L'amore
in tutti i suoi elementi
Salve
a tutti!
Questo è il mio primo “sequel” che
scrivo di una
raccolta ormai conclusa da un bel po' di mesi. In realtà
l'idea ce
l'ho in testa da un pezzo, solo che mi servivano validi elementi per
metterla in pratica.
Fa
parte della serie “L'amore in tutte le sue forme”;
nella
precedente raccolta facevo riferimento ad un colore per ogni
situazione, ora voglio basarmi su un elemento.
Con
“elemento” intendo sia naturale che artificiale,
infatti userò i
classici quattro Terra, Fuoco, Aria, Acqua, ma anche Acciaio,
Energia, Buio, Luce ed Elettricità. In poche parole gli
ultimi sono
gli attributi delle carte dei Pokèmon o di Yu-gi-oh, per
spiegarci
XD
Sta
di fatto che gli elementi che ho abbinato ad ogni coppia non
corrispondono necessariamente al loro bit-power, ossia non è
detto
che in una shot dove è protagonista Kei Hiwatari l'elemento
sia il
Fuoco u.u
Ho
introdotto i personaggi delle nuove serie di Beyblade *.* Evviva!
Beyblade Metal Masters e Beyblade G-Revolution si alterneranno per la
mia immensa gioia.
Altra
cosa che voglio chiarire è che per ogni capitolo
specificherò
all'inizio il genere e le note della Flash-fic o One-Shot che sia,
giacché non tutti i personaggi formano un pairing e ci
sarà un
alternarsi di Shonen-ai e Het.
Dunque,
cosa sto ancora a ciarlare?
Buona
lettura a tutti ^-^
Capitolo
1 – Stabilità
Personaggi:
Rei Kon, Boris Huznestov
Elemento:
Terra
Genere:
Fluff, Commedia
Note:
One-Shot, Shonen-ai, OOC
Parole:
1538
“Dove
mi stai portando?” sillabò Boris al conducente
della macchina che
sfoggiava un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
Il
russo aveva
notato quella strana e diabolica contentezza sul viso di Rei dalla
mattina stessa durante la quale non aveva fatto altro che
sogghignare, ridacchiare ed esultare in silenzio alle spalle del
compagno.
“A
fare un giro.” rispose sempre più esaltato.
“Tu
non me la racconti giusta.” bofonchiò l'altro
scettico ed
impaurito.
Sospettava
che Rei
avesse pianificato quell'innocente giretto da molto più
tempo di
come lo voleva far apparire: aveva mangiato la foglia quando l'aveva
visto di nascosto fare una telefonata internazionale dalla sede della
BBA.
Non
che Boris
avesse sentito chiaramente le parole del cinese, gli era sfuggito il
significato di alcuni termini dal suono poco rassicurante e dubitava
che indagare avrebbe portato buoni frutti.
Il
fatto che Rei
insistesse per dare solidità al rapporto, poi, non lo
aiutava di
certo a rimanere tranquillo.
Stabilità,
per lui, era un concetto arduo da raggiungere.
Era
sempre stato
abituato a diffidare delle persone, a chiudersi in sé stesso
ed
evitare così i contatti con la gente che avrebbe potuto
ferirlo, ma
anche renderlo felice.
“Bisogna
creare le fondamenta per una relazione stabile partendo dalla base,
dalla terra.”
aveva detto il cinese con fare enigmatico dopo una nottata di follie.
L'ennesima, per la precisione.
Rei si era stufato di fare il fidanzato part-time: desiderava
consolidare quel rapporto tanto osteggiato da ambo le parti.
Chi spezzava una lancia a favore di Boris avanzando l'accusa che il
morettino l'avrebbe fatto soffrire di proposito come vendetta
personale.
Chi, d'altra parte, scommetteva in una prossima rottura a causa del
pessimo carattere del russo.
Per fortuna gente come Takao e Yuri sostenevano che nessuno conosceva
Rei e Boris per poterli giudicare.
Allora chi mancava alla corte marziale?
Quale sentenza doveva ancora sorbire Huznestov prima di soffocare
nelle false credenze della gente?
“Tu!
Tu non mi vorrai mica presentare alla tua famiglia, vero?”
sbottò
Boris ancorandosi al sedile con le unghie, minimamente intenzionato a
spostarsi da quel cubicolo a quattro ruote, per quanto avesse
denigrato il comfort della vettura. Mai l'auto sgangherata gli era
sembrata tanto comoda e sicura.
“Sei
proprio una faina in quanto ad arguzia.” scherzò
Rei dosando per
bene l'ironia: un passo in fallo e avrebbe deciso le sorti della
giornata facendola finire in tragedia o, se si trattava di Boris,
anche in una vera apocalisse.
“Bastardo!
Mi hai teso una trappola!”
“Poverino!
