Figlio di Azkaban

di mayasun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Damon ***
Capitolo 2: *** segreti inconfessabili ***
Capitolo 3: *** si sa, chi tace acconsente ***
Capitolo 4: *** Il principe oscuro ***
Capitolo 5: *** Benvenuti nella camera dei segreti ... ***
Capitolo 6: *** Ma c' è sempre un forse ***
Capitolo 7: *** Lei sarebbe stata la sua prima vera, vittima ***
Capitolo 8: *** verde-argento ( mi serviva un pretesto per mettere Damon in punizione ... ) ***
Capitolo 9: *** la sua anima si era veramente spezzata ... ***
Capitolo 10: *** occhi rossi ***
Capitolo 11: *** Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni ***
Capitolo 12: *** il suo erede ... suo padre ... ***
Capitolo 13: *** lo faceva sentire come se fosse DI NUOVO Tom Riddle. ***
Capitolo 14: *** Lotta magica ***
Capitolo 15: *** I don't know ***
Capitolo 16: *** Why ? ***
Capitolo 17: *** RICORDI. ***
Capitolo 18: *** Alla fine avevi ragione, Silente ***
Capitolo 19: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Damon ***


FIGLIO DI AZKABAN

PROLOGO

Damon era nato e cresciuto ad Azkaban,  sperava che sua madre una volta evasa tornasse indietro a cercarlo, a consolarlo, a spiegarli che il mondo non era fatto solo di dissennatori , guardie e punizioni per il proprio sangue.

Infatti era lì a colpa del suo sangue, era lì perché secondo le poche persone che sapevano della sua esistenza lui aveva scelto di nascere in una famiglia di pazzi assassini, ma forse il termine “famiglia” non era adatto, sua madre lo aveva lasciato alle guardie senza opporsi e suo padre non sapeva nemmeno che esistesse. Di certo non era “ famiglia” il termine adatto a quella che lui doveva definire tale …

 

CAPITOLO 1

Le porte si spalancarono all’improvviso e i prigionieri di Azkaban iniziarono a correre in ogni direzione, lui invece camminava piano, lento, senza dare nell’occhio. Pensava, ragionava sul perché le porte si fossero aperte, non sapeva che Voldemort era risorto, non sapeva cosa accadeva nel mondo magico, non sapeva e basta.  Sapeva leggere e scrivere, grazie a una grande concessione del primo ministro, e  conosceva anche le maledizioni senza perdono, cosa naturale visto che nei pochi momenti di sanità mentale i prigionieri parlavano di quello, poi basta, non sapeva altro. Aveva 16 anni ed era convinto che se stava lì era a causa di sua madre e suo padre, il ministro li definiva degli assassini ed era per quello che lui doveva rimanere ad Azkaban. Lo trovava strano, molti ragazzi erano figli di malviventi , eppure lui era l’unico a vivere ad Azkaban.

 Perso nei suoi ragionamenti non si accorse di essere arrivato fuori, riconosceva il posto, si vedeva dalle sbarre delle finestre della sua cella, l’ultima cosa che fece prima di mettersi in cammino per la sua strada fu quella di  voltarsi indietro a guardare il carcere e promettere a se stesso di trovare i suoi genitori e di fargliela pagare per il male che li avevano causato.

 

 
 

 

NOTE DELLA PAZZA CHE SCRIVE QUESTA STORIA:

 

LO SO, NON è BELLISSIMA, ANZI è ORRIBILE E BANALE, MA SPERO CHE MI LASCIERETE UNA PICCOLA RECENSIONE ANCHE SE NEGATIVA ( NON MI OFFENDO! SE LA LASCIATE è perché VOLETE AIUTARMI A MIGLIORARE, QUINDI DOVREI SOLO RINGRAZZIARVI! )

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Capitolo 2
*** segreti inconfessabili ***


CIAO! SPERO CHE QUESTO CAP. VI PIACCIA!

 

                                                   ********damon ************

Damon camminava da ormai tre giorni, piano, senza fermarsi se non per dormire. Pensava a un modo per trovare i genitori e fargliela pagare, se non con lacrime con la vita. Piano arrestò il passo, un piccolo villaggio magico si mostrava di fronte a lui. Già sapeva che la prima cosa da fare era procurarsi una bacchetta e qualche libro di magia, in particolare molti di magia oscura.

 
 

                                ************Bellatrix********************

 

Era evasa, finalmente, il suo signore aveva organizzato tutto solo per lei, e lei cosa aveva fatto? Li aveva tenuto nascosto un segreto che lo riguardava in prima persona … non sapeva come l’avrebbe potuta prendere se lo avesse scoperto, di certo non bene.  Ma non importava, ormai era un capitolo chiuso, un qualcosa della sua vita che riguardava Azkaban , e lei , con quel luogo, aveva tagliato tutti ponti …

 
 

                        **************Voldemort****************

 

Bellatrix nascondeva qualcosa, ormai ne era sicuro, non riusciva a capire cosa e usare la magia su di lei era un’ idea ridicola, conosceva bene quell’arte, forse quanto lui … era tardi, così con questi pensieri si addormentò, stranamente, sereno.

 
 

                                               **************damon************

   Uno dei problemi di Damon era che non si metteva mai e poi mai fretta, così verso le 11 di sera era giunto all’ ingresso  in un albergo, sapeva che i soldi rubati ad Azkaban durante l’ evasione li sarebbero serviti. Entrò dentro e prese una camera singola, salì le scale ed arrivò al secondo piano.

La camera per essere una singola era molto spaziosa, era blu notte“che colore allegro” pensò Damon, al cento era stato disposto un enorme letto matrimoniale con accanto un comodino, una porta finestra portava sul balconcino dalla quale si poteva godere di una splendida vista, l’enorme finestra che dava sulla foresta era quasi interamente coperta da una lunga tendo grigia che toccava il pavimento.

 

Damon era stanco, così decisa di varsi un bagno veloce nella vasca bianca del piccolo bagno. Una volta uscito si infilò il pigiama dell’albergo e decise di mettersi a letto,  dove per qualche minuto meditò sulla sua vendetta.

 
 
 
 
 

NOTE DI MAYA:

 

ALLORA! GRAZIE INFINITE A : le rose de varsailles, GRAZIE PER LA RECENSIONE!  Dragolunagirl GRAZIE ANCHE A TE PER LA RECENSIONE! E ANCHE UN GRAZIE SPECIALE A saeko94 CHE HA MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE! GRAZIE ANCHE A CHI HA LETTO!

 

CIAO!MAYA!

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Capitolo 3
*** si sa, chi tace acconsente ***




 ********DAMON******Damon quel giorno si svegliò presto, quasi in contemporanea col sole appena sorto, che puntò uno dei suoi raggi sul ragazzo, ancora in uno stato di semi incoscienza. Si svegliò totalmente soltanto quando sentì bussare alla porta della sua stanza. “ sarà la cameriera ” pensò lui, così rispose al bussare della donna con un secco e un po’ scocciato  “ avanti … ” rimase abbastanza sorpreso di trovare dietro alla donna un uomo molto anziano, e, se doveva essere sincero, anche un po’ buffo.  L’ uomo portava degli occhiali a mezza luna, aveva una lunga barba e un sorriso che ricordava quello che un nonno riservava ai suoi nipotini. Damon non sapeva come comportarsi con l’ uomo: era strano ma il suo sguardo, così dolce e carico d’ affetto, lo mettevano in soggezione.  Dopo lunghe esitazioni Damon riuscì a trovare le forze per chiedere, anche se con voce tremante, << c-chi s-siete? >> l’ anziano uomo sorrise al ragazzo, e rispose  <<  io sono il preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarst , Albus Silente. Ma io non sono qui per parlare di me, ma sono qui per parlare di te e della tua storia, ma prima devo gentilmente chiedere a questa gentile signorina di uscire.  >> la ragazza era diventata rossa come un peperone, di certo aveva fatto la figura della pettegola . Damon, in tanto, pensava a quello che aveva detto il preside “ Hogwarts… Hogwarts …” dove aveva sentito questo nome?  immerso in questi pensieri un ricordo si fece strada nella sua mente … era ad Azkaban nella sua cella, da poco aveva compiuto otto anni , e sentiva parlare due uomini sulla cinquantina che discutevano dei loro anni ad Hogwarts,  dopo aver sentito questa discussione si era sempre domandato cosa fosse Hogwarts, ma mai aveva avuto il coraggio di chiedere, così questa sua domanda era pian piano sfumata nel corso degli anni. Appena sentita la voce del preside, Damon,  tornò alla realtà,  e appena si accorse di avere pensato al carcere che per anni era stato casa sua un brivido li passò per la schiena. << allora Damon, io so che tu sei alla ricerca di risposte sulla tua vita e sui tuoi genitori … è così? >> chiese l’ anziano preside “ non esattamente …” pensò Damon <<  sì, signore …  >> l’ anziano sorrise. << so che sei evaso da Azkaban … >>. Damon non riusciva a capire. Chi era  quell’ uomo che si permetteva di frugare sulla sua vita, e che, soprattutto, si permetteva di riportarli alla mente dei ricordi dolorosi come Azkaban? Poco dopo si pentì del pensiero. Tutti suoi 14 anni di vita li aveva passati in quel posto, quindi qualunque ricordo era doloroso. Ma di certo l’ anziano uomo poteva usare un po’ più di tatto nei suoi confronti.

Anche se sapeva che si sarebbe pentito delle parole che stava per pronunciare decise di rispondere onestamente << s - sì, so - sono  e-evaso perché pen - pensavo di a-avere di-diritto al - alla libertà. Er…  >> non continuò la frase. Non pensava di dover dare spiegazioni a un estraneo.   << capisco la tua diffidenza To … scusami, Damon. Non deve essere facile per nessuno crescere in un posto dove ti uccidono sul nascere sogni e speranze.  Ma dimmi … questa è la prima volta che vedi il mondo veramente, cioè, che vedi un posto oltre ad Azkaban? >> Damon, che ormai aveva superato in parte la paura che l’ uomo fosse lì per riportarlo ad Azkaban, rispose in maniere più decisa << sì e no, cioè, se intendeva chiedere se è la prima volta che esco da Azkaban, sì, non mi è mai stato concesso di uscire. Ma se intende dire se è la prima volta che vedo un ambiente diverso da Azkaban no, nella cella avevo una piccola finestra da dove potevo vedere il mondo di fuori … >> Damon riprese fiato. Aveva parlato molto velocemente perché l’ uomo lo metteva, ancora una volta, in soggezione.  <<  senti, Damon. Penso che tu dovresti venire a scuola il 1 settembre come gli altri ragazzi della tua età. Naturalmente comincerai dal 5° anno, credo che per te sarebbe molto imbarazzante andare in classe con quelli del primo anno. Non trovi anche tu? >> Damon ci mise un po’ a rispondere. Era ancora fermo a “penso dovresti venire a scuola …” , una volta rielaborata la frase del preside Damon rispose.<< sì, non credo mi sentirei a mio agio >> e sorrise. << perfetto! Per lo smistamento passerò domani alle undici e ti porterò anche qualche libro! Potrei anche farti venire a scuola già da ora, siamo solo a maggio,  ma per metterti in difficoltà e farti bocciare, preferisco che tu inizi l’ anno prossimo. Un ultima cosa … >>  mentre diceva questo, una bellissima fenice batteva il becco sulla finestra chiedendo il permesso di entrare. Il vecchio preside si avvicinò alla finestra e fece entrare il meraviglioso uccello e il pacco che portava con sé <<  grazie Fanny. Lo avevo proprio dimenticato! Sei arrivata giusto in tempo >> Silente prese dalle tasche un pezzetto di dolce per ringraziare la sua fenice che ripartì subito verso la scuola magica più prestigiosa di tutta l’ Inghilterra. << allora Damon, mano male che Fanny è arrivata, perché per l’ ultima cosa che dovevo dirti mi serviva questo pacco. Tieni è per te. >> Damon lo prese e ringraziò l’ uomo <<  bene ci vediamo domani. Avviso i proprietari dell’ albergo che tu domani vai via. Vieni a stare al quartiere generale dell’ ordine della fenice. >> Damon face una strana smorfia “ordine della fenice? E che roba sarebbe” <<  mi scusi, quartiere generale dell’ ordine della fenice? Che posto sarebbe? >> l’ uomo li sorrise amabilmente e li disse << ogni cosa a suo tempo. Ti spiegherò domai alle undici >> detto questo Albus Silente si smaterializzò al quartiere generale dove lo attendeva una lunga battaglia col padrone di casa: Sirius Black.

Sirius e Piton udirono il suono della smaterializzazione e temendo che potesse essere qualche mangia morte si precipitarono in cucina a controllare. << preside Silente! Cosa la porta da queste parti? Non avevamo riunioni previste per oggi, no? >>  disse Sirius veramente preoccupato a mò di saluto, mentre Piton si limitò a salutare il preside con un buongiorno, per poi ritornare silenzioso. Se Silente era lì senza preavviso non era di certo un buon segno. O i mangia morte avevano attaccato e qualcuno dei loro amici era morto o doveva darli una notizia per la quale sarebbe finito ad Azkaban per aver usato veramente l’ anatema che uccide. << senta preside … non mi tenga sule spine! Lo sa che odio quando non so qualcosa! >> disse Sirius col tono di un bambino di quattro anni in preda a capricci istrici << va bene Sirius, ma datti una calmata, ragazzo! Per la barba di Merlino, sai cosa significa pazienza?! >> il padrone di casa era leggermente arrossito per la brutta figura fatta davanti al preside così provò a sviare l’ attenzione del preside dalla sua sceneggiata al motivo di quella visita. << allora, non per essere insistente, ma mi spiega il motivo della sua visita? Non mi fraintenda, è un piacere averla qui, ma di solito quando viene così all’ improvviso non è mai un buon segno … >> Silente sorrise dolcemente, era una delle poche volte della sua vita in qui non sapeva bene cosa fare. Di certo non poteva andare da Sirius e dirli  “ bene, da domani vivrà qui con te tuo nipote, sai il figlio di tua cugina, quella che spera di incontrarti per ucciderti! ” Silente prese un bel respiro e incominciò a parlare << Sirius, da domani avrai un nuovo inquilino … >> “meglio iniziare da lontano” pensò il preside. Nel fra tempo sul volto di Sirius si era disegnato un  enorme sorriso alla notizia che Silente li aveva dato, così rispose << fantastico! Chi è? Un membro dell’ ordine? Su coraggio non mi tenga sulle spine! >> Silente sorrise, ma il suo non era un sorriso allegro, era un sorriso dispiaciuto all’ idea di dover far spegnere la felicità di Sirius << Sirius, un po’ di tempo fa ti ho raccontato la storia di un ragazzo,  Damon, ti ho detto che lui è cresciuto ad Azkaban perché … >> ma non fece in tempo a finire la frase perché Sirius continuò al posto del preside << perché era figlio di quella pazza di mia cugina Bellatrix e Lord Voldemort, allora? Cosa centra questo col mio nuovo  compagno di scherzi? Non mi interessa la storia di mio “nipote” ma la storia del nuovo abitante di questa casa. >> allora Piton prese per la prima volta la parola << ma allora sei proprio fesso, Black. È ovvio che il tuo nuovo amichetto è tuo nipote! >> Sirius sbuffò sonoramente <> il preside intanto era diventato rosso dalla vergogna << mi dispiace frenare il tuo entusiasmo Sirius,  ma è proprio lui il nuovo compagno di casa di cui ti parlavo. Comunque, Severus, ti dispiacerebbe tornare a scuola anziché domani, dopodomani? Così tu ci sarai quando farò vedere la casa al giovane che quasi sicuramente sarà un sepeverde >> Sirius aveva la faccia di un bambino alla quale erano state negate le caramelle. Così il famigerato, pluriomicida Sirius Black si diresse verso la cucina borbottando < < stupidi parenti serpenti >> e lasciando un compiaciuto Piton che pregustava il sapore della rabbia di Sirius riguardo il giorno che sarebbe venuto dopo quella notte. Non aveva dubbi, si sarebbe proprio divertito.

Damon stava ripensando alle parole del preside. Aveva detto che li avrebbe spiegato tutto il giorno dopo. Ma cosa li avrebbe spiegato? Oltre a che cos’ era l’ ordine della fenice li avrebbe spiegato anche qualcosa sul suo passato? Non sapeva perché, ma aveva l’ impressione che il preside conoscesse i suoi genitori. Un’ altra cosa che lui non riusciva a capire era perché il preside per un momento fosse stato sul punto di chiamarlo Tom. Forse era un suo parente? O forse era suo padre? Damon si disse di non illudersi, perché poteva essere semplicemente una persona che gli somigliava. Decise di aprire il pacco che la fenice aveva portato per  lui.Non si stupì più di tanto nel trovarci dentro dei libri. Erano tre libri enormi. Il più grande era di circa mille pagine si intitolava “storia di Hogwarts” e l’ altro era un libro di lettura di circa ottocento pagine, si chiamava “la camera dei segreti”, mentre il più piccolo era di circa settecentocinquanta pagine, era un libro di approfondimento di storia della magia, si chiamava “il signore oscuro e la sua ascesa al potere”. Lo incuriosì molto il fatto di trovare il nome di Salazar Serpeverde ne glossari di tutti e tre i libri. Insieme al pacco trovò anche una lettera di Silente dove raccomandava a Damon di leggere prima il più grande e infine il più piccolo.

Decise di fare come li aveva consigliato il preside, e iniziò a leggere il più grosso verso le nove di sera. Uno dei talenti di Damon era che leggeva molto velocemente, così nonostante le mille pagine del libro Damon lo finì verso le 2 di notte. Era stanco, ma  ammaliato dalle parole di Serpeverde, non li importava di sembrare un razzista, ma Salzar aveva assolutamente ragione! Se come sostenevano tutti la magia si trasmetteva tramite il sangue, come poteva essere paragonabile la magia di un di un purosangue (che ha secoli e secoli di sangue magico alle spalle) con quello di un nato babbano, che di magia nel sangue aveva solo quella necessaria per un pratronus, certo il patronus era un incantesimo potente,ma sarebbe mai stato all’ altezza di un imperius, di un cruciatus o di un avada kedavra? No, la risposta era scontata, era no.  Si addormentò con questi pensieri, rendendosi conto di dover ringraziare Silente, perché per una volta non aveva pensato ai suoi genitori. Ma aveva parlato troppo presto, infatti quella notte fece  un sogno strano. Si vide in un enorme giardino ben curato, era vestito in maniera casual, per stare in casa, era impegnato a leggere un libro in una strana lingua che però lui sembrava capire, una lingua fatta di segni. Poco dopo vide scendere in giardino  una donna, una donna bellissima, con lunghi ricci neri e occhi grandi dello stesso colore. Li si era avvicinato e lo aveva abbracciato da dietro, dopo li aveva girato la testa per darli un tenero bacio sulla fronte. Poco dopo scese anche un uomo dagli occhi blu e i capelli castano scuro, quasi nero. Li si era avvicinato e li aveva dato una pacca sulla spalla, si era seduto vicino a  lui e aveva guardato che libro stava leggendo. Dopo questo gesto il sogno era finito, disturbato da un leggero venticello freddo, dovuto alla finestra lasciata aperta.

Damon si svegliò subito, infreddolito.  Subito si rese conto del significato del suo sogno. Era come lui si immaginava la sua vita fuori da Azkaban. Tutto quello che sua madre li aveva negato sua madre. Una madre che lui odiava, ma che allo stesso tempo lui amava. E quell’ uomo? Non lo aveva mai visto, eppure … per lui sapeva già che era importante. Li voleva veramente uccidere? Certo, lo avevano fatto soffrire. Ma la domanda era un’ altra, qual’ era quella lingua a lui sconosciuta, ma anche così chiara? Magari Silente lo sapeva.

 
 

Il mattino dopo alle undici era pronto, aspettava Silente seduto sulla poltrona vicino alla finestra. Era così confuso … sentì un bussare alla porta, si avvicinò e andò ad aprire. << buongiorno, preside. Come sta oggi? >> chiese gentilmente  Damon, << bene, ragazzo. È tu? Come hai dormito? >> Damon sorrise << bene, per quel poco che ho dormito bene.  Senta, posso farle una domanda? >> Silente sorrise<< certo, sono qui per aiutarti in qualunque cosa >> Damon prese un grosso respiro e incominciò a  raccontare il suo sogno alla prima persona veramente disposta ad ascoltarlo. << bhè, vedi Damon, questo sogno potrebbe dipendere da un tuo desiderio represso di avere una famiglia, potrebbe essere così? O magari anche il tuo desiderio di conoscere la verità … >> Damon non seppe mai  perché l’ ira prese il sopravento, ma quel giorno non seppe trattenersi dall’ urlare tutto il suo dolore represso <<  IO NON DESIDERO CONOSCERE LA VERITà IO DEVO SAPERE  LA VERITà, SO CHE LEI SA CHI è MIA MADRE, SA CHI è MIO PADRE! STO CHIEDENDO TANTO!? NON MI SEMBRA! VOGLIO SOLO CONOSCERE LA VERITà! >> disse con le lacrime agli occhi.  Silente decise di raccontare a Damon la verità << va bene, va bene, ti racconterò la verità, ma ti prego calmati. >> Damon fece un paio di respiri profondi << ok. Sono calmo >>Silente sorrise e iniziò a raccontare << tu avrai sentito che il mondo magico è in guerra, no? >> Damon annuì con il capo << bene, allora, il mondo magico è composto quasi interamente da figli di babbani, ma ci sono anche i purosangue. Tua madre era una purosangue Bellatrix Black. Da lei hai preso il primo cognome: Damon Black. Quindi, tua madre è una mangia morte. I mangia morte sono i seguaci di Lord Voldemort. Tua madre è la sua mangia morte più fedele. Lei è finita ad Azkaban pur di non tradire il suo signore. Per lei la gravidanza non è stata uno scherzo. Con tutti quei dissennatori ha avuto più volte minacce di aborto. Ma lei non voleva perdere anche te come aveva perso il suo signore. Così due settimane dopo la tua nascita quando li auror andarono a prendervi al San mungo per portarvi ad Azkaban lei ha avuto il primo attacco di follia, ha iniziato ha buttare oggetti in terra, a piangere e disperarsi. Tu eri l’ unico contatto che aveva ancora con il Signore Oscuro. >> Damon aprì la bocca per parlare, ma fu come se Silente li avesse letto nel pensiero e li disse << aspetta stiamo arrivando anche a tuo padre … quindi le proibirono di vederti, almeno non di persona, ogni tanto le portavano foto, che lei penso tenga tutt’ oggi conservate in alcuni album. Mentre tuo padre, bè lui era un serpe verde come tua madre. Siccome non voglio girarci in torno, tuo padre è un mago oscuro molto potente, la gente trema solo pronunciando il suo nome. Tuo padre è Lord Voldemort. >> fu come se tutto il mondo di Damon li fosse caduto a dosso. Anche lui credeva negli ideali di Serpeverde, ma uccidere una persona per il suo sangue, quale crudele mostro lo avrebbe fatto? La risposta era venuta automatica, il mostro che li aveva dato la vita, il mostro che era 50% di lui, provò un profondo odio per suo padre e sua madre e anche un profondo disgusto per se stesso. Provava disgusto per se stesso perché era fiero che quei mostri fossero i suoi genitori. << Damon, tuo padre è rettilofono e da quello che mi hai detto del tuo sogno potresti esserlo anche tu. Un’ altra cosa importante è che tu, come tuo padre, discendi direttamente da Salazar Serpeverde. Penso di averti detto tutto. A questo punto credo sia chiaro in casa andrai a stare … >> prese il capello e lo mise in testa a Damon che non capiva bene cosa stesse succedendo  il capello non ci pensò due volte prima di dire “serpe verde” Damon aveva capito cosa stava succedendo solo quando aveva sentito il capello parlante dire il nome della casa. Subito dopo pose al preside una domanda che ora li girava in testa come una mosca << che cosa significa essere un rettilofono? >> Silente lo guardò come se venisse da un altro mondo e poi si ricordò che il ragazzo non aveva molta esperienza con il mondo esterno alla prigione così rispose alla domanda in maniera semplice << un rettilofono è una persona capace di comunicare con i serpenti >>Damon non credeva a quello che aveva sentito, lui poteva parlare con i serpenti? Era forse quella la strana lingua del libro? Forse per ora non aveva certezze …

*******************TOM E BELLATRIX: MALFOY MANOR 6 a.m.****  
Bellatrix non riusciva a dormire, aveva fatto un sogno stranissimo, quel che lei non sapeva era che anche Damon e un'altra persona avevano fatto lo stesso identico sogno. Voldemort era sveglio, non riusciva a dormire, uno strano sogno lo aveva svegliato, c’erano lui, Bellatrix e un ragazzo sui 14/15 anni non di più. Pure lui era ignaro che anche Bellatrix e un’ altra persona avevano fatto lo stesso sogno. Si alzò dal letto, si infilò le ciabatte e si diresse verso la camera da letto di Bellatrix, aveva bisogno di risposte e ne aveva bisogno adesso. Si sorprese abbastanza nel trovare Bellatrix  già sveglia, girata su un fianco, con il viso rivolto verso la porta, quasi sapesse già che stava arrivando.

 Era assolutamente bellissima. I ricci che le arrivavano fin sotto il sedere avevano riacquistato lucidità e ora le cadevano morbidi lungo tutto il corpo magro e snello fasciato solo sa una corta camicetta da notte in seta nera che arrivava fin sopra le ginocchia.  Quando non era truccata lui la preferiva, era così bella che non aveva bisogno di inutili cosmetici. non aveva le coperte, le aveva tolte e spinte fino ai piedi del letto.  Lei sorrise per poi porre la più classica delle domande al suo signore << come mai siete qui? >> lo disse in un sussurro, un pò non voleva svegliare gli altri mangia morte, un po’ perché temeva sempre le risposte del suo amato signore Oscuro. Lui prima di risponderle insonorizzò la stanza con un incantesimo non verbale e poi disse << perché voglio delle risposte, Bellatrix. E le voglio ora. >> Bellatrix finse di non capire e allora  Tom (io che sono l’ autrice lo posso chiamare così o vi da fastidio?) le raccontò del sogno che aveva fatto e lei finalmente si decise a parlare << Damon …>> e il signore oscuro veramente confuso da quella affermazione le lanciò uno sguardo interrogativo che fece gelare il sangue a Bellatrix perché carico della solita freddezza del Lord. E lei allora rispose con una frase strana che fece veramente arrabbiare Voldemort << Damon … mio figlio, vostro figlio, nostro figlio … quale di queste affermazioni preferite? >> lui la guardò con uno sguardo pieno di odio, odio puro. << prova con “TUO figlio”, perché per quanto mi riguarda se diventerà un ostacolo non esiterò a ucciderlo >> disse lui freddamente  << dovrete passare sul mio cadavere prima di uccidere Damon >> il signore oscuro stava perdendo la pazienza e le porse una domanda veramente strana << quanto tieni a lui e quanto tieni alla causa? >> Bellatrix sorrise amaramente al pensiero di Azkaban, ma rispose ugualmente  << mettiamola così, per la causa ho accettato l’ ergastolo ad Azkaban, ma per lui accetterei l’ eternità all’ inferno >> lui pensò a quello che aveva detto Bellatrix, ma rispose << lo lascio vivere, per ora, ma se tu rinuncerai alla causa per giocare alla mammina non esiterò a uccidervi entrambi. >>  Bellatrix sorrise come una bambina il giorno di Natale << volete dire che lo posso prendere e portare qui a vivere con me ? >> lui non rispose. Semplicemente andò in camera sua, ma si sa, chi tace acconsente.                                                                                                                                                                                   ************SIRIUS E DAMON:L’INCONTRO AL QUARTIERE GENERALE*****                                                                                                                                        Damon e il preside si smaterializzarono all’interno del quartiere generale dell’ ordine della fenice. << professore ancora non mi avete spiegato che cos’è l’ ordine della fenice … >>  Silente di poggiò la mano in fronte in un  gesto molto teatrale. << scusami, l’ ordine della fenice è una società segreta che abbiamo fondato all’ inizio della guerra per combattere Voldemort >> quando Silente pronunciò quel nome Damon trasalì leggermente. << scusami, non era mia intenzione ferirti o ricordarti tu-sai-chi >> in quel momento entrò Sirius che non perse occasione per non tirare qualche frecciatina << wow … è la prima volta nella storia che silente non chiama colui – che – non – deve – essere - nominato per nome. No, seriamente ragazzo non hai fatto una foto? Perché dubito succederà di nuovo! >> Damon sorrise leggermente, era ancora troppo triste al pensiero dei genitori che vivevano come se lui non esistesse. Allora Sirius, che ragionava come i quindicenni e li capiva molto bene, provò a consolarlo << non deprimerti così perché hai una madre come la mia “adorata” cuginetta, se conosci la mia corri da tuo padre a farti cruciare >> proprio in quel momento un urlo rimbombò per la stanza << LICANTROPI! BABBANOFILI! MEZZOSANGUE! SANGUESPORCO! TRADITORI DEL ANGUE! SIRIUS! COME TI SEI PERMESSO DI SPORCARE E INFANGARE COSì IL NOME DEI BLACK! >> Sirius , Silente e Damon salirono di corsa la scala, dove trovarono Molly Weasley intenta, insieme a Remus Lupin, a cercare di chiudere una tenda per coprire il ritratto della signora Black. Sirius borbottò  una frase che sembrava tanto << parli del diavolo e ti spuntano le corna >> a un certo punto la donna smise di urlare e concentrò la sua attenzione di Damon e disse con chiaro disprezzo nella voce << e lui chi sarebbe? Un altro mezzo sangue?>> Sirius allora si dipinse un ghigno sul volto e disse << no, non è un mezzo sangue e il figlio di una nostra cara parente, lui è il figlio di Bellatrix  e Lord Voldemort >> allora un sorriso comparve sul volto della signora << oh, caro, ma sai che sei un ragazzino adorabile? La vuoi una ciocco rana? SIRIUS, UNA CIOCCORANA PER IL FIGLIO DI  TUA CUGINA! ORA! >> Damon sorrise e ringraziò la signora  << ma caro, come ma non sei a scuola? >> Silente li fece segno di non raccontare la verità davanti agli altri e così si inventò una balla di sana pianta << ho studiato a Durmstrang, ma dopo l’ evasione di mia madre ho pensato fosse giusto raggiungerla … >> la signora sorrise e continuò con l’ interrogatorio << e sai già in che casa andrai a stare? >> lui sorrise e rispose << starò nella casata di serpe vede, come i miei genitori >> nel fratempo  Sirius era tornato un una scatola di ciocco rane << hai visto Sirius? Lui è orgoglioso si essere a serpe verde, non si deve vergognare perché è uno stupido grifondoro >> Sirius sbuffò sonoramente e fece segno a Damon di farle richiudere la   tenda << signora, sono appena arrivato da un lungo viaggio, le dispiace continuare la nostra conversazione dopo che mi sarò riposato? >> lei sorrise dolcemente e li disse << certo,caro. Riposati, parleremo un'altra volta! >> così Damon la congedò con un << la ringrazio >> e la donna richiuse le tende. Damon passò a la giornata a studiare e si coricò molto presto, dopo essersi concesso un lungo bagno rilassante. Prima di coricarsi controllò quanto mancava alle vacanze estive. Per sua fortuna aveva ancora un paio di mesi per studiare prima che una marea di deficenti dalla testa rossa venisse a rompere le scatole.

Aveva scoperto di detestare i Weasley. Erano una famiglia troppo numerosa per i suoi gusti. E poi quella matrona romana di Molly aveva intenzione i farli mettere su 100 kg in un pasto! Di certo non erano il tipo di famiglia adatta a lui. Invece aveva scoperto di voler conoscere i Malfoy. Anche loro facevano parte della sua famiglia, infatti aveva scoperto che Narcissa Malfoy era sorella di sua madre e che quindi Draco Malfoy era suo cugino. Non vedeva l’ ora di andare a Hogwarts solo per poter conoscere Draco! I Malfoy erano l’ esempio vivente di quello che lui intendeva per famiglia altezzosa, regale e perfetta.

 

Si decise a dare un’ ultimo sguardo al calendario. Era il 23 maggio, il 26 sarebbe stato il suo compleanno, e aveva l’ impressione che non sarebbero successe cosa piacevoli. Rifece lo stesso sogno della prima, solo che la donna li disse una strana frase << non temere, presto saremo di nuovo insieme >>. Subito Damon si svegliò, la fronte perlata di sudore e le guancie arrossate, facevano capire chiaramente che non aveva preso bene le parole della donna.

Il giorno del 26 maggio si svegliò verso le sette, voleva uscire, ne aveva assolutamente bisogno. << preside Silente, le potrei chiedere il permesso di uscire di uscire >> Silente sorrise bonariamente << certo, ti servono soldi? >> Damon subito li disse di non preoccuparsi, che usciva solo a fare un giro. Uscì verso le nove, ma non sapeva che quella mattina sarebbe stata un contrasto di emozioni, si fece accompagnare da Sirius a Diagon Alley  e iniziò a camminare da solo, così senza un posto preciso dove andare.

