Un raggio di sole di chiaretta78 (/viewuser.php?uid=51309)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questione di feeling ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Una strana confusione ***
Capitolo 4: *** Avviso importante ***
Capitolo 1 *** Questione di feeling ***
"Ho un appuntamento con Mr Mortensen alle 18."
"Buona sera Ms Sturlese! Com'é andato il volo?" Quella donna
sorridente era veramente gentile e carina. Si sentì in colpa
per
la fretta con cui si era presentata. Non voleva essere maleducata, ma
era così stanca da una parte e così nerovosa
dall'altra...
"Piuttosto bene, grazie! Ci vuole troppo però... Insomma,
non
è che mi faccia impazzire star seduta per 7 ore su un
aereo!!"
Fece un bel respiro e si rilassò. Così andava
meglio,
pensò. Non c'era motivo di essere così nervosa
dopo
tutto! Se la segretaria era così dolce anche lui doveva
essere
una persona piacevole.
"La capisco! Per questo non sono mai venuta in Europa..." - le sorrise
-
"Sarà meglio che si accomodi, è occupato al
telefono in
questo momento... E' sua moglie, perciò temo che
dovrà
avere un po' di pazienza per qualche minuto..."
"Non si preoccupi!" Si girò verso una delle sedie e
lentamente
iniziò a togliersi la giacca. Era molto contenta di
quell'acquisto... Aveva cercato una giacca rossa come quella per mesi!
Era proprio carina con quel completo, doveva ammetterlo! I pantaloni
neri, leggermente attillati, facevano intravedere una figura
tonica e in forma. Gli stivali col tacco alto l'aiutavano a cammuffare
una statura non molto alta. Ma il cappellino nero era davvero la
cigliegina
sulla torta... quello e la borsetta, che si abbinava perfettamente al
completo, essendo rossa e nera.
Una volta seduta non potè fare a
meno di dare un'occhiata in giro... C'erano molte foto appese
ai
muri, la maggior parte in bianco e nero. Lanciò un'occhiata
al
suo orologio. Erano le 18:10 e non era nemmeno ancora entrata... Voleva
essere di ritorno all'hotel in tempo per la telefonata di
Alice,
alle 20... non era così' sicura di farcela ora, dato che lui
era
così in ritardo... Sua moglie... Non sapeva che fosse
sposato...
Elena inarcò il sopracciglio destro, cosa che faceva ogni
volta
che qualcosa la indisponeva. Avrebbe potuto chiamarla in un altro
momento visto che doveva avere un appuntamento di lavoro! Non era molto
carino... Sospirò. La segretaria non fece in tempo a posare
la
cornetta che il telefono suonò di nuovo.
"Questo dev'essere lui..."
Elena alzò lo sguardo verso di lei, cercando di decifrare
ogni
più piccolo movimento delle sue labbra e del suo viso. La
signora attaccò e si alzò, andando verso di lei.
"Adesso la può ricevere... se vuole accomodarsi..."
Elena le sorrise un po' tesa. Era l'ora. Si era immaginata
quel
momento negli ultimi 5 mesi, da quando aveva ricevuto l'email
dell'editore in cui dicevano di essere interessati al progetto e che il
proprietario desiderava sapere se fosse possibile incontrare lei e la
scrittrice per parlare.
Parlare di cosa? Si era chiesta da allora. E ora l'avrebbe
scoperto, perché in pochi minuti sarebbe stata di
fronte a
lui, una delle celebrità più richieste e famose
del
momento. Mentre pensava tutto ciò, la segretaria
aprì la
porta e la fece entrare.
"Ecco Ms Sturlese, Viggo. Sono più di 10 minuti che aspetta
qui
fuori... sarà meglio che ti scusi!" - gli sorrise con un
sorriso
dolce.
"Cavoli, mi dispiace!" - si alzò.
Maledizione. Era anche più sexy di quanto si aspettasse in
carne
e ossa! Cercò di darsi un contegno e sembrare calma e
distaccata. Lui si avvicinò velocemente verso di lei
sorridendo,
gli occhi che brillavano. Era veramente felice, finalmente, di
conoscerla! Si erano scambiati un po' di email che aveva trovato molto
interessanti. Si era chiesto che aspetto potesse avere, come un
adolescente che chattava con una ragazza sul web. Avvicinandosi a lei
cercò di darle una bella occhiata. Era proprio carina! Quel
cappellino poi le stava proprio bene... incorniciava la bellezza dei
suoi occhi. Occhi incredibilmente scuri... ti ci potevi perdere
facilmente dentro...
Si strinsero la mano.
"Sono davvero davvero dispiaciuto! Sono rimasto bloccato da una
telefonata che non potevo rimandare..." - le sorrise, in modo
così caldo che lei si sentì come stesse per
sciogliersi
davanti a lui.
"Non importa, davero." Oh, per favore! Che cavolo di risposta stupida e
insulsa era quella?
"Prego, si accomodi..."
"Grazie"
Si sedettero entrambi. Elena si tolse il cappello, lasciando cadere
sulle spalle una cascata di riccioli neri che le incorniciavano
perfettamente i tratti del viso. Viggo pensò che
nessun'altro
tipo di capelli le sarebbe stato più adatto.
" Sono molto contento di conoscerla, finalmente! Spero che il suo
viaggio sia andato bene e l'albergo sia di suo gradimento."
"Oh, sì, grazie mille! E' tutto perfetto."
Cavoli Viggo, questo è proprio fiacco come approccio, sai
fare di meglio!
"Quando arriverà Mrs Vieira?"
