La vita sconvolta di una ragazza ordinaria

di Lena Mason
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAP 2 - IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA. ***
Capitolo 3: *** CAP 3 - POMERIGGIO DI STUDIO E PROVINO ***
Capitolo 4: *** CAP 4 - L'INIZIO DEL PIANO DI KIBA. ***
Capitolo 5: *** CAP 5 - SERATA AL SHINE ***
Capitolo 6: *** CAP 6 -IL DOLORE CHE ANNIENTA ***
Capitolo 7: *** CAP 7 - UNA DELLE TANTE VERITA'. AMICIZIA. ***
Capitolo 8: *** CAP 8 - IL PASSATO. ***
Capitolo 9: *** CAP 9 -ALLONTANAMENTO.VACANZE ESTIVE. ***
Capitolo 10: *** CAP 10 -UN GROSSO ERRORE. ***
Capitolo 11: *** CAP 11 - CONFESSIONI.DECISIONI. ***
Capitolo 12: *** CAP 12 - IL TEMPO SENZA DI TE. ITALIA. ***
Capitolo 13: *** CAP 13 - RIMORSI E VERITA' ***
Capitolo 14: *** CAP 14 - NUOVI ARRIVI E NUOVI PROBLEMI ***
Capitolo 15: *** CAP 15 -KOYO - PRIMA PARTE ***
Capitolo 16: *** CAP 16 - KOYO - SECONDA PARTE ***
Capitolo 17: *** CAP 17 - FESTA ***
Capitolo 18: *** CAP 18 - Behind This Pearl Eyes ***
Capitolo 19: *** CAP 19 - Christmas ***
Capitolo 20: *** CAP 20 - Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1 - PROLOGO ***


 

 

Prologo

 

 


Quella mattina non era di buon umore. Decisamente no. Era nella nuova casa, in una ‘città’ sconosciuta, da solo due giorni e già tutto ciò che la circondava, la innervosiva. Tutti i suffissi onorifici e il continuo inchinarsi le avevano fatto venire il mal di testa e il mal di mare. Forse a furia di inchinarsi entro la fine dell’anno avrebbe avuto addominali scolpiti.

Aveva dovuto lasciare gli e amici e la scuola che frequentava dalle elementari e ora indossava una dannata divisa alla Sailor Moon, per frequentare una dannata scuola giapponese.

 

Giappone.

 

Ancora stentava a credere di essere finita nel paese del Sol Levante.

 

Certo, come la sua tutrice diceva: ‘Hai sempre desiderato visitare il Giappone’

 

Appunto. Visitare per una settimana, due al massimo, non viverci. Per fortuna che almeno lì, in quella prefettura di Tokio, che si trovava tra Ōme e Akiruno, dal nome assurdo di Konoha, e nella stupida scuola dal nome Konoha High School, ancora più osceno e privo di originalità, avrebbe conosciuto la sua amica di penna, Ino Yamanaka, giapponese da generazioni dal lato paterno e olandese da quello materno. Almeno sapeva che c’era un’altra ragazza che superava il metro e settanta e non si sarebbe sentita Biancaneve in mezzo ai nani.


La sua amica si lamentava spesso di avere amiche troppo basse che le impedivano di sfoggiare i tacchi vertiginosi che tanto amava. Le aveva rivelato che, per fortuna, la maggior parte della popolazione maschile era di altezza accettabile, anche se a parte un paio di casi, non superava mai il metro e ottanta. Di certo uomini di un metro e novanta si potevano solo sognare, ma ci si deve pure accontentare.


Certo con il suo metro e settantacinque di altezza, le sarebbe stato parecchio ostico poter indossare le sue vertiginose decoltè nere. Già le immaginava piene di ragnatele.


‘Cerchiamo di fare mente locale’ stava pensando la ragazza ‘sei fortunata perché avendo il padre di origini giapponesi sai la lingua in modo accettabile, a parte qualche gaffe compiuta nei giorni precedenti, hai già una conoscente tra gli studenti e la tua altezza terrà lontano gli scocciatori, visto che ti considereranno una specie di mostro. Non ti puoi lamentare!’

Una sola domanda le sorgeva: perché diavolo la sua tutrice doveva innamorarsi di uno splendido modello giapponese??

 

 

Mentre era persa nei suoi pensieri, preda di un’ansia terribile, immaginandosi già le figuracce che avrebbe fatto a scuola e gli sguardi indagatori sulla nuova Gaijin, il campanello trillò, facendola cadere nella depressione assoluta. La fatidica ora era arrivata.

 Ino, dall’alto della sua presunta bontà, con la quale mascherava la curiosità, l’aveva contattata il sabato del suo arrivo, dicendole che passava a prenderla il lunedì per andare a scuola insieme, così l’avrebbe aiutata ad ambientarsi meglio.

Aveva sentito la voce, a dir poco squillante, della sua amica di penna, anche la sera prima e, nonostante gli anni passati a sentirlo al telefono, non riusciva ancora a pronunciare il suo nome correttamente.

Non era poi cosi difficile dannazione! Alida. È così difficile da pronunciare? Va bene che era considerato un nome strano anche nella sua patria natia, però non era così impossibile. Allora Ino aveva deciso, in totale autonomia e senza chiederle il consenso, che l’avrebbe chiamata Ali-chan. Non era male di per sé, ma il suo nome, così particolare, la rendeva fiera, e sentirlo storpiato perché così difficile da pronunciare, la rendeva ancora più depressa.

 

-Alida, c’è Ino-chan!Sbrigati a scendere che fate colazione-


-La ringrazio Tessa-sama, ma ho già mangiato-

 

‘Tessa? E questo da dove esce?’ si chiedeva Alida mentre scendeva le scale, con in mano la cartella nera che collegava, insieme alla divisa, a qualunque anime o manga avesse mai visto o letto. E poi capì. Se per Ino il suo nome risultava complicato, il nome della sua tutrice, era uno soglilingua: Teresa. Non sarebbe mai riuscita a pronunciarlo, ma dato che la donna non aveva obbiettato al nuovo nome affibbiatole, Alida decise di far finta di niente.

 

Appena arrivò all’ingresso si trovò davanti una ragazza che di giapponese aveva ben poco. Occhi azzurri, capelli platino raccolti in un’infinita coda di cavallo e altezza nella media europea.

Alida stava per mettersi in ginocchio così da ringraziare i Kami e piangere dalla gioia. Se una come Ino, che spuntava tra la folla come una rosa bianca in mezzo a quelle blu, si era ambientata e l’avevano accettata,  allora era a cavallo.

Dopotutto lei era molto meno appariscente della amica. Si era più alta di un cinque centimetri, ma avendo i capelli neri si sarebbe mimetizzata un po’ di più. Cominciava a credere che il vero errore fosse entrare a scuola al fianco di Ino. Era come avere un cartello al neon a forma di freccia che indicava la sua posizione.


-O mamma, Ali-chan! Finalmente qualcuno più alto di me!-


-O mamma, Ino-chan! Per fortuna qualcuno più Gaijin di me!-


Si guardarono e poi scoppiarono a ridere.


-Sento che il tuo giapponese non è niente male a parte quella cadenza..-


-Cadenza italiana, certo. Purtroppo non mi sono molto allenata nella pronuncia, ma sono sicura che se ti frequenterò, migliorerò-.


-Ehi Ali-chan, posso chiederti una cosa?- continuò, titubante, la bionda.


-Sì, certo-


-Come mai i tuoi occhi sono così strani?-


Alida ridendo, disse: - non sono strani. Sono eterocromi, cioè di due colori diversi. Uno azzurro e l’altro verde-


-Stai certa che con quelli, non passerai inosservata per molto! Non solo hai un’altezza fuori dagli schemi, ma anche gli occhi chiari- disse calcando sulla parola- e di due colori diversi-


-Mendokuse-


Ino la guardò e disse:- tu diventerai amica di Shika, questo è certo-


-Shika?- le chiese Alida, curiosa.


-Si, poi te lo presento, ma non è niente di che…- disse la bionda giocando in modo falsamente distratto con la coda e poi aggiunse – ti conviene legare i capelli-.


-Perché?-


-La preside ha deciso così-

 

 

E fu così che Alida, con i lunghi capelli scuri legati in una coda bassa, e Ino con la bionda coda di cavallo, si diressero a scuola.

**


Poco lontano dal loro quartiere, si ritrovarono davanti ad un edificio di media grandezza, tinteggiato di bianco e grigio, circondato da un cortile. La targa sul cancello, ancora chiuso, recitava Konoha High School. Per Alida invece c’era scritto ‘Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate’, come sulla porta dell’inferno del suo adorato Dante. La sua vita ora era completamente sconvolta. E non sapeva ancora quanto lo sarebbe stata in futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 


Sono di nuovo qui con un'altra storia...che rompiscatole, vero? Allora..che dire..le au non le ho mai sperimentate quindi abbiate pazienza e abbiatene anche per l'ambietazione scolastica, ma essendo anziana la scuola, ebbene sì, mi manca...^^ soprattutto l'intervallo..

Lascio a voi il giudizio del prologo, anche se non racconta praticamente nulla...

 

Elena

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Capitolo 2
*** CAP 2 - IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA. ***


 

 

PRIMO GIORNO DI SCUOLA.

 


Mentre attendevano l’apertura del cancello, appoggiate al muro, le due ragazze discutevano sulla ‘popolazione’ scolastica. Ino stava spiegando ad Alida la gerarchia che vigeva nella scuola. Dopotutto in qualunque scuola di ogni paese c’è una piramide sociale e anche Konoha non faceva eccezione.

 

-Allora, le ragazze che, diciamo, detengono il potere sono tre: Sakura Haruno, Karin Yamamoto e Temari Sabaku. I motivi sono principalmente tre: o sono ricche e influenti, come Sakura, o sono facili da abbordare come Karin oppure sono fisicamente forti, come Temari. Sakura e Karin hanno la nostra età, mentre Temari è di un anno più grande. Meglio che le eviti. Se non gli vai a genio, ti rendono la vita impossibile- Ino prese un profondo respiro, poiché aveva detto tutto in un fiato e proseguì -Passando ai ragazzi. C’è una moltitudine infinita di gruppi. Il più famoso e irraggiungibile, è composto da quelli dell’ultimo anno. Hanno quasi tutti diciotto anni compiuti e sono a dir poco favolosi- all’espressione scocciata dell’amica, Ino disse ghignando –vedremo cosa penserai appena vedrai Itachi…-.

 

Quest’affermazione fu seguita da un'altra espressione scocciata e da un’alzata di spalle:- anche se fosse un dio sceso in terra, non hai appena affermato che quel gruppo è irraggiungibile?-.

 

-Eh sì, solo la fidanzata di Pain è entrata nelle loro amicizie. Gli altri non sono portati a relazioni durature o con quelle più piccole. Comunque, il secondo gruppo in ordine d’importanza è formato da ragazzi nostri coetanei. Il capo assoluto è Sasuke, fratello minore di Itachi, seguito da Naruto, una testa quadra bionda che ha il cervello più piccolo di una noce e da Kiba, il playboy. Di questo gruppo fanno parte i ragazzi più carini della nostra età e, anche se non capisco perché, ne fanno parte anche Shikamaru e Choji-.

 

-Ma è così inguardabile questo Shikamaru?- chiese Alida, intuendo che Ino dovesse avere un qualche interesse verso il ragazzo, poiché in un quarto d’ora lo aveva nominato già due volte

 

-No, però non è mai stato il tipo da gruppo. È troppo pigro. Probabilmente sta lì perché, nonostante sia il più intelligente dell’istituto, può copiare i compiti da Sasuke, evitandosi fatica inutile. Mentre Choji, beh non è lo stereotipo del bel ragazzo, visto che, nonostante sia simpatico, ha qualche chilo di troppo. Probabilmente l’ha trascinato Shika nel gruppo-.

 

-Ma tu, e di conseguenza io, di che gruppo facciamo parte?-

 

Ino sbuffò e abbassò lo sguardo, rattristandosi:- noi siamo parte della popolazione media. Né popolari, né sfigate. In ogni caso, non è detto che tu debba rimanere con noi. Puoi diventare popolare-

 

-Non ci penso nemmeno, meno gente mi ronza intorno, meglio sto. Ho avuto la mia dose di popolarità in Italia. Non ne voglio più sapere. Troppi casini- borbottò Alida, che fortunatamente, fu salvata dall’interrogatorio di Ino da un nuovo arrivo.

 

-Oh guarda, arrivano le altre-

 

In fondo al quartiere dove c’era la scuola, due ragazze stavano camminando verso l’edificio. Una aveva lunghi capelli neri legati in una treccia, mentre l’altra aveva i capelli castani legati in due adorabili chignon . Una volta che furono abbastanza vicine, Alida notò che la corvina aveva degli occhi incredibili, talmente chiari da sembrare bianchi e che, entrambe, superavano di poco il metro e sessanta di altezza.

 

-TenTen, Hinata, vi presento…ehm- iniziò Ino, trovandosi subito in difficoltà.

 

-Sono Alida- la aiutò l’amica, ricevendo complimenti da TenTen per l’originalità del nome e costatando che almeno Hinata, abbastanza ferrata in lingue straniere, riusciva a pronunciare il suo nome correttamente.

 

-Ah, Hinata, così mi fai sentire scema- disse Ino, fingendosi sconsolata.

 

-Lo sei davvero, non c’è bisogno di sembrarlo- la interruppe una voce maschile alle loro spalle.

 

Un ragazzo, la cui altezza intorno al metro e ottanta faceva ben sperare Alida, con un buffo codino ad ananas, era spuntato dal vicolo adiacente al muro dove si trovavano le ragazze. Non era per niente brutto. Nonostante la divisa si capiva che aveva un fisico asciutto e l’espressione annoiata dipinta sul viso gli dava un’aria da strafottente niente male.

 

-Shikamaru Nara! Come ti permetti di darmi della stupida?-

 

-Mendokuse, Ino. Non urlare di prima mattina- disse lui stirandosi e sbadigliando.

 

-Appunto, ora che ci penso, cosa cavolo ci fai in giro a quest’ora?-

 

-La strega della preside mi ha obbligato ad accompagnare la nuova studentessa in giro per la scuola, dato che a quanto pare sono il più bravo-

 

Alida si sentì il mondo crollare addosso. Pensava sarebbe stata Ino ad accompagnarla in giro, invece doveva essere scarrozzata da quello sconosciuto, che tra l’altro, se non ricordava male, era anche popolare. Ciò significava una cosa sola. Lei, in giro con uno popolare, uguale: tutta la scuola avrebbe saputo della sua esistenza.

 

-Mendokuse- esclamò ad alta voce, accorgendosi che anche il ragazzo lo aveva detto nello stesso momento.

 

Si guardarono in faccia per la prima volta e mentre il ragazzo studiava la nuova ragazza, Ino li osservava alternativamente.

 

-Tu chi sei?-.

 

-La seccatura che dovrai accompagnare-.

 

-Oh- disse Shikamaru ‘beh almeno è carina’ pensò prima di dire:- piacere Shikamaru-.

 

-Piacere Alida-.


-Strano nome-.


-Mai quanto il tuo- ribatté la ragazza, facendo stirare le labbra del ragazzo in un sorriso. In quel momento il cancello si aprì e mentre Ino, Hinata e TenTen si dirigevano nella loro classe, Alida fu bloccata da Shikamaru.


-Tu non devi andare con loro. Devi passare dalla preside-

 

-E puoi dirmi dov’è la presidenza, per favore?-

 

-Ti accompagno io, ma prima devo aspettare un paio di persone, d’accordo? Non ti preoccupare la preside non arriverà prima di mezz’ora- mentre parlava, si era sdraiato su una panchina del cortile.

 

-Bene- rispose lei, sedendosi sulla panchina vicina, prese l’amato I-Phone e infilandosi gli auricolari si mise ad ascoltare le sue canzoni, senza accorgersi che Shikamaru la osservava si sottecchi, pensando

 

‘Mendokuse. Questa sarà la prossima preda di quelle tre vipere. Alta, carina e con quegli strani occhi, faranno qualunque cosa per denigrarla di fronte a tutti e mantenere il loro status. Spero se la caverà, mi sembra abbastanza timida’.

 

Per una volta il genio di Konoha si era sbagliato alla grande nel giudicare una persona.

**


Alida, con una canzone degli Evanescence al massimo volume nelle orecchie, si guardava in giro. Aveva scorto uno strano ragazzo con degli occhiali da sole e una giacca che, messa sopra la divisa, lo copriva fino al labbro superiore, un altro con delle sopracciglia enormi e un cicciottello, ma dalla faccia simpatica, che si stava avvicinando a Shikamaru, guardando però lei, che distogliendo lo sguardo, lo puntò su un altro ragazzo appena entrato dal cancello, in grado di fare talmente tanto rumore che lo sentiva, nonostante gli auricolari. Aveva i capelli biondi e gli occhi come il cielo, caratteristiche poco consone a un giapponese, seguito da un ragazzo moro. Ecco quello sì che era giapponese. Cappelli e occhi di colore nero e carnagione pallida. Era più alto del normale ed era pure carino, almeno rispetto agli altri. Non che Shikamaru o il biondo fossero inguardabili, ma non erano i suoi tipi. Comunque non era il caso di farsi film mentali, dato che lei era troppo in basso nella piramide sociale per avere uno straccio di possibilità con loro.

 

Aveva notato che il ragazzo con gli occhiali e il sopraciglione non si erano avvicinati agli altri, nonostante il biondo li avesse salutati, probabilmente perché non facevano parte dello stesso gruppo.

 

Stufa di vedere le ragazze che guardavano il gruppo vicino a lei con occhi adoranti, distolse lo sguardo e appoggiò la testa sullo schienale della panchina, estraniandosi dal mondo.

 

Si perse così l’arrivo degli altri elementi del gruppo, tra cui Kiba che le lanciò uno sguardo tra il curioso e il predatorio, e di quelli dell’ultimo anno che Ino aveva etichettato come ‘irraggiungibili’e non si accorse nemmeno che la sua presenza, l’unica femminile vicino a Shikamaru e company, non era passata inosservata a nessuno.

 

-Chi diavolo è quella?- chiese Sakura a Karin, il cui ruolo nel gruppo era sapere tutto su tutti. Le tre si trovavano dall’altra parte del cortile sulla panchina davanti a quella dei ragazzi.


- È la gaijin. Inizia oggi. Tranquilla è lì solo perché Shikamaru deve farle da sempai per un po’-.

 

-Come mai proprio lui?- chiese alterata Temari, adibita al dare ‘lezioni’ a chi non rispettava le loro regole.

 

-Mi pare ovvio- intervenne Sakura, la mente dietro a tutte le regole e punizioni – è il migliore dell’istituto, è normale che accompagni i nuovi studenti. Aveva accompagnato anche la bionda finta-

 

-Ah già, maial-Ino…- sorrise Temari al ricordo delle prese in giro verso la bionda.

 

Alida era ancora immersa nella sua musica, quando un tocco sulla spalla la fece trasalire. Sollevò la testa e si ritrovò a specchiarsi in due occhi azzurri.

 

Si tolse le cuffie senza distogliere lo sguardo. Appena fu libera, il suo udito, già torturato dalla musica al massimo, fu trapanato dalla voce del ragazzo.

 

-Ciao, io sono Naruto Uzumaki. Tu sei quella nuova, vero? Come ti chiami? Quanti anni hai? Da dove vieni?- la tartassò di domande fino a quando Shikamaru, spaventato da ciò che il biondo potesse chiederle, lo interruppe.

 

-Mendokuse, Naruto. Sei una piattola. Taci un attimo e dalle il tempo di rispondere a qualcuna delle tue domande-

 

-Ma sono curioso, dattebayo-

 

Alida lo guardò con un sopracciglio alzato. Non era seccata dal comportamento di Naruto, anzi stava trattenendo le risate, perché le ricordava terribilmente un bambino curioso e un po’ tonto.

 

-Allora in ordine: sì, sono nuova. Mi chiamo Alida, ho quindici anni e vengo dall’Italia. Contento?-

 

-In che sezione sei?-

 

-Ehm, non lo so. Devo ancora andare dal preside-

 

-O cazzo! È tardi!- sbottò Shikamaru, alzandosi e prendendo la ragazza per un polso, la trascinò via, mettendo fine all’interrogatorio di Naruto.

 

-Avete visto che strani occhi? Uno era verde e l’altro azzurro-.

 

-Spiacente- intervenne Kiba, ghignando –ero occupato a guardare altro-.

 

-Sei sempre il solito maniaco, Inuzuka- lo schernì il moro – ma devo dire che la ragazza non è male-.

 

-Ah Sasuke Uchiha, non farti sentire da Sakura, altrimenti la moretta avrà vita dura- lo rimproverò, ridendo Kiba.

 

**

 

Poco lontano dal luogo in cui iniziarono a circolare le voci sulla nuova ragazza, Shikamaru stava subendo una bella strigliata dalla preside Tsunade, mentre il vicepreside Jiraya, nonché marito della stessa, era impegnato a mangiarsi con gli occhi la nuova alunna, da bravo pervertito qual’era.

 

-Nara, solo una cosa ti ho chiesto. Porta la ragazza da me alle otto. Ovviamente sei arrivato dieci minuti in ritardo. Sei rimasto a letto di nuovo?-

 

Mentre Shikamaru balbettava qualche scusa, Alida intervenne dicendo:- Tsunade-sama, è colpa mia. Sono arrivata in ritardo perché mi sono persa per strada-.

 

-O ma allora si spiega tutto!- disse Tsunade sorridendo ai due ragazzi, facendo sparire con un colpo di spugna la sua ira- Nara, potevi dirlo subito-

 

-Ehm…è vero mi scusi..- disse lui leggermente stupito dal comportamento di Alida. Si soffermò a osservarla e la vide attenta alle parole di Tsunade, fino a quando la strega, così era soprannominata la preside, non li congedò.

 

-Allora sei nella stessa sezione di Ino, Hinata e TenTen- spiegò il moro – ci siamo anch’io e Naruto, almeno conosci qualcuno. Abbiamo un permesso della preside per il ritardo, visto che il prof della prima ora è Orochimaru. È un gran bastardo, quindi stai attenta a come ti comporti. Ah, un’altra cosa- disse il ragazzo fermandosi e facendola voltare –grazie per avermi parato il culo-.

 

-Figurati, tu mi hai tolto dalle grinfie del biondo. Siamo pari-.

 

- Naruto esagera sempre. Non ho sentito tutte le domande e quindi scusalo se ne ha sparata qualcuna di troppo invadente-.

 

-Se per domanda invadente, intendi chiedermi che taglia porto, allora accetto le tue scuse-.

 

‘Dannato Naruto!’ pensò il ragazzo, prima di bussare alla porta che conduceva nella classe del secondo anno sezione G.

 

Il professore che si trovò davanti era terrificante. Aveva dei lunghi capelli neri, la pelle diafana e occhi marrone chiaro, tanto da sembrare gialli. La sua voce era viscida, così come il modo in cui stava guardando Alida.

 

-Cominciamo male, Signorina Itou. Arrivare in ritardo il primo giorno - le disse il viscido e poi aggiunse, lasciando che Shikamaru si sedesse senza dirgli nulla, visto che i suoi ritardi erano giornalieri  –vedo che il suo cognome è giapponese-.

 

-Si, mio padre aveva origini in questo paese-.

 

-Mentre sua madre?-.

 

-Italiana-.

 

Si sollevò un mormorio di curiosità nella classe, zittito subito da uno sguardo freddo del professore.

 

-Si spiegano i suoi tratti somatici differenti dai nostri e il suo particolare nome. Ma prego ci dica qualcosa di lei- concluse, sedendosi e mettendosi gli occhiali da vista.

 

La ragazza prese un bel respiro e disse:- Sono Alida, arrivo dall’Italia. Mi sono trasferita qui con la mia tutrice due giorni fa. È la prima volta che vengo in Giappone, ma conosco un po’ la lingua grazie a mio padre. In Italia frequentavo una scuola di danza e…- si bloccò pensando a cosa dire, ma Orochimaru la interruppe.

 

-Qualcuno ha qualcosa da chiederle?-

 

Una ragazza con capelli di un rosa pallido, reputati osceni da Alida, alzò la mano, guardandola in modo altezzoso.

 

-Si, Haruno?-

 

‘Ah ecco chi. La super top della scuola. Anche se poi Ino deve spiegarmi il perché…’pensò Alida scettica.

 

-Alida-chan, come mai hai quegli occhi, come dire…strani?-

 

La rossa, di fianco a lei sghignazzò.

 

- Yamamoto, non si faccia riconoscere per l’oca che è anche dalla nuova arrivata…- la riprese Orochimaru, facendola vergognare.

 

-Haruno-san, i miei occhi non sono strani. Li ho dalla nascita e sono eterocromi, cioè di due colori diversi. Piuttosto i tuoi strani capelli sono naturali?-.

 

La classe si ammutolì di botto, mentre Ino, Hinata e TenTen guardavano Alida impallidendo. Solo Shikamaru la guardava ghignando, felice che qualcuno mettesse a tacere la fin troppo altezzosa Haruno, una volta tanto.

 

-Certo e ne sono orgogliosa, visto che li solo io!- ribatté piccata e leggermente sorpresa, perché nessuno aveva mai osato risponderle.


-Su questo non ho dubbi. E comunque anch’io sono orgogliosa dei miei occhi, perché sono piuttosto rari -.


Sakura e Alida si scambiarono sguardi fuoco, fino a quando il professore non fece accomodare Alida vicino allo stesso ragazzo che aveva visto la mattina.


Sedendosi notò che portava ancora gli occhiali da sole e la giacca.


-Shino Aburame- si presentò.


-Piacere- disse Alida sorridendo lievemente.


-Ehm- con un colpo di tosse Shikamaru aveva attirato l’attenzione di tutti, professore viscido compreso.


-Ora che vuoi,Nara?-


-Dovrei mostrare ad Alida la scuola, ordine della Preside-

 

-Si,si, non m’importa. Andate- prima che potessero uscire però aggiunse, sadico –domani però vedrò di verificare se avete recuperato la lezione di oggi-.

 

Shikamaru non rispose per evitare una punizione, ma appena fuori iniziò a lanciare insulti di ogni genere al professore, facendo ridere Alida.

 

-Scusa per le parole, ma se lo merita. Di cosa diavolo stava parlando? Non ho ascoltato mezza parola e non ho nemmeno letto cosa c’era scritto sulla lavagna-.

 

-Non ti agitare. Credo sia convinto di avermi punito, ma non si è reso conto che stava spiegando una parte della storia del mio paese d’origine-.

 

-Cioè?-.

 

-Stava spiegando Garibaldi. Credo che il prof viscido abbia un certo interesse per la storia del mio paese e non solo-.

 

-Se ti riferisci a come ti guardava, ti do pienamente ragione-.

 

-Avrei volentieri spaccato sia il naso di Orochimaru sia quello dell’Haruno- disse rabbiosa Alida, stringendo il pugno.

 

-Stai attenta a quello che fai e dici nei confronti dell’Haruno. Il problema non sono i suoi insulti, ma i pugni che sa dare la sua compagna Temari, che frequenta la terza-.

 

-Shikamaru- lo richiamò Alida – quanto è alta e grossa questa Temari?-.

 

-Credo sia intorno al metro e sessantacinque, ma fidati picchia duro-.

 

-Fidati, so difendermi- rispose Alida, ridendo.

 

I due s’incamminarono per i corridoi e videro uscire da una classe, nel corridoio su cui si affacciavano le terze, una ragazza bionda, con quattro assurdi codini e un fisico ben messo e formoso.

 

-Oh guarda. Nara-

 

-Ciao, Temari-

 

Alida la guardò, notando che era più bassa di lei di quasi dieci centimetri. Era ben messa, ma non la preoccupava. Se quella era la picchia duro della scuola era a cavallo. Ne aveva viste di peggio.

 

-E tu chi sei?- le chiese, scortese.

 

-Alida-

 

-Sai chi sono io?-

 

-Lo ha appena detto lui: Temari-san -

 

-E sai qual è il mio ruolo in questa scuola?-

 

Shikamaru, cosa che non faceva mai, pregava tutti i kami affinché Alida rispondesse bene a Temari, altrimenti si sarebbe scatenato il putiferio.

 

-Sì, lo so. Sei nel gruppo di Haruno-san. Il gruppo più importante tra le ragazze- le rispose lievemente atona Alida. Temari però, soddisfatta dalla risposta, fece per andarsene, ma aggiunse:- ah, mettiamo in chiaro una cosa. Il qui presente Nara è di mia proprietà-.

 

-Tutto tuo- si sentì rispondere la bionda che, soddisfatta, se ne andò.

 

-Come non combatti per me?- le chiese Shikamaru ironico, ricevendo uno sguardo seccato.

 

-Mettiamo in chiaro una cosa. In tutta sincerità tra tutti quelli che ho visto oggi, non c’è un ragazzo interessante nemmeno a pagarlo. Quindi mettiti l’animo in pace- senza aggiungere altro si voltò precedendolo nel corridoio.

 

-Ehi, non è carino quello che dici- la richiamò lui

 

-Lo so, la verità fa male. Comunque pensavo che tu avessi un interesse per Ino- gli disse assottigliando lo sguardo, per vedere la reazione del moro che, distogliendo lo sguardo, lo rivolse verso il cortile.

 

-Ti sei sbagliata- tagliò corto lui – andiamo. Prima finiamo e prima me ne torno in classe a dormire-.

 

-Ehi, Shikamaru. Sinceramente a me poco importa delle aule. Tu dimmi solo: dove sono i bagni, dov’è la mensa, dov’è l’uscita più vicina per il cortile e dov’è la palestra e siamo a posto-.


Il ragazzo la ringraziò di cuore per avergli accorciato il giro.


-Ah ho una sola domanda-.


-Chiedi pure. Se tutte le nuove reclute fossero poco seccature come te sarei felicissimo-.


-Che corsi extrascolastici ci sono?-.


-Allora: cucina, arte, calcio, pallavolo, basket …– .


Alida però lo interruppe chiedendo: -Qualcosa che abbia a che fare con la musica?-


-Beh c’è il coro, la banda e i gruppi di ballo-


-Questo m’interessa. Ballo di che tipo?-

 

-Misto. Moderno e classico. Però ci sono due gruppi. Uno è capitanato da Sakura, l’altro da Konan-.

 

-Non è la ragazza di quinta?-

 

-Sì, i gruppi sono un misto di tutte le classi. La scuola è piccola. È già molto avere attività extra-

 

- E come faccio a iscrivermi?-

 

- Tu balli?- le chiese il ragazzo, guardandola con un sopracciglio alzato.

 

- Certo, ti sembra strano?- chiese lei piccata.

 

- Un po’. Comunque domani ci saranno i provini. Ti conviene entrare nel gruppo di Sakura. Quello di Konan non ha mai vinto nulla-.

 

-Meglio-.

 

-Perché?- le chiese lui parecchio stupito nel trovarsi di fronte una ragazza che rifiutava la popolarità.

 

-Penso sia meglio tenere un profilo basso. La popolarità comporta tante responsabilità e da adito a voci di corridoio. Io voglio essere libera di fare quello che mi pare e soprattutto evitare qualunque seccatura-.

 

A Shikamaru piaceva il modo di ragionare della gaijin. Anche lei, come lui, preferiva fare meno fatica possibile.

 

-Bene, allora chiedi a Konan di fare il provino. Potresti obbligare anche Ino-.

 

-Perché?-.

 

-Se la cava a ballare e poi non fa nessuna attività extra. Hinata fa cucina, mentre TenTen arti marziali e lei è negata in entrambe-


-Ok, la trascinerò con me. Ah, com’è fisicamente Konan?-


-Ti ci porterò in pausa pranzo. Conosco Itachi e Deidara, quindi mi faranno avvicinare al tavolo-.

**


Durante la pausa pranzo, Alida e Ino stavano discutendo animatamente in cortile.


-Avanti, Ino! Che ti costa?-.


-Non lo faccio quel dannato provino-.


-Troppo tardi. Ho detto a Shikamaru di chiedere anche per te-.


-Ali ti uccido!- disse Ino prendendo ad inseguirla per il cortile. La mora, voltata verso di lei , non si accorse del ragazzo che, come lei, camminava all’indietro per parlare con qualcuno, con il risultato di trovarsi a terra.

Alida si alzò, sbattendo la gonna per liberarla dalla polvere e si voltò verso contro chi aveva sbattuto.

Il problema fu che voltandosi non s’imbatté nella faccia del ragazzo, ma nel collo. Fece in tempo a pensare a quanto fosse alto, che una voce roca la spinse ad alzare gli occhi bi-color.

Si ritrovò a guardare uno strano ragazzo con dei tatuaggi rossi su entrambe le guance, occhi castani e capelli del medesimo colore, arruffati.

Il colosso, perché era l’unico giapponese che superava il metro ottanta, la stava guardando male e disse:


-Guarda dove vai, gaijin-.

 

-Guarda dove vai tu, giapponese!- rispose lei incrociando le braccia al petto, indispettita dal comportamento del ragazzo.

Nel cortile scese il silenzio più assoluto. Tutti guardavano la scena immobili, tranne Ino, che con uno scatto degno di una centometrista, corse in classe. Si scontrò con Sasuke a metà corridoio.

 

-Yamanaka, cosa corri?-

 

-Kiba…cortile…Alida- riuscì a dire ansimando

 

Sasuke allora volse il suo sguardo vuoto verso il cortile e vide Kiba e Alida che si scambiavano sguardi di fuoco,.

 

-Non dovresti preoccuparti. Sai che abbaia, ma non morde-

 

-Sì, ma Alida, con quella dannata boccaccia gli ha risposto per le rime-.

 

-Ahia! Quella gaijin si sta facendo un brutto nemico- ghignò Sasuke, divertito da quella novità.


-Appunto. Ora vado da Shikamaru-.

 

-Non serve-.

 

-perché?-.

 

-Guarda- disse indicando il cortile dove, Shikamaru e Konan, accompagnati da Itachi e Pain, stavano raggiungendo Kiba e Alida.

 

-Siano ringraziati i Kami-

 

-Vedrai che mio fratello lo calma, altrimenti arriverebbe Kisame. Anzi è già lì-.

 

Ino senza aggiungere altro, ritornò in cortile.

 

-Inuzuka, non osare sfiorare quella ragazza- disse la voce profonda di Itachi. Il ragazzo si voltò dando così modo anche ad Alida di vedere chi avesse parlato.

Capelli lunghi legati in una coda bassa, occhi neri, alto e ben messo...'questo si che è perfetto..' pensò Alida.

 

-Sapevo che Itachi avrebbe steso anche te- le sussurrò una voce nota alle spalle. Voltandosi si ritrovò davanti una ghignate Ino.

 

-Per una volta ti do ragione. Ora capisco perché sono irraggiungibili. Sta mattina pensavo che Sasuke fosse carino, ma vicino a suo fratello, scompare-.


-Esatto. Comunque cosa ti salta in mente di rispondere male prima a Sakura e poi a Kiba?-.


-Senti il cafone è stato lui addossandomi tutta la colpa. Camminavamo entrambi all’indietro quindi siamo in torto tutti e due-.

 

-Ma lui è pericoloso…-

 

-Perché?-

 

-Fa un sacco di arti marziali e anche pugilato. Anche se sei una femmina non esiterebbe a colpirti…-

 

-Bell’esemplare d’idiota!- disse a voce un po’ troppo alta la ragazza, facendo ammutolire il gruppo alle sue spalle.

 

-Quanto sei baka- disse Ino abbassando il capo, sconfitta.

 

Kiba si voltò verso Alida, nello stesso istante in cui lei si voltava verso di lui, pronta ad affrontarlo. Intanto Sakura e il suo gruppo si godeva la scena, felici che qualcun altro desse una lezione alla gaijin.


-Ragazzina, cosa hai detto?-.


-Ragazzina? Guarda che siamo coetanei. Ho detto che chi ha il coraggio di picchiare una ragazza è un idiota e poiché tu lo fai, lo sei di conseguenza-.


-Senti, mi sto trattenendo perché sei nuova e perché me l’ha chiesto Konan, ma se non la finisci e chiedi scusa ti farò pentire di essere venuta in Giappone-.

 

- Ma se tu mi colpisci, mi dai ragione, no? Quindi se fossi intelligente, non lo dovresti fare-.

 

Alle spalle di Kiba, Shikamaru e gli altri stavano parlando sotto voce.

 

-Ehi Shika- lo chiamò il gigantesco Kisame – se la tua deliziosa amichetta non la pianta di stuzzicarlo e s’incazza sul serio le farà male. E sai che se Kiba fa sul serio fatico anch’io a fermarlo-


-Lo so, ma quella ha uno sprezzo del pericolo incredibile. Ino le ha spiegato come funziona qui e la prima cosa che ha fatto è stata rispondere a Sakura-.

 

-Non riesco a capire se il suo è coraggio o stupidità- disse Itachi pensieroso,fissando la ragazza che sembrava divertita dalla situazione.

 

-Credo sia coraggio perché non è stupida per niente. Sta convincendo Kiba che se la picchia le da ragione, quando dice che è un idiota-.


Infatti il ragazzone dall’aspetto selvaggio stava soppesando le parole della ragazza, la quale tratteneva a stento le risate.


-Devo darti ragione purtroppo, ma sappi una cosa- le disse ghignando e avvicinandosi all’orecchio di Alida – se domani passerai il provino per il gruppo di Konan, trascorrerai molto tempo con me e dovrai imparare a chiudere la bocca-.

 

Senza aggiungere si voltò e rientrò nell’edificio, mentre Alida riprendeva a respirare. L’odore selvatico di quel ragazzo l’aveva bloccata.

 

-Alida, sei una seccatura. Sei qui da qualche ora e ti sei già messa nei guai tre volte! Ah visto che ti ho salvato il culo sei in debito. Oggi mi aiuterai con Garibaldi- le disse Shikamaru, ghignando.

 

**

 

Finite le lezioni, Alida fece per andarsene a casa con Ino, ma una voce conosciuta la bloccò. Shikamaru la stava richiamando.

-Cosa vuoi?- chiese lei.

 

-ti sei dimenticata di Garibaldi?-.

 

-O dannazione! Senti vediamoci qui alle tre, poi andremo a casa mia per studiare, ho lì tutti gli appunti-.

 

-Ehi così sembra quasi un invito per fare altro-.

 

- Nara, piantala di farti strane idee. Sappi che oggi ti massacrerò anche solo per aver pensato di provarci con me!-.

 

-Ehi- disse Ino interrompendo il loro diverbio, leggermente stranita da tutta la confidenza che avevano i due – posso aggiungermi o sono di troppo?-.


-No, anzi almeno, se dovessi ucciderlo, mi aiuteresti a nascondere il cadavere-.

La bionda rise, mentre Shikamaru ghignava in loro direzione.


-Ehi Nara-.

 

-Cosa vuoi, Inuzuka?-

 

-Ho sentito che la gaijin ti darà una mano con Garibaldi. Mi unisco anch’io, visto che domani Orochimaru ci farà una bella verifica-

 

-Non so se sarà d’accordo-

 

-Sai che me ne frega di cosa pensa quella. Se non lo fa di sua volontà, stai pur certo che saprò convincerla. Vado a casa. Alle tre qui, allora?-

 

Shikamaru annuì, convinto che quel pomeriggio sarebbe stato una tortura.

**

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



RINGRAZIAMENTI:

Asuka Heavenly: grazie per il consiglio sul carattere..sai essendo moooolto miope, più è grande meglio è per me..^^attendo un altro tuo commento



Yuna: allora il testo l'ho giustificato sta volta e ho corretto quella parola nel primo cap..si Imbecilman (alias Emosuke o Sasukkia) ci sarà, ma non sarà il protagonista, perchè quello è un altro e da questo capitolo si capisce chi è...come ti ho già detto per l'altra ho un piccolo blocco dovuto ai combattimenti, ma vedrai che passerà, soprattutto quando faranno vedere nel manga quale tecniche usa Madara....^^


Amily Ross: allora il divino Itachi ci sarà, ma un po' in secondo piano...papero emo c'è e avrà un ruolo un po' strano, non molto adatto al personaggio in sè visto quello che ha combinato nel manga...



€€

Grazie a chi ha solo letto e chi l'ha messa tra le preferite


Elena

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Capitolo 3
*** CAP 3 - POMERIGGIO DI STUDIO E PROVINO ***


POMERIGGIO DI STUDIO E PROVINO

 

Alida e Ino erano già davanti al cancello. Tolta la divisa scolastica, le due ragazze indossavano dei semplici jeans, abbinati a una maglietta con le maniche lunghe, azzurra per Ino e verde smeraldo per Alida*.Erano in anticipo.

 

-Tsk. Shikamaru arriverà in ritardo. Ne sono sicura- sbottò seccata Ino.

 

-Avanti, Ino. Non essere così cattiva. Siamo noi in anticipo.-

 

-Non importa. Sarà in ritardo. Vedrai- ribatté sicura di sé la bionda.

 

Purtroppo per Alida, la sua amica aveva ragione. Erano ormai le tre e mezzo quando videro la sagoma di Shikamaru spuntare dal vicolo.

 

-Nara, sei in ritardo- esordì la bionda, puntandogli un dito contro.

 

-Sta volta non c’entro. Ho dovuto aspettare qualcuno-.

 

-Ehi, Shika. Com’è che ti fai trattare così?- intervenne una voce roca alle spalle del giovane. Apparve un ragazzone con i capelli arruffati. Kiba.

 

-Si può sapere cosa ci fa lui qui?- chiese Alida, infervorandosi alla vista dell’Inuzuka.

 

-Calma, bambolina. Ho bisogno di ripetizioni in storia e tu devi aiutarmi-.

 

-Non avevo dubbio che uno così avesse bisogno di ripetizioni, ma t’informo che non sono obbligata ad aiutarti-.

 

-O si che lo sei. Sei una gaijin e per di più nuova, non vorrai farti un nemico popolare come me…- le disse il ragazzo ghignante, avvicinandosi e sovrastandola con la sua considerevole altezza –ringraziami per non averti obbligato a darmi ripetizioni in altre materie…non so se mi spiego..- concluse occhieggiando alle sue forme.

 

La ragazza spalancò la bocca, inorridita da tanta audacia da parte di uno sconosciuto giapponese. Ma gli abitanti del Sol Levante, non erano freddi e poco propensi al contatto umano?

 

Lo guardò male e rispose:- oltre ad essere maleducato e privo di cultura, sei pure una specie di maniaco?-.

 

-Non sono solo il ragazzo più popolare della scuola del secondo anno-.

 

Alida, trattenendo a stento le risate ribatté:- tu sei il più popolare del mio stesso anno? Siamo messi male allora-.

 

Kiba a quest’affermazione si avvicinò ancora di più e guardando direttamente negli occhi disse:- adesso chiudi quella boccaccia. Tu mi darai ripetizioni, fine della storia-.

 

-Ali-chan, per favore, accontentalo - le disse Ino sussurrando intimorita dalla presenza dell’Inuzuka.

 

-Brava, bambolina bionda, tu ragioni- .

 

Nonostante fosse alterata sia dal comportamento sia dal sorriso sornione che il ragazzo aveva rivolto alla sua nuova amica, Alida, per evitare qualsiasi problema che poteva rovinarle la permanenza già forzata in quella scuola, sbottò:- d’accordo, basta che non esageri con il tuo ego-.


-Bene- disse Shikamaru, soddisfatto di aver evitato un’enorme seccatura- allora dove andiamo a studiare?-

 

-Da me. Seguitemi- disse Alida sorpassando i due ragazzi, tallonata da Ino.

 

**

Kiba e Shikamaru stavano a una certa distanza dalle ragazze, probabilmente perché volevano evitare di farsi vedere in compagnia di qualcuno che non fosse del loro livello.

 

-Ehi Alida. Dovresti smetterla di sfidare apertamente Kiba. Può davvero renderti la vita un inferno, se si fissa con te-

 

-L’ho capito, non ti preoccupare. Farò finta che non esista, d’ora in poi. Spero abbia almeno il buon senso di fare altrettanto-.

 

-Fidati è così. Siamo troppo in basso nella scala sociale per attirare le sue attenzioni, se lo lasci perdere ovviamente!-.

