Io odio i One Direction.

di Mabs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I like the way you hate me. ***
Capitolo 2: *** I'll be allright by myself. ***
Capitolo 3: *** i'm out of my control, i'm a mobile. ***
Capitolo 4: *** can't you see that i'm the one who understands you? ***
Capitolo 5: *** i've just met you, this is crazy! ***



Capitolo 1
*** I like the way you hate me. ***


IO ODIO I ONE DIRECTION.

Clarissa aprì Twitter con aria annoiata.
Era un lunedì pomeriggio di Settembre, la scuola era iniziata da due settimane, e Clarissa già sentiva il peso delle interrogazioni e dei compiti in classe che incombeva su di lei. Su quel sito, lei sfogava tutte le sue frustrazioni. Solo lì poteva dire tutto ciò che le passava per la testa senza essere giudicata; Tutti la capivano, su Twitter.
Ma se c’era una cosa che detestava di quel sito, erano le fan dei One Direction: capaci di parlare soltanto di loro, dalla mattina alla sera. Sembrava non avessero altri argomenti di conversazione. Clarissa poi, ascoltava altri generi musicali. Metal, Rock, Indie, e quelle canzoncine dal testo banale e scontato non riusciva proprio a digerirle.
Dopo aver pubblicato due Tweet su quanto odiasse la sua professoressa di Storia e sul compito in classe del giorno seguente per il quale non avrebbe studiato, spense il computer. Si sfilò di dosso la maglietta degli AC/DC e si infilò al suo posto la T-shirt dei Nirvana, una delle sue preferite.
-Mamma, esco!
Urlò Clarissa mentre scendeva rapidamente le scale. Non ottenne alcuna risposta.
I suoi genitori erano sempre stati poco presenti nella sua vita. Separati in casa da quando lei aveva sei anni, l’avevano sempre trascurata e messa in secondo piano, nascondendo il tutto con sorrisi opportunisti.
Il padre faceva spesso il turno di notte e, tornando a casa, l’unica cosa che riusciva a fare era buttarsi sul letto e dormire fino al calare del sole. La madre, quando non lavorava part-time come commessa in un’erboristeria, si trastullava con la sua nuova fiamma, un trentacinquenne argentino conosciuto al corso di Salsa.
Afferrò le chiavi di casa e uscì sbattendosi la porta alle spalle. Camminando lentamente ma con passi decisi, si diresse verso la caffetteria nella quale passava la maggior parte dei suoi pomeriggi: un caffè, un buon libro e un’atmosfera calda e confortevole, sicuramente più di casa sua.
Spinse la porta a vetri e si diresse verso il bancone.
-Un caffè lungo macchiato, grazie.
Osservò il barista prepararle con noncuranza la bevanda, canticchiando tra sé e sé un motivetto conosciuto.
-Ecco a te, bella!
Clarissa ammiccò un sorrisetto, pagò, prese il suo caffè e si diresse verso il primo tavolo libero. Era una persona piuttosto impacciata, ed essendone consapevole, camminò lentamente per evitare che il caffè traboccasse dalla tazza.
Concentrata e assorta nell’osservare il liquido che ondeggiava, non si accorse del ragazzo che le stava venendo addosso.
Il caffè si rovesciò, bagnando la sua T-shirt preferita dei Nirvana e allagando la maglietta blu e bianca a righe del ragazzo che aveva di fronte.
-GUARDA DOVE VAI, STRONZO! Sono modi, questi? Guarda che cosa hai combinato! Era la mia maglietta preferita!
Clarissa alzò gli occhi, e una vampata di calore la travolse.
Il ragazzo, un po’ sbigottito, si scusò, procurandosi in tutta fretta dei fazzoletti per tentare di riparare il danno.
Davanti a lei aveva il bel faccino che invadeva la sua Cronologia di Twitter, le magliette a righe che indossava in tutte le foto, gli occhi celesti che brillavano di luce propria, e il sorriso dolce ed innocente e tutto ciò che riuscì a pensare Clarissa fu: ‘Dal vivo è più bello che in foto; chissà come mi invidieranno le ragazzine di Twitter quando gli dirò cosa mi è successo!’ Un sorrisetto beffardo comparve sul suo volto.
Il ragazzo  tornò con una manciata di fazzolettini di carta. Clarissa mise la mano davanti a sé e disse con un sorriso forzato:
-Non fa niente, sul serio. Sto bene, non ti preoccupare!
Louis era confuso, e riuscì solamente a dire:
-Sei la prima ragazza della tua età con cui parlo, dopo tanto tempo, che non mi urla contro cose tipo “OH MIO DIO MA TU SEI LOUIS TOMLINSON! UNA FOTO PER FAVORE, UN AUTOGRAFO! IO TI AMO!”
Sorrise, con un’aria grata e riconoscente. Clarissa sembrò a disagio. Ripensò a tutte le cattiverie che aveva detto su lui, e sul suo gruppo. Ma, guardandolo negli occhi, si rimangiò tutto.
Nonostante tutto, però, tese la mano verso di lui e disse con aria superba:
-Io sono Clarissa, e odio i One Direction.



