La leggenda del Signore del Tempo vissuto sulla Terra

di Alexandra Johansson Smith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo I: Un Incontro Speciale ***
Capitolo 3: *** Capitolo II: Buon Compleanno Pearl! ***
Capitolo 4: *** Capitolo III : La rinascita di Pearl Jasmine Bartowski ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV: Frammenti di memoria parte I ***
Capitolo 6: *** Capitolo V: Frammenti di memoria parte II ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI: L'Alchimista ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII: L’Alchimista parte II ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII: Fuga da Vertigo V ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX: Una Nuova Avventura ***
Capitolo 11: *** Capitolo X: Una scelta importante ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI: Strani Comportamenti ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII: Viaggio nel passato ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII: Viaggio nel passato parte II ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIV: Una serata speciale ***
Capitolo 16: *** Capitolo XV: La Vendetta dei Cybermen ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVI : Le Verità Nascoste ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII: Salviamo il Dottore!!!! ***
Capitolo 19: *** Capitolo XVIII : Riunione di famiglia ***
Capitolo 20: *** Capitolo XIX: La Fine del Tempo ***
Capitolo 21: *** Capitolo XX: Una notizia inaspettata ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXI: La Svolta ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXII: Una vecchia amica (Parigi 2012) ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIII: Rivelazioni ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXIV: Tick Tock goes the clock … ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXV: Il Ritorno di River Song ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVI: La Visione si Avvera ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXVII: Mito oppure Leggenda ? ***
Capitolo 29: *** Capitolo XXVIII: Ultimatum ***
Capitolo 30: *** Capitolo XXIX: Doctor Vs La Maledizione ***
Capitolo 31: *** Capitolo XXX : La Resa dei Conti ***
Capitolo 32: *** Capitolo XXXI : Questioni In Sospeso ***
Capitolo 33: *** Capitolo XXXII: Il Gran Consiglio Oscuro ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


 
 


Provate ad immaginare: è un giorno come tanti altri, quando all'improvviso vedete con i vostri occhi davanti al giardino di casa una cabina blu della polizia ed un uomo affascinante chiamato Il Dottore... come reagireste?Questa è la mia storia, una comune ragazza di Brooklyn che rincontra il Dottore dopo sei anni, ma non sa ancora che viaggiando nel Tempo e nello Spazio... Scoprirà di essere un'altra persona, che mai nessuno si sarebbe aspettato .



 
Questa storia è in realtà un omaggio alla Famosa serie televisiva Inglese della BBC Doctor Who; in occasione del suo 50° anniversario e la dedico a tutti i Whovians e non. Spero che vi piaccia e che non sia noiosa.
sono curiosa di leggere i vostri commenti!!! Auguro a tutti voi una buona Lettura .
Un Abbraccio dalla vostra Alexandra Johansson (Smith).



 
 
Avviso ai lettori e agli utenti che seguono la mia storia silenziosa …
Questa FF è frutto di pura fantasia … gli eventi e alcuni personaggi
Sono puramente inventati … Se avete qualcosa da dire oppure
Non vi piace il mio modo di scrivere siete pregati di essere meno aggressivi
Nelle recensioni. Se avete dei consigli da darmi per migliorare la
Storia ed incoraggiarmi a scrivere sarà un immenso piacere
Per me preservarli e custodirli.


 
Avete mai sentito parlare del Dottore?
Io si !! Sapete … io conosco tante storie su di lui e vi posso giurare
che sono tutte vere, come lo so ?
Beh è molto semplice : mia madre lo ha conosciuto quando aveva la mia età;
si chiamava Katy ed è morta quando io avevo 18 anni e la sua morte è 
stata causata da un grave tumore maligno al seno.
Aveva 40 anni quando è successo e da allora sono passati sei anni;
ma ora basta parlare del passato e parliamo del presente; parliamo di me.
Il mio nome è Pearl, Jasmine Bartowski e sono una giovane ragazza di appena 24 anni. 
I miei capelli sono leggermente mossi e mediamente lunghi ed hanno il colore del biondo cenere,mentre i miei occhi hanno il colore della nocciola; l'unico mio difetto è l'altezza infatti sono alta un metro e sessantacinque e credetemi io odio la mia altezza.
Il mio abbigliamento è sobrio e semplice ma anche femminile allo stesso tempo; infatti esso è costituito da un leggins ricamato di pelle nera ed un vestitino corto color ruggine; maniche a ¾, un cardigan  nero ed un paio di stivali lucidi con il tacco a spillo; tutto qui !! Niente di complicato e scandaloso.   

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Capitolo 2
*** Capitolo I: Un Incontro Speciale ***


 



Tutto è cominciato in una calda giornata di maggio a New York, nel quartiere di Brooklyn. Ero da poco ritornata dal mio giro di pattugliamento... sapete io sono un agente di polizia e, visto che quel giorno il mio turno era finito molto presto, avevo deciso di approfittare del mio tempo libero per dedicarmi alla casa, alla spesa e soprattutto a me stessa. Il mio appartamento è situato nel quartiere di Windsor Terrace a Prospect Park, una zona di élite. Gli abitanti del quartiere sono molto ospitali, educati e soprattutto portano rispetto a chiunque si trovi a passare da queste parti. Sono sempre disposti a darti una mano se hai bisogno. Si dice che il nostro destino esercita la sua influenza su di noi anche quando non ne abbiamo appresa la natura: il nostro futuro detta le leggi del nostro oggi e che le nostre scelte siano condizionate dal destino stesso. Erano da poco passate le 19:40 ed io mi stavo organizzando per la cena quando all’ improvviso... un rumore strano e a quanto sinistro; catturò la mia attenzione e dal nulla sbucò una cabina blu della polizia. Doveva essere il famoso TARDIS che mia madre aveva descritto quando ero una bambina. Mi diceva che al suo interno c’era un enorme astronave e che la cabina blu della polizia era un mascheramento per nasconderla e per farla passare inosservata sotto gli occhi di chiunque. Il TARDIS era atterrato nel mio giardino che, sotto le luci del tramonto, sembrava un meraviglioso quadro di Van Gogh. Quando la porta si aprì … uscì un uomo abbastanza giovane dalla corporatura esile, la sua altezza non superava il metro e ottanta,i suoi capelli erano castani,ribelli e mediamente lunghi. Il suo abbigliamento elegante era costituito da un completo di cotone nero abbinato a dei mocassini lucidi e ad un farfallino dello stesso colore e l’unica cosa che spezzava il completo era una camicia di seta bianca dalle maniche lunghe. Il suo sguardo serio, da intellettuale. Gli occhi verdi.
All’ inizio, quando mi affacciai alla finestra per vedere meglio la sua figura misteriosa, ero intimorita. Ma subito mi resi conto che di lui ci si poteva fidare e poco dopo … me ne ritornai in cucina in silenzio e continuai a preparare la cena.
Nel frattempo il Dottore si apprestava ad avvicinarsi alla mia porta d’ingresso, e bussava, in attesa che qualcuno lo aprisse. “Ehi!! C’è qualcuno in casa? Sto cercando una persona che abita da queste parti. Potete aiutarmi? Ehilà mi sentite?”
“Un attimo … arrivo !!!”
Mi affrettai a raggiungere la porta e a dare il benvenuto all’inatteso ospite. Appena aperta la porta vidi che sulla soglia c'era l'uomo che avevo notato prima. Gli sorrisi e gli dissi: “Buonasera signore. In cosa posso esserle utile?”
“Sto cercando una persona che abita da queste parti. Il suo nome è Pearl Jasmine Bartowski.
La conosce per caso?”
“Sono io. Chi è lei? Che cosa ci fa qui?” Gli risposi, stupita che stesse cercando proprio me.
“Io sono il Dottore e sono venuto qui …. per l’anniversario. Ti ricordi? Te lo avevo promesso.”
“Promesso? Che cosa?”
“Possibile che non te lo ricordi? Io e te … ci siamo già incontrati. Conoscevo tua madre.”
“Davvero? No … non mi pare.” Cercavo di ricordare ma era inutile.
“Prova a scavare nei tuoi ricordi in modo approfondito e vedrai che ho ragione.”
“Stavo preparando la cena. Ti va di entrare in casa e dividerla con me Dottore?”
Lo so, lo so... non sapevo nemmeno chi fosse ma già lo stavo invitando a cena... era strano, ma sapevo che potevo fidarmi di lui.
“Molto volentieri e … grazie per l’ospitalità.”
Il mio appartamento di Brooklyn è situato al piano terra ed esso composto da circa 5 stanze tra cui: una cucina in stile antico come la Sala da pranzo. La camera degli ospiti e la mia erano in stile arcaico.
“E’ un piacere per me Dottore e poi gli amici di mia madre … sono miei amici. Accomodati nella Sala da pranzo mentre io finisco di preparare la cena e, per ingannare l’attesa, potresti apparecchiare la tavola se non ti reca troppo disturbo.”
“No, no... nessun disturbo anzi...farò in un attimo.” disse sorridendo.
Aveva ragione!! Il Dottore fu davvero veloce nell’apparecchiare la tavola che io non riuscivo a seguire con i miei occhi i suoi movimenti! Devo ammettere che mi fece rimanere talmente stupita che dissi:
“E’ incredibile!!! hai impiegato metà del tempo rispetto a me. I miei complimenti Dottore!!! Lei è un uomo da sposare …”
“Cosa?”
“Tranquillo Dottore!! E' soltanto un modo di dire... Niente di preoccupante. Forza!!! Andiamo nella Sala da pranzo, altrimenti la cena si fredda …”
Quando il Dottore entrò in quella stanza così ben organizzata, ne rimase talmente stupito che dalla sua sottile bocca non uscì nessuna sillaba... nemmeno una parola dallo stupore per qualche minuto …
“Wow!!! E’ incredibile!!! E’ da quando ho conosciuto tua madre Katy che non mettevo piede in questa casa. A quanto vedo … è stata completamente ristrutturata dopo la sua morte ...”
“Hai detto dopo la sua morte giusto?”
“Si. Perché?”
“Adesso mi ricordo dove e quando ci siamo incontrati … è stato sei anni fa, nel maggio del 2006. Il giorno del suo funerale. Avevo 18 anni quando ci siamo incontrati la prima volta. Sono contenta che tu abbia mantenuto la promessa Dottore. Mia madre diceva sempre che tu eri un uomo di parola. Allora dimmi un po’ Dottore. Che cosa hai fatto durante questi anni ? Quante volte hai salvato il mondo?”
“Tante di quelle volte … che ho perso il conto!!” mi disse sorridendo.
“Mia madre ha sempre detto che essere un Signore del Tempo … comporta molte responsabilità e che non hai mai il tempo per dedicarti a te stesso …”
“Si, infatti è così. Ma a volte riesco a svagarmi un po’ e staccare la spina. Vedo che tu sei diventata una bellissima donna, proprio come tua madre... hai i suoi occhi. Le somigli molto.”
“Dottore?! Stai forse flirtando con me?!”
“Non fraintendermi Pearl non era mia intenzione flirtare. Ti ho solo fatto dei complimenti per farti sentire a tuo agio. Perché ti ho dato forse questa impressione? ”
“No figurati!! È solo che.... sei il primo che mi fa dei complimenti carini ...”
"E non sarò l'ultimo..."
La cena passò, spensierata. Il Dottore mi raccontava le sue avventure, chiacchieravamo, ridevamo...
“I miei complimenti Pearl!! Questa cena è stata davvero squisita. Lo sai cosa ci vorrebbe adesso? Dell’ottimo the?”
“Quale preferisci? Un Twinings earl grey dal gusto raffinato oppure un Twinings java the verde dal gusto classico?”
“Io opterei per il the dal gusto raffinato.”
“Vado in cucina a prepararlo. Vuoi unirti a me oppure preferisci stare un po’ da solo?”
“Preferirei farti compagnia in cucina e darti una mano con le posate e le stoviglie se per te non è un problema … e magari chiacchierare ancora un po’ così, per conoscerti meglio … che ne dici?”
“Sarebbe un idea …”
Cosi io e il Dottore andammo in cucina. Lui si guardò un po' intorno.
“Hai una bellissima cucina. Complimenti! ” disse, mentre appoggiava le stoviglie nel lavandino. “Grazie!!!” Gli risposi mentre cercavo di prendere un servizio da the di porcellana dipinto a mano dalla credenza di cristallo sopra la mia testa.
Una volta prese le tazzine, riempii la teiera d’acqua e la posai sul fuoco. Poi mi accomodai su una sedia accanto al Dottore.
“Parlami un po’ di te Pearl? Che cosa fai nella vita?” mi chiese curioso.
“Sono un agente di polizia e lavoro al dipartimento di Brooklyn, sono single e mi godo la vita ogni giorno …”
“Che tipo sei?”
“Che tipo sono? Beh … sono un tipo abbastanza socievole, tranquillo e il mio hobby preferito è il giardinaggio …Scusami un attimo …”
Mentre stavamo chiacchierando, il fischio della teiera ci disturbò. Così mi alzai, mi avvicinai al fornello, spensi il fuoco, con una presina avvolsi il manico bollente e versai l'acqua nelle tazze.
“Gradisci dello zucchero ?”
“Due zollette. Grazie.”
Misi due zollette di zucchero nel the del Dottore e altre due zollette nel mio.
“Dimmi Dottore. Come hai conosciuto mia madre?”
“La conobbi per puro caso, in un giorno d’estate. Aveva bisogno del mio aiuto per ritrovare una sua vicina che era scomparsa nel nulla … ”
Durante la conversazione con il Dottore … ogni tanto, una ciocca di capelli ricadeva davanti ai miei occhi chiari mentre io la spostavo dietro l’orecchio senza farmi notare; reggeva qualche secondo e poi ricadeva nuovamente sugli occhi.
Il Dottore la notò e la sfiorò con le sue mani delicate, rimettendola dietro all’orecchio sfiorando cosi anche il mio volto.
“Hai una ciocca di capelli che ti copre gli occhi … ecco fatto !!”
“Ti ringrazio Dottore …”
“Di nulla …”
“Bene ora dobbiamo lucidare queste stoviglie e riporle nella credenza. Mi dai una mano?”
“Certo. Volentieri !”
“Facciamo così: io lavo le stoviglie mentre tu le asciughi e le rimetti al suo posto”
Così sia io che il Dottore ci rimboccammo le maniche e facemmo ritornare tutto al proprio posto: i piatti furono messi nella credenza di cristallo insieme al servizio da the, le posate nei cassetti con la tovaglia e per quanto riguarda la sala da pranzo e la cucina divennero immacolate senza nemmeno l’ombra di un granello di polvere.
“Bene! Credo che ora possiamo andare al cimitero a salutare mia madre...vuoi venire con me?”
“Certo! Ti do un passaggio con il TARDIS … così impieghiamo meno tempo …”
“Sono proprio curiosa di vedere cosa c’è all’interno di quel TARDIS …”
“Allora? Che cosa aspetti? Entra e stupisciti …"
Quando entrai al suo interno, quello che vidi fu davvero sorprendente: l’astronave con cui viaggiava il Dottore era grandissima con le pareti di corallo ed una console multifunzionale e vi assicuro che quel magnifico TARDIS mi aveva completamente rapita.
“Wow!! Quest’ astronave è davvero magnifica ed è proprio come mi ha madre me l’ha descritta. Scommetto che tu e mia madre avete fatto moltissimi viaggi nel tempo.
Una volta mi ha raccontato che siete stati nella Venezia rinascimentale del grande
seduttore Casanova... è vero?”
“Verissimo!! E ti assicuro che il periodo con cui sono stato con tua madre è stato il più bello della mia vita. Ora.... preparati a vivere una serata diversa dalle altre che non dimenticherai facilmente … sii partee!!!”
Il TARDIS si accese e la console s’illuminò. Mentre il Dottore stava prendendo il controllo della sua astronave, io osservavo con molta attenzione ogni suo singolo movimento per diverso tempo e poi di colpo con il TARDIS scomparimmo nel nulla e qualche istante dopo … ci ritrovammo al cimitero di Brooklyn a portare dei fiori freschi sulla tomba di mia madre Katy.
“Eccoci arrivati !”
Aprii la porta del TARDIS... e mi ritrovai accanto alla tomba di famiglia dei Bartowski.
Posai dei fiori freschi sulla sua lapide.
 
Katy , Jessica Bartowski
Nata il 23 marzo 1966
Morta il 23 maggio 2006
 
 
“Ehi!!! Ciao mamma! Come va? Io sto abbastanza bene e ti ho portato delle meravigliose violette del pensiero, i tuoi fiori preferiti. C'è anche un amico con me: è il Dottore. Ti ricordi? Mi parlavi sempre di lui quand’ero piccola e credo che voglia stare un po’ da solo con te.”
“E’ un vero onore per me rivederti ancora una volta dopo la tua morte anche se soltanto in una fotografia. Mi ricordo l’ultima volta che abbiamo viaggiato insieme nel Tempo... siamo stati sul pianeta Icarus a pattinare sul ghiaccio. Ci siamo divertiti un mondo e quella giornata fu la migliore che io abbia mai vissuto stando con te …”
Il Dottore sembrava che stesse piangendo ininterrottamente che le lacrime gli inumidirono il suo candido e roseo viso; era la prima volta che vedevo un uomo piangere, soprattutto un Signore del Tempo come il Dottore. Mi accostai a lui e lo confortai con un forte abbraccio.
“E’ soltanto un po’ di polvere negli occhi; non sto piangendo.” cercò di giustificarsi lui.
“Dottore non mentirmi, riconosco quando un uomo piange e tu Dottore... stai piangendo.
Non devi vergognarti. È una cosa più che normale per noi esseri umani. Ora va meglio?”
A poco a poco le lacrime dai suoi occhi verdi scomparvero e sul suo volto imbronciato e triste comparve un leggero sorriso ed il suo animo tornò sereno …
“Sto molto meglio... ti ringrazio Pearl per tutto quello che hai fatto per me e prima di andare volevo farti una proposta …”
“Ti ascolto Dottore?”
“Ti piacerebbe diventare la mia compagna di viaggio?”
“Ne sarei felice ….”
“Benvenuta a bordo Pearl!”

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Capitolo 3
*** Capitolo II: Buon Compleanno Pearl! ***




 

 

Il Dottore bussò alla porta della mia stanza.
"Buongiorno Pearl … posso entrare? Ho una cosa per te."
"Certo entra pure!" gli risposi felice e allo stesso tempo curiosa.
Il Dottore entrò sorridendo e si appoggiò allo stipite della porta, allungandomi un pacchetto.
“Tieni … oggi è un giorno importante: compi 24 anni! Tanti auguri Pearl!! E' solo un pensiero...vorrei che tu lo accettassi come pegno della nostra amicizia.”
“Davvero? E' il mio compleanno? Ho perso la cognizione del tempo … grazie Dottore!!”
Gli risposi con entusiasta mentre scrutavo con molta attenzione il regalo del Dottore.
Cominciai a scartarlo sempre più curiosa. Una volta aperto … rimasi stupita.
“Wow!!! E’ un cacciavite sonico nuovo di zecca ... è il miglior regalo che un
Signore del Tempo possa mai fare …”
“E non è tutto, mia cara... adesso chiudi gli occhi e non sbirciare. C'è un'altra sorpresa
per te … fidati di me. Ti guido io … e mi raccomando non osare sbirciare ok?”
“Tranquillo Dottore non lo farò ...”
“Posso fidarmi?”
“Si certo! parola di scout!!”
Così mi feci guidare dal Dottore all’ interno del TARDIS senza batter ciglio fino a quando non si fermò all’improvviso in una stanza, mi tolse le sue mani lisce e vellutate davanti ai miei occhi e poi le spostò sul mio nudo collo per appoggiarmi qualcosa di freddo ed intrecciato che poi chiuse di scatto ….
“Apri gli occhi Pearl e guardati allo specchio …”
“Perché?”
“Tu fallo e basta... dopo fai commenti.”
Mi guardai con molta attenzione davanti allo specchio e notai qualcosa di diverso … indossavo una collana intrecciata d’argento con appeso un magnifico pendente di colore verde brillante.
“E’ un magnifico regalo Dottore! Che cos’è ?”
“Questa è una lacrima di giada. Si dice che questa pietra preziosa abbia dei poteri benefici e il suo nome deriva dallo spagnolo: Pedra de Hijada, che significa pietra dei fianchi. Tra gli antichi egiziani e gli antichi cinesi, attribuirono a questa pietra diversi poteri come: preservare i morti, portare fortuna ed essere un buon auspicio per la fertilità. Invece nelle civiltà preistoriche essa veniva apprezzata per la sua durezza e quindi, di conseguenza, veniva utilizzata per creare utensili utili oppure strumenti sacrificali. In più sembra che questa pietra preziosa avesse anche un dono: quello di eliminare le energie non pulite e rinvigorire le donne.”
“I miei complimenti Dottore! Oltre ad essere un Signore del Tempo sei anche un
pozzo di conoscenza.” lo provocai, anche se in fondo lo ammiravo.
“E’ una delle mie doti.”
“Ti prometto che finché avrò vita … non mi separerò mai da questa meravigliosa collana.”
Io e il Dottore ci guardammo negli occhi e qualcosa scattò all'improvviso fra di noi.
Ci sentivamo come delle calamite. Eravamo attratti l’uno dall’ altro e le nostre labbra si sfiorarono con un bacio intenso ed appassionato che sembrava eterno.
Quel bacio mi piacque molto e non sapevo per quale oscuro motivo mi ritrassi quasi subito, come se fosse stato uno sbaglio. Per giunta mi scusai senza sapere il perché.
“Mi dispiace. Non era mia intenzione baciarti. Scusa.”
“No, non ti devi scusare... è stata soltanto colpa mia... mi sono fatto trascinare un po’ troppo.”
“Tranquillo Dottore. Non è successo niente. E’stato soltanto una debolezza da parte di entrambi. Dimentichiamo tutto.”
“Allora Pearl … dove ti piacerebbe festeggiare il tuo compleanno?”
“Non lo so Dottore … scegli tu! Basta che ci divertiamo.” gli dissi con rinnovato entusiasmo.
“Allora tieniti forte … perché andremo nel 1965 ad incontrare il grande Elvis Presley,
il re del rock and roll.”
Il TARDIS si mosse ed attraversammo un tunnel spazio – temporale per arrivare nel 1965,
ad un concerto di Elvis. Quando il TARDIS si fermò … Il Dottore si comportò come un
vero gentiluomo aprendomi la porta e facendo la guida turistica della città di Memphis.
“Mia cara Pearl … benvenuta a Memphis la città del rock. La città di Memphis è una città
degli Stati Uniti d'America, capoluogo della contea di Shelby dello stato del Tennessee ed è conosciuta nel mondo come culla di molti generi musicali americani fra i quali: blues, gospel
e rock and roll; è qui che Elvis Presley ha iniziato la sua carriera. Forza! Andiamo a divertirci
e mischiamoci fra la folla. Evviva Elvis! The King! ”
“In che periodo del 1965 siamo?”
“Il 25 maggio del 1965. Perché?”
“Nulla! Era solo per curiosità.”
Wow Non potevo crederci. Ero nel maggio del 1965 ad un concerto di Elvis Presley, il mio mito.
“Dottore? E’ il miglior compleanno che io abbia mai vissuto. Adoro il rock. Adoro Elvis.
Oh yes!!” esclamai, abbracciandolo.
Mi sarebbe tanto piaciuto poter continuare a ballare delle ore con la musica di Elvis, ma cosa poteva rovinare il giorno migliore della mia vita? Un imprevisto.
“Dottore? Guarda un po’ sul palcoscenico. Che cos’è quella strana creatura?”
“Sembrerebbe un Satrax …”
“Un Satrax? Che cos’è un Satrax?”
“I Satrax sono delle creature molto pericolose, capaci di manipolare le menti delle persone
fino a renderli schiavi del loro volere. Un consiglio? Mai guardare un Satrax diritto negl’occhi.
Seguimi Pearl e stammi vicino. Non dobbiamo assolutamente perdere di vista quel Satrax.”
Io e Il Dottore ci allontanammo dalla folla di quei giovani rocker per inseguire quella strana forma aliena, senza sapere dove ci stesse portando. La seguimmo a pari passo per tutto il suo tragitto fino a raggiungere un vicolo cieco e senza via d’uscita.
Ci ritrovammo circondati dai Satrax.
“Bene. Perfetto Dottore. Siamo finiti in una trappola. Qualche idea per scampare
da questa situazione?”
“Si ce l’ho!” mi rispose, stupendomi.
“Ma davvero? E quale sarebbe?”
“Darci alla fuga. Via!”
“Si fermi Dottore! Non c’è bisogno di scappare. Vogliamo soltanto parlarvi …”
“ Parlarci? E di cosa?”
“Il mio nome è Taurus. Sono un ambasciatore Satrax e sono un portavoce del mio popolo …”
“Piacere di conoscerti Taurus. Io sono il Dottore …”
“Sappiamo chi sei e conosciamo la tua compagna.”
L’ ambasciatore Satrax Taurus era un buffo omino di colore blu con delle enormi orecchie da cane, flosce, dalla pelle molliccia e rugosa come tutti i Satrax.
“Mi conoscete? Sapete chi sono?” chiesi.
“Il tuo nome è Pearl Jasmine Bartowski. Figlia di James e Katy Jessica Bartowski.”
“Com’ è possibile? Come fate a conoscere il suo nome? Spiegatemi. ” chiese il Dottore stupito ed impacciato, mentre io ero rimasta senza parole.
“Come lo sappiamo? Perché noi abbiamo visto. Noi conosciamo il suo presente, il suo passato ed il suo futuro.”
“Cosa sapete del mio futuro? Che cosa avete visto?”
“Ciò che abbiamo visto non può essere svelato. Possiamo soltanto dirti che molto presto scoprirai chi sei veramente e che il Dottore sarà li con te quando accadrà …”
“Quando accadrà cosa?” lo incalzai. Non riuscivo a capire.
“La tua morte sarà la tua risposta ….”
“La mia morte? Non capisco. Che cosa significa?”
“Voi venite dal futuro. Vero Taurus?”
“Si Dottore. Noi veniamo dal futuro e il futuro da dove proveniamo non è piacevole. Esso è un regno fatto di guerre, morti, schiavitù e desolazione. Presto il Male ritornerà e l’Oscurità diventerà il padrone …”
“E’ per questo che siete qui! Per avvertirci degli eventi futuri …”
“Non solo per avvertirvi, ma anche perché abbiamo bisogno del vostro aiuto …”
“Il nostro aiuto … Perché?”
“Il grande sacerdote Satrax, Acquarius è stato rapito. Egli è un custode del Tempo. Senza di lui non possiamo ritornare nella nostra era, fino a quando non lo ritroveremo … resteremo per sempre bloccati nel 1965. Ti prego Dottore. Aiutaci!!”
“Avete qualche idea su dove possa essere? Conoscete chi l’ha rapito?”
“Sono stati degli Idra XB – 65, Cyborg umanoidi del Terzo tipo e lo hanno rinchiuso in un loro bunker sotterraneo che dista dieci minuti da qui. Seguiteci presto!”
Così decidemmo di seguire quei Satrax senza dare troppo nell’ occhio, verso la strada che ci avrebbe portato, non solo al bunker sotterraneo dei Cyborg Idra XB - 65 ma anche ad una morte certa ed io sinceramente non volevo morire il giorno del mio 24° compleanno.
“Dottore? Questo è il peggior compleanno della mia vita... era meglio se me stavo a casa a guardare la televisione …” Ero spaventata.
“Non farti prendere dal panico Pearl. Fidati di me. Ti prometto che usciremo vivi ed illesi da questa situazione e tu … non morirai oggi.”
Intanto all’interno del campo base dei Cyborg Idra XB - 65 … qualcosa stava accadendo e qualcuno stava architettando un piano di difesa contro il Dottore.
“Allora Acquarius. Hai intenzione di parlare oppure no?”
“Xen... presto il Dottore arriverà e per voi sarà la fine. Presto colei che accompagnerà il Dottore verso il suo destino scoprirà la sua vera identità. Fra sei giorni esatti ella morirà come umana e rinascerà come Signore del Tempo e il Dottore sarà il suo testimone. La profezia diventerà reale e voi sarete finiti …”
“Non esiste nessuna profezia che narra di un umana che diventerà un Signore del Tempo... è una bugia! Tu menti !!!”
“E’ la verità Xen. Sarai tu che la farai rinascere come Signore del Tempo, perché ella morirà oggi per mano tua. I sei giorni sono scaduti. Oggi è il 23 maggio ed ella ha compiuto 24 anni ed è proprio oggi che lei rinascerà come Signore del Tempo. La sua memoria ritornerà.”

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Capitolo 4
*** Capitolo III : La rinascita di Pearl Jasmine Bartowski ***



 


"Dottore? Quanto manca al campo base degli Idra XB- 65?"
"Se i miei calcoli sono esatti, e lo sono sempre, dovrebbe mancare poco ..."
"Shh! Fate silenzio che i cyborg di guardia potrebbero sentirci ed annientarci in un nanosecondo con quei laser distruttori. Ecco. Quella laggiù dovrebbe essere la porta d'ingresso del bunker."
"Come facciamo ad entrare? Il bunker è super sorvegliato ... è impossibile entrare!!!"
"Creeremo un diversivo per distrarli mentre voi entrerete all'interno del bunker per cercare il grande sacerdote Satrax. Buona Fortuna Dottore..."
"Grazie Taurus!!!"
"Proteggi il Dottore, giovane Pearl …"
"Lo farò Taurus. Promesso!!!"
I Satrax misero in atto il loro diversivo permettendoci di entrare all' interno della base militare degli Idra XB-65 in grande stile e senza fare alcun rumore.
"Allarme evasi!!! I Satrax stanno scappando!!! Dobbiamo fermarli!!!"
"Ehi? Teste di latta? Perché non provate a prenderci ..."
Mentre i nostri amici Satrax cercavano di distrarre le guardie di sicurezza XB-65, il Dottore cercava di sbloccare la porta con il suo cacciavite sonico mentre io gli coprivo le spalle.
"Dottore quanto manca? "
"Ci sono quasi .... ecco fatto! Vieni dentro Bartowski e aiutami a distruggere
quegli Idra XB -65."
Entrammo all'interno di quel bunker sotterraneo, sigillammo la porta e poi c'imbattemmo in quei Cyborg all'interno dell'anticamera. Li distruggemmo uno ad uno riducendoli in
tanti piccoli rottami di metallo...
"Allarme intrusi!!! Eliminare ...."
Nella sala di controllo:
"Che cosa succede Zin?"
"Le telecamere di sicurezza hanno rilevato degli intrusi nell'anticamera del bunker."
Il comandante Xen si avvicinò al monitor delle telecamere di sicurezza e vedere
chi fossero gli intrusi ....
"Zin chi sono quei due individui?"
"Il programma di riconoscimento facciale dice che il primo soggetto è il Dottore
mentre il secondo soggetto risulta inesistente." rispose l'alieno.
"Zin... dì ai Cyborg di intervenire!"
"Ai suoi ordini comandante." Zin fece il saluto militare e si allontanò.
Nel frattempo io e il Dottore eravamo nascosti dietro un muro.
Avevamo raggiunto la porta dove era tenuto il sacerdote Satrax.
L'unico problema erano le due guardie che facevano avanti e indietro davanti ad essa.
"Facciamo così … io distraggo le guardie mentre tu vai avanti. Apri la porta …
troveremo un modo per liberarci di loro." mi disse il Dottore.
"Ci vediamo dall'altra parte Dottore..."
Dopo aver detto ciò, uscì dal nostro nascondiglio e attirò l’attenzione delle guardie.
“Salve.. io sono il Dottore. Sapete... abbiamo un problemino …”
Le guardie mi davano le spalle, perciò uscii anche io dal nascondiglio e mi diressi verso la porta. All’improvviso un rumore attirò l’attenzione delle guardie e del Dottore … avevo inavvertitamente urtato qualcosa con il piede.
"Corri Pearl! Corri più veloce che puoi!!" mi urlò il Dottore mentre estraeva il
suo cacciavite sonico e con esso stordì i due militari alieni.
Corsi più veloce che potevo e raggiunsi una porta d'acciaio che sbloccai grazie al mio
cacciavite sonico ed entrai e feci cenno al Dottore di seguirmi con la mia mano.
"Presto Dottore! Entra qui dentro e blocca la porta ..."
"Fatto. Muoviamoci!"
Ricominciammo la nostra corsa senza sosta. Attraversammo diversi corridoi e diverse porte
con il Cyborg Idra XB-65 alle calcagna fino a raggiungere il nascondiglio segreto, dove
il grande sacerdote Satrax era stato imprigionato. Entrai, seguita dal Dottore.
Una voce sconosciuta disse: "Ti stavamo aspettando Dottore."
"Chi sei tu?"
"Io sono il comandate Xen e tu Dottore ... sei giunto al capolinea."
Il Dottore provò ad avvicinarsi a lui, per parlargli.
“Cosa vuoi da me?”
All’improvviso si accorse di essere incapace di muoversi oltre la sua ombra e quando cercò di opporre resistenza ... una forte scossa elettromagnetica lo scaraventò a terra redendolo
dolorante e quasi privo di sensi....
"Aaahhh!!! La mia povera testa. Che cosa mi sta succedendo? Perché non riesco a muovermi!!! Aaahhh!! Che cosa mi hai fatto Xen?"
"Nulla Dottore ... ti sto semplicemente uccidendo. Lo vedi quel campo di forza che ti circonda? Sta assorbendo la tua energia vitale e fra qualche istante sarai morto. Non potrai rigenerarti.
Ti consiglio ti arrenderti e di prestare i tuoi servigi agli Idra XB-65 se vuoi salva la vita..."
"Preferisco morire, piuttosto che diventare tuo schiavo Xen. Aaahhh!!!"
Cercai di avvicinarmi a lui ma un campo di forza mi bloccò.
"Resisti Dottore! Sto venendo a prenderti... ehi Xen? Perché non provi a vedertela con me?"
"No Pearl ! Non ti devi sacrificare per me. So badare a me stesso."
"Non in questa situazione Dottore. Ehi sbruffone? Fammi vedere cosa sai fare..."
"Ti pentirai amaramente di avermi sfidato. Insignificante e stupida umana..."
"Non mi hai dato altra scelta robot!!! Io non ho paura di morire..."
"No Pearl!!!! Non farlo!". Il Dottore cercava di fermarmi, ma non avevo intenzione di farlo.
Per una volta toccava a me salvarlo e avrei fatto tutto ciò che era in mio potere.
Lo scontro ebbe inizio ed entrambi sfoderammo le nostre armi migliori: io avevo il mio amato cacciavite sonico, il comandante Xen il suo Laser distruttore. Durante il combattimento, ci furono leggere esplosioni e ferite lievi. Stavo dando il meglio di me stessa pur di salvare Il Dottore … ero anche disposta a morire per lui.
Ero allo stremo delle mie forze ma riuscii comunque ad evitare tutti i colpi, tranne quello
che mi avrebbe uccisa. Un raggio mi raggiunse.
"Ma guardati! Sei debole e sei ferita gravemente e pure... stai combattendo con l'estremo delle tue forze pur di salvare Il Dottore. Sei disposta a morire per lui . Perché?"
"Se proprio devo morire oggi ... almeno lui sarà salvo. Ne sarà valsa la pena e tu verrai all'Inferno con me!!"
"Lo vedremo!!!" mi sfidò il comandante robot.
I due laser (quello del comandante e quello del mio cacciavite) si scontrarono fra loro,
creando una forte esplosione. Fummo coinvolti entrambi e il Dottore, una volta liberatosi
del campo di forza che lo imprigionava, corse verso di me e mi avvolse nelle sue possenti braccia nella speranza di salvarmi in tempo.
"Ti prego Pearl. Resisti!"
"Dottore ce l'abbiamo fatta? Abbiamo sconfitto il comandante Xen?"
"Si Pearl. Ce l'abbiamo fatta ed è stato merito tuo se ora siamo salvi. Tu mi hai salvato la vita ed io farò lo stesso..."
"E' stato un piacere conoscerti Dottore. Addio"
"Pearl, non lasciarmi ti prego . Ho bisogno di te..."
Il Dottore si chinò su Pearl e, baciandola, cercò di donarle tutte le sue rigenerazioni future ma fu bloccato da Acquarius che aveva assistito a tutta la scena. Lo tirò a sé e gli disse:
"Fermo Dottore!! Non lo fare..."
"Cosa? Perché?"
"Allontanati subito da lei Dottore è ora..."
"No!! Non posso farla morire ... devo salvarla!!"
"Devi allontanarti da lei, invece … e subito..."
"Perché?"
"Fidati di noi Dottore, presto capirai."
Il Dottore alla fine si arrese e si allontanò dal corpo ormai immobile della sua giovane
compagna piangendo. Il suo volto era cupo e triste e, guardandola per l'ultima volta disse:
"Mi sarebbe piaciuto conoscerti meglio Pearl Bartowski e vivere un sacco di avventure
insieme a te. Ti amo e ti amerò per sempre."
"E' giunto il momento miei cari Satrax... ciò che abbiamo visto sta per accadere.
Ella si sveglierà, ella ritornerà dal regno dell'Oblio. Nella sua morte troverà la risposta..."
Ripetevano i Satrax di continuo nel loro stato di trans. Il Dottore non era in grado di capire cosa stesse succedendo all'interno di quella stanza buia e gelida come il ghiaccio.
Egli non conosceva la verità e non sapeva darsi una spiegazione logica fino a quando ...
dal nulla si materializzò una luce dorata che avvolse il corpo di lei.
Pearl iniziò a volteggiare in aria come se fosse un balletto di danza classica mentre
i Satrax continuavano a ripetere la stessa filastrocca :
"Ella si sta risvegliando, ella sta ritornando alle sue origini . Molto presto la sua memoria ritornerà. Il suo destino ed il suo futuro è legato al Dottore. Essi sono destinati stare insieme."
All' improvviso quella luce dorata smise di volteggiare... finalmente il miracolo avvenne.
La giovane Pearl Jasmine Bartowski era ritornata dal regno dell' Oblio sotto un altro aspetto. Ella era radicalmente cambiata: i suoi capelli erano lunghi e corvini ed i suoi occhi, che un tempo erano nocciola, divennero blu profondi.
Il Dottore rimase di sasso alla vista della nuova Pearl...
"Ehi Dottore? Che cos' hai? Cos'è quello sguardo pietrificato? Hai la faccia di qualcuno
che ha appena visto un fantasma ..." gli disse la ragazza.
"Chi sei tu ?" chiese il Dottore spaventato, in mano il suo cacciavite sonico.
"Ehi Dolcezza? Hai qualche problema con le donne per caso?" esclamò Pearl.
"Ti ripeto la domanda: chi sei tu?"
"Ma come Dottore … non mi riconosci? Sono io. La tua compagna di viaggio. Sono Pearl..."
"Non puoi essere lei... perché lei è morta davanti ai miei occhi ed ha sacrificato la sua vita
per salvare la mia..."
Pearl guardò il Dottore e sorrise.
"Dottore … ora ricordo chi sono veramente. Io sono un Signore del Tempo e il mio pianeta d'origine non è la Terra ma è Gallifrey. Esso è collocato nella costellazione di Kasterborus e
dista 250 milioni di anni luce dal pianeta che mi ha cresciuta!"
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo IV: Frammenti di memoria parte I ***




 
Il Dottore mi guardava, stupito. Non riusciva a credere a quel che stava accadendo.
Io provavo la stessa cosa: mi sentivo diversa, strana, ero cambiata … ma non riuscivo
a capirne il reale motivo! Rivolsi la mia attenzione al Dottore e agli alieni nella stanza …
forse loro mi potevano aiutare.
"Oh cavolo!! Che posto deprimente è mai questo? E' pieno di rottami. Scommetto che
quello sul trono doveva essere il loro capo. Poverino ... chi l'ha ridotto così male ?"
"Ma come? Non ricordi che sei stata tu a mettere KO il comandante Xen?"
"Sono stata io? Davvero? Mi spiace Dottore … ma io non ricordo nulla di ciò che mi è accaduto.
Tutti i miei ricordi da umana sono spariti,li ho rimossi del tutto. Che cosa mi sta succedendo Taurus?
Perché non ricordo nulla della mia vita umana ?"
"Che cosa le avete fatto? Perché ha dimenticato tutto ?"
"Noi non le abbiamo fatto nulla, Dottore. Semplicemente è in fase di transizione …
Sta diventando un Signore del Tempo a tutti gli effetti..."
Il Dottore rimase senza parole, incapace di darsi una spiegazione logica.
"Signore del Tempo? Come può essere? Lei è un' umana o almeno lo era prima di morire...."
"Conosci la leggenda del Signore del Tempo vissuto sulla Terra?"
"Non l’ho mai sentita nominare … cosa dice? Avanti, dimmelo!!"
"La leggenda racconta che un milione di anni fa, un Signore del Tempo, dopo l'ultima grande Guerra Temporale
tra i Signori del Tempo e i Dalek, sopravvisse e trovò rifugio sulla Terra dove si dice che abbia vissuto fino al giorno della sua morte.
In una calda giornata d'estate egli s'innamorò di una giovane umana. A distanza di quattro anni si sposarono e diedero
alla luce una bellissima bambina. L’uomo giurò a se stesso e alla sua adorata moglie che l'avrebbe protetta per sempre.
La leggenda dice anche che un nuovo Signore del Tempo arriverà sulla Terra e se la porterà via con se.
I loro destini s'incroceranno e le loro vite saranno legate per l'eternità..."
"Mi stai dicendo che Pearl Jasmine Bartowski è la donna della leggenda e che io sono Il Signore
del Tempo che la porterà con sé? " chiede il Dottore. Era stupito … come anche io del resto …
Mio padre un Signore del Tempo?! Mio padre era umano!!
"Si Dottore è cosi. Tu e la giovane Pearl siete destinati a stare insieme..."
"Ne sei sicuro?" gli domandò, sempre più incredulo.
"Più che sicuro Dottore ...."
Mentre ascoltavo i due uomini parlare, continuavo a girare per la stanza, cercando qualcosa che mi aiutasse a ricordare il mio passato …
Il Dottore si avvicinò a me e mi sfiorò con un tocco delicato la spalla, riscuotendomi
dai miei pensieri. Non so per quale oscuro motivo, mi ritorsi contro di lui, puntandogli contro il mio cacciavite sonico dalla luce viola.
"Ehi tu? Tieni a freno le mani e manteniamo le distanze. Sai... io non amo essere toccata, soprattutto da uno sconosciuto
che si spaccia per il Dottore..."
"Che cosa?! Uno sconosciuto che si spaccia per il Dottore?!? Io non sono affatto un impostore! Io sono il solo e unico Dottore …
e tu Pearl Jasmine Bartowski dovresti saperlo!!"
"Come conosci il mio nome di battesimo? Non l'ho mai detto a nessuno … tranne al Dottore, ovviamente.
Soltanto lui lo conosceva e tu non sei lui."
"Invece ti sbagli! Io sono Il Dottore e posso provartelo..."
"E Allora perché io non mi ricordo di te? Chi sono io? Che cosa mi sta succedendo?"
Dissi piangendo ed urlando senza sosta … la mia amnesia peggiorava e nella mia mente c'erano soltanto dei ricordi
frammentari che non avevano senso.
“Aiutami ti prego! Aiutami a ricordare!!" supplicai l’uomo che si era presentato come il Dottore.
“Vorrei tanto farlo, credimi. Ma non posso!!!" mi rispose. Vidi che stava soffrendo …
Stavo perdendo le speranze quando il viso dell’uomo si illuminò …
"Ma certo !!! La telepatia. Ascoltami Pearl. Io posso aiutarti ma per farlo... ho bisogno che tu ti fidi di me."
Ero spaventata e paralizzata allo stesso tempo … I miei muscoli e le mie ossa si erano atrofizzati tanto
che non riuscivo a parlare ma solo ad annuire.
"Ora ti guarderò diritto negli occhi e mi connetterò telepaticamente a te, in modo che tu possa accedere
alla mia memoria e ai miei ricordi."
"Sarà doloroso?"
"Forse soltanto un po'. Vedrai andrà tutto bene.. fidati di me."
La mia mente e quella del Dottore si connessero telepaticamente ed io iniziai a scrutare la sua mente in tutti i suoi minimi dettagli …
vidi i ricordi della sua infanzia, della sua giovinezza, la sua adolescenza fino alla sua età adulta.
Vidi il giorno del nostro incontro, lo scontro con Xen e il mio cambiamento. Scrutare la mente di una persona attraverso la telepatia
non era cosa da poco. Infatti, quando le nostre menti si separarono.... io persi i sensi e svenni fra le sue braccia, a causa della stanchezza.
"Pearl mi senti? Rispondimi. Che cosa le succede Taurus?"
"Tranquillo Dottore. E' soltanto svenuta.. presto si riprenderà..."
"Devo portarla subito via da qui, prima che i Cyborg Idra XB-65 si riprendano. Si ma come?"
"Tranquillo Dottore! Ci pensiamo noi."
"E come? Creando un altro diversivo?"
"Non ci occorre nessun diversivo. Vi teletrasporteremo fuori da qui in un baleno. Venga Dottore. Si avvicini."
Il Dottore si avvicinò a Taurus con in braccio la sua giovane compagna di viaggio ed un Satrax si strinse
forte ad entrambi. In meno di cinque secondi vennero teletrasportati fuori da quel bunker sotterraneo,
vicino al luogo in cui il TARDIS era stato parcheggiato.
"Grazie per il passaggio Taurus."
"Grazie a te Dottore che ci hai aiutato a salvare il grande sacerdote Satrax, permettendoci così di poter ritornare nel futuro.
Arrivederci, Dottore."
"Buona fortuna Taurus. Fate buon viaggio."
"Abbi cura di te e della tua compagna Dottore."
"Lo farò!!!"
"Ricordati, Dottore, che tu e la tua giovane compagna siete legati da un unico destino..."
I Satrax attraversarono un tunnel spazio- temporale che li avrebbe riportati nel futuro, scomparendo nel nulla senza lasciare nessuna traccia del loro passaggio. Il Dottore rientrò all'interno della sua nave spaziale, con in braccio la giovane Pearl Jasmine Bartowski
che al momento era priva di sensi e la portò in una delle stanze del TARDIS. Si sedette accanto al letto,
in attesa del suo risveglio.

