Everything about you.

di itsfrancy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci. ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici. ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici. ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici. ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici. ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici. ***
Capitolo 16: *** Capitolo sedici. ***
Capitolo 17: *** Capitolo diciassette. ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciotto. ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciannove. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


Everything about you.

 

Capitolo uno.
 

Susan varcò la soglia della sua amata scuola, 'amata' si fa per dire perchè lei odiava quella scuola.
Odiava camminare per i corridoi e sentir vociferare qualcosa alle sue spalle, odiava sedersi alla mensa e dover mangiare tutta sola, odiava non avere amici solo perchè era arrivata lì due settimane prima ma più di tutto odiava la sua timidezza, era quel suo lato che le impediva di essere se stessa e che spesso la rendeva un'imbranata colossale.
Aumentò il passo quando si ritrovò a passare tra il gruppetto più gettonato della scuola, sentì dire qualcosa alle sue spalle come al solito ma non gli diede peso, sapeva ciò che dicevano o poteva immaginarlo.
Si fermò sulla soglia della sua aula, si voltò discreta incontrando due occhi color ghiaccio, abbassò subito lo sguardo arrossendo ed entrò velocemente nella sua aula.
“Come hai detto che si chiama?” Esordì Louis voltando lo sguardo verso i propri compagni.
“Susan.” Sbuffò Niall dopo aver ripetuto il nome almeno per la centesima volta, ogni volta che i suoi amici la vedevano si divertivano a prenderla in giro e gli chiedevano come si chiamasse e lui puntalmente li rispondeva.
“Susan la verginella.” Sghignazzò Louis seguito dalle risate generali dei coetanei.
“Dai Lou!” Zayn lo spintonò scoppiando nuovamente a ridere.
“Si vede lontano un miglio che quella è vergine!” Louis quasi urlò quelle parole ma poco gli importava, è sempre stato quel tipo di ragazzo che se ne fregava altamente dell'opinione altrui e diceva sempre ciò che pensava, era fatto così.
“Sapete che Cher da una festa stasera?” Harry aveva gli occhi che gli luccicavano, era un occasione per corteggiare Cher e per provare a portarsela a letto, c'era un solo problema Cher era l'unica ragazza in tutta la scuola che non cedeva al fascino del riccio.
“E ci ha invitati vero?” Domandò Liam titubante.
“Oggi darà gli inviti, ma ci inviterà sicuramente, Liam ti ricordo che siamo i più carini della scuola.” Harry rispose convinto di ciò che diceva.
“Perfetto.” Commentò Liam sollevato.
“Vi ricordo che la campanella è suonata 10 minuti fa.” Parlò poi Niall ancora con i libri tra le mani.
“Andiamo dai, ci vediamo a pranzo.” Zayn diede una pacca sulla spalla a Niall e si avviò verso la sua aula, lo stesso fecero gli altri avviandosi ognuno verso la propria aula.
Fortunatamente anche se andavano in classi diverse, il rapporto tra i cinque non era peggiorato o tantomeno finito, si conoscevano dall'asilo nido e nonostante i caratteri così differenti tra loro non potevano fare almeno gli uni degli altri.

Susan uscì dall'aula diretta verso la mensa, sospirò di sollievo, aveva evitato un'interrogazione e ciò la sollevava anche perchè non sapeva un bel niente di come svolgere le equazioni e soprattutto davanti gli occhi di tutta la classe avrebbe fatto la solita figura dell'imbecille.
Prese il vassoio e si apprestò a prendere solamente delle patatine, non aveva fame, dopo aver incontrato quegli occhi prima di entrare in classe sentiva un peso nello stomaco.
Si diresse tra i diversi tavoli, tutti occupati, scorse uno però vuoto, sorrise instintivamente.
Fu sorpassata però da dei ragazzi.
Quando alzò gli occhi fu troppo tardi, cinque ragazzi avevano già preso posto al tavolo.
“Se vuoi puoi sederti.” Niall le sorrise premuroso.
Susan mostrò un gran sorriso, proprio non se l'aspettava.
“Ma non c'è posto!” Louis avvicinò a sé l'unica sedia disponibile, e si sedette sia su quella che su l'altra su cui già era seduto.
I ragazzi cominciarono a ridere come non mai.
Susan guardò quegli occhi color ghiaccio, quel sorriso da ragazzo bastardo.
“Louis..” Niall sussurrò sbuffando, odiava quando l'amico si comportava così, quella ragazza era buona, lo leggeva dai suoi occhi.
“Non fa niente.” Susan fece un mezzo sorriso e si avviò fuori il giardino, almeno adesso sapeva il suo nome.
Louis.

 


 


 

Hooola Gentee!
Allora cosa ne pensate della mia nuova storia?
Lo so è piccolo come primo capitolo ma è per iniziare tutto qui.
Aspetto le vostre recensioni. :3
Un bacio a toooodooos.
Con carotaggine (?) ITSFRANCY.



 

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


Capitolo due.

Cher posò il suo sguardo sulla grande vetrata che dava fuori il giardino della scuola.
Non ci volle molto per scorgere un viso perso, forse nei suoi pensieri.
Aveva visto quella ragazza svariate volte ed ogni volta era perennemente sola, ma la cosa che la faceva star male è che quella ragazza le ricordava lei il primo anno.
“Ti ho detto che il biondo è più carino del moro!” Brittany sbraitava guardando di soppiatto il gruppetto all'altro tavolo.
“Il moro è più sexy, lo sanno tutti.” Lea fulminò la compagna con lo sguardo.
“Avete torto marcio entrambe! Il più carino è Liam.” Jennifer entrò nel discorso delle due che per poco non la mangiavano viva per l'affermazione appena fatta.
“Cher chi è il più carino?” Lea mosse la spalla di Cher distogliendola dai suoi pensieri.
“Sono tutti carini.” Sorrise alle compagne che sbuffarono rassegnate.
“Dovete aiutarmi a consegnare gli inviti per stasera.” Esordì Cher prendendo gli inviti dalla sua tracolla e porgendo un mazzetto alle tre amiche.
“Agli ordini Cher.” Dissero le tre all'unisono per poi ridere a crepapelle.
Le quattro si divisero per la mensa a distribuire gli inviti ai ragazzi e alle ragazze.
Cher si avviò fuori al giardino fermandosi davanti a quella ragazza dai capelli color miele.
Susan alzò lo sguardo sopresa, la più cool della scuola era lì davanti a lei che le sorrideva.
“Come ti chiami?” Cher si limitò a domandare ancora con il sorriso sulle labbra.
Susan.. mi chiamo Susan.” Sorrise di rimando alzandosi in piedi aggiustandosi il vestitino blu che indossava.
“Susan sei invitata alla mia festa di stasera -le porse l'invito- qui c'è indirizzo, telefono e tutto il necessario, ti aspetto.” Sorrise ancora una volta, allontanandosi e lasciando Susan alibita o meglio dire sorpresa.
Susan guardò nuovamente l'invito incredula, si diede anche un pizzicotto, forse stava sognando ma non era così, non era un sogno, lei stasera sarebbe andata alla festa più figa della scuola, e sicuramente ci sarebbe stato anche Louis.


Susan corse verso casa gettando la tracolla in salotto, corse di sopra nella sua camera, svuotò in meno di un minuto il suo intero armadio.
Doveva trovare qualcosa da mettere, qualcosa che l'avrebbe resa bella agli occhi di Louis.
Forse stava correndo un po' troppo con la cotta per quel ragazzo, ma lei era fatta così, le bastava poco per illudersi, le bastava uno sguardo da parte del ragazzo in questione che subito si creava dei veri e propri film mentali, il punto è che lei sognava, sognava troppo.
Si provò più di sei vestiti sfilando avanti e indietro, specchiandosi una miriade di volte ma purtroppo niente le convinceva, non c'era nemmeno sua madre che poteva consigliarla.
Si passò una mano tra i capelli, le passò per un attimo nella testa l'idea di non andarci più ma le bastò ricordare quegli occhi color ghiaccio e poi Cher che era stata davvero gentile nei suoi confronti.
Prese dal letto quello che doveva essere l'ultimo vestito.
“O la va o la spacca.” Sussurrò scrutando il vestito.
Era un tubino nero aderente, le scopriva le spalle e le arrivava fino alle ginocchia.
Si specchiò roteandosi e doveva ammettere che le stava bene.
Era la prima volta che pensava di essere carina con ciò che indossava, forse un po' per l'euforia, un po' perchè lo era davvero.
Si diresse verso il bagno, si truccò, non molto.
Non le piaceva truccarsi troppo, coloriva il suo viso col necessario.
Un po' di matita nera e un po' di mascara, le bastavano solo queste due cose.
Si guardò nuovamente allo specchio, era pronta e mancava ancora mezz'ora.
Sospirò, questa sera ce l'avrebbe fatta, questa sera i ragazzi l'avrebbero guardata in modo diverso, questa sera sarebbe stata se stessa e soprattutto questa sera si sarebbe creata una reputazione.

I'm baaaaaaaaaaaack.
Prima di tutto voglio ringraziare chi mi ha recensito il primo capitolo, siete delle sante! çç
Parlando di questo secondo capitolo, non è ancora niente di chè ma aspettate di entrare più nella storia. ùù
Vi sorprenderò #sapevatelo.
Aspetto un minimo di 6 recensioni e vado avanti. :3
Un bacio da ITSFRANCY.
PS. Mancano poche ore al compleanno di questa carota, cioè ventenne AUSDGUAYDHAYU.
Piango. çç

 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


Capitolo tre.

 

"Cher sei molto..bella stasera." Harry la guardava malizioso, Cher si volto e gli diede un colpetto dietro la nuca.
"Ma che,che ti ho fatto?" Harry si massaggiava la nuca colpita poco prima.
"Devi smetterla di guardare la mia scollatura Styles." Esordì Cher spostandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.
"La prossima volta un vestito scollato non lo mettevi." Harry alzò le spalle, poi le cinse le spalle, Cher non disse nulla, lo fece fare, in fondo a lei Harry piaceva solo che non piaceva dimostrarglielo, non piaceva mostrare i suoi sentimenti ad un ragazzo, tantomeno uno a cui piaceva solamente portare a letto ragazze per il solo gusto di divertirsi.
"Vieni.." Disse poi Harry prendendole la mano e portandola su per le scale, voleva trovare una camera, e dirle tutto ciò che provava per lei.
Cher si fece trasportare dalla calda mano di Harry, per un momento sentì un brivido invaderle il corpo.
Harry aprì una porta a caso, poi fece sedere Cher sul grande lettone con le lenzuola ricamate da merletti bianchi, quella doveva essere sicuramente la camera dei genitori.
Cher guardava Harry titubante, non si sarebbe fatta portare a letto da lui, l'avrebbe respinto come suo solito se avrebbe provato a baciarla.
"Cher..io voglio.." Harry si sedette al fianco della ragazza per poi stringerle la mano, aveva paura di sembrare uno stupido.
"No, Harry! Sappi che non verrò a letto con te." Cher lo interruppe guardandolo fisso negli occhi.
Harry sospirò guardando a sua volta la ragazza negli occhi, deglutì e ricominciò a parlare.
"Io voglio solo dirti ciò che provo per te Cher, non voglio venire a letto con te e fare dello stupido sesso." Harry disse quelle parole tutto d'un fiato.
Cher lo guardò sorpresa.
"Chi sei? Che fine ha fatto Harry Styles?"
Harry scoppiò a ridere, quel sorriso così dolce da far sciogliere qualunque ragazza e soprattutto Cher.
Harry l'accarezzò la guancia, si avvicinò al suo viso e pogiò le labbra su quelle della ragazza che per sua sorpresa non lo respinse, anzi lo ricambiò.
Cher aveva le labbra più dolci e soffici che lui avesse mai baciato.

Susan si fece forza e bussò alla porta di Cher, ad aprirla furono delle ragazze che non sapeva nemmeno chi fossero.
Le aprirono in fretta la porta e riscapparono al centro della stanza per ricominciare a ballare con dei ragazzi.
Susan si guardava intorno spaseata, ora che ci pensava cosa si faceva ad una festa?
Non ne aveva mai partecipato ad una se non a quella dei cuginetti più piccoli e sicuramente non si vedeva il teatrino a feste del genere.
Pensò quindi di avvicinarsi al bancone delle bibite o meglio dire degli alcolici, prese del ponch e se lo versò in un bicchiere.
"Guarda c'è anche la verginella." Louis sussurrò le parole all'amico biondo che sbuffò sonoramente.
"Ma per caso ti piace la verginella?" Louis lo guardava titubante.
"Non mi piace ma mi da fastidio che la prendete in giro, in fondo che vi ha fatto?" A quelle parole fu Louis a sbuffare, in fondo Niall aveva ragione ma Louis voleva divertirsi e per farlo doveva prendere di mira qualcuno, quest'anno era capitato a Susan.
Niall sapeva che non avrebbe concluso niente quindi rassegnato si diresse al centro della pista a ballare con Brittany che a suo parere era molto carina.
"Ora ci divertiamo" Pensò Louis tra sè e sè dirigendosi verso il bancone dove c'era Susan.
Susan guardò Louis avvicinarsi a lei, poi lo vide versarsi da bere.
Per un misero momento aveva pensato che stesse andando da lei, magari ad invitarla a ballare.
Ma quelli erano solo stupidi pensieri di una che sognava troppo, pensò.
"Susan, giusto?" Louis si voltò a guardarla per poi bere dal suo bicchiere.
"Giusto." Si limitò a dire Susan posando il suo bicchiere oramai vuoto.
Louis si avvicinò in modo un pò eccessivo alla ragazza che sussultò, i loro visi erano a un centimetro di distanza, e Susan fu altamente scossa da tutto ciò.
Susan sorrise imbarazzata diventando rossa in viso e Louis sorrise sbruffone per poi versarle tutto il ponch che aveva nel bicchiere sui capelli che poi colò su tutto il viso della ragazza.
Tutti si voltarono a guardarla per poi ridere a crepapelle.
Louis la indicava e rideva come un emerito idiota.
Susan guardò lui, le labbra le tremavano e gli occhi cominciarono a inumidirsi.
Si voltò e cominciò a camminare a passo svelto sotto gli occhi e le risate di tutti.
Aprì la porta ed usci fuori il giardino, le lacrime cominciarono a invaderle il viso, si mescolarono con il ponch e con la rabbia.
Ora si che si era creata una reputazione, la reputazione della sfigata.



 

Ammetto che questo capitolo ha fatto arrabbiare anche me (?) çç
Voglio ringraziare chi sta seguendo la mia storia e chi la recensisce.
Appena riceverò 6 recensioni continuerò, ho bisogno di sapere cosa ne pensate. çç
Alla prossima belle carote!
Un abbraccio da ISTFRANCY.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***


Capitolo quattro.

