Hakai

di MXI
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo nemico ***
Capitolo 2: *** Riunirsi ***
Capitolo 3: *** Verità ***
Capitolo 4: *** Riappacificarsi ***
Capitolo 5: *** Tutta la verità ***
Capitolo 6: *** Il viaggio ***
Capitolo 7: *** Confronto ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Mondo diverso ***
Capitolo 10: *** Il suo ruolo ***



Capitolo 1
*** Nuovo nemico ***


hakai
Hakai
-Nuovo Nemico-

Il mondo non era mai stato oscuro come in quel momento, sagome incappucciate sedevano intorno ad un tavolo in uno stretto abitacolo.

Il periodo in cui si trovavano richiedeva grandi decisioni e grandi responsabilità, l'oscurità che aleggiava intorno alle persone aveva preso il posto della bontà nei loro cuori e Loro avevano preso il comando.

"Signore, perchè tra tutti proprio un soggeto così incerto?" chiese una sagoma incappucciata, probabilmente una donna dal timbro di voce, non capendo la decisione appena presa dal loro capo. La persona che si trovava a capotavola si alzò in piedi e squadrando tutti con i suoi occhi magnetici rispose:

"Perchè lui è.."

* * * * * * * * * * * * *

Reesembool era un paesino tranquillo situato in aperta campagna, tutti si conoscevano e i bambini passavano diverse ore a giocare insieme nei verdi prati dell colline. La guerra contro gli Homunculus e il Padre era finita da due anni e da quel momento la pace aleggiava su tutto il mondo. Solamente un ragazzo diventato adulto troppo presto non riusciva a riprendere la sua vita normalmente,

"Ed! Dove sei finito?" una voce squillante ruppe il silenzio in una casa subito fuori dal villaggio, una ragazza dai lunghi capelli biondi legati in una coda stava cercando disperatamente il suo vecchio amico d'infanzia con l'aiuto di un ragazzo più alto di lei di pochi centimetri dai corti capelli castani,

"Onii-san! Arriveremo in ritardo!" finalmente i ragazzi trovarono l'oggetto della loro estenuante ricerca. Un ragazzo dai lunghi capelli biondi tenuti in una treccia era sdraiato vicino alla riva di un fiume e scrutava con i suoi profondi occhi dorati il cielo limpido.

"Edward!" al richiamo di Winry l'altro si alzò ricevendo una chiave inglese in testa.

"Fratellone non sei ancora pronto? Arriveremo in ritardo alla festa" 

"Scusa Al. Ma io non verrò" si giustificò il ragazzo più alto, infatti nonostante solo qualche anno prima tutti lo chiamavano fagiolino a causa della sua misera altezza ora non aveva da invidire niente a nessuno grazie al suo metro e settantotto.

"Come sarebbe a dire che non verrai Ed! Mustang ci terrebbe molto a vederti, come anche tutti i tuoi vecchi colleghi" lo riprese la ragazza avvicinandosi,

"Non ho intenzione di venire"

"Ma onii-san Mustang è anche riuscito a non farti licenziare, il minimo che potresti fare è andarlo a ringraziare"

"Non ho mai chiesto io a quel colonnello di merda di proteggere il mio titolo di alchimista, tra l'altro non sono più capace di usare l'alchimia quindi l'alchimista d'acciaio non esiste più"

"Ed"

"No Winry! Non verrò a Central solo per revocare tristi ricordi" una volta sentite quelle parole il ragazzo più giovane si intristì,

"Non fraintendere Al! Sono contentissimo della scelta che ho fatto e o rifarei un milione di volte, ma non ho alcuna intenzione di rivedere i miei vecchi colleghie soprattutto il Taisa"

"Non dovresti più chiamarlo così Ed, lui adesso è"

"Basta così Winry, altrimenti arriveremo in ritardo" la interruppe Alphonse,

"Capisco la tua scelta fratellone, ma un giorno dovrai affrontare l'esercito. La tua carica di alchimista non potrà rimanere in sospeso per sempre" il ragazzo dai lunghi capelli biondi non rispose, consapevole che le parole di suo fratello erano vere... Non poteva continuare a fuggire dal passato, presto o tardi avrebbe dovuto affrontarlo,

"Per qualsiasi cosa chiama, ok?" chiese sempre più apprensiva Winry, da quando erano tornati ad abitare a Reesembool era sempre più apprensiva nei loro confronti, come se potessero svanire da un momento all'altro,

"Non ti preoccupare, penso che andrò a far loro visita" tutti i presenti capirono di chi stava parlando Edward e con tristezza si allontanarono avviandosi, insieme ad un anziana signora di nome Pinako, alla stazione.

Dopo un'ora di viaggio il gruppo raggiunse la capitale e ad aspettarli trovarono una donna dai capelli biondo sbiadito legati con un fermaglio,

"Ragazzi!"  li salutò correndo loro incontro,

"Riza! Quanto tempo" esclamò Winry abbracciandola, Alphonse gli sorrise consapevole della domanda che avrebbe sentito di lì a poco,

"Ma Edward?" nessuno sapeva come rispondere e la delusione iniziava a conquistare lo sgardo color nocciola che fino a pochi secondi prima risplendeva di serenità,

"Voleva andare a fargli visita, forse ci raggiungerà più tardi" intervenne Pinako aspirando del fumo dalla sua piccola pipa,

"Speriamo" disse Riza sorridendo nervosamente, consapevole che non li avrebbe mai raggiunti,

Non ne sarà contento   pensò, veramente non capiva il perchè Edward si ostinasse a non volerli vedere. Da quando aveva rinunciato al suo portare per portare indietro suo fratello non aveva più dato notizie di sè.

"Mustang come sta?" chiese Alphonse,

"E' nervoso, ma molto contento... Anche se penso che dopo che avrà appreso la notizia su Ed si rattristerà, ci teneva a rivederlo" nessuno obbiettò, tutti sapevano che, nonostante i battibecchi continui, tra Edward e Mustang si era istaurato un forte legame e non capivano perchè il biondo lo stesse mettendo in gioco con la storia del passato.

Finalmente arrivarono alla piazza centrale che era stata addobbata con diverse ghirlande e pullulava di soldati, Riza venne salutata da diversi militari con il saluto di circostanza.

"Eccovi finalmente!Da quanto tempo" esclamò Havoc appoggiandosi sulla spalla di Alphonse,

"E quel fagiolino di tuo fratello dov'è?" tutti i sottoposti di Mustang si aspettavano di vederlo arrbbiare infurato per come l'aveva appena chiamato l'uomo dai capelli biondo cenere, ma non ci fu nessuna reazione,

"Mio fratello non è potuto venire" quindi senza aspettare che gli venissero chiesti chiarimenti iniziò ad aiutare dei ragazzi che si trovavano vicino a loro,

"Sapete che si arrabbierà vero?" chiese conferma l'uomo, Riza sospirò,

"Non possiamo farci niente" 

Le sei di sera arrivarono in fretta e con loro il protagonista della serata, un coro di congraturazioni accolsero l'arrivo di Roy Mustang il nuovo comandante supremo. Per ringraziare tutti esclamò,

"Per ringraziarvi tutti farò indossare le minigonne a tutte le donne della centrale!" immediatamente venne colpitò in testa da un pugno ben assestato, l'uomo dai capelli neri si volto sorridendo convinto di incontrare lo sguardo furente del suo vecchio sottoposto. Invece vide che la sua nuova segretaria lo stava fissando con aria divertita. Cerco di riassumere un'aria impassibile ma con lo sguardo cercò l'invitato per lui più importante, incontrò lo sguardo di Alphonse e in un istante capì tutto,

"Quel maledetto fagiolo! Ma prima o poi dovrà venire, non posso tenere la sua carica di alchimista in sospeso ancora per molto" tutti si accorsero della profonda delusione negli occhi del moro nonostante la voce avesse assunto un tono severo,

"E' quello che gli ho detto anch'io" Roy doveva ancora abituarsi a vedero il fratello di Edward in un corpo umano,

"E mi ha detto che lui non le ha mai chiesto un favore del genere e che lui ormai non è più l'alchimista d'acciaio" Mustang si chiese cosa ne fosse stato dell'Edward Elric che conosceva lui, quello che non si arrendeva mai e che per seguire il suo obbiettivo era capace di andare contro a tutti e a tutto,

"Forza Mustang! Potremmo sempre andare a trovare il fratello maggiore Elric a Resembool!" esclamò togliendosi il pezzo sopra della divisa Armstrong. All'improvviso un uomo anziano dai capelli grigi e con un camice impolverato si avvicinò frettolosamente a Roy,

"Signore!" disse affannosamente "Si è verificato di nuovo ma questa volta penso che ce l'abbiano fatta" tutti sobbalzarono, gli unici che non riuscirono a capire il discorso erano Alphonse, Winry e Pinako.

"Dove credete che si trovi?" chiese deciso il moro all'anziano ricercatore,

"A Resembool" Roy ebbe un gran brutto presentimento.

Nel frattempo Edward aveva raggiunto il cimitero con due grandi mazzi di fiori, prima si avvicinò alla lapide più vecchia,

"Mamma, cerco di andare avanti come posso anche se mi mancano le avventure che facevo prima di rinunciare all'alchimia. A volte vorrei tornare a Central per incontrare i miei vecchi colleghi ma soprattutto per poter parlare di nuovo con quel colonnello di merda" gli occhi gli si inumidirono,

"Ma ogni volta il pensiero di poter vedere della delusione nei suoi occhi mi frena" posò delicatamente il mazzo di fiori rosa nella lapide, poi si avvicinò alla tomba accanto,

"Papà, forse avrei dovuto perdonarti subito così ti avrei conosciuto meglio" iniziò,

"Spero che adesso siate insieme e felici in qualsiasi posto voi vi troviate" concluse, ma Edward non si accorse di uno sguardo lilla che lo osservava nascosto all'ombra di una quercia.

Salve a tutti!! Come avrete notato la storia è ambientata alla fine dell'anime, Edward si ritroverà ad affrontare una nuova minaccia... Ne sarà in grado? Chi sarà il personaggio che lo osserva nell'ombra? Fatemi sapere come vi sembra e se pensate che dovrei cancellare il capitolo e ricominciarlo da capo^^
A presto!!

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Capitolo 2
*** Riunirsi ***


Hakai 2
Hakai
-Riunirsi-

[...] "Spero che adesso siate insieme e felici in qualsiasi posto voi vi troviate" concluse, ma Edward non si accorse di uno sguardo lilla che lo osservava nascosto all'ombra di una quercia.[...]

Dopo qualche altra parola di circostanza Edward posò un altro mazzo di fiori sulla tomba del padre quindi si diede due grandi schiaffi sulle guance,

"Forza e coraggio" poi uno di quei sorrisi che una volta gli venivano così spontanei nacque sul suo volto, 

"Per farmi perdonare dagli altri di non averli accompagnati a Central stasera preparerò una bella cenetta... O almeno spero"  si voltò e con sicurezza incominciò ad avviarsi verso quella che ormai era diventata la sua casa. Ma una voce sicura ed atona lo fermò,

"E' così triste perdere qualcuno cha ci è caro, non è così Edward?" il biondo si voltò con aria feroce ed aggressiva,

"Non so come fai a conoscermi ma non sono affari tuoi" disse osservando l'uomo che senza alcun riguardo si era infilato nella sua vita personale. Due profondi occhi lilla lo stavano osservando famelici e un sorriso sinistro era stampato sul volto. I capelli corvini gli arrivavano alle spalle ed erano mossi da una leggera brezza, appena gli occhi dorati di Ed si erano incontrati con quelli ametista dello sconosciuto una scarica di adrenalina gli aveva percorso la spina dorsale.

