Caro Herr Diario...

di kirlia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Diario ***
Capitolo 2: *** Un'altra possibilità per il diario XD ***
Capitolo 3: *** Chiamate Inaspettate ***
Capitolo 4: *** Rimpatriata...? ***
Capitolo 5: *** Qualche vecchia (letteralmente) conoscenza! ***
Capitolo 6: *** M&M's ***
Capitolo 7: *** Il Diario nelle mani di Miles ***
Capitolo 8: *** L'importante è partecipare?? ***
Capitolo 9: *** Nella Notte... ***
Capitolo 10: *** "Mi hai delusa..." ***
Capitolo 11: *** Un Assassino In Hotel ***
Capitolo 12: *** "Io non ti odio, Miles" ***
Capitolo 13: *** Riconciliazioni & Ospedali ***
Capitolo 14: *** Incubi ***
Capitolo 15: *** Confessioni Notturne! ***
Capitolo 16: *** Scontri ***
Capitolo 17: *** Scoperte! ***
Capitolo 18: *** Speriamo che non debba preoccuparmi davvero ***
Capitolo 19: *** Inviti ***
Capitolo 20: *** I hate shopping, but... ***
Capitolo 21: *** Alla Festa Di Compleanno... ***
Capitolo 22: *** "Il Destino Giocherà Il Suo Asso Nella Manica" ***
Capitolo 23: *** Pensieri... ***
Capitolo 24: *** Febbre ***
Capitolo 25: *** Frannie e Wright xD ***
Capitolo 26: *** Numeri E Semplici Calcoli ***
Capitolo 27: *** Colpo di Scena! ***
Capitolo 28: *** Dolore ***
Capitolo 29: *** Incontro con le Fey =) ***
Capitolo 30: *** Abitudini Del Villaggio Kurain ***
Capitolo 31: *** "Perché non riesco a liberarmi di lui?" ***
Capitolo 32: *** Le Nostre Situazioni Erano Piuttosto Simili ***
Capitolo 33: *** Ancora Quella Carta! ***
Capitolo 34: *** Odio et Amo ***
Capitolo 35: *** Come tutti reagirono a quel bacio... ***
Capitolo 36: *** "Non voglio che torni in Germania..." ***
Capitolo 37: *** Il dolore di Lui e Lei ***
Capitolo 38: *** Il finale perfetto. ***



Capitolo 1
*** Il Diario ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

CAPITOLO 1- IL DIARIO

 

“Caro dia… no no, è semplicemente folle.”

“Questo diario è di Franzis… no.”

Cancellai l’ultima frase, sospirando. Perché avevo comprato un diario?

Era stata una decisione folle e sciocca, sciocca come la sciocca nazione

che avevo appena lasciato, sciocca come tutte le sciocche persone che

mi ero lasciata alle spalle.

Ma… quando l’avevo visto tutto solo, in quella vetrina dell’aeroporto…

non so… non avevo avuto il coraggio di lasciarlo lì, in mezzo alla

polvere degli scaffali.

E adesso io, Franziska Von Karma, un quasi perfetto procuratore…

mi ritrovavo a risolvere questo enigma: perché quel giorno avevo

deciso di tenere un diario?

I diari erano per le persone deboli e sciocche, che hanno bisogno

di sfogarsi… che hanno un mare di problemi… ma io… non avevo

problemi, giusto?

No, no.

Io stavo benissimo.

 

“14 giugno, ore 6:00 (si, intendo 6 di mattina), appena alzata, Residenza Von Karma

 

Beh, alla fine ho deciso di iniziare. E sono una tipa abbastanza

determinata, andrò fino in fondo.

Quindi, non credere che finirai in fondo a un armadio, almeno

fin quando ogni tua singola pagina non sarà piena di parole, a

costo che ripeta continuamente ‘perfezione’ fino a completarti.

Già ne sarei capace e infatti ecco che inizio.

 

PERFEZIONE PERFEZIONE PERFEZIONE

I VON KARMA SONO PERFETTI

I VON KARMA SONO PERFETTI

FRANZISKA VON KARMA è PERFETTA

FRANZISKA VON KARMA è PERFETTA

FRANZISKA VON KARMA è IMPERFETTA”

 

Cancellai immediatamente l’ultima parte. Era stato un semplice

errore, non la pensavo davvero così.

Decisi di ricominciare a scrivere.

 

“È stato un semplice errore, io sono perfetta. Ma ho deciso di

risparmiarti la sofferenza di avere tutte le pagine coperte dalle

stesse frasi. Bè… per ora.

Ecco… come avrai notato dall’ora… è piuttosto insolita. Ma

non riuscivo a dormire.

È la prima volta che mi accade, da quando ho visto l’ultima

volta mio padre, quindi un bel po’.

Bè avevo circa 9 anni, se ricordo bene. Ma preferisco sorvolare…

Stanotte ho fatto un sogno. Ma NON mi va di raccontarlo.

NON lo voglio raccontare.

Okay, okay solo per questa volta ho deciso di aprirmi.

Cosa che non accade mai. MAI.

Bene… ho sognato la casa dove sono cresciuta, il giardino.

Intendo il giardino in maggio, quando il roseto è pieno di

colori e l’atmosfera è stupenda.

Quando ero piccola passavo un sacco di tempo lì, seduta

su una piccola panchina di legno.

La nostra piccola panchina di legno…

Ecco, SAPEVO che sarebbe finita così! Ggrrr!

Ti meriteresti cinquantamila frustate per ciò che mi hai

costretto a dire!

Basta, basta non scriverò più in questo sciocco diario, comprato

in una sciocca nazione piena di sciocche persone come Herr

Edgew… No bastaaa!”

 

Chiusi il diario e lo buttai a terra con rabbia.

Non avrei più scritto una parola. Mai più.

 

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Bene, questo era un piccolo inizio… spero che la storia sia interessante,

commentate in tanti, baci^^

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Capitolo 2
*** Un'altra possibilità per il diario XD ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 2- Un'altra possibilità per il diario XD

 

14 giugno, ore 23:45, sul letto, Residenza Von Karma

Bè, si… ho deciso di darti una seconda possibilità. Ma bada che

 sarà l’ultima, Herr Diario!

E non ho nessuna intenzione di raccontarti il resto del mio

sogno... Anzi, volevo dire che non c’è nessun resto. Già è così.

 Ho sognato solo quel luogo.

…Obiezione!

È pazzesco che non riesca a mentire al mio diario. Comincio a

credere di stare impazzendo.

È stato un semplice lapsus, davvero, non c’è il resto del

sogno… ho sognato solo questo.

Okay, lo dirò, solo per togliermi questo peso. Non c’è un motivo

 nascosto o inconscio per cui volevo nasconderlo.

Ho sognato… Mil… ehm, ci riprovo.

Ho sognato… Miles.

Miles da piccolo. Direi che aveva circa tredici anni. Quindi io

dovevo averne sei.

A quel tempo ancora non lo odiavo come adesso, anche se era

comunque il preferito di mio padre.

Bè, solo questo. Davvero.

Non ho sognato nient’altro. Sono sincera.

Bene, credo sia l’ora di andare a dormire… domani sarò il

procuratore nel caso contro una certa Grace Holvek, e so di

poter ottenere un verdetto di colpevolezza, le mie sconfitte con

Herr Phoenix Wright sono state solo una parentesi oscura nella

mia carriera perfetta e degna di un Von Karma.

 

Buonanotte, Herr Diario.”

 

Ma, per la seconda notte di seguito non riuscì a riposare bene,

mi sentivo… sola.

Sola, in quella grande villa dove i domestici non passavano la

notte. Era la prima volta che mi sentivo così.

 

***

 

15 giugno, ore 21:15, alla scrivania, Residenza Von Karma

 

Herr Diario,

come previsto la causa è stata una passeggiata, l’avvocato difensore

non era all’altezza di me…

Credo che l’esperienza con Herr Wright mi abbia reso più forte, imbattibile.

O forse è come al solito la frusta ad aiutarmi.

La frusta…”

 

Strinsi la frusta tra le mani, ripensai al momento in cui avevo deciso

di abbandonarla… e al momento in cui l’ho riavuta indietro.

‘Io… ti odio, Edgeworth’

Ero riuscita finalmente a dirgli cosa provavo per lui… a dirgli quanto

mi aveva fatto soffrire.

Ma lui… lui non ne era rimasto turbato o non l’aveva dato a vedere.

Meglio ricominciare a scrivere…

 

“Bè… stasera la stanchezza si fa sentire. Continuo a sbadigliare…

Credo sia a causa delle mie notti insonni. Ma non so come fare per evitarle.

Forse qualche sonnifero?

Promemoria: andare dal farmacista.

Bè questo era il mio ultimo commento per oggi… adesso vado a dormire.

 

Buonanotte, Herr Diario”

 

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Sono felice che la storia stia piacendo… ecco che rispondo alle vostre recensioni:

 

Princess Alexia: questa sono io “ora vado a leggere la recensione di P.A…. vediamo… O.O”

Guarda che potevi scrivere di più ah? Davvero! Non trattenerti! Ahahah, comunque ho seguito il

tuo suggerimento grafico, come ti sembra così? COMUNQUE evita di darmi del lei o del voi che ho

la tua stessa età anzi sono più piccola come mi ripeti sempre U.U…

Che altro dire… ah! Iscriviti al forum così mi puoi recensire anche lì!

Spero che questo capitolo ti piaccia (l’hai riletto solo 3 volte)… a presto^^

 

Pink_vicky: Grazie per avermi invitata a leggerla… anche la tua storia è davvero interessante^^

Purtroppo sembra proprio che siamo in poche ad amare questa splendida coppia, infatti si nota

dalle recensioni -.-… vabbè si dice “meglio la qualità che la quantità” no? Quindi spero che

commenterai anche questo capitolo, un bacio^^

 

A presto, baci da Kirlia, the perfect prosecutor^^

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Capitolo 3
*** Chiamate Inaspettate ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 3- Chiamate inaspettate

 

… Cercai di dormire, davvero! Contai ben tre milioni diciassettemila

 trecento cinquantuno pecore… poi lo stesso numero di cavalli, di

mucche, di capre… alla fine mi ripromisi di non vedere più una

capra in vita mia, come faceva Heidi a sopravvivere sulle Alpi??

 

16 giugno, l’una di notte, sul letto, Residenza Von Karma

Non riesco a dormire, ho paura di… sognare. Sarò sincera… anche

la scorsa notte ho sognato.

No, non ho mentito! Ho semplicemente omesso di dirlo.

Beh, ecco il mio sogno in versione integrale.

 

Franziska:dove mi trovo? Sembra… un tribunale!

Giudice: Si! Muahah… e dichiaro l’imputato NON COLPEVOLE!

Franziska: Ma aspetti! Non ho nemmeno presentato un testimone…

non abbiamo ancora appurato che… Aaaahhii! Mi hai dato una frustata!

Giudice (con la frusta in mano): Si! Muahahah! E non sai che ti

aspetta, Von Karma!

(Appaiono Phoenix Wright, Maya e Pearl Fey, anche loro con una

frusta in mano)

Tutti loro: Muahah!!! Sei la Von Karma imperfetta, Franziska!

(Appare anche Edgeworth, con un aria afflitta)

Edgeworth: Franziska, non hai capito proprio nulla, non hai capito

cosa significhi essere un procuratore!

 

Ecco, a questo punto poi mi sono svegliata. Piuttosto agghiacciante, no?

Bè, scrivere un po’ mi ha fatto venire un sonno tremendo, spero di cadere

in un sonno profondo e soprattutto senza sogni.

 

Buonanotte di nuovo, Herr Diario”

 

Quella fu una notte tranquilla, caddi davvero in un sonno privo di incubi…

La mattina dopo mi alzai e feci colazione. Poi sentì lo strano desiderio

di aggiornare il mio diario, anche se non avevo nulla di importante da dire.

 

                                                ***

 

16 giugno, ore 9:35, alla scrivania, Residenza Von Karma

 

Caro Herr Diario,

non so nemmeno perché sto scrivendo, visto che in realtà non ho

proprio nulla da scrivere.

Bè ecco…”

 

…driiin…

…driiin…

Strano, non avrei dovuto ricevere nessuna telefonata di lavoro oggi.

Lessi il nome che lampeggiava sullo schermo del mio cellulare.

Quel nome mi provocò uno strano brivido lungo tutto il corpo.

Miles Edgeworth…? Che voleva?

Decisi di ignorare la chiamata, ma il telefonino continuava a suonare

senza sosta e mi costrinsi a rispondere…

-P-Pronto?

-Franziska.

-Edgeworth.

-…

-Hai qualcosa da dirmi?

Sentì un sospiro dall’altra parte del telefono.

-Edgeworth? Sei ancora lì?

-…Si. Ecco… ti va di passare l’estate qui? Intendo qui in America…

Mi stava chiedendo di venire in vacanza in quello sciocco paese da

dove ero fuggita come una disperata?!?

-No.

-Franziska…

-Ho detto NO, Edgeworth. In questo momento il mio unico desiderio

e stare il più lontano da quel posto orribile, che mi ha trasformato in

un’imperfetta.

-Bene, ho capito. Scusa per la chiamata.

…tuuuu…

Aveva riattaccato. Ma sapevo che quella telefonata mi avrebbe perseguitato

per tutta la giornata.

Presi il diario e scrissi solo:

 

A dopo”

 

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Oh, che bello, 3 recensioni! Sono davvero felice di rispondervi^^:

 

Princess Alexia: U.U come osi dire che la coppia più bella sono Phoenix e Maya??

Lo sappiamo tutti che i migliori sono Edgey e Franny!!! E poi, guarda che sei una

brava critica ma… non fare la distaccata che noi siamo compagne di banco

nonché migliori amiche dalle medie e…

Boh non ho nient’altro da dire se non “ti piace questo capitolo, anche se l’hai letto

 tipo 5 volte?”… A dopo, ci vediamo al Corso, baci^^

 

Pink_vicky: Non sai come esprimerti?? Spero sia un complimento ahah… i grandiosi

 e scottanti eventi ci saranno ovviamente, ma poco a poco, Lotta dovrà aspettare^^

Comunque, è vero anche io cerco di coinvolgere le mie amiche in questa mia

mania per i processi… l’altro giorno discutevamo il lavoro che faremo da grandi e

io ho risposto prontamente “il procuratore” mi hanno guardato così O.O … tipo

“Kirly sei pazza??” Ahah, un bacio e a presto!

 

Solar74: Innanzitutto benvenuta e grazie per i complimenti^^ Sono felice di averti

nel “Fra x Edg fanclub”!! ahah, comunque spero di poter leggere presto anche la

tua fanfic, e… viva le sorelle maggioriii! (Anch’io lo sono, e con mia sorella mylotic

non è certo facile^^) Senza offesa, pink_vicky!!! A presto, smak^^

 

Una dolce frustatina a tutte, dalla Procuratrice Perfetta^^ (ah la modestia…) A presto! 

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Capitolo 4
*** Rimpatriata...? ***


CARO HERR DIARIO…

 

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 4- Rimpatriata…?

 

20 giugno, ore 13:25, posto passeggeri, jet privato

 

Herr Diario,

Non crederai mai a ciò che mi sta succedendo. Per prima cosa, scusa

 per non aver aggiornato… aspetta! Ti sto chiedendo scusa??? Tu

dovresti essermi grato per averti tenuto con me! Avresti bisogno di una

 bella frustata…

Bè, a parte questo, come avrai notato nell’intestazione di oggi, sono

su un jet privato.

Il perché? Un po’ difficile da spiegare…

Okay allora… mi sto dirigendo in America. Si, so che non avrei dovuto

ma… Miles sta male.

E intendo qualcosa di grave. Herr Wright non mi ha spiegato i dettagli

al telefono ma sembra che… non si riprenderà e… insomma, lo odio ma

 mi dispiacerebbe che morisse senza vederlo un’ultima volta.

Si, è davvero grave a quanto pare. Ecco perché il jet va a tutta velocità

verso gli Stati Uniti.

Sembra che stiamo per atterrare, e il pilota mi guarda con curiosità.

Si, forse scrivere il diario qui non è il massimo in effetti.

Beh, devo andare.

 

A presto, Herr Diario.”

 

La corsa verso l’ospedale fu tremenda. Cercavo di non agitarmi, di non

farmi prendere dal panico ma… cosa avrei fatto di fronte a Edgeworth?

Arrivai di fronte all’ospedale e… lui era lì davanti.

Vivo e vegeto. Fermo ad aspettare. Ad aspettarmi.

Praticamente col fiatone gli andai incontro.

-Edgeworth.

-Franziska.

-…perché?

-Ascolta.- mi interruppe –Non volevo spaventarti- disse, notando il mio

sguardo e soprattutto il mio fiatone.

-Non credevo ti fossi preoccupata così tanto…

-Infatti!- dissi con sicurezza – Non ero preoccupata, ma sarebbe stato

uno spreco di soldi arrivare fin qui e poi trovarti morto, Miles.

Feci un sorrisetto furbo.

-Immaginavo… bè credo di doverti delle spiegazioni, no?

-Credo proprio di si.

Poi prese la valigia che mi stavo trascinando dietro e si incamminò.

Lo seguii passivamente.

 

                                                   ***

 

20 giugno, ore 16:27, di fronte a uno specchio, bagno del bar del centro

 

Herr Diario,

Ho solo un attimo per scriverti che Edgeworth mi ha portato in un bar per parlare.

 Sono in bagno a darmi una sistemata… sono un disastro! Sarà stato l’elicottero,

non so, ma i miei capelli sono un cespuglio di rovi, degni di Lotta Hart. E la mia

faccia! Oddio, devo proprio essere sembrata una disperata a Miles, che figuraccia.

MA rimango pur sempre perfetta. Punto.

Adesso vado, non voglio farlo aspettare, o per meglio dire… la mia frusta non può

più aspettare!!!

 

Ti rivelerò presto tutto, a dopo”

 

Mi sedetti silenziosamente al mio posto, di fronte e Edgeworth.

-Aspetto le tue spiegazioni.

-Non sto male.

Sbuffai – C’ero già arrivata.

-Già… beh, mi andava di vederti.

-Esistono le webcam.

-Lo so. Ma, mi andava di vederti di persona. Come te la cavi in Germania,

procuratore Von Karma? Carriera perfetta, come al solito?

-Ovviamente, i Von Karma sono sinonimo di perfezione, ma non cambiare discorso,

 Edgeworth!

Un cameriere si avvicinò a noi.

-Desiderate?

-Un caffè amaro per me, grazie… e per la signorina?- chiese, rivolgendosi a me.

Avrei voluto un cappuccino, ma mi sembrava un po’ troppo… da debole. Io dovevo

 sembrare superiore a lui.

-Anche per me, grazie.

Il cameriere prese le ordinazioni e si allontanò.

-Mmm… mi sembrava che non ti piacesse il caffè amaro.

-I tuoi ricordi risalgono a troppo tempo fa.

Le ordinazioni arrivarono e Miles cominciò a sorseggiare il suo caffè.

Io presi il mio e con sicurezza ne bevvi una sorso.

Dovetti lottare contro il mio stomaco per inghiottire quel caffè.

Riuscì a non sputarlo, ma di sicuro l’espressione sul mio viso tradì il mio disgusto.

Infatti vidi un piccolo sorriso divertito sulle labbra di Miles.

-Sembra che i miei ricordi non mi tradiscano poi così tanto…

-Beh… sai di avermi fatto fare un viaggio inutile?? Dovresti rimborsarmi per

questo stupido scherzo.

-Lo farò, ma ad una condizione.- disse con aria di sfida.

-Sentiamo…

-Devi restare qui, almeno per un po’… diciamo tre mesi.

-Che COOOSAA??Tu sei impazzito, Edgeworth! Non resterò un minuto di più in

questa sciocca nazione piena di sciocchi come te, sciocco!

-Credo che tu non abbia scelta, mia cara.

-C-Che significa?- dissi, e mi sentì impallidire.

-Ho fatto in modo che… tu venissi rimpatriata, diciamo.

-R-Rimpatriata?

‘Oh no… fregata!’ pensai.

-Non puoi più tornare in Germania, sei una cittadina americana.

-O-Obiezione!

-Mi dispiace Franziska, dovrai rimanere qui, in questo sciocco paese pieno di sciocchi

come me.

Un sorriso soddisfatto gli si stampò in faccia.

 

----------------------------------------------------------------------------------------------------

 

La nostra Franzy è finalmente tornata in America, yeeeah!

Vi rispondo:

 

pink_vicky: eh già, anzi lì nel forum la mia storia è arrivata un bel po’ avanti!! Sarebbe bello

ricevere i tuoi commenti anche lì, sempre se ne hai voglia… Che dire? Sono felice che ti stia

 appassionando tanto, davvero felicissima^^ La tua storia è davvero appassionante, oggi

mi sono chiesta, ma chi è questa Kay?? Ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto che

affiancherà Miles nel nuovo gioco dedicato a lui… ggrrr già la odio! Ahah, a presto^^

 

solar74: Se la parte della telefonata ti era piaciuta credo proprio che questo chappy ti sia

piaciuto ancora di più, eh?? Crudele? Beh in effetti… ma alla povera Franzy ne capiteranno

di ancora peggio in questa fanfic! Si direi che sono proprio crudele muhahah… Comunque

spero che continuerai a recensirmi e anche a scrivere la tua storia che come hai visto ho

già commentato, smak^^

 

Princess Alexia: Hai voglia ancora prima che Franny faccia il suo dovere, perché la fatidica

4 prova verrà fuori dopo l’episodio che sai tu… chi meglio del nostro cameriere/assassino

per ricordarsi di quella prova?? Comunque la discussione che ti sei persa è stata l’altro giorno

 in palestra mentre tu e Alyson ripassavate Plauto, arwen pensava a che facoltà seguire…

e io gli ho detto giurisprudenza! Vabbè, ci sentiamo, smak^^

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Capitolo 5
*** Qualche vecchia (letteralmente) conoscenza! ***


CARO HERR DIARIO…

 

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 5- Qualche vecchia (letteralmente) conoscenza!

 

20 giugno, ore 23:00, sul letto, stanza degli ospiti di Casa

Edgeworth

 

Herr Diario,

questo è proprio un grosso pasticcio, un enorme problema. Ci credi

 che sono stata rimpatriata?

Non posso tornare in Germania! Sono confinata qui.

È praticamente pazzesco… Comunque, in questo momento sono a

 casa di Miles.

E vuoi sapere il perché? Siamo usciti da quel bar solo un’ora fa… e

 tutti gli alberghi a cinque stelle avevano le stanze occupate, accidenti.

Credo che l’abbia fatto apposta, che mi abbia trattenuta fin a tardi per

 poi offrirmi la sua stanza degli ospiti. Ma ciò che non capisco è… perché?

 

Bè, oggi è stata una giornata semplicemente orribile… è meglio che

ci dorma sopra.

A domani, Caro Diario.”

 

                                            ***

 

La mattina dopo, appena sveglia mi guardai un po’ intorno… Davvero

non ero più nella mia amata Germania? Si, e dovevo farmene una ragione.

Ancora nel letto a rifletterci, una donna entrò nella mia camera senza

nemmeno bussare. Aveva qualcosa di familiare… anche se non

ricordavo dove l’avevo vista.

-Buongiorno…- dissi, quasi timidamente, intontita dal sonno.

-Buongiorno??Tutto qui quello che mi sai dire??Buongiorno?? So qual è

il tuo piano brutta saputella che non sei altro, non mi sono mica dimenticata

 di te! Sempre con quell’odiosa frusta, con quell’aria da saputella, Von Karma!

Tu vuoi rubarmi il mio Edgy!!!

Bè, bastò solo quello a ricordarmi con chi stavo parlando…

-S-Signora Oldbag, che (dis)piacere rivederla!

-Non per me saputella! E poi io sono la SIGNORINA Oldbag, almeno fino

 al mio matrimonio con Edgy…

Restò ferma in mezzo alla stanza, credo a fantasticare sul suo matrimonio

 con “Edgy”.

-Ehm… Signora Oldbag? Che ci fa precisamente qui?

-Che domande! Lavoro… Sono la domestica di Edgy! Così gli sto sempre

vicino e lo proteggo da quelle come te!

-Come… me? Che intende…?- una voce mi interruppe.

-Signora Oldbag, è pregata di non molestare la signorina Von Karma con

 le sue stupide storielle.

Edgeworth era comparso dal nulla nella stanza.

-Ma Milessuccio! Io lo faccio per te e lo sai…

-Se ti do un chewing-gum, la lascerà in pace?

-Si, d’accordo Edgy!- disse Wendy Oldbag, tutta contenta e se ne andò

via saltellando, senza dimenticarsi di lanciarmi un’ultima occhiataccia.

Adesso c’eravamo solo noi due nella stanza, e un grande silenzio regnò

 nella stanza per alcuni minuti. Potevo sentire le lancette dell’orologio…

 tic, tac… tic, tac…

-Ti aspetto per la colazione, appena sei pronta- disse, notando che in

effetti ero ancora in camicia da notte e sdraiata sul letto.

 

21 giugno, ore 8:32, alla scrivania, stanza degli ospiti di casa

 Edgeworth

 

Herr Diario…

sembra proprio che sarò costretta a restare qui per un po’. Non sembra

esserci via d’uscita, sarebbe inutile provare a passare il confine. Sono

proprio inchiodata qui.

Bè… la domanda è… che cosa posso fare per passare il tempo? E la risposta

è ovviamente: occupiamoci di qualche caso! 

Sto per andare di sotto a fare colazione con Miles… pensandoci bene, non

 faccio colazione con lui da anni, quando ci abbuffavamo di biscotti al

ioccolato e di M&M’s…

È piuttosto strano da dire, ma la maggior parte dei miei ricordi d’infanzia

 sono legati a lui, come quella volta, nel roseto… ecco stava per succedere

di nuovo! Scriverti, Herr Diario, mi fa raccontare di cose che dovrei tenere

 negli angoli più reconditi della mia mente.

Scriverti non mi fa per niente bene. Bè adesso devo proprio andare, anzi

prima devo trovare un posto sicuro dove nasconderti, o la Oldbag ti troverà

e si divertirà a leggerti.

Mi immagino già la scena, lei a spettegolare della mia vita. Sembra proprio

odiarmi, anche se non ho capito bene perché…

 

A presto, Franziska”

 

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Bien… che dire? Sono certa che non vi aspettavate la Oldy, eh?

Vi piacciono gli M&M’s??? Spero di si perché… no no devo stare zitta e non rovinarvi

la sorpresa…

Meglio passare alle risposte o vi rivelerò in anticipo tutta la trama!!

Angolino delle risposte:

 

Princess Alexia: tu la trama la conosci già tutta e soprattutto a memoria… beh devo

dire che il “vero” carattere di Franziska, quello che nasconde sotto la maschera lo

sto creando abbastanza simile al mio… intendo anche e specialmente per i gusti

(Miles e cappuccino… ahah)!! A prestoooo… (sto ancora pensando al corso di geroglifici

e a quella con le braccia entrambe dallo stesso lato… me sconvolta)^^

 

Pink_vicky: Siii! Certo che conosco il famosissimo libro “Franzy e la Frusta del Potere”

del grande scrittore e artista Larry Butz, o forse dovrei chiamarlo Laurice Deuxamin??

 Ahah… devo dirti che ho provato a farti pubblicità ma come avrai notato… nemmeno

 io posso vantare tante recensioni… beh… adesso che hai impostato in HTML è molto

meglio, ti consiglio di modificare anche tutti gli altri capitoli, intendo i precendenti^^

Forse avrai qualche nuova recensione così^^

 

Solar74: mah… anche se di certo pinky (se posso chiamarla così^^) mi ha influenzato

 credo che l’avrei odiata comunque… nessuno può stare accanto a Miles apparte Franny

e ovviamente… io! Ahah… il finale non l’ho ancora sognato (si, di solito tutte le mie

trame sono fondate su ciò che sogno di notte… strano eh?)!! Beh, a presto, smak

 

A prestooo! Baci da kirlia, the perfect prosecutor^^

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Capitolo 6
*** M&M's ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 6- M&M’s

 

Trovare un buon nascondiglio si rivelò piuttosto difficile, ogni posto mi

sembrava troppo ovvio o scontato… non volevo proprio che Wendy Oldbag

lo trovasse.

Alla fine decisi di lasciarlo in fondo al cassetto della biancheria… mi sembrò

il posto migliore.

Mi diedi una rapida sistemata e poi scesi al piano di sotto, cercando la sala da

pranzo.

Che si rivelò deserta.

-Miles? Signora Oldbag? C’è nessuno?

Zero. Nada. Nobody.

Mi diressi distrattamente verso la cucina: anche se non c’era nessuno, avevo

piuttosto fame.

E lì trovai Miles.

-Edgeworth! Credevo dovessimo fare… colazione…

Dovetti zittirmi per cercare di comprendere la situazione. Punto primo:

Edgeworth seduto al tavolo. Punto secondo: Edgeworth che mangia degli

M&M’s??

Stavo forse diventando una specie di premonitrice? Avevo appena pensato a

me e Miles con gli M&M’s, da piccoli, seduti nella cucina di casa mia, a

mangiarne quintali di nascosto…

Ed eccolo qui, in cucina, a mangiare M&M’s.

Una coincidenza? Non avrei saputo dirlo.

-Ehi Franziska… ti vanno degli M&M’s? Mi ricordo che ti piacevano… o  i miei

ricordi risalgono a troppo tempo fa?- disse con un’ombra di un sorriso sulle

 labbra.

Valutai la situazione: che c’era di male a mangiare con lui? Questo non

significava di certo che i miei sentimenti nei suoi confronti fossero cambiati.

-Non so qual è il tuo piano, ma continuerò a odiarti, Edgeworth… anche se

mi fonderò come un animale affamato su quei cioccolatini- dissi sedendomi

 accanto a lui e letteralmente strappandogli di mano il pacchetto.

Lui sorrise, e il suo sorriso mi contagiò.

Rimanemmo in silenzio per un po’ a fare strage di M&M’s.

-Non sei cambiata di una virgola, Franziska… proprio come ai vecchi tempi.

-Mmm…- riuscì solo a rispondere mentre avevo circa venti cioccolatini in

bocca.

La scorta però era diminuita in fretta… rimaneva un solo cioccolatino in

fondo al pacco.

Lo guardai con aria di sfida, mi avrebbe ceduto l’ultimo?

Lui prese il cioccolatino in mano e lo guardò con attenzione, pensando.

-Bè… è un M&M’s blu, credo proprio che tocchi a te.

Sobbalzai. Una delle nostre leggi da bambini. Il cioccolatino blu va di diritto

  a Franziska, quello verde a Miles… una delle nostre regole.

-Davvero hai ancora intenzione di seguire quella sciocca regola?

-Bè, tu dicevi sempre che i cioccolatini blu erano i migliori… e poi le regole

vanno rispettate.

Poi mi mise il cioccolatino direttamente tra le labbra, fu così svelto che non

 riuscì nemmeno a ritrarmi. Mi sentì arrossire fino alla punta dei capelli.

Dopodiché si alzò svelto e si diresse fuori dalla stanza dicendo – Scusa

ora ti devo proprio lasciare, un caso mi attende!

Trangugiai in fretta il cioccolatino tra le mie labbra e gli corsi dietro.

-Posso venire?

 

                                            ***

 

“21 giugno, ore 22:25, sul letto, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Caro Diario,

è strano dirlo, ma oggi mi sento abbastanza serena, credevo che la mia

 vita qui sarebbe stata un supplizio ma per ora sembra piuttosto… okay.

Alla procura tutti si sono dimostrati stranamente felici di rivedermi… si,

 in effetti avevo dimenticato la frusta a casa, ma forse erano… sinceri.

No, no Franziska, non pensare che qualcuno provi affetto per te, ne

soffriresti soltanto. Ecco il mio solito tentativo di auto-convincimento,

mal riuscito direi.

Comunque, ho studiato tutti i dettagli del caso in questione… credo proprio

 che Herr Wright avrà una bella sconfitta domani, io affiancherò Miles,

anche se non mi va proprio di essere solo una “spalla”, un’assistente

un po’ come la sensitiva di Herr Wright… bè per una volta lo farò.

Che dire…? Sembra che la futura signora Edgeworth non sia nelle vicinanze,

 meno male non mi va proprio di vederla. Non capisco proprio perché ce

l’abbia con me.

Okay, inutile sviare il discorso, tanto so che te ne avrei parlato comunque.

Oggi Miles è stato strano. Si, si lui è sempre stato strano ma oggi era

davvero più strano del solito.

Si è ricordato che l’M&M’s blu è di mio diritto, credevo si fosse completamente

 dimenticato dei nostri momenti dell’infanzia… sarà stato un caso?

Ho avuto una strana sensazione… ma, che sia chiaro, io lo ODIO! E

continuerò a ribadirlo…

IO LO ODIO!!!

Bè dopo questa parentesi, credo proprio che dovrò andare a dormire,

 

Buonanotte, Caro Diario”

 

-------------------------------------------------------------------------------------------

 

Spero che questa idea geniale (modestamente^^) degli M&M’s vi piaccia, adesso

passo a rispondervi:

 

Princess Alexia: ma no che ti hanno bannato! Te l’ho detto che esageravi con tutti

quei villaggi… vabbè, lo sai che la tua scena è ancora in fase di sperimentazione,

 non so come inserirla… Ma prima o poi verrà fuori^^

E si, mi sono fissata con “^^”… ahah, a presto!

 

Solar74: Milessuccio the best!! Sono contenta che il nuovo soprannome ti piaccia,

proprio alla Oldbag direi! Ho appena letto il tuo nuovo capitolo… madoo sono troppo

curiosa di vedere cosa succederà, spero per te sia lo stesso con la my fanfic^^

 

Pink_vicky: Nooo Edgey e Franzy se li tengono stretti gli M&M’s… non glieli ruba

nessuno! Ahah, spero la scena ti sia piaciuta, in questa fanfic ci saranno molti

ricordi circa l’infanzia di Miles e Franziska… un bacio

 

Una dolce frustata a tutti e arrivederci al prossimo episodio! Non mancate!

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Capitolo 7
*** Il Diario nelle mani di Miles ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 7- Il diario nelle mani di Miles

 

-Ehi, sveglia.

-Mmm… che c’è?- ancora in dormiveglia sentivo una voce stridula e antipatica chiamarmi.

-Svegliati!

-Mmm… ancora cinque minuti…

-SAPUTELLA HO DETTO SVEGLIAAA!

Saltai letteralmente giù dal letto per la sorpresa.

-S-signora Oldbag! Che ci fa lei qui…?

-Signorina Oldbag, saputella! In piedi che è tardi e Milessuccio sta aspettando solo te

per uscire! Secondo te è normale farsi attendere tanto, dovrei proprio punirti con il mio

 raggio laser… *rat-tat-tat-tat*… Edgy è lì da un sacco di tempo e…

Cercai di non starla a sentire e prendendo i primi abiti che trovai, andai a vestirmi in

bagno, dove la sua orribile voce era un po’ attutita dalle pareti.

Poi sentì qualcun altro entrare nella mia camera da letto.

-Signora Oldbag, è pregata di non molestare la mia ospite…

‘Ecco,’ pensai ‘ l’esatta replica di ieri, quando la finirà di tormentarmi?’

Pochi minuti dopo, quando tornai vestita di tutto punto in camera mia trovai Miles a

studiare attentamente un piccolo libro dalla copertina nera e dorata.

Accidenti, il mio diario!!!

-Che fai?? Ridammelo subito, Edgeworth!

Glielo strappai dalle mani. Lui sembrava sorpreso dalla mia reazione.

-Scusa io… non credevo che scrivessi un diario…

-Tu… tu l’hai letto?

-No, certo che no… non avrei mai potut…

-E allora come fai a dire che è un diario?? È una perfetta contraddizione questa…

Lui scosse lentamente la testa, senza perdere la calma, mentre io quasi sicuramente

 ero peggio di un uragano.

-No. È semplice: un libro con un lucchetto dorato non può che essere un diario

personale. E ti assicuro che non farei mai una cosa del genere.

Rimasi in silenzio a valutare le sue parole…

-E va bene, hai vinto. Scusa per averti aggredito.

Poi posai il diario nello scaffale, dove mi sarei curata di nasconderlo appena sarei

 rimasta di nuovo da sola.

-No, è normale che tu abbia reagito così, posso capirti. Bè… ti aspetto di sotto,

appena sei pronta.

-S-si…- dissi, non credevo che mi avrebbe risposto così, ma d’altronde non lo avevo

mai visto perdere la calma. Mai.

 

“ 22 giugno, ore 8:47 circa, alla scrivania, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Heer Diario,

ho fatto una scenata orribile, e tutto per causa tua. A questo punto il posto perfetto

 per te sarebbe un caminetto acceso o un bel falò estivo… ma nessuna di queste

due cose si trova a portata di mano a quanto pare.

Bè, sono tremendamente in ritardo e non è da me. D’ora in poi ti nasconderò

meglio e vedrò di tenere la chiave di questo lucchetto sempre con me. Magari

come ciondolo in un braccialetto…

 

Vado a ‘lavorare’, tua Franziska…” 

 

Arrivati in tribunale, mi guardai intorno con curiosità. Quel posto non era cambiato

 affatto.

Stesso colore delle pareti, stesso pavimento sbiadito… persino stesse persone!

-Oh, Franziska sono… stupito di vederti!

-Anch’io, ciao!!!

Ed ecco Herr Wright e la sua assistente, Maya Fey… con degli  enormi sorrisi

 che gli illuminavano  i volti.

-Stupito non direi proprio, Herr Phoenix Wright, visto che è stato complice di

Herr Edgeworth nel condurmi qui con un inganno.

Lui rise sommessamente.

-Storia passata… sono perdonato?

-Mai, Herr Wright.

La sensitiva rise divertita di quello scambio di battute.

-Dovevi aspettartelo Nick! Anzi sei fortunato che non ti sta frustando, ihih.

