Il coraggio di una giovane madre

di Nikyblack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Madre Bambina ***
Capitolo 2: *** Si va ad Azkaban ***
Capitolo 3: *** Giocarsi il tutto per tutto ***
Capitolo 4: *** L'inizio della nostra nuova vita ***
Capitolo 5: *** Incontri ***
Capitolo 6: *** Attese ***
Capitolo 7: *** Chiarimenti ***



Capitolo 1
*** Madre Bambina ***


madre bambina 1
Madre Bambina
 
Torno da scuola entro in casa
e ti vedo stanca.
Torno da scuola entro in casa
e ti vedo stanca.
 
Sono appena tornata da scuola. Anche oggi mi ha riaccompagnato a casa Elisa, la nostra vicina di casa che viene a prendere sua figlia. Appena entro dalla porta vedo la mia mamma di spalle davanti al calendario nel quale da sei anni ogni sera tracciamo una croce sul giorno appena passato. La mia mamma ha le spalle curve, è sempre stanca in questo periodo.
 
 
Mamma non stai mai ferma
hai sempre tanto da fare
ma appena mi vedi,
mi vieni ad abbracciare.
Mi vieni ad abbracciare!
 
 
Non stai ferma un attimo, sei sempre impegnata a fare qualcosa. Cucinare, sistemare, giocare con me, uscire, portarmi in giro. E non ti riposi mai. Ma non capisco il perché. Hai appena visto che sono arrivata, e mi corri incontro abbracciandomi e prendendomi in braccio. Mi dai un dolce bacio sulla guancia e io mi accoccolo a te. Sento il tuo cuore battere forte. Lentamente mi rimetti a terra e io rimango un attimo a guardarti.
 
"La mia Alya è tornata da scuola. E' proprio una bambina stupenda. Capisce tutto al volo. Da come mi sta guardando ora mi sta rimproverando il fatto che non mi riposo mai, come mi dice sempre. Ma io non ce la faccio a stare ferma. Ho bisogno di muovermi e di non pensare. Sono sei anni che faccio questa vita, e non posso mollare tutto ora. Ormai manca poco. Solo altri quattro giorni."
 
Poi mi siedo, ti allontani,
e con gli occhi di oggi
penso come sarai domani.
Domani.
 
 
Mi siedo a tavola e continuo a guardarti mentre finisci di preparare il nostro pranzo. E provo a immaginarmi come sarai tra qualche anno. Sicuramente bella come adesso. Con i tuoi capelli sempre a boccoli che ti cadono liberi sulle spalle e che ti leghi sulla testa quando sei impegnata a fare qualcosa di veramente importante. Il mio istinto di bambina mi dice che i tuoi occhi torneranno a sorridere di nuovo, che perderanno quel velo di tristezza che spesso riesco a leggervi dentro. Sicuramente sarai più felice di ora in futuro, sento che c'è qualcosa che ti manca. Ma non capisco cosa.
 
"Guardo Alya che mangia e continuo a chiedermi se non senta il bisogno di avere anche un papà oltre che una mamma. E' ancora piccola, ma non mi ha mai chiesto come mai tutti hanno due genitori e lei soltanto uno. Ha anche conosciuto solo due dei suoi numerosi zii. Mi hanno allontanato tutti quando hanno saputo che aspettavo lei. Hanno osato definirla la "figlia del diavolo". Non l'hanno mai voluta conoscere. Solo Ginny mi è rimasta vicino, oltre la mia famiglia. Harry, Ron, Lavanda... tutti gli amici di scuola, tutti a lasciarmi sola nel momento dove avevo più bisogno di loro. Ho anche lasciato il corso di Auror e per andare avanti ho iniziato quello di medimaga due anni dopo che Alya è nata. Ora lavoro solo la mattina, e in casi speciali o nei giorni dove ci sono molte urgenze, anche il pomeriggio. E Ginny viene a prendersi cura di Alya. Quelle due si adorano letteralmente... ma come si fa a non adorare quel faccino furbo, con quegli occhioni dolci? e poi tutti quei boccoli dorati le stanno d'incanto! Mia figlia, il mio tesoro più prezioso. Devo riuscire a darle il meglio della vita. Per questo ho preso la mia decisione."
 
 
E guardo e vedo i tuoi passi passare.
E guardo e vedo le tue mani pregare.
E guardo e vedo i tuoi occhi pensare.
E vedo che tu guardi me.
E guardo e vedo i tuoi giorni cambiare.
E guardo e vedo la tua bocca parlare.
E guardo e vedo il tuo cuore ballare.
E vedo la tua stella brillare.
E vedo la tua stella brillare.
 
 
Nel pomeriggio eccoci al solito nella nostra stanza, quella dove dormiamo assieme. L'abbiamo arredata insieme. E' piena di giochi, di pupazzi e di nostre foto. Ma anche piena di segreti. Non mi hai mai permesso di aprire il tuo cassetto, quello che è sempre stato chiuso a chiave e che so che quando ti chiudi in camera tu apri e guardi. Cosa nascondi la dentro? Ora mentre credi che io sono addormentata ti vedo camminare per la stanza. Hai la faccia triste, i tuoi passi sembrano nervosi, qualcosa ti preoccupa. Poi ti vedo fermarti e seguo il lento movimento delle tue mani che si uniscono come in preghiera. Chiudi gli occhi e rimani così per un poco di tempo. Poi riapri gli occhi e ti avvicini alla foto di noi due assieme al mare, di sera a guardare le stelle, quella sera mi hai fatto vedere la costellazione del Dragone, dove si trova la stella da cui io ho preso il nome. Vedo i tuoi occhi farsi pensierosi, forse stai ripensando anche tu a quel giorno. Riesco a leggere diverse emozioni nei tuoi occhi limpidi. Piano piano ti giri verso di me e ti accorgi che non sto dormendo. Sorridi e ti avvicini. Vedo che tra le mani tieni una collana con un anello appeso come ciondolo. La metti al collo e ti avvicini a me. In questi giorni sono cambiate molte cose, le nostre giornate. Siamo molto più spesso a giocare assieme, molto più spesso a parlare e scherzare. Sento che in questo momento il tuo cuore è felice almeno quanto il mio. Perché siamo assieme. Stiamo bene assieme mamma, ma a te manca qualcosa, e forse anche a me. Vedo che guardi l'anello appeso al collo e vedo i tuoi occhi che brillano di ricordi passati, sento il tuo cuore battere più veloce, e dalla finestra vedo una stella che brilla più delle altre. Ho sempre adorato il pomeriggio quando di inverno si vedono le stelle. Questo ricordo legato all'anello ti rende felice. Ne sono contenta!
 
"Sono le sei di un pomeriggio invernale non molto freddo. Alya si è addormentata sul nostro lettone. Piano piano mi alzo e mi metto a camminare per la stanza. Sono nervosa. Ho paura di aver preso la decisione sbagliata. Non riesco a togliermi dalla mente il suo viso, ho paura di sapere come reagirà dopo aver avuto la notizia. Non mi è mai stato permesso di scrivergli, nemmeno per una cosa così importante. Starà bene? O è impazzito come tutti? Sto facendo davvero una cosa giusta? Alya cosa dirà? Forse se prego un poco avrò le idee più chiare. Voglio solo la felicità della mia bambina e anche la mia. Lo rivoglio.
 Lentamente riapro gli occhi e mi avvicino alla foto mia e di Alya scattata a mare, in piena notte mentre guardavamo le stelle. Le ho dato il nome di una stella appartenente alla costellazione del Dragone, la costellazione di Draco. Lei non sa che significato può avere, ma è una cosa che mi è venuta spontanea fare appena me la sono ritrovata fra le braccia... Ha gli stessi occhi, e gli stessi capelli. Da me ha preso il carattere, da lui tutto l'aspetto fisico, tranne per fortuna la carnagione, non è pallida, ma normale, rosata. Che dirà appena la vedrà? Forse ormai dopo sei anni non si ricorda più neanche di me, forse ha scordato tutto. Perché pensare a questo fa così male? Forse è meglio non dire niente ad Alya, non voglio farla soffrire. Mi giro a guardarla e vedo che mi guarda, allora non dormiva! Le sorrido e piano piano mi avvicino a lei. Nel frattempo da un cassetto del tavolo ho preso la mia collana, con l'anello che mi ha regalato lui anni fa. La metto al collo e sento un senso di calore invadermi. Sorrido e mi siedo sul letto. Abbraccio mia figlia e me la tengo al petto un poco. Dietro di noi la finestra aperta dalla quale si vedono le prime stelle."
 
 
 
E guardo e ti canto, tu sei la più bella.
Tu madre bambina, tu madre e sorella.
Poi ti guardo negli occhi e c'è un'altra stella.
E c'è un'altra stella.
 
 
Insieme sul letto a cantare e a giocare. Adoro questi momenti con te. Sei la mamma più buona e bella. Sei sempre presente e oltre che da mamma mi hai fatto anche da sorella maggiore. Non mi hai mai fatto sentire la mancanza di avere un papà. Anche se molte volte sono stata sul punto di chiederti dove fosse il mio. Ma forse ti avrei reso triste chiedendotelo. Quando ho chiesto alla zia Gin lei mi ha detto che la costellazione del Dragone ti ricorda lui. Per questo hai scelto per me il nome di una stella? Ogni volta che ti guardo negli occhi oltre me vedo il riflesso di un altra stella che per te è stata importante, e mi sento felice di non essere la sola in quella grande costellazione. Grazie Mamma, ti voglio bene!
 
"Dopo aver cantato, giocato e cenato, siamo di nuovo sul nostro letto. Tutte e due con un libro in mano. Ha preso la mia passione peri i libri. La vedo tranquilla. Poso il mio libro e me la prendo in braccio.. sento che questo è il momento migliore per parlarle. Prego con tutto il mio cuore che vada tutto bene e, dopo averle dato un bacio sulla testolina bionda, la siedo davanti a me e inizio a parlarle."
 
- Alya, la tua mamma ti deve dire alcune cose importanti, prometti di ascoltarmi buona buona?-
 
- Va bene, ma aspetta un attimo- si alza e si dirige verso il cesto dei pupazzi, si mette e cercare li dentro e torna stringendo tra le mani un pupazzo che le ha regalato Gin: un piccolo serpentello bianco a cui io, con un incantesimo, ho cambiato il colore degli occhi per farli assomigliare a quelli di Draco. Alya si risiede davanti a me, con il serpente addosso. Sorrido pensando al significato che ha per me quel gesto. E' sempre stato il suo pupazzo preferito, da piccola senza di lui non si addormentava. E il mio pensiero vola subito a Draco, e a come sarà felice di saperlo. Forse.
 
-Mammaa, mammma? ora puoi parlare eh - i miei pensieri vengono interrotti dalla vocina di mia figlia che mi guarda in attesa. Le sorrido e inizio il mio lungo discorso.
 
-Certo amore, scusa ero sovrappensiero. Allora... hai presente il calendario dove ogni sera tracciamo un croce sul giorno trascorso?- Dopo un cenno affermativo della testolina bionda presi forza con un sospiro e continuai -Bene... tutte quelle croci hanno un significato preciso, tempo fa ti ho detto quante dovevamo metterne vero? e ormai ne mancano poche...- venni interrotta da Alya che con voce saputella diceva - Per l'esattezza ne mancano solo quattro- Guardai la sua faccia seria e concentrata e scoppiai a ridere.
 
-Esatto Alya. Ora voglio raccontarti una lunga storia, ma devi ascoltarla tutta prima di dire qualsiasi cosa ok?- parlai con voce dolce, guardandola negli occhi.  Lei annui e i suoi occhi si fecero attenti e curiosi.
 
- In tutti questi anni non ti ho mai parlato di tuo papà. Anche tu ne hai uno ovviamente, e sono rimasta stupita del fatto che tu non abbia mai fatto domande su di lui. - mi interrompo un secondo e vedo che i suoi occhi si sono velati di tristezza, le faccio una carezza sul faccino e lei decide di parlare.
 
-Non ho mai chiesto niente perché non volevo farti diventare triste. Ma la zia Gin mi ha detto che lui ti voleva molto bene e che il mio nome me lo hai dato perché la stella che lo porta si trova nella costellazione dove c'è anche la sua stella. E' vero mammina??-
 
La mia Alya, che tesoro, mi si erano inumiditi gli occhi, non aveva mai fatto domande per non fare stare male me. E quella pazza di Gin che non mi ha detto che le ha raccontato delle cose. Mi faccio forza e rispondo alla domanda di mia figlia, che continua a guardarmi in attesa.
 
-Si amore, è vero. l'intera costellazione del Dragone è la sua stella. Ti ho dato questo nome così potevate essere vicini anche se siete molto lontani. La vuoi vedere una foto?- le chiedo un poco titubante, non so se sia una cosa saggia mostrargliela. Mi sorride tutta contenta ed emette un versetto tutto di gioia. Mi alzo dal letto e mi dirigo al mio cassetto, quello che tengo chiuso a tutti. Prendo l'anello appeso alla collana e con quello faccio scattare la serratura del cassetto. Ne tiro fuori una foto vecchia di almeno sette anni. Fu scattata l'estate subito dopo la fine di Hogwarts. Eravamo a mare, in Italia. Lui aveva una piccola casetta su un'isola piccolina vicino la Sicilia. E' stato il mese più bello che abbiamo passato prima che tutto iniziasse ad andare male. Mi dirigo verso il letto e mi ci siedo. Porgo la foto ad Alya che la guarda meravigliata, abbagliata da tutta la bellezza di suo padre.
 
-Mammina, ma è tanto bello papà- Papà... lo ha chiamato papà....Sento un tuffo al cuore e mi si inumidiscono gli occhi... faccio una fatica enorme per non fare cadere una lacrima. Le do un buffetto sulla guanciotta rossa. -Si chiama Draco il tuo papà- Sorrido. Adoro pronunciare il suo nome
 
-Drago?!? come il Dragone! mamma papà è un drago???- Rido e la osservo divertita, lei invece mette il broncio capendo che sto ridendo di lei. -Amore, si chiamo DraCo, con la "C" no con la "G"... capito?-
 
Annuisce seria e si mette a guardare di nuovo la fotografia. Ha uno scintillio troppo bello negli occhi la mia Alya, sembra felice, ma ad un tratto il suo visino si fa triste e mi chiede -mammina, posso tenerla io la foto di papà?- la guardo e mi viene una fitta al cuore. Ha gli occhi lucidi e una lacrima scende leggera sul sul volto. Gliela asciugo e le do un bacio, me la accoccolo contro il petto e poi finalmente le rispondo -Certo amore che puoi tenerla. Anzi se fai la brava e ascolti tutto quello che ti devo dire te ne faccio vedere anche delle altre, ok piccola?- lei annuisce contro il mio petto e non alza gli occhi dalla fotografia, si mette più comoda e quando è tranquilla io inizio a parlare con voce dolce, ma anche tanto triste.
 
-Tempo fa a scuola io e Draco ci odiavamo, non andavamo per nulla d'accordo. Io ero nella casa dei Grifondoro, lui in quella dei Serpeverde. Io e lui non ci conoscevamo, ma ci odiavamo lo stesso. Avevamo idee diverse. Ma al mio ultimo anno qualcosa cominciò a cambiare. Mi accorsi che Draco si comportava in modo odioso per motivi che tu non potresti capire, e così poco a poco, con una scusa molto stupida, iniziai ad avvicinarmi a lui e a conoscerlo meglio. In breve tempo riuscimmo a stabilire un rapporto di amicizia, di nascosto a tutti, solo la zia Gin sapeva tutto e mi aiutava. Dopo poco tempo questo rapporto divenne qualcosa di più importante e finimmo col metterci assieme. Solo poche persone lo sapevano. Era una cosa pericolosa perché se qualcuno della sua famiglia fosse venuto a saperlo saremmo stati in pericolo di vita. Amavo moltissimo tuo padre, piccola mia, e lui amava molto me. più di una volta abbiamo rischiato di rovinare questo rapporto per colpa di persone che non riuscivano a capirlo, ma alla fine siamo riusciti a rimanere assieme. I miei due migliori amici, Ron ed Harry, te ne ho già parlato, non sapevano niente e dovevo fingere anche con loro. Ma mi andava bene. Alla fine della scuola andammo in vacanza insieme. Al mare. - mi fermai per riprendere fiato e per permettere ad Alya di assimilare tutte quelle notizie.
 
Lei sorrideva alla foto e poi alzò il visino verso di me, e si avvicinò fino a darmi un bacino sulla guancia. Era il suo modo per dirmi che aveva capito e che mi voleva bene. Che angelo di bambina.
 
-Mamma ma papà allora perché non è più con te? non ti vuole più bene?- il suo faccino ora era triste.
 
-Fammi continuare, ancora non ho finito. Dicevo... dopo questa vacanza ognuno è dovuto tornare alle sue occupazioni.. io ho iniziato il corso di Auror insieme ai miei amici, lui invece iniziò un "corso" che mai avrebbe voluto fare, il corso per diventare mangiamorte. Io mi opposi con tutte le mie forze a questo, non volevo che lo diventasse, e nemmeno lui voleva, ma se si rifiutava rischiava la vita, lo avrebbero ucciso, e così Silente gli consigliò di fare come gli ordinavano i suoi genitori, ma nel frattempo di fare la spia per il nostro lato. Draco accettò, sapendo in questo modo di mettermi al sicuro dagli attacchi dei suoi compagni. E iniziò così la sua vita da spia. Io ero sempre in ansia, ci potevamo vedere pochissime volte. Ma mi andava bene saperlo vivo. Durante le vacanze di Natale, le prima passate fuori della scuola, ormai diplomati, ci incontrammo e passammo una settimana nella casa al mare. Fu in quel momento di pace che abbiamo concepito te. Ma ancora non lo sapevamo. Verso la fine di Gennaio si svolse la grande battaglia contro Voldemort, dove Harry Potter batté Voldemort e salvò il mondo magico, ma queste storia la conosci già. Subito dopo la battaglia furono catturati tutti i mangiamorte e furono processati. Anche tuo padre fu catturato con essi. E dopo tre giorni fu sottoposto al processo. Silente testimoniò per lui dicendo che aveva fatto la spia per noi, ma il Wizengamot lo dichiarò colpevole lo stesso e lo condannò a sei anni di carcere ad Azkaban. Silente fece il possibile ma non riuscì a fare revocare la pena. Così Draco è in carcere da sei anni, senza la possibilità di vedere nessuno e di ricevere notizie dal mondo fuori.-
 
Non mi ero accorta di stare piangendo fino a quando le mani delicate di mia figlia si poggiarono sulla mia faccia ad asciugare quelle scie salate che bagnavano il mio viso. Mi diede un bacio e mi si strinse contro.
 
