1)Capitolo-    NUOVO GIORNO

Ero li,immobile a fissarla. Era la cosa più bella-oltre Edward ,che io avessi mai visto. Osservavo i suoi lineamenti cosi dolci e delicati. La “nostra”creatura. Il frutto del nostro folle amore. Renesmee era li assopita nel sonno,china su  un lato,nel suo lettone in ferro battuto che io e Edward avevamo scelto per lei .Sarei rimasta per ore a guardarla dormire,senza distogliere lo sguardo per nulla al mondo. Era uno dei privilegi di essere vampira. Mentre la fissavo,nella mente mi sfiorarono strane domande…
-Se lei fosse nata umana,ci avrebbe amato allo stesso modo?O se io fossi stata umana l’amore che provo per lei sarebbe stato più forte?
Scossi la testa sorridendo, togliendo dalla mente quelle domande cosi assurde. Non era possibile amare Renesmee più di quanto l ‘amassi adesso. E per quanto riguardava lei……Amava e ammirava me e suo padre in un modo quasi surreale. Quindi non c’era motivo di pormi nessun’altra domanda. Nel mio accordarmi e riflettere da sola,un suono mi distolse dai miei pensieri.
Era il mio cellulare che squillava. Con un rapido gesto lo afferrai e risposi alla svelta alla chiamata nel tentativo di farlo smettere di suonare;per non svegliare Reneesme.
“Pronto!”Dissi cosi velocemente, quasi arrabbiata.
“Bella!”Con voce squillante e euforica.
“MAMMA!” Sorpresa,ma allo stesso tempo incredula.
“Bella. Ma che fine hai fatto?Ero preoccupata. Non ti sei più fatta sentire.”Proseguì quasi presa dall’ ‘isteria.
“Mamma,calmati”Non aggiunsi altro. Non sapevo che dire. Come  avrei spiegato che nell’ultima settimana eravamo super impegnati ad organizzare la battaglia contro i Volturi,e che non avevo tempo per queste cose “umane”?Lei rimase in silenzio come se aspettasse una spiegazione. Allora improvvisai.”Bèh…ecco..abbiamo avuto molto da fare,perché volevamo organizzare una festicciola per Reneesme,e perciò eravamo molto occupati”La mia voce era molto incerta su ciò che diceva,ma speravo che lei non sene accorgesse.
“Cosi impegnati da non aver un minuto per poter rispondere al telefono?”Disse con tono arrabbiato e curioso. Caspita!Pensai. Non aveva torto. Anche se eravamo impegnati con qualsiasi cosa al mondo,cosa poteva impedirci di rispondere al telefono?
“Mamma,ecco..Reneesme ha avuto la febbre. Perciò la maggior parte del tempo riposava. Per non svegliarla abbiamo abbandonato i cellulari casa di Esme e Carlisle.”
Con il tempo mi ero imparata ad improvvisare e a mentire bene.
“Oh!mi dispiace!Povera piccola .Come sta adesso?”La sua voce era super dispiaciuta e preoccupata. Il ché diceva che ci aveva creduto. Mi sentii quasi in colpa per quella bugia,ma infondo era per proteggere la mia “nuova”famiglia.”Non preoccuparti .Adesso è tutto apposto.”La rassicurai."Però devo rimproverarti piccola mia. Da quando ti sei sposata e hai avuto la bambina,non sei venuta a trovarmi nemmeno una volta.!"Disse velocemente come se temesse di ferirmi.
Aveva ragione, e a quel punto non sapevo davvero che dirgli. Rimasi in silenzio.Lei continuò"E' mia nipote,Bella!Non pensi che anche io ho il diritto di vederla?"Mentre rimanevo li impalata con il telefono in mano a riflettere su ciò che avrei dovuto dire;Edward mi abbracciò alle spalle.  Non mi faceva più sobbalzare. Sapevo che era rientrato da poco ed era dietro di me .Lo avevo -SENTITO- .Anche se ai sensi umani,vederlo o sentirlo era impossibile. Persi tutta la concentrazione che mi stavo costruendo. Sentivo Edward che mi sfiorava il corpo con le sue leggiadre mani,e con le sue- per me adesso- calde labbra baciarmi il collo .Da quando non c erano più regole e ne limiti tra noi,la sua passione era incontrollabile.
"Bella!Ci sei?"Disse mia madre ancora in linea,aspettando una mia risposta .Me l'ero dimenticata!D ‘altronde quando ero tra le braccia di Edward ,tutto il mondo spariva. Dall'altra parte della stanza,Reneesme si stava svegliando,aprendo pian piano i suoi splendidi occhi, stiracchiandosi .Bene!La scusa che mi serviva,senza mentire."Mamma,scusa devo andare. Reneesme si è svegliata."Dissi tirando un filo di sollievo."Va bene!Ma richiamami,e fammi sapere."Rispose in tono severo, del tipo NON TELA SCANSI COSI.
"Ok Mamma. Ti richiamo"Rassegnata ammisi che avrei dovuto trovare un modo per accontentarla. Nel frattempo avrei potuto parlarne con Edward.Chiusi il telefono per correre dalla mia piccola;ma Edward mi aveva preceduto.
La baciò delicatamente sulla fronte. Mentre la prendeva in braccio gli sussurrava"Amore!C’è papà qui"Era uno spettacolo vederli insieme .L'uno abbracciato all’ altra .La piccola gli sorrideva e gli stringeva le braccia al collo con gli occhietti ancora assopiti dal risveglio .Erano bellissimi .I miei due unici scopi di esistenza. Avrei dato tutto per loro. TUTTO!
Lui mi guardò con aria accigliata"Bella. Cosa c è?"
Mi ripresi dal miraggio di guardarli."Mia madre"sospirando dissi"Vuole vedere Reneesme".Guardavo lui,aspettando una sua reazione.
"Mi sembra giusto"Rispose Edward  distogliendo lo sguardo.
"Ma come possiamo fare?"Sfidavo e invidiavo la sua calma .Forse perché per lui era tutto facile .Stare accanto alle persone era una passeggiata,dopo aver resistito alla tentazione continua di uccidere me.
"Tu cosa vuoi fare?"Mi domandò guardandomi negli occhi serio.
"Io non mela sento di andare per giorni da mia madre e fingere di pranzare e dormire."Chinavo lo sguardo sul pavimento in segno di vergogna."Ma è anche giusto che  Reneesme veda la nonna!"Aggiunsi combattuta.
"Io senza di te non vado da nessuna parte,lo sai!"Rispose come se fosse stato tirato in causa da me. Come se stavo suggerendo ad Edward di accompagnare la piccola da mia madre. Non era quello che  volevo .Desideravo accontentare mia madre,senza però far soffrire nessuno. Non avevo però messo in considerazione la mia piccina .Cosa avrebbe voluto fare?A quel punto distesi le braccia per prenderla da suo padre, e la bimba sporse subito le sue, per venire in braccio a me. Mentre le baciavo i capelli gli chiesi"Tu tesoro,cosa vuoi fare?Vuoi andare dalla nonna?"
Le porsi la domanda con molta curiosità. Lei rispose senza neanche pensarci
"Si!Con Jacob"Piombò un silenzio quasi divertente .Edward sgranò gli occhi,rimase rigido e gli sfuggi un colpo di tosse,come per sbloccare un qualcosa rimastogli incastrato in gola .Non gli andava giù che la nostra bambina viaggiasse con Jacob.Mi sfuggì un sogghigno vedendo Edward imbarazzato .Mi ricordava mio padre quando aveva fatto tutte quelle storie sapendo che volevo andare a trovare mamma a Phoenix con Edward.Penso che solo ora capisse Edward cosa significasse fare il padre,e la gelosia che ti lega ad una figlia. Lo guardai negli occhi"Non sarebbe una cattiva idea. Potremmo dire a mia madre che siamo presi dall’ organizzare la festa per Reneesme,che non abbiamo concluso visto che la piccola è stata malata. Ma che non ostante tutto ci sembrava giusto che la bambina vedesse la nonna,e Jacob si è gentilmente proposto ad accompagnarla questo fine settimana."Dissi tutto di un fiato,sapendo che da li a poco sarebbe esploso. Guardavo la mia piccola in braccio aspettando le urla. Se avrebbe accettato ,avrei fatto Reneesme contenta. Ricordavo che allora viaggiare con Edward era stato un sogno. Era la cosa più bella al mondo stare con la persona amata .Sempre. E chi più di me poteva capirla. In più avrei fatto felice mia madre .Con Jacob al suo fianco Reneesme non correva alcun pericolo .Avrebbe fatto di tutto per proteggerla. Mi accorsi che le urla non erano ancora arrivate,perciò alzai lo sguardo verso Edward.Lui non rispose .Si spostò voltandoci le spalle rimanendo immobile."Fate come volete”Sospirò in segno di arresa. Non riuscivo a crederci. Posai la bambina sul divano per andare incontro a lui,per guardarlo in faccia .Il suo viso era tranquillo"Come mai?Nessun urlo. Nessuna obiezione?"Non volevo fargli cambiare idea,ma ero molto,molto curiosa. Toccando i suoi splendidi capelli,mi sorrise e strinse le spalle."Amore mio. Chi più di noi sa cosa sia l’ amore .Non c è limite, ne regole .Non ci sono barriere. Se qualcuno è destinato a stare insieme...ne razza,ne famiglia..potrà mai separarli .Io e te ne siamo la prova. E se non fosse andata cosi il nostro angelo non sarebbe esistito .Io non voglio impedirle niente."Rimasi senza parole .Il mio Edward,era sempre cosi maturo ed altruista .Cosa avevo fatto per meritare il paradiso affianco a lui .Un angelo !Dalla quale sarei rimasta incatenata per sempre. Fuori era bellissimo ed incantevole,ma dentro...era molto di più .Lo abbracciai egoisticamente e lo baciai con ingordigia. Lui era il mio Amore!Per Sempre . Sorpreso,ma contento,Edward ricambiò il mio bacio. Non so quanto sarebbe durato,se non ci avessero interrotti .Qualcuno bussò alla porta. Edward si allontanò da me fissando seriamente verso quella direzione. Come se lui sapesse già chi fosse a bussare. Per far sì che  cambiasse espressione,dissi sbuffando"Chi sarà ,che disturba a quest’ ora?"Sorridendo. Ma lui rimase serio e immobile .Mi avvicinai alla porta e aprii....

  Capitolo 2- L'OSPITE

"Alice!!" stupita mi rilassai.
"Ciao Bella, Edward è in casa?" Lo chiedeva come se lei già non lo sapesse.
Non ebbi neppure il tempo di rispondere che Edward era alle mie spalle. Alzai il viso per guardarlo; continuava a fissare Alice con un'aria che metteva paura. Cosa poteva far reagire in quel modo Edward, alla vista della sua amata sorellina.

Inoltre non era da Alice domandare direttamente del fratello, cosi su due piedi. Di solito  piombava in casa per sbaciucchiare Renesmee, e farle fare sfoggio dei suoi abiti preferiti. C'era qualcosa di strano. Alice, dopo avermi rivolto un sorriso smagliante, posò lo sguardo dietro di me, su Edward.

"Edward, saresti cosi gentile da venire un attimo?" Parlò in  tono autorevole, come se fosse un comando, un obbligo; una domanda posta solo per distrarre me dalla realtà. Immediatamente Edward annuì come se già sapesse di cosa la sorella stesse parlando

"Arrivo" Uscì svelto dalla stanza, affiancando la sorella sull'uscio della porta, voltandomi le spalle. Ormai era sicuro che c'era qualcosa che non andava. Li guardai sospettosi, nella speranza di poter percepire qualcosa.

"Che sta succedendo?" chiesi nel panico.

"Niente Bella, è solo venuto un ospite a trovarci, e vorrei che Edward venisse a salutarlo."

Mi tranquillizzò Alice, sorridendo fin troppo per i miei gusti. Ancora non riuscivo a capire cosa ci fosse sotto.

"Aspettatemi,vengo anche io" Aggiunsi sicura. Ovviamente! Come se nessuno avesse pensato a me, mi avviai velocemente a prendere Renesmee che ancora era li, sul divano a guardarci senza logica.
"NO. Io vado avanti, ci raggiungi dopo!" Edward con tono freddo e voce quasi urlante, mi freddò. Mi voltava ancora le spalle, come per nascondere qualcosa nella sua espressione. Era una pugnalata al petto, sentirlo parlare cosi con me, senza capirne il motivo. Rimasi con lo sguardo stupito su di loro senza sibilare alcun fiato. Come sempre, Edward,sapeva a cosa io stessi pensando senza dovermi leggere nel pensiero. Ormai, leggeva -me, meglio di chiunque altro. Capì dal mio silenzio, senza neppure guardarmi, che la sua frase mi aveva fatto del male.

"Tesoro, non vorrai portare nostra figlia in giro con il  pigiama, vero?!"

Sorrideva quasi imbarazzato per giustificare la freddezza di prima. Effettivamente presa dall'euforia del momento, non ci avevo pensato! Renesmee era ancora in tenuta da notte. Era quello il motivo della sua risposta? Pensai.

"Hai ragione! Allora a dopo" Risposi sorridendo come se nulla mi avesse turbato. Mi allontanai da loro spostando la mia attenzione su Renesmee. Mentre la prendevo in braccio cercavo in tutti i modi di apparire disinvolta dai loro intrecci incomprensibili ma dentro ardevo di curiosità. Li sentivo ancora sulla porta. I miei sensi da "vampira" erano molto sviluppati, ed anche senza voltarmi, sentivo e sapevo che Edward mi stava ancora fissando addolorato per avermi risposto con quel tono. Alice lo afferrò dal braccio lentamente e delicatamente, trascinandolo con se, disse: "Andiamo".

Socchiusero la porta.

Rimasi li. Con lo sguardo perso, con un vuoto dentro. Forse stavo esagerando. Edward non mi aveva mai risposto in quel modo, non c’era mai stata una sola occasione in cui lui avesse  preferito starmi lontano. Cos’era cambiato adesso? Perché? Perchè poi alla vista di Alice, era rimasto serio e pensieroso, anzi furioso. Non era sorpreso, non capivo. Chi era il misterioso ospite a casa Cullen? Pensavo che la "Bella" vampira avrebbe dimenticato alcune emozioni: curiosità, dubbio, tristezza. Invece era tutto molto più accentuato adesso. In gesti molto veloci, lavai e vestii Renesmee. Mi accorsi subito che la piccola mi osservava incredula. Aveva i suoi occhietti fissi su di me in uno sguardo triste. Posò la sua manina sul mio viso "Mamma,papà ti vuole bene,non preoccuparti"

La sua voce era cosi soave, era quasi un sussurro. Il suo suono melodioso era cosi confortevole che se avessi avuto  lacrime, sarebbe stato quello in momento in cui avrei pianto. La mia piccola NESSIE. Mi ricordava tantissimo me da bambina, sempre a preoccuparsi per gli altri. Quel piccolo angelo che il cielo mi aveva donato per errore, era li, davanti ai miei occhi, che soffriva e si preoccupava per me. L'amavo. Lei era il dono più prezioso insieme ad Edward, che la vita mi avesse regalato. Mai e poi mai avrei fatto o detto qualcosa che potesse minimamente ferire e addolorare la mia dolce creatura. Ero io la madre, ero io che avevo lo scopo di proteggerla dal mondo. Per sempre. L'abbracciai forte "Tranquilla amore! Va tutto bene, andiamo da papà"

Con disinvoltura la presi in braccio e volammo tra gli alberi che ci separavano dalla meta.

In pochi secondi eravamo sull'uscio di casa Cullen. Era il momento di entrare e capire. Appena varcata la porta, Renesmee corse subito tra le braccia di zia Rose; che allo stesso modo era entusiasta di vederla e abbracciarla. Rose stendeva le labbra in un ampio sorriso, mente la piccola le andava incontro euforica. Adorava la zia, come la zia adorava lei. Mentre le due donnette si salutavano in enormi sbaciucchiamenti, sorridendo scrutai di nascosto la stanza enorme in cerca dell'ospite. Rose sedeva sul divano con in braccio Renesmee, Emmett le era accanto sogghignando con la sua aria sempre cosi divertita. Alice si trovava di fronte all’enorme vetrata della casa, con le mani ai fianchi e lo sguardo tranquillo rivolto verso me; Jasper, come sempre era alle sue spalle.

 Il suo angelo custode. Carlisle ed Esme si trovavano accanto al tavolo del salone elegante. Anche loro fissavano me con aria serena. Voltai lo sguardo dal lato opposto. Edward era lì, poggiato con un piede al muro, le braccia incrociate, e aveva il volto chino e gli occhi chiusi. Era ancora teso, con la mascella rigida.

 Fu allora che la vidi!

Affianco a lui, una figura statuaria. Bellissima. Capelli lunghi, ricci e neri, occhi ambrati, zigomi alti e scolpiti, viso perfetto. La nostra tipica carnagione. Una giovane vampira!Dedussi. Non avevo mai conosciuto una donna più bella di Rose, ma dopo aver visto lei, il dubbio mi sorgeva naturale. In quel momento capii Edward, capii  tutta la sua gelosia omicida verso Mike, Taylor e gli altri. Capii qual era il fuoco che gli bruciava dentro. La fissavo con odio. Non sapevo chi fosse, né cosa  volesse.

Ma il sol pensiero che rimanesse accanto a lui, mi faceva impazzire.

 Avrei voluto ucciderla, scaraventarla dall’altro lato della stanza con un semplice gesto; e strapparle i vestiti e i capelli a suon di morsi e unghiate.

Il mio viso si fece teso al sol pensiero di aggredirla.

Senza volerlo continuavo a fissarla con occhi velenosi. Quel poco di lucidità che avevo, era sparita insieme alla mia umanità. Vedevo tutto più malvagiamente adesso. Era un istinto incontrollato, come un animale.

Adesso comprendevo realmente cosa i Cullen volessero dire con "diventare una vampira neonata". Un infante. Era quello che sembravo, senza logica, né obbiettività.

 La sola ed unica cosa che mi distrasse dai quei vili pensieri, fu la risata melodiosa che sentii alle mie spalle. Era la mia bambina che sorrideva tra le braccia della zia, ignara dell’orrore che la madre avrebbe potuto scatenare davanti ai suoi occhi, e che era sul punto di commettere. Mi trattenevo a stento.  Il mio sguardo non mollava l’ avversaria neppure per battere le ciglia, gesto inutile oramai. Edward aveva appena aperto gli occhi. Mi guardò. Non c’era bisogno di nessuna lettura della mente per capire a cosa io stessi pensando; si scompose dalla sua posizione, allarmato dal mio intento, dirigendosi verso di me a braccia aperte

"Ehi !Ehi!...amore...calma... E' tutto a posto"

Si avvicinava lentamente a me per timore che potessi scattare all’attacco da un momento all’altro.

 Sentivo la sua voce e riuscivo anche a vederlo, ma il mio sguardo era fisso su di lei, che mi guardava quasi divertita.

"E' una di noi, Bella" improvvisò Alice, mettendosi al mio fianco e poggiandomi una mano sulla spalla. Avevano frainteso i miei pensieri; erano convinti che la mia reazione fosse dovuta all’incertezza che lei fosse AMICA o NEMICA! Si sbagliavano.

Era vera, pura e folle GELOSIA.

Mi rilassai respirando a fondo con molta fatica. Ero ormai tra le braccia di Edward che mi aveva raggiunto. Mi accarezzava il viso sorridendomi.

"Bella!!! Mi ero dimenticato che non riesci ancora a controllare al cento per cento i tuoi istinti da "neonata". Mi hai preso alla sprovvista, pensavo che da un momento all’altro saresti esplosa" Sorrideva fiero. Non si era sbagliato di molto. Mancava davvero poco per combinare una catastrofe. Edward guardava gli altri come per vantarsi che sua moglie fosse una furia scatenata. Il resto della famiglia sogghignava. Io invece, avevo ripreso a ragionare e mi vergognavo terribilmente del gesto che stavo per fare davanti a tutti. Il mio piccolo angelo cosa avrebbe pensato nel vedere la sua tenera -per dire- mamma, distruggere il corpo dell’estranea.

Ma tornando a lei, chi era? Cosa ci faceva qui?

3)Capitolo-INFANTE

Sentivo gli altri intorno a me vociferare. La mia mente era un miscuglio di domande senza fine. Una su tutte mi ossessionava: Quella vampira comparsa del nulla,aveva in qualche modo a che fare con lo strano comportamento di Edward?del MIO Edward. Sottolineavo "mio" perché lui mi apparteneva in tutto,e niente e nessuno me lo avrebbe portato via. Esme con un gesto sontuoso e delicato si avvicinò a noi,posizionandosi tra me e l 'ospite,per me indesiderato."Bella,mia cara. Lei è Claudia,la sorella di Emmett." Cosa?!Sorella.. di Emmett?Non riuscivo a capire. Guardavo Esme con aria confusa .Per gentilezza,e solo per gentilezza, mi voltai verso Claudia,e gli rivolsi un piccolo sguardo,ma senza nessun accenno di sorriso. Lei invece sorrideva ,ma non era un sorriso gentile. Sembrava contenta della reazione che avevo avuto. Come se lei,e solo lei avesse capito le mie vere intenzioni. Anzi forse le aspettava...le voleva."Piacere Isabella .Oh! scusa, forse preferisci –Bella -vero?"Continuava a provocarmi con quel aria sicura si se. Mi chiedevo come diavolo sapesse il mio nome di battesimo .Cosa sapeva di me questa Claudia?Pensavo tante cose tutte insieme senza tirarne fuori neanche una. Riuscivo solo a rimanere tra le braccia di Edward senza dir niente. Non volevo che niente del mio lato peggiore,uscisse fuori .Non volevo che la mia piccola Renesmee vedesse sua madre come un mostro .L'aria continuava ha farsi tesa,e gli altri sene resero conto."Dai Bella!non prendertela, Claudia,come Emmett vivono burlandosi di tutti. Non lo fa per cattiveria,vuole solo essere simpatica."Alice come sempre,cercava di salvare la situazione improvvisando. Sentivo Emmett alle mie spalle annuire alle parole della sorella-adottiva-. Il mio unico pensiero era Edward. Non osavo neppure pensare cosa lo legasse a Claudia .Pensavo alla sua risposta ostile .Mi feci coraggio ed alzai lentamente gli occhi per incrociare quelli di mio marito. Rimasi sorpresa,ma compiaciuta. Edward stava fulminando Claudia con lo sguardo; serrava i denti e i suoi occhi erano neri e rigidi. Sembrava volesse rimproverarla per aver scherzato su di me e sul mio nome. Lei percepì immediatamente il messaggio. sospirando,in segno di arresa,si diresse verso di me tendendomi la mano"Non ti sarai offesa,spero. Sono certa che diventeremo ottime amiche noi due"Disse l’ ultima parola-NOI DUE- come se intendesse contendersi qualcosa. Rimase li con la mano tesa verso di me,ed  aspettava che gl’ e la stringessi .Perché avrei dovuto? Cosa voleva lei qui?Perché nessuno mi spiegava il motivo della sua visita,e soprattutto perché anche lei come noi, era vampira. Era strano che due membri della stessa famiglia "umana"erano andati incontro allo stesso destino .Ripresi coscienza della realtà. Cosa stavo facendo?Edward era mio marito,il padre di mia figlia. Aveva rischiato la sua esistenza e il suo segreto per me, incurandosi di tutti,anche della sua famiglia. Per quale motivo adesso avrebbe dovuto abbandonarmi. No!non lo avrei mai perso .Mai. Stavo proprio viaggiando con la mente .Nemmeno da Tanya e dalle altre vampirette vogliose, si era fatto distrarre;perché adesso sarebbe stato diverso. Alla fine mi arresi e le strinsi la mano. Non dissi nulla,ma la mia espressione sul viso era molto più rilassata. Non era una rivale,non c’ era e non ci sarebbe mai stato nulla da contendersi,perché Edward era mio.
Decisi allora di cambiare il mio atteggiamento .Forse ero davvero partita con il piede sbagliato nei confronti di Claudia .La mia nuova famiglia sembrava contenta di questa mia nuova conoscenza. Li vedevo sorridere,e guardarsi sottocchio. Come se il peggio per loro fosse passato. Solo Edward rimase lo stesso. Lo conoscevo abbastanza da capire che qualcosa lo turbava. Continuava a tenermi tra le sue forti braccia,stringendomi sempre di più, come se avesse il timore che qualcosa mi portasse via da lui. Fissava il vuoto. Forse la sua preoccupazione ero io. Magari pensava a cosa avrebbe dovuto fare se la mia reazione assurda si fosse ripetuta. NO!!!Era il momento di modificare le mie emozioni, per Edward. Infondo lui con me era sempre stato comprensibile .Aveva perdonato e accettato ogni mio capriccio umano. Sopratutto nei confronti di Jacob. Edward si era comportato magnificamente con lui,e con me,nonostante le mie debolezze umane ,nonostante avessi baciato Jacob- Il mio caro amico-nemico licantropo-. Edward mi aveva sempre protetta,ma allo stesso tempo compresa. Ogni volta che mi comportavo da sciocca e ingenua,lui era sempre al mio fianco .Non mi aveva mai giudicata o colpevolizzata,non ostate la sua morbosa ossessione di difendermi dal mondo. Adesso capivo il suo sentimento:Forte,Maturo e Duraturo. Solo in forma"diversa"potevo comprendere che il suo amore era davvero PER SEMPRE. Adesso toccava a me fare qualcosa per lui. Dimostrargli che la gelosia e i dubbi non avrebbero infranto il nostro rapporto destinato a sopravvivere a tutte le intemperie."Allora Claudia, da dove vieni?Come mai da queste parti?"Quella fu l’ unica domanda che mi passo per la mente .Dissi tutto di un fiato sforzandomi di sorridere per sembrare più cordiale. Lei mi guardò accigliata,come se fosse sorpresa della mia domanda; non fece neppure in tempo a rispondere,che sentii un forte tonfo dall’ altro lato della stanza .D’ istinto,mi voltai velocemente,e vidi che a terra c’ erano sparsi ovunque pezzettini del vaso di ceramica che Esme teneva sul tavolino del soggiorno. Guardavo sempre più sorpresa le schegge di ceramica sul pamivento,sommerse dai diversi petali di fiori che il vaso conteneva."Op!che maldestra!!!Scusate!"Mettendosi una mano tra i neri capelli corvino,Alice ci rivolse una simpatica linguaccia, in segno di scuse. MALDESTRA????ALICE??Neppure se l’ avessi vista io stessa con i miei occhi,ci avrei creduto. Era ovvio, era stata una distrazione per me,per distogliermi dalla risposta di Claudia."Claudia,rimarrà qui con noi per un pò di tempo"Carlisle composto e sicuro come sempre,rispose a modo suo alla domanda che avevo posto prima del finto incidente con il vaso. Il tono di Carlisle non dava spazio ad ulteriori domande, la sua frase non smetteva di ronzarmi nella testa - RIMARRA' QUI PER UN PO 'DI TEMPO -. Cosa avrei dovuto fare?Impazzire di nuovo ?.Lasciare libero sfogo ai miei veri istinti da vampira neonata?Oppure avrei dovuto resistere? Per lui, per Edward; Il mio angelo,aveva resistito con me tutto quel tempo,assaporando il mio odore e assaggiando il mio corpo. Non aveva mai ceduto agli istinti .Edward aveva sempre usato la ragione con me,allora cos ‘era per me  resistere alla tentazione di uccidere una donna,o di fare una scenata pazza di gelosia .Decisi di rinunciare in quel momento a capirne di più."Renesmee ti va di chiamare la nonna e dirle che andrai con Jacob a trovarla?"Mi voltai verso la mia bambina. Anche se difficile,era il momento di cambiare discorso. L'atmosfera si era fatta fredda."SII" entusiasta Renesmee corse tra le mie braccia."Cosa? Nessie ,andrà da tua madre con.. quel cane?"Rose arricciò il naso,affranta dalla notizia." Bè!Abbiamo deciso che sarebbe stata la soluzione più semplice per fare felice Renesmee,mia madre,e sicuramente Jacob."Rose continuava a guardarmi schifata ,non sopportava Jacob. Tutte e due adoravano Renesmee,ma non riuscivano ad andare d’accordo tra di loro .Edward fissò me e la bambina"Non pensi che prima dovremmo chiederlo a Jacob?" Disse preoccupato."Chiederlo?Edward!!!Jacob andrebbe dovunque con NESSIE"
Edward mi sfilò lentamente dalle braccia la piccola,facendo una dolce smorfia,sorridendo . La strinse forte a se"Sempre con il mio permesso"

4)Capitolo -MISTERO

Non avevo alcun bisogno di voltarmi per vedere che Jacob era alle nostre spalle. Lo avevo già sentito arrivare. Ero comunque impaziente e curiosa di vedere l ‘espressione del suo volto,alla vista della splendida vampira. Jacob aveva appena varcato la soglia della porta. Rimase immobile dov’era. Con i suoi occhi scuri fissava Claudia senza fiatare. Ad Edward sfuggì un sorriso.”Jacob,tutto bene?”chiesi io infastidita. Cos era quell’ espressione?Considerato che Jack sarebbe potuto diventare il mio futuro genero,mi dava fastidio che facesse il cascamorto con le altre - per dire-ragazze. A questo punto avrei dovuto essere in collera anche con Edward .Era sempre stato protettivo con sua figlia,come lo era con me .Perché allora quel sorrisetto divertito?”Non è carino da parte tua”Claudia parlò piuttosto irritata. Sembrava che come Edward,lei, potesse leggere nella mente delle persone. Non riuscivo a capire.”Ehi!! cane .Se come deciso,dovrai accompagnare mia nipote dalla nonna,vedi di riportarla qua sana e salva”Rose si alzò dal divano gesticolando con il dito contro Jacob .Lui ignaro di tutto,arricciando la fronte guardava sorpreso me e Edward.”Jack,abbiamo pensato che questo fine settimana potresti accompagnare Renesmee dalla nonna,visto che io e Edward….non possiamo.”Terminai la frase con un filo di amarezza nella voce. Mi addolorava non poter vedere mia madre. Ero dispiaciuta del fatto che la mia “nuova”esistenza mi privasse delle persone –umane -a me care. Ma allo stesso tempo,stare affianco ad Edward,e vivere nel suo mondo;era qualcosa di indescrivibile. Era come toccare il cielo con un dito. Tutto ciò che avevo sempre desiderato,ora era tra le mie mani,e niente ,al confronto, era paragonabile alla gioia di averlo con me per sempre. Avrei rinunciato a tutto per lui. Alla mia vita,alla mia famiglia,e persino alla mia anima. Che ne avrei fatto di un anima in paradiso,quando anche esso senza Edward sarebbe stato vuoto e insignificante. Preferirei essere dannata in eterno e vagare vuota nell’ ‘ eternità,piuttosto di perdere Edward.”Sempre se per te non è un problema.”Edward continuò la mia frase,riportandomi alla realtà. Jacob non ebbe bisogno di rispondere. I suoi occhi parlavano per lui. Ci stava ringraziando della fiducia che avevamo posto in lui,affidandogli nostra figlia. Sorrideva senza parlare. Continuava a guardare me ed Edward come se temesse che lo stessimo burlando. Ci osservava attentamente nei particolari per paura che dalla nostra bocca uscisse- STIAMO SCHERZANDO!-Noi imbarazzati,ma allo stesso tempo felici ci guardavamo nella speranza di trovare qualcosa da dire. Ma cosa?Era tutto nuovo. Nuove emozioni,un nuovo mondo,una nuova famiglia,una figlia affianco che cresceva come un fiore…e . .il mio caro amico-licantropo divenuto un quasi genero. Che dire?Fu Renesmee a rompere l infinito silenzio imbarazzante che si era creato tra noi.”Che bello!andremo insieme dalla nonna .Andiamo a chiamarla?”Correndo come sempre, tra le braccia scure e muscolose del suo Jacob,mia figlia sprigionava una luce intensa. Luce di gioia infinita. Ero emozionata a vederli insieme. Come era bello vedere Renesmee felice. Solo Jack la faceva sentire cosi. Io riuscivo a capirla bene. Sapevo cosa provava,perché era lo stesso identico sentimento importante che aveva legato me e suo padre per sempre. In un brevissimo secondo,incrociai lo sguardo di Edward che sorrideva. Anche lui lo capiva. Mi ricordai nello stesso momento,il sorrisetto complice di prima,quando Jacob aveva intravisto Claudia .Velocemente,fin troppo velocemente, che persino lui fece fatica a capirmi;mi avvicinai al petto di Edward,e lo guardai in cagnesco. Ne approfittai visto che l attenzione di tutti i presenti era rivolta a Jacob e Renesmee ,che si prolungavano nei discorsi per i preparativi per la partenza.”Cosa c’è?”mi guardò,curioso e spaventato.”Sono d’accordo che Claudia sia una vampira da togliere il fiato…ma non pensavo fosse così bella da farti dimenticare la protettività che hai nei confronti di tua figlia.”Il mio discorso più di una critica comportamentale,sembrava fosse una scenata di gelosia. Edward riuscì a cogliere il doppio senso.. e divertito sorridendo mi disse”Bella. Ma di cosa stai parlando?”continuava a guardarmi confuso ma sereno. Aveva capito che Claudia mi irritava in quel senso.”Ho notato il clamoroso sorrisetto che hai fatto quando Jacob è rimasto folgorato dalla bellezza della vostra ospite. Non pensi a Renesmee?Infondo Jacob diventerà il tuo futuro genero. Non ti da fastidio?”Seria e snobbante non lo guardavo neppure negli occhi .Non era un comportamento maturo da parte mia,ma la mia reazione era dovuta alla paura che lui si accorgesse delle mie fobie su Claudia. Edward scoppiò a ridere.”Tesoro. Non è come pensi!” senza neppure riflettere su ciò che dicevo,risposi di scatto”E come dovrebbe essere?”stavo cominciando a perdere le staffe. Era difficile controllare gli istinti da vampira. Edward mi si avvicino lentamente all’ orecchio,sfiorandomi i capelli con il suo splendido e profumato fiato.”Mi ha fatto sorridere un suo pensiero. Tutto qua. Non ti arrabbiare .Anche se devo dire.. che.. sei piuttosto…sexy quando ti infuri.”Con la sua voce sensuale mi aveva stregato .Il mondo non esisteva più quando lui mi parlava in quel modo. Se fossi stata ancora umana,mi sarei sciolta come il burro. Ma questo non impediva comunque al mio corpo di reagire in modo inaspettato. Lui era un fuoco che mi bruciava dentro. Era cosi bello e irresistibile.”Penso che per certe cose,il posto più adatto per voi,è la vostra casina.”L’attenzione,era tornata su di noi. Emmett come al solito,notava tutti i modi audaci e seducenti che Edward usava con me,prendendoci in giro .Se avessi potuto ,sarei arrossita. Abbassai lo sguardo sul pavimento per la vergogna. Edward invece mi stringeva i fianchi avvicinandomi sempre di più a lui.”Guardati gli affari tuoi,Emmett .Avrò pur diritto di sedurre mia moglie.”Disse con il suo bellissimo sorriso e il suo sguardo ammaliante .Mi accorsi che Claudia ci stava guardando. Aveva socchiuso gli occhi,come se fosse arrabbiata. Stringeva i denti. Allora era come pensavo. Claudia aveva dell’ interesse per Edward .Dove si erano conosciuti?Cosa li legava?Lei cosa ci faceva qua?L’unica cosa che mi distolse la mente dalle mie continue domande,fu Jacob che usciva dalla porta. Con un gesto rapido,gli fui accanto.”Jack!”si voltò spaventato.”Bella!mi farai morire uno di questi giorni”sospiro.”Dimmi?”Jacob aspettava che io parlassi,ma non sapevo come chiederglielo.”Volevo solo.. chiederti una cosa”Tentennai nel finire la frase. Mi sentivo sciocca. Cosa avrebbe pensato di me? Ma infondo dovevo togliermi questo dubbio.”Tutto quello che vuoi .E’ il minimo per ringraziare te e il tuo consorte,per avermi affidato Nessie per il viaggio.”Jacob ancora sorrideva. Era al settimo cielo,per la novità.”Emm…volevo ..chiederti. .cosa hai pensato. .quando hai visto la ..bella vampira?”Ero subito pentita di aver dato fiato alla mia bocca. Per non vedere Jack sorridere,chinai la testa. Di sicuro mi avrebbe deriso all’ infinito. Rimase in silenzio. Nessun sogghigno .Forse stava trattenendo le lacrime dalle risate. Alzai lo sguardo dalla curiosità. Mi guardava fisso senza parlare,ne ridere,neppure si muoveva .Cominciai a pensare che gli avesse fatto qualche incantesimo,pietrificandolo. Poi parlò d’improvviso”Perché…. Va bene!Non mi importa. Comunque ho pensato:CHI E’ QUESTA NUOVA BRUNA SENZA CERVELLO. CI MANCAVA UN ALTRO MOSTRO PUZZOLENTE SUCCHIASANGUE.”riuscì ad ascoltare il termine della frase detta da Jacob,in lontananza .Era già corso via,senza darmi il tempo di reagire. Rimasi sbalordita. Mi ero sbagliata su tutto. Adesso capivo il perché del sorrisetto di Edward. Ero una sciocca. Il mio Edward!Non aveva mai mancato di rispetto ne a me,ne alla sua adorata figlioletta .Ma…non capivo!Claudia dopo aver visto l espressione scioccante di Jacob…aveva detto-NON E’ CARINO DA PARTE TUA-
Come diavolo faceva lei a sapere cosa Jacob aveva pensato su di lei?

5)Capitolo-RIVELAZIONE

La mia piccola era partita. Mancava solo da pochi giorni, ma il tempo senza di lei sembrava un‘eternità. Anche Edward come me era in preda all'ansia di continuo. “Renesmee ha chiamato?” Mi ripeteva all’ infinito. Edward sembrava cosi volubile quando si trattava di sua figlia. Eppure era vero: Si sentiva la sua mancanza, specialmente in casa. La mia piccola era già arrivata da mia madre, e si stava divertendo; cosi aveva detto. Mia madre accontentava tutti i suoi capricci e desideri. Infondo la vedeva cosi raramente, che si sbizzarriva quando era con lei.”Che dici? Rosso o Rosa?” Alice, spuntando dal nulla come un folletto, mostrava tra le mani un nastro di raso enorme.”Ma...cosa?” Come sempre, Alice aveva il potere di stupirmi. Che diavolo era quel nastro? Cosa aveva per la testa? Da lei c’era d’aspettarsi di tutto. ”Bella! Non ricordi? La festa di ben tornata per Renesmee.” Con il suo sorrisetto diabolico, Alice mi rispondeva come se io stessi cadendo dalle nuvole. Continuavo a fissarla con aria sbalordita…Lei, allora continuò: ”Dobbiamo rendere la cosa credibile. Se non sbaglio avete detto a tua madre che tu ed Edward non potevate accompagnare Renesmee da lei, perché eravate impegnati nei preparativi per una festa. Lo dirà sicuramente a tuo padre. Perciò …cosa penserebbero se al suo ritorno…niente festa?" Si fermò solo un attimo "E poi...adoro le feste!!!". Continuavo a fissarla. Ma dove prendeva tutta quella gioia di festeggiare e organizzare? Pensava alla felicità degli altri. Alice era molto altruista. Mi ricordava suo fratello, infondo. Le feste, e la confusione mi davano noia. Perché però privare il divertimento agli altri, sopratutto a mia figlia? Sarebbe stata felice al suo ritorno."Mm ...Rosa! direi. "Alice scoppiò in un urlo di gioia, esplose buttandomi le braccia intorno al collo, stringendomi forte."Grazie Bella!". Sorridemmo entrambe. Alice era più che un amica-cognata...era una sorella."Non vorrai sciuparmela", Edward apparve dietro di noi. Alice ancora felice si girò verso il fratello con gli occhi che gli brillavano più del solito. Gli rivolse una linguaccia simpatica da furbetta, e volò via in una giravolta leggiadra. Edward mi abbracciò da dietro, baciandomi sul collo."Come mai quel caloroso abbraccio? Di cosa ti ringraziava?" Ci misi un po’ a rispondere .Edward mi faceva sempre perdere i sensi."Sta organizzando una festa per Renesmee" Lui alzò la testa, e con un sorrisetto indagatore mi voltò. Socchiuse gli occhi, per capirne di più."E tu sei d’accordo?"  mi chiese. "SI perché non dovrei?" dissi calma, come se la cosa non mi toccasse. Edward mi conosceva bene."Cosa c‘è sotto?" socchiuse di più lo sguardo ed arricciò le labbra. Non mi credeva. Come potevo biasimarlo. Ero sempre contraria alle feste e cerimonie varie. Da umana, tutto quello che Alice organizzava: Diploma, compleanni, e matrimoni...io ero sempre arrabbiata e imbarazzata. Erano un problema per me."Niente. Non c è nulla sotto. Per me va bene. Davvero. Perché dovrei privare nostra figlia di un esperienza del genere. Lei deve divertirsi e vivere felice. Non farò mai nulla che la renda triste, perciò se le feste non piacciono a me, non vuol dire che non debbano piacere a lei." Parlai di continuo senza badare al tono che usavo. Mi resi conto dopo, che non lo stavo guardando negli occhi, e quasi urlavo. Ero nervosa. Volevo che tutto andasse bene, che la mia bambina crescesse felice. Avevo paura di non essere la mamma che Renesmee desiderava. La mamma che l’ accompagnava ai parchi giochi, che la portava a scuola, che gli organizzava feste con le amiche in giardino. Io non sarei mai stata una di quelle madri. Edward si accorse della mia tensione. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò. Un bacio dolce, trasportatore e, allo stesso tempo, passionale. Mi lasciai andare come sempre e lo strinsi a me. Lui non era più l' Edward che avevo conosciuto; riflessivo e posato. Era selvaggio e impulsivo. Mi strinse più forte di prima, e mi baciò più intensamente. Leggermente allontanò le sue labbra dalle mie, sfiorandomi ancora con il suo caldo respiro. Mi sussurrò dolcemente con la sua voce poetica: "Non preoccuparti amore, nostra figlia è felice". Ero ancora intontita dal bacio, quando percepii la frase di Edward. Aveva capito le mie paure, e aveva dato una risposta ai miei dubbi. Avrei voluto piangere tra le sue braccia e baciarlo ancora, ma un colpo di tosse -finto ovviamente-ruppe la sfera di magia che avevamo creato fra noi. "Mi dispiace disturbare, ma il nostro Edward quando è con te, dimentica tutto." Jasper stringendo le spalle, spinse lo sguardo su Edward. "Oh! hai ragione. La caccia."Rammentando i suoi impegni, Edward si passo le mani tra i capelli e si rivolse a me: "Amore, scusa. Avevamo organizzato una battuta di caccia, tra uomini. Non ti dispiace se vado?" Vedevo Jasper alle spalle del fratello che scuoteva la testa sorridendo, vedendolo cosi sottomesso."Certo. Va pure". Mi baciò la fronte velocemente e strizzandomi l’ occhio mentre andava via, mi disse: "Divertitevi voi donne ad organizzare la festa, saremo di ritorno presto." Bene! Tornai con i piedi per terra adesso che Edward era andato via. Mi guardai attorno, e capii che ero nel giardino di casa Cullen. Non me ne ero accorta. Edward mi portava sul serio fuori dal mondo. Una sagoma sopra di me, svolazzava da un pilastro all’ altro. Era Alice che si dilettava a mettere fiori e nastri ovunque. "Alice, cosa posso fare per rendermi utile?" Domandai, nella speranza che il compito concessomi fosse alla mia altezza. Si bloccò di colpo:"Vediamo...Esme e Rose si stanno occupando della torta...le decorazioni li sto mettendo io e Claudia sta incartando i regali..." Pensierosa Alice parlava da sola. "Puoi dare una mano a me, non sono brava con le confezioni regalo." Dall'altra parte del giardino c’ era Claudia, bella come la luce del sole. Aveva un vestitino nero che gli scendeva sul corpo delicatamente. Scollatura a balconcino, e i suoi boccoli nero corvino che cadevano sul viso bianco perfetto. Labbra rosse come il fuoco. L’ ossessione per lei non era andata via. Stavo solo cercando di non pensarci. Ma era difficile averla cosi vicino. Lei sembrava volesse essere cordiale. Bene,concediamole una possibilità -pensai-. Mi trasportai dall’altra parte del giardino e cominciai ad incartare regali. Non era difficile. Da quando ero vampira, ogni cose appariva insignificante e facile. Alice sembrava ansiosa. Era preoccupata della nostra vicinanza, come se aveva timore di lasciarci sole. Ci guardava di sott’occhio mentre attaccava le decorazioni. "Bella, allora, raccontami un po’. Ti manca la tua vita da umana?" Claudia mirava a qualcosa di preciso, che ancora non capivo cosa fosse. Stetti al gioco per vedere dove volesse arrivare: "No, per niente. Adoro i Cullen ed AMO Edward. Non avrei mai potuto desiderare una vita migliore". Risposi fredda; "Sicura?" mi chiese come se io stessi mentendo. Ma come si permetteva? La guardai furiosa: "Certo. Più che sicura." Cosa ne sapeva lei di me, da dubitare che non dicessi la verità? Mentre parlavamo, le nostre mani scorrevano tra la sfilza di regali dedicati a Renesmee; "E non pensi a cosa hai perso? La famiglia, gli amici, l'anima." Disse ANIMA, come se sapesse che tra me ed Edward la discussione fondamentale della mia trasformazione, fosse sempre stata L'ANIMA. La guardai curiosa: "NO. Mi dispiace, ma non ci penso. Sto bene con Edward...con o senz'anima."Continuavo a rispondere vaga e scontrosa."Vorrei chiederti una cosa: "Tu…abbandoneresti mai tua figlia, e Edward?" mi chiese come se nulla fosse. A questo punto scattai in piedi urlando: "Ma che ti viene in mente! Non lo farei mai. Non ci sarebbe motivo al mondo, mai ,che potrebbe farmi pensare una cosa del genere. Io ed Edward ci amiamo alla follia, e non riusciremo mai a vivere uno senza l’ altro. Siamo due pezzi compatibili di un “unico” cuore. Solo insieme possiamo battere. Renesmee poi, è la cosa più bella che potessimo desiderare. L'amiamo". Urlavo come una matta, non so per quanto ancora sarei riuscita a trattenermi se Claudia non la smetteva di provocarmi. Lei non mi guardava neanche in faccia, facendomi sentire ridicola. La mia reazione non la toccava minimamente.. Continuava con il suo lavoro, senza darmi importanza."Ma lui una volta infondo ti ha ABBANDONATA. Ricordi? Poteva finire diversamente."Aveva toccato il mio tasto dolente. Ancora oggi, questo discorso mi faceva star male. Ma lei, come sapeva tutto questo?. La guardai senza parole: "Ma tu…come fai a saperlo?" La mia voce era diventata un sussurro. Era un pensiero uscitomi dalla bocca. Dovevo dirlo. Volevo saperlo. Alzò finalmente lo sguardo dandomi retta. Era sorpresa."Non lo sai? Edward davvero non ti ha mai detto niente di me?" Era stupita, ma anche contenta. Era soddisfatta che io fossi ignara di non so che cosa .Ma la verità era che Edward non mi aveva mai parlato di lei. Scossi la testa, arrendendomi. Da li a poco l’ avrei saputo da lei.
Claudia parlava come se stesse parlando di una divinità. "Io e Edward abbiamo un legame molto speciale". No...era quello che temevo. Non ero sicura di voler sapere la verità. Avevo paura. Il mio Edward. NO! Volevo urlarle NON DIRE NIENTE! Ma non riuscii. Da quel momento in poi, mi paralizzai. A quel punto, dovetti sedermi. Non era necessario, perché non avrei potuto avere un mancamento nel mio modo nuovo di essere, ma la statua preferivo farla da seduta, visto che non sapevo per quanto tempo sarei rimasta immobile. Lei vedendomi scossa, proseguì ad uccidermi di dolore con le sue parole. "Bene, ti dirò tutto io, visto che non so per quale motivo, Edward non te l’ ha detto. Io e Emmett devi sapere che eravamo molto legati. Stavamo sempre insieme. Un giorno, lui si assentò da casa per andare nel bosco a caccia .La sera non tornò. ..Eravamo tutti molto preoccupati. Andammo a cercarlo ovunque…ma di lui, nessuna traccia. Io non mi detti pace. Continuai a cercarlo nell’ oscurità della notte, nei boschi. Era buio, non vedevo nulla. Sentivo il suono degli animali intorno a me, quando all’ improvviso una sagoma, mi afferrò. Pensavo fosse un animale e chiusi gli occhi. Ero sicura di essere morta, invece mi svegliai dopo tre giorni, a casa Cullen. Ero una vampira. Mi spiegarono cos’era successo, e ritrovai anche mio fratello Emmett in quella nuova famiglia. Continuavo a sentire una voce nella mia testa. Una sola voce…bellissima e soave. Continuava ad incolparsi dell’accaduto e ad odiare se stesso. Compresi che la voce che sentivo, era della persona che mi aveva portato in quel nuovo mondo, senza chiedere il mio volere. Poi lo vidi, il mio “aggressore” era Edward. Da quel momento in poi, i nostri pensieri furono legati. Tutto quello che lui è, quello che fa...io lo so .Ovunque mi trovi."

(Inizio col dirvi che sono nuova di efp,e chiedo scusa se non ho risposto alle vostre recenzioni.Non sapevo in che modo farlo.Dando un occhiata alle altre fan fiction mi sono accorta che posso traquillamente rispondere nel capitolo prima di postarlo.Quindi....

Grazie di cuore dei complimenti,spero che Heart vi piaccia.Le sorprese sono tante!Si, abbiamo odiato tutti Claudia e anche...non posso dirvi nulla.Continuate a seguirmi..grazie!)

   6)Capitolo-SEGRETO

Non so per quanto tempo trattenni il fiato. Non mi muovevo. I miei occhi erano fissi nel vuoto. Non riuscivo neppure a sbattere le palpebre -gesto ormai abituale-. La mia mente aveva smesso di ragionare. Ero immobile, non avevo più un cuore che mi batteva in petto, ma fu solo in quel momento che mi sentii un VERO vuoto dentro. Non volevo sapere altro. Non desideravo avere altre sorprese. In un barlume di secondo riuscii a pensare: Tutto ciò di strano che era successo in quei giorni, era legato a lei e a quel segreto? Il comportamento scontroso di Edward appena Alice bussò alla porta, gli sguardi indagatori intorno a me da parte degli altri componenti della famiglia, la permanenza improvvisa di Claudia a casa Cullen...il vaso rotto da Alice. Tutto. Tutto portava a lei. A Claudia. E poi...Edward! Edward, perché non mi aveva rivelato niente di tutto ciò? "Qualcosa non va?" Claudia mi parlava. Sentivo la sua voce, ma non mi voltai. Rimasi con lo sguardo fisso nel vuoto. "Se fossi in te, farei finta di niente. Infondo è lui che deve dirtelo, no?" Continuò:  "Io non dirò nulla. Sarà il nostro piccolo segreto". Felice e spensierata Claudia continuava a parlare. Certo! A me era crollato il cielo addosso. Sentivo ancora la sua voce, ma non riuscivo a parlare. Non riuscivo a muovermi. Non aveva torto, doveva essere Edward a dirmelo. Fino a quanto tempo mi avrebbe tenuta all’oscuro di tutto.
"Bella!" Conoscevo la sua voce. L’avrei distinta fra mille altre. Il mio angelo salvatore. La fonte momentanea del mio dolore. Nonostante la gioia di sentirlo e vederlo fosse tanta...continuavo a non muovermi .Mi sentii scuotere forte."Bella! Cosa c'è?" adesso la voce melodiosa di Edward si era trasformata in uno strillo di paura. Perchè non lo vedevo? Non riuscivo a reagire. Sentivo l ‘abbraccio di Edward e, le sue forti e calorose braccia intorno a me. Poi subito un ringhio dal suo petto: "Claudia! Che è successo?" Conoscevo abbastanza Edward da percepire dal suono del tono che usava, che stava perdendo il controllo. Fu allora che riuscii a muovere le palpebre, e ad uscire dal tunnel che mi aveva risucchiata. Lo vidi finalmente, mi stringeva al suo petto, con il volto sopraffatto dal terrore e dalla rabbia. I suoi occhi erano neri, fissi su Claudia. La stava bruciando con lo sguardo. Teneva la mascella contratta e il labbro leggermente rialzato per mostrare i denti. "Edward", sussurrai, come se prima di parlare avessi avuto bisogno di prendere una boccata d’ aria. Di scatto abbassò lo sguardo su di me: "Amore! Mi sono spaventato tanto. Che è successo? Non reagivi più." Mi stringeva ancora più forte, accarezzandomi i capelli. Dal tono che usava, sembrava piangesse."Va tutto bene, adesso. Mi ero solo...persa...nei pensieri." Dissi persa, ma in verità ci ero proprio caduta dentro. Parlavo ancora intontita, come se fossi appena uscita da un coma profondo. Edward mi guardò incerto, poi insospettito guardò Claudia: "Che tipo di pensieri?" Tornò con lo sguardo su di me, aspettando la risposta. Non sapevo che dire. Avrei voluto urlargli la verità, ma avevo paura. Temevo che la “SUA” versione per me, sarebbe stata peggio di quella di Claudia. Se cosi fosse, il mio spirito e la mia anima -ammesso che ne avessi una- sarebbero morte per sempre. "Edward, tranquillo. Bella si era solo distratta  pensando a Renesmee; dove fosse…che facesse...le solite cose da mamma." Claudia rispose al posto mio improvvisando. Lo sguardo di Edward l ‘aveva terrorizzata. Sicuramente aveva letto nella sua mente e sapeva come avrebbe reagito se mi fosse accaduto qualcosa. Infondo chi più di lei poteva prenderlo in giro. Sapeva cosa lo turbava e glielo riportava a modo suo. Sapeva cosa Edward voleva sentirsi dire. Lui ancora più dubbioso, mi fissò intensamente. "E' vero? E’ andata cosi?" Edward era sempre protettivo con me. Cosa avrei dovuto dire? Si o No. Avevo passato un brutto momento e non avevo la forza di superarne un altro. "Si, è andata cosi" risposi decisa. Vedevo al mio fianco Claudia che tirava un filo di sollievo, per essere scampata alla furia di Edward. Lui rilassò il viso e socchiuse gli occhi sospirando: "Va bene,ma non farlo mai più. Mi hai fatto prendere un colpo. Non so che avrei fatto se..." Non finì la frase. Io sapevo benissimo cosa voleva dirmi. Edward quando si trattava di me, non riusciva a ragionare. Tutto il suo buon senso e il suo tatto, sparivano. Ormai sorrideva, aveva creduto alle mie parole. Era un bene che non mi leggesse nella mente. "Scusami"; risposi dispiaciuta, ma le mie scuse in verità non erano per lo spavento che gli avevo arrecato. Le scuse erano per la menzogna che gli avevo appena detto. Mi sentivo in colpa. Non riuscivo a mentire ad Edward. "Allora ragazzi, com’è venuto?" Alice si intromise nel trio che avevamo creato. Non potevo  certo lamentarmi che non esistevano distrazioni in quella casa. Spuntavano persone dal nulla come funghi e nei momenti meno aspettati. Alice ci indicava con le sue piccole mani l’ enorme giardino decorato. C' erano nastri rosa ovunque e fiori bianchi in ogni angolo. Un bizzarro striscione penzolava sul margine della porta, con su scritto”BEN TORNATA RENESMEE”. Dovevo ammetterlo...Alice era strepitosa. Riusciva a rendere tutto magico. Il ritorno della mia bambina aveva reso tutti più entusiasti ed emozionati. Renesmee sarebbe rimasta contenta alla vista di quella calorosa accoglienza. Ormai mancava solo un giorno al suo ritorno. Avevamo avvisato Jacob dell’ inaspettata sorpresa e lui complice ci aveva dato tutti i dettagli che ci servivano. Sarebbero arrivati all’ aeroporto alle 17:00 del giorno seguente. Avevamo scelto di prenotare l’ aereo a quel ora, in modo tale che il sole non ci creasse problemi. Saremmo andati io ed Edward a prenderli all’ aeroporto. Nel frattempo gli altri si sarebbero preparati al -BEN TORNATA-.

