Hakai di MXI (/viewuser.php?uid=113539)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo nemico ***
Capitolo 2: *** Riunirsi ***
Capitolo 3: *** Verità ***
Capitolo 4: *** Riappacificarsi ***
Capitolo 5: *** Tutta la verità ***
Capitolo 6: *** Il viaggio ***
Capitolo 7: *** Confronto ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Mondo diverso ***
Capitolo 10: *** Il suo ruolo ***
Capitolo 1 *** Nuovo nemico ***
hakai
Hakai
-Nuovo Nemico-
Il mondo non era mai stato oscuro come in quel momento, sagome
incappucciate sedevano intorno ad un tavolo in uno stretto abitacolo.
Il periodo in cui si trovavano richiedeva grandi decisioni e grandi
responsabilità, l'oscurità che aleggiava intorno alle
persone aveva preso il posto della bontà nei loro cuori e Loro
avevano preso il comando.
"Signore, perchè tra tutti proprio un soggeto così
incerto?" chiese una sagoma incappucciata, probabilmente una donna dal
timbro di voce, non capendo la decisione appena presa dal loro capo. La persona che si trovava a capotavola si alzò in
piedi e squadrando tutti con i suoi occhi magnetici rispose:
"Perchè lui è.."
* * * * * * * * * * * * *
Reesembool era un paesino tranquillo situato in aperta campagna,
tutti si conoscevano e i bambini passavano diverse ore a giocare
insieme nei verdi prati dell colline. La guerra contro gli Homunculus e
il Padre era finita da due anni e da quel momento la pace aleggiava su
tutto il mondo. Solamente un ragazzo diventato adulto troppo presto non
riusciva a riprendere la sua vita normalmente,
"Ed! Dove sei finito?" una voce squillante ruppe il silenzio in una
casa subito fuori dal villaggio, una ragazza dai lunghi capelli biondi
legati in una coda stava cercando disperatamente il suo vecchio amico
d'infanzia con l'aiuto di un ragazzo più alto di lei di pochi
centimetri dai corti capelli castani,
"Onii-san! Arriveremo in ritardo!" finalmente i ragazzi trovarono
l'oggetto della loro estenuante ricerca. Un ragazzo dai lunghi capelli
biondi tenuti in una treccia era sdraiato vicino alla riva di un fiume
e scrutava con i suoi profondi occhi dorati il cielo limpido.
"Edward!" al richiamo di Winry l'altro si alzò ricevendo una chiave inglese in testa.
"Fratellone non sei ancora pronto? Arriveremo in ritardo alla festa"
"Scusa Al. Ma io non verrò" si giustificò il ragazzo
più alto, infatti nonostante solo qualche anno prima tutti lo
chiamavano fagiolino a causa della sua misera altezza ora non aveva da
invidire niente a nessuno grazie al suo metro e settantotto.
"Come sarebbe a dire che non verrai Ed! Mustang ci terrebbe molto a
vederti, come anche tutti i tuoi vecchi colleghi" lo riprese la ragazza
avvicinandosi,
"Non ho intenzione di venire"
"Ma onii-san Mustang è anche riuscito a non farti licenziare, il minimo che potresti fare è andarlo a ringraziare"
"Non ho mai chiesto io a quel colonnello di merda di proteggere il
mio titolo di alchimista, tra l'altro non sono più capace di
usare l'alchimia quindi l'alchimista d'acciaio non esiste più"
"Ed"
"No Winry! Non verrò a Central solo per revocare tristi
ricordi" una volta sentite quelle parole il ragazzo più giovane
si intristì,
"Non fraintendere Al! Sono contentissimo della scelta che ho fatto e
o rifarei un milione di volte, ma non ho alcuna intenzione di rivedere
i miei vecchi colleghie soprattutto il Taisa"
"Non dovresti più chiamarlo così Ed, lui adesso è"
"Basta così Winry, altrimenti arriveremo in ritardo" la interruppe Alphonse,
"Capisco la tua scelta fratellone, ma un giorno dovrai affrontare
l'esercito. La tua carica di alchimista non potrà rimanere in
sospeso per sempre" il ragazzo dai lunghi capelli biondi non rispose,
consapevole che le parole di suo fratello erano vere... Non poteva
continuare a fuggire dal passato, presto o tardi avrebbe dovuto
affrontarlo,
"Per qualsiasi cosa chiama, ok?" chiese sempre più apprensiva
Winry, da quando erano tornati ad abitare a Reesembool era sempre
più apprensiva nei loro confronti, come se potessero svanire da
un momento all'altro,
"Non ti preoccupare, penso che andrò a far loro visita" tutti
i presenti capirono di chi stava parlando Edward e con tristezza si
allontanarono avviandosi, insieme ad un anziana signora di nome Pinako,
alla stazione.
Dopo un'ora di viaggio il gruppo raggiunse la capitale e ad
aspettarli trovarono una donna dai capelli biondo sbiadito legati con
un fermaglio,
"Ragazzi!" li salutò correndo loro incontro,
"Riza! Quanto tempo" esclamò Winry abbracciandola, Alphonse
gli sorrise consapevole della domanda che avrebbe sentito di lì
a poco,
"Ma Edward?" nessuno sapeva come rispondere e la delusione iniziava
a conquistare lo sgardo color nocciola che fino a pochi secondi prima
risplendeva di serenità,
"Voleva andare a fargli visita, forse ci raggiungerà
più tardi" intervenne Pinako aspirando del fumo dalla sua
piccola pipa,
"Speriamo" disse Riza sorridendo nervosamente, consapevole che non li avrebbe mai raggiunti,
Non ne sarà contento pensò,
veramente non capiva il perchè Edward si ostinasse a non volerli
vedere. Da quando aveva rinunciato al suo portare per portare indietro
suo fratello non aveva più dato notizie di sè.
"Mustang come sta?" chiese Alphonse,
"E' nervoso, ma molto contento... Anche se penso che dopo che
avrà appreso la notizia su Ed si rattristerà, ci teneva a
rivederlo" nessuno obbiettò, tutti sapevano che, nonostante i
battibecchi continui, tra Edward e Mustang si era istaurato un forte
legame e non capivano perchè il biondo lo stesse mettendo in
gioco con la storia del passato.
Finalmente arrivarono alla piazza centrale che era stata addobbata
con diverse ghirlande e pullulava di soldati, Riza venne salutata da
diversi militari con il saluto di circostanza.
"Eccovi finalmente!Da quanto tempo" esclamò Havoc appoggiandosi sulla spalla di Alphonse,
"E quel fagiolino di tuo fratello dov'è?" tutti i sottoposti
di Mustang si aspettavano di vederlo arrbbiare infurato per come
l'aveva appena chiamato l'uomo dai capelli biondo cenere, ma non ci fu
nessuna reazione,
"Mio fratello non è potuto venire" quindi senza aspettare che
gli venissero chiesti chiarimenti iniziò ad aiutare dei ragazzi
che si trovavano vicino a loro,
"Sapete che si arrabbierà vero?" chiese conferma l'uomo, Riza sospirò,
"Non possiamo farci niente"
Le sei di sera arrivarono in fretta e con loro il protagonista della
serata, un coro di congraturazioni accolsero l'arrivo di Roy Mustang il
nuovo comandante supremo. Per ringraziare tutti esclamò,
"Per ringraziarvi tutti farò indossare le minigonne a tutte
le donne della centrale!" immediatamente venne colpitò in testa
da un pugno ben assestato, l'uomo dai capelli neri si volto sorridendo
convinto di incontrare lo sguardo furente del suo vecchio sottoposto.
Invece vide che la sua nuova segretaria lo stava fissando con aria
divertita. Cerco di riassumere un'aria impassibile ma con lo sguardo
cercò l'invitato per lui più importante, incontrò
lo sguardo di Alphonse e in un istante capì tutto,
"Quel maledetto fagiolo! Ma prima o poi dovrà venire, non
posso tenere la sua carica di alchimista in sospeso ancora per molto"
tutti si accorsero della profonda delusione negli occhi del moro
nonostante la voce avesse assunto un tono severo,
"E' quello che gli ho detto anch'io" Roy doveva ancora abituarsi a vedero il fratello di Edward in un corpo umano,
"E mi ha detto che lui non le ha mai chiesto un favore del genere e
che lui ormai non è più l'alchimista d'acciaio" Mustang
si chiese cosa ne fosse stato dell'Edward Elric che conosceva lui,
quello che non si arrendeva mai e che per seguire il suo obbiettivo era
capace di andare contro a tutti e a tutto,
"Forza Mustang! Potremmo sempre andare a trovare il fratello
maggiore Elric a Resembool!" esclamò togliendosi il pezzo sopra
della divisa Armstrong. All'improvviso un uomo anziano dai capelli
grigi e con un camice impolverato si avvicinò frettolosamente a
Roy,
"Signore!" disse affannosamente "Si è verificato di nuovo ma
questa volta penso che ce l'abbiano fatta" tutti sobbalzarono, gli
unici che non riuscirono a capire il discorso erano Alphonse, Winry e
Pinako.
"Dove credete che si trovi?" chiese deciso il moro all'anziano ricercatore,
"A Resembool" Roy ebbe un gran brutto presentimento.
Nel frattempo Edward aveva raggiunto il cimitero con due grandi
mazzi di fiori, prima si avvicinò alla lapide più vecchia,
"Mamma, cerco di andare avanti come posso anche se mi mancano le
avventure che facevo prima di rinunciare all'alchimia. A volte vorrei
tornare a Central per incontrare i miei vecchi colleghi ma soprattutto
per poter parlare di nuovo con quel colonnello di merda" gli occhi gli
si inumidirono,
"Ma ogni volta il pensiero di poter vedere della delusione nei suoi
occhi mi frena" posò delicatamente il mazzo di fiori rosa nella
lapide, poi si avvicinò alla tomba accanto,
"Papà, forse avrei dovuto perdonarti subito così ti avrei conosciuto meglio" iniziò,
"Spero che adesso siate insieme e felici in qualsiasi posto voi vi
troviate" concluse, ma Edward non si accorse di uno sguardo lilla che
lo osservava nascosto all'ombra di una quercia.
Salve
a tutti!! Come avrete notato la storia è ambientata alla fine
dell'anime, Edward si ritroverà ad affrontare una nuova
minaccia... Ne sarà in grado? Chi sarà il personaggio che
lo osserva nell'ombra? Fatemi sapere come vi sembra e se pensate che
dovrei cancellare il capitolo e ricominciarlo da capo^^
A presto!!
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Capitolo 2 *** Riunirsi ***
Hakai 2
Hakai
-Riunirsi-
[...]
"Spero che adesso siate insieme e felici in qualsiasi posto voi vi
troviate" concluse, ma Edward non si accorse di uno sguardo lilla che lo
osservava nascosto all'ombra di una quercia.[...]
Dopo qualche
altra parola di circostanza Edward posò un altro mazzo di fiori sulla tomba del
padre quindi si diede due grandi schiaffi sulle guance,
"Forza
e coraggio" poi uno di quei sorrisi che una volta gli venivano così
spontanei nacque sul suo volto,
"Per
farmi perdonare dagli altri di non averli accompagnati a Central stasera
preparerò una bella cenetta... O almeno spero" si voltò e con
sicurezza incominciò ad avviarsi verso quella che ormai era diventata la sua
casa. Ma una voce sicura ed atona lo fermò,
"E'
così triste perdere qualcuno cha ci è caro, non è così Edward?" il biondo
si voltò con aria feroce ed aggressiva,
"Non so
come fai a conoscermi ma non sono affari tuoi" disse osservando l'uomo che
senza alcun riguardo si era infilato nella sua vita personale. Due profondi
occhi lilla lo stavano osservando famelici e un sorriso sinistro era stampato
sul volto. I capelli corvini gli arrivavano alle spalle ed erano mossi da una
leggera brezza, appena gli occhi dorati di Ed si erano incontrati con quelli
ametista dello sconosciuto una scarica di adrenalina gli aveva percorso la
spina dorsale.