-Non piangere mamma, se no mi metto a piangere anche io e mi sono ripromessa di non farlo mai-
 
La abbracciai più forte e la riempii di baci e poi ripresi il discorso da dove lo avevo lasciato.
 
- Quando la condanna di Draco fu effettiva io caddi in uno stato di depressione, iniziai a mangiare molto di più e a stare sempre giù. Nessuno se ne spiegava il perché, solo Gin che sapeva mi fu vicina e mi tenne d'occhio, fino a capire che non stavo male solo per Draco, ma anche perché ero incinta. Aspettavo te, la figlia mia e di Draco. Da quel momento mi sono ripresa e ho continuato a vivere perché avevo un motivo. Certo ero giovane per avere un figlio, ma era mio e di Draco e mi hai dato la forza di andare avanti. Cercai in tutti i modi di fare sapere a Draco che aspettavo nostra figlia, in modo da dargli un motivo valido per resistere là dentro senza diventare matto, ma ogni volta che provavo ad andare là non mi facevano entrare e tutte le lettere che spedivo tornavano regolarmente indietro ancora chiuse. Quindi Draco non ha mai saputo di avere una figlia meravigliosa come te. Ancora non lo sa. E questo non è giusto. Mi dispiace Alya, avrei voluto che tu avessi una famiglia normale come tutte le bambine, invece non è stato possibile. Anche tutti gli amici, appena saputo che aspettavo la figlia di Draco Malfoy, mi hanno allontanata e lasciata sola. E tu sei dovuta crescere solo con me e la zia Gin.-
 
Alya stretta a me scosse la testa e poi con voce tranquilla iniziò a parlare.
 
-Ma tu sei la mamma migliore del mondo e ti voglio tantissimo bene, anche alla zia Gin. Con te sono sempre stata bene...anche senza un papà.- poi si ferma e guarda ancora la foto. -Quindi le croci che ogni sera mettiamo sul calendario indicano quanto manca all'arrivo di papà?- i suoi occhi brillavano di gioia, era felice.
 
-Si amore, fra quattro giorni il tuo papà uscirà da Azkaban e sarà di nuovo libero...ma- non riuscii a finire la frase che Alya si alzò e iniziò a saltare sul lettone urlando di felicità che il suo papà sarebbe tornato. Il mio viso si fece più scuro. E se Draco una volta libero avesse deciso che di noi non gliene fregava niente io come lo avrei detto ad Alya che ora era così contenta? le avrei spezzato il cuore. Ma non potevo essere triste ora. Ma forse era meglio avvertirla prima che c'era questa possibilità.
 
-Alya torna seduta che ti devo dire un'altra cosa.- Lei ubbidiente, si sedette e mise il serpente in braccio a me. -Piccolina, non è detto che papà torni qui con noi. Non sappiamo cosa gli è successo in questi anni. Non posiamo saperlo perché non ci danno sue notizie. Potrebbe anche essere diventato pazzo, o aver perso la memoria, mi spiace piccina, ma non essere così felice, è tutto ancora un punto interrogativo. Lo sapremo fra quattro giorni quando andrò a prenderlo.-
 
-Ma io vengo con te vero mammina??- mi guardava con il suo visino dolce e con gli occhioni da cucciolo. Non riesco a dirle di no quando fa così.
 
-Se fai la brava si. Però mi devi promettere che mi aspetterai fuori, non è posto per i bambini quello, ok?-
 
-Promesso mammina! ma dobbiamo anche andare a comprare qualcosa per papà. posso fargli un regalo? ti preeeeegoooooo maaammiiinaaaaa-
 
-e va bene piccola peste, puoi portargli un regalo, ma solo se fatto da te! ha più valore.-
 
-un bel disegnooo siiii- e Alya iniziò a saltellare sul letto tutta felice. Fino a quando ad un certo punto non si fermò di colpo. -Mamma, ma allora se papà torna a casa io non posso dormire più con te e quindi mi devi comprare una stanza tutta per me, vero?- non lo stava dicendo con aria triste, ma la sua era una semplice constatazione... e in effetti aveva ragione. Ma meglio aspettare.
 
-Poi si vede diavoletta, ora fila in bagno a lavarti i denti e poi andiamo tutte e due a nanna. E' tardi.-
 
 
E mentre Alya correva scalza in bagno io con un colpo di bacchetta incorniciavo la foto di Draco che avevo dato ad Alya e segnavo una croce nera sul calendario. Ora si che eravamo pronte a dormire.
 
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I tre giorni successivi volarono in fretta. E la mia confortevole casetta si ritrovava con colori, matite e pennarelli sparpagliati da tutte le parti. Alya aveva preso sul serio la questione del disegno. E non sembrava particolarmente sconvolta dal fatto che avrebbe potuto vedere suo padre per la prima volta in vita sua e sempre nel giro di cinque minuti essere bellamente rifiutata come figlia. Io ero agitatissima, ma cercavo di nasconderlo, non volevo pensare al giorno dopo. Era troppo vicino.
All'alba delle dieci di sera mi alzai dal divano per andare in cucina a vedere se Alya stava ancora disegnando. La trovai con la testolina ricciuta appoggiata al tavolo che dormiva profondamente, un pastello ancora nella mano destra chiusa a pugno e una gomma da cancellare nell'altra. In quel momento provai un moto di tenerezza incredibile.
 
La sollevai piano piano e la misi nel lettone al calduccio. Sorrideva! Tornai in salotto e sistemai i colori e tutte le altre cose sparse sul tavolo. Presi in mano il disegno e rimasi sorpresa. Alya aveva disegnato noi due con Draco in una casetta in riva al mare e un cagnolino tutto nero. Che disegno tenero!! Lo rimisi sul tavolo e mi avvicinai al calendario. Misi l'ultima croce su di esso e mi misi a letto accanto la mia bimba. Mi sentivo agitata. Da domani la mia vita sarebbe cambiata, o in meglio o in peggio. E insieme alla mia anche quella di mia figlia. Del mio tesoro più prezioso. Decisi di non pensarci più e mi addormentai semi beata coccolata dal tepore del letto.
 
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Angolo dell'autrice:

Salve mie care! :)
Questa storia non sarà molto lunga, saranno al massimo cinque - sei capitoli.
Pubblicherò una volta alla settimana, possibilmente di mercoledì.
Spero che sia di vostro gradimento!
Al prossimo capitolo
Nikyblack

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Capitolo 2
*** Si va ad Azkaban ***


madre bambina 1


Si va ad Azkaban

 

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L'indomani mattina sembrò arrivare in un attimo. La sveglia suonò alle sei ed Hermione allungò la mano per spegnerla e non fare svegliare Alya. Cosa difficile visto che la bambina era già in piedi accanto al letto che guardava la madre con sguardo severo
 
-Forza mammaaaaa, alzatiiii! Dobbiamo andare da papà!! Muovitiiii- e così dicendo cercava di tirare la madre dal braccio. Hermione lanciò un'occhiata alla sveglia credendo di aver visto male l'orario. Sgranò gli occhi e guardò di nuovo la figlia
 
-Amore, sono solo le sei del mattino. Torna a letto, non andremo da papà prima delle 10. Lo lasciano alle 11.-
 
Alya mise su il broncio e se ne andò di la in cucina. Hermione sorrise e si alzò dal letto. Era decisamente agitata. Aveva un paura matta di un rifiuto da parte di Draco, o peggio ancora del fatto che lui avesse dimenticato tutto. Si ripromise di non piangere perché doveva essere forte per Alya.
 
Si diresse in cucina sbadigliando e vide la figlia seduta al tavolo con i colori ancora in mano e un foglio bianco davanti a se.
 
-Alya vuoi il latte o il succo di frutta?-
 
-non ho fame mammina, mi fa male la pancia. E poi devo fare un altro disegno al papà. Se no come fa a capire che gli voglio bene?-
 
Hermione sorrise dandole un bacio sulla testolina boccolosa e preparandosi un caffè moooolto forte. Quel giorno sarebbe stato lungo. Non sapeva come dire a Draco di avere una figlia. Quando stavano insieme non ne avevano mai discusso. Gli sarebbe piaciuto?
 
I suoi pensieri vennero interrotti dallo squillo del telefono. Chi diavolo poteva chiamare alle sei e mezza del mattino si chiese Hermione mentre andava a rispondere.
 
-Pronto?-
 
-Herm? Allora sei già alzata. Pensavo di svegliarti. Menomale. Come stai?-
 
Hermione corrugò la fronte. E chi altri poteva chiamare a quell'ora del mattino se no la sua pazza Ginny??
 
-Ginny tutto bene, sono solo un poco agitata. L'altro giorno ho parlato ad Alya di suo padre e l'ha presa bene, non vede l'ora di vederlo. Ma scusa un attimo...che ora sono là in America?-
 
Non finì nemmeno di formulare la frase al telefono che sentì suonare il campanello. Sempre più scombussolata si diresse alla porta e non fece in tempo ad aprirla che questa si aprì da sola rivelando l'esile figura di Ginevra Weasley dall'altro lato.  La ragazza le corse incontro e l'abbracciò forte.
 
Hermione era decisamente sconvolta. Si era vista arrivare l'amica letteralmente in braccio.
 
-Ma scusa, tu non dovresti essere in America con quel gran pezzo di figo di Nicholas?-
 
-Ciao Herm, anche io sono contenta di vederti e si grazie sto bene. Dov'è il mio diavoletto?- Disse la rossa sorridendo. Non ci fu bisogno di risposta perché Alya arrivò correndo e si buttò in braccio alla zia.
 
-Ziaaaaa! Sei tornataaa! Che bellooo!- e nel frattempo riempiva di baci la zia. -Cosa mi hai portato?-
 
-Tante belle cose piccina mia. Andiamo di la che te le faccio vedere.-
 
Hermione sorrise e si decise a chiudere la porta che era rimasta aperta. Andò di là e trovò le due sul divano con un sacco di pacchi usciti da non si sa dove. Decise che avrebbe approfittato dell'arrivo di Gin per sistemarsi un poco le idee e per decidere cosa fare esattamente. Si diresse in camera e si sedette sul letto rigirandosi fra le mani l'anello che portava appeso al collo. Nel frattempo venne raggiunta da Gin.
 
-Ho lasciato Alya di la con le cose che le ho portato. Mi sa che la vizio troppo- Sorrideva e dai suoi occhi si vedeva quanto tenesse alla bambina. -Sono tornata perché non potevo lasciarti affrontare questo giorno da sola, comunque vada a finire. E poi ho anche lasciato Nicholas, troppo bambino, voleva impedirmi di venire qui perché voleva passare tutto il giorno a rotolarsi sul letto con me. Idiota.-
 
Hermione scoppiò a ridere. Sapeva com'era fatta Gin. Non le si poteva impedire di fare nulla, quel Nicholas non aveva capito nulla di lei se ci aveva solo provato.
 
-Grazie Gin, con te qui so che posso farcela. Ho una paura folle di scoprire che ha scordato tutto, che non si ricorda, che è uscito di testa o che semplicemente non vuole più avere nulla a che fare con me, con noi.- Hermione, contro tutti i suoi buoni propositi si mise a piangere sommessamente.
Gin le si sedette accanto e l'abbracciò.
 
-Se pensa solamente di dire che non gliene frega niente di voi dopo tutto quello che tu hai passato in questi anni gli spacco io la faccio con uno schiantesimo, o meglio ancora con uno dei miei potentissimi pugni. Deve solo provarci a farvi soffrire ancora- 
 
-Hai visto Alya quanto è contenta? Quando gli ho raccontato di Draco non vedeva l'ora di conoscerlo, gli ha persino fatto un disegno. E le ho promesso che oggi verrà con me.- Hermione sorrise e si asciugò le lacrime. Aveva un sacco di cose da fare prima di uscire di casa. Gin tornò di là da Alya ed Hermione andò in bagno a farsi una doccia.
 
Alya era sdraiata sul tappeto e stava disegnando. Gin si sporse sopra la bimba per guardare cosa disegnava. Sorrise vedendo le sagome di due persone che si abbracciavano. Una era grande e aveva i capelli, se così si potevano chiamare quei ciuffi colorati, biondi e l'altra era più piccina ma sempre bionda.
 
-Alya, siete tu e Draco quelli?-
 
-Si zia, ti piace? Lo porto a papà così capisce che gli voglio bene e viene con noi.- Tutto d'un tratto la bimba diventò triste.
 
-Ehi che c'è? Perchè sei triste?-
 
-E se papà non volesse tornare a casa con noi perché vuole avere un'altra famiglia? La mamma ci resterebbe male, e anche io.-
 
-Tesoro, non pensare a queste cose tristi. Vedrai che andrà tutto bene. Che ne dici ora di iniziare a vestirti e di farti trovare pronta dalla mamma? Io intanto do una sistemata alla casa che sembra essere passato un uragano, anzi due- disse Gin dandosi un'occhiata tragica in giro. La bimba rise e corse in camera sua per vestirsi.
 
Hermione intanto, dopo essere uscita dalla doccia, era in piedi davanti all'armadio aperto e decideva cosa mettersi. Non voleva sembrare troppo elegante e nemmeno troppo trasandata. Voleva fare di nuovo colpo su di lui. Decise di indossare i suoi jeans chiari, con un maglione verde bottiglia con lo scollo a barca e di sopra un giacchino nero tanto per non sentire freddo. Optò per le scarpe da ginnastica perché erano più comode, aveva sempre odiato le scarpe con il tacco. Si mise una fascia dello stesso colore del maglione fra i capelli e si guardò allo specchio. Si piaceva. Si rimise l'anello appeso al collo e prese le sue cose mettendole nella borsetta. Aprì il suo cassetto e prese una foto di Alya. Almeno in caso poteva lasciarla a Draco. Ok, era pronta. Ora doveva solo fare preparare la bambina.
 
Uscendo dalla stanza vide Gin che con decisi colpi di bacchetta sistemava tutta la casa. Era davvero unica quella ragazza, sapeva sempre fare le cose giuste al momento giusto, come essere lì con loro. Si diresse nella pseudo camera di Alya. Era una stanzetta con un armadio, un tavolo con la sedia imbottita e un divano posto davanti il balcone. Alya non stava mai in quella stanza. Dormiva sempre con lei, ecco perché non c'era un letto, e quelle volte che Gin rimaneva a dormire da loro dormivano tutte e tre nel lettone.
 
Entrando vide Alya già vestita e pronta che si stava mettendo le scarpe. Si era messa un vestitino rosso con le maniche lunghe a palloncino, la calze pesanti e le scarpette rosse. Sulla testa, messo un poco a caso un fiocchetto rosso, regalo di Natale da parte dei signori Weasley. Quando si accorse della presenza della madre la bambina si girò a guardarla e sorrise.
 
-Visto mamma sono già pronta, possiamo andare ora?ti pregooooo-
 
-Ma sono ancora le nove piccina, è presto. Fra un'oretta andiamo.-
 
-uffa sei cattiva. Ma viene anche la zia con noi vero?-
 
-Certo che viene. Non ti dimenticare i disegni mi raccomando.-
 
Alya annui correndo in cucina per prenderli.
 
Gin nel frattempo aveva rimesso a posto tutta la casa e aveva anche pulito. Ora era seduta sul divano con in mano un bicchiere di succo di frutta ghiacciato. Herm entrando nella stanza sorrise e si sedette vicino a lei.
 
-Grazie Gin per tutto.-
 
-Ma figurati! Per gli amici questo e altro.- Le due ragazze si sorrisero, poi la rossa tornò seria.
 
-Senti Herm, devo dirti una cosa importante. Ieri sera mi è arrivato un gufo di Ron- La mora si irrigidì a sentire pronunciare quel nome, ma Gin continuò lo stesso a parlare. -Mi diceva che Harry- altro irrigidirsi dell'amica - è stato nominato capo degli Auror e spesso si trova ad Azkaban per motivi di lavoro. Quindi oggi potresti anche incontrarlo. Volevo avvisarti così in caso sei preparata.- Hermione sospirò e si mise a fissare un vaso poggiato sul tavolino accanto a loro. -Come pensi di comportarti se lo dovessi incontrare?-
 
-Non lo so Gin, mi hanno fatto molto male lui e Ron. Non li ho ancora perdonati di avermi abbandonata dopo la nascita di Alya, non hanno mai risposto alle lettere e non hanno mai voluto conoscerla. Erano i miei migliori amici e mi hanno voltato le spalle proprio quando avevo più bisogno di loro. Non mi sembra di averlo meritato. Non così tanto almeno. Se lo dovessi incontrare lo ignorerò. O farò finta di non conoscerlo.-
 
-Maaaaaaaammmmaaaaaaaaaaa! Sono le 10. Muovetiviii-
 
Le due ragazze sorrisero e si alzarono dal divano. Dopo aver preso cappotti, sciarpe, e quant'altro, uscirono di casa e si diressero in un vicolo isolato dietro casa.
 
-Alya vieni in braccio a mamma. Ora ci smaterializzeremo davanti Azkaban. Mi raccomando stai buona fino a quando arriviamo.- così dicendo prese la bimba in braccio e dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno fece un elegante giro su se stessa e si smaterializzò. Due minuti dopo Ginny fece la stessa cosa.
 
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Si materializzarono davanti un possente edificio dalla forma di un castello posto su un isola al centro del mare. Hermione posò la figlia a terra che si guardò attorno estasiata. Lei adorava il mare.
 
-Mamma è bellissimo qui, c'è tanto mare.-
 
-Si amore, ma è un posto brutto, non bello, ci sono delle creature che risucchiano tutta la felicità. Per questo non voglio che entri, chiaro? Rimarrai qui fuori con la zia Gin mentre io entro là dentro.-
 
-No io voglio venire con te. Voglio vedere papà. Voglio dargli il mio regalo. Fammi venireeee.- e scoppiò a piangere. Ad Hermione si strinse il cuore a vederla così, ma non voleva che mettesse piede dentro quelle mura piene di dissennatori, aveva paura per lei.
 
-Tesoro, se ti succedesse qualcosa là dentro non lo potresti vedere lo stesso il tuo papà. Ascoltami.-
 
La bimba tirò su col naso e annuì. A quel punto intervenne Ginny.
 