L’usciere ci convocò in sala e la discussione terminò lì.

 

Il giudice cominciò a parlare…

- Siamo qui per il caso contro la signorina Maggey Byrde, l’ennesimo aggiungerei.

Wright risposte subito – La difesa è pronta, Vostro onore.

-L’accusa è pronta, Vostro Onore- risposi con sicurezza.

Il giudice mi guardò con sorpresa.

-Procuratore Von Karma? Credevo che l’accusa sarebbe stata condotta dal

procuratore Edgeworth…

Edgeworth mi lanciò un’occhiataccia. Ops, mi ero scordata che oggi sarei dovuta

 restare a guardare.

-Infatti- rispose Miles – sono io a presiedere il caso, Vostro Onore.

Il giudice notò lo sguardo che mi lanciò Miles, da ‘oggi stai zitta e guardami

 lavorare’.

-Signorina Von Karma, sembra che oggi rimarrà a guardare, eh? Ahah…

-Già…- dissi a bassa voce, poi mi costrinsi a tapparmi la bocca e a non

interferire con il processo.

 

------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Scusate, sono proprio di fretta e non posso rispondere alle vostre recensioni, comunque

grazie a tutte voi: Princess Alexia, Pink_vicky e Solar74 vi adoro!!!

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Capitolo 8
*** L'importante è partecipare?? ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 8- L’importante è partecipare??

 

 “ 22 giugno, ore 13:34, al banco dell’accusa, Tribunale

 

Herr Diario,

Sembra un caso estremamente chiaro, impossibile avere un

 minimo sospetto che l’imputata non possa essere colpevole.

Ma con Herr Phoenix Wright ogni certezza può svanire

completamente, ormai lo so.

Ecco, come pensavo, il caso si è appena ribaltato. Adesso è

Wright a tenere in pugno le redini del processo, e sembra che

la verità stia emergendo lentamente…

Il giudice non sembra più convinto della tesi dell’accusa ma ci

sono davvero tante domande senza risposta: il movente? L’arma

del delitto?

Non può emettere un verdetto, sicuramente sarà costretto ad

aggiornare l’udienza a domani...

Ah, forse non ti eri accorto che oggi ho deciso di portarti con me

in tribunale… l’ho fatto per sicurezza, proprio non mi va che

qualcuno ti legga, anche se non ho scritto poi nulla di così

speciale, credo…”

 

-Franziska, ma che stai facendo??

Alzai lo sguardo dal diario per incontrare gli occhi gelidi di Miles.

-Ehm, mi tengo occupata… questa causa è noiosa. E poi io sono

il Genio, e posso seguire contemporaneamente la causa e la

scrittura senza problemi. Umpf.

Mi guardò con severità scuotendo la testa, poi si disinteressò

completamente da me.

Ripresi a scrivere.

 

“Povero Herr Phoenix Wright, non sa cosa gli aspetta! Abbiamo una

prova decisiva da mostrare al momento giusto…

Bè ecco, come mi aspettavo il verdetto è stato rimandato.

Adesso devo andare, è tardi e devo assolutamente pranzare… a dopo.

Franziska.”

 

Posai il diario in borsa e poi mi alzai avviandomi verso la Sala Imputati.

Miles, che camminava al mio fianco, mi osservò posare il diario.

-Era ora che ti staccassi da quell’agenda…

-Edgeworth, è un diario, sciocco.

Vidi un flebile sorriso arricciargli le labbra. Che aveva da ridere??

Il solito avvocato dalla divisa blu elettrico e la solita sensitiva dal vestito

viola si avvicinarono a noi. Stavolta c’era una sensitiva in più, la bambina.

Mi pareva si chiamasse Pearl.

Ci venne incontro di corsa con gli occhi che luccicavano.

-Signor Niiiick! Hai visto? È così che dovreste comportarvi tu e la mistica

Maya!

Diceva indicando me e Miles.

-Pearl, questa volta la tua capacità di scovare coppie strane ha fatto un

buco nell’acqua! Ahah!

Rise Wright osservandoci. Ancora non capivo di cosa stessero parlando.

Li guardai con aria interrogativa.

Maya si avvicinò per parlarmi.

-Oh, non fare caso a mia cugina, crede di essere un’agenzia matrimoniale e…

-Meglio sorvolare!- intervenne Miles, prendendomi per un braccio

– Abbiamo un caso da studiare! Adesso io e Franziska vi salutiamo e andiamo

a fare le nostre indagini…

E mi trascinò via, tra gli sguardi allibiti dei presenti.

 

Fuori dal tribunale si decise finalmente a lasciarmi il braccio.

-Ma che ti è preso lì dentro??

-Nulla, nulla…

-Non mi sembra.- replicai a quel tono sbrigativo- Allora? Mi vuoi dire che hai?

Si voltò a guardarmi con un aria decisa.

-Niente, tutto ok è solo che… bè tu non hai fame?

Come per rispondere, il mio stomaco gorgogliò.

 

***

 

“22 giugno, ore 15:14, seduta al tavolo, Hotel Gatewater

 

Caro Diario,

Che dire…? Nemmeno nel miglior ristorante della Germania si mangia

bene come qui al Gatewater.

Adesso sono ancora seduta qui al tavolo, Miles si è assentato un attimo.

Bè, tutto sommato, non è stata una giornata orribile… ma questo non

significa di certo che il mio soggiorno in America si prolungherà! Appena

possibile rinnoverò il permesso di soggiorno e me ne tornerò nella mia

patria perfetta.

Non mi sono assolutamente dimenticata di essere praticamente in

ostaggio qui, in questa sciocca nazione piena di sciocche persone. Wow

è da un po’ che non dicevo “sciocco”.

E non so perché ma mi sembra una specie di ricaduta. Ma ricaduta

 rispetto a cosa…?

Continuo ad esserne certa: scrivere il diario mi fa male.

Oh, devo proprio andare, sembra che Miles stia tornando, e non mi va

che mi veda sempre a scrivere te, sciocco diario.

 

Auf Wiedersehen (arrivederci), Herr Diario.”

 

Posai velocemente il diario in borsa, ma non abbastanza.

-Ancora con quel diario?? Vorrei proprio sapere cos’hai di così

interessante da scrivere…

-Mi dispiace, non lo scoprirai mai.- risposi con aria altezzosa.

Rise sommessamente. Di nuovo.

Ma cos’aveva da ridere? Avevo forse una faccia buffa??

No, no la mia faccia era perfetta… ma lui si meritava proprio una punizione

per il suo strano comportamento.

Presi la borsa e cercai nervosamente la frusta. La frusta…?

Dov’era LA MIA FRUSTA???

-Ma dove accidenti l’ho messa? Dov’è la mia…?

-Frusta?- mi interruppe – Ho visto che l’hai lasciata in camera…

sembra che tu la stia trascurando un po’ in questi giorni, poveretta…!

-…

-Sembra che il diario l’abbia sostituita.

Il diario…? Davvero Herr Diario aveva preso il posto della mia fidata frusta?

No, non era vero era stato solo un caso che l’abbia dimenticata a casa.

Dimenticata… Poveretta.

 

Tornammo a casa abbastanza tardi, non saprei dire cosa avevamo

fatto per tutto il pomeriggio, ma le ore erano davvero volate.

Davanti alla porta di casa, una figura ormai familiare batteva furiosamente

un piede a terra, con le mani ai fianchi. Sapevo che le mie orecchie

avrebbero sofferto tra poco…

-Edgey, amoooore, dove sei stato finora??- si rivolse a lui con gli occhi

languidi e una vocina dolce… ma comunque sgradevole.

-E tu, saputella! L’hai tenuto lontano da me! Che cosa hai fatto, eh??- si

rivolse poi ovviamente a me velenosa come un serpente.

Stavo per rispondere, non riuscivo più a sopportarla quando… assistetti

alla terza replica della solita scenetta. (=.=… n.d.a.)

Inutile ripetere il solito scambio di battute che culminava nell’uscita di

scena della domestica arrabbiata che mi lanciò la solita occhiataccia truce.

 

Dopo essere entrati e esserci tolti le giacche…

-Non ho ancora capito perché non la licenzi, Edgeworth. Non mi sembra

che faccia il suo lavoro…- dissi mentre passavo un dito su un mobile che

si rivelò coperto di polvere.

Menomale che portavo i guanti.

Rispose ridendo sommessamente – Credi che non ci abbia provato,

Franziska? Ma ogni volta che la mando via si ripresenta, dicendomi “Nessun

lavoro vale come farti da domestica, Edgey! Né quando facevo la guardiana,

 né quando ero guardia di sicurezza” eccetera… Sembra impossibile

liberarsi di lei.

-Bè, la mia frusta potrebbe provare a persuaderla dolcemente, se sei d’accordo…

Rise di nuovo – Non mi va di assistere ad una lite tra donne (seee, e io ci

credo Edgy! N.d.a.), e poi la Oldbag potrebbe fraintendere il tuo interessamento

nel cacciarla via… e diventerebbe una questione personale.- disse,

guardandomi di sottecchi.

-Non capisco cosa intendi dire, Edgeworth…

-Meglio tralasciare, è tardi e domani dobbiamo scoprire la verità su quel caso…

“Scoprire la verità?”

-Vorrai dire “domani abbiamo un processo da vincere”, no?

Rise di nuovo, ma che gli era preso oggi?? Sembrava che ogni mia parola fosse

buffa, mah…

-Non cambierai mai Franziska, eh? Il solito motto “L’importante è vincere”…

Gli lanciai un’occhiataccia alla Wendy Oldbag e mi diressi verso la mia camera

 senza neppure rispondere… da quando il motto era “L’importante è partecipare”??

 

Herr Phoenix Wright aveva proprio cambiato Miles… l’aveva reso debole

e… imperfetto.

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Buon anno a tuttiii! Ecco il nuovo chappy, scusate se vado a rilento…

 

Princess Alexia: Si chiama Ron De lite… credo. Sono sempre più convinta che sceglierò

Krystal… mi piace! E vabbè Maggey è la solita sfigata, lo sai… anzi all’inizio avevo messo

 Lotta…! Ah una cosa… leggi la storia di Solar… ci sono anche i tuoi adorati Phoenix e

Maya… Buon 2010 baci^^

 

Solar76: Ah, anche il tuo nuovo chappy mi piace un mondooo! Ma che fine ha fatto

pink_vicki…? Voglio leggere anche la sua storiaaa!!! T-T

Oh, Miles è un gentiluomo… ma Franzy poteva davvero cercarsi un posto migliore per il diario! XD

Comunque, buon anno e a presto!

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Capitolo 9
*** Nella Notte... ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 9- Nella notte…

 

22 giugno, ore 22:56, sul letto, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Liebster (caro) Herr Diario,

Sono confusa… il ruolo di un procuratore è dimostrare la colpevolezza

dell’imputato, no?

E allora… perché Miles mi ha detto in quel modo? Mi ha fatto sentire come…

come… come quando senti che qualcosa ti sfugge, che non sei davvero arrivato

a capire l’essenza di ciò che fai.

Ma io ho capito cosa significa essere un procuratore, no?

Studio giurisprudenza praticamente da quando sono nata… sono stata educata da

sempre a essere un procuratore e… mio padre ha sempre detto questo.

“L’importante è vincere, questo è il nostro compito”…

Ma allora perché… “Scoprire la verità”? A volte la verità va contro di noi, la verità

riesce a scagionare l’imputato… ma noi dobbiamo combattere comunque, dobbiamo

raggiungere il nostro verdetto di colpevolezza…

Sento che dentro di me si sta creando un dubbio.

E’ tutta colpa tua, Herr Diario! Questi strani discorsi mi vengono in mente solo

scrivendoti!

Qualche frustata ti farebbe bene ma… rovinerebbe la tua copertina, credo.

 

A domani, Herr Diario”

 

                                                    ***

 

Ma ebbi una nottataccia, proprio non riuscivo a dormire. Ero tormentata da quel

dubbio…

 Non ero forse un vero procuratore? Si, lo ammetto, avevo ricevuto qualche

sconfitta ma… rimanevo comunque Franziska Von Karma, il Genio. Un procuratore

imbattibile.

Continuavo a rigirarmi nel letto, senza riuscire a prendere sonno.

 Decisi di scendere a bere un bicchiere d’acqua… chissà se avrebbe conciliato

il mio sonno.

Sbagliai stanza più volte. Non mi ero ancora abituata alla mia nuova e soprattutto

temporanea casa… Poi riuscì a trovare la cucina, da dove proveniva un leggero

bagliore azzurrino.

 

-Ancora sveglia, Franziska?

Quasi trasalii a sentire una voce in quel silenzio assordante.

-Ancora sveglio, Edgeworth?

Impossibile non riconoscere il suo profilo nell’ombra, solo in parte illuminato

dalla luce del frigorifero aperto.

Si alzò lentamente per prendere un bicchiere e versargli dell’acqua, che poi mi

porse. Lo presi tra le mani che quasi si ghiacciarono per il contatto.

-Acqua… fredda?? Non mi sembra che concili il sonno, Edgeworth…

-Già, ma d’altronde credo che ormai sia inutile dormire, no?- disse facendomi

segno verso l’orologio. Le 05:48… sembrava proprio che non avrei dormito affatto

quella notte.

Stavo dirigendomi verso il tavolo per sedermi ma per caso passai accanto ad

uno specchio.

Non potei non notare le enormi e scure occhiaie che avevo.

-Oddio! Come mi sono ridotta in questo stato?? – dissi quasi con orrore.

-Sembra che tu abbia passato proprio una nottataccia, eh?

Ormai disperata per il mio aspetto e esausta per la mia notte insonne, mi sedetti

accanto a lui con rassegnazione.

 Nottataccia, quasi un complimento in confronto a ciò che avevo passato.

Non riuscì nemmeno a rispondergli, mi limitai a sospirare e… a rabbrividire!

Forse avrei dovuto portare con me una coperta, ma di certo non avevo pensato

di restare di sotto per un po’.

Come ad esaudire il mio desiderio una coperta pesante e tiepida prese posto sulle

mie spalle.

-G-grazie… Miles.- dissi senza nemmeno guardarlo e fissando il mio bicchiere d’acqua.

Lo sentì irrigidirsi accanto a me e mi voltai di scatto.

Sembrava abbastanza sorpreso… perché? Sicuramente la mia espressione tradiva

la mia curiosità per quell’atteggiamento, infatti di colpo abbassò lo sguardo e disse

solo – Di niente…

Ancora confusa per il suo comportamento, sbadigliai.

-Mmm… sembra che ti sia venuto un po’ di sonno.

In effetti avevo le palpebre pesanti e non riuscivo a pensare lucidamente. Decisi di

alzarmi.

-Andrò a “provare” a dormire… Buonanotte.

Poi mi diressi con un atteggiamento degno di uno zombie verso la mia stanza.

 

                                                   ***

 

Nella cucina Miles osservava fisso il punto in cui Franziska era scomparsa. “Grazie…

Miles” aveva detto. “Miles”, non “Edgeworth”. Che avesse smesso di odiarlo?

Una luce insistente comparve tra le tende scure della cucina, l’alba.

-Buongiorno. – riuscì solo a dire, nel silenzio della stanza.

 

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In seguito ad alcuni “eventi” avevo deciso di non postare più la mia fanfic su questo sito…

Quindi ringraziate vivamente Danielle se oggi posto questo capitolo qui.

Solo lei, e ovviamente Princess Alexia che mi aiuta sempre.

 

Princess Alexia: Stavo pensando di optare per Krystal E Saphira… insieme! XD XD

 

Solar74: grazie per i complimenti ^^

 

Danielle: Ciauuu!! È da un sacco che non ci sentivamo vero…? Sono felice che ti piaccia

questo gioco, non credevo o.o però sai, dovresti giocare anche gli altri!!! Non mi dirai che

hai giocato a JFA senza giocare al primo PW!!! Ahah, comunque sono contenta di averti

qui ^^

 

… volevo aggiungere che qualunque, e dico QUALUNQUE cosa abbiate da dirmi, preferisco

che mi contattiate qui nel sito, e non privatamente. Grazie. E comunque non mi posso

offendere per qualcosa di cui non ho colpa, ne?

 

A presto, smakky!

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Capitolo 10
*** "Mi hai delusa..." ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 10- “Mi hai delusa…”

 

23 giugno, ore 08:45, alla scrivania, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Caro Diario,

il mio aspetto non è granché migliorato, se devo essere sincera. I segni di una notte

insonne non scompaiono molto facilmente… bè l’ausilio di un po’ di fondotinta non

guasterà al mio aspetto perfetto.

Te lo dirò in modo chiaro, Herr Diario: non pensare di essere diventato più importante

della mia fidata frusta! Non lo sei e oggi te lo dimostrerò, tu resterai a casa mentre la

frusta verrà con me in tribunale…”

 

Strinsi la mia frusta tra le mani.

Quanti ricordi… la mia fidata arma. Ricordavo ancora come ne ero entrata in possesso.

 

“Forse ero un po’ stupida e infantile, ma quel giorno credetti davvero di contare molto

per lui. Intendo per mio padre… bè ecco…

Quel giorno eravamo alla scuderia Von Karma, in Germania, dove addestravamo i migliori

purosangue di tutto il mondo, o almeno così diceva mio padre.

Quando dico “eravamo” intendo io, mio padre e Miles. Lui c’era sempre, ovunque andassimo.

Ricordo ancora perfettamente tutto ciò che successe, ogni parola.

 

Io: Papà, papà! Andiamo a fare una passeggiata a cavallo insieme? Io potrei montare

quel bel cavallo color cioccolato lì in fondo… che ne dici?

Papà: Oh, non è possibile Franziska. Ho deciso di far montare Eclipse (così si chiamava

il cavallo) a Miles, mentre io prenderò Cavaliere Nero.

Mi resi conto che non aveva detto quale cavallo potevo montare.

Io: E io papà? Cosa faccio?

Mi guardò un po’ confuso. Poi si rese conto di avere in mano una piccola frusta… Non

adatta al cavallo che stava montando. E me la porse.

Papà: Bè… puoi tenere questa.

La presi come quasi un trofeo… forse era l’unico regalo che mi avesse mai fatto.

Era una frusta piccola e nemmeno molto preziosa, ma questo non era importante in quel

momento: io la adoravo.

Non me ne sarei mai più separata. E mentre mi facevo questa solenne promessa, mio

padre e Miles si erano già allontanati, in sella ai loro cavalli. Senza aggiungere altro.

 

Cioè, Herr Diario, se ci penso adesso mi rendo conto che quello fu solo un altro orribile

momento della mia vita, in cui ero stata messa di nuovo in ombra da Miles, ma in fondo

 sapevo che non era davvero colpa sua se mio padre non mi aveva mai davvero considerato

una figlia.

Bè, questo racconto non mi mette certo di buon umore… meglio non parlarne più, o la

causa sarà un disastro. Adesso è meglio che ti saluti.

 

A presto, Herr Diario”

 

Feci appena in tempo a posare il diario che una voce squillante e insopportabile mi urlò

dal piano superiore – Signorinaaa Vooon Kaaarmaaa?? Milessuccio ti aspettaaa! Muovitiii!

Oh, quanto la odiavo, se solo avessi avuto cinque minuti per dargli una lezione…

ma sembrava che ci fosse  una nuova regola in casa Edgeworth: Wendy Oldbag non doveva

 mai essere nella stessa stanza di Franziska Von Karma.

Ordini del padrone di casa. Sembrava che Miles si fosse reso conto che il nostro conflitto

era ormai inevitabile, bè questa legge lo avrebbe rallentato ma prima o poi… la mia

frusta avrebbe fatto giustizia.

Comunque, mi preparai in fretta e furia, mettendo in borsa la frusta e la prova schiacciante

del caso. Si, c’era una prova che avrebbe messo la parola fine alle vittorie incontrastate

di Herr Phoenix Wright.

Scesi di sotto e mi sedetti in fretta nel posto del passeggero, nell’auto rossa

fiammante di Miles.

-Possiamo andare? Sei pronta?- disse Miles, guardandomi.

-Si, andiamo a vincere questa causa!

 

                                                           ***

 

-Siamo qui per sottoporre a giudizio l’imputata Maggey Byrde. Spero che le nuove indagini

abbiano portato a prove decisive… Signor Edgeworth?

Miles si inchinò con grazia, come era solito per noi Von Karma, poi rispose – Tutto sarà

risolto entro un quarto d’ora, Vostro Onore.

Il giudice fece una faccia alquanto sorpresa, forse il caso gli era sembrato molto più difficile.

Anche la difesa fece la propria dichiarazione d’apertura e poi il processo cominciò.

 

Dopo circa tre quarti d’ora…

 

Eravamo ancora lì, addio alla promessa di Miles “entro un quarto d’ora”. E sembrava che

le sorti del processo fossero passate a Herr Wright… Ma non dovevamo vincere??

Basta, non potevo sopportare l’idea che quell’avvocato ci mettesse i piedi in testa!

Era l’ora della prova decisiva… proprio adesso che…

-Dichiaro l’imputata Maggey Byrde non colpeaaAAARRGGH! Signorina Von Karma, qualche

problema?? Esiste la parola obiezioaaAAARRGGH! Non deve necessariamente usare la

frustaaaAARRGGH! Okay okay, parli pure.

Strinsi la mia frusta in una mano mentre con l’altra estraevo dalla borsa la mia prova.

-Il processo non è ancora finito, Herr Wright! La corte non ha ancora preso in considerazione

questa prova decisiva…- dissi mentre mostravo alla corte una pistola tipica degli agenti di polizia.

Miles sussultò vedendo ciò che tenevo in mano.

 -Franziska, che fai?? Vuoi essere processata per oltraggio alla corte?? Sai che quella prova

è…- Interruppi la sua predica per non rovinare tutto. Nessuno doveva sapere che in realtà

quella era una prova falsa.

-So che questa è la prova schiacciante, Edgeworth… e tu non volevi mostrarla.- dissi a bassa

voce, poi rivolgendomi al giudice aggiunsi – Questa pistola riporta le impronte dell’imputata

e la condanna chiaramente!

Il giudice strabuzzò gli occhi, Herr Wright e frau Maya strabuzzarono gli occhi. Tutti

sembravano sconvolti da questa mia rivelazione.

Ma proprio mentre cantavo vittoria… - OBIEZIONE!

Mi voltai verso l’uomo che in quel momento avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa, Miles,

e invece stava obiettando.

-Hai qualcosa da dire??- gli chiesi con aria truce.

Strinsi la frusta, pronta a colpire. Lui la fissò solo per qualche secondo, come per valutare

se l’avrei colpito o no.

-La corte non può accettare questa prova…

-Perché?- disse prontamente il giudice. Sembrava che la pistola fosse proprio ciò che mancava

per fargli emettere un verdetto.

-Perché non è legata al nostro caso. La pistola era proprietà dell’imputata perché era nella

polizia, ma non è l’arma del delitto, visto che il proiettile non corrisponde.

-Si che corrisponde!- dissi lanciandogli un’altra occhiataccia.

-No che non corrisponde, Franziska! E lo sai anche tu!- replicò. Aveva una strana luce negli

occhi… simile a quella che avevo visto più volte in Phoenix… la luce di chi ha sete di verità.

Restammo a scrutarci in silenzio, poi lui aggiunse – Non sei cambiata affatto, una Von Karma

in tutto e  per tutto.

Non riuscì a rispondergli, a formulare una frase. Restai muta e immobile.

-Vuole dire che il procuratore Von Karma ha tentato di oltraggiare la corte con prove false???

Il giudice sembrava piuttosto arrabbiato, io non riuscivo a proferire parola. Osservavo tutti

gli altri. Non mi sentivo per niente bene…

Edgeworth scosse energicamente la testa – No! No, Vostro Onore… semplicemente il

procuratore non era al corrente dell’incompatibilità del proiettile con l’arma da lei mostrata…

Ah, adesso cercava anche di salvarmi??

Il giudice sembrò soppesare le parole di Edgeworth…

-Beh, perdono l’errore dell’accusa… credo. Ma esigo che la procuratrice sia immediatamente

allontanata dall’aula.

Mentre venivo scortata fuori, lanciai un’ultima occhiata a Edgeworth. Dai suoi occhi traspariva

tristezza e… disprezzo.

“Non sei cambiata affatto, una Von Karma in tutto e per tutto”

... suonava più come un “Mi hai deluso”…

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Alors… volevo avvisarvi che l’ultimo capitolo della storia, che comunque non ho ancora scritto, sarà

probabilmente spoiler AJ, ma se la cosa vi preoccupa o non avete idea di cosa sia AJ potrei decidere

di omettere i particolari che riconducessero a questo gioco…

 

Danielle: no, no tranquilla non è successo nulla di troppo grave… ero solo un po’ …uhm… delusa?

Forse non è l’emozione giusta. Comunque spero che riuscirai a giocare almeno a PW, io potrei passarti

i file se vuoi ^^

Tranquilla puoi usare tutte le locuzioni latine che vuoi, anzi puoi scrivermi l’intera recensione in latino,

tanto ormai conosco questa lingua meglio di molto romani antichi XD

 

Solar: … non ce l’ho con te, tranquilla ^^ Amiche di frusta forever, sempre se vuoi! Credo di sapere

a cosa si riferiva tua sorella, ma circa quel capitolo (che sarà ancora tra un pezzo) ti avevo già avvertita

tramite la recensione che c’era qualcosa di molto simile, per pura coincidenza… visto che l’avevo

scritto e postato (nell’altro sito) prima di leggere il tuo…

Comunque, spero che non si creino altri problemi fra noi, mi dispiacerebbe sinceramente ^^

 

Princess Alexia: si, ammetto che forse sono daltonica… possibile?!

Comunque sai che da te non pretendo le recensioni necessariamente ogni volta, considerato quante

volte hai già letto questa fanfic… vabbè ^^

Preparati che stasera andiamo al lunapark!

 

Beh, a presto il nuovo capitolo, smack!

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Capitolo 11
*** Un Assassino In Hotel ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 11- Un Assassino In Hotel

 

23 giugno, ore 19:53, alla scrivania, suite dell’Hotel Gatewater

 

Liebster Diario,

es ist zum kotzen!!! (mi viene da vomitare) Ggrrr… Ti chiederai che ci faccio

qui all’Hotel, beh non chiederlo! Arrivaci da solo!

Okay, te lo dirò lo stesso: ho traslocato!

Si, non voglio più vedere la faccia di quel traditore per il resto della mia vita!

Lo odio, lo odio, LO ODIO!!!

Ho appena saputo che ha perso la causa… bè ne sono felice! Peggio per lui

che ha rovinato la mia prova perfetta… se l’è meritato. Sono così arrabbiata

che prenderei a frustate chiunque…

Pensi che mi cacceranno dall’Hotel se mi sfogo con un cameriere? Potrei

ripagare i danni…

No, mi accontenterò di rompere questa stupida lampada dello stesso colore

della giaccia di Edgeworth…”

 

Una spinta leggera e la lampada cadde in mille pezzi sul pavimento… Non

era proprio lo sfogo che avevo programmato ma mi accontentai, per il

momento.

Ripresi a scrivere…

 

“Bene, respiro profondo. Ora devo calmarmi. Non è da Von Karma arrabbiarsi

in questo modo distruttivo… I Von Karma sono perfetti anche quando si

arrabbiano, rimangono composti.

Per calmarmi è meglio concentrarmi su una frase:

PERFEZIONE PERFEZIONE PERFEZIONE

I VON KARMA SONO PERFETTI

I VON KARMA SONO PERFETTI

FRANZISKA VON KARMA è PERFETTA

FRANZISKA VON KARMA è PERFETTA

FRANZISKA VON KARMA è IMP…”

 

Frenai la mano appena in tempo. Stavo per sbagliare di nuovo, come la prima

volta che avevo scritto il diario… la prima volta…

Al massimo poteva essere passata una settimana… allora perché mi sembrava

 che scrivessi da un secolo?? E che la mia vita fosse stata diversa, forse migliore,

da quando l’avevo preso con me?

 

“Solito errore, solito lapsus. FRANZISKA VON KARMA è PERFETTA. Punto.

E aggiungerei anche: MILES EDGEWORTH è IMPERFETTO.

Ecco ora mi sento molto meglio. Sono finalmente tornata in me… credo.

Oh, sono le otto, meglio scendere al ristorante a mangiare… si, da sola.

E se ti stai chiedendo se Edgeworth sappia dove sono, no non lo sa, ma credo

 se lo immagini.

 

Auf Wiedersehen... ah volevo aggiungere che sto ricominciando a usare il tedesco…

per allontanarmi il più possibile (almeno mentalmente) dalla nazione sciocca

piena di sciocchi in cui sono scioccamente imprigionata. Quindi Auf Wiendersehen,

Herr Diario”

 

                                                    ***

 

Dopo la cena, un po’ noiosa a dire il vero, mi ritirai in camera e decisi di andare

subito a dormire.

La giornata era stata piuttosto dura… non mi andava proprio di rimuginarci sopra.

Quindi, verso le 10 andai a letto.

 

 

24 giugno, ore 00:21, sul letto, suite dell’Hotel Gatewater

 

Herr Diario,

non riesco a dormire… tutti i miei piani per dormire senza ripensare a

quello che è successo sono andati in fumo. Già.

Che nottataccia… non faccio che ripensare a ciò che mi ha detto Edgeworth:

“Non sei cambiata affatto, una Von Karma in tutto e per tutto.”

Se l’avesse detto qualcun altro, di sicuro l’avrei preso come un complimento.

Ma non da lui. E di sicuro non con quel tono di disprezzo. In quel momento

 mi sono sentita morire.

Come se essere un Von Karma fosse l’insulto più orribile che esista.

E quelle parole continuano a tornarmi in mente… “Mi hai deluso, sei una

Von Karma, mi hai deluso…”

Ho passato tutta la notte con queste parole in mente, che continuano a tornare.

Mi sento davvero male…”

 

Sentì un rumore provenire dal corridoio… Chi poteva essere sveglio a

quest’ora, apparte me?

Tesi l’orecchio, a sentire altri rumori di movimento. Di certo non era la stanza

accanto alla mia, ma una stanza dall’altra parte del corridoio.

Poi lo sentì, un urlo. Un urlo agghiacciante e soffocato.

Non potei non alzarmi e affacciarmi alla porta a controllare.

Una vocina nella mia testa continuava a dirmi “Non andare, resta dove sei,

non muoverti, non intrometterti”… ma il mio corpo si muoveva come un automa

e mi ritrovai a far scattare la serratura della mia porta per affacciarmi in corridoio.

Fu allora che lo vidi.

Un uomo, dall’altra parte del corridoio.

Era buio ma non potei non notare lo sguardo sprezzante con cui osservava il

pavimento.

A terra, un altro uomo, in una pozza di sangue. Poi l’assassino prese qualcosa

da una tasca… una carta. L’inconfondibile carta con una conchiglia rosa. Lo

stemma dei De Killer.

Okay, io ero un procuratore e ero abituata a vedere scene del crimine, ma… mi

sfuggì un gridolino di orrore!

Mi tappai subito la bocca, ma c’era silenzio e il mio grido quasi sussurrato arrivò

alle orecchie dell’assassino, che si voltò con aria sorpresa verso l’unica fonte di

luce, che proveniva dalla mia stanza. Uno strano sorriso gli si dipinse in volto

mentre una lama scintillante comparve tra le sue mani.

Poi si incamminò sicuro e veloce verso di me.

Finalmente il mio corpo guarì dalla paralisi in cui era rimasto per tutta la scena.

Di corsa chiusi la porta mentre lo sentivo affrettarsi, chiusi tutti i lucchetti.

Mi resi conto di non sapere cosa fare, ero terrorizzata.

Sentivo che tentava di forzare la serratura, quanto poteva resistere?

Un minuto? Due?

Ero spacciata, lo sapevo. Mi diressi verso la finestra.

Accidenti! Ero al quinto piano, gettarmi da lì equivaleva a suicidarsi. No, no

doveva esserci un altro modo.

Mi guardai intorno, totalmente nel panico. Cosa potevo fare?

La porta era sempre più vicina ad aprirsi! Sentivo persino la sua voce soffocata

dire “Apri, piccola, non ti faccio niente, voglio solo parlarti”.

Si, come no, parlarmi. Magari mentre avevo un coltello conficcato nel petto.

Ehm… non era il momento di fare sarcasmo. Ma non riuscivo a pensare.

Guardai gli oggetti nella stanza e gli occhi fissarono per un attimo il cellulare.

La mia ancora di salvezza, non c’era altro.

Mi infilai in bagno e chiusi a chiave anche quella porta.

Poi composi in fretta quel numero che, mio malgrado, conoscevo a memoria.

 

Dopo solo uno squillo, una voce sconvolta mi rispose.

-Franziska!! Ti ho cercata dappertutto! Dove sei?? Perché te ne sei and…?

-Miles!- lo interruppi – Vieni al Gatewater, ti prego… Vieni subito! – ormai

piangevo tra le parole…

Una voce arrivò da dietro la porta del bagno, accidenti era già entrato nella

stanza!

-Su, esci non ti farò del male, bambolina…

Non potei evitare un altro gridolino di terrore. Ormai tremavo come una foglia.

-Che succede?? Chi ha parlato??- urlava Miles dall’altra parte del telefono,

doveva aver sentito la voce di De Killer.

-Vieni subito!! Ti prego, Miles!- dissi di nuovo tra le lacrime di terrore.

-Sono già in auto, arrivo presto, tu cerca di resistere, Franziska!!

Oddio… quanto ci voleva da casa sua al Gatewater?? Dieci minuti? Come

potevo resistere per dieci minuti??

Mi guardai intorno… forse potevo rallentarlo. Presi uno dei mobili più grandi

del bagno, pieno di saponette e asciugamani e lo spostai davanti alla porta.

Avrebbe resistito? Non avrei saputo dirlo…

Quanto mancava? Cinque minuti? Il tempo non passava mai!!!

Il cuore mi usciva dal petto per la paura… non credevo di essermi mai sentita

così prima d’ora.

 

Quattro minuti…

 

Tre minuti…

 

Due minuti…

 

L’assassino continuava a cercare di forzare la porta, ormai sembrava non

gli interessasse nemmeno fare poco rumore… Cercava di sfondarla!

Io mi ero rannicchiata in un angolino a osservare la porta e contare i secondi.

Un’ultima spallata scosse violentemente la porta. Non sarebbero arrivati in tempo…

Chissà se Miles avrebbe pianto? Chissà chi sarebbe venuto al mio funerale??

 

 

                                                                                                         …to be continued!

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

...non abbiate paura, posto il nuovo capitolo domani... ma un po’ di suspense ci vuole, no?

Felicissima di aver ricevuto recensioni così luuunghe! Mi piacerebbe che fossero sempre così ^^

 

Danielle: In omnia parata! Optime Miles amabit Franziskam… okay questa me la potevo evitare,

vero? Ahah… vabbè ero in vena di latino ^^ In effetti anch’io leggo sempre la fine dei libri prima

del tempo o.o non riesco mai ad aspettare XD

Mi sa che hai anticipato Super-Miles di qualche capitolo, eh! Deve ancora arrivare al salvataggio

“con un cavallo bianco e una spada luccicante” come dirà poi Pearl fra altri tre capitoli… okay fra

poco spoilererò tutta la storia >.<

Ah, per i file intendevo del gioco… ma a quanto pare non hai una scheda r4 se no sapresti di cosa

parlo ^^

 

Solar: AJ terzo nella top list? Uhm… io lo metterei almeno quinto… Ecco la mia “lista”:

1-      Ovviamente Miles Edgeworth

2-      Klavier Gavin *-*

3-      Phoenix Wright (eddai non fa proprio pena il ragazzo)

4-      Ron DeLite (ooh che dooolce)

5-      Apollo Justice…

Sembra che tu abbia già capito che ruolo avrà nella storia ^^ Proprio perché si svolge anni dopo…

Beh si, in effetti anche per me battere il procuratore Godot è stato molto più difficile di tutti gli altri…

ma forse è proprio per questo che mi sta un po’ antipatico >.<

 

Princess: okay, okay se vuoi commentare a me fa solo piacere, ma non ti faccio fretta…

Eclipse era assolutamente necessario… certo in base a idp potevo anche chiamarlo tempesta,

ma non so perché Manfred mi sa di Cavaliere Nero… o anche Avatar!! Ahah

Sai che AJ lo devo inserire… inutile negare l’evidenza, Phoenix ha già una figlia eh…

 

A domani, quasi sicuramente… anche perché non posso lasciarvi sulle spine per troppo tempo, no?

Un baciuzzo!

 

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Capitolo 12
*** "Io non ti odio, Miles" ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 12- “Io non ti odio, Miles…”

 

Mentre ormai formulavo le mie ultime preghiere, sentì dei rumori

diversi provenire la fuori. Rumore di tanti passi che si susseguivano.

Stava arrivando qualcuno, anzi un bel numero di persone…

La gente fece irruzione nella stanza e immediatamente le spallate alla

porta del bagno si interruppero. Riuscì finalmente a respirare.

Chissà per quanto avevo trattenuto il respiro.

Ma i tremori non accennavano a diminuire…

Sentì varie voci, urla e persone che correvano via prima che il silenzio

tornasse nella stanza.

Poi qualcuno tentò di aprire la porta, di nuovo. No, davvero aveva

ucciso tutti e ora tentava di nuovo di arrivare a me??

 

Ma poi sentì la SUA voce e mi tranquillizzai.

-Franziska? Sono io, tranquilla… Apri la porta…

Mi resi conto di non riuscire a reggermi in piedi. Nemmeno con tutta

la forza di volontà possibile. Ero paralizzata. Mi trascinai fino alla porta

e feci scattare la serratura.

La porta si aprì di colpo. Miles era lì con gli occhi sbarrati.

Restammo a fissarci per un attimo o un secolo… a scrutarci… non

sapevamo bene come comportarci, forse. D’altronde avevamo litigato,

solo un paio di ore prima.

Poi mi si avvicinò lentamente e mi abbracciò. E allora mi sentì finalmente

bene. Respirai dopo i venti minuti più terribili della mia vita.