Era la stessa adrenalina che lo colpiva negli istanti che precedevano un combattimento, gli era successo con Scar, con gli homunculus e con il padre.

"Ma io ti conosco bene, alchimista d'acciaio" a quel punto i nervi si tesero e al biondo venne l'impellente impulso di congiungere le mani ma non poteva farlo.

Non per quello però in caso di pericolo non avrebbe fatto niente, avrebbe combattuto con tutte le armi necessarie,

"Chi sei?" chiese con voce sicura, la stessa con cui era conosciuto l'alchimista d'acciaio.

Nel frattempo alla stazione di Central un drappello di soldati erano pronti a partire verso Resembool,

"Falman, siete sicuri che il segnale venga da lì?" chiese per sicurezza il nuovo comandante supremo al soldato che faceva parte dall'apparato ricerche,

"Affermativo signore!" 

"Bene, allora siate pronti soldati. Dovremo affrontare una potente minaccia e vi voglio carichi!" si rivolse al piccolo drappello che aveva scelto per far fronte al nuovo nemico.

Riza Hawkaye, tiratrice scelta.

Louis Armstrong, alchimista di stato.

Havoc, soldato semplice specializzato nel corpo a corpo.

Breda, soldato semplice.

Fury, soldato semplice.

Roy era soddisfatto della sua squadra, era piccola ma letale come avevano già dimostrato in passato. Insieme si diressero verso Resembool seguiti ovviamente da Alphonse, Winry e Pinako preoccupati per quello che sarebbe potuto accadere ad Edward.

"Mustang, signore, ci può dire cosa sta succedendo?" chiese il più piccolo dei fratelli Elric cercando di tenere a freno la sua preoccupazione per il parente lasciato nel paese,

"Di regola non si potrebbe ma farò un eccezione" disse sospirando,

"Da circa un mese il nostro centro ricerca capta degli strani movimenti provenire dall'altra parte del portale e si pensa che possa essere una dimensione parallela" 

"Una dimensione parallela" ripeté sottovoce Al che era stato completamente rapito dal racconto,

"Questi movimenti più volte si sono avvicinati al nostro mondo utilizzando come strada il portale ma non sono mai riusciti a sorpassarlo, almeno fino ad oggi" continuò,

"Quindi credete che qualcuno di un altro mondo sia riuscito a penetrare nella nostra dimensione?" chiese Winry,

"Esatto" le diede la conferma Riza,

"E cosa vogliono?" domandò il fratello Elric,

"Non lo sappiamo" disse seriamente l'alchimista Armstrong. Il viaggio proseguì in silenzio.

Nel frattempo Edward aspettava la risposta dello sconosciuto,

"Non è importante chi sono, ma chi sei tu" l'uomo fece un passo avanti ma il biondo non cambiò posizione continuò a fissarlo trucemente,

"Non vorresti far tornare in vita i tuoi cari?" queste parole fecero scattare l'ex alchimista che in un secondo fu vicino all'altro e lo afferrò per il bavero della maglia nonostante il centimetri di differenza nell'altezza,

"Non scherzi con me sulla trasmutazione umana, non compirò mai più un atto del genere" gli sussurrò ferocemente nel viso per poi riallontanarsi e voltarsi diretto a casa ma qualcosa lo fermò.

Non riusciva più a muoversi, sembrava quasi che il suo corpo non seguisse più la sua volontà,

"Cosa sta succedendo?" si domandò stupito, una risata lo fece raggelare,

"Non capisci vero alchimista? Io posso manovrare tutte le sostanze e le cose invisibili"

"Ma è impossibile!" esclamò stupito il ragazzo,

"Forse in questo mondo, da dove vengo io è impensabile riuscire a trasmutare qualcosa di tangibile" 

"Tu non sei di questo mondo" disse senza stupirsi più di tanto,

"Non mi sembri sorpreso"

"Ormai non mi sorprendo più di tanto" replicò per poi sorridere ironicamente, sforzando i muscoli del corpo riuscì a liberarsi dalla presa mentale del nemico che sorrise soddisfatto dalla forza dell'avversario,

"Cosa volete da noi?" chiese Edward mettendosi in posizione d'attacco,

"Te" rispose semplicemente il moro per poi attaccare. Edward non si fece cogliere di sorpresa e incominciò a contrattaccare, ringraziò gli anni passati ad allenarsi nonostante non fosse più d'aiuto per l'esercito. 

Il nemico era molto veloce visto che utilizzava anche l'atmosfera per muoversi più rapidamente ma il biondo aveva anche sviluppato delle potenti capacità sensoriali grazie alle numerose battaglie affrontate negli anni passati. Poi però l'uomo riuscì sfruttando una folata di vento a pugnalare al fianco il biondo con una lama avvelenata,

"Ed ora come la mettiamo?" Edward si allontanò dal corpo dell'altro e tentò di fare il riepilogo della situazione. Si trovava decisamente in svantaggio data la profonda ferita nel fianco e la stanchezza che lo pervadeva, segnata dal fiatone. Al contrario l'uomo era fresco come una rosa e sembrava non avesse fatto alcuna fatica.

"Fanculo" il biondo nonostante il dolore e la vista che man mano gli si offuscava non aveva perso la faccia tosta che lo contraddistingueva,

"Vediamo come te la vedi con questa" l'aria iniziò a muoversi ad aspirale prendendo la forma di una trivella e con un solo gesto della mano il nemico la spedì contro Edward,

Sono troppo vicino per riuscire ad evitarla  pensò il biondo ma prima che potesse trovare una qualsiasi soluzione una voce lo distolse dai suoi pensieri,

"Ni-saan" 

"Al" Edward si voltò vedendo quelli che in passato erano stati suoi colleghi,

"Acciaio! Se muori in questo modo giuro che non te lo perdonerò!" gli urlò contro Mustang, il biondo non aveva il tempo di rispondergli la trivella era troppo vicina.

Lo scontro e un esplosione... Il cuore di tutti i presenti perse un battito.

Spero che il capitolo vi piaccia ^^ Ammetto che avevo le idee un po' confuse e il risultato non mi soddisfa per niente -.-
Comunque ringrazio tantissimo chi ha messo la mia storia tra le seguite:
aubry97 
Chiby Rie_chan 
DanaYume 
MartySmile12
E chi ha commentato:
aubry97
Chiby Rie_chan
Alter_Edo

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Capitolo 3
*** Verità ***


Hakai 3
Hakai
-Verità-

[...] Sono troppo vicino per riuscire ad evitarla  pensò il biondo ma prima che potesse trovare una qualsiasi soluzione una voce lo distolse dai suoi pensieri,

"Ni-saan" 

"Al" Edward si voltò vedendo quelli che in passato erano stati suoi colleghi,

"Acciaio! Se muori in questo modo giuro che non te lo perdonerò!" gli urlò contro Mustang, il biondo non aveva il tempo di rispondergli la trivella era troppo vicina.

Lo scontro e un esplosione... Il cuore di tutti i presenti perse un battito.[...]

"Edward!" Winry si mise a correre per raggiungere il luogo dello scontro ma con una prontezza di riflessi Mustang la fermò,

"Questo non è un posto per i civili" disse, ma con lo sguardo esaminava il fumo che man mano si stava diradando,

"Andiamo a casa Winry, sicuramente Ed sarà riuscito a cavarsela" cercò di tranquillizzarla la zia Pinako. Poi ad un tratto gli occhi neri come la notte del comandante supremo si sgranarono,

"Ma com'è possibile?" mormorò Havoc, Al cercò di capire a cosa si stessero riferendo i militari e ad un tratto se ne accorse.

Un muro si ergeva davanti a Edward e il ragazzo era inginocchiato con le mani sul terreno circondato da delle scintille azzurre,

"Fratellone!" tutto il drappello corse dal ragazzo, anche la giovane meccanica lo voleva fare ma si ricordò di tutte le volte in cui era stata d'intralcio negli scontri dei due fratelli e sorridendo malinconicamente si voltò e mormorò,

"Tornate a casa" quindi insieme all'anziana donna si incamminarono verso casa sperando con tutto il cuore di poter rivedere presto lo splendido sorriso dei due Elric.

Nel momento in cui i presenti raggiunsero il punto di conflitto il muro creato molto probabilmente con l'alchimia svanì lasciando vedere chiaramente il nemico con cui il biondo era stato costretto a scontrarsi,

"Ehi ragazzi! Da quanto tempo" esordì alzandosi in piedi e fingendo una forza che ormai era pressoché nulla,

"Acciaio! Fammi subito rapporto!"

"Rapporto? Io non sono più nell'esercito colonnello di merda, se non se ne fosse accorto" a queste parole il giovane venne preso per il colletto,

"Ascolta ragazzino, potevo capire che volessi lasciare la carica data l'impossibilità di usare l'alchimia... Ma a quanto vedo hai mentito a tutti!"

"Signore!" lo richiamò Riza che, insieme ad Armstrong, non aveva mai perso di vista l'uomo tenendolo sotto tiro,

"Lo osservi e poi mi dica se non pensa che sia il caso di fargliela dopo la ramanzina" Roy la osservò trucemente ma poi fece come gli era stato suggerito e notò che le guance del più giovane erano arrossate e che respirava a fatica. Gocce di sudore gli imperlavano la fronte e gli occhi del color dell'oro erano leggermente dilatate,

"Avvelenato! Breda, hai con te la cassetta di pronto intervento?"

"Si signore, ma non disponiamo di particolari antidoti" si fece avanti il soldato con voce insicura,

"Lo so, ma nel frattempo cerca di ripulirgli questa ferita" disse passandogli il corpo esile di Edward nelle mani del sottoposto,

"Non siate stupidi, non ho niente. Posso combattere!" 

"Stai zitto acciaio! Sono già abbastanza arrabbiato e non pensare di risparmiarti una ramanzina appena ti sarai ripreso" gli urlò contro il moro ricevendo la collaborazione di Alphonse,

"E io mi unirò a lui stupido fratellone" 

Finalmente il drappello di soldati diede la sua più completa attenzione all'intruso che fino a quel momento era stato ad osservarli con tranquillità. Come se osservasse dei bellissimi uccellini che potrebbe annientare in qualsiasi momento,

"Chi sei?" chiese più per cortesia dato che le mani gli bruciavano dalla voglia di carbonizzarlo,

"Chissà, ma intanto so chi sei te 'eroe di Ishibal' " un lampo di ira balzò nelle iridi scure,

"Mi hai stufato"  disse semplicemente prima di schioccare le dita e lanciare una lingua di fuoco all'alieno che a sua volta sorrise,

"No! Può respingerla" li informò Edward,

"Grazie per il tempismo acciaio" infatti in quell'esatto momento come se fosse stato comandato il fuoco si scontrò contrò qualcosa di indefinito e tornò indietro,

"Comandante?" chiese in panico Havoc vedendosi arrivare cotro quella massa di calore,

"Non mi puoi sconfiggere con le mie stesse armi!" e detto questo schioccò nuovamente le dita facendo scontrare due lingue di fuoco, ma quella del moro venne facilmente annientata,

"Non è possibile" si disse l'alchimista di fuoco, rapidamente si riprese per dare ordini,

"Armstrong!"

"Certo signore!Ora ti mostrerò l'arte tramandata nella famiglia Armstrong!" con un poderoso pugno spedì contro la minaccia un pilastro a forma di freccia ma venne evitato sia dal fuoco che dal nemico. Lo sconosciuto sorrise ironico,

"E' tutto qui quello che sapete fare? Mi state deludendo" con un gesto della mano il fuoco aumento di dismisura, probabilmente aveva aumentato la velocità delle particelle al suo interno.

