Un raggio di sole

di chiaretta78
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questione di feeling ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Una strana confusione ***
Capitolo 4: *** Avviso importante ***



Capitolo 1
*** Questione di feeling ***


"Ho un appuntamento con Mr Mortensen alle 18."
"Buona sera Ms Sturlese! Com'é andato il volo?" Quella donna sorridente era veramente gentile e carina. Si sentì in colpa per la fretta con cui si era presentata. Non voleva essere maleducata, ma era così stanca da una parte e così nerovosa dall'altra...
"Piuttosto bene, grazie! Ci vuole troppo però... Insomma, non è che mi faccia impazzire star seduta per 7 ore su un aereo!!"
Fece un bel respiro e si rilassò. Così andava meglio, pensò. Non c'era motivo di essere così nervosa dopo tutto! Se la segretaria era così dolce anche lui doveva essere una persona piacevole.
"La capisco! Per questo non sono mai venuta in Europa..." - le sorrise - "Sarà meglio che si accomodi, è occupato al telefono in questo momento... E' sua moglie, perciò temo che dovrà avere un po' di pazienza per qualche minuto..."
"Non si preoccupi!" Si girò verso una delle sedie e lentamente iniziò a togliersi la giacca. Era molto contenta di quell'acquisto... Aveva cercato una giacca rossa come quella per mesi! Era proprio carina con quel completo, doveva ammetterlo! I pantaloni neri, leggermente attillati, facevano intravedere una figura tonica e in forma. Gli stivali col tacco alto l'aiutavano a cammuffare una statura non molto alta. Ma il cappellino nero era davvero la cigliegina sulla torta... quello e la borsetta, che si abbinava perfettamente al completo, essendo rossa e nera.
Una volta seduta non potè fare a  meno di dare un'occhiata in giro... C'erano molte foto appese ai muri, la maggior parte in bianco e nero. Lanciò un'occhiata al suo orologio. Erano le 18:10 e non era nemmeno ancora entrata... Voleva essere di ritorno all'hotel  in tempo per la telefonata di Alice, alle 20... non era così' sicura di farcela ora, dato che lui era così in ritardo... Sua moglie... Non sapeva che fosse sposato... Elena inarcò il sopracciglio destro, cosa che faceva ogni volta che qualcosa la indisponeva. Avrebbe potuto chiamarla in un altro momento visto che doveva avere un appuntamento di lavoro! Non era molto carino... Sospirò. La segretaria non fece in tempo a posare la cornetta che il telefono suonò di nuovo.
"Questo dev'essere lui..."
Elena alzò lo sguardo verso di lei, cercando di decifrare ogni più piccolo movimento delle sue labbra e del suo viso. La signora attaccò e si alzò, andando verso di lei.
"Adesso la può ricevere... se vuole accomodarsi..."
Elena le sorrise un po' tesa. Era l'ora. Si era immaginata quel momento negli ultimi 5 mesi, da quando aveva ricevuto l'email dell'editore in cui dicevano di essere interessati al progetto e che il proprietario desiderava sapere se fosse possibile incontrare lei e la scrittrice per parlare.
Parlare di cosa? Si era chiesta da allora. E ora l'avrebbe scoperto, perché in pochi minuti sarebbe stata di fronte a lui, una delle celebrità più richieste e famose del momento. Mentre pensava tutto ciò, la segretaria aprì la porta e la fece entrare.
"Ecco Ms Sturlese, Viggo. Sono più di 10 minuti che aspetta qui fuori... sarà meglio che ti scusi!" - gli sorrise con un sorriso dolce.
"Cavoli, mi dispiace!" - si alzò.
Maledizione. Era anche più sexy di quanto si aspettasse in carne e ossa! Cercò di darsi un contegno e sembrare calma e distaccata. Lui si avvicinò velocemente verso di lei sorridendo, gli occhi che brillavano. Era veramente felice, finalmente, di conoscerla! Si erano scambiati un po' di email che aveva trovato molto interessanti. Si era chiesto che aspetto potesse avere, come un adolescente che chattava con una ragazza sul web. Avvicinandosi a lei cercò di darle una bella occhiata. Era proprio carina! Quel cappellino poi le stava proprio bene... incorniciava la bellezza dei suoi occhi. Occhi incredibilmente scuri... ti ci potevi perdere facilmente dentro...
Si strinsero la mano.
"Sono davvero davvero dispiaciuto! Sono rimasto bloccato da una telefonata che non potevo rimandare..." - le sorrise, in modo così caldo che lei si sentì come stesse per sciogliersi davanti a lui.
"Non importa, davero." Oh, per favore! Che cavolo di risposta stupida e insulsa era quella?
"Prego, si accomodi..."
"Grazie"
Si sedettero entrambi. Elena si tolse il cappello, lasciando cadere sulle spalle una cascata di riccioli neri che le incorniciavano perfettamente i tratti del viso. Viggo pensò che nessun'altro tipo di capelli le sarebbe stato più adatto.
" Sono molto contento di conoscerla, finalmente! Spero che il suo viaggio sia andato bene e l'albergo sia di suo gradimento."
"Oh, sì, grazie mille! E' tutto perfetto."
Cavoli Viggo, questo è proprio fiacco come approccio, sai fare di meglio!
"Quando arriverà Mrs Vieira?"
"Dovrebbe essere qui domani per le 9. Dovrei ricevere una sua telefonata fra un'oretta e mezza" - guardò l'orologio