 

Quando arrivò davanti a un negozio di libri sentì un esplosione non molto in lontananza. Molte persone iniziarono a gridare: i mangia morte, i mangia morte hanno attaccato Hogsmede! Damon non capì perché lo fece, ma iniziò a correre, a correre molto velocemente per arrivare al villaggio, qualcuno disse che era folle, altri che correva dalla sua famiglia, altri che era un mangia morte che correva ad aiutare gli altri. Ma lui correva per semplice curiosità. Arrivò con il fiatone, si nascose dietro una casa semidistrutta e si mise ad osservare i mangia morte che torturavano un gruppo di maghi sulla trentina, di sicuro mezzo sangue. Uno di loro, una donna, disse che andava a cercare altri mezzo sangue da torturare, così Damon si allontanò sempre di più, favorito dalle urla dei nati babbani  che coprivano il rumore dei suoi passi. Arrivò in un vicolo e dopo essersi assicurato di essere solo tirò un sospiro di sollievo, ma come dice il proverbio “ fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio ” e Damon si era fidato dei suoi occhi, imbrogliati dalla capacità dei mangia morte di nascondersi . << mamma e papà non ti hanno insegnato che non si va in giro in tempo di guerra? >>preoccupato si girò verso la donna che una volta che lo vide trasalì leggermente. Lei  tentennando porse a Damon una domanda formata da una sola parola << D-Damon ? >> lui la guardò male, se era lei bacchetta o no, l’ avrebbe uccisa.<< sì, Damon Black Riddle >> rispose lui << ma ho paura di chiedere chi sei tu … >> lei sorrise, << Bellatrix Black, o tua madre, come preferisci … >> lui si stava veramente arrabbiando, come poteva parlarne così a cuor leggero? Poi li tornarono in mente le parole di Silente sulla sua nascita, ma se era vero che lei teneva a lui, perché non era tornata indietro a cercarlo durante l’ evasione? << tu, TU! COME PUOI PARLARE CON ME COSì A CUOR LEGGERO? HAI IDEA DI QUANTO HO SOFFERTO IO A CAUSA TUA?  RISPONDIMI! >> lei sorrise amaramente << anche io ho vissuto ad Azkaban per tutto questo tempo  >> la voce di Damon li morì in gola, non li piaceva per niente parlare di Azkaban … << perché lo hai fatto? Perché hai preferito il signore oscuro a me? >> lei non capiva di cosa Damon stesse parlando << io non ho preferito lui a te >> lui non capiva come potesse dirlo. Pur di non tradire il suo Signore lo aveva condannato con lei ad Azkaban. << sono cresciuto ad Azkaban perché tu non lo volevi tradire … >> Bellatrix sapeva che aveva ragione , le sarebbe piaciuto restare ancora lì a chiarire con suo figlio, ma il signore oscuro la chiamava e lei non voleva mettere in pericolo Damon << senti non posso trattenermi oltre, ma mi rifarò viva … >>lei si girò per andarsene, ma poi si sfilò un ciondolo dal collo e lo diede a Damon << comprati qualcosa di carino … >> Damon guardò il ciondolo e vide che  era una chiave <<è la mia chiave della Gringrott, la banca dei maghi. Chiedi della camera blindata di Bellatrix Black, io e il mio, per fortuna defunto, marito abbiamo tenuto conti separati.>> lui non sapeva  cosa dire << Buon compleanno Damon >> e sparì lasciandolo lì a ripensare su quello che era appena successo. Decise di andare alla Gringrott a prelevare un po’ di soldi.

L’ interno della banca era totalmente in marmo, uno dei luoghi più costosi al mondo che si potessero immaginare. Un folletto li si avvicinò e li disse con molta “cortesia” << vuole prelevare? Da che camera? >> lui ripensò alle parole di sua mad … di Bellatrix e disse << dalla camera blindata di Bellatrix Black. >> lui lo guardò scettico << ha la chiave? >> lui infilò la mano in tasca e ne tolse una chiave in oro che diede al folletto. << mi segua, prego >> arrivarono in una stanza buia e umida << salga sul carrello prego >> Damon fece come ordinatoli e salì sul carrello che iniziò a correre velocissimo, si fermò solo quando arrivarono davanti a una porta di metallo. Il folletto aprì la porta e quel che Damon vide, fù solo oro, oro su oro, oro bianco, oro ammaccato, oro lucidato. Solo oro. “be, di certo non mi ha lasciato senza soldi” prelevò un bel po’ di soldi. Poi si diresse nel luogo che sapeva essere la sua meta più importante: il negozio di Olivander.   

       

Quando tornò a Diagon Alley  lo scompiglio causato dai mangia morte era finito, e tutto era tornato alla normalità. Damon entrò nel negozio di bacchette e Olivander si alzò e andò incontro a Damon << Silente mi ha informato che stavi venendo e della tua storia, vieni, ho scelto le tre bacchette più potenti che ho per fartele provare! >> Damon rimase molto colpito, come diamine faceva quell’ uomo a sapere sempre tutto!? << mi scusi, perché le tre più potenti?>> lui lo guardò un momento << perché il figlio di colui – che – non – deve – essere – nominato non può avere una bacchettina da niente!  Molti si preoccuperebbero a darti una bacchetta così potente, ma tu non sei tuo padre, non è giusto che paghi per le sue colpe! >> dopo questa  frase iniziarono a guardare le bacchette. Una volta presa la bacchetta Damon si diresse al ghirigoro a prendere dei libri per velocizzare lo studio. 

 Prese i molti libri di esercizio, alcuni su Lord Voldemort e altri ancora su Serpeverde.

**************IL TRIO DEI MIRACOLI: UFFICIO SILENTE*********

<< CHE COSA?! >> gridarono insieme i tre grifondoro << si ragazzi è così, da settembre ci sarà un nuovo ragazzo a scuola >> i tre grifondoro avevano un sorriso a trentadue denti ciascuno. << mi dispiace frenare il vostro entusiasmo, soprattutto il tuo, Harry. Questo ragazzo si chiama Damon Black Riddle >> i tre iniziarono a boccheggiare come pesci. Harmione iniziò a parlare << Damon … >> e Ron aggiunse << Black … >> e Harry completò l’ opera<< Riddel >> e  insieme urlarono << MA è IMPAZZITO O COSA?! >>  ma Harry provò a calmarli << su, magari non è figlio di Bellatrix … >> e Silente disse  << è figlio di Bellatrix >>, << magari non è figlio di Voldemort … >> << è figlio di Voldemort  >> così facendo si guadagnò un’ occhiataccia dal trio. I tre uscirono senza salutare, tanto erano indignati.

 

********************DRACO:TAVOLO DI SERPEVERDE 8 a.m.****************

Draco faceva colazione come ogni mattina insieme ai suoi compagni Blaise, Nott, Pansy e Tiger col suo compare Goyle, un gufo arrivò proprio in quel momento, Draco non si stupì di riconoscerlo: era Ice, il gufo di sua zia Bellatrix che loro avevano accudito da quando lei era in prigione , ma cosa voleva lei da lui? Si alzò e andò in un posto più riservato, una volta nella sua stanza  aprì la lettera.

 
Caro Draco,
sono zia Bellatrix, ti volevo avvisare che molto probabilmente da il prossimo anno avrai un nuovo compagnio di casa, mio figlio Damon Black Ridlle. Ti spiegherò meglio questa estate.                                     
Con la speranza che tu stia bene, Bellatrix B.

Draco rimase come inebetito a fissare la pagina, che era questo nuovo alunno? E soprattutto sua zia aveva figli? Perché lui non ne sapeva niente? Non importava, se era suo cugino lo avrebbe trattato come tale.

 

************STAZIONE: 1° settembre BINARIO 9 E ¾******************

 

DAMON: l’ estate era stata tranquilla, nessun andicappato dalla testa rosso, niente Molly Matrona Romana e , purtroppo, niente Bellatrix. Se prima nel sui confronti provava solo odio, adesso provava una forte curiosità. Salì sul treno con il suo baule, stava per sedersi  in uno scompartimento vuoto, am venne trascinato per un braccio in un’ altro scompartimento. La scompartimento era occupato solo da lui e dall’ altro ragazzo. Il ragazzo che lo aveva trascinato lì li porse il braccio e disse <<  piacere Draco Lucius Black Malfoy, tuo cugino >> Damon li strinse la mano e rispose << piacere Damon Black Riddle, tuo cugino >> passarono il viaggio in sieme a parlare del più e del meno, scoprendo di andare molto d’accordo.

 

HARRY, RON E HERMIONE: <<  bene ragazzi, siete pronti a conoscere l’ erede di Voldemonrt? >> Disse Hermione, e loro risposero << non esattamente … >>

 

Quel che loro non sapevano era che sarebbe stato un anno che non avrebbero scordato facilmente.

 

NOTE DI MAYA:

BENE! SONO MOLTO CONTENTA E SODDISFATTA DI QUESTO CAPITOLO! PER I MIEI STANDARD è MOLTO LUNGO! VOLEVO PRECISARE UN PAIO DI COSE CHE MI SEMBRA DI NON AVER CHIARITO BENE, SIAMO NEL SESTO ANNO DI HARRY, QUINDI NEL QUINTO PER DAMON.  SILENTE MORIRà LO STESSO, ANCHE SE NON UCCISO DA  PITON, MI DISPIACE PER CHI VOLEVA VEDERE DRACO CHE ROMPEVA IL NASO AD HARRI, NON SI SA MAI, MAGARI RIESCO AD INSERIRLO IN UN ALTRO CAPITOLO! COMUNQUE STIAMO PER ENTRARE NEL VIVO DELLA DSTORIA, CI SARà Più AZIONE, IN QUESTI CAPITOLI NON C’ è NE STATA MOLTA, DI QUESTO MI DISPIACE, MA ERANO  NECCESSARI … P.S. VOLDEMORT HA ASPETO UMANO

CIAO!MAYA!

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Capitolo 4
*** Il principe oscuro ***




Allora, eccomi tornata! Per  prima cosa volevo dire che non so quanti anni hanno Daphne e Astoria, ma qui Astoria ha l’ età di Draco e Daphne ha l’ età di Damon.

Draco e Damon si trovavano nello scompartimento quando Blaise Zabini fece irruzione nella stanza con la sua solita aria da festaiolo. Draco lo guardò con un leggero sorriso sulle labbra. Sì, quello era proprio il suo migliore amico. << Ciao, Blaise! Che si dice in giro? >> quello sorrise << oh, proprio niente di interessante! Ma speravo di beccarti con la Parkinson, conoscendoti ti pensava in qualche bagno a limonare  >> e li fece un sorriso malizioso . << va al diavolo Blaise! Quello era il piano 2 … >> e i due amici scoppiarono a ridere. << Certo, certo. Io e la Parkinson, perché dovrei quando c’ è Astoria? >>  Blaise smise di ridere << comunque, lui chi sarebbe? >> “ iniziamo bene … ” pensò Damon mente la sua faccia si contorceva per creare una smorfia gelida accompagnata da una sguardo glaciale << Damon Black Riddle  >> rispose semplicemente l’ interessato, non lasciando il tempo a Draco di rispondere.

Il viso giocoso di Blaise si trasformò in un misto di schifo e sorpresa << un … mezzo sangue? A  Serpeverde? Amico di Draco?! >> Blaise si sedette davanti all’ amico << in che universo sono finito, Dra? >> Damon lo guardò scettico, meno male che Draco aveva detto che era molto intelligente … << emm, Draco … questo e Blaise Zabini? Il tuo migliore amico? Quello molto intelligente? >> Blaise si alzò furioso << come osi parlare così a Draco?! Sporco mezzosangue! >> Damon scoppiò in una risata che di umano aveva ben poco << sei tu che dovresti stare attento a come parli … non osare mai più insultarmi, ci siamo capiti? >> lo sguardo di Damon si fece tagliente << anche perché non penso che i miei genitori la prenderebbero bene … >> Blaise lo guardò con l’ aria di chi pensa di essere troppo per stare lì a parlare con i comuni mortali … << ma sentiamo, perché dei babbani dovrebbero farmi paura? >> Damon lo guardò dall’ alta in basso << perché i miei genitori non sono babbani, vero cugino? >> fece attenzione a marcare bene l’ ultima parola << oh, sì. Blaise sai che Damon è figlio di mia zia Bellatrix ? >> Blaise deglutì a fatica, se quello era figlio della Lestrange  aveva un motivo per non dormire la notte.

 

<< come mai quella Faccia? >> chiese divertito Damon << non vuoi sapere chi è il mio paparino? >> Blaise fece segno di no con la testa, se prima si sentiva superiore a quel ragazzo adesso lo temeva, e tanto … << bene, e io lo dico lo stesso … mio padre è Tom Marvolo Riddle , ovvero Lord Voldemort … >> Blaise non seppe mai perché lo fece, ma si inchinò subito davanti Damon chiedendo il suo perdono << cosa stai facendo Zabini? >> chiese Damon disgustato dalla scenata del giovane << vedi anche i genitori di Blaise sono mangia morte >> Damon lo guardò con un sopracciglio alzato << e allora? Sono fedeli a Voldemort, non a me . >> rispose Damon come se fosse la cosa più ovvia del mondo. << sì, ma vedi, tu sei il Principe Oscuro, il figlio di colui – che – non – deve – essere – nominato e della sua degna compare.  È difficile non avere paura davanti a te … soprattutto con quello sguardo gelido che mette i brividi … >>  Damon ghignò << alzati Zabini, non voglio di queste scenate isteriche. Sparisci >> Blaise  ubidì, sapeva dove sarebbe dovuto andare ora .

<< sul serio cugino, pensavo che Blaise morisse di crepa cuore quando ha saputo la verità! >> Damon sorrise compiacendosi << hai ragione Dra, credo che in fin dei conti non sarà così male essere il principe oscuro>>

 
 

§§§§§§§§ ARRIVO A HOGWARTS §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Arrivarono verso le sette e mezza di sera, la prima cosa che Damon notò fu il meraviglioso castello posto sopra un lago enorme. Lui avrebbe vissuto lì, “ma per poco …” si disse nella mente, aveva già un piano ben preciso in mente. Avrebbe trovato la camera dei segreti, avrebbe ucciso Silente e la mezzo sangue amica di Potter.

 

§§§§§§§§§ PRIMO GIORNO DI SCUOLA §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 

Damon si svegliò presto, come quasi tutti i giorni, aveva rifatto lo stesso identico sogno di tutta l’ estate. Aveva chiesto al preside una camera singola, con la scusa di voler dormire con la finestra aperta in quanto soffriva di claustrofobia. Una balla micidiale, si disse. Semplicemente non voleva dividere la camera con qualcuno che molto probabilmente avrebbe odiato per tutto l’ anno. Quindi meglio non rischiare. Si vestì in fretta e scese nella sala comune. Era deserta, non c’ era nessuno, proprio come sperava lui. La sera prima aveva sentito di un fantasma nel bagno delle ragazze al secondo piano, lei era morta cinquanta anni prima, raccontava di aver visto due enormi occhi gialli, e subito dopo di essere morta. Damon non era stupido aveva capito che il mostro che Salazar aveva rinchiuso era un basilisco. Non era stato difficile arrivarci. Un animale che vive così a lungo, lui era un rettilofono, due grandi occhi gialli … solo un fesso non ci sarebbe arrivato.

Decise di andare subito nel bagno delle ragazze al secondo piano. << ciao bel ragazzo … tu chi sei? Io sono Mirtilla … >> Damon represse un conato di vomito << ciao, Mirtilla … io sono Damon … mi chiedevo, da quale parte venivano quegli occhi che hanno osato privare il mondo magico di una ragazza bella come te? >> Damon era un bravo attore, infatti sembrava quasi che fosse sincero … << da lì, alla fine si è scoperto che era un basilisco, ma adesso è morto! Non c’ è più pericolo, per nessuno! >> Damon si trattenne dall’ urlare tutta la sua rabbia << e chi lo ha ucciso? >> << Harry Potter >> la faccia di Damon sembrava sollevata alla notizia di Mirtilla, ma dentro di se stava maledicendo Potter in tutte le lingue esistenti << e mi sai dire dove si trova l’ entrata della camera dei segreti? >> Mirtilla sorrise << è lì! Nel lavandino con incastonato un serpente … hei! Io non ho mai parlato della camera dei segreti! >> ma era troppo tardi Damon era già riuscito ad entrare.

 

Si guardò in torno, era il posto più bello dove fosse mai stato … stava contemplando la statua quando sentì un sibilo, chiuse istintivamente li occhi, un altro, era stato sciocco. Di certo Salazar non avrebbe rischiato di lasciare la sua opera incompiuta …

 

 ECCOMI! CONTENTI CHE IO SIA TORNATA? ALLORA, IL FATTO DELLE DUE SORELLE (SPERO DI NON AVER STORPIATO I NOMI DI NESSUNO … SE Sì DITEMELO, COSì LA PROSSIMA VOLTA LI SCRIVO GIUSTI … ) ASTORIA E DAPHNE SI CAPIRà Già NEL PROSSIMO CAPITOLO. IL SECONDO BASILISCO MI SERVIVA, NON IMMAGINATEVI UNA COSA ALLA TOM RIDDLE, RICORDATEVI CHE è FIGLIO DI BELLATRIX, QUINDI POTREBBE PROVARE GUSTO NEL TORURARE, COME LA MADRE … SPERO VERAMENTE CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO!

CIAO! MAYA!

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Capitolo 5
*** Benvenuti nella camera dei segreti ... ***


RINGRAZIO ELISABET J HASEN PER AVER CREATO QUESTA FAN ART! COMPLIMENTI è VERAMENTE BELLISSIMA E INTERPRETA BENE IL PERSONAGGIO DI DAMON!  COMUNQUE L’ INSEGNANTE DI DIFESA è PITON, CHE OVVIAMENTE è A CONOSCENZA DELLA STORIA DI DAMON!ORA VI MOLLO AL CAPITOLO!

 

Il basilisco era lì davanti a lui, non lo vedeva ma lo sentiva … sentiva tutto il potere che emanava  quella creatura.  Damon non ci pensò due volte prima di uscire dalla camera per andare nella Sala Grande a colazione. Non doveva mangiare, non si sarebbe neanche seduto a tavola. Doveva parlare con Draco e con … Zabini. Moriva dalla voglia di rivedere la stessa espressione spaventata che li aveva visto nel vagone quando Draco aveva fatto le … “presentazioni” se così si potevano definire …

 

Entrò subito nella sala e, senza badare agli sguardi incuriositi che li studenti li lanciavano dalla sera prima, si diresse verso il tavolo di Serpe verde << Draco, Zabini … seguitemi. >> Draco si scrollò Pansy dal braccio, quella ragazza era più appiccicosa di una sanguisuga! Intanto Zabini era sbiancato alla vista del ragazzo … perché voleva parlare anche con lui? Draco si era alzato e aveva raggiunto il cugino. << Zabini, ti ho dettoo che devi venire anche tu … vi devo parlare di una cosa della massima importanza. >> Zabini si alzò, anche se un po’ tremante e seguì Damon verso la fine della sala. << Allora cuginetto, di cosa volevi parlarci? >> chiese Draco impaziente. << allora, cuginetto … di cosa si tratta? >> Damon si guardò intorno << dopo le lezioni, questa sera alle cinque … fatevi trovare davanti al bagno di Mirtilla Malcontenta … non fate domande, vi spiegherò lì … Zabini, non sono né mia madre, né mio padre … non ho intenzione di cruciarti, quindi rilassati … ora scusatemi ma io devo andare a lezione … >> Draco lo guardò stanito << ma mancano trenta minuti! E poi scusa … non hai ancora fatto colazione! Se lo sa zia Bellatrix mi prende a cruciatus! Ora tu entri e mangi! >> Damon lo guardò e sbuffò sonoramente << Dra, senti non ho fame! >> Draco li lanciò un occhiataccia << senti, se non entri giuro che invio un gufo a zia Bellatrix dove le dico che ti comporti da bambino testardo! >> Damon sbuffò e si diresse, anche se di mala voglia, verso la sala grande.

Si pentì subito di averla data vinta al cugino, in fatti appena seduto su accolto da una tempesta di  domande da parte degli amici del cugino. << allora, tu e Draco da quanto vi conoscete? >> chiese una ragazza con il viso da carlino << scusami, ma posso sapere chi saresti? >> la ragazza lo guardò male, già lei si stava impegnando per fare conversazione con un sangue sporco e quel cretino non le rendeva le cose più facili. << Pansy, Pansy Parkinson. Scusa, ma ti romperebbe tanto essere più cortese? >> chiese stizza lei. Lui la guardò male … << Zabini, rimediami una pasta alla crema, ora. Questa qui mi ha fatto venire l’ amaro in bocca … >> Pansy e gli altri osservarono stupiti Blaise che si alzava e girava in tutto il tavolo di serpe verde  in cerca di una pasta alla crema. << Ecco a voi … >> disse Zabini porgendola a Damon. << Blaise ma che cavolo fai? Servi un mezzosangue? >> chiese stupita Pansy. Blaise scattò subito in difesa del suo principe. << Pansy non osare mai più mancare di rispetto a Damon! >> disse Zabini con      

 Rabbia. << Blaise ma ti senti? Perché lo difendi? Perché è amico di Draco? >> chiese Nott, con un sopraciglio alzato << io lo difendo perché lui è … >> Damon lo fermò subito << Zabini non osare dire un'altra parola sull’ argomento. Spiegherò io questa sera. Alle cinque porta anche loro e le Greengrass. D’altro  canto perché sprecare parole quando posso farglielo direttamente vedere. Ora devo proprio andare, ho difesa contro le arti Oscure, e non posso assolutamente fare tardi. >>

 

Entrò nella stanza, era semi deserta, dentro vi erano solo un gruppetto di grifondoro e una ragazza Serpeverde. Si stava per sedere in un tavolo da solo quando la ragazza si girò verso di lui facendoli segno di sedersi accanto a lei. << Ciao! Sono Daphne! E tu? Sei il ragazzo nuovo? >> lui le sorrise e lei rispose a sua volta con un altro sorriso, era veramente bellissima. << sì, sono Damon … tu sei sorella di Astoria, giusto? L’ ho vista e vi somigliate veramente tantissimo! >> lei sorrise << grazie! Mi fa piacere che lo pensi! Le dicono tutti che è bellissima, quindi vuol dire che anche io sono abbastanza decente! >> e scoppiarono a ridere , così senza una ragione, per il semplice gusto di farlo. Di certo erano carini visti insieme. Qualcuno li avrebbe anche potuti scambiare per una delle tante coppiette che giravano a scuola. Il tempo di una risata e già la classe era completa. Il professore entrò, come sua abitudine sbattendo le porte e facendo girare tutti li studenti a guardarlo.  << Oggi è il primo giorno di lezione, e  non per questo rimarremo senza fare nulla! Come saprete ora siamo in guerra e in guerra è bene sapersi difendere. Il tema che tratteremo in questi mesi sono le maledizioni senza perdono. Chi di voi le conosce tutte e tre? >> Damon alzò la mano. Azkaban li era servito a qualcosa. <> Damon ghignò apertamente. Non solo le conosceva, ma le sapeva anche eseguire alla perfezione. << Certamente. La maledizione Imperius e la meno potente, ti obbliga a fare quello che vuole chi la scaglia. Il Cruciatus, l’ incantesimo di tortura, non esiste dolore più atroce che un mago possa conoscere. E infine, viene l’ anatema che uccide, L’ Avada Kedavra. Se vieni colpito da quello non hai via di scampo, non sperare in una cura perché muori sul colpo.>> Piton lo guardò scioccato, un normale quindicenne non avrebbe mai parlato di certe cose così a cuor leggero << molto bene. 20 punti a Serpeverde! Comunque mi sembra ovvio che io avrò cura di insegnarvi a difendervi da queste maledizioni, non di certo a scagliarle. >> disse il professore. << molto bene, chi di voi sa evocre un sortilegio scudo? >> chiese nuovamente Piton, non si stupì più di tanto nel vedere che Riddle alzava di nuovo il braccio. << Bene signor Riddle, vuole dare una dimostrazione alla classe? >> << certamente professore >> Damon si mise di fronte al professore che subito gridò << stupeficuim! >> Damon senza pensarci troppo prese la bacchetta e disse in bisbiglio << protego >> lo schiantesimo rimbalzò dallo scudo di Damon fino a colpire il professore. Piton si rialzò subito << 50 punti a Serpeverde!  >>

La lezione continuò così, e così passarono anche le altre lezioni, e in men che non si dica si erano fatte le cinque. Si stava dirigendo davanti al bagno del secondo piano dove trovò già i ragazzi ad aspettarlo. << Una volta dentro chiudete gli occhi fino a che io non vi dirò di riaprirli >> Pansy alzò un sopracciglio << perché ? >> chiese col tono di chi la sa lunga << perché non mi va di vedervi morti, chiaro? Quindi quando vi dico di chiudere gli occhi chiudete gli occhi e quando vi dico di riaprirli li riaprite. >> disse secco lui << e ora entrate! >> Nott lo guardò male << dove? >> chiese lui << nel bagno … capirete appena sarete dentro. Appena entrati Damon si mise davanti al lavandino § apriti § ordinò lui in una strana lingua e si aprì un passaggio. << seguitemi … >> i ragazzi fecero che aveva ordinato Damon e appena iniziarono a vedere una luce Damon disse loro di chiudere gli occhi e di camminare dritti e poi di nuovo un altro sibilo § non uscire … resta lì dove sei §  disse Damon rivolto al serpente. << Bene ora aprite gli occhi … >> i ragazzi si guardarono in torno ammaliati dallo spettacolo che si mostrava davanti ai loro occhi. Damon, con un ghigno sul volto, aggiunse << Ben venuti nella camera dei segreti … >>

 

ECCOMI! SONO CONTENTA DI AVER AGGIORNATO COSì PRESTO! PER QUALUNQUE CHIARIMENTO DITEMELO E VE LO SPIEGO! COME SEMPRE LE CRITICHE SONO BEN ACCETTE!

CIAO! MAYA!

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Capitolo 6
*** Ma c' è sempre un forse ***



ECCOMI! SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA! SARA’ ASSOLUTAMENTE FONDAMENTALE AI FINI DELLA STORIA.

 

I ragazzi si guardavano intorno ammirati … tutti tranne Pansy che si guardava intorno dubbiosa. << Non ci credo …  tu non puoi essere l’ erede di Serpeverde … >> Damon la guardò ghignado.

 

<< non mi aspettavo che mi credessi >>  le rispose il ragazzo << e fai bene a non fidarti … non sono io l’ erede di Serpeverde, ma lo è mio padre … >> l’ ultima parola fu detta con una nota amara. << Non ci vai d’ accordo ? >> li chiese Blaise sempre più interessato alla faccenda << non so neanche faccia abbia, Zabini. Sono nato poco dopo la sua caduta, poco dopo che mia madre fu arrestata con l’ accusa di essere mangia morte … >> rispose secco Damon.

Il discorso stava prendendo una piega che a Damon non piaceva per niente. Quei ragazzi non erano nessuno per poter parlare con lui così apertamente. Se solo avessero continuato li avrebbe cruciati tutti. Senza esitare un solo momento. Chi erano loro per farsi i fatti suoi? << arrestata con l’ accusa di essere mangia morte? Dopo la sua caduta? Scusa se mi faccio i fatti tuoi … ma chi sono i tuoi genitori? >> chiese Nott. Si pentì quasi subito della domanda perché in risposta ricevette uno sguardo furioso da parte del moretto. << Ragazzi, vi prego. Potete evitare questo argomento? Almeno davanti a lui, vi spiegherò tutto io … sempre che tu sia d’ accordo Damon … >> Damon scosse il capo e un sorriso comparve sul suo volto. << No, Draco. Ci penso io a spiegare tutto … >> Draco lo guardò dubbioso << sei sicuro? Sai non sono esattamente dei ricordi allegri … >> Damon fece un sorriso un po’ forzato, in realtà era vero che parlare dei suoi genitori li metteva tristezza, ma lui non si doveva far vedere debole davanti ai figli dei mangia morte.

<< Sì, non ti preoccupare. Allora, da dove iniziare? >> Ci pensò Blaise a rispondere, anche se sapeva bene che quella di Damon era una domanda retorica. << Dall’ inizio … neanche io  conosco tutta la storia, e sono molto curioso >> disse il ragazzo. Sul viso del giovane quindicenne comparve un sorriso amaro << Bene … sappiate che non amo i giri di parole, quindi andrò dritto al punto … mia madre e Bellatrix Black >> disse lui senza pensare a come avrebbero potuto prendere la notizia i ragazzi di Serpeverde.  Damon sorrise tra se e se, se avevano reagito così per sua madre, non immaginava come avrebbero potuto reagire alla scoperta dell’ identità del padre. Prima di continuare, però, volle godersi le facce terrorizzate dei ragazzi. Si soffermò molto su quelle della ragazza dai capelli corti neri e su quella del ragazzo moro che lo aveva chiamato mezzosangue. Si voleva godere ogni secondo di quello scenario. Anche Astoria aveva una faccia sconvolta. L’ unica che non sembrava particolarmente stupita dalla rivelazione di Damon era Daphne. Lui rimase un po’ a fissarla. i lunghi capelli biondi le ricadevano morbidi lungo la schiena, e quegli occhi così blu … li avrebbe ammirati per ore.

Si riscosse subito dai suoi pensieri << smettetela di fare quelle facce da pesci lessi! In questo momento l’ amico rosso di Potter sembra più sveglio di voi! Comunque, stavo dicendo di mia madre, e fin qui sapete tutti chi è. Se non siete fessi avete già capito chi è mio padre, o mi sbaglio? >> no, non si sbagliava. Ma è difficile accettare di aver dato al figlio di due pazzi assassini del mezzosangue … << vedo dalle vostre facce che ci siete arrivati tutti. Comunque non c’ è molto da sapere su di me. I primi incantesimi che ho imparato sono state le maledizioni senza perdono, quindi evitate di farmi incavolare. >> Nott a questo punto prese la parola << e tu? Dove sei cresciuto? In orfanotrofio o ti hanno dato in affidamento? >> Damon strinse le mani, le nocche li diventarono bianche e il suo sguardo si ridusse a due fessure << no, il ministro ha pensato che fosse divertente farmi crescere ad Azkaban >> rispose Damon. I presenti non fecero in tempo a commentare la questione perché Damon la chiuse in fretta << è tardi. Meglio tornare nei dormitori. Il rientro fu silenzioso. Ma tutti avevano preso una decisone. La loro fedeltà non andava al Lord, ma a quel ragazzo così strano che camminava pochi passi avanti a loro.

 

Bellatrix era seduta nel salotto del Manor della sorella. Aveva così tanti pensieri per la testa, pensieri che mai avrebbe pensato di formulare. Solo lei e il suo Signore erano a conoscenza dell’ esistenza di Damon. Già, era proprio quel ragazzo il centro dei suoi pensieri. Come stava? Con chi era? Cosa faceva? Si guardò in giro. Era SOLA  solo li elfi domestici giravano per casa. Iniziò a ripensare alla sua vita. Ad Azkaban, al suo Signore e a suo figlio. Lei era una madre orribile. Suo figlio aveva ragione, aveva assolutamente ragione. Lei aveva preferito il Suo Signore a suo figlio. Quale madre lo avrebbe mai fatto? A questo pensiero una lacrima scivolò lenta sul suo viso rendendolo nero come il mascara, rendendolo nero come il suo umore, rendendolo nero come il suo signore. Senza rendersene conto scese una seconda lacrima, poi una terza, una quarta, ed ecco anche il primo singhiozzo. Si odiava, si odiava per il male che aveva fatto a Damon, si odiava perché non aveva diritto di soffrire, tutto quel male che in quel momento provava era colpa sua. Lei aveva scelto di andare ad Azkaban, lei aveva scelto di lasciare il bambino in mano a quei mostri. Se qualcuno l’ avesse vista non avrebbe creduto che quella donna fosse Bellatrix Black vedova Lestrange. Ma l’ unica persona che ci avrebbe creduto fu l’ unica persona che già in passato l’ aveva consolata. Narcissa Black Malfoy trovò la sorella seduta sul suo divano a piangere. L’ ultima e l’ unica volta in cui le più grande delle tre sorelle Black aveva pianto era stata quando da tre sorelle erano diventate due. Bellatrix non aveva un bel rapporto con Andromenda, ma le voleva bene. Una  sorella è sempre una sorella. Narcissa su buttò su Bellatrix e la strinse in un abbraccio che la sorella ricambiò subito. Rimasero un buon quarto d’ ora abbracciate, fino a che Bellatrix  non  ebbe smesso di piangere. << Bella perché piangevi? >> le chiese la sorella << Cissy sono una madre orribile … >> disse quella in sussurro << Bellatrix tu non hai figli! O sì ? >> le chiese la sorella.

 

 
 
 
 
 
 

Bellatrix prese una boccata d’ aria e iniziò a raccontare la verità << quando mi hanno arrestata ero incinta di due settimane, quando scoprirono che il bambino non era di Lestrange ma del Nostro signore decisero di tenerlo a vivere ad Azkan. Adesso è ad Hogwarts grazie a l vecchiaccio, almeno una cosa giusta l’ ha fatta.  io non sono riuscita a fare in modo di poterlo vedere, ma ho delle foto che conservo di sopra. >> disse lei << oddio, Bellatrix … ma perché non me lo hai raccontato prima invece di tenerti dentro questo peso? >> le chiese Narcissa. Bellatrix si asciugò gli occhi ancora lucidi di lacrime << non lo so … grazie di non avermi giudicata male Cissy >>  Narcissa sorrise dolcemente alla sorella << allora? >> chiese dopo un po’ << allora cosa? >> le rispose Bellatrix << non mi fai vedere tuo figlio? Non hai delle foto di sopra? >> Bellatrix sorrise raggiante << certo! Senti Cissy non dei porta foto? Non album proprio cornici >> chiese lei alla sorella << certo! Timpy! >> un elfo domestico comparve davanti alle due donne << porta le cornici che sono nel primo cassetto del mio armadio! >> ordinò la padrona di casa. << forza Bella! Muoviti! >>.