"Accidenti a voi create solo problemi" disse con voce soffocata dal dolore Edward, alzandosi poi in piedi,

"Fratellone! Devi stare fermo altrimenti il veleno si espanderà più velocemente"

"Tanto è già in circolo. Dobbiamo usare l'elemento opposto …  Al?" il più piccolo scosse la testa,

"Non riesco ad utilizzare l'alchimia d'acqua"

"E il portale? Non ti ha insegnato niente?" chiese Havoc che si stava leggermente allarmando per l'avanzata del fuoco. Il soldato venne fulminato da tutti i presenti,

"Mi dispiace fratellone, a quanto pare non ricordo tutte le informazioni date dal portale della verità"

"Non ti preoccupare Al" lo consolò Ed per poi unire le  mani tremanti come se stesse pregando, ma abbassando i due indici in una posizione che non gli avevano mai visto fare. In uno scatto fulmineo appoggiò le mani per terra e in un millisecondo si creò un muro d'acqua, quando i due elementi entrarono in contatto una nube di vapore si formò nell'aria impedendo la visuale. Ma fortunatamente l'avanzata del fuoco che il nemico gli aveva indirizzato contro fu bloccata.

Dopo questo ultimo sforzo il maggiore degli Elric cadde a terra, se ne resero conto solo Fury e Breda che si trovavano vicino all'alchimista e quindi non lo avevano perso di vista,

"Edward" si chinarono su di lui e appurarono che fortunatamente respirava ancora,

"Cos'è successo ad acciaio?" urlò Mustang colto da una strana ansia,

"Non si preoccupi signore" rispose Fury,

"E' solo stremato, ma bisognerà portarlo al più presto in ospedale" proseguì Breda,

"Sentigli le pulsazioni, quanto può resistere ancora?" chiese il moro ma non seguì risposta,

"Ragazzi?" li chiamò preoccupata Riza che si trovava vicino al comandante.

Il vapore iniziò a dissolversi, Mustang e Riza si riunirono ad Armstrong ed ad Alphonse ma non riuscivano ancora a trovare gli altri,

"Fratellone?!"

"Breda, Fury, dove siete?" chiese Roy, ma in fondo sapeva che non avrebbe ricevuto risposta.

Finalmente riuscirono ad avere la vista completa del paesaggio e con orrore videro i corpi dei due soldati feriti riversi per terra, probabilmente svenuti.

Lo sguardo corse al corpo di Edward, l'alieno lo teneva sollevato da terra per i capelli e si trovava ad un centimetro dal suo volto,

"Nii - san!"

"Lascialo bastardo!" detto questo Mustang gli andò contro per cercare di liberare il suo ex sottoposto ma prima che potesse fare qualsiasi cosa qualcosa lo rispedì indietro facendolo cozzare contro il torace scolpito di Armstrong,

"Signore sta bene?" chiese il Maggiore, Roy si tirò in piedi e prese la pistola imitando i suoi colleghi.  Al osservava allarmato la scena conscio che non avrebbe potuto fare niente quindi insieme alla compagnia prestò attenzione, restando comunque all'erta,

"Non lo ucciderò se è questo che vi state chiedendo" disse con voce arrogante ed esibendo un ghigno malvagio, poi si rivolse ad Edward che ormai era molto debole a causa del veleno in circolo e faticava a non perdere i sensi,

"Ci servi e presto torneremo a prenderti"

"Perchè io?" chiese con molta fatica il biondo,

"Perchè sei l'alchimista d'acciaio e le tue capacità sono conosciute addirittura nella mia dimensione" tutti rimasero allibiti alle sue parole, ma disgustati da quelle che ne seguirono,

"Inoltre ho in mente tanti bei modi per farti passare il tempo nel mio mondo e tutti comprendono me e te insieme" Edward non ribattè a causa del forte giramento di testa e dell'acuto dolore al petto, ma anche Roy aveva sentito quelle parole e con rabbia corse contro l'uomo che secondo lui si trovava troppo vicino al suo fagiolino.

"Lascialo andare bastardo depravato" caricò un pugno che venne evitato prontamente,

"Ve lo lascio in custodia" detto questo sparì, tutti sapevano che non dovevano perdere tempo e si avvicinarono velocemente al corpo di Edward che era stato preso al volo dal comandante supremo.

Velocemente si diressero verso il più vicino ospedale, pregando di riuscire a fare in tempo.

Ed eccomi ritornata ad aggiornare questa fic ^^ Spero che vi sia piaciuta e se ce la fate lasciatemi un commentino **
A presto!!

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Capitolo 4
*** Riappacificarsi ***


ma
Hakai
-Riappacificarsi-

[...] "Perchè io?" chiese con molta fatica il biondo,

"Perchè sei l'alchimista d'acciaio e le tue capacità sono conosciute addirittura nella mia dimensione" tutti rimasero allibiti alle sue parole, ma disgustati da quelle che ne seguirono,

"Inoltre ho in mente tanti bei modi per farti passare il tempo nel mio mondo e tutti comprendono me e te insieme" Edward non ribatté a causa del forte giramento di testa e dell'acuto dolore al petto, ma anche Roy aveva sentito quelle parole e con rabbia corse contro l'uomo che secondo lui si trovava troppo vicino al suo fagiolino.

"Lascialo andare bastardo depravato" caricò un pugno che venne evitato prontamente,

"Ve lo lascio in custodia" detto questo sparì, tutti sapevano che non dovevano perdere tempo e si avvicinarono velocemente al corpo di Edward che era stato preso al volo dal comandante supremo.

Velocemente si diressero verso il più vicino ospedale, pregando di riuscire a fare in tempo.[...]

Quando il più grande dei fratelli Elric riaprì gli occhi vide delle pareti bianche, soffitti bianchi e candide lenzuola bianche... Non gli fu difficile comprendere che si trovava in un ospedale e se era in quell'orribile posto che odorava di disinfettante era sicuro che era presente anche il suo peggior nemico.

Lentamente voltò il viso verso il comodino alla sua destra ed un urlo straziante uscì dalla sua bocca,

"Toglietelo dalla mia vista!!!!"  tutti quelli che lo avevano portato con urgenza all'ospedale e che stavano ancora aspettando che si risvegliasse nella sala di attesa capirono una cosa fondamentale,

"Si è svegliato" disse per tutti Mustang avviandosi insieme agli altri verso la stanza del biondo.

"Acciaio, ti sei per caso svegliato?" esordì sarcastico il moro per poi notare che il letto era vuoto. L'ansia iniziò ad impadronirsi di lui e se il nuovo nemico fosse tornato e l'avesse preso? Ma poi la voce della ragazza bionda al suo fianco lo fece rinsavire,

"Edward! Dove hai intenzione di fuggire?" gridò Winry, al suo urlo tutti portarono la loro attenzione verso la finestra e videro che il biondino stava cercando di calarsi dalla finestra con una corda improvvisata fatta con delle lenzuola.

Edward si voltò spaventato verso la meccanica,

"Winry! Che bello veder" non riuscì a terminare la frase che una chiave inglese gli arrivò dritta sulla testa,

"Che accidenti pensavi di fare acciaio?!" lo sgridò il comandante supremo mentre la bionda lo riportava nel letto,

"Allontanarmi da quel... Quel... Quell'affare!" rispose piccato indicando il nemico che per tutto il tempo era rimasto ad osservarlo dal comodino,

"Giusto! Me ne stavo dimenticando!" si disse la piccola Rockbell avvicinandosi al comò e afferrando la bottiglia di latte,

"Forza! Devi berlo tutto in un sorso!"

"Non ci penso neanche! Tieni lontano da me quel coso!"

"Nii-san smettila di fare il bambino!"

"Forza fagiolino così cresci!"

"Brutto colonnello di merda se non se n'è già accorto sono cresciuto molto dall'ultima volta che ci siamo visti!" replicò continuando ad evitare quella brodaglia bianca,

"Già e se non ricordo male è passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti, poi mi piacerebbe sapere perchè sei sparito così all'improvviso" questa velata minaccia lo fece bloccare all'istante e mentre i ricordi gli annebbiavano la mente Winry ne approfittò e con l'aiuto di Alphonse gli fece trangugiare tutto il latte,

"Bastardi!" urlò alla fine cercando di recuperare aria,

"Per poco non mi uccidevate" all'improvviso entrò nella stanza Riza,

"Edward! Meno male che ti sei ripreso!"

"L'avevo detto ce era un taglietto da nulla" disse spavaldo,

"Da nulla? Sei rimasto incosciente per tre giorni!" gli urlò contro Mustang per poi continuare,

"Cos'hanno detto di Fury e Breda?"

"Li rilasceranno nel pomeriggio, Armstrong e Havoc sono rimasti con loro"

"Bene, ora però vi chiederei di lasciarci da soli... Ho un discorsetto da fare al nostro piccolo alchimista"

"Non sono piccolo!" queste furono le ultime parole che sentirono tutti prima di uscire dalla stanza e lasciare da soli i due colleghi.

Il silenzio scese nella piccola stanza chi si perdeva nei ricordi di una vita passata e chi cercava di decidere da che parte iniziare la predica,

"Edward" la voce profonda del suo presunto superiore riscosse Edward dai ricordi ma nel momento che i due occhi si incrociarono la bocca del più grande ricoprì quella di acciaio.

Il biondo rimase pietrificato dall'azione di Mustang e quindi non si rese nemmeno conto quando inconsciamente iniziò a rispondere a quel bacio, uno scontro di lingue e sapori che sembrava fossero fatti apposta per mescolarsi.

Ad un tratto Edward rinsavì e allontanò Roy con un movimento secco,

"Smettila!" ma il moro come se non l'avesse sentito gli immobilizzò i polsi ai lati del viso e lo sovrastò,

"Levati immediatamente! Sono ancora in convalescenza, stupido colonnello di merda!" gli inveì contro cercando di toglierselo di dosso,

"Ma come? Fino a pochi minuti fa eri nel pieno della salute, acciaio" poi si avvicinò all'orecchio destro del biondo,

"Mi piacerebbe riprendere il discorso di due anni fa" il biondo sussultò e il viso si colorò di una strana colorazione rossa,

"Allora acciaio?"

"Allora niente colonnello di merda!" gli urlò contro stanco e mollandogli una ginocchiata allo stomaco che fece cadere il mal capitato sul pavimento,

"Quella volta mi eri sembrato molto più collaborativo"

Edward si alzò dal letto e si diresse alla finestra, osservò per diverso tempo il cielo blu e le bianche nuvole che venivano trasportate dal vento,

"In compenso era lei quello che si è allontanato da me e mi ha buttato fuori dal suo ufficio, o sbaglio?" la voce dell'alchimista d'acciaio aveva assunta una strana nota tagliente ed ironica che colpì nel vivo il comandante supremo.

"Accidenti, acciaio! Te l'ho già spiegato il perchè!" gli disse arrabbiato avvicinandosi al corpo del biondo e voltandolo con forza bloccandolo per le spalle.

Gli occhi color dell'onice si trovarono a fissare quelli color del sole al tramonto dell'alchimista,

"Certo, me l'ha spiegato. A quanto pare interferivo con la sua carriera da 'comandante supremo' " 

"Lo sai acciaio che per me era molto importante" lo sguardo del moro sembrava addolorato ed era un'espressione che Edward non gli aveva mai visto fare ma non per questo si addolcì e testardo come sempre continuò con la sua idea.