-Franny… va tutto bene, adesso… ci sono io… perché stai tremando?

Non sapevo perché tremavo, un riflesso involontario. Mi strinsi di più

a lui, nel tentativo di calmare i tremori e sentì uno strano odore metallico.

-Ehm… Ahi… cioè potresti stringermi un po’ meno? Sai… la spalla…

Lo guardai e poi osservai la sua spalla… la giacca rossa era macchiata

di qualcosa di un po’ più scuro… Sangue!

-M-Miles… S-sei ferito! – dissi tra i singhiozzi e i tremori.

Mi sorrise con uno sguardo stanco – Beh… era un rischio… Non è nulla,

non preoccuparti…

In un attimo di lucidità scrutai la camera al di là della porta, appena al

di sopra della sua spalla. Dov’era lui? Aveva fatto del male a qualcun altro?

 Doveva esserci un bel po’ di gente in base ai passi che avevo sentito prima.

Ma non c’era nessuno.

Non ebbi nemmeno il tempo di chiedere…

-Tranquilla, è tutto finito, la polizia di certo sarà già riuscita a fermarlo…

Non hai di che preoccuparti… quindi perché piangi? Eh, Franny?

Prese un fazzoletto di seta dalla tasca, per poi accarezzarmi con dolcezza

il viso e asciugare le lacrime… Io non riuscivo a staccare gli occhi dalla ferita

sulla sua spalla, sembrava profonda.

Tentai di ricacciare indietro le lacrime, ma al solo pensiero che si fosse ferito

a causa mia una nuova ondata di tristezza e di lacrime mi aggrediva.

E mi ritrovavo a piangere a dirotto. Chissà quanto tempo era passato quando

riuscì a dirgli…

-S-scusa… M-mi dispiace M-Miles…

-Per cosa? – disse lui, che non sembrava aspettarsi una risposta del genere.

-P-per tutto… P-per la prova f-falsa… P-per la t-tua f-ferita… P-per averti

detto c-che ti o-odiavo…

All’ultima affermazione, Miles trasalì. E mi fissò sorpreso.

-Tu non mi odi allora? – disse con voce quasi disperata e speranzosa.

“Certo che no”, stavo per dire. Ma qualcuno ci interruppe.

-Ehi, amico, signor Edgeworth… quel tizio… ci è sfuggito… - disse Herr

Sciattone Gumshoe con aria afflitta e con evidente disagio.

Il mio cervello si mise in moto di fronte alla sua espressione.

Eravamo sul pavimento del bagno, abbracciati… e io avevo solo una camicia

da notte leggera addosso. Okay, la scena poteva benissimo essere fraintesa.

Quindi mi staccai da Miles in evidente imbarazzo. Lui mi guardò sorpreso.

Non si era reso conto della situazione??

Poi si rivolse al detective – Che significa che vi è sfuggito? Quello era De

Killer! Dovete assolutamente riacciuffarlo!

Rimasi in religioso silenzio seduta sul pavimento, a osservare lo scambio di

battute.

Il detective sembrava confuso, di certo non era al corrente del fatto che

quell’assassino fosse il famigerato Shelly De Killer.

-Abbiamo tre uomini feriti, signore. È stato lui ad attaccarli. È davvero veloce,

signore. Ma non si preoccupi lo prenderemo – poi focalizzò l’attenzione su di me.

-Tutto bene, procuratore Von Karma?

Miles rispose ben prima che potessi aprire bocca.

-La signorina è in evidente stato di shock, hai chiamato un’ambulanza Gumshoe?

-Certo che si, signore! Anche per lei…- rispose fissando la spalla di Miles,

la giacca ormai interamente macchiata di sangue.

-Io sto perfettamente bene, grazie per l’interessamento. Comunque sarà meglio

avviarsi verso l’atrio, c’è troppa gente qui…- disse, notando i vari ospiti

dell’albergo che, agitati per il cadavere appena trovato nel corridoio, chiedevano

informazioni a tutti.

Ma dov’erano quegli ospiti quando quell’assassino tentava di sfondarmi la porta??

Meglio lasciar perdere… Persa nelle mie congetture non ascoltai più ciò che si

erano detti Miles e Gumshoe. Ma sembravano in attesa di una mia risposta

dai loro sguardi.

-Scusate… ero distratta… cosa avete detto?

Miles si rivolse a Gumshoe – Hai visto? Te l’ho detto che era in stato di shock…

Comunque, - disse poi rivolgendosi a me – Ce la fai a reggerti in piedi?

-Certo che si, ce la faccio… dammi solo un attimo…- risposi cercando di alzarmi.

Ma le mie gambe non ne volevano proprio sapere di obbedire.

I muscoli non reagivano, colpa dello spavento.

-Così non va… - disse Miles scuotendo la testa. Uff, dovevo rialzarmi o sarei

stata catalogata come una povera ragazzina deboluccia. Ecco, riuscì a alzarmi,

un po’ tremante ma ci riuscì.

Sembravo in bilico per cadere, però.

Miles mi prese saldamente per le spalle – Ecco, così non cadrai di certo.

Gli sorrisi per ringraziarlo dell’aiuto, poi ci dirigemmo lentamente di sotto, seguiti

dagli sguardi curiosi e confusi di polizia, scientifica e ospiti dell’albergo.

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Bene, spero che questo momento un po’ romantico vi sia piaciuto ^^

Come promesso, vi rispondo singolarmente:

 

Danielle: Spero di aver postato in tempo… sinceramente non avevo ancora letto le recensioni

Oggi, menomale che Princess Alexia se n’è accorta e me l’ha detto… >.<

Uhm… in effetti non so se sia legale, ma io ho tutti i giochi sull’R4… comunque tramite contatta

non credo di poter avere il tuo contatto, però forse posso darti il mio, sempre che la cosa non

ti dia fastidio ovviamente ^^

Okay, basta con il latino… stavolta ho dovuto prendere il dizionario per tradurre ahah!!

Ah, una cosa… che cos’è armi?! Scusa l’ignoranza…

 

Princess: IO OOOODIO CATULLO! (con la vocina del puffo, hai presente?)

Comunque non vantare così tanto il tuo amato Feenie, se no lo cancello dalla storia >.<

Guarda che la faccia la vede bene, forse però lo dice dopo… ah infatti è nel capitolo seguente!

E poi il nostro caro Shelly (non posso che pensare alla sorella di Barbie quando lo dico, voi no?)

era tutto preso dal suo lavoro, pensi che si accorge di lei se è voltato? Vabbè…

NON è L’ERA DEL COMPASSO, lo sai… è l’era del correttore (o bianchetto, o cancellino)… umpf

 

Solar: Waaah, pazzesco, sei nella mia mente?! Ora voglio assolutamente sapere se avevi

indovinato!! Comunque sono davvero contenta che la vicenda ti abbia emozionato così tanto,

non pensavo o.o Fra poco comincerò a vantarmi seriamente di questa storia, e non va bene >.<

Uhm, sai che mi ero scordata del nostro caro Diego Armando? Anche se mi sta antipatico dal

punto di vista estetico… *-* okay okay, devo concentrarmi e rimanere fedele a Edgeyyy!

 

A presto, il nuovo capitolo…

Uhm, stavo pensando ad una piccola song-fiction, che ne pensate? (ovviamente sempre

incentrata su Franziska, anche se non sono ancora sicura di Miles…)

 

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Capitolo 13
*** Riconciliazioni & Ospedali ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 13- Riconciliazioni & Ospedali

 

24 giugno, ore 11:37, accanto al letto di Miles, clinica Hotti

 

Caro Diario,

Miles sta riposando. I dottori lo hanno appena visitato. Niente di grave, dicono.

Speriamo che sia davvero così… mi sento talmente in colpa… E pensare che se

non mi fossi impuntata su quella prova falsa… Tutto questo non sarebbe

successo… Gli hanno dato ben quindici punti. Quindici!

E io? Io sono stata liquidata con un semplice “Se ha problemi, vada da uno

psicologo”!

Mah… Herr Diario non so che dire… un’esperienza semplicemente orribile,

spaventosa.

Ma adesso sembra tutto passato, credo.”

 

Di colpo si fiondò nella stanza uno strano individuo… oh no! Il falso direttore Hotti!

-Mmm, si… Miss Frustate è tornata… ti aspettavo… mmm si…

Feci finta di non accorgermi di lui. Ma quel modo in cui si grattava

continuamente mi dava sui nervi.

Fece per avvicinarsi. Strinsi la frusta con le mani.

Si fermò immediatamente. Poi sembrò concentrarsi su qualcosa.

-Eh eh… mmm si… dovrei assolutamente visitarti… mmm…

Si avvicinò ancora. Alzai la frusta pronta a colpire e…

-Direttore Hotti, credo che l’infermiera ti stia chiamando – disse Miles, con

convinzione.

-Mmm no… ora mi lasci visitare la signorina…

-Ho detto che la stanno chiamando, via sciò! – replicò Miles, fulminandolo

con lo sguardo.

Il presunto direttore Hotti arretrò e si diresse fuori senza dimenticarsi di

aggiungere – Ti aspetto fuori per la visita… mmm si.

Finalmente se ne andò e allora chiesi a Miles – Come stai? Come ti senti? Ti

fa male?

Lui rise, poi adocchiò il mio diario, ancora appoggiato sulle mie ginocchia.

Mi affrettai a scrivere…

 

“Miles è sveglio. Adesso devo parlargli, a presto”

 

Poi chiusi con il lucchetto il diario e lo riposi in borsa.

-Allora? Mi dici come ti senti, Miles?

Rise di nuovo.

-Ti ho già detto che sto benissimo, Franziska! – poi tornando serio aggiunse – E

tu? Stai bene? Hai dormito un po’? Sembri esausta…

-Sto benissimo! – risposi prontamente – Sono in forma perfetta!

Sentì un rumore di passi in avvicinamento e poi qualcuno entrò nella stanza.

Herr Phoenix Wright e frau Maya Fey, ovviamente.

Seguiti dalla piccola Pearl Fey, da Herr Sciattone e un altro giovane… che non

avevo mai visto… ma che aveva un’aria da sciocco.

Adesso la piccola stanza era piena zeppa di gente che salutava e chiedeva informazioni

sullo stato di salute di Miles.

Mi sentì stranamente spaesata tra tutte quelle persone.

-Ooh Franzy! Come va, tesoro?? – ah, ovviamente quello strano tipo non poteva

ignorarmi, vero?

-Ci conosciamo? – risposi formalmente senza tutto questo piacere per il suo tono

confidenziale.

Sentì le risate di Wright e Miles… Li guardai un po’ confusa.

-Oh Larry, non vorrai provarci anche con lei! Non stavi con quella Miranda…?

Ah, a quanto pare mi trovavo davvero davanti a uno sciocco. Strinsi la frusta

tra le mani.

Lui la guardò con orrore e si affrettò ad aggiungere…

-Ehi, tesoro, non c’è bisogno di agitarsi… quel nome era solo un modo per far

colpo su di te, honey! E poi Miranda è storia vecchia, adesso che ti ho incontrata,

 mia musa!

Oh, forse avrei dovuto frustarlo… ma pensai “meglio lasciare che Miles si goda

questo momento tra amici”.

Preferì non rispondere.

Poi la bambina si avvicinò a me con un enorme sorriso.

-Ciao! Allora, come ha fatto il tuo fidanzato a salvarti? È venuto con un cavallo

bianco e una spada luccicante? Tu l’hai fatto arrampicare su per la torre con la tua

lunghissima treccia?

“Sembro forse Raperonzolo?” pensai. E Miles il mio fidanzato???

Vidi Herr Gumshoe guardarci per un attimo come per sentire cosa avrei risposto.

Ah ecco allora chi aveva detto questa stupidaggine alla bambina…

-Pearl, perché non dici a quell’uomo con l’impermeabile laggiù che io e il procuratore

Edgeworth siamo solo legati da una conoscenza minima e non c’è nulla tra noi?

Faresti un piacere ad un uomo che si vedrà ridotto a un decimo il suo stipendio

da fame…

Lei mi guardò un po’ confusa, il detective in questione impallidì.

Con un sorrisetto soddisfatto mi sedetti di nuovo sulla sedia accanto al letto.

In quel momento un’infermiera entrò nella stanza già affollata. Si guardò intorno

cercando qualcuno… oh, giusto. Cercava me. Quindi mi feci avanti.

Lei si rilassò vedendomi. Poi mi passò un foglio pieno di termini medici.

-Lei è la sorella del paziente?

-Sorella adottiva, si. Come sta Miles secondo le analisi?

-Buone notizie. Il signor Edgeworth sta bene, può essere dimesso oggi stesso.

Sorrisi, raggiante. Allora era vero! Stava bene… e io che mi ero preoccupata tanto!

Inspirai a fondo e poi aggiunsi – Grazie.

Lei si congedò con un sorriso.

Mi voltai e mi diressi felice verso il letto, poi porsi la cartella clinica a Miles.

-Tutto bene, puoi tornare a casa oggi stesso – dissi, con l’ennesimo sorriso.

Lui mi guardò con gli occhi sgranati per la sorpresa – Che vorresti dire con

“puoi”? Quella è anche casa tua, Franziska. Noi possiamo tornare a casa oggi

stesso.

Mi sentì invadere da un tiepido calore nel petto. Credevo che dopo tutto ciò che

era successo… non mi volesse più con lui. Mi sentì molto meglio.

-…grazie.

-Oh, accidenti Edgey! Potevi anche dirmelo… io credevo che la considerassi una

sorella… Uff!

Miles lo guardò con sorpresa poi disse quasi balbettando – Che intendi dire, Larry?

Phoenix e Maya lo spinsero via e poi trascinando Pearl e Herr Sciattone uscirono

dalla stanza salutando frettolosamente.

-Ma che gli prende? – dissi confusa.

-Oh, non dargli peso. Larry è un tipo strano.

-Me ne sono accorta.

Poi uscì dalla stanza per lasciare che Miles si vestisse e si preparasse per il ritorno

a casa.

Aspettai fuori per un po’ e questo mi diede il tempo di riflettere.

Durante l’attesa vidi tre barelle passare di corsa davanti a me. Su una c’era un

giovane che doveva essere caduto dallo scooter. Infatti altri suoi due amici continuavano

a scuotere la testa e a dire “Tutta colpa di quell’auto. Se non avesse sterzato in quel

modo a quest’ora Julian non sarebbe ridotto così”.

Un’altra barella si rivelò trasportare una vecchietta che era caduta accidentalmente

dalle scale.

L’ultima trasportava un bambino che si era rotto qualcosa andando in bici.

Beh… l’esistenza era così fragile a volte. Bastava nulla per ritrovarsi in quello stato.

Ma poi si superava. Ciò che era successo a me era diverso.

Se la polizia non avrebbe catturato quel De Killer… sarebbe tornato a cercarmi. Sapevo

che sarebbe tornato. Io l’avevo visto in faccia. Pieno di cicatrici.

Avrei saputo indicarlo tra un milione di persone… E lui lo sapeva.

Sarebbe tornato, prima o poi. Sarebbe venuto a vendicarsi di quella stupida ragazza che

l’aveva quasi consegnato nelle mani della giustizia.

E pensare che ci eravamo già incontrati…

Mi toccai distrattamente la spalla, ripensando a quando mi aveva sparato. In quell’occasione

non l’avevo visto, non aveva motivo di venire a cercarmi. Ma ora, ora era diverso.

Non si sarebbe fermato fin quando non avrebbe ottenuto vendetta. Lo sapevo.

 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Allora… non so se de Killer tornerà davvero… forse si o forse no… ma lasciamo che la nostra

Franny si spaventi un po’ e abbia certi… incubi. Okay, okay non voglio anticiparvi troppo!

 

Danielle: Beh in effetti è proprio la spalla destra XD l’ho fatto apposta per richiamare gli incidenti in

“stile Von Karma”! Ma non è stato ferito con un arma da fuoco… con un coltello. Comunque…

sembra che tu abbia conflitti interiori con l’altra te… sbaglio?

 

Solar: La carta di de Killer uscirà più avanti come argomento… e sarà alla base di una piccola

parentesi FeenieXMaya… Ma non ci saranno processi o cose del genere… non sono capace di inventare

un delitto >.< però la tua idea non era affatto male ^^ Cercherò di non deluderti, cara amica di frusta!

 

Princess: sai, verrai travolta dalle minacce di Solar e Danielle se mi chiedi di postare più lentamente…

almeno credo. E certo, odiamo Catullo e oggi sono stata interrogata su Livio Andronico, Nevio, Plauto

e Appio Claudio Cieco >.< Klavier si meritava di essere smontato tutto u_u e Miles è sempre pronto

a lavorare… se poi io non lo uso che vuoi?!

 

A presto raga, un kissolotto!

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Capitolo 14
*** Incubi ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 14- Incubi

 

“24 giugno, ore 18:24, alla scrivania, finalmente di nuovo in stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Herr Diario,

Non so proprio che dire… continuo a pensare a tutto ciò che è successo e beh… se ci penso

troppo mi viene il mal di testa. Non sono nemmeno passate 24 ore da quell’orribile episodio…

e mi sento strana. Mi sento diversa, quasi come se la mia vita fosse cambiata radicalmente dopo

quell’incidente. Ho sentito di certe persone che dopo aver visto praticamente la morte in faccia

(un po’ come me, credo) cambiano radicalmente, si rendono conto di non voler davvero vivere

la propria vita come prima… e non sono più le stesse. Che dici, Herr Diario, mi sta succedendo

la stessa cosa? E in cosa starei cambiando comunque?

Bah, forse guardo troppa tv… o forse mi sono lasciata condizionare, non so…

Meglio lasciar perdere. Mi sento ancora scossa, non tanto per il mio incidente, ma per quello di

Miles… chissà, se non l’avrei chiamato a quest’ora non avrebbe quell’orribile fasciatura al braccio…

Beh, meglio che mi prepari per la cena, oggi sarà servita prima… la Oldbag dice che “Edgey”

deve riposare, e che per colpa mia adesso avrà quella cicatrice alla spalla per tutta la vita.

Riporto le parole esatte:

 

Oldbag: Ooh il mio Edgeyyy!! È tutta colpa tua brutta strega infernale (si, mi ha chiamato così…

la pagherà, all’insaputa di Miles)! La sua dolce spalluccia!

Franziska:

Miles: …

 

Okay, ora vado… credo che non scriverò più per stasera, quindi ti auguro buonanotte!

 

A presto, Franziska Von Karma”

 

Il resto della serata fu piuttosto noioso e poco interessante… la cena si svolse nel più completo

silenzio, sotto la stretta sorveglianza di Wendy Oldbag.

Diceva che non potevo più rivolgere la parola a Miles, perché lo avrei molestato. Mah…

Non volli interferire, ma solo perché temevo di rompere il delicato equilibrio della casa.

Miles sembrava esausto, la ferita doveva fargli davvero male… Poveretto.

Forse la Oldbag non aveva tutti i torti, forse la colpa era davvero mia.

 

                                                    ***

 

 

Un giardino, un giardino fiorito. Lo riconoscevo… era quel famoso giardino che adoravo,

il mio roseto… ero a casa in Germania. Mi guardai intorno con curiosità: ero seduta sulla

nostra panchina, la nostra preferita. Sembrava che stessi aspettando qualcuno, di certo il mio

migliore amico… il mio fratellino Miles.

Mi guardai le mani, mani da bambina… all’incirca sei o sette anni. Corsi a specchiarmi nel

laghetto accanto al roseto.

Mentre pensavo e mi osservavo attentamente nell’acqua sentì una voce dietro di me.

-Ehi, Franny! Che fai, ti guardi allo specchio?? Guarda che hai solo sette anni, non dovresti

già pensare a truccarti… ihih.

Mi voltai di colpo. Eccolo lì. In perfetto orario… quasi perfetto veramente.

Gli rivolsi uno sguardo severo, ma con una scintilla di gioco negli occhi.

-Sei in ritardo, Miles!!! Un minuto in ritardo, per niente perfetto – sbuffai.

Lui sembrò sorpreso ma stette al gioco – Oh, mi dispiace, Miss Von Karma… - poi si inchinò.

La copia perfetta di mio padre… però in piccolo. Doveva avere all’incirca tredici o quattordici

anni.

Feci una smorfia – Ehi, non chiamarmi Miss, o comincerò a pensare che tu sia un domestico!

Sbuffò di nuovo, stavolta non proprio divertito – Beh, a volte credo che lo pensi… da come mi

tratti… - incrociò le braccia e rivolse il suo sguardo altrove.

Mi sentì improvvisamente triste… lo pensava davvero? Mi sentì di doverlo consolare e lo

abbracciai. La mia testa gli arrivava ancora alla spalla, ero piuttosto bassa.

-Daiii fratellino! Ti sei scordato il nostro giuramento? Non potrei mai considerare il mio

fidanzatino un domestico… ihih

Lo guardai con un sorriso e lo vidi arrossire violentemente, mentre borbottava – Guarda che

era solo un gioco Franny… non credevo lo prendessi sul serio…

Ridemmo insieme ma poi lo vidi diventare serio di colpo mentre osservava un punto oltre la

mia spalla. Poi il suo sguardo si fece terrorizzato.

Mi voltai di colpo, fissando il punto che fissava anche lui con terrore… sapevo già cosa avrei

visto, o meglio chi avrei visto. Il suo viso pieno di cicatrici… quello sguardo orribile e quella voce

priva di ogni emozione.

Vidi qualcosa luccicare all’altezza della sua mano, ma poi Miles si parò prontamente davanti a me.

-Stai indietro! Non farai del male a Franny! Dovrai prima passare sul mio corpo!!!

Stavo pensando a quanto era coraggioso quando la scena si tinse di rosso e di un orribile odore

metallico… sangue…

Il mio fratellino, il mio Miles era a terra e davanti a me non vedevo altro che il rosso del suo sangue…

il corpo sul quale de Killer doveva passare per arrivare a me.

-Non mi sfuggirai, Franziska!- disse con una voce terribile.

Intanto io urlavo già per il dolore. Era tutto così orribile… il roseto macchiato di sangue… tutto era

diventato rosso!

E da un punto imprecisato cominciai a sentire qualcuno chiamarmi… Franziska… Franziska!

 

 

-Franziska! Franziska, svegliati!

Mi svegliai di colpo, il mio cuore batteva fortissimo nel petto. Ansimavo e la gola mi bruciava per le

urla. Uno sconvolto Miles mi guardava con una chiara preoccupazione.

-…C-che cosa è successo?- mi guardai intorno con confusione.

-Sembra che tu abbia avuto un incubo… dev’essere stato orribile, eh?

Non gli risposi e guardai la stanza… ero come convinta che de Killer sarebbe spuntato da dietro un

mobile e avrebbe dato vita alla scena che avevo appena sognato. Rabbrividii, pensando a tutto quel

sangue.

-Franny, tutto okay? Sembri ancora sconvolta… lo hai sognato, vero? Hai sognato l’assassino…

-…C-come lo sai?

-Beh, ti sei messa a urlare, per questo mi sono spaventato…- distolse lo sguardo, un po’ imbarazzato.

Non volevo nemmeno immaginare cosa avevo urlato nel sonno. Chissà che figuraccia…

Miles mi porse un bicchiere d’acqua, e si sedette sul letto accanto a me. Bevvi in fretta, tanto non

avrebbe fatto molto effetto. Cercai di controllare il respiro che era tutt’altro che regolare.

Lui mi guardava con preoccupazione.

-Come ti senti adesso?

-Molto meglio, grazie… credo di poter “provare” a dormire adesso…- risposi, cercando di risultare

tranquilla e sicura, ma se Miles mi conosceva bene…

-Guarda che io ti conosco bene, Franny… tu non stai per niente bene. Posso farti compagnia per un

po’, se vuoi… cioè se ti va bene… - sembrava ansioso, si guardava le mani.

Lo conoscevo troppo bene, si mordeva il labbro e si guardava attentamente le mani: c’era qualcosa

che lo metteva in imbarazzo.

-Qualcosa non va?- sapevo che tanto me l’avrebbe detto.

-Beh, ti ricordi quando avevo quegli incubi da piccolo? Quelli sulla morte di mio padre?- non aveva

ancora il coraggio di guardarmi in faccia.

-Si, mi ricordo… ogni volta che urlavi venivo a dormire insieme a te, così ti calmavi… oh!- dissi

pensando alla scena in cui ci trovavamo, l’esatto contrario.

Solo che, beh, adesso non eravamo piccoli… sarebbe stato strano dormire insieme, nello stesso letto,

no?

Ma sapevo che con lui mi sarei sentita davvero sicura… avrei passato una nottata tranquilla. Invece

da sola credo che non sarei riuscita più a chiudere occhio. In fondo… che c’era di male a dormire

insieme? Non c’era niente tra di noi… semplici amici.

Mentre mi perdevo in queste congetture, Miles continuava a guardarsi le mani con attenzione.

-Ovviamente posso capire… se non vuoi… d’altronde non è più come una volta… ma penso che come

quando tu mi consolavi e mi facevi dormire tranquillo… anch’io potrei aiutarti… cioè, se vuoi…

Non l’avevo mai visto così agitato. Sembrava preoccupato per me, e non voleva lasciarmi sola ma

aveva quasi paura della mia reazione… possibile?

Non potei fare a meno di sorridergli, mentre gli dicevo – Avrei proprio bisogno di un po’ di compagnia

stanotte… sarà come ai vecchi tempi!

Finalmente spostò lo sguardo verso di me mentre sorrideva anche lui.

 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Aaawww… ehi, ragazze non pensate male! Dormono soltanto insieme u_u

Ah, il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Miles… sono certa che vi piacerà!

 

Danielle: Oh, giusto… non conosci Larry? Beh, non preoccuparti non ci sarà in molte scene,

o almeno fin dove ho scritto, comparirà soltanto una volta ^^ No, non sono sogni premonitori,

ahah… e non ci saranno nemmeno ammiratori segreti >.< (faccio riferimento a “Mi piacerebbe

dimostrarle i miei sentimenti”) saranno solo incubi, ma tanto c’è Super Miles!

Si, in effetti so che dovrei mettere due “i” solo che a volte non ci faccio caso -.-

 

Solar: oh, mi sa che lo odiamo tutti il direttore Hotti… ma tu non hai finito JFA?! Non sai dell’incontro

dei Hotti con Franziska?! O.O Ah, comunque è vero… ogni volta che rigioco al caso 2 mi viene di

parlare come Ini Miney… uhm… credo che faccia male davvero!

 

Princess: perché Franziska avrebbe bisogno di uno psicologo?! Lei è perfetta! (okay, ci andrò io dallo

psicologo…) no, credo che la fissa per il mondo di patty mi fosse già passata, ma ho voluto inserirlo

lo stesso…

Ovvio, prima o poi Gumshoe finirà per dover pagare per lavorare -.-

Certo che sottolinea che è sua sorella adottiva, loro sono “fidanzatini” ahah XD

 

A preeestooo, una dolce frustatina *whip*  

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Capitolo 15
*** Confessioni Notturne! ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 15- Confessioni notturne!

 

*Speciale POV Miles*

 

Non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione del genere.

Io, Miles Edgeworth… nello stesso letto di Franziska Von Karma… cioè

con questo non voglio dire che provo qualcosa per lei. No, giusto?

Accidenti perché non riesco mai a far luce su ciò che penso?

Per il nervosismo mossi leggermente il braccio destro, procurandomi

una fitta dolorosa alla spalla.

Il sinistro, non provavo a muoverlo nemmeno di un millimetro…

Franziska ci si era aggrappata e ora dormiva abbracciata al mio braccio.

In effetti non ero tanto sicuro nemmeno di poter respirare. Non volevo

disturbarla, ma la sua testa stava usando il mio petto come un cuscino.

Beh, almeno lei sembrava serena, almeno lei…

Dormiva come un angioletto… sembrava davvero un angelo…

Aspetta! Cosa stavo dicendo?? Io non provavo nulla per lei. Niente.

Nada. Niet. Nothing.

Era mia sorella, accidenti! Mia sorella!

Okay, dovevo calmarmi e riflettere con calma… far luce sui miei pensieri,

ma come potevo?

Mi guardai intorno, in cerca di un’ispirazione e la trovai.

Sul comodino accanto al letto, il lucchetto dorato di un piccolo taccuino

risplendeva colpito dalla flebile luce di un lampione, attraverso la finestra.

Il diario di Franziska… sembrava tenerci molto. Avevo notato che lo

portava dappertutto e che quando era nervosa o ansiosa cominciava a

scrivere velocemente, con la piccola penna, dorata anch’essa.

E poi sembrava calmarsi… come oggi in ospedale, o l’altro giorno… gli

faceva bene. Forse scrivere avrebbe fatto bene pure a me.

Vidi un foglietto proprio accanto al diario, sembrava ancora intatto.

Perfetto, avrei provato anch’io.

Cercando di muovermi il meno possibile e senza sforzare il braccio destro,

liberai quello sinistro dalla stretta di Franziska che si accucciò ancora più

stretta a me… ops.

Poi presi in prestito la sua penna dorata e il foglio e cominciai a scrivere…

 

“Ehm… Miles Edgeworth… Miles Edgeworth…”

 

Ehm… cosa avrei dovuto scrivere esattamente?? Riprovai… tentare non

costava nulla.

 

“Miles Edgeworth… Franziska Von Karma. Miles e Franziska, Franziska è la

sorella di Miles Edgeworth. Lui non deve provare altro che amore fraterno.

Fraterno. Punto.”

 

Perché avevo deciso di scrivere?? Okay, dovevo concentrarmi bene sulla

questione…

 

“In questo momento sono a letto con Franziska… non in quel senso! Sto

dormendo insieme a lei, sta male e le faccio compagnia, solo questo. Lei è

mia sorella, non ho mai pensato a lei come una donna… come una sorella…

una sorella! Ma una voce nella mia testa continua ad urlare: lei non è davvero

tua sorella, non lo è… e non sbaglia. È difficile ammetterlo, ma… la trovo

piuttosto bella. Okay l’ho detto.”

 

Inspirai profondamente. Spostai la mia attenzione su Franziska. Dormiva beata

ed era così bella: quei capelli color del cielo… quel viso… Oddio no! Non dovevo

pensare queste cose. Ma non potevo non fissarla e sorridere. Era così dolce

quando non aveva in mano quella sua frusta, intenta a terrorizzare tutti… ma io

sapevo che era soltanto una facciata. In realtà era così fragile… aveva bisogno

di stabilità, di qualcosa a cui appoggiarsi, o qualcuno…

La guardai. Sembrava serena abbracciata a me… felice.

 

“Soltanto io conosco la vera Franziska, quella che si nasconde sotto la maschera…

soltanto io conosco Franny. La ragazza golosa di M&M’s… la ragazza che odia il

caffè senza almeno tre zollette di zucchero e un litro di latte… la ragazza che ha

sofferto così tanto per la mancanza di affetto, e che ha nascosto il suo dolore dietro

una frusta e un cognome: Von Karma.”

 

Mi voltai di nuovo a guardarla. Il suo viso non era sereno come prima, adesso

sembrava un po’ preoccupato e stava ansimando… un altro incubo?

-No… sangue… M-Miles…

-Ehi, va tutto bene, sono qui.- dissi nel silenzio, forse sarebbe bastato a calmarla.

Sembrava che non bastasse invece… si lamentava nel sonno, era agitata e spaventata.

-M-Miles… de K-Killer…

Quell’orribile episodio doveva averla sconvolta… Cominciai a accarezzarle il volto,

per cercare di calmarla. Sentendo la mia presenza afferrò la mia mano e la strinse forte.

Pochi istanti dopo dormiva di nuovo serenamente. Sorrisi nel buio… sapevo che la

mia presenza l’avrebbe aiutata dopotutto.

Solo cinque minuti prima urlava nel sonno e urlava… il mio nome. Era terrorizzata e

le grida mi avevano fatto temere il peggio. Beh, non volevo essere pessimista ma

quell’assassino era ancora libero e sicuramente non avrebbe sorvolato il fatto che a

causa di Franziska si era trovato un’intera squadra di polizia a dargli la caccia… l’avrebbe

cercata. E non ero certo che la mia residenza fosse abbastanza sicura.

 

“Ricordo ancora quell’orribile voce… al telefono.

 

-Franziska!! Ti ho cercata dappertutto! Dove sei?? Perché te ne sei and…?

-Miles!-mi interruppe – Vieni al Gatewater, ti prego… Vieni subito! – piangeva tra le

parole…

Una voce più attutita, ma non lontana da lei la invocava.

-Su, esci non ti farò del male, bambolina…

Sentì un gridolino di terrore. Doveva tremare come una foglia.

-Che succede?? Chi ha parlato??- urlavo io, non capivo… qualcuno stava cercando di

fargli del male??

-Vieni subito!! Ti prego, Miles!- disse di nuovo tra le lacrime di terrore.

 

Quel mostro aveva detto “bambolina”! Alla MIA Franziska! Non volevo spaventarla

ulteriormente ma in quel momento avrei urlato volentieri. Come poteva solo sognarsi di

mettere le mani addosso a lei?? Nessuno poteva toccarla, nessuno! Perché lei è…”

 

…“mia”, stavo per scrivere. Mia. Come potevo aver solo pensato una cosa del genere?

Ma… in fondo… lei era mia davvero. Mi ricordo ancora della nostra promessa, il nostro

giuramento di matrimonio, anche se dopo averlo fatto continuavo a negare di averglielo

promesso.

Cosa? Di sposarla.

 

“Okay, aveva solo sette anni quando gli venne questa brillante idea di fare un giuramento

di matrimonio… oddio. Era successo nel roseto.

Era riuscita a portare via da un portagioie di famiglia due anellini identici. Molto semplici,

sembravano proprio delle fedi nuziali. E molto probabilmente lo erano, dei suoi nonni…

riportavano anche l’iniziale del nome, uno dell’altra. Ironia della sorte, le iniziali erano

proprio M e F. Una coincidenza…?

Poi abbiamo fatto quel giuramento: non ci saremmo mai separati, avremmo sempre potuto

contare uno nell’altra… e soprattutto, da grandi ci saremmo sposati. Era solo una bambina

che sognava tutto ciò che sognano le altre bambine: il principe azzurro e tutti vissero felici

e contenti.

Anche a tredici anni, quando feci questo giuramento, non lo presi sul serio. L’anello non

l’indossai mai, e negavo sempre tutto ciò che avevo promesso. Ma lei no. Era davvero convinta

di tutto questo: portava l’anello 24 ore su 24, e continuava a chiamarmi fidanzatino, cosa che

mi dava un fastidio pazzesco. Adesso non mi darebbe più così fastidio…”

 

Accidenti, accidenti, accidenti!!! Non dovevo dire queste cose! Lei era mia sorella e anche se

non l’avessi considerata tale non sarebbe cambiato nulla. Lei era ancora una ragazzina.

La guardai e mi resi conto di aver ragione. Aveva sei anni meno di me, era troppo giovane.

Come avrei mai potuto pensare soltanto di sfiorarla? Quel piccolo corpo minuto… che in questo

momento mi stringeva a sé e teneva stretto anche il mio cuore…

Dovevo ammetterlo. Franziska non mi piaceva. Io la amavo… si.

 

“Miles Edgeworth ama Franziska Von Karma.”

 

La guardai con un nuovo sguardo. Inconsciamente sapevo già da un po’ di amarla. L’avevo

costretta a venire qui in America… l’avevo costretta a starmi accanto.

Sospirai.

Accidenti, non era proprio come ai vecchi tempi…

 

*Speciale POV Miles… fine*

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Alors, quando ho ideato e scritto questo capitolo (circa due mesi fa) credevo che questo sarebbe stato

l’unico e solo POV di Miles… beh, la situazione è cambiata: da qui in poi, capiteranno varie scene viste da

Miles, spero non vi dispiaccia.

Ma andiamo al capitolo! Vi è piaciuto…? Ve l’aspettavate? Io dico di NO!

 

Solar: tranquilla, se vuoi puoi scriverli come avevi già pensato… in effetti sembra che noi due abbiamo le

stesse idee, sbaglio? Non mi offendo, se le nostre storie avranno dei punti in comune ^^

Comunque si, se c’è un personaggio inutile quella è di sicuro Regina Berry >.< E si, io adoro quella scena

di Franziska che dice “devo rivederlo”!!!!

 

Danielle: Danyyy ma comeee?! Stai giocando a T&T saltando il primo gioco?!?! No, no devo assolutamente

rimediare alla cosa… significa che non conosci il caso DL-6! *fine della crisi isterica*

Hai letto il sogno sei volte? Wow, non credevo facesse così effetto… ci saranno altri sogni riguardanti

questo argomento comunque… e forse alla fine farò un extra per riepilogare tutto…

 

Princess: si, si lo so… devo scrivere anche la storia per il contest… mi sono appena ripassata il caso per

capirci qualcosa in più. Eddai non anticipare nulla, Princess! Non è giustoooo! Uhm, forse si… o forse

no… è difficile da dire…

Okay, sto impazzendo… comunque questa è davvero una scena fondamentale, ora che ci penso…

Vabbè ci vediamo dopo al Lunyyy!

 

Sempre che per voi non posti troppo velocemente, a domaniii! *whip*

 

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Capitolo 16
*** Scontri ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 16- Scontri

 

Aprì gli occhi, un fascio di luce mi svegliava in modo insistente.

La luce del mattino filtrava già dalle tende, doveva essere piuttosto tardi, ma

non mi andava proprio di svegliarmi e di rompere quel perfetto equilibrio, in

quel perfetto momento.

Questa volta non lo dicevo per la mia ossessione con la perfezione ma… quel

momento era PERFETTO!

Alzai lentamente gli occhi verso la figura a cui ero abbracciata. Miles dormiva

ancora profondamente con respiro regolare e non mi andava di svegliarlo.

Quella notte avevo avuto un orribile serie di incubi ma… poi si aggiustavano.