"Dovrebbe essere qui domani per le 9. Dovrei ricevere una sua
telefonata fra un'oretta e mezza" - guardò l'orologio
"Benissimo, allora possiamo vederci alle 15, così
avrà il
tempo di rilassarsi e riposarsi un po'. Devo dire che sono piuttosto
emozionato di conoscerla... Mi è piaciuta moltissimo la
storia
che ha scritto e che lei ha tradotto così bene... E
ovviamente
mi sono subito appassionato al progetto che vi è dietro..."
"Lo so... Credo sia impossibile non venir colpiti da quello che sta
succedendo nel mondo... ma devo dire in realtà che lei
sè
stato l'unico editore a mostrare interesse! Insomma... sono rimasta
sorpresa dall'indifferenza dell'ambiente... migliaia di bambini muoiono
ogni secondo che passa in molte aree del mondo, non posso credere che
ci siano persone cui non gliene frega niente e che dormono
tranquillamente, magari con i propri figli nella stanza accanto!"
Si era improvvisamente accalorata, gli occhi che brillavano e
il
volto che mostrava chiaramente il suo stupore e il suo disgusto. Viggo
rimase colpito dall'energia e la luce che stava emanando in quel
momento...
"Ok, ok... Io sto dalla sua parte, se lo ricorda??" - rise
Elena arrossì. L'aveva fatto di nuovo! Ogni volta
che iniziava
a parlare di qualcosa a cui teneva particolarmente o che
pensava
fosse molto importante si agitava e iniziava a parlare come un fiume in
piena!
"Cavoli, mi dispiace... E' solo che... per me è
così importante e così... incredibile!"
Viggo le sorrise. Era così carina in quel momento, con le
guance
ancora in fiamme per l'imbarazzo. Qualche ricciolo le cadde sulla
fronte coprendole un occhio, ma con le dita li rimise a posto subito.
"Non si preoccupi, la capisco perfettamente. Anch'io me la prendo per
queste cose..."
Dal suo sguardo capì che era vero. Quegli occhi
erano così caldi e profondi e...
"Tutto bene?"
"Sì, sì..." - arrossì di nuovo -
"Forse sono un po'
stanca..." - abbassò lo sguardo. Cosa diavolo stava facendo?
"Comunque... Credo sia tutto a posto. Avete ricevuto il contratto, no?"
"Sì, certo"
"Bene, quindi penso proprio che non ci saranno problemi... Fra un mese
dovremmo essere pronti e andare al Gala di Beneficenza per promuovere
l'iniziativa."
"Fantastico!" - sorrise
La luce nei suoi occhi era davvero affascinante... e anche il suo
sorriso... era come se tutto il suo viso sorridesse. Era stata davvero
un'ottima idea chiedere un incontro... Viggo aveva capito subito che
doveva esserci una persona speciale dietro a questa idea...qualcuno che
valesse la pena di conoscere, almeno.
"Anche Alice è molto felice. L'idea che il suo libro venga
usato
per raccogliere fondi per bambini le dà un'immensa gioia...e
ne
aveva bisogno"
Forse non avrebbe dovuto dirlo... ma Alice aveva passato un periodo
così difficile ultimamente... Quando suo marito era morto
Elena
aveva pensato che non avrebbe scritto mai più e non avrebbe
sorriso mai più. Poi le era venuta quell'idea... non
ricordava
neppure come le fosse venuto in mente ma era successo e ne era
contenta.
Si sentì improvvisamente confusa.
"E' un po' pallida... è sicura di star bene?"
Pallida? Come poteva essere pallida? Non era mai pallida... E
perché la stanza girava così forte ora??
" Io... in realtà... gira tutto...."
"Cosa??"
Elena mosse le labbra ma non uscì nessun suono. In pochi
secondi si accasciò sulla sedia e perse i sensi.
"Mildred!!"
Doveva essersi addormentata... ma com'era possibile?? Stava parlando
con lui... tutto andava bene e poi... il buio...
"Grazie a Dio si sta riprendendo...ci ha fatti spaventare, sa?"
Spaventare? Ci? Ma dove cavolo si trovava?? Forse se avesse aperto gli
occhi la stanza avrebbe smesso di vorticare.
"Io..." - si portò una mano alla fronte - "Mi dispiace..." -
cercò di tirarsi su, ma la testa iniziò a girare
ancora
più veloce. Che diavolo stava succedendo? Non riusciva a
capire
perché si sentisse così male. Tutto era andato
così bene fino ad allora.. Aveva preso il suo volo, avuto un
buon viaggio... il cibo sull'aereo era terribile come al solito, ma il
volo era così lungo che non aveva potuto fare a meno di
mangiare
qualcosa. Alle 12 era arrivata all'hotel che avevano prenotato per lei
... era davvero un bell'hotel, un cinque stelle... lei non si sarebbe
mai potuta permettere una cosa simile! Non appena era entrata in camera
si era fatta una lunga doccia e poi si era infilata a letto e si era
addormentata in pochi secondi. Grazie a Dio si era svegliata in tempo
per prepararsi per l'appuntamento. Tutto liscio, tutto ok...
"Sarà meglio che resti coricata ancora un po'... Mildred le
sta
preparando un caffé o qualcos'altro, non ricordo cos'ha
detto...
" - era davvero preoccupato per lei, era così pallida...
"Ho solo bisogno di un po' di zucchero, tutto qui... Un piccolo
collasso, non è niente, non si preoccupi... " - sentiva che
lui
era davvero agitato... gli uomini non sanno mai gestire quel tipo di
situazioni... Non c'era niente di cui preoccuparsi, probabilmente era
il fuso orario o ... Improvvisamente capì! Ma certo! Che
stupida
era stata... Non poteva non svenire, in alcun modo...
"Ho fame... Devo aver fame..."
Viggo non capì. Cosa aveva detto? Fame?
"Ho saltato il pranzo oggi..." - fece un debole sorriso per
rassicurarlo
- "Ero così stanca che mi sono addormentata in hotel e non
ho
mangiato nulla... Ecco perché sono svenuta..."