Era la
stessa adrenalina che lo colpiva negli istanti che precedevano un combattimento,
gli era successo con Scar, con gli homunculus e con il padre.
"Ma io
ti conosco bene, alchimista d'acciaio" a quel punto i nervi si tesero e al
biondo venne l'impellente impulso di congiungere le mani ma non poteva farlo.
Non per
quello però in caso di pericolo non avrebbe fatto niente, avrebbe combattuto
con tutte le armi necessarie,
"Chi
sei?" chiese con voce sicura, la stessa con cui era conosciuto
l'alchimista d'acciaio.
Nel
frattempo alla stazione di Central un drappello di soldati erano pronti a
partire verso Resembool,
"Falman,
siete sicuri che il segnale venga da lì?" chiese per sicurezza il nuovo
comandante supremo al soldato che faceva parte dall'apparato ricerche,
"Affermativo
signore!"
"Bene,
allora siate pronti soldati. Dovremo affrontare una potente minaccia e vi
voglio carichi!" si rivolse al piccolo drappello che aveva scelto per far
fronte al nuovo nemico.
Riza
Hawkaye, tiratrice scelta.
Louis
Armstrong, alchimista di stato.
Havoc,
soldato semplice specializzato nel corpo a corpo.
Breda,
soldato semplice.
Fury,
soldato semplice.
Roy era
soddisfatto della sua squadra, era piccola ma letale come avevano già
dimostrato in passato. Insieme si diressero verso Resembool seguiti ovviamente
da Alphonse, Winry e Pinako preoccupati per quello che sarebbe potuto accadere
ad Edward.
"Mustang,
signore, ci può dire cosa sta succedendo?" chiese il più piccolo dei fratelli
Elric cercando di tenere a freno la sua preoccupazione per il parente lasciato
nel paese,
"Di
regola non si potrebbe ma farò un eccezione" disse sospirando,
"Da
circa un mese il nostro centro ricerca capta degli strani movimenti provenire
dall'altra parte del portale e si pensa che possa essere una dimensione
parallela"
"Una
dimensione parallela" ripeté sottovoce Al che era stato completamente
rapito dal racconto,
"Questi
movimenti più volte si sono avvicinati al nostro mondo utilizzando come strada
il portale ma non sono mai riusciti a sorpassarlo, almeno fino ad oggi"
continuò,
"Quindi
credete che qualcuno di un altro mondo sia riuscito a penetrare nella nostra
dimensione?" chiese Winry,
"Esatto"
le diede la conferma Riza,
"E cosa
vogliono?" domandò il fratello Elric,
"Non lo
sappiamo" disse seriamente l'alchimista Armstrong. Il viaggio proseguì in
silenzio.
Nel
frattempo Edward aspettava la risposta dello sconosciuto,
"Non è
importante chi sono, ma chi sei tu" l'uomo fece un passo avanti ma il
biondo non cambiò posizione continuò a fissarlo trucemente,
"Non
vorresti far tornare in vita i tuoi cari?" queste parole fecero scattare
l'ex alchimista che in un secondo fu vicino all'altro e lo afferrò per il
bavero della maglia nonostante il centimetri di differenza nell'altezza,
"Non
scherzi con me sulla trasmutazione umana, non compirò mai più un atto del
genere" gli sussurrò ferocemente nel viso per poi riallontanarsi e
voltarsi diretto a casa ma qualcosa lo fermò.
Non riusciva
più a muoversi, sembrava quasi che il suo corpo non seguisse più la sua
volontà,
"Cosa
sta succedendo?" si domandò stupito, una risata lo fece raggelare,
"Non
capisci vero alchimista? Io posso manovrare tutte le sostanze e le cose
invisibili"
"Ma è
impossibile!" esclamò stupito il ragazzo,
"Forse
in questo mondo, da dove vengo io è impensabile riuscire a trasmutare qualcosa
di tangibile"
"Tu non
sei di questo mondo" disse senza stupirsi più di tanto,
"Non mi
sembri sorpreso"
"Ormai
non mi sorprendo più di tanto" replicò per poi sorridere ironicamente,
sforzando i muscoli del corpo riuscì a liberarsi dalla presa mentale del nemico
che sorrise soddisfatto dalla forza dell'avversario,
"Cosa
volete da noi?" chiese Edward mettendosi in posizione d'attacco,
"Te"
rispose semplicemente il moro per poi attaccare. Edward non si fece cogliere di
sorpresa e incominciò a contrattaccare, ringraziò gli anni passati ad allenarsi
nonostante non fosse più d'aiuto per l'esercito.
Il nemico
era molto veloce visto che utilizzava anche l'atmosfera per muoversi più
rapidamente ma il biondo aveva anche sviluppato delle potenti capacità
sensoriali grazie alle numerose battaglie affrontate negli anni passati. Poi
però l'uomo riuscì sfruttando una folata di vento a pugnalare al fianco il biondo
con una lama avvelenata,
"Ed ora
come la mettiamo?" Edward si allontanò dal corpo dell'altro e tentò di
fare il riepilogo della situazione. Si trovava decisamente in svantaggio data
la profonda ferita nel fianco e la stanchezza che lo pervadeva, segnata dal
fiatone. Al contrario l'uomo era fresco come una rosa e sembrava non avesse
fatto alcuna fatica.
"Fanculo"
il biondo nonostante il dolore e la vista che man mano gli si offuscava non
aveva perso la faccia tosta che lo contraddistingueva,
"Vediamo
come te la vedi con questa" l'aria iniziò a muoversi ad aspirale prendendo
la forma di una trivella e con un solo gesto della mano il nemico la spedì
contro Edward,
Sono troppo
vicino per riuscire ad evitarla pensò il biondo ma prima che potesse trovare una
qualsiasi soluzione una voce lo distolse dai suoi pensieri,
"Ni-saan"
"Al"
Edward si voltò vedendo quelli che in passato erano stati suoi colleghi,
"Acciaio!
Se muori in questo modo giuro che non te lo perdonerò!" gli urlò contro
Mustang, il biondo non aveva il tempo di rispondergli la trivella era troppo
vicina.
Lo scontro e
un esplosione... Il cuore di tutti i presenti perse un battito.
Spero che il capitolo vi piaccia ^^ Ammetto che avevo le idee un po' confuse e il risultato non mi soddisfa per niente -.-
Comunque ringrazio tantissimo chi ha messo la mia storia tra le seguite:
aubry97
Chiby Rie_chan
DanaYume
MartySmile12
E chi ha commentato:
aubry97
Chiby Rie_chan
Alter_Edo
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Capitolo 3 *** Verità ***
Hakai 3
Hakai
-Verità-
[...]
Sono troppo vicino per riuscire ad evitarla pensò il biondo ma prima
che potesse trovare una qualsiasi soluzione una voce lo distolse dai suoi
pensieri,
"Ni-saan"
"Al"
Edward si voltò vedendo quelli che in passato erano stati suoi colleghi,
"Acciaio!
Se muori in questo modo giuro che non te lo perdonerò!" gli urlò contro
Mustang, il biondo non aveva il tempo di rispondergli la trivella era troppo
vicina.
Lo scontro e
un esplosione... Il cuore di tutti i presenti perse un battito.[...]
"Edward!"
Winry si mise a correre per raggiungere il luogo dello scontro ma con una
prontezza di riflessi Mustang la fermò,
"Questo
non è un posto per i civili" disse, ma con lo sguardo esaminava il fumo
che man mano si stava diradando,
"Andiamo
a casa Winry, sicuramente Ed sarà riuscito a cavarsela" cercò di
tranquillizzarla la zia Pinako. Poi ad un tratto gli occhi neri come la notte
del comandante supremo si sgranarono,
"Ma
com'è possibile?" mormorò Havoc, Al cercò di capire a cosa si stessero
riferendo i militari e ad un tratto se ne accorse.
Un muro si
ergeva davanti a Edward e il ragazzo era inginocchiato con le mani sul terreno
circondato da delle scintille azzurre,
"Fratellone!"
tutto il drappello corse dal ragazzo, anche la giovane meccanica lo voleva fare
ma si ricordò di tutte le volte in cui era stata d'intralcio negli scontri dei
due fratelli e sorridendo malinconicamente si voltò e mormorò,
"Tornate
a casa" quindi insieme all'anziana donna si incamminarono verso casa
sperando con tutto il cuore di poter rivedere presto lo splendido sorriso dei
due Elric.
Nel momento
in cui i presenti raggiunsero il punto di conflitto il muro creato molto
probabilmente con l'alchimia svanì lasciando vedere chiaramente il nemico con
cui il biondo era stato costretto a scontrarsi,
"Ehi
ragazzi! Da quanto tempo" esordì alzandosi in piedi e fingendo una forza
che ormai era pressoché nulla,
"Acciaio!
Fammi subito rapporto!"
"Rapporto?
Io non sono più nell'esercito colonnello di merda, se non se ne fosse
accorto" a queste parole il giovane venne preso per il colletto,
"Ascolta
ragazzino, potevo capire che volessi lasciare la carica data l'impossibilità di
usare l'alchimia... Ma a quanto vedo hai mentito a tutti!"
"Signore!"
lo richiamò Riza che, insieme ad Armstrong, non aveva mai perso di vista l'uomo
tenendolo sotto tiro,
"Lo
osservi e poi mi dica se non pensa che sia il caso di fargliela dopo la
ramanzina" Roy la osservò trucemente ma poi fece come gli era stato
suggerito e notò che le guance del più giovane erano arrossate e che respirava
a fatica. Gocce di sudore gli imperlavano la fronte e gli occhi del color
dell'oro erano leggermente dilatate,
"Avvelenato!
Breda, hai con te la cassetta di pronto intervento?"
"Si
signore, ma non disponiamo di particolari antidoti" si fece avanti il
soldato con voce insicura,
"Lo so,
ma nel frattempo cerca di ripulirgli questa ferita" disse passandogli il
corpo esile di Edward nelle mani del sottoposto,
"Non
siate stupidi, non ho niente. Posso combattere!"
"Stai
zitto acciaio! Sono già abbastanza arrabbiato e non pensare di risparmiarti una
ramanzina appena ti sarai ripreso" gli urlò contro il moro ricevendo la
collaborazione di Alphonse,
"E io
mi unirò a lui stupido fratellone"
Finalmente
il drappello di soldati diede la sua più completa attenzione all'intruso che
fino a quel momento era stato ad osservarli con tranquillità. Come se
osservasse dei bellissimi uccellini che potrebbe annientare in qualsiasi
momento,
"Chi
sei?" chiese più per cortesia dato che le mani gli bruciavano dalla voglia
di carbonizzarlo,
"Chissà,
ma intanto so chi sei te 'eroe di Ishibal' " un lampo di ira balzò nelle
iridi scure,
"Mi hai
stufato" disse semplicemente prima di schioccare le dita e lanciare
una lingua di fuoco all'alieno che a sua volta sorrise,
"No!
Può respingerla" li informò Edward,
"Grazie
per il tempismo acciaio" infatti in quell'esatto momento come se fosse
stato comandato il fuoco si scontrò contrò qualcosa di indefinito e tornò
indietro,
"Comandante?"
chiese in panico Havoc vedendosi arrivare cotro quella massa di calore,
"Non mi
puoi sconfiggere con le mie stesse armi!" e detto questo schioccò
nuovamente le dita facendo scontrare due lingue di fuoco, ma quella del moro
venne facilmente annientata,
"Non è
possibile" si disse l'alchimista di fuoco, rapidamente si riprese per dare
ordini,
"Armstrong!"