Harry staccò delicatamente le labbra da quelle di Cher che cominciò a perdersi negli occhi verdi del ragazzo.
"Mi piaci Cher,mi piaci sul serio." Harry usò un tono di voce così dolce che Cher per un attimo sentì sciogliersi.
"Ti piaccio davvero?" Cher domandò, era insicura, aveva paura di innamorarsi e come dire fottersi per sempre.
"Si,che mi piaci davvero ed io?" Harry domandò a sua volta con un pò d'ansia, per la prima volta in tutta la sua vita aveva paura,tremava e deglutiva in fretta per un rifiuto da parte della ragazza di cui si era innamorato.
Cher annuì con vemenza con un sorriso capace di poter illuminare qualunque stella secondo il parere di Harry.
Harry posò nuovamente le labbra sulle sue, fece scivolare la sua lingua che si mise a danzare con quella di Cher.
Cher provò di nuovo quella sensazione che le faceva solleticare la pancia e questa volta era più sicura, aveva visto gli occhi di Harry e sapeva riconoscere se degli occhi erano sinceri o meno ed i suoi lo erano, lo erano davvero.
Si staccarono delicatamente l'uno dall'altro e sorrisero istintivamente entrambi.
"Andiamo di sotto su." Cher si alzò porgendogli la sua mano, Harry si alzò di conseguenza e prese la mano di Cher sorridendole.
"Si,andiamo." Rispose trascinandola di sotto.
Erano ancora mano nella mano quando Cher notò le risate collettive che si erano create tra i ragazzi, si avvicinò a Brittany ancora mano nella mano con Harry che si fece trasportare dalla sua ragazza, si, perchè lei era la sua ragazza ora.
"Che succede Brittany? Perchè ridono tutti?" Cher incarnò un sopracciglio, aveva una strana sensazione.
Brittany posò lo sguardo sulle mani intrecciate dei due, sorrise, erano una bella coppia lo aveva sempre pensato.
"Louis ha versato del ponch su quella ragazza, quella nuova.." Brittany corrugò gli occhi, aveva come un vuoto, non ricordava il nome della nuova ragazza.
"Susan?" Cher si sentì mancare l'aria per un momento, non la conosceva nemmeno e già si preoccupava, forse perchè le ricordava troppo lei.
"Sisi, proprio lei.. ed è scappata via.." Finì Brittany indicando la porta di casa.
"Harry.. io vado.. da lei.." Cher sussurò quelle parole a Harry e lo baciò sulla guancia.
Harry annuì comprensivo e la vide uscir fuori dalla porta.
Cher si voltò a destra e a sinistra, scorse poi Susan rannicchiata sul prato con la testa tra le gambe.
Che tenerezza che le faceva.
Si avvicinò a lei, Susan alzò lo sguardo, aveva gli occhi rossi e gonfi, aveva pianto, pianto troppo.
"Susan.. mi dispiace.." Cher le accarezzò i capelli e si accorse che erano bagnati.
"Non è a te che deve dispiacere, tu sei stata così gentile con me.." Disse con la voce rotta.
Cher rimase in silenzio continuando a guardarla premurosa, aveva ragione era una brava ragazza e di certo non meritava di essere trattata in quel modo.
"Ma sai per una volta sarei voluta essere quella che piace, quella carina, non dico bella, volevo essere considerata carina ed invece avrei fatto meglio a starmene a casa.." Una lacrima le scese ancora, si sentiva troppo fragile, lei era troppo fragile.
"Tu sei carina Susan, sono gli altri che sono stupidi, ma io ti aiuterò." Cher disse quelle parole così decisa che quasi convinse Susan.
Susan si gettò istintivamente tra le sue braccia, si sentiva così sola in quel momento.
Cher la strinse con le sue braccia esili.
Susan ricominciò a piangere e Cher fu paziente a starsene tutto il tempo con lei.
Ora le uniche parole che rimbombavano nella mente di Susan erano 'Ti odio Louis Tomlinson', nonostante stesse piangendo e si sentisse ferita la rabbia le ribolliva in corpo.

Le persone continuavano a ridere e a parlottare tra loro su quello che era successo poco prima alla povera Susan.
Louis era appoggiato al bancone che ancora sghignazzava.
Niall si avvicinò al sottoscritto sbattendo fortemente la mano sul bancone, Louis si voltò sorpreso verso Niall.
"Ti rendi conto di quello che hai fatto?" Esordì.
"Che ho fatto?" Sghignazzò guardando il biondo.
"Louis sei così stupido? Quella ragazza non ha fatto nulla per meritare di essere trattata nel modo in cui tu l'hai trattata, è una brava ragazza che vuole solo essere accettata da noi!" Urlò Niall per poi dirigersi verso Brittany.
Louis rimase sorpreso da come aveva reagito Niall, non aveva mai visto Niall incazzato, voleva dire che aveva esagerato?
Dopotutto era una ragazza.
Un pizzico di pentimento gli attraversò il petto.
"Allora ha capito?" Domandò Brittany scrutando gli occhi azzurri di Niall.
"Spero capisca.." Sospirò il biondo per poi posare lo sguardo sulla ragazza che abbassò subito lo sguardo arrossendo.
Non aveva mai fatto caso a quanto fosse bella, al fatto che i suoi occhi fossero verdi con contorni nel blu, alle sue lentiggini sul naso, non ci aveva mai fatto caso perchè l'aveva sempre vista come la schiavetta di Cher ed invece ora la guardava sotto una luce diversa.
Le prese il viso tra le mani d'istinto e portò le sue labbra sulle sue, Brittany lo fece fare, aspettava quel momento da sempre.

 

Proprio perchè ho ricevuto ben 13 recensioni al capitolo precedente ho continuato subito. :')
Bene, non che sia granchè questo capitolo ma è fondamentale per la storia. (?) ùù
Aspetto sempre 6 recensioni per continuare.
Ps. Sto ascoltando 'Stole my heart' e non potete capire quanto mi stia gasando HAHAHAHA.
Bhe' vi lascio.
Un abbraccio da ITSFRANCY che vi ama tanto.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***


Capitolo sei.
 

1weeklater.
"Susan sbrigati!" Urlò Cher appoggiata all'autobus che era in procinto di partire.
"Arrivo!" Susan urlò di rimando dall'altra parte della strada, si aggiustò il berretto e corse verso l'amica.
"Sempre la solita ritardataria." Cher incrociò le braccia.
Scoppiarono entrambe a ridere per poi entrare nell'autobus.
Era bastata una settimana, solamente una settimana per capirsi l'un l'altra, per capire quanto fossero uguali e quanto avessero bisogno di questa nuova amicizia.
Susan non poteva desiderare di meglio, ora aveva Cher e altre tre amiche, si, perchè diventando amica di Cher aveva stretto amicizia anche con Jennifer, Lea e Brittany e doveva ammettere che erano una più meravigliosa dell'altra.
Le persone avevano perfino dimenticato l'episodio di quella maledetta sera.
Quanto cambiava la gente quando una persona diventava popolare? Susan continuava a porsi questa domanda.
Ora che era entrata a far parte, di conseguenza, al gruppetto più popolare della scuola i ragazzi che prima nemmeno la guardavano ora le chiedevano perfino di uscire e lei prontamente rifiutava, la trovava una cosa disgustosa, se lei non fosse stata Susan l'amica di Cher, Brittany, Lea o Jennifer ora nessuno nemmeno la noterebbe e continuerebbero a deriderla.
Cher sfilò dalla tasca il biglietto col numero che le era stato assegnato.
"Io sto qui Susan." Disse all'amica al suo fianco sedendosi vicino Brittany.
Susan si limitò ad annuire, estrasse anche lei il biglietto dalla tasca dove c'era scritto il numero del posto dove doveva sedersi e cominciò ad incamminarsi.
"Numero venticinque, numero venticinque." Sussurrava tra sè e sè.
Roteò gli occhi notando che doveva sedersi vicino il ragazzo che più odiava.
Sbuffò facendosi spazio e sedendosi sul sedile vicino il finestrino.
Louis si girò verso la ragazza.
Voleva almeno salutarla ma gli risultava difficile.
Quella settimana aveva pensato in tutti modi a come chiederle scusa dato che era passato dalla parte del torto e che tutti lo criticavano per quello che aveva fatto, si era perfino pentito, il che meravigliò prima se stesso e poi i suoi amici.
L'autobus finalmente partì e Susan sorrise distrattamente ricordando che doveva passare ben quattro giorni in montagna, amava la neve e non poteva che essere strafelice.
Louis continuava ad osservarla ma abbassò lo sguardo quando la ragazza si girò sentendosi evidentemente due occhi addosso.
Susan si voltò verso il finestrino non facendoci caso.
Louis alzò nuovamente gli occhi e continuò ad osservarla, nonostante facesse parte del gruppetto delle ragazze popolari non era come loro, era moltò più magra di Cher, non portava lunghe collane e lunghi orecchini anzi non portava accessori, apparte i braccialetti ai polsi, Louis ci aveva fatto caso a quanto fosse diversa eppure c'era qualcosa negli occhi di Susan che cominciavano ad incuriosirlo.
L'autobus frenò bruscamente facendo sobbalzare in avanti tutti gli alunni.
Louis portò istintivamente il suo braccio verso Susan che lo strinse con veemenza.
"Scusate ragazzi." Il conducente si girò verso tutti i ragazzi che poco prima lo avevano mandato a quel paese.
Si voltò di nuovo verso la guida e l'autobus ricominciò a muoversi.
Susan staccò subito la presa dal braccio di Louis.
"Grazie." Mugugnò la ragazza sprofondando nel sedile.
"Dovere." Bisbigliò Louis sprofondando a sua volta nel sedile.
I due non proferirono più parola.
Durante il viaggio si addormentarono entrambi e incosciamente Susan pogiò la sua testa sulla spalla di Louis.
"Guarda." Brittany scosse Cher, si inginocchiò sul sedile e si voltò verso i due dormienti.
Cher si girò a sua volta, guardò quella scena sorpresa.
"Secondo me non se ne sono nemmeno accorti di trovarsi in quella posizione curiosa." Bisbigliò la mora ritornando a sedersi normalmente, Brittany alzò le spalle girandosi e sedendosi normalmente.
Dopo ore di viaggio l'autobus finalmente accostò davanti all'albergo in cui avrebbero alloggiato.
Susan sussultò, aprì lentamente gli occhi e li alzò incontrando quelli color ghiaccio di Louis, i loro nasi si sfiorarono, deglutirono entrambi e si staccarono immediatamente.
Susan prese la sua valigia e si diresse verso le amiche, quasi scappando da quello che aveva provato in quel momento.
Louis rimase come imbambolato, non riusciva a spiegare il battito accellerato e la voglia di posare le sue labbra su quelle della ragazza.



 

Sono stracontenta di aver ricevuto 11 recensioni al capitolo precedente. :')
Cioè quel capitolo non era niente di chè, grazie davvero AGSDYUGADU.
Ok, ammetto che questo capitolo non è tanto lungo però spero vi piaccia. ùù
Aspetto sempre un minimo di 6 recensioni per continuare. :3
Un bacio dalla vostra ISTFRANCY.

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***


Capitolo cinque.

"Questo posto mi piace e poi potrò provare a conquistare Liam." Jennifer svuotava la sua valigia e con aria sognante scandiva bene il nome del ragazzo di cui era cotta a puntino.
Alle altre scappò un risolino, erano intente anche loro a sistemare tutto nei cassetti e negli armadi della stanza che gli era stata assegnata.
"Io penso che sareste una bellissima coppia." Brittany chiuse la sua valigia oramai vuota.
"Ma non potrete mai uguagliare me e Harry." Cher entrò nel discorso facendo una linguaccia a Jennifer.
"Ehi,ehi.. guarda che anche io e Zayn siamo una bella coppia." Lea proferì parola altezzosamente.
"Ma se non state nemmeno insieme." Susan le lanciò la sua maglietta in piena faccia.
Scena che fece scoppiare tutte a ridere e fece sbuffare Lea.
Era bella la complicità che c'era tra le cinque, e nonostante Susan fosse entrata a far parte da una settimana o poco più nel loro gruppo le ragazze già la amavano, era simpatica, buona, gentile e soprattutto una ragazza unica, una di quelle amiche come dire "Speciali".
L'unico difetto che aveva a parere di tutte era il suo calo di autostima e la sua timidezza che influiva altamente sulla situazione.
"Ora spiegami cosa c'è tra te e Louis." Cher spostò lo sguardo su Susan facendole un'occhiataccia.
"Non c'è niente, lo sai che lo odio." Puntualizzò Susan ma dentro di sè lo sapeva, sapeva che non lo odiava.
"Se lo odi così tanto perchè ti sei addormentata sulla sua spalla?" Brittany la guardò di sottecchi mentre le altre si girarorno a fissarla.
"Sull'autobus?" -Susan strabuzzò gli occhi mentre Brittany e le altre annuivano convinte- Dai ragazze mi ci sarò addormentata così senza farci caso, sapete ciò che mi ha fatto e quanto ci sono stata male." Susan abbassò lo sguardo non sapendo più cosa dire, se ripensava a poco prima, a quello scambio di sguardi, a quella voglia di baciarlo si sentiva completamente sciogliere ma quando il ricordo di quella sera riaffiorava nei suoi pensieri la voglia che prima aveva di baciarlo si trasformava in una voglia di spaccargli quel suo bel faccino.
Le ragazze la guardarono con fare tenero.
"Ohh vieni qua piccola Sù." Cher si avvicinò all'amica cingendola in un abbraccio, Lea, Jennifer e Brittany si unirono calorosamente all'abbraccio.
Susan sorrise facendosi stringere, potevano anche strozzarla ma lei amava quando facevano così, quando l'abbracciavano a volte anche senza motivo perchè a parer suo un abbraccio era la forma d'amore più dolce che esista.

Susan uscì fuori l'albergo, socchiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni, li riaprì e sorrise istintivamente.
Quella distesa di neve, quel freddo, quell'aria che si respirava già l'amava.
"Bello qui vero?"
Susan si voltò discreta, il cuore cominciò a batterle più del normale.
"Si, bel posto." La ragazza si voltò di nuovo guardando davanti a sè.
Louis l'affiancò portando le mani nelle tasche del pantalone, voleva cercare di attacare bottone, e voleva cercare soprattutto di chiederle scusa, era come se i troppi sensi di colpa lo stessero lacerando, cosa che non gli era mai successa.
Susan si voltò ancora a guardarlo, incontrò ancora una volta quei suoi occhi e quel sorrisetto da bastardo, le bastò ricordare che subito la rabbia cominciò a invaderle tutto il corpo, strinse i pugni più forte che potee. Perchè era lì a fissarla? Perchè le aveva parlato? Cosa voleva ancora? Susan non riusciva a darsi pace.
"Sai la tua stanza è sullo stesso corridoio della nostra, cioè mia e degli altri." Louis parlò nuovamente.
"Sai cosa mi interessa? Senti non voglio essere scortese perchè non lo sono mai stata ma non so tu dove vuoi andare a finire, non so perchè sei qui a parlarmi cioè lo sai che mi hai reso ridicola agli occhi dell'intera scuola? Se non fosse stato per Cher e le altre le persone avrebbero continuato a deridermi e a prendermi in giro." Susan finalmente scoppiò, disse tutto ciò che aveva dentro e che pensava.
Louis rimase a guardarla sorpreso, forse doveva aspettarsela una reazione simile dopotutto le parole che aveva detto erano vere.
"Sono stato uno stronzo, una testa di cazzo e potrei continuare all'infinito ad insultarmi da solo anche se la cosa non avrebbe senso ma mi dispiace, volevo solo dirtelo." Louis disse quelle parole tutte d'un fiato.
"Si, sei stato uno stronzo! Non sai quanto avrei voluto dirtelo." Susan sospirò, era come se si sentisse un peso in meno.
Louis gli porse la mano "Pace e amore?" Disse scherzosamente.
"Fottiti Louis." La ragazza scoppiò a ridere, una risata che soffocò subito, si voltò ed entrò nell'albergo.
Non avrebbe ceduto subito solo perchè a lui dispiaceva, tutti erano bravi a dispiacersi e a chiedere scusa, lei voleva i fatti, ora voleva aspettare e voleva vedere come Louis si sarebbe comportato nei suoi confronti.
Louis sorrise istintivamente vedendola scomparire nella hall dell'albergo.
Pensava che avrebbe ceduto ed invece non era una ragazza facile, era una tipa difficile proprio come piacevano a lui.