Le due sorelle si trovavano in camera della più grande a selezionare foto da incorniciare, quando un elfo domestico tornò con una ventina cornici per foto << Cissy! Sei sempre la solita esagerata! >> la più piccola la guardò sbuffando << non fare i capricci! E ingrandisci quella foto che ritrae Damon da piccolissimo! >> Bellatrix fece come le aveva ordinato la sorella. Un oretta dopo la camera di Bellatrix era irriconoscibile. Ma la cosa che più colpiva era un quadro che ritraeva un bambino di pochi mesi seduto su un letto che ascoltava incantato la musica di un carillon  poco lontano da lui.

Il signore oscuro percorreva velocemente il corridoio. Voleva dire a Bellatrix di avvisare i mangia morte del prossimo incontro. Appena entrò nella stanza rimase abbastanza contrariato nel trovarla addormentata. Ma la sua attenzione fu richiamata da un quadro sopra il letto Bellatrix. Un bambino. Un bambino con gli occhi di Bellatrix. Un bambino straordinariamente simile a lui. Un bambino che come lui non aveva potuto essere tale. Un bambino che era semplicemente suo figlio. Stupito del suo pensiero andò in camera sua e si mise a dormire. Lord Voldemort non era fatto per avere sentimenti. Ma forse Tom Riddle sì. E forse esisteva una via di mezzo. Forse avrebbe potuto essere Lord Voldemort in pubblico e Tom Riddle in privato.

Non lo sapeva, per ora era solo Lord Voldemort e l’ unica cosa che voleva era uccidere Harry Potter. Di quel ragazzo, per ora, non gliene importava niente.

 

ECCOMI! DI CERTO NON è UNO DEI MIEI SCRITTI MIGLIORI!

CI TENGO A RICORDARE CHE ANCHE LE CRITICE CONO BEN ACCETTE!

QUI SOTTO TROVERETE UN IMMAGINE DI DAPHNE!

CIAO! MAYA!

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Capitolo 7
*** Lei sarebbe stata la sua prima vera, vittima ***


 


La mezzosangue, sarebbe stata lei la sua prima vera vittima … ma non l’ avrebbe uccisa col basilisco come con chi l’ avrebbe preceduta, troppo semplice e indolore, l’ avrebbe portata nella camera dei segreti e l’ avrebbe torturata sino a quando non sarebbe stata lei stessa ad implorare pietà. Questi erano i pensieri di Damon mentre seguiva il preside nell’ ufficio di quest’ ultimo. Silente sarebbe stato la ciliegina sulla torta, l’ avrebbe ucciso per chiudere in bellezza l’  anno. E poi, prima di andare dai suo genitori, avrebbe ucciso i Weasley, lasciando Harry Potter in uno stato di solitudine pazzesco. Avrebbe dovuto soffrire, soffrire come aveva sofferto lui, se non di più. << Siediti, Damon >> disse il preside sedendosi davanti a lui<< hai idea di quanto sia offensivo quello che hai detto alla signorina Granger? Perché l’ hai chiamata così? >> chiese bonario il preside “ perché è una stupida mezzosangue che ha osato parlarmi e io ho intenzione di farla fuori il 26 maggio per farmi un bel regalo di compleanno ” di certo non poteva dirli questo, l’ avrebbe ucciso prima di subito, questo era poco ma sicuro. Silente lo temeva, lo temeva veramente moltissimo, e lui non sapeva neanche come mai … era solo un ragazzino, suo padre era potente, non lui.  << Non lo so, signore … quando ha iniziato a parlare dei miei genitori non ci ho visto più dalla rabbia >> disse stringendo i pugni e abbassando lo sguardo. Stava mentendo, mentendo spudoratamente. Non li importava nulla di quello che la gente pensava di lui e dei suoi genitori, ma magari in questo modo sarebbe riuscito a fare leva sul lato tenero del professore e ad abbreviare la punizione. << Ti capisco, ma non posso fare finta di niente. Questa notte  aiutare  Rubeus Hagrid  nel suo lavoro. Ti avviso che Hagrid non nutre particolare simpatia per tuo padre, quindi non provocarlo … ci siamo capiti? >> Damon fece una smorfia, una nottata con un mezzo gigante non era di certo l’ idea che aveva di divertimento << Sì, signore. A che ora devo andare ad aiutarlo? >> chiese Damon irritato << subito dopo cena, alle otto >>   Damon si alzò per uscire, ma venne richiamato dal preside << ti conviene scusarti con la signorina Granger >> Damon fece una smorfia orribile, mai e poi mai si sarebbe scusato con quella insulsa ragazzina dai capelli che sembrano un cespuglio, neanche a farlo apposta incontrò lei e tutto il club degli sfigati che litigavano contro Malfoy e compagnia bella. << Stupide serpi! Lo sappiamo che siete stati voi a farci questo! >> sbottò Harry << perché vi arrabbiate? è un bel miglioramento! >> disse Nott <<  certo! Io ti faccio diventare i capelli rosso- oro e poi mi dici cosa ne pensi? Va bene? >> disse Ginny << non accetto  critiche da chi si lascia comandare da un diario! >> le rispose lui. << Non sono fatti tuoi Nott! >> Damon si stava veramente irritando, i mangia morte sono fatti per  uccidere! Non per dare spettacolo nei corridoi di una scuola! Cavolo, c’ era molto lavoro da fare! << oh, m guarda che c’è là! >> disse Hermione << quanti mesi di punizione ti ha dato il professore? >> chiese lei in maniera acida << una notte con quel grosso babbeo del mezzo gigante. >> rispose lui scrollando le spalle, una notte passava in fretta. << Pensavo ti desse una punizione più lunga >> disse lei, era veramente arrabbiata con quel ragazzino presuntuoso che si credeva superiore a lei. << Pensavi male, ma questa non è una novità.  Scusa ma non sono qui per te. Potter, avvicinati non mordo mica! >> disse lui guardando Harry negli occhi, non fece caso al babbeo migliore amico di Potter  che borbottò qualcosa di molto simile a << ma cruci >> Harry li si avvicinò  velocemente << potrei vedere la tua cicatrice? >> Harry spostò la frangia per mostrargliela, sì era come pensava Damon. Quello era solo un banale ragazzino protetto da un sortilegio scudo. Niente di più, niente di meno. <<  bene, come pensavo io. Scusami ma ora ho cura delle creature magiche. >> I grifondoro decisero di rinunciare al litigio e si incamminarono verso le loro lezioni, così come Damon che però, a metà strada circa, fu fermato da Daphne. << Aspetta! >> Damon si girò di scatto. Daphne lo stava seguendo correndo, alla vista della ragazza con tutti i capelli biondi spettinati e il viso arrossato non riuscì a trattenere un sorriso. Daphne lo raggiunse in fretta << grazie per avermi aspettata >> disse lei in tono sarcastico << non mi hai detto che volevi andare a lezione con me >> disse lui scuotendo la testa come per dirle “ sei incorreggibile ”, lei li diete un colpetto sul braccio per farli capire tutto il suo disappunto << scherzavo,  ma me lo potevi dire che volevi venire a lezione con me! >> disse lui, lei li sorrise << sai Damon, sei carino! >> lui la guardò ghignando << solo carino? >> lei alzò scherzosamente gli  occhi al cielo << di certo non sei modesto! >> rispose lei << guarda che lo dicevo perché per me tu sei un angelo!  >> disse lui spingendola contro il muro  e baciandola, uscire di notte con Sirius ( ovviamente dove lui era sicuro che la gente non chiamasse gli auror per sbatterlo ad Azkaban ) aveva dato i suoi frutti, non si poteva dire che non fosse allenato con baci e compagnia bella. Lei istintivamente portò le braccia dietro la testa di lui per rispondere al bacio. Lui si staccò per primo << dobbiamo andare che altrimenti il mezzo gigante ci toglie punti >> disse lui per giustificarsi << aspetta, adesso stiamo insieme? >> chiese lei rossa di vergogna per quella domanda << solo se  tu vuoi >> disse lui accarezzandole il viso << sì, io voglio. Ma lo diciamo agli altri? >> Damon la guardò incuriosito dalla domanda << non lo so, perché questa domanda? >> lei lo guardò sorridendo << perché magari tu non volevi. Senti perché non glielo diciamo il giorno del festino? >> lui ci pensò su << in effetti è una buona idea, però ora muoviamoci che io ho già una punizione, è non ho voglia di raddoppiarla >> disse lui << ok, scommetto che sono più veloce ti te! >> disse lei << non ci giurerei! Gara? >> lei lo guardò con aria di sfida, era assolutamente perfetta per lui. A lui serviva una allegra che non si facesse mettere i piedi in testa e che fosse intelligente. << gara! >> rispose lei e iniziarono a correre verso lo spazio dove si teneva la lezione. Arrivarono molto prima dell’ arriva del professore e si fermarono davanti alla capanna ad aspettare gli altri alunni. << Ho vinto io! Te l’ avevo detto! >> disse lei inorgoglita << solo perché a metà strada mi hai mollato la tua borsa! Si può sapere cosa ci mette dentro? >> ( adesso sembrano due fidanzatini normali, i guai arriveranno tra qualche capitolo, sempre che vogliate delle complicazioni tra loro ) disse lui poggiando le due borse a terra << i libri! >> lui la guardò con tanto d’ occhi << di tutti i cinque anni però! >> disse lui facendo sciogliere i muscoli delle braccia e delle spalle << hai mal di schiena, Dami? >> lui si sedette su un sasso  << sì, proprio in mezzo alle scap … un momento, COME MI HAI CHIAMATO?! >> lei rise all’ espressione scandalizzata del suo nuovo ragazzo << Dami, non ti piace? >> lui la guardò un sopraciglio alzato << scusa, ti ricordi chi sono i mie genitori? >> lei scosse la testa << sì che mi ricordo, come potrei dimenticarlo? Ma ora ci conviene alzarci che arrivano gli altri e Hogwarts è piena di pettegole! Noi dobbiamo fare finta di niente per due settimane! >> lui si alzò con un espressione dolorante in viso, quasi quasi chiedeva di poter saltare la lezione per andare in infermeria a chiedere qualcosa contro il mal di schiena << eh, esagerato! >> disse lei iniziando a massaggiarli la schiena << meglio? >> chiese dopo un po’ << si grazie >> disse lui prendendo la borsa con i libri, visto che ormai si stavano dirigendo verso il luogo prestabilito per la lezione. Le ora passarono in fretta e così si arrivò in fretta a l’ ora di pranzo. << Damon, andiamo insieme o preferisci andare da solo? >> chiese Daphne avvicinandosi a Damon che stava riordinando i libri dell’ ultima ora di lezione che avevano quel giorno. << andiamo insieme, e poi vediamo cosa questo pomeriggio >> le rispose lui e , dopo essersi accertato di essere soli, dandole un bacio a fior di labbra. Così iniziarono a camminare per andare in sala grande. Una volta arrivati in sala grande si lanciarono uno sguardo di intese che significava “ ricordati che non dobbiamo fare niente per farli insospettire ” così entrarono insieme per poi andare a sedersi rispettivamente Damon accanto a Draco e Daphne accanto ad Astoria. << come sono andate le lezioni? >> chiese Damon a Dacro << bene, tolte le prima due ore di trasfigurazione con i grfifondoro, la vecchiaccia era ancora molto arrabbiata per la storia dei capelli verde-argento! >>  disse Draco sbuffando per il 2 che si era preso a trasfigurazione, Astoria ripensando alla faccia di Draco appena visto il voto scoppiò in una fragorosa risata << zitta tu che 3 e ½ non è di certo un voto migliore! >> ricordandosi del voto anche lei smise di ridere,  non tanto per il voto, ma per la reazione dei genitori! Sapeva bene che i voti appena presi venivano subito inviati ai genitori dei ragazzi << mi sa che sei nei guai Draco! >> disse Damon ghignando << perché a te come è andata? >> lui prese una pergamena dalla borsa, era il compito di difesa contro le arti oscure che Damon aveva consegnato il giorno il giorno prima, l’ aprì e la passò al cugino << li hanno riconsegnati oggi >> a Draco andò di traverso l’ insalata appena visto il 9 e ½  scritto in grande sul compito e stupì ancora di più nel vedere sotto la firma e le lodi di Piton. Quell’ uomo non aveva mai messo più di 8 neanche a un serpe verde! << tieni che non ti voglio avere sulla coscienza >> disse Damon passando a Draco un bicchiere d’ acqua. << comunque, cosa fate voi oggi pomeriggio? >> chiese Daphne incuriosita << visto che siamo pieni di roba da studiare andremo in biblioteca … >> disse Astoria che dalla faccia faceva intendere che non era molto contente dei loro progetti << anche noi, che ne dite se andiamo insieme? >> Astoria sorrise, adorava passare del tempo con la sua sorellina! << certo! >> Damon poggiò sul tavolo il suo bicchiere << sentite stanotte mi dovrete coprire … >> Daphne alzò un sopraciglio << perché? >> Damon alzò le spalle << dovete dire di avermi visto entrare nel dormitorio, tornerò molto tardi >> disse sotto voce << ho bisogno che vi fidiate di me … ok? >> i ragazzi annuirono convinti.

Daphne sbuffò per l’ ennesima volta << da quanto siamo qui a studiare? >> Damon la guardò scuotendo la testa  << mezz’ ora >> rispose lui tornando a leggere il suo libro, lui aveva finito tutti i compiti in 20 minuti e si era messo a leggere un libro su Serpeverde << e ora? >>  chiese Astoria  << 31 minuti >> altri sbuffi da parte dei ragazzi << giuro che se sbuffate ancora una volta vi crucio! Pensate a me che devo passare la nottata con uno stupido mezzo gigante! >> disse lui << che leggi? >> li chiese Draco con la vana speranza di riuscire a mollare per un po’  lo studio  << te lo dico quando hai finito di studiare … >> rispose in fretta Damon. Dopo un paio d’ ore Damon chiuse il libro e si alzò dal tavolo << dove vai? >> li chiese Astoria << a prendere un altro libro, questo l’ ho finito. Appena avete finito tornate in dormitorio e non mi aspettate. Rimango qui e leggere e poi vado da quello stupido ibrido >> spiegò Damon per poi scomparire tra gli scafali. Sapeva cosa stava cercando. Era alla ricerca di un metodo per vivere per sempre. Non poteva rischiare di morire. Così si diresse nella sezione proibita. Di sicuro se esisteva un’ incantesimo così non era un incantesimo di magia bianca. Trovò quello che cercava senza troppi sforzi, Horcrux. La chiave per l’ immortalità.  non c' era scritto niente su come fare per creare un horcrux. Nonostante tutto  non c’ era nessun problema. Non aveva fretta. Erano solo a settembre. E pensare che quella notte avrebbe ucciso per la prima volta. Aveva preso di mira un ragazzo di grifondoro, Colin Canon, usciva di notte per scattare foto al castello  e lui l’ avrebbe ucciso col basilisco. Mise il libro sugli Horcrux in borsa e prese un libro sulla legilimanzia. Di sicuro li sarebbe tornato utile. Era seduto a un tavolo quando sentì una voce che lo chiamava << Damon … ciao! Ti ho portato qualcosa da mangiare visto che non sei venuto a cena! >> disse Daphne con un sorriso, porgendoli una pasta con crema e succo di zucca << grazie, Daph >> disse lui dandole un bacio a fio di labbra << facciamo metà e metà? >> chiese lui << ok! >> rimasero una buona mezz’ ora  a parlare di cose inutili, così alle nove Damon iniziò ad andare a casa di Hagrid.

Hagrid si voltò giusto in tempo per vedere Damon arrivare, cero che la somiglianza tra lui e suo padre era impressionante.  Ma, come Silente li aveva ripetuto sino alla nausea, Damon non era Tom e Tom non era Damon. << Buona sera, signore. Cosa devo fare questa sera? >> chiese docilmente Damon, ma nella sua testa sapeva già la risposta “ far fuori mezzosangue ”  << niente di che, andremo nella foresta proibita a vedere se è tutto a posto, finiremo in fretta. Ultimamente ho trovato molti animali uccisi da morsi di serpente. >> Damon alzò un sopraciglio << non è un po’ pericoloso andare a caccia di serpenti? >> chiese Damon pensando che il tipo non doveva essere del tutto normale << non con un rettilofono come te. >> rispose Hagrid << giusto. >> concesse Damon. Poco dopo iniziarono a incamminarsi verso la foresta proibita. Damon capì che qualcosa non andava poco dopo essere entrato nel cuore della foresta. C’ era un serpente. Uno molto pericoloso. Uno addestrato ad uccidere che non tardò molto prima di farsi vedere. << Fermo … non ti muovere >> disse Damon ad Hagrid << non fare un’ altro passo, il serpente è vicino >> il serpente uscì dal suo nascondiglio e iniziò ad attaccare Hagrid e Damon § fermo § li disse Damon alzando una mano  verso il serpente § come puoi, tu, parlare con me?§ chiese il serpente incuriosito § perché discendo da Salazar Serpeverde § rispose Damon § l’ unico discendente di Serpeverde è il mio padrone, Voldemort § Damon ghignò § allora chiedi al tuo padrone di Damon § concluse lui girandosi per andarsene e venendo subito seguito da un mezzo gigante in uno stato di trauma. << Cosa gli hai detto? >> chiese Hagrid incuriosito << di non attaccare più gli animali della foresta. Adesso sono al sicuro >> disse Damon con un sorriso angelico sul viso. Il viaggio sino alla capanna fu silenzioso, nessuno dei due aveva niente da spartire con l’ altro. << Se la mia punizione è finita io andrei. Ho dimenticato la borsa in biblioteca e necessito del materiale al suo interno e poi mi dirigerò verso i miei dormitori >> spiegò Damon << sì, sì … vai pure >> disse Hagrid sbrigativo. Avere il ragazzo intorno era inquietante. Damon iniziò a dirigersi verso il castello, per poi scomparire nell’ oscurità della notte. Sapeva che quello che stava per fare era rischioso. Tutti quelli a conoscenza della sua identità lo avrebbero sospettato. Per questo motivo si doveva fare vedere come un ragazzo timido, imbranato e fesso, insomma doveva comportarsi come quel ragazzo di qui li aveva parlato Draco. Come si chiamava? Nevol, Nendel … Naville!  Moriva dalla voglia di uccidere anche quella stupida parodia di mago! Anche i traditori del sangue non meritavano un trattamento migliore. Lui avrebbe ucciso tutti coloro impuri. Avrebbe ucciso Silente e distrutto la scuola per rifondarne una più prestigiosa e più potente, dove le arti oscure erano considerate legali.  Lui non avrebbe permesso a Potter di vincere la guerra. Non sapeva, però, neanche se suo padre meritasse di vincere quella guerra. Ma Potter era una delle principali cause del suo dolore. Se lui non si fosse salvato suo padre non sarebbe caduto e sua madre non sarebbe finita ad Azkaban condannando anche lui a una vita di sofferenze. Sapeva bene di essere in pericolo. Scegliendo i mangia morte l’ Ordine dei cretini lo avrebbe attaccato e se avesse scelto il lato della “ luce ” i suoi genitori non ci avrebbero messo molto ad avakedavrizzarlo. Con questi pensieri si ritrovò quasi senza accorgersene a percorrere i corridoi della camera dei segreti. Il basilisco era pronto.  Damon avrebbe ucciso per la prima volta. Stava per diventare un assassino, di questo ne era cosciente. Ma non poteva più tirarsi indietro.  Ormai il suo destino era segnato. Lui voleva diventare un mostro, lui era assetato di potere. Mentre pensava a queste la sua mente iniziò a pensare a Daphne. Se voleva combattere per qualcuno, quel qualcuno era lei.  Un sibilo uscì dalle sue labbra e all’ udirlo un’ enorme serpente iniziò a percorrere i lunghi corridoi di pietra. Non fu difficile trovare Colin. Scattava foto al lago dalla torre di astronomia. << Colin, fai una bella foto con noi … >> disse Damon con tono di voce maligno, alle spalle del ragazzo. Colin si girò spaventato  e l’ ultima cosa che vide furono due enormi occhi gialli. Morì senza vedere mai il volto del suo assassino. Damon prese un pugnale, rubato dalle cucine, e sollevò la manica della camicia del ragazzo per vedere bene il braccio dove incise col pugnale un’ unica lettera “ S ”. Scese dalla torre con passo lento e riportò il basilisco nella camera. Aveva molto sonno, era stata una giornata faticosa. Così si diresse verso il dormitorio e si mise a letto. Era stanco, veramente stanco. E il sogno che fece quella notte non lo aiutò. Era in una casa buia, triste e silenziosa. Il silenzio veniva rotto solo dalle urla disperate di un uomo, sicuramente torturato.  Non riuscì a vedere il volto dell’ uomo perché si svegliò prima. Chiunque fosse quell’ uomo il sentire le sue urla di terrore li metteva i brividi. Si consolò pensando che magari il sogno era dovuto al fatto di aver commesso il suo primo omicidio. Sì. Sicuramente era così. Erano le sette e trenta così decise di vestirsi e scendere in sala comune. La sala era tranquilla. C’ erano solo Blaise e un gruppo di ragazzi del primo anno. << ciao, Damon! Siediti e raccontami come è andata la punizione! >> li disse Blaise << Come vuoi che sia andata!? Male! Era una punizione! Ma quello che ho fatto lo scoprirai da te! >> li rispose Damon con un ghigno che a Blaise non ispirò molta fiducia. Damon prese il libro che aveva recuperato la sera prima in biblioteca, pozioni per cambiare aspetto, e iniziò a leggerlo. Smise solo quando sentì delle urla che provenivano da dormitorio femminile << Non sei mai pronta in tempo! >> quella voce era inconfondibile, Daphne litigava con Astoria. Di nuovo. Sul suo volto comparve un sorriso ripensando a tutti i difetti della sua ragazza. Erano veramente tanti. Non fisici, ma caratteriali. Daphne era speciale. Era unica. Era perfetta per lui. Era per questo che le piaceva. La ragazza dai lunghi capelli dorati scese velocemente le scale cercando di aggiustarsi i capelli in coda come meglio poteva. Odiava tenere i capelli raccolti, ma aveva erbologia e non poteva tenerli sciolti sennò quella cretina della professoressa le rompeva le scatole. Damon le sorrise << noi iniziamo ad andare o aspettiamo anche quelli del sesto anno? >> chiese lui vedendo che Blaise stava risalendo in dormitorio a cercare di svegliare Draco << andiamo >> disse lei iniziando a uscire dalla sala comune, seguita da Damon. << Cosa hai fatto dopo la punizione? >> chiese lei << adesso c’ è un grifondoro in meno in questa scuola >> disse lui tranquillamente << hai ucciso qualcuno? >> chiese lei con tanto d’ occhi. Sapeva che Damon voleva uccidere, ma pensava non così presto. << Sì, ho penato di iniziare subito. Non posso perdere tempo. Il 26 maggio sarà il turno della Granger, voglio che passi i suoi ultimi mesi ne terrore.  >> disse lui << perché proprio il 26 maggio? >> chiese lei senza capire << perché voglio farmi un regalo di compleanno un po’ speciale >> rispose semplicemente lui. Lei sorrise, si doveva segnare quella data sul calendario << e tu? Quando compi gli anni? >> chiese lui incuriosito << il 5 giugno >> rispose lei prima di entrare nella Sala Grande  e andarsi a sedere al tavolo della sua casa, seguita a ruota da Damon. La sala non tardò molto a riempirsi e solo pochi sguardi andarono a posarsi sul posto vuoto del ragazzo che era ormai passato a miglior vita. Anche le serpi non tardarono ad arrivare e in particolare arrivò abbastanza tardi il gruppo di Draco, che non perse occasione per tormentare Damon con la solita domanda “ cosa hai fatto ieri notte, dopo la punizione? ” Damon a un certo punto decise di mettere la parola fine a questo interrogatorio e di rispondere semplicemente con una frase << lo scoprirete tra poco >> frase che lasciò abbastanza perplessi i ragazzi che comunque rinunciarono a rompere le scatole a Damon. Poco dopo un ragazzo entrò urlando e piangendo disperato << un cadavere! C’è un cadavere sulla torre di astronomia! >> gridò lui senza smettere di piangere a causa della visione di poco prima << come un cadavere? >> chiese il preside bianco come un lenzuolo ( come quelli delle pubblicità dei detersivi, avete presente? ) << Colin Canon, è morto. Sulla torre di astronomia >> disse il ragazzo << le lezioni di oggi sono sospese! Tornate tutti nei vostri dormitori! SUBITO! >> gridò il preside correndo verso la torre di astronomia seguito dall’ intero corpo docenti. Damon fece per andarsene con le serpi, quando, appena uscito dalla Sala Grande, una voce richiamò la sua attenzione << sei un assassino. Esattamente come tuo padre e tua madre >> Damon si girò di scatto verso quella voce, Potter, era ovvio. << Cosa vuoi, Potter? >> chiese lui aspro << sei un mostro … >> disse lui con acidità << Potter non sfidarmi. Non osare mettermi i piedi in testa. Non osare ostacolarmi. O ne pagherai le conseguenze … >> li rispose lui prima di andarsene.

CIAO! VI E’ PIACIUTO IL CAPITOLO? ALLORA DAPHNE E DAMON SONO DUE RAGAZZI E’ NORMALE CHE LA LORO STORIA VADA COSì VELOCEMENTE. I PROBLEMI ARRIVERANNO DOPO LA FINE DELLA SCUOLA, PER ORA MI VOGLIO CONCENTRARE SULL’ ASSASINIO DI SILENTE. NON SO SE HO SCRITTO GIUSTO HORCRUX, SE HO SBAGLIATO DITEMI LA FORMA CORRETTA COSì LO POSSO SCRIVERE GIUSTO! RICORDATEVI CHE LE CRITICHE SONO BEN ACCETTE! 

CIAO! MAYA!

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Capitolo 8
*** verde-argento ( mi serviva un pretesto per mettere Damon in punizione ... ) ***





Voldemort camminava con fierezza per i corridoi del Malfoy Manor. Nella sua testa risentiva tutti i pensieri che la notte prima lo avevano tenuto sveglio. Si stava recando alla sala scelta per le riunioni, un volta entrato tutti i mangia morte presenti nella stanza abbassarono le teste in segno di rispetto. Tutti notarono il malumore del loro signore. E tutti sapevano che non era un buon segno. << La riunione di oggi è rimandata >> disse snza pensarci due volte << Bellatrix, tu rimani … dobbiamo parlare di LUI >>  il viso di Bellatrix assunse un espressione preoccupata, cosa che non sfuggì a Narcissa.

Bellatrix aspettò che tutti fossero usciti  per avvicinarsi al Suo Signore << di cosa volevate parlarmi? >> chiese Bellatrix anche se sapeva già la  risposta. << non qui … >> disse il Lord << vieni  >>  le disse con tono autoritario, un tono che non ammetteva repliche.

Salirono la grande scalinata di marmo che portava alle stanze dei mangia morte. Il signore Oscuro rallentò il passo per poi fermarsi davanti alla stanza di Bellatrix e aprire la porta. Bellatrix lo seguì senza esitazione.

Voldemort si sedette a gambe incrociate sopra una poltrona nera posta davanti al cammino  << non ti siedi, Bellatrix? >> Bellatrix prese posto nella poltrona davanti a quella di Lord Voldemort << è lui? >> disse Voldemort indicando una foto che ritraeva un ragazzino sui 14 anni che leggeva. << Sì, è Damon … >> disse Bellatrix senza pensarci << ti somiglia, sai? >> disse lui guardando la foro e poi la donna poco lontana da lui << non molto. Di me ha solo gli occhi e il colore dei capelli. Assomigli più a voi … >> l’ ultimo pezzo della frase fu detto piano. Quasi in un sussurro.

Voldemort tornò a concentrarsi sul ragazzo. Sì, aveva ragione. Li stessi tratti, lo stesso sguardo, li stessi capelli, lo stesso fisico … la somiglianza era incredibile. << Perché proprio Damon? Conoscendoti pensavo che lo avresti chiamato … non so … Salazar >> Bellatrix rise, in effetti ci aveva pensato … << non vi nascondo di averci pensato, ma Damon è un nome che a mio parere li sta molto bene, forse scelto di fretta, ma non volevo sceglierli il nome senza prima averlo visto. E poi Damon è un nome di origine greca e significa "colui che doma, che soggioga" io l’ ho trovato appropriato per lui. >> Voldemort guardò il ragazzo nella foto, sì li stava bene, però adesso si stava facendo prendere troppo la mano da questa storia. Lui aveva un mondo da conquistare, non poteva permettersi distrazioni. << sì, hai ragione … >> disse alzandosi per uscire.  Prima di aprire la porta diede un ultimo sguardo alla foto di Damon, sì … li sarebbe tornato molto utile.

 
 

Damon si svegliò di soprassalto. Aveva avuto un incubo … Azkaban, aveva sognato quel carcere … si sedette sul bordo del letto e iniziò a piangere silenziosamente. Perché lui? Perché a lui era capitata una vita di sofferenze? Perché solo a lui? Perché lui era così dannatamente sbagliato da aver indotto sua madre a scegliere Lord Voldemort anziché lui? Cosa aveva di sbagliato? Non lo sapeva … non poteva saperlo …

Draco si alzò piano dal letto, si era svegliato presto “ se lo racconto non mi credono! ” pensò scherzosamente lui.  Si diresse velocemente verso il bagno per farsi una doccia. Una volta uscito iniziò a vestirsi, diede un occhiata all’ orario delle lezioni … martedì, le prime due ore di pozioni con i Grifondoro ( non metto grifoni perché in effetti il simbolo della loro casa è il leone ) la giornata cominciava bene … iniziò a scendere le scale.  Da sotto le porte non usciva altro che buio, da tutte tranne quella della camera di Damon. Decise di entrare, non aveva nulla da fare, almeno avrebbero chiacchierato un po’.

Quello che vide lo sconvolse, un ragazzo seduto sul letto con il viso rigato dalle lacrime. Era Damon, ma in quel momento sembrava u ragazzo normale, e forse lo era … << Draco … già sveglio? >> chiese Damon asciugandosi le lacrime << che cosa è successo? >> li chiese Draco chiudendo la porta alle sue spalle << nulla di grave … ho sognato Azkaban >> disse lui scrollando le spalle, mentre una vocina nella sua testa li ronzava dondoli non poco fastidio “ bugiardo … è per loro vero? Per quei due bastardi che ti hanno rovinato la vita ” << mi spiace … senti, perché non ti prepari e iniziamo ad andare? >> li chiese Draco cercando di cambiare discorso.  << Ok … >> rispose il più piccolo dei due cugini.

Non c’ era nessuno in giro, il frustrante silenzio era interrotto solo dai pesanti passi dei due cugini. Nessuno dei due voleva svegliare il vecchio Gazza che non avrebbe perso occasione per accusarli di stare tornando da uno dei festini notturni che le serpi erano solite ad organizzare al rientro dalle vacanze. Ma il festino sarebbe stato il prossimo sabato, questo sabato sarebbe stato dedicato alle compere per la grande nottata.

Il silenzio creatosi trai i due cugini fù interrotto da Damon che fece a Draco una strana domanda. << Da quanto tuo padre è un mangia morte? >> li chiese lui con interesse, Draco lo guardò stranito, era veramente una strana domanda, ma poco dopo capì dove voleva andare a parare, voleva che li parlasse di Voldemort. << Da un po’, vuoi che ti parli di Voldemort? >> li chiese Draco << sì … >> sussurrò Damon << non penso sia giusto che te ne parli io, prova a chiedere a zia Bellatrix, forse lei saprà dirti qualcosa in più, io posso dirti solo quello che c’ è scritto nei libri >> rispose duro Draco, non era a lui che doveva chiedere non era la persona più adatta a parlare di certe cose, e poi lui non conosceva così bene Lord Voldemort. Damon sbuffò, non li andava  giù  che Draco cercasse in tutti i modi di farlo avvicinare  a i suoi Genitori. << Smettila di sbuffare come i ceva … cara … insomma quelli animali babbani di cui parla tanto la mezzo sangue amica di Potter! >> Damon alzò un sopraciglio << cavalli? >> chiese lui cercando di trattenere una risata << sì … sì, quei cosi lì >> Damon scosse la testa come a volerli dire “ sei senza speranza “.

La sala grande era deserta,non c’ era nessuno, così a Draco venne un idea. << cugino carissimo, che ne diresti di fare in modo che i nostri CARI amici Grifondoro si trovino con i capellibianchi? >> Damon lo guardò ghignando, in quel momento entrambi avevano un espressione alla Black stampata in faccia, quell’ espressione che caratterizzava la loro famiglia quando sapevano di avere qualcosa in pugno, quando avevano già assaporato la vittoria, quando quando  avevano quello sguardo mai e poi mai rimanevano con l’ amaro in  bocca … << incantesimo o pozione? >> rispose Damon << incantesimo >>disse Draco.