"Certo
signore!Ora ti mostrerò l'arte tramandata nella famiglia Armstrong!" con
un poderoso pugno spedì contro la minaccia un pilastro a forma di freccia ma
venne evitato sia dal fuoco che dal nemico. Lo sconosciuto sorrise ironico,
"E'
tutto qui quello che sapete fare? Mi state deludendo" con un gesto della
mano il fuoco aumento di dismisura, probabilmente aveva aumentato la velocità
delle particelle al suo interno.
"Accidenti
a voi create solo problemi" disse con voce soffocata dal dolore Edward,
alzandosi poi in piedi,
"Fratellone!
Devi stare fermo altrimenti il veleno si espanderà più velocemente"
"Tanto
è già in circolo. Dobbiamo usare l'elemento opposto … Al?" il più piccolo scosse la testa,
"Non
riesco ad utilizzare l'alchimia d'acqua"
"E il
portale? Non ti ha insegnato niente?" chiese Havoc che si stava
leggermente allarmando per l'avanzata del fuoco. Il soldato venne fulminato da
tutti i presenti,
"Mi
dispiace fratellone, a quanto pare non ricordo tutte le informazioni date dal
portale della verità"
"Non ti
preoccupare Al" lo consolò Ed per poi unire le mani tremanti come se
stesse pregando, ma abbassando i due indici in una posizione che non gli
avevano mai visto fare. In uno scatto fulmineo appoggiò le mani per terra e in
un millisecondo si creò un muro d'acqua, quando i due elementi entrarono in
contatto una nube di vapore si formò nell'aria impedendo la visuale. Ma
fortunatamente l'avanzata del fuoco che il nemico gli aveva indirizzato contro
fu bloccata.
Dopo questo
ultimo sforzo il maggiore degli Elric cadde a terra, se ne resero conto solo
Fury e Breda che si trovavano vicino all'alchimista e quindi non lo avevano
perso di vista,
"Edward"
si chinarono su di lui e appurarono che fortunatamente respirava ancora,
"Cos'è
successo ad acciaio?" urlò Mustang colto da una strana ansia,
"Non si
preoccupi signore" rispose Fury,
"E'
solo stremato, ma bisognerà portarlo al più presto in ospedale" proseguì
Breda,
"Sentigli
le pulsazioni, quanto può resistere ancora?" chiese il moro ma non seguì
risposta,
"Ragazzi?"
li chiamò preoccupata Riza che si trovava vicino al comandante.
Il vapore
iniziò a dissolversi, Mustang e Riza si riunirono ad Armstrong ed ad Alphonse
ma non riuscivano ancora a trovare gli altri,
"Fratellone?!"
"Breda,
Fury, dove siete?" chiese Roy, ma in fondo sapeva che non avrebbe ricevuto
risposta.
Finalmente
riuscirono ad avere la vista completa del paesaggio e con orrore videro i corpi
dei due soldati feriti riversi per terra, probabilmente svenuti.
Lo sguardo corse
al corpo di Edward, l'alieno lo teneva sollevato da terra per i capelli e si
trovava ad un centimetro dal suo volto,
"Nii - san!"
"Lascialo
bastardo!" detto questo Mustang gli andò contro per cercare di liberare il
suo ex sottoposto ma prima che potesse fare qualsiasi cosa qualcosa lo rispedì
indietro facendolo cozzare contro il torace scolpito di Armstrong,
"Signore
sta bene?" chiese il Maggiore, Roy si tirò in piedi e prese la
pistola imitando i suoi colleghi. Al osservava allarmato la scena conscio
che non avrebbe potuto fare niente quindi insieme alla compagnia prestò
attenzione, restando comunque all'erta,
"Non lo
ucciderò se è questo che vi state chiedendo" disse con voce arrogante ed
esibendo un ghigno malvagio, poi si rivolse ad Edward che ormai era molto
debole a causa del veleno in circolo e faticava a non perdere i sensi,
"Ci
servi e presto torneremo a prenderti"
"Perchè
io?" chiese con molta fatica il biondo,
"Perchè
sei l'alchimista d'acciaio e le tue capacità sono conosciute addirittura nella
mia dimensione" tutti rimasero allibiti alle sue parole, ma disgustati da
quelle che ne seguirono,
"Inoltre
ho in mente tanti bei modi per farti passare il tempo nel mio mondo e tutti comprendono
me e te insieme" Edward non ribattè a causa del forte giramento di testa e
dell'acuto dolore al petto, ma anche Roy aveva sentito quelle parole e con
rabbia corse contro l'uomo che secondo lui si trovava troppo vicino al suo
fagiolino.
"Lascialo
andare bastardo depravato" caricò un pugno che venne evitato prontamente,
"Ve lo
lascio in custodia" detto questo sparì, tutti sapevano che non dovevano
perdere tempo e si avvicinarono velocemente al corpo di Edward che era stato
preso al volo dal comandante supremo.
Velocemente
si diressero verso il più vicino ospedale, pregando di riuscire a fare in
tempo.
Ed eccomi ritornata ad aggiornare questa fic ^^ Spero che vi sia piaciuta e se ce la fate lasciatemi un commentino **
A presto!!
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Capitolo 4 *** Riappacificarsi ***
ma
Hakai
-Riappacificarsi-
[...]
"Perchè io?" chiese con molta fatica il biondo,
"Perchè
sei l'alchimista d'acciaio e le tue capacità sono conosciute addirittura nella
mia dimensione" tutti rimasero allibiti alle sue parole, ma disgustati da
quelle che ne seguirono,
"Inoltre
ho in mente tanti bei modi per farti passare il tempo nel mio mondo e tutti
comprendono me e te insieme" Edward non ribatté a causa del forte
giramento di testa e dell'acuto dolore al petto, ma anche Roy aveva sentito
quelle parole e con rabbia corse contro l'uomo che secondo lui si trovava
troppo vicino al suo fagiolino.
"Lascialo
andare bastardo depravato" caricò un pugno che venne evitato prontamente,
"Ve lo
lascio in custodia" detto questo sparì, tutti sapevano che non dovevano
perdere tempo e si avvicinarono velocemente al corpo di Edward che era stato
preso al volo dal comandante supremo.
Velocemente
si diressero verso il più vicino ospedale, pregando di riuscire a fare in
tempo.[...]
Quando il
più grande dei fratelli Elric riaprì gli occhi vide delle pareti bianche,
soffitti bianchi e candide lenzuola bianche... Non gli fu difficile comprendere
che si trovava in un ospedale e se era in quell'orribile posto che odorava di
disinfettante era sicuro che era presente anche il suo peggior nemico.
Lentamente
voltò il viso verso il comodino alla sua destra ed un urlo straziante uscì
dalla sua bocca,
"Toglietelo
dalla mia vista!!!!" tutti quelli che lo avevano portato con urgenza
all'ospedale e che stavano ancora aspettando che si risvegliasse nella
sala di attesa capirono una cosa fondamentale,
"Si è
svegliato" disse per tutti Mustang avviandosi insieme agli altri verso la
stanza del biondo.
"Acciaio,
ti sei per caso svegliato?" esordì sarcastico il moro per poi notare che
il letto era vuoto. L'ansia iniziò ad impadronirsi di lui e se il nuovo nemico
fosse tornato e l'avesse preso? Ma poi la voce della ragazza bionda al suo
fianco lo fece rinsavire,
"Edward!
Dove hai intenzione di fuggire?" gridò Winry, al suo urlo tutti portarono
la loro attenzione verso la finestra e videro che il biondino stava cercando di
calarsi dalla finestra con una corda improvvisata fatta con delle lenzuola.
Edward si
voltò spaventato verso la meccanica,
"Winry!
Che bello veder" non riuscì a terminare la frase che una chiave inglese
gli arrivò dritta sulla testa,
"Che
accidenti pensavi di fare acciaio?!" lo sgridò il comandante supremo
mentre la bionda lo riportava nel letto,
"Allontanarmi
da quel... Quel... Quell'affare!" rispose piccato indicando il nemico che
per tutto il tempo era rimasto ad osservarlo dal comodino,
"Giusto!
Me ne stavo dimenticando!" si disse la piccola Rockbell avvicinandosi al
comò e afferrando la bottiglia di latte,
"Forza!
Devi berlo tutto in un sorso!"
"Non ci
penso neanche! Tieni lontano da me quel coso!"
"Nii-san
smettila di fare il bambino!"
"Forza
fagiolino così cresci!"
"Brutto
colonnello di merda se non se n'è già accorto sono cresciuto molto dall'ultima
volta che ci siamo visti!" replicò continuando ad evitare quella brodaglia
bianca,
"Già e
se non ricordo male è passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti,
poi mi piacerebbe sapere perchè sei sparito così all'improvviso" questa
velata minaccia lo fece bloccare all'istante e mentre i ricordi gli annebbiavano
la mente Winry ne approfittò e con l'aiuto di Alphonse gli fece trangugiare
tutto il latte,
"Bastardi!"
urlò alla fine cercando di recuperare aria,
"Per
poco non mi uccidevate" all'improvviso entrò nella stanza Riza,
"Edward!
Meno male che ti sei ripreso!"
"L'avevo
detto ce era un taglietto da nulla" disse spavaldo,
"Da
nulla? Sei rimasto incosciente per tre giorni!" gli urlò contro Mustang
per poi continuare,
"Cos'hanno
detto di Fury e Breda?"
"Li
rilasceranno nel pomeriggio, Armstrong e Havoc sono rimasti con loro"
"Bene,
ora però vi chiederei di lasciarci da soli... Ho un discorsetto da fare al
nostro piccolo alchimista"
"Non
sono piccolo!" queste furono le ultime parole che sentirono tutti prima di
uscire dalla stanza e lasciare da soli i due colleghi.
Il silenzio
scese nella piccola stanza chi si perdeva nei ricordi di una vita passata e chi
cercava di decidere da che parte iniziare la predica,
"Edward"
la voce profonda del suo presunto superiore riscosse Edward dai ricordi ma nel
momento che i due occhi si incrociarono la bocca del più grande ricoprì quella
di acciaio.
Il biondo
rimase pietrificato dall'azione di Mustang e quindi non si rese nemmeno
conto quando inconsciamente iniziò a rispondere a quel bacio, uno scontro
di lingue e sapori che sembrava fossero fatti apposta per mescolarsi.
Ad un tratto
Edward rinsavì e allontanò Roy con un movimento secco,
"Smettila!"
ma il moro come se non l'avesse sentito gli immobilizzò i polsi ai lati del
viso e lo sovrastò,
"Levati
immediatamente! Sono ancora in convalescenza, stupido colonnello di
merda!" gli inveì contro cercando di toglierselo di dosso,
"Ma
come? Fino a pochi minuti fa eri nel pieno della salute, acciaio" poi si
avvicinò all'orecchio destro del biondo,
"Mi
piacerebbe riprendere il discorso di due anni fa" il biondo sussultò e il
viso si colorò di una strana colorazione rossa,
"Allora
acciaio?"
"Allora
niente colonnello di merda!" gli urlò contro stanco e mollandogli una
ginocchiata allo stomaco che fece cadere il mal capitato sul pavimento,
"Quella
volta mi eri sembrato molto più collaborativo"
Edward si
alzò dal letto e si diresse alla finestra, osservò per diverso tempo il cielo
blu e le bianche nuvole che venivano trasportate dal vento,
"In
compenso era lei quello che si è allontanato da me e mi ha buttato fuori dal
suo ufficio, o sbaglio?" la voce dell'alchimista d'acciaio aveva assunta
una strana nota tagliente ed ironica che colpì nel vivo il comandante supremo.
"Accidenti,
acciaio! Te l'ho già spiegato il perchè!" gli disse arrabbiato
avvicinandosi al corpo del biondo e voltandolo con forza bloccandolo per le
spalle.
Gli occhi
color dell'onice si trovarono a fissare quelli color del sole al tramonto
dell'alchimista,
"Certo,
me l'ha spiegato. A quanto pare interferivo con la sua carriera da 'comandante
supremo' "
"Lo sai
acciaio che per me era molto importante" lo sguardo del moro sembrava
addolorato ed era un'espressione che Edward non gli aveva mai visto fare ma non
per questo si addolcì e testardo come sempre continuò con la sua idea.