-Herm guarda che possiamo entrare. Almeno fino alla sala d'attesa. Lì non ci sono dissennatori, mi sono informata, stai tranquilla.-
 
-oh, e va beh andiamo, ma non devi perdere di vista Alya nemmeno un momento, o passerai il resto della tua giovane vita a scappare da me.- Gin annui preoccupata e dopo aver dato la mano alla nipote di incamminarono verso l'entrata. Un enorme portone di metallo si stagliava davanti a loro. Hermione bussò e questo si aprì cigolando per farle passare. Camminarono per un corridoio stretto e poco illuminato e arrivarono in una saletta con delle sedie dall'aria molto scomoda. Alya si guardò intorno e si strinse di più alla zia. Nel frattempo arrivò un Auror e si presentò come Mark. Lui ed Hermione iniziarono a parlare e dopo poco Herm si rivolse alle altre due nella stanza.
 
-Io vado. Devo parlare con il direttore di qui. Voi aspettatemi qui e tu, Alya fai la brava e stai tranquilla. Tornerò vittoriosa.- e si chinò a dare un bacio alla figlia.
 
-Mamma!- la chiamò mentre se ne stava per andare -Dagli questo così si convince. Io gli do l'altro dopo quando tornate.- Hermione prese il foglio con le due figure abbracciate e sorrise alla figlia mentre usciva dalla stanza da una porticina laterale.
 


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Draco POv
 
Sono passati sei anni da quando mi hanno chiuso qui dentro, escludendomi dal mondo reale. Non ho più avuto nessuna notizia di quello che succede fuori da queste mura, di come stanno le persone a me care. Sono solo, io e i miei pensieri. Pensieri che non sono mai allegri, pensieri pieni di odio verso chi ha deciso della mia vita, pensieri pieni di rimorsi, pensieri rivolti alla mia vita fuori di qui. Ormai mancano poche ore al mio reintegro nel mondo vissuto. Cosa mi aspetta una volta fuori di qui? Una società che continuerà a vedermi come quello che in fondo non sono mai stato, un mangiamorte. Una società che eviterà ogni contatto con me, per paura di macchiare il proprio nome del fango che mi porto addosso. Nessuno guarderà oltre l’apparenza. Nessuno mi aspetterà fuori di qui. Sono passati sei anni da l’ultima volta che ho visto quegli occhi dorati, occhi che mi hanno perseguitato tutte le notti, che mi accusavano, che mi rimproveravano di averla abbandonata. Hermione. Dopo sei ani si sarà rifatta una vita, sarà sposata e magari avrà anche dei figli. Sicuramente con Lenticchia. Mi avrà del tutto dimenticato. Come è giusto che sia. Lei merita di meglio, lei merita IL meglio. Cosa avrei da offrirle io? Mi hanno sequestrato tutto, non mi è rimasto più nulla. La prima cosa che farò appena messo piede fuori di qui sarà andarmene via, rifarmi una vita dove non mi conosce nessuno, e non ci sono ricordi legati a lei, lei che mi ha insegnato cos’è l’amore, cosa vuol dire vivere la vita. E’ appena passato il direttore di questo posto infernale, un’ora e sono libero, gli ho chiesto se mi è possibile utilizzare un bagno per darmi una lavata e per rendermi presentabile. Per chi poi? Non lo so, mi ha sorriso e mi ha detto che una guardia mi porterà le mie cose e mi accompagnerà. Finalmente potrò farmi la barba, mi da un fastidio enorme averla così lunga, è quasi un mese che non mi è concesso farla. Sembro uno di quei barboni che vedevo sempre alla stazione di King’s Cross e che mi facevano ribrezzo. Com’è ironica la vita eh!
Mentre mi dirigo al bagno accompagnato da questa guardia incrocio Potter, vestito elegante, pettinato e profumato, Da quello che ho capito dai discorsi dei secondini è diventato il nuovo capo degli auror e per questo è sempre a gironzolare qui intorno. Mi vede e mi si avvicina con un sorriso beffardo in faccia.
 
-Ma guarda un po’ chi si vede, Malfoy. Non ti avrei mai riconosciuto così elegante, direi che il tuo è un abbigliamento adatto al tuo stato sociale, non trovi?- e scoppiò a ridere. Io mi ripromisi di non dargli retta, era inutile metter su una rissa quando mancava meno di un’ora alla mia uscita. Continuai a camminare, seguendo il secondino fino a quando Potter non parlò di nuovo.
 
- Che fai, Malfoy, scappi? Sei diventato un codardo ora? O hai solo fretta di uscire di qui? Per cosa poi, nessuno ti vuole più in questo mondo, sei un rifiuto della società ormai, faresti meglio a rimanere qui dentro.- e se ne andò, non sapendo – o forse si – di aver fatto più male con quelle parole che se non mi avesse tirato un pugno in pieno stomaco. Mi aveva buttato addosso una verità che non volevo sentire, che mi rifiutavo di credere, ma della quale, nel profondo, ero consapevole. Ero solo un rifiuto umano, nessuno mi avrebbe aspettato lì fuori, non avevo nessuno.
 
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Seguì la guardia per corridoi bui e freddi, salimmo di qualche piano ed infine arrivammo davanti una porta di legno lucido. La guardia mi disse di aspettare li fuori che il direttore era impegnato, ma appena libero mi avrebbe ricevuta. Mi sedetti su una sedia che aveva sicuramente visto tempi migliori e aspettai. Dopo pochi minuti la porta si aprì facendone uscire una delle ultime persone che avrei voluto vedere in un momento come quello, Harry Potter. Vedendolo mi si chiuse lo stomaco, ma mi alzai mostrando il mio sguardo più orgoglioso e lo fronteggia, aspettando che facesse una qualche mossa.
 
- Ma guarda un po’ chi si vede in giro, quella che un tempo era come una sorella per me. Che piacere rivederti, Granger.- lo disse con un’espressione talmente fredda e distaccata che dopo anni riuscì ancora a ferirmi. Decisi di provare per una strada semi amichevole:
 
- Harry, spero vorrai scusarmi ma devo discutere di cose importanti con il direttore. – cercai di scansarlo per arrivare alla porta, ma mi prese dal polso e mi avvicino a sé:
 
- Sei qui per lui, vero? Ma non ti vergogni, non hai un minimo di orgoglio? Prima ci abbandoni per mettere al mondo il figlio del demonio e adesso corri da lui? -
 
Il mio ceffone lo colpì in pieno volto, era furibonda con lui, ma come si permetteva??
 
-Non osare più dire una sola parola su mia figlia e su Draco, tu…tu…tu….ma come osi? Non puoi giudicarmi, sparisci dalla mia vista, ORA – e detto questo gli diedi le spalle e dopo aver preso un bel respiro per calmarmi bussai alla porta.
 
-Avanti!- Entrai in quella stanza con un’aria talmente tranquilla e rilassata che era facilmente riconoscibile come falsa.
 
- Buongiorno Direttore, sono venuta a prendere il Signor Malfoy, dovrebbero essere rilasciato a momenti, se non sbaglio. – Il mio tono era sicuro e non faceva trasparire nemmeno un poco dell’agitazione che provavo in quel momento, ed era veramente tanta.
 
-Buongiorno a lei, Signorina Granger. Ero sicuro che oggi l’avrei vista, ma si accomodi, prego. Il Signor Mallfoy verrà rilasciato stamattina, il tempo delle ultime scartoffie e di darsi una sistemata. –
 
Avrei voluto chiedergli di più, volevo sapere come stava, volevo sapere un miliardo di cose, ma i miei pensieri vennero interrotti dalle parole del direttore, che evidentemente doveva aver letto sul mio viso i miei timori.
 
-Non si preoccupi, il Signor Malfoy sta bene, non è stato a contatto con i dissenatori, se non per brevi periodi, come mi era stato richiesto da Silente, non lo sapeva? Credevo il Signor Potter l’avesse avvertita di stare tranquilla.- A quelle parole non sapevo se essere principalmente contenta o incazzata nera. Harry lo sapeva, mi ha fatto stare in pena tutti questi anni quando poteva alleviare la mia preoccupazione. Ero delusa e amareggiata, ma subito realizzai che Draco almeno stava bene, non era stato costretto a rivivere i momenti orrendi della sua giovinezza. Ero al settimo cielo.
 
-La ringrazio per questa rassicurazione, non ne ero al corrente. Ma non posso che esserne felice.-
 
-Lo immagino, e ora, se vuole seguirmi la accompagno personalmente dal suo ragazzo.-
 
Il mio ragazzo, oddio come suonava strano sentirlo dopo tanti anni detto da una persona estranea. Mi alzai e lo seguii timorosa, con il cuore che batteva a mille. Camminammo per svariati minuti fino ad arrivare ad una porta nera, di pesante metallo. Era lontana dalle altre celle delle prigione, più isolata, ma lo stesso tremendamente tetra. Il Direttore bussò e poi fece scattare la pesante serratura, aprendo un poco la porta e facendo un passo avanti parlò: -Signor Malfoy, ha una visita. Quando ha finito, le riconsegnerò la bacchetta e le farò firmare le ultime carte.- Arretrò e mi fece segno di entrare. Presi un bel respiro e mi feci avanti.
 
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Draco POv
 
Sono tornato di nuovo in quella che per sei lunghi anni è stata la mia cella e la mia casa. Ora sono di nuovo presentabile, mi hanno tornato i miei vestiti e i miei oggetti, tutti messi in uno scatolone poggiato sulla sedia. Mi ci avvicino e guardo dentro, mi fa uno strano effetto rivedere quelle cose e vengo assalito dai ricordi: la conchiglia che ho raccolto a mare durante la nostra stupenda vacanza estiva, il fiocco che legava i suoi morbidi capelli la prima volta che abbiamo fatto l’amore a Hogwarts, e il regalo che mi aveva fatto il nostro ultimo natale, un boccino in miniatura che solo io potevo aprire e che racchiudeva al suo interno una nostra fotografia. Me lo aveva regalato per darmi forza durante le riunioni con i mangiamorte, per ricordarmi che lei era sempre accanto a me, per gli altri era un comune boccino, ma per me no. Infondo chi si sarebbe stupito di trovarmi un boccino in tasca? Erano tutti oggetti facilmente nascondibili. Non ebbi il tempo di aprirlo che sentì bussare alla mia porta, che subito dopo venne aperta, permettendo alla figura del direttore di farsi avanti. Finalmente ero libero!
 
-Signor Malfoy, ha una visita. Quando ha finito, le riconsegnerò la bacchetta e le farò firmare le ultime carte.-
 
Eh?? Una visita? Ma se non ne ho mai potute ricevere. La mia faccia stranita lo fece sorridere e si tirò indietro, incoraggiando un’esile figura accanto a se a farsi avanti. Ero curioso, che fosse mia madre? In fondo era l’unica che a parer mio potesse aspettare il mio ritorno. Aspettai impaziente che si facesse avanti, fino a quando qualcosa colpì il mio olfatto. Odore di gelsomino. Solo una persona poteva avere quel odore.
Lei. Lei che aveva occupato i miei pensieri ogni santo giorno, lei che era stato il mio appiglio ma anche il mio peso attorno al collo mentre il tempo passava e io cadevo sempre più giù. Possibile che fosse proprio lei e non solo uno scherzo del mio cervello che aveva un disperato bisogno di vederla?

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Angolo dell'autrice:

Eccomi qui con il secondo capitolo! Spero che la storia vi stia piacendo.
Vorrei ringraziare tutti quelli che la stanno leggendo e quelli di voi che l'hanno inserita tra le
seguite e le preferite :) e soprattutto un saluto a Fletus Chattongue che ha lasciato un commento!
Ci rivediamo con il prossimo capitolo!
Un bacio

Nikyblack

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Capitolo 3
*** Giocarsi il tutto per tutto ***


madre bambina 1


Giocarsi il tutto per tutto

 
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Entrai a piccoli passi, avevo paura, oltre che una voglia matta di vederlo e poterlo abbracciare. Una volta dentro la stanza rimasi a fissarlo. Era cresciuto, ovviamente. Il suo viso aveva perso i tratti da ragazzino, era molto più duro e provato, quasi sciupato. I capelli erano lunghi, ma raccolti in maniera ordinata in un’elegante coda dietro le spalle, i suoi occhi erano spenti, non sembrava nemmeno lui. Per un attimo ebbi paura che non mi riconoscesse, che la vita non fosse più dentro di lui, così mi avvicinai e lo chiamai piano.
 
-Draco.- La mia voce tremava, ma il mio sguardo era deciso.
 
Era davvero lei, era davvero davanti a me, stavolta non stavo sognando, se avessi allungato una mano avrei potuto toccarla, ma avevo lo stesso paura. Il fatto che fosse qui poteva voler dire qualsiasi cosa. Sentire il mio nome pronunciato da lei mi provocò dei brividi e mi costrinsi a chiudere gli occhi per nasconderle il mio turbamento. Poi aspettai che palesasse le sue intenzioni. Dio com’era bella, lo era molto più di come la ricordassi io, era proprio cresciuta bene adesso, aveva qualcosa di molto più femminile”
 
Ero titubante, non sapevo esattamente cosa dirgli, avevo paura di scegliere le parole sbagliate, paura di vedermi rifiutata. Presi coraggio pensando a mia figlia e parlai per prima:
 
- Finalmente posso rivederti, sono sei anni che immagino questo momento e non aspettavo altro. – Chiuse gli occhi mentre parlavo ed ebbi paura che non volesse vedermi.
 
-Non aspettavi altro?-  Draco aprì gli occhi all’improvviso e li fisso nei miei, potei così vedere un guizzo attraversarli, ma non lo seppi decifrare. Sembrava attendere la mia risposta molto impazientemente.
 
- Si -
 
- Perché sei qui Hermione? – “Fu la paura a farmi porre quella domanda a fil di voce, quasi sussurrata per paura che scoppiasse a ridere dicendomi che era solo venuta a prendermi per il culo, che era tutto uno stupido scherzo ideato da Potter e che a lei di me non gliene fregava nulla perché ormai aveva una famiglia, un marito, ed io ero solo stato uno sbaglio.”
 
- Sono venuta per portarti a casa con me. -
 
“Quella frase così decisa mi arrivò dritta al cuore, in un attimo mi ridiede la speranza di una vita diversa da quella che mi aveva prospettato Potter solo un’ora prima e alla quale avevo profondamente creduto. La guardai e il suo sorriso sciolse immediatamente il gelo che in quei sei anni si era riformato attorno al mio cuore. Fu uno scatto e l’afferrai stretta a me, la stringevo con tutte le forze, come se da un momento all’altro potesse andarsene via e farmi ripiombare nel buio, lei è la mia luce.”
 
Mi ritrovai fra le sue braccia in pochissimo tempo, mi stringeva così forte che sentivo le mie ossa scricchiolare, ma non me ne importava nulla, ero felice e avrei voluto che quel momento non finisse mai.
 
- Mi sei mancato- 
“Potevo sentire il suo profumo, il suo cuore che batteva all’impazzata come il mio, e sentii anche le lacrime che piano stavano bagnando il mio maglione.”
 
Mi sollevò il mento con due dita e mi persi in quei due laghi di metallo fuso. I suoi occhi avevano ritrovato quello scintillio di vita che tanto amavo. Avvicinò il suo viso al mio tanto che i nostri nasi si stavano quasi sfiorando.
- Posso?-  Non gli risposi, ma unì le mie labbra alle sue in un contatto agognato per lunghi anni. Fu un bacio dolce e casto, un bacio di ritrovo, che sapeva di mille promesse.
 
“Dopo quelli che a me parvero millenni, Hermione si staccò da me e mi guardò negli occhi. Era così bella, con quegli occhi lucidi e così brillanti. Mi sorrise, e dopo un minuto tornò seria e… preoccupata, forse.”
 
- Draco, ero così in ansia per te. Tutti questi anni senza poter avere nessuna notizia, senza sapere se stavi bene, se ti avessero fatto qualcosa, sono stati una tortura. Ho mandato moltissime lettere al Ministro, al Direttore, per fare in modo che…. -  Le sue labbra tornarono a coprire le mie, mentre le sue mani mi avvicinavano sempre di più e si perdevano nei miei capelli.
 
- Non sei cambiata per niente, Hermione. Continui a straparlare sempre, eh? -
 
Io ebbi la decenza di arrossire, ma gli sorrisi comunque. Ora che lo avevo ritrovato sentivo dentro di me di essere completa, di essere in pace con me stessa. Avevo ritrovato Draco, e tutto il resto del mondo scompariva davanti a lui. Ma ancora avevo una questione da risolvere. Dovevo dirgli che era diventato padre, che aveva una figlia. E che figlia!! La paura tornò a impossessarsi di me e mi feci forza per continuare a parlare senza lasciare trapelare le mille emozioni dentro di me. Ma prima che io potessi aprire bocca, fui preceduta dalle sue parole:
 
- Hermione. Sono passati sei anni da quando mi hanno chiuso qui dentro, credevo che ormai ti fossi rifatta una vita, che ti fossi sposata e formato una famiglia. Non osavo sperare di trovarti ad attendermi alla mia scarcerazione. Potter mi aveva fatto capire che non ci sarebbe stato nessuno per me, e gli ho creduto, era normale che io lo facessi. In fondo ho sempre pensato che tu meritassi di meglio che un reietto umano. -
 
- Lascia perdere tutto quello che ti ha detto Potter e tutte queste cretinate. Sono qui Draco, sono qui solo per te. -
 
- Lo so, e tu sei fantastica, sei così perfetta, potresti avere tutti gli uomini ai tuoi piedi, chi te lo ha fatto fare di aspettare me? Cos’ho io da offrirti Hermione? Ormai non possiedo più nulla, il mio nome è ricoperto di fango, ti trascinerei giù nel baratro con me. Nessuno vorrà mai dare un lavoro, una possibilità ad un Malfoy, come farò a darti tutto quello che ti meriti?-
 
-Oh Draco!-  e mi buttai fra le sue braccia venendo subito ricambiata dalle sue forti braccia che si stringevano attorno a me. – Io ho già tutto quello che mi serve, ho te e …- Ma mi bloccai, come glielo dovevo dire? Mi guardava perplesso, si aspettava che continuassi la frase, e così mi decisi a dirgli tutto.
 