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Capitolo 6
*** Capitolo V: Frammenti di memoria parte II ***


 


Quando mi risvegliai, avevo un forte mal di testa e la prima cosa che vidi furono i suoi occhi verdi.
Il suo sguardo compiaciuto mi sorrideva soddisfatto, in mano aveva un piatto contenente qualcosa da mangiare.
"Ciao Pearl. Bentornata nel regno dei vivi..."
"Ahi! La mia testa . Che cosa mi è successo Dottore? "
"Ti va di mangiare qualcosa con me? Ho preparato questi deliziosi sandwich al tonno. Avanti, prendine uno!! Ti assicuro che sono squisiti." Mi disse sorridendo.
Il Dottore mi aveva convinto. Presi un sandwich al tonno fra le mani e lo avvolsi in un tovagliolo,
in modo da non sporcarmi. Prima di assaggiarlo, ne annusai l'odore… invitante.
Finalmente gli diedi un piccolo morso, dicendo:
"Sai che hai proprio ragione Dottore. E’ davvero ottimo… I miei complimenti Dottore"
"Mi prendi in giro, vero?" mi chiese. Non credeva alle mie parole ma comunque non aveva smesso di sorridere.
"Per niente. Tu sei davvero un ottimo cuoco, Dottore."
Il Dottore era diventato rosso dall'imbarazzo: "Ti ringrazio Pearl… Sai è la prima volta che una ragazza mi
fa un complimento..."
"No. Non ci credo!! E tutte le tue compagne con cui hai viaggiato in precedenza ? Non ti hanno mai fatto dei complimenti?"
"No mai… mi ritenevano poco interessante."
"Beh si sbagliavano… io invece ti trovo interessante ed attraente " dissi con un certo imbarazzo.
"Ho sentito bene? Mi trovi un uomo attraente ed interessante?" mi rispose, con una punta di ironia.
"Perché non lo sei?"
"Sai ...mi piace il tuo sarcasmo Pearl. Hai il senso dell'umorismo."
"Ti ringrazio. Posso farti una domanda?"
"Ti ascolto..."
"Secondo te ... sono una ragazza carina?"
"Sei una ragazza più che carina anzi, ti trovo affascinante e radiosa anche dopo la tua prima rigenerazione..." mi disse sorridendo. Rimasi spiazzata: non mi aspettavo che il Dottore pensasse quelle cose di me… ma non capivo una cosa:
"La mia prima rigenerazione? Che cosa significa?"
"Oh, già… non ricordi… Beh, vedi, durante la nostra avventura a Memphis sono successe molte cose...."
Il Dottore iniziò a raccontarmi tutto quello che avevamo vissuto nel maggio 1965, nei minimi dettagli, includendo la mia morte e rinascita come Signore del Tempo. Mi aveva detto che avevo subito una trasformazione radicale sia nell'aspetto fisico che nella personalità, sbalzi d'umore improvvisi, amnesia temporanea e svenimento, compreso il fatto che avevo tentato di ucciderlo. Quest’ultimo fatto mi turbò parecchio e cercai subito di scusarmi.
"Oh mio dio!! Ho davvero fatto questo? Mi dispiace Dottore. Non era mia intenzione ucciderti. Ti chiedo scusa."
"Tranquilla Pearl, è acqua passata... E poi non è successo niente…"
Il Dottore mi abbracciò per consolarmi. Ad un tratto qualcosa scattò nella mia testa come un innesco: tutti i miei ricordi cominciavano ad emergere e l'amnesia scomparve del tutto.
"Adesso mi ricordo tutto Dottore, la mia amnesia è completamente scomparsa ed è tutto merito tuo se la mia memoria è ritornata.
Ti amo Dottore!!"
Gridai con entusiasta e facendomi trasportare dalla situazione, decisi di baciare il Dottore sulla bocca con passione e desiderio. Egli rimase lì, impalato a fissarmi stupito e disorientato, incapace di reagire.
"Ops. L'ho fatto di nuovo vero?" gli chiesi dopo aver notato il suo stato.
"Fatto cosa?"
"Ti ho baciato e sta volta è stata tutta colpa mia... mi dispiace."
"Shhhh ... non mi importa..."
Il Dottore mi guardò diritto negl'occhi e con un tocco delicato delle sue dita, mi sfiorò le labbra e mi baciò in modo intenso e passionale come se mi amasse da sempre mentre io non esitai a resistergli. Lo amavo e niente e nessuno poteva cambiarlo… questo era il nostro destino ed il destino non poteva essere cambiato. Il bacio durò abbastanza a lungo e, durante quell’attimo di pura follia, qualcosa di strano mi accadde: la mia mente si affollò di immagini spiacevoli, dove io e Il Dottore eravamo coinvolti in prima persona. Decisi che per il momento lui non doveva venirne a conoscenza.
Nel frattempo il TARDIS vagava senza meta all'interno del tunnel spazio – temporale. Il Dottore mi stava insegnando a padroneggiare le mie doti parapsicologiche, come la telepatia e la percezione del tessuto di cui è costituito l'Universo. Soprattutto doveva farmi capire come distinguere i punti fissi dai punti in movimento (ovvero i punti nel tempo e nello spazio che non è possibile o che è possibile modificare). M’insegnava ad essere un Signore del Tempo.
 "Allora mia cara Pearl, essere un Signore del Tempo comporta delle grandi responsabilità e per questo bisogna essere addestrati a qualunque evenienza. La prima regola fondamentale di un Signore del Tempo è mentire. Bisogna mentire per sopravvivere. Ora vorrei che tu mi mostrassi le tue abilità come pilota del TARDIS. Avanti mostrami come si fa."
Incominciai con le funzioni di base su come si pilotava un TARDIS, cosi mi avvicinai alla console e, con mio stupore, notai che ero molto brava nel pilotarlo. Conoscevo ogni suo tasto, ogni sua leva ed ogni suo circuito a memoria come se lo guidassi da sempre e lo facevo
ad una velocità tale che lo stesso Dottore rimase esterrefatto.
"Incredibile!!! Sai pilotare il TARDIS meglio di me, eppure... non te l'ho mai insegnato..."
"Non ce ne stato bisogno che tu lo facessi. Mi è bastato osservarti una sola volta ed ho memorizzato ogni tuo singolo movimento."
"E' ingegnoso Pearl! E' fantastico!"
"Grazie!!"
"Ho notato che anche tu sei in grado di vedere il cuore del TARDIS… Ho sempre creduto di essere l’unico in grado di farlo… come ci riesci?" mi chiese sempre più sorpreso.
"Non lo so Dottore. Non conosco il motivo."
Il Dottore mi allenò duramente… avevo sviluppato ogni mia singola dote, miglioravo ogni giorno di più fino a renderle perfette.
"I miei complimenti Pearl! In questi giorni sei migliorata tantissimo. Brava!!!"
"Tutto merito di un buon Maestro e tu Dottore sei il mio maestro ed il mio Dottore"
"Wow!! Mi stupisco da solo... Ora la prova finale: tocca a te far atterrare il TARDIS!"
Eseguii la manovra perfettamente e, quando uscimmo dalla nave spaziale, ci ritrovammo sulla superficie di un pianeta rossastro ed umido, con qualche pianta sparsa in giro.
“Dove siamo Dottore? In quale epoca ci troviamo esattamente?”
“Non ne ho la più pallida idea. E tu?”
“Nemmeno io.”
Mentre io e il Dottore contemplavamo con molta attenzione l’ambiente che ci circondava, una strana creatura dagli occhi gialli
come quelli di un gatto si avvicinò a noi. Aveva la pelle verdastra e rugosa, come una lucertola; La testa e le mani erano d’argento.
Con una di esse ci scannerizzò, poi disse: “Salve viaggiatori del tempo. Il mio nome è Zenit. Benvenuti su Vertigo V. Prego…
seguiteci, vi mostro i vostri alloggi.”
Il Dottore ed io seguimmo quella strana creatura che all’apparenza sembrava gentile e tranquilla. Ma mentre Percorrevamo le strade di Vertigo V, ebbi una brutta sensazione: qualcosa non mi convinceva. Avevo percepito delle vibrazioni negative in quel luogo ma non ne avevo la certezza.
“Dottore? Questo posto non mi convince per niente …”
“Perché? Sembra un pianeta innocuo come i suoi abitanti.”
“Tu credi? Beh … io continuo ad avvertire delle vibrazioni negative. Sarà meglio andarcene finché siamo in tempo …”
“Mi fido di te, Pearl. Raggiungiamo il TARDIS.”
Mentre stavamo pensando ad una scusa plausibile per lasciare in fretta quel pianeta, qualcosa di freddo ed appuntito ci colpì alle spalle. L’ultima cosa che ricordo fu il volto di Zenit che mi guardava fisso mentre diceva: “Sogni d’oro, bellezza…” e poi più nulla.

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Capitolo 7
*** Capitolo VI: L'Alchimista ***






 
"Capitano Grey? Che notizie mi porti ?"
"Abbiamo arrestato due Signori del Tempo clandestini..."
"Chi sono ? "
"Un uomo ed una donna mio Signore; sembrerebbero essere dei rinnegati..."
"Dove li avete rinchiusi ?"
"Nella zona d'isolamento Signore! In compagnia di un altro prigioniero.”
"Portatemi subito dai prigionieri capitano Grey!!"
"Obbedisco Signore !!"
Questa volta Il Dottore e la giovane Pearl erano nei guai fino al collo; erano stati imprigionati su di un pianeta sconosciuto e chissà in quale epoca spazio-temporale. Il Dottore aveva riaperto da poco i suoi occhi verdi; si sentiva intorpidito e disorientato; e con il suo sguardo curioso stava cercando di capire dove fosse. Era stato rinchiuso insieme alla sua compagna di viaggio; all'interno di una stanza spoglia e poco illuminata, che metteva i brividi. Doveva essere una grotta sotterranea, dove i prigionieri venivano rinchiusi per farli marcire fino alla morte. Il Dottore era preoccupato per la sua giovane compagna svenuta a terra, con delle catene ai polsi; si avvicinò a lei con l'intenzione di farla rinvenire con qualche sbuffo sul viso e dicendo:
"Pearl svegliati ! Pearl ?"
Dopo diversi colpetti sul viso, finalmente mi risvegliai. Ero ancora
intontita ed intorpidita a causa del narcotico ma per fortuna stavo bene.
"Dottore dove siamo ? Che cos'è questo posto? Perché ho le catene ai polsi?"
"Non lo so. Tu come stai ?"
" Io sto bene e tu ?"
"Sono ancora un po' intontito ma sto bene."
Quando scrutai con molta attenzione quella stanza, mi sembrava molto familiare come se io... ci fossi già stata. Mi resi conto che quel posto... lo avevo già visto, nella mia testa... Cosa stava succedendo? Cosa significava tutto ciò?
"Io sono già stata qui...".
Il Dottore mi guardò stupito e disse:
"Che vuoi dire? Come fai ad essere già stata in questo posto? Non è possibile!"
"Non lo so... Prima nel TARDIS ho visto delle immagini...nella mia testa...
Cosa vogliono dire Dottore? Che mi sta succedendo?"
... Il Dottore era stupito … fece per rispondere ma una voce, proveniente da un angolo della stanza, disse:
"Ci si rivede, Dottore!"
Non sapevo chi fosse ma vidi il Dottore immobilizzarsi e voltarsi verso lo sconosciuto …
Aveva sicuramente riconosciuto quella voce …
"Che ci fai tu qui! Come sei finito in questo buco?" domandò allo sconosciuto.
"Non ne ho idea Dottore. So soltanto che mi sono risvegliato in questa grotta sotterranea con le catene ai polsi; e voi?"
"Vuoto totale. Mi ricordo soltanto il volto di una strana creatura dagli occhi gialli che diceva: " Sogni d'oro.... e poi nient'altro."
Guardai il Dottore... la sua attenzione era completamente rivolta all'uomo nell'ombra.
"Dottore, chi è? Lo conosci?" gli domandai. Lui mi rispose:
"Pearl, ti presento il capitano Jack Harkness!"
il capitano Jack Harkness era un uomo affascinante dai capelli neri e gli occhi chiari; dall’altezza media e dalla corporatura massiccia.Il suo abbigliamento era sofisticato ed elegante allo stesso tempo e ciò che lo distingueva dal Dottore era il suo inconfondibile cappotto lungo, nero e sbottonato della Seconda Guerra Mondiale.
“Onorato di conoscerla mademoiselle.” Mi disse mentre mi baciava la mano.
“Il piacere è tutto mio” gli risposi.
Nel frattempo il capitano Grey ed il suo anonimo capo stavano percorrendo il corridoio della zona d’isolamento, dove i nostri tre eroi erano stati rinchiusi.
“Capitano Grey? Quanto manca ?”
“Ci siamo quasi Signore. La prossima cella a destra, è quella dei nostri prigionieri. Eccoci arrivati …”
“Molto bene Grey. Adesso apri la porta.”
“Subito Signore !!”
Il capitano Grey prese il mazzo di chiavi fra le mani e cercò la chiave che avrebbe aperto la cella dove erano rinchiusi Il Dottore,
il capitano Jack Harkness e la giovane
Pearl Jasmine Bartowski. 
"
Ritornando al discorso di prima... Pearl … posso spiegarti che cosa ti sta succedendo. Se non sbaglio … tu mi hai detto che quando stavamo all’interno del TARDIS … hai visto delle immagini nella tua testa … giusto?”
“Si, esatto Dottore!”
“Hai idea di cosa siano quelle immagini Pearl ?”
“Potrebbero essere dei ricordi assopiti nella mia memoria … non credi ?” Gli domandai mentre lo vedevo andare avanti e indietro per la stanza senza mai fermarsi e dopo qualche minuto mi rispose :
“No. Non credo che siano dei ricordi assopiti …”
“Se non sono dei ricordi assopiti ... allora che cosa sono?”
“Potrebbero essere dei sogni premonitori oppure … potrebbero essere delle visioni …”
“Delle visioni ? Che cosa sono le visioni ?”
Il Dottore ci pensò su per qualche minuto e quando stava per darmi una risposta … un rumore catturò la sua attenzione … la porta della nostra cella si aprì e due soggetti inquietanti si avvicinarono a noi. Il primo soggetto aveva l’aspetto di un soldato che aveva combattuto diverse guerre. Aveva il corpo pieno di cicatrici ed una benda sull’occhio sinistro. Il secondo invece … aveva l’aspetto di un uomo enigmatico e misterioso dalla carnagione scura; i suoi lunghi capelli brizzolati erano raccolti in una coda . Il suoi occhi determinati avevano il colore della pece e l’unico indumento che indossava era una lunga mantella nera con il cappuccio sul capo.
“Bene, Bene. Chi abbiamo qui ? Due Signori del Tempo ed un Agente del Tempo … clandestini …”
“Chi diavolo sei?” Chiese il capitano Jack Harkness con tono cupo ed arrabbiato.
“Tutti mi chiamano L’Alchimista; ma il mio vero nome è Scorpio …” Rispose l’uomo incappucciato con tono pacato e calmo.
“Che cosa vuoi ? Perché ci hai rinchiusi qui dentro?”
Intervenne Il Dottore mentre guardava diritto negli occhi, L’Alchimista dal capo coperto:
“Cosa voglio? Voglio te Dottore …” gli rispose.
“Come mai sai chi sono ?” Disse Il Dottore con tono stupito e spaventato …
“La tua fama è nota da queste parti. Conosciamo tutte le tue grandi imprese …”
“Oh ma davvero ?! Non sapevo di essere diventato così famoso anche da queste parti.”
“Come ho detto … la tua fama ti precede Dottore …”
"Perché sono qui ? Che cosa vuoi da me ?"
L’Alchimista non rispose e lasciando Il Dottore senza una risposta … chiuse la cella e ci rivolse le spalle dicendo :
“Vi auguro una buona permanenza in carcere. Ci si vede …”
E poi scomparve nel nulla in compagnia del capitano Grey; nel frattempo … io ed il mio compagno di viaggio … riprendemmo la nostra conversazione da dove l’avevamo lasciata.
“Dimmi Dottore. Hai idea di cosa mi sta succedendo e per quale motivo ho queste immagini nella mia testa ?”
“Ora ti spiego: quelle che tu definisci immagini nella mia testa …. In realtà si chiamano visioni e si possono presentare sotto diversi aspetti come i sogni oppure di premonizioni. La premonizione indica una sensazione nella quale l'individuo sembra percepire informazioni su eventi futuri prima che accadano; nell'ambito della parapsicologia si indica come premonizione l'ipotetico potere paranormale che permetterebbe alle persone di vedere il futuro o ciò che accade in altri luoghi, sotto forma di sogni e/o visioni e assume il nome di chiaroveggenza.”
Quando Il Dottore mi disse quelle parole … io rimasi lì ferma a guardarlo fisso negli occhi con stupore, senza capire una sola parola di quello che diceva …
“Premonizioni ? Chiaroveggenza ? Non capisco una sola parola di quello che dici; mi sembra impossibile che io abbia acquisito
questa capacità …”

“Mia cara Pearl … hai forse dimenticato che tu adesso sei un Signore del Tempo e per un Signore del Tempo nulla è impossibile!!! Quando sei diventata un Signore del Tempo … hai acquisito diverse abilità come la rigenerazione, la telepatia, l’ipnosi, il potere di assorbire, trattenere e rilasciare grandi quantità di elettricità e di alcuni tipi di radiazioni; la chiaroveggenza invece … è un abilità molto rara in un Signore del Tempo…”
Adesso mi sembrava molto più chiaro. Tutto quello che mi aveva detto Il Dottore, mi aveva fatto rimanere senza parole ma in compenso mi aveva fatto capire molte cose sui Signori del Tempo.
“Ora il nostro obbiettivo principale è quello di escogitare un piano di fuga da questo orrendo pianeta, prima che c’inceneriscano tutti. Dottore hai un piano ?”
“No, nessuno! Tu Jack? Hai qualche idea su come liberarci da queste catene ?”
“Mi dispiace Dottore! Sono a corto di idee a momento …”
“Se solo avessi il mio cacciavite sonico … potrei riuscire a spezzare queste catene …”
Vedevo Il Dottore sconsolato e pensieroso che cercava ogni possibile soluzione per poter scappare da Vertigo V e salvarci la pelle.
“Dottore ? Hai detto che ti serve un cacciavite sonico giusto?”
“ Si, esatto Pearl ma ce l’hanno sequestrati e quindi non abbiamo scampo; moriremo qui.”
“Io non credo ! “ gli dissi con un tono d’incoraggiamento e sicuro di me; mentre il mio compagno di viaggio si piangeva addosso … io avevo trovato un modo per liberarmi dalle catene. Infatti avevo ben nascosto il mio cacciavite sonico; in un posto dove mai nessuno l’avrebbe mai cercato; era avvolto nei miei capelli ed aveva l’aspetto di un fermaglio a forma di spillone; lo estrassi dai miei capelli e lo utilizzai sulle catene e … voilà … niente più catene ai polsi. Il Dottore si stupì quando lo vide e poi disse :
“Sbaglio … o quello che hai in mano è il tuo cacciavite sonico?”
“Si, esatto Dottore !”
“Come sei riuscita a nasconderlo dalle guardie Pearl ?”
“Semplice !! Lo nascosto nei miei capelli come fermaglio ed ho aspettato il momento giusto per utilizzarlo …”
“Sei un genio Pearl Jasmine Bartowski!!!”

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Capitolo 8
*** Capitolo VII: L’Alchimista parte II ***




 
“Posso farle una domanda Signore ?”
“Ti ascolto Grey …”
“Mi domandavo se lei e Il Dottore vi siete già incontrati ?”
“E’ stato molto tempo fa ; durante L’Ultima Guerra Temporale tra i Signori del Tempo e la mia gente; sul mio pianeta d’origine;
e a causa di quella guerra …molte persone persero la vita.”
“Chi furono i vincitori , Signore?”
“Il Dottore pose fine alla Guerra, sterminando la sua stessa gente e la mia. Io sono riuscito a scappare all'ultimo minuto.
Ero l'ultimo della razza Nephilim , ero un profugo. Mi ritrovai su questo pianeta e i Katersauria 47 mi accolsero a braccia aperte... anche loro avevano un conto in sospeso con il Dottore...”
Quando l’Alchimista aveva raccontato la sua storia al suo fedele compagno ed amico: il capitano Grey e le sensazioni che aveva provato nel raccontarlo era: terrore, rabbia, preoccupazione; tutto ciò che un uomo devastato dalla guerra poteva provare …
Nel frattempo … io, Il Dottore e il capitano Jack Harkness; grazie al mio cacciavite sonico … riuscimmo a liberarci da quelle terribili catene. Ora l’unica cosa che ci mancava …era sbloccare la serratura della nostra cella e fuggire; ma sarebbe stato facile riuscire a fuggire senza essere visti ? Chi lo sa. Mentre stavo cercando di sbloccare la serratura con il mio cacciavite sonico … una nuova premonizione occupava la mia testa … avevo visto combattere Il Dottore contro L’Alchimista, in una stanza dalle pereti rosse piena di quelle strane creature dagli occhi gialli ed il capo d’argento; avevo anche visto la morte del Dottore per mano dell’avversario incappucciato ed io dovevo assolutamente impedire che ciò accadesse. Dovevo salvarlo ad ogni costo e cambiare gli eventi futuri. Quando la mia visione scomparve dalla mia testa … avevo lo sguardo pietrificato dal terrore ed ero preoccupata per Il mio Dottore; il capitano Jack Harkness se ne accorse e disse:
“Va tutto bene Pearl ?”
“ No, Jack! Non va bene per niente …”Gli dissi con tono adirato e cupo.
“Che cosa hai visto ?”
“Il Dottore che combatte contro Scorpio, in una stanza dalle pareti rosse e piena di quelle creature dagli occhi gialli che assistono al combattimento dove Il Dottore morirà …”
Il capitano Jack Harkness … quando sentì ciò che avevo visto … rimase pietrificato a guardare verso la direzione dove c’era Il Dottore … sapendo che forse sarebbe stata l’ultima volta che lo avrebbe visto …
“Pearl dobbiamo subito avvertire Il Dottore! Lui deve sapere della tua visione … io vado a dirglielo. ”
Disse mentre cercava di correre verso Il Dottore per avvertirlo, ma io lo presi per un braccio e lo bloccai dicendogli :
“No, Jack! Il Dottore non deve assolutamente sapere ciò che ho visto. Dobbiamo impedire che combatta contro Scorpio; altrimenti morirà ed io non posso permettere che questo accada …”
“Ti capisco perfettamente ! Pearl hai tutte le ragioni per salvarlo ed io ti aiuterò …”
“Davvero?”
“Ti do la mia parola.”
“Grazie Jack ! sei un vero amico …”
“E’ il minimo che posso fare dopo che tu mi hai salvato la vita …”
“Jack, promettimi che tu non rivelerai mai al Dottore la mia visione per nessun motivo …”
“Ma … Pearl …”
“Promettilo Jack! Promettilo .”
“E va bene … lo prometto!”
Il capitano Jack Harkness aveva dato la sua parola , promettendo anche se in modo forzato; che non avrebbe mai rivelato la mia visione e la nostra conversazione al Dottore che nel frattempo … aspettava il momento giusto per scappare dalla zona d’isolamento e raggiungere il deposito degli oggetti dove erano stati rinchiusi tutti gli oggetti personali dei prigionieri compresi i nostri , in modo che potessimo recuperarli e con un cenno della sua mano e un filo di voce disse :
“Via libera!Andiamo forza.”
“Sei sicuro Dottore ?”
“Più che sicuro Pearl; vieni avanti …”
Cosi mi feci convincere ed io in compagnia del capitano Jack Harkness … lo raggiungemmo vicino alla porta d’ingresso della zona d’isolamento che ci avrebbe portati verso la libertà. Intanto nella zona di controllo della sicurezza … alcuni soldati Katersauria 47 stavano controllando tutte le telecamere a circuito chiuso di tutte le zone della loro base militare e un soldato semplice dagli occhi gialli … si accorse della fuga dei nostri eroi e di scatto si avvicinò al capitano Grey per avvertirlo …
“Capitano Grey? Venga subito a vedere …”
“Che cosa succede sottufficiale Colin ?”
“Dei prigionieri stanno scappando dalla zona d’isolamento; che cosa devo fare ?”
“Faccia subito scattare l’allarme di sicurezza e dia l’ordine di catturare Il Dottore e la sua compagna di Viaggio; non devono assolutamente fuggire …”
“Ai suoi ordini capitano.”
Questa volta , si metteva davvero male per noi … ci avevano scoperti; avevano attivato l’allarme di sicurezza e purtroppo
non c’era  più via di scampo e l’unico modo per fuggire era correre contro il tempo; all’improvviso il capitano Jack Harkness
che era nel panicopiù totale disse :
“Che cosa diavolo succede Dottore ?”
“Ci hanno scoperti Jack e fra meno di cinque minuti questa stanza sarà piena di guardie …”
“Dobbiamo escogitare subito un piano di difesa; hai qualche idea Pearl ?”
“Ci sto pensando Jack; dammi qualche minuto …”
“Non abbiamo tutto questo tempo …”
“Forza seguitemi da questa parte …”
Dissi e cosi attraversammo il corridoio della zona d’isolamento più veloce che potevamo ma le guardie dell’ Alchimista ci avevano circondati in modo che c’ impedissero di scappare ...
“Ehi venite tutti da questa parte … che li ho trovati …”
“E adesso ? Che cosa facciamo ? Siamo circondati …”
“Li affronteremo insieme. Siete pronti ? Via !”
Il primo a colpire fu il Capitano Jack Harkness con il suo laser deluxe compatto; poi fu la volta del mio cacciavite sonico e l’ultimo
a sparare fu Il Dottore e in dieci nanosecondi avevamo ucciso molti soldati Katersauria 47, passando cosi in netto vantaggio; ma quanto sarebbe durato ? Nessuno lo sa . Come si dice: l’unione fa la forza e noi tre insieme eravamo un ottima squadra …
“Bene 1-0 per noi Dottore …”
Quando stavamo per fuggire dalla porta d’ingresso della zona principale d’isolamento …
i soldati Katersauria 47 sopravvissuti …. Ci bloccarono l’uscita impedendoci cosi di fuggire …
“Arrenditi Dottore !! Non avete più via di scampo. Arrendetevi e non vi sarà fatto alcun male. Mani in alto !!”
Io, Il Dottore e il Capitano Jack Harkness ci arrendemmo perché erano in troppi e non potevamo scappare.
Per il momento la nostra fuga era stata rimandata.
“Seguiteci per favore … da questa parte ...”
“Dove ci state portando Capitano Grey ?”gli domandai con tono pacato ed accompagnato dalla mia curiosità di sapere …
“ Nella sala del trono … al cospetto dell’Alchimista …”
Uscimmo dalla zona d’isolamento ed imboccammo un lungo ed interminabile corridoio, seguito da una serie di porte che si aprivano elettronicamente fino a raggiungere una strana porta che si poteva soltanto aprire con un riconoscimento vocale e quando entrammo al suo interno ... la riconobbi subito : aveva le pareti rosse e il pavimento scuro; sul trono sedeva L’Alchimista con addosso la sua lunghissima mantella nera e questa volta non aveva il cappuccio e sugli spalti vi erano seduti quelle strane creature dagli occhi gialli e il capo argentato; era la stessa stanza che io avevo visto nella mia visione.
“Finalmente c’incontriamo Dottore! Era da tempo che aspettavo questo momento …”
“A cosa ti riferisci Scorpio?”
“Per anni … ho aspettato che tu ti facessi vivo e finalmente il mio desiderio è stato esaudito …”
“Che cosa vuoi da me Scorpio?”
“Un combattimento corpo a corpo; io contro l’ultimo Signore del Tempo … che ne dici ?”
“Vuoi un combattimento ? Bene ! Che combattimento sia …”
Il combattimento ebbe inizio mentre io e il capitano Jack Harkness stavamo escogitando un diversivo per far allontanare Il Dottore dal campo di battaglia; il primo ad attaccare fu Scorpio con la sua pistola laser; i primi tre colpi furono evitati dal Dottore … trovandosi così in netto vantaggio sull’ Alchimista. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto … Il Dottore era stato colto di sorpresa dall’Alchimista che gli puntava contro la pistola laser dicendo :
“Sei finito Dottore! Di le tue preghiere …”
Il Dottore cercò di contrattaccare con il suo cacciavite sonico l’avversario ma sfortunatamente gli cadde da mano e Scorpio con un calcio … lo allontanò da lui in modo che non lo recuperasse …
“Jack dobbiamo fare qualcosa per salvare il Dottore; altrimenti morirà …”
“Addio … Dottore …”
Disse l’Alchimista poco prima di sparare il colpo che per Il Dottore sarebbe stato Fatale. Il colpo di grazia era stato sparato e per il mio compagno di viaggio non c’era più niente da fare; stava per morire ed io non potevo fare nulla per evitarlo … fino a quando non intervenne il capitano Jack Harkness che si lanciò su di lui per salvarlo. Aveva preso il colpo al posto suo e un attimo dopo l’Agente del Tempo era temporaneamente morto mentre il mio Dottore giaceva a terra svenuto a causa della caduta. Adesso toccava a me pareggiare i conti con Scorpio e porre fine al combattimento una volta per tutte …
“Bene Scorpio ! Adesso siamo soltanto io e te. Avanti , fatti sotto e fammi vedere quanto sei bravo a combattere …”
Quando l’Alchimista si avvicinò a me per guardarmi negl’occhi si mise a ridere e mentre giocherellava con la sua
pistola laser mi disse : 
“Un umana che vuole sfidare un Nephilim ? Sembrerebbe una follia e poi … io non combatto con le donne …”
“Cosa c’è ? Hai forse paura di essere sconfitto da una donna ...”
“Io sconfitto ?Aha! Baggianate . Nessuno mi ha mai sconfitto! Non c’è riuscito Il Dottore e non ci riuscirai nemmeno tu che sei un insignificante umana !”
“Aha ! Stento a crederci. Un uomo del tuo calibro non dovrebbe temere un umana giusto ? Sai cosa sei Scorpio ? Un codardo !
Ecco cosa sei !”
“Bada a come parli signorina o ti farò rimpiangere di essere nata !!”
“Oh ma davvero?! Uh … sto tremando di paura...”
Gli dissi con un tono di sfida mentre lo guardavo diritto negl’occhi senza alcun timore.
“Avanti Scorpio … fammi vedere chi sei ; perché non vieni qui e non provi ad uccidermi codardo !!!”
“Smettila di chiamarmi codardo !! Non lo tollero!!”
“Codardo!!!”
“Smettila ho detto !!”
“Codardo!!”
“Finiscila Subito!!”
“Altrimenti che cosa fai … codardo!! Mi uccidi ?”
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e all’Alchimista gli salirono i nervi non solo dalla rabbia ma anche dalla bramosia di combattere e vendicarsi …
“Bene … visto che ci tieni tanto a finire all’altro mondo … ti accontento subito mia cara … ”
“Prima d’ iniziare il nostro combattimento … vorrei avere la possibilità di scegliere l’arma …”
“Come desideri dolcezza; con quale arma vorresti combattere ?”
“Che ne dici di un’affilatissima spada ?”
“Per me va bene . Capitano Grey ? Le spade per favore?”
“Subito, mio Signore !”
Le armi ci furono consegnate e il combattimento che era stato sospeso dal Dottore lo ripresi io con un unico scopo : sconfiggere l’Alchimista e fuggire al più presto da Vertigo V illesa insieme al Dottore e il capitano Jack Harkness … devo ammettere che il mio avversario era molto bravo a maneggiare la spada ma mai quanto me …
“Touché! 1- 0 per me …”
“I miei complimenti Madame ! Siete molto brava a maneggiare la spada; chi vi ha insegnato?”
“Beh ! Quattro anni di scherma sono serviti …”
Il combattimento proseguì a gran velocità ed io ero in netto vantaggio sul mio avversario : «Tre passi avanti e colpisci la cintura; quattro passi indietro e colpisci con la punta della spada il braccio dove brandisce l’arma e disarmalo; punta verso il cuore, guardalo diritto negl’occhi e uccidilo a sangue freddo...»
“Che cosa aspetti? Uccidimi finché sei in tempo … giovane Pearl …”
“No. Non lo farò Scorpio ! Io non sono un’assassina a sangue freddo …”
“Io, invece si !”
Cosi Scorpio … senza nemmeno pensarci due volte … estrasse un pugnale da sotto la manica destra della sua mantella e mi colpì a sangue freddo diverse volte all’addome lasciandomi a terra priva di sensi per poi scomparire nel nulla teletrasportandosi …
“Adieu Cherì !!”
Nel frattempo il capitano Jack Harkness … era ritornato nel regno dei vivi mentre Il Dottore riprese conoscenza e quando mi videro distesa per terra ferita … accorsero in mio soccorso ed entrambi erano preoccupati per le mie condizioni di salute …
“Oh mio Dio Pearl !! Chi ti ha ridotto cosi ? Rispondimi.”
“Che cosa le è successo Jack?”
“E’ stata gravemente ferita all’ addome; ha bisogno di cure.”
“Voglio sapere chi è il bastardo che l’ha ridotta cosi! Se lo trovo giuro … che lo uccido
con le mie stesse mani anche a costo della mia vita stessa.”
Il Dottore era arrabbiato con se stesso perché non era riuscito ad evitare tutto questo scempio. Voleva ad ogni costo trovare colui che lo aveva colpito nel profondo ferendo quasi a morte la sua giovane Pearl e nel suo sguardo non c’era altro che odio per quello che gli aveva fatto.
“Dobbiamo subito portarla via da qui; presto Jack! Aiutami a riportarla all’ interno del TARDIS e scappare da Vertigo V.”

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Capitolo 9
*** Capitolo VIII: Fuga da Vertigo V ***


 
 

 
 
Jack e il Dottore raggiunsero il TARDIS e mi adagiarono nel letto della mia camera. Io ero in una specie di dormiveglia … ero cosciente di tutto ciò che mi accadeva intorno ma non riuscivo a svegliarmi... era come se qualcosa mi impedisse di controllare il mio corpo. Vedevo il dolore e la disperazione del Dottore e non potevo farci nulla. Mi faceva male... era sempre al mio capezzale … non mangiava ne dormiva... rimaneva lì, a vegliare su di me. Ogni tanto una lacrima solcava il suo volto.
Avrei voluto svegliarmi ed urlargli di reagire, dirgli che sarebbe andato tutto bene e che non doveva mollare. Invece rimanevo nel mio dormiveglia … senza la possibilità di fare nulla. Sentii Jack chiedere al Dottore se c'era stato qualche cambiamento.
“Qualche cambiamento Dottore ? ”
"Nulla. La ferita è molto grave e Pearl non è in grado di controllare la rigenerazione. E' un Signore del Tempo solo da pochi giorni."
All'improvviso sentii un dolore atroce, che mi svegliò dal mio torpore.
"Dottore..." mormorai sofferente, "Che cosa mi succede?".
Il Dottore, che appena si era accorto che avevo ripreso conoscenza mi si era avvicinato,
cominciò a darsi delle pacche sulla testa:
"Pensa Dottore, pensa... l'energia rigenerativa sta prendendo il sopravvento... Pearl non è in grado di gestirla... come fare?
Mi servirebbe qualcosa... ma certo!!!! che stupido … la soffitta …"
Detto questo corse via. Ritornò dopo un attimo con in  mano un contenitore di plexiglass.
"Dottore … che succede? A cosa serve quel contenitore?" chiesi tra un lamento e l'altro.
"Pearl, non ti preoccupare... andrà tutto bene. Cercherò di invertire il tuo processo rigenerativo.
Questo contenitore ha la capacità di contenere la tua energia rigenerativa.
In questo modo potrò indirizzarla solo verso la ferita. Così potrai guarire e non ti rigenererai. "
Lo guardai negli occhi e vidi la sua determinazione a salvarmi ad ogni costo.
"Va bene Dottore, mi fido di te! " gli dissi, prima di svenire di nuovo... Quando aprii gli occhi mi sentii subito diversa. Quel dolore atroce era completamente svanito.Alzai lo sguardo e vidi il Dottore seduto ai piedi del mio letto che mi sorrideva. Con volto sereno mi disse :
“Buongiorno dormigliona! E’andato tutto bene. Ora devi soltanto riposare .”
"Grazie, Dottore! Mi hai salvato la vita. ”
Mi sentivo ancora debole e piano piano i miei occhi si chiusero. Poco prima di cadere tra le braccia di Morfeo sentii il Dottore
accarezzarmi il volto dolcemente e, dopo avermi dato un bacio sulla fronte, lo sentii mormorare:
"Sogni d'oro … riposa, angelo mio."
I giorni passarono veloci come le ore. Mi sentivo sempre meglio, proprio come mi aveva detto il Dottore. Passavo le giornate con lui e Jack: loro mi facevano ridere, mi facevano rilassare. Non avevo più avuto visioni, così anche la mia mente poté riposare.
Una mattina mi trovavo in cucina, intenta a prepararmi un delizioso tè alla cannella (cosa c'è di meglio di una bella tazza di tè per riposarsi?!) quando la mia quiete fu interrotta dalla voce squillante e canterina del Dottore.
"Come siamo allegri oggi!", dissi sorpresa, "Che cosa succede?".
Il Dottore mi guardò, con uno stupendo sorriso stampato in faccia:
"Niente. Perché?".
“No, nulla … chiedevo solo! Gradisci una tazza di tè? L’ho appena preparato …”
Il Dottore si sporse verso la mia tazza:
"E' tè alla cannella?" mi domandò.
“Si, perché ?”
“ E’ il mio preferito!!” mi rispose, sempre sorridendo.
“Ne vuoi un po’?”
“Volentieri! Con due zollette di zucchero ed una goccia di latte.”
Dopo aver servito il tè al Dottore, ci sedemmo attorno al tavolo e chiacchierammo a lungo.
Improvvisamente gli chiesi: “Come mai sei così di buon umore?”
“Mia cara Pearl … io non sono di buon umore. Direi che sono di ottimo umore! "
“Perché? E' successo qualcosa di particolare che non so?”
Stupita vidi che il Dottore era in imbarazzo:
"Beh... Ecco... veramente io... diciamo che ho capito una cosa molto importante...
diciamo che ho notato di provare delle sensazioni nuove e... ecco... mi fanno sentire felice...”
"Che tipo di sensazioni? Dai Dottore!! Ora sono curiosa..."
dissi, cercando di spronarlo a parlare. Lui non rivelava mai niente di sé ed ora che aveva cominciato ero davvero curiosa di sapere
qualcosa di lui.
"Beh Pearl... è complicato... direi che... mi sono innamorato... "
Rimasi molto stupita di questa sua rivelazione. Era innamorato? E di chi? Sentii improvvisamente un groppo a livello dello stomaco …
cosa mi stava succedendo?
"Innamorato? Di chi?" chiesi. Mi resi conto che, nonostante volessi conoscere l'identità della persona che aveva rubato il cuore del Dottore, avevo paura della risposta. E in un attimo realizzai: volevo essere io quella donna. Io ero gelosa di lei! Il Dottore mi guardò e sfoderò nuovamente il suo irresistibile sorriso:
"Di te, Pearl ...e di chi altro? "
Il cuore cominciò a battermi all'impazzata. Avevo sentito bene? Lui era davvero innamorato di me?
Spensi il cervello, mollai la tazza lì sul tavolo e lo abbracciai, stringendolo forte a me.
Il Dottore mi strinse a sua volta poi si allontanò quel tanto che bastava per guardarmi negli occhi.
"Anch'io credo di essermi innamorata di te, Dottore" gli dissi sorridendo.
Ero al settimo cielo. Sempre armato del suo splendido sorriso, il Dottore si avvicinò al mio viso.
Con una mano mi spostò una ciocca di capelli, continuando a guardarmi negli occhi.
Io mi persi nei suoi magnifici occhi verdi. Dopo quelle che mi parvero ore decise di porre fine allo spazio tra noi e posò le sue
labbra sulle mie. Fu un bacio molto dolce, che mi fece capire quanto profondo
era il suo sentimento per me.
"Ti amo Dottore. Ti amo da impazzire ..."
gli dissi sorridendo mentre lo guardavo con occhi dolci e lo sguardo sereno.
"Ti amo anche io Pearl. Più della mia stessa vita..."
Mi rispose e poi mi baciò nuovamente sulle mie labbra con passione. Volevo che quel bacio durasse in eterno e mentre ci baciavamo e
ci godevamo il nostro attimo d' intimità ...
la voce di Jack c'interruppe dicendo :
"I miei complimenti ! A quando le nozze ?"
Quando ci rendemmo conto della sua presenza ... io e il Dottore ci staccammo di botto; entrambi ci sentivamo imbarazzati come due liceali alla loro prima cotta.
"Era ora che ti dichiarassi! Non ti sopportavo più, ce ne voluto di tempo.... prima che decidessi di fare il grande passo; credimi Pearl .... non faceva altro che parlarmi di te.
Quanto è bella Pearl, quanto è sexy Pearl , sono follemente innamorato di lei..."
"Che cosa vuoi Jack ? Perché sei venuto qui ?"
Disse il Dottore con un tono leggermente adirato mentre mi stringeva forte le mani.
"Niente...eravate spariti..."
"Beh... che ne dite di un viaggio? E' troppo che stiamo riposando..." propose il Dottore cercando di distogliere l'attenzione di Jack dalla situazione che aveva interrotto...
"Ci sto!! " esclamai io felice...
"D'accordo... andiamo..." disse a sua volta Jack...
"Perfetto!! Allora Allons-y!!! "

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Capitolo 10
*** Capitolo IX: Una Nuova Avventura ***






Il TARDIS aveva iniziato a vagare all’interno del tunnel spazio - temporale; senza una meta precisa. Durante il nostro viaggio nel tempo … il mio adorato Dottore, mi stava insegnando a controllare la rigenerazione. Facevo dei notevoli progressi e Il Dottore mi guardava incantato e con il suo sguardo da innamorato … non faceva altro che ammirarmi di continuo in tutto ciò che facevo.
“Sembra che tu sia in grado di controllare l’abilità della rigenerazione;ma per verificarlo … devo fare un ultimo test …”
Il Dottore prese un coltello dalla tasca della sua giacca e mi fece un taglio profondo sulla mano …
“Ma dico … sei impazzito? Mi hai appena ferito una mano …”
Dissi con un tono leggermente adirato ed un pizzico di collera.
“Avanti. Fammi vedere se sei in grado di rigenerarti senza cambiare l’aspetto e la personalità … “
Mi concentrai al massimo sul mio obiettivo: rigenerare una parte determinata del corpo senza cambiare l’aspetto e la personalità; sapete non era cosa semplice da fare ... per riuscirci, ci volevano anni di addestramento prima … di poter essere in grado di gestire la rigenerazione e con mio stupore … notai che ci ero riuscita in grande stile.
Ero strafelice di ciò che avevo appena fatto e dall’entusiasmo gridai :
“Non ci posso credere ?! Questa volta ci sono riuscita davvero !!!”
“ Si, Pearl . Ci sei riuscita; sono fiero di te. Vieni qui ed abbracciami amore mio …”mi disse Il Dottore sorridendo e dandomi un passionale bacio alla francese; quando tutto sembrava perfetto … Jack c’interruppe per avvertirci che il TARDIS era atterrato.
“Ehi piccioncini ? Vi volevo dire che il TARDIS è appena atterrato su di un magnifico prato fiorito. Venite a vedere …”
cosi ci allontanammo dalla zona di allenamento del TARDIS ed uscimmo all’ esterno per capire dove fossimo …
“Dottore ? Dove siamo ?”
“Sembrerebbe essere il Pianeta Terra Pearl …”
"Non è la Terra Dottore... Guardati intorno... sembrerebbe Londra ma non può essere... ci sono due Soli!!" lo corresse Jack.
"Già... non l'avevo notato..." confermò lui, grattandosi la testa.
Il mio Dottore mi prese per mano, mi sorrise e mi disse:
"Dai Pearl!! Andiamo a scoprire dove siamo!!"
La sua allegria era contagiosa, per cui non potei fare a meno di sorridergli a mia volta.
"Andiamo Dottore!! Jack vieni?".
Jack era rimasto sulla porta del TARDIS e rispose dicendo:
"No, no... Andate voi. Laggiù c'è una città... qualcuno deve pur andare
a fare rifornimenti... Ci vediamo qui al TARDIS questa sera. Buon divertimento!!".
Detto questo si diresse dalla parte opposta rispetto alla nostra.
Capii che Jack lo aveva fatto per lasciarci un po' da soli...
"grazie Jack..." sussurrai, consapevole che non mi avrebbe sentito.
"Forza Dottore... dove volevi portarmi?" gli chiesi sorridendo.
Lui mi diede un rapido bacio sulle labbra e poi si diresse verso un bosco li vicino. Camminammo per un paio d'ore, continuando a parlare, a ridere e a scherzare. Ad un tratto arrivammo in riva ad un magnifico lago... e ne rimanemmo incantati. Quel posto era davvero magnifico; l'ideale per un atmosfera romantica... così io e il Dottore, decidemmo distenderci sulla riva del lago ed ascoltare ogni singolo suono della natura che ci circondava; sentivo il fruscio delle foglie che cadono e il vento mi sfiorava i capelli, Il Dottore mi sfiorava il volto con un fiore mentre mi vedeva riposare ...
"Pearl ? Non trovi che questo posto... sia magnifico?"
“Si, Dottore! Lo è davvero. Guarda il cielo; non ti sembra stupendo?”
“E’ davvero bellissimo; ma mai quanto sono i tuoi occhi blu profondi …”
Mi disse mentre mi metteva una rosa fra i capelli e mi accarezzava il volto dolcemente.
“Lo sai, che ti sta proprio bene; questa rosa fra i capelli … s’intona con le tue labbra rosse, come la passione che ci unisce …”
Quando sentì quelle intense parole d’amore; uscire dalla bocca del Dottore … il mio cuore umano,
fece i salti di gioia e i miei occhi s’inumidirono dalla commozione e quelle lacrime che mi rigarono il viso … non erano lacrime di gioia, ma erano lacrime di felicità e una di quelle lacrime … bagnò la mano del mio Dottore che si preoccupò .
“Pearl; perché stai piangendo ? Qualcosa non va ?”
“No, Dottore! Non c’è niente che non va; anzi, è tutto perfetto e solo che … sembra cosi stupido; piangere quando si è felici …”
“No, Pearl! Non è affatto stupido; sei bellissima e terribilmente sexy quando piangi che …mi viene voglia di saltarti addosso e coccolarti.” Il Dottore si mise su di me ed iniziò a farmi il solletico con un unico scopo: quello di farmi ridere e per tutto il tempo … ci rotolammo nell’erba; come se fossimo due bambini.
“Dai ! Smettila di farmi il solletico; non credo che potrò resistere ancora a lungo!!”
Continuava a farmi il solletico. Non aveva nessuna intenzione di smettere e poi all’ improvviso … ci fermammo, ci guardammo negli occhi e … ci baciammo con passione e desiderio; quel bacio … fu il migliore che io avessi mai ricevuto dal Dottore; entrambi eravamo fortemente legati da un sentimento chiamato amore; e quel legame indissolubile … non poteva essere spezzato da niente e da nessuno; nemmeno dalla morte stessa. Nel frattempo … sul pianeta simile alla Terra, era calata la sera e Jack stava ancora vagando per la città; in cerca di qualche bar per i non – eterosessuali per soddisfare i suoi bisogni mortali anche se non lo era , quando lo trovò … vi entrò al suo interno per bere qualcosa . Il locale dove era entrato; era in stile moderno, con le pareti chiare e il bancone nero e dietro di esso … c’era un affascinante Barman alto e dalla carnagione dorata, con i capelli castani e gli occhi verdi con addosso una camicetta attillata di lino nero e a mezze maniche.
“Ehi, straniero ? Che cosa ti servo ?”
“Mi dia uno Scotch doppio con ghiaccio; per favore …”
“Tieni! Offre la casa !” Gli disse il giovane Barman,una volta versato lo Scotch nel suo bicchiere.
“Grazie! Come ti chiami ?”gli chiese.
“Antoine; e tu ?” gli chiese sorridendo.
“Jack; piacere di conoscerti.”
“Dimmi un po’ Jack; sei di queste parti ?”
“Ecco … veramente no; sono solo di passaggio. Devo fare qualche rifornimento per il viaggio …”
Il tempo passò velocemente e Jack aveva perso la cognizione del tempo.
Doveva scappare altrimenti avrebbe mancato l' appuntamento con Pearl e il Dottore!
"Scusami Antoine.... sai dirmi che ore sono?"
"Le 21.00 circa, perché ?"
"Dio! Come è tardi!! Devo andare, ho un appuntamento e non posso mancare.
E' stato un piacere conoscerti. Addio."
Jack tentò di alzarsi ma qualcosa lo fermò. All'improvviso sentì le gambe pesanti e gli si annebbiò la vista.
Di colpo cadde sul pavimento del locale, privo di sensi. Nel frattempo... io e Il Dottore, c'incamminammo
sulla strada che ci avrebbe riportati al TARDIS, dove avevamo appuntamento con Jack. Ma quando arrivammo
dove avevamo parcheggiato il TARDIS non c'era nessuno...
"Che strano... Jack non è qui... eppure sono le 21.30 passate. Lui è sempre puntuale..." dissi, cominciando a preoccuparmi.
"Arriverà vedrai ...dobbiamo soltanto aspettare." mi rispose il Dottore con tono rassicurante e speranzoso. Quando appoggiai la mia mano sulla porta del TARDIS ebbi una visione...mi sembrava diversa dalle altre... pareva che fosse ambientata nel passato … quando le immagini sparirono dalla mia testa mi sentii strana, intontita, come se fossi stata drogata con un sonnifero e fossi svenuta. Capii che era quello che era accaduto a Jack. Guardai il Dottore ma appena cercai di dire qualcosa le mie gambe cedettero. Il Dottore notò il mio mancamento e subito mi sorresse. Preoccupato mi chiese:
"Come stai Pearl ? Va tutto bene?"
"Tranquillo, Dottore! Io sto bene; è Jack ad essere in pericolo!!"
"In pericolo ? Come fai a saperlo?"
"Ho appena avuto... una visione su Jack ..."
"Una Visione? Cosa hai visto?"
mi chiese il mio compagno stupito e allo stesso tempo preoccupato.
"Dottore … Jack è stato rapito!"
“Rapito? Da chi ?”
“Dobbiamo subito andare a cercarlo!!!" 
Cosi io e il Dottore ci allontanammo dal TARDIS e ci dirigemmo verso la città per cercare Jack, basandoci su ciò che avevo visto. Cercammo in lungo e il largo … dopo una mezzora di ricerca infruttuosa notai un bar … sembrava proprio quello dove
Jack era entrato prima di  venire rapito! Quando vi entrammo notai subito il giovane Barman … era con lui che Jack aveva parlato … era stato lui a stordirlo!!
“ Dottore? E’ qui che Jack è stato drogato ed è lui" dissi, indicando il barman "la persona con cui parlava.”
Il Dottore si avvicinò a lui... e lo prese per il colletto della camicia! Rimasi molto stupita di questa sua reazione...
il Dottore teneva molto a Jack...
“Ma sei pazzo?! Mettimi giù!! Che volete?”
Il giovane si dibatteva, cercando di liberarsi dalla presa del Dottore … ma, con un impeto di orgoglio, notai che il
mio uomo era molto più forte di lui!
“Dove hai portato il capitano Jack Harkness?”
“Non conosco nessun Jack Harkness! Non so chi sia!!” cercava di difendersi lui … ma si vedeva nei suoi occhi: mentiva!
“Tu menti!!” gli urlai contro mentre lo guardavo fisso nei suoi occhi verdi, con lo sguardo colmo di rabbia e rancore.
“Mentire? Perché dovrei ?”
“Credi che non lo sappia che sei stato tu a drogarlo e a rapirlo?” ribattei adirata.
“Senta, io non ho rapito nessuno, e non ho la minima idea di cosa stia parlando! Ultimamente ho dei vuoti di memoria, come se soffrissi di una specie di amnesia …”
“Amnesia hai detto ?”chiese il Dottore con tono curioso al giovane Barman,“Da quanto tempo?”
“Tutto è cominciato all’incirca cinque giorni fa, è venuto un tipo strano … era un buffo omino blu, con delle enormi orecchie da cane, la sua pelle era molliccia e rugosa e i suoi occhi avevano il colore dell’ambra …”
“Ne sei sicuro?”
“Si, certo che sono sicuro!!”
Appena sentita quella descrizione, vidi il Dottore irrigidirsi.. "Dottore.. sai chi è??" gli chiesi.
Lui annuì e mi disse: "E' un Satrax... e quando c’è un Satrax in giro arrivano i guai!".
Analizzai l'ambiente circostante con il mio cacciavite sonico e rilevai un' intensa attività telepatica da dietro il bancone. Avvertii subito il Dottore che i valori erano fuori scala. Lui prese il suo cacciavite sonico per verificare di persona la mia teoria.
“Hai ragione Pearl ! Che cosa c’è li dentro Antoine?”
“Non c’è nulla … è soltanto un innocuo sgabuzzino …”
“Dobbiamo entrare li dentro.. e scoprire cosa c’è …”
“Non potete farlo !! Non ne avete il diritto!”
“Facci entrare o saremo costretti ad usare la forza!”
Il giovane barman, si mise davanti alla porta e non aveva nessuna intenzione di cedere a compromessi …
“Per passare … dovete uccidermi …”
“Non credo che sia necessario perché ci farai entrare di tua spontanea volontà …” lo informai io.
Così accadde ciò che sospettavo … infatti, il giovane barman … ci fece entrare all’interno dello sgabuzzino di sua spontanea volontà, come gli avevo gentilmente chiesto e senza opporre resistenza.Quando entrammo in quello sgabuzzino, ciò che vedemmo … fu davvero sconcertante: il bar dove Jack era entrato … in realtà era un nascondiglio segreto. I Satrax vi imprigionavano gli essere umani e li rendevano schiavi del loro volere e della loro mente... e tra quelle persone … c’era anche Jack!! Lo stavano torturando.
“Basta! Smettetela ! Non vi permetterò mai d’impossessarvi della mia mente !! Non lo farò! lasciatemi!!” si lamentava lui.
“Non possiamo restare qui fermi a guardare Dottore ! Dobbiamo fare qualcosa e in fretta; prima che sia troppo tardi!!” Dissi, con un tono forte, determinato.
“Lo salveremo Pearl! Te lo prometto!” mi rassicurò il Dottore.

