. Solo un'ombra di irritazione. Sostenne il suo sguardo, quasi a volergli dire che era proprio per quel motivo che avrebbe dovuto lasciarla perdere e non doveva essere biasimarla perchè era la sua vita e nessuno, neanche lui, avrebbe potuto portarla via da quel posto. Tuttavia l'irritazione svanì, lasciando il posto ad un'infinita tenerezza, la stessa di sempre e subito dopo Harry tornò a guardare il piano, cominciando a suonare un brano strano. Non sembrava avesse una tema principale, sembrava più un accompagnamento. Ma il tema arrivò ed Hermione lo riconobbe subito, perchè era il duetto dell'opera che avevano visto qualche sera prima. Il primo duetto di Violetta e Alfredo, il duetto in cui lui si dichiarava a lei appassionato e con tenerezza.

Tutto svanì, il Red Heaven, le donne e gli uomini, il conte e il suo tocco rozzo. C'erano solo silenzio e amore. E questa volta lei era il silenzio che stava ad ascoltare lui con il suo canto d'amore. Era come se il suo canto potesse riempire quel vuoto che da sempre Hermione si portava dietro. Ed era giunto così all'improvviso che lei era stata colta impreparata. Da allora stupore, rifiuto, tenerezza e indecisione l'avevano scossa.

Hermione sapeva che Harry avrebbe potuto innalzarla e liberarla dal fango che la avvolgeva. Ma era quasi sicura che se si fosse donata anima e corpo a Harry, prima o poi lui avrebbe visto come era veramente nel più profondo del suo essere e l'avrebbe allontanata.

 

                                                                                                             *****

 

Harry ritirò gli spartiti e fissò il pianoforte. Non seppe per quale motivo, qualche ora prima, si era lasciato andare e aveva suonato Un dì felice, eterea. Aveva visto Hermione fra le braccia del conte e il modo volgare con cui lui la toccava. Quelle mani viscide che non avevano il diritto neanche di sfiorarla. E d'istinto aveva desiderato giungere a lei con ciò che sapeva fare meglio, suonare, per farle sapere che dovunque andasse e con chiunque si trovasse avrebbe avuto sempre il suo amore.

Non avreste dovuto farlo!” esclamò una voce alle sue spalle.

Harry, sorpreso, si voltò e si ritrovò di fronte Hermione. Aveva l'espressione irritata, ma lui non ci fece caso e le sorrise.

Cosa?”

Con che coraggio me lo chiedete? Quei fiori, quel brano poco fa...”

Quei fiori non sono semplici fiori, sono violette. Rappresentano l'umiltà e devo proprio dirvelo, ma non conosco nessuno che nasconda dentro di sé un animo umile come il vostro. E quel brano...se l'avete riconosciuto e se vi ha turbata in questo modo, significa che il mio intento sta realizzandosi.”

Vi sbagliate. Voi vi nascondete dietro queste azioni così da sognatore, ma la realtà è che voi mi state tormentando. E non ce la faccio più!”

Harry le prese gentilmente la mano, carezzandole il dorso con il pollice.

Non è mia intenzione tormentarvi. Piuttosto direi semplicemente che vi sto corteggiando, come un perfetto gentiluomo.”

Un gentiluomo avrebbe accettato il mio rifiuto e si sarebbe arreso.”

Harry rise: “Sembra allora che io non sia un gentiluomo qualunque. Sono diverso da tutti gli altri uomini che avete conosciuto!”

Hermione lo fissò con estrema malinconia: “Sì, infatti. Siete diverso dagli altri.”

Con un movimento lento, ma deciso, Hermione si sottrasse alla sua presa e uscì dalla sala. Harry la fissò mentre usciva. Ma quella nostalgia negli occhi di Hermione lo colpì. Sembrava dirgli che lo desiderava, quanto lui desiderava lei, ma c'era qualcosa che la bloccava. Una remora che la allontanava da lui: ogni passo che Harry compiva verso di lei era annullato da quel suo continuo indugiare, ma Harry non aveva più alcuna intenzione di sprecare un'altra occasione.

Così lasciò gli spartiti sul pianoforte e uscì dalla sala con passo affrettato. Salì le scale e giunse al piano superiore appena in tempo per vedere Hermione aprire la porta della sua camera. La seguì e bloccò la porta con una mano prima che lei la richiudesse.

Hermione, non appena si accorse di lui, sospirò quasi esausta.

Oh per l'amor del cielo, signor Potter, cos'altro volete da me?”

Devo dirvi un'ultima cosa.”

Hermione si guardò intorno preoccupata.

Non potete stare qui! Se qualcuno vi vedesse...”

Allora fatemi entrare!”

Hermione gli rivolse uno sguardo rassegnato e poi gli permise di passare.

Parlate pure, adesso.”

Vi chiedo perdono in anticipo se dovessi sembrare sfrontato, ma abbiate pazienza. Per quale motivo, concedete il vostro corpo a uomini a cui non importa nulla di voi, mentre indugiate nel donare il vostro cuore a me che vi amo appassionatamente?”

Hermione lo guardò allibita.

Come osate giudicarmi? Sarò anche la peggiore fra le peccatrici, ma nessuno ha il diritto di giudicare come vivo.”

No, perdonatemi, non voglio giudicarvi.- si affrettò a rispondere Harry - Almeno non in senso negativo. Io anzi vi ammiro e so che dentro di voi si nasconde una grande forza, una forza che nessun uomo può comprendere. Ma poco fa, prima di lasciarmi da solo, lo sguardo che mi avete rivolto mi ha fatto capire che voi tenete a me. In qualche modo sono riuscito a toccare il vostro cuore. E vorrei sapere quale sia l'ultimo impedimento che vi allontana da me.”

Hermione sospirò e appoggiò la schiena alla porta, mentre Harry si avvicinò a lei.

Il corpo guarisce in fretta dalle ferite, il cuore impiega più tempo. Non posso permettermi di soffrire.”

Ma così vi precludete qualsiasi occasione di essere felice. - ribattè Harry- Bisogna saper rischiare per essere felici e compiere alcuni sacrifici per amare e lasciarsi amare. E io vi prometto che non vi farò soffrire, non lo permetterò mai.”

Non bisogna mai fidarsi delle promesse degli innamorati.”

Fidatevi di me.”

Come posso fidarvi di voi? Ci conosciamo a malapena.”

Non è vero! Io, per esempio, so bene che in questo momento avete solo bisogno di amore e questo amore posso donarvelo solo io!”

Harry le accarezzò la guancia, in un gesto delicato che le fece trattenere il respiro. Ma, cosa assai più importante per Harry, fu che Hermione non si sottrasse.

Voi sarete la mia rovina. Siamo troppo incompatibili, siamo opposti, io sono rumore e voi melodia.”

No, voi siete amore e io silenzio. E quando amore e silenzio si uniscono, può accadere solo una cosa.”

Cosa?”

Harry le sorrise un'ultima volta prima di chinarsi su di lei e baciarla.

 

 

Perdonate la fine brutale!! ^^ Il prossimo capitolo si intitola “Rebirth”.

Ringrazio tanto tanto mamogirl, Origin, cleomery, roxy, jaybree, I Love Malfoy, kla87.

 

Alla prossima.

kia85

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Rebirth ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

Fallen

Capitolo 7: “Rebirth”

Qui presso a lei
Io rinascer mi sento,
E dal soffio d'amor rigenerato
Scordo ne' gaudii suoi tutto il passato.”

 

Non gli era mai capitato di sbagliare. Quella era la prima volta. Non che fosse un passaggio particolarmente difficile; in fondo era un semplicissimo salto d'ottava con sedicesimi da eseguire in modo rapido. Harry stava suonando il Galop Infernal di Offenbach e stava andando tutto bene, fino a quando quello stupido mignolo non era scivolato e invece di pigiare il tasto del re aveva suonato do. Fortunatamente nessuno degli spettatori era lì per ascoltare lui. Erano talmente impegnati a guardare le ballerine e la loro biancheria intima che nessuno fece caso al suo errore.

Certo che era stato veramente strano, ma in fondo Harry sapeva per quale motivo era accaduto. Da quando la sera prima aveva baciato Hermione e lei l'aveva ricambiato, aveva costantemente la testa fra le nuvole. Il momento del suo bacio balenava nella sua mente quando meno se lo aspettava, più volte al giorno. Rivedeva, come se fosse presente ma estraneo alla scena, se stesso chinarsi su di lei, incontrare le sue labbra in un bacio delicato e la mano di Hermione afferrargli la manica per attirarlo a sé. Subito dopo non aveva detto nulla. Si era limitata a guardarlo per pochi istanti e poi era entrata nella sua camera, abbandonandolo sul pianerottolo di quella casa di piacere.

Tuttavia l'aver ricambiato il bacio era già un grande passo avanti per lui, un segno che aveva scelto il metodo più giusto per approcciarsi a lei: un singolo, semplicissimo bacio. Probabilmente nessuno l'aveva mai baciata in quel modo, al di fuori di un contesto più intimo, con dolcezza e l'unico fine di mostrarle il proprio amore.

Il brano del can-can terminò e le ballerine lasciarono il palco, accompagnate da fragorosi applausi e fischi di apprezzamento degli spettatori. Harry ritirò lo spartito del Galop Infernal: sapeva che nemmeno uno di quegli applausi era rivolto a lui, ma non importava, non più almeno. Un artista non viveva per il solo plauso del pubblico, viveva per l'arte e per ciò che la scaturiva e in quel momento la musica che risuonava dentro di lui prendeva ispirazione da un'unica persona, la stessa che più volte aveva dimostrato quanto l'apprezzasse al pianoforte.

I fischi e gli applausi terminarono, ma alle sue spalle risuonava ancora un delicato battito di mani. Sembrava quasi che stesse richiamando la sua attenzione, perciò Harry si voltò. La persona che stava applaudendo non era altri che Hermione. Un sorriso nacque spontaneamente sul viso di Harry, notando una piccola violetta che adornava l'acconciatura della ragazza.

Complimenti, maestro!” esclamò Hermione, affiancandolo al pianoforte.

Oh, non è stata la mia migliore esecuzione.”

Sì, ho sentito una nota che probabilmente non avrebbe dovuto esserci.”

Appunto. Ho sbagliato e non mi era mai capitato.”

Ed è così grave?” chiese Hermione, interessata.

No, non è grave. È molto plausibile che nessuno, a parte voi, Hermione, se ne sia accorto. Tuttavia non mi dispiace aver sbagliato, perchè la mia mente era occupata da pensieri assai più piacevoli.” disse Harry.

Hermione rise, divertita: “Suvvia, cosa può esserci di più piacevole della musica?”

Harry non rispose e si limitò a guardarla con un sorriso sulle labbra. Lei arrossì, mentre la sua espressione divenne appena più seria.

State forse insinuando che è colpa mia?”

Per carità, non mi permetterei mai. Un musicista, per quanto possa essere affranto o raggiante, deve sempre mantenere la concentrazione e lasciare fuori dal palco ogni suo pensiero. Per me non è mai stato un problema: non ho mai avuto gioie o dolori tali da impedirmi la giusta concentrazione, ma oggi ero un'altra persona e malgrado questo piccolo errore, sono felice perchè in fondo ho capito quanto possa essere difficile lasciare ogni tormento così come ogni gaudio al di fuori del palcoscenico.”

Perciò cosa avete intenzione di fare?”

Dipende da voi.”

Hermione lo guardò perplessa: “Cosa dovrei fare?”

Parlarmi. Perchè ieri siete andata via in quel modo?”

Signor Potter, non posso parlarvi qui. Ci sono troppi occhi e orecchie indiscrete.”

E allora dove?”

Hermione riflettè per un istante, guardandosi intorno con circospezione. Poi gli si avvicinò quel tanto che bastava per farsi sentire solo da lui.

Sentite, stanotte quando il conte se ne andrà non chiuderò la porta a chiave. Appena finite di lavorare, venite da me, senza farvi vedere da nessuno. Così potremo parlare in santa pace. D'accordo?”

D'accordo!”

Intanto...- continuò Hermione, prendendo la violetta fra i capelli -...se potete considerarla una risposta, accettate questa!”

Hermione gli porse il piccolo fiore. Era un gesto tanto semplice, eppure bastò per fargli perdere la testa. Poteva significare solo una cosa: che aveva accettato il suo corteggiamento. Se avesse potuto, l'avrebbe stretta fra le sue braccia lì, davanti a tutti e al diavolo tutte gli impedimenti che si paravano di fronte a loro! Tuttavia, come giustamente gli aveva fatto notare Hermione, non era né il luogo adatto per tali slanci d'affetto né il momento giusto. Perciò si limitò a prendere il piccolo fiore e lo ripose fra gli spartiti.

Grazie.”

Ariel!” esclamò una voce dal fondo della sala.

Hermione si voltò e vide la signora Parker farle un cenno con la mano.

Credo sia arrivato il conte.” affermò Hermione, mestamente.

Era proprio ciò che temeva anche Harry, il quale annuì senza proferire parole.

Ma vi aspetto più tardi!” aggiunse lei prima di andare.

Hermione lo lasciò nuovamente solo con i suoi pensieri e Harry la seguì con lo sguardo fino a quando non sparì dalla sua vista. Aveva già provato una spiacevole sensazione nel vedere, il giorno prima, Hermione insieme a quel viscido conte, ma proprio in quel momento era sfociata in un sentimento molto più forte e travolgente, che gli causò un prurito alle mani nonché un'irregolarità nel respiro. La gelosia si stava impossessando brutalmente di lui e solo in quel momento perchè, fino ad allora, Harry non aveva mai avuto la certezza di aver fatto breccia nel cuore di Hermione.

Ah, quel re, quel dannatissimo, sfuggente re!”

La voce maschile che aveva parlato era fin troppo familiare per Harry. Difatti l'uomo che l'aveva affiancato risultò essere proprio colui che Harry aveva immaginato, ovvero Draco Malfoy.

Signor Malfoy!”

Barone Malfoy, signor Potter! Barone.” sottolineò l'uomo.

Oh, perdonatemi, barone.”

Non vi preoccupate. Allora, signore, sembra che oggi siate molto più portato all'errore rispetto agli altri giorni.”

Harry capì perfettamente che il tono era provocatorio, ma non si lasciò intimorire neanche per un istante.

Davvero? Può darsi, sapete, in questi giorni ho sempre mal di testa. Sarà perchè tira un vento freddo da nord. Non vorrei ammalarmi, sarebbe una vera disdetta!”

Già, fareste meglio a riguardarvi. C'è anche da dire che ultimamente siete così distratto.”

Draco disse la sua ultima frase, rivolgendo lo sguardo verso il punto in cui pochi istanti prima era sparita Hermione. Harry s'incupì: qualcosa dentro di lui gli stava dicendo di stare molto attento a ciò che diceva e faceva in presenza di Draco Malfoy.

Un vero peccato, eh?” aggiunse il barone.

Cosa?”

La dolce Ariel!”

Il cuore di Harry perse un battito e un brivido di freddo lo percorse dalla testa ai piedi.

Ariel?” ripetè il giovane, sempre più diffidente.

Sì, non trovate che sia splendida?”

E' una giovane molto affascinante, certo.” ammise lui, vagamente.

E non pensate che sia un vero peccato il fatto che sia il conte ad avere il monopolio su di lei?”

Harry si soffermò un istante per capire come rispondere e nello stesso momento celare quanto fastidio gli causasse il nome di Hermione accostato a qualunque altro uomo.

Non credo che siano affari miei.”