In quel preciso momento entrò Mildred con un succo di frutta
e delle bustine di zucchero.
"Eco qui..." - spostò Viggo e si chinò verso di
lei -
"Prenda questo e si sentirà meglio... Ha mangiato qualcosa
oggi?"
Elena pensò che Mildred doveva essere una mamma...
Aveva quel
tipo di istinto che ogni madre ha. E poi era
così calma e
aveva tutto sotto controllo... Prese il succo e lo sorseggiò
lentamente, per evitare la nausea. Scosse il capo.
"Benedetta ragazza! Ovvio che svenga se non mangia niente!"
Sì, doveva essere una mamma, non vi erano dubbi.
Viggo lanciò un'occhiata al suo orologio. Erano quasi le
19...
era un po' presto, ma non avrebbero dovuto esserci problemi al Bowl a
quell'ora... Joe avrebbe capito sicuramente.
"Non c'é problema, non appena si sentirà meglio
la porterò al Bowl, che ne dici?"
Mildred gli sorrise con approvazione.
"Penso che sia un'ottima idea Viggo! Aspetta che chiamo Joe per
avvisarlo." - uscì dalla stanza.
I suoi sensi iniziarono a tornare a posto. La sensazione di freddo e
nausea erano passate e la stanza aveva smesso di girare.
"Non è il caso, davvero" - gli diede il succo e lentamente
si
tirò su a sedere - "Posso mangiare qualcosa all'hotel, non
deve
disturbarsi..."
Come poteva una persona essere così carina in quella
situazione?
Stava riprendendo colore in viso, le sue guance stavano tornando rosate
e la luce stava tornando anche nei suoi occhi. Era così
dolce in
quel momento a preoccuparsi di disturbarlo...
"Non si preoccupi, non è un problema, davvero. "
Sì, decisamente si sentiva meglio se l'unica cosa a cui
riusciva
a pensare in quel momento era quanto lui fosse bello... Era un buon
segno!
"Ma non sono vestita come si deve per un ristorante..."
Le donne. Non importava dove fossero, o cosa stesse succedendo, si
preoccupavano del loro aspetto comunque.
"Penso che vada benissimo così. Inoltre il Bowl non
é un
ristorante elegante... questo è un posto piccolo, ci sono
solo
cose semplici..."
"Ok allora... credo di dovermi arrendere... - gli sorrise - non mi
dà altra scelta, mi sembra..."
Anche Viggo sorrise.
"Esattamente!"
"Vorrei cercare di alzarmi, potrebbe darmi una mano?"
"Certo..."
Fece un bel respiro e annuendo come a convincere il suo corpo a farlo
si alzò. Viggo si mosse verso di lei per sostenerla in caso
di
bisogno, le sue mani protese verso le sue braccia come se avesse una
bambina piccola davanti.
"Ok... dovrei essere a posto... grazie..." - si portò i
capelli
dietro le spalle e poi lo guardò - "Mi dispiace per
l'incontro,
stavamo parlando e io ho rovinato tutto..."
"Beh, dovevo essere proprio noioso per farla svenire!!" - risero - "Non
si preoccupi, continueremo la conversazione a tavola."
Mildred rientrò.
"Joe vi sta aspettando. Ha detto che potete andare anche ora se volete."
"Era questo il piano, direi..."
"Come si sente ora?" - le sorrise premurosa
"Meglio, la ringrazio... per tutto..." Elena le sorrise un po'
imbarazzata.
Ci fu un momento di silenzio.
"Allora?? Cosa state aspettando?"
"Hai ragione Mildred" - con lo sguardo cercò la ragazza -
"Andiamo?"
Elena annuì timidamente. Viggo le fece strada e uscirono.
"Saremo lì in pochi minuti, non si preoccupi. Spero che
riesca a resistere..." - le sorrise.
Accidenti che sorriso... non c'è da stupirsi che le donne
siano pazze di lui...
"Dovrei... spero!"
Salirono sulla macchina dell'attore e si diressero al ristorante.
Era davvero una piccola cittadina accogliente... si capiva dai volti e
dalle espressioni delle persone il perché avesse deciso di
vivere lì, lontano dalla frenesia e dallo show business di
città come Los Angeles o New York. Le piaceva quel posto.
"E' un bel posto dove vivere..." - wow, riesce a leggermi nella mente??
- "e dove allevare un figlio... Io sono cresciuto in una fattoria in
Argentina, sa? Volevo che anche mio figlio avesse lo stesso tipo di
infanzia e vivesse le mie stesse esperienze, protetto dalla gente, dai
paparazzi, dall'ambiente..."
Doveva essere un buon padre... Si chiese come fosse il figlio. Gli
assomigliava? Aveva la stessa luce negli occhi?
"Sì, capisco..." - guardò fuori dal
finestrino.
Viggo la osservò di sfuggita - "Si capisce che è
un posto
tranquillo..."
Viggo sorrise. Sì, era davvero tranquillo lì.
Parcheggiò e fece il giro della macchina per
aprirle la portiera.
"Eccoci qui"
"Wow... non sono abituata a questo genere di cose..." -
arrossì leggermente, sorridendo - "Grazie..."
"Non c'è di che..."
Elena scese e si sistemò velocemente i capelli mentre Viggo
chiudeva la macchina. Infondo stava per sedersi a tavola con l'uomo
più bello e affascinante che le fosse mai capitato di
incontrare
e non aveva nemmeno avuto modo di darsi una sistematina...
L'uomo le passò davanti, le sorrise e si
incamminò verso
il ristorante. Elena rimase qualche secondo indietro, osservando la
sua figura dirigersi con passo deciso verso la porta. Sorrise senza
rendersene conto.
