Il primo amore non si scorda mai.

di JooJoo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una giornata uggiosa. ***
Capitolo 2: *** Il Natale si avvicina. ***
Capitolo 3: *** Incontri inaspettati. ***
Capitolo 4: *** - I nostri protagonisti. ***
Capitolo 5: *** Edimburgo. ***
Capitolo 6: *** Il primo dell'anno. ***
Capitolo 7: *** Routine quotidiana. ***
Capitolo 8: *** Oggi sono io. ***



Capitolo 1
*** Una giornata uggiosa. ***


Piove, piove, piove.

Ormai pioveva da giorni e ovviamente, non risparmiava neanche questo sabato.

Le vacanze di Natale si avvicinano e le luci colorate abbondano ovunque.

A me piace la pioggia, e anche il Natale, ma quest’anno non sono dell’umore giusto.

Il mio ragazzo mi ha lasciata perché si è innamorato di una spogliarellista del night e mi ha detto di volerla sposare.
-“ Dai Giulia, io ti amo. Ma amo di più lei. Credo di volerla sposare”.
… E io credo di volerti uccidere, STRONZO.

Capite ora perché non sono natalizia quest’anno? Mi mangio il fegato solo a pensare che ho speso esattamente 79 euro per un fottuto maglione che probabilmente brucerò. Forse ho bisogno di un viaggio, andare via da questo paese mi farà bene.

Qualche soldo da parte ce l’ho, non molto sia chiaro, però posso pagarmi qualche giorno di vacanza.

Lavoro in un piccolo bar, e grazie a questo riesco a tirare avanti.

Per fortuna ci sono i miei, quando sono al verde riescono a tirarmi fuori dai casini.

Ma io cerco sempre di farcela con le mie forze, non mi piace chiedere aiuto e neanche essere in debito con qualcuno. Anche con i miei genitori. Vivo in un piccolo monolocale vicino Bologna, e per una ragazza di 23 anni è un miracolo essere indipendente.

Sono orgogliosa del mio appartamento, imbiancato e ristrutturato da me e la mia amica Monica.
Tutto blu, con qualche striatura di nero (da buona interista quale sono).

Nel soggiorno c’è un divano nero, dove passo le giornate come queste a mangiare e guardare la tv.

Vicino vi è una piccola cucina con il minimo indispensabile. La camera da letto si trova dall’altra parte del soggiorno, e alla sua destra il bagno.

Dopo questa descrizione della mia casa, che sicuramente non interesserà nessuno, posso riprendere a deprimermi sul mio comodo divano nero. Faccio qualche giro alla Tv ma ovviamente non c’è nulla di interessante. Le solite cose tipo C’è posta per te o Ti lascio una canzone, che palle.

Si, meglio andare a letto presto, ho parecchio sonno arretrato e domani grande pranzo a casa dei miei con tutti i partenti. Si, ho bisogno di fare una vacanza.

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Capitolo 2
*** Il Natale si avvicina. ***


Mi sveglio con un gran mal di testa e guardo dalla mia finestra che da alla strada. Anche oggi piove, dovrò stare attenta alla strada bagnata.
Fortunatamente mi sono svegliata presto ed ho il tempo di prendermela con comodo.

La giornata sarà lunga e molto faticosa, a confronto una giornata al bar è un passatempo.

Solo il pensiero di rispondere alle solite domande come - “ Dove hai lasciato il tuo ragazzo?” con
–“ Probabilmente si sta sbattendo la sua nuova ragazza e futura moglie” non mi entusiasma.

Per niente felice mi dirigo verso la cucina ed inizio a fare il caffè.
Purtroppo io non sono mai stata una tipa da mulino bianco la mattina. Come tutte le persone normali, credo.

Bevo il mio caffè latte con qualche biscotto e poi mi butto, per non dire mi schianto, in doccia.
Dio, che freddo che c’è oggi! Non sapevo di vivere in Groenlandia.
Mi son pure dimenticata di accendere lo scaldabagno. Senza dubbio, la giornata è iniziata nei migliori dei modi.

Prendo i primi jeans che trovo, blu scuri skinny, una felpa grigia e le all star nere ormai diventate grigie.
Prima o poi dovrò buttarle, però ci sono tanto affezionata.

Prendo il mio giubottone nero e la sciarpa. Ora non ricordo dove ho lascito le chiavi.
Ovviamente sono in cucina, come sempre quando non le trovo.

Salgo in macchina e inserisco subito il mio cd preferito di Guccini. Ok, ora si può partire.
Adoro la sua voce, ti entra nell'anima. Riuscirebbe a commuovermi anche candanto 'il coccodrillo come fa'.