"Benissimo, allora possiamo vederci alle 15, così avrà il tempo di rilassarsi e riposarsi un po'. Devo dire che sono piuttosto emozionato di conoscerla... Mi è piaciuta moltissimo la storia che ha scritto e che lei ha tradotto così bene... E ovviamente mi sono subito appassionato al progetto che vi è dietro..."
"Lo so... Credo sia impossibile non venir colpiti da quello che sta succedendo nel mondo... ma devo dire in realtà che lei sè stato l'unico editore a mostrare interesse! Insomma... sono rimasta sorpresa dall'indifferenza dell'ambiente... migliaia di bambini muoiono ogni secondo che passa in molte aree del mondo, non posso credere che ci siano persone cui non gliene frega niente e che dormono tranquillamente, magari con i propri figli nella stanza accanto!"
Si era improvvisamente accalorata,  gli occhi che brillavano e il volto che mostrava chiaramente il suo stupore e il suo disgusto. Viggo rimase colpito dall'energia e la luce che stava emanando in quel momento...
"Ok, ok... Io sto dalla sua parte, se lo ricorda??" - rise
Elena arrossì. L'aveva fatto di nuovo! Ogni volta che iniziava a parlare di qualcosa a cui teneva particolarmente o che pensava fosse molto importante si agitava e iniziava a parlare come un fiume in piena!
"Cavoli, mi dispiace... E' solo che... per me è così importante e così... incredibile!"
Viggo le sorrise. Era così carina in quel momento, con le guance ancora in fiamme per l'imbarazzo. Qualche ricciolo le cadde sulla fronte coprendole un occhio, ma con le dita li rimise a posto subito.
"Non si preoccupi, la capisco perfettamente. Anch'io me la prendo per queste cose..."
Dal suo sguardo capì che era vero.  Quegli occhi erano così caldi e profondi e...
"Tutto bene?"
"Sì, sì..." - arrossì di nuovo - "Forse sono un po' stanca..." - abbassò lo sguardo. Cosa diavolo stava facendo?
"Comunque... Credo sia tutto a posto. Avete ricevuto il contratto, no?"
"Sì, certo"
"Bene, quindi penso proprio che non ci saranno problemi... Fra un mese dovremmo essere pronti e andare al Gala di Beneficenza per promuovere l'iniziativa."
"Fantastico!" - sorrise
La luce nei suoi occhi era davvero affascinante... e anche il suo sorriso... era come se tutto il suo viso sorridesse. Era stata davvero un'ottima idea chiedere un incontro... Viggo aveva capito subito che doveva esserci una persona speciale dietro a questa idea...qualcuno che valesse la pena di conoscere, almeno.
"Anche Alice è molto felice. L'idea che il suo libro venga usato per raccogliere fondi per bambini le dà un'immensa gioia...e ne aveva bisogno"
Forse non avrebbe dovuto dirlo... ma Alice aveva passato un periodo così difficile ultimamente... Quando suo marito era morto Elena aveva pensato che non avrebbe scritto mai più e non avrebbe sorriso mai più. Poi le era venuta quell'idea... non ricordava neppure come le fosse venuto in mente ma era successo e ne era contenta.
Si sentì improvvisamente confusa.
"E' un po' pallida... è sicura di star bene?"
Pallida? Come poteva essere pallida? Non era mai pallida... E perché la stanza girava così forte ora??
" Io... in realtà... gira tutto...."
"Cosa??"
Elena mosse le labbra ma non uscì nessun suono. In pochi secondi si accasciò sulla sedia e perse i sensi.
"Mildred!!"
Doveva essersi addormentata... ma com'era possibile?? Stava parlando con lui... tutto andava bene e poi... il buio...
"Grazie a Dio si sta riprendendo...ci ha fatti spaventare, sa?"
Spaventare? Ci? Ma dove cavolo si trovava?? Forse se avesse aperto gli occhi la stanza avrebbe smesso di vorticare.
"Io..." - si portò una mano alla fronte - "Mi dispiace..." - cercò di tirarsi su, ma la testa iniziò a girare ancora più veloce. Che diavolo stava succedendo? Non riusciva a capire perché si sentisse così male. Tutto era andato così bene fino ad allora.. Aveva preso il suo volo, avuto un buon viaggio... il cibo sull'aereo era terribile come al solito, ma il volo era così lungo che non aveva potuto fare a meno di mangiare qualcosa. Alle 12 era arrivata all'hotel che avevano prenotato per lei ... era davvero un bell'hotel, un cinque stelle... lei non si sarebbe mai potuta permettere una cosa simile! Non appena era entrata in camera si era fatta una lunga doccia e poi si era infilata a letto e si era addormentata in pochi secondi. Grazie a Dio si era svegliata in tempo per prepararsi per l'appuntamento. Tutto liscio, tutto ok...
"Sarà meglio che resti coricata ancora un po'... Mildred le sta preparando un caffé o qualcos'altro, non ricordo cos'ha detto... " - era davvero preoccupato per lei, era così pallida...
"Ho solo bisogno di un po' di zucchero, tutto qui... Un piccolo collasso, non è niente, non si preoccupi... " - sentiva che lui era davvero agitato... gli uomini non sanno mai gestire quel tipo di situazioni... Non c'era niente di cui preoccuparsi, probabilmente era il fuso orario o ... Improvvisamente capì! Ma certo! Che stupida era stata... Non poteva non svenire, in alcun modo...
"Ho fame... Devo aver fame..."
Viggo non capì. Cosa aveva detto? Fame?