Draco sorrise, incrociando le braccia e appoggiando i gomiti sul pianoforte a muro: “Ah già, voi dopottutto siete qui solo per lavorare, non come cliente.”

Esattamente!”

Resta comunque un vero peccato. Sarebbe divertente usufruire di lei ogni tanto. L'ho anche chiesto come favore personale al conte, dato che siamo amici di vecchia data. Ma lui è talmente possessivo con lei.”

Il prurito che Harry provava sulle mani aumentò. Era di nuovo lei: la gelosia, la folle, terribile gelosia. Il mostro dagli occhi verdi, come l'aveva definita Shakespeare, ma non era più solo questo. Il piccolo, insignificante barone stava esprimendo commenti decisamente volgari e poco rispettosi nei confronti di Hermione. Se Harry avesse potuto lo avrebbe sfidato a duello e gli avrebbe fatto rimangiare ogni singola sporca parola che aveva pronunciato su di lei. Ma lui non aveva mai sfidato a duello nessuno, né tantomeno aveva preso fra le mani una spada o una pistola. Perciò non avrebbe mai potuto farlo.

E voi, signore, non credete di parlare di Ariel come se fosse solo un oggetto di piacere?”

Ma certo che lo credo. Che cos'è una donna, se non un semplice, meraviglioso giocattolo nelle mani di un uomo? In qualunque situazione ella si trovi, il suo unico scopo nella vita è quello di far stare bene l'uomo. Così la donna, moglie devota e angelo del focolare, è colei che bada alle nostre case, al nostro benessere e a quello dei nostri figli; mentre le meretrici, le donne perdute, sono sempre pronte ad accogliere i nostri sfoghi e istinti primordiali. Non bisogna compatirle, perchè ormai loro godono del loro stile di vita, senza noi clienti si sentirebbero vuote dentro, capite cosa intendo dire? - esclamò Draco, con un sorriso lascivo- Le donne perdute difficilmente riescono ad abbandonare questa vita, il richiamo della lussuria è troppo forte per loro ed è per questo che le chiamano perdute. Hanno perso la purezza dello spirito, sono dedite al peccato originale e non hanno più un'anima che valga la pena di salvare. Un corpo senz'anima non vale nulla. Non è nient'altro che un mero oggetto da manipolare a nostro piacimento.”

Voi siete veramente un essere ignobile, barone. Ariel e tutte le donne come lei hanno un animo molto più puro di quello degli uomini presenti in questa casa che si approfittano delle loro disgrazie. Voi siete quello senz'anima, per questo siete un uomo perduto e ho pietà per voi. Non siete degno neanche di sfiorare con un dito una donna.”

Il barone Malfoy sorrise beffardamente.

State attento, signor Potter. I vostri discorsi potrebbero attirare le donne perdute che voi esaltate con tanto ardore e questo, a uno sprovveduto come voi, potrebbe causare solo guai, grossi guai.”

Draco Malfoy si allontanò, dopo un'ultima occhiata sprezzante. Harry lo fissò, mentre raggiungeva un gruppo di uomini, molto probabilmente suoi amici.

Il barone non gli piaceva, non gli piaceva per nulla né per i suoi atteggiamenti, né per le sue idee. Certamente sia lui che Hermione sarebbero stati molto più tranquilli lontano da lui.

 

                                                                                                                    *****

 

Starò via per circa un mese.- le aveva detto il conte- Per affari.”

Un mese...

Un mese in cui era finalmente libera.

Forse libera era una parola grossa, ma perlomeno poteva rilassarsi per qualche giorno. In effetti, capitava proprio nel momento più giusto quell'allontanamento del conte. Nel momento in cui aveva bisogno di sperimentare quel nuovo sentimento che si stava lentamente impossessando di lei. Un sentimento che la turbava e nello stesso tempo le faceva provare una felicità immensa. Dal momento in cui Harry le aveva rinnovato il suo appassionato amore per lei, era combattuta. Da un lato c'era la parte di lei che meglio conosceva, la parte razionale, che le consigliava di stare alla larga da quel gentiluomo perchè poteva portarle solo guai; mentre dall'altro lato c'era una nuova Hermione, nata da poco, che la spingeva sempre di più verso Harry e gli aveva afferrato la manica quando lui l'aveva baciata. Perchè presso di lui avrebbe potuto provare nuovi turbamenti, nuove esperienze e per quanto cercasse di reprimerla, sentiva che quella nuova parte di sé aveva ragione. Harry Potter l'aveva baciata e nessun uomo si era mai limitato a un casto bacio. Da lei volevano, pretendevano sempre di più, anche se non era ciò che Hermione desiderava. Harry no, lui si era accontentato di un unico bacio e con quel semplice gesto l'aveva fatta sentire viva, l'aveva fatta rinascere.

Quando qualcuno bussò alla porta, riportandola con un solo colpo alla realtà, Hermione balzò in piedi. Sapeva chi avrebbe trovato al di là della porta. Perciò si infilò la vestaglia più velocemente che poteva e corse ad aprire.

Buonasera!”

Buonasera, signor Potter. Prego...”

Hermione lo fece entrare nella sua camera e prima di richiudere la porta controllò che nessuno l'avesse visto entrare.

Non vi preoccupate. Sono stato molto attento.” affermò Harry, appoggiando la coppola di tweed sulla toletta.

Lo spero bene non solo per voi, ma anche per me!”

Dopo aver chiuso la porta a chiave, Hermione si voltò finalmente verso di lui. Stava di fronte a lei con un sorriso beato e uno sguardo talmente adorante che la fece arrossire vistosamente. Non ricordava di aver mai provato un tale imbarazzo da arrossire così violentemente. Molti uomini l'avevano guardata maliziosi e lascivi e lei ormai vi era talmente abituata da non farci più caso. Ma quello sguardo adorante, sicuro eppure così discreto, era qualcosa che non aveva mai visto e la faceva fremere più del tocco intimo di qualunque uomo.

Non mi guardate così, vi prego!”

Hermione, sottraendosi ai suoi occhi, andò a sedersi sul letto.

Così come?”

Come si guarda un capolavoro o un tramonto mozzafiato.”

E' l'unico modo in cui io possa guardarvi perchè voi siete tutto questo. Siete perfetta, tanto da togliere il fiato.” esclamò Harry, raggiungendola, e le si sedette accanto.

Oh, signor Potter, dovete proprio smetterla di essere così cortese con me, altrimenti...”

Altrimenti?”

Altrimenti non credo che riuscirò ad allontanarvi da me ancora per molto.”

Harry sorrise: sembrava estasiato e le afferrò una mano, portandosela sul cuore.

Allora non allontanatemi più da voi. Non lo voglio io e non lo volete neanche voi. Perchè farci del male?”

Perchè è sbagliato.- affermò Hermione, decisa- Io sono sbagliata per voi!”

E chi lo dice?”

Io.”

Ma non mi avete neanche dato una possibilità.”

Non ce n'è bisogno. So già cosa accadrà. Non appena capirete veramente come sono fatta mi abbandonerete.”

Ho già visto come siete in questi mesi e vi trovo oltremodo meravigliosa.”

E se avessi solo recitato? Sono brava, sapete? Con certi uomini bisogna saper fingere.”

No, voi non avete mai recitato, non con me almeno. Voi siete così come vi vedo io. ”

Voi non siete obiettivo. Guardate il mondo con gli occhi di un bambino e per i bambini tutto è bello e meraviglioso, ma non è così. Il mondo non è meraviglioso e la vita è ingiusta per la maggior parte delle persone.”

Avrete anche ragione, ma per combattere le ingiustizie della vita bisogna reagire e, se arriva il momento per essere felice, anche solo per un istante, allora io voglio coglierlo e voglio lasciarmi andare.”

E se doveste cadere e farvi male?”

Non accadrà. Troverò sempre la vostra mano a sorreggermi. Anche voi, Hermione, lasciatevi andare per una volta con me, ci sarò io a sorreggervi, qualunque cosa accada.”

Hermione gli rivolse uno sguardo titubante: “Siete sicuro che riuscirete a sopportare il fardello del mio passato? È un peso enorme.”

Il passato non conta. Perlomeno conta solo in parte perchè vi ha reso la bella persona che siete adesso. È solo questo che mi interessa.”

Hermione sospirò rassegnata. L'aveva respinto in tutti i modi, si era opposta, lo aveva avvertito che stava andando incontro ad una situazione estremamente complicata; ma lui non voleva sentire ragioni, aveva insistito, forte del suo sentimento sincero, profondo e di un animo candido e ora Hermione non aveva più alcuna forza per innalzare le barriere per difendersi, né voleva farlo. Harry Potter aveva vinto, ma dopotutto non le dispiaceva che avesse vinto lui, perchè fin dall'inizio sapeva che quella era una battaglia persa. Così la determinazione di Harry insieme al suo inedito desiderio di lasciarsi andare fra le sue braccia l'avevano infine portata a quel risultato.

Hermione si inginocchiò sul letto, rivolta verso di lui. Poi gli prese il viso tra le mani e lo avvicinò a sé, per appoggiare la propria fronte a quella del giovane pianista.

Perchè siete così testardo?”

Harry sorrise e le accarezzò le braccia con le mani.

Perchè quando un gentiluomo si innamora, si innamora come un pazzo(1) e sappiamo tutti che non c'è modo di far cambiare idea ai pazzi.”

Oh, Harry...voi sarete la mia gioia più grande e la mia rovina!”

 

                                                                                                                      *****

 

Quando le luci dell'alba filtrarono attraverso le tende, la stanza si rischiarò. Harry aprì gli occhi lentamente e rimase per pochi istanti disorientato. Era sdraiato in un letto a baldacchino, circondato da tende bianche semitrasparenti che filtravano la fioca luce del nuovo giorno e indossava ancora i vestiti della sera precedente. Quel piccolo particolare gli causò un'improvvisa illuminazione e Harry si voltò, scorgendo alla sua destra Hermione. Era sdraiata su un fianco, con indosso ancora la vestaglia e un braccio appoggiato sul petto di Harry e dormiva serenamente.

Harry non impiegò molto tempo per ricordare quanto era avvenuto la sera prima. Hermione aveva finalmente ceduto e accettato il suo amore, rendendolo per la prima volta l'uomo più felice della terra. Dopodichè avevano trascorso tutta la notte a parlare. Parlarono di qualunque cosa e fu talmente naturale che Harry ne rimase sorpreso. Non avrebbe mai pensato che si potesse passare così tanto tempo con una persona semplicemente parlando. Quando poi Hermione era crollata dal sonno, lui la stette a guardare per un tempo che sembrava infinito, senza stancarsi mai della sua espressione beata, dei suoi capelli sparsi sul cuscino, del tepore che gli infondeva la sua vicinanza. Più la guardava dormire, più si accorgeva di quanto l'amava e di quanto fosse importante per lui.

Harry fu tentato di sfiorarla con una mano per accertarsi che fosse vera e non solo una sua immaginazione, ma non fece in tempo ad avvicinarsi al suo viso, che Hermione cominciò a muoversi, segno che si stava svegliando. Perciò egli si tirò indietro appena prima che lei aprisse gli occhi.

Buongiorno!” le disse Harry.

Al contrario di Harry, Hermione non fu per nulla disorientata né sorpresa di trovarlo al suo fianco. Sembrava quasi che si fosse addormentata e risvegliata con quell'unico pensiero. Perciò gli sorrise.

Buongiorno, signor Potter!”

Signor Potter? - ripetè lui, divertito- Non è un po' troppo formale, date le circostanze?”

Hermione rise e si mise a sedere, continuando a guardarlo.

Allora come dovrei chiamarvi?”

Solo Harry può andare bene.”

Quindi sarebbe meglio un: Buongiorno, Harry. Dimmi, hai dormito bene?”

Harry alzò il busto e le baciò una guancia: “Credo sia perfetto e sì, ho dormito magnificamente, grazie!”

Anch'io. Non avevo mai dormito accanto a un uomo per tutta la notte.”

Neanche con il conte Spencer?”

Hermione scosse il capo: “No. Il conte e tutti gli altri prima di lui hanno sempre fatto quello che dovevano fare e poi se ne andavano, lasciandomi sola.”

E allora è stato piacevole per te?”

E' stato più che piacevole, un'esperienza veramente singolare, ma non ne avevo alcun dubbio, perchè ogni momento che ho trascorso con te è stato unico e perfetto.”

Lui le si avvicinò, sorridendole teneramente e le accarezzò il viso con la mano. Hermione arrossì, ma non si sottrasse e lasciò che Harry la baciasse teneramente.

Delle voci provenienti dall'esterno della camera li interruppero. Harry osservò Hermione sussultare e sbiancare in volto.

Santo cielo, Iris è già sveglia!- esclamò in un sussurro- Harry, devi andartene subito! Se ti scoprono qui siamo nei guai!”

E da dove dovrei uscire?”

Dalla finestra!” rispose Hermione, quasi fosse ovvio.

Prego?”

Harry la fissò allibito mentre lei balzava in piedi e si avvicinava alla finestra.

Sì. Siamo solo al primo piano. Guarda tu stesso!”

Con passo incerto, Harry raggiunse Hermione, che intanto aveva aperto la finestra, lasciando entrare una ventata d'aria fresca, e seguendo l'invito della giovane Harry si affacciò per guardare in giù: tutto sommato l'altezza non era particolarmente elevata ed Harry poteva calarsi senza troppa difficoltà dal traliccio su cui cresceva l'edera.

Ce la puoi fare?” domandò Hermione, preoccupata.

Ma sì, l'agilità da musicista mi sarà utile!” rispose Harry, tranquillizzandola.

Comunque fai attenzione!”

Harry annuì: “Ci vediamo più tardi!”

Detto questo, Harry si arrampicò oltre la finestra e cominciò a scendere. Hermione lo seguì con lo sguardo fino a quando non fu a breve distanza dal terreno. Poi rientrò perchè qualcuno stava bussando insistentemente alla sua porta.

Hermione, sei sveglia?” disse la voce maschile che Hermione riconobbe appartenere a Ron.

Sì, arrivo!”

Ti ho portato la colazione.”

Hermione aprì la porta, facendolo entrare: “Mi hai portato la colazione?”

Sì!” esclamò il ragazzo, mostrandole il vassoio che sorreggeva con le mani.

C'erano una tazza di tè fumante, una piccola lattiera, toast con burro e marmellata e salsicce con uova al tegamino.

Tutto questo per me?”

Ron annuì: “Certo, ne hai bisogno. Ieri sera il conte mi ha confidato che ultimamente ti trova dimagrita e un po' pallida in viso, perciò mi ha chiesto se tu mangiassi adeguatamente e io gli ho risposto di sì. Tuttavia non mi è sembrato molto convinto e difatti mi ha chiesto di controllare che stessi bene.”

Capisco, allora grazie.”

Ron sorrise e appoggiò il vassoio sulla toletta. Il suo sguardo fu attirato da un accessorio che poco si confaceva a una signora ed Hermione se ne accorse troppo tardi. Ron prese il cappello di tweed che Harry aveva dimenticato la sera prima e lo rigirò fra le mani.

Noto però che qualcuno mi ha preceduto.” rispose Ron, guardandola allegramente.

Ah...davvero?” domandò Hermione con noncuranza.

Suvvia, Hermione, non fare la sciocca. Ho visto, Harry, afferrare questo cappello dall'ingresso e salire le scale con aria furtiva!”

Oh...e credi che qualcun altro l'abbia visto?”

No, non penso. Di solito non c'è nessuno che sosti nell'ingresso, a meno che non ci sia stata una delle ragazze.”