Nel senso che pur trovandomi in brutte situazioni, poi si ristabiliva la calma,

come se qualcuno mi venisse in aiuto.

E chi se non Miles? La sua presenza mi rasserenava totalmente…

Avevo l’impressione che fosse diventato il mio angelo custode: da quell’orribile

episodio (era passato solo un giorno, sembrava lontano anni luce!) mi era

sempre rimasto accanto…

Inavvertitamente mi ero avvicinata a lui, e i miei occhi erano a pochi centimetri

dai suoi, ancora chiusi. Fissai per un attimo le sue labbra… Provai un brivido

lungo la schiena.

Chissà se…?

-OHMIODIOOHSSANTOCIELO!!! CHESTASUCCEDENDOQUIII??

La Oldbag era entrata in camera e ora urlava come una pazza! Io mi spostai

velocemente, allontanandomi da Miles. Mi sentivo le guance in fiamme, ma

perché?

Anche Miles si svegliò di colpo, sconvolto dalle urla della domestica. Mi guardò

con sguardo interrogativo. Alzai le spalle.

-TU!!! Brutta strega infernaleee! CHE CI FAI NEL LETTO DI MILESSUCCIO??

-Per essere precisi, è lui ad essere nel mio lett…- stavo dicendo.

-NON MI IMPORTA! TU L’HAI AMMALIATO CON I TUOI INCANTESIMI

MALIGNI!- mi interruppe.

Sbuffai, senza prestarle troppa attenzione… era solo una sciocca domestica di

questa sciocca casa. Non dovevo abbassarmi al suo livello.

-Per favore la smetta, signora Oldbag. Franziska e io non facciamo nulla di

male…- cercò di ristabilire la situazione Miles.

-NON IMPORTA QUELLO CHE STATE FACENDO, IMPORTA CIò CHE AVETE

FATTO STANOTTE!!

Entrambi arrossimmo violentemente. Non era successo nulla stanotte… ma la

cosa ci metteva comunque in imbarazzo.

Restammo in silenzio, senza proferire parola.

-Ecco lo SAPEVO! È successo, giusto? Dovevo immaginarlo, dovevo cacciare

via quella sgualdrina lo stesso giorno in cui è arrivata!

Le lanciai un’occhiata di odio puro. Come osava…??

Mi alzai di scatto, prendendo la frusta e preparandomi allo scontro. Lei a sua

volta sembrava aspettarsi questa cosa e prese la sua pistola atomizzante, sciocca

vecchiaccia sciocca.

-No, no! Aspettate! Franziska, signora Oldbag, per favore… Non c’è bisogno di…-

vedendo che non ci fermavamo ad ascoltare una parola di ciò che diceva, Miles fu

costretto ad alzarsi e mettersi tra di noi.

La mia frusta già scattava, colpendo il pavimento. Ero accecata dalla rabbia.

-Ho detto NO! Volete smetterla??- Miles cercava di non essere colpito dalla frusta

e allo stesso tempo di bloccare lo scontro imminente.

-No adesso lei muore…- dissi con rabbia e senza scostare lo sguardo da quello di

quella vecchiaccia.

-Beh, se lo meriterebbe - sussurrò Miles tra sé – ma io gli darò una punizione

ancora migliore… signora Oldbag?- chiese l’attenzione della vecchia con voce soave,

a cui sapeva, lei non era capace di sfuggire.

-Si, Milessuccio?? Dimmi, caro…- rispose lei con occhi adoranti.

-Lei è licenziata, fuori da questa casa.

-COOOSAAA??- sgranò gli occhi per la sorpresa – Ma perché? Io… io… no! No!

Le lanciai un sorriso di scherno, se lo meritava proprio. Tanto non faceva nemmeno

il suo lavoro.

Lei era proprio disperata, ma guardandomi diventò seria e disse – Allora anche lei

deve lasciare questa casa, no?- su suo viso comparve un sorriso trionfante.

In effetti, entrambe volevamo scontrarci ma… Miles mi avrebbe cacciato di casa??

-Umpf. Certo che no, Franziska non va da nessuna parte.

-Ma non è giusto, lei…!- stava cominciando uno dei suoi soliti monologhi.

-Non voglio più sentire una parola da lei, e adesso è pregata di andarsene, grazie –

la interruppe lui, con sguardo severo.

Lei se ne andò dalla stanza ancora gridando come un’ossessa – Se pensate che mi

abbiate messa a tacere, vi sbagliate di grosso! Andrò a raccontare a tutti ciò che ho

visto…

Ebbi un brivido. Chissà cosa poteva raccontare di aver visto quella pazza. Non era

successo niente… ma di sicuro avrebbe raccontato un sacco di bugie.

Guardai Miles, che non sembrava reagire alle minacce dell’ex domestica.

Alzò lo sguardo su di me e sorrise, dicendo – Lo sai che domani ce la ritroveremo di

nuovo in giro, vero?

-Non puoi proprio liberarti di lei in modo definitivo? Mi dà così sui nervi…- feci

scattare la frusta un paio di volte colpendo il pavimento, per scaricare il nervosismo.

-Troverò un modo…- poi guardò l’orologio appeso alla parete e si irrigidì – Accidenti,

sono già le 9:30, dovremmo essere a lavoro da un pezzo! Perché la sveglia non ha

suonato??

-Deve essersi rotta – mentii, non volevo dirgli che l’avevo spenta di proposito… per

passare più tempo al letto con lui… figuraccia.

Di corsa, andò nella sua stanza a prepararsi e io mi vestì nella mia. Non sapevo

esattamente a cosa dovevamo lavorare, ma Miles aveva detto “dovremmo”, significa

che mi voleva ancora come sua assistente. Non che la cosa mi andasse a genio

ovviamente…

Vidi il diario sul comodino… dovevo scrivere qualcosa. C’era un altro foglio sopra

quello e sembrava tutto scribacchiato. Non era la mia elegante e perfetta calligrafia.

Sembrava di qualcun altro…

“Ehm… Miles Edgeworth… Miles Edgeworth…

Miles Edgeworth… Franziska Von Karma. Miles e Franziska, Franziska è la sorella di

Miles Edgeworth. Lui non deve provare altro che…”

 

-Cosa leggi, Franziska?!?

Miles era spuntato nella stanza e la sua voce indicava una certa ansia e preoccupazione.

Alzai le spalle – Non so, ho trovato questo foglio, ma non è mio e sembra esserci scritto

il mio e il tuo nome…

Me lo strappò letteralmente dalle mani. Restai a guardarlo stupita da questa strana

reazione. Non l’avevo mai visto in quello stato.

Vide la mia espressione confusa e si affrettò ad aggiungere – Non puoi perdere tempo

a leggere biglietti, ora! Siamo in ritardo!

Poi si cacciò il foglio in tasca… il modo in cui pronunciò queste ultime parole mi fece

pensare che forse mi stava nascondendo qualcosa… ma cosa? E Perché?

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Capitolo in gran parte di passaggio, ma come avrete capito… nel prossimo episodio Franziska

cercherà di scoprire di più su quel biglietto ^^

Sono davvero felice dei vostri commenti sul capitolo precedente, danke a tutti!

 

Solar: ahah sono felice che ti sia piaciuto! Immaginavo che avrebbe avuto un certo riscontro…

ooh che cosa c’è in arrivo??? Voglio vedere!!!! Assolutamente! >.<

 

Danielle: ^///^ grazieee… ecco il capitolo “giornaliero” allora… Il fidanzamento tornerà più volte

in vari spezzoni, e poi questi anelli… okay okay, sto zitta se no rovino tutto!

 

Princess: non me la ricordavo più la storia dell’aereo che precipitava su casa mia!!! Vero! E vabbè

dai, tu ovviamente stai un bel po’ avanti nella trama… ovvio che te l’aspettavi!

 

Scusate per le risposte concise oggi, ma non ho molto tempo… dovrei andare a lavarmi i capelli

>.< beh, a domani!

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Capitolo 17
*** Scoperte! ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 17- Scoperte!

 

-Buongiorno, signor Edgeworth… buongiorno, procuratore Von Karma – disse

Herr Sciattone, vedendoci entrare in ufficio. Poteva limitarsi al saluto, così non

l’avrei frustato… invece…

-Come si sente, signorina Von Karma? Spero si sia ripresa…- chiese, in modo

cortese.

-Sto perfettamente, grazie – non era mia intenzione rispondergli male… ma ero

ancora immersa nei miei pensieri… Volevo assolutamente sapere cosa c’era scritto

in quel foglio.

Edgeworth si era diretto verso un'altra stanza, lasciandomi sola con quello

sciattone.

Spostai la mia attenzione sul detective Gumshoe… mmm… forse poteva aiutarmi.

-Herr Gumshoe? – lo chiamai, sperando che mi sarebbe stato utile.

-Si, signorina? Ha bisogno di qualcosa…?

-Beh, in effetti… - mi fermai, e se ci fosse stato scritto qualcosa che il detective

non doveva sapere? Potevo fidarmi di lui?

Decisi di sì, e continuai – Herr Edgeworth ha un foglio nella tasca della giacca…

è di estrema importanza. Potrebbe portarmelo, per favore?

-Ma certo, vado subito a chiederglieloaaAAARRGGH!

Lo colpì con una frustata, era proprio uno sciocco… ma cosa potevo aspettarmi

da un imperfetto come lui??

-Non devi disturbare il procuratore, d’accordo?

-Allora devo prenderlo di nascosto?

Oh, finalmente cominciava a ragionare… annuii con sicurezza.

Mi fece uno sciocco sorriso e si diresse nella stessa direzione presa da Miles un

minuto prima… chissà se sarebbe stato all’altezza del suo compito?

 

                                                ***

 

Nell’altra stanza, Miles stava studiando una serie di documenti archiviati.

Doveva trovare tutte le informazioni possibili su quel de Killer, sui suoi mandanti

e sui suoi delitti.

Voleva essere certo dell’uomo con cui aveva a che fare.

Nello stesso tempo, qualcuno entrava nella stanza con aria furtiva.

Cercava di essere invisibile e di avvicinarsi a Miles che, così preso dallo studio di

quei dossier, non si accorse della presenza di qualcun altro.

Il detective era ormai arrivato vicinissimo al procuratore e si accingeva a svolgere

la missione che gli era stata affidata dall’altro procuratore.

Smise persino di respirare mentre sfilava un piccolo foglio accartocciato dalla tasca

di Miles, senza nemmeno sfiorarlo.

Preso il foglio, velocemente si diresse verso la porta con aria trionfante.

Nel farlo, aprì il biglietto e cominciò a leggere ciò che c’era scritto, stranamente

dalla fine in su.

 

“Miles Edgeworth ama Franziska Von Karma.”

 

Restò impietrito. E non riuscì a fare a meno di esitare e fare un passo falso,

muovendo una sedia e mandando all’aria tutto il piano.

Il procuratore si voltò di scatto, sentendo il rumore improvviso, e fissò Gumshoe

con curiosità.

Il detective, ormai in trappola, non poteva che fissare negli occhi il signor Edgeworth,

cercando di capire… se ciò che aveva appena letto corrispondeva a verità.

Miles non capì la faccia sconvolta del detective e notò che aveva qualcosa tra le mani,

qualcosa di accartocciato e scribacchiato. Il suo foglio.

-D-detective…? Quel foglio, perché ce l’ha in mano??

Dick Gumshoe sembrava pietrificato, mentre il suo piccolo cervello elaborava ciò che

c’era scritto nel foglio… avrebbe perso il posto. Di certo.

Il signor Edgeworth non lo avrebbe perdonato, aveva scoperto qualcosa di… terribile?

Non sapeva nemmeno come descriverlo.

-H-ha letto ciò che c’è scritto? Risponda!

Il povero detective annuì, con in testa già tutti i debiti che doveva ancora saldare.

-Accidenti… chi gli ha detto di prendere quel foglio? Chi è stato?

Lui abbassò lo sguardo. Doveva dire che era stata Franziska Von Karma a ordinarglielo?

Di certo il signor Edgeworth avrebbe cominciato a pensare che fosse una spia, e che gli

avrebbe riferito tutto ma… non gli andava di mentire, tanto avrebbe perso comunque

il distintivo.

-È stata la signorina Von Karma, signore – poi, vedendo il procuratore trasalire, aggiunse

– Ma io non le riferirò nulla, lo giuro! Non le dirò che è innamorato di lei…

Lei parole gli morirono in gola. Non aveva mai visto il signor Edgeworth in quello stato.

Sembrava che stesse per scoppiare, ma non per la rabbia… più per l’ansia e la frustrazione…

e di certo per la confusione che quel problema gli stava creando.

-Signore, gliel’assicuro… resterà un segreto… non lo dirò a nessuno.

 Miles alzò gli occhi su di lui, con una luce speranzosa negli occhi.

-Posso fidarmi di te, Gumshoe? Se non ti faccio licenziare terrai la bocca chiusa?

Il detective annuì energicamente. Forse, dopotutto sarebbe rimasto detective ancora per

un po’.

Miles tornò di nuovo calmo e composto. Con un espressione seria, si rivolse di nuovo al

detective.

-Ora puoi andare, grazie.

-E cosa dico alla signorina Von Karma?

Miles trasalì, non gli andava che Gumshoe fosse frustato a causa del suo impegno di

segretezza.

-Beh, digli che non avevo alcun biglietto in tasca, e fammi il piacere di bruciare questo –

disse, indicandogli il foglio che teneva in mano.

-È sicuro di volersene sbarazzare?

Con uno sguardo serio, Edgeworth annuì. Quel foglio gli aveva già dato troppi problemi per

i suoi gusti… non voleva che finisse in mani sbagliate.

Il detective si diresse verso la porta, con ancora mille pensieri nella testa per ciò che aveva

appena scoperto. Il signor Edgeworth e la signorina Von Karma… che strana coppia.

Ma pensandoci sembrava… perfetta.

Quando fu sulla porta sentì una parola quasi sussurrata, sapeva che il procuratore si riferiva a

lui, ma evitò di voltarsi mentre Miles diceva – Grazie…

 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Ihih… (si, questo è il mio unico commento… quando penso a Gumshoe che legge il biglietto!)

 

Danielle: Allora, premetto che Caro Herr Diario è arrivato alla bellezza di 59 pagine… e Franziska

 non ha ancora letto il biglietto… quindi lo scoprirai davvero tra un bel po’!

La pazza non dirà niente… da qui in poi non comparirà più nella fanfic (infatti mi aveva stufato…

era sempre in mezzo!)

 

Solar: Gumshoe ha avuto i riflessi molto più pronti… e capiterà di nuovo… ma non voglio anticiparti

nulla!!

Si, infatti l’ho appena licenziata muahah! Ma… io devo assolutamente sapere chi è la coppia della fanfic!

Dimmelo dimmelooo! È una Phoenix/Maya? Una Phoenix/Franziska? Una Miles/Maya? Una... non me

ne stanno venendo altre in questo momento… >.<

 

Princess: eh si, a questo punto non me l’aspettavo… Si in effetti, avevo promesso di farle scontrare

davvero ma… sai com’è sono un tipo troppo pacifista.

Allora… io a volte mi scordo delle cose che scrivo o semplicemente le lascio così… questa è una di quelle

cose che ho lasciato così.

 

Beh, a presto ihih *whip*

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Capitolo 18
*** Speriamo che non debba preoccuparmi davvero ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 18- Speriamo che non debba preoccuparmi davvero

 

-Herr Sciattone, sei qui con ben trenta minuti di imperfetto ritardo… allora?

Dov’è?

Gli lanciai un’occhiataccia, attendendo con ansia il momento in cui quel foglio

sarebbe spuntato tra le sue mani e io avrei potuto leggerlo… ma non potevo

essere così fortunata, no?

-Ehm… procuratore Von Karma… non ho trovato nessuno foglio nella tasca

del signor Edgeworth – disse, con sguardo terrorizzato che andava dalla mia

frusta al mio viso, che esprimeva di certo quello che provavo in quel momento.

-Ma non è possibile… non sai fare proprio nulla! Ti avevo chiesto un favore, un

semplice favore! Sei proprio inefficiente! – feci scattare la frusta un paio di volte

sul pavimento, per controllare la rabbia.

-M-ma glielo g-giuro, non c’era n-nulla nella t-tasca del p-procuratore! – cominciò

a balbettare per lo spavento.

-È impossibile! L’ho visto con i miei occhi questa mattina!!! – non riuscivo a

contenermi, la curiosità mi uccideva.

Sul quel foglio c’era scritto il MIO nome, era qualcosa che dovevo assolutamente

leggere! Non riuscivo a darmi pace…

-Ha visto q-quel f-foglio? – chiese il detective con curiosità – Allora sapeva che cosa

c’era scritto? – sembrava preoccupato…

-Sciocco! Se l’avessi letto a quest’ora non ti starei urlando contro!

-Ah, menomale…- sussurrò il detective tra sé, ma non ci feci molto caso… continuavo

a rodermi per la rabbia e la curiosità.

-Accidenti, Herr Gumshoe, sei proprio un incompetente…- stavo dicendo quando

un’altra voce si intromise nella discussione.

-Se ha bisogno di persone competenti, sono venuta apposta, procuratore Von Karma –

disse una ragazza con lunghi capelli biondi, occhiali e uno sguardo da persona molto

razionale.

Adrian Andrews, l’ex-manager di Matt Engarde in quel processo… quello che mi

distrusse, e in cui decisi di abbandonare l’America e di tornarmene in Germania.

Mi toccai distrattamente la spalla, ripensando all’attacco di de Killer… e ripensai a come

avevo trovato quelle quattro prove… e la quarta, che tenevo ancora con me.

Mentre i miei pensieri vagavano, Frau Adrian Andrews mi sorrideva con sguardo di

sincera affettuosità.

Mi decisi a risponderle, avrei ripensato dopo a quegli avvenimenti del passato, anzi sarebbe

stato meglio non ripensarci affatto.

-Frau Andrews, a cosa devo l’onore di questa visita?

Lei sorrise, poi disse – Dopo aver ripagato il mio debito con la società, ho pensato che

sarebbe stato giusto ripagare anche il debito verso di lei e il signor Edgeworth, e anche

all’avvocato Wright… ho deciso di cominciare da qui.

-In che senso? – chiesi, ancora non capivo.

-Sono la nuova segretaria del procuratore capo! Cioè del signor Edgeworth, ma farò dei

favori anche a lei se ne ha bisogno! Sarò molto efficiente… - il suo sguardo si posò per un

attimo sul detective, che era ancora lì in attesa di ordini. Poi si spostò su di me, aggiungendo

un sorriso.

In quel momento entrò nella stanza Miles, che sembrò stupito di trovarsi davanti ben tre

persone.

Il suo sguardo si posò su Adrian, forse non si ricordava di lei, o forse la stava semplicemente

guardando.

-Adrian Andrews, giusto? – chiese, ma sapeva già di averla conosciuta – La nuova segretaria.

-Esatto, signor Edgeworth! Pronta a lavorare! – disse, quasi cantando, e dopo aver lanciato un

sorriso a Miles, prese posto nella scrivania accanto alla sua, cioè quella che occupavo io.

La mia scrivania. Momentanea, certo, ma era comunque la mia.

-E io…? – mi sentì di dire.

-Oh, signorina Von Karma, le ho appena liberato un elegante ufficio in questo stesso corridoio,

ma dall’altra parte dell’edificio. È pronto per il suo trasferimento! – rispose subito Adrian, in

modo effettivamente efficiente, anche se stranamente non mi andava di spostarmi.

Beh, tanto prima o poi avrei dovuto prendere un ufficio mio, anzi lo avevo già richiesto dal primo

giorno… quindi meglio andarsene.

Tanto era solo un paio di porte più in là, giusto? Non sapevo perché mi stavo facendo tutti

questi problemi.

-O-ok… - dissi – Gumshoe, porta tutte le mie cose nell’ufficio nuovo. Ti aspetto lì.

Poi presi la frusta, momentaneamente rimasta sulla mia ex-scrivania, e mi diressi verso la porta.

-Buon lavoro a entrambi – dissi con voce monocorde – A dopo.

 

Il mio nuovo ufficio non era proprio il massimo della comodità, ma aveva un bel panorama…

c’era un parco appena fuori dalla finestra, e quasi all’orizzonte si vedeva il mare.

Mentre contemplavo il paesaggio, sentì dietro di me la presenza del detective che posava tutti i

miei documenti sulla nuova scrivania.

Voltandomi vidi che armeggiava con alcuni libri di giurisprudenza, a cui tenevo particolarmente.

-Stai attento a quelli, erano di mio padre… E non voglio che si rovinino.

-Certo, procuratore.

Li posò con cura sugli scaffali, poi si voltò rendendosi conto di non avere più nulla da fare.

La sua sciocca espressione vuota era piuttosto corrucciata… sembrava si stesse sforzando di pensare…

o forse c’era qualcosa che gli dava fastidio.

-Qualche problema, Herr Sciattone? – chiesi, avevo da fare, non mi andava di essere innervosita

da lui.

-Mmm… quella Adrian Andrews non mi piace – rispose, senza preoccuparsi del fatto di aver appena

dato un giudizio su qualcuno davanti a me.

-Perché? Mi sembra una ragazza molto precisa, e di sicuro sarà più competente di te…

-Non mi piace la sua espressione – mi interruppe – quando guarda il signor Edgeworth, sembra

che sia interessata a lui…

Alzai le spalle, non mi sembrava proprio che Adrian fosse interessata a Miles in quel senso.

Non mi sembrava il tipo. Poi guardai l’espressione di Gumshoe e non riuscì a trattenere una risata.

-Non capisco perché ti stai preoccupando… non ti sarai innamorato di Edgeworth??

Lui negò categoricamente. Però restava preoccupato, chissà perché?

Mentre si congedava e io mi accomodavo alla scrivania, lo sentì borbottare tra sé una cosa come

“Speriamo che non debba preoccuparmi davvero”.

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Se vi state chiedendo “e ora che c’entra Adrian??”… non ve lo dicooo XD Si scoprirà ancora fra un pezzo!

 

Solar: …hai finito JFA? Perché se no non potresti conoscere Adrian… ah no, giusto. Lei compare anche in T&T,

anche se la fanfic non prende in considerazione questo capitolo del gioco.

Ihih, dovevo proprio immaginarmelo riguardo alla coppia della tua one-shot, come ho fatto a non pensarci??

Vabbè, comunque anche a me non piacciono le Miles/Phoenix e in generale le yaoi e le yuri… (senza offesa per

nessuno)… Okay, fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo, un bacio ^^

 

Danielle: Tranquilla, nessun problema… XD Beh, in effetti questo fatidico biglietto non è stato bruciato né niente…

è un po’ in sospeso! Devo ancora decidere come completare questa storia (ha un lieto fine, eh!)… Cioè ho un

sacco di idee per diversi extra, Princess sa di cosa parlo, però… okay non parlo più >.<

Già, proprio 59 pagine… e adesso ricomincio a scrivere ^^

Oggi è sabato, eh… voglio il tuo capitoloooo XD Smack!

 

Princess: -.- sai non è che ti costringo a recensire u_u Si si Miles è preciso uguale a me XD Eddai può capitare che

una è con la testa tra le nuvole… ogni tanto… uhm spesso… okay! Senti io cerco di restare almeno un po’ fedele

al personaggio e Franny lo chiama Herr Sciattone! Eh si, a volte mi dimentico delle cose, tipo perché in quel disegno

Franziska indossa un Magatama… uff dovrà venirmi in mente!! >.< Ciau!

 

Uhm, okay domandina per voi… secondo voi perché ho inserito Adrian? (no, non prende il ruolo della Oldbag

come domestica XD)

 

P.S.: Grazie per le recensioni nella one-shot, sono felice che vi sia piaciuta… e devo dire che ha avuto un bel

riscontro nel contest ^^ Per ora è ai voti… spero che presto si conosca il vincitore così vi avviso XD

 

A presto, whip a tutti XD

 

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Capitolo 19
*** Inviti ***


CARO HERR DIARIO...

CARO HERR DIARIO...

 

Capitolo 19- Inviti

 

"25 giugno, ore 12:36, alla scrivania, ufficio del procuratore Von Karma

 

Liebster Herr Diario,

Non ho capito lo strano comportamento di Herr Sciattone, ha fatto una

faccia strana da quando ha visto Adrian Andrews... che si sia preso una

cotta per lei?

Ma allora perché parlava di Miles...?

Aaah ho capito: sarà stato il solito colpo di fulmine con la signorina

Andrews, ma lui si preoccupa che Miles gliela porti via. In effetti devo

ammettere (da un punto di vista del tutto oggettivo) che è un bel ragazzo...

è ovvio che Gumshoe si preoccupi. Ma Adrian non mi sembra il tipo,

giusto?

Oh, mi è venuta in mente una cosa. Prima ho pensato alla quarta prova,

si intendo quella che tenni nascosta a tutti e che tengo tuttora con me.

E tu lo sai bene Herr Diario... la tengo tra le tue pagine, così è al sicuro.

Quando la presi non volevo che finisse nelle mani di Herr Phoenix Wright...

non so precisamente perché. Non era una cosa così importante, solo un

disegno!

Però, quel disegno esprimeva qualcosa... qualcosa che desideravo e

continuo a desiderare...

Oh, è sempre la stessa storia con te, Herr Diario!!! Mi fai parlare troppo!

E poi io non l'ho tenuta perché esprimeva l'affetto che evidentemente

scorreva tra Wright e Frau Maya... oh accidenti. L'ho detto comunque.

Uff, dovrei frustarti! Dovrei gettarti nella pattumiera! Subito! Ma... non ci

riesco.

Però voglio mettere in chiaro una cosa: NON HO BISOGNO DELL'AFFETTO

DI NESSUNO, chiaro??

 

A presto, Herr Diario...

 

Posai il diario in borsa, ancora ripensando a ciò che avevo scritto.

Affetto. Umpf... come se avessi bisogno di affetto, io. Io ero già perfetta

così.

Ero cresciuta sola, non avevo mai avuto bisogno di qualcuno che mi volesse

bene... non avevo mai avuto bisogno di fidarmi di qualcuno.

Sbuffai annoiata da quelle congetture sciocche, poi mi diressi verso la porta

senza alcun motivo apparente.

Mi affacciai in corridoio, nella speranza di cacciare via dalla mente quel

pensiero che stava diventando fisso. Curiosai un po' in giro, non avevo altro

da fare.

Poi i miei occhi si posarono su una piccola figura che si guardava intorno con

preoccupazione. Aveva il classico vestito da sensitiva e una buffa acconciatura...

la piccola Pearl Fey.

Sembrava cercare qualcuno e i suoi occhi diventavano sempre più ansiosi.

Decisi di avvicinarmi e lei voltandosi mi vide, stava per mettersi a piangere.

-Franziska Von Karma!!! – disse con un sorriso appena accennato tra le lacrime.

Poi corse verso di me e mi abbracciò. Io rimasi immobile, non mi aspettavo una

reazione del genere.

Vidi gli sguardi curiosi delle persone nel corridoio. Poi abbassai lo sguardo sulla

bambina, che sembrava essersi tranquillizzata.

-Menomale che ti ho trovato, signorina Franziska... mi sono persa! Puoi riportarmi

dalla mistica Maya e dal signor Nick? – mi chiese con occhi speranzosi.

-C-certo, ma che ci fai qui? – non capivo proprio che ci facesse al terzo piano

della procura.

-Il signor Nick stava andando a fare visita al signor Edgeworth ma poi c'era tanta

gente e io li ho persi di vista... - rispose con un velo di tristezza.

Non potei non sorridere di fronte a quella piccolina.

-Non preoccuparti, ora ti riporto da Herr Phoenix Wright, d'accordo?

Lei annuì e sorrise, poi mi prese la mano. Quel gesto mi diede uno strano brivido

lungo la schiena. Strano, era solo la piccola mano di una ragazzina dopotutto,

ma mi fece sentire... bene.

 

*toc toc*

-Che strano, signorina Von Karma...- disse Pearl soprappensiero.

-Che cosa?

-Il fatto che lei bussi alla porta anziché sfondarla... - rispose, con un sorriso

ingenuo sulle labbra.

La guardai un po' stupita... certo ero una donna forte e sicura di me, ma mica

una maleducata! Invece sembrava che lei mi vedesse così... dovevo considerarlo

un insulto? O un complimento?

Mentre restavo a pensarci Adrian Andrews aprì la porta e notai il suo sguardo

sorridente vacillare un attimo nel vedermi. Non ebbi il tempo di chiedermi il

perché di quella strana reazione... un sorriso cortese le illuminò di nuovo il viso.

-Signorina Von Karma! E c'è anche la piccola Pearl! Prego, accomodatevi...

La fissai ancora un attimo con dubbio, poi mi avviai verso l'interno.

Alla scrivania c'era seduto Miles, mentre Herr Phoenix Wright e Frau Maya Fey erano

seduti nelle comode poltroncine di fronte. La ragazza corse ad abbracciare la cugina

accanto a me.

-Pearly!!! Ma dov'eri finita, eh??

-Oh mistica Maya! Mi ero persa negli uffici, menomale che ho trovato la signorina

Von Karma, lei mi ha aiutato, è stata gentile...

Guardavo la scena praticamente immobilizzata. Erano così carine mentre si

abbracciavano... non sentì nemmeno la presenza che si avvicinava a me silenziosamente.

-Sembra che tu ci sappia fare con i bambini...- mi sussurrò all'orecchio Miles, facendomi

quasi prendere un colpo. Se ne accorse e rise sommessamente.

-Beh, non è che abbia fatto molto... l'ho solo accompagnata fin qui – alzai un po'

la voce – ... visto che Herr Phoenix Wright è così sciocco da perdere così una bambina!

Gli rivolsi un'occhiataccia. Lui tentò di giustificarsi... un po' balbettante.

Sciocco avvocato inutile in questo sciocco paese di sciocchi. Non sapeva nemmeno

prendersi cura di una ragazzina e non ammetteva di poter essere responsabile di un

suo possibile smarrimento.

-Comunque... - disse Miles, per alleggerire un po' la situazione - ... non mi avete

ancora detto perché siete qui.

-Oh, siamo solo venuti a farvi visita, e anche per invitarvi alla festa del compleanno

di Nick!

L'avvocato in questione sbuffò, dicendo – Non che io volessi una festa di compleanno,

ma Maya proprio non vuole evitare...

-Eddai Niiick!! Ventisette anni si compiono solo una volta nella vita!

-Perché, gli altri anni si compiono più volte??

Lei fece una faccia di sincera sorpresa – Per tutti gli hamburger! Hai proprio ragione,

sai? Allora dovremmo festeggiare tutti i compleanni! Siii!

Detto questo, cominciò a saltellare per tutta la stanza, con sua cugina al seguito.

-Accidenti, mi sono fregato da solo... - si lamentò "Nick".

Io non potevo non osservarle, accidenti erano proprio strane.

Miles e Herr Wright dovettero notare il mio sguardo perplesso, perché cominciarono

a ridere, mentre Wright aggiungeva – Non farci caso, fanno sempre così. Io ci sono

abituato ormai...

Non risposi.

 

Dopo un po' le due sensitive dovettero stancarsi, perché crollarono sul divano ansimando.

-Allora... - prese fiato Maya – ...ci venite... – prese fiato di nuovo – ...alla festa?

 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Quando oggi ho aperto il mio profilo da EFP e ho letto tutte queste recensioni... mi sono davvero

commossa! Voi non potete credere quanto mi avete reso felice, raga!

 

Danielle: Ahah in effetti la comparsa di Adrian ha un suo preciso scopo (che non sarà ancora chiaro

per un po')... Beh, il foglietto sarà per ora messo da parte e custodito dal nostro caro detective! Eh

si, sono stata impegnata e purtroppo non ho potuto postare... sono felice che la one-shot ti sia piaciuta

anche se... capirai guardando sotto.

 

Solar: Da come descrivi la storia di Adrian sembra quasi una serie del tipo "beautiful" XD Ah si, odio

vivamente tutte le immagini/video/fanfic che ritraggono Franziska e Adrian insieme :(

Ma sai, io e Princess avevamo stilato una serie di possibili candidate a questo ruolo nella fanfic e beh...

Adrian è risultata la più decente u_u

 

Pink_vicky: ... figurati, non ce l'ho con te ^^ Ormai è passato (e io sono famosa per dimenticare

facilmente i torti)! Mi aveva rattristato tanto ciò che mi avevi detto... ma sono davvero felice di riaverti

qui... non preoccuparti davvero!

Eh si, il nostro Gumshoe sarà un po' il cupido della situazione... almeno inizialmente. Ma questo si scoprirà

ancora tra un pezzo, non voglio anticiparti nulla ^^

 

Roxas: Grazieeee!!! Non credevo di ritrovarti anche qui, beh mi fa davvero piacere :) Oddio non farmi

tutti questi complimenti o finirò per montarmi la testa ihih ^^

Spero che questo capitolo ti piaccia XD

 

Princess: eh no, tu non puoi dire cosa c'entra Adrian, visto che lo sai già! Eddai, è divertente creare extra...

c'è quello del mio disegno, quello del lunapark, quello... me li sono scordati >.< Ma veramente ho questi

precisi sintomi quando mi viene in mente un'idea per la fanfic?? Credo proprio di si, purtroppo...

 

Ringrazio Lunastortalupin per avermi aggiunto alle seguite ^^

 

 

Risultati per la mia one-shot: 2°‹ posto.

 

La cosa mi ha rattristato molto, forse a causa del fatto che... beh... credevo già di aver vinto. Non per

vantarmi ma avevo ricevuto molti consensi e invece... boh.

E vabbè, tutto a causa di un misero punto in meno... lasciamo perdere, sono felice che vi sia piaciuta!

 

Oh, dimenticavo... il prossimo capitolo sarà quasi tutto un POV Miles XD

A presto, una dolce frustata a tutti ^^

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Capitolo 20
*** I hate shopping, but... ***


CARO HERR DIARIO...

CARO HERR DIARIO...

 

Capitolo 20- I hate shopping, but...

 

"25 giugno, ore 18:37, alla scrivania, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Caro Diario,

non mi sarei mai aspettata un invito a una festa di compleanno. Cioè non

del compleanno di Herr Phoenix Wright... proprio una cosa inaspettata.

A quanto pare, sarà una cosa in grande, o almeno sembra. Frau Maya ha

insistito nel dire che dobbiamo venire in abiti sfarzosi e eleganti (come se già

non lo fossero i miei attuali abiti).

Beh, tanto per non sembrare un'asociale dovrò partecipare, si...

Anzi sarà perfetta! Tutti non potranno che guardarmi, resteranno abbagliati

dalla mia perfetta bellezza.

Immagino già le facce sorprese e meravigliate di tutti. Forse sarò un po'

asociale ma... tutti dovranno ammirarmi!

Bene, vediamo... potrei mettere quel vestito con le perline... insieme alle

scarpe viola...

...

...

Oh accidenti!!! Io ti odio, Miles Edgeworth!

Mi sono appena ricordata di aver lasciato tutti i miei bellissimi abiti in Germania!

Certo, nella fretta di venire in questo sciocco paese spaventata dalla falsa

malattia di Miles, non ho pensato di portarmi dietro gli abiti eleganti, ovvio!

E adesso...? Domani devo occuparmi di quel caso... non posso proprio

trascurarlo per una giornata di shopping!

Come faccio?? Come farò a essere PERFETTA??

 

Un bacio, da una Franziska perfettamente disperata"

 

Quella sera a cena, il pensiero di non avere un abito decente mi dava fastidio...

non riuscivo a non pensarci, mi torturava.

-Che c'è Franziska? Ti vedo pensierosa... - chiese Miles, sinceramente preoccupato.

Restai in silenzio per un paio di minuti, osservando il piatto in cui stavo mangiando.

Sospirai.

-Franziska, qual è il problema? – chiese più serio.

-Beh... niente, una stupidaggine... - sbuffai senza alzare lo sguardo dal piatto.

-FRANNY, DIMMI IMMEDIATAMENTE COSA STAI PENSANDO.

Non stava proprio gridando. Più che altro scandiva le parole con voce autoritaria.

In quel momento, chissà perché, mi ricordava mio padre... solo che lui non si

preoccupava mai per me.

-Beh, dopodomani c'è il compleanno di Herr Phoenix Wright e... non ho niente da

mettere – lo guardai un attimo poi abbassai di nuovo lo sguardo aggiungendo

– Te lfho detto che era una stupidaggine...

Lo sentì mentre gli sfuggiva una risata, che però si affievolì subito.

-Pensandoci... è colpa mia se hai questo problema, giusto? Perché se fossi restata in

Germania a quest'ora avresti avuto un guardaroba piuttosto ampio...

Alzai gli occhi, sembrava stesse pensando qualcosa. Poi decise.

-Mmm... Domani ci prendiamo una giornata libera, che ne dici?

-Ma dobbiamo lavorare a quel nuovo caso, e non abbiamo ancora indagato a

sufficienza! Non possiamo trascurare le indagini, o niente processo perfetto!

Lui sorrise dicendo - ... ma non possiamo nemmeno trascurare il fatto che tu non

abbia un vestito perfetto per la serata, no? Non preoccuparti per il caso... lo affideremo

a Winston Payne.

Sbuffai, quell'idiota di procuratore non era capace di vincere una causa nemmeno

contro un novellino. Però... volevo davvero essere perfetta per il compleanno di Herr

Phoenix Wright!

-Se proprio ne sei convinto... okay.

 

                                                     ***

 

*Speciale POV Miles*

 

Forse avrei fatto meglio a non prendermi questa giornata libera per passarla con Franny.

Lo shopping non mi piaceva per niente... ma tutto sommato la giornata poteva risultare

 interessante, no?

-Quando hai detto che ci prendevamo una giornata libera, non avevo capito che mi

saresti venuto dietro per tutta la giornata, sai?

Franziska mi camminava accanto, eravamo in uno dei viali più importanti della città...

pieno di negozi costosi.

-Beh, se devo pagarti il vestito, voglio almeno dare la mia opinione – avevo il sospetto

che avrebbe scelto qualcosa di... beh... okay! Okay!