 

Gente sono tornata! ùù
Voglio ringraziare chi mi ha inserito tra le storie preferite, seguite e ricordate.
Ma soprattutto ringrazio chi mi recensisce.
*sisentemenoforeveralone* (?) çç
Come sempre minimo 6 recensioni e continuo.
Un bacio da ITSFRANCY. :3


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Capitolo 7
*** Capitolo sette. ***


Capitolo sette.

Louis si girava e rigirava nel letto della piccola stanza che gli era stata assegnata.
Si alzò di scatto sedendosi, si portò le mani su entrambe le ginocchia, rimase a fissare il grande quadro appeso in un angolino alla sua destra, doveva ammettere a se stesso che quel quadro lo inquietava e non poco, ritraeva il volto di una donna con gli occhi spalancati e la bocca aperta in una 'o'.
Distolse lo sguardo dal quadro e sbuffò scocciato.
Doveva bagnarsi un pò il viso e nella sua stanza non c'era il bagno, con tutte le sfortune che potevano capitargli doveva proprio succedergli di non avere il bagno nella propria stanza e di essere solo? Pensò.
Tutti i suoi amici erano stati messi in coppia in una stanza e essendo in cinque la preside aveva deciso fermamente di mettere Louis in una stanza da solo, dato che lo odiava in un modo smisurato per tutti guai che aveva combinato.
Louis sorrise beffardo ripensando a quella volta in cui aveva versato il succo sul vestito della preside, non poteva biasimarla se lo odiava.
Prese i calzini al margine del letto e se li infilò, non aveva voglia di mettersi nulla ai piedi, a dire il vero anche per casa sua camminava a piedi nudi o con i calzini.
Si alzò stiracchiandosi un pò, aprì la porta e si ritrovò sul lungo corridoio dell'albergo, menomale che aveva una buona memoria, se fosse stato smemorato come Niall si sarebbe sicuramente perso e avrebbe girovagato per tutto l'albergo fino a che non fosse sorto il sole.
Camminò pian piano senza fare il minimo rumore, gli passò per la testa il pensiero di entrare nella stanza della preside e farne una delle sue ma ci ripensò e per quanto avesse voluto farlo non gli sembrava il caso.
Scorse la porta bianca del bagno socchiusa, entrò e la richiuse dietro di sè, socchiuse leggermente gli occhi, il sonno cominciava a farsi sentire.
Li riaprì dopo un paio di secondi e quando vide Susan in un angolo con di fianco una pozzanghera di sangue quasi gli venne un colpo.
Si precipitò subito sulla ragazza che non dava segni di vita.
"Susan! Susan!" Louis la richiamò più di una volta ma niente la ragazza non rispondeva.
Si voltò osservando che in una mano Susan impugnava un taglierino, non ci volle molto prima che Louis capisse come erano andate le cose.
Si alzò in fretta, aprì il rubinetto del lavandino e si bagnò le mani.
Si catapultò nuovamente di fronte la ragazza e le diede piccoli schiaffi sulle guancie con le mani fradicie.
"Susan svegliati!"
Susan si mosse e aprì leggermente gli occhi, anche se non era in lei, non capiva nulla.
Louis si strappò velocemente la camincia del suo pigiama e gli strinse il pezzo strappato sul polso sanguinante.
Sospirò di sollievo notando che il battito di Susan c'era.
Menomale che aveva frequentato un corso di prontosoccorso altrimenti intanto che avrebbe chiamato e cercato aiuto chissà cosa sarebbe successo.
Prese Susan tra le sue braccia, non pesava tanto pensò.
"Mi sento così debole." Mugugnò la ragazza stringendosi a malapena con la mano al collo di Louis.
"Non parlare.." Sussurrò Louis incamminandosi verso la sua camera.
Convenne che era meglio portarla in camera sua e farla dormire da lui, altrimenti se l'avrebbero vista in quello stato sarebbe successo un casino e sicuramente la preside avrebbe incolpato lui, come sempre.
Entrò di sottecchi in camera e pogiò Susan sul suo letto, la coprì con le lenzuola, Susan aprì nuovamente gli occhi scrutando il volto di Louis.
Forse non era stata una buona idea rinchiudersi nel bagno dell'albergo ma quell'esigenza oramai era più forte di lei.
Afferrò il braccio di Louis che si voltò incuriosito.
Non aveva mai capito perchè le persone si tagliassero ed ora le sue curiosità crescevano sempre di più.
"Resta con me.." Mugugnò Susan allentando la presa e stringendogli la manica della maglia.
"Sono qui.. non me ne vado." Louis le sorrise premuroso e non perchè gli facesse pena ma perchè gli faceva una gran tenerezza e poi si sentiva ancora un pò in colpa.
Susan si spostò debolmente facendo capire a Louis che quel resta con me era un invito a sdraiarsi accanto a lei.
Non se lo fece ripetere due volte anche perchè aveva sonno, si infilò nel letto affianco a Susan, le sfiorò la mano inconsapevolmente, era così fredda..
Louis rimase a guardarla tutta la notte, nonostante la voglia di dormire era forte i pensieri glielo vietavano, continuava a chiedersi perchè lo avesse fatto e soprattutto perchè moriva dalla voglia di abbracciarla.


 

Eccomi qui con il capitolo sette *POTEREAME* (?)
Diciamo che VI AMO per le recensioni precedenti e soprattutto perchè sono 9, il che mi rende esuberante. çç
Detto questo, voglio sapere cosa ne pensate di questo capitolo.
Accetto anche critiche, quindi siate sincere. ùù
Alla prossima carotine! (?)



 

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Capitolo 8
*** Capitolo otto. ***


Capitolo otto.

Susan aprì lentamente gli occhi, per un momento la vista le fu annebbiata forse perchè si sentiva ancora troppo debole.
Scattò di soprassalto sedendosi sul letto in cui si trovava e si era addormentata stringendo a sè le lenzuola, arrossì violentemente notando che al suo fianco c'era Louis che dormiva.
La bocca semi-aperta, il suo respiro regolare, il suo braccio che poco prima era a pochi centimetri dal suo corpo le stavano facendo venire il batticuore.
Esaminò ancora una volta il ragazzo, notando la sua camicia strappata, si girò lentamente verso il suo polso accorgendosi che il pezzo di stoffa che lo contornava era il pezzo mancante della camicia del ragazzo.
Arrossì ancora una volta e gli occhi le si inumidirono.
Ora lui lo sapeva.
Lui sapeva che si autolesionava.
Lui l'aveva vista.

Non voleva che nessuno lo venisse a sapere e tantomeno Louis il tipo che l'aveva resa ridicola davanti l'intera scuola.
Una lacrima le rigò il viso cadendo lentamente sul polso fasciato.
"Ti fa male?"
La voce di Louis le fece quasi prendere un colpo, cominciò a tremare mentre dentro di sè tutto era in completo subbuglio.
"No.." Sussurrò con voce strozzata cercando di frenare le altre lacrime che morivano dalla voglia di scivolarle sulle guance.
Louis si sedette a gambe incrociate guardando la ragazza che aveva lo sguardo fisso sul suo polso.
Non sapeva cosa dire, come comportarsi, in fondo non sapeva perchè lo avesse fatto. In fondo che sapeva di lei? Niente, praticamente niente.
"Non lo dirai a nessuno vero?" Susan si voltò verso il ragazzo che la fissava a parer suo solo perchè le faceva pena.
"Io.. non vorrei fare il guastafeste.. ma è pericoloso.."
"Sono affar miei se è pericoloso o meno! Ho solo bisogno che tu non lo dica a nessuno!" La ragazza interruppe bruscamente Louis che stava cercando di farla ragionare, in fondo aveva ragione lui, era pericoloso.
"Non lo dirò a nessuno ma non cambia il fatto che sia pericoloso." Louis puntualizzò incontrando gli occhi color nocciola della ragazza.
"Te l'ho già detto sono fatti miei e basta! Per quanto mi riguarda potevi anche lasciarmi lì!" Susan alzò un pò la voce non rendedosene conto, le dava fastidio come il ragazzo continuasse a dire che era pericoloso, lo sapeva benissimo che lo era e poi perchè continuava a ripeterlo? Cosa gli importava?
"Se io ti avrei lasciato lì avresti perso ancora più sangue e sai cosa sarebbe successo? Avresti lasciato questo mondo! Quindi dovresti ringraziarmi verginella!" Louis alzò a sua volta la voce, quella ragazza era testarda, lui non solo l'aveva "salvata" e lei lo trattava anche in questo modo? Chi si credeva di essere?
Solo quando Louis si alzò dal letto bruscamente e si girò a guardarla si rese conto dell'ultima parola che aveva pronunciato pochi secondi fa.
Ammise a se stesso che se ne era fortemente pentito, non doveva dirlo, proprio non doveva.
"Si sono una verginella! E sai cosa? Ne vado fiera, si, sono fiera di non andare a letto con degli stronzi e sono fiera di aspettare il ragazzo giusto per fare l'amore e non il sesso come lo chiamate tutti voi!" Susan si agitò e non poco, si alzò a sua volta dal letto traballando, Louis poteva anche averla aiutata ma era ancora troppo stronzo per i gusti di Susan.
Louis rimase spiazzato, si aspettava pianti da parte di Susan e non che si sarebbe alterata in questo modo, dato anche le sue condizioni, si vedeva lontano un miglio che non riusciva a reggersi in piedi e che cercava disperatamente qualcosa a cui agrapparsi.
"E ora se vuoi scusarmi vado nella mia stanza! -Susan si avvicinò alla porta reggendosi al pomello di legno- ah e se è quello che vuoi sentirti dire grazie." Sibillò a denti stretti verso il ragazzo, si girò nuovamente verso la porta aprendola debolmente e uscì sbattendola con foga, cosa che sorprese ancora di più Louis rimasto praticamente inerme dinanzi la scena che gli si era presentata.
Non era riuscito a dire niente anche perchè non sapeva cosa dire.
Aveva capito che era una tipa difficile ma c'era qualcosa negli occhi di quella ragazza che continuavano ad incuriosirlo.
E poi perchè si era tagliata?
Louis si buttò a peso morto sul letto massaggiandosi le tempie.
Ed è solo l'inizio della giornata, pensò.

Susan si diresse verso la sua camera, per sua fortuna le ragazze continuavano a dormire non si erano nemmeno accorte della sua assenza quella notte.
Osservò la sveglia che segnava le 6.00 del mattino in punto, sospirò sollevata infilandosi nel suo letto.
La sveglia sarebbe suonata alle 8.00 quindi aveva ancora due ore per riflettere e per riprendersi un pò.
Aveva paura che Louis avrebbe spifferato tutto e che la voce poi si sarebbe diffusa.
L'avrebbero presa per una malata o cose del genere e lei sinceramente non lo era.
E' che era nato tutto un annetto fa quando i suoi avevano deciso di divorziare, nonostante avesse un buon rapporto con la madre e fosse rimasta con lei c'era qualcosa che la spingeva ad odiare il padre e sopratutto ad odiare se stessa.
"Non voglio nessun tribunale tienitela tu!"
Quelle parole vagavano nella testa di Susan da troppo tempo, quelle parole di un padre che non voleva saperne niente di lei.
Da allora era partita la paura, la paura dell'abbandono e quella paura che provava la spingeva a farsi del male fisicamente, si, perchè il dolore che provava sul suo corpo le facevano smettere di pensare al dolore che provava dentro, troppo dolore.



 

Si,sono ancora viva cosa credevate voi? (?)
Ringrazio davvero le 10 recensioni avute nel capitolo precedente. :')
Bhe' aspetto sempre un minimo di 6 recensioni per continuare.
Al prossimo chapteeeeeeeeeer.
Un bacio da ITSFRANCY.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove. ***


Capitolo nove.


La sveglia suonò insistente nella piccola camera dell'albergo.
Cher a malincuore saltò fuori dal letto spegnendo la sveglia vicino il letto di Susan.
"Svegliatevi tutte o prendo un secchio d'acqua!" Urlò stiracchiandosi.
"Sei una rompipalle Cher!" Brittany si coprì il volto col cuscino richiudendo nuovamente gli occhi.
"Ragazze ho detto che prendo un secchio d'acqua e sapete che ne sono capace!" Cher usò un tono severo, si avvicinò al letto di Brittany e senza il minimo tatto le levò il cuscino da faccia scatenando le lamentele della compagna.
"Brì smettila di fare la bambina!" Lea si alzò dal proprio letto sbadigliando e andando verso il letto di Jennifer per svegliarla.
"Altri cinque minuti Liam e facciamo quel che vuoi..." mugugnò Jennifer con la voce ancora impastata dal sonno, probabilmente stava facendo un bel sogno.
Le tre amiche si guardarono tra loro per poi scoppiare a ridere.
"Oh Liam il tuo fisico da macho mi fa venir voglia di scoparti." Cher recitò teatralmente scatenando le risate delle altre due compagne.
"Chi vuoi scoparti scusa?" Jennifer balzò subito fuori dal suo letto a braccia incrociate.
"Di certo no Liam." Cher le fece una linguaccia e Jennifer annuì ancora intontita.
Susan intanto dormiva ancora beata incurante di tutto il casino che stavano facendo le sue compagne di stanza.
"Ma Susan?" Jennifer sbadigliò facendo voltare le amiche verso il letto della ragazza in questione.
"Diamoci da fare." Lea si sfregò le mani, sapeva che Susan era un osso duro, ricordava ancora la settimana prima quel pigiama party dato a casa di Cher, le buttò perfino dell'acqua in faccia ma niente, si svegliò soltanto quando le si catapultò addosso.
Le altre annuirono divertite avvicinandosi al letto di Susan.
"Uno.. due.. e tre!"
Al tre di Brittany tutte quante si buttarono su Susan che sentì mancarsi il respiro per un momento.
"Giuro che mi sveglio! Ma vi prego fatemi respirare!"
Susan riprese nuovamente a respirare, si toccò il polso, fortuna che era inverno altrimenti con una canotta non avrebbe potuto nasconderlo.
Una volta che si alzò anche Susan le cinque cominciarono un vai via tra armadio, bagno e specchio.