Angolo Autrice (:
Ciao a tutti! Era da tempo che volevo scrivere una storia simile, dato che la maggior parte delle fanfiction parlano di 'fan dei one direction che incontrano i one direction e si fidanzano con un one direction' LOL, volevo fare qualcosa di diverso! Premetto che non sono né una fan, né una hater. Mi piacciono alcune loro canzoni, tutto qua. Su di loro non so nemmeno la metà delle cose che sapete voi xD Insomma, tra Clarissa e Louis è scattato qualcosa, chissà come si evolverà u.u Non a caso la FanFiction è rating Arancione AHAHAHHAHA vedremo che succederà, aspetteremo il prossimo capitolo u.u Comunque, avrete notato che parlo spesso di Twitter, bè se volete aggiungermi sono @UnicornMABS ...Recensite la storia se vi è piaciuta o se fa cagare, grazie per aver letto! E mi raccomando, recensite è_é Grazie di tutto (:


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Capitolo 2
*** I'll be allright by myself. ***


Si sedettero in uno dei pochi tavoli vuoti disponibili. Clarissa teneva in mano un’altra tazza di caffè macchiato, offerta gentilmente da Louis.
-Insomma…che ci fa una persona di alto rango come te in un posto da comuni mortali come questo?
Disse Clarissa apparentemente scherzando con aria acida.
-Mah, esattamente ciò che stai facendo tu in questo momento.
Disse Louis, aprendo la spaziosa borsa tracolla Eastpack a righe bianche e celesti, ed estraendone un cofano per gli occhiali da vista e un piccolo romanzo tascabile.
Ha soldi a non finire, le ragazze di mezzo mondo gli vengono dietro, la sua vita è frenetica quasi quanto quella di Obama, e lui legge. Interessante. Pensò Clarissa sorridendo compiaciuta.
-Mh, capisco…e dove sono i tuoi “amichetti”?
Disse Clarissa sempre acidamente, stuzzicandolo per un motivo ad entrambi completamente ignoto.
-Ognuno di noi ha una vita. Non siamo mica incollati! Voi ragazze ci vedete sempre insieme, ma non vuol dire che nella nostra vita privata siamo uniti tanto quanto dimostriamo di esserlo durante i nostri concerti. Ma ora basta parlare di me…parliamo di te. Perché questo odio incondizionato verso i One Direction?
Disse Louis, curioso ma allo stesso tempo smanioso di sapere cosa avrebbe risposto al ragazza di fronte a sé.
-Forse non te ne sei accorto, ma stiamo parlando ancora di te. E dei One Direction.
Clarissa fece una piccola pausa, sorseggiò il caffè macchiato e lo posò accuratamente sul bordo del tavolo. Continuò:
-Ora capisco perché voi “persone famose” intrattenete relazioni soltanto con altri personaggi famosi. Sarebbero gli unici in grado di capirvi e sopportarvi. Non è vero che siete rimasti con i piedi per terra. Il successo vi influenza tutti.
Louis rispose rapidamente, leggermente alterato:
-Eppure trovo ancora il tempo di venire a leggere in una caffetteria da comuni mortali come questa! In questo momento potrei benissimo leggere questo stesso libro in una Lamborghini o in una vasca idromassaggio, eppure sono qui, con una ragazza qualsiasi come te.
Clarissa si alzò di scatto.
