Vita di coppia

di JhonSavor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un tranquillo risveglio ***
Capitolo 2: *** Figuracce Meridionali ***



Capitolo 1
*** Un tranquillo risveglio ***


 Un tranquillo risveglio

 
Lovino Vargas era nel bel mezzo di un sogno che lui reputava bellissimo: si trovava spaparanzato su una sdraio a prendere il sole in un tiepida giornata primaverile, una bibita fresca tra le mani e la radio che tra una musica allegra e l’altra, mandava notizie di fatti di cronaca: L’Italia vince gli Europei di Calcio 2012!...  La crisi è stata superata e l’economia è tornata a gonfie vele!… Un blizt della polizia ha portato alla cattura dei principali capi delle famiglie mafiose assestando un duro colpo alla malavita organizzata!… Il Parlamento ha varato un nuovo decreto senza alcun litigio e ritardo sulla tabella lavorativa delle riforme in atto!…
A quel punto l’Italia del Sud sgranò gli occhi ritrovandosi a osservare il soffitto bianco della sua camera da letto:
“No. No,no,no non potrà mai accadere! Anche in pieno sonno mi rendo conto dell’assurdità di una cosa del genere…”
Cercando di togliersi dalla testa l’impensabile scena di un folto gruppo di politici di sua conoscenza che, dandosi pacche sulle spalle e strette di mano, si sorridevano cordiali come farebbero delle persone che si incontrano dopo tanto tempo, Lovino diede un’occhiata all’altro lato del letto e vide che era vuoto e sfatto: la sua ospite si era già alzata.
Sentendo il bisogno di un buon caffè che lo aiutasse a levarsi via la stanchezza, il ragazzo si alzò indirizzandosi verso la cucina.
Attraversato il corridoio, scese le scale e in quel momento un odore forte di caffè lo colpì alle narici. Gettò uno sguardo all’interno della stanza e vide chiaramente la figura di Belgio, intenta a preparare la colazione.
Lovino Massimo Vargas, figlio e nipote di ben tre Imperi, Rappresentante dell’area meridionale di quello che era chiamato, a buona ragione, il Bel Paese, sentiva di essere con sicurezza l’uomo più felice sulla faccia della Terra.
Belgio, anzi Emma, la sua Emma, si trovava di fronte a lui con addosso una delle sue camice che arrivava a coprirla fino alle cosce tante le stava larga. In compenso lasciava scoperte le lunghe e morbide gambe.
E fu così che si mise a guardarla senza dire un parola, osservando il corpo sinuoso, i suoi capelli biondissimi, leggermente scompigliati e mossi, senza che fossero trattenuti da alcun che.
La ragazza continuava a fissare la caffettiera, il caffè era ormai quasi pronto, mormorando un motivetto. Sembrava non essersi proprio accorta di lui.
All’improvviso iniziò a cantare in francese e, diamine, che voce che si ritrovava!
 
-Frères d’Italie… l'Italie s’est levée…*-
 
Emma spense il fornello e si spostò per prendere un paio di tazzine appoggiate sopra ad uno scaffale.


-Du heaume de Scipion, elle s’est ceint la tête…-
 
Emma girò leggermente la testa e lanciò al ragazzo una delle sue tipiche occhiate furbe che la rendevano tanto ammaliante, per poi riportare l’attenzione alla caffettiera. Lovino si lasciò scappare invece uno dei suoi sorrisi sornioni e infine attaccò anche lui:
 
-O Belgio, o madre cara… a te i nostri cuori, a te le nostre braccia…-
 
Vide chiaramente la schiena della bionda fremere per un istante. Lovino era uno di quegl’uomini che sapeva fare quasi sempre centro in quel genere di situazioni.
 
-A te il nostro sangue, o Patria…-
 
Il pregio di essere fidanzato con una poliglotta* aveva i suoi vantaggi… e poi non era forse lei che aveva iniziato?
 
-Noi lo giuriamo tutti, tu vivrai…-
 
Le si avvicinò piano, cingendole i fianchi con le mani  -Vivrai sempre grande e bella…-
 
Belgio si lasciò scappare una risata a quel contatto. Si voltò, sorridendo e guardando dolcemente negli occhi Lovino.  Gli fece capire senza neanche il bisogno di parlare che anche lei era felice di essere li.
 