"Congratulazioni allora, finalmente ci sei riuscito." gli disse con menefreghismo e allontanandosi dal corpo del superiore che nonostante tutto gli provocava sempre i soliti brividi di piacere,

"Smettila di essere così distante!" ma il biondo non sembrava prestargli ascolto, anzi si rimise sul letto della stanza,

"Non sei più tornato a trovarmi dopo quella volta" continuò Roy,

"Non credevo che ti interessasse e poi anche tu non ti sei più fatto vedere" continuò osservandolo con gli occhi severi,

"Non potevo allontanarmi da Central City lo sai!" 

"Ma certo, d'altronde la carriera prima di tutto no?" 

"Adesso smettila!" il moro aveva perso seriamente le staffe,

"Tu sei sicuramente molto più importante della mia carriera Edward!" l'alchimista d'acciaio non sembrava molto convinto della veridicità di quelle parole,

"Se pensi che il problema sia la mia carica allora darò le dimissioni. Perchè di certo non voglio rinunciare a te" detto questo si avviò verso la porta della stanza, deciso fino all'ultimo a lasciare la carica ma qualcosa lo fermò.

Edward si era alzato dal letto e lo aveva afferrato per la divisa,

"Era questo quello che volevo sentire" gli disse sorridendo, non il sorriso che gli rivolgeva di solito ma quello che fino a quel momento aveva rivolto solo e solamente a suo fratello,

"Non ti farò rinunciare a quella carica per me, comandante supremo" le ultime parole le aveva pronunciate con una strana ironia ma Roy non ci fece molto caso e con un rapido movimento lo abbracciò contento di essere riuscito ad appacificarsi con il suo fagiolino.

Ovviamente nessuno dei due sapeva che tutti quelli che precedentemente erano nella stanza stavano aspettando nel corridoio e avevano sentito tutto.

Ed eccomi ritornat! COme avrete capito questo è un capitolo di passaggio ma spero che vi piaccia lo stesso ^^'' Se avete due minuti liberi lasciatemi un commentino :)
A presto!!

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Capitolo 5
*** Tutta la verità ***


tutta la verità
Hakai
-Tutta la verità-

[...] "Se pensi che il problema sia la mia carica allora darò le dimissioni. Perchè di certo non voglio rinunciare a te" detto questo si avviò verso la porta della stanza, deciso fino all'ultimo a lasciare la carica ma qualcosa lo fermò.

Edward si era alzato dal letto e lo aveva afferrato per la divisa,

"Era questo quello che volevo sentire" gli disse sorridendo, non il sorriso che gli rivolgeva di solito ma quello che fino a quel momento aveva rivolto solo e solamente a suo fratello,

"Non ti farò rinunciare a quella carica per me, comandante supremo" le ultime parole le aveva pronunciate con una strana ironia ma Roy non ci fece molto caso e con un rapido movimento lo abbracciò contento di essere riuscito ad appacificarsi con il suo fagiolino.

Ovviamente nessuno dei due sapeva che tutti quelli che precedentemente erano nella stanza stavano aspettando nel corridoio e avevano sentito tutto. [...]

Era passata una settimana da quando Edward era rinchiuso in quelle quattro mura, tutto il suo corpo ardeva dalla voglia di evadere da quella bianca prigione ma purtroppo non gli era possibile.

Aveva provato più volte a fuggire ma ad ogni tentativo trovava sulla sua strada un membro dell'esercito che puntualmente lo rispediva a letto scusandosi con la semplice frase,

"Sono gli ordini del comandante supremo"

Così Edward si chiese se non fosse stato troppo precipitoso nel decidere di perdonarlo, ma come avrebbe potuto tenere lontano quello che per lui era il suo più grande amore?

Comunque quel giorno si era svegliato con un ampio sorriso perchè finalmente sarebbe potuto uscire, 

"Allora Edward, come stai oggi?" chiese un uomo con il camice da dottore che era appena entrato nella stanza,

"Come tutte le sante volte che me lo ha chiesto" disse esasperato tirandosi indietro delle ciocche dorate,

"Non sono mai stato meglio. Adesso sono libero di andarmene?" il medico lo osservò con aria dispiaciuta,

"Purtroppo mi è stato ordinato di non farti ancora lasciare questa camera e " ma l'Elrik bloccò la frase rispondendo con una voce grave e minacciosa,

"Non me ne frega niente di quello che le hanno ordinato. Non voglio sapere neanche chi ve l'ha detto anche se una mezza idea ce l'ho" poi dopo averlo bloccato sul posto con un'occhiata raggelante sorrise,

"La ringrazio per il suo lavoro dottore ma io oggi me ne andrò" quindi si alzò dal lettino e si diresse verso la sua valigia tirando fuori i pantaloni di pelle e la maglietta nera.

"Edward ti prego di ripensarci" tentò un'ultima volta il medico,

"Dottore, osa mettere in discussione le parole di un'alchimista di stato?" la voce gli era uscita sicura e bassa, la stessa voce che usava quando durante le missioni incuteva terrore nei criminali che ostacolavano la sua ricerca della pietra filosofale.

L'uomo impallidì e non trovò il coraggio di dire nient'altro,

"Sono contento di notare che siete d'accordo con me. Spero di non rivedervi tanto presto" dopodiché uscì dalla porta chiudendosela alle spalle, sentendo comunque l'affermazione detta a bassa voce del medico,

"Quel ragazzino in certi momenti è... Veramente spaventoso" 

Edward sogghignò prendendo la frase per un complimento e con fare circospetto si diresse verso l'uscita.

Ci mise quasi un'ora per uscire dall'edificio dato che ad ogni angolo c'erano appostati dei militari ma alla fine c'era riuscito e finalmente poteva respirare l'aria aperta.

Dopo essersi stirato con vigore le braccia si portò le mani dietro alla nuca e si avviò con una camminata spensierata verso casa.

Gli erano mancate le fragranze di Resembool e le voci dei paesani che accompagnavano ogni suo passo. In poco tempo giunse, finalmente, a casa Rockbell.

Il posto era fin troppo silenzioso, il cane non si era messo ad abbagliare correndogli incontro e Winry non gli aveva lanciato in testa la solita chiave inglese...

Che cosa stava succedendo?

Deciso più che mai a capirlo afferrò la maniglia della porta e con uno scattò entro in casa,

"Bentornato!" appena varcata la soglia tutte le persone che conosceva sia di Central City che delle altre città si trovavano nella stanza adibita a salone e il biondo doveva ammettere che per colpa loro aveva rischiato l'infarto,

"Voi... io... Ma che..."

"Andiamo acciaio, credevi veramente che sarebbe stato così facile uscire da quell'ospedale senza il mio permesso?" chiese ironico il comandante supremo,

"Tu sei proprio un" ma prima che il giovane potesse iniziare ad offendere il militare il suo fratellino intervenne,

"Forza nii - san! Godiamoci la festa!" così trascinato dall'esuberanza di Alphonse si divertì per tutto il giorno fregandosene dei rimproveri di Winry, di Riza e di Roy che gli intimavano di non stancarsi troppo dato che era appena uscito dall'ospedale.

Ma d’altronde Edward era da sempre come la lava bollente, niente e nessuno poteva fermare la sua avanzata.

La sera arrivò prima del previsto e ad Edward un po' dispiacque dover salutare tutte quelle persone che lo avevano accompagnato durante la sua carriera di militare.

Il biondo si voltò e dovette scontrarsi con la dura realtà. Tutti i visi di quelli che erano la sua famiglia, i suoi compagni di squadra, i suoi amici lo stavano osservando seriamente attendendo una sua mossa.

Sentendosi sotto esame Edward mantenne la sua aria seria per poi voltarsi diretto al piano di sopre, ma venne bloccato dalla voce di Winry,

"Ed, perchè non ce l'hai detto?" il corpo dell'interpellato tremò al solo pensiero, era un argomento che preferiva evitare ma sapeva che non avrebbe potuto farlo in eterno.

"Non volevo che lo sapeste"

"Ma perchè?" gli chiese Alphonse per poi continuare,

"Lo sai come mi sono sentito per tutti questi anni?Era colpa mia se non avevi più l'alchimia e questo ti stava deteriorando" le lacrime stavano riempiendo gli occhi marroni del più giovane dei fratelli Elric e la voce aveva un tono spezzato.

"Non devi neanche pensarlo Al! Non è stata colpa tua" Riza fece per intervenire ma venne bloccata da un cenno di Mustang,

"E invece si, se io"

"Smettila! Non è stata colpa tua! E' stata una mia scelta, chiaro?!" Edward si maledisse subito dopo, non aveva quasi mai alzato la voce su suo fratello e le poche volte che lo aveva fatto Alphonse ci rimaneva sempre male.

Il più piccolo abbassò il volto ma prima che potesse dire o fare qualcosa il biondino la abbracciò e gli disse con una voce carica di calore che solo un parente può avere,

"Scusami. Mi dispiace ed hai ragione tu. Avrei dovuto dirvelo" gli piangeva il cuore a vederlo così e si rendeva conto di essere stato veramente egoista in tutti quegli anni.

Forse aveva sbagliato a non rendere tutti partecipi ai suoi studi,

"Aspettate qui" disse solamente e, dopo aver lasciato il corpo caldo del fratello, si diresse in camera sua,

"Cosa starà cercando?" chiese Havoc che nel frattempo si stava fumando una sigaretta, nessuno seppe rispondergli.

Dopo qualche minuto Edward tornò al piano terra con in mano un libro rifoderato di cuoio, con delicatezza lo appoggiò sul tavolo riposto al centro della sala,

"Tutto è cominciato quando ho trovato questo" disse introducendo l'argomento, Armstrong e Roy in quanto alchimisti si erano incuriositi molto e dopo essersi avvicinati lo aprirono con cautela.

"Ma non ci si capisce niente" disse il moro sgranando gli occhi,

"Credeva fosse facile colonnello? Ho passato diversi mesi a tradurlo" disse gonfiando il petto dall'orgoglio che provava in quel momento. Aveva digiunato per giorni, facendo preoccupare i suoi inquilini, ma alla fine ci era riuscito.

"E quindi?" chiese Armstrong con un luccichio negli occhi,

"Ho scoperto che oltre all'alchimia del paese di Ling ne esistono altre e , fidatevi sulla parola, alcune sono davvero spaventose" Edward rabbrividì al pensiero dell'alchimia del paese Mugh dove le persone potevano usarla solo utilizzando il sangue di un proprio parente ucciso per mano loro.

Poi proseguì,

"Però una frase mi aveva colpito diceva -Il portale è dentro tutti noi- apparteneva diciamo ad un gruppo di 'Naturalisti' " disse con un sorriso imbarazzato,

"Così ho passato molto tempo ha ricercare il mio talento nell'alchimia e dopo molto tempo sono riuscito a manipolare, anche se di poco, la materia. Il portale sono io"  tutti erano allibiti da quelle parole, per loro quel discorso non aveva senso ma se l'Elric era riuscito ad utilizzare l'alchimia meglio per lui,

"Allora fagiolino non capisco perchè non sei tornato nell'esercito" disse Mustang cosciente che una delle cause era proprio lui,

"Uno dei motivi lo conosci mentre l'altro è che... Non posso usare l'alchimia senza pagare un prezzo e lo scambio equivalente non basta più"

"Edward... Spiegati meglio" chiese Riza con il cuore in gola, non gli piaceva lo sguardo ferito di quello che considerava quasi un figlio,

"Ogni volta che la uso rivedo e risento i dolori e le sofferenze che ho passato in tutta la mia vita. A volte sono più forti e a volte più leggere ma non riesco a sopportarlo... Non sempre" 

Tutti in quella stanza capirono perchè Ed non voleva più usare i suoi poteri, nessuno di loro avrebbe voluto rivivere nuovamente i dolori provati.