- Draco, io c’è una cosa che ti dovrei dire. Possiamo sederci un attimo sul letto? –
 
“Hermione all’improvviso è diventata più distaccata, riesco a leggere nel suo sguardo esitazione e paura. Cosa la turba? Che centri Potter? Prima ha pronunciato il suo nome con tanto astio. Cosa diamine è successo in questi sei anni? Che sia colpa mia? Che sia stata allontanata da tutti a causa mia? Ma nessuno sapeva di noi, non mi torna qualcosa.”
 
Una volta seduti sul letto poggio il foglio che tengo fra le mani e mi giro a guardare Draco negli occhi. Lui mi incoraggia con gli occhi a continuare, è in attesa e sembra parecchio nervoso. Come me, dopotutto.
 
- In questi sei anni che siamo stati separati, non sono stata del tutto da sola. Ho avuto vicino a me una persona che mi ha aiutato ad andare avanti, che mi ha dato forza nel momento della nostra separazione, mi ha spinta a reagire e a non buttarmi giù, perché non me lo potevo permettere, perché dovevo pensare a lei prima che a me.-
 
Fui bruscamente interrotta dalla voce, alquanto irritata, di Draco: - Chi è lui? –
 
Stavo ribollendo di rabbia. C’era stato un altro accanto a lei. Sentivo il mio stomaco contorcersi, la rabbia montare dentro di me. Me lo dovevo aspettare. Devo sapere il nome, in modo da potermi occupare di lui appena uscito di qui, Hermione è solo mia, come si è permesso??  E cos’è che ha detto Hermione? “Dovevo pensare a lui prima che a me” Io gli spezzo la bacchetta a questo mago da strapazzo…
I miei pensieri furono interrotti dalla sua voce
 
- Alya -
 
- Alya? – il mio sguardo perplesso la fece sorridere. Ma Alya non è un nome femminile? Che Hermione avesse preferenze di cui io non ero a conoscenza?
 
- Si, Draco, Alya…… nostra figlia- Il mio cuore si fermò per la sorpresa, ha veramente detto quello che io penso di aver sentito?
 
- nostra… cosa?? - Ero troppo scioccato per poter formulare una frase di senso compiuto. Il mio cuore aveva perso qualche battito, sentivo dei brividi per tutto il corpo, ma non era freddo. Ero raggelato da quella notizia così... inaspettata? inattesa?”
 
- Abbiamo una figlia, Draco. Ho scoperto di essere incinta dopo la tua incarcerazione, ho provato a fartelo sapere ma non mi hanno permesso di dirtelo. Non me la sono sentita di dover rinunciare anche a lei, così ho portato avanti la gravidanza. Mi ha dato forza sapere che almeno così una piccola parte di te mi è sempre stata vicina in questi anni. -
 
Mentre parlavo lui si era alzato dal letto, e ora mi dava le spalle, guardando fisso il muro di fronte a noi. Vedevo le sue mani strette a pugno, segno che era arrabbiato, molto arrabbiato e decisi di continuare a parlare di Alya per fargli accettare l’idea.
 
- È uguale a te, gli stessi capelli biondi ma con i miei boccoli, gli stessi tuoi meravigliosi occhi. È una bambina molto vivace, non sta mai ferma e… - A quel punto mi sono bloccata, l’ho visto scagliare un pugno contro il muro e poi rimanere immobile, fermo in quella posizione, con la testa piegata e il pugno ancora appoggiato contro il muro. Avevo paura, ma mi feci forza e mi alzai anche io. Allungai la mano per poggiarla sopra il suo braccio teso, sentendo tutti i muscoli in tensione. Lo chiamai piano, talmente piano che se non fossimo stati a meno di dieci centimetri di distanza, non mi avrebbe mai sentito.
 
- Draco…. – Avevo paura, ma non di lui, ma di quello che poteva dire, paura per Alya che aveva il diritto di conoscere suo padre e di crescere al suo fianco.
 
- Cosa ti aspetti che dica Hermione? Non ho una casa, non ho un lavoro, non ho un galeone, cosa avrei da offrirle, cosa avrei da offrirvi? Non ho nulla, nulla per cui vale la pena avermi tra i piedi. - La sua voce fredda e tagliente mi fece per un attimo tornare alla mente il vecchio Draco, quello che per i corridoi di Hogwarts mi insultava. Ma sapevo che la sua era solo una maschera per non soffrire, per non farsi ferire dal mondo.    
 
-Smettila Draco. Non me ne frega niente di tutto questo. L’unica cosa di cui Alya ha bisogno è di un padre, ha bisogno di te, di conoscerti, di avere il tuo affetto, di avere il padre che merita. -
 
- Il padre che merita. Bhe, mi sa che non sarò io. Io non so nemmeno come si fa il padre. E’ ridicolo pensare che lo possa addirittura essere, così da un giorno all’altro. -
 
- Che vuol dire questo Draco? – La mia voce tremava, lottavo con le lacrime per non farle scendere e per mantenere un briciolo di orgoglio. Non volevo pensare che mi stesse dicendo che non ne voleva sapere nulla di noi, che non voleva conoscere sua figlia.
 
“Ero confuso, non sapevo cosa dire. Avevo una figlia. Io, Draco Malfoy, ero padre. Come mi sento? Non lo so. Paura. Sono paralizzato dalla paura. Cosa si aspetta Hermione ora? Crede davvero che io possa farcela? Che possa di punto in bianco mettermi a fare il padre? Sono davanti a lei e le do le spalle, ho appena tirato un pugno contro il muro. Cosa ho io da offrire a loro? non ho soldi, non ho proprietà, non ho nemmeno un dannato lavoro e nemmeno la possibilità di trovarlo, nessuno assumerà mai un ex Mangiamorte. Mi sento confuso, non so cosa dirle, cosa pensare. Come si fa il padre? nessuno me lo ha mai insegnato, non ho avuto un esempio da seguire. La paura mi paralizza, e poco a poco sento anche arrivare la rabbia
 
- Che io non posso farle da padre. Come puoi pensare che sarò in grado di farle da padre con la reputazione che mi porto dietro? Vuoi che cresca additata da tutti come la figlia di un Mangiamorte? Di un essere che rappresenta il male? Non mi sembra una cosa saggia. - Ero arrabbiato, amareggiato, la mia vita non sarebbe mai stata normale, non potevo permettere che anche la loro lo fosse, loro meritavano il meglio. Non certo vivere al fianco di un Mangiamorte.
 
- So che puoi farlo, sarai un padre esemplare. - Queste parole mi arrivarono dritte al cuore, mi riscaldarono dal profondo, dandomi un senso di passeggero benessere. Abbassai il braccio ancora appoggiato contro il muro e mi girai a guardarla. Aveva gli occhi rossi, si mordeva un labbro per trattenere le lacrime, ma il suo sguardo era determinato, sincero. Lei pensava sul serio che io potessi essere un buon padre, ci credeva veramente. Per la prima volta in vita mia qualcuno aveva fiducia in me, e non un qualcuno a caso, ma Lei, la mia Hermione, la madre di mia figlia. Istintivamente alzai una mano e le accarezzai una guancia, e lei si appoggiò alla mia mano. "
 
- Ho paura di non esserne in grado Hermione, paura che nostra figlia possa crescere odiandomi per essere la figlia di un mangiamorte, la causa che la farà crescere sola e senza amici. -
 
- Alya sa chi sei, sa cosa hai fatto e perchè. Certo ora è piccola e potrebbe non capirlo del tutto, ma appena sarà un poco più grande glielo rispiegheremo e lei capirà. E' molto sveglia per essere una bambina della sua età, secondo me ha già capito ora. Lei ti vuole bene Draco, non le importa di quello che sei stato, lei vuole solo il suo papà. E anche io ti rivoglio a casa. - Capisco la sua paura, scoprire di avere una figlia è una cosa importante, anche la paura di non essere all'altezza di fare il genitore. Io ho avuto nove mesi per abituarmi, lui invece ha solo qualche minuto, qualche ora. Lo osservo che cammina per la stanza e si guarda attorno. Si avvicina al suo letto e prende in mano qualcosa. Io sgranai gli occhi, era il disegno di Alya, me ne ero totalmente dimenticata. Lo avevo appoggiato lì mentre parlavamo.
 
"Presi in mano quel foglio poggiato sul mio letto e lo girai. Rimasi di sasso. Era un disegno. Due figure bionde che si abbracciavano, una grande e una più piccola, attorno tanti cuoricini e una scritta con la matita verde 'al mio papà'. Sentì un dolore al cuore, come una fitta. Lo aveva fatto per me, per il suo papà. Mi voleva bene anche senza conoscermi. E io che avevo anche pensato di abbandonarla. Mi sentii invadere dalla tenerezza e dalla voglia di fare avverare quel semplice disegno che mi stava commuovendo. Sento le braccia di Hermione che mi stringono da dietro e tutte le mie resistenza cadono."
 
 Lo abbraccio forte, lo stringo e gli do un piccolo bacio sulla spalla. Si gira e le sue braccia si stringono a me, un suo bacio fra i miei capelli, lo sento sospirare e poi di nuovo parlare:
 
- Mi sono perso così tante cose in questi sei anni, tutta la tua vita, quella di nostra figlia, la sua nascita, i primi passi, le prime parole, tutte le notti insonni per farla mangiare. Ma se me lo permetterai, Hermione, da ora in poi ci sarò per voi. Non voglio perderti, voglio vederti felice. Appena uscito da qui avrò tutto il mondo contro, mi additeranno, mi guarderanno con odio, mi insulteranno. Ma se voi due sarete al mio fianco supereremo tutto e cercherò di riabilitare il mio nome per voi due. - A sentire queste parole così cariche di significato, sussurate al mio orecchio dalla sua calda voce, mi sentii invadere da una incredibile felicità. Sollevai il viso e lo baciai. Lui rispose al mio bacio, che da dolce iniziò a diventare sempre più appassionato, fino a che lui non si staccò da me.
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E' passato un bel pò di tempo da quando Hermy ci ha lasciato ad aspettarla qui. Per non fare annoiare Alya le ho raccontato il mio ultimo viaggio in America. Di come ho lasciato quell'allocco di Nicholas, anche se non le ho mica detto il vero motivo, è ancora troppo piccola per queste cose! Ora è seduta in braccio a me che mi racconta della scuola e di un suo compagnetto che le fa sempre i dispetti. Sembra tranquilla anche se sta stritolando il suo peluches preferito. E' stato il primo regalo che le ho fatto, un piccolo serpentello bianco. Quando l'ho visto in quel negozio babbano, il giorno della nascita di Alya, non ho potuto fare a meno di pensare che assomigliasse un pochettino a Draco Malfoy, in fondo lui è un Serpeverde biondo! E quel geniaccio di Hermy gli ha anche fatto diventare gli occhi grigi. Mi viene sempre da ridere a pensare a Malfoy come un piccolo serpentello albino stritolato dalle mani pacioccone di una bambina!!!

- Zia Gin, ma il mio disegno piacerà al mio papà, vero? - La guardo e vedo che il suo visino si è rattristato.

- Certo Amore mio che gli piacerà, sei stata davvero brava. - Le sorrido incoraggiante, ma lei è ancora turbata.

- E se non vuole venire a casa con me e la mamma perchè non so disegnare? - Una fitta al cuore mi attraversa, povera piccina, come può pensare che il fatto che non sappia disegnare possa fare allontanare qualcuno da lei. In questo è proprio uguale a sua madre, due insicure croniche:

- Alya, guardami e ascoltami bene. Il tuo papà non deciderà certo solo sul fatto che tu hai fatto un bel disegno o uno brutto. Non conta il saper disegnare per farsi volere bene da una persona, ma il riuscire a far trasparire attraverso il disegno l'affetto che si prova per quella persona. Anche se poi il disegno può non essere bellissimo. E tu, piccola mia, ci sei riuscita. Hai realizzato un disegno dove si capisce tutto l'amore che provi per il tuo papà, e lui sicuramente lo capirà. - Il sorriso che mi fa la mia nipotina mi riscalda il cuore. Ora spero solo che Malfoy si spicci a venire qui a conoscere sua figlia, e non le spezzi il cuoricino... se non sono io che spacco qualche cosa a lui, e non solo la bacchetta! Guardo Alya che corre girando per la stanza facendo volare il serpentello e rido. Sembra che si sia rassicurata un poco.

Ad un tratto la porta dalla quale circa un'oretta fa è sparita Hermy si apre. Alya si ferma al centro della stanza e guarda da quel lato. Mi giro anche io e faccio automaticamente una smorfia. Harry Potter è appena entrato nella stanza, si gira a guardarmi e mi saluta:

- Ginny, quanto tempo! Non sapevo fossi tornata dall'America. - Automaticamente allungo una mano verso Alya, che è rimasta ferma a guardare la scena.

- Sono giusto tornata questa mattina, Harry. Ma non pensavo di doverti informare dei miei spostamenti. Alya, vieni qui! - Quando sento la sua piccola mano nella mia la sollevo e la prendo in braccio. La sento accoccolarsi a me e guardare verso quello che per lei è uno sconosciuto.

- Oh vero,  sei qui per accompagnare la traditrice Granger dal suo Mangiamorte, vero? - Sento salire dentro di me una rabbia enorme, prenderei la bacchetta e lo schianterei se non avessi in braccia la bambina. E credo sia solo un bene che sia andata così. Guardo quel sorriso ironico e quella faccia da schiaffi e mi chiedi come io abbia un tempo potuto amarlo.  Del ragazzo che amavo io ormai non è rimasto più niente, solo quella cicatrice che fa bella mostra di se sulla fronte.

- Zitto! Non ti permettere di insultare così  Hermione e Draco. Abbi almeno la decenza di non farlo davanti ad una bambina. - Stento a controllarmi, nessuno deve insultare Hermione davanti a me, nessuno! Lei è la persona più coraggiosa e forte che io abbia mai conosciuto e  non merita di essere trattata così ingiustamente.

- Bambina Ginny? Quale bambina? Io qui vedo soltanto te e una sporca figlia di Mangiamorte, ma nessuna bambi.... -

SCHIAFF

Questo rumore continua a riecheggiare nella stanza. Non ho resisto, mi sono avvicinata e gli ho tirato uno schiaffo con  la mia piccola mano che a stento ho liberato dal peso di Alya. I miei occhi lanciano lampi di ira. Metto a terra la bambina e mi avvicino di nuovo a lui, che ancora si tiene una mano sulla guancia e mi guarda con odio.

- Non osare alzare le mani su di me Ginevra. -

- Eh no, caro mio. - E qui ho sfoderato la mia bacchetta, al diavolo che siamo ad Azkaban, al diavolo che ci sono miliarde di guardie qui dentro, Harry Potter ha osato passare il segno. - Sei tu quello che non si deve azzardare a fiatare. Non hai nessuno diritto per venire ad insultare gli altri, non hai nessun diritto di prendertela con una bambina che non si piò nemmeno difendere, mi fai schifo Potter. E' una bambina, la vedi?? E' solo una bambina, e non mi sembra che sia tanto diversa da come eri tu alla sua età. Non ha fatto nulla di male, è nata da un amore puro, cosa che tu e tutti gli altri non avete mai voluto vedere, non avete capito. E ora non puoi venire qui a insultare tutta la sua famiglia. Sparisci, prima che decida di fare il bis sulla tua faccia. - e gli punto la bacchetta all'altezza del viso. Ci guardiamo e poi lui mi da le spalle,e si dirigge verso l'uscita.

- Un giorno capirai Ginny che lei per tutti sarà solo e sempre la figlia di uno sporco Mangiamorte e di una traditrice. -

Se ne è andato. E io mi sento svuotata, a pezzi. Abbasso la bacchetta e sospiro, un singhiozzo attira la mia attenzione. Mi giro e vedo Alya rannicchiata su una sedia che piange, le piccole spalle che si alzano e si abbassano  convulsamente, la testolina nascosta in mezzo alle gambe e il fido serpente stretto in mano. Guardandola sento invadermi dalla tristezza.  Mi avvicino e mi siedo accanto a lei, le accarezzo la testolina boccolosa e le do un bacio. Appena alza il visino verso di me vedo i suo occhi colmi di tristezza e lacrime. La prendo in braccio e la stringo forte, cercando di calmarla.

- Piccola mia, devi stare tranquilla andrà tutto bene, non piangere, fra poco tornerà la tua mamma. -

- Quel tipo... sniff... è cattivo... ha insultato il mio papà.. sigh.. e anche la mia mammaaa... sniff... e non mi piace... - Sorrido intenerita e le do un altro bacio.

- Alya, non importa se lui ha insultato i tuoi genitori, non conta nulla quello che dice lui, conta solo quello che pensi tu di loro. Non fare caso alle parole della gente, spesso parlano così solo per egoismo. Sei ancora troppo piccola per capire, ma fidati di me. Non farti impensierire da quello che Harry ha detto. I tuoi genitori sono fantastiche persone, e anche tu. - So che non avrà capito molto di quello che le ho detto, ma si asciuga gli occhietti e mi fa un cenno con la testa, come a dire "si ho capito".
La rimetto seduta e le pulisco per bene il viso.  Dopo di che prendo dalla mia borsa una barretta di cioccolato e un libro di fiabe. Ne porgo un pezzetto ad Alya, e apro il libro. Meglio leggerle una storia mentre aspettiamo. 


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Angolo dell'autrice:

Eccomi qui con il terzo capitolo! Spero di non aver deluso le vostre aspettative e di non aver reso Draco troppo banale.
Mi hanno fatto piacere i vostri commenti e quindi questo capitolo è dedicato a voi!
Per chi volesse torturare "dolcemente" Harry, prego si faccia avanti :) Qui è proprio odioso!
Un bacio e al prossimo capitolo
Nikyblack

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Capitolo 4
*** L'inizio della nostra nuova vita ***


madre bambina 1

L'inizio della nostra nuova vita

 
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Una volta aperta la porta, la guardia che mi aveva scortata la prima volta dal direttore ci fece segno di seguirla. Camminammo in silenzio per un paio di minuti, fino ad arrivare davanti lo studio del direttore.

L'incontro fu abbastanza veloce, il tempo di firmare un paio di carte, prendere gli effetti personali e riavere indietro la bacchetta. Tenerla di nuovo in mano era una cosa veramente fantastica, una dolce sensazione di calore e di potere si impadronì di me al contatto del legno con i miei polpastrelli. Avevo quasi dimenticato questa sensazione, sorrisi e, accanto a me, sentì che Hermione fece lo stesso.