Hermione ridacchiò, nervosamente, ma Ron si voltò a guardarla serio.

Hai passato la notte con lui?”

Sì, ma...non nel modo in cui pensi tu. Abbiamo solo parlato.”

Solo parlato?” ripetè Ron tra l'incredulo e il divertito.

Hermione annuì energicamente con il capo: “Non c'è niente di male, sai, nel passare tutta la notte a parlare. Un uomo e una donna possono fare molte altre cose, non solo ciò per cui veniamo pagate noi perdute. Fortunatamente esistono uomini come Harry che ne sono ben consapevoli ed io ringrazio il cielo sia stato mandato proprio a me.”

Ron le si avvicinò e le accarezzò il capo affettuosamente.

Hai perfettamente ragione, Hermione. Sapevo che Harry si stava innamorando di te ed ero convinto che non avresti impiegato molto tempo per ricambiare il suo sentimento sincero. È ciò di cui hai sempre avuto bisogno e te lo meriti.”

Ma?” aggiunse Hermione, preoccupata.

Ma fai attenzione! Non sono tutti comprensivi come me in questa casa!”

Sì, questo lo so.”

Sai meglio di me che qui ci sono molte orecchie e occhi indiscreti e la maggior parte di essi sarebbe felicissima di correre a spifferare tutto al tuo signor conte. Dovete stare attenti.”

So anche questo!”

Hermione sospirò: sapeva bene in quale situazione si era cacciata e ricordarla non era affatto piacevole. Avrebbe mantenuto i piedi per terra, certo, ma solo per un giorno voleva lasciar sfogare la felicità che aveva travolto la nuova Hermione.

Bene, allora le mie raccomandazioni sono finite. Tuttavia, per sicurezza, le farò anche a lui. Harry è ingenuo ed estraneo a questo mondo di lussuria e corruzione. È il più pericoloso fra voi due!”

Ha capito perfettamente che è una situazione difficile.”

Già, ma è pur sempre un giovane uomo innamorato e come tale è impulsivo. Ti assicuro che non c'è niente di peggio!”

D'accordo. Ma guai a te se lo allontani da me. Ora che l'ho trovato, non voglio perderlo.”

Mia cara, ho visto come ti guarda. Sarà molto difficile che io riesca a farlo allontanare.” esclamò Ron.

Hermione sorrise compiaciuta.

D'ora in poi non avrebbe permesso a nessuno di portarle via l'unica gioia della sua vita. Harry, quel giovane meraviglioso puro di cuore, l'aveva liberata dalla sua condizione di docile e sottomessa perduta. L'aveva scossa dalla rassegnazione di vivere una vita, per certi versi anche comoda, ma sostanzialmente intrisa di vizi e dissoluzione, una vita immorale. Hermione non era mai riuscita a toccare la parte più profonda di quella sua triste esistenza, la parte dalla quale scaturiva il brivido di una vita vissuta fino in fondo, fino all'emozione più travolgente.

Ora che stava rischiando e vivendo fortemente, non vi avrebbe rinunciato per nulla al mondo.

 

 

 

(1)-Citazione liberamente ispirata a una massima di Francois de La Rouchefoucauld.

 

 

 E siamo a -4... Spero che questo capitolo sia piaciuto. Devo dire che mi è dispiaciuto far apparire Draco così cattivo, ma in fondo ci sta...

Il prossimo capitolo si intitola “Dreamer”.

Ringrazio tutti, come sempre, e in particolare Origin753 che mi sta dando una mano con i suoi consigli fantastici! ^_^

 

A presto

kia85

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Dreamer ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

 Fallen

Capitolo 8: “Dreamer”

 

 De' miei bollenti spiriti il giovanile ardore
Ella temprò col placido sorriso dell'amore!
Dal dì che disse: vivere io voglio a te fedel,
Dell'universo immemore io vivo quasi in ciel.”

 

Non avrebbe mai pensato che proprio lei potesse essere capace di amare ed essere amata in modo del tutto disinteressato; eppure era ciò che stava accadendo in quei giorni felici e dire che in un primo momento Hermione aveva fatto di tutto per allontanare da lei la possibilità di una nuova vita che le stava offrendo Harry. Egli era giunto a lei ed era entrato nella sua vita in punta di piedi, facendole capire che, anche se era una perduta, non per questo doveva negarsi la gioia di una vita vera, accanto ad una persona che l'amasse perchè lei lo voleva e non perchè doveva.

Così passarono quei giorni lieti. Harry, sempre più appassionato e spontaneo, non riusciva proprio a contenere ciò che provava per Hermione, al contrario di lei che, per quanto felice, aveva il controllo della situazione. Toccava a Hermione mantenere entrambi con i piedi ben piantati per terra e soprattutto con tutti i sensi all'erta, perchè bastava una svista, una distrazione per far cadere entrambi in disgrazia.

Tuttavia era veramente un'impresa ardua e Harry non faceva altro che renderla ancor più complicata.

Un giorno, Hermione scese al piano inferiore e si stava avviando verso le cucine, quando improvvisamente si sentì chiamare in un sussurro. Si voltò giusto in tempo per vedere la porta del sottoscala aprirsi, spuntò un braccio che la afferrò e la attirò nel piccolo ripostiglio, richiudendo subito la porta dietro di sé.

Ma cos...”

Non fece in tempo a chiedere alcunchè, che subito due labbra sottili si appoggiarono sulle sue, spingendola contro una parete. Hermione, riconoscendo il suo rapitore, si rilassò per un istante fra le sue braccia.

Harry! Sei impazzito?” domandò sotto i continui attacchi del giovane.

Se anche fosse così, è colpa tua!” affermò lui tra una risata e un bacio.

Oh, Harry, se qualcuno ci sentisse...”

Harry sospirò, allontanandosi da lei e appoggiando la schiena dalla parte opposta: “Non ti preoccupare, cara. È da diversi giorni che sorveglio questo posto in previsione di questo momento. Viene aperto solo una volta al giorno, di solito la mattina presto per le pulizie.”

Di solito?” ripetè lei allarmata.

Harry rise nuovamente, le afferrò una mano e la attirò a sé.

No, scusa, volevo dire sempre!”

Così dicendo, la baciò per l'ennesima volta. Hermione cercò disperatamente di rivolgere un minimo di concentrazione a rumori e voci che provenivano da fuori, ma era veramente complicato. Ogni volta che Harry la baciava, la trascinava in un mondo ovattato, isolato da tutto il resto. Non era la realtà, perchè era molto più piacevole e non era neanche un sogno, perchè era concreto. Sentiva perfettamente il suo corpo, il respiro che le accarezzava la pelle, il tocco gentile e passionale delle sue mani.

Oh, Harry...”

La bocca di Harry si allontanò dalla sua e si mosse verso il basso, lasciandole una piccola scia di baci su tutto il collo. Solitamente, quando arrivava a quel punto, Hermione cominciava a fremere in modo incontrollabile: così si ritrovava ad amare Harry e odiarlo. Lo amava perchè le faceva perdere il controllo di se stessa, lo odiava per lo stesso motivo, ma tanta era la voglia di lui che tutte le preoccupazioni di essere scoperti svanivano con un altro piccolo bacio. Si sentiva totalmente in balia di lui come una piccola imbarcazione nel mare in tempesta.

Tuttavia ogni cosa aveva una fine e anche quei brevi momenti d'intimità dovevano terminare prima o poi.

Harry, devi andare!- disse Hermione, tornando rapidamente con i piedi per terra- Ron ti starà aspettando.”

Lei lo allontanò da sé, spingendolo con due mani sul petto e Harry sospirò, ben consapevole che Hermione avesse pienamente ragione.

E' una fortuna che lui conosca il nostro segreto. Così nel caso in cui dovessi ritardare, lui capirebbe il motivo.”

Certo, ma non dovresti approfittarti di questo. Ron non deve essere coinvolto. Non voglio che finisca nei guai per colpa mia.” lo rimproverò Hermione, incrociando le braccia.

Harry le sorrise, accarezzandole le labbra con un dito, in un gesto lento che le causò un lieve rossore sulle guance.

Sei veramente adorabile quando ti preoccupi per gli altri.- esclamò lui, baciandole poi la fronte- Ci vediamo più tardi!”

Harry uscì dal ripostiglio del sottoscala ed Hermione si accasciò per terra, in mezzo a scope e spazzoloni d'ogni genere. Era di nuovo sola. C'era un tempo in cui adorava la solitudine. Quando il conte usciva dalla sua camera, lei chiudeva la porta a chiave e si isolava dagli schiamazzi, da tutte le persone che frequentavano quella casa. Non c'era niente di meglio, solo lei e il silenzio. Ultimamente, però, aveva scoperto di non sopportare più quella sensazione, perchè Harry era diventato il suo silenzio, il suo isolamento da tutto e tutti. Lui arrivava, prorompente, pieno del suo ardore giovanile, la travolgeva, la innamorava ogni giorno di più e quando si allontava da lei tutto terminava, l'amore, il calore e il silenzio che le lasciava era assordante e insopportabile. Bastava un solo istante senza di lui e subito si ritrovava circondata dalla tristezza e dal freddo. Lui aveva abbattutto tutte le difese che lei si era costruita con tanta sofferenza e se per caso, un giorno, qualche altra ragazza si fosse lasciata incantare dal suo animo innocente, una ragazza più bella di Hermione, più pura di lei e più disponibile, e se lui l'avesse trovata di colpo più interessante di Hermione, allora avrebbe potuto abbandonarla definitivamente: quel punto lei sarebbe stata distrutta dal dolore. Avrebbe continuato a vivere, certo, perchè di amore non si poteva morire, ma avrebbe vissuto una vita privata della sua anima. L'anima che le aveva ridato Harry e che, se lui fosse andato via, l'avrebbe seguito ovunque fosse andato, rendendola, questa volta, perduta per sempre.

 

                                                                                                                  *****

 

Senti, Harry...”

Dimmi, Ron!”

E' già da un po' che volevo dirti una cosa!”

Sono tutto orecchi.” disse Harry, sorridendogli e accomodandosi sullo sgabello del pianoforte.

Avevano appena finito di esercitarsi e da lì a poco la casa si sarebbe riempita di clienti.

Voglio parlarti prima che arrivino altre persone e credo che tu possa capire facilmente a cosa mi riferisco.”

Harry annuì: “Capisco cosa intendi.”

Non avevo alcun dubbio. Senti, Hermione è una mia carissima amica.”

Ne sono consapevole!”

Molto bene. Io la conosco da pochi anni, ma in lei ho trovato una confidente fedele e un sostegno costante. L'ho vista affrontare la sua condizione con determinazione, ma anche con estrema tristezza. Credo di dire il giusto se affermo di non averle mai visto un sorriso sincero, una vera gioia negli occhi, almeno fino adesso. So che è merito tuo e so che la ami sinceramente.”

E' così!”

Ottimo! Allora capirai facilmente che dovresti fare più attenzione.”

Più attezione dici?”

Sì, più attenzione. Insomma, Harry, cerca di essere più accorto. L'ho detto anche a lei, ma Hermione non ha la testa fra le nuvole. Tu sì!”

Ron, non ho la testa fra le nuvole!” affermò Harry, risentito.

Non te ne rendi conto, perchè sei troppo coinvolto, ma ti assicuro che è così. Secondo te non mi sono accorto che vi siete appartati l'altra sera in veranda, proprio mentre nel salottino c'era il signor Finnegan con Menadel (1)? Se vi avessero visti o sentiti?”

Harry sospirò: “Non stavamo facendo niente di così rumoroso, Ron.”

Beh, ma se loro vi avessere raggiunti in veranda e vi avessero visti? Tu sai cosa può succedere se qualcuno vi scopre? Il conte ti potrebbe far uccidere. Per non parlare di quello che può fare ad Hermione. Lui le ha dato una vita migliore di quella che faceva prima e lui può rigettarla nella disgrazia.”

Harry balzò in piedi: le parole di Ron stavano crudelmente mettendo in evidenza quanto fosse impotente nei confronti della situazione di Hermione. Non era ricco abbastanza per poterla liberare, ma questo non significava che lui non ci stesse provando.

Ma lui non merita Hermione! Non la ama e non dovrebbe neanche sfiorarla con un dito.”

Vedi, è per questo motivo che ti avevo intimato di non innamorarti di lei. Lei è ancora legata a quell'uomo.”

Harry percepì il viso rosso non per l'imbarazzo, quanto piuttosto per la rabbia: “Io...io la salverò, la porterò via da qui.”

Non sarà facile.”

Lo so, ma ce la farò, cascasse il mondo.”

Nel frattempo potrai sopportare di vederla con lui?”

Il prurito nelle mani tornò ed Harry le strinse in pugni: “Certo...sì, lo sopporterò!”

L'avrebbe sopportato. Sarebbe stato estremamente difficile, Harry ne era certo perchè l'aveva già sperimentato, ma era per il loro bene. Avrebbero dovuto aspettare solo un po', il tempo di trovare una soluzione per poterla liberare. Dopodichè lui l'avrebbe portata via da Londra, nella sua tenuta nell'Hertfordshire. Le sarebbe piaciuto vivere in mezzo al verde, passeggiare nel giardino con le aiuole fiorite e il laghetto con le ninfee e le anatre.

Il pensiero che gli aveva insinuato Ron, però, non gli rese piacevole il resto della giornata. Lo aveva bruscamente riportato a terra dopo giorni e giorni in cui aveva vissuto con la mente piacevolmente coinvolta in ben altri pensieri e il cuore tanto leggero da raggiungere il paradiso, lì dove l'aveva spedito l'amore di Hermione. Ora invece, anche mentre suonava, accompagnando le ballerine, pensava a quando il conte fosse tornato. Come si sarebbe comportato? Sarebbe davvero riuscito a restare calmo e avrebbe accettato di vedere Hermione sparire in camera sua per concedersi al suo cliente? L'ultima volta che li aveva visti insieme era stato terribile, ma lei non aveva ancora accettato il suo amore. Ora lui sapeva quanto fosse importante per Hermione, ma quello era pur sempre il suo lavoro.

Ehi, bel musetto!”

Harry si riscosse dai suoi pensieri, tornando brutalmente alla realtà, e si accorse di una giovane donna, appoggiata al suo pianoforte. La riconobbe subito perchè era anche lei una perduta del Red Heaven. Si chiamava Aamiah(2): aveva occhi azzurri e capelli biondi e lisci, che le arrivavano fino a metà schiena. Le labbra erano rosse e le palpebre colorate di un lieve grigio fumo.

Ah, salve!” la salutò Harry.

Buonasera, signor Potter.”

Avevate bisogno di qualcosa, signorina Aamiah?” domandò Harry, rivolgendole un sorriso.

Signorina? - ripetè lei, ridacchiando- Allora è proprio vero quello che dicono di voi!”

Harry la guardò perplesso: “E cosa si dice di me?”

Che siete un gentiluomo ben educato! Da quando lavoro in questa casa non mi avevano mai chiamato in questo modo.”

Ah, questo... Beh, sapete, credo che alla base di qualunque rapporto ci debba essere l'educazione.”

Aamiah sorrise: “Siete veramente delizioso, signor Potter! Gli uomini dovrebbero essere tutti come voi, cortesi e sognatori.”

Harry arrossì lievemente, sotto lo sguardo malizioso della ragazza.

Sognatori?”

Sì, certamente. Voi lo siete, vero? È da diverso tempo che vi osservo e sembrate avere spesso la testa fra le nuvole.”