 Si era fatto buio. Eravamo ancora tutti nel giardino di casa Cullen. Claudia si era dissolta nel nulla. Dopo la tragedia che aveva sfiorato con Edward, preferiva sparire davanti ai suoi occhi. Esme e Rose erano intente a illustrarmi la torta grandiosa che avevano preparato. Era ricoperta di panna bianca e sui bordi erano posti dei fiori rosa di zucchero. Si divideva il tutto in due piani. Quella torta mi riportò indietro con il tempo, a quando io - umana - avevo festeggiato il compleanno a casa Cullen. Anche la torta all’ora era bellissima. Un fulmine in testa, mi ricordò anche come era andata a finire quel giorno. Il taglio, l’aggressione di Jasper, lo sguardo colpevole di Edward. Ricordai sopratutto l’abbandono e il dolore allucinate che mi distrusse. Mentre continuavo a sorridere ad Esme e Rose per il bel lavoro, cercai Edward con lo sguardo. Era ad un paio di metri da noi. Mi dava le spalle. Di fronte a lui c’era Alice. Bisbigliavano, quasi parlavano a gesti. Fu un attimo, prima che Alice fece un cenno al fratello per avvertirlo del mio–ascolto-.Mi aveva notata. Edward si fermò nel parlare, ma continuava a darmi le spalle. Era di nuovo teso. Ancora misteri!. Di cosa parlavano? Dovevo saperlo. Mi affiancai a loro velocemente."Cosa combinate voi due?" Li guardai in faccia per cogliere ogni minimo particolare nei loro occhi, per capirne di più. Alice mi sorrise: "Niente. Pensavamo alla felicità di Renesmee quando vedrà cosa gli abbiamo organizzato. Sarà alle stelle!" Era evidente che mentiva, ed era imbarazzata. Posai gli occhi su Edward, che teneva la testa bassa. Sembrava che neanche ci ascoltasse. Era nervoso e triste, ma non ne capivo il motivo: "Edward". Con un gesto naturale, lo richiamai. Al suono della mia voce si scrollò dalla sua ferma posizione. Alzò lo sguardo: "Vado a togliere la macchina dal garage per domani". Disse triste e spento. Si voltò e sparì. Mi voltai sorpresa di nuovo su Alice: "Che gli prende?" Alice strinse le spalle e rispose ancora impacciata: "Non so. Sarà in pensiero per sua figlia. Conosci Edward. Non preoccuparti." Ci guardammo entrambe. Alice sapeva che non l’ avevo creduta, nonostante tutto non aggiunse altro. Avevo capito che qualsiasi cosa preoccupasse Edward...non me lo avrebbe detto. Si era fatto tardi e tutti i Cullen erano rientrati in casa. Edward non era ancora tornato. Ci metteva molto a togliere la macchina dal garage. Senza neppure pensarci, senza dirlo a nessuno, volai di sotto per cercarlo.

7)Capitolo-DUBBI

Arrivata di sotto in garage, notai subito intorno a me le macchine che erano tutte al proprio posto. L'auto che Edward avrebbe dovuto togliere fuori ,era ancora li dentro. Era buio. Edward era li, appoggiato dal lato opposto della macchina, con le braccia incrociate e lo sguardo pensieroso. Continuava ad essere triste."Edward", sussurrai. Non volevo farlo spaventare. Pensai che non potendo ascoltare i miei pensieri, l’avrei colto di sorpresa, ma non fu cosi. Edward non sembrava stupito di vedermi. Lo guardai per un istante e subito dopo guardai la macchina, e in fine di nuovo lui: "Mah...non capisco...cosa ci fai qui?" Edward non si mosse. Alzò gli occhi per guardarmi, ma rimase nella sua posizione. Mi accostai a lui, nella speranza di consolarlo -qualsiasi cosa avesse-. Anche io mi appoggiai alla macchina, decisa a parlarne: "Cosa c'è?" domandai sospirando. Speravo mi rispondesse, ma nello stesso tempo temevo fuggisse via sviando di nuovo il discorso. Avevo il cuore spezzato nell’osservare il suo volto affranto. Avrei fatto di tutto per farlo sorridere come sempre. Il suo splendido sorriso. Quando lui era felice, per me tutto il mondo risplendeva. Quanto avrei voluto strappare via il suo tormento. Qualsiasi cosa fosse. "Bella, tu sei felice con me?" Non mi guardò neanche negli occhi. Aveva paura della risposta? Mi chiedeva una cosa del genere, come se mi chiedesse di che colore fosse il cielo. Era un insulto per le mie orecchie che ascoltavano tali parole. Il cuore mi si ghiacciò. Sorpreso dal mio silenzio, finalmente si girò verso di me fissandomi spaventato. Cosa gli prendeva? Sicuramente aveva scambiato il mio silenzio per un mio dubbio. Un tentennamento verso di lui e verso i sentimenti che nutrivo. Assurdo! Non osavo neppure pensarlo. Lui era il mio sole, la mia luna. Di giorno e di notte. Niente aveva valore o significato senza di lui. Mi ripresi dai pensieri: "Che ti salta in mente! Non credo debba neanche risponderti ad una domanda del genere. Tu sei tutto per me. Felicita? Non è questa la definizione per descrivere fino in fondo ciò che nasce in me, quando sono al tuo fianco. Il sentimento che ho dentro, non ha definizioni adeguate ad esso. E' spaventoso. Niente...niente è superiore a te." Parlavo agitata, scuotendo la testa come per togliere la domanda –ingiusta- che Edward aveva osato pormi. Lui sembrò leggermente sollevato al suono delle mie parole -per me scontate-. Arricciò subito la fronte, come se in mente continuavano a ronzargli pensieri terrificanti: "Ma…non ti manca la tua umanità? Non sei triste al pensiero di aver lasciato le persone che amavi alle tue spalle?" Tornò a guardarmi negli occhi. Edward voleva una conferma. Voleva sentirsi dire qualcosa. Un momento! Questa domanda l’avevo già sentita. Era stata Claudia a farmela. Cosa significava tutto ciò? Avevano già parlato tra di loro a mia insaputa, o semplicemente Claudia aveva letto nella mente di Edward le sue paure e i suoi tormenti, anticipando i tempi? Dovevo calmarmi e spiegare tutto con calma: "Non capisco cosa vi è preso a tutti oggi. Non so cosa c'è sotto, ma non penso che debba dimostrarti il mio amore, più di quanto tu già non conosci. Ho fatto una scelta e l ‘ho fatta per l'eternità. Sapevo cosa avrei perso, ma ero altrettanto consapevole di ciò che avrei avuto in cambio: Cioè te. Il desiderio più grande era stare con te. Fin da quando ti ho conosciuto, essere nel solo raggio della tua vista, per me era già un sogno. Essere notata e amata da te è stata la cosa più bella che mi potesse mai capitare. Ancora oggi non riesco a capacitarmi dell’ enorme fortuna che ho di vivere al tuo fianco. E' vero, mi dispiace di non poter vedere tranquillamente i miei cari; ma niente è paragonabile alla gioia che ho nel cuore di vederti e sentirti ogni giorno. Non cambierei mai quello che ho adesso, con niente al mondo. Ti amo adesso e ti amerò per sempre”. Avrei parlato all’ infinito. Avrei voluto urlarlo al mondo intero, l’ intensità dell’ amore che Edward scaturiva in me. Niente e nessuno doveva dire o pensare il contrario. I suoi occhi cominciarono a prendere forma. Il suo viso si illuminò. Quasi sorrideva: "Lo so…ma…" disse. "Ma cosa?" chiesi curiosa. C'era un “ma”?. Lui ritirò la frase facendo una faccia buffa: "Lasciamo perdere, andiamo a casa." Mi avvolse con il suo braccio e mi portò con se.
Nel tragitto verso la nostra dimora, Edward non fiatò. Io continuavo a fissarlo. C’era ancora qualcosa che non mi aveva detto. Sembrava angosciato. Per non dimenticare del segreto di Claudia che mi teneva nascosto. La mia mente ricominciò a fantasticare. Forse le sue domande erano mirate ad uno scopo ben preciso. Forse era lui che non stava più bene con me e voleva accertarsi che io non soffrissi troppo al prossimo abbandono. E se il legame che lo legava a Claudia era qualcosa di più forte di quanto io immaginassi? Oddio! Stavo impazzendo. Continuavo ad assillarmi la mente da sola con assurde domande alle quali non avrei mai trovato risposta. Solo lui poteva darmele. Camminavamo lenti. Potevamo essere a destinazione in un batter d'occhio, ma entrambi preferimmo rallentare il passo per creare un atmosfera“umana”. C'era un aria sospesa tra di noi. Eravamo come due calamite che entrambi volevano stringersi e baciarsi come sempre, ma dovevamo trovare il punto giusto d 'incontro. Le nostre menti erano in avaria. La mia, personalmente, era letteralmente in delirio. Non sapevo più che pensare, volevo che fosse Edward a dirmi tutto.  La versione degli altri non mi interessava. Se dovevo ridere, piangere o morire…doveva essere lui a farlo. "Bella, non entri?!" mi disse con lo sguardo chinato su di un lato per scrutarmi, come se volesse leggere i miei pensieri. Mi accorsi che ero ferma davanti ai gradini che mi separavano dalla porta dell’ entrata. Alzai il viso verso di lui, con gli occhi sbigottiti. A quel punto Edward mi sorrise, ed era quello che aspettavo, quello che volevo. Il suo sorriso! Anche dopo una giornata di fuoco e inferno, la sua felicità e la sua dolcezza, mi facevano rinascere. Adoravo il suo sorriso. Edward, non mi chiese a cosa stessi pensando. Di solito amava conoscere i miei pensieri e le mie paure, ma quella sera...non mi chiese nulla. Era come se temesse che, le cose che io stessi pensando, lo avrebbero fatto soffrire. Salii i gradini,e gli sorrisi a mia volta. Ci guardammo intensamente negli occhi. C’era tanto da dire tra di noi, ma quella sera restammo in silenzio ed entrammo.

Risposte alle recenzioni:

-sedsed:Tranquilla Claudia avrà quello che si merita!Grazie di aver lasciato un commento-Per me è sempre bello leggere le vostre parole.Grazie anche a te Micole

9)Capitolo-TENSIONE

Lo sentii salire i gradini dell’uscio di casa. Da lì a poco sarebbe entrato. Cosa gli avrei detto? Mi sarei dovuta arrabbiare, oppure avrei dovuto mantenere il silenzio? Non sapevo come comportarmi, mi vergognavo ad ammettere che avevo origliato la loro conversazione involontariamente. Sentii la porta chiudersi. Era entrato. Ero nella camera da letto, ancora perplessa su ciò che avrei dovuto dire o fare. “Amore" sentivo la sua voce avvicinarsi. Stava venendo verso di me. "Ero convinto… che…" terminò bruscamente la frase. Aveva intravisto il mio viso. Si fermò sulla porta della stanza con gli occhi fissi su di me: "Cosa c'è?" Era impossibile nascondergli qualcosa, riusciva a capirmi anche solo con lo sguardo. La mia faccia era pietrificata con il volto rivolto verso il basso. Cosa dovevo dire? Continuò a camminare lento verso di me: "Bella?" Era d fronte a me, ormai, con un dito sotto il mento, mi alzò delicatamente il viso verso di lui, in modo che potesse guardarmi negli occhi."Cos'è successo?" Mi chiedeva sempre più preoccupato. Il mio corpo ardeva. Il desiderio di sapere cosa mi nascondesse, era forte, ma era altrettanto forte l'amore che provavo per lui. Non volevo perderlo. Se ciò che mi avrebbe rivelato infine, non mi sarebbe piaciuto? NO! Non volevo saperlo o perlomeno, non volevo saperlo in quel momento. Era un giorno di festa.
Renesmee sarebbe tornata presto a casa ed io non volevo rovinare tutto."Niente" sospirai annullando dalla mia mente le misteriose frasi che avevo udito poco prima. Ancora echeggiavano nei mie pensieri. Lui continuò a guardarmi incerto di ciò che rispondevo: "Sei sicura? Ultimamente sei sempre così strana?" Ero sul punto di esplodere. Ma perché insisteva nel provocarmi? Mi chiedeva se ero SICURA? No,non lo ero. Non capivo cosa stava succedendo alle mie spalle e la persona che amavo di più, mi mentiva. Ero confusa e spaventata. Spaventata di perdere l'amore della mia vita. D'istinto alzai gli occhi al cielo. Mi pentii subito di quel folle gesto. Edward ne avrebbe colto subito il significato, ed io avrei dovuto dare una spiegazione logica. Infatti accigliò lo sguardo: "Cosa significa? Qualsiasi cosa ti passa per la testa, io voglio saperla. Anzi, PRETENDO di saperla"  Fini in tono severo la sua frase. Parlava come se ero io a nascondergli qualcosa. Sembrava una frase pensata e mirata, nonostante era lui a dovermi dare delle spiegazioni, le sue parole mi spaventarono. Per sviare il discorso, mi voltai verso i vestiti di Edward posati sul letto e li indicai con lo sguardo: "Ma non dovevi cambiarti per la festa?" Lui si girò per guardarli. Ancora il viso rivolto sul letto, disse: "Si. Ero convinto di averli dimenticati da Esme." Rispose sicuro di se. Era proprio un attore nato. Il suo tono, la sua espressione avrebbe ingannato chiunque. Nulla di ciò che faceva lo tradiva. Io stessa, se non li avrei uditi con le mie orecchie, non avrei mai dubitato di lui e delle sue parole. Fingendomi disinvolta, mi voltai e mi allontanai. Non volevo mostrare il disappunto che avevo dipinto sul viso al suono delle sue parole. Sapevo che mentiva.  Mi afferrò per un braccio, facendomi girare verso di lui: "Non hai risposto alla mia domanda." Mi guardava serio. Avrei dovuto improvvisare: "Quale domanda?" Cercavo di prendere tempo. Lui capì subito “Non cercare di distrarmi. Voglio sapere cosa ti preoccupa…o...cosa ti passa per la testa." Era proprio deciso a farmi sputare il rospo a tutti i costi. Continuavo a guardarlo, senza dire una parole. Un tonfo riuscì a togliermi da quella situazione senza scampo. Mi voltai verso la finestra. Alice era dall’ altra parte del vetro che bussava sorridente. "Alice! Chissà cosa vorrà?" Mi allontanai velocemente, lasciandolo con le mani sospese nel vuoto.  Aprii la porta finestra, per farla entrare. Le ero grata di avermi tolto da quella situazione. Continuavo a sorriderle. "Bella, cercavo proprio te. Vieni a vedere!"
Alice mi tirava verso di se, non accorgendosi dello sguardo furioso del fratello. Il silenzio era troppo evidente per lasciare dubbi di una situazione naturale. Alice, infatti, smise di strattonarmi, guardò prima me, che avevo gli occhi bassi per la vergogna del momento e poi si girò verso Edward: "Ehm...disturbo?" Disse sorridendo con la consapevolezza che disturbava. Edward fermo nella sua posizione la guardava con rabbia: "Hai il potere di arrivare nel momento meno opportuno." Disse freddo. Alice era mortificata, le si leggeva in faccia. Cercai di salvare la situazione: "Edward, non essere severo con Alice. E'giustamente euforica per la festa. Infatti dobbiamo tutto a lei oggi". Cercai di gettarmi sul discorso “ringraziamento”. Edward magari si sarebbe intenerito. Lui rimase impassibile alle mie parole. Non si mosse di un millimetro. Presi in mano le redini della situazione e spinsi Alice verso la porta di uscita: "Dai andiamo! Non dovevi mostrarmi una cosa?" Alice si riprese subito. Mi prese per mano sorridente di nuovo: "Vieni, resterai a bocca aperta." Mentre uscivo dalla porta mi voltai per guardare Edward, che ci seguiva con lo sguardo. Stavo per chiudere la porta alle miei spalle e disse "Bella" inchiodai. Non mi voltai."Deve essere una tua scelta. Io non ti costringo a dirmelo" continuò "Quando ti sentirai pronta… io sarò qui. Sempre." Ma di cosa stava parlando? Alzai gli occhi per incrociare i suoi. Erano tristi. Perché? Cosa dovevo scegliere? Incapace ormai di capire le sue parole, gli sorrisi: "Ci vediamo fuori" Risposi fredda. Non riuscivo più a parlare liberamente dei miei pensieri con lui. Avevo paura. C'erano troppe cose che mi bloccavano. Mi ero chiusa in me stessa, in un modo cosi prigioniero, che non riuscivo a trovare la forza di ribellarmi ad ogni parola o gesto incompreso. Chiusi la porta alle mie spalle. Alice continuava a sorridermi: "Andiamo". Mi trascinò con lei, in casa Cullen. Gli altri membri della famiglia si trovavano tutti nell’enorme salone. Alice mi fece entrare. Mi sorprese però, che varcata la porta, Alice continuò a camminare su per le scale, verso il piano superiore: "Alice...Ma…cosa…" chiesi curiosa. Lei sghignazzò: "Ti avevo detto che era una sorpresa. Sali!" La seguii sempre più ansiosa di sapere di cosa si trattasse. Continuavo a sentirla blaterare sui preparativi della festa. Mi dava orari, posti, luoghi…tutto organizzato. Neanche l’ascoltavo più. Il mio pensiero fisso era Edward. Quanto avrei voluto chiarire tutto con lui. Non avrei tenuto a lungo  quel  atteggiamento. Non riuscivo a togliermi dalla mente i discorsi  fatti su di me, in quella casa poco prima. Edward, cosa doveva dirmi? Questa volta non sarei sopravvissuta al suo abbandono. "Ecco, Entra!" Alice mi riportò con i piedi per terra. Mi ricordai che ero li per vedere la sorpresa per Renesmee. Quella stanza mi era famigliare. Certo! Era la stanza di Edward. Aprii  la porta…"WOW!" Rimasi sbalordita. La stanza era  completamente cambiata. Era diventata rosa. Al centro si trovava un enorme lettone bianco. Sopra il letto era posizionato un baldacchino dalla quale scendevano delle deliziose tendine fiorite, intonate al resto della stanza. Tutto intorno era ricoperto di fiori colorati e giochi di ogni tipo. Era tutto un incanto."Edward non userà più questa stanza. Quindi abbiamo creato un area giochi per la piccola Renesmee. Cosi quando vorrà dormire qua con noi...bhè! Si troverà a suo agio. Che ne dici? Ti piace?" Alice mi guardava ansiosa di saper la mia risposta: "Certo che mi piace…Piacerà un mondo anche a Renesmee. Grazie è  bellissima". Che pensiero carino che avevano avuto tutti. Non potevo credere che qualsiasi cosa mi nascondessero, poteva farmi del male. Erano troppo altruisti e premurosi. Forse ero io ad aver travisato tutto in modo sbagliato. Sentii la voce melodiosa di Edward al pian terreno. "Edward è arrivato" dissi tra me. Alice  riuscì a sentirmi: "Bella, volevo dirti…sono arrivata a casa vostra nel momento meno opportuno, perché sapevo che tu eri in difficoltà" Alice mi stava spiegando, che non era stata una coincidenza che lei si trovasse nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Ma certo. Aveva visto che avevo scelto di non dire nulla ad Edward di ciò che mi tormentava. Lei continuò: "Io ti voglio bene Bella e non voglio vederti soffrire. Ma…voglio bene anche ad Edward." Alice mi parlava come se mi stesse rimproverando qualcosa. Accigliata risposi subito: "Cosa vuol dire? Anche io voglio bene ad Edward." Cominciavo ad agitarmi. Non volevo saltasse fuori la verità adesso. Ma ero certa che la conversazione con Alice sarebbe stata rivelatrice per me. Alice tentennò nel rispondermi: "Ecco…io…" Si guardava intorno, come se temesse che qualcuno ci sentisse. Ad un certo punto sgranò gli occhi: "Edward!" Si girò di scatto. Edward era alle nostre spalle. Lui ancora più freddo di prima: "Alice" Chiamò il suo nome, in tono imitatore.  Sicuramente aveva sentito nei pensieri della sorella cosa voleva rivelarmi. "Vi lascio soli" Affrettò a rispondere Alice, fuggendo rapida e leggiadra agli occhi accusatori del fratello. Quando Alice gli passò accanto, alzò lentamente gli occhi verso di lui. Edward la fulminò. Alice scomparve alle sue spalle, agitata. Io rimasi a guardarlo. Non mi ero accorta che si era cambiato. Era bellissimo. Alto e vistoso come sempre, sovrastava il resto del mondo. Indossava un paio di pantaloni grigio perla, ed una camicia bianca che si sposava con le curve del suo petto. Era stupendo. Rimasimo a guardarci. "Mi sono dimenticato di dirti una cosa" Disse usando ancora il tono di prima. Io incenerii. Era il momento che aspettavo. Mi avrebbe detto tutta la verità adesso? Proprio in quel momento mi sentii tremare le gambe, anche se sapevo che ormai era un gesto impossibile. Mi ghiacciai. Avrei forse dovuto fuggire, per non ascoltare nulla? "Dimmi" Dissi inghiottendo un boccone amaro. Era il momento, pensai. "Stasera sei bellissima" Edward come sempre mi elogiò.

Risposte alle recensioni:

Grazie ragazze.La mia fan fiction vi lascerà sempre sul più bello^^.Fortissima la tua risposta Micole!Se Bella avesse risposto cosi,saremo già a cavallo.ahahahah.Grazie ancora,e seguitemi....

10)Capitolo-SETE

Edward distese il viso dall’espressione minacciosa usata contro la sorella. Mi sorrideva e mi guardava con occhi ammaliati: ”Pensavo mi fossi abituato alla tua bellezza. Mi sbagliavo, tu mi stupisci ogni giorno. Sei un incanto”. Continuava a scrutarmi dalla punta del piede alla cima dei capelli. ”Sei sorpresa?” Notò il mio sguardo confuso. Effettivamente ero felice, ma delusa. Era bello sentire Edward farmi diversi complimenti, ma ero allo stesso tempo delusa che non mi era ancora stata detta la verità. Speravo in una confessione da parte sua. Non volevo sapere nulla dagli altri, volevo che fosse Edward a dirmelo. Conoscevo Alice e da li a poco avrebbe trovato il modo di dirmi ogni cosa. La curiosità mi divorava. Volevo correre da lei per farmi dire tutto, ma riprendendo quel briciolo di lucidità che mi rimaneva, pensai che non avrei ottenuto nulla. Se a dirmelo non fosse stato Edward, il parere degli altri non contava. “Si, sono un po’ sorpresa. Infondo non sono l’unica donna di questa casa. Penso che non sia la prima in classifica di bellezza.” Accennai un sorriso, per fingermi disinteressata. Non volevo far pesare a Edward la mia preoccupazione. Ultimamene mi vedeva sempre triste e imbronciata. Lui rise di gusto: “Bella, ti sei sempre sottovalutata.” Poi divenne serio: ”Per me sei la donna più bella della casa, del pianeta, dell’ universo.” I suoi occhi erano sinceri. Lo guardai intensamente. Quanto avrei voluto chiarire tutto con lui. Non sopportavo quella tensione.”Magari è meglio se andiamo”. Dissi cambiando discorso. Gli passai accanto con lo sguardo basso. Era gentile con me, ma le cose che mi nascondeva mi rendevano nervosa. Non riuscivo a comportarmi normalmente. Ogni volta che cercavo di affrontare un qualsiasi discorso con lui, mi bloccavo. Avevo perso fiducia. Oppure in verità, mi fidavo talmente tanto che avevo paura di ascoltare le sue parole. Lui rimase per un attimo fermo sul posto, con lo sguardo nel vuoto. Era troppo intelligente da non capire. Non mi chiese nulla. Si voltò e mi venne dietro lungo le scale. I miei dubbi aumentavano. Aveva capito che in me qualcosa era cambiato, allora perché non mi chiedeva niente? Forse non gli importava più? Sotto era tutto un bisbiglio. Ero sofferma sul penultimo gradino della scalinata e tutto intorno si fece silenzioso. Al mio arrivo non parlavano più. Adesso basta! Ero stanca di quella situazione. ”Allora, che vi prende? Perché questo silenzio?” Mi arrabbiai. Guardavo i miei famigliari in faccia, uno per uno. Erano bravi a mentire, ma uno di loro avrebbe comunque dovuto rispondere alla mia domanda. Si guardarono negli occhi. Edward che era al mio fianco, mi poggiò una mano sulla spalla. Sospirò: ”Ti dico io di cosa stavano parlando” Continuò: ”Visto che saremo noi ad andare a prendere Renesmee all’ aeroporto, erano preoccupati di come avresti reagito alla presenza di umani intorno a te.” Io sbruffai. Lui continuò severo: ”Bella è dalla partenza di nostra figlia che non vai a caccia. Sembra che tu ti sia dimenticata della tua natura. Non trascurare questo aspetto.” Mi stava rimproverando. Me ne ero dimenticata. Non avevo assolutamente in mente la caccia in quel periodo. Pensavo a lui. Soltanto ad Edward. Non volevo trascurare nessun particolare gesto che provenisse da quel periodo. Niente. Non potevo sapere quanto sarebbe durata. Lo amavo più della mia stessa esistenza. Non mi importava di deperirmi, delle occhiaie e di tutto il resto. Volevo stare con lui in ogni minimo istante. ”Si, è vero. Ma so trattenermi, non preoccuparti”. Risposi acida. Non volevo lasciare spazio ad ulteriori critiche. Lo guardai solo in quel momento negli occhi: ”Vogliamo andare?” Gli domandai con aria schizzinosa. Lui, alzò un sopracciglio: ”Come vuoi. Andiamo.” Uscimmo da casa Cullen per salire in macchina. Una cosa positiva c’era in tutta quella assurda situazione:Tra poco avrei abbracciato la mia bambina.
 Eravamo in macchina. Ormai fuori era quasi buio. Era un giornata piuttosto ombrosa. Ero fissa a guardare le luci delle macchine che ci passavano accanto. Edward camminava veloce. Mi sentivo i suoi occhi addosso, anche senza voltarmi. Continuai ad apparire distratta.  Lui, mise un cd nello stereo della macchina. La musica iniziò lenta. Era Debussy, Clair de lune. Mi voltai istintivamente verso di lui. "Ricordi?" Sorrise soddisfatto che io mi fossi accorta della canzone."Si" risposi in sottovoce. Come potevo dimenticare? Nulla di quello che mi legava a lui, era sbiadito. Ricordavo tutto chiaramente. Dal giorno in cui i miei occhi avevano incrociato i suoi nella mensa della scuola, il mio cuore era stato stregato. Avrei fatto di tutto per lui. La mia anima non era niente in cambio del suo amore. Adesso perché, ci trovavamo in una situazione imbarazzante? Incomprensioni? o paure? Dovevo chiarire. Avrei aspettato che la festa terminasse e avrei chiesto delle spiegazioni. "Cosa stai pensando?" Mi chiese accorgendosi del mio sguardo perso."Edward, pensavo… Cosa volevi dire con la frase..-é una tua scelta-?" Alla fine, lo dissi. Non c’ era nulla di male a chiedere spiegazioni su qualcosa che era uscita dalla sua bocca. Non stavo rivelando il segreto di Claudia o le frasi spezzate e incomprensibili, sentite a casa sua. Non avevo fatto male a chiederlo, o almeno ci speravo. Edward divenne teso e rallentò il passo. Quasi la macchina inchiodò.  Non mi rispose subito. Contavo i secondi, finché non lo vidi muoversi: "Intendevo dire, che qualsiasi cosa farai, io l'accetterò, purché sia una tua scelta. Continuerò ad amarti. Voglio che tu sia felice". Lo guardai perplessa. Non capivo di cosa stesse parlando. Terminò la frase: "Felice, con o senza di me". Si voltò per un secondo a guardare i miei occhi. -SENZA DI ME?!- pensai. SENZA DI ME. Le mie orecchie avevano appena udito quell’ orribile frase. I miei occhi erano spenti, il mio viso ghiacciato. Cosa stava cercando di dirmi? Io non esistevo senza di lui. La parola felicità, era un insulto se con essa ci aggiungeva “SENZA DI ME”. Non c’ era vita senza di lui, non c’ era un seguito. Perciò di cosa stava parlando? Lui si rigirò a guardare la strada e non si meravigliò del mio silenzio. Sicuramente aveva le idee chiare più di me. Io non trovavo un filo logico in tutto quello che aveva detto. Era la sua frase, che mi aveva fatto immobilizzare. La macchina si fermò: "Siamo arrivati". Disse Edward ancora con lo sguardo sulla strada. Io non risposi, non diedi alcun accennò di ripresa. Lui si mise la mano tra i capelli sospirando: "Se vuoi vado io…a..." Non aspettai che  finisse di parlare. Sapevo bene cosa si stava offrendo di fare. Non avrei rinunciato a vedere Renesmee per nessun motivo al mondo. Volevo riabbracciarla. "No! Andiamo." Continuai sicura, e scesi dall’ auto. Edward mi venne incontro. Anche se tra noi le cose erano ancora irrisolte, lui sembrava non volesse staccarsi da me. Non mi toglieva gli occhi di dosso. Mi accorgevo sempre del suo sguardo, ma il più delle volte, facevo finta di essere assorta nei pensieri. Osservava ogni mio minimo gesto o ogni mio movimento, come se cercasse un segno. Un significato . Eravamo entrati nella area d’ attesa dell'aeroporto. Jacob e Renesmee da li a poco, sarebbero arrivati. Nonostante fosse tardo pomeriggio, l’ afflusso di gente era intenso. Non volevo ammetterlo, ma sentivo il loro odore. La gola era in fiamme e le narici si dilatavano istintivamente all’ olfatto. Rimasimo in disparte, ai bordi dell'area transitante. Edward si accorse subito della mia reazione. Si abbassò leggermente verso di me, bisbigliandomi: "Bella, cerca di trattenerti,tra poco saranno qua". Era ansioso e preoccupato, temeva che da un momento all’altro mi sarei lanciata su qualche viandante. L'idea mi sfiorò. Cominciai a preoccuparmi anche io. Edward mi girò verso lui, abbracciandomi. Mi tratteneva il viso nel suo petto, per farmi respirare meno possibile quell'aria per me diventata irresistibile. "Cerca di rimanere ferma. Passerà. Abituati all'odore". Cercava di calmarmi. Lui era un maestro nel trattenersi.  Aveva passato tanto di quel tempo al mio fianco, notte e giorno assaporando la mia pelle, senza mai cedere. Mi chiedevo solo adesso, quale enorme forza lo aveva fatto resistere. "Edward, ma tu come facevi…con me…chi ti dava la forza?" Non riuscii quasi a parlare dall’ 'intensità di bruciore che sentivo in gola. Lui abbassò lo sguardo verso di me: "Ssh. Cerca di non parlare. Quale forza mi ha impedito di farti del male?" Afferrò subito cosa io volessi dire. Io annuii. Lui sorrise affettuosamente: "La forza dell'amore". Tolsi il viso dal suo petto e lo guardai. Ci guardammo cosi intensamente, che il mondo intorno a noi, sparì. Lui si chinò per baciarmi. Era tutto ciò che desideravo in quel momento: Una sicurezza, un suo segno d'amore. Mi alzai sulle punte dei piedi per raggiungerlo. Le mie labbra sfiorarono le sue. "Mamma!!" Ci girammo di scatto. La mia piccola era arrivata. Correva scansando le persone, impaziente di raggiungerci. Io e Edward tornammo alle posizioni erette di prima. Era difficile, ma andai incontro a mia figlia tra le persone. L'affetto che nutrivo per lei era superiore a qualsiasi male fisico. Ci incontrammo a metà strada e lei mi volò tra le braccia. La strinsi intensamente: "Tesoro! Bentornata". Renesmee mi stringeva il collo continuando a baciarmi sulla guancia. Edward subito fu dietro di noi. "Papà!" Dalle miei braccia, saltò alle sue. Era veramente felice di vederci. "Ciao principessa. Com’ è andata? Ti sei divertita?" Edward aveva sempre il suo autocontrollo da uomo centennale. Mentre sorridevo, scorsi Jacob che veniva verso di noi, sorridente come non mai, trasportava dietro di se una sfilza di valigie enormi. "Bells, Edward." Salutò a modo suo. "Ciao Jake" risposi. Piegai la testa da un lato guardando le valigie: "Non mi sembrava fossero cosi tante alla partenza". Dissi con lo sguardo indagatore. Jacob continuava a sorridere. Si mise una mano sul collo: "Ehm…ecco…" Jacob temeva che mi sarei arrabbiata. "Tua madre e Jacob hanno deciso di viziare Renesmee!" Aggiunse Edward, terminando l'incompleta frase di Jacob, leggendogli nella mente. Guardai mia figlia super sorridente e poi guardai Jacob imbarazzato. Scossi la testa sorridendo: "Allora le valigie le porti tu, Jake." Scoppiarono a ridere. Un uomo che passò di fianco, mi sfiorò la spalla. Mi girai involontariamente, e il suo odore mi travolse in pieno. Il mio volto cambiò totalmente.  Edward porse velocemente Renesmee tra le braccia di jacob. Mi afferrò da dietro tirandomi verso di lui. Fece fatica a trattenermi. "Andiamo via Jacob". Disse Edward preoccupato.

Risposte alle recenzioni:

Adoro le vostre recensioni.....grazie

-Sedsed-vedo che sei molto curiosa..ma non metterti comoda in Heart ci sono sempre colpi di scena!Grazie:)

-titty88-Davvero non ricordi cosa nasconde Edward?ahahha...allora rileggila...ihihh..ne sono contentissima

-bellina97-Non preoccuparti,tenterò di aggiornare ogni due giorni.Grazie del commento

-harrytat-AHhahahhah..il tuo commento mi ha fatto sorridere.Non preoccuparti..Bella tirerà fuori i "cosidetti" al momento giusto.Grazie del commento e..per quanto riguarda le recensioni che ricevo,io non mi lamento.Mi sono iscritta da pochissimo e Heart la sto postando il altri siti,forum e gruppi e va a gonfie vele.Grazie cmq..kiss

11)Capitolo-BEN TORNATA

Mi trascinò fuori. Appena sentii l'aria fresca, mi ripresi all'istante. Cominciai a sciogliermi dall’involucro di cattivi pensieri che mi avevano attraversato la mente. Quanto pericolosa poteva essere quella mia nuova natura? Edward aveva ragione nel raccomandarmi a non trascurare quell'aspetto.

"Tutto bene?"

Era al mio fianco. Ripresi lucidità e annuii. Jacob era ancora stravolto dall’improvvisa situazione. Teneva Renesmee in braccio e non staccava gli occhi da noi. La piccola invece, sembrava non si fosse accorta di nulla. Continuava a parlare del viaggio e delle esperienze vissute con Jacob. Alzai gli occhi su Edward, vergognandomi della mia debolezza.

"Mi dispiace"

Non avrei voluto creare problemi a nessuno con la mia sete .Ero stata incosciente. Una cosa del genere sarebbe potuta accadere nel mio stato denutrito. Lui mi sussurrò:

"Non devi scusarti di niente. Fa parte di te. Sei stata abbastanza brava, invece. Non eri nutrita. Non dimenticare che sei una vampira da poco tempo"

Mentre bisbigliava guardava nostra figlia ignara di tutto. Era ovvio. Edward non avrebbe voluto spaventare Renesmee. Assunse l’espressione pacifica di prima e guardando Jacob e Renesmee, aggiunse

"Bene, siete pronti per tornare a casa?"

Jacob non rispose. Era ancora preoccupato per la mia reazione, mentre Renesmee gridò "SII"

Non potei fare a meno di sorridere. La mia bambina mi toglieva dalla mente tutti i brutti pensieri. Era l’unica cosa che mi avrebbe -forse- distratta dai segreti di Edward. Salimmo in macchina, tutti molto silenziosi. L'unica voce che si udiva, era quella di Nessie.

Parlava in continuazione, raccontando ogni minimo particolare della sua permanenza dalla nonna. La ascoltavamo sorridendo. Era euforica, mentre io e Edward ci davamo delle occhiate di intesa, ogni tanto. Jacob invece, annuiva a Renesmee, non togliendo lo sguardo da noi due seduti avanti. Edward le rispondeva, di tanto in tanto

"Davvero?Racconta!"

Le dava corda. Era la prima volta che vedeva nostra figlia cosi felice. Voleva farle raccontare tutto nei particolari. In poco tempo eravamo giunti a casa Cullen. Lì avrebbe dovuto avere luogo -la sorpresa-. Attraversammo il sentiero che conduceva all'entrata. Era buio. Cercai di scorgere qualche minimo particolare che facesse intuire il bentornata. Ma niente. Tutto intorno era normale e silenzioso. Alice aveva programmato la cosa in grande stile. La macchina si fermò ed Edward fu il primo a scendere. Si portò velocemente sul lato opposto, per aprire lo sportello a me e a sua figlia. Renesmee scese dall’ auto indifferente e ignara di ciò che l'aspettava. Jacob la seguì. Edward attese che io fossi al suo fianco prima di muoversi. Tutti insieme ci avviammo alla porta d'entrata. Saltellando su se stessa, Renesmee faceva da guida a tutti, camminando avanti. Infatti fu la prima a rimanere immobilizzata. Appena il suo piccolo piedino varcò la soglia di casa, le luci si accesero, e l'enorme striscione si srotolò sulla sua testa, con su inciso BENTORNATA RENESMEE. Ognuno dei Cullen aveva preso la posizione assegnatogli da Alice. Erano tutti quasi in cerchio, che sorridevano alla bambina. Alle loro spalle si vedeva chiarissimo un tavolo imbandito di fiori e palloncini, con sopra la torta di panna rosa e bianca, fattagli con amore da Esme e Rose. Dalla vetrata esterna si intravedeva un allestimento di nastri rosa ovunque e candele profumate. I regali si trovavano nel giardino su di un tavolino di vimini decorato nei particolari. Era uno spettacolo meraviglioso. I Cullen erano tutti vestiti con grazia ed eleganza. Alla vista di tutto questo, Renesmee ebbe un’insolita reazione. Non emise fiato. Sgranò gli occhi, che diventarono rossi e lucidi. Non riuscivo a capire se fosse una reazione dovuta alla felicità del momento o se fosse semplicemente infastidita da tutto ciò.  Mi avvicinai a lei, abbassandomi per poterla guardare in viso.

"Tesoro,sei contenta della sorpresa?"

Dissi lentamente per non turbarla più di quanto lo fosse già. Lei all’improvviso esplose.

"SII"

Si fiondò su tutti saltellando dalla gioia; quasi piangeva.

"Grazie" Continuava a ripetere.

Era bello vederla allegra. Edward sorrideva più di lei. Renesmee proseguì alla scoperta delle decorazioni, dirigendosi in giardino. Noi tutti la seguimmo.

 Jacob era alle mie spalle. Quando fu certo che la distanza tra me e i Cullen fosse notevole, mi passò davanti girandosi verso di me per guardarmi in faccia. Io irritata dissi.

"Jacob, cosa vuoi?"

Lui mi fissò.

"Che vi è preso a tutte e due?"

Mi chiese sicuro di quello che diceva. Capii subito che si stava riferendo a me e ad Edward. Jacob era molto sveglio.

"Non so di cosa tu stia parlando"

Risposi ignorando i suoi occhi. Jacob riusciva a leggere molto bene il mio sguardo. Non vidi il suo viso, ma sentii la sua voce indignata.

"Bella, lo sai che a me non la dai a bere. Allora! Mi vuoi dire che è successo tra voi?"

Aspettava la mia risposta, rimanendo al suo posto. Io lo ignorai e lo oltrepassai, senza parlare.

 Jacob mi afferrò per il polso. Non sentii neppure la sua presa. Ormai la mia pelle era talmente dura che niente avrebbe potuto scalfirla. Ma mi costrinse comunque  a guardarlo negli occhi.

"Jake, toglimi le mani di dosso"

Parlai nervosa per intimorirlo, nella speranza di non aggiungere altro alla spiacevole conversazione. Sapevo che Jacob mi voleva bene, ma per parlare dei segreti dei Cullen e dei misteri di Edward, non era nè il posto e nè il momento adatto. Jacob rimase fermo con lo sguardo su di me. Non aveva assolutamente intenzione di mollare l'argomento. Percepii che qualcuno ci stava osservando. Edward era immobile a soli pochi metri da noi.

"C'è qualche problema?"

La serenità dipinta sul volto di Edward sparì in quell'istante. Era tornato serio. Io mi girai verso di lui, senza rispondere. Abbassai gli occhi, e Jacob, trattenne il mio polso tra le mani per un atro istante, dopodiché lo mollò, e riprese a camminare verso il giardino. Così facendo avrebbe dovuto passare accanto ad Edward. Appena lo fece,Edward disse:

"Non penso siano cose che ti riguardano"

 Sapeva cosa Jacob mi aveva chiesto e non approvava. Jacob si girò per guardarlo.

"Io voglio solo che Bella sia felice"

Disse in tono calmo, ma di rimprovero. Edward quasi ringhiò nel girarsi per guardarlo.

"Anche io! Cosa credi? Ti sono grato di quello che fai Jacob, ma … non giudicare i miei sentimenti. Sono troppo puri e veri perchè tu li possa capire"

Edward non smetteva di inchiodarlo con lo sguardo. Evidentemente Jacob nella sua mente, aveva dubitato o immaginato qualcosa che ad Edward che non apparteneva. Jacob afferrò il concetto, si voltò e strinse le spalle.

"Come vuoi"

Proseguì nella sua direzione.

In sottofondo la musica era tenue e delicata, creava un'atmosfera serena. La festa aveva dato i suoi risultati. Renesmee era alle stelle. Nonostante Edward e io avevamo delle cose in sospeso da chiarire, non ci allontanavamo mai l’uno dall'altra.

 Eravamo tutti in giardino a goderci la festa. Renesmee aveva cominciato a scartare i suoi regali con curiosità. Si trovava imbarazzata davanti alla montagna di confezioni colorate. Afferrò tra le mani una scatola ovale verde.

"Questo è da parte mia e di Emmett "

Disse sorridendo Rose. Emmett vicino a lei, sogghignava.

"Aprilo"

Aggiunse ridendo come un matto. Stimolata la curiosità di Renesmee, lei iniziò a strappare la carta con ansia. Tirò fuori un simpatico guinzaglio. Renesmee accigliò lo sguardo, e guardò gli zii.

"Rose pensava che ti sarebbe stato utile per tenere al guinzaglio -il cane- !"

Emmett continuava a ridere di gusto. Jacob ,arricciò il muso e li guardò socchiudendo gli occhi. Contagiarono anche noi, con le loro risate, infine anche la mia piccola rideva.

"Guarda bene il regalo vero è sotto…"

Aggiunse Rose. Renesmee, continuò a scrutare nella scatola.
"Wow!"

Disse rigirando tra le dita un piccolo anello. Sopra c’era inciso il simbolo dei Cullen.

"Grazie"

Rispose Renesmee contenta. Mentre la piccola proseguiva con l’aprire i regali, vidi Edward irrigidirsi. Girò lo sguardo leggermente verso destra. Seguii i suoi occhi, per capire a cosa puntavano. Veniva verso di noi, come se stesse sfilando. Era Claudia. Continuava a volteggiare come una dea che chiedeva ai suoi fedeli di inchinarsi ad essa. Era vestita di rosso. Quel colore le donava. Era un vero e proprio diavolo, ai miei occhi. I suoi boccoli si facevano sempre più composti e neri con la notte. I suoi occhi risplendevano come la luna. Come potevo biasimare Edward se avesse provato una qualsiasi attenzione nei riguardi di lei?

 Era bellissima. Lui abbassò gli occhi su di me, serrando la mascella. Sembrava che la sua presenza lo rendesse nervoso. Per quale motivo? Incrociando i suoi occhi, decisa ad indagare su di lei in modo naturale. Infondo spariva e compariva a suo piacimento.

"Dove era andata a finire?"

Chiesi ad Edward, guardando Claudia. Lui distolse lo sguardo da me, guardando altrove.

"Non so e non mi interessa"

Rispose scontroso. Era come se quella frase volesse rivolgerla  a lei. Si rese subito conto che però stava parlando con me. Distese il viso e mi guardò con un mezzo sorriso. Mi accarezzò la guancia.

"Affari suoi. Vado a prendere il regalo di Renesmee. L’ho lasciato a casa"

Aggiunse sereno. Rimasi a guardarlo sempre più confusa mentre si allontanava da me. Sparì prima che Claudia mi affiancasse. Sembrava non volesse incontrarla.

"Bella, stai benissimo con quel vestito"

Disse la strega, fingendo di essere mia amica. Continuò senza neppure darmi il tempo di rispondere “grazie”. Sempre se le avrei detto “GRAZIE”.

"Un regalo di Edward? Giusto"

Mi guardava come se aspettasse che le dicessi SI. Non risposi affatto alla sua ipocrisia. Certo che sapeva che era un regalo di Edward!

Probabilmente aveva visto tutto nella sua mente, quando lo aveva scelto e comprato. O addirittura quello che aveva pensato immaginandolo addosso a me. Era frustrante che un'estranea sapesse tutto di noi. Tutto di lui. Anche le cose più private. Ero invidiosa che lei potesse sapere i pensieri di Edward prima di me. Le sue paure, le sue preoccupazioni. Poteva sapere tutto sul nascere.

"Edward è andato a prendere il regalo per Renesmee. E' un bel regalo"

Continuava a stuzzicarmi con le sue dichiarazioni ovvie. Finsi di non ascoltarla. Guardavo mia figlia scartare i regali.

"Questo di chi è?"

Diceva la piccola non badando alla presenza di Claudia. La maggior parte dei regali erano stati aperti. Esme e Carlisle le avevano regalato un bellissimo cappellino fatto  a mano, visto che Renesmee aveva la particolarità di andare a caccia sotto il sole e la pioggia, senza accorgersene. Alice e Jasper le avevano regalato un album con i fiori.

"Così non spargerai foto per casa"

Aveva detto Alice a Renesmee. Sapevo che ancora il regalo più bello dovevano darglielo. La stanza creata appositamente per lei, avrebbe fatto sognare mia figlia. Claudia era ancora accanto a me. Si accorse che non le prestavo attenzione e rimase in silenzio. Sorrideva sotto i baffi. Non so cosa tramasse, ma non mi piaceva. Sentivo tutti ridere e scherzare intorno a me, ed io partecipavo alle loro risate, ma in verità il mio pensiero era su Claudia. Su Edward. Non potevo fare a meno di preoccuparmi.

"Questo è da parte mia"

Rispose Jacob alle spalle della piccola. Renesmee lo guardò in segno di ammirazione. Sorrise e scartò il regalo che reggeva tra le sue piccole mani. Era un curioso braccialetto. Mi ricordava qualcosa. Si! Era simile a quello che aveva regalato a me. Aveva come ciondolo un lupo nero, intagliato a mano. Il lupo era nero, e non marroncino rossiccio come il mio. Jacob con il passare del tempo, aveva scurito il suo manto, nella trasformazione. Lui, mi guardò negli occhi per un attimo, poi guardò Nessie.

"Guarda bene nel braccialetto"

All’interno c'era inciso a grandi lettere:  tuo Jacob,PER SEMPRE. Lei corse tra le sue braccia.

"Grazie, è bellissimo"

La mia bambina sorrideva felice e sporse il braccio verso di me per farsi agganciare subito il braccialetto. Mi avvicinai a loro, per accontentarli. Jacob mi guardò.

"Dovevo distinguerlo dal tuo"

Alzai gli occhi al cielo, passandomi una mano tra i capelli. Jacob voleva darmi una spiegazione alla sua frase incisa. Voleva giustificare il suo gesto, per non renderlo come una promessa eterna. Quando invece sapevo bene, che quel -PER SEMPRE-, per Jacob era l'eternità.

"Bella, andiamo a mostrare a Renesmee le modifiche fatte al piano di sopra"

Mi disse Alice strizzandomi l'occhio. Io annuii.

Presi la piccola tra le mie braccia e salimmo al piano superiore.

"Dove andiamo?"

Chiedeva Renesmee, curiosa.

"Vedrai"

Risposi sorridendo. Sapevo che la nuova camera, l'avrebbe fatta felice. Infatti,  fu cosi. Appena Renesmee la vide, rimase senza parole. Iniziò a  saltellare
sul letto, correre tra i giochi,e ad accarezzare le tende.
Continuava a ripetere "E' bellissima!"

12)Capitolo-INCIDENTE

Vedere Renesmee correre e gioire in quel modo, era una sensazione appagante.

Tutte le mie preoccupazioni sparivano al sol vederla. Lei ed Edward erano i doni più belli della mia vita. Edward, dove era andato a finire?

"Papà!"

Urlò Renesmee. Ultimamente ero così distratta dai miei pensieri, da non rendermi conto di  quando Edward improvvisava. Era alle nostre spalle, con le mani dietro la schiena e sorrideva.

"Non hai ancora ricevuto il regalo più importante"

Disse misterioso a Renesmee. Lei smise di saltellare e lo guardò negli occhi

"Quale?"

Domandò innocentemente.

"Il regalo mio e della mamma"

Rispose Edward guardandomi. La piccola scese dal letto per venire verso di noi. A quel punto Edward  tirò fuori da dietro la  schiena, una confezione blu. Sulla scatola, vi erano diverse pietre e conchiglie sovrapposte, con mille granelli di sabbia colorati.

"Già la scatola mi piace!"

Disse la bambina, stringendola a sè. Anche io ero curiosa di sapere cosa Edward avesse comprato. Claudia lo sapeva ed io no. Quante cose avrebbe potuto fare Edward a mia insaputa, quando invece tra  di loro non  potevano esserci segreti. Io invece, ero lì a trattenere il silenzio, nella speranza che si decidesse a dichiarare le sue intenzioni. Che frustrazione! Renesmee aprii delicatamente la scatola per non rovinarla. Allora era vero  che le era piaciuta. Dalla scatola estrasse un sacchettino di velluto. Lo aprì e tirò fuori il vero regalo. Era uno stupendo Carillon  in legno fatto a mano. C’erano intagliate  tre figure: un uomo, una donna ed una bambina. I volti erano molto rassomiglianti ai nostri...al mio, di Edward e di Renesmee. Lateralmente una levetta dava la carica al Carillon, facendo iniziare una leggiadra musica. Era la mia ninnananna. I personaggi in legno, ruotavano lenti al suono della melodia e  sotto di essi si leggeva chiaramente in lettere dorate: TI VOGLIAMO BENE.

 Io e Renesmee  rimanemmo  senza parola. Era un dono veramente importante e prezioso. Edward si chinò verso la bambina per baciarla in fronte.

"Con questo, non potrai mai dimenticare che ti vogliamo bene, sempre"

Poi alzò gli occhi su di me serio e aggiunse.

"Qualunque cosa accada"

Io rabbrividì. Cosa significava quella frase diretta a me? Cosa doveva accadere? Alice di nuovo ci allontanò dall'area  misteriosa che si stava creando  tra di noi.

"Sarà meglio scendere o ci daranno per dispersi"

Sorrideva nervosa. Scendemmo le scale lentamente. Io ero completamente assorta dalla frase di Edward. Dovevo assolutamente chiarire o sarei impazzita. Appena poggiai piede sull’'ultimo gradino della scala, il campanello suonò. Edward si girò verso di me e sorrise.

"Meglio che vada tu"

Io accigliai lo sguardo e lui proseguì sorridendo:

"E' tuo padre"

 Prese la bambina per mano e si avviò fuori.

