Five-Minutes Girlfriend

di Lollo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alieni Verdi ed Ossa di Pollo ***
Capitolo 2: *** Ballerine Rosa e Baci sulle Labbra ***



Capitolo 1
*** Alieni Verdi ed Ossa di Pollo ***


Five-Minutes Girlfriend

 

 

Sorseggio la Burrobirra mentre Harry e Ginny fanno ciaociao con la mano al di fuori delle vetrate dei Tre Manici di Scopa; Hermione, seduta di fronte a me, risponde sorridendo e io faccio un cenno con la testa, senza sbilanciarmi troppo. Distolgo velocemente lo sguardo sbuffando, per non farmi sfuggire un piccolo sorriso.

«Perché fai così?».

La voce divertita ed un po’ esasperata di Hermione mi fa voltare di nuovo. Mi guardo intorno, grattandomi la testa per prendere tempo. In realtà faccio così perché non voglio dare a nessuno la soddisfazione di vedere che sì, secondo me c’è qualcuno di adatto a Ginny, ma, ecco, direi che non è il massimo della maturità dirlo ed avere poi quaesto comportamjento, quindi niente.

«Uhm, così come?»

Ottimo risposta questa, invece.

Lei rotea gli occhi, sconcertata, e io faccio finta di non notarla – anche se la noto eccome, sempre e dovunque e in ogni caso.

«Così così...»

«Ah, ora sì che ho capito!» replico, roteando gli occhi in una sua imitazione perfetta.

Lei mi spintona gentilmente il braccio, e capisco che lascerà perdere. Per ora. La conosco abbastanza per sapere che non mollerà la questione facilmente, ma adesso posso mentalmente tirare in sospiro di sollievo. Il mio maschio orgoglio è stato quasi salvato ancora una volta.

Hermione alla fine non cambia discorso ma rotta, cominciando a parlare del fatto che sia felice che Harry e Ginny stiano assieme, perché dopo quello che è successo con Silente eccetera lui ha bisogno di un sostegno e blabla. Lo so che ha bisogno di un sostegno, ma per una volta, siamo soli, sosteniamoci noi, non posso fare a meno di pensare, sentendomi subito dopo una carogna.

«E poi un piccolo alieno verde di nome Leopold mi ha deturpato il viso conficcandomi un osso di pollo nel naso...».

Eh?

«Come?!».

Lei sbuffa, incrociando le braccia al petto. «Ron, non mi ascolti!».

«Sì che stavo ascoltando!».

«Che stavo dicendo?».

«Ehm, che un piccolo alieno verde di nome L...».

«Oh, smettila!» dice lei fulminandomi con gli occhi, ma sta sorridendo.

Finisco la Burrobirra senza replicare, mentre lei riprende a parlare; ed è lì che la vedo.

Biondissima, sorridentissima e decisamente avvinghiatissima ad un ragazzo alto che non ho mai visto prima.

Istantaneamente lo stomaco mi si rimescola tutto, ma non è necessariamente per gelosia o per emozione.

Questo, ragazzi, è terrore puro.

«Comunque, credo che Cho Chang ormai sia davvero una...»

«Merda,» non posso far a meno di dire senza ascoltarla.

«Ma Ron!» esclama Hermione scandalizzata.

Mi guardo freneticamente attorno, cercando una via d’uscita. Se mi vede, so quale sarà la mia punizione: non scenate di gelosia, stavolta, ma una vera e propria umiliazione. Nel panico, la vedo squadrare il locale e spalancare gli occhi con finta sorpresa quando mi vede, e mi fa un cenno con la testa. Come se non sapesse che ero qui.

Dio, com’è subdola. Subdola e calcolatrice.

Poso un’ultima volta gli occhi sul ragazzo che ha accanto, mentre la vedo cercare di farsi largo tra la folla per raggiungerci.

Oddio.

Potrei morire qui, adesso, subito.

Ma poi, alzo gli occhi e vedo Hermione.