-Ah è questo che pensi di noi? Siamo “comuni mortali”? Insomma, siamo tutte “ragazze qualsiasi” noi che non abbiamo soldi da buttare in inutili macchine che appena passeranno di moda verranno sostituite da un modello più nuovo e più costoso? Voi famosi siete tutti uguali. Un bel faccino e neanche un briciolo di umiltà e sensibilità.
Clarissa fece per andarsene. Raccolse il suo libro e lo ripose con rabbia dentro la borsa. Ma Louis fu più veloce di lei. Si alzò e le si parò davanti.
-Brava! Torna pure su Twitter a raccontare a tutte quanto sono egocentrico ed ignorante, se è questo quel che pensi di me! Io sono un ragazzo normale, forse un po’ più fortunato degli altri, ma sono un essere umano. Amo leggere, suonare, cantare, passare le ore a vegetare davanti alla televisione e passare le nottate a riguardare le puntate della terza generazione di Skins. E non è vero che noi “famosi” come ci chiami tu, ci innamoriamo soltanto di altre persone ricche e conosciute quanto noi. Perché io ti trovo molto carina, sicuramente più di Paris Hilton o di Amanda Seyfried.
Clarissa alzò lo sguardo confusa, incrociando gli occhi sinceri e profondi di Louis. Mi trova carina? Pensò Clarissa. E poi la terza generazione di Skins è la mia preferita. Abbassò lo sguardo imbarazzata, dicendo:
-Scusa, forse ho esagerato.
Louis scosse la testa sorridendo.
-Non preoccuparti.
Clarissa ripensò a ciò che le aveva detto Louis pochi secondi prima, e la curiosità la spinse a chiedergli:
-Pensi davvero che io sia carina?
Louis sorrise abbassando lo sguardo. Poi, improvvisamente, ebbe un’idea.
Afferrò la sua borsa tracolla, la aprì e ne estrasse una penna.
-Dammi la mano.
Disse a Clarissa.
Lei gliela porse un po’ diffidente.
Louis appuntò sul dorso della mano di Clarissa un numero di telefono, scrivendoci sotto “Louis (:”.
-Questo è il mio numero. Ce l’hanno solo le persone di cui mi fido, e che sono certo non lo sbandiereranno ai quattro venti. Non c’è bisogno che io ti dica di non darlo a nessuna fan urlante di Twitter, vero?
Clarissa sorrise.
-Non lo farò. Promesso!
Si alzò sulle punte, baciandolo su una guancia, gesto che di norma Clarissa faceva molto raramente anche con le persone a lei più care.
-Allora chiamami quando vuoi, ok?
Clarissa sorrise, e uscì dal locale. Tirò fuori il cellulare appuntandosi il numero sulla rubrica.
Aprì Twitter e copiò nuovamente il numero che aveva scritto sulla mano, seguito da “questo è il numero di Louis Tomlinson. Non ci credete? Provate a chiamare.
Qualche minuto dopo, Louis avrebbe acceso il cellulare, trovando qualche migliaio di chiamate perse. 

*************************


Angolo Autrice!
Stronza questa Clarissa eh? Ma tra qualche capitolo (o forse anche meno) si addolcirà, sìsì. Non temete. Insomma che ne pensate? Fatemi sapere e recensite, mi raccmoando, che mi fa piacere (:

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Capitolo 3
*** i'm out of my control, i'm a mobile. ***


-Allora chiamami quando vuoi, ok?
Clarissa sorrise, e uscì dal locale. Tirò fuori il cellulare appuntandosi il numero sulla rubrica.
Aprì Twitter e copiò nuovamente il numero che aveva scritto sulla mano, seguito da “questo è il numero di Louis Tomlinson. Non ci credete? Provate a chiamare.”
Qualche minuto dopo, Louis avrebbe acceso il cellulare, trovando qualche migliaio di chiamate perse. 
 