" Vi aspetto fuori"

Disse ancora sorridendo. Mi avviai per aprire la porta. Charlie era fermo sul pianerottolo di casa, furioso.

"Dove è tuo marito?"
Disse arrabbiatissimo. Reggeva tra le mani un regalo, sicuramente indirizzato a Renesmee. Io lo guardai stupita.

"E' fuori, perché?"

 Senza neanche prendere fiato rispose:

"Perché? Mi aveva promesso che sarebbe passato a prendermi prima di andare all'aeroporto. Mi aveva detto che sarei venuto anche io a prendere MIA NIPOTE"

Si agitava nel parlare,e gesticolava.

"Per chi lo avesse dimenticato, è anche mia nipote!"

Urlava in modo tale che i Cullen potessero sentirlo.

 Ma sicuramente Edward li aveva già avvertiti di tutto ed era per questo motivo che  sorrideva . Sapevo che in verità Edward  aveva agito per il mio bene. Era preoccupato per la reazione che avrei avuto in presenza di umani e Charlie non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Non mi aveva detto niente perché conoscendomi, avrei insistito per portare mio padre con noi, essendo sicura di me e del mio autocontrollo. Invece mi ero sbagliata.

"Papà, non fare così. Edward si sarà dimenticato. Non lo ha fatto di proposito"

Cercavo di calmare mio padre. Lo conoscevo bene da sapere che gli avrebbe fatto una scenata. Mentre stava per rispondermi, ancora con note vocali alte, di colpo si  fermò per  guardare alle mie spalle e chiese sorpreso:

"Chi è quella ragazza?"

Sospirò per calmarsi. Neppure mi girai. Sapevo benissimo di chi  stava parlando, ma gli porsi comunque la domanda come se Claudia mi fosse indifferente.

"Quale ragazza papà?"

Domandai alzando gli occhi al cielo sbruffando. Lui rimase con lo sguardo  fisso in quella direzione e mi indicò col dito:

"Quella! Quella che parla con Edward"

Mi girai di scatto.

 Cosa? Vidi Edward e Renesmee ancora insieme che mi davano le spalle. Claudia era china su mia figlia e le parlava sorridendo. Cosa diavolo le stava dicendo? Era venuta qua per Edward, ma non avrebbe avuto anche mia figlia. L’avrei uccisa  con le mie mani. All'improvviso Claudia estrasse dal nulla un regalo, porgendolo a Renesmee. Il tempo sembrò fermarsi. Ai miei occhi, apparvero come una famigliola felice.

Forse ero io l'intrusa. Forse Edward era felice senza di me. SENZA DI ME!

Era questa la frase che aveva detto in macchina .Tutto mi passò velocemente in testa. L'arrivo improvviso di Claudia, le assurde domande di Edward, i discorsi nascosti dei Cullen e poi...il regalo di Renesmee. Cosa significava -qualsiasi cosa accada-??

 A quel punto mi sorgeva un dubbio naturale:  e se la stanza di Renesmee l ‘avessero  preparata appositamente per far rimanere lì mia figlia ?

Ero furiosa, ma allo stesso tempo delusa. Avrei voluto piangere ma non potevo.

Volevo urlare, reagire, e correre. Qualsiasi cosa avrei pensato di fare, Alice l ‘avrebbe predetta. Allora dovevo agire d'istinto, senza pensare. Volevo solo andare via da quella casa, il più lontano possibile. Senza riflettere, volai davanti gli occhi di mio padre. Presi le chiavi della macchina e mi precipitai fuori. Sentivo in lontananza mio padre che mi chiamava, ma non mi sarei fermata per nulla al mondo. Avevo bisogno di restare sola.

Salii in macchina e sgommai per partire. Tenni il piede fermo sull’acceleratore e continuai a guidare senza meta. I finestrini erano aperti e il vento mi frustava il viso. Continuai ad accelerare. Ero impazzita. Non sopportavo che Claudia potesse portarmi via la mia famiglia in qualche modo. Sarebbe stata meglio la morte.

Ormai imboccavo strade sconosciute. Non dovevo pensare a dove andare, altrimenti Alice mi avrebbe vista. Quanti cattivi pensieri mi attraversarono la mente. Uccidere Claudia, per far cessare le mie paura. Ma se Edward avesse provato dell’interesse per lei, alla fine, mi avrebbe odiata. Meglio l'abbandono, che il suo odio. Lo amavo e non volevo perderlo. Ma avrei preferito che fosse solo mio. Non volevo che nessun altra occupasse la sua mente. Quanto dolore sentivo dentro? Non poter piangere era un’ulteriore pena. Il mio corpo vibrava a causa della sofferenza.

Edward! Edward! Continuavo a pensare. Urlavo il suo nome dentro di me. Il mio sguardo non si distraeva dalla corsa, che ormai si era fatta sempre più sfrenata. La velocità mi fece perdere di vista la strada. Era tutto un viavai di forme e colori sul grigio scuro. Non mi importava e accelerai. Il telefono mi vibrò in tasca. Con un gesto rapido e violento lo lanciai  sul sedile accanto. Guadai il display che si illuminava nella notte -EDWARD- Era lui, che mi stava chiamando. Continuai a guardare avanti. Edward era la persona che più contava per me. Per niente al mondo avrei rinunciato anche solo a sentire la sua voce, ma in quel momento… dovevo rimanere da sola.

 Il telefono vibrò diverse volte. Era sempre lui. Mi passai diverse volte la mano tra i capelli, con lo sguardo sofferente. Cosa avrei dovuto fare? Mi sarei dovuta calmare. Mi ponevo la domanda e mi davo da sola la risposta. Ma in quel momento la velocità mi dava sollievo. Sentivo che mi allontanavo dai miei problemi e dalle mie paure. Ormai ero finita in strade abbandonate ..Non c ‘era nessuno, solo degli alberi scuri..Il telefono squillò per l'ennesima volta. Mi voltai per  guardarlo - ALICE- . Era Alice! Forse mi aveva vista? forse sapeva dove ero? Senza riflettere, cambiai corsia. La velocità fece slittare la macchina, poi ..fu tutto un lampo improvviso.

Un enorme frastuono mi vibrò nelle orecchie,i miei occhi vedevano fuoco  ovunque. Sentivo ancora pezzettini  di vetro che si frantumavano e lo stridere delle gomme. Non capii nulla. Mi ritrovai sul ramo di un albero. Ero tranquillamente appollaiata come un gatto, con le unghie delle mani incastrate sul tronco per potermi reggere. Sotto di me: l'inferno. La macchina era ridotta a pezzi. Si era scontrata, contro una vecchia quercia, spezzandosi in due. Le lame dell'auto erano conficcate  tra i tronchi  in ogni angolo nel raggio di un kilometro. Per terra, la distesa di vetri frantumati. Tutto intorno era fumo e fuoco. Mi resi conto che avevo avuto un incidente. Mi guardai sorpresa. Neanche un graffio ?! La mia pelle era intatta. Senza accorgermene ero sbucata fuori dall'auto per poggiarmi elegantemente sul ramo dell'albero. Fantastico! Se fossi stata in  forma umana, di me a quest'ora, sarebbe rimasto un brandello di cenere.

"Cavolo"

Dissi arrabbiata. Il vestito era rovinato. L'estremità dell'abito era strappata e bruciacchiata.

"Era un regalo di Edward"

Ero dispiaciuta. Se qualcuno mi avesse vista: una ragazza su un albero, che aveva avuto un incidente quasi mortale e si lamentava dello strappo al vestito?

 Stavo proprio impazzendo.  All'improvviso sotto di me apparve il mio angelo. La sua velocità era sconvolgente da non farmi accorgere neanche del suo arrivo..Era con Alice. Lei era immobile al bordo della strada, con gli occhi chiusi persa nella concentrazione in cerca di una visione. Sicuramente nella speranza di vedere qualcosa. Edward, era impazzito. Sfrecciava da una lamiera all'altra frantumandola. Afferrò il resto della macchina che era rimasto incastrato nella quercia e lo scaraventò dall'altra parte della strada.

"Bella!"

Continuava a ripetere. Le sue mani tremavano, i suoi occhi erano pieni di spaventosa  rabbia. Sbriciolava tra le mani tutto quello che incontrava. Mi stava cercando tra le macerie.

"Alice,  Alice, non c'è"

Continuava ad alzare sedili e sportelli come se fossero foglie.

"Non so, non vedo nulla"

Rispose Alice tremante di paura. Edward le andò incontro come un razzo, le strinse forte il braccio e quasi le ringhiò:

"Devi vedere! Dov'è, dov’è?"

Alice paralizzata dalla paura, quasi piangeva.

"Non ..lo..so"

Edward lasciò il braccio della sorella e strinse il viso tra le mani.

"Edward"

dissi piano. Era il caso di uscire allo scoperto, prima che succedesse qualche disastro. Nonostante la mia voce fosse quasi un sussurro, Edward la senti chiara. Alzò subito il viso verso l'albero.

"Bella, Bella"

Volò su per prendermi, anche se avrei potuto scendere benissimo da sola. Appena mi fu vicino, mi strinse forte.

"Bella, ero così in pena per te. Sono contento che sia sana e salva"

Continuava a baciarmi la fronte, le guance,  le mani.

"Che ti aspettavi? Sono come voi adesso"

dissi io fiera di essere uscita indenne dall'incidente mortale. Lui mi fissò prendendomi il viso tre le mani.

"Non mi importa se sei di pietra o di ferro. Qualsiasi cosa ti accada, io sarò sempre in ansia per te. Non cambia niente!"

Io sorrisi felice. Allora Edward mi voleva ancora bene ? Adesso basta, quella sera avrei chiarito senza fare più altre pazzie. Scendemmo dal ramo con eleganza. Arrivati giù, Alice mi fissava mentre tirava un sospiro di sollievo.

"Scusami Alice"

dissi dispiacendomi del piano che avevo escogitato per non farle capire niente. E poi erano delle scuse per Edward e per la rabbia che sapevo avrei scatenato in lui. Immaginavo che alla fine avrebbe perso il controllo prendendosela con il mondo intero. Povera Alice. Lei non mi rispose, aveva capito. Mi guardai intorno.

"Ma gli altri dove sono?"

chiesi curiosa. Non gli era importato a nessuno che io avessi avuto un incidente assurdo con l'auto? Guardai Alice e poi Edward. Alice guardò il fratello

"Spiegaglielo tu"

Edward si passò una mano nei capelli, imbarazzato

"Vedendo che non  c'eri , ho provato a chiamarti. Non rispondevi al telefono e mi sono rivolto ad Alice. Quando ho visto nella sua mente la visione che da li a poco ti saresti scontrata contro l'albero...beh ecco..non ci ho capito più niente"

Edward si fermò. Alice prosegui:

"Mi ha afferrata da un braccio trascinandomi con sè, non dicendo niente agli altri" Alice, sorrideva, all'impazienza del fratello

"Mi dispiace, quando si tratta di Bella, non ragiono più"

Si scusò Edward. Poi si voltò verso di me

"Li chiameremo sulla strada del ritorno. Andiamo.

"Mi strinse ancora a sè, senza mollarmi un attimo

"Ho rovinato il vestito, scusa"

dissi ricordandomi dell'incidente che aveva avuto –SOLO- il mio vestito. Edward sogghignò

"Non preoccuparti, te ne comprerò degli altri.

"Io sorrisi insieme a lui. Dopo di che Edward si fece serio in viso e disse fissandomi negli occhi.

"Abbiamo altro di cui parlare stasera"

Il suo tono non lasciava scampo. Avrebbe voluto delle spiegazioni per la fuga
improvvisa e  alla fine io gliele avrei date. SI! era il momento di chiarire. Era il momento di affrontare le mie paure.

risposte alle recensioni:

Grazie a tutte.Si ,è vero,Edward è innamoratissimo di Bella e il mio scopo era quello di farlo notare.Il nostro amato vampiro ha ben altri problemi.Li vedrete!Grazie a chi segue Heart e grazie anche a chi la rilegge:)Odiate Claudia?La odierete molto di più dopo.

-Sedsed:ti ringrazio per L'ODIO PROFONDO!ahhahhaa.Mi dispiace di tenervi sulle spine.Farò il possibile per aggiornare :) kiss

13)Capitolo-VERGOGNA

In pochi secondi arrivammo a casa Cullen. Esitai ad entrare. Cosa avrebbero pensato tutti del mio pazzesco comportamento?Edward mi stringeva forte a se. Mi guardò negli occhi per incoraggiarmi .Mi feci forza e mi avviai verso la porta.

Alice li aveva già avvertiti del mio incidente con l'auto,aveva chiamato Jasper mentre tornavamo a casa. Anche se,visto che Claudia era li con loro alla festa, avrebbe potuto avvertire lei visto che era nella mente di mio marito in ogni momento. Ma se cosi avesse fatto,il loro segreto sarebbe uscito allo scoperto e quindi finsero che la notizia  era giunta da Jasper.

Appena varcai la porta gli occhi preoccupati di tutti finirono su di me

"Bella"dissero in coro. Corsero al mio fianco.

"Come stai mia cara?"

"Come diavolo hai fatto.."

"Ma sei sana e salva?"Parlarono tutti insieme da non capirci niente.

"Ehi,calma,lasciatela riprendere"Edward si era accorto del mio disagio .Non era facile per me parlare dell’ assurdità che aveva causato la mia infantile fuga. Ero frastornata. La sola e unica persona che avrei voluto abbracciare in quel momento…non c'era

"Dove è Renesmee?"chiesi preoccupata .Mi guardai attorno nella speranza di vederla.

"Era molto stanca, si era addormentata sul divano. L'abbiamo portata di sopra nella sua nuova camera."Rispose sorridendomi dolcemente Esme .Sospirai. Almeno la mia bambina si era risparmiata la mia patetica sceneggiatura.

"Che hai fatto al vestito?"mi chiese Rose arricciando il muso. Sembrava più dispiaciuta per l'abito che per me .Mi guardai nuovamente anche se già conoscevo l’accaduto. Effettivamente sotto la luce delle lampade il mio vestito era molto più mal ridotto. Ovunque si notavano macchie scuro d'olio o di benzina. L'estremità era più bruciacchiata di prima .La parte superiore mostrava un pezzetto di spalla per lo strappo dovuto all'aggancio improvviso del ramo

."Rose,ma è normale .Ha avuto un incidente"disse Alice sorprendendosi della sua domanda.

"Se fosse successo a me,l'abito sarebbe ancora intatto"aggiunse Rose alzando gli occhi al cielo in segno di superiorità. Sorrisi .Sapevo che Rose mi voleva bene,era solo molto vanitosa .Edward parlò piano

"L'importante è che stia bene"sussurrò cosi piano che gli altri con le loro continue domande e battute non  lo sentirono .Io ero al suo fianco e udii bene le sue parole. All'improvviso mi ricordai di mio padre .Era li prima che io impazzissi.

"Ma mio padre che fine ha fatto?"domandai a tutti guardandoli negli occhi .Carlisle composto e distinto come sempre fece un passo avanti e sorrise

"Non preoccuparti,lo accompagnato io a casa e… per la tua improvvisa sparizione..."si girò verso Emmett che moriva dalla voglia di parlare.

"Gli ho inventato al tuo paparino che stavi organizzando una sorpresa a Nessie e che sei dovuta scappare senza dir nulla."Sorrideva come un matto.

"Ma non si è insospettito non vedendomi rientrare?"dissi cercando di pensare a mio padre imbronciato per la delusione.

"No,no .Alice e Edward sono spariti dopo di te e lui la bevuta .E poi.."Emmett si fermò di colpo .La sua espressione era dubbiosa.

"Si è distratto tutta la sera con me."La sola voce che non avrei mai voluto sentire. Era Claudia. Anche mio padre voleva prendersi?Dovunque c'era lei. Non era solo entrata nella vita di Edward ma anche nella mia .Lei soddisfatta della mia delusione continuò a gettare veleno"SI,abbiamo parlato molto. E' un uomo interessante. Come te d'altronde"terminò acida. Quanto odiavo quella donna! .La guardai con cattiveria. Si accorsero tutti del nostro scontro visivo. Era una situazione insolita e nessuno parlò. Edward non mi toglieva gli occhi di dosso. Lei invece, mirava a provocarmi. Voleva la mia vita e il mio amore. Cercava una mia reazione .Non ne capivo il motivo ma mancava poco che ottenesse ciò che bramava. Mi trattenei dal lasciarmi andare alla follia che mi divorava e alzai gli occhi su Edward :l'unico volto che poteva farmi tornare lucida e serena. Pensai alla nostra famiglia,a nostra figlia e alla gioia di averli con me."Vado a salutare Renesmee"cambiai totalmente discorso .Edward sorrise di gioia e annui fiero. Claudia era infastidita dal fatto che la ignorassi. Appena voltai le spalle per salire le scale,lei mi disse"Da cosa fuggi,Bella?"Mi girai di scatto per guardarla negli occhi .Edward a quel punto reagì"Adesso basta Claudia! Non tirare troppo la corda"ringhiò spazientito. Era impossibile impallidire nella natura in cui ci trovavamo adesso ma in quel momento mi sembrò che Claudia avesse cambiato colore .Fissava me ed Edward invidiosa .Vedevo la rabbia nei suoi occhi."Va bene,non scaldarti."socchiuse gli occhi e si avviò verso l'uscita"Meglio che tolga il disturbo"fece un semi cenno con la mano in segno di saluto e sene andò .Edward era ancora nervoso. Carlisle,dovette affiancarsi a lui e poggiargli una mano sulla spalla. Si guardarono senza dire nulla. Evidentemente Carlisle stava calmando Edward nei suoi pensieri. Io prosegui a camminare verso il piano superiore .Non volevo ulteriore problemi. Quella sera avrei chiarito con Edward e mi bastava. Non sapevo cosa aspettarmi. Al confronto,le battute di Claudia ,non erano niente. Mi avrebbe abbandonata?Camminai per le scale ancora persa nei pensieri. Mi ritrovai nella stanza di Edward che ormai apparteneva a Renesmee .Ero felice che fosse lei ad adoperarla .Ero legata a molti ricordi in quel luogo. Io e Edward avevamo riso e sognato la dentro. Avevamo preso decisioni importanti .Era bello sapere che ora Renesmee dormiva sotto quel tetto .Nostra figlia,era li.
La luce era soffusa,la mia bambina era aggrovigliata da montagne di coperte colorate .Era cosi piccola per quell'enorme letto .Mi avvicinai per guardarla .Era un angelo. Dormiva persa nei suoi sogni. Speravo che la vita riservasse a lei una avventura bellissima come la mia .Mi sedetti sul letto per accarezzarle i capelli. La mia bambina,anche nel sonno sussurrò"Mamma"non potevo piangere o rabbrividire ma l'effetto che mi fece era un esplosione di cose: .Gioia,dolore,felicità,preoccupazione.. tutto era più intenso .La fissavo continuando ad accarezzarla.
"E' bellissimo guardarla mentre dorme"Edward era ai piedi del letto. Non mi stupii. Sapevo che ci avrebbe raggiunti. Annui leggermente a lui e riposai gli occhi sul mio piccolo angelo. Lui lentamente prosegui a piccoli passi nella mia direzione"Mi ricorda molto te. Adoravo guardarti dormire."mi parlò piano accarezzandomi una guancia .Alzai gli occhi per incrociare i suoi. Lo guardai a lungo. Quanto lo amavo.!Lui mi provocava dentro la stessa esplosione di sua figlia .Volevo parlargli ma quello non era ne il luogo,ne il momento adatto."Che ne dici di andare a casa"dissi non staccando gli occhi da lui. Edward asserriò"Si,è una buona idea .Dobbiamo parlare."rispose abbassando gli occhi .Mi alzai decisa dal letto e gli fui accanto .Aspettavo che lui mi camminasse vicino. Edward si abbassò su Renesmee per baciarla sulla fronte"Buona notte principessa". Poi si alzò, e mi venne accanto.

14)Capitolo-SINCERITA'

Entrambi uscimmo silenziosi dalla porta. Sapevamo che quella sarebbe stata un lunga notte. Io ero nervosa ma decisa,dovevo chiarire tutto. Se il suo amore per me era svanito,doveva dirmelo. I suoi occhi erano più confusi dei miei.  Ci guardammo di sfuggita mentre camminavamo. Il nostro passo era lento e finto. Tutte e due volevamo ritardare quel momento cosi decisivo. Sentivo un forte peso sul petto:Era l'amore. Ero innamorata di un uomo impossibile. Quel sentimento mi lacerava il cuore e la mente. Non era l'amore che si dichiara di provare per un uomo o un marito,era un amore folle,raro e antico .Un amore che affrontava tutto,anche la morte .In quel momento avrebbe potuto odiarmi,tradirmi e abbandonarmi,ma io lo avrei amato comunque per l'eternità. Lui mi dava importanza e protezione,ogni cosa di me era viva quando ero con lui. Le mie mani,la mia bocca,le mie parole,avevano un senso se al mondo esisteva Edward. Continuavo a camminare immersa nei miei pensieri. Pensieri diretti solo ed esclusivamente a lui:Avremmo parlato ?Ma cosa mi avrebbe detto?Sarebbe stata la fine?

Volevo che arrivasse quel momento ,ma avevo troppa paura .Più ci pensavo e più il mio passo diveniva lento. Lui sembrò accorgersene ma non disse nulla e acconsenti a camminare al mio fianco. Prima o poi saremo giunti a casa e allora avrei dovuto affrontare la situazione. Il prima o poi,giunse immediato .Eravamo arrivati a destinazione !

La porta che mi trovai davanti,era quella che avevo visto e conosciuto da sempre ma in quell'attimo mi sembrò diversa. Più grande del normale e più tenebrosa del solito .Sotto la luce della luna i miei occhi spaventati cominciavano ad avere le allucinazioni?

Ero solo preoccupata! Dopo aver varcato quella soglia,la realtà sarebbe piombata dentro con me. Sarei rimasta fuori volentieri ma ormai la decisione di parlare era stata presa ed Edward ne era consapevole. Inoltre credo che anche se sarei rimasta sotto le stelle,non avrei potuto comunque impedire a lui di parlarmi. Mi feci forza ed entrai sospirando. Lui mi seguii a ruota .Chiusi la porta e lasciai fuori le mie paure. Mi girai disinvolta e lo guardi negli occhi. Ero decisa a dirgli qualcosa,ma non trovai le parole. Mi rigirai dall'altra parte vergognandomi della mia vigliaccheria. Ero una sciocca,dovevo parlargli,ma le parole mi si aggrovigliarono in gola. Per non apparire stupida e codarda,finsi di avviarmi nella camera da letto per togliermi i brandelli di vestito che mi erano rimasti addosso. Educatamente lui,rimase in cucina .Supposi che non avrei rimandato di molto la discussione .Conoscevo Edward,e sapevo benissimo che mi avrebbe seguito in camera da letto,per abbracciarmi e sedurmi se non fosse stato chiaramente intenzionato a chiarire. Rimase in cucina ad attendermi nella speranza di poter parlare con me .Entrai in camera da letto e mi fermai subito. Abbassai lo sguardo,strinsi i pugni e pensai:Ma cosa ci faccio qui?

Devo parlare con lui! Tornai subito indietro sicura .Entrai in cucina a testa alta e vidi Edward appoggiato sul davanzale di marmo del piano cottura .Aveva le braccia incrociate e mi aspettava. Di fronte ai suoi occhi mi ritrassi un'altra volta. La sicurezza che avevo sparii,costringendomi ad abbassare ulteriormente lo sguardo

"Allora?"disse lui in tono chiaramente accusatore. Gli voltai le spalle. Non riuscivo proprio a guardarlo negli occhi

"Allora,cosa?"risposi,cercando di rimanere sul vago.
"Bella,mi devi spiegare perchè questa sera sei sparita senza ragione."Cominciava ad alzare la voce.
"Non so che dirti .Lo fatto!Non è successo nulla infondo"Terminai la frase tentando di alleggerire il discorso come se la sua reazione fosse esagerata.
"Per te, forse,non è successo nulla. Io sono stato in pena per ore,non ti trovavo,ed Alice non ti vedeva. Come credi avrei reagito.. se.."parlava agitato .Mi girai per guardarlo negli occhi .Aveva lo sguardo sofferente nel ripensare al mio incidente. Edward stava per concludere la frase,quando io lo sovrastai dicendo

"Mi dispiace"Lui si bloccò di fronte alle mie scuse. Si avvicinò a me e mi accarezzò il volto"Amore mio,non voglio che tu mi chieda scusa .Tutto quello che tu vorrai fare,io non te lo impedirò,se ciò che desideri .Volevo almeno conoscere il motivo"

Il suo sguardo profondo mi penetrava l'anima. Non riuscivo a parlargli guardandolo negli occhi,perciò spostai il mio sguardo su un punto vuoto"Per gelosia"ammisi mormorando .Lui non rispose. Alzai gli occhi per guardare il suo volto,e lo vidi  fermo e deluso. Sembrava che stesse dicendo-Stai mentendo-Io lo guardai disorientata e lui sbruffò camminando alle mie spalle"Edward!"mi arrabbiai .Non lo capivo proprio il suo comportamento.

"E di cosa avresti dovuto essere gelosa?Sentiamo?"rimanendo nella sua posizione di schiena,mi poneva la domanda come per stare al mio gioco. Io non credevo ai miei occhi.!Continuava ad assumere quello strano comportamento. Cominciai a balbettare,ed ad arricciare la fronte per la collera"Ma.. come.. Di CLAUDIA!!"continuai ad ammettere alzando la voce e pronunciando bene quel nome.
"Sciocchezze!"continuava ad annullare e a dubitare,tutto quello che  dicevo."Se non vuoi dirmelo,lo accetterò,ma non lo capisco."terminò in tono calmo. Ero sul punto di esplodere. Ero riuscita ad ammettere dopo tanto la mia ossessione per Claudia e lui mi credeva una bugiarda? Rimasi per un attimo in silenzio,poi un lampo mi passò la mente:Avrebbe dovuto  essere lui a  raccontare le sue verità e i misteri che lo legavano a lei .Non ero io la bugiarda

."Tu invece,cosa mi racconti?"chiesi a lui,acidamente.
"Cosa vorresti che ti raccontassi?"disse sorridendo ironico. A quel punto reagì d'istinto e diedi un pugno sul tavolo facendolo vibrare per l'urto

"Adesso basta,Edward! Per quanto tempo vuoi continuare a mentire .Le tue assurde domande,il tuo strano comportamento,tutto quello che fai è una menzogna."Lui si girò di scatto sorpreso e mi guardò. Io ero ancora furiosa

"SI,so chi è Claudia. So chi l ha trasformata in vampira. I vostri pensieri sono sempre collegati. Vi ho sentiti parlare con Alice,Carlisle e gli altri di discorsi che non sono riuscita a capire. Inoltre, le tue assurde affermazioni -con e senza di me-"

Non gli diedi il tempo nemmeno di sbattere ciglio .Ormai ero partita con la verità e volevo dirla tutta di un fiato

“Ti ho visto stasera al suo fianco con Renesmee e non ho resistito .Dovevo fuggire via da quella visione. Non so cosa tu voglia fare Edward ma ciò che provo per te,non cambierà mai. Non pretendo la tua pietà,fai ciò che desideri. Ti amo e voglio il tuo bene. Se lei sarà la tua scelta,io non avrò niente da obbiettare,voglio solo. .che tu melo dica"Il discorso aveva preso una piega infuocata,ma non potei evitare di concludere quella frase con un filo di amarezza nella voce. Mi sentivo più leggera adesso che il mio cuore era stato svuotato dalle preoccupazioni. Ora era il suo momento. Ero pronta per il dolore .Lo fissai e lo vidi tramortito. Il suo volto era un misto tra gioia e preoccupazione .Sgranò gli occhi,e disse sibilando

"Da quanto tempo lo sapevi?"era immobile,e teso

"Da un bel pò"risposi di fretta scuotendo la testa .Non era quello il punto della discussione. Io ero curiosa di sapere i suoi sentimenti,dovevo saperli .Lui sorrise

"Bella,hai detto tante stupidaggini tutte insieme"Ancora traumatizzata dalla sua reazione,accigliai lo sguardo .Lui camminò ,mi venne incontro e mi abbracciò

"Non potrei mai desiderare un' altra donna che non fossi tu. Non potrei mai abbandonarti. La mia esistenza non ha scopo,se tu non sei con me. Voglio vederti sorridere giorno per giorno al mio fianco. Non esiste persona più importante di te nella mia vita. Sei è sarai per sempre mia."chiuse gli occhi e mi baciò la fronte. Il mio corpo ricominciò a muoversi .Tra le braccia di Edward ,era tutto più semplice. Ora che ero riuscita a sciogliere il nodo in gola,avrei potuto parlare liberamente

"Allora Claudia?Chi è?E che legame avete?"domandai serena tra le sue braccia .Lui mi aveva rincuorata con le sue parole,neanche un palazzo in fiamme mi avrebbe innervosita oramai .Lui divenne pensieroso e dispiaciuto

"Claudia,è la sorellastra di Emmett. Quando Emmett si scontrò nel bosco con quell'orso.."si riprese dai pensieri e disse veloce

"Sai insomma come andò a finire"senza neppure attendere il mio –si -continuò nel suo racconto."Claudia quella notte andò a cercarlo. Io ero nel mio periodo combattuto. Ero un vampiro e non ero fiero di nutrirmi di animali. Nella notte,andai  per l'ennesima volta a caccia,in modo da saziare la mia interminabile sete. Nell'oscurità della foresta,mentre seguivo la scia di un cervo,all'improvviso..."i suoi occhi si erano accesi al racconto"Una fragranza sconosciuta,si mischiò alla mia scia. La gola mi bruciò più del normale. Istintivamente persi il controllo ed impazzì nel cacciare quell'invitante preda"Si fermò nell'entusiasmo e prosegui spento"Trovai e azzannai ciò che mi aveva portato in quel posto .Subito dopo mi resi conto che non era un animale,ma una persona. Le mie zanne non ebbero il tempo di succhiarle nemmeno una goccia di sangue,ma non potei evitare che il mio morso la ferisse. L'avevo avvelenata. Non potevo lasciarla morire .La portai da Carlisle che completò l'opera .Quando Claudia si svegliò,la sua mente e la mia furono un tutt'uno. Tutto ciò che ero,era dentro di lei. Carlisle mi spiegò che il nostro legame era stato provocato dal morso incompleto. La mia mente vampira entrò in lei nell'istante in cui l'azzannai,ma non la uccisi. Perciò anche dopo la trasformazione lei sarebbe rimasta nella mia mente. Claudia considerava il nostro legame,un segno del destino. Diceva che eravamo stati creati per stare insieme. Ma..."lo guardai a bocca aperta .Lui prosegui sempre più dispiaciuto"Mi odiavo per averla costretta a rinunciare alla sua vita per una mia debolezza,ma questo non mi obbligava comunque a renderla felice a modo suo. Per non ferirla e non rifiutarla,me ne andai lontano."rimase per un attimo in silenzio prima di ricominciare a parlare"Poi quando lei si accorse che non avrei più fatto ritorno,se ne andò. Fu allora che decisi di tornare."Il suo racconto era terminato .La versione di Edward non era terrificante come quella di Claudia .Sentire la visione dei fatti dalla sua bocca,non mi aveva traumatizzato .Infatti ripresi a parlare quando vidi che la sua spiegazione era terminata"Ma come spieghi i discorsi tra te e Alice,le indecifrabili frasi,e sopratutto le tue strane insinuazioni?"Ero ancora tra le sue braccia e poggiavo la testa sul suo petto .Edward non rispose. Io alzai la testa per guardarlo in volto .I suoi occhi erano chiusi e la sua mascella era tesa. Il suo silenzio mi punzecchiava come tanti chiodi. Dopo qualche minuto aprii lentamente gli occhi

"Questa è un altra storia"era freddo e distaccato. Io sempre più preoccupata,mi distanziai dal suo petto

"Raccontamela" .

Lui sospirò"Va bene,ti dirò tutta la verità”

15)capitolo-CHIARIMENTI

I suoi occhi erano di ghiaccio. Mi guardava senza scandire parola. Io ricominciai a tremare. Vederlo così teso,mi preoccupava .Nella mia mente cercai di ricapitolare tutti gli eventi successi. Pensai alle frasi ascoltate,nella speranza che arrivassi alla verità prima che fosse lui a dirmela.
-Non puoi continuare cosi-Ricordavo che Alice aveva detto.-La decisione è già stata presa-Claudia intromettendosi aveva aggiunto facendo arrabbiare Edward.Non trovavo collegamenti .Niente mi portava ad un accenno di pensiero .Avrei dovuto attendere,che le sue parole mi trafiggessero. Lo guardai con aria disperata verso il suo silenzio"Ti prego Edward,dimmi tutto"Lui si spostò leggermente da me come se ciò che stava per dire lo feriva nell'anima."Non so se è il caso"Mormorò guardando la mia espressione che rimase sempre invariata .Al quel punto prese fiato"Daccordo."Si compose .Non sapeva come iniziare."Le frasi che hai sentito e le cose che ho detto erano rivolte a te"Lo guardai confusa .Era chiaro che erano rivolte a me,ma per quale motivo?Edward lesse negli occhi la mia domanda
"Alice ha avuto una visone"velocemente continuò"Da quando bussò alla porta di casa nostra."Disse facendomi capire che tutto ciò che era avvenuto dopo,non era dovuto a Claudia,ma a quella visione. Arricciai la fronte"Cosa ha visto?"domandai ansiosa di ascoltare la sua risposta .Tutte le mie paure,le mie preoccupazioni erano state causate da quella visione?Volevo sapere di cosa si trattasse .Niente era più doloroso dell'abbandono di Edward.Lui inghiotti e non guardandomi negli occhi disse
"Questa cosa farà più male a me che a te."Mi avvicinai e gli sfiorai la guancia"Edward ho condiviso tutto questo tempo la paura che tu potessi lasciarmi .Non costringermi ancora a dubitare ad un tuo abbandono."Con lo sguardo lo implorai a continuare .Lui sorrise scuotendo la testa"Non sarò io ad abbandonarti,Bella!"Poi mi guardò finalmente negli occhi"Sarai tu a farlo".Mi freddai .Nei suoi occhi terrorizzati e accusatori lessi  che stava dicendo la verità. Rimasi congelata. Di cosa stava parlando?Non era possibile. Io avrei abbandonato Edward?Mai e poi mai .Non esisteva luogo e ne tempo in cui avrei potuto solamente pensare ad una eresia del genere .Era tutto uno sbaglio,un terribile malinteso. Alice non avrebbe mai potuto vedere una cosa del genere,non l ‘avrei mai pensata. Adesso collegavo tutto:Edward che cambiava atteggiamento e che mi poneva le sue strane domande,Alice che cercava di aiutarmi dicendo ad Edward che io avrei dovuto saperlo ,I Cullen  che misteriosi avevano creato una stanza appositamente per Renesmee;adesso tutto tornava .Io mi ero comportata da sciocca immatura mentre Edward soffriva in silenzio .Teneva tutto dentro cercando di assecondare e accomodare ugualmente le mie richieste .Pensavo a quanta sofferenza avesse provato temendo che la sera del mio incidente,io me ne fossi andata .Per quel motivo non credeva alle miei parole quando avevo dichiarato di essere fuggita per Claudia .
Ero ancora tra le sue braccia e tacevo .Lui fraintese il mio silenzio
"Questo non cambierà niente .Se tu vorrai andartene,io lo accetterò. .Io voglio la tua felicità e se sarai felice lontana da me..."prosegui senza prendere fiato"Alice pretendeva che io te lo dicessi in modo tale che la tua idea cambiasse e risolvessimo il problema. Ma io mi sono sempre opposto .Devi decidere tu la strada che vuoi percorrere .Io non ti ostacolerò mai “
Davanti ai miei occhi avevo lo sguardo impaurito di Edward.Lui credeva davvero nella visione della sorella ?Era sicuro che io me ne sarei andata ?
Cercò di spiegarmi in tutti i modi quello che lui pensava .Non mi accusava di niente e non mi giudicava. Come sempre Edward pensava al mio bene e neanche pretendeva di sapere il motivo che mi avrebbe spinto ad abbandonarlo .Odiavo questa parola:ABBANDONO .Come potevo lasciare Edward?Non poteva neppure esistere un tale pensiero .Era assurdo,vile,e anormale .Lo amavo,non potevo esistere senza di lui. Quella notizia mi aveva colpita in pieno come una meteora. Ero talmente incredula e stravolta che non osavo neppure parlare .Ogni mio respiro,ogni mio gesto,per lui era un abbandono .Non potevo sopportare che per tutto quel tempo Edward avesse anche solo pensato che io sarei andata via .Alice,aveva visto male .Era certamente cosi.!Doveva darmi delle spiegazioni
Lo fissai sicura di me"Cosa dice di aver visto esattamente Alice?" Lui rimase in silenzio per un attimo,dopo di ché parlò ancora in sottovoce"Alice,ti ha vista andare via .Non ne vede il motivo,ne la destinazione. Quello che vede di sicuro.."Edward si fermò."Cosa?Edward?"chiesi ancora più curiosa .Mi fissò nuovamente"Vede che abbandonerai anche Renesmee e che io impazzirò dal dolore”

Che cosa?Io avrei abbandonato anche mia figlia?Ma che assurdità era questa!Nessuna madre avrebbe lasciato la figlia .In tal caso la regola valeva anche per Edward, parchè nessuna donna sana di mente avrebbe lasciato quel dono del cielo. Non esisteva nulla di ciò .Io sarei rimasta con Edward e mia figlia per tutta l'eternità. Non avrei avuto  bisogno di visioni,o scelte .La mia scelta era quella,per sempre .Presi forza e alzai la testa riprendendo a muovermi

"Io la mia scelta l' ho fatta"Edward al suo delle mie parole,morì per la seconda volta .Il suo splendido volto era infranto .Per non spezzare ulteriormente il suo cuore continuai nella mia spiegazione"La mia scelta è stata presa dal giorno in cui ti ho incontrato e amato subito .Avevo scelto di volerti e sognarti accanto a me. Questo sogno si è avverato .E mai niente e nessuno potrà infrangere la mia favola. Non ho bisogno di visioni per vedere chiaramente che ti amo."continuai vedendo che i suoi occhi non erano ancora convinti delle mie parole"Io voglio stare con te per sempre .Non desidererei mai altro all'infuori di te .Sei tutto ciò che ho,insieme a nostra figlia. Perché mai dovrei uccidermi da sola. Si,uccidermi dal dolore"Questa volta le mie parole erano di implorazione .Lo imploravo a credermi .Lui sembrò lievemente sollevato,ma si intristì nuovamente"Bella,le visioni di Alice sono sempre.."Non riusciva a parlare e continuò"Non si può mai sapere,cosa succederà in futuro .Adesso è questo quel che provi,ma potrebbe cambiare .Alice ti ha vista.."La sua tensione e la sua tristezza lo fecero sospirare .Non portò a termine nessuna delle sue frasi .Stava perdendo la padronanza che aveva di se .Io gli presi il viso tra le mani,per guardarlo fisso negli occhi"E' cosi,non si può mai sapere cosa accadrà nel futuro .Ma conosco il presente e il passato e non mi è difficile immaginare un futuro .Io so quel che voglio."Lui socchiuse gli occhi sospirando"Io cosa farò senza di te?"Tutto il suo dolore,tutte le sue paure,erano uscite fuori. Edward mi stava finalmente ammettendo che avrebbe sofferto anche se dal principio aveva affermato che non avrebbe ostacolato la mia decisione. Come era dolce e fragile in quel momento,con il volto tra le mie mani e gli occhi spenti .La sua voce era un sussurro. Sembrò che stesse piangendo  .Avrei dovuto convincerlo. Volevo che sapesse realmente cosa la mia anima gridava per lui in quel preciso istante .Allora,presi la decisione di sbloccare il mio scudo .Il potere che avevo usato nella battaglia contro i Volturi,ci aveva portato ad una semi vittoria .Avevo scoperto che Edward poteva avere accesso alla mia mente nel momento in cui io l'avrei desiderato,ma non ero mai stata espansiva su ciò. Preferivo tenere le mie emozioni e le mie paure per conto mio. Non mi piaceva apparire, agli occhi di Edward,uguale agli altri. Volevo che tra di noi esistessero più sensazioni vere ed improvvise .Non potevo stupirlo se avrebbe visto ogni giorno ciò che io avrei fatto .In quel momento il mio potere mi sembrò un vero dono .In quel modo avrei potuto dare ad Edward tutta la mia sicurezza e la mia voglia sfrenata di amarlo all'infinito .Chiusi gli occhi e mi concentrai .Tenevo ancora il suo volto tra le mani e ripensai a tutti i momenti in cui io l'avevo desiderato. Ripensai a Claudia ed a tutte le paure che lei mi aveva scaturito, soprattutto accesi in me il ricordo vivido del momento in cui il pensiero che Edward avrebbe potuto lasciarmi di nuovo,mi lacerava il cuore. Era tutto un miscuglio di sentimenti,ma quello che sopraffava sugli altri era l'intensità del desiderio che avevo di stare con lui .Quando riaprì gli occhi,vidi Edward rilassato .Sorrise e il suo sguardo non era più dubioso ma intenso."Non ti abbandonerò mai"Disse lui riferendosi agli assurdi pensieri che mi aveva occupato la mente fino a quel giorno. Vederlo sorridere era la cosa più bella del mondo"Neanche io"Risposi decisa facendo scivolare le mie mani dal suo viso,al suo petto .Edward,non togliendomi gli occhi da dosso,mi afferrò dalla testa e mi spinse verso di lui per baciarmi .Le sue labbra erano selvagge,e volenterose. La sua passione era incontrollata .Con l'altra mano mi strinse a se forte .Io ricambiai il bacio con altrettanta passione .Finalmente i nostri cuori,avevano smesso di pensare e dubitare,le nostre paure erano svanite permettendoci di amarci intensamente .Le due calamite avevano finalmente trovato il punto di incontro per attrarsi l'uno all'altro .Le sue mani e il suo corpo erano più caldi di quanto io li ricordassi ,le mie mani lo cercavano . L'intensità dell'amore che sbocciava in noi in quell'istante,ci travolse. Anche lui mi cercava .Con le labbra mi baciò la spalla e il collo,tornando in fine al mio volto. Io gli toccai i capelli e con l'altra mano seguii i lineamenti perfetti del suo stupendo corpo,mentre le mie labbra ingorde,non smetterono di saziarsi delle sue .Fu tutto cosi intenso .I suoi occhi profondi  fissarono i miei mentre i nostri corpi si adeguavano l'uno all'altro .Mi prese in braccio e mi portò in camera da letto. Una volta li,mi accarezzò la guancia e mi guardò dolcemente"Ti amo"Disse ancora preso dalla frenesia del momento. Io ripresi fiato dall'ebbrezza provata un istante prima,e ripetei le parole di cui lui era più dubbioso"Non ti lascerò mai."Estasiato della mia risposta continuò a baciarmi più intensamente di prima sdraiandomi delicatamente sul letto.

Risposte alle recensioni:

Harrytat:Bello di tuo coro di ALLELUIA..ahahaha

Cmq...per tutte quelle che si stanno chiedendo se,e perchè Bella abbandonerà  la famiglia....lo scoprirete presto.Certamente avrete il lieto fine,ma dopo,tante tantissime sorprese.Alcune belle altre meno.Gazie per i vostri commenti.

KISS

16)Capitolo-RABBIA

Guardavo fuori le piccole gocce di pioggia che urtavano contro la vetrata.

Era giorno,ma il tempo era nebbioso. Rimanevo serena sdraiata tra le sue braccia. Il mio volto poggiava sul suo caldo petto .Era tutto così rilassante e dolce .Edward con un dito mi sfiorava la schiena

"A che cosa stai pensando?"Mi sussurrò .Continuai a guardare la pioggia e in tono pigro ,risposi"A niente. Mi rilassa stare tra le tue braccia"Lui sorrise .

Era tutto così magico quando eravamo insieme. L'aria intorno a noi diventava più leggera e il mondo rimpiccioliva. Non ero più destinata a dormire ma il quel momento sembrava io stessi sognando .Da quando stavo insieme a lui,nella mia nuova natura,il bisogno di dormire non mi mancava. Sarei rimasta giorni,mesi e anni al suo fianco senza perdere neppure un suo piccolissimo movimento. Di lui volevo avere tutto. Ero cosi ingorda di Edward che di sicuro se dopo il mio trapasso ci sarebbe stato un inferno,io sarei finita nel girone degli avari .Pensando all’inferno…mi venne in mente un persona ben chiara

"Ma Claudia avrà saputo che noi due abbiamo chiarito un pò di cose?"Dissi alzando la testa per guardarlo negli occhi. Mi sorrise di nuovo e mi accarezzò i capelli"Sapevo che la tua testolina stava architettando qualche assurda domanda"Continuava a ridere. Io lo guardai e arricciai il muso in segno di disapprovazione per le sue parole

.Non mi aveva risposto! Lo riguardai con occhi  curiosi per far capire che-la mia testolina-aspettava ancora una risposta.

"Immagino di si. Ma che ti importa,siamo insieme."In fine rispose al mio sguardo. Io  vergognandomi della domanda che stavo pianificando di fargli,abbassai il volto verso le coperte cominciando a giocherellare con le lenzuola"Volevo chiederti una cosa"Dissi con voce bassissima. Lui cercò di distendere il sorriso divertito che aveva "Dimmi"Cercò di essere serio. Lo guardai solo un attimo negli occhi e dissi decisa e veloce"Però devi essere sincero!"Edward diventò serio"Lo sono sempre con te"

Allora imbarazzata nuovamente,ricominciai a giocherellare con le lenzuola per sfuggire al suo sguardo"Claudia,ti è mai piaciuta?"Mi pentì subito di averlo chiesto,perchè adesso avrei dovuto ascoltare la risposta che non ero sicura mi  sarebbe piaciuta. Edward rispose immediato e sicuro"NO"

Io mi voltai incredula delle sue parole .Claudia era una donna con la – D- maiuscola,come poteva non attrarlo minimamente?Ero sempre più sorpresa e lui assecondandomi aggiunse"Bella,ti ho sempre detto che all'infuori di te,i miei occhi,le mie mani,il mio corpo non hanno mai desiderato nessun altra."Ancora non convinta delle sue parole,mormorai"Non è vero,se dici che Claudia non è bella"Lo accusai di dire menzogne per farmi piacere .

Lui sorrise e disse"Claudia è bella"Spalancai gli occhi. Aveva ammesso che era bella!Ma di cosa mi stupivo?Era normale che un uomo vedesse Claudia come  la  Dea della bellezza. Voltai lo sguardo altrove per non far notare che le sue parole, un pò mi infastidivano .Ero super invidiosa di lei e del modo in cui lui potesse vederla. Edward mi prese con due dita il mento facendomi girare verso di lui"Claudia è bella,ma tu sei bellissima. Mi stai chiedendo di paragonare un solo singolo pianeta con l'intero sistema solare"Ancora un pò arrabbiata risposi"Ed io sarei il sistema solare?"Lui scoppiò nella sua splendida risata senza dire nulla si avvicinò al mio viso e mi sfiorò le labbra"Non ci sono definizioni che ti appartengono. Tu sei qualcosa di introvabile,irraggiungibile e raro"

Facendomi perdere la lucidità,non risposi alle sue parole .Sentire la sua fragranza a pochi centimetri da me mi fece annebbiare il cervello. Avrebbe potuto anche dire qualsiasi altra assurdità,ma io, non sarei comunque riuscita a sentirla. Edward per me era peggio di una droga -come lui mi aveva definito tempo fa-

Ero dipendente da lui al cento per cento .Lo guardi negli occhi frastornata e lo baciai senza perdere tempo .Il suo bacio per me aveva sempre un certo effetto .Avrei potuto passare con lui l'eternità,ma non mi sarei mai stancata di baciarlo come la prima volta. Dopo esserci ripresi dal miraggio,dissi

" Meglio andare a prendere Renesmee,sarà sveglia a quest'ora"Svelta scesi dal letto per indossare qualcosa di comodo per la giornata. Edward sorrideva e mi guardava.

"Cosa c'è?"domandai insospettita dai suoi sorrisi.

"Pensavo che il fascino che mi provocavi quando dormivi da umana fosse solo un particolare per la diversità tra di noi,ma a quanto pare,mi ero sbagliato. Sei tu che mi affascini,qualsiasi cosa fai .Rimarrei a guardarti per ore."Non potevo arrossire come un tempo,ma i miei occhi dichiaravano tutto il mio disagio. Il suoi occhi da dolci e sorridenti divennero duri e scuri in un attimo. Scese dal letto velocemente e cominciò a vestirsi svelto .Prima che  domandassi cosa stesse succeduto,Edward anticipò i tempi

"Credo proprio che la nostra ospite abbia deciso di venirci a trovare"Io irrigidì al pensiero che Claudia stesse venendo in casa mia .Cosa voleva ancora da noi?I miei occhi erano più scuri dei suoi e la serenità provata fino a quel momento ,svanì .Se solo avesse ostacolato la mia vita,il mio amore,e tutto ciò che mi apparteneva,l'avrei uccisa. Edward si accorse che la mia mente selvaggia stava prendendo controllo su di me e mi affiancò ancora serio e teso"C'e Renesmee con lei"Mi informò percependo che nei miei occhi c'era solo rabbia. Claudia si guardava bene! Sapeva che prima o poi sarei esplosa alle sue provocazioni ma era altrettanto consapevole che davanti alla mia bambina mi sarei trattenuta .Aspettavo con ansia,di riceverla.

La mia mente era sommersa da cattivi pensieri .La mia bambina,il mio tesoro più grande  stava tornando a casa accompagnata da quella vipera di Claudia. Che diritto aveva lei di avvicinarsi alla mia dimora,al nido d'amore? .Ma soprattutto che diritto aveva di avvicinarsi a mia figlia .Il suo male non avrebbe dovuto intaccare la mia innocente creatura. I miei sensi cominciavano a farsi valere. Non riuscivo a trattenermi al pensiero di aggredirla,di toglierla di mezzo. Non la volevo nella mia vita .Mi dispiaceva del fatto che fosse la sorella di Emmett ma questo non mi avrebbe impedito di sbarazzarmi di lei se me ne avrebbe dato l'occasione .Un momento!Edward la sera prima aveva detto che Claudia era la -sorellastra-di Emmett,non la sorella. Mi voltai verso di lui che già vestito si avviava verso la porta"Edward,tu hai detto che Claudia è la sorellastra di Emmett,non la sorella."Dissi incuriosita .Lui mi guardò serio e aggiunse"Non è il momento Bella,sono già qui."Si voltò verso la porta e aprì.
Claudia era davanti ai nostri occhi per nulla sorpresa di trovarci ad attenderla. Continuava a guardarci divertita. Sorrideva e il suo sguardo finì prima su di Edward e poi su di me"Bene!Vedo che avete risolto"Edward la fissò arrabbiato

"Non sono affari che ti riguardano. Dov è Renesmee?"Chiese ansioso non vedendo la bambina. In un lampo di secondo mi sfiorarono le peggior cose nella mente .Feci un passo veloce verso di loro pronta a massacrarla se la mia bambina non fosse saltata fuori. Edward sentì il mio odio aumentare e si voltò per bloccarmi"Calmati Bella"Mi fermai e lo guardai in cagnesco mentre lui mi fece cenno con gli occhi di guardare oltre la porta. La vidi,era li la mia gioia. Renesmee era china sul prato di casa a raccogliere deliziosi fiorellini. Fortunatamente non si era accorta di noi e delle cattiverie alle sue spalle .Quella bambina aveva il potere di far cessare ogni sete di vendetta,ogni minimo oltraggio .Mi rilassai subito,sospirando. Renesmee alzò appena i suoi splendidi occhietti e il suo sorriso si ampliò come quello di suo padre. Ci guardò felice con i suoi occhi marroni cioccolato e ci corse incontro .Noi, sorridenti come lei ,la accolsimo a braccia aperte,non curandoci dell'intrusa."Mamma,guarda,ho raccolto dei bei fiorellini per te"Urlava di gioia .La mia piccola era sempre cosi sorridente e allegra,ignara delle cattiverie del mondo.

" Grazie! Sono bellissimi"Dissi assecondando la sua dolcezza. Alzai lo sguardo su Edward cercando anche da parte sua un sorriso divertito per Renesmee .Mi sorpresi,Edward era tornato a fissare Claudia in modo severo"Non c'e né alcun bisogno"Disse rivolgendosi a lei .Io li guardai accigliata non riuscendo a capire di cosa stessero parlando

"Invece si!"rispose Claudia ad Edward rimanendo impassibile alle sue parole ghiacciate. Capì che era il momento dei discorsi seri e che Renesmee non doveva ascoltare

"Piccola,nel giardinetto qui dietro ho visto dei fiorellini davvero carini,mi piacerebbe averli. Ti dispiacerebbe andare a raccoglierli per la tua mamma?"La guardai con occhi tristi fingendo che quei fiorellini erano il mio unico pensiero. Dovevo allontanarla dai nostri discorsi. Non sapevo di cosa avremmo discusso,ma sapevo che il mio autocontrollo non era il massimo."Certo!"rispose subito la bambina scendendo rapida dalle mie braccia e correndo sorridente verso il retro del giardino. La seguì con gli occhi sorridendole, finché non la vidi sparire. Immediatamente il mio umore cambiò e mi voltai verso di loro

"Di cosa state parlando?"cominciavo ad arrabbiarmi senza Renesmee accanto.