Stranamente oggi non c’è molto traffico e arrivo a casa dei miei dopo 30 minuti.

-“ Tesoro, come stai? Ti vedo dimagrita, ma stai mangiando?”

Ecco la solita accoglienza di mia madre che, anche se mi ha visto tre giorni fa mi vede dimagrita.

-“Si mamma, sto bene! E no, purtroppo non sono dimagrita”

Infatti io sono tutto tranne che magra. Non che sia una palla di grasso di 120 kili, però ho qualche chiletto in più.
Diciamo che sono una ragazza con delle curve al punto giusto.

Dopo aver salutato tutti i parenti ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare, mangiare e ancora mangiare.
Adoro la cucina di mia madre, magari al mio fisico piace un po' meno.

Dopo il dolce, il caffè, l’ammazza caffè e il resto arriva la fatidica domanda.

-“ Ma Giacomo dove l’hai lasciato?”- Eccola li, mia zia, sempre discreta.

-“Emh… ci siamo lasciati una settimana fa.”

Tutti rimangono a bocca aperta, e poi, mio padre rompe il silenzio con
-“A me non è mai piaciuto quel ragazzo, con tutti qui buchi nelle orecchie e gli anelli al naso…”

-“Zio, si chiamano espansori e poi si usano. Sei vecchio, out!”- dice mia cugina, che ovviamente segue la moda come fosse vangelo.

Io non amo gli espansori o i piercing e ovviamente non seguo la moda. Mi piacciono solo i tatuaggi se non molto appariscenti.
Ne ho uno nell’avambraccio, una scritta per la precisione. Always. (si, amo Harry Potter, e Piton è il mio personaggio preferito).
E l’altro sotto il seno, un bellissimo ramo di fiori di pesco.

Dunque non sono antica, semplicemente non mi piacciono gli anelli che ti deturpano il viso o i ragazzi che vogliono apparire.
La semplicità è il carattere che più mi distungue dagli altri. Forse abbonda.

Dopo un accesa discussione tra i miei parenti sul mio ex ragazzo,gli espansori e la nuova generazione è ora di giocare a tombola.
A casa mia infatti, è un rituale. Alle 17.30 si inizia a giocare a tombola e a mangiare biscotti o frutta secca fino a ora di cena.
Ci mancherebbe altro che non si rimanga anche per la cena!

Devo dire la verità, qualche volta mi diverto anche io a queste cene tra parenti.
Le mie zie dicono delle stronzate assurde quando ci si mettono.

A serata finita aiuto mia madre a sparecchiare e mettere la sala in ordine.

Ci diamo appuntamento per la settimana prossima.

Natale si avvicina con una velocità impressionante.

Devo iniziare a prenotare il mio viaggio, ho deciso anche la destinazione.

Edimburgo.

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Capitolo 3
*** Incontri inaspettati. ***


Salve a tutti.
Da questo capitolo possiamo dire che inizia la nostra storia. :D
E' la mia prima fanfiction,diciamo, visto che l'altra l'ho interrotta per mancanza di idee.
Se vi piace o anche solo se vi incuriosice la storia, lascitemi una piccola recensione.
Vi pregooo *si inginocchia* :3
Accetto anche insulti! ahahah
ECCO IL NUOVO CAPITOLO, SPERO APPREZIATE.





Natale è passato e, finalmente, il fatidico giorno della partenza per Edinburgo è arrivato.

27 dicembre, forse non il miglior giorno per viaggiare ma per fortuna sono riuscita a trovare un biglietto all'ultimo minuto. Sia santificata la Rayanair e i suoi biglietti a buon prezzo.

Dopo essermi svegliata alle 6 del mattino più felice del solito, controllo che nella mia valigia ci sia tutto.

Come ogni notte prima di una partenza non ho dormito.

Ero troppo impegnata a pensare alle possibilità che l'aereo si incendi ad alta quota oppure che all'ultimo minuto mi dimentichi qualcosa. Secondo voi sono paranoica? ... avete ragione.

All'aereoporto non c'è tantissima gente, perlopiù coppiette innamorate che vogliono passare il capodanno all'estero, o gruppi di amici diretti in Olanda. Chissà perché.
Ma sono l'unica a voler passare il capodanno da sola senza volermi sballare o robe del genere? Credo di si.

Persa nei miei pensieri non mi accorgo che nel mio passaggio c'è una valigia, visibile anche da chilometri di distanza.
Ma io, come nelle migliori commedie, mi schianto con questa, attirando l'attenzione di tutti.

Dio, che figura di merda! Odio stare al centro dell'attenzione, ma come sempre ci sono.