-Où est la Victoire ? – continuò lei, mimando uno sguardo interrogativo - Qu’elle lui tende sa chevelure-
 
-E la tua invincibile unità…- le disse lui come a non volerle rispondere-avrà per motto immortale…-
 
Lovino la baciò piano come a volerle dare un semplice assaggio.
Si staccò poi per proseguire il canto
 
-Il Re…-
 
La baciò nuovamente ma ancora con leggerezza
 
-La Legge…-
 
Le mise una mano nei capelli, accarezzandogli, mentre si riavvicinava ancora a lei
 
-La Libertà…-
 
L’Italia del Sud a quel punto passò a baciarle il collo ed Emma colse l’occasione per terminare, anche lei, la sua strofa
 
-…chevelure, car esclave de Rome… Dieu la créa-

La ragazza si sentì sollevare per i fianchi: Lovino la fece sedere sul piano vuoto di fianco a quello di cottura, facendo attenzione che la sua pelle liscia non andasse a finire sui fornelli.
 
Si scambiarono dei baci appassionati, senza dover lesinare, sicuri di essere fuori dagli obbiettivi dei fotografi, felici del loro amore.
Niente avrebbe potuto rompere quel momento magico, suadente, romantico…
 
-Uh, fratello? Scusa puoi spostare la testa, un attimo? Dovrei prendere un bicchiere dall’antina sopra di te-
 
L’italiano sciolse l’ennesimo bacio, non smettendo di staccare però i suoi occhi da quelli della belga che  ugualmente li rimirava.
 
-Certo Feliciano- ripose automaticamente senza pensarci – fai pure…-
 
Solo allora si rese conto che c’era qualcosa che non quadrava.
Scostò lo sguardo dalla sua donna per voltarsi verso il tavolo dietro di se e beccò suo fratello minore Feliciano Vargas, Italia del Nord, in tenuta da notte e con lo sguardo ancora velato dal sonno, nell’atto di versarsi del succo di frutta alla pesca in un bicchiere.
La cosa lo lasciò abbastanza sconvolto –Tu! Da quanto tempo sei qua?-
Feliciano sentendosi chiamato in causa, gli rispose con una semplice alzata di spalle –Non lo so qualche minuto?- poi con assoluta nonchalance, alzò il bicchiere in direzione di Belgio, salutandola -Bon jour Emma, comment allez-vous?-
La ragazza, non più di tanto stupita della presenza dell’altro Vargas, lo salutò di rimando -Magnifiquement, Feliciano, merci-
Lovino pensò che probabilmente era l’unico a sentirsi imbarazzo in quel momento ma decise di non farsi fregare dagli eventi: parandosi come scudo di fronte a Belgio parlò chiaro al fratello –Ma che vuoi, si può sapere?-
Feliciano spalancò le braccia –Ascolta, mi sono alzato poco fa, non ho fatto ancora colazione, e avevo una certa sete… se non mi decidevo ad entrare, nell’attesa che voi due finiste, mi toccava aspettare fino all’ora di pranzo probabilmente…-
Lovino lo guardò come se avesse appena detto un’eresia e gli indicò la porta senza troppi complimenti –Fila!-
Il Nord, se ne andò borbottando qualcosa contro i fratelli despoti e sull’impossibilità di poter fare colazione tranquillamente anche a casa propria.
Il Sud si mise una mano sul volto, afflitto come non mai.
-Andiamo Lovino non è successa nessuna tragedia, su!- gli disse Belgio per fargli forza –Caffè?-
Lui abbozzò un sorriso -Grazie… ma la prossima volta che riusciamo a passare un finesettimana insieme andiamo in una delle mie proprietà nel Sud… qui a Roma io e lui abbiamo la proprietà in comune, e col cavolo che lo voglio in giro per casa quando sono con te!*-
 
 
* Immagino non ci sia bisogno di tradurre vero ? XD
* La Brabançonne: l’inno nazionale belga
* Al di là delle diverse interpretazioni che noi diamo ai personaggi di Hetalia, il Belgio resta comunque un paese che ha subito il dominio spagnolo, francese, e austriaco, è di fianco alla Germania e nel caso specifico del manga è anche “amica” (:D) di Lovino, figuriamoci se non sa anche l’italiano! XD
* Mi sembra ovvio che i i due fratelli Italia abbiano possedimenti e proprietà personali nelle loro aree di competenza, però mi sembra logico che abbiano anche una casa in comune almeno a Roma che è la capitale no? XD

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Capitolo 2
*** Figuracce Meridionali ***


Oh,oh,oh,oh!
 