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Capitolo 11
*** Capitolo X: Una scelta importante ***


 



Quando Jack aprì gli occhi sembrava quasi non l'avesse fatto tanto era buio …Si accorse di essere incatenato al muro.
"Bene... pare che sia la nuova moda incatenare Jack al muro!!!" commentò sarcastico. Piano, piano i suoi occhi si abituarono all'oscurità e Jack poté notare un tavolo dall'altro lato della stanza:sopra erano posati molti arnesi strani. Jack capì subito dove si trovava.Quella non era solo una prigione … era anche una sala tortura!! Certo ... lui non poteva morire... ma il dolore lo sentiva eccome! Cercò di liberarsi, strattonando le catene … niente da fare. Erano ben fissate. I suoi pensieri furono interrotti dal sibilo della porta che si apriva... la luce lo accecò... e una strana creatura dagli occhi ambrati e la pelle rugosa, molliccia e di colore blu si avvicinò a lui e gli disse :
"Ben svegliato Signor Harkness ..."
"Chi sei tu ? " gli domandò con tono curioso ed interessato.
"Il mio nome è Taurus e sono un Sergente Satrax ..."
“Che cosa vuole da me sergente?" urlò Jack contro il suo carceriere.
"Per quale motivo sono stato incatenato al muro?!”
“E’ soltanto una precauzione signor Harkness; per non farla scappare …” gli rispose l'alieno.
“Ah! Come se potessi tentare la fuga !” rispose sarcasticamente Jack.
“Sappiamo che lei e Il Dottore vi conoscete da molto tempo e che per un breve periodo siete stati compagni di viaggio, insieme a Rose Tyler durante la sua nona incarnazione e poi in compagnia di Martha Jones, durante la sua decima incarnazione …”
continuò il Satrax, ignorando le lamentele di Jack.
“E con questo … che cosa vuole dire ?”
“Voglio dire che lei, signor Harkness, ci dirà tutto ciò che riguarda Il Dottore e la sua attuale compagna: la giovane Pearl Jasmine Bartowski. Dopo sarà libero di andare per la sua strada.”
"E se io... mi rifiutassi di collaborare ? Che cosa mi succede ? "
"Beh, in questo caso... la torturerò fino alla morte affinché non deciderà di parlare signor Harkness. "
Udendo ciò Jack sorrise e disse: "Faccia pure sergente. Mi torturi se vuole ma le assicuro che dalla mia bocca non uscirà una sola parola sul Dottore e su Pearl. Preferisco morire piuttosto che tradire la fiducia dei miei compagni ..."
“Bene … visto che la mette così signor Harkness, dovrò farla parlare con la forza …”
Il sergente Satrax di nome Taurus si diresse verso il lato opposto della stanza, dove c’erano tutti i tipi di strumenti per la tortura, disposti in modo preciso ed ordinato sopra il tavolo. Ne scelse uno a caso e poi disse :
“Sa signor Harkness … io conosco ogni singolo metodo di tortura, dalla più lieve alla più atroce, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Allora … vediamo un po’… con quale potrei iniziare? Ci sono. Signori? Provvedete a privare il signor Harkness della sua camicia …” I soldati Satrax ubbidirono senza alcun indugio al loro capo. Jack rimase a torso nudo mentre Taurus stava riscaldando con l’accendino diversi oggetti, fino a renderli roventi.
“Mi dica signor Harkness. Quali sono i punti deboli del Dottore?”
Jack si rifiutò di rispondere e il sergente prese un oggetto arroventato fra le sue mani ben protette e lo marchiò a fuoco, bruciandogli prima una mano e poi un braccio ma Jack non dava segni di cedimento, anche se provava un dolore atroce.
“Fa male vero? E’ bello sentire l’odore della carne che brucia: mi eccita.
Ti ripeto la domanda : Quali sono i punti deboli del Dottore?”
“Non li saprà mai sergente! Non glieli dirò!”
Il sergente lo continuava a torturare e a fargli del male.
Io e il Dottore ci trovavamo all'esterno della sala tortura a guardare, incapaci di agire. Non avevamo ancora un piano, ma soltanto delle possibili ipotesi per salvarlo.
"Dobbiamo subito escogitare un piano per salvare Jack!" dissi, guardando il Dottore.
Non sopportavo che una persona a me cara dovesse soffrire.
"Dobbiamo trovare un modo per distrarre le guardie di sorveglianza..." constatò il Dottore.
Il mio uomo si grattava la testa da qualche minuto per cercare un modo per distrarre le guardie di sorveglianza, ci pensò per un po’e poi mi disse:
“Ecco che cosa faremo: Io cercherò di distrarre le guardie mentre tu, di soppiatto, ci aggirerai e libererai Jack. Andiamo?” Anche lui non sopportava le grida di Jack: era ansioso di saperlo al sicuro. Fece per muoversi quando lo fermai, prendendolo per un braccio. Lui mi guardò, curioso. Io scattai e gli diedi un rapido bacio sulle labbra:
"Sta attento, ti prego..." Il Dottore mi sorrise con amore e annuì. Poi entrò nella stanza.
"Salve a tutti!! Io sono il Dottore …" disse per attirare l'attenzione dei Satrax. Jack lo guardò.
"Che fai qui?? Loro vogliono te... scappa!!" esclamò stupito. Il Dottore scosse la testa e tornò a rivolgersi agli alieni:
"Chi è il vostro capo? Voglio parlare con lui!"
Il mio compagno si mise a camminare, in modo che gli alieni dessero le spalle alla porta: in questo modo potevo entrare senza essere vista! Sentii uno dei Satrax rispondere:
“E’ un vero onore per me conoscerti, Dottore. L’ultimo Signore del Tempo … unico superstite del pianeta Gallifrey. Ti stavamo aspettando. Io sono il sergente Taurus.”
“Che cosa volete da me?? Sono praticamente certo che noi non ci siamo mai incontrati..."
“Hai ragione. Ma molti anni or sono un Signore del Tempo, chiamato il Maestro, venne sul nostro pianeta : Satraxi.
Egli lo distrusse e rese schiavi tutti i suoi abitanti. Io e i miei fratelli riuscimmo a scappare e a metterci in salvo su questo pianeta ma prima di fuggire gli giurammo che la nostra vendetta sarebbe ricaduta su tutti i Signori del Tempo, fino all’ ultimo. Ed è per questo che ti uccideremo senza pietà, Dottore!” disse Taurus, con la rabbia negli occhi.
"Mi dispiace per quello che vi ha fatto il Maestro … ma io non sono come lui!! Io riuscirò a fermarvi!"
Mentre diceva questo, il Dottore aveva fatto cadere con il piede una tanica di benzina, senza farsi vedere dai suoi avversari. La benzina si era sparsa per tutta la stanza. Poi prese l'accendino sul tavolo e cominciò a giocarci.
"E cosa farai per fermarci, Dottore??" chiese il Satrax, sfidandolo.
“Fai un altro passo Taurus … e questo posto salterà in aria …”
Il sergente si accorse della benzina e, sorridendo, disse:
“Stai bleffando Dottore! Non faresti mai una cosa del genere …”
“Tu credi?? Hai rapito un mio amico … e l'hai torturato davanti ai miei occhi … credi davvero che lascerò impunito tutto ciò?? Nemmeno io sono così paziente...” rispose con spavalderia.
Nel frattempo io, grazie al mio cacciavite sonico, ero riuscita a liberare Jack dalle catene e portarlo in salvo.
“Come ti senti Jack? “ Gli chiesi con tono preoccupato.
“Uno schifo... ma me la caverò … grazie per avermi salvato, Pearl …”
mi rispose con tono affaticato e sofferente.
“Ce la fai a camminare?”
“Si … credo di si …”
Ci avviammo verso la porta. Quando il Dottore ci vide, lasciò cadere l'accendino acceso sul pavimento e corse verso di noi. Purtroppo il fuoco divampato nella stanza era riuscito a fermare i Satrax solo per alcuni secondi, e ora erano dietro di noi.
“Dobbiamo trovare un modo per seminarli e raggiungere il TARDIS in fretta.”
dissi al Dottore mentre attraversavamo il corridoio che ci avrebbe portati verso la libertà.
Ma proprio quando la fortuna sembrava girare dalla nostra parte, sentii degli spari.
Quando mi girai per vedere cosa fosse successo rimasi pietrificata. I miei occhi si riempirono di lacrime di dolore e di terrore. Il mio adorato Dottore si accasciò a terra privo di sensi. Era stato gravemente ferito da un soldato Satrax che lo aveva colto di sorpresa.
“Oh mio dio !! Dottore ? Rispondimi ti prego …” dissi piangendo ed inginocchiata sul suo corpo privo di sensi.
"Ti prego svegliati!!!"
Jack prese in braccio il Dottore svenuto e mi disse:
"Andiamo Pearl... portiamolo al TARDIS!!"
"Tu vai Jack... io arrivo subito..."
“Che cosa hai intenzione di fare Pearl?”
Non gli risposi … guardando il mio sguardo determinato, Jack si decise ad andare, lasciandomi da sola ad affrontare i Satrax. Il mio unico scopo era riuscire a fermarli.
“Bene, bene!! E cosi … tu saresti la nuova compagna del Dottore. I miei complimenti!
Sei davvero un ottimo bocconcino dolcezza! Peccato, però, che dovremmo ucciderti …
Ragazzi? Uccidiamo l’ umana!!!” ordinò il sergente Taurus.
“Fossi in te … io non ci spererei troppo!”
Iniziai a combattere e a sparare proiettili a raffica con una desert eagle calibro 50 che portavo sempre con me
e che usavo soltanto in caso di necessità. In pochi secondi quasi tutti i soldati Satrax erano morti ed io avevo la pistola puntata contro la tempia del sergente Taurus. Vidi il terrore nei suoi occhi ambrati ed, inginocchiato, m’implorava di risparmiargli la vita.
“Ti prego giovane umana … risparmiami la vita …” Mi credeva un'umana … non aveva capito che anche io ero un Signore del Tempo...
“Dammi un buon motivo per cui non dovrei spararti Taurus! Mi hai portato via la cosa più importante per me...”
dissi con tono freddo e distaccato mentre lo guardavo fisso negli occhi con lo sguardo di una spietata assassina. Vidi il terrore negli occhi di Taurus. Ma non mi impietosiva... aveva ferito il Dottore... rischiavo di perdere la persona più importante della mia vita. Ero davvero intenzionata ad ucciderlo! Stavo per premere il grilletto quando nella mia mente vidi il volto del mio Dottore che mi guardava. Il suo sguardo era molto deluso... capii subito che quella sarebbe stato lo sguardo che avrei visto se avessi davvero ucciso quel mostro... Ero stupita. Il Dottore non avrebbe voluto che io compissi un atto talmente violento:
giustiziare una persona … Lentamente abbassai la mia arma. Il Satrax subito ne approfittò dicendo:
"Lasciami andare e giuro che non mi vedrai mai più … mi dispiace veramente per ciò che ho fatto!!".
"Va bene" dissi, sospirando, "ti lascerò vivere … ma solo se sparisci dalla mia vista!!
Non dovrai più incrociare la mia strada o te ne pentirai amaramente …"
"Lo giuro, lo giuro …" piagnucolò l'alieno. Gli voltai le spalle e mi diressi verso il TARDIS: volevo sapere come stava il mio Dottore... la persona più importante della mia vita... improvvisamente ebbi un'altra visione. Vidi Taurus estrarre, con un ghigno soddisfatto, un lungo coltello affilato dalla caviglia e lanciarmelo …Mi voltai di scatto e vidi esattamente la stessa scena. Riuscii a spostarmi … ma non abbastanza. La lama penetrò nel mio stomaco. Alzai la mia pistola e sparai al Satrax, uccidendolo. Con fatica mi trascinai verso il TARDIS: sentivo già l'energia rigenerativa attraversarmi. Questa volta non avrei potuto evitare la rigenerazione. Arrivai al TARDIS e, appena mi vide, Jack mi corse incontro per sostenermi.
"Pearl, che cosa è successo? Sei ferita!!" mi chiese preoccupato.
"E' finita Jack … Taurus è morto... il Dottore come sta?" biascicai, affaticata.
"Sta male... non si è ancora ripreso … E tu? Come stai? Cosa posso fare?"
"Non c'è niente da fare... mi sto per rigenerare … ma c'è una cosa che puoi fare …
portami vicino a lui... portami vicino all'uomo che amo … credo di poterlo salvare …"
Jack obbedì e mi distese vicino al corpo del Dottore. L'energia rigenerativa era ormai incontrollabile...
avvolse completamente il mio corpo e anche quello del Dottore...
Improvvisamente la sua ferita svanì e lui aprì gli occhi... Lo guardai, sorridendo …
"Ciao amore …" gli sussurrai. Lui spalancò gli occhi: aveva capito cosa mi stava succedendo...
ci era passato troppe volte... Si precipitò verso di me.
"Pearl!! Cosa ti è successo? Ti prego combatti... non puoi rigenerarti …"
I suoi occhi si riempirono di lacrime. Mi teneva la mano e con l'altra mi accarezzava i capelli.
"Non ti preoccupare, Dottore... non posso fare niente per impedire la rigenerazione...
ma almeno, prima di morire, sono riuscita a salvare la persona più importante della mia vita: te...
Ti amo, mio Dottore..." Lui si chinò su di me e mi baciò.
"Ti amo anch'io, mia dolce Pearl..."
E poi successe... mi rigenerai.

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Capitolo 12
*** Capitolo XI: Strani Comportamenti ***



 




Cosa era successo? I miei ricordi erano confusi... Decisi di aprire gli occhi. Una luce fortissima mi abbagliò ma capii di essere distesa su un letto...Quando finalmente riuscii a mettere a fuoco vidi il Dottore chinato su di me, preoccupato. Il Dottore... ricordavo che mi piaceva chiamarlo il Mio Dottore... Ma perché non riuscivo a ricordare?
"Pearl! Finalmente ti sei ripresa … Come ti senti?"
"Dottore... sto bene... mi sento solo un po' affaticata... ma cosa è successo? Sono molto confusa..."
"Non ricordi davvero nulla? " mi chiese. Il suo sguardo era molto triste.
"Solo qualche sensazione … So di essere molto legata a te..."
aggiunsi, sottovoce.I suoi occhi si riaccesero di gioia e spensieratezza.
"Ti fidi di me? Voglio provare a vedere se riesco a farti tornare la memoria..." mi chiese, speranzoso.
"Ti affiderei la mia vita" gli risposi, assolutamente certa di quello che provavo. Lui non attese oltre.
Si avvicinò a me e posò le sue labbra sulle mie. Fu un bacio molto dolce, che mi trasmise tutta la preoccupazione e l'ansia che aveva provato per me... improvvisamente dei flash attraversarono la mia mente … rividi il mio primo incontro con il Dottore,il nostro primo bacio, tutte le nostre avventure, i suoi sorrisi, i suoi abbracci,il Dottore ferito, la mia rabbia, la mia ferita, la rigenerazione... non aspettai un secondo di più... saltai al collo del mio Dottore e lo abbracciai forte, il cuore che batteva a mille. Il Dottore ricambiò l'abbraccio, stringendomi forte a sé.
"Grazie, mio Dottore... ora ricordo tutto..."
"Mia dolce Pearl... mi hai fatto preoccupare a morte!! Ma … ti sei ricordata anche della …"
"Della rigenerazione … sì … io ... non so più chi sono... Dottore, ti … piaccio ancora?"
chiesi, temendo un po' la sua risposta.
"Sei bellissima mia dolce Pearl … " mi rassicurò.
Poi sciolse il nostro abbraccio e andò nella stanza accanto. Tornò con in mano uno specchio.
"Sei pronta?" mi chiese. Io annuii. Lui girò lo specchio verso di me ... e quel che vidi mi stupì molto.
Avevo un viso ovale, di carnagione chiara. I miei occhi erano di un verde brillante, i capelli mossi,
di un castano rossiccio. Mi spuntò un sorriso … ero soddisfatta del risultato finale.
"Allora? Che ne pensi della tua trasformazione?" mi chiese il Dottore.
"Mi piace molto … " dissi, continuando a specchiarmi. Non riuscivo a togliermi gli occhi di dosso.
"Anche a me..." mi rivelò il Dottore, continuando a fissarmi sorridendo.
All'improvviso si aprì la porta e Jack si precipitò nella stanza.
"Dottore … come sta P..."
Jack aveva posato lo sguardo su di me: rimase completamente incantato.
"Mio Dio, Pearl.. sei veramente tu? Sei fantastica!"
Detto questo mi abbracciò, facendomi fare un paio di giravolte. Non potei fare a meno di ridere, divertita.
"Sì Jack. Sono proprio io … ora mettimi giù, dai!!" Il Dottore mi continuava a fissare, meravigliato.
"A che pensi?" gli chiesi.
"Sei così diversa, Pearl... così solare, raggiante … non credevo di poterti amare di più di quello che già ti amavo!"
Gli sorrisi e lo abbracciai nuovamente. Passarono i giorni. Il Dottore mi aveva costretta a riposarmi, perché :
“La rigenerazione è una faccenda complicata … porta via un sacco di energie …Devi riposarti, Pearl!”
In realtà mi sentivo in perfetta forma ma non obbiettai, per farlo contento. In fondo non mi dispiaceva un po’ di pace dopo l’avventura con i Satrax! Notai, però, che Jack si comportava in modo molto strano... sembrava essere felice, ma fingeva … si vedeva a un miglio di distanza che qualcosa lo turbava. Che cosa gli stava succedendo? Ero molto preoccupata per lui: non faceva altro che evitarci e noi non riuscivamo a capire il perché! Dovevamo fare qualcosa per aiutarlo. Ma che cosa? Chiesi al Dottore se l’aveva notato anche lui.
"L'ho notato eccome! Non fa altro che evitarci … " mi rispose, leggermente alterato.
“Vado a parlargli … vediamo se riesco a capire cos’ha … augurami buona fortuna …” aggiunsi, sorridendo.
Mi voltai per andare verso Jack quando il Dottore mi fermò, prendendomi per un braccio, e mi fece voltare. Mi diede un lungo, intenso, passionale bacio che sembrava infinito :
“Buona fortuna dolcezza !!!” esclamò sereno e sorridente.
Mi avvicinai a Jack che si trovava accanto alla console del TARDIS.
“Ehi Jack! Tutto bene?” gli chiesi, ma lui non mi rispose.
Aveva le mani appoggiate alla console, la testa bassa. Sembrava quasi che non mi avesse sentito. Decisi di riprovare.
“Jack? Che ti succede? Parlami, per favore … Io e il Dottore siamo preoccupati per te!”
Come dissi la parola “Dottore” in lui scattò qualcosa, come un innesco improvviso:
“Il Dottore? Dov’ è il Dottore? Non lo vedo !!!”
“Jack; che cos’ hai ?” gli chiesi preoccupata, mentre gli sfioravo le spalle con le mani.
“Stai lontano da me, Pearl! Potrei farti del male …” urlò lui, all’improvviso.
Il tono di voce di Jack richiamò il Dottore, che preoccupato si precipitò nella stanza.
Lo guardai, spaventata.
“Jack … Tu non mi faresti mai del male … ” gli dissi, ora un po’ impaurita.
“Pearl! Non è uno scherzo!! Mi è stato ordinato. Devo obbedire …”
“Ordinato ? Che cosa ?” gli domandai sempre più impaurita. Il Dottore mi si avvicinò.
“Io devo eseguire gli ordini! Devo rispettare il volere del mio padrone …”
Il Dottore si mise davanti a me, per farmi da scudo.
“Jack... Chi è il tuo padrone?” intervenne lui. Appena Jack sentì la voce del mio Dottore, alzò la testa di scatto.
“Dottore!! Aiutami … non posso fermarmi … ” lo supplicò, cominciando ad avvicinarsi a noi.
“Ti aiuterò Jack, te lo prometto. Ma per farlo mi devi dire che cosa è successo …
Chi ti controlla?”
“Sono stati i Satrax, Dottore! Mentre mi torturavano sono svenuto... e una volta ripreso conoscenza mi sono accorto di essere legato a
loro … Dovevo fare tutto quello che mi dicevano...Non so cosa mi abbiano fatto!! Ti prego, aiutami … siete voi i miei obbiettivi!!”.
Il Dottore tirò fuori il suo cacciavite sonico e analizzò Jack.
“Come pensavo...” disse.
“Jack.. ti hanno inserito un chip dietro la nuca … appena sotto l’attaccatura dei capelli … è quello che ti controlla!! Dobbiamo toglierlo!!”.
“Un chip?? Dio, cosa mi hanno fatto!! Non puoi avvicinarti a me … già sto lottando per non aggredirvi … non riuscirei a controllarmi
se vi avvicinaste!!”
Il Dottore mi prese per mano e, insieme, corremmo verso una delle tante stanze del TARDIS. Vidi il Dottore che prendeva una pistola. Rimasi molto stupita … Era o non era lui quello contro la violenza?! Che ci faceva con una pistola? Contro Jack, poi... Non feci in tempo a fargli nessuna domanda perché di corsa tornammo da Jack. Il Dottore gli puntò contro la pistola.
“Mi dispiace, Jack …” mormorò prima di premere il grilletto.
“Dottore no!!” gli urlai, ma troppo tardi. Jack si accasciò al suolo.
“Dottore!! Che cosa hai fatto??” gli chiesi. Ero sconvolta dal suo comportamento.
“Tranquilla, Pearl. E’ solo un sonnifero. E poi è di Jack che stiamo parlando … non sarebbe morto comunque!
Questo è l’unico modo per avvicinarci a lui senza correre pericoli …”
Tirai un sospiro di sollievo, rassicurata. Insieme ci avvicinammo a Jack.
Il Dottore gli girò la testa e mi indicò un punto.
“Ecco il chip … lo vedi?? Ora dobbiamo toglierglielo!”
Prese un coltellino e fece una piccola incisione, attento a provocare meno dolore possibile.
Finalmente riuscimmo ad estrarre il chip. Tenendolo in mano, gli puntò controil cacciavite sonico.
Il chip sfrigolò un po’ e si fuse.
“Bene... ora dobbiamo solo aspettare che si riprenda … Portiamolo nella sua stanza.”
Detto questo, con uno sforzo enorme, prese in braccio Jack e lo adagiò nel suo letto.
“Vieni, Pearl … andiamo anche noi a riposare..” mi disse, tendendomi la mano.
“Vai tu … io vorrei stare qui un po’… non me la sento di lasciarlo solo … ”
Il Dottore annuì, sorridendomi. Mi diede un bacio e se ne andò. Presi la sedia della scrivania e la misi accanto al letto.
Guardavo Jack, pensando a tutto quello che gli era accaduto da quando ci eravamo incontrati.
Avrebbe finalmente avuto un attimo di pace? Lo accarezzai, spostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte.
Poi gli presi la mano. Volevo vegliare su di lui, assicurargli un sonno tranquillo.
Ma la stanchezza prevalse quasi subito: mi appoggiai al materasso e mi addormentai.

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Capitolo 13
*** Capitolo XII: Viaggio nel passato ***




Quando aprii gli occhi Jack dormiva ancora. Qualcuno mi aveva messo una coperta sulle spalle … sicuramente era stato il Dottore. Appoggiai una mano sulla fronte di Jack: era fredda … stava bene. Decisi di andare a farmi una tazza di tè. In cucina trovai il Dottore.
"Buongiorno amore … come sta Jack?" mi chiese, sorridendo.
"Dorme ancora. Faccio un po' di tè... ne vuoi?" Gli rispondo, tra uno sbadiglio e l'altro.
"Sai che non dico mai di no ad una bella tazza di tè! Hai dormito bene?"
"Ero un po' scomoda per la verità... ma tutto sommato non male...
Mi hai coperta tu?" chiedo curiosa.
"Sì... Eri così carina..." mi rispose, accarezzandomi una guancia.
Nel frattempo avevo preparato il tè e lo stavo versando nelle tazze: una per me, una per il Dottore e una per Jack.  
Gli avrebbe fatto bene. Lasciai il Dottore in cucina e mi diressi di nuovo verso la stanza di Jack: dormiva ancora.
Mi sedetti vicino al suo letto e aspettai che si svegliasse. Dopo poco iniziò a muoversi e, finalmente, aprì gli occhi.
"Bentornato tra noi, Jack! Come ti senti?"
"Sono un po' frastornato... ma sto bene... " mi rispose, sulle labbra un accenno di sorriso. Mi sentii sollevata.
Lo abbracciai, facendo attenzione a non fargli male, e gli diedi un bacio sulla fronte:
"Mi hai fatto preoccupare a morte … temevo di averti perso...
per fortuna poi è andato tutto per il verso giusto!!"
"Mi dispiace, Pearl …"
"Ora è passato... tieni … ti ho portato una tazza di tè... ti farà bene …poi riposati ancora un po' mi raccomando!!"
"Va bene mammina..." mi prese in giro lui. Poi, sottovoce, aggiunse:
"Grazie..." gli sorrisi e lo lasciai riposare. Jack dormiva per la maggior parte del tempo: era stata veramente una brutta avventura per lui... Così passarono un paio di giorni … poi finalmente riuscì ad alzarsi dal letto. Io e il Dottore eravamo nella sala di controllo del TARDIS quando lo vedemmo arrivare, barcollante...
"Jack!! Cosa ci fai in piedi? Devi riposare ancora!!" gli dissi, preoccupata.
"Sto bene, Pearl! Sono tre giorni che non faccio altro che dormire... non ti preoccupare... Dottore. Posso parlarti un attimo? "
"Certo. Vieni, andiamo di là."
Non mi dava fastidio che Jack non volesse rendermi partecipe della conversazione... ma ero curiosa... quindi mi avvicinai
alla porta e rimasi in ascolto...
"Dottore... intanto volevo ringraziarti. Mi hai salvato."
"Ehi... siamo amici. Anche tu avresti fatto lo stesso per me …"
"Veramente ho cercato di ucciderti. E me ne vergogno molto... insomma... so che non è stata colpa mia, che ero sotto l'influenza
di quel chip … ma non posso farne a meno..." Improvvisamente Jack afferrò un polso del Dottore e gli sussurrò, in un orecchio.
"Stai attento... ci riproveranno … e sono pronti a tutto. Anche ad usare Pearl! Proteggila, Dottore!"
"Lo sai che lo farò … la proteggerò a costo della mia stessa vita!"
All' improvviso il TARDIS cominciò a sussultare... sembrava quasi che stessimo attraversando una qualche tempesta spaziale. Il movimento richiamò il Dottore e Jack. Eravamo tutti e tre nella sala di controllo.
"Pearl che sta succedendo? Hai toccato i comandi?" mi chiese il Dottore.
"Non lo so!! Io non ho toccato niente!!"
Così come era cominciato, il movimento finì.
"Forse siamo atterrati..." propose Jack.
Il Dottore si precipitò verso la porta e l’ aprì. Eravamo finiti in un giardino dall'erba verdissima. Il cielo sopra di noi era limpido, senza neanche una nuvola. Uscimmo e fissammo la casa davanti a noi... rimasi molto stupita... sapevo perfettamente dove eravamo finiti. Ma come era possibile? Perché il TARDIS ci aveva portati qui?Jack interruppe i miei pensieri:
"Questo posto... sembrerebbe Cardiff … Dottore, sai dove siamo?"
"Non ne ho..."
"Sì Jack. Siamo a Cardiff … e precisamente siamo nella primavera del 1994... tre giorni prima del mio sesto compleanno!" dissi io, interrompendo il Dottore. Continuavo a fissare quella casa. Il Dottore e Jack, invece, fissavano me.
"Pearl, tesoro... come fai a saperlo? Un'altra delle tue visioni?" mi chiese il Dottore, curioso.
"No, no … niente visioni ... questa è la casa dove ho vissuto con i miei genitori... ci ho vissuto per 12 anni... vedete laggiù? Quell'albero, appena piantato? L'abbiamo piantato io e mio padre, qualche giorno prima del mio compleanno... una volta cresciuto volevamo appenderci un'altalena … ma non l'abbiamo mai fatto. Mio padre se n'è andato prima del mio settimo compleanno... non l'ho più rivisto da allora …" Il Dottore mi si avvicinò e mi abbracciò.
"Mi dispiace, Pearl..." Lo abbracciai anche io, felice di avere qualcuno da amare e che mi amasse.
"Non fa niente … è passato molto tempo. Venite … vi presento i miei genitori!!"
Io, il Dottore e Jack ci incamminammo verso la porta di quella che era stata casa mia e
bussammo. Rimanemmo in attesa che mia madre ci aprisse. A quel tempo mia madre , era davvero una bellissima donna dai capelli biondi con lo sguardo dolce che sembrava quello di una bambina, gli occhi del colore del mare. Mio padre invece, era un uomo affascinante dai capelli castani e gli occhi color nocciola. Io adoravo mio padre. Aveva un carattere meraviglioso come quello di mia madre, entrambi erano stati degli ottimi genitori ed io li amavo per quello che erano.
“James? Dai un occhiata alla piccola Pearl; mentre io vado ad aprire la porta …”
“Va bene tesoro!”
Vedevo mia madre venirci incontro ed entrambi i miei cuori facevano i salti di gioia... i miei occhi si riempirono di lacrime... ero davvero felice. Avevo la possibilità di rivedere i miei genitori, dopo tantissimo tempo!! Il Dottore vide il mio sguardo e subito capì cosa stavo provando... in fondo anche lui poteva rivedere mia madre. Mi prese per mano e la strinse forte. Finalmente la porta d'ingresso si aprì. Mia madre ci guardava... ero come incantata... stavo per salutarla, quando notai che il suo sguardo si era posato sul Dottore. Vidi mia madre sorridere e abbracciare il mio uomo.
"Oh mio Dio!! Dottore, sei proprio tu?"
"Ciao Katy... Ti trovo davvero bene..." le rispose lui, con il suo solito sorriso affascinante. Mia madre finalmente posò lo sguardo su di me.
"Vedo che sei in compagnia, Dottore... non mi presenti i tuoi compagni?"
Non riuscivo a credere alle mie orecchie... mia madre non mi riconosceva!!
"Mamma... sono io... sono Pearl …" le dissi, disperata. Era da quando avevo incontrato il Dottore che sognavo questo momento... e niente era andato come speravo...
"Non dica sciocchezze per favore... mia figlia è bionda e ha gli occhi nocciola... non si permetta di mettere il mezzo la mia Pearl!! Dottore... Chi è questa donna?" Solo allora capii... ero diventata un Signore del Tempo... mi ero rigenerata … avevo cambiato aspetto... come avrei potuto farmi riconoscere?
"Katy …" intervenne il Dottore "... lei è veramente Pearl, tua figlia... sono successe tante cose... lei è … beh..."
"Lei è cosa? Come fa ad essere Pearl?"
"Mamma... io... sono diventata un Signore del Tempo... lo sono sempre stata in verità... ma solo dopo aver incontrato il Dottore sono riuscita a tornare me stessa... ho cambiato aspetto perché mi sono rigenerata..."
Vidi passare molte emozioni sul volto di mia madre: prima rabbia, poi confusione, incertezza ed infine stupore...
"Pearl..." sussurrò mia madre, prima di abbracciarmi forte...
vidi che il Dottore e Jack mi guardavano sorridenti...
"Katy... Chi era alla porta?"
un uomo si avvicinò a noi, con una bimba bionda in braccio... era mio padre.
"James non ci crederai!! Lei è Pearl... nostra figlia!! Viene dal futuro …"
"Ciao papà..." dissi, emozionata. Vidi mio padre sbiancare. Anche lui mi abbracciò, con il braccio libero.
"Venite, entrate..." disse mia madre "abbiamo un sacco di cose da raccontarci!"
"Io aspetto qui fuori... ho bisogno di respirare un po' di aria fresca dopo tutto il tempo passato a letto …"
disse Jack. Noi annuimmo ed entrammo in casa. Mio padre sapeva benissimo cosa voleva dire essere un Signore del Tempo ma mia madre non conosceva la verità su di lui; le aveva sempre nascosto la sua vera identità...
“Un momento...” esclamò il Dottore "come fa Pearl ad essere un Signore del Tempo? E' vostra figlia, non c'è dubbio perché vi somiglia troppo. Ma allora uno di voi due... uno di voi due è un Signore del Tempo!!" Il suo ragionamento mi fece impallidire...
non ci avevo mai pensato … Cosa mi avevano nascosto i miei genitori? Cosa mi era successo e perché non lo ricordavo?
“Non può essere Dottore! Nessuno di noi due è un Signore del Tempo... altrimenti lo saprei!! Vero James?” esclamò mia madre, sicura. Mio padre ammutolì di colpo e non sapeva cosa dire. Vidi mia madre impallidire, spaventata dal silenzio di mio padre. Finalmente ruppe il silenzio e disse :
"Sapevo che prima o poi ... sarebbe successo! Ascoltami Katy... io sono sempre stato un Signore del Tempo e fra la mia gente
ero una leggenda. Tutti mi conoscevano con il nome di James il Temerario. Tutto è cominciato con l'Ultima Grande Guerra Temporale tra i Signori del Tempo e i Dalek su Gallifrey : il nostro pianeta di origine. La guerra si concluse con l'annientamento di ambo le parti e il nostro pianeta fu sospeso in un blocco temporale... io sopravvissi, mi resi umano e mi rifugiai sulla Terra. Oltre a me sopravvissero altri due Signori del Tempo, il Dottore e il Maestro, e un Dalek confinato sulla Terra dai meandri dello spazio – tempo. Ecco! Ora sai tutto!” concluse mio padre.
Non ci potevo credere … mi aveva sempre mentito! Guardai il Dottore, in cerca di una spiegazione. Vidi che anche lui era stupito: capii che non l'aveva riconosciuto...
“Perché non me lo hai mai detto James?” esclamò adirata mia madre.
“L’ho fatto per proteggere te e la bambina Katy … per tenervi al sicuro...” le rispose con tono serio.
“Allora se lo hai fatto per proteggerci … perché io non mi ricordo di essere una Figlia del Tempo ed un Signore del Tempo? ” intervenni io con tono curioso e allo stesso tempo adirato.
“Quando eri una bambina … ti ho privato della tua essenza di Signore del Tempo e ti ho resa umana; l’ho rinchiusa in questo orologio …” mi disse, mostrandomi un orologio da taschino d’argento: “… si chiama orologio dell’ eternità; tutti i Signori del Tempo ne hanno uno!
Esso racchiude tutta l’essenza del Signore del Tempo e tu … non lo hai mai ricevuto …”
“Che cosa? Perché lo hai fatto? “ gli chiesi stupita.
“L’ho fatto perché volevo … che non ti rintracciassero mai ...”
“Chi papà? Chi non deve rintracciarmi?” lo incalzai.
Mio padre stava per darmi una risposta ma … il bussare insistente alla porta catturò la nostra attenzione.
“James? Ci sei? Sono il capitano Jack Harkness; ho bisogno di parlarti con urgenza …”
Perché Jack era così agitato? E cosa voleva da mio padre... l'aveva appena incontrato eppure sembrava si conoscessero. Non feci in tempo a chiederlo a papà che questi urlò:
“Nascondetevi, presto!! Il capitano Jack Harkness non deve sapere che siete qui!! se vi trova … rischiate di essere uccisi da loro …”
“Loro? Loro chi?” chiesi io, con tono preoccupato.
“L’oscurità è vicino e gli oscuri Signori del Tempo ritorneranno … loro vogliono te Pearl; ed io non posso salvarti! ”

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Capitolo 14
*** Capitolo XIII: Viaggio nel passato parte II ***





 

Il capitano Jack Harkness continuava a bussare con insistenza alla porta, ma mio padre si ostinava a non rispondere.
"James, è inutile che ti nascondi! Tanto lo so che sei in casa, insieme a tua moglie e a tua figlia. Ti consiglio di non fare storie e di aprire questa dannata porta... o saremo costretti a buttarla giù con la forza!!!" gridava minaccioso. Poco prima che Jack sfondasse la porta, mio padre mi prese per un braccio e trascinò me e il Dottore in un nascondiglio, sotto le assi del pavimento.
"Rimanete qui... non fate rumore!" ci disse, prima di rimettere a posto le assi di legno. Rimanemmo nel buio più totale.
Mi strinsi al Dottore, impaurita. Non capivo più niente... che cosa stava succedendo? Perché Jack ci voleva? E mio padre
come ne era coinvolto? Il Dottore mi abbracciò e rimanemmo in ascolto di quello che accadeva sopra le nostre teste.
Appena Jack era entrato, aveva preso mio padre per il collo della camicia e, puntandogli contro una pistola, disse :
"Dove sono, James? Dove li hai nascosti?"
"Qui non c'è nessuno Jack..." rispose lui, con tono calmo e pacato.
"Ti ripeto la domanda: dove sono Il Dottore e la ragazza? Parla! " incalzò nuovamente Jack.
"Non so... di cosa tu stia parlando..." insistette mio padre, disposto a tutto pur di salvare me e il Dottore.
"James, non costringermi a spararti a sangue freddo ! Se vuoi salva la vita ... ti conviene vuotare il sacco e dirci la verità..."
Ma mio padre non aveva la minima intenzione di mollare la presa; voleva a tutti i costi salvarci la pelle ed io ero fiera di lui.
"Jack, credi che una semplice pistola possa spaventarmi? Beh ti sbagli! Perché io non ti dirò nulla e non ho intenzione di consegnarti mia figlia e il Dottore. Preferisco morire, piuttosto che restarti fedele !!"
"Come vuoi... vorrà dire che ti ucciderò senza pietà... anzi no, sarai il mio ostaggio!! Mi senti Dottore? Venite fuori... oppure ucciderò il padre di Pearl!!!" esclamò Jack, mentre puntava la pistola contro la tempia di mio padre.
"Dottore!" esclamai spaventata "Dobbiamo fare qualcosa per salvare mio padre!"
"Ci sto pensando..." mi rispose, mentre andava su e giù per il nascondiglio.
"Rimani qui..." mi disse e, stando attento a non mostrare a Jack dov'era il nascondiglio, uscì. Non riuscii a fermarlo.
"Jack …" disse, per attirare la sua attenzione "Jack sono qui... non fare del male a James."
Jack, prevedendo questa mossa da parte del Dottore, sorrise e puntò la pistola contro di lui, lasciando James.
"No Dottore!!" esclamò James "Dovevi restare nascosto!!"
"Non potevo permettergli di farti del male... e poi devo capire. Che cosa ti succede, Jack? Pensavo che eliminato il chip avessimo risolto tutti i nostri problemi..."
"Avevano previsto tutto … " sospirò, sconsolato. "Sapevano che tu avresti trovato il chip e che lo avresti tolto. Non dovevate avere sospetti… dovevate pensare che fosse tutto a posto. Ma in realtà mi hanno fatto dell'altro … volevano controllarmi e mi hanno fatto una sorta di lavaggio del cervello... Loro vogliono te e Pearl!!"
"Perché? Perché vogliono noi??"
"Dicono che insieme... siete pericolosi e che dovete essere eliminati... dicono che voi siete il Male e che il Male deve essere sradicato..."
"E tu Jack? Che cosa centri con loro? Che cosa vogliono da te?"
"Loro ... mi hanno scelto come sicario. Devo fare il lavoro sporco... mi hanno mandato qui per uccidervi ed io lo devo fare ..."
"Jack, lascia che ti aiuti. Lascia che io ti salvi" disse il Dottore, mentre lo guardava diritto
negli occhi.
"No, Dottore..." disse sconsolato. "Questa volta non puoi aiutarmi... ormai, sono uno di loro e devo eseguire gli ordini. Mi dispiace Dottore!! Ti chiedo perdono."
"No, non può finire cosi. Deve esserci un altro modo!!!" dissi fra me e me. Dovevo fare qualcosa per salvare mio padre ed il mio uomo... dovevo impedire a Jack di commettere l'errore più grande della sua vita: uccidere una persona e finire in galera! Cosi decisi di agire d'istinto e di uscire allo scoperto per salvare la situazione.
"Ehi Jack?" lo chiamai per attirare l' attenzione su di me e distoglierlo dal Dottore.
"Perché non posi la pistola sul pavimento e parliamo un po'... Ti va?"
Il Dottore mi vide e con il suo sguardo preoccupato mi disse :
"Pearl, amore mio ... non dovresti essere qui , dovevi startene al sicuro ..."
"Tranquillo, Dottore! Ho la situazione sotto controllo. Ascoltami Jack! Devi riuscire a spezzare il legame mentale che hai con i Satrax se vuoi ritornare ad essere libero!! Tu non appartieni a loro, appartieni a te stesso !!!" dissi con tono incoraggiante.
"Non posso Pearl!!" esclamò scoraggiato " Loro... hanno il controllo della mia mente ed io non posso fare nulla per impedirlo! Guardami! Sono diventato il loro burattino e non posso spezzare il legame ... è troppo forte!" Dovevo trovare un modo per far tornare Jack in sé.
"Jack … ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Eravamo entrambi prigionieri.
Ma con il tuo aiuto, il tuo coraggio, la tua forza siamo riusciti a scappare. Grazie a te sono riuscita a salvare l'uomo che amo..." vidi lo sguardo di Jack e capii che qualcosa stava cambiando dentro di lui... qualcosa si stava smuovendo. Perciò continuai:
"Jack noi ti vogliamo bene... io ti voglio bene!! Sei l'amico più caro che ho e non voglio perderti! Io credo in te e so che tu puoi liberarti da tutto ciò!! Ti prego Jack!!!"
Lui era esausto... il suo spirito stava combattendo per tornare ad essere padrone del proprio corpo. Con un urlo si inginocchiò e cominciò a tremare. Di corsa mi avvicinai a lui per sostenerlo, sia fisicamente che spiritualmente.
"Forza Jack!!" lo incoraggiai "ci sei quasi!!" 
All'improvviso Jack smise di tremare. Il Dottore si avvicinò a me e scannerizzò il nostro migliore amico con il suo cacciavite sonico.
"Ce l'ha fatta Pearl... è di nuovo padrone di se stesso... Sei stata bravissima..."
"Jack? Stai bene?" gli chiesi, preoccupata. Non aveva ancora pronunciato una parola. Jack alzò gli occhi e mi guardò.
"Sto bene. Pearl... e di nuovo è solo merito tuo … grazie..."
D'istinto lo abbracciai forte. "Bentornato, amico …" gli disse il Dottore.
Mia madre e mio padre ci fissavano: erano stupiti di quanto era successo... non credevano a quello che ero riuscita a fare.
“Bene. Credo che sia giunto il momento di andare via e ritornare al TARDIS..." dissi io, mentre una lacrima mi rigava il viso.
"Aspetta ..." mi disse mio padre, mentre con una mano mi sfiorava una spalla. "Prima di andare... vorrei che tu prendessi questo..." continuò, mettendomi fra le mani l'orologio dell'eternità e chiudendole. "Credo che sia giunto il momento che tu riceva il tuo orologio dell'eternità! Te lo sei meritato!!!”
“Grazie, papà!!!” esclamai felice e con gli occhi lucidi.
“Adesso, sei un Signore del Tempo a tutti gli effetti. Le mie congratulazioni Pearl!!!” concluse, orgoglioso.
Non ci potevo credere!!!Finalmente potevo ricordare... dovevo soltanto aprire quel l’orologio che mi avrebbe reso completa. E così feci: decisi di aprire l’orologio dell’eternità e di guardarci dentro e … all'improvviso, una serie d’immagini e di ricordi, affollarono la mia mente e tutto ad un tratto … tutto mi divenne più chiaro. Questa volta ogni mio singolo ricordo aveva ripreso il suo posto nella mia memoria.
“Ciao papà!! E’ stato davvero bello poter rivedere te e la mamma insieme, ancora una volta. Addio!!” dissi con tono sconsolato e triste. Mia madre mi abbracciò forte tra le sue braccia mentre delle lacrime di gioia, le bagnavano il suo angelico viso.
“Buona fortuna, figlia mia! Arrivederci Dottore... è stato un piacere rivederti …”
“Lo è stato anche per me Katy. Addio …”
Io, Il Dottore e Jack , c’incamminammo verso il giardino e raggiungemmo il TARDIS. Entrammo... ma Jack non ci seguì. “Jack … che cosa ci fai li impalato ? Vieni dentro!!!” gli dissi, stupita dal suo comportamento.
“Ascoltami Pearl! Innanzitutto … volevo dirvi grazie per tutto quello che avete fatto per me.
Insieme, abbiamo vissuto delle incredibili avventure ed io … vi sono davvero grato! Credo, però, che sia giunto il momento di separarci.”
“Che cosa stai cercando di dirci Jack?” lo interruppe curioso il Dottore.
“Dottore … io resto qui !!” esclamò “La squadra e l’Istituto Torchwood hanno bisogno di me …”
“Ne sei sicuro?” gli chiesi sbigottita.
“Più che sicuro, Pearl!! E’ giunto il momento che tu e il Dottore viviate le vostre avventure e la vostra vita insieme … senza di me.”
“Ci rivedremo un giorno?” gli chiese con tono serio, il mio adorato Dottore.
“Lo spero. Addio!!”
“Buona fortuna Jack !” intervenni io.
“Buona fortuna Pearl!! E’ stato un piacere per me conoscerti … addio.”
Lo abbracciai forte a me e gli diedi un tenero bacio sulla guancia mentre lui invece …
mi rispose con un bacio a stampo, sulla bocca, e la stessa cosa fece con il Dottore, che rimase impassibile a quella strana ed imbarazzante situazione. Rientrammo all'interno del TARDIS e ci chiudemmo la porta alle nostre spalle. Il Dottore si avvicinò alla console, abbassò la leva del freno a mano ed attivò i suoi pulsanti mentre all'esterno la luce blu della sua sirena e il rumore enigmatico e misterioso del suo freno si attivarono. Insieme ad esso scomparimmo davanti agli occhi del capitano Jack Harkness.