Volevo essere certo che l'abito non la rendesse troppo bella.

-Oh, entriamo qui! Vieni! – disse, trascinandomi dentro un negozio.

Mi aspettava proprio una lunga giornata...

 

-Che ne pensi di questo? È semplicemente stupend...

-No – la interruppi subito.

Ovviamente quell'abito le stava bene... un po' troppo bene, però.

Era rosso, già questo rende l'idea. E aveva la schiena completamente scoperta. Ed era anche

abbastanza scollato sul petto.

Dovetti costringermi ad abbassare lo sguardo, la stavo fissando troppo.

-Perché non ti piace? A me sembra perfett...

-Ti fa sembrare più grassaaAAARRGGH! – mi era appena arrivata una frustata. Ops, sapevo

di esagerare dicendo questo, ma era solo per farle cambiare vestito.

Lei si guardò un attimo allo specchio, voltandosi in varie angolazioni.

-Forse è vero, mi fa grassa... mmm proviamone un altro.

Certo, prima mi beccavo una frustata, ma poi mi dava ragione. Si mise a cercare tra gli

scaffali uno che le piacesse. Forse avrei potuto scegliere io il vestito? Così almeno sarei stato

più tranquillo.

-Sai che in questo momento mi sento una ragazza che sceglie il suo abito per il ballo di fine

anno?

-Guarda che l'età è quella... almeno qui negli Stati Uniti. Invece tu già lavori – lei mi lanciò

un'occhiataccia.

-Umpf. Io sono una donna in carriera, mica una studentessa.

Restammo un po' in silenzio, mentre lei sceglieva degli abiti.

-Ti piace questo? – le chiesi, mostrandogli un abito nero e abbastanza coprente.

-Quello è praticamente un saio, Miles. Non lo prendo nemmeno in considerazione.

Sbuffai, tentativo inutile.

Doveva per forza mettere un abito così vistoso?? Doveva per forza farsi guardare da tutti?

-Ma il tuo obiettivo è essere al centro dell'attenzione?

-Ovviamente! Sarò l'invidia di tutte e tutti dovranno ammirarmi nella mia perfetta bellezza!

Sospirai, doveva proprio farmi impazzire quella ragazza...

Mi sentivo già abbastanza possessivo nei suoi confronti, non bastava??

Mi agitavo già solo al pensiero che occhi di altri uomini la fissassero... che la desiderassero.

Oh accidenti! Perché mi ero innamorato di lei?

-Ehi, questo credo che ti piacerà! Io lo adoro! – diceva Franziska dal camerino dove si stava

cambiando.

Mentre lei si vestiva, io giravo un po' per il negozio, per ammazzare il tempo.

Tra gli scaffali vidi un piccolo fermaglio. La foggia era semplice e allo stesso tempo elegante:

non potei non immaginarlo tra i capelli di Franny... gli sarebbe stato d'incanto!

Lo presi e mi avviai di nuovo verso il camerino.

 

Okay, se già per l'abito rosso avevo dovuto trattenermi dal guardarla non sapevo che dire di

questo.

Era bellissima. Un abito blu notte che le lasciava le spalle scoperte ma non era eccessivamente

scollato... e pieno di piccoli brillantini argentati. Sembrava un cielo notturno.

-Con quest'abito sei... sei... - non trovavo le parole.

-... perfetta – concluse lei guardandosi allo specchio. Sembrava quasi sconvolta quanto me,

solo che a differenza sua io dovevo trattenermi dallo sbavarle dietro. Oddio.

Fece una giravolta su se stessa, per vedersi meglio.

Strinsi i pugni e sentì il freddo del metallo. Oh, avevo ancora in mano quel fermaglio... e

sembrava perfetto anche quello.

-Un attimo... - dissi posandolo tra i capelli di lei. Lei sussultò un momento, nel vedere cosa

facevo.

-Ecco, ora sei davvero perfetta – restai a guardarla, era splendida.

Franziska mi sorrise attraverso lo specchio, sembrava soddisfatta.

 

*Speciale POV Milesc fine*

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Ecco il capitolo... scusate il ritardo, ma sto finalmente giocando a Ace Attorney Investigation (sto ancora

al secondo caso) e beh... compatitemi! La presenza costante di Miles mi manda in tilt XD

 

Danielle: ... ti accorgi di tutto, eh! Infatti il verbo al passato indica che in realtà di qualcuno si fida adesso,

è abbastanza chiaro di chi parlo ^^

Beh, Pearl ha un carattere tutto suo, ma certo il fatto di prendersi cura della bambina rende il capitolo

molto simile al tuo...

Ihih, a proposito di piccoli cuginetti... la mia mi ha rovinato il disegno di Miles e Franziska a letto insieme

(scena di qualche capitolo fa) T-T

 

Roxas: Ovviooo che vanno alla festa, ihih... e la festa sarà cruciale per il seguito della storia infatti... no!!!

Non devo anticipare nulla! >.<

Grazie, veramente non pensavo di essere riuscita a mantenere Franziska nel personaggio, anzi... infatti

ora comincia lentamente a prendere i miei connotati, purtroppo ho questo vizio: tendo a rispecchiarmi nel

personaggio ^^

 

Solar: Indovinato, si avrà l'epilogo proprio allora... ma non preoccuparti, siamo ancora a meno della metà

della fanfic, dovrete ancora soffrire per un po' XD

Beh, ti capisco... anch'io ho poco tempo per fare tutto, perché le giornate hanno solo 24 ore??

Non preoccuparti, non c'è una gara a chi recensisce prima, anche se mi fa piacere che tu voglia essere la

prima, ihih...

Eh si, è solo in inglese... infatti è una fatica capire certe cose, ma tengo duro! Devo assolutamente giocarci,

non posso aspettare che si decidano a tradurre in italiano, e così mi alleno ^^

Aspetta, sul forum mi recensisci? O no? Così mi faccio un'idea di chi tu possa essere!

 

Princess: Ti ricordi di quando ti ho chiesto che esclamazione andava meglio per Maya? Poi ho avuto il lampo

di genio XD

Si, il catering di Viola li avrebbe uccisi tutti... ancora non capisco cosa ci metta nel caffè quella ragazza, mah!

Però non hai ancora conosciuto Ms. Cammy Meele! Lei somiglia a Samara quasi più di Violetta XD

 

Spero che il capitolo vi piaccia, il prossimo sarà incentrato sulla prima parte della festa, ma il momento più

importante sarà nella seconda parte, ihih!

 

"Come faremmo ormai senza il caro 'herr Diario' di Franzy? XD" grazie Roxas, e una dolce frustata a tuttiiii!

 

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Capitolo 21
*** Alla Festa Di Compleanno... ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 21- Alla festa di compleanno...

 

“27 giugno, ore 19:46, in fretta e furia!, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Herr Diario!!!

Sono di fretta! Fra poco Miles sfonda la porta se non mi muovo a prepararmi!

La “festa” di compleanno è tra poco meno di mezzora e noi dobbiamo arrivare

in orario perfetto!

Oh, quest’abito che mi ha regalato Miles mi sta davvero d’incanto, sai?

Non avrei mai creduto di potermi sentire così… bella! E felice!

Seriamente, non dovrei stare qui a scrivere ma… ti ho trascurato ieri e beh, mi è

dispiaciuto un po’.

Ormai sono abituata a scriverti, capisci?

Beh, adesso devo proprio andare… o Miles sfonderà davvero la porta.

 

Küsse küsse, Herr Diario!”

 

-Franziska? Siamo in ritardo, su!

-Aspetta, non riesco ad agganciare la collana, mi dai una mano?

Gli posai la piccola collana tra le mani, poi mi voltai affinché lui la allacciasse.

Sentivo le sue mani fredde sfiorarmi le spalle nel tentativo di allacciarmi la

collana… tremavano.

-Che ti prende, Miles?

-Niente… questa collana non si aggancia! – rispose sbrigativo, mentre tentava

inutilmente di chiudere il gancio, senza risultati. Sospirò.

-… quasi più inefficiente di Herr Sciattone… - sussurrai, ma lui dovette sentirmi

perché si impegnò e dopo qualche secondo la collana splendeva sul mio collo.

Sospirò, sembrava che gli fosse costato non so quanta fatica allacciare quella collana.

-Fatto! Adesso dovremmo affrettarci, Franziska…

Mi guardai ancora un attimo allo specchio, per valutare il mio aspetto. Nella stanza,

sentivo i passi affrettati di Miles.

-Guarda che sei perfetta, smettila di fissarti e muoviti!

Sussultai leggermente, non mi aspettavo un commento del genere. Pensava

davvero che fossi perfetta?

Notando che non mi muovevo di un millimetro, mi prese la mano e mi trascinò

verso la porta.

-Aspetta! – dissi, stavo per dimenticare una cosa di grande importanza.

Afferrai la borsa e ci infilai dentro la piccola busta da lettere blu. Non dovevo

assolutamente dimenticarmi di consegnarla a Frau Maya.

-Possiamo andare? – chiese lui, tenendo lo sguardo basso. Sembrava che non

volesse assolutamente guardarmi… strano.

Annuì, dando un’ultima occhiata allo specchio.

 

                                                 ***

 

-Non credevo che Herr Phoenix Wright potesse permettersi di festeggiare in un

posto del genere… - dissi, mentre l’auto rossa di Miles si fermava davanti a un

palazzo familiare.

L’Hotel Gatewater, il posto dove avevo cenato già un paio di volte e dove ero stata…

beh… aggredita.

A causa di questi pensieri, rabbrividì mentre uscivo dall’auto. Miles mi lanciò

un’occhiata contrariata.

-Mmm, sapevo che quell’abito era troppo leggero…

-Non ho freddo – ribattei subito, ma mi strinsi comunque nelle spalle.

Lui sospirò, scuotendo la testa, e poi mi accompagnò verso l’entrata, dove riconobbi

una figura familiare.

Il volto di Herr Sciattone fu illuminato da un caloroso sorriso quando ci vide

arrivare. Lanciò una rapida occhiata a Miles, piena di, non so… ammirazione?

Soddisfazione?

Sembrava che si volesse quasi complimentare con lui.

Poi la sua attenzione si rivolse di nuovo a me, in particolare sulle mie mani. Sbuffai,

ormai lo conoscevo bene.

-No, oggi non ho portato la frusta, Herr Sciattone – risposi alla sua domanda muta

- … ma non significa che non possa comunque punirla, giusto?

Lo guardai con sicurezza. Sapeva cos’era successo l’ultima volta che non avevo portato

la frusta al lavoro… lo avevo preso a schiaffi.

-Certo che si, procuratore. Volevo solo dirle che… - lanciò di nuovo un’occhiata a Miles,

quasi a chiedere il permesso di continuare - … questo vestito le sta bene.

Bene? BENE??? Questo vestito non mi stava solo bene, no? Mi stava stupendamente,

splendidamente… perfettamente! Lo aveva detto anche Miles…

Entrambi videro la rabbia nel mio volto e Miles si affrettò ad aggiungere – Stai tranquilla,

il vestito ti sta molto più che bene. Il detective Gumshoe non è molto bravo con i

complimenti…

Lo guardò con aria di rimprovero e lui si mosse con disagio sul posto.

-Si infatti… non sono pratico di complimenti.

-Aspettati 500 frustate domani… - sussurrai mentre avanzavamo verso l’entrata.

Sentì una risata soffocata di Miles accanto a me, ma la ignorai. Stavo cercando di restare

calma.

 

Il salone era pieno di gente. Non me lo sarei mai aspettata.

-Davvero Herr Phoenix Wright ha tutti questi amici?

Mi voltai con aria interrogativa verso il mio accompagnatore, che si guardava intorno con

preoccupazione. Mi stava ignorando.

-Miles? M-I-L-E-S?? Procuratore Miles Edgeworth??

Si voltò di colpo verso di me, negli occhi gli si leggeva una certa preoccupazione.

-C’è qualcosa che non va? – gli chiesi… sembrava più strano del solito.

-Beh… niente. Nemmeno io mi aspettavo tutte queste persone – rispose, mentre ricominciava

a guardarsi intorno.

Mentre ancora cercavo di decifrare la sua espressione, qualcuno si avvicinò a noi.

-Signor Edgeworth! Franziska! Allora siete venuti!!! – trillò Maya Fey con gioia.

Indossava (finalmente) qualcosa di diverso dal solito abito da sensitiva, un vestito lungo

e viola pieno di ricami e perline… ma aveva i soliti accessori.

Ci trascinò verso un angolo della sala senza darci nemmeno il tempo di parlare.

 Miles sembrava più strano che mai, non si staccava un attimo da me.

Lo guardai con curiosità, ma i nostri sguardi non si incrociarono… i suoi occhi erano altrove.

Maya ci portò verso il festeggiato che, non molto a suo agio, stava parlando con una ragazza

dai capelli che sembravano un cespuglio arancione e con quel ragazzo che avevo già

incontrato in ospedale, Larry.

-Oh, buonasera Edgeworth, buonasera Franz… - riprese fiato - … iska.

Rimase a fissarmi per qualche secondo con ammirazione, la cosa mi fece sorridere.

Non mi aspettavo una reazione del genere da Herr Wright.

Miles tossì leggermente. Era calato il silenzio… tutti si aspettavano che qualcuno prendesse la

 parola.

-Wow Franzy… sei una bellezza, tesoro!

Chi poteva rompere quell’atmosfera se non quello sciocco.

Lo guardai con dubbio, non sapevo come rispondere al suo rozzo complimento.

-Dico davvero, honey! Non è che ti andrebbe di lasciare quel noioso di Edgey e… ahi! –

cominciò a saltellare con un piede mentre si massaggiava l’altro.

Lanciò un’ occhiata di rimprovero verso Miles, che con aria disinvolta si guardava intorno.

Ci mancava solo che fischiettasse.

Sentì anche Maya che sussurrava a Herr Wright – Se non smetti di fissarla avrai lo stesso

trattamento di Larry!

Quindi vidi che anche l’avvocato abbassava lo sguardo.

-Ehi, che tipi seriosi che siete! Torniamo per favore al nostro discorso? Vi stavo proprio

raccontando che ieri credo di aver fotografato un UFO!! – disse quasi cantando la ragazza

dai capelli a cespuglio. Sembrava davvero entusiasta.

-Un UFO? Vuoi dire un alieno? – chiese Maya con entusiasmo, sembrava davvero colpita.

Io non credevo in queste cose, quindi mi disinteressai dalla discussione.

Mi concentrai invece sul discorso sussurrato tra Miles e Herr Larry Butz.

Il procuratore sembrava abbastanza irritato, mentre l’altro sembrava persino più sciocco

di Herr Gumshoe.

-Vuoi smettere di guardarla, Larry?!? – ordinava Edgeworth con irritazione evidente.

-Ehi, Edgey non agitarti… non è mica impegnata! – rispondeva lui con noncuranza… poi lo

guardò di sottecchi - … o forse lo è?

Miles digrignò i denti senza rispondere.

Proprio quando stava per parlare di nuovo, si accorse che li stavo ascoltando. E rimase

in silenzio.

Poi mi prese per mano e insieme ci allontanammo.

Potevo sentire la forte tensione che c’era fra di noi mentre ci dirigevamo verso un altro

angolo della sala.

Mantenni il silenzio, mi aspettavo che fosse lui il primo a parlare.

-Mmm… il punto è che Larry non mi piace. Non voglio che ti si avvicini.

-Lo immaginavo… - sussurrai.

Si, forse lo immaginavo ma, beh non credevo che Miles fosse così protettivo verso di me.

 

----------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

… fine della parte più noiosa della festa XD Adesso le cose si faranno interessanti!

Un indizio? Conoscete di certo il gioco della bottiglia… ihih

 

Solar: Tu sei una veggente! Come facevi a sapere già della scena della collana??

Ah, uhm, suppongo avrai notato una certa parte del capitolo che stranamente assomiglia molto al

tuo… credo di averti già avvisato circa questa coincidenza, giusto? Spero non ti abbia dato fastidio.

Non ti agitare! Premetto che mi hanno regalato questo gioco ma posso comunque darti delle

informazioni:

1) Mia sorella ha detto di averlo visto in un negozio, circa 35 euro… ma non mi fiderei.

2) Un grande centro…? Beh, la mia città non è un grande centro ma di certo lo troverai nei centri

commerciali…

3) Guarda, se l’ho capito io credo lo possano capire tutti… non è troppo difficile. Non ho mai dovuto

usare il dizionario, per darti un’idea.

Per il tuo contatto nel forum, non ho proprio idea di chi tu possa essere… un indizio?

 

Danielle: Oh di disegni su Caro Herr Diario ne ho parecchi sparsi nel diario, quaderno di biologia, di

fisica, di matematica… e fogli.

Se ti interessa vedere i miei scarabocchi ve li farò vedere al più presto, ovviamente, ma non vi

aspettate capolavori!

…e se hai bisogno di AAI posso aiutarti io XD

Oh il “family day”… cerco di sfuggirne a volte ma è… impossibile?

Spero che questo capitolo ti piaccia, mia cara vicina (ihih, come si dice delle persone della stessa

regione?)^^

 

Roxas: Ma ceeeerto che ne ha avuto il coraggio! E poi l’ha sempre sopportata, fin da quando erano

bambini… credo che ormai ci abbia fatto l’abitudine!

Mi dispiace che tu abbia creduto che le scene nel roseto esistessero davvero :(

 

Princess Alexia: io non me la faccio di corsa! Sono solo all’inizio del quinto caso… okay in effetti corro

abbastanza. Ma è così avvincente, come si fa a staccarsi da quel gioco??

Ihih in effetti ora che ci penso Franziska e Claire hanno qualcosa in comune… forse perché

entrambe rispecchiano me?

No! Quel vestito non dovrebbe avere nulla di giallo… u_u

Eddai, allora anche tutti gli altri personaggi hanno solo abiti uguali… è ovvio!

 

Spero vi piaccia! E… a prestooo XD

 

 

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Capitolo 22
*** "Il Destino Giocherà Il Suo Asso Nella Manica" ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 22- “Il destino giocherà il suo asso nella manica”

 

La serata passò in modo piuttosto monotono… Miles continuava a guardarsi

intorno. Che strano.

-Ehiiii! Chi vuole partecipare al gioco della bottiglia?? – urlava Maya con il suo

solito entusiasmo.

Noi eravamo dall’altra parte della sala, rispetto a lei.

Mi ritrovai a chiedere al mio accompagnatore – Che cos’è il “gioco della bottiglia”?

È come il bowling?

Lui sembrò sorpreso dalla mia domanda – Non sai che cos’è?

Abbassai lo sguardo… beh non mi era mai capitato di partecipare ad una festa di

compleanno. Durante la mia infanzia ero stata piuttosto… sola.

Lui sbuffò -Beh, è un gioco stupido. Non mi va di parteciparci… e non te lo consiglio

affatto.

Mentre stavo per chiedergli il perché sentì i passi saltellanti della sensitiva che si

avvicinavano.

-Franziska, signor Edgeworth! Voi dovete ASSOLUTAMENTE partecipare!!! – disse

mentre ci trascinava di nuovo verso il centro, dove era stata posata una bottiglia di

Coca-Cola vuota.

Non capivo ancora in cosa consisteva il gioco.

-Sedetevi, forza!!! Sarà fantastico!

Un po’ frastornata mi sedetti sul pavimento accanto a lei, mentre Miles si sedeva alla

mia sinistra.

Un cerchio di persone si era formato intorno a questa bottiglia.

Non conoscevo quasi nessuno tra le persone del cerchio… ma riconobbi Herr Gumshoe

e Herr Larry Butz… la ragazza dai capelli rossi, Adrian Andrews (che ci salutò con

gentilezza, anche se mi fissò stranamente per alcuni secondi) e la piccola Pearl Fey.

-Bene, allora cominciamoo!! – urlò di nuovo Maya mentre faceva ruotare la bottiglia.

La guardai con dubbio e lanciai un occhiata interrogativa a Miles. Lui mimò con le

labbra le parole “stai a guardare”.

La bottiglia si fermò segnalando Adrian Andrews, poi la sorte scelse un uomo che forse

avevo usato come testimone una volta… aveva una faccia che terrorizzava, ma non

aveva per nulla un carattere da persona malvagia.

Ah, Will Powers, ecco come si chiamava… adesso Maya stava facendo scegliere ad

Adrian una delle sue dita… che significava?

Chiesi a Miles e lui continuò a mimarmi “osserva”.

Poi inaspettatamente la segretaria mollò uno schiaffo a quello sciocco. Aspetta… mi

ero persa qualcosa? Il gioco consisteva nel prendere a schiaffi le persone?

Allora avrei vinto io di certo!!!

Tutta eccitata dalla scoperta fissai la bottiglia che continuava a girare… si fermò proprio

davanti a me!

Oh, bene… vediamo: chi potevo prendere a schiaffi? Di certo Herr Sciattone e Herr

Larry Butz, ma anche Herr Phoenix Wright… mmm…

La bottiglia intanto girava e io osservavo i presenti uno per uno… Herr Gumshoe era

evidentemente preoccupato, lanciava occhiate spaventate e imbarazzate a Miles. Herr Larry

Butz invece sembrava davvero contento e dal suo viso era chiaro che desiderava essere

segnalato dalla bottiglia… mah, che strano.

Herr Phoenix incrociava le dita e cercava di allontanare la bottiglia con la forza del pensiero.

Miles si guardava le mani e si mordicchiava il labbro… era preoccupato.

E poi la bottiglia si fermò. Mi segnalava di nuovo? Sembrava di si ma poi… si spostò

di un po’ verso la mia… sinistra.

Mi voltai verso Miles che adesso si mordicchiava le labbra più che mai in preda all’ansia.

-Quindi ora dovrei darti uno schiaffo giusto?

-Aspetta! Non così in fretta, Franziska! Prima devi scegliere cosa farai al signor

Edgeworth… - disse Frau Maya avvicinandosi.

-In che senso?

Lei mise una mano dietro la schiena, in modo che non potessi vederla, poi recitò

“Bacio, carezza o schiaffo?”

Non capivo… non dovevo prenderlo a schiaffi?

-Adesso scegli, Franziska! – disse poi mostrandomi la mano.

La guardai per un attimo… poi studiai le dita e scelsi l’indice. Lei sussultò e fece una

risatina.

Le rivolsi un’occhiata interrogativa e lei rise ancora dichiarando – Hai scelto BACIO!!!

Sentì che le guance mi pizzicavano… probabilmente stavo arrossendo.

-Oooh accidenti! Che sfiga! – sentì che si lamentava Larry – Perché Edgey è così

fortunato??

Io mi guardavo intorno con confusione. Baciare?? Io lo dovevo baciare???

No, no, NO! Io non potevo assolutamente baciarlo… no!

Scossi la testa energicamente ma Maya cominciò ad annuire sorridendo.

-Beh, quando hai deciso di partecipare sapevi che poteva capitarti una cosa del genere,

no? Ora non ti puoi tirare indietro! – aggiunse.

Ma io non lo sapevo davvero! Oh… dovevo proprio??

Lo guardai per un attimo e notai che lui era persino più agitato di me.

Mi voltai verso il cerchio di persone e vidi facce disperate, come quelle di Larry o

Adrian (cosa molto strana)… e facce felici come quella del detective Gumshoe, lui

sembrava piuttosto soddisfatto di questa cosa.

Rivolsi di nuovo la mia attenzione a Miles, e vidi nei suoi occhi non solo preoccupazione…

non solo confusione ma anche la scintilla di qualcos’altro. La stessa che avevo

leggermente intravisto prima, quando non alzava lo sguardo sul mio vestito nuovo…

strana.

In un sussurro lo sentì dire – Scusami… sarà solo per un attimo.

Poi si avvicinò con lentezza al mio viso, fino a sfiorarmi delicatamente le labbra.

 

A quel minimo contatto, sentì le labbra bruciare come un incendio… quel contatto mi tolse

inaspettatamente il respiro… lo sentì divampare solo per un attimo, prima che lui si

allontanasse di nuovo da me.

Ma io restai immobile, mentre il mio cuore batteva fortissimo nel petto, non riuscivo a

muovere un muscolo… e le mie labbra ancora ardevano.

Continuai a fissarlo, confusa, mentre cercavo di formulare dei pensieri coerenti… ma la

mia mente era in totale subbuglio. Non avevo mai provato una sensazione simile.

Lui mi fissava altrettanto con i suoi occhi argentati… abbassai lo sguardo, con la testa

annebbiata e il respiro affannoso.

E poi nel silenzio, Maya intervenne dicendo – Passiamo al prossimo giro!!!

Tutti distolsero l’attenzione da noi, come se non fosse successo niente… forse non era

successo niente per loro, in effetti.

Ma quell’unico momento per me era stato… magico.

 

http://i49.tinypic.com/2z5t08n.jpg & http://i49.tinypic.com/2dri3yo.jpg

 

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…Uhm ve lo aspettavate? Io direi proprio di si! Come si fa a sprecare un’occasione del genere,

giusto??

 

Danielle: Sono così occupata che purtroppo non ho mai tempo, tu puoi capirmi.

Ahah ovviamente Miles non ha fischiettato ma non ho potuto evitare di scrivere la scena ipotetica!

È uno di quei classici che non passano mai di moda… Allora… te lo aspettavi?!

Spero ti piaccia, a presto cara vicina xD

 

Solar: Bene bene… vediamo se ho indovinato! Allora, dopo aver raccolto varie prove a sostegno

della mia tesi posso provare che… sei registrata come ? (se ho sbagliato lascio perdere

la carriera di procuratore -.-)

Per il gioco in R4… posso aiutarti se vuoi ;)

Allora, TU SEI DAVVERO UNA VEGGENTE ma ciò che hai previsto, cioè un problematico intreccio,

ci sarà solo tra un bel po’!

 

Pink_vicky: Come hai notato, ho citato la frase che ti piace tanto come titolo del capitolo! Infatti

mi è piaciuta così tanto che… non c’era di meglio come titolo!

Ihih felice che la scena della collana ti sia piaciuta xD In effetti a volte Franny si sente fin troppo

superiore… povero Miles!

 

Princess: …Infatti io non ti costringo a recensire! Stavo postando senza di te ma visto che insisti…

Il vestito non deve avere proprio niente di giallo, umpf. È BLU! Blu come uno dei miei due colori

preferiti u_u

E si lo so che questo non è il disegno giusto ma proprio quello sulla festa è ancora incompleto dietro

gli appunti di fisica xD 

 

Vi piace…? Fatemi sapere, ci tengo!

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Capitolo 23
*** Pensieri... ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 23- Pensieri…

 

 

“28 giugno, ore 02:13, sul letto, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Liebster Diario,

sono molto confusa e preoccupata. Quello che mi è successo oggi è stata

una cosa strana… io… non so spiegarlo… mi sono sentita… okay, non ci riesco.

Non so proprio spiegare le mie sensazioni. Io… non provo niente per Miles.

La mia è stata solo una reazione normale ad un qualsiasi bacio di uno sciocco

ragazzo qualsiasi.

Purtroppo non posso provarlo. Perché questo è stato… oh accidenti… il mio

primo bacio.

Si, a diciotto anni, si.

Beh non è che abbia avuto molte occasioni di baciare un uomo. La mia frusta

li ha sempre tenuti a debita distanza… e poi io sono una donna in carriera, non

ho tempo per le relazioni…

 Non ho mai pensato molto a queste cose… anche perché sarei un tipo molto

esigente. Non mi accontenterei di chiunque… e invece mi è toccato baciare LUI!

 

Non riesco nemmeno a dormire. Mi sento stravolta.

Mi sono persino dimenticata di consegnare quella busta a Herr Phoenix Wright…

Pazienza gliela darò al più presto.

Bene, adesso devo chiudere gli occhi e dormire. Devo costringermi.

 

Gute Nacht (buonanotte), Herr Diario”

 

Spensi la lampada sul comodino e mi accoccolai sotto le coperte.

“Ora dormi, Franziska” cercavo di convincermi. Chiusi gli occhi.

Non dovevo fare alcun tipo di sogno. Un sonno buio, senza sogni… per favore.

 

-Quindi, non ci dobbiamo baciare, giusto Franny? – chiese Miles con dubbio,

studiando il piccolo anello che gli avevo consegnato.

-No, certo che nooo! Io bacerò solo il mio vero amore… il mio principe azzurro –

risposi scuotendo la testa e con voce poetica.

Lui mugugnò qualcosa di incomprensibile, continuando a fissare l’anello con una

piccola F incisa. Poi mi guardò con confusione – Ma allora che senso ha questa

cosa, Franny? Se io non sono il tuo “principe azzurro” – recitò queste ultime due

parole copiando la mia vocina – allora mi sembra inutile questa specie di promessa…

Sbuffai, proprio non capiva. Lui rappresentava tutto ciò che volevo in quel momento…

qualcuno di cui fidarmi e che forse mi voleva bene, a differenza del mio papà.

-Potresti essere il mio principe azzurro in futuro, no?

-Mmm, questa cosa non mi convince… non ne capisco il senso. Perché invece non

andiamo a rubare un po’ di M&M’s dalla dispensa, eh? – disse, prendendomi per mano.

E a quel contatto cominciai a sentire un incendio nel palmo, proprio lì dove mi toccava…

La stessa sensazione che avevo provato quando…

 

-… NO!

Mi svegliai di nuovo nella notte.

Accidenti, non c’era verso di dormire… continuavo a pensarci e ripensarci…

Accesi la luce della lampada, per orientarmi dentro il cassetto che avevo appena

aperto… da una piccola scatola presi un anello. Lo avevo sempre portato con me,

pur senza metterlo… ci tenevo davvero.

La piccola M incisa nel metallo freddo splendeva più che mai.

Sospirai, preparandomi a passare la notte sveglia.

 

                                                      ***

 

*Speciale POV Miles*

 

“Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere.

Potrei chiamarla… fortuna? O forse… sfiga?

Non voglio che ciò che è successo comprometta il nostro rapporto. Ma è ovvio che

non mi ha dato fastidio baciarla… anzi una parte di me desiderava ardentemente che

quella bottiglia mi segnalasse, ovvio.

Però mi ero ripromesso che l’avrei protetta ma non corteggiata… che gli sarei stato

accanto come… mi costa molto dirlo… amico.”

 

Strinsi la penna tra le mani.

Cominciavo a capire perché a Franziska piacesse scrivere il diario… riuscivi a trasferire

tutte le tue emozioni in un pezzo di carta se solo ci provavi.

 

“Ma… beh… ho visto una scintilla diversa nei suoi occhi questa sera. Mi ha fissato con

tutta l’intensità che i suoi occhi cerulei possono trasmettere.

I suoi occhi sembravano confusi… cercavano una risposta. Non credo di poterle

rispondere in modo sincero, lei non deve sapere ciò che provo… ho paura che rovinerà

tutto ciò che abbiamo lentamente ricostruito da quando è tornata.

Ho paura che anche questo stupido bacio dato per gioco incrini il nostro rapporto.”

 

Sentì il fruscìo delle lenzuola nella camera accanto alla mia… e alcuni sospiri.

Nemmeno lei stava dormendo, a quanto pareva… e questo non era un buon segno.

Sospirai, dovevo assolutamente fugare ogni suo dubbio. Dovevo farle credere che non

poteva esserci nulla fra noi.

 

*Speciale POV Miles… fine*

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Scusateeee!! Mi dispiace di essere sparita così, prometto che non lo farò più!

(mmm, forse non dovrei promettere, non si sa mai!)

Piccolo spoiler: nel prossimo capitolo Franzy si fingerà malata xD

 

Pink_vicky: Mi ha colpito subito! Ci stava troppo bene ihih sono felice che la mia storia ti piaccia

così tanto *-* Ooh vi prego non fate troppi complimenti, ci sono tante cose che devo ancora

migliorare…

Grazie, sono felice che il disegno ti piaccia… ne ho fatto e colorato un altro, il matrimonio di Miles e

Franny, lo volete vedere?

 

Danielle: Graaazieee xD In effetti mi sono divertita a descrivere le emozioni dei vari partecipanti,

volevo fare qualcosa di divertente…

Beh, come si fa a farsi sfuggire un’occasione del genere? Da qui in poi Franny avrà un bel po’ di

problemucci… come se qualcosa fosse cambiato dentro di lei… okay sto zitta!

 

Solar: Basta mi arrendo!!! Mi sono scervellata davvero per capire chi tu fossi… niente! Dimmelo tu

o non dormirò più la notte xD Si, lo so… quel capitolo doveva essere più descritto >.< forse lo

modificherò, se ci riesco…

 

Okay, chi vuole vedere il disegno del matrimonio?? *passa una palla di fieno su uno sfondo desolato*

Ehm… vabbè, a presto!!

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Capitolo 24
*** Febbre ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 24- Febbre

 

Una luce insistente mi costrinse a schermare gli occhi con una mano.

Mattina. Era già mattina!

Come avevo già capito stanotte, avevo dovuto passare la notte insonne,

per evitare di sognarlo ancora.

Già, avevo continuato a sognarlo per tutta la notte… spuntava sempre,

anche nei sogni più assurdi.

E al solo contatto… iiih. Non dovevo pensarci.

Sentì che le guance mi pizzicavano, probabilmente stavo arrossendo. Non

ne capivo il perché. Non provavo niente per Miles… niente, giusto?

Ma allora perché mi sentivo così strana??

Guardai la sveglia… le 9:30…

Le 9:30?!? Era tardissimo! Che ci facevo ancora a letto?

 

*toc toc*

-Uh? Ehm… si?

La porta si aprì lentamente, mentre il viso di Miles si affacciava in camera.

Mi guardò con sguardo interrogativo dicendo – Che ci fai ancora a letto?

Lo fissai per un attimo prima di sentire le gote avvampare. Oh, accidenti,

che mi prendeva??

Nascosi il viso sotto le coperte, lasciando solo gli occhi a studiare

attentamente la situazione.

Sbattei le palpebre senza rispondere… avevo paura che mi sarebbe uscita

fuori una vocina acuta e strozzata. Anche se in realtà non sapevo bene il

perché.

-Non… non ti senti bene, Franziska? – aggiunse con sguardo preoccupato

ed entrando in camera lentamente.

-Ugh… non lo so… - risposi, senza pensare. Io non stavo male… ma allora

perché avevo detto così?

Mi accoccolai meglio sotto le coperte, per nascondere il viso arrossito senza

motivo.

Sbattei le palpebre. Di nuovo.

-Mmm secondo me non stai molto bene, guardati… hai gli occhi lucidi!

Dev’essere stato quel vestito… lo sapevo che era troppo scollato per la serata,

avrai preso freddo… - disse avvicinandosi al letto.

-Forse… - riuscii a dire da sotto le coperte.

Poi inaspettatamente lui si avvicinò sfiorandomi la fronte con una mano.

Avvampai di colpo. Quella sensazione… la stavo provando di nuovo. Sussultai

mentre sentivo che tracciava un sentiero di fuoco proprio sopra i miei occhi.

Sentì il viso e in generale il corpo colpito violentemente da quel calore insolito,

mentre lui stava “semplicemente” cercando di capire se avevo la febbre.

Mi scostai velocemente, mentre la mano di Miles rimaneva a mezz’aria e

sussurrando – Forse non dovresti toccarmi, sono contagiosa…

Ma l’incendio scatenato dal suo palmo non accennava a diminuire… solo in quel

momento mi resi conto del mio respiro irregolare e affannoso.

Lui sorrise con dolcezza, rispondendo – Ma che dici Franziska? Devi avere al

massimo qualche linea di febbre… ma è meglio che tu rimanga a casa oggi.

Poi si chinò verso di me e sentì di nuovo che mi sfiorava la fronte… ma stavolta

mi stava dando un bacio!

Trattenei il respiro e chiusi gli occhi con forza, per cercare di mantenere lucida la

mente… ma il calore mi avvolse come fossi dentro una sauna.

La pressione delle sue labbra svanì di colpo… aprì gli occhi, confusa, e gli lanciai

un’occhiata.

Si morse il labbro inferiore con uno sguardo turbato. Pentimento?

-Adesso… adesso devo proprio andare. Torno stasera… mmm… forse è meglio

che mandi qualcuno a controllare come stai, di tanto in tanto.

Poi si avviò quasi di corsa verso la porta. In un lampo di lucidità mi ricordai della

carta di de Killer.

-Miles? Manderesti questa via posta allo studio legale Wright & Co., per favore?

Segnalai la busta con gli occhi, non avevo ancora il coraggio di abbassare le

coperte dalle mie gote arrossate.

-Ehm, certo – rispose prendendola in mano e studiandola con attenzione per

un attimo.

Poi si diresse di nuovo fuori dalla porta a passo svelto.

 

Appena sentì le chiavi della serratura scattare di sotto riuscì finalmente a

mandare fuori il respiro.

Mi lasciai andare contro i cuscini, sospirando.

Sentivo ancora le labbra di Miles sulla fronte, quasi mi avesse impresso un

marchio a fuoco.

Con dubbio mi alzai e mi misi davanti allo specchio.

No. Non c’era un marchio a fuoco. Quasi ci avevo sperato… perché questa

situazione era molto più problematica, in effetti.

Ma forse… forse avevo davvero la febbre!

Corsi in bagno, e dentro l’armadietto trovai un termometro. Ecco, adesso avrei

dimostrato che avevo davvero la febbre… e che ce l’avevo anche ieri e che quindi

tutte queste strane sensazioni non erano altro che malessere fisico. Non sentimento.

-No, accidenti! – urlai d’istinto scoprendo che non avevo la febbre. Ero sanissima, uff.

Ma non era possibile! Non poteva essere!

Non poteva essere Lui a provocare queste reazioni nel mio corpo!

Non poteva essere il suo tocco che mi infiammava così fortemente da mozzarmi il

respiro… in un attimo ripensai al suo b… anzi ai suoi DUE baci. Avvampai al pensiero

di come mi aveva sfiorato la fronte e le labbra, dei suoi occhi dubbiosi…

Il mio corpo fu di nuovo avvolto dalle fiamme mentre cercavo di mettere a fuoco

l’immagine di lui che mi baciava…

Il termometro fece un leggero “bip” e ritornai alla realtà. Lo osservai con dubbio.