L’avreste mai detto che sarei tornato con questa fic in versione seriale? Beh il concetto è lo stesso solo che saranno immortalati alcuni momenti romanti-comici della nostra coppia poliglotta preferita, la RomaBel!
Si, lo so che mi volete un mondo di bene per questo, ma fatemelo sapere comunque via recensione XD

 

A tra l’altro qui farà la comparsa un personaggio OC che ci tenevo tanto a introdurre, perchè bene o male ha a che fare con varie aspetti della vita di tutti i miei OC e di altri personaggi di Hetalia.
Buona lettura!
 
 

Figuracce Meridionali
 

 
 
-Lovino mi passeresti la crema?-
 
-Subito piccola-
 
L’estate era di sicuro la sua stagione preferita: il sole e il bel tempo tornavano a baciare il Bel Paese scacciando le grigie giornate che sembravano aver attanagliato la primavera.
Ma soprattutto era l’occasione perfetta per incontrare la sua donna lontano dagli occhi indiscreti dei media e dei giornalisti.
Diavolo, in un mondo in cui scandali e invasione della privacy erano diventati il nuovo pane quotidiano dell’uomo non si riusciva più a vivere una normale relazione come Dio comanda!
Fortunatamente le Nazioni non sono poi tanto più famose di certi divi del cinema, non sia mai che la gente si interessi delle proprie figure istituzionali, ma si è comunque sotto i riflettori più di chiunque altro politico.
E sapere che quell’uno se la fa con quell’altra, rende tutti molto eccitati come se sapendolo entrassero a fare parte del “giro”…
All’Italia del Sud mancava, doveva ammetterlo, la riservatezza dell’Ancien Règime… a parte pochi e comunque non sempre ben informati impiccioni, all’epoca nessuno si faceva con violenza i fatti altrui.
Immerso in quei pensieri profondi, Lovino venne richiamato alla realtà dalla voce di Belgio, che lo guardava perplessa
-Lovino? Che ti prende?-
-Niente, perchè?-
-Perchè è mezz’ora che sei li con il tubetto della crema tra le mani e con lo sguardo vacuo… eri per caso insieme agli anges, oui?-
Lovino abbassò gli occhi ed effettivamente aveva ancora in mano quella maledetta crema, nel gesto di passarla.
Dandosi mentalmente dell’idiota, si difese come potè –Non, mie petit, je pensais juste…-
Emma era bellissima come sempre: indossava un paio di occhiali da sole e un cappello a tesa larga, di quelli che le piacciono tanto, e come costume da bagno aveva un semplice bikini nero.
Aveva organizzato un fine settimana al mare in una villetta con tanto di spiaggia privata sulla costa campana, così da non avere tra le scatole improbabili rompiballe*.
L’odore del mare, il sole, la pace di quella zona la rendeva il luogo ideale.
Non per altro l’aveva scelta.
 