Ho notato che la mia storia è molto seguita ... Mi piacerebbe leggerne qualche vostra recensione;
Mi renderebbe felice. Buona lettura tutti.

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Capitolo 15
*** Capitolo XIV: Una serata speciale ***


Avviso Hai lettori !!! Il capitolo che sto per postare è un raiting rosso !!
Spero che vi piaccia... Buona lettura .
 
 



 
 
P.O.V. Dottore
 
Erano passati circa tre mesi, da quando Jack non viaggiava più con noi.  Cominciavo a sentire la sua mancanza, come anche Pearl: la sua assenza iniziava a farsi notare. Ora era tutto più tranquillo, ma sentivo che mancava qualcosa.  I ricordi affollavano la mia mente … ogni angolo del TARDIS era impregnato della sua immagine, di un ricordo. Ne avevamo passate tante, forse troppe da quando eravamo stati imprigionati da Scorpio su Vertigo V.  Intanto, la mia dolce metà sembrava essere felice, ma io riuscivo a vedere che non era così. Si impegnava nell'allenamento che le facevo fare e migliorava di giorno in giorno: i suoi poteri telepatici e le sue abilità come Signore del Tempo erano sempre più complete. Da quando aveva ricevuto, il suo orologio dell' eternità e ci aveva guardato dentro, si era ricordata tutta la sua precedente vita. Era cambiata. Ultimamente, la vedevo fredda e distaccata nei miei confronti. Dovevo fare qualcosa per farle tornare il sorriso. Non riuscivo a vederla così.
“Pearl, amore mio! Ti vedo turbata; che cos’hai?” le chiesi.
 

P.O.V. Pearl
 
Il Dottore non poteva sapere che il mio turbamento era dovuto ad una visione che  avevo avuto subito dopo che Jack se n'era andato. Quello che avevo visto, non era per niente piacevole: una giovane donna, dagli occhi verdi  e dai lunghi capelli color biondo cenere, veniva inseguita dai Cyber uomini, una vecchia conoscenza del Dottore. Mi aveva raccontato che, durante i suoi viaggi nel tempo, si erano scontrati spesso e in diversi universi paralleli. Come se non fosse abbastanza, avevo visto che il Dottore, la persona che amavo più di me stessa, veniva catturato davanti a molta gente. Il mio uomo continuava ad urlare:
"Mamma, papà!! Vi prego, dovete ricordare!!!Soltanto in questo modo, potete salvare  il Pianeta e tutto l’universo da un imminente catastrofe!”
Chi era quella ragazza della visione? Che cosa centrava con me e il Dottore? E per quale motivo il mio uomo aveva detto quelle parole? Mi girai verso il Dottore e lo vidi mentre mi osservava, in attesa di una risposta:
"Pearl, stai bene?" mi chiese ma io lo ignorai.
"Mi spieghi per favore che cosa ti turba? Lo sai benissimo che con me puoi parlare di qualsiasi cosa... Ti prego... non ce la faccio a vederti così..."
"Lo so, è solo che...mi sento a pezzi e ho bisogno di starmene per conto mio fino a quando non mi passa. Sii comprensivo ..."
Il Dottore si sedette accanto a me con una sedia, e mi abbracciò da dietro per confortarmi.
"Lo so come ti senti, Pearl! Ci sono passato anche io e ti capisco. Ma non puoi continuare così!! Guardati...
sei diventata uno spettro ed io non lo sopporto!! Devi reagire Pearl e voltare pagina...
forse conosco un modo per farti ritornare il sorriso. Vieni !!"
aggiunse, ritrovando l'allegria. Il Dottore mi prese per mano e mi trascinò fuori dal TARDIS.  Cercai di capire con lo sguardo dove eravamo atterrati.
“Dove siamo Dottore?” gli chiesi curiosa mentre sul mio volto sbucava un leggero sorriso.
“Benvenuta a Parigi! La città dell’Amour!!”
Il mio adorato compagno di viaggio, vedendomi sorridere, sorrise anche lui e il suo affascinante sorriso fu accompagnato da un tenero bacio che entrambi cercavamo disperatamente.  Quel bacio fu lungo ed intenso, tanto che le nostre bocche facevano fatica a staccarsi.
“Vedo che l’aria romantica di Parigi ti fa bene …” mi disse malizioso,  baciandomi nuovamente con passione e desiderio. Non esitavo resistergli. Io lo volevo, lo desideravo con tutta me stessa...  non vedevo l’ora di fare l’amore con lui e diventare un solo corpo ed una sola anima.  Ero disposta a tutto, pur di restare accanto al Dottore per sempre.
“Dottore … tu sì che sai conquistare il cuore di una donna …” gli dissi con tono malizioso.
“Dove mi stai portando?”
“In un posto davvero speciale!!” esclamò lui, sorridente.
Io e il Dottore, tenendoci per mano, ci avventurammo all'esplorazione di Parigi, la città più romantica del mondo.
“Alla nostra sinistra troviamo gli Champs-Elysées, alla nostra destra abbiamo la Senna e  per finire, la famosa Tour Eiffel." disse il Dottore, imitando una colta e sapiente guida turistica.  "Ti va di salirci e vedere dall’alto tutta la città?” mi chiese, prendendomi alla sprovvista.
“Dici davvero? Sarebbe stupendo!!” gli dissi con le lacrime agli occhi.  Ero davvero felice, in quel momento e l’unica cosa che volevo fare … era baciarlo e non m’importava di quello che pensava la gente! Io amavo il Dottore e volevo gridarlo al mondo intero.
“Ti amo Dottore!! Ti amo da impazzire e nessuno può cambiarlo!!!” dissi.
“Shh … smettila di parlare e godiamoci la nostra serata.”
Il Dottore mi posò un dito sulle labbra e mi zittì con un bacio.  Un bacio tenero ed appassionato che sembrava eterno. Poi mi
prese per mano ed insieme ci avvicinammo alla Tour Eiffel,prendemmo l’ascensore e salimmo quasi in cima. Ci fermammo al 2°piano, a 125 metri da terra e da quell’ altezza si vedeva tutta Parigi che, con le luci soffuse della sera, era un panorama mozzafiato,  che metteva i brividi. 
Il mio compagno di viaggio mi abbracciò forte ed insieme ci godemmo il meraviglioso panorama:l’ideale per un po’ di romanticismo.
“Guarda, amore mio! Non è un panorama stupendo ?” mi chiese con dolcezza mentre, mi baciava sulla guancia.
La mia schiena era appoggiata al suo petto, le sue mani mi cingevano la vita: mi sembrava di essere in paradiso!
“E’ davvero, un panorama meraviglioso!! Sai, io non ho mai visto Parigi. È davvero stupenda...soprattutto di notte…”
“Andiamo, mia cara …” mi disse, porgendomi il braccio “Ti porto a cena!!” esclamò sorridendo.
e con il suo braccio possente mi avvolse le spalle. Entrammo all’interno del ristorante "Le Jules Verne", il più costoso della città. Seduti al nostro tavolo, una vetrata immensa ci regalava un'indimenticabile vista su tutta Parigi.
“Dottore... è davvero magnifico qui...” esclamai emozionata.
“Lo so. Ti ho portata qui a Parigi perché voglio che tu passi una notte indimenticabile!  Soltanto io e te, senza nessun attacco alieno, senza nessun invasore che ci rovini, la nostra serata speciale.”
Mentre contemplavamo i nostri sguardi , un cameriere si avvicina al nostro tavolo per consegnarci i menù
e la carta dei vini.
“Bonsoir Messieurs!!! Ecco i vostri menù e la carta dei vini. Torno fra dieci minuti per prendere l’ordinazione.”
Il cameriere si allontana da noi, per servire ad altri tavoli, lasciandoci così da soli e liberi di scegliere cosa ordinare.
Il tempo passò in fretta e il cameriere ritornò da noi per le ordinazioni.
“Allora … i signori hanno deciso ?” ci chiese con garbo ed eleganza, mentre con una mano,
recuperava dalla tasca un block notes ed una penna :
“Come antipasto vorremmo una Terrina di foie gras, due Tourteau Fromager, degli Scampi Thermidor
e per dolce prediamo due Crème brulée …” disse il Dottore.
“Da bere? Gradite lo Champagne oppure qualche vino in particolare ?”
“Lo Champagne va benissimo, grazie!!”
“Come desidera signor Smith …”concluse il cameriere, prima di andare.
“Mi sembra, di vivere un sogno. Cavolo!! Siamo a Parigi: la città più romantica del mondo ed è tutto merito tuo
Mon Cher!” gli dissi, stringendogli forte le mani mentre, gli sfioravo le labbra con un bacio.
Il tempo passava velocemente e io e il mio amato Dottore,ci godevamo la nostra cena in assoluto relax
ed una volta pagato il conto, riprendemmo l’ascensore e ritornammo a terra in cerca di un posto dove
riposare in prossimità del TARDIS.
“La cena è stata davvero squisita e la serata è stata la migliore di tutta la mia vita …”
“Sei stanca? Se vuoi … possiamo ritornare al TARDIS ed andare a riposare …”
“Sinceramente preferisco rimanere qui a Parigi e passare una notte come una coppia normale,
dormire in un albergo per non dare troppo nell’ occhio …”
“Ne conosco uno qui nelle vicinanze. Si chiama Splendid Hotel Tour Eiffel.”
Una volta arrivati lì prenotammo una stanza matrimoniale con due bagni, un mini bar e con vista
sulla Tour Eiffel e la Senna per una sola notte: la nostra notte speciale.
“E’ davvero, una magnifica stanza! Forse la migliore di tutto l’albergo. Chissà quanto ci verrà a costare …”
dissi sospirando.
“Tranquilla Pearl. Ricordati che questa è la nostra notte speciale e voglio che sia perfetta per entrambi.”
“E lo sarà … Fidati!” lo incitai.
Mi avvicinai alla finestra della camera e calai le tende scure, poi mi avvicinai al Dottore e iniziai baciarlo
con foga mentre gli dicevo con malizia:
"Ho in mente … qualcosa di davvero speciale!!”
Cosi ricominciai a baciarlo. Lo spinsi dolcemente sul letto e cominciai a spogliarlo.
Gli tolsi prima la camicia poi i pantaloni ed infine il farfallino e la giacca.
La stessa cosa fece con me: mi tolse prima la giacca di pelle poi il vestito fino a privarci di ogni indumento.
Le sue mani erano insaziabili … continuava ad accarezzarmi e a baciarmi. 
Il Dottore si stese sopra di me e ricominciò a baciarmi delicatamente prima sulle labbra, poi sul collo, infine scese sul petto. Non ce la facevo più... volevo sentirlo dentro di me. Finalmente mi penetrò, dolcemente, per non farmi male. Provavo dolore, sì, ma il piacere era cento volte più forte! Mi sentivo al settimo cielo... eravamo insieme... completamente, nella maniera più assoluta.
Il mio Dottore cominciò a muoversi sempre più velocemente. Un attimo prima di arrivare all'apice del piacere, si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò:
"Ti amo, Pearl... Sei tutta la mia vita..."
"Ti amo anch'io, mio Dottore..." gli risposi con un sospiro. Insieme arrivammo in paradiso.
“E’ stata la miglior notte, che io abbia mai vissuto Dottore …” dissi sorridendo.
Ero abbracciata a lui... non potevo stargli distante.
“Lo è stato anche per me Pearl. Sei stata fantastica …”mi disse, baciandomi sulla fronte.
Volevamo che quella fosse la nostra "notte speciale", che tutto fosse perfetto. E lo era stato. Esausti ci lasciammo andare fra le braccia di Morfeo e ci addormentammo l’uno nelle braccia dell’altro.
 

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Capitolo 16
*** Capitolo XV: La Vendetta dei Cybermen ***





P.O.V. Pearl
 
Il mio risveglio di quella mattina fu davvero dolce.
Ero abbracciata al mio uomo, con la testa appoggiata sul suo petto.
Lui dormiva ancora beato e vederlo accanto a me, con quel corpo perfetto e senza veli,
mi faceva venire in mente la nostra notte speciale. Il sol pensiero mi eccitava e mi faceva sentire bene.
Mi alzai dal letto in punta di piedi per non svegliarlo e, con le lenzuola di lino addosso,
andai in bagno, decisa a farmi una doccia calda in attesa del risveglio del mio Dottore.
 
 
P.O.V. Dottore
 
La luce calda di un sole primaverile, m'illuminò il viso e, con gli occhi assonnati, mi girai, cercando lei:
la mia dolce e adorata Pearl. Non c'era da nessuna parte. Così, decisi di chiamarla:
"Pearl, amore mio? Dove sei?"
"Sono in bagno... sotto la doccia!!!" esclamò lei, dalla stanza accanto.
“Ne hai ancora per molto?” le chiesi. Non sopportavo di non averla con me.
“Ho quasi finito!!! Cinque minuti e ti raggiungo...” mi rispose.
Passarono i cinque minuti e la mia amata uscì dal bagno, come promesso. Indossava uno splendido accappatoio di lino
bianco che le stava divinamente,sembrava una dea.
“Lo sai … che stai proprio bene con quell’accappatoio addosso? Anche se … staresti meglio senza …” le dissi maliziosamente.
“Non provocarmi Dottore … lo sai benissimo che cosa succede; quando vengo provocata …”
mi rispose, le labbra piegate in un sorrisetto provocatorio. La mia metà, si avvicina a me con sensualità ed eleganza e … iniziò a baciarmi con dolcezza, prima sulle labbra, poi mi morse l’orecchio ed iniziò a chinarsi su di me. Aveva l’intenzione di provocarmi a tutti i costi mentre io cercavo di opporle resistenza con tutte le mie forze ma … le sue avances erano così gradevoli che, alla fine, cedetti senza esitazione:
“Certo che tu … non ti arrendi mai!! Riesci sempre ad ottenere quello che vuoi …” Le dissi con tono malizioso mentre le sorridevo.
Facemmo di nuovo l’amore e questa volta fui io ad incominciare: le slacciai la cintura dell’accappatoio di lino e glielo tolsi con delicatezza. La baciai con foga e le dissi con malizia:
“Ti desidero Pearl … ho voglia di fare l’amore con te …”
Ricominciai a baciarla con passione e l’attirai dolcemente sul letto, verso di me. Mi stesi sopra di lei e ricominciai a baciarla delicatamente prima sulle labbra, poi sul collo, infine scesi sul petto che continuai ad accarezzare. Io amavo quella donna... l’amavo più della mia stessa vita! Quando stavo con lei … mi sentivo al settimo cielo... quando diventammo una cosa unica sospirai, sia per il piacere che per la felicità. Cominciai a muovermi sempre più velocemente. Insieme arrivammo all'apice. Un attimo dopo aver toccato il cielo, fummo interrotti dal bussare insistente alla porta della nostra camera d’albergo.
“Chi è?” domandai allo sconosciuto che si trovava dall’altra parte della porta. Non avevo voglia di lasciare il mio posto: ero stanco,
abbracciato alla donna che amavo.
“Monsieur Smith?! Servizio in camera … le ho portato la colazione …”
“Entri pure e la lasci vicino alla porta, grazie...”
La porta si aprì e si richiuse subito dopo. Quando mi alzai per andare a vedere cosa ci aveva portato, vidi che il carrello era ricco di squisite prelibatezze: cioccolata calda con panna, due brioches con marmellata, macedonia all'essenza di fiori d'arancio con una spolverata di cannella e per concludere uova strapazzate. La colazione ideale per cominciare una nuova giornata. Consumammo la nostra splendida colazione a letto, imboccandoci a vicenda e continuando a provocarci. Passammo un paio d'ore, tra coccole e chiacchiere. Poi sentii la necessità di uscire da quella stanza e lo proposi a Pearl:
" Che ne dici di fare due passi? Come due turisti... nessuna preoccupazione, nessun alieno...
solo noi due …"Lei mi guardò e mi sorrise:
"Mi piacerebbe moltissimo!"
Ci preparammo ed uscimmo.
 
P.O.V. Pearl
 
Una volta usciti dall'albergo dove avevamo alloggiato, io e il Dottore decidemmo di dedicarci unicamente alla nostra passeggiata romantica, come una semplice coppia di turisti. Camminammo lungo le strade di Parigi, mano nella mano. Per la prima volta potevamo vivere una giornata tranquilla! Senza nessun imprevisto che ce la rovinasse. Mi sentivo davvero felice quel giorno, mentre visitavamo la famosa reggia di Versailles e il Museo del Louvre... concludemmo poi con un giro romantico in barca sulla Senna ed attraversammo la Valle della Loira. Infine ci ritrovammo sulla terra ferma nei pressi della Tour Eiffel, vicino ad un'antica gelateria.
"Ehi Pearl! Ti va di mangiare qualcosa di... freddo e gustoso?" mi chiese con gentilezza il mio adorato Dottore.
"Certo, volentieri!" gli risposi sorridendo.
Ci accomodammo vicino ad un tavolo all'esterno della gelateria, in attesa dell'arrivo di un cameriere per le ordinazioni. Quando arrivò disse:
"Bon jour messieurs! Che cosa vi porto?"
Il Dottore ordinò per entrambi:
"Vorremmo due coppe bi gusto: nocciola e stracciatella, con sopra una spolverata di panna per favore..."
"Come desidera, monsieur. "
Il cameriere se ne andò e dopo cinque minuti tornò con in mano un vassoio con sopra le coppe di gelato e i cucchiaini. Lasciò tutto sopra il tavolo con accanto qualche tovagliolo e il conto. Mentre io ed il Dottore ci gustavamo il nostro pasto freddo con assoluta tranquillità,qualcosa disturbò la nostra quiete... sembravano delle urla di una giovane donna che diceva:
“Aiuto!! Qualcuno mi Aiuti!!! Aaaahhhh!!”
“Ma che diavolo …” intervenni io all’improvviso, con un tono seriamente preoccupato.
“Shh!! Ascolta!!” mi disse il Dottore e, con un semplice gesto della sua mano, mi zittì.
“Io, non sento niente!!!” conclusi, rivolgendomi al Dottore.
“Esatto, Pearl !!! Parigi è troppo silenziosa, per essere una città caotica! Dobbiamo scoprire che cosa sta succedendo.
Seguimi!!” mi disse, con tono serio.
 
P.O.V. Dottore
 
Dovevo assolutamente scoprire che cosa, stava succedendo alla città più caotica d’Europa.
Il silenzio che dominava le strade di Parigi …
“Dottore … questo silenzio spettrale.. mette i brividi …” esclamò spaventata Pearl.
“Niente panico Pearl!! Sono qui con te...” esclamai io per tranquillizzarla.
Ci avventurammo lungo le strade di Parigi in cerca di risposte con lo sguardo vigile, pronti a scattare in difesa ma … nulla, nessun segno di vita. Sembrava che la città … stesse morendo a poco a poco. Poi all’improvviso … sentimmo una voce. La stessa voce che avevamo sentito nei pressi dell’antica gelateria poco prima. Decidemmo di seguirla, in cerca di risposte. Girammo in lungo e largo per la città per circa mezz’ora ma senza esiti positivi. Proprio quando tutto … sembrava perduto … una giovane donna dai lunghi capelli color biondo cenere e gli occhi verdi, si avvicinò a noi e ci disse:
“Aiutatemi, vi prego !!! Sono inseguita da alcuni Cybermen che mi danno la caccia!! vogliono uccidermi!! non posso salvare la Terra da loro se non mi aiutate a distruggerli. Ho un disperato bisogno del vostro aiuto. Mi aiuterete, vero?”
Io e la mia compagna di viaggio Pearl, rimanemmo stupiti di ciò che, ci aveva detto quella giovane sconosciuta.
Com’ era possibile che una giovane donna, originaria della Terra sapesse dell’ esistenza dei Ciberniani?
Chi era veramente quella donna? Qual’era il suo segreto ?
“Cosa sai dei Cybermen? Chi sei veramente ?” le chiesi con garbo e gentilezza, ma allo stesso tempo insistendo,
in attesa di una risposta.
“Alla prima domanda ti rispondo subito: i Cyber uomini, sono originari di Mondas, il pianeta gemello alla Terra; sono degli umani artificialmente modificati per sopravvivere alle condizioni estreme del proprio mondo el'unica sostanza che può ucciderli è l’oro:
li soffoca. Per quanto riguarda la seconda … posso soltanto dirti che siamo parenti e che il mio nome è Jasmine.”
“Parenti ? Non capisco!!” le dissi stupito.
“Lo scoprirai presto, Dottore …”
“Come sai chi sono?”
“Dalle mie parti, sei una leggenda. Tutti conoscono la storia dell’Ultimo Grande Signore del Tempo, che ha salvato l’Intero Universo dal caos.”
Nel frattempo i Cybermen, erano sulle tracce di Jasmine. Stavano setacciando l’intera città per riuscire a trovarla ma, non subito furono fortunati: eravamo nascosti dietro ad una macchina parcheggiata, in attesa d’intervenire.
“Dobbiamo fare qualcosa per attirare la loro attenzione …”
“Ci penso io!!” si propose Jasmine, uscendo per prima dal nostro nascondiglio.
“Sbaglio, o stavate cercando me!!!” disse sparando a raffica dei proiettili con una semiautomatica su di loro che non si facevano un graffio.
“Delete, Delete …” diceva uno dei Ciberniani con quella sua voce fredda e metallica mentre, si avvicinava a lei con fermezza e determinazione, con l’intenzione di ucciderla.
“Uccidere il soggetto difettoso … Delete, Delete …”
“Stammi lontano rottame arrugginito!” disse mentre continuava a sparare proiettili.
“Non ho intenzione di rinunciare alle mie emozioni e alla mia compassione... non accadrà mai.”
“Adesso o mai più! E’ giunto il momento d’intervenire!!” mi disse con determinazione la mia giovane compagna di viaggio.
Dovevamo fare qualcosa per salvare quella ragazza ed impedire ai Cybermen di ucciderla.

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Capitolo 17
*** Capitolo XVI : Le Verità Nascoste ***



 



P.O.V. Pearl
 
Dovevamo escogitare un piano, non soltanto per sconfiggere i Cybermen ma anche per salvare la vita di Jasmine da un crudele destino. Ma sarebbe stato così facile riuscirci?
“Hai in mente un piano?” chiesi al mio amato Dottore.
“Potremmo tentare di farli ragionare in modo civile … senza spargimenti di sangue …” mi rispose, sicuro di sé.
“E se non funzionasse? Abbiamo un piano di riserva, Dottore?” gli chiesi.
Avevo il presentimento che la sua solita tecnica “parliamo e facciamoli ragionare” non avrebbe funzionato.
“No, non ce l’ abbiamo un piano di riserva !!!” mi sbottò contro. Era agitato e preoccupato per la sorte di Jasmine.
“Che cosa?! Bisogna sempre avere un piano d’emergenza!!!” lo rimproverai.
“Credimi, Pearl! Non ne abbiamo bisogno … fidati di me, vedrai funzionerà.” ribatté lui, ostinato.
Nel frattempo la battaglia tra i Cybermen e Jasmine continuava.
“Arrenditi, giovane umana!! Non hai speranze contro i Ciberniani … siamo indistruttibili. Delete, Delete !!!”
“Scommettiamo?!” disse la giovane Jasmine con determinazione.“Sei finito … rottame …”aggiunse, sparando con la sua semiautomatica.
Sorprendentemente il colpo raggiunse il suo “cuore” e il Cybermen morì, davanti ai nostri occhi. Vidi che il Dottore era rimasto molto colpito.
“Wow, è incredibile quello che hai fatto Jasmine! Come sei riuscita ad ucciderlo con un proiettile?”
“Proiettili d’oro liquido concentrati … metodo semplice ma efficace!!” gli rispose con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
Guardando la sua espressione notai che mi era familiare … ma non sapevo proprio a chi collegarla!! Che strano …
Chi era questa ragazza??
 
P.O.V. Dottore
 
Sembrava incredibile che quella ragazza di umane origini, sapesse molte cose sui Cybermen … Inoltre come sapeva dell’esistenza dei Signori del Tempo? Non andavamo certo in giro con un cartello sulla testa!! Che cosa sapeva su di me? Dovevo assolutamente scoprire la verità su Jasmine ad ogni costo e vederci chiaro.
“Quella ragazza, non mi convince per niente; non mi fido di lei … ci nasconde troppe cose …” dissi sottovoce, alla mia giovane compagna di viaggio che mi guardava fisso dallo stupore. Mentre camminavamo lungo le strade deserte
di Parigi in cerca di un rifugio dove poterci nascondere decisi che era il momento di avere delle risposte.
“Dove ci stai portando Jasmine?” le chiesi.
“In un posto sicuro, lontano dai Cybermen. Devo a tutti i costi impedire ciò che sta per accadere. È in gioco il futuro dell’universo
ed il mio …”
Rimasi sconcertato da quelle parole. Che cosa significavano e per quale motivo le aveva dette?
Le mie riflessioni furono interrotte da una voce fredda e metallica.
"Fermi dove siete!!! Siete circondati e non avete nessuna via di fuga e tu Dottore... sei in arresto!!!"
La voce mi ricordava tanto quella … no, non poteva essere. Quell’essere l’ho visto morire in un incendio di una versione alternativa della città di Londra!!!
“Dottore... ti ricordi di me?" continuò la voce metallica che echeggiava alle spalle dei Cyber-uomini...
"Perché? Dovrei? " gli chiesi mentre una figura si faceva spazio fra la folla.
Era su di una specie di sedia a rotelle motorizzata e allora capii chi era quel Cybermen: era proprio lui, John Lumic,
il fondatore delle Cybus Industries. Ma com'era possibile? Come era riuscito a sopravvivere all'incendio?
"No. Non può essere?! Tu... tu sei morto!!!" dissi con tono stupito e allo stesso tempo spaventato.
"Sorpreso ... di vedermi Dottore?" mi chiese curioso, con quella sua voce tagliente.
"In effetti... si. Dimmi una cosa Lumic: come sei riuscito ad evitare la morte? "
gli chiesi con tono arrogante e presuntuoso.
"Si svela il gioco ma non il trucco, mio caro Dottore. E di certo non lo dirò a te. Signori? Procedete con l'arresto!!"
 
 P.O.V. Pearl
 
Due Cybermen si avvicinarono al mio Dottore che era rimasto immobile, impietrito dal terrore. Con la coda dell’occhio percepii
un movimento alle mie spalle: Jasmine, che era dietro di me, si era nascosta dietro ad un bidone. I Cybermen non si erano accorti di lei … con sommo stupore notai che era spaventata a morte, quasi si stesse avverando il suo peggiore incubo.
Come era possibile che quella ragazza prima combattesse arditamente quelle creature di metallo e poi avesse
paura di loro? Mentre riflettevo i due Cybermen trascinarono il mio uomo tra le loro file e si girarono per andarsene.
“NOOOOO!!!! DOTTORE!!!!” urlai disperata.Alcune lacrime solcarono il mio viso. Egli si girò e mi guardò.
Mi sorrise. “Andrà tutto bene, Pearl. Ce la caveremo anche stavolta.” mi disse prima di scomparire dalla mia vista.
In quel momento, il dolore che provavo era straziante; come se una forte lama d’acciaio … mi avesse trafitto il
petto e mi avesse uccisa. La persona più importante della mia vita … era stata portata via come se fosse un criminale assassino, un condannato a morte e la colpa, era soltanto mia. Le lacrime continuavano a bagnare il mio viso e Jasmine mi si avvicinò per consolarmi ma la respinsi. All’improvviso sentivo un odio profondo verso di lei, senza sapere il perché.
“Posso fare qualcosa per te, giovane Pearl?"
Come faceva a sapere il mio nome? Non ci eravamo mai presentate.
“Mi chiedi se puoi fare qualcosa per me?!" esclamai in lacrime.
"Non puoi fare assolutamente nulla per me!! L’uomo più importante della mia vita è stato arrestato senza motivo, il mio futuro,i progetti che avevamo … sono andati perduti per sempre ed è stata tutta colpa mia!!” esclamai sconsolata. Vidi che Jasmine si era spaventata dalla mia rabbia. E in fondo ne ero contenta.
“Adesso che mi ricordo … la colpa non è stata mia … ma è stata la tua Jasmine!
Sei stata tu che ti sei nascosta!! Sei tu, che non sei intervenuta per salvarlo!! È tutta colpa tua se il Dottore … è stato catturato!!! Tu non meriti la mia fiducia; tu meriti di marcire all’Inferno!!!”sbottai con aggressività.
“Voglio che tu mi dica … la verità adesso!! Se non vuoi che ti conficchi, un proiettile nella testa e che faccia
del tuo corpo … cibo per i vermi !!!” la minacciai.
“Hai ragione Pearl!! Ti devo delle spiegazioni ed è giusto che tu le sappia:
il mio vero nome è Katy, Jasmine Johansson Smith e vengo dal 51° secolo.
Sono la figlia di due grandi Signori del Tempo che, hanno dato tutto per salvare il mondo dal caos e dalla distruzione dell’intero universo. Nella mia linea temporale … c’ è stata una Nuova Guerra del Tempo fra
i Nuovi Signori del Tempo e i Cybermen e il pianeta Terra divenne,il loro campo di battaglia .” mi disse.
“Una Nuova Guerra del Tempo fra i Cybermen e i Signori del Tempo; ma non erano scomparsi durante
l'Ultima Grande Guerra del Tempo contro i Dalek?” le chiesi con stupore.
“Nel corso dei secoli …il pianeta Terra e gli umani...si sono evoluti grazie al progresso e con esso, sono anche
ritornati i grandi Signori del Tempo e con loro, è nato il Secondo Impero di Nuova Gallifrey dove,
per milioni di anni, ha regnato la pace e l’armonia fra tutti i pianeti e le galassie.
Sulla Terra, alcuni Signori del Tempo si stabilirono con l’intenzione di proteggerla dalle invasioni aliene.
Durante la Nuova Guerra del Tempo… molti esseri umani persero la vita e i Nuovi Signori del Tempo ne uscirono sconfitti e i Cybermen salirono al potere; il loro capo: John Lumic, divenne il padrone assoluto dell’universo.
Negli anni avvenire … un Signore del Tempo, chiamato il Dottore…si ribellò a lui. Egli, fu arrestato e portato
sul pianeta Mondas dove fu prima imprigionato; poi processato per tutti i crimini commessi ed infine,
fu condannato a morte. Quattro giorni dopo, egli fu giustiziato senza pietà; in una piazza pubblica di Parigi dove,
fu fucilato dai Cybermen stessi davanti agli occhi di sua moglie Pearl e sua figlia 12enne Jasmine.
Aveva sacrificato la sua vita, per salvare quella degl’altri; rifiutando di rigenerarsi.”
Concluse dicendo: “Guardami Pearl; guardami con molta attenzione … sono vostra figlia!!!”

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Capitolo 18
*** Capitolo XVII: Salviamo il Dottore!!!! ***


 



Il Dottore venne trascinato in una grande sala, piena di persone. Venne fatto sedere davanti a quello che sembrava un giudice. Il Dottore si guardò intorno: in effetti la sala sembrava quella di un Tribunale. Era ad un processo... un processo contro di lui!! Ma perché? Che cosa aveva fatto? Era abbastanza sicuro di non aver commesso reati... di recente. Il pubblico continuava a chiacchierare. Una persona entrò e si sedette nel posto più in alto, il posto d'onore, ma nessuno se ne accorse. Con un colpo di martello il giudice li richiamò al silenzio e cominciò:
"Siamo qui per verificare la fondatezza delle accuse contro il Dottore. Qualcuno ha qualcosa da dire prima di iniziare la seduta?"
Silenzio totale... nessuna obiezione da parte dei presenti. Così il giudice poté dare inizio al processo:
"Signori della giuria! Siamo qui riuniti oggi, in data 15 luglio 2020, per decidere la sorte del qui presente Dottore. Egli è stato accusato di tentato omicidio del Governatore Lumic e di aggressione verso le sue guardie private, davanti a milioni di testimoni.
Inoltre ha infranto alcune leggi che valgono la pena capitale. Come si dichiara Dottore?" chiese con garbo il giudice all'imputato.
"Assolutamente innocente vostro onore!! Temo mi abbiate scambiato per qualcun'altro!!!" rispose il Dottore con enfasi.
“Cosa vorreste insinuare? Che forse, abbiamo arrestato la persona sbagliata?” chiese incredulo il giudice, non ritenendo possibile questa  opportunità.
“Esatto vostro onore... ed ora, se non vi dispiace, vorrei tanto che qualcuno mi togliesse queste fastidiose manette e mi lasciaste andare …” incalzò.
“Come osa parlarmi in questo modo, così spudorato?!” rispose il giudice adirato.
“Si ricordi che qui siamo all’interno di un’aula del Tribunale e che non è permesso all’imputato di proferire parola a meno che non venga interpellato dal sottoscritto o dagli avvocati di entrambe le parti. Continuiamo … come stavamo dicendo: l’imputato ha commesso molti reati penali e ha trasgredito la legge diverse volte. Ora bisogna esaminare, la gravità dei fatti, recentemente avvenuti.” Concluse il giudice.
 
 
P.O.V. Dottore
 
Non potevo credere a quello che mi stava accadendo... per la prima volta in tutta la mia secolare vita mi ritrovavo davanti ad una Corte di Giustizia e la mia sorte è appesa ad un filo, fra la vita e la morte. Molte sensazioni mi stavano attraversando: stupore, rabbia, paura, terrore, dolore. Mi sentivo imprigionato e non avevo nessuna via di fuga. Essere trattato come uno spietato assassino, un criminale qualsiasi, come se fossi un condannato a morte, non era nel mio stile. Certo, avevo commesso degli errori durante la mia lunga vita, avevo trasgredito la legge diverse volte. Tutto ciò che avevo commesso, tutto ciò che avevo fatto … era per una giusta causa: salvare il mondo da un crudele destino. Ed ora, chi salverà me? 907 anni di viaggi nel Tempo e nello Spazio a salvare vite in cambio di cosa? Un processo contro di me con dei giudici che, forse, mi condanneranno a morte!!! Se questo è il mio destino … sarò lieto di accettarlo... forse è giunto il momento di morire …
“Signori della Corte e signori Giurati … data la gravità dei fatti appena esposti, come dichiarate l’imputato: colpevole o innocente?”chiese il giudice a tutti i presenti mentre io attendevo con ansia il verdetto. Il presidente e tutti i componenti della Giuria si alzarono in piedi.
Uno di loro teneva un foglio fra le mani, lo aprì e disse:
“Data la gravità dei fatti commessi e le prove a carico dell’imputato, riteniamo il Dottore... colpevole. Verrà giustiziato alle ore 10.00 del giorno 19 luglio in una piazza pubblica della città di Parigi tramite fucilazione.”
“Bene, allora è deciso! Il Dottore verrà giustiziato in pubblico fra quattro giorni esatti. La seduta è tolta!! Guardie? Scortate l’imputato nella sua cella, in prigione, dove passerà gli ultimi giorni della sua miserabile vita!!!” concluse il giudice battendo il martello sul tavolo del Tribunale.
“Non potete farlo!!! Io sono innocente! Avete commesso uno sbaglio !! Io sono il Dottore e non sono un assassino!!!!!!” Dissi urlando a squarciagola, sicuro della mia innocenza mentre le due guardie Cybermen mi trascinavano fuori dall’aula come se fossi un criminale.
 
 
P.O.V. Pearl
 
Ero ancora li, in immobile, ad osservare con incanto Jasmine. I suoi capelli erano biondo cenere: lo stesso colore che avevo io, prima che mi rigenerassi per la prima volta. E i suoi occhi... erano gli stessi occhi che aveva il Dottore. Aveva il volto ovale e la carnagione dorata: era bellissima. In quel momento riuscii a spiegarmi la mia prima impressione … Mi ricordava qualcuno... mi ricordava il Dottore! Mentre la guardavo, delle lacrime di gioia solcavano il mio viso: ero felice. Jasmine invece, mi guardava fisso: sembrava preoccupata per me.
Lei mi abbracciò per consolarmi e, questa volta, non la respinsi, anzi... l'abbracciai a mia volta e asciugandomi le lacrime le dissi:
"E così... tu sei... nostra figlia!! Sei bellissima Jasmine... somigli così tanto a tuo padre e a me. Dimmi un po'... com'è il mondo nella tua linea temporale?" La vidi intristirsi.
"Il mondo è radicalmente cambiato. Viviamo sotto il dominio dei Cybermen e il loro spietato capo John Lumic. Dopo la morte di mio padre, ho continuato la sua lotta contro di loro e sono la ricercata n°1: i Cybermen e il Governatore mi vogliono morta!!!" esclamò con arroganza.
"E scappo di continuo da un universo parallelo all'altro per nascondermi. Fra un giorno esatto
il Dottore verrà giustiziato in pubblico ed io... beh... ho raggiunto questa linea temporale per salvarlo!!! Non ho molti ricordi di lui... voglio solo che la me stessa del passato possa conoscere suo padre ed avere il privilegio di averlo accanto!" esclamò mia figlia convinta.
"Per salvarlo? Non Capisco!!!" esclamai incredula. 'Che cosa voleva dire?' pensai.
"Verrà giustiziato domani alle 10.00 in questa piazza ed io... noi... abbiamo 24 ore di tempo per salvarlo."
"Hai qualche idea? Ti ascolto..." dissi a mia figlia. Non potevo perdere l'uomo della mia vita ora che avevo scoperto che avremmo avuto dei figli. E non volevo nemmeno che questi crescessero senza il padre, in un luogo di morte e distruzione.
"Abbiamo bisogno di un piano." cominciò Jasmine "Le possibilità sono due: la prima è quella di raggiungere il TARDIS e viaggiare fino a Mondas, con un esercito. Oppure possiamo attendere l' esecuzione e salvarlo qui, sulla Terra!"
Un'idea stava prendendo forma nella mia mente... "Hai detto che abbiamo 24 ore di tempo, prima dell'esecuzione giusto?! sembrerebbero poche ma possiamo farcela. Ascoltami bene Jasmine... Abbiamo bisogno di aiuto … Dobbiamo reclutare quante più persone possibile ed essere in grado di formare un esercito che possa respingere i Cybermen. Inoltre ci servono delle armi che siano in grado di distruggerli... Conosci qualcuno?"Mia figlia annuì, determinata:
“Seguimi, mamma... Conosco un posto perfetto...”
 
 
P.O.V. Dottore
 
Qui, a Mondas, il tempo passava veloce così come le ore che mi separavano dal giorno della mia esecuzione che si faceva sempre più vicino. Passavo i miei ultimi giorni rinchiuso in una cella a guardare le stelle e a pensare a ciò che avrei potuto fare, a quanti viaggi nel Tempo e nello Spazio avrei potuto percorrere con la mia adorata Time Lady.... Pearl e a come avrei potuto vivere a pieno la mia lunga e immortale vita con la mia amata e farmi finalmente una famiglia mia: ad avere dei figli. I miei pensieri furono interrotti da due voci fredde e metalliche di due guardie Cybermen che citavano il mio nome dicendo:
"Ho sentito che il Governatore Lumic, vuole assistere all'esecuzione dell'Ultimo Signore del Tempo, in prima persona; vuole vederlo soffrire fino all'ultimo. La morte del Dottore sarà lenta e dolorosa..." conclusero sghignazzando, mentre si avvicinarono alla mia cella... Chiusi gli occhi fingendo di dormire. Non potevo morire senza combattere! Ero o non ero il Dottore? Colui che salvava i mondi e i popoli in ogni epoca passata o futura e sarei morto come un uomo qualunque. Prima o poi sarebbe accaduto... Ma non adesso! Con questa convinzione in testa mi misi ad ascoltare con attenzione i discorsi delle guardie tentando di ricavarne qualche informazione.
"Non sembra così spaventoso questo famigerato Dottore. L'Ultimo Signore del Tempo."
disse una guardia ridicolizzando l'ultima frase. La seconda rise divertita: "Davvero! Penso che lui sia decisamente diverso da come si racconta, dev’ essere solo un qualunque stupido che ha osato sfidare il nostro Governatore Lumic. Finirà come tutti gli altri!"
"Non sarà mai capace di scappare. Nessuno è mai uscito vivo da questa prigione."
Disse la prima guardia. Le mie speranze erano state distrutte da una semplice frase, quando...
"Non troverà mai il passaggio segreto nella camera di passaggio per andare alla forca. La conoscono solo le persone più fidate del Governatore e le guardie della prigione ovviamente!"
 
P.O.V. Pearl
 
"Dove siamo Jasmine?"
Mia figlia mi aveva portato all'entrata di quello che sembrava un magazzino trasandato non riuscivo a capire il perché.
Lei mi sorrise e si avvicinò all'entrata facendo segno di seguirla cosa che feci. Dentro il magazzino era esattamente come me lo aspettavo: una grossa stanza ricoperta di polvere e piena di scatoloni. Guardai ancora più dubbiosa mia figlia, ma lei si abbassò e con un gesto aprì una botola nel pavimento che non ero riuscita a notare poiché sembrava incastrata alla perfezione in un tappeto.
Stupita scesi le scale che erano appena comparse e ciò che vidi mi lasciò costernata: ero circondata da macchinari tecnologicamente avanzati con un via vai di persone che mi confuse un attimo.
"Jasmine! Ben tornata!” esclamò una voce a me molto familiare: “Che cosa ci fai qui ? E chi hai portato con te? Lo sai che non è permesso portare qui,
degli sconosciuti!!! Potrebbe essere una spia di Lumic; identificati per favore!!!” aggiunse, puntandomi contro il suo laser deluxe compatto; la sua voce era inconfondibile. Era senza dubbio la voce di Jack.
“E’così … che si salutano i vecchi amici ?! Gli punti contro una pistola!!!” esclamai ringhiando.
“Pearl?! Che cosa ci fai qui?” mi chiese stupito.
“Mi sorge la stessa domanda: che cosa ci fai qui a Parigi Jack ? L’ultima volta che ti ho visto … io e il Dottore, ti abbiamo lasciato a Cardiff nel 1994.
Come mai qui e che cos’è questo posto ?” gli chiesi curiosa.
“Mia cara Pearl … ti do il benvenuto alla sede parigina dell’ Istituto di Torchwood; ti presento … Torchwood 4!!!”mi disse mentre, camminavamo lungo i corridoi dello stabilimento.
“Dimmi un po’ Pearl … come vanno le cose fra te e il Dottore ?” mi chiese curioso e allo stesso tempo interessato.
“Le cose fra me e il Dottore vanno a gonfie vele e solo che è strano ... avere per me una relazione stabile con qualcuno e non so se … sono pronta ad affrontare il passo più lungo della gamba …”Io non ero capace di mentire, non è mai stato il mio forte; anche ora, che sono diventata un Signore del Tempo... mi è difficile mentire.
“Sarai anche un Signore del Tempo Pearl Bartowski, ma mentire … non è mai stato il tuo forte!!!” esclamò ironico e in modo sarcastico Jack.
“Perché dovrei mentirti Jack!! Non conosco nessun motivo per cui dovrei farlo …”
Gli risposi imbarazzata e rossa dalla vergogna; Jack notò il mio stato d’animo e mi disse :
“I tuoi occhi dicono il contrario; tu mi nascondi qualcosa. Avanti parla!!! Che cosa c’è?”
All’ improvviso … scoppiai in un pianto disperato che non aveva fine, gettandomi fra le sue braccia per cercare conforto e Jack guardandomi in quelle condizioni, si preoccupò e mi abbracciò a sua volta per consolarmi.
“Che cos’ hai Pearl? Perché stai piangendo?” Mi chiese ansioso di ciò che gli avrei potuto rispondere.
“E’ tutta colpa mia !!! Non avrei mai voluto, che finisse così!!! Lui domani morirà, ed io non posso impedirlo!!!” urlai disperata e le lacrime sul mio viso erano ancora calde. Jack non riusciva a capire per quale motivo mi comportavo così, come se fossi una pazza isterica che soffriva per amore e che non riusciva a calmarsi.
“Per favore Pearl; calmati adesso!!! E dimmi che cosa succede?”Jack mi aiutò a calmarmi e a smettere di piangere ed una volta che le lacrime scomparvero dal mio viso … feci un respiro profondo e dissi:
“ Il Dottore è stato arrestato quattro giorni fa da due guardie Cybermen …”
Jack m’interruppe per farmi delle domande e capire in modo più approfondito la situazione.
“Perché tu e il Dottore siete venuti qui a Parigi e per quale motivo è stato arrestato?”
“Io e il Dottore eravamo qui a Parigi per passare una settimana romantica, come una coppia normale di turisti e dare una svolta alla nostra relazione sentimentale. Doveva essere tutto perfetto e senza imprevisti; e invece … ci ritroviamo in un universo parallelo dove i Cybermen, sono i padroni e dove il Dottore verrà giustiziato in pubblico a fucilate …”
“Dove si trova adesso ?”
“Imprigionato sul pianeta Mondas; che è impossibile da raggiungere.” Gli risposi fredda.
“Potresti raggiungerlo con il TARDIS insieme a Jasmine e salvarlo!!!”
“Potrei farlo … se non fosse che il TARDIS, ci ha abbandonato …”
“Che cosa vorresti dire?” mi chiese attonito .
“Voglio dire che il TARDIS ha bisogno di ricaricarsi; e che fino ad allora … siamo bloccati qui e noi abbiamo, giusto 24 ore di Tempo prima dell’esecuzione per organizzarci e reclutare un esercito di volontari capace di, respingere i Cybermen e procurarci delle armi per distruggerli in modo che questo universo parallelo si salvi da un futuro terribile di quanto non lo sia già!!!”conclusi agitata. Jack come sentii quelle parole così toccanti, rimase quasi paralizzato che non riusciva a parlare.
“Pearl … io ti giuro che, farò tutto ciò che è in mio potere per salvare il Dottore; hai la mia parola!!!” mi giurò.
 
P.O.V. Dottore
 
18 luglio 2020 ore 2.00 del mattino:
Era notte fonda e le ore che mi separavano dalla mia morte erano ormai poche. Ero seduto all'interno della mia cella, su di un letto ad attendere l'arrivo delle guardie che mi avrebbero trasferito dalla prigione di Mondas alle segrete del palazzo di Lumic a Parigi; dove mi avrebbero fucilato... era incredibile che in un momento come questo, la mia mente fosse assolutamente lucida. Ero calmo anche se rimanere in questo stato era molto difficile per me perché il pensiero di aver abbandonato la giovane Pearl e la misteriosa Jasmine in quel vicolo mi assillava al tal punto che mi posi una serie di domande del tipo: Chissà cosa stava facendo la mia Pearl ? Stava piangendo per la mia imminente morte? Ne era anche solo consapevole di ciò che mi sarebbe accaduto? Scossi la testa, non potevo pensare a quelle cose in quel momento. Io dovevo scappare. Ma come? Click, click … mi voltai appena in tempo per vedere le guardie Cybermen che aprivano la mia cella, ero talmente concentrato sui miei pensieri che non ero nemmeno riuscito a sentirle arrivare.
"Vieni con noi Dottore." Fredde come sempre erano le voci di quegli esseri metallici. Li seguii intento a pensare a come poter scappare...Uscimmo dalla Prigione di Mondas per raggiungere la strada che ci avrebbe condotti alla camera di passaggio per andare alla forca per poi raggiungere l’astronave, che mi avrebbe portato al quartier generale del Governatore Lumic. Camminammo per diverse ore attraverso un interminabile tunnel sotterraneo; che ci avrebbe portati verso l’uscita. All’improvviso … alcuni Cybermen si erano fermati vicino ad una porta che aprirono, e con mio stupore vidi che: mi avevano portato in una stanza abbastanza piccola e leggermente illuminata... ma... mi guardai intorno e vidi che in quella stanza non c'erano finestre né aperture di alcun genere e nemmeno luci artificiali, ma allora... da dove arrivava la luce? Un'idea balenò nella mia mente: il passaggio segreto! Da una porta entrò una delle guardie private di Lumic. Prima che potesse proferir parola io chiesi:
"Siamo nella stanza di passaggio per andare alla forca, sbaglio?"
La guardia rimase un attimo stupita e poi annuì. Si avvicinò a me pronta per portarmi fuori, verso la mia morte, ma io avevo dalla mia parte le mani. Le guardie Cybermen quando mi avevano legato i polsi non si erano accorte che avevo tenuto le braccia allargate in modo da poter sfilare le manette senza difficoltà. In un istante mi liberai e presi la pistola della cintura della guardia puntandogliela alla tempia, mentre con l'altra mano gli impedivo di parlare.
"Ora tu mi dirai dove si trova il passaggio segreto che solo persone più fidate del Governatore e le guardie carceriere conoscono; se non vuoi vedere il tuo cervello esplodere …ti conviene parlare." Lo minacciai.
 