-… no. No! – sussurrai sbiancando. Mi cadde di mano.

 

Il termometro adesso segnava 38 gradi di febbre.

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Perché non sono capace di mantenere le promesse??

Perdonate il ritardo, di nuovo… però questa volta sono giustificata!

Non riesco più a trovare la mia chiavetta bluetooth >.< volevo assolutamente farvi vedere

quel disegno e invece… devo rimandare!

 

Danielle: eh già… c’è proprio qualcuno in agguato che sta per arrivare proprio quando Franny

dà i primi segni di cedimento. Ma il lieto fine non può essere così semplice, giusto?

Scusa se ti ho fatto aspettare tanto anche questa volta :(

 

Pinky: Si, in effetti Miles non vuole ammettere a sé stesso di essere felicissimo di averla baciata…

Sembra che tu abbia già capito che Franny dovrà stare abbastanza attenta… ihih

Oh no! Non ho proprio idea di chi tu possa essere… non ho nemmeno un indizio su cui basarmi!

 

Solar: Ehm… in effetti non sono molto presente sul forum ultimamente >.<

Mmm… non so perché ma resto ferma sulla mia ipotesi… anche se mi hai detto che è sbagliata o.o

Yatagarasu, io riuscirò a scoprire la tua identità!! Magari si tratta di tre persone in realtà xD

 

Beh CERCHERò DI ESSERE Più VELOCE NEL POSTARE, anche perché di capitoli ce n’è in

abbondanza… Baciotti xD

 

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Capitolo 25
*** Frannie e Wright xD ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 25- Frannie e Wright xD

 

*Speciale POV Miles*

 

-Sono un idiota, sono un idiota, sono un idiota!!! – ripetevo mentre guidavo

 verso la procura.

Ci ero cascato di nuovo!

Mi ero ripromesso di non cedere in alcun modo al desiderio di… grr.

Okay, Procuratore Miles Edgeworth. Adesso calmati e cerca di guardare tutto

 in modo oggettivo.

In fondo è stato un bacio casto… da fratello, no?

Un innocente bacio sulla fronte. Si. Beh, questo è quello che sembrava

esteriormente.

 

-Buongiorno signor Edgeworth! – salutò il detective Gumshoe quasi trillando.

 Sembrava contento.

Con questo stesso entusiasmo guardò dietro di me, credendo di certo di veder

 comparire Franziska.

Il suo viso si rabbuiò di colpo, rendendosi conto che non c’era. Era la prima

volta che vedevo Gumshoe triste della sua assenza.

-Buongiorno… qualche problema? – chiesi con noncuranza.

-Dov’è la donna che incede e frusta?

La “donna che incede e frusta”? Cos’era, un nuovo soprannome?

Alzai un sopracciglio aggiungendo – Dove hai sentito la parola “incede”,

detective? Non mi sembra che faccia parte del tuo solito registro linguistico…

-Uhm… credo di averlo sentito in qualche programma televisivo… - rispose

con uno sguardo che Franziska riterrebbe propriamente “sciocco”.

Franziska… chissà come stava… quella febbre poteva peggiorare… e io non

ero a casa ad occuparmi di lei.

-Che cos’ha, signor Edgeworth? Sembra preoccupato… - chiese di nuovo il

detective con evidente dubbio.

-…

-Lo sa che mi può dire tutto, signor Edgeworth! Io conosco anche i suoi segreti

più oscuri… ihih – mi lanciò un’occhiata eloquente. Ovviamente si riferiva alla

mia “cotta” per Franziska.

Ah… almeno fosse una semplice cotta!

Sospirai, sconfitto.

-Lei non si sente bene… e sono beh… un po’ ansioso – abbassai lo sguardo,

fissandomi attentamente le mani.

-E perché non è rimasto a casa con lei come un bravo fidanzatino? – chiese

Gumshoe, sottecchi.

-…

Lasciai cadere il discorso, mentre dirigevo la mia attenzione su alcuni documenti

sparsi sul tavolo… anche se non riuscivo davvero a concentrarmi. Con nervosismo

cercai una penna… ma scoprii che non ce n’erano.

Il detective, capendo subito cosa cercavo, si diresse verso la mia valigetta e nel

prenderla qualcosa di blu e sottile scivolò via.

-Uhm, che cos’è? – chiese Gumshoe prendendola con curiosità.

-Ah, è una lettera di Franziska… potresti gentilmente consegnarla allo Studio

Legale Wright & Co.?

Lo sentì sussultare, pur restando concentrato sul mio lavoro.

Non ci feci caso e continuai a scrivere, con la penna che avevo appena ricevuto.

-Devo consegnarla a Phoenix Wright? – chiese il detective con una vocina

dubbiosa e sospettosa.

-Si esatto… - risposi, cercando di non distrarmi.

Lo vidi con la coda dell’occhio restare immobile per un po’… poi spostare il peso

da un piede all’altro… infine dondolare con i talloni su e giù.

-Detective, qual è il problema?

Lui sobbalzò sentendo la mia domanda nel silenzio assoluto regnato per alcuni minuti.

-Beh ecco… non si chiede… cosa ci sia dentro?

Uhm… no, direi che non me lo chiedevo. Dovevo?

Lo guardai senza rispondere, alzando un sopracciglio.

Lui abbassò lo sguardo con disagio… sembrava in procinto di darmi un consiglio.

-Secondo me… dovrebbe guardare cos’è prima di spedirlo – disse, pronunciando

in fretta le ultime parole. Quasi fosse preoccupato di beccarsi una frustata.

-Non. Sono. Cose. Che. Ti. Riguardano. Chiaro? – scandii con chiarezza. La posta

era una cosa personale. Non si apriva. E poi di cosa dovevo preoccuparmi? Perché

avrei dovuto aprirla?

Il detective accettò la predica senza discutere. Poi si congedò.

-Aspetta, Gumshoe… avrei un favore da chiederti.

-Certo, signore. Di cosa ha bisogno? – chiese con entusiasmo. La predica non l’aveva

per niente scalfito.

-Potresti… passare a casa mia? Solo per controllare come sta Franziska… di te mi

posso fidare – dissi, beh in effetti di lui mi fidavo. Conosceva il mio “lato oscuro”,

come lo aveva chiamato, e quindi non avrebbe messo gli occhi addosso a lei. Credevo.

-Certo, signore! – rispose lui con un sorriso sincero.

Poi si congedò.

 

Ero totalmente immerso nel mio lavoro.

Si, finché con la con la coda dell’occhio non vidi qualcosa di blu e sottile appoggiato

sul davanzale della finestra.

Accidenti! Si era dimenticato la lettera e adesso toccava a me spedirla.

Mi tornarono in mente le parole del detective.

“Beh ecco… non si chiede… cosa ci sia scritto?”

No. Non mi chiedevo cosa ci fosse scritto. Perché avrei dovuto?

Erano cose personali. Ma perché spedire una lettera a Wright…? Non ne aveva motivo.

Sbuffai e mi riconcentrai di nuovo sul lavoro.

Bene, dovevo compilare questi documenti e poi…

Cosa doveva dire Frannie a Wright? … no, non mi interessava.

Allora, poi dovevo passare al centro di detenzione per interrogare l’imputato…

Wright l’ha guardata un po’ troppo alla festa, e se…? … no, dovevo concentrarmi.

Poi dovevo interrogare il testimone oculare, e…

Basta! Dovevo assolutamente sapere cosa c’era scritto in quella lettera!!!

La presi tra le mani, soppesandola. La osservai per un attimo e poi… la aprì.

 

Quello che vidi mi sconvolse parecchio. Il detective Gumshoe aveva avuto ragione

a sospettare!

-No!

 

*Speciale POV Miles… fine*

 

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Aaah almeno stavolta ho postato leggermente in anticipo (e me ne vanto xD)

 

Danielle: eh ovvio senza complicazioni che storia sarebbe?? Povero il nostro Milessuccio che

ha capito male… ihih (no, no non devo essere perfida, non devo… il mio lato oscuro mi opprime)

Allora, ti consiglio di non rovinarti la sorpresa come ha fatto UNA CERTA PERSONA xD ma posso

capire che a volte si può essere impazienti (colpa mia, in fondo)

 

Solar: Allooora cara Calisto xD Non sei riuscita a resistere?? Ihih!

Ma allora avevo indovinato?? Avevo già svelato la tua identità, e io che addirittura pensavo

di non aver futuro come procuratore! Vabbè ^^

Mi dispiace ma proprio non riesco a capire che fine abbia fatto la chiavetta bluetooth e finché

non la trovo non posso accontentarti u_u

 

Bene, è ora di cantare tutti insieme Tanti Auguri a Princess Alexia!!che oggi compie

gli anni (e me l’ha detto così tante volte da farmi scoppiare la testa -.-)!

 

Eeee ci vediamo presto, suppongo sabato a questo punto, per un nuovo appassionante episodio

di Caro Herr Diario! Un saluto xD

 

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Capitolo 26
*** Numeri E Semplici Calcoli ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 26- Numeri E Semplici Calcoli

 

 

“28 giugno, ore 11:38, seduta al tavolo, cucina di casa Edgeworth

 

Herr Diario,

mi sento così confusa… io… no non ci riesco.

Non può essere è inconcepibile!!! IO NON SONO INNAMORATA DI MILES!

Ugh… no. Continuo a non capire cosa mi stia prendendo.

È pazzesco… cioè se mi concentro su qualcosa e non penso a Lui, sono

sanissima.”

 

Mi concentrai un attimo: perfezione, perfezione, perfezione…

Poi osservai il termometro… ecco 36.5… sana come un pesce.

Ripresi a scrivere con ansia sempre maggiore.

 

“Invece, se… beh se ci penso…”

 

Il calore mi invase, quasi come mi gettassi tra le fiamme, mentre ripensavo a

Quei momenti.

La pressione delle sue labbra sulle mie… il modo dolce e timido con cui mi

aveva sfiorato quella mattina…

E poi ripescai ricordi più vecchi. L’aggressione di de Killer.

E il tempismo con cui lui era arrivato, con cui mi aveva salvato… e poi

quell’abbraccio. Quel contatto non mi aveva fatto questo effetto. E nemmeno la

notte dopo, quando avevamo dormito insieme… iiih. Come ho fatto a dormire

tranquillamente accanto a lui??

Ed ecco che il termometro faceva un leggero “bip” segnando… 37.9

Ehi, forse stavo migliorando!

 

“… adesso ho la febbre. Cioè non è vera febbre, credo di esserci arrivata ormai.

Ma… non posso accettarlo. Davvero sono innamorata di…? No.

È inconcepibile, ci deve essere necessariamente un’altra spiegazione per questo

fenomeno.

Forse… dico forse… mi sono presa una cotta per lui. Per Miles.”

 

Nel silenzio sentì distintamente il rumore di una serratura e poi quello di una

porta che si apriva cigolando. Mi voltai con curiosità verso la porta della cucina,

che dava sul corridoio.

Notavo già la grande ombra che veniva proiettata sul pavimento e il passo

inconfondibile.

Un sorrisetto compiaciuto mi si dipinse sulle labbra. Ovviamente lui, dovevo

aspettarmelo da Miles.

-Herr Sciattone? – chiesi, affacciandomi sul corridoio.

Il detective scattò sentendo la mia voce. Era voltato verso le scale, sembrava che

stesse per salire di sopra… di certo Miles gli avrà detto che ero a letto.

-Miss Von Karma! Credevo che fosse... beh… malata a letto. Come sta?

-Umpf! Sto perfettamente – risposi con voce monocorde. Poi rientrai in cucina

sedendomi di nuovo al tavolo.

Trangugiai un paio di M&M’s senza nemmeno masticarli. Ero ancora un po’

nervosa per la storia della febbre. Sentì i passi di Herr Gumshoe che si avvicinava

alla porta, ancora non se ne andava?!?

-Uhm… sicura di stare bene? Il signor Edgeworth sembrava piuttosto

preoccupato – aggiunse in un sussurro.

Miles… lui era preoccupato per me? Davvero?

Il solo pensiero mi fece avvampare.

Okay, Franziska… cerca di calmarti. È ovvio che sia preoccupato per te: è tuo

fratello, dopotutto.

Dando le spalle al detective, cercavo di riprendere a respirare regolarmente, e

sapevo che la temperatura si alzava.

-Procuratore? Che succede? Sta tremando… e respira affannosamente! Forse è

meglio che ritorni a let…

-No! – lo interruppi con una voce strozzata e ansimante – Sto bene, è tutto

apposto… ugh!

Sussultai, osservando il termometro che ora toccava 38.2!

Poi sentì la presenza di Herr Gumshoe che si avvicinava alle mie spalle.

-Ehi, amica! Ma… ha la febbre alta! – replicò con evidente preoccupazione. A quanto

pare aveva visto il piccolo display del termometro.

Mi alzai in piedi, barcollando leggermente – Senti, sto bene, okay?? Ora mi riprendo…

“Ora mi riprendo”?? Come poteva quel già abbastanza sciocco detective capire una

cosa che nemmeno io riuscivo a comprendere? Come faceva a capire che Miles, e

le emozioni che mi suscitava, controllavano la mia temperatura corporea??

Mentre gli davo di nuovo le spalle e cercavo di respirare lentamente e con ritmo

regolare…

 

Il detective Gumshoe non capiva un accidenti di ciò che stava succedendo. Come al

solito.

Il procuratore sembrava stare bene fino a tre secondi prima e poi… era diventata

ansimante e debole. Aveva la febbre alta, e questo riusciva a capirlo anche con il suo

piccolo cervello.

Ma per qualche strano motivo negava di stare male.

Adesso gli dava le spalle, e reggendosi alla sedia con una mano, cercava di “riprendersi”…

o così aveva detto.

Ma come poteva riprendersi da 38 gradi di febbre in due secondi?? Era evidente

anche per lui che questo fosse impossibile.

Comunque, non osava avvicinarsi. Quando il procuratore Von Karma ordinava,

lui eseguiva… anche se ora non stavano lavorando.

Quindi, senza in ogni caso perdere d’occhio la ragazza, si guardò intorno con

curiosità. Non era mai entrato in casa del signor Edgeworth, anche se di certo

se la immaginava così sfarzosa.

Sul tavolo notò qualcosa di interessante. Accanto a un pacco enorme di M&M’s

c’era un piccolo libro, aperto su una pagina. Studiandolo per un attimo si rese

conto di non trovarsi davanti ad un libro… ma bensì davanti ad un diario.

E con la sua solita, irrefrenabile curiosità non si trattenne dal leggere, come al

solito, dal basso:

“Forse… dico forse… mi sono presa una cotta per lui. Per Miles.”

 

Si bloccò di colpo.

Era già la seconda volta che assisteva ad una scena del genere… o no? E quella

era di certo l’elegante e perfetta scrittura del procuratore Von Karma, non poteva

essere altrimenti.

Il cervello di Dick Gumshoe andò letteralmente in tilt. Elaborò in fretta le

informazioni che solo lui conosceva… e fece un rapido calcolo.

“Edgeworth + Von Karma = ” ... mmm non suonava poi così male.

 

… quando mi resi conto di cosa il detective stesse leggendo era ormai troppo tardi.

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Perdonatemi per la lunga assenza, purtroppo mi sono dovuta allontanare per vari motivi che

non sto qui a raccontarvi (sarebbe troppo stressante…)

Allora, non ho tempo di rispondervi singolarmente, non mi uccidete!

 

Spero che i chappy vi piaccia e tenterò di essere più veloce nel postare… Non mi abbandonate,

care *-*

Un bacio ^^

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Capitolo 27
*** Colpo di Scena! ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 27- Colpi di scena!

 

Lo guardai con dubbio, non riuscivo a decifrare la sua espressione.

Sembrava sconvolto ma… quasi soddisfatto di ciò che aveva letto.

E aveva la solita espressione sciocca di chi cerca di pensare scioccamente.

-Le va di parlarne…? – chiese sottecchi, con una voce furbetta.

-… - abbassai lo sguardo. No, non mi andava di parlarne… e di certo

non con lui!

Sbuffai irritata e mi sedetti sulla sedia, affondando la mano nel pacco di

M&M’s. Rimasi in silenzio.

Forse se non lo avessi considerato se ne sarebbe andato dimenticando

la faccenda. Ovviamente non poteva andare così, giusto?

-Quindi… questo… mmm… questi sbalzi di temperatura sono causati da…? –

disse, lasciando la frase in sospeso.

In fretta e con aria sicura conclusi – … da febbre malarica, si!

Lui sussultò un attimo, ovviamente non aveva pensato che potesse essere

causata da questo.

-Febbre malarica…? – balbettò con dubbio, mentre cercava di pensare scioccamente.

Probabilmente nemmeno sapeva cosa fosse.

-Beh, si… hai presente la malaria? Le zanzare ti pungono e poi hai sbalzi di

temperatura continui… lo stesso, ecco – conclusi la frase abbassando la voce…

lo sapevo che in fondo non avevo la febbre malarica, e che era beh…

sbagliato… dire di avere questa brutta malattia, ma avevo appena ripescato

quest’idea dai miei ricordi di scuola e mi sembrava la più efficace.

Se ne sarebbe andato pensando di poter essere infettato.

Herr Sciattone non sembrava convinto –… ma dov’è successo?

-Credo sia successo al compleanno di Herr Phoenix Wright – risposi prontamente.

Non dovevo lasciare spazio a dubbi.

Lui sembrò pensare un attimo e poi aggiunse - … Quando?

-Sciocco, ieri sera, no? – se avevo già detto che era successo al compleanno

era ovvio che parlavo di ieri sera!

Mi guardò sottecchi, ancora sospettoso - … Come?

-Direi che mi ha punto una zanzara! Tu che ne dici? Ci sono altri modi? Adesso

mi chiederai perché mi ha morso?! – Aggiunsi con nervosismo.

-Ma ne è certa? Può dirmi con sicurezza che è stata morsa ieri alla festa? –

sembrava che mi stesse facendo il terzo grado.

-Beh… non posso! È una zanzara! Come faccio a controllare i movimenti

di una zanzara?!

-E allora come fa a sapere che è malaria? – mi guardò con dubbio.

-Sciocco per gli sbalzi di temperatura! Ti ho già detto che ho degli sbalzi

di temperatura quindi è malaria! PUNTO! – non ne potevo più.

Questa storia mi stava mandando in tilt.

Non potevo mica raccontargli cosa provavo in quel momento, come il mio

cuore battesse forte al solo pensiero… alle immagini di lui che mi balenavano

continuamente nella mente, al calore indescrivibile che mi riscaldava dentro.

Lui abbassò lo sguardo con preoccupazione – Beh, non ha informato il

signor Edgeworth di questa cosa? È grave…

Sbuffai – Si, come se potessi andare lì e dirgli “ehi, fratellino, mi sono presa

una cotta per te e ora ho sbalzi di temperatura pazzeschi a causa tua”! – mi

bloccai di colpo, rendendomi conto di ciò che avevo appena detto. Mi portai

una mano alla bocca, per bloccare il fiume di sciocche parole che avrei

ancora potuto dire.

Lui sorrise scioccamente dicendo – Yeeah, finalmente lo ha ammesso, procuratore!

Restai completamente immobile per alcuni secondi, senza reagire.

Ammesso? Ammesso??

In un millesimo di secondo afferrai la frusta e la strinsi tra le mani.

La sua espressione non cambiò. Sorrideva comunque. Strano.

-Non mi terrorizzerà con la frusta, procuratore. Potrà frustarmi quando

vuole ma non cambierà quello che prova per il signor Edgeworth. Quindi…

perché non ne parla con me?

Sospirai, lasciando cadere a terra la frusta.

Per una volta, aveva perfettamente ragione.

 

                                                        ***

 

Dopo aver faticosamente descritto ciò che era successo al detective abbassai lo

sguardo, imbarazzata.

Lui invece cominciò a canticchiare con soddisfazione – Love is in the air…

la la la… oh, love is in the air…

-La smetta Herr Sciattone! Non è divertente! – mugugnai innervosita.

Accidenti, come avevo potuto parlare di questa cosa a qualcuno? E soprattutto

parlarne con lui?!

Lui si bloccò e mi lanciò un’occhiata incuriosita. Sapevo che stava per parlare,

quindi rimasi in silenzio.

-Quindi… quando glielo dirà?

-Non ho intenzione di parlargliene – dissi velocemente. Era l’ultima cosa

che pensavo di fare.

Rivelare a quello sciocco che… impossibile!

Sarebbe stato… imperfetto. Mio padre mi aveva sempre detto che questa

era una delle regole fondamentali: mai affezionarsi a qualcuno.

Credevo di aver assimilato il concetto ormai. Davvero.

Non provavo affetto per nessuno, e non lo pretendevo più da nessuno. Ma con

Miles era sempre stato diverso… diverso fino a questo punto.

Sospirai. Ero solo una sciocca imperfetta innamorata di uno sciocco imperfetto.

-Perché si comporta così? Magari… ovviamente parlo in via ipotetica… - fissò un

punto imprecisato nella stanza, come stesse nascondendo qualcosa - … magari è

corrisposta. E invece sta soffocando i suoi sentimenti. Perché non prova a parlargliene?

“Perché è una cosa sciocca e insensata, ecco perché!” urlava una voce autoritaria

nella mia mente, mentre un’altra più sottile e spaventata diceva “Vorrei tanto dirglielo”.

Cercai di convincermi ad ascoltare la voce autoritaria.

-Non posso. Non devo. Non voglio. – risposi con lunghe pause.

-E io non ci credo. Almeno non credo al “non voglio”. Quindi adesso lei va in procura

e gliene parla, okay?

Sbuffai. Lui non poteva ordinarmi di andare da nessuna parte. Però potevo deciderlo io.

Mi alzai con ansia e dopo aver preso la frusta mi diressi verso l’ingresso.

Non ero nelle mie piene facoltà mentali mentre mi accomodavo al posto del

passeggero e credevo di poter vivere un sogno. Mi sbagliavo.

 

                                                         ***

 

*Speciale POV Miles*

 

Franny e Wright. Franny e Wright! FRANNY E WRIGHT!

Queste parole continuavano a martellarmi nella mente. Non riuscivo a togliermele

di testa.

Quella carta.

Di certo… di certo era successo quando era stata attaccata da de Killer. Aveva

impiegato il suo tempo nel ritrarre Wright… perché lui? Perché su quella foto c’è scritto “Nick”?

Perché non c’è scritto “Miles”?!

-Buongiorno signor Edgeworth! – trillò con estrema gaiezza Adrian Andrews – Come sta?

-Da schifo… - mugugnai. Non ero riuscito a mantenermi calmo.

Lei sembrò stupita dalla mia affermazione e si avvicinò con curiosità. Mi fissò

un attimo con dubbio, poi aggiunse – Oh, poverino… ti farò stare meglio!

In un attimo le sue labbra si imposero con forza sulle mie. Arretrai confuso, ma lei

continuava a starmi appiccicata. Perché non la smetteva?!

 

Mentre cercavo di liberarmi sentì il sussurro di una voce ferita – Miles…?

Mi staccai con forza da quella stupida segretaria, fissando con ansia un paio di occhi color del cielo.

 

*Speciale POV Miles… fine*

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Scusateeeee!!!

Okay, basta. Avrete sicuramente capito che il mio ritmo si è ridotto a “mensile” dopo essere

passato per “giornaliero” e “settimanale”.

Inutile stare qui a piangermi addosso xD

 

Danielle: Ma cara non scusartii!! Non ce n’è bisogno… sappiamo entrambe che a volte il tempo manca

per tutto, anche per scrivere un capitolo decente -.-’’’

E poi sai benissimo che anch’io sono indietro con le recensioni… spero che ti piaccia il capitolo! =)

 

Simo Chan: Ehy che bello avere nuove lettrici ^^

O.o sono felice che ti piaccia così tanto, ho notato anche i tuoi commenti sul forum… eh si sono

stata assente spero di poter recuperare!

Quindi tu hai già letto fino all’altro colpo di scena, eh? Beh ti toccherà attendere un po’ xD

 

Nella speranza di essere più fedele alle mie promesse, un bacione =)

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Capitolo 28
*** Dolore ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 28- Dolore

 

Sciocca. Ero stata solo una sciocca.

Barcollai giù per le scale mentre sentivo chiaramente una lama

fredda attraversarmi il cuore.

Come avrei mai potuto pensare che io e lui…? Era una cosa

talmente insensata e imperfetta…

-Franziska, aspetta! Senti io non… - sentivo ancora la sua voce

dietro di me, mentre i passi cominciavano ad affrettarsi per

raggiungermi.

Non avevo detto una parola. Lui NON doveva sapere come mi

sentivo male in questo momento. Nessuno doveva saperlo.

Sarei riuscita a restare calma e perfetta, come una vera Von

Karma. Nessuna emozione doveva scalfirmi, o almeno così mi

aveva insegnato mio padre.

Una Von Karma non deve provare emozione, o diventerebbe

debole. E io non dovevo farmi vincere dai sentimenti.

Quindi mi raddrizzai e cercai di affrettarmi con scioltezza verso

l’uscita dell’edificio. Ripresi un’espressione seria e priva di emozione

e guardai dritto davanti a me mentre raggiungevo la porta.

-Franziska, vuoi ascoltarmi un attimo?!

Sussultai nel sentire la sua voce improvvisamente vicina… come

aveva fatto a raggiungermi?

Sentì che mi sfiorava una spalla, nel tentativo di bloccarmi.

Ovviamente lasciò dietro di sé un sentiero di fuoco.

Lo scrollai immediatamente, cercando di restare concentrata sulla

porta.

Dovevo uscire da quel posto infernale…

-Per favore, possiamo parlare? Franziska, ascoltami! – la sua voce

sembrava così preoccupata… forse avrei dovuto voltarm… no! NO!

Non dovevo avere nessun dubbio. Non dovevo lasciarmi trasportare

da quell’insopportabile desiderio di ascoltarlo.

-Non ho niente da dirti. Hai la tua vita dopotutto – sussurrai

abbastanza piano affinché possa sentirmi solo lui. O forse per coprire

la mia voce spezzata dal nodo che avevo in gola.

Lui si bloccò un attimo, come a decifrare ciò che avevo appena detto,

e io mi approfittai del vantaggio per sfuggire via.

 

L’aria gelida all’esterno mi fece rabbrividire.

Mi strinsi nelle spalle e mi avviai velocemente verso il parcheggio

della procura. Non dovevo fermarmi, né voltarmi.

E non dovevo assolutamente…

Sentii che le mie guance accaldate venivano lentamente rigate da

quelle lacrime che non riuscivo più a ricacciare indietro.

Sul viso, si ghiacciavano istantaneamente, accrescendo quel freddo

glaciale che sentivo nel cuore.

Con le mani che tremavano, infilai le chiavi nella serratura dell’auto

e mi sedetti al volante.

Sentì il motore accendersi e allora… solo allora… riuscì ad espirare.

E a piangere.

 

                                          ***

 

“28 giugno, ore 15:22, seduta su una panchina, giardini pubblici

 

Herr Di     o,

scusa se manca parte del tuo nome, ma una lacrima l’ha cancellato.

Io… non dovrei. Non dovrei piangere. Un Von Karma non piange.

Un Von Karma non prova sentimenti.

Un Von Karma non ama e non soffre per… amore.

 Ma allora, mio padre aveva ragione. Quando diceva che non sarei stata

mai all’altezza del mio nome, di essere sua erede, non mentiva.

Sono solo una sciocca ragazzina che crede ancora nelle favole…?

Nell’”e vissero per sempre felici e contenti”?

Credevo davvero che lui sarebbe stato il mio principe e mi avrebbe

portato via in sella al suo cavallo bianco…? Dev’essere così.

Per un momento avevo davvero creduto che ci sarebbe stato un lieto fine.

Non voglio pensarci troppo, o attirerei l’attenzione di qualcuno con

i miei singhiozzi. Non posso farci nulla… sono involontari.”

 

Sentii la leggera pressione di qualcosa che sbatteva contro il mio piede.

Abbassai lo sguardo focalizzando una palla blu con sopra lo stemma

del Samurai d’Acciaio.

Un bambino di circa cinque o sei anni si staccò dal gruppetto che

giocava lì vicino per avvicinarsi alla mia panchina.

Mi guardò un attimo con sguardo prudente per poi riprendere la palla.

-Mi s-scusi signorina – disse, con voce educata e abbassando lo sguardo.

-Stai un po’ più attento, sciocco di un ragazzino!

Il piccolo corse letteralmente via spaventato. Non era mia intenzione

reagire così… ma non volevo la presenza di nessuno accanto a me e poi

quel ragazzino mi aveva fissato in modo così penetrante.

 

“Gli somiglia. Mi ricorda molto lui da gi     ne… aveva quello stesso

sguardo prudente e… capace di leggerti dentro.

Accidenti! NON devo pensare a Lui. No.

Non devo pensare a come mi ero sentita stranamente felice pensando

a noi due, insieme… e l’orribile dolore che mi ha trafitto nel vederlo

con quell’insignificante segretaria praticamente spalmata sopra.

Basta… io non voglio soffrire per lui. Non posso. Non devo.

Invece sto soffrendo. E tant      imo.

 

A dopo, Caro Diario”

 

Lo chiusi con dolcezza, accarezzandone la copertina. Quante cose

erano successe da quando l’avevo comprato… quel piccolo diario nero

con intarsi dorati, l’unico che custodisse i miei segreti.

Si, i miei segreti. Perché un Von Karma non doveva avere sentimenti…

e invece io li nascondevo lì.

Un tuono squarciò il cielo all’improvviso. Poi una pioggerella leggera

cominciò a cadere lentamente.

Guardai in su con sguardo accigliato. E adesso…?

 

-------------------------------------------------------------------------------------

 

Alors, c’è da dire che stavolta sono stata più veloce, no? XD

Okay, forse è meglio che stia zitta… non prima di aver commentato le vostre

splendide recensioni!

 

Simo Chan: Eccoooomiiii!!! XD

Eh si purtroppo è una brutta situazione… che si complicherà sempre di più!

Dovremmo fare un Anti-Andrews Fan Club, che ne dici? =)

 

Solar: eh si, si lo so che hai cambiato nome! In Kaleidon, poi!!! XD Però è carino

come nick, mi piace davvero =)

Non scusarti, davvero… siamo stati lontani un po’ tutti, e tutti ci faremo perdonare!

 

Bene, commentate please! Lo so che l’avete già letto ma avere i vostri

commenti qui mi farebbe molto piacere, grazie =)

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Capitolo 29
*** Incontro con le Fey =) ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 29- Incontro con le Fey =)

 

*Speciale POV Miles*

 

Non sapevo dove cercarla. Lei non era di qui… non aveva un

posto dove andare.

-Dove sei, Franziska? – sussurravo tra me e me mentre guidavo

per le strade della città. Non poteva essere andata lontana, giusto?

Dovevo ammetterlo, la sua reazione mi aveva spaventato molto.

Non avevo mai visto una tale espressione sul suo viso… era…

non sapevo. Non me lo sapevo spiegare.

I suoi occhi… i suoi profondi occhi azzurri esprimevano un dolore

acuto… indescrivibile. Ma è stato quasi un lampo: la sua

espressione si era subito indurita, si era di nuovo nascosta sotto

la sua maschera di perfezione.

Sentì un tuono in lontananza, mentre la macchina cominciava a

bagnarsi per la pioggia. Pioveva.

Dov’era lei…? Perché era fuggita via?

Cosa stava facendo adesso… era al riparo? O sotto la pioggia?

Sentivo che presto il mio cervello sarebbe scoppiato per la

preoccupazione.

Sospirai, mentre cercavo di mettere apposto i miei pensieri, di

catalogare gli avvenimenti di oggi.

 

1) Franziska non stava bene, sembrava che avesse la febbre.

2) Mi aveva chiesto di mandare quell’orribile busta a Wright.

3) Quella segretaria aveva avuto la straordinaria idea di baciarmi.

4) Franziska mi aveva visto.

 

-uhm… - mugugnai ripensando all’ultima affermazione. Che ci

faceva Franziska in ufficio? Non era malata?

Avevo mandato Gumshoe a controllare come stava e solo mezz’ora

dopo me l’ero ritrovata davanti.

E questo non lo capivo proprio. Cosa era successo quella mattina?

Con gli occhi sulla strada presi il cellulare dalla tasca e premetti il

pulsante “4” per la chiamata rapida. Dovevo cercare di capirci di più.

Una voce chiaramente incuriosita e felice mi rispose – Pronto?

Signor Edgeworth?

-Gumshoe – risposi con voce seria e monocorde – sei andato a

far visita a Franziska?

Decisi di omettere il fatto che l’avevo vista poco prima. Volevo

sapere perché era uscita di casa.

-Ehm, si signore… non… non l’ha vista? – chiese con prudenza.

Ah, allora lui sapeva. Bene. Meglio far finta di niente ancora per

un po’.

-Vista…? Ma non aveva la febbre? – risposi con voce apparentemente

sincera.

Dovevo sembrare abbastanza convincente perché disse – Beh,

signore, lei aveva detto che doveva discutere qualcosa di importante

con lei…

Qualcosa di importante. Beh, era fuggita via. Forse non era così

importante.

Sospirai, quando voltando su un’altra via, notai che era deserta.

Non era nemmeno qui.

-Qualcosa non va, signore? – chiese preoccupato Gumshoe, doveva

aver sentito il mio sospiro sconfitto.

-Non riesco a trovarla.

-Chi? – ma aveva la testa tra le nuvole?

-Franziska! Non la trovo da nessuna parte… non so che fine

abbia fatto e non ho idea di dove possa andare – mi sfuggii un gemito.

Okay, la disperazione cominciava a farsi sentire. E il detective se

ne accorse.

-… è successo qualcosa. Racconti, sa che si può fidare.

 

*Speciale POV Miles… fine*

 

                                          ***

 

Un albero di certo non poteva ripararmi dalla pioggia. No.

Potevo tornare in auto e aspettare che smettesse di piovere, ma nemmeno

questa era una geniale idea… dopo sarei tornata al punto di partenza.

Di certo non sarei tornata a casa. Cioè non a casa SUA. Ma nemmeno

a casa mia, non entro poco tempo almeno… e poi non avevo più i

miei vestiti e tutti i miei effetti… erano lì.

Potevo andare in albergo per un po’.

Pessima idea.

Non sarei tornata lì nemmeno sotto tortura… non dopo ciò che era

successo l’ultima volta.

Quindi l’unica alternativa che restava era… mmm… non c’era nessun’ultima

alternativa.

Sospirai, mentre sentivo già i miei capelli inumidirsi per la pioggia.

Nel giro di due minuti sarei stata totalmente bagnata… ugh.

Mentre ero assorta nei miei pensieri sentì una strana pressione sul piede.

Abbassai lo sguardo focalizzando una palla blu con sopra lo stemma

del Samurai d’Acciaio.

Mmm… di nuovo? Che strana sensazione di deja-vù…

Quasi mi aspettavo di rivedere il bambino dagli occhi penetranti.

La persona che si avvicinò aveva di certo degli occhi penetranti, ma

molto più del bambino di prima.

-Ciao, signorina Von Karma! Che ci fai qui…? – chiese la piccola Pearl

Fey con curiosità, raccogliendo la palla ai miei piedi.

Sospirai – Ciao Pearl… potrei farti la stessa domanda – mugugnai.

Non mi andava di raccontare i miei problemi anche a lei. Già

parlarne con quello sciocco di Herr Sciattone era stata un’enorme

sciocchezza.

Lei mi guardò senza capire, poi continuò – Dov’è il signor Edgeworth…?

Perché oggi non è con lei?

Ugh… ci mancava solo questo. Perché non era con me? Ovvio.

Perché stare con la propria “sorellina” quando si può stare appiccicati

ad una stupida segretaria?!

Sentivo che mi stava venendo la nausea al solo pensarci.

Mentre ancora la bambina aspettava una mia risposta, sentii una

voce provenire da non molto lontano.

-Pearly! Torna qui, sta piovendo! Dovremmo tornare al villaggio… - la

voce di Maya Fey si affievolì quando mi vide. Adesso il suo sguardo

era sinceramente curioso.

Accennai un sorriso mentre le rivolgevo un cortese “ciao”, poi tornai

a fissare il terreno…

-Ciao, Franziska. Sembri stranamente sconvolta… è successo qualcosa? – si

avvicinò e con l’ombrello tentò di ripararmi dalla pioggia, anche se

ormai ero bagnata fradicia.

-… va tutto bene. Sto perfettamente – tentai di ricompormi.

La sensitiva fece una faccia per niente convinta poi, non prima di

aver controllato se la mia frusta era nelle vicinanze, mi prese

cautamente per mano.

-Uhm… che ne dici di riparlarne all’asciutto, magari?

Quasi a voler implorare il suo aiuto, ebbi un brivido involontario…

seguito da un sospiro rassegnato.

Mentre mi alzavo e seguivo riluttante le due ragazze in viola, non

potevo che chiedermi…

“Perché non sono rimasta in Germania?!”

 

-----------------------------------------------------------------------------------------

 

Uffaaaa >.<

Sapete…? Credo che metterò in pari i capitoli di qui con quelli del forum così non

potrete più leggerli in anticipo u.u

No no non sono arrabbiata, però vorrei trovare le recensioni qui come le trovo lì…

 

Simo Chan: Wow sei molto… combattiva! Beh, credo che io avrei reagito esattamente

come Franny (forse perché sei tu che scrivi la storia?? -.-’’ n.d.Franziska)

O.o ehm forse si… comunque si si creiamo il Fan club!! (come facciamo esattamente?) uhm…

 

Beh, a presto!