"Questa marmellata è sublime." Niall gustava beatamente la sua fetta biscottata, sembrava quasi che volesse portarsela al letto.
"Sublime? Che aggettivi.. Mi soprendi biondo." Disse Liam guardando l'amico che se ne infischiò altamente di quello che aveva appena detto.
Niall era fatto così, quando mangiava potevi disturbarlo quanto volevi ma in quel momento esistevano solo lui e la fetta biscottata.
Harry, Zayn e Louis fecero finalmente il loro ingresso nella sala dove oramai tutti gli alunni stavano consumando la loro colazione.
C'era un tavolo bandito di fette biscottate, marmellata di ogni tipo, succo alla mela, alla pesca e per finire in bellezza: latte.
"Buongiorno ragazzi." Proferì Zayn sedendosi al tavolo coi compagni, Harry e Louis fecero un cenno a Liam e Niall e si sedettero anche loro.
"Ci sono le vostre ragazze." Zayn punzecchiò Harry e Niall, Niall finalmente posò il suo sguardo su Brittany, su qualcosa di diverso dalla sua fetta biscottata.
Un sorriso colorì il volto di Harry quando le cinque si diressero verso il loro tavolo.
"Buongiorno." Cher si avvicinò al ricciò che le stampò un bacio a fior di labbra.
Brittany si sedette tra le gambe di Niall che le sorrise premuroso prima di salutarla con un leggero bacio sulla guancia, erano entrambi timidi e non amavano farsi coccole in pubblico.
"Accomodatevi ragazze." Liam sorrise alle altre tre rimaste fin'ora in disparte.
"D-d'accordo." Balbettò Jennifer arrossendo impercettibilmente per poi sedersi seguita da Lea e Susan.
Susan alzò lo guardo incontrando i soliti occhi color ghiaccio, Louis continuava a reggere lo sguardo e Susan sentì muoversi qualcosa nello stomaco e di certo non era la fame.
"Ha detto la preside che oggi andremo a sciare!" Esclamò Zayn entusiasta.
"Merda io non so sciare!" Esclamò a sua volta Lea prendendo a spalmare un pò di marmellata alla fragola sulla sua fetta biscottata.
"Ti insegno io." Zayn scrollò le spalle e sorrise alla ragazza che lo ricambiò timidamente con un 'ok' e che per un attimo sentì mancarsi l'aria.
"E tu Susan sai sciare?" Domandò Harry, Susan distolse finalmente gli occhi da Louis e cominciò a versarsi del latte nella tazza davanti a lei.
"Per niente." Rispose alzando la tazza con la mano ferita, sentì un dolore lancinante, anche altre volte si era autolesionata su quel polso ma mai era stata una ferita così profonda.
Solo Louis si accorse del perchè di quella sua smorfia di dolore, la guardò severo ma Susan se ne infischiò e tenne la tazza stretta con entrambe le mani.
"Potrebbe insegnarti Louis, cioè è bravo davvero a sciare!" Harry guardò l'amico e la ragazza sorridendo come un ebete, pensava che fossero fatti l'uno per l'altra e sinceramente Louis aveva capito questo suo pensiero.
"Non c'è n'è bisogno." Rispose fredda Susan.
"Dai Sus." La spintonò Lea al suo fianco, Susan la fulminò con lo sguardo.
"Louis?" Harry si voltò verso l'amico "Allora insegnerai a questa fanciulla la pratica dello scii?" Fece un occhiolino, gli altri sorrisero divertiti.
"Perchè no?" Louis si voltò ancora una volta verso Susan.
"Sarà divertente insegnare ad una dilettante." Alzò le spalle con aria di presunzione.
"Questa dilettante ti manda a fanculo." Susan sorrise falsamente al ragazzo che prontamente le sorrise a trentadue denti se non di più.



 

Eccomi qui con il capitolo nove belle.
Ammetto che amo sempre di più la scena in cui Susan manda a fanculo Louis. (?)
Okay ma io amo Louis nonostante lo mandi a fanculo. HAHHAHAHA (?)
Mi raccomando recensite che altrimenti mi sento forever alone. çç
SEI recensioni e continuo. #comesempre (?)
Bye bye girlssssssssss.


 

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci. ***


 Capitolo dieci. 
"Quindi dovrei scendere questa discesa usufruendo di due stupidi bastoncini che sicuramente si spezzerebbero facendomi rompere tutte le ossa?"
Louis alzò un sopracciglio e sospirò pazientemente: "Sono 10 minuti -alzò il polso osservando l'ora sul suo orologio, poi ripose gli occhi sulla ragazza- che cerco di insegnarti la pratica dello scii, che cerco di convincerti a sciare ma tu non stai per niente sciando!" Scandì bene le ultime parole.
"Non è colpa mia!" Si lagnò Susan spostandosi un ciuffo ribelle dietro un orecchio.
"Ah certo, scusami.. è colpa mia!" Ironizzò Louis.
"Concordo, è tutta colpa tua che non ti arrendi e non capisci che non mi piace sciare!"
"Mio Dio sei sulla neve e sulla neve si scia!" Louis le rispose a tono, quella ragazza l'avrebbe fatto scoppiare da un momento all'altro.
"Ma sei idiota? Alla sottoscritta sciare non piace!" Ribattè sulla difensiva.
"Non capisco perchè sia ancora qui a perdere tempo con te!" Louis si infilò gli occhialini arancioni e si buttò in discesa lasciando Susan sola.
"Stronzo.. ora gli faccio vedere io." Borbottò tra sè e sè prima di lanciarsi su quella discesa che stava osservando come se fosse un campo minato.
Louis era già arrivato alla meta, si tolse gli occhialetti e istintivamente alzò lo sguardo in cerca di Susan, gli era dispiaciuto comportarsi così ma doveva anche ammettere che se l'era meritato, era troppo cocciuta e la cosa al ragazzo non andava giù anche perchè lui era testardo quanto lei.
Guardò davanti a sè notando una ragazza non poco lontano da lui, in pochi secondi riconobbe Susan e ancora in meno tempo se la ritrovò sopra di lui.
"Ma che caz.." Louis sibilò a denti stretti ma si bloccò incontrando quegli occhi color nocciola che incontrava fin troppo spesso.
"Idiota! Sei un'idiota!" Susan si divincolò dal ragazzo rimettendosi in piedi.
"Idiota? Ma se ti ho appena salvata da una caduta colossale!" Si rimise anche lui in piedi massaggiandosi la schiena dolorante.
"Oh! Il mio salvatore, sei il mio supereroe!" Recitò teatralmente facendo varie smorfie che fecero scoppiare Louis in una risata sonora.
"Sei pessima come attrice." Si massaggiò la pancia per il troppo ridere.
"Tu sei pessimo così come sei." Susan diventò rossa in viso, girò i tacchi e andò via lasciando questa volta lei il ragazzo solo.

"Ti dico che è O-D-I-O-S-O!" Susan ripeteva quell'aggettivo da più di mezz'ora a Cher ogni tanto sghignazzava divertita.
"Non è odioso come dici tu, dai Sù!"
"Devo ricordarti ciò che mi ha fatto e ciò che sta continuando a fare?" Incrociò le braccia al petto.
"Primo: ti ha chiesto scusa, Secondo: sta cercando solo di essere carino con te.. lo vedo fortemente pentito."
"Vedi male." mormorò l'altra ancora a braccia conserte, anche se tutti i torti l'amica non aveva.
"Ecco le vostre cioccolate calde ragazze." Un uomo sulla trentina da dietro il bancone porse le tazze fumanti alle due.
"Grazie." Risposero le due in coro prendendo ognuno la propria tazza dal bancone.
"Dai Sù lasciati andare per una volta e se fa di nuovo lo stronzo ci penso io!" Cher sorseggiò un pò della sua cioccolata calda fissando l'amica.
"Lasciati andare?" Susan alzò un sopracciglio interrogativa, ma sapeva benissimo cosa volesse dire Cher.
"Una cioccolata calda!" La voce squillante di Louis interruppe le due ragazze che si voltarono ad osservare lui e poi Harry.
"Arriva subito." Rispose di rimando l'uomo dietro il bancone.
Cher saltò come volevasi dimostrare tra le braccia del riccio che la sollevò di un centimetro da terra.
"Andiamo?" Cher diede una leggera spintarella a Harry che capì al volo la sua ragazza.
"Andiamo!" Esclamò divertito prendendole la mano.
Prima di sparire Cher mimò un 'lasciati andare' a Susan che scosse la testa rassegnata sorseggiando un pò della sua cioccolata intatta.
Louis rimase lì impalato a guardare la ragazza che alzò gli occhi e si perse in quelli color ghiaccio del ragazzo.
Non sapeva spiegare come dei semplici occhi riuscissero a ipnotizzarla.
Louis abbassò subito lo sguardo non riuscendo a reggere gli occhi della ragazza, era come se riuscissero a metterlo in soggezione, cosa che non gli era mai successa con nessun'altra ragazza.
"Louis.." Susan si fece coraggio e cominciò a parlare.
"Si?"
"Bhè.. io.. bhè grazie per oggi e scusa se sono stata un pò "stronza". Sussurrò un pò imbarazzata.
Louis ascoltò sorpreso le parole di Susan che lo guardava impaziente.
"N-non fa niente, scusa tu." Disse d'un fiato, non riuscendo a spiegarsi il perchè aveva balbettato.
Susan si avvicinò istintivamente al ragazzo dandogli un soave bacio sulla guancia, senza dire altro si allontanò con un mezzo sorriso stampato sul volto.
Louis si toccò la guancia che poco prima aveva subito il tocco caldo di Susan.
Sentiva qualcosa muoversi nel suo stomaco, erano farfalle.. farfalle?
"La tua cioccolata calda ragazzo."



Eccomi genteeee.
Scusatemi per l'ennesimo capitolo corto, è che tra scuola-casa-casa-scuola sto impazzendo. çç
Sto studiando come una pazza.
Vi prometto che il prossimo sarà molto più figo e lungo.
Ok? ok. (?)
Alla prossima,siate buone con me. çç

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Capitolo 11
*** Capitolo undici. ***


Capitolo undici.
Susan si diresse verso la sala da pranzo dell'albergo, erano appena le 12.00 e già si trovavano tutti seduti ad un tavolo impazienti di riempiri i loro stomachi.
Scorse tra i tanti visi quelli delle sue amiche e non ci volle molto alla ragazza per notare Louis ovviamente insieme alla combriccola.
Dopo essersi data della stronza, essersi scusata e avergli dato un bacio sulla guancia di sua spontanea volontà credeva che avesse fatto solo un errore dietro l'altro, forse quel 'lasciati andare' detto da Cher aveva preso abbastanza sopravvento da darle il coraggio di comportarsi in quel modo.
"Susan finalmente!" Esordì Lea sorridendole.
Susan ricambiò il sorriso dell'amica e si sedette al fianco di Louis, non perchè volesse sedersi apposta vicino al ragazzo o forse si? Ma comunque era l'unico posto libero, quindi non si creava alcun problema.
"Come sono andate le lezioni di scii Lou?" Harry stuzzicò l'amico e Susan sentì il cuore accellerare.
"Abbastanza bene." Proferì Louis con nonchalance versandosi un bicchiere d'acqua.
"Vuoi dire che ora sai sciare grazie a Lou?" Il riccio posò il suo sguardo sulla ragazza in questione.
"S-si cioè non amo molto lo sport però come prima volta è andata bene.." Deglutì ripensando a quando si era ritrovata su Louis e aveva incontrato i suoi occhi.
"Mi stai dicendo che non avevi mai sciato?" Zayn s'intromise sorpreso.
"Bhè no." La ragazza sorrise grattandosi la guancia imbarazzata.
"L'ho detto io che era una dilettante.. pensate che me la sono ritrovata addosso come un sacco di patate." Louis sghignazzò.
Susan si voltò immediatamente verso il ragazzo fulminandolo con lo sguardo, gli altri scoppiarono a ridere immaginandosi la scena.
"Quindi eravate uno su l'altro e uno sotto all'altro?" Harry li guardò malizioso.
Quel ragazzo doveva sempre stuzzicare e pensare male? Cioè era incredibile, pensò la ragazza cercando di non strozzarsi con l'acqua che stava bevendo.
"Harry!" Esclamò Niall tra il divertito e il severo.
"Ma che volete? Sto solo riportando i fatti o mi sbaglio?" Incrociò le braccia al petto socchiudendo gli occhi.
"Teoricamente ci siamo ritrovati l'una sopra all'altro, praticamente non è una posizione di sesso!" Susan fece la linguaccia al riccio che si stupì della risposta data dalla mora.
Louis si girò verso Susan sorridendole.
Stava imparando a conoscerla, e per sua sorpresa non era una di quelle sfigate-verginelle come l'aveva definita lui, era una ragazza con sani principi apparte il fatto che l'avesse trovata sanguinante in bagno, aveva qualcosa di speciale e un qualcosa che gli faceva muovere le farfalle nello stomaco.
Louis spostò subito lo sguardo dalla ragazza scuotendo la testa in segno di disapprovazione verso i suoi pensieri.
Rimasero tutti per un qualche secondo in silenzio ma a interromperlo furono i camerieri che servirono il pranzo.
"Buon appetito!" Eslamò entusiasta Niall, aveva gli occhi che gli luccicavano cosa che appariva normale agli occhi degli altri.
"Buon appetito!" Risposero di rimando tutti in coro.

Dopo aver pranzato ognuno tornò nella propria stanza.
Le ragazze decisero di riposarsi un pò, si sentivano tutte abbastanza stanche ma nonostante la stanchezza Lea non smetteva più di parlare delle labbra sexy di Zayn che avrebbe voluto baciare e puntualmente o Brittany o Susan le lanciava un cuscino contro.
"Metto la sveglia verso le 17 e 30 che dite?" Propose Jennifer.
"Ma mettile direttamente alle 18!" Mugugnò Cher che stava quasi per addormentarsi.
"Vada per le 18 allora!" Dopo aver ricevuto il consenso di tutte Jennifer impostò la sveglia e si coricò come fecero tutte le altre.

Susan aprì lentamente gli occhi e con tutta la lentezza possibile si sfilò le coperte di dosso, si alzò e cominciò a stiracchiarsi.
Notò le sue amiche ancora a letto, sbadigliò avvicinandosi alla sveglia sul comodino che segnava esattamente le otto passate.
"Merda." Mormorò, la cena era per le otto e mezza ed era stato inutile mettere la sveglia dato che nessuno l'aveva sentita.
"Sveglia, sveglia!" Susan sbraitò andando in giro per la stanza pensando a cosa avrebbe dovuto indossare e come avrebbero fatto con un solo bagno, odiava essere in ritardo.
"Ma che succede?" Lea si strofinò gli occhi voltandosi verso Susan.
"Sono le otto passate, non abbiamo sentito la sveglia e dobbiamo muoverci!" Gesticolò.
"Oh my god!" Cher si sfilò le coperte di dosso, aprì l'armadio scegliendo in men che non si dica un vestitino aderente nero e si rifugiò in bagno.
"E' di una velocità impressionante!" Brittany si alzò portandosi le mani sui fianchi.
Poco dopo anche Jennifer si svegliò.
In fretta e furia scelsero cosa mettersi, tutte e cinque con un vestitino dal più elegante al più sbarazzino.
Brittany indossò un vestitino a palloncino di colore rosso;Lea scelse un vestitino con un colore più sprizzante:giallo canarino;Jennifer invece andò sul rosa, amava quel colore ed infine Susan indossò un vestito azzurrino a palloncino molto simile a quello di Brittany.
"Ora possiamo andare.. mio dio avete tutte un'aria da 'sono una signorina trasgressiva'." Disse Cher congiungendo le mani.
Le quattro scoppiarono a ridere spintonando Cher che si unì alle loro risate.
Si specchiarono un'ultima volta e finalmente scesero in sala per cenare.
"Allora Harold che te ne pare?" Cher fece un paio di inchini, era stranamente euforica quella sera.
"Smettila! Ti guardano!" Si avvicinò con fare protettivo stringendola a sè e baciandola un pò troppo appasionatamente.
Niall rimase incantato nel guardare Brittany, le prese entrambe le mani sussurrandole un qualcosa all'orecchio facendo arrossire la ragazza violentemente.
"Che palle! Siamo le solite zitelle.." Lea guardava sfiduciata le due coppie, sentì cingersi i fianchi e si girò istintivamente trovandosi lo sguardo ammiccante di Zayn.
"Ciao bellissima.." Sussurrò dandole un caldo bacio sulla guancia.
"C-ciao." Balbettò a malapena.
"Ma Liam e Louis?" Jennifer si guardò intorno.
"Siamo qui!" La voce calda di Liam illuminò il volto della ragazza.
"Bene, ora che ci siamo tutti possiamo mangiare." Esordì scocciata Susan, sembravano tutti accoppiati e non che le dispiacesse ma dopo un pò la cosa diventava stressante.
"Come siamo agitate.." Fischiettò Louis avvicinandosi al tavolo, prendendo posto.
Susan lo seguì a braccia incrociate "non ti ci mettere anche tu Tomlinson." si sedette anche lei.