 

Arrivarono a casa Itou in poco tempo. La casa della ragazza era una graziosa villetta a due piani. La zona giorno, sita al primo piano, era composta da un ingresso su cui si affacciavano sala, cucina, bagno e le scale che portava al piano interrato e al piano superiore, dove vi erano le camere.

 

Tutte le stanze erano arredate in stile moderno con colori di bianco e nero.

 

-Ehi gaijin, bella casa- esordì Kiba.

 

-La mia tutrice è un arredatrice professionista- rispose senza inflessioni nella voce la ragazza, facendoli accomodare su uno dei divani della sala. Era in pelle bianca e davanti a questo vi era un basso tavolino, completamente ricoperto da fogli, scritti con una calligrafia femminile. Shikamaru prese uno dei fogli, ma non riuscì a leggere nulla.

 

-Ehi, Alida. Cosa diavolo c’è scritto qui?-

 

La ragazza sghignazzò e rispose:- Lascia perdere, Shikamaru. È scritto nella mia lingua madre e, salvo che tu non conosca l’italiano e l’alfabeto arabo, non ci capirai nulla-.

 

 Tutti la guardarono straniti e lei spiegò.

 

-nella scuola che frequentavo scrivevo così. A dire la verità in tutte le scuole di Italia si usano quelle lettere. Per noi i vostri kanji sono strani. Vi detterò ciò che c’è scritto, così lo copierete-.

 

-Bene. Meno fatica faccio, meglio sto- disse Shikamaru, allungandosi sul divano –ah com’è comodo…-.

 

-Ehi, cerca di non dormire. Non copierò anche la tua parte!- esordì Ino, che conoscendo Shikamaru, sapeva quanto fosse alto il rischio di ritrovarselo addormentato.

 

I quattro ragazzi, in religioso silenzio, a parte la voce di Alida che spiegava loro la storia di Garibaldi, copiarono e studiarono per almeno tre ore. Erano ormai le sei quando il cellulare di Kiba, rimasto tranquillo e silenzioso per tutto il pomeriggio, squillò.

 

Il ragazzo guardò il display del telefono e solo dopo aver riconosciuto il chiamante, rispose, assumendo un’aria da conquistatore:- Ciao, bellezza-.

 

Si alzò dal divano, uscendo in giardino, così da non far ascoltare la chiamata agli altri.

 

-Ali-chan, sono stanca…- disse Ino stiracchiandosi.

 

-Anche io…- aggiunse Shikamaru, anche se non era necessario visto il soggetto.

 

-Ma Tessa-sama, dov’è finita?-.

 

-Lavora fino a tardi oggi. Che ne dite di fermarvi a cena?-.

 

-Ok, avviso mia mamma- fece Ino alzandosi.

 

-Mi aggrego anch’io- si unì Shikamaru –ah, anche per Kiba vale l’invito?- le chiese ghignando.

 

-Non sono così maleducata da cacciarlo, anche se la tentazione di chiuderlo fuori è tanta-.

 

Shikamaru rise alla sua affermazione prima di comporre il numero di casa e avvisare che non sarebbe rientrato per cena.

 

**

-Ino sta lontana dalla cucina- esclamò Shikamaru, suscitando le risate di Kiba –non ho intenzione di morire avvelenato- la bionda lo mandò a quel paese con un eloquente gestaccio.

 

-Sicuro che quella’altra sia capace di cucinare qualcosa di commestibile?-.

 

-Quell’altra si chiama Alida- disse una voce alle spalle dell’Inuzuka –e sì, so cucinare. Però non le vostre cose…-

 

-Cioè?- chiese Shikamaru.

 

-Io cucino italiano, che vi piaccia o meno- sbottò la ragazza, sparendo in cucina.

 

-Fantastico, mangeremo italiano a sbafo- disse Kiba, soddisfatto dalla piega inaspettata che prendeva la serata –andare da Dante, in centro, costa un patrimonio-.

**

 

Ino stava apparecchiando per quattro.

 

-Ali-chan, non eri obbligata ad invitarci..-.

 

-Ino, mi fa piacere avere qualcuno come compagnia oltre alla televisione. Anche se in questa compagnia c’è anche quel selvaggio-.

 

-Dai Ali-chan, se lo conosci, ti assicuro che è divertente. Shikamaru, le poche volte che parliamo da soli, mi ha spiegato che è burbero, ma quando hai bisogno di qualcuno con cui parlare di qualunque cosa, lui è pronto ad ascoltarti-.

 

-Credi che ascolterà anche i miei insulti senza arrabbiarsi? No, sai perché le uniche parole che mi vengono da associare a quello sono selvaggio e idiota-.

 

Ino rise insieme all’amica, attirando le attenzioni dei due ragazzi.

 

-Ehi Nara-.

 

-Nh- rispose lo svogliato numero uno.

 

-Ti sei accorto che la Yamanaka, se presa a piccole dosi, non è niente male?-.

 

Shikamaru si sollevò quel tanto che bastava per guardare l’amico negli occhi e disse, mortalmente serio:- non ti azzardare a toccarla. So qual è il tuo fine, ma lei la devi lasciare stare-.

 

Kiba lo guardò stupito, prima di sorridere sornione:- oh, capisco…è di tua proprietà allora…chissà cosa ne penserà Temari…-.

 

-Non ho detto che è mia! Ho solo detto che siamo amici e non voglio vederla usata da te o dagli altri. Stessa cosa vale per Alida. È una ragazza intelligente e simpatica, non lascerò che qualcuno di voi allupati le rovini la vita- replicò punto sul vivo.

 

-Shika… per quanto riguarda la corvina, stai pur certo che non m’interessa per nulla. Troppo arrogante e altezzosa. Spero non passi il provino di domani, altrimenti ce l’avrò intorno ogni giorno!-.

 

-Io non mi lamenterei. Se la lasci stare è silenziosa e non rompe. Sta mattina mi ha anche parato il culo con la strega tettona. L’ho accompagnata in giro per la scuola e ha fatto solo due domande. Mi ha permesso di osservare le nuvole, mentre camminavamo…- raccontò Shikamaru, ancora soddisfatto dalla piega positiva che aveva preso sia mattinata, sia il resto della giornata.

 

-Non importa. Quella mi ha già mancato di rispetto per due volte. Non la sopporto- rispose il ragazzone a denti stretti.

 

-Attento Kiba. Se continui a pensare a lei finirai con l’interessarti-

 

-Non c’è pericolo. Non è il mio tipo e ho già chi soddisfa le mie richieste- concluse Kiba, lanciando un’occhiataccia alla ragazza mora apparsa sulla soglia della cucina per chiamarli a tavola.

 

La cena era davvero buona. Una bella pasta con un ottimo sugo, denso e saporito. Come secondo, Alida, aveva servito una bella fetta di arrosto, che aveva confessato, era opera della sua tutrice, con contorno di patate al forno, seguito dalla frutta.

 

-Mi dispiace, ma quel pozzo senza fondo della mia tutrice si è finita la torta..- stava dicendo la ragazza con la testa infilata nel frigo.

 

-Ali-chan non ti preoccupare…io sono piena…- disse Ino, mentre Shikamaru e Kiba non parlavano dall’inizio della cena.

 

-Ehi Nara. Visto che non ti ho avvelenato?- gli chiese ghignando.

 

-Devo ammettere che sia tu sia la tua tutrice ci sapete fare in cucina! Era tutto buonissimo, vero Kiba?-.

 

Il ragazzo grugnì qualcosa d’indecifrabile in risposta, facendo irritare oltremodo Alida,per poi alzarsi e dichiarare:

 

- Beh, io devo andare. Ho un impegno. Grazie per il ripasso e la cena. A domani, Shika- concluse uscendo dalla cucina e dalla casa.

 

-Tsk che cafone- esordì Ino, quando fu certa che Kiba si fosse allontanato.

 

-Devo ammettere che ha stupito anche me il suo comportamento, però credo avesse appuntamento con Karin-

 

-Si vedono ancora?- chiese Ino stupita.

 

-Si ormai è un mese, ma non credere. A lui non importa molto di lei. La usa per soddisfare le sue richieste, per dirlo alla sua maniera-.

 

-Quindi avevo ragione dicendo che era un maniaco- disse Alida.

 

-No, è semplicemente un don giovanni. Però a sua discolpa posso dire che mette sempre le cose in chiaro con le sue ‘prede’. Una notte e poi ognuno per la sua strada. La maggior parte accetta questa condizione pur di finire tra le sue lenzuola-.

 

-Mi chiedo perché…- .

 

-Sai, Alida..dicono che non sia, in quel campo, per niente male…- disse Shikamaru sorridendo leggermente lascivo.

 

-Solo in quel campo, vorrai dire- borbottò la ragazza che aiutata da Ino stava sparecchiando.

*

 

La bionda e lo svogliato stavano camminando vicini, in direzione di casa Yamanaka.

 

-Shikamaru, non era necessario che tu mi accompagnassi. Se si dovesse sapere, Temari me la farebbe pagare-.

 

- È tardi, Ino. Poi la senti tu, mia mamma se le dico che ti ho lasciato andare da sola?-.

 

Ino rise, ricordandosi quanto la signora Yoshino fosse terribile quando si arrabbiava. I due misogini, che la donna aveva come figlio e marito, ne erano spaventati a morte. Soprattutto Shikamaru che, ogni qualvolta la facesse infuriare, riceveva come punizione qualche commissione faticosa come pulire i bagni di casa Nara o andare a fare la spesa a piedi. Il supermercato non era lontano, ma la signora Nara si prodigava nello stilare la lista, cosicché le buste della spesa fossero belle pesanti.

Giunti di fronte al portone della casa di Ino i due si salutarono, dandosi appuntamento al mattino successivo.

Chiusasi la porta alle spalle, la bionda scivolò a terra, sussurrando.

 

-Dannato Nara, possibile che sia così invisibile ai tuoi occhi?-

 

**

Il mattino successivo fu all’insegna del nervosismo, sia da parte di Alida che da parte di Ino. Quel pomeriggio avrebbero fatto il provino con Konan ed erano tese come corde di violino.

Mentre attraversano il cortile in compagnia di Hinata e TenTen una voce squillante le chiamò.

Naruto Uzumaki si stava sbracciando attirando la loro attenzione verso la stessa panchina su cui Nara si era accomodato il giorno prima. Assieme a lui vi erano Sasuke, Shikamaru, Choji e un ragazzo dai lunghi capelli castani, con gli occhi identici a quelli di Hinata.

 

-Chi è quello?- chiese Alida indicandolo con lo sguardo.

 

- Neji Hyuga. Cugino di Hinata e sogno proibito di TenTen-.

 

-Piantala Ino! Come se nessuno sapesse che ti piace Nara…-.

 

-Ti sbagli!-.

 

Le due iniziarono a battibeccare, ma Alida si accorse di un’altra cosa, mentre si avvicinavano al biondo casinista. Più lui era vicino, più Hinata diventava rossa in viso: ergo alla corvina piaceva il baka.

 

-Ciao Ali-chan- la salutò il biondo, presentandola al resto del gruppo.

 

Sasuke Uchiha, a pari merito con Neji, era sicuramente il più carino del gruppo.

 

Uno starnazzare alle loro spalle le fece voltare, dando così ad Alida, l’opportunità di vedere quanto Kiba Inuzuka fosse popolare tra le ragazze dal primo al terzo anno, che lo avevano circondato adoranti.

 

La corvina alzò gli occhi al cielo e disse:- io me ne vado prima che arrivi quello- indicando Kiba.

 

-Vedo che non ti va molto a genio- le disse Sasuke, ghignando.

 

- Incompatibilità di carattere- rispose la ragazza con lo stesso ghigno.

 

Salutò le sue amiche, salendo i gradini che portavano all’ingresso dell’edificio, senza accorgersi che gli occhi di Kiba la seguivano passo, passo.


Il moro si avvicinò al gruppo, chiedendo a Ino:- La tua amica finalmente ha capito che con me non si scherza?-.

 

-No, Kiba - intervenne Shikamaru, per allontanare l’attenzione dell’amico, dalla bionda – è solo abbastanza sveglia da non cercare problemi e sappiamo tutti quanti tu ne porti…-.

 

-Nara, cerca di non farmi incazzare. E poi perché sono qui?- chiese indicando le tre ragazze.

 

-Le ho invitate io, con il permesso di Sasuke- disse Naruto guardandolo negli occhi –qualcosa in contrario?-.

 

-No- rispose il selvaggio.

 

-Bene, perché loro verranno da noi ogni giorno, d’ora in poi. Ali-chan compresa-.

 

-COSA?- chiesero in coro Ino e Kiba, per due motivi completamente diversi, la prima stupita da tanta fortuna, il secondo seccato dall’avere la corvina irritante tra i piedi, di prima mattina.

**

 

Alida era seduta al suo banco, a fianco di Shino, soddisfatto dall’avere una delle poche ragazze silenziose come vicina, mentre la terza ora stava per iniziare, quando Kiba entrò in classe.

 

-Karin- gridò all’indirizzo della rossa seduta proprio dietro di lei –ho preso settanta su cento nel compito di storia! Sai che significa?-.

 

-Che esistono i miracoli?- rispose per lei Sakura.

 

-Zitta Haruno. Significa che per le vacanze di metà semestre, avrò la casa al mare disponibile!-.

 

La rossa starnazzò di felicità insieme al suo amichetto fino all’ingresso di Orochimaru che lo sbatté fuori.

 

-Capisco, signor Inuzuka, che un voto del genere per un suo compito sia un evento più unico che raro, ma torni nella sua classe immediatamente e vada al tempio per ringraziare i kami-.

 

Il ragazzo uscì dall’aula, lanciando però uno sguardo ad Alida che, a differenza delle altre, era totalmente disinteressata alla sua presenza e guardava fuori dalla finestra. Lui sapeva che non erano stati i Kami ad aiutarlo e, seppur questa cosa lo irritasse, doveva ringraziarla.

 

**

 

Finalmente l’ultima ora era suonata. Ino e Alida si stavano dirigendo nell’auditorium della scuola, dove si sarebbe tenuto il tanto temuto provino.

 

Nel cortile incrociarono Kiba con il borsone adagiato su una spalla.

 

Alida voleva superarlo facendo finta che non esistesse, ma Ino decise che era maleducazione non salutare qualcuno che si conosceva e così toccò lievemente la spalla libera dell’Inuzuka, facendolo voltare. Il moro ghignò nel trovarsi di fronte Ino e tirò fuori gli auricolari.

 

-Ciao bionda-.

 

-Ciao Kiba. Potresti almeno usare il mio nome, no?-

 

-Mmm…preferisco bionda perché sei l’unica ad avere questi capelli particolari- rispose toccandole la coda.

 

-Ehi Ino- la richiamò Alida –se non ti dai una mossa, arriveremo tardi e Shikamaru ha detto che Konan s’infuria!-.

 

-Oh guarda la gaijin. Non ti avevo nemmeno notata – le disse Kiba.

 

-Io invece ti avevo visto, perché il tuo ego riempie completamente il cortile e ammorba l’aria che respiro. Ino io vado avanti altrimenti l’ansia per il provino, si trasformi in rabbia-.

 

Senza attendere la replica rabbiosa che Kiba aveva sulla punta della lingua, si allontanò da loro.

 

-Ehi Ino! Devi dire alla tua amica che ora esagera!-.

 

-Kiba, però devi ammettere che anche tu la punzecchi, non credi?- disse lei senza avere il coraggio di guardarlo in faccia, spaventata dalla possibile reazione.

 

Il ragazzo invece non rispondeva. Continuava a guardare Ino incapace di capire perché quelle due non avessero né paura di lui né provassero attrazione. Forse era proprio il suo orgoglio di maschio alfa della scuola, secondo solo a Itachi, a farlo sbottare sempre contro quella gaijin totalmente indifferente al suo fascino selvaggio.

 

-Forse hai ragione- disse solamente.

 

- Meno male che lo ammetti. Se tu non l’avessi attaccata, non ti avrebbe nemmeno calcolato. È colpa mia se ci siamo avvicinate perché credevo fosse maleducato non salutarti-.

 

-Non da fastidio se mi saluti, figurati. Ma non so perché quella ragazza mi spinge a punzecchiarla-.

 

-Sicuro di non essere interessato?- gli chiese Ino, guardandolo con le sopracciglia arcuate, incuriosita.

 

-No, per niente- replicò secco l’Inuzuka –mi basta avere Karin tra i piedi. Quella non m’interessa-.

 

Senza aggiungere altro si diresse verso la sala che occupava il corso di boxe.

 

Ino scosse la testa in segno di disappunto e poi vide una figura nota venirle incontro. Alida, con i capelli legati in una coda alta, proprio come quella dell’amica bionda, correva per raggiungerla.

 

-Ino- le urlò quando ormai era arrivata. Riprese fiato e poi proseguì –datti una mossa. Konan ti da cinque minuti per cambiarti-.

 

La ragazza indossava un paio di calzoni larghi neri e un top fuxia acceso, che lasciava scoperto l’ombelico.


Nessuna delle due si era accorta che Kiba, all’urlo di Alida, si era voltato e ora fissava la stessa con un ghigno.

 

Sapeva come fargliela pagare per la sua arroganza. E sarebbe stato anche divertente farlo.

**

 

Avevano ballato al massimo delle loro capacità. Le due candidate erano sedute all’esterno dell’auditorium per riprendere fiato e lasciare che i capo club prendessero una decisione. Ino era in una profonda crisi di nervi convinta di aver sbagliato tutto e lodava in continuazione Alida per la sua perfomance.

 

-Non credevo fossi così brava- stava dicendo Ino per  l’ennesima volta all’amica, quando una voce supponente, interruppe la risposta, probabilmente poco carina, della corvina.

 

-Se siete così brave perché non avete fatto il provino per il nostro gruppo?- .

 

Sakura Haruno, spalleggiata dalle sue compari, fissava le due ragazze dall’alto.

 

-Dopotutto due ballerine davvero brave dovrebbero stare tra i vincenti…-.

 

Alida senza nemmeno degnare il gruppo si alzò e pulendosi un po’ di polvere depositata sui calzoni se ne andò, seguita a ruota da Ino.

 

-Ehi vi ho fatto una domanda..- urlò loro dietro Sakura.

 

-Vuoi la mia risposta? Due ballerine davvero brave dovrebbero stare nel gruppo dei perdenti, perché così lo migliorerebbero, facendolo vincere-.

 

Lasciando le tre senza parole, Alida diede loro le spalle, trovandosi di fronte a Kiba.

 

‘Tra le oche e il selvaggio oggi non è giornata…’

 

Come aveva già fatto aggirò il ragazzo, sentendo a mala pena una voce fastidiosa urlare il nome dello stesso.

 

-Non ci posso ancora credere…-.

 

-A cosa Ino?- le chiese, con voce atona,Alida


-Al fatto che ti stai inimicando le persone più influenti della scuola. Fidati che te la faranno pagare…-.

 

-Sai che me ne importa…-.

 

**

 

-Quella gaijin non la sopporto- sbottò Sakura.

 

-Nemmeno io- la seguì, da brava pecora qual’era Karin.

 

-A me non fa ne caldo ne freddo..- disse invece Temari.

 

- Ah sì?- si intromise Kiba –ti è indifferente anche se ti dico che Shikamaru la trova carina, simpatica e intelligente?- .

 

‘No aspetta. Lui carina non lo aveva detto’ pensò Kiba ‘vabbè pace, almeno Temari è più incazzata’. Infatti la bionda era diventata rossa di rabbia e stringeva i pugni.

 

-Se volete vi do una mano a distruggerla-.

 

-Perché dovresti, Inuzuka?- chiese Sakura, insospettita dal comportamento del ragazzo.

 

-Mi ha mancato di rispetto tre volte e una come lei non se lo può permettere..-,

 

-Cosa hai in mente?- chiese la rosa, stupita dal fatto che Kiba potesse anche solo pensare ad un piano.

 

-Ho intenzione di fingermi suo amico, così da scoprire i suoi segreti e poi farli sapere a tutta la scuola- rispose ghignando e guardando la schiena di Alida allontanarsi.

 

**

 

Le due ragazze, insieme con altre cinque sconosciute, erano state richiamate da Itachi in auditorium per avere il responso.

 

-Allora…- esordì Konan rivolgendosi a Ino e Alida, mentre la bionda non riusciva a stare ferma dal nervoso –devo dire che ci avete stupito. Avete entrambe un’ottima tecnica e un ottimo senso del ritmo. Inoltre ve la cavate anche a cantare. Direi che siete ben accette in questo gruppo, ma sappiate che noi, essendo in quinta, avremo poco tempo da dedicare al club e quindi sarete per lo più voi a scegliere cosa ballare. Insomma vi nomino mie vice-.

 

-Nani?- urlò Ino

 

-Si, Yamanaka. Da adesso fate parte di questo club e ne sarete i vice direttori artistici. Dovete sapere che l’Haruno, poiché l’anno scorso ha vinto, ha deciso lei il tema di quest’anno e, vista la persona, ha scelto la lussuria e l’amore passionale-.

 

Alida alzò gli occhi al cielo sbuffando un mendokuse che fece ghignare parecchi. Purtroppo mentre Konan stava spiegando come si sarebbe svolto il tutto, la porta dell’auditorium fu spalancata.

 

Sakura Haruno e la preside Tsunade fecero il loro ingresso, salendo sul palco e richiamando Konan.

 

Il resto del gruppo, al quale si erano aggiunti anche i ballerini di Sakura, si mise ad ascoltare.

 

-Ragazzi mi duole ammettere che quest’anno la scuola non ha più fondi per permettere la coesistenza di due club di danza. Sarei costretta a sciogliere il vostro, poiché non avete mai vinto contro il gruppo di Sakura, ma quest’ultima ha avuto un’ottima idea, cioè quella di riunire i due gruppi in uno solo-.

 

Il gruppo di Konan impallidì.

 

Alida sussurrò a Ino:- quella ha in mente qualcosa-.

 

-Ci puoi giurare- esordì una voce alle sue spalle. Lei si voltò e il biondo con una strana coda le disse:- piacere sono Deidara e lui è Sasori- disse indicando un ragazzo con i capelli rossi.

 

Dopo le presentazioni, i due spiegarono che trovavano Sakura insopportabile e completamente priva di talento.

 

-Ma come ha fatto a vincere?- chiese Ino ingenuamente

 

-Interpretando ruoli popolari e basando tutto sui movimenti sensuali, non so se mi spiego…noi al contrario rappresentavamo diversi musical famosi, ma la nostra scuola è piena di gente priva di senso dell'arte- disse il biondo, affranto.

 

-Ti spieghi benissimo, credo che l'unione dei due gruppi porterà notevoli problemi..- disse Alida.

 

Intanto la rosa stava richiamando l’attenzione:

 

-Nonostante la mia proposta, devo purtroppo tagliare un po’ d’iscritti e per questo dovete esibirvi in una delle mie canzoni preferite e dimostrare che potete apportare qualche benefico al gruppo, perché il tema sarà la lussuria…- durante tutto il discorso aveva fissato Alida, mentre Ino guardava le due alternativamente –cominciamo da te, Alida. Vuoi scegliere il tuo compagno?-

 

-No, lascio a te il piacere- rispose la gaijin ghignando soddisfatta, sapendo benissimo chi avrebbe scelto la vipera.


-Inuzuka, allietaci con la tua bravura-.

 

Il ragazzo si alzò, suscitando qualche gridolino dalle ragazze più giovani e salì sul palco con un balzo.

 

-Ehi Itachi, perché stai ghignando?- gli chiese Kisame.

 

-Tu non hai visto il provino di Alida. Haruno e Inuzuka hanno trovato pane per i loro denti- gli rispose il moro, guardando i due ragazzi, che si scambiavano sguardi furenti.

 

**

 

Intanto sul palco Sakura stava chiedendo ad Alida se sapesse cantare in inglese e, alla risposta affermativa, la mora fu munita di microfono all’orecchio.

 

-Bene, mostraci il tuo talento- disse l’Haruno e pigiò il tasto play.

 


La canzone, di Britney Spears I’m a Slave for you, echeggiò tra le mura, cantata dalla voce di Alida, che la detestava.


Fu durante quel ballo che Kiba capì che quella ragazza era un concentrato di arroganza e sensualità da far girare la testa a chiunque.

 

-Ehi ragazzi- disse Shikamaru ai due idioti –piantatela di sghignazzare!-

 

-Scusa Shika- disse Naruto mentre Choji sedava le risate con una manciata di patatine –ma vedere Kiba in difficoltà con una ragazza non è roba di tutti i giorni-.

 

-Hai perfettamente ragione, dobe- disse Sasuke – ma se ridi così ad alta voce, ti sbattono fuori-.

 

-Sapete cosa credo- disse Shikamaru guardando i due ballerini sul palco nella posa finale che li vedeva avvinghiati, con la gamba sinistra di lei, sostenuta da una mano del ragazzo, a circondare il bacino dello stesso e i visi a un centimetro scarso di distanza – che per Kiba saranno tempi duri. Quella ragazza è un tornado-.

 

-Che intendi dire?- chiese, curioso, Sasuke

 

-Lo vedrai Uchiha, lo vedrai-.

 

Alla fine Sakura non potè che accettare sia Ino che Alida nel gruppo, anche perché la stessa Temari aveva votato per il si alla nuova arrivata esordendo con un poco fine commento:- se fossi lesbica, giuro che mi sarei fiondata sul palco per farmela-.

 

 

**

 

 


 

 

* Le scuole in Giappone iniziano ad aprile, quindi il clima è primaverile.





Ringraziamenti:


Amily Ross: grazie mille per aver apprezzato il capitolo precedente e spero che anche questo ti soddisfi. Sai che per Orociok mi sono un po' ispirata alle battute sadiche, ma spassose che Piton rivolgeva ad Harry Potter? Se sono scema....-_-


Yunalesca Valentine: pssst...chissà se si farà vedere anche qui tu-sai-chi...lo spero proprio...(*ride sadica*) grazie per il consiglio del testo giustificato...imbecilman non può mancare...altrimenti chi insulto mentre scrivo?? Grazie per esserci sempre ^^


Lotti: benvenuta!! *_* me feliceeeee...vabbè lasciamo perdere...comunque ho preso Ino come amica perchè è la meno peggio...ero indecisa tra lei e Temari, ma la coppia Ino/shika la preferisco....spero di non farla sembrare troppo Mary sue, anche se credo che la sua indifferenza a tutto e il suo modo di fare siano come quelli di Sasukkia che di difetti ne ha taaaanti....


_Nishitzu_: sai che io adoravo fare le descrizioni? poi una tizia mi ha detto che le facevo male ed erano troppo lunghe, così allora ho smesso...vedrò di rifarmi nei prox capitoli...anche io non disprezzo Temari, ma come ho detto a Lotti preferisco le ShikaxIno...^^


_Giuly_: eccoti anche qui!!! GRAZIE!!!Aspetto il tuo capitolo!!!


Yuki Ozuki: ho trovato la tua recensione nel primo capitolo e volevo ringraziarti per le belle parole e per Itachi.....*muore al pensiero dell'uchiha*


Alla prossima 

Elena


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Capitolo 4
*** CAP 4 - L'INIZIO DEL PIANO DI KIBA. ***


L'INIZIO DEL PIANO DI KIBA.

 


Inuzuka Kiba era il ragazzo del secondo anno più popolare della scuola. Alcuni lo designavano già come successore di Itachi, una volta che questi avesse ottenuto il meritato diploma, ma una persona la pensava diversamente.

 

Alida Itou era fermamente convinta che Kiba fosse solo un ragazzo con un basso quoziente intellettivo, saccente, arrogante e simpatico quanto il professor Orochimaru con il mal di testa. Doveva ammettere che fisicamente non era male ed era d’accordo con Ino quando diceva che era il primo nella classifica dei sederi più belli dell’istituto, ma il suo interesse per il selvaggio, come lo aveva soprannominato, finiva lì.

 

Purtroppo per lei, la sua innata capacità di non saper tacere, l’aveva posta sotto un riflettore, agli occhi dell’Inuzuka. Un riflettore che la illuminava come prossima vittima del piano ideato dallo stesso: diventare suo amico, come non si sa, scoprire i segreti della ragazza e poi umiliarla di fronte all’intera scuola.

 

Kiba sapeva quanto sarebbe stato difficile diventare suo amico, dopo i numerosi battibecchi avuti con lei, ma proprio per questo aveva chiesto aiuto a Sakura e le altre.

 

Mentre lui e Karin si trovavano nello stesso letto, dopo aver soddisfatto i bisogni di entrambi, la rossa stava spiegando a Kiba cosa doveva fare per entrare nelle grazie della gaijin.

 

-Allora, devi sapere che da quando è arrivata, quindici giorni fa, quella si è subito iscritta a un corso di volontariato. Va tre volte a settimana nell’ospedale di Konoha e intrattiene i bambini malati gravemente- disse Karin in tono neutro, come se parlare di queste cose equivalesse a discutere del tempo.

 

-E questo a me a cosa serve?-

 

-Ti ricordi che tutti dobbiamo avere dei crediti anche in campo sociale? Bene questa è la tua occasione. T’iscriverai anche tu e, comportandoti bene, te la farai sicuramente amica-.

 

- Io dovrei avere a che fare con bambini malati? Karin, non credo di essere la persona più adatta. I bambini di solito hanno paura di me-.

 

-Per forza, se parli con quel tono burbero e ti vesti in quel modo, è ovvio che crederanno tu sia un teppista –.

 

-Beh, in parte lo sono davvero-.

 

-Sì, ma se vuoi davvero portare avanti il piano, devi adattarti!- .

 

Il ragazzo borbottò qualcosa di poco definito per poi alzarsi e rivestirsi.

 

-Dove vai ora?-.

 

-Ho bisogno di una boccata d’aria. Sono qui dentro da quattro ore-.

 

-Poi, non puoi tornare, rientrano i miei-.

 

-Allora ci vediamo a scuola domani…così ne riparliamo-.

 

Kiba Inuzuka si diresse verso il parco comunale, convinto di trovare qualcuno dei suoi amici, ma ciò che vide lo fece stupire.

 

Il suo gruppo era al solito posto, solo che tra di loro, oltre alle solite Sakura, aggrappata a un Sasuke completamente indifferente alla sua presenza, e Temari, sulle ginocchia di Shikamaru, vi erano anche Ino e il suo gruppo.

 

Alida stava parlando con Gaara e ridevano come due ebeti.

 

-Oh ma guarda chi c’è. Il grande Kiba ha finito con la sua bella e ora ci degna della sua presenza- gli urlò Temari –come mai non hai portato Karin?-.

 

Mentre Temari parlava, Alida e Gaara non avevano nemmeno guardato in sua direzione.

 

- L’ho lasciata a casa perché rientravano i suoi. Come mai ti sei portata tuo fratello?-.

 

- È qui per il weekend. Lunedì tornerà in collegio-.

 

- Quindi anche Kankuro è qui?- le chiese Shikamaru, intromettendosi nel discorso.

 

-Certo che ci sono, cosa credi- una voce maschile, rispose al posto della bionda. Alle spalle del gruppo era arrivato un ragazzo di circa diciassette con i capelli castani. Gaara si era alzato e aveva affiancato il fratello.

 

-Cosa ci fai, qui?-.

 

-O mi è giunta voce che quattro nuove donzelle si sono unite al gruppo. Meno male, iniziavo a pensare che foste un gruppo di gay…- .

 

Kankuro fu ricoperto d’insulti da tutti i membri del gruppo, ma non ci fece molto caso, poiché la sua attenzione era concentrata su Alida.

 

-E tu chi saresti?-.

 

-Alida Itou. Mi sono trasferita quindici giorni dall’Italia. E tu sei?-.

 

-Kankuro Sabaku, fratello maggiore di Gaara e Temari, piacere di conoscerti- le disse inchinandosi e ammiccando sornione.

 

-Kankuro finiscila di fare il cascamorto, ti riesce male- la voce di Kiba interruppe il gioco di sguardi tra i due.

 

-Parli tu, che hai imparato da me? Comunque- disse, cambiando discorso -sono qui per un motivo serio. Domani festeggerò il mio diciottesimo compleanno e sapete dove?-


-Non dirmi che lo farai proprio lì…- disse Kiba iniziando a eccitarsi.

 

-Sì, al Shine!- proruppe il castano.

 

Un boato esplose nel gruppo. Alida li guardò, chiedendosi a cosa fosse dovuta tutta quell’eccitazione.

 

-Ali-chan, devi sapere che il Shine è il locale più esclusivo di Konoha. Pensa che ci viene anche gente dalle prefetture più grandi- le spiegò, gentilmente, TenTen.

-Beh, poco importa, perché non credo ci inviteranno- aggiunse Ino sconsolata.


In quel momento Kankuro si liberò dall’abbraccio collettivo e le raggiunse:

 

-Consideratevi invitate, ovviamente. È sempre un piacere avere delle belle ragazze vicino- disse, come se avesse letto nel pensiero di Ino.

 

Temari e Sakura stavano letteralmente uccidendo Kankuro con lo sguardo.  Alida, conscia dell’odio che quelle due provavano, soprattutto verso di lei disse, in tono indifferente:

 

-Sei certo che tutti i tuoi amici siano d’accordo?-.

 

-Sinceramente non me ne importa. Il compleanno è mio, pago io e invito chi voglio, vero sorellina?- chiese a Temari, conscio che era lei una delle dissidenti.

 

- Certo fratellone- fu la risposta a denti stretti della bionda.

 

-Allora, domani ci troviamo a casa mia per le 22. Tu, sai dove abitiamo dato che sei la nostra vicina- disse ad Hinata che, arrossendo, riuscì solo ad annuire.

 

-Bene. Ah spero che ci mostrerete i vostri vestiti migliori- aggiunse, ammiccando verso Alida.

 

La ragazza, dal canto suo lo guardò con la sua solita indifferenza.

 

**

 

Mentre tornavano verso casa, Ino continuava a ciarlare senza sosta.

 

-Ino- la richiamò Alida, facendo fermare il fiume di parole –sei sicura che sia un bene andare?-.

 

-Ali-chan ma sei matta? Non possiamo rifiutare e poi Kankuro ha un interesse per te!-.

 

-E quindi?-.

 

Ino spalancò i suoi occhi cielo e disse:- e’ bello, ricco, intelligente e più grande..cosa vuoi di più dalla vita?-.

 

-Lasciamo perdere… Comunque, va bene, ci andremo-.

 

-Allora domani, alle tre, usciremo a fare shopping- aggiunse la bionda, con il fuoco negli occhi.

 

-Alle tre non posso. Ci vediamo alle cinque al centro commerciale. Prima ho volontariato-.

 

-Ah già…allora a domani alle cinque. Ciao Ali-chan-.

 

-Ciao-.

 

**

 

Il mattino del sabato Alida, indossando dei pratici jeans, una maglietta leggera e con la chitarra in spalla, uscì da casa diretta all’ospedale. Il sabato, non avendo lezione, andava anche al mattino dai bambini. Ormai erano dieci giorni che faceva volontariato e si era già affezionata moltissimo a quelle pesti. Soprattutto a uno di nome Haru. Un piccolo demonietto dai capelli castani, sempre agitato.

 

Era già davanti alla reception, distratta da un messaggio di Ino sul cellulare, quando sbatté contro qualcuno. Chiese scusa senza fermarsi, ma una voce nota la richiamò.

 

-Ehi, ancora a venirmi addosso? Devo proprio piacerti…-

 

Alida ancora di spalle pensò ‘non può essere’. Si voltò lentamente sperando di sentire la sveglia suonare e svegliarsi nel suo letto, come se fosse un incubo. Ma purtroppo Kiba Inuzuka era davvero di fronte a lei, sorridendo.

 

-Cosa ci fa qui?- chiese senza esagerare nell’acidità, perché poteva sempre essere lì a trovare un ricoverato che conosceva.

 

-Tsunade-sama mi ha obbligato a prestare servizio sociale qui-.

 

-In che reparto?- gli chiese secca, pregando che fosse mandato in geriatria.

 

-Pediatria-.

 

Alida lo guardò male e gli disse in un sussurro arrabbiato:

 

- So per certo che tu e le tue tre amiche, avete in mente qualcosa, ma azzardati anche solo una volta a fare del male a quei bambini e vedrai quanto posso diventare stronza-.

 

Senza aggiungere altro si voltò dicendogli:- Seguimi-.

 

Il ragazzone, leggermente stupito dal suo comportamento, la seguì senza dire nulla e ascoltando le sue spiegazioni dei vari luoghi davanti a cui passavano.

 

Sentirono poi un urlo strozzato provenire da una delle stanze. Alida si bloccò nel mezzo del corridoio e voltandosi verso Kiba, gli passò, senza dire nulla, la chitarra, per tornare a voltarsi e incrociare le braccia al petto, come se stesse aspettando che succedesse qualcosa.

 

Infatti in quel momento dal fondo del corridoio apparve un bambino di circa sei anni con i capelli castani, che stava scappando da un infermiera. Il bambino però frenò la sua fuga appena vide Alida ferma in mezzo al corridoio.

-Haru lo hai fatto di nuovo?-.


-No te lo giuro Ali-chan…- le rispose il bambino, facendole gli occhi dolci.

 

-Allora perchè Mikoto ti sta inseguendo per il corridoio?-.

 

-Ehm…-.

 

-Haru sai qual è la punizione, vero?-.

 

Kiba guardava alternativamente la ragazza, che si scrocchiava le nocche, e il bambino, terrorizzato. E meno male che era lui quello che doveva fargli male.

 

Nel frattempo la ragazza aveva acchiappato il bambino, iniziando a…fargli il solletico ovunque.

 

-Basta….per…favore…- ansimava senza smettere di ridere.

 

-Cosa devi dire?-.

 

-Chiedo umilmente perdono e giuro che non lo farò più…-.

 

-Bravo, ora raggiungiamo gli altri-.

 

-Nee-chan, ma il gigante chi è?- chiese il bambino, che dal suo metro di altezza vedeva Kiba enorme.

 

-Lui è Kiba, un nuovo amico-.

 

-Non è il tuo fidanzato, vero?-.

 

-No, per niente-.


-ah meno male…- disse il bambino guardando male Kiba, per poi correre di nuovo verso una sala.

 

-Non credo di essergli molto simpatico- le disse Kiba

 

- Ecco un’altra cosa che mi piace di quel bambino…- rispose lei sorridendogli, ironica.

 

I due seguirono Haru nella sala e furono attorniati da una dozzina di bambini, misti tra maschi e femmine. Le bambine guardarono Kiba con gli occhi spalancati e si avvicinarono tempestandolo di domande.

 

- Bambine, lasciatelo stare-.

 

-Neanche per idea- le rispose Aiko, la versione femminile di Haru –devo sapere tutto su di lui perché è il mio nuovo fidanzato- esclamò convinta per poi guardare Kiba con sguardo adorante e aggiungere – è cosi bello….-.

 

Alida rise sia per quell’affermazione, sia per l’imbarazzo di Kiba, si sedette a terra e fu circondata da tutti i bambini.

 

-Allora oggi tocca a Eiko decidere le canzoni. Mi raccomando qualcosa di facile…-.

 

La bimba, che portava un foulard colorato sulla testa, disse un titolo a bassa voce.

 

-Perfetto, mi piace. Però devo mettere la base-

 

Si alzò chiedendo a Kiba la chitarra e da una tasca della custodia prese un cd, lo mise nello stereo e si risedette.

 

-Allora Eiko ha scelto ‘One in a million’ cantata da Hannah Montana, vero?-.

 

Kiba la osservava da quando erano entrati in quella sala. Aveva capito che alcuni, o forse tutti, di quei bambini, come Eiko, erano davvero malati e si sentì in colpa per essere lì a fare del male a quella ragazza, che li faceva sorridere.

 

-Quello canta?- le chiese Haru, riferendosi a Kiba.

 

-Haru, quello si chiama Kiba, non essere maleducato! E non può cantare questa canzone, visto che è un maschio!-

 

Haru sbuffò e disse:- allora che ci fa qui?-.

 

-Anche lui verrà a trovarvi spesso, forse anche da solo più avanti, quindi comportati bene!-.

 

Premette play dal telecomando facendo partire la melodia di un pianoforte.

La osservò per tutto il tempo. Era brava a cantare.

 

They say that good things take time   

                                                       Dicono che le belle cose richiedono tempo


But really great things happen In the blink of an eye

 

Ma quelle veramente speciali, accadono in un battito di ciglia


Thought the chances to meet somebody
Like you were a million to one


Il pensiero che le opportunità di conoscere uno come fossero una su un milione


I cannot believe it, you're one in a million, yeah

Non ci posso credere, tu sei uno su un milione

One in a million, yeah

Uno su un milione


You're one in a million

 

Tu sei uno su un milione.

 

 

L’ultima frase l’aveva cantata guardando il piccolo Haru. Kiba si era anche accorto che sulla soglia della sala vi erano due facce conosciute. Infatti Shikamaru e Ino lo stavano guardando con la bocca spalancata.

**

 

-Cosa ci fa qui? Con lei soprattutto?-

 

Gli chiese Shikamaru una volta che era riuscito a trascinarlo fuori.

 

-Faccio volontariato per i crediti extra. Tsunade mi ha obbligato-.

 

-Kiba, ti conosco. Non avresti mai scelto i bambini. So che stai complottando qualcosa, perché quella ragazza ti tiene testa, ma fidati che se tu sapessi come mai lei è qui, ti sentiresti una vera merda solo per aver pensato a farle male- senza che il suo amico potesse aggiungere nulla, Shikamaru se ne andò seguito da Ino, che lanciò uno sguardo supplichevole a Kiba


‘Non farle male’

Questo disse con il labiale Ino.

 

Kiba, era confuso. La ragazza, che in quel momento stava cantando di nuovo la stessa canzone,non poteva essere la stessa che lo affrontava con arroganza. Non poteva essere la stessa ragazza dalla voce atona e dallo sguardo spento che lui aveva già visto in qualcun altro.

 

E poi collegò la ragazza a un suo amico. Sasuke. Entrambi avevano quello sguardo spento. Sapeva che Sasuke era cambiato quando i genitori morirono in un incidente, ma allora cosa affliggeva lo sguardo di Alida? Quello sguardo che in quel momento lo scrutava fin dentro l’anima?

 

**

-Scegli un’altra canzone Eiko-

 

La ragazzina, fan di Hannah Montana, scelse Make Some noise.

 

Kiba, ascoltava poco la canzone, anche se lo aveva obbligato ad accompagnarla con la chitarra. Guardava per lo più lei e i suoi comportamenti verso i bambini.

Ora stava cantando la seconda strofa, guardano Eiko.

You want to be known
You want to be heard
And know you are beautiful
You have so much to give
Some change you wanna live
So shout it out and let it show
  

Vuoi essere conosciuta

Vuoi essere ascoltata

E sai di essere bella

Vorresti vivere qualche cambiamento

Allora urla e mostralo

 

You have a diamond inside of your heart
A light that shines bright as the stars
Don't be afraid to be all that you are
You'll be fine

Hai un diamante dentro al tuo cuore

Una luce che brilla forte come una stella

Non essere spaventata da tutto quello che sei

Starai bene


 

Don't let anyone
Tell you that you're not strong enough
Don't give up
There's nothing wrong with just being yourself
That's more than enough
So come on and raise your voice
Speak up loud and make some noise
And sing
Hey, hey
Make some noise
Hey, hey, yeah

 

 

Non lasciare che nessuno ti dica che non sei forte abbastanza

Non credere che ci sia qualcosa di sbagliato nell’essere solo se stessi

E molto più che abbastanza

Allora vieni e alza la tua voce

Urla e fai casino

E canta

Hey,Hey

Fai casino

Hey hey

 

I bambini si divertivano a urlare ‘Hey’ insieme ad Alida e senza accorgersene, anche il rude Kiba si era unito al gruppo.

**


Usciti dall’ospedale Kiba aveva intenzione di chiedere ad Alida qualche spiegazione.

-Perché eri qui stamattina?- le chiese.

 

-Al sabato mattina non sono obbligata a venire, ma lo faccio perché poi pomeriggio li porto nel parco dell’ospedale a prendere aria. E loro non vogliono rinunciare a cantare qualche canzone-.