«Oddiotiringrazio,» dico, prendendole istintivamente la mano.

«Hermione, devi essere la mia ragazza per cinque minuti».

Lei strabuzza gli occhi, diventa in un nanosecondo rossissima e posa gli occhi sulle nostre mani intrecciate.

«E-eh?» balbetta, fissandomi stranita, e ritiro subito la mano, arrossendo anche io.

«Voglio dire,» comincio, cerando le parole in modo che non fraintenda, «L-lavanda...» dico, ammiccando velocemente oltre le sua spalle, e lei segue il mio sguardo guardinga. Non fa neanche in tempo a pronunciare un “oh!” di comprensione che Lavanda è accanto a noi.

«Ronald!» dice, in tono cordiale.

Posso vedere nei suoi occhi riflettersi la sanguinaria voglia di strozzarmi.

«Che sorpresa!» continua, strusciandosi contro il malcapitato che si porta appresso.

«Ciao, Lavanda» riesco a pronunciare alla fine, sperando mentalmente che Hermione abbia capito. «E, ciao, uhm..?» non finisco, facendo un cenno con la testa al ragazzo.

«Leopold...» dice Lavanda, gli occhi luccicanti che non promettono nulla di buono, ed istantaneamente sento Hermione strozzarsi con la Burrobirra che stava finendo di bere, per poi camuffare la risata in un eccesso di tosse. Leopold la guarda perplesso, mentre Lavanda la fissa con disprezzo.

«... il mio nuovo ragazzo. Leo, questo è Ronald.» conclude eloquente, tornando a fissarmi con occhi di sfida.

C’è un attimo di silenzio agghiacciante nel quale Leopold ci guarda uno per uno ignaro di tutto. Poi mi faccio un attimo di coraggio, e cercando di cancellare tutte le tracce d’incertezza dalla mia voce, dico: «Uhm, ciao Leopold... questa... è Hermione, lei è la mia ragazza...» dico annuendo, e con la coda dell’occhio la vedo arrossire fino alla punta dei capelli.

Ancora un silenzio agghiacciante, nel quale vedo Lavanda fulminare Hermione, poi squadrarla come aveva prima fatto col locale e dopo guardare me.

So che non ci crede. Ci siamo mollati a causa di Hermione, ma so che non crede che sia la mia ragazza – ed effettivamente non lo è... è venuta qui a controllare, ne sono certo, come sono certo che non le basterà la mia parola e nient’altro. Mi sorprendo a guardare Hermione con apprensione, mentre Lavanda, che ha memorizzato tutte le mie mosse, chiede innocentemente se si possono sedere assieme a noi; Hermione si muove disagio sulla sedia. In teoria è lei quella che inventa sensate scuse geniali, ma non credo che abbia molta voglia di parlare con Lavanda. Credo che mi toccheà mettere in moto il cervello.

Ad un certo punto Leopold l’Alieno Verde si sporge verso di lei, e io senza accorgermene mi irrigidisco istintivamente.

«Hai qualcosa qui...» dice, indicando il suo naso.

Hermione ci passa sopra un mano, poi riprende a sorseggiare la Burrobirra, e io non posso far a meno di mormorare: «Uhm... residui di pollo..?».

Non faccio neanche in tempo a terminare la frase che Hermione scoppia a ridere, spruzzando da cima a fondo di Burrobirra il povero Alieno Verde.

Lavanda è decisamente scandalizzata, e comincio a ridere anche io incontrollatamente.

«Oddio... oddio, scusa, mi dispiace...» si scusa Hermione, soffocando dalle risa e alzandosi come per aiutarlo. Lavanda però lo acchiappa di nuovo per la manica e si dirige rabbiosamente verso il bagno, con l’avvertimento allarmante che sarebbe tornata presto.

Noi continuiamo a ridere come dei deficienti, tutto il locale che ci fissa. Ad un certo punto Hermione mi poggia un mano sul braccio, mi giro verso di lei e vedo un’espressione terribilmente seria sul suo volto.