"Congratulazioni
allora, finalmente ci sei riuscito." gli disse con menefreghismo e
allontanandosi dal corpo del superiore che nonostante tutto gli provocava
sempre i soliti brividi di piacere,
"Smettila
di essere così distante!" ma il biondo non sembrava prestargli ascolto,
anzi si rimise sul letto della stanza,
"Non
sei più tornato a trovarmi dopo quella volta" continuò Roy,
"Non
credevo che ti interessasse e poi anche tu non ti sei più fatto vedere"
continuò osservandolo con gli occhi severi,
"Non
potevo allontanarmi da Central City lo sai!"
"Ma
certo, d'altronde la carriera prima di tutto no?"
"Adesso
smettila!" il moro aveva perso seriamente le staffe,
"Tu sei
sicuramente molto più importante della mia carriera Edward!" l'alchimista
d'acciaio non sembrava molto convinto della veridicità di quelle parole,
"Se
pensi che il problema sia la mia carica allora darò le dimissioni. Perchè di
certo non voglio rinunciare a te" detto questo si avviò verso la porta
della stanza, deciso fino all'ultimo a lasciare la carica ma qualcosa lo fermò.
Edward si
era alzato dal letto e lo aveva afferrato per la divisa,
"Era
questo quello che volevo sentire" gli disse sorridendo, non il sorriso che
gli rivolgeva di solito ma quello che fino a quel momento aveva rivolto solo e
solamente a suo fratello,
"Non ti
farò rinunciare a quella carica per me, comandante supremo" le ultime
parole le aveva pronunciate con una strana ironia ma Roy non ci fece molto caso
e con un rapido movimento lo abbracciò contento di essere riuscito ad
appacificarsi con il suo fagiolino.
Ovviamente
nessuno dei due sapeva che tutti quelli che precedentemente erano nella stanza
stavano aspettando nel corridoio e avevano sentito tutto.
Ed
eccomi ritornat! COme avrete capito questo è un capitolo di
passaggio ma spero che vi piaccia lo stesso ^^'' Se avete due minuti
liberi lasciatemi un commentino :)
A presto!!
|
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Capitolo 5 *** Tutta la verità ***
tutta la verità
Hakai
-Tutta la verità-
[...]
"Se pensi che il problema sia la mia carica allora darò le dimissioni.
Perchè di certo non voglio rinunciare a te" detto questo si avviò verso la
porta della stanza, deciso fino all'ultimo a lasciare la carica ma qualcosa lo
fermò.
Edward si
era alzato dal letto e lo aveva afferrato per la divisa,
"Era
questo quello che volevo sentire" gli disse sorridendo, non il sorriso che
gli rivolgeva di solito ma quello che fino a quel momento aveva rivolto solo e
solamente a suo fratello,
"Non ti
farò rinunciare a quella carica per me, comandante supremo" le ultime
parole le aveva pronunciate con una strana ironia ma Roy non ci fece molto caso
e con un rapido movimento lo abbracciò contento di essere riuscito ad
appacificarsi con il suo fagiolino.
Ovviamente
nessuno dei due sapeva che tutti quelli che precedentemente erano nella stanza
stavano aspettando nel corridoio e avevano sentito tutto. [...]
Era passata
una settimana da quando Edward era rinchiuso in quelle quattro mura, tutto il
suo corpo ardeva dalla voglia di evadere da quella bianca prigione ma purtroppo
non gli era possibile.
Aveva
provato più volte a fuggire ma ad ogni tentativo trovava sulla sua strada un
membro dell'esercito che puntualmente lo rispediva a letto scusandosi con la
semplice frase,
"Sono
gli ordini del comandante supremo"
Così Edward
si chiese se non fosse stato troppo precipitoso nel decidere di perdonarlo, ma
come avrebbe potuto tenere lontano quello che per lui era il suo più grande
amore?
Comunque
quel giorno si era svegliato con un ampio sorriso perchè finalmente sarebbe
potuto uscire,
"Allora
Edward, come stai oggi?" chiese un uomo con il camice da dottore che era
appena entrato nella stanza,
"Come
tutte le sante volte che me lo ha chiesto" disse esasperato tirandosi
indietro delle ciocche dorate,
"Non
sono mai stato meglio. Adesso sono libero di andarmene?" il medico lo
osservò con aria dispiaciuta,
"Purtroppo
mi è stato ordinato di non farti ancora lasciare questa camera e " ma l'Elrik
bloccò la frase rispondendo con una voce grave e minacciosa,
"Non me
ne frega niente di quello che le hanno ordinato. Non voglio sapere neanche chi
ve l'ha detto anche se una mezza idea ce l'ho" poi dopo averlo bloccato
sul posto con un'occhiata raggelante sorrise,
"La
ringrazio per il suo lavoro dottore ma io oggi me ne andrò" quindi si alzò
dal lettino e si diresse verso la sua valigia tirando fuori i pantaloni di pelle
e la maglietta nera.
"Edward
ti prego di ripensarci" tentò un'ultima volta il medico,
"Dottore,
osa mettere in discussione le parole di un'alchimista di stato?" la voce
gli era uscita sicura e bassa, la stessa voce che usava quando durante le
missioni incuteva terrore nei criminali che ostacolavano la sua ricerca della
pietra filosofale.
L'uomo
impallidì e non trovò il coraggio di dire nient'altro,
"Sono
contento di notare che siete d'accordo con me. Spero di non rivedervi tanto
presto" dopodiché uscì dalla porta chiudendosela alle spalle, sentendo
comunque l'affermazione detta a bassa voce del medico,
"Quel
ragazzino in certi momenti è... Veramente spaventoso"
Edward
sogghignò prendendo la frase per un complimento e con fare circospetto si
diresse verso l'uscita.
Ci mise
quasi un'ora per uscire dall'edificio dato che ad ogni angolo c'erano appostati
dei militari ma alla fine c'era riuscito e finalmente poteva respirare l'aria
aperta.
Dopo essersi
stirato con vigore le braccia si portò le mani dietro alla nuca e si avviò con
una camminata spensierata verso casa.
Gli erano
mancate le fragranze di Resembool e le voci dei paesani che accompagnavano ogni
suo passo. In poco tempo giunse, finalmente, a casa Rockbell.
Il posto era
fin troppo silenzioso, il cane non si era messo ad abbagliare correndogli
incontro e Winry non gli aveva lanciato in testa la solita chiave inglese...
Che cosa
stava succedendo?
Deciso più
che mai a capirlo afferrò la maniglia della porta e con uno scattò entro in
casa,
"Bentornato!"
appena varcata la soglia tutte le persone che conosceva sia di Central City che
delle altre città si trovavano nella stanza adibita a salone e il biondo doveva
ammettere che per colpa loro aveva rischiato l'infarto,
"Voi...
io... Ma che..."
"Andiamo
acciaio, credevi veramente che sarebbe stato così facile uscire da
quell'ospedale senza il mio permesso?" chiese ironico il comandante
supremo,
"Tu sei
proprio un" ma prima che il giovane potesse iniziare ad offendere il
militare il suo fratellino intervenne,
"Forza
nii - san! Godiamoci la festa!" così trascinato dall'esuberanza di
Alphonse si divertì per tutto il giorno fregandosene dei rimproveri di Winry,
di Riza e di Roy che gli intimavano di non stancarsi troppo dato che era appena
uscito dall'ospedale.
Ma d’altronde
Edward era da sempre come la lava bollente, niente e nessuno poteva fermare la
sua avanzata.
La sera
arrivò prima del previsto e ad Edward un po' dispiacque dover salutare tutte
quelle persone che lo avevano accompagnato durante la sua carriera di militare.
Il biondo si
voltò e dovette scontrarsi con la dura realtà. Tutti i visi di quelli che erano
la sua famiglia, i suoi compagni di squadra, i suoi amici lo stavano osservando
seriamente attendendo una sua mossa.
Sentendosi
sotto esame Edward mantenne la sua aria seria per poi voltarsi diretto al piano
di sopre, ma venne bloccato dalla voce di Winry,
"Ed,
perchè non ce l'hai detto?" il corpo dell'interpellato tremò al solo
pensiero, era un argomento che preferiva evitare ma sapeva che non avrebbe
potuto farlo in eterno.
"Non
volevo che lo sapeste"
"Ma
perchè?" gli chiese Alphonse per poi continuare,
"Lo sai
come mi sono sentito per tutti questi anni?Era colpa mia se non avevi più
l'alchimia e questo ti stava deteriorando" le lacrime stavano riempiendo
gli occhi marroni del più giovane dei fratelli Elric e la voce aveva un tono
spezzato.
"Non
devi neanche pensarlo Al! Non è stata colpa tua" Riza fece per intervenire
ma venne bloccata da un cenno di Mustang,
"E
invece si, se io"
"Smettila!
Non è stata colpa tua! E' stata una mia scelta, chiaro?!" Edward si
maledisse subito dopo, non aveva quasi mai alzato la voce su suo fratello e le
poche volte che lo aveva fatto Alphonse ci rimaneva sempre male.
Il più
piccolo abbassò il volto ma prima che potesse dire o fare qualcosa il biondino
la abbracciò e gli disse con una voce carica di calore che solo un parente può
avere,
"Scusami.
Mi dispiace ed hai ragione tu. Avrei dovuto dirvelo" gli piangeva il cuore
a vederlo così e si rendeva conto di essere stato veramente egoista in tutti
quegli anni.
Forse aveva
sbagliato a non rendere tutti partecipi ai suoi studi,
"Aspettate
qui" disse solamente e, dopo aver lasciato il corpo caldo del fratello, si
diresse in camera sua,
"Cosa
starà cercando?" chiese Havoc che nel frattempo si stava fumando una
sigaretta, nessuno seppe rispondergli.
Dopo qualche
minuto Edward tornò al piano terra con in mano un libro rifoderato di cuoio,
con delicatezza lo appoggiò sul tavolo riposto al centro della sala,
"Tutto
è cominciato quando ho trovato questo" disse introducendo l'argomento,
Armstrong e Roy in quanto alchimisti si erano incuriositi molto e dopo essersi
avvicinati lo aprirono con cautela.
"Ma non
ci si capisce niente" disse il moro sgranando gli occhi,
"Credeva
fosse facile colonnello? Ho passato diversi mesi a tradurlo" disse
gonfiando il petto dall'orgoglio che provava in quel momento. Aveva digiunato
per giorni, facendo preoccupare i suoi inquilini, ma alla fine ci era riuscito.
"E
quindi?" chiese Armstrong con un luccichio negli occhi,
"Ho
scoperto che oltre all'alchimia del paese di Ling ne esistono altre e ,
fidatevi sulla parola, alcune sono davvero spaventose" Edward rabbrividì
al pensiero dell'alchimia del paese Mugh dove le persone potevano usarla solo
utilizzando il sangue di un proprio parente ucciso per mano loro.
Poi
proseguì,
"Però
una frase mi aveva colpito diceva -Il portale è dentro tutti noi-
apparteneva diciamo ad un gruppo di 'Naturalisti' " disse con un sorriso
imbarazzato,
"Così
ho passato molto tempo ha ricercare il mio talento nell'alchimia e dopo molto
tempo sono riuscito a manipolare, anche se di poco, la materia. Il portale sono
io" tutti erano allibiti da quelle parole, per loro quel discorso
non aveva senso ma se l'Elric era riuscito ad utilizzare l'alchimia meglio per
lui,
"Allora
fagiolino non capisco perchè non sei tornato nell'esercito" disse Mustang
cosciente che una delle cause era proprio lui,
"Uno
dei motivi lo conosci mentre l'altro è che... Non posso usare l'alchimia senza
pagare un prezzo e lo scambio equivalente non basta più"
"Edward...