"Visto che adesso il mistero della visione è svelato,perchè non rivelarti tutto"Mi rispose divertita Claudia. Edward al mio fianco le ringhio selvaggiamente

"Non è necessario "Lei fingendosi sorpresa

"Ma perché no?Bella ha il diritto di sapere"Lui rimase fermo nella sua ostile posizione ed io divenivo sempre più confusa e arrabbiata .Cos 'altro dovevo sapere?Guardai Edward triste"Edward,c'è dell'altro che non mi hai detto?"Lui non si voltò verso di me per guardarmi mentre mi rispondeva,i suoi occhi rimasero fissi su Claudia"No,non c'è nulla da aggiungere,perchè nulla succederà"

Io ancora più confusa riguardai lei per capire di cosa stessero parlando

"Edward,non puoi saperlo se sarà cosi"Claudia cercava di apparire seria,ma aveva un aria molto divertita.

"Ma volete dirmi di cosa parlate?"alzai la voce per farmi notare tra i due che discutevano .Edward non rispose,mentre Claudia si voltò verso di me con un mezzo sorriso"Credo che tu voglia sapere il vero motivo perchè io sono giunta qui"Continuava a guardarmi con aria contenta .Io rimasi ferma e sorpresa. IL VERO MOTIVO.?Cosa significava?Perché lei era qua?La fissai senza parole e lei proseguì il discorso

"Sono qua per tua figlia Renesmee."Mi disse minacciandomi .In quel preciso istante,tutto il mondo scomparve sotto i miei piedi e io venni inghiottita da un vortice di emozioni

17)Capitolo-VISIONE

Rabbia, frustrazione, ira e sopratutto indecisione mi piombarono addosso. Il mondo cominciò a girare all'inverso e tutto quello che avevo sempre immaginato, sparì in un colpo. Vedevo solo buio e fuoco. Dentro me nasceva un odio profondo che mai in vita mia avrei immaginato di provare. Questo fuoco mi bruciava internamente, corrodendo  i muscoli del corpo, facendoli pulsare più del dovuto. Non riuscivo più a vedere nulla, era tutto annebbiato. Nella mia mente c'era solo “Renesmee”. Nessuno l'avrebbe portata via. Nessuno!! Nell'istante in cui quest'ultimo pensiero mi sfiorò la mente, il mio sguardo si infiammò dritto su Claudia. I miei occhi cambiarono colore, divenendo un rosso vivo. Istintivamente ringhiai, rannicchiandomi come un animale in posizione di attacco. Edward, non si sorprese della mia reazione, mi guardò per un attimo senza dirmi nulla. Capiva cosa provavo e non fece nulla per impedirmelo. Scattai come un felino contro Claudia, incurante di ogni logica. Solo odio, solo cattiveria dentro di me. Con una mano le strinsi il collo, sorprendendola. Ne lei, ne Edward, erano riusciti a vedere i miei rapidi movimenti. Stringevo sempre di più la presa, guardando il suo volto impaurito. Non avevo pietà, ne dubbi; volevo ucciderla. Il mio viso si fece sempre più terrificante, mostravo i denti, gli occhi erano ardenti di sangue. La fissavo senza alcun minimo ripensamento, stringendo sempre di più la presa sul suo collo. Con un gesto avrei potuto spezzarglielo in due. "Bella, fermati!" Sentii una voce lontana urlare. Non riuscivo a distinguere più nulla, non riuscivo a capire chi fosse, ma non mi importava. "Edward fai qualcosa!" La voce cominciava ad avvicinarsi e ad essere sempre più spaventata. Senza voltarmi, sentivo che la posizione di Edward era invariata. "Edward! ti vuoi muovere?!" Alice. Era Alice che urlava. "Lasciala fare. Claudia se l'è cercata" Edward rispose in un tono molto calmo. "Adesso basta!" Le voci divennero tutte più vicine e cominciavo a distinguerle. Era Carlisle. I miei occhi rimasero su di lei, un'altra stretta e i miei problemi sarebbero finiti. "Edward" Carlisle parlò calmo, ma il suo tono era un comando. Edward si avvicinò a me. Non riuscivo a distogliere gli occhi dall'irresistibile morte che leggevo nel volto di Claudia. La sua delicata mano, mi sfiorò la guancia; "Amore, lasciala andare"; Mi chiese Edward dolcemente. Neppure la sua melodiosa voce riuscì a togliermi Claudia dalle mani. Edward si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: "Bella, ti giuro che nessuno porterà via nostra figlia. Se dovesse farlo, la uccido io con le mie mani, te lo prometto." Parlò in un soffio, pianissimo in modo che gli altri non potessero sentirlo. Ci volle del tempo perchè la mia mente immagazzinasse le parole udite da Edward. Finalmente riuscii a sbattere le palpebre (un gesto minimo, di normalità). Vidi davanti a me Claudia stretta nella mia morsa, con sguardo terrorizzato. Edward era al mio fianco, sicuro di se, calmo, ed intorno a noi i Cullen. Alice ed Esme si tenevano le mani sul viso, terrorizzate alla mia reazione, Rose, Emmett, Jasper e Carlisle, erano più composti, ma ansiosi. Riuscii per un attimo ad ampliare anche il mio udito e sentivo dietro al giardino, la mia bambina canticchiare. Ripresi logica e sensibilità, mollando subito Claudia dalla mia mano. Lei si scostò rapida da me, affiancandosi all'uscita. Aveva ancora lo sguardo impaurito. Non avevo visto il mio volto, ma immagino fosse orribile, se ancora mi guardavano tutti con paura. Edward mi abbracciò, ed io mi rilassai sospirando. Claudia vedendoci insieme, si compose: "Questo Edward, non cambia niente" Lui la guardò furioso: "Non c'è niente da cambiare. Perché niente succederà, Bella non mi lascerà mai." Concluse la frase dubbioso, posando lo sguardo su di me, che lo guardavo incuriosita. "Bene, allora visto che, di discutere con persone così non se ne parla proprio... ditegliela voi la verità." Claudia, voltava le spalle "Vorrà delle spiegazioni." Continuò, parlando di me come se io non ci fossi. Mentre andava via, si soffermò, voltandoci ancora le spalle: "Tornerò presto" parlò minacciosa e poi sparì. Sarebbe tornata? Quindi i miei problemi non erano finiti. Tutti rimasero in silenzio e scomposti. Erano sparsi per gli angoli della casa, con sguardi persi. Io non mi sarei fermata, dovevo sapere ogni singola cosa; "Meglio metterci comodi. Credo che il discorso sarà lungo." Dissi serena, ma sicura, guardando i loro volti. Ognuno di loro prese posto nel mio soggiorno. Emmett e Rose sedevano sul divano, Jasper e Carlisle erano affianco al caminetto, Esme ed Alice si erano sedute sulle sedie. Edward e io, rimanemmo uno accanto all'altro di fronte al divano, in piedi, per avere la visuale di tutti i famigliari. Edward mi accarezzava il braccio. Nei suoi occhi leggevo timore. Timore di perdermi come la sera precedente, quando mi confessò della visione. "Allora, ditemi tutto." Implorai. Loro per un attimo si guardarono negli occhi. Il primo a parlare fu Emmett: "Bella, non prendertela con me. Non è mia sorella, è stata adottata." Disse con il suo solito sorrisetto. Rose lo segui: "Quando Emmett, era…umano, suo padre trovò nel bosco una ragazzina. Era Claudia. La portò a casa e la tenne con loro." Alice rispose subito continuando il racconto: "Ma Claudia, in verità quella notte, nel bosco, non era alla ricerca del fratello perduto…" Alice smise di parlare. "Era alla ricerca delle sue origini, del suo passato." Rispose Carlisle alle mie spalle. Continuavo ad essere confusa. Cosa c'entrava lei con la mia bambina? Li guardavo con ansia. Cosa era Claudia? Cosa voleva? Sembrava tutto un incubo.

Li guardavo sempre più sorpresa. Le mie domande erano molte e le loro risposte ancora non mi saziavano. I Cullen erano stati piuttosto misteriosi con me in quell'ultimo periodo e la loro spiegazione avrebbe dovuto essere convincente. Inoltre era stata messa in gioco mia figlia, perciò nessun'altro silenzio, nessun mistero, doveva più esserci. Avrei dovuto sapere tutto, niente mi avrebbe più fermato. "Non capisco, chi è Claudia? Cosa ci fa qui?" Domandai al fine dei miei pensieri. Carlisle fece un passo avanti, per distinguersi dagli altri che rimanevano in silenzio ad osservarlo: "Claudia fu abbandonata nel bosco, dai suoi genitori. Poco prima che la madre partorisse, un vampiro la morse, trasformandola in una di loro. Nonostante l'istinto incontrollato della madre,fosse il nutrirsi e uccidere ogni essere umano…trovandosi  la sua creatura tra le braccia, non riuscì a cibarsene. La bambina era rimasta umana, anche se il corpo della madre era invaso dal veleno; e così l'abbandonò nel bosco, fuggendo via." Rimasi stupita, e senza parole. Non sapevo se dispiacermene per quella ragazza, destinata a morire, in un modo o nell'altro. Ma quando ripensai alle sue parole “sono qui per tua figlia” la mia pietà sparì all'improvviso. "E il padre? Perché non l'ha tenuta con lui?" Domandavo cose che in fondo non mi importavano. Questa volta fu Edward a parlare: "La madre di Claudia, trasformò anche lui in vampiro e andarono via insieme." I suoi occhi non erano tristi, ma disgustati. Non condivideva quel tipo di amore. Per Edward l'amore vero, era ciò che rendeva felice l'altro, e non l'egoismo di averlo accanto per l'eternità. "Comunque questo cosa c'entra?" Aggiunsi infine, scuotendo la testa. Non mi andava di parlare della vita di Claudia. Volevo solo sapere cosa diavolo c’entrava Renesmee con lei. "Calma Bella, ora ci arriviamo" Rispose Emmett, prendendomi in giro come al solito. Non avevo voglia di scherzare e non badai alle sue parole. Guardai Edward, con volto esasperato. Volevo la verità. Adesso! Edward sospirò: "Con il tempo i genitori di Claudia, cercarono di spiarla da lontano, sussurrandole la notte, nei sogni. Le svelavano le origini della sua nascita e i segreti della propria famiglia. Bramavano per trasformarla, in una di loro; ma entrambi non ne avevano il coraggio. Sapevano che nelle vicinanze si era stabilita la nostra famiglia che si cibava di animali. Quella sera stessa condussero Claudia, nell'oscurità della foresta, perché io potessi morderla." Continuava a guardarmi, con rabbia nel cuore. Edward non si era ancora perdonato di aver contribuito all'oscura trappola organizzata dai genitori di Claudia. Non riuscivo a capire come degli esseri, vampiri o umani che siano, possano volere il male della propria figlia. Mantenni ancora il silenzio nella speranza che saltasse fuori la parte che desideravo sapere. "Dopo la trasformazione, Claudia andò via da qui, rincontrandosi con i suoi veri genitori;" Edward non aggiunse altro, come se il suo racconto fosse arrivato al termine. Alzò gli occhi da me verso Jasper e Carlisle che stavano alle nostre spalle. "Crearono un Clan molto potente, con le loro leggi e i loro principi." Jasper parlò quasi in segno di rispetto. Io mi sorpresi della sua adorazione e dissi: "Potente fino a che punto?" Jasper arricciò il naso, mentre rispondeva: "Solo i Volturi sono sopra di loro. Il Clan è composto da 15 vampiri saggi e le loro leggi..." Jasper rallentò nel parlare: "Le loro leggi, sono state discusse e approvate dal consiglio reale dei Volturi;" Disse rabbrividendo. Io parlai velocemente: "Cosa significa? Di che leggi parli?" Cominciavo nuovamente a perdere la pazienza. Carlisle rispose per Jasper: "Significa, che sono alleati con i Volturi, e che chiunque mancasse di rispetto alle loro leggi, dovrà risponderne davanti alla loro corte." Accigliata, li fissai tutti in viso, cominciando a gesticolare e a muovermi nervosamente: "Ma questo cosa ha che fare con noi? Che ci importa delle loro leggi e della loro corte?" Edward mi calmò tirandomi a se e stringendomi tra le braccia. Mi fece un mezzo sorriso: "Infatti, Bella, ha ragione. Non ci importano le loro leggi." Mentre rivolgeva la parola su di me, i suoi occhi erano su suo padre. Carlisle fece un cenno con la testa in segno di disapprovazione. Edward si voltò verso di lui: "Non andrà cosi.” Sicuramente stava rispondendo ad un pensiero del padre. Esme si intromise: "Figliuolo, dobbiamo considerare ogni probabilità" Di nuovo stavano parlando come se io non ci fossi: "Scusate, ci sono anch’ io.  Volete illustrarmi per favore, di cosa state parlando?" Alzai la voce. Tutti tacquero. Edward abbassò lo sguardo sul pavimento per non incontrare i miei occhi. Alice sbruffò e si avvicinò a me: "Te lo dirò io, Bella…" Edward, alzò lo sguardo verso la sorella, in segno di rimprovero: "Alice, non so se è il caso" Alice si infuriò quasi quanto me: "Finiscila Edward! Bella deve saperlo, le abbiamo tenuto nascosto fin troppe cose." Edward, non rispose. Rimase nella sua posizione. Non disse ne NO, ne SI, ma Alice continuò lo stesso: "Bella, le leggi del Clan di Claudia, impongono che una piccola creatura “umano/vampiro” o esclusivamente “vampiro” non debba essere lasciato vivere, senza la guida dei genitori." Risposi subito d'impulso: "Stai parlando di Renesmee?" Alice annuì. Cosa farneticava? Io sorridendo aggiunsi: "Ma Renesmee non è pericolosa e vive con me e con Edward." Continuavo a sorridere, visto che le cose appena dette erano assurde. Ci fu un attimo di silenzio. Parlò Rose: "Alice, ti ha vista andar via. Ed ha visto Edward impazzire." Mi inchiodò con la sua freddezza. Non feci in tempo nel risponderle che Alice aveva ricominciato a parlare: "Si, ho visto che andavi via, lontano. Non so perché, ne dove...non riesco a vederlo. E poi, ho visto Edward impazzire. Dal momento in cui ho avuto la visione, Edward l’ha letta nella mia mente e perciò Claudia ne è venuta a conoscenza. E' piombata in casa nostra, per accertarsi che Renesmee non rimanga senza la guida dei genitori. Se così fosse, Renesmee dovrebbe essere affidata a loro, per crescerla ed educarla. Quando avrà raggiunto la maturità da loro imposta, la lasceranno scegliere. Scegliere di vivere nella maniera in cui desidera. Claudia, spariva e riappariva a proprio piacimento, perché si recava dal suo Clan, informandoli su come stessero andando le cose. Quella sera, che sei fuggita via in macchina ed hai avuto l'incidente, Claudia era certa che il momento del suo trionfo era giunto. Tutti noi ci siamo opposti a lei, ed abbiamo trattenuto Renesmee con noi a casa. Per fortuna siamo riusciti a trovarti." Ero traumatizzata. Non riuscivo a immaginare quale tragedia avessi sfiorato quella sera con la mia fuga infantile. La mia bambina. Avevo rischiato di perderla. Non sarebbe mai più successo. Ero sicura di ciò che volevo, ed ero altrettanto sicura che non avrei mai abbandonato ne Edward, ne Renesmee. Piuttosto la morte lenta e dolorosa. Li amavo con tutta l'anima, non poteva esistere un mondo senza di loro. Risposi sorridendo: "Alice, Alice, stai perdendo colpi. Ti sarai stancata più del solito negli ultimi tempi, ma vedi cose che non esistono, non possono esistere. Non li penserei mai." Tutti mi guardavano come se io fossi impazzita. Dalla mia voce stridula, si sentì che ero tesa e che fingevo la risata. Alice, scosse la testa, poi sussurrò: "Bella, tu non sai quanto vorrei che mi sbagliassi. Voglio bene a tutte e due" Disse guardando me e Edward: "Non voglio vedervi finire così. Se c'è qualche problema tra voi cercate di risolverlo" Poi riguardandomi negli occhi, disse seria: "Non vorrei farti del male. Io ho visto che andavi via." Aggiunse: "Sono sicura".

Risposte alle recensioni:

Scusate il ritardo -Causa feste :)

Grazie a tutte per i vostri commenti.

Harrytat-ihihh...la tensione ancora non è al culmine.Heart è piena di tensione e sorprese.Mancano molti capitoli prima che Claudia si tolga dalle scatole.Tra un pò arriva ...NO!non velo dico..ahha..kiss

-bellina97-Fantastico il tuo inglese.Vorrei impararlo anche io.Non svelo niente prima..ma..mai dire mai.

18)Capitolo-INSICUREZZA

Tutto quello che diceva era totalmente inaccettabile. Non avrei mai potuto abbandonare Edward. Renesmee poi, era tutto ciò che avevamo creato insieme. Come potevo lasciarli?Come era possibile una visione del genere. No!Era tutto sbagliato. Non sarebbe andata in quel modo. Niente mi avrebbe causato una scelta del genere. Nulla poteva allontanarmi da loro. Non sapevo come reagire. Avrei dovuto arrabbiarmi con Alice di aver solo dubitato dei miei sentimenti,o avrei dovuto lasciar perdere come se nulla fosse?Perchè infondo non era nulla. Niente di tutto ciò sarebbe successo. Mentre sbalordita, rimanevo con lo sguardo perso nel vuoto, nella speranza di trovare qualcosa da dire, Edward mi sfiorò il braccio, e mi baciò sulla fronte. Mi guardò negli occhi e mi sussurrò"Non devi dimostrare niente a nessuno"Capendo il mio blocco, Edward cercava di confortarmi, continuando a sussurrarmi"Io ho visto ciò che provi per me, e mi basta."Mi sorrise con gli occhi orgogliosi. Era fiero di aver letto in me, l'amore che provavo per lui. Togliendo il mio scudo la notte precedente, aveva captato ogni mio dubbio, ogni mia paura, e sopratutto ogni minimo sentimento che lui mi suscitava dentro. Edward, si voltò verso la sua famiglia, serio"Non posso sapere cosa accadrà in futuro, ma sono sicuro."Rimase un attimo in silenzio per voltarsi nuovamente verso di me"Che io e Bella, staremo insieme, per sempre"Le sue ultime parole erano ascendenti, quasi un sibilo. Io poggiai la mano sul suo petto, in segno di ringraziamento per aver parlato al mio posto. In tutta questa situazione, era Edward la vittima, ed io dovevo essere confortata. Mi sentivo in colpa di ciò; ma avvolte il mio corpo non reagiva agli hoc atroci. Non avevo voglia di parlare, e convincere tutti che il mio amore per Edward non sarebbe mai finito. Desideravo solo che lo sapesse lui, e che la mia bambina mi fosse accanto per sempre. I Cullen tacquero alle parole pronunciate da Edward, ma dai loro volti, leggevo un profondo disappunto. Alice si avvicinò a me, poggiandomi una mano sulla spalla"Bella, sappi, che noi faremo di tutto per impedire che Claudia porti Via Renesmee"Alice parlava come se la mia fuga fosse qualcosa di scontato. Arricciai la fronte stupita dell'incredulità che ancora avevano verso di me, e verso le mie scelte, ma non ebbi il tempo di fiatare che Edward disse"Alice, ti prego"Rimproverò la sorella, che alzò gli occhi sfidando i suoi. Si guardarono per molto tempo senza parlare. Sicuramente Edward, stava di nuovo leggendo nella sua mente, infatti, scosse la testa e sospirò"Smettila". Non capivo. Edward mugugnò qualcosa. Era ferito profondamente. Subito dopo, Edward si voltò verso Jasper"Non sono affari tuoi"Gli urlò contro. Carlisle come sempre mise compostezza nella famiglia, frapponendosi tra Jasper e Edward"Siamo tutti molto tesi e preoccupati. Per adesso lasciamo le cose come stanno, sapremo cosa fare se."Carlisle non aggiunse altro, mi fissò con sguardo triste per un misero istante, e poi si girò verso Edward. Non so cosa ognuno di loro pensassero in quel momento, ma vedevo dai miei occhi, che erano tutti convinti del mio abbandono, e non approvavano che Edward mi credesse cosi tanto. Esme si alzi lentamente"Ragazzi sarà meglio andare a casa"Si diresse verso la porta gesticolando ancora sulle posizioni ferme degli altri"Forza, lasciamoli soli"Al suo comando, scattarono tutti. Si diressero verso l'uscita, ed Esme si voltò per guardarmi"Bella, noi ti vogliamo bene, e non permetteremo che accada niente né a te, né a Renesmee. Siamo a casa se volete raggiungerci"Sorridendo chiuse la porta. Io e Edward rimasimo ancora fissi di fronte al divano. Mi allontanai da lui per guardarlo negli occhi"Perchè non melo hai detto"Domandai curiosa. Non sapevo se arrabbiarmi con lui, o ringraziarlo. Edward abbassò gli occhi sul pavimento, con il volto addolorato"Non volevo farti preoccupare"Rimasi ancora distante da lui. Dovevo arrabbiarmi, o saltargli addosso per abbracciarlo della sua preoccupazione perenne per me?Cercai di parlare"Io. io.. ho il diritto di saperle alcune cose."Lui alzò subito gli occhi su di me"Certo che ne hai il diritto. Ma ero cosi sicuri di ciò che mi hai fatto vedere ieri notte, che tutto questo, sembrava non ci riguardasse"Terminò la frase, con una leggera amarezza nella voce. Lo guardai stupita. Non aveva torto. Anche io come lui, ero sicura di ciò che volevo, perciò non sarei dovuto preoccuparmi di Claudia, e del suo Clan. Non era un nostro problema. Lui continuò"Claudia stamattina è piombata qui con l'intento di dirti tutta la verità, perchè spinta dall'odio che aveva verso di te. Aveva letto nella mia mente, l'amore che tu provavi per me, la scelta di non lasciarmi mai, e inoltre, la gelosia e la rabbia che avevi verso di lei."Parlava, nervoso"Io mi sono opposto, perchè ero certo. ero sicuro di quello che mi avevi fatto vedere dentro di te. Non c'era motivo di metterti in testa altre preoccupazioni"Rimaneva agitato. Mi avvicinai a lui, e gli sfiorai il volto. Lui al mio tocco, socchiuse gli occhi, e si rilassò afferrando la mia mano per trattenerla sul suo viso. Disse sospirando"Credevo ti arrabbiassi con me"I suoi occhi non lasciavano i miei. Risposi sorridendo"Avrei voluto, ma è impossibile arrabbiarsi con te. Le tue ragioni sono sempre impeccabili, e agisci nello scopo di proteggermi. Come posso non amarti?"Lui sorrise compiaciuto, ma triste. Io dal suo sguardo mi ricordai una frase appena sentita"Un'altra cosa!"Dissi pensierosa. Lui spalancò gli occhi per il dubbio"Tutto quello che vuoi"Aspettava con ansia che io parlassi. Infatti, parlai velocemente"Hai detto- ERO-"Edward, non riuscì a capire a cosa io mi stessi riferendo, e disse accigliato"Bella, sono sempre più convinto che leggere la tua mente sarebbe stata un’esperienza unica. Finirò per impazzire sul serio se non ti spieghi meglio"Sorrideva di gusto prendendomi in giro. Riformulai la frase, completandola, quando mi hai spiegato il motivo del tuo silenzio sul Clan di Claudia, hai detto: ERO SICURO di quello che mi avevi fatto vedere. Hai detto ecc.mo vuol dire?Non lo sei più?"Domandai triste. Lui divenne per un attimo serio, ed io rabbrividì. Subito dopo mi sciolsi vedendo il suo volto cambiare. Sorrideva fiero di tenermi sulle spine. Mi strinse a se, trascinandomi dai fianchi, mi baciò sulle labbra per un attimo e poi disse"Adoro, quando ti preoccupi di ciò che dico, o ciò che penso. Sono sicuro di amarti, sono sicuro che non ti lascerò mai, e sono sicuro che sei la cosa più importante della mia vita"Io arricciai il muso"Stiamo parlando di te?Io volevo sapere se sei sicuro dei miei sentimenti. Del fatto che starò sempre con te."Il suo silenzio, sembro interminabile. Lo guardai preoccupata. Possibile che era bastato poco a fargli dimenticare che l'amavo più di me stessa?Edward, mi sfiorò le labbra con un dito"Impazzirei davvero se tu mi lasciassi"Tra noi ci fu una breve pausa. Stavo per aprire bocca, per urlagli nuovamente il mio folle amore, e lui mi blocco le labbra con le dita, mi sorrise"SI, sono sicuro"

·         i

19)Capitolo-RENESMEE

Renesmee, sporse il suo musetto curioso dalla vetrata. Aveva visto me e suo padre perderci in un caloroso bacio. Io e Edward, ci accorgemmo subito che la bambina ci  osservava, e sorridenti ci voltammo verso di lei. La piccola, arrossì per la vergogna, e con le manine dietro la schiena, salterellò fino a noi"Mamma, guarda che belli?"Mi disse facendo spuntare fuori dalla sua schiena un buche di fiorellini coloratissimi. La guardai con occhi pieni d'amore. La mia bambina cosi dolce e ingenua, non avrebbe potuto fare del male a nessuno, perchè non la lasciavano vivere in pace?"Sono bellissimi tesoro"Risposi, chinandomi verso di lei, mentre Edward le accarezzava i capelli. Renesmee soddisfatta della mia approvazione, continuò a parlare con gioia"Ne ho raccolti tantissimi, così ne darò un mazzettino a Zia Rose e a zia Alice...e anche a nonna Esme. Ma il resto sono tutti per te mammina!"Mentre parlava, Renesmee suddivideva i mazzettini in colori differenti. Edward sorrise di gusto guardandoci, e la bambina sene accorse"Papà, ho raccolto una cosa anche per te, guarda."Stringeva nelle sue tenere dita, una stupenda rosa bianca, che alzò verso suo padre. Edward, si emozionò di colpo, e non riuscì a dire nulla. La bambina imbronciò il musino"Non ti piace?"Renesmee si era rattristata, credendo ad Edward non piacesse il dono che lei gli aveva colto. Lui era pietrificato. Era sbalordito, e sorpreso. La nostra bambina, lo stupiva sempre. Un dono che Renesmee aveva ereditato da me. Si chinò verso di lei, e l'abbraccio forte"Certo che mi piace. Ogni tuo dono per me è prezioso, tesoro"Teneva ancora la bambina tra le braccia, e con una mano, prese tra le dita la rosa bianca, guardandola e sorridendo. Come erano belli. Avrei voluto fargli un dipinto. Sembravano due divinità della natura. Una figura statuaria, e bellissima che reggeva tra le mani una rosa bianca, e tra le braccia avvolgeva la creatura più delicata, più dolce che io avessi mai visto. La piccola si rattristi di colpo, facendo preoccupare me e suo padre. Edward alzò gli occhi su di me, ed io istintivamente domandai"Piccola, cosa c'è?"Renesmee ancora imbronciata, rispose a volto basso"Sono in pensiero per Jacob, ancora non è venuto a trovarmi"Mi rasserenai, sospirando. Per un attimo avevo temuto che mia figlia avesse visto o ascoltato qualcosa che le riguardava. Risposi per tranquillizzarla"Non preoccuparti, si farà vivo. Starà dormendo, Jacob è un dormiglione"Sorridevo guardando Edward che ricambiò il mio sguardo. La piccola non convita continuò a mugugnare tra se"Ma di solito era già qui". Io la guardai per un attimo riflettendo su ciò che avrei dovuto dirle. Infondo non aveva torto, jacob era lì alle luci dell'alba. Mancava poco che dormisse sul nostro pianerottolo di casa. Non riusciva a stare lontano da Renesmee. Edward mi precedette"Amore, Jacob ha delle cose da fare avvolte, e non può essere sempre puntuale. Non preoccuparti, arriverà presto"Super sorridente Edward aveva inscenato la sua parte migliore: IL CONVINCIMENTO.Era un attore nato. Convisse anche me, con le sue parole. Nessi si sollevò di scatto sorridendo, baciò Edward sulla guancia, e disse"Se lo dici tu papà, ci credo"Edward sorrideva ancora con gli occhi spalancati, Renesmee lo aveva di nuovo sorpreso. Io grugnì, con sguardo arrabbiato. Non aveva creduto a me, e con suo padre era subito piombata nel tranello. Bene, mia figlia era totalmente uguale a sua madre. Dipendeva dalle labbra di Edward, e ogni sua parola, ogni suo gesto, per lei era divino.Amava- a modo suo-suo padre, come lo amavo io. Mi arresi, all'evidenza e tornai a sorridere spensierata. Tutte le discussioni che erano successe su Claudia, sul Clan, e su tutto il resto, erano acqua passata. Quando ero con loro, spariva ogni mia preoccupazione. Ero felice, e per nessun motivo al mondo avrei lasciato disperdere quel sentimento. Renesmee mi guardò"Andiamo da zia Rosa?"Chiese impaziente di donarle i fiorellini appena raccolti. Io e Edward annuimmo contemporaneamente, e Renesmee non perse occasione per correre fuori. Noi la seguimmo. Ci distanziava di un paio di metri, ed ogni tanto si fermava per voltarsi a guardarci. Edward e io, camminavamo lenti, anche se la nostra natura non lo richiedeva. Eravamo uno accanto all'altro, quando Edward sospese il passo per un breve secondo, e disse"Ah, ecco, Jacob"Parlò pensieroso. Cercai di guardarmi in torno, ma non riuscivo a vederlo. Edward mi disse, osservando il mio sguardo indagatore"E' ancora lontano"Rispose sorridendo. Subito dopo arricciò la fronte"Che strano"Parlò sottovoce. Io che lo udì bene, domandai"Che cos'è strano?"Fissandolo negli occhi persi nei pensieri. Edward rispose sospettoso"Jacob. Non riesco a sentire i suoi pensieri, ma quelli del branco. Sento Sam, e gli altri...ma non lui"Continuava a parlare sottovoce, e tra se. Io arricciai la fronte, ma non badai a quel banale particolare. Magari Jacob era preso dalle responsabilità del branco che non aveva il tempo per pensieri suoi. Edward alzò gli occhi verso una quercia che si trovava nel mezzo del cammino tra la nostra dimora, e casa Cullen. Jacob spuntò da dietro la corteccia. Il suo guardò mi preoccupò. Era freddo e triste, e fissava solamente me. Renesmee si accorse subito del suo jacob, e gli corse incontro. Gli saltò addosso, e gli sorrise. Jacob cambiò radicalmente espressione. I suoi occhi brillavano, e il suo sorriso era smagliante come sempre. Mi avvicinai  per prima, mentre Edward mi distanziava di poco. Quando fu accanto a Jacob, lui divenne di nuovo serio e mi afferrò la mano. Io ero sorpresa, e sbalordita. Mise tra le mie dita, qualcosa rapidamente, prima che Edward ci affiancasse. Io rimasi pensierosa. Edward, era alle nostre spalle, e con sguardo curioso osservava il mio volto. Subito dopo i suoi occhi si posarono su Jacob"Dove eri finito?Renesmee era in pensiero"Disse in tono accusatore. Jacob per distogliere l'attenzione dalla mia immobilità, rispose agitato"Si, avete ragione. Anche Bella aveva iniziato a rimproverarmi, ho avuto da fare. ..e in verità…"Fece una pausa,per guardare Renesmee in faccia"Non ho ancora concluso i miei doveri. Devo andare, ma tornerò presto"Aggiunse in fine per tranquillizzare l'espressione imbronciata della sua piccola Nessie. Edward prese in braccio la bambina, che non voleva saperne di staccarsi dall'enorme petto scuro di jacob"Se devi andare..."Edward, comprendeva i suoi doveri. Infondo jacob era un capo branco, e come tale aveva dei doveri che lo chiamavano. Renesmee a malincuore, passò tra le braccia del padre, guardando Jacob; e con voce timida e bassa, disse"Va bene, ma non tardare"Jacob, annuì, poi voltò le spalle, e corse tra il verde del bosco. Edward e Renesmee erano impegnati in una conversazione su Jacob, ed io li sentivo in sottofondo"Sono un pò geloso"Edward, grugniva a Renesmee, che a sua volta gli rispondeva” Ma papino, tu sarai sempre il mio preferito!"Camminavano a pochi centimetri da me, ed io colsi l'occasione, per sbirciare il contenuto nella mia mano. Jacob, mi aveva stretto tra le dita, qualcosa che solo io dovevo vedere. Non ne capivo il motivo, ma ne ero terrorizzata. Non avrei più trovato un’occasione del genere per osservare la stretta del mio pugno, se Edward mi fosse stato sempre affianco. Perciò pensai d'istinto e aprì la mano. Era un foglio di carta con su scritto qualcosa. Lo avvicinai, per poter leggerlo meglio. In caratteri disordinati e imprecisi c'era scritto: DEVO PARLARTI.DA SOLA. VEDIAMOCI NEL BOSCO...jacob.

20)Capitolo-LEGGENDA

Stringevo tra le mani quel piccolo foglietto bianco. In quel momento sembrava fosse più pesante del normale. Avevo di nuovo paura, le preoccupazioni non erano finite. Jacob voleva parlare con me, da sola. Per quale motivo? Non smettevo di stupirmene. Il mio sguardo non si distraeva dal foglio stropicciato, quando intorno a me, il vociferare che sentivo, svanì. Con un gesto rapido, arrotolai il foglio nel mio pugno stretto, nella speranza di nasconderlo."Bella” Edward era fermo a pochi metri da me, pensieroso. Mi fissava negli occhi, come per cercare di leggere i miei pensieri. Tra le braccia reggeva ancora Reneesme. Io vedendo i suoi occhi indagatori, mi sforzai di sorridere: "Dimmi" finsi. Edward posò delicatamente a terra la bambina e si diresse a passi posati verso di me. Il mio pugno si strinse in una vera e propria morsa, stritolando il bigliettino di Jacob. Non volevo che le mie paure assalissero anche lui. Inoltre Jacob era stato chiaro in merito “SOLA”. Rimasi rigida ad attendere che si avvicinasse, temendo che i frammenti della carta sbriciolata, potessero cascare in terra. Il mio viso era un accumulo di ansia e paura. Edward, appena mi fu davanti abbassò il volto su di me: "Amore, che cos'hai? che colore davvero strano" Mi disse spaventato, mentre con le dite mi sfiorava le gote. Con il pollice, seguì il mio contorno occhi: "Sei mal nutrita, non dovresti trascurare." Mi fissò serio, per rimproverarmi. Era da molto che non andavo a caccia e il mio corpo cominciava a risentire i morsi della sete. Alla mia mente, non importava del sangue o della caccia. Volevo la mia famiglia felice, ed avrei rischiato anche di morire denutrita se fosse stato necessario. Il mio unico pensiero era Renesmee ed Edward. Il resto veniva dopo. Io non risposi, ed abbassai lo sguardo. Non volevo lasciare che i miei occhi parlassero per me, dicendo la verità. Lui scambiò il mio gesto per vergogna, e disse: "Che ne dici se lascio Reneesme con Rose e andiamo a caccia insieme?" Alzai gli occhi contenta della sua richiesta. Volevo stare con lui, sempre, ovunque, ma quel momento non era adeguato. Dovevo scoprire cosa Jacob, doveva dirmi e per farlo avrei avuto bisogno di una scusa plausibile. Edward, Me l’aveva appena suggerita. Il mio sorriso, inscenò un’improvvisata: "Sarebbe una buona idea, ma..." Sospesi il discorso per un attimo nella speranza di concentrarmi nel fingere bene, visto che la prima frase che avevo appena pronunciato, era vera: "Sarei più tranquilla se con Reneesme, rimanessi tu... " Lui mi guardò confuso, per il mio rifiuto.
Avrei dovuto essere più che concentrata, per convincerlo. Allora mi convinsi ulteriormente su ciò che stavo per dire: "Da quando ho saputo di Claudia e del suo Clan, sono terrorizzata all'idea di perderla. Non vorrei lasciarla mai. Visto che adesso, un bisogno primario mi chiama, sono costretta a starle lontana. Ma non voglio che anche tu la lasci. Sono più serena, se so che siete insieme." La mia voce si fece implorante e dolce, quasi sdolcinata. Edward, distese la sua espressione confusa e mi baciò sulla fronte: "Va bene, se ti fa star meglio, lo farò. Stai tranquilla, io sono con lei.” Edward, mi abbraccio, e mi disse: "Non preoccuparti, non permetterò mai che nessuno vi faccia del male." Io rimasi tra le sue braccia, demoralizzata. Edward, era sempre così confortevole e comprensibile, che non avrei voluto nascondergli mai nulla. Questa volta Jacob, mi avrebbe sentita, se il motivo della sua scampagnata nascosta, non fosse stato valido. Non mi piaceva mentire ad Edward, per giunta anche senza motivo. O per lo meno, non lo sapevo ancora. Edward si allontanò da me, con uno scatto veloce e si diresse verso Renesmee. La prese per mano e gli disse: "Andiamo piccola, la mamma ci raggiunge dopo". I suoi occhi non smettevano di fissare i miei. Renesmee, mi guardò serena, immaginando che la mia lontananza sarebbe stata breve: "A dopo mamma!" Mi urlò, alzando la sua tenera manina. Io rimasi lì immobile, guardandoli allontanare, finché non svanirono. Allora mi decisi. Era il momento di andare nel bosco, alla ricerca di Jacob. La sua puzza, mi avrebbe fatto indovinare la strada percorsa. Saltai rapida come una pantera, di ramo in ramo, per abbreviare il tragitto. Il bosco era tetro e nebbioso ma nulla mi impediva di andare avanti. Nella mia natura, l'unica cosa che avrei potuto incontrare più pericoloso di me, era il diavolo. I miei occhi scrutavano nel fitto fogliame, alla ricerca di un segno di Jacob. La nebbia continuava a calare... L’oscurità del bosco rendeva l’ambiente che mi circondava, tetro. Riuscivo ad ascoltare ogni minimo squittio e fruscio che la natura emanava. Sentivo le foglie che cadevano, le gocce di pioggia rimaste sui rami, sgocciolare sul letto di arbusti e di terriccio. Continuavo ad avanzare sontuosa fra gli alberi, riconoscendo la scia percorsa da Jacob. Ad un certo punto inchiodai. Dilatai bene le narici, e lo sentii. Jacob, sotto di me. Con un balzo felino, mi precipitai giù, atterrando sulle punte dei piedi, in posizione curva, come un gatto. Ancora non riuscivo a vederlo. I miei occhi roteavano quasi arrabbiati. Anche se non lo ammettevo il mio corpo cominciava a sentire il peso di dovermi nutrire, ero furiosa. La puzza di Jacob era più accentuata in quel punto preciso, perciò doveva essere lì. Mi rilassai in posizione eretta e con voce squillante dissi: “Vuoi uscire fuori, Jacob?!” Cominciavo ad irritarmi. La sua risata si fece più rumorosa nel silenzio del bosco. Mi voltai, nella sua direzione. Era nascosto tra le foglie secche, dietro le mie spalle. In quel punto le foglie e gli arbusti erano più numerosi, rendendo il posto un vero e proprio cimitero abbandonato. Lui fissò il mo volto confuso: “Bella, dovresti…nutrirti più spesso. Stai perdendo la tua calma” Pronunciò “nutrirti” con un certo disgusto nella voce. Anche Jacob si accorse, della mia perdita di lucidità. Dovevo essere ridotta proprio male. Ritornai subito al mio obbiettivo, senza cambiamenti di discorsi improvvisati: “Jacob, perché mi hai fatto venire qua? Che vuoi?” Parlai arrabbiata, sperando che avesse una scusa plausibile. Il suo sorriso solare, scomparve: “Bella, devo parlarti di una cosa importante” Cercava di spianarsi la strada per un discorso ben programmato. Forse era la sete, forse era la paura, ma mi arrabbiai senza motivo: “La smetti di ripeterlo! Ho capito che devi parlarmi. Voglio sapere subito di cosa si tratta e spero per te Jacob Black che sia veramente importante.” I miei occhi erano più freddi del solito. Jacob non rispose alla mia minaccia e già questo mi preoccupava. Non era da lui, rimase serio nonostante il mio atteggiamento strano. Ne una battuta, ne una smorfia; nulla. La sua bocca si aprì a rallentatore: “Bella sai bene che io stravedo per Renesmee e farei di tutto per lei” Non proseguì, mi fissava. Lo guardai come se lo stessi accusando di stupidità: “Jacob! Arriva al dunque, che stai cercando di dirmi?” Senza pensarci neanche per un momento, rispose a voce alta e piena: “E tu? Quanto le vuoi bene, tu?” Di cosa mi stava accusando adesso? La mia rabbia aveva preso il sopravvento, facendo diventare i miei occhi più rossi del fuoco intenso e trasformando la mia voce in un rimbombo fastidioso: “Che cosa stai dicendo? Non permetterti neppure a dubitare sul bene che io voglio a mia figlia. Tu, non devi permetterti!” Ecco, era riuscito a farmi perdere la calma. Jacob non si scompose dal mio grido minaccioso e continuò a parlare con il tono pacato di prima: “Fino a che punto? Cosa faresti per lei?” Tornava sempre sul discorso dell’affetto. Sempre più arrabbiata risposi, con un suono che non osavo neppure emanare dalla mia bocca, ma uscì naturalmente, con un ringhio: “TUTTO!” Ci fu un attimo di silenzio tra noi, subito dopo Jacob, sorridendo delle mie sicurezze, mi chiese ancora: “Tutto? Anche la tua stessa felicità?” Rimase in attesa della mia risposta. Jacob era impazzito. Cosa credeva? La mia vita senza Renesmee ed Edward non aveva senso; dove voleva arrivare? Mi calmai e risposi meno arrabbiata, ma più ansiosa: “Non la mia felicità, ma la mia vita, la mia anima darei per lei. Non c’è prezzo che non pagherei” Senza dargli il tempo di pormi altre domande incomprensibili, tornai a riprendere le redini del discorso: “Ma vuoi dirmi di cosa stai parlando? Perché queste domande?” Ero tornata ad arrabbiarmi. Jacob, sospirò e si fece coraggio: “Devi sapere che i licantropi, non albergano solo qui a Forks, ma da per tutto. Qualche anno fa, in India un branco numeroso come il nostro, ebbe un…problemino” Si fermò per un attimo, pensando a come proseguire. “Un vampiro si innamorò di una licantropessa, facendo nascere…un altro…Nessie” Al suono del soprannome usato per la sua piccola innamorata, Jacob sorrise. Ma subito tornò serio: “Questo portò molte guerre tra licantropi e vampiri, costringendo il bambino a vivere per metà. Non era come Renesmee, ma molto più terrificante. Le due forze, i due poteri, uniti in un solo corpo. Quando era lupo, odiava i vampiri per natura e quando era vampiro, odiava i lupi. Viveva in continua combutta tra i due esseri che lo albergavano. Finché un giorno, un membro della sua famiglia dei licantropi, con delle erbe misteriose, creò una CURA. La sperimentò subito sul ragazzo, che non poteva avere sorte più dolorosa di quella già inflitta. Da quel momento, il ragazzo, non divenne licantropo, ne vampiro…ma tornò UMANO.” Jacob gesticolava ed aveva gli occhi su di me spalancati, sperando che io dicessi qualcosa. Automaticamente chiesi: “Cosa cerchi di dirmi?” Corrugai la fronte, pensierosa. Jacob iniziò a parlare senza sosta: “Bella, chi più di te, può capire cosa si prova. Renesmee non ha avuto scelta, si è trovata in questo mondo senza che nessuno glielo chiedesse. Non puoi sapere se è ciò che vuole, se è felice cosi.” Il mio cervello cominciò a rimettersi in moto: “Jacob mi stai chiedendo di far sperimentare a Renesmee la cura trovata in india?” Chiesi già consapevole che la risposta era SI. Jacob si sollevò del fatto che avessi capito, e sereno disse: “Dico solo che Renesmee dovrebbe avere una possibilità. Dovrebbe scegliere ciò che è meglio per lei in questo mondo. Tu hai scelto la tua strada, non pensi che lei dovrebbe scegliere la sua?” Io rimasi in silenzio e Jacob continuò a parlare per cercare di convincermi: ”Questa storia lo saputa da poco da mio padre ed ho subito pensato a lei. Bella, dobbiamo provare. Il ragazzo non era come lei, era due specie unite e l’effetto è stato come ti ho detto…magari con lei, sarà diverso, meglio...o” Jacob non smetteva di parlare da solo. La mia mente passò alla riflessione. Effettivamente Renesmee non aveva mai chiesto tutto questo, le era stato imposto dalle nostre scelte precedenti. Cosa avrebbe voluto? Jacob voleva darle una scelta ed io non mi sarei imposta. Renesmee avrebbe avuto una possibilità. Decisa alzai lo sguardo su di lui: ”Cosa dobbiamo fare?”Jacob si illuminò di gioia e rispose euforico: “Devi partire, andare in india, dai licantropi. Parlerò con mio padre, che li informerà del tuo arrivo. Leah ti accompagnerà. Prendi la cura e torna qua.” Io rimasi immobile. Pensai subito: “LA VISIONE”. Ecco perché Alice mi aveva vista andare via. Ecco perché non vedeva il motivo, ne il luogo, perché c’erano i licantropi di mezzo. Ne era sicura, perché la scelta era già stata presa. Ovviamente,da me. Non avrei mai pensato di chiudere le strade di scelta a mia figlia. Avrei fatto di tutto per la sua felicità. Sempre muta e immobile, iniziai a scuotere la testa, in segno di disapprovazione. Jacob si preoccupò: “Perché NO? Hai detto di volerle bene. Hai detto che avresti fatto di tutto. Devi andarci per forza tu, perché per creare la cura insieme alle erbe misteriose, c’è bisogno del dna della madre. Io non posso…” Jacob spaventato blaterava senza senso. Io ancora con lo sguardo perso risposi quasi in un sussurro: ”E’ più difficile di quanto pensi. Non posso lasciare Renesmee, Claudia me la porterebbe via” Jacob si indurì di colpo, tremando: “Cosa c’entra Claudia?” Domandò furioso. Jacob non sapeva niente della lite appena avuta con lei. Avrei dovuto spiegargli tutto.
"Claudia è qui per Renesmee. I pensieri di Edward e Claudia, sono legati dal passato e tutto ciò che sente e vede lui, lei lo sa. Alice ha avuto una visione. Questa visione! Io che vado via." I miei occhi mostrarono tutta la disperazione che avevo: "Claudia appartiene ad un Clan potente, appoggiato dai Volturi. Le loro leggi impongono che una bambina vampira o mezza, nel caso di Renesmee, non debba essere cresciuta senza la guida dei genitori. Perciò Claudia vedendo in Edward la visione di Alice, è venuta qua con lo scopo di mettere le mani su Renesmee, appena possibile. La porterà via con se, finché il suo Clan non deciderà quando sarà pronta ad affrontare la vita per conto suo." Feci una breve pausa e ripresi subito a parlare emanando la mia immensa paura di perderla: "Non possiamo dire niente a loro. Non permetterebbero mai che Renesmee tornasse umana, dopo tutto quello che ha conosciuto. Alice ha visto Edward impazzire...ed io…” Jacob si compose: "Bella, non perdere la testa" Alzai gli occhi su di lui ancora pieni di panico: "Cosa facciamo, Jake?" Jacob parlò deciso e sicuro di se: "Non permetterò mai che questo accada. Non porteranno via Renesmee, a costo di fare la guerra da solo contro di tutti." I miei occhi erano tristi e preoccupati. Lui capì la mia debolezza nel cuore e disse: "Suppongo che non dovrai dire niente ad Edward." Il mio volto si frantumò. Quella sarebbe stata la parte peggiore. Cosa avrebbe pensato il mio amore? La mia piccola? Mi avrebbero odiato? Edward era cosi sicuro di quello che io gli avevo promesso. Infondo era vero, non lo avrei mai lasciato; e non stavo per farlo. Era solo per un breve periodo di tempo. Sarei tornata. Cercavo di tranquillizzarmi da sola, ma il tentativo fu vano. Lui non lo avrebbe saputo. Per tutto quel tempo, avrebbe sofferto. Renesmee, mi avrebbe voluta bene di nuovo? Mi avrebbe capita? Jacob cercò di distrarmi e confortarmi, leggendomi sul volto il tormento che avevo nel cuore: "Starò io vicino ad Edward, non lo farò impazzire. Claudia, non potrà toccarla finché c'è lui...ed io...” Pensai immediatamente a ciò che Jacob aveva detto: "Ma se starai con Edward, lui leggerà i tuoi pensieri." Cercavo di trovare vigliaccamente una scusa per non allontanarmi da loro. Jacob, sorrise di poco, visto che l'occasione non lo richiedeva: "Ho pensato anche a questo. Ho chiesto al branco di aiutarmi, visualizzando i loro pensieri fissi su di me in continuazione, in modo che i miei non emergano facilmente. Farò di tutto per non pensarci in sua presenza" Mi arresi all’ evidenza. Dovevo partire. No! non volevo, ma dovevo. Per Renesmee, solo per lei. Edward avrebbe capito al mio ritorno. Ma prima? Cosa avrebbe pensato? Il mio dolore macinante mi costrinse a stringermi il volto tra le mani. Non potevo piangere, ma i miei lamenti erano peggio di una persona agonizzante. Stavo lasciando la mia anima e il mio cuore li.  Jacob, con lo sguardo comprensibile, mi mise una mano sulla spalla: "Bella, pensa che Renesmee un giorno ti ringrazierà di avergli dato una scelta." Proseguì: "Edward capirà. Lo ha sempre fatto, lo sai." Le sue parole mi ferivano più dei miei pensieri. Era la realtà dei fatti. Stavamo parlando della mia partenza e del fatto che Edward avrebbe capito. Certo, il mio angelo comprensivo e protettivo, cercava sempre la felicità altrui e mai la sua. E di lui chi si sarebbe preso cura? Chi avrebbe alleviato le SUE di ferite? Non lo sopportavo. Edward avrebbe sofferto per me. Sapevo che avrebbe fatto di tutto per non far pesare alla bambina la mia lontananza, ma lui sarebbe davvero impazzito al sol pensiero di perdermi. Edward! Edward! Il mio cuore urlava. Volevo morire in quell'istante. Ero obbligata dalla legge della natura, ad amare e offrire a mia figlia un dono del genere, ma questo avrebbe ferito molte persone. Jacob insistette: "Bella, pensa a Renesmee." Sì, era il momento di abbandonare il mio interesse e pensare al suo. Mi composi, tolsi le mani dal volto e lo fissai intensamente: "Quando?" Lui chinò il capo: "Subito Bella." Sprofondai. Jacob continuò vedendo il frantumarsi del mio corpo: "Non puoi tornare adesso che lo sai, non riusciresti ad essere disinvolta e rischieremo di svelare tutto. Devi partire subito, senza pensarci. Vieni con me." Jacob, senza guardarmi, cominciò ad incamminarsi. Io non riuscivo a muovermi. Un passo sarebbe stato un centimetro in più lontano da loro. La mia mente e il mio cuore non riusciva a mollarli. I miei pensieri, non riuscivano a non immaginare le loro reazioni. Quanto avrebbero sofferto? Jacob si accorse di me, immobile e voltandosi mi disse in ultimo: "E' per una buona causa, Bella." Jacob aveva ragione. Si! Dovevo farmi coraggio. Sarei tornata. Avrei spiegato tutto dopo. SI! Feci il primo passo verso l'ignoto cammino che mi aspettava, senza le mie due uniche essenze importanti. Non osavo voltarmi. Non mi permettevo neppure a pensare nella mia mente, quei nomi. Dovevo smettere di pensare, e agire verso il cammino che mi era stato indicato per mia figlia. Prima di partire però dovevo fare un’ultima cosa: "Jacob, devo passare da casa e poi andiamo”.