La testa fra le nuvole... Se l'avevano notato anche altre persone oltre Ron probabilmente un fondo di verità c'era. Era diventato davvero così sbadato?

Perciò mi stavo chiedendo se per caso aveste qualche problema con il lavoro al Red Heaven?”

No, affatto!” si affrettò a rispondere Harry.

Allora vi trovate bene qui?”

A quella domanda un'immagine di Hermione gli balenò nella testa, una visione di lei che gli sorrideva ed Harry provò una piacevole morsa alla bocca dello stomaco.

E' così!”

Forse avete qualche pensiero che vi turba?”

No, nessun pensiero. Sto benissimo, non dovete preoccuparvi per me!”

Se lo dite voi...” sospirò Aamiah.

Poi la ragazza si sporse verso di lui tanto da arrivare ad affiancare il suo viso ed Harry riuscì a sentire il profumo intenso e quasi pungente della sua pelle.

Tuttavia...- continuò con un sussurro decisamente sensuale che gli solleticò l'orecchio- ...se sentiste il bisogno di distrarvi e...soddisfare alcuni desideri, volevo solo farvi sapere che la mia porta è sempre aperta!”

Aamiah gli diede un buffetto sulla guancia, sorridendo maliziosamente, ed lui arrossì di nuovo, più violentemente. Quando lei se ne andò, Harry la fissò sbigottito per qualche istante. L'ultima affermazione della giovane era abbastanza chiara: da quanto aveva compreso la giovane si era offerta a lui. Gratuitamente. La proposta lo turbò: ma ben presto Harry capì che non provava alcun interesse. Perchè non voleva quella donna, lui aveva Hermione, solo lei desiderava e solo lei contava per lui. Tutte le altre non avevano alcuna importanza.

A proposito di Hermione, non si era ancora fatta vedere. Era già notte inoltrata, eppure Harry non l'aveva vista. Perciò, non appena fu libero dai suoi impegni di pianista, Harry raggiunse il piano superiore, prestando molta attenzione a non farsi vedere da nessuno e bussò alla porta della sua camera, ma non rispose nessuno. Allora Harry provò ad abbassare la maniglia e con meraviglia scoprì che Hermione si era chiusa a chiave dentro la sua camera.

Provò a chiamarla, ma non ci fu alcuna risposta.

Restare su quel pianerottolo, accanto alla sua porta, era pericoloso. D'altro canto Harry era molto preoccupato: Hermione gli aveva assicurato che lo avrebbe aspettato, invece ora la porta era chiusa. Così girò sui tacchi e scese di corsa le scale, uscendo poi velocemente dalla porta nell'ingresso. L'aria frizzantina della sera lo investì in pieno e un brivido lo percorse. Aumentò perciò il passo e fece il giro dell'edificio, ritrovandosi poi sotto la finestra di Hermione: si intravedeva la tenue luce del lampadario della sua camera, segno che non si era ancora coricata. Il traliccio con l'edera l'aveva sorretto una volta, avrebbe potuto farlo anche una seconda. Harry insipirò a fondo e poi cominciò ad arrampicarsi. Fu più faticoso del previsto, ma alla fine giunse alla finestra e si sollevò per guardare al di là del vetro. Hermione era stesa sul suo letto e sembrava stesse dormendo. Probabilmente si era addormentata e questo spiegava perchè non l'avesse raggiunto al piano inferiore.

Prestando molta attenzione a non cadere, Harry aprì la finestra quel tanto che bastava per entrare: se ne fosse stato capace, si sarebbe arrampicato fin dentro la stanza in silenzio per non svegliarla, come un elegante principe delle favole e si sarebbe sdraiato accanto a lei, ma non fu così. Non appena si sporse dentro la camera, perse l'equilibrio e rovinò sul pavimento con un fragoroso capitombolo e questo fece svegliare Hermione, che sussultò.

Harry?” esclamò riconoscendolo.

Buonasera, Hermione. Scusa l'intrusione.”

La ragazza si sollevò a sedere, guardandolo esterrefatta: “Sei impazzito? Come hai fatto a entrare?”

Mi sono arrampicato sul traliccio.” spiegò Harry tranquillamente.

Sul traliccio? Ma...potevi scivolare e cadere a terra.”

Il ragazzo la raggiunse sul letto e si sedette accanto a lei.

Ero preoccupato. Avevi detto che avresti lasciato la porta aperta, ma l'ho trovata chiusa.”

Già, l'avevo detto!”

L'espressione ansiosa di Hermione svanì, diventando improvvisamente indispettita e tornò a sdraiarsi sul letto.

Inoltre non ti sei fatta vedere per tutta la sera.- continuò Harry apprensivo- Pensavo che saresti scesa al piano inferiore almeno per un momento. Mi sei mancata molto, sai?”

Harry le afferrò una mano, scoprendo solo in quel momento che stringeva un fazzoletto. Il suo sguardo si spostò subito sul viso della giovane: effettivamente guardandola più da vicino notò i suoi occhi rossi e le guance umide. Aveva forse pianto?

Ma, mia cara...Cos'è successo?”

Hermione si voltò dalla parte opposta, rivolgendogli le spalle: “Ecco, non è vero che non mi sono fatta vedere. Sono scesa circa un'oretta fa.”

Davvero? Non ti ho vista?”

Certo che non mi hai vista, perchè eri troppo impegnato a parlare con qualcuno.” sbottò lei infastidita.

Ma io non ho parlato proprio con nes...”

Harry si interruppe, perchè qualcosa gli era venuto in mente. In effetti aveva parlato con qualcuno e questo spiegava il comportamento di Hermione. Era semplicemente gelosa, anzi arrabbiata e gelosa. Perciò Harry sorrise e allungò una mano per sfiorare il braccio di Hermione.

Ho capito.”

Doveva essere certamente una conversazione interessante, considerato che eri veramente molto coinvolto! Peccato che quando si è sporta verso di te le sue graziose spalle mi hanno impedito di continuare ad ammirare il tuo sguardo turbato e il tuo splendido viso accalorato ” affermò lei sempre più irritata.

Harry rise: “Ero solo sorpreso.”

Oh sì, tutti gli uomini lo sono di Aamiah. È la più bionda e affascinante delle perdute del Red Heaven. Soprattutto è così disinvolta. Cosa si può chiedere di più in una donna?”

Harry la fece voltare verso di lui: “Non hai motivo di essere gelosa, perchè a me importa solo di te. Sei l'unica.”

E tu sei sempre bravo con le parole.”

Guarda che se avessi potuto le avrei detto chiaramente di lasciarmi in pace, perchè sono già follemente innamorato di te! Niente e nessuno potrà portarmi via.”

Come fai a esserne certo? Nessuno può essere sicuro del futuro. Potrebbe accadere che qualcuno riesca ad allontanarti da me!”

Harry sospirò e si sdraiò accanto a lei, cercando di farla voltare verso di lui.

Hai ragione, cara, nessuno può essere sicuro del futuro, ma per questo motivo dobbiamo essere noi stessi a costruire il nostro avvenire nel presente.”

Lo sguardo accigliato di Hermione si addolcì di poco. Harry se ne accorse e cercò di approfittarne.

E io in questo momento voglio trascorrere più tempo possibile con te, se lo vorrai. Solo tu ed io.”

Hermione accennò un sorriso, guardandolo teneramente.

Me lo prometti?”

Parola di gentiluomo.”

Harry si segnò una croce sul cuore e lei gli accarezzò il viso: “Allora perdonami, Harry. Ma è successo tutto così velocemente. Quando ho visto lei che faceva la svenevole con te, è stato orribile. Credevo di impazzire.”

Beh, è risaputo quanto sia orribile la gelosia: è un sentimento che ti porta a dubitare della persona che ami di più.- esclamò Harry, circondandole poi la vita con un braccio- E questo mi porta a pensare che, in fondo, mi ami anche tu. È così?”

Hermione chinò il capo e arrossì, diventando improvvisamente timida.

Sì, è così!” mormorò.

Allora dimmelo chiaro e tondo.”

Lo sguardo ambrato di Hermione incontrò quello smeraldino di Harry e la giovane, ritrovando un po' di sicurezza, glielo disse.

Ti amo, Harry!”

Era la prima volta che lei lo ammetteva così apertamente e niente potè renderlo più felice. Con un impeto di gioia, Harry la baciò in un gesto delicato che però non impiegò molto tempo a diventare espressione dell'ardore che bruciava sotto la sua pelle, ma probabilmente era ciò che anche Hermione provava perchè lo baciava con foga e, all'improvviso, lo fece stendere sotto di lei. Harry le accarezzava la schiena gentilmente e quando Hermione si fermò la guardò incuriosito.

Cos'hai?”

Il viso di Hermione era più rosso che mai e lei alzò il busto, sistemandosi a cavalcioni su di lui.

Harry, io...ti desidero...”

Harry sorrise compiaciuto e, sollevandosi un po', le accarezzò il viso lentamente.

E qual è il problema?”

Nessun problema. Sono solo sorpresa di desiderare di amare un uomo in questo modo.”

E' perfettamente normale invece, perchè, vedi, ti desidero anche io. - disse Harry, arrossendo lievemente- Anche se non ho mai amato una donna!”

Hermione sorrise dolce e maliziosa e lo fece stendere nuovamente sul letto, sfilandogli gli occhiali.

Allora lascia che ti insegni io!”

 

                                                                                                                  *****

 

Hermione si rigirò nel letto più volte fin quando non urtare contro qualcuno. Era Harry: dormiva profondamente steso a pancia in giù, il viso sprofondato nel cuscino. In quel momento ai suoi occhi era più innocente che mai, ma quella notte lei l'aveva iniziato all'amore.

Harry era stato un amante cortese, premuroso e adorabilmente impacciato. I suoi baci le avevano infuocato anima e corpo, riscaldandola più di quanto già non fosse; le sue carezze erano delicate, sfiorate, ma anche appassionate.

Hermione appoggiò la fronte a quella di Harry, osservandolo mentre dormiva sereno e arrossì al ricordo della notte trascorsa con lui. Gli accarezzò la spalla e scese poi fino al braccio, che l'aveva stretta a sé con ardore e tenerezza. Con sorpresa, Hermione aveva potuto constatare quanto il corpo di Harry si adattasse perfettamente al suo, sembravano quasi complementari, qualcosa di talmente sensuale da farle perdere la ragione. Con impazienza aveva accolto Harry fra le braccia e quando lui l'aveva presa, si era lasciata sfuggire un gemito: era stato decisamente goffo, ma Hermione guidava i suoi movimenti, sospirando più volte il suo nome. Infine, travolta dall'estremo piacere, Hermione non aveva potuto trattenere una lacrima ed Harry l'aveva sfiorata con le labbra.

Mai e poi mai Hermione avrebbe pensato che ci si potesse perdere totalmente in un'altra persona, soprattutto in un atto d'amore che lei era solita fare con un uomo di cui non le importava molto. Eppure era stato così e lei non avrebbe potuto esserne più felice.

Appoggiò una mano sulla guancia di Harry e gli baciò la fronte, ma così facendo lo svegliò e lui le rivolse un sorriso.

Buongiorno.”

Buongiorno, Harry!”

Percependo la mano sul suo viso, Harry la coprì con la sua: “Allora...sei vera.”

Certo che sono vera.- esclamò Hermione, ridendo- Dubitavi forse di me?”

No, affatto. Volevo solo controllare che non fosse stato un sogno.” le spiegò lui, portandosi la sua mano sulle labbra.

E qual è il responso?”

Sei più viva e più vera di me!”

Così dicendo, Harry la abbracciò e la strinse a sé. Hermione si ritrovò contro il suo petto. Il silenzio che aleggiava nella camera le consentì di soffermarsi ad ascoltare i battiti del suo cuore: era un ritmo forte e regolare, che le trasmetteva un senso di sicurezza assoluta. Tuttavia non potevano permettersi di restare in quella posizione ancora per molto.

Oh, Harry! Starei così per sempre, te lo assicuro, ma si sta facendo tardi. - affermò Hermione, allontanandosi di poco da lui- Io devo alzarmi e tu dovresti sgattaiolare via prima che qualcuno ti veda mentre scendi dal traliccio!”

Harry sospirò, alzando gli occhi al cielo: “Prima o poi questo traliccio mi ucciderà. Perciò concedimi ancora un istante così!”

D'accordo.” assentì lei, rassegnata.

Sai, ho pensato un po' stanotte.”

E quando avresti avuto il tempo di pensare?” domandò Hermione, divertita.

Harry arrossì: “Mia cara, se ben ricordo stanotte sei stata tu la prima a crollare esausta. Io sono rimasto un po' sveglio a guardarti e, nel frattempo, ho pensato.”

A cosa?”

Ho pensato che vorrei tanto sposarti un giorno.”

Il sorriso sul volto di Hermione sparì, ma il suo cuore perse più di un battito. Harry era sempre un sognatore. Non era cambiato affatto da quando l'aveva conosciuto ed Hermione ne era felice. Purtroppo però quel sogno sarebbe rimasto per sempre una sua fantasia. Non avrebbe mai potuto avverarsi.

Ti porterò via da qui, ci sposeremo e andremo a vivere nell'Hertfordshire.” continuò lui, entusiasta.

L'Hertfordshire?”

Ci sei già stata?”

No. - rispose lei, diventando tutto d'un tratto pensierosa- Ma ho come un vago ricordo, credo che alcuni parenti di mia madre vivano in quella contea.”

Non ti ricordi come si chiamano?”

Hermione scosse il capo: “No, ero troppo piccola quando i miei genitori morirono e fu necessario decidere a chi dovessi essere affidata...però mi piacerebbe visitarlo.”

Ti prometto che un giorno non solo lo visiterai, ma ci vivrai!”

Hermione lo guardò amorevolmente e gli accarezzò una guancia.

Certo, sarebbe stato meraviglioso abbandonare quella vita. Ricominciare da capo, in un posto dove nessuno conosceva il suo passato, le esperienze che aveva già fatto, la sofferenza che aveva subito, ma Hermione era ben lontana dall'essere sognatrice come Harry. Sapeva che le delusioni e i dolori erano sempre dietro l'angolo, pronti a colpire quando meno si aspettano. Perciò viveva giorno per giorno, senza tante pretese e cercava di godere di ogni piccolo attimo che il tempo le concedeva da passare insieme a Harry, dai fugaci scambi di sguardi in mezzo ai clienti e alle ragazze del Red Heaven alle notti di amore travolgente. Questo perchè i giorni di libertà stavano per scadere e il conte ben presto sarebbe tornato. Lei avrebbe dovuto dedicarsi a lui e lui solo e Harry sarebbe impazzito di gelosia, ma, non pensandoci, riusciva ad apprezzare gli ultimi giorni con il suo giovane pianista.

Una sera, durante una delle sue pause, Harry la afferrò per mano, trascinandola nella veranda. La guidò il più lontano possibile dall'entrata.

Harry, che ti prende?”

Niente di particolare, volevo solo darti questa.”

Il ragazzo le porse una viola, ma era leggermente diversa rispetto a quelle che le aveva donato per corteggiarla. Aveva cinque petali di tre colori diversi: giallo, viola e bianco.

Una viola?”

Una viola del pensiero. L'ho trovata l'altro giorno in giardino e ho pensato subito a te.”

Hermione sorrise, compiaciuta: “Ah sì?”

Certo. So che in questi giorni sei preoccupata perchè sta per tornare il conte, ma volevo solo farti sapere che, qualunque cosa accada, ti basterà pensare a me per ritrovare il sorriso. È quello che faccio io. Il semplice pensarti mi dà la forza di andare avanti. ”

Oh, Harry!”