P.O.V. Pearl
 
"Come va il reclutamento Jasmine?" chiesi interessata a mia figlia che la vedevo impegnata....
"Va tutto bene Mamma!!" esclamava lei decisa; Jack invece, ci guardava in modo strano e non riusciva a capire la connessione fra noi due :
"Mamma?! Che cosa significa Pearl ? Che cos’altro mi nascondi?” mi chiese adirato.
“Non significa nulla Jack; rilassati!!!” gli risposi, facendo finta di niente.
“Non mentirmi Pearl!!! Non lo sai fare; quindi per favore … dimmi tutto; non amo le mezze verità!!!” insistette lui, con l’intenzione di convincermi a parlare ma io …lo ignorai e questo comportamento, dava molto fastidio a Jack che si arrabbiò ancora di più.
“Ascoltami, Pearl!!Voglio che tu, mi dia delle spiegazioni adesso!!!” incalzò.
“Vuoi delle spiegazioni? Avrai le tue spiegazioni !!!” gli risposi secca.
“Jack; la verità è questa: Jasmine è nostra figlia e viene dal 51° secolo!” conclusi.
“Vostra figlia?!Cioè … tu e il Dottore … siete i genitori di Jasmine?!” mi disse con tono stupito.
“Si … esatto …” gli risposi disinteressata, “Hai altre domande sulla mia vita privata; oppure posso esporti il nostro piano di attacco? ”
Jack non rispose; mentre io continuai a parlare dicendo:
"Bene. Il piano è questo: io e Jasmine creeremo un diversivo entrando all'interno del quartier generale di Lumic dalla porta principale e distraendo le guardie Cybermen che sorvegliano l'entrata. Tu, Jack, entrerai dal retro del palazzo e andrai a cercare il Dottore nelle segrete. Tobias, Lucas, Angie e Veronica..." Dissi indicando i quattro giovani "voi vi occuperete delle guardie esterne, non occorre ucciderle, dovete stordirle; mentre Thomas e Vicky si occuperanno delle guardia private di Lumic che devono essere uccise. Taurus e Acquarius..." I due mi fissarono attendendo ordini "voi sarete i nostri occhi e le nostre orecchie: dovrete comunicarci tutti gli spostamenti delle guardie e del Governatore: soprattutto se vedete arrivare il Dottore... e, mi raccomando, siate discreti!"
Mi interruppi per un istante riprendendo fiato per poi concludere: "Ricordate: il nostro obbiettivo principale è quello di salvare il Dottore! La salvezza dell'intero universo e della Terra dipende soltanto da noi e per questo combatteremo fino alla morte! Siete con me?" Dissi con autorità e convinzione mentre gli altri gridarono con entusiasta con tutta l'aria che avevamo nei polmoni.
 
P.O.V. Dottore
 
19 luglio 2020, ore 7.00
I primi raggi solari dell’Alba filtravano attraverso il passaggio segreto che si trovava da qualche parte all’interno di quella stanza, dove passavano tutti i condannati a morte; forse sarei stato io: il primo a fuggire da quel luogo infernale e la guardia privata di Lumic che avevo in ostaggio … sarebbe stato il mio biglietto da visita verso la libertà. Lungo il nostro cammino, incrociammo diversi tunnel e cunicoli senza via di uscita; fino a quando … non intravedemmo una luce chiara ed affievolita in lontananza.
“Ecco. Quella laggiù è l’uscita …”mi disse la guardia; indicandola … mentre conl’altra mano aveva dato l’allarme attraverso un particolare orologio da polso; senza che me ne accorgessi.
“Sei caduto nella mia trappola, Dottore!!”
“Ma … cosa?!” dissi incredulo, non capendo a cosa si riferisse.
“Credevi forse … che io sarei venuto con te, senza avere delle precauzioni ?
Lo vedi questo orologio … è un dispositivo di allarme a distanza; basta attivarlo e …”
Mi guardai intorno e, all'improvviso. vidi che ero stato circondato da un esercito di Cybermen impedendomi così di riuscire a scappare. Due di quegli esseri metallici mi avevano bloccato con la loro forte presa e, invano, provai a divincolarmi.
“Tu mi hai ingannato!! Sei uno schifoso bastardo!!!” esclamai con tutta la rabbia che avevo in corpo.
“Hai un ultimo desiderio, prima di morire Dottore ?”mi chiese la guardia vittoriosa.
“Voglio che tu e il Governatore Lumic … bruciate all’ Inferno” dissi urlando a squarciagola.
“Preparatevi Signori; che ci aspetta un lungo viaggio e per precauzione … stordite il Dottore e legatelo per bene; in modo che non possa più scappare!!!”
“Ai suoi ordini, capitano Foster!!!”
Questa volta... per me era proprio finita: il destino mi era avverso e non potevo più scappare dalla mia ormai imminente morte.
 
P.O.V. Pearl
 
19 luglio 2020, ore 9.00
Ormai mancavano soltanto due ore prima dell’esecuzione. Io, Jasmine e il capitano Jack Harkness stavamo ripassando, per l’ennesima volta, il nostro piano di attacco e ci stavamo occupando degl’ultimi dettagli, che lo avrebbero reso completo.
“Tommy? A che punto siamo con le armi?”
“L’ultimo carico, è appena arrivato Signore!!!”
“Molto bene. Thomas? Come procede l’addestramento delle reclute?”
“Imparano in fretta, Lady Bartowski!!”
“Jack? Come se la sta cavando la squadra di Torchwood ?”gli chiesi, con tono curioso.
“Tengono sotto stretta sorveglianza il quartier generale di Lumic!!”mi rispose fiero.
“Molto bene; continuate a sorvegliare il palazzo, con discrezione …”
“Consideralo già fatto!!!”
“Taurus?Acquarius? Mi ricevete?” dissi attraverso un auricolare a distanza che ci aveva dato Jack; in modo che potessimo comunicare all’ esterno con gli altri.
“Ti sentiamo forte e chiaro, Pearl!”
“Vedete qualcosa? Ci sono dei Cybermen in giro?”
chiesi a Taurus che avevo in quel momento in contatto.
“Negativo Pearl!!Non ci sono Cybermen in agguato …”
“Mi raccomando Taurus; state in allerta!!!”
“Ricevuto !!! ” Mi rispose; chiudendo la comunicazione.
“Acquarius? Mi ricevi?”
“Perfettamente, Pearl!!”
“Com’è la situazione all’esterno?”
“Tutto tranquillo!!!”
“Avete avvistato qualche astronave Ciberniana in fase di atterraggio ?”
“Nessun avvistamento!!! Passo!!!”
Nel frattempo nella sala di controllo di Torchwood 4 …. Jack e Lisa Preston stavano controllando, non soltanto il palazzo del Governatore Lumic, ma anche ogni angolo della città di Parigi in attesa dell'arrivo dell'astronave che avrebbe trasportato il Dottore, per poi trasferirlo al quartier generale del Governatore, dove avrebbe atteso, invano, la sua morte.
“Lisa ? Com’è la situazione ?”
“Il nostro satellite ha appena intercettato un segnale: un oggetto non identificato; ha appena attraversato l’atmosfera terrestre!!!”
“ Ingrandisci l’immagine e cerca di capire che cos’è?”
“ Forse ci siamo Jack!!! Il velivolo non identificato … è una nave aliena Ciberniana!!!”
“Avverti subito Pearl; e dille che il Dottore è appena arrivato!!!”
 
P.O.V. Dottore
 
19 luglio 2020, ore 9.15
Sentivo che mi stavo muovendo; e a poco, a poco … i miei occhi verdi, ricominciavano a vedere la luce. Quando mi ripresi del tutto … capii subito dove mi trovavo: ero all’interno di un’astronave Ciberniana in movimento ; piena di Cybermen. Sapevo benissimo cosa voleva dire: pensavo che quel momento non arrivasse mai, e le ore che mi separavano dalla mia morte erano agli sgoccioli; stavo per morire e,continuavo ad essere calmo e rilassato, come se niente fosse. La mia anima, si sentiva serena.
“Comandante? Quanto manca all’atterraggio, sul pianeta Terra?”disse una delle guardie Cybermen, che mi tenevano in custodia al pilota.
“Mancano … meno di 15 minuti Signore!!”
“Mettimi, subito in contatto con il Governatore Lumic, devo avvertirlo del nostro arrivo.”
“E’ già in linea, capitano Foster!!”
“Governatore Lumic; mi sente? Passo!!!”
Vedevo il capitano Foster, comunicare con una specie di apparecchio audiovisivo dalla tecnologia avanzata.
“Ti sento Foster !!! Dimmi!!!”rispose il governatore, dall’altra parte dell’apparecchio.
“Stiamo raggiungendo la Terra. Atterreremo sul tetto del palazzo fra 15 minuti.”
“Molto bene, Foster !!! Ci vediamo sul tetto; fra 15 minuti; passo e chiudo!!!”
“Ricevuto,Governatore!!” La comunicazione s’interruppe e l’astronave atterrò qualche istante dopo, sul tetto del quartier generale di Lumic, dove avrei passato i miei ultimi istanti di vita.
 
P.O.V. Pearl
 
19 luglio 2020, ore 9.40
Nella sala di controllo di Torchwood 4, l’esperta di computer Lisa Jane Preston, aveva seguito tutta la fase di atterraggio dell’astronave Ciberniana che trasportava il mio amato Dottore, e con l’auricolare a distanza mi avvertì dell’atterraggio appena avvenuto.
“Pearl, mi ricevi? Passo!!!Pearl se mi senti, rispondimi!!!”
“Dimmi, Lisa!!” La risposi, con tono interessato.”
“Un’astronave aliena Ciberniana, è appena atterrata … sul tetto del palazzo del Governatore Lumic; non più di 15 minuti fa. Hanno appena effettuato il trasferimento del Dottore, all’interno delle segrete di palazzo Lumic ed è stato rinchiuso. Come dobbiamo agire?”
“Non fate nulla, finché non vi do io l’ordine; manteniamo la nostra posizione …”
“Ricevuto, Pearl!!!”mi risposero tutti, all’unisono”
“Al mio via … entreremo in azione; pronti? Si va in scena!!!”
 
P.O.V. Dottore
 
19 luglio 2020, ore 9.45
Sono rinchiuso in una delle segrete del palazzo di John Lumic; dove con un’ armonica fra le labbra … suono un orecchiabile motivetto, per ingannare il Tempo e aspettare l’arrivo delle guardie Cybermen per portarmi alla Place de la Concorde, dove mi fucileranno davanti a milioni di persone; dove vedrò per l’ultima volta la mia amata Pearl e non scoprirò mai la verità della misteriosa Jasmine. Sono trascorsi solo pochi minuti, ma sembra passata una vita... A momenti arriveranno le guardie a portarmi alla mia esecuzione e nell'attesa vago tra i mie pensieri... All'improvviso sento dei rumori provenire dal fondo del corridoio. Stanno venendo a prendermi ed io sono pronto ad andare... Contro la mia morte! Non ho paura di morire anzi, mi sento l’animo sereno e sulle mie labbra sorse un leggero sorriso.
“Vieni con noi Dottore; è giunto il momento!!! Goditi, i tuoi ultimi istanti di vita!”
C’incamminammo verso l’uscita ed io ero stato incatenato come se fossi un animale da macello, e mentre stavamo uscendo dal palazzo di John Lumic avevo l’impressione di essere seguito da qualcuno, che si muoveva con agilità nel buio quando una voce disse :
“Ehi! Vecchi rottami? Perché non venite a prendermi …” Un Cybermen si girò verso, l’uomo nell’ ombra e disse:
“Chi sei straniero? Identificati!!!”
“Capitano Jack Harkness!!! Liberate subito il Dottore; oppure … assaggerete il mio piombo a base di oro liquido concentrato!!!!”
“Allarme intruso!!! Delete, Delete!!!”
I Cybermen si avvicinarono veloci e in pochissimi istanti lo circondarono con un unico scopo: ucciderlo ad ogni costo, non ci sarebbero mai riusciti.
“Non potrai mai sconfiggerci Jack Harkness; siamo uno contro dieci; come pensi di riuscirci Eh?!” esclamò il capitano Foster sarcastico, “Uccidiamo
l’intruso e dimostriamogli che cosa sono capaci di fare i Cybermen !!!” ordinò.
“Non così di fretta … rottame!!”
Quella voce … era la voce della mia amata Pearl e con lei, c’era anche la giovane e misteriosa Jasmine. Come erano riusciti a rintracciarmi? E come pensavano di potermi salvare? Una scarica di proiettili a base di oro liquido concentrati; furono sparati, e i Cybermen che mi tenevano in custodia ,
erano tutti morti!!
 
P.O.V. Pearl
 
Dopo aver sterminato, una decina di Cyberuomini grazie ai nuovi proiettili d’oro liquido concentrati; mi avvicinai al mio uomo per togliergli le catene sia ai polsi che alle gambe con il mio cacciavite sonico e liberarlo. Vidi che era debole, disidratato e malnutrito che a stento, si reggeva in piedi. Mi appoggiai a lui, e con l’aiuto di Jasmine e Jack, riuscimmo a portarlo fuori dal palazzo di Lumic e raggiungere il nostro rifugio: la sede parigina dell’ Istituto di Torchwood 4; mentre all’esterno, c’era una guerra in corso; fra i Cyberuomini e gli abitanti non solo della Terra ma anche di tutto l’universo per renderli liberi dagli invasori.
“Dottore; come ti senti? Stai bene?” gli chiesi preoccupata mentre gli toccavo la fronte calda e gli accarezzavo il suo viso cereo …
“Pearl, amore mio; sei davvero tu? Mi ero dimenticato di quanto, tu fossi così bella. A meno prima di morire, ti ho rivista un ultima volta.”
Quando disse quelle parole, era in fase di delirio ed aveva subito bisogno,di cure immediate e riabilitarsi in fretta, prima che il mondo e tutto l’universo, andasse in pezzi.
“Jack; dobbiamo subito portarlo fuori di qui e raggiungere al più presto, il nostro Quartier generale; ha bisogno cibo e acqua. Lisa? Mi ricevi?”
dissi tramite, l’auricolare a distanza.
“Forte e chiaro,Pearl!!!”
“Ascoltami; il Dottore è salvo!! Lo stiamo portando al quartier generale, dì ai Satrax di allestire una camera di terapia intensiva per il Dottore; sta molto male ed è in condizioni critiche; ha bisogno di cure immediate. Siamo già qui fuori!!! Raggiungimi subito con una barella!!!”
“Sto arrivando Pearl !! Ti raggiungo!! Andiamo presto; il Dottore ha bisogno di noi!!”
Ormai, non avevamo più tempo!! Correvamo contro di esso per raggiungere l’Istituto di Torchwood 4 e portare in salvo il mio amato Dottore. Una volta, raggiunto il luogo stabilito; la prima cosa che facemmo, fu quella di mettere sulla barella il mio uomo e portarlo in terapia intensiva, dove c’erano Taurus e il grande sacerdote Satrax Acquarius, che ci aspettavano con ansia ed insieme,lo spostammo molto lentamente ; dalla barella al letto per curarlo e metterlo sotto osservazione. Vedevo Taurus impegnato a visitare il Dottore come se fosse un vero medico, e grazie alle sue abilità mediche poté scoprire le
sue reali condizioni di salute.
“Come sta Taurus? Quali sono le sue condizioni?” gli chiesi con tono, davvero preoccupato.
“Le sue condizioni di salute, sono abbastanza critiche; ma ciò non vuol dire, che stia morendo!!! Il Dottore è un osso duro!! Vedrai Pearl, si riprenderà presto.”
“Grazie Taurus; puoi andare!!!Io resto qui; voglio esserci al suo risveglio.”
Taurus, capendo le mie intenzioni … decise di andarsene per lasciarmi da sola con il mio amato Dottore. Guardavo il mio amato, pensando a tutto quello che gli era accaduto da quando ci eravamo incontrati. Lo accarezzai, spostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte e lo baciai. Poi gli presi la mano. Volevo vegliare su di lui, assicurargli un sonno tranquillo. Ma la stanchezza prevalse quasi subito: mi appoggiai al materasso e mi addormentai.

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Capitolo 19
*** Capitolo XVIII : Riunione di famiglia ***


 





P.O.V. Dottore
 
Quando aprii gli occhi, notai che mi trovavo all'interno di una stanza sterilizzata dalle pareti bianche, disteso in un letto attaccato ad un respiratore artificiale, con una flebo nel braccio collegata a delle sacche trasparenti. Mi sentivo debole e frastornato. Vidi la mia amata Pearl che riposava accanto a me e mi stringeva forte la mano, come se fossi un bambino. Mi girai verso di lei e le accarezzai dolcemente i suoi capelli castano rossicci, dandole un delicato bacio sulla fronte. Era una bella sensazione, svegliarsi e ritrovarsi accanto la propria donna che veglia su di te come se fosse il tuo angelo custode. Mentre guardavo la mia amata, mi tornarono in mente tutti gli spiacevoli eventi che mi erano accaduti prima che svenissi... i Cybermen, l'accusa di omicidio, l'inutile tentativo di fuga dalla prigione e poi la rinata speranza quando Jack e Pearl erano comparsi davanti ai miei occhi. Come avevano fatto a trovarmi? E da dove era spuntato Jack? Quest'ultima domanda fu la più pressante e ne seguirono molte altre... Perché Lumic mi voleva morto? E soprattutto come avevano fatto a condurmi davanti ad un tribunale quando Lumic doveva essere morto? Quella faccenda si faceva sempre più intricata... e poi c'era Parigi vuota e silenziosa... qualcosa non tornava, non tornava in tutto il mondo! O almeno in tutta Parigi... dovevo assolutamente vederci chiaro e, soprattutto, avevo bisogno di ricevere delle risposte che mi avrebbero aiutato a risolvere questo intricato e losco enigma.
 
P.O.V. Pearl
 
Delle mani calde che mi accarezzavano il volto e i capelli mi svegliarono dal mio torpore. Il tocco delicato, inconfondibile: era la mano del Dottore. Il miglior risveglio che una donna possa avere. Certo, non c'erano i cornetti caldi e il caffè, ma per me era perfetto così com'era; l'importante era che il mio uomo era sano e salvo. Mi avvicinai a lui e gli diedi un tenero bacio sulla bocca; mi mancavano le sue labbra, la sua voce seducente, il sapore dei suoi baci e le sue carezze senza fine. Avrei voluto che le nostre labbra non si staccassero mai e che quel bacio durasse in eterno.
"Finalmente ti sei svegliato, amore mio! Come stai?" gli dissi preoccupata.
"Jack? Taurus? Jasmine? Venite qui presto!! Si è svegliato!!" Urlai felice, con le lacrime agli occhi. Il Dottore cercò di alzarsi e di mettersi a suo agio nel letto, in una posizione comoda che gli permettesse di muoversi meglio. Lui mi sorrise ed io gli sorrisi a mia volta. Poi mi disse: "E' bello rivederti, amore mio! Se non fosse stato per te... a quest'ora sarei già carne per gli avvoltoi e avrei rinunciato a rigenerarmi mentre tu, saresti stata sola."
"Sono contenta che tu, sia vivo. Altrimenti... mi sentirei persa senza di te." Dissi convinta.
Il Dottore mi accarezzò una guancia. Jack e Jasmine entrarono nella stanza.
"Dottore!! Sempre nei guai eh?" chiese Jack, prendendolo in giro.
"Senti chi parla... il signor 'Micacciosempreneiguai’!!" gli rispose a tono, con un sorriso sulle labbra. Notai che Jasmine lo fissava, imbarazzata. Anche il Dottore la notò e le disse:
"Grazie Jasmine per avermi salvato". Jasmine arrossì e gli fece un cenno con la testa.
"Ora ti lasciamo riposare." disse Jack, avviandosi verso la porta "Vieni Jasmine... potrai interrogarlo dopo." aggiunse con un pizzico di ironia.
Aveva infatti capito che Jasmine, nonostante continuasse a fissare il padre, voleva fargli un sacco di domande. Ma non era il momento... prima dovevo dirgli la verità. Il Dottore rimase perplesso da quest'ultima affermazione e, una volta soli, mi disse: "Allora... penso che tu debba spiegarmi un po' di cose... cosa mi sono perso?"
Ecco... era arrivato il momento di dirgli tutto... mi domando: quale reazione potrà avere una volta che avrà saputo la verità?
 
P.O.V. Dottore
 
Nella mia mente ronzavano un sacco di domande: come mai Jack si trovava qui a Parigi? E cosa c'entravano l'ambasciatore Satrax Taurus e il grande sacerdote Satrax, custode del tempo, Acquarius? Avevo bisogno di saperlo ad ogni costo. Più guardavo Pearl e più mi convincevo che sarebbe stata lei a darmi le risposte che cercavo.
"Ascoltami, amore mio. Ci sono delle cose che tu dovresti sapere... quando i Cybermen ti hanno arrestato e ti hanno portato sul pianeta Mondas per essere processato ed imprigionato, sulla Terra è scoppiata una guerra fra gli umani e i Ciberniani. Per fortuna la maggior parte dei terrestri e alcune forme di vita aliene sono venuti in nostro soccorso. Alcuni hanno sacrificato la propria vita per salvare non soltanto l'universo dal caos, ma anche per salvare te da un crudele destino. La guerra è ancora in corso e noi stiamo facendo l'impossibile per sconfiggere il Governatore Lumic e le sue invincibili guardie Cybermen ma da soli non ce la facciamo. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per batterli..."
Come sentii quelle parole uscire dalla bocca della mia amata Time Lady, una forte scarica mi trafisse il petto, l'angoscia che sentivo era la stessa che provava Pearl: eravamo entrambi empatici. Il mio istinto diceva che c'era dell'altro oltre a ciò che mi aveva appena rivelato. Guardai Pearl fissa nei suoi occhi verdi brillante e notai che era tesa come una corda di violino. Strano non era da lei eppure... la tensione era fortissima e non riuscivo a capire il perché.
"C’è dell’altro vero?” le dissi, cercando di allentare la sua tensione.
"Riguarda Jasmine... il suo vero nome è Katy Jasmine Johansson Smith e proviene dal 51° secolo. Anche lei è una Time Lady. Mi ha detto che nella sua linea temporale è scoppiata una nuova Guerra del Tempo fra i Signori del Tempo e i Cybermen. Il pianeta Terra è diventato il loro campo di battaglia.” mi disse tristemente.
“Una nuova Guerra del Tempo? E' impossibile!!! I Signori del Tempo sono scomparsi durante l'Ultima Grande Guerra del Tempo contro i Dalek. Io c'ero.” esclamai con stupore.
"Che cos'altro ti ha raccontato Jasmine?!" esclamai. Quello che mi stava dicendo era assurdo.
“Mi ha raccontato che nel corso dei secoli, il pianeta Terra e gli umani si sono evoluti e con esso, sono anche ritornati i grandi Signori del Tempo. E' nato il Secondo Impero di Nuova Gallifrey. Per milioni di anni ha regnato la pace e l’armonia fra tutti i pianeti e le galassie ma poi tutto è cambiato. Durante la nuova Guerra del Tempo molti esseri umani persero la vita e i Signori del Tempo ne uscirono sconfitti. I Cybermen salirono al potere e il loro capo, John Lumic, divenne il padrone assoluto dell’universo. Alcuni signori del Tempo, furono localizzati ed uccisi. Jasmine ha perso suo padre a 12 anni ed è rimasta da sola con sua madre".
'Povera ragazza' mi ritrovai a pensare... nuovamente guardai Pearl e capii che le notizie sconvolgenti non erano ancora finite …
"Avanti Pearl... dimmi ciò che ti fa stare in ansia..."
"Dottore... i genitori di Jasmine... siamo noi! Lei è nostra figlia!"
Le ultime parole mi lasciarono di sasso... Per un attimo spensi il cervello e le emozioni che mi travolsero furono tante, forse troppe per un uomo della mia età. Non potevo crederci. Quella misteriosa ragazza dagli occhi verdi e dalla carnagione dorata … era mia figlia!!! L’emozione fu davvero forte per me e in quel momento provai gioia, felicità, rabbia e ancora felicità. Delle lacrime involontarie mi solcarono il viso. Mi sentivo sereno e felice come non mai. Era da molto, forse troppo tempo che non provavo delle emozioni così forti.
"Lei voleva salvarti a tutti i costi." continuò Pearl, stringendomi una mano per farmi sentire la sua vicinanza "Forse anche più di me... Voleva dare l'opportunità alla se stessa del passato di crescere con l'uomo straordinario che è suo padre. Lei ti ha visto morire nel suo passato... Ora ti ha salvato la vita..." Quelle erano le parole più belle che qualcuno mi avesse mai detto.
"Pearl... lei dov'è? Dov'è nostra figlia? Ho bisogno di vederla …"
Lei mi sorrise, capendo la mia necessità. Mi lasciò la mano e mi disse:
"Vado a chiamartela …" poi uscì dalla stanza.
 
P.O.V. Jasmine
 
Mia madre mi venne incontro, con un enorme sorriso stampato sulle labbra.
"Vieni Jasmine … tuo padre vuole vederti!"
Cosa? Era arrivato il momento? Mio padre mi stava aspettando... erano anni che non potevo più chiamarlo "papà...” ed ora finalmente avrei potuto farlo di nuovo... I miei cuori cominciarono a battere all'impazzata mentre mi avvicinavo alla porta della sua stanza. Mia madre mi seguiva. Quando mi voltai a guardarla mi sorrise, incoraggiandomi ad andare avanti. Entrai nella stanza. Mio padre era seduto sul bordo del letto. Appena mi vide entrare si alzò e mi rivolse uno splendido sorriso... erano anni che non ne vedevo uno simile...
"Papà..." sussurrai incerta. Lui fece qualche passo verso di me e mi abbracciò.
“Jasmine... figlia mia... non sai quanto sono felice... di conoscerti!" mi disse con tono gioioso e sereno. Delle lacrime cominciarono a bagnarmi il viso.
"Papà … mi sei mancato così tanto..."
 
P.O.V. Dottore
 
Avevo tra le braccia mia figlia... mia figlia!!! non potevo crederci.
"Papà … mi sei mancato così tanto..." sussurrò Jasmine. Mi allontanai quel tanto che bastava per guardarla. Piangeva. Asciugai le sue lacrime e le sorrisi.
"Jasmine, mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire così tanto... ma ora io sono qui!  Sono qui con te..."
L’abbracciai nuovamente mentre dava sfogo a tutte le sue lacrime. I miei occhi si posarono su Pearl, ferma accanto alla porta. Aveva voluto lasciarci un po' di spazio … una lacrima di commozione solcava anche il suo viso. Le sorrisi, riconoscente e le feci cenno di avvicinarsi. Abbracciai anche lei … la mia famiglia era riunita. Dopo quello che mi parve un tempo infinito ci separammo. Accarezzai il viso di Jasmine e, sorridendole, le dissi: "E così...tu vieni dal futuro e sei nostra figlia!! Ho sempre pensato che il destino di un Signore del Tempo fosse quello di restare da solo e vivere nella solitudine più assoluta. Guardandoti mi rendo conto di quanto io sia … terribilmente umano anche se non lo sono... vivere una vita quasi normale, farmi una famiglia e ad avere dei figli, prendermi cura di loro... sono sempre stato una frana con i matrimoni, specialmente con i miei: nessuno è andato a buon fine!!” dissi sconsolato.
“Forse in passato non sei stato un ottimo marito … ma ti assicuro che le cose cambieranno. Sarai un ottimo padre e il marito migliore che si possa avere, vedrai!!” mi disse Jasmine per rassicurarmi. Rimasi incantato a guardarla...
“Bene. Io ora dovrei andare. Jack mi sta aspettando in sala riunioni per ultimare il piano di difesa contro i Ciberniani, per distruggerli definitivamente e salvare il Futuro...vi lascio soli.” mi disse mia figlia, facendomi l'occhiolino mentre si allontanava dal mio letto, uscendo dalla mia stanza e chiudendo la porta. Improvvisamente mi sentii debole, le gambe non mi reggevano più. Pearl mi sostenne, abbracciandomi in vita.
"Vieni amore... sediamoci sul letto. Sei ancora debole..."
Mi lasciai trascinare da lei, sempre con lo sguardo fisso sulla porta che aveva appena attraversato mia figlia. Poi abbassai lo sguardo sulla mia Pearl e le sorrisi:
"Hai fatto un ottimo lavoro con lei... è una persona stupenda..."
"Abbiamo fatto... " mi corresse subito Pearl "Tu sei suo padre e anche se il destino con voi è stato avverso, in lei rivedo così tanto di te..."
Dopo quelle parole capii di amarla ancora di più.
 
P.O.V. Pearl
 
Avevo assistito a quelle scene tra mia figlia e il mio Dottore … ero immensamente felice! Ma stavo completamente dimenticando che eravamo nel bel mezzo di una situazione critica. Avrei voluto che quei momenti non finissero mai ma, mio malgrado, mi sentii dire:
"Dottore … ora devi riposare... ci aspetta una battaglia molto dura. Ma ti prometto che al termine di tutto ciò passeremo del tempo insieme, solo noi tre..." Il Dottore mi sorrise e si rimise a letto. Gli diedi un bacio e lo lasciai riposare, diretta nella sala riunioni. Andai verso Jack, per essere aggiornata su quel che era successo. La sala riunioni dell’Istituto di Torchwood 4 era una stanza enorme dalle pareti chiare e il pavimento di Champagne. Sembrava una sala conferenza con al centro, un tavolo rettangolare di metallo, circondato da sedie. Su ogni parete della stanza vi erano appesi degli schermi piatti di ultima generazione. Quando entrai al suo interno, notai che Jack stava spiegando la situazione in tutti i suoi minimi dettagli. Quando notò la mia presenza disse:
“Signori … ho il piacere di presentarvi la giovane ed affascinante Pearl Jasmine Bartowski, colei che ci aiuterà a salvare il mondo.”
Tutti coloro che si trovarono all’interno della sala riunioni, mi accolsero come se fossi una specie di eroina, tipo Wonder Woman.
“Onorata di conoscervi!!!” dissi con enfasi e poi aggiunsi rivolgendomi a Jack con tono autoritario : “Jack … aggiornami sulla situazione. Che aria tira al di fuori del nostro rifugio?”
“La situazione sembra essersi placata. I Ciberniani stanno battendo in ritirata, credo che per il momento non ci daranno più fastidio!!!” mi rispose determinato.
“Che strano... non è da loro ritirarsi così, all’improvviso. Secondo me, stanno escogitando qualcosa …” dissi con sospetto … “ Jack? Lisa? Voglio che voi due, sorvegliate 24 ore su 24 l’ufficio di John Lumic e scopriate che cosa ha in mente. Dovete controllare ogni sua mossa, ogni suo movimento, ogni sua conversazione … tutto! È in gioco il destino dell’intero universo e noi … faremo tutto ciò che è in nostro potere per salvarlo!!!” Conclusi decisa e determinata.
 
P.O.V. Dottore
 
I giorni qui a Parigi, passavano veloci come le ore ed io non ce la facevo più a stare rinchiuso in una stanza, a fare nulla e con le mani in mano. Stava diventando una tortura per me. Decisi che avevo riposato abbastanza: era arrivato il momento di scendere in campo. Mi alzai e indossai il mio solito completo, poi uscii da quella maledetta stanza. Cominciai a girare per i corridoi e mi persi un paio di volte: quello era proprio un labirinto!! Finalmente riuscii ad arrivare ad una porta: doveva essere la sala riunioni perché potevo sentire molte voci discutere. Aprii la porta ed entrai. La stanza era piena di gente; tra di loro notai Pearl, Jasmine e Jack. Era calato il silenzio, lo sguardo di tutti era puntato su di me. Pearl ruppe il silenzio:
“Dottore … che ci fai qui? Dovresti ripo …” La interrupi dicendo:
“Ohhh avanti Pearl … Ho riposato abbastanza!! E poi sai che mi annoio a non far nulla …”
Pearl mi guardò accigliata e poi si mise a ridere.
“Quando fai così sembri proprio un bambino …” Non potei fare a meno di sorriderle.
“Signori … lui è il Dottore!!” disse poi presentandomi agli altri.
“Salvee!!” esclamai io. Ma non feci in tempo ad aggiungere altro che un uomo, sulla trentina si precipitò nella stanza urlando.
“Jack! Pearl! Jasmine! Siamo nei guai … Ora siamo proprio nei guai!!”
“Ehi Sam … che succede? Perché sei così agitato?” Gli chiese Jack, preoccupato.
“Gli Oscuri … sono tornati!!” Che cosa?!? Come era possibile? Vidi che nessuno aveva capito la gravità della cosa … non potevano capire. Infatti Pearl disse.
“Chi è tornato? Chi sono gli Oscuri?”
Prima che l’uomo che Jack aveva chiamato Sam rispondesse intervenni io:
“Gli Oscuri … è così che veniva chiamata la mia gente, secoli fa. Con il passare del tempo, il termine voleva indicare solo quei Signori del Tempo che facevano parte del Gran Consiglio, che pur di vincere la Guerra del Tempo volevano mettere fine al Tempo stesso … ma non possono essere tornati! Sono rinchiusi in una bolla temporale, senza vie di fuga! L’unico modo sarebbe … liberarli!”
Jasmine mi guardò:
“Magari la bolla non è così sicura … magari hanno trovato il modo di uscire!”
“No Jasmine … l’ho visto con i miei occhi … Anzi, ho fatto di più. Sono stato io a imprigionarli!!
Io ho messo fine alla razza dei Signori del Tempo!!”

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Capitolo 20
*** Capitolo XIX: La Fine del Tempo ***


 



P.O.V. Pearl
 
Le ultime parole del Dottore continuavano a ronzarmi nella testa... Era davvero colpa sua se eravamo gli ultimi Signori del Tempo? Non potevo credere che fosse stato in grado di compiere un gesto tanto violento. Lui era la pace fatta a persona! Dopo quelle che mi parvero ore, Jack ruppe il silenzio:
“Quindi … ehm … che cosa facciamo ora? ” disse incerto. Non voleva focalizzarsi sull’ultima rivelazione del Dottore …
“Voi andate … scappate da qui prima che sia troppo tardi! Io prima devo vederlo con i miei occhi … devo parlare con loro …”
“Cosa? Dottore! E’ pericoloso!! ” esclamai, stupefatta.
“Pearl … tu e Jasmine aspettatemi sul TARDIS… almeno li non sarete in pericolo...”
“Non esiste!! ” urlai “Io vengo con te!! Non riuscirei a stare tranquilla senza sapere che cosa ti succede! Ho già rischiato di perderti una volta … non lo farò di nuovo!!” conclusi determinata. Il Dottore mi si era avvicinato. Mi prese le mani tra le sue e, guardandomi fissa negli occhi mi disse: “Pearl... non mi succederà niente questa volta, te lo prometto. Aspettami sul TARDIS… voglio essere certo che tu sia al sicuro … tu e Jasmine siete la cosa più importante per me … Oh … e va bene …” aggiunse dopo aver notato che il mio sguardo non era cambiato...
“Sei testarda come tua madre … Tutti gli altri! Sul TARDIS… Jasmine, tu sei una Time Lady, sai pilotarlo … quindi nel caso in cui ci succedesse qualcosa porterai tutti al sicuro, lontano da qui!” Mia figlia annuì, ma poi si avvicinò a noi.
“Papà ti prego … torna tutto intero …” disse abbracciandolo. Il Dottore la strinse forte a sé. “Tornate entrambi tutti interi …” si corresse Jasmine, abbracciando anche me.
“Non preoccuparti per noi, tesoro mio … ce la caviamo sempre!” la rassicurai, facendole l’occhiolino. Jasmine mi sorrise e poi disse:
“Avanti ragazzi, seguitemi … voglio proprio vedere la vostra espressione quando salirete sul TARDIS!”
Nella stanza rimanemmo solo io e il Dottore. Lui mi guardò, mi prese per mano e mi disse:
“Pronta? Andiamo … ti presento ai tuoi antenati!”
 
P.O.V. Dottore
 
In pochi minuti ci trovammo davanti al palazzo di Lumic. Ero certo che fosse accaduto tutto a causa sua.
Due Cybermen ci vennero incontro:
“Dottore … sei venuto a consegnarti …”
“In realtà no … voglio parlare con il vostro capo, John Lumic!” risposi autoritario.
“Seguici …” dissero i due uomini di metallo. Attraversammo parecchi corridoi poi, finalmente, arrivammo all’ufficio del Governatore.
“Dottore …” mi accolse una voce fredda: quella di Lumic.
“Lumic, sono venuto qui per chiederti una cosa, una soltanto … Mi è giunta voce del ritorno degli Oscuri … dimmi che non è opera tua … dimmi che non sei stato così ingenuo …” gli domandai. Prima che egli mi potesse rispondere una voce profonda parlò alle mie spalle: “Dottore … è tanto tempo che non ci vediamo …” La riconobbi ancora prima di voltarmi: “Rassilon …” sussurrai.
“Vedo che ti ricordi di me … L’ultima volta che siamo stati faccia a faccia tu hai rinchiuso me e tutta la tua gente in una bolla temporale, confinandoci nella Guerra del Tempo … meno male che il qui presente Lumic ha deciso di aver bisogno di noi …”
Ero rimasto impietrito e Pearl con me …
“Ma vedo che sei in compagnia … chi è la giovane accanto a te? Ohhh … sento due cuori battere … è una Time Lady …” dicendo ciò si avvicinò a noi. Tirai Pearl dietro di me, per proteggerla. “Rassilon lasciala in pace! Lei non c’entra … questa è una faccenda tra me e te … Che cosa vuoi?!” Ero fuori di me dalla rabbia …
“Continuare da dove ero stato interrotto … l’Ultima Sanzione sta per arrivare a compimento … il Tempo sta per finire ...”
Non potevo permetterlo!! Dovevo fare qualcosa … Mi guardai intorno … infondo alla stanza, in un angolo, c’era un grosso marchingegno. Mi ci volle un attimo per capire che era solo grazie a quello che il lampadario sopra le nostre teste rimaneva sospeso …
“Lo sai che non te lo permetterò … io ti fermerò!!” dissi nel tentativo di distrarre Rassilon … non doveva capire che stavo cercando una via di fuga. Una risata risuonò.
“E che vorresti fare? Non hai un piano … sei venuto qui, consegnandoti a me e mettendo in pericolo la tua compagna … Bel lavoro mio caro Dottore!!” Pearl mi strinse di più la mano, facendomi sentire la sua presenza … Era con me, aveva fiducia in me …
Questo mi diede la carica. Continuai ad analizzare la stanza … sotto il marchingegno che avevo notato prima c’era un piccolo generatore di energia … forse, invertendo le polarità con il cacciavite sonico … Rassilon mi interruppe di nuovo:
“Non sai cosa dire vero? Beh … credo sia arrivato il momento di agire!!” Detto questo puntò il suo guanto d’acciaio verso di me... Un raggio di energia uscì da esso. Io rimasi pietrificato, non sapevo come uscire da quella situazione, mi aveva preso alla sprovvista … Improvvisamente mi sentii tirare all’indietro. Pearl si era messa davanti a me, facendomi da scudo.
“NOOOOOOOOO!!!!!!” urlai disperato. Pearl si accasciò tra le mie braccia, svenuta.
Le mie mani erano sporche del suo sangue. Non ci vidi più! La adagiai cautamente per terra e  poi mi alzai, pieno di rabbia.
“Rassilon!!” urlai “Potevi fare qualsiasi cosa... potevi torturarmi, persino uccidermi … Ma hai fatto un grave errore facendo del male a lei! Lei è tutto per me!” Rassilon mi guardava, soddisfatto. Gioiva nel vedermi soffrire.
Decisi di agire. Puntai il mio cacciavite sonico verso il generatore che esplose, sovraccarico. L’esplosione, oltre che a distrarre i miei avversari, diede fuoco alla corda che teneva su il lampadario, che cadde. Rassilon era proprio sotto di esso. Non ebbe via di scampo. Presi in braccio Pearl e cominciai a correre, diretto verso il TARDIS. Avevo calcolato tutto: Rassilon sarebbe stato schiacciato dalla caduta del pesante lampadario e con lui si sarebbe chiuso il collegamento con la bolla temporale. Gli Oscuri sarebbero rimasti per sempre ai tempi della Guerra del Tempo. L’esplosione, inoltre, avrebbe ucciso anche Lumic, che aveva assunto il ruolo di Cyber-Controller. In questo modo tutti i Cybermen si sarebbero disattivati. Avevo salvato il mondo … ma rischiavo di perdere il mio! Arrivai al TARDIS, stremato. Aprii la porta e non mi curai di tutte le persone che volevano sapere cosa fosse successo. Ordinai a Jasmine di partire e andai nella mia stanza. Delicatamente posai Pearl sul letto ed esaminai la sua ferita. Era grave, ma non mortale … altrimenti si sarebbe già rigenerata. La medicai e la coprii con le lenzuola: doveva riposare e recuperare le forze. Jasmine mi raggiunse, preoccupata per la madre.
“Stai tranquilla … E’ una ferita grave ma non rischia la vita …” la rassicurai, abbracciandola.
In qualche modo stavo rassicurando anche me stesso. Un movimento mi fece tornare alla realtà:
Pearl stava riprendendo conoscenza. Mia figlia ed io ci precipitammo al suo capezzale.
Le carezzai la fronte e le chiesi:
“Pearl, amore mio … come stai? Mi hai fatto preoccupare …”
La mia Pearl mi sorrise, rassicurandomi. “Starò bene, Dottore … Sono solo un po’ stanca …”
“Perché l’hai fatto … Perché mi hai fatto da scudo? Saresti potuta morire … e io cosa avrei fatto senza di te?”
“Non potevo permettere che ti accadesse qualcosa … ti amo …” La baciai sulle labbra.
“Ti amo anch’io … ora dormi … sarò qui a vegliare su di te …”
Pearl chiuse gli occhi e nel giro di un attimo si addormentò. Mi guardai intorno, in cerca di Jasmine, ma non c’era: non mi ero accorto che se n’era andata. Mi sdraiai sul letto, accanto a Pearl e l’abbracciai; lei nel sonno si strinse a me e mi posò la testa sul petto. Poco dopo caddi anch’io tra le braccia di Morfeo.

Note dell' autore:
Il capitolo 19 è stato ispirato dall' episodio della 4°stagione di Doctor Who La Fine del Tempo....
Vorrei Ringraziare a Doctor Smith e a Selene96 che stanno collaborando a questa storia per renderla migliore... Siete bravissime!!!
Ringrazio a tutti voi: Utenti silenziosi che leggete la mia storia e ringrazio a tutti quegli Utenti che leggono, commentano e mi danno dei consigli per aiutarmi a migliorarla e migliorarmi come Aspirante Scrittrice .... Grazie a tutti!!!

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Capitolo 21
*** Capitolo XX: Una notizia inaspettata ***



 




P.O.V. Dottore

Quando aprii gli occhi ero solo. Pearl si era alzata ma nella stanza non c’era. Cominciai a cercarla ma non la trovai da nessuna parte. Stavo camminando per gli immensi corridoi del TARDIS quando, passando davanti alla piscina, sentii dei rumori:
era l’unico posto dove non avevo ancora guardato! Mi affacciai: Pearl stava nuotando tranquillamente. Era stupenda.
Entrai e lei mi vide.
“Ciao amore …” mi salutò sorridente. Pearl si era avvicinata al bordo della piscina, così io mi abbassai e la baciai.
“Ciao Pearl … Cosa fai qui? Dovresti riposare … sei stata ferita …”Pearl mi accarezzò una guancia.
“Non ti preoccupare … mi sono ripresa completamente.”
mi disse dolcemente “e ora… perché non mi raggiungi?”
Detto ciò mi tirò a sé e mi fece cadere in acqua. Non me l’aspettavo e, preso alla sprovvista bevvi non poca acqua. Risalito in superficie cominciai a tossire mentre Pearl se la rideva.
“Ah si? Ridi di me?” le dissi e cominciai a spruzzarle acqua in faccia. Continuammo a giocare  così per un po’ ma lei era invincibile.
“Va bene, va bene … hai vinto …” mi arresi. Le cinsi la vita e l’abbracciai.
“Ti amo.” le sussurrai prima di baciarla.
“Ti amo anche io.” mi rispose.
Di comune accordo decidemmo di uscire dall’acqua (anche perché io ero completamente vestito!). Quando la vidi in costume rimasi pietrificato … Sembrava una Dea … era la MIA Dea! Mi sentii l’essere vivente più fortunato dell’intero universo, mondi paralleli compresi.
Lei notò il mio sguardo e mi baciò, sorridendomi maliziosa. Mi riscossi dal mio torpore momentaneo:
“Ma dove sono tutti gli altri?” domandai alla mia amata.
“Jasmine sta organizzando la ricostruzione … il mondo deve superare la dittatura di Lumic.  E poi ci sono ancora dei Cybermen in giro … ci hanno lasciato un paio di giorni di tranquillità! Quindi questa sera ti aspetterà una sorpresa fantastica!!” mi disse eccitatissima.
“Vai a farti una doccia e a prepararti! Mi raccomando, vestìti eleganti e pronto per le 20.00!”

P.O.V. Pearl
 
Avevo in mente una serata speciale: volevo cucinare per lui e poi … avevo una sorpresa.
L’avevo scoperto solo un paio di giorni prima. Mi feci una doccia veloce e mi diressi in cucina. Volevo preparare una cena a base di pesce, afrodisiaca quanto basta: ostriche e capesante per antipasto, noodles piccanti con gamberi e taccole come primo e astice al forno per secondo. Ero molto brava in cucina (modestia a parte) e per dessert avevo deciso di sbizzarrirmi: cupcake ripieni al cioccolato fondente e torta di mele con marmellata di albicocche. Sapevo che il Dottore andava pazzo per le creme! Dedicai tutta me stessa e riuscii a finire per le 19.15. Andai a farmi una doccia e mi misi il vestito che avevo preso per l’occasione.  Era bianco, con qualche tocco dorato. Mi lasciava le spalle scoperte ed aveva un grande spacco sul davanti.
 
 

Ero rimasta incantata appena l’avevo visto e speravo con tutto il cuore che a lui piacesse. Mi truccai e mi misi dei sandali argentati.
Guardai l’orologio e vidi con piacere che ero in perfetto orario. Il Dottore mi aspettava ai piedi della scalinata, voltandomi le spalle.
Aveva uno smoking nero che lo fasciava nei punti giusti: era una favola.
 
 
Cominciai a scendere le scale e lui si voltò. Vidi i suoi occhi aprirsi dallo stupore; ero riuscita nel mio intento. Mi venne incontro e
mi diede la mano, aiutandomi a scendere gli ultimi gradini, come un perfetto gentiluomo.
“Sei stupenda amore mio … sei la mia Dea …” mi disse un secondo prima di baciarmi.
“Grazie … anche tu sei favoloso …” gli dissi sorridendo.
Ci dirigemmo verso la cucina, dove avevo apparecchiato un tavolo per due. Il mio Dottore mi scostò la sedia e mi fece accomodare al tavolo. La cena fu perfetta: passammo la serata  migliore di sempre … ma io sapevo che non era ancora finita … dovevo dirgli un’ultima cosa …quella che avrebbe cambiato per sempre le nostre vite.
“Dottore … chiudi gli occhi. Per te non è ancora finita …” Mi assicurai che avesse chiuso gli occhi e poi mi alzai, andando a prendere il pacchetto regalo che avevo nascosto qualche ora prima … Lo posai davanti a lui e mi sedetti nuovamente.
“Apri gli occhi …”Lui lo fece e vide il pacchetto davanti a sé.
“Pearl … non dovevi … questa serata era già il miglior regalo che tu potessi farmi …”
“Avanti Dottore … aprilo …” Ero ansiosa di vedere la sua faccia, anche se già sapevo che
ne sarebbe stato contento … Il Dottore tolse velocemente la carta ed aprì la scatola,
scoprendo il suo contenuto … una piccola tutina bianca, con su scritto: ‘I love my daddy!’
 