Erano di nuovo seduti nella sala comune dei Serpeverde, meglio non essere beccati nella scenda del crimine, avevano deciso di non allargarsi troppo nello scherzo, ma non potevano neanche rinunciare a una sana risata!

<> disse una ragazza mora con la frangia scendendo dalle scale << che fate? >> dissero in coro le due bionde << nulla spettiamo l’ ora di colazione per fare uno scherzetto ai Weasley… >> rispose Draco mentre un sorriso furbo li si dipingeva sul volto << e non ci hai invitato? >> disse Blasie Zabini scendendo dal suo dormitorio << guarda che poi noi ci offendiamo … >> completò la frase  Theodore Nott. Damon sorrise, quei ragazzini non erano assolutamente pronti a diventare mangia morte, sarebbero finiti cruciati dopo neanche un giorno. << Allora, che cosa avete programmato per questo scherzetto ai rossi? >> chiese Blaise veramente curioso << nulla di che … un semplice incantesimo non verbale, secondo me i capelli verdi li doneranno >> disse Damon. Blaise li guardò ghignando << pensavo faceste di peggio >> Draco e Damon lo guardarono e dissero all’ unisono << Zabini, ti prego! Siamo solo all’ inizio dell’ anno! Se ci andiamo giù pensante da ora chi lo sente quel babbanofilo di Silente? >> Blaise scosse la testa, se Draco era pensante con i suoi scherzi adesso che aveva un compagno rischiava veramente la sospensione! << comunque, per il festino vieni vero Damon? >> Damon lo guardò come se venisse da un altro mondo << ovvio che NO! >> Blaise lo guardò con un finto broncio << ma tu devi venire! Dai bevi, ti diverti! E poi il giorno dopo non abbiamo scuola! >> si lamentò lui << io quella sera starò nella camera dei segreti a provare le maledizioni senza perdono e provare a fare fuori qualche mezzosangue con Salazar >>  Blaise lo guardò con un sopraciglio alzato << il mio basilisco >> aggiunse Damon per fare in modo che Blaise potesse capire. << Ma non puoi perderti la festa! Almeno vieni e assaggia un drink! >> Damon sbuffò sonoramente << se serve a farti stare, va bene >> Blaise scosse il capo in un gesto molto teatrale << tra te e Daph non so chi ne abbia meno voglia … >> Daphne alzò gli occhi al cielo << quale parte di NON VERRò A QUESTO STUPIDO FESTINO non hai capito? >> li chiese lei.

Damon le sorrise comprensivo << non ti preoccupare, veniamo, beviamo qualcosa e ce ne andiamo. >> le disse Damon comprensivo. Neanche lui aveva la minima voglia di andare ad ubriacarsi. Non aveva voglia di svegliarsi col mal di testa e non aveva voglia di fumare spinelli! Tanto più non aveva voglia di mettersi a fare giochi idioti del tipo il gioco della bottiglia!

<< Dai ci conviene andare o ci perderemo le facce dei Weasley  appena si vedranno con i capelli verdi a ciocche argentate! >> Draco si ricordò improvvisamente dello scherzo e iniziò a trascinare il cugino su per le scale dei sotterranei seguito a ruota dai compagni di casa che volevano vedere lo scherzo dei due cugini all’ opera.

<< Draco! Siamo in orario! Li vedi, sono lì ! non sono ancora entrati! >> li disse Damon cercando di liberarsi dalla ferrea presa del cugino << ah, hai ragione e io che mi sono fatto tutte le scale di corsa! Se lo sa mia madre mi sbrana! >> disse Draco mentre si sistemava i capelli e la camicia, guadagnandosi un’ occhiataccia dal resto del gruppo << che … ne … dite di bere qualcosa? >> disse Blaise con la bocca secca << buona idea … >> disse una Pansy senza fiato.

Io sette ragazzi si sedettero al loro tavolo e iniziarono a fare colazione come se niente fosse; non conveniva mai dare motivo per sospettare di te quando facevi questi scherzi. I ragazzi entrarono e si sedettero << c***o, mi sono ricordato che i gemelli non studiano più qui! >> disse Draco guardando i ragazzi << e dove si sedevano? >> chiese tranquillamente Damon << dove si sono seduti lo sfregiato e la mezzosangue >> disse Draco sempre più nervoso << e allora fregatene! Sempre dei deficenti sono! Male che vada Potteruccio capisce che siamo stati noi e ci becchiamo una settimana di punizione con il guardia caccia! >> disse con noncuranza Damon << ma tu non capi …. >> non riuscì a completare la frase perché le urla dei Grifondoro  dai capelli verde-argento.

<< Voi! Scommetto che sono state quelle stupide serpi a farci questo! >> gridò Ron mentre si specchiava in qualunque cosa riflettesse un minio l’ immagine della persona che lo usa.

<< Noi? Non è colpa nostra se siete così inetti da non sapere neanche chi vi fa uno scherzetto innocente! >> gridò Daphne << già, sicuramente hanno solo sbagliato qualche incantesimo! >> Harry si stava adirando veramente << chiunque sia stato deve veramente avere qualche rotella fuori posto! Questo incantesimo va via dopo 1 o 2 settimane al massimo! >> gridò Hermione in preda al panico, brutti e crespi sì ma brutti, crespi e verde-argento NO! << scommetto che sei stato tu, Riddle! >> continuò Harry << perché proprio io, Potter? >> li rispose Damon con un sopraciglio alzato  << bè, se hai ereditato la sanità mentale dei tuoi genitori sicuramente sei stato tu! >> disse  stizza  Hermione << forse ho capito male, puoi ripetere ? >> disse Damon  << certamente, i tuoi genitori sono pazzi assassini che vogliono conquistare il mondo magico e uccidere tutti figli di babbani che si possono trovare sulla faccia della terra, e scommetto quello che vuoi che anche tu sei come loro! >> disse Hermione acida, Damon a questo punto si alzò e si avvicinò pericolosamente ad Hermione << quello che fanno i miei genitori e quello che faccio io non è un tuo problema, ci siamo capiti sporca mezzosangue? >> Hermione arretrò di qualche passo con gli occhi lucidi di lacrime, era abituata a essere chiamata in quel modo, ma mai nessuno le aveva rivolto questo nome con così tanta cattiveria e disprezzo, quasi come se lei fosse veramente la feccia del mondo magico. Ed era così che lei si sentiva. La sala grande aveva iniziato a spettegolare su quello che Damon aveva detto ad Hermione. L’ insulto più terribile che si potesse rivolgere a un mago << 50 punti in meno a serpe verde per aver offeso una ragazzo con un insulto così spregevole! >> gridò la McGranitt, Piton all’ udire di un campanello d’ allarme nella sua testa che lo avvisava che la coppa delle case era in pericolo gridò: << 60 punti in più a serpe verde per aver detto quello che pensano e 30 in meno a grifondoro per non saper accettare li scherzi! >> gridò lui. << ZITTI! >> gridò l’ anziano preside << signor Riddle, venga con me. >> disse il preside. Damon sapeva che quell’ uomo lo temeva, non li sarebbe successo niente di grave …

 

CIAO! VI SONO MANCATA!? QUESTO SCHERZO IDIOTA ERA SOLO UN PRETESTO PER FAR METTERE DAMON IN PUNIZIONE E SCOPRIRE UNA COSA CHE LO AIUTERA’ NELLO STERMINIO DEI MEZZO SANGUE!

SCUSATE PER IL CAPITOLO NOIOSO, MA L’ AZIONE ARRIVERA’ NEL PROSSIMO INSIEME AL PRIMO OMICIDIO!

CIAO! MAYA!

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Capitolo 9
*** la sua anima si era veramente spezzata ... ***





18 settembre, giorno scoperta primo omicidio.

Damon camminava veloce verso il secondo piano, seguito da Draco e Daphne, gli unici che erano riusciti a tenere il suo passo. Odiava che la gente lo seguisse, odiava non poter star solo, odiava chiudersi così in se stesso. Draco odiava vederlo in quello stato al solo sentir parlare dei suoi genitori, odiava vederlo soffrire a causa di chi lo avrebbe dovuto aiutare a non essere depresso, odiava non poter far nulla per poter aiutare il suo cuginetto, mentre Daphne si odiava perché non riusciva a capire la persona che amava. Ma come si può capire una persona che non vuole essere capita? << Lasciatemi solo, voglio rimanere un po’ tranquillo, dite che torno per cena … >> disse Damon una volta arrivato al bagno di Mirtilla << come vuoi, ma chiamami se hai bisogno >> li disse Draco << lo stesso vale per me >> li disse Daphne, prima di sparire, seguita da Draco, nei bui corridoi del castello. Damon entrò in bagno e si diresse verso la camera dei segreti, ignorando involontariamente i saluti di Mirtilla. Entrò nella stanza senza guardarsi intorno, appoggiò la schiena al muro e si lasciò cadere verso il basso. Non aveva voglia di sentire nessuno. Lui sembrava a essere l’ unico a non sapere niente dei suoi genitori. L’ unica volta che aveva visto Bellatrix lei aveva la maschera da mangia morte e suo padre non sapeva neanche che voce avesse. A volte pensava che la colpa di tutto quello che gli succedeva fosse solamente colpa sua, chi altro poteva avere la colpa di quello che gli accadeva? Lui si definiva un errore, magari il risultato di qualche festeggiamento un po’ troppo allegro. Era certo che Lord Voldemort non avesse in programma un ragazzino a cui badare, ed era per questo che lui aveva imparato a cavarsela da solo. Lui non avrebbe accettato l’ aiuto di nessuno, lui voleva solamente trovare un modo per non soffrire più e dimenticarsi di tutto quello che gli accadeva. Decise di prendere il basilisco per divertirsi un po’, quella sera sarebbe morta anche un’ altra persona, ma non ora. Prima voleva provare a fare qualcosa, era una follia, ma tentar non nuoce, no? Prese carta e penna e iniziò a scrivere. Bellatrix, sono Damon. Forse non ti aspettavi una mia lettera, così come io non mi aspettavo di trovarmi seduto, nella camera dei segreti, a scriverti. Ti invio questa lettera perché quando ci siamo incontrati non abbiamo finito di parlare e tu non hai risposto alla mia domando: perché ha preferito non tradire lui e condannare me? Ho bisogno di sapere solo questo, nient’ altro. Se non me lo vorrai dire lo capirò, ma spero che tu possa comprendere il mio bisogno di risposte. Damon. Non li andava di inviare quella lettera, ma aveva bisogno di capire le ragioni di sua madre, o non sarebbe mai riuscito a perdonarla. Questo era ovvio. Mentre per riuscire a perdonare Voldemort non ci voleva così tanto, la vera responsabile della storia era Bellatrix. Prese la lettera e la piegò, riuscì dalla camera dei segreti e si diresse verso la guferia, dove trovò subito il gufo che Sirius li aveva imposto di portare a scuola per precauzione. Li si avvicinò e li porse la lettera << Bellatrix Black >> a queste parole il gufo iniziò a planare nel cielo. Una profonda tristezza lo incase al pensiero dei suoi genitori.

 

Voldemort sedeva accanto al camino della sua stanza. Il Malfoy Manor non gli dispiaceva affatto. Era seduto a leggere sulla poltrona quando Nagini gli arrivò alle spalle. << Mia cara, già tornata dalla caccia? >> le chiese voldemort senza alzare gli occhi dal libro << Sì, non immaginerai mai chi ho conosciuto >> disse Nagini << chi, mia cara? >> disse Voldemort totalmente disinteressato alla faccenda << un giovane ragazzo, mi ha detto di chiedervi se il nome Damon vi diceva qualcosa >> disse lei. In quel momento gli occhi del Lord si ridussero a due fessure << quando? >> il serpente li si avvicinò << questa notte, nella foresta proibita … >> Voldemort chiuse di scatto il libro e si alzò portandosi le mani ai capelli. Quel ragazzino li dava sui nervi, nessuno lo aveva cercato eppure … eppure ora era lì. Un arma pronta a essere usata nel migliore dei modi, doveva solo trovare il modo per portarlo dalla sua parte. << torna da lui e tieniti al suo servizio >> Era una cosa pericolosa, soprattutto perché se il ragazzo fosse finito nelle mani di Silente lui avrebbe avuto un potente avversario, e li bastava già Potter da dover far fuori, non li serviva dover spedire a miglior vita anche un altro ragazzino! Decise di andare a parlare con Bellatrix, questa storia andava risolta. Il ragazzo stava diventando potente, troppo potente. ****** Bellatrix camminava per i giardini di Malfoy Manor, sua sorella aveva un ottimo gusto per arredare qualsiasi luogo, la varietà di fiori era incedibile e il ruscello che correva provocava un rumore rilassante. Di certo lei e la sorella non avevano gli stessi gusti, raramente lei apprezzava posti come quello, ma adesso aveva bisogno di riflettere e rilassarsi, doveva pensare a Damon e a cosa era meglio per lui. Aveva deciso che adesso veniva prima Damon e poi qualunque altra cosa, aveva deciso che avrebbe iniziato a fare dei sacrifici. Proprio in quel momento arrivò un gufo che le consegnò una lettera e ripartì, la lettera era di Damon, appena lesse quel nome il suo cuore mancò un battito, di nuovo quella domanda e di nuovo lei non aveva una risposta, prese carta e penna, intrise la penna nell’ inchiostro e iniziò a scrivere. Damon, magari ti sembrerà difficile da capire, ma io non ho preferito lui a te. Le alternative a farti crescere ad Azkaban erano una sola: ucciderti. Non volevo che tu morissi, ma sapevo che il mio signore sarebbe risorto e allora gliela avremo fatta pagare. Spero veramente che tu mi possa perdonare. Per me sei importante. Spero che tu stia bene. Bellatrix. B. Bellatrix chiuse la busta e chiamò il suo gufo << Ice, porta questa a Damon Black Riddle >> e il gufo partì velocemente. Questa questione di Damon era assolutamente da risolvere. Si incamminò velocemente verso la casa, ma venne preceduta. Il suo signore la stava cercando nel giardino, scosse la testa come a volersi liberare dei suoi pensieri e sentì il braccio bruciarle, sicuramente pensando a Damon non aveva sentito il marchio bruciare. Il Lord doveva essere molto arrabbiato per questo motivo. Bellatrix camminò fino al suo signore << mi cercavate? >> chiese conoscendo già la risposta << sì, perché non hai risposto al marchio? >> lei scrollò le spalle << non me ne ero accorta >> rispose semplicemente << volevo parlarti di Damon >> disse lui, era la prima volta che lo chiamava per nome, faceva uno strano effetto … << anche io, vicino al torrente c’è una panchina. Non ho voglia di parlare dentro, lì non ci ascolterà nessuno >> stava osando, ma in quel contesto erano alla pari. Quando riguardava Damon lui non aveva più potere di lei, << va bene, andiamo. >> disse lui iniziando a camminare seguito dalla riccia. Iniziarono a parlare solo quando arrivarono alla panchina << allora, da cosa iniziamo? >> disse lei << dal principio, Damon sa già per chi combatterà, secondo te? >> lei sorrise, dalla lettera le sembrava di aver capito qual cosa << per noi, mi ha scritto una lettera dove mi diceva di scrivermi dalla camera dei segreti >> lui alzò un sopracciglio, possibile che lui avesse impiegato così poco tempo a trovare la camera mentre a lui gli erano serviti anni? << la ha già trovata? Di certo non è stupido, allora. >> Bellatrix posò gli occhi sul torrente << lo penso anche io, però ci odia, penso ci vorrà del tempo prima che si fidi di noi >> disse lei, sconsolata dal quel pensiero. In fondo tutta quella situazione era colpa sua, perché era stata lei a fare scelte sbagliate, lei a condannare suo figlio, lei a non aver detto la verità al suo signore prima che cadesse. Lei aveva sbagliato tutto, se suo figlio la odiava era solo colpa sua e di nessun altro. << Bellatrix, lui DEVE fidarsi di noi, è troppo potente per permettere che finisca dalla parte di Silente. Non posso permettermi di perdere la guerra a causa di un quindicenne che mi porta rancore, lo vuoi capire? E poi un’ ultima cosa … la sera che sono caduto perché non mi hai detto la verità? Non pensi che dicendomelo le cose sarebbero andate in modo diverso? >> lei si alzò di scatto << Cosa sarebbe andato diversamente? COSA!? Mi avresti costretta a uccidere mio figlio? Questo sarebbe cambiato?! >> disse lei mentre la sua mano si serrava in un pugno << forse … anzi SICURAMENTE , Damon non sarebbe mai nato! >> disse lui, si stava veramente irritando, mentre lei stava progettando un modo abbastanza efficace per farlo fuori senza lasciarci le penne lei << se solo proverai a usare MIO figlio per la tua guerra giuro che troverò il modo di spedirti dritto, dritto all’ inferno! >> gli gridò lei << e anche mio figlio, quindi è anche di mia proprietà! Se voglio usarlo come arma, lo uso come arma! >> fece risoluto lui << ma ti senti!? Ne parli come se fosse un oggetto! >> disse lei abbandonando ogni tipo di formalità che di solito teneva con il Lord Oscuro << sentimi bene, Black. Non mi interessa nulla dei suoi sentimenti. È già fortunato ad essere vivo, e questo mi sembrava di averlo chiarito quando ho saputo di lui. >> disse il Lord prima di girarsi e andarsene << ah, Bellarix, prima che mi dimentichi riunione questa notte alle 10 p.m. >> le disse il Lord sparendo nella villa.

Notte 18 settembre, secondo omicidio.

Damon camminava piano per i corridoi, con lo sguardo fisso nel vuoto. Erano tutti a cena, le lezioni di quel giorno erano state sospese e lui si era chiuso in biblioteca, uscendone solo per prenzare. Non aveva voglia di fare niente quella notte, era stanco. Stanco di tutto, della sua vita, dei suoi genitori, della scuola. Di tutto. Dopo mezz’ ora che camminava sentì dei singhiozzi, Dennis Canon piangeva appoggiato alla parete, sicuramente per il fratello morto. “ Meglio mettere fine alle sue sofferenze” pensò Damon prendendo la bacchetta, il basilisco era vicino a lui, se l’ incantesimo non avesse funzionato avrebbe chiesto aiuto al basilisco << Avada Kedavra! >> e un lampo di luce verde uscì dalla bacchetta andando a colpire il povero ragazzo ( Damon conosce l’ incantesimo da sempre, se non lo ricordate l’ ho scritto nell’ introduzione della storia ), Damon si avvicinò al corpo del ragazzo per controllare se fosse vivo, era morto, non morto a causa del basilisco ma a causa sua. Un ghigno compiaciuto spuntò sul viso di Damon. Quello che il ragazzo non sapeva era che in quel momento aveva compiuto il primo passo verso l’ immortalità, la sua anima si era spezzata. Silente camminava avanti e in dietro per il suo ufficio, il ragazzo era potente, di questo ne era sicuro. Forse troppo potente. Sperava di poterlo portare dalla sua parte, ma il ragazzo aveva già iniziato a uccidere. Era troppo pericoloso, il primo ministro era stato molto fesso a volerlo far crescere ad Azkaban, in questo modo aveva solo alimentato l’ odio del ragazzo verso il mondo. Damon doveva assolutamente combattere per la sua causa. Di questo ne era sicuro. 19 settembre, i cadaveri vengono portati via. La mattina del 19 non si fece attendere, Damon sedeva al tavolo di serpe verde con Daphne , a quell’ ora la sala grande era praticamente deserta, solo i corvonero si svegliavano presto per poter ripassare. << Damon, sono preoccupata >> li confidò Daphne << perché? >> le chiese lui << per te, ho paura che ti scoprano e … e tu non saresti capace di sopportare Azkaban di nuovo. Io non voglio che tu rischi la tua vita >> disse lei mentre una lacrima le rigava il viso << lui le asciugò la lacrima << non mi succederà nulla, assolutamente niente >> le disse lui cercando di consolarla, lei si asciugò il viso << cosa hai fatto ieri, quando io e Dra ti abbiamo lasciato solo? >> chiese lei << ho scritto una lettera a mia madre e fatto fuori anche l’ altro Canon >> disse lui sbrigativo, la cosa che colpì lei non fu il secondo omicidio ma la lettera << e cosa ti ha risposto? >> lui le sorrise << penso che lo scopriremo adesso >> disse indicando con un cenno del capo il gufo che planava velocemente per avvivare a lui, lesse velocemente la lettera. Prese dalla borsa l’ occorrente per scrivere una risposta Bellatrix, sì, ti capisco. Ma ci vorrà del tempo prima che possa perdonarti, spero di risentirti presto. Damon. Diede la risposta al gufo che ripartì velocemente verso la sua padrona. Poi si girò verso Daphne << gara a chi arriva prima a cura delle creature magiche? >> lei lo guardò ghignando << gara! >> e partirono veloci sotto lo sguardo di rimprovero dei corvonero. In quei momenti sembrava un ragazzo normale, come tutti. Quei pochi momenti che passava con Daphne lo facevano sentire vivo e poteva essere un ragazzo normale

 

CIAO! SCUSATE SE HO CI HO MESSO COSI’ TANTO AD AGGIORNARE! T.T! MA NON HO AVUTO TEMPO! NEL PROSSIMO CAPITOLO VEDREMO IL FESTINO E QUINDI LA RELAZIONE TRA DAMON E DAPHNE VERRA’ TRATTATA DI PIU’! NAGINI MI SERVE COME ASSASSINA DEI GALLI! E RINGRAZIO ELISABET J HASEN PER AVERMELO RICORDATO! UN BACIO, MAYA! QUI SOTTO TROVATE L’ IMMAGINE DEL GIARDINO!

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Capitolo 10
*** occhi rossi ***





21 settembre, giorno festino. ( sabato )

La mattina del festino Damon si svegliò verso le cinque e mezza, sulle guancie portava ancora i residui delle lacrime di quella notte;  di nuovo era stato debole, di nuovo si era abbandonato a delle stupide emozioni. Non voleva soffrire, non di nuovo, non per loro … Loro non meritavano tutto quel dolore. Il giorno dopo  Blaise aveva intenzione di trascinarli per negozi a Hogsmede, ma Damon non ne aveva molta voglia, era tutta colpa del vecchiaccio che lo aveva autorizzato ad andare “ a divertirsi “; per lui divertimento non era andare a bere alcolici, ma prendersi un libro e passare ore e ore a memorizzare tutto quello che c’ era scritto. Decise di scendere dal letto e di andare a farsi un bagno,  si immerse totalmente nella vasca e iniziò a ripensare alla notte prima, neanche quello riusciva a calmarlo, così uscì dalla vasca e una volta vestito si diresse verso la biblioteca, almeno lì poteva stare un po’ da solo. Appena arrivato li scappò una risatina nel vedere una chioma castana con ancora qualche sfumatura verde che si aggirava per li scafali << molto da ridere, Riddle? >> chiese lei stizza << no, pensavo che Draco ha ragione su di te,  come ti aveva definita? Ah, sì … la saccente so- tutto- io cotta di lenticchia senza uno straccio di vita sociale! >> disse lui godendosi l’ espressione indispettita della ragazzina << meglio essere tutto questo che il figlio di Lord Voldemort!>> li rispose lei; fu un attimo, il viso di Damon passò dal divertito alla rabbia più nera << tu, luridissima mezzosangue, non sei degna degna neanche di nominare mio padre! >> e si voltò per tornare nei sotterranei, lasciando Hermione scombussolata non dalle parole del giovane, ma dalla sfumatura rossastra che i suoi occhi avevano assunto.                                                           

Damon era tornato nella sala comune e aveva preso il primo libro che aveva trovato e si era messo a leggere; era in*******o nero. Come si permetteva quella stupida mezzosangue di parlarli così?! Erano le sette e trenta di mattina e già aveva il nervoso! Senza che se ne accorgesse una lacrima di rabbia li scese lungo il viso, chiuse di scatto il libro e lo butto con violenza a terra per poi alzarsi e dare un calcio alla poltrona. Dopo essersi sfogato appoggiò il braccio allo schienale della poltrona e chiuse gli occhi. Li tenne chiusi finche non sentì un sibilo che lo fece sobbalzare.

Hermione correva verso l’ ufficio del preside, doveva dirli quanto accaduto e non aveva tempo per svegliare Ron ed Harry. Appena di fronte al gargoile pronunciò la parola d’ ordine ed entrò nella stanza dove trovò il preside pronto che accarezzava le piume della sua fenice Fanny. << Signorina Granger, a cosa devo il piacere di questa visita?  >> le chiese gentilmente il preside facendole segno di sedersi davanti a lui << le dovrei parlare >> disse Hermione sedendosi << certamente, vuole una tazza di tea, o altro? >> la ragazza scosse la testa << no, signore, grazie. Le devo parlare di Damon …  >> il preside la guardò di nuovo << l’ ha nuovamente  offesa in qualche modo? >> la ragazza scosse la testa << no, non … cioè, sì, ma … non le devo parlare di questo! Stamattina ero in libreria ed è arrivato lui, abbiamo cominciato a battibeccare e … >> in quel momento si sentì in colpa per quello che aveva detto al ragazzo, forse aveva esagerato << e …? >> il preside aveva assunto uno sguardo serio, Damon stava diventando troppo pericoloso, troppo simile a suo padre << e io ho iniziato a parlare di suo padre, allora lui si è arrabbiato e si è avvicinato, ovviamente mi ha risposto a tono, ma non è per questo che sono qui, sono qui perché lui aveva gli occhi rossi >> disse lei tutto d’ un fiato. Il cuore del preside mancò un battito. Questo non doveva succedere … almeno non così presto ( non so come mai Voldemort abbia gli occhi rossi, ho provato a cercare ma non ho trovato nulla, quindi questa è la mia versione! ) come poteva un ragazzo di quindici anni avere già l’ anima frantumata a tal punto da dare segni demoniaci come gli occhi rossi? << Signorina, quando dice rossi intende rosso sangue o delle sfumature di rosso? >> Hermione deglutì << sfumature di rosso ai bordi delle pupille, era terrificante >> disse lei ripensando all’ aspetto del ragazzo << grazie di avermi informato e non si preoccupi, le sarei grato se questa sera lei, il signor Potter e il signor Weasley veniste nel mio ufficio, così potremmo ben chiarire la cosa >> la ragazza si congedò lasciando il preside ai suoi pensieri, il ragazzo era pericoloso, sperava di riuscire a portarlo dalla sua parte, altrimenti … no! Non ci voleva neanche penare, l’ idea di uccidere un quindicenne era qualcosa di abominevole! Ma non poteva neanche lasciarlo libero di uccidere i figli di babbani …

Appena Damon si voltò vide un enorme serpente che lo guardava, ero lo stesso serpente che aveva incontrato nella foresta, il serpente di suo padre. Ma perché era lì, da lui, dal figlio che suo padre non aveva mai voluto? << Nagini >> sibilò Damon << sì, lieta di ricordare che il mio signorino di ricorda me >> disse il serpente << perché piangevate? >> continuò Nagini salendo sulle spalle del ragazzo? >> Damon era spiazzato dalla domanda, non riusciva a parlare, a dire quello che avrebbe voluto.

<< Niente di grave, un attacco di rabbia >> disse lui tranquillamente cercando di evitare il più possibile lo sguardo del rettile, il serpente finse di crederci, dopotutto non voleva forzare il ragazzo a parlare con lei, lui doveva aprirsi tranquillamente << Nagini, posso farti una domanda? >> chiese incerto Damon, stava per toccare un tasto delicato e il serpente era l’ unica che poteva darli una risposta sincera. << Certo, sono qui per ogni tuo dubbio e per qualsiasi tua domanda >>li disse il serpente << mio padre mi odia? >> Nagini pensò un momento prima di rispondere, decise di essere sincera con il ragazzo, non poteva essere così grave darli una piccola informazione innocente << Se mi prometti che non lo dirai al Lord io ti dirò la verità >> rispose, infine, Nagini << se mai lui vorrà parlarmi, non gli dirò nulla della nostra conversazione >> rispose sicuro lui, convinto che l’ unica conversazione che avrebbe avuto con il padre sarebbe stata quella prima della sua morte, dove lui lo avrebbe implorato di lasciarli la vita; << Non penso che lui ti odi, anzi … sono convinta che potreste avere un buon rapporto. Non voglio che tu rimanga male a causa delle parole che ti dirò, ma ora come ora per lui sei un errore che può essere usato come un arma, qualcosa del tipo non tutti i mali vengono per nuocere, ma io penso che nel profondo tu possa significare tanto per lui >> disse il serpente, sul volto di Damon comparve una smorfia amara “ un’ arma, che bella cosa; si vede che per me prova un amore immenso “ pensò, sarcastico, lui. << Ora vado in biblioteca, voglio … stare solo >> disse lui prima di dirigersi a grandi passi verso l’ esterno della sala comune.

Damon e Daphne entrarono nella stanza delle necessità dove si stava svolgendo il festino e lui la portò in un punto dove era sicuro che Draco e company li avrebbero visti, una volta trovato il punto Damon la prese per i fianchi e la trascinò in bacio mozzafiato, lei istintivamente, portò le braccia dietro la testa di lui, si staccarono solo per vedere le facce delle serpi, che in quel momento toccavano terra. La prima ad avvicinarsi fu Astoria << da quanto tempo và avanti questa cosa? >> con finta aria di rimprovero << dalla prima lezione di cura delle creature magiche >> disse Damon,senza mollare il fianco di Daphne << e quindi il mio cuginetto si è beccato la più piccola delle Greengrass, e bravo Damon! >>disse Draco mettendo un braccio intorno al viso di Damon << ok, ragazzi li stiamo assalendo! Lasciamoli in pace!!! >> disse Theodore, una volta vista la scintilla di irritazione negli occhi di Damon << grazie Theo! >> disse Daphne.

Mezz’ ora dopo Damon stava guardando la sua ragazza raccontare i dettagli alle amiche con un vodka in mano ( scusatemi tanto, ma non sono grande esperta di bevande magiche, quindi immaginatevi un po’ voi a cosa associare il vodka XD ) era veramente bellissima, stava bene con qualunque cosa, quei lunghi capelli biondi erano la cosa più bella che lui avesse mai visto, ma non si era innamorato di lei per questo, si era innamorato della semplicità con qui faceva le cose, era innamorato di quegli occhi così innocenti che conoscevano solo la parte bella della vita. Era difficile non innamorarsi di quella ragazza. Draco li si sedette vicino << perché non me lo hai detto? >> li chiede facendo il finto offeso << volevo prima abituarmi all’ idea >> disse lui senza togliere gli occhi dalla sua ragazza << è veramente molto bella, se poi ci vai anche d’ accordo hai vinto alla lotteria! >> Damon si girò di scatto verso il cugino << e tu e Astoria? >> li chiese con un pizzico di malizia << non mi dispiace >> disse lui, allora Damon alzò un sopracciglio << ok, mi piacciucchia >> Damon lo guardò con la faccia di chi la sa lunga << ok, sono cotto a puntino! Ma non si estorce la verità alle persone! E’ cattivo! >> disse lui, il cugino alzò le braccia in alto << io non ho detto niente! >> rispose per poi alzarsi e raggiungere Daphne << ciao! >> lo salutarono in coro le ragazze di serpe verde << sì, sì, ciao anche a voi … Daph che ne dici di andare a fare un giro? >> lei gli sorrise << ok! A dopo ragazze! >> disse per poi sparire nei corridoi del castello con Damon. Decisero di tornare nei dormitori del castello, loro di certo non erano tipi da festa. << Dai vieni in camera mia, così chiacchieriamo un po’ >> le disse Damon << ok, anche perché non sono stanca >> rispose lei.

Lui le stava raccontando di Nagini quando una domando li piombò in testa << perché quando ti ho detto dei miei genitori non ti sei spaventata come tutti? >> lei sorrise << non lo so, semplicemente ti vedevo solo come un povero adolescente con la vita rovinata a causa dei tuo genitori … e poi i tuoi occhi … i tuoi occhi  mentre mi guardavi, perché mi guardavi, mi hanno fatta innamorare di te … e in quel momento ho solo avuto di non rivederti più perchémi sembravi troppo bello per esistere. >> lui le sorrise << posso scappare da tutto, dal mio passato, dai miei genitori, dai dissennatori … ma da te no, non potrei scappare perché ti amo troppo e in una maniera incondizionata, non penso che sarei capace di vivere senza te … >> le disse lui dandole un bacio a fior di labbra, e lei non si lasciò scappare occasione per approfondirlo.

I tre ragazzi si trovavano nell’ ufficio del preside in attesa di una risposta alle loro domande, dopo che quel pomeriggio Hermione li aveva raccontato quello che era successo quella mattina mille dubbi avevano iniziato ad assalirgli. << Non vi nascondo che questa situazione mi mette ansia, gli occhi rossi sono un segno demoniaco che si manifesta quando qualcuno ha irrimediabilmente spezzato l’ anima >> Harry prese la parola << quindi ha ucciso, è un assassino esattamente come i suoi genitori  >>  disse con rabbia << sì, Harry. Ha ucciso e non ti nascondo che sta seguendo esattamente le orma di suo padre; li stessi percossi, le stesse iniziative e il volere le stesse conquiste >> disse ripensando agli Horcux, di certo era a quello che il ragazzo puntava più di ogni altra cosa << professore, ma se Riddle diventasse pericoloso, cosa bisognerebbe fare? Insomma, io non penso che lui sia il nemico vero e proprio, l’ unico motivo per la quale non  mi sono avvicinata a lui è che non mi piace come persona, ma comunque lui non dovrebbe essere additato a causa delle sue origini >> disse Hermione << anche questo è vero, ma il ragazzo sta seguendole orme del padre e questo non va bene … vi volevo solo avvisare di questo e di tenere gli occhi aperti in caso succeda qualcosa di sospetto. State attenti questa volta non si tratta di Lord Voldemort, ma di una persona che è cresciuta tra l’ odio e non ha paura di uccidere chi gli sta intorno, senza contare che è un ragazzo di straordinaria intelligenza. Ora è tardi, domani c’ è la gita ad Hogsmede quindi è meglio riposarsi >> i ragazzi salutarono il preside e uscirono. Sarebbe stato un lungo anno.