Sì, sarebbe stata decisamente una cena interessante.
Ovviamente (e
sfortunatamente) non conosco personalmente Viggo Mortensen, tutto
ciò è frutto della mia immaginazione. Ovviamente
con la presente non voglio offendere nessuno, né Viggo
né chiunque appaia in questo mio delirio.
Spero vi piaccia!
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
FF 2
Prima di tutto mille scuse per quanto
ci ho messo a inserire il secondo capitolo... Varie vicende familiari
mi hanno tenuta totalmente impegnata e non ho proprio avuto tempo per
scrivere!
In secondo luogo una piccola precisazione, soprattutto per chi
eventualmente fosse una grande fan di Viggo: nella FanFiction ho optato
per una distorsione temporale, quindi Viggo risulta decisamente
più giovane di quanto non sia in realtà e suo figlio
molto più piccolo.
Spero vi piaccia :)
Elena diede un'occhiata veloce in giro mentre entravano nel ristorante.
Era un posticino semplice, dall'atmosfera accogliente e familiare,
proprio come aveva detto Viggo. Si sentì sollevata... non le
sarebbe piaciuto sentirsi un pesce fuor d'acqua! La sua attenzione si
spostò sui due uomini che si stavano salutando amichevolmente
davanti a lei. Quello doveva essere Joe.
"Avanti amico, siediti a sto benedetto tavolo e non far stare tanto in piedi questa bella fanciulla, se non si sente bene..."
"Hai ragione Joe! Mi spiace, sono imperdonabile... " le sorrise ed
Elena sentì per l'ennesima volta le sue guance prender fuoco.
"No, non c'è problema, davvero!"
"No, no, no, è proprio una frana, si fidi! Prego..." - le spostò la sedia per farla accomodare.
"Grazie mille..."
"Potresti smetterla di metterti in mostra in questo modo vergognoso??"
Scoppiò in una risata...una bellissima risata, cristallina e
sincera. Elena rimase qualche secondo incantata, mentre Viggo prendeva
il menù "Allora... vediamo cosa possiamo prendere"
Elena si scrollò e guardò il menù. "Qual'è la specialità qua?"
"Siamo famosi per le bistecche qui da noi... sono un vanto del
locale... non è vero?" guardò l'amico con fare quasi
minaccioso.
"Sì sì, per carità... anche perché
praticamente c'è solo questo..." Di nuovo quella bellissima
risata.
"Spiritoso... davvero, davvero spiritoso."
Elena sorrise divertita. "Allora credo proprio che prenderò una bella bistecca con patate"
"Facciamo due, va'"
"Ottima scelta. Cosa vi porto da bere?"
"Che ne dici di una bottiglia di vino rosso? Buono però, la
fanciulla qui è Italiana, ho paura che sia un po' esigente sul
vino" - le sorrise, aspettando la sua reazione. Lo divertiva metterla
leggermente in imbarazzo, se possibile diventava ancora più
carina quando arrossiva.
"Italiana, eh? Mmm... interessante..." le sorrise in modo un po' malizioso
Elena sentì di nuovo le sue guance diventare rosse. Cos'era quello sguardo?
Viggo notò che stava arrossendo di nuovo. Era davvero una ragazza
particolare... un mix di sensualità e innocenza che solleticava
la sua curiosità.
"Beh... devo ammettere che effettivamente sono un pochino noiosa sul vino... Comunque decisamente andrei su un rosso"
"Credo proprio di avere quello che ci vuole. Vi porto le bistecche e il
vino tra pochissimo." Si allontanò verso una coppia di clienti
appena entrati. Elena si sentì meglio vedendoli... Iniziava a
sentirsi un po' a disagio ad essere gli unici due nel ristorante, non
voleva davvero dar fastidio a Joe solo perché non si sentiva
benissimo.
"Visto? Non siamo gli unici che cenano presto oggi..." - cavoli...
riesce davvero a leggermi nel pensiero!! - " Posso chiederle un
favore?" - la fissò negli occhi in silenzio per qualche secondo.
Elena sentì improvvisamente il suo cuore battere sempre
più veloce. Se continuava così sarebbe esploso di sicuro!
Per fortuna arrivò Joe a salvarla, con il vino. Viggo infatti
distolse
lo sguardo da lei per fare un cenno di assenso all'amico e quando
portò nuovamente lo sguardo su di lei il suo cuore era
riuscito a tornare alla normalità. "Le dispiace se diamo un
taglio a tutte queste formalità? Voglio
dire... a parte il fatto che potrei essere suo padre... ma stiamo
cenando insieme e prevedo che passeremo un bel po' di tempo insieme nei
prossimi giorni, quindi... che ne dice se passassimo al "tu"? Speravo
che potessimo scendere a un livello più amichevole, che ne
pensa?"
Se sapessi a che livello scenderei io... Arrossì immediatamente
al pensiero. Viggo pensò di averla messa a disagio.
" Se non vuole non c'è problema, non si preoccupi, io..."
"No, no... sono d'accordissimo, davvero! E comunque... non penso che
potresti essere mio padre..." Sorseggiò del vino, sorridendo.
"Beh, quasi! Devo avere almeno dieci anni più di te..."
"Dipende... quanti anni hai?"
"42"
"Sì, allora sì... Io ne ho 30, comunque... so che sembro
più giovane, ma questa è la triste verità!"
"30? Te ne davo 25 al massimo..."
"Grazie, lo apprezzo molto - alzò il bicchiere come per
brindare, prima di sorseggiare dell'altro vino. Viggo fece lo stesso. "
Beh, in realtà ne farò 30 ad Agosto, perciò ho
ancora qualche mese davanti"
"Oddio, un Leone!" - sorrise, un po' ironicamente
"Beh? Qual'è il problema?? Il Leone è il segno più bello dello zodiaco, per tua informazione..."