*****
 
-Oh, merda. 
Disse Louis fra sé e sé, portandosi le mani sul volto.
Smise di camminare furiosamente, si fermò appoggiandosi al muro, e scivolò giù sedendosi sul marciapiede.
Devo ritrovare quella ragazza. Devo rintracciarla, in qualche modo. Pensò Louis.
Appoggiò la testa sulla spalla, continuando a spingere furiosamente pulsanti a caso sul suo cellulare, cercando invano di bloccare gli sms e le chiamate che continuavano imperterrite ad arrivare.
Louis spense il cellulare innervosito.
Questa è l'ultima volta che do il numero a qualcuna. Ora mi toccherà ricomprare la sim, cambiare numero, e...
-OH MIO DIO, OH SANTO CIELO MA TU SEI LOUIS TOMLINSON DEI ONE DIRECTION! AAAAAAH!
Louis si alzò di scatto, e si mise immediatamente sulla difensiva. Fece cenno alla ragazza davanti a sé di fare silenzio, ma quella continuava ad urlargli spudoratamente in faccia.
-Sì, sono io, ma ti prego, fa silenzio perché se dovessero sentirti sarebbe davvero un disastro.
Non fece in tempo a finire la frase che già una folla di curiosi cominciava ad avvicinarsi verso di lui.
-TI PREGO, UNA FOTO. FACCIAMOCI UNA FOTO, PER FAVORE!
La ragazza urlante, una quindicenne bionda, piuttosto in carne, frugava disperatamente nella borsa in cerca del cellulare. Abbracciò con violenza Louis e mise il cellulare in alto davanti a loro. Scattò la foto.
-ANCHE A ME LOUIS, PER FAVORE ANCHE A ME! UNA FIRMA QUI, SONO LA TUA FAN NUMERO UNO, TI SCONGIURO! UN AUTOGRAFO SOLTANTO!
La gente continuava ad accerchiare il povero ragazzo. Louis si sentì avvampare, intorno a lui una folla di tutte le età urlava cose a lui ormai incomprensibili, si accasciò nuovamente sul marciapiede con la vista offuscata e un caldo asfissiante.
Nonostante ciò, sentiva ancora le luci abbaglianti dei flash addosso.
Tregua, voleva soltanto un po' di tregua.
 
Un violento strattone al braccio sinistro gli fece riacquistare i sensi. Si girò rapidamente, e alla vista della maglietta dei nirvana ancora zuppa di caffè lungo macchiato si manifestarono emozioni decisamente contrastanti.
-Vieni con me.
Gli urlò nell'orecchio.
-Abito qui vicino, corri!
Louis si alzò rapidamente, sorretto dal braccio di Clarissa. La sua vista era ancora offuscata e la sua stabilità ancora precaria, la scia di gente urlante continuava ancora imperterrita ad inseguirli sbraitando, ma quando la mano di Clarissa strinse quella di Louis, un brivido percorse entrambi. 
La casa di Clarissa era ormai vicina e, ancora correndo, lei infilò la mano nella borsa per cercare le chiavi. Le tirò fuori con la mano sinistra, stringendo ancora nella destra la mano sudata del ragazzo conosciuto pochi minuti prima.
-Siamo quasi arrivati, tieni duro!
Gli urlò. Poi si voltò distrattamente, ancora correndo, scorgendo con la coda dell'occhio la folla che inarrestabile continuava a correre.
-Eccoci, abito qui.
Infilò la chiave il più rapidamente possibile, spingendo Louis dentro casa, e richiudendosi la porta dietro a sé.
Lanciarono entrambi un sospiro di sollievo.
-Siamo salvi.
Disse Louis, bianco come un cadavere.
-Vuoi sdraiarti?
Disse Clarissa con sincera premura.
-Volentieri.
-Ok, vieni, ti accompagno su.
Salirono molto lentamente le scale. Clarissa aprì la porta della sua stanza e lo fece stendere sul letto.
-Vuoi che ti porti un bicchiere d'acqua?
-No, già sto un po' meglio. 
Louis si guardò intorno spaesato, aggrottò lo sguardo e disse scherzando:
-Come mai qui dentro non c'è neanche un mio poster?
-Ah-ah, divertente.
I loro sguardi si incrociarono per una frazione di secondo.
Clarissa abbassò lo sguardo:
-Scusa. Non dovevo, mi dispiace per quello che ho fatto. Ma ti ho salvato la vita, quindi credo sia logico e coerente che tu possa perdonarmi.
Louis sorrise.
-Credo di amarti per il solo fatto che mi odi. Sono stufo di essere circondato da gente che mi ama, e venera qualsiasi cosa io faccia.
-Sei così tanto sicuro che tutto ciò che provo  nei tuoi confronti sia odio?
Clarissa si sedette sul suo letto accanto a Louis.
Lui, quasi sussurrando, continuò il suo discorso:
-Fatto sta che se tu smettessi di odiarmi, forse il mio amore per te svanirebbe. Perché ti adoro per il solo fatto che non pendi dalle mie labbra come tutte, che non consideri tutto ciò che faccio come oro, che per te sono come tutti gli altri, se non addirittura peggio.
L'espressione di Clarissa si fece più cupa:
-Non ti odio. Ma non ti venero neanche come tutte le altre. 
-Mi vuoi bene in un modo diverso. Hai ragione.
-E questo ti basta?
-Va più che bene.
Louis si tirò su a sedere, appoggiando la testa al muro. Clarissa si mise di conseguenza al suo fianco, nella medesima posizione, e disse ridendo:
-Però continuerò sempre ad odiare la tua musica, se così posso chiamarla.
-E io continuerò sempre ad odiare quei gruppi che ascolti tu.
-Beh mi sembra una cosa equa.
Louis sorrise.
Clarissa, con l'aria pensierosa, aggiunse:
-Ma se a me piaci in un modo diverso, e io ti piaccio perché mi piaci in un modo diverso, ora che si fa?
Louis sorrise.
-Che vuoi che si faccia? Mi sembra ovvio.
Si guardarono con aria complice, sorridendosi. Le loro labbria si sfiorarono.
Clarissa sussurrò ridacchiando:
-Se solo le ragazzine di Twitter sapessero dove sono, con chi sono, e cosa sto facendo in questo momento, entro tre giorni mi ritroverò quattro metri sotto terra.
Louis rise di rimando:
-Provvederò affinché al tuo funerale non suonino una canzone dei One Direction.
Clarissa accennò un sorriso, appoggiandogli la mano destra su una spalla, facendolo stendere sul suo letto.
 