"Ho saltato il pranzo oggi..." - fece un debole sorriso per rassicurarlo - "Ero così stanca che mi sono addormentata in hotel e non ho mangiato nulla... Ecco perché sono svenuta..."
In quel preciso momento entrò Mildred con un succo di frutta e delle bustine di zucchero.
"Eco qui..." - spostò Viggo e si chinò verso di lei - "Prenda questo e si sentirà meglio... Ha mangiato qualcosa oggi?"
Elena pensò che Mildred doveva essere una mamma... Aveva quel tipo di istinto che ogni madre ha.  E poi  era così calma e aveva tutto sotto controllo... Prese il succo e lo sorseggiò lentamente, per evitare la nausea. Scosse il capo.
"Benedetta ragazza! Ovvio che svenga se non mangia niente!"
Sì, doveva essere una mamma, non vi erano dubbi.
Viggo lanciò un'occhiata al suo orologio. Erano quasi le 19... era un po' presto, ma non avrebbero dovuto esserci problemi al Bowl a quell'ora... Joe avrebbe capito sicuramente.
"Non c'é problema, non appena si sentirà meglio la porterò al Bowl, che ne dici?"
Mildred gli sorrise con approvazione.
"Penso che sia un'ottima idea Viggo! Aspetta che chiamo Joe per avvisarlo." - uscì dalla stanza.
I suoi sensi iniziarono a tornare a posto. La sensazione di freddo e nausea erano passate e la stanza aveva smesso di girare.
"Non è il caso, davvero" - gli diede il succo e lentamente si tirò su a sedere - "Posso mangiare qualcosa all'hotel, non deve disturbarsi..."
Come poteva una persona essere così carina in quella situazione? Stava riprendendo colore in viso, le sue guance stavano tornando rosate e la luce stava tornando anche nei suoi occhi. Era così dolce in quel momento a preoccuparsi di disturbarlo...
"Non si preoccupi, non è un problema, davvero. "
Sì, decisamente si sentiva meglio se l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era quanto lui fosse bello... Era un buon segno!
"Ma non sono vestita come si deve per un ristorante..."
Le donne. Non importava dove fossero, o cosa stesse succedendo, si preoccupavano del loro aspetto comunque.
"Penso che vada benissimo così. Inoltre il Bowl non é un ristorante elegante... questo è un posto piccolo, ci sono solo cose semplici..."
"Ok allora... credo di dovermi arrendere... - gli sorrise - non mi dà altra scelta, mi sembra..."
Anche Viggo sorrise.
"Esattamente!"
"Vorrei cercare di alzarmi, potrebbe darmi una mano?"
"Certo..."
Fece un bel respiro e annuendo come a convincere il suo corpo a farlo si alzò. Viggo si mosse verso di lei per sostenerla in caso di bisogno, le sue mani protese verso le sue braccia come se avesse una bambina piccola davanti.
"Ok... dovrei essere a posto... grazie..." - si portò i capelli dietro le spalle e poi lo guardò - "Mi dispiace per l'incontro, stavamo parlando e io ho rovinato tutto..."
"Beh, dovevo essere proprio noioso per farla svenire!!" - risero - "Non si preoccupi, continueremo la conversazione a tavola."
Mildred rientrò.
"Joe vi sta aspettando. Ha detto che potete andare anche ora se volete."
"Era questo il piano, direi..."
"Come si sente ora?" - le sorrise premurosa
"Meglio, la ringrazio... per tutto..." Elena le sorrise un po' imbarazzata.
Ci fu un momento di silenzio.
"Allora?? Cosa state aspettando?"
"Hai ragione Mildred" - con lo sguardo cercò la ragazza - "Andiamo?"
Elena annuì timidamente. Viggo le fece strada e uscirono.
"Saremo lì in pochi minuti, non si preoccupi. Spero che riesca a resistere..." - le sorrise.
Accidenti che sorriso... non c'è da stupirsi che le donne siano pazze di lui...
"Dovrei... spero!"
Salirono sulla macchina dell'attore e si diressero al ristorante.
Era davvero una piccola cittadina accogliente... si capiva dai volti e dalle espressioni delle persone il perché avesse deciso di vivere lì, lontano dalla frenesia e dallo show business di città come Los Angeles o New York. Le piaceva quel posto.
"E' un bel posto dove vivere..." - wow, riesce a leggermi nella mente?? - "e dove allevare un figlio... Io sono cresciuto in una fattoria in Argentina, sa? Volevo che anche mio figlio avesse lo stesso tipo di infanzia e vivesse le mie stesse esperienze, protetto dalla gente, dai paparazzi, dall'ambiente..."
Doveva essere un buon padre... Si chiese come fosse il figlio. Gli assomigliava? Aveva la stessa luce negli occhi?
"Sì, capisco..."  - guardò fuori dal finestrino. Viggo la osservò di sfuggita - "Si capisce che è un posto tranquillo..."
Viggo sorrise. Sì, era davvero tranquillo lì.
Parcheggiò  e fece il giro della macchina per aprirle la portiera.
"Eccoci qui"
"Wow... non sono abituata a questo genere di cose..." - arrossì leggermente, sorridendo - "Grazie..."
"Non c'è di che..."
Elena scese e si sistemò velocemente i capelli mentre Viggo chiudeva la macchina. Infondo stava per sedersi a tavola con l'uomo più bello e affascinante che le fosse mai capitato di incontrare e non aveva nemmeno avuto modo di darsi una sistematina...
L'uomo le passò davanti, le sorrise e si incamminò verso il ristorante. Elena rimase qualche secondo indietro, osservando la sua figura dirigersi con passo deciso verso la porta. Sorrise senza rendersene conto.
Sì, sarebbe stata decisamente una cena interessante.