La mattina dopo i ragazzi erano sulle carrozze dirette  al villaggio, anche se Blaise sembrava l’ unico veramente interessato ad andare e provare un nuovo liquore o qualcosa del genere. Damon voleva solo trovare una panchina e mettersi a leggere. Il viaggio durò poco e una volta lì Damon si separò dal gruppo, voleva smaterializzarsi a Diagon Alley per poi fare una visitina a Nocturne  Alley. Una volta trovato un angolo buio non fu complicato ricordare l’ incantesimo per smaterializzarsi senza l’ uso della bacchetta, non voleva essere intercettato. Fortunatamente andò tutto bene e riuscì a raggiungere Nocturne Alley. Trovò una libreria di magia oscura, era quello di cui aveva bisogno. Si avvicinò al commesso e non modo educatamente fece la sua richiesta << un libro sugli Horcrux, adesso >> disse, aveva già il nervoso, quella mattina si era svegliato con un mal di testa pazzesco << non sei un po’ troppo giovane per temere la morte? >> li

Chiese il commesso << senta, io pago il libro e lei non fa domande. A me sembra un buon compromesso, non trova anche lei? Ora si muova! >> il commesso si diresse verso il magazzino << abbiamo questo: la chiave per l’ immortalità >> li disse porgendoli il libro << perfetto. Aspetti qui con questo che devo prendere anche altra roba >> detto queste si incamminò verso uno scafale poco lontano dove prese un libro di pozioni “ mille e uno modi per utilizzare il veleno di basilisco ” si bloccò quando sentì una voce che lo chiamava << Damon! Cosa ci fai qui? >> li chiese la donna << Bellatrix >> il commesso le si avvicinò subito << signora Black! Che piacere averla qui! Posso fare qualcosa per lei? >> lei lo guardò male << sempre a lecchinare i clienti, eh? Non vedi che parlo con mio figlio? Con te parlerò dopo! >> disse scocciata la donna << oh, quindi il ragazzo è vostro figlio! Non sapevo lei avesse un figlio! Volete che metta anche le cose del ragazzo sul vostro conto o li apro un conto a parte? >> Bellatrix stava ancora fissando Damon << sul mio conto, grazie. Non voglio ci siano prove sul suo essere stato qui. >> dopo queste parole il commesso si allontanò e lasciò bellatrix insieme a Damon << Cioa, ti va di parlare? Io devo solo prendere un libro, poi se vuoi ti porto a vedere il posto; così poi mi dici come mai non sei a scuola  >> propose Bellatrix. Damon si trovava in crisi, passare del tempo con la donna li metteva paura, ma alla fine decise di cedere e disse soltanto una parola << ok >>.

 

CIAO!

Allora, vi è piaciuto? Non ho molto da dire su questo cap. quindi passo e chiudo! Al prossimo aggiornamento!

MAYA!

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Capitolo 11
*** Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni ***



*Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.
- Eleanor Roosevelt
 

  

 
<< ok. >> Bellatrix non pensava che da un’ unica parola come quella potesse nascere una gioia così grande. Ma forse quella felicità deriva solo dall’ aver incontrato Damon in un posto come quello. Non voleva ammetterlo, ma non le piaceva che suo figlio di quindici anni girasse in posti come Nocturne Alley.<< Bene, ti serve altro? >> li chiese lei sperando di finire il prima possibile << no, non mi sembra … ho preso il libro sugli horcux, sul veleno di basilisco … ah, sì! Mi manca quello sulle pozioni che causano la morte. >> rispose lui riprendendo a frugare tra e librerie, e trovando, poco tempo dopo, il libro che cercava. << Dai a me, vado a pagare. Tu guarda se c’è altro che ti possa interessare. >> disse Bellatrix prendendo il libro. Poco dopo era lì con una busta << trovato niente? >> Chiese lei al ragazzo. Lui scosse la testa << nulla che mi possa servire >> rispose Damon. Lei sorrise e lo portò in un piccolo locale del posto. In genere i mangia morte ci andavano finite le missioni << Signora Black! In cosa posso esserle utile? >> lei lo guardò dall’ alto in basso << Claus, mi serve un tavolo per due. Non so quanto ci tratterremo, ma in quel lasso di tempo gradirei non essere disturbata. >> disse tranquillamente lei, come se minacciare le persone fosse il suo pane quotidiano << certamente, signora. Seguitemi, qui c’è un tavolo appartato >> disse lui accompagnandoli al tavolo << appena avete deciso cosa prendere chiamatemi >> disse il cameriere << ordiniamo subito, portami due del solito >>  li disse lei senza degnalo di uno sguardo << allora, Damon, come mai non sei a scuola? >> li chiese curiosa lei << gita ad Hogsmede, ho pensato di far fruttare la cosa a mio vantaggio >> disse lui scrollando le spalle << e quindi ami la magia oscura? Dovrei avere dei libri che potrebbero interessarti >> disse lei facendo mentalmente  l’ elenco dei libri che aveva nella sua stanza << davvero? Che tipo di libri? >> le chiese incuriosito << libri antichi, magia molto oscura … >> disse ghignando << sortilegi, maledizioni, pozioni. Molte cose dimenticate a causa dei sacrifici di sangue che comportano. Tutte cose che possono portare al potere >> concluse lei. Gli occhi di Damon scintillavano, potere … era a quello che lui aspirava più di ogni altra cosa. Lo sguardo di Bellatrix cadde sugli occhi del figlio. Quelle sfumature rosse che lei conosceva fin troppo bene stavano prendendo possesso degli occhi del ragazzo << hai ucciso … >> bisbigliò lei, mentre sulle sue labbra nasceva un ghigno compiaciuto << come fai a saperlo? >> chiese lui guardandola interessato << dagli occhi. Hai i suoi stessi identici occhi. Anche a lui sono venuti quando ha liberato il basilisco. Poi il colore è diventato più forte con l’ Avada Kedavra. Un segno demoniaco che caratterizza i rettilofoni che uccidono >> spiegò lei. A Damo non ci volle molto tempo per capire di chi stava parlando. Suo padre … quanto odiava quell’ uomo … ma che cosa avevano di particolare i suoi occhi? << Scusa, ma cosa hanno di strano i miei occhi? >> lei alzò un sopracciglio << sono rossi, non lo hai notato? >> lui schiuse la bocca; no, non lo aveva notato. Istintivamente la sua mano andò a sfiorare il contorno degli occhi. Quello poteva essere un problema. << No, ma come faccio a non farlo vedere? >> chiese lui. Lei scrollò le spalle << Non lo so, dovresti chiedere a tuo padre >> li rispose lei. Lui arricciò le labbra << Non chiederò niente a quel pazzo assassino, presuntuoso, malefico, stronzo, bastardo, cerebroleso, sfruttatore, [ …] di mio padre! >> una cinquantina di aggettivi dispregiativi dopo, Damon era riuscito a chiudere la frase << dovrai se non vuoi che il vecchiaccio ti faccia fuori. Siamo in guerra Damon! Se scoprirà che uccidi i mezzosangue non ci penserà due volte prima di ucciderti per non avere problemi! >> lui storse la bocca . << i vostri drink >> disse il cameriere arrivato in quel momento, Bellatrix pagò subito. << Ok, facciamo così … tu li chiedi come si fa e mi invii la risposta >> lei rise << oh, no! Appena hai finito tu vieni con me al Manor e li chiedi un modo per evitare questo problema! >> Lui iniziò a boccheggiare come un pesce << NON SE NE PARLA NEANCHE! IO NON CI PARLO CON QUEL MOSTRO DI LORD VOLDEMORT!!! >> gridò lui rosso in faccia << dovrai se non vuoi che il tuo piccolo, poco innocente segreto venga alla luce >> disse divertita lei “ lo odia veramente tanto … ho paura che il sentimento sia reciproco ” a quel pensiero i suoi occhi si incupirono leggermente << non è un problema così grave, troverò di certo qualche incantesimo per cambiare il colore degli occhi >> Bellatrix scrollò le spalle sconfitta << va bene, come vuoi tu! Che ne dici di cambiare argomento? >> Damon nella sua mente era grato alla donna per aver mollato l’ argomento Tom << ok >> rispose lui << come va a scuola? >> lui sorrise alla domanda, era un argomento abbastanza banale, quindi facile da affrontare per entrambi << tutto a posto. La megera di trasfigurazione mi odia, Piton mi adora, il vecchiaccio rompe e gli altri professori mi considerano “ il mago più brillante della mia generazione ” e questo alla mezzosangue non ha fatto molto piacere visto che le ho rubato il posto. Potter non è così forte come credete. Penso che si sia salvato grazie a un sortilegio scudo o roba del genere. >> Bellatrix inarcò un sopracciglio confusa << ma come fai a dire che è stato protetto da un sortilegio scudo? E’ una cosa impossibile! Se la cosa fosse veramente così avremmo risolto il problema Potter da molto tempo! >> Damon fece una smorfia << non se su Potter ci sono ancora tracce dell’ amore della madre che li ha fatto da scudo … non farmi scendere nei dettagli dell’ assassinio dei Poter perché non ne so molto … comunque in tutto questo potrebbe esserci un problema troppo grande da risolvere. Secondo me Potter è un horcrux >> spiegò lui. Bellatrix spalancò la bocca << come sarebbe possibile? >> Damon diventò serio in volto << Ho una teoria a riguardo … quando Voldemort ha ucciso i Potter la madre di Harry lo ha protetto con la vita creando uno scudo, a quel punto il bambino ha respinto l’ attacco e l’ incantesimo è rimbalzato contro Voldemort che ha perso la maggior parte dei suoi poteri. Penso che una parte dei poteri così come una parte di anima, siano stati riversati in Potter. Se la mia teoria fosse giusta, basterebbe solamente trovare il modo di riassorbire il frammento d’ anima e Potter non sarebbe più una minaccia >> disse lui finendo di bere. In quel momento l’ espressione di Bellatrix era un misto di stupore, felicità e soddisfazione << ora è meglio che io vada, Draco mi starà cercando. Alla prossima! >> disse Damon prendendo le sue cose e alzandosi << sì, vai. Se è ansioso come la madre li sarà già venuto un infarto! >> disse lei sorridendo al ragazzo << prima che tu vada ti volevo chiedere se posso parlare delle tue teorie al Signore Oscuro >> lui scrollò le spalle << sì, non penso sia un problema. Questo di Potter è un problema suo non mio. A me interessa farla pagare alla sua amichetta mezzosangue e uccidere quel vecchio babbanofilo di Silente >> disse semplicemente lui prima di sparire dalla vista di Bellatrix.
*.*.*.*.*.*.*.*.*.*
Darco era impegnato a girare per Hogsmede alla ricerca di Damon << Draco ancora impegnato nella tua avventura? Sai potremmo scriverne un romanzo con tutto il tempo che ci hai messo “ alla ricerca del cugino scomparso” sarebbe un successone! E smettila di fare il serio! Quel ragazzo è tutto fuor’ che uno sprovveduto! >> tentò di rassicuralo Blaise << Draco cosa cavolo stai facendo? >> disse una voce alle loro spalle << ti cercavo! Ecco stavo facendo! Ma si può sapere dove diavolo ti eri cacciato?! Ti ho cercato per tutto il villaggio! Volevi farmi prendere un infarto?! Blaise digli qualcosa anche tu! Non può sparire per tutta la mattina senza avvisare! >> Blaise sospirò << va bene, va bene, li dico qualcosa anche io … ti sei divertito? >> il quindicenne scosse la testa << questa situazione sta diventando ridicola! Un po’ di contegno per l’ amor di Slazar! Stavo comperando dei libri! Non sono mica partito per il Giappone! E ora muovetevi che le carrozze ci stanno aspettando! >> urlò il giovane Riddle dopo dieci minuti buoni che quei due attiravano occhiate da parte di maghi e streghe di tutte le età. I ragazzi seguirono Damon senza più fiatare.
<< Ciao! Stavano per andare senza di voi! >> gridò la Prkinsoon con una voce più stridula del solito << Damon! Cosa hai comprato! Sembri un po’ scosso. C’è qualcosa di qui vuoi parlarmi? >> Damon le sorrise amorevolmente << niente di importante >> le rispose lui salendo sulla carrozza.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*
Ennesima riunione dei mangia morte, ennesimo progetto per uccidere Potter. Il signore Oscuro iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza con un’ aria soddisfatta sul viso << miei cari mangia morte, grazie alla nostra Bellatrix e un’ altra persona della quale vi parlerò in seguito, abbiamo finalmente risposte a tante domande. Ma la cosa che ci interessa di più e che finalmente potremmo aver trovato la chiave per uccidere il bambino che è sopravvissuto. Non sto qui ad annoiarvi con tutti i dettagli, ma vi dirò che nel giro di un paio di anni il mondo magico sarà totalmente in nostro possesso … >> Lucius guardò in cagnesco la sorella della moglie. il fatto che fosse lei il braccio destro del signore Oscuro li dava un senso di irritazione pazzesco. << Mio signore, perché nel giro di un paio di anni? Non vi sembra che il piano della Black sia un po’ troppo lungo? >> Tom si girò di scatto << cosa intendi dire Lucius? >> Malfoy deglutì a fatica << voglio dire che mi sembra che richieda troppo tempo. Stiamo parlando di due anni, mio signore. In tutto questo tempo l’ Ordine avrà modo di prepararsi e difendersi >> disse Lucius tutto d’ un fiato senza avere il coraggio di alzare lo sguardo per vedere la reazione del Lord. Pochi secondi dopo la risposta di Lucius una risata fredda e priva di allegria spezzò il frustrante silezio che si era creato tra i mangia morte << mio caro Lucius, il piano è così lungo perché và curato nei minimi dettagli, e in quanto all’ ordine dopo la morte di Silente che si verificherà da qui  a breve non penso che sarà più un problema! >> Bellatrix sorrise soddisfatta del suo lavoro. Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni*. E non c’ era nessuno che credesse nei sogni di gloria di Lord Voldemort più di lei.
 
 

Ciao, lo so che il capitolo è corto, ma è una specie di “introduzione” alla parte centrale della storia! Capirete quello che vi sto scrivendo nel prossimo capitolo!
Baci, Maya!

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Capitolo 12
*** il suo erede ... suo padre ... ***




Questo è Damon! 

21 marzo, Hogwarts
Da La gazzetta del profeta:
 “Ancora morti alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Questa volta è toccato alla piccola Maria Stuart ( personaggio inventato ) della casa di Tassorosso. La bambina aveva 12 anni appena compiuti, ed è la tredicesima di una strage di nati babbani ” “ non si hanno notizie o indizi sui piani di colui – che – non – deve – essere – nominato, il ministero è sempre allerta” “ ancora un omicidio e la scuola finirà sotto il controllo del primo ministro, il preside verrà licenziato …”.
Damon ghignò compiaciuto del suo lavoro, in sei mesi aveva fatto allertare tutto il mondo magico, ma il piano procedeva troppo velocemente, non poteva permettersi di uccidere un altro mezzosangue prima del 26 maggio, ma a quel punto era meglio far fuori subito Silente e i Weasley per rendersi utile nella guerra. Mancavano  4 giorni a sabato. Doveva solo trovare un modo sicuro per lasciare la scuola e avrebbe potuto lasciare la scuola dopo l’ omicidio. Sapeva dove cercare qualcosa di così potente, era una stanza citata in “ storia di Hogwarts” nella stanza delle necessità.
<< Draco! Vieni un momento! >> lo chiamò Damon da sopra le scale che portavano in sala comune << ok, arrivo >> disse lui di malavoglia. Appena arrivato davanti alla camera del cugino entrò senza neanche bussare << cosa ti serve, Dami? >> lui alzò gli occhi al cielo, ma che gusto ci trovava nello storpiare il suo magnifico nome? << sai dove si trova la stanza delle necessità? >> Draco non sapeva cosa rispondere, cosa se ne faceva dalla stanza delle necessità? << prima dimmi a cosa ti serve >> il moro ghignò << a scappare dopo aver fatto fuori Silente e la mezzosangue! >> spiegò lui << allora mi dici dove si trova? >>  Draco sospirò << si trova al settimo piano, di fronte all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll". Per farla apparire bisogna passarci per tre volte davanti pensando alla "necessità" molto intensamente e … ti prego, non fare pazzie >> disse Draco << grazie!! Ti prometto che starò attento e non farò cavolate! >> disse il quindicenne infilandosi la giacca, Draco alzò un sopraciglio << perché non ti credo? >> Damon fece una smorfia << ah ah ah  molto spiritoso. Torno per cena! >> e si precipitò verso le scale e poi all’ uscita del dormitorio << non scordi nulla? >> chiese una ragazza bionda << scusa, Daphne. Andavo di fretta! >> disse dandole un bacio a fior di labbra << così va meglio. Questa volta la passi liscia, ma che sia l’ ultima che ti dimentichi di baciarmi prima di uscire! >> lui sorrise e le mise una ciocca di capelli dietro l’ orecchio << inizia preparare il baule, sabato notte si parte >> disse in fretta lui << COSA?! Come si parte? Per dove? >> Lui sorrise a vederla così confusa << il piano procede molto velocemente. Ho deciso di scrivere la parola FINE sopra la vita di Silente questo sabato. Adesso sto andando a definire un piccolo dettaglio del mio piano, a cena spiegherò tutto a tutti. A dopo amore >> disse lui dandole l’ ennesimo bacio prima di uscire dalla stanza. Daphne si fidava ciecamente di Damon, così andò subito a preparare il baule. Sperava solo che Damon non fosse così sciocco da compiere l’ omicidio senza le dovute precauzioni. Damon invece era tutto fuor’ che preoccupato per Silente, l’ unica cosa che temeva era l’ incontro con suo padre: Tom Marvolo Riddle, meglio conosciuto come Lordo Voldemort o Colui che non deve essere nominato. Da qualcuno anche con il nome di Oscuro Signore e/o Padrone, insomma era a scelta. Per Damon era solo la causa della sua sofferenza, l’ essere che li aveva dannato la vita. Damon scacciò via tutti i pensieri una volta arrivato davanti alla parete dove doveva esserci la stanza, fece come dettoli dal cugino, passò tre volte davanti alla parete pensando intensamente “ mi serve un modo veloce per lasciare la scuola “ funzionò al primo colpo e dentro la stanza trovò un armadio, lo riconobbe subito. Lo aveva visto in un libro della biblioteca. Era l’ armadio svanitore. Sorrise davanti al mobile, se funzionava avrebbe dovuto portarlo fuori dalla scuola, se non avesse funzionato si sarebbe potuto smaterializzare nuovamente nella stanza. Aprì l’ anta e entrò dentro, era essere dentro un corridoio buio, in pochi secondi aprì la porta e si ritrovò dentro un negozio di Nocturne Alley << lo sapevo che funzionava ! >> disse ghignando << e tu chi sei ragazzo? >> chiese il commesso << ti interessa? Non sono qui per chiacchierare, sabato notte è aperto il negozio? >> chiese in fretta << No, chiudiamo venerdì sera e riapriamo lunedì mattina >> disse il commesso << Allora questo sabato rimarrette aperti >> disse lui velocemente << non se ne parla neanche, ragazzino! >> Damon serrò la mascella, in pochi  secondi la bacchetta era nelle sue mani e non ci pensò due volte prima di pronunciare la formula << Imperio! >> disse il ragazzo << questo sabato rimarrai qui finché io non sarò arrivato >> disse il ragazzo abbassando la bacchetta, e dopo aver constatato che l’ incantesimo fosse andato a buon fine, rientrano nell’ armadio per tornare a scuola, erano le nove e mezza, mancava ancora mezz’ ora alla cena, aveva tutto il tempo di tornare con calma nel suo dormitorio, prendere Daphne e andare a cena con lei. Ma non aveva calcolato il problema Potter. Infatti al quinto piano incontrò Potter, stranamente da solo << Potter, cosa è successo? Neanche il deficiente e la mezzosangue riescono più a sopportarti? >>  disse beffardo  lui << non chiamare Hermione mezzosangue >> Damon alzò un sopracciglio << perché non dovrei lei E’ una mezzosangue, il tuo amico un completo rincoglionito e tu un perfetto cretinetto che tra non poco si  ritroverà solo come un cane >>  Harry lo guardò con uno sguardo carico d’ odio << quando tuo padre sarà morto e tu rinchiuso ad Azkabn con quella pazza di tua madre voglio vedere con che faccia farai ancora lo sbruffone >> Il moro rise alle parole del Grifondoro << occhio a come mi parli Potter. Se ti comporterai bene la tua morte sarà breve e indolore >>fece per andarsene quando Harry li diede un pugno sullo zigomo, lui per tutta risposta si girò di scatto e li diede un pugno sul naso che evidentemente si era rotto << adesso nei casini Riddle, aspetta che lo sappia il preside! >> li disse Potter dolorante, il serpeverdo alzò le spalle << oblivion >> disse semplicemente e il ragazzo cadde a terra svenuto, senza più ricordare niente dell’ episodio. Damon vide la sua immagine riflessa su una finestra,lo zigomo era conciato proprio male. Era totalmente arrossato! Non ci pensò e si diresse verso la sala grande, dove i ragazzi di Serpeverde erano tutti seduti << Dami, finalmente sei arrivato! >> disse Theodore che iniziava a pensare che si fosse perso, Damon alzò le bracci al cielo << ci rinuncio! Rinuncio a chiedervi di smetterla di storpiare il mio bellissimo nome! Ormai ce lo avete come vizio e chi ve lo toglie più? >> disse lui serialmente alterato << scherzavamo! Ma che hai combinato allo zigomo? >> Damon si morse la lingua per non essere acido << io  e Potter abbiamo avuto una piccola discussione >> rispose tranquillamente << e la vedo la piccola discussione! Vieni qui che vedo come sistemartelo prima che si gonfi! >> li disse Daphne << dopo cena venite nel bagno di Mirtilla, vi devo parlare di una cosa importante, molto importante. Non voglio che sabato siate impreparati a quello che accadrà >> Blaise era incuriosito << che cosa accadrà sabato di così  importante? >> Damon ormai non lo ascoltava più, l’ unico pensiero che aveva in mente era quello di uccidere il preside e l’ amichetta di Potter. Si iniziò a interessare alla discussione dei Serpeverde quando Draco iniziò a lagnarsi di qualcosa, a proposito di una lettera ricevuta qual pomeriggio << mio padre vuole che prenda il marchio e mia madre dice che è troppo presto … mi faranno impazzire con i loro problemi! >> Damon sorrise << e hai provato a chiederti cosa vuole Draco? >> il cugino lo guardò con tanto d’ occhi << io voglio prendere il marchio. Ma come faccio se mia madre non è d’ accordo? Dice che non sono ancora pronto, che prima dovrei dimostrare di  poter andare in missione >> disse con tono lamentoso  << e chi altri di voi ha questo problema che non sa come risolvere? >> Theodore, Pansy, Daphne, Astoria e Blaise alzarono il braccio<< allora risolviamo questo problema … avete finito di cenare? >> il ragazzi annuirono con la testa << andiamo >> disse alzandosi e aiutando Daphne ad alzarsi dalla sedia. Poco dopo erano davanti alla camera dei segreti << bene, sapete cosa fare >> i ragazzi annuirono, sapevano che si stava riferendo al fatto di dover chiudere gli occhi a causa del basilisco. Appena dentro l’ enorme stanza di pietra i ragazzi  riaprirono gli occhi << bene, sabato lasceremo la scuola. Questo perché quella sera Silente e la mezzosangue passeranno a miglior vita. Ho trovato un armadio savanitore che ci porterà a Nocturne Alley. E qui faremo una deviazione per casa Weasley, sempre che vi sappiate materializzare. Dicevo .. arrivati lì ucciderete l’ allegra famigliole dei pel di carota. Per quanto riguarda Ginevra e Ronald me ne occuperò io qui. Potter non è un problema come mago,ma come horcrux, infatti è un horcrux involontario di mio padre. Una volta riassorbito il frammento d’ anima che contiene non sarà difficile ucciderlo e distruggere l’ Ordine Della Fenice, dopo questa mossa mio padre si impossesserà del ministero della Magia, grazie a spie interne, i vostri genitori che lavorano nei piani alti del ministero. Tutto chiaro? >> i ragazzi annuirono << ma perché dobbiamo anche passare dai Weasley? >> Damon ghignò << perché voglio vedere se le vostre madri hanno ragione. Torturerete i pel di carota sino alla pazzia, se ci riuscirete parlerò con mio padre, e vi farò prendere il marchio. >> i ragazzi sorrisero << quindi, per sabato preparate i bauli. In quale dei vostri manor si tengono i meeting? >><< Al Malfoy Manor, poi i mangia morte più fedeli di mio padre si spostano al Riddle Manor per programmare gli attacchi. >> Damon sorrise compiaciuto << bene,e a che ora si tengono i meeting? >> questa volta rispose Zabini << si tengono  sabato sera alle 00.00 >> Damon sorrise compiaciuto, finalmente una buona notizia. << e quanto durano? >> Zabini fece spallucce << in genere 2 ore e mezza >> Facendo due calcoli veloci a compiere gli ultimi omicidi dentro la scuola ci avrebbe messo un’ ora, poi un’ ora per le teste rosse … sarebbero arrivati al manor all’ incirca all’ una di notte, questo voleva dire verso la metà della riunione.<< Damie, Damie ci sei? >> li chiese Pansy << ma la smettete di storpiarmi il nome!? >> i ragazzi scoppiarono a ridere << ok, ok, avete riso abbastanza! Di sorsa a preparare i bauli , la notte non voglio sentire roba del tipo: ho dimenticato lo shampoo, la spazzola, il pettine, il balsamo … capito? >> Draco ghignò << ragazze siete sempre le solite! Pensate solo al vostro aspetto! >> << io parlavo con te, Draco. >> Draco spalancò gli occhi << IO NON SONO NARCISISTA! >>  << sì, e io non sono rettilofono. Passi più tempo tu davanti allo specchio di quanto ne passasse Loavanda Brown prima di passare a miglior vita!>> Draco iniziò a boccheggiare seriamente offeso << scherzavo … ma va a prepararti per partire!  >> disse Damon alzando occhi e braccia al cielo. Suo cugino era irrecuperabile. Damon aspetto che tutti fossero usciti e fosse rimasta solo Daphne, che lo guardava con occhi  velati dalle lacrime << ehi, cosa c’è, amore >>lei scosse la testa e cercò di ricacciare indietro le lacrime che cercavano di uscire << niente … non ho niente >> disse lei, mentre una lacrima le percorreva il viso. Lui l’ abbracciò subito << dimmi la verità, Daph >> lei si strinse al suo petto << ho paura, ho paura di perderti … pensi che non sappia di cosa sei capace? Se ci dovesse essere un qualsiasi combattimento, tu non esiteresti un attimo a combattere in prima linea! E so bene che il nemico, che l’ Ordine Della Fenice così come il ministero, non aspetta altro che un tuo passo falso! Se scoprissero tutto quello che fai qui dentro ti condannerebbero all’ ergastolo ad Azkaban, o peggio, al Bacio Del Dissennatore! >> Damon sospirò << non voglio mentirti dicendoti che non combatterò, ma posso prometterti che starò attento, non farò cavolate e non sarò troppo impulsivo. Poi, se vuoi stare più tranquilla, posso portare con me qualche altro mangia morte. E ora non piangere. Per ora non ho intenzione di scendere in campo. >> disse lui prendendole il mento tra le mani e baciandola dolcemente, come solo lui sapeva fare. << Mi prometti che non farai cretinate come tuo solito? >> lui le sorrise << te lo prometto, ed io non faccio mai cretinate! >> lei alzò un sopraciglio << ooh, sì che ne fai! Eccome se ne fai. Anzi ti posso dire che ne farai una enorme appena arriveremo al Malfoy Manor. >> lui ghignò << dai, spara. Vediamo che “cretinata” combinerò al Manor! >> lei li sorrise << come tuo solito non aspetterai due minuti dalla fine del meeting per punzecchiare tuo padre e prenderti un cruciatus. E questa è un'altra delle cose di cui ho paura. Non mi va che tu ti metta a litigare con tuo padre. Lord Voldemort non è San Potter! Non si lascerà mettere i piedi in testa da un ragazzino, quell’ uomo è pericoloso. E non voglio neanche che ti metta a litigare con Bellatrix. La Black perde molto facilmente il controllo, non so se sai cosa ha fatto a i genitori di Paciok … li ha torturati sino alla follia insieme a quei pazzi di Rodolphus Lestrenge e Barty Crouch Jr.! >> Damon scrollò le spalle << lo sai che i miei sono due pazzi assassini e devo dire che non mi interessa poi tanto, è la loro vita e possono farci quello che vogliono. Poi anche io sono per l’ uccidere mezzosangue. Quello che comunque volevo dirti è che non li infastidirò, fuor’ he non siano loro a fare commenti velenosi! Nel caso iniziassero a rompere non esiterò un solo momento a risponderli a tono. Poi non penso che mio padre sia dell’ umore di litigare. Se c’è qualcosa che vorrei non essere costretto a fare questa è andare a vivere con loro! Ma non tutti i mali vengono per nuocere, almeno potrò imparare qualcosa di più sulle arti oscure >> lei li sorrise dolcemente << fatti coraggio! Sei sopravvissuto a sei mesi con me  supererai anche alla convivenza forzata con i tuoi! E già che siamo lì, quasi, quasi ti presento ai miei come il mio ragazzo! >> Damon sbiancò  << dimmi che stai scherzando >> lei decise di prenderlo un po’ in giro << non mi dire! Il figlio di Lord Voldemort e Bellatrix Black, grande rettilofono, pluriomicida Damon Black Riddle ha paura di conoscere i genitori della sua ragazza? Vediamo cosa ne pensa suo cugino Draco Lucius Malfoy! >> fece per andare da Draco, ma Damon la prese per il braccio << non osare dillo a mio cugino! Mi prenderebbe in giro fin che campo! E poi da quello che mi ha raccontato Astoria, tuo padre è un tipetto abbastanza geloso delle sue figliolette adorate! >> Daphne rise, forse un pochino era vero << va bene, ma prima o poi dovremo dirglielo, così come TU dovrai dirlo a Bellatrix e Voldemort! >> Damon alzò un sopracciglio << ci tieni così tanto a morire giovane? >>lei sbuffò << dai, non saranno così severi! Forza, che domani dobbiamo alzarci presto! >> disse la ragazza prendendolo per la mano, la mano che non mollò sino all’ arriva al sotterraneo dove si trovava la sala comune dei Serpeverde. << Finalmente, iniziavamo a preoccuparci! Pensavamo vi foste persi tra tutte quelle gallerie che Slalzar ha avuto la bella idea di costruire! Noi ci abbiamo messo un quarto d’ ora a trovare quella giusta! >> Damon scrollò le spalle << a me non sembra così difficile, è quasi come se sapessi già dove andare per trovare il basilisco e la camera. >> il discorso continuò così, poi parlarono delle lezioni, dei professori, dei mezzosangue, dei piani di Damon e infine si divertirono a far arrossire Draco e Astoria con battutine del tipo “ quando vi mettete insieme?” “sapete che siete un bellissima coppia?” qualcuna di queste battutine costò un paio di colpi a Blaise, Damon e Theodore. Draco era quasi tentato di colpire anche Pansy ma che subito lo fermò dicendoli che le donne non si toccano neanche con un fiore. Ed era vero, ma Draco aveva ribattuto dicendo che lei era un carlino e che quindi poteva benissimo picchiarla. Quando Damon si coricò i suoi pensieri andarono subito all’ incontro con Lord Voldemort. Daphne aveva assolutamente ragione, di sicuro avrebbe fatto qualche cavolata che avrebbe fattp arrabbiare il Lord. Ma lui non ci poteva fare niente se lo odiava, e come non odiare un uomo che dovrebbe essere tuo padre, ma che ti usa solo come un’ arma troppo potente perché cada in mani nemiche? Da qualche giorno non poteva neanche sdogarsi con Nagini che era ripartita per tornare dal suo padrone che l’ aspettava. Damon era convinto che suo padre tenesse a quel rettile più di quanto tenesse a lui, e sicuramente era vero che l’ unica cosa che Tom Marvolo Riddle vedeva in suo figlio era l’ arma e il mago più potete ( dopo di lui, naturalmente ) che il mondo magico potesse offrire in quel momento. E questo a Damon dava veramente molto, troppo fastidio, per riuscire a convivere pacificamente con quell’ essere dalle pupille rosse, uguali alle sue, abilmente nascoste da un incantesimo molto semplice di trasfigurazione avanzata di primo livello.
25 marzo, giorno omicidio di Silente.
Quella mattina Damon si svegliò presto per finire di preparare il suo baule, la sera prima era andato in biblioteca per prendere tutti i libri che li sarebbero potuti tornare utili, ne aveva preso una quindicina. Aveva deciso di portare anche quei libri, in caso di emergenza pozioni rigeneranti, veleni e antidoti potevano sempre tornare utili. Anche Draco si svegliò stranamente presto, era suo solito dormire sino a tardi il sabato, ma quello era un giorno importante, tutto doveva filare liscio come l’ olio. Blaise Zabini stava preparando il baule, perché, come suo solito, aveva lasciato tutto all’ ultimo momento e Theodore Nott lo aiutava, in quanto il suo baule era già pronto da giorni. Non era da Theo fare le cose importanti all’ ultimo minuto. Daphne e Astoria Greengras controllavano che nessuna delle due avesse vestiti dell’altra nel proprio baule, in quanto erano solite a scambiarseli. Pansy controllava nei comò e negli armadi che non avesse dimenticato niente di importante. Alle 10.00, orario della colazione nelle giornate senza lezioni, tutti i bauli erano pronti, i ragazzi avevano deciso di portarli già da quel momento nella stanza delle necessità per non dover fare tutto di corsa quella sera << allora, adesso rimpiccioliamo i bauli e li mettiamo su questo tavolino, poi appena entriamo, ciascuno ne prende uno, non state a guardare se è il vostro, ci impiegheremo troppo tempo. Questa sera Tiger e Goile porteranno i due rossi nell’ ufficio del preside, dove verranno uccisi insieme al barbuto, i due gorilla resteranno qui e mi diranno che cosa succederà alla scuola dopo l’ uccisione di Silente. Se verrà chiusa torneranno indietro e se rimarrà aperta ( cosa della quale dubito) voglio che mi dicano tutto quello che succederà per filo e per segno. Ho paura che il ministero vorrà prendere possesso della scuola, bene, noi glielo lasceremo fare,se vi state chiedendo perché  dobbiamo scappare la risposta è semplice: dopo la morte del preside verranno presi i suoi ricordi e guardati per scoprire il colpevole del delitto. Voglio che veniate anche voi perché avete grandi capacità e proteste diventare abili mangia morte. L’ attacco ai Weasley è solo un modo per vedere come ve la cavate con le torture e se sapete mantenere il sangue freddo. Uccidere non è scherzo. Compiere questo gesto porta al frantumarsi dell’ anima e quindi alla dannazione. Se qualcuno volesse tirarsi indietro sappia che è libero di farlo. >> disse Damon, scandendo in particolar modo il concetto dell’ “uccidere non è uno scherzo” i ragazzi annuirono << lo sappiamo Damon, ma noi vogliamo diventare mangia morte, è il nostro destino. Siamo coscienti che non sarà facile abituarsi a sentire le urla di terrore delle persone che uccidi, le lacrime che implorano delle persone che torturi e gli occhi senza vita delle persone che uccidi … ma vogliamo provare. Siamo in guerra, non si può rimanere neutri. La guerra comprende tutti, anche il più piccolo dei bambini e il più matusa degli anziani. Basta guardare quel babbanofilo di Silente! >> disse Zabini << io non ho paura di nessuna di queste cose, ho solo paura di non essere all’ altezza di quello che ci si aspetta da un mangia morte, non sono mai stato bravo a impormi e a essere cattivo. Ho passato tutta la mia infanzia sui libri che trovavo nella libreria del Manor. Non sono facile da impressionare, so che nessuna delle vittime riuscirebbe a impietosirmi o roba del genere. Non mi farò mai ingannare dalle facce da cani bastonati dei mezzosangue che dovrò uccidere o torturare. Quanto è vero che mi chiamo Theodore Nott. >> disse il ragazzo convinto. Damon annuì, Nott aveva la stoffa per diventare un abile mangia morte, di certo lo avrebbero usato per li interrogatori. Se il ragazzo non si impressionava veramente, Lord Voldemort li avrebbe dato un posto di rilievo nelle sue file, lui era sempre alla ricerca di giovani maghi forti, talentuosi e potenti << io ho paura di non essere capace di padroneggiare le maledizioni senza perdono, e se la maledizione rimbalzasse contro di me? Ma non voglio fare il coniglio, combatterò lo stesso … qualunque  prezzo questa lotta comporti >> disse sicura Pansy. Aveva molta paura di non riuscire a combattere come voleva, aveva paura che le potesse succedere quello che era successo al Lord  << io ho paura delle lotte … non so se sarei capace di muovermi, di essere pronta a tutto … e se l’ avversario mi disarmasse e approfittasse della situazione per colpirmi, mettermi al tappeto e uccidermi? Prima di combattere vorrei diventare brava, veramente brava >> Damon annuì, poteva capire la paura di Astoria, comunque ne ammirava la sicurezza nel sapere che può e deve fare le cose << io non ho paura di niente … >> disse Daphne sorridendo << sì, sì … sicuramente >> disse la sorella con sarcasmo << certo che non ho paura! Mi porto Damon che mi fa da scudo >> disse Daphne facendo la linguaccia alla sorella e andando ad abbracciare Damon << ok … pensavo che aveste paure diverse, più gravi. Quindi meglio così … vedrete che vi passeranno tutte quando attaccheremo i Weasley >> disse Damon << e tu … non hai paura di niente? >> li chiese Zabini << no, non temo nulla all’ infuori della morte. Ma ho già trovato rimedio a questo >> disse Damon << come fai ad uccidere? Non ti fanno pena quei ragazzi? >> li chiese ancora Blaise, Damon scosse la testa << no, non mi fanno pena. Perché dovrebbero? Ci sono tre cose che non faccio mai mentre uccido, la prima è quella di guardare negli occhi chi uccido, la seconda è quella di dare false speranze del tipo “non ti voglio far del male” se quello muore di crepacuore meglio per me che devo lavorare di meno per liberare il mondo da quella grande schifezza chiamata mezzosangue o sangue sporco, la terza è quella di non  farmi vedere spaventato,perché se la persone che devi uccidere ti vede debole o indeciso proverà a sfruttare il tuo lato tenero in modo tale che tu lo lasci andare senza farli male, mentre se sei freddo e distaccato, quindi non fai trasparire le tue emozioni, quello capisce che per lui è giunta la fine e non prova a fare mosse strane per salvarsi. L’ unica cosa alla quale punterà, se fai in questo modo, è una morte rapida e indolore. Tutto chiaro? >> i ragazzi annuirono. Damon era quello che si poteva definire tranquillamente un mangia morte con i fiocchi. Peccato che tutti sembravano dimenticare che era solo un ragazzino. Molto potente, questo era vero, e anche molto intelligente, ma pur sempre un quindicenne che non aveva mai avuto vita facile,che aveva sempre lottato per non cedere e lasciarsi morire tra le fredde pareti di una cella  in una prigione sperduta, lontana dagli occhi del resto del mondo.
25 marzo,ufficio di Silente.
Damon era davanti alla porta dell’ ufficio, sapeva che la  mazzosangue aveva le ronde in quella zona e i gorilla avrebbero portato i Weasley fra un ora, per ucciderli insieme al vecchiaccio. Come previsto poco dopo si sentirono i passi della mezzosangue che svolgeva con orgoglio il suo compito di perfetto Grifondoro << ehi, mezzosangue … sei in ritardo >> la ragazza si girò << ah, sei tu. Non si può stare fuori dai corridoi a quest’ ora, 20 punti in meno a Serpeverde >> disse lei << ma a me non importa nulla della coppa delle case, SngueSporco. Io sono qui per vendicarmi di te … e non avrò pace sino a quando non sarai tu a chiedermi di morire >> la ragazza indietreggiò di qualche passo << t-tu s-s-sei pazzo!!! >> gridò lei cercando di scappare. Ma lui fu più veloce nel pietrificarla e farla diventare muta << che liberazione non sentire più quella tua voce da piccola mezzosangue so tutto io! Sai in genere uccido subito, non mi piace torturare i rammolliti, ma con te potrebbe essere divertente … vediamo visto che sei così brava … qual’ è la maledizione senza perdono usata per le torture? Non lo sai? Te lo dico io, è questa: CRUCIO! >> disse lui scagliano la maledizione contra la ragazza che non potè fare altro che piangere, in quanto non aveva la possibilità di urlare e muoversi. La lasciò lì a piangere per un quarto d’ora abbondante, quando decise di farla finita << sai Granger, se non fossi una mezzosangue saresti stata un’ ottima mangia morte, Lord Voldemort cerca sempre giovani maghi talentuosi come te, ma visto che sei una sangue sporco sai già qual’ è il tuo destino. Avada Kedavra! >> gridò lui, si era tolto uno sfizio, uccidere la mezzosangue, li aveva dato un senso di soddisfazione terribilmente grande.  Pochi minuti dopo arrivarono anche i Weasley << finalmente, non penso che valga tanto la pena torturarvi, Draco, Blaise, pensateci voi >> disse lui, prendendo a osservare i due ragazzi alzare insicuri la bacchetta verso Ginevra e Ronald, il primo a dire le due fatidiche parole fu Draco, seguito a breve distanza da Zabini. << Ora raggiungete gli altri nella stanza. Tiger,Goyle tornate in dormitorio e ricordatevi che dovrete informarmi su ogni cosa, anche la più insulsa che accadrà in queste mura. Ora sparite! >> ordinò lui prima di entrare, grazie a un incantesimo, nell’ ufficio del preside << Damon, a cosa devo la tua visita? >> il giovane ghignò malignamente  << non è una visita di cortesia … sa, ho deciso da che parte stare per combattere in questa guerra >> disse il moretto mettendosi a giocare con la bacchetta << immagino che tu voglia combattere per Voldemort >> Damon annuì << Sapevo che lei lo aveva già capito. Ma non se la prenda, la mia è una scelta dovuta a tenti fattori. Primo tra tutti il potere che potrei acquistare, e poi farebbe differenza la frazione per qui sceglierei di lottare? No, perché se mi schiero con Voldemort rischio la vita lo stesso e se mi schiero con l’ Ordine Voldemort farà di tutto per eliminarmi. >> disse Damon, il vecchio preside sospirò << non mi lasci altra scelta >> disse prendendo la bacchetta. Ma il ragazzo fu più veloce e il raggio verde colpì il preside che cadde a terra con un tonfo sordo. La melodiosa voce della fenice invase la stanza con un canto triste, e Damon chiuse gli occhi ascoltando la soave melodia, che in quel momento poneva fine anche alla vita del basilisco che si trovava nella camera dei segreti. Così si chiudeva la vita dell’ anziano preside, morto per mano di un quindicenne, morto sotto il lampo di un Avada Kedavra. Damon fece un profondo respiro, adesso aveva paura. Paura di suo padre, delle idee che si sarebbe fatto di lui. Scosse la testa e si incamminò a grandi passi verso la camera delle necessità, una volta dentro Dphne gli saltò al collo << come è andata? Sei riuscito ad ucciderlo? >> lui annuì e si infilò nella tasca uno dei bauli rimpiccioliti. << Muovetevi, il commesso che troverete è sotto imperius e io voglio uccidere i Weasley. Prima ci muoviamo meglio è >> disse lui, senza particolare emozione nella voce. La verità era che lui non voleva passare per quell’ armadio. Non voleva incontrare Voldemort e Bellatrix. Non ora che tutto sembrava andare bene. Lui e Daphne, la scuola, anche se non voleva ammetterlo ormai lui e quei ragazzini erano amici. Non voleva che tutto ricadesse in un abisso profondo solo perché non riusciva ad andare d’ accordo con quei due pazzi che si ritrovava per genitori. Il negozio era libero, solo il commesso si trovava lì e li guardava come in uno stato di trance. I ragazzi lo ignorarono e presero le bacchette per materializzarsi. La Tana era una cosa disastrata, che di certo si reggeva in piedi per magia, a quella vista le ragazze arricciarono il naso disgustate << che schifo, come fanno a vivere in questa topaia? >> esclamò Pansy << se tu avessi visto Azkaban non parleresti così, comunque entriamo adesso. Io intervarrò solo in caso di grande necessità. >> i ragazzi fecero come ordinatogli ed entrarono nella ‘casa’ , subito il signor Weasley si mise in allerta con la bacchetta alla mano << su via, Weasley … non avrai paura di un gruppo di  ragazzini? >> disse Damon con un ghigno canzonatorio in volto. Il signor Weasley scosse la testa, ma i suoi occhi lo tradivano e mostravano quanto in realtà avesse paura del ragazzo dagli occhi rossi. Damon sorrise e si rivolse ai ragazzi dietro di lui << cominciate >> disse solamente e un cruciatus di Theodore Nott colpì in pieno Molly che cade a terra gridando a causa del forte dolore << non male Nott, vedo che con le torture vai sul classico >> disse compiaciuto Damon, la cosa andò avanti per un po’ e quando tutti i Weasley furono uccisi i ragazzi decisero di viaggiare con la Metro Polvere. Damon decise di passare per ultimo, aveva lo stomaco chiuso e le mani sudavano freddo.  Lui, Lord Voldemort,  lo odiava, ne era consapevole e questo li faceva male, veramente male. Fece un profondo respiro ed entro nel cammina. Con voce ferma disse << Malfoy Manor >>. Si tolse la polvere dai vestiti e storse il naso, quello camicia l’aveva pagata un occhio della testa, in effetti tutto quello che portava era costoso, aveva fatto un paio di salti alla Gringott su richiesta di suo cugino e della sua ragazza che dicevano che “la sua bellezza andava valorizzata”. << Entrate e avvisate i mangia morte che Silente è morto >> disse Damon facendo ingrandire i bauli e ordinando agli elfi di portargli nei rispettivi manor. I ragazzi non se lo fecero ripetere, non essendo Damon  del suo più allegro umore era meglio non contraddirlo, anche Daphne decise di entrare nella sala meeting e di lasciare Damon solo. Il ragazzo guardava fuori dalla finestra e pensava sino a quando una voce non lo fece girare << è stato difficile ucciderlo? >> Damon riconobbe subito la voce di Bellatrix e sorrise, era da quando si era incontrato con lei a Nocturne Alley che lei li scriveva e piano, piano aveva imparato a capirla e perdonarla, sino a riconoscerla quasi come madre. << no, tutto ok >> disse lui scrollando le spalle << come mai non sei venuto tu a dirlo a Voldemort? >>  lui abbassò gli occhi << non vuoi proprio parlarci, vedo. Perché non provi a capirlo? >> Damon si stava arrabbiando << cosa dovrei capire? COSA?!  Che mi odia? Che mi vede come un arma? COSA? >> Bellatriz si strinse nelle spalle << ti supplico, non chiederlo a me >> disse, lei non lo aveva mai capito, non lo aveva mai capito perché lui non voleva che lei lo capisse << senti c’è una libreria o qualcosa del genere? Ho … bisogno di distrarmi >> le chiese Damon << al quarto piano, in fondo al corridoio c’è una biblioteca. Quando te la senti scendi e parlaci >> li disse Bellatrix << ok >> disse semplicemente lui prima di sparire oltre le scale. Voldemort odiava i festeggiamenti, così decise di andare a leggere qual’ cosa. Per sua sfortuna la poltrona davanti al fuoco era già occupata da un ragazzo che in quel momento non poteva vederlo in quanto li stava dando le spalle << esci di qui prima che ti cruci >> disse il Lord, in quel momento il ragazzo si girò e Voldemort lo riconobbe, il sangue li si gelò nelle vene alla vista del suo erede. Era la prima volta che Tom pensava al ragazzo come suo erede,  era certo che alla vista del ragazzo il suo cuore avesse mancato un battito. Eppure doveva aspettarsi di trovarlo lì, chi altri avrebbe potuto uccidere il vecchi preside? I loro occhi si fissavano, rosso contro rosso. Perché doveva essere così dannatamente difficile sostenere quello sguardo così uguale al suo? Si chiese Damon senza abbassare la testa  << la parola “ per favore “ non esiste nel tuo vocabolario? >> li chiese Damon tornando alla lettura del vecchio libro di incantesimi, cosa che fece arrabbiare non poco Tom << sentimi bene ragazzino impertinente, qui comando io. Quindi ti conviene obbedire al mio volere, come tutti i mangia morte. Sono stato chiaro? >>  << cristallino >> disse Damon a denti stretti, prendendo il libro e andando in camera sua. Aveva promesso a Daphne che non si sarebbe cacciato nei guai e ci stava seriamente provando, ma suo padre non li rendeva le cose facili. Si bloccò di scatto, era la prima volta che pensava a Lord Voldemort come “suo padre” e non come causa delle sue disgrazie. Scosse la testa pensando che fosse solo l’ agitazione dovuta agli avvenimenti di quel giorno, così si diresse in camera sua a cercare, invano, di dormire.