E se non recensite vi frusto *-*

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Capitolo 30
*** Abitudini Del Villaggio Kurain ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 30- Abitudini del villaggio Kurain

 

“29 giugno, ore 03:00 (circa), sul letto, Residenza Fey, Villaggio Kurain

 

Herr Diario…

Non ho idea del come mi sono ritrovata qui. Cioè non so come mi sono

lasciata convincere ad essere ospitata in questo villaggio sperduto in mezzo

al nulla e pieno di strane persone vestite da hippy… mah.

Comunque… sono qui. Abbastanza lontana da quella città infernale e abbastanza

lontana da LUI. Spero che questo basti a farmi passare questa “cotta” imperfetta.

So che posso riuscirci. Devo solo essere fedele al credo dei Von Karma.

Si, posso farcela… posso cancellarlo dalla mia mente.

 

A domani, Liebster Diario”

 

Spensi la lampada sul comodino accanto al letto, poi mi accoccolai sotto le coperte.

Dovevo credere in me stessa… potevo dimenticarlo.

Chiusi gli occhi.

 

-Davvero stai portando quell’anello?! Stai prendendo la faccenda troppo sul serio,

Franny – il viso di Miles era corrucciato e preoccupato.

Io inclinai la testa da un lato, fissandolo intensamente. Non capivo cosa c’era di male…

-Credo che sia tu a non star prendendo la faccenda abbastanza sul serio.

Sembra che ti sia quasi pentito della nostra promessa – sussurrai le ultime parole

quasi in silenzio.

Lui abbassò lo sguardo, con dubbio.

Il mio piccolo cuoricino da bambina sussultò.

Davvero… davvero non voleva più rispettare la nostra promessa?

Lui era l’unica persona che avesse mai mostrato affetto verso di me… io non potevo

perderlo.

Mi avvicinai di più a lui, poi gli strinsi le mani.

-Tu… non mi abbandonerai, vero? – sentivo che le lacrime mi gonfiavano gli occhi…

e la vista si appannava.

Lui mi lasciò le mani, e io mi sentì morire… ma poi estrasse qualcosa da una tasca.

-Mai, Franny – sussurrò, mentre tra le sue mani compariva un piccolo cerchio d’oro.

La piccola “F” risplendeva quasi animata di luce propria.

 

“29 giugno, ore 5:00 (circa), sul letto, Residenza Fey, Villaggio Kurain

 

È tutto inutile!

Non riesco a togliermelo dalla mente… sto impazzendo?!

A questo punto, forse la risposta è SI.

O forse non riesco a dormire più di un’ora di seguito solo a causa di questa

maledetta campana del villaggio che deve necessariamente suonare ogni ora…

ho tenuto il conto… quindi ora dovrebbero essere le cinque, a meno che per

qualche fortuito caso, non abbia sentito qualche campana.”

 

-Buongiorno, Franziska! Hai dormito bene…? – chiese Maya, con una voce così

irritante da rivaleggiare con Wendy Oldbag.

Dormito bene? DORMITO BENE??

Emisi una specie di verso indecifrabile… non mi andava proprio di cominciare già

 

adesso a lamentarmi, erano solo le cinque del mattino dopotutto.

Le cinque del mattino…? Cosa voleva quella sensitiva alle cinque del mattino?!

Anche la piccola Pearl si fiondò in stanza, tutta pimpante.

-Buongiorno, signorina Von Karma!! Che ci fa ancora a letto? Non lo sa che qui al

villaggio ci si alza alle cinque? – mi lanciò un’occhiata a metà tra il severo e il divertito.

Ah certo, ovviamente. Alle cinque. Ecco perché la campana aveva suonato in modo

molto più insistente rispetto al resto della notte.

-Uhm… - dissi senza molta convinzione.

Le due mi fissarono ancora per un secondo, poi dissero – Ti aspettiamo di sotto!

E se ne andarono saltellando.

Okay, dovevo andarmene da questo posto, o credevo che sarei impazzita.

 

                                                         ***

 

No. Cioè non potevo… no, no, no…

Io non potevo indossare questa… questa cosa!

Mi ritrovavo davanti un vestito viola… identico a quello che tutti in questo paese indossavano.

Okay, di certo non potevo rimettermi i miei vestiti… erano bagnati e stesi fuori.

Ma assolutamente non potevo indossare quell’abito!

Ecco, lo sapevo che sarei impazzita…

 

“29 giugno, ore 05:10, sempre in camera mia, Residenza Fey, villaggio Kurain

 

C’è un’alternativa? Suppongo di no…

Quindi tanto vale assecondarle e basta.”

 

Mentre mi infilai il vestito mi sfuggì uno sbadiglio. Uhm, non mi ero ancora abituata

al fuso orario… o forse era semplicemente l’ora.

 

“Il viola non mi sta bene, decisamente. Questo fiocco laterale è orribile. E quelle

sarebbero scarpe?!

Incredibile…”

 

La mia borsa vibrò leggermente, mentre musica classica si diffondeva nella stanza.

Ah, il mio cellulare. Lo presi, quasi sicura di chi stesse chiamando… e sicura di non

rispondere.

Infatti sul display lampeggiava il nome “Miles”. Sbuffai gettando il telefono sul letto…

Continuava a suonare… quando si sarebbe arreso?!

Fissai il telefono con irritazione. Spegniti. Spegniti. Spegniti!!

Niente, continuava a suonare ininterrottamente.

Decisi di lasciarlo suonare e mi avviai verso il corridoio esterno.

 

                                                            ***

 

*Speciale POV Miles*

 

-Franziska, ma perché non rispondi?! – sussurrai mentre tentavo l’ennesima chiamata.

Era già passato un giorno e nessuna notizia.

Niente. Sparita nel nulla.

Seriamente, cominciavo a preoccuparmi… dove poteva essere andata?

Non poteva essere tornata in Germania, non aveva il permesso di soggiorno. In ufficio

non è venuta… e non aveva nessuno di cui potersi fidare.

Studiai ancora una volta quella carta che mi rigiravo tra le mani da un po’. Il volto di

Wright mi osservava sorridente.

Wright…

Forse Franny aveva qualcuno di cui fidarsi!

 

*Speciale POV Miles… fine*

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

E mentre nel forum Caro Herr Diario è quasi finito, io mi ritrovo qui a postare mooolto più lentamente

questi capitoli… promettendo sempre invano!!

 

Danielle: Quanto tempo che non ci sentiamo, Dany!! Ma che dici non ti preoccupare… io mi assento

molto più spesso di te O.o

Beh ora che me lo fai notare in effetti c’è una certa somiglianza tra Caro Herr Diario e Mi piacerebbe

bla bla bla (ha un titolo troppo lungo xD) … forse perché mi piace fargli cambiare casa…? Ahahah

 

Simo Chan: Ma povero Shaaade!! Perché ce l’hai tanto con lui?? Beh ovviamente Bright è molto più

bello xò daaai xD Comunque non so che si può fare per il club anti Andrews… Boh xD

 

Solar74: certo che so da dove hai preso l’ispirazione ma non credevo ti piacesse Izzie… non è

esattamente uno dei miei personaggi preferiti xD un po’ troppo pazza per i miei gusti ^^

 

ChibiFranziska: grazie! Sono felice che ti piaccia… anche la tua fanfic è molto carina… se non mi sbaglio

ce l’ho tra le seguite ^^

 

Spero di aggiornare presto… fatemi sapere cosa ne pensate di questo chappy =)

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Capitolo 31
*** "Perché non riesco a liberarmi di lui?" ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 31- “Perché non riesco a liberarmi di lui?”

 

*Speciale POV Miles*

 

Composi in fretta il numero e una voce familiare mi rispose.

-Buonasera, studio legale Wright & Co., desidera? – chiese il mio

“amico” Wright molto formalmente e professionalmente.

-Wright. Hai visto Franziska? – più diretto di così…! Ma in effetti ce

l’avevo un po’ con lui per la storia della carta.

-Uh? Franziska? No, l’ultima volta che l’ho vista è stato proprio l’altra

sera alla mia festa di compleanno… - disse, confuso dalla domanda.

Accidenti… e io che credevo di aver trovato la soluzione! Avevo anche

detto a Gumshoe di sospendere le ricerche… ero proprio sicuro!

Sospirai.

-Edgeworth, è successo qualcosa…? – chiese Wright, la voce indicava

una leggera preoccupazione, adesso.

Okay, la disperazione mi stava davvero sommergendo. Ero così preoccupato!

-Sei sicuro di non averla vista…? Nemmeno Maya o Pearl? – chiesi come

ultima speranza.

Sinceramente, non ce le vedevo proprio quelle due sensitive insieme alla

mia “perfetta Franziska” (quel modo scherzoso di chiamarla mi fece quasi

 sorridere, come volevo che fosse qui!)…

-Beh, Maya e Pearl non ci sono… sono tornate a Kurain per l’addestramento…

Potrei provare a chiamare al villaggio – rispose lui, parlando quasi soprappensiero.

-Già… – dissi, senza prendere davvero in considerazione l’idea.

Mi rigirai tra le mani la carta, e soffermandomi a guardarla aggiunsi – Passerò

dal tuo studio, dopo…

Franziska voleva che questa carta fosse consegnata a Wright… se davvero

era la sua volontà, tanto valeva accettarla. Magari, questo l’avrebbe fatta tornare.

 

*Speciale POV Miles… fine*

 

                                                 ***

 

Non sapevo proprio come comportarmi.

Io non potevo restare lì, almeno dovevo a Maya una spiegazione… In fin dei

conti mi aveva “accolto” a casa sua senza chiedere nulla.

Ma dovevo pur spiegare il motivo per cui mi trovavo in quello stato, no?

Mentre mi dirigevo verso la stanza principale della casa, pensavo a qualcosa da inventarmi.

Da inventarmi ovvio, perché non avevo intenzione di raccontarle tutto ciò che

era successo… già raccontarlo a quello sciocco di Herr Sciattone si era rivelato un

immenso errore.

Non volevo e non dovevo cascarci di nuovo.

-Signorina Von Karma! Sei in ritardo per l’addestramento! – trillò Pearl tutta pimpante.

Prese le mie mani tra le sue e mi trascinò verso il centro della stanza, dove stava

seduta l’altra sensitiva, cioè Maya, che mi sorrise vedendomi.

-Uhm, non dovevate aspettarmi per iniziare il vostro addestramento… - dissi, un

po’ dubbiosa.

-Certo che dovevamo aspettarti, signorina Von Karma! Devi addestrarti con noi! – mi

sorrise ingenuamente.

Cooosaaa?? Addestrarmi?? Non ero mica una sensitiva, io… ero un procuratore!

Maya doveva aver dedotto i miei pensieri dalla mia espressione perché disse – Beh,

lo sappiamo che non hai poteri spirituali… ma l’addestramento può aiutare anche a

liberare la mente da pensieri che ti turbano… a riflettere… e magari a

confrontarsi… - sottolineò l’ultima parola, fissandomi in attesa.

Ecco. Lo sapevo, voleva una risposta.

E adesso io non avevo ancora preparato una scusa.

-Uhm… allora suppongo… che seguirò questo… uhm… addestramento – conclusi.

Senza aggiungere altro. E evitando di incontrare gli occhi delle due.

 

Candele verdi e blu, strani geroglifici sulle pareti, e una specie di odore d’incenso

che si propagava nella stanza… l’atmosfera era davvero strana.

Mi guardai intorno: eravamo disposte in fila di fronte a un enorme magatama, e

all’improvviso le due sensitive accanto a me cominciarono ad intonare una specie di poesia.

Non si capiva nulla… sembrava latino.

Avevano chiuso gli occhi e sembravano molto concentrate. Io cercavo di imitarle,

solo per non essere irrispettosa verso di loro ma… non riuscivo a concentrarmi su

qualcosa che non fosse… lui.

Chiudevo gli occhi e incontravo i suoi.

Quegli occhi gentili e spesso misteriosi, quando avevamo passato bei momenti,

come la scelta del mio vestito o il modo protettivo con cui mi aveva stretto a sé dopo

l’incidente con de Killer… o quegli occhi così confusi e colpevoli, quando l’avevo trovato

in compagnia di quella segretaria.

Aprivo gli occhi sussultando, e ritrovandomi in quella stanza quasi buia, illuminata

fiocamente dalle candele.

Perché? Perché non riuscivo a liberarmi di lui?

Perché il mio cuore sussultava così dolorosamente?

Mi resi conto di stare piangendo e singhiozzando solo quando vidi gli sguardi

preoccupati delle due Fey.

 

Qualcuno bussò leggermente sulla porta scorrevole della stanza.

Poi la porta si aprì leggermente, rivelando gli occhi ansiosi di Maya.

-Franziska… posso entrare?

“Se proprio devi” pensai tra me, ma le feci cenno di accomodarsi all’interno. Dopotutto

si stava solo preoccupando per me.

Si sedette sul letto, guardandomi con sguardo di sincera preoccupazione. Ma sapevo

che non gliene importava nulla, ne ero certa… anzi sicuramente dentro di sé stava ridendo.

-Senti, tanto lo so che ti stai divertendo della mia sciocca situazione, quindi ridi frau Maya

Fey! – sbuffai con rabbia e tristezza insieme.

Lei sbarrò gli occhi sentendo questa mia affermazione. Poi però mi guardò decisa.

-Non ho intenzione di ridere di te, Franziska. Voglio solo aiutarti, davvero… - disse.

Non riuscì a reggere il suo sguardo e fissai il pavimento.

Voleva che mi fidassi. Voleva aiutarmi.

Ma io… potevo davvero fidarmi…?

Alzai di nuovo lo sguardo su di lei, che aspettava una mia risposta.

-Si tratta di Miles…

Lei annuì energicamente dicendo – Lo immaginavo.

 

-Vuoi dire che lui stava baciando Adrian Andrews?!? – gli occhi di Maya erano

spalancati per lo stupore.

In realtà non avevo intenzione di raccontarle proprio tutto, ma… è come se fossi diventata

un’automa. Appena avevo cominciato a parlare, non ero più riuscita a fermarmi e

non avevo trascurato nessun dettaglio circa tutto quello che era successo.

-Esatto… - annuii con aria triste. Lei invece sembrava piuttosto arrabbiata.

-Come ha potuto! Non credevo che il signor Edgeworth fosse così… così…! – non riusciva

nemmeno a concludere le frasi, tanto la cosa l’aveva sconvolta.

-…sciocco – conclusi io per lei.

-Uhm… - disse lei pensando intensamente – non era proprio l’aggettivo che avrei usato io ma…

Sospirai. Mi sentivo male. Troppo male.

Maya si avvicinò a me e poi, dopo aver valutato la situazione, mi abbracciò improvvisamente.

Sentì uno strano calore nel petto… mi sentivo davvero meglio.

-Non preoccuparti… puoi fidarti di me. Puoi restare qui quanto vuoi. Capisco davvero cosa

stai passando…

-Danke, Maya – sussurrai. Per me era strano dire “grazie” a qualcuno… ma in quel momento

 mi sembrò quasi naturale.

Poi la sensitiva si alzò e si diresse verso la porta, sorridendomi.

Prima che uscisse dalla porta dissi, quasi senza pensarci – In che senso capisci davvero

cosa sto passando?

Lei si voltò rivelando una strana luce triste e sofferente negli occhi… la mia stessa luce.

 

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Capitolo 32
*** Le Nostre Situazioni Erano Piuttosto Simili ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 32- Le nostre situazioni erano piuttosto simili

 

 

“29 giugno, ore 19:38, corridoio esterno, Residenza Fey, Villaggio Kurain

 

Caro Herr Diario,

confidarsi è stato… faticoso. Ma adesso mi sento davvero più leggera, si.

Specialmente dopo ciò che ho saputo. Riporto qui la… uhm… la confidenza

di Maya.

 

Maya tornò a sedersi accanto a me, sbuffando. Sorrideva in modo piuttosto

triste.

-Beh, sai… è difficile. È difficile stare accanto alla persona che ami fingendo

di essere solo un’amica – abbassò lo sguardo, titubante.

La fissai cercando di comprendere le sue parole.

Davvero si stava riferendo a Herr Phoenix Wright…?

-Maya, non devi parlarmene se non vuoi. Il fatto che io mi sia confidata con

 te circa… uhm… - presi fiato, mi veniva piuttosto difficile dire il suo nome

senza sentire quasi uno squarcio nel petto - … circa Miles non ti costringe a

raccontarmi niente, davvero.

Lei mi guardò con aria triste, poi scosse la testa dicendo – No, cioè non mi

va di parlarne ma… ne ho bisogno. E visto che ti trovi nella mia stessa situazione…

Sorrisi.

Beh, in effetti le nostre situazioni erano piuttosto simili. Ma la mia era di

certo la peggiore…

D’altronde, Wright non era il fratello adottivo di Maya.

E suo padre non era stato ucciso da quello della ragazza.

E lui non aveva baciato la segretaria davanti a lei.

E… un sacco di altri problemi. Si, la mia situazione era peggiore.

Glielo feci notare.

-Allora intendi dire che ho più probabilità di successo rispetto a te? –

mi guardò con sguardo interrogativo.

-Selbstverständlich (ovviamente), Maya – risposi con sicurezza. Non

conoscevo altri modi per consolarla.

-Uhm, non che sia una gran consolazione… - sussurrò tra sé.

Io alzai le spalle. Almeno era più fortunata di me.

 

…Beh, in pratica Maya è innamorata di Herr Phoenix Wright. Strano ma

allo stesso tempo ovvio.

Mi sarebbe piaciuto restituirle la carta. Si, intendo QUELLA carta.

Ma solo adesso mi è venuto in mente che avevo chiesto a… Miles… di

spedirla a Wright.

Chissà se l’ha fatto. Suppongo di no, era troppo impegnato a sbaciucchiare

quella Adrian Andrews.

Probabilmente la carta non arriverà mai al destinatario… peccato.

Credo che avrebbe in un certo senso aiutato Maya…mi dispiace un po’ per lei.

Mi ha detto che di solito il suo caro “Nick” la considera una ragazzina.

Beh, in effetti Maya è un po’ infantile, non sembra nemmeno che abbiamo

la stessa età… ma in fondo è… ok.

Adesso è meglio che vada, sembra che ci sia un po’ di confusione nella

stanza qui accanto. Vedrò che sta succedendo.

 

A presto, Caro Diario

P.S.: Herr Diario…? È così che ci si sente quando hai qualcuno di cui

puoi fidarti? Quando credi di avere un’amica? Forse sto viaggiando troppo

con la fantasia.”

 

 

Pearl mi venne incontro con un sorrisone.

-Signorina Franziska! Abbiamo ospiti!! – sembrava al settimo cielo.

Le lanciai uno sguardo interrogativo, mentre lei mi prendeva per mano e

 mi trascinava nella stanza accanto.

Poi mi fece cenno di restare in silenzio e mi portò dietro un paravento.

Da lì mi lasciò osservare la scena.

-Non sono carini? – mi sussurrò in un orecchio mentre ridacchiava e

cercava di mantenere il silenzio.

Da dietro quel paravento potevo osservare bene la situazione: Maya stava

parlando con Herr Phoenix Wright! Che ci faceva lui lì??

Se mi avesse visto in quel posto e con quegli abiti cos’avrebbe pensato?!?

L’avrebbe di certo detto a Miles e lui sarebbe venuto a cercarmi… non

potevo sopportare di rivederlo.

Cercai di tendere l’orecchio e sentire cosa si dicevano.

-… sembra che sia molto agitato per la sua scomparsa. Mi ha persino costretto

a prendere il treno per venire qui. Voleva che ti chiedessi se l’hai vista… so

che è praticamente impossibile che sia qui ma… - Phoenix sembrava piuttosto

preoccupato.

-Il signor Edgeworth è davvero così preoccupato per lei? – chiese Maya con

dubbio. Lanciò un’occhiata di sospetto a Wright.

Probabilmente essendo a conoscenza di tutto ciò che era successo voleva

testare la sincerità dell’avvocato.

Miles, lui era davvero preoccupato per me? Davvero?

Quel pensiero mi provocò un’ondata involontaria di calore che si sostituì

immediatamente al ghiaccio che mi trafiggeva il cuore, sciogliendolo.

Sentii le mie guance avvampare e la temperatura innalzarsi di almeno un grado.

Cercai di rimanere calma. Ci provai. Ma non potevo rimanere lì.

-Pearl, io devo… devo uscire a prendere una boccata d’aria… - sussurrai

con evidente disagio.

Poi mi voltai per tornare al corridoio esterno, urtando inevitabilmente

contro il paravento.

Quello cadde sul pavimento con un tonfo, attirando l’attenzione dei

vari presenti nella stanza.

Io sobbalzai, vedendo Herr Phoenix Wright e Maya voltarsi verso di me,

e mi avviai praticamente di corsa verso la mia destinazione.

-Non può essere… quei capelli color cielo… Franziska! – disse Wright

con un tono di voce chiaramente stupito.

Io continuai a camminare senza voltarmi, chissà se sarei passata per

qualche altra sensitiva del villaggio.

Per la prima volta della mia vita, maledii il colore così raro dei miei capelli.

 Era praticamente impossibile non riconoscermi.

-Franziska? – chiese ancora Wright, sempre più convinto.

Superai il corridoio esterno entrando nella stanza del riposo, e mi chiusi

la porta alle spalle.

I miei occhi incontrarono i suoi solo per un attimo, mentre lui mi

fissava con curiosità.

Poi rimasi sola nella stanza.

Lasciai andare il fiato che avevo trattenuto finora.

Salva. Per il momento, almeno.

 

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Sian: si in effetti penso che la storia nel complesso possa risultare un po’ triste… ma

spero non sia depressiva o.O

Questo è uno dei momenti peggiori, suppongo ^^’’’

 

A presto, baciuzzi =D

Ah, vi piacciono per caso i Fantastici Quattro? Ho scritto una nuova FF su di loro,

dateci pure un’occhiata se vi va… si intitola “Come il Sole e la Pioggia…”

 

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Capitolo 33
*** Ancora Quella Carta! ***


CARO HERR DIARIO…

CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 33- Ancora quella carta!

 

 

-Maya, che ci fa lei qui? E perché non me l’hai detto subito?! – sbuffò

Phoenix con evidente fastidio.

Edgeworth era stato molto chiaro con lui: era tremendamente

preoccupato, aveva persino creato una squadra di ricerca per ritrovarla!

Certo, Phoenix non si sarebbe mai aspettato di trovare “Franziska

Von Karma, il Genio, il Procuratore Perfetto” al villaggio Kurain, ma…

perché Maya non l’aveva avvisato?

-Perché… lei non vuole – tagliò corto Maya.

Franziska le aveva chiesto di non dire a nessuno della sua presenza

qui e lei aveva deciso di aiutarla. D’altronde si trovavano nella stessa

situazione e lei era l’unica a capirla.

-…Potresti spiegarti meglio? – chiese Phoenix, che ancora non capiva.

-Beh, Franziska ha semplicemente… uhm… litigato con il signor

Edgeworth, e non le va proprio di tornare in città – rispose la sensitiva,

senza dare troppi dettagli.

L’avvocato in blu non sembrò convinto.

Ma, in effetti, non conosceva la situazione. Forse avevano davvero

 litigato…

 

*Flashback*

 

Il procuratore in rosso aveva appena varcato la soglia del suo studio,

l’espressione sul suo viso indecifrabile… come al solito.

-Ciao, Edgeworth… come va? – chiese Phoenix senza pensarci troppo.

Di certo non si aspettava una reazione del genere da lui…

-Come va?! COME VA?? E me lo chiedi anche? – cominciò Miles, che

sembrava quasi diventato un altro.

Phoenix non poté non stupirsi : doveva essere proprio un problema

serio, non aveva mai visto l’“amico” reagire in questo modo… nemmeno

quando era un bambino. Era sempre stato molto razionale e calmo.

Intanto il procuratore continuava il suo monologo – Sai Wright? Non

credevo che tu fossi così insensibile! Credevo di potermi fidare… e

invece? Proprio tu di tutta la gente che c’era…

Phoenix ovviamente non capiva.

Edgeworth stava parlando di qualcosa di totalmente sconosciuto.

-Sai che ti dico? Forse dovrei assecondarla! Ecco perché sono venuto…

magari riuscirò a rivederla, almeno! E poi te la terrai tutta per te, caro

il mio Wright! – il procuratore si fermò per riprendere fiato.

Sembrava sul punto di scoppiare, poveretto. Chissà cosa gli era successo…

-… Edgeworth, perché non ne parliamo con calma?

Lui sembrò cercare di riprendere il controllo, respirando profondamente.

Poi ricominciò a parlare, stavolta lentamente e con un tono di voce

normale.

-Allora. Wright… ti ricordi quando ti ho chiesto di fingere che stessi

male per spingere Franziska a tornare in America? – scandì le parole

in modo chiaro e preciso.

L’avvocato annuì, pur essendo confuso da questa premessa: Miles

aveva giustificato questa specie di “strategia” dicendo che voleva aiutare

la ragazza ad essere un vero procuratore, colui che cerca la verità e

non la vittoria.

Phoenix gli aveva creduto, sembrava che lui volesse istruirla… ma che

c’entrava questo con il discorso?

Miles continuò – Quando è successo, il mio scopo era cambiare

Franziska… ma… ci siamo riavvicinati, quasi fossimo tornati bambini…

Rimase in silenzio, soppesando le parole. Phoenix lo ascoltava attentamente.

-Ma… improvvisamente lei se n’è andata. Non sono sicuro del perché…

e io… - lasciò la frase in sospeso.

-… sei preoccupato, suppongo – concluse l’avvocato.

Certo, non poteva immaginare tutto ciò che stava succedendo intorno

a questa faccenda.

Poi Edgeworth gli porse qualcosa, una carta.

L’aveva già vista una volta, nemmeno troppo tempo fa… la carta di de

Killer! Anche se questa era un po’ diversa: qualcuno l’aveva modificata

con un pennarello, e adesso la conchiglia rosa sembrava più il profilo

del viso di qualcuno… il suo!

E poi il nome, che non lasciava spazio a dubbi… “Nick”!

Phoenix la studiò con attenzione. Quella scrittura gli era abbastanza

familiare, anche se non riusciva a capire di chi fosse.

Miles sospirò, lanciando un’ultima occhiata alla carta.

-Ci teneva che tu l’avessi… deve avere un significato particolare per voi

due, no?

 

*Fine Flashback*

 

Phoenix prese la carta da una tasca, studiando ancora una volta il disegno

raffigurato.

“Deve avere un significato particolare per voi due” aveva detto. Per lui

e Franziska?!

 Mentre ripensava a tutto ciò, non notò la faccia di Maya cambiare alla

vista di quella carta: dal chiaro colorito rosa a un bianco pallido, per poi

passare al blu e dal viola a un rosso fiammante.

-D-Dove hai preso q-quella carta, N-Nick? – sussurrò balbettando in

preda all’imbarazzo.

Lui alzò lo sguardo, incuriosito dal tono preoccupato di Maya, e studiò la

sua espressione con interesse.

Voleva proprio capirci di più su questa storia, e sembrava che la sensitiva

sapesse qualcosa…

-Questa carta… - cominciò Phoenix, ma fu subito interrotto dal fiume di

domande che Maya non riuscì a trattenere.

-Chi? Dove? Quando? Perché? Come…? – sembrava in preda ad una crisi

isterica.

Phoenix non capì il senso di quella reazione e con ingenuità rispose – Credo

che abbia a che fare con Franziska…

Maya ebbe quasi un infarto. La carta non aveva nulla a che fare con Franziska!

La carta era SUA e… beh… aveva un certo significato.

Si sentì tremendamente arrossire e quasi con le lacrime agli occhi per

l’imbarazzo disse – Allora visto che ha a che fare con Franziska, perché non

ne parli con LEI??

Poi si voltò e corse via verso la sua stanza, chiudendosi dentro.

Phoenix restò totalmente sconvolto dalla sua strana reazione e lo stesso

Pearl, che ovviamente aveva spiato l’intera conversazione.

“Perché Maya ha reagito così?” non poterono che chiedersi entrambi.

 

Che stupida! Perché si era lasciata così andare alle emozioni! Praticamente

ce l’aveva scritto in fronte, era piuttosto chiaro…

Mancava solo un’insegna luminosa che dichiarasse “Io amo Phoenix Wright”!

“Hai molte più possibilità di riuscita rispetto a me” l’aveva consolata Franziska…

anche se ne aveva di più non significava che la cosa fosse tremendamente impossibile.

 

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Capitolo 34
*** Odio et Amo ***


CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 34- Odio et Amo

 

“30 giugno, ore 6:00, sul letto, Residenza Fey, Villaggio Kurain

 

Herr Diario,

è strano. Sono già le sei del mattino e nessuno si è ancora fatto

 vivo. E non si sente alcun rumore nelle stanze accanto. Spero che

la mia presenza qui non stia turbando i delicati equilibri di questo

villaggio ma… non ne sono sicura.

E poi quel Phoenix Wright!!! Che ci fa qui? Spero proprio che non

avvisi Miles che mi trovo qui o da “bravo fratello maggiore” dovrà

venire a prendermi… Oh, quanto vorrei poter ritornare in Germania!

Comunque… sono tremendamente imbarazzata: quello sciocco

avvocato mi ha visto con questo sciocco vestito! Herr Diario, ti

rendi conto??

Che disonore per una Von Karma…

 

Sono così agitata da tutto ciò che avevo quasi dimenticato il fattore “M”.

Potrei scrivere un poema con tutto ciò che sento in questo momento…

ma credo si possa riassumere tutto in questa piccola frase: Odio et Amo.

Lo odio perché, lo devo ammettere, io mi fidavo di lui. Era l’unica

persona che aveva mai avuto per me un briciolo di affetto… gli volevo bene.

Niente meglio di quell’anello che ho inconsapevolmente portato

con me può dimostrare tutto ciò. Era la nostra promessa… e lui l’ha

 infranta. Ecco perché lo odio, con tutta me stessa.

… e lo amo, con tutta me stessa.

 

Auf Wiendersehen, Caro Diario”

 

Sospirai, mentre chiudevo a chiave il diario e lo riponevo nella mia borsa.

Speravo che oggi avrei avuto modo di… pensare e rilassarmi. Magari

fare luce sulle mie emozioni, visto che ero ancora tremendamente confusa.

Ma sbagliavo, come al solito.

 

Svoltai l’angolo e una figura mi si presentò davanti. Come sospettavo,

non avrebbe potuto evitare di parlarmi, vero…?

-Herr Phoenix Wright – dissi con voce atona.

Lui mi fece cenno con la testa, studiandomi dalla testa ai piedi.

Ovviamente, portavo ancora quegli sciocchi vestiti, ma decisi di tener

duro e lo fissai con sguardo sprezzante.

Aspettai a lungo, in silenzio, finché non si decise a parlarmi…

-Franziska… che ci fai qui? – chiese. La sua voce sembrava leggermente

preoccupata.

-Non sono cose che ti riguardano, sciocco – ribattei con fastidio.

Lui sorrise apparentemente divertito dalla risposta e ridendo disse fra sé

“Ah, allora è davvero lei, avevo ancora qualche dubbio”… il che m’innervosii

enormemente.

Mi voltai per andarmene, ma lui con agilità mi bloccò, tenendomi per mano.

-Per favore, aspetta… scusa. Non volevo darti fastidio – sussurrò,

riprendendo a parlare seriamente.

Gli lanciai un’occhiataccia, disgustata. Cos’altro voleva da me, apparte

deridermi??

-Ascolta, Edgeworth è molto preoccupato per te… perché non rispondi alle

sue chiamate? Perché ce l’hai tanto con lui? – la presa sulla mia mano si

rafforzò, notando che cercavo in tutti i modi di divincolarmi per sfuggirgli.

“Lasciami in pace, lasciami in pace!!” urlava la mia mente, ma

stranamente non riuscivo a dire una parola. Non riuscivo a difendermi.

Perché in fondo, volevo rispondere alle chiamate di Miles… perché

in fondo non ce l’avevo poi così tanto con lui… perché in fondo, nel

mio animo, l’avevo già perdon… aaaAARRGGHH!!

Non dovevo pensare a queste cose!!

-Ho detto che non sono affari tuoi, herr Wright! – urlai riuscendo

finalmente a liberarmi dalla presa.

Lui fece qualche passo indietro, scrutandomi. Fortunato che non avessi

con me la frusta, o lo avrei già massacrato! Perché accidenti l’avevo

lasciata in camera mia??

Avevo preso la brutta abitudine di scordarla dappertutto e… questo

non è in momento per pensare alla frusta!

-Senti io voglio solo parlarti, Franziska… non possiamo? Da persone

civili? – lo sguardo di herr Wright esprimeva una luce speranzosa.

Lo fissai con rabbia.

 

Intanto un’auto rossa sportiva aveva appena parcheggiato davanti

alla residenza Fey, e un procuratore che ben conosciamo comparve

sulla soglia, ansioso e agitato…

Miles Edgeworth sperava di essere in qualche modo accolto in casa,

ma non vedendo nessuno decise di entrare e cavarsela da solo.

Presto si imbatté in una bambina che conosceva molto bene.

-Signor Edgeworth!! Sono così contenta di vederlo, la signorina Von

Karma sarà felicissima! – gongolò Pearl con estrema ingenuità.

Miles sospirò: la piccola sensitiva non poteva certo conoscere tutti

i dettagli dell’insidioso problema che si era creato, non sapeva che

Franziska sarebbe stata tutt’altro che felice nel rivederlo.

-Pearl, sai dov’è lei? – chiese il procuratore, con evidente impazienza.

La bambina annuì, prendendolo per mano e portandolo verso il

corridoio esterno.

 

-Allora, Franziska. Cominciamo dal principio. Sei arrabbiata con

Edgeworth, giusto? – io e Phoenix eravamo seduti sul pavimento,

cercando di avere una discussione tra due persone normali.

Peccato che lo odiassi.

-Si. – risposi con voce indifferente.

Lui sembrò adeguarsi al mio tono – Perché?

-Non ti riguarda – sbuffai, facendo vagare lo sguardo sul piccolo

giardino intorno a me.

L’avvocato si mosse sul posto, a disagio. Aveva capito che non

avevo intenzione di collaborare??

Non mi interessava chiarire con Miles.

No… forse… si.

Intanto Phoenix continuava a blaterare e blaterare sul fatto che

noi fossimo una specie di “famiglia” (per poco non sbuffai a ridere:

una sorella che ama un fratello, famiglia?), sul fatto che forse non

era così grave come sembrava… e altre mille cose che non stavo a sentire.

Il mio sguardo vagava sul paesaggio di montagna della zona,

soffermandosi sull’inceneritore, poi sul vaso della mistica Ami…

e ripensai con una strana nostalgia al mio primo caso contro herr

Phoenix Wright.

Com’era bello quando il mio unico obiettivo era la vittoria perfetta

e non avevo alcuna distrazione… quando il mio cuore non era così…

…!

…!!

…!!!

Oh mio Dio! Ma quello è… Miles!

Sbarrai gli occhi, vedendo comparire sulla soglia il mio Miles.

I nostri sguardi si intrecciarono per qualche millesimo di secondo

e mi sentii invadere da un insolito (non tanto, sinceramente) calore.

In quel momento la mia essenza sembrò sdoppiarsi.

La prima parte di me voleva corrergli incontro e abbracciarlo!

Abbracciarlo forte come non avevo mai osato fare, sentire il suo

profumo, guardarlo negli occhi…

La seconda parte di me… quella voleva vendetta. Vendetta da

quell’uomo che mi aveva spezzato il cuore in mille pezzi, pezzi che

non riuscivo più a rimettere insieme.

Cosa fare allora?

Se fossi stata più spontanea, più istintiva, forse le cose si

sarebbero riaggiustate… ma purtroppo la mia essenza di Von Karma

calcolatrice si fece sempre più forte dentro di me.

Mi costrinse ad ascoltare la seconda parte di me.

Quell’uomo doveva soffrire, e soprattutto doveva capire che potevo

benissimo fare a meno di lui.

Io ero Franziska Von Karma, e nessuno, NESSUNO poteva farmi soffrire!

 

Fu in quel momento che, del tutto sopraffatta dalla mia natura

“perfetta”, presi il volto di Phoenix Wright e intrappolai le sue labbra in un bacio.

 

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Beh, dopo mesi e mesi di assenza… mi sono ricordata di questa fan fiction xD

Non l’ho abbandonata a questo punto (infatti, come molte vecchie lettrici

sapranno, questa storia è già completa) ma… avevo dimenticato di postarla qui ^^’’

Baci a tutte <3

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Capitolo 35
*** Come tutti reagirono a quel bacio... ***


CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 35- Come tutti reagirono a quel bacio…

 

 

*Speciale POV Phoenix!*

 

Un lampo di luce azzurra si mosse così veloce da non rendermi

conto di cosa stesse succedendo.

E soprattutto non riuscii ad impedirlo: sentii le sue gelide labbra

sfiorare le mie.

Era una sensazione strana, il mio cervello ebbe bisogno di alcuni

secondi per riuscire a decifrare cosa stesse succedendo… stavo

baciando Franziska von Karma!!

Il mio primo riflesso fu di allontanarmi, ma le sue dita fredde

tenevano saldamente il mio viso contro il suo, impedendomi

qualsiasi movimento.

Costretto a questo gesto mi guardai intorno ad occhi spalancati,

incrociando lo sguardo di alcune persone.

Pearl, Edgeworth… le loro espressioni erano sconvolte.

 

*Speciale POV Pearl!*

 

Seguivo il signor Edgeworth a breve distanza, il cuore colmo di

felicità nell’immaginare la bellissima scena che mi sarebbe apparsa

di fronte di lì a poco: la signorina Von Karma avrebbe incrociato lo

sguardo del suo amato principe e con le lacrime agli occhi sarebbe

corsa ad abbracciarlo. Infine avrebbero dichiarato il loro amore con

un dolce bacio alla luce del tramonto…

Beh in effetti era mattina, ma che importava! Ci sarebbe stata la

luce del giorno ad illuminare il loro “e vissero per sempre felici e contenti”.

Quello che invece vidi pochi secondi dopo mi spezzò letteralmente il cuore.