 
Il mio uomo mi guardò sorpreso … non capiva …
“Amore … sono incinta … fra qualche mese nascerà la nostra piccola Jasmine!”
Il Dottore si riscosse alle mie parole, si alzò, mi prese in braccio e mi fece volteggiare per la stanza:
“Pearl … mi hai reso l’uomo più felice dell’universo!!”


P.O.V. Dottore

Ero rimasto di sasso. Quella notizia, avrebbe davvero sconvolto le nostre vite. Sapevo che sarebbe successo … Jasmine ne era la prova … Ma ora era molto più reale. Stavo per diventare ancora una volta padre e, questa volta era sangue del mio sangue … niente cloni e false speranze. Mi ricordo che l'ultima volta che sono stato padre fu durante la mia decima incarnazione, quando il TARDIS prese il controllo di se stesso e portò me, la giovane Martha Jones e la mia fedele compagna professionale Donna Noble sul pianeta Messaline, nel bel mezzo di una guerra genocida fra gli Umani e gli Hath. Lì un macchinario prelevò un frammento del mio DNA e da esso uscì una ragazza-soldato, Jenny, mia figlia. Subito non fui contento: lei era un errore … Ma poi rividi me stesso il lei … mi affezionai … Ma non finì bene: lei sacrificò la sua vita per salvare la mia … Soffrii molto … era solo colpa mia. Ma questa volta sarebbe stato diverso. Finalmente potevo avere una vera famiglia e avrei fatto di tutto, anche l'impossibile, per proteggerla. Avrei dato la mia vita stessa per tenere al sicuro Pearl e Jasmine.
Tornai alla realtà. Abbracciai la mia Pearl e cominciai a farla volteggiare per la stanza ero il ritratto della felicità! Pensai che i miei cuori stessero per esplodere!!
“Pearl … mi hai reso l’uomo più felice dell’universo!!”
“Ti amo Dottore … e amo la nostra bambina …” mi disse Pearl, anche lei al settimo cielo.
Si era tranquillizzata dopo aver visto la mia reazione e ora anche lei manifestava la sua felicità. Volevo solo festeggiare: avevo in mente un finale di serata speciale,solo per noi due …

P.O.V. Jasmine

I lavori per la ricostruzione della città di Parigi procedevano alla grande e Jack mi aiutava a tenere la situazione
sotto controllo.Lo ammetto … avevo un debole per lui. Era un uomo affascinante e sinceramente non mi sarebbe dispiaciuto averlo come compagno. Ero immersa nei miei pensieri quando la voce calda e sensuale di Jack catturò la mia attenzione:
“Ti vedo pensierosa Jasmine … Che cosa c’è?” mi chiese.
Mi aveva presa con le mani nel sacco, mentre fantasticavo su di lui. Arrossii imbarazzata.
“Niente … niente … solo … beh, ecco …” cominciai a balbettare. Jack si avvicinò a me e mi accarezzò una guancia:
“Sei davvero carina quando arrossisci in imbarazzo …”
Io arrossii ancora di più ma non riuscii a trattenermi: mi alzai sulle punte dei piedi e gli diedi
un bacio sulle labbra. Mi allontanai subito, in imbarazzo. Jack mi sorrise e mi accarezzò di nuovo.
 

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Capitolo 22
*** Capitolo XXI: La Svolta ***




La giovane Lisa Preston, non era una comune ragazza parigina. Lei aveva il dono della telepatia: poteva comunicare attraverso la trasmissione di pensiero con altri suoi simili. Era una bella ragazza, con occhi e capelli scuri. Indossava sempre spessi occhiali da vista che le davano un’aria da intellettuale. Era solita a vestirsi casual in modo da passare inosservata.
“Maestro Scorpio? Mi sente?”  pensò.
“E’ un piacere sentirti; mia cara Lisa …” le rispose una voce, nella sua testa.
“Il piacere è mio! Signore, l’ho contattata perché … ho delle notizie molto interessanti per lei … “
“Di cosa si tratta mia cara?”
“Il Dottore e la sua compagna … sono sopravvissuti all’attacco a sorpresa degli Oscuri Signori del Tempo e dei Cybermen come avevamo previsto e non è tutto … la giovane Time Lady, aspetta un figlio dal Dottore; presto lui sarà padre. “
“Molto bene … sembra che la fortuna stia girando dalla nostra parte … “
“Come ha intenzione di procedere mio Signore?”
“Attenderemo il momento giusto per attaccare. Mia cara, si ricordi che la Vendetta … è un piatto da servire freddo!!!”
“Cosa intende mio Signore … non capisco?!”
“Il suo tempo sta per finire … molto presto, la giovane Time Lady morirà e sacrificherà ancora una volta la sua vita per salvare il Dottore, durante un combattimento all’ultimo sangue contro i Dalek del culto di Skaro. La sua rigenerazione sarà violenta e dolorosa: avverrà all’interno del TARDIS che subirà dei danni gravi … il Dottore ne rimarrà coinvolto e ci sarai anche tu mia cara Lisa, quando ciò accadrà. Quello che ho visto … non può essere cambiato perché è un punto fisso nel Tempo e nello Spazio … che deve avvenire mentre noi, dobbiamo restare immobili a guardare che la Storia faccia il suo corso.”
 
P.O.V. Pearl
 
Mi svegliai all’improvviso. Avevo fatto un sogno terribile: Lisa era in contatto con Scorpio? Come era possibile … lui era morto per mano mia! Mi sembrava troppo reale per essere un sogno. Che fosse una visione? Se così fosse; sarebbe stato davvero terribile.
Rabbrividii terrorizzata.
Presto sarei morta … non volevo andarmene … ero affezionata al mio corpo … Un dolce bacio mi riportò alla realtà. Ero abbracciata al mio Dottore, dopo la notte che avevamo passato per festeggiare … ero incinta … il sogno era sicuramente solo un sogno …
“Buongiorno amore …” dissi, abbracciando ancora di più il mio uomo.
“Buongiorno Pearl … e buongiorno anche a te Jasmine …” disse accarezzando dolcemente il mio ventre. Dopo esserci coccolati un altro po’, ci vestimmo ed insieme andammo a fare colazione.
 
P.O.V. Jasmine
 
Il tempo passava e i lavori di ricostruzione continuavano alla grande: Parigi era quasi tornata
come prima … anzi … era meglio di prima! La nostra squadra lavorava tutto il giorno … ormai erano passati mesi e potevamo prenderci un attimo di riposo. In più mia madre e mio padre erano più uniti che mai … Mamma era incinta … aspettava me! Era molto felice … finalmente aveva un po’ di tempo per la sua famiglia … Papà era ancora più felice di mamma, se possibile. Ci contagiava tutti con la sua allegria … ero riuscita a passare un po’ di tempo con lui: mi era mancato così tanto in questi anni … mi adora … e io adoro lui … con Jack c’è ancora un po’ di imbarazzo … dopo il bacio che ci siamo scambiati non è successo altro. Lui mi tratta affettuosamente, come sempre … non riesco a capire se le cose si potranno evolvere … chissà, staremo a vedere.
 
 
P.O.V. Pearl
 
Ormai mancava poco. Presto sarebbe nata la nostra piccola Jasmine! Ero felice all’inverosimile … avevo una famiglia tutta mia … un uomo fantastico, che amavo alla follia … una bambina stupenda che stava per arrivare … cosa potevo volere di più? Ogni tanto ricordavo ancora quell’incubo, fatto mesi prima … non avevo più fatto sogni del genere e mi ero tranquillizzata. Ma quel ricordo se ne andò, veloce come era arrivato. La mia mente era affollata da altri quesiti. Mi girai, guardando il mio Dottore che dormiva, beato come un bambino. Gli accarezzai delicatamente il volto, facendo attenzione a non svegliarlo. Come sarà il mio Dottore una volta diventato padre? E come sarò io come madre? Jasmine ha già risposto a queste domande, tranquillizzandoci. Ma non posso fare a meno di farmele. Delle forti fitte mi distraggono dai miei pensieri. Che fossero contrazioni? Che fosse arrivato il momento? Decisi di svegliare il Dottore: avevo bisogno di lui …
“Amore … Amore svegliati! Mi sa che ci siamo …”
Il Dottore ci mise un attimo a capire le mie parole … ma poi in un secondo fu più sveglio che mai!
“Pearl … che succede?”
“Tranquillo!! E’ soltanto una piccola contrazione … manca ancora un po’ di tempo …” gli dissi fra un respiro ed un altro.
 
P.O.V. Dottore
 
Controllai il mio orologio da polso e notai che fra la prima e la seconda contrazione erano passati cinque minuti e questo voleva dire soltanto una cosa : ALLARME ROSSO!!! Pearl stava per partorire ed io ero nel panico più totale … non sapevo che cosa fare.
La piccola Jasmine stava per nascere all’ interno del TARDIS… mi grattai la testa per capirci qualcosa e mi misi a pensare … corsi nella sala di controllo e controllai lo schermo: era il 9 marzo. Dovevo agire in fretta e avevo bisogno di una mano perché …
non avevo proprio idea di come si faceva nascere un bambino.

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Capitolo 23
*** Capitolo XXII: Una vecchia amica (Parigi 2012) ***





P.O.V. Dottore

Dovevo agire in fretta e avevo bisogno di una mano perché … non avevo proprio idea di come si faceva nascere un bambino.
Nel TARDIS non era rimasto nessuno: Lisa Preston era irreperibile, da qualche parte nel mondo
per conto di Torchwood, Jack era a caccia di Cybermen e Jasmine era ritornata dalla madre, nella sua linea temporale… maledetta sfortuna!!! Mi rimaneva un’unica possibilità …
“Pearl … stai tranquilla. Calmati e continua a respirare …
io vado a cercare aiuto …”le dissi, accarezzandole i capelli.
Lei mi guardò sofferente ma annuì.
Mi precipitai fuori dal TARDIS, tra le strade di Parigi. Non c’era molta gente … era mattina presto d’altronde! Una donna dai capelli rossi si
stava avvicinando … Non era possibile … Era proprio lei, Donna Noble! Che cosa ci faceva qui a Parigi? E come potevo chiederle aiuto senza farle ricordare? Io ero cambiato … mi ero rigenerato … Non volevo che soffrisse e rischiasse la vita … ma non avevo scelta! Mi avvicinai a lei e le dissi:
“Mi scusi signora … Ho bisogno d’aiuto!”
Donna mi guardò, come se fossi un estraneo … ‘
Bene’ pensai …
“Che succede?” mi chiese.
“La mia compagna sta per partorire … devo far nascere mia figlia … ma … non so come fare … ecco …”
“Va bene, va bene ragazzo … portami da lei … ah … comunque io sono Donna, Donna Noble …”
“Grazie, grazie, grazie … Io sono John Smith …” dissi prendendola per mano e correndo verso il TARDIS. Mi fermai all’improvviso,
proprio davanti alla mia cabina blu … e se Donna entrando ricordasse tutto? Ormai non potevo fermarmi … mi voltai verso la mia
ex-compagna e le dissi: “Ora… non fare domande … sarai stupita ma ti prego … niente domande … poi ti spiegherò tutto!”
Lei era stupita ma annuì. Aprii le porte del TARDIS ed entrai, correndo verso la camera mia e di Pearl.
“Pearl!! Sono qui … sono qui con te …” le dissi, precipitandomi verso di lei e prendendole la mano.
Le baciai la guancia e, senza farmi vedere da Donna, le sussurrai all’orecchio:
“Non chiamarmi Dottore … chiamami John … poi ti spiego tutto …” Lei annuì.
 

P.O.V. Donna
 
Passeggiavo tranquillamente per le strade di Parigi … una meritata vacanza dopo un anno molto duro … avevo lavorato sodo ed ero riuscita ad avere un posto di tutto rispetto: segretaria personale del capo. Non sono più una precaria. Improvvisamente mi si avvicinò un uomo, un ragazzo … avrà avuto si e no trentacinque anni. Era agitato … aveva bisogno di aiuto, stava per nascere sua figlia … decisi di aiutarlo … Lui mi ringraziò e mi disse che si chiamava John Smith … John Smith … quel nome non mi era nuovo. Ricordavo un altro uomo che si era presentato con quel nome … ma non potevano essere la stessa persona … il John Smith di tanti anni fa era magro, fin troppo per i miei gusti, e aveva i capelli sempre in disordine … Questo invece era più in carne … sembrava più serio … L’uomo mi strappò alle mie riflessioni prendendomi per mano e cominciando a correre. Poco dopo si fermò, si voltò verso di me e mi disse:
“Ora… non fare domande …sarai stupita ma ti prego …niente domande … poi ti spiegherò tutto!”
Non capivo cosa voleva dire ma percepii l’urgenza di avere una risposta, per poter stare vicino alla sua compagna.
Perciò annuii e lo seguii all’interno di una cabina blu della polizia. Non potevo crederci … l’interno era immenso …
come poteva essere? Ebbi una sensazione di dejà-vu … ma avevo promesso di non fare domande … per ora.
Seguii John su per le scale,fino nella stanza dove lo aspettava la sua compagna. Lo vidi correre verso di lei, preoccupato e lo sentii dire:
“Pearl!! Sono qui … sono qui con te …” La donna che rispondeva al nome di Pearl si tranquillizzò un po’ avendolo vicino a sé. Mi avvicinai.
“Ciao … Pearl giusto? Io sono Donna … stai tranquilla e continua a respirare … andrà tutto bene …” le dissi per rassicurarla. Lei respirò e mi annuì vigorosamente. Ad un tratto cominciò ad urlare … aveva sicuramente avuto una contrazione. John mi guardò preoccupato.
“Non preoccuparti paparino … è solo una contrazione … fra poco passa … Allora Pearl … alla prossima contrazione così forte devi cominciare a spingere … hai capito? Dai, forza … è quasi fatta …”
“Ok.” mi rispose lei, affaticata.
“Forza amore mio … ” le disse l’uomo, accarezzandole la fronte. Mi inginocchiai davanti a lei e aspettai il momento giusto.
“Ohhh … John … ci siamo …” sospirò Pearl.
“Avanti” le dissi “ora spingi!”
Tutto avvenne in pochi secondi. Delle urla disperate riempirono la stanza. La bambina era nata e stava bene.
“Ehi … ciao piccolina … Come la chiamerete?” chiesi ai genitori, visibilmente emozionati.
“Jasmine … ” mi rispose John “Lei è la nostra piccola Jasmine …”
La bambina continuava a piangere. Non appena la lasciai tra le braccia amorevoli del suo papà, si calmò immediatamente, come
se l’avesse riconosciuto. Li lasciai e uscii dalla stanza … volevo delle spiegazioni ma non ora… questo momento era solo loro.
 

P.O.V. Dottore
 
Avevo tra le braccia la mia piccola Jasmine … finalmente era nata! Mi avvicinai a Pearl e le sorrisi prima di passarle nostra figlia.
“Ciao tesoro mio … ” disse alla piccola, sorridendo.
“E’ perfetta amore mio …” dissi, incantato dalla dolcezza della scena che avevo di fronte agli occhi. Pearl mi sorrise.
“Chi è quella donna, Dottore?” mi domandò curiosa, continuando a cullare la nostra bambina.
“Lei … beh … E’ una mia ex-compagna di viaggio. E’ successo tanto tempo fa … ero un altro uomo allora. Donna è stata molto importante per me … mi ha salvato la vita in molti modi … e io ho rovinato la sua. E’ stata coinvolta in una metacrisi umana biologica … Lei è diventata unica: per metà umana e per metà Signore del Tempo. Lei aveva il mio cervello, ma non poteva gestirlo … Ho dovuto cancellare tutti i suoi ricordi su di me, per salvarle la vita. Per questo ti ho chiesto di non chiamarmi Dottore … lei potrebbe ricordare e rischiare la vita. Già averla portata sul TARDIS è stato molto pericoloso … ora dovrò rispondere alle sue domande. Non voglio farle ancora del male …”
Pearl mi accarezzò la guancia, cancellando ogni traccia della lacrima che solcava il mio viso … non mi ero accorto che stavo piangendo …
“Amore mio … non è stata colpa tua … Ora vai a parlare con lei … Io e Jasmine abbiamo bisogno di riposare.”
mi disse Pearl, per consolarmi. Le diedi un dolce bacio sulle labbra: “Grazie …”
“Andrà tutto bene … va’ da lei …”Le sorrisi e uscii dalla stanza, alla ricerca di Donna.
La trovai all’esterno del TARDIS, lo sguardo perso verso la Senna. Mi avvicinai a lei e notai che i suoi occhi erano lucidi per l’emozione.
"Va tutto bene Donna?" le chiesi preoccupato.
"E' tutto apposto signor Smith! La sua compagna e sua figlia come stanno?"
"Riposano e stanno bene. A proposito … grazie per quel che hai fatto … non ce l’avrei mai fatta da solo …"
“E’ stato un piacere … E’ stata un’emozione unica … non mi era mai capitato …”
mi rispose sorridendomi. Quanto mi era mancato quel sorriso … Quanto mi era mancata lei, la mia migliore amica …
"Mi dica signor Smith … come mai viaggia all'interno di una cabina blu della polizia? Chi è lei veramente?"mi chiese.
Nella sua voce riuscivo a cogliere curiosità ma anche sospetto.
"I suoi occhi, sono molto più vecchi di quanto sembrano” continuò Donna “E inoltre ho la sensazione di averla già incontrata …
come se fosse una specie di dejà-vu …" Era giunto il momento di dare delle spiegazioni a Donna, glielo dovevo …
"Donna, guardami attentamente negli occhi.” le dissi, prendendole il viso tra le mani.
 

P.O.V. Donna
 
Quello strano ragazzo mi chiese di guardarlo negli occhi. Lo feci … mi fidavo di lui. Ma come potevo? Non sapevo nemmeno chi era!! Stavo diventando pazza … decisamente pazza! Improvvisamente ricordai delle cose … Stavo per sposarmi con Lance, il mio ragazzo, quando mi ritrovai in un luogo stranissimo, con grandi colonne di corallo … E c’era un uomo, si era presentato come ‘il Dottore’…
“Dottore …” sussurrai.
"Ascoltami Donna …” mi disse John Smith “Noi ci siamo già incontrati, molto tempo fa … Era la vigilia di Natale e tu sei apparsa
nel TARDIS,con indosso un abito da sposa …”
“Il TARDIS… quella cabina blu, si chiama TARDIS…” sussurrai. Era come se avessi dimenticato tutto ed ora, piano, piano,
tutto ritornava a galla.
“Esatto. E’ la mia nave spaziale …” mi confermò.
“… e può anche viaggiare nel Tempo! Come ho fatto a dimenticarlo?”
“Mi dispiace Donna … quel che sto facendo è molto pericoloso … Ho dovuto rimuovere tutti i tuoi ricordi, per salvarti la vita …”mi disse,come per scusarsi.
“Metacrisi biologica umana … ero diventata per metà Signore del Tempo … ma perché non ricordo nulla di ciò? O meglio …mi ricordo cosa è successo … ma tutte quelle conoscenze no …” chiesi all’uomo che avevo davanti.
“Non ne ho la minima idea … Ma forse è un bene!” mi disse sorridendomi. Ricordo che pensai che aveva uno splendido sorriso.
“Forse in questo modo puoi ricordare tutto ciò che abbiamo fatto insieme … senza essere in pericolo!!” era euforico. Ma io non capivo ancora una cosa …
“John … Ora riesco a ricordarmi tutto … il TARDIS, i viaggi nel tempo, i Dalek, i Cybermen, Pompei, gli Ood … tutto …
Ma dov’è il Dottore? Dov’è il mio ragazzo dello spazio? Quello magro, quasi scheletrico, con i capelli sempre arruffati e sempre
il solito vestito gessato addosso?” Vidi John Smith impallidire …
“Donna … Sono io … Sono il Dottore! Mi sono rigenerato …” Che cosa? Lui? Lo guardai nei suoi profondi occhi verdi … anziani …
e capii …Quegli occhi avevano visto l’intero Universo … Era lui, non avevo più dubbi!
“Dottore!! Sei davvero tu!” dissi abbracciandolo “Sei tu Spaceman!”
Il Dottore mi sorrise e mi strinse a sé:
“Quanto mi sei mancata Donna …”
 

P.O.V. Pearl
 
“Maestro? Mi sente?” pensò Lisa Preston.
“Forte e chiaro, tesoro … Dimmi, perché mi hai chiamato?” le rispose una voce profonda, maschile.
“Ci sono novità … Il Dottore e la sua compagna sono diventati genitori … la piccola l’hanno chiamata Jasmine …”
“Bene … è quasi arrivato il momento allora …”
“C’è dell’altro … c’è una donna con loro … non so chi sia ma sembra conoscere molto bene il Dottore …”
“CHE COSA?! Non è possibile … questo non era previsto!!” urlò Scorpio, adirato.
“Non importa … il loro destino è segnato … non si può cambiare …” riprese dopo essersi calmato un attimo.
“Che devo fare Maestro?” chiese Lisa.
“Nulla … procedi con il piano originario … e vedrai che andrà tutto come previsto …”
Mi svegliai all’improvviso. Era successo di nuovo, dopo tanto tempo. Che fosse davvero una visione?
Lisa era in contatto con Scorpio e congiuravano contro di noi … Ero davvero preoccupata …
Forse era arrivato il momento di dirlo al Dottore …
 

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIII: Rivelazioni ***



P.O.V. Pearl

Mi alzai dal letto e mi diressi in cucina per preparare la colazione mentre la piccola Jasmine riposava nella sua culla di legno. L’aveva tirata fuori il Dottore, qualche giorno prima … la custodiva nella soffitta del TARDIS. Ci aveva lavorato per una giornata intera … Quando la vidi non potei non rimanere stupita … era bellissima … e su un lato c’era scritto il nome di nostra figlia in Gallifreyano Antico … Il Dottore mi aveva raccontato che quella culla era della sua famiglia da generazioni e che da piccolo ci aveva dormito anche lui.
Quando entrai in cucina, un odore invitante pizzicò il mio naso: sembrava quello delle frittelle ai mirtilli … ma non c’era il Dottore ai fornelli, bensì Donna … Lei era veramente una persona speciale: mi piaceva e non mi sarebbe dispiaciuto se fosse tornata a viaggiare, con noi … Il TARDIS, si era ormai completamente ricaricato e molto presto saremo di nuovo partiti alla scoperta dell’ Universo, a caccia di avventure. Mi avvicinai al mio uomo e lo salutai con un romantico bacio sulla bocca senza fare caso a Donna, che ci guardava serena.
Il Dottore, ricambiò il mio bacio, e mi disse:
“Bonjour, My Lady! Hai dormito bene?”
“Divinamente e tu?” gli risposi, sorridendogli.
“Come un angioletto. La bambina?”
“La piccola Jasmine sta dormendo beata nella sua culla. Dovrebbe svegliarsi fra poco per la prima poppata …” Detto questo, rivolsi il mio sguardo verso Donna per salutarla.
“Buongiorno Donna … scusa se non ti ho salutata subito …”
“Oh non preoccuparti … avevi altre priorità!” mi disse facendomi l’occhiolino, poi continuò “Per colazione, non sapendo quali fossero i tuoi gusti, ho pensato di preparare delle frittelle di mirtilli, spero che siano di tuo gradimento …”
“Vanno benissimo! Sei stata molto gentile a prepararci la colazione; grazie Donna …” le dissi, per incoraggiarla in modo da farla
sentire a suo agio.
“Oh … non ho fatto niente di speciale …” mio rispose con tono garbato e gentile.
“Ora, se non vi dispiace … io andrei; così vi lascio da soli …”concluse prima di andare via ma io, la bloccai dicendole:
“Aspetta un attimo … perché non ti unisci a noi e fai colazione? Così parliamo un po’… che ne dici?”
“Certo, volentieri!” mi rispose con un sorriso. La colazione passò in fretta e fra una chiacchiera e l’altra, ci scappava anche qualche
gradevole risata.
“Scusatemi ragazze! Io vado a controllare se il TARDIS si è ricaricato, così potremmo finalmente ripartire. Sta tranquilla Pearl …ti lascio in ottima compagnia, a dopo.”mi disse il mio adorato Dottore. Prima di andarsene, mi diede un appassionato bacio sulle labbra, che sembrava eterno. Donna ed io rimanemmo da sole … avevo bisogno di qualcuno con cui parlare prima d’informare il Dottore della mia visione, facendolo così preoccupare. Donna sembrava la persona più indicata,mi fidavo di lei.
“Ascoltami Donna … sai mantenere un segreto?” le chiesi seria.
“Si, certo! Puoi fidarti di me …”
 
P.O.V. Donna
 
La giovane Pearl era davvero una donna molto elegante ed aggraziata. Era davvero una persona speciale … non mi stupiva che il Dottore si fosse innamorato di lei. Aveva sempre fatto fatica ad aprirsi con gli altri, mi faceva piacere sapere che aveva trovato qualcuno da amare, che a sua volta lo amava completamente …Non so perché ma una domanda mi passò per la testa: lei è umana? I miei pensieri vennero interrotti proprio da Pearl.
“Ascoltami, Donna … sai mantenere un segreto?” mi aveva chiesto seria.
“Si, certo! Puoi fidarti di me …” le risposi decisa.
“So che in questo momento ti starai facendo un sacco di domande a cui non sai dare una risposta … in fondo non sai chi sono …non sono umana. Sono un Signore del Tempo ma sono cresciuta sulla Terra, come umana …”
“Cosa?! Ma come … hai fatto?” dissi stupita. Questa non me l’aspettavo proprio …
“Sono un Signore del Tempo … so cosa ti passa per la mente …” rispose orgogliosa. Ecco come faceva sempre il Dottore …
“Stammi a sentire Donna! Quello che sto per svelarti … rimarrà in questa stanza fra me e te.”
Annuii decisa. “Il mio tempo sta per finire … molto presto morirò durante un combattimento contro i Dalek del culto di Skaro. E’ una cosa che deve avvenire e nessuno può impedirlo, nemmeno il Dottore stesso.”
“Beh … come posso aiutarti?” chiesi. Avevo appena conosciuto quella ragazza fantastica e già doveva lasciare questo mondo.
“Quello che ti chiedo è semplice: devi proteggere nostra figlia ad ogni costo …” Era preoccupata.
“Ma io … non ho mai avuto un bambino … non so come si fa...” Mi aveva davvero spiazzata con quella richiesta … Pearl continuò:
“Devi portarla in un luogo sicuro, lontano da noi, fino a quando non sarà necessario.
Dovrai privarla della sua essenza di Signore del Tempo con questo …” Mi disse porgendomi tra le mani uno strano orologio d’argento da taschino … sopra c’erano dei segni: Pearl mi disse che era Gallifreyano, la lingua dei Signori del Tempo.
“… è un orologio dell’ eternità. Permette ad ogni Signore del Tempo, di rendersi umani …”
“Ma …” cercai di controbattere.
“Ti prego Donna … Mi fido di te e anche il Dottore … A chi altri potremmo affidare nostra figlia?” mi supplicò.
“Il Dottore sa di tutto ciò?”
“Non ancora, ma glielo dirò presto …” mi rispose.
“D’accordo. Lo farò, proteggerò Jasmine …” acconsentii. Pearl tirò un sospiro di sollievo:
“Grazie Donna, davvero … ”
 
P.O.V. Dottore
 
Ero nella sala di controllo del TARDIS. Sapevo che era tutto a posto, che non c’era nulla che non andava ma avevo pensato che fosse una buona idea lasciare sole Pearl e Donna: entrambe ne avevano passate molte … e poi Pearl aveva bisogno di qualcuno con cui parlare,di un’amica. Dopo qualche tempo vidi Pearl entrare: “Ciao amore …” la salutai “Jasmine dorme ancora?”
“No no, si è svegliata … è in cucina con Donna …” mi rispose sorridendomi.
“Davvero? Donna è speciale …”
“Me ne sono accorta … abbiamo parlato un po’ prima … Dottore ascoltami” mi disse, diventando seria “devo parlarti di una cosa …”
“Pearl, sai che a me puoi dire tutto … ” le dissi, avvicinandomi a lei. Mi raccontò della sua visione, di Lisa e Scorpio …Era preoccupata.
“Ho chiesto a Donna di proteggere Jasmine … di portarla via e di renderla umana, esattamente come è successo a me … Non voglio che sia in pericolo …” aveva cominciato a piangere. La presi tra le braccia e la strinsi forte. Stavo per perderla, di nuovo …
“Stai tranquilla Pearl … Io sono con te … Affronteremo tutto questo insieme …”
La sentii tranquillizzarsi tra le mie braccia.“Ora andiamo di là, da nostra figlia …”
In cucina Donna stava giocando con la piccola Jasmine. Appena entrammo e ci vide, nostra figlia allungò le manine contenta, per farsi prendere in braccio. La presi e guardai Donna.
“Grazie …” le sussurrai. Lei mi annuì di risposta: aveva capito a cosa mi riferivo.
“Ciao principessa …” dissi a mia figlia “Ma come sei bella stamattina … il TARDIS è pronto … che ne dite di un nuovo viaggio? Ho in mente un posto fantastico!” chiesi sorridendo a Pearl e Donna.
“Andiamo … mi è mancato viaggiare con te …” mi disse Donna. Tornammo nella sala di controllo e partimmo. Avevo affidato Jasmine a Pearl.
“Arrivati! Londra … 2012. Chi vuole assistere alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi?”
Appena aprii la porta del TARDIS capii che c’era qualcosa che non andava … Una parola mi arrivò alle orecchie.
Sbiancai. Come potevano essere lì? Era già arrivato il momento?
“STERMINARE!!! STERMINARE!!!"
 

Carissimi Utenti... questo capitolo sarà l'ultimo che posterò prima di andarmene in vacanza....
Ringrazio a tutti coloro seguono la mia storia e a tutti coloro che grazie alle loro recensioni....mi danno il coraggio e la forza di andare avanti e di continuarla....Spero tanto che il capitolo 23 sia di vostro gradimento....
Attendo al più presto le vostre recensioni.
Buone Vacanze a tutti gli utenti EFP dalla vostra Alexandra .... Baci:-) ;-)

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Capitolo 25
*** Capitolo XXIV: Tick Tock goes the clock … ***


 
P.O.V. Dottore

Appena aprii la porta del TARDIS capii che c’era qualcosa che non andava … Una parola arrivò alle mie orecchie. La riconobbi subito: l’avevo sentita tante, troppe volte.
Sbiancai. Come potevano essere lì? Era già arrivato il momento?
“STERMINARE!! STERMINARE!!” disse una voce cupa e metallica. Era senza dubbio la voce di un Dalek.
Che cosa ci facevano dei Dalek alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2012, in piena Londra? Dovevo scoprirlo ad ogni costo,dovevo capire le loro reali intenzioni. Per fortuna non si erano accorti di me. Mi nascosi dietro ad un muro e ascoltai con molta attenzione i loro discorsi:
“Dalek Supremo … quali sono i nostri ordini?” chiese uno dei Dalek del culto di Skaro al suo capo.
“Dobbiamo assicurarci che il nostro piano di conquista della Terra funzioni. Dobbiamo rapire la bambina e renderla una spietata
assassina … Solo così riusciremo a vendicarci.”
Rapire una bambina? Stavano parlando di mia figlia? Non l’avrei permesso! E contro chi volevano vendicarsi? Li conoscevo meglio delle mie tasche (che sono molto più capienti delle tasche normali … stesso principio del TARDIS)… Ohhh … beh, sarei dovuto arrivarci prima … sono io il loro nemico più grande … volevano usare mia figlia contro di me! Sentii la rabbia accrescere dentro di me: dovevo assolutamente escogitare un piano … e in fretta! La posta in gioco era troppo alta come anche il rischio a cui stavo andando incontro. Mentre ero immerso nei miei pensieri una voce cominciò a canticchiare alle mie spalle uno strano motivetto:
Tick tock goes the clock
And all the years they fly.
Tick tock and too soon
You and I must die…
Rimasi impietrito. Mi voltai … Pearl stava cullando la piccola Jasmine, per addormentarla.
“Quella canzone … perché hai cantato quella canzone Pearl? Che cosa significa?” le chiesi.
“Quale canzone Dottore?” Mi chiese stupita, come se non si ricordasse di averla cantata “Quei versi sull’orologio? Non lo so … è una canzone che mi cantava sempre mio padre quando ero una bambina, per farmi addormentare. Mi diceva spesso che scacciava via gli incubi notturni. Perché? Ha un significato particolare per te?” mi chiese lei stupita.
“Soltanto dei brutti ricordi che vorrei cancellare dalla mia memoria …” le risposi, cupo.
“Mi dispiace amore mio. Non lo sapevo!!” mi disse, sfiorandomi una spalla per consolarmi.
“Tranquilla Pearl … è acqua passata.”

P.O.V. Pearl

Quella canzone inquietante mi era entrata nella testa, come se fosse un veleno sottile che a piccole dosi poteva ucciderti. Che fosse un avvertimento per entrambi? Mi avvicinai al Dottore, nascosto dietro ad una parete, intento ad ascoltare con molta attenzione il discorso che si stava svolgendo fra i Dalek e il loro Dalek Supremo. Lasciai la piccola Jasmine che riposava fra le calde braccia di Donna e ritornai dal mio uomo, per ascoltare insieme a lui quell’ interessante discorso. All’ improvviso … vidi intervenire una donna dai capelli scuri e gli occhiali: era senza dubbio la giovane Lisa. Continuai ad ascoltare:
“Dalek Supremo? La giovane donna dai capelli scuri vorrebbe parlarle …”
“Falla passare e sentiamo che cosa ha da dirci …”
“Ossequi Dalek Supremo! Mi manda l’Alchimista. Mi ha detto di riferirle questo messaggio: il Dottore è arrivato!! Molto presto sarà qui! Siete autorizzati a procedere con il piano di conquista della Terra, con effetto immediato.”
L’Alchimista? Ma come era possibile … era morto! All’improvviso un Dalek si avvicinò, interrompendo la conversazione.
“Dalek Supremo? Abbiamo trovato la cabina blu a pochi isolati da qui, ma nessuna traccia del Dottore e della sua attuale compagna!! Al suo interno abbiamo trovato una donna dai capelli rossi con in braccio una neonata. Li abbiamo presi in ostaggio, nel caso il Dottore si facesse vivo per salvarle.”
O mio Dio!! Avevano preso Donna e Jasmine! Mi voltai verso il Dottore … non distoglieva lo sguardo dai Dalek. Nei suoi occhi riuscivo a leggere solo odio e rabbia. Gli misi una mano sul braccio, per calmarlo. Il suo odio verso i Dalek avrebbe potuto spingerlo a fare qualche pazzia … Lui mi guardò e si tranquillizzò un po’.
“Molto bene, procedete con il piano …” disse con tono autoritario il Dalek Supremo.
“Ai suoi ordini Signore ...”
“Identificati umana!!!” intervenne all’improvviso uno dei Dalek del Culto di Skaro, rivolgendo il suo unico occhio verso Donna, che rispose con decisione e autorità:
“Il mio nome è Donna. Donna Noble e farò di tutto per proteggere questa bambina. Non l’avrete mai!!!”
“Bene,bene … sembra che qui qualcuno, si diverta a fare l’eroina!!! Mi dispiace mia cara; ma sei arrivata troppo tardi!!! Ed ora, dammi subito la bambina senza fare storie… se vuoi
salva la tua miserabile vita!!!” intervenne con fermezza ed autorità la giovane Lisa, minacciandola con la sua inseparabile calibro 22.
“Se vuoi la bambina Lisa, dovrai uccidermi!!!” rispose Donna protettiva.
“Adesso basta!!! Questo è troppo!!! Devo assolutamente intervenire!!!” esclamai adirata fra me e me. Sapevo che quella sarebbe stata la mia fine, l’avevo visto … ma non potevo permettere che accadesse qualcosa a Donna o a Jasmine. Decisi di uscire allo scoperto e salvarle anche al costo della mia vita stessa ma il Dottore mi prese per un braccio
e  mi bloccò dicendomi: “Aspetta qui!! Non ho intenzione di perderti un’ altra volta, non lo sopporterei …”
“Non puoi intervenire e cambiare un punto fisso nel Tempo e nello Spazio. Creeresti un paradosso temporale!!!” lo rimproverai.
“Ricordati sempre Pearl, che la linea del Tempo può essere riscritta e io farò l’impossibile per salvare Donna e nostra figlia, te lo giuro.”
“Sei un folle Dottore!! Sai che lasciarmi andare è l’unico modo!!!”
“Sarò anche un folle mia cara … ma quando la posta in gioco è alta sono disposto a tutto, specialmente quando sono in gioco tutte le persone a me care!!!”
Il Dottore prima di uscire allo scoperto e salvare la situazione, mi strinse forte sé e mi diede un intenso e passionale bacio sulle labbra. Mentre mi teneva stretta a sé, mi sussurrò all’orecchio il suo vero nome e poi mi disse: “Ti amo e ti amerò sempre, Pearl.”

P.O.V. Donna

“Se vuoi la bambina Lisa, dovrai uccidermi!!!” intervenni protettiva nei confronti della piccola Jasmine. Avevo una paura folle, ma sapevo qual era il mio compito: proteggere la figlia del Dottore ad ogni costo! Ne aveva già persa una … non avrebbe sopportato un altro dolore. Avevo dato la mia parola e non potevo più ritornare indietro… dovevo lottare fino in fondo.
Come dice sempre il Dottore: “Non bisogna mai arrendersi quando è in gioco il proprio destino,bisogna lottare fino all’ ultimo!!” Ero preoccupata per la sorte della bambina … se le fosse successo qualcosa di spiacevole non me lo sarei mai perdonato. Vedevo avvicinarsi sempre più Lisa, mentre continuava a fissarmi e a puntarmi contro la sua arma carica,pronta a sparare il colpo
di grazia che mi avrebbe uccisa.
“E’ un vero peccato sai … saresti stata un’ottima complice. Addio, Donna Noble! Fa un buon viaggio di sola andata verso l’Inferno!!!” esclamò con cattiveria.
Ma un attimo prima che potesse premere il grilletto …
“Lisa Preston … da te non me lo sarei mai aspettato. Aha … Povero me. Sto proprio invecchiando!”
Il Dottore era uscito da dietro un angolo … Ma che stava facendo?! Era impazzito?! Così si sarebbe fatto uccidere! La piccola tra le mie braccia si svegliò, sorridendo … aveva riconosciuto la voce del suo papà. 
Lisa si voltò verso il Dottore. “E io non ti facevo così stupido Dottore … forse stai invecchiando davvero! Sei caduto nella mia trappola!” aggiunse sghignazzando vittoriosa : “Sei un uomo morto Dottore. Addio!!”

P.O.V. Dottore

“E io non ti facevo così stupido Dottore … forse stai invecchiando davvero! Sei caduto nella mia trappola!” aggiunse sghignazzando vittoriosa “Sei un uomo morto Dottore. Addio!!Uccidetelo!!” ordinò la giovane Lisa. Subito dopo scomparve: si era sicuramente teletrasportata con il suo manipolatore Vortex dal suo capo, l’Alchimista.
Ormai avevo i secondi contati … Dovevo proteggere Donna e Jasmine, anche se ciò avrebbe portato alla mia morte …
“Hai un ultimo desiderio, prima di morire Dottore?” mi chiese il Dalek Supremo, guardandomi fisso negli occhi.
“Il mio ultimo desiderio? L’unica cosa che voglio è vedervi tutti bruciare all’Inferno! Voglio cancellare per sempre dal Tempo e dallo Spazio la vostra odiosa razza!!! Avanti?! Che cosa aspettate? Io sono qui … mi avete preso … forza uccidetemi e poniamo fine a questa guerra ancor prima che inizi!” dissi, sputandogli contro tutta la mia rabbia e la mia determinazione.
“Lo faremo Dottore … tu morirai, questo è certo … Prima però assisterai alla distruzione della tua amata Terra. Guarda gli umani che proteggi da secoli morire … i tuoi amici, la tua famiglia!” mi disse il Dalek con la sua voce metallica “Iniziare processo di sterminio degli umani fra: 5…4…3…2…1… STERMINARE!!!!”
“Non permetterò mai che la Terra venga distrutta dai Dalek!!! Donna? Prendi la bambina e va subito via da qui … ADESSO!!!” le urlai contro mentre lei cercava di controbattere dicendo:
“No, Dottore! Io non ti lascio … voglio aiutarti!!!”
“Ascoltami, Donna!! Il tuo compito non è quello di proteggere me, ma quello di proteggere la bambina!!! Donna Noble! Sei stata la migliore compagna di viaggio che io abbia mai avuto e farai sempre parte della mia vita.
Ora va Donna … mettetevi in salvo!”
“Non ti dimenticherò mai Uomo dello Spazio. Addio Spaceman!” mi disse mentre si allontanava via, correndo lungo le strade di Londra, diretta a Chiswick, dalla sua famiglia, con in braccio mia figlia …
Rimasi solo … nei miei cuori la speranza di rivedere la mia piccola principessa.
 

P.O.V. Pearl

La situazione stava degenerando e il mio amato Dottore era lì da solo, a combattere contro i Dalek. Voleva salvare a tutti i costi la Terra e cambiare il corso della Storia, riscrivendo la linea del Tempo e creando un paradosso temporale. Sapevo che l’unico modo per evitarlo era la mia morte … il Dottore ne era consapevole e avrebbe fatto l’impossibile per impedire che ciò accadesse. Lui era un folle, lo ammetto, ma mai quanto me!!! Decisi di uscire allo scoperto ed intervenire al posto suo, nella speranza di salvarlo. Conoscevo il Dottore! Sapevo che sarebbe stato contrario al mio sacrificio ma non m’importava … ero disposta a tutto,anche sacrificare la mia vita per lui … un vecchio pazzo, che ha rubato una cabina magica ed è scappato, viaggiando per l’intero Universo, visitando stelle e pianeti, salvando persone e popoli interi.

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Capitolo 26
*** Capitolo XXV: Il Ritorno di River Song ***


 
                           Seems I'm getting out of control 
Feels like I'm running out of soul 
You're getting heavy to hold 

Think I'll be letting you go 
  (Lupe Fiasco Ft Sarah Green-Letting  go)
 
P.O.V. Dottore
 
La situazione stava precipitando ed io ero lì, in attesa del mio destino … ormai era finita per me, non c’era più via di scampo … 
ero solo, felice di poter salvare le mie donne. Un rumore di passi mi distrasse. Mi voltai e vidi Pearl venire verso di me.
“Pearl! Che fai, torna subito indietro!” esclamai urlando.Lei mi corse incontro e sorridendo mi disse: 
“Non temere Dottore … so a cosa vado incontro! E’ l’unico modo che conosco che mi consenta di limitare i danni …”
Una lacrima mi scendeva sulla guancia: voleva sacrificarsi per salvare me e Jasmine …
“No, Pearl! Non ti permetterò di farlo!! Sei troppo importante per me e l’idea di perderti mi ucciderebbe …”
 
P.O.V. Pearl
 
Il Dottore non riusciva a capire cosa volessi fare. Gli accarezzai la guancia, asciugandogli la lacrima, poi strinsi la sua mano. All’improvviso una donna si materializzò davanti a noi. Aveva i capelli ricci e biondi. Si voltò verso di noi e, guardando il Dottore, disse: “Ciao Dolcezza.” Il mio uomo, sentendosi chiamare si girò verso la sconosciuta e La guardò con stupore dicendo:
“River?! Che cosa diavolo ci fai qui?”
“Sono venuta a salvarti tesoro …” disse, rispondendolo a tono.
“Quante volte ti ho detto che io odio essere salvato …”
All’improvviso uno dei Dalek con cui stavamo combattendo, interruppe in modo brusco l’accesa conversazione che si stava svolgendo fra River e il Dottore, dicendo: “STERMINARE!! STERMINARE!!”
“Fa silenzio, stupido Dalek!!!” aggiunse lei adirata, sparandogli contro un colpo di pistola che gli fece esplodere la testa … poi si rivolse nuovamente con lo sguardo verso il Dottore: “Me lo dici ogni volta che c’incontriamo … mentre cerco di salvarti la pelle!”
Chi era quella donna? Più la guardavo e più mi convincevo che entrambi si conoscessero abbastanza bene.
Nel frattempo l’esercito dei Dalek avanzava verso di noi a gran velocità. Ci circondarono con l’intenzione di ucciderci tutti.
“E adesso? Che cosa facciamo? Suggerimenti?” chiese con tono agitato il Dottore.
“Di solito quando la situazione sta per diventare critica ti viene sempre una brillante idea!!” intervenne determinata River, rivolgendosi al mio uomo con il suo sguardo seducente ed accattivante da gatta …
“Tesoro … sai che con quel vestito nero, sei davvero molto sexy!!!”
“Ti ringrazio River …”
“Di nulla dolcezza!!” concluse sorridendo.
Brutta sgualdrina!!! Come osi flirtare con il mio uomo!’ pensai fra me e me.  Quella donna iniziava davvero a darmi su i nervi.
Ci aveva appena provato con il Dottore, il mio Dottore e l’idea non mi piaceva per niente …
“Ehi, voi due? Perché non la smettete di flirtare e venite qui a darmi una mano a salvare il mondo?” dissi, con tono adirato ed autoritario rivolgendo il mio sguardo accigliato soprattutto verso il Dottore. I due si avvicinarono e, in un momento in cui River
non poteva sentire, mi sussurrò: “Scusami Pearl! Non era mia intenzione farti arrabbiare …”
“Lascia perdere!” gli risposi sospirando.
 
                        
P.O.V. River
 
Conoscevo il Dottore e sapevo a cosa saremmo andati incontro, affrontando questa guerra.
Dovevamo rischiare tutto pur di salvare l’intero pianeta dal caos e dal dominio assoluto dei Dalek. 
I Dalek, si stavano avvicinando sempre di più, pronti a fare fuoco su di noi per ucciderci. Sapevo benissimo che, se uno di quei raggi laser mi avrebbe colpito, sarei morta all’istante e non sarei riuscita a rigenerarmi … in ogni caso sarei morta comunque. 
Il Dottore e la giovane ragazza dai capelli castano-rossicci dipendevano da me.
Molte domande affollavano la mia mente: saremmo mai riusciti a salvarci da questa situazione ed uscirne illesi?
Quante persone dovranno morire a causa di questa guerra oltre i confini del Tempo e dello Spazio?
Chi di noi riuscirà a sopravvivere?
 
 

P.O.V. Dottore 
 
L’armata dei Dalek avanzava sempre di più e noi combattevamo con tutte le nostre forze per riuscire a salvare noi stessi,
la Terra e i suoi abitanti. Era la prima volta che vedevo Pearl così decisa e combattiva. Provava un forte disprezzo verso di loro:
lei più di tutti voleva la loro estinzione. Lo ammetto, ho un debole per le cattive ragazze e Pearl Bartowski, era la donna ideale
per me. Credo che molto presto … le chiederò di sposarmi … se sopravvivo a questa guerra lo farò e finalmente potrò essere felice. Potrò avere una vita quasi normale con lei e nostra figlia, che spero di rivedere molto presto. Il tempo stava ormai scadendo ed io stavo dando il meglio di me stesso pur di vincere questa guerra e limitare i danni con l’aiuto sia di Pearl che di River … Potevamo essere un ottima squadra se non fosse che, fra la mia donna e la dottoressa Song, non scorreva buon sangue … avevo notato una certa rivalità fra loro.  Durante la battaglia contro i Dalek morirono molte persone … e la colpa era solo mia. Ormai mancava poco. Presto la guerra sarebbe finita ed io conoscevo soltanto due modi in cui poteva finire: con la nostra resa oppure
con uno sterminio di massa dei Dalek. Mi avvicinai al loro capo supremo e lo guardai fisso e con la rabbia negli occhi dissi:
“Che cosa sperate di ottenere, distruggendo la Terra e i vostri stessi simili? Un tempo, anche voi eravate degli umani. Per quale
motivo volete vendicarvi su di loro?”
“Gli umani sono esseri deboli e devono morire. La suprema razza Dalek vincerà questa guerra; diventerà padrone dell’intero universo e tu Dottore … non potrai fare nulla perché morirai. E con te finirà anche la razza dei Signori del Tempo …”
Dovevo escogitare un piano al più presto. Mi guardai un po’ intorno e lo notai: lo strumento che i Dalek avevano costruito per rendere la Terra Nuova Skaro aveva bisogno di un generatore ad energia nucleare per essere attivato. Pearl e River si trovavano proprio accanto ad esso. Volsi il mio sguardo verso Pearl che mi lesse nel pensiero mentre io lessi nel suo …
“E così … volete rendere la Terra un pianeta inabitabile per gli umani ed abitabile per voi …” dissi rivolto al Dalek Supremo.
Volevo distrarli in modo che voltassero le spalle verso la loro arma. In questo modo Pearl e River potevano agire indisturbate.
“Noi faremo della Terra un nuovo campo di addestramento Dalek e diventerà Nuova Skaro …” disse il Supremo Dalek, 
rivolgendosi a me.
“E come ci riuscirete, sapendo che io farò di tutto per rovinare i vostri piani? Ricordatevi che io sono il Dottore.
Vi consiglio di scappare, finché siete in tempo. Ed ora… godetevi i fuochi d’artificio … Adesso Pearl! Attiva l’interruttore!”
Pearl, senza pensarci due volte, attivò l’interruttore dell’arma, che esplose. Durante l’esplosione, nessun Dalek sopravvisse o almeno così credevo. Quando sembrava tutto ok, una voce cupa e metallica di un Dalek morente disse: “STER-MI-NA-REEE !!”
Dal nulla sbucò un raggio di luce che mi abbagliò gli occhi per qualche secondo e poi … sentì Pearl urlare: “Dottore, stai attento!!!”
Un attimo dopo, vidi la mia amata mettersi fra me e il raggio della morte che ci stava raggiungendo a gran velocità.
La scena che vidi dopo fu la peggiore che io avessi mai visto: il raggio colpì Pearl in pieno e la scaraventò a terra.
Quando si rialzò per stabilizzarsi, il suo apparato circolatorio binario e il suo corpo ne subirono le conseguenze.
Corsi subito da lei per aiutarla e metterla in salvo all’interno del TARDIS prima che la rigenerazione avvenisse.
“River? Ti prego, aiutami a riportarla in salvo all’interno del TARDIS… dobbiamo andarcene subito da qui!” esclamai.
 