 

-Perché lo fai?-.

 

-Per i crediti no?-.

 

-Non dire cazzate. Tu lo fai perché lo vuoi, vero?-.

 

La ragazza, con il suo solito sguardo vuoto, gli rispose fredda:

 

-Ho i miei motivi, ma tu non sei nessuno per me e quindi non hai il diritto di sapere, quali siano. Se vuoi torna nel pomeriggio o se hai da fare- disse, lasciando intendere cosa volesse dire –ci vediamo lunedì, dopo scuola-.

 

**

 

Kiba quel pomeriggio non poteva andare. Naruto, Choji e persino Shikamaru lo avevano reclutato per un pomeriggio di shopping, in vista della serata che li attendeva.


Era decisamente alterato quando arrivò al centro commerciale alle tre del pomeriggio, anche se non sapeva il perché, poiché a lui piaceva comprare vestiti nuovi. Inconsciamente sapeva che il suo nervosismo fosse dovuto, dalla consapevolezza che in quel momento poteva essere in un parco con qualcuno di sua conoscenza. Ovviamente per attuare il suo piano, o almeno era ciò che si ripeteva per convincersi.

 

**

 

Il pomeriggio era trascorso velocemente. Erano quasi le cinque quando incontrarono Ino e le altre, anche loro in quel posto per una seduta di shopping.

 

-Dov’è Alida?- chiese Shikamaru a Ino.

 

-In ospedale. Però a breve sarà qui. A proposito- disse abbassando la voce –hai capito cos’ha in mente Kiba?-.

 

-No, ha detto che è lì per i crediti, ma so che mente. Quello, in combutta con le tre vipere, vuole fare qualcosa contro Alida-.

 

-Hai ragione. Lei e la sua dannata boccaccia-.

 

-Ino, lei non ha sbagliato. Kiba e Sakura le hanno sempre rivolto la parola solo con l’intento di metterla in imbarazzo..si è solo difesa. Anche gli altri sono dalla sua parte…a volte Kiba, quando ci si mette è un cazzone-.

 

-Parole sante. Sai cosa penso però? Credo che questo suo fantomatico piano gli si ritorcerà contro-.

 

-Perché?- le chiese, curioso, Shikamaru.

 

-Perché, capirà quanto Alida sia straordinaria e si sentirà un idiota per averle fatto anche il minimo danno-.

 

In quel momento le porte automatiche del centro si aprirono ed entrò un’Alida trafelata. Corse verso Ino e si scusò per il ritardo.

 

-Sono solo cinque minuti, non dovevi correre in quel modo-.

 

-Haru non voleva lasciarmi andare-.

 

-Come mai? Di solito non fa storie….-.

 

-Ha detto che non dovevo venire, perché c’era Kiba. Non lo sopporta-.

 

-Credo lo veda come rivale…- le disse Ino.

 

-Rivale?- chiese, stupita, l’altra.

 

-Si per il tuo affetto, no? –.

 

Alida la guardò per un attimo negli occhi per vedere se ciò che aveva detto lo pensasse sul serio e quando comprese che così era, scoppiò a ridere in faccia alla sua amica bionda.

 

-Io affetto per Inuzuka?Preferirei avere come migliore amico Orochimaru…-.

 

Questa volta fu il turno di Ino per ridere.

 

**

 

Alida si trovava in quel negozio da un’ora abbondante. Aveva provato centinaia di abiti, di ogni colore immaginabile, ma non c’era nessuno che poteva soddisfare Ino.

 

-No questo ti accorcia le gambe, no quello ti fa il sedere largo, no quello ti fa il seno piccolo- così smontava gli abiti, con una convinzione tale che, alla fine, tutte si trovavano d’accordo con lei.

 

-Oh! Questo si che è perfetto!- esclamò ad alta voce, facendo voltare Shikamaru che però vide solo il colore dell’abito: nero.

 

**


I ragazzi e le ragazze si congedarono davanti all’entrata del centro commerciale, tranne Shikamaru e Kiba, che abitavano nella stessa direzione di Ino e le altre.

-Ten Ten,Hinata, ma voi non abitate dall’altra parte?- stava chiedendo Kiba alle ragazze. Hinata arrossì e lascio che ha rispondere fosse Ten Ten.


-Si ma stasera ci ritroviamo tutte da Alida. La sua tutrice ha frequentato un corso di parrucchiera e truccatrice e si è offerta di farci belle-.

 

-Ma, una come te non ha bisogno di trucco..-le disse Kiba sornione, per poi ricordarsi cosa gli aveva intimato un suo amico pochi giorni prima.

 

 

FLASH BACK

 

-Certo che TenTen ha proprio un bel culo- aveva detto Kiba vedendo la ragazza passare in cortile con la divisa da ginnastica.

-Inuzuka- lo chiamò una voce gelida –azzardati ad avvicinarti a lei e sei morto-.

FINE FLASH BACK

 

Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo omicida negli occhi di Neji Hyuga.

 

**

 

-Sono nervoso- esordì Nara a un certo punto, quando aveva lasciato il gruppo di ragazze da Alida.

 

-Perché?- gli chiese Kiba.

 

-Perché so già che stasera Ino esagererà nel vestire-.

 

-E qual è il tuo problema?-.

 

-Lei è mia amica e qualche bastardo potrebbe provarci facendole del male-.

 

-Sai Shikamaru, sapevo che tu eri svogliato, ma non trovare nemmeno la forza di dire che la bionda ti piace…-.

 

-Ino non mi piace..sto con Temari- rispose secco il Nara prima di entrare in casa senza salutare Kiba, che nonostante le parole dell’amico, sapeva di averci preso.

 

 

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI:

 

Scusate se non vi ringrazio uno per uno come vi meritate, ma il raffreddore mi sta uccidendo.

 

Ringrazio Yuna, _Giuly_, Lotti e Amily Ross.

 

PUBBLICITA':



Io,Amily Ross e Yunalesca_Valentine, abbiamo pubblicato una Fic a sei mani basata su un anime fantastico che abbiamo conosciuto recentemente:


HAKUOUKI - SHINSENGUMI KITAN 

(Nello stesso sito trovate anche la seconda serie)

La fic, invece, è pubblicata qui:


Hakuouki Girls - The Beginning



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Capitolo 5
*** CAP 5 - SERATA AL SHINE ***


 


Allora prima tutto i ringraziamenti:


Lotti: nonostante tu non abbia apprezzato Hannah montana, spero che i testi ci azzecchino nel contesto..sono felice che Alida ti piaccia come personaggio e non sia una Mary Sue. Spero di trovarti ancora nelle recensioni.

_Giuly_:avresti mai pensato a una cosa del genere? leggi leggi.....

Yuna: sta volta ho giustificato (anche se non l'ho mai fatto e non è morto nessuno...-_-), comunque il piano di Kiba alla fine procede, ma sarà ancora in grado di mantenere le distanze da Alida dopo questo cap? Mah...vedremo

Amily Ross: beh si in teoria Kakuro dovrebbe essere più piccolo, ma mi serviva che compisse diciotto anni...libertà da autrice...felice che il cap. ti sia piaciuto..aspetto la tua opinione anche su questo.


Arigatou a chi legge solamente, a chi l'ha messa tra preferti/ricordate/seguite


Ora, alla lettura.....

 

 

 

 

SERATA AL SHINE.

 

 

 

 

 


Le ragazze erano sulla macchina della tutrice di Alida, agghindante alla perfezione. La più nervosa era TenTen che, maschiaccio per eccellenza, aveva paura di cadere dai trampoli che Ino l’aveva obbligata a comprare, sotto la minaccia di spifferare, casualmente, a Neji che aveva una cotta per lui…


Hinata dal canto suo era svenuta quando si era guardata allo specchio per due motivi: primo non si era riconosciuta nel riflesso, secondo il vestito, sempre un’idea di Ino, la lasciava troppo scoperta e tutto questo la imbarazzava. Erano tutte eccitate per la serata che si prospettava interessante, mentre Alida si lambiccava il cervello per capire quale fosse il piano di Kiba, fino a quando Ino non le disse:


-Ali-chan, lascia stare il piano di quel cretino! Stasera cerca solo di divertirti. Ci saranno anche quelli di quinta e se Kiba ti vede parlare con Deidara e Sasori non si avvicinerà nemmeno per romperti…-


Alida si limitò ad annuire.

**

Arrivarono a casa Sabaku in perfetto orario e, dopo le raccomandazioni della tutrice, varcarono l’enorme cancello che si apriva su un’imponente costruzione di due piani, in stile coloniale, con due enormi colonne a circondare l’ingresso. Non fecero nemmeno in tempo a bussare che qualcuno aprì la porta.

Un ghignante Kiba si presentò, in tutta la sua eleganza da playboy consumato.

Indossava un paio di jeans scuri, quasi neri e una camicia bianca con i primi tre bottoni lasciati aperti per mostrare i suoi adorati muscoli.


-Sai che stasera non sei male, Inuzuka?- disse Ino.


-Io sono sempre il massimo, Yamanaka e se vorrai ti concederò di ballare…- il discorso di Kiba fu interrotto da Shikamaru che lo spinse via per permettere alle ragazze di entrare.


Shikamaru indossava un paio di calzoni chiari e una camicia blu notte. I ragazzi erano vestiti più o meno uguali, ad eccezione di Kankuro, che aveva anche una giacca elegante e un cravatta.

Quando le ragazze furono sotto la luce, gli occhi di tutti i presenti furono puntati su di loro.

Naruto, per la prima volta in due anni di convivenza nella stessa scuola, si accorse di quanto fosse bella e sexy Hinata stretta in quel vestito lillà senza spalline.

Neji cercava di trovare un piano per evitare che qualunque essere umano di sesso maschile osasse toccare TenTen, magnifica nel vestito verde smeraldo senza spalline e pieno di scintillanti pailette.

Shikamaru Nara invece era arrabbiato con Ino. Ancora una volta non aveva avuto limite. Indossava un vestito viola aderente, talmente tanto, che non capiva come potesse respirare, corto ben al di sopra del ginocchio e un paio di scarpe degne di un equilibrista, tanto che raggiungeva perfettamente il metro e ottanta.

Chi stupì più di tutti, soprattutto Kiba, fu Alida. Indossava un tubino nero, di un tessuto particolare che luccicava, dalle spalline strette e un paio di decoltè fuxia abbinate alla borsa.


-Alida sei uno splendore- esordì Kankuro avvicinandosi a lei e baciandole la mano.


Alida lo ringraziò per il complimento sorridendogli.

Si complimentarono con loro per la scelta degli abiti e per i capelli, poiché tutte li avevano sciolti ma Ino e TenTen li avevano lisci e lucidi, mentre Alida e Hinata avevano dei dolci boccoli che scendevano lungo la schiena.

In quel momento Temari e le altre due scesero dal piano superiore.

Sakura, la prima, indossava una gonna di pelle nera che le copriva lo stretto necessario, e un top rosa, mentre ai piedi calzava delle decoltè nere.

Karin aveva scelto un vestito rosso dalla gonna fino al ginocchio, ma provvisto di due spacchi laterali che si fermavano alla stessa altezza della gonna di Sakura.

Quella più elegante era Temari. Indossava un vestito argento con una profonda scollatura, ma lungo fino a metà coscia.

Purtroppo per Alida, Sakura e Karin non apprezzarono per nulla il suo vestito, per il semplice motivo che attirava fin troppo le attenzioni di Sasuke e Kiba, mentre Temari guardava Ino con odio, perché la presenza della bionda, faceva scordare a Shikamaru che la sua ragazza era lei.

Poco dopo arrivarono i ragazzi di quinta che li avrebbero accompagnanti. Ovviamente c’era qualcuno, come Hidan, che si lamentava di dover scarrozzare in giro quei bambini, ma le sue proteste furono bloccate dalla vista di Alida e Ino che in quel momento si guardavano in giro per capire dove salire. Hinata e TenTen avevano seguito Neji in macchina con Deidara e Sasori e dato che tutte le altre macchine erano occupate si ritrovarono, con enorme felicità di Ino, a dover dividere la macchina con i due fratelli Uchiha e Kiba.

Il selvaggio cercò in tutti i modi di mettersi in mezzo alle due ragazze, ma Itachi lo batté sul tempo, facendo salire Alida davanti.

 

**

Appena varcarono la soglia dello Shine, saltando la fila chilometrica, Itachi prese Alida per mano mentre Sasuke fece lo stesso con Ino, causando un semi coma alla bionda.


-Sa-sasuke se ci vede Sakura…-


-Affari suoi. Se ti perdi qui chi ti ritrova?-


Lei sorrise e si lasciò guidare verso il privè, guardando soddisfatta le mani di Itachi e Alida intrecciate.

Kiba, invece, si faceva strada facilmente tra la folla, poiché la sua stazza spingeva tutti a cedergli il passo. Raggiunse il privè, al piano rialzato, per primo e si sedette nel posto perfetto, cioè da dove si aveva una panoramica completa della pista sottostante e delle scale che portavano ai vari privè.

Sentì la voce di Itachi prima di vederlo, ma quando fu in vista qualcosa d’indefinito, scattò nella mente di Kiba. Vedere quel bellimbusto tenere la mano di Alida cosi stretta gli fece ribollire il sangue nelle vene. Cosa diavolo voleva da una più piccola?


-Ehi Uchiha, vedo che hai già scelto la tua prossima preda-


-Inuzuka, non siamo tutti animali come te che abbiamo le prede…- gli rispose gelido Itachi.


Alida invece si limitava a fissarlo. La ragazza ebbe un brivido quando gli occhi di Kiba incrociarono i suoi: cos’era quella scintilla particolare che li animava?

 

 

Mentre il gruppo chiacchierava, Alida guardava in pista e il dj in quel momento mise una canzone ritmata che non conosceva.


-Ehi Ino –chiamò l’amica, impegnata a parlare con Gaara- vieni?- chiese indicando la pista.


Ino ascoltò la canzone e poi disse, soddisfatta:-Aggiudicato-


Le due scesero in pista senza ascoltare Sakura, convinta che ci fosse poca gente.

 

**

 

Kiba non poteva credere a ciò che vedeva. Quelle due erano uno spettacolo per gli occhi. E non era l’unico a pensarla così. Lo capiva dal sopraciglio alzato dei due Uchiha e dallo sguardo predatorio di Hidan.

Anche il freddo Neji Hyuga era interessato a qualcuno in pista, ma non erano né Alida né Ino. Il suo sguardo era puntato sulla coppia Hinata-TenTen che ballava non troppo lontana da Ino e Alida, anche se con meno enfasi.


-Ehi! Ma Sasuke quando è sceso?- starnazzò Sakura, vedendo il sempre disinteressato Uchiha ballare schiacciato tra Ino e Alida, con uno sguardo soddisfatto che nessuno aveva mai visto da tempo.


-Il mio Otouto deve essere interessato a una di loro due- disse Itachi serio.


-Sul serio c’è la possibilità che Sasuke abbia un interesse per Alida?- chiese l’Inuzuka.


Itachi si girò lentamente verso di lui e guardandolo fisso per qualche istante gli chiese:- Inuzuka sei per caso diventato gay? E’ ovvio che qualcuno con un po’ di cervello s’interesserebbe a lei. Per me è troppo piccola, altrimenti..-.


Senza attendere la risposta rabbiosa di Kiba, Itachi scese le scale, per raggiungere Kankuro al bancone del bar e controllare cosa stesse ordinando.

Kiba intanto doveva sorbirsi le risatine di Naruto e Co. dopo la battuta di Itachi, fino a quando Karin lo afferrò per mano trascinandolo in pista.


-Cosa fai Karin?-.


-Voglio ballare con te- gli rispose Karin, in tono malizioso.


-Non ne ho voglia-.


-Oh certo con me no, ma se quella gaijin venisse a strusciarsi scommetto che non ti tireresti indietro…- rimbeccò acida la rossa. Kiba, più per negare le parole di Karin che per vera voglia di ballare con lei, la trascinò in pista e, tanto per provocarla un po’, si mise alle spalle di Alida con l’intento di infastidirla.

Infatti, ogni volta che ne aveva l’occasione, la urtava fingendo che fosse casuale. Fu però Sasuke ad arrabbiarsi per primo:


-Inuzuka, occupati della tua ragazza e piantala di urtare Alida-


-Guarda che non facevo apposta…- rispose angelico il selvaggio.


-Ah no?- gli disse Sasuke, ghignando perfido -allora non avrai nessun problema se Alida ed io, ci scambiamo posto-.


Detto questo, Sasuke prese Alida e la mise vicino a Ino, per poi voltare le spalle a un alterato Kiba.

**

 

Kiba era in bagno da almeno dieci minuti. Seduto su una delle poltrone di attesa, stava riflettendo su alcune cose che lo confondevano. In quel momento entrò Shikamaru.


-Si può sapere cosa stai facendo qui? Di là si stanno chiedendo se sei morto-.


-Non rompere Nara. Devo pensare…-.


-Lascia perdere. Ti è difficile farlo in condizioni normali…-.


-Perché cos’hanno di speciale le condizioni di adesso…?-.


-Sta succedendo vero?-.


-Nara! Sono già alterato di mio dal comportamento di quell’ Uchiha..spiegati o sparisci dalla mia vista-.


-Ti stai interessando ad Alida, vero? E non è il solito interesse sessuale che ti spinge a corteggiare qualunque essere femminile dotato di raziocino e di vita-.


-Nara- esordì Kiba alzandosi e dirigendosi verso la porta –hai appena battuto il record di cazzate sparate in una manciata di secondi. Ti ho già detto che non ho nessun interesse verso la gaijin…-.

Shikamaru si limitò ad alzare le spalle, aggiungendo:


-Continua a negare, come faccio io, ma prima o poi ti accorgerai che lei ti interessa e non potrai fare nulla per averla, perché qualcuno te l’ha portata via-.


Kiba non comprese appieno le parole di Shikamaru, fino a quando non vide Ino e Gaara ballare vicini.

 

**

La festa era molto animata dopo qualche bicchierino di alcool. Kiba era, stranamente, silenzioso e partecipava poco alle discussioni.


-Bene ragazzi, vediamo di movimentare la serata- esordì Kankuro ghignando.


Il ragazzo aveva in mano una bottiglia di rum e una di succo alla pera.


-Io passo- disse Alida


-Come? Non puoi….- disse Sakura


-Certo che posso! Decido io se bere o meno..-


-Non reggi l’alcol?- le chiese, ironica, la rosa.


-Sì, e non bevo per evitare di rendermi ridicola, come farai tu dopo il secondo bicchiere-.


Tutti i presenti la guardarono per qualche secondo e poi scoppiarono a ridere, urlando:


-Ci ha preso in pieno…appena Sakura butta giù anche solo un goccio di birra, si ubriaca e poi inizia provarci con tutti, vero?- le chiese Kankuro ghignando, mentre la rosa arrossiva.


Alida nel frattempo si era alzata e Kiba la vide uscire, dove i ragazzi si mettevano per fumare.


-Qualcuno dovrebbe seguirla- disse apparentemente al vuoto, poiché nessuno né si era accorto della mancanza di Alida né dava segno di averlo sentito. Così maledicendo tutti e sbuffando si alzò per raggiungerla.

La trovò appoggiata a un muro, mentre un ragazzo cercava di attaccare bottone, ricevendo risposte acide che avrebbero smontato chiunque non fosse stato completamente sbronzo.

Kiba doveva ammettere che sbronzo o meno, il tizio aveva buon gusto dopotutto, poiché si era avvicinato alla ragazza più carina presente.

‘Ma a cosa cazzo penso?’ si stupì Kiba ‘quella non è carina. È solo una stronza arrogante’.

In quel momento il ragazzo aveva allungato una mano verso il viso di Alida, ma Kiba, senza accorgersene, si era parato davanti alla ragazza bloccando la mano dell’ubriaco.


-Cosa cazzo fai?- gli chiese il biondino.


-Se non te ne vai lasciando la mia ragazza in pace, ti spacco la faccia-.


Il biondino guardando la stazza del ragazzo e lo sguardo furente, si allontanò alzando le mani in segno di resa.

Kiba afferrò deciso la mano di un’Alida confusa e la trascinò dentro.


-Ottima idea allontanarsi dall’oca starnazzante per finire tra le grinfie del pazzo ubriacone-.


-Kiba- lo chiamò lei.


-Cosa?- urlò il ragazzo alterato,voltandosi.


La vide che tratteneva a stento le risate:


-La tua…ragazza?-.


- È la prima cosa che mi è venuta in mente!- rispose lui, tra l’imbarazzato e l’alterato dal viso divertito della ragazza.


-Ok però ora lasciami la mano…- gli disse lei, guardando le loro mani intrecciate.

Il ragazzo seguì lo sguardo della ragazza e ritirò la mano, come se si fosse scottato, sentendo Alida sussurrare un ‘grazie’, mentre se ne andava.


-Siamo pari. Tu mi ha aiutato in storia..- gli rispose lui, facendola sorridere.

**

Il giorno in cui Kankuro era nato era passato da quattro ore quando il folto gruppo di ragazzi uscì dal locale.

In coda al gruppo c’era Kiba, posto alle spalle di Alida. Purtroppo un altro gruppo s’infilò in mezzo, dividendo i due ragazzi dal resto della compagnia.


-Mendokuse- esclamò la mora.


-Quando usciranno per riunirsi, capiranno che manchiamo- disse Kiba, ma si sbagliava.


Infatti, quando furono fuori, non videro più nessuno del gruppo.


-Questa me la paga!- esclamarono in coro, per poi guardarsi e ridere della situazione.


-Dannata Ino e il suo bere troppo. Spero almeno che la sua mancanza di raziocinio le permetta di saltare addosso a lei sa chi- disse Alida, mentre prendeva il cellulare dalla borsa.


-Cosa fai?- le chiese lui, incuriosito.


-Chiamo un Taxi-.

**

Mentre aspettavano, si sedettero su un muretto di fronte alla discoteca, piuttosto distanti l’una dall’altro. Kiba impegnava l’attesa mandando messaggi a qualcuno, mentre Alida guardava il cielo.


-Credo che pioverà- interruppe il silenzio, la mora.

Il ragazzo alzò gli occhi dal telefonino e guardando il cielo, si accorse che la ragazza aveva ragione.


-Quanto ha detto che ci metteva ad arrivare?-.


-Mezz’ora. Tutti i taxi erano impegnati e questo posto è abbastanza fuori mano-.


-Se non si da una mossa finiremo con l’inzupparci- disse lui, preoccupato.


Alida non disse più nulla per un po’, lasciando che il ragazzo tornasse a guardare il telefonino e poi disse:


-Aiko mi ha detto di salutarti e di tenerti d’occhio-.


Kiba alzò lo sguardo verso di lei e chiese:-Tenermi d’occhio?-


-Certo, sei il suo fidanzato ufficiale, no? Chissà se devo dirle che l’hai tradita con Karin…-.


-No, altrimenti me la fa pagare. Quella bambina è una peste..-


- E’ la versione femminile di Haru- dissero in coro.


-Vedo che ti ricordi i nomi e sei stato lì solo sta mattina-


-Ho buona memoria-


-O forse t’interessa sul serio fare volontariato lì, anche se sei venuto solo per trovare un modo di farmi male, vero?-


Lui la guardò con gli occhi spalancati.


-Cosa credi che fossi una stupida oca? Sai Inuzuka, non tutto il genere femminile si limita ad ansimare e gemere. Tante sono in grado di fare un discorso sensato. A volte dovresti provare a parlare con una di quelle che ti fai…magari tra di loro c’è la donna della tua vita e non lo sai…-.


-Come no…guarda che se io le uso, loro fanno altrettanto con me. La maggior parte viene a letto con me solo perché l’ha fatto la sua amica e non vuole essere inferiore o perché vuole un po’ di popolarità…io approfitto solo della loro stupidità-


-Così facendo ti rendi stupido quanto loro, o forse anche di più, perché tu sai quanto tutto questo sia sbagliato. Non hai mai pensato che qualcuna di loro fosse interessata a te non solo per il sesso?-.


-No, perché io voglio solo quello adesso. Non m’interessano i sentimenti o altre cose del genere. Sto bene solo-.


-Ecco il motivo per cui non andremo mai d’accordo. Non riesco proprio a sopportare il tuo modo di comportarti, ma dopotutto nessuno ci obbliga a essere amici, no?- concluse lei sorridendogli.


-Esatto- le rispose senza guardarla in faccia.


Rimasero in silenzio fino a quando un vociare concitato, fece alzare loro gli sguardi.


Alida sentì un ‘merda’ tra i denti, prima di sentire Kiba ordinarle :


-Avvicinati a me, ora-.


-Che?-.


-Muoviti!- disse lui.

Sentendo l’urgenza nella voce del ragazzo, Alida si alzò per risedersi a pochi centimetri da lui.


-Ora, dobbiamo far finta di non vederli né sentirli e di parlare tra noi come se nulla fosse-.


-Come se fosse facile parlare con te normalmente…-.


-Non fare la difficile, guarda che in quel gruppo c’è il tuo amico di prima…-.


Alida sbuffò e guardando Kiba disse, calandosi nella parte:


-Hai visto che alla fine Neji ha dimostrato di essere umano?-


-Sì, non pensavo si sarebbe fiondato in pista quando Hidan ci ha provato con TenTen. Ora voglio vedere come giustificherà il suo gesto…chissà come sarà appagante vedere Neji Hyuga, il ghiacciolo, arrampicarsi sugli specchi per trovare una scusa plausibile alla sua gelosia-.


Avevano iniziato a parlare dei loro amici, tanto che non si accorsero che il gruppo era passato, ma lo stesso biondino che aveva abbordato Alida, si stava avvicinando alla coppia.Era ancora più sbronzo.


-Oh guarda…la mia amichetta di prima…-


I due ragazzi non poterono fingere di non aver sentito, perché probabilmente l’ubriaco si sarebbe alterato ancora di più.


Alida e Kiba si alzarono in piedi. Nonostante non lo desse a vedere Alida era spaventata. Forse a causa della paura, senza rendersene conto allungò la mano verso quella di Kiba,per stringerla forte. Il ragazzo dopo un attimo di smarrimento al tocco gelido della mano di lei, la strinse di rimando.


-Oh ma che carini si tengono per mano..però sapete in tutta la serata non vi ho visti molto affiatati…-.


I due iniziavano a temere che la farsa non avrebbe più retto. Alida rispose al ragazzo:


-Avevamo litigato…-


-O poverini e ora avete fatto pace?-


-Sì- rispose Alida sicura e mostrando le mani intrecciate.


‘Ma quando cazzo gli ho dato la mano?’ stava poco finemente pensando la ragazza ‘ e poi perché è così calda? Sembra uno con la febbre…saranno i troppi ormoni che circolano..’


-Ah si? Allora facciamo un patto, bambolina. Se tu e il tuo supposto ragazzo vi baciate davanti a me, giuro che me ne vado. Altrimenti, dovrò farvi pagare l’affronto subito dalla vostra bugia…- disse sadico il biondino.


Alida trattenne il respiro. Non avevano scelta. O si baciavano o quelli gli avrebbero fatto male. Lanciò un’occhiata d’intesa a Kiba che ricambiò.Senza pensarci, si voltarono e,una volta faccia a faccia, annullarono le distanze.


-Dai su metteteci impegno..- li esortava il biondo, non soddisfatto dal semplice bacio a stampo che si stavano scambiando.


‘Vediamo di farla finita in fretta’ pensò Alida e stringendo di più Kiba a sé, violò la bocca dell’Inuzuka con la lingua, baciandolo veramente.


Kiba era assolutamente stordito dal comportamento di Alida. La situazione a ben pensarci, però non era male e decise di godersela, pensando di offrire da bere al biondino quando lo avesse incontrato ancora.


I due si staccarono senza guardarsi in faccia e si voltarono verso il biondo che li guardava a bocca aperta.


-Cazzo- esordì barcollando nella sua ubriachezza – quello si che era un bacio!- .


Si allontanò dai due e appena il gruppo di ubriachi se ne fu andato, iniziò a piovere.


-Gran bella serata di merda!- esordì Alida, facendo ridere Kiba.


-Oh avanti non è stato poi così male…-


-Parla per te. Io sono carina, mentre tu sei un selvaggio. Qui quello che ci ha guadagnato sei tu…-


Si guardarono un attimo negli occhi per poi scoppiare a ridere, facendo passare sia la tensione da una schivata aggressione, sia l’imbarazzo di un bacio che forse tanto forzato non era.

**

Il risultato di quella serata finita sotto la pioggia fu un bel raffreddore per entrambi.

Ino e le altre si presentarono dall’amica il mattino successivo trovandosi davanti un’Alida in coma.


-Oh vi siete ricordate che esisto?- chiese la corvina, con la voce resa nasale dal raffreddore.


Le ragazze iniziarono a scusarsi, anche se Hinata aveva cercato di dire che Kiba e Alida mancavano,ma con voce talmente bassa che nessuno l’aveva sentita, fino a quando la corvina raffreddata non le perdonò, perché non sopportava più le loro voci stridule.

Poi, tanto per fargli prendere un colpo esordì dicendo:- se foste rimaste, mi avresti visto baciare appassionatamente Kiba-.


Ino, non rendendosi subito conto di quello che l’amica diceva, le rispose:- eh si.. è stato un vero peccato non vedervi limo…Aspetta cosahaifattotu?-


Alida guardò le facce stupefatte delle sue amiche e poi, dopo una sonora risata, spiegò loro cosa era successo.


-Ah ora capisco…però…sinceramente com’è stato?- le chiese Ino.


-Sinceramente non lo so. Ero troppo impegnata a cercare di convincere il pazzo, che stessimo insieme…-


-pensaci..dai sono curiosa anche io…- rincarò TenTen.


Alida cercò di focalizzare il momento del bacio e…


‘Cazzo no….’


-Non è stato niente di che. Credo che Inuzuka sia sopravvalutato…-


‘Bugiarda è stato perfetto…nessuno dei tuoi ex baciava bene quanto lui’ sibilò la vocina fastidiosa della sua irrazionalità nella sua testa, prima che la parte razionale la schiacciasse per evitare domande inutili che avrebbero portato a risposte imbarazzanti.

 

Kiba si era buttato sul divano e stava facendo zapping. Si era portato una scatola di Kleenex che ora giaceva, mezza vuota sul pavimento, ed era coperto fino alle orecchie, nonostante il clima mite di aprile.

Si stava per addormentare quando suonarono alla porta. Sua madre e sua sorella erano al lavoro, nel ranch di famiglia che si trovava in campagna, fu quindi costretto ad alzarsi.Sulla soglia c’erano Shikamaru e Choji.


-Oh guarda i miei amici si sono ricordati di me…- gli disse ironico mentre li faceva accomodare, trascinandosi poi verso il divano.


-Per colpa vostra mi sono preso in pieno l’acquazzone e il risultato sono raffreddore e febbre-.


-Anche Alida è ridotta come te- lo informò Choji.


-Bene, mal comune mezzo gaudio- disse Kiba sorridendo, in un modo diverso dal solito.


-Inuzuka, ieri è successo qualcosa?- gli chiese sospettoso Shikamaru.


-Eh?- fu la risposta di Kiba.


-Hai un sorriso diverso…non ghigni, ma ridi- gli spiegò Shikamaru.


-Boh sarà la febbre…-.


-Kiba!- lo chiamò Choji facendolo sobbalzare –Racconta senza girarci intorno…-.


-Oh non è successo niente di che- iniziò Kiba, subito fulminato da uno sguardo di Choji che lo spinse ad aggiungere sottovoce –io e Alida ci siamo baciati…-.


-NANI?- urlarono in coro i due.


-Aspettate a sparare motivi e cazzate sul perché del gesto-.

Kiba spiegò loro come era andata e alla fine Shikamaru gli chiese, come Ino aveva fatto con Alida:


-Ma ti è piaciuto baciarla o no?-.


Kiba si perse nel ricordo del bacio e spalancò leggermente gli occhi pensando ‘O cazzo’.


-Non è stato niente di che…-


‘Bugiardo’ gli diceva la coscienza ‘ avresti continuato volentieri…’


Ma come Alida prima di lui, decise di rilegare quella vocetta in un angolo della mente, per evitare domande troppo complicate.

**

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** CAP 6 -IL DOLORE CHE ANNIENTA ***


IL DOLORE CHE ANNIENTA.


 

Alida rimase a letto con la febbre per cinque giorni. Rientrò a scuola il lunedì mattina senza sapere che anche Kiba rientrava quel giorno. Sperava che, avendoci parlato un po’, il comportamento dell’Inuzuka fosse cambiato un po’ nei suoi confronti. Ma sbagliava.

 

Infatti appena varcata la soglia qualcuno le diede una spallata da dietro e alzando lo sguardo si ritrovò il volto cupo dell’Inuzuka davanti. Il ragazzo esordì con un:

 

-Levati di mezzo,Gaijin-.

Alida non lo diede a vedere, ma ci rimase di sasso, senza però perdere l’occasione di rispondergli male:

 

-Ah scusa, tu e il tuo ego avete bisogno di spazio…-


Il ragazzo le rivolse uno sguardo strano e poi si allontanò verso il gruppo dei suoi amici. Alida lo guardò allontanarsi per poi sbuffare.

 

-Lascialo stare- le disse una voce maschile alle sue spalle. Volgendosi verso la voce, si ritrovò davanti Shikamaru –è solo confuso da ciò che è successo sabato scorso…-

 

-Sabato scorso è stato sia un caso sia un errore, che non si ripeterà. Questo non gli da il diritto di trattarmi così-.

La ragazza si diresse verso l’ingresso della scuola, scrutata da due occhi castani.

 

**

Ino stava correndo dietro a Alida, alla fine della terza ora.

 

 -Ali-chan dove corri?- le chiese la bionda.

 

-Devo andare in ospedale…- le rispose Alida, con lo sguardo sbarrato.

 

-Fermati e spiegami. Cos’è successo?-

 

-Haru si è sentito male-.

 

Senza aggiungere altro, lasciò Ino, mettendosi a correre verso l’ufficio di Tsunade per chiedere il permesso di assentarsi.

Tsunade parve riflettere sulla sua richiesta e Alida temeva di non avere il suo permesso. La bionda preside sospirò e disse:

 

-Alida ti lascio andare, ma ti farò accompagnare-.

 

-Va bene da chi?-.

 

-Chi fa volontariato,oltre a te, con i bambini?-.

 

-Ma Tsunade-sama, è stata lei a mandare Inuzuka Kiba a prestare servizio lì…-.


-Alida, non so di cosa tu stia parlando. Inuzuka aveva bisogno di fare volontariato per i crediti, ma mi aspettavo andasse a pulire i parchi o ad aiutare al canile, poiché la sua famiglia alleva cani da generazioni-.

 

La ragazza spalancò la bocca. Ora sapeva qual era il piano di Kiba.

Senza dar a vedere la sua ira, si fece accompagnare da Kiba all’ospedale, piantandolo da solo nella sala con gli altri bambini e correndo verso la sala rianimazione, dove trovò i genitori di Haru, che conosceva.

 

-Come sta ora?- chiese.

 

-Si sta riprendendo per fortuna,ma questa crisi è stata forte- le rispose il padre, perché la madre era troppo sconvolta per parlare.

 

-Alida, grazie per tutto quello che fai- le disse, dopo un po’, la donna, sottovoce –Haru ti vuole davvero bene e tu lo fai sorridere spesso. Vorresti entrare?- le chiese, dolce, continuando a guardare suo figlio, in un letto di ospedale troppo grande e triste per un bambino così piccolo.

 

-Grazie- rispose Alida.

Mentre indossava le protezioni sterili per entrare nella sala di rianimazione, vide Kiba al di là del vetro parlare con i genitori di Haru.

‘Che gran bastardo. Continua la sua farsa anche davanti al dolore di due genitori con il bambino di sei anni, malato gravemente’.

La ragazza in quel momento però smise di guardare Kiba, perché Haru aveva emesso un gemito e, senza nemmeno rendersi conto era già al suo capezzale, stringendogli la manina fredda.

 

-Tesoro, sta calmo ci sono io con te-.

 

Lui aprì i suoi occhi di bimbo, attraversati da troppo dolore per i suoi giovani sei anni, e le sorrise.

In quel momento Alida sperò con tutto il cuore che Kiba guardasse da un’altra parte, ma la sua richiesta non fu esaudita.

Kiba vide benissimo le lacrime della ragazza solcarle le guance. Lacrime di chi è consapevole che il bambino, al quale era così legata, sta male.

In quel momento si pentì. Si sentì in colpa per come l’aveva trattata fin dal principio, per finire in bellezza quella stessa mattina. Come aveva potuto cadere così in basso? Sfruttare dei bambini malati per avere la sua stupida vendetta, solo perché quella ragazza gli aveva risposto, mancandogli di rispetto? Eppure dentro di sé sapeva benissimo che lei aveva ragione nel rispondergli sempre male, perché non faceva altro che insultarla o stuzzicarla. E poi quella mattina. Lei era lì davanti al cancello. Avrebbe voluto avvicinarsi e salutarla normalmente, perché il sabato della festa era stato bello parlarci, scherzare e baciarla. Ma la sua mente, spaventata da quel pensiero, lo aveva fatto agire d’istinto. Come un cane, spaventato da una persona che cerca di avvicinarlo con le buone, anziché con le solite botte, si era messo sulla difensiva, ringhiandole addosso parole dure. E lo aveva visto, quel lampo di stupore e tristezza nei suoi occhi di due colori, subito mascherato dal solito sguardo vuoto e dalle parole acide.

Lei c’era rimasta male per le sue parole. E ora quella ragazza che lui aveva così ignobilmente ferito, piangeva per un bambino malato.

 

 

**

Alida era uscita dall’ospedale per prendere una boccata d’aria. Era lì dentro da un paio d’ore e Ino l’aveva chiamata durante la pausa pranzo per chiederle novità.

Kiba la raggiunse e la vide voltarsi per rientrare.

 

-Ehm Alida…- tentò di dire Kiba, ma lo sguardo della ragazza gli gelò il sangue nelle vene.

 

-Vattene- gli disse in un ringhio.

 

-Cosa?-.

 

-Vattene da qui. La tua presenza non è gradita. Anzi non mi è gradita-.

 

-Perché dovrei andarmene?-.

 

-Perché sei solo un bastardo che usa dei bambini malati per attuare un piano di vendetta nei miei confronti, solo perché ti ho sbattuto in faccia la mia indifferenza e disprezzo. Ma non provo altro per persone come te-.

 

-Cosa cazzo stai dicendo?- le chiese Kiba, alterandosi.

 

-Tu hai detto che è stata Tsunade a obbligarti a prendere servizio qui, in pediatria. Peccato che la preside questa mattina mi abbia chiesto chi faceva volontariato con i bambini oltre a me, poiché non lo sapeva. Non dovevo nemmeno pensare di fidarmi di te. Sei qui solo per trovare qualcosa con il quale mettermi in imbarazzo a scuola…-

Fece per andarsene ma Kiba la prese per un polso, bloccandola.

 

-Lasciami, Inuzuka. Non voglio essere toccata da te. Mi fai schifo-.

 

Lo sguardo che gli riservò insieme a quelle parole, ferirono Kiba come mai nessuno era riuscito a fare.

Lasciò la presa e appena fu sicuro che se ne fosse andata, lasciò il numero alla reception per essere informato sulle condizioni di Haru e tornò a casa, a testa bassa.

 

**

Sulla strada del ritorno, si ritrovò di fronte Karin.

-Kiba, si può sapere che fine hai fatto?- chiese allacciandosi al braccio del ragazzo –è un po’ che non mi vieni a trovare- gli sussurrò.

 

-Settimana scorsa ero malato, perché ho preso la pioggia il sabato della festa. Anche tu mi hai lasciato davanti alla discoteca come un cretino,ricordi?-.

Lei sbuffò. Poi lo fermò e aggrappandosi al collo del ragazzo gli disse, maliziosa:

 

-So come farmi perdonare. Spero che tu abbia casa libera-.

L’Inuzuka non era proprio dell’umore adatto, ma la carne è debole e Karin, con le sue moine, lo aveva aiutato a cedere.

 

 

**

Si trovavano ancora nel letto di Kiba, a mezzanotte, quando qualcuno suonò al campanello di casa Inuzuka. Karin si alzò, guardando fuori per vedere chi fosse e trovando Alida al cancello, chiamò Kiba.

 

-Kiba svegliati, dannazione!-

 

Il ragazzo grugnì due o tre volte nel sonno e poi disse: -Karin, cosa vuoi?-.

 

-Fuori dal cancello, c’è Alida…-

 

Kiba scattò in piedi. Se la ragazza era lì, dopo le dure parole del pomeriggio, poteva essere solo per un motivo: Haru.

Si rivestì in fretta e scese di corsa al piano terra, facendo abbaiare il fedele Akamaru.

Alida era fuori dal cancello che puntava su di lui il suo sguardo vuoto.

 

-Alida cos’è successo?-.

 

Prima che la ragazza potesse rispondere, alle spalle del ragazzo apparve Karin che indossava una sua maglietta. Vide Alida scuotere la testa, probabilmente dalla delusione, e poi sentì la voce atona pronunciare parole dure e difficili da sopportare:

 

-Pensavo t’interessasse la sorte del piccolo Haru, ma a quanto vedo mi sono sbagliata di nuovo. Ero venuta per dirti che…- si bloccò prendendo un respiro profondo –Haru ha avuto un’altra crisi e sta volta il suo piccolo cuoricino non ha retto allo sforzo.Haru non c’è più-.

Kiba rimase bloccato da quelle parole, ma prima che potesse dire altro, Alida era già corsa via.

 

-Kiba cosa succede?- gli chiese la voce isterica di Karin, che lui sentiva ovattata come se arrivasse da lontano o facesse parte di un incubo.

 

All’ennesimo richiamo della rossa Kiba scattò urlandole:- dannata, non riesci a capire che un bambino di sei anni non c’è più? Non riesci a capire che io lo conoscevo?-.

 

-Kiba, ma tu…-.

 

-Io cosa?- le urlò contro

 

-Tu piangi…- disse stupita, Karin.

 

Il ragazzo si passò la mano sul viso e sentendo qualcosa di bagnato sulle guance capì che Karin diceva il vero.

Senza pensare a cosa facesse o al fatto che Alida lo odiasse, corse fino all’ospedale. La cercò ovunque, fino a quando un medico che conosceva, gli disse che probabilmente era sotto il pino del parco, che tanto piaceva a Haru.

Ci mise un bel po’ a trovarla. Era rannicchiata sotto un maestoso pino, stringendosi le ginocchia al petto, ma non piangeva. Anzi aveva lo sguardo duro e dolorante puntato su di lui.

 

-Cosa ci fai qui? Vattene a casa e divertiti come hai fatto finora, senza preoccuparti di nessuno a parte te stesso- la ragazza si alzò dal letto di aghi e si avvicinò al ragazzo – si può sapere perché sei venuto? Non t’interessava realmente la sorte di Haru..-.

 

-Non credi che, forse, ti stia sbagliando?-.

 

-No, perché se fossi stato preoccupato sul serio, non avresti passato l’attesa di notizie scopandoti la tua puttana personale-.

 

-Ti fa stare meglio?-.

 

-Cosa?-.

 

-Insultarmi…perché se è così, fai pure. Sopporterò e tutti i tuoi insulti non avranno ripercussioni o vendette in futuro. Ma credo che in questo caso, sfogarsi in altri modi sia meglio. Dovresti lasciarti andare e piangere. Lui era importante, gli volevi bene e ti ricambiava. Merita il tuo dolore e le tue lacrime-.

Alida lo guardò sbigottita dal vedere che gli occhi di Kiba erano bagnati da lacrime di dolore.

Senza riuscire a trattenersi calde lacrime solcarono le guance della corvina.

 S’irrigidì quando Kiba la abbracciò facendole appoggiare la testa sul petto, ma si lasciò andare, ricambiando la stretta e singhiozzando senza ritegno tra le braccia forti e calde del suo miglior nemico.