Spiegati meglio" chiese Riza con il cuore in gola, non gli piaceva lo
sguardo ferito di quello che considerava quasi un figlio,
"Ogni
volta che la uso rivedo e risento i dolori e le sofferenze che ho passato in
tutta la mia vita. A volte sono più forti e a volte più leggere ma non riesco a
sopportarlo... Non sempre"
Tutti in
quella stanza capirono perchè Ed non voleva più usare i suoi poteri, nessuno di
loro avrebbe voluto rivivere nuovamente i dolori provati.
Il biondo
stava aspettando che qualcuno dicesse qualcosa ma a quanto pareva erano troppo
sconvolti per poter fare qualsiasi cosa. Quindi si sedette al tavolo e cominciò
a sfogliare il tomo che aveva precedentemente portato al piano inferiore.
"A
questo punto Edward non sei più costretto a rientrare nell'esercito. Se vuoi
ritiro la tua carica" disse Roy guardandolo seriamente, non poteva
costringerlo a provare tutto quel dolore.
L'alchimista
ci pensò, da quella sua decisione sarebbe cambiata tutta la sua vita e non
sarebbe più potuto tornare indietro.
Ad un tratto
il telefono si mise a squillare,
"Pronto"
rispose l'anziana signora,
"Si gli
e lo passo" quindi allungò la cornetta al comandante supremo,
"Si?"
...
"Arriviamo
subito" tutti guardarono il superiore chiedendo tacitamente una
spiegazione,
"A
Central stanno accadendo dei fenomeni abbastanza strani. Oggetti hanno preso a
volare in aria ed ad attaccare le persone"
"Allora
cosa aspettiamo?" chiese con un sorriso Edward che si trovava già sulla
soglia della porta aperta.
Da quello
tutti capirono quale sarebbe stata la sua risposta...
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Capitolo 6 *** Il viaggio ***
Hakai 5
Hakai
-Il viaggio-
[...] "A
Central stanno accadendo dei fenomeni abbastanza strani. Oggetti hanno preso a
volare in aria ed ad attaccare le persone"
"Allora
cosa aspettiamo?" chiese con un sorriso Edward che si trovava già sulla
soglia della porta aperta.
Da quello
tutti capirono quale sarebbe stata la sua risposta.[...]
Ci mise pochi minuti a prepararsi, giusto il tempo di prendere il fidato
mantello rosso e raggiungere i compagni. Fu veloce come una saetta squarcia la
tranquillità della pioggia.
Ma proprio quando tutti erano pronti per partire Winry, dopo un attimo di
tentennamento, bloccò l'Elric per il braccio,
"Prima che tu vada, ho qualcosa per te" il ragazzo la guardò
stupito, ma d'altronde si trattava sempre della sua amica d'infanzia... Quella
che si inventava sempre un nuovo gioco o quella che raccontava le migliori
scuse per giustificare le varie assenze.
Era pur sempre Winry!
Il biondo acconsentì, purché non si ritardasse troppo il rientro in
centrale, velocemente la seguì fino al suo laboratorio personale e vedendo
tutti quei progetti di automail inarcò un sopracciglio.
Cosa ci facevano lì?
Winry si mise a cercare qualcosa in un armadio da cui straripavano i
più strani arti meccanici che aveva mai visto.
Attese diversi minuti, indeciso se parlare o meno poi,
"Winry, non per darti una brutta notizia ma non ho più bisogno di
quella roba" la informò sarcastico incrociando le braccia al petto,
"Molto divertente nanetto!" rispose fingendo una risata,
"Chi sarebbe il microscopico esserino che non si vedrebbe neanche con
una maxi lente d'ing"
"Smettila di fare il bambino" lo interruppe una figura che aveva
appena varcato la soglia, entrambi si voltarono verso il possessore di quella
voce,
"Ci stavate mettendo un po' troppo" continuò a mo' di scusa, la
bionda liquidò velocemente la faccenda tornando alla sua ricerca,
"Dica pure che si stava preoccupando, colonnello" la voce di
Edward uscì sicura e sarcastica,
"Primo: non sono più un colonnello. Secondo: non ero affatto
preoccupato" disse in tono saccente, ma il piacevole dialogo venne
stroncato dall'intromissione della voce acuta di Winry che era riemersa
vittoriosa dall'armadio,
"Mi dispiace interrompere questo battibecco tra innamorati" il
volto dalla pelle chiara di Edward s'imporporò di rosso al sentire e quelle
parole, mentre Roy rimase indifferente e, ad uno sguardo supplichevole del più
basso, sollevò le spalle,
"Tieni Ed. Spero che ti sia utile" quindi gli porse una scatola di
legno d'acero e subito iniziò ad illustrargli il contenuto.
Dopo la spiegazione Roy ed Edward raggiunsero i compagni, che nel frattempo
erano stati trattenuti da Alphonse e Pinako che cercavano inutilmente di
tranquillizzarli. Arrivarono addirittura ad offrirgli delle tazze di The.
Ma come riuscire a tranquillizzare un gruppo di soldati terrorizzati
all'idea che, da un momento all'altro, potesse accadere qualcosa ai propri cari
a Central?
"Signore! Siete pronti per partire?" chiese Hawkaye scattando in
piedi,
"Certo" rispose il moro,
"Allora cosa aspettiamo?" disse Havoc alzandosi in piedi e uscendo
velocemente dalla casa, era molto preoccupato perchè aveva appena trovato una
ragazza e non avrebbe voluto perderla proprio in quel momento... Forse era la
volta buona che riusciva a tenersi una donna.
Tutti i soldati seguirono il suo esempio fino a che non toccò ad Edward,
"Tornerò presto" disse solamente. Serio e conciso, come tutte le
volte che partiva per una missione, fece per raggiungere gli altri ma si
accorse che Al lo stava seguendo,
"Dove vorresti andare fratellino?" chiese il più grande posandogli
una mano sulla spalla,
"Che domanda! Con te a Central" rispose innocentemente cercando di
sfuggire alla presa del maggiore,
"Tu rimani qui... Con Winry e la zia"
"Ma nii - san io"
"Niente ma Alphonse! E' più sicuro così" non lo lasciò terminare e
lo fulminò con lo sguardo di quell'ipnotico oro liquido. Data la situazione
pesante intervenne Roy,
"Lo proteggerò io" disse semplicemente, ma mise tanto di quel
calore in quelle tre parole che non poterono fare altro che credergli,
"Lasciali andare Al, sanno il fatto loro" disse Pinako, ma il
ragazzo anche se aveva compreso la situazione corse in camera sua. Cercando di
allontanare la delusione che gli aveva attanagliato il cuore...
Suo fratello non lo riteneva abbastanza forte?
Era soltanto un peso per lui?
Era stato sostituito da Mustang?
Erano domande senza senso e il giovane Elric ne era consapevole, sapeva che
lo aveva fatto solo per proteggerlo, per non esporlo a rischi inutili.
Ma in quel momento era solamente capace di sentire un vuoto nel cuore, il
vuoto che avrebbe lasciato la mancanza di suo fratello...
Intanto al piano di sotto non potevano tardare oltre la partenza, gli animi
si stavano spazientendo e anche se l'istinto di Ed gli diceva di correre dietro
al suo unico parente rimasto in vita e confortarlo non poteva farlo.
Doveva andare e probabilmente non se lo sarebbe mai perdonato,
"Ditegli solamente che gli voglio bene" quindi se ne andò
lasciando le donne sole, ad assaporare dopo tanti anni il gusto della
separazione.
I militari arrivarono velocemente alla stazione, sperando di non perdere il
treno diretto a Central e, dopo che velocemente Riza si era accertata che la
meta fosse giusta, salirono sul vagone che ormai stava partendo,
"Nonostante te Ed, ce l'abbiamo fatta" sospirò Havoc sedendosi in
una panca,
"Come sarebbe a dire?" chiese punto sul vivo il ragazzo chiamato
in causa,
"Non prendertela maggiore degli Elric, arriveremo in tempo nonostante
il tuo ritardo" precisò Armstrong in un luccichio,
"Non è colpa mia" precisò Edward per poi aprire il suo quaderno
degli appunti ed iniziare a ripassare gli elementi chimici,
"Non cambi mai è?" chiese in modo retorico Havoc, per risposta il
biondo fece uno dei suoi tipici sorrisi.
"E' il solito piccoletto di qualche anno fa" con questa battuta
iniziò un viaggio in treno pieno di battute e urla, che servirono solamente a
distogliere per qualche attimo i soldati dalla minaccia che li stava attendendo
in città.
Appena giunsero nei pressi di Central, però, il treno si fermò.
"Non si dovrebbe fermare in questo punto" constatò Falman
alzandosi in piedi e, guardando fuori dal finestrino, si accorse della presenza
di una strana e densa nuvola,
"Signore! Fuori la situazione è strana, consiglio di scendere"
continuò rivolgendosi al comandante supremo che a sua volta ordinò ad Havoc di
svegliare Fury e Breda.
Quando tutti posarono i piedi sulla nuda terra si accorsero di una strana
nube che aleggiava intorno alla locomotiva, Mustang raggiunse il capo treno per
chiedere spiegazioni e, quando tornò, aveva un'espressione scura sul volto,
"Il carbone non brucia" tutti rimasero allibiti,
"Come sarebbe a dire che non brucia?" chiese sgranando gli occhi
Edward,
"Sembra che il fuoco non riesca più a bruciare il carbone"
specificò seccato per poi aggiungere,
"Ho anche provato con l'alchimia ma non funziona" sembrava quasi
che si stesse dando dell'inutile da solo,
"Non si deve preoccupare, signore. Non è colpa sua" cercò di
consolarlo Havoc dandogli delle leggere pacche sulla schiena,
"Dev'essere colpa di quell'uomo" disse l'Elric e dopo aver letto e
aggiunto qualche nuovo appunto sul suo libro continuò,
"E credo che la colpa sia in questo fumo"
"Falman!" disse con voce autoritaria Mustang,
"Signore?"
"Quanto manca a piedi da qui al punto dove si sono verificati i
problemi?"
"Circa un'ora" rispose titubante, consapevole che la risposta non
sarebbe piaciuta al comandante supremo. Prima che potesse dire od ordinare qualcosa,
Havoc attirò la loro attenzione indicando un vagone merci,
"Potremmo usare queste" tutti lo raggiunsero per vedere a cosa
stava alludendo.
Tante moto d'epoca, colorate, potenti, ma soprattutto... Veloci!
Eccomi di ritorno da una lunga vacanza ^^ Spero che il capitolo vi piaccia!! E se vi va lasciatemi un commentino :)
A presto!!
|
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Capitolo 7 *** Confronto ***
Confronto
Hakai
-Confronto-
[...] "Falman!" disse con voce autoritaria Mustang,
"Signore?"
"Quanto manca a piedi da qui al punto dove si sono verificati i
problemi?"
"Circa un'ora" rispose titubante, consapevole che la risposta non
sarebbe piaciuta al comandante supremo. Prima che potesse dire od ordinare qualcosa,
Havoc attirò la loro attenzione indicando un vagone merci,
"Potremmo usare queste" tutti lo raggiunsero per vedere a cosa
stava alludendo.
Tante moto d'epoca, colorate, potenti, ma soprattutto... Veloci![...]
I ciottoli che componevano il terreno arido venivano
alzati al passaggio turbolento delle moto, i soldati spingevano i
mezzi al massimo della velocità sperando di riuscire ad arrivare
prima che si verificassero troppe vittime.
Il comandante supremo, al momento, non poteva fare
altro che sperare che i soldati di Central riuscissero a far fronte
al nemico... Anche se lo dubitava dato il risultato del loro primo
scontro con l'uomo che proveniva dall'altra dimensione.
Non erano riusciti a fare nulla, in quel momento
persino la forza degli homunculus gli sembrava nulla ma sarebbero
riusciti a batterlo... Insieme, come sempre.