"Certo, certo... come no... E' meglio che non dica altro, va' " - scrollò la testa ridendo
"No, no, ora voglio sapere che problema hai con i Leone"
"Leone? Chi è Leone? I Leone portano guai, meglio starne lontano!!" - Joe posò i piatti sul tavolo
"Ma... la vogliamo smettere con sta storia?? Non portiamo affatto
guai, uffa!!" picchiò leggermente il pugno sul tavolo, in gesto
di protesta.
"Oh no... è lei del Leone? Oddio Viggo, mi spiace per te! Questa
cena ti costerà carissimo in salute mentale e fisica!!" I due
uomini scoppiarono a ridere
"Ok , ok... se non la smettete immediatamente, non parlo più! - con le dita chiuse le labbra come una cerniera.
"Meglio che vada... sono cavoli tuoi amico!!" Joe andò verso la porta sorridendo ad altri clienti in arrivo.
Viggo non poté fare a meno di sorridere guardando Elena che
faceva finta di essere offesa e pretendeva di non parlare più.
"Ok, ok... mi spiace... ti prendevamo in giro, dai..." - Elena fece
spallucce, continuando a mangiare la bistecca "No, dai... cosa devo
fare per farmi perdonare??"
Elena sollevò un soppracciglio, come a dire che era impossibile.
In realtà qualche idea ce l'aveva di cosa avrebbe potuto fare...
Arrossì di nuovo. " Ma com'è che continui ad arrossire?"
- Elena sentì le guance diventare ancora più calde. Viggo
scoppiò in una risata. - " Scusami... ma sei così carina
quando lo fai..."
Ah beh, questo non aiutava di certo! Si portò le mani alle guance in fiamme. "Potresti smettere, per favore?"
"Ah! Hai parlato! Ha funzionato..."
"Tu... tu sei un mostro!! Forse era meglio rimanere a un livello più formale dopo tutto!!"
"No, per favore! Non facevo una cenetta così piacevole da una vita! Mi sto divertendo tanto... "
Viggo riprese a mangiare come se niente fosse. Elena invece rimase
bloccata per qualche secondo... Lo guardò con attenzione,
scrutando la sua espressione. Era solo stato gentile, tutto qui. Cavoli
però... non poteva andarsene in giro a dire certe cose e pensare
che le donne non si facessero strane idee!! Riprese a mangiare la sua
bistecca.
Perché diavolo l'aveva detto?? Alla sua età avrebbe
dovuto avere più esperienza ed essere in grado di tapparsi la
bocca al momento più opportuno! Le lanciò un'occhiata
rapida per controllare le sue reazioni... Sembrava tranquilla, come se
avesse notato nulla di strano nella sua frase... Gli era proprio
scappata di bocca, maledizione!
Elena ruppe quel lungo silenzio che quasi non la lasciava respirare "
Cavoli, è troppo! Sono piena." - si passò la mano sullo
stomaco, appoggiandosi allo schienale della sedia.
"Beh, te la sei cavata alla grande, direi! Ho visto poche donne quasi finire una bistecca di Joe!"
"Lo so... sono una buona forchetta, purtroppo!" - sospirò,
pensando a tutte le diete e i sacrifici che aveva fatto in vita sua per
tenersi in forma.
"Perché sfortunatamente? Personalmente non sopporto quelle donne
che non toccano cibo. Voglio dire... non è normale e non
è sano! E di solito il risultato è pessimo, tra
l'altro... Insomma, una donna dev'essere morbida e formosa...
altrimenti non c'è niente da..." - si fermò, non sapendo
se finire la frase.
"... da toccare, lo so. Sono felice che tu sia uno dei pochissimi uomini che la pensano così..." - sorrise
"Io non credo... conosco un sacco di uomini che condividono il mio punto di vista."
"Se lo dici tu..."
Joe si avvicinò al tavolo. "Wow, posso evitare di chiedere se
andava tutto bene! Complimenti, mi ha reso un uomo felice mangiando
quasi tutto!"
"Ecco un esempio di quello che ti dicevo... Joe, preferisci le donne
magre o ..." - Viggo disegnò con le mani il profilo di una donna
formosa.
"Che domanda stupida, le donne devono avere qualcosa con cui giocare, altrimenti... "
" Visto? " - le sorrise soddisfatto - Te l'avevo detto"
Joe guardò entrambi senza capire.
"Ok, ok... come vuoi..."
"Beh, visto che parliamo di curve... volete il dessert?"
"No, no, non ce la faccio proprio, mi spiace. Tra l'altro -
lanciò un'occhiata all'orologio - devo essere in hotel tra meno
di mezz'ora o Alice non mi troverà e si preoccuperà"
"Benissimo, allora andiamo"
Entrambi si alzarono. Elena non sapeva come comportarsi... doveva
pagare la sua parte o sarebbe sembrato maleducato da parte sua?
"Ovviamente sei mia ospite"
E dai con sti poteri telepatici! " No, perché? Non devi..."
Viggo fece un cenno che chiudeva la conversazione lì.
Andò a pagare ed Elena lo aspettò un po' più
indietro. Joe le andò incontro con Viggo.
"Mi ha fatto piacere conoscerla. Spero che fosse tutto di suo gusto."
"Certo, tutto perfetto. Mi spiace di dover scappar via."
"Non c'è problema, capisco. Arrivederci"
Elena e Viggo uscirono e salirono in macchina. Elena si sentiva
strana... Era stata una giornata pazzesca, questo era certo! Aveva
cenato con Viggo... quante donne sognavano di farlo?? ... e si era
divertita... ed era stato così assurdamente normale, come se
fosse stata in compagnia di un uomo "normale"...