 

**

Alida fu svegliata da qualcosa si caldo e umido che le toccava la faccia. Aprì a fatica i suoi occhi particolari, impastati dal pianto della sera prima, rendendosi conto che era in un letto che non conosceva. Indossava anche una lunga maglia dallo strano odore, lo stesso che c’era sulle coperte.

Selvatico.

‘Cazzo è l’odore di Kiba’ pensò andando in panico, perché non ricordava nulla della sera prima, dopo che si era sfogata con il ragazzo.

Si mise seduta e vide un enorme cane dal pelo bianco che la guardava con la lingua penzoloni, facendole capire che doveva essere stato lui a svegliarla.

Sentì poi delle voci provenire da fuori la porta e si ritrovò in tremendo imbarazzo. Era ovvio che si fosse addormentata addosso a Kiba e che lui l’aveva portata a casa sua.

E ora stava discutendo con una ragazza, ma non era Karin.

 

-Akamaru l’avrà svegliata! Ti avevo detto di controllarlo stupido Ototu!-.

 

-Hana, falla finita ed entra a vedere se è sveglia…-

 

-Cos’è il mio piccolo fratello si vergogna di vedere una ragazza in mutande? Eppure so che sei un vero latin lover a scuola…- gli disse la ragazza e poi, in tono ancora più ironico aggiunse –ah ho capito, non è la situazione a imbarazzarti, ma la ragazza in questione. Il mio otouto non si sarà innamorato..-

Alida sentì gli epiteti poco carini che Kiba riservò alla sorella maggiore e la sua risata fece abbaiare Akamaru, come se fosse contento di vederla ridere.

La sorella di Kiba aprì lentamente la porta. Alida si stupì nel vedere quanto fosse simile al ragazzo. Aveva gli stessi occhi, anche se quelli della ragazza erano più dolci e femminili, i capelli castani legati in una coda e i segni rossi sulle guance identici a quelli del fratello.

 

-Ciao. Io sono Hana e sono la sorella civile e intelligente di quella capra di Kiba..-

Il ragazzo la insultò da dietro la porta così la ragazza chiuse la stessa con un calcio all’indietro, beccando Kiba sul naso che imprecando scese al piano inferiore della villetta.

 

-Scusalo. E’ rozzo, ma quando vuole ha un cuore d’oro…- le disse la ragazza –mi ha raccontato cosa vi è successo. So che sono parole inutili, ma mi dispiace. Non è mai giusto quando un bambino innocente soffre e muore per malattie terribili come quella di Haru-.

Sentire il nome del bambino fece sobbalzare Alida che in un attimo rivide la giornata precedente come un film accelerato, al quale si aggiunsero altri ricordi di Haru. Calde lacrime le solcarono di nuovo le guance senza che potesse fare nulla.

 

-Gomen- disse rivolta a Hana –non mi conosci nemmeno e ti piombo in casa, occupo il letto di tuo fratello e gli allago la stanza…-

 

-Non ti preoccupare. Kiba aiuta qualcuno per due motivi: o perché è suo amico o perché ha qualcosa da farsi perdonare. E sono sicura che una ragazza come te, sensibile e buona, non sia sua amica, quindi credo che abbia qualcosa da farsi perdonare. Ed è pure di un certo peso se ha fatto tutto questo…- le disse Hana sorridendo –comunque sappi che non sei di disturbo e sarai sempre la benvenuta in questa casa-.

 

- Arigatou, Hana-san -.

 

- Di niente Alida. E chiamami solo Hana - fece per andarsene, ma aggiunse urlando sulle scale – i tuoi occhi sono fantastici…forse sono quelli che piacciono a Kiba, vero otouto?-.

Dal piano terra Alida sentì il rumore di qualcosa che cadeva e le imprecazioni di Kiba, facendola sorridere.

 

-Ehm, Hana…dov’è la mia divisa scolastica?-.

 

-L’ ho dovuta lavare perché, essendoti seduta a terra, era sporca. Vieni ti presto qualcosa di mio, anche se con la tua altezza ti sarà tutto corto. Comunque sono stata io a metterti quella maglia-.

 

La camera di Hana non era da ragazza, era da donna. Niente pupazzi in giro né altre cose da ragazzina. Alida notò che somigliava alla sua. Non era perfettamente in ordine, ma aveva tutto ciò che serviva a portata di mano e i colori predominanti erano l’azzurro e il lillà.

 

-Allora…- disse Hana con il naso infilato in uno dei cassetti –tieni questi dovrebbero andare- le lanciò un paio di calzoni corti sopra il ginocchio, anche se ad Alida arrivavano un po’ più su.


- La tua divisa è nell’asciugatrice quindi sarà pronta a breve. Per ora la maglia del mio selvaggio fratello e i calzonicini, vanno bene-

Si affacciò sulle scale che portavano al piano di sotto e urlò verso Kiba:

 

-Ehi otouto, ora scende Alida, tieni mani e occhi a posto!- facendo avvampare la ragazza e ricevendo una nuova ondata di insulti dal fratello.

**

Alida scese lentamente le scale. Era in tensione perché non sapeva come comportarsi con il ragazzo. Lei era stata dura nei suoi confronti e, anche se aveva ragione, si sentiva in colpa per tutto quello che il ragazzo aveva fatto per lei. Lo trovò in cucina impegnato in un discorso con Akamaru.

 

-Te lo avevo detto di non salire! Per fortuna non ha paura dei cani altrimenti Hana ti avrebbe spedito al ranch con gli altri…-

Il cagnolone fuori misura lo guardava, supplichevole e Kiba si sciolse in un sorriso, diverso dal solito. Non il solito ghigno, ma un sorriso bello e vero. Alida lo fissava stupita da quanto il ragazzo sembrasse diverso con quell’espressione. Perdeva totalmente l’arroganza che il ghigno gli conferiva. Rimaneva solo un ragazzo bello e dannatamente selvaggio.

 

‘Ma che cazzo vado a pensare? Ricordati quello che ti ha fatto…’

 

-Perché?- chiese Alida.

Kiba alzò lo sguardo sulla ragazza vedendo che i suoi occhi erano puntati su di lui, indagatori.

 

-Ah sei tu- disse – perché ti ho portata qui? I motivi sono tanti: ho chiamato la tua tutrice dall’ospedale e mi ha detto che starà via almeno una settimana, ieri ti sei addormentata addosso a me, casa mia è più vicina, non avevo intenzione di cercare le chiavi di casa tua nella tua cartella e soprattutto non volevo lasciarti da sola…e anche io non volevo restare solo dopo quello che è successo…-.

Alida aveva abbassato lo sguardo e disse a bassa voce:

 

-Gomennasai…-

 

-Non ti devi scusare. Avevi ragione quando dicevi che ero un bastardo. È vero che mi sono iscritto al volontariato dove c’eri tu proprio per scoprire qualcosa sul tuo conto e passare l’informazione a Sakura, così da fartela pagare per avermi mancato di rispetto. Poi ho conosciuto i bambini e..te- disse alzando lo sguardo sulla ragazza e avvicinandosi a lei – sei diversa. Non riesco ancora a capire cosa ci sia di particolare in te. Però sono io a doverti delle scuse-

 

-Arigatou, Kiba- gli disse lei.

 

Rimasero fermi a pochi centimetri l’uno dall’altra, fino a quando non sentirono Hana scendere le scale.

 

- Baka-otouto io vado al ranch. Perché nel pomeriggio non venite anche voi? Ah Alida la tua tutrice ha lasciato le chiavi di casa dalla vicina, però non mi va che tu rimanga sola…-

 

-Chiederò a qualche amica di venire a stare con me nei giorni di assenza di Teresa, d’accordo?-

 

-Perfetto. Sai ti lascerei con Kiba, ma lui è una specie di maniaco sessuale e so già che ti salterebbe addosso…- stava dicendole Hana, mentre il soggetto del suo discorso la spingeva fuori dalla porta.

 

-Dannata sorella stupida! Apre sempre quella boccaccia per niente…-

 

-Però dice la verità, no?-

 

‘Come diavolo fa a sapere che le salterei addosso in questo momento? Dio Hana, ma un paio di calzoni più lunghi non li avevi?’

 

-Nel senso che è vero che sei un maniaco sessuale, non che mi salteresti addosso…- continuò Alida, facendo tirare un sospiro di sollievo a Kiba.

 

- Ah… no che non lo sono…diciamo libertino…-

 

-Maniaco, è più adatto-.

 

Iniziarono a battibeccare fino a quando lo stomaco di Alida non ebbe la bella idea di far sentire la sua.

 

-Potevi dirmelo che eri affamata..non ti chiederò prestazioni sessuali in cambio della colazione…- disse Kiba con un ghigno.

 

-Ti piacerebbe vero?- ribatté Alida sfidandolo.

 

-Mai quanto a te…fidati- concluse lui, andandosene in cucina.

 

Mentre Kiba scaldava un po’ di latte e caffè, Alida ricevette un messaggio.

 

Era la sorella di Haru, sua coetanea, che la diceva il giorno in cui si sarebbe tenuto il funerale del fratellino.

Kiba tornò, trovando la ragazza immobile, con il cellulare in mano e lo sguardo fisso nel vuoto.

 

-Alida che succede?-.

 

Lei parve riprendersi di colpo dalla trance subita e con il solito tono di voce atono disse:- Il funerale del piccolo si terrà domani-

 

Kiba sentì il sangue nelle vene ghiacciarsi e, appoggiando la colazione sul tavolo, si sedette a fianco della ragazza.

 

-se ne è andato davvero…- disse sottovoce.

 

-Sì Alida,Haru non c’è più…-

 

-N-non potrò più sgridarlo quando fa la peste, non potrò più fargli il solletico per punizione né cantargli le sue canzoni preferite quando si comporta bene. Non potrò più abbracciarlo né dargli tanti bacietti contro la sua volontà…non lo vedrò più- senza preavviso, le lacrime ricominciarono la loro discesa. Kiba agì d’istinto come sempre e prendendo la ragazza per le spalle, si sdraiò sul divano portandola con sé. Alida, irrigidita al massimo, si ritrovò sdraiata su un fianco, tra le gambe aperte di Kiba. La testa appoggiava sul petto del ragazzo e lei poteva sentire il battito regolare del cuore e senza pensare alle conseguenze di ciò che stava accadendo, chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalle carezze che il selvaggio le faceva, impacciato, sulla testa.

Si risvegliò, sentendo uno strano tempore avvolgerla. Aprendo gli occhi si ritrovò ancora addosso a Kiba, solo che ora le braccia del ragazzo le stringevano la vita e anche lui dormiva. Si sollevò quel tanto che bastava per guardarlo in viso e vide che era tenero. Se l’avesse detto ad alta voce, probabilmente l’avrebbe uccisa, ma vederlo così rilassato, senza quell’aria da duro che aveva sempre, le scaldò il cuore. Si accorse che ai piedi del divano vi era Akamaru.

 

-Ehi Kiba…- sussurrò per svegliarlo

La risposta fu un grugnito indefinito che fece ridacchiare la ragazza.

 

-Dai Kiba, svegliati- gli sussurrò sta volta all’orecchio.

Pessima mossa visto che il ragazzo, nel dormiveglia, la strinse ancora di più a sé facendo avvicinare i loro visi.

 

-Kiba svegliati subito!- disse, ad alta voce Alida.

L’imbarazzo era evidente sul viso della ragazza, dove le gote rosse avevano fatto la loro apparizione.

‘Dio, sembro Hinata…’

La ragazza non era da biasimare però perché, stringendola a sé Kiba, aveva fatto aderire perfettamente i loro corpi e ora sentiva bene il perché le ragazze volessero tutte Kiba.

Sentiva i muscoli dei pettorali e addominali al di sotto della sottile maglia che indossava e soprattutto riusciva anche ad immaginare quanto era importante ciò che stava più in basso..

 

-Kiba svegliati cazzo!- urlò la ragazza sta volta.

 

Finalmente aprì gli occhi castani e disse:

 

-Che cosa urli…potevi svegliarmi con un bacio,no?-

 

-Kiba…-

 

Appena si rese conto di come erano messi, Kiba per la prima volta si ritrovò in imbarazzo con una ragazza. Averla così vicino gli permetteva non solo di sentire le forme, ma anche di perdersi nei suoi occhi così particolari.

Rimase a fissarla per un po’ registrando ogni singolo tratto del suo viso. Dalle lunghe ciglia nere che circondavano i grandi occhi, alla piccola cicatrice da morbillo vicino al labbro superiore, il suo naso che si adattava perfettamente al viso rendendolo armonioso per finire sulle labbra. Labbra già provate grazie ad un ubriaco.

Si rese conto che lei lo guardava di sfuggita per poi abbassare lo sguardo, come se fosse in imbarazzo. Anzi lo era sicuramente, perché aveva le guance arrossate.

Kiba allargò la bocca in un sorriso e disse:

 

-Vedo che sei in imbarazzo…-

 

-Per niente, solo che non mi sembra il caso di stare in questa posizione. Non siamo né fidanzati né amanti.Ora lasciami-


-Non ne ho la minima idea. Sono comodo- esordì il ragazzo aumentando la stretta su Alida che sentì una strana sensazione all’altezza dello stomaco e il cuore aumentare i battiti. La paura che lui potesse sentirlo ed equivocare la spinse a mordere il ragazzo sulla spalla destra, l’unico punto a cui arrivava.

 

-Ahia!- gridò Kiba che, portandosi una mano alla spalla ferita, lasciò andare Alida, la quale sgusciò via dal ragazzo.

 

Lui la guardò e poi disse:-sai che pagherai questo gesto vero?-.

 

-Tremo di paura guarda- gli disse lei ridendo e portandosi dietro il divano. Cercò di scappare verso la porta, ma il ragazzo fu più veloce e la prese per la vita, sollevandola da terra e ributtandola sul divano. Si mise cavalcioni su di lei e iniziò a farle il solletico, riempiendo la casa di risate. Akamaru intanto li scrutava con uno sguardo che poteva essere definito di rimprovero, per il comportamento infantile dei due.

 

-Basta…non ce la faccio più…per favore Kiba…- disse ansimando la ragazza.

Kiba si fermò e le disse, chinandosi su di lei, all’orecchio:-attenta che se ti sente qualcuno potrebbe fraintendere..-

 

-So che ti piacerebbe portarmi a letto con te, ma fidati non accadrà…- gli rispose Alida ricambiando il sorriso di sfida.

 

-Vedremo. Comunque è mezzogiorno ormai.Cosa facciamo?-

 

-Dovremmo mangiare qualcosa. È da ieri mattina che sono a stomaco vuoto-.

 

-Può solo farti bene. Pesi sai?- disse lui alzandosi e aiutando la ragazza a fare altrettanto.

 

-Stai insinuando che sono grassa? Guarda..- disse Alida alzando la maglietta – ho la pancia piatta!-

 

-Vedo vedo..- disse il ragazzo alzando un sopraciglio e godendosi lo spettacolo offerto. La pancia era davvero piatta, ma la sua attenzione era rivolta più in alto, dove s’intravedeva il pizzo del reggiseno e la forma di ciò che conteneva.

 

Il ragazzo si fece improvvisamente serio e disse:- Copriti o cercherò davvero di trascinarti a letto con me…-

 

Alida spalancò la bocca dalla sorpresa e si tirò giù la maglietta:

 

-Vedi sei un maniaco!-.

 

-Vedi sei scema! Ti spogli mezza e pretendi che non faccia pensieri hentai su di te?-.

 

-Aspetta- gli disse la ragazza avvicinandosi e sorridendo trionfale –pensieri hentai su di me? Ah Kiba pensavo di non piacerti..o almeno così mi aveva riferito Shikamaru…-

 

Il ragazzo la guardò male, decidendo di farle pagare la presa in giro e così la attirò a sé. Erano talmente vicini che i loro respiri si mischiavano.

 

‘Avanti fallo…’ stava pensando Alida ‘usa la tua solita tracotanza e baciami, idiota! Non capisci che non aspetto altro?’

 

Se quel dannato campanello non avesse suonato, probabilmente Kiba l’avrebbe baciata, ma l’ingresso di Karin ruppe tutta la situazione bollente creatasi.

 

-Ciao tesorino. Sono uscita da scuola prima solo per vedere come stavi-.

 

-Ciao Karin- disse Alida apparendo dalla sala e ricevendo come risposta un urlo disumano.

 

-Cosa ci fa lei qui?-

 

Kiba le spiegò sommariamente la situazione pensando ‘se tu non fossi fatta vedere, dannata mela con gli occhiali* ora avrei baciato la mia migliore nemica che mi piace da impazzire…’, stupendosi non poco della sua dichiarazione mentale chiese a Karin cosa volesse. Lei non rispose a parole, ma si gettò addosso al ragazzo, stampandogli un bacio sulle labbra e dicendo un ‘tu lo sai’.

 

Alida, sentendo di nuovo la stretta allo stomaco di prima, disse:

 

-Bene. Io controllo se la mia divisa è asciutta e me ne torno a casa-

 

Salì velocemente le scale, entrando nella lavanderia e chiudendosi la porta alle spalle, scivolò fino a terra, con la fastidiosa risata di Karin dal piano di sotto, nelle orecchie.

Sapeva benissimo che tipo di rapporto legasse quei due, ma per la prima volta da quando ne aveva parlato con Kiba, non riusciva a sopportare di vederlo con lei.

 

-Merda…- disse a se stessa sotto voce –Alida, ma con tutti quelli che ci sono proprio un simile bastardo?-.

Sospirò e prendendo la divisa, un po’ stropicciata, dall’asciugatrice la indossò, lasciando la maglietta e i calzoncini sulla lavatrice.

Scese, sentendo le risatine di Karin e sperando di non trovarli già in azione.

Kiba sentì i suoi passi e staccando la rossa raggiunse Alida all’ingresso, mentre questa stava indossando le scarpe.

 

-Te ne vai?-

 

-Che domande fai Kiba? Vuoi che resti a guardarvi? Mi dispiace ma le cose a tre, soprattutto con due donne e un uomo, non m’interessano. Grazie per l’ospitalità e per il resto…-.

Aveva detto tutto senza voltarsi. Non doveva guardarlo in faccia, altrimenti lo avrebbe aggredito. Lo detestava infinitamente per aver fatto entrare Karin, preferendo la compagnia di quella sgualdrina, alla sua.

 

-Alida,ma..-

 

-Ciao Kiba-

 

Senza dire altro uscì da quella grande casa, diventata troppo stretta dopo l’arrivo di Karin e s’incamminò verso il conforto di un’amica.

**

Kiba, quella sera si sentiva strano. Aveva ancora addosso l’odore di Karin dopo averle dato il meglio di sé, eppure non si sentiva appagato. Si stava rivestendo per cucinarsi qualcosa per cena quando senti un gran baccano in giardino.

Affacciandosi, vide i suoi amici, accompagnati da Ino,TenTen,Hinata e Alida. Naruto, il solito goffo, aveva atterrato la statuetta di lupo che sua sorella aveva piazzato in giardino, al posto dei più convenzionali nani.

Ino e Shikamaru la stavano controllando per vedere eventuali danni, ma quando capirono di essere fin troppo vicini scattarono in piedi.

Kiba rise a quella scena, ricollegando tutto alla mattina con Alida. La cercò con lo sguardo e la vide un po’ discosta dal gruppo insieme a Sasuke.

Sasuke?

Cosa faceva l’Uchiha vicino ad Alida? Kiba si ricordò improvvisamente della serata in discoteca e capì che quel dannato aveva un interesse per la ragazza. Lo vedeva da come la guardava e, addirittura, le sorrideva.

Kiba, stringendo i pugni tanto da farsi male,quando constatò che ad Alida le attenzioni di Sasuke non davano per nulla fastidio.

‘Meno male che oggi non l’ho baciata altrimenti ora mi prenderebbe in giro con Sasuke’.

Kiba accolse i suoi amici in salotto. Alida si sedette in disparte guardando fuori. Ino la vide e avvicinandosi, le sussurrò:

 

-Ali-chan non ci puoi fare niente, se è successo…-

 

-Lo so, ma sento ancora l’odore di quella che aleggia in casa…mi da fastidio..-

 

-Tsk..stessa identica cosa per me. Sentire l’odoraccio di quella Temari sul mio Shikamaru, fa male…però le cose stanno così. Kiba ha una mezza storia con Karin, mentre Shikamaru con la vipera. Io non mi abbasserò mai al loro livello, trasformandomi in una così facile solo per avere un po’ della sua attenzione..e tu?-

 

-Figurati..troverò altro a cui dedicarmi…-

 

-Beh Sasuke ha un certo interesse per te…ed è uno dei più carini…-

 

-Sinceramente? È davvero carino, ma non mi dice nient’altro…boh…-

 

-Vabbè, ci vorrà del tempo…- sospirò Ino, sconsolata.

 

Si allontanò, sedendosi di fianco a Gaara, sotto l’occhio pigro ma vigile di Shikamaru che accortosi di essere stato beccato da Alida, sorrise colpevole.

Shikamaru lesse il labiale della ragazza

 

’Dille tutto’

 

Cosa significava? Che Ino forse ricambiava i suoi stupidi e logoranti sentimenti che provava da un anno?

-Mendokuse…- sbottò alzandosi e, afferrata la bionda per un polso, uscì trafelato da casa Inuzuka.



 

 


* grazie a Yunalesca per il soprannome!

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Capitolo 7
*** CAP 7 - UNA DELLE TANTE VERITA'. AMICIZIA. ***


UNA DELLE TANTE VERITÀ. AMICIZIA.

 

 

 

 


Shikamaru aveva trascinato Ino nel cortile di casa Inuzuka. Non si era accorto però che due persone li stavano spiando.

 

-Ehi, Inuzuka non starmi così addosso- sussurrò Alida arrabbiata.

 

-Oggi non sembrava dispiacerti…-

 

-Mi hai trascinato tu in quella posizione-

 

-E allora che fastidio ti da la mia vicinanza? Non dirmi che ti metto in imbarazzo..- suppose ghignando.

 

-No, non mi va di essere sfiorata dalle stesse mani che poco fa hanno toccato Karin. Comunque ora taci, voglio sentire-

 

Kiba stava guardando la nuca della ragazza per risponderle a tono, ma l’urto subito da quelle parole lo aveva scosso tanto da spingerlo ad allontanarsi e rientrare in casa.

 

‘Meglio così. Non avrei ottenuto niente di buono da uno come lui’.

 

Alida rimase accucciata in quella posizione per ascoltare ciò che Shikamaru avrebbe detto a Ino.

 

-Mendokuse- sbuffò il ragazzo dal codino.

 

-Shikamaru se mi ha trascinato fuori, interrompendo il mio discorso con Gaara, solo per dirmi che sei stanco e annoiato, potevi farne a meno-

 

-Ino, quello che devo dirti non è facile. Soprattutto per uno come me che considera tutte le donne delle seccature-

La ragazza rimase, miracolosamente, zitta e lo guardò interrogativa.

 

-Io sto con Temari-

 

-Bella novità- sbottarono Ino e Alida, una a voce l’altra solo pensandolo.

 

-Fammi finire…sto con lei, ma non dovrei..- continuò il ragazzo guardandola in faccia.

 

-Perché?- chiese la ragazza che invece non riusciva a sostenere lo sguardo, così serio e intenso di Shikamaru..

 

-Non dovrei stare con lei perché sei tu quella che m’interessa-

 

Ino sentì il suo cuore fare un paio di capriole e mancare qualche battito, prima di guardare Shikamaru dritto negli occhi:

 

-Nani? Mi prendi in giro? Stai con quella dall’anno scorso e ora mi vieni a dire questo, magari pensando che io ci creda. Non sono un genio come te,ma…- qualunque altra parola della Yamanaka fu interrotta dalle labbra del Nara.

 

Alida soddisfatta del risultato, si alzò piano per non farsi scoprire, ma invece di rientrare in casa Inuzuka, se ne andò.

**

 

-Ma dov’è Alida?- chiese Ino una volta rientrata al seguito di Shikamaru.

 

-Non ne ho idea- rispose Naruto guardandosi in giro e sorridendo a Hinata, che per poco non svenne–era qui fino a poco fa-

 

-Dannazione, non dovrebbe stare sola. Vado a cercarla- fece per uscire, ma Sasuke la fermò –ci vado io, so dov’è-.

 

Ino lo guardò per un attimo e poi la comprensione balenò sul bel viso della bionda. Sasuke sapeva. Era ovvio che Alida gli avesse raccontato tutta la sua storia. Dopotutto erano due anime simili.

 

**

Come l’Uchiha supponeva, trovò la ragazza sotto il pino dell’ospedale nel quale vi era stato ricoverato il piccolo Haru.

Sasuke Uchiha non era abituato né a preoccuparsi per gli altri né era in grado di consolare qualcuno.

Ma con quella ragazza era diverso. Quando s’incontravano in gruppo, a differenza di Sakura e Karin, lei non cercava di farlo parlare a tutti i costi, aspettava fosse lui a rivolgerle la parola e non parlava mai né troppo né a voce alta. Sasuke adorava il silenzio, ma la voce di Alida non lo disturbava, anzi, aveva la capacità di placare il suo animo turbato.

 

-Sapevo saresti venuta qui-.

 

La ragazza trasalì nel sentire una voce maschile e il primo a cui pensò non fu Sasuke.

 

‘Quanto sono cretina. Mi aspettavo davvero di vederlo qui come l’altro giorno. Come se gli importasse’.

 

-Non piangere- le disse la voce calma e profonda di Sasuke che si era accomodato alla sua destra.

 

-Se ti dicessi il motivo delle mie lacrime, rideresti di me-

 

-Come se non lo sapessi. Guarda che sono solitario, non cieco o stupido. Ho visto il tuo sguardo quando abbiamo proposto di andare da Inuzuka. Quello che non capisco è: perché lui?-

 

-Non ne ho idea, so solo che calma il mio dolore-

 

-Ah allora ha la tua stessa funzione-

 

-In che senso,Uchiha?- gli chiese lei alzando lo sguardo sul moro.

 

-Nel senso che tu mi fai lo stesso effetto. La tua voce, il tuo profumo e anche i tuoi lunghi silenzi mi fanno stare bene-

 

Lei lo guardò stupita, ma lui le sorrise dicendo:- peccato che tu non sia il mio tipo fisicamente-.

 

-Ah si? Nemmeno tu sai? Troppo pallido e troppo triste-

 

-Però una botta te la darei..- disse lui guardandola bieco

 

-Sì anche io! In testa con una pala, però!- rispose lei sorridendo.

 

-Non sono Inuzuka, ma sono riuscito a farti sorridere-

 

-Grazie, Sas’ke-

 

-Sei la prima che mi chiama così dopo mia mamma-

 

-Posso?-

 

-Sì, sei l’unica a cui lo permetterò!-

 

-Sas’ke?-

 

-mh- rispose il moro

 

-Ti voglio bene- sussurrò la ragazza, appoggiandosi a lui.

 

-Anche io, Alida- concluse Sasuke appoggiando la testa su quella della sua migliore amica.

 

Il loro rapporto di amicizia era iniziato quella sera in discoteca. Dopo aver ballato tra di loro, Sasuke l’aveva invitata al bancone e mentre bevevano qualcosa, si erano riscoperti due anime simili.

Qualcosa li accumunava.

Da allora si sentivano spesso durante il giorno, soprattutto al computer o per telefono. Sasuke non era tipo da messaggini, ma in chat o al telefono si apriva un po’ di più.

 

Ovviamente l’avrebbe uccisa se lo avesse detto a qualcuno, ma Sasuke Uchiha era un ragazzo estremamente timido. E Alida lo aveva compreso subito.

**

Kiba decise di uscire a farsi una passeggiata, lasciando la casa in balia dei suoi amici. Le donne di casa Inuzuka non sarebbero rientrate che da lì a una settimana, quindi non c’era pericolo che sua madre facesse sbranare tutti dai cani. Mentre si dirigeva all’alimentari del quartiere vide Sasuke e Alida camminare vicini. La ragazza rideva, ma i suoi occhi rossi denotavano i segni di un recente pianto. Sapere che fosse stato l’Uchiha a consolarla, lo mandava su tutte le furie.

 

-Ehi Inuzuka, hai lasciato la casa sguarnita con Naruto dentro?- gli chiese la voce ironica di Sasuke.

 

-Uchiha, ma gli affari tuoi, non riesci proprio a farteli?-

 

-Nervosetti, eh Inuzuka?- continuò Sasuke senza cambiare il timbro di voce.

 

-Fottiti- fu la risposta poco garbata dell’Inuzuka, prima di entrare nel negozio.

 

-Avanti cretino, diamogli una mano e cerca di non punzecchiarlo- disse Alida trascinando l’Uchiha.

 

-Ma io non voglio- rispose Sasuke liberandosi dalla presa- me ne torno a casa del selvaggio. Fai la brava…- disse ghignando e beccandosi un gestaccio da Alida.

 

Il discorso fatto con il suo amico le aveva aperto gli occhi. Se continuava a trattare male il selvaggio, come pretendeva che lui la consolasse quando piangeva?

Doveva chiedergli scusa. Come se fosse facile.

 

Lo trovò che guardava in confusione diverse passate di pomodoro, così da far supporre ad Alida che volesse cucinare la pasta al sugo. Immaginandosi già il possibile disastro, visto che aveva preso il concertato di pomodoro e non la passata, intervenne.

 

-Devi usare questo- gli disse, mettendogli tra le mani una confezione da tre di pomodori in pezzi- e un po’ di questa- aggiungendo la passata liscia.

 

-Cosa ci fai qui?-.

 

-Ti aiuto. Altrimenti finiremmo tutti in ospedale per avvelenamento da cibo-.

 

- Adesso ti va bene la mia presenza?- le chiese, alterato, il ragazzo, anche se le passate di pomodoro in mano, associate all’espressione truce, lo rendevano piuttosto comico.

 

-Per prima…beh..non so cosa mi sia preso, ma ti devo delle scuse-

Lui la guardò, le voltò le spalle e prese a camminare per la corsia:

 

-Sai sembrava una scenata di gelosia la tua- le disse Kiba con finta noncuranza.

Alida prese un paio di respiri.

’Eppure credevo che fosse un po’ tonto. Invece è più sveglio di quanto credessi’ pensò prima di assumere il suo solito tono atono.

 

-Non ci sperare. Me la sono presa perché, per me, ciò che hai fatto con Karin è sbagliato-.

Lui si fermò e voltandosi le chiese il perché.

 

-Perché ieri è morto Haru e tu ti consoli così…L’ho stupidamente vista come una mancanza di tatto,ecco…e poi sai che non mi piace il tuo usare le ragazze-

 

-Fidati che anche Karin usa me. In realtà lei è cotta di Sasuke, come Sakura, ma non ha il coraggio di provarci per paura di litigare con la sua amichetta-.

 

-E poi perché sa di non avere possibilità..- aggiunse Alida mentre sceglieva il tipo di pasta, optando per i fusilli.

 

-Invece tu ne hai?- le chiese, curioso, Kiba

 

-Sicuramente più di lei…- fu la risposta in tono neutro, di Alida.

 

-Cioè tu mi stai dicendo che Uchiha ci prova con te?-

 

-Non ho detto questo, ma credo che se volesse provarci con me, o viceversa, entrambi avremmo qualche possibilità di riuscita-

 

-Quindi ti piace Uchiha?-

 

-A chi non piace?- fu la risposta evasiva della corvina, che si diresse alla cassa.

**

-Ma che bella coppietta- disse loro l’anziana cassiera- Kiba era ora che trovassi una bella ragazza, non come quella maleducata dai capelli rossi-

 

-Non è la mia fidanzata- rispose piccato, il selvaggio

 

-Che peccato. Fareste una bella coppia-.

 

Finito di imbustare la piccola spesa, uscirono nella sera.

 

-Non ti preoccupare, quella cerca di accoppiarmi con chiunque. L’altro giorno non ha riconosciuto mia sorella e pensava fosse lei la mia ragazza…-

 

-A me non interessa, sicuro che la tua non sia solo preoccupazione di vederti rovinata l’immagine di playboy?-

 

-Naa. Tanto la maggior parte delle mie amanti, sa come sono fatto-

 

-E come saresti fatto?-

 

-Te l’ho detto. Sono libero e tale voglio restare-

 

-Bene. Questo chiarisce parecchie cose-

 

Kiba la guardò stranito, ma lei scosse la testa:

 

-Niente, stavo pensando ad alta voce a una cosa stupida…comunque Nara e Ino stanno insieme…- disse sviando il discorso.

 

- Chissà quando lo saprà Temari…-

 

-Chissà quando lo saprà Gaara…-

 

Kiba si girò verso di lei, notando solo ora che i suoi capelli avevano dei riflessi mogano, alla luce del sole al tramonto, e le chiese:

 

-Perché Gaara?-

 

-Si è preso una bella cotta per la bionda!-

 

-Ah ma come mai non è tornato in collegio?-

 

-Kankuro mi ha scritto un messaggio dicendomi che il suo fratellino voleva frequentare la nostra scuola e così da lunedì prossimo inizia da noi-

 

-Anche Kankuro ti ronza intorno?- le chiese Kiba, borbottando

 

-Ora sei tu quello che sembra geloso- rispose Alida, sorridendogli e trascinandolo a casa per mano.

 

**

 

 

Kiba guardava TenTen e le altre, che a loro volta fissavano Alida, sbalordite dalla sua velocità nel preparare il sugo e anche i piatti giapponesi, che la ‘truppa’ aveva chiesto.

In quel momento, Sasuke entrò in cucina e, guardando Kiba con un ghigno, si avvicinò ad Alida, abbracciandola da dietro.

 

-Sas’ke! Ma che fai?- gli chiese lei sottovoce.

 

-Provoco. È divertente vederlo irritarsi. Su impegnati e fammi assaggiare qualcosa, così sembriamo due fidanzatini..-

 

Alida,prima di infilargli un pezzo di Sushi in bocca, gli diede una leggera gomitata. Erano amici, ma tutta quella vicinanza la metteva in imbarazzo: Sasuke, nonostante non fosse per niente il suo tipo, era un bel ragazzo.

Ino e Shikamaru, nella stessa posizione dei due in cucina, ridevano sotto i baffi nel vedere l’espressione alterata e stupita di Kiba.

Lui li guardò e, non capendo i loro sorrisetti ironici, chiese: -Quando direte a Temari della novità?-.

 

-Domani le parlerò a scuola. Ora non ho voglia- disse Shikamaru, sbadigliando.

 

-Se non hai mai voglia di fare niente- intervenne Ino, calcando sulla parola  -allora dureremo poco. Una ragazza ha bisogno di soddisfazioni nella vita…-.

 

Shikamaru al doppio senso non proprio malcelato della sua nuova ragazza, arrossì completamente, facendo ridere il resto del gruppo.

 

**

 

Il mattino seguente, Ino, rimasta a dormire da Alida, si destò a causa di un raggio di sole che penetrava dalle persiane.

Si voltò verso la sua amica, sospirando quando ricordò ciò che si erano dette la sera prima.

 

FLASH BACK

Ino e Alida erano sedute in salotto. La ragazza dai capelli corvini, guardava fuori dalla finestra.

 

-Alida- la chiamò la bionda –è inutile che ti tormenti. Perché non inizi a frequentare Sasuke?-.

 

Alida la guardò, roteando gli occhi, e le rispose: -Perché Sasuke ed io siamo amici! Capisci? Lui mi sta vicino, ma non riesco a vederlo come fidanzato!-.

 

-Beh, allora mettiti gli occhiali. Quello ce lo vedrei eccome, da fidanzato. Bello, tenebroso e ricco! Inoltre con te è pure gentile, cosa cavolo vuoi?-.

La ragazza la fissò con i suoi occhi bicolori: -Sai cosa voglio? O meglio chi vorrei? Kiba Inuzuka. Fine-.

Ino spalancò la bocca, stupita dalla facilità con cui Alida aveva confessato, e poi la richiuse: -Lo sai vero?-.

 

-Che lui vuole solo sesso? Certo! Me lo avrete ripetuto un milione di volte tutti voi! E per questo motivo, nonostante ora m’interessi solo lui, non mi avvicinerò. Non voglio diventare la sua nuova bambolina. Che si tenga Karin-.

Fine flash back

 

Alida era giunta a quella conclusione dopo la serata passata in casa Inuzuka, quando aveva visto apparire di nuovo la rossa, e Kiba l’aveva invitata a cena. Alida avrebbe giurato che l’odio di Karin nei suoi confronti fosse alto, ma quella sera aveva raggiunto il culmine, quando Sasuke aveva rubato un pezzo di sushi direttamente dai bastoncini della corvina, dandole anche un bacio in fronte.

Kiba per poco non soffocava con il riso, nel vedere Alida arrossire furiosamente per il gesto di quello.

 

A Karin non sfuggì nemmeno questo, infatti poco dopo cena la rossa, in pratica scacciò gli amici dell’Inuzuka, per averlo per sé.

Alida guardò Kiba per un’ultima volta, prima di vedersi la porta sbattuta in faccia da una soddisfatta Karin.

 

**

Quel pomeriggio sarebbe stato il più difficile nella vita di Alida, dopo quello che le era successo poco tempo prima e la presenza di Kiba in compagnia di Karin non avrebbe reso le cose più semplici.

A tutto questo pensava Ino, guardando la sua amica con lo sguardo basso e vuoto.

Il vestito nero, in netto contrasto con la sua carnagione pallida, la rendeva ancora più smorta di quanto non fosse.

 

-Andiamo- disse semplicemente la corvina uscendo da casa, seguita da Ino, chiudendosi la porta alle spalle.

 

**

Il funerale fu molto duro da sopportare per Alida. Le sembrava di essere tornata indietro nel tempo, durante un altro funerale. Guardò alla sua sinistra e questo peggiorò la situazione, perché vide Kiba stretto a Karin.

Poi sentì un braccio circondarle le spalle e alzando lo sguardo vide Sasuke, guardarla serio. Gli sorrise lievemente, sussurrando un grazie.

 

La cosa più dura fu vedere la piccola bara bianca calata nella profonda buca.

Alida si avvicinò, proprio nello stesso momento in cui lo fece anche Kiba,e gettarono un giglio bianco nella buca. Si guardarono un attimo, prima di dirigersi in due direzioni opposte.

La madre di Haru s’inginocchiò vicino a quella che sarebbe stata l’ultima dimora di suo figlio e chiamò Alida.

 

-Piccola mia. Spiegami come hai fatto a sopportare tutto da sola…- le chiese.

 

-Signora, non saprei che risponderle, perché a dir la verità non lo so. So solo che il dolore è insopportabile. Ti annienta –disse la ragazza iniziando a piangere – e se non c’è una mano amica che ti aiuta ad alzarti e ti sorregge, allora sei persa. Signora, lei ha suo marito e sua figlia maggiore che la sosterranno sempre, seppure soffrendo anche loro. Haru vorrebbe vedervi felici, perché lui amava ridere. Si ricordi che quando avrete bisogno io ci sarò e sapete dove trovarmi-.

 

Si alzò rendendosi conto che alle sue spalle c’era Kiba che si avvicinò. La corvina sobbalzò quando la mano calda del ragazzo le asciugò una lacrima.

Senza aggiungere nulla se ne andò.

 

 

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Capitolo 8
*** CAP 8 - IL PASSATO. ***


  IL PASSATO.

 

 

 

 

 

Alcune sere dopo il funerale Alida era in casa da sola. Ino era uscita con Shikamaru, dopo averle raccontato per filo e per segno la scenata di Temari a scuola. La corvina aveva preferito non presentarsi alle lezioni: il dolore era ancora troppo forte.

 

Le veniva da ridere se pensava alla faccia della bionda quando raccontava.

 

FLASH BACK

-Allora- iniziò, Ino con il chiaro intento di distrarre Alida da tutto quello che era successo nel pomeriggio precedente, con sguardo fiammeggiante ed emozionato –Shikamaru all’intervallo si è diretto verso l’aula della classe di Temari. Mi ha detto che dopo averla lasciata è esplosa, lanciandogli addosso di tutto:astucci,diari, quaderni e poi anche una sedia-.

 

Ino scoppiò a ridere e riuscì a fare sorridere anche l’amica.

 

-So che ha anche minacciato di picchiarmi appena m’incontra da sola, così Shika e Choji mi accompagnano ovunque, ma ho bisogno di te per il bagno delle ragazze! Se mi aspetta lì, poi me le suona e potrebbe rovinare il mio bel viso- concluse la bionda, accorata e sospirando, facendo ridere,finalmente, Alida -Shika ha deciso di portarmi dagli altri domani sera per rendere ufficiale la nostra storia anche a quelli di quinta. Anche se io credo che voglia renderlo palese soprattutto a Gaara-.

 

-Qual è il problema?- le chiese.

 

-Non voglio lasciarti sola…-

 

-Sto bene, Ino. Sai che devo affrontare tutto da sola prima o poi, per andare avanti…-

 

-Ho visto cosa faceva Inuzuka al funerale del piccolo…- decise di dirle.

 

-Avrai anche visto che se n’è andato con Karin. Quindi non importa- aveva tagliato corto la corvina –tu andrai con Shikamaru e io a letto. Ok?-

La bionda non aveva fatto altro che annuire, poco convinta.

 

Fine flash back

 

 Alida ovviamente non era andata a letto. Era seduta sul divano e guardava, senza realmente vederla, la tv. Il piccolo Haru ora non c’era più. Era doloroso, ma sapeva che quel povero bambino, aveva smesso di soffrire. Era ingiusto che bambini così piccoli morissero, ma il male di Haru era troppo grande per chiunque.

Senza rendersene conto aveva iniziato a piangere. Doveva andare. Anche se era buio.

**

Correva a perdifiato da almeno dieci minuti nelle strade affollate di Konoha. Passò davanti allo stesso negozio, dove due giorni prima era entrata per scusarsi con Kiba, senza accorgersi che il ragazzo in questione, l’aveva vista correre e la stava inseguendo a distanza.

 

-Ma dove diavolo va a quest’ora?- chiese alla notte. Alzando lo sguardo vide l’insegna che recitava:

 

CIMITERO

 

Possibile che Alida non avesse paura di quel posto, di notte?

Questa era la domanda che assillava Kiba, preso a cercare la ragazza tra le tombe. Il primo posto che aveva visitato era la fresca sepoltura dal bimbo, ma lì Alida non c’era. Sentì un cigolio alle sue spalle e vide la ragazza entrare in una cappella di marmo bianco.

Decise di avvicinarsi e vedere che stava combinando in un cimitero a quell’ora di notte.

**

La sentiva pregare e poi pronunciò tre parole: -Mamma, Papà, sorellina- prima di scoppiare a piangere, come non aveva mai sentito fare a nessuno.

Kiba non poteva rimanere inerte davanti a tanto dolore.

Entrò nella cappella, ma fu colpito violentemente da qualcosa sul viso.

 

-Ahia!- urlò tenendosi il naso- Alida cosa fai?-.

La corvina guardò il suo presunto aggressore e chiese, stupita:- Kiba?-.

 

-Sì, sono io. Senza naso, grazie a te!-.

 

-Cretino! Mi ha spaventata. Avevo sentito qualcuno seguirmi, poi sei entrato e ti ho colpito…pensando fossi un maniaco. Non che abbia poi sbagliato di molto..-

Il ragazzo la guardò da dietro la mano che era piena di sangue. Alida la scostò per vedere il danno.

 

-Non credo sia rotto…- sentenziò, iniziando a frugare nelle tasche –tieni- disse porgendogli un fazzoletto.

 

Lui la guardò e lo prese tamponandosi il naso.

 

-Gomen. Anche se dovrei chiederti perché mi hai seguita-.

Il ragazzo con voce lievemente nasale le disse: -Ti ho vista correre come una forsennata e poi ho capito che eri venuta qui-.

 

Lei sbiancò, dicendo: -Bene mi hai trovata,ora usciamo da qui…-

 

- È inutile. Ti ho sentita..-

Alida sospirò.

 

-Andiamo- disse uscendo da lì.

 

-Vorrei che mi spiegassi…-

 

-Prima curiamo il tuo naso-.

 

**

Si trovavano al pronto soccorso da mezz’ora. Kiba era entrato per farsi medicare. Come scusa Alida si era inventata che il ragazzo era andato a sbattere contro una porta, al buio, facendo ridere il dottore.