Il biondo stava aspettando che qualcuno dicesse qualcosa ma a quanto pareva erano troppo sconvolti per poter fare qualsiasi cosa. Quindi si sedette al tavolo e cominciò a sfogliare il tomo che aveva precedentemente portato al piano inferiore.

"A questo punto Edward non sei più costretto a rientrare nell'esercito. Se vuoi ritiro la tua carica" disse Roy guardandolo seriamente, non poteva costringerlo a provare tutto quel dolore.

L'alchimista ci pensò, da quella sua decisione sarebbe cambiata tutta la sua vita e non sarebbe più potuto tornare indietro.

Ad un tratto il telefono si mise a squillare,

"Pronto" rispose l'anziana signora,

"Si gli e lo passo" quindi allungò la cornetta al comandante supremo,

"Si?"

...

"Arriviamo subito" tutti guardarono il superiore chiedendo tacitamente una spiegazione,

"A Central stanno accadendo dei fenomeni abbastanza strani. Oggetti hanno preso a volare in aria ed ad attaccare le persone"

"Allora cosa aspettiamo?" chiese con un sorriso Edward che si trovava già sulla soglia della porta aperta.

Da quello tutti capirono quale sarebbe stata la sua risposta...

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Capitolo 6
*** Il viaggio ***


Hakai 5
Hakai
-Il viaggio-

[...] "A Central stanno accadendo dei fenomeni abbastanza strani. Oggetti hanno preso a volare in aria ed ad attaccare le persone"

"Allora cosa aspettiamo?" chiese con un sorriso Edward che si trovava già sulla soglia della porta aperta.

Da quello tutti capirono quale sarebbe stata la sua risposta.[...]

Ci mise pochi minuti a prepararsi, giusto il tempo di prendere il fidato mantello rosso e raggiungere i compagni. Fu veloce come una saetta squarcia la tranquillità della pioggia.

Ma proprio quando tutti erano pronti per partire Winry, dopo un attimo di tentennamento, bloccò l'Elric per il braccio,

"Prima che tu vada, ho qualcosa per te" il ragazzo la guardò stupito, ma d'altronde si trattava sempre della sua amica d'infanzia... Quella che si inventava sempre un nuovo gioco o quella che raccontava le migliori scuse per giustificare le varie assenze.

Era pur sempre Winry!

Il biondo acconsentì, purché non si ritardasse troppo il rientro in centrale, velocemente la seguì fino al suo laboratorio personale e vedendo tutti quei progetti di automail inarcò un sopracciglio.

Cosa ci facevano lì?

Winry si mise a cercare qualcosa in un armadio da cui straripavano i più strani arti meccanici che aveva mai visto.

Attese diversi minuti, indeciso se parlare o meno poi,

"Winry, non per darti una brutta notizia ma non ho più bisogno di quella roba" la informò sarcastico incrociando le braccia al petto,

"Molto divertente nanetto!" rispose fingendo una risata,

"Chi sarebbe il microscopico esserino che non si vedrebbe neanche con una maxi lente d'ing"

"Smettila di fare il bambino" lo interruppe una figura che aveva appena varcato la soglia, entrambi si voltarono verso il possessore di quella voce,

"Ci stavate mettendo un po' troppo" continuò a mo' di scusa, la bionda liquidò velocemente la faccenda tornando alla sua ricerca,

"Dica pure che si stava preoccupando, colonnello" la voce di Edward uscì sicura e sarcastica,

"Primo: non sono più un colonnello. Secondo: non ero affatto preoccupato"  disse in tono saccente, ma il piacevole dialogo venne stroncato dall'intromissione della voce acuta di Winry che era riemersa vittoriosa dall'armadio,

"Mi dispiace interrompere questo battibecco tra innamorati" il volto dalla pelle chiara di Edward s'imporporò di rosso al sentire e quelle parole, mentre Roy rimase indifferente e, ad uno sguardo supplichevole del più basso, sollevò le spalle,

"Tieni Ed. Spero che ti sia utile" quindi gli porse una scatola di legno d'acero e subito iniziò ad illustrargli il contenuto.

Dopo la spiegazione Roy ed Edward raggiunsero i compagni, che nel frattempo erano stati trattenuti da Alphonse e Pinako che cercavano inutilmente di tranquillizzarli. Arrivarono addirittura ad offrirgli delle tazze di The.

Ma come riuscire a tranquillizzare un gruppo di soldati terrorizzati all'idea che, da un momento all'altro, potesse accadere qualcosa ai propri cari a Central?

"Signore! Siete pronti per partire?" chiese Hawkaye scattando in piedi,

"Certo" rispose il moro,

"Allora cosa aspettiamo?" disse Havoc alzandosi in piedi e uscendo velocemente dalla casa, era molto preoccupato perchè aveva appena trovato una ragazza e non avrebbe voluto perderla proprio in quel momento... Forse era la volta buona che riusciva a tenersi una donna.

Tutti i soldati seguirono il suo esempio fino a che non toccò ad Edward,

"Tornerò presto" disse solamente. Serio e conciso, come tutte le volte che partiva per una missione, fece per raggiungere gli altri ma si accorse che Al lo stava seguendo,

"Dove vorresti andare fratellino?" chiese il più grande posandogli una mano sulla spalla,

"Che domanda! Con te a Central" rispose innocentemente cercando di sfuggire alla presa del maggiore,

"Tu rimani qui... Con Winry e la zia"

"Ma nii - san io" 

"Niente ma Alphonse! E' più sicuro così" non lo lasciò terminare e lo fulminò con lo sguardo di quell'ipnotico oro liquido. Data la situazione pesante intervenne Roy,

"Lo proteggerò io" disse semplicemente, ma mise tanto di quel calore in quelle tre parole che non poterono fare altro che credergli,

"Lasciali andare Al, sanno il fatto loro" disse Pinako, ma il ragazzo anche se aveva compreso la situazione corse in camera sua. Cercando di allontanare la delusione che gli aveva attanagliato il cuore...

Suo fratello non lo riteneva abbastanza forte?

Era soltanto un peso per lui?

Era stato sostituito da Mustang?

Erano domande senza senso e il giovane Elric ne era consapevole, sapeva che lo aveva fatto solo per proteggerlo, per non esporlo a rischi inutili.

Ma in quel momento era solamente capace di sentire un vuoto nel cuore, il vuoto che avrebbe lasciato la mancanza di suo fratello...

Intanto al piano di sotto non potevano tardare oltre la partenza, gli animi si stavano spazientendo e anche se l'istinto di Ed gli diceva di correre dietro al suo unico parente rimasto in vita e confortarlo non poteva farlo.

Doveva andare e probabilmente non se lo sarebbe mai perdonato,

"Ditegli solamente che gli voglio bene" quindi se ne andò lasciando le donne sole, ad assaporare dopo tanti anni il gusto della separazione.

I militari arrivarono velocemente alla stazione, sperando di non perdere il treno diretto a Central e, dopo che velocemente Riza si era accertata che la meta fosse giusta, salirono sul vagone che ormai stava partendo,

"Nonostante te Ed, ce l'abbiamo fatta" sospirò Havoc sedendosi in una panca,

"Come sarebbe a dire?" chiese punto sul vivo il ragazzo chiamato in causa,

"Non prendertela maggiore degli Elric, arriveremo in tempo nonostante il tuo ritardo" precisò Armstrong in un luccichio,

"Non è colpa mia" precisò Edward per poi aprire il suo quaderno degli appunti ed iniziare a ripassare gli elementi chimici,

"Non cambi mai è?" chiese in modo retorico Havoc, per risposta il biondo fece uno dei suoi tipici sorrisi.

"E' il solito piccoletto di qualche anno fa" con questa battuta iniziò un viaggio in treno pieno di battute e urla, che servirono solamente a distogliere per qualche attimo i soldati dalla minaccia che li stava attendendo in città.

Appena giunsero nei pressi di Central, però, il treno si fermò.

"Non si dovrebbe fermare in questo punto" constatò Falman alzandosi in piedi e, guardando fuori dal finestrino, si accorse della presenza di una strana e densa nuvola,

"Signore! Fuori la situazione è strana, consiglio di scendere" continuò rivolgendosi al comandante supremo che a sua volta ordinò ad Havoc di svegliare Fury e Breda.

Quando tutti posarono i piedi sulla nuda terra si accorsero di una strana nube che aleggiava intorno alla locomotiva, Mustang raggiunse il capo treno per chiedere spiegazioni e, quando tornò, aveva un'espressione scura sul volto,

"Il carbone non brucia" tutti rimasero allibiti,

"Come sarebbe a dire che non brucia?" chiese sgranando gli occhi Edward,

"Sembra che il fuoco non riesca più a bruciare il carbone" specificò seccato per poi aggiungere,

"Ho anche provato con l'alchimia ma non funziona" sembrava quasi che si stesse dando dell'inutile da solo,

"Non si deve preoccupare, signore. Non è colpa sua" cercò di consolarlo Havoc dandogli delle leggere pacche sulla schiena,

"Dev'essere colpa di quell'uomo" disse l'Elric e dopo aver letto e aggiunto qualche nuovo appunto sul suo libro continuò,

"E credo che la colpa sia in questo fumo" 

"Falman!" disse con voce autoritaria Mustang,

"Signore?"

"Quanto manca a piedi da qui al punto dove si sono verificati i problemi?"

"Circa un'ora" rispose titubante, consapevole che la risposta non sarebbe piaciuta al comandante supremo. Prima che potesse dire od ordinare qualcosa, Havoc attirò la loro attenzione indicando un vagone merci,

"Potremmo usare queste" tutti lo raggiunsero per vedere a cosa stava alludendo.

Tante moto d'epoca, colorate, potenti, ma soprattutto... Veloci!


Eccomi di ritorno da una lunga vacanza ^^ Spero che il capitolo vi piaccia!! E se vi va lasciatemi un commentino :)
A presto!!

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Capitolo 7
*** Confronto ***


Confronto
Hakai
-Confronto-

[...] "Falman!" disse con voce autoritaria Mustang,

"Signore?"

"Quanto manca a piedi da qui al punto dove si sono verificati i problemi?"

"Circa un'ora" rispose titubante, consapevole che la risposta non sarebbe piaciuta al comandante supremo. Prima che potesse dire od ordinare qualcosa, Havoc attirò la loro attenzione indicando un vagone merci,

"Potremmo usare queste" tutti lo raggiunsero per vedere a cosa stava alludendo.

Tante moto d'epoca, colorate, potenti, ma soprattutto... Veloci![...]

I ciottoli che componevano il terreno arido venivano alzati al passaggio turbolento delle moto, i soldati spingevano i mezzi al massimo della velocità sperando di riuscire ad arrivare prima che si verificassero troppe vittime.

Il comandante supremo, al momento, non poteva fare altro che sperare che i soldati di Central riuscissero a far fronte al nemico... Anche se lo dubitava dato il risultato del loro primo scontro con l'uomo che proveniva dall'altra dimensione.

Non erano riusciti a fare nulla, in quel momento persino la forza degli homunculus gli sembrava nulla ma sarebbero riusciti a batterlo... Insieme, come sempre.

A quel pensiero diede una fugace occhiata ad Edward che percorreva la strada accanto a lui su una moto blu come l'oceano in tempesta, non avrebbe mai pensato di poter tornare a combattere con il suo alchimista preferito.