Camminavo verso l’uscita, ansioso di uscire all’aria aperta, sentire il vento fra i capelli e sulla faccia, sentirsi invadere da quella sensazione di libertà che non provavo da tanto tempo. La mano di Hermione che si infila nella mia e stringe forte mi riporta alla realtà, mi giro a guardarla e mi sorride:

- E' qui fuori. Ci sta aspettando con Ginny.- La guardai sgranando gli occhi. Aveva davvero portato nostra figlia qui? L'avrei incontrata così presto? Io pensavo che ci aspettasse a casa, che avrei avuto il tempo magari di organizzarmi le idee e prepararmi all'incontro. Non tanto fisicamente, quanto mentalmente. Potevo andarle a comprare qualcosa, un regalo, giusto per vederla sorridere, come credo facciano tutti i bambini della sua età quando ricevono un dono. Non mi sentivo pronto. Mi ero pietrificato sul posto. E lei se ne era accorta. Sentivo che mi scrutava con i suoi occhioni, li sentivo puntati sulla mia schiena. Così mi feci coraggio e mi girai a guardarla:

- Non pensavo così presto. Credevo che avrei avuto più tempo Hermione. -


Mi guardava negli occhi e potevo scorgere tutta la sua paura. Mi fece una tenerezza incredibile. Non aveva davvero pensato che Alya potesse essere qui fuori ad aspettarlo. Anche io avevo pensato molto alla cosa in questi giorni. Era giusto che Alya rimanesse a casa, per dargli il tempo di prepararsi. Ma non sono riuscita a dire no a quegli occhietti imploranti. Stavolta forse ho commesso un errore.

- Non sono riuscita a tenerla a casa, voleva a tutti i costi venire a vedere il suo papà, senza aspettare. E quando mi guarda con quello sguardo da cucciolo non riesco mai a dirle di no. - Abbassai lo sguardo un poco colpevole, un poco triste.

Fino a quando sentì una specie di risata trattenuta. Alzai immediatamente e lo vidi mordersi un labbro per non ridere, probabilmente a crepapelle. Dio, quanto mi era mancato Draco! Mi sentivo la persona più felice della terra a poter di nuovo osservare il suo sorriso, il suo volto, sentire la sua voce.... Ma si può sapere perchè Merlino sta ridendo???

- Che cosa hai da ridere? - Lo fissai corrucciata.

-
La brava Gryffindor dal cuore tenero che non sa resistere ad un paio di occhioni dolci! Scommetto che l'hai viziata tantissimo!! - 
Non ci posso credere! Finalmente qualcuno che riesce a fregare Hermione! Si, mi sa proprio che questa bambina ha già capito tutto delle vita!Per ottenere quello che vuole ricorre ai questi trucchetti. Mi sento invadere da un moto di orgoglio, è proprio mia figlia. Ma si può essere orgogliosi di qualcuno che non si è ancora conosciuto? Non lo so... ma io lo ero.  

- Si si ridi caro. Vedremo poi chi riderà quando farà la stessa cosa con te. Goditi questo momento, che poi sarà il mio turno prenderti in giro. -  E iniziò a camminare verso la porta che si vedeva alla fine del corridoio. La seguì a distanza e aspettai che entrasse lei per prima, mi sembrava giusto.

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Aprì la porta ed entrai. La mia Alya era in braccio alla zia che le stava leggendo una storia. Alzò lo sguardo su di me e vidi che qualcosa non andava. Un ombra dentro i suoi occhi. Era successo qualcosa. Una mamma queste cose le capisce al volo.

- Amore mio. - Sembrava che non aspettasse altro e mi volò in braccio. La sollevai e la strinsi forte a me. Poggiò la sua testolina sulla mia spalla mentre io le baciavo la testolina.

- Piccola, cosa è successo? -

"Stavo per entrare nella stanza, quando mi bloccai, ancora in ombra dietro la porta aperta. Sentivo dal tono di Hermione che era preoccupata, era successo qualcosa. Rimasi in silenzio ad ascoltare, aspettando il momento giusto per entrare. "

- E' venuto un tipo cattivo e mi ha fatta piangere. Ma zia Gin lo ha mandato via e ha raccontato una favola a me e al serpente. - Guardai dubbiosa Gin che era rimasta seduta a guardarci.

- E' passato di qui Potter. Sfortunatamente. Mi spiace Herm, non sono riuscita a fare molto. - Lessi nello sguardo di Gin la sua rabbia, doveva aver di nuovo straparlato e aver lanciato insulti. Di solito lo faceva quando incontrava me, ma mai davanti la bambina. Si limitava ad ignorarci. Sentì una grande tristezza dentro di me, potevo tranquillamente immaginare cosa avesse detto e cosa poteva aver capito Alya. Non meritava questo. E non lo meritava nemmeno Draco, ancora dietro la porta che stava ascoltando tutto. Come si sentirà? Spero non abbia capito tutto già adesso. Non voglio che cambi idea.

- Piccola, guardami. Non devi credere a nulla di quello che ti hanno detto oggi. Te lo avevo già detto tempo fa, tu sei una bambina molto intelligente. Devi capire che molte volte le persone parlano sapendo di fare male, ma noi dobbiamo essere più forti e farci scivolare quello che dicono. Tanto sono solo bugie. Lo sai vero? -

- Lo so, mammina. Ti voglio bene!- E mi diede un bacino sulla guancia. - E voglio bene anche al mio papà! E alla zia Gin -

"Sento per la prima volta la sua voce. E' così bella, così perfetta secondo me. Quello che non è perfetto è quello che le sento dire. Qualcuno l'ha fatta piangere. Chi Merlino può aver fatto piangere mia figlia? Io lo ammazzo con le mie mani questo qui. Sento un altra voce rispondere e immagino sia quella della Weasley. Quando sento quel nome, Potter, mi viene voglia di spaccare tutto. Sempre lui. Sempre lui che porta dolore nella mia vita e, a quanto pare, anche in quella di mia figlia e di Hermione. Nella mia famiglia. Eh già, famiglia. E' quella che vorrei creare da oggi in poi. Noi tre, o quattro, cinque, sei... il posto è libero per tutti i figli che vorremo. Sento Hermione che la consola, vorrei farlo anche io, ma so che non è il momento, devo ancora lasciarlo fare a lei. Devo aspettare.
Quando poi sento che dice di volermi bene è troppo, troppo per il mio cuore che sta scalpitando per stringerla e abbracciarla. Ogni dubbio, incertezza o paura sparisce, e senza neanche accorgermene faccio questi tre passi che mi separano dalla stanza ed entro, piano piano. La vedo in braccio ad Hermione. Mia figlia. Quella bambina è mia figlia. Sento le mie labbra che si stirano in un sorriso, un sorriso vero. Poi vedo che gira lo sguardo e mi vede. I suo occhi sono identici ai miei, ma molto più caldi. Si vede da quelli che è una bambina molto amata e coccolata. I nostri occhi si incontrano e vedo il suo sguardo illuminarsi e la vedo sorridere. Il mio cuore accelera ancora di più i battiti. E' veramente bellissima. La guardo che si dimena e Hermione si gira, e mi vede. Ecco ora potrei anche morire contento. La donna che amo e mia figlia che mi guardano sorridendo, una in braccio all'altra. Questa scena è così bella che vorrei durasse per sempre."

- Papà!!!! -  Metto a terra Alya e la vedo correre verso Draco. Sono felice, è andato tutto bene. Accanto a me sento Gin che mi abbraccia veloce e capisco che sta andando via. Vuole lasciarci da soli. La ringrazio con uno sguardo e torno a guardare i miei amori. Come sono belli, messi così vicini la somiglianza si nota moltissimo. Sono due gocce d'acqua.

"La vedo che corre verso di me e mi abbraccia le gambe contenta. Non so nemmeno io come, ma due minuti dopo sono inginocchiato davanti a lei che la stringo forte. Non lo so se le sto facendo male, ma non si lamenta. Respiro il suo profumo, sa di Hermione, hanno lo stesso identico odore, di buono. Sento le sue piccole braccia che mi circondano il collo e qualcosa che mi strofina sui capelli. Le accarezzo la testolina e la prendo in braccio. Non pesa nulla, è leggerissima. Non mi ero accorto che stessi piangendo fino a quando una sua manina si posa sulla mia guancia e la sento bagnata. Non me ne vergogno. Questo è uno dei momenti più belli della mia vita, secondo solo a quando mi sono innamorato di sua madre e ho scoperto che anche lei mi amava. Non riesco a dire nulla, solo a stringerla e guardarla.

- Papà sei bellissimo, sembri un principe delle favole!!! -  Sorrido e la scosto un poco da me per poterla vedere in faccia. Ha gli occhi rossi, sta piangendo pure lei.

- E tu sei la mia piccola principessa - E le do un timido bacio sulla guancia. Sorride e si accoccola contro il mio petto. Sembra serena. Davvero io riesco a trasmettere serenità ad un esserino così piccolo e puro? E' straordinario. Con la piccola fra le braccia mi avvicino ad Hermione e stringo pure lei. Ora si che mi sento completo. Ho tutto quello che si può desiderare. Fino a qualche ora fa avrei detto che la mia vita da uomo libero sarebbe stata uno schifo e invece guardatemi ora, ho qualcuno che mi ama per quello che sono, qualcuno che ha liberamente deciso di volermi nella sua vita, una donna fantastica e una bambina meravigliosa."

Questo momento idilliaco fu interrotto dalla voce della nostra pargoletta:

- Allora ti è piaciuto il mio disegno papà? - Riesco a riconoscere una nota di ansia nella sua vocina. La stessa che ha quando le dico che dobbiamo andare dal dottore per i vaccini. Sorrido della cosa e mi stringo ancora di più a Draco.

- Era bellissimo, mi è piaciuto tanto. Grazie principessa. -

-Ne ho fatti tanti altri, a casa te li faccio vedere tutti. Sono nella borsa della zia! -

A quel punto vedo Draco che si guarda intorno e poi torna a fissare me:

- La Weasley? Non era qui? -

- E' andata via poco fa, ha preferito lasciarci da soli. -

-Maaaaammmaaaaaa, andiamo a casa, io ho fameeeeee. - Ed ecco che mette su il broncio.

- Certo amore, ora andiamo. -

E ci dirigiamo tutti e tre fuori. Appena varcata la soglia Draco mette giù Alya che inizia a correre contenta di essere all'aria aperta e di rivedere il mare.

- E' bellissima. Proprio come te -  e mi bacia.

- Come me? Ma se è la tua fotocopia! - gli rispondo ridendo, felice che tutto vada come deve andare, e anche meglio.

- Si, ma fortunatamente sembra aver preso da te tutta la vivacità e il tuo geniale cervello. E anche questi meravigliosi capelli che io adoro. -

-Su smettila di adorarmi! Dobbiamo andare a casa, avremo tutto il tempo per noi due. -

- Si, voglio recuperare tutti questi anni. -

- Andiamo a casa Draco. -

E così ci smaterializzammo tutti e tre nel mio piccolo appartamento. Pronti per questa nuova vita.

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"Arrivammo in una piccola casa molto accogliente. Non so esattamente se fossimo nella Londra magica o in quella babbana.

- Benvenuto a casa. E' piccina, ma si sta bene! - Mi guardavo attorno con curiosità per cercare di catturare quanti più dettagli possibili. Ovviamente la libreria a muro era strapiena di libri, sul divano tanti cuscini e dei pupazzetti. Era piena di oggetti babbani, alcuni li conoscevo vagamente, per via delle lezioni di babbanologia, alle quali comunque non prestavo quasi mai attenzione. Sorrido al ricordo e mi sento tirare i pantaloni. Alya mi sta chiamando.

- Devi vedere tutta la casa. Forza papà andiamo!! - e così mi incamminai dietro la bambina ed Hermione dietro di me. Era una sensazione strana. Avevano vissuto qui per tutto questo tempo, da sole. La loro presenza si sente in ogni angolo, in ogni oggetto.

- Questo è il corridoio che puzza. La mamma ci mette le scarpe. - E il suo visino fu increspato da una smorfia di puzza e si chiude il naso con una manina

- Ehi le mie scarpe non puzzano, peste! Ci sono anche le tue qui. - Fu allora che scoppiai a ridere, vedendole tutte e due imbronciate.

- E tu che hai da ridere? - Ora il broncio era stato sostituito da un sorriso e da una linguaccia.

- Siete buffe. E comunque io non sento puzza! -

- Ma papaaaaaaaà! -

- Forza Alya, fagli vedere le altre stanze -

- Questa è la cucina! - E mi fece entrare in una stanza quadrata, piccolina, con un tavolo al centro e quattro sedie, e i fornelli e il piano cucina sul lato destro. Nemmeno il tempo di notare i colori sul tavolo che i miei pantaloni vennero strattonati di nuovo fuori dalla stanza.

- E questa è la stanza mia e della mamma! E ora la tua! - Entrando rimasi folgorato da come si percepiva il loro odore in quella stanza. E anche la loro personalità. Due cesti pieni di giocattoli e peluches, un letto matrimoniale con le lenzuola rosa con degli strani animaletti, dei libri sparsi per i comodini e sul tavolo appoggiato alla parete. Potevano mai mancare libri a casa della so - tutto - io? Certo che no. Su un comodino vedo la mia foto incorniciata, quella scattata al mare. Mi sento assalire dai ricordi, da tutte quelle sensazioni provate quel giorno. Girai la testa e appeso al muro vicino l'armadio notai un calendario pieno di segni, di X. Hermione si avvicinò a me:

- Ne abbiamo messa una ogni sera, prima di coricarci. Mi davano la sensazione che tu fossi sempre più vicino a noi così. -

- Mi dispiace Hermione, per non esserci stato. -

- Non importa, ora sei qui con noi. L'importante è questo. - E mi abbracciò. Mi sentivo felice. Ero a casa, ed era la sensazione più bella del mondo."

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Pranzammo con dei panini preparati in fretta, mentre Alya finiva di fargli vedere la casa. Certo era piccolina, ma se ci stavamo in due potevamo starci anche in tre. Speravo solo che Draco non si sentisse a disagio, abituato a vivere nel Manor, così enorme e spazioso. Ma con un buon incantesimo restringente si può fare spazio a tutto. Dopotutto sono o non sono una strega? Sorrisi e mi girai a vedere la scena. Draco e Alya seduti sul tappeto del salotto davanti al camino stavano giocando. Mi sedetti sulla poltrona e facendo finta di leggere non perdevo un attimo di vista quello spettacolo. Per quanto tempo lo avevo desiderato? Ancora non mi sembrava vero vederli sul serio assieme.

- Papà, questo è il mio serpentello, me lo ha regalato la zia Gin, ti piace? Dice che somiglia a te!!! - Gli stava mostrando il suo serpente albino. Draco lo guardò e fece una faccia corrucciata, alzando il sopracciglio nel suo solito modo sarcastico

- Mi somiglia? - Io cercai di trattenere le risate producendo uno sbuffo, ma Draco mi sentì ugualmente e si girò a guardarmi. Io mi nascosi dietro il libro per non farmi vedere

- Siiiiii, dice che è uguale a te! - Non resistetti e scoppia a ridere. Mi alzai e mi sedetti li con loro

- Glielo ha regalato quando è nata, l'ho ha visto in un negozio mentre veniva in ospedale e gli sei sembrato tu. Lo ha preso e da allora Alya non se ne separa mai. Ha anche gli occhi del tuo colore! - Draco si avvicinò a guardarlo e sorrise.

- Anche se forse un furetto sarebbe stato più adatto, non trovi? - Adoravo provocarlo. Un ghignò stile Malfoy gli spuntò in viso e mi atterrò, iniziando a farmi il solletico. Poco dopo si unì anche Alya e restammo tutto il pomeriggio a giocare e prenderci in giro.

Verso le sei Alya era beata che dormiva sulla poltrona, si era stancata molto ed era stata una giornata piena di emozioni. Così le misi una copertina e mi sedetti sul divano accanto a Draco, poggiato con gli occhi chiusi allo schienale. Era arrivato il momento dei discorsi seri, lo sapevo, aveva sicuramente un sacco di cose da chiedermi ora che Alya dormiva. Rimasi in silenzio, aspettando che fosse lui a dire quello che pensava.

- E' una casa molto bella Hermione, si sente la vostra presenza ovunque. Mi piace -

- Purtroppo è piccolina, ci staremo un poco stretti. -

- Piccola vuol dire più contatto più intimità. Non è un male. Dai vieni qui. - Mi misi più vicina a lui e mi appoggiai alla sua spalla.

- Ci sono tantissime foto di voi due, anche con la Weasley. Che ne è stato di tutti gli altri? - Sapevo che sarebbe arrivata questa domanda, la aspettavo da quando ad Azkaban ho consolato Alya.

- Non hanno preso bene la notizia che fossi incinta. Ron non mi parlò per giorni, ancora convinto che fra noi due potesse un giorno esserci qualcosa. Harry continuava a chiedermi chi fosse il padre. Solo Gin sapeva e mi aiutava. Trovammo questo appartamento, siamo nella Londra babbana. Con i soldi della guerra che ci diede il ministro lo comprai. Iniziammo a sistemarlo perchè stava davvero cadendo a pezzi. Nel frattempo Ron ed Harry erano sempre più insistenti, così una sera, alla Tana, gli raccontai tutto. Io ero a pezzi, mi mancavi da morire, avevo paura per te, anche se Silente mi aveva detto che sarebbe andato tutto bene. Avevo provato a contattarti per dirti che ero incinta, ma tutti i gufi mi tornavano indietro. Così pensai che Harry mi avrebbe potuto aiutare, chi avrebbe detto di no all'eroe del mondo magico? Ma quando gli dissi che tu eri il padre, che ci amavamo e che stavamo assieme da tempo, successe il finimondo. Urla, insulti. Vano fu il mio tentativo di farli ragionare. Mi accusarono perfino di averli traditi, di aver tramato contro di loro, di essere passata dalla parte oscura. Non fu una bella giornata. Da quel giorno i miei contatti con il mondo magico furono ridotti e mi allontanai da tutti. O tutti si allontanarono da me. Ma io ero serena, avevo Alya, e anche Gin. I primi tempi speravo sempre di vedere Harry o Ron che venissero a chiedermi scusa, che mi spiegassero, che facessimo pace. Ma più il tempo passava e più le mie illusioni andarono in frantumi. Nacque Alya e nemmeno un biglietto. Erano pur sempre stati otto anni a condividere tutto. Ci rimasi male, ma andai avanti lo stesso. Io ero nel giusto. E da allora ogni volta che ci incontriamo sono insulti da parte loro. Io li ignoro. Ormai non mi toccano più. -

- E' tutta colpa mia. - "A sentire quel racconto provai tristezza, ma soprattutto rabbia. Era colpa mia se Hermione aveva vissuto isolata dai suoi amici, allontanata da tutti. L'avevo sporcata anche a distanza. Lei così pura, così buona con tutti ha dovuto crescere una figlia sola, con l'unico aiuto della Weasley. In quel momento capì di doverla almeno ringraziare. Aveva fatto molto per loro. Per la prima volta in vita mia provai gratitudine verso qualcuno. Ironia del destino che fosse verso una persona che per anni avevo disprezzato e insultato. Si, mi sarei dovuto scusare.