 In quel momento il ragazzone uscì, con il naso fasciato.

 

Alida lo guardò e lui disse: -Non è rotto, ma è fuori posto..spero non mi rovini il viso..-

 

L’infermiera che l’aveva accompagnato gli disse, giuliva: -Non ti preoccupare, saresti affascinante ugualmente-.

Lui le sorrise, ma si spaventò quando, voltandosi, si accorse che Alida non c’era più.

La trovò seduta sui gradini esterni del pronto soccorso.

Quando sentì i passi di Kiba si alzò e voltandosi chiese: -Finito con l’infermiera? Andiamo-.

Lui prese a seguirla, quando il cellulare di lei, squillò.

 

-Moshi moshi, Sas’ke?-

 

Kiba storse il naso, facendosi male, quando sentì il nome dell’Uchiha pronunciato con tanta dolcezza da Alida e s’irritò ancora di più quando vide lei ridere.

Sbuffò sonoramente, attirando l’attenzione di Alida che disse una frase in una lingua che non conosceva:

 

-Il cane si sta arrabbiando. A dopo*-  chiuse la comunicazione, sulle risate ben udibili di Sasuke, dall’altro capo.

Erano anni che il suo amico non rideva così. Decise che non avrebbe chiesto nulla ad Alida, ma appena arrivarono a casa della ragazza, chiaramente vuota, Kiba non si trattenne:

 

-Mi hai portato qui per approfittare di me?- le chiese, sornione.


-No, altrimenti se volessi approfittare di qualcuno, ci porterei Itachi Uchiha. Lui si che mi ispira…- gli rispose Alida, ghignando dell’espressione sbalordita di Kiba.

**

Entrarono in casa e qualcosa di peloso strusciò attorno alle gambe di Kiba che trasalì.

 

-Oh avanti- disse Alida accendendo la luce –uno grande e grosso che ha paura di Tigro?- gli disse indicando un bellissimo gatto.

Era decisamente enorme.

Aveva il pelo lungo,folto, di diverse tonalità di rosso e arancio, tigrato sul dorso, mentre il ventre e le punte delle zampe erano bianche.Aveva addirittura una criniera.

 

-Eh so che è gigante. Ma è una razza così: Maine Coon. Arriva dall’america-

 

-È grande quanto un cane di taglia media!-

 

-Si è non è ancora completamente sviluppato. Sai ci sono esemplari che arrivano al metro e dieci..-

Kiba spalancò la bocca, facendo ridere Alida e miagolare il gatto che prese a strusciarsi sulle sue gambe.

 

-Gli piaci…- disse Alida a Kiba, sorridendo.

‘E tu piaci a me, stupida’ pensò lui, vedendone il sorriso.

 

Tigro lo stava fissando. Che quel gattone avesse intuito i suoi pensieri?

Probabile, visto che smise di strisciarsi e si allontanò, in cerca di cibo da parte di Alida.

 

**

Mentre erano seduti sul divano, Tigro li guardava dall’alto del suo amato tiragraffi.Adorava controllare la situazione da lì e ora che c’era quello in casa ne aveva un motivo in più.

Lo sentiva dall’odore, che il ragazzo amava i cani, ma soprattutto che sentiva qualcosa per la sua adorata padroncina, perché l’odore di feromoni era forte,quando lei era vicina.

 

**

-Bene…- esordì Alida –vuoi sapere la mia storia?-

Kiba annuì semplicemente, fissando ancora il gatto.

 

-È inutile! Lui non lo abbassa lo sguardo. Arrenditi- gli disse Alida, mandando in bacetto al micio che le rispose con un miagolio glutturale.

La ragazza si appoggiò allo schienale del divano e prese a raccontare.

 

-Io sono orfana. Da meno di un anno- esordì –i miei genitori sono morti per cause particolari, però. Niente malattie o incidenti. Loro se ne sono andati per il dolore. E sono sepolti qui, poiché è il paese da dove proviene la famiglia di mio papà- sospirò, per poi proseguire -Un pomeriggio come gli altri, rientrai da scuola, chiamando a gran voce mia madre, ma non rispose. La trovai in lacrime in cucina-.

 

Flash back

 

-Mamma che succede?- le chiese, preoccupata.

In quegli ultimi giorni, la piccola di casa, Ginevra, di otto anni, non si era sentita molto bene.

-Sono arrivate le analisi di Ginevra- le disse la donna tra un singhiozzo e l’altro – ha un tumore. Al cervello-.

Alida si sedette di fronte alla madre,sconvolta.

-Cosa dicono i medici?-.

-Le possibilità che si salvi sono praticamente nulle. Si trova in un’area del cervello particolare e poi è già troppo esteso-.

Alida sbiancò. Ora capiva i continui sbalzi di umore della piccola, i suoi incubi e svenimenti.

-Dov’è Ginevra?-.

- È in camera-.

Alida salì dalla sorellina che, vedendola le si fiondò addosso.

-Alida, sai che sono malata?- le chiese con la voce da bambina.

-Si, Ginevra. Lo so-.

-Fa niente. L’importante è che possiamo giocare insieme. Ma dopo. Mi fa male qui- le disse indicando la testa, probabilmente dove il mostro era in azione.

-Vieni allora. Per oggi dormirai nella mia stanza!-

La bambina sorrise radiosa, accoccolandosi alla sorella.

 

Fine Flash Back

 

-La mia dolce sorellina morì dopo tre mesi. Solo tre- ormai Alida piangeva senza ritegno – quanto avrei voluto esserci io, al suo posto-.

Kiba la guardava e ancora una volta la strinse a sé, sentendo che i singhiozzi piano,piano si calmavano.

 

-Quando mia sorella morì, il più colpito fu mio padre. Una forte depressione lo spinse a chiudersi in se stesso fino al secondo tragico epilogo. Lui faceva parte delle forze dell’ordine italiane. E fu così che si uccise. Con la pistola di ordinanza- aggiunse Alida, arrabbiata–non l’ho mai perdonato per quel gesto,ma mi manca anche lui, tanto-.

 

Kiba la strinse più forte.

 

-Mia madre invece…lei cercò di farsi forza, ma non riuscì. Il suo cuore era troppo martoriato. Morì, ebbene si di crepacuore, meno di cinque mesi fa-.

Kiba non riusciva a credere a ciò che sentiva. Quella ragazza acida, fredda e antipatica aveva passato tutto questo?

 

- Dopo la morte di mia madre, l’unica persona che mi era vicina è stata Teresa, che mi ha adottato, divenendo la mia tutrice-.

 

-Mi dispiace- disse lui, facendo alzare lo sguardo alla ragazza.

 

-Per cosa?-.

 

-Per averti maltrattata, perché volevo ferirti…-

Lei scosse la testa e disse: -Credo di essermelo meritato. Dopotutto ti trattavo male, ti rispondevo e ti reputavo pure un po’ tonto-.

 

-Ehi!- protesto lui –non sono tonto. Quello è Naruto-.

 

-Oh certo! Infatti lui ha già chiesto ad Hinata se voleva uscire con lui. Capito il tonto?-

 

-E lei che ha risposto?-chiese Kiba, sorpreso dall’audacia del biondo.

 

-Nulla, è svenuta- rispose semplicemente lei, scoppiando a ridere insieme a Kiba.

 

Mentre lui ancora rideva, lei lo guardava.

 

-Arigatou,Kiba- gli disse, stampandogli un bacio sulla guancia.

Lui fermò le risate, chiudendo gli occhi al contatto delle sue labbra sulla guancia e le disse: -Grazie a te per la fiducia- guardandola negli occhi.

 

-Alida- la chiamò lui –o ti allontani o sai cosa farò, decidi tu- le disse, quando la voglia di baciarla era troppa.

La ragazza, si allontanò, deludendo le aspettative del ragazzo.

 

-Forse è meglio che io vada- disse Kiba alzandosi.

 

-D’accordo- rispose atona, Alida.

 

-Sei ancora sola?-.

 

-Si, la mia tutrice torna martedì prossimo-

 

Lui la guardò fisso e poi disse: -Purtroppo sono un cavaliere e non posso lasciarti sola. Dovrò rimanere-. Si sedette di nuovo sul divano, guardando la faccia sbigottita di Alida.

 

-Ma che cavolo dici? Non puoi rimanere! Potrebbero fraintendere!-.

 

-Chi scusa? Io non ho legami sentimentali e tu nemmeno, o mi sbaglio?- le chiese aggrottando le sopracciglia, guardandola indagatore.

 

-Se ti riferisci a Sas’ke…tra noi non c’è nulla,per ora- aggiunse, ghignando dentro per l’espressione tesa assunta dal ragazzone.

Rimasero in silenzio per un po’, fino a quando Alida si alzò.

 

-Vieni, ti faccio vedere la stanza degli ospiti-.

Il ragazzone la seguì al piano superiore. Lo fece entrare in una stanza con un letto matrimoniale, dai toni pastello, dall’aria accogliente.

 

-Come mai il letto matrimoniale?- le chiese, curioso.

 

-Doveva essere la mia camera, ma non mi piace il letto matrimoniale-.

 

-Perché?-

 

-Perché se si è soli, è troppo grande e troppo freddo-.

Kiba non disse più nulla,ma la seguì quando gli fece vedere il bagno.

 

-Qual è la tua camera?- le chiese, sornione.

 

-Non te lo dirò mai! Sei una specie di maniaco, come il vice preside!- rispose lei, ridendo dell’espressione di Kiba, al paragone con Jiraya.

 

I due si ritrovarono in salotto. Alida aveva preparato una tisana calda, ricevendo le prese in giro del ragazzo.

 

-Non siamo degli anziani…- le disse, continuando a ridere.

 

-Oh piantala! Vedrai che ti rilasserà, almeno smorzerà un po’ i tuoi ormoni esagitati-.

 

Lui rise ancora,rispondendole: -Per calmare i miei ormoni ci vuole ben altro-.

 

**

 

Nel cuore della notte un frastuono svegliò Alida.

 

-Dannazione!- disse alla stanza vuota – perché esistono i temporali?-.

 

In quel momento sobbalzò per un tuono, che fece tremare la casa.

Si ritrovò in piedi, terrorizzata.

Un altro tuono, ancora più forte del precedente la trovò rannicchiata a terra.

Odiava i temporali, perché la sera in cui la sua sorellina era morta, portandosi con sé la sua felicità, ne imperversava uno potente.

 

-Cosa faccio, ora?- si chiese.

Di solito quando c’era quel tempo, si rifugiava nel letto della sua tutrice, come una bambina piccola.

Ora l’unica altra persona presente in casa era lui. L’avrebbe presa in giro fino alla morte,se si fosse avvicinata a lui per un motivo così infantile, ma non poteva farne a meno.

Prese il suo cuscino e, uscendo dalla sua camera, si avvicinò a quella degli ospiti.

Aprì piano la porta e vide il ragazzone che russava lievemente e dormiva a gambe e braccia aperte. Le venne da ridere, ma si trattenne.

Prese un profondo respiro e si avvicinò a Kiba, scoprendo con orrore che era in boxer. Ma possibile che avesse così caldo?

Un altro fulmine, seguito dal rombo del tuono, la fece gemere. E fu allora che Kiba si svegliò.

*

 

Sentiva qualcuno vicino al letto, ma ovviamente era solo un’impressione. Almeno questo pensava, fino a quando un gemito soffocato al rombo di un tuono, non gli fece trovare un’Alida tremante, in piedi vicino al letto.

 

-Alida, che succede?- le chiese con la voce impastata dal sonno.

La vide prendere un respiro e dire qualcosa a bassa voce.

 

-Ho un buon udito, ma non tanto fine. Non ho sentito nulla-.

 

-Non riesco a dormire con il temporale- gli disse, d’un fiato.

 

-E, quindi….- chiese lui,lasciando la frase in sospeso.

 

-Posso restare con te?- gli chiese, con un’innocenza da bambina che gli fece stringere il cuore.

 

-Alida, non so se è una buona idea…- rispose, soppesando le possibilità che i suoi ormoni sarebbero esplosi nell’averla nello stesso letto.

 

-Lo so,ma non riesco…ho paura….-.

Un tuono la fece rannicchiare su se stessa con le mani a coprire le orecchie.

 

-Avanti, vieni- le disse, scostandosi e facendole spazio.

 

-Arigatou- disse veloce la ragazza, infilandosi nello spazio lasciatole da Kiba.

 

-Kiba- lo chiamò.

 

-Mh-

 

-Potresti metterti la maglia?- gli chiese, in un sussurro.

Lui sospirò e alzandosi, recuperò la maglia, facendo per un attimo dimenticare il temporale ad Alida. La ragazza rimase sbalordita dallo scoprire cosa ci fosse sotto i vestiti di Kiba.

Spalle larghe, vita stretta e sedere sodo.

Alida arrossì a quel pensiero e lo divenne ancora di più quando Kiba si voltò mostrandole pettorali e addominali, prima di coprirli con la maglia.

Deglutì un paio di volte a vuoto, mentre lui tornava verso il letto e gli girò le spalle,per nascondere l’imbarazzo.

 

-Buonanotte-disse lui voltandosi di spalle, rimanendo così schiena a schiena.

 

-Notte-.

 

Un nuovo tuono fece rannicchiare Alida su se stessa, ma qualcosa la strinse scaldandola e tranquillizzandola.

Kiba l’aveva abbracciata da dietro.

 

-Ki-kiba cosa fai?- gli chiese.

 

-Rilassati! Non ho intenzione di provarci. Ma tremi così forte che fatico a prendere sonno, almeno se ti stringo, stai ferma-.

Lei sbuffò e decise di fargliela pagare, voltandosi e appoggiando la testa al petto di Kiba, che s’irrigidì al contatto, facendola sorridere.

 

-Buonanotte, Inuzuka-.

 

-Buonanotte, Itou-.

**

 

La mattina seguente era una bella giornata di sole. Alida si svegliò per prima, ritrovandosi nella stessa posizione in cui si era addormentata. Alzò lo sguardo e vide Kiba ancora addormentato,con un lieve sorriso sulle labbra.

Come già aveva costatato quando era a casa del ragazzo, mentre dormiva sembrava un bambino. Le venne da ridere, svegliando il ragazzo che aprì gli occhi castani.

 

-Che hai da ridere?- le chiese, assonnato.

 

-Ohayou, Kiba- rispose lei sgusciando via dalla sua stretta –sai che sembri un bambino mentre dormi?-.

Lui le tirò un cuscino, facendola ridere.

La ragazza uscì da lì e appena fu sparita oltre la porta, Kiba sospirò.

Ma non poteva almeno mettersi un pigiama lungo, magari uno di quelli interi?

No, si era presentata con un paio di calzoncini corti fino all’invero simile e una magliettina chiara che lasciava intravedere il reggiseno nero.

Dio, che fatica trattenersi. Sudava ancora al pensiero di quando l’aveva stretta a sé.

Il corpo di Alida era così caldo e profumato che gli ormoni erano impazziti, obbligandolo anche a discostarsi un po’, per evitare inconvenienti.

 

Guardando l’ora si rese conto che era presto. Aveva un’ora abbondante prima di andare a scuola.

Si alzò, rimettendosi i vestiti della sera precedente. Passando davanti al bagno sentì lo scrosciare dell’acqua. Si appoggiò con entrambe le mani alla porta, resistendo al forte impulso di entrare.

 

-Alida, io torno a casa. Devo farmi la doccia e mettermi la divisa-.

 

La sentì spegnere il getto della doccia e dopo qualche altro rumore, aprì la porta presentandosi davanti a Kiba in accappatoio.

Il ragazzo si passò la mano sul viso.

Ma lo faceva apposta?

 

-Kiba, stai bene? Sono uscita perché non capivo nulla di quello che dicevi…- disse lei tamponandosi i capelli e con le gote rosse per la doccia.

 

-Ti ho detto che vado a casa. Ciao-.

Senza attendere oltre il ragazzone corse per le scale, fiondandosi fuori da casa Itou,lasciando Alida a bocca aperta per il suo comportamento.

 

**

 

Si rividero poco tempo dopo, a scuola. Alida si avvicinò al gruppo salutando tutti e appartandosi con Sasuke.

Kiba era invece con Sakura e il suo gruppo dall’altra parte del cortile. Da quando Shikamaru l’aveva mollata, Temari era ancora più manesca del solito.

Il ragazzo sentì Sakura ringhiare un termine poco fine e alzando lo sguardo capì perché. Sasuke e Itachi Uchiha, camminavano nel cortile, portandosi via Alida a braccetto di entrambi facendo schizzare il selvaggio verso il trio.

 

-Ehi voi tre che cavolo combinate?-

Sasuke ghignò e disse:- io cammino con la mia migliore amica, e tu Itachi?- disse rivolgendosi al fratello.

 

-Io cammino con la ragazza che uscirà con me questo sabato-.

 

Kiba rimase bloccato in mezzo al cortile, incredulo.

* frase detta in italiano

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** CAP 9 -ALLONTANAMENTO.VACANZE ESTIVE. ***


ALLONTANAMENTO. VACANZE ESTIVE.

 

 

 

Il sabato in cui Alida e Itachi dovevano vedersi giunse in fretta.

Sasuke, in realtà, non vedeva di buon occhio la loro uscita, perché sapeva che nomea avesse suo fratello e non voleva che si approfittasse di Alida.

Era sua amica e le voleva un bene enorme.

 

-Itachi- lo chiamò dalla soglia della stanza in cui, suo fratello si stava preparando –sai cosa ti aspetta se le fai male?-

 

-Certo, certo. Ti vendicherai…- gli disse Itachi, in tono accondiscendente, sospirando.

 

-Lei non è come le altre, lo sai?-

 

-Si, Sasuke. Ma è solo un’uscita e basta! Non ho intenzione di portarmela a letto!-

Sasuke sbuffò e decise di andarsene, senza però smettere di preoccuparsi.

 

**

Alida si era vestita in modo semplice. Indossava un paio di jeans scuri e una maglietta rossa, con una felpa bianca. 

Itachi l’avrebbe portata a mangiare una pizza e poi al cinema, quindi non serviva nulla di esagerato.

Stava attraversando il vialetto di casa, per aspettare il ragazzo fuori dal cancelletto,così da evitare domande inopportune della sua tutrice, quando vide che c’era già qualcuno.

 

La ragazza guardò interrogativa la figura.

 

-Cosa ci fai qui? Sto uscendo-.

 

Lui la guardò e sbuffò: -Lo so bene che stai uscendo. Con il grande Itachi Uchiha-.

 

-Qual è il tuo problema?- gli chiese lei, incrociando le braccia al petto.

 

-Che lui cerca una cosa sola da te: Sesso-.

Lei spalancò la bocca e poi, iniziando ad alterarsi, gli rispose: -Sbaglio o è quello che cerchi anche da tutte le ragazze?-

 

-Questo non è un problema tuo!- le gridò contro Kiba, facendola arrabbiare sul serio.

 

-Allora non è nemmeno un tuo problema con chi esco e cosa faccio ! Vattene a casa, Inuzuka. La mia vita non è affar tuo!-.

Fece per sorpassarlo, ma lui l’afferrò per un polso, strattonandola e facendola appoggiare al muretto.

 

-Kiba, lasciami immediatamente!-.

 

-No, non ti lascerò uscire con quello…- le disse chinandosi per sussurrarlo.

 

Lei rabbrividì, poi sentì la presa di Kiba allentarsi e vide che Itachi aveva allontanato il ragazzo da lei e ora lo stava fissando, iracondo.

 

-Cosa stai facendo?- gli chiese freddo, l’Uchiha maggiore.

 

-Evito che te la porti a letto- rispose Kiba, liberandosi dalla presa di Itachi e allontanandolo con uno spintone.

 

-Perché? Vuoi battermi sul tempo?- gli chiese, ironico.

 

-No, perché se avessi voluto,sarebbe già stata mia- gli rispose Kiba.

 

Alida sentendo quelle parole si avvicinò all’Inuzuka e lo schiaffeggiò forte.

 

-Io venire a letto con te?- gli chiese, tremando di rabbia –nemmeno tra mille anni. Io non sono come le tue amichette. Non sono come Karin e se dovessi andare a letto con Itachi, non sarebbe un problema tuo-.

 

-Arrangianti, non venire a piangere da me dopo- le rispose Kiba, andandosene.

Alida lo guardò allontanarsi, sapendo che probabilmente Kiba non avrebbe fatto più parte della sua vita. Questo le fece sentire un grande peso al petto.

 

-Mi dispiace. Ero in ritardo- le disse Itachi, appoggiandole la mano sulla spalla.

 

-Non è colpa tua. Credo che abbia frainteso alcune situazioni tra di noi…e l’errore è stato mio. Io volevo avvicinarmi a lui come amica, perché pensavo che almeno fosse capace di voler bene a qualcuno. Ma a quanto pare il suo fine era un altro- si voltò verso Itachi e sorridendogli, chiese –ti va comunque di uscire con me?-

Lui le porse il braccio, afferrato da Alida,accompagnandola alla macchina.

 

 

**

La serata con Itachi era stata un vero successo. Alida era impegnata a descriverla ad Ino, mentre erano leggermente discoste dal gruppo, quando Sasuke prese la corvina e iniziò a trascinarla.

 

-Sas’ke cosa cavolo fai?- gli chiese Alida, cercando di ribellarsi alla presa del ragazzo.

 

-Dobbiamo parlare…- le disse, teso.

 

-Sasuke cosa c’è?- gli chiese Alida.

 

-Dimmi che non hai fatto nulla con Itachi…- le disse lui, a voce bassa.

 

Alida si mise a ridere: -Uchiha Sasuke, non sarai geloso….-

 

Lui la guardò duro: -NO! Non voglio che lui ti usi. Sei importante per me. Se dovessi allontanarti per colpa sua, ne soffrirei- le disse accarezzandole una guancia.

 

-Sasuke- lo chiamò lei, abbandonandosi al suo tocco –non lo farò. Qualunque cosa succederà con Itachi, tu rimarrai per sempre il mio Sas’ke.- concluse, stringendosi a lui, ricambiata dal moro.

 

-Cosa è successo con Inuzuka?- le chiese, continuando a stringerla.

 

Alida lo guardò: -Ma sai leggere nel pensiero?-

 

-No, oggi è arrivato alterato. Ha mandato a quel paese mezza scuola, Karin compresa, e poi voleva picchiarmi. Al che ho pensato che tu centrassi qualcosa..-

 

-Perché io?- gli chiese Alida.

 

-Perché sei l’unica che possa confondere il suo cervello a tal punto…capisci cosa intendo? Lui è geloso, Alida. Di me, di Itachi e di qualunque esponente del sesso maschile che ti ronzi  intorno per più di cinque secondi..-

 

-Mi dispiace,ma da quello che ha detto ieri credo tu sia in errore..- gli rispose lei, abbassando il viso. Avrebbe voluto dar ragione a Sasuke. Essere sicura che Kiba fosse geloso di lei, l’avrebbe resa felice, ma sapeva perché si comportava così.

 

-Lui vuole portarmi a letto Sas’ke..- disse sempre a sguardo basso, raccontando al suo migliore amico ciò che era successo la sera prima.

 

**

 

Kiba e Alida da quel giorno non si parlavano praticamente mai. Uscivano in gruppo, Kiba accompagnato da una nuova fiamma di nome Hitomi, ma non avevano più nessun rapporto stretto come in passato.

Nonostante Hana chiedesse a Kiba notizie sulla corvina, questi gli rispondeva in malo modo, cosa che succedeva anche ad Alida quando qualcuno le chiedeva qualcosa sul ragazzo.

Ormai era fine luglio e questo significava solo una cosa: pausa estiva.

La gaijin aveva preso contatti con le sue amiche italiane che sarebbero venute a trovarla per passare qualche giorno insieme e conoscere così i nuovi amici di Alida.

La corvina era convinta che volessero più che altro conoscere Itachi, colui che avevano eletto a fidanzato di Alida, anche se uscivano raramente.

Itachi era bello e intelligente, ma purtroppo non era adatto ad Alida. Uscivano come amici, anche se era sicura che Itachi lo facesse anche perché si divertiva a prendere in giro Sasuke, preoccupato per lei, indifesa fanciulla, nelle grinfie del lupo cattivo.

 

**

La mattina dell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive, erano riuniti nell’auditorium, dove si stavano salutando.

Alida parlava con Deidara e Sasori che la facevano sempre morire dal ridere quando litigavano su chi fosse più artista dei due e si accorse di una strana situazione.

Temari era da sola in fondo alla sala, mentre Sakura e Karin facevano le oche per attirare le attenzioni di Sasuke.

Alida si scusò con i due presunti artisti e raggiunse la bionda.

 

-Ehi- le disse.

 

-Cosa vuoi, gaijin?- le chiese, dura, Temari.

 

-Nulla, però ho notato che ultimamente passi poco tempo con loro due- le disse indicando la rossa e la rosa –e mi chiedevo come mai, poiché mi sembravate unite-.

 

-Tsk- le rispose Temari –e ti aspetti che mi confidi con te? Così mi prenderai in giro con la tua amica bionda che mi ha fregato il ragazzo?-.

 

-Lei non ti ha fregato nulla. Sapevi benissimo che Shikamaru era cotto di Ino già dall’anno scorso, ma hai preferito non vedere. So che è dura vedere il ragazzo che ti piace con un’altra, ma fidati che ci sarà sicuramente qualcuno che soffre vedendo te che non ti accorgi della sua esistenza. Qualcuno cui piaci per quella che sei, c’è Temari, da qualche parte-.

La bionda guardava con tanto d’occhi la schiena della corvina che si stava allontanando.

Possibile che fosse così brava a leggere nelle persone?

Kiba aveva seguito la scena e vedendo Temari sconvolta, si avvicinò.

 

-Ehi, ti ha detto qualcosa di male?- chiese, apprensivo.

Lei lo guardò e sorrise.

 

-No per nulla. Sai, mi piace quella ragazza- gli disse alzandosi e raggiungendo Alida, per aiutarla a dividere Sasori e Deidara.

 

**

Kiba salì sul palco al seguito di Temari e prendendo la parola ricordò che tutto il gruppo di danza, con altri amici, era invitato a casa Inuzuka e Sabaku per la pausa estiva.

Le due ville si trovavano sulla spiaggia esclusiva dell’isola di Izu Ōshima, meta preferita per gli abitanti di Tokyo durante le vacanze estive.

Ovviamente Sakura e Karin non volevano assolutamente invitare Ino e Alida, ma poiché nemmeno Sasuke, su invito di Itachi, sarebbe venuto senza la corvina, e questa a sua volta non viveva senza la bionda, erano state obbligate a cedere.

Temari, ormai in rottura con le due ex-amiche, si offrì addirittura di invitare Alida e Ino da lei, causando uno shock a tutti i presenti.

 

Alida però alzò la mano e disse: -Temari, mi dispiace ma non sarò dei vostri.Arrivano due mie amiche dall’Italia e devo stare con loro…-

 

Temari però la fermò e disse: -Nessun problema, due ragazzi hanno dato buca. C’è posto anche per loro-.

 

La corvina spalancò la bocca e poi disse: -Ti ringrazio, ma non vorrei essere di peso…-

 

-Tu vieni!- urlò Sakura nel microfono – e porta anche le tue amiche!-.

La paura di non avere Sasuke al suo fianco per l’estate, la terrorizzava.

 

Senza aver possibilità di replica Alida si ritrovò sommersa dalle sue amiche che le chiesero informazioni sulle due ragazze in viaggio verso Konoha.

 

**

Alida e le altre si trovavano all’aeroporto di Tokyo ad attendere le due ragazze italiane. TenTen e Hinata, escluse per mancanza di spazio dall’invito del corpo di ballo, avevano trovato alloggio nello stesso albergo in cui c’erano anche altri ragazzi: si erano ritrovate non solo nello stesso albergo, ma anche sullo stesso piano di Neji, Choji e Naruto.

Nelle due ville invece ci sarebbe stata una marmaglia infinita.

A casa Inuzuka vi avrebbero alloggiato: Karin, Sakura, Hitomi, Kiba, Deidara, Sasori e Tobi. A casa Sabaku invece, oltre ai tre fratelli, si trovavano Alida con le amiche, Sasuke, Itachi, Shikamaru, Ino, e Hidan.

 

Alida aspettava con impazienza le sue amiche, Chiara e Giulia, che spuntarono in quel momento dall’uscita degli arrivi. Erano leggermente intontite e spaesate, ma appena videro Alida si fiondarono addosso, abbracciandola e parlando in italiano.

 

-Finalmente ci rivediamo di persona! Era una tristezza in video chat!- esclamò Giulia. Era una ragazza abbastanza alta, dai lunghi capelli biondo scuro e occhi verdi.

 

-Esatto, sei ancora più brutta in chat- intervenne l’altra, una ragazza dai lunghi capelli scuri e occhi castani, beccandosi una versione più rozza di ‘va a quel paese, nana’

 

-Nana a chi, gigante mostruoso? Non ti hanno ancora arrestato?Pensavo ti scambiassero per Godzilla, una volta arrivata qui…-

 

Le due iniziarono a battibeccare, fermate da un colpo di tosse di Ino.

Alida si riprese e, scusandosi, fece le dovute presentazioni. Le due amiche se la cavavano in giapponese, avendolo studiato con il padre di Alida prima e con l’amica poi.

 

-Oh- intervenne Giulia –ma il reparto maschile dov’è?-

Alida alzò gli occhi al cielo e disse: -Andiamo. Prendiamo il traghetto e li raggiungiamo a Izu Ōshima-.

La corvina spiegò loro dove e con chi avrebbe trascorso le vacanze estive, beccando qualche commentino al nome di Itachi.

 

**

Presero il primo traghetto disponibile e giunsero al porto di Izu, dove ad accoglierle c’erano Temari e i suoi due fratelli.

 

-Ohi- le sussurrò Giulia –quello rosso non è niente male,eh-

 

-Ecco che comincia…- le disse Chiara alle sue spalle –sempre a cercare di accalappiarsi qualcuno-.

Le due ragazze si presentarono e furono subito tampinate da Kankuro, snobbato alla grande dalle due nuove.

 

Temari le accompagnò a casa sua. O meglio alla reggia Sabaku.

Era una villa in stile giapponese. Si estendeva su due piani ed era circondata da un bel giardino, con laghetto e ponte come voleva l’antica tradizione.

Sul retro invece c’era un’enorme piscina da usare qualora il mare fosse troppo agitato.

Le ragazze furono accompagnate al secondo piano, dove erano situate le camere. Ino e Alida si ritrovarono in una bella camera con un letto matrimoniale. Le pareti erano tinteggiate di azzurro, mentre gli shoji erano in pregiata carta, dipinta con paesaggio primaverile, con alberi di ciliegio in fiore.Uno shoji leggermente più solido degli altri, portava ad un terrazzo.

Alida sospirò: -Sono felice di vedere che i letti sono moderni. I futon sono troppo scomodi- disse, mentre Ino annuiva con vigore, facendo ridere Temari.

Giulia e Chiara invece si ritrovarono in una camera dai toni viola, con il letto matrimoniale identico a quello di Alida. Gli shoji erano decorati con un paesaggio invernale, con alberi e ponti innevati.

Le ragazze rimasero affascinate da quella stanza e anche dalle altre della villa, così come dal salotto.

Era una grande sala con divani morbidi e confortevoli, poltrone dall’aspetto soffice e un bel camino che, dato il periodo, era spento.

Vi erano tappeti di pregiata fattura sul pavimento di legno e gli shoji si aprivano su un portico, affacciato a sua volta sul laghetto e sul ponte.

Sul portico c’erano dei meravigliosi mobili da giardino, dove ci si poteva rilassare.

Alida e le altre ragazze erano lì a bere the freddo e chiacchierare, mentre gli uomini portavano le valigie al piano di sopra tra un sospiro e un mendokuse di Shikamaru.

 

**

Mentre sistemavano i vestiti negli armadi, sentirono delle voci all’ingresso e Alida si accorse che uno era Kiba. Sopirò. Erano tre giorni che non si vedevano. Aveva ammesso a se stessa, ed anche a Ino, che le mancavano le battute di Kiba e anche il sorriso sardonico che aveva. Da quando avevano litigato, si salutavano a mala pena, nonostante Alida non provasse più del rancore verso di lui per quello che le aveva detto, il ragazzo non sembrava avere l’intenzione di fare pace.

Le faceva male vedere che con gli altri era il solito Kiba, arrogante e casinista, mentre con lei, e i due Uchiha ovviamente, era freddo e scostante.

Seguì Ino al primo piano, con Chiara e Giulia alle spalle.

Quando le sue amiche videro i ragazzi all’ingresso ebbero un collasso.

In prima posizione c’erano Kiba e Sasuke. Si presentarono lasciando Chiara a bocca aperta sia per il fascino selvaggio di Kiba sia per il tenebroso Sasuke, che una volta presentato si avvicinò ad Alida, abbracciandola e sussurrandole:

 

-Mi sei mancata- facendola sorridere e arrossire.

 

Itachi in quel momento fece il suo ingresso, stendendo sul colpo Giulia. La ragazza non avrebbe mai pensato che un abitante del Sol Levante potesse essere così affascinante. I capelli neri legati in una coda, la sua altezza e i lineamenti del viso, lo rendevano praticamente perfetto. Peccato fosse l’ipotetico fidanzato di Alida.

Il tenebroso Uchiha maggiore, si presentò alle due nuove arrivate, regalando a Giulia un’occhiata più penetrante rispetto a quella riservata a Chiara, che invece non si accorgeva, mentre parlava con Deidara, di aver attirato le attenzioni del tenebroso numero due: Sasuke Uchiha.


-Ehi Sas’ke- lo chiamò sottovoce Alida, in tono divertito –vedo che la nana ha attirato le tue attenzioni..-.

Il ragazzo arrossì di botto, distogliendo lo sguardo e puntandolo su Alida.

Vide che la ragazza guardava altrove e seguendo la direzione presa dai suoi occhi bi-color, trovò Kiba e Hitomi abbracciati che parlavano tra loro.

L’Uchiha minore sbuffò: -Si può sapere perché non ci parli?-

Lei abbassò lo sguardo: -Perché lui mi evita e quando cerco di avvicinarmi, mi guarda talmente male che mi spaventa…- gli disse, atona –non vuole più saperne di me. Devo accettarlo e guardare avanti. Tuo fratello e Kiba non sono gli unici ragazzi single sulla terra..-

 

-Eh- sospirò Sasuke –se fossi il mio tipo giuro che ti salterei addosso,ma purtroppo…-

 

-Sono troppo bella per te, lo so- lo interruppe Alida dandogli delle pacche ironiche sulla schiena e ridendo con lui, senza accorgersi che Kiba li guardava, sentendo sempre di più il dolore al petto che lo accompagnava ogni volta che la vedeva ridere con qualcun altro.

**

 

Il pomeriggio fecero,tutti insieme, un salto in spiaggia. Non era molto affollata,poiché le ville erano costruite in un punto tranquillo dell’isola.

Dopo aver noleggiato tre ombrelloni, stesero gli asciugamani e mentre le ragazze si toglievano i copricostume, i ragazzi fischiavano.

Alida indossava un costume due pezzi, azzurro con motivo floreale, mentre Ino ne aveva scelto uno viola poco casto: infatti il top era a fascia, mentre gli slip erano a vita molto bassa.

Shikamaru cercava in tutti i modi di coprire la ragazza, per evitare che gli altri vedessero le grazie della bionda.

Le altre indossavano bikini semplici, chi rosso come Chiara, chi verde come Giulia. Hitomi ne indossava uno bianco, mentre Sakura e Karin lo avevano entrambe nero. Temari ne portava uno argento molto bello che le fasciava le forme generose, ignara di aver attirato le attenzioni di qualcuno, TenTen uno verde smeraldo e Hinata uno violetto, intero, che, lasciando le forme in evidenza, l’aveva imbarazzata all’inverosimile, soprattutto quando Naruto le fece i complimenti.

Si divertivano molto a giocare a beach volley, a nuotare e a prendere il sole.

Quello che si divertì meno fu Kiba, troppo impegnato a comprendere il rapporto che legava Itachi e Alida.

Infatti non stavano molto vicini e la crema sulla schiena, l’aveva spalmata Sasuke alla ragazza. C’era qualcosa che non quadrava.

Decise di chiedere al pettegolo più pigro di tutti.

 

-Ehi, Nara- lo chiamò sottovoce, ricevendo come risposta solo la semi apertura di un occhio – ma tra Itachi e Alida, che rapporto c’è?-.

 

-Ah, Inuzuka. Sapevo che prima o poi l’avresti chiesto. Io sono amico di entrambi e non so se devo dirtelo-.

Kiba lo guardò male e disse: -Shikamaru, noi ci conosciamo dalle elementari, questo conterà pure qualcosa..-.

Il moro col codino sospirò e gli disse: -Tra quei due non c’è nulla. Niente. Sono usciti un po’ di volte assieme e se non sbaglio c’è stato anche un bacio, ma poi…si sono allontanati. O meglio lei si è allontanata-.

Kiba non parlava più. Guardava Alida scherzare con Sasuke che, dopo essere uscito dall’acqua era stato atterrato dalla corvina e ora sembrava una gigantesca polpetta impanata che rincorreva l’amica per fargliela pagare.

Alida era bella mentre rideva, mentre scherzava. Era bella appena sveglia e mentre piangeva.

Era bella sempre per Kiba, ma l’orgoglio non gli permetteva di affrontare la realtà.

 

-Sai, lei non è più arrabbiata con te. Vorrebbe avvicinarsi, ma tu non è che le lasci molto spazio. Aspetta solo che tu ti avvicini di nuovo-.

 

Kiba sbuffò con stizza: -Non m’importa. Ora sto con Hitomi- disse alzandosi e raggiungendo la sua nuova fidanzata, sorpassando Sasuke che aveva acchiappato Alida, la quale scalciava sulle spalle del moro.

Infatti Sasuke se l’era caricata in spalla e la stava portando verso l’acqua, e nel tragitto ne approfittava per darle degli schiaffetti sul sedere, ogni volta che si agitava, facendo alterare sempre di più la corvina.

La ragazza si vendicò pensando bene di dare un bel pizzicotto al sedere di Sasuke che divenne rosso come il costume di Chiara quando Alida esclamò:

 

-Cavolo se è sodo….-.

 

Il risultato fu che i due amici si ritrovarono entrambi in acqua a ridere come due scemi, evitando così che Alida vedesse Hitomi e Kiba baciarsi alle sue spalle.

 

**

La sera giunse presto con i suoi profumi di salsedine e ginestra. I ragazzi erano tutti riuniti nell’immenso giardino di villa Sabaku,la più grande delle due.

Le ragazze si preoccupavano di preparare la cena, mentre i maschi, battibeccando, preparavano la tavola.

Sasuke stava sistemando i bicchieri di carta, quando Kiba lo afferrò malamente per un braccio trascinandolo lontano da orecchie indiscrete.

L’Uchiha si scrollò di dosso la fastidiosa presenza di Kiba e guardandolo truce gli chiese:

 

-Cosa vuoi da me, Inuzuka?-

 

-Devo sapere-.

 

-Sapere cosa?- gli chiese di nuovo Sasuke, incrociando le braccia al petto e guardandolo sospettoso, con gli occhi onice socchiusi.

 

-Voglio sapere la verità: cosa c’è tra te e Alida?- gli chiese l’Inuzuka, serio.

 

Sasuke lo guardò per qualche attimo e scoppiò a ridere sguaiatamente.

 

Kiba si stava innervosendo ed era pronto a tirare a Sasuke un pugno, quando questo smise di ridere e lo guardò, ghignando supponente.

 

-Lo sapevo che lei ti piaceva, Inuzuka. Probabilmente ti è piaciuta dal primo momento che l’hai vista in cortile a scuola-.

 

-Non dire assurdità- urlò l’Inuzuka- la mia è solo curiosità!-

 

-Allora, mi dispiace. Non sono affari tuoi- rispose lapidario il moro, allontanandosi e sfidando Kiba con lo sguardo.

Kiba lo guardò andare via e prese una decisione: doveva parlare con Alida. Doveva capire cos’era quel peso al petto che sentiva da quando erano così distanti.

 

 

 


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Capitolo 10
*** CAP 10 -UN GROSSO ERRORE. ***


  UN GROSSO ERRORE.

 

 

La grigliata era un successo. La carne, insaporita con erbe e olio, era gustosa e morbida.

A tavola girava anche una quantità industriale di vino e bibite. Sasuke cercava di fare bere Alida, la quale si rifiutava categoricamente.

 

-Piantala Sasuke! Non verrei a letto con te nemmeno da ubriaca!- gli disse, ridendo insieme al moro.

 

Kiba, dirimpetto alla coppia di amici, li guardava truce, cosa che non sfuggì ad Alida che lo fissò di rimando, fino a quando il selvaggio non sbuffò, distogliendo lo sguardo.

**

Karin, a fine cena, propose di fare un gioco tutti insieme prima di dividersi nelle due case e, data la sua natura ‘libertina’, optò per il fantomatico gioco della bottiglia.

Le regole erano semplici. Chi girava la bottiglia sceglieva tra verità o obbligo e una volta che la bottiglia si fermava, doveva eseguire ciò che veniva proposto. Se chi girava la bottiglia si fosse rifiutato di eseguirlo, ci sarebbe stata la punizione.

I ragazzi si sedettero in cerchio. Alida, si trovava tra Chiara e Giulia, tese come due corde di violino per quel gioco. Non avevano potuto rifiutare di partecipare perché Alida le aveva minacciate di spifferare, casualmente, il loro interesse per due persone del gruppo.

La prima a girare la bottiglia fu proprio Karin che scelse verità. La bottiglia puntò su Deidara.

Il biondo la fissò maligno e disse: -Karin è vero che ti è sempre piaciuto Sasuke?- .

La rossa sbiancò e disse, per evitare litigi con Sakura: -Mi rifiuto di rispondere-.

Allora Deidara la punì, facendole bere un grosso bicchiere di schifoso whisky trovato nella dispensa di casa Sabaku, che fece quasi vomitare la rossa poiché il sapore era orribile.

 

La bottiglia fu girata da Deidara che scelse verità. La bottiglia puntò su Alida.

 

-Deidara, è vero che sei innamorato di Sasori?-

Il biondo scoppiò a ridere. Ormai tutti sapevano le preferenze sessuali dei due artisti. Alida era stata gentile con lui.

 

-Certo che lo sono, vero Sasoruccio?-.

Il ragazzo preso in causa, evitò di rispondere, arrossendo completamente.

Alida prese la bottiglia e scegliendo verità la fece girare. Puntò direttamente su Sakura.

‘Dimmi se questa non è sfiga’ pensò la corvina, mentre la rosa ghignava.

 

-Alida, è vero che sei attratta da Kiba?-

 

La ragazza dagli occhi bicolore la fissò e poi rispose: -Non ho intenzione di rispondere. Dimmi la punizione-.

Sakura ghignò di rimando e le disse: -Beh direi che come punizione potresti baciare proprio Kiba…-

Alida le guardò male e le disse: -Non credo sia corretto nei confronti di Hitomi…-

 

-Mi dispiace ma mentre si gioca, non esistono coppie…- rispose pronta la rossa, dando man forte all’amica.

 

Alida sbuffò e volse lo sguardo verso Kiba. Lui stava fissando Sakura in modo truce e le disse: -E se non fossi d’accordo?-.

Alida si sentì male per quella domanda. Kiba non voleva nemmeno baciarla per gioco. Ormai il ragazzo era lontano da lei anni luce.

La ragazza disse allora: -Visto che nemmeno lui è d’accordo, non puoi scegliere qualcos’altro?-

La rosa, supportata da Karin, iniziò a sbraitare che le regole erano tali per tutti e che, se Karin aveva bevuto quel whisky, ora volevano il bacio.

I due ragazzi in causa sospirarono e alzandosi in sincronia, si ritrovarono uno di fronte all’altra.

 

-Il bacio,a stampo va bene, deve durare almeno quindici secondi- la rosa estrasse il cellulare –cronometrerò il tempo con questo. Pronti? Via-.