Susan uscì fuori dall'albergo sedendosi su una panca, quella sera tirava un leggero venticello e la neve poteva ancora notarsi nonostante il buio.
C'erano poche stelle in cielo ma bastavano per rendere spettacolare quella notte.
"Devi sempre fare quella che si estranea, vero?" Louis si era appena seduto di fianco alla ragazza.
"E tu sempre quello che rompe, vero? -sbuffò- no, scusami Louis." era in quei momenti che odiava se stessa, Louis aveva ragione.. perchè si estraneava? Lei quella risposta l'aveva ed era che non sopportava vedere coppiette felici e non perchè fossero rivoltanti o cose simili ma perchè lei era sola..
"Sai all'inizio pensavo fossi strana -Susan si voltò verso Louis- bhè le mie teorie erano fondate." Si portò le mani nelle tasche ridendo fievolmente.
"Divertente." Commentò sarcastica.
"Dai cos'hai?" La incitò a parlare, quella sera si sentiva particolarmente preso da Susan o forse quello era solo l'inizio.
"Non ho niente.." Rispose quasi in un sussurro.
"Ho capito, non vuoi parlarne." Abbassò lo sguardo.
"Però posso farti una domanda? Ma promettimi che non mi aggredirai." Continuò convinto di sè.
Susan si limitò ad annuire.
"Perchè lo fai?" Indicò il polso ferito di Susan, qualla sera coperto da un polsino.
La ragazza sospirò "è come una droga quando cominci non riesce più a smettere.. è come se il dolore che hai dentro riesca a placarsi quando ti fai del male fisico.." Non ne aveva mai parlato con nessuno, ma sentiva di potersi fidare anche perchè lui non era andato a dirlo a nessuno che lei si autolesionava.
Louis la guardò toccato.. era come se volesse sapere che dolori gli appartenessero e perchè.
"Promettimi una cosa.. -Susan lo guardò interrogativa- che la prossima volta che ti venga in mente di farlo prometti di chiamarmi." Disse tutto d'un fiato.
Susan sentì gli occhi pizzicarsi.
Annuì con foga.
Louis vide una lacrima scenderle sul volto e senza pensarci due volte posò la sua mano su quella di Susan stringendola il più forte possibile.




 

Ho avuto un pò di tempo e quindi ho continuato.
Avete visto? Altro che quei capitoli corti! ùù (?)
Mi raccomando 6 recensioni e continuo :3
Un bacio a todossss.

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici. ***


Capitolo dodici.
Susan si girava e rigirava nel piccolo letto finchè non si alzò di soprassalto passandosi una mano prima sul viso sudato e poi sul cuore che pensava avesse smesso di battere.
Odiava fare brutti sogni, odiava sognare suo padre e odiava più di tutto quella voglia improvvisa di piangere.
Si voltò verso il suo polso, ecco che ricominciava quella dannata ossessione di prendere qualsiasi cosa e farsi del male fisico, era l'unico modo di alleviare tutto quel dolore che provava da ormai troppo tempo.
Si sfilò in fretta il lenzuolo di dosso, si alzò in punta di piedi cercando di non fare nemmeno il più lieve dei rumori, si chiuse la porta alle sue spalle e sgattaiolò fino al bagno.
La mora aprì il rubinetto della fontana bagnandosi il viso prima sudato, alzò il suo sguardo incontrando il suo riflesso.
Gli occhi lucidi contornati con grandi occhiaie, i capelli arruffati, il suo naso non del tutto perfetto.
Odiava se stessa, odiava il suo aspetto esteriore, odiava somigliare a suo padre, avrebbe preferito avere tre occhi che avere qualche lineamento del padre.
Una lacrima le percorse il volto, poi ancora un'altra, cercò di frenare quel pianto ma non ci riuscì, era come chiedere a un fiume in piena di non straripare.. 'impossibile'.
Tirò su col naso riuscendo finalmente a smettere di piangere silenziosamente, si abbassò in fretta cercando il taglierino della notte precedente, era sicura che l'avrebbe trovato sotto il lavandino o comunque sul pavimento.
"Eccoti.." Sussurrò afferrando il taglierino.
Nello stesso momento in cui lo afferrò le balzarono per la mente le parole di Louis, il suo sguardo toccato, la sua mano calda a contatto con la sua.
Guardò il taglierino, se lo rigirò tra le mani, era come se stesse infrangendo la promessa, perchè quella era una promessa, no?

La mora si avvicinò alla porta di legno titubante, bussò con un tocco leggero, passarono cinque minuti circa quando la ragazza sentì il suono della serratura.
"Susan?" Louis si strofinò gli occhi, segno che stava dormendo.
Susan non rispose era troppo impegnata a fissare i suoi piedi, per giunta nudi, doveva ammettere che era del tutto imbarazzata.
"Vuoi entrare?" Sussurrò con la voce ancora impastata dal sonno.
La mora si limitò ad annuire per poi entrare.
Louis chiuse velocemente la porta dietrò di sè, si voltò a guardare Susan che questa volta era impegnata a fissare i suoi pollici.
Solo quandò alzò finalmente lo sguardò Louis si accorse delle sue lacrime.
"Che è successo?" Si avvicinò preoccupato alla mora.
"Scusa.." Sussurrò scossa dai singhiozzi.
"Scusa?" Domandò confuso.
"E' stato più forte di me, volevo venire prima da te m-ma.." Balbettò a fatica.
Non ci volle molto a Louis per capire di cosa la ragazza stesse parlando.
Le prese il polso, lo guardò; sanguinava.
"Va tutto bene, ora lo sistemiamo." Sforzò un sorriso avvicinandosi ad un cassetto, prese un fazzoletto e glielo arrotolò con calma intorno al polso.
"L-Louis mi dispiace.." Balbettò la ragazza guardando come il ragazzo finiva di stringere il fazzoletto intorno al suo polso.
"Hei va tutto bene, abbiamo risolto tutto.. vedi?" Indicò il polso sorridendo apprensivo alla ragazza.
La mora si fiondò sul ragazzo stringendo la sua maglietta, aveva bisogno di una spalla su cui piangere in quel momento, anche se di lacrime ne aveva sprecate già troppe.
Louis rimase per un momento interdetto, non si aspettava un gesto del genere, ma non gli dispiaceva per niente.
La strinse dolcemente, accarezzandole la schiena, voleva rassicurarla, tutto qui.
Susan si scostò da Louis alzando lo sguardo ed incontrando il suo.
Louis le accarezzò le guance "Passato?"
"Un pò si.."
"Vuoi parlarne?"
Susan scosse la testa in un 'no', voleva davvero parlarne con Louis, con lui si sentiva al sicuro, ma c'era qualcosa che la frenava.
Louis le mostrò l'ennesimo sorriso premuroso, avvicinò la fronte della ragazza a sè e le schioccò un leggero bacio, come per dirle che avrebbe aspettato che lei fosse pronta per parlare dei suoi problemi.
"P-posso dormire qui?" Susan abbassò lo sguardo imbarazzata, non le andava di tornare nella sua stanza, proprio no.
"C-certo." Balbettò anche lui imbarazzato.
Louis si sedette nel letto aspettando che Susan si sedesse al suo fianco, senza dire una parola si sdraiarono coprendosi con le coperte e girandosi ognugno dalla parte opposta dell'altro.
"Louis?"
"Si?"
"Grazie.." Susan chiuse definitivamente gli occhi.
Louis sorrise d'istinto.
Era la prima volta che dormiva con una ragazza senza fare cose sconcie e doveva ammettere che gli piaceva, soprattutto se la ragazza al suo fianco era Susan.



Eccomi donzelle!
Sono stata contentissima di ricevere ben 9 recensioni. çç
E spero di riceverne tante anche qui.
Ammetto che non sia un granchè ma è un capitolo di transizione.
Spero vi piaccia.
Aspetto sempre un minimo di 6 recensioni e continuo.
Besooooooooss.

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici. ***


Capitolo tredici.
"Indovinate?"
La voce di Jennifer rimbombò nel corridoio della scuola facendo voltare i pochi presenti intenti ancora a prendere libri e quaderni per l'ora successiva.
"Che succede?" Cher si voltò verso la mora chiudendo il suo armadietto.
"Liam mi ha chiesto di uscire, stasera!" Gli occhi della ragazza si illuminarono facendo sorridere Cher e le altre tre amiche che fino ad allora non avevano aperto bocca.
"Davvero?"
"Mio Dio!"
Furono le esclamazioni di Brittany e Lea mentre Susan si limitava a sorridere, la sua mente in quel momento era persa in chissà quale luogo.
"Ora è meglio andare a lezione, mi raccomando fammi sapere com'è andata." Susan sorrise premurosa a Jennifer per poi voltarsi e rientrare in classe.
"E' strana.." Bisbigliò Lea alle amiche rimaste.
"E' da quando siamo ritornati a scuola che è strana.." Bisbigliò a sua volta Cher del tutto preoccupata.

Susan entrò nella sua aula sedendosi al suo solito posto, aprì il libro davantì a sè e si prestò ad ascoltare l'insegnante del tutto disinteressata.
Erano due giorni che era tornata a scuola dopo quella 'vacanza sulla neve' e Louis non le aveva ancora rivolto la parola e lei non sapeva spiegarsi il perchè.
Era stato carino e premuroso nei suoi confronti, cosa che l'aveva sorpresa fin dall'inizio.
Dopo quella notte in cui si erano addormentati nello stesso letto, si era ritrovata avvolta dalle braccia del ragazzo, cosa che la imbarazzò parecchio ma che la fece sorridere allo stesso tempo.
Ora, invece, Louis a stento le rivolgeva la parola, il che era troppo, ora che aveva capito che provava qualcosa di forte nei suoi confronti, lui si allontanava da lei?
Non era possibile.
"Signorina!" Il professore sventolava la mano sotto gli occhi della mora.
Susan uscì da quel suo stato di 'trance' balbettando qualcosa di incomprensibile.
"Segua la lezione, per favore!" Sbuffò rassegnato aggiustandosi gli occhiali da vista sul naso.
"S-si." Balbettò ancora, però questa volta facendo capire ciò che diceva.

La campanella suonò, Susan sopirò uscendo di corsa dall'aula.
Erano state le due ora più frustranti della sua esistenza, chi resisterebbe alla spiegazione di caratteri incomprensibili? Lei non ci capiva niente di algebra, soprattutto ora che aveva mille pensieri per la testa, o meglio ne aveva solo uno di pensiero: Louis.
Uscì in fretta da scuola guardandosi intorno, purtroppo quel giorno le amiche uscivano prima da scuola e lei era costretta a tornare a casa da sola.
"Ridammela ti ho detto!" L'irlandese correva davanti gli occhi di Susan rincorrendo Louis.
Un sorriso colorò il volto di Susan.
"Voglio solo assaggiare." Piagnucolò portando le mani nella busta di patatine e prendendone una certa quantità per poi portarsele alla bocca.
"Ti odio!" Niall tirò da mano la busta di patatine da Louis.
Solo allora Louis si voltò incontrando il sorriso di Susan, per un momento sentì qualcosa in gola.
Niall notò la reazione dell'amico e per fargliela pagare se la svignò con un 'Devo proprio andare', Louis non ebbe il tempo di raggiungerlo che Niall era già salito in sella al suo motorino e aveva già svoltato l'angolo.
Susan fece un cenno di saluto che smorzò subito dato che Louis non ricambiò, era rimasto inerme a fissare davanti a sè.
Non che non volesse salutarla, ma il fatto che sentisse le farlalle nello stomaco e che stesse bene con lei non lo trovava salutare, si stava innamorando per la seconda volta.
Susan si avvicinò a passo svelto verso Louis.
"Che ti ho fatto a tal punto da togliermi perfino il saluto?" La mora gonfiò le guance irritata.
"N-niente, è che devo andare e sono stanco." Mormorò a testa bassa.
"Anche ieri e l'altro ieri eri stanco e dovevi andare?" Susan rispose a tono, non sapeva da dove fosse uscito fuori tutto quel coraggio ma le piaceva.
"Io.. scusami Susan." Si grattò la testa imbarazzato.
"Sai chiedere solo e sempre scusa! -incrociò le braccia al petto- sai che penso? Penso che io ti faccia solo pena!"
"Non è vero, tu non mi fai per niente pena!" Sbottò Louis questa volta guardando in faccia la ragazza.
"Tutte stronzate!" Susan fece per voltarsi ma Louis la fermò per un braccio costringendola a voltarsi verso di lui.
"Io.. io mi preoccupo davvero per te, lo capisci?" Il respiro regolare di Louis soffiava sulle labbra della mora.
"E perchè non mi saluti? Perchè non mi rivolgi la parola?" Il suo viso era ancora a pochi centrimetri da quello del ragazzo.
"Non posso dirtelo." Furono le parole di Louis, che abbassò lo sguardo pentito.
"Bene." Si scrollò dalla presa, lanciando un ultima occhiata al ragazzo per poi andarsene a casa.
Louis sbuffò.
Aveva paura, paura di soffrire ancora una volta per amore, aveva paura di provare quelle sensazioni che ora stava provando ogni volta che osservava il sorriso e gli occhi di Susan.
Nessuno avrebbe mai detto che uno come Louis, 'figo e stronzo' avesse paura di soffrire,ma la realtà era quella.
Louis Tomlinson si stava innamorando e aveva paura di rimanerci di merda come l'ultima volta.