Vittima indifesa del fidanzato che lo vuole presentare alla
famiglia!” lo schernì il moro mettendo su
un'espressione
fintamente dispiaciuta.
“Odio
le famiglie! Odio i parenti!” sbottò ancora
serrando i pugni.
“Io
odio i bambini, eppure ho a che fare con un ragazzino petulante di
ventidue anni ogni sacrosanto giorno. Guarda te che
coincidenza!”
“Zitto,
non dovevi tendermi un'imboscata simile!” replicò
puntandogli il
dito contro e minacciandolo di una vendetta impietosa.
Rei non chiese a cosa si riferisse con il termine
“vendetta”: era
certo che l'avrebbe scoperto a sue spese una volta tornati a casa,
all'interno delle quattro mura dove Boris si sentiva tanto protetto.
“Ormai
siamo arrivati.” lo informò il ragazzo dagli occhi
ambrati,
rinnovando il sorriso e aspettandosi un'altra scarica di
imprecazioni.
“Odio
i parenti!” ripeté alla stregua di un bambino
capriccioso.
“Che
moccioso viziato...” lo rimproverò Kon, sbuffando
e non badando ai
vari insulti sull'etica di certe famiglie incapaci di accettare
l'omosessualità del figlio.
“Ti
odio.” brontolò Huznestov, incrociando le braccia
al petto e
affondando il viso della sua stessa vecchia felpa slabbrata.
“Anche
io.” ribatté Rei, ignorando il finto tentativo di
offenderlo da
parte del ragazzo accanto a sé.
Era abituato ad avere a che fare con Boris, conosceva le sue tattiche
e le sue strategie d'attacco le quali, purtroppo, non erano efficaci
contro di lui.
“Siamo
arrivati, stupido.” disse il cinese fermando la macchina ed
aspettando paziente.
“Cos...dove
diamine siamo? Questa è la casa di Kinomiya!”
esclamò stupito ed
altrettanto confuso, sbucando dalla portiera metallica e avanzando
qualche passo.
“Complimenti!
Ora da faina sei stato promosso a bradipo in fatto di
reattività.”
lo prese in giro Rei, schiaffandosi una mano davanti alla faccia ed
imitando il fidanzato.
“Ma
tu hai detto che mi volevi presentare ai tuoi genitori...”
mormorò
stranito il russo.
“Chi
ha mai parlato di genitori? Ho detto che ti avrei fatto conoscere
alla mia famiglia e...beh, eccola qui!” disse Rei indicando
il
cortile dell'ingresso del dojo Kinomiya.
Boris parve comprendere al volo e con discrezione fece la domanda che
gli sorse spontanea, a cui non aveva mai dato risposta da quando
aveva iniziato a frequentare Kon.
“Tu
non hai i genitori, Rei?” chiese con garbo e cautela, quasi
quelle
parole non fossero state pronunciate da lui.
“Non
me ne hai mai parlato...e sì che tu parli di tutto! Anche un
po'
troppo, oserei dire...” aggiunse infine riservandosi un
pizzico di
ironia per far intendere lo scherzo.
“Non
ne parlo perché non c'è nulla da dire. Non li ho
mai conosciuti.”
rispose seraficamente socchiudendo gli occhioni dorati e sorridendo
gentile.
Boris non capiva se quel mettere via il discorso in fretta e furia da
parte del fidanzato significasse che non aveva la benché
minima
voglia di raccontarsi, od un modo spiccio per trascinarlo a sbrigare
quella formalità.
Fu allora che Huznestov poggiò una mano sulla testa nera del
ragazzo, assai più basso di lui, e gli scompigliò
affettuosamente i
capelli esibendosi in un malizioso sorriso divertito.
“Muoviamoci,
allora, prima che io cambi idea.” lo esortò il
russo, cingendogli
amichevolmente le spalle con un braccio e procurandosi un sonoro
ceffone sulla nuca da Rei.
“Sempre
il solito cretino senza un minimo di tatto.”
brontolò il cinese
offeso.
“Non
è affatto come pensi tu, Rei. Non sono stato mosso da
compassione o
per darti il contentino in modo tale da tornare a casa il prima
possibile e fare sesso.” si discolpò il platinato
alzando le
braccia in segno di resa.
L'espressione poco convinta di Kon e l'occhiataccia che si
beccò lo
fecero desistere nel fingere di fare tutto ciò
esclusivamente in
buona fede.
“Ok,
magari portarti a letto era nei miei piani sin
dall'inizio...”
ammise imbronciato.
“Oh,
quasi non ti riconoscevo più!” disse l'altro
scuotendo la testa.
“Ma
affronterò anche questo pomeriggio, se necessario, con te
affianco
che mi prenderai in giro dall'inizio alla fine per le mie gag
assicurate...”