Sto per dire - Che cazzo avete da guardare? Voi non ne fate figure di merda? - quando una voce che non mi è nuova mi dice - " Signorina, tutto apposto?"-
Vorrei rispondere che no, niente è "apposto", pero' mi blocco, riconoscendo il soggetto che ha parlato.

-"Emh... si, tutto ok."- spero che lui non mi abbia riconosciuro...

-"Giulia, ma sei tu? Oh, come stai? E' da tanto tempo che non ti vedo!"- merda, mi ha riconosciuto.

Per chi non lo sa, il soggetto che sta parlando è il mio ex professore delle medie.

Mi ero presa una cotta mostruosa per lui, e si, non sono riuscita a dimenticarlo per quattro anni.
Non che fosse bello, però mi piaceva. Insomma, non ci deve per forza essere un motivo, no?

Penserete, la solita cotta adolescenziale e bla bla bla... Si, lo pensavo anche io prima di ritrovarmelo davanti nove anni dopo e accorgermi di reagire sempre allo stesso modo.
Mani sudate, faccia bordeaux e cuore che andava a mille.

-"Hei, tutto bene? Non è che hai preso un colpo alla testa?"-

Per quanto tempo ero rimasta a fissarlo? Stupida, stupida, stupida.

Mi rimetto in piedi e dico -" Nessun colpo alla testa. Prof, non l'avevo riconoscita!-" Certo Giulia, ma a chi vuoi darla a bere...

-"Anche tu in partenza? Dove sei diretta?"-

-"Vado ad Edimburgo per qualche giorno, festeggio il capodanno li. E lei?"- Stupida, smettila di tremare come una foglia!

-"Io vado a Parigi con"- non fa in tempo a finire la frase che una donna bellissima e biondissima risponde per lui.
-"Viene con me."- E sfodera uno di quei sorrisi a trentadue denti che io odio.

Poi li passa un braccio nella vita e continua -"Piacere, io sono Daniela, una sua amica."-

Certo, una sua amica... E io sono Megan Fox.

-"Piacere, io sono Giulia, una vecchia alunna del Professor Veronesi"- Mi guarda dall'alto in basso e poi dice
-"E' cosi terribile come penso?"-

-"Oh no no, è davvero un bravo professore."-

Sentendo i suoi occhi adosso divento ancora più rossa di quel che già ero.

Per fortuna trovo una scusa per svignarmela.

-"Io devo andare, altrimenti perderò l'aereo."-

-" Oh si certo"- dice lui come se fosse caduto dalle nuvole, a che pensava? -"ti lascio andare, ma promettimi che mi farai sapere come hai passato il capodanno"-

-"Si, va bene, ma io non ho il suo numero."-

Esce un bigliettino e me lo da -" Ecco tieni, fammi uno squillo così registro il tuo."-

Scambiati i numeri è davvero arrivata l'ora di prendere l'aereo.

-"Allora ci sentiamo."- dico io. Perchè mi sento sempre così stupida davanti a lui? Mi sembra di avere 14 anni!

-"Certo, ciao. E buon anno!"-

Lo saluto con due baci, pentendomene subito dopo aver sentito il suo profumo.

Basta Giulia, vattene. Scappa in Scozia. SUBITOOO.

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Capitolo 4
*** - I nostri protagonisti. ***


Ecco come mi immagino i protagonisti.
Che ne pensate?






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Capitolo 5
*** Edimburgo. ***


Edimburgo è una città spettacolare. Me ne sono innamorata pazzamente.

Quì l'aria natalizia si può toccare con mano. La neve, i canti di natale, le decorazioni.

Non avevo mai visitato la Scozia, ma da tempo mi ero ripromessa di farlo e ammetto di aver fatto la scelta giusta.

Ho trovato un piccolo B&B a qualche minuto dal centro.
Appena arrivata mi ha accolto una simpatica donna, con uno strano accento scozzese.

Quì sembrano tutti ospitali, e per il mangiare diciamo che ci si può addattare.

La mia camera è rivolta verso una stradina, che porta in aperta campagna.
Si vede pure un laghetto, ovviamente congelato per il gran freddo.

Mi sono sistemata già da un paio di giorni, impressionante come vola via il tempo quando sei in vacanza.

Oggi decido di girare un po' per i negozi. Ci sono i souvenir per tutta la famiglia da comprare.

E poi mi devo far perdonare da mia madre per essere scappata via per il capodanno.
Ma lo sanno tutti, no? 'Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi'!
Beh... io ho deciso di festeggiarlo da sola, o almeno così pensavo.

Stavo uscendo soddisfatta dal negozietto in cui ho coprato il regalo perfetto con mia madre quando, mi scontro contro un ragazzo.

Hei, ma io questo lo conosco, e anche bene! Dovrò farci l'abitudine a questi incontri?