21)Capitolo-PAURA

EDWARD:


Guardavo fuori dalla finestra, con un pensiero fisso in testa “BELLA”. Non ero capace di leggere i suoi pensieri, ma ultimamente il suo comportamento mi preoccupava. Era sempre distratta, triste e malinconica. Cosa mi aspettavo infondo? Ormai era come me. Per causa mia, non poteva più vedere la sua famiglia e i suoi amici. Ero entrato nella sua vita, portandogliela via. Forse solo adesso si era resa conto del terribile errore commesso? L'avrei capita se mi avrebbe odiato. Ero un demonio della peggior specie. L’avevo fatta cadere nella trappola della seduzione e con vero e puro egoismo l'avevo strappata ai suoi cari, per trasportarla in un mondo senza fine. Nel mio mondo senza fine. Davanti a lei,  un futuro pieno di vividi colori  ed io le ho intralciato la strada facendola deviare sulla mia oscura via. Avrei dovuto aspettarmi che Bella, appena  entrata nell'incubo in cui esistevo io, avrebbe fatto marcia indentro. Sono stato cosi accecato dal desiderio di averla con me sempre accanto, che la ragione non mi aveva aiutato.
-Chissà cosa pensa il mio papà?- Il suo pensiero attraversò i miei facendoli  svanire. Mi voltai per guardarla e la piccola si era distratta dai suoi giochi per osservare me che riflettevo. Gli sorrisi fingendomi tranquillo. Lei era il solo raggio di sole, in tutta questa oscurità. Come sua madre, Renesmee era dolce, altruista e speciale. Il mio folle egoismo, almeno era servito ad uno scopo sano. Aveva portato in quel torrido deserto, la sua chiara limpidità. Dovevo aspettarmi che un fiore come Bella, mi avrebbe donato un bocciolo prezioso. Renesmee, arrossì e chinò i suoi splendidi occhi marroni, riprendendo a giocare
-Mi ha sentito-Pensò, vergognandosi della sua preoccupazione. Adoravo i suoi occhi profondi color cioccolato e le sue guance che si coloravano di rosso intenso. Era il ricordo della mia Bella timida e fragile. Renesmee fece di tutto per ignorarmi, ma sapevo che si era accorta dei miei occhi che la fissano. Anche la sua nascita era un dono di Bella. Mi ero sempre opposto a quella creatura per me, innaturale e cattiva. Oggi ringrazio la sua testardaggine. La mia esistenza dipendeva da loro. Ero sempre convinto di non avere un’anima, ma da quando avevo incontrato i miei due angeli, cominciavo a credere nel paradiso. Pensando che io fossi il prescelto fortunato a condurre un’esistenza al loro fianco.
-Cerca di fare il vago, ma io so cosa lo preoccupa- Emmett alle mie spalle rimuginava sul mio atteggiamento. Lo ignorai.
-Se scoppia una guerra, ci divertiamo- Come sempre i suoi pensieri erano fissi sulla brutalità. Alzai gli occhi al cielo, evitando di rispondere. Mia madre mi passò affianco e si soffermò a guardarmi: "Edward cosa c'è?" Mi chiese preoccupata. Si guardò intorno e pensò  -Dove è Bella?-
Risposi in fretta, prima che i suoi pensieri divagassero altrove: "Non preoccuparti, Bella è a caccia. Va tutto bene".
-Bugiardo- Jasper seduto sul divano evitava di guardarci, ma i suoi pensieri rispondevano automaticamente ai nostri discorsi.
Lo guardai furioso "Piantala"
S’intromise Rose “La volete smettere tutte e due" Era infastidita dal nostro comportamento -Litigano sempre- pensò.
Alice dal lato opposto del divano ci guardava, senza parlare -Edward sei teso perchè hai paura?-Senza riflettere, mi girai verso di lei, alzando la voce più del normale: "NO" Gli altri ci fissavano, senza riuscire a capire. Ovviamente non mi rendevo conto, delle risposte che davo avvolte, in seguito a dei pensieri. Renesmee, alzò lo sguardo intristito e impaurito dal mio tono. Chiusi gli occhi, per rilassarmi. Si, era così. Avevo paura. Ma dovevo mantenere la calma. Aprii gli occhi e guardai mia figlia, cercando di cambiare discorso per rasserenarla: "Tesoro, ma il regalo che io e la mamma ti abbiamo dato, lo hai fatto vedere ai nonni?" Renesmee ricordandosi del particolare carillon, si alzò di scatto, sgranando gli occhi: "No, mi sono dimenticata. Vado a prenderlo" Sorridendo, corse su per le scale, dirigendosi verso la sua nuova cameretta.
-La mia piccola Renesmee. Non permetterò mai che ti portino via da noi-
Rose, seguendo la bambina con gli occhi, pensava a ciò che sarebbe potuto succedere.
"Rose, non succederà. Stai tranquilla". Rose, mi ignorò, non stupendosi della mia risposta. -Sei troppo convinto-Jasper continuava nella sua posizione appartata, a reggere il suo ostile comportamento. Gli ringhiai contro, mantenendo la calma. Non volevo litigare con lui, ma se continuava a provocarmi con le sue assurde accuse, avrei perso la pazienza. -Perché la credi tanto?-Si voltò guardandomi, sicuro che io lo ascoltassi. Stava parlando di Bella. Era la seconda volta che sentivo questo suo pensiero. Adesso, e prima a casa mia, quando Bella aveva  litigato con Claudia e  cercava di convincere gli altri della sua scelta. Io mi ero infuriato con Jasper, rispondendogli ad alta voce, che non erano affari suoi. Ora la mia risposta sarebbe stata diversa: "Ho sempre creduto in lei, perchè l'amo." Jasper, scosse la testa, sospirando: "Ed io credo in Alice e in quello che ha visto" I suoi occhi erano fermi -e lei non sbaglia quasi mai, dovresti saperlo- Pensò minaccioso. I miei famigliari credevano in Alice e anche io...ma in quell'occasione, il mio cuore era su Bella. Forse non vedevo le cose lucidamente, ma io credevo in lei. Alice percependo la nostra tensione, disse: "Jasper, posso anche sbagliarmi. Non è detto.. che.." Alice si bloccò di tronco. Il suo sguardo era tetro e fermo nel vuoto. Nella sua mente cominciarono a vagare delle immagini inquietanti. I suoi pensieri, si impossessarono anche di me. Vidi la sua visione, come se fosse mia.
Le immagini che vidi, crearono dentro di me lo sconforto, che mi distrusse. Tutto era confuso e offuscato, tra un misto di colori e sensazioni. Ombre e luce, ovunque. Tra il susseguirsi delle sequenze temporali che mi affollavano la mente, vidi chiaramente la sua figura: Era Bella, girata di spalle al centro del bosco. Racchiudeva il suo piccolo viso tra le mani, avviandosi incerta e triste verso un sentiero sconosciuto, spingendosi sempre più lontano da me. Da noi. Poi di nuovo il nulla. Oscurità  e ombre. In quell'oblio di incomprensioni, riuscii ad intravedere una forma familiare...LA  NOSTRA  CASA. Un’immagine sfocata e poco certa, ma riconoscevo le sue mura e il colore che la sovrastava. All’improvviso fu di nuovo buio. Il tutto mi passò rapidamente, trafiggendomi la mente e il corpo come mille lame appuntite, facendomi bruciare di dolore intenso. In quel preciso momento, smisi di esistere. Se nel mio corpo albergava un anima, l'avevo persa insieme a lei. Non avevo più cuore, né sentimenti. Era Bella la chiave del mio essere, e…in quel momento di me, non era rimasto che un involucro vuoto, senza emozioni e desideri. Senza reazioni, senza stimoli. -EDWARD!- Un pensiero urlante mi risvegliò dal mio coma profondo.  Alice, l'unica persona in grado di aver visto il mio futuro, era lì spaventata e confusa: "Seguila" Mi urlò in preda al panico. Per un istante mi ritrovai in conflitto con me stesso. Bella avrebbe voluto che io la seguissi? Reagii immediatamente, senza darmi il tempo di riflettere. Il desiderio di raggiungerla era più forte. Non potevo perderla. Non VOLEVO perderla. Come un soffio di vento attraversai la stanza, sotto gli occhi sbalorditi dei miei familiari: ” Ma dove va?" Rose chiedeva sorpresa: "E' impazzito?" Emmett mormorava. Non mi soffermai neppure ad ascoltare le loro banali domande. Li sentivo già in lontananza, pensando che Alice gli avrebbe spiegato tutto. La mia unica ragione di esistenza, stava per svanire nel nulla. Dovevo raggiungerla. Mi sarei accontentato di vederla per un ultima volta, senza chiederle spiegazioni. Non volevo sapere il motivo che l’ aveva spinta a lasciarmi, chiedevo solo di rivederla. A quel pensiero, fremetti; e la mia velocità aumentò in dismisura. Sfrecciai tra gli alberi silenziosi. Mentre le sagome dei tronchi mi passavano accanto, la mia angoscia cresceva. Ero sempre più vicino alla realtà di averla persa. Avrei dato di tutto per poterle accarezzare un ultima volta il viso, guardarla negli occhi e dirle che l'amavo. Un ultimo desiderio prima di morire “di nuovo”. Cosa rimaneva di me, senza di lei al mio fianco? Nulla. Il vuoto. Davanti ai miei occhi vidi il punto preciso della visione di Alice. Inchiodai di colpo. Riconobbi l'intensa oscurità che lo circondava e la secchezza dei tronchi che ornavano quel luogo, lugubre. Lei non c'era. Come un matto, gettai lo sguardo da per tutto nella speranza di intravederla anche in lontananza. Ma niente, Bella non era li. Con la consapevolezza nel cuore di averla persa, caddi in ginocchio sulla montagna di foglie secche. Era quello il mio posto, tra un ammasso di fogliame ammuffito e inutile. Non avevo più valore e ne significato. Con le mani tra i capelli, non potei fare a meno di urlare: "BELLA!!" Non potevo piangere, ma il dolore interiore mi logorava. Speravo che saltasse fuori dal nulla sorridendomi come sempre. Avrei più rivisto il suo sorriso? Alice aveva ragione: SAREI IMPAZZITO! Non potevo più trascorrere normalmente le mie giornate, dopo aver conosciute lei. Bella, era un angelo che mi aveva sfiorato il cuore, stregandomelo. Non sarebbe esisto altro che lei dentro me. Solo Bella. Non era colpa sua ma mia. Se era andata via, era a causa mia. Povero Amore, chissà quanto dolore tratteneva dentro? Se andando via da me, fosse stata felice...io avrei sofferto in silenzio. Nel mio eterno sconforto e nella mia dannazione iniziata, mi ricordai immediatamente dell'immagine sfocata, vista nella mente di Alice: La nostra casa! Se Alice l'aveva vista, vuol dire che Bella, ci era stata. Senza dar il tempo al mio pensiero di cessare il ragionamento, mi volatilizzai nell'area, correndo verso casa. Il vento al mio fianco, sembrò solo una leggera brezza.

22)Capitolo-ABBANDONO

EDWARD:


Alla svelta aprii la porta di casa, facendola urtare contro il muro. Non controllavo né forza, né pensieri. Perlustrai la stanza alla ricerca della sua figura, ma niente. La casa era intatta. Tutto era rimasto dove Bella e io l'avevamo lasciato. Pronunciare quel nome dentro i miei pensieri, fu quasi uno shock. Dov’ era Bella? Il divano, il camino, i fiori...non avevano senso senza di lei. Perchè loro erano li e lei no. Senza riflettere, afferrai la prima cosa che mi venne sotto mano e la scaraventai a terra, provocando un gran chiasso. Ero impazzito! Non era da me, comportarmi in quel modo. Cosa mi prendeva? Fissavo i resti dell'oggetto che avevo appena frantumato, soffermandomi a riflettere sull'accaduto. Respirai lentamente, come per calmarmi (anche se non ne avevo alcun bisogno fisico), ma l'illusione avvolte aiuta. Mi misi una mano sul viso, per rendermi conto, della follia che mi stava invadendo. Non mi ero mai sentito più vuoto di cosi. Cercando di camminare lento per tranquillizzarmi, scrutai in ogni angolo della casa, in cerca di un segno del suo passaggio. Aprire le porte delle stanze, senza di lei al mio fianco, era una tortura. Vedere gli oggetti toccati da Bella, e sentire ancora nell'aria il suo profumo, mi faceva morire. Mi stavo torturando da solo, nella speranza di sentirla ancora con me. Mi soffermai al centro del corridoio, lacerato dalla verità che incombeva: Lei era andata via da me. Nella mia lunga e tormentata esistenza, avevo portato avanti l'idea che il mio essere, apparteneva al demonio, privo di anima e di rimorso. Ma allora, perchè davanti all'accaduto, mi sentivo disperso, come se qualcosa di invisibile e spirituale avesse abbandonato il mio corpo? Non osavo neppure immaginare quale agonia avessi inflitto a Bella, al momento del mio abbandono. La mia piccola e fragile umana, che si tormentava il cuore e la vita, al mio pensiero. Povera piccola. Non avrei mai agito in quel modo, se avessi assaggiato un pizzico del suo dolore. Lei era tutta la mia vita per me. Farla soffrire era come suicidarmi. Infatti, il mio scopo, era sempre stato quello di proteggerla da me e dal mondo a cui appartenevo. Non era possibile non amarla e abbandonarla. Bella, allora, aveva creduto alle mie stupide parole, pronunciate senza cuore e senza significato. Alzai la testa di colpo. Io non avrei fatto lo stesso errore. Bella mi amava! Era sincera su tutto ciò che mi aveva detto, su tutto ciò che mi ha mostrato. La verità non era quella che avevo davanti agli occhi. NO! Bella mi amava. I miei occhi, fissi su un punto mentre riflettevo, focalizzarono un qualcosa sul cuscino del letto. Avanzai piano, verso la stanza e mi accostai al letto “Al nostro letto”. Poggiata sul mio cuscino, era posta la rosa bianca che mi aveva donato Renesmee e affianco ad essa, un foglio di carta arrotolato. Rimasi immobile e le mie mani si strinsero in un pugno. Cosa mi aveva scritto? Era ovvio che la lettera era stata messa li da Bella. Ero giunto allo stremo, non potevo scendere più in basso di cosi, quindi aprii con decisione, la lettera

DOLCE AMORE MIO, MI DISPIACE DI NON AVER MANTENUTO LA PROMESSA CHE TI HO FATTO.

IN QUESTO MOMENTO STO ODIANDO ME STESSA,PER IL MALE CHE HO INFLITTO A TE E A NOSTRA FIGLIA.

VI AMO TANTISSIMO E SAPPI...CHE ...E' PER UNA BUONA CAUSA.
NON LASCIARTI PRENDERE DA CATTIVI PENSIERI. SEI SEMPRE STATO FORTE E MATURO E SO CHE SAPRAI TRANQUILLIZZARE NOSTRA FIGLIA. SEI STATO IL MIO ANGELO CUSTODE FINO AD OGGI. ADESSO SII L'ANGELO DI RENESMEE.

I miei occhi non smettevano, di leggere e rileggere quelle parole, che la sua dolce mano aveva scritto per me. Le mie mani tremavano. Bella, non era stata chiara nella lettera, non aveva specificato il motivo della sua fuga, ma una cosa di sicuro l'aveva sottolineata: TI AMO. Non sapevo dove fosse e né il perché, né quando e se l'avrei rivista; ma dentro di me si accese un barlume di speranza. Dovevo farmi forza per Renesmee. Lei non avrebbe dovuto sapere che la mamma era andata via senza motivo. Avrei fatto di tutto per proteggerla dal dolore e dal dubbio. Non avrei mai permesso che me la portassero via. Anzi...ce la portassero via. Perchè io e Bella eravamo ancora una famiglia, e lei sarebbe esistita per sempre nel mio cuore e nella mia mente. Strinsi al petto l'ultima cosa che la sua preziosa mano, avevano tenuto fra le dita fino alla fine. Assaporai quel momento, nel patetico tentativo di immaginarla con me, prima di tornare alla realtà. Una realtà che dovevo affrontare a testa alta e senza debolezze. Avrei dovuto fingere con Renesmee, che tutto andasse bene e convincere il resto della famiglia che Bella sapeva ciò che faceva. Mi abbandonai all'ultima pazzia che mi rimase, annusando la sua lettera. Ero solo e non avevo bisogno di fingere che Bella non mi mancasse. La desideravo come la luce, come il sole, come l'aria. Era il mio bisogno primario, senza di lei non potevo vivere. Ripresi coscienza delle mie facoltà, pronto ad affrontare tutti. Piegai lentamente le sue ultime parole, dedicate a me e le posizionai nella tasca dei miei jeans. Uscii dalla porta di casa,  ormai non  più una dimora affettuosa, ma un cumulo di mattoni e cemento, che insieme formavano un monumento, adesso, inutile ai miei occhi. Fuori, c’ era Claudia ad aspettarmi. Non mi stupii nel vederla. Sapevo che avrebbe ascoltato e visto tutto in diretta nella mia mente, e si sarebbe precipitata di nuovo nel mio mondo.Cercai di non appesantire lo sguardo su Claudia, per non far trapanare tutto il mio disprezzo. Lei con occhi addolorati mi guardava insicura. Ovviamente sapevo a cosa pensasse. "Edward, mi dispiace" Disse con voce tremante. Che ipocrita! Scesi i gradini di casa alla svelta, ignorandola. Non la guardai neanche negl’occhi, mentre gli passai accanto ed oltre. Lei mi seguì con lo sguardo e con un pizzico di coraggio aggiunse: "Sapevi che sarebbe andata così".  Mi fermai di colpo, voltandogli ancora le spalle. Non avevo alcun bisogno di parlare per farle sapere ciò che pensavo, ma quelle frasi risuonavano meglio se pronunciate ad alta voce: "Quello che so di sicuro è che amo Bella e che lei ama me" -non ti avrebbe abbandonato se ti amasse quanto ti amo io- Il suo pensiero mi trivellò nella mente, come un martello pneumatico. A quel punto voltarmi era stato un gesto istintivo. Arricciai la fronte perplesso e la guardai per farle capire che le sue parole erano solo delle ingiuste imprecazioni: "Claudia…" Cercavo di trovare le parole giuste per non ferirla, ma allo stesso tempo essere chiaro. Ancora ero incredulo su ciò che avevo udito. Non conosceva Bella e la giudicava: "Credi davvero che qualsiasi cosa tu possa dire, cambierà qualcosa? Conosco bene i tuoi pensieri e le tue intenzioni. Quindi sai benissimo che nella mia vita non potrà mai esistere qualcun’altra oltre  Bella. Anche se mi odiasse o mi abbandonasse per sempre, io, rimarrei comunque innamorato di lei per l’eternità".  Senza neppure ascoltare la sua risposta, proseguii nella mia direzione, rivoltandogli le spalle. Claudia rimase a bocca aperta, senza fiatare. Neppure i suoi pensieri riuscirono ad essere chiari: “Ma, ma…” -perche? Non è possibile!- Senza prestargli attenzione, camminai deciso verso la mia vecchia casa. Renesmee era lì ad attendermi.

23)Capitolo-CORAGGIO

EDWARD

La parte più difficile doveva ancora arrivare. I miei passi erano rallentati dal tormento. Non avrei mai voluto vedere la mia piccola soffrire. I suoi occhietti potevano ancora piangere, e le sue guance arrossire. Era uguale a Bella in tutto. Vedere lei, era come vedere sua madre. Ero preoccupato che il mio corpo sarebbe andato in frantumi, davanti alla sua reazione. Bella, nella lettera, mi aveva sopratutto citato Renesmee. Non voleva che soffrisse, e non sarebbe successo. Appena aprii la porta, vidi tutti i miei famigliari raccolti in un cerchio, in segno di riunione. Smisero di parlare, appena si accorsero  della mia presenza. Non avevo bisogno delle loro parole, mi bastavano i loro pensieri:
-Cavolo!E’ tornato- Emmett.
-Povero figlio mio- Esme.
-Troveremo una soluzione- Carlisle.
-Non crollare! Per Renesmee- Rose.
-Mi dispiace tanto- Alice.
L'unico pensiero che mi fece infuriare fu quello di Jasper: -E tu che ti fidavi di lei- "Mi fido ancora di lei Jasper. Quello che è successo non significa niente." Gli occhi di tutti erano puntati su di me. Non potevo guardarmi in volto, ma ero sicuro: l'immagine che avrei visto davanti non mi sarebbe piaciuta. Il mostro che era in me, stava uscendo fuori. Cercai di controllarmi e di spiegare le mie ragioni: "Bella mi ama ancora. Ho trovato una lettera a casa dove si scusava dell'accaduto, e mi raccomandava di stare vicino a Renesmee". I loro occhi non smettevano di commiserarmi -Povero fratello, ha perso la testa- Emmett pensò.

Mi voltai verso di lui arrabbiato, facendogli capire subito l'errore appena commesso: "Dico solo che bisogna considerare i fatti Edward…" Emmett si giustificava, stringendo le spalle. Proseguì la frase Rose: "Bella è andata via senza motivo, qualsiasi cosa ti abbia scritto in quella lettera." Precisava con voce squillante. Li guardai confuso. Perchè non riuscivano a capirmi? Per me le parole incise su quel misero pezzetto di carta erano importantissime.

Non avevo bisogno d'altro. Mi bastava il suo TI AMO. Carlisle, percepì il mio smarrimento e mi affiancò, poggiandomi una mano sulla spalla: "Figliuolo, non stiamo giudicando Bella in modo sbagliato. Abbiamo un grosso problema davanti e non riusciamo a comprendere il motivo della sua improvvisa fuga. Adesso la cosa più importante è che tu rimanga lucido. Non puoi lasciarti andare. Renesmee conta solo su di te, per quanto gli possiamo voler bene noi...tu sei suo padre." La sua voce e la sua saggezza mi riscaldarono il cuore come sempre. Era davvero mio padre. Ogni suo pensiero e punto di vista per me erano un ordine. Lo stimavo e lo adoravo come un Dio. Annuii alle sue giuste parole e aggiunsi piano: "Vi chiedo solo di fidarvi di Bella. Non lo avrebbe mai fatto se le sue ragioni non fossero state importanti. So quello che ha affrontato per me e mi fido di lei ciecamente." Quest'ultima frase era rivolta a Jasper. Lo guardai per cogliere un suo qualsiasi gesto. Lui rimase immobile. Non disse e ne pensò niente. Alice spiegò: "Edward, vogliamo tutti bene a Bella, non preoccuparti." Con gli occhi pieni di compassione, Alice mi scrutava. Il mio sguardo era più addolorato del suo. Alle sue parole, mi feci forza e chiesi: "Dov'è Renesmee?" Mi guardai attorno non vedendola. Rose arricciando il naso e rispose: "E' di la, con il cane!" Sicuramente parlava di Jacob. Mi affrettai a raggiungerli nell'altra stanza. Avendo perso da poco Bella, il mio essere fremeva nel voler almeno vedere la nostra creatura. Renesmee era inginocchiata sul tappeto e
non si accorse che la osservavo dalla porta. Ero curioso di scoprire la reazione di Jacob alla …non osavo neppure chiamarla “FUGA” di Bella. Con tutto il cuore speravo vivamente che mi risparmiasse i suoi commenti infantili. Non avevo voglia di infuriarmi anche con lui. Jacob era seduto al suo fianco ed ascoltava con ammirazione le blaterazioni di Renesmee: "Erano dei fiori bellissimi! Non ne ho raccolti per te perché so che non ti piacciono. Ma ti farò un altro regalino non preoccuparti." Il mio tesoro stava raccontando a Jacob della raccolta improvvisata di fiori selvatici dal nostro giardino. Questo mi portò il pensiero alla rosa bianca. Quindi alla lettera che avevo riposto in tasca. Il desiderio di prenderla e tenerla ancora tra le mani fu forte. Dovetti lottare contro me stesso per tenere le mani ben salde ai fianchi. Un pensiero altrettanto importante mi preoccupava adesso: Dovevo dire a Renesmee che sua madre era andata via. Che parole avrei usato per non ferirla come un tempo ferii sua madre? Non mi sarei
mai perdonato lo stesso errore per la seconda volta. Jacob si accorse di me, e subito divenne serio. Si alzò in piedi e mi fissò. Io con altrettanta curiosità lo guardai, cercando di leggere la sua mente rivelandomi il suo strano comportamento: -Non devo pensarci, non devo pensarci.- Questo fu l'unico pensiero che riuscii a sentire. Improvvisamente mi irrigidii e lo guardai serio. Non potevo chiedergli nulla davanti a Renesmee, ma il mio sguardo lo freddò. Anche Renesmee se ne accorse: "Papà!?" Mi chiese stupita e spaventata; senza aggiungere altro pensò: perché si guardano così? Non voglio che litighino - Jacob si sentì spiazzato dal mio sguardo e pensò di fretta: -Prima di fare danni, meglio che me ne vada.- Parlò subito dopo: "Devo scappare Nessie, ci vediamo dopo." Si voltò verso di lei, frettoloso e impacciato. "Di già?" Renesmee non capiva il comportamento di Jacob quanto non lo capissi io. Era chiaro che Jacob cercava di nascondermi qualcosa. Quando giunse alla porta non si girò neppure per salutarmi. Con voce alta e sicura: "Jacob" gli urlai. Lui non si girò, ma rallentò il passo: -Cavoli -pensò. "Non andare lontano. Io e te dopo dobbiamo parlare." Cercai di mantenermi calmo davanti alla bambina, ma il tono lasciò intravedere la mia minaccia. Jacob senza rispondere, chiuse la porta e scomparve. Avrei voluto seguirlo e distoglierli con la forza la verità, ma…in quel momento la mia bambina era li accanto a me. Sentii un calore tra le dite e abbassai lo sguardo. Renesmee mi stringeva la mano guardandomi con i suoi splendidi occhi cioccolato. Gli occhi di sua madre. Era bellissima quanto la donna che amavo. I suoi occhi erano ansiosi: "Tutto bene papà?" Mi chiese improvvisamente. Il mio cuore si frantumò per l'ennesima volta. Con il mio atteggiamento stavo nuovamente ferendo le persone che amavo. La stavo facendo soffrire. Ero un vero mostro. Misi da parte tutti i miei pensieri, occupandomi solo ed esclusivamente di lei. Le sorrisi: "Si, tesoro. Tutto bene." Con lo sguardo sereno, Renesmee ricambiò il mio sorriso facendo apparire sulle sue piccole guance un leggero rosso-rosa di vergogna. Di nuovo la mia BELLA.

24)Capitolo-DISTRAZIONI

EDWARD

Nel momento in cui la guardai, i miei dubbi e le mie paure svanirono. Quel piccolo e fragile essere dipendeva da me e dalle mie emozioni. Non potevo farmi lasciare andare davanti ai suoi occhi. Trattenni l'istinto di correre dietro Jacob e cercai immediatamente una ragione per spiegare a Renesmee quello che era accaduto. -Oggi papà è cosi strano. Forse è preoccupato per…- "Dov’ è la  mamma?" Renesmee, insospettita dal mio atteggiamento, mi chiese di sua madre. Era da aspettarselo! La bambina era sveglia. Come Bella, non le sfuggiva niente. Avrei comunque dovuto trovare un qualcosa da dirle e quello fu il momento adatto. Mi chinai verso di lei, stringendo le sue piccole manine a voce lenta e sontuosa, iniziai a spiegare: "Tesoro, la mamma è dovuta andare via. Mi ha raccomandato di dirti che ti vuole un mondo di bene e di fare la brava." Aggiunsi l'ultima inutile e banale frase, solo per far sentire il tono autoritario di Bella. Non volevo portargliela come una tragedia. Perchè era quello che era: UNA TRAGEDIA insuperabile. Specialmente per me. Renesmee non parlò, ma i suoi occhi erano in procinto di piangere. No! Non avrei dovuto mai farla piangere. Volevo essere sincero con lei, ma a quel punto, forse, distorcere la verità  non poteva fare male. Improvvisai, da bravo attore: "Vuole farti una sorpresa, ma mi ha raccomandato di non dirti niente. Mi raccomando, non farne parola con la mamma quando tornerà, altrimenti si arrabbia". Cercai di apparire sereno e complice di qualcosa che non esisteva. Renesmee non convinta, continuava ad osservare i miei occhi e le mie mani, nel dubbio che qualsiasi mia reazione le svelasse la verità. Io rimasi composto e sorridente. La sua espressione non cambiava, allora ebbi un attimo di onestà: "Piccola, posso darti per certo che la mamma ti vuole bene, e non ci abbandonerà mai. Io mi fido di lei, e tu?" Mi pentii di aver parlato. Forse dovevo continuare con la storia della sorpresa. Infondo non ero stato espansivo con le spiegazioni, avevo solo ammesso la verità. I suoi occhi, non smettevano di fissarmi: "SI, mi fido della Mamma, e anche di te." Finalmente sfoggiò il suo dolcissimo sorriso e mi abbracciò. La mia bambina era così forte, che senza aggiungere altro, aveva capito a cosa mi stessi riferendo; -Spero torni presto- pensò, mentre mi donava il suo affetto caloroso; "Certo!" Risposi immediato al suo pensiero: "Non preoccuparti". La rasserenai accarezzandole i capelli. Non sapevo se Bella sarebbe tornata, ma in quel momento avrei dato la mia eternità, pur di non far versare una lacrima a Renesmee. La mia bambina, per quanto piccola e indifesa fosse, appariva più forte e comprensibile di qualsiasi essere vivente. Non mi stupivo: Era figlia di Bella. Lei fin da umana, era stata speciale e diversa. Bella, Bella e Bella, solo e sempre lei nei miei pensieri. Era il momento di parlare con Jacob. Se il suo comportamento aveva a che fare con la sparizione di Bella, avrei dovuto saperlo. Subito.

Sarei rimasto per ore a stringere quel fiore delicato nelle mie braccia, ma un bisogno più importante ‘momentaneamente’ mi chiamava: Dovevo trovare Jacob. Quale mistero si celava dietro la sua indifferenza?
"Ahm, scusate." Alice si introdusse nella stanza, parlando dolcemente

- Edward, lascia fare a me- Pensò guardandomi negli occhi. Alice aveva origliato la discussione dalla stanza accanto. Quando non riusciva a vedere le cose, perdeva la testa. Si ostinava in tutti i modi a trovare il motivo della sparizione di Bella. Non potendo vedere i licantropi, si era sporta ad osservarci di nascosto. Io me ne ero accorto, ma non le avevo prestato attenzione. Più menti eravamo a pensare e maggiori erano le probabilità di capirci qualcosa. Questo mi faceva pensare...
Perchè Bella non avrebbe dovuto dire a nessuno della sua fuga? Io lo avrei saputo. Avrei letto in chiunque la verità. Allora, Bella, voleva tenere lontano me dalla sua vita? O...qualcun’altro? Ma certo! Claudia. Qualunque cosa lei avrebbe fatto, Claudia attraverso me l'avrebbe saputa. Era questo il motivo della lettera. Lei non voleva lasciarci. Era ovvio. Bella non avrebbe mai pensato ad una cosa del genere. Quanto lontano mi aveva portato da lei la mia insicurezza? Non riuscivo a trovare un motivo valido, solo perché ero accecato dalla mia paura. Il mio terrore più grande, era quello che Bella si rendesse conto di essere entrata in un mondo che non le apparteneva e che non ero degno di starle accanto. Invece mi sbagliavo. La mia “Bella”! Quanto dolore era costretta a provare a causa mia. Ero entrato nella sua vita, cambiandola completamente, senza soffermarmi neppure un attimo a chiederle quale fosse stata la cosa giusta per lei. Con il tempo le mie preoccupazioni, invece di proteggerla, l’ avevano distrutta, lasciando in lei l'amarezza nel cuore. Aveva scelto per amor mio di rinunciare a Jacob, alla sua famiglia, e alla sua vita, donandomi un tesoro più prezioso di ogni altro diamante esistente sulla terra. Ma ancora oggi la mia continua insicurezza, mi aveva portato a dubitare di lei e del suo amore. Bella agiva sempre per amor di tutti, e sarebbe stato sicuramente cosi anche in quel caso. "Edward, ti sei incantato?" Alice mi scuoteva. I miei pensieri erano più chiari adesso. Le sorrisi. Lei stupita dalla mia reazione ,mi guardò torva: "Avevo ragione!" Continuando a sorridere, risposi: "Di cosa?" Alice, corrugò la fronte: "Sei impazzito." Il mio sguardo andò su Renesmee e poi di nuovo su Alice. Ero più sereno adesso, ma dovevo comunque parlare con Jacob. Lui ne sapeva qualcosa. Alice, capii che era il momento di improvvisare. Tornò a riprendere il filo del discorso perso poco prima: "Edward" disse fingendo di guardarmi: "Ti dispiace se Renesmee viene con me un attimo?" Chiese, guardando di sottocchio la bambina. Avrei dovuto dire subito di si, ma la curiosità mi divorava: "Dove?" Alice riportò il suo sguardo di rimprovero su di me. Chiuse i suoi piccoli occhi

-Idiota! Adesso dovrò improvvisare. Lo vedi che sei impazzito come dico io- Sorrisi di gusto al suo pensiero, mentre Renesmee continuava a guardarci stupita. Alice proseguì: "Se non sbaglio hai promesso a Jacob, che gli farai un regalino, vero?" Guardando Renesmee, Alice si tradì, senza accorgersene: "Come lo sai Zia Alice?" A Renesmee non sfuggiva nulla. Alice, non era ancora a conoscenza della sveltezza e della testardaggine dell'unica figlia di Bella. Per non farmi linciare da Alice, sorrisi, mettendomi una mano davanti. Lei sgranò gli occhi, accorgendosi dell'errore: "Ma che importa. Me lo ha detto l'uccellino" Renesmee ripeteva incredula: "L'uccellino?" Pensando con gli occhietti all' in su e un dito sul mento. Alice proseguì per distrarla: "Allora, sei curiosa o no di sapere cosa volevo organizzare a Jacob?" Alice, aveva appena detto le due paroline, magiche -CURIOSA-  e -JACOB-
Renesmee, si dimenticò subito. Infondo era una bambina: "Si, certo" Alice sgattaiolando vicino a lei, cominciò: "Volevo organizzare con il tuo aiuto, un bel falò sulla spiaggia, con tanto di panini e birre. So che Jacob ne va matto" Alice guardava Renesmee con ansia, nell'attesa che rispondesse: "Anche questo te lo ha detto l'uccellino?" A questo punto, non riuscii a trattenermi e risi. Alice mi fulminò -Guarda che non ti aiuto più- istintivamente risposi: "Scusa" cercando di rimediare. La mia piccola, era la reincarnazione di Bella. Se non fosse per il colore della pelle e per altri particolari importanti ‘come bere il sangue’ avrei detto ad occhi chiusi, che era solo figlia sua: dolce e bellissima. Altruista, responsabile, sveglia, testarda e coraggiosa. Era Bella! Alice, si finse offesa con la bimba, e disse: "Va bene, se non ti interessa, mi farò aiutare da qualcun altro" Si alzò, e lentamente si avviò nell'altra stanza: "Zia Alice, ti sei offesa?" Renesmee era già imbronciata. Mi voltai di scatto verso Alice. In quel momento gli avrei volentieri staccato la testa a morsi. Alice si accorse del mio sguardo e mi disse, nella mente -Tranquillo fratello, so come vanno trattate le donne- Nonostante le sue rassicurazioni, non smettevo di guardare il visetto di mia figlia, rattristato. Stavo per intervenire nel dire qualcosa, quando Alice, sembrò leggermi nel pensiero e mi precedette: "Ci terrei che venissi tu con me. Non mi offendo se vieni." Alice, parlava dolcemente verso Renesmee. Lei si drizzò di gioia: "OK!" urlò. Alice tornò a guardarmi -adesso vai. Voglio sapere tutto- Capii che si stava riferendo a Jacob. Anche lei come me era curiosa. Ma giunto alla mia conclusione, non sapevo se andare avanti, se era stata la cosa giusta per Bella. Claudia era sempre in ascolto. Avrei arso tra le fiamme roventi, pur di non creare problemi a Bella. Piuttosto avrei preferito soffrire ed impazzire per sempre pur di saperla sana e salva da tutto. Cosa dovevo fare? Jacob, sapeva qualcosa. Se ciò fosse stato pericoloso per Bella, lui non lo avrebbe pensato. Se nel parlargli avrei minimamente intuito che il mio amore fosse in pericolo, avrei lasciato perdere tutto.

Risposte alle recensioni:

Grazie ragazze.Sono contenta che molte di voi si stanno appassionando ad Heart.Si,riesco a postare velocemente perchè la mia fan fiction è già molto avanti come capitoli altrove.Quindi mi ritrovo già tutto pronto.^^

25)Capitolo-INDIZI

Alice e Renesmee, si presero per mano e come due complici si allontanavano da me -Papà- pensò Renesmee e si girò di colpo: "Tu non vieni?" Io e Alice ci guardammo negli occhi per un attimo. "Tesoro, queste sono cose da donne. Mi annoierei, andate pure, vedrò tutto alla fine" Cercai di risponderle il più naturalmente possibile. Non capivo ancora il suo sguardo preoccupato -Andrà via pure papà?- Il suo pensiero mi uccise, non una, non dieci volte…ma all'infinito. Dal dolore che provai non riuscii neppure a parlare. Quanta sofferenza quella piccola creatura poteva contenere? Che crudele punizione ci aveva inflitto la nostra natura, non potendo neppure piangere. La sete, la rabbia, il desiderio...non erano niente al confronto dell'uragano che si scatenò dentro di me. Cercai di avanzare piano, per non cadere dentro l'inferno in cui già camminavo. Mi avvicinai a lei, e la bacia sulla fronte: "Non potrei mai farlo. Sarò sempre vicino a te. Sarò il tuo angelo custode in eterno." La mia voce tremava e si interruppe di colpo. I suoi occhietti divennero lucidi, ma allo stesso tempo sorrideva alle mie parole, arrossendo dimentico che può sentirmi. Ci guardammo negli occhi, sorridendoci. Che dono stupendo era quello che stringevo tra le mie mani. Non avrei mai potuto lasciarlo andare. Come non avrei lasciato andare via Bella. La mia intera esistenza era legata a loro per sempre. Alice, interruppe lo strazio di cuori infranti, evitando che si infrangesse anche il suo: "Sarà meglio che andiamo" Sussurrò alla piccola, che la seguì all’ istante.

Non smettevo di guardarli. Quando i miei occhi non scorsero più le loro sagome, mi avviai da Jacob. Corsi come il vento tra le foglie, mirando in un punto ben preciso: La radura. Sapevo che Jacob si trovava lì. Da un pò di tempo, lui e gli altri membri del suo branco, si recavano nella radura, ad allenarsi -Per non perdere l'esercizio- aveva detto Jacob. Appena giunsi al traguardo, vidi gli enormi lupi, distesi a terra. Nessuno di loro si allenava. Jacob mi voltava le spalle, senza vedermi. Seth, mi avvistò Edward!- Jacob si voltò di colpo -Ragazzi andate via- Ordinò al branco. Scattarono tutti in piedi e si volatilizzarono nella foresta. Jacob assunse le sue sembianza umane: "Edward" disse agitato, dirigendosi verso di me -Adesso che gli dico?- Lo guardai impassibile: "Ma non dovevate allenarvi?" Chiesi in un primo momento per non aggredirlo subito: "Ci stavamo riposando 5 minuti" Aprì bocca per aggiungere altro, ma il resto della storia non mi interessava. Volevo sapere di Bella. Perciò lo interruppi bruscamente: "Jacob, devi dirmi qualcosa?" Lui rimase sorpreso e mi guardò senza parlare -Ci siamo- Rimanemmo in silenzio per un po’...Vedendo che dalla sua bocca non usciva parola, parlai di nuovo: "Ho il diritto di saperlo, Jacob." La mia voce, si fece più dura.

Per Jacob trattenersi era impossibile, perciò rispose di scatto: "Non è come sembra Edward!" Mi arrabbiai immediatamente: "E tu sai com’ è?" Lo minacciai, senza volerlo. "Fidati di lei" -non posso dirgli niente- Pensò allo stesso tempo.

Cercai di calmarmi. Perdendo la testa non avrei concluso niente: "Jacob, mi fido di lei, più di quanto mi fidi di me stesso. Ma il dolore mi lacera l'anima. Vorrei saperne di più, se è possibile" Lui s’imbronciò -Non aveva detto di non avere l'anima- Io risposi tranquillamente: "Ancora non so di possederne una, ma so di certo che il dolore che mi logora dentro, non è fisico, ma è qualcosa di più forte." Jacob riprese i suoi atteggiamenti naturali: “ La smetti di curiosare nella mia testa?" Domandò infastidito."Cerca di capirmi, Jacob. Anche tu un tempo l'hai amata. La sofferenza può portare alla pazzia, alla follia. Cerco di aggrapparmi su qualsiasi cosa che possa appartenerle, capisci? Se possedessi le pietre più preziose del mondo, in questo momento perderebbero il loro splendore, se al mio fianco non esistesse lei." Ritornavo a perdere il controllo e a paragonare Bella a tutto l'oro del mondo.

Che assurdità. Il suo valore era inestimabile e imparagonabile. Jacob, non rispose alle mie parole, ma sembrava capirmi: "Ho promesso a Bella che ti sarei stato di conforto. Ma in verità non so come fare" Si era incupito -Potrei cominciare, ricordandoti che

ha scelto te a me- Il suo pensiero mi colse di sorpresa: "Cosa c'entra questo?" Arricciai la fronte, non riuscendo a collegare le due cose. Lui si arrabbiò: "Come no! Comunque smettila di leggermi la mente." Si fermò per un attimo, e vedendo il mio volto bloccato su di lui, proseguì, legandosi al discorso precedente: "Bella ha scelto te. Solo questo dovrebbe bastarti. Tutte le volte che cercavo di essere carino, di consolarla quando tu non c’ eri, lei aveva nel cuore sempre e solo te. Si è privata di tutto, perdendo la vita per donarti un figlio" -Per donarci. E di questo sono felice- Proseguì: "Quindi, non impazzire. Bella ti ama. Ti amerà sempre. Fine della storia!" Le sue parole erano giuste. Mi consolai ad ascoltarle. Bella mi amava agli occhi di tutti, non era un illusione che mi creavo per andare avanti. "Grazie Jacob. Puoi almeno dirmi se è sana e salva, e se tornerà?" Jacob non rispose.

Come un flashback, mi passarono davanti le immagini che la mente di Jacob proiettava in quel preciso istante: Bella distrutta nell'oscurità del bosco; Un aereo planare e delle parole echeggiare –Jacob stai vicino a loro- Era la voce inconfondibile della mia Bella. Lei, si preoccupava di noi! Sgranai gli occhi: "Jacob, l’ho vista sofferente. Come sta?" chiesi ansioso. Jacob, non riusciva a capire di cosa stessi parlando,visto che le mie parole erano riferite ad un suo pensiero. Passò un attimo e capì -Devo smettere di pensare- Guardò altrove per sfuggire al mio sguardo. Non avrei permesso che Bella soffrisse in nessun paese, in nussun mondo. Lei doveva essere felice, anche senza di me: "Ti ho fatto una domanda: Bella come sta?" La mia voce si era fatta scura e rauca. Quando si trattava di lei, non riuscivo a controllare niente. Jacob sfidò il mio sguardo: "Cosa vuoi sentirti dire? Soffre senza di voi, è naturale! Ma…deve sopportare questo dolore per una causa più grande " Finì la frase con timore, che le sue parole fossero state di troppo. Jacob aveva detto -DEVE- non -VUOLE- Questo mi fece ragionare. Se Bella soffriva così tanto per la nostra mancanza, quale ragione, cosi forte, poteva spingerla a farlo? E cosa importantissima senza dirlo? Adesso ero certo, era tutto legato a Claudia. il motivo di tanti misteri era lei. Quindi dovevo mettere il punto e smettere di chiedere e indagare. Dovevo soffrire in silenzio, e nutrirmi dell'unica speranza nel cuore che lei possa tornare. Claudia, attraverso me, non avrebbe saputo più nulla. Jacob, fece per parlare di nuovo, ma io lo bloccai con una mano: "Basta cosi Jacob! Ho capito. Non voglio sapere altro" Jacob si rilassò -Meno male, ci deve essere arrivato. Per essere un succhiasangue è sveglio- Lo guardai torvo. Lui capì e si toccò i capelli, sorridendo. Gli voltai le spalle, deciso a sparire. Non avrei mai messo in pericolo Bella, qualsiasi cosa lei stesse facendo. Jacob, pensò -Mi dispiace amico- Io mi bloccai prima di volatilizzarmi, e risposi ironico: "Infondo, forse me lo merito. Ho abbandonato Bella senza alcun risultato, con il mio ritorno, ho fatto soffrire anche te. Forse è questa la mia giusta punizione. Tu hai già provato questo tipo di dolore, vero Jacob?" Non rispose, ma pensò -Si, ma non è colpa di nessuno. Lei ha scelto- sorrisi. Da quando Jacob era cresciuto nei dialoghi? Mi voltai e lo guardai: "Diciamo che la scelta, poteva essere evitata, se io non fossi tornato" Lui, rispose istintivamente: "Certo! Te lo avevo detto io, di startene dove eri!" Sorrideva -Ma non hai mai fatto niente per ferire nessuno di proposito, stupido vampiro dal cuore buono- Rimasi a guardarlo. Bella aveva ragione, in lui albergavano due Jacob: Quello irritante e scontroso, e quello solare e riflessivo. Era proprio un bravo ragazzo. Risposi serio: "Grazie" Lui sghignazzò, imbarazzato, e mi disse per rompere il ghiaccio: "Sparisci" Colsi l'invito immediatamente, e volai tra gli alberi.

26)Capitolo-FALO'

EDWARD

La luna brillava nel cielo nero. Intorno si udiva il fruscio del mare e delle onde che si adagiavano calme alla riva. Il fuoco era alto e imponente. Il falò tanto atteso per Jacob, era cominciato. Alice e Renesmee avevano pensato a tutto. Era strano trovarsi in mezzo ai licantropi. Tutti sembravano cosi affiatati, come se le razze e le categorie non contassero. Li guardavo ridere e scherzare sotto le ombre che la luna e il fuoco creavano. "La vuoi smettere di bere la mia birra?!" Urlava scherzoso Quil a Jacob. Intorno, le risate divertite di tutti. La mia famiglia era a proprio agio. Persino Rosalie era calma. Non avrebbe mai ferito i sentimenti di Renesmee. Perciò se ne stava in un angolo, cercando di noi sghignazzare alle battute divertenti degli amici di Jacob. "Cosa vuoi?! Non sono stato io!" Jacob rispondeva, divertito. -Che simpatici ragazzi- Mia madre Esme pensava sorridendo. Renesmee era felicissima della sorpresa organizzata per Jacob. Io ero distante da loro. Mi ero seduto su uno scoglio per guardare la luna e pensare...a Bella. Non riuscivo a sorridere, ne a vivere, dal momento che lei non era con me. Ero contento che la mia famiglia e mia figlia avessero preso la sua fuga diversamente da me, ma io, ero spento e insignificante senza di lei. Almeno, la luna, era una delle cose che potevo condividere con lei quella notte. Bella ovunque sarebbe stata, l'avrebbe vista, lassù nel cielo buio. I suoi occhi avrebbero guardato nella mia stessa direzione. Questo mi faceva sentire un pò più vicino a lei. Quanto amore potevo provare per una persona sola? Al mio fianco avevo tante persone che mi volevano bene e mi capivano...ma il mio cuore e la mia mente erano solo per lei. La mia unica ragione di vita. Avrei dato tutto per vederla solo per un attimo. Cercavo il silenzio e la solitudine, ma la mia natura non me lo permetteva. Sentivo i loro pensieri e le loro risate. Quasi mi infastidivano, ma ripensando a Renesmee e alla sua felicità, lasciai scorrere. La mia mente era presa solo da Bella. Il suo tenero viso, la sua melodiosa voce, le sue delicate mani e il suo grande amore per me. Era quello che mi portava a guardare oltre al dolore. Ero sicuro del suo sentimento vero, sperando che tutto questo sarebbe finito. Doveva finire! Altrimenti la conclusione era come Alice aveva visto e predetto: Sarei impazzito. Un pensiero forte e pungente mi scalfì lo stomaco, contorcendolo -Se mamma fosse stata qui...- Mi sollevai di colpo, e mi girai verso di loro. Impauriti della mia reazione, smisero tutti di parlare e mi fissarono curiosi. I miei occhi, andarono su Renesmee e il mio sguardo era più sofferente di un malato morente. La piccola, si accorse dei miei occhi e del suo pensiero -ascoltato-arrossì e disse implorante"Scusa". La mia famiglia e Jacob, avevano già capito che le scuse di Renesmee erano rivolte a me e ad un suo pensiero, mentre il branco di Jacob, non smetteva di fissarci, incuriosito -Io non ci capisco nulla- pensò Embry -sono proprio strani questi Cullen- aggiunse Sam. La mia principessina cercava di scusarsi per aver sol pensato a sua madre, per non ferire me. Che cosa ingiusta. Mi alzai e la raggiunsi. Le accarezzai i capelli: "Non devi scusarti". Non riuscii ad aggiungere altro. Proseguii camminando lentamente. Sentii bene i loro pensieri, ma questo non mi fermò. Volevo rimanere solo. Dietro di me il silenzio. Camminai lento, per cercare di assaporare l'aria sul mio viso, ma non fu utile. Niente riusciva a farmi stare meglio. -Ancora male per lei?- Mi girai di colpo, conoscendo quel pensiero ."Cosa vuoi Claudia?" Lei era davanti ai miei occhi, trasparente come sempre. Non mi sarei neppure accorto della sua esistenza se non fosse per i problemi che mi arrecava. Bella era gelosa di lei? Che pensiero strano. Bella era il sole delle mie giornate, e Claudia...non faceva parte neppure delle ombre che la luce mi creava. Non era niente. Claudia non era bellissima, era solo finta e vuota come tutti i vampiri. La mia Bella era stupenda, con la sua particolarità, le sue scelte. la sua gioia e la sua rabbia. Era tutto il mio mondo."La smetti di pensarla?" Claudia rispose ai miei pensieri. Era l'unica che poteva leggerli e mi infastidiva molto. Rigido e freddo risposi: "Mi chiedi l'impossibile; tornando a prima cosa vuoi?" Claudia alzò gli occhi al cielo -dovresti saperlo- Io scattai subito: "Anche tu dovresti saperlo, che non avrei mai nulla di ciò che vuoi. Ne me, ne Renesmee." Lei si addolcì di colpo, come per incantarmi: "Edward, non chiedo di prendere il suo posto. Ti do solo una possibilità. Se Renesmee starà al mio fianco, e tu con lei...nessuno si farà male. Non avvertirò il Clan. La sua guida potremo essere noi. Perché non provare?" Sbruffai, scuotendo la testa: "Hai detto bene. Non prenderai il suo posto. MAI!" Lei si indurì: "Non costringermi a fare ciò che non voglio". Mi guardò negli occhi freddi ed io affrontai il suo sguardo: "Io non costringo nessuno. E' la realtà dei fatti. Accettala." Claudia mi voltò le spalle -ti pentirai di questa scelta- Con un balzo felino, le fui davanti, sorprendendola. L'afferrai per un braccio: "Attenta a quello che fai. Non provocarmi! Ti ho già sopportato abbastanza. Non approfittare del fatto che il mio senso di colpa possa trattenermi. La mia pazienza non è infinita." La mia voce era un ruggito, e la mia mascella si serrò in una morsa. Claudia mi guardò impaurita. Lascia la presa. Non era da me aggredire le donne, ma in quel caso, Claudia aveva superato se stessa. Lei disse di colpo: "Sbaglio, o stai perdendo la testa?" Mi provocò, cercando di insinuare che la visione di Alice era giusta. "Sbagli!" Risposi freddo. Lei mi sorpassò per andarsene: "Non spetta a me deciderlo, ma al mio Clan...anche se ..." -potresti cambiare ancora idea- Pensò subito dopo, vigliaccamente. Senza voltarmi risposi secco: "Mai!" Claudia, senza dire nulla, sbuffò e andò via. Rimasi solo con i miei pensieri, guardai la luna di nuovo, implorandola: "Falla tornare da me, presto, ti prego" Senza volerlo stavo perdendo la calma. Non ragionavo più sulle mie azioni e sui miei pensieri. Sapevo che mi amava e che non avrebbe mai voluto abbandonarci, ma il pensiero di lei e della mia vita senza vederla, mi uccideva la mente. Era tutto un disastro. Non potevo perdere la lucidità. Renesmee doveva rimanere con me, ad aspettare il ritorno di Bella. All'improvviso una marea di pensieri malvagi mi entrarono nella mente, senza bussare. Qualcuno si stava avvicinando. Erano in molti. Mi girai di scatto e corsi come il lampo, verso la mia famiglia,verso mia figlia.

Mentre scheggiavo nell'aria, cercai di concentrarmi sulle voci che ascoltavo. Non erano famigliari e mi ci volle più tempo per focalizzarli meglio. Erano idee sfumate e non definite. Non riuscii a cogliere neppure un concetto preciso. Quello di cui ero certo è che si stavano avvicinando a noi, e tra i loro pensieri echeggiavano i nostri nomi. Raggiunsi in un attimo la mia famiglia. Non erano stupiti del mio arrivo improvviso, Alice aveva già visto tutto. L'atmosfera tra noi mutò radicalmente. Ormai nessuno era più seduto, e le risate erano completamente scomparse. Alice mi guardò: "Sono qui per te" -e forse per Renesmee, penso.-  Non pronunciò il suo dubbio in pubblico. Non voleva far scatenare Jacob e il suo branco. Aggiunse immediatamente: "Vogliono parlare." I miei occhi caddero su mia figlia, che si nascondeva dietro Jacob. Le mi guardò impaurita, ed io balzai al suo fianco. Adesso Renesmee, era dietro di noi. La piccola si aggrappava al margine della mia camicia. La mia famiglia era al nostro fianco. I miei occhi si persero nell'oscurità della notte, cercando un margine di visibilità. Riuscivo ad ascoltare i loro pensieri ma ancora i miei occhi non erano in grado di vederli. Mi girai di scatto a sinistra, cogliendo dalla confusione di voci che rintronavano dalla mia testa, un pensiero scandito bene -Lo metteremo alla prova-.
Da lontano apparvero delle sagome sfumate. Man mano che si avvicinavano, riuscii ad intravedere i loro volti. Sfioravano appena la sabbia. Erano come fantasmi nella notte: Pallidi e perfetti come noi. Vampiri!
Mentre si avvicinavano, sentivo crescere in me la rabbia e la pazzia. Mi sfuggì un ruggito dal petto, e Carlisle, che era al mio fianco mi sussurrò: "Calma ragazzo! Non fare il loro gioco. Vogliono provocarti, lascia parlare me". Guardai mio padre, ancora inacidito, ma nei suoi occhi vidi la sicurezza. Carlisle era sempre stato più bravo di me nei dialoghi e sicuramente in quel caso, sarebbe stato più convincente di un marito abbandonato in preda alla pazzia. Continuavo ad osservare i loro lineamenti. Si dividevano in tre donne e quattro uomini. Sette in tutto. Se sarebbe esplosa una rissa, noi saremmo stati in netto vantaggio. Per la nostra causa si battevano anche i licantropi. Ma la reale preoccupazione, non sarebbe stata la guerra nata e morta la sul  campo di battaglia, ma il vero problema nasceva dal futuro. I Volturi! Sarebbero accorsi intervenendo? La sola e unica paura che mi folgorava dentro, era scatenata dalla follia. Non sapevo fino a che punto mi sarei controllato. Il mio dolore mi portava ad odiare il mondo. Ad eccezione di Renesmee e naturalmente...Bella, la mia amata Bella. Ricordai le parole incise sulla sua lettera “NON LASCIARE CHE PORTINO VIA RENESMEE”.
Dovevo mantenere la calma per nostra figlia. Tutto dipendeva da me e dalle mie reazioni. NO! Avrei mantenuto la promessa. Sarei stato il suo angelo custode. Abbassai lo sguardo per incrociare i suoi occhi. -Ho paura- Mi guardò dolce. La mia furia si incendiò, la mia pelle si scosse come uno spasmo violento, quasi avessi avuto la pelle d'oca. In quel momento avrei voluto esplodere in una reazione selvaggia, uccidendo tutti i nuovi arrivati, solo per aver provocato in lei la paura. Ma i suoi occhi vivi e profondi, mi guardavano, in attesa di consolazione. Dovevo essere per lei un esempio, un appoggio, e non un pazzo omicida. Presi la via più difficile: quella della riflessione. Accarezzai i suoi capelli, e con voce ferma e decisa, dissi: "Non devi aver paura, ci sono io qui con te".