Ovviamente (e sfortunatamente) non conosco personalmente Viggo Mortensen, tutto ciò è frutto della mia immaginazione. Ovviamente con la presente non voglio offendere nessuno, né Viggo né chiunque appaia in questo mio delirio.
Spero vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


FF 2 Prima di tutto mille scuse per quanto ci ho messo a inserire il secondo capitolo... Varie vicende familiari mi hanno tenuta totalmente impegnata e non ho proprio avuto tempo per scrivere!
In secondo luogo una piccola precisazione, soprattutto per chi eventualmente fosse una grande fan di Viggo: nella FanFiction ho optato per una distorsione temporale, quindi Viggo risulta decisamente più giovane di quanto non sia in realtà e suo figlio molto più piccolo.
Spero vi piaccia :)

Elena diede un'occhiata veloce in giro mentre entravano nel ristorante. Era un posticino semplice, dall'atmosfera accogliente e familiare, proprio come aveva detto Viggo. Si sentì sollevata... non le sarebbe piaciuto sentirsi un pesce fuor d'acqua! La sua attenzione si spostò sui due uomini che si stavano salutando amichevolmente davanti a lei. Quello doveva essere Joe.
"Avanti amico, siediti a sto benedetto tavolo e non far stare tanto in piedi questa bella fanciulla, se non si sente bene..."
"Hai ragione Joe! Mi spiace, sono imperdonabile... " le sorrise ed Elena sentì per l'ennesima volta le sue guance prender fuoco.
"No, non c'è problema, davvero!"
"No, no, no, è proprio una frana, si fidi! Prego..." - le spostò la sedia per farla accomodare.
"Grazie mille..."
"Potresti smetterla di metterti in mostra in questo modo vergognoso??" Scoppiò in una risata...una bellissima risata, cristallina e sincera. Elena rimase qualche secondo incantata, mentre Viggo prendeva il menù "Allora... vediamo cosa possiamo prendere"
Elena si scrollò e guardò il menù. "Qual'è la specialità qua?"
"Siamo famosi per le bistecche qui da noi... sono un vanto del locale... non è vero?" guardò l'amico con fare quasi minaccioso.
"Sì sì, per carità... anche perché praticamente c'è solo questo..." Di nuovo quella bellissima risata.
"Spiritoso... davvero, davvero spiritoso."
Elena sorrise divertita. "Allora credo proprio che prenderò una bella bistecca con patate"
"Facciamo due, va'"
"Ottima scelta. Cosa vi porto da bere?"
"Che ne dici di una bottiglia di vino rosso? Buono però, la fanciulla qui è Italiana, ho paura che sia un po' esigente sul vino" - le sorrise, aspettando la sua reazione. Lo divertiva metterla leggermente in imbarazzo, se possibile diventava ancora più carina quando arrossiva.
"Italiana, eh? Mmm... interessante..." le sorrise in modo un po' malizioso
Elena sentì di nuovo le sue guance diventare rosse. Cos'era quello sguardo?
Viggo notò che stava arrossendo di nuovo. Era davvero una ragazza particolare... un mix di sensualità e innocenza che solleticava la sua curiosità.
"Beh... devo ammettere che effettivamente sono un pochino noiosa sul vino... Comunque decisamente andrei su un rosso"
"Credo proprio di avere quello che ci vuole. Vi porto le bistecche e il vino tra pochissimo." Si allontanò verso una coppia di clienti appena entrati. Elena si sentì meglio vedendoli... Iniziava a sentirsi un po' a disagio ad essere gli unici due nel ristorante, non voleva davvero dar fastidio a Joe solo perché non si sentiva benissimo.
"Visto? Non siamo gli unici che cenano presto oggi..." - cavoli... riesce davvero a leggermi nel pensiero!! - " Posso chiederle un favore?" - la fissò negli occhi in silenzio per qualche secondo. Elena sentì improvvisamente il suo cuore battere sempre più veloce. Se continuava così sarebbe esploso di sicuro! Per fortuna arrivò Joe a salvarla, con il vino. Viggo infatti distolse lo sguardo da lei per fare un cenno di assenso all'amico e quando portò nuovamente lo sguardo su di lei il suo cuore era riuscito a tornare alla normalità. "Le dispiace se diamo un taglio a tutte queste formalità? Voglio dire... a parte il fatto che potrei essere suo padre... ma stiamo cenando insieme e prevedo che passeremo un bel po' di tempo insieme nei prossimi giorni, quindi... che ne dice se passassimo al "tu"? Speravo che potessimo scendere a un livello più amichevole, che ne pensa?"
Se sapessi a che livello scenderei io... Arrossì immediatamente al pensiero. Viggo pensò di averla messa a disagio.
" Se non vuole non c'è problema, non si preoccupi, io..."
"No, no... sono d'accordissimo, davvero! E comunque... non penso che potresti essere mio padre..." Sorseggiò del vino, sorridendo.
"Beh, quasi! Devo avere almeno dieci anni più di te..."
"Dipende... quanti anni hai?"
"42"
"Sì, allora sì... Io ne ho 30, comunque... so che sembro più giovane, ma questa è la triste verità!"
"30? Te ne davo 25 al massimo..."
"Grazie, lo apprezzo molto - alzò il bicchiere come per brindare, prima di sorseggiare dell'altro vino. Viggo fece lo stesso. " Beh, in realtà ne farò 30 ad Agosto, perciò ho ancora qualche mese davanti"
"Oddio, un Leone!" - sorrise, un po' ironicamente
"Beh? Qual'è il problema?? Il Leone è il segno più bello dello zodiaco, per tua informazione..."
"Certo, certo... come no... E' meglio che non dica altro, va' " - scrollò la testa ridendo
"No, no, ora voglio sapere che problema hai con i Leone"
"Leone? Chi è Leone? I Leone portano guai, meglio starne lontano!!" - Joe posò i piatti sul tavolo
"Ma... la vogliamo smettere con sta storia?? Non portiamo affatto guai, uffa!!" picchiò leggermente il pugno sul tavolo, in gesto di protesta.