-"Davide, ciao! Come stai?" Il ragazzo sembra non riconoscermi ma poi, dopo aver guardato sotto la cuffia e la sciarpa mi dice

-" Oh Dio, Giulia ma sei tu!"

Mi prende in braccio stritolandomi, senza lasciarmi il tempo neanche per respirare.

-"hei, mettimi giù!" urlo.

La gente vicino ci guarda un po' storto parlottando tra di loro. Riesco a capire solo: -"Italian".
Chissà perchè, gli stranieri ci apostrofano tutti in questo modo.

-"Giulietta, come stai?" mi chiede Davide mettendomi giù.
-"Bene, diciamo. E comunque non chiamarmi in quel modo!" Faccio per dargli un pugno ma lui mi blocca il polso ridendo.

Davide è un ragazzo alto, sul metro e novanta. Carnagione scura,per le sue origini calabresi con occhi e capelli neri, è davvero un bel ragazzo.
Era un mio vecchio compagno di scuola al Liceo, poi con l'Università i rapporti erano sempre meno frequenti fino ad anullarsi del tutto dopo tre anni.

Gli voglio un gran bene e, lo cosidero uno dei miei migliori amici.

-"Dai, andiamo a prenderci una birra in quel Pub. Ho un sacco di cosa da raccontarti."

Troviamo un tavolino libero vicino al camino, e ci sediamo ordinando due birre

. -"Allora, che ci fai qui?"- mi chiede subito lui dopo che il cameriere si allontana.
-"Diciamo che sono venuta quì per riposarmi"-
-"Mmmh... affari di cuore."- faccio un sorriso amaro come per dire 'ci hai azzeccato'.
Davide è una delle poche persone che riesce a capirmi con un solo sguardo.

Gli racconto tutta la storia di Giacomo e la sua nuova ragazza.

-"Che gran bastardo, gliel'hai dato almeno un pugno da parte mia?"

Ridiamo e scerziamo ancora un po' e poi inizia a raccontarmi cosa ha fatto in questi anni che non ci siamo sentiti.

Dice che sta per laurearsi e che io dovrò per forza essere presente.

Parliamo della scuola, dei vecchi tempi e di tutte le cazzate fatte insieme al Liceo.

Ci eravamo fidanzati in seconda liceo, però abbiamo capito di essere solo dei buoni amici.

Anche perchè lui può essere solo un amico per tutte le donne. Sì, è gay.

-"Allora, tu quando riparti?"- mi chiede speranzoso -" Il 3 gennaio e tu?"-
-"Ma allora torniamo lo stesso giorno, grandissima! Passiamo il capodanno insieme ovviamente, ho un gruppo di amici qui che ti vorrei presentare!"-
-"Non ragazzi spero, ne ho abbastanza per ora."-
-"Tranquilla Giù, sono tutti felicemente fidanzati o strafelicemente gay."-

Diciamo qualche altra stronzata e ci diamo appuntamento all'indomani mattina per organizzarci meglio.

Prima Veronesi, poi Davide... forse questo 2012 sarà l'anno dei ritrovamenti?

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Capitolo 6
*** Il primo dell'anno. ***


E' l'ultimo dell'anno. Mi sto preparando per la festa che Davide ha organizzato in un locale nel centro.

Non so che mettermi, pentendomi di aver comprato sempre dei vestiti troppo banali.

Dopo tre ore di togli-metti-togli-metti, opto per un vestito nero.
Non troppo appariscente. Ha uno scollo a V che mette in risalto il seno.
Si stringe sui fianchi grazie ad una fascia color panna.
Arriva appena sopra il ginocchio.
Scarpe alte, un po' di trucco e sono pronta.

Non sono abituata a camminare su questi trampoli, ma per fortuna me la cavo parecchio bene.

Davide arriva con qualche minuto di ritardo, come da copione.

Appena mi vede fa un fischio con un gran sorriso.
-"Stai benissimo tesoro, ti ho lasciato che eri una barbona ed ora sei diventata uno schianto".

Gli do' uno schiaffetto nella spalla, ma, devo ammettere che oggi mi sono sistemata davvero bene.

Arriviamo alla festa dove c'è parecchia gente, tutti estranei.

Faccio conoscenza con un paio di ragazzi del posto, molto simpatici. Ci diamo appuntamento nel mio bar a Bologna, per le loro vacanze pasquali.

Mangiamo e balliamo per tutta la serata.

Alle 23.55 tutti si adoperano di spumante, bicchieri, cappellini e robe varie per il coundown.

-"3... 2... 1... HAPPY NEW YEAR!"

I tappi dello spumante volano ovunque e, Davide arriva subito con un biacchiere strapieno.