Susan tornò a casa sbattendo con veemenza la porta, Louis l'aveva fatta davvero arrabbiare questa volta.
Era stato incomprensibile e strano nei suoi confronti.
Eppure lei non aveva fatto niente per far si che lui si comportasse così in strano modo con lei.
Sospirò buttandosi la cartella alle spalle e lanciando il cappotto sul divano di casa.
Sentì delle voci provenire dal salotto, si affacciò per capire cosa stava succedendo.
I due che stavano discutendo animatamente si girarono verso la ragazza che era rimasta paralizzata.
"Susan.." La madre provò ad avvicinarsi a sua figlia.
"Che ci fa lui qui? Che cazzo ci fa lui qui?" Gli occhi le pizzicavano, ma non avrebbe pianto, non davanti all'uomo che le aveva reso un anno un inferno.
"E' tuo padre Susan.." La madre cercò di tranquillizzarla lasciandole un bacio tra i capelli, ma la mora la scostò all'istante, lei sapeva come ci era stata male e come ancora oggi ci stava male, perchè farlo entrare in casa? in casa loro? Pensò Susan.
"Susan io voglio solo parlarti.. voglio solo parlare un pò con te.." L'uomo si avvicinò alla ragazza che lo spinse via immediatamente.
"Lui non è mio padre!" Gli puntò un dito contro scappando da quella casa, da quella situazione.
Era proprio come se lo ricordava; stessi capelli brizzolati di un nero cenere, stessi occhi color nocciola, proprio come i suoi, stessa voce calda, stesso modo di vestire in giacca e cravatta, non era cambiato per niente.
Corse per strada mentre le lacrime si facevano spazio sul suo viso, sembrava tutto così irreale a suo parere, solo che sentiva ancora più sofferenza.
Sentì scontrarsi contro qualcuno, ma non ci fece caso continuò a correre.
"Susan!"
Si fermò all'istante, sentendosi prendere per i fianchi.
Si voltò verso Louis rimasto a fissarla preoccupato.
"Louis per favore.." Pronunciò a suon di singhizzi cercando di divincolarsi dal ragazzo.
Una goccia cadde sulla testa dei due, poi ancora un'altra finchè non si ritrovarono del tutto inzuppati a causa della pioggia.
Louis non sembrò farci caso, tirò la ragazza a sè stringendola tra le sue braccia il più forte possibile.

Grazie per le recensioni, cioè ho raggiunto le 100 e + recensioni agsdyuagdu. çç
Mi raccomando fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, ci tengo tanto. e.e
Diciamo che è estremamente deprimente, lo so. D:
Aspetto un minimo di 6 recensioni come sempre. :3
Un besosss carnale (?).

 

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici. ***


Capitolo quattordici.
Susan seguiva Louis con lo sguardo mentre si affrettava a prepararle una camomilla.
Aveva proposto alla ragazza di andare a casa sua, dato che la pioggia era diventata un vero e proprio diluvio con tutto di lampi e tuoni e dato che erano tutti e due bagnati fradici.
Non avevano scambiato più parola camminando o meglio dire 'correndo' verso casa Tomlinson, era strano per i due come bastassero semplicemente degli sguardi per intendersi e capirsi.
"Intanto che ti preparo la camomilla perchè non vai ad asciugarti?" Propose il ragazzo continuando a girare nel bollitoio.
Susan lo guardò per un'istante e arrossì violentemente.
Il suo abbraccio volontario le aveva fatto smettere di pensare per un momento al fatidico ritorno di quell uomo che non definiva nemmeno più suo padre.
"Peccato che non conosco casa tua Louis.." Sorrise fievolemente guardandosi intorno per capire dove si trovava il bagno.
Louis si voltò spegnendo i fornelli e sorridendo a sua volta.
"Che idiota che sono.. vieni.." Le fece cenno di seguirlo.
Susan si guardava intorno ammaliata, non era un grande appartamento ma le parenti bianche e le mura in legno le mettevano sicurezza.
"Ecco -Louis aprì la porta bianca,prese un grande asciugamano porgendolo alla mora- fai come se fossi a casa tua." Fece spallucce.
"Grazie.." La mora sorrise stringendo tra le sue mani l'asciugamano che Louis le aveva appena dato.
"L'ho già detto che sono un'idiota?!" Louis si battè il palmo della mano sulla fronte.
Susan alzò un sopracciglio confusa.
"Aspetta -scavò in una cesta alla sua destra e ne tirò fuori una felpa grigia e un pantolone grigio
- non puoi indossare di nuovo i tuoi vestiti, sono tutti bagnati!" Esclamò ancora sorridendole e porgendole nuovamente qualcos altro.
Alla ragazza scappò una risatina mentre afferrava il tutto.
"Bene.." Si grattò la guancia imbarazzato, girandosi per andarsene.
"Louis!" Susan lo richiamò.
Louis si voltò con la mano appogiata alla maniglia della porta.
"Comunque si.. l'hai già detto che sei un'idiota!"
Il ragazzo scoppiò a ridere richiudendosi la porta dietro di sè.

Susan indossò velocemente il pantalone, le andava un pò largo ma poco le importava.
Osservò per qualche minuto la felpa che aveva tra le mani; la felpa di Louis.
Sorrise al solo pensiero che ora l'avrebbe indossata, si sentiva in uno di quei film in cui dopo aver passato la notte insieme al protagonista, lui, faceva indossare le sue felpe o camicie alla ragazza che amava.
Scossè la testa, scacciando quei pensieri romantici, forse troppo, quelli erano solo film, lei stava indossando la felpa di Louis solo perchè era bagnata fradicia, niente di più, niente di meno.
Se la infilò in fretta, in quel momento quel profumo che conosceva fin troppo bene la invase dolcemente.
Respirò un'ultima volta quel profumo caloroso prima di uscire dal bagno.
Louis riscaldò un pò la camomilla, poi la ritrasse appena sentì la porta del bagno chiudersi, in pochi secondi davanti a lui si presentò la mora con i suoi indumenti.
Sorrise incosciamente, pensando che anche se la felpa e il pantalone le andavano larghi le sembrava un cucciolo.
"Tieni.." Porse la tazza di camomilla sempre col sorriso sulle labbra a Susan.
"Grazie.." Bonfacchiò bevendone un sorso cautamente.
Louis si sedette sul divano dietro Susan e le fece cenno si sedersi accanto a lui, la ragazza non esitò.
Il ragazzo sospirò prima di parlare, non poteva far finta di niente, si preoccupava davvero per Susan e averla vista piangere e scappare così all'improvviso lo aveva preoccupato ancora di più.
"So già cosa vuoi chiedermi." Susan lo interruppe guardandolo negli occhi.
"Vuoi sapere perchè.. perchè correvo via per strada piangendo come un'emerita cretina? Perchè mi autolesiono appena ho l'occasione? Sono tutte risposte collegate.. -prese fiato prima di riparlare- mio padre.. mio padre ha divorziato con mia madre un anno fa, ha deciso di non voler nessun tribunale poichè non voleva saperne più niente di me, ci sono stata davvero male ed è così che è nato il mio amore verso quel taglierino -posò la tazza che aveva tra le mani sul tavolino in vetro di fronte a lei- ed ora è tornato.. e l'unica cosa che ha saputo dirmi è stata 'voglio parlare con te Susan'.." Una lacrima le scese sul viso ma l'asciugò in fretta.
Louis deglutì a fatica, poteva capirla, si che poteva capirla.
Aveva vissuto la stessa situazione con suo padre, con l'unica differenza che era andato via quando lui aveva solo i suoi sei anni.
"Ti posso capire.. e devi essere forte.. non devi scoraggiarti.. non devi più farti del male.." Si avvicinò accarezzandole una guancia.
Susan abbassò lo sguardo, rigirandosi le mani nervosa.
Louis le mise una mano sotto al mento costringendola a guardarlo negli occhi, proprio in quel momento Susan fermò il suo rigirarsi 'di mani'.
Si avvicinò sempre di più alla mora rompendo completamente le distanze posando le sue labbra dolcemente sulle sue.
Susan per un attimo rimase perplessa, non si aspettava un gesto simile, ma non poteva negare di averlo sognato tante volte.
Si lasciò andare chiudendo gli occhi e facendosi trasportare da Louis, era il suo primo bacio e si sentiva un'imbranata colossale ma Louis sembrò non farci caso.
Le portò le mani sui fianchi trasformando quel bacio dolce in qualcosa di più passionale.
Le loro lingue si incontrarono e a quel tocco Susan provò dei brividi per tutto il corpo, portò le sue mani intorno al collo del ragazzo.
Louis interruppe quel bacio strofinando dolcemente il suo naso contro quello di Susan.
Susan sorrise spontaneamente scatenando anche il sorriso di Louis.
Era contento di averla baciata, lo desiderava con tutto se stesso ma più di ogni altra cosa ora desiderava il suo corpo,il suo profumo,le sue labbra ancora una volta, voleva fare l'amore, quello vero con lei.
Riprese a baciarla con più foga facendo scorrere la sua mano sotto la felpa, Susan quasi sussultò bloccandogli la mano che scorreva ancora sulla sua schiena.
"Che succede?" Sussurrò sulle labbra della mora.
"Louis io non voglio farlo.. tu lo fai solo per divertirti.. per m-me è la prima volta.." Balbettò a fatica spostandosi una ciocca di capelli imbarazzata.
"Tu sei diversa Susan -le accarezzò la guancia- fai l'amore con me.."



I'm hereeeeeee.
Scusate se vi mollo così HAHAHAHA çç

Però fa effetto,ammettetelo. ùù
Sono velocissima a postare i capitoli,quindi amatemi (?)
Per l'altro aspetto un minimo di 10 recensioni,questa volta..mi raccomando. e.e
Alla prossima carote belleeee. (?)

*MORTA*

 

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Capitolo 15
*** Capitolo quindici. ***


Capitolo quindici.
Susan arrossì nuovamente dinanzi a quegli occhi color ghiaccio che credeva impenetrabili, mentre ora era come se ci navigasse in tutto quel ghiaccio, era come se in quel momento i suoi occhi si fossero incatenati con i suoi, quasi non ci credeva.
Si avvicinò a Louis premendo le sue labbra contro le sue morbide e dolci, acquistò più sicurezza facendo incontrare le loro lingue.
Era sicura di volerlo, si, voleva fare l'amore con Louis per la prima volta, lo voleva con tutta se stessa.
Lui era in grado di proteggerla e di farla sentire al sicuro come nessun altro.
Louis le accarezzò la guancia, continuando a baciarla.
Poteva giurare di sentire fuochi d'artificio esplodere contenti nel suo stomaco e nel suo cuore.
Mai nessuna ragazza gli aveva fatto provare quello che stava provando in quel momento, solo Susan ci riusciva, solo Susan riusciva a renderlo felice con un semplice bacio sulla guancia, un abbraccio caloroso ed un bacio insicuro.
Si staccò dolcemente, guardandola dritta negli occhi, sapeva che era affrettato dirlo, dire quelle complicate parole, ma le sentiva andare su e giù in gola, doveva dirle, doveva buttarle fuori ad ogni costo.
"Ti amo." Sussurrò sempre con gli occhi incollati ai suoi, potè notare il rossore riempirle il viso e un sorriso timido illuminarle il viso.
Davvero l'amava? E doveva rispondergli allo stesso modo? E se era solo una botta e via? Oh, no.
Lei sapeva benissimo che non lo era, sapeva benissimo che Louis in quel momento era agitato e insicuro, poteva notarlo dai suoi occhi, dal suo mordersi il labbro inferiore.
"Fottiti Tomlinson." Scoppiarono a ridere entrambi ricordando la prima giornata sulla neve quando Louis le avevo chiesto scusa e lei aveva risposto allo stesso modo, con l'unica differenza che questa volta lo aveva pronunciato così dolcemente da far sciogliere il cuore di Louis, come se sapesse che quelle parole volessero dire 'anche io ti amo.'
Sembrava stupido ma lui ne era sicuro.
Le afferrò la mano, una scarica di brividi percorse la schiena della mora.
Louis la tirò a sè, tenendola stretta il più forte possibile, quasi avesse paura di lasciarla andare.
Riprese a baciarla con più foga, Susan gli sfiorò una guancia facendosi trasportare da Louis verso quella che doveva essere la sua camera.
Arrivarono fino al grande letto al centro della stanza, bianco panna, anche quel letto le metteva sicurezza, le bastava sapere che ci dormiva Louis, era normale fare quei pensieri stupidi prima di fare l'amore?
Avevano ancora entrambi gli occhi chiusi mentre continuavano a baciarsi ininterrottamente quando si gettarono sul grande letto.
Louis aveva quasi paura di farla male con un semplice tocco, non che fosse inesperto, anzi, ma con Susan sembrava quasi che lo stesse per fare per la prima volta.
Le sfilò cautò la grande felpa, poi la gettò sul pavimento.
Cominciò a baciarle lentamente il collo, Susan sentì una sensazione piacevole invaderle il corpo, represse quella voglia matta di gemere.
Louis prese a baciarla fino sotto la pancia, finchè non decise di sfilarle anche il reggiseno a merli che portava.
Susan aveva sempre pensato che quando lo avesse fatto avrebbe avuto vergogna o timore che l'altra persona esaminasse il suo corpo, ma con Louis era diverso, quel timore era scomparso.
La mora si fece sfilare il pantalone grigio e a sua volta sfilò la maglietta a righe che portava Louis, aveva un corpo scolpito, era perfetto.
Louis si tolse in fretta i jeans.
A Susan scappò un risolino notando i boxer colorati che portava.
"Che c'è?" Sembrava quasi infastidito.
"Sei perfetto anche con una cosa ridicola addosso." Gli sorrise sorniona, ma era sincera, lo pensava davvero.
Louis sbuffò per poi scoppiare a ridere.
"Tu sei perfetta.." Le sussurrò in un orecchio, prima di prenderle il polso ferito e baciarlo come se volesse curarlo, come se volesse curare Susan da tutte le sue sofferenze.

Louis la avvolgeva con le sue braccia calde, le accarezzava delicatamente la schiena nuda e le schioccava continui baci tra i lunghi capelli.
Susan alzò lo sguardo dandogli un piccolo bacio a fior di labbra.
Era stata la prima volta che aveva sempre sognato e desiderato, Louis l'aveva fatta sentire una principessa, era stato dolce e comprensivo.
Aveva reso quel momento così meraviglioso che lei non aveva sentito il minimo dolore, le amiche le avevano confessato che faceva male ma lei poteva affermare l'opposto.
Louis la teneva incollata a sè, i loro corpi combaciavano perfettamente, erano nati per completarsi, ne era sicuro.
Ed era anche sicuro che per lui quella era stata la prima volta che aveva fatto l'amore, per davvero.
Ad interrompere il loro abbraccio che durava da fin troppo tempo fu il cellulare di Susan.
Susan si scostò a malincuore da Louis afferrando l'oggetto che l'aveva disturbata.
Era un numero sconosciuto, non ci pensò due volte prima di rispondere.
"Susan?" Quella voce..
"Che vuoi?" Fu la risposta della mora che strinse con la mano libera il lenzuolo.
"Voglio solo parlarti.. torna a casa." Le stava parlando con un'autorità quasi snervante.
"Tu non sei nessuno per dirmi cosa devo o non devo fare, tornerò a casa quando tu te ne sarai andato!" Alzò la voce gettando il cellulare sul fondo del letto.
Louis le prese la mano che stringeva il lenzuolo, la strinse e la mora ricambiò.
Si voltò a guardarlo con gli occhi lucidi.
Louis l'abbracciò senza esitare troppo.
"Va tutto bene.. resterai qui con me, ora ci sono io.."
Quelle parole erano le uniche che voleva sentir uscire dalla bocca di Louis.
"Sei davvero il mio supereroe.." Azzardò stringendogli le spalle e accoccolandosi sul suo petto.