Hermione gli afferrò il viso fra le mani e lo avvicinò a sé per baciarlo. Cosa aveva fatto di buono nella sua vita per meritarsi un tesoro tanto prezioso? Un giovane che la capiva con uno sguardo, che intuiva i suoi pensieri e cercava sempre di rassicurarla.

Grazie!” gli disse poi.

Allora adesso vado, Ron mi ha dato giusto due minuti di tempo.”

Sì, vai!”

Harry le rubò un ultimo bacio e poi se ne andò. Hermione lo seguì con lo sguardo, mentre il cuore dentro di lei batteva lentamente, ma anche con intensità, facendo vibrare ogni fibra del suo essere.

Poi un rumore la riportò bruscamente alla realtà e quando vide Draco Malfoy apparire di fronte a lei, fu come se il tempo si fermò all'improvviso. Hermione impallidì.

Una viola del pensiero non è neanche lontanamente adatta a te, mia cara Ariel.”

 

 

(1)Menadel-Significa Dio adorabile, è l'angelo con la capacità di guarire e consigliare.

(2) Aamiah- Significa Dio di Speranza, è l'angelo del fascino personale, con la capacità di convincimento delle persone

 

 

 

  -3...yeah, ce la farò entro il 13? Mah...speriamo! ^_^

Il prossimo capitolo si intitola “Unmasked”.

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e per i loro fantastici consigli mamogirl e Origin753!

 

Alla prossima

kia85

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Unmasked ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

Capitolo 9: “Unmasked”

 

                                                                                                          “Ma è tempo ancora! Tergermi
                                                                                                 Da tanta macchia bramo.
                                                                                                 Qui testimoni vi chiamo
                                                                                                  Che qui pagata io l'ho.”

 

Una viola del pensiero non è neanche lontanamente adatta a te, mia cara Ariel. - esclamò Draco, rivolgendole un ghigno malefico- Piuttosto l'erba è perfetta!”

Hermione non disse nulla e continuò a fissarlo. Il suo cuore era impazzito. Draco l'aveva vista insieme a Harry?

Vuoi sapere perchè, Ariel?” domandò Draco.

L'uomo cominciò a girarle intorno, guardandola dall'alto in basso. Hermione non rispose: si sentiva rigida come un tronco d'albero, il suo corpo non rispondeva più alla sua mente. Perciò restò in quella posizione, con la testa alta, cercando di apparire imperturbabile.

Non è adatta a te perchè se la viola significa umiltà, l'erba, che cresce più in basso della viola, indica sottomissione. Tu sei una meretrice e in quanto tale devi essere sottomessa.”  

Non credo di voler ascoltare una sola parola di ciò che esce dalla vostra bocca!”

Ritrovando un po' di volontà, Hermione cercò di sorpassarlo, ma lui le afferrò con forza il polso, trattenendola accanto a lui. La giovane fece una smorfia di dolore, lui però non vi prestò attenzione e aumentò la presa.

Io credo che invece sarete molto interessata a una certa idea che mi sta frullando per la testa.”

Quale idea?”

Vi ho vista con il damerino!”

Il gentiluomo a cui vi riferite ha un nome.” puntualizzò Hermione, incapace di mantenere la calma.

Ormai li aveva scoperti, non aveva più senso restare indifferente.

Draco sogghignò divertito: “Oh, lo difendete animatamente. Dovete essere proprio innamorata, eh?”

Queste sono questioni che non vi riguardano.”

Direi di sì, ora che ho scoperto la vostra tresca. - affermò lui, fingendosi improvvisamente pensieroso- Sapete che sono amico del conte Spencer?”

Hermione si sentì sprofondare metri e metri sotto terra. Tutto ciò non prometteva niente di buono.

S-sì...” riuscì a dire lei in un sussurro.

Se disgraziatamente mi dovesse sfuggire, in sua presenza, che ho visto la sua Ariel tra le braccia di un altro uomo, non oso immaginare come potrebbe reagire...”

Cosa intendete dire?” domandò Hermione, allarmata.

La voce così come ogni fibra del suo corpo tremava sempre più inorridita e spaventata.

Beh, il carissimo conte Spencer vi ha mai parlato della sua smisurata passione per le pistole? Le colleziona da tutto il mondo ed è anche bravissimo a usarle.”

State dicendo che se lui lo venisse a sapere potrebbe sfidare a duello Harry?”

Esatto. Non può certo lasciare che un sempliciotto come quel signor Potter possa portargli via il suo passatempo preferito. Comunque, Ariel, se devo essere sincero non ho proprio alcuna intenzione di comunicargli una notizia del genere. Credo che possiamo arrivare a un compromesso, cosa ne pensate?”

Che tipo di compromesso?”

Credo che la vostra graziosa testolina possa arrivarci con un minimo di sforzo.” le disse Draco, accarezzandola con un dito all'altezza delle clavicole.

Hermione rabbrividì disgustata. Sapeva perfettamente cosa voleva Draco Malfoy da lei e quello non era nient'altro che un ricatto bello e buono.

Volete passare una notte con me?”

Una notte con voi? - esclamò Draco, scoppiando a ridere di gusto- Ariel, mi deludete. Non avete capito allora. Se potete permettervi un amante, quello devo essere io. Perciò lasciate il signor Potter e prendete me come vostro amante!”

Hermione scosse il capo energicamente: “Giammai, non potete chiedermi questo. Voi siete vile e subdolo. Non potrei mai lasciarmi toccare da voi!”

Draco le sorrise, dandole un buffetto sulla guancia.

Ma sì che potete. Dopotutto apparteniamo allo stesso mondo. Siamo peccatori tutti e due. Voi di più, indubbiamente, ma in fondo siamo simili e le persone simili stanno bene fra loro.”

No, siete in errore! Non siamo simili e io non potrei mai rinunciare a Harry per voi.”

Bene allora! - sbottò il barone più irritato- Se non volete farlo di vostra spontanea iniziativa, fatelo allora per salvargli la vita. Non dovete dimenticate che è assai probabile che il vostro gentiluomo possa morire per mano del conte.”

Morire?” ripetè lei, sbiancando in viso.

E' ovvio, no? Non mi pare che al Royal College of Music insegnino a usare alcun tipo di arma.”

Hermione si portò una mano tremante alla gola. Le sembrava di aver perso la voce, non riusciva più ad emettere alcun suono. Il barone Malfoy aveva ragione: se il conte avesse sfidato a duello Harry l'avrebbe ucciso e lei non poteva permetterlo. Lui veniva prima di tutto, prima di lei, prima della sua misera vita e toccava solo a lei salvarlo.

Oh mia cara, suvvia, non fate quella faccia. La soluzione è semplice, lo sapete bene ormai. Se voi accetterete la mia proposta, io non dirò nulla al nostro conte e il giovanotto sarà salvo. Sì, soffrirà, è naturale, ma è giovane, no? Gli passerà. Tornerà a casa e troverà una fanciulla pura. Sarà molto più adatta a lui, mentre voi sarete salva, continuerete a vivere tranquillamente qui al Red Heaven e avrete la possibilità di sperimentare un nuovo amante oltre al conte e, ovviamente, al nostro carissimo musicista!”

Lei non sarebbe stata affatto salva, ma dannata per l'eternità. Il fatto che il barone Malfoy li avesse scoperti era una disgrazia, ma Hermione era costretta ad accettare il suo ricatto anche se in questo modo avrebbe posto un sigillo infrangibile sul lucchetto della gabbia in cui era imprigionata.

D'accordo...” affermò lei rassegnata.

D'accordo?” ripetè lui incerto.

Sì, accetto la vostra proposta, ma dovete darmi il tempo di allontanare Harry perchè non sarà facile farglielo accettare!”

Tutto il tempo che volete, mia cara. Sapete, confidavo nella vostra saggezza. È qualcosa che arriva anche ad alcune donne, prima o poi.”

Malfoy le accarezzò un braccio e poi la lasciò sola nella veranda. Hermione rabbrividì, ma per il ribrezzo. Quell'uomo la disgustava, ogni cosa di lui le provocava avversione, dal suo sguardo lussurioso alle sue viscide mani e il solo pensiero di concedersi a lui la ripugnava, ma quale altra scelta aveva?

Il vero problema sarebbe stato allontanare Harry. Non si sarebbe mai accontentato di una scusa qualunque. Doveva ferirlo gravemente, nel più profondo del suo cuore, lì dove scaturiva la sua innocenza, in modo da farlo stare così male da allontanarsi per sempre dal Red Heaven e da lei. Oh, la vita senza Harry sarebbe tornata a essere monotona, grigia e triste o forse ancora più di prima. Prima di conoscere Harry era fredda e cinica, ma lui era giunto così dolcemente nella sua esistenza, l'aveva scossa da un torpore che lei aveva accettato docilmente e aveva acceso in lei una piccola scintilla che l'aveva scaldata lentamente giorno dopo giorno. Tutto questo avrebbe reso ancor più difficile tornare a essere una semplice perduta della casa: non avrebbe potuto essere di nuovo indifferente a tutto e tutti, ora che le sue difese erano crollate ed era esposta ai dolori che la vita riservava.

Quando Harry quella notte trovò la porta della camera di Hermione chiusa, bussò. Hermione, nonostante le gambe tremanti, raggiunse la porta e la socchiuse per vedere solo per un altro un istante lo sguardo di Harry.

Hermione!”

Harry, perdonami. - disse lei con un tono decisamente spento- Oggi non mi sento molto bene!”

Harry, preoccupato, la fissò con più attenzione e le accarezzò il viso.

Lo vedo. Sei talmente pallida.”

Hermione godette ancora un momento del tocco gentile di Harry, poi si allontanò con un movimento deciso.

Sarà stato un colpo di freddo...l'inverno è arrivato ormai!” cercò di giustificarsi.

Può darsi. Stai al caldo e cerca di guarire, mi raccomando.”

Va bene.”

Buonanotte, cara.”

Buonanotte.”

A malincuore Hermione chiuse la porta prima che lui si voltasse e subito dopo si accasciò a terra: le gambe non la sorreggevano più. Non l'avrebbe più rivisto, non con quella tenerezza nello sguardo.

Pensare che al loro prossimo incontro sicuramente lui sarebbe stato incredulo e arrabbiato era troppo anche per Hermione, che non resistette più e scoppiò a piangere. Un pianto disperato e sconvolgente, con singhiozzi che la scuotevano violentemente. Erano anni che non piangeva così inconsolabile e ora non riusciva più a smettere.

Non voleva neanche smettere. Solo per una notte si sarebbe sfogata in quel modo.

Poi qualcuno bussò nuovamente alla sua porta ed Hermione trattenne il fiato, mentre le lacrime si fermarono un momento. Se fosse stato ancora Harry e lui l'avesse vista in quello stato si sarebbe insospettito, perciò non rispose. Se avesse pensato che si era già coricata se ne sarebbe andato.

Hermione, sono Ron.”

Entra...” disse lei.

La porta si aprì e Ron la scorse subito rannicchiata a terra. La guardò un istante e poi chiuse la porta.

Si può sapere che ti prende? Quando Harry è sceso, mi ha detto che non stavi bene.”

Sì, infatti. Non mi sento affatto bene!”

Ron si sedette accanto a lei, guardandola preoccupato.

Cos'è successo, Hermione? Perchè piangi in questo modo?”

Hermione si asciugò gli occhi con il dorso della mano, ma le lacrime non smettevano di scorrerle sul viso. Erano inarrestabili.

Il barone Malfoy ci ha scoperti. Mi ha vista con Harry!”

Ron sospirò, chiudendo gli occhi per un istante: “Cosa vi ha detto?”

Ha parlato solo con me...Harry se n'era appena andato e...e lui mi ha ricattato.”

Cosa? Che significa?” domandò lui porgendole un fazzoletto.

Hermione si asciugò gli occhi, ma a malapena riuscì a rispondere: i singhiozzi la scuotevano terribilmente, rendendole molto complicato elaborare una risposta.

Mi ha... detto che se non voglio che lui vada a riferire tutto al conte devo... lasciare Harry e prendere lui come...amante.”

Non puoi farlo!- ribattè Ron con impeto- Malfoy è un lurido schifoso e Harry...come farai ad allontanarlo? Non puoi andare da lui e dirgli semplicemente che non lo vuoi più vedere!”

Lo so...devo... devo ferirlo.”

Come farai?”

C'è solo una cosa che posso fare, ma mi devi aiutare!”

Ron non rispose, ma lei lo guardò implorante.

Ti prego, Ron.”

L'amico sospirò rassegnato.

Se è questo che vuoi...”

Non è ciò che voglio io, è solo ciò che devo fare.”

 

                                                                                                        *****

 

Una musica soave e perfetta risuonava per l'appartamento di Harry, una melodia condivisa da due strumenti che dialogavano armoniosi e divertiti. Un clarinetto agile e scherzoso, un vero trapezista, e un pianoforte più composto, ma vivace.

Harry si stava esercitando insieme al suo amico Oscar in un brano di Mendelssohn.

Era da molto che non suonavano insieme e certo un po' di intesa si era perduta, ma il risultato era piuttosto gradevole.

Possiamo fare di meglio!” commentò alla fine Harry.

Oh sì, hai perfettamente ragione, ma le ultime settimane sono state parecchio impegnative sia per te che per me.”

E' così!”

Inoltre quei tre scapestrati sono tornati nell'Hampshire. Siamo rimasti solo io e te a Londra.”

Harry annuì dispiaciuto: “Mi rincresce che il nostro gruppo si sia sciolto definitivamente.”

Capita anche ai migliori, sai, Harry?” esclamò Oscar divertito.

Sembrerebbe proprio che sia così.”

Comunque... oggi abbiamo dimostrato di aver perso qualcosa in intensa, ma tu, amico mio, hai certamente guadagnato qualcosa in sentimento.” commentò l'amico ammirato.

Cosa intendi?” domandò Harry, mentre Oscar cominciò a smontare i diversi componenti del clarinetto e asciugarli uno per uno per rimetterli nella custodia.

È chiaramente palpabile il tuo miglioramento, Harry. Prima avevi una tecnica praticamente perfetta e trasmettevi tanto, davvero... ma mancava quella scintilla che fa commuovere. Adesso invece era chiaramente percepibile.”

Harry sorrise fra sé compiaciuto: “Intendi la stessa che hai sempre avuto tu?”

Intendo quella che un musicista riesce ad esprimere quando la musica del cuore suona per una sola persona.”

Hai ragione, Oscar. - ammise Harry- È proprio quella.

Oh, sono veramente molto felice per te. Chi è la fortunata?”

Una perduta del Red Heaven.”

Oscar lo guardò sorpreso per un istante, poi si sciolse in un sorriso.

Se posso essere sincero, Harry, ho sempre pensato che ti saresti ritrovato in una situazione speciale. Eri talmente preso dalla tua musica che solo una persona veramente particolare avrebbe potuto attirare la tua attenzione.”

E' così. Lei è la mia persona speciale, la mia scintilla.”

Oscar chiuse la custodia del clarinetto e d'improvviso la sua espressione divenne più grave.

Harry, sai che siamo amici e nessuno è più felice di me nel saperti così innamorato, ma...ti prego, stai attento. La tua scintilla appartiene a un mondo pericoloso da cui non è facile uscire, neanche se si desidera profondamente. Non vorrei vederti nei guai.”

Non accadrà. Ho tutto sotto controllo, te lo assicuro. Perciò non preoccuparti per me, Oscar. Sii solo felice!”