Come al solito parte il trenino, che si deraglia poco dopo...

La festa continua fino alle 6 del mattino, almeno per me.Mi è venuto un gran mal di testa ed è ora di rientrare.

Non sono abituata a questo stile di vita, musica a palla, alcool ecc...

Cerco Davide e mi faccio riaccompagnare al mio alloggio. Sono davvero stremata.

Entro in doccia per cercare di riprendermi un po', ho i capelli zuppi di spumante.
30 minuti dopo esco dalla doccia rigenerata.

Mi straio nel letto e guardo il cellulare.

-"Oh Dio, quanti messaggi"- infatti, mi accorgo solo ora che ho 35 messaggi non letti.

Odio quelli che inoltrano i messaggi di auguri.Non ricordo neanche chi siano tutte queste persone.

Rispondo a tutti con il solito 'Grazie, tanti auguri anche a te e famiglia' quando un messaggio 'particolare' attira la mia attenzione.

Felice anno nuovo, Carissima.

Insomma niente di particolare... il fatto è che questo messaggio l'ha mandato lui. Si, proprio lui. Veronesi!!

Leggo più volte il 'Carissima'.

l'avrà inoltrato a tutta la sua rubbrica come tutti gli altri.

E poi, che male c'è a scrivere 'Carissima'? Forse il fatto è che la scritto lui...
SMETTILA GIULIA. Non ricominciare con questa storia.

Rispondo al messaggio con - Grazie mille, felice anno anche a lei-. Sì, meglio usare il lei.

Invio il messaggio ma, mi accogo che non ho abbastanza credito.

-"Non ci posso credere..."

Infatti, non avevo pensato che probbabilmente le tariffe telefoniche da Edimburgo a Parigi erano piuttosto care.

Quando torno in Italia devo ricordarmi di rispondere.

Mi addormentai dopo qualche minuto, troppo stanca per pensare ancora al mio ex tenebroso professore di matematica...

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Capitolo 7
*** Routine quotidiana. ***


Ero tornata da Edimburgo il 3 Gennaio come previsto, anche se avevo una gran voglia di mandare tutti al diavolo e trasferirmi in quella bellissima città.
Purtroppo la routine era tornata e con essa lo stress quotidiano. Era questo il brutto delle vacanze, quando ritorni a casa stai peggio di quando sei partita.
Quindi, quei giorni li passai con un gran muso lungo, stile pubblicità di costa crociara, e un po' di malinconia...
Ovviamente dopo qualche giorno questa depressione post-vacanza mi è passata. Anzi, me la son fatta passare. Non potevo lavorare con una faccia da zombie e ringhiare a tutti i clienti... no, decisamente non potevo farlo.
Da domani riprenderò il mio lavoro, per giunta con i turni la mattina, un trauma.
Non sono mai stata mattiniera, adoro stare a letto fino a tardi e no, non me ne vergogno.
Comunque, volente o nolente, da domani mi alzerò alle 5 del mattino per circa sei mesi consecutivi. Che gioia!

Un po' perché non c'era niente da fare, e un po' perché quel poco che c'era da fare non avevo voglia di farlo, mi coricai presto.