***
 
Quella mattina Clarissa, infilandosi la sua maglietta preferita, pensava a quanto fossero inutili ed insignificanti i One Direction. Quel pomeriggio, Clarissa, ne aveva uno steso sul letto. La sua maglietta dei Nirvana macchiata di caffé era stesa a terra.




Angolo Autrice!
Capitolo brutto e corto. Non sono molto soddisfatta, ma nel complesso credo sia ok (?). Non so voi, ma mi sono molto affezionata al personaggio di Clarissa :3 Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando! (: Al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** can't you see that i'm the one who understands you? ***


-Stiamo insieme da meno di un mese e già mi saranno arrivate almeno cento minacce di morte.
Disse Clarissa indignata.
-Devi imparare a farci l'abitudine. Insomma, sei la ragazza di Louis Tomlinson!
-Modesto come al solito, eh?
Disse Clarissa sorseggiando il suo mocaccino con panna e caramello, seduta allo stesso tavolo del bar vicino casa nel quale, poche settimane prima, aveva conosciuto la persona seduta di fronte a lei.
-Dovresti imparare a conviverci. Sono solo ragazzine invidiose che ogni sera, prima di addormentarsi, immaginano eventuali matrimoni con ogni componente della mia band.
Disse Louis, accennando un sorriso.
In fondo a lui non dispiaceva. Era solo grazie alle loro fan che lui era lì, in quel momento, con una Lamborghini parcheggiata proprio davanti all'entrata del bar, e con un paio di occhiali da sole dal valore superiore a tutti i capi d'abbigliamento che aveva addosso Clarissa.
Louis guardò di sfuggita l'orologio, si passò una mano tra i capelli e si alzò con cautela, raccogliendo i suoi effetti personali dal tavolino del bar.
-Clary io devo assolutamente andare! Tra un'ora ho le prove con i ragazzi e vorrei prima farmi una doccia. Ci vediamo stasera al solito posto, okay?
Sorpresa e vagamente offesa, Clarissa si alzò di rimando, infilando nella sua borsa il cellulare e il libro che aveva portato con sé.
-Vado anche io. Mi raccomando, stasera sii puntuale. Non fare come l'ultima volta; è stato davvero irritante!
-Lo so, mi perdonerai mai? Le prove con i ragazzi sono durate un po’ più del previsto, non era nei miei programmi, e lo sapevi benissimo. Comunque va bene, cercherò di essere il più puntuale possibile. Promesso!
I due si baciarono distrattamente, uscendo dal bar.
Louis salì sulla sua scintillante Lamborghini, diretto verso la parte opposta della città.
Clarissa invece girò a sinistra, diretta verso casa sua, tirando fuori dalla borsa il suo Ipod ed infilandosi le cuffiette.
Quando ascoltava la loro musica, il mondo attorno a lei scompariva. C’erano solo le loro voci. O meglio, la sua voce: quella di Louis, che spiccava tra tutte, secondo lei, nonostante fosse il componente della band che cantasse di meno.
La riproduzione casuale scelse per lei Stole My Heart, nonché una delle sue preferite.
Cominciò a camminare a ritmo di musica; un lieve sorriso comparve sul suo volto.
Era innamorata, come mai lo era stata. A Louis ci teneva davvero.
Per lei non era “Louis dei One Direction” ma semplicemente Louis, quel ragazzo sorridente e sensibile che riusciva sempre a farla ridere.
Immersa nei suoi pensieri, Clarissa sobbalzò spaventata quando una mano le strappò all’improvviso le cuffiette dalle orecchie, scaraventandole l’Ipod a terra.