«Ron,» comincia lei con aria solenne. «Eh,» la incoraggio un po’ preoccupato.

Mi guarda per qualche istante, poi vedo il suo sguardo saettare verso il bagno ed infine posarsi di nuovo su di me. Mi stringe il braccio più forte. Sorride.

«Scappiamo!».

 

 

 

To be continued...

 

 

 

 

Ecco qui l’ultima ‘fatica’... spero vi sia piaciuto il primo capitolo. Ovviamente sarà piuttosto corta... credo massimo tre capitoli, ma proprio massimo massimo ^^’’.

L’ispirazione mi è arrivata da un libro che ho appena letto, ‘Tutto accadde in una notte’. Leggetelo, è davvero carino ^_^

Ma prima lasciatemi una recensione XD

 

Lollo

 

 

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Capitolo 2
*** Ballerine Rosa e Baci sulle Labbra ***


 

Five-Minutes Girlfriend

 

 

Chi è questa? Chi è questa ragazza che mi sta trascinando via con la ridarella?

Non può essere Hermione. La vera Hermione, prima di tutto, mi avrebbe mandato a quel paese se le avessi chiesto di fingersi la mia ragazza. Primo. Secondo, non avrebbe sputato addosso la Burrobirra a nessuno, neanche se costui fosse stato un presunto alieno verde. Terzo. Dubito che Hermione abbia mai detto nella sua vita una parola come “scappiamo” se non in pericolo di morte.

O forse no?

In fondo, non sono sicuro che la cosa mi dispiaccia.

Mi faccio trascinare da lei per la strada, continuando a correre anche quando ormai siamo lontani dai Tre Manici di Scopa. Alla fine del viale, le case si diradano, lasciando il posto ad un piccolo fazzoletto di prato. Di slancio, ci buttiamo a sedere sull’erba, e Hermione si lascia cadere col fiatone all’indietro, sdraiandosi. Io mi metto con le gambe incrociate, cercando di riprendere il respiro.

«E’ stata una cosa abbastanza assurda» sento dire Hermione ad un certo punto. Mi giro verso di lei, che sorride, continuando a respirare pesantemente.

«Sì, abbastanza» concordo. «Dio, quando mi ha detto che si chiamava Leopold credevo di morire» dico, scuotendo la testa. La sento ridere dietro di me, e d’istinto mi sdraio accanto a lei per poterle parlare meglio.

«Questa è sicuramente una delle cose più idiote che io abbia mai fatto. In senso buono...» specifica, sorridendomi. Io strabuzzo gli occhi. «Questa? Oh, non hai mai sentito parlare di cose idiote, allora!» sentenzio, e Hermione sbuffa con fare scocciato.

«Bè, tu di certo ne hai fatte tante più di me, oh Grande Cretino...».

«Ovviamente. E preferirei Grande Maestro, grazie».

«Sentiamo, voglio che tu mi elenchi tutte le cose idiote che hai fatto, allora, a costo di stare qui fino a domani».

«Possiamo stare solo fino alle quattro e mezza».

«Okay, fino alle quattro e mezza».

«Contenta tu...» prendo un respiro profondo, cominciando ad elencare tutto quello che mi viene in mente. Cioè, non proprio tutto. Certe cose sono davvero troppo idiote per essere raccontate. Troppo, troppo idiote.

Sono nel pieno di un racconto, quando sento dei passi dietro di noi; capovolgo gli occhi verso l’alto, ancora disteso. Un paio di ballerine rosa confetto si stanno pericolosamente avvicinando a noi. Istintivamente scatto a sedere, seguito da Hermione, che ha un’aria decisamente perplessa. Poi la vede, ancora, e spalanca la bocca.

«L... avanda...» sussurra.

Ci guardiamo.

Oddio. Oddio, lo so, che sto per mettermi a ridere.

Tutto è impossibile.

«Siete qui!» strilla Lavanda adirata, puntandoci il dito contro. Più indietro scorgo Leopold trotterellare verso di lei.