"Eccoci qui." - accostò la macchina e guardò verso di
lei. Elena ebbe una sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco... non
poteva guardarla così, non ce la faceva... - "Allora ci vediamo
alle 15 domani"
"Sì, certo... alle 15... promesso"
Viggo le sorrise. "E' stata una bella serata, grazie"
"Anche per me... grazie per tutto" - abbassò lo sguardo, aprì la portiera della macchina e scese.
"Buona notte Elena, a domani"
"Notte" - chiuse la portiera e si avviò velocemente verso l'hotel.
Viggo seguì la sua figura sparire nell'edificio e sorrise.
Sì, era stata proprio una bella serata... Quella ragazza era
decisamente diversa dalle donne che di solito lo circondavano... Lei lo
aveva trattato come un uomo qualunque... il che era abbastanza stupido
da dirsi, visto che lui era
un uomo qualunque... Ma le donne di solito vedevano in lui solo Viggo
Mortensen o peggio ancora Aragorn... Elena era diversa. Scosse il capo,
come per scrollarsi di dosso quei pensieri. Era ora di andare a casa,
Harry sicuramente lo stava aspettando.
|
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Capitolo 3 *** Una strana confusione ***
FF 3
O mamma quanto tempo
è passato
dall'ultimo capitolo!!! Scusateeeeeee!! Ho avuto un annetto
difficilotto, pochissimo tempo per me e mille cose da fare e in
più ho traslocato e perso il quadernone dove tenevo i
capitoli
di questa FF. Ebbene sì, scrivo tutto su carta e su PC non
ho
niente di niente, sono proprio vecchia!! *arrossisce*.
Un ringraziamento speciale a Lostwhite, senza la sua recensione
probabilmente non sarei andata a cercare disperatamente i miei appunti
per postare questo capitolo!! E poi un grazie a chi sta leggendo questa
FF e a chi mi ha messo tra le storie da ricordare. Spero continui a
piacervi!!
Elena varcò la soglia dell'hotel e fece un
enorme
respiro. Per tutto il tragitto dalla macchina all'albergo aveva sentito
distintamente gli occhi di Viggo non lasciarla un attimo e la cosa
l'aveva innervosita moltissimo e allo stesso tempo l'aveva emozionata.
Fece un sorriso distratto alla ragazza della reception...
chissà
cos'avrebbe pensato se avesse saputo chi l'aveva accompagnata fino a
lì... ma probabilmente non ci avrebbe creduto! L'ascensore
si
aprì e una coppia uscì mano nella mano. Elena
sentì una fitta allo stomaco nel vederli andar via
così
felici... anche lei aveva guardato Filippo con quegli occhi sognanti,
anche lei gli aveva sorriso pendendo dalle sue labbra come se colui che
aveva davanti possedesse la verità assoluta, anche lei era
uscita da un albergo come quello dopo una giornata passata a fare
l'amore e ridere e scherzare... Scrollò il capo ed
entrò,
cercando di rimuovere quei pensieri almeno dalla sua testa, visto che
non riusciva a toglierli dal suo cuore. Si scrutò nello
specchio
dell'ascensore... beh, per una che dopo 15 ore di viaggio era svenuta
dalla fame non era poi messa malaccio... L'ascensore si aprì
ed
Elena si avviò verso la sua camera. Il tempo di aprire la
porta e il
suo telefono squillò, risvegliandola dai suoi pensieri.
"Pronto?" La voce di Alice le giunse squillante dall'altra parte del
telefono. "Ciao querida*!Sono
sull'aereo, dovremmo partire a minuti... Tutto a posto lì?
Ti
sei messa d'accordo per domani?" Elena sorrise nel sentire colei che
ormai poteva definire una carissima amica. "Certo Alice, è
tutto
a posto. Abbiamo appuntamento alle 15 in punto, così hai il
tempo di riposarti un pochino."
"Benissimo, allora ti avviso non appena arrivo, non ti chiamo
perché immagino starai dormendo. Ci vediamo domani!"
"Ottimo! Buon viaggio!!"
Elena posò la cornetta e iniziò a spogliarsi.
Accidenti,
era proprio stanchissima... e allo stesso tempo aveva la sensazione che
non avrebbe dormito molto... non riusciva a smettere di pensare a
Viggo, ai suoi occhi, alla sua risata... e alla bella serata che
avevano passato insieme. "Smetti di sognare l'impossibile, stupida!!"
Scosse il capo. Era meglio che cercasse di ricordare perché
era
lì... lavoro, solo lavoro. Stop. Tra una settimana se ne
sarebbe
tornata a casa e non lo avrebbe rivisto mai più. Fine della
storia. Si preparò per la notte, scivolò nel
letto e
spense la luce. Era meglio dormire, domani sarebbe stata una giornata
intensa.
Viggo arrivò a casa e parcheggiò.
Entrò e sorrise
sentendo il rumore caratteristico dei piedi di suo figlio che gli
correva incontro per abbracciarlo. "Dove sei stato papà??
Sei in
ritardo!!"
Viggo sorrise "Lo so, mi spiace... avevo una cena di lavoro che non
potevo cancellare... avrei dovuto dirtelo, scusa."
Harry gli sorrise come a perdonarlo. "Non importa! Dai, muoviti
però... Sally ha fatto una bellissima torta con la panna!!"
"Mmmm... muoviamoci allora!!" Seguì il figlio in sala da
pranzo.
La scena che si trovò davanti lo fece ridere.
José stava
cercando di pucciare un dito nella torta e Sally gli dava delle
bacchettate con un mestolo da cucina. Non sapeva davvero come avrebbe
fatto senza di lei, che si prendeva cura di Harry come se fosse suo...
e anche di lui, a dirla tutta.