"Oh no... è lei del Leone? Oddio Viggo, mi spiace per te! Questa cena ti costerà carissimo in salute mentale e fisica!!" I due uomini scoppiarono a ridere
"Ok , ok... se non la smettete immediatamente, non parlo più! - con le dita chiuse le labbra come una cerniera.
"Meglio che vada... sono cavoli tuoi amico!!" Joe andò verso la porta sorridendo ad altri clienti in arrivo.
Viggo non poté fare a meno di sorridere guardando Elena che faceva finta di essere offesa e pretendeva di non parlare più.
"Ok, ok... mi spiace... ti prendevamo in giro, dai..." - Elena fece spallucce, continuando a mangiare la bistecca "No, dai... cosa devo fare per farmi perdonare??"
Elena sollevò un soppracciglio, come a dire che era impossibile. In realtà qualche idea ce l'aveva di cosa avrebbe potuto fare... Arrossì di nuovo. " Ma com'è che continui ad arrossire?" - Elena sentì le guance diventare ancora più calde. Viggo scoppiò in una risata. - " Scusami... ma sei così carina quando lo fai..."
Ah beh, questo non aiutava di certo! Si portò le mani alle guance in fiamme. "Potresti smettere, per favore?"
"Ah! Hai parlato! Ha funzionato..."
"Tu... tu sei un mostro!! Forse era meglio rimanere a un livello più formale dopo tutto!!"
"No, per favore! Non facevo una cenetta così piacevole da una vita! Mi sto divertendo tanto... "
Viggo riprese a mangiare come se niente fosse. Elena invece rimase bloccata per qualche secondo... Lo guardò con attenzione, scrutando la sua espressione. Era solo stato gentile, tutto qui. Cavoli però... non poteva andarsene in giro a dire certe cose e pensare che le donne non si facessero strane idee!! Riprese a mangiare la sua bistecca.
Perché diavolo l'aveva detto?? Alla sua età avrebbe dovuto avere più esperienza ed essere in grado di tapparsi la bocca al momento più opportuno! Le lanciò un'occhiata rapida per controllare le sue reazioni... Sembrava tranquilla, come se avesse notato nulla di strano nella sua frase... Gli era proprio scappata di bocca, maledizione!
Elena ruppe quel lungo silenzio che quasi non la lasciava respirare " Cavoli, è troppo! Sono piena." - si passò la mano sullo stomaco, appoggiandosi allo schienale della sedia.
"Beh, te la sei cavata alla grande, direi! Ho visto poche donne quasi finire una bistecca di Joe!"
"Lo so... sono una buona forchetta, purtroppo!" - sospirò, pensando a tutte le diete e i sacrifici che aveva fatto in vita sua per tenersi in forma.
"Perché sfortunatamente? Personalmente non sopporto quelle donne che non toccano cibo. Voglio dire... non è normale e non è sano! E di solito il risultato è pessimo, tra l'altro... Insomma, una donna dev'essere morbida e formosa... altrimenti non c'è niente da..." - si fermò, non sapendo se finire la frase.
"... da toccare, lo so. Sono felice che tu sia uno dei pochissimi uomini che la pensano così..." - sorrise
"Io non credo... conosco un sacco di uomini che condividono il mio punto di vista."
"Se lo dici tu..."
Joe si avvicinò al tavolo. "Wow, posso evitare di chiedere se andava tutto bene! Complimenti, mi ha reso un uomo felice mangiando quasi tutto!"
"Ecco un esempio di quello che ti dicevo... Joe, preferisci le donne magre o ..." - Viggo disegnò con le mani il profilo di una donna formosa.
"Che domanda stupida, le donne devono avere qualcosa con cui giocare, altrimenti... "
" Visto? " - le sorrise soddisfatto - Te l'avevo detto"
Joe guardò entrambi senza capire.
"Ok, ok... come vuoi..."
"Beh, visto che parliamo di curve... volete il dessert?"
"No, no, non ce la faccio proprio, mi spiace. Tra l'altro - lanciò un'occhiata all'orologio - devo essere in hotel tra meno di mezz'ora o Alice non mi troverà e  si preoccuperà"
"Benissimo, allora andiamo"
Entrambi si alzarono. Elena non sapeva come comportarsi... doveva pagare la sua parte o sarebbe sembrato maleducato da parte sua?
"Ovviamente sei mia ospite"
E dai con sti poteri telepatici! " No, perché? Non devi..."
Viggo fece un cenno che chiudeva la conversazione lì. Andò a pagare ed Elena lo aspettò un po' più indietro. Joe le andò incontro con Viggo.
"Mi ha fatto piacere conoscerla. Spero che fosse tutto di suo gusto."
"Certo, tutto perfetto. Mi spiace di dover scappar via."
"Non c'è problema, capisco. Arrivederci"
Elena e Viggo uscirono e salirono in macchina. Elena si sentiva strana... Era stata una giornata pazzesca, questo era certo! Aveva cenato con Viggo... quante donne sognavano di farlo?? ... e si era divertita... ed era stato così assurdamente normale, come se fosse stata in compagnia di un uomo "normale"...
"Eccoci qui." - accostò la macchina e guardò verso di lei. Elena ebbe una sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco... non poteva guardarla così, non ce la faceva... - "Allora ci vediamo alle 15 domani"
"Sì, certo... alle 15... promesso"
Viggo le sorrise. "E' stata una bella serata, grazie"
"Anche per me... grazie per tutto" - abbassò lo sguardo, aprì la portiera della macchina e scese.
"Buona notte Elena, a domani"
"Notte" - chiuse la portiera e si avviò velocemente verso l'hotel.
Viggo seguì la sua figura sparire nell'edificio e sorrise. Sì, era stata proprio una bella serata... Quella ragazza era decisamente diversa dalle donne che di solito lo circondavano... Lei lo aveva trattato come un uomo qualunque... il che era abbastanza stupido da dirsi, visto che lui era un uomo qualunque... Ma le donne di solito vedevano in lui solo Viggo Mortensen o peggio ancora Aragorn... Elena era diversa. Scosse il capo, come per scrollarsi di dosso quei pensieri. Era ora di andare a casa, Harry sicuramente lo stava aspettando.    