- Non è colpa tua Draco. Sono loro che non hanno ancora superato la guerra, con tutte le perdite e le sofferenze che essa ha portato. Non riescono a dimenticare e perdonare. Io sono sicura che prima o poi anche loro matureranno. Anche se sarà ormai tardi per avvicinarsi ancora a me. Ma mi va bene così, davvero. Ho vissuto per Alya in questi sei anni, per lei e per te, per fare in modo che quando tornassi potessimo di nuovo essere felici. - Queste parole mi colpirono. Sentire tutto quell'amore, tutto per me mi fece ribollire il sangue. Le presi il viso fra le mani e la bacia appassionatamente. Lei lo sapeva che era il mio modo per dirle che l'amavo.

- Grazie Hermione. Mi hai ridato la vita, ora voglio fare in modo di rendervi felici. - E avevo già in mente un modo per tener fede a questa promessa."

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Angolo dell'autrice:


E anche il quarto capitolo è arrivato! Ce ne saranno altri due, massimo tre.
Bhe che dire? Che non vedo l'ora di sapere se vi piace! Ho trovato un poco di difficoltà
a scriverlo, ogni volta che lo rileggevo mi sembrava troppo banale, e quindi lo riscrivevo.
Diciamo che questa è la versione migliore di quelle che ho riscritto in questi giorni.
Un saluto e un ringraziamento a voi che mi avete incoraggiata con le vostre recensioni!
Ci vediamo nel prossimo capitolo! 

Niky


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Capitolo 5
*** Incontri ***


madre bambina 1

Incontri

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Non ci posso credere, il mio papà ora è qui a casa con me e la mamma. Dopo tanto tempo la mia mamma è di nuovo felice, lo vedo dai suoi occhi che non smettono mai di brillare e non diventano tristi come facevano fino a pochi giorni fa.
Il mio papà è bellissimo, quando l'ho visto mi è sembrato un principe, come quelli delle favole che mi racconta la mia mamma o la zia Gin. Il mio cuore andava veloce, come quando con la mamma giochiamo a rincorrerci e mi stanco. Quando mi ha abbracciato mi sono sentita la bambina più felice della terra, e sapere che i miei disegni gli sono piaciuti mi ha fatto venire le farfalline dentro, aveva ragione la zia Gin a dirmi di non preoccuparmi. Sono passati due giorni e io mi sento sempre più felice, stasera poi viene da noi anche la zia Gin. Sembriamo come le famiglie dei miei compagni di scuola, che mangiano assieme, giocano, stanno davanti la televisione. Peccato solo che domani la mamma mi rimanda a scuola, io volevo passare tutta la giornata con il mio papà, ma dice che non posso perdere giorni di scuola perchè è importante. Uffa. Ogni volta che lo dice papà la prende in giro e lei si arrabbia, ma non è seccata veramente, fa solo finta e poi ridiamo tutti assieme. Ora sono nella mia stanzetta che faccio un disegno per la zia. Ancora non mi hanno voluto comprare un letto e quindi dormiamo tutti assieme, come facevamo anche con la zia Gin. Solo che ora è molto più bello.

- Principessa, dice la mamma di vestirti che la zia arriva fra poco.- Il mio papà mi si avvicina e mi prende in braccio, mi piace che mi chiami principessa, mi fa sentire speciale. Gli do un bacio e mi faccio mettere giù, devo farmi bella per la zia!! .

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- Si sta vestendo, stava disegnando. - Sorrido immaginandola concentrata e tutta sporca di pennarelli.

- Ok, io sono pronta e la cena quasi. Sei sicuro che vada tutto bene? Ti vedo pensieroso. - E sono sicura che non fosse solo una mia impressione. Sono passati due giorni da quando ci siamo riuniti, ed è andato tutto bene, ma da stamattina Draco mi sembra turbato. Come se qualcosa lo preoccupasse. Non ho avuto modo di chiederglielo prima perchè è stato tutto il giorno con Alya e io a cucinare.

- Si, va tutto bene, sono solo un poco stanco. Quella bambina non sta ferma un secondo, ha decisamente preso da me! - Sorrisi, ricordando in che condizioni erano tornati dal loro giro pomeridiano nel parco qui vicino casa. Draco stravolto e sudato e Alya contenta e per nulla stanca.

- Vuoi forse dirmi che ti fa stancare di più una bambina di sei anni che non correre dietro un boccino schivando bolidi ?? - Lo presi in giro e lui si finse offeso

- Certo che si, almeno se perdo di vista il boccino non rischio di venire ucciso da te! - La sua  faccia finta orripilata mi fece scoppiare a ridere.
In quel momento suono il campanello, Gin era arrivata. Non mi disturbai nemmeno ad uscire dalla cucina per andare ad aprire, sentivo già i passi e le urla di Alya:

- Ziiiiiaaaaaa! -

- Pulcina mia, ma come siamo belle oggi!! -  Presi Draco per mano e uscimmo dalla cucina, sentivo che era nervoso così cercai di tranquillizzarlo stringendogli la mano.

- Gin, non le fare montare troppo la testa per favore! - Alya mise il broncio e chiuse la porta, mentre io abbracciavo Gin. Draco era rimasto dietro di me, ancora fermo. Mi staccai da Gin e feci un passo indietro. Un silenzio imbarazzato era sceso nella stanza, Alya era andata di la a prendere i disegni per Gin.

- Weasley, è un piacere rivederti. - Gin fece una smorfia strana, arricciando il naso

- Sarebbe un piacere anche per me, se solo mi chiamassi per nome e non "Weasley", Draco. - La vidi sorridere e lui ricambiò con una specie di sorriso tirato. Non potevamo certo aspettarci di meglio da lui, chiedere un vero sorriso sarebbe stato troppo.

- Ginevra è un piacere rivederti. -

- Sono contenta di vedere che stai bene. - E il sorriso che Gin gli fece era sincero, si vedeva.

- Ziiiiiiiiiaaaaaaa, ho dei disegni per te. - Alya arrivò correndo con i fogli in mano e ci spostammo tutti in cucina pronti per cenare.

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La cena passò in fretta, raccontando aneddoti divertenti su Alya, sulla vita americana di Gin o scambiando qualche pettegolezzo su gente che conoscevamo. Si fecero le undici in poco tempo, ed era giunta l'ora per me di mettere a letto Alya. Così, dopo averle fatto salutare tutti, ce ne andammo di la.

" Non lo avrei mai detto, ma dopotutto è stata una serata piacevole. Mi è servita a conoscere molte cose di mia figlia e a tranquillizzarmi sul fatto che sia cresciuta amata e voluta bene, anche senza un padre. Ora loro due sono andate di la e io sono rimasto solo con la Weasley che sta finendo di bere la sua burrobirra. E' giunto il momento di ringraziarla, anche se mi viene tremendamente difficile devo farlo.

- Weasley .... - Mi guardò malissimo e io mi ricordai che dovevo chiamarla per nome

- Ginevra -  e al suo sorriso continuai - io... - mi feci forza prendendo aria e continuai a parlare - io volevo ringraziarti, per tutto quello che hai fatto per Hermione e per Alya in tutto questo tempo, per non averla lasciata sola quando ha scoperto di aspettare nostra figlia, per non averla abbandonata o criticata una volta saputo che io ero il padre. - Dire queste cose mi costava una fatica incredibile, non era da me, ma se volevo iniziare a cambiare e a costruirmi una nuova vita, dovevo dare spazio anche a lei. Se lo meritava. - e soprattutto per aver amato Alya. -

- Draco non devi ringraziarmi, davvero. Non che non mi faccia piacere ma, in un qualche modo loro rappresentano la mia famiglia. Io sapevo di voi ancora prima che Hermione rimanesse incinta, direi da quando la vostra relazione è iniziata. Non ho subito approvato, ma più passava il tempo e più vedevo Herm felice. Lei per me, cresciuta solo con fratelli maschi, è sempre stata come una sorella, una confidente. Cosa cambiava se amava te? Nulla, era sempre lei. Mi si spezzò il cuore quando perse la voglia di vivere dopo la tua carcerazione, solo io ne sapevo il motivo e non potevo fare molto. Ringraziai Merlino quando lei scoprì di essere incinta. Finalmente si era ripresa ed era tornata, apparentemente, l'Hermione che tutti conoscevamo. Solo io leggevo nei suoi occhi una nota stonata. Quando litigò con Harry e Ron le cascò il mondo addosso. Ma lei è forte ed è riuscita ad andare avanti. Soprattutto grazie a vostra figlia. - Al sentire il nome di quei due idioti un moto di rabbia mi attraversò e provai l'impulso di spaccare qualcosa. Ma mi trattenni, non potevo lasciarmi andare davanti a lei.

- Ricordo perfettamente quel giorno. Non ho mai urlato tanto in tutta la mia vita. Ero furibonda, sono due idioti. - Ghignai approvando in pieno quello che aveva detto.

- Ti ricordo che stai parlando di tuo fratello. - Mi guardò scettica

- E dov'è il problema? non è una novità che Ronald sia idiota. Da lui me lo sarei aspettata, ma non da Harry. Da lui no. - Un'ombra passo nei suoi occhi

- Se non ricordo male eri innamorata di lui in quel periodo? - Me li ricordavo bene tutte le chiacchiere di Hermione sui suoi amici che non capivano di essere innamorati.

- Si. Lo ero, ma dopo aver visto come ha trattato Hermione, come l'ha allontanata e fatta soffrire, ogni sentimento per lui si è spento. Solo rabbia e disgusto. Non è più lo stesso Harry che avevo conosciuto a dieci anni. Ormai è cambiato. - Non ci potevo credere, si stava davvero confidando con me? Mi sentivo tremendamente a disagio. E lei lo notò

- Scusa, mi sa che non te ne frega niente. Volevo dirti solo un'altra cosa. Prova a farle soffrire e giuro che ti ammazzo con le mie mani. Ne hanno passate troppe e meritano solo di vivere serene e felici. - Stavolta le sorrisi davvero

- Lo so, ed è quello che faranno. - Il momento serio era passato e iniziammo a parlare del più e del meno aspettando il ritorno di Hermione, che stava stranamente perdendo più tempo del previsto. Sicuramente apposta."

- Eccomi di nuovo qui, Alya non voleva addormentarsi. - Stavano parlando tranquillamente e si girarono a guardarmi. Sorrisi loro e mi senti tirare verso Draco che mi baciò. Mezzora dopo eravamo a letto, oppurtunatamente ingrandito, pronti per dormire. E mi appuntai mentalmente che era giunto il momento di comprare un letto ad Alya per avere la nostra intimità. Come mi mancava fare l'amore con lui.

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L'indomani mattina portare Alya a scuola fu una vera sfida. Non ne voleva sapere di staccarsi da Draco. Solo dopo una buona dose di coccole e promesse da parte del padre di andarla a prendere all'uscita da scuola, decise di entrare in classe. Ero preoccupata, era la prima volta che faceva tutti questi capricci,ma era anche comprensibile in fondo; ora che aveva ritrovato il suo papà non voleva lasciarlo. Rimanemmo in silenzio davanti al cancello della scuola per una manciata di secondi dopo che Alya se ne fu andata.

- Che farai oggi Draco? Io devo tornare al lavoro. Avevo preso una settimana di ferie. - Dopotutto ero felice di tornare al lavoro. Draco mi guardò scettico alzando un sopracciglio. Giusto, non avevamo parlato del lavoro. - Lavoro tutte le mattine in una libreria qui vicino la scuola di Alya...e certe volte, se c'è bisogno di aiuto, anche il pomeriggio. -  Fece uno di quei ghigni che io amavo tanto

- Poteva mai la So tutto io di Hogwarts stare lontana dai libri? Mi sembrava strano! -

- Spiritoso! - E gli feci una linguaccia.

- Penso che andrò al Ministero, ho un paio di questioni da sistemare. -

- Vuoi che venga con te?- Ero preoccupata. Erano passati solo pochi giorni da quando era stato rilasciato e non mi piaceva per nulla l'idea di saperlo da solo dentro il Ministero, dove sarebbe stato guardato da tutti, e chissà che ne avrebbero detto.

- Stai tranquilla, ho affrontato cose peggiori nella vita. Me la saprò cavare benissimo. - Non ne ero convinta dal tutto, ma gli sorrisi lo stesso - Dai, ti accompagno a lavoro, fai strada. - E ci dirigemmo verso la piccola libreria due strade più avanti. Kelly aveva già aperto, ero poco poco in ritardo, ma conoscendola non si sarebbe seccata. Anzi, ne sarebbe stata addirittura contenta. In tanti anni che lavoravamo assieme non era mai successo che lei arrivasse prima di me. Mi fermai davanti la porta e salutai Draco baciandolo.  Sicuramente da dentro Kelly non ci staccava gli occhi di dosso. Mi avrebbe sommersa di domande, lo sapevo!

- Quella ragazza non ci toglie gli occhi di dosso. - Sospirai e mi diedi mentalmente una pacca sulle spalle dicendomi che avevo indovinato.

- Si, lo so. Ora mi riempirà di domande. E' il mio capo. - Draco la guardò attentamente

- Uhmmm carina. -

- Draco Lucius Malfoy stai attento a quello che dici. - Ero diventata rossa, e gli puntavo contro un dito con sguardo molto minaccioso.

- Adoro farti infuriare! - E mi diede un altro bacio - Su, vai. Ci vediamo a pranzo. - Lo salutai ed entrai in negozio, pronta all'interrogatorio di Kelly.

- Teeeesoooroooo ma quel bel fustacchione????- Ecco, nemmeno il tempo di mettere tutti e due i piedi dentro il negozio. Fortuna che non c'erano ancora clienti, sarei morta per l'imbarazzo.

- Buongiorno anche a te Kelly. - Lavoravo con lei da due anni ormai. Ed eravamo diventate amiche, certo non come con Gin, ma ci trovavamo bene assieme. Era più grande di me di due anni, era una ragazza molto curiosa e un poco pazza, con un gran cuore e una infinita passione...per i ragazzi sbagliati.

- Si, si, buongiorno Herm.... chi era??? - Io mi divertivo da matti a farla incuriosire sempre di più.

- Chi, quello? Oh, solo un tipo incontrato stamattina per caso, per questo ho fatto tardi. - Cercavo di mettere su la mia più naturale espressione incurante.

- COOOSAAA??? -  Urlò talmente forte che pensai di diventare sorda, aveva anche gli occhi fuori dalle orbite. Cercai di mantenermi seria

- Si, proprio al bar mentre prendevo il caffè. -

- Non ci credo, ma è fighissimo..... aspetta...qualcosa non mi torna... tu con un ragazzo??? - La sua faccia ancora più sconvolta mi fece scoppiare a ridere e decisi che per le sue coronarie era meglio dirle la verità.

- Era Draco. Il papà di Alya. - Ecco, forse era meglio lasciare la prima versione, ora era ancora più sconvolta. Non le avevo raccontato niente di Draco, solo che era dovuto andare via prima che io scoprissi di essere incinta. Quindi li fatto che ora fosse sconvolta era comprensibile.

- Kelly, respira e siediti. Forse è meglio. -

- Ma.... non se ne era andato? Come è tornato, quando? - Così decisi di raccontarle che ero riuscita a trovarlo pochi giorni fa e ora era tornato. Mica potevo dirle la verità no? Mi si prospettava una lunga mattinata. Speravo solo che a Draco andasse meglio.

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"Avevo lasciato Hermione davanti la piccola libreria e avevo cercato un posto isolato dove potermi smaterializzare nelle vicinanze del Ministero. Decisi di utilizzare l'ingresso visitatori dentro la cabina telefonica. Pronunciai il mio nome e l'ascensore cominciò a scendere. Non potevo negare di essere un poco agitato. Una volta arrivato mi guardai attorno. Non era cambiato moltissimo, anche se erano solo le nove del mattino era pieno di gente che andava in giro. Il volume di tutto questo chiacchiericcio era molto alto, fortunatamente nessuno sembrava fare caso a me. Mi incamminai verso gli ascensori con passo sicuro. La prima tappa era l'ufficio auror, dovevo consegnare i documenti di Azkaban. Una volta arrivato mi diressi verso la segretaria. Era una ragazza sui vent'anni, bionda e troppo truccata.

- Buongiorno, dovrei consegnare questi documenti. -

- Oh salve, nome? -

- Draco Lucius Malfoy -

- Buongiorno Sig. re Malfoy. Il capoauror Potter la riceverà fra poco. - e dicendo questo scrisse qualcosa su un post-it e con un colpo di bacchetta lo spedì. Non avevo voglia di incontrare Potter, non oggi. Ma sapevo che prima o poi avrei dovuto regolare i conti con lui.

- Aspetterò qui allora. - Mi misi appoggiato al muro con le braccia incrociate. Dovevo cercare di controllarmi, non potevo certo picchiare Potter nel quartier generale degli auror, non era una mossa intelligente. Una decina di minuti dopo la ragazza si alzò e mi fece segno di seguirla. L'ufficio di Potter era grande, con una finestra magica che rimandava un'immagine di Londra. Lui era seduto nella sua sedia di pelle nera, davanti a lui, sulla scrivania di vetro, dei fogli e la bacchetta.

- Puoi andare Desy. - La ragazza uscì e rimanemmo a fissarci. Sentivo prudere le mani ricordando quello che era successo ad Azkaban con Alya. - Ti aspettavo un paio di giorni fa, Malfoy. -

- Mi spiace di aver deluso le tue aspettative Potter, ma ho avuto di meglio da fare in questi giorni. - e sogghignai beffardo

- Oh vero, dimenticavo! Il mangiamorte ha trovato ad aspettarlo la traditrice. - Strinsi i pugni per non reagire - e anche un piccolo sgorbietto. - Tutti i miei buoni propositi andarono in fumo quando insultò anche mia figlia. Mi avvicinai a lui, che nel frattempo si era alzato, e gli puntai la bacchetta contro.