A quel pensiero diede una fugace occhiata ad Edward che
percorreva la strada accanto a lui su una moto blu come l'oceano in
tempesta, non avrebbe mai pensato di poter tornare a combattere con
il suo alchimista preferito.
"Comandante, lassù!" le parole di Havoc lo
portarono ad alzare lo sguardo verso l'alto e notò con paura la
presenza di fumo grigio che saliva verso il cielo.
"Bisogna accelerare" esclamò Edward
consapevole che ci stavano mettendo troppo,
"Cosa consigli acciaio?"
"E' lei il comandante! Non lasci a me il lavoro
sporco!" Riza alzò gli occhi al cielo, ma in fondo era contenta
di poter sentire nuovamente il famigliare battibecco anche se la
situazione non era una delle migliori.
"Devo dedurre che il tuo cervello si è
addormentato, fagiolino?" a Mustang mancò un battito quando Ed
lo scontrò con la sua moto,
"Sei impazzito? Volevi farmi cadere?!"
"Non mi chiami fagiolino, comandante di merda!"
"Da fastidio quando la verità viene a galla"
continuò Roy gesticolando con una mano, degli spari bloccarono la
risposta di acciaio,
"Vi sembra il momento per fare certi discorsi?
Edward, se hai qualche idea è il momento giusto per dirla"
intervenne Riza accostandosi con la moto ai due.
Il biondo interpellato alzò gli occhi al cielo... Era
da tanto che non si trovava in situazioni del genere e come al solito
gli era toccato il lavoro più difficile.
Allora, come avrebbero potuto aumentare la velocità?
L'unica possibilità era modificare il motore, ma i problemi erano
due:
Chi poteva occuparsene?
C'era il tempo di truccare otto moto?
Edward alzò gli occhi al cielo e si affiancò ai
soldati ,
"Ragazzi qualcuno di voi ci sa fare con i
motori?"
"Ma che domanda è? Anche se qualcuno di loro
fosse in grado di truccare questi motori non ci sarebbe il tempo"
interferì il comandante supremo che in risposta ricevette
un'occhiataccia d'oro liquido,
"Io me la cavo" disse Havoc con poca
convinzione,
"Sei capace di truccare un motore?"
"Fullmetal" tentò di parlare nuovamente il
moro ma venne interrotto dall'alchimista,
"Vuole fare silenzio per una buona volta? Allora,
sei capace?"
"Sì, ma non ho gli attrezzi, il tempo"
"Non ti preoccupare di questo. Accostiamo!"
tutti seguirono l'ordine, anche Mustang nonostante non fosse
d'accordo,
"Allora Havoc, spiegami esattamente e nel
dettaglio come si deve procedere per aumentare la potenza" disse
appena fu sceso dalla moto l'alchimista d'acciaio, estraendo un
quadernino per prendere appunti. Quando si comportava in quel modo
sembrava un professore e lo sguardo che assunse il soldato
interpellato era uguale a quello di uno studente interrogato.
"Mi raccomando, Non devi sbagliare nulla. Ne va
del risultato."
Il povero Havoc si sentiva leggermente sotto pressione,
ma iniziò comunque a descrivere i vari passaggi da attuare.
Gli altri nel frattempo si riunirono per trovare nella
mappa il punto esatto in cui si trovavano,
"Falman, dove ci troviamo precisamente?"
chiese Mustang,
"Non ci sono riferimenti precisi signore, ma se i
miei calcoli sono esatti non dovremmo essere neppure a metà
strada"
"Dannazione. Spero che Acciaio sappia quello che
sta facendo" dopo pochi minuti vennero raggiunti dai due che si
erano appartati, Edward aveva in mano due fogli con il disegno del
motore.
"Taisa, Maggiore, dovrete applicare questi cerchi
alchemici nelle parti contrassegnate nel disegno" la coppia
presa in causa si appropriò dei fogli e li studiò abbastanza
velocemente,
"Funzionerà?" chiese Roy,
"Suvvia comandante, dobbiamo avere fiducia nelle
doti del maggiore degli Elric" affermò il maggiore
togliendosi la divisa ed avvicinandosi alla prima moto,
"Se nessuno fa degli sbagli, funzionerà"
tutti i presenti capirono il perchè non li truccava direttamente il
biondo i motori, era meglio così... Nessuna avrebbe voluto
ricaricare quelle esili spalle con il dolore del passato.
Per qualche minuto la zona venne illuminata dalle
scintille alchemiche provocate dalle numerose trasmutazioni, lo
sguardo di Edward luccicava come gemme pure a quella vista. Le mani
gli tremavano, avrebbe voluto essere al loro posto.
"Siamo pronti" affermo Armstrong recuperando
la giacca della divisa che gli veniva data da Breda,
"Partiamo... E speriamo bene" disse
flebilmente il comandante,
"Cosa vorrebbe insinuare Taisa? Se qualcosa non
dovesse andare sarebbe tutta colpa sua" fortunatamente tra
un'affermazione e l'altra le moto si accesero facendoli partire con
il triplo della velocità di prima.
Quando iniziarono ad intravedere i palazzi della città,
il sole si era abbassato enormemente, segno che la sera sarebbe
arrivata presto.
Molti palazzi erano ridotti a dei ruderi e i veicoli
che avevano avuto la sciagura di trovarsi sulla strada erano ridotti
peggio di un pezzo di carta accartocciato,
"Ma che è successo qui?" espresse la domanda
a voce alta Edward, un forte boato attirò la loro attenzione...
"Presto! Bisogna dirigerci al centro della città.
Lo scontro è ancora aperto" Mustang incentivò gli uomini che,
seguendo l'ordine del superiore, ripartirono per giungere il punto in
cui aveva avuto origine il rumore.
Le persone fuggivano e i soldati che erano ancora in
grado di reggersi in piedi cercavano di coprire la loro fuga.
Come descrivere la scintilla che animò gli occhi della
gente appena riconobbero il comandante supremo seguito a ruota dal
leggendario alchimista d'acciaio... Erano sicuri che l'alchimista che
appoggiava sempre i civili non avrebbe mai potuto abbandonarli.
"Cosa sta succedendo?" chiese Mustang
abbandonando, come gli altri, i mezzi di locomozione per congiungersi
al reggimento di difesa.
"Finalmente siete arrivati" una voce
conosciuta attirò la loro attenzione, i presenti alzarono lo sguardo
e videro il nemico aleggiare in aria,
"Senza di voi mi stavo annoiando" ma il suo
sguardo era solo per Edward.
Spero
che il capitolo vi piaccia, nonostante il notevole ritardo -.- Ammetto
che probabilmente questo è uno dei capitoli peggiori che ho
scritto... Non serve a pressochè a nulla per la trama ed
è cortissimo >.>
Spero che decidiate comunque di lasciarmi un commentino **
|
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Capitolo 8 *** Cap.8 ***
varco
Hakai
-Varco-
[...]Come descrivere la scintilla che animò gli occhi della
gente appena riconobbero il comandante supremo seguito a ruota dal
leggendario alchimista d'acciaio... Erano sicuri che l'alchimista che
appoggiava sempre i civili non avrebbe mai potuto abbandonarli.
"Cosa sta succedendo?" chiese Mustang
abbandonando, come gli altri, i mezzi di locomozione per congiungersi
al reggimento di difesa.
"Finalmente siete arrivati" una voce
conosciuta attirò la loro attenzione, i presenti alzarono lo sguardo
e videro il nemico aleggiare in aria,
"Senza di voi mi stavo annoiando" ma il suo
sguardo era solo per Edward.[...]
Il ragazzo senza pensarci due volte aprì la scatola che gli era stata data
da Winry poco prima di partire.
Un guanto completamente in acciaio caratterizzato da complicati meccanismi
riluceva,
"Cosa dovrebbe essere quello?" bisbigliò Havoc, il biondo senza
rispondere lo infilò al braccio destro e con un movimento secco fece
fuoriuscire una lama molto affilata.
"Sono abituato a combattere con l'automail" rispose semplicemente,
i presenti lo guardarono stupiti.
Che infondo gli mancasse la vita di prima?
"Armstrong, Riza ed io rimaniamo qui. Voi invece radunate i civili e
portateli negli unger fuori città" ordinò Roy ai sottoposti, non perdendo
di vista per un solo istante l'uomo,
"Taisa non vorrai farmi andare con loro?"
"Proprio così acciaio" Edward lo fulminò con lo sguardo,
"Posso combattere!"
"Su di lui i colpi normali non funzionano, serve l'alchimia"
"E Riza allora? Lei non è un'alchimista di stato" non aveva niente
contro la donna, ma non aveva alcuna intenzione di scappare insieme ai civili,
"Lei sa sparare meglio di te Acciaio ed ora esegui l'ordine" lo
sguardo di grano si fece ancora più scuro,
"Non sono più nell'esercito, comandante supremo" le ultime parole
gli uscirono come un insulto,
"Lo so, ma posso accusarti di tradimento alla nazione per aver mentito
sulle tue condizioni pur di lasciare la carica" sembrava essersi creata
una situazione di stallo.
Finchè Mustang non fece un cenno con la mano ad Havoc,
"Portalo via" l'uomo, pur riluttante, afferrò l'amico per le
spalle e lo trascinò via, in mezzo alla folla di cittadini che si dileguava,
"Me la pagherai bastardo"
Quindi rimasero loro tre ad affrontare quell'ignoto nemico che continuava ad
osservarli, con un ghigno a deturpargli il volto,
"Hai fatto scappare il mio gioco preferito" il comandante lo sentì
e con un movimento della mano fece partire una vampata di fuoco,
"Non impari mai vero?" ma contro ogni previsione l'alieno non
utilizzò l'alchimia, semplicemente si spostò evitando l'attacco,
"Non meritate neanche la mia attenzione"
"Prima della fine di questa giornata rimpiangerai di esserti messo
sulla strada dell'alchimista di fuoco" così incominciò un attacco ritmato,
non gli lasciava un secondo di respiro.
Il colore rosso tingeva il cielo e rendeva l'aria satura di calore, ma
nonostante tutto il nemico continuava a non contrattaccare.
"Tutto qui quello che sai fare?" poi parve che il suo sguardo si
accendesse di consapevolezza, fece appena in tempo a variare l'angolazione
della testa che un proiettile gli sfiorò la tempia,
"A quanto pare avevate un piano" individuò la donna sulla cima di
uno dei pochi edifici ancora integri, lo sguardo da predatore non lo perdeva di
vista... Pronta a non mancare nuovamente il bersaglio.
"Dov'è l'altro vostro compagno?" chiese con tono ilare, per nulla
preoccupato della situazione,
"Ti presento il pugno tramandato di generazione in generazione nella
famiglia Armstrong" d'un tratto dal vapore causato dalle violenti
esplosioni apparve il maggiore.
L'alieno fu colto di sorpresa e non riuscì a deviare l'attacco.
Dalla forza del pugno fu scaraventato contro una costruzione pericolante,
che crollò.
Il soldato raggiunse Roy, rimanendo in posizione di attacco,
"Mantieni la posizione Hawkeye" comandò dagli auricolari,
"Si signore"
Aspettarono finchè le polveri non si furono diradate, quindi poterono notare
che tra le macerie non c'era nessun corpo,
"Ed ora dove cavolo è finito?" si chiese il moro guardandosi
intorno allarmato, poi lo vide.
"Riza alle tue spalle" ma la donna non fece in tempo a spostarsi,
con uno spintone l'uomo la scaraventò nel vuoto.
Fortunatamente il Maggiore, agevolandosi con l'alchimia riuscì a
raggiungerla in tempo e a frenare la caduta.
"Avete proprio un bel lavoro di squadra" affermò bonariamente
l'alchimista straniero,
"Smettila di prenderci in giro!" Roy raggiunse i subalterni,
qualcosa in tutta quella faccenda non gli tornava.