-È proprio bello qui- disse ad un tratto la belga spalmandosi la crema sulle braccia –Sei davvero fortunato a possedere paesaggi così belli Lovino-
-Guarda che anche la tua terra è bella Emma… forse perchè ti rispecchia-
-Mon amour… hai sempre questo lato romantico che amo tanto di te, perchè lo tieni nascosto al mondo?-
-Perchè altrimenti perderebbe valore, e non avrebbe lo stesso significato- le rispose lui strizzandole un occhio
Soprattutto perchè non ho alcuna intenzione di farmi questa reputazione… mi immagino già le risate che certe vipere europee si farebbero alle mie spalle, per non parlare delle battutine che inizierebbero a girare per i corridoi di Montecitorio o del Quirinale…
Belgio gli lanciò un sorrisetto furbo, di quelli suoi, al quale l’italiano non sapeva resistere.
-Tanto lo so che lo fai perchè sei tremendamente timido-
-Oh si- disse lui con un punta di sarcasmo – sono la quintessenza della timidezza, io!-
-E allora perchè ci hai messo quasi duecento anni a farti sotto? C’è voluta una rivoluzione e due conflitti mondiali per farci arrivare a dove siamo adesso-
Perfida
-Lo sai bene perchè…-
-Perchè sotto sotto sei un fifone…- lo incalzò con un altro leggero sorriso -mi ricordo benissimo che a quel gran galà per il ventennio dell’unificazione della Germania a cui eravamo stati tutti invitati, ci hai messo l’intera serata per invitarmi a ballare e mi sono dovuta mettere di fronte a te con tanto di aria di attesa…-
-Sai benissimo che diavolo stava accadendo quella sera…- alzata di occhi e gesticolazione della mano -e la sorte ria ci aggiunse poi il suo lurido zampino…-
-…certe donne avrebbero smesso di aspettare da parecchio…-
-…certe donne ti vorrebbero morta, per essere al tuo posto-
-Davvero!- la faccia di Emma si fece sorpresa con tanto di occhi strabuzzanti – la settimana scorsa ho incontrato monsieur Winants, che sai bene essere…-
-Il capo dei vostri servizi segreti, so chi è- disse con uno sbuffo, sapendo che ne stava per dire una delle sue…
-Beh la settimana scorsa mi ha detto che tra le principali minacce alla sicurezza del mio paese c’era un intero dossier dedicato alle tue spasimanti, messo giusto tra un paio di assassini seriali e Al Qaeda…-
-Emma…-
-Ti giuro! Monsieur Winants era davvero preoccupato e si diceva pronto a rafforzare la sicurezza oltre che mettermi sotto custodia se si fosse dimostrato necessario-
-Belgio, se stai cercando di farmi dire qualche idiozia in risposta alle tue, ti assicuro che stai miseramente fallen…-
Sud Italia non finì la frase che lei gli lanciò in mano il tubetto di crema…
-Dai sbruffone, mettimene un po’ sulla schiena, voglio prendere un po’ di sole-
La bionda si distese prona sulla sdraio e si slacciò il costume.
Lovino versò un po’ di crema sulle mani e si mise al lavoro.
Con uno zelo eccessivo le sue mani andavano su e giù per la liscia schiena della belga, attento a passare su ogni centimetro di quella splendida e invitante pelle.
Perchè lui era un fidanzato modello! Pronto a qualsiasi fatica e onere per l’amor suo! Lui…
-Lovino, guarda che ti ho chiesto solo la schiena… tu sei andato un po’ troppo in fondo, mi pare…-
Sud Italia si fermò, beccato, mantenendo le mani proprio li, tentando di fare il vago
-To’!  Non ci avevo fatto caso! Pensavo che intendessi l’intera lunghezza della schiena e allora mi sono detto: accontentiamola pure-
Sentendola muoversi, Lovino tolse le mani.
Belgio si rimise supina, mani sul seno, e lanciandogli un’occhiata ammaliante gli disse –Non vorrete approfittare di una innocente madamigella belga venuta a visitare le calde terre del Sud, vero mio bel italiano?-
Lovino le si chinò, poggiando la sua fronte sulla propria e accarezzandole i capelli
-Signori’- disse con un sorriso, facendo l’accento – non deve tenere alcun timore, qui ci stanno solo uomini d’onore-
Emma si lasciò andare ad una risata e Lovino ne approfittò per baciarla.
Ad un bacio ne seguì un altro. E un altro. E un altro ancora.
Poi entrambi sentirono che l’atmosfera si stava surriscaldando.
Belgio gli cinse il collo con le braccia mentre il Sud Italia iniziò a baciarla sul collo, mentre le mani accarezzavano freneticamente quella pelle morbida e vellutata.
Soli, finalmente soli… nessuno che possa disturbare le nostre effusio…
Un trillo atrocemente acuto squarciò l’aria.
I due amanti sobbalzarono, non aspettandosi certo una cosa del genere, tanto che Lovino volò giù dalla sdraio, cadendo di testa contro il borsone termico.
-A’rimortacci sui, stupido campanello!-
-Lovino ma cosa…?-
-È un campanello che segnala a chi sta qui giù in spiaggia se qualcuno ha suonato alla porta…-
La bionda alzò un sopracciglio –Aspettavi qualcuno?-
-No, nessuno, non ho idea di chi possa essere-
-Sarà l’amante…-
Sud Italia strabuzzò gli occhi –L’amante di chi?-
-Il mio! Ma secondo te? Sarà una delle ragazze con cui ti vedi quando non sei con me-
-Ma va là! Avere una amante sarebbe troppo seccante e poi non vedo perchè dovrei tradirti-
-Gli italiani hanno una pessima fama all’estero, sai?-
-Almeno su questo punto io non c’entro niente, chiedi a mio fratello se proprio. Ho una morale, io!-
Un altro squillo assordante.
-Insistente… vado a vedere chi è tu aspettami qui-
Belgio annuì e si ridistese.
 