Oscar annuì, non particolarmente convinto. Poi gli strinse la mano e si congedò da lui, con la promessa di ritornare presto per un nuovo duetto. Quando Harry aprì la porta dell'appartamento per permettere all'amico di uscire, si accorse con sorpresa di una lettera sul pavimento. Probabilmente qualcuno l'aveva infilata senza far rumore. Perciò dopo essersi accomiatato da Oscar, il giovane la raccolse e si sedette sul letto per leggerla comodamente. Non vi era riportato nessun mittente né vi era apposto alcun francobollo. Tuttavia non appena la estrasse dalla busta notò che era da parte di Hermione e la sua sorpresa aumentò.

Caro Harry,

so che, dopo aver letto questa lettera, mi odierai. Sei una persona talmente buona che non credo tu abbia mai provato qualcosa di simile e mi dispiace che io sia la prima persona a farti provare questo sentimento. I momenti trascorsi con te sono stati di una perfezione unica e voglio che tu sappia che mi hai davvero cambiato la vita e resa felice, ma il nostro stare insieme è solo un bel sogno, è sempre stato così. Sono diversi giorni che penso a questo. Non voglio illuderti ulteriormente. Io sono solo una perduta che in fondo odia la sua condizione e farei davvero qualunque cosa per andarmene dal Red Heaven. Ieri sera mi è stata concessa quest'occasione. Il barone Malfoy mi ha offerto tutto, di pagare il conte per portarmi via e sposarmi. Non dover più fare questa vita è tutto ciò che ho sempre desiderato, anche se questo significa rinunciare a te. Sono sicura che supererai tutto questo in breve tempo e tornerai ad amare. Prima o poi una ragazza più cortese e disponibile di me si accorgerà di te, entrerà nella tua vita e ti darà ciò di cui hai veramente bisogno, ciò che io non posso darti.

Perciò va', vivi la tua vita e non cercarmi più.

Addio.

Hermione”

Quando quella mattina Harry si era svegliato non avrebbe mai pensato che quello potesse essere il giorno più terribile della sua vita. Eppure in un istante tutto il mondo intorno a sé crollò a causa del potere terribile delle parole. Aveva sempre saputo che le parole avevano la capacità di incantare e innamorare, ma non avrebbe mai pensato che potessero anche distruggere le persone. O perlomeno non in quel modo.

Harry aveva letto la missiva senza muovere un muscolo, incapace di qualunque reazione. Poi alzò lo sguardo dalla lettera e le mani la strinsero, accartocciandola in un solo gesto.

Che cosa significava quella lettera? Non poteva essere veramente da parte di Hermione. Era uno solo uno scherzo, uno stupido, terribile scherzo.

Ma chi e perchè avrebbe potuto fargli quello scherzo assurdo?

No, colei che aveva scritto era davvero Hermione ed Harry non riusciva proprio a spiegarsi come aveva potuto scrivergli quelle cose. D'istinto gettò la lettera accartocciata in un angolo della stanza e poi si guardò le mani: tremavano inarrestabili, un chiaro segno della collera che lentamente e dolorosamente si stava impossessando di lui.

In che modo Hermione poteva allontanarlo da sé dopo ciò che avevano condiviso?

Non poteva e soprattutto non con una lettera.

Per i minuti che seguirono Harry rimuginò nella sua camera, indeciso sul da farsi. La rabbia sconvolgente che stava provando lo stava rendendo pazzo e incapace di stare fermo: perciò rifletteva camminando avanti e indietro nella sua stanza, senza sosta.

Hermione gli aveva detto di non cercarla, ma lui non riusciva a lasciarla andare così. Non era pronto a dirle addio nè a rinunciare a lei. Non si sarebbe arreso facilmente ed Hermione...lei lo amava davvero e non avrebbe mai potuto allontanarlo di sua spontanea volontà. Qualcuno doveva averla costretta a farlo, forse proprio il barone Malfoy, e qualunque cosa ci fosse stata dietro l'improvvisa decisione di Hermione lui l'avrebbe scoperta.

Così quella sera si preparò per andare al Red Heaven. Niente avrebbe potuto fermarlo, il suo passo era deciso verso quell'unica meta.

Quando giunse a destinazione, aprì la porta e cercò Hermione prima nel salottino, poi nel teatro. Non la vide da nessuna parte: doveva essere per forza nella sua camera. Così si avviò su per le scale. Un miscuglio di emozioni scorreva dentro di lui, ansia, ira, disperazione e tutte pulsavano con irruenza sotto la sua pelle. A malapena sentì Ron che lo stava inseguendo.

Harry, no, fermati!”

Ma Ron non capiva, non immaginava la tempesta che si stava scatenando dentro di lui e non poteva fermarlo. Harry salì le scale di corsa e raggiunse la porta della camera di Hermione, spalancandola un attimo dopo.

Il suo cuore si fermò o almeno fu ciò che credette Harry di fronte alla scena che trovò in quella camera. Hermione che si concedeva al barone Malfoy. Li intravide dalle tende semitrasparenti del letto a baldacchino, lui che si muoveva su di lei energicamente, ansimando e lei che lo accoglieva dentro di sé, docile e sottomessa.

Il rumore della porta spalancata li interruppe ed Harry si avvicinò al letto, aprendo la tenda.

Harry?!” esclamò Hermione, rossa in viso.

Harry non disse nulla, si limitò a guardarla con disprezzo. Di colpo tutte le emozioni che l'avevano sconvolto dal momento in cui aveva letto le parole di Hermione svanirono e quello apparsa era un sentimento che Harry non avrebbe mai voluto provare per lei.

Oh, signor Potter...forse avreste dovuto bussare prima di entrare così irruentemente!” affermò Malfoy con un mezzo sorriso.

Harry lo ignorò, continuando a fissare Hermione, che nel frattempo aveva chinato il capo non riuscendo a sostenere il suo sguardo.

Come hai potuto?” le chiese in un sussurro.

Harry, ti prego... vai via.”

Tu eri tutto per me!”

Ti avevo detto di non venire a cercarmi!” ribattè lei, scendendo dal letto.

Harry le afferrò il polso con forza, stringendolo più di quanto volesse e con una forza che non credeva di possedere.

Ma non puoi lasciarmi con una lettera. Hermione, hai una considerazione così bassa di me?”

Harry, ti prego, vattene.” ripetè lei, provando a liberarsi dalla sua presa.

NO!- urlò Harry- Prima devo sapere. Non ho mai contato nulla per te? Non sono mai stato nient'altro che uno degli uomini che ti hanno usata?”

Hermione sospirò esasperata, mentre i suoi occhi divennero lucidi. In un istante si riempirono di lacrime.

Non è così, tu eri diverso.” affermò lei.

Per un istante il disprezzo che provava scomparve ed Harry rivide in lei la giovane perduta di cui si era innamorato.

Allora basta! - esclamò poi abbracciandola- Andiamocene da Londra. Vieni con me!”

Hermione però lo respinse subito: “No, mai! Harry, ti scongiuro, va' via e dimentica il mio nome maledetto. Sono una perduta che non può essere salvata da te.”

E lui?- domandò Harry nuovamente furente, indicando il barone Malfoy- Lui sì, invece?”

Io voglio solo la libertà. Al contrario del barone, tu non me la puoi offrire.”

Forse può liberarti, ma non potrà mai amarti come me!”

L'amore non conta, Harry. Per noi perdute non conta. Conta solo ciò che è reale e il barone lo è.”

Lui e i suoi soldi sono reali.” aggiunse Harry.

Hermione annuì, distogliendo il suo sguardo: “Sì, esatto. I suoi soldi.”

Ebbene, se sono i soldi che contano per te...- affermò Harry, prelevando dalla tasca interna della sua giacca alcune banconote- Ecco qua, il tuo compenso per essere stata la mia prostituta.”

Così dicendo, le gettò addosso le banconote ed Hermione non potè trattenere le lacrime che scivolarono copiose sulle sue guance. Harry la guardò, tremante di rabbia, mentre il suo cuore piangeva come Hermione, piangeva disperato.

Credevo fossi diversa, che non pensassi a queste cose. Ora però non voglio avere alcun debito con te e non mi devi niente. Sei libera, Hermione, come hai sempre voluto. Addio per sempre!”

Harry non sperò neanche che Hermione facesse qualunque cosa per fermarlo, ormai era tutto perduto. Perciò girò sui tacchi e uscì per sempre dalla sua camera, dalla sua vita e dal Red Heaven.

 

 

Mancano solo due capitoli a questo punto. ^_^ Che fine farà Hermione? Morirà come Violetta? Nel prossimo capitolo “Missing” lo scopriremo!

Ringraziamenti a chi ha recensito e ovviamente a mamogirl e Origin753!

Alla prossima

kia85

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Missing ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

Capitolo 10: “Missing”

 

                                                                                                               “Gelosa smania, deluso amore
                                                                                               Mi strazia l'alma più non ragiono.
                                                                                                 Da lei perdono più non avrò.
                                                                                                 Volea fuggirla non ho potuto!”

                                                                                                                                                                         Tre mesi dopo

 

Il cielo dell'Hertfordshire diventava ogni giorno più celeste, ma quella mattina in particolare sembrava più limpido che mai. L'inverno aveva sferrato il suo ultimo colpo gelido e piano piano stava lasciando spazio a una più tiepida primavera. Qualche piccolo mammifero era uscito dal letargo e si apprestava a ricercare un compagno per la stagione degli amori e lo stesso valeva per i volatili che spiccavano il volo, librandosi nell'aria contro l'azzurro del cielo. Il loro canto d'amore, l'annuncio della nuova stagione, inondava le colline verdeggianti della contea.

Harry era tornato a casa subito dopo essere stato allontanato da Hermione. Non aveva più alcun senso restare a Londra, dove ogni cosa ricordava lei. Ormai Londra, per quanto grande, era diventata troppo piccola in quel momento per ospitare entrambi. Per questo motivo aveva fatto i bagagli, salutato Oscar ed era tornato nell'Hertfordshire. I suoi genitori erano stati molto sorpresi di rivederlo, ma lo avevano accolto senza fare domande. Grazie al cielo avevano entrambi il pregio di non fare troppe domande ed Harry ne fu sollevato. Tuttavia si accorsero perfettamente che c'era qualcosa di diverso nel loro unico figlio. Harry sapeva che non era tanto una questione di cambiamento, quanto piuttosto di mancanza. Gli mancava qualcosa. Era fuggito, sì, da Londra, ma il suo cuore era rimasto lì, tra le mani di Hermione. L'aveva capito quando, pochi giorni dopo il suo ritorno a casa, si era seduto al pianoforte per suonare, senza però riuscirci, perchè dentro di lui albergava ora il silenzio: immane e straziante, il silenzio dentro il suo cuore lo tormentava. Quello stesso silenzio che una volta amava, fedele compagno nelle sue esecuzioni, ora albergava dentro di lui e lo detestava.

Tuttavia Harry non ne fu affatto sorpreso: sapeva bene che Hermione, entrando nella sua vita e nel suo cuore, aveva preso il posto della musica. Lei ora era a Londra e solo lì Harry avrebbe potuto ritrovare la scintilla che ispirava la sua arte.

Il problema era che non sarebbe mai tornato a Londra. Neanche per tutto l'oro del mondo. Lì aveva imparato ad amare, ma anche ad odiare. Perciò avrebbe seguito il consiglio che gli aveva dato Hermione nella sua lettera: non l'avrebbe più cercata.

Chissà che prima o poi non avrebbe ritrovato la musica da qualche altra parte. Per questo ogni giorno usciva e cavalcava in posti sempre nuovi alla ricerca di una nuova ispirazione, ma sembrava che niente riuscisse a ispirarlo come prima. Né un paesaggio illuminato dalla rosea luce dell'alba, né il placido scorrere di un fiume. Niente di tutto ciò era bello come prima.

Quella mattina Harry aveva optato per la riva del fiume Lee. Si era sdraiato sull'erba e osservava con tranquillità la natura che lo circondava, ma ogni cosa riportava la sua mente a Londra, da Hermione e quando questo accadeva il suo cuore perdeva un battito e lui odiava se stesso perchè non doveva pensare a lei così teneramente.

All'improvviso un lieve rumore proveniente proprio dal fiume attirò la sua attenzione. Harry sollevò il busto e guardò attentamente una piccola increspatura dell'acqua: sembrava un tronco d'albero che galleggiava. Poi spuntarono due lontre che, rapide ed agili, si arrampicarono sul tronco. Avevano tutto il pelo bagnato, le zampette corte e due occhietti scuri di una dolcezza estrema. Una delle due lontre cominciò a leccare il muso dell'altra ed Harry sorrise. Era circondato da amore: anche la natura sembrava che gli stesse consigliando di tornare ad amare, ma non poteva farlo perchè non ne era più capace.

Così, stanco di quelle visioni, Harry si alzò, salì sul suo cavallo e tornò a casa.

Mentre stava raggiungendo la sua meta, vide una carrozza molto elegante partire e allontanarsi dalla modesta tenuta dei Potter. Harry la guardò per qualche istante, chiedendosi a chi mai potesse appartenere quel mezzo, dopodichè affidò il cavallo allo scudiere ed entrò in casa. Dovevano esserci degli ospiti perchè i suoi genitori erano in salotto. In effetti era proprio così e Harry le riconobbe subito: erano la signorina Ginevra Weasley e la sua istitutrice, la signorina Mary Turner. La signorina Weasley era una giovane ragazza di appena diciott' anni: aveva capelli rossi e occhi azzurri, era poco più bassa di lui e il viso era cosparso di lentiggini. In generale era una giovane molto graziosa, ma i suoi modi, per i gusti di Harry almeno, erano decisamente troppo affettati. Da quando era tornato da Londra, la signorina Weasley veniva spesso a trovarli e altrettanto spesso sua madre Lily si recava a casa sua, non molto lontano da loro. Harry conosceva fin troppo bene quale fosse l'intento. Esponendo continuamente la fanciulla a Harry, sperava che un giorno lui potesse improvvisamente innamorarsi di lei, senza sapere che i suoi tentativi erano vani.

Harry, caro, sei tornato!” esclamò sua madre, notandolo nell'ingresso.

Harry entrò nel salottino.

Buongiorno madre, padre.- esclamò, rivolgendo poi un inchino alle due signorine- Buongiorno anche a voi, signorina Turner, signorina Weasley.”

Buongiorno, signor Potter.” salutò Mary Turner, mentre Ginevra gli rivolgeva un gran sorriso.

Hai fatto una buona passeggiata?” domandò sua madre.

Harry annuì guardandola: “Sì, grazie.”

Sapete, signorina Weasley, da quando è tornato da Londra, Harry esce tutte le mattine a cavallo. Ama stare nella natura.”

La natura è meravigliosa, signora Potter. Vostro figlio non potrebbe compiere attività più salutare.” commentò Ginevra, guardandolo di sottecchi, mentre Harry si sedeva accanto alla madre.

Oh, questo è assolutamente vero. Ringrazio ogni giorno il cielo per avermi regalato un figlio con passioni così sane. La musica, la natura... Peccato solo che sia così silenzioso, ultimamente.”

Cosa vi accade, signor Potter?” domandò Ginevra interessata.

Harry sorrise fra sé: “Niente di importante, non state a preoccuparvi, signorina Weasley!”

Avete forse lasciato questioni irrisolte a Londra?” intervenne la signorina Turner.

Questioni irrisolte? Come...Hermione?

Hermione che gli sorrideva, lo abbracciava, baciava e sospirava il suo nome...