Si sentì richiamare da una voce
maschile allegra e calda allo stesso tempo "Dove cavolo eri finito?? Ti
stavamo aspettando... abbiamo anche pensato di mangiarci la torta senza
di te!" gli fece l'occhiolino indicando Sally. Viggo sorrise guardando
verso la donna, la quale era palesemente arrabbiata con lui per aver
saltato la cena.
"Sono davvero, davvero dispiaciuto... Ero in riunione con quella
traduttrice italiana e lei è svenuta in ufficio... non
potevo
non portarla a mangiare qualcosa per farla riprendere... " si
avvicinò lentamente alla donna " Mi sono dimenticato di
avvisarti Sally, puoi perdonarmi?"
La donna si girò verso di lui e gli lanciò
un'occhiataccia. "Solo ed esclusivamente perché hai dato la
luce
a questo angioletto, capito??"
Viggo unì le mani come in una preghiera per ringraziarla
"Grazie mille"
"Sì, sì... siediti e taci, va' " Sally
iniziò a tagliare alcune fette di torta e a distribuirle.
José addentò un pezzo della sua e si
lasciò
scappare un mugolio di piacere "Sally questa è la torta
più buona che tu abbia mai fatto!!"
"Davvero Sally, è buonissima!"
La donna arrossì "Oh, per favore, piantatela o vi do una
mestolata!!" e scappò in cucina per l'imbarazzo.
I due amici scoppiarono a ridere. Sally era un po' burbera il
più delle volte, ma sotto sotto era molto timida e bastava
niente per farla arrossire dalla testa ai piedi.
"Posso averne un altra fetta papà?"
"Certo... ma piccola, ok?" Gli tagliò una fettina di torta e
si
trovò a chiedersi se Elena avrebbe resistito in nome della
linea
o si sarebbe arresa e avrebbe mangiato una fetta di quel ben di Dio...
Sorrise fra sé all'idea.
"Che ti prende pa'
**? Sembri strano stasera..."
Viggo diede la fetta a Harry e cercò di tenere un tono
il più neutro possibile... José aveva un sesto
senso
infallibile e lui non voleva raccontargli niente... non ancora almeno.
"Perché?" domandò con fare vago.
L'uomo lo scrutò per qualche secondo prima di rispondere
"Non lo
so... ma sembri... strano..." gli diede un'occhiata
indagatrice,
ma poi decise di lasciar perdere... d'altronde se Viggo non voleva
parlarne aveva sicuramente i suoi buoni motivi "Com'è andato
l'incontro? Com'è la ragazza?"
Com'era la ragazza? Dolce, carina, simpatica, interessante...
"Gentile..." Oh mio Dio e poi c'era ancora chi dubitasse delle sue doti
di attore?? "Non abbiamo avuto modo di parlare del libro
perché
come ti dicevo si è sentita male... Domani le incontriamo
entrambe alle 15, così potrai fartene un'idea tu stesso"
Viggo
si sforzò di non guardare José negli occhi e
vedendo
Harry leccarsi le dita in modo godurioso colse l'occasione per
togliersi da lì "Che ne dici di andare a nanna?"
Il bimbo annuì con la testa "Però mi leggi una
storia?"
Viggo sorrise dolcemente. Per via del lavoro passava a volte molto
tempo lontano da casa, ma il loro piccolo rituale della favola della
buona notte non saltava mai, neanche se l'attore si trovava a
chilometri di distanza e con un fuso orario opposto a quello del
figlio. "Certo, andiamo"
José lanciò un'occhiata al suo orologio. Non era
tardissimo, ma Viggo quella sera sembrava decisamente reticente e
sebbene la curiosità lo stesse divorando, conosceva talmente
bene il suo amico da sapere quando era meglio lasciare che si chiudesse
nel suo mondo. Lo guardò con affetto e poi si diede una
pacca
sulla gamba "Bene, sarà meglio che vada... allora ci vediamo
domani per le 14, la mattina ho una faccenda da sbrigare."
"Perfetto, grazie per esser stato dietro a Harry stasera"
"Figurati."
Viggo guardò l'amico andarsene e lo ringraziò
mentalmente
per non aver voluto indagare oltre. Non che ci fosse chissà
cosa
da dire, semplicemente aveva la testa da un'altra parte quella sera...
Raggiunse il figlio. Harry era già sotto le coperte, in
attesa
della sua storia. Gli sorrise e si sedette per terra vicino al letto.
Gli fece una carezza sulla testa e rimase qualche secondo in silenzio a
guardarlo. Lo amava così profondamente da fargli quasi
male...
Non avrebbe mai pensato di poter provare una cosa simile per
qualcuno... era un sentimento talmente forte e viscerale da togliere il
fiato.
"Cosa leggiamo oggi?"
Harry gli passò il libro che aveva già preso e
posato sul
letto. Santo Cielo, sempre la solita storia... iniziava a odiarla
quella bambina
vestita di rosso!!
Quando Harry si addormentò Viggo si alzò e
uscì
dalla stanza cercando di fare meno rumore possibile. Una volta a letto
ripensò alla giornata appena finita e un sorriso si dipinse
sul
suo volto. Non vedeva l'ora che fosse domani.
Elena si svegliò intorno alle 10.30 del mattino. Per un
attimo
non capì dove si trovava, poi improvvisamente le venne in
mente
la sera precedente e sentì come delle farfalle nello
stomaco...
tra poche ore l'avrebbe rivisto...
Il suo cellulare fece uno squillo e
lei allungò pigramente la mano per prenderlo e leggere il
messaggio. Era di Alice. Diceva che era atterrata e che sarebbe
arrivata in hotel in una mezz'oretta. Di che ora era? Le 8...