Di tutti i momenti possibili e immaginabili proprio in quel momento qualcuno doveva venirgli a suonare alla porta?
“Se è un piazzista, lo sbrano vivo e poi gli faccio ingoiare tutta la sua mercanzia”
Borbottando improperi e quant’altro Sud Italia salì le scale che collegavano la spiaggia alla casa. Non appena giunse nel portico sentì un altro squillo.
Seccato, aprì la porta-finestra e si diresse verso il vestibolo.
Senza accorgersene inciampò ne suoi piedi e nel tentativo di mantenere l’equilibrio, sbattè il mignolo contro il comodino.
Un male allucinante gli si trasmise in tutto il piede che ora era tutto un pulsare.
Un altro squillo dalla porta.
-Arrivo! Arrivo!-
Zoppicante e dolorante Lovino si diresse verso l’entrata e, finalmente, aprì la porta
-Allora, si può sapere chi è…?-
 
La porta si spalancò e non appena vide di chi si trattava, alla Nazione gli venne un colpo e pure bello grosso.
Di fronte a lui si stagliò una figura vestita con un abito nero, lungo fino ai piedi, stretto in vita, svasato e più ampio nella parte inferiore.
Portava appresso un libro, tenendo il segno della lettura con un dito.
Il viso, giovanile ma solcato da qualche ruga sulla fronte e intorno alla bocca, ospitava un paio di occhi di un azzurro chiarissimo, un naso aquilino e i capelli, radi ma ancora di un color castano lucido, erano coperti da un cappello nero a tesa larga.
 
Un cappello nero… un abito nero… con trentatré bottoni.
 
Non li aveva contati, già lo sapeva che era trentatré precisi: perchè quell’uomo non era altri che…
 