CIAO! Cosa ne pensate, siate sinceri. Ho pensato che il lavoro di Damon a Hogwarts fosse ormai finito e quindi ho accelerato un po’ i tempi. Adesso inizieranno i problemi familiari! La vita non sarà facile per nessuno dei tre componenti della famiglia, e nei prossimi capitoli mi concentrerò anche sulla relazione tra Bellatrix e Voldemort, che nei primi capitoli ho trascurato!
BACIONI, MAYA <3 !


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Capitolo 13
*** lo faceva sentire come se fosse DI NUOVO Tom Riddle. ***




Damon era furioso per il comportamento di suo padre, anche se non voleva ammetterlo quel comportamento così freddo e distaccato lo feriva,  lo feriva veramente tanto. E nascondeva quella tristezza dietro un espressione fredda che solo due persone avevano il potere di penetrare. Una delle sue lo vide passare di lì << Damon! >> Draco lo stava chiamando, sicuramente per chiederli qualcosa che lui avrebbe preferito non dirli << fermati ! >> sbuffando Damon arrestò il passo e si girò verso l’ amico << che hai combinato?  >> li chiese Draco << nulla, ho incontrato Voldemort >> sul viso di Draco si dipinse un espressione molto simile ad una smorfia << ahia, come è andata? >> << male, naturalmente! Non mi sopporta, non mi può vedere, mi detesta! >> Draco lo guardò con tenerezza, quella situazione non gli piaceva per niente << vedrai che si sistemerà tutto … questa è la tua camera!  >> disse in fine, appena si accorse di essere arrivato davanti alla porta della stanza << quella è la mia, >> disse indicando la camera davanti << quelle di sopra sono: una dei miei e una di zia Bellatrix, quella al terzo piano è di Lord Voldemort e quelle al quarto piano servono per quando le riunioni dei mangia morte finiscono tardi e i miei li fanno dormire da noi! Al quinto piano ci sono gli elfi domestici e al sesto la libreria. Ricorda che il Parco del Manor è situato dietro la casa e il giardino principale è formato soprattutto da scalinate. Ah, ci possiamo smaterializzare. >> alle ultime parole la faccia di Damon si rilassò un po’ << buonanotte Damon, se hai problemi io sono qui davanti. >> Damon annuì con la testa ed entrò nella stanza, era davvero bellissima, ma il ragazzo andò dritto verso il bagno e si immerse nella vasca. Quando fu pronto per dormire andò verso la porta quasi in automatico e si diresse verso la stanza di Bellatrix.  << Posso entrare? >> lei si voltò di scatto, sorpresa ma felice, di vedere il ragazzo sulla soglia della porta << certo! Vieni! >> lui si sedette sul divano poggio la testa sulle mani << come farò a sopportarlo per il resto dei miei giorni? >> chiese lui chiudendo gli occhi << vedrai che ci andrai d’accordo. >> disse rassicurante << io non credo! Lui mi odia! >> l’ ultima parola fu detta con una nota amara << non dire così, questa è una situazione difficile per lui >> Damon strinse la mascella << anche per me è difficile, ma io non mi lamento >> << vedrai che domani andrà meglio, buona notte >> disse lei accarezzandoli una guancia, lui sorrise debolmente << buona notte >>. Appena il ragazzo fu in camera sua lei si diresse con passo veloce verso la biblioteca << COSA HAI FATTO?! >> disse urlando dopo aver pronunciato l’ incantesimo per insonorizzare la stanza. Nonostante l’ urlo disumano il signore oscuro restò impassibile  << riguardo a cosa? >> chiese senza togliere gli occhi dal libro << riguardo a Damon! Non voglio che lui stia male per te! Non guardarmi con aria di strafottenza perché in questa situazione io sono una tua pari! Osa soltanto far star male mio figlio e giuro e spergiuro che mago Oscuro più potente di tutti i tempi o no, niente e nessuno riuscirà a impedirmi di ucciderti! >> lui per tutta risposta si alzò e la blocco contro la parete, i loro visi erano vicini, quasi si sfioravano … troppo vicini … pochi centimetri li separavano e il respiro caldo di lui si scontrava contro la pelle fredda del viso di lei, e quando le labbra di lui si scontrarono con quelle della donna, i due riprovarono emozioni sepolte da quasi diciotto anni.  << Cosa stai facendo Bellatrix? Cosa ti sta succedendo? >> ( vi ricordo che Voldemort ha aspetto umano! ) lei lo guardò stranita << a me non sta succedendo niente, sei tu che sei cambiato … da quando sai questa cosa di Damon sei diventato più strano … >> lui inarcò le sopracciglia, in un modo assolutamente uguale a quello di Damon << non sono strano, è questa situazione che è strana >> lei non capiva << perché è strana? Sei tu che rendi questa situazione difficile! >>  lui la guardò stranito << Questa situazione non doveva neanche esistere! Questa situazione è un colossale errore! >> lei prese la bacchetta e la puntò verso Tom << non – osare – mai – più – definire – mio – figlio – un – errore >> disse lei scandendo bene ogni parola << sembri una mammina protettiva >> disse con un ghigno sarcastico Lord Voldemort  allontanando la bacchetta di Bellatrix dal suo collo. Lei sorrise << senti, non sono qui per litigare, ma perché voglio che tu e Damon iniziate ad andare d’accordo. Non dico che dobbiate abbracciarvi, ma almeno che riusciate a stare nella stessa stanza senza litigare. >> spiegò lei andandosene via. Tom era interdetto dalle parole di Bellatrix, suo figlio lo odiava così tanto da non voler nemmeno stare nella stessa stanza con lui? Non che la cosa li importasse, ma li veniva come una fitta allo stomaco pensando che suo figlio lodetestasse a tal punto.

 Erano le 4.00 del mattino e  Damon aveva ancora di quei fastidiosissimi attacchi di insonnia, così scese dal letto e si diresse verso la biblioteca, con la speranza di trovare un libro su gli  horcrux.

 Appena entrato vide che la biblioteca era deserta, così iniziò a vagare indisturbato tra i numerosi scaffali, dopo mezz’ ora aveva trovato il libro che cercava “ piccolo prezzo per vivere per sempre.” Il prezzo non era piccolo, ma lui era disposto a rischiare. La luce dell’ alba si vedeva dalla finestra accanto al comino, ormai erano le 7 e lui aveva ceduto a un sonno senza sogni, chiudendo gli occhi sulla poltrona nera, posta davanti a un fuoco scoppiettante. Un rumore lo fece sobbalzare << ah, sei qui … Oggi riunione extra alle 11.00 p.m., ti conviene essere puntuale >> disse Voldemort senza degnare il figlio di uno sguardo, dirigendosi verso la libreria che stava davanti a loro. Damon si alzò e prese il libro che stava leggendo quella notte e lo poggiò sul tavolino, per poi dirigersi verso la porta senza osare dire una sola parola. Tom aspettò che il ragazzo fosse uscito per votarsi e fissare il punto dove si era addormentato il ragazzo.  Era la seconda volta che si metteva a fissare i punti dove passava il ragazzo, quasi a volerci trovare un qualcosa che li facesse capire cosa passasse per la testa di quel ragazzino. Quasi istintivamente si avvicinò al tavolo e prese tra le lunghe dita il libro che stava leggendo Damon. Lo conosceva fin troppo bene, lo aveva letto un sacco di volte prima di decidersi a creare il suo primo horcrux. Non si pentì mai della scelta di diventare immortale, quello era il sogno a cui molti aspirano e che pochi realizzano. Lui era uno dei pochi che ci era riuscito. Un ghigno malvagio comparve sul suo volto, lui aveva tutto dalla vita, potere, forza, bellezza, era temuto da ogni mago che si potesse definire tale. E prima aveva anche Bellatrix, quello che c’ era tra loro era un rapporto veramente strano, alle volte li sembrava tutto puramente carnale, altre volt li era capitato di sentirsi coinvolto nel profondo. Nessuno sapeva e avrebbe saputo di questo. I sentimenti erano per lo più un intralcio che andava eliminato, se non veniva eliminato poteva rivelarsi troppo grande per essere aggirato. Non era forse stata la sua freddezza ad averlo condotto dov’ era in quel momento? Non lo sapeva. Lord Voldemort era solo il risultato di una serie di scelte dettate da un’ anima corrotta dal potere e dalla vanità. Lord Voldemort era tutto quello a cui lui aveva aspirato, era il potere, la fierezza … ma non era Tom. E questo era, secondo Voldemort, un bene immenso. Era per questo che odiava Damon, lo faceva sentire troppo vulnerabile, lo faceva sentire in colpa, lo faceva sentire come se fosse DI NUOVO Tom Riddle. E in genere si sentiva così solo con Bellatrix. Per ora doveva essere paziente e trattare bene il ragazzo, si stava rivelando potente, troppo potente. Si accorse di essere rimasto in piedi a pensare alla sua vita per un quarto d’ ora abbondante quando sentì il pendolo di Villa Malfoy battere il rintocco delle sette e mezza. Poggiò il libro dove lo aveva lasciato il ragazzo e si diresse verso il giardino per poi smaterializzasi a Riddle Manor. Quanto odiava quel posto, ma almeno era utile. Si diresse verso la sua libreria, niente riusciva a calmarlo come un libro.

Damon era seduto sulla riva del lago, sotto un cielo pieno di stelle con i ragazzi di serpe verde << parteciperai a una riunione?!?! >> chiese Pansy saltando in piedi << ho paura di sì, Pan >> rispose Damon << non mi sembri particolarmente entusiasta all’ idea, vero Dami? >> li chiese Daphne che si era accucciata contro il petto di Damon << No, tranquilla! Corro solo il rischio di prendermi una cruciatus di mio padre, che vuoi che sia? >> chiese lui in tono ironico << e tu non ci andare! >> li disse Theo << se, così mi prendo l’ Avada! >> Blaise lo guardò serio << sai che queste riunioni sono pericolose, vero? Mio padre è tornato dopo essere stato preso a cruciatus da Voldemort perché aveva fallito una missione. Non è un scherzo >> Damon lo guardò serio a sua volta << lo so, non è un gioco. Questa è una guerra, e in guerra si MUORE >> Draco si fermò a guardare il cugino << starai attento, vero? >> lui li sorrise  << certo, non sono così sprovveduto da farmi ammazzare! >> Astoria li mandò un piccolo sorriso di incoraggiamento << vedrai che andrà tutto bene >> lui sia alzò, scostando dolcemente Daphne << io devo andare, a domani >> poi prese la bacchetta e si materializzò a Riddle Manor, dove si sarebbe svolto, in via del tutto eccezionale il meeting. Mentre andava nella stanza incontrò alcuni mangia morte tra cui un coppia che li ricordava tremendamente Daphne e Astoria. Posò una mano sulla maniglia << non si può entrare fino a che lui non ci manda a chiamare dagli elfi >> Damon li mandò un’ occhiataccia e infischiandosene dell’ avvertimento entrò in sala. I suoi occhi avevano assunto nuovamente quella strana tonalità di rosso. Questa volta più limpido rispetto alla prima << chi ti ha … oh, Damon. Come mai sei entrato prima degli altri? >> chiese Tom annoiato << cosa diavolo vuoi da me? >> li chiese Damon guardandolo negli occhi. Nei suoi stessi, identici, occhi << voglio che tu mi aiuti a sconfiggere l’ Ordine >> disse Tom << non sono scemo. L’ Ordine senza Silente, che io stesso ho provveduto a uccidere, non è un nemico. Tu non vuoi solo questo >> Voldemort dentro di se era compiaciuto. Il ragazzo aveva qualcosa di suo anche caratterialmente e non solo fisicamente … questo era senz’ altro un bene. E poi era brillante, tanti si lasciavano abbindolare dalle suo frottole e il ragazzo neanche doveva aspettare due secondi prima di capire che sono fandonie << Sei potente, Damon! Molto più di quanto tu possa immaginare. E sai perché? Perché tu sei come me. Hai il mio sangue. Il sangue di Serpeverde. Voglio solo evitare di trovarmi a combattere contro qualcuno che si possa rivelare … dannoso, per i miei piani >> << quindi mi controlli per evitare che i tuoi progetti possano subire conseguenze catastrofiche … mi controlli perché hai paura di me. Tu temi che io mi possa schierare dalla parte dell’ ordine e possa aiutarli a sconfiggerti. >> Voldemort ghignò << io non temo nulla. Ma prevedo che possono succedere cose alquanto … sgradevoli. E nessuno di noi due vuole che quei babbanofili trionfino. Giusto? >> Damon si trovò ad annuire senza neanche pensarci << mi trovo daccoro con te su questo punto. Ma non credere che io sia come una bacchetta. Non sono un’ arma che puoi usare a tuo piacimento! >> Tom sorrise maligno << siediti. Dobbiamo discutere alcuni punti del piano d’ attacco che voglio che guidi tu >> lui si sedette dove indicatoli dal Lord << Timpy. Fai entrare i mangia morte >> il piccolo elfo si smaterializzò  nel salone mentre Voldemort si sedeva accanto al ragazzo << ci sarà un attacco a Diagon Alley. Lo guiderai tu. Si tratta di attaccare un gruppetto di maghi mezzosangue, tutto molto chiaro no? >> lui annuì << sì, ma voglio portare con me dei ragazzi, non i tuoi mangia morte >> lui inarcò un sopracciglio, ma in quel momento entrarono nella stanza i mangia morte. Tom li fece segno di sedersi << lui è Damon, mio figlio, come molti di voi avranno già capito.  >> disse riferendosi alla straordinaria somiglianza tra i due << domani guiderà un attacco a Diagon Alley >> Avery spalancò gli occhi << scusi se mi permetto, quanti anni ha il ragazzo? >> Tom ghignò << quindici >> rispose semplicemente lui << ma Damon mi diceva che preferirebbe portare dei ragazzi in missione, non voi. Qual’ il motivo di questa scelta, Damon? >> il ragazzo scrollò le spalle << mi sembra ovvio. Li trovo più preparati dei tuoi mangia morte. Sono più giovani, più svelti e anche più predisposti all’ uccidere. >> << e chi vorresti portare? >> chiese incuriosito Tom << Draco Malfoy, Balise Zabini, Theodore Nott, Pansy Parkinsoon, Dphne e Astoria Greengrass >> i genitori dei ragazzi impallidirono << perché anche le ragazze? >><< Le Greengrass hanno una predisposizione al torturare pazzesca e Pansy, be, è Pansy. Quando è arrabbiata non puoi non avere paura di lei! >> disse semplicemente, Tom annuì. << Puoi portarli in missione, ma se qualcosa va storto, pagherai tu per loro. >> Damon ghignò compiaciuto.  In quel momento solo gli anni tracciavano una differenza tra Tom e Damon.

SONO VIVA! Il capitolo è corto, ma abbiate pietà! La scuola mi uccide! Quando non sono a scuola studio, quando non studio ho gli allenamenti di tennis, quando non mi alleno a tennis mi esercito col piano, quando non sono al piano ho atletica! Ma con l’ arrivo dell’ estate tutto andrà meglio, ve lo prometto!

Un Bacione, Maya!