Probabilmente Alice stava riposando in quel momento. Elena si
stiracchiò nel letto. Come si stava bene sotto le coperte...
fosse stato per lei avrebbe chiuso gli occhi e continuato a star
lì tutta la mattina! Fece violenza su se stessa e si
alzò
da letto. Strisciò in bagno e si diede un'occhiata nello
specchio mentre si legava i capelli in un muccetto alto sulla nuca. Non
riusciva a non pensare a quegli occhi... e a quel sorriso... e a quelle
parole... Scrollò il capo. Doveva concentrarsi sul progetto
del
libro. Doveva essere professionale. Meglio farsi una doccia,
possibilmente fredda!
Viggo arrivò in ufficio più tardi del solito. Non
aveva
dormito molto bene... aveva fatto molti sogni che non riusciva a
ricordare molto bene, ma aveva la netta sensazione che quella ragazza
Italiana c'entrasse qualcosa... Mildred lo vide passarle davanti con
aria assorta "Buon giorno, eh?! Meglio tardi che mai..." Viggo
entrò nel suo ufficio senza dire una parola e si sedette
alla
sua scrivania. Cercò di richiamare alla memoria quei
sogni...
era curioso di ricordare se fossero stati dei bei sogni o dei brutti
sogni... "Tutto bene Viggo??" L'uomo alzò la testa come
richiamato da una voce in lontananza. Mise a fuoco il volto di Mildred
"Oh, Mildred!!" La donna sospirò "Sì... esatto!
E'
così che mi chiamo. Stai bene? Ti ho rivolto la parola per
ben
due volte negli ultimi 2 minuti e non mi hai risposto neanche
una!! Sembri così strano stamattina, è successo
qualcosa?"
Viggo la guardò per qualche secondo cercando di mettere
insieme
i pezzi di quella conversazione "Davvero?? Mi spiace Mildred, non ho
dormito bene stanotte e sono un po' confuso, tutto qui. Scusami"
Mildred lo guardò senza parlare per qualche secondo. "Se lo
dici
tu... Comunque, ti sono arrivate delle email che dovresti controllare e
José ha chiamato per confermare che arriverà in
tempo per
la riunione." Viggo accese il PC "Ok, grazie mille"
La segretaria si avviò verso la porta e poi improvvisamente
si
fermò, come a ricordare qualcosa di importante. "A
proposito,
com'è andata poi ieri, al ristorante?" Viggo
sentì una
vampata di calore pervadergli tutto il corpo. Con la mano
colpì
sbadatamente il porta penne e queste caddero rumorosamente sul tavolo e
sul pavimento. Il calore al volto si fece più forte e Viggo
saltò su dalla sedia come se punto da qualcosa. "Bene,
bene... "
inziò a racogliere le penne sparse un po' ovunque, sotto gli
occhi di Mildred che lo guardava tra il confuso e il
divertito
"Cioé... una cena veloce... niente di che... " mise le penne
a
posto e tornò a sedersi, sentendo il desiderio di
sprofondare in
quel punto esatto "... una serata carina... " Mildred lo
guardò
sospettosa, ma decise di non infierire e di non indagare oltre. Era
davvero strano oggi, meglio lasciarlo solo... "Ok, sono contenta..."
Gli lanciò un ultimo sguardo indagatore e uscì
dalla
stanza.
Viggo si appoggiò allo schienale della sedia e si
passò
entrambe le mani sulla testa, scostandosi i capelli dal volto. Che
diavolo stava facendo?? Che gli era preso poco prima??
Sospirò e
scosse il capo. Era inutile, era davvero vecchio se bastava una notte
un po' agitata per ridurlo in quello stato confusionale!! Non aveva
più l'età, porca miseria... Sorrise e si
accomodò
meglio sulla sedia, avvicinandosi alla scrivania. Guardò
l'ora
sullo schermo del computer. Accidenti, le 10.28! Era decisamente ora di
mettersi al lavoro.
* querida in
Portoghese è un tipico modo affettuoso di rivolgersi ad
amici e parenti. In Italiano sarebbe "tesoro" o "cara".
** pa' è
la parola usata in Portoghese per rivolgersi agli amici, un po' come
l'Inglese "man" o "dude". In Italiano
non esiste proprio una parola simile, perché "amico" decisamente
non rende... Però avete capito, vero?? ^^
Eccoci qua, fine
capitolo. Lo so, lo
so... non è successo un gran che, ma volevo un capitolo di
transizione per raccontarvi qualcosina di più della
realtà che circonda i nostri due personaggi. E poi dovevate
conoscere José e Sally!! ^^ Nel prossimo capitolo
entrerà
in scena in "carne e ossa" anche Alice, che per la cronaca esiste
davvero!! Si tratta di Alice Vieira, famossisima scrittrice per
l'infanzia portoghese che ho avuto l'onore di conoscere quando
preparavo la mia tesi. Una gran donna.
Aspetto i vostri commenti =) CIAO!!
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Capitolo 4 *** Avviso importante ***
Avviso: Lo
so che avrei dovuto farlo da già da molto tempo, ma volevo
avvisare le persone che hanno seguito questi primi capitoli e hanno
messo la Fanfiction tra le seguite e le preferite che dovranno
aspettare ancora un po' prima di leggere il proseguo della storia. Mi
dispiace infinitamente, ma innanzi tutto la vita frenetica lavorativa
mi distoglie da questa mia passione, se poi ci aggiungete la famiglia e
varie ed eventuali ecco lì che il mio tempo libero
è ridotto davvero all'osso. Non ha aiutato anche che nel
frattempo mi sia fatta prendere dall'ispirazione per la storia di Dom
che sto pubblicando sempre con tempi lunghi, ma decisamente
più accettabili di questi! Comunque vi prometto che vedrete
la fine di questa storia che vi ha interessati, giurin giurello!
A presto
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