P.O.V. River
 
Guardavo il Dottore con stupore. Il suo comportamento, era molto strano. Perché dovevamo portare con noi il corpo senza
vita di una stupida umana? Per quale motivo era così importante per lui?  Avevo un sacco di domande da fargli, volevo delle risposte. Mi rivolsi a lui con lo sguardo e gli dissi per dissuaderlo dall’idea: 
“Ascoltami, per lei non c’è più niente da fare …
mi dispiace ma la tua compagna di viaggio è morta!”
“Ti sbagli River!! Lei non è morta! Lei può ingannare la morte!” mi rispose ostinato. 
Non aveva la minima intenzione di ascoltarmi,per nessun motivo.
“Lei non è un essere immortale! Non è un Signore del Tempo come me e te … e soprattutto non ha la capacità di rigenerarsi
in un nuovo corpo. Lei è stata uccisa da un Dalek. Lei era soltanto una comune e stupida umana e non ritornerà dal Regno dei Morti. 
Devi guardare avanti e voltare pagina.” gli dissi. Sapevo di essere stata brutale ma dovevo farlo ragionare … dovevamo andarcene da lì immediatamente.
“Mi dispiace River ma tu non la conosci come la conosco io quindi, non hai il diritto ne di sputare sentenze tanto meno di giudicarla! Se non vuoi aiutarmi a salvarla, lo farò da solo!!” mi rispose adirato.
“Mi dispiace … non volevo ferirti …” dissi per scusarmi. L’avevo fatto davvero arrabbiare e questa volta sapevo che non mi avrebbe perdonato facilmente.
“Allora mi aiuti o no?!” mi urlò contro con le lacrime agli occhi. Se davvero per lui era tanto importante lo avrei aiutato.
  Mi avvicinai a lui ed insieme riportammo il corpo della ragazza nel TARDIS.
“River guida tu … portaci lontano da qui!” mi disse il Dottore.
Non mi aveva mai lasciato guidare il TARDIS… che stava succedendo? Impostai le coordinate e mi voltai verso di lui.
Era inginocchiato a terra e teneva tra le braccia la ragazza. Stava piangendo. All’improvviso un bagliore dorato avvolse il corpo.    
         

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Capitolo 27
*** Capitolo XXVI: La Visione si Avvera ***


L'amore non è altro che il tentativo di superare la barriera del tempo, perforando lo schermo dello spazio.
Ma questa è solo apparenza, in realtà è solo la materia che inquieta si trasforma.
(Carl William Brown)



 Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
      mi prese del costui piacer sì forte,
 che, come vedi, ancor non m'abbandona.
(Dante Alighieri-Inferno Canto V)
P.O.V. River
 
 
All'improvviso un bagliore dorato avvolse il suo corpo. Che cosa significava? Chi era veramente quella ragazza? Rivolsi il mio sguardo stupito prima al Dottore e poi alla ragazza, distesa sul pavimento del TARDIS priva di sensi. In pochi istanti si riprese
e si rialzò sulle sue gambe. Quella luce dorata che le aveva avvolto il corpo divenne più forte e violenta. Sembrava proprio … energia rigenerativa! Ma questo voleva dire che …
“Dottore! Che sta succedendo? Chi è quella ragazza?” chiesi incredula. Il Dottore non mi considerò nemmeno:
la sua attenzione era rivolta a Pearl, che si stava agitando, in preda al dolore.
"Dottore!!! Che cosa mi sta succedendo? Ho paura!!!" urlava.
Il Dottore che le stringeva la mano, dicendo:
"Sta tranquilla Pearl, andrà tutto bene. Sentir dolore durante il processo rigenerativo, soprattutto dopo una ferita violenta, è una cosa più che normale … fa parte del DNA dei Signori del Tempo …"
Avevo sentito bene? Signore del Tempo?! Quella ragazza era un Signore del Tempo … proprio come me e il Dottore … ero allibita. Pensavo che il Dottore fosse l’ultimo. Io lo sono in parte solo perché i miei genitori mi hanno concepita sul TARDIS. Credevo non ne esistessero altri. Improvvisamente la situazione mutò: l’energia rigenerativa nell’aria era troppa … non serviva un genio come me per capire che presto ci sarebbe stata un’esplosione!
“Dottore! Allontanati da lei, presto! E’ pericoloso … l’aria è carica di energia … fra poco ci sarà un sovraccarico!” gli urlai contro, cercando di farlo ragionare. Il Dottore mi fulminò con lo sguardo: “Non la lascio sola, River! Ha bisogno di me!”
Feci per avvicinarmi a lui e portarlo via con la forza quando un boato risuonò nell’aria.
 

P.O.V. Dottore
 
L’esplosione prevista da River mi scagliò lontano da Pearl, contro le pareti del TARDIS. Persi conoscenza per qualche minuto. Appena mi risvegliai mi guardai intorno: anche River era stata sbalzata via, ma stava bene. Il TARDIS era in fiamme e Pearl era ancora là, dove l’avevo lasciata, che urlava per il dolore. Quel suono mi spezzava entrambi i cuori: avrei voluto fare qualcosa per lei, per alleviarle il dolore. Ma era la sua battaglia … doveva combatterla da sola. Il TARDIS in fiamme, vagava attraverso l’Universo, in cerca di un ancoraggio. River si rialzò in piedi e si avvicinò alla console dei comandi: voleva cercare di fare un atterraggio d’emergenza. Purtroppo fu tutto vano … perse il controllo della nave, che divenne incontrollabile. Poco dopo ci schiantammo in un posto sperduto del pianeta Terra e in un epoca storica sconosciuta. Appena mi ripresi dal violento atterraggio, uscii per cercare di capire dove eravamo finiti. Eravamo atterrati nel bel mezzo di una fitta boscaglia, lontani dalla città.
River uscì dal TARDIS in fiamme con in braccio Pearl, avvolta in una coperta di pile beige; mi avvicinai a lei e con lo sguardo preoccupato. Non urlava più dal dolore, ma non riuscivo a capire se fosse un bene o un male. Evidentemente River capì ciò che stavo pensando perché mi disse:  “Non preoccuparti … Non è nulla di grave; è soltanto svenuta dopo essersi rigenerata. Ora ha bisogno di un letto caldo dove dormire. Dobbiamo trovare qualcuno che sia disposto ad ospitarci:
il TARDIS è inutilizzabile e ci metterà un bel po’ a ripararsi … L’esplosione ha causato moltissimi danni …” concluse leggermente adirata. Odiavo quando faceva la sapientona … ormai stava calando la sera e il cielo sopra le nostre teste, si stava oscurando.
Presi in braccio Pearl e mi incamminai, insieme a River. Una leggera pioggia autunnale, mi bagnò il volto e i capelli.
Nel giro di pochi istanti divenne fitta e talmente forte che m’impedì di vedere la strada ….
Incrociammo un uomo di mezza età, dai capelli brizzolati, vestito di stracci e con una lanterna accesa in mano. Questo ci
vide in difficoltà e si avvicinò a noi dicendo: “Buonasera signori … io mi chiamo George. Vi serve aiuto?”
“Grazie per l’interesse George ma … non ci serve alcun aiuto; sappiamo cavarcela benissimo
da soli …” dissi infastidito mentre River, mi diede una gomitata accompagnata da un rimprovero.
“Signor George, le saremmo molto grati se sapesse dirci dove possiamo trovare qualcuno che ci ospiti per po’. Noi siamo dei viaggiatori ed è da molto tempo che siamo in viaggio; abbiamo bisogno di un posto dove stare ma soprattutto abbiamo bisogno di cibo e di acqua …” rispose River, cercando di essere più educata possibile.
“Stia tranquilla signorina …” rispose l’uomo sorridendo “vi ospiterò a casa mia per tutto il tempo necessario …” Decidemmo di fidarci di quell’uomo, senza sapere nemmeno chi fosse … ma in fondo … quale altra scelta avevamo? Ci allontanammo dal TARDIS e dalla fitta boscaglia sotto alla pioggia che non smetteva di cadere; imboccammo un sentiero lungo e fangoso avvolto da una nebbia fitta, fredda ed umida che ti penetrava nelle ossa, fino a soffocarti. Camminammo per diverse miglia fino a quando non vedemmo in lontananza un’abitazione rudimentale, immersa fra gli alberi. Un cane dal pelo corto e rossiccio
ci corse incontro.George ci disse che era il suo. Si chiamava Tobias.
“Ciao Tobias! Vieni qui da papà!”
“Prego signori, accomodatevi. Fate come se foste a casa vostra!!”ci disse mentre ci faceva da guida all’interno della sua abitazione, mostrandoci le nostre stanze.
 
P.O.V. River
 
Mi guardai intorno ed analizzai con molta attenzione, ogni angolo e ogni stanza di quella abitazione: era una casa in stile rudimentale e dalle pareti fatte di mattoni. Ogni stanza di quella casa era diversa dalla precedente: ognuna aveva un proprio
stile e un proprio arredamento. Analizzai attentamente la camera, sia con il mio cacciavite sonico che con lo sguardo.
Era una stanza di media grandezza, dalle mura antiche. C’erano due letti, uno singolo e uno matrimoniale, a baldacchino.
Il Dottore adagiò delicatamente Pearl al centro di quest’ultimo. Poi si sedette accanto a lei, deciso a vegliarla.
“E’ davvero una casa molto accogliente” dissi al padrone di casa “forse un po’ troppo grande per un uomo che
vive da solo con un cane …” Dovevo distogliere la mia attenzione dal Dottore … mi faceva male vederlo così preoccupato …
“Un tempo questa casa, la condividevo con mia moglie ed i miei due figli … lei si chiamava Nadine. Era la donna più bella ed affascinante che io avessi mai conosciuto.” Mi rispose. 
Mentre parlava tornammo in cucina, lasciando soli i due “piccioncini”. Ci sedemmo al tavolo.
“E che cosa le è successo?” chiesi curiosa a George.
“Nadine era originaria di Bucarest e faceva la cuoca presso la corte di Vlad Dracul II, governatore della Transilvania. La conobbi a Bucarest, nella primavera del 1438. Ricordo che era seduta su di una panchina, vicino ad una fontana, intenta a leggere un libro. Ogni tanto si spostava una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Ogni volta che la guardavo ne rimanevo incantato. Mi resi conto di essermi innamorato di lei. Eravamo felici insieme, ci amavamo. Poi, in un giorno d’estate, un essere malvagio e senza volto me la portò via con la forza. La uccise davanti a miei occhi, affondando i suoi denti aguzzi nella sua pelle candida, fino a prosciugarle anche l’ultima goccia di sangue che aveva nelle vene. Aveva lo sguardo freddo come il ghiaccio e la sua anima era gelida come la neve. Sento ancora le sue grida mentre quella misteriosa creatura me la portava via. Ah, povera Nadine … è morta di una morte orribile.” 

 

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Capitolo 28
*** Capitolo XXVII: Mito oppure Leggenda ? ***



 
P.O.V. Dottore
 
Era mattina presto e la mia dolce amata Pearl riposava nel letto beata. Sembrava un angelo quando dormiva.
Lei era il mio angelo custode e aveva sempre vegliato su di me. Era da quando ci eravamo incontrati al funerale di Katy:
capii subito che lei sarebbe stata il mio destino ma anche la mia distruzione.
Mi voltai verso di lei per guardarla riposare … all’improvviso ebbi un forte impulso di accarezzarle il volto ed i capelli.
Aveva sacrificato la sua vita troppe volte per salvare me, un vecchio pazzo che viaggia attraverso gli Universi, a bordo di una magica cabina blu, che scappa di continuo, da se stesso e dal suo destino. Per anni, non ho fatto altro che scappare da un Universo all’altro, in cerca di un posto dove, potesse regnare la pace e l’armonia fra i popoli. Un posto lontano dal Mondo e dall’ intero Universo dove nessuno sa chi sono e vivere la mia lunga ed immortale vita, come un comune essere umano. Per tutta la vita, ho sempre pensato che il mio destino fosse quello di restare da solo e senza nessuno con cui condividere la mia immortalità. Poi, in una calda giornata di maggio, al calar del Sole, ho incontrato una giovane ragazza di Brooklyn che mi ha invitato ad entrare e a condividere la cena con lei. Nonostante fossi un perfetto sconosciuto, si è fidata di me. Quello è stato l’attimo in cui mi sono innamorato di lei, l’attimo in cui mi resi conto di amarla più della mia stessa vita. Delle lacrime involontarie mi bagnarono il viso: “Tu sei la mia unica ragione di vita. Senza di te, mi sentirei perso e poi c’è la piccola Jasmine … che ha bisogno di entrambi per sopravvivere a questo mondo così crudele e fatto di pregiudizi. Devi svegliarti e rimetterti al più presto… ho bisogno di te per sopravvivere. Se muori adesso, io morirò con te.”
Quando dissi quelle parole tristi, un groppo alla gola m’impedì di respirare e le lacrime mi scendevano di continuo, senza sosta, sul mio volto. Guardavo la mia amata, pensando a tutto ciò che avevamo vissuto da quando ci eravamo incontrati. Aveva rischiato troppe volte la sua vita, per salvare la mia. Adesso toccava a me vegliare su di lei e ricambiare il favore. Presi il suo volto fra le mie mani e glielo accarezzai, spostandole un ciuffo di capelli dalla fronte e la baciai. Poi le presi la mano. Volevo vegliare su di lei ed assicurarle un sonno tranquillo.
 
P.O.V. Pearl
 
Sentivo delle lacrime calde bagnarmi il volto e la voce di un uomo che chiamava il mio nome dicendo: “Pearl, ti prego svegliati. Ho bisogno di te per sopravvivere. Senza di te, mi sentirei perso e mi lascerei morire.” Dalla sua voce triste ed incupita, riuscivo a capire quanto io fossi importante per lui e di quanto fosse preoccupato per me. Per quale motivo era così preoccupato per me, se non ci conosciamo nemmeno? Chi era veramente costui e che cosa voleva da me? Mi voltai verso di lui e lo guardai con molta attenzione: aveva un volto famigliare. Mi sembrava di averlo già conosciuto ma … non ne conoscevo il motivo.
“E’ molto generoso da parte sua occuparsi di una sconosciuta. Il mio nome è …”
“Pearl, lo so. Io sono John Smith … lieto di conoscerla di nuovo …” mi disse con garbo ed eleganza mentre, mi baciava la mano con galanteria. Fu proprio quel gesto ad innescare qualcosa nella mia testa: nella mia mente, riaffiorarono dei ricordi nitidi, quasi reali come se fosse un dejà-vu. Ero confusa e spaventata. Il signor Smith aveva notato la mia reazione a quel gesto e con tono preoccupato mi disse: “Che cos’hai amore mio? Stai bene?”
Mi sentivo confusa e disorientata in quel momento e mi scoppiava la testa. Dovevo assolutamente uscire da quella stanza e schiarirmi le idee, ne avevo bisogno. Provai ad alzarmi dal letto ed uscire dalla porta quando all’improvviso mi sentii tirare un braccio. John mi bloccò dicendo : “Pearl? Dove stai andando?”
“Vado a fare due passi. Vuole unirsi a me Signor Smith?” gli chiesi con garbo ed educazione.
“Certo, volentieri infondo ... camminare fa bene. Permette?” mi disse porgendomi il suo braccio per accompagnarmi.
“Volentieri!!” gli risposi io ed insieme c’incamminammo verso l’esterno per dedicarci alla nostra passeggiata.
 
P.O.V. Dottore
 
“Questo posto, è davvero meraviglioso. Non trova Signor Smith?” mi disse la mia amata mentre mi teneva la mano stretta e mi guardava con ardore e desiderio attraverso i suoi teneri occhi azzurri. Io ero davvero innamorato di quella donna ed ero disposto a tutto pur di proteggerla.
“Concordo pienamente con lei, signorina Pearl: questo posto è davvero stupendo ed è l’ideale per mettere su famiglia e crescere una bambina insieme alla donna che si ama …”
“Sarebbe perfetto, per far crescere una figlia. Se ne avessi una penso che la chiamerei Jasmine e condividerei questa gioia, con il mio uomo e farei di tutto per proteggere entrambi …”
“Anche io, farei lo stesso. Sacrificherei la mia vita per loro; sarei disposto a tutto pur di assicurare ad entrambe un mondo e un futuro migliori …” dissi piangendo. Pearl se ne accorse, e mi si avvicinò per consolarmi e farmi ritornare il sorriso.
“Non preoccuparti Dottore. Presto, rivedremo la nostra piccola Jasmine … è una promessa!”
Rimasi di sasso dopo, aver ascoltato quelle parole. Forse le stava ritornando la memoria. Se così fosse, molto presto … sarebbe ritornata ad essere se stessa.
 
 Nel frattempo, al quartier generale dell’ Alchimista, la giovane Lisa Preston, è stata convocata con urgenza da Scorpio, per essere aggiornato sull’attuale situazione e sugli sviluppi della missione ….
“Mi ha mandata a chiamare, mio Signore?”
“Vieni, cara. Entra pure …” le disse, facendole cenno con la sua mano . “Hai delle novità per me? Che cosa dice la nostra spia, quella che abbiamo mandato sulla Terra per seguire il Dottore e la giovane Time Lady?”
“Qualche giorno fa la nostra spia Omega, mi ha comunicato che, nei pressi di una foresta nei Carpazi Orientali, è stata avvistata una cabina blu della polizia in fiamme e tre soggetti. Due di essi corrispondono alla descrizione del Dottore e della sua compagna …”
“Che mi dici del terzo soggetto Lisa?” chiese con tono curioso ed interessato l’Alchimista.
“Ho cercato nel database. Tramite una ricerca incrociata siamo riusciti a risalire alla sua identità: è la dottoressa River Song. Il soggetto in questione è una nota archeologa, proveniente dal 51° secolo. Ha avuto dei legami in passato con il nostro obbiettivo ed è imparentata in qualche modo con dei terrestri, i coniugi Pond , ex- compagni di viaggio del Dottore. Era la loro figlia: è stata concepita all’ interno del TARDIS durante la loro luna di miele e poi la signora Pond fu rapita e sostituita subito dopo da un suo clone. Per tutta la sua gravidanza, fu messa al sicuro su di un asteroide chiamato Demon’s Run. Una volta che la neonata, fu messa al mondo, fu strappata via alla madre per poi essere allevata ed educata da un’ affiliata dell’Ordine del Silenzio, Madame Kovarian, in una delle sue strutture. Il Silenzio, è un ordine religioso che fu fondato dai Silenti; una razza aliena superiore. Lo scopo di quest’ Ordine era quello di uccidere il Dottore e di prevenire la profezia secondo cui «sui campi di Trenzalore, alla caduta dell'undicesimo, dove nessuna creatura vivente è in grado di mentire o di non rispondere se interpellata, verrà posta la più antica domanda dell'universo a cui non si dovrà mai dare una risposta. » Essa è legata al Dottore stesso. Nell’aprile del 2011, il Dottore intraprese il suo ultimo viaggio fino alle coste del Lago Silencio nello Utah, ed era consapevole del fatto che la sua morte sarebbe stata l’unica cosa che avrebbe impedito la distruzione dell’universo. L’omicidio fu commesso con successo e l’artefice della sua morte, fu la stessa River Song. Due anni dopo, il Dottore era misteriosamente ritornato dall’Oltretomba e si presentò il giorno della Vigilia di Natale dai coniugi Pond. E’ rimasto con loro fino a quando non hanno compiuto l’ultimo viaggio insieme. Entrambi i coniugi, furono vittima degli Angeli Piangenti… li hanno riportati indietro nel tempo. E’ il loro modo di uccidere. Da allora il Dottore non è stato mai più lo stesso fino a quando non ha incontrato Pearl …”
“Molto bene, a quanto pare abbiamo appena scoperto il suo punto debole. Lisa? Contatta subito la nostra spia e digli di procedere con la fase due del nostro piano …” disse sghignazzando.
“Come desidera, mio Signore!” concluse la giovane Lisa, facendo il saluto militare prima di congedarsi dal suo Capo.
 
P.O.V. Pearl
 
Durante la nostra passeggiata romantica, io e il Dottore ci dedicammo un po’ a noi mentre facevamo dello shopping lungo le strade innevate di Bucarest; avevo bisogno di evadere in qualche modo.
“Dimmi un po’ Dottore … in quale epoca storica ci troviamo esattamente?” gli chiesi all’improvviso con curiosità.
“Dovremmo essere … nella Romania del 1466. Quattro anni dopo la battaglia di Târgoviste avvenuta fra la notte del 16 e la mattina del 17 giugno 1462… il peggior periodo storico che io abbia mai vissuto …”
“Perché? Che cosa è successo esattamente in quell’anno?” gli chiesi interessata e stupita.
“Nell’inverno del 1461-1462, il Principe di Valacchia Vlad Ţepeş III Drăculea (Dracula) sferrò un attacco a sorpresa a Sud del Danubio durante il quale vennero uccisi oltre 20.000 turchi, impalati e impiccati a comporre una terrificante foresta di cadaveri. Nell'aprile del 1462, il sultano Maometto II sferrò una controffensiva attraversando il Danubio con un esercito di 60.000 uomini, dirigendosi verso Târgoviste. L'armata di Dracula attaccò i turchi la notte tra il 16 ed il 17 giugno provocando il panico nell'accampamento turco ed il loro ritiro. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: il legame tra Dracula ed il re di Ungheria si deteriorò e Mattia Corvino invase la Valacchia ed imprigionò Dracula a Buda, dove passò quattro anni di prigionia (1462-1466), sostituito al trono dal fratello Radu il Bello. Nel 1474, anche grazie all'influenza di Stefano il Grande, Dracula venne riabilitato e gli venne assegnato il comando di un esercito con il quale si batté nuovamente contro i Turchi, ma nel 1475 Dracula verrà ucciso in circostanze misteriose ed il suo corpo sepolto in fronte all'altare del Monastero di Snagov, su di un'isola vicino Bucarest.” Concluse sospirando. “ Sai Pearl, alcune teorie dimostrano che Vlad Ţepeş III, avesse trovato un modo per sopravvivere. Altre invece credono che fosse un immortale o peggio ancora, che fosse un vampiro …” Rimasi stupita da quelle parole, le ritenevo assurde e senza senso …
“Che cosa?! Un vampiro? Ma dai è assurdo che tu creda a quelle teorie così bizzarre e poi, diciamo la verità, i vampiri non esistono e anche se fossero esistiti non ne abbiamo la certezza !”
Dissi sarcastica e allo stesso tempo seria. In realtà lo stavo prendendo in giro e me la ridevo sotto “i baffi”. Ma il mio comportamento scorretto, fece arrabbiare il Dottore tantissimo, tanto che non mi rivolse la parola per tutto il giorno.
 

P.O.V. Dottore
 
Il comportamento che Pearl aveva avuto nei miei confronti mi aveva fatto arrabbiare tantissimo e con la rabbia in corpo le dissi: “Sai una cosa Pearl? Avrei preferito non averti mai incontrata. Sarebbe stato meglio se ti avessi impedito di sconvolgermi la vita. Mi dispiace Pearl, ma io e te non siamo fatti per stare insieme. Ed ora lasciami in pace, ho bisogno di restarmene un po’ da solo …” conclusi poco prima di andarmene. Mentre lo stavo facendo, mi sentì tirare un braccio da Pearl che con i suoi occhi, chiedeva il mio perdono e stringendomi forte la mano mi disse: “Mi dispiace tanto Dottore. Non era mia intenzione ferirti. Ti chiedo scusa …”
Quando sentì uscire quelle parole dalla bocca di Pearl, la guardai in modo intenso nei suoi profondi occhi azzurri dicendole: “Mi dispiace Pearl, ma il tempo per le scuse è finito. Addio per sempre!”
Quando le dissi quelle parole forti, la rabbia che provavo in quel momento era salita alle stelle e poi ... non avevo voglia di vedere nessuno. Avevo assolutamente bisogno di starmene un po’ per conto mio. Quando decisi di rincasare da solo dalla passeggiata … sulla soglia della porta dell’appartamento del signor George, c’era River che mi stava aspettando adirata e con il volto incupito.
“Sai che ore sono?”
“Le 17.40 presumo. Perché?” le chiesi in modo sarcastico. River mi si avvicinò e, con lo sguardo fisso su di me; senza nemmeno pensarci due volte, mi diede un forte schiaffo in pieno volto e il dolore che avevo provato, era davvero atroce che dissi: “Ma dico … sei impazzita per caso? Perché diavolo lo hai fatto River?” ma lei ignorò la mia domanda dicendo: “ Se non sbaglio tu e Pearl siete usciti insieme stamattina. Dimmi un po’ Dottore … per quale oscuro motivo, non siete ritornati insieme? È successo qualcosa?”
“Niente che ti possa interessare River. Ti prego, lasciami stare che non ho voglia di vedere nessuno …” dissi salendo le scale mentre, andavo in camera mia per distendermi sul letto e riposare.
 
P.O.V. Pearl
 
Era oramai calata la sera e la neve stava incominciando a cadere sulla città. Mentre mi stavo incamminando sulla strada che mi
avrebbe riportato verso la casa del signor George, un rumore di passi distolse la mia attenzione. Avevo la strana sensazione che
qualcuno mi seguisse. Quando mi voltai per guardare, un losco individuo, vestito di nero, mi mise le mani sulla bocca per impedirmi di urlare e, qualche secondo dopo, mi si annebbiò la vista. Sentivo le forze che mi stavano lentamente abbandonando. Che cosa mi stava succedendo? Perché mi sentivo così strana? Le ultime parole che dissi furono: “ Dottore … aiutami …” e poi, all’improvviso, tutto divenne buio.            
 










 

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Capitolo 29
*** Capitolo XXVIII: Ultimatum ***






Quando la giovane Pearl aprì gli occhi sembrava quasi non l'avesse fatto tanto era buio. Si accorse di essere legata ad una sedia, un bavaglio davanti alla bocca le impediva sia di parlare che respirare.
"Ma ... dove diavolo mi trovo? Che posto è mai questo?” pensò.
Piano, piano i suoi occhi si abituarono all'oscurità e Pearl poté notare un tavolo dall'altro lato della stanza: sopra erano posati molti arnesi strani. Pearl capì subito dove si trovava.
Quella non era solo una semplice stanza isolata … era anche un laboratorio! Cercò di liberarsi dalle corde ma niente da fare, era tutto inutile, i nodi erano troppo stretti. I suoi pensieri furono interrotti dal sibilo della porta che si apriva. La luce l’ accecò. Appena i suoi occhi si abituarono individuò un uomo dalla carnagione scura, dall’aspetto enigmatico e misterioso, con addosso una lunga mantella nera con il cappuccio ed una cicatrice sull’occhio destro. Questi le si avvicinò dicendole: "Ben svegliata signorina Pearl, è un vero piacere per me poterla rivedere ancora una volta …"
"Chi sei tu? " gli domandò la giovane Time Lady.
"Ma come … non mi riconosce? Sono l’Alchimista!!! Scommetto che si ricorda di me …”
Pearl sbarrò gli occhi.
“No … non può essere!!! Tu sei morto Scorpio, sono stata io ad ucciderti!!!”
“No, mia cara … è qui che ti sbagli. Come vedi sono io ed è grazie a te, se sono riuscito a scappare e a salvarmi la pelle!!!”
“Come ci sei riuscito Scorpio? Come sei riuscito a scappare da Vertigo V?”
“La spiegazione è molto semplice: quando stavamo su Vertigo V e ci siamo battuti tu hai esitato all’ultimo minuto. Questo mi ha dato la possibilità non soltanto di scappare attraverso il teletrasporto, ma anche di ferirti a morte. Ovviamente ti sei rigenerata. Ora è successo di nuovo ed io ho deciso che era arrivato il momento di agire: con la rigenerazione ogni Signore del Tempo come te e il Dottore, affronta un periodo di instabilità fisica e parziale amnesia. E’ successo nel TARDIS vero?”
Quando disse quelle parole, Pearl rimase impietrita dal terrore. Com’era possibile tutto questo e con quali mezzi Scorpio, ne era venuto a conoscenza? Alla fine ne venne a capo e con stupore disse: “Tu sapevi che sarebbe successo: l’avevi previsto. Tu sei … come me!!”
“I miei complimenti, giovane Time Lady. Mi hai beccato! Sai, anche io ho il dono della chiaroveggenza, come anche il dono della telepatia …”
“Che cosa vuoi da me Scorpio? Perché non mi hai ucciso quando ne hai avuto l’occasione?
“E’ molto semplice mia cara. Tu mi servi per realizzare il mio scopo: uccidere il Dottore …”
“Scordatelo Scorpio! Non lo farò mai!”
“Sarai costretta a farlo invece!!! Sai … ho dimenticato di dirti una cosa: quando ti ho ferita a morte, mia cara e dolce Time Lady, il pugnale che ho usato non era un semplice pugnale d’acciaio incastonato di diamanti. E’ un pugnale originario del mio pianeta, Nephlilia, ed è stato forgiato dai miei avi. Ha la capacità di rendere vulnerabile chiunque. Se qualcuno viene ferito oppure trafitto dalla sua speciale lama, il suo immenso potere si manifesta e permette ad un Nephilim di diventare il padrone assoluto del destino della persona che è stata colpita. Ed avere fra le mani la vita di un Signore del Tempo … beh, è il miglior modo per diventare il padrone dell’ intero Universo. Il legame non può essere spezzato a meno che il proprietario non venga ucciso e il pugnale distrutto. Mi dispiace per te Pearl … ma non hai nessuna chance con me, hai perso! ”
“Che tu sia maledetto Scorpio!!! Ti prometto che farò di tutto per rovinare i tuoi piani! Preferisco morire piuttosto che essere il tuo burattino!”
 
P.O.V. Dottore
 
Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte. Avevo fatto un sogno terribile: Scorpio era riuscito a rapire la mia adorata e dolce Time Lady. Com’ era successo e per quale motivo lo aveva fatto? Che cosa significava quel sogno? Spensi per un istante le mie emozioni ed analizzai con molta attenzione quel sogno … ma nulla, non riuscivo venirne a capo. Mi alzai dal letto con gran velocità ed indossai il mio solito abito ed un cappotto grigio e corsi fuori dall’appartamento del Signor George, per andarla a cercare in tutta Bucarest, sotto la neve che fioccava lenta. Fu tutto inutile, non la trovai da nessuna parte. Un piccolo bagliore attirò la mia attenzione: vidi un cacciavite sonico, il suo cacciavite sonico, immerso nella neve. Lo presi fra le mani e notai c’era in memoria un messaggio vocale. Magari Pearl mi aveva lasciato un messaggio. Lo feci partire: “Dottore, se stai ascoltando questo messaggio significa che mi è successo qualcosa. Ascoltami con molta attenzione: L’Alchimista ci ha trovati e ha mandato una spia qui sulla Terra per cercarci ed ucciderci. Il suo nome è … Chi sei tu? Che cosa vuoi da me? lasciami stare! Aiuto?! Dottoreeee! “ La luce viola del cacciavite sonico si spense. Ero impietrito. Dentro di me, il sangue mi si gelò nelle vene mentre all’interno del mio petto, dove erano posizionati i miei due cuori, si aprì una profonda voragine. Era tutta colpa mia se Pearl era stata rapita e messa in pericolo. La colpa era solo e soltanto mia e di nessun altro. Se le fosse successo qualcosa di spiacevole, non me lo sarei mai perdonato. Il sol pensiero di poterla perdere di nuovo e per sempre … mi avrebbe distrutto. Dovevo assolutamente escogitare qualcosa, e in fretta, se volevo ritrovare la mia amata Time Lady e riportarla indietro ad ogni costo e con qualsiasi mezzo. Era quasi l’alba quando rincasai. La mia mente lavorava frenetica, poi … all’improvviso, una voce nella mia testa mi parlò e mi disse:
“Salve Dottore! Come andiamo?” La riconobbi subito.
“Scorpio? Come hai fatto a contattarmi? Chi sei tu veramente? ” gli risposi adirato e allo stesso tempo curioso, attraverso la telepatia …
“Chi sono non ha importanza. Quello che conta davvero è ciò che entrambi vogliamo: io voglio la mia vendetta mentre tu, tu rivuoi indietro la tua dolce ed adorata Time Lady...”
“Se le torcerai un solo capello Scorpio, ti verrò a cercare e ti ucciderò senza pietà, te lo assicuro!”
“Sta tranquillo Dottore. Non lo farò … per il momento. Hai 24 ore di tempo per consegnarti a me. Se non lo farai allora la ucciderò.”
“Sei un viscido, lurido, schifoso bastardo Scorpio! Giuro solennemente, qui e ora che farò l’impossibile, per trovarti. Ti cercherò, in ogni angolo dell’Universo e ti ucciderò senza esitare.
Farò il tuo corpo in mille pezzi e ne brucerò i resti. È una promessa!!!”
“Stai molto attento Dottore: non fare promesse che non puoi mantenere. Avrai presto mie
notizie …”La conversazione telepatica si concluse e Scorpio, svanì dalla mia mente che riprese a lavorare.
 
P.O.V. River
 
Nei giorni successivi alla scomparsa di Pearl, il Dottore non era più lo stesso. Era cambiato. Passava le sue intere giornate chiuso a chiave nella sua stanza. Non mangiava né dormiva.
Era sempre rinchiuso a piangersi addosso e il senso di colpa lo stava lentamente consumando. Non riuscivo a vederlo così … mi faceva male ed io non potevo fare nulla per aiutarlo. Non me lo permetteva. Aveva deciso d’isolarsi e di farsi terra bruciata intorno a sé. Dovevo fare assolutamente qualcosa per aiutarlo e farlo ritornare ad essere se stesso. Decisi di bussare alla sua porta per incoraggiarlo ad uscire. Cominciai a picchiettare sul legno, prima piano e poi sempre più forte ma nulla. Dopo un paio di minuti, il Dottore finalmente rispose: “Signor George, la prego … mi lasci stare. Non sono in vena. Quindi la supplico, se ne vada e mi lasci da solo.”
“Ehi, dolcezza! Perché non apri questa porta e mi fai entrare, così parliamo un po’...” gli chiesi preoccupata mentre continuavo a bussare con insistenza alla sua porta.
“Per favore River, vattene. Non mi va di parlare … Soprattutto con te!” mi rispose acidamente.
“Dottore smettila di fare il bambino! Apri subito questa porta ed esci dalla stanza, come un adulto!” lo rimproverai spazientita. Ma il Dottore m’ignorò completamente. Sospirai, preoccupata.
“Ti prego Dottore … lascia che ti aiuti. Ne hai bisogno …”
“Non ho bisogno di nessuno aiuto River, sto benissimo così!” ribatté lui ostinato.
 
 
 
P.O.V. Pearl
 
Adesso ero davvero nei guai e in guai seri: Scorpio era in vantaggio e aveva il coltello dalla parte del manico. Mi domandavo quale fosse il suo piano per distruggere il Dottore. E per quale motivo aveva scelto proprio me per fare il lavoro sporco al posto suo? Dovevo fare assolutamente qualcosa, dovevo impedire a Scorpio di farmi il lavaggio del cervello e realizzare il suo scopo. Cercai nuovamente di liberarmi da quelle dannate catene con i metodi tradizionali ma era tutto inutile, sembravano essere state incantate. Improvvisamente quelle catene presero vita e mi ritrovai davanti un enorme serpente alieno a due teste e dalla pelle grigiastra che mi stritolava forte e più mi muovevo, più la sua presa diventava stretta mentre il mio respiro s’indeboliva sempre di più.
“Basta così Reddie. La ragazza mi serve viva ...”
“Come desidera padrone, obbedisco!” rispose il rettiliano prima di congedarsi mentre io ripresi a respirare.
“Piaciuta la mia sorpresa Miss Pearl? Non le trova adorabili?” mi chiese lui, con spavalderia.
“Argh!!! Maledetto!!! Che cos’è questa storia Scorpio? Perché queste corde hanno cercato di uccidermi? Parla!!!” lo incitai io, con rabbia.
“Oh … le mie adorabili creature dice? Non sono delle semplici corde mia cara, sono una razza aliena mutaforma. I Rettiliani provengono dai pianeti della costellazione del Drago. Loro non hanno soltanto la capacità di trasformarsi in qualunque cosa ma hanno anche la capacità di uccidere in pochi istanti la propria vittima senza che nessuno se ne accorga e una volta che raggiungono il proprio scopo, assumono la forma di un Umanoide viscido e squamoso, in attesa di riprodursi e cambiare la muta.
“Tu sei un folle psicopatico Scorpio che merita di essere rinchiuso in carcere di massima sicurezza, per restarci tutta la vita!” dissi alzando la voce e con convinzione.
“Sono un folle l’ho ammetto e ne sono fiero ma … sono anche un genio del Male e nessuno può competere con me. Ahahahah!! Presto sarai la mia schiava My Dear: domani, quando il Sole calerà, dimenticherai chi sei e il tuo amato Dottore non potrà fare nulla perché perderà la sua amata Time Lady e si ritroverà davanti ai suoi occhi non più Pearl Bartowski ma il suo lato Oscuro Selene. Ormai la tua trasformazione è quasi completa, manca poco …”
“Che cosa mi hai fatto Scorpio?” dissi spaventata.
“Guarda tu stessa …” mi disse. Lui girò lo specchio verso di me ... e quel che vidi mi stupì molto.
Avevo un fisico formoso e sodo, molto tonico e giovanile. Folta e ribelle chioma rosso rame. Occhi dolci di un azzurro chiaro: doveva essere la mia terza rigenerazione. Ero davvero molto sexy in quel corpo ma poi, di colpo, il mio aspetto cambiò: i miei occhi divennero nerissimi come la pece e iniettati di sangue, la mia pelle era diventata bianchissima come quella dei vampiri. Il mio sguardo era freddo come il ghiaccio e al posto dei denti avevo degli aguzzi canini. Il dolore che provavo era lancinante … Che cosa mi stava succedendo? Per quale motivo Scorpio mi aveva fatto questo? Che cos’era quella maledizione e come sarei riuscita a spezzarla?
“Ti ho fatto una maledizione che soltanto un uomo dopo di me, sarà in grado di spezzare. Pearl Bartowski, da questo momento tu sei condannata per il resto della tua immortale vita a vagare senza meta nell’ombra. Ogni volta che la Luna raggiungerà il suo plenilunio tu subirai questa trasformazione: sarai una creatura della notte, un cacciatore notturno, un assassino. La tua sete e la tua fame diventeranno irrefrenabili e l’odore del sangue ti manderà in estasi e sarai destinata ad uccidere il tuo uomo...” mi disse sghignazzando mentre se ne andava via.
 
 
P.O.V. Dottore
 
“Ehi, dolcezza! Perché non apri questa porta e mi fai entrare, così parliamo un po’...” mi disse River, preoccupata.
“Per favore River, vattene. Non mi va di parlare … Soprattutto con te!” le risposi. Sapevo che era ingiusto da parte mia, ma non potevo farne a meno.
“Dottore smettila di fare il bambino! Apri subito questa porta ed esci dalla stanza, come un adulto!” mi rimproverò. Era ferita dalle mie parole, potevo sentirlo. Ma comunque la ignorai.
Non ero in vena.
“Ti prego Dottore … lascia che ti aiuti. Ne hai bisogno …”
“Non ho bisogno di nessuno aiuto River, sto benissimo così!” ribattei ostinato.
“Dottore, se continuerai così non otterrai nessun risultato. Il tuo orgoglio e la tua arroganza ti rovineranno. E’ il momento di reagire, altrimenti perderai tutte le persone che ti sono care.”
Detto questo sentii i suoi passi allontanarsi.
“Bel modo di consolarmi, River. I miei complimenti!” sospirai, ferito “Se solo Jasmine e Pearl fossero qui …”
                           
 
 
P.O.V. Donna
 
A Londra, nel quartiere di Chiswick, la piccola Jasmine, cresceva sana e forte.
“Pronta per il tuo primo giorno di scuola, piccola mia?” chiesi alla bambina.
“Si, zia Donna. Lo sono e solo che … ho un po’ paura…”
“Paura?! E di cosa? Non c’è nessun bisogno di avere paura piccola mia. Vedrai, andrà tutto bene. Adesso è giunta l’ora di andare a letto a dormire che domani, ci aspetta una lunga giornata. Buonanotte piccola mia!!” le dissi mentre le accarezzavo dolcemente il volto ed i capelli, baciandole la fronte.
“Buonanotte zia Donna” mi disse lei poco prima che me ne andassi dalla sua camera da letto color salmone, chiudendole la porta e spegnendo la luce.
Andai in camera mia e presi in mano il diario. Lo avevo iniziato da quando la piccola Time Lady era entrata nella vita della Famiglia Noble: mia madre Sylvia Noble era cambiata radicalmente. Si è presa cura di lei quando era una neonata. Anche nonno Wilfred si era affezionato a lei: quando non era impegnato, la portava a fare passeggiate, a guardare le stelle o le raccontava delle storie.
Accesi la piccola lampada sulla scrivania, presi una penna e cominciai a scrivere:
 
-Caro Diario,
in questi giorni ho notato che la piccola Jasmine somiglia moltissimo a sua madre Pearl e ha gli occhi verdi come suo padre, il Dottore.
Dio come mi mancano. Vorrei tanto rivederli, parlargli della loro figlia e dir loro che sta crescendo sana e forte come i suoi genitori … Ho promesso che l’avrei protetta, anche a costo della mia stessa vita. Ho giurato loro che non le avrei mai svelato la verità sulle le sue origini, soprattutto su di lei e sul fatto che in un prossimo futuro sarebbe diventata un Signore del Tempo fino a quando non sarebbe stato necessario … Spero tanto che non dovrò mai arrivare ad infrangere il giuramento. Buonanotte. -
 
Chiusi il mio diario a chiave in un cassetto e una volta spenta la luce mi misi a dormire in attesa dell’alba di un nuovo giorno.

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Capitolo 30
*** Capitolo XXIX: Doctor Vs La Maledizione ***



                                        
   
              
             

 
 
P.O.V.  Donna
 
-Caro Diario,come vorrei che il Dottore e Pearl fossero qui ad assistere la piccola Jasmine per il suo primo giorno di scuola elementare. L’ultima volta che ha visto i suoi genitori era ancora in fasce. Lo scorso 9 marzo ha compiuto 8 anni e molto presto … diventerà un’adolescente. Tutto ciò che desidero è che i suoi genitori tornino presto… Avevamo deciso che al compimento dei 16 anni le racconterò la verità, le racconterò dei suoi genitori, delle sue origini… e le consegnerò l’orologio dell’eternità. So che manca ancora molto tempo ma non posso fare a meno di pensarci. Ha già cominciato a chiedermi perché lei non ha un papà come tutte le sue amiche. Io ho sempre risposto in modo vago… Spero tanto che il Dottore e Pearl stiano bene… Jasmine ha già sofferto abbastanza. Ora ti saluto caro diario, spero tanto di riscriverti presto.-Chiusi il mio diario e lo posai all’interno della mia borsa di pelle nera. Fu allora che notai una cosa strana: una scatolina di velluto blu che non avevo mai visto era apparsa tra le mie carte. Ma cosa più importante… era blu TARDIS! La presi e notai un biglietto. Il messaggio diceva: “Tanto più un sogno è impossibile, tanto più realizzarlo ti renderà felice. Il Dottore.”
Rimasi di sasso. Che cosa voleva dirmi il Dottore con quelle parole? Stava bene? Jasmine era salva? Stava tornando? Dato che non riuscivo a darmi delle risposte decisi
di fare la cosa più sensata e aprire la scatola. Al suo interno vi trovai una collana d’argento con appeso un particolare punto luce a forma di goccia e un diamantino incastonato al centro. Ma quello non era un semplice diamante, Quelle erano particelle huon! Sgranai gli occhi e capii immediatamente.
Il Dottore era nei guai e aveva bisogno di me! Non ci pensai due volte, presi la collana e me la misi al collo. Come la indossai sentii una strana sensazione. 
Chiusi gli occhi… mi sentivo leggera… mi sembrava quasi di volare… poi tutto tornò normale. Quando aprii gli occhi davanti a me vidi il TARDIS.
Entrai immediatamente e vi trovai il Dottore e River Song che discutevano. Che cosa ci faceva lei qui e che cosa c’entrava con il Dottore e la giovane Time Lady?
Mi avvicinai a loro e con un leggero colpo di tosse attirai la loro attenzione.
“Dottore! Possibile che ogni volta che c’incontriamo è perché ti cacci nei guai?”
“Donna? Che cosa ci fai qui? Come mi hai trovato?” mi disse con tono veramente stupito.
 
P.O.V. Dottore
 
“Dottore! Possibile che ogni volta che c’incontriamo è perché ti cacci nei guai?”Sgranai gli occhi e mi voltai di scatto, dando tutta la mia attenzione alla nuova arrivata.
“Donna? Che cosa ci fai qui? Come mi hai trovato?” esclamai. Com’era possibile? Come aveva fatto a trovarmi e a raggiungermi nel 1466 e senza il TARDIS?
Doveva essere a Londra a proteggere la piccola Jasmine e invece era qui, insieme a me e a River!
“Donna Noble!! Non dovresti essere qui ma a Chiswick a proteggere e vegliare su mia figlia!”
“Un ‘Ciao Donna, come stai?’ sarebbe più gradito. Dimmi un po’ Dottore … che cosa ci fa qui la Dottoressa River Song? Dov’è finita la giovane Pearl
che oltre ad essere la tua compagna è anche la madre di tua figlia e futura moglie?” mi disse lei adirata e soprattutto furiosa.
“Tu piuttosto!! Come sei arrivata qui senza il TARDIS?” replicai io per cambiare argomento e avere delle risposte certe.
“Sono arrivata con questa collana fatta di particelle di huon, sei stato tu a lasciarmela nella mia borsa non ti ricordi?” mi disse lei mostrandomela.
“Io? Non ricordo di averlo fatto. Deve essere qualcosa che deve ancora succedere … fammi vedere il biglietto e la scatola di velluto blu in cui era contenuta la collana …”
“Ma come fai a saperlo se non te ne ho ancora parlato?” mi chiese Donna stupita.
“Non lo so … forse lo stavi pensando…”dissi io, disorientato e confuso.
 
P.O.V. Donna
 
“Io? Non ricordo di averlo fatto. Deve essere qualcosa che deve ancora succedere … fammi vedere il biglietto e la scatola di velluto blu in cui era contenuta la collana …”
“Ma come fai a saperlo se non te ne ho ancora parlato?” gli chiesi io stupita.
“Non lo so … forse lo stavi pensando…” mi rispose lui, disorientato e confuso.
All'improvviso qualcosa di strano accadde: la scena cambiò. Davanti a me il Dottore aveva preso un foglio, una penna ed una scatola di velluto blu identica alla mia e con gli occhi spalancati lo vidi che stava parlando con la dottoressa River Song e diceva:
“River? Abbiamo bisogno di rinforzi. Forse Donna Noble è l’unica in grado di farlo … ma senza il TARDIS non possiamo raggiungerla. Dobbiamo trovare un modo per portarla qui. Qualche idea su come farle avere questa scatola?”
“Di solito sei tu quello dalle soluzioni brillanti…”
“Lo so River… ma a momento sono a corto d’idee …”
 
P.O. V. Dottore
 
“Allora River! Ti dai una mossa! Ho bisogno di un’idea!” esclamai adirato, distogliendo River dai suoi pensieri.
“Più il tempo passa e meno possibilità abbiamo per salvare Pearl.” Aggiunsi sofferente.
“Ci andrò io Dottore, con il manipolatore del Vortice… augurami buona fortuna!”
“Buona fortuna River, fa buon viaggio …” detto questo, River mise in funzione il suo manipolatore Vortex e sparì nel nulla.
 