“In
effetti prevedo grasse risate alle tue spalle,
sì.” lo interruppe
ancora il cinese, il quale fu subito bloccato dall'indice della mano
di Boris, posato sopra le sue labbra con decisione.
“...perché
tu lo desideri davvero, ed io non voglio impedirti di essere
felice.”
concluse il russo.
Rei fece leva sulla mano del platinato e sorrise compiaciuto, dopo un
misero istante di smarrimento ed indecisione se prendere sul serio
tali parole.
“E
questa cos'era? Una specie di dichiarazione d'amore eterno,
Bo?”
domandò divertito, scoppiando in un'allegra risata.
Huznestov, imbarazzato per le frasi pronunciate con tanta fatica e
smontate senza troppi complimenti dal suo stesso ragazzo,
finì per
voltargli le spalle e ficcare le mani dentro le tasche della felpa
nera e bianca.
Rei continuò a ridacchiare udendo le varie imprecazioni in
russo che
aveva imparato a riconoscere e a tradurre velocemente. Nemmeno quando
Boris afferrò la maniglia della macchina per rientrare nella
vettura, il cinese non frenò le risa.
“Grazie.”
biascicò Kon sorridente e di nuovo solare.
Boris si stranì non poco ed iniziò seriamente a
temere per la
sanità mentale del fidanzato.
“Grazie,
sono contento che tu voglia dare stabilità al nostro
rapporto. Ne
deduco che ci tieni davvero e ciò mi rasserena. Anche se tu
non te
ne rendi conto, Boris, mi rendi felice.” disse Rei
aspettandosi
qualche altra maledizione in russo, o magari in cinese dato che
gliene aveva insegnate un paio per farlo tacere.
Huznestov strascicò un piede per terra e sbuffò
nervoso.
“Allora?
Che si fa? Torniamo a casa a consolidare il nostro rapporto? Sai, un
buon legame va instaurato dalle basi, quindi possiamo...”
iniziò
il russo, frenando la lingua non appena vide gli occhi felini del
fidanzato ridursi a piccole fessure minacciose.
“Direi
di no, vero?”
“Già.”
“Ma
poi...”
“Dopo
potremo tornare a casa a fare ciò che vuoi.”
acconsentì Rei.
“Anche
a terra?”
“Perché, scusa?” domandò
scettico il cinese,
inarcando un sopracciglio.
“Non
sei stato tu a dire che dà stabilità in un
rapporto?” chiese
lascivo, aspettando che Kon capisse il doppio senso.
E con un “Ho un fidanzato cretino!” i due ragazzi
varcarono la
soglia del dojo Kinomiya, assieme, l'uno di fianco all'altro.
Nel breve tratto che dalla macchina li separava dalla casa dove si
sarebbe tenuta la grande riunione famigliare, rifletterono sui
probabili ed eventuali ostacoli ed attriti che avrebbero dovuto
superare.
Nessuno dei due sapeva ancora cosa li avrebbe attesi al di
là del
cancello, nemmeno Rei e Boris potevano immaginarlo.
Ma solamente loro conoscevano il significato del bizzarro vasetto di
vetro contenente un mucchietto di sabbia e terra asciutta posto come
cimelio prezioso sulla credenza del loro nuovo appartamento.
Angolo
dell'autrice
Parliamo
un attimo della One-Shot appena letta.
Ho
deciso di iniziare con il mio pairing preferito che condivide il
podio assieme alle Boris x Yuri e le Boris x Garland.
Io
amo le Boris x Rei, le adoro, ce ne sono pochissime in giro ed il
fatto di scrivere sulla mia coppia preferita mi rende nervosa
perché
sono sicura che non è uscita come vorrei. E' sempre
così, sono una
disperazione ç_ç
Qui
parliamo di una situazione molto vicina alla realtà di una
normale
coppia di fidanzati, o morosi come si suol dire in gergo, e faccio
riferimento ad un momento spinoso ed importante per ognuno, ossia la
presentazione ufficiale della famiglia.
Per
quanto concerne i genitori di Rei ho dato per scontato che, non
essendosi mai visti nell'anime, lui non li abbia mai conosciuti per
chissà quale misterioso motivo.
A
differenza di Max, Takao e Kei (nell'anime ha suo nonno e nel manga
si vede pure il padre), Rei è l'unico a non dare notizie dei
genitori, ma solo del villaggio a cui è legato e ai compagni
di
squadra che considera fratelli.
Insomma,
è un quadretto quotidiano, ma che ha del tenero dato che
vogliono
l'uno il bene dell'altro, nonostante se lo dimostrino in maniera del
tutto originale XD
Che
altro dire?
Spero di sentire i vostri pareri, belli o brutti che
siano ^o^
Al
prossimo capitolo ^.-
Vostra,
Nena Hyuga ^-^
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