 

Schiacciò il tasto sul telefono nel momento in cui le labbra dei due s’incontravano. Alida era sull’orlo di uno svenimento stile Hinata. Appena si erano sfiorati, aveva sentito l’elettricità scorrerle lungo la schiena, accompagnata da una stretta allo stomaco.

 

Kiba invece, si rese conto che una volta toccate le labbra di Alida, il peso al petto che sentiva si era dissolto come neve al sole.

Si staccarono allo stop di Sakura e si risedettero ai loro posti.

Kiba girò la bottiglia che puntò su Hitomi.

La ragazza gli chiese: - Sei felice di stare con me?-.

Il ragazzo rimase spiazzato da quella domanda. Guardò la ragazza e poi lanciò uno sguardo ad Alida che teneva il suo basso.

-Si lo sono, Hitomi-.

 

La ragazza gli si buttò addosso baciandolo davanti a tutti e ricevendo approvazione da Sakura e altri del gruppo.

Alida, prendendo come scusa una chiamata sul cellulare, si allontanò.

Sentire quelle parole uscire dalla bocca di Kiba era stato duro. Ormai aveva aperto gli occhi: Kiba era felice con Hitomi e provava persino disgusto a baciarla in uno stupido gioco.

Si sedette sotto le fresche fronde di un albero, abbracciandosi le gambe e poggiando il mento sulle ginocchia. Mentre guardava nel vuoto, vide Sasuke che la cercava.

 

- Cosa stai facendo?-

 

-Mi isolo..-

 

-Questo lo vedo…è per quello che ha detto Inuzuka?-

La corvina si limitò ad annuire, poggiando la testa sulla spalla del suo migliore amico, che si era seduto al suo fianco.

 

-Sakura ha cercato di baciare Itachi. Per evitarlo lui ha finto di avere un herpes- le disse, facendola ridere.

 

-Alida so che Kiba ti piace. E sono quasi convinto che lui ricambi, ma finché non vi parlerete non potrete mai capire cosa può esserci tra voi-.

 

-Sasuke, ti vorrei ricordare che è lui quello che non vuole parlare…-

 

-Oggi mi ha trascinato lontano da tutti per chiedermi cosa ci fosse tra noi…-

Alida spalancò gli occhi per lo stupore.

 

-Ha detto che lo chiedeva per curiosità, ma ci credo poco…-

Alida fece spallucce, prima di alzarsi e tendere la mano al moro.

 

-Ormai ho deciso che mi lascerò alle spalle tutto. Prima o poi questa infatuazione per il selvaggio mi passerà, neh Sas’ke?-

Lui la guardò poco convinto e le disse: -Convinta tu….- prima di afferrare la mano dell’amica.

I due tornarono verso il gruppo. Avevano interrotto il gioco della bottiglia e ora i maschi facevano a gara per chi beveva di più. Sasuke fu trascinato nella mischia, senza che Alida potesse salvarlo.

Le ragazze si davano da fare anche loro. Infatti Sakura e Karin erano già brille.

Alida prese una decisione: quella sera avrebbe bevuto anche lei, così da dimenticare almeno per qualche ora i suoi problemi.

Non sapeva che avrebbe commesso un errore, quella notte.

**

La corvina si stava trascinando per le scale, completamente sbronza. Si sorreggeva al suo amico Sasuke, ubriaco quanto lei.

Arrivarono davanti alla camera,dove Alida dormiva con Ino. La ragazza si appoggiò sfinita alla porta, guardando il suo amico.

 

- Sas’ke, tra tutti e due non so che è ridotto peggio- gli disse, soffocando le risate.

 

-Beh anche le tue amiche italiane ci hanno dato dentro. Giulia è stata trasportata in spalla da Itachi-.

Si misero a ridere come due scemi, soffocando il rumore con le mani.

Sasuke si fece improvvisamente serio e guardandola disse: -Alida, non ridurti così mai più per colpa sua…Se non ti vuole è perché non ti merita- le accarezzò la guancia come faceva sempre. Poi successe l’inevitabile. Sasuke si chinò sulla sua amica, baciandola.

Alida, resa disinibita e poco presente dall’alcol, rispose al bacio approfondendolo.

Sasuke abbassò la maniglia della porta ed entrarono nella stanza della ragazza, chiudendosi dentro. Fortunatamente Ino era a dormire da Shikamaru.

 

Sasuke spinse la ragazza verso il letto, dove vi crollò ridendo e trascinandosi il moro. Completamente sotto gli effetti dell’alcol i due si spogliarono a vicenda, infuocando la notte.

Non sapevano che qualcuno li aveva visti.

**

 

La mattina seguente Alida si svegliò con un gran mal di testa.

 

-Cazzo che dolore- disse,accorgendosi che qualcun altro aveva pronunciato le sue stesse parole.

Si girò alla sua destra e si specchiò in due pozzi neri. Sasuke era nel suo letto.

La corvina lo fissò tra lo stupito e lo spaventato, accorgendosi che anche il ragazzo aveva lo stesso sguardo.

 

-Cosa?- chiese solamente Sasuke, prima di arrossire e voltarsi di scatto dal lato opposto rispetto a quello della sua amica.

 

-Sas’ke che cavolo…- la ragazza abbassò lo sguardo sul proprio corpo e si accorse di essere nuda.

Si coprì immediatamente con il lenzuolo e disse: -Oddio..noi…-

 

-Si credo proprio di sì..- le rispose Sasuke –però…-

 

-Non ricordo niente…- dissero all’unisono guardandosi e arrossendo di nuovo.

 

- Sasuke…come è potuto succedere?- chiese al suo migliore amico.

 

-Beh, eravamo ubriachi e, se devo essere sincero, non è che tu mi faccia proprio schifo fisicamente eh…-

 

La corvina rise supponente: -Lo sapevo di piacerti…-

 

-E io sapevo di piacere a te..- rispose lui.

 

Si guardarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere, fermandosi subito sentendo una fitta alla testa.

 

-Senti, questo cambierà qualcosa tra noi?- le chiese il moro –io…non posso allontanarmi da te…sei la mia migliore amica..-

 

-Non voglio che cambi qualcosa tra noi…in fondo eravamo ubriachi e non ricordiamo nulla, no?-

 

-Esatto-

 

-Fingiamo che non sia successo?- propose Alida

 

-D’accordo. Anche se mi piacerebbe ricordare com’è stato…-.

La ragazza gli tirò una cuscinata e ordinando di chiudere gli occhi si alzò per rivestirsi, mentre, ovviamente, Sasuke spiava le sue grazie, leggermente orgoglioso di averci passato la notte, anche senza ricordarsela.

 

Il loro patto,però era stato reso inutile ancor prima di essere stipulato.

 

**

 

I due ragazzi si accorsero di essere a casa da soli. Sul frigo vi era un biglietto scritto da Temari.

Vi aspettiamo in spiaggia

 

Temari&Ino

 

Mentre facevano colazione, Sasuke le chiese una cosa: -Ma Ali. Ora che ci penso…tu non eri…- arrossì senza riuscire a finire la frase.

 

-Non ero vergine? No. Ci hai azzeccato-

 

Sasuke spalancò la bocca: -Hai capito? La piccola santarella….-

 

Alida gli lanciò il tovagliolo e disse: -E tu lo eri?-.

 

-No, ti pare?-.

 

-Tsk, con quella faccia chi, oltre a me ubriaca, ha avuto il coraggio di venire a letto con te?-

Il ragazzo si alzò di scatto e prendendola in braccio, la trasportò in spiaggia, mentre Alida rideva.

 

Mentre camminavano Alida ripensava al messaggio di Temari.

 

-Neh, Sas’ke. Gli altri sapranno che abbiamo dormito insieme, non credi?-


-Spero che sappiano solo questo…- le disse, ridendo.

 

Speranza vana.

 

**

 

Arrivarono in spiaggia, trovando tutto il gruppo riunito. Mancava Kiba. Tutti si voltarono verso i due amici.

Ci fu un boato. Urla e grida da parte di tutti, Sakura e Karin escluse.

I ragazzi si avvicinarono a Sasuke e iniziarono a dargli pacche sulla schiena.

Alida guardò le ragazze, confusa. Fu Temari a sciogliere i suoi dubbi: -Alida, ho cercato di mettere Kankuro a tacere, ma vi ha visti baciarvi ed entrare in camera tua…-

Alida sbiancò e cercò con lo sguardo Kiba. Non lo vide da nessuna parte. Fu Ino ad avvicinarsi e dirle: -Kiba è a casa sua, da solo. Ci è rimasto davvero male quando Kankuro ha detto che aveva visto te e Sasuke-.

La corvina, vide che Hitomi era discosta dagli altri.

-Se ti chiedi cosa abbia, te lo spiego io- le disse Ino –lei ha capito che Kiba è geloso di te. Alida, dovresti andare a parlarle con lui..-

Alida la guardò e, annuendo, iniziò a correre verso casa Inuzuka.

**

Arrivò a casa di Kiba senza fiato.

Suonò il campanello, ma ad aprire fu una ragazza scarmigliata.

Alida spalancò la bocca, capendo che Kiba si era dato da fare con un’altra.Il ragazzo spuntò alle spalle della ragazza, con indosso solo i boxer.

 

-Sanae, va di sopra-.

La bionda annuì, lanciando uno sguardo supponente a Alida.

 

-Cosa vuoi, Itou?-

 

-Io…credo sia meglio che me ne vada…- si allontanò da Kiba, camminando all’indietro.

 

-Ma certo c’è Sasuke che ti aspetta vero? Allora com’è andare a letto con un Uchiha?- le chiese, in tono cattivo.

 

-Io non lo so- gli rispose a sguardo basso –è successo tutto perché eravamo ubriachi. Nessuno dei due ricorda niente e avevamo deciso di far finta che nulla fosse successo, ma Kankuro ci ha visti…-

Kiba non parlava più, guardava Alida.

 

-Perché sei qui….?-

 

-Perché gli altri sanno cos’è successo e volevo che lo sapessi anche tu…Perché non voglio che nessuno, specialmente tu, mi consideri come una puttana-.

Stava per andarsene, ma Kiba la fermò per un polso.

 

-Cosa c’è tra te e Uchiha?-le chiese.

 

-Niente, anche se voglio bene a Sasuke, siamo amici-.

 

Lei si voltò verso Kiba e gli chiese: -Perché mi chiedi questo? Tu hai due ragazze….ne vuoi una terza?-.

 

Kiba la guardò fissandola nei suoi occhi bicolore. Alida era seria.

 

-Loro sono un divertimento. E non sono affari tuoi- aggiunse, lasciandole il polso.

Alida rimase ferita da quelle parole. Sentì gli occhi pungere e le lacrime scesero, facendo spalancare la bocca di Kiba: stava piangendo?

 

-Io è meglio che vada. Scusa per il disturbo- scappò via da lì, lasciando Kiba sulla soglia, stupido dal vedere Alida piangere per lui.

 

**

La corvina si rinchiuse nella sua stanza. Sasuke la raggiunse e la strinse a sé, scusandosi.

 

-Se non fossi stato così attratto da te, probabilmente, non saremmo finiti a letto insieme-

 

-Sasuke, tu non è che mi faccia schifo, neh.  Abbiamo sbagliato entrambi-

 

Rimasero abbracciati, fino a quando qualcuno non bussò. Sasuke si alzò e si ritrovò Kiba davanti. Senza che potesse dire nulla, il moro prese un pugno in pieno viso dal selvaggio.

Alida gridò e alzandosi di scattò si mise in mezzo ai due.

 

-Cosa cazzo fai, Kiba?-

Il ragazzo non sentì nemmeno ciò che diceva Alida e guardava truce Sasuke: -Lei ti piace vero? Per quello non ti sei trattenuto da ubriaco!- gli disse.

 

-Non dire assurdità Kiba. Io voglio bene a Alida, ma fidati, che preferisco un’altra-

Alida lo guardò confusa, ma Kiba parlò per primo.

 

-Esci, Uchiha. Io e lei dobbiamo parlare…-.

 

**

Kiba fissò Alida per qualche minuto e poi le chiese:

 

-Perché hai pianto prima?-

La ragazza alzò lo sguardo bicolore e gli disse: -Perché…mi manchi..-

Kiba spalancò gli occhi dallo stupore.

 

- E inutile che fai quella faccia. Stavo bene quando eravamo insieme e pensavo fosse lo stesso per te, ma a quanto pare sbagliavo…cercavi solo di portarmi a letto, vero?-

Kiba non rispose, ma seguendo il suo istinto la abbracciò.

 

-Mi dispiace averti detto quelle cose, la sera in cui ti sei incontrata con Itachi, ma ero spaventato…pensavo saresti caduta nella sua trappola…-

Alida rise, felice di sentire ancora il suo profumo selvatico, e gli disse: -Ho resistito a te, mentre eravamo una sopra l’altro…- ricordando quel giorno a casa del ragazzo.

 

-Possiamo tornare a odiarci con affetto?- gli chiese poi Alida.

 

-Sì, direi che possiamo- rispose lui, stampandole un bacio in fronte.

Alida arrossì completamente, facendo ghignare il castano.

 

-Ehi con Sasuke non diventi così rossa, come mai?-

 

Alida non rispose, dando uno colpo alla mano con cui Kiba le aveva alzato il viso e uscì dalla camera, lasciandolo confuso.

 

**

I due ragazzi erano tornati migliori nemici e nonostante si facessero scherzi ogni giorno, il resto del gruppo vedeva quanto Kiba fosse più sereno ora che poteva parlare con Alida.

La ragazza dal canto suo, era stata molto brava a nascondere la sua tristezza per la lontananza dal selvaggio, così che la maggior parte non si era accorto del cambiamento.

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Capitolo 11
*** CAP 11 - CONFESSIONI.DECISIONI. ***


 

 

 

 

 

11 CONFESSIONI. DECISIONI.

 

 


 

I giorni trascorrevano veloci e spensierati. La sera dal penultimo giorno, Sasuke era in piscina a casa Sabaku. Mentre finiva una vasca, vide una figura. Chiara lo guardava dal bordo.


-Ehm..- fece per dire la ragazza- è un problema se entro?- chiese titubante. Quel ragazzo la spaventava leggermente, poiché sembrava essere gentile solo con Alida.

 

-No, nessun problema, è abbastanza grande per entrambi- le rispose il moro.

 

La ragazza s’ immerse, mettendosi al lato opposto a quello di Sasuke che ghignando le disse: -Guarda che non mordo, puoi avvicinarti-

Chiara allora con un paio di bracciate, si avvicinò al ragazzo. Iniziarono così a parlare di tutto, scoprendo che avevano molte cose in comune.

Mentre parlavano della loro amica Alida, la ragazza in questione fece la sua apparizione. Peccato che non camminasse sulle sue gambe: Kiba la stava trasportando come un sacco di patate, per poi lanciarla in piscina.

Il ragazzone rideva sguaiatamente alla vista di Alida fradicia, prima di rendersi conto che la corvina lo aveva acchiappato dalla caviglia e, essendo già sbilanciato in avanti, era riuscita a trascinarlo in acqua, suscitando l’ilarità dei presenti.

Il selvaggio risalì in superficie e iniziò a lottare con Alida, cercando di annegarla.

 

-Ehi Inuzuka, non farle male!- gli urlò Sasuke, distraendolo e dando l’opportunità ad Alida di ricambiare le torture subite.

 

Quando i due si furono calmati, si accorsero che avevano sicuramente interrotto qualcosa. Infatti Chiara e Sasuke avevano ripreso a parlare senza dar più peso ai due che, guardandosi e sghignazzando, uscirono dalla piscina.

Kiba, uscito per primo, allungò una mano ad Alida, per aiutarla a risalire.

La maglia azzurra diventata trasparente e lasciava intravedere il reggiseno del medesimo colore.

La ragazza si coprì con le braccia e si allontanò a testa bassa, in imbarazzo.

Fu tutto fulmineo. Mentre attraversava un piccolo bosco che divideva dependance e casa, si sentì afferrare per un polso e trascinare lontano dalla casa.

 

- Kiba ma cosa…- non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo la tirò a se, baciandola.

 

Alida rimase sbalordita dal gesto e si allontanò.

 

-Cosa stai facendo?-

Kiba la guardò dicendo: -Scusa, ma non ho resistito…- cercò di sorriderle sornione, ma vide che Alida aveva lo sguardo basso.

 

-Ho capito…pensi che dopo essere andata a letto con Sasuke ci sarei venuta anche con te?- chiese.

 

Kiba s’infuriò e le disse: -Sai Alida! Non capisci proprio un cazzo!- per poi allontanarsi lasciandola sola con i suoi pensieri.

**

Quella notte e la successiva,cioè l’ultima, l’avrebbero trascorsa tutti a casa Sabaku.

Mentre gli altri si divertivano nel salotto, Alida si trovava seduta su uno sdraio, sul terrazzo della sua camera.

Sentiva lo schiamazzare degli altri, soprattutto la voce di Kiba che chiamava Hitomi e le chiedeva un bacio.

La corvina si tappò le orecchie per non sentire gli altri inneggiare al bacio dei due.

Si alzò di scatto. Uscì di corsa dalla sua stanza e si fiondò verso l’esterno, sorda ai richiami del gruppo.

Corse a perdifiato, trovandosi in spiaggia. Qui si buttò sulla sabbia umida della sera. Si perse guardando il mare, mentre i ricordi della sua famiglia s’intersecavano con quelli di Kiba.

Nascose il viso tra le braccia che circondavano le ginocchia, mentre nella sua mente continuava a sentire la stretta di Kiba prima sul polso, poi intorno alla vita ed infine il bacio, seguito dalle sue parole: Alida non capisci un cazzo.

 

-Invece ho capito…- sussurrò a se stessa, spaventandosi a morte quando una voce femminile le chiese:

 

-Hai capito cosa?-

 

Voltandosi vide Giulia e Chiara. Le due si sedettero ai lati della corvina.

 

-Cosa ti è successo Alida? Sei sempre così giù…-

 

Giulia era quella delle due che capiva meglio gli stati d’animo delle amiche senza che queste lo palesassero.

 

-Giulia, ma si può sapere come fai a capire se è giù di morale? Ha sempre quella faccia di merda…- disse Chiara, beccandosi una gomitata.

 

-Ragazze grazie. Non sono giù. Solo che ho appena realizzato di avere una cotta enorme per la persona sbagliata…-

 

-Kiba vero?- chiese ancora Giulia.

 

Alida si limitò ad annuire, ricevendo conforto dalle sue amiche.

 

-Ah sai che qui qualcun altro si è trovata il fidanzato?- la distrasse Chiara, che rideva sadica.

 

Alida si voltò verso Giulia, rossa come un pomodoro maturo che confessò: -Io e Itachi abbiamo passato molto tempo insieme..e beh…-

 

-Andate d’amore e d’accordo, vero?- le chiese Alida, ridendo insieme alle due.

 

Dopo un attimo di silenzio disse: -Ah Chiara. Ho notato una certa intesa tra te e Sasuke-

 

Non fece in tempo a dirlo che Giulia si era fiondata addosso all’amica urlando che sarebbero diventate parenti.

Chiara allora si alzò e iniziò a scappare.

 

Giulia fece per seguirla, ma si bloccò: -Alida…-

 

-Va pure, ho bisogno di restare sola-.

 

Giulia fece un cenno di assenso e si allontanò, lasciando Alida a guardare il mare.

 

**

 

Kiba usciva in quel momento dalla stanza che divideva con Hitomi. Infatti Temari, di nascosto da tutti, aveva iniziato una storia con Hidan ed era andata a dormire con lui.

Quando i suoi fratelli lo avevano scoperto erano quasi svenuti. Hidan non era proprio il tipo di cognato ideale.

Il selvaggio stava scendendo le scale che portavano in cucina, quando sentì Alida parlare.

 

-Teresa, mi dispiace ma non posso restare in Giappone…qui c’è qualcosa che mi fa soffrire troppo..- stava dicendo alla sua tutrice, mentre piangeva.

 

-Ho bisogno di andarmene per un po’. Tornerò in Italia fino a settembre, Giulia è disposta a ospitarmi. Riprenderò la scuola qui-.

 

La sentì salutare e riattaccare.

 

La ragazza salì le scale e cacciò un urlo trovandosi Kiba davanti.

 

-Dio, Kiba, vuoi farmi morire?-

 

Il ragazzo la guardava duro e le chiese: -Perché te ne vai?-.

 

-Non dovresti origliare sai? Comunque me ne vado fino a settembre, perché devo superare una cosa…-

 

-Cosa o chi ti causa dolore qui, Alida?-

 

-Kiba, ora sei tu quello che non capisce un cazzo- la ragazza si allontanò, ma sta volta il selvaggio la sbatté contro il muro, facendole male.

 

-Ora spiegami perché cazzo te ne vai!-

 

Alida lo guardò piena d’ira e mentre le lacrime iniziavano a scendere gli disse: -Me ne vado per dimenticarmi di te, per sempre. Non diventerò la tua puttana solo per avere le attenzioni che voglio- scostò il ragazzo, impietrito da quella dichiarazione e corse in camera sua, dove le braccia del suo migliore amico l’avrebbero stretta, mentre piangeva.

**

 

Kiba, la mattina successiva, si trovava solo in cucina. Mentre beveva un caffè, vide Alida spuntare dalla soglia. La ragazza era però accompagnata da Sasuke che lanciò uno sguardo duro all’Inuzuka.

 

-Alida va via, devo parlare con lui da solo- le disse Sasuke. Alida, stramente senza obbiettare ubbidì.

 

Sasuke veloce, si scagliò su Kiba e gli restituì il pugno.

 

-Se ne va a causa tua! Inuzuka, se Alida non dovesse tornare, considerati morto! Lei è l’unica persona che conta nella mia vita e se la perderò, te la farò pagare-.

Kiba non disse nulla, asciugandosi il rivolo di sangue che cadeva dal labbro superiore.

In quel momento entrò Hitomi. Vide Kiba sanguinante e rivolgendosi a Sasuke disse: -Cosa gli hai fatto?-

 

-Non sono affari tuoi. Invece di preoccuparti per lui, ragiona. Lui non è innamorato di te, lo sai, vero?-.

 

Sasuke non attese la risposta della ragazza, uscì e incontrando Alida disse: -Io verrò con te, così ti riporterò qui, volente o nolente!-

 

**

 

Nel pomeriggio andarono in spiaggia tutti insieme per l’ultima volta.Ormai la voce dell’imminente partenza, non solo di Alida ma anche di Sasuke, aveva fatto il giro tra tutti i presenti.

Temari aveva cercato, mentre passeggiavano in spiaggia, di convincere la corvina a restare, ma Alida fu irremovibile: doveva andarsene per preservare quel poco di cuore sano che le era rimasto dopo essere rimasta sola.

 

-Alida, mi dispiace vederti andare via..- le stava dicendo Temari.

Passare tanto tempo sotto lo stesso tetto le aveva unite. La bionda Sabaku aveva persino fatto pace con Shikamaru e andava più o meno d’accordo con Ino.

In realtà questo suo cambiamento era probabilmente dovuto alla presenza di Hidan nella sua vita. Il ragazzo, anche se lievemente sboccato, era davvero affascinante con i suoi capelli argento e gli occhi di un colore così strano da sembrare finto: infatti alla luce del sole sembravano fuxia.

Erano molto in sintonia per due motivi: lei lo picchiava se diceva parolacce, lui la lasciava fare perché almeno la bionda si sfogava ed evitava di cacciarsi nei guai.

Alida stava guardando in lontananza. Temari seguendo la linea del suo sguardo, intercettò la presenza di Kiba.

 

-Lasciaci soli, Temari. Dopotutto ha diritto a delle spiegazioni. Tutti incolpano lui della mia partenza…-

 

La bionda annuì, trucidando Kiba con lo sguardo quando lo incrociò.

 

Il ragazzo si avvicinò ad Alida, che guardava il mare, mentre una leggera brezza salmastra le scompigliava la chioma corvina.

 

-Sei qui per avere spiegazioni, ne deduco-.

 

-Vorrei sapere perché tutti incolpano me della tua partenza..-

 

-Ieri notte mi pareva di avertelo detto…- ribatté la corvina, sospirando –il motivo è semplice Kiba. Anche se non è facile ammettere nemmeno a me stessa che, se non me ne vado per un po’, finirò per….- sospirò pesantemente – finirò per innamorarmi di te-.

 

Lui si irrigidì da capo a piedi, ma Alida continuava a parlare senza accorgersi dell’effetto che le sue parole avevano su Kiba.

 

-Non posso permettermelo, perché so che, data la tua natura,non ricambierai mai. E poi diciamo le cose come stanno: tu mi detesti- gli disse.

Lui fece per interromperla, ma Alida fu più veloce, si alzò in punta di piedi, poggiando le labbra su quelle del ragazzo,che al tocco caldo e umido chiuse gli occhi.

 

-Ci vediamo a settembre, Kiba- gli sussurrò, prima di riprendere il sentiero verso casa Sabaku.

**

La mattina successiva, si ritrovarono tutti nell’ingresso, pronti a partire. Alida, Chiara, Giulia e Sasuke, sarebbero tornati con gli altri a Konoha,per ripartire la sera stessa.

 

Infatti quella sera stessa, accompagnati da tutti, Kiba escluso, il gruppo in partenza, si stava congedando dagli amici quando una voce annunciò l’imbarco del loro volo.

Alida abbracciò Ino, TenTen, Hinata e Temari, mentre Giulia e Itachi stavano discosti e parlavano sottovoce. L’unica cosa che vide Alida fu che Itachi si toglieva la sua strana collana e la dava alla sua amica, che rideva ebete.

Sasuke nel frattempo teneva particolarmente d’occhio Chiara che, per i suoi gusti, si dilungava troppo nei saluti a Neji e Naruto, il quale ne approfittava per abbracciare la ragazza.

Allora il moro, al limite della pazienza, acchiappò Chiara dal colletto della maglia e la trascinò verso l’imbarco, mentre questa strepitava e gli altri ghignavano.

Sakura e Karin, venute a salutare solo Sasuke,rimasero deluse nel vederlo passare l’imbarco senza nemmeno voltarsi a salutarle.

Alida e Giulia, questa in lacrime dopo aver salutato e baciato Itachi, superarono l’imbarco, senza accorgersi che qualcuno era entrato trafelato in aeroporto.

 

**

Kiba non aveva salutato Alida in partenza. Era arrabbiato e confuso a causa delle dichiarazione della gaijin e non riusciva a spiegare la voglia di massacrare Sasuke Uchiha di botte. Era forse perché, sebbene non si ricordasse nulla, lui l’aveva avuta? Che fosse solo smania di sopraffare l’Uchiha, che con il fratello maggiore, minacciava sempre il suo primato di playboy della scuola?

Kiba Inuzuka non era convinto di nulla. Si era addirittura provocato una forte emicrania continuando a pensarci.

Poi prese una decisione: doveva andare in aeroporto e vedere Alida andarsene.

Forse così avrebbe ripreso la sua vita di sempre.

Forse.

 

**

 

 

Il viaggio tra Konoha e Milano fu lungo e duro. Alida, a differenza dei suoi compagni di viaggio che appena saliti erano crollati, non riusciva a chiudere occhio. Dopotutto aveva mentito a tutti. Aveva confessato di volersene andare così da dimenticarsi di Kiba, ma sapeva che non sarebbe successo. Quel selvaggio era entrato nella sua vita e non ne sarebbe uscito.Sapeva altresì che primo stava con un’altra e secondo non avrebbe mai amato una come lei.

Hitomi era bionda e carina, aveva un carattere allegro e solare, proprio come Kiba stesso. Perché il ragazzo avrebbe dovuto preferire lei, così anonima e sempre triste?

Alida sospirò rendendosi conto che forse due settimane in Italia non sarebbero servite a nulla.


**

 

 

 

 

 


Capitolo di transizione. Se riesco aggiorno di nuovo oggi...

Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite\seguite e da ricordare..se volete darmi il vostro parere, positivo o negativo, siete i benvenuti..

Alla prossima

Elena

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Capitolo 12
*** CAP 12 - IL TEMPO SENZA DI TE. ITALIA. ***


 

IL TEMPO SENZA DI TE. ITALIA.

 

 


I quattro ragazzi erano in Italia da tre giorni. Alida e Sasuke  a partire da quel giorno avrebbero alloggiato in un albergo: il ragazzo si era offerto di pagare tutto e, nonostante le proteste di Alida, ora si trovavano al Carlton Hotel, nel cuore di Milano.

Su richiesta della ragazza, per evitare spese folli all’amico, avevano preso una doppia. Peccato che Sasuke avesse prenotato una delle suite: era davvero enorme.

Appena entrata Alida aveva spalancato la bocca dallo stupore. La camera, tinteggiata con colori chiari che andavano dal beige al bianco, era composta da tre parti.

Nella prima vi era il salotto, comprensivo di due divani e due poltrone in pelle beige che circondavano un tavolino di cristallo, una scrivania che dava su una grande finestra e da una libreria con tomi in diverse lingue.

 

La seconda parte era la camera da letto vera e propria con un letto matrimoniale dalle lenzuola verde antico, comodini e armadi in legno pregiato e due comode poltrone, site davanti al mobile su cui vi era la tv.

 

Il bagno era decisamente magnifico.Era tutto in marmo di un colore simile all’oro. La vasca era enorme e dotata di idromassaggio, mentre la doccia era talmente grande che potevano entrarci almeno tre persone. Vi erano due lavandini e un’infinità di prodotti per il bagno e la cura del corpo.

Il ragazzo che li aveva accompagnati sorrideva soddisfatto, sia per la lauta mancia ricevuta da Sasuke, sia per il sorriso radioso che la ragazza aveva.

 

-La camera è di vostro gradimento?- chiese in perfetto Giapponese l’uomo.

 

-Certo- rispose Alida in italiano, facendo stupire l’uomo che le sorrise di rimando.

 

-Bene,allora se mi permettete, mi congedo. Tornerò verso mezzogiorno per servirvi il pranzo-concluse l’uomo inchinandosi e uscendo.

Alida allora si voltò verso l’amico e disse: -Mi hai imbrogliata! Io ti avevo detto una doppia per non spendere una follia e tu cosa fai? Affitti una suite!-

Sasuke ghignò e le rispose: -Ho voluto farti un regalo speciale! Tanto lo so bene che questa tua fuga, non servirà-.

Alida spalancò la bocca e disse: -Possibile che tu mi conosca così bene? Nemmeno Chiara e Giulia lo hanno capito…-

Sasuke la fissò e disse: -Io e te siamo due anime simili, Alida. Lo sai meglio di me. Abbiamo sofferto e necessitiamo di qualcuno al nostro fianco per superare il dolore e purtroppo il tuo cuore ha scelto Inuzuka. E ancora mi chiedo perché-

Alida lo guardò storto, ma Sasuke impegnato a svestirsi, senza vergogna davanti alla sua amica, continuò: -Dopotutto non è che sia poi così bello o almeno non quanto me-

 

-Certo e non è nemmeno modesto come te neh, Sas’ke?- rimbeccò Alida,facendo alzare finalmente lo sguardo onice dell’amico.

 

-Ehi! Io non sono vanitoso!-

Alida sbuffò, scappando nel bagno quando Sasuke cercò di acchiapparla, per punirla.

 

**

 

Mentre i due amici si sistemavano  nella loro ‘camera’, Chiara e Giulia si erano ritrovate a casa di quest’ultima per discutere sulla loro vacanza in Giappone.

 

- È stata breve, ma intensa come vacanza…- esordì Giulia, sospirando e giocando con la collana regalatole da Itachi.

 

-Neh, Giulia, cosa hai intenzione di fare?Abitate così distanti..-

 

-Lo so,ma- disse la bionda, arrossendo –lui mi piace davvero tanto: è intelligente, gentile e affascinante..-

 

Chiara sospirò pesantemente e le disse: -Giulia, già avere una storia è complicato e se ci aggiungi la distanza e la diversità di orario, tradizioni e lingua, sai cosa si ottiene: dolore-.

 

Giulia la guardò e disse: -Aspetta, aspetta! C’è qualcosa che non mi quadra…stai cercando di convincere me o te stessa che sia una storia impossibile?-

 

Chiara arrossì impercettibilmente, ma Giulia abituata all’aspetto cadaverico dell’amica se ne accorse e sussurrò un nome:- Sasuke-.

 

Mentre Alida e Sasuke, arrivati in hotel a tarda sera dopo essersi visti con Giulia e chiara, in Giappone, qualcuno si svegliava con un forte senso di mancanza.

 

FLASHBACK

Kiba aveva perso un taxi e facendolo correre come un matto era giunto in aeroporto poco tempo prima dell’imbarco. Peccato ci fosse una ressa incredibile.

-Permesso,sono di fretta- continuava a urlare, intervallato da qualche ‘gomen’ quando urtava qualcuno.

Quando giunse al gate 25, Alida era già di spalle e troppo lontana per sentirlo gridare il suo nome

FINE FLASH BACK

 

 

-Cazzo- sbuffò Kiba, rendendosi conto di quanto quella dannata gaijin fosse entrata nella sua testa ,confondendolo.

In vacanza si era reso conto di osservarla sempre, a meno che Hitomi non lo distraesse. Ma appena la sua presunta fidanzata si allontanava il suo sguardo si dirigeva automaticamente verso Alida.

Quando aveva scoperto cosa fosse successo con Sasuke, aveva provato rabbia e anche uno strano dolore al petto. Il solo pensiero di Alida e Sasuke insieme lo faceva arrabbiare anche ora.

Era quello il motivo che lo aveva spinto ad andare con la ragazza bionda, incontrata la sera prima. Il problema era che non si faceva schifo per aver tradito Hitomi, ma per aver fatto piangere Alida e averla fatta sentire una facile con quel bacio rubato, usciti dalla piscina.

Alzandosi finalmente dal letto, guardò fuori, dove splendeva la forte luce del sole di agosto, e sospirò: non vedeva l’ora del ritorno di Alida, ormai doveva ammetterlo.

**

 

Giulia e Chiara decisero di seguire i loro amici nel loro girovagare per l’Italia.

 

Alla fine di agosto, qualche giorno prima di ripartire per il Giappone, si trovavano a Firenze per visitare il Museo degli Uffizi.

 

Sasuke e Chiara erano in sintonia anche nei gusti d’arte: infatti entrambi adoravano i quadri e le statue presenti nel museo, mentre Giulia e Alida si trascinavano, annoiate a morte, anche perché entrambe conoscevano bene il museo, avendolo visitato già due volte.

 

Alida, mentre era insieme alle sue amiche riusciva a pensare meno a Kiba, ma quando si ritrovava sola in stanza, mente Sasuke si faceva la doccia o era fuori, il selvaggio tornava a far da padrone nella sua testa, facendole male.

Ormai mancava poco al ritorno in Giappone. Solo due giorni e poi lo avrebbe rivisto sognando da lontano una storia impossibile.

**

Kiba aveva sostituito Alida nel volontariato all’ospedale e si era guadagnato la fiducia dei bambini. Quella mattina aveva deciso di portare Hitomi con sé, ma i bambini non erano felici: loro volevano Alida.

 

- Kiba-kun- lo aveva chiamato Aiko – dov’è Alida-chan?-

 

-Alida è tornata nel suo paese per qualche giorno..-

 

- È ancora triste per Haru ?- gli chiese la bambina, abbassando lo sguardo.

 

- Le manca molto, ma fidati che tornerà da voi perché vi vuole bene-.

 

- Alida-chan vuole bene anche a Kiba-kun, neh?-

 

Kiba sbiancò e le rispose: -Non lo so se me ne vuole, ma sono certo che tornerà- concluse scompigliandole i capelli, resi fini e deboli dalla cura per il male di cui soffriva.

 

Il ragazzone chiese a Hitomi di dare un occhio ai bambini e uscì dalla porta antincendio in fondo al corridoio.

 

Una volta uscito respirò profondamente  e guardò l’orizzonte, sperando di trovare una spiegazione e una soluzione al grande senso di vuoto che Alida aveva lasciato da quando era partita.

 

Finito il volontariato all’ospedale, i due ‘fidanzati’, raggiunsero il resto del gruppo al Sunshine, il bar dove erano soliti ritrovarsi.

Ino e TenTen saltavano contente quando Kiba le interruppe chiedendo a cosa fosse dovuta tanta felicità e tanta agitazione in un giorno così caldo.

 

-Mi pare ovvio Inuzuka! Lei torna….- gli rispose Ino, continuando a sorridere.

 

Per Kiba quella notizia fu tante cose: un fulmine a ciel sereno e anche un sollievo sapere che l’avrebbe rivista di lì a pochi giorni.

 

 

 

Ino, TenTen,Hinata e Temari, con l’aiuto di alcuni tra i ragazzi stavano preparando la festa di bentornato per Alida.

La ragazza dagli occhi bicolore sarebbe arrivata la sera dopo. Ino e Sasuke si erano accordati affinché il ragazzo la portasse a casa Uchiha, dove si sarebbe tenuta la festa.

 

Dopo aver salutato le amiche i due ragazzi si imbarcarono sul volo diretto in Giappone. Sasuke aveva chiamato Ino poco prima del decollo così da avvisarla della loro partenza.

La bionda era contenta che i loro amici fossero partiti alle undici di sera, ora italiana: in Giappone erano le otto del mattino, quindi per sera sarebbero arrivati.

 

I preparativi fremevano dato che la loro amica sarebbe arrivata da lì a poco.

Ino e Temari stavano raddrizzando lo striscione con scritto ‘Bentornata’, quando il telefono della prima squillò.

Ino rispose e sbiancò all’improvviso, facendo capire a tutti che era successo qualcosa.

**

 

I due ragazzi atterrati da poco, erano già davanti a casa Uchiha.

 

-Andiamo, per stanotte starai qui- disse Sasuke

 

-D’accordo, grazie- rispose la ragazza al suo fianco.

 

 

Il primo settembre di quell’anno vide i ragazzi popolari della Konoha High School rientrare con meno entusiasmo del solito.

 

-Ancora non ci credo- sospirò Ino, per la centesima volta.

 

-Nemmeno io- rincarò Temari.

 

-Qualcuno l’ha detto a lui?- chiese TenTen sottovoce.

 

-No, nessuno l’ha visto da quel giorno al Sunshine. Credo sia stato trascinato da sua madre e sua sorella al ranch- rispose Ino.

 

- A-allora dovremo dirglielo ora. È arrivato adesso- esordì Hinata.

 

Le tre ragazze, di spalle al cancello, si voltarono in sincronia, trovando Kiba e Hitomi che si avvicinavano sempre di più al loro gruppo.

Il ragazzone salutò i suoi amici e, una volta che Hitomi si allontanò per andare dalle sue compagne di classe, si guardò intorno.

Ino capì al volo che stava cercando lei e così gli si avvicinò.

 

-Kiba, è inutile che cerchi Alida. Lei non è tornata-.

 

 

 

 

 

 

 

 



Il capitolo è corto lo so...ma ho in stesura un'altra fic per un altro fandom e con il lavoro sono alle strette.
Spero che sia comunque gradevole, nonostante la sorpresa finale.
Alla prossima
Elena

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Capitolo 13
*** CAP 13 - RIMORSI E VERITA' ***


13 RIMORSI E VERITÀ

 

Erano passati quindici giorni dal rientro di Sasuke in patria. Era stato accompagnato da Chiara, così da non sprecare il volo,dato che la ragazza avrebbe iniziato la scuola il 15 settembre.

Era rimasta per una settimana e poi era ripartita, con la promessa di convincere Alida a tornare.

Il resto del gruppo sentiva la mancanza della corvina, ma nessuno soffriva quanto Sasuke.

Il moro usciva poco e se interpellato all’interno del gruppo rispondeva a grugniti, proprio come ai vecchi tempi, prima dell’arrivo di Alida.

La partenza di Chiara, per la quale aveva un certo interesse, non aveva fatto altro che peggiorare la situazione, rendendolo sempre più asociale e rabbioso.

 

Ino aveva chiamato Alida centinaia di volte e, con il supporto delle altre, aveva cercato di convincerla a tornare, ma la corvina era irremovibile: in Italia, o almeno così diceva, aveva trovato un po’ di pace.

In realtà il pensiero e il sentimento che la legava a Kiba la tormentava ancora, spingendola a rifiutare qualsivoglia invito da parte di chiunque. Inoltre, senza nemmeno rendersene conto, sobbalzava e sentiva il cuore farsi leggero, quando vedeva un ragazzo che somigliasse anche vagamente a Kiba.

Il selvaggio le mancava, ma sapeva che se fosse tornata in Giappone, il vederlo tutti i giorni con un’altra, l’avrebbe logorata. Si autoconvinceva che stargli lontana chilometri in terre e mari, sarebbe stato l’unico modo di lasciarselo alle spalle fino a farlo diventare un ricordo.

 

**

I giorni passavano e Kiba ormai doveva confessare ai bambini che Alida, con tutta probabilità, non sarebbe tornata.

Si avviò all’ospedale con passo lento: non sapeva come affrontare l’argomento. I bambini attendevano con trepidazione il ritorno della corvina.

E anche Kiba l’aveva aspettata. La sera del suo ipotetico rientro, il ragazzo si era appostato sotto casa della corvina, ma non vedendola rientrare, se ne era andato, sicuro di vederla il giorno dopo a scuola. Quando aveva varcato il cancello dell’istituto, si era avvicinato al gruppo, salutando Hitomi in modo svagato e prendendo subito a cercare lei con lo sguardo, fino a quando Ino non gli aveva detto l’amara verità.

 

Ormai non aveva più senso negarlo. Tutti lo avevano capito dalla faccia che aveva fatto alla notizia, quanto Alida gli mancasse. Persino Sasuke non gli aveva detto nulla: nessun insulto, nessuna minaccia ne accusa. L’Uchiha minore si era spento di nuovo.

Il selvaggio in quelle notti aveva anche difficoltà a prendere sonno, cosa mai successa. Appena si ritrovava da solo nel silenzio della sua casa, tutti gli errori compiuti nei confronti di Alida, tornava a tormentarlo, facendolo sentire in colpa per la ‘fuga’ della corvina.

Eppure sapeva, nell’inconscio, quali fossero i motivi del suo comportamento: quella ragazza era troppo interessante per lui.

Nessun’altra aveva ricevuto tante attenzioni da parte di Kiba, perché nessuna lo aveva turbato così nel profondo.

 

Appena varcate le soglie dell’ospedale, l’infermiera di turno, amica di Alida lo guardò chiedendogli con lo sguardo se la ragazza fosse tornata, ricevendo un segno di diniego da parte dell’Inuzuka.

Arrivato davanti alla sala dei bambini prese un profondo respiro e la varcò. Fu subito circondato dai bambini, ansiosi di avere notizie di Alida.

-Neh, Kiba-kun. È tornata Alida?- gli chiese la piccola Eiko

 

-Bambini, sedetevi tutti- rispose lui, sedendosi a sua volta –è difficile per me dirvi una cosa del genere, ma ormai non ha più senso aspettare: Alida non tornerà, mi dispiace-.

I bambini si ammutolirono e come se si fossero sincronizzati, abbassarono la testa tutti insieme.

Aiko poi disse:-Perché lei non torna ?-

 

-Perché il posto in cui si trova è il luogo in cui è nata e cresciuta. Un po’ come Konoha per noi, capisci Aiko?-

 

-Sì, ma lei mi sembrava felice qui.. anche dopo che Haru se n'è andato…perché?-

 

-Penso sia colpa mia..- disse Kiba, abbassando lo sguardo.

 

-Perché Kiba-kun? Cosa le hai fatto?- gli chiese Aiko, con lo sguardo indurito.

 

-Perché non sono in grado di volerle bene come merita- rispose il selvaggio, per poi alzarsi e dire: -Io me ne vado, ora. Ci vediamo domani, d’accordo?-

 

I bambini si limitarono ad annuire.

 

Erano ormai quindici giorni dacchè la scuola era iniziata. I professori avevano avvisato gli alunni che la ragazza non sarebbe tornata e avrebbe proseguito gli studi nel suo paese di origine.

La maggior parte dei compagni di classe era dispiaciuta per la partenza di Alida, tranne Karin e Sakura , ovviamente. Avevano già deciso di buttare fuori Ino dal gruppo di danza, ma purtroppo per loro la bionda aveva un’alleata preziosa.                      