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Forse non era così brutto come pensavo. Lavorando la mattina avevo tutta la sera libera per distrarmi e uscire con gli amici e le mie giornate diventavano sorprendentemente più lunghe.
Osservare la mia città alle prime luci dell'alba era indescrivibile. Come ascoltare il silenzio prima del frastuono o guardare il pezzo iniziale di un film d'azione.
Poi il bar la mattina si riempe di gente di tutti i tipi. Ci sono quelli che son sempre di fretta, anche se hanno mezz'ora di anticipo, quelli che cercano di far conquiste a qualsiasi ora usando le più scuse più stupide per approccuarsi all'altro sesso, quelli che discutono ininterrotamente di politica, di donne e di calcio, e poi loro... la nuova generazione. Sembravano tutti uguali. Vestitivano allo stesso modo, parlavano allo stesso modo e perfino si comportavano tutti allo stesso modo.
Alcune volte assisto a delle scenette assurde. Figli che dicono quel che devono fare ai genitori, e genitori che si fanno sottomettere dai propri figli...
io le volte che ho risposto bruscamente a mia madre me ne sono pentita amaramente, chiedendo scusa subito dopo. Ma non per paura di possibli punizioni, no. Chiedevo subito scusa perchè mi sentivo in colpa parlando in quel modo a mia madre, una donna che porta avanti marito figli e lavoro, insieme.
Perciò ho tanto rispetto per lei, perché io verrei diventare almeno la metà della donna che è.
Ma questo i giovani d'oggi non riescono proprio a capirlo, trattano le persone come se fossero oggetti e vivono la vita come se fosse un videogioco.
Ovviamente non sono tutti così, infatti io conosco ragazzi maturi per la loro età, e anche io lo ero.
Proprio quel giorno, c'erano dei ragazzi al bar, sui sedici anni, che discutevano del loro capodanno.
-"Non puoi capire che cosa ho fatto a capodanno Stiz, ho bevuto così tanto da rischiare di rimanerci secco! E poi mi son fatto questa tipa alla disco, minchia Stiz, la dovevi vedere..."-
-"Cazzo, a me è capitata una cessa che viene nella nostra scuola, dopo te la faccio vedere... comunque, me la son fatta lo stesso... non potevo rimanere senza una ragazza a capodanno!"-
-"Hai fatto bene, e che le hai detto poi?"-
-"E che le dovevo dire? Dopo che abbiamo finito le ho detto di non cercarmi mai più perché era una racchia!"-
Risero di quella ragazza e poi andarono via, guadagnandosi una delle mie occhiate peggiori.
Ma davvero i ragazzi erano tutti così, interessati solo al sesso e non a conoscere delle persone che potevano farle innamorare?
-"Hai sentito quei due ragazzi? Credo che la ragazza cessa sia entrata nel bar e abbia sentito che cosa dicevano. E' scappata via in lacrime!"-
-"Si gli ho sentiti, due decerebrati"- risposi alla mia collega Barbara.
-"Anche mio fratello parla così con i suoi amici delle ragazze. Secondo te sono tutti uguali?"- mi chiese scherzando Barbara.
-"bah... secondo me si."- dissi -" Ed è per questo che non trovero mai il ragazzo adatto a me."-
Mi voltai per servire il prossimo cliente e indovinate un po' chi era? Nientepopodimeno che Veronesi.
-"Quindi hai intenzione di rimanere single a vita, Giulia?"- mi chiese lui con la faccia da mandrillo.
-"Professore!"- sobbalzai io -"Che ci fa ANCHE qui?".
Alzò un sopracciglio e rispose -"No, non è mia intenzione perseguitarti se è quello che hai capito. Più che altro che ci fai TU qui. Io faccio colazione in questo bar da settembre e non ti ho mai vista." -"Ho-o iniziato i turni di mattina."- risposi io -"E comunque non intendevo dire che lei mi perseguita... anzi..."- Lo sapevo, ero diventata rossa come un pomodoro e la mia collega mi guardò come a dire - Chi è questo Signore?- con una faccia che non prometteva nulla di buono.
-"Non mi hai risposto al messaggio di auguri... Scommetto che avevi cose molto più interessanti da fare." disse lui.
-"E' verooo! Mi scusi Professore ma mi sono completamente dimenticata"- oh, che fugura. Dopo quella notte non avevo più pensato al messaggio del Prof... forse ero troppo brilla ber ricordarlo.
-"Non ti preoccupare, piuttosto, mi devi raccontare come hai passato il capodanno!"- disse lui ridendo.
-"Oh, bene bene. Sono stata davvero fortunata... ho incontrato un vecchio amico che non vedevo da parecchio tempo e abbiamo passato la serata insieme in un locale."-
-"Avevi intenzione di passare il capodanno da sola?"- chiese lui sorpeso.
-"Bhe, si. Sono partita con l'idea di staccare la spina, semplicemente trascorrere pochi giorni per riposarmi."
-"Problemi di cuore scommetto..."
Io non risposi, feci solo un sorriso tirato. Mi accorsi che altri clienti stavano aspettando da un po', così chiesi -"Allora, cosa prende?"- per velocizzare la fila.
-"Un caffé, grazie".
-"E comunque"- riprese ancora lui -"tutte le generazioni sembrano omologate, ma ti do ragione sul fatto che questa è la peggiore che io abbia mai visto"-
-"Io non ero uguale agli altri... io ero io, e basta!"- risposi con una voce da finta offesa.
-"Si, è vero... tu sei stata sempre diversa dagli altri!E meno male"- disse lui, provocandomi un leggero imbarazzo, ma poi aggiunse -"Eri così imbranata che se tutti fossero stati come te la scuola sarebbe crollata in due minuti."
Come non detto... Risi a quella battuta, ricordandomi com'ero nove anni fa... un totale disastro. Non che adesso non lo fossi eh!
-"Ecco il suo caffé."- dissi. Non mancai di notare che lo prendeva senza zucchero. Ma come faceva?
Lui sembrò leggermi nel pensiero perchè mi disse -"Odio lo zucchero, e qalsiasi cosa dolce... bhè, tranne il cioccolato fondente."-
-"Lo immaginavo..."- feci io, palando più con me stessa che con lui.
-"Sentiamo un po', per quale motivo tu l'avresti immaginato?"- mi chiese lui.
-"Si vede lontano un miglio che lei non è un tipo da zucchero o da cioccolato bianco come me. Era sempre così... acido."- risposi io, al che lui rise.
-"Si, hai ragione. E comunque l'avevo immaginato che tu eri una ragazza da cioccolato bianco... si vede lontano un miglio." e mi fece l'occhiolino.
Sembrava un altra persona al di fuori delle mura della scuola e questa cosa mi faceva paura. Perchè questa 'nuova persona' mi piaceva ancora di più.
-"Allora a rivederla Signorina Rovatelli"- disse lui scherzado.
-"Si, arrivederci"- risposi io pensierosa.
Uscì dal bar voltandosi un ultima volta per sorridermi e poi scuotere la testa.
Cosa significava quel gesto? Anche il professore combatteva contro i miei stessi torimenti? No, credo proprio di no.
Come può un uomo come lui pensare ad una ragazza come me? Troppo semplice, troppo imbranata per ricevere quel tipo di attenzioni da lui... o almeno così pensavo.
-"Ma chi era quel tipo?"- mi chiese Barbara.
-"Il mio ex professore di matematica"- risposi io ancora guardando la porta.
-"Bah... non so che rapporto hai con lui ma ti posso assicurare che ha un gran effetto su di te."
-"Si vede così tanto?"- chiesi io disperata.
-"SII."