Spazio for itsfrancy.
Finalmente ho trovato un pò di tempo ed ho aggiornato. :3
Diciamo che questo capitolo è piuttosto romantico, dai voglio anche io una prima volta del genere AHHAHA (?)
Soprattutto se è con Louis, oh.
Ok, sono letteralmente impazzita.
Aspetto un minimo di 10 recensioni per continuare. ùù

Ciao, belle carote, ciao.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo sedici. ***


Capitolo sedici.
"Pizza?" Propose Louis alla mora con un sorriso a trentadue denti, se non di più.
"Vada per la pizza, però voglio quella ai quattro formaggi!" Precisò ricambiando il sorriso per poi mettersi comoda sul divano.
Aveva ancora il suo profumo sulla pelle che le inebriava le narici.
Abbassò lo sguardo sulla felpa di Louis che aveva rimesso, ora poteva affermare di sentirsi come quelle tizie dei film.
Sorrise distratta persa nei suoi pensieri tanto che non si accorse di Louis che si sedette di fianco a lei facendo traballare il divano.
"Che modi!" Borbottò Susan divertita.
"Ehy questa è casa mia e se voglio posso anche mettermi a saltare sul divano come un pazzo nonostante la tua presenza." Portò le braccia al petto.
"Devo dire che fai dei discorsi davvero.. mhh.." Si fermò a pensare "no, non mi viene l'aggettivo." Continuò facendo spallucce.
Louis scoppiò a ridere, una di quelle risate cristalline e pure, era così semplice e la sua semplicità le permetteva di raggiungere la perfezione a suo parere.
"Non ridere di me." Mormorò offesa.
Louis le si avvicinò baciandole prima la fronte, poi il naso ed infine le labbra, approfondendo l'ultimo contatto.
"Io ti dico di non ridere di me e tu te ne esci con tutto questo affetto?" Sussurrò a un centimetro dal viso di Louis.
"E' che sei perfetta.. non posso farci niente."
Susan gli scoppiò a ridere in faccia.
"Non solo ridi di me ora mi prendi anche in giro!" Sbottò ancora tra le risate.
Louis si distaccò infastidito, si perchè il fatto che lei non si sentisse perfetta lo urtava e non poco.
Rimase in silenzio guardando davanti a sè a braccia conserte.
Susan lo guardò impalata.
"S-sei arrabbiato?"
"Si, cazzo! Mi fai incazzare!" Alzò la voce innervosito.
Susan deglutì, tutto quell'accanimento da dove gli veniva poi?
"Quando ti dico che sei perfetta non dovresti ridermi in faccia, quello che si sente preso in giro sono io, non tu.." Questa volta il ragazzo abbassò il tono di voce.
Susan sentì una stretta al cuore, esisteva davvero un ragazzo del genere? Che domande si poneva? Si che esisteva e ce l'aveva davanti ai propri occhi.
All'inizio vedeva Louis come uno stronzo ma ovviamente si era ricreduta.
E vederlo accanirsi per un complimento non accettato, sentirlo dire che si sentiva preso in giro era quasi surreale.
"Scusami.. è che.. nessuno mi hai mai detto cose simili.. la gente pensa tutto tranne che io sia perfetta.." Disse tutto d'un fiato con lo sguardo basso.
"La gente può pensare tutto ciò che vuole di te e anche di me.. la gente giudica sempre e un tempo lo facevo anche io ma poi sei arrivata tu e tutto è cambiato.. io sono cambiato." Si voltò verso la mora che in quel momento aveva tinto le sue guance di un rosso fuoco, Louis se ne rese conto e la tirò verso di lui abbracciandola.
"Ok, allora sono perfetta." Proferì poi staccandosi dall'abbraccio e facendo scoppiare a ridere nuovamente Louis.
"Sei proprio stupida." Le scompigliò i capelli.
"Sono perfetta non stupida!" Sbuffò sorridendo sotto i baffi.
A interrompere quel momento di sdolcinatezze e coccole fu il campanello.
"Le nostre pizze!" Louis si alzò in piedi e corse verso la porta.
Tornò dalla mora con i due cartoni di pizza fra le mani.


I due finirono in fretta le loro pizze tra una parola e una risata.
Per entrambi era così rilassante e armonioso stare insieme.
Louis era completamente cotto a puntino di Susan, ogni sua parola, ogni suo sorriso gli procuravano una mandria di bisonti nello stomaco.
E la mora non era da meno, le bastava un abbraccio e un bacio di Louis per sentirsi al sicuro e soprattutto 'sentirsi amata', per la prima volta in tutta la sua vita si sentiva amata e accettata per quello che era.
"Sicura di voler rimanere a dormire qui?" Le domandò premuroso, non che non volesse che rimanesse con lui, anzi lo voleva eccome ma si domandava in cuor suo se lei voleva tornare a casa e chiarire la situazione che tanto la tormentava, perchè nonostante il suo sorriso perenne tutta la sera lui aveva notato i suoi improvvisi sguardi persi nel vuoto.
Susan annuì, si avvicinò al ragazzo per poi sprofondare la sua testa sul suo petto, sentiva il cuore di Louis battere velocemente e non poteva desiderare di meglio, quella era una splendida melodia.
Louis la strinse a sè, ne era convinto ne era innamorato, era innamorato di Susan, lo poteva notare da come il suo cuore prendesse la quarta ogni volta che lei gli si avvicinava più del dovuto, da come i suoi occhi si perdevano in quelli color cioccolato della ragazza, e poteva affermare che tutto quello lo faceva stare più che bene, lo completava.
"Ho sonno." Piagnucolò improvvisamente alzando lo sguardo e perdendosi come sempre in quell'abbisso glaciale.
"Il letto caldo ci sta chiamando." Indicò il letto di fronte a loro, scoppiarono entrambi a ridere per poi infilarsi tra le coperte.
"Dobbiamo andarci a scuola domani?" Susan lo guardava quasi implorandolo.
"Susan.." La riprese "Dobbiamo andarci." Disse poi avvicinandola di più a sè.
"Sei cattivo." Mise il broncio facendosi comunque cingere dalle braccia del ragazzo.
"Davvero pensi che io lo sia?" Abbassò lo sguardo incontrando quello della mora.
"Fammi ricredere." Disse altezzosamente.
Louis le prese la mano intrecciandola con la sua, ruppe le distanze fra le loro labbra e la baciò dolcemente, Susan gli morse il labbro inferiore.
"Ahi." Si lamentò. "Quella cattiva qui sei tu." Continuò Louis.
Susan scoppiò a ridere per poi accocolarsi sul suo petto e socchiudere gli occhi.
"Però ti amo." Sussurrò sul suo petto prima di addormentarsi.
Louis sentì il cuore esplodere nel suo petto, e non gli importava se lei potesse sentire i suoi battiti troppo veloci per un cuore normale.
Gli aveva detto che lo amava. Socchiuse gli occhi prima di addormentarsi anche lui con il sorriso sulle labbra.




Spazio for itsfrancy.
Sono felicissima che il capitolo precedente vi sia piaciuto. :')
Ammetto che questo capitolo sprizza miele da tutti i pori. (?)
So che non succede nulla di che ma aspettate il prossimo capitolo prima di parlare. ùù
Giuro che ci saranno molti colpi di scena. :3
Aspetto un minimo di 10 recensioni e 'BEM' posterò il prossimo capitolo.


 

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Capitolo 17
*** Capitolo diciassette. ***


Capitolo diciassette.
La sveglia del cellulare di Louis cominciò a trillare sulle melodie di 'Look after you' dei The Fray, era la sua band preferita e soprattutto la sua canzone preferita, lo metteva di buon umore e lo faceva sempre svegliare col sorriso sulle labbra.
Lo stesso successe quella mattina ma pensò che anche se non ci fosse stata quella suoneria si sarebbe comunque svegliato col sorriso sulle labbra perchè al suo fianco c'era Susan.
Susan si lamentò prima di aprire definitivamente gli occhi e trovandosi Louis che la guardava sorridente.
"Per favore stiamocene a casa." Mugugnò prima di sprofondare la testa sul cuscino.
"Cosa ti ho detto ieri? Dobbiamo andarci." Sentenziò categorico, si alzò e tirò le coperte via dal letto facendo sussultare la mora.
"Ti odio!" Sbraitò, poi si mise seduta e si strofinò gli occhi.
"Bhè ti contraddici cara, ieri mi hai detto letteralmente l'opposto." Louis gli fece una linguaccia prima di sparire dalla stanza per dirigersi nel bagno.
Susan sbuffò soronamente, una volta che Louis sparì dalla sua vista sorrise istintivamente.
Si sentiva felice in quel momento, completa e la cosa più bella è che era tutto reale.
Aveva fatto l'amore con Louis, che aveva detto di amarla, ma non solo, le aveva detto perfino che era perfetta, ebbene si, lei si sentiva perfetta per lui.
Con lui accanto il desiderio di autolesionarsi era sparito, non riusciva più a sentirne il bisogno.
Si dimenticava di tutti i suoi brutti pensieri, che in quel momento c'erano, ovvero ce n'era uno ed era il ritorno del padre, ma grazie a Louis riusciva a scrollarsi quei pensieri e a sostituirli con altri fatti di coccole, abbracci e parole sincere.
Afferrò in fretta i suoi vestiti del giorno prima, completamente asciutti e si vestì in fretta, poi si diresse verso il bagno dove Louis si stava infilando le sue bretelle rosse.
"Louis!" Quasi strillò facendo saltare una bretella da mano del ragazzo.
"Che succede?" Domandò preoccupato notando l'espressione corrucciata della mora.
"Mi serve un pò di matita! Cioè guardami ho un viso cadaverico." Si avvicinò allo specchio piazzandosi davanti a lui.
Louis scoppiò a ridere, cinse Susan da dietro schioccandole delicatamente un bacio sul collo "Non hai bisogno di trucchi, ma dato che ho una sorella che va in crisi senza e che la volta scorsa dimenticò la sua borsa di trucchi qui, bhè puoi utilizzare i suoi." Le si illuminarono gli occhi e lui sorrise compiaciuto.
Si distaccò dalla ragazza, aprì un cassetto sotto al lavandino e le porse il porta-trucchi colorato di un azzurro sfumato.
"Sbrigati, ti aspetto in cucina."
Susan lo ringraziò e Louis le sorrise per l'ennesima volta.
Amava quando Louis le sorrideva, amava semplicemente il suo sorriso che le faceva colorire le guance puntualmente.
Cominciò a cercare matita e phard, per colorire giusto un pò il viso.
Una volta truccata si sistemò un pò i capelli passandosi una mano in essi, erano meno arruffati ma poco le importa avrebbe preso un cappello da Louis che lui lo volesse o meno.
Si diresse in fretta in cucina, Louis aveva preparato la colazione, sul bancone c'erano fette biscottate con nutella, e una busta di latte con due tazze.
"Ti piace la nutella vero?" Alzò un sopracciglio incerto.
"Ovvio che si Lou." Si sedette sullo sgabello di fronte al moro.
"Bene, allora divora tutto all'istante." Sorrise, poi cominciò a sgranocchiare il rimanente della sua fetta biscottata.
"Non me lo faccio ripetere due volte, allora!" Scoppiò a ridere prima di mangiare le sue due fette biscottate.
"Oggi ho due ore di chimica." Sbuffò versandosi un pò di latte.
"Io ne ho sola una." Disse sbruffona, solo in quel momento metabolizzò che sarebbe arrivata a scuola con Louis, avrebbero camminato sotto gli sguardi di tutti, un pizzico di spavento la invase.
"Che hai?" Era rimasta con la bocca semichiusa e con lo sguardo incollato al latte che teneva in una mano a mezz'aria.
Si riprese da quei pensieri fatti di immagini di lei e Louis che passavano per i corridoi insieme e gli altri che la indicavano domandandosi come facesse Louis a stare con una come lei.
"Andremo a scuola insieme giusto?" Finì di versarsi il latte nella tazza, e abbassò lo sguardo trovando interessante la tazza con raffigurata una carota.
"Giusto.. e?" Continuò Louis non capendo dove volesse arrivare.
"e saremo sotto gli occhi di tutti.." Sospirò insicura sollevando lo sguardo che incollò a quello di Louis.
"E.. allora? Ora stai con me Susan.." Le disse calmo.
"Sei sicuro? Sai quante ne diranno alle nostre spalle? La tua reputazione.."
"La mia reputazione? Non m'interessa di una stupida reputazione.. a me importa di te!" Le prese le mani e le strinse tra le sue accarezzandole dolcemente.
Susan sentì gli occhi pizzicarsi e un sorriso si incarnò sulle sue labbra.
"Andiamo?" Louis inclinò il capo sorridendo a sua volta, la mora annuì con foga.
"Ah aspetta!" Lo frenò quando erano già vicino la porta.
"No Susan.. ti ho detto che dobbiamo andarci e che.." La mora lo interruppe portandogli un dito alla bocca.
"Voglio solo un cappello." Alzò le spalle facendolo scoppiare a ridere.


Susan scese dalla macchina rossa di Louis, di certo non appariva inosservato con quel rosso fuoco che si abbinava perfettamente alle bretelle che portava.
Louis si infilò le chiavi in tasca e senza esitare prese la mora per mano.
Si guardarono per un'istante che bastò ad entrambi per capirsi perfettamente.
Sorrisero in ugual modo, s'incamminarono verso l'entrata della scuola.
Susan sospirò coraggiosa prima di varcare la solita soglia, questa volta con un atteggiamento totalmente diverso.
Di solito ogni misero giorno entrando in quel 'carcere' come lo definiva si sentiva inadeguata e soprattutto criticata, doveva caricarsi sempre di una forza di volontà incredibile.
Da quando aveva Cher e le altre, invece si sentiva un pizzico più sicura ma non del tutto.
Ora invece, che stava camminando mano nella mano con Louis, con il SUO ragazzo, perchè era fiera di definirlo tale, gli occhi degli altri che li guardavano sorpresi o perfino scandalizzati non la scalfivano nemmeno.
Si lasciò alle spalle quei commenti delle solite oche e continuò a camminare sentendosi stringere di più la mano da Louis.
Arrivarono di fronte all'aula della mora, che a malincuore staccò la presa da quella mano soffice e calda.
"Ci vediamo alla fine delle lezioni." Soffiò sul viso di Susan prima di darle un leggero bacio.
Un altro sorriso si incarnò sulle labbra di entrambi.