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Grazie a tute e scusate il ritardo.to scrivendo una nuova ff e sono presa.Inoltre il lavoro e il resto...

COmunque spero continuerete a sognare con Heart e a commentare

27)Capitolo-IL CLAN

EDWARD: 
 
 
"Anch’ io" aggiunse Jacob al mio fianco. Lo guardai con stima. In passato Jacob era stato il mio acerrimo rivale in amore, portandomi diversi problemi e dubbi. Ma adesso ero proprio orgoglioso di averlo al mio fianco. Avrebbe fatto di tutto per Renesmee. Era destinato a entrare nella mia vita ed in quella di Bella per rimanerci. Gli individui sconosciuti si avvicinarono sempre di più. Tra i loro volti, notai un viso famigliare: era Claudia. Abbassò lo sguardo accorgendosi del mio viso disgustato -Non è colpa mia. E' stata una tua scelta- Si, era stata una mia scelta e non ne ero pentito. Non pensai neppure di commentare una cosa per me insignificante. Senza darle importanza, il mio sguardo osservò gli altri demoni della notte. Il loro abbigliamento era casual, senza lunghe tonache scure e mantelli neri. A capeggiare la schiera di vampiri nuovi era un uomo alto e distinto. La sua eleganza si differenziava dagli altri, anche se ognuno dei loro volti dimostrava la caparbietà e l'esperienza vissuta. I capelli dell'uomo in apri fila erano grigiastri e gli occhi neri e indagatori. Ci furono di fronte. Come era solito della mia famiglia, ci disponemmo in semicerchio, uno accanto all'altro. Jasper mormorò: "Ma non dovevano essere in 15?" Emmett rispose ironico: "Che importanza ha il numero? Li faremo a pezzi." Carlisle, guardò Emmett torvo, e poi fece un passo avanti: "Buona sera, stimati amici. A cosa dobbiamo la vostra inaspettata visita?" La voce di Carlisle era tranquilla ma indagatrice. L'uomo con i capelli grigi rispose: "Buona sera Carlisle. Abbiamo sentito parlare molto di te e della tua famiglia." Si interrupe solo per osservarci, e con voce aspra aggiunse: "I Cullen! Non è facile creare famiglie del genere." Gli occhi dell'uomo misterioso si posarono oltre, fermandosi su Jacob e il branco. "Vedo che tra voi dimorano anche i nostri più antichi nemici." Il tono di affermazione ma allo stesso tempo di domanda si girò verso Carlisle per una spiegazione. Carlisle composto e saggio come sempre: "I licantropi ci hanno affiancato in numerose battaglie. Sono stati accettati già da parecchi vampiri potenti senza creare alcun scompiglio tra le famiglie." Il groviglio di parole indecifrabile che Carlisle aveva usato con garbatezza era la traduzione di: I Volturi sono a conoscenza della tregua tra le due specie. L'uomo non si scompose -decideremo in seguito se la tregua non creerà alcun scompiglio- pensò viscidamente. Era difficile per me ascoltare le sue minacce, senza poter far nulla. Inclinai lo sguardo istintivamente, e la mia schiena si curvò. Carlisle, si accorse del mio gesto e si girò di scatto. Sgranò gli occhi Edward!- Non riuscivo a guardarlo, i miei occhi erano sullo sconosciuto -Controllati- Non mi lasciai distrarre -EDWARD!- Mi girai lento, con fatica verso di lui, che mi indicò un punto preciso con lo sguardo. Lo seguii, e ritrovai la mia bambina ancora spaventata e ansiosa. Respirai affondo per tranquillizzarmi. L'uomo elegantemente mi fu di fronte e guardò accorgendosi del mio gesto. Carlisle, per dissolvere il discorso, aprì bocca cercando di distrarre i nostri sguardi fulminei: "Posso sapere con chi ho l'onore di parlare stasera?" Il temerario vampiro abbandonò i miei occhi solo per qualche istante per voltarsi leggermente verso Carlisle: "Il mio nome è Gerald e sono il padre di Claudia." Tornò con lo sguardo su di me come per non perdere il filo del discorso: "Vedo che abbiamo problemi di autocontrollo Edward" Sapeva tutto di me e della mia famiglia, grazie a Claudia. Non avevamo armi contro di loro. A causa sua, eravamo un libro aperto. Io non risposi, ed irrigidì la mascella. Carlisle prese possesso della parole, e disse, sempre educato: "Edward sa quello che fa". La sua frase era rivolta più a me che al padre di Claudia. Mio padre cercava di darmi fiducia, ma io non so se la meritassi realmente. Gli occhi di Gerald finirono in basso, su mia figlia -Potresti essere un buon elemento per noi piccola- "Scordatelo!" Ringhiai di petto. L'uomo di fronte a me non si scompose, mentre i miei famigliari si allarmarono.

I loro pensieri mi ronzavano nelle orecchie -Edward, controllati- I miei famigliari erano preoccupati della mia reazione. -Cosa fa?- Osservavano tutti i miei movimenti. Jacob che mi sentì ruggire al suo fianco, mi guardò e pensò -Non lasciare che me la portino via. Adesso dipende tutto da te non possono toccarla se dimostri di essere lucido. Non dargli questa possibilità!- Lo ascoltavo, ma non riuscivo a calmarmi. -Edward!- Mi urlò dentro la mente –Bella si fida di te. Non deluderla!- BELLA! L'unica possibile parola in grado di darmi un barlume di serenità. Ascoltando il suo nome tra i pensieri di Jacob, mi distesi subito. Riuscii a respirare. Gerald, si accorse della mia furia e rise di gusto: "E' questo, come lo chiami? Non è perdere la testa?" Sapevo a cosa mirava. Voleva portarmi via Renesmee, ma io non glielo avrei permesso. Risposi tranquillo: "Amare con tutto se stesso una figlia non è pazzia. Non dargli via di scampo e portarla in un mondo senza fine è follia...o dovrei dire pure egoismo?" La mia acidità lo colpì. Mi stavo riferendo a sua figlia Claudia e al crudele avvenire che loro avevano scelto per lei. Irrigidendosi l'uomo rispose: "Non credo di essere l'unico egoista qui intorno. Guardati! Hai trasformato la tua donna in una di noi solo per averla per sempre con te e per il tuo piacere fisico, hai creato questa innocente creatura, catapultandola nel tuo mondo". Gerald sapeva benissimo quali fossero i miei punti deboli. Li contorceva e me li rivoltava contro come una fionda. Sapeva giocare duro. Non riuscii a ribattere, colpito dall’ imminente verità. Lui soddisfatto, continuò: "Mi pare di capire che la tua sposa ti abbia abbandonato. Magari si è resa conto di ciò che ha perso, e si è data alla fuga. Anche se devo ammettere che è un vero peccato, quella ragazza valeva molto di più da vampira neonata che da umana patetica e inetta." Quelle sarebbero state le parole che avrebbero causato la sua morte. Non vidi più nulla oltre alla rabbia e la vendetta. Impallidii e pensai al modo più veloce per ucciderlo, indurendo lo sguardo e scattando in avanti, tremante. Carlisle si posizionò davanti a me, trattenendomi: "Edward, lascia perdere" Jacob mi tirava dal braccio: "Smettila." Notai Emmett dietro di me, pronto ad afferrarmi, sotto lo sguardo spaventato di mia madre Esme. Il pensiero di Emmett fu l'unico che mi assecondava -Lasciatelo andare. Falli a pezzettini!- Sbuffava costretto ad intervenire sull'accaduto. Mi bastava un attimo per scansare tutti e piombarmi su di lui per strappare la sua pelle, scuoiarlo, e sbriciolare le sue ossa solo per averla offesa. Combattevo con me stesso, contro il mostro che già in gran parte era uscito fuori. Mi abbandonai al demone, dimenticando il resto...finché "PAPA’'" La sua voce. Non riuscivo a guardarla, o forse avevo paura di mostrare il volto del mostro apparso. Sentii singhiozzare e mi voltai ancora teso. Renesmee era immersa nelle lacrime e il volto pieno di terrore -Voglio restare con te...e con la Mamma- Ero io a decidere per la mia bambina e stavo commettendo un altro atto di puro egoismo, lasciando scorrere la vendetta su di me. Dovevo pensare a lei in quel momento. Chiusi gli occhi, nel tentativo di far tacere il diavolo in me. Rimasi per un po’ senza respirare. Riaprii gli occhi un po’ più tranquillo, e mi rivolsi al temerario vampiro che attendeva la mia perdita di coscienza. Si sorprese nel guardarmi negli occhi. La mia espressione non era completamente calma ma possedeva la sicurezza di poter parlare: "Si, forse hai ragione. Sono anche io un egoista imperdonabile. Almeno la mia situazione è stata dettata dalle scelte e non dai tranelli. Bella ha scelto questa vita." Lui non rispose. Non gli interessava continuare il discorso. Non era Bella il suo scopo, ma la mia pazzia. Infastidito dal mio controllo, si girò verso Carlisle furioso: "Questa sera non ci siamo scomodati tutti per venire a controllare la situazione, ma...torneremo presto per assicurarci che..." Si girò verso di me con aria maliziosa: "Non cambi" I nostri occhi si incendiarono e nessuno dei due mollò l'altro. Eravamo uno di fronte all’altro per sfidare la nostra resistenza. Fu lui a mollare per prima i miei occhi, dandomi le spalle, per tornare al suo posto. Gli occhi dei vampiri, intorno a lui, osservarono me e la mia famiglia, con sospetto. Gerald fece un cenno per invitarli ad andarsene. La nostra posizione rimase intatta, fino alla loro scomparsa. "Peccato" Ringhiò Emmett, ancora preso dall’ idea della battaglia. Jasper gli diede una botta sulla testa: "Finiscila attaccabrighe." Esme sospirò. Alice mi guardò con occhi pieni di luce: "Sono orgogliosa di te fratello". Carlisle annui: "Bravo Edward" I miei occhi tornarono sulla piccola perla al mio fianco: "Tesoro, è tutto apposto adesso". Lei mi accennò un sorriso dolcissimo. La presi in braccio, stringendola forte. Mi affondò il volto sul collo, sfinita dalla paura. Jacob di fronte a noi, mi guardò sereno: "Grazie." Disse felice. "Grazie a te" Risposi, vergognandomi di aver perso la testa e di essere cascato ‘quasi’ nella loro trappola. Mi girai verso la mia famiglia, fiero di averli accanto: "Grazie a tutti, se non fosse per voi, adesso non avrei tra le braccia mia figlia." La guardai nuovamente, pieno d'amore, baciandola sulla fronte. La mia famiglia sorrise al mio gesto. "Lotteremo sempre al tuo fianco per te, per lei e per Bella" Carlisle ammise, infondendomi sicurezza. Abbracciai più forte mia figlia, e pensai -Bella,dove sei?- 

28)CAPITOLO-NUOVA SPECIE

BELLA:

“La puzza vi accomuna tutti”. Assorta nei miei pensieri riuscii appena a girarmi per ascoltare le parole scocciate di Leah: "Cosa?" Domandai. Lei alzò gli occhi al cielo e sbuffò, buttando gli occhi sul sedile posteriore. Capii di chi parlasse e risposi: "Trattalo bene se puoi, Leah. E' importante per me e per mia figlia". Supplicai sottovoce. "Non mi va proprio giù quel tizio, dal momento che ha fatto fuori uno di noi" Infuriata, Leah, gesticolava con voce isterica. Sospirai cercando di spiegare nuovamente la situazione: "Non è stata colpa sua. E' successo! D’altronde anche lui ha perso il padre" Lei sbuffò, senza rispondere e come una bambina capricciosa, incrociò le braccia. Mi girai per osservarlo. Andrew, era il suo nome. Era il misterioso ragazzo lupo-vampiro conosciuto in India. La parola ragazzo non era adatta a lui, possedeva una forza spaventosa e un corpo maestoso. Mi ricordava tanto Emmett. Ormai, Andrew era un vampiro. Un paio di anni fa, nella sua terra, scoppiò un imminente guerra tra le due specie. Il padre di Andrew che era vampiro, si vide costretto a lottare contro i licantropi. Da quel momento (per ragioni ancora inspiegabili) la cura che aveva assunto per ritrovare le sembianza umane, svanì nel nulla. Ritornò ad essere un vampiro e nel difendere il padre ormai morente, uccise un licantropo. Quel gesto portò alla separazione dell' essere che legava il ragazzo alla specie dei lupi. Da quel momento in poi Andrew rimase imprigionato nel corpo di un vampiro, per sempre. Conosceva i segreti della cura e il dolore che essa portava. Quel vampiro dall'aspetto innocuo, portava con se un prezioso potere. Andrew era in grado di affievolire ogni tipo di dolore fisico. Si era gentilmente offerto di accompagnarci a casa, nella speranza che Renesmee trovasse la sua giusta strada. Alzò gli occhi su di me e mi sorrise: "Cosa c’è?" Mi chiese curioso del mio sguardo. "Aiuterai davvero mia figlia?" Questo era il mio unico pensiero. Renesmee, EDWARD! Pensavo costantemente a loro. Quanto mi mancavano. Avrei dato tutto per averli li con me. Chissà cosa avevano pensato della mia partenza? Non li avevo neppure salutati. Edward avrà trovato il mio biglietto? Sicuramente Claudia si sarà gettata addosso a lui. Chissà se...NO! Edward mi amava. Non avrebbe mai fatto nulla per ferirmi. O almeno lo speravo. Quanto dolore stavano provando in quel momento? "Certo" La risposta di Andrew mi distratte dai miei pensieri. Mi ero quasi dimenticata della domanda che gli avevo posto un attimo prima. Si accorse del mio stupore e sorrise: "Ancora Edward in mente?" Io non risposi, ma bastò spostare lo sguardo per dire di SI. Non c’ era neppure da chiederlo. Le sue parole erano sbagliate –ANCORA EDWARD-... non era mai andato via dalla mia mente e mai se ne sarebbe andato. "Rilassati, arriveremo tra poco" Subito le sue parole mi portarono alla realtà. Ero sull'aereo diretto a casa. Diretto da EDWARD e RENESMEE. Mancava poco. Doveva solo prendere un altro breve volo nella coincidenza...ma in giornata li avrei rivisti. Mi avrebbero voluto bene lo stesso anche dopo l'abbandono? Mi avrebbero perdonata? Quante domande alle quali cercavo disperate risposte. Quanto li amavo. In quei giorni mi sentii persa e confusa come se una parte di me fosse stata altrove. Volevo riabbracciarli. Questo pensiero mi portò a sorridere ed a ricordare la notte in cui Edward ed io tornammo dal viaggio in Italia. Quanto ero stata felice di averlo con me quella notte. Credetti di essere impazzita e di sognare il mio angelo custode. Nemmeno allora riuscii ad odiarlo per il male che avevo provato. Lo amavo più di prima. Forse, il loro sentimento, era uguale al mio. Lo speravo! "Mmmm" Sentii Leah mugugnare in segno di apprezzamento. Mi girai per capire a cosa si stesse riferendo e vidi i suoi occhi catapultati su Andrew, che era alzato nel prendere un bagaglio. Ritornai su di lei, sorpresa e sorrisi. Leah si accorse di me e imbarazzata, si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio: "Devo ammettere che se non fosse per la puzza...e per il fatto che siamo nemici mortali..." Si rigirò su Andrew che si era riseduto: "Quell'uomo-vampiro, è davvero carino" Mi girai appena per osservare Andrew nuovamente. Aveva la tipica carnagione di Edward e le spalle larghe. Come tutti noi, possedeva un corpo statuario e perfetto. Era naturale che Leah ne fosse attratta. I suoi capelli erano scompigliati e un po’ lunghi. Il loro colore mi ricordavano Alice, con il suo nero corvino. L'unico piccolo diverso particolare erano i suoi occhi. Andrew possedeva gli occhi grigi, quasi celesti. Il suo nero era sbiadito, creando alla luce del sole, un grigio chiaro. Forse dipendeva dalla sua nascita per metà e metà. O forse il tutto era dovuto al luogo in cui viveva. Magari anche i vampiri, come gli animali, si evolvevano e si adattavano all'ambiente. Ma tutto sommato, per me, era normale. Poteva possedere tutte le qualità bellissime di questo mondo, ma oltre ad Edward, i miei occhi non vedevano nessuno. Edward era unico ed insostituibile, in tutto. Volevo vederlo. Più mi perdevo nei pensieri e più il desiderio di stringerlo e di abbracciarlo si faceva più intenso, quasi quanto il dolore.

Il tempo passava lentamente ed io credevo di impazzire. Mi agitavo e sospiravo in continuazione. Volevo poter essere in grado di mandare avanti le lancette dell'orologio. Adesso che ero una vampira riuscivo a perdere facilmente la pazienza, vedendo il mondo intorno a me, lento ed inutile. Come avevo fatto tutto quel tempo da umana a non accorgermi della lentezza di un aereo? Forse perchè dormivo spesso e poi, perchè al mio fianco, c'era Edward. Quando mi trovavo tra le sue braccia anche ogni singolo minuto diventava prezioso e importante, desiderando che non finisse mai. Al mio ennesimo sospiro, Leah si girò: "La vuoi smettere? Stai cominciando ad infastidirmi." La guardai timida: "Scusa" Abbassai la testa per la vergogna. Con la mia agitazione avevo contagiato tutti. Ormai il mio mondo si aggirava intorno ad Edward e Renesmee e tutto il resto non contava più. "Lasciala in pace poverina, è solo impaziente di tornare a casa!" Disse Andrew appoggiandosi ai nostri sedili. Leah, s’irrigidì. Questo mi fece sorridere. Leah che s’irrigidiva davanti ai bei occhi di un uomo? UOMO! Un altro aspetto strano...VAMPIRO! Leah era imbarazzata da un vampiro. Lei mi buttò un occhiataccia ed io, mi ricomposi. Lui sembrò non capire, e si girò verso di me: "Bella stai tranquilla. Non vorrai far saltare i nervi alla tua amica?" Io annuii" Hai ragione, devo calmarmi" Lui sorrise: "Agitarsi non serve ad accelerare il tempo" Lo guardai, consapevole che aveva ragione ma parlai ugualmente: "Lo so! Sono una sciocca ma al sol pensiero di rincontrarli...impazzisco di gioia" Lui domandò continuando a sorridere: "Rincontrarli...o Rincontrarlo?" Mi girai per guardarlo meglio. Che senso aveva quella domanda? Non ci pensai su più di tanto più di tanto e risposi: "Amo tutte e due. Renesmee è la mia vita ed Edward...è la mia anima." Andrew non scompose il sorriso e si rimise a posto: "Lui lo sa?" Arricciai la fronte: "Cosa?" Mi guardò: " Di quanto sia  fortunato?" Mi fermai ad osservare i suoi occhi in attesa di un approfondimento sulla frase appena detta. Non arrivai a nulla e sorrisi, girandomi davanti. Non importava. Andrew era in viaggio con noi per aiutare mia figlia, ed era stato molto gentile ed educato. Era una brava persona, come Jacob. Lo sguardo di Leah era su di me, appena me ne accorsi,la guardai sorpresa. Lei sghignazzò. Lasciai perdere le sue folle reazioni e senza chiedere nulla mi alzai per sgranchirmi le gambe. In verità non ne avevo alcun bisogno fisico, ma cambiare posizione, magari mi avrebbe distratto dall’ attesa. Mentre mi allontanai, la mia mente tornò a fantasticare. Pensai alla mia piccola e alle sue dolci manine. Avrei voluto vederla correre verso di me in un eterno abbraccio...e poi...Edward. Cosa mi avrebbe detto? ‘CATTIVA, BUGIARDA, EGOISTA?’ Qualsiasi offesa e accusa che fosse uscita dalla sua bocca non sarebbe servita a cambiare il rancore che sentivo dentro. Mi odiavo per averli lasciati. "Non posso alleviare il TUO di dolore Bella" Andrew mi aveva raggiunto. Lo guardai senza rispondere. Era gentile e premuroso, ma il mio cuore era immerso nella sofferenza. Non mi avrebbe potuto aiutare. "Cosa ti preoccupa? Magari se ne parli, servirà a qualcosa" La sua domanda era puramente altruista. Parlai piano: "Ho paura. Non so cosa mi aspetti al mio ritorno. Mi odieranno, mi perdoneranno?" Molto educatamente, Andrew rispose: "Non conosco Edward, ma da come me ne hai parlato, dev’ essere un uomo…" Si corresse subito con una risata: "Vampiro…inteligente! Perciò non devi preoccuparti. Non sarà cambiato nulla tra voi." Allora la mia semi isteria colpì ancora" E se non capiranno il mio gesto? E se i Cullen non mi vorranno più con loro? E se Edward mi odierà? E…" Mi interruppe con una risata melodiosa"Bella, calmati. Conoscendoti nessuno può odiarti." Mi sentii di colpo una stupida. Quante assurde domande! Quanta isteria inutile! Dovevo affrontare la situazione: "Si, hai ragione" Subito aggiunsi: "Credi che Renesmee sceglierà di tornare umana?" Lui distolse lo sguardo e sospirò: "Non lo so. Ma ti sei chiesta, cosa potrebbe succedere dopo?" Capii che Andrew si stava riferendo alla nostra natura. Renesmee era per metà appartenente al nostro mondo e se sarebbe diventata uniformemente umana…cosa ne sarebbe stato della nostra famiglia? Era una domanda che mi ero posta anche io mille volte ancor prima di partire: "Si, ci ho pensato. Sarebbe un problema, ma..." Lo guardai in faccia: "Non voglio che per causa mia e delle mie scelte, lei sia condannata ad una vita mistica. Dovrà scegliere lei la SUA vita." Lui annuì, con un mezzo sorriso: "Giuste parole. Sei un essere davvero particolare Bella." Mi guardò serio: "Sono contento di averti incontrata: "Sorrisi e risposi: "Anche per me è un piacere. Sei stato gentile ad accompagnarci. Non ti ringrazierò mai abbastanza." Il mio sguardo era di eterna gratitudine. Lui sorrise e si spostò verso il corridoio dell'aereo: "Torniamo a posto, tra un pò dovremmo scendere dall'aero per prendere l'altra coincidenza" Io annuii e lo seguii. Mentre mi sedevo, Leah, mi guardava sottocchio. Ero proprio curiosa di sapere cosa tramava dietro quello sguardo: "Si può sapere che ti prende?" Le chiesi ormai acida. Lei alzò un sopracciglio senza parlare. Ma io non ero decisa ad abbandonare il discorso: "Allora? Cosa?" Gli sfuggì un sospiro: "Voglio sapere cosa farà il tuo succhia sangue quando lo saprà" Parlava come se io stessi seguendo il suo discorso: "Di che parli Leah? Non ti seguo" Lei sorrise e farneticò sola: "Ne vedremo delle belle!" Mi arrabbiai per farmi sentire: "Leah che dici?" Il suo sorriso sparì e i suoi occhi mi guardarono indagatori: "Non dirmi che non te ne sei accorta?" Continuai a fissarla incredula: Che diavolo diceva? “Cosa mi è sfuggito?” Domandai sgarbatamente. Leah, mi sussurrò: "Sei proprio tonta. Credevo che i tuoi istinti adesso ti avrebbero aiutata ad essere più sveglia. Andrew ti mangia con gli occhi" Rimasi a bocca aperta. Era solo una sua malizia e niente di più. Andrew era gentile e Leah, confondeva questa garbatezza con l'abbordaggio: "Che dici?! Andrew è solo un amico ed è gentile" La ragazza arricciò il naso: "Pensala come vuoi. Io non la vedo così. Comunque devi ammettere che non è male". Risposi di scatto, senza dubbi: "Io amo Edward. E sempre lo amerò. Andrew non ha interessi verso di me, ed anche se li avesse, tra noi non potrà mai esserci altro che una semplice amicizia" Leah sorrise: "Ricordo, ricordo! Jacob è rimasto a farti da amico per molto tempo con la speranza che tu ti innamorassi di lui. Poi infine hai scelto...il succhia sangue." Mi arrabbiai: "Edward!" Lei mi guardò dispiaciuta: "Si, Edward." Poi s’ interruppe un attimo e aggiunse: "Allora lo ammetti che è carino?" Aspettava una mia risposta con ansia. Per quanto mi sforzassi non riuscivo a vedere Andrew più bello di Edward.Era assurdo solo paragonarlo. Edward era il mio dolce angelo, la mia metà ritrovata. Era tutto il mio mondo. Per far contenta la lupacchiotta al mio fianco risposi: "Forse ai tuoi occhi si. Ma davanti ai miei...c'è e ci sarà sempre è solo Edward" Leah, delusa della mia mancata complicità, sbuffò e tornò con la schiena sul suo sedile: "Come sei moralista" Si lagnò.
Scendemmo dall'aereo e ci avviammo dentro una nuova città. Spingerci oltre non era prudente, perciò rimanemmo vicino ai pressi dell'aeroporto. Il nostro prossimo volo diretto verso Forks sarebbe partito tra un ora. Ormai era calato il buio, motivo in più per passare inosservati tra la gente. Mi sentivo completamente spiazzata. Ero in un altra città con Leah ed Andrew. Mi mancavano i miei soliti volti famigliari: Alice, Esme, Carlisle, Emmett, Jasper, Rose; La mia nuova famiglia. Mi ero cosi integrata con loro, come se fossi un pezzo mancante del loro puzzle. Mentre riflettevo, un suono mi disturbò. Ci volle un minuto prima di concentrare la mente sul suono. Era il mio cellulare. Lo afferrai immediatamente tra le mani: JACOB. Risposi all'istante: "Pronto Jake" Dalla mia voce si sentiva chiaramente che ero agitatissima. Dall'altro capo del telefono udii solo il silenzio. Poi parlò: "Sei nervosa Bella?" Jacob mi prendeva in giro come sempre. Sorrisi isterica: "Dovresti conoscermi" Lui aggiunse subito, senza chiacchiere: "A che punto siete? Manca molto?" Mi suonò strana la sua domanda. Conoscevo Jacob e intuivo chiaramente le sue paure: "Perché? Cos'è successo?"Domandai di nuovo presa dal panico: "Niente, niente" Mentiva, facendomi preoccupare di più: "Jake, non mentirmi, ti conosco. Cosa c’è?" Stavo impazzendo. La paura si impadronì di me. Jacob non rispose, e l'attesa mi sembrò interminabile, finché non urlai: "Jacob!!" Lui si scrollò subito: "D’accordo, calmati. E' da un pò che manchi Bella e qui...diciamo che ci sono state parecchie visite" Gli parlai sopra: "Renesmee, dov’è? Edward, come sta?" Le mie due uniche ragioni di vita. Jacob aggiunse subito: "Non preoccuparti, Renesmee è ancora con noi" Poi si fermò. "Ed Edward?" avevo perso la calma, ormai urlavo. Il gesto di Jacob mi fece rabbrividire. Non lo vidi, ma lo sentii schiarirsi la voce, come per annunciare una brutta notizia: "Non so per quanto riusciremo a tenerlo tra noi: "Caddi in un baratro di oscurità: "Cosa significa?"continuavo a gridare. "Ho tentato in tutti i modi di tenerlo calmo. Io e la sua famiglia insieme lo abbiamo fatto ragionare diverse volte, ma...adesso..." Mi arrabbiai: "Cosa? Adesso, cosa? Jacob parla! Mi stai facendo soffrire" Jacob prese fiato e disse tutto di colpo: "Adesso non ragiona più. E' completamente impazzito. Da quando sei andata via non si è mai nutrito, e inoltre è andato via di casa. Lo abbiamo ritrovato diverse volte nella radura accasciato per terra, in preda al dolore. La notte vaga, come un fantasma, distruggendo tutto quello che incontra. Ogni giorno spunta per un paio di ore, solo per vedere Renesmee e poi sparisce. Ha perso la testa. Non vorrei che tornassero a farci visita, non vorrei che portassero via Nessie.Torna presto Bella!" Jacob aveva tirato fuori tutto, dimostrandosi più nervoso di me. Io, al suono delle sue parole, mi frantumai in mille pezzi. Povero amore mio. Chissà quanto stava soffrendo a causa mia. Potevo capirlo, perché anche io avevo provato lo stesso dolore al suo abbandono improvviso. Si faceva forza per Renesmee, ma in verità, si tormentava. Il dolore mi riempii il petto, impedendomi di parlare. "Bella, devo andare, penso sia arrivato Edward" sentendo il suo nome mi riempii il cuore di gioia, e mi risvegliai dall'incubo: "Edward è li?" Chiesi come una ragazzetta ansiosa al suo primo appuntamento. Jacob confuso rispose: "Si, credo di si." Alzai la voce, in uno strillo di gioia: "Passamelo!!"

29)Capitolo-TELEFONATA

"Non so se...sia un’ottima idea" Jacob era indeciso: "Se poi da i numeri?" Erano passati tre lunghissimi mesi da quando le mie orecchie non sentivano la sua melodiosa voce. Ero impaziente di sentirlo e dissi ancora sorridendo:  "Non fare storie, passamelo!" Non ammettevo contraddizioni. Jacob non rispose, ma neppure si mosse. Sentii vicino a lui, dall'altra parte del telefono, un mormorio di voci famigliari. Tra loro, riconobbi Edward. Mi esaltai nel sentirlo: "Jacob, muoviti!" Lui spaventato dalle mie urla, gridò: "D’accordo, d’accordo!" A quel punto sentii sussurrare lontano: ‘Edward è per te.’ Il mio respiro accelerò, e le mie mani tremarono. Stavo per sentire Edward. La linea tacque per un attimo, poi...la sua voce dolcissima e soave come sempre: "Pronto?" Le parole non mi uscirono di bocca. Cosa avrei dovuto dirgli? TI AMO-SCUSA! Non sapevo che fare...la mia mente era entrata in piena crisi, ma volevo sopratutto parlare con lui: "Edward" Parlai a bassa voce. Il silenzio! Questo m’ impaurì. Avrei dovuto immaginarmelo! Adesso per lui era tutto cambiato. Cercai disperatamente di recuperare la situazione: "Mi dispiace, non avrei mai voluto..." Non riuscii a terminare la frase, che la sua voce mi interruppe, senza ascoltare le mie banali scuse: "Bella! Bella!" Parlava agitato, quasi stesse piangendo: "Non voglio le tue scuse, mi manchi tanto. Non ho mantenuto la promessa scusami" Poi aggiunse ansioso: "Ho cercato di restare calmo, ho tentato di non pensarti...ho provato" Sentii tutta la sua agonia, soffocarmi e mi vidi costretta ad intervenire: "Sssh! Basta. Edward va tutto bene" Dissi per tranquillizzarlo. Era in preda al panico, ed io stavo per crollare nel sentirlo: "Edward, so che ce l’hai messa tutta. Non è colpa tua, non lo è mai stata." Non sapevo se potevo andare oltre. Volevo urlargli -STO ARRIVANDO AMORE- Ma i dubbi mi invasero. Jacob aveva accennato a diverse visite avvenute nei giorni precedenti, e le mie paure erano aumentate. Edward era caduto in depressione e se prima che io arrivassi a casa, Claudia avrebbe saputo tutto, mi avrebbe portato via mia figlia. Era meglio tacere e rimanere sul vago. "Cerca di tenere duro. Per me, saperti cosi...è uno strazio atroce. Sappi che ti amo da morire" Era la pura verità. Lui sospirò, come per calmarsi: "Anche io ti amo da IMPAZZIRE!" La sua parola mi colpii: "No, Edward. Non lasciare che la follia si impossessi di te. Io...Io…" Titubai per aggiungere altro e poi esplosi: "Io non posso farcela senza di te" Lui parlò subito: "Neanche io amore. Neanche io posso farcela" Era completamente rassegnato a lasciarsi andare. Io mi indurii: “Tu puoi! Anzi, devi farcela. Per Renesmee…per  ME" Edward rimase in silenzio per un attimo, dopo sussurrò: "Ci proverò" Io sorrisi alla sua risposta mentre lui riparlò subito: "Mi manchi amore". Come era dolce e fragile in quel momento. Avrei voluto stringerlo a me e consolarlo: "Anche tu mi manchi, ma non preoccuparti…" Dovevo aiutarlo in qualche modo. Dovevo dargli qualche speranza. Mentre la mia bocca fece per riaprirsi, lui disse: "Ti aspetterò. Non voglio sapere nient’ altro, va bene cosi. Sono qui che ti aspetto. Sempre". Edward aveva intuito tutto e per non mettermi in difficoltà, aveva troncato la conversazione. I miei occhi brillarono di stima verso di lui. Inghiottendo un boccone amaro, dissi: "Devo andare" Non avrei mai voluto chiudere quel cellulare. Era l'unica cosa che ancora mi impediva di crollare. Edward, maturo come sempre: "Certo" Acconsentì, senza domande. Rimanemmo al telefono in silenzio, per ascoltare l'uno il respiro dell'altro. Insieme, nello stesso istante dicemmo: "Ti amo". Eravamo due anime gemelle. Niente e nessuno poteva dividerci. Quanto mi costò quel gesto bruto. Chiusi di scatto lo sportello del telefonino, senza pensarci. Non avrei mai potuto riattaccare la conversazione in modo consenziente. L'unico modo per riagganciare, era chiudere e non pensarci. Le ondate di malessere, mi sfinirono, facendomi appoggiare al muro: "Tutto bene?" Chiese Andrew al mio fianco. Non risposi. Edward, aveva appena parlato con me e tutto ciò che desideravo era lui. Avrei voluto averlo al mio fianco in quel momento. Leah, mi mise una mano sulla spalla: "Dai, manca poco e lo rivedrai". Sospirai. Mi alzai in piedi: "Hai ragione, andiamo." Ci dirigemmo nuovamente verso il prossimo aereo che ci avrebbe portati a Forks. Salii sul volo con la testa già tra le nuvole. Pensieri...pensieri. Da quando ero partita, ero caduta in uno stato d’impasse.  Adesso era il momento di risvegliarsi. Edward e Renesmee, mi aspettavano. Chissà quanto era cresciuta la mia bambina in soli tre mesi? Il tempo per lei passava cosi in fretta, che di giorno in giorno non la riconoscevo. Era sicuramente bellissima e speciale, come suo padre. In lei, Edward vedeva me, ma, il mio parere era diverso. "Cosa gli dirai appena lo vedi?" Mi chiese Leah, curiosa. Io al pensiero di vederlo sorrisi: "Niente. Non penso dirò qualcosa. Voglio abbracciarlo forte e stringerlo a me" Lei sorrise: "Penso che lui sarà d’accordissimo". Io abbassai lo sguardo imbarazzata, ma l'idea non mi dispiaceva affatto, ero felicissima. Andrew rimase ad osservarci e ad ascoltare i nostri discorsi senza intromettersi. Si fece serio per un attimo: "Bella, e se lui non volesse perdonarti? Se non ti amasse più?" Mi uccise. Ricordai quando Edward mi aveva lasciata. Ripensai al dolore straziante che mi accompagnò nei mesi bui senza fine. Ma neppure allora, smisi di amarlo. Cercai di dimenticarlo, di sostituirlo, ma non ci fu verso. Le mie paure avevano preso forma e si erano rivolte a me, in forma di domanda. Avrei risposto sinceramente: "Quello che Edward deciderà di fare, per me andrà sempre bene. Io lo amerò comunque." Andrew sorrise, e scherzò subito dopo: "Non rattristarti, era solo un’ ipotesi assurda. Mi è sembrato chiaro al telefono: "Mi strizzò l'occhiolino. Restituii il sorriso. Era vero, Edward aveva detto che mi amava -ancora-. Mi tranquillizzai, ed attesi che l'aereo arrivasse a destinazione.

Mi avvicinavo sempre più alla meta e la paura si fece più forte e reale. Nell'arco di quindici minuti, avrei rivisto i volti che avevo abbandonato senza un saluto. Nei mesi trascorsi senza di loro non mi ero soffermata a pensare alla famiglia Cullen. Cosa avrebbero detto di me? Il mio unico pensiero era Edward e Renesmee, trascurando gli altri. Rivedendo i luoghi che mi appartenevano, e le zone famigliari, nella mente si aggiunsero nuovi dubbi e nuove preoccupazioni. La voglia di tornare a casa era immensa, ma era altrettanto intensa la paura di scontrarmi con la realtà. Ormai la strada era breve. Eravamo già entrati a Forks. La giornata era scura e piovigginosa e mi si aggiunse un velo di tristezza. Sam era venuto a prenderci dall'aeroporto. Eravamo in macchina in un imbarazzante silenzio che non badai affatto. La mia mente era altrove. Guardavo le gocce scorrere sul vetro della macchina, pensando alla strada che mi separava da loro. Mi persi nei pensieri e non mi accorsi che la macchina si era fermata."Bella, siamo arrivati". Mi girai di scatto spaventata. Guardai Leah che mi osservava con dispiacere. I miei movimenti erano lenti e preoccupati. Assorta, gettai lo sguardo sulle persone che erano in macchina con me. Poi mi girai per osservare casa Cullen. Tutto era rimasto come prima, ma i sentimenti delle persone che ne abitavano, erano cambiati? Sentii una mano che stringeva le mie. Andrew al mio fianco si era accorto del mio ripensamento, o per meglio dire…-della mia-codardaggine."Vai Bella. Prima o poi dovrai affrontare questo momento. Non sarai sola, noi saremo con te"Leah, si girò sorpresa: "Penso sia meglio che Bella parli da sola con loro" Andrew mi rivolse lo sguardo in cerca del mio parere. Attesi un attimo prima di rispondere: "Leah ha ragione. Devo andare da sola" Andrew annuì e disse: "Come preferisci. Se c’è bisogno noi saremo qui intorno" Io li guardai: "Grazie". Scesi dalla macchina. Camminai lenta verso la porta di casa. La pioggia bagnava il mio viso, ma in quel momento c'era già qualcosa dentro me che mi raffreddava. Attesi davanti all'uscio prima di entrare. Non sapevo cosa stessi aspettando. Guardai per terra, nella speranza che le mie ansie si volatilizzassero. La porta si aprì di scatto facendomi alzare la testa: "Bella!" Alice si era gettata su di me, stritolandomi: "Ti ho vista arrivare! Sono contenta che sei tornata". Non riuscii a parlare, ma sorrisi goffamente: "Sono contenta di vederti Alice" Parlai temendo una sua reazione. Lei si distanziò da me e mi guardò con aria semi seria: "Non azzardarti mai più a sparire senza dirmi nulla. Pensavo che io fossi speciale per te" Mi rattristai: "Mi dispiace" Lei non proseguì il discorso. Era cosi contenta di vedermi che non voleva distruggere quel magico momento, mi afferrò per la mano e mi spinse dentro: "Ne parleremo dopo, ora vieni" La seguii a stento. Alice mi trascinava insistente ed io appesantivo i miei passi per ritardare il giudizio universale: "Guardate chi c è?" Urlò Alice. I Cullen spuntarono dal nulla in pochi secondi. Gli occhi sbalorditi di tutti erano su di me. Abbassai la testa preoccupata. Ecco! Adesso sarebbero giunte le accuse e le ingiurie. Ovviamente me le meritavo tutte e perciò non avrei ribattuto. Esme si avvicinò a me veloce e mi baciò sulla guancia: "Finalmente sei tornata mia cara" Alzai gli occhi felice. Almeno lei non mi odiava. Il mio sguardo fece una panoramica della situazione. Sorridevano tutti, poi Emmett disse: "Bella che ci combini? Vuoi farci venire un colpo?" Tutti sorrisero senza offendermi. Rose mi guardò negli occhi: "Penso che tu voglia rivedere tua figlia?" Si accese in me la gioia. La felicità e l'amore inondarono il mio corpo senza farmi ragionare: "Si, lo desidero tanto" Rose annuì e disse: "Vado a svegliarla" S’ incamminò verso le scale. La fermai: "No. Vado io, se non ti dispiace." Non volevo perdermi mai più neanche un singolo momento con Renesmee. Rose mi fece cenno di salire ed io colsi al volo l'offerta. Per giungere al piano superiore, i gradini, si facevano sempre più difficoltosi. O sicuramente erano le mie paure ad aumentare. Mi accostai alla porta per scorgere la testa lentamente. Renesmee era nel suo lettuccio comodo, immersa nel sonno. Entrai piano e mi avvicinai al letto. Ero vicinissima a lei, ma ancora i suoi occhietti erano chiusi e non poteva vedermi. Avrei aspettato che si svegliasse, ma la voglia di sentirla ridere e giocare, mi annullò la pazienza.

30)Capitolo-RITORNO A CASA

Mi sedetti al suo fianco e le baciai le mani. Renesmee si girò lentamente e mosse gli occhietti. Era sul punto di richiuderli per riaddormentarsi, che io la disturbai: "Piccola" sussurrai per non spaventarla.

Lei aprì subito gli occhi e si alzò.

Sedendosi, con voce spezzata dal sonno e dalle lacrime che stavano per venire giù disse: "Mamma sei tornata".

Scoppiò a piangere e mi strinse il collo. Era tra le mie braccia adesso e per baciarla ovunque le scompigliai i capelli: "Non piangere amore, mamma è qui adesso".

Renesmee non smetteva di piangere, e tra i singhiozzi riuscii a sentire le sue frasi spezzate: "Resterai sempre con me ora? Non andrai più via, vero?"

Povera piccola mia!

In quel momento avrei voluto buttarmi giù da un burrone pur di non ascoltare le sue parole sofferenti. Non riuscivo a piangere insieme a lei, ed il mio dolore atroce saliva fino in gola facendomi soffocare. Renesmee si preoccupò del mio silenzio e con gli occhi spalancati mi guardò emanando uno strillo di paura.

"No no...piccola mia. Non me ne andrò mai più, te lo prometto".

La tranquillizzai continuando a stringerla tra le mie braccia. Aspettai che si calmasse mentre le accarezzavo i capelli. Era cresciuta. Dimostrava cinque anni adesso. I suoi capelli erano più lunghi e scuri. Il suo viso rotondetto si era fatto leggermente più sfilato e i suoi occhi erano più luminosi. Notavo i boccoli concentrati sulle punte, mentre il resto dei capelli scendevano morbidi sulle spalle.

Era una bellissima bambina. Mi ero persa quel suo tratto di vita ed avrei dovuto recuperare. Rimasi in silenzio finché i suoi singhiozzi non smisero di risuonare. Orami si era tranquillizzata. La guardai negli occhi: "Andiamo giù?" Lei annuì felice della parola ‘ANDIAMO’.

 Finsi di non pensarci davanti a Renesmee, ma ero preoccupata per Edward. Non lo avevo visto entrando. Non era in casa e nessuno lo aveva nominato. Scesi svelta, nella speranza di trovarlo di sotto.

Arrivammo giù e lui non c'era. Vidi Rose, Carlisle, Alice ed Esme. Adesso mancavano anche Jasper ed Emmett. Allora chiesi per apparire meno pensierosa del solito: "Dove sono gli altri?"

Alice mi guardò e avvicinandosi si chinò sulla bambina: "Visto che la mamma è tornata? Te lo avevo detto io. Sei contenta?" Renesmee rispose urlando: "Si!"

Guardai Alice curiosa: Non aveva risposto alla mia domanda.

Mi rigirai verso di loro che lessero nei miei occhi la preoccupazione che mi stava divorando. Carlisle spiegò: "Sono andati a cercare Edward. E' da ieri che è sparito dopo la tua telefonata."

Mi irrigidii e guardai Renesmee, per riuscire a capire quanto mia figlia sapesse di questa storia. Lei mi guardò negli occhi e mi strinse di più la mano, facendomi vedere i suoi pensieri. Vidi Edward disperato, denutrito e agonizzante. Sentii le parole dette in mia assenza e le inaspettate visite dal Clan di Claudia. Il tutto mi penetrò dentro come se l'avessi vissuto insieme a lei. Sapeva che suo padre era fuori di se ed era a conoscenza della probabilità che Claudia e i suoi avrebbero potuto portarla via.

"Mi dispiace".

Le dissi, vergognandomi della mia assenza nel momento del bisogno. Poi mi girai verso Carlisle, sicura di poter parlare liberamente:

"Cos è successo ad Edward? Dove pensi sia andato?"

Lui mi rispose sconsolato:

"Non saprei dirti Bella. A mio parere crede nel tuo abbandono definitivo e vuole lasciarsi morire. Ha cercato di lottare contro questo desiderio per tenere Renesmee stretta a lui, ma col passare dei giorni si è perso dentro ai suoi stessi sentimenti e non riesce a trovare la strada del ritorno. Amare cosi intensamete è raro Bella. Non è facile sopravvivere ad esso".

Io ero la causa del suo dolore. Io avevo fatto smarrire Edward nelle sue paure...ed io era l'unica che gli avrebbe indicato la via del ritorno. Dovevo farlo.

Mi girai verso mia figlia -l'unica persona in grado di soffrire quanto me per il padre- le dissi:

"Tesoro, devo aiutare papà. Te la senti di rimanere qui con zia Rose e gli altri, mentre io vado a cercarlo?"

Renesmee mi guardò dubbiosa. Io le risposi immediata:

"Tornerò presto".

Il suo sorriso si aprì leggermente:

"Me lo hai promesso".

Io la bacia: "Certo"

E mi alzi decisa.

"Vado a cercarlo. Se dovesse tornare ditegli di aspettarmi e chiamatemi".

I volti dei miei ‘nuovi’ famigliari presenti mi incoraggiarono ad andare e sorrisero.

Io uscii svelta dalla porta in cerca del mio amore perduto.

Appena mi ritrovai fuori, vidi Jasper ed Emmett che tornavano:

"Bella, vai già via?"

Chiese ironico Emmett sorridendo. Non badai alla sua battutaccia e mi rivolsi con lo sguardo a qualcuno più serio:

"Jasper, lo avete trovato?"

Il mio volto era la dimostrazione delle mie preoccupazioni. Lui mi guardò perplesso:

"Non ancora".

Il suo sguardo era fermo e duro. Cominciai ad avere paura.

Paura di non rivederlo, paura di perderlo per sempre.

Il mio respiro si fece più ansioso e ormai il mio sguardo era ovunque, in cerca della sua dolce figura. Emmett capì l'intensità della situazione e divenne subito serio:

"Dai Bella, tranquilla. Tornerà".

Mi disse dandomi un colpetto sulla schiena. Il mio atteggiamento non mutò, ma pian piano sentii alleviare le mie paure. Jasper cercava di farmi stare meglio, usando il suo indispensabile potere. Lo guardai un pò arrabbiata:

"Perché non lo hai usato su di lui?"

I miei occhi erano freddi. Jasper non si intimorì, riuscendo a capire benissimo il mio concetto:

"Lo fatto".

Mi rispose calmo. -LO AVEVA FATTO?- E nonostante questo il mio Edward era quasi impazzito? Non volevo immaginare quale fosse allora il suo atroce dolore. Edward ai miei occhi era sempre apparso forte e indistruttibile;

non avrei mai pensato che la mia mancanza potesse provocargli una simile reazione. Infondo il suo sentimento era uguale al mio. Se fosse successo a me ‘di nuovo’ non sarei sopravvissuta. Lui, dentro, era sempre stato più sensibile di me in tutto, preoccupandosi del mondo intero, ed era logico che la sua agonia sarebbe stata più forte. Conoscendolo in questo momento si odiava per la sua emotività, non riuscendo comunque a farne a meno.

Alzai lo sguardo decisa:

"Vado a cercarlo, ci vediamo dopo".

Dissi già in cammino verso il bosco. In lontananza sentii le loro voci:

"Bella, fa sempre cosi. Verrà da solo!"

Emmett urlava. Non fu la sua frase a trattenermi, ma le parole bisbigliate di Jasper:

"Quando Edward si mette in testa una cosa...magari VUOLE rimanere solo".

Già lontana e di spalle, rallentai il mio passo per rispondere:

"Non mi importa. Voglio vederlo! E lui...non è solo. Non lo sarà mai più".

Senza attendere le loro risposte, corsi tra gli alberi. Non sapevo dove cercare, ma questo non mi avrebbe fermata. Nulla lo avrebbe fatto. Dovevo vedere Edward.

Andai nella nostra dolce dimora e mi sorpresi. La casa era come abbandonata. Non c'era polvere o disordine, ma erano chiari i segni del inutilizzo. Tutto era come lo avevo lasciato.

Notai che mancava il grazioso centro tavola che Esme mi aveva regalato. Ma non mi soffermai sull'accaduto. Non mi importava, volevo trovare Edward. Scrutai in tutte le stanze ma lui non era li. La paura di perderlo si fece più intensa. Quella casa e tutto ciò che ne apparteneva era un ricordo chiaro e fermo della felicità trascorsa insieme a lui. Mi fece male.

Senza pensarci ritornai fuori. Respirai affondo fermandomi sulla porta. Ripresi subito coscienza di ciò che stavo facendo. Nulla mia avrebbe fermato.

Corsi nuovamente verso l'ignoto, quando una frase distante nei miei pensieri riaffiorò nella mia mente: Lo abbiamo trovato diverse volte nella radura in preda al dolore.

Era stato Jacob a dirmelo al telefono il giorno prima. Certo!

Il posto più scontato dove a nessuno gli sarebbe saltato in mente di cercarlo. Per questo motivo Emmett e Jasper non lo avevano trovato. Mi affrettai sorridendo della consapevolezza di trovarlo e mi diressi alla radura.

La pioggia continuava a cadere lenta sulla mia pelle. Avanzai nell’oscurità del bosco, verso la radura. Intorno si udiva solo il rumore delle foglie bagnate e dei miei passi veloci. La rapidità che usai mi impedì quasi di vedere la strada. Arrivai cosi velocemente, da non dare neanche il tempo alla mia mente di mettersi in funzione. Mi ritrovai davanti a quello spettacolo emozionante (come sempre). Davanti ai miei occhi la distesa di fiori colorati, immersi nel verde. Il cielo ormai si perdeva all’orizzonte e si udiva il fruscio dell’acqua caduta. I miei occhi vagarono impazziti. All’improvviso vidi una figura perfetta. Mi dava le spalle ed era seduta. Si avvolgeva le gambe tra le braccia ed il volto coperto in esse. Avrei riconosciuto Edward tra mille figure. Il mio amore era li. Finalmente lo avevo trovato. Il mio cuore si riempì di gioia e il mio corpo si inondò di dolce calore. Non mi mossi e rimasi immobile a guardarlo. La pioggia continuava a scendere. Neppure il buio e il mal tempo in quel momento riuscì a rendermi triste. Non avrei sofferto neppure tra le fiamme dell’inferno se al mio fianco ci fosse stato il mio angelo ‘Edward’. Il silenzio all’improvviso diventò armonioso, e non badai all’atmosfera ombrosa che si stava creando. Tutto il mio mondo, adesso, era concentrato su di lui. Cosa avrei dovuto dirgli? La paura e la voglia si misero a litigare tra loro. Mentre attendevo l’esito della lotta sentii in maniera lieve un sussurro provenire dalle sue labbra: ”Bella.”

Mi stava chiamando! Mi stava pensando! A quel punto vinse la voglia di averlo tra le braccia e stringerlo a me. Feci un misero passo verso di lui e l’erba bagnata sotto ai miei piedi fece rumore. Edward se ne accorse ed inclinò la testa senza alzarla. Fu di nuovo silenzio e la paura tornò a farmi visita.

”Vattene.”

Disse arrabbiato e deluso. Quello fu un colpo al cuore. Dubitavo che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere, ma la mia mente rinnegava che il ‘prima o poi’ sarebbe stato subito. Rimasi pietrificata nel tremolio delle mie mani. Se il desiderio di Edward era quello di non avermi davanti agli occhi, io lo avrei esaudito.

Mi girai per andarmene e lui disse:

”Non posso neanche soffrire in pace, Jacob?”

JACOB??? Mi aveva chiamata ‘Jacob’?  Allora non era a me che si riferiva prima. Il sorriso mi illuminò il viso, e decisa avanzai. Edward temendo che Jacob fosse li per consolarlo, si era nascosto di nuovo il viso tra le gambe. Mi avvicinai a lui, piano, quasi temessi di toccarlo, di romperlo per la sua fragilità. Lo guardai assorta. Era bellissimo. Aveva i capelli bagnati e i vestiti sporchi e inzuppati d’acqua. Le sue mani erano più bianche del solito. Tra le braccia incrociate riuscii a scorgergli un piccolo lembo di guancia. Lentamente allungai un dito verso di lui per sfiorargli il triangolo di volto che vedevo. Sentivo l’incrementarsi della pioggia su di noi, ma non mi importò nulla. Niente aveva importanza,oltre lui. Al mio tocco Edward alzò di scatto la testa e sgranò gli occhi.

Non so descrivere cosa vidi nel suo volto: Speranza, gioia, allegria, gratitudine e tanta voglia di amore. Scattò in piedi e mi travolse:

”Amore mio.”

Il suo forte abbraccio improvviso mi fece traboccare e cadere a terra. Lui sembrò non accorgersene. Non faceva altro che baciarmi ovunque:

le mani, il viso, i capelli, le labbra…ovunque.