"Comandante, lassù!" le parole di Havoc lo portarono ad alzare lo sguardo verso l'alto e notò con paura la presenza di fumo grigio che saliva verso il cielo. 

"Bisogna accelerare" esclamò Edward consapevole che ci stavano mettendo troppo,

"Cosa consigli acciaio?"

"E' lei il comandante! Non lasci a me il lavoro sporco!" Riza alzò gli occhi al cielo, ma in fondo era contenta di poter sentire nuovamente il famigliare battibecco anche se la situazione non era una delle migliori.

"Devo dedurre che il tuo cervello si è addormentato, fagiolino?" a Mustang mancò un battito quando Ed lo scontrò con la sua moto,

"Sei impazzito? Volevi farmi cadere?!" 

"Non mi chiami fagiolino, comandante di merda!"

"Da fastidio quando la verità viene a galla" continuò Roy gesticolando con una mano, degli spari bloccarono la risposta di acciaio,

"Vi sembra il momento per fare certi discorsi? Edward, se hai qualche idea è il momento giusto per dirla" intervenne Riza accostandosi con la moto ai due.

Il biondo interpellato alzò gli occhi al cielo... Era da tanto che non si trovava in situazioni del genere e come al solito gli era toccato il lavoro più difficile.

Allora, come avrebbero potuto aumentare la velocità? L'unica possibilità era modificare il motore, ma i problemi erano due:

Chi poteva occuparsene?

C'era il tempo di truccare otto moto?

Edward alzò gli occhi al cielo e si affiancò ai soldati ,

"Ragazzi qualcuno di voi ci sa fare con i motori?" 

"Ma che domanda è? Anche se qualcuno di loro fosse in grado di truccare questi motori non ci sarebbe il tempo" interferì il comandante supremo che in risposta ricevette un'occhiataccia d'oro liquido,

"Io me la cavo" disse Havoc con poca convinzione,

"Sei capace di truccare un motore?"

"Fullmetal" tentò di parlare nuovamente il moro ma venne interrotto dall'alchimista,

"Vuole fare silenzio per una buona volta? Allora, sei capace?"

"Sì, ma non ho gli attrezzi, il tempo"

"Non ti preoccupare di questo. Accostiamo!" tutti seguirono l'ordine, anche Mustang nonostante non fosse d'accordo,

"Allora Havoc, spiegami esattamente e nel dettaglio come si deve procedere per aumentare la potenza" disse appena fu sceso dalla moto l'alchimista d'acciaio, estraendo un quadernino per prendere appunti. Quando si comportava in quel modo sembrava un professore e lo sguardo che assunse il soldato interpellato era uguale a quello di uno studente interrogato.

"Mi raccomando, Non devi sbagliare nulla. Ne va del risultato."

Il povero Havoc si sentiva leggermente sotto pressione, ma iniziò comunque a descrivere i vari passaggi da attuare.

Gli altri nel frattempo si riunirono per trovare nella mappa il punto esatto in cui si trovavano,

"Falman, dove ci troviamo precisamente?" chiese Mustang,

"Non ci sono riferimenti precisi signore, ma se i miei calcoli sono esatti non dovremmo essere neppure a metà strada"  

"Dannazione. Spero che Acciaio sappia quello che sta facendo" dopo pochi minuti vennero raggiunti dai due che si erano appartati, Edward aveva in mano due fogli con il disegno del motore.

"Taisa, Maggiore, dovrete applicare questi cerchi alchemici nelle parti contrassegnate nel disegno" la coppia presa in causa si appropriò dei fogli e li studiò abbastanza velocemente,

"Funzionerà?" chiese Roy,

"Suvvia comandante, dobbiamo avere fiducia nelle doti del maggiore degli Elric" affermò il  maggiore togliendosi la divisa ed avvicinandosi alla prima moto,

"Se nessuno fa degli sbagli, funzionerà" tutti i presenti capirono il perchè non li truccava direttamente il biondo i motori, era meglio così... Nessuna avrebbe voluto ricaricare quelle esili spalle con il dolore del passato.

Per qualche minuto la zona venne illuminata dalle scintille alchemiche provocate dalle numerose trasmutazioni, lo sguardo di Edward luccicava come gemme pure a quella vista. Le mani gli tremavano, avrebbe voluto essere al loro posto.

"Siamo pronti" affermo Armstrong recuperando la giacca della divisa che gli veniva data da Breda,

"Partiamo... E speriamo bene" disse flebilmente il comandante,

"Cosa vorrebbe insinuare Taisa? Se qualcosa non dovesse andare sarebbe tutta colpa sua" fortunatamente tra un'affermazione e l'altra le moto si accesero facendoli partire con il triplo della velocità di prima.

Quando iniziarono ad intravedere i palazzi della città, il sole si era abbassato enormemente, segno che la sera sarebbe arrivata presto.

Molti palazzi erano ridotti a dei ruderi e i veicoli che avevano avuto la sciagura di trovarsi sulla strada erano ridotti peggio di un pezzo di carta accartocciato,

"Ma che è successo qui?" espresse la domanda a voce alta Edward, un forte boato attirò la loro attenzione...

"Presto! Bisogna dirigerci al centro della città. Lo scontro è ancora aperto" Mustang incentivò gli uomini che, seguendo l'ordine del superiore, ripartirono per giungere il punto in cui aveva avuto origine il rumore.

Le persone fuggivano e i soldati che erano ancora in grado di reggersi in piedi cercavano di coprire la loro fuga.

Come descrivere la scintilla che animò gli occhi della gente appena riconobbero il comandante supremo seguito a ruota dal leggendario alchimista d'acciaio... Erano sicuri che l'alchimista che appoggiava sempre i civili non avrebbe mai potuto abbandonarli.

"Cosa sta succedendo?" chiese Mustang abbandonando, come gli altri, i mezzi di locomozione per congiungersi al reggimento di difesa.

"Finalmente siete arrivati" una voce conosciuta attirò la loro attenzione, i presenti alzarono lo sguardo e videro il nemico aleggiare in aria,

"Senza di voi mi stavo annoiando" ma il suo sguardo era solo per Edward.

Spero che il capitolo vi piaccia, nonostante il notevole ritardo -.- Ammetto che probabilmente questo è uno dei capitoli peggiori che ho scritto... Non serve a pressochè a nulla per la trama ed è cortissimo >.>
Spero che decidiate comunque di lasciarmi un commentino ** 

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Capitolo 8
*** Cap.8 ***


varco
Hakai
-Varco-

[...]Come descrivere la scintilla che animò gli occhi della gente appena riconobbero il comandante supremo seguito a ruota dal leggendario alchimista d'acciaio... Erano sicuri che l'alchimista che appoggiava sempre i civili non avrebbe mai potuto abbandonarli.

"Cosa sta succedendo?" chiese Mustang abbandonando, come gli altri, i mezzi di locomozione per congiungersi al reggimento di difesa.

"Finalmente siete arrivati" una voce conosciuta attirò la loro attenzione, i presenti alzarono lo sguardo e videro il nemico aleggiare in aria,

"Senza di voi mi stavo annoiando" ma il suo sguardo era solo per Edward.[...]

Il ragazzo senza pensarci due volte aprì la scatola che gli era stata data da Winry poco prima di partire.

Un guanto completamente in acciaio caratterizzato da complicati meccanismi riluceva,

"Cosa dovrebbe essere quello?" bisbigliò Havoc, il biondo senza rispondere lo infilò al braccio destro e con un movimento secco fece fuoriuscire una lama molto affilata.

"Sono abituato a combattere con l'automail" rispose semplicemente, i presenti lo guardarono stupiti.

Che infondo gli mancasse la vita di prima?

"Armstrong, Riza ed io rimaniamo qui. Voi invece radunate i civili e portateli negli unger fuori città" ordinò Roy ai sottoposti, non perdendo di vista per un solo istante l'uomo,

"Taisa non vorrai farmi andare con loro?"

"Proprio così acciaio" Edward lo fulminò con lo sguardo,

"Posso combattere!"

"Su di lui i colpi normali non funzionano, serve l'alchimia"

"E Riza allora? Lei non è un'alchimista di stato" non aveva niente contro la donna, ma non aveva alcuna intenzione di scappare insieme ai civili,

"Lei sa sparare meglio di te Acciaio ed ora esegui l'ordine" lo sguardo di grano si fece ancora più scuro,

"Non sono più nell'esercito, comandante supremo" le ultime parole gli uscirono come un insulto,

"Lo so, ma posso accusarti di tradimento alla nazione per aver mentito sulle tue condizioni pur di lasciare la carica" sembrava essersi creata una situazione di stallo.

Finchè Mustang non fece un cenno con la mano ad Havoc,

"Portalo via" l'uomo, pur riluttante, afferrò l'amico per le spalle e lo trascinò via, in mezzo alla folla di cittadini che si dileguava,

"Me la pagherai bastardo" 

Quindi rimasero loro tre ad affrontare quell'ignoto nemico che continuava ad osservarli, con un ghigno a deturpargli il volto,

"Hai fatto scappare il mio gioco preferito" il comandante lo sentì e con un movimento della mano fece partire una vampata di fuoco,

"Non impari mai vero?" ma contro ogni previsione l'alieno non utilizzò l'alchimia, semplicemente si spostò evitando l'attacco,

"Non meritate neanche la mia attenzione" 

"Prima della fine di questa giornata rimpiangerai di esserti messo sulla strada dell'alchimista di fuoco" così incominciò un attacco ritmato, non gli lasciava un secondo di respiro.

Il colore rosso tingeva il cielo e rendeva l'aria satura di calore, ma nonostante tutto il nemico continuava a non contrattaccare.

"Tutto qui quello che sai fare?" poi parve che il suo sguardo si accendesse di consapevolezza, fece appena in tempo a variare l'angolazione della testa che un proiettile gli sfiorò la tempia,

"A quanto pare avevate un piano" individuò la donna sulla cima di uno dei pochi edifici ancora integri, lo sguardo da predatore non lo perdeva di vista... Pronta a non mancare nuovamente il bersaglio.

"Dov'è l'altro vostro compagno?" chiese con tono ilare, per nulla preoccupato della situazione,

"Ti presento il pugno tramandato di generazione in generazione nella famiglia Armstrong" d'un tratto dal vapore causato dalle violenti esplosioni apparve il maggiore.

L'alieno fu colto di sorpresa e non riuscì a deviare l'attacco.

Dalla forza del pugno fu scaraventato contro una costruzione pericolante, che crollò.

Il soldato raggiunse Roy, rimanendo in posizione di attacco,

"Mantieni la posizione Hawkeye" comandò dagli auricolari,

"Si signore"

Aspettarono finchè le polveri non si furono diradate, quindi poterono notare che tra le macerie non c'era nessun corpo,

"Ed ora dove cavolo è finito?" si chiese il moro guardandosi intorno allarmato, poi lo vide.

"Riza alle tue spalle" ma la donna non fece in tempo a spostarsi, con uno spintone l'uomo la scaraventò nel vuoto.

Fortunatamente il Maggiore, agevolandosi con l'alchimia riuscì a raggiungerla in tempo e a frenare la caduta.

"Avete proprio un bel lavoro di squadra" affermò bonariamente l'alchimista straniero,

"Smettila di prenderci in giro!" Roy raggiunse i subalterni, qualcosa in tutta quella faccenda non gli tornava.

Con le sue capacità avrebbe potuto distruggerli in un secondo,

"Perchè non usi l'alchimia?" gli chiese cercando di capire le sue intenzioni, ma in risposta ottenne solamente un enigmatico sorriso.