P.O.V. Pearl
 
“Bene, bene… il Sole è ormai calato e le 24 ore stanno per scadere. Il Dottore non si è fatto ancora vivo. Si vede che non ha intenzione di sacrificare la sua vita per salvare la sua amata Time Lady… forse perché è un codardo!”
“Smettila Scorpio!” dissi io, adirata e furiosa “Il Dottore verrà, ne sono certa! Lui non abbandona mai i suoi compagni di viaggio e non abbandonerà me. Lui spezzerà la maledizione ed io sarò di nuovo libera!”
Scorpio rise: “Presto sarai mia schiava Pearl e quando accadrà e vedrà ciò che ti ho fatto… lui ti ucciderà se non lo farai tu e la maledizione non verrà spezzata fino a quando io non sarò morto. Anzi no … mi correggo:la maledizione non si spezzerà mai, nemmeno dopo la mia morte; sarai maledetta per sempre!” disse lui, con tono orgoglioso e sicuro di sè.
“Che Dio ti maledica Scorpio! Possa la tua anima marcire all'Inferno!” gli dissi io, urlandogli contro con tutta la rabbia che avevo in corpo per quello che mi aveva fatto.
 
P.O.V. Donna

Nel frattempo ...I grandi Signori del Tempo stavano ritornando e il pianeta Gallifrey stava rinascendo da qualche parte nell’ Universo. All’improvviso Donna sentì
la voce del signor George sussurrarle:“Il Tempo è ormai giunto. Presto i grandi Signori del Tempo ritorneranno e il pianeta Gallifrey rinascerà dalle sue ceneri.
Il Tempo delle guerre e dei tumulti è finito e regnerà di nuovo la pace. Molto presto un nuovo Signore del Tempo sarà svelato: al compimento del suo ottavo anno di vita, la sua essenza si manifesterà e il giuramento, verrà infranto! Il mio tempo da umano è finito; è tempo di ritornare alle mie origini e raggiungere i miei fratelli gallifreyani.
Ora va Donna Noble. Salva il Dottore e la giovane Time Lady dai capelli rosso rame e riportali indietro dalla loro figlia. Spezza la maledizione dell’ Alchimista e salva il futuro di Gallifrey. Addio Donna Noble e ricorda di riferire il mio messaggio al Dottore: lui capirà.”
Aprii gli occhi, svegliandomi di soprassalto e sentii la voce preoccupata del Dottore che mi diceva: “Donna? Ti prego svegliati!!! Ti prego svegliati e fammi capire che stai bene … Donna, mi senti?”
“Cosa c’è? Abbiamo trovato il nascondiglio segreto dell’Alchimista? La giovane Pearl è salva?” chiesi spaesata “Il destino e il futuro di Gallifrey dipende da me …”
Il Dottore mi guardò stupito quando nominai il nome del suo pianeta d’origine, chiedendomi poi delle spiegazioni.
“Gallifrey? Che cosa centra Gallifrey? Donna, cos’è successo?” mi disse lui agitato.
“Non lo so Dottore … non mi ricordo con certezza. So soltanto che ho sentito una voce che mi ha detto di riferirti un messaggio: Il Tempo è ormai giunto. Presto i grandi Signori del Tempo ritorneranno e il pianeta Gallifrey rinascerà dalle sue ceneri. Il Tempo delle guerre e dei tumulti è finito e regnerà di nuovo la pace. Molto presto… un nuovo Signore del Tempo sarà svelato: al compimento del suo ottavo anno di vita, la sua essenza si manifesterà e il giuramento,
verrà infranto!”

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Capitolo 31
*** Capitolo XXX : La Resa dei Conti ***


 
P.O. V. Dottore
 
“Il Tempo è ormai giunto. Presto i grandi Signori del Tempo ritorneranno e il pianeta Gallifrey rinascerà dalle sue ceneri. Il Tempo delle guerre e dei tumulti è finito e regnerà di nuovo la pace. Molto presto un nuovo Signore del Tempo sarà svelato: al compimento del suo ottavo anno di vita, la sua essenza si manifesterà e il giuramento verrà infranto!”
 

Quelle parole rimbombavano di continuo nella mia testa, come dei tamburi e mentre cercavo di capire il loro significato e dare una risposta ai miei dubbi, i miei pensieri furono interrotti dalla voce tuonante di Scorpio che diceva:
“Allora Dottore … che cosa hai deciso?”
“Hai vinto Scorpio … mi consegnerò a te e avrai la tua vendetta …” risposi rassegnato.
 Non sapevo come altro risolvere la situazione.
“Saggia decisione Dottore. Raggiungimi su Vertigo V e c’incontreremo nella Sala del Trono, dove tutto è cominciato. Porremo fine al nostro combattimento e libererò la tua compagna. Hai la mia parola!”
“Spero tanto che tu lo faccia Scorpio, altrimenti il tuo corpo diventerà cibo per i vermi !”
 gli risposi, la rabbia che montava dentro di me.
“Tranquillo, Dottore. Noi Nephilim, manteniamo sempre la parola, fa parte della nostra natura …”

La conversazione telepatica si concluse e Scorpio scomparve dalla mia testa senza lasciare nessuna traccia. Nel frattempo io e Donna eravamo preoccupati per River che non era ancora ritornata dal suo viaggio nel presente.
“Donna, ho bisogno di parlarti di una cosa …”
“Va bene Dottore. Ti ascolto …” mi disse lei, curiosa ed attenta.
“Mi dispiace davvero tanto per tutto quello che hai sopportato per anni a causa mia e ti chiedo scusa. Ti prego Donna Noble, accetta le mie più sincere scuse …” le dissi io, implorando il suo perdono mettendomi in ginocchio e le mani giunte come se pregassi.
Lei mi guardò con il suo tipico sguardo bonario:
“Ma certo Dottore …”
 
P.O.V. Donna
 
Dopo aver accettato le scuse del Dottore decisi di convincerlo ad alzarsi da terra e di cambiare l’argomento dicendo:
“Forza alzati in piedi e togliti da quella posizione scomoda ed umiliante …”
“Aha, Finalmente !!! Non ce la facevo più a stare in quella posizione scomoda. Devo dire che è stato davvero umiliante per me chiederti perdono in quel modo.” disse lui, alzandosi da terra ironizzando sull’ accaduto in modo davvero divertente. Ridemmo entrambi, come i vecchi tempi, ma la preoccupazione per Jasmine e sua madre era sempre presente.
“Dimmi un po’ Dottore. Come ti vanno le cose? Come stai?” gli chiesi.
“Come vuoi che vadano le cose Donna? Va tutto male ed io non sto per niente bene … sono preoccupato per Pearl e poi mi manca moltissimo mia figlia che vorrei tanto riabbracciare e sentirmi chiamare papà per la prima volta e sapere come sta” disse il Dottore preoccupato e con voce triste e spenta mentre piangeva.
“Dottore. Non hai nessun motivo per piangere e poi, la piccola Jasmine sta bene ed è in ottime mani. Adesso c’è nonno Wilfred e mia madre con lei, faranno le mie veci durante la mia assenza; e fino a quando non salveremo la giovane Pearl, io resterò al tuo fianco insieme alla dottoressa River Song fino alla fine. Sono disposta a sacrificare la mia vita pur di proteggere la Famiglia del Dottore per sempre.” Dissi io, con enfasi e con tono rassicurante.
“Voglio prometterti una cosa Donna Noble: se mai riusciremo a sopravvivere a questa avventura, ti prometto che sarai la mia testimone di nozze e chiederò a Pearl Jasmine Bartowski di diventare mia moglie per l’eternità e vivere il resto della mia vita da Immortale sulla Terra insieme a mia moglie e mia figlia.”
Il Dottore mi aveva fatto una promessa: quella di sposarsi e di ritirarsi per sempre sulla Terra e vivere la vita che aveva sempre sognato; avere una famiglia con cui vivere la sua Immortale vita in un mondo dove avrebbe regnato la Pace e la Serenità per l’Eternità. Ma per il momento avevamo altro a cui pensare: salvare la giovane Time Lady e il Futuro di Gallifrey. Dovevamo rintracciare l’Alchimista e distruggerlo per sempre: “Dottore, ho bisogno di sapere ogni cosa sull’Alchimista; ti ha contattato di recente? Avete avuto una conversazione telepatica per caso?” gli chiesi io, con determinazione in attesa di una sua risposta …
“Si , Donna. L’Alchimista mi ha contattato; ed abbiamo avuto una conversazione telepatica poco fa …”
“Aha, si?! E che cosa ti ha detto?” lo incitai io.
“Ha detto che vuole uno scambio equo: una vita per una vita; la mia vita per quella di Pearl …” mi disse lui con tono serio e preoccupato.
Come sentii quelle terribili parole, m’infuriai con lui dicendo: “ Una vita per una vita? Scherzi vero, Dottore? Non avrai mica l’intenzione di accettare lo scambio?”
“L’ho già fatto Donna; ormai e troppo tardi !!!” mi rispose lui, con determinazione mentre io mi arrabbiai ancora di più dicendo: “Ma dico … ti sei bevuto il cervello per caso? Non ci posso credere! Hai deciso di farti ammazzare e di sacrificare la tua vita per quella di Pearl? Non puoi assolutamente farlo Dottore, non puoi morire proprio adesso che sei a un passo dal realizzare il tuo sogno. Puoi avere una famiglia e vivere una vita quasi normale sulla Terra … non esiste un’ altra soluzione per evitare l’inevitabile?” conclusi io, con tono serio e pacato, nella speranza che tutto si sarebbe risolto come sempre nel migliore dei modi.
“Non questa volta, Donna Noble! Non c’è altra soluzione; è una questione d’onore fra gentiluomini …” Mi disse il Dottore mentre, metteva in moto il suo TARDIS nell’ attesa del ritorno della dottoressa River Song che arrivò in tempo per l’inizio di una nuova avventura: l’Ultima avventura del Dottore.
 
P.O.V. Pearl
 
Ormai non avevo più tempo; molto presto il Sole sarebbe tramontato e con esso, sarebbero scomparsi per sempre la mia forza di volontà e la mia umanità e sarei diventata schiava della mia maledizione.
“Ecco, ci siamo mia cara e dolce Pearl. Il Sole sta per calare …” mi disse Scorpio all’improvviso avvicinandosi a me, con aria seria e determinata mentre io, sentivo la pelle bruciare e il mio corpo irrigidirsi come il ghiaccio; il mio tempo era oramai scaduto e la trasformazione completa mi avrebbe fatto diventare colei che avrebbe ucciso il Dottore.
“Lo senti Pearl? Lo senti il dolore che ti affligge il corpo e la mente? La Maledizione sta per compiersi e fra qualche istante arriverà il Dottore con la sua magica cabina blu a salvarti mentre tu … lo ucciderai per me e contribuirai alla mia vendetta …” mi disse lui, sghignazzando.
“Scordatelo Scorpio ! Io non ucciderò mai il Dottore; preferisco morire di fame piuttosto che uccidere l’uomo che amo e il padre di mia figlia!!!” gli dissi io con rabbia.
“Se non lo farai; morirai di sete. Presto te ne renderai conto da sola giovane Time Lady che per sopravvivere, dovrai uccidere il Dottore. Ricorda: Non si può resistere al richiamo del Sangue … Mai!!! ” Concluse l’Alchimista con convinzione , mentre stava andando via. 

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Capitolo 32
*** Capitolo XXXI : Questioni In Sospeso ***


 


P.O.V. Dottore                                                  

All’interno del TARDIS eravamo rimasti in tre e la mancanza di Pearl diventava ogni giorno sempre più forte. Da solo, in un angolo, non potevo fare a meno di pensare a come sarebbe stata la mia vita una volta riunita la mia famiglia. Mentre ero perso nei miei pensieri, Donna e River pilotavano il TARDIS al posto mio e per tutta la durata del viaggio verso Vertigo V, passarono il loro tempo a conversare.
“Donna Noble: la miglior compagna di viaggio che il Dottore, abbia mai avuto …” disse River con ammirazione.
“Lo sono stata Dottoressa Song e insieme abbiamo vissuto delle grandi avventure. Ma la più bella è stata quando ho aiutato lui e alla sua giovane compagna a dare alla luce la loro splendida bambina …” 
River sentendo quelle parole uscire dalla bocca di Donna, ne rimase stupita che disse:
“Allora è vero!! Il Dottore ha avuto una figlia, ora capisco tutto: quella bambina … che abbiamo salvato 8 anni fa dai Dalek … era sua figlia.”

P.O.V. River 

Non potevo crederci! Il Dottore aveva avuto una figlia da un’altra donna che non ero io. Mi aveva tradito con la sua compagna di viaggio e il sol pensiero …
mi faceva ribrezzo. Come aveva potuto farmi questo, ero sua moglie per la miseria! Dovevo avere delle risposte subito e chi meglio del Dottore stesso poteva darmele?
Decisa, mi diressi verso di lui: 
“Ehi, dolcezza? Posso parlarti un attimo …”
“Certo River, dimmi … ahi!!” Ero così furibonda che la mia mano aveva agito da sola, diretta verso la sua guancia. 
“Per quale motivo lo hai fatto? Deve essere per qualcosa che devo ancora fare …” disse lui stordito.
“No, Dottore!!! Questa volta è per qualcosa che hai già fatto!!!”
“Oh ma davvero? E … che cosa sarebbe?”
“Mi hai tradito ecco cosa sarebbe! E hai pure avuto una figlia con lei! Dimmi Dottore, perché me lo hai tenuto nascosto?” Dissi io, arrabbiata e schifata per
quello che mi aveva fatto.
“River? Io non ti ho nascosto proprio nulla e poi non ti ho tradito; semplicemente non è venuto fuori l’argomento, tutto qui.”
“Avresti dovuto dirmelo invece, sono tua moglie …”
“Ex moglie, River. Ricordi? Abbiamo divorziato molto tempo fa, quindi la mia vita privata
 non è più affar tuo.” Precisò lui.
“Quanti anni ha adesso tua figlia Dottore? Come si chiama e chi è Pearl Bartowski?”
Il Dottore stava per rispondere ma … fu Donna Noble a precederlo, bruciandolo sul tempo. 
“Si chiama Jasmine e ha 8 anni ed il suo tempo sta per scadere …” 
Come io e il Dottore sentimmo quelle parole … entrambi ne rimanemmo esterrefatti.
“Come il suo tempo sta per scadere Donna? Che cosa significa?” chiese lui. 
Lo sguardo di Donna si rabbuiò: 
“Significa che tua figlia sta morendo Dottore: è da un paio di mesi che soffre di una malattia incurabile e a noi sconosciuta … i dottori hanno deciso di ricoverarla in ospedale e di metterla sotto osservazione per capire la causa della sua malattia.”
“Quanto le resta ancora da vivere?” le chiesi io, con tono serio e sincero.
“Non lo so; forse ore, mesi, giorni, settimane; nessuno lo sa …” Disse Donna Noble, con serietà e preoccupazione.

P.O.V. Dottore 

Non potevo crederci! Mia figlia Jasmine stava morendo ed io non potevo fare nulla per salvarla: a cosa serve essere un Immortale Signore del Tempo e avere una macchina del Tempo quando non si può fare nulla per impedire che la storia faccia il suo corso? Soprattutto quando è in gioco la vita delle persone a cui tieni! Dovevo assolutamente vedere mia figlia Jasmine prima che fosse troppo tardi altrimenti … non me lo sarei mai perdonato.
“Donna! Dove si trova Jasmine? In quale ospedale è stata ricoverata? Ho bisogno di
 vederla …” dissi io, con tono disperato e triste.
“Si trova al Royal London Hospital Trust di Whitechapel. Mio nonno è con lei .”
“Allora? Che cosa aspettiamo? Partiamo subito. River? Metti in moto il TARDIS. Jasmine, piccola mia. Resisti, che papà sta arrivando! Londra, preparati che il Dottore sta tornando!!!”
La dottoressa River Song, senza nemmeno pensarci due volte, mise i moto il TARDIS e via come il vento, attraversammo l’intero Universo per raggiungere il Royal London Hospital Trust di Whitechapel per rincontrare mia figlia Jasmine dopo 8 lunghi anni passati lontano da lei per proteggerla.
“Dottore? Eccoci arrivati. Benvenuto a Whitechapel!” Disse River, una volta parcheggiato
 il TARDIS in un vicolo poco distante dall’ospedale. Uscii dalla mia nave in tutta fretta e mi precipitai alla reception. “Buonasera signorina Noble, come posso aiutarla?” chiese un’ infermiera rivolgendosi con lo sguardo verso Donna.
“Sto cercando la stanza di mia nipote Jasmine; sa dirmi qual’ è? ” chiese Donna, con tono gentile ed educato.
“Si, certo. Il numero della camera è la 112 e si trova nel reparto di pediatria al secondo piano: il primo corridoio sulla sinistra.”
“Ti ringrazio Louise. Sei stata davvero gentile.” Disse Donna, ringraziandola. 

P.O.V. Donna

Appena scoperto dove si trovava sua figlia, il Dottore si precipitò di corsa attraverso i corridoi dell’edificio, districandosi tra le persone presenti. Io e River gli andammo dietro. Arrivammo in pediatria in meno di 10 minuti. Il Dottore si fermò di scatto davanti alla stanza 112: dopo più di 8 anni stava per rivedere sua figlia! Quando aprimmo la porta … la scena che avevamo davanti era davvero orribile: la piccola Jasmine aveva una mascherina sulla faccia perché faceva fatica a respirare e, accanto a lei, nonno Wilfred era seduto su una poltrona. Le stringeva forte le mani mentre piangeva. Mi avvicinai a lui per consolarlo. River si appoggiò allo stipite della porta.
“Ciao, nonno. Come stai?” gli chiesi io, preoccupata.
“Oh, Donna! Ringraziando al cielo sei viva.” Disse lui, con entusiasmo e felicità ma, subito dopo, il suo volto divenne cupo e serio. Il suo sguardo era diretto al Dottore, quest’ultimo paralizzato davanti al letto della bambina. 
“Che cosa ci fai tu qui? Non dovresti mettere a rischio né la tua vita né quella di tua figlia. Invece con la tua presenza è esattamente quello che stai facendo.”
“Lo so Wilf ma quando ho saputo che … avevo bisogno di vederla …” disse lui, con tono serio come se volesse chiedere il permesso a mio nonno che, acconsentì alla sua richiesta con un cenno di approvazione del suo capo.
“Ciao, Jasmine. Sono Il Dottore. Sono il tuo papà e mi dispiace davvero tanto se in questi ultimi 8 anni non ti sono stato vicino come volevi ma ti prometto che molto presto staremo insieme io, tu e la mamma, come una vera famiglia e lo sarà per sempre.” disse Il Dottore piangendo mentre con le mani, la stringeva forte a se come se non la volesse mai più lasciarla andare via.

P.O.V. Dottore 

La mia piccola Jasmine, era davvero bellissima: il suo viso era ovale e ben definito, la sua carnagione era chiara, mentre la sua pelle era liscia e vellutata come la seta. I suoi occhi, erano verdi come i miei ed i suoi lunghi e mossi capelli color biondo cenere, erano come quelli di sua madre Pearl che le somigliava in tutti sensi.
“Wilfred? Che cosa dicono i medici? Quanto … le resta da vivere?” chiesi.
“Dicono che la malattia sta progredendo velocemente e in meno di due settimane potrebbe morire … mi dispiace tanto Dottore ma non c’è più nulla da fare ...” mi disse Wilf prendendomi tra le sue braccia in un gesto di conforto. Dovevo accettare la dura realtà: mia figlia stava morendo ed io non riuscivo a fare altro che pensare a come l’avrei detto a sua madre una volta liberata dalla prigionia dell’Alchimista.
Non potevo credere che la mia piccola principessa dagli occhi verdi, sarebbe morta in meno di due settimane e che non c’era più nulla da fare. Il dolore era straziante ed io non riuscivo a controllarlo; avrei preferito morire io al posto suo pur di salvare lei e sua madre.

P.O.V. Donna

Mentre vedevo quella scena così commovente, all’improvviso un lampo di genio attraversò la mia mente:
“Ma certo! Che stupida che sono! Perché non ci ho pensato prima. La profezia di George!” 
-Il Tempo è ormai giunto. Presto i grandi Signori del Tempo ritorneranno e il pianeta Gallifrey rinascerà dalle sue ceneri. Il Tempo delle guerre e dei tumulti è finito e regnerà di nuovo la pace. Molto presto … un nuovo Signore del Tempo sarà svelato: al compimento del suo ottavo anno di vita, la sua essenza si manifesterà e il giuramento, verrà infranto. –
Adesso mi era tutto chiaro: era giunto il momento in cui la piccola Jasmine doveva ritornare ad essere un Signore del Tempo. Era il momento giusto per d’infrangere il giuramento fatto 8 anni prima; forse avevamo risolto la prima parte del mistero.
“Dio, siamo davvero degli stupidi!” dissi io, urlando ad alta voce e a battere la mano destra contro il muro. L’attenzione di nonno Wilfred e del Dottore adesso era rivolta a me.
“Donna, sei impazzita per caso? Non vedi che Jasmine sta dormendo!” mi disse Il Dottore rimproverandomi e Jasmine, sentendo quel frastuono, si svegliò dal suo torpore.
“ Che cosa succede qui? Che cos’è questo baccano?” disse la piccola, spostando la mascherina.
“Hai visto Donna? L’hai svegliata!” ribatté mio nonno.
“Hai ragione nonno, scusa!” dissi io, per scusarmi.
“Zia Donna? Come sono contenta di vederti!! Sei tornata a trovarmi!!! Come stai ?” 
“Ciao, mia piccola principessa … dammi un bacio.” Abbracciai la bambina che mi ricambiò, felice.
“Che regalo mi hai portato oggi? Una nuova bambola? Un nuovo libro?” disse lei con entusiasta e sorridendo serena.
“Oggi mia cara Jasmine, ti ho portato una super sorpresa …”
“Uh che bello! Che cos’è zia Donna? Dai dimmelo!” disse lei, curiosa.
“Guarda un po’ chi ti è venuto a fare visita …” dissi io, indicando il Dottore … “Lui si chiama John Smith ed è il tuo papà …” Jasmine lo guardò con molta attenzione e, con un sorriso radioso: “ Che bello!! Finalmente sei venuto, non sai quanto ho desiderato questo momento. Grazie zia Donna, è la sorpresa più bella che tu e nonno Wilfred potevate farmi. Vieni qui papà voglio abbracciarti!” disse lei, serena e felice di averlo incontrato.

P.O.V. Dottore 

Abbracciai la mia bambina. Era una bellissima sensazione e le emozioni mi travolsero completamente: mi sentivo davvero felice e i miei due cuori erano colmi di gioia.
“Ehi piccolina come te la passi? Ho saputo che stai male e sono venuto non appena 
ho saputo …”
“Come mai sei stato via per tutto questo tempo? Dov’eri?” mi chiese lei curiosa
“Sono stato in giro per lavoro insieme alla mamma. Sai … io e la mamma salviamo il Mondo tutti i giorni dalle persone cattive …” dissi io, mentendola spudoratamente.
“Wow! I miei genitori sono dei supereroi! Sono la figlia di due supereroi! Dimmi papà qual’ è il tuo nome di battaglia? E quello della mamma?”
“Io sono Il Dottore mentre quello della mamma è super Pearl!” 
"Dov’è la mamma adesso? Perché non è qui con te? Mi piacerebbe tanto vederla prima di … ” disse lei, triste.
“No, piccola mia tu non morirai; ti prometto che la mamma tornerà presto. Ora mettiti a letto e cerca di riposare che io, zia Donna e nonno Wilfred dobbiamo parlare.”
“Va bene papà lo farò, te lo prometto.” disse lei addormentandosi poco dopo.
“Buona notte principessa.” Dissi io, baciandola sulla fronte ed accarezzandole i capelli.
“Finalmente si è addormentata …” disse nonno Wilfred abbassando la voce: “Donna, adesso vuoi spiegarmi che succede per favore?” disse, con tono curioso ed interessato.
“Se te lo dicessi forse, non capiresti …”
“Tu provaci e vediamo che succede …”
“Ti ricordi dell’ invasione dei Dalek alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra 2012?”
“Si, certo che me ne ricordo: è stato il giorno in cui tu e il Dottore avete salvato il mondo da una morte certa e da uno sterminio di massa. E’ stato anche il giorno in cui Jasmine è entrata nella nostra vita. Mi domando chi sia sua madre e perché non è mai venuta a cercarla. Sai, mi piacerebbe davvero tanto conoscerla quella donna sciagurata e snaturata che è sua madre!” disse Wilf, leggermente adirato. 
“Come osi parlar male di lei se nemmeno la conosci? Ti ricordo che in quella stanza c’è sua figlia e credo che non le farebbe piacere sentire quelle cose brutte su sua madre! E poi tu non hai il diritto di giudicarla visto che è anche la mia compagna di viaggio!”
“Oh, ma davvero?! Che bella compagna di viaggio ti sei scelto Dottore: una donna irresponsabile e viziata, nonché una madre snaturata” Controbatté Wilfred, ora arrabbiato.
“Wilf, ti sbagli di grosso! Pearl Jasmine Bartowski è la migliore compagna di viaggio che io abbia mai potuto sperare di avere, senza offesa Donna, e poi lei è diversa dalle altre, lei è come me ….” 

P.O.V. Wilfred 

“Wilf, ti sbagli di grosso! Pearl Jasmine Bartowski è la migliore compagna di viaggio
 che io abbia mai potuto sperare di avere, senza offesa Donna, e poi lei è diversa dalle altre,
 lei è come me ….” 
Le ultime parole del Dottore mi stupirono a tal punto che io rimasi di sasso: 
“Che cosa significa che è diversa dalle altre? Non capisco!!”
Volevo delle spiegazioni, capire la situazione. Mia nipote Donna con il suo sorriso bonario e 
la sua calma apparente, mi rispose in modo davvero esauriente: “Ecco, vedi nonno, la verità
 è questa: Pearl Jasmine Bartowski e mia nipote Jasmine, in realtà sono come il Dottore, 
dei Signori del Tempo …”
“Che cosa? Ne sei sicura Donna?” dissi io, stupito ed disorientato.
“Più che sicura nonno.” Disse lei con certezza.
“Allora se è cosi … la piccola Jasmine dovrebbe rigenerarsi prima di morire …”
“Si, è esatto. Ma Jasmine non può farlo in questo momento …”
“Che cosa vuoi dirmi Donna? Dottore?” Nessuna risposta “Per la miseria! Qualcuno mi spieghi che succede!” esclamai, furibondo.
“Ascoltami Wilf.” Cominciò l’alieno “Otto anni fa, io, tua nipote Donna e la mia compagna di viaggio Pearl, poco prima di salvare l’ intero Universo dai Dalek, facemmo un giuramento solenne: quello di proteggere la piccola Jasmine ad ogni costo e l’unico modo per farlo era quello di affidarla a Donna e di privarla della sua essenza di Signore del Tempo attraverso l’orologio dell’ eternità, riscrivendola biologicamente e modificando il suo DNA di Signore del Tempo in DNA umano, dandole così una nuova identità.”
 “Dio! Che cosa orribile, povera Jasmine: le avete privato della sua vera identità, ma che razza orrenda siete voi Signori del Tempo …” dissi io, disgustato “Perché lo avete fatto? Non potevate evitare che accadesse?”
“Non potevamo farlo Wilf. Era l’unico modo che avevamo per proteggerla dal suo destino. E' stata  la decisione più dolorosa che io abbia mai preso.” ribatté il Dottore in modo veramente serio.
“Guardala, Dottore. Guardala con molta attenzione … tua figlia sta morendo e se non recuperiamo al più presto il suo orologio dell’eternità rischi di perderla per sempre. Pensaci bene Dottore e fa la scelta giusta.” 
Detto questo, rivolsi il mio sguardo verso mia nipote Donna e le dissi: “Tua madre sa di questa storia? Glielo hai mai detto?”
“No, nonno. Non gliel’ho mai detto e mai lo dovrà venire a sapere, altrimenti metterei a rischio la vita non soltanto nostra, ma anche la vita dell’intero Universo”.


 

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Capitolo 33
*** Capitolo XXXII: Il Gran Consiglio Oscuro ***



Nel frattempo, su Vertigo V, all’interno della Sala del Trono, Scorpio era in riunione insieme a Lisa Preston e ai componenti del Gran Consiglio Oscuro. Questo era formato da tutti i nemici del Dottore, per la prima volta alleati. Scorpio, grazie al suo fascino e alle sue proprietà linguistiche, era riuscito a salire la scala gerarchica arrivando al gradino più alto: egli era, infatti, il Presidente del Gran Consiglio Oscuro e, come tale, godeva di tanti privilegi. Uno di questi era poter convocare una Seduta Straordinaria per fare il punto riguardante la situazione che l’intero Universo stava vivendo.
“Buonasera signori e benvenuti alla decima riunione del Gran Consiglio Oscuro. Vi ho convocati qui stasera per informarvi che la figlia del Dottore è nata e che molto presto diventerà un Signore del Tempo. Attualmente la nostra situazione sembra nettamente migliorata rispetto agli anni precedenti. A quanto pare il nostro “caro e amatissimo” Dottore è molto vulnerabile in questo momento: sua figlia Jasmine di 8 anni, sta morendo mentre la sua amata compagna di viaggio Pearl Bartowski, nonché la sua compagna di vita e madre di sua figlia, è sotto il mio completo controllo. Sarà proprio lei ad uccidere il Dottore e quale momento migliore di questo per agire?”
Tutti i componenti del Gran Consiglio Oscuro tacquero. Solo uno ebbe il coraggio di alzarsi: era un uomo non molto alto ma forte, di costituzione robusta, con un'espressione crudele e terrificante in viso, il lungo naso affilato, le guance magre di colorito rossastro, grandi occhi verdi sovrastati da sopracciglia nere e folte, che accentuavano il lampo minaccioso dello sguardo. Il suo viso era molto curato e ben rasato, ma decorato da lunghi baffi spioventi. Aveva un'ampia fronte, il suo capo era sorretto da un collo muscoloso, quasi taurino e sulle sue spalle larghe scendevano in voluto disordine “una cascata di riccioli neri.” Si identificò come Vlad Ţepeş III , detto Dracula. Egli si distingueva dagli altri, parlava poco ed aveva un portamento quasi regale: lui era il Principe di Valacchia e Grande Signore della Guerra, Cavaliere dell’ordine del Drago e figlio del Drago (Figlio del Diavolo in rumeno). Lui era come il Dottore: aveva vissuto molte guerre ed era sopravvissuto nel Tempo e Nello Spazio.
“Agire ora sarebbe un grande errore. Ora il Dottore soffre ed è vulnerabile, è vero. Ma una volta che la ragazzina sarà morta … allora sarà il momento giusto per colpire. Oltre ad aver appena perso la figlia, si vedrà a dover affrontare la sua adorata compagna. Sarà troppo pure per lui, ve lo assicuro. Non ci combatterà e noi avremo la nostra vendetta!” disse l’uomo, spietato.
L’aula rimase in un silenzio tombale per qualche secondo. Scorpio valutò attentamente le parole del Principe di Valacchia, poi sorrise.
“Buona osservazione la vostra signor Ţepeş. Voi cosa ne pensate?” aggiunse rivolto agli altri partecipanti. La stanza si riempì di mormorii d’assenso.
“E’ deciso quindi!”.
 
 

P.O.V.  River

I giorni qui a Londra, passavano veloci come le ore e Jasmine,   la figlia  del  Dottore … peggiorava ogni  giorno  sempre di più.
Presto  sarebbe  morta e  un  altro  dolore  come  questo;dopo la  dipartita  dei  coniugi Pond,  avrebbe  distrutto  il  Dottore
a tal punto da  fargli perdere la  fiducia  in  se  stesso. Per troppo tempo,  aveva vissuto con  i sensi  di 
colpa  e  da  secoli,  combatteva  contro  i suoi demoni  ed i  suoi  fantasmi; troppe  persone,
sono  morte a  causa  della  sua  misericordia e la  morte  di sua figlia, lo  avrebbe  ucciso e 
si  sarebbe aggiunto  alle  sue innumerevoli  ferite  che, si  porta  dietro con se da secoli ormai.
Passava  le  sue  intere  giornate insieme  a  Jasmine accanto  al suo letto e per  renderla felice, viaggiava spesso  con  lei  all’ interno  del TARDIS e  le  faceva  vedere tutte le  meraviglie 
dell’ intero  Universo  attraverso  il  Tempo  e  lo Spazio. Lui ne risentiva  molto  della  situazione  che  stava  vivendo, ne  soffriva  molto ma non lo  dava mai  a vedere  soprattutto,  quando  era  presente  sua  figlia. Qualche  volta lo vedevo di  sera,  seduto su  di  una  panchina nei  giardini dell’ospedale;  una  volta lo vidi piangere. Aveva  la  testa  chinata in avanti e le  mani  giunte,  e il   suo sguardo  era  rivolto   verso il  cielo,  per la  prima  volta stava  pregando  Il  Signore Dio,  anche  se non  credeva  pienamente  in Lui.
“Povero il  mio  Dottore. Non  l’ho  mai  visto  cosi   legato  ad  una  persona che  conosce  da poco;  è  la  prima  volta  che  soffre  così  tanto  per  un  essere  umano …”  dissi io con  voce malinconica  e  triste che  una lacrima, solcava  il  mio  volto e   senza  che me ne  accorgessi, Donna Noble ... era  accanto  a  me,  pronta  a  consolarmi  con parole dolci  e  tono rassicurante.
“Si  è  vero, Il  Dottore è  molto  legato   a  sua  figlia come è  legato molto  anche  a  sua madre Pearl ;  da  quando l’ha  conosciuta è  molto   cambiato. Io  l’ho visto  e  sono contenta  per  lui ma,  allo  stesso  tempo sono  preoccupata : in  questi  giorni mentre l’osservavo, ho  notato che  per  quanto   lui  sia  forte  ed  orgoglioso, è  anche molto vulnerabile,  infatti, si  sta  lasciando  andare  e  si  sta  abbandonando  a    se  stesso ed io, non sopporto di vederlo  in quello  stato e  più  lo  guardo ,  e  più mi  rendo conto  che  si  sta allontanando  da  noi e  dalle  persone  che  lo  vogliono bene e  questo  non posso  assolutamente  accettarlo; dobbiamo fare  qualcosa prima  che  sia  troppo  tardi !!!”
Donna Noble aveva  ragione.  Dovevamo  fare  qualcosa  per  salvarlo  da  se stesso, e  farlo in fretta altrimenti si sarebbe rovinato  con  le  sue  stesse mani.   

P.O.V. Jasmine

I giorni qui a Londra, passavano veloci come le ore ed  io, passavo  la  maggior parte del mio  tempo all’ interno  della mia camera da letto  in ospedale;  non  ricevevo  spesso  molte  visite. Da quando avevo scoperto  di soffrire  di  una malattia sconosciuta  e  terminale, mi sono  sentita  crollare  il  mondo  addosso; poi  all’improvviso … quando tutto   sembrava essere perduto, finalmente avevo  rivisto  mio  padre  dopo  tanto tempo;  non mi  sembrava  vero e  invece … era li  accanto  a me, per rendere  felici i miei giorni  tristi e  solitari in  ospedale.
Passavamo  spesso  delle  giornate  insieme e ogni  volta  vivevamo delle incredibili avventure:   viaggiavamo  attraverso  il  Tempo e lo  Spazio  con   una  cabina blu  della  polizia magica …
“Si  chiama TARDIS ,  ed  è  una macchina  del  tempo, che  ti  porta  lontano e  in  giro  per l’Universo …”  mi  aveva detto. Spesso  e  volentieri;  viaggiavamo  insieme  a  zia Donna   e zia  River e ogni  giorno,  scoprivamo  delle  cose  nuove:  pianeti,  razze  aliene … una  volta  ho conosciuto Marilyn Monroe e  la  Principessa di Monaco  Grace Kelly i miei  idoli ; ed era stata una  cosa  meravigliosa,  soprattutto  per  una  bambina di  8 anni  come  me.  Mi  piaceva  molto  viaggiare con mio  padre  anche  se, mi  mancava  da  morire  la  mamma:  volevo  tanto  vederla ed  abbracciarla  per  dirle  ti  voglio bene prima  che  la  mia  malattia, mi  avrebbe  uccisa.
Mio  padre evitava sempre  l’argomento mentre io, ne  ero pienamente  consapevole. Presto  sarei  morta e  prima  di morire,  volevo  vivere  ogni  attimo,  ogni  secondo  della mia  vita fino  al mio  ultimo  sospiro  vitale.     
“Buongiorno,  mia  piccola principessa. Come  ti  senti  oggi?” mi  chiese  sorridendo  all’improvviso  mio  padre,  distogliendomi  così  dai  miei oscuri  e  tristi pensieri.
“Sto  bene,  grazie. Tu papà? Come stai  invece?Hai  dormito  bene?”gli  chiesi  io, con  tono curioso   e  sincero.
“Sto bene, piccola mia. Non  preoccuparti  per me. Senti  mia  piccola  principessa,  ti  piacerebbe  fare  colazione nella  Londra  ottocentesca insieme  alla  Regina  Vittoria  
a  Buckingham  Palace ?”
“Sarebbe  fantastico;  ho  sempre  desiderato  conoscerla. Dai  papà,  mi  ci porti?  Ti prego …”  dissi  io,  con  entusiasta.
“ Che  cosa  aspetti ? Va  a  prepararti  che  ti  ci porto  subito !!! Sai  la  Regina  Vittoria  non  ama  i  ritardi !!!”
Non  stavo  più  nella  pelle,  non vedevo l’ora di partire  insieme  a  mio  padre e  la  sua  macchina  del  tempo.  Stavo per  conoscere  la  Regina  Vittoria  in persona. Il  mio  sogno stava  per diventare  realtà:  infatti mise  in  moto  il TARDIS  ed  insieme  a  lui  scomparimmo  nel  nulla  e  davanti  agli  occhi  di  zia  Donna,  zia  River  e  nonno  Wilfred che  ci    salutarono  con  la  mano e sorridendo.


P.O.V. Dottore

Avevo  promesso  a mia  figlia Jasmine, che  avremmo  fatto  colazione  insieme  alla Regina Vittoria a  Buckingham  Palace  e  nella  Londra  ottocentesca, infatti  dopo  aver  salutato  Donna   Noble , River e nonno  Wilfred, misi in  moto  il  TARDIS  e  attraverso  il  Vortice  del  Tempo raggiungemmo  la  nostra  meta. Durante  i  nostri  viaggi  nel  tempo,  insegnavo  a mia  figlia, le  tecniche  di  base  per  saper  pilotare  il  TARDIS  come  avevo  fatto  in  passato  con  Pearl ,  sua  madre. Jasmine era molto  brava,  ed  apprendeva  in modo  veloce  tutti   i  miei  insegnamenti  come  un  vero e proprio  Signore  del Tempo. Mi  ricordo che  l’ultima  volta che  sono  stato  nella  Londra  Vittoriana, era stato durante  la  mia  decima  incarnazione; insieme  a Rose  Tyler  che  adesso  è  intrappolata  in un  Universo  Parallelo con  sua  madre  Jackie, suo  padre  Pete Tyler e  la  versione umana  di me stesso : Il  Dottore  Umano  che  Donna Noble  aveva  creato durante  il  suo periodo di  metacrisi umana biologica con cui  ha  rischiato  la  vita. 
Ma ora basta parlare  del  passato,  adesso  bisogna  affrontare  il presente : mia  figlia  Jasmine,  stava  diventando  impaziente e  nervosa; voleva  incontrare  la  Regina Vittoria  e  fare colazione  con  lei  ma,  non sapeva  che  vestito  indossare  e  dalla   stanza  del  guardaroba del TARDIS ; mi   chiamò per un  consiglio ed io,  la  raggiunsi  subito  per  aiutarla.
“Papà? Puoi  venire  qui  un momento ?  Ho bisogno  di  un consiglio  ...”
“Arrivo, subito piccola  mia.” Dissi  io mentre  attraversavo  correndo, gli  immensi corridoi  del TARDIS per  raggiungere  la  stanza  del guardaroba  e una  volta  raggiunto  la  mia  meta,  entrai  e dissi :  
“Che  cosa  c’è Jasmine? In  cosa  ti posso essere utile?”
“Papà  secondo  te,    quale  di  questi  due  vestiti  è il più adatto per una  colazione  con  la  Regina  Vittoria in  persona a Buckingham  Palace:  questo  di seta rosa e con la  gonna aderente con   fiori che  scende a  sirena oppure   quello  azzurro  con le maniche  velate e la gonna che  scende  larga  sui fianchi; quale preferisci?” mi  chiese, mia  figlia seria  e  con lo  sguardo  fisso  su  di me.
“Secondo  me  per una principessa  del  tuo  calibro piccola mia, il  vestito  perfetto  sarebbe  quello azzurro con le  maniche  velate e  la  gonna  ampia. Su,  che cosa  aspetti … indossalo e  fammi  vedere  come  ti sta …” Dissi  io, per incoraggiarla e per  farle  indossare  il  vestito  che  le  avevo  scelto.
“Okey,  va bene papà; mi  hai  convinto.” Detto  questo, la  piccola Jasmine  andò  a  cambiarsi d’abito all’interno della  stanza  del  guardaroba immensa  del TARDIS mentre io, l’aspettavo  fuori alla  porta tutto il  tempo necessario che  le  serviva  per cambiarsi e,  dopo  qualche  ora  di  lunga  attesa, mia  figlia  uscì  dalla  stanza  e  quello  che  vidi  fu  davvero una  cosa  meravigliosa :  aveva un viso ovale, di carnagione chiara. I suoi  occhi erano di un verde brillante, aveva  un sorriso  splendido e i  suoi lunghi capelli biondi , erano  avvolti in una  treccia legata  da  un nastro  di  seta  bianca  mentre  il  suo  adorabile  vestito  azzurro le stava  così  bene  che  sembrava  davvero una  vera principessa. Lei  era  la  mia  principessa ed  era  davvero  bellissima  che  rimasi  senza  parole.

P.O.V.  Jasmine

Mio padre, quando mi  vide uscire dalla  stanza del Guardaroba del  suo TARDIS,con  addosso il  vestito che aveva  scelto  per me, lui  ne rimase  davvero molto  stupito da rimanere  in silenzio fino a  quando non  decisi io  di rompere il  ghiaccio  dicendo : “Papà  che  cos’hai?Perché  stai  piangendo?”
“No, Jasmine non sto piangendo e solo che sei … sei bellissima  come  tua madre … le  somigli  cosi  tanto che a  volte  penso  che  tu,  sei  la sua  reincarnazione; mi manca  cosi  tanto ...” Mi disse  lui  piangendo,  ed io  mi  avvicinai  a lui  per  consolarlo, con   un  semplice  abbraccio in  modo  da mandare via  la  tristezza  e  goderci  la  nostra  colazione  in  compagnia  della  Regina  Vittoria, nella  speranza  di  vederlo  sorridere  di nuovo.
“Dai  papà non  piangere; sono sicura  che la mamma ritornerà  presto e  ritorneremo  ad  essere  una  famiglia;  ed  ora  usciamo  da  questo  TARDIS, altrimenti  faremo  tardi per  la  colazione  a  Buckingham  Palace    con la  Regina  Vittoria …” dissi  io, sorridendo e con tono  sereno e  felice.
“Avete ragione,  vostra altezza; altrimenti  la  Regina Vittoria  si  arrabbierà tantissimo se  faremo  tardi al nostro appuntamento.” Mi  disse  mio  padre sorridendo e  con la  sua infinita  ed  immensa gioia che non  aveva  limiti, mi  aveva  contagiata  a tal  punto che  dimenticai  la  mia  malattia,  godendomi  insieme a mio  padre   una  giornata  diciamo “quasi normale”  tra  padre  e  figlia,  senza  che  nessuno  c’è l’avrebbe  rovinata. La giornata  passò in fretta  e la  Regina  Vittoria, rimase  contenta  della  nostra  visita  di cortesia e poco  prima  di  andare  via, mi  fece  un piccolo  regalo, come simbolo  della  sua  amicizia e  per la sua  bontà  sincera e generosa.
“Vieni  Jasmine,  vieni  con me che  devo  darti una  cosa …”
Io  non  capivo  il  perché  mi  avesse detto  quelle  parole, infatti  spinta  dalla  curiosità decisi  di  seguirla nella  sua  camera  da letto insieme  a mio  padre  che  mi  teneva  per mano ed  una  volta  entrati  nella  Stanza  della  Regina,  lei  si  avvicinò  ad un  piccolo porta gioia e prese un  piccolo bracciale  bianco, mi  disse  che  era  un  bracciale di  madre perla  e me lo  porse  dicendo:
“Tieni Jasmine, voglio  che  tu prenda  questo bracciale come  simbolo della  mia amicizia …”
“Vostra Altezza, mi dispiace ma  non  posso accettarlo, appartiene  a voi e non  mi  sembra  giusto  di privarvene …”
“No, Jasmine, insisto,  voglio  che  lo  prenda  tu e poi  ho  talmente tanti  gioielli che posso  indossare tutte le  volte  che  voglio;  sarei molto felice  ed orgogliosa  se  tu lo accettassi …”
“Molte  grazie  Vostra  Altezza per  la  vostra  immensa  generosità.  Avete  un  cuore  grande e  ricco  di  bontà. Arrivederci  Regina  Vittoria; non  vi  dimenticherò mai …”
Detto  questo, io  e  mio  padre  lasciammo  Buckingham  Palace per  ritornare alla  nostra  magica  cabina blu   telefonica  degli  anni 50 e ritornare  nella  Londra  del  Presente da  zia  Donna,  zia  River e  nonno  Wilfred all’ Ospedale di Whitechapel,  dove mi stavano  aspettando.

P.O.V. Dottore

Avevamo passato una magnifica e meravigliosa  giornata io e Jasmine ed eravamo felici insieme. Ogni  tanto mi  chiedeva  di  sua  madre Pearl e io, le rispondevo  sempre e spesso in modo vago,dicendo che era sempre in  viaggio per lavoro e che  sarebbe ritornata  presto da  noi,  facevo di  tutto per  nascondergli   la verità per proteggerla dal  suo destino che era ormai prossimo; perché  avevo  paura che  se  le  avessi raccontato tutto, l’avrei messa in grave pericolo mettendo a  rischio la  sua  innocente  e piccola  vita.
“Allora, piccola mia. Come  ti è sembrata la  Regina Vittoria e  la  sua  Londra  Ottocentesca? A me  è sembrata  fantastica;  incredibile di come  gli  esseri umani siano  imprevedibili. Non mi  sarei  mai  aspettato che  la Regina  Vittoria, mi  avrebbe  accolto in modo  cosi  benevolo  dopo  tanti  anni … mi  aspettavo   di  peggio …”
“Dai papà, non  essere  così cattivo con lei  e poi, la  Regina Vittoria è una  bravissima  donna e  una  meravigliosa persona e poi  scusa,  perché   doveva  accoglierti bene,  mica  le  hai  fatto qualcosa di  male? Vero?”  mi  chiese mia figlia curiosa.  
“Ehm ... diciamo solo che  molto tempo fa, l’ho  fatta arrabbiare un pochino troppo da farmi bandire  dal  suo  regno;  dopo  aver affrontato  un enorme e  grosso lupo mannaro insieme ad  un amica …
“Parli di Rose Tyler vero?” rimasi stupito quando fece il  suo  nome che le dissi:
“E tu  come lo  sai? Chi te lo ha raccontato?”
“E’ stata zia Donna a  raccontarmelo, quando ero molto piccola. Sai ,  ho  sempre  sognato di  poter  conoscere Rose Tyler. Zia  Donna  mi  raccontava  spesso di lei,  che era una  ragazza molto coraggiosa e  che  ha  combattuto  al  tuo  fianco fino all’ultimo. Non l’hai mai dimenticata fino  a quando  non  hai  incontrato  mia  madre. Raccontami  di lei; è  un  Signore del Tempo come te?”  Da quel  momento in  poi, non potevo  più nasconderle nulla  era  giunto il momento di  dirle la  verità su  sua madre nella speranza  di  non perderla  mai più. 
    
 

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