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Capitolo 8
*** Oggi sono io. ***


Come vorrei poter parlare senza preoccuparmi,
senza quella sensazione che non mi fa dire
che mi piaci per davvero
anche se non te l'ho detto
perché è squallido provarci solo per portarti a letto
e non me ne frega niente
se dovrò aspettare ancora per parlarti finalmente
dirti solo una parola.




POV VERONESI.

Non avrei mai immaginato di rincontrarla dopo nove anni. Non avrei mai immaginato che sarebbe diventata così... bella. E invece sono qui, dall'altra parte del bancone, intento a guardarla senza farmene accorgere.
E' così carina vestita di nero... Solo se immagino di vederla con niente addosso poteri morire.

Sembro un adolescente alla sua prima cotta. Mani sudate, batticuore e uno strano movimento nello stomaco. Spero di non essere arrossito, come alle volte fa lei. Altrimenti la mia reputazione è rovinata. Quando l'ho incontrata all'aereoporto credo di essermi imbambolato a guardandola. Aveva le guance rosse per l'imbarazzo e quei suoi occhi verdi che parlavano più di lei. Poi le sue labbra, carnose e umide dischiuse per lo stupore. Non mi è mai capitato di sentirmi così di fronte ad una donna, eppure ne ho incontrate parecchie, anche più mature. Ma con lei mi sento diverso. Come se non fosse una ragazza qualunque, da una notte e via.
Sento un mostro dentro di me che urla per uscire e per dirle quanto sia bella.
Io cerco di trattenerlo, ripetendomi che è troppo giovane, che non avrebbe mai perso tempo con me. Insomma, diciotto anni di differenza non sono pochi. Ma ogni volta che la vedevo, quel mostro diventava sempre più grande e incontrollabile.
Facevo fatica a non perdermi nei suoi occhi, a dare un senso logico alle mie parole. Ne avevo dato la dimostrazione due giorni fa, quando un bel ragazzo, più o meno ventenne, le aveva detto
-"Sai che oggi sei più bella del solito? Cosa devo fare per uscire con te?".
Io mi sono subito girato per fulminarlo con lo sguardo. Come osava dire certe cose di fronte a me? Ma ovviamente lo poteva fare visto che non ero nessuno per lei...
Giulia aveva risposto con un sorriso di ringraziamento e con -"Mi dispiace ma sono molto impegnata". 'Appunto, pensavo io, adesso sparisci.'
-"E dai bellezza, sono sicuro che un giorno per me lo troverai, guarda che io ti faccio divertire" disse con un tono malizioso.
A quel punto io non ci ho visto più, non potevo immaginarla con un uomo che non fossi io.
Così dissi -"Non hai capito che non vuole uscire con te? Vuoi che te lo spieghi lentamente?"
-"E tu che vuoi?"- rispose lui -"Non saria mica il padre?".
Rimasi zitto, perché avevo riaquistato quel poco autocontrollo che mi rimaneva. Lo sguardo di lei era quello che mi aveva colpito di più, sembrava quasi... speranzoso? No, non poteva essere.
Stavo letteralmente impazzendo e avevo bisogno di parlarne con qualcuno che potesse darmi il consiglio giusto. Chiamai l'amico di una vita, Paolo. Sapevo che c'era sempre per me.
-"Paolo, io non ci riesco a trattenermi. Sembro un altra persona di fronte a lei...".
-"Senti Carlo, io non ti ho mai visto così per una donna. E' una cosa seria?".
-"Non ne ho idea, so solamente che mi sento... strano".
-"Dovresti provarci secondo me, magari con dei piccoli gesti... indizzi."
-"Ma ha diciotto anni in meno di me, potrei essere quasi suo padre!"
-"Non dovrebbe importarti della sua età se con lei ci stai bene... e poi a quanto ho capito a lei non sei indifferente."
Rimuginai sulle parole di Paolo, forse aveva ragione lui. Non potevo comandare i miei sentimenti, non ci sarei mai riuscito.
Così, pensai a come poter farle capire il mio interesse.
Su suggerimento di Paolo optai per un CD, visto che lei amava la musica, con delle canzoni speciali.
Una era 'Oggi sono io' di Alex Britti, e riassumeva in breve tutto quello che provavo.
E ora, devo trovare il coraggio di darglielo. Ce l'ho proprio qui, nella tasca della giacca.