Io e Hermione non fiatiamo. Ho paura che se aprirò la bocca l’unica cosa che ne uscirà sarà una risata isterica.

«Siete scappati?».

Silenzio.

«Noi? Cosa? Perchè dovremmo essere scappati?» dice Hemrione, con tono offeso e incredulo. Abbasso la testa in modo da fissarmi il petto, per non far vedere il sorriso che mi si sta formando in viso.

«Bè, ero in bagno, torno e non ci siete più, poi vi trovo qui! Cosa devo pensare?!» protesta Lavanda, lei offesa sul serio. Mi costringo ad alzare il viso e sopprimere quell’accenno di riso.

«Ma no...» balbetta Hermione, e posso quasi vedere gli ingranaggi del suo cervello muoversi per cercare di formulare una balla plausibile. Ma Lavanda si gira verso di me con fare accusatore. Oh, merda.

«Oh—oh, uhm, noi... è venuto... Harry a chiamarci... e abbiamo dovuto seguirlo!».

Tutti e tre mi fissano vacui, aspettando che vada avanti.

«Sì, diceva che doveva farci vedere questa... questa...» l’occhio mi cade su Leopold, «questo ritrovo alieno!».

Qualcuno mi fermi.

 «Solo che... poi... lui...»

«E’ stato rapito dagli alieni?» prova Leopold, incoraggiante.

«Sì! – cioè, no, no, ovvio che no!» mi correggo notando l’espressione di Lavanda e sentendo lo sguardo terrorizzato di Hermione su di me.

«Solo che poi lui stava correndo, quindi l’abbiamo... perso... non siamo più riusciti a raggiungerlo, quindi... ci siamo fermati qui a fare mente locale.» Ma mente locale di cosa? Grazie a Dio nessuno sembra porsi la domanda; c’è di nuovo quel silenzio di tomba che sembra una costante di questo assurdo pomeriggio.

«E perchè poi non siete tornati?!»

Ancora?!

«Noi... ci siamo fermati qui... perchè... siamo stati colti da un... uhm...» attacco di demenza è la risposta esatta. «... da un attacco di... ehm, passione...» scocco un occhiata a Hemrione, chiedendole tacitamente scusa. Ma lei stranamente evita fermamente di guardarmi, rossa in volto.

Invece Lavanda mi sta ancora studiando attentamente.

«Tu sai che io non credo neanche una parola a quello che hai detto, vero?» sentenzia alla fine, con sufficienza.

Sì, lo so, ma non so fare di meglio.

«Ma...».

«Non credo affatto che voi stiate assieme, effettivamente. Non più».

«Ma che cosa...».

«Dalle un bacio, allora! Baciatevi!».

La guardo vacua. Io cosa? Io cosa fare cosa cosa? Ma quanti anni ha, dai? Però... non posso fare questa figura. Davanti a Leopold poi, dai. Dopo che ho raccontato tutte queste balle, e poi un bacio che sarà mai. Sempre meglio di scoprire che tutta la scuola sa che ti sei inventato tutta questa situazione, che da idiota potrebbe diventare patet...

Oh, al diavolo. La devo baciare perchè la voglio baciare.

Guardo Hermione, che non ha ancora alzato lo sguardo ed è ancora completamente rossa. Ad un certo punto però si gira a guardarmi, gli occhi allargati in un espressione sorpresa, come se mi avesse letto nel pensiero. E prima che possa anche solo ripensarci qualche attimo, mi sporgo verso di lei e le mie labbra sono sulle sue.

È solo un piccolo bacio, dura un attimo, ma è assolutamente fantastico. È quello che ho sempre voluto, non importa se è solo un casto posarsi di labbra su labbra, è quello che mi scatena dentro... è assolutamente fantastico.

Mi scosto lentamente, e altrettanto piano riapro gli occhi. Hermione li ha ancora chiusi, ma quando li riapre ha un’espressione indecifrabile dipinta sul volto.