Con le sue capacità avrebbe potuto distruggerli in un secondo,
"Perchè non usi l'alchimia?" gli chiese cercando di capire le sue
intenzioni, ma in risposta ottenne solamente un enigmatico sorriso.
---
Nel frattempo i civili avevano raggiunto i depositi fuori la città,
sicuramente più robusti delle case che erano state distrutte in così poco
tempo,
"Vedila così Edward, anche qui potrebbe esserci bisogno del tuo
aiuto" tentò di consolarlo Havoc, in risposta venne fulminato da uno
sguardo impregnato di rabbia,
"Io non scappo e lo sai" l'uomo decise che forse era meglio non
trattare più l'argomento.
Fury e Breda nel frattempo cercavano di consolare chi aveva perso parenti e
amici, le perdite fortunatamente non erano molto numerose.
Probabilmente l'intento dell'uomo non era quello di fare una carneficina, ma
allora cos'aveva in mente?
Edward si guardò intorno, amava godere della pace di Reesembool... Ma se
veniva catapultato in una guerra pretendeva di essere d'aiuto.
Poi sentì che qualcosa o qualcuno gli stava tirando la stoffa dei pantaloni.
Si voltò ed incontrò un paio di occhi blu, resi liquidi a causa delle lacrime.
Si piegò sulle ginocchia e sorrise affettuoso,
"Dove sono i tuoi genitori piccola?" la bambina tirò rumorosamente
su con il naso e ricominciò a piangere.
L'alchimista incominciò ad agitarsi, non era mai stato molto bravo con i
bambini. Di solito ci pensava Alphonse.
Poi vedendo quanto si disperava incominciò a passargli la mano tra i capelli
color mogano, cercando di calmarla,
"Non preoccuparti, li troveremo" la bambina tentò di reprimere i
singulti, ma non ci riuscì,
"Sono morti" urlò in un misto di terrore e tristezza.
Il biondo rivide in quella bambina la solitudine che aveva provato quando si
era accorto di aver perso sua madre e subito dopo suo fratello.
Riconobbe la disperazione che lo portò a barattare il braccio con l'anima di
Alphonse.
"Non sei da sola piccola" la prese in braccio,
"Qualcuno si prenderà cura di te e sappi che i tuoi genitori saranno
sempre con te, qui" e gli appoggiò la mano sul cuore, facendole un sorriso
rassicurante.
La bambina parve essersi apparentemente tranquillizzata, aveva subito un
trauma così grande e probabilmente non aveva neppure nove anni.
La riappoggiò in terra e fece qualche passo indietro per poterla
ammirare,
"Ora cerchiamo qualcuno che ti conosce" quindi le porse la mano. I
soldati lo guardarono, riconoscendo in lui una certa maturità.
Era cresciuto molto in quei anni.
La bambina non fece in tempo ad afferrare la mano che le venne posta,
"Che scena commovente" tutti si voltarono verso il portone di
entrata, nella luce esterna si stagliava la sagoma dell'uomo dai profondi occhi
lilla.
I civili iniziarono ad arretrare fino ad appiattirsi nell'ultimo muro, la
bambina invece iniziò a tremare riconoscendo in lui il carnefice dei suoi
genitori.
I soldati impugnarono le pistole di ordinanza.
"Cosa hai fatto agli altri?" chiese Edward allarmato,
"Saranno ancora alle prese con la mia proiezione" affermò
soddisfatto.
I presenti lo guardarono stupiti,
"L'unica differenza tra noi è che la proiezione non può usare
l'alchimia, ma non credo che se ne renderanno conto" avanzò all'interno
del rifugio, ignorando i soldati e puntando direttamente su Edward.
Il biondo irritato, ma allo stesso tempo sollevato che Mustang e gli altri
fossero salvi, attaccò. Combattere con la lama del braccio era molto più
facile.
Tutti i suoi colpi furono parati da una barriera intangibile.
L'uomo sorrideva divertito.
"Ho ancora qualche minuto a disposizione, rendiamo la situazione ancora
più divertente" l'Elric a sentire quelle parole si allontanò, l'alieno
mosse le due mani a formare un arco.
L'aria si fece sempre più pesante e la pressione insostenibile,
"Come ve la cavate con una gravità maggiore?" i soldati aprirono
il fuoco, ma i proiettili a causa della nuova situazione atmosferica caddero in
terra dopo poco.
"Siete ridicoli" affermò seriamente e con un gesto li fece
infrangere contro la parete.
La bambina ricominciò a piangere, irritando maggiormente il nemico,
"Mi stai veramente sulle palle" chiuse la mano a pugno e la
indirizzò verso la bambina, un mallocco di aria compressa fece per infrangersi
contro di lei.
Edward si mise in mezzo e toccando il terreno creò un pilastro che dal
terreno puntava direttamente alla minaccia.
Fortunatamente riuscì a bloccarla, ma Havoc se ne accorse.
Il biondo non aveva lo sguardo di chi era consapevole di cosa stava
succedendo, stava rivivendo il passato e purtroppo sapeva che non erano
avvenimenti piacevoli.
Sangue, urla.
Morte ovunque... Sacrifici inutili lo circondavano.
Suo padre, la maestra e molti altri... Non sarebbe mai finita
L'alchimista mosse con forza il volto per distogliersi dai quei pensieri e
fisso arrabbiato il castano cha applaudiva,
"Ammiro veramente la tua dote Fullmetal... Non vedo l'ora di farti
conoscere il mio mondo"
---
Continuavano ad attaccare e il nemico perseverava nell'attaccare.
Niente alchimia, ma i colpi sembravano non andare neanche a segno.
Anche quando pareva che lo avessero colpito... Non aveva neppure un livido
od un graffio.
Quindi a Roy venne un idea, con un gesto fermò Riza che stava per sparare,
"Non è lui" i presenti si stupirono, come anche l'ologramma,
"Non credevo che te ne saresti accorto"
"Dove sei veramente?" poi capì,
"Ormai gli ho fatto guadagnare tempo, forse se corri puoi dirgli
addio" quindi il corpo si dissolse. Il comandante incominciò a correre
come se fosse inseguito dalla morte in persona.
Non voleva perderlo.
i due subalterni lo seguirono a ruota.
---
Una luce nera iniziò ad espandersi da un angolo, formando uno squarcio.
"Quello è il nostro passaggio, andiamo" si sporse per afferrare il
ragazzo per il braccio, in risposta il giovane mosse il braccio e gli provocò
un profondo taglio nel braccio,
"Non verrò" gli occhi lilla si strinsero con forza e la gravità
aumentò ancora,
"Tu verrai con me" sibilò stringendosi l'arto ferito,
"E prima del tuo dovere verrai punito per avermi fatto sanguinare"
ancora più pressione. Ormai le persone erano inginocchiate a terra, non
riuscivano a rimanere erette.
"Non verrò"
"Ormai non puoi più muoverti" gli appoggiò la mano ferita nei
capelli, sporcandoli di rosso. Edward fece per spostarsi ma il corpo urlò dal
dolore.
"E ora partiamo" lo prese per un braccio ed incominciò a
trascinarlo, il biondo si sentiva più leggero ma non poteva comunque muoversi.
L'aria era tornata normale.
Proprio mentre erano davanti al portale, sulla soglia del deposito apparve
Mustang,
"Edward" lo vide mentre veniva trascinato all'interno della'lone
scuro.
Corse ancora, nonostante avesse ormai finito tutto l'ossigeno che aveva in
corpo.
Ma non riuscì a fare altro che sfiorare le dita dell'amante, non riuscì ad
afferrare la mano che l'alchimista gli stava porgendo.
Il varco si chiuse e nessuno potè descrivere la rabbia e la tristezza del
comandante supremo.
Aveva perso la persona a lui più importante ed il suo ultimo ricordo erano i
suoi occhi dorati impregnati di disperazione.
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Capitolo 9 *** Mondo diverso ***
Mondo diverso
Hakai
-Mondo diverso-
[...] "Edward" lo vide mentre veniva trascinato all'interno dell' alone
scuro.
Corse ancora, nonostante avesse ormai finito tutto l'ossigeno che aveva in
corpo.
Ma non riuscì a fare altro che sfiorare le dita dell'amante, non riuscì ad
afferrare la mano che l'alchimista gli stava porgendo.
Il varco si chiuse e nessuno potè descrivere la rabbia e la tristezza del
comandante supremo.
Aveva perso la persona a lui più importante ed il suo ultimo ricordo erano i
suoi occhi dorati impregnati di disperazione.[...]
Gli sembrò che il corpo prendesse fuoco, era quasi la stessa sensazione che
aveva provato davanti alla verità molti anni prima.
Quasi in un'altra vita.
Dopo quelle che parvero ore, ma che in realtà furono attimi, il buio che lo
circondava iniziò a schiarirsi.
La presa sempre ferrea sul braccio.
Appena alcune abitazioni iniziarono a tingersi nell'orizzonte Edward diede
un forte strattone all'uomo che lo tratteneva, cercando di liberarsi.
"Calma tigre" la forza con cui lo teneva aumentò,
"Non sopravvivresti un giorno nel mio mondo" il biondo si guardò
intorno con aria corrucciata,
"Troverò il modo di tornarmene dall'altra parte"
"Non vedo l'ora di vederti mentre tenterai allora" lo trascinò per
le vie di quella che, probabilmente, doveva essere considerata una città.
Le persone alleggiavano nell'aria, non camminavano sul terreno ed era per
quello, forse, che l'erba era cresciuta ovunque. I cittadini parevano angeli
della morte, erano completamente coperti da lunghi mantelli neri che ne
coprivano interamente il corpo.
A confronto con la macchia smeraldo, che ricopriva il terreno, le case
grezze dal cupo colore nero erano come un pugno nell'occhio.
Inoltre non vedeva animali in giro, neppure un insetto,
"Ti piace quello che vedi?" affermò ilare l'uomo avvicinandosi
ancora di più al corpo del ragazzo,
"Assolutamente no e vedi di starmi alla larga" con l'ennesimo
strattone riuscì a liberarsi.
Con qualche frettoloso passo saggiò la consistenza dell'erba.
Non fece in tempo a guardarsi indietro che diverse persone atterrarono e lo
circondarono.
Si sfiorò il bracciò destro, la consistenza dell'acciaio lo rincuorò.
L'adrenalina a mille, pronto a scattare.
"Ragazzi, vi presento il nostro ospite" l'uomo si fece spazio,
portandosi davanti al ragazzo ed attirando l'attenzione dei presenti.
Il biondo si mosse velocemente, conficcò la lama nello stomaco del'uomo che
gli stava alle spalle. Non gli era mai piaciuto uccidere, ma in un mondo
sconosciuto circondato solo da nemici, cos'altro poteva fare?
Il colpito crollò a terra annaspando.
Edward si voltò velocemente, cercando di non dare loro il tempo di
riorganizzarsi, ma venne afferrato nuovamente dal suo rapitore.
"Lui è l'Alchimista d'Acciaio" lo presentò alzandogli il braccio
che aveva colpito il loro compagno.
Il sangue vi scorreva sopra, percorrendo l'acciaio come acqua sulla roccia,
arrivando fino alla maglia.
Macchiandola di rosso.
Storcendo il braccio tenuto bloccato, colpì il più alto con un calcio nello
stomaco. dalla sorpresa la forza diminuì notevolmente.
Uno spiraglio di libertà?
Non fece in tempo a muovere qualche passo che qualcosa lo fermò.
Sembrò quasi che l'atmosfera si fosse cementificata, non gli permetteva di
muoversi.
"Cos'hai fatto?" l'uomo sorrise beffardo, toccandosi con la mano
la parte colpita.
"Difficile muoversi con una gravità aumentata venti volte vero?"
chiese ironico, quindi si rivolse ai compagni,
"Lui ci aiuterà con il nostro problema"
"Potrebbe iniziare con il curare Henry" affermò una voce giovane e
vellutata, una di quelle figure si tolse il cappuccio.