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Capitolo 3
*** Una strana confusione ***


FF 3 O mamma quanto tempo è passato dall'ultimo capitolo!!! Scusateeeeeee!! Ho avuto un annetto difficilotto, pochissimo tempo per me e mille cose da fare e in più ho traslocato e perso il quadernone dove tenevo i capitoli di questa FF. Ebbene sì, scrivo tutto su carta e su PC non ho niente di niente, sono proprio vecchia!! *arrossisce*.
Un ringraziamento speciale a Lostwhite, senza la sua recensione probabilmente non sarei andata a cercare disperatamente i miei appunti per postare questo capitolo!! E poi un grazie a chi sta leggendo questa FF e a chi mi ha messo tra le storie da ricordare. Spero continui a piacervi!!

Elena varcò la soglia dell'hotel e fece un enorme respiro. Per tutto il tragitto dalla macchina all'albergo aveva sentito distintamente gli occhi di Viggo non lasciarla un attimo e la cosa l'aveva innervosita moltissimo e allo stesso tempo l'aveva emozionata. Fece un sorriso distratto alla ragazza della reception... chissà cos'avrebbe pensato se avesse saputo chi l'aveva accompagnata fino a lì... ma probabilmente non ci avrebbe creduto! L'ascensore si aprì e una coppia uscì mano nella mano. Elena sentì una fitta allo stomaco nel vederli andar via così felici... anche lei aveva guardato Filippo con quegli occhi sognanti, anche lei gli aveva sorriso pendendo dalle sue labbra come se colui che aveva davanti possedesse la verità assoluta, anche lei era uscita da un albergo come quello dopo una giornata passata a fare l'amore e ridere e scherzare... Scrollò il capo ed entrò, cercando di rimuovere quei pensieri almeno dalla sua testa, visto che non riusciva a toglierli dal suo cuore. Si scrutò nello specchio dell'ascensore... beh, per una che dopo 15 ore di viaggio era svenuta dalla fame non era poi messa malaccio... L'ascensore si aprì ed Elena si avviò verso la sua camera. Il tempo di aprire la porta e il suo telefono squillò, risvegliandola dai suoi pensieri. "Pronto?" La voce di Alice le giunse squillante dall'altra parte del telefono. "Ciao querida*!Sono sull'aereo, dovremmo partire a minuti... Tutto a posto lì? Ti sei messa d'accordo per domani?" Elena sorrise nel sentire colei che ormai poteva definire una carissima amica. "Certo Alice, è tutto a posto. Abbiamo appuntamento alle 15 in punto, così hai il tempo di riposarti un pochino."
"Benissimo, allora ti avviso non appena arrivo, non ti chiamo perché immagino starai dormendo. Ci vediamo domani!"
"Ottimo! Buon viaggio!!"
Elena posò la cornetta e iniziò a spogliarsi. Accidenti, era proprio stanchissima... e allo stesso tempo aveva la sensazione che non avrebbe dormito molto... non riusciva a smettere di pensare a Viggo, ai suoi occhi, alla sua risata... e alla bella serata che avevano passato insieme. "Smetti di sognare l'impossibile, stupida!!" Scosse il capo. Era meglio che cercasse di ricordare perché era lì... lavoro, solo lavoro. Stop. Tra una settimana se ne sarebbe tornata a casa e non lo avrebbe rivisto mai più. Fine della storia. Si preparò per la notte, scivolò nel letto e spense la luce. Era meglio dormire, domani sarebbe stata una giornata intensa.
Viggo arrivò a casa e parcheggiò. Entrò e sorrise sentendo il rumore caratteristico dei piedi di suo figlio che gli correva incontro per abbracciarlo. "Dove sei stato papà?? Sei in ritardo!!"
Viggo sorrise "Lo so, mi spiace... avevo una cena di lavoro che non potevo cancellare... avrei dovuto dirtelo, scusa."
Harry gli sorrise come a perdonarlo. "Non importa! Dai, muoviti però... Sally ha fatto una bellissima torta con la panna!!"
"Mmmm... muoviamoci allora!!" Seguì il figlio in sala da pranzo. La scena che si trovò davanti lo fece ridere. José stava cercando di pucciare un dito nella torta e Sally gli dava delle bacchettate con un mestolo da cucina. Non sapeva davvero come avrebbe fatto senza di lei, che si prendeva cura di Harry come se fosse suo... e anche di lui, a dirla tutta.
Si sentì richiamare da una voce maschile allegra e calda allo stesso tempo "Dove cavolo eri finito?? Ti stavamo aspettando... abbiamo anche pensato di mangiarci la torta senza di te!" gli fece l'occhiolino indicando Sally. Viggo sorrise guardando verso la donna, la quale era palesemente arrabbiata con lui per aver saltato la cena.