---

Nel frattempo i civili avevano raggiunto i depositi fuori la città, sicuramente più robusti delle case che erano state distrutte in così poco tempo,

"Vedila così Edward, anche qui potrebbe esserci bisogno del tuo aiuto" tentò di consolarlo Havoc, in risposta venne fulminato da uno sguardo impregnato di rabbia,

"Io non scappo e lo sai" l'uomo decise che forse era meglio non trattare più l'argomento.

Fury e Breda nel frattempo cercavano di consolare chi aveva perso parenti e amici, le perdite fortunatamente non erano molto numerose.

Probabilmente l'intento dell'uomo non era quello di fare una carneficina, ma allora cos'aveva in mente?

Edward si guardò intorno, amava godere della pace di Reesembool... Ma se veniva catapultato in una guerra pretendeva di essere d'aiuto.

Poi sentì che qualcosa o qualcuno gli stava tirando la stoffa dei pantaloni.

Si voltò ed incontrò un paio di occhi blu, resi liquidi a causa delle lacrime. Si piegò sulle ginocchia e sorrise affettuoso,

"Dove sono i tuoi genitori piccola?" la bambina tirò rumorosamente su con il naso e ricominciò a piangere.

L'alchimista incominciò ad agitarsi, non era mai stato molto bravo con i bambini. Di solito ci pensava Alphonse.

Poi vedendo quanto si disperava incominciò a passargli la mano tra i capelli color mogano, cercando di calmarla,

"Non preoccuparti, li troveremo" la bambina tentò di reprimere i singulti, ma non ci riuscì,

"Sono morti" urlò in un misto di terrore e tristezza.

Il biondo rivide in quella bambina la solitudine che aveva provato quando si era accorto di aver perso sua madre e subito dopo suo fratello.

Riconobbe la disperazione che lo portò a barattare il braccio con l'anima di Alphonse.

"Non sei da sola piccola" la prese in braccio,

"Qualcuno si prenderà cura di te e sappi che i tuoi genitori saranno sempre con te, qui" e gli appoggiò la mano sul cuore, facendole un sorriso rassicurante.

La bambina parve essersi apparentemente tranquillizzata, aveva subito un trauma così grande e probabilmente non aveva neppure nove anni.

La riappoggiò in terra e fece qualche passo indietro per poterla ammirare, 

"Ora cerchiamo qualcuno che ti conosce" quindi le porse la mano. I soldati lo guardarono, riconoscendo in lui una certa maturità.

Era cresciuto molto in quei anni.

La bambina non fece in tempo ad afferrare la mano che le venne posta,

"Che scena commovente" tutti si voltarono verso il portone di entrata, nella luce esterna si stagliava la sagoma dell'uomo dai profondi occhi lilla.

I civili iniziarono ad arretrare fino ad appiattirsi nell'ultimo muro, la bambina invece iniziò a tremare riconoscendo in lui il carnefice dei suoi genitori.

I soldati impugnarono le pistole di ordinanza.

"Cosa hai fatto agli altri?" chiese Edward allarmato,

"Saranno ancora alle prese con la mia proiezione" affermò soddisfatto. 

I presenti lo guardarono stupiti,

"L'unica differenza tra noi è che la proiezione non può usare l'alchimia, ma non credo che se ne renderanno conto" avanzò all'interno del rifugio, ignorando i soldati e puntando direttamente su Edward.

Il biondo irritato, ma allo stesso tempo sollevato che Mustang e gli altri fossero salvi, attaccò. Combattere con la lama del braccio era molto più facile.

Tutti i suoi colpi furono parati da una barriera intangibile.

L'uomo sorrideva divertito.

"Ho ancora qualche minuto a disposizione, rendiamo la situazione ancora più divertente" l'Elric a sentire quelle parole si allontanò, l'alieno mosse le due mani a formare un arco.

L'aria si fece sempre più pesante e la pressione insostenibile,

"Come ve la cavate con una gravità maggiore?" i soldati aprirono il fuoco, ma i proiettili a causa della nuova situazione atmosferica caddero in terra dopo poco.

"Siete ridicoli" affermò seriamente e con un gesto li fece infrangere contro la parete.

La bambina ricominciò a piangere, irritando maggiormente il nemico,

"Mi stai veramente sulle palle" chiuse la mano a pugno e la indirizzò verso la bambina, un mallocco di aria compressa fece per infrangersi contro di lei.

Edward si mise in mezzo e toccando il terreno creò un pilastro che dal terreno puntava direttamente alla minaccia.

Fortunatamente riuscì a bloccarla, ma Havoc se ne accorse.

Il biondo non aveva lo sguardo di chi era consapevole di cosa stava succedendo, stava rivivendo il passato e purtroppo sapeva che non erano avvenimenti piacevoli.

Sangue, urla.

Morte ovunque... Sacrifici inutili lo circondavano.

Suo padre, la maestra e molti altri... Non sarebbe mai finita

L'alchimista mosse con forza il volto per distogliersi dai quei pensieri e fisso arrabbiato il castano cha applaudiva,

"Ammiro veramente la tua dote Fullmetal... Non vedo l'ora di farti conoscere il mio mondo" 

---

Continuavano ad attaccare e il nemico perseverava nell'attaccare.

Niente alchimia, ma i colpi sembravano non andare neanche a segno.

Anche quando pareva che lo avessero colpito... Non aveva neppure un livido od un graffio.

Quindi a Roy venne un idea, con un gesto fermò Riza che stava per sparare,

"Non è lui" i presenti si stupirono, come anche l'ologramma,

"Non credevo che te ne saresti accorto"

"Dove sei veramente?" poi capì,

"Ormai gli ho fatto guadagnare tempo, forse se corri puoi dirgli addio" quindi il corpo si dissolse. Il comandante incominciò a correre come se fosse inseguito dalla morte in persona.

Non voleva perderlo.

i due subalterni lo seguirono a ruota.

---

Una luce nera iniziò ad espandersi da un angolo, formando uno squarcio.

"Quello è il nostro passaggio, andiamo" si sporse per afferrare il ragazzo per il braccio, in risposta il giovane mosse il braccio e gli provocò un profondo taglio nel braccio,

"Non verrò" gli occhi lilla si strinsero con forza e la gravità aumentò ancora,

"Tu verrai con me" sibilò stringendosi l'arto ferito,

"E prima del tuo dovere verrai punito per avermi fatto sanguinare" ancora più pressione. Ormai le persone erano inginocchiate a terra, non riuscivano a rimanere erette.

"Non verrò"

"Ormai non puoi più muoverti" gli appoggiò la mano ferita nei capelli, sporcandoli di rosso. Edward fece per spostarsi ma il corpo urlò dal dolore.

"E ora partiamo" lo prese per un braccio ed incominciò a trascinarlo, il biondo si sentiva più leggero ma non poteva comunque muoversi.

L'aria era tornata normale.

Proprio mentre erano davanti al portale, sulla soglia del deposito apparve Mustang,

"Edward" lo vide mentre veniva trascinato all'interno della'lone scuro.

Corse ancora, nonostante avesse ormai finito tutto l'ossigeno che aveva in corpo.

Ma non riuscì a fare altro che sfiorare le dita dell'amante, non riuscì ad afferrare la mano che l'alchimista gli stava porgendo.

Il varco si chiuse e nessuno potè descrivere la rabbia e la tristezza del comandante supremo.

Aveva perso la persona a lui più importante ed il suo ultimo ricordo erano i suoi occhi dorati impregnati di disperazione.

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Capitolo 9
*** Mondo diverso ***


Mondo diverso
Hakai
-Mondo diverso-

[...] "Edward" lo vide mentre veniva trascinato all'interno dell' alone scuro.

Corse ancora, nonostante avesse ormai finito tutto l'ossigeno che aveva in corpo.

Ma non riuscì a fare altro che sfiorare le dita dell'amante, non riuscì ad afferrare la mano che l'alchimista gli stava porgendo.

Il varco si chiuse e nessuno potè descrivere la rabbia e la tristezza del comandante supremo.

Aveva perso la persona a lui più importante ed il suo ultimo ricordo erano i suoi occhi dorati impregnati di disperazione.[...]

Gli sembrò che il corpo prendesse fuoco, era quasi la stessa sensazione che aveva provato davanti alla verità molti anni prima.

Quasi in un'altra vita.

Dopo quelle che parvero ore, ma che in realtà furono attimi, il buio che lo circondava iniziò a schiarirsi.

La presa sempre ferrea sul braccio.

Appena alcune abitazioni iniziarono a tingersi nell'orizzonte Edward diede un forte strattone all'uomo che lo tratteneva, cercando di liberarsi.

"Calma tigre" la forza con cui lo teneva aumentò,

"Non sopravvivresti un giorno nel mio mondo" il biondo si guardò intorno con aria corrucciata, 

"Troverò il modo di tornarmene dall'altra parte" 

"Non vedo l'ora di vederti mentre tenterai allora" lo trascinò per le vie di quella che, probabilmente, doveva essere considerata una città.

Le persone alleggiavano nell'aria, non camminavano sul terreno ed era per quello, forse, che l'erba era cresciuta ovunque. I cittadini parevano angeli della morte, erano completamente coperti da lunghi mantelli neri che ne coprivano interamente il corpo.

A confronto con la macchia smeraldo, che ricopriva il terreno, le case grezze dal cupo colore nero erano come un pugno nell'occhio. 

Inoltre non vedeva animali in giro, neppure un insetto,

"Ti piace quello che vedi?" affermò ilare l'uomo avvicinandosi ancora di più al corpo del ragazzo,

"Assolutamente no e vedi di starmi alla larga" con l'ennesimo strattone riuscì a liberarsi.

Con qualche frettoloso passo saggiò la consistenza dell'erba.

Non fece in tempo a guardarsi indietro che diverse persone atterrarono e lo circondarono.

Si sfiorò il bracciò destro, la consistenza dell'acciaio lo rincuorò.

L'adrenalina a mille, pronto a scattare.

"Ragazzi, vi presento il nostro ospite" l'uomo si fece spazio, portandosi davanti al ragazzo ed attirando l'attenzione dei presenti.

Il biondo si mosse velocemente, conficcò la lama nello stomaco del'uomo che gli stava alle spalle. Non gli era mai piaciuto uccidere, ma in un mondo sconosciuto circondato solo da nemici, cos'altro poteva fare?

Il colpito crollò a terra annaspando.

Edward si voltò velocemente, cercando di non dare loro il tempo di riorganizzarsi, ma venne afferrato nuovamente dal suo rapitore.

"Lui è l'Alchimista d'Acciaio" lo presentò alzandogli il braccio che aveva colpito il loro compagno.

Il sangue vi scorreva sopra, percorrendo l'acciaio come acqua sulla roccia, arrivando fino alla maglia.

Macchiandola di rosso.

Storcendo il braccio tenuto bloccato, colpì il più alto con un calcio nello stomaco. dalla sorpresa la forza diminuì notevolmente.

Uno spiraglio di libertà?

Non fece in tempo a muovere qualche passo che qualcosa lo fermò.

Sembrò quasi che l'atmosfera si fosse cementificata, non gli permetteva di muoversi.

"Cos'hai fatto?" l'uomo sorrise beffardo, toccandosi con la mano la parte colpita.

"Difficile muoversi con una gravità aumentata venti volte vero?" chiese ironico, quindi si rivolse ai compagni,

"Lui ci aiuterà con il nostro problema"

"Potrebbe iniziare con il curare Henry" affermò una voce giovane e vellutata, una di quelle figure si tolse il cappuccio.