-Illustrissimo reverendo zio, Benedetto Gregorio!-
Il nominato accennò ad una risata divertita –Nipote! Era da tanto tempo che non mi chiamavi più con tutto il nome per esteso! Che ti è preso tutto ad un tratto?-
Mi sono preso quasi un infarto, caro zio…
Una risata sospirosa invase l’entrata della villetta –Non mi inviti ad entrare Lovino?-
-Oh… si, certo-
Il Rappresentante di Città del Vaticano si fece avanti a larghi passi sotto lo sguardo incerto del moro
Che cos’è venuto a fare qui? Non capisco che sta succedendo e odio quando succede…
Padre Benedetto si tolse il cappello e squadrò Sud Italia –Beh, come mai questa… uhm come si dice… curiosa mise?-
Lovino dovette immaginare che per suo zio, andare in giro per casa con solo un calzoncino da bagno e le infradito addosso fosse una cosa abbastanza insolita.
-Ehm, ero giù alla spiaggia… non vorrei essere scortese, ma vorrei chiederti… che ci fai qui?-
Stavolta fu Vaticano ad essere confuso –Ma come, nipote, non ricordi?-
Lovino scosse la testa con decisione: se gli fosse venuta un improvvisa illuminazione non avrebbe di certo fatto una domanda così stupida…
-Ci eravamo messi d’accordo che mi avresti lasciato la tua casa al mare per una settimana in occasione delle ferie estive. Sai che l’aria di mare non può far che bene al corpo acciaccato di un sedentario come me…-
Il prelato sottolineò l’ultima parte con un sorriso accennato.
Sud Italia si diede mentalmente una manata sulla fronte: aveva ragione!
Ne avevano parlato giusto qualche mese fa, durante una visita che aveva fatto a San Pietro insieme a suo fratello Feliciano; scherzando si erano messi a parlare del caldo implacabile che avrebbe colpito Roma quell’estate e lui gli aveva detto di usare pure la stramaledetta villa borbonica sul mare…
E mo’ che gli dico?
-Te ne eri davvero scordato, non è forse così?-
Lovino tirò su le mani –Che? Ma figurati se mi ero dimenticato una cosa come…-
Vaticano lo squadrò inarcando il sopracciglio sinistro
-…si, è vero, me ne ero dimenticato-
Il religioso sospirò –Beh non credo che ci siano problemi. Posso comunque venire qui anche se ci sei già tu, no? Passeremo insieme un po’ di giorni come in passato, che ne dici?-
Sud Italia si trovò in notevole imbarazzo –Ehm, si, sarebbe fantastico zio, e solo che…-
-Cosa?-
-Ecco, io…-
In quel momento una voce raggiunse le orecchie dell’italiano –Lovino, chi era allora alla porta?-
Lovino sentì chiaramente il suo cuore scattargli in gola e incastrarsi nel Pomo d’Adamo…
Una visione apocalittica lo fulminò in un frammento di secondo: lui, suo zio e Belgio… in topless… nella stessa stanza.
Suo zio, il Vaticano in persona.
La sua ragazza, che si ricordava di aver lasciato in topless.
L’incontro che avrebbe decretato la sua definitiva dipartita da questa valle di lacrime*…
Con dei riflessi prodigiosi si voltò verso la ragazza, nel contempo pregando tutti i santi patroni del Sud Italia che vegliassero su di lui, e notando che…
Si era rimessa il pezzo sopra!
Belgio aveva rindossato il costume e aveva addirittura addosso la sua camicia bianca!
Lovino sentì un turbinio di campane a festa, echeggiare nella sua testa.
-Oh…-
Quel verso pigolato fuori dalle labbra della bionda fece ritornare Lovino sul chi vive, rammentandogli solo di avere evitato che la bomba gli esplodesse in faccia… ora doveva barcamenarsi per disinnescarla…
-Nipote…-
Quel nipote a Lovino parve tagliente quanto un coltello a serramanico appena estratto
-Si…?- domandò voltandosi verso l’austero parente
-Che cosa sta succedendo qui?-
-In che senso? Non capisco che vu…-
-Non avrai per caso trasformato questo luogo in un covo di nequizie come quell’altro… vero?-
Ecco sono fregato… quando inizia ad usare quel tono, significa che sta per arrivare una predica mica da ridere…
-Sto aspettando una spiegazione e la voglio adesso-
Tra parole e sguardo, Italia non sapeva quale dei due trovasse più inappellabile
-Siamo qui in vacanza, io e lui, monsignore, non c’è nessun altro!-
I due uomini si voltarono verso la Emma che presa dalla foga del momento riprese a parlare –Lovino, vostro nipote, mi ha invitata a passare insieme le ferie estive qui da lui è per questo che mi trovo qui…-
Vaticano scrutò pensieroso la ragazza, che cercava in tutti i modi di restare il più seria possibile, voltandosi infine verso il nipote il quale prontamente rispose ancor prima di essere interrogato –Proprio così!-
Lo sguardo del religioso si soffermò su di lui.
-È vero! E non so se lo sai ma io ed Emma… immagino che tu la riconosca tra l’altro, lei è…-