 

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Capitolo 14
*** Lotta magica ***



 

Il fatto che Lord Voldemort avesse un figlio aveva creato agitazione tra i mangia morte. Il ragazzo, così simile al padre, metteva in soggezione. Molti avevano capito, o quanto meno sospettavano, che Bellatrix fosse la madre di Damon. Nessuna somiglianza fisica si poneva a favore di questo sospetto, solo una luce folle, che qualcuno aveva intravisto negli occhi del ragazzo, sembrava poter confermare questa teoria. Ma non importava di questo ai seguaci del signore Oscuro, a le famiglie con figlie femmine importava trovare un’ alleanza con il futuro dominatore del mondo magico, e quale alleanza è migliore di un matrimonio? Questo, quella mattina di marzo, era l’ argomento animatamente discusso al Chanel Greengrass Manor, la gigantesca villa lasciata in eredità alle due sorelle dalla nonna Chanel. La stanza era immersa nel più profondo silenzio, sino al momento in qui il signor Greengrass si decise a parlare del motivo della sua preoccupazione << Il signore Oscuro ha un figlio >> le ragazze tirarono un sospiro di sollievo << tutto qui? Eri preoccupato per Dami? >> l’ uomo le guardò con tanto d’ occhi << lo conoscete? >> loro annuirono << certo! È il ragazzo di Daphne! >> lo guardo dell’ uomo cambiò velocemente << Non mi interessa se vado a farmi uccidere! Io corro a casa sua e lo faccio fuori! >> la moglie li prese la mano << non essere stupido! Non capisci? La nostra famiglia non è mai stata apprezzata dal Nostro Signore quanto i Malfoy o gli Zabini o i Black! Questa è la nostra occasione per sistemare una delle nostre figlie e metterci in mostra come una delle famiglie più importanti! >> disse lei << mamma! Parli come una arrivista! >> la riprese Astria << non dire così, piccola mia! Questa è la nostra occasione per essere notati dal futuro dominatore del nostro mondo! Vedrai che troveremo un buon partito anche a te! >> Daphne guardò schifata la madre << non sono una puttanella arrivista! Non intendo farmi passare per puttana per portare prestigio alla nostra famiglia! Se ci tieni solo a quello che la gente pensa di noi, allora trovati un'altra che si comporti da sgualdrina, io non ci sto! >> la signora Greengrass guardò la figlia come se non potesse capire << tesoro, amore mio, ascoltami … >> disse avvicinandosi alla figlia con uno strano sguardo << io non voglio farti passare per arrivista … ma pensa al prestigio che porteresti alla tua casata! E poi cosa c’è di male? Lo ami … è tutto perfetto! Tu sarai felice! Noi saremo felici, e anche tua sorella sarà felice! >> disse guardandola con uno sguardo folle, il ciuffo sfuggito alla crocchia la faceva apparire pazza … era da quando il signore Oscuro era tornato e aveva messo in ultimo piano la loro famiglia che la madre era impazzita. Era impazzita per la paura di non essere più guardata con rispetto, di non avere più gli occhi puntati su di lei, di non avere altro se non il suo sangue. Daphne arretrò di qualche passo, seguita a ruota dalla sorella << tu sei pazza … >> disse piano << TU SEI TOTALMENTE PAZZA >> aveva urlato quando aveva visto le pupille della madre dilatarsi. Il signor Greengrass afferrò la moglie per un braccio e ordinò agli elfi domestici di portarla in camera da letto. Appena la moglie fu portata via il signor Greengrass si lasciò cadere sulla sedi << papà, perché la mamma aveva quello sguardo? >> lui si girò e guardò amorevolmente le figlie << vostra madre è da un po’ di tempo che non sta bene. Vedete … quando il signore Oscuro è tornato e la nostra famiglia è stata messa in disparte, come se valessimo meno delle altre casate,  lei ha avuto paura di perdere tutto quello che ha sempre avuto, soldi, eleganza, notorietà … poi la morte di nonna Eleonor è stata un duro colpo e lei ha iniziato a dare troppo valore alle cose materiali. Come se per lei fossero l’ unico punto fisso. << Daphne, se tu non lo ami, puoi lasciarlo. >> lei sgranò gli occhi << io lo amo. >> disse semplicemente, prima di andare a lavarsi e vestirsi. Voleva andare da lui, non badò neanche ai vestiti che si infilava, voleva semplicemente correre da lui.
Al Malfoy Manor non tirava aria migliore, Lucius entrò di soprassalto nella stanza da pranzo facendo sollevare tutti gli sguardi su di sé << Draco tu lo sapevi? >> chiese l’ uomo al figlio << cosa, padre? >> rispose lui fingendo di non capire << che Il Nostro Signore avesse un figlio! >> urlò rosso in viso << di Damon? Certo che lo sapevo, lui ha ucciso Silente! È un grande! >> Lucius prese fiato << quindi lo conosci? >> Draco scrollò le spalle << sì che lo conosco. >> Lucius si sedette a capotavola << vuole che tu vada in missione con lui. È pericoloso e io sono assolutamente contrario. >> Draco sbuffò << Padre, vedrete che andrà tutto bene. Con permesso >> disse alzandosi e correndo verso la camera del cugino << è figlio di Bellatrix >> disse Narcissa << lo avevo intuito. >> rispose Lucius << starà da noi. >> continuò la moglie << avevo intuito anche questo. >> lei sorrise e andò verso il salone centrale.
Draco bussò alla porta della stanze ed entrò senza neanche aspettare la risposta di Damon << entra, Draco, tranquillo. >> disse Damon senza staccare gli occhi dal libro << verrò in missione con te? >> disse con un sorriso a 32 denti << sì. Tu, Theo, Blaise, Pansy e le Greengrass. Non combinatemi casini o vi riempio di crucitus >> rispose guardandolo serio. Draco alzò gli occhi al cielo << perché sei così preoccupato? Ieri alla riunione è successo qualcosa che non mi hai detto? >> Damon chiuse il libro << No, cioè sì … cioè, non lo so! >> rispose lui << centra Voldemort? >> << Sì! Ieri ho sentito una connessione particolare con lui! Io lo guardavo e mi vedevo! Vedevo come sarei potuto diventare tra qualche anno! E io voglio diventare così! Potente! Ecco come voglio essere! Poi ho bisogno di un aiuto per un incantesimo molto complicato e lui è l’ unico che può aiutarmi! >> Draco alzò gli occhi al cielo << Cugino, per me ti fai un sacco di paranoie inutili! Chiedili di aiutarti e chiudiamola qui. Per il resto, secondo me, tu cerchi le attenzioni di tuo padre, tutto qui. È una cosa normalissima! >>  Damon finse di guardarlo divertito, ma nel suo cuore sapeva che molto probabilmente le parole di Draco erano vere << Draco, per me tu sei pazzo! Vai ad allenarti per stasera che è meglio così, fidati! >> mentre se ne andava Draco disse una cosa che colpì Damon << non c’è peggior sordo di che non vuol sentire! >> Damon si passò una mano tra i capelli, forse aveva ragione Draco, forse avrebbe fatto meglio a parlarci e chiarire ogni cosa! Ma come si poteva parlare con una persona che ti vede solo come un’ arma?
Verso le otto e mezza/nove li arrivò una lettera da parte di Voldemort:
 
Damon,
voglio incontrarti al mio manor non appena ti sarà arrivata la lettera.
Ho bisogno di verificare se sei veramente pronto a combattere.
L.V.
 
Damon sbuffò sonoramente e si materializzò al manor. L’ ultima cosa che aveva voglia di fare era proprio un allenamento extra! Si diresse verso la biblioteca ed entrò subito << C’è ne hai messo di tempo! >> disse l’ uomo alzandosi dalla poltrona e andando incontro al figlio << Io sono venuto non appena ho ricevuto la lettera! Perché vuoi che mi alleni di più? >> Voldemort si alzò dalla sua poltrona e si avvicinò a Damon << tu sei troppo potente per permettere ai miei avversari di farti del male! Ora vieni con me! >> disse facendo segno al ragazzo di seguirlo sino a una grande stanza.
<< Ti allenerò qui! Voglio che ti concentri su tre cose fondamentali: le maledizioni senza perdono, i sortilegi scudo e gli incantesimi senza bacchetta. Poi parleremo delle tue abitudini alimentari. Non voglio che tu mangi quello che ti capita a tiro, avere un corpo sano è importante in un combattimento, devi essere veloce e scattante. Poi non puoi rischiare che la tua magia si affievolisca perché il tuo corpo è in pessime condizioni! >>  Damon sbuffò, infastidito dall’ essere trattato come un bambino dell’ asilo << non osare lamentarti! >> disse il Lord con gli occhi ridotti a due fessure << scusami! Ma non essere così permaloso! >> disse Damon mentre si sfilava la giacca. Fu un attimo e la maledizione lo preso in pieno. Damon crollò a terra, mentre il dolore si impossessava delle sue ossa. Fece di tutto per non dare a Voldemort la soddisfazione di urlare e alla fine riuscì nel suo intento << non mancarmi mai più di rispetto! >> li disse Tom a pochi centimetri dal viso di Damon. Il ragazzo si alzò, nonostante si sentisse veramente debole. Per non cadere si dovette appoggiare alla parete << non fare tante scene, se fallirai nelle missioni che ti saranno affidate, rimpiangerai questi cruciatus. >> Damon  si morse la lingua per non risponderli male, in tre minuti aveva imparato che era meglio non dare fastidio a suo padre, anche se ormai faticava anche più di prima a definirlo tale. Una volta in piedi afferrò la bacchetta e aspettò che il Signore Oscuro li desse indicazioni su cosa fare << Prima di tutto fammi vedere il tuo Avada Kedavra, contro uno di quei manichini! >> Damon fece li aveva detto e al Lord non sfuggì neanche uno dei movimenti del ragazzo << devi tenere la bacchetta più stretta e scandisci meglio le parole! Da capo! >>  Damon stese la bacchetta e ripetè l’ incantesimo << ma mi ascolti quando parlo? Ti ho detto che devi tenere stretta la bacchetta! >> Damon strinse i denti <<  Avada Kedavra! >> Voldemort ghignò << così va meglio. Continua! >>  il manichino dovette sopportare 18 Avada Kedavra  e 22 Cruciatus prima di finire l’ allenamento.
 
Quella notte Damon e i ragazzi erano pronti per andare in missione. Diagon Alley non era particolarmente affollata, solo un gruppo di maghi sulla trentina che sorseggiavano burro birra si trovavano tra loro e i mezzosangue che dovevano attaccare. Damon decise di aggirarli piuttosto che mettersi a combattere e far restare in allerta un loro obbiettivo. Alla fine la missione si era rivelata tutt’ altro che semplice.  Dovevano catturare Luca Brown, sua moglie, le due figlie e il bambino. Era fondamentale per la riuscita del piano di Voldemort. Brown aveva una posizione di rilievo al Ministero, e conservava tutti gli incantesimi di protezione del palazzo. Una volta i n possesso di quelle informazioni si sarebbero potuti impadronire del ministero uccidendo tutti gli oppositori. Daon ghignò a quel pensiero, era esattamente quello che voleva. Fece segno ai ragazzi di seguirlo e poco dopo la porta della casa dei Brown era distrutta … << chi è la? >> gridò Luca, dal piano di sopra, ma i ragazzi non lo ascoltavano e subito si diressero verso le scale << chi siete? >> chiese di nuovo l uomo, trovandosi faccia a faccia con gli scassinatori << crucio >> sibilò Blaise in direzione dell’ uomo << ben fatto, Blaise. Mi stava annoiando >> disse Damon, scavalcando il corpo dell’ uomo che stava riprendendo fiato. Ma un piccolo errore può essere fatale. L’ uomo si alzò di scatto e mormorò qualcosa contro Damon, che fu scaraventato dall’ altra parte del corridoio, il ragazzo prese la bacchetta e la puntò contrò il signor Brown che si ritrovò  imprigionato a terra, seguito a ruota da tutta la sua famiglia. Damon non perse tempo e fece trascinare da i ragazzi i prigionieri al Malfoy Manor. Aveva deciso di restare a Diagon Alley. Camminava da solo, si sentiva soffocare dai suoi amici. Qualcuno lo stava distruggendo da dentro e loro non volevano capirlo. Quella tra lui e suo padre si stava rivelando una guerra! Non voleva poggiare le armi, se erano destinati a combattere l’ uno contro l’ altro pur stando nella stessa fazione avrebbero lottato. Chi dei due si sarebbe arreso? Non lo sapeva … nessuno, al momento, voleva rinunciare alle sue armi. Anche se lui si fosse arreso Damon era certo che non avrebbe mai trovato la forza di perdonare suo padre. Ma sapeva che comunque sarebbero andate le cose si sarebbero ritrovato sempre affianco per combattere contro un mondo che non meritava di essere insudiciato da chi non era degno di viverci. Con quei pensieri prese la bacchetta e si materializzò al Manor.
 
Tom stava pensando alla sua vita, era raro che lo facesse, ma quella volta ne sentiva il bisogno. Pensava a Bellatrix. Aveva sempre pensato che quel loro strano rapporto sarebbe durato per sempre. E ora Bellatrix stava tradendo se stessa, mettendo in primo piano un ragazzo, un figlio che non avevano mai programmato. E questo li dava fastidio … che fosse geloso di suo figlio? Impossibile, non si  può essere gelosi dell’ essere che hai generato. Per Tom era veramente strano pensare al ragazzo come un figlio, era un concetto che non riusciva ad assimilare. In quel momento Bellatrix entrò nell’ immensa sala << mio signore >> disse inchinandosi << Bella, che notizie mi porti? >> lei li sorrise << niente, volevo sapere come è andata con Damon … >> disse sedendosi accanto a Voldeort << è un insolente. Li ho tirato un cruciatus, ma niente di serio. >> Bellatrix si alzò subito << tu cosa?? >> chiese furiosa << Bella, stai calma, non si è fatto nulla >> lei strinse i denti << li conosco i tuoi cruciatus. Non si è fatto nulla per i tuoi standard significa che il suo cuore non ha smesso di battere dopo i primi due minuti! >>  Tom si passò una mano tra i capelli con fare annoiato << però devo ammettere che è un ragazzo estremamente orgoglioso. Non ha urlato una sola volta. E fidati che ha fatto bene. Sai quanto io odio sentire le urla delle gente che soffre … è un rumore che mi da sui nervi. >> lei lo guardò seria << non è questo il punto! Ecco di cosa avevo paura, avevo paura dei tuoi continui sbalzi d’ umore! E sai cosa ti dico? Finché non ti calmi, sati alla larga da Damon, non gli scrivere, non allenarlo, non riversare su di lui le tue frustrazioni, fai come se non esistesse! >> Tom la guardò serio << devo allenarlo, non posso fare finta che non esista >> << allora trattalo con i guanti bianchi. Non voglio che pensi che tu lo odi.
È tuo figlio, che tu lo voglia o no. Non voglio che mi venga adire che non sa come fare a sopportarti perché TU lo detesti. >> detto questo Bellatrix uscì dalla stanza lasciando solo il suo signore. Questo era il momento di prendere una decisione. Non poteva vivere per sempre, la vita si vive sul momento o mai più ( It’s my life and it’s now or never – Bon Jovi ‘’ it’s my life ) e finalmente lo aveva capito. Ma non sapeva cosa fare con Damon. Di certo li avrebbe fatto prendere il marchio, ma trattarlo solo come uno dei suoi mangia morte era la cosa giusta?  Non lo sapeva, ma di certo non era il tipo che si faceva trascinare in sentimentalismi. Ma avere un rapporto con il proprio figlio era davvero un sentimentalismo? O era una cosa normale, spontanea? E, cosa più importante, come faceva lui a saperlo? Lui che era stato abbandonato a se stesso sin da appena nato, lui che non sapeva cos’ era l’ amore, lui che odiava chi difendeva gli altri e si metteva in secondo posto, lui che era cresciuto nella disperazione e nella più totale solitudine? Scacciò via quei pensieri e si maledì per quel momento di debolezza, lui non poteva essere debole, lui doveva conquistare il mondo e adesso, grazie a quel ragazzo, sapeva come distruggere l’ unico ostacolo tra lui ed il potere. Lo scontro finale era sempre più vicino, lo sentiva. Tra meno di un paio d’ anni il mondo sarebbe stato ai suoi piedi. A quel pensiero un ghigno malvagio li si dipinse sul volto, quello strano sorriso sparì dal suo volto non appena sentì il rimbombare forte nel silenzio il rumore dei passi di qualche mangia morte, non appena la porta si aprì e Damon fece il suo ingresso Lord Voldemort tornò a sorridere in modo sinistro << come è andata? >> Damon strinse i pugni << ovviamente bene. I prigionieri sono nelle segrete di Azkaban >> Voldemort annuì << molto bene. A quanto pare mi torni davvero utile >> Damon si stava arrabbiando, stava arrivando al limite della pazienza e stava perdendo il controllo ( When you’re at the end of the road and you lost all sense of control – 21 guns by Green Day ) << ti ho già detto che non ho intenzione di farmi usare come un’ arma da te. Non sono la tua bacchetta. Se ti vuoi servire della mia magia devi farlo ad un prezzo . >> Tom strinse forte il manico della sedia << che prezzo? >> chiese << il potere. È solo a quello che aspiro. È solo quello il traguardo che voglio raggiungere. >>  Tom annuì << avrai quello che vuoi. Puoi andare >> lo congedò e Damon fece ritorno al Malfoy Manor dove un gufo lo aspettava appollaiato davanti alla porta:
 
Amore,
ti aspetto davanti al lago dove ci siamo visti con gli altri.
Daphne.
 
Damon corse verso il lago poco fuori la proprietà dei Malfoy. Daphne lo stava aspettando su una roccia. Era così bella con i lunghi dorati che le ricadevano lungo tutta la schiena, e gli occhi azzurri che risplendevano sotto la luce tenue della luna. Le si avvicinò e le baciò la fronte, lei li prese la mano e lo condusse sino a un piccolo prato di margherite dall’ altra parte del lago e lo fece sedere << cosa ti preoccupa Daphne? >> lei abbassò lo sguardo << cosa ti fa credere che ci sia qualcosa che mi preoccupa? >> li chiese iniziando a giocare con una margherita << sei strana … è successo qualcosa di qui non mi hai parlato? >> lei alzò il viso e lui vide una piccola lacrima brillare sotto la luce delle stelle << mia madre … è un’ arrivista. Poi la guerra mi fa paura, non è possibile uscirne illesi se non sei un mangia morte! Lo capisci? E poi tu ti stai allontanando da me! >> ormai il corpo della ragazza era scosso dai singhiozzi. Lui l’ abbraccio e le accarezzò i capelli << amore, ti farò diventare una mangia morte ad ogni costo, e la tua famiglia sarà salva. Poi non mi allontanerò mai da te. >>
La mattina dopo Daphne si svegliò sentendo l’ odore del vapore e del bagnoschiuma del suo ragazzo, e fù allora che ricordò tutto. Erano rimasti tutta la notte abbracciati. Ed era stato magnifico. << ‘ giorno >> disse lui baciandola, con addosso solo i box e con i capelli bagnati << giorno amore >> rispose lei << forse e meglio se ci sbrighiamo, io devo tornare a casa. >> disse tranquilla << io devo  andare a colazione! Vieni con me? >> << no, devo tornare a casa! >> lui mise su un finto broncio << non mi incanti! Mi hai già compromessa abbastanza! >> disse lei andando a cambiarsi << ok … ma non è giusto così !! >> disse lui mentre si infilava i pantaloni << è giustissimo!! Amore, io vado! >> disse baciandolo per poi sparire tramite materializzazione. Lui sorrise e poi si diresse verso la sala da pranzo.
 
<< Buon giorno >> disse entrando << ‘ giorno Damon! Come hai dormito? >> chiese Narcissa << bene, zia. >> disse sedendosi a tavola. Ormai era abituato a trovarsi lì, e andava molto d’ accordo con i suoi zii << Allora Dami, oggi che facciamo? >> Damon strinse forte il bicchiere << se non la smetti di chiamarmi così giochiamo all’ impiccato … comunque che ne dici se andiamo a Nocturne Alley? >> disse non molto tranquillamente << questa sì che è un idea! Chiamo anche gli altri? >> li chiese Draco  << mi sembra ovvio. Vado a scriverli un paio di lettere per avvisarli di vederci lì alle 5 e mezza >> detto questo si diresse verso la libreria seguito da Draco << vengo anch’ io che ti devo parlare >> poco dopo si trovavano alla guferia << come mai Daphne era qua oggi? >> chiese Draco con un sorriso malizioso << farti i fatti tuoi, no? >>  chiese al cugino << ti voglio mettere in guardia su una cosa: non combinare casini. Daphne rischia grosso. >> Damn inarcò un sopraciglio << perché rischia grosso? >> Draco sospirò << non capisco che l’ invidia è una brutta bestia? Molte giocherebbero carte falese per averti. Per le figlie dei mangia morte tu sei la perfezione. Bello, intelligente e figlio di Lord Voldemort. Che altro potrebbero desiderare ? >> Damon lo guardò stupito per  un momento << tu ti sei bevuto il cervello Draco. Nessuna ha una cotta per me, nessuna mi vuole sposare, o roba del genere >> Draco lo guardò scuotendo la testa << ricordati quello che ti ho detto, molte farebbero carte false per avverti >> disse prima di uscire, Damon chiuse gli occhi, era impossibile che Draco avesse ragione, o forse no?
 
Alcuni  mangia morte erano riuniti in un locale a Nocturne Alley quando avvistarono i ragazzi che ridevano come pazzi per una battuta di Blaise << ma quello non è il figlio del Lord? >> disse uno bisbigliano << chi? >> disse un un altro guardandosi intorno << quello con la figlia di Greengrass in braccio >> disse di nuovo << Per me ha ragione Alecto, Amycus … è la copia del Signore Oscuro >> Amycus scosse la testa << Dolohov, secondo te il signore Oscuro lascerebbe girare il figlio senza protezione? >> disse << Amycus, a me non è sembrato che quei due vadano tanto d’ accordo >> continuò Dolohov << Ma è pur sempre suo figlio >> disse Alecto << non ci conviene romperli, a me non sembra tanto simpatico. Ha un qualcosa di folle nello sguardo >> continuò << io quel qualcosa l’ ho già visto … >> disse Dolohov << sul serio? >> chiese Amycus << Hai mai visto Bellatrix quando tortura qualcosa? Ha quella stessa identica luce fello nello sguardo … >> rispose Dolohov << questo non fa che rafforzare la nostra teoria che la Black sia la madre del ragazzo >> continuò un quarto << Sì, certo … lo penserei anche io, ma dove sarebbe nato? Quando lei era in carcere? >> << no escludere questa teoria, Barty. Al ministero ho spesso sentito parlare Caramel di un bambino, ma quando arrivava un estraneo si interrompeva sempre. Voci di corridoio del ministero dicono che un bambino si trovasse ad Azkaban, e che quindi questo bambino non avesse paura di niente, essendo cresciuto a stretto contatto con quei mostri dei dissennatori >>  disse Dolohov  << e comunque sia è facile da capire se qualcuno è stato chiuso ad Azkaban, sul braccio destro ha una specie di tatuaggio nero, piccolissimo, su qui è scritto è un numero. >> disse Barty mostrano il braccio dove erano scritti i numeri ‘’ 1498 ‘’  i mangia morte rabbrividirono al pensiero di Azkaban e quando videro passare il ragazzo davanti a loro con una maglia a maniche corte riuscirono a leggere, non molto chiaramente ‘’ 1501 ‘’ sulla parte interna del braccio del ragazzo.
 
<< Perché quei due ti fissavano? >> chiese Pansy << e io che ne so? >> le rispose Damon passandole la sua burrabirra << per me ti fissavano solo perché sei il figlio del Lord >> disse Theodore << lo penso anche io >> disse Astoria << ma tu non ti sei preso niente? >> li chiese ancora << col cavolo che posso prendermi d bere delle bibite! Quello stronzo di Voldemort vuole anche controllare la mia dieta >> disse sbuffando << in che senso vuole controllare la tua dieta? >> li chiese Draco << nel senso: niente bibite, niente dolci e cibi ipercalorici. Solo frutta e verdura e poca carne sino a che lui non mi dice che posso mangiare altro >> Draco ghignò divertito << il tuo paparino è un po’ iperprotettivo, eh piccolo Dami? >> disse strizzandoli una guancia << fallo di nuovo e ti ritrovare con una mano bella come quella di Coldaliscia >> disse serio.
 
Quella sera a cena Damon non era di buon umore << come mai prendi solo insalata, Damon? >> lui fece una faccia schifata alla vista della cosa verde che aveva nel piatto << ordini dai piani alti >> disse semplicemente e Narcissa, a differenza di Lucius, capì al volo << tuo padre ti ha messo a dieta? >> lui sbuffò << non a dieta, ma a insalata e acqua >> Draco si mise a ridere come un folle << cugino, il fatto che debba mangiare le stesse cose dei conigli non significa che sia docile come loro >> abbaiò Damon << basta, basta … sta notte ci sono gli incontri di magia, voi venite? >> disse rivolto ai due ragazzi << che roba sarebbe? >> chiese Draco << sono dei duelli tra maghi, per vedere chi è il migliore, è divertente >> disse Bellatrix << hanno ragione loro, raramente mi piacciono queste cose ma questo è proprio divertente, è bello vedere della magia vera ogni tanto>> disse Narcissa, Draco  guardò con tanto d’ occhi la madre che li aveva insegnato a non usare la magia in quel modo, definendolo barbaro e inadatto a un purosangue << suvvia, Draco. Non guardala così! Tutti hanno bisogno di uno svago ogni tanto e sono sicuro che tua madre è un’ ottima mangia morte >> disse Damon << in effetti ho vinto un paio di volte >> Draco borbottò qualcosa di incomprensibile e Lucius bisbigliava qualcosa del tipo << de quello sono un paio io sono mago Merlino >> Damon sorrise e si girò verso lo zio << andiamo con la materializzazione o con la polvere volante? >> Lucius sorrise << con la polvere volante >>.
 
<< SEI FUORI DOLOVH !!! >> gridò una voce mentre i mangia morte applaudivano qualcuno << io vado ad avvisare che abbiamo portato anche voi due, voi se volete iniziare … >> non fece intempo a finire la frase perché il mangia morte che aveva appena vinto notò Damon << wow, il figlio del Lord è venuto a farci compagnia! Perché non mi mostri quello che sai fare? >> disse l’ uomo << Kira non ti stanchi mai di sfidare i ragazzini ? >> disse Lucius che evidentemente non sopportava molto l’ uomo <<  se vuole sfidarmi faccia con comodo, ma che non implori pietà quando si ritroverà sul sottile confine tra la vita e la morte >> disse Damon e nell’ ombra Tom sorrise alla risposta di suo figlio << pensava di dover punire Kira per l’ affronto al ragazzo ma a quanto pareva non cì era bisogno del suo intervento.
 
<< 1 … 2 … 3 …. COMINCIATE !! >> gridò l’ arbitro e Kira partì all’ attacco << stupeficium !! >> Damon ghignò mentre evocava un sortilegio scudo << pensavo fossi un mangia morte non un maghetto di Hogwarts >> disse  mentre allungava la bacchetta ‘’ il suo sortilegio scudo è davvero debole, e con uno schiantesimo dovrei metterlo al tappeto, ma se lo voglio cruciare per bene, mi serve prenderlo di sorpresa ‘’ pensava mentre l’ altro lo riempiva dei più svariati incantesimi che si infrangevano sullo scudo retto mentalmente, nel giro di due minuti Kira si stava contorcendo a terra, in pochi secondi Damon aveva sposto lo scudo con un movimento della mano e tirato con cruciatus sull’ uomo senza pronunciare una parola, colpendo quindi di sorpresa l’ uomo. << STOP! Kira hai perso >> disse quando Damon ebbe ritirato il cruciatus. Un coro di applausi dei mangia morte riempì l’ immenso salone << Adesso è il mio turno. Combatto io contro Damon >> in quel momento la voce di Lord Voldemort arrivò chiara alle orecchie di Damon, così come i suoi passi che si facevano sempre più pensati mentre l’ uomo si avvicinava per lottare contro il figlio.
 

SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!!!! NON HO POTUTO AGGIORNARE perché SONO PARTITA UNA SETTIMANA E A CASA C’ ERA CASINO PERCHE’ MIA SORELLA SI è APPENA DIPLOMATA  :D
SPERO DI RIUSCIRE AD AGGIORNARE CON Più REGOLARITA’
SCUSATE ANCORA,
MAYA.

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Capitolo 15
*** I don't know ***



Damon percepiva il silenzio che si era creato in sala. Voleva che Tom cambiasse idea. Voleva che lo scontro fosse lontano, lontano come le stelle. Mentre pensava Tom era già salito sulla pedana. Damon impugnò la bacchetta << crucio! >> partì Tom << Protego Maxima. Imperio >> gridò Damon << Protego. Crucio. >> sibilò Lord Voldemort << continuiamo con certi giochetti? >> disse Tom in serpentese << come vuoi tu. >> li rispose Damon << stupeficium >> disse appena vide il ragazzo leggermente distratto << fai troppa attenzione agli incantesimi complicati e poca a quelli semplici. Un errore che commettono tutti. Ricordati che anche un incantesimo come questo, usato al momento giusto, può essere fatale. >> disse Tom avvicinandosi a Damon << crucio >> sibilò dopo. Come aveva detto Bellatrix i cruciatus di Voldemort erano tra i più potenti mai fatti. Così quando Damon sì portò la mano al cuore senza emettere un verso nessuno si stupì più di tanto. Molti lo avevano sperimentato. Era abitudine di Voldemort farlo provare ai nuovi duellanti. Ma pochi avevano sperimentato quel particolare cruciatus. E chi lo aveva provato non aveva mai superato la notte. Il cuore si arrestava e il corpo entrava in una specie di paralisi. Appena Tom ebbe ritirato il cruciatus Narcissa e Alecto si buttarono sul palco a vedere le condizioni del ragazzo, mentre Bellatrix era come pietrificata sul posto. Una lacrima le scese sul viso al pensiero di perdere il figlio. Non riusciva a vedere Narcissa e altri mangia morte che cercavano di far riprendere a battere il cuore di Damon. Non riusciva a guardare, aveva troppa paura che Cissy si girasse e le dicesse che non c’ era nulla che potevano fare. Rimase così per dieci minuti, finché non sentì la porta chiudersi dietro di se, segno che Lord Voldemort aveva lasciato la stanza. Tutti i mangia morte parlavano dell’ accaduto << Lucius! Chiama Severus! Dilli di venire al Manor! Io lo porto a casa! Grazie Alecto, faccio da sola. >> disse prendendo le pozioni dalle mani dell’ amica << sicura? >> disse la donna << certamente, grazie. >> disse sparendo con Damon. Bellatrix afferrò la bacchetta e sparì anche lei. Si materializzò in camera sua e si infilò una vestaglia nera di seta, raccolse i capelli in una crocchia, cosa che non faceva da quando aveva dodici anni, si stuccò e si diresse in camera del figlio, cercando di prendere tempo. Aveva una paura nera di quello che le avrebbero potuto dire. Appena dentro la stanza trovò Severus che faceva bere una pozione al figlio << sta reagendo bene, smetti di piangere, non ti si addice. Dovrebbe passare la notte. Nel caso peggiori passali questo infuso sulla zona del cuore. >> disse Piton dandole la pozione << mi sono già esposto troppo. >> aveva detto tutto col suo solito tono neutro. Bellatrix non lo guardò quando uscì dalla stanza e si diresse verso il letto dove Damon respirava a fatica con addosso solo i pantaloni del pigiama. Li accarezzò i capelli, poi prese una sedia e la mise vicino al letto. Sarebbe rimasta lì sino al suo risveglio.
<< Mio signore, Damon si sveglierà tra poche ore, prima dell’ alba. >> disse Severus senza alzare lo sguardo << come mai mi hai avvisato, Severus? >> l’ uomo deglutì << pensavo vi importasse sapere che vostro figlio sta bene. >> Voldemort lo guardò con aria indifferente << va bene, ora puoi andare. >> lo congedò con un semplice gesto della mano. Appena la porta si chiuse Tom tirò un sospiro di sollievo ‘’ non l’ ho ucciso. Grazie a Dio non l’ ho ucciso ‘’ si disse mentalmente, prima di andare a mettersi il pigiama. Ma non riuscì a dormire quella notte. Pensava a quello che aveva fatto. Si sentiva terribilmente … in colpa. Per un attimo si chiese se non fosse il caso di andare a vedere come stesse Damon, ma poi cambiò idea. Non voleva che sembrasse che li importava qualcosa di lui. Ma in fondo li importava veramente quello che Damon pensava di lui. Si alzò dal letto, quasi le gambe avessero vita propria e si diresse al Malfoy Manor.
Nella stanza regnava il silenzio, solo i respiri irregolari di Damon, alternati a qualche gemito di dolore, spezzavano quell’ inquietante monotonia: tic-tac- tic-tic – tac, una porta che cigola, tic.tac-tic-tic-ta- una folata di vento. Bellatrix sussultò quando la porta si aprì sulla stanza in penombra dove dormiva il figlio. Tom si accorse subito di lei, li sembrava di essere tornato indietro di anni << Bella, cosa ci fai qui? >> le chiese lui << non voglio andarmene, voglio esserci quando si sveglierà >> Tom si voltò verso il ragazzo, aveva il viso deturpato dal dolore e piccole perle di sudore scendevano lente lungo il bellissimo viso del giovane. Per la prima volta si pentì di quello che aveva fatto. Credeva che il ragazzo sarebbe riuscito a difendersi, ma quanto fenomenale fosse, Damon aveva sempre quindici anni, sedici tra una settimana. Tom allungò, esitante, la mano verso il ragazzo. Aveva la febbre. Alta. Un senso di colpa terribile li invase lo stomaco. Tutto stava diventando terribile, aveva detto a Bellatrix di non farsi coinvolgere e adesso era lui che si stava lasciando trascinare da quella situazione. Il ragazzo, piano piano, si stava infiltrando nei suoi pensieri. Stava diventando un chiodo fisso, un qualcosa difficile da eliminare. Ma ormai non era certo di volerlo eliminare, vedendolo lì, steso su quel letto, si sentiva … male.  Bellatrix lo stava fissando insistentemente << come mai sei qui? >> si decise a chiedere la donna << non lo so … >> disse lord Voldemort << non lo so veramente. È come se le mie gambe avessero deciso da sole dove portarmi. >> bellatrix lo guardò con freddezza << perché, Tom? Perché l’ hai fatto? Guardalo, guarda come lo hai ridotto! >> disse mentre una lacrima traditrice le scivolava lungo la guancia, Tom si avvicinò e catturò la lacrima con un bacio << Ti ho già detto che non so perché l’ ho fatto, ma posso dirti che me ne pento, non avrei voluto che finisse così. Pensavo che fosse abbastanza forte da respingere il cruciatus >> << come hai potuto pensarlo? Per quanto possa essere forte, ha sempre quindici anni, è un bambino! È il mio bambino! >> rispose Bellatrix mentre lo guardava negli occhi << andiamo a parlare da un’ altra parte >> le disse Tom, facendola andare in camera della donna. Bellatrix si sedette vicino al camino spento e, agitando la bacchetta, fece comparire un fuco scoppiettante << cosa ci è successo, Tom? >> li chiese lei << non lo so, Bella. Prima che quel marmocchio mi riducesse a uno spettro, noi eravamo molto più uniti di così. Poi quando mi hai detto di Damon mi sono sentito tradito, non credevo che tu potessi nascondermi una cosa tanto importante. >> lei strinse le mani << e cosa avrei dovuto fare? Quando ho scoperto, o per lo meno sospettato, di essere incinta tu sei caduto. Io mi sono ritrovata ad Azkaban, incinta! Ho passato nove mesi a sperare che non uccidessero mio figlio! Loro no volevano che ci fosse in giro un altro mago oscuro, senza contare che fin da piccolo era incredibilmente forte, almeno da quello che mi dicevano le guardie. Tu non puoi capire cosa significhi dover rinunciare al proprio figlio, vederselo portare via, lontano da te! È una cosa che non auguro a nessuno. >> li rispose lei, che stava iniziando ad arrabbiarsi << perché? Perché hanno deciso di tenerlo ad Azkaban? >> Bellatrix lo stava fissando negli occhi << non lo so, non so perché abbiano deciso di tenerlo lì. Me lo sono chiesto per tanto tempo, in fin dei conti era solo un bambino, come si può pensare che un bambino così piccolo possa essere una minaccia? >> Tom chiuse gli occhi, decisamente il ministero aveva toccato il fono … lo temevano così tanto che erano arrivati a rinchiudere suo figlio  per paura che potesse rivoltarsi contro di loro … ‘’ che stupidi ‘’ pensò lui ‘’ si sarebbero dovuti aspettare  che sarei tornato, era così ovvio … rinchiudere Damon è stato il loro sbaglio più grande. Addestrato potrebbe essere forte quanto me. Avrebbe potuto essere la loro carta per la vittoria, e invece, da idioti quali sono, se lo sono messo contro, spingendolo a combattere per me ‘’ Tom incurvò le labbra in un ghigno a quel pensiero << colui che domina >> mormorò dopo un po’ << come? >> chiese Bellatrix << colui che domina, hai una strano gusto in fatto di nomi, Bella. >> lei sorrise << perché? Non ti piace? >> Tom ci pensò su << no, mi piace, li sta bene, ma li avrei messo qualcosa del tipo … Salazar, Altair >> Bellatrix sorrise << Se, se … mi hai preso per Narcissa … Draco, ma a chi poteva venire in mente un nome del genere? >> disse  ridacchiando << solo al caro Lucius >> rispose Tom divertito. In quel momento la maniglia che si abbassava li fece voltare di scatto << Bella, Damon si è svegliato. >> disse Narcissa sorridendo alla sorella. Bellatrix si fiondò subito in camera del ragazzo, dove Damon stava seduto tenendosi la fronte con le mani << come stai? >> li chiese Bellatrix << male! Ho un mal di testa pazzesco >> disse stringendo i capelli << vuoi qualcosa? >> li chiese lei << parlare con Voldemort >> disse lui.