**


Nel pomeriggio, durante le prove per lo spettacolo di danza, Sakura e Karin presero parola esprimendo la necessità di sfoltire ancora il numero di partecipanti al corso. La rosa prese la parola e disse:

 

-Dato che l’ultima arrivata è Ino, direi che quella da eliminare sia lei- mentre Karin annuiva convinta, ridendo maligna.

La bionda con la coda di cavallo abbassò lo sguardo: se Alida fosse stata lì con lei, le avrebbe uccise a parole.

La ragazza però, non si aspettava di sentire una sonora risata: Konan e Temari si sbellicavano delle risate.

 

-Sakura, Karin, vi siete bevute il cervello?- chiese Temari –non ricordate che Ino, come me e Karin, è una vice? L’ha eletta Konan insieme ad Alida, quando hanno fatto il provino. Quindi voi non potete espellere lei e viceversa.Solo Konan può decidere se mandarla via-

La rossa e la rosa spalancarono la bocca e, rendendosi conto della figuraccia fatta, si sedettero cercando di nascondersi.

 

-Ragazze qualcuno sa dov’è Inuzuka?- chiese Konan ad alta voce.

 

-Sono qui, Konan. Scusa il ritardo, ma Akamaru oggi era agitato, senza motivo, e non mi faceva uscire di casa-.

 

-Bene, ora che ci siamo tutti, o quasi, iniziamo- esordì Konan.

**

Le prove erano state dure quel giorno. Avevano dovuto sopperire alla mancanza di Alida, che si faceva sentire parecchio. Era la compagna di Deidara nel ballo e il biondo si trovava davvero male con Sakura, che la ‘sostituiva’.

Anche il biondo, e il rosso suo compagno, sentivano la mancanza della corvina, infatti litigavano molto meno su quale arte fosse ‘vera’ e quale no.

 

**

 

Era ormai fine settembre, quando Kiba con Akamaru si stavano dirigendo al parco così da incontrarsi con gli altri.

Arrivato alle solite panchine vide che erano già tutti lì. Akamaru, come sempre, iniziò a ringhiare addosso a Karin e a Hitomi.

Verso Karin, l’odio del cane era stato sempre palese, ma per Hitomi era una cosa recente. Appena la biondina si avvicinava per accarezzarlo, Akamaru mostrava i denti e un ringhio basso e minaccioso usciva dalle fauci serrate, pronte a mordere.

 

Mentre Kiba e il resto del gruppo parlava, Akamaru esplorava i dintorni. Kiba lo lasciava libero, sapendo che non avrebbe aggredito nessuno.

Poi però si accorse che il cagnolone aveva sentito qualcosa e infatti dopo aver annusato l’aria era partito di corsa, alla massima velocità di cui era capace.

 

-Akamaru, fermati!- gli urlò Kiba.

 

Il cane però era sordo ai richiami del padrone e continuava a correre, fino a quando Kiba e gli altri, partiti all’inseguimento dell’animale, non lo videro spiccare un salto e sentirono un tonfo e un urlo.

Il ragazzo,già immaginandosi la reazione della persona aggredita, si avvicinò ad occhi chiusi e con le mani giunte in preghiera.

 

-Mi dispiace! Non si è mai comportato così con nessuno. Forse lei ha qualcosa che lo ha attirato-

 

Kiba rimase in attesa dello sbraitare della vittima di Akamaru, ma ciò che sentì fu una risata cristallina.

Aprì di scatto gli occhi castani e vide Alida sotto Akamaru che rideva, intimando al cagnone di smetterla di leccarle il viso.

**

 

Tutto il gruppo rimase bloccato.

Guardavano Alida a terra, che accarezzava il Akamaru, con la lingua a penzoloni, che sembrava sorridere.

La ragazza riuscì ad alzarsi solo quando Kiba spostò il cane e dopo essersi riassettata guardò i suoi amici, dicendo:

 

-Sono tornata-

 

Il gruppo esplose in un boato di gioia facendo sussultare chi passeggiava nel parco e corsero ad abbracciare Alida.

Sakura,Karin e Hitomi invece se ne stavano in disparte osservando il comportamento di Sasuke le prime due e di Kiba la terza.

Il moro aveva acchiappato Alida e dopo un pugno punitivo sulla testa, l’aveva stretta a sé, come se avesse paura di vederla scomparire. Sakura era anche certa di aver visto la corvina passargli una busta: che fosse di quella ragazzina italiana di nome Chiara?

Kiba invece era bloccato da quando aveva capito chi fosse la vittima di Akamaru. Proprio il cagnone lo svegliò dai suoi pensieri, iniziando ad abbaiare contento.

Alida era tornata. Era tempo di affrontare le pesanti verità che li legavano.

**

Alida fu tartassata di domande da parte di tutte. Ino le si era appiccicata addosso, litigandosi le sue attenzioni con Sasuke. Erano davvero comici.

-Allora, quando sei atterrata?-

 

-Ieri sera, ma ero troppo stanca sia per cercarvi sia per venire a scuola oggi…-

 

-Razza di scema- le disse Sasuke – perché non mi hai avvisato del tuo ritorno?-

 

- Perché volevo farti una sorpresa!Mi pare ovvio!-


-Mi sembrava che tu non volessi tornare mai più…-intervenne Sakura.

 

-Haruno, so che speravi nella mia sparizione eterna, ma le mie amiche mi mancavano e soprattutto il mio amico Sasuke!- le rispose Alida, ghignando per la rabbia mal celata sul viso della rosa.

**

Il gruppo al completo accompagnò Alida fino a casa. Una volta salutati gli amici, Alida rientrò in casa. Mentre sistemava le ultime cose rimaste in valigia, sentì il campanello suonare.

‘Sarà Ino che vorrà raccontarmi qualcosa su Shika’ pensò la corvina.

Aprì la porta e senza rendersene conto fu afferrata da due mani forti e si ritrovò stretta in un abbraccio.

Il riconoscere immediatamente l’odore di Kiba, le impedì di gridare e picchiare il suo aggressore, ma appoggiò le mani sul petto del ragazzo, allontanandolo.

Kiba la guardò a lungo prima di parlare.

 

-Sei tornata..-

 

-Mi sembra palese, dato che sono davanti a te, Kiba- rispose Alida.

 

-Si è sentita la tua mancanza…-

 

La ragazza lo guardò e gli rispose: - Kiba, credo sia meglio tu vada. Io…noi, non possiamo essere amici, capisci? Io non posso averti vicino vedendoti con un’altra.Quindi è meglio se evitiamo di vederci da soli e preferisco mantenere le distanze da te. Ciao,Kiba-

Alida gli chiuse letteralmente la porta in faccia, scivolandovi contro e iniziando a piangere di nuovo per il selvaggio che tanto le piaceva.

**

 

La mattina dopo, a scuola, la corvina fu accolta dalle grida di giubilo dei ragazzi di quinta che ancora non sapevano nulla del suo ritorno. Deidara quasi piangeva per il sollievo di non dover più ballare con Sakura e aveva ripreso a ‘litigare’ con Sasori sulla loro arte.

Sasuke era tornato come prima della partenza di Alida: sempre scorbutico, ma meno asociale e nervoso.

Ino dal canto suo aveva ritrovato il suo sorriso smagliante, pronta a dare battaglia a Karin e Sakura appena si fossero incontrate in auditorium.

 

I professori, in particolar modo Orochimaru, erano felici di rivedere la ragazza che con il suo impegno li gratificava.

Quella mattina però le sorprese non erano finite: vi erano infatti due nuovi alunni nella classe di Alida.

Il professore Orochimaru li presentò alla classe: Suigetsu Hozuki e Jugo Murakami.

Il primo aveva capelli bianchi e occhi violacei, mentre l’altro capelli e occhi di uno strano colore aranciato.

Alida alzando lo sguardo sull’albino sbarrò gli occhi. Lo aveva riconosciuto subito: era l’ubriaco che in discoteca aveva attaccato bottone, obbligandola a baciare Kiba.

 

 

 

 


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Capitolo 14
*** CAP 14 - NUOVI ARRIVI E NUOVI PROBLEMI ***


Nuovi arrivi e nuovi problemi.

 

 

Alida era in stato di shock: se quello si fosse ricordato della serata in discoteca sarebbero stati guai.

All’intervallo  prese Ino in disparte e le spiegò a grandi linee la situazione.

 

«Oddio e se quello scopre la balla e si incazza?»

 

«Non penso si azzarderà a combinare casini qui a scuola: dopotutto questo è territorio di Inuzuka. Lui è da solo con il suo amico..»

 

«Sono convinta che qualcuno» disse Ino lanciando sguardi a Sakura e Karin «sarà più che felice di dargli una mano per infastidirti».

Alida sospirò accorgendosi che Kiba aveva riconosciuto l’albino, cosa che lo spinse ad avvicinarsi alla gaijin.

 

«Itou, abbiamo un problema. Quello ha già iniziato a fare domande su di noi. Sakura e Karin, ovviamente, gli hanno già spiattellato tutto. Sta attenta» senza aspettare la risposta di Alida, se ne andò incontro ad Hitomi.

I due nuovi compagni si avvicinarono alle due amiche: Suigetsu con un sorriso sornione, mentre Jugo aveva lo sguardo perso nel vuoto verso gli alberi del cortile.

 

«O ma guarda. La bambolina della discoteca. La bambolina bugiarda, dovrei aggiungere»

 

«Senti vedi di starci alla larga» esordì Ino, ma Suigetsu la interruppe mettendole un dito sulle labbra.

 

«Non abbiamo intenzioni di darvi problemi, ma vorrei una cosa in cambio..»

 

Le due lo guardarono male, ma lui proseguì tranquillo: «Tu dammi un appuntamento e mi riterrò ripagato dalla presa in giro» concluse, sorridendo ad Alida.

 

«Non vedo perché dovrei accettare. Io e Kiba abbiamo agito in quel modo perché tu e i tuoi amici ubriachi volevate aggredirci»

 

«Oh lo so bene: ma cara la mia bambolina, la bionda che ora sta con quello, lo sa quanto vi è piaciuto baciarvi?»

 

«Non dire assurdità! Non è piaciuto a nessuno dei due» rispose la corvina iniziando a scaldarsi.

 

«Mah, forse si, forse no. Comunque se esci con me nessuno lo saprà mai…» le disse sottovoce.

 

Alida lo fissò truce, prima di sospirare e accettare il ricatto.

Durante la pausa pranzo, la corvina si allontanò da gruppo, insieme a Sasuke.

 

«Sei una scema» stava urlandole contro Sasuke, una volta conosciuto il ricatto dell’albino «quello non mollerà la presa dopo un solo appuntamento».

 

«Chi lo sa. Magari sarò io a voler uscire con lui di nuovo» rispose Alida con il chiaro intento di far alterare Sasuke.

 

«Non credo» gli rispose lui, sorridendo lievemente maligno «tu non hai occhi che per Inuzuka, vero? Scommetto che sai esattamente dov’è in questo momento».

 

La corvina lo guardò male, prima di voltargli le spalle alterata: quel dannato aveva pienamente ragione.

 

 

Suigetsu e Jugo si presentarono anche all’auditorium: l’albino infatti aveva studiato danza classica e moderna e voleva quindi iscriversi, mentre Jugo era bravo con mixer e musica.

Jugo era un ragazzo molto pacato e tranquillo e infatti si stupirono nel vederlo prendere subito confidenza con Hidan con il quale condivideva la passione della musica.

Temari invece era preoccupata:Suigetsu era appiccicato ad Alida da quando era arrivato in auditorium e qualcuno non vedeva questa vicinanza di buon occhi.

La bionda era in tensione perché sapeva quanto Alida fosse presa da Kiba e anche che la corvina volesse lasciarselo alle spalle. Se però lui avesse dimostrato la gelosia, che palesemente provava, la ragazza si sarebbe illusa, soffrendo ancora e non se lo meritava.

 

«Ragazzi, avvicinatevi».      

La voce chiara di Konan echeggiò nell’auditorium, amplificata dal microfono.

 

«Allora prima di tutto diamo il benvenuto a Suigetsu e Jugo, due nuovi iscritti grazie al consenso di Tsunade» l’applauso scaturito come accoglienza, andò scemando e Konan proseguì «dobbiamo decidere la scaletta per il Festival di Autunno per il Kōyō*»

Il gruppo iniziò a parlottare, fino a quando Sakura alzò la mano.

 

«Si, Haruno» l’interpellò, lievemente alterata, Temari, vicina a Konan sul palco.

 

«Io ho delle proposte per le canzoni da ballare» disse, salendo sul palco e togliendo il microfono a Temari stessa.

 

 

Mentre Sakura elencava le canzoni che aveva scelto, bocciate una dopo l’altra da Konan perché troppo volgari, Alida e Ino si sedettero.

 

«Ehi Ali-chan, allora esci davvero con quello?»

 

«Si. Non voglio che vada in giro a spargere voci imbarazzanti…»

La bionda la guardò, preoccupata: «E se tenta di aggredirti? E se poi vuole sempre di più per mantenere il segreto? Cosa farai?»

 

«Mi farò aiutare da Sasuke…prima però, tenterò di farlo stare buono senza minacce..»

**

 

La voce dell’appuntamento tra Alida e Suigetsu si era sparsa in fretta: complice la lingua lunga di Sakura e Karin, appositamente informate dal ragazzo stesso.

 

La mattina dell’appuntamento nella classe di Alida non si parlava di altro durante l’intervallo, tanto che la corvina, da sola poiché Ino era con Shikamaru, si era allontanata nel cortile.

Si trovava appoggiata a un ciliegio quando Kiba fece la sua apparizione da un angolo dell’edificio.

Alida era indecisa se andarsene o meno, ma sapeva che se non lo avesse affrontato ora, lui l’avrebbe tormentata.

 

«Cosa vuoi, Inuzuka?» chiese, senza guardarlo in faccia.

 

«Capire cosa ti passa per la testa? Uscire con quello? Ti ricordi che voleva aggredirci?»

 

«Si, ma era ubriaco perso. E poi non capisco come questo sia un problema tuo…anzi dovresti ringraziarmi..»

 

«E perché?»

 

«Perché grazie a me Hitomi non saprà mai del bacio in discoteca…»

 

« Era un bacio sforzato…» le rispose Kiba, facendole male.

 

« Lo so…ma lui sa come inventarsi le cose….non credi?»

 

Kiba si limitò ad annuire. Rimasero in silenzio fino al suono della campanella. Alida si discostò dal tronco e si diresse nella sua classe, dicendo a Kiba:

 

« Poi, chi lo sa. Magari uscendoci scoprirò che mi piace»

 

A quella dichiarazione Kiba sbiancò : non riusciva nemmeno ad immaginare di vedere Alida con quello. O con qualunque altro essere maschile della Terra.

Il problema era ammetterlo a se stesso.                                           

 

*

Alida con indosso un abito carino di colore azzurro si stava dirigendo verso il luogo di incontro con l’albino.

‘Si chiama Suigetsu, non quello albino, ricordatelo, idiota’ pensava, mentre vide il ragazzo attenderla appoggiato ad un palo.

 

Era carino, nulla da dire, ma lui era perfetto, agli occhi di Alida. Inconsciamente aveva già paragonato ogni singola parte del corpo dell’albino a Kiba, vedendo il selvaggio come vincitore su tutto.

 

«Alida, ben arrivata.Sei puntuale:strano per una femmina»

 

«Non tutte siamo uguali, Suigetsu-kun»

 

«Via quel Kun, per favore. Solo Suigetsu»

 

Alida avrebbe preferito mantenere il suffisso, ma non poteva ignorare la richiesta del ragazzo.

Suigetsu iniziò ad elencarle cosa potevano fare, stupendola quando le propose di andare a pattinare sui rollerblade.

 

«Qui vicino c’è il palazzetto dello sport, dove hanno una bella pista»

 

«Ehm….»disse Alida a sguardo basso, in notevole imbarazzo«Suigetsu, non so pattinare…»

 

«No problem, bambolina. Te lo insegno io»

 

Fu così che Alida, saldamente ancorata alle mani di Suigestu, si faceva trascinare in pista. Il ragazzo, convinto ormai che la mora fosse pronta per andare sola, le lasciò le mani. Purtroppo Alida, spaventandosi per il suo gesto, rischiò di cadere. Fortunatamente cadde direttamente addosso al suo accompagnatore, trovandosi così a pochi centimetri l’uno dall’altra.

 

«Sai che sei davvero bella?» le disse il ragazzo, accarezzandole i capelli.

 

La ragazza arrossì per il complimento.

 

«Grazie. Sei il primo, a parte Sasuke, che me lo dice da quando sono qui…»

 

«Allora, a parte Uchiha Junior, hanno tutti bisogno di un bel paio di potenti occhiali…» le rispose, continuando a tenerla vicina.

 

«Ehm, riprendiamo a pattinare?» chiese la corvina, titubante

 

L’albino annuì. Nessuno dei due si era accorto che tra i pattinatori vi erano due loro conoscenze.

 

«Kiba, non ho voglia di pattinare!» protestò Hitomi.

 

«Non lamentarti e seguimi in pista» le disse il ragazzo, più burbero del solito.

 

La bionda lo seguì dandogli la mano e prendendo a pattinare fianco a fianco. Fino a quando qualcuno non li urtò, senza però farli cadere.

Una voce femminile si stava già scusando, quando voltandosi si riconobbero.

 

«Itou, cosa ci fai qui?» le chiese, acida, Hitomi.

 

«Cerco di imparare a pattinare..»

 

«Ed io cerco di insegnarglielo» s’intromise la voce di Suigetsu «ma è davvero negata».

 

Una gomitata della corvina gli mozzò il respiro «Non azzardarti a criticare…te lo avevo detto che non sapevo pattinare».

 

La corvina realizzò solo in quel momento che Hitomi non poteva essere lì da sola, ergo anche lui era lì. Infatti alzando lo sguardo vide Kiba che fissava Suigetsu insistentemente.

 

Per evitare problemi Alida, prese l’albino per mano, facendo indurire ancora di più lo sguardo di Kiba e,salutando i due, si allontanò dalla coppia.

 

«Alida perché te ne vai? Avanti lasciami vedere Inuzuka che rosica…»

 

«Ma cosa stai dicendo?» gli chiese la corvina voltandosi di scatto.

 

«Che avrebbe dato qualsiasi cosa pur di essere al mio posto… »

 

«Ma piantala, scemo».

 

«Ah Alida…un’altra cosa…»

 

«Dimmi» gli rispose lei, ormai rassegnata alle allusioni del ragazzo.

 

«Hai appena imparato a pattinare…»

 

Infatti, senza accorgersene, pur di allontanarsi da Kiba, aveva iniziato a scivolare sui roller..

 

 

 

 

*Kōyō:  festa dove  si contempla la caduta delle foglie dagli alberi: in pratica,il passaggio dall’autunno all’inverno.



NOTE:

Questo capitolo non mi piace...per nulla...

Aspetto i vostri commenti ^^


Elena

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Capitolo 15
*** CAP 15 -KOYO - PRIMA PARTE ***


 

 Kōyō - Prima Parte

 

 

La mattina dopo l’appuntamento, Temari raggiunse Alida di corsa in mensa.

 

«Alida abbiamo un problema» le disse, ansimando ancora per lo sforzo e sedendosi alla sua destra.

 

«Ho sentito per caso Sakura e Karin che parlottavano in bagno: hanno intenzione di fare di tutto pur di far credere a tutta la scuola che tu e Suigetsu non solo state insieme, ma che siete..come dire… piuttosto avanti nel rapporto…».

La corvina sbiancò prima di ghignare e dire alla bionda: «Non ti preoccupare le batterò sul tempo. È arrivato il momento che qualcuno faccia tornare con i piedi per terra quelle due».

Durante l’accesa discussione sulle canzoni da usare per il Kōyō, Alida spiegò velocemente il suo piano a Ino. Piano già iniziato, dato che Sasuke, con un sorriso soddisfatto, si stava avvicinando a Karin.

 

«Ciao Karin» la salutò facendola sobbalzare.

 

«Ciao…»

 

«Senti questo pomeriggio hai da fare?».

 

La rossa sbiancò, sentendo sulla nuca lo sguardo di Sakura.

 

«Avanti Karin. So bene che sei attratta da me. Non farti bloccare da Sakura».

 

La rossa non sapeva cosa rispondere, quando la rosa, si avvicinò ai due e chiese: «Cosa succede?».

 

«O sai, ho invitato Karin a uscire, ma non riesce a rispondere».

 

«Avanti Karin,rifiuta no?» la intimò Sakura, guardandola male.

 

«Perché dovrei?» sussurrò la rossa.

 

«Perché lo sai!» sbottò la rosa a voce alta, facendo tacere tutti, che prestarono attenzione alle due.

 

«Ma lui ha invitato me!» le urlò di rimando Karin, mentre Sasuke si crogiolava nella felicità della buona riuscita del piano.

 

Le due iniziarono a urlare e insultarsi, fino a quando non arrivarono ad accapigliarsi, divise da Sasuke, che prese Sakura e Suigetsu che acchiappò Karin, trascinandola fuori dall’auditorium.

 

 

 

La litigata tra Karin e Sakura aveva già fatto il giro dell’istituto. Alida era diventata una specie di mito agli occhi delle ragazze perseguitate dalle due. Infatti ormai sapevano tutti che era stata la corvina a farle dividere, portando pace nella scuola.

La ragazza camminava per i corridoi, diretta verso l’auditorium, quando vide Kiba, da solo, camminare a pochi metri da lei.Alida non aveva la minima idea di avvicinarsi, peccato che al rumore dei suoi passi, che echeggiavano eccessivamente nel corridoio deserto, il ragazzo si voltò, fermandosi ad aspettarla.

Alida lo affiancò riprendendo a camminare.

 

«Quindi sei tu che hai dato una lezione a quelle due?»

 

«Sì» rispose laconica la ragazza.

 

«E perché lo avresti fatto?«

 

«Perché quelle due simpaticone avevano intenzione di spargere la voce che Suigetsu ed io non solo stessimo insieme, ma che ci eravamo spinti fino in fondo…»

 

Kiba spalancò la bocca e le chiese di getto:«Ma erano cose vere?»

 

La ragazza lo guardò male e gli disse: «No! Siamo usciti una volta, cioè quando ci siamo incontrati alla pista e poi basta. Ha mantenuto la parola».

 

«Sembri dispiaciuta..»le disse Kiba, guardandola fisso.

 

«Forse. Alla fine ho passato una bella giornata con lui» finì la ragazza, voltandosi e riprendendo a camminare, lasciando Kiba bloccato davanti alle sue parole.

 


Le prove per il Kōyō proseguivano senza intoppi. Ma purtroppo per Alida, Konan aveva in mente un piano, in accordo con Temari.

Infatti mentre Alida in coppia con Deidara provava i vari passi della coreografia, alla quale aveva lavorato con Konan, quest’ultima si alzò prendendo la parola.

 

«Allora, visto che qualche coppia non è ben assortita e altri non vanno d’accordo, dobbiamo modificarle».

 

Iniziò allora a modificare la coppia Sakura/Sasori, mettendo la rosa con Tobi e il ragazzo con una di seconda. Karin si ritrovò divisa da Kiba, accoppiata invece con Suigetsu.

 

L’albino ghignò e le disse: «Attenta che mordo».

 

Alida, divisa da Deidara, accoppiato a una felice Ino, si ritrovò, come le due ‘streghe’ avevano previsto, con Kiba.

 

La corvina scese velocemente dal palco e avvicinandosi alle due chiese, lievemente alterata: «Cosa diavolo avete in mente?»

 

«Non ti preoccupare» le disse Konan ridendo«divertiti e torturalo un po’, no? Non vuoi che sia tuo?»

La corvina divenne color porpora e le disse: «Lui sta con Hitomi…»

 

«Certo, peccato che guardi solo te, anche quando è con lei..»

 

La corvina tornò sul palco affiancando un Kiba leggermente nervoso.

 

«Cosa hanno intenzione di fare quelle due?» le chiese a bassa voce.

 

«Dicono che essendo la più alta tra le ragazze e tu tra i ragazzi, stiamo visivamente meglio insieme».

Kiba sbuffò mettendosi in posizione, dato che Konan aveva dato il via alla coreografia.


Mentre Alida usciva dall’auditorium sola,poiché Ino si era fermata con Shikamaru, pensava a come era ballare con Kiba.

Sentirsi afferrare, sfiorare e toccarlo a sua volta, l’aveva rasserenata. Peccato fosse finito tutto, terminata la coreografia. Infatti, Hitomi si era presentata in auditorium, per farsi accompagnare a casa dal selvaggio. E ora camminavano davanti ad Alida, mano nella mano.

 

«Alida» una voce profonda la chiamò, facendo voltare.

 

«Oh Itachi»

 

«Vuoi un passaggio?» le chiese indicandole la macchina scura nel parcheggio.

 

«D’accordo!» rispose la ragazza, sorridendo.

 

«Ehi Uchiha. Porta a casa anche noi…» gli disse Kiba, facendo sobbalzare Alida che, alla muta richiesta di permesso del moro, annuì.

La coppia si accomodò sui sedili posteriori, mentre Alida si guardava in giro curiosa, toccando ovunque.

 

«Alida, non combinare disastri!» la riprese Itachi.

 

«O avanti! Lasciami curiosare..».

 

Alida faceva così per evitare di pensare alla coppia seduta sui sedili posteriori.

 

«Ehi come vanno le prove dello spettacolo?» chiese Itachi.

 

«Benissimo» risposero in fretta Kiba e Alida, immediatamente sulla difensiva.

 

La voce di Hitomi s’intromise chiedendo: «Come mai vi siete innervositi?»

 

«Ehm…» iniziò Kiba «dovevo dirtelo prima, ma non ne ho avuto occasione. Ballo con Alida adesso…»

 

Il ‘cosa’ di Hitomi echeggiò nell’abitacolo,stordendo tutti i presenti.

 

«Ehi sta calma!» le disse Kiba «ci ballo solo!».

 

La bionda lo guardò male e disse: «Lo vedremo»


I due scesero dalla macchina. Alida vide Kiba che afferrava Hitomi da un polso, la voltò verso di lui baciandola e ferendo la corvina nel profondo.

«Alida..» la chiamò Itachi «lo sai che lo fa apposta vero?»

Alida lo guardò interrogativa.

 

«O avanti sei una ragazza sveglia. Appena Hitomi ha qualche dubbio, più che giusto, su di lui, la bacia o la rassicura con le stesse parole ogni volta. Sai cosa penso? Che stia con lei, perché se dovesse lasciarla, vorrebbe dire mettersi con te e ne è spaventato».

Alida continuava a guardarlo interrogativa:

 

«Tu sei una ragazza strana: provochi una grande curiosità per chi ti circonda.Quando poi ti conoscono provochi in loro due reazioni. Una è l’amicizia che lega te e Sasuke, mentre l’altra è quella che ha avuto Kiba. Un’attrazione forte, ma spaventosa per chi come lui, non sa cosa significhi voler bene a qualcuno».

 

«Se quello che dici è vero, allora perché non prova almeno a fare un tentativo con me?».

 

«Lui ha paura. Prova a ricordare la faccia che ha fatto quando Konan ha cambiato le coppie?»

 

Alida ci rifletté bene e poi si ricordò: Itachi aveva ragione. Lui era spaventato.


**                                                 

 

 

Alida e le altre, in anticipo alle prove, si stavano scatenando tra loro ridendo come matte.

La porta dell’auditorium si spalancò, facendo entrare Itachi e due suoi amici.

Uno era Kisame, facilmente riconoscibile dalla spada di kendo sulla schiena, l’altro invece era sconosciuto a tutte. Tranne Konan.

Infatti la ragazza dai capelli blu era arrossita visibilmente quando aveva visto il ragazzo dai capelli arancio che era entrato.

 

«Ehi chi è quello?» chiese Ino, curiosa come sempre.

 

«Ehm…è Yahiko… frequenta un altro istituto…» le rispose Konan.

 

Il trio si avvicinò al palco.

 

«Perché avete smesso?» chiese Itachi, guardandole.

 

«Ci avete fermate voi, entrando» rispose Ino, continuando a fissare Yahiko.

 

«Ah lui è Yahiko Kunogame. Lo conosco da anni..» lo introdusse Itachi.

 

«Piacere» dissero le ragazze,a parte Konan.

 

«Allora chi di voi è Alida?» chiese con voce profonda e leggermente roca.

 

«Io» gli disse la corvina «Cosa vuoi?»

 

Il ragazzo sorrise «Quindi sei tu quella che ha mandato Kiba Inuzuka fuori di testa?»

La corvina arrossì, scendendo dal palco e trovandosi davanti al ragazzo.

 

«O beh devo dire che, guardandoti, le carte per far impazzire il selvaggio le hai tutte…non sei niente male, anche se non sei il mio tipo».

 

Alida ghignò e gli disse: «Certo tu preferisci i capelli blu…».

 

Alida aveva colpito nel segno, dato che il ragazzo distolse lo sguardo dal suo.

 

«Itachi!» chiamò Alida «piantala di andare in giro a dire assurdità…»

 

«Io non mento mai…» le rispose l’Uchiha, guardando verso la porta di ingresso, dove c’era Kiba.

Il ragazzo, con il resto del gruppo raggiunse il palco.

 

«Ehi Yahiko! Cosa ci fai qui?» chiese Kiba.

 

«O volevo vedere Alida. Itachi mi ha stressato talmente tanto dicendomi che era speciale così l’ho accontentato..e devo ammettere che aveva ragione» concluse Yahiko voltandosi verso la ragazza, che rideva con Ino.

 

«Cosa intendi?» chiese Kiba, sospettoso.

 

«Che è molto carina..non trovi?»

 

«Si, ma cosa hai intenzione di fare?» gli chiese, preoccupandosi sempre di più.

 

 «Nulla, sai che io sono interessato ad altro. Ma forse altre persone non si fermeranno, sai? Prima o poi qualcuno le chiederà di uscire e magari lei si troverà così bene da iniziare una storia…sicuro che è quello che vuoi?» gli chiese Yahiko sotto voce, riferendosi sia alla possibilità di vedere Alida con un altro, sia a Hitomi, appena entrata in auditorium.

 

Le ragazze radunate negli spogliatoi chiesero a Konan come conoscesse Yahiko.

 

«Beh lui è amico di Pain» disse.

Lei e il ragazzo dai molteplici piercing si erano lasciati, dato che era partito per l’Europa, causando un grande dolore nella ragazza.

 

«Sicura che non t’interessi Yahiko?» le chiese Alida, facendo ridere le altre, quando Konan arrossì talmente tanto che non ebbe bisogno di rispondere.


Le prove erano state dure quel giorno. La festa d’autunno era vicina e Konan con Temari li spronava a fare il meglio. Alida era ancora in auditorium, per allenarsi nella coreografia che avrebbe eseguito solo con le ragazze.

Mentre riprendeva fiato, si accorse che c’era qualcun altro in auditorium.

 

«Cosa ci fai qui?» chiese, alterandosi lievemente.

 

«Nulla. Ti osservo» le rispose Suigetsu «ti va di ballare con me?».

 

La corvina lo fissò per un po’ prima di annuire.

Il ragazzo le propose una pezzo di danza classica, sapendo che anche la corvina aveva studiato quell’arte.

Mentre danzavano, sorridendosi complici, non si accorsero che Kiba li guardava, uscito dagli allenamenti di boxe, nella quale si esercitava dopo la danza.

Il ragazzo li guardava, pensando alle parole di Yahiko e prendendo una decisione: era ora di agire.

 

 


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Capitolo 16
*** CAP 16 - KOYO - SECONDA PARTE ***


 

 

CAP 16 – Koyo- Seconda Parte

 


I giorni delle prove passarono in fretta. Senza nemmeno che se ne rendessero conto, i ragazzi erano giunti alla sera prima dell’evento, sistemando le scenografie e ripassando allo sfinimento i passi di danza.

 

La mattina successiva erano tutti tesi: persino il duro Kiba dava segni di nervosismo. Mancava esattamente un ora alla loro esibizione. Sakura, l’ideatrice dei costumi, aveva come sempre esagerato: indossavano tutte dei calzoncini troppo corti, abbinati a una canottiera aderente, di colore diverso per ognuna.

I ragazzi indossavano calzoni larghi neri e le canotte abbinate a quelle delle compagne.

 Poco prima dell’inizio si riunirono in cerchio, mettendo le mani al centro e urlando una parola per farsi coraggio e scemare sul palco.

In platea quasi tutta la scuola era pronta per vedere cosa si fossero inventati quest’anno, quando Hidan attaccò la canzone, scelta da Sakura, di Rihanna, What’s My name.

Infatti, mentre il resto del gruppo ballava, loro due avrebbero cantato.

Temari avvicinandosi a Hidan, attaccò la prima strofa, passando poi la ‘parola’al ragazzo, ballandoci intorno.

 

Ooh na na, what’s my name
Ooh na na, what’s my name
Ooh na na, what’s my name
Ooh na na, what’s my name
Ooh na na, what’s my name
Whats my name, whats my name


 

Hidan, si divertiva parecchio a sentire la sua Temari ballargli addosso. Le coppie alle loro spalle copiavano alla perfezione i loro movimenti, suscitando parecchie esclamazioni nel pubblico.

I heard you good with them soft lips
Yeah you know word of mouth
The square root of 69 is 8 something
Cuz I’ve been tryna work it out, oooow
Good weed, white wine
I come alive in the night time
Okay, away we go
Only thing we have on is the radio
Ooooh, let it play, say you gotta leave
But I know you wanna stay
You just waiting on the track to finish girl
The things we could do in twenty minutes girl
Say my name, say my name
Wear it out, its getting hot, crack a window, air it out
I can get you through a mighty long day
Soon as I go the text you gon right is gon say…

 

 

Nel ritornello il gruppo alle spalle dei due cantanti si ricompattò sciogliendo le coppie e iniziando una coreografia

Hey boy I really wanna see if you can go downtown with a girl like me
Hey boy, I really wanna be with you
Cause you just my type
Ooh na na na na
I need a boy to really take it over
Looking for a girl to put you over
Oooooh, oooooh
 

 

Mentre Temari prendava fiato per il pezzo più difficile alle loro spalle vi era una sola coppia la centro del palco: Alida e Kiba infatti, dovevano fare da soli il pezzo più difficile, dato che erano gli unici a cui riusciva.

You’re so amazing, you took the time to figure me out
Thats why you take me, way past the point of turning me on
You bout to break me, I swear you got me losing my mind

 

Appena Temari attaccò il pezzo Alida si lanciò verso Kiba che la prese al volo, trovandosela addosso. La sollevò verso l’alto e poi mentre Temari finiva il pezzo la riportò a terra facendosela scivolare addosso. Erano talmente vicini che i loro respiri agitati dalla fatica si mischiavano.

Il resto del gruppo li raggiunse e ripresero a ballare tutti insieme, fino alla posizione finale.

 

Il pubblico scoppiò in un boato, Tsunade compresa, soddisfatta del lavoro dei ragazzi, che, per una volta non avessero esagerato nelle mosse.

 

 

Dietro le quinte Ino, Alida,Temari,Karin e Sakura corsero verso i camerini per prepararsi all’altra esibizione, dove sarebbero state solo loro a ballare e cantare.

Ovviamente la rosa non era molto felice per la compagnia, anche perché era la più bassa.

 

Alida si stava complimentando con Temari per l’esibizione con Hidan, quando la bionda le disse: «Anche tu e Kiba non scherzavate, neh. Si sentivano gli ormoni anche da lontano…»

Alida arrossì, facendo ridere anche Ino e disse: «E fatela finita!»

 

«Ehi Itou. Non hai notato qualcosa di strano?» le chiese Sakura, ghignando.

 

«No, cosa avrei dovuto vedere Haruno?».

 

«Non ti sembra che manchi qualcuno all’appello? Non mi pare di aver visto Hitomi…»

 

«E quindi?»

 

«Sai» le disse la rosa giocando con una ciocca di capelli «gira voce che si siano lasciati..»

 

Alida rimase colpita da quelle parole, ma dato il suo carattere, non lo diede a vedere, rispondendo: «Non vedo come questo possa essere un mio problema, Haruno. Ora l’unica cosa a cui devo pensare è di esibirmi al meglio. Fallo anche tu. Ne hai bisogno…»

Ino e Temari sorrisero alla risposta dell’amica, consapevoli di quanto quella notizia, se si fosse rivelata vera, l’avesse turbata.

 

Le ragazze, poco vestite, erano sul palco dove era presente una sbarra per la danza classica.

Hidan fece il suo ingresso indossando una felpa con cappuccio e iniziando a cantare la canzone, sempre idea di Sakura, Buttons delle Pussicat Dolls

Alida, con il consenso di Temari, si era avvicinata al ragazzo iniziando a ballarci.

What it do babyboo 
Yeah, little mama you lookin' good 
I see you wanna play with a player from the hood 
Come holla at me, you got it like that 
Me, Snoop Dogg with the lil' Pussycat 
I show you how it go down, yeah, I wanna go down 
Me and you, one on one, treat you like a shorty 
You look at me and I look at you 
I'm reachin' for your shirt what you want me to do

 

La ragazza, mentre Hidan cercava come da coreografia di acchiapparla, gli sfuggì iniziando a cantare con le altre, mentre camminavano sensuali verso il centro del palco, dove c’era la sbarra.

 


I'm telling you to loosen up my buttons babe (uh huh) 
But you keep frontin' (uh) 
Sayin' what you gon' do to me (uh huh) 
But I ain't seen nothin' (ah) 
I'm telling you to loosen up my buttons babe (uh huh) 
But you keep frontin' (uh) 
Sayin' what you gon' do to me (uh huh) 
But I ain't seen nothin' (ah) 

 

La canzone era davvero sensuale e a volte un po’ spinta, ma per fortuna, la coreografia curate da Temari e Konan, era adatta a delle ragazze giovani e il pubblico non ebbe nulla da ridire. Infatti le ragazze con la sbarra, diedero prova di sapersi muovere molto bene anche nella danza classica, con spaccate e altre movenze tipiche della disciplina.

 

 

Dopo aver ricevuto gli appalusi del pubblico, il gruppo si ritirò nel backstage, dove il resto dei ragazzi le accolse calorosamente complimentandosi con loro.

 

«Siete state fantastiche» stava appunto dicendo Deidara a Alida e Ino.

 

Sakura era imbarazzata al massimo per i complimenti un po’ stentati di Jugo.

Suigetsu invece si divertiva a prendere in giro Karin, attività che faceva spesso negli ultimi tempi.

Alida invece era studiata, come sempre, da Kiba che ancora non si capacitava di ciò che aveva visto sul palco: era stata brava, non aveva sbagliato un passo ed era stata estremamente sensuale. A parte quando ballava con Hidan, che proprio il quel momento si stava vantando di aver avuto tutte quelle belle ragazze attorno, beccandosi un pugno da Temari.

Kiba, mentre passeggiavano tutti insieme nel cortile, per ammirare gli stand e gli alberi che perdevano le foglie, ripensava alle movenze di Alida sul palco, sentendo sempre più caldo ogni volta che rivedeva la corvina.

Sasuke, accortosi della strana faccia di Kiba gli si avvicinò con il chiaro intento di metterlo in difficoltà.

 

«Allora, Inuzuka. Cosa ne pensi dell’esibizione delle ragazze?»

 

«Niente male» rispose vago il ragazzo, sapendo che l’Uchiha voleva coglierlo in fallo.

 

«Mh. Secondo me Alida è stata strepitosa….chissà quanti inizieranno a girarle attorno ora… ecco come volevasi dimostrare».

Infatti un ragazzo, in classe con Itachi, davvero carino, si era avvicinato alla corvina, con il chiaro intento di provarci. Il resto del gruppo li guardava parlare senza però intervenire, poiché Alida non sembrava infastidita.

Ma Kiba lo era. Infatti, inconsciamente, partì alla carica, afferrando la ragazza per un polso e allontanandosi con lei, seguito dai sorrisini ironici di quattro persone.

 

 

«Inuzuka! Fermati! Cosa diavolo ti prende?» gli urlava contro Alida, mentre cercava di liberarsi dalla presa ferrea del selvaggio. Tentativo inutile.

 

«Sta calma. Sai chi era quello?» le chiese, voltandosi furibondo verso di lei.

 

«NO! Lo stavo per scoprire, ma qualcuno mi ha allontanata!»  urlò contro, avvicinandosi con gli occhi fiammeggianti,

 

«E certo che ti allontano da quello. Sei l’unica idiota nell’istituto a non conoscere Takumi Kichida…..quello è peggio di me!» le rispose alterato.

 

«Addirittura? Non credo esista qualcuno peggio di te Inuzuka…»

 

«Certo che si! Lui le illude che avranno una vera storia, io dico le cose come stanno subito!»

 

«D’accordo, ma a te cosa importa cosa faccio io?» gli chiese avvicinandosi ancora di più al selvaggio, tanto vicina da sentire di nuovo il suo odore, e guardandolo con occhi duri.

Lui non riuscì a dire nulla, ma quando Alida sbuffò supponente e fece per andarsene, di nuovo, la acchiappò stringendosela addosso e annullando le distanze tra loro.

 

Alida si ritrovò tra le braccia di Kiba senza nemmeno accorgersene. Si ritrovò le labbra del ragazzo sulle sue, mentre ancora cercava di capire cosa stesse succedendo, ma poi sentì lo stomaco contrarsi e il cuore accelerare il battito, spingendola a chiudere gli occhi e lasciarsi andare a quel bacio che non era il primo tra loro, ma che era il più voluto,desiderato e sentito.

Sentire il sapore dell’altro era qualcosa che aspettavano da troppo tempo. Si strinsero ancora di più,tanto che i loro corpi aderivano perfettamente, e approfondirono il bacio.

Kiba ancora non credeva di averlo davvero fatto: prendere Alida in quel modo e baciarla gli aveva causato un’esplosione ormonale non indifferente che si aggiungeva all’enorme emozione di sentirla sua completamente.

Alida invece era completamente immersa nelle sue sensazioni: una gioia così grande da far male la invase, tanto che dovette interrompere il contatto,cercando di divincolarsi.

 

«Dove credi di andare?» le sussurrò Kiba, guardandola negli occhi.

 

Lo sguardo del ragazzo era talmente intenso che Alida senza volerlo gemette.

 

«Non dirmi che ti faccio paura….» le disse di nuovo Kiba, avvicinandosi al collo della ragazza dove le diede un bacio leggero, sentendola rabbrividire.

 

«Io non ho paura di te…non ne ho mai avuta» gli disse lei «ho solo paura che mi farai male…»

Lui sollevò il viso e la guardò intensamente, prima di ghignare, per stemperare la tensione creata: «Dipende da che male intendi tu…sai in alcune situazioni posso anche diventare poco delicato…»

La ragazza spalancò la bocca e arrossì: «Sei un maniaco» gli urlò contro, tentando ancora la fuga, bloccata dalle braccia di lui «Avanti Kiba lasciami andare…»

 

«Non ci penso nemmeno…»

 

Alida allora decise di cambiare tattica:doveva allontanarsi da lui, subito.

Lo guardò, come un felino che fissa la sua preda e senza che lui opponesse resistenza, si riavvicinò, aderendo al corpo scultoreo del ragazzo. Gli diede poi un bacio sul collo e sulla clavicola, facendo sì che chiudesse gli occhi e allentasse un po’ la presa.

Peccato che appena Alida sollevò lo sguardo e incrociò quello di Kiba, la sua voglia di scappare scemò, spingendola a baciarlo di nuovo, lasciando che le mani esperte e calde del ragazzo vagassero su di lei, accarezzandole la schiena e le braccia.

 

«Alida» la chiamò Kiba a voce bassa e stentata «o ti allontani o sai cosa succederà…»

Alida rispose con un ‘mh’ molto Uchiha per poi allontanarsi e dire: «Sei sempre il solito maniaco Inuzuka…»

 

«Ah certo! È  colpa mia se ti strusci come una gatta su di me!Io reagisco di conseguenza…»

 

Alida lo guardò arrossendo furiosamente e gli disse: «Non sono una gatta, mi sono solo dimenticata di chi tu fossi…scusa..io non avrei dovuto spingermi così in là…tu sei già impegnato è tutto questo è sbagliato..»