Il signor Nick stava… lui stava… no, NO!!!

Perché? Perché aveva tradito la mistica Maya, la sua anima

gemella, la sua “amica speciale”??

La mia vista diventò improvvisamente torbida, e sentivo le lacrime

che bagnavano le mie guance.

Non potei impedire che un gemito spezzasse il silenzio, mentre

il suono dei miei singhiozzi si diffondeva nel giardino.

Povera Mistica Maya…

 

*Speciale POV Maya!*

 

Eh si, in effetti avevo esagerato… non avrei dovuto reagire in quel

modo, lo ammetto.

Anche perché dopo aver visto l’espressione stupita di Nick mi ero

resa conto che lui non poteva sapere cosa quella carta significasse per me.

Conclusione: avevo deciso di tornare ad essere la solita Maya Fey

di sempre, la (credevo) migliore amica di Nick, che gli sarebbe stata sempre accanto.

Con questa consapevolezza, mi ero affacciata da una finestra che

dava sul giardino, con l’intenzione di chiamarlo, visto che la sua

voce proveniva di certo da lì.

Ero quasi certa che stesse discutendo con Franziska ma era ovvio

in fondo… c’era tutta quella questione della carta, che speravo lei

non avrebbe spiegato a Nick, ma potevo forse fidarmi di una Von Karma?

Ripensai a come ci eravamo confidate, quella sera… a come

entrambe ci eravamo fidate l’una dell’altra e avevamo raccontato

tutto dei nostri sentimenti più profondi.

Mi ero sentita davvero meglio dopo averne parlato e anche lei mi

era sembrata sollevata. Si, potevo tranquillamente confermare

che Franziska era mia amica e che… mi fidavo.

Appena la mia mente tradusse la scena che i miei occhi videro in

giardino, mi resi conto di quanto mi ero sbagliata.

 

*Speciale POV Miles*

 

Li avevo trovati lì, tranquillamente seduti in giardino.

Quasi non avevo riconosciuto la mia Franny, tanto era diversa in

quegli abiti orientali… sorrisi impercettibilmente osservandola.

L’abito color glicine esaltava la sua carnagione chiara e i corti

capelli color cielo erano trattenuti da un fermaglio dello stesso colore…

Era incantevole.

Non seppi mai quanto tempo restai davvero a guardarla prima

che i suoi occhi incontrassero i miei: sentii che il mio corpo fu

percorso da una scossa di adrenalina quando il suo sguardo di

ghiaccio si posò sul mio.

E non parlavo del colore dei suoi splendidi occhi, ma di ciò che

essi trasmettevano: freddo, ghiaccio, nessun sentore di calore.

Erano privi di quella parvenza di affetto di cui si erano rivestiti

da quando eravamo di nuovo insieme, non c’era la minima

traccia di dolcezza in loro: erano spietati.

Solo per un attimo sembrarono cedere, quando accennai un

sorriso, ma poi tornarono crudeli e gelidi come lo erano sempre

stati e mi parve quasi che il giardino in lontananza si

trasformasse in un tribunale.

Si, ecco… mi resi conto che era la sua espressione da battaglia.

E poi quel gesto. Così veloce da non poterlo impedire in alcun modo.

Franny e Wright, quel pensiero che mi aveva tormentato

così dolorosamente si era davvero realizzato.

Le mani di lei a carezzare dolcemente il suo volto, mentre

si baciavano appassionatamente…

Alle mie spalle udii un singhiozzo sommesso.

Avevo avuto ragione a sospettare… per i miei sentimenti

non c’era alcuna speranza.

Eppure per un momento ci avevo quasi creduto.

Mi ero immaginato noi due nel migliore degli scenari scaturiti

dalla mente di Pearl… insieme, felici e contenti.

Ma a quanto pare le favole erano davvero solo questo, semplici

sogni irrealizzabili.

 

*POV Franziska (si torna alla normalità!)*

 

Ciò che quel bacio mi trasmise fu molto diverso dal mio primo bacio.

Non c’era calore, non c’era… emozione. Era spento, freddo.

La mia mente non accennava a cedere, a spegnersi, bensì

si rafforzava ancora di più la consapevolezza di quel mio gesto.

E più il tempo scorreva, più mi sembrava di aver sbagliato.

Quello non era il mio posto, io e Herr Phoenix Wright non

avremmo dovuto… mi corressi, IO non avrei dovuto.

Wright non era assolutamente d’accordo con me, infatti

sentivo come tentasse di fare resistenza, ma non avevo

intenzione di cedere. Miles doveva capire.

Speravo che avrebbe capito.

 

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OMG! Non posso crederci ho ancora le mie dolci lettrici *___* Sono

davvero stupita di poter ancora leggere le dettagliatissime recensioni di Danyyy!

Dany: Ma ciaaaaoo! Che bello poterti risentire *-* Bellissimo sfoggio

ininfluente di cultura comunque… anche perché sinceramente non

ricordo cosa mi ha spinto a nominare Catullo nella mia fan fiction xD

Ma perché… tu non hai letto la fine sul forum?? Ti ho davvero lasciato

in aria?? Oddio devo provvedere immediatamente!! >.<

 

Comunque, un bacio a chiunque dia anche un piccolo sguardo alla fic <3

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Capitolo 36
*** "Non voglio che torni in Germania..." ***


CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 36- “Non voglio che torni in Germania…

 

 

Quando ci staccammo da quel bacio non ebbi bisogno di

guardarmi intorno.

Silenzio. Un religioso silenzio attorno a me, nessuno diceva

una parola, nessuno respirava.

Persino i pettirossi che avevo visto svolazzare qua e là tacevano.

Era… assordante.

Non ebbi bisogno di vedere le espressioni dei presenti:

sapevo che Herr Phoenix Wright doveva essere sconvolto,

e che i sogni della piccola Pearl erano stati infranti… e che

il volto di Miles era di certo inespressivo.

Qualsiasi cosa gli sarebbe passata per la mente… non l’avrebbe

condivisa con il mondo.

Il silenzio fu spezzato dai singhiozzi sommessi della bambina,

che pur essendo deboli sembravano quasi delle urla disperate.

-S-Signor N-Nick… come ha p-potuto?! Ha r-rovinato t-tutto!! –

disse tra i singhiozzi che si facevano più forti.

Fissando il pavimento vidi l’ombra della testa del cosiddetto

“signor Nick” voltarsi verso l’unico suono del giardino, e

proprio quando sembrava stesse per dire qualcosa…

Un tonfo squarciò il silenzio e ognuno di noi suo malgrado

volse la testa verso l’origine del suono: una finestra chiusa

con così tanta violenza da vibrare ancora leggermente.

Per un attimo la fissai confusa, senza capire cosa dovesse significare.

Qualcuno, Herr Phoenix Wright, fu più veloce di me.

-Maya… - sussurrò, poi a voce più alta ripeté – No, Maya!!

Con uno scatto fulmineo si alzò, e i suoi occhi incontrarono i

miei per un attimo.

Odio, si. Direi proprio che esprimevano un odio puro nei miei

confronti… non avevo mai visto un’espressione del genere sul

suo viso, neppure quando il giudice era a un passo dal

dichiarare un verdetto di colpevolezza.

Oltre all’odio però c’era qualcos’altro: preoccupazione. Ma

quella non era destinata a me.

Dopo questa veloce occhiata, Wright corse praticamente via,

insieme a Pearl, verso l’ala dell’edificio in cui doveva essersi

diretta Maya.

Maya, già. Aveva assistito a tutta la scena… non volevo che lei

ne soffrisse. L’avvocato aveva fatto bene a lanciarmi quell’occhiataccia.

Avevo rovinato tutto.

Quasi presa dallo sconforto sospirai, guardandomi intorno e

dimenticandomi per un attimo di una presenza che era rimasta

immobile fino a quel momento.

Solo quando mi voltai verso sinistra mi resi conto che Lui era ancora lì.

 

Il suo morbido sguardo d’argento si posò su di me e mi irrigidii

immediatamente.

Il suo nome mi sfiorò le labbra ma non mi azzardai a pronunciarlo…

non volevo in alcun modo rovinare ciò che avevo appena fatto

con un’insulsa vocetta strozzata e emozionata, che avrebbe chiarito

ogni cosa.

Lo fissai semplicemente, facendo appello all’energia di tutto il mio

corpo per rimanere impassibile e calma. Lui ricambiò l’occhiata inespressiva.

Un silenzio imbarazzante, la tensione era quasi tangibile.

La sua voce ruppe infine l’innaturale realtà – Franziska.

-Miles – risposi subito, quasi fosse un saluto.

Lo vidi vacillare, quasi aspettandosi una risposta più esauriente…

forse non sapeva cosa dire.

Stranamente mi sembrò di tornare ai tempi di quando avevo

comprato Herr Diario, i tempi in cui entrambi non sapevamo come

comportarci. Era strano ritornare di nuovo quasi due estranei, non

mi sentivo per niente a mio agio.

Ed era ovvio che nemmeno lui fosse tranquillo.

All’improvviso sorrisi, avevo avuto un’idea molto crudele. Era la

scusa perfetta per tornare in Germania e scordarmi di lui.

Lui sembrò stupito dalla mia espressione e mi guardò con dubbio.

Presi fiato e mi preparai a fare un discorso veloce.

-Come va con Frau Adrian? – chiesi. Buttai lì la frase quasi fosse

una cosa normalissima, con un bel sorriso innocente stampato in faccia.

-Franziska, tra me e la signorina Andrew… - cominciò lui, ma io lo interruppi.

-Oh, non preoccuparti. Non dirò a nessuno di voi due, se non vuoi… -

ribattei veloce.

Non mi importava di ciò che avrebbe risposto, volevo solo arrivare

al mio scopo. E non volevo scuse di alcun genere.

Lui scosse la testa e rispose – No, ciò che intendevo dire è che…

-… che a casa con te sono d’intralcio. Beh, è ovvio, posso capire.

Avete bisogno di restare soli, di avere la vostra intimità – lo

interruppi di nuovo.

Sbattei le palpebre un paio di volte e sorrisi per fargli capire che

parlarne non mi dava alcun fastidio.

Lui mi guardò allibito. Sembrava confuso… poi all’improvviso mi

fissò più serio. Aveva capito qual era lo scopo?

-Non voglio che lasci casa mia, Franziska – disse con voce grave –

Non voglio che torni in Germania… - concluse, quasi in un sussurro.

Aveva abbassato lo sguardo, quasi non volesse più guardarmi negli occhi.

Tentai di non cedere.

-Ma mi sembra il caso, Miles! Non vorrei proprio disturbarvi, e poi

in Germania si aspettano il mio ritorno – …anche se non ero sicura

di chi fossero precisamente questi “loro” a cui mi riferivo.

Mantenei il sorriso, mantenei la mia voce calma e sicura… ma non bastò.

Alzò di nuovo lo sguardo verso di me, e questa volta era afflitto.

Il mio sorriso si spense lentamente e non riuscii ad impedirlo.

E poi fece ciò che non doveva fare. Prese le mie piccole mani tra

le sue e le strinse con forza, ma senza farmi male.

Purtroppo il mio corpo reagì come aveva sempre fatto e mi

ritrovai ad ansimare leggermente, mentre mi sentivo come dentro una fiamma.

Lo fissai con intensità… e… in quel momento desiderai di baciarlo.

Non sapevo cosa c’entrasse precisamente con ciò che la mia mente

aveva cercato di elaborare fino a quel momento ma in quel momento

tutto si era annullato.

Cercavo di pensare a qualcosa da fare, da dire… ma mente anima

e corpo erano concentrati su quel minimo contatto.

Parlò di nuovo e sentii come se lui fosse il solo mondo a cui dovevo

prestare attenzione.

-Franziska, ascolta ti prego. Resta con me… hai frainteso tutto,

non capisci?! – disse con convinzione… quasi gli credetti.

Avevo frainteso tutto. Dovevo restare con lui.

Mi sentivo quasi ipnotizzata. Avrei dovuto fare come diceva, lui

aveva di certo ragione…

 

E poi un getto di acqua ghiacciata sulla testa mi risvegliò da quel sogno.

Mi svegliai e staccai immediatamente le mani da quelle di Miles,

allontanandomi di scatto.

Guardai intorno e mi resi conto che ero completamente bagnata!

-Brutta traditrice!!! – gridò Pearl dalla finestra che era stata

sbattuta da Maya appena pochi minuti prima.

Alzai lo sguardo verso di lei e vidi che aveva in mano un secchio.

Doveva essere stata lei.

La fissai con gli occhi sbarrati dallo stupore.

-È tutta colpa tua, Franziska Von Karma!! Ma perché, perché ti

abbiamo invitato qui?! Vattene non voglio vederti MAI PIù!!! –

concluse la bambina, sbattendo di nuovo le ante della finestra.

Restai a fissare la finestra per alcuni secondi, non sapevo

esattamente perché.

Avvertii Miles avvicinarsi di nuovo e sentii crescere in me il panico.

Non volevo arrendermi a lui, non mi andava affatto di essere

ipnotizzata! E ora che la mia mente sembrava di nuovo

funzionare… non avevo intenzione di cedere.

-Franziska…? – chiese lui titubante.

Gli lanciai un’occhiata truce. Poi decisi di esprimere ciò che sentivo

veramente.

-Miles, io non rimarrò, hai capito?! – stavo praticamente urlando –

Me ne tornerò in Germania stasera stessa e sarà meglio che tu

non venga a cercarmi, okay?! – conclusi, e poi con passo

affrettato me ne ritornai nella mia camera.

 

Non aveva mosso un dito per inseguirmi… bene, confermava le mie tesi.

 

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Ma… non posso crederci! C’è ancora anche la mia Sian *-* E ho anche una

nuova lettrice! Sono davvero felicissimaaaa :D Mi viene voglia di scrivere

anche un’altra fan fiction xD

Sian: Ahahah meglio così, se non ricordi la fic sarà di nuovo una sorpresa

per te! L’odio per la Andrews… ma quello è ovvio che rimarrà sempre u.u

Grazie per i complimenti tesoro spero di risentirti presto <3

Kikkax3: Piacere di conoscerti cara ^_^ Grazie per tutti i complimenti xD

Certo che le rivalità sono ovvie se no che fanfic sarebbe? :P A presto!! <3

Con questa fanfic sono arrivata oltre le 100 recensioni mi viene da piangere ç_ç

A presto con il nuovo capitolo! Baci a tutti i lettori *-*

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Capitolo 37
*** Il dolore di Lui e Lei ***


CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 37- Il dolore di Lui e Lei

 

 

“30 giugno, ore 18:32, facendo i bagagli, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Caro Herr Diario,

questa è finalmente l’ultima ora che passerò qui.

Come avrai letto sto facendo i bagagli… quindi sono tornata

qui a casa di Miles.

Ovviamente lui non c’è. Per arrivare fin qui ho preso un treno,

poi un taxi e per entrare in casa ho usato la chiave nascosta

sopra la cornice della porta d’ingresso.

Come facevo a sapere della chiave…? Non saprei.

Beh, comunque eccomi qui. Ho rinnovato il permesso di soggiorno

 e finalmente posso tornare nella mia amata Germania.

Sono certa che lì riuscirò a dimenticare ogni cosa… anche Lui.

So che ce la posso fare.

Devo solo concentrarmi: PERFEZIONE PERFEZIONE…

 

Mentre mi concentravo su questa specie di mantra, la mia attenzione

si focalizzò su un piccolo oggetto che avevo appena “scoperto” in

fondo al cassetto del comodino.

Un anello… era, inutile dirlo, quel famoso anello… quello con la M incisa nell’oro.

Mi si strinse il cuore a vederlo.

Non volevo cedere ma fui travolta da un’ondata di ricordi.

Il nostro giuramento, noi due che studiavamo insieme sul libro di

giurisprudenza, i giochi in mezzo alla neve…

E poi ricordi più recenti e pressanti: noi due nell’oscurità della camera

da letto quando abbiamo dormito insieme, la festa di compleanno di

Herr Phoenix Wright, il nostro primo bacio…

A quel ricordo mi bloccai.

-Basta, basta! Non devo pensarci più… devo cancellare tutto ciò dalla

mia vita! – sbottai nel silenzio.

Oddio, ero in uno stato pietoso… praticamente parlavo da sola! Meglio

riprendere il diario…

 

Herr Diario, mi sento peggio di prima. Forse sono sull’orlo della pazzia…

No il punto è che ho paura di non riuscire a dimenticarlo.

 

Ci rivediamo appena arrivati in Germania, kusse kusse

 

Poi misi il diario da parte e ricominciai a fare i bagagli.

 

                                         ***

 

*Speciale POV Miles*

 

L’orologio segnava le 19:14.

Sospirai svoltando l’angolo e guidando verso la casa in fondo al viale.

Quella che era stata casa nostra ma che ora era solo casa mia.

Dopo aver parcheggiato accanto alla casa, attraversai il vialetto a passi

svelti ripensando a come Lei aveva concluso la nostra discussione…

“sarà meglio che tu non venga a cercarmi” aveva detto.

E io avevo ceduto. Avevo perso ogni speranza minima che tutto si aggiustasse.

E di speranza ne avevo avuta tanta…

Non mi importava nemmeno che l’avesse baciato, non mi sarebbe

importato nemmeno se mi avesse detto che lo amava tanto…

Volevo soltanto vederla, averla vicina. Mi sarei persino costretto ad

 essere un semplice amico come avevo sempre fatto, anche se

ultimamente avevo un po’ vacillato.

A quei pensieri sospirai di nuovo, poi aprii la porta d’ingresso e

entrai in casa.

 

C’era qualcosa di diverso… sentivo che c’era qualcosa di diverso.

Quasi senza pensare salii le scale ed arrivai fino alla camera degli

ospiti. Mi bloccai davanti alla porta.

La fissai per qualche secondo soppesando l’idea di entrare. E se ci

fosse stata Lei?

Scossi la testa. No, ovvio che non c’era.

Entrai con sicurezza e scoprii cosa c’era di davvero diverso.

Se n’era andata, di nuovo. Aveva preso tutti i suoi abiti e i suoi

oggetti… la stanza era vuota.

Sentii uno strano vuoto dentro di me… un vuoto incolmabile.

Come un automa girai per la stanza, osservando tutto in cerca di

un suo segno… qualcosa che mi ricordi che lei è stata qui… qualsiasi cosa.

E poi i miei occhi furono attirati da una leggera luce dorata,

l’angolo di un qualcosa dimenticato sotto il letto.

Mi svegliai da una specie di ipnosi mentre quasi con furia ripescai

quell’oggetto che riconobbi come uno dei più preziosi per Lei… il suo diario!

Il diario…

“Che fai?? Ridammelo subito, Edgeworth!” aveva sbottato la

prima volta che l’avevo scoperto.

Era molto affezionata a questo taccuino, lo portava con sé dappertutto.

Doveva averlo dimenticato per sbaglio.

Me lo rigirai tra le mani, osservando la luce che si rifletteva

sugli intarsi dorati della copertina nera e mi resi conto che il

lucchetto era aperto.

Il diario non era chiuso!

Lo fissai allibito. Il diario aperto, era forse un segno del destino?

Cosa dovevo fare? Dovevo forse leggerlo??

Mi riecheggiarono nella mente le parole che una volta Gumshoe

aveva detto: “Beh ecco… non si chiede… cosa ci sia scritto?”

Guardai di nuovo il diario e pensai a Lei, probabilmente già

su un aereo verso la Germania.

Sorrisi tristemente. In fondo, che avevo da perdere ormai?

 

                                              ***

 

Decisi di cominciare dall’inizio, senza saltare nemmeno una riga

di quel manoscritto.

La bella grafia di Franziska decorava le pagine al pari di un disegno

d’autore.

Cominciai a leggere, e sentii subito le mie labbra distendersi in un

sorriso osservando le prime “perfette” pagine della sua vita…

ma mi bloccai notando una frase particolare.

 

“Ho sognato… Mil… ehm, ci riprovo.

Ho sognato… Miles.”

 

-Che strano… - dissi tra me notando la presenza del mio nome.

Di lì a poco scoprii che la parola “Miles” era molto più frequente

di “perfezione” e di qualunque altra parola.

 

*Speciale POV Miles… fine*

 

----------------------------------------------------------------------------

 

Non posso crederci questo è… il penultimo capitolo! O.o Sinceramente

non me ne ricordavo xD

Ma state tranquilli, non ho ancora scritto l’epilogo e tutto ciò che

riguarda la vicenda di Maya e Nick… e visto che vi interessa molto

dovrò concludere anche la loro storia <3

 

Kikka: ma certo che la ama fino a scoppiare, solo che il poverino

è rimasto impietrito dalla reazione di Franny xD Sisi visto che me

l’hai chiesto scriverò anche il pezzo riguardante Maya e Nick (cosa

che non avevo tanta voglia di fare purtroppo ^^’’), e sicuramente

ci scapperà un bacio :P A presto cara <3

 

Sian: Ahah ma te la prendi con Pearl? Povera piccina ç_ç Comunque

e VA BENE vi accontenterò scrivendo anche il pezzo MxN u.u

(si capisce che non mi importa molto di loro eh? xD) e Franziska

ovviamente non muoverà un passo dagli Stati Uniti, tranquilla ;D

Un bacio <3

 

Dany: Forza Edward! ahahah ti giuro ho cominciato a ridere

davanti allo schermo leggendo il tuo commento xD Comunque

tranquilla, anche io ho tanti compiti purtroppo (adesso per esempio

dovrei studiare storia, sottolineo il DOVREI xD)… Si ripeto di nuovo

 che parlerò di Maya u.u E grazie per i complimenti <3

 

Allora, io avrei già scritto tipo un capitolo di molte pagine su una

nuova fanfic riguardante sempre MilesxFranny… Secondo voi lo

pubblico o no? Il punto è che come primo capitolo è un po’ triste…

e il secondo sarà peggio >.<

Ditemi voi se postare la fic u.u Se le risposte saranno positive

tenete d’occhio la pagina di Ace Attorney perché potrebbe

spuntare una nuova operetta xD

 

A presto un baciotto <3

 

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Capitolo 38
*** Il finale perfetto. ***


CARO HERR DIARIO…

 

Capitolo 38- Il finale perfetto

 

-Gentili Clienti, Vi informiamo che il volo per Berlino partirà fra trenta minuti.

Vi preghiamo di dirigervi verso i posti che vi sono stati assegnati. Grazie – annunciò

la voce che proveniva dagli altoparlanti dell’aeroporto.

Con una forte sensazione di nausea spinsi la mia valigia verso l’imminente partenza.

 Perché non ero felice?

Me lo chiedevo ormai da quella mattina.

Avevo desiderato così tanto potermene andare, dimenticarmi di tutto… e invece

non mi sentivo affatto soddisfatta.

Anzi, una voragine sembrava aprirsi nel mio petto e non riuscivo ad ignorarla in

alcun modo.

Non riuscivo più nemmeno ad autoconvincermi di stare facendo la cosa giusta…

sapevo che in fondo mi stavo solo ferendo ancora di più.

E quel dolore era così… fisico. Mi sfiancava.

Con un tonfo che per nulla si addiceva a me mi accasciai su un sedile dell’aeroporto,

ignorando la voce stridula dell’altoparlante che tentava di incoraggiarmi. Inutilmente.

Sospirai, frustrata. Come avrei voluto poter cancellare tutto il mese scorso.

Volevo soltanto dimenticare… era davvero tanto difficile?

 

Nel tentativo di allontanarmi dai miei pensieri, cominciai ad osservare le persone presenti

in quell’aeroporto: un uomo molto distinto fumava un sigaro seduto accanto ad una

signora sulla cinquantina che lo implorava di fumare fuori, una hostess si intratteneva con

un bel ragazzo biondo… ma la mia attenzione si focalizzò su alcune persone in particolare.

Una donna guardava con aria ansiosa il suo orologio da polso, mentre tre bambini sui

cinque anni le correvano intorno.

Ogni tanto la piccola più bassa, dai capelli color cioccolato si avvicinava alla madre e

chiedeva con curiosità – Mamma, quando arriva papà?

-Presto, tesoro… dovrebbe essere qui in circa cinque minuti – rispondeva la donna,

focalizzando per un attimo l’attenzione sulla figlia e carezzandole dolcemente una guancia

mentre le sorrideva.

E non potei evitare di pensare che fosse un sorriso così bello e dolce… nessuno mi aveva

mai sorriso così…

Beh, nessuno apparte… Lui. Ebbi un brivido.

Continuai a guardare i bambini, senza farmi notare... e improvvisamente la donna si alzò,

fissando un uomo che era appena comparso da dietro l’angolo.

Aveva con sé solo una valigetta rovinata, e i suoi abiti non erano firmati… ma quando vide

la moglie i suoi occhi stanchi si illuminarono di una felicità così sincera e splendida che mi

sentii morire.

Corse incontro a lei e l’abbracciò con energia e dolcezza, e mentre la donna singhiozzava, i

bambini correvano intorno gridando con gioia e stringendosi alle gambe dei genitori.

Distolsi lo sguardo, diventato ormai opaco, e mi resi conto solo allora di stare piangendo

per la commozione… o forse per l’invidia.

Miles… perché non può essere così tra me e te?” mi ritrovai a pensare.

“Perché non possiamo essere felici come quella famiglia? Ormai il mio sogno è solo

questo… vorrei soltanto vivere una vita serena con te. Non mi importa più di nient’altro,

nemmeno della perfezione.”

Era difficile da ammettere, ma era così. Io non volevo tornare in Germania… non ne avevo

bisogno. Io volevo restare qui… ma avrei messo davvero da parte il mio orgoglio?

 

-Gentili Clienti, Vi informiamo che il volo per Berlino partirà fra cinque minuti. Vi preghiamo

di dirigervi verso i posti che vi sono stati assegnati. Grazie – annunciò di nuovo la voce che

proveniva dagli altoparlanti dell’aeroporto.

Con uno sbuffo irritato mi costrinsi a ricomporre i pezzi della mia anima e ad alzarmi per

dirigermi verso la mia patria.

Dando le spalle alla porta d’ingresso non potei sentire i passi affrettati e decisi che mi

seguivano fino a quando non furono ad un metro da me.

Anche allora continuai a camminare, cercando di non pensare al fatto che quei passi

potevano appartenere solo ad una persona… e ignorando il fatto che la scena mi

sembrava molto familiare.

Una mano si posò sulla mia spalla, silenziosa, e io mi irrigidii di colpo. Mi fermai.

Vedevo solo l’ombra di Colui che era dietro di me.

Non ero sicura di poterlo guardare in faccia e anche volendo il mio corpo sembrava non

rispondere.

La sua mano bruciava sulla mia spalla come carboni ardenti.

-Franziska… - sussurrò Lui, dubbioso.

Io non accennai a muovermi, non reagii.

Invece chiusi gli occhi, sperando solo che lui sarebbe sparito e che questo si fosse rivelato

tutto un sogno.

Magari se avrei contato fino  dieci sarebbe sparito… tentare non costava niente.

Uno, due…

-Franziska, ti prego… - il sussurro di lui si faceva più pressante.

Tre, quattro…

-Perché non vuoi guardarmi negli occhi? Non vuoi proprio vedermi? – disse lui, poggiando

anche l’altra mano sulla mia spalla, scatenando un’altra ondata di calore.

Cinque, sei…

-Sembra che tu proprio non ne voglia sapere di me – sembrò constatare visto che lo

ignoravo.

Sette, otto…

-Beh, ci tenevo a restituirti una cosa… - concluse, mettendomi tra le mani uno strano

oggetto quadrato.

Con gli occhi ancora chiusi ne sfiorai la superficie e sentii gli intarsi sotto le dita… molte

volte avevo passato il tempo a seguire le linee di quei ghirigori…

Nove, dieci!

-Il mio Herr Diario! – sbottai di colpo, aprendo gli occhi. Lui era ancora lì e mi fissava con

sguardo indecifrabile mentre io cercavo di capire come il mio diario fosse finito nelle sue

mani.

Ripensai al momento in cui l’avevo scritto l’ultima volta… stavo facendo i bagagli.

Guardai ancora il diario e mi resi conto di un dettaglio importante.

-Ma è… è aperto!!! – lanciai un’occhiataccia a Miles, che presto diventò terrorizzata.

-Miles… tu… hai letto il mio diario. – Non era una domanda, ma una semplice

affermazione.

-Non sarei qui se non l’avessi letto. Franziska io… - lasciò la frase in sospeso, senza

riuscire a proseguire.

E io non volevo che proseguisse.

Il mio diario… Aveva letto il mio diario!

Come avrei potuto più guardarlo in faccia? Ormai sapeva tutto!

Conosceva ogni mia singola emozione, tutto ciò che avevo provato in quelle poche

settimane…

Sapeva che lo amavo.

Mantenei uno sguardo basso, anche se Lui era di fronte a me. E rimasi in silenzio.

Lo vidi muoversi ed estrarre qualcosa dalla sua tasca: sembrava un piccolo foglio

sgualcito.

Lo mise tra le mie mani, e poi disse – Come io ho conosciuto i tuoi segreti, è giusto che tu

conosca il mio più grande segreto…

Non lo guardai ma immaginavo che si stesse mordendo le labbra… la sua voce concluse la

frase con nervosismo mentre prendevo il foglio spiegazzato.

-Riuscire a riaverlo indietro da Gumshoe è stata una faticaccia – sussurrò quasi tra sé.

Da Herr Sciattone? Che cosa poteva essere quel foglio?

 

“Miles Edgeworth… Franziska Von Karma. Miles e Franziska, Franziska è la sorella di Miles

Edgeworth. Lui non deve provare altro che amore fraterno. Fraterno. Punto.”

 

Riconobbi subito il foglio che avevo davanti… era quello che avevo trovato tempo fa sul

mio comodino e che avevo cercato di riavere indietro a tutti i costi, ma non ci ero riuscita

a causa dell’incompetenza del detective.

Mi concentrai sulle parole scritte in modo irregolare sul foglio… “amore fraterno”?

 

“In questo momento sono a letto con Franziska… non in quel senso! Sto dormendo

insieme a lei, sta male e le faccio compagnia, solo questo. Lei è mia sorella, non ho mai

pensato a lei come una donna… come una sorella… una sorella! Ma una voce nella mia

testa continua ad urlare: lei non è davvero tua sorella, non lo è… e non sbaglia. È difficile

ammetterlo, ma… la trovo piuttosto bella. Okay l’ho detto.”

 

Fui colpita da un’improvvisa vampata di calore.

Mi trovava bella…? Miles?

Continuai a leggere con curiosità: veniva raccontato un episodio che mi ricordavo

benissimo… il nostro finto matrimonio. E dire che ci credevo così tanto a quell’età.

 

“Era davvero convinta di tutto questo: portava l’anello 24 ore su 24, e continuava a

chiamarmi fidanzatino, cosa che mi dava un fastidio pazzesco. Adesso non mi darebbe più

così fastidio…

 

Sorrisi, pensando a come lo costringevo a passeggiare con me mano nella mano… era uno

dei pochi bei ricordi che portavo della mia infanzia.

I miei occhi si posarono di nuovo sull’ultima frase letta… non gli darebbe fastidio?

 

“Miles Edgeworth ama Franziska Von Karma.”

 

...

Rilessi la frase.

Non riuscivo a credere a ciò che leggevo.

Doveva essere ovviamente una sorta di scherzo… fra poco da qualche parte sarebbe

spuntata una telecamera, giusto?

Che scherzo crudele, prendersi gioco delle persone in questo modo!

Mi voltai incatenando il mio sguardo con il suo e scrutando nei suoi occhi fui consapevole

che non si  trattava di uno scherzo.

Mi guardava in un modo così… dolce.

Cominciai improvvisamente a considerare la seconda possibilità: e se invece fosse sincero?

Se davvero…?

E allora mi ricordai di una semplice frase, una frase così bella da restare impressa nella mia

mente come un marchio: “Gli occhi non mentono mai… se sei felice brillano, se sei

triste sono spenti, se sei innamorato si incantano. Gli occhi sono come un libro aperto…

Avevo riso la prima volta che l’avevo letta, per me e per Lui fingere anche con gli occhi era

un’abitudine.

Ma adesso… adesso non stava nascondendo i suoi pensieri, e il suo morbido sguardo

d’argento si posava sul mio senza finzione, svelando ogni sua sensazione.

E allora ne fui davvero convinta.

-Non andare… ti prego, Franny – prese le mie piccole mani e le strinse tra le sue, mentre

un soffice calore mi avvolgeva con tenerezza, senza la solita violenza.

Incapace di parlare, mi ritrovai di colpo fra le sue braccia e respirai il suo dolce profumo.

Non mi ero mai sentita più felice di così…

Mentre mi abbracciava sentii che tentava di prendere qualcosa dalla sua tasca, quindi mi

allontanai per vedere cosa stesse facendo.

Lui sembrava ancora piuttosto agitato, e sembrava stesse pensando a qualcosa.

Prese qualcosa e la tenne nel suo pugno, poi prese la mia mano sinistra e tolse il mio

guanto.

-Sai… - cominciò – anche se vorresti, non potresti andartene e sai perché?

Non risposi, non capivo dove volesse arrivare.

-Sono certo che ti ricordi del nostro… uhm… “patto”? – chiese senza guardarmi.

Io annuii semplicemente. Ancora non capivo quale fosse il suo scopo.

-Ti ricordi quali promesse comprendeva il nostro giuramento? – chiese e io annuii

nuovamente.

-Avremmo sempre potuto contare uno nell’altra, da grandi ci saremmo sposati… – elencò,

e sorrise alla seconda promessa.

- … e soprattutto non ci saremmo mai separati – concluse guardandomi dritto negli occhi.

Lo fissai stupita e tremendamente felice. Si ricordava!

Allora aveva davvero dato importanza alle nostre promesse… se non avessi avuto una

certa età mi sarei messa a saltare di gioia. No, forse nemmeno in quel caso.

-Quindi non puoi tornare in Germania… ah, un’altra cosa – disse lui, quasi colto da un’idea

improvvisa.

Riprese la mia mano priva di guanto e con delicatezza infilò un anello nel mio anulare.

Sobbalzai improvvisamente, rendendomi conto che si trattava del mio anello con la “M”

incisa sopra. A quanto pare dovevo averlo dimenticato in camera… come il diario

d’altronde.

La mia mente non riusciva più a ragionare a causa di tutto ciò che stava succedendo, ma il

colpo di grazia fu di certo quello: vedere che anche Lui, anche Miles che aveva sempre

rinnegato la nostra promessa, in quel momento portava il suo anello.

L’anello con la “F” incisa, che non vedevo da così tanto tempo, risplendeva felice sul suo

dito.

A quel punto non resistetti più e vidi il mio sguardo farsi opaco e pieno di lacrime, mentre

la felicità che provavo si trasformava in un’emozione sconosciuta e stupenda.

Mi gettai nuovamente tra le sue braccia, ridendo, piangendo, godendo di quella strana

sensazione di calore che ci avvolgeva come una fiamma silenziosa.

E quando ebbi di nuovo la forza di alzare lo sguardo su di lui, vidi nel profondo dei suoi

occhi la stessa emozione, e parole che nessuno aveva ancora il coraggio di dire.

Ma ormai credevo che il cuore mi sarebbe sfuggito dal petto se non le avessi dette. Mi

alzai sui talloni il più possibile, raggiungendo a stento la sua spalla… e in un sussurro

riuscii finalmente a liberarmi di quelle tre paroline che tanto avevo desiderato potergli dire.

-Ich liebe dich...

Vidi i suoi occhi rispondere ai miei silenziosamente allo stesso modo.

E poi, come per confermare anche lui i suoi sentimenti si chinò verso di me…

Chiusi gli occhi beatamente quando le sue labbra incontrarono le mie nel bacio più dolce

che avrei mai potuto immaginare.

 

                                                             ***

 

“30 giugno, ore 00:01, a letto, stanza degli ospiti di casa Edgeworth

 

Caro Herr Diario,

sembra impossibile… ma è davvero successo!

Mi sono già chiesta più volte se avessi sognato tutto, ma i dolci sorrisi di Miles riescono a

cancellare ogni mio dubbio.

È… è… non riesco nemmeno a trovare le parole adatte. Non sono certa che ciò che stia

provando si possa realmente scrivere su un foglio. Sono talmente felice….

È come se non mi importasse più di nient’altro, ecco mi sento realizzata! Credo sia questo

il termine adatto.

Cosa ne pensi tu, Caro Diario?

Credo che non conoscerò mai la tua risposta, anche perché tu stai ormai per finire e mi

dispiace davvero tanto scrivere la tua ultima pagina così.

Magari, ti chiederai come sarà adesso la mia vita, come andranno avanti le cose… e io non

potrò più informarti. Beh, non che tu sia davvero qualcosa di reale, non l’ho mica

dimenticato!

Ma… credo di essermi affezionata a te quasi quanto una persona vera.

Ed è per questo che volevo ringraziarti. Si, voglio dirti grazie per avermi accompagnato in

quella che credo sia stata la svolta più importante della mia vita. Nessuno meglio di te ha

saputo comprendermi e ascoltarmi.

Ed è così che concludo la tua ultima pagina…

Grazie, Caro Herr Diario.

 

Tua per sempre, Franziska Edgeworth (secondo te suona bene…?)

 

P.S.: Ho ancora un piccolo dubbio… Herr Diario, secondo te questa sensazione può

denominarsi ‘perfezione’?”

 

 

                                                                                                                                                  … Fine.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Ed ecco il finale, da molti atteso, e che non era mai arrivato.
Non so di preciso perché non ho mai voluto postare quest’ultimo capitolo, non ne ho idea.
Ma quando oggi ho pensato a Caro Herr Diario… beh, ho avuto lo strano desiderio di
concludere finalmente la vicenda.

 

Il capitolo era pronto da davvero molto tempo e finalmente eccolo qui.
Ringrazio sinceramente tutti coloro che mi hanno supportato nella scrittura di questa fanfic!


Grazie a tutti <3

 

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