"Sono davvero, davvero dispiaciuto... Ero in riunione con quella traduttrice italiana e lei è svenuta in ufficio... non potevo non portarla a mangiare qualcosa per farla riprendere... " si avvicinò lentamente alla donna " Mi sono dimenticato di avvisarti Sally, puoi perdonarmi?"
La donna si girò verso di lui e gli lanciò un'occhiataccia. "Solo ed esclusivamente perché hai dato la luce a questo angioletto, capito??"
Viggo unì le mani come in una preghiera per ringraziarla "Grazie mille"
"Sì, sì... siediti e taci, va' " Sally iniziò a tagliare alcune fette di torta e a distribuirle.
José addentò un pezzo della sua e si lasciò scappare un mugolio di piacere "Sally questa è la torta più buona che tu abbia mai fatto!!"
"Davvero Sally, è buonissima!"
La donna arrossì "Oh, per favore, piantatela o vi do una mestolata!!" e scappò in cucina per l'imbarazzo.
I due amici scoppiarono a ridere. Sally era un po' burbera il più delle volte, ma sotto sotto era molto timida e bastava niente per farla arrossire dalla testa ai piedi.
"Posso averne un altra fetta papà?"
"Certo... ma piccola, ok?" Gli tagliò una fettina di torta e si trovò a chiedersi se Elena avrebbe resistito in nome della linea o si sarebbe arresa e avrebbe mangiato una fetta di quel ben di Dio... Sorrise fra sé all'idea.
"Che ti prende pa' **? Sembri strano stasera..."
Viggo diede la fetta a Harry e cercò di tenere un tono il più neutro possibile... José aveva un sesto senso infallibile e lui non voleva raccontargli niente... non ancora almeno. "Perché?" domandò con fare vago.
L'uomo lo scrutò per qualche secondo prima di rispondere "Non lo so... ma sembri... strano..."  gli diede un'occhiata indagatrice, ma poi decise di lasciar perdere... d'altronde se Viggo non voleva parlarne aveva sicuramente i suoi buoni motivi "Com'è andato l'incontro? Com'è la ragazza?"
Com'era la ragazza? Dolce, carina, simpatica, interessante... "Gentile..." Oh mio Dio e poi c'era ancora chi dubitasse delle sue doti di attore?? "Non abbiamo avuto modo di parlare del libro perché come ti dicevo si è sentita male... Domani le incontriamo entrambe alle 15, così potrai fartene un'idea tu stesso" Viggo si sforzò di non guardare José negli occhi e vedendo Harry leccarsi le dita in modo godurioso colse l'occasione per togliersi da lì "Che ne dici di andare a nanna?"
Il bimbo annuì con la testa "Però mi leggi una storia?"
Viggo sorrise dolcemente. Per via del lavoro passava a volte molto tempo lontano da casa, ma il loro piccolo rituale della favola della buona notte non saltava mai, neanche se l'attore si trovava a chilometri di distanza e con un fuso orario opposto a quello del figlio. "Certo, andiamo"
José lanciò un'occhiata al suo orologio. Non era tardissimo, ma Viggo quella sera sembrava decisamente reticente e sebbene la curiosità lo stesse divorando, conosceva talmente bene il suo amico da sapere quando era meglio lasciare che si chiudesse nel suo mondo. Lo guardò con affetto e poi si diede una pacca sulla gamba "Bene, sarà meglio che vada... allora ci vediamo domani per le 14, la mattina ho una faccenda da sbrigare."
"Perfetto, grazie per esser stato dietro a Harry stasera"
"Figurati."
Viggo guardò l'amico andarsene e lo ringraziò mentalmente per non aver voluto indagare oltre. Non che ci fosse chissà cosa da dire, semplicemente aveva la testa da un'altra parte quella sera... Raggiunse il figlio. Harry era già sotto le coperte, in attesa della sua storia. Gli sorrise e si sedette per terra vicino al letto. Gli fece una carezza sulla testa e rimase qualche secondo in silenzio a guardarlo. Lo amava così profondamente da fargli quasi male... Non avrebbe mai pensato di poter provare una cosa simile per qualcuno... era un sentimento talmente forte e viscerale da togliere il fiato.
"Cosa leggiamo oggi?"
Harry gli passò il libro che aveva già preso e posato sul letto. Santo Cielo, sempre la solita storia... iniziava a odiarla quella bambina vestita di rosso!!
Quando Harry si addormentò Viggo si alzò e uscì dalla stanza cercando di fare meno rumore possibile. Una volta a letto ripensò alla giornata appena finita e un sorriso si dipinse sul suo volto. Non vedeva l'ora che fosse domani.