 

Lui la guardò e le disse: «Alida, dimmi la verità…quello che mi hai detto in spiaggia prima di partire, lo pensi ancora?»

 

La corvina si limitò ad annuire a testa bassa, facendolo stupire: «Perché hai scelto me?»

 

«Non ti ho scelto io» gli disse alzando lo sguardo «o almeno non razionalmente. È successo. Punto».

 

Kiba smise di guardarla, volgendo il suo sguardo altrove e aggiunse: «Io non sono in grado di darti quello che vuoi…non so nemmeno come si fa…»

Alida sentì un forte dolore al cuore prima di guardarlo e dirgli: «Allora penso sia meglio lasciar perdere e andare ognuno per la proprio strada, non credi?»

Lui la fissò, obbligandola, per la prima volta dacché la conoscesse ad abbassare lo sguardo, e le disse:

 

«Non credo mi sia possibile percorrere una strada diversa dalla tua… non so il motivo, ma ho bisogno di te…se…se ti vedo con Suigetsu o con chiunque altro maschio che non sia io, mi viene voglia di spaccargli la faccia» le disse avvicinandosi e, sollevandole il viso, sfiorò le labbra di Alida con le proprie «Tu..sei entrata dentro di me…ma non so come si fa a dimostrarlo…»

 

Alida lo guardò intensamente: «Inuzuka, sei un baka. Lo hai appena fatto..»

 

Senza più paure o indugi Alida lo baciò, lasciandolo sbalordito.

 

Alida stava tornando a  casa con Ino che,come prevedibile, l’assillava di domande.

 

«Allora com’è stato?»

 

«Caldo…anzi ardente direi…»

 

La bionda sorrise: «Sapevo che Inuzuka era fuoco puro. Altro che quel pigro del mio ragazzo..»

 

«Non mi sembra di averti mai sentita lamentarti delle sue prestazioni a letto, cara Yamanaka».

 

La bionda arrossì furiosamente, urlandole contro che la sua, seppur appena iniziata, frequentazione di Kiba, l’aveva già contagiata.

Mentre arrivavano al cancello, videro che proprio Kiba era appoggiato al muretto di casa Itou.

 

«O guarda chi c’è…»

 

«Chissà come mai è qui…» si chiese Alida.

 

Il ragazzo la fissò facendole stingere di nuovo lo stomaco.

 

«Io vado» disse Ino, prima di scappare, ridendo, verso casa.

 

«Kiba, cosa ci fai qui? Ci siamo visti due ore fa a scuola…»

Il ragazzo non disse nulla, si avvicinò, la prese con forza e la baciò appassionatamente.

Alida rispose al bacio, ma ricordandosi che probabilmente in casa c’era Teresa, lo allontanò, a fatica.

 

«Kiba, la mia tutrice potrebbe vederci..»

 

Lui la fissò e ghignando le disse: «E ti pare che a me importi? Comunque..- proseguì avvicinandosi ancora a lei «stasera vieni da me. Facciamo una piccola festa per la buona riuscita del Kōyō..»

 

«Ci saranno anche gli altri, vero?» gli chiese Alida, rimanendo tra le braccia di Kiba.

 

«Cos’è hai paura che se rimanessimo soli ti salterei addosso?»  le chiese per poi aprirsi in un ghigno da seduttore «sai che ti dico? Ne avresti tutte le ragioni»

 

Alida arrossì fino alla punta dei capelli, mentre Kiba ghignava contento nel vederla in difficoltà.

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Capitolo 17
*** CAP 17 - FESTA ***


Allora, ancor prima del titolo, voglio ringraziare quella baka di una mia amica, per aver riletto il capitolo e sistemato qualcosina qua e là: tentela al posto di TENTEN era fantastico!

 

Capitolo 17

FESTA


 

Alida, in compagnia di Ino, arrivò alla festa per ultima: la bionda, come al solito, ci aveva impiegato una vita a scegliere l’abito.

«Avanti, Alida, avrai tutta la sera per stare sola con Kiba! Io dovevo esagerare, altrimenti quel pigro del mio ragazzo non mi nota nemmeno. Almeno, se mi vesto così»  disse, indicando lo striminzito vestito argento «lui fa il geloso…».

Alida scoppiò a ridere, ricordandosi i salti mortali di Shikamaru quando copriva Ino dagli sguardi perversi di altri ragazzi.

 

La festa era molto divertente, a parte ovviamente la presenza di Sakura e Karin.Alida era preoccupata anche dal comportamento di Kiba: il ragazzo l’aveva salutata normalmente e ora se ne stava in disparte a parlare con gli altri.


«Ino» chiamò la corvina «hai voglia di farti notare dal tuo pigro ragazzo?».

 

La bionda la guardò, capendo al volo cosa avesse in mente l’amica, ma per farlo avevano bisogno di un aiuto.

 

Temari si posizionò allo stereo, scostando con qualche moina Hidan che si ritrovò lontano dalla sua postazione, confuso, ma felice. Con un gesto fluido cambiò il cd e mise la nuova canzone di Lady Gaga, mentre Ino e Alida salirono sul tavolo, facendo sbalordire tutti.

 

Iniziarono a ballare, trascinando anche alcuni dei ragazzi sul tavolo: Tenten e Hinata furono acchiappate al volo dalle due amiche e si ritrovarono a ballare vicine a un Naruto sorridente e ad un Neji leggermente spaesato.

 

«Neji-kun, scappiamo ora che sono distratte» gli sussurrò Tenten, ricevendo un cenno d’assenso da parte di lui.

 

I due si allontanarono, avvicinandosi a Kiba che era stranamente rigido.

 

«Inuzuka, cosa ti succede?» gli chiese Neji, vedendo che il ragazzo guardava verso Alida, stritolando il povero bicchiere di plastica talmente forte da avere le nocche bianche.

 

«Mi pare ovvio» trillò Tenten al suo fianco, mentre il ragazzo partiva verso il tavolo «è geloso marcio…».

 

«Quindi lo ha ammesso, infine?».

 

Tenten annuì, borbottando «Chissà quando lo farà qualcun altro…».

 

Il ragazzo la fissò stranito, fino a quando Kisame non si avvicinò per chiedere a Tenten se volesse qualcosa da bere.

Fu quando vide la ragazza accettare sorridente, che qualcosa spinse Il freddo e controllato Neji, a prenderla per il polso e trascinarla via ancora voltata verso Kisame, non vedendo l'occhiolino che TenTen rivolse al gigante.

 

 

Hinata era ancora intrappolata sul tavolo, ritrovandosi a ballare tra Naruto e Sasuke.

«Ehi, teme, allontanati da Hina-chan!» gridò il biondo, tirando a sé la corvina, la quale, come da copione, svenne con il sorriso sulle labbra.

 

Alida ballava senza accorgersi che Kiba era alle sue spalle, fino a quando il ragazzo non la afferrò per la vita, tirandola giù dal palco improvvisato:la trascinò fuori e la mise a terra per affrontarla, per poi accorgersi che rideva.

«Cosa ridi? Lì a strusciarti con tutti!».

 

«Beh, almeno ora sei qui con me…»

 

La corvina allacciò le braccia intorno al collo del ragazzo e avvicinandosi gli disse: «Mi sono sentita messa da parte… e conoscevo solo un modo per sbloccarti: farti ingelosire…».

 

«Alida, non scherzare su queste cose. Se ti fossi avvicinata a qualcun altro che non fosse Sasuke o Naruto, avrei reagito molto male…».

 

La ragazza sorrise, avvicinandosi ancora di più e dicendo: «Perché non mi dimostri tutta questa tua gelosia…».

Kiba allora la strinse, baciandola con passione e violenza.

 

Staccandosi, aggiunse: «Non dovresti vestirti in questo modo, sai?».

Alida indossava una gonna a pieghe a trama scozzese corta, abbinata a una maglia aderente.

 

«Cosa c’è, Inuzuka?».

 

«Ti sono stato lontano per un motivo preciso…» le disse, respirando con un lieve affanno «Questi vestiti mi mandano fuori di testa…».

La appoggiò al muro della casa, baciandola di nuovo e facendo vagare le mani sulla schiena, fino a scendere alla coscia, che sollevò e allacciò al bacino; ma Alida lo guardò, dicendo: «Corri troppo, Kiba…» per poi scostarsi e scappare in casa, dopo un bacio a stampo.Rientrando si trovò davanti Ino e Shikamaru che si baciavano appassionati: mentre Alida passò dritta, sorridendo, Kiba non riuscì a tenere chiusa la sua boccaccia, gridando ai due di trovarsi una camera e ricevendo risposte poco cordiali da entrambi.

Nella stanza dove si teneva la festa trovarono Hidan che, come sempre, si dava da fare con Temari, Naruto in soccorso di Hinata, la quale sveniva ogni volta che si trovava davanti al biondo, e poi la novità: Tenten, con un sorriso scintillante, che parlava con Neji.

Alida sorrise verso di loro, sentendo le braccia di Kiba avvolgerla.


«Oh, e questo cosa significa?» gli chiese Karin, alterata, vedendo come il selvaggio stringesse la ragazza, cosa che con lei non aveva mai fatto se non in certe situazioni.

 

«Mi pare ovvio…» disse l’Inuzuka, voltando Alida verso di sé «Io e la gaijin stiamo insieme» concludendo la frase con un bacio a stampo.

 

 

La notizia della nuova coppia aveva fatto in fretta il giro dell’istituto, tanto che si era creata una valanga di pettegolezzi.

I due ragazzi evitavano di ascoltarli e pensavano solo alla loro storia, suscitando anche molte invidie, in primis da Sakura e Karin.

Infatti le due, abbandonate a loro stesse, erano in un profondo baratro di depressione e, nonostante cercassero di far scoppiare qualche coppia, se ne formavano invece di nuove.

Dopo Alida e Kiba, anche Naruto aveva fatto il primo passo con Hinata che, dopo un paio di svenimenti, aveva accettato l’appuntamento proposto dal biondo. E non una sola volta.

L’unica coppia che sembrava bloccata era quella formata da Neji e Tenten. Infatti, lo Hyuga, sexy e algido, dopo quella serata in casa Inuzuka, era tornato come sempre: distaccato e serio.

Tenten ne soffriva, ma non lo dava a vedere, quando era in gruppo. Alida e Ino la trovarono in cortile da sola, durante una pausa pranzo, dove Neji era stato assalito da delle matricole,  seduta su una panchina a testa bassa.

Si avvicinarono all’amica, cingendole le spalle.

 

«Forse dovrei lasciar perdere, sapete? Ci conosciamo dalle medie e in me ha sempre visto l’amica maschiaccio. Come posso io, essere insignificante, piacere all’algido e super-figo-in-maniera-assurda, altrimenti detto Neji?».

 

«Come?» le chiese Alida «nello stesso modo in cui io posso piacere a Kiba… Tenten, lo sanno tutti quanto tu sia speciale: sei simpatica, solare, intelligente. E poi, ogni tanto ti guardi allo specchio? Davvero credi che qualunque altro essere sulla terra, oltre a te, starebbe bene con quegli chignon? Io penso di no, dato che ho conosciuto poche ragazze carine come te! Quindi, o ti butti, e se va male ti metti il cuore in pace, oppure lo lasci perdere, dedicandoti a qualcun altro…».

La castana la guardò, lusingata dalle sue parole, quando Ino parlò: «Devi riuscire a capire se sei disposta a perdere un amico, nel caso in cui lui non ricambiasse…».

 

«Credo che Neji abbia smesso di essere mio amico dal primo anno di scuola superiore, quando ha iniziato a essere corteggiato; lì ho capito quanto in realtà fossi presa da lui… la gelosia era troppa per essere dipesa solo da amicizia…».

 

«Allora digli tutto… se ti rifiuta, ti metterai l’anima in pace e potrai guardare avanti senza rimorsi…» le disse Alida, passandole un fazzoletto «So che non è facile, ma io farei così… Avanti, se io sono riuscita a confessarmi a Kiba, che avrebbe potuto prendermi per il culo a vita, tu puoi dirlo a Neji, tanto parla così poco che nessuno lo saprà…».

Tenten rise, per poi smettere di piangere e affermare convinta: «D’accordo! Farò come dite voi, sperando di trovare davvero il coraggio!».

 

Un sabato pomeriggio di fine ottobre, la castana con i buffi codini camminava tranquilla per le vie commerciali di Konoha, quando vide Neji seduto in un bar. Era indecisa se avvicinarsi o meno, ma le parole di incoraggiamento delle sue amiche la spinsero a varcare la soglia. Fingendo di nulla, si sedette a un tavolo non troppo distante dal ragazzo, guardando il cellulare, come scusa per non averlo visto: voleva capire se lui l’avrebbe salutata.

Neji aveva visto entrare Tenten, ma lei non si era accorta minimamente della sua presenza, troppo presa a guardare il cellulare: che si sentisse con qualcuno di cui lui non era a conoscenza?

Il moro, allora, si alzò con la sua solita eleganza, attirando le attenzioni di molte ragazze, avvicinandosi al tavolo di lei. Tenten, che non aveva perso un solo movimento di Neji, iniziò a sudare freddo: cosa gli avrebbe detto, una volta che si fosse seduto?

 

«Ciao, Tenten» le disse con la sua voce bassa.

La ragazza alzò gli occhi nocciola, fingendo stupore nello trovarsi il ragazzo davanti e lo salutò a sua volta:

 

«Ciao, Neji, non ti ho visto entrare!».

 

«Sinceramente ero seduto lì» le disse indicando il tavolo «quando sei entrata. Non mi hai visto perché guardavi il cellulare. Qualche messaggio importante?».

 

«Oh, era solo Kisame che mi chiedeva una cosa…» disse la castana, usando il primo nome maschile che le venne in mente.

Neji sentì una rabbia crescergli dentro: possibile che quella faccia da triglia avesse qualche interesse per Tenten?

 

«Quindi vi vedete?» le chiese, sorseggiando il caffè che si era portato dal suo tavolo.

 

«Non ancora, anche se lui insiste per un appuntamento, ma io sono indecisa. Sai, lui è più grande di noi» gli rispose, ghignando nel vedere che il freddo Neji era lievemente alterato; Alida e Ino erano due geni del male: avevano azzeccato in pieno le parole da dire per far sbottare l’algido ragazzo dagli occhi perlati.

 

«Mh. Forse è davvero troppo grande. Senti, so che è una richiesta strana, ma avrei bisogno di qualcuno che si alleni con me a Kendo. Tu sei già pratica di questo sport?».

 

«Sì, me la cavo. Ma tuo zio non era una asso in quello sport?».

 

«Sì, ma purtroppo è molto impegnato in questo periodo, e la settimana prossima ho una gara importante, perciò ho bisogno di qualcuno con cui allenarmi. A parte te, nel resto del gruppo non credo ci sia qualcuno in grado di aiutarmi: sono tutti dei principianti».

 

«Beh, Neji» disse Tenten lievemente rossa dal complimento indiretto fatto dal ragazzo «io non sono poi così brava».

 

«Andrai più che bene. Allora, accetti?».

 

«Con piacere, Neji» fu la risposta della castana, che si sciolse in uno dei suoi soliti sorrisi solari che tanto piacevano al ragazzo.

 

«Quindi hai accettato?» le stava chiedendo Alida, dopo che si erano trovate con Ino in un parco poco distante dall’ospedale.

 

«Mi pare ovvio. Così potrai fingere di cadergli addosso e poi…» esordì Ino con uno sguardo poco rassicurante.

 

«Ino!  Pensi sempre a quello! Eppure il ragazzo maniaco è il mio!» le urlò Alida.

 

«Mph. Fidati: Shika è pigro in tutto, ma in quello proprio no!» disse la bionda, sorridendo serafica.

 

Le altre due si lanciarono un’occhiata, prima di scuotere la testa: Ino era così e dovevano tenersela.

 

 

 

 

 

 

 

Altro capitolo andato! In tutto saranno venti, credo. Quindi la fine è vicina...grazie a tutti quelle che recensicono, leggono e anche a quelli a cui non piace!


Alla prossima, cari!

Elena

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Capitolo 18
*** CAP 18 - Behind This Pearl Eyes ***


Capitolo 18

Behind this pearl eyes.

 


Ten ten era decisamente nervosa. Si trovava davanti casa Hyuga e non si era ancora decisa a suonare il campanello: a dir la verità era ancora fuori dal cancello.

 

Sbuffò, pensando a quanto sembrasse stupida lì fuori da sola, e pigiò il tasto del citofono. Una voce profonda che non conosceva la invitò ad entrare e, una volta giunta di fronte alla porta di ingresso, vide il maggiordomo attenderla.

Appena entrata si rese conto che la casa del suo amico non era cambiata molto: stessi mobili antichi e stesso sfarzo esagerato.

Hiashi, zio del ragazzo e suo tutore dopo la morte dei genitori, era ricco e gli piaceva mostrarlo: il pavimento in marmo bianco e nero, l’infinita scalinata, che portava al piano superiore con il tappeto rosso in velluto, e il salotto con divani pregiati e arazzi ovunque ne erano la prova.

Ten Ten si sedette e attese l’arrivo di Neji, che non tardò a varcare la soglia della sala con indosso la divisa da Kendo.

Dopo essersi salutati, la ragazza lo seguì in palestra, dove le venne data la divisa di Hinata e iniziarono gli allenamenti.

Come pensava, Neji era ad un livello di molto superiore al suo: infatti, l’aveva colpita talmente tante volte che ne aveva perso il conto.

 

«Tregua!» disse la castana, sedendosi a terra, sfinita.

 

«Neji, sei bravo e non hai bisogno di allenamenti, soprattutto con me. Sei ad un livello troppo elevato!» gli disse, togliendosi la maschera di protezione.

 

«Mh. Nonostante tutto te la sei cavata: Hinata e Hanabi crollano molto più in fretta».

 

La ragazza sbuffò: era convinta che l’avesse trascinata lì solo per umiliarla. Così alzò e fece per andarsene, ma la mano fredda e ferma di Neji la bloccò per un polso.

 

Alida stava camminando tranquilla per le strade di Konoha, quando vide qualcosa di stupefacente: Karin e Suigetsu che camminavano vicini e venivano verso di lei.

I tre ragazzi si bloccarono sul posto, guardandosi.

 

«Ehm…» iniziò Suigetsu «Ciao Alida».

 

«Ciao!» gli rispose lei, sorridendo tesa: Karin la guardava male.

 

«Non è quello che pensi. Non è un appuntamento» disse la rossa, sistemandosi gli occhiali sul naso.

 

Alida ridacchiò e disse: «Certo che no! Comunque non direi nulla in giro» aggiunse sorpassandoli.

 

«Non pensavo fosse così imbarazzante uscire con me, Karin» le disse Suigetsu.

 

«Ehm… è solo che… magari lei andava a dire in giro cose non vere…».

 

«Non credo. Se la conoscessi un po’, sapresti che non farebbe mai una cosa così da… Sakura… ecco» le disse, facendola ridere.

 

Alida arrivò a casa Inuzuka, dove fu accolta da Hana, particolarmente felice di rivederla e di sapere che era la sua ‘cognatina’, come l’aveva soprannominata. Kiba, a quel soprannome, aveva quasi sbattuto la faccia contro la porta della sala per lo spavento, ma poi si era ripreso: aveva infatti acchiappato Alida ed erano usciti, dato che aveva paura che la sorella potesse chiedere fatti privati.

 

«Alida, non darle corda, o ti chiederà tutti i nostri affari privati» la sgridò scherzosamente Kiba.

 

«Dai, è divertente! Poi mi sembra contenta che stiamo insieme».

 

«Certo che lo è! Dovevi vedere come mi trattava male quando eravamo distanti».

 

«Aveva ragione! Ti sei comportato da stronzo con tanto di patente!» gli rispose Alida, incrociando le braccia al petto e fermandosi di botto.

 

«Lo so e mi dispiace, Alida. Ma tu mi spaventavi! Sei così… diversa» le disse, avvicinandosi e stringendosela addosso, facendola rilassare.

Alida gli disse, mentre rispondeva all’abbraccio: «Dai, muoviamoci o i bambini ci ammazzano se arriviamo tardi».

 

I due arrivarono all’ospedale, dove le piccole pesti accolsero con gioia la novità. Aiko, infatti, disse:

 

«Era ora. È dal primo giorno che vi guardate con gli occhi a cuoricino!» facendo ridere di gusto tutti.

 

Dopo aver cantato e scherzato con i piccoli, uscirono dall’ospedale e, sulla strada del ritorno, incontrarono Tenten che, a differenza di sempre, era in uno stato di catatonia: camminava come uno zombie e aveva lo sguardo perso.

Alida guardò Kiba e gli disse:«Ci vediamo stasera. Ha sicuramente bisogno di parlare con qualcuno» il ragazzo annuì allontanandosi, mentre la corvina chiamava i rinforzi.

 

Ino e Hinata arrivarono dieci minuti dopo la chiamata di Alida a casa di quest’ultima.

Infatti, la ragazza aveva trascinato l’amica dai buffi chignon fino a casa sua e le aveva offerto un tè, facendola rinsavire un po’.

 

Quando arrivarono le altre, Tenten si era più o meno ripresa, anche se continuava a sospirare.

 

«Tenten, possiamo sapere cosa è successo?» le chiese Ino, che di pazienza ne aveva ben poca.

La castana arrossì di botto e prese a raccontare, ridendo come un’ebete ogni tanto, dei suoi allenamenti con Neji. 

 

Flash Back

 

Si era alzata con la chiara intenzione di andarsene, quando la mano grande e fredda dello Hyuuga l’aveva bloccata.

Tenten si era voltata, trovandosi Neji a pochi centimetri di distanza.

«Cosa fai, Neji?» gli aveva chiesto, ricevendo in risposta un sorrisetto mai visto sule labbra sempre serie del ragazzo.

«Ciò che dovevo fare tanto tempo fa».

Fine Flash Back

 

«E poi?» incalzò Ino.

«Oh Ino! Mi pare ovvio!» intervenne Alida «Neji l’ha baciata!».

Hinata e la bionda guardarono l’amica, che alle parole di Alida era diventata di un carico color porpora.

 

La mattina successiva a scuola furono svelate molte novità: girava la voce, insistente, che Karin e Suigetsu si vedessero con frequenza e che Neji, il partito più ambito della scuola sia per fascino che per posizione sociale, fosse impegnato con qualcuna.

La castana era tesa, quando varcò il cancello dell’istituto. Infatti, Neji le andò incontro, sotto gli sguardi sbalorditi delle fan.

Tenten sorrise al ragazzo, che la prese per mano, facendola arrossire, e la portò verso il gruppo.

Sasuke, alla vista delle mani intrecciate dei due, della vicinanza tra Ino e Shikamaru e degli abbracci di Naruto alla timida Hinata, sospirò pesantemente.

Era l’unico rimasto solo: la persona che suscitava il suo interesse era molto lontana, così come quella a cui era legato suo fratello.

Alida aveva proposto di invitare le due ragazze per Natale, ma ancora non avevano confermato nulla.

Sasuke sospirò ancora, attirando l’attenzione di Alida che, sciolto l’abbraccio con Kiba, si avvicinò all’amico, facendo innervosire il selvaggio.

 

«Neh Sas’ke» lo chiamò la corvina «Non struggerti. La rivedrai, fidati. Avanti, ti ha anche scritto una lettera e, fidati, Chiara non lo ha mai fatto da quando ha iniziato a scrivere».

Il moro sorrise, facendo svenire qualche ragazzina di prima che passava casualmente di lì.

 

«Verranno per Natale?».

 

La corvina sospirò: «Giulia ha già confermato e prenotato il volo, mentre Chiara deve ancora convincere il padre. Sai, ha intuito che c’è qualcuno che vuole rivedere e si è trasformato nella versione gelosa…».

 

«Capisco… anche quando eravamo in Italia, mi lanciava sguardi strani, mentre la madre sembrava…».

 

«Affascinata da te… Succede a tutte le femmine che ti guardano la prima volta, Sas’ke. Mentre i maschi ti odiano a priori» gli rispose Alida.

 

«Quindi anche tu all’inizio…».

 

«Volevo saltarti addosso… e poi effettivamente lo abbiamo fatto» rispose Alida, scoppiando a ridere, sentendo lo sbuffo di Kiba.

La corvina salutò Sasuke e si avvicinò al fidanzato, che finse di essere offeso.

Con un paio di moine, però, la ragazza riuscì a fargliela passare e a farsi addirittura baciare, suscitando gli schiamazzi di tutto il gruppo.

 

 

 

 

 

 

Ma quanto si capisce, da uno a dieci, che mi sono stancata di Naruto?
Bah.
A voi la risposta
Elena

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Capitolo 19
*** CAP 19 - Christmas ***


Capitolo XIX

Christmas.

 

Ottobre lasciò il posto a Novembre, che a sua volta scivolò verso Dicembre, riempiendo Tokyo di illuminazioni natalizie e di neve.

Alida e Kiba si trovavano alla pista di pattinaggio su ghiaccio. La ragazza aveva ancora bisogno di aiuto, dato che cadeva in continuazione, facendo morire dal ridere il ragazzo e gli amici che li avevano accompagnati.

 

«Avanti, Kiba! Aiutami» disse al fidanzato che, dopo averla fatta alzare, se la strinse addosso, iniziando a scivolare sul ghiaccio abbracciati.

 

«Così va decisamente meglio» disse la corvina, appoggiando la testa al petto di Kiba.

 

«Comoda? Qui faccio fatica solo io però! Senti… per Natale mia sorella e mia madre vanno al ranch. Io avrò la casa libera e volevo festeggiare Natale con tutti.Molti genitori dei nostri amici se ne vanno in vacanza in quel periodo, ma la maggior parte di noi non vuole seguirli».

 

«La mia tutrice ha rinunciato a una settimana con il suo fidanzato per stare con me e mi dispiace. Se le dico che ho altri programmi sarà felice! Però… dovrò portare Tigro con me. Sicuro che Akamaru reagirà bene?».

 

«Il mio cane è tanto grosso quanto fifone. Se vede un gatto del genere si spaventa» le disse ridendo, mentre si rimettevano le loro scarpe.

 

«D’accordo. Allora oggi le dico che verrò da te, con gli altri, per la festa di Natale. Posso portare anche Giulia, vero?».

 

«Ovvio, e anche Chiara, se dovesse venire» le rispose.

 

«Lo spero o Sasuke si deprimerebbe ancora di più».

 

«Piantala di preoccuparti per lui!» le rispose Kiba.

 

«Ehi, cretino. È il mio migliore amico!».

 

«Mph. Sì, ma è anche colui che ti ha portata a letto, vorrei ricordarti. Quindi, mi pare ovvio che tutte queste attenzioni per lui mi diano fastidio».

 

«Ah, capisco… sei semplicemente geloso marcio…» concluse la ragazza, ridendo e ritrovandosi ammutolita da un bacio del fidanzato.

 

La sua tutrice era felice: primo, perché Alida aveva trovato qualcuno che alleviava la sua solitudine e, secondo, perché ora poteva andare a sciare con il suo fidanzato.

«Alida, sei sicura?».

 

«Teresa, te l’ho ripetuto cento volte: vai e divertiti, io farò altrettanto».

 

«Quando arriva Giulia?».

 

«Domani sera… mentre Chiara non lo so. Non risponde ai miei messaggi, né a quelli di Sasuke. Non ti dico di che umore è in questi giorni. Non lo si può avvicinare che ringhia come uno scoiattolo idrofobo».


«Poverino. Mi fa una tenerezza quel ragazzo. Sai, pensavo ti saresti messa con lui. Questo prima di vedere Kiba. Quel ragazzo è proprio, come dire, sexy».

 

«Teresa!» esclamò Alida, divenendo di mille colori.

 

«Oh beh, sono sincera. Non credo gli resisterai ancora per molto» disse prima di scappare fuori, evitando per un soffio il cuscino lanciatole dalla ragazza.

 

 

 

Giulia atterrò la sera dopo; ad andare a prenderla all’aeroporto c’era solo Itachi, che si ritrovò a terra con il peso della ragazza sopra.

 

«Giulia! Così mi uccidi» le disse il ragazzo, che non protestò oltre, dato che la ragazza lo aveva baciato, lasciandolo senza fiato.

 

«Mi sei mancato così tanto» gli disse, prima di alzarsi e sorridere «Tra l’altro ho portato una sorpresa» aggiunse, voltandosi verso Chiara.

 

«Ma Sasuke e Alida dicono che non rispondi ai loro messaggi! Il mio otouto è in crisi totale!».

 

«Lo so. L’ho fatto apposta. Ora andiamo a far prendere un colpo al tuo fratellino» disse Chiara, ghignando perfida.

 

Una volta giunti a villa Uchiha, la porta fu spalancata da un Sasuke mezzo addormentato e in boxer.

Le due ragazze divennero paonazze, mentre l’Uchiha Junior corse in camera per vestirsi e solo mentre si infilava i jeans si rese conto che Chiara era lì.

Scese di corsa, mettendosi la maglietta sulle scale e si fiondò in salotto, dove vide le due ragazze accomodate sul divano.

Sasuke sospirò quando vide Chiara e le si avvicinò a passo di marcia: gliel’avrebbe pagata cara per non aver risposto ai suoi messaggi.

 

«Itachi, Giulia. Uscite per favore. Devo risolvere una questione con questa qui» disse Sasuke, il cui tono fece alzare di scatto i due interpellati.

 

«Ti sei resa conto che potevo seriamente passare fuori di testa?» le chiese stringendo i pugni.

 

«Ovvio, l’ho fatto di proposito!» rispose Chiara con sufficienza, spaventandosi quando Sasuke ghignò.

 

«Allora dovrai pagare» le disse prima di sollevarla di peso e baciarla, sotto gli sguardi sbalorditi di Giulia e Itachi che sghignazzavano.

 

 

Dopo aver passato cinque giorni in giro per negozi alla ricerca dei veri regali, le ragazze erano sfinite e non vedevano l’ora che il Natale passasse. Il bacio tra Chiara e Sasuke era già di dominio pubblico grazie alla lunga lingua di Giulia, e le ragazze si erano sinceramente complimentate con le due italiane: Sasuke era il più corteggiato a scuola, dopo Itachi.

La sera della vigilia la passarono in casa di Alida, sole donne, mentre i maschi la passarono da Kiba.

Le ragazze si divertirono molto, bevendo anche troppo.

 

La mattina di Natale la padrona di casa fu la prima a svegliarsi e, tirando giù del letto le altre, sistemarono il disastro della sera prima e poi si vestirono per andare da Kiba.

L’unica che mancava all’appello era Temari, poiché Hidan aveva insisto per passare le vigilia da soli.

Fortunatamente l’avrebbero vista al pranzo di Natale, dove Kiba aveva invitato persino Suigetsu e Juugo, i quali si presentarono il primo, come era intuibile, accompagnato da Karin; e il secondo niente di meno che da Sakura. I due confessarono di essersi casualmente incontrati in un negozio di dischi e tra un consiglio e l’altro si erano trovati in sintonia.

Mentre Alida apparecchiava con l’aiuto di un'elegante Hinata, il campanello suonò rivelando i due affascinanti Uchiha. Sasuke strinse a sé la sua migliore amica e le disse, sussurrando per non farsi sentire da Kiba:

 

«Buon Natale Alida, ti voglio bene».


«Anche io Sas’ke. Ora va’ da Chiara» gli disse, ridendo e salutando anche Itachi.

 

Tutti i presenti erano stupiti nel vedere che Tigro, il gatto di Alida, non solo aveva domato il cagnone dell’Inuzuka, ma ora ci dormiva persino vicino, come due amici di vecchia data.

«Se Tigro fosse una femmina, sarebbe la versione animale di voi due» disse Shikamaru, indicando Alida e Kiba e suscitando l’ilarità di tutti.

 

I festeggiamenti proseguirono fino a tarda sera, quando le varie coppie si divisero, tornando ognuno a casa propria.

A casa Inuzuka rimasero solo Alida e il padrone di casa.

Il ragazzone le si avvicinò, abbracciandola da dietro e baciandole il collo scoperto dalla maglia che indossava. Alida si girò verso di lui e sorrise.

 

«Dobbiamo scambiarci i regali».

 

Il ragazzo afferrò un pacchetto da sotto l’albero e lo porse alla corvina, la quale vi trovo una catenina d’oro bianco con un cuore alla fine. Si fece aiutare da Kiba ad indossarla e lo ringraziò con un bacio.

 

«Il mio è meno romantico, sappilo» gli disse la ragazza.

Il selvaggio scartò velocemente il pacco, rivelando due guantoni da boxe nuovi e con il suo nome ricamato all’interno.

 

«Lo hai fatto tu?».

 

«Sì, ma sono stata aiutata da Hinata» gli rispose, arrossendo quando il selvaggio le sorrise solare.

Kiba le si avvicinò e, dopo averla baciata, la ringraziò. Rimasero con le fronti appoggiate l’una a quella dell’altro per quello che sembrava un secolo, prima di baciarsi ancora.

Il bacio divenne profondo e sensuale, tanto che Alida si avvinghiò ancora di più al ragazzo.

 

«Alida» soffiò fuori lui «sei sicura?».

 

«Mai stata così certa di qualcosa» rispose lei mentre baciava il collo del ragazzo, il quale la sollevò da terra e, tenendola stretta a sé, la portò nella sua camera al piano superiore, sotto gli sguardi indagatori di Tigro e Akamaru.

I due ragazzi si chiusero la porta alle spalle e, mentre Kiba baciava sul collo Alida, lei si premurava di accarezzargli la schiena, fino a scendere al sedere, dove infilò le mani nei jeans del ragazzo.

 

«Lo sapevo che ti piaceva il mio sedere…» le sussurrò all’orecchio, facendola ridere.

 

«Come se a te il mio faccia schifo».

Il ragazzo rispose afferrandola proprio dal sedere e sollevandola da terra. Si baciarono in modo profondo e passionale, fino  a ritrovarsi sul letto del ragazzo. Kiba si sfilò la maglia e Alida fece lo stesso con la sua, lasciandosi baciare ovunque dal selvaggio.

Le labbra di Kiba era incandescenti sulla sua pancia e sulla parte di seno lasciata libera dall’indumento che Kiba tolse senza tanti problemi, iniziando a torturare Alida che prese a gemere sempre più forte.

La corvina, appena Kiba interrupe la sua più che piacevole tortura, ribaltò le situazioni, rendendo il favore al ragazzo. Gli slacciò anche i calzoni, infilando una mano sopra i boxer da dove sentiva quando desiderio sapesse esprimere il ragazzo che, con un gesto secco si liberò dei calzoni, mentre Alida lanciò la gonna lontana.

Si ritrovarono praticamente nudi a guardarsi negli occhi.

 

«Sei bellissima Alida» le disse il ragazzo, facendola sorridere radiosa, prima di chinarsi e baciarlo «Ma qui il gioco lo dirigo io» aggiunse lui, facendola finire di nuovo sotto il suo peso.


«Ora sei mia» le disse, facendola arrossire quando le tolse gli slip e fece altrettanto con i suoi boxer neri.

Il ragazzo la guardò mentre scivolava dentro di lei con delicatezza. La ragazza, al sentire Kiba dentro di sé, inarcò la schiena per il piacere e si lasciò andare alle spinte del ragazzo, assecondandole. Danzarono insieme fino a raggiungere l’orgasmo gridando una il nome dell’altro.

Si stesero vicini e, mentre Kiba la stringeva a sé, possessivo, le disse:

 

«Ora ho capito la differenza tra amore e sesso, Alida» facendola sorridere, mentre cercava di rimanere sveglia.

«Kiba… ti amo» gli sussurrò arrossendo e addormentandosi, senza sentire la risposta del ragazzo.

«Anche io».

 

 

 

 

Oddio, grazie signore che siamo quasi alla fine *si inchina di fronte al santo*. Giuro che mi viene male persino aggiornare. Ormai Naruto ha perso il suo fascino di 'ispiratore di fic'. Kishimoto sta allungando troppo il brodo e Naruto stesso sta diventando un Gary Stu, o Padre Maronno di Konoha. Sasuke è sparito, probabilmente è in crisi perchè i nuovi occhi stonano con il suo kimono e Tobi è Madara, ma non lo è...come la polverina di Pollon...finirà prima della mia dipartita questo manga?
Bah.
Ci si sente
Elena

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Capitolo 20
*** CAP 20 - Epilogo ***


Hello! Siamo all'ultimo capitolo, finalmente! Sappiate che è l'epilogo più osceno che sia mai stato scritto, ma, come detto nell'altra fic su Naruto, le ho finite per puro senso del dovere, se così possiamo chiamarlo. Forse, in futuro, tornerò a scrivere su questo anime, ma per ora approderò in altri lidi. Tipo Vampire Knight e Bleach! Ci vediamo alla fine del capitolo, per chi ci arriverà, con i saluti finali!


Capitolo XX

Epilogo

 

 

I due ragazzi si svegliarono la mattina seguente intorno alle undici. Alida indossò una lunga maglia di Kiba e si diresse in cucina, dove prese a cucinare per il ragazzo che, alla vista dell’abbigliamento della ragazza, la prese e la fece sua di nuovo sull’isola che si trovava al centro della cucina.

«Lo sapevo che eri un maniaco, Kiba».

«Non mi sembra che tu abbia opposto poi così tanta resistenza…» le rispose abbracciandola da dietro e baciandole il collo.

 

 

Neji e Tenten camminavano mano nella mano per le vie affollate di Tokyo. Il ragazzo, come sempre, attirava su di sé parecchie attenzioni femminili che ricevevano uno sguardo raggelante dalla castana, stretta forte al braccio del suo ragazzo.

«Tenten, mi stai bloccando la circolazione» le disse, indicando il braccio stretto.

«Scusa, ma tutte le ragazze che incontriamo ti fissano fameliche ed è meglio che sappiano che non siamo solo amici».

«Guarda che i ragazzi fanno lo stesso con te, baka. Solo che poi vedono me e tirano dritti».

La castana sorrise e si strinse al braccio del ragazzo, senza però fargli male.

«Ehi Neji. Oggi Hinata ha portato Naruto a casa sua,vero?».

«Sì, Hiashi ne morirà» disse lapidario il ragazzo, facendo ridere di gusto la fidanzata.

 

 

Naruto era seduto di fronte al padre di Hinata che lo fissava serio. Il biondo aveva iniziato a sudare freddo da quando aveva incrociato lo sguardo con quell’uomo che incuteva timore in ogni gesto.

Hinata lo aveva presentato come fidanzato e il padre per risposta aveva assottigliato le labbra e gli occhi, squadrando il povero Naruto.

L’esame silenzioso era durato circa un’ora, quando alla fine l’uomo si era alzato e, prima di andarsene, gli aveva detto: «Se mia figlia piangerà anche solo una volta, considerati morto».

Questo era il modo di Hiashi Hyuuga per dare il benvenuto a Naruto nella famiglia. O almeno così diceva Hinata.

 

Ino e Shikamaru, invece, erano molto più fortunati: le loro famiglie si conoscevano da anni e il padre del ragazzo era sicuro che prima o poi il figlio si sarebbe innamorato della sua amica. Dopotutto Ino era davvero graziosa. Inoichi, invece, aveva cercato di dissuadere la figlia , dicendole che era meglio se rimaneva la sua bambina per sempre, ma Ino era stata irremovibile: amava Shikamaru, nonostante tutti i suoi difetti, e lui l’amava con la stessa intensità.

 

Karin e Suigetsu litigavano praticamente ogni minuto, ma poi finivano sempre a fare pace tra le lenzuola; non lo avrebbero ammesso nemmeno sotto tortura, ma si erano affezionati uno all’altra, così come Juugo e Sakura che, stupendo tutti, avevano annunciato di stare insieme ufficialmente.

 

Gli unici che erano rimasti “soli” erano i due Uchiha: Chiara e Giulia erano ripartite, con la promessa di tornare per le prossime vacanze, lasciando i due ragazzi a crogiolarsi nel dolore dell’addio, seppur momentaneo.

Sasuke in particolar modo risentiva del distacco, dato che con Chiara, dopo il bacio di punizione, c’era stato ben altro e ne ricordava ancora ogni minimo particolare, che la sua migliore amica e impicciona patentata lo stava obbligando a raccontare.

Ovviamente poi anche lei si sarebbe dovuta confessare all’amico, dato che sapeva che tra lei e Kiba c’era stato quello che tutti sentivano nell’aria dal suo arrivo in Giappone.

Perché nessuno lo avrebbe ammesso, rischiando di sembrare banale, ma tutti sapevano che sarebbero finiti insieme, ma non con così tanto affetto.

 

 

 

I bambini dell’ospedale, con l’aiuto di Alida e Kiba, avevano messo in piedi uno spettacolo per raccogliere fondi da destinare alla fondazione nata in nome di Haru, che combatteva contro il cancro. I piccoli si esibirono cantando e ballando insieme ai due ragazzi, felici di vederli divertirsi così.

 

La madre di Kiba era tra il pubblico e, chinandosi verso la figlia, le chiese:« È quella la ragazza di cui mi hai parlato?».

«Sì, carina vero».

«Fin troppo per quel somaro di mio figlio. Speriamo se la tenga stretta, altrimenti lo spedisco al ranch per sempre» rispose la donna, sorridendo alla corvina sul palco che arrossì, sapendo bene chi fosse quella donna.

Alla fine dello spettacolo, la ragazza venne presentata alla donna, che le chiese come potesse sopportare quel villano di suo figlio,facendola ridere.

I due ragazzi si ritrovarono finalmente da soli, sotto il pino in cui Alida si era rifugiata quando Haru se n’era andato. Kiba si era seduto con la schiena contro il tronco, mentre Alida, accomodatasi tra le sue gambe, si godeva l’abbraccio in cui Kiba la stringeva, scaldandola dal freddo di dicembre.

 

«Ora sarà tempo di organizzare l’ultimo dell’anno, vero?» chiese Kiba.

«Credo di sì. Casa mia è libera, potremmo farlo li».

«Ne riparliamo poi. Ora sta’ zitta, voltati e baciami» le ordinò, facendola voltare furiosa.

«Ehi non prendo ordini da te, selvaggio» gli disse, prima di baciarlo e mischiare i sapori.

«Kiba… te l’ho già detto che ti amo, vero?».

«Sì, ma ti sei addormentata prima di sentirmi dire che ti amo anche io» le rispose, baciandola di nuovo.

 

Il gruppo di ragazzi, nel quale vennero accolte anche Sakura e Karin con i rispettivi fidanzati, aveva trovato l’equilibrio. Ora, le lotte interne per conquistare qualcuno non erano più un problema, dato che ognuno aveva trovato la sua esatta metà. Al posto di litigare, adesso, passavano il tempo a ridere e scherzare, organizzando feste e parlando delle prossime vacanze, argomento che stava molto a cuore ai due Uchiha, i quali avrebbero rivisto le ragazze che avevano loro rubato il cuore.

 

Teresa, la tutrice di Alida, invece, aveva annunciato, qualche tempo prima, il prossimo matrimonio con il modello giapponese che aveva “costretto” Alida al trasferimento: la ragazza era felice per la sua tutrice che, da quando si occupava di lei, aveva ben poco tempo per la sua vita.

Teresa aveva annunciato la data e l’invito era stato esteso a tutti, Chiara e Giulia comprese, con le rispettive famiglie.

La vita finalmente sorrideva ad Alida e ai suoi amici.

 

 

 

Se siete arrivate alla fine senza morire o cercare di togliervi la vita in qualche modo, grazie e complimenti. Vi avevo avvisato che faceva schifo, no?

Comunque, ora è tempo di ringraziare chi, nonostante gli alti e bassi (molto bassi) di questa fic, mi ha seguita costantemente (una stalker?) come la mia nana preferita, alias Yunalesca Valentine ! (leggete la sua storia su Naruto, False Fairy Tail, quella è figa!).

Ho citato solo lei perchè mi sopporta, e supporta, pazientemente, ma anche gli altri che hanno recensito sono stati importanti per me! Grazie! ^^

Ringrazio chi ha messo la fic tra preferite, ricordate o da Seguire! 

Grazie a tutti, insomma!

That's all folks!

Elena

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