- Non osare parlare di loro in questo modo Potter. -  Sorrise ironico

- Se no cosa mi fai Malfoy? Corri a chiamare il paparino? Oh vero, non ti può aiutare. - Abbassai la bacchetta, lo guardai con odio e gli tirai un pugno in pieno stomaco. Ora si che mi sentivo soddisfatto. Potter si piegò in due e io mi allontanai. Posai i fogli sulla sua scrivania e mi diressi verso la porta.

- Non finisce qui Malfoy, puoi starne certo. -

- Non ho paura di te Potter. - E me ne andai. Un poco più leggero di quando ero arrivato. Salutai educatamente la segretaria di Potter e tornai agli ascensori. Ora la mia seconda tappa. La Gringott.



Un'ora dopo ero uscito dalla banca. Avevo scoperto che tutto il patrimonio dei Malfoy era stato sequestrato, ora apparteneva tutto al Ministero, compreso il Manor, non che mi dispiacesse, ma era la casa dove ero cresciuto. L'unica cosa che avevano lasciato erano un paio di galeoni giusto per non avere la camera blindata del tutto vuota. Mi sentivo frustrato. Avevo ritirato quei pochi soldi e ora pesavano nella mia tasca. Girando per Diagon Alley mi resi conto che non potevo permettermi nemmeno un regalo per mia figlia. Ero fermo davanti una vetrina di giocattoli magici e
mi sentivo uno straccio, così mi incamminai verso l'uscita babbana passando davanti i Tiri Vispi Weasley. Guardando la vetrina vidi che erano esposte delle puffole pigmee. Sorrisi e pensai alla faccia che avrebbe potuto fare Alya vedendone una. Ma non avrei potuto portargliela, non mi sembrava il caso di mettere piede li dentro, non ero sicuramente il benvenuto dopo quello che era successo durante la guerra. Uno dei gemelli era stato ucciso, da un Mangiamorte, uno come me. Sospirai pensando a quante vittime innocenti aveva portato quella guerra e feci per allontanarmi dal negozio.

- Draco? - Sentendomi chiamare per nome mi voltai. La piccola Weasley mi veniva incontro sorridendo.

- Ginevra, buongiorno. - Mi sentivo a disagio incontrandola proprio davanti il negozio di suo fratello.

- Buongiorno a te. Siete riusciti a mandare Alya a scuola stamattina? -

- Si, ma le ho dovuto promettere che andrò io a prenderla. - Ginevra rise e mi prese a braccetto con fare cospiratorio

- Eh lo so , Hermione l'ha viziata troppo.....e anche io! - Sorrisi mentre lei rideva e il mio sguardo tornò alle puffole pigmee in vetrina. Lei se ne accorse e mi guardò curiosa.

- Stai pensando di prenderne una per te, ammettilo Draco. - La guardai stralunato, e poi capì di cosa parlava

- Veramente avevo pensato di prenderne una per Alya, sono sicuro che le amerebbe. - Lei annuì

- Si, ne sono convinta anche io...bhe che fai qui fuori allora?? Forza, entriamo. - e si incamminò verso il negozio. Io rimasi fermo lì fuori, non volevo entrare. Dalla soglia si girò a guardarmi interrogativa

- Non mi sembra il caso che io entri. -

- E perchè mai? - Era seria come lo era stata quando mi aveva minacciato di farle soffrire

- Non credo di essere il benvenuto qui dentro. -

- Finiscila di dire cavolate Malfoy e muovi il tuo regale sedere per comprare questo regalo a tua figlia. A George non dispiacerà vederti qui dentro. Forza. - Ed entrò. La seguì un poco titubante, ma senza fare trasparire nulla. Dentro era un caos, fischi e rumori da tutte le parti, un mare di ragazzini in giro per il negozio. Seguì la chioma rossa fino al bancone.

- Ginny che bello vederti!! - I due fratelli si abbracciarono e lui la sollevò da terra. Ginevra rise felice. Se ricordavo bene i discorsi di Herm i gemelli erano i fratelli che la rossa amava di più.

- George! Ti trovo sempre meglio, come va? -

- Tutto bene sorellina, gli affari vanno a gonfie vele! Cosa ci fai qui, quando sei tornata?? - Nel frattempo io stavo girovagando per il negozio

- Un pò di giorni fa a dire il vero. Sono tornata per Hermione. -

- E' già ora? -

- E' già stata ora, veramente. Ed è andato tutto bene. Infatti sono qui con.... ma dove diavolo è finito??? - Girandomi vidi che la rossa mi cercava, così mi avvicinai.

- Ma sei peggio di un ragazzino tu! Mi giro un attimo e sparisci!! -

- Malfoy! - Vidi George porgermi la mano e sorridermi, rimasi un attimo basito, poi ricambiai la stretta.

- Weasley. -

- Allora... di cosa avete bisogno voi due? - Nemmeno il tempo di aprire bocca che Ginevra rispose al posto mio

- Draco voleva prendere un regalo per Alya. -  Al ragazzo si illuminarono gli occhi e si girò a guardarmi, iniziando a elencarmi una serie di prodotti, tutti decisamente poco adatti. Ma quanto riusciva a parlare senza prendere fiato??

- Veramente pensavo ad una puffola pigmea. - Si sbattè una mano sulla fronte e sorrise

- Ma certo, la bambina è ancora piccola! Ecco. - Ne prese una di un rosa vivace e la mise in una scatolina. Feci per pagare, ma si mise a ridere.

- Smettila Malfoy, consideralo un piccolo omaggio per la bambina. Se ha preso da Hermione come gusti la adorerà. - e se ne andò senza darmi il tempo di ringraziarlo, ma strizzandomi l'occhio. Ero sconcertato. Da quando Weasley era così amichevole con me?
Ginevra mi trascinò fuori e leggendo la mia perplessità, parlò

- George è fatto così, sempre allegro e spensierato. Ogni volta che ci vediamo vuole che gli racconti di Hermione e della bambina. Ma non è mai voluto venire con me da loro, preferisce interessarsi a loro a distanza. E' un testone. -

- Perchè? - non so nemmeno io a cosa era riferito questo perchè, forse un poco a tutto

- Perchè tanto interesse?- La vidi insicura se parlare o meno, poi scrollò le spalle - Per Fred. Lui era innamorato cotto di lei, l'ha sempre amata a distanza sapendo che non erano destinati a stare assieme. Erano grandi amici e lui non voleva metterla a disagio confessandogli i suoi sentimenti. Quando prendemmo tutti parte all'ultima battaglia Fred e George si fecero una promessa. Se fosse successo qualcosa a Fred, George avrebbe vegliato su Hermione... al contrario Fred avrebbe fatto lo stesso con Angelina. -

- Johnson? Il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro? - Me la ricordavo vagamente, non le avevo mai prestato molta attenzione

- Si, lei. Da quel momento George ha iniziato a preoccuparsi per Hermione, e di conseguenza per Alya. E' stato lui ad aiutarmi in questi anni a proteggere Herm, ha fatto in modo che il suo volere di chiudere con tutti venisse rispettato, le ha anche tenuto Ron lontano. Diciamo che è stato un poco il loro angelo custode. - Ero rimasto molto colpito, Hermione non mi aveva detto di tutto ciò.

- Non ne sapevo nulla. -

- Solo io lo so, me lo ha raccontato facendomi promettere di non dire nulla a nessuno. Se ora lo sapesse mi crucerebbe. -

- Perchè non ne ha parlato con Hermione? - Ginevra mi guardò scettica

- Pensi che Hermione avrebbe accettato una cosa del genere? Pensi che avrebbe permesso a George di litigare con gli altri per lei? Dai la conosciamo, si sarebbe infervorata che non aveva bisogno di nulla. - Parlando eravamo arrivati davanti il muro di mattoni che immetteva nella Londra babbana.

- Grazie di tutto Ginevra, ora devo tornare a casa, fra poco Hermione rientra. -

- Salutamela, e mi raccomando, non dire nulla. - Promisi anche se mi sembrava una cosa ingiusta. Non toccava a me decidere se dire o meno qualcosa però.

Arrivai a casa in poco tempo, smaterializzandomi li vicino. La casa era ancora deserta così mi sedetti sul divano a riflettere. Pochi minuti dopo un insistente picchiettare attirò la mia attenzione. Alla finestra del salotto un barbagianni cercava di attirare la mia attenzione sbattendo con il becco sul vetro. Mi alzai e aprì la finestra, facendo entrare il volatile che si appollaiò su una sedia, mostrando la zampetta alla quale era legata una missiva. La aprì e iniziai a leggere, mentre il gufo spiccava il volo dalla finestra ancora aperta:


Figlio mio,
Ho appreso solo nella tarda serata di ieri della tua scarcerazione.
Spero perdonerete questa mia mancanza nei vostri confronti e
che vogliate raggiungermi nella residenza dei Black in Scozia,
dove mi sono trasferita dopo essere rimasta da sola.
Il Signorino Zabini mi ha avvisato anche del fatto che state bene e
che potreste avere una sorpresa per la vostra impaziente madre.
Aspettando una vostra celere risposta vi mando un bacio.
Narcissa Black in Malfoy


Ero rimasto di sasso. Mia madre era ancora viva, mi sentivo felice e sollevato. Mi avevano comunicato, o meglio, Potter mi aveva comunicato, anni fa che lei fosse morta. Amavo mia madre, era stata l'unica a darmi un poco di affetto nella mia infanzia. La rilessi e mi soffermai sul nome di Blaise. Non lo avevo rivisto da quando ero libero, come faceva a sapere che stavo bene? Sarei andato a cercarlo nel pomeriggio per ora avrei aspettato che Hermione tornasse e poi insieme saremmo andati a prendere Alya a scuola."



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Angolo dell'autrice:


Salve a tutti miei cari :)
ecco il nuovo capitolo tutto per voi. Spero sia di vostro gradimento
 e non deluda le vostre aspettative.
Le cose poco a poco si stanno sistemando per tutti e finalmente
 riusciranno ad avere un poco di serenità.
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Grazie a tutti voi!
Baci

Niky


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Capitolo 6
*** Attese ***


Attese

 
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Tornare a casa  non mi è mai sembrato così bello come oggi. Entro dalla porta e trovo Draco seduto sul divano con gli occhi chiusi. E’ uno spettacolo magnifico, che mi scalda il cuore. Poso la borsa, il cappotto e la sciarpa e mi siedo accanto a lui. Apre gli occhi di scatto e mi guarda.

- Bentornata, è andata bene la mattinata? – Gli sorrido e mi accuccio a lui, che subito mi stringe.

- Benissimo, sono sopravvissuta a Kelly senza rivelare niente di troppo compromettente. Ma non mi ha lasciata un attimo tranquilla, credo che tu abbia fatto colpo su di lei. – Lo vedo fare il suo solito ghigno storto – Dopo tanti anni non ho ancora perso il mio fascino, che vuoi farci? – Gli tiro uno scappellotto sul braccio e faccio l’offesa. Mi stringe di più e mi sussurra nell’orecchio – Ma per me esisti solo tu – Non resisto, mi giro e lo bacio.

" Hermione è tornata, si è messa qui vicino a me e tutti i miei pensieri sembrano essersi dissolti nel nulla. Mi racconta la sua giornata e dice che ho fatto colpo sulla amica. La provoco un poco e lei mette il broncio. Ma quanto è bella quando fa così? Le dico che per me esiste solo lei e inizia a baciarmi. Realizzo che è la prima volta che siamo a casa da soli. La bacio con ancora più foga e in un attimo ci ritroviamo distesi sul divano. Sono sdraiato su di lei, mentre continuo a baciarla. Vorrei tanto spingermi più in là, fare l’amore con lei, ma ho paura che sia troppo presto, che lei non voglia. Mi fermo a guardarla, è una visione così bella, con gli occhi chiusi e le labbra rosse per i baci. Apre gli occhi e mi guarda, e leggo in lei lo stesso desiderio e la stessa paura che provo io.

- Draco – La sua voce così bassa mi fa impazzire.

- Se vuoi mi fermo, piccola – Non vorrei mai fermarmi, ma rispetterò ogni sua decisione.

- Non voglio che ti fermi, solo che dobbiamo andare a prendere Alya a scuola. – Quella frase è stata come ricevere una secchiata di acqua gelata. Mi accascio su di lei, senza farle male, e le do un bacio sul collo. "

Vorrei non averlo dovuto fermare, avrei voluto continuare a stare fra le sue braccia, e ora invece siamo davanti la scuola di Alya aspettando che esca. Mi sa che dovrò chiedere a Gin di tenerla per un pomeriggio. Eccola che corre verso di noi, Draco si inginocchia e lei si butta fra le sue braccia. Sono davvero adorabili assieme.  La prende in braccio e ci incamminiamo a piedi verso casa.

- Amore, come è andata a scuola? Cosa avete fatto oggi? – le chiedo mentre lei è accoccolata sulla spalla del padre.

- Oggi la maestra ci ha fatto giocare con le costruzioni e poi ci ha fatto iniziare i disegni per i biglietti di Natale. Allora io le ho detto che quest’anno devo fare tanti bigliettini, perché oltre quello per te mami, devo fare quello a papi, quello alla zia… e poi ci ha detto che dobbiamo decidere la recita da fare e chi farà i vari personaggi. Io le ho detto che non voglio fare di nuovo l’alberello, ci sarà il mio papi a vedermi e devo essere bellissima. -  sento Draco ridere e mi sembra una cosa così bella!

- Ma tu sei già bellissima principessa, e se ti faranno di nuovo fare l’albero sarai l’albero più bello e bravo che si sia mai visto. – Alya ridacchia e si stringe di più a Draco.

Tenere in braccio la mia bambina è una sensazione strana, è così piccola e leggera, totalmente abbandonata a me, con la sua testolina riccioluta appoggiata sulla mia spalla. Sembra così fragile, così indifesa. Ho tanto tempo da recuperare, tante cose da fare per lei e per Hermione. Intanto oggi pomeriggio voglio trovare Blaise, mi manca il mio vecchio amico. Chissà cosa fa adesso, se è sposato, se lavora. Nel frattempo Alya sta raccontando la sua giornata, Hermione ride mentre lei parla. Vorrei che le giornate fossero tutte così, con loro due al mio fianco e senza problemi. Ma so che ancora ci vorrà del tempo, devo parlare con mia madre, devo dirle che è diventata nonna, come la prenderà? Ho paura di rispondere a questa domanda, lei è l’unica che mi è rimasta dalla mia infanzia, non vorrei discutere con lei.

Siamo arrivati a casa, mentre Hermione prepara il pranzo per tutti Alya sta giocando sul divano con le sue bambole. Mi avvicino piano ad Hermione e la abbraccio da dietro mentre sta rimescolando qualcosa dentro una pentola.

- Ehi, mi hai fatto spaventare! – Si gira e mi bacia, ricambio subito ma si accorge che qualcosa mi preoccupa

- Draco, va tutto bene? – Sorrido e la stringo, lei si divincola, spegne il fornello e mi spinge sulla sedia. Non le si può nascondere nulla alla mia so tutto io. – Ho ricevuto stamattina un gufo da mia madre – e le passo la pergamena che tenevo ancora in tasca, lei la legge e mi guarda in attesa  - Devo ancora risponderle, volevo andare a trovarla. Non la vedo da…. Da tanto. Credevo addirittura che fosse morta, queste erano le notizie che Potter mi aveva dato. Solo che non so come dirle di tutto questo, di te, di Alya. Io ho… -

- Paura, Draco. Hai paura, è normale. E’ tua madre e temi di deluderla o di litigare con lei.-

Vedo Draco nervoso, è normale che lui abbia paura di dire a sua madre di me ed Alya, in fondo lei ha sempre odiato me e quelli come me. E non credo che possa essere felice che Draco stia con me. Ho paura anche io, paura che possa allontanarsi da lui, suo figlio, solo per degli ideali che io trovo ridicoli. Draco merita di avere sua madre accanto, ha sempre detto di essere molto affezionato a lei. Ricordo quell’estata a mare, quando mi raccontava di quando era bambino, tutti i ricordi riguardavano Narcissa.

- Scrivile Draco, dille che andrai da lei. E’ giusto così – Mi guarda e mi abbraccia – Grazie Hermione. –

Torno a cucinare, mentre lui prende piuma e pergamena e inizia a scrivere.

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SCOZIA, RESIDENZA DI NARCISSA MALFOY

Nel giardino invernale nella sua residenza in Scozia Narcissa Malfoy stava leggendo un libro, elegantemente seduta su una poltrona con vista sull’uggiosa giornata che si vedeva fuori dalla grande vetrata di vetro.

Era talmente assorta dalla lettura da non essersi accorta del gufetto che, al freddo e alla pioggia, bussava da fuori la finestra. Per fortuna Nihem, il piccolo elfo domestico che da anni abitava in quella casa e serviva tutti i Malfoy, era sempre all’erta e con uno schiocco di dita fece entrare il povero gufetto, che si posò sul tavolino davanti Narcissa.

Lei alzò gli occhi dal libro e lo vide, un impercettibile sorriso incurvò le sue labbra mentre si sporgeva per slegare la sottile pergamena legata da un nastrino verde alla zampa del gufo. La srotolò e lesse:

Cara Madre,
Ho ricevuto la vostra lettera e sono lieto di vedere che state bene.

Arriverò per il thè del pomeriggio, ma sarà solo una visita veloce

non mi fermerò lì in Scozia, ho dei motivi che mi trattengono

qui a Londra. Vi spiegherò tutto con calma oggi.
Vostro figlio Draco

 

Narcissa si alzò dalla sedia e iniziò a dare ordini a Nihem per sistemare e pulire tutta la casa, preparare la cena, ma prima ancora prepararle un bel bagno caldo. Voleva che fosse tutto perfetto per il ritorno del tanto amato figlio. Era passato davvero tanto tempo, era cresciuto, ma per lei sarebbe rimasto sempre come il bambino da proteggere dal mondo intero, ruolo che purtroppo non era riuscita a ricoprire alla perfezione, anche se aveva tentato con tutte le sue forze. Chissà se Draco l’avrebbe perdonata. Era molto nervosa, anche se non lo dava a vedere, così si diresse verso il suo bagno caldo che di solito calmava tutte le sue ansie.