Harry scosse il capo per scacciare quel pensiero.

Irrisolte dite? No, non direi proprio.”

A proposito di Londra, Harry...- disse Lily-... per pochi minuti non hai incontrato la nuova proprietaria della tenuta appartenuta alla signorina Middleton, pace all'anima sua.”

Harry sospirò, decisamente poco interessato all'argomento: “Chi?”

Avete presente la vecchia signorina Ellie Middleton?” domandò Ginevra.

Sì, me la ricordo, ma non è morta?”

Esattamente. È morta poco prima del tuo ritorno, caro. -spiegò Lily- Nel suo testamento ha lasciato la tenuta a una nipote di cui non ha più saputo nulla per tanti anni. Pare però che circa un mese fa il suo notaio sia riuscito a rintracciare l'erede, a Londra.”

Oh...buon per lei. È venuta qui a presentarsi?”

Lily annuì: “Sì. È una giovane molto carina e cortese.”

Indubbiamente è così, ma qualcosa nel suo viso non mi ha convinto. Sicuramente si trascurava molto, avete notato che aspetto particolare? Chissà che vita aveva a Londra, con tutti quei divertimenti, le feste...” esclamò Ginevra, sprezzante.

Harry roteò gli occhi al cielo: detestava quel modo di pensare tipico delle persone che abitavano in campagna, basato su sciocchi pregiudizi.

E dite, signor Potter, voi l'avete mai incontrata a Londra?”

Io? Scusate, signorina, come avrei potuto incontrarla? Londra è talmente grande e io ho incontrato ben poche persone di cui ricordi viso e nome.” rispose Harry.

Beh, ma Harry, la signorina ha lasciato una lettera per te.” affermò tranquillamente Lily.

Fu come se il tempo si fosse fermato e tutti in quella stanza sembravano ora immobili agli occhi di Harry. La sua mente era concentrata sulla risposta della madre. Una signorina di Londra che aveva consegnato una lettera per lui.

Dov'è la lettera?” chiese, scattando in piedi.

La madre gli rivolse uno sguardo del tutto sorpreso, così come i presenti: “È nell'ingresso.”

Perchè il suo cuore aveva cominciato a battere così rapidamente tutto d'un tratto? Non era sicuro fosse lei. Non poteva essere lei!

Grazie, madre. Con permesso.”

Ogni fibra del suo essere era impaziente e prima che se ne accorgesse Harry stringeva la lettera fra le mani. La soppesò: era una busta leggera e normalissima, senza alcun segno. Con mano tremante la aprì, ma dentro non vi era alcuna lettera. Poi lo scorse. Anzi, la scorse. Una viola. Una violetta bella, fresca e profumata. Harry la prese facendo molta attenzione e la avvicinò al viso, inspirando il suo profumo delicato.

Hermione.

Solo lei avrebbe potuto inviargli una violetta.

In quel momento ogni più piccolo ricordo legato a lei si affollò nella sua mente, lasciandolo stordito per alcuni istanti. Pensava di odiarla, di non volerla più vedere. Ma ora quel fiore, quella piccola speranza di rivederla, lo faceva fremere di desiderio.

Madre, come avete detto che si chiamava la signorina?” domandò Harry, tornando per un istante nel salotto.

Non l'ho detto, Harry. Comunque se non ricordo male il suo nome era Hermione Granger.”

Senza congedarsi Harry lasciò il salotto e salì in camera sua, ignorando i richiami di sua madre.

Hermione era stata a casa sua, aveva toccato il divano del suo soggiorno, la stessa busta che teneva in mano lui in quel momento. Tuttavia Harry non avrebbe dovuto essere così turbato. Lei lo aveva allontanato dalla sua vita dopo averlo ingannato. Gli aveva fatto credere che era diversa dalle altre perdute, che cercava anche lei l'amore come lui. Invece alla prima occasione aveva gettato tutto all'aria, spezzandogli il cuore. Ora era bastato quel piccolo fiore a mandarlo nuovamente in crisi. Non che lui avesse mai superato la delusione. In fondo anche se si era allontanato da Hermione pensava sempre a lei in ogni momento della giornata e soltanto chi ha il cuore malato pensa ossessivamente a una persona (1).

Pensando a lei si affollavano nella sua mente tante di quelle domande che Harry non sapeva proprio di quale avrebbe voluto ottenere una risposta nel più breve tempo possibile. Sua madre Lily l'aveva chiamata signorina Granger, il che significava che non era sposata, allora che fine aveva fatto il barone Malfoy? Inoltre ora si era trasferita nell'Hertfordshire, perciò aveva davvero lasciato Londra e il Red Heaven per sempre?

E soprattutto cosa avrebbe dovuto fare ora lui? Cercarla oppure no? Erano dubbi che lo assillavano costantemente da mattina a sera e lo tormentavano anche di notte, impedendogli di dormire serenamente. Una parte di lui sarebbe corsa da lei, senza pretendere spiegazioni. Era quella parte di Harry che era rimasta affascinato da lei dal primo momento, che aveva notato l'estrema dolcezza dei suoi occhi ambrati e si era lasciata inebriare dal su profumo. Poi c'era anche la parte più razionale, quella che si era innamorata sinceramente di lei, ma solo dopo averla conosciuta più a fondo e aver scoperto che animo puro si celasse in lei. Tuttavia proprio in quel momento gli stava consigliando di tenere a freno il suo istinto, perchè non sapeva cosa era accaduto a Hermione e avrebbe potuto restarne ancora una volta scottato.

Le sue battaglie interne continuarono per diversi giorni fino a quando tutte le risposte che desiderava arrivarono esattamente tre giorni dopo e non nei panni di chi si aspettava lui.

Il signor Weasley?” ripetè Harry, dopo che sua madre lo aveva raggiunto nella sua camera per annunciargli una visita.

Da pochi minuti si era seduto al pianoforte cercando disperatamente di provare a suonare quelle Dodici variazioni sul tema di “Ah vous dirai-je maman” (2) di Mozart che una volta Hermione gli aveva chiesto di suonare per lei, ma ricordare il modo in cui lei aveva assistito all'esecuzione, seduta accanto a lui e come si era commossa rendeva solo tutto più complicato.

Sì. Non è uno dei tuoi amici di Londra?”

C-certo.”

Devo farlo accomodare in salotto?”

Harry annuì titubante: “S-sì...grazie, madre.”

Sebbene si trattasse solo di Ron, Harry era impaziente, ma si trattenne un istante in camera sua: se l'avesse raggiunto avrebbe sicuramente ottenuto le risposte alle domande che si era posto. Da una parte preferiva non voler sentire nulla di tutto ciò, in quanto le notizie potevano essere crudeli. D'altra parte c'era una remota possibilità che ciò che Ron aveva da comunicargli fosse positivo per lui e quella possibilità, seppur piccola, Harry la percepiva come qualcosa di molto forte. Infine egli si decise a scendere.

Quando Harry giunse in salotto, riconobbe l'amico anche di spalle per quei capelli rossi...un marchio inconfondibile.

Ron?”

Buongiorno, Harry!”

Buongiorno a te. Che bello rivederti!” esclamò entusiasta.

Harry gli ando incontrò, porgendogli la mano destra, che Ron strinse calorosamente.

Grazie. Anche a me fa piacere rivederti.”

Accomodati, ti prego.”

Harry gli indicò un divano e Ron seguì l'invito.

Faccio portare del tè?”

No, grazie! Preferirei andare a parlare in un altro posto però.”

Harry sbattè le palpebre sorpreso: “Sì, d'accordo. Facciamo una passeggiata considerato che è una bella giornata?”

Perfetto!”

Fu così che i due giovani uscirono sul retro della casa e presero a camminare tra le siepi del giardino con splendide aiuole fiorite perfettamente curate dalla signora Potter.

Allora...come va?” chiese Harry.

Tutto a posto. Tu?”

Io? Sì, sto bene.”

Ron gli rivolse un lungo sguardo indagatore ed Harry chinò il capo perchè, in fondo, sapeva che lui avrebbe capito che non stava affatto bene solo guardandolo negli occhi.

Certo. È per questo che non sei andato a trovarla? Perchè stavi bene e non ti importava più niente di lei, vero?”

Cosa puoi saperne tu di quello che ho passato io?- sbottò Harry talmente irritato da fermarsi per un istante- Lei mi ha ingannato, sono stato la sua vittima, lei mi ha calpestato e ha spezzato il mio cuore!”

Sei solo uno sciocco, Harry. Non hai capito niente di Hermione. Eri sicuro di conoscerla, ma non è così. In realtà lei ha fatto solo il più grande gesto d'amore.”

Harry preso in contropiede lo fissò perplesso.

Cosa stai dicendo? Cosa ha fatto Hermione?”

Ha solo considerato la tua vita più importante della sua.”

Harry riprese a camminare: “Ti prego, sii più chiaro.”

Immagino tu abbia sentito parlare della signorina Granger che si è trasferita nella tenuta della signorina Middleton?”

Harry annuì, teso.

Signorina, Harry, non baronessa Malfoy. Non c'è mai stato nessun matrimonio per Hermione!”

Ma lei disse che...” disse lui evidentemente confuso.

Parole, solo parole per salvarti la vita.- sbottò Ron- Malfoy aveva scoperto la vostra relazione e l'ha ricattata.”

Ricattata? Come?”

Se lei non ti avesse allontanato e non fosse diventata la sua amante, Malfoy avrebbe raccontato tutto al conte Spencer e lui ti avrebbe certamente reso la vita un vero inferno . È per questo che Hermione ti ha lasciato.”

Fu come se la terra sparisse da sotto i piedi. Ora tutto tornava, il modo in cui lei l'aveva lasciato con una semplice lettera: lei era sicura che Harry non l'avrebbe mai accettato e che sarebbe andato da lei. Perciò si era fatta trovare tra le braccia di Malfoy, per ferirlo in modo irreparabile e così ferito lui l'avrebbe abbandonata, come lei desiderava. Harry si coprì il viso con le mani. Provava una tale vergogna di se stesso, che trovava insopportabile la presenza di Ron in quel momento.

Ma...questo significa che... è rimasta al Red Heaven quando sono partito da Londra?”

Certo!”

E come ha fatto allora a liberarsi adesso?”

Ron si guardò le mani e inspirò profondamente prima di rispondere: la sua espressione però molto distaccata.

Sei sicuro di volerlo sapere? Non è affatto piacevole!”

Proprio perchè non lo è, ora lo voglio sapere!”

Bene! Allora...quando te ne sei andato da Londra, Hermione ha continuato a sottostare al ricatto del barone Malfoy per un paio di mesi. Fintanto che lui non si è stancato di lei. Una volta che è riuscito a dimostrare a se stesso che poteva ottenere tutto ciò che voleva, ha giustamente pensato di rinunciarci. Senza dire nulla a Hermione, ha spifferato la vostra breve relazione al conte Spencer. Il conte è andato su tutte le furie. Una sera è giunto al Red Heaven e come suo solito è salito in camera di Hermione. Io stavo aspettando in salotto la mia esibizione, quando ho cominciato a sentire dei colpi dal piano di sopra. All'inizio non vi ho fatto molto caso, c'è un sacco di gente strana che frequenta quel posto, ma poi le urla di Hermione mi hanno fatto sobbalzare e senza pensarci due volte sono corso di sopra. Quando ho aperto la porta della camera di Hermione sono rimasto assai turbato da quanto mi si è presentato davanti. Quel farabutto...- disse Ron, stringendo i pugni con forza-...la stava picchiando con schiaffi e il suo bastone da passeggio. Hermione era a terra, rannicchiata. Nel suo sguardo vi era un terrore che non avevo mai visto. Per non parlare di come lui l'aveva ridotta. Aveva un labbro che perdeva sangue e si teneva una mano stretta al petto.”

Non parli sul serio...” mormorò Harry, arrestando nuovamente la sua passeggiata e fissandolo impietrito.

Ti avevo avvertito che non sarebbe stato piacevole. Comunque non hai visto Hermione tre giorni fa. Porta ancora i segni di ciò che le è accaduto.”

Harry si portò le mani fra i capelli. Non poteva credere a ciò che gli stava raccontando Ron e cominciò a odiare la capacità di immaginazione dell'essere umano: perchè mentre Ron parlava, Harry riviveva quei momenti nella sua testa e il solo pensare che qualcuno avesse fatto del male a Hermione, che l'avesse picchiata con brutale violenza gli stava annebbiando la mente. Sapere che lei avesse sopportato tutto ciò da sola senza di lui, anzi abbandonata anche da lui era qualcosa di straziante.

A quel punto, non mi importava più che l'uomo che avevo di fronte fosse un nobile molto potente di Chelsea. Mi sono frapposto tra lui ed Hermione e l'ho fermato con tutta la forza che sono riuscito a raccogliere. L'ho scaraventato fuori dalla camera di Hermione. Nel frattempo anche Iris era arrivata, richiamata dalle sue urla, ma non sembrava aver alcuna intenzione di rimproverarlo. Ho capito con disgusto che se l'avessi lasciata lì, quel vile sarebbe tornato e l'avrebbe uccisa con altra violenza. Perciò ho costretto Hermione ad alzarsi. Aveva un polso rotto, ma camminava ancora con le sue gambe. Sono uscito con lei senza badare alle parole di Iris che minacciava di licenziarmi e l'ho portata a casa dei miei genitori. Abbiamo chiamato un medico che le ha prestato le prime cure. Poche settimane dopo è giunto al Red Heaven un notaio dell'Hertfordshire, tale signor Watson dello studio Martin & Watson. È stato accolto da Coreen. Lui ha chiesto subito dove poteva trovare Hermione Jane Granger e lei gli ha detto che poteva trovarla a casa mia. Si è presentato come il notaio della signorina Ellie Middleton. Quando le ha raccontato che era l'erede della defunta signorina, io ho capito che si stava riferendo alla signora presso cui lavorava Luna, così Hermione mi ha chiesto se potessi accompagnarla.”

In effetti...- disse Harry, ancora sconcertato da quanto Ron gli aveva appena raccontato-... mi ricordo che mi aveva confidato di avere dei parenti in questa zona.”

Esatto. La signorina Middleton, pur non avendo sue notizie da anni, l'ha sempre creduta insieme alla zia di suo padre, ma l'ha nominata unica erede della sua tenuta e del patrimonio. La madre di Hermione era una delle sue più care nipoti e l'anziana signorina era molto affezionata anche a lei. Così alla sua morte, il notaio si è messo alla ricerca di Hermione. Ha cominciato dalla vecchia casa di Hermione in cui abitava con la sorella di suo padre. Pagando profumatamente la zia, il signor Watson è riuscito a sapere che Hermione era stata venduta anni prima in un bordello di Whitechapel, poi era stata trasferita al Red Heaven e ora siamo qui.”

Perchè allora non è venuta subito da me?” domandò Harry, sconcertato.

Secondo te si sarebbe fatta vedere da te in quello stato? Con i lividi su tutto il corpo e un labbro gonfio?”

No, hai ragione.- disse lui, coprendosi il viso con le mani- Che stolto sono stato!”

Sì, infatti, ma non ti biasimo. Lei si è informata, è venuta a sapere da Luna che tutte le mattine esci di casa per fare una lunga passeggiata e ne ha approfittato per venire a casa tua proprio in quell'orario. Una volta tornata a casa mi ha raccontato di aver incontrato i tuoi genitori e due signorine vostre ospiti, ma anche che ti aveva lasciato una lettera.”

Non era proprio una lettera, ma il messaggio era chiaro.”