CIAO, SO CHE IL CAPITOLO è CORTO, MA CHIEDO PIETA’. CON QUESTO CALDO LA MIA ISPIRAZIONE è PARI A …. NIENTE. SCUSATE ANCHE PER IL RITARDO,
UN BACIONE, MAYA.

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Capitolo 16
*** Why ? ***



Damon mosse piano la mano. Sentiva le ossa bruciare, i muscoli deboli … certo che il silenzio che regnava nella stanza non era confortante, più lo ascoltava e più si sentiva depresso … si chiese per quanto ancora avrebbe dovuto stare attento a ogni singolo movimento della mano. Avrebbe voluto urlare, sbraitare contro Lord Voldemort, eppure stava lì, fermo, diviso tra il dolore fisico e la pace mentale … quanto avrebbe voluto dormire … ma prima doveva parlare con lui. Gli occhi si facevano sempre più pesanti, ma non voleva cedere, non voleva arrendersi. Ed ecco che il cigolio della porta lo fece voltare verso l’ uomo che era la causa della sua agonia.
 
Tom entrò piano nella stanza, la figura del ragazzo illuminato debolmente dalla luce della lampada era uno scenario orribile. Anche con così poca luce si poteva vedere chiaramente che Damon soffriva. I muscoli contatti per il dolore, il viso coperto di sudore, le labbra secche e gli occhi che tentavano di chiudersi erano cosa che molto spesso aveva visto nei suoi prigionieri, ma mai vedere il dolore degli altri, che in genere lo faceva divertire, che gli faceva provare un abominevole senso di piacere, gli aveva dato fastidio. Perché lui, proprio lui, il terribile Lord Voldemort si sentiva male alla vista di un ragazzo che gli aveva più volte mancato di rispetto col viso deturpato dal dolore.
 
<< di cosa vuoi parlarmi? >> chiese Lord Voldemort, con l’ intenzione di conclude quel discorso il più in fretta possibile << scusami se ho disturbato il sonno >> disse Damon, sarcastico, con un filo di voce. Quella risposta fece irritare particolarmente Tom, era forse il caso di dirli che era lì già da prima che lui si svegliasse? Concluse di no, non era una cosa particolarmente importante, dopo tutto. Damon prese fiato << perché lo hai fatto? Perché hai voluto duellare proprio con me? >> chiese seriamente irritato << volevo vedere come te la cavavi con un avversario del tuo livello >> il ragazzo emise un versetto divertito << del mio livello? – disse Damon –se volevi che combattessi con qualcuno del mio livello potevi farmi combattere con Lucius Malfoy, con Severus Piton, col padre di Nott …. Ma tu sapevi bene che io non sono al tuo livello, sapevi benissimo che sarebbe finita così, quindi se il tuo obbiettivo era di farmi fuori, mi spiace veramente, ma questa volta hai fallito >> sibilò velenoso Damon in direzione di Lord Voldemort << mi spiace molto deluderti, ma ucciderti non era il mio intento. Non volevo farti lottare con loro perché sarebbero finiti come quel poveraccio che hai fatto fuori in due minuti e io non posso ritrovarmi senza Mangiamorte. Poi combattendo io contro te mi sono potuto fare un’ idea chiara di quali sono i tuoi punti deboli, che poi sono quelli che andremo a colmare con l’ addestramento … che si terrà proprio domani sera alle quattro a casa mia >> Damon lo guardò storto << no, dico, ma ci sei o ci fai? Secondo te io domani avrò la forza di combattere contro te? O solo di alzarmi dal letto? >> Tom ghignò << sì, e non lamentarti. >> detto questo uscì con passo lento dalla stanza. Ormai Damon ne era certo:  quell’ uomo era assolutamente, tragicamente pazzo.
 
L’ uomo uscì dalla stanza sospirando << Bellatrix – lei arrivò dal fine dell’ immenso corridoio, dove chiacchierava allegramente con Narcissa – vedi di riuscire a farlo alzare. Deve riprendersi il più in fretta possibile >> spiegò Tom Riddle afferrando la bacchetta e smaterializzandosi nell’ immensa villa, qual’ era Riddle Manor.
 
Il mattino dopo, verso le sei, sei e mezza, il fischio acuto che segnalava l’ arrivo di una persona si fece sentire per tutta la casa, costringendo Narcissa, ancora in pigiama, con una vestaglia bianca, lunga sino a metà coscia e un copri vestaglia grigio, a scendere in salotto giusto in tempo per vedere Daphne Greengrass comparire tra le fiamme << mi scuso per l’ orario riprovevole, Signora, ma non ho potuto fare a meno di stare in ansia tutta la notte, non è che potrei vedere Damon? Anche solo per pochi minuti, giuro che non arrecherò disturbo. >> Narcissa sorrise e annuì << certo, cara. Vai tranquillamente. Damon è in camera sua, sai dove si trova? >> Daphne pensò che fosse meglio evitare compromettere la sua immagine. Sapeva quanto fosse importante la castità della sposa nei matrimoni purosangue << no, signora >> la donna sorrise educata << Winky – un piccolo elfo domestico apparve al centro esatto della stanza – accompagna la signorina Greengrass in camera di Damon. Già che ci sei avvisa gli altri elfi di preparare la colazione già da ora e svegli gli altri padroni. Avvisa gli altri elfi che abbiamo un ospite a colazione >> Daphne aprì leggermente gli occhi << oh, no, signora, non è necessario, non vorrei arrecare disturbo >> Narcissa sorrise << nessun disturbo, tesoro. E tu muoviti – disse rivolta alla piccola creatura – non credo che gli ordini che ho appena dato si auto obbediranno. Anche se un incantesimo così sarebbe utile in questa casa, tu e quelle altre creaturine rivoltanti siete sempre troppo lenti di comprendonio. >> detto questo risalì verso la sua stanza, dove venne accolta da un marito decisamente scocciato di doversi alzare così presto.
 
Draco camminava insieme ad Astoria per i parchi del Greengrass Manor <<  e così tua madre spera in un matrimonio tre mio cugino e tua sorella? Non è un po’ prematuro parlare già di un unione per la vita? Insomma, il matrimonio non è uno scherzo! >> lei ridacchiò << lo credo anche io! Cosa c’è? – aggiunse dopo un po’ notando che erano già una buona manciata di minuti che Draco la fissava con insistenza – ho qualcosa che non và? >> lui scosse la testa, rendendosi conto solo in quel momento del fatto che aveva fatto una figura da perfetto cretino << no, non hai niente che non vada … anzi, sai che sei molto bella quando sorridi? >> lei abbassò il capo << Grazie >> disse arrossendo. Lui le si avvicinò pericolosamente << Draco, cosa stai …? >> non fece in tempo a completare la frase, perché il biondo le aveva appena tappato le labbra con un bacio.
 
Damon dormiva profondamente quando il cigolio della porta lo fece voltare. La ragazza li sorrise e lui non perse tempo a sorriderle a sua volta << ehy, mattiniera >> disse lui sbadigliando << ciao >> disse lei dandoli un bacio a fior di labbra << vieni nel lettone con me >> disse lui buttandola di peso sulle coperte, incurante del dolore che provava a ogni piccolo movimento << no,oggi non fa … tua zia vuole che scendiamo tutti e due a fare colazione >> lui si ributtò sul letto << Non ho voglia di alzarmi >> disse secco << invece devi >> disse lei buttandoli i pantaloni addosso << va bene, va bene, solo per te >> detto questo si chiuse in bagno con i vestiti lasciando solo il rumare dell’ acqua calda che sbatte contro il marmo a fare compagnia a Daphne.

 

Ciao belle J mi scuso per l’ immenso ritardo J
BACIONI, ALLA PROSSIMA J

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Capitolo 17
*** RICORDI. ***




Scesero piano i n cucina, nessuno dei due fiatò per tutta la durata del pasto. Il silenzio imbarazzato regnava nell’ immensa stanza del Manor, abilmente decorata dagli elfi che rompevano la monotonia del silenzio con lo sbattere delle porte, necessari affinchè potessero entrare e servire le pietanze richieste dai loro padroni. Alla fine della colazione Draco, Daphne e Damon si alzarono in rigoroso silenzio e una volta chiusa la porta l’ atmosfera sino ad allora tesa si rilassò grazie all’ inconfondibile risata cristallina di Draco. Il ragazzo scosse la testa << le vostre facce – riuscì a dire col viso rosso – epiche >> Daphne li diede un colpetto dietro la testa e lui le sorrise << smettila di ridere! Vorrei vedere fosse successo a te! >> ruggì Damon. Il cugino scosse piano la testa e prese fiato << andiamo al laghetto! >>
La giornata era tiepida e il sole picchiava dolcemente sulla pelle, lasciandola piacevolmente tiepida. Damon scosse la testa. I muscoli, ancora doloranti, li impedivano qualsiasi movimento. Era una tortura dover stare sempre in quella posizione, ma niente di paragonabile al dolore che aveva provato quando era stato colpito da quell’ orrendo lampo rosso. Chiuse gli occhi e rabbrividì al solo pensiero. Il dolore che provava era niente rispetto a quello che avrebbe passato di lì a poche ore.  Decise di non pensarci, com’ era che si diceva? Quel che non uccide fortifica … e lui era forte, il più forte. Sapeva che il suo desiderio di vendetta, scaturito da quel  cruciatus così brutalmente ricevuto, lo avrebbe solo aiutato ad alimentare il suo desiderio di vendetta nei confronti di Voldemort. Solo il pensare quel nome li fece volare nuovamente la mente a quel pomeriggio … cosa sarebbe successo? Quale punizione li sarebbe stata inferta per non essere riuscito a sopportare il dolore che era suo dovere saper tenere il più lontano da lui! La mano che Daphne li stava offrendo per aiutarlo ad alzarsi e andare a divertirsi con lui valeva più di qualunque antidolorifico, l’ accettò senza pensarci due volte, si alzò e sino alle quattro non pensò più a lui.
Ma per quanto noi desideriamo che il tempo si fermi, e ammettiamolo che tutti noi almeno una volta nella vita lo abbiamo voluto,  non possiamo controllarlo. Ogni ticchettio dell’ orologio era come una pugnalata al cuore. Le quattro arrivarono inesorabili e lui dovette afferrare la sua bacchetta per smaterializzarsi a casa di quell’ essere che era causa di tutti suoi mali. Per un momento desiderò scappare a mollare quella guerra  che, diciamoci la verità, non li apparteneva … cosa lo aveva spinto ad unirsi a quel complotto per uccidere Potter? Il suo obbiettivo non era annientare Bellatrix e Voldemort? Perché allora si era immischiato in una cosa che non lo riguardava minimamente? Perché si stava affezionando alla donna che sino a pochi mesi prima desiderava ucciderla? ‘’ Buon Compleanno, Damon. ‘’ … solo a causa di quelle tre parole? Solo per quelle tre parole aveva rinunciato al suo desiderio di ucciderla … forse era stato il fatto che si era sentito importante, forse perché li sembrava che lei pensasse che lui valeva qualcosa, forse perché non si era sentito, per la prima volta in vita sua, solo … Forse era impossibile odiare la propria madre al punto di desiderare ucciderla. Molte volte in cella si era chiesto come potesse odiare la donna che li aveva dato la vita, ma quella che lui aveva vissuto sino ad allora non era vita, non poteva essere considerata tale … era una costante sofferenza, un dolore allucinante, era il Niente. Lui era Niente, era un nessuno, un ragazzo sfortunato che aveva solo sofferto, sofferto a causa di un uomo che lo teme. Era un ragazzo, una vita disastrata, cresciuto sotto il mantello di un dissennatore, sotto la mano di un uomo che lo teme … lui era lui, lui era potente, lui avrebbe vinto la guerra alla faccia dell’ uomo che avrebbe potuto fare di lui un’ arma potente, ma che aveva preferito metterselo contro.  Lui avrebbe vinto non per Voldemort, ma per lui.
 
Arrivò alla villa, entrò senza bussare … come immaginava lui era lì, in piedi e lo aspettava. Odiava vedere gli occhi penetranti di Voldemort scrutare ogni sua mossa. Era una sensazione orrida, di freddezza assoluta … era uno sguardo senza sentimenti, senza voglia di vivere, senza la minima ombra di emozione all’ interno di quelle due sfere rosse identiche alle sue. Si tolse il cappotto e lo buttò sul divano. Una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto alla fitta di dolore che attraversò i suoi muscoli, ancora doloranti a causa del cruciatus dell’ uomo che ora li stava davanti. Avrebbe solamente voluto andare in camera sua, sdraiarsi e dormire sino a quando il dolore non li fosse passato.
<< sai bene che non te lo permetterei >> Damon rabbrividì sentendo la voce di Voldemort. Sino a quel momento non li aveva mai letto la mente … perché iniziare ora? Cosa ne avrebbe guadagnato? << Niente, non ne guadagno assolutamente nulla. Solo voglio insegnarti un po’ di occulmanzia, trovo che si possa rivelare molto utile se usata correttamente. >> Damon inarcò le sopracciglia. Proprio quel particolare settore della magia non gli piaceva. Non gli piaceva non per niente. Non che la trovasse inutile, ma immaginava fosse snervante stare controllare i propri pensieri mentre avrebbe potuto passare all’azione.
<< questi tuoi pensieri dimostrano quanto l’ età conti per un mago. Pensi che per vincere questa guerra basti solo prendere la bacchetta e recitare due formulette? Bhe sappi che non è così. Si gioca di astuzia, l’ occulmazia mi si è sempre rivelata molto efficace. Per esempio, ora miriamo al ministero e pensi che si possa semplicemente andare lì è uccidere tutti? Sappi bene che non è così. Si tratta di strategia, di astuzia, di volontà. – Voldemort ghignò alla vista del viso confuso di Damon – legiliments! >>
In quel momento Damon era fuori dalla stanza, si trovava in una stanza minuscola … senza porte, senza finestre, a farli compagnia il buio totale. Era freddo, la cella era congelata, non sentiva più i piedi … le mani avevano perso sensibilità. Dalle sbarre della finestra cadevano piccoli fiocchi di neve. Il bambino dai folti cappelli neri si arrampicò sul piccolo letto in mogano per poi salire sulla scrivania e allungare la mano fuori a toccare la neve fredda. Aveva sei anni Damon, non aveva mai visto la neve … era raro che nevicasse vicino al mare. La porta si spalancò un cigolio sinistro e il bimbo si girò, non aveva paura di quei rumori, era abituato alle grida di terrore e dai rumori sinistri delle celle << che fai, Damon? >> il bambino stringeva tra le piccole dita pallide un fiocco di neve bianco come il latte, lucente come i cristalli << guardo la neve, Ministro >> l’ uomo di sedette al bordo del letto << e ti piace? >> chiese rivolto al piccolo bambino << no, signore. >>  il primo ministro parve scioccate dall’ affermazione del bambino, a quale pargolo non piaceva la neve? << e perché non ti piace, Damon? >> il bambino si voltò di nuovo verso la finestra, il cielo rosato (1) era ben visibile dalla finestra, dove un bellissimo gioco di colori tra il bianco della neve, il blu del mare e il rosa del cielo << è luminosa, signore – l’ adulto parve spiazzato da quella affermazione – il cielo chiaro e la neve illuminano la notte. La notte è fatta per essere cupa. >> l’ uomo scosse il capo << non sempre è così, Damon. Non a tutti piace il buio. >>  
Il ragazzo fu catapultato nuovamente nelle realtà, ricordava quelle settimane benissimo … la neve che cadeva dalle sbarre dalle finestre erano un incubo, così come il freddo pungente che non lasciava dormire la notte … il fatto che ad Azkaban non ci fossero vetri era di certo un problema. Quattro persone in quei giorni erano morte di ipotermia. Voldemort dal canto suo era scioccato. Un bambino che veniva cresciuto in simili condizioni aveva un destino già scritto, ma c’era qualcosa nello sguardo del ragazzo che lo convinceva che aveva subito di più … che qualcosa di grosso era successo in quella cella per portarlo ad odiare così tanto il ministero della magia. Non ci pensò due volte e senza dare il tempo al ragazzo di riprendersi cominciò nuovamente con quella lenta tortura psicologica.
La stessa cella, una con un ragazzo un po’ più grande. Damon aveva nove anni. Era buio e leggeva un libro rimediato dal ministro, che di certo trovava quel libro innocuo per la salvaguardia del mondo magico. Il bambino chiuse di scatto il libro. Voleva sperimentare una cosa sentita da un prigioniero qualche ora prima. Doveva dolo aspettare il momento giusto che non tardò ad arrivare. Un piccolo topo di campagna stava correndo lungo la parete, con un abile movimento di polso il ragazzo richiamò a se il topolino, che sottostava al suo volere << crucio >> sibilò il ragazzo. Il topo prese a contorcersi sotto l’ incantesimo del giovane mago che si rivelava molto più dotato di quello che si pensava, dopo poco la porta si aprì, ma Damon non mollò l’ incantesimo << cosa fai Damon? >> disse il ministro riferendosi al topo che ora mai giaceva morto sul pavimento della cella. Il bambino non rispose e afferrò il topo con la mano nuda per poi buttarlo via dalla finestra della cella << niente ministro >> l’ uomo, ormai pallido in volto, osservava il bambino che tornava a leggere il suo libro come se niente fosse successo.
Voldemort serrò la mascella. Quello non poteva essere un bambino … nessun bambino avrebbe mai avuto il coraggio di provare il cruciatus su un animale. Nessuno bambino avrebbe sollevato un animale morto da terra come se si trattasse di un pupazzo << da quanto ci riesci? >> Damon sollevò un sopracciglio << da quanto tempo riesci a fare incantesimi senza bacchetta? >> il ragazzo, ancora ansante per la violenza psicologica appena subita, si sedette sul divano << da quando ho sette anni. >> Voldemort ghignò compiaciuto. << e da quanto pratichi il cruciatus? >> Damon lo guardò storto << quella che hai visto è stata la prima volta. >> Voldemort si sedette in poltrona << ti va di raccontarmi qualcosa della tua infanzia, Damon? >>

 

E SONO VIVA! =D
BE, CHE DIRE DI QUESTO CAPITOLO, L’ HO SCRITTO E CANCELLATO Più VOLTE -.-‘’’’’’’
SPERSO VI SIA PIACIUTO!
1)      PRATICAMENTE QUANDO NEVICA IL CIELO ASSUME UN COLORITO SUL ROSA, NON SO SE L’ HO SPIEGATO BENE NEL CAPITOLO, CHE POI è UNA COSA CHE SI SA, PERò BHO, MEGLIO ANDARE SUL SICURO.

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Capitolo 18
*** Alla fine avevi ragione, Silente ***


<< Ti va di parlarmi della tua infanzia, Damon? >> il ragazzo non sapeva cosa rispondere, di cosa avrebbe dovuto parlarli? Del dolore sia fisico, sia mentale che aveva subito in anni di prigionia ingiustificata? Odiava parlare di quel posto … era come tornarci ancora, come subire nuovamente tutto quello che aveva vissuto da bambino << di cosa di preciso? – chiese rivolto al padre, che nel frattempo di era accomodato su una poltrona accanto al fuoco, invitandolo a fare lo stesso – non c’è molto da dire … non ho mai avuto una vera e propria infanzia >> con queste poche parole di sedette accanto al fuoco, sfregando le mani congelate << quindi mi vuoi dire che nella tua vita non ci sono mai stati momenti di libertà? Momenti in cui il Ministro ti lasciava libero di essere un bambino normale? >> Damon sorrise triste << a me non era permesso giocare … se stavo la era perché mi temevano, sapevano che se mi fossi ribellato sarei riuscito a fare quello che avevi fatto tu, e questa era la loro principale preoccupazione, ovviamente secondaria al fatto che avrei potuto farti tornare … ma come avrei potuto farti tornare se non sapevo neanche della tua esistenza? Questa è una cosa che il Ministro non ha mai preso in considerazione >> Voldemort chiuse gli occhi e incurvò le labbra in quello che sembrava essere un sorriso stentato << si può dire che tu non aiutassi particolarmente la tua posizione esercitandoti con il cruciatus davanti al primo ministro … >> il ragazzo rabbrividì al ricordo di quella notte e istintivamente di toccò il collo, gesto che non sfuggì all’ Oscuro Signore << cosa ti ha fatto quella notte Cornelius? >> Damon aprì la bocca, ma per alcuni istanti non emisi alcun tipo di suono << mi ha detto di dirli cosa stavo facendo e io mi rifiutavo e allora … mi ha cruciato e dopo ha preso un coltellino e … >> qui si interruppe e stinse ancora più forte il punto che stava toccando prima, una lacrima scese solitaria al ricordo di quella notte che li aveva segnato la vita. Tom si alzò e spostò violentemente le mani …. Due cicatrici facevano quasi da “collana” sul collo di suo figlio … due cicatrici profonde, orride da guardare. All’ uomo iniziarono a tremare la mani mentre il ragazzo tentava di allontanarlo, quasi come se avesse paura che potesse succedere nuovamente quello che aveva passato a soli nove anni. Voldemort si diresse verso la sala da pranzo, lasciando Damon con lo sguardo perso nel vuoto e il viso bagnato dalle lacrime. Alzò la manica del magione che indossava il giorno e premette sul marchio,  facendo attenzione a richiamare a se solo Bellatrix. << Winky, qui >> una piccola elfa comparve davanti al suo padrone << cosa può fare per lei Winky? >> chiese con voce acuta e stridula << porta una pozione soporifera al ragazzo in salotto. >> l’ elfa sparì immediatamente e lasciò che Tom andasse dal ragazzo che ormai delirava, cosa comprensiva visto la gravità delle azioni dell’ uomo che lo aveva cresciuto << no, lasciami! >> urlò quando Tom si avvicinò alle cicatrici per esaminarle bene, iniziando a dimenarsi come se veramente accanto a lui ci fosse quell’ ometto armato di coltellino che tentava di lasciarli segni sul collo. L’ elfa apparve velocemente, lasciando sul tavolino la pozione per Damon. Tom l’ avverrò saldamente con una mano e dovette incantare il ragazzo perché potesse berla, pochi minuti dopo aver bevuto il ragazzo cadde in un sonno profondo. Tom lo portò in una stanza da letto al secondo piano, lo poggiò delicatamente sul letto, e finalmente poté osservare le cicatrici … partivano entrambe da dietro la nuca e si incrociavano a “ics” sul petto del ragazzo. Percorse quello sfregio sulla pelle del figlio più volte sotto uno sguardo curioso che lo osservava da sotto la porta << cosa guardi? >> chiese Bellatrix dopo cinque minuti buoni che lo osservava << le cicatrici che quel bastardo del primo Ministro ha lasciato sulla pelle di Damon … è una cosa orribile da fare ad un bambino >> disse Tom chiudendo gli occhi << già, ma tu sei quello che ne ha uccisi centinaia, cosa cambia con questo? >> Tom schiuse la bocca … cosa cambiava con questo? Cosa aveva di diverso Damon dalle altre centinaia di persone che aveva ucciso solo per capriccio? A prima vista niente, ma allora perché sentiva che perdendo quel ragazzo avrebbe perso una cosa importantissima? << perché lui è mio, solamente mio >> Bellatrix sorrise e li accarezzò una guancia, era quello che voleva sentire. Poi si voltò e evocò una coperta, trasfigurò i vestiti di Damon in un pigiama e lo coprì con cura. Poi prese la mano di Tom e lo condusse in quella che un tempo era stata la loro camera. Si sfilò il vestito e si mise a letto e così fece lui, stranito dalla situazione che si stava creando. Alla fine quel vecchiaccio babbanofilo di Silente una cosa giusta l’ aveva detta, una vita senza amore non esiste, neanche per lui. Con questo pensiero si addormentò, certo che al suo risveglio loro sarebbero stati ancora lì, o così sperava. 
 
Il giorno dopo si svegliò con quella donna che gli era rimasta fedele per tutti quegli anni accoccolata al petto, era una sensazione meravigliosa, che non provava da quasi diciassette anni. Non era certo che quella situazione sarebbe durata, ma valeva la pena tentare. Si alzò piano dal letto e si diresse in camera di Damon dove il ragazzo era già in piedi che leggeva un libro << possiamo parlare? >> chiese piano Tom, Damon annuì << volevo parlarti di quello che ho passato in questi mesi …so che per te Azkaban è stato un inferno e so che è colpa mia quello che hai passato, ma sappi che per me tu sei importante e ormai non credo che riuscirei più a fare a meno di te nella mia vita, non credo si possibile per un uomo odiare il proprio figlio. >> Damon sorrise, piano, attento, era sempre stato un ragazzo che non si metteva fretta. Non si mise fretta neanche a rispondere alla mano di Voldemort che stringeva piano la sua.
 
 
ED ECCOCI AL FINALE DELLA STORIA! BHE, NON PROPRIO IL FINALE PERCHE’ NON POSSO LASCIARVI COSI’, SCRIVERò UN EPILOGO DOVE SPIEGHERò BENE COSA SUCCEDE :D PENSO CHE LO PUBBLICHERò IN FRETTA, UNO DI QUESTI  GIORNI, MA VOLEVO CHIUDERE LA STORIA PERCHé QUELLO CHE DOVEVA SUCCEDERE è SUCCESSO, DAMON HA TROVATO UN RAPPORTO CON IL PADRE E TOM CAPISCE QUANTO PER LUI BELLATRIX E DAMON SIANO IMPORTANTI :D RECENSITE, MAYA.

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Capitolo 19
*** Epilogo ***


Bellatrix chiuse gli occhi ripensando al passato. La guerra era finita da ormai dieci anni e lei si godeva la sua vita col compagno, non ché dominatore del mondo magico. Prese in mano il giornale che annunciava la nascita del suo primo nipote e la gravidanza della moglie di suo nipote Draco. Narcissa le sorrise dall’ altro lato del tavolo << ti ricordi la notte in cui Damon è arrivato per la prima volta al Manor? >> Bella sorrise, come poteva dimenticare quell’incontro così atteso e pure così temuto? << come potrei dimenticarlo, Cissy? >> Narcissa piegò la testa di lato << è passato così tanto tempo, eppure a me sembrano pochi giorni… inizio a sentirmi vecchia Bella >> Bellatrix scosse la testa e sorrise raggiante << non farlo, Cissy, non farlo … siamo ancora piene di energia! >> la sorella minore sorrise, quasi rassegnata agli anni che nulla avevano potuto contro la bellezza delle due donne che mantenevano nel viso sciupato dagli anni l’ antica bellezza che caratterizzava i Black << pensaci Bella, Damon e Daphne hanno un figlio e sono sposati da due anni, Draco e Astoria aspettano un bambino e sono sposati da tre! Se non sbaglio anche Theodore e Pansy si sposeranno a breve … >> Bellatrix si alzò e sciolse con un gesto secco i riccioli ribelli lungo la schiena. Lei non si sentiva vecchia, ricordava bene i giorni di prigionia …
 
…alla fine lo avevano portato via, mi sono ripromessa di riprenderlo, era mio, solo mio. Il mio bambino. L’ ultimo giorno del decimo mese gridai alla guardie una frase che il signore oscuro mi aveva confidato aver scritto ne diario che aveva lasciato ad Hogwarts << temete nemici dell’ erede >> …
 
Così era stato e lei lo aveva predetto, Damon aveva vinto la guerra e Voldemort era certo che sarebbe riuscito a fare altri grandi cose nella sua vita. Perché forse Silente aveva ragione, esistevano cose che lui non poteva capire. Ma Tom era certo che Damon sarebbe riuscito lì dove lui aveva fallito.
Le due donne non riuscivano a credere che il tempo fosse passato così velocemente eppure era volto, dieci anni prima erano belle e, perché no, ancora giovani …
 
…Era assolutamente bellissima. I ricci che le arrivavano fin sotto il sedere avevano riacquistato lucidità e ora le cadevano morbidi lungo tutto il corpo magro e snello fasciato solo sa una corta camicetta da notte in seta nera che arrivava fin sopra le ginocchia.  Quando non era truccata lui la preferiva, era così bella che non aveva bisogno di inutili cosmetici. Non aveva le coperte, le aveva tolte e spinte fino ai piedi del letto.  Lei sorrise per poi porre la più classica delle domande al suo signore << come mai siete qui? >> lo disse in un sussurro, un pò non voleva svegliare gli altri Mangiamorte, un po’ perché temeva sempre le risposte del suo amato signore Oscuro…
 
Non che Damon l’ avesse subito ammirata quando l’ aveva vista la prima volta, ricordava bene le parole di disprezzo che le aveva rivolto …
 
… << tu, TU! COME PUOI PARLARE CON ME COSì A CUOR LEGGERO? HAI IDEA DI QUANTO HO SOFFERTO IO A CAUSA TUA?  RISPONDIMI! >> lei sorrise amaramente << anche io ho vissuto ad Azkaban per tutto questo tempo  >> la voce di Damon li morì in gola, non li piaceva per niente parlare di Azkaban … << perché lo hai fatto? Perché hai preferito il signore oscuro a me? >> lei non capiva di cosa Damon stesse parlando << io non ho preferito lui a te >> lui non capiva come potesse dirlo. 
 
Odiava pensare di essere vecchia, lei non lo era, era più che certa di essere ancora una donna bellissima, piena di risorse, anche Narcissa ricordava bene quei giorni, i giorni in cui riceveva lettere da Deraco, che ignaro del fatto che anche la madre fosse all’ oscuro di tutto, si ostinava a chiederle chi fosse il misterioso cugino, che ora si poteva definire il suo migliore amico…
 
…La scompartimento era occupato solo da lui e dall’ altro ragazzo. Il ragazzo che lo aveva trascinato lì li porse il braccio e disse <<  piacere Draco Lucius Black Malfoy, tuo cugino >> Damon li strinse la mano e rispose << piacere Damon Black Riddle, tuo cugino >> passarono il viaggio insieme a parlare del più e del meno, scoprendo di andare molto d’accordo.
 
 
Narcissa sorrise felice, anche suo figlio, così come Damon, aveva trovato l’amore nelle due sorella Greengrass. Quando avevano annunciato il matrimonio quasi non riusciva a crederci. Sospirò pesantemente e pensò che presto avrebbe avuto tra le braccia un nipotino e che forse non era così vecchia da non potersene occupare, forse era l’ immagine di Bellatrix, che, in quel momento prendeva in braccio Thomas, a darle la forza di credere che non erano vecchie, che se erano riuscite a lottare per i loro figli, non si sarebbero certo arrese al passare degli anni.

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