Ridevamo come due sciocchi. Le sue braccia non smettevano di stringermi ed io ne ero felice. Per un po’, tra noi, le parole non furono necessarie. I nostri sguardi si rincontrarono e le nostre labbra si unirono in un lungo bacio dolce e appassionante. Dal movimento delle sue labbra riuscii a percepire il suo dolore. Era duro, triste, disperato ed avaro. Non voleva perdermi di nuovo. Le mie mani accarezzarono i suoi capelli bagnati. Quanto mi era mancato!

Lo fissavo incantata. Guardavo i suoi occhi profondi, i lineamenti delle sue carnose labbra. Lo desideravo sempre di più.

Edward lesse il mio desiderio e mi baciò più intensamente di prima. La voglia di averci e la felicità di esserci riuniti ci travolse sotto le gocce fredde della pioggia.

Mentre le sue mani mi sfioravano il volto notai le sue dita rinsecchite. Ebbi un attimo di lucidità ed afferrai la sua mano per osservarla. La bacia e lo guardai triste:

”Mi dispiace.”

Lui inclinò la testa:

”L’importante è che sei tornata, il resto non conta.”

I miei occhi chiedevano scusa, ma le mie labbra si concentrarono su di un  discorso diverso.

”Che ti è successo Edward?”

Dissi osservando lo stato in cui era ridotto.

Lui vergognandosi del suo aspetto, abbassò il volto:

”Non lo so amore. Quello che so è che tu sei entrata nella mia vita per stravolgere il mio mondo e…se tu non ci sei…il mio mondo cade a pezzi.”

La sua voce era un lamento.

Lo baciai per tranquillizzarlo e lui ricambiò volentieri.

Poi continuai:

 “Che fine ha fatto Claudia?”

Lui irrigidì la mascella:

”Torneranno. Appena sei partita, lei ed una parte del suo Clan, ci hanno fatto visita ed io sono stato sul punto…”

Si fermò un attimo.

”Jacob e la mia famiglia mi sono stati molto vicino e siamo riusciti a tenergli testa. Abbiamo vinto la prima battaglia, ma non la guerra.”

Io non risposi. Adesso ero li con lui. Niente mi faceva più paura. Una domanda mi sfiorò la mente:

”Edward, posso chiederti una cosa?”

Lui sorrise:

”Tu puoi chiedere e farmi ciò che vuoi. Come vedi sono tuo schiavo per sempre.”

Si riferì all’ agonia involontaria che gli avevo causato.

Parlai in fretta:

“Cosa hai pensato di me? Mi hai odiato anche solo per un attimo? E la tua famiglia?”

Lui in principio sorrise della mia raffica:

”Sono più di una domanda.”

Poi divenne serio:

”No! Non ti ho mai odiato e neppure ho pensato minimamente di farlo. Non potrei mai, neanche se me lo imponessi. La mia famiglia ha cercato di capire, ma ti vogliono bene, non preoccuparti. In verità all’inizio ho temuto il peggio. Ero convinto che la causa della tua fuga fossi io. Ho dubitato di me stesso e dell’amore che nel tempo tu potessi aver smarrito nei miei confronti…”

Feci per parlare ma lui continuò:

”Ma infine sono giunto alla verità. Il nostro amore era troppo forte e vero per sparire in un soffio. Inoltre tu, hai sempre dimostrato di amarmi, rinunciando a tutta la tua vita per me. Quindi questo mi bastò. Sapere che la causa della tua fuga non fosse l’amore che provavi per me, dava coraggio. Almeno per un po’, finché la paura di non rivederti più mi travolse in un pozzo fondo senza uscita.”

Lo accarezzai.

”Mi dispiace Edward. Ti spiegherò tutto, ma prima…un ultima domanda.”

Lui tornò sorridente,e mi accarezzo i capelli”La mia misteriosa e dubbiosa-Bella-“Non potevo arrossire,ma la sensazione che provai fu la stessa. Dopo di ché aggiunsi”Tra te e Claudia,è successo qualcosa in mia assenza?”Espressi piano la mia domanda,nel timore della sua risposta. Edward disse”Certo! Cosa credevi, che sarei rimasto ad attenderti in eterno? Mi sono dato un po’ da fare.”

Io mi ghiacciai e spalancai gli occhi. Edward rimase fermo per un attimo a guardarmi, poi sorrise:

”Ma che vai pensando? Non potrei mai stare o desiderare un'altra donna. Non dopo aver incontrato te sul mio cammino.”

Mi baciò la mano,in segno di devozione. Io sospirai rasserenata e sorrisi di imbarazzo:

”Era per chiedere”.

Edward mi strinse a lui e disse:

”Mi piace quando sei gelosa."

Il tempo sembrò magicamente fermarsi. Tutto era perfetto. Mi trovavo al suo fianco e la pioggia aveva cessato di cadere. La notte era calata, ma tra le sue forti braccia nulla mi appariva in maniera spaventosa. Rimanemmo abbracciati, senza parlare. Era un atmosfera bellissima da infrangere. La serenità mi avvolse il cuore, e la gioia di averlo mi tranquillizzava. La radura era il luogo de nostro primo vero incontro. Solo allora avevo scoperto che Edward era un vampiro ed avevo accettato ugualmente il suo invito. Ci ritrovammo soli in quel posto bellissimo e sconosciuto, ed io non ebbi paura di lui. Non ne avevo mai avuta. Edward era la persona più umana e più sensibile che avevo incontrato in vita mia. Adesso, come allora, eravamo insieme in quel magico luogo, innamorati come sempre ed uniti dal filo del destino per condividere a stessa sorte. Il nostro era un amore inspiegabile, e fortissimo.

"Che stai pensando?"

Mi chiese curioso, ma dolce.

Io sorrisi, e senza rispondere mi appoggiai a lui, cercando di annullare il mio scudo. Lui capì:

"Non c’ è bisogno. Mi basta sentirtelo dire. Sei già abbastanza stanca."

Non badai alla sua preoccupazione e mi concentrai. In me comparsero nuovamente quei dolci ricordi: il nostro primo bacio, l'intensità dei nostri sguardi, le mie paure di inferiorità tra lui e me, e tutta la serenità che il nostro incontro aveva portato. Mi sorpresi della sua stretta. Non pensavo fosse ancora cosi forte dopo giorni e giorni di denutrizione. Mi strinse il volto tra le mani e mi baciò intensamente senza limiti, senza dolori...solo passione. Si allontanò da me solo per guardami negli occhi:

"Non sei mai stata inferiore a nessuno amore mio."

Riprese a baciarmi infuocato. Era difficile resistergli ma dovetti.

Prima di tutto io ed Edward avremmo dovuto parlare.

Mi fermai dal trasporto che Edward mi aveva provocato e guardai altrove.

Lui si spaventò della mia reazione e mi guardò ansioso:

"Cosa c è?"

La sua voce lasciò credere che le sue paure fossero rivolte ad altro.

Mi girai subito:

"Niente…niente in quel senso. Volevo…ecco...volevo parlare con te prima."

Mi vergognai subito. Era mio marito ed avevo avuto una bellissima figlia da lui…ma parlare di queste cose per me, era sempre imbarazzante. I suoi bollenti spiriti si calmarono e respirò a fondo per rilassarsi. Preso di nuovo possesso del suo corpo, Edward mi riguardò dolcemente:

"Dimmi Amore."

Volevo parlare! Ma non sapevo da dove iniziare.

A tratti riuscì ad emergere qualche parola scomposta: "Volevo…scusarmi…cioè…volevo spiegarti perché sono andata via."

Ero quasi titubante.

Lui non rispose e rimase immobile, attendendo che io continuassi. Non volevo prolungarmi più di tanto visto che dopo quel tipo di discorso, avrei dovuto affrontarlo anche con la sua famiglia e con mia figlia. Perciò sintetizzai, e dissi tutto d’un fiato:

"Jacob mi ha raccontato una leggenda…"

Il suo viso arrabbiato m’ interruppe.

"Sempre lui! Dopo farò i conti con Jacob."

Mi incitò a continuare con un gesto. Proseguii:

"Non prendertela con lui. Jacob tiene a Renesmee tantissimo e lo ha fatto per lei."

Edward sgranò gli occhi:

"Renesmee? Cosa c'entra lei?"

Ecco!! Non poteva capire se non spiegavo tutto. Sbuffai dolcemente e continuai:

"E' solo per lei che sono andata via."

Il suo sguardo era accigliato e confuso. Spiegai:

"La leggenda di Jacob parlava di un ragazzo vampiro-lupo, che attraverso una CURA creata in India, tornò ad essere umano."

Lo guardai presa dalla storia ed aspettavo una sua reazione. Edward rimase fermo:

"E con ciò?"

La sua calma mi agitava; mi allontanai per alzarmi e cominciai a gesticolare, mentre lui seduto mi guardava stupito:

"Come? Ma non capisci? Una CURA!"

Edward non rispose e i suoi occhi erano più sorpresi di prima. Decisi di essere più precisa:

"Una cura per nostra figlia! Se Renesmee l'assumesse potrebbe diventare completamente umana."

Edward aggrottò le sopracciglia:

"Perché dovrebbe? Pensi che Renesmee non sia felice cosi com’è?"

Le sue parole mi colpirono. Non mi ero mai fermata a pensare di dare una risposta alle domande poste da Edward. Lui non aveva torto. Rimasi in silenzio e poi sussurrai insicura:

"Non lo so."

Edward continuò sempre più dubbioso:

"Davvero pensi che tua figlia voglia cambiare la sua vita?"

No! Non lo pensavo e non lo speravo.

"Edward, non lo so. Voglio però che a Renesmee non venga tolta la possibilità di scelta. Lei deve poter scegliere cosa è meglio per il suo futuro."

Lo guardai decisa. Lui sorrise e scosse la testa:

"Quindi tu sei andata via per prendere questa -cura- per Renesmee?"

Io mi demoralizzai.

"Si."

 Proseguii subito:

"Infatti non mi scuso di questo. Sono convinta di ciò che ho fatto e so che se non avrei fatto altrimenti, mi sarei pentita...ma mi scuso."

Lo guardai negli occhi ferita e triste:

"Per averti abbandonato. Per averti fatto soffrire. Non ho potuto dirti nulla a causa di Claudia. Sapevo che attraverso te, lei lo avrebbe saputo e non volevo rischiare inconvenienti."

Edward divenne serio:

"Adesso capisco tutto."

Mi afferrò la mano e mi tirò a se, facendomi cadere in ginocchio tra le sue gambe. Ancora mi teneva il polso, e guardandomi negli occhi mi disse:

"Non devi scusarti di nulla. Adesso sei qui con me. Capisco le tue paure e le tue insicurezza nello scegliere un futuro per nostra figlia, ma ti assicuro che Renesmee è felice con noi. Hai fatto comunque bene a darle una possibilità di scelta. E' per questo che ti amo cosi tanto mia dolcissima e premurosa Bella."

Proseguì:

"Grazie di avermi dato la possibilità di amarti e di renderti felice. Grazie di avermi donato una creatura bellissima e straordinaria come te. Non voglio sentire scuse di nessun genere dalla tua bocca. Ti amo tantissimo."

Il mio cuore esplose. Lo guardai negli occhi e capii quale fossero le sue intenzioni. Ormai la notte era sopra di noi e ci avvolgeva nell'oscurità come un enorme coperta. Prima che le sue labbra mi baciassero, io bisbigliai:

“Non sarà meglio che prima andiamo a caccia? Sei così mal nutrito Edward."

Lui sorrise mentre mi stringeva e mi baciava sul collo:

"PRIMA?"

sbuffò scocciato:

"Non voglio niente -prima- voglio tutto DOPO. Adesso è te che voglio."

Il mio copro ardeva vicino a lui. Delicatamente cercai di passargli le dita tra i capelli cercando di non incoraggiarlo. Continuò a baciarmi insistente ed io sospirai tra un affanno e l'altro:

"Ma è da mesi che non ti nutri. Possiamo...riprendere…"

Lui mi interruppe con un bacio (uno di quelli proibiti nella natura umana) e appena lasciò le mie labbra per continuare altrove, disse confuso dall'atmosfera ormai creata:

"Ti stupiresti della mia resistenza."

Non riuscii più a dire nulla. Mi lasciai affogare nel desiderio e nella passione che ci apparteneva. Anche io lo volevo.

Adesso!

Con forza mi sdraiò a terra stringendomi a lui. Le mie mani cercarono le sue. Il desiderio di averlo di nuovo tutto per me era fortissimo. Lo allontanai appena per sbottonargli con fretta quella sua camicia bagnata che lo avvolgeva. Non riuscivo ancora ad abituarmi alla sua bellezza sovrannaturale. Sotto le dita sentivo scorgere i suoi addominali scolpiti. La sua bianchissima pelle brillava nel buio come un diamante. Era quello:

Una pietra rara e preziosa.

I suoi occhi neri e intensi mi rapirono. Fui trasportata completamente...non riuscendo più a trattenermi.

32)Capitolo-L'AMORE

EDWARD

Bella era con me. Che forte emozione era riaverla. Da anni non dormivo ed avevo dimenticato la delicatezza della notte...ma in quell'istante mi sembrò di sognare. Il mondo aveva ripreso a girare ed aveva il suo valore esistere in quel giorno. Il mio amore era tornato. Non mi importava più né il come né il quando o il perché...mi importava solo riaverla tra le braccia, baciarla e guardarla. Che privilegio avevo, vile vampiro con una simile fortuna. Una stella era caduta tra le mie mani e con forza ed arroganza l'avevo trattenuta in questo mio mondo buio, privandola del suo splendore ed impedendogli di brillare. Ma Bella era pur sempre una stella della notte. La sua bellezza era ineguagliabile. La guardai sempre più avaramente. Invidiavo chi in questi giorni le fosse stato accanto, chi l'avesse sentita parlare o l'avesse guardata negli occhi. Io non ero con lei e questo mi tormentava. Non dimostravo niente di tutto ciò alla mia principessa perduta perché temevo che la folle ossessione verso di lei me la avrebbe portata via (di nuovo).

Amore, dolore, passione, ossessione...che miscuglio di emozioni mi trapassarono il corpo. Volevo stringerla a me, sempre più forte.

La paura di farle male mi impedì di agire come pensato, ma non mi fermò.

Le sue dolci guance erano sotto le mie dite. Quanto me, il suo corpo cercava il mio.

Toccavo i suoi capelli morbidi e profumati, desiderandola ogni minuto di più.

Dire bellissima era un’offesa. Quel singolo vocabolo non definiva ciò che Bella era sotto i miei occhi. Tutto di lei mi attraeva. La sua dolcezza, la sua gelosia, il suo modo di sorridere e di toccarsi i capelli.

In sua presenza non riuscivo a ragionare.

Ricordai la prima notte di nozze. Per me fu uno shock provare cosi tanto desiderio e farne uscir fuori solo una misera parte.

Nonostante ciò, Bella aveva riportato gravi lividi sulla sua delicatissima pelle. Tutta la notte avevo cercato di trattenermi, di non lasciare emanare nulla del mio desiderio arduo...ma le miei mani non mentirono.

La strinsero forte, provocandole dei lividi. Adesso Bella era in grado di sopportare la mia folle passione, perciò non riuscii a trattenermi. Non capii se i suoi vestiti fossero già tolti o se fossi stato io l’artefice del loro abbandono per terra...ma sentii il suo corpo bellissimo e nudo accostato al mio.

Come era calda e morbida. La sua pelle brillava insieme a me e le sue linee perfette mi fecero distrarre per un attimo.

La osservai senza parlare. Bella era completamente presa dal momento, che non si accorse dei miei occhi ammiranti.

Si stese su di me, accarezzandomi i capelli e baciandomi il contorno delle labbra. Non potei fare a meno di chiudere gli occhi ed affondare nel piacere.

Sotto le mie dite sentii ancora i suoi capelli inumiditi dalla pioggia. Con l'altra mano la strinsi dietro la schiena, portandola a me.

Eravamo un tutt'uno. L'amore che ci inondò fu spaventoso.

Il mondo era sparito. Esisteva solo lei. Io, lei e il nostro amore. Niente più paure e preoccupazioni. Solo Bella.

Speravo che la notte non finisse mai lasciandoci il tempo di vivere la nostra passione.

Il mio corpo continuava ad emanare calore infuocandomi. La stringevo forte tra un respiro e l'altro. Le mie labbra non lasciarono mai la sua pelle. Persi completamente la testa. Non riuscivo a pensare ma solo a desiderare ancora. La volevo più di ogni altra cosa al mondo. Questo sentimento invadente mi fece ritrarre. Mi allontanai da lei, spaventato.

L'amavo troppo da non pensare alle conclusioni che avrebbe tratto dal mio atteggiamento. Il desiderio era forte ma l'amore che provavo per lei era infinito. Cosa avrebbe pensato di me?

Non badò al mio distacco in principio. Il suo respiro si fece sempre più profondo tirandomi a se con forza.

Percependo la leggera perdita di stretta dalle mie braccia, mi guardò seria per un attimo:

"Cosa c'è?"

Non riusciva neppure a parlare. Dovetti attendere un attimo prima che i miei sensi tornassero al proprio posto e poi le sussurrai:

"Ho paura."

Bella sgranò gli occhi:

"Di cosa?"

La sua scintilla non si era ancora affievolita.

Le sorrisi e parlai sinceramente:

"Non mi controllo."

La sua espressione fu divertente:

"Nemmeno io, perché non si nota?"

Nonostante il discorso cominciava a prendere una piega importante, dentro di me non smetteva di ardere la passione. Non mi distrassi dal guardarla per non perdere il filo del discorso e risposi:

"Non è la stessa cosa. Ho paura di farti del male."

Bella sorrise di gusto facendomi voltare nella sua direzione sorpreso.

Non era divertente!

"Ancora questa storia? Credevo avessi superato questa paura, dal momento che sono diventata come te. Forse dovrei preoccuparmi io di non farti del male."

Continuava a ridere.

Accorgendosi della mia espressione impassibile tornò a guardarmi:

"Edward, non sarai davvero preoccupato?"

 Perché si stupiva?

Cercando di spiegarmi, sospirai in maniera lenta; poi parlai deciso:

"Bella, per me non è importante se sei umana o vampira. Io ti proteggerò sempre e cercherò di non farti mai del male. Mi spaventa perdere il controllo con te. Inoltre, quello che più mi fa paura sono i tuoi pensieri. Non riuscendo a leggerli non so cosa realmente penseresti dei miei atteggiamenti. Chi mi assicura che…"

Lei mi baciò impedendomi di parlare e fui di nuovo travolto dal piacere.

Quando Bella si distaccò per rispondermi, le mie labbra non vollero lasciarla andare e cercò di parlare comunque, tra un sospiro e l'altro:

"Non penserei mai male di te."

Tornò a baciarmi come solo lei sapeva fare. Mi ci volle un pò per accendere il cervello alle sue prossime parole.

"Edward, penserei male di te se non mi stringessi, se mi allontanassi come hai fatto un attimo fa."

Continuò ad affondare le sue carnose labbra sulle mie spalle e sul mio petto. Era impossibile resisterle. Con Bella la ragione non poteva esistere.

Quelle furono le parole che mi incitarono ad essere ciò che volevo essere. D'istinto senza pensarci le afferrai con una mano il viso, riportandola dal mio petto alle mie labbra. Chiusi gli occhi e mi abbandonai al desiderio di averla. Mi presi tutto ciò che desideravo. Ogni suo lineamento, ogni centimetro del suo corpo era mio. Lei si fece guidare da me come in un valzer. Non era mai stata brava a ballare, ma in quel momento sapeva gestire le danze meglio di me.

Amai e assaporai tutto di lei quella notte. Ero degno di ciò che ero:

come un vero vampiro, ero assetato della sua pelle e del suo calore. Mi sentii un po’ ‘mostro’ ma non potevo mentire a me stesso. La volevo!
Non mi accorsi che la notte era svanita, lasciando spazio alla luce per me, adesso, fastidiosa. Ero sdraiato per terra, sotto un albero. Non ricordavo neppure come ci fossi finito li visto che la mia concentrazione era altrove.

Bella poggiava la testa sul mio petto serena. Le mie mani non smettevano di accarezzarle i capelli e le guancie. Che dolce sensazione riaverla con me. Mi sembrò di aver vissuto un sogno. Ma la toccai, e la guardai ancora.

NO! Era tutto vero. Lei era li con me. Osservava le mie mani e mi baciava le dita.

Alzò leggermente il suo viso verso di me per guardarmi.

"Lo sai, avevi ragione."

Avevo ragione?

Lo sapevo, mi considerava un mostro. Non avrei dovuto lasciarmi convincere dalle sue parole. Non incrociai i suoi occhi e mi odiai, ma Bella aggiunse subito:

"Mi sono stupita della tua resistenza. Nonostante eri debole della fame e mal ridotto...devo dire che..."

Non terminò la frase, ma il suo sorrisetto malizioso mi fece capire che era rimasta contenta.

Sospirai e sorrisi.

"Sono contento."

Rimasi a guardarla mentre si alzava e si rivestiva. Come era aggraziata e bella. Non mi sarei mai stancato di fissarla. Bella si accorse del mio sguardo.

"Non pensarci nemmeno! Devi nutrirti per bene. Non voglio averti sulla coscienza. Dopo sarò di nuovo tua."

Mi sgridava come uno scolaretto, facendomi sorridere.

Non potei immaginare la mia espressione nel guardarla rivestire, ma sicuramente era dettagliata ed impura. Risi di nuovo.

"D’accordo. Cerca di capirmi, ti ho ritrovata da poco."

Le risposi cominciando ad infilarmi i pantaloni. Bella si inginocchiò per guardarmi negli occhi.

"Anche io ti ho ritrovato da poco. Ma voglio saperti sano e...sazio."

Risposi d'istinto: "Sazio di te mai!"

Lei sorrise e mi baciò sulla guancia.
-Trovati!-

Questa voce sconosciuta ed invadente mi entrò nella mente. Chi era? Guardai Bella per accertarmi che almeno lei si fosse sistemata.

 "Bella rivestiti in fretta."

Lei si spaventò della mia tensione.

"Cosa c'è? Sono già vestita."

Mi alzai prendendola per mano e la portai dietro di me.

-Tranquillo Edward, sono un amico-

Chiunque fosse mi conosceva e ci osservava. Il mio sguardo si era irrigidito assieme ai miei muscoli, quando dal nulla apparve un uomo.

Si mostrava alto,robusto e scuro. Qualcosa mi fece insospettire. Se era un vampiro, perché i suoi occhi erano grigi?

 "Andrew!"

Bella da dietro le mie spalle urlò quel nome. Guardai lei e poi lui.

Bella era tranquilla e rilassata. L'uomo si avvicinò a noi.

 – Visto mi conosce –.

Ancora i suoi pensieri. La mia posizione non cambiò e Bella mi sfiorò il braccio, sussurrandomi:

"Edward lui è Andrew. E'un amico, rilassati."

Riguardai l'uomo incuriosito.

Come conosceva Bella?

Il tizio di nome Andrew guardò Bella e poi me.

"Sono sicuro che Edward lo sa già che non sono un nemico."

Subito i suoi occhi si posarono sul mio petto nudo. Nella fretta non avevo indossato la camicia e le scarpe. Assomigliavo molto a Jacob in quelle circostanze.

Andrew sorrise e pensò

-Ho interrotto qualcosa?-

Risposi d'istinto: "Si."
Bella non riuscì a capire il mio ‘SI’  e credette che mi stessi riferendo al discorso fatto prima riguardo alla certezza che Andrew fosse nostro amico. Avrei dovuto essere più maturo e meno impulsivo, ma ero geloso. Non conoscevo quel nuovo vampiro, ma il solo fatto che lui conoscesse Bella mi infastidiva.

Il tempo che non aveva trascorso con me, lo aveva trascorso con lui?

33)Capitolo-GELOSIA

EDWARD:


Che ironia della sorte!

Avevo sempre rimproverato (in un certo qual modo) Bella di essere stata gelosa di Claudia...e adesso? Mi stava accadendo la stessa identica cosa. Provavo gelosia. Bella era a suo agio e sorrideva al nuovo ‘Amico’.

Questo mi fece inferocire di più. Da quanto tempo si conoscevano? Che tipo di rapporto avevano? Rimasi a guardarli mentre Bella si era fatta avanti per affiancarlo. I miei occhi la seguirono confusi.

"Bella?"

Lei mi sorrise.

"Tutto bene Edward."

Poggiò una mano sul braccio di Andrew.

"Lui è il ragazzo di cui ti parlavo ieri sera. Ricordi?"

Quella mano mi innervosiva. Ma non poteva spiegarlo senza toccarlo?

Nessuno dei due sembrò accorgersi del mio sguardo assassino.

"No. Non lo ricordo."

Risposi fulminando Andrew, indirizzando il ‘NO’ alla mano di Bella.

-Figurati se può ricordare qualcosa riguardo a ieri sera-

Pensò Andrew, posando di nuovo lo sguardo sui miei pettorali.

Impassibile mi voltai per afferrare la camicia ed indossarla.

Mentre la riabbottonavo, sentii Bella, con voce preoccupata.

"Edward, non ricordi? La leggenda? Il ragazzo vampiro/lupo?"

Cercai di calmarmi. Non volevo che la mia dolce metà si preoccupasse.

Infondo ero solo…geloso.

Mi girai calmo verso di lei:

"Mmm…si. Adesso ricordo."

Il volto di Bella si rilassò, togliendo finalmente quella benedetta mano dal suo braccio. Sospirai rilassato. -ERA ORA-

"Ci ha già presentati Bella, comunque io sono Andrew."

Lo guardai per un attimo, senza capire che fare.

"Piacere mio, sono Edward: il marito di Bella."

Sottolineai quell'ultimo particolare per non far scaturire alcun dubbio.

Andrew rise della mia frecciatina.

"Si lo so. Bella non ha fatto altro che parlare di te."

Gli occhi di Andrew si abbassarono su Bella, che intimorita, distolse lo sguardo.

Non mi piaceva! C’era troppa complicità. Andrew si dimostrava maturo ed educato, ed io non mi sarei comportato diversamente, anche se Bella, non doveva essere affatto toccata!

Afferrai mia moglie per le mani, riavvicinandola a me, fingendo di chiederle qualcosa.

"Davvero? Ed io che credevo che i nervi fossero saltati solo a me."

Bella nascose il suo dolce viso sul mio petto e sorrise imbarazzata.

Riguardai Andrew:

"Immagino che tu l'abbia sopportata abbastanza allora."

Sorrisi cercando di essere gentile.

Andrew disse:

"No no, la capisco."

-E la sopporto volentieri.- Pensò.

Il mio sorriso si spense. Non riuscivo ancora a cogliere quale fosse il punto in cui Andrew stesse mirando.

Era solo gentile, o era interessato a Bella?

Mi trovai in difficoltà davanti a lui. Bella ci interruppe di soppiatto.

"Edward, mi ero dimenticata! Avevo promesso a Renesmee che sarei tornata presto."

Mi guardò preoccupata.

"Va bene, andremo subito da lei non preoccuparti." Cercai di tranquillizzarla.

Bella ci pensò su: "Che ne dici se vado a prenderla? Visto che entrambi abbiamo bisogno di cacciare, potrei chiederle di venire con noi."

Poi aggiunse subito, guardando Andrew:

"Cosi posso presentartela."

Andrew annuì. Guardai Bella sussurrandole:

"Perché devi presentargliela? Ed inoltre io, non ho intenzione di staccarmi da te neanche per un misero attimo."

Sapevo che Andrew ascoltava, ma non mi importava nulla. Bella, imbarazzata dalla situazione, mi girò verso di se, prendendomi dalla camicia, facendomi dare le spalle al nuovo arrivato.

"Edward." Sussurrò piano: "Lui aiuterà Renesmee in ciò di cui ti ho accennato ieri sera."

Incominciai ad agitarmi:

"Che significa? Bella, non ci capisco nulla."

Lei con la mano mi fece segno di abbassare la voce, e disse:

"Ti spiegherò tutto dopo quando saremo soli."

Mi guardò in cerca di una risposta.

"Non ho fretta. Ma perché non posso venire con te adesso?"

Bella sorrise dolcemente e mi sfiorò la guancia:

"Hai paura che sparisco?"

Io risposi sinceramente:

"Ho paura di starti lontano."

Passandomi la mano sul viso e sulle labbra, Bella mi disse:

"Non voglio che vieni con me perché in questo modo avrò la scusa per non fermarmi a spiegare tutta la situazione alla tua famiglia, capisci?"

Aggiunse: "Voglio che ci sia tu con me quando accadrà. E adesso la sola cosa che ti serve è cacciare."

Bella da sempre era intelligente e scaltra, ma da vampira aveva una mente irraggiungibile. Sapevo che aveva ragione e non commentai, e per ironizzare sul mio viso affranto disse:

"Se non ti nutri abbastanza, chi mi difenderà da Emmett in caso gli saltassero i nervi al momento della spiegazione?"

Rise divertita, ma sempre con la sua ineguagliabile dolcezza.

"Questo mai." Riuscii a dire in modo disperato al solo pensiero di distanziarmi  ancora una volta da lei. Bella si accorse del mio dolore.

"Dai Edward. Non ci metterò neanche un minuto. Promesso."

La guardai torvo.

"Anche a Renesmee l'avevi promesso e te ne sei ricordata solo adesso."

Lei scosse la testa in cerca di qualcosa da dire: "Ma è anche stata colpa tua se non sono riuscita a mantenere la promessa a nostra figlia. Tu mi hai...distratta."

Sorrisi del suo ‘distratta’ detto con sopracciglia alzate.

Bella tornò seria: "Ti fidi di me?"

Questo non doveva neppure chiedermelo:

"Certo che si."

Mi baciò veloce sulle labbra: "Torno subito."

Corse tra gli alberi, scomparendo.

-Mmm- Il pensiero di Andrew mi rimbombò nella mente. Mi ero dimenticato che al mondo esisteva anche lui. Che significava quel -Mmm-? Pensò di nuovo.

 Non mi piacque il suo pensiero e dovetti intervenire: "Ti prego!"

Gli urlai, alzando gli occhi al cielo. Lui si voltò verso di me, togliendo lo sguardo da mia moglie: "Cosa?"

Mi guardò curioso.

"Smettila di pensare a mia moglie in mia presenza."

Gli disse nervoso.

Lui sorrise: "Dimenticavo che potevi leggere la mente. Comunque, non ho pensato nulla di volgare o compromettente."

Cercava di tranquillizzarmi.

Lo guardai con acidità: "Non significa nulla. Ti chiedo di non farlo davanti a me. Mi stupisco delle mie reazioni ultimamente."

"Scusami è solo che...ti considero fortunato ad avere affianco una donna che ti ami cosi tanto."

Andrew parlava con calma ed in tutta onestà verso di me.

-Mi dispiace, ma è la verità- Pensò in sintonia con la sua voce.

Parlai deciso: "Non capisco Andrew."

Aggrottando la fronte: "Ma tu perché sei qui?"

Non volevo essere scortese, ma essere ben chiari dall'inizio non guastava.

Rimase a guardarmi, e poi rispose: "Sono qui per dare una mano a Bella e a tua figlia."

Istintivamente incupii la voce: "Solo?" Domandai subito.

Non riuscivo a capirlo, e se gli ponevo la domanda giusta avrei potuto leggere i suoi pensieri.

Andrew sorrise: "Non preoccuparti, non sono qui per portartela via" –anche se  me ne sono innamorato-.
Il suo pensiero mi colpì come un fulmine a ciel sereno.

Non sapevo se infuriarmi o cadere per terra.

Mi passai le mani nei capelli per l’incredulità del momento.

Guardai oltre Andrew, per evitare che qualche orribile tentazione mi sfiorasse la mente.

La mia mascella non mentiva. Ero teso ed arrabbiato. Ma non avrei dovuto, perché infondo, innamorarsi di Bella, era una tentazione difficile da resisterle. Chi non l’avrebbe amata? Una cosi dolce, bellissima e rara creatura. Non era stupenda solo ai miei occhi, ma sotto quelli di tutti.

Respirai affondo e ritornai su di lui:

"Sai che leggo i tuoi pensieri. Perché lo fai?"

Guardandolo deluso ed afflitto.

Andrew non sorrise e ne tanto meno si scompose.

"Perché voglio che tu lo sappia."

Mi freddò di nuovo. Perché? Perché voleva che io lo sapessi?

Sorpreso da quelle parole lo fissai:

"Perché?"

Andrew non rispose subito. Il suo sguardo si perse nel nulla e la sua mente cominciò a pensare.

Vidi chiaramente tutti e tre mesi trascorsi insieme a Bella.

Ascoltai le sue frasi, i suoi sussurri e… vidi i suoi sguardi, i suoi sorrisi.

Mi sembrò di avere tutto davanti a me: Bella ed Andrew, insieme.

La mano di Bella, si posò diverse volte sul viso di Andrew per accarezzarlo. Altre volte sorrideva con lui. Ascoltai le sue parole di ringraziamento attraverso la sua mente. E poi per ultimo, vidi la mia amata Bella soffrire per me, mentre Andrew le stava accanto e la consolava.

Inaspettate fuoco e fiamme attraversarono il mio corpo.

Forti spasmi mi scossero.

NO! NO! NO!

Non volevo vedere, non volevo sapere.

Il mio respiro si fece più intenso ed irregolare. La rabbia e la gelosia ormai avevano la meglio su di me.

Odiavo Andrew anche se non lo meritava. Non doveva avere l'occasione di starle accanto al posto mio. Non doveva vederla e tanto meno ascoltarla.

Ripensai alle sue piccole mani sul volto di Andrew e...mi incendiai.

Ero un mostro!

Si. Per lei, lo sarei diventato.

Cercai di tenere stretta a me quel che rimaneva della pazienza e della ragione, ma mi sfuggirono di mano.

EDWARD:

Cambiai radicalmente. L'odio mi invase come una malattia mortale. Tremai e dimenticai ogni cosa.

Con il palmo della mano lo colpii con un gesto rapido, scaraventandolo contro un albero.

Fu qualcosa di veloce, istintivo, naturale.

L'urto lo fece cadere per terra, ma Andrew non si scompose.

Lo fissai, sorpreso di me stesso. Cosa mi stava capitando?

I miei occhi erano sbalorditi, mentre i suoi erano comprensivi –Me lo aspettavo- pensò, accennando un leggero sorriso. Questo mi fece sentire più in colpa. Avevo colpito Andrew solo per pura invidia. Quel ragazzo non lo meritava.

"EDWARD!!!"

Mi girai di scatto verso la sua voce. Sapevo chi fosse e tutti, tranne lei, volevo che vedessero quell’orribile scena.

Bella era immobile che fissava entrambi. Notò la posizione scomposta di Andrew e i suoi vestiti sgualciti dall'urto. Tornò con lo sguardo su di me.

"Cos'è successo?" Mi chiese implorante.

Non riuscì a guardarla negli occhi. Come potevo? Avevo reagito come un vero animale.

Volevo sprofondare nell'inferno. L'unica mia pena era che non avrei visto più la mia amata.

"Tutto bene Bella. Non è stata colpa sua."

Andrew giustificò me, alzandosi in piedi e risistemando i suoi vestiti.

Bella non rispose, ma i suoi occhi non smettevano di fissarmi. Chiedeva e attendeva una spiegazione da me.

Non sapevo che dire. L'unica misera parola che mi venne in mente fu:

"Mi dispiace."

Abbassai lo sguardo a terra per non scontrami col suo. Non lo avrei sopportato.

Andrew mi fu affianco e mi diede un colpetto dietro la schiena:

"Non è successo niente. Capisco." Bella ci guardava sbalordita.

Nonostante il mio terribile comportamento, questo ‘Andrew’ non mi colpevolizzò.

Aveva ammesso di amare Bella, ma nonostante ciò non si intromise tra noi.

Avrebbe potuto benissimo accusarmi o ridicolizzarmi come meritavo. Invece cercò di placare le acque. Parlò per me e giustificandomi.

Lo guardai negli occhi, ammirandolo. –Te lo avevo detto che non volevo portartela via-; pensò in risposta al mio sguardo. Era proprio quello che temevo. Andrew era migliore di me in tutto, perciò se avesse voluto me l’avrebbe portata via.

Bella ci guardò senza parlare, ma i suoi occhi chiedevano risposte.

"Abbiamo un problema più grande adesso."

Alice parlò d’affianco a Bella.

Preso dal momento non mi ero accorto che ci fosse anche lei. -Edward, torna tra noi- mi sgridò Alice.

Sbattei le palpebre e la guardai:

"Di che parli Alice?"

Bella proseguì il discorso lasciando perdere il momentaneo bisticcio. "Alice ha avuto una visione. Il Clan di Claudia tornerà a farci visita presto."

La sua espressione era cupa e preoccupata. Davanti ai suoi occhi e al suo dolce viso, dimenticai il risentimento verso me stesso e non potei fare a meno di tranquillizzarla: "Amore non avere paura. Uniti gli terremo testa."

Le dissi cercando di avvicinarmi. Allungai una mano nel tentativo di accarezzarla, ma mi ritrassi subito.

Forse non voleva essere toccata dopo aver visto di che cosa era capace suo marito.

Della crudeltà che avevo dimostrato. Il suo pensiero verso di me magari era cambiato. Improvvisamente mi accorsi che Bella ed Alice erano soli:

"Dov’ è Renesmee?" Chiesi curioso.

Bella abbassò lo sguardo, perdendo la sua sicurezza. Alice,sorrise:

"Abbiamo voluto lasciarla a casa visto che vogliamo conoscere tutti il nuovo arrivato."

Lo sguardo di Alice si posò su Andrew che sorrideva e pensava -Lei deve essere la sorella veggente. Mi avrà visto arrivare-.

Bella guardò Alice e disse con un filo di speranza nella voce:

"Prima Edward deve nutrirsi per bene."

Alice alzò gli occhi al cielo e sorrise:

"Bella, è inutile che rimandi all'infinito. Prima o poi dovrai affrontarci!"

Capii subito. Bella aveva timore di affrontare il giudizio della mia famiglia.

Mi sentii in obbligo di sfiorarle il braccio:

"Tranquilla, ci sono io con te." Le sussurrai.

Avevo timore che mi rispondesse: E che me ne faccio di un pazzo omicida come te!

Invece Bella mi sorrise: "Lo so. Solo questo mi infonde coraggio."

Il mio corpo finalmente, nell'udire le sue dolci parole, cominciò a riscaldarsi.

Si fidava ancora del sottoscritto ed avrei cercato di non deluderla una seconda volta.

Alzò il viso e gesticolando con il dito disse:

"Non cercare di scansartela, devi nutrirti!"

Sorrisi della sua espressione e le risposi: "Se tu vieni con me!" Bella non rispose, ma annuii.

Alice si rivolse ad Andrew:

"Tu che fai? Vieni con me?" -Non disturbare i due innamorati-. Disse e pensò Alice.

Attesi con ansia la risposta di Andrew. Si prolungò un attimo prima di parlare: "D’accordo." Sospirò guardandoci -Non devo essere geloso, è suo marito infondo-. Tornò a pensare Andrew riferendosi a Bella.

Odiavo i suoi pensieri. Ero dispiaciuto dal fatto di averlo colpito, e dell'infatuazione che si era preso per Bella, ma non volevo ascoltare i suoi pensieri. Non su di lei. Non avrei resistito per molto.

Mi irrigidii di nuovo e Bella se ne accorse: "Va tutto bene?"

Mi chiese impaurita, conoscendomi. Alla sua domanda Andrew si girò per guardarmi, capendo che la mia tensione era dovuta al suo pensiero.

Sorrise. Io non riuscivo a fare altrettanto, e tra i denti risposi:

"Si, tutto bene, andiamo."

Mi allontanai appena, tenendo Bella sottobraccio, ed Alice urlò:

"Bella, noi ti aspettiamo." Bella chiuse gli occhi, facendo una simpatica smorfia, poi guardò me.

 "Tua sorella è davvero incorreggibile." Io sorrisi: "Lo so".

Ci allontanammo per cacciare, e in sottofondo sentii ancora Alice ed Andrew parlare:

"Allora tu sei Andrew?"

Lui sempre educato e cortese:

"Si, piacere. Tu invece devi essere la sorella veggente di Edward, giusto?"

Sentii bisbigliare ancora per un po’, ma poi silenzio.
Ci eravamo spinti oltre la folta foresta.

Abbandonammo i nostri sensi e ci lasciammo andare a ciò che eravamo: Vampiri.

Era da mesi che non mi nutrivo e fino a quel momento non avevo sofferto i morsi della sete.

Ma con la mia amata affianco e con il mondo tornato ad essere quello che era, ebbi di nuovo un insaziabile fame.

Vagammo come cacciatori, in cerca delle proprie prede, e ci nutrimmo fino a saziarci.

Bella aveva fatto molti progressi, era più delicata e veloce, ed inoltre i suoi vestiti rimanevano intatti al momento del dissanguamento dell'animale.

Appena finimmo, ci ritrovammo uno accanto all'altro, come se fosse una sfida di velocità.

Non volevo superarla in niente. L'avrei fatta vincere in qualsiasi cosa volesse.

Ci guardammo e lei parlò veloce: "Cos'è successo con Andrew?" Chiese subito.

Non aveva dimenticato. Aspettava solo il momento per chiedermelo.

"Bella, non so che dirti. Sono stato...cattivo."

Lei corrugò la fronte: "Cattivo? Perché?"

Sapevo che nulla di ciò che avrei detto, avrebbe cambiato la situazione, tanto valeva essere sinceri: "Lo colpito per gelosia."

Deciso la guardai negli occhi e parlai di nuovo: "Ho visto cose nella sua mente che...non volevo vedere. Sono stato invidioso." Abbassai lo sguardo.

Bella finalmente parlò: "Di cosa sei stato invidioso Edward?" Perché mi chiedeva di ‘cosa’?

Non si era accorta di nulla? La guardai: "Ovvio. Di lui e dei momenti che avete trascorso insieme."

Bella sorrise: "Edward, Andrew è solo gentile. Tutto qui. Molti scambiano la sua gentilezza per altro, ma ti assicuro che non ha nessuno scopo con me." La mia dolce ed ingenua Bella.

 Feci una smorfia abbastanza evidente e lei disse: "Perché fai cosi?"

Non riuscii a trattenermi: "Amore mio, Andrew è innamorato di te. Non te ne sei accorta?"

Bella si arrabbiò. "Cosa dici? Perché devi pensare questo? Andrew è venuto per aiutarci."

Il suo umore cambiò, facendomi spaventare. Divenni serio:

"Perché ti arrabbi tanto?" Poi aggiunsi: "Non sono io che penso questo...ma lui!"

Bella si calmò subito e si avvicinò a me, accarezzandomi il petto. Mi guardò negli occhi:

"Scusami Edward, è che vedo Andrew un povero ragazzo che ha sempre sofferto nella vita. Non vedo malizia in lui e non voglio vederla. Inoltre vuole aiutare Renesmee, ed è questo quello che conta per me."

Era triste. Non era quello che volevo. Avrei difeso Bella dalle sofferenze del mondo intero, comprese le mie. Perciò decisi di concludere il discorso:

"Hai ragione, lascia stare." Non volevo ferirla o ammaliziarla. Ne tanto meno mi sarei comportato come uno sciocco ragazzino immaturo, spingendola tra le sue braccia.

Bella si rilassò: "Allora me lo dici che gli hai fatto?" Continuava a voler sapere i particolare.

Insicuro dissi: "Non ricordo bene visto che è stata una cosa istintiva. Comunque credo di avergli dato un man rovescio, scaraventandolo sull'albero."

Finii la frase con un velo di tristezza. Ero pentito del mio gesto. Bella (come sempre) mi sorprese. Sorrise e disse:

"Mmm…credo che andrai all'inferno per questo."

la guardai negli occhi cercando di capire il suo sarcasmo.

Lei proseguì: "Io ti seguirò anche li, non preoccuparti."

Le domandai curioso: "Non sei arrabbiata con me, o delusa?"

Bella alzò un sopracciglio, come per pensarci.

Si portò un dito al mento e mi fece attendere con ansia.

"Mmm…penso di no."

Poi mi guardò seria:

"Ti capisco. Anche io sono stata gelosa di Claudia. La gelosia tra due innamorati può esistere."

Istintivamente risposi: "No PUO', esiste, esiste di sicuro,te lo garantisco."

Bella sorrise, dolcemente, senza abbandonare i miei occhi:

"Se sei geloso vuol dire che mi ami davvero."

Sbuffai piano.

"Perché avevi dubbi?"

Non la lasciai rispondere. Mi avvicinai a lei desideroso delle sue labbra. La baciai delicatamente. Bella ricambiò volentieri in mio bacio e ci perdemmo

 nel tempo.

                                   Capitolo 35-Famiglia

BELLA:

Edward mi era vicino e nulla poteva farmi paura. Avrei dovuto raccontare alla sua famiglia il motivo della mia fuga, e questo mi tormentava. Cosa avrebbero pensato?

Eravamo quasi giunti davanti casa sua dove ci aspettavano i Cullen in attesa di spiegazioni.

Dubitai nell'entrare, ma Edward mi prese per mano:

"Non temere ci sono io."

Lo guardai senza dire nulla e sospirai: "Ok, andiamo."

Edward non mollò la presa.

Entrammo decisi e trovammo la famiglia Cullen serenamente distratta da Andrew.

Come il suo solito, Andrew era sorridente e gentile con tutti, contagiandoli con la sua allegria.

"Oh Bella, era ora." Alice alzò la voce per attirare l'attenzione su di me.

In quel momento l'avrei uccisa volentieri.

"Ma dov’eri finita? Ieri sera sei sparita per cercare Edward e non sei più tornata."

Rose, con un certo tono aspro, mi fece notare la mia assenza, mettendomi ancor di più in imbarazzo.

Edward si accorse del mio disagio e rispose sorridendo:

"Bhè...dopo mi ha trovato."

Non aggiunse altro, ma il suo sorriso faceva intendere oltre.

Emmett scoppiò a ridere: "Abbiamo capito benissimo. Eh bravi!! Noi qui a preoccuparci e voi a..."

Jasper gli diede un colpo in testa: "Finiscila Emmett." Guardandolo cupo.

Edward non era imbarazzato ma felice. Esme col suo fare dolce disse:

"Sono stati un pò insieme da soli. Era normale poveretti. Non si vedevano da mesi."

Quel suo ‘da soli’ mi fece sgranare gli occhi ed abbassare lo sguardo. Almeno un punto a favore dell'essere vampira era che non potevo arrossire.

Edward rimase tranquillo, io invece, sarei volentieri corsa via come una ragazzina per nascondermi nella mia stanza.

Guardai il salone pieno, ma allo stesso momento vuoto:

"Dov’ è Renesmee?" Lei mancava.

Carlisle rispose sereno: "E' fuori con Jacob. Sapevamo che saresti arrivata per spiegare le tue ragioni ed abbiamo preferito che lei non ascoltasse, qualsiasi cosa tu vorrai dirci. Per te va bene?"

Le sue parole mi fecero tornare alla realtà. La spiegazione!

"Si, va bene. Lei non deve ascoltare per ora."

Il mio ‘per ora’ preoccupò i Cullen facendoli bisbigliare tra di loro in sottofondo e guardarsi stupiti.

 Presi coraggio e strinsi di più la mano di Edward, che mi guardava.

"La mia fuga ‘per cosi dire’ è legata a Renesmee. Jacob mi ha raccontato il passato di Andrew…" Lo indicai con gli occhi e lui annuì, dandomi un ulteriore coraggio nel continuare:

"Della sua nascita e della sua infanzia. Andrew è nato da un papà vampiro e da una mamma licantropo, rendendolo per metà lupo e per metà vampiro."

Carlisle, Esme ed Alice erano attenti alla mia storia, attendendo il resto;

mentre Rose, Jasper ed Emmett, si guardarono come per dire ‘Cosa c'entra tutto questo?’ Edward infatti, ascoltò i loro pensieri e si voltandosi leggermente disse:

"Datele il tempo ed il modo di raccontare."

Io proseguii:

"Andrew era tormentato dalla sua natura, ed uno stregone cercò e trovò un rimedio alla sua sciagura. Creò una cura che lo rese umano. Sono andata in india per trovare questa cura e portarla qui, in modo tale che Renesmee abbia la possibilità di scegliere il tipo di vita che preferisce."

Rose scattò al suono delle mie ultime parole.

"Cosa? Vuoi trasformare Renesmee in un’umana?" Il suo urlò fu quasi un ringhio.

Edward mi porto subito dietro la sua spalla ed indurì lo sguardo.

"Calmati Rose. Non è certo una scelta che spetta a te."

Rose s‘infuriò.

"Che vuol dire? Amiamo tutti quella bambina. Come puoi allontanarla da noi?"

I suoi occhi puntarono su di me. Edward, quasi ringhiò verso sua sorella, ma io lo spostai per farmi avanti. Edward mi guardò confuso. Mi avvicinai a Rose:

"Ti capisco Rose. So quello che provi per lei, ma è proprio per questo che devi lasciarla scegliere. Anche Jacob ha scelto di darle una possibilità, eppure si trova nella tua stessa situazione. Se le vuoi bene Renesmee deve avere questa possibilità. Come ti sentiresti se le togliessi quest'opportunità e lei ti odiasse?"

Rose si irrigidì, senza parlare. Aveva capito ciò che volevo dirle.
Guardai negli occhi il resto della famiglia:

"Cercate di capirmi. Amo mia figlia, ma amo di più la sua libertà di scelta. Anche io la vorrei sempre con me, ma nel ‘sempre’ vorrei che sia felice."

Esme guardò prima Andrew e poi me.

"Mia cara, come è possibile quello che dici? Andrew è uno di noi."

Nella speranza che Andrew mi desse il permesso di raccontare la sua vicenda, lo guardai e fu lui che parlò per me:

"Si, adesso sono uno di voi, ma non è stato sempre cosi. Vivere per metà mi creò molti problemi e la mia unica speranza di vita era essere una sola cosa: o Vampiro o Licantropo. Non so per quale motivo la cura sperimentata, mi portò allo stato umano. Rimasi per molto tempo in quello stato, finché il mio cuore non mi impose di scegliere. Mio padre si vide costretto in una battaglia affrontando un licantropo e...perì per sua mano. Assistendo a quell'orribile scena, mi ritrasformai in vampiro uccidendo il licantropo. Questo ruppe il legame che avevo dalla nascita con loro, diventando vampiro per l'eternità."

Carlisle lo guardò:"

Perché sei tornato da umano a vampiro? Come hai fatto?"

Andrew non rispose.

"Non lo sa." Disse Edward leggendo nella mente di Andrew.

Carlisle guardò Edward scosso. Edward gli disse:

"Non ne sono sicuro." Gli occhi di Carlisle non mollarono quelli di Edward:

"Non lo permetterò."

Stavo per esplodere. Di cosa parlavano? Alice mi appoggiò:

"Rendete partecipi anche noi alla conversazione?"

Carlisle parlò ad alta voce: "Ho chiesto ad Edward che intenzioni aveva. E poi..."

Carlisle non concluse la frase. Edward sotto lo sguardo di tutti e sopratutto del mio, si vide costretto a proseguire:

"Carlisle crede nella possibilità che la cura faccia del male a Renesmee."

M’intromisi all'istante: "No non deve. Perché dovrebbe?"

Cominciavo a farmi prendere dal panico.

Carlisle parlò delicatamente per non agitarmi:

"Bella, non conosciamo questa cura e l'effetto che potrebbe avere."

Esme lo affiancò: "Caro, perché andare cosi di fretta? Studiamola questa cura e quando Renesmee deciderà la sua strada, vedremo il da farsi."

Carlisle guardò me in risposta alla proposta di Esme, ed io dissi:

"Appena possibile parlerò con Renesmee. Intanto, non mi dispiacerebbe saperne di più su questa cura. Andrew ci aiuterà. Possiede un prezioso potere. E' in grado di alleviare qualsiasi dolore fisico, in caso..."

Mentre pronunciai il suo nome, mi voltai per guardarlo e lui mi sorrise.

Gli ero grata che fossi qui. Mi dava speranza e forza.

Quando alzai gli occhi per incontrare lo sguardo di Edward, lui fissava Andrew.

Bisbigliò qualcosa. Era teso e freddo. Mi ero dimenticata che Edward era geloso. Non ne capivo il motivo, in fin dei conti Andrew era solo dolce e premuroso, inoltre nel mio cuore, nella mia mente e nella mia anima non poteva esistere nessun altro al di fuori di Edward.

Lo amo più di quanto amo me stessa, è la mia vita.

Alice, con la sua voce che avrebbe fatto invidia ad un usignolo ci distrasse:

 "Infatti, per ora è meglio occuparci di un problema più grave."

Jasper si addentrò anche lui nel discorso: "Il Clan di Claudia è numeroso e forte. Verranno tra qualche giorno."

Emmett, si esaltò: "Lascia che vengano."

Nessuno lo degnò di uno sguardo. Rose guardò Edward:

"Sicuramente ha saputo qualcosa da te."

Edward non rispose. Lo guardai dispiaciuta. Edward non sopportava di essere il tramite di informazioni per Claudia.

"Per non crearvi problemi, non dissi a nessuno il motivo della mia partenza sapendo che Claudia attraverso Edward lo avrebbe saputo. Ma adesso, non posso più agire da sola."

Emmett continuò sbraitando: "Li faremo a pezzi."

Rose, si girò verso di lui a braccia incrociate: "Emmett, stiamo cercando di ragionare."

Emmett si passò una mano dietro la testa, sorridendo.

"Vedremo cosa avranno da dirci. Non possono portare via la bambina. Adesso siete qua entrambi."

Disse Jasper comprensivo. Carlisle, maturo e composto come sempre rispose:

"Ma hanno il potere della legge. Può anche non andargli a genio che Renesmee diventi umana."

Tutti alle sue parole sprofondammo nel silenzio.