-Cosa ascolti? - Disse la ragazza che le si parò davanti con aria minacciosa, seguita da altre tre coetanee.
–Scommetto che stai ascoltando i One Direction, no? Da quando stai con Louis sono diventati improvvisamente il tuo gruppo preferito, non è vero? Ma tu non lo conosci veramente come lo conosciamo noi directioner. Tu non lo meriti davvero.
Disse la ragazza più bassa e tarchiata, agitando furiosamente le mani sperando di suscitarle qualche emozione vagamente simile allo spavento.
Clarissa indietreggiò sconcertata, cercando di afferrare il cellulare dalla borsa con nonchalance e chiamare il prima possibile qualcuno che la salvasse da quella scomoda situazione.
Riuscì solamente a dire:
-Scusa ma, chi siete? E come potete sapere cosa provo davvero per lui?
La ragazza bionda che le aveva gettato l’Ipod a terra si tirò indietro i lunghi capelli biondi, talmente ricci da sembrare una parrucca. Cominciava lentamente ad avvicinarsi sempre di più a Clarissa.
-Tu non capirai mai cosa si prova ad amare davvero Louis. Non dovrai mai farti diciannove ore di fila solo per sperare che tra la folla di un concerto lui riesca a notarti.
La ragazza fece un altro passo avanti, seguita dalle altre tre.
Clarissa non ascoltò nemmeno una minima parte del discorso della directioner bionda che le si era parata davanti. La sua mente era troppo impegnata ad escogitare un modo per uscire da quella situazione.
Raccolgo in fretta l’Ipod, le afferro una gamba facendola cadere e poi scappo.
Mh, no, troppo rischioso, le altre potrebbero accorgersene e sarebbe peggio.
Lascio l’Ipod lì a terra e scappo il più in fretta possibile.
Sì, questa sarebbe forse l’ipotesi più…

Non fece in tempo a terminare il discorso che la ragazza, continuando a parlare convinta di essere ascoltata, cominciò a strattonarla.
Da dietro sbucò un’altra, e la quarta rimanente le si parò a sinistra.
Era letteralmente circondata.
La ragazza bionda continuava a parlare imperterrita, appoggiata da alcuni mormorii di consenso delle altre.
Da dietro le arrivò una tirata di capelli.
Clarissa si girò di scatto pronta a reagire, tirandoglieli di rimando.
-Lasciatemi stare! Non vi ho fatto niente! Louis è il mio ragazzo, ma se non lo fosse voi non avreste comunque nessuna chance!
Errore, grandissimo errore.
Pensò Clarissa tra sé e sé.
Però questo dovevo dirlo.
In fondo era quello che pensava. E Clarissa diceva sempre ciò che pensava. Forse era proprio questa sua caratteristica che aveva fatto innamorare Louis di lei.
Clarissa non aveva via di scampo. La ragazza bionda cominciò a schiaffeggiarla mentre la coetanea dietro di lei continuava a tenerla salda per i capelli.
-Io e le mie care amiche Directioners avremmo una proposta da farti.

 




Angolo autrice!
Surprise! Eh, pensavate fosse tutto rose e fiori, no? Io credo che essere la ragazza di uno famoso sia una cosa bella, ok. Ma poi devi fare i conti con tutte le fan accanite e con tutti i rischi che ciò comporta (?). Insmoma, nel prossimo capitolo scoprirete qualche sarà questa proposta e come reagirà Clarissa, e vi assicuro che non sarà una proposta molto conveniente per la povera piccola Clary, LOL. Recensite recensite recensite (:

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Capitolo 5
*** i've just met you, this is crazy! ***