Rivelando occhi verdi, felini, che lo fissavano adornati da perfetti riccioli scuri.

"Che ne dici ragazzo?"

"Non ho nessuna intenzione di aiutarvi" la uccise con lo sguardo, rispecchiava la fierezza dell'aquila in una tana di lupi.

La pressione aumentò maggiormente.

"Edward... Non è così che ci si comporta" gli portò una mano al volto e lo forzò a voltare la testa in direzione del ragazzo che in quel momento si trovava a terra.

Agonizzante.

Ad un'occhiata veloce doveva avere la sua età.

Sputava sangue ed il corpo si contraeva dagli spasmi.

"Ti ho studiato più di quanto immagini, so che non vuoi che muoia. Non ti ha fatto nulla, giusto?"  il biondo strinse forte gli occhi.

Non lo avrebbe avvantaggiato se fosse spirato, uno in più od uno in meno cosa cambiava?

"Va bene" soffiò, appena pronunciate quelle parole la morsa lo abbandonò e potè muoversi liberamente.

Camminò lentamente verso il ragazzo.

Come se andasse incontro alla propria morte.

Avrebbe dovuto affrontarli di nuovo... Quell'ondata di ricordi e di sofferenze.

Si inginocchiò davanti all'  'alieno' e gli appoggiò le mani sulla ferita.

Fece una lieve pressione.

Alle urla di dolore che seguirono i presenti fecero per intervenire, ma vennero bloccati da colui che lo aveva rapito.

"Sembra che colpendoti ti abbia procurato molti danni" unì le mani e lo osservò seriamente, quindi prendendo un profondo respiro le appoggiò delicatamente sulla ferita.

Una luce bluastra si diffuse intorno a loro.

Il dolore segnava il suo volto.

Dopo qualche minuto si alzò in piedi ed osservò il ragazzo che, ad occhi sgranati, si guardava attorno e si tastava lo stomaco.

Non sentiva più alcun dolore.

"Non sono molto bravo con questo tipo di alchimia, potresti sentire ancora dei bruciori ogni tanto"

"Sei stato perfetto piccolo"

Il corpo muscoloso dell'uomo gli si accostò.

"Questo è proprio quello che vogliamo tu faccia" Edward non capì, ma appena provò a chiedere spiegazioni la vista gli si offuscò.

Perse i sensi cadendo tra le braccia del rapitore.

-- -- --

Roy rimase per molto tempo a fissare il vuoto, nel punto in cui il varco era scomparso.

Lo sguardo scuro esaminava tutte le possibilità.

Havoc gli si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla. A quel tocco il comandante si riprese e, voltandosi, osservò i soldati che nel frattempo gli si erano radunati attorno.

"Radunate tutti gli alchimisti di stato, ricostruiremo la città e dopo ci serviremo di tutte le conoscenze in nostro possesso per riaprire questo dannato portale"

I militari si mossero seguendo le sue direttive, Mustang con un cenno fermò Riza,

"Vai a Reesembool"

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Capitolo 10
*** Il suo ruolo ***


Ruoli

Hakai
-Il suo ruolo-

[...]"Radunate tutti gli alchimisti di stato, ricostruiremo la città e dopo ci serviremo di tutte le conoscenze in nostro possesso per riaprire questo dannato portale"

I militari si mossero seguendo le sue direttive, Mustang con un cenno fermò Riza,

"Vai a Reesembool"[...]

La bionda si ritrovava seduta in un vagone del treno merci che si dirigeva verso il villaggio.

Il volto crucciato.

Parlava bene Mustang, lui non avrebbe dovuto dire quello che era successo ad Edward alla sua famiglia. Si tolse il fermaglio dai capelli, li fece ricadere scomposti sulla schiena.

Magari poteva sembrare meno austera. 

Quando le case di Reesembool incominciarono a stagliarsi nell'orizzonte la donna sussultò. 

Maledisse nuovamente il Comandante, gliel'avrebbe pagata cara.

Scese dal binario del treno, evitò agilmente la folla e si diresse verso l'abitazione agognata. Il cuore gli martellava nel petto e sentiva l'impellente bisogno di scappare.

Con che cuore avrebbe detto ad Al e ai Rockbell che Edward era stato rapito?

Nel frattempo il comandante supremo non se la stava cavando meglio, nel suo ufficio si muoveva così nervosamente che i contorni dei mobili erano offuscati.

Attendeva gli esiti degli  scienziati che erano stati richiamati da tutta Central e dintorni. Non poteva far loro pressioni, ma ogni minuto che passava poteva essere l'ultimo per Acciaio.

Si lasciò cadere sulla sedia. Le mani tra i capelli.

Era stato uno stupido, non avrebbe dovuto perderlo di vista. Non avrebbe dovuto permettergli di allontanarsi da lui.

"Roy" si voltò di scatto, gli sembrava proprio di aver sentito la voce del biondo, ma probabilmente se l'era solo immaginata. 

La stanza era vuota.

***

Dall'altra parte del varco l'eccitazione era diffusa tra tutti i cittadini, sembrava che il loro comandante avesse finalmente trovato la persona giusta.

La suddetta persona si trovava senza sensi in una stanza. Lentamente gli occhi si aprirono, le iridi dorate si guardarono intorno confuse.

Le pareti erano completamente spoglie, non riusciva a vedere altro colore se non grigio, nero e bianco.

"Ma dove diavolo sono finito?" una forte fitta alla testa lo fece rabbrividire dal dolore,

"Chiamalo come vuoi, diciamo che siamo in un limbo tra il portale della verità ed il vostro mondo" incontrò gli occhi ametista dell'uomo.

"Si può sapere chi diavolo sei?" fece per alzarsi ma le gambe non ressero il suo peso, ricadde sul materasso.

"Chiamami Allen, ti basti questo" si avvicinò, il biondo strinse le mani a pugno,

"Non ti avvicinare"

"Credo di averti escluso troppo ossigeno" disse come rivolto a se stesso,

"Come?"

"Per farti svenire... Ho interrotto il flusso di ossigeno al cervello" l'alchimista non seppe cosa dire, sgranò semplicemente gli occhi.

"Non abbiamo limiti, non veniamo controllati dalla Verità e non dobbiamo sotto stare allo scambio equivalente" Edward si alzò, più lentamente di prima, e lo fronteggiò,

"Che cosa ci faccio qui?"

"Come ti ho già detto non siamo in grado di effettuare trasmutazioni su beni tangibili"

"Strano siete così bravi" disse ironico mentre cercava una via di fuga.

"Non siamo alchimisti Edward, non siamo in grado di trasmutare, tu si e ci servi"

"Ma perchè io?"

"Questa è un'ottima domanda" gli arrivò così vicino da potergli sussurrare dritto sul volto,

"Perchè ho convinto tutti che tu eri il migliore"

"Ma non è vero"

"Si che è vero e poi con qualcun'altro non avrei potuto fare questo" gli diede una spinta e lo fece ricadere nuovamente sul giaciglio.

Edward si ritrovò sotto il corpo del più grande,

"Non ci pensare neanche" 

"Mi dispiace, ma l'ho già fatto" calò su di lui, immergendo il volto nei suoi capelli... Ispirando il suo profumo.

Il biondo si scostò dandogli una violenta testata. Approfittò della momentanea sorpresa ed incominciò ad allontanarsi, ma venne trattenuto da una presa nella sua caviglia.

"Dove credi di andare?" l'Elric si voltò e cercò di colpirlo con un calcio, lo colpì sul volto.

"Cazzo" il ragazzo corse fino alla porta della stanza cercando di ignorare il fortissimo mal di testa. Quando aprì la soglia si ritrovò a fissare più di venti persone, coperte da mantelli neri,  disposte sul muro di fronte a quella stanza.

Richiuse immediatamente.

"Roy" fu un semplice pensiero, un dispiegamento leggero delle labbra... Ma gli sembrò di percepirlo, accanto a sè.

Si voltò furente e fissò l'ambra liquida, che erano i suoi occhi, sul volto rosso dell'uomo.

"Non posso aiutarvi, non uso più l'alchimia"

"A me è sembrato il contrario" Edward percepì un tono di voce diverso. 

Era irritato.

"Non sono più un alchimista di stato" l'altro continuò ad avvicinarsi,

"Ci aiuterai o sarà peggio per te"

"Anche se volessi non potrei, non rivivrò in eterno quei momenti" Allen si bloccò a qualche centimetro da lui. Costringendolo tra il suo corpo e la porta.

"Spiegami"

"No" si avvicinò ancora di più, gli afferrò i ciuffi dei capelli e gli fece alzare la testa. Chiuse gli occhi ed ispirò.

Come un turbine tutti i pensieri di Edward furono smossi, violentati. Si sentì veramente un libro aperto, sentiva che non poteva nascondergli nulla.

Dopo qualche minuto, quando si sentì completamente svuotato, ricominciò a vedere e pensare normalmente.

Le gambe gli cedettero, ma non colpì il terreno. Una gamba di Allen tra le sue non glielo permise.

"Sei solo un bastardo"

"La scappatoia che hai imparato funziona bene... Sei te che non la sai usare" la voce perennemente strafottente.

Edward gli portò le mani alle spalle per allontanarlo. I polsi gli vennero catturati e portati accanto al volto.

"Puoi scegliere tu che ricordi rivivere, non avrai solo quelli brutti no?"

"Sono molti di più" cercò di divincolarsi, ma ottenne solamente l'effetto contrario,

"Vuoi che ne crei qualcuno io?"

"Sarebbero assolutamente schifosi" gli soffiò sul volto. Gli lanciò una di quelle occhiate che sarebbero bastate ad uccidere.

"Quando usi l'alchimia pensa alle cose belle che ti sono successe, solo a quelle. Non al male che hai provocato" 

Non ebbe il tempo di rispondere, d'un tratto gli mancò l'appoggio dietro la schiena.

Caddero entrambi sul corridoio, di fronte allo sguardo esterrefatto del ragazzo che aveva salvato in strada.

"Scusate" tentò di andarsene, ma il biondo ne approfittò per sgusciare via dalla presa del moro.

"Cosa c'è?" chiese seccato dall'interruzione il più grande,

"Alcuni sono pronti per il trattamento" 

"Molto bene, io mi avvio voi portate l'alchimista tra una manciata di minuti" i presenti annuirono.

Non sapevano che non sarebbe stato affatto facile adempiere al comando.

***

Riza avrebbe preferito mille volte trovarsi in mezzo ad un conflitto a fuoco, piuttosto che dover affrontare quegli sguardi accusatori,

"Avevate promesso che sarebbe stato al sicuro con voi! Ci eravamo fidati!" Winry gli urlò sul viso la sua frustrazione per aver perso, di nuovo, il suo amico d'infanzia.

Pinako si limitava ad osservarla, mentre Alphonse non la degnava neppure di quel privilegio,

"Al ci dispiace tantissimo, il Comandante sta facendo il possibile per"

"Per rimediare al suo errore?" alzò il volto per fulminarla,

"Perchè ha fatto un enorme cavolata a lasciarlo andare da solo"

"Non era solo" tentò,

"Mi correggo, senza alchimisti" sospirò affranto, poi si diresse verso la sua camera,

"Cosa fai ragazzo?" chiese l'anziana signora,

"Prendo le mie cose, vado a Central"

Ringrazio tantissimo tutte le persone che dedicano del tempo alla mia storia, ma soprattutto grazie a nemesi06 che ha trovato il tempo di aggiornare l'utimo capitolo!! 
Fatemi sapere se questo capitoletto di passagiio vi è piaciuti :D A presto!!

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