Mi giro verso Lavanda; so di per certo che ho il viso arrossato e il cuore mi sta battendo a mille, ma le rivolgo comunque uno sguardo di sfida.

Ce l’ho fatta. L’ho fatto davvero.

Lei sta per ribattere qualcosa di pungente, ma poi scuote la testa con aria rassegnata.

«Non credo comunque che voi stiate assieme. Ma capisco quando c’è qualcosa sotto, quindi diciamo che vi lascerò stare per un po’, perchè so comunque quando devo farmi da parte... il mio pizzico di soddisfazione e di vendetta ce l’ho, adesso». Dice, correndo con lo sguardo dal suo ragazzo a... Hermione, e sorridendo impercettibilmente. Poi fa ciaociao con la mano e se ne va.

«Ma... ma che cosa... cosa intendeva... non ne ho proprio idea.» dico, in totale imbarazzo. Cerco di formulare un’altra frase per negare quello che ha detto Lavanda (qualunque cosa lei intendesse con quelle parole... “Capisco quando c’è qualcosa sotto”, ma dai!) nella confusione che ho in testa. Deglutisco piano.

«Insomma, lei crede che noi... ma andiamo...».

«Ron».

«Perchè, poi? Proprio non ci arrivo, davvero...».

«Ron...».

«... perchè, insomma, ma figurati! Noi!».

«Ron!».

E in un attimo, sento le sue mani afferrarmi per la maglietta, avvicinarmi al suo viso e baciarmi di nuovo.

Ci stacchiamo dopo qualche istante, le sue mani ancora strette alla mia T-shirt. Lentamente mi lascia andare e si ristende sull’erba come prima che arrivasse Lavanda.

Non ho idea di cosa dovrei fare. Mi sento totalmente in subbuglio.

Mi sdraio meccanicamente anche io accanto a lei; inaspettatamente la mia amno si posa sulla sua mentre mi stendo, ma per qualche motivo non mi viene spontaneo toglierla. La lascio lì dov’è.

«Mi è piaciuto essere la tua Ragazza Per Cinque Minuti» dice lei improvvisamente. «Sì?» rispondo in un soffio.

«Sì... è stato divertente».

«Mh-mh».

«Se avessi bisogno di nuovo di una Ragazza per Cinque Minuti, chiamami» conclude sorridendo.

«Sì ne ho bisogno» dico improvvisamente prima che potessi fermarmi. Lei si gira verso di me, perplessa.

Esito un attimo. «Ne ho bisogno... ma non di una qualunque. E non... per soli cinque minuti.» credo di star andando a fuoco.

Lei allarga ancora gli occhi, esattamente come prima. E esattamente come prima, mi avvicino e per la terza volta ci baciamo. Questa volta diventa un bacio serio, non solo un semplice contatto di labbra. Quando ci stacchiamo, abbiamo entrambi i volti accaldati, il respiro leggermente ansante.

«A-allora?» comincio. «Vuoi... vuoi essere la mia... Ragazza Non Solo Per Cinque Minuti?». Nel lasso di tempo in cui lei non dice nulla, facendomi scorrere gli occhi sul viso come se mi vedesse per la prima volta, il cuore mi batte così forte che sento come se potesse uscirmi dal petto. Poi parla.

«Sì... penso che si potrebbe fare». E ci baciamo di nuovo.

 

 

Fine

 

 

Ecco qui il nuovo ed ultimo capitolo! Ci ho messo un po’ di più a scriverlo rispetto ai miei standard, ma la scuola è per sfortuna ricoinciata, e con quello i compiti, senza contare che per me, avendo appena cominciato il liceo classico, si aggiungono nuove materie... bè, ad ogni modo, ecco qui quello nuovo ^__^ Ringrazio tutti quelli che mi hanno commentata – davvero! Grazie, ventitrè recensioni solo per un capitolo! *_*

 

Bacioni! ^_-

 

Lollo

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