Fragments di Herit (/viewuser.php?uid=110002)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Three years old [Tiernàn] ***
Capitolo 3: *** Five years old [Tiernàn] ***
Capitolo 1 *** Three years old [Tiernàn] ***
Fragment
1: 3 years old.
Ti guardo per l'ultima volta mentre vado via
Tiernàn ha tre anni e gli occhi verdi quando la conosce per
la prima volta.
Sua
madre è stesa sul pavimento, pallida come mai lo
è stata in vita sua. I bei capelli biondi che tanto gli
piaceva toccare prima di addormentarsi, sparpagliati malamente sul
pavimento. Ha gli occhi aperti, rovesciati all'indietro e cupi. Anche
la mamma ha gli occhi verdi. Sorridono sempre con un che di ammiccante,
malizioso, ma è qualcosa che lui ancora non può
riconoscere. Ed è fredda. La mamma è tanto
fredda.
Tiernàn ha tre anni,
ma gli hanno già detto come deve comportarsi un bravo ometto.
Deve
mettere via i giocattoli che usa, prima di tirarne fuori degli altri. E
deve abbracciare la mamma quando è triste. Lui abbraccia
sempre la sua mamma. Ed ora che sembra avere tanto freddo le sta
accanto sperando di scaldarla. Si è addirittura avvolto le
sue braccia inizialmente rigide attorno alle spalle gracili ed ossute.
La mamma fa sempre così, quando lui non riesce a dormire,
quindi magari adesso lei chiuderà gli occhi e domani gli
sorriderà con dolcezza, come ogni mattina.
Tiernàn ha tre anni e
i capelli di un rosso carota quando la conosce per la prima volta.
Dei
signori vestiti tutti di blu con delle scritte bianche sulla giacca
sono entrati in casa sua dopo aver bussato più volte. Lui
non ha aperto la porta, però. Non arriva alla maniglia ed
è troppo stanco anche solo per alzarsi. E' tanto che sta
lì con la mamma: fuori la luce si è accesa e
spenta già due volte. Ora c'è quella
più pallida dei lampioni. Ha pianto per la fame, non sa
nemmeno lui bene quando, ma lo stesso la mamma non si è
alzata e lui si è sfinito ancora di più. Frigna
di nuovo, quando un signore con il giubbotto blu lo allontana da sua
madre. Le braccia magre dalla denutrizione allungate verso la donna ed
una manona che gli copre gli occhi, sussurrandogli che va tutto bene.
Tiernàn ha tre anni,
gli occhi ingenui di un bambino ed i capelli rossi tagliati corti,
quando la conosce per la prima volta.
Lo dice uno di quei signori. La sua
mamma è stata uccisa dalla Maria.
Dunque... diciamo che so che
ho tante cose da fare... ma
questa cosina legata
ai miei pg mi sta molto a cuore.
Sono dei frammenti di
loro. Sono personaggi che ho creato per un gdr
e che sono poco a
poco andati perduti con la chiusura di questo.
Volevo dargli uno
spazio. Dare uno spazio al loro passato. Al loro bg.
Forse poi
elaborerò storie singole per ognuno di loro.
Intanto parto con
Tiernàn. E' quello che amo di più. Chi mi
conosce, lo sa.
Saranno sfasati, i
capitoli. Non saranno unitari
almeno fino a quando
le loro vite non si intrecceranno. Ed accadrà, posso
assicurarlo.
Una lista veloce dei
pg? Tiernàn, Noel, Jeremy, Kaden, Christian...
spero apprezzerete
ognuno di loro (:
Chiara
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Capitolo 3 *** Five years old [Tiernàn] ***
Fragment
2: 5 years old
Ti ascolto respirare.
Non scatto la fotografia.
Non porterò nessuna traccia dentro me: niente che
dovrò rimuovere.
Tiernàn ha
cinque anni e ci sono due spesse lenti a
coprirgli gli occhioni verdi, timorosi.