E cosa hai intenzione di fare adesso?”

C'era solo una cosa che poteva fare per se stesso e per Hermione, per porre rimedio a ciò che aveva fatto...o meglio non aveva fatto.

Portami da lei!”

 

 

 

 

(1)-Citazione da X-1999, manga delle Clamp.

(2)- Mi ero dimenticata di specificarlo nel capitolo in questione, comunque per chi non le conoscesse sono le variazioni su quella melodia conosciuta in tutto il mondo come “Twinkle twinkle little star” o “Brilla brilla stella d'or”.

 

 

 

 

 

A questo punto siamo a solo un capitolo dalla fine...mi sa che ce la faccio entro il 13!!^_^

L'epilogo si intitola “Saved” e ho preparato anche una sorpresina da abbinare!

Grazie a chi ha recensito, a mamogirl e Origin753!

Alla prossima

kia85

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Saved ***


Titolo: Fallen

Team: Dobby

Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger

Rating: Arancione

Prompts: Amore, silenzio

 

                                                                         Fallen

Epilogo: “Saved”



                                                                                                                        “Sospiro e luce tu mi sarai,
                                                                                                        Tutto il futuro ne arriderà.”

Da bambino Harry aveva compiuto quel breve tragitto diverse volte: non gli era mai apparso così interminabile e snervante e cercare le parole giuste da rivolgere a Hermione per chiederle perdono non aiutava a calmarlo. Come avrebbe dovuto cominciare? Le avrebbe detto subito “Perdonami” oppure le avrebbe dovuto fare un discorso più elaborato? Harry non sapeva proprio come cominciare. L'unica cosa di cui era certo era che, non appena si fosse trovato di fronte a lei, l'avrebbe implorata di accettarlo nuovamente nella sua vita. Dopotutto l'avergli inviato quella violetta era certamente segno che lei lo voleva nella sua vita, ma per lui era doveroso ottenere il suo perdono.

Il tragitto terminò ed Harry e Ron arrivarono alla tenuta. Era decisamente molto più grande di quella che avrebbe ereditato lui. Non era un mistero che la signorina Middleton fosse una delle persone più facoltose della zona. Harry aveva già visto l'edificio in passato ma ogni volta rimaneva colpito da quanto fosse imponente e totalmente immerso nel verde. La facciata anteriore spuntava fra boschetti di pini e abeti, mentre sul retro si affacciava su un giardino perfettamente curato.

Quando smontarono da cavallo Ron gli fece segno di andare sul retro e così fece Harry.

Si inoltrò in quello che sembrava un giardino incolto e selvaggio, ma che in realtà aveva una struttura ben precisa come il più classico dei giardini inglesi. La posizione di ogni elemento, dal roseto ai gazebi ricoperti d'edera fino alle piccole statue raffiguranti putti, era stata studiata accuratamente. Harry seguì un sentiero costeggiato da primule di svariati colori e da piccole violette appena sbocciate. Camminò per qualche minuto fin quando non scorse poco più in là un laghetto con stupende ninfee che galleggiavano in superficie. Spinto dalla curiosità, Harry si diresse verso quel punto ma si bloccò all'istante con il cuore in gola.

Lei era lì, seduta su una panchina accanto al laghetto, tutta intenta a leggere un libro. Lo sorreggeva in grembo con la sola mano destra, mentre l'altra era appoggiata sulla panchina. Indossava un abito a maniche lunghe color pesca e uno scialle color avorio sulle spalle. Sembrava una signorina qualunque dell'Hertfordshire, se non fosse stato per quei capelli ricci lasciati sciolti che le arrivavano oltre le spalle. Harry amava i suoi capelli e il modo in cui la sua mano vi rimaneva intrappolata quando lui li accarezzava e lei rideva cercando di liberarlo.

Improvvisamente tutto il turbamento che Harry aveva provato per tutta la durata del viaggio svanì. L'oppressione che aveva provato durante il racconto di Ron si dissolse e il suo cuore divenne leggero: in fondo doveva solo avvicinarsi a lei e parlarle, non era niente di particolarmente complicato. Così si avviò con passo deciso e quando le fu accanto Hermione sussultò lievemente, voltandosi verso di lui. Harry si tolse il cappello e lei lo guardò mantenendo una sorta di calma apparente. Era ben evidente dai suoi occhi che era estremamente turbata. In piedi davanti a lei Harry si accorse di non saper cosa dire: non era mai stato tanto difficile parlarle e lui si rese conto che tutti i discorsi che aveva provato durante quel tragitto a cavallo erano stupidi, vuoti, banali e lei meritava di più. Deciso a parlare, disse la prima cosa che gli era venuta in mente e che probabilmente non era ciò che si aspettava né lei né lui.

E' un buon libro?”

Sì, molto.”

Di cosa tratta?”

Di rimpianti.”

Rimpianti, eh? Sembra interessante.”

E' così. La protagonista è una donna che ama, corrisposta, un uomo, ma la sua famiglia non vede di buon'occhio il matrimonio. Così lei si persuade a lasciarlo, ma non smette mai di amarlo. Quando egli torna dopo molti anni lei capisce che ha sbagliato a lasciarsi influenzare da persone che non potevano capire il suo sentimento, ma ormai è tardi perchè lui sembra scostante nei suoi confronti ed è circondato da altre fanciulle più belle e giovani con una freschezza che in lei sta mano mano svanendo.” (1)

Harry annuì, pensieroso: “Presumo però che lui in realtà non le sia del tutto indifferente.”

Hermione sorrise fra sé, guardando il libro in grembo e lo chiuse.

No, infatti, ma non l'ho ancora finito di leggere. Appena arriverò alla fine, sarai il primo a saperlo.”

Harry si sedette accanto a lei, appoggiando una mano su quella che lei aveva abbandonato sulla panchina.

Non credo che ce ne sarà bisogno.”

Ah no? Sai già come finisce?” chiese lei curiosa.

Credo di sì. Lui farà di tutto per riconquistarla.” affermò Harry, ma improvvisamente non stava più riferendosi al libro.

Hermione scosse il capo lievemente: “Non sarà così, lui non ne ha bisogno perchè lei l'ha sempre amato!”

E credi che potrebbe mai perdonarlo per come si è comportato?”

Hermione arrossì lievemente e accarezzò la copertina del libro con la mano, soffermandosi sulle lettere in rilievo del titolo.

Qualcosa mi dice che non stiamo parlando più di questo.”

No, infatti, ma la mia domanda è sempre quella. Potrai mai perdonarmi per come mi sono comportato con te?”

Harry, non hai bisogno di essere perdonato.”

Sì, invece, ti ho abbandonata. Questo non è degno di un gentiluomo e tu dovresti biasimarmi.”

Non posso farlo perchè sono stata io a volerlo.”

E' proprio questo il punto. Non voglio più essere così ingenuo e immaturo. Tu sapevi che non mi sarei accontentato di una semplice lettera e mi hai voluto ferire più profondamente. Dovresti odiarmi per ciò che ho fatto o meglio per ciò che non ho fatto!

L'espressione di Hermione si addolcì e lei lo guardò direttamente negli occhi: “Oh, Harry. Io non ti odio, non potrei mai. Dopotutto cosa mai avresti potuto fare?”

Avrei dovuto cercare di capire quale fosse il problema dietro il tuo comportamento. Invece mi sono accontentato di ciò che ho visto e ti ho fatto del male!”

Va bene così, Harry. Al contrario di me, non l'hai fatto intenzionalmente, è questo ciò che conta.”

Ma alla prima difficoltà non ho esitato a voltarti le spalle e io non voglio essere quel tipo di uomo per te, voglio essere forte e fedele. Voglio essere migliore perchè tu meriti solo il meglio.”

Harry, tu sei già il meglio per me e se ti può rincuorare, voglio che tu sappia che da quel momento, da quando sei partito da Londra, io non ho pensato a te con rancore né delusione per un solo momento. Eri sempre nei miei pensieri, ma come il mio ricordo più felice.”

Hermione gli accarezzò il viso con la mano sinistra ed Harry chiuse gli occhi, percependo una calda, serena sensazione invadergli il cuore. Perchè doveva essere così buona con lui? Chiunque altro al suo posto non avrebbe dimostrato la stessa comprensione. Invece il destino o chi per lui gli aveva inviato quella creatura ineguagliabile, almeno ai suoi occhi, per bontà d'animo e bellezza. Era stato assai fortunato per ben due volte e ora non le avrebbe mai più voltato le spalle.

Con un gesto deciso afferrò la sua mano, portandosela poi alle labbra, ma nello stesso momento sul volto della giovane si dipinse una smorfia di dolore. Harry se ne accorse e le scostò appena la manica dell'abito, notando la fasciatura del polso. Doveva essere quello che si era rotto per colpa della violenza del conte. Ora che le era così vicino Harry notò chiaramente la cicatrice sul labbro inferiore e un piccolo livido sulla tempia. La rabbia gli annebbiò la mente per la seconda volta, ma in quel momento Hermione non aveva bisogno della sua ira. Piuttosto doveva starle vicino, comprensivo e amorevole.

Mi dispiace...mi dispiace moltissimo per tutto questo.” le disse baciandole delicatamente il dorso della mano.

Hermione non disse nulla, lo guardò per pochi istanti, prima di scostarsi lentamente da lui e alzarsi in piedi. Harry la guardò sorpreso mentre si avvicinava alla riva del laghetto.

Non è stata colpa tua” gli disse infine con un tono decisamente distaccato.

Harry si maledisse: non avrebbe mai dovuto ricordarle quegli istanti di puro terrore che aveva dovuto affrontare da sola così come tutte le conseguenze di quel comportamento da vigliacco del conte.

Avrei dovuto portarti via subito da quel posto.”

Harry...- sospirò lei, continuando a rivolgergli le spalle-...se c'è una cosa che ho capito da tutta questa storia è che non si può vivere se ci si perde nei sensi di colpa e nei rimorsi. Io non rimpiango neanche una delle scelte che ho compiuto nella mia vita. Perchè, nonostante tutto ciò che ho passato, mi hanno portata a questo momento. Ti assicuro che io non pretendevo nulla da te, nessun folle eroico gesto. Mi hai già insegnato moltissimo.”

Harry si alzò in piedi, abbandonando il cappello sulla panchina e la affiancò: “Io?”

Certo. - esclamò lei, ritrovando il sorriso- Mi hai insegnato ad amare e questo è stata la cosa più bella che potesse capitarmi.”

Harry scosse la testa, sorridendo fra sé: “No, mia cara, ti sbagli. Non sono stato io a insegnarti l'amore. Tu hai sempre saputo cosa fosse meglio di me perchè tu sei l'amore, quello vero, l'unico in grado di sopravvivere al tempo e alle avversità! Sei l'esempio perfetto di tutto questo e ora sono qui per offrirmi nuovamente a te con un cuore che è ancor più tuo di quando quasi lo spezzasti mesi fa (2). E' sempre appartenuto a te. Perciò ti prego, Hermione, sposami.”

Così dicendo le prese una mano ed Hermione lo fissò titubante.

Harry, sarebbe stupendo, credimi, ma non oso immaginare cosa potrebbe accaderti se qualcuno venisse a sapere del mio passato. Le persone possono essere talmente crudeli a volte: non mi importa di ciò che potrebbero dire su di me, ma tu...non potrei sopportare di coinvolgere anche te.”

Harry le sorrise teneramente e la strinse a sé con un braccio intorno alla vita.

E io non potrei vivere un altro istante senza di te. Hermione, ho passato tre interminabili, insopportabili mesi qui. Sono fuggito da Londra perchè credevo di ritrovare un po' di serenità a casa mia nell'Hertfordshire, ma anche qui tutto mi riportava a te e soffrivo disperatamente. Non voglio più ripetere quest'esperienza. - le spiegò lui con un tono decisamente coinvolto- Inoltre ricorda che ti avevo promesso di portarti via dal Red Heaven e di sposarti. Tu, però, sei riuscita a salvare te stessa da sola e a venire qui da me. Quindi ora sta a me fare qualcosa per te e sappi che sarei veramente felice se tu accettassi la mia proposta.”

Probabilmente la determinazione nello sguardo e nelle parole di Harry riuscì a convincerla perchè Hermione sospirò.

Oh, d'accordo, ma ricorda che ti avevo avvisato!”

Harry rise e le baciò la fronte, mentre lei chiuse gli occhi.

Va bene. Andiamo adesso.” disse lui, prendendola per mano.

Dove?”

A dare la bella notizia ai miei. Saranno molto sorpresi!” esclamò lui, incamminandosi.

Hermione, però, divenne improvvisamente rigida e non si mosse di un millimetro: “Harry, non credo di essere pronta per questo.”

Ma sì che lo sei. Inoltre li hai già conosciuti o sbaglio?”

No, è vero, ma...presentarmi in questa veste come...” mormorò lei, arrossendo in viso.

Come mia fidanzata?” terminò lui.

Hermione annuì timorosa: “Se non dovessi piacergli?”

Sei già piaciuta a entrambi e se ti conoscessero meglio ti troverebbero assolutamente deliziosa, ne sono convinto. Tuttavia, ricorda...- disse lui, stringendole ancor di più la mano-...qualunque cosa accada d'ora in poi, ci sarà sempre la mia mano a sorreggerti. Su questo puoi stare tranquilla.”

Harry le sorrise fiducioso ed Hermione sembrò rasserenarsi: “Certo. Lo so, mi fido di te.”

Allora...andiamo?”

Andiamo!”

Fu così che entrambi si avviarono verso quello che sembrava un futuro migliore e l'uno aveva finalmente incontrato nell'altra ciò che aveva cercato disperatamente per tanto tempo. Così in Hermione Harry aveva trovato l'amore, la scintilla che aveva illuminato la sua vita, rendendola speciale e completa e lei aveva raggiunto grazie a lui la libertà e il silenzio. La sua vita da perduta era cominciata con rumori di pioggia scrosciante e schiamazzi di bordello. Ora invece, mentre camminava con lui in quel giardino, era circondata solo da silenzio, che non era più simbolo della sua solitudine, ma era simbolo di pace, felicità e amore.

 



                                                                                                                    “Ah, della traviata sorridi al desio;
                                                                                                      A lei, deh, perdona.”



                                                                    Fine



(1)- Il libro in questione è “Persuasione” di Jane Austen.

(2)- Citazione da “Persuasione”: “Di nuovo mi offro a voi con un cuore che è ancor più vostro di quando quasi lo spezzaste, otto anni e mezzo fa.”

 

 

 

 

 

E siamo giunti alla fine...Probabilmente questa è la prima vera long fic su Harry ed Hermione che porto a termine, perciò è un vero miracolo! *_* La sorpresa a cui avevo accennato nello scorso capitolo è ovviamente il bannerino!! ^^

Ringrazio innanzitutto due persone. Mamogirl, grazie per la disponibiltà, per essere sempre la mia betareader anche se non è il tuo fandom e per la rapidità con cui hai corretto i capitoli. Grazie anche a Origin753, perchè i suoi consigli sono sempre stati precisi e molto utili per dare alla storia quel qualcosa in più che ho cercato sin dall'inizio.

Grazie a roxy_xyz per le bellissime recensioni e per aver trovato le immagini che ho poi utilizzato per il banner, I_Love_Malfoy, cleomery, kla87, jaybree88, merygreis, Apple90 e tutto il gruppo Cercando chi da la roba alla Rowling perchè è anche grazie a loro se ho ritrovato l'ispirazione per questo meraviglioso pairing.

Alla prossima

kia85

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=863602