Elena si svegliò intorno alle 10.30 del mattino. Per un attimo non capì dove si trovava, poi improvvisamente le venne in mente la sera precedente e sentì come delle farfalle nello stomaco... tra poche ore l'avrebbe rivisto...
Il suo cellulare fece uno squillo e lei allungò pigramente la mano per prenderlo e leggere il messaggio. Era di Alice. Diceva che era atterrata e che sarebbe arrivata in hotel in una mezz'oretta. Di che ora era? Le 8... Probabilmente Alice stava riposando in quel momento. Elena si stiracchiò nel letto. Come si stava bene sotto le coperte... fosse stato per lei avrebbe chiuso gli occhi e continuato a star lì tutta la mattina! Fece violenza su se stessa e si alzò da letto. Strisciò in bagno e si diede un'occhiata nello specchio mentre si legava i capelli in un muccetto alto sulla nuca. Non riusciva a non pensare a quegli occhi... e a quel sorriso... e a quelle parole... Scrollò il capo. Doveva concentrarsi sul progetto del libro. Doveva essere professionale. Meglio farsi una doccia, possibilmente fredda!
Viggo arrivò in ufficio più tardi del solito. Non aveva dormito molto bene... aveva fatto molti sogni che non riusciva a ricordare molto bene, ma aveva la netta sensazione che quella ragazza Italiana c'entrasse qualcosa... Mildred lo vide passarle davanti con aria assorta "Buon giorno, eh?! Meglio tardi che mai..." Viggo entrò nel suo ufficio senza dire una parola e si sedette alla sua scrivania. Cercò di richiamare alla memoria quei sogni... era curioso di ricordare se fossero stati dei bei sogni o dei brutti sogni... "Tutto bene Viggo??" L'uomo alzò la testa come richiamato da una voce in lontananza. Mise a fuoco il volto di Mildred "Oh, Mildred!!" La donna sospirò "Sì... esatto! E' così che mi chiamo. Stai bene? Ti ho rivolto la parola per ben due volte negli ultimi 2 minuti e non mi hai risposto neanche una!! Sembri così strano stamattina, è successo qualcosa?"
Viggo la guardò per qualche secondo cercando di mettere insieme i pezzi di quella conversazione "Davvero?? Mi spiace Mildred, non ho dormito bene stanotte e sono un po' confuso, tutto qui. Scusami"
Mildred lo guardò senza parlare per qualche secondo. "Se lo dici tu... Comunque, ti sono arrivate delle email che dovresti controllare e José ha chiamato per confermare che arriverà in tempo per la riunione." Viggo accese il PC "Ok, grazie mille"
La segretaria si avviò verso la porta e poi improvvisamente si fermò, come a ricordare qualcosa di importante. "A proposito, com'è andata poi ieri, al ristorante?" Viggo sentì una vampata di calore pervadergli tutto il corpo. Con la mano colpì sbadatamente il porta penne e queste caddero rumorosamente sul tavolo e sul pavimento. Il calore al volto si fece più forte e Viggo saltò su dalla sedia come se punto da qualcosa. "Bene, bene... " inziò a racogliere le penne sparse un po' ovunque, sotto gli occhi di Mildred  che lo guardava tra il confuso e il divertito "Cioé... una cena veloce... niente di che... " mise le penne a posto e tornò a sedersi, sentendo il desiderio di sprofondare in quel punto esatto "... una serata carina... " Mildred lo guardò sospettosa, ma decise di non infierire e di non indagare oltre. Era davvero strano oggi, meglio lasciarlo solo... "Ok, sono contenta..." Gli lanciò un ultimo sguardo indagatore e uscì dalla stanza.
Viggo si appoggiò allo schienale della sedia e si passò entrambe le mani sulla testa, scostandosi i capelli dal volto. Che diavolo stava facendo?? Che gli era preso poco prima?? Sospirò e scosse il capo. Era inutile, era davvero vecchio se bastava una notte un po' agitata per ridurlo in quello stato confusionale!! Non aveva più l'età, porca miseria... Sorrise e si accomodò meglio sulla sedia, avvicinandosi alla scrivania. Guardò l'ora sullo schermo del computer. Accidenti, le 10.28! Era decisamente ora di mettersi al lavoro.


* querida in Portoghese è un tipico modo affettuoso di rivolgersi ad amici e parenti. In Italiano sarebbe "tesoro" o "cara".
** pa' è la parola usata in Portoghese per rivolgersi agli amici, un po' come l'Inglese "man" o "dude". In Italiano non esiste proprio una parola simile, perché "amico" decisamente non rende... Però avete capito, vero?? ^^

Eccoci qua, fine capitolo. Lo so, lo so... non è successo un gran che, ma volevo un capitolo di transizione per raccontarvi qualcosina di più della realtà che circonda i nostri due personaggi. E poi dovevate conoscere José e Sally!! ^^ Nel prossimo capitolo entrerà in scena in "carne e ossa" anche Alice, che per la cronaca esiste davvero!! Si tratta di Alice Vieira, famossisima scrittrice per l'infanzia portoghese che ho avuto l'onore di conoscere quando preparavo la mia tesi. Una gran donna.
Aspetto i vostri commenti =) CIAO!!


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Capitolo 4
*** Avviso importante ***


Avviso: Lo so che avrei dovuto farlo da già da molto tempo, ma volevo avvisare le persone che hanno seguito questi primi capitoli e hanno messo la Fanfiction tra le seguite e le preferite che dovranno aspettare ancora un po' prima di leggere il proseguo della storia. Mi dispiace infinitamente, ma innanzi tutto la vita frenetica lavorativa mi distoglie da questa mia passione, se poi ci aggiungete la famiglia e varie ed eventuali ecco lì che il mio tempo libero è ridotto davvero all'osso. Non ha aiutato anche che nel frattempo mi sia fatta prendere dall'ispirazione per la storia di Dom che sto pubblicando sempre con tempi lunghi, ma decisamente più accettabili di questi! Comunque vi prometto che vedrete la fine di questa storia che vi ha interessati, giurin giurello!
A presto

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