                                              Capitolo 36-La cura

BELLA:


Le parole di Carlisle mi risuonarono in testa. Non avevo pensato alla possibilità che la cura per Renesmee potesse esserle letale, ed inoltre dovevamo mettere a bada il Clan di Claudia.

Le mie paure aumentarono.

"Mamma, papà." Dietro di noi spuntò la nostra bambina.

Jacob le era accanto e la teneva per mano. La piccola corse tra le nostre braccia, facendoci dimenticare tutto. Almeno per un pò.

Gli occhi di Jacob finirono su Andrew. Edward, li guardò e sorrise.

Curiosa, mi accostai al suo fianco e gli bisbigliai: "Perché ridi?"

Edward sfoderò il suo splendido sorriso sghembo: "Niente. E’ solo che i due...non è che vadano poi molto d’accordo."

Rimasi perplessa. Jacob poteva essere arrogante delle volte, ma era buono, perché mai non avrebbe dovuto andare d’accordo con Andrew? Infondo era giunto fin qui per aiutare Renesmee, la sua amata.

Dire ‘amata’ mi infastidiva ancora.

Mia figlia era una bambina. Cresceva in fretta, lo so, ma sarebbe rimasta sempre la mia piccola.

Tornando ai due...perché si odiavano?

Volli approfondire  il discorso: "Edward, chiariscimi il tutto. Perché questo disaccordo?"

Edward continuando a sorridere, bisbigliò: "Jacob è geloso di Andrew e del tempo che dovrà passare con Nessie. E infine non riesce a dimenticare che Andrew ha voltato le spalle alla sua gente, rinnegando i licantropi."

Tacque un attimo. "Andrew invece..."

Lo guardai sorpresa: "Cosa?"

Edward bisbigliò più di prima: "Non riesce a farsi piacere i licantropi."

Adesso era tutto chiaro.

Il nostro bisbigliare fu brevissimo. Alice, per sciogliere il ghiaccio disse: "Jacob, conosci Andrew?"

Jacob non si scompose: "Ne ho sentito parlare."

Emmett sogghignò, captandone la scintilla.

Non avevo nessuna intenzione di far trattare Andrew in quel modo.

Lui era un ospite, il suo scopo era aiutare mia figlia. Edward si era già dimostrato fuori di testa con lui, ma adesso anche Jacob?! No.

"Jacob!" Lo richiamai a dovere. Lui si voltò come se niente fosse: "Si?"

Prima di parlare lo guardai furiosa. Jake mi conosceva abbastanza da capirmi al volo.

 Poi aggiunsi: "Avremo visite a giorni. Tu e il tuo branco ci darete una mano?" Cercai di cambiare discorso.

Jacob come Emmett era una vera valanga di combattività e nulla, oltre questo, lo avrebbe distratto.

"Non dovresti neppure chiedermelo." Rispose fiero.

Andrew parlò subito: "Anche io sono con voi, perciò non c’è da preoccuparsi." Gli sguardi dei Cullen furono a dir poco severi.

Jacob scoppiò in una risata delle sue. "Certo! E' arrivato l'eroe."

Mi voltai subito: "Jacob, non è carino da parte tua."

Guardai Edward per avere in qualche modo il suo appoggio, ma anche lui bisbigliò: "Ma che gli dice la testa? E'troppo sicuro di se."

Mi infuriai dandogli una gomitata che affondò il colpo con successo.

Emmett si mise sull’attenti: "Non è per offenderti amico ma, nessuno di noi è un dilettante. Abbiamo affrontato battaglie più serie."

Si girò, orgoglioso delle sue parole, facendo annuire la famiglia.

Andrew sorrise appena: "Va bene, scusate la presunzione." Alzando le spalle. Mentre gl’altri erano contenti e soddisfatti per aver minimizzato Andrew, Edward divenne serio. Lo guardò fisso, come per capirci qualcosa in più. Renesmee era tra le mie braccia che osservava la discussione senza intromettersi. Andrew si avvicinò. Vista la sua altezza, dovette inchinarsi leggermente per guardarla negli occhi.

Edward e Jacob erano tesi come una corda di violino.

"Ciao. Tu devi essere Renesmee?"

La piccola nascose mezzo viso tra le mie spalle rispondendo comunque: "Si, e tu chi sei?" Andrew sorrise e alzò gli occhi verso me, rimanendo sempre chino verso di lei. "Sono un amico della mamma, non avere paura."

Edward strinse i denti al suono delle sue parole. Incrociai il suo sguardo e finse un banale sorriso.

Edward cercava di non farmelo pesare, ma era geloso.

"Ti va di conoscerci meglio piccola?"

Jacob scattò: "Non se ne parla nemmeno."

Edward dietro di lui non rispose. Di solito se Jacob dava di testa era Edward che lo faceva ragionare, ma adesso, sembrava appoggiare la sua follia.

Guardai entrambi: "La volete smettere. Andrew vuole aiutarci."

Jacob sbuffò, ed Edward volse lo sguardo altrove.

Renesmee alzò il viso dal mio petto: "Ma papà o Jacob vengono con noi?"

Edward sgranò gli occhi, e Jacob sghignazzò soddisfatto.

Andrew improvvisò: "Ma certo. Volevo solo conoscerti meglio. Decidi tu il posto e le persone che vuoi con te."

Renesmee guardò me: "Mamma, dove dobbiamo andare?"

Le accarezzai i capelli spostandoli dal suo angelico viso:

"Tesoro, Andrew vuole solo vedere il modo in cui trascorri le giornate. Come giochi, come mangi, dove dormi. Tutto qua."

Jasper aggiunse: "Che senso ha tutto questo?"

Andrew si alzò per guardarlo: "Per me è più facile aiutare qualcuno che conosco. Imparando le sue abitudini potrei anche darvi le risposte che cercate."

Mi fidavo di Andrew. Voleva conoscere Renesmee per vari motivi, tutti più che validi.

Era saggio e maturo, non le avrebbe mai fatto del male.

Inoltre era un ibrido. Chi meglio di lui poteva capire mia figlia?

I suoi sensi erano più sviluppati e intuitivi dei nostri. Qualsiasi cosa l'avrebbe notata subito.

Renesmee riprese a parlare, ma questa volta guardò Andrew e poi suo padre: "Il primo giorno voglio papà."

Poi indirizzò i suoi occhietti su Jacob: "E poi Jacob."

Andrew sorrise: "E la mamma?" Edward rispose istintivamente:

"Non è una cortesia per lei ma per te."

Si pentì subito delle sue parole appena si scontrò con i miei occhi.

Renesmee rispose ad Andrew: "La mamma sempre. Sarà sempre con me."

Mi sorpresi. La mia dolce bambina.

La strinsi forte a me. Pensai al dolore che potevo averle provocato con la mia assenza. Ero imperdonabile.

Carlisle cambiò discorso:

"Nel frattempo noi andremo avanti con le ricerche e ci prepareremo ad affrontare Claudia, suo padre e tutto il Clan al completo.”

                                              Capitolo 37-Sensazioni

 BELLA

Stranamente la giornata era chiara e limpida. Una sfera di luce entrò nella stanza, rendendo tutto più tranquillo ed ovattato. Renesmee dormiva ancora. A giudicare dalle prime luci dell'alba erano le cinque del mattino. Che sensazione piacevole tornare nella mia dolce casa. Mi era mancata tantissimo, ed Edward e Renesmee ancor di più.

Edward quella notte aveva trascorso un pò di tempo con Carlisle, nella speranza di trovare più informazioni possibili sulla cura sperimentata in India. Mi ero seduta sul divano a fissare i piccoli raggi di luce che filtravano dalle vetrate, e riflettevo: Tutto questo era iniziato per dare una scelta a Renesmee, ma, era la cosa giusta da fare? Se lei avesse scelto una strada diversa dalla nostra...? Se lei desiderasse vivere in un mondo separato dal nostro, noi quanto ne avremmo sofferto?
"Sempre pensierosa."

Edward mi baciò la guancia, poggiandosi sullo schienale del divano.

Mi voltai leggermente per sorridergli. Lui si alzò e fece il giro del divano per venirmi di fronte:

"Non so se per me, il fatto di non saper leggere nella tua mente sia un bene o un male."

Avvicinandosi un dito sul mento, mi guardava incuriosito.

All’improvviso mi spuntò un sorriso:

"Hai sempre desiderato conoscere i miei pensieri, adesso cos’è che ti fa paura?"

Edward abbozzò un espressione seria, ma in realtà era molto tranquillo.

Mi prese per la  mano facendomi alzare. Ci ritrovammo uno appiccicato all'altro:

"Qualche timore ce l’ho in questi giorni."

Mi parlò in maniera provocatoria. Sapevo già a cosa Edward si riferisse, ma volli chiederglielo lo stesso: "E quale sarebbe sentiamo."

Lui alzò per un attimo gli occhi al cielo e poi tornò a fissarmi:

"Ad esempio: potrei preoccuparmi che la mia bellissima ed introvabile moglie potesse essere sedotta e raggirata da un nuovo vampiro nei paraggi. Magari più attraente di me."

Edward era proprio geloso e questo pensiero non gli dava pace. Non lo capivo affatto. Lui non era in discussione. Niente e nessuno poteva reggere il paragone con lui.

Per ironizzare gli dissi: "Non capisco di chi parli."

La sua espressione non mutò ed allora proseguii: "Ma posso darti la mia parola che niente e nessuno mai riuscirà a prendere il tuo posto nel mio cuore."

Edward, a quelle parole, si rilassò e si avvicinò a me con l’intenzione di volermi baciare, sussurrandomi:

"Era quello che volevo sentirmi dire."

Lo baciai prima che sue delicate labbra toccassero le mie.

Con quel bacio gli trasmisi tutta la mia passione ed il mio amore. Edward aveva bisogno di certezze dopo tutte le sofferenze che aveva vissuto a causa mia. Non lo avrei mi più fatto soffrire. Lo amavo troppo.

"Ma…mma..." Renesmee mi chiamò.

Mi girai per andare in camera sua, ma la piccola era già alzata. Si reggeva insonnolita all'arco della porta della sua stanza. Indossava un delicato pigiama a righe rosa e viola. Con la sua piccola manina si strofinava gli occhietti ancora chiusi, nella speranza di mettere a fuoco le immagini.

"Buongiorno principessa!"

Edward euforico le andò incontro, vedendo che la bambina barcollava perché aveva ancora difficoltà nel svegliarsi. La prese in braccio e Renesmee si rannicchiò di nuovo. Furono di fronte a me ed io le accarezzai i capelli:

"Come mai di già sveglia tesoro?"

Renesmee affondò il viso tra il petto di suo padre e rispose a stento:

"Ho..fatto..un..br..utto..so..gno." Non riusciva a parlare confusa dal sonno.

Io ed Edward ci guardammo negli occhi e lui mi capì:

"Meglio farla dormire un altro po’." Io annuii.

"Si, le aspetta una lunga giornata."

Renesmee si riaddormentò subito tra le braccia protettive del suo papà. Edward la poggiò delicatamente sul divano e le mise una coperta addosso. Rimase per un pò a guardarla. Avvolte desideravo avere i suoi poteri.

A cosa pensava Edward?

Sembrò accorgersi dei miei occhi su di lui e disse:

"Non mi stancherei mai di tenerla stretta a me, ma a volte ho il timore che le mie braccia possano essere troppo fredde per lei."

Mi avvicinai subito per accarezzargli il braccio:

"Edward, perché dici questo?" Lui non mi rispose.

Attesi che parlasse guardandolo fisso negli occhi. Poi  sospirò:

"Forse hai ragione tu. Forse Renesmee desidera altro…" Lo bloccai subito:

"Sshh basta!!" Finalmente mi guardò. Era triste e confuso. Dovetti essere sincera:

 "Edward, lascia a me il ruolo della malinconica e petulante mamma preoccupata. Non è da te dire tutto ciò. Che ti succede? Perché cosi tanta insicurezza?"

Edward alzò le spalle:

"Non lo so. Mi sono successe tante cose improvvise in questo periodo. Sono sempre stato sicuro della mia esistenza e della mia stabilità, ma hai visto cos'è successo? Non sono riuscito neppure a controllare me stesso. Ho avuto paura di perdere te e Renesmee. Non sono più sicuro di niente. Magari la mia pelle gli da fastidio? E' fredda per lei."

Ripensai al mio passato. Ripensai alla mia umanità. Odiavo tutto ciò che era freddo e bagnato, ma quando ho incontrato Edward...
Detti voce hai miei pensieri:

"So cosa si prova ad avere la pelle calda, ma nonostante ciò, sono sicura che Renesmee ami la tua pelle. Quando ero umana, tutto ciò che desideravo da te era un abbraccio, una carezza, un contatto. Non era importante la freddezza della pelle ma la dolcezza della tua mano ed il calore che mi provocava dentro al sol sfiorarti. Sentire il tuo odore, baciare la tua pelle, era ed è la cosa più bella che potessi fare. Renesmee è nata e cresciuta così. Non potrebbe vivere senza di te. Ti ama come ti amo io."

Edward non rispose, ma i suoi occhi erano pieni di gioia. Era più tranquillo adesso.
"Ok, mi hai convinto. Quando vuoi sai come ottenere tutto."

Edward era tornato sereno come prima.

"Bella, oggi dovremo trascorrere la giornata con Andrew suppongo?”

Mi domandò subito. Io annuii e lo rassicurai:

"Sarà solo per poco tempo Edward. Dagli il tempo di conoscerla e poi andrà via."

Continuavo a parlargli, cercando di fare altro in casa per evitare di guardarlo.

"Ancora non ho capito in che cosa deve aiutare Renesmee.Spiegamelo?" Edward approfondiva il discorso su Andrew solo per conoscere le sue intenzioni. Mentre risistemavo i fiori in un vaso, gli risposi di spalle:

"Te l’ho già detto. Lui ha dei particolari poteri e può aiutare nostra figlia nella fase di trasformazione."

Sentii la voce di Edward alle mie spalle:

"E se lei non lo volesse?" la mia agitazione si notò subito.

Continuavo a spostare i fiori dal vaso come se la loro posizione non fosse mai giusta. Edward, ad un certo punto, mi afferrò il polso, bloccando quello che stavo facendo. Lo guardai stupita e lui prosegui:

"Mi piacerebbe guardarti negli occhi quando ti parlo."

Avrebbe dovuto essere un rimprovero, ma la sua voce era fin troppo dolce e armoniosa per  intimorirmi. Con l'altra mano mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio:

"Amore, e se nostra figlia non scegliesse la strada alternativa? Sarebbe tutto risolto. Andrew tornerebbe a casa e noi vivremmo tutti felici e contenti."

Le sue parole mi fecero un po’ indispettire:

"Cos'è che ti da fastidio Edward? Che tua figlia scelga di essere umana o che Andrew si trovi qui?

 Con sguardo duro, disse:

"Tutt’e due."

Era proprio assurdo e testardo.

"Perché quest'ostinazione verso di lui? Ci aiuterà."

Edward, liberò il mio polso e gettò lo sguardo altrove.

"Tu non sei stata costretta a leggere nella sua mente."

Non riuscii a rispondergli. Stava parlando di ciò che non conoscevo e non potevo affrontare. Mi voltò le spalle e si diresse verso l'uscita. Mi fece male vederlo in quel modo:

 "Edward, non te ne andare:"

Lui si bloccò subito, ma non si girò.

"Il mio cuore è qui, dove altro potrei andare?"

Il suo tono era come un pugno nello stomaco. Mi avvicinai a lui e mi appoggiai alla sua schiena.

"Scusami, non voglio litigare con te. Se ti fa piacere affronteremo il discorso con Renesmee, e vedremo quale sarà la sua decisione. In base ad essa, Andrew, rimarrà o andrà via."

Edward non rispose. Si girò verso di me ed io lo fissai spaventata dal dolore che mostrava. Mi ero giurata di non fargli più del male ed avrei mantenuto la promessa.

"Non devi farlo se non è quello che vuoi."

Accarezzandomi il viso, mi guardò negli occhi.

"L'unica cosa che voglio è stare con te e con Renesmee. Il resto non conta. Prima affrontiamo questa storia e prima staremo insieme."

Gli risposi onestamente. Volevo solo loro e nessun’altro.

Ero dispiaciuta per Andrew, ma questo non mi avrebbe allontanato dalla mia famiglia. Edward non convinto, continuò:

"Bella, non avrei mai voluto costringerti a convivere con la mia gelosia. Scusami. Fai come credi sia giusto senza pensare al sottoscritto."

Scossi la testa immediatamente:

"No. Questa è la cosa giusta. La faremo insieme."

Edward annuì:

"Sarò sempre con te qualunque cosa accada."

Lo abbracciai forte. La sua stretta mi era mancata cosi tanto, che avrei voluto attaccarmi a lui con la colla.

I miei occhi finirono sul tavolo del soggiorno ricordandomi una cosa:

"Edward, che fine ha fatto il centrotavola che mi aveva regalato tua madre?"

Edward tossì per nascondere l'imbarazzo. Mi allontanai per guardarlo sospettosa. Si passò una mano tra i capelli e sorrise:

"L’ho ridotto in mille pezzi."

La sua voce era turbata. Lo fissai stupita:

"Perché mai avresti dovuto rompere il ‘mio’ centrotavola in mille pezzi?"

Ero curiosa ed allo stesso tempo arrabbiata.

Edward fece una smorfia stringendo i denti. Era bellissimo anche con le sue facce buffe, ma non tralasciavo il fatto che avesse rotto il mio centrotavola! "Ho perso un pò la testa."

Continuava a sorridere, indietreggiando.

Il mio sguardo s’incupì e dissi:

"Perché?"

Edward, ricordando quel giorno, divenne un po’ malinconico.

"Quando sono giunto in casa nella speranza di trovarti...beh…ecco…tu non c'eri ed ho perso la testa."

Nell’osservare i suoi occhi tristi, del vaso non m’importava poi molto. Gli avrei fatto distruggere l’intera casa se servisse a renderlo felice.

"Sei perdonato. Infondo, tu in confronto a me sei stato un angelo."

Edward mi sorrise.

CAPITOLO 38-STUPORE

Avevo promesso ad Edward che ne avrei parlato con Renesmee. Ma non avevo idea di come farlo. In fin dei conti era ancora una bambina.

Avrei dovuto affrontare il problema ‘futuro’ adesso. Dovevo aiutarla nel decidere la sua giusta direzione, spiegandole la differenza tra i due mondi che l'aspettavano.

La paura di perderla era tanta, ma era altrettanta la voglia di saperla felice.

"Mi vuoi dire che cosa ti passa per la testa prima di farmi impazzire?"

Edward per la prima volta mi sorprese. Mi ero completamente persa nelle preoccupazioni, da dimenticare che mi trovavo ancora in casa ad attendere il risveglio di Renesmee. Edward uscì fuori dal lussuoso bagno che Esme ed Alice avevano progettato per la nostra comodissima casa. Dovevo assolutamente pensare ad altro.

Attorno al suo ventre era avvolto un sottilissimo asciugamano. Aveva il colore dei capelli bronzo, inscuriti dall'acqua. Era appena uscito dalla doccia e continuava a guardarmi incuriosito, mentre con un altro piccolo asciugamano si strofinava i capelli.

Era davvero un sublime spettacolo ai miei occhi. Non riuscii a parlare e lui si accorse del mio sguardo ammaliato da tanto fascino. Sfoggiò il suo stupendo ed inimitabile sorriso: "Avresti voluto fare la doccia con me?"

Quanto  avrei voluto urlargli di ‘si’…ma non era il momento di perdermi in peccati materiali. Avevo un eternità davanti. Tolsi a fatica gli occhi dai suoi pettorali da poter avere maggiore lucidità necessaria per aprire la bocca:

"Pensavo ad altro in questo momento."

Cercai di essere disinvolta, ma Edward mi capì comunque.

Volò di fronte a me, seduta sul divano ai piedi di Renesmee. Poggiò un braccio sul bracciolo per chinarsi. I suoi occhi castano d'orati mi infuocarono ancora una volta.

Non avevo un cuore, di questo ne ero sicura, ma in quel momento sentii pulsare qualcosa. Amore? Passione? Non saprei definirlo.

Abbassai gli occhi intimorita che le mie guancie potessero di nuovo divamparsi.

"Quale sarebbe questo pensiero che sovrasta la voglia di fare la doccia con me? Sono curioso?"

 Mi sussurrò dolcemente Edward.

Parlai  ancora con gli occhi rivolti sulle mie gambe per non cadere in tentazione.

Solo Edward era ancora capace di rendermi cosi nervosa ed imbarazzata.

"Non pensare...male…"

Parlai piano ed agitata:

"L'unico pensiero che può allontanarmi da te è…nostra figlia. Solo lei."

Edward abbandonò la sua aria da super sexy e si sedette sul bracciolo al mio fianco.

"Capisco. Cosa ti preoccupa?"

Divenne serio ed iperprotettivo come al suo solito. Mi prese la mano mentre parlava.

Era difficile per me concentrarmi in un discorso importante avendo davanti Edward, mezzo nudo. Mi feci coraggio:

"Non so come affrontare il discorso con lei." Mi girai per guardarla dormire.

Renesmee era tranquillamente sdraiata sul divano a dormire, con le nostre voci sicure in sottofondo. La piccola era così spaventata all'idea di perderci entrambi che le impediva di dormire tranquilla se non avvertiva la nostra presenza.
"Non so da dove iniziare." Parlai immersa dall' immagine di Renesmee.

Edward capì subito la mia preoccupazione ed intuì il discorso:

"Bella, non sei costretta a farlo…"

Mi voltai subito verso di lui:

"No. Devo farlo. Lei deve saperlo. Non possiamo aspettare oltre."

Edward sospirò:

"Renesmee cresce velocemente, potremo aspettare che raggiunga un età più riflessiva." Cercò di allontanare le mie paure per mostrarmi una situazione più facile.

Lessi nei suoi occhi che non era ciò che voleva e risposi:

"Non è quello che vuoi."

Edward parlò subito: "Non è importante quello che voglio io."

Io scossi la testa: "Per me lo è. Parleremo con Renesmee oggi stesso."

Edward non rispose. Poi si alzò: "Non credo sia il momento giusto. Nostra figlia è già stressata dalle situazioni accadute." Poi si girò per guardami: "Il Clan di Claudia sarà qui a giorni. Aspettiamo di risolvere il problema con loro e poi, faremo come vuoi."

Mi alzai sicura di me e lo guardai negli occhi. Volevo che lui fosse felice. Scavai nel suo sguardo per cercare un qualche motivo che mi facesse rispondere di no. Ma Edward era sereno e rilassato. Pensava davvero ciò che diceva.

"D’accordo." Risposi sorridente.

Edward ricambiò il sorriso e da una ciocca di capelli cadde una goccia d'acqua sul suo viso. I miei occhi balzarono sui suoi lineamenti perfetti, facendomi tornare ai suoi pettorali, all'asciugamano sottile e alla voglia di passagli una mano tra i capelli bagnati.

Lo feci senza rendermi conto. Le mie dita scorrevano fluide tra i suoi capelli.

Lui mi afferrò la mano per trattene quel gesto e socchiuse gli occhi. Quando li riaprì non ci fu il tempo di accorgermi che mi stava baciando. La sua pelle bagnata era in un certo qual modo saporita. Sentire sotto i miei vestiti le sue linee scolpite mi fece rabbrividire.

Le nostre labbra si mossero in sincronia senza un attimo di tregua. La sua stretta si faceva sempre più forte.

All'improvviso si fermò. Lo guardai incuriosita.

I suoi occhi erano fissi sul muro. Non feci in tempo di chiedergli cosa stesse succedendo, che Edward fece una smorfia: "Neanche in casa nostra ci lasciano in pace."

Sentii ciò che diceva, ma le mie labbra continuarono a baciarlo sulla clavicola.

Quando si trattava di Edward neppure una meteorite mi avrebbe fermata.

Edward incurante di me, continuava a blaterare: "Ma cos’hanno dei sensori per renderci la vita un inferno?"

Dalla sua voce e dalla sua espressione capii che non era niente di preoccupante, e continuai a baciarlo.

Lui si distrasse dal brontolare per sorridermi ed alzarmi il viso:

"Amore mio, come vorrei che questo momento non finisse mai, ma purtroppo abbiamo degli ospiti." Ripetendo la smorfia di prima.

"Ospiti non è esatto! Degli intrusi."

Mi ricomposi e lo guardai in faccia con un’espressione assente.

Lui sorrise soddisfatto: "Conserva questo momento, continueremo dopo."

Io sbuffai. Edward mi accarezzo la guancia:

"Vado a mettermi qualcosa addosso."

Si allontanò da me per sparire nella camera da letto.

Tornai lucida. Guardai Renesmee ancora addormentata sul divano e mi diressi alla porta.

Non avevano bussato, ma ormai morivo dalla curiosità di sapere chi ci  interrompeva.

Aprii di colpo furiosa e mi ritrovai davanti Jacob ed Andrew.

"Ragazzi." Li guardai sorpresa: "Cosa ci fate qui?"

Jacob era imbronciato, fu Andrew che mi rispose: "Scusami Bella, non volevamo disturbare. Ero propenso ad aspettarvi fuori, ma Jacob mi ha intralciato."

Subito guardai Jacob per chiedergli una spiegazione. Lui non si mosse, rimanendo imbronciato. Sembrava un bambino capriccioso.

Non volevo arrabbiarmi: "Jacob, come mai anche tu sei qui?"

Lui rispose con gli occhi puntati su Andrew: "Dovevo accertarmi che il super eroe filasse dritto."

Andrew non lo badò. L'aria era un po’ pesante.

"Entrate. Renesmee dorme ancora."

Pensai che dentro Edward mi avrebbe dato una mano nel tenere a bada quei due in caso di lite.

Jacob, appena sentì il nome di Renesmee sorrise sereno facendosi strada.

Andrew cercò di essere educato: "Non vorremmo disturbare, possiamo aspettare fuori."

Jacob si girò cupo verso di lui: "Parla per te superman."

Andrew alzò gli occhi al cielo per ignorarlo. Io non parlai affatto. Jacob era una miccia vagante, meglio non provocarlo. Sulla porta i due si sfidarono con gli sguardi su chi avesse il diritto di passare per prima. Ovviamente vinse Jacob, Andrew si arrese e lo fece passare. Appena dentro, Jacob si fiondò in ginocchio al divano per guardare Renesmee dormire.

I suoi occhi erano persi sul suo viso, sembrava un uomo che adorava un Dio.

La fissava e le sfiorava i capelli. Era cosi dolce e diverso con lei.

Andrew rimase alzato guardandomi. Non capivo il suo sguardo, ma dubitavo avessero visto o sentito me ed Edward nel nostro momento romantico. Sarei sprofondata nella vergogna.

"Bella, sai dove ho messo..."

Edward sbucò dalla camera da letto con addosso solamente i jeans. Era ancora a petto nudo e teneva attorno al collo l'asciugamano. I suoi capelli erano ancora bagnati.

Quello che mi sorprese di più, fu che Edward finse di essere stupito:

"Oh, ragazzi che sorpresa! Che ci fate qui?"

Cosa fingeva? Lui leggeva nella mente, era naturale che sapeva della loro presenza in casa. Guardai fulminandolo e lui mi rivolse un espressione compiaciuta. Non capii, finché non vidi Andrew irrigidirsi. Chissà quale pensiero Edward voleva fare scattare in Andrew. Ci Arrivai subito quando Andrew disse ’era meglio aspettare fuori’ guardando il petto nudo di Edward, ed immaginando cosa fosse accaduto.

Jacob, ancora chino su Renesmee, disse:

"Edward, come mai non sapevi che eravamo qui? Stai perdendo colpi."

Edward ci voltò le spalle per tornare a vestirsi, ma rispose squillante indirizzando il suo tono ad una sola persona presente:

"Hai ragione Jacob. No me ne sono accorto perché mi deconcentro quando i miei pensieri sono altrove."

Edward sparì. Andrew si ghiacciò: "Bella, vi aspetto fuori."

Mortificato si chiuse la porta alle spalle. Non sapevo che dire. Edward stava giocando duro con lui. Voleva provocarlo. Aveva finto tutto per ferirlo e dargli ad intendere ciò che voleva. Ed io che avevo pensato in un suo aiuto in caso di lite.

La lite era lui ha provocarla. Edward cominciava a sorprendermi.

CAPITOLO 39 -LITE

Corsi in camera da letto come una furia. Aprii di colpo la porta provocando un vento raccapricciante. Edward era li tranquillo ad abbottonarsi la camicia. Lo guardai furibonda. Distrasse per un attimo l'attenzione dai bottoni che aveva fra le mani e sogghignando mi chiese:

"Che ti prende?"

Guardandomi con occhi umili. Sembrava un cucciolo bastonato.

Davanti alla sua espressione non riuscii ad urlare, ma inspirai e parlai calma:

"Che stai combinando?"

La mia domanda era ben mirata. Edward sapeva a cosa mi stessi riferendo, ma volle comunque ignorare il discorso. Riprese ad abbottonarsi la camicia.

"Mi sto vestendo. Perché, vorresti farlo tu?" Gettandomi addosso il suo sguardo malizioso.

Continuava ad ignorare le mie domande e a sviare il discorso. Non avevo alcuna intenzione di chiudere così l'accaduto:

"Edward, sai a cosa mi riferisco. Perché ti comporti così?" Lui non rispose.

Finì di abbottonarsi  e si dedicò ai capelli. Attendevo una sua risposta.

L'immagine di Edward che si sistemava in tutto e per tutto mi fece rammollire.

Non ero più furiosa con lui. Quell'uomo aveva su di me un potere straordinario, forse era uno dei suoi privilegi nascosti. Non riuscivo ad arrabbiarmi con lui perché ero troppo innamorata.

Edward rimase in silenzio. La mia curiosità si fece avanti lasciando indietro l'ira:

"Amore, perché non mi rispondi?"

Edward si fermò. Poi incrociò i miei occhi:

"Vuoi sapere perché ho reagito così con Andrew?"

 Risposi subito: "Si."

Edward chinò il capo: "Va bene. Risponderò alla tua domanda."

Alzò gli occhi e aggiunse: "Ad un patto. Anche io ho qualche domanda da farti."

Corrugai la fronte, non capendo il collegamento fra le due cose, ma annuii subito.

Non avevo segreti per Edward. Avrei risposto a tutto ciò che lui mi avrebbe chiesto. Calmo, cominciò a spiegarmi:

"La mia reazione è dovuta ad un suo pensiero." Il suo silenzio mi dava ai nervi.

Dovevo sfilargli le parole di bocca.

"Di che parli? Quale pensiero?"

Edward mi voltò le spalle, iniziando ad infilarsi le scarpe:

"Non immagini quanto la mente di un uomo possa essere diciamo…misteriosa."

La mia espressione non cambiò. Ancora non capivo.

Edward, si accorse del mio mancato commento e proseguì:

"Andrew si chiedeva se noi due ‘sessualmente’ ci trovavamo bene. Si è anche chiesto se lui avrebbe potuto soddisfare le tue passioni meglio di me. Per questo motivo sono dovuto intervenire. Volevo rispondere alle sue domande, e in più…" Fece una breve pausa: "Dovetti annullare immediatamente quel suo pensiero. Non volevo perdere di nuovo la testa."

Rimasi sbigottita dalla mente di Andrew.

Forse Edward aveva ragione? Oppure Andrew era solo un uomo curioso?

Edward vedeva le cose da un'altra prospettiva. Era geloso e malizioso. Era normale che ogni pensiero che mi riguardasse lo facesse irritare. Non riuscivo a trovare le parole da dire.

Non potevo rispondere ne ‘OH DIO!’ ne ‘NON IMPORTA’. Entrambe le cose avrebbero potuto scatenare in Edward una reazione inaspettata. Se mi fossi fatta notare stupita o scandalizzata, avrei alimentato il fuoco che si propagava in lui. Ma se avessi reagito in maniera indifferente, la mente di Edward avrebbe vagato oltre l'ignoto, chiedendosi se il sentimento verso Andrew era diverso.

Come una sciocca cercai di parlare, facendo trasparire tutta la mia sorpresa:

"Si...forse…è normale per un uomo porsi queste domanda. Non è detto che…"

Edward sorrise. Lo guardai impaurita. Era incredulo davanti alla mia cecità.

Mi chiese subito cambiando discorso: "A te cosa importa?"

Il suo sguardo era duro e profondo. Balbettai: "Co-sa?"

Si avvicinò a me: "Ti avevo detto che anche io avevo delle domande da farti. Bene! Questa è la prima: A te cosa importa se mi comporto così con lui? Perché ti preoccupi tanto?"

Adesso la sua espressione era triste e sofferente.

Era una bella domanda. Così su due piedi non riuscivo a rispondere.

Effettivamente ero molto protettiva nei confronti di Andrew e non sapevo il perché.

"Io…ecco...perché..."  Stavo cercando il modo giusto per dirlo.

Presi fiato, ma dalla bocca non uscì nulla di buono. Edward, paziente, attendeva la mia spiegazione.

Vedendomi in difficoltà, aggiunse subito schietto e deciso: "Provi qualcosa per lui?"
NO! NO! NO! Non credevo alle mie orecchie. Come poteva Edward pormi una domanda del genere?  Una cosa cosi non poteva esistere ne in cielo e ne in terra.

Le sue parole mi colpirono profondamente. Era davvero quello ciò che pensava di me?

No, No, No. Stavo sbagliando tutto. Sicuramente la colpa era mia. Mi ero posta in modo sbagliato nei confronti di Andrew, facendo equivocare tutto ad Edward.

In passato le mie debolezze umane, mi smarrirono la retta via. Su Edward, non avevo mai avuto dubbi, ma Jacob mi era entrato nel cuore confondendomi le idee.

Ma...adesso era tutto diverso. Edward ed io  ci apparteniamo. Non esiste l'uno senza l'altra.  Non ci sono sentimenti secondari. Solo il nostro amore e basta.

Dentro di me non esisteva spazio disponibile da dedicare ad altri. Vedevo, sentivo ed amavo solo ed esclusivamente lui. Era tutto per me. Non doveva esistere una domanda del genere.

Mentre la valanga di riflessioni mi sotterrava, Edward mi fissava immobile.

Sembrava pietrificato. Un colpo di tosse interruppe la nostra tensione:

"Scusate! Edward, c'è Carlisle che ti aspetta fuori. E Bella, Renesmee si è svegliata."

 Parlò Jacob confuso. Non sapeva quale fosse il discorso affrontato da noi, ma si rese conto che qualcosa non andava.

Edward guardò Jacob quasi infuriato. Poi rivolse gli occhi su di me. Attesi che dicesse qualcosa, ma non parlò. Mi passò accanto e sparì alle mie spalle. Non riuscii neppure a voltarmi. Non riuscivo a parlare.

Jacob rimase appoggiato alla porta rilassandosi alla sparizione di Edward (era lui a incombere terrore).

"Bella, tutto bene?" Jacob era rimasto impressionato dalla mia espressione.

Non annuii, non negai. Non feci nulla. Ero fuori dal mondo. Edward dubitava dei miei sentimenti, ed era questa l'unica cosa che mi girava per la testa.

"Sappi che io sono d’accordo con Edward questa volta."

Mi voltai subito.

Jacob! Jacob d’accordo con Edward? Ma allora il mondo girava al contrario?

Ero io l'unica a camminare a testa bassa. Come era solito da me non espressi nulla.

Solo una patetica faccia tramortita.

Jacob si spostò dalla porta quasi per andarsene, ma ancora mi guardava:

"Si Bells. Cerca di svegliarti cavoli! Sei una vampira adesso."

Non lo seguivo. Parlavamo dello stesso discorso?

Jacob sembrò per un attimo leggermi nella mente:

"Si, sto parlando di Andrew. Non è puro e onesto come lo vedi tu. Edward fa bene ad essere geloso."

Quelle parole uscirono proprio dalla bocca di Jacob? Allora ero proprio impazzita.

La sua provocazione ebbe il risultato che attendeva:

"Ma senti da che pulpito viene la predica! Devo ricordarti che hai sempre dato del filo da torcere ad Edward in tutti questi anni? Adesso vieni a fare la morale sulla gelosia?" Jacob mi diede le spalle per tornare da Renesmee e sibilò:

"Si, mi sono lottato per ciò che un tempo amavo. Ma non ho mai fatto nulla di nascosto. Io ti amavo alla luce del giorno ed anche Edward lo sapeva. Andrew...sembra proprio che voglia fare la vittima della situazione per farti abboccare all'amo."

Non mi diede il tempo di rispondere che già non c’era più.

Bene, adesso ero più confusa di prima. Solo io vedevo Andrew come un bravo ragazzo? Magari ero ingenua.

"Dov'è Jake mamma?" Renesmee mi cercava. La sentii benissimo.

Volai subito da lei. Era l'unica persona che poteva tranquillizzarmi e farmi riprendere dallo shock.

Jacob non ebbe il tempo di aprire bocca per rispondere alla domanda di Nessie, che io ero già li: "Tesoro, sono qui." Mi chinai su di lei per poterla baciare.

Era ancora accaldata dalla coperta e le sue guancie erano rosse. Si aprì in un dolcissimo sorriso.  La presi in braccio:

"Sei sveglia?" Le chiesi delicatamente. Lei annuì.

"Allora, che ne dici di prepararci?"  Renesmee annuì di nuovo, intontita dal risveglio. Jacob si rese conto di essere un ’uomo’ di troppo adesso:

"Ah…io…vi aspetto fuori."  Renesmee aprì meglio i suoi occhietti: "Jake, ma tu vieni con noi oggi?"

Jacob si passò una mano dietro al collo: "Mmm, non posso Nessie. Ho delle cose da fare. Ero passato per un saluto." Guardò me e poi mia figlia. Renesmee aveva il musino imbronciato.  Non riuscivo a vederla così:

"Piccola, vedrai che Jacob farà il prima possibile e ci raggiungerà."

Mi rigirai da Jacob fulminandolo. Lui intimorito annuì subito:

"Ma certo, te lo prometto." 

Renesmee riprese a sorridere e, guardandomi, cambiò totalmente discorso:

"Mamma, oggi voglio il vestito blu. E posso mettere anche il capellino che mi ha regalato nonna Esme?”

 Era un buon risveglio, almeno per lei. Era felice.

"Puoi metterti quello che vuoi amore." Le sorrisi felicissima di averla tra le braccia.

Quanto tempo era passato? Mi mancavano quei momenti spensierati. La mia piccola Renesmee.

Ringraziavo sempre la mia testardaggine. Se non fosse andata cosi, non sarebbe mai nata. Come potevo fare a meno di loro? Non potevo!

Mi tornò in mente Edward. Riaccesi la mente: Carlisle era fuori che lo aspettava. Perché?
Cercai di velocizzare i miei movimenti, ma Renesmee mi rallentava:

"Mamma, quello blu." Mi indicava con le sue piccole dita.

Ormai la mia bambina decideva da sola il suo abbigliamento e dal modo in cui era vanitosa e adorava le feste, intuivo da chi avesse preso.

Accontentai Renesmee in tutto, ma velocemente. Ero curiosa di correre fuori. Volevo sapere cosa voleva Carlisle, e inoltre, Andrew era anche fuori.

Aprì di colpo gli occhi: E se Edward ed Andrew, litigano di nuovo? Pensai.

No, c'era Carlisle che era giusto e riflessivo. Non era possibile.

Tra lo scorrere da un pensiero all'altro, la mia faccia cambiava espressione. Poi torno la preoccupazione: Anche Jacob era fuori. Chi meglio di lui gettava benzina sul fuoco?

Cominciavo col preoccuparmi seriamente.

 RISPOTA ALLE RECENSIONI: Scusate ragazze se posto i capitoli cosi in ritardo,ma stavo completando delle cose..e,non so se avete saputo ma qui,in efp..qualcuno ha rubato la mia identità ed ha copiato la mia seconda storia:SOGNO..che posto già altrove.Sono rimasta malissimo per questo..e postare ancora,mi era difficile.Adesso mi sono fatta coraggio ed ho continuato,per voi,per me..

Perdonatemi e continuate a seguirmi....GRAZIE             

PS:Visto che ho fatto molte foto rappresentanti Heart..ho deciso di metterle ad ogni capitolo.Fatemi sapere se vi piacciono!                                           

  CAPITOLO 40-ANSIA

Bene, Renesmee era finalmente pronta. Il suo piccolo e grazioso visetto spiccava luminoso come sempre sul particolare vestitino blu che aveva voluto indossare. Si era messa anche il capellino di nonna Esme. Come era tenera e delicata. Continuava a far svolazzare con le mani le pieghe del suo vestito come se volesse volare. Era felice e spensierata. Un peso in meno sul petto; almeno lei era tranquilla.

Ripensare ad Edward ed al suo viso duro e tormentato quando mi passò accanto, era un colpo al cuore. Dovevo rivederlo, parlargli. Dovevo aprirgli il mio cuore e la mia anima.

Mi passò un pensiero veloce: Lo scudo!

Certo, perché non ci avevo pensato prima. Edward non avrebbe potuto credere alle mie azioni o magari alle mie parole, ma alla mia mente si.

Mi rallegrai di quel pensiero vagante. Non avevo bisogno di usare frasi o gesti.,solo il mio scudo portato via per un po’ gli avrebbe permesso di credermi.

Afferrai Renesmee per mano, distraendola  dal suo gioco; mi guardò curiosa della mia azione.

"Andiamo da papà"

Le dissi ancora più sorridente al pensiero di vedere Edward. Renesmee ricambiò il mio sorriso ed annuì. Uscimmo veloci dalla porta. L'immagine che vidi mi stupì.

Avrei creduto di vedere Carlisle ed Andrew da una parte, e Jacob ed Edward dall'altra. Invece erano tutti uniti in una specie di assemblea circolare. C'era anche Alice con loro. Non si accorsero della nostra presenza, al contrario continuarono a parlare silenziosi.

Solo Edward alzò gli occhi verso di noi.

Dalla posizione in cui si trovava non poteva averci visti subito, sicuramente aveva sentito qualche pensiero di nostra figlia.

Appena i suoi occhi affondarono nei miei mi sentii di nuovo male, quasi in colpa.

Leggevo nel suo sguardo ancora il dubbio e la preoccupazione. Non riuscivo a vederlo ridotto cosi per causa mia, fortunatamente Renesmee riuscì a distrarmi strattonando la mia mano verso di se: "Mamma ma che fanno?"

Non le risposi subito. Non sapevo in verità cosa stessero facendo. Dovevo inventarmi qualcosa.

Guardai la bambina e poi di nuovo Edward, sicura che avesse sentito; infatti lo vidi bisbigliare qualcosa al gruppetto intorno a lui indicando Renesmee con gli occhi.

Tutti si girarono verso di noi cambiando totalmente espressione.

Il primo a parlare fu Edward: "Le mie donne sono già pronte?"

Sorrise, ma i suoi occhi erano sulla figlia. Forse per lui in quel momento l'aggettivo ‘mie’ non apparteneva più alla sottoscritta. Mi fece di nuovo male, i dubbi mi straziavano il petto. Non avrei potuto resistere a lungo senza parlargli.

Dietro di lui seguì Alice: "Wow, che bel vestitino Nessie, sei adorabile."

La bambina arrossì. Jacob, si rallegrò assieme a lei.

Carlisle ed Andrew rimasero composti. C'era qualcosa che non andava. Troppo mistero e silenzio.

Alice mi fu accanto in un attimo. Si chinò sulla bambina: "Ma lo hai scelto tu?" Renesmee cominciò a spiegare: "Si si. Ti piace zia Alice? Visto che belle pieghe che fa quando faccio così?" La piccola ondeggiava su e giù per i gradini. Alice sorrise divertita mentre velocemente mi sussurrò: "Devo parlarti Bella." Rimasi impietrita.

Edward guardò la sorella in segno di intesa e subito dopo aggiunse:

"Renesmee, io e Jacob stiamo andando da Zia Rose, vuoi venire con noi?"

Edward conosceva il modo di persuadere sua figlia, bastava dire ‘Jacob & Zia Rose’.

La bambina si fermò sovrappensiero.

Edward guardò subito me: "Non preoccuparti, la mamma non si offende. Torniamo subito."

Capii subito che il pensiero di Renesmee ero io. La guardai dolcemente: "Vai pure. Ti aspetto qui con Zia Alice."

Il musetto della bambina rimase insospettito per un po’, ma poi guardando bene i miei occhi sinceri ,sorrise e corse da suo padre.

Edward la prese per mano. Jacob le stava accanto. Aveva due belle montagne come guardaspalle quella bambina, Carlisle, invece, gli fu dietro.

Iniziarono ad incamminarsi. Vidi Edward fermarsi di colpo,si girò verso Andrew che era rimasto al suo posto,non li stava seguendo. Carlisle e Jacob avevano la stessa espressione stupita di Edward.

"Tu non vieni con noi?" Domandò Carlisle. Andrew non rispose,guardò Edward negli occhi. Era tutto cosi strano che non riuscivo più a seguire le loro motivazioni. Edward irrigidì la mascella e si voltò davanti. Fu in quel momento che Andrew parlò: "Vi aspetto qui." Jacob cominciò a sbuffare,frastornato guardò Edward poi Andrew, sembrava impazzito, mugugnava qualcosa di incomprensibile. Edward non si voltò per rispondere e Jacob si infuriò: "Edward! Mah…mah…"

Riguardava Andrew e poi Edward: "Non dici…niente…ma…ma…"

Jacob sembrava più arrabbiato di quanto lo fosse mio marito. Le parole di Edward le sentii forte e chiare,rimase di spalle e parlò freddo: "Lascia perdere Jacob, andiamo."

Alice sembrò afferrare il tutto prima di me e mi guardò sorpresa. Jacob mugugnò qualcos’altro di incomprensibile e seguì Edward che aveva ripreso a camminare.

Lo vedevo allontanarsi da me, di nuovo. No! Perché stava succedendo?

 Avrei voluto urlargli ‘Edward! Edward!’ ma rimasi a guardarlo con il cuore in lacrime. Avevo sentito bene, aveva detto ‘LASCIA PERDERE’. Che cosa doveva lasciare perdere?

Perché mi sentivo cosi vuota e triste?

"Bella."

Alice mi svegliò. Mi voltai nella sua direzione: "Si?" Ero cosi traumatizzata da urlarlo quel ‘si’. 

Alice spalancò gli occhi ed aggrottò le sopracciglia: "Tutto bene?" Ci pensai su un attimo. No, non andava per niente bene, ma Alice era rimasta li per dirmi qualcosa di importante e non per ascoltare le mie ansie matrimoniali.

"Cos è successo?" Le chiesi subito per arrivare al dunque.

Alice scosse la testa per tornare alla realtà. Parlò veloce: "I piani sono cambiati Bella. Il Clan di Claudia arriverà domani o stanotte. Non ne sono sicura. E' tutto cosi confuso adesso. Purtroppo grazie al pensiero telepatico di Claudia con Edward, lei vede ogni cosa. Per questo motivo hanno anticipato l'arrivo non programmandolo, perché sanno che li aspettiamo e che io li vedo." Alice si stringeva le tempie mentre parlava.

Io aggrottai la fronte:  "Ma che intenzioni hanno? Perché vogliono sorprenderci?"

Giunsi subito a cattivi pensieri. Alice non rispose.

"Vogliono impedire la trasformazione." Andrew parlò per lei.

Non mi infastidii la sua voce, ma neanche la gradii. Forse affibbiavo la colpa a lui per il comportamento di Edward, ma la mia coscienza mi indicava un'altra colpevole: ‘io’.

Ero io la causa di tutto. Il mio amore, il mio Edward non avrebbe più sofferto per me. Tornai subito alle sue parole: "Perché?"

Mi rivolsi ad Alice ed Andrew contemporaneamente.

Alice mi guardò delusa: "Non lo sappiamo. Non riesco a capire il perché. Nulla è chiaro."

Rimasi stranita dalle parole di Alice.

Mi feci comunque coraggio: "Edward e gli altri dove sono andati?"

Cominciavo ad avere paura. Paura di perderli di nuovo. Inoltre non avevo ancora parlato con Edward. Non me lo sarei mai perdonato se fosse successo qualcosa.

Alice vide chiaramente nel mio volto dipinto il terrore e cercò di tranquillizzarmi:

"Bella stai calma. Abbiamo tempo. Jacob doveva avvertire il branco di tenersi pronti. Calisle ed Edward sono andati a continuare le ricerche per la cura di Renesmee. Se otterranno risposte prima dell'arrivo del Clan di Claudia, forse, potremo evitare inutili battaglie."

L'espressione di Alice era rilassata, ma i miei occhi si spalancarono al suono della parola ‘battaglie’.  Mi ricordai i Volturi. Ricordai il dolore e l'ansia che provai per la paura di perdere i miei cari. Non volevo rivivere tutto questo.

Senza pensarci mi passai una mano tra i capelli e tornai ad Edward. Dovevo raggiungerlo subito. Alice sembrò capire il mio pensiero ed aggiunse:

"Edward mi ha lasciata qui con te per dirti tutto." Cercava di alleviarmi il dolore,

ma non ci riuscì. Perché non era stato lui a dirmelo? Perché aveva detto a Jacob ‘lascia perdere’? Basta con i perché. Dovevo parlargli.

Scattai in avanti come un gatto, con lo sguardo fisso oltre il bosco. Conoscevo la mia meta ma…una mano mi afferrò per il braccio. Mi voltai furiosa. "Bella, aspetta."

Andrew mi trattenne. Alice mi affiancò subito: "Lasciala andare." Il suo fu quasi un ringhio. Altre liti. No, non era quello che volevo.

"Alice tranquilla è tutto apposto."  Cercai di rivolgermi a lei nel modo più naturale possibile, ma fu difficile. Ero arrabbiata anche io. Alice non staccava gli occhi da Andrew,

il mio tentativo era stato vano. Non osavo pensare cosa sarebbe successo se Edward e Jacob fossero tornati in quel momento.

Come era solito di Andrew, rimase impassibile e fissò Alice: "Guarda che non farei mai del male a Bella ne a nessuno di voi. Voglio solo parlarle." Il suo tono era pacifico.

Alice guardò per un istante me senza parlare. Aspettava un mio gesto, un mio segnale. "Non preoccuparti. Ti raggiungo."

Solo in quel momento Alice riuscì a rilassarsi, ma sfidò di nuovo Andrew prima di andarsene: "Attento a quello che fai se non vuoi che mio fratello di stacchi la testa." Andrew sorrise,io mi voltai verso di lei: "Ti prego Alice."

Lei sospirò e cominciò ad incamminarsi. Mentre si allontanava  tentai di aprir bocca per cercare  di spiegarmi ma lei mi anticipò quasi come se leggesse la mia mente: "Si, lo so. Non dirò nulla ad Edward." Si girò e sparì.

Non volevo che Edward sapesse dello scontro mancato tra la sua sorella preferita ed il suo ‘momentaneo’ acerrimo nemico, ma un pensiero mi perforò la mente:

Se Alice fosse tornata a casa senza di me, Edward avrebbe capito che io ed Andrew eravamo rimasti soli. Oh no! Non doveva succedere.

All'improvviso sprofondai nel panico. Tutto quello che avevo creato lo stavo distruggendo orrendamente. Non volevo parlare con Andrew. Non volevo parlare con nessun altro. Volevo EDWARD!

Furiosa mi voltai verso Andrew: "Cosa c'è. Non potevi parlarmi in pubblico?"

Mi ritrassi subito dal mio strillo. Andrew aggrottò la fronte: "Bella, non ti riconosco."

Scossi la testa per tornare in me. Nemmeno io riuscivo a riconoscermi, ma quando si trattava di Edward...

"Scusami Andrew è che sono molto nervosa per la situazione di Renesmee. Succede tutto cosi in fretta e…"  Andrew annuì mentre parlavo e mi interruppe:

"Sei nervosa per Edward." Parlò con voce ferma e sicura.

Lo guardai per un attimo cercando di ricordare se avessi già menzionato Edward nelle mie blaterazioni. No. Non lo avevo fatto. Alzai gli occhi accusandolo, fingendo che le sue parole erano false ed insensate. Andrew disse:

"Ti conosco solo da tre mesi, ma riesco a distinguere se sei preoccupata per il mondo o per Edward."

Sbuffai non volendo accettare la verità. Andrew proseguì:

"Ecco vedi, parli a caso. Non ti ricordi ciò che dici, i tuoi occhi sono persi nel vuoto..."

Questa volta il mio sguardo fu più duro. Con gli occhi gli stavo chiedendo: Cosa vuoi? Ottenni ciò che volevo ed Andrew disse:

"Volevo scusarmi. Mi dispiace Bella. Non volevo crearti problemi."

Adesso mi sentivo davvero in colpa. Andrew era stato deriso, umiliato e scaraventato sopra un albero dai miei famigliari, e adesso mi chiedeva scusa? Ero io a dovermi scusare con lui. Se Edward era geloso non era colpa di Andrew.

"No Andrew scusami tu. Sei venuto fin qui per aiutarci e sei stato trattato male. Non preoccuparti, presto si risolverà tutto. Io ed Edward abbiamo deciso che dopo l'incontro con il Clan di Claudia parleremo con Renesmee. In base al suo volere, tu potrai tornare a casa."

Andrew si scosse ed indietreggiò: "Perché tanta fretta? Renesmee è ancora una bambina. Come può scegliere?"

Sembrava spaventato all'idea di andarsene. Gli voltai le spalle per non guardarlo in faccia. Dovevo allontanarmi da lui. Non volevo che Edward travisasse il nostro rapporto.

Andrew si sorprese: "Bella.”

Parlai decisa cominciando a camminare: "Renesmee è una bambina matura. Sceglierà bene."

Lui non rispose, ma sentii i suoi occhi puntati addosso.

Continuai a camminare lentamente per non essere scortese, ma appena gli fui lontana scheggiai via. Non avrei mai voluto trattare Andrew in quel modo, ma se la posta in gioco era Edward...non c’era altra soluzione.