Davanti al suo visetto ovale e dai tratti morbidi, spessi baffi neri a
far da cornice ad una bocca che somiglia alla sua. Un cuore che si
infrange ogni volta che quei frammenti rossi si muovono. C'è
un signore dall'aria austera davanti a lui; gli ha appena detto di
chiamarlo “nonno”. Ma quel signore –
Aalan – non ha proprio la faccia da nonno. Infondo, i nonni
non dovrebbero essere tutti bianchi? Quel signore, invece, ha ancora
tutti i capelli sulla testa. E sono ancora tutti scuri. Solo qualche
peletto bianco fa la sua comparsa sulla sommità del suo capo.
Tiernàn ha
cinque anni, un caschetto di capelli rossi e
quegli occhiali enormi che gli ricadono malamente sul nasino un po'
all'insù che si ritrova. Quello che gli conferisce un'aria
un po' smorfiosa.
Ma lui sta nascosto dietro alla gonna di una delle maestre
dell'orfanotrofio, che parla con il “nonno”. Dice
che finalmente tutti i documenti sono in ordine e che possono portarlo
via con loro. “Loro”. C'è una donna, con
il “nonno”. Ha il portamento di una vecchia signora
per bene. E' dritta ed un po' impettita, ma è una bella
“nonna”, se così può
chiamarla. Magra come un giunco, emana un dolce e leggero odore di
gelsomino. Si chiede se davvero dovrà chiamarla
“nonna”. Non è un po' troppo giovane? Le
nonnine, come le descrivono le sue maestre nelle favole, hanno tutte i
capelli bianchi e portano caldi scialli di seta. Donne pasciute e
dall'aria bonaria.
Si
stringe alla gamba della maestra, nascondendosi ancora di
più dietro a lei. Stringe un lembo dei corti pantaloni dalla
fantasia a scacchi neri e verdi con le dita lunghe e sottili
– dita da pianista -, mordicchiando il colletto della
camicetta bianca che indossa. Gli hanno già detto come
dovrebbe comportarsi: come un bravo ometto. Come gli diceva la mamma.
Ma la sua mamma non è più lì.
Tiernàn ha
cinque anni e le guance imporporate dolcemente da
una timidezza tutta infantile.
Guarda i suoi “nonni” e la maestra con una tacita
domanda negli occhi. Cosa deve fare? Guarda quelle mani tese verso di
lui e semplicemente piange. Lacrime. Stille di cristallo che piovono
dai suoi occhi di smeraldo. Piange e si rannicchia a terra, debole come
un germoglio che ha appena allungato qualche pallida foglia verso il
sole. Eppure c'è un calore confortevole. Due braccia che lo
stringono dolcemente donandogli un calore forse dimenticato, da quella
creaturina smarrita. Piange tra quelle braccia. Chiama la mamma, ma la
mamma non può tornare: la mamma non c'è
più da due anni. E allora chiama la nonna e c'è
ala gentilezza di un bacio un po' impacciato tra i capelli.
Tiernàn ha cinque anni e gli occhi verdi coperti da occhiali
troppo spessi. I capelli rossi, una volta a caschetto, non ci sono
più. Sono corti. Pratici. E scopre per la prima volta di
poter volare.
Lascia
Phoenix assieme ai nonni. La guarda dall'alto con il naso schiacciato
contro il finestrino.
Lascia
la mamma. L'ha salutata già due giorni prima. Ha salutato la
sua lapide bianca lasciata a sé stessa in mezzo ad altre
lapidi bianche che per lui non hanno nome.
Lascia
tutto a terra e si addormenta: quei cinque anni saranno solo il ricordo
di un sogno, al suo risveglio.
*Herit
fa un saltino* Scusatemi, ma sono di corsissima
che ho gli esami alle porte e devo studiare D:
Perdono! Perdono! Perdono!
Ah! I versi di incipit al capitolo precedente e di questo
provengono dalla canzone "non è mai un errore" di
Raf.
Qualunque diritto appartiene al cantante v_v
Detto ciò... fuggoooooooooo!
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