La guardo ancora e ancora e poi dico -"Giulia, ti ho portato un CD. Mi piacerebbe che tu l'ascoltassi. E' un pensiero..." Andai via poco dopo, lasciandola leggermente sorpresa.



POV GIULIA

Chi si aspettava che mi regalasse un CD... ero ancora un po' imbambolata quando Barbara, riscuotendomi dai miei pensieri mi chiese
-"Come mai ti ha regalato un CD il tuo bel professore?"
-"Non ne ho idea..." risposi io con una faccia sbalordita.
-"Se reagisci così per un CD che ti regala, immagino che fai se ti regala un altra cosa..."
-"BARBARA!" dissi io tutta rossa -"scommetto che l'ha fatto solamente perché conosce la mia passione per la musica"
-"Alcune cose non possone essere dette a parole, Giulia. Ci vuole una canzone per esprimere tutto quello che hai dentro. Fossi in te l'ascolterei attentamente."
Così, ero rimasta tutta la mattina a pensare a quel dannato CD. Non avevo il coraggio di ascoltarlo davanti agli altri, e aspettai la fine del turno.
Arrivata a casa con un gran batticuore, ci misi un bel po' a tranquillizarmi. Insomma, era solo un CD.... ma era un suo regalo.
Lo misi nello stereo ed attesi che la prima canzone iniziasse.
Era: Mi sei scoppiato dentro al cuore, di Mina. Conoscevo già quella canzone, ultimamente la ascoltavo spesso...

E tu,tu sei arrivato
mi hai guardato
e allora tutto è cambiato per me.


Rimasi in silenzio ad ascoltarla, quasi rapita dalle parole.

Non so perchè,
non lo so perchè.
All'improvviso.
All'improvviso.
Sarà perchè mi hai guardato
come nessuno mi ha guardato mai.


Era come se lo stereo non stesse leggendo il CD, ma il mio cuore, il mio cervello, tutto. Diceva troppe cose vere... Mandai avanti, sperando che anche la seconda canzone parlasse un po' di lui, e di me.
Era: Non ti sveglierò, di Bertoli.
Non l'avevo mai sentita prima, ma sentendo i primi accordi, mi ha stregata. L'ultimo pezzo diceva

il mondo è adesso altrove, il mondo che non vuole
che giudica severamente quelli come me.
Ma se per un momento, per un solo istante,
avessero provato quel che provo io per te,
si fermerebbe il mondo, il mondo lì a guardare
tu, che stai a dormire e forse sogni me.


Forse Barbara aveva ragione, una canzone può esprimere in poche parole ciò che tu provi, e Bertoli l'ha fatto benissimo. Questo voleva dire che Veronesi provasse qualcosa per me? Avrei dovuto parlargli, ma ascoltai anche la terza canzone per convincermi.
Era: Oggi sono io di Alex Britti.
Si, non poteva essere solo una coincidenza. Prima fa una semi scenata di gelosia, poi il CD con queste canzoni...
Presi il cellulare.
Dopo vari combattimenti tra il mio cervello e il cuore inviai quel dannato messaggio con scritto 'Vorrei parlarle, ci possiamo incontrare?'.
Ero distaccata perché non volevo illudermi, come in tutte le altre storie che avevo vissuto.
Non passarono neanche due minuti che lui mi rispose con
'Si, mi piacerebbe tanto. Alla cioccolateria 3000, in centro alle 18.
Carlo.'

Ok, dovevo iniziare ad elaborare un discorso.

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