-So benissimo chi è mademoiselle Gand*- lo interruppe con un soffiata il prelato
-Ah, be certo… quello che volevo dire è che io e Emma siamo fidanzati, stiamo ufficialmente insieme da… che so? Anni ormai… quanti sono, amore?-
Belgio stava per rispondere quando venne bloccato sul nascere da un –Fidanzati?-
Fu forse solo una loro impressione ma a quella parola il viso di Benedetto Gregorio parve illuminarsi… l’idea che uno dei suoi nipoti prediletti non vivesse nel peccato doveva averlo rasserenato all’inverosimile!
-Ehm… si, è così…-
-Quindi deduco che vi sposerete un giorno, nevvero?-
I due interpellati, si imporporarono in un secondo e Lovino fu sul punto di avere una crisi epilettica –M-ma …-
-Ah spero che vogliate celebrarlo in San Pietro, sarebbe una cosa eccezionale! Eccezionale! E ovviamente lo officerò io, se a Sua Santità andrà bene-
-Come Sua Santità?-
La situazione stava prendendo una strana piega.
Senza alcun preavviso, padre Benedetto mise le mani sulle spalle delle due, più frastornate che mai, Nazioni e con gioia sincera proclamò –Figlioli cari, avete la mia approvazione e benedizione! Che il Signore vi assista!-
Lovino sgranò gli occhi e cercò di correre ai ripari –Zio, illustrissimo zio… non per smorzarti l’entusiasmo ma è una cosa non ancora definita… in progettazione… nel senso, sai meglio di me come vanno certe cose… noi ecco…-
-Certo, certo-
-No davvero! Belgio diglielo anche tu!-
Emma uscì come da uno stato di trance, in cui era capitata non appena si era sfiorato l’argomento…
-… Un giorno!- esclamò con forza  -Un giorno si farà di sicuro!-
L’atteggiamento della ragazza convinse Vaticano –Certamente, so che ci sarà di mezzo anche la politica e altri impedimenti, so cosa significa…-
-Eh, la politica è una brutta bestia zio- disse l’Italia del Sud tirando un sospirone, non capendo quanto per la verità appena detta e quanto per lo scampato pericolo
-Comunque è una notizia di esserne felici! Sai mi è sempre dispiaciuto vederti solo come un cane…-
-Ehi!-
-… beh insomma mai impegnato in una relazione seria… iniziavo a temere che avresti fatto la fine di tuo fratello ai tempi in cui non eravate ancora unificati*…-
-Zio…-
-E la signorina Belgio è sempre stato il tuo chiodo fisso a pensarci bene…-
-Zio!-
-Ne eravate al corrente?- disse rivolgendosi a Emma
Lei si strinse nelle spalle, arrossando leggermente –Ad un certo punto me ne sono resa conto… ma aspettavo che fosse lui a farsi avanti, mi sembrava il minimo…-
-Ci mancherebbe!- le disse di rimando, tirando un leggero schiaffo sul collo del nipote, che stava iniziando ad averne le tasche piene di quella situazione
-Forse è meglio se la finiamo qui, mh?-
Vaticano allargò le braccia per poi prendere il breviario tra le mani –Beh a questo punto sarà meglio che vada-
A Lovino scappò un -Di già?-
-Si nipote, non ho intenzione di disturbarvi più di tanto-
-Non volete fermarvi almeno a cena? Così non avrete fatto un viaggio a vuoto…-
Vaticano sembrò pensarci un po’ su –Uhm, se proprio insistete… va bene mi avrete con voi per oggi, partirò domani così potrete godervi la vacanza tranquillamente-
-Beh, fantastico zio, ti vado a prendere i bagagli. Emma potresti accompagnarlo ad una delle camere? Scegli la migliore mi raccomando-
-Ma certo- rispose lei convinta
Lovino era ormai oltre la porta, pronto a caricarsi in spalla i bagagli della macchina, quando alle sue orecchie giunse la voce del suo reverendo zio
-Scusi se glielo faccio notare, signorina Gand, ma non pensa che sia più consono per lei indossare una mise differente?-
Sud Italia si bloccò sul posto: in quel momento si rese conto di una tragica realtà…
 
Quella notte non ci sarebbero state coccole.
 
 
* Chissà a chi si sta riferendo?XD
* Lovino è estremamente drammatico, non lo pensate anche voi? XD
* Per chi volesse farsene un’idea si vada a leggere la fic Passando per Venezia
* Si il nome da civile di Belgio è Emma Gand e deriva dal fatto che in passato era come conosciuta come Emma da Gand (è una città della regione fiamminga); non è strano chele Nazioni, in quanto uomini-donne vissuti/nati in epoche molto antiche, abbiano derivato il loro cognome da nominativi del genere (tecnicamente Feliciano e Lovino non si chiamerebbero Vargas, poiché lo hanno acquisito più tardi. In quanto figli dell’Impero Occidentale… o insomma è troppo lunga da spiegare! XD Se vi interessa vi consiglio la fanfic Hetalia: La Storia, va bene? XD)

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