Clarissa non aveva via di scampo. La ragazza bionda cominciò a schiaffeggiarla mentre la coetanea dietro di lei continuava a tenerla salda per i capelli.
-Io e le mie care amiche Directioners avremmo una proposta da farti.
 Clarissa riuscì faticosamente a liberare la ciocca di capelli stretta tra le mani della ragazza dietro di lei, per poi abbassarsi di scatto e tentare di trovare una via di fuga da là sotto; Ma ciò non fece che peggiorare la sua situazione ulteriormente.
La ragazza bionda le sferrò un calcio nello stomaco, afferrandola per un braccio e sbattendola contro il muro più vicino. Clarissa ebbe per un momento paura di perdere i sensi a causa del fortissimo dolore provocato dall’urto.
-Che cosa volete da me?
Sussurrò Clarissa con quel poco di voce che le rimaneva, facendo appello alle sue ultime forze.
Afferrandola nuovamente per i capelli e tirandola su con forza, la ragazza bionda le si avvicinò tanto che Clarissa sentiva il calore del suo respiro addosso.
-Direi che mi sembra più che ovvio. Ora ci accompagni nello studio di registrazione dei ragazzi e ce li presenti, uno ad uno.
Disse la ragazza bassa e tarchiata che la reggeva salda per un braccio.
-E poi lo lasci.
Continuò la ragazza castana che, almeno fino a quel momento, non aveva alzato un dito contro Clarissa e sembrava essere la più cauta e ragionevole.
-Non ci penso neanche.
Disse Clarissa indignata, scuotendo la testa.
Nemmeno un altro calcio nello stomaco, seguito da un’energica tirata di capelli, le fece cambiare idea.
-Allora? Cosa ne dici? Hai intenzione di accettare o no?
Clarissa, che in quell’esatto momento realizzò che un rivolo di sangue le stava pian piano scendendo dalla fronte, annuì sconfitta. Si alzò, facendo leva sul braccio della ragazza che la teneva per il polso, e disse con aria solenne:
-Andiamo, seguitemi. Lo studio è per di là.
Disse indicando l’incrocio alla loro destra. Si stupì, in seguito, di quanto fossero trafficate le strade, e di quanta gente afflitta dalla routine e dalla monotonia, passava accanto a quella scena pietosa senza neanche accorgersene.
Le ragazze si guardarono trionfanti, scambiandosi sorrisi e pacche sulle spalle. Entusiaste si incamminarono , due delle quali tenendosi per mano.
Clarissa, che aveva a lungo meditato se ricorrere o meno a quella che poteva rivelarsi una soluzione efficace , approfittò del momento di distrazione e di trionfo per voltarsi dalla parte opposta e correre il più veloce che poteva verso casa sua.
Diverse furono le persone che travolse durante il suo percorso, più volte inciampò rischiando di cadere, e la consapevolezza di averle ormai superate si faceva via via più forte.
Clarissa voltò l’angolo e si fermò per riprendere fiato, appoggiando le mani sulle ginocchia e scrutando i passanti attorno a lei: ce ne doveva pur essere uno almeno minimamente raccomandabile in grado di portarla all’ospedale per medicare la ferita che aveva poco sopra la fronte e per tranquillizzarla.
-Eccola! E' lì, correte!
Sentì urlare dietro di sé. Clarissa riconobbe la ragazza castana con gli occhiali e dietro essa tutte le altre ragazze che prima l’avevano molestata. Non fece in tempo a ricominciare a correre, poiché una mano le afferrò la maglietta e la scaraventò nuovamente a terra.
Le ragazze la accerchiarono in pochi secondi e Clarissa si rassegnò, scuotendo la testa con fare deciso ma esausto.
-Vi porterò da Louis e dagli altri. Ve lo prometto. Ma vi prego, non fatemi niente.
Provò ad indietreggiare ma trovò nuovamente  il cemento freddo dietro a sé.
La ragazza bionda frugò nella sua borsa a tracolla fucsia, tirandone fuori una bomboletta gialla, dalle dimensioni di un normale deodorante da viaggio, che tutto poteva essere, tranne che deodorante.
-Spray al peperoncino. Così ti calmerai un po’.
Disse puntandole la bomboletta sugli occhi e spruzzando con tanta noncuranza che poteva sembrare che la ragazza fosse solita ripetere quel gesto quotidianamente.

Clarissa cominciò ad urlare e a distorcersi dal bruciore, tamponandosi gli occhi prima con la mano, e poi con la manica della maglietta. Vedeva le ragazze attorno a sé sempre più sfocate, fino a che una serie di macchie nere non coprirono anche esse.

***

Poco ricordava Clarissa di tutto ciò che era successo.
Fatto sta che, aprendo gli occhi, attorno a lei vide una location che poco aveva a che fare con l’ultima che aveva visto prima che una ingombrante serie di macchie nere coprisse anche quella.
Poi ricordò.
E si stupì del fatto che dopo quell’orribile tortura, fosse ancora in grado di distinguere i colori e gli oggetti attorno a lei.
-Quello spray è una tortura, lo so. Ma è legale. E viene venduto ovunque; principalmente dovrebbe servire a proteggersi da eventuali ladri o stupratori, non a costringere la ragazza di un componente del tuo gruppo preferito a lasciarlo per motivi neanche lontanamente validi. L'effetto dovrebbe terminare entro due o tre ore. Non crea danni a lungo termine sulla vista, non preoccuparti.
Clarissa, stupita di vedere una di quelle psicopatiche ragazze seduta accanto al suo letto d’ospedale, continuava a chiedersi come fosse finita là, chi l’avesse salvata, e che fine avessero fatto le altre tre. Ma la ragazza castana, dai capelli mossi e un sorriso cordiale accanto a lei, diede una risposta ai suoi interrogativi senza che Clarissa aprisse bocca.
-Un passante ti ha sentita urlare ed è corso in tuo aiuto. Le altre sono scappate, ma io sono rimasta ad aiutarti. Non so nemmeno io il motivo per il quale sono riuscita a farmi convincere che un tale gesto fosse più che lecito. Sai, per i One Direction, ed in particolare, per Louis Tomlinson, farei di tutto. Ma quel “tutto” non implica di certo il far del male ad una persona a cui lui vuole bene.
Clarissa le sorrise di rimando, senza aprire bocca.
Era stufa di sentir parlare quella ragazza. Era stata leale, in fin dei conti. Ma l’aveva maltrattata ed era comunque stata una complice. Ed era anche a causa sua se ora Clarissa si trovava in un letto d’ospedale con un enorme ed antiestetico cerotto in fronte e la vista offuscata.
Clarissa e la ragazza accanto a lei si girarono di scatto quando sentirono qualcuno bussare alla porta.
Entrambe rimasero di stucco, quando videro alla porta Louis che si avvicinava con fare frettoloso.
Clarissa sorrise, mettendosi a sedere senza neanche troppa fatica, per abbracciare il ragazzo che, preoccupato e stracolmo di ansia, si era recato lì piantando in asso tutti gli altri componenti del gruppo.
La ragazza accanto a Clarissa non batté ciglio.
Aveva davanti a lei Louis Tomlinson, il suo idolo. Le mancava il respiro. Aveva voglia di urlare, ma non le usciva la voce. Aveva voglia di abbracciarlo, ma aveva paura di infastidirlo. Aveva voglia di urlargli in faccia tutto ciò che provava, ma non ne aveva né le forze, né il coraggio. Tutto ciò che si limitò a fare quando lui si voltò verso di lei, dopo aver scambiato le debite effusioni con la ragazza, fu tendergli la mano, e sussurrargli il suo nome:
-Mi chiamo Eleanor Calder, piacere di conoscerti.




Angolo Autrice
Ho scritto molte fanfiction, ma questo è forse il finale di cui sono più soddisfatta. Non sono una directioner, quindi non so esattamente come Eleanor e Louis nella vita reale si siano conosciuti. Diciamo che questo è...un modo alternativo, lol. Non voglio aggiungere altro, spero soltanto di aver suscitato in voi un po' di...non so, sorpresa?
Insomma, arriviamo ai saluti, dato che questo è l'ultimo capitolo. Grazie a tutti voi per aver recensito, e grazie alle 35 persone che l'hanno messa tra le seguite. Ecco, parlo a voi, 35 persone. Siete 35, perché avete recensito in 16? No seriamente AHAHHAHA non sto qui ad elemosinare recensioni però...beh, un commentino mi farebbe piacere, per sapere cosa ne pensate e per migliorarmi, se avete notato qualche sbaglio o, non so, qualche imprecisione (:
Allora di nuovo grazie a tutti, fatemi sapere che ne pensate del finale e...alla prossima! (:
   Mabs. (@unicornMABS)

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