Le ore passarono in fretta, nonostante i pettegolezzi di corridoio, ovviamente sulla nuova e fresca nonchè strana coppia Louis-Susan.
Solo Cher, Brittany, Lea e Jennifer non fecero altro che saltare al collo di Susan felici e contente.
Finalmente anche la tenera Susan aveva trovato la persona giusta, ed era sottinteso che tutti compresi anche Niall, Harry, Liam e Zayn volessero i due insieme.
Louis uscì da scuola, sedendosi su un muretto aspettando impaziente.
Erano passate solo cinque ore e già il desiderio di sentire la sua voce, sentire le sue labbra premere sulle sue si faceva insistente.
Non faceva altro che pensare ai loro corpi che la sera prima si erano uniti, alle sue paranoie che per lui erano adorabili, di certo non se lo aspettava, se pensava a poche settimane prima quando l'aveva resa ridicola dinanzi l'intera scuola la voglia di prendersi a pugni aumentava ma poi quando ripensava a quei giorni sulla neve i suoi battiti accelleravano.
Talmente perso nei suoi pensieri si accorse poco dopo di un uomo davanti a lui che lo scrutava per bene.
"Sei il ragazzo di mia figlia da quanto ho potuto constatare."
Louis sentì un tuffo al cuore, l'uomo che aveva reso un inferno la vita della sua Susan era lì davanti a lui.
Annuì poco convinto, pensieri del tipo spaccargli la faccia scorrevano nella sua mente.
"E a quanto vedo ti ha parlato anche di me -si portò le mani nelle tasche dei pantaloni grigi- si vede da come mi guardi." Continuò.
Louis scese dal muretto mettendosi in piedi.
"La mia Susan non è adatta a stare qui.." Cominciò dopo qualche secondo di silenzio, il moro lo guardò confuso e per l'esattezza Susan era sua, non voleva condividere quell'aggettivo con nessuno, tantomento con un padre del genere.
"Te la faccio breve.. sono tornato per garantirle una preparazione adeguata, e questa scuola non lo è, nemmeno questa città e nemmeno tu."
"Cosa?" Rispose alzando un pò la voce.
"Hai sentito bene, ragazzo.. e sai cosa? Iscriverò Susan ad un college fuori città, la madre è d'accordo, lei è minorenne e quindi farà ciò che dico io." Che aria da presuntuoso, cazzo! A Louis stavano saltando i nervi, decisamente.
"Lei non può farlo.. Susan sta bene qui, sta bene con me ed io.. io la amo." Ringhiò a denti stretti.
L'uomo scoppiò a ridere "La ami? Se la ami devi lasciarla andare ragazzo, devi permetterle di studiare lontano da qui."
"Non lo permetterò! Qui c'è una buona preparazione.. e appena lei saprà.."
"No, no, no lei non saprà niente." Lo interruppe prontamente.
"Se lei lo saprà non credi soffrirà di più? Vuoi farla soffrire ragazzo?" Detto questo l'uomo si dileguò lasciando Louis inerme senza parole, forse l'idea di Susan di non andare a scuola dopotutto era una buon idea.


Spazio for itsfrancy.
Scusate se vi ho fatto attendere un pò, ma spero che il capitolo sia di vostro gradimento. :3
Ringrazio sempre le vostre assidue recensioni, siete bellissime. :')
10 recensioni e continuo, già sapete. (?) AHHAHAHA
Al prossimo capitolo, ccccciao a todossss.

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Capitolo 18
*** Capitolo diciotto. ***


Capitolo diciotto.
Era passata esattamente una settimana dal fatidico incontro Louis-Padre di Susan e Louis per quei sette giorni non si era sentito altro che uno sporco traditore.
Ogni giorno che passava, la voglia di sputare tutto fuori a Susan saliva ma poi si bloccava come un groppo in gola e non ci riusciva.
Per quanto il padre di Susan potesse essere spudoratamente perfido per le parole che aveva usato contro di lui e per il fatto che avesse fatto stare male la sua Susan precedentemente ed ancora adesso, Louis si chiedeva frequentemente cosa potesse dare lui a Susan, si, certo poteva offrirle tutto l'amore che aveva in corpo ma non di più, mentre suo padre poteva offrirle una buona preparazione in un buon college.
Nuovamente quei pensieri si fecero spazio nella sua mente ma scrollò il capo riuscendo ad offuscarli.
"Sono tornata!" La voce di Susan lo fece voltare verso la porta d'ingresso.
La ragazza sorrideva a Louis, con una mano impugnava quella che era la spesa e nell'altra un pacchetto di caramelle gommose.
Louis le si avvicinò prendendole la spesa da mano.
"Ti ho detto che non voglio che faccia tu la spesa." Sbuffò passandosi una mano tra i capelli.
"E io ti ho detto mille volte che io mi sento di farlo." Sbuffò a sua volta la mora, si sentiva in debito con lui e anche se non le faceva pesare che ormai convivesse con lui, sentiva di doverlo ripagare in qualche modo e grazie ai risparmi che recentemente aveva prelevato da casa sua sgattaiolando via senza farsi notare dai suoi faceva la spesa.
"Sei testarda." Scosse la testa oramai rassegnato.
"Lo so." Annuì per poi avvicinarsi a Louis e schioccargli un bacio sulle labbra.
Louis rispose a quel bacio dolcemente, nonostante quel contatto tra di loro non mancava mai era sempre come una prima volta ritrovarsi in un dolce bacio.
Susan sorrise sulle sue labbra sbottonandogli pian piano la camicia color panna che portava, solo in quel momento Louis fu nuovamente assalito dai sensi di colpa, frenò le intenzioni di Susan distaccandosi e riabbottonandosi quei bottoni aperti.
"Mi dici che ti prende?" Sussurrò sbigottita.
"Niente.. andiamoci piano.." Disse finendo di abbottonarsi la camicia.
"Andiamoci piano? -alzò un sopracciglio confusa- è da quando mi sono trasferita qui che cerco di fare l'amore con te, pensavo ti mancassi come tu manchi a me ma mi sbagliavo." Disse stizzita.
Ed era vero, dalla loro prima volta Susan ci riprovava ogni sera perchè pensava che anche Louis volesse fare incontrare i loro corpi, ma putualmente veniva rifiutata, ed era così che si sentiva nuovamente, rifiutata.
"Non si tratta di questo, è che non ne ho voglia ok? Mio Dio non ci vuole tanto per capirlo!" Alzò un pò il tono della voce.
"Bhè da come mi baci non si direbbe che non lo vuoi!" Rispose imitandolo e alzando a sua volta la voce.
"Ti rendi conto che stiamo litigando per fare sesso?" Louis roteò gli occhi e li andò a pogiare in quelli color cioccolato di Susan.
"Mi fai sentire una ninfomane." Posò il pacco di caramelle sul tavolino in vetro e ritornò con gli occhi su quelli di Louis, non aveva intenzione di terminare quella conversazione come se niente fosse, era irritata ed incazzata e pretendeva delle scuse o forse stava esagerando?
Louis scoppiò a ridere all'esclamazione della mora, non rendendosi conto che lei faceva sul serio, solo quando la vide non contorcersi minimamente ritornò serio.
"Louis.. non mi vuoi più?" Sputò fuori.
"Ma cosa vai a pensare?" Sorrise cingendola tra le braccia ma Susan si distaccò subito sospirando e Louis ne fu sorpreso, ora si sentiva più in colpa di quanto non lo fosse già.
"Lo penso non solo perchè non vuoi più fare l'amore con me ma anche perchè sei strano, ogni tanto ti imbamboli e devo chiamarti una, due, tre volte per farti uscire dal tuo stato di trance e quando ti parlo di mio padre o cambi discorso o scappi via dicendo che devi andare a fare una commissione." Disse tutto d'un fiato.
Colpito e affondato, ecco come si sentiva Louis in quel momento oltre ad avere la colpa che lo divorava vivo.
"N-non c'è niente che non va." Balbettò.
"Stai mentendo." Disse seria.
"Davvero pensi che stia mentendo?" Domandò urtato da quella situazione, stava mentendo davvero ma non poteva sputar fuori tutto ora, chissà come avrebbe reagito Susan al fatto le aveva mentito.
"Si, cazzo mi stai mentendo!" Gli occhi si fecero lucidi, sapeva riconoscere quando qualcuno mentiva o meno soprattutto Louis che oramai conosceva meglio di se stessa.
"Se non mi credi.. se pensi che io ti stia mentendo penso che dovremmo finirla qui." Una fitta al cuore si ramificò dentro di lui, se non riusciva a dirle la verità forse era meglio mandarla via, sarebbe stato un bene anche per lei no? Avrebbe studiato in un buon college, lì con lui non sarebbe andata da nessuna parte.
"C-che cosa?" In quel momento le gote le diventarono rosse e le lacrime le inumidirono il volto.
"E' meglio così credimi.." Sussurrò e l'ennesima fitta lo colpì in pieno.
"Avevi detto.. tu avevi detto che ci saresti stato.. tu.." Riuscì a dire scossa dai singhiozzi, notando il suo sguardo basso.
Ci fu un minuto di silenzio che parve interminabile e struggente ad entrambri.
"E' meglio che torni a casa ora.." Sussurrò Louis.
Susan strinse i pugni, il dolore che stava provando era troppo forte, quello era il secondo rifiuto della sua vita ed era troppo per lei.
Si precipitò su Louis spintonandolo, Louis la fece fare.
"Hai avuto ciò che volevi da me, no? Mi sono sbagliata su di te, sono io la stupida!" Urlò ancora tra i singhiozzi prima di andare in camera sua, -quella che gli aveva dato Louis-, afferrare il borsone e andare via da casa Tomlinson sotto gli occhi di Louis, sbattendo la porta.
"Non è vero.. io ti amo.." Fu un sussurro, un soffio rinchiuso tra quelle stupide mura.
Si spinse con la schiena contro il muro accasciandosi, una lacrima gli scese sul viso, si sentiva stupido, le colpe non erano sparite anzi si erano moltiplicate.
Voleva uscire ed urlare il suo nome, stringerla, dirle tutto e farla rimanere ma poi ripensava che forse era meglio così, che sarebbe passato tutto, lei meritava il meglio e lui non lo era.



Spazio for itsfrancy.
Scusate per il troppo ritardo, ma non ci sto capendo un HAZZA in questo periodo. (?)
Però ora ho continuato ed anche se è triste e deprimente accontentatevi, avrei potuto far morire qualcuno, quindi è meglio così. çç (?)
AHHAHAHAHA Scusate è che ho visto Glee oggi e ho pianto per un'ora, quindi capitemi.
A proposito avete visto che i nostri ragazzi hanno vinto ieri? HASUHDUASHDA sono orgogliosa di loro e penso anche voi. :')
Bene, io vi lascio, aspetto 10 recensioni e continuo.
Siamo quasi alla fine. Uh Gesus.
Byeeeeeee belle.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo diciannove. ***


Capitolo diciannove.
"Sei un fottutissimo idiota Tommo." Quelle erano le uniche parole che si udivano in casa e Louis sapeva che erano del tutto vere.
Anche perchè Harry era sempre sincero e il più delle volte, per quanto fosse piccolo, aveva sempre ragione.
"Mi hai sentito?" Sbuffò pesantemente il riccio.
"Certo che ti ho sentito! Ma tu mi hai sentito? Hai capito perchè l'ho fatto?" Si lamentò, Harry poteva anche aver sempre ragione ma non ascoltava, non ascoltava per niente.
"Giusto, non sei abbastanza per lei e bla bla bla, vero amico?" Disse stizzito sedendosi sul divano al fianco di Louis.
"Ah.. allora mi ascolti!" Affermò con finto stupore.
"Lou.. -sospirò il riccio- non potrai darle tutto l'oro di questo mondo ma credi che lei ne abbia bisogno? Lei ha bisogno di te, e tu hai bisogno di lei." Finì Harry pogiando una mano sulla spalla dell'amico per fargli forza.
"Forse.. forse è vero.. ma non è giusto per lei.. suo padre può offrirle un futuro, cazzo." Si passò una mano tra i capelli socchiudendo leggermente gli occhi.
Harry aveva ragione e lui lo sapeva, anche fin troppo bene, ma c'era quel qualcosa che gli impediva di darlo ragione fino in fondo.
Aveva cacciato spudoratamente Susan da casa e ogni giorno, ogni momento, ogni secondo che era passato se n'era pentito amaramente.
Ed erano passati solamente due miseri giorni, nonostante fossero solo 48 ore a Louis sembrava un'eternità, perchè quella ragazza gli mancava come l'aria che respirava.
"Lou risolvi le cose prima che sia troppo tardi, ok?" Harry lo svegliò da quello strano momento di trance, in cui l'unica cosa, o meglio dire l'unica persona a cui pensava era Susan.
Louis annuì piuttosto confuso, mentre Harry andava via. Si sentiva uno straccio, si sentiva senza forze e del tutto idiota, come l'aveva chiamato prima il suo migliore amico.


"Tesoro.." L'ennesimo 'toc toc' alla porta, Susan sarebbe impazzita.
"Vai via!" Urlò con la testa nel cuscino, ma questa volta la madre entrò non curandosi del fatto che la figlia non volesse nè sentirla, nè vederla.
"Non hai fatto ancora le valigie?" Domandò la madre scrutando la camera.
Susan di malavoglia si mise seduta sul letto.
"Non vado in quel fottuto collage!" E se il suo sguardo avesse potuto uccidere, in quel momento l'avrebbe fatto.
"Tesoro è per il tuo bene e poi quel ragazzino ti ha lasciato, ha avuto quello che voleva e ti ha lasciato, capisci? Hai bisogno di andare via da qui.." Si avvicinò per poi sedersi sul letto, di fianco la mora che in quel momento abbassò lo sguardo.
Forse sarebbe stato davvero un bene staccare la spina, andare via da tutto e tutti in quel momento.
"Allora, che ne dici?" Sussurrò la madre rimettendole in ordine una ciocca di capelli.
Susan annuì non del tutto convinta, perchè non era convinta di niente, le sue certezze erano sparite, e se vogliamo dirlo in modi crudi e inappropriati, se ne erano andate a farsi fottere.
"Brava amore!" Cinguettò la madre alzandosi e avvicinandosi alla porta della camera.
"Domani pomeriggio parti, quindi sbrigati a preparare il tutto." Le fece un occhiolino e sparì, sicuramente giù da suo padre, che poi non voleva nemmeno definirlo tale.
Sospirò, passandosi una mano sul cuore, e quella famosa lacrima riuscì a farsi spazio sul suo viso.
Oramai piangere e sospirare era diventato il suo hobby preferito da due giorni a questa parte.
Ritornare a casa, ritrovare quell'uomo che aveva letteralmente cambiato sua madre le faceva andare in crisi, ritrovarsi a mangiare a tavola con quell'uomo che cercava di adularla e di recuperare quel qualcosa che in realtà non si sarebbe mai rimesso a posto le dava ancora più su i nervi.
Ora che Louis l'aveva lasciata, perchè rimanere? Poteva anche sembrare una vigliacca, una codarda che scappa dai problemi ma non era forte, era sempre stata fragile e per quanto si maledicesse di essere così non poteva farci niente, purtroppo chi nasce tondo non può morire quadro, o viceversa, giusto?
Prese il cellulare ed in fretta mandò un messaggio a Cher e alle altre, dove annunciava che domani pomeriggio sarebbe partita per New York, precisamente per la 'Columbia University'.
Piazzò di nuovo la testa nel cuscino, cercando di frenare quelle lacrime e si addormentò mentre nella sua mente il sorriso di Louis scorreva incessante.





Spazio for itsfrancy.
Hei belle come state? Mi dispiace di averci messo così tanto a postare. çç
Questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà l'epilogo, nonchè la fine.
*piange disperatamente*
So che non è niente di che ma è solo per spiegare come si sentono i due protagonisti e cosa sta accadendo ad entrambi. ùù
Bhè, aspetto un minimo di 10 recensioni.. Se volete la fine recensite, su, su! :3
Ciao, ciao, ciao.

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