Rivelando occhi verdi, felini, che lo fissavano adornati da perfetti
riccioli scuri.
"Che ne dici ragazzo?"
"Non ho nessuna intenzione di aiutarvi" la uccise con lo sguardo,
rispecchiava la fierezza dell'aquila in una tana di lupi.
La pressione aumentò maggiormente.
"Edward... Non è così che ci si comporta" gli portò una mano al
volto e lo forzò a voltare la testa in direzione del ragazzo che in quel
momento si trovava a terra.
Agonizzante.
Ad un'occhiata veloce doveva avere la sua età.
Sputava sangue ed il corpo si contraeva dagli spasmi.
"Ti ho studiato più di quanto immagini, so che non vuoi che muoia. Non
ti ha fatto nulla, giusto?" il biondo strinse forte gli occhi.
Non lo avrebbe avvantaggiato se fosse spirato, uno in più od uno in meno
cosa cambiava?
"Va bene" soffiò, appena pronunciate quelle parole la morsa lo
abbandonò e potè muoversi liberamente.
Camminò lentamente verso il ragazzo.
Come se andasse incontro alla propria morte.
Avrebbe dovuto affrontarli di nuovo... Quell'ondata di ricordi e di
sofferenze.
Si inginocchiò davanti all' 'alieno' e gli appoggiò le mani sulla
ferita.
Fece una lieve pressione.
Alle urla di dolore che seguirono i presenti fecero per intervenire, ma
vennero bloccati da colui che lo aveva rapito.
"Sembra che colpendoti ti abbia procurato molti danni" unì le mani
e lo osservò seriamente, quindi prendendo un profondo respiro le appoggiò
delicatamente sulla ferita.
Una luce bluastra si diffuse intorno a loro.
Il dolore segnava il suo volto.
Dopo qualche minuto si alzò in piedi ed osservò il ragazzo che, ad occhi
sgranati, si guardava attorno e si tastava lo stomaco.
Non sentiva più alcun dolore.
"Non sono molto bravo con questo tipo di alchimia, potresti sentire
ancora dei bruciori ogni tanto"
"Sei stato perfetto piccolo"
Il corpo muscoloso dell'uomo gli si accostò.
"Questo è proprio quello che vogliamo tu faccia" Edward non capì,
ma appena provò a chiedere spiegazioni la vista gli si offuscò.
Perse i sensi cadendo tra le braccia del rapitore.
-- -- --
Roy rimase per molto tempo a fissare il vuoto, nel punto in cui il varco era
scomparso.
Lo sguardo scuro esaminava tutte le possibilità.
Havoc gli si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla. A quel tocco il
comandante si riprese e, voltandosi, osservò i soldati che nel frattempo gli si
erano radunati attorno.
"Radunate tutti gli alchimisti di stato, ricostruiremo la città e dopo
ci serviremo di tutte le conoscenze in nostro possesso per riaprire questo
dannato portale"
I militari si mossero seguendo le sue direttive, Mustang con un cenno fermò
Riza,
"Vai a Reesembool"
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Capitolo 10 *** Il suo ruolo ***
Ruoli
Hakai
-Il suo ruolo-
[...]"Radunate tutti gli alchimisti di stato, ricostruiremo la città e dopo
ci serviremo di tutte le conoscenze in nostro possesso per riaprire questo
dannato portale"
I militari si mossero seguendo le sue direttive, Mustang con un cenno fermò
Riza,
"Vai a Reesembool"[...]
La bionda si ritrovava seduta in un vagone del treno merci che si dirigeva
verso il villaggio.
Il volto crucciato.
Parlava bene Mustang, lui non avrebbe dovuto dire quello che era successo ad
Edward alla sua famiglia. Si tolse il fermaglio dai capelli, li fece ricadere
scomposti sulla schiena.
Magari poteva sembrare meno austera.
Quando le case di Reesembool incominciarono a stagliarsi nell'orizzonte la
donna sussultò.
Maledisse nuovamente il Comandante, gliel'avrebbe pagata cara.
Scese dal binario del treno, evitò agilmente la folla e si diresse verso
l'abitazione agognata. Il cuore gli martellava nel petto e sentiva l'impellente
bisogno di scappare.
Con che cuore avrebbe detto ad Al e ai Rockbell che Edward era stato rapito?
Nel frattempo il comandante supremo non se la stava cavando meglio, nel suo
ufficio si muoveva così nervosamente che i contorni dei mobili erano offuscati.
Attendeva gli esiti degli scienziati che erano stati richiamati da
tutta Central e dintorni. Non poteva far loro pressioni, ma ogni minuto che
passava poteva essere l'ultimo per Acciaio.
Si lasciò cadere sulla sedia. Le mani tra i capelli.
Era stato uno stupido, non avrebbe dovuto perderlo di vista. Non avrebbe
dovuto permettergli di allontanarsi da lui.
"Roy" si voltò di scatto, gli sembrava proprio di aver sentito la
voce del biondo, ma probabilmente se l'era solo immaginata.
La stanza era vuota.
***
Dall'altra parte del varco l'eccitazione era diffusa tra tutti i cittadini,
sembrava che il loro comandante avesse finalmente trovato la persona giusta.
La suddetta persona si trovava senza sensi in una stanza. Lentamente gli
occhi si aprirono, le iridi dorate si guardarono intorno confuse.
Le pareti erano completamente spoglie, non riusciva a vedere altro colore se
non grigio, nero e bianco.
"Ma dove diavolo sono finito?" una forte fitta alla testa lo fece
rabbrividire dal dolore,
"Chiamalo come vuoi, diciamo che siamo in un limbo tra il portale della
verità ed il vostro mondo" incontrò gli occhi ametista dell'uomo.
"Si può sapere chi diavolo sei?" fece per alzarsi ma le gambe non
ressero il suo peso, ricadde sul materasso.
"Chiamami Allen, ti basti questo" si avvicinò, il biondo strinse
le mani a pugno,
"Non ti avvicinare"
"Credo di averti escluso troppo ossigeno" disse come rivolto a se
stesso,
"Come?"
"Per farti svenire... Ho interrotto il flusso di ossigeno al
cervello" l'alchimista non seppe cosa dire, sgranò semplicemente gli
occhi.
"Non abbiamo limiti, non veniamo controllati dalla Verità e non
dobbiamo sotto stare allo scambio equivalente" Edward si alzò, più
lentamente di prima, e lo fronteggiò,
"Che cosa ci faccio qui?"
"Come ti ho già detto non siamo in grado di effettuare trasmutazioni su
beni tangibili"
"Strano siete così bravi" disse ironico mentre cercava una via di
fuga.
"Non siamo alchimisti Edward, non siamo in grado di trasmutare, tu si e
ci servi"
"Ma perchè io?"
"Questa è un'ottima domanda" gli arrivò così vicino da potergli
sussurrare dritto sul volto,
"Perchè ho convinto tutti che tu eri il migliore"
"Ma non è vero"
"Si che è vero e poi con qualcun'altro non avrei potuto fare
questo" gli diede una spinta e lo fece ricadere nuovamente sul giaciglio.
Edward si ritrovò sotto il corpo del più grande,
"Non ci pensare neanche"
"Mi dispiace, ma l'ho già fatto" calò su di lui, immergendo il
volto nei suoi capelli... Ispirando il suo profumo.
Il biondo si scostò dandogli una violenta testata.
Approfittò della momentanea sorpresa ed incominciò ad
allontanarsi, ma venne trattenuto da una presa nella sua
caviglia.
"Dove credi di andare?" l'Elric si voltò e cercò di colpirlo con
un calcio, lo colpì sul volto.
"Cazzo" il ragazzo corse fino alla porta della stanza cercando di
ignorare il fortissimo mal di testa. Quando aprì la soglia si ritrovò a fissare
più di venti persone, coperte da mantelli neri, disposte sul muro di fronte
a quella stanza.
Richiuse immediatamente.
"Roy" fu un semplice pensiero, un dispiegamento leggero delle
labbra... Ma gli sembrò di percepirlo, accanto a sè.
Si voltò furente e fissò l'ambra liquida, che erano i suoi occhi, sul volto
rosso dell'uomo.
"Non posso aiutarvi, non uso più l'alchimia"
"A me è sembrato il contrario" Edward percepì un tono di voce
diverso.
Era irritato.
"Non sono più un alchimista di stato" l'altro continuò ad
avvicinarsi,
"Ci aiuterai o sarà peggio per te"
"Anche se volessi non potrei, non rivivrò in eterno quei momenti"
Allen si bloccò a qualche centimetro da lui. Costringendolo tra il suo corpo e
la porta.
"Spiegami"
"No" si avvicinò ancora di più, gli afferrò i ciuffi dei capelli e
gli fece alzare la testa. Chiuse gli occhi ed ispirò.
Come un turbine tutti i pensieri di Edward furono smossi, violentati. Si
sentì veramente un libro aperto, sentiva che non poteva nascondergli nulla.
Dopo qualche minuto, quando si sentì completamente svuotato, ricominciò a
vedere e pensare normalmente.
Le gambe gli cedettero, ma non colpì il terreno. Una gamba di Allen tra le sue
non glielo permise.
"Sei solo un bastardo"
"La scappatoia che hai imparato funziona bene... Sei te che non la sai usare" la voce perennemente strafottente.
Edward gli portò le mani alle
spalle per allontanarlo. I polsi gli vennero catturati e portati accanto al
volto.
"Puoi scegliere tu che ricordi rivivere, non avrai solo quelli brutti
no?"
"Sono molti di più" cercò di divincolarsi, ma ottenne solamente
l'effetto contrario,
"Vuoi che ne crei qualcuno io?"
"Sarebbero assolutamente schifosi" gli soffiò sul volto. Gli
lanciò una di quelle occhiate che sarebbero bastate ad uccidere.
"Quando usi l'alchimia pensa alle cose belle che ti sono successe, solo
a quelle. Non al male che hai provocato"
Non ebbe il tempo di rispondere, d'un tratto gli mancò l'appoggio dietro la
schiena.
Caddero entrambi sul corridoio, di fronte allo sguardo esterrefatto del
ragazzo che aveva salvato in strada.
"Scusate" tentò di andarsene, ma il biondo ne approfittò per
sgusciare via dalla presa del moro.
"Cosa c'è?" chiese seccato dall'interruzione il più grande,
"Alcuni sono pronti per il trattamento"
"Molto bene, io mi avvio voi portate l'alchimista tra una manciata di
minuti" i presenti annuirono.
Non sapevano che non sarebbe stato affatto
facile adempiere al comando.
***
Riza avrebbe preferito mille volte trovarsi in mezzo ad un conflitto a fuoco,
piuttosto che dover affrontare quegli sguardi accusatori,
"Avevate promesso che sarebbe stato al sicuro con voi! Ci eravamo
fidati!" Winry gli urlò sul viso la sua frustrazione per aver perso, di nuovo,
il suo amico d'infanzia.
Pinako si limitava ad osservarla, mentre Alphonse non la degnava neppure di
quel privilegio,
"Al ci dispiace tantissimo, il Comandante sta facendo il possibile
per"
"Per rimediare al suo errore?" alzò il volto per fulminarla,
"Perchè ha fatto un enorme cavolata a lasciarlo andare da solo"
"Non era solo" tentò,
"Mi correggo, senza alchimisti" sospirò affranto, poi si diresse
verso la sua camera,
"Cosa fai ragazzo?" chiese l'anziana signora,
"Prendo le mie cose, vado a Central"
Ringrazio tantissimo tutte le persone che dedicano del tempo alla mia storia, ma soprattutto grazie a nemesi06 che ha trovato il tempo di aggiornare l'utimo capitolo!!
Fatemi sapere se questo capitoletto di passagiio vi è piaciuti :D A presto!!
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