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Angolino dell'autrice
Scusate se sono mancata tutto questo tempo, ma non ho avuto voglia di scrivere e avevo esaurito le idee.
Ora sono tornata e dedico questo capitolo a SilVerphoenix che mi ha incoraggiata a continuarla :)
Spero di ritrovare tutti i vecchi lettori, mi farebbe molto piacere! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Chiarimenti ***


Chiarimenti

 
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Ore 16:52 Scozia, residenza di Narcissa Malfoy

Dopo un bel bagno rilassante Narcissa era pronta e seduta composta nel divanetto della sala da the, impaziente di rivedere il figlio. Nihem le aveva appena comunicato che erano pronti i biscotti preferiti di Draco, gli Scone (biscotti simili a delle brioches, farciti con marmellata e burro). Narcissa sorrise e s’immerse nei ricordi; da piccolo il suo bambino li adorava, una volta aveva addirittura costretto il suo elfo domestico a preparargliene tantissimi e se li era mangiati tutti. Lo avevano trovato che piangeva in cucina perché aveva dolore di pancia, Lucius si era seccato così tanto che aveva spedito l’elfo a chiudersi le orecchie nel forno per due ore e Draco era stato rimproverato e mandato a letto. Certo che era proprio goloso!

I pensieri di Narcissa vennero interrotti dalle fiamme del camino che erano diventate verdi. Si alzò in piedi impaziente e vide la figura del figlio uscire, elegante come sempre, dal camino.

“ Subito dopo pranzo, dopo aver giocato un poco con Alya e la sua puffola pigmea, sono andato al Ministero per utilizzare il camino per i viaggi lunghi. Sono rimasto fermo lì davanti parecchi minuti, con la polvere in una mano e lo sguardo perso nel vuoto. Un nodo mi stringeva lo stomaco, nella mia testa ho ripensato mille volte a come affrontare il discorso con mia madre, ma avevo sempre il timore di dover fare una scelta che non vorrei proprio fare. Sono le diciassette in punto e mi faccio coraggio, mia madre non ama i ritardatari e non vorrei proprio iniziare con il piede sbagliato. Butto la polvere dentro il camino e a voce alta e sicura pronuncio la destinazione. E’ un attimo, mi sento sballottato qua e là e dopo una decina di secondi atterro nel camino di pietra bianca nel salottino da thè. La prima cosa che vedo è mia madre, molto più invecchiata, i capelli, più bianchi di come li ricordavo, legati elegantemente in cima alla testa, il viso segnato dai segni del tempo e dalle preoccupazioni, i suoi occhi, belli come sempre, erano commossi.

– Madre, è un piacere rivedervi – mi sorride e apre le braccia invitandomi a stringerla. Mi avvicino e la stringo forte

– Figlio mio, che bello vederti e sapere che stai bene, mi sei mancato – E’ raro che sia così sincera e affettuosa, ma in fondo sei anni sono tanti e anch’io mi lascio un poco andare

– Anche voi mi siete mancata –

Mi allontano e lei si siede sul divanetto incitandomi a fare lo stesso. Mentre la imito arriva il vecchio elfo domestico e s’inchina davanti a me –Lieto di rivederla signorino Malfoy, porto subito il thè – e con uno schiocco di quelle dita scheletriche e verdastre compare tutto il necessario sul tavolinetto davanti a noi. Iniziamo a bere il thè ed io mi butto subito sui miei dolci preferiti.

– Sono sempre stati i tuoi preferiti, Nihem li ha preparati giusto poco fa. – Fa un sorrisetto e beve un altro sorso di thè – Allora Draco, hai sistemato tutto al ministero? –

– Si madre, ho ritirato la mia bacchetta, firmato tutti i fogli e preso gli unici galeoni che erano rimasti nel conto alla Gringott. Purtroppo hanno sequestrato tutti i nostri averi, pensavo, infatti, che anche questa tenuta fosse stata requisita. –

– Questa non hanno potuto prenderla, fa parte della mia eredità come Black. Questa e un poco di soldi in banca che avevo messo da parte negli anni. Zabini junior mi ha dato una mano a sbrigare tutte le pratiche, da sola non ci sarei mai riuscita. –

Per la seconda volta in due giorni esce fuori il nome di Zabini. Non so che fine abbia fatto, ma è evidente che lui è uscito bene da tutta la storia della guerra e dei processi. Beh in fondo lui se ne era tirato fuori in tempo, così come la sua famiglia.

Bevo un altro sorso di thè e chiedo a mia madre, lei ne sa sicuramente più di me.

– Che ne è stato di Blaise? E’ la seconda volta che lo nomini e con me non si è proprio fatto sentire. – Un poco ci sono rimasto male, anche se l’ultima volta che ci siamo visti ci siamo lasciati veramente male. E poi con l’andare delle cose non abbiamo mai avuto il tempo e l’occasione di poter chiarire.

– Oh, subito dopo i processi e aver dato una mano a me con tutte le scartoffie e le faccende burocratiche, si è trasferito in Italia per un paio di anni. – Con fare cospiratorio aggiunge – Credo che si sia dato alla bella vita lì.–

Mi fa l’occhiolino e riprende in tono più serio – Poi è tornato qui in Inghilterra e so che poco a poco ha intrapreso la carriera al Ministero. – Al mio sguardo perplesso continuò – Ministero per la cooperazione magica internazionale. E’ spesso fuori per lavoro, in queste settimane credo che sia da qualche parte in America per risolvere dei problemi con alcuni ragazzi inglesi che stanno creando casini lì. Dovrebbe tornare la prossima settimana, abbiamo un thè fissato per il martedì pomeriggio. – La vidi sorridere tranquilla e m’incuriosii.

 – Un thè? Viene spesso a prendere un thè qui? –

 ­– Oh si, circa una volta al mese o poco più. E’ sempre stato un caro ragazzo e sapendo che sono da sola viene a farmi compagnia e mi porta notizie da Londra. Non ho più contatti con nessuno lì, oltre lui. –

Sapere di questa “amicizia” fra Blaise e mia madre mi lasciò un poco sorpreso. Non me lo sarei mai aspettato, non dopo il nostro ultimo litigio; eravamo all’ultimo anno, poco prima della battaglia finale. Aveva scoperto di me e di Hermione e del mio tradimento contro l’Oscuro. Sebbene lui non fosse schierato da nessuna delle due parti, si arrabbiò talmente tanto per quello che stavo facendo, per non avergli detto nulla e non essermi fidato di lui che arrivammo quasi a fare a botte. Poi lui mi guardò deluso e se ne andò. Non abbiamo mai avuto l’occasione di chiarire, ma il sapere che nonostante tutto si sia preso cura di mia madre mi fa sentire sollevato. Forse c’è uno spiraglio per riprendere la nostra amicizia.

– Allora Draco, cosa conti di fare ora che sei di nuovo libero? – Mia madre mi osserva curiosa, in attesa. Cosa le dovrei rispondere? Che non ne ho la più pallida idea? Che vorrei solo godermi la famiglia che ho appena scoperto di avere, ma che non ho come mantenerla e darle sicurezze? Che non troverò mai un lavoro? Non avevo una risposta da darle, ma sapevo che era arrivato il momento di comunicarle la notizia. Sperando che non la prendesse troppo male.

– Madre, ancora non lo so, ma debbo parlarvi di una cosa importante – Posai la tazzina e mi misi seduto meglio. Il momento era già difficile, dovevo mantenermi imperturbabile come mio solito.  Anche lei posò la tazzina, fece sparecchiare il tavolino e si mise in attesa – Dimmi Draco, è per questo che non ti puoi fermare qui? –

– Si, madre. Ho delle cose che mi trattengono a Londra, cose molto importanti e alla quali non vorrei rinunciare. E’ una storia lunga e non so come iniziare. – Narcissa si sistemò il cuscino dietro la schiena e mi rispose tranquilla – Ho tutto il pomeriggio –.

– Anni fa, quando decisi di passare dalla parte di Silente e di fare la spia ci fu una persona che mi rimase accanto e mi diede la forza e il coraggio di fare ciò che andava fatto. Mi rimase accanto per tutto il tempo, in silenzio, senza pretendere nulla. Il periodo che passai nella casa in Italia fu con lei, ci preparavamo alla guerra, e nel frattempo ci godevamo quei rari momenti tranquilli che non sapevamo se avremmo potuto avere una volta finita la battaglia. – Vidi mia madre farsi pensierosa, quasi assente e mi fermai.

Dopo nemmeno un minuto mi guardò e mi chiese – Chi era lei? – Sicuramente stava facendo mente locale per capire chi, fra le ragazze che lei conosceva, potesse essere stata.  Dentro di me sorrisi sapendo che non l’avrebbe indovinata mai.

– Non ha importanza per ora sapere il suo nome, madre – cercai di rimandare il momento dove avrei dovuto svelare la sua identità, ero sempre stato un poco codardo in fondo.

– Quindi è qualcuna che sai che potrebbe non piacermi – ghignai, non le si poteva tenere nascosto nulla, in fondo era stata una serpeverde anche lei!

– Fammi continuare. – Sospirai e ripresi il discorso, ci stavo andando molto alla lontana.

– Una volta iniziata la battaglia ci perdemmo di vista, non potevo stare schierato dalla sua parte, non ancora almeno, dovevo prima assicurarmi di mettervi al sicuro e portarvi via da lì. Quando la rividi, circa due ore dopo, era accerchiata. Io non avevo ancora fatto saltare la mia copertura, mi limitavo a colpire i mangiamorte di nascosto, a lanciare qualche incantesimo di protezione verso gli altri studenti. Non ci ho pensato un attimo a mandare tutto all’aria per aiutarla. In quel momento ho capito che lei era importante. Certo lo sapevo già, di essere legato a lei, ma pensavo che fosse una cosa legata alla situazione, che con il tempo, maturando e crescendo, le nostre differenze avrebbero avuto la meglio e ci saremmo allontanati. Lo sapevamo entrambi, e ne eravamo preparati. Però vederla lì in difficoltà, mi ha fatto capire che era più di quello che io ingenuamente pensavo, che avrei preferito vedere lei viva e morire io. Lo so che è contro tutto quello che tu e mio padre mi avete insegnato, ma …. –

Mia madre, anche se non lo dava a vedere si era un poco commossa – Ma tu sei anche un Black figlio mio, e i Black sono passionali di natura. – Sorrideva, il che era un buon segno.

–Già, ma pagai caro quella mossa, madre. Non solo perché la mia copertura saltò, sapevo che sarebbe successo prima o poi, ma perché lei si infuriò con me per il modo sconsiderato con il quale mi ero fatto scoprire. E perché avevo rischiato la vita “inutilmente”. Praticamente nessuno sapeva di noi, eravamo stati più che attenti, e vedere me che salvavo la vita proprio a lei rischiava di mandare all’aria molte cose, ma fummo fortunati, non ci vide nessuno. Ci separammo di nuovo, io da un lato, lei dall’altro. Ormai potevo combattere dalla parte giusta, non avevo più nulla che mi trattenesse. Voi eravate al sicuro, lei se la sapeva cavare. – ripresi fiato un attimo e poi continuai

– Il ricordo della mia conversazione con Silente, che testimoniava da che parte stavo, era conservato in un luogo sicuro che solo io e lei sapevamo, e forse qualche altro membro dell’ordine. Ero tranquillo, potevo dare il meglio di me in battaglia. Ho salvato parecchie vite quella sera, ma ne ho tolte altrettante. Sapevo che il dopo battaglia sarebbe stato difficile, dover fare i conti con tutto quel dolore, ma sapevo che lei sarebbe stata accanto a me, per sostenerci a vicenda. La battaglia finì, e come ben sai, gli Auror ebbero la meglio. – Mi fermai di nuovo, ora veniva la parte più difficile

– La stavo cercando, lì, in quel prato pieno di sangue e morti, di corpi buttati come roba vecchia a terra, e proprio quando la vidi, ferita ma viva,  e mi stavo per dirigere da lei, venni preso dagli Auror. Provai a spiegare la mia situazione, ma venni ignorato e trascinato ad Azkaban.  Non ho più avuto modo di parlare con lei, di vederla, se non al processo, settimane dopo. La vidi da lontano, mi sorrideva fiduciosa e in cuor mio sapevo che era lì per testimoniare. Ma come ben saprai, non fecero testimoniare nessuno, videro i ricordi di Silente e presero la loro decisione. Da quel momento non ho più avuto nessun contatto con lei. –

Mi fermai, perché dire tutte quelle cose, mettermi a nudo così, davanti a mia madre, mi era costato tanta energia e avevo bisogno di riprendere fiato e chiarirmi le idee. Non avevo intenzione di fare tutto questo discorso, non era in programma, ma mi era uscito così spontaneo che non ero riuscito a fermarlo. Avevo visto Narcissa asciugarsi una piccola lacrima quando parlavo dei processi e dei morti, poteva riprendere fiato anche lei così. La vidi sospirare e guardarmi.

Non ero ancora pronto a riprendere il discorso, non sapevo davvero come continuare, ma fu lei a parlare per prima.

– Anche lei provava quello che tu provavi per lei? – Era una domanda leggera, per stemperare, lo sapevo perché, dal tono con il quale ne avevo parlato, era abbastanza chiara la risposta

 –Si, madre. Forse fu proprio lei la prima ad accorgersi di quello che saremmo potuti essere. –

Sorrisi, pensare ad Hermione mi faceva scordare tutti i momenti brutti passati in cella, tutte le esitazioni, i cattivi pensieri e gli insulti di Potter. Prosegui il mio racconto, ormai non aveva più senso tacere nulla, era mia madre, una volta nella vita potevo anche confidarmi con lei.

– Una volta in cella, giorno dopo giorno, le mie speranze di rivederla una volta uscito si affievolirono. Lei era bella, intelligente, ora anche famosa, avrebbe potuto avere qualsiasi uomo al mondo, per quale motivo doveva aspettare proprio me e perdersi gli anni migliori, quelli della pace e della giovinezza? Non ne vedevo motivo, nemmeno uno. Quindi mi convinsi  che, al mio reintegro nel mondo magico, l’avrei trovata sposata e con figli. Ho passato sei anni così, senza avere notizie e solo con i miei pensieri. Non volevo nemmeno chiedere per paura che non volesse essere associata a me. –

Mia madre era triste, lo si vedeva dalla piega che avevano preso le sue labbra e dagli occhi. Non deve essere facile, per una madre, sapere come ha vissuto per sei lunghi anni il suo unico figlio, magari pensava che stessi bene, nonostante il posto. Forse non era stata una buona idea dirle tutto.

– Mi dispiace figlio mio, non sono riuscita a proteggerti come avrei dovuto, è colpa mia – Chinò la testa ed io mi allarmai. Non doveva MAI pensare, nemmeno per un istante che fosse colpa sua. Lei aveva fatto il possibile per farmi crescere al sicuro, ma gli eventi, e mio padre soprattutto, non sono stati facili da contrastare. Quindi mi misi davanti a lei, in ginocchio, e le presi le mani fra le mie

– Madre, non è colpa vostra. Se io ora provo questi sentimenti, se sono quello che sono è tutto merito vostro. Avete fatto tutto quello che potevate per tenermi al sicuro. Ve ne prego, non sentitevi in colpa. – e le strinsi forte le mani. Lei alzò il viso, gli occhi un poco inumiditi e mi strinse a se, come quando ero bambino e, prima di mettermi a letto, mi stringeva.

– Continua figlio mio, voglio sapere com’è finita –

Mi rimisi seduto e arrivai alla parte per me più complicata da raccontare, quella dove introducevo Hermione e Alya.

– Il giorno della mia scarcerazione ero sicuro del fatto che nessuno sarebbe venuto a prendermi – decisi di saltare di proposito la parte dove Potter mi diceva che mia madre era morta, non volevo farla sentire ancora peggio. Lei non aveva nessuna colpa.

 – Quando il secondino mi disse che prima di andare dal direttore avevo una visita, mi sono sentito agitato, non volevo nemmeno sperare che fosse lei, lì per me. Ho anche pensato che se davvero fosse stata lei, era solo per dirmi che si era sposata e non voleva che io la andassi a cercare. Fu davvero una sorpresa vederla lì, agitata e nervosa, che mi guardava con i suoi occhi speranzosi, sembravano non essere passati sei anni ma pochi minuti. –

Narcissa mi guardava con amore, sicuramente era felice di questa notizia, ma era pronta a sapere chi fosse lei? – E’ tornata da te, quindi? – Sorrideva, era contenta, e di riflesso sorridevo anche io

– Si madre, mi ha aspettato per tutti questi anni. Non ci volevo credere, ma è una cosa bellissima. –

Mi prende la mano, e mi pone la fatidica domanda: – Chi è? –

Prendo un bel respiro e, stringendole la mano, rispondo – Hermione Granger –

Sulla faccia di mia madre passarono una varietà infinita di espressioni: sorpresa, confusione, perplessità, incredulità… per paura di vederci anche delusione abbassai lo sguardo aspettando che parlasse

– Quella Hermione Granger? L’amica di Potter? – Era confusa, si vedeva

– Si madre, proprio lei. E non è tutto – Beh era ancora un poco boccheggiante, ma dovevo darle anche l’altra notizia, ma fui di nuovo interrotto

–Non me lo aspettavo, sono sorpresa. Non prenderla male, figlio mio, voglio solo che tu sia felice, ma, da dopo la fine dei processi, della Granger non se n’è saputo più nulla. Molti pensavano che fosse tornata nel mondo dei babbani, con i suoi genitori. Altri ancora invece, più maligni, dicevano che fosse ricoverata al San Mungo perché non aveva retto ai postumi della guerra. Fatto sta che da sei anni nessuno l’ha più vista in giro. E se non ricordo male, agli ultimi processi, quelli dopo il tuo, era sempre più smunta e sciupata. Si vedeva che non stava bene. – Mi si strinse lo stomaco, era ancora tutta colpa mia se era stata così male.

– Credo fosse colpa mia madre, ma non è tutto. C’è ancora una cosa che debbo dirvi – Mi guardò in attesa, in fondo non aveva preso troppo male il fatto che fosse Hermione la persona che amavo.

– Quando venne a trovarmi mi diede anche un'altra notizia, una cosa che mi ha spaventato e reso la persona più felice di questa terra tutto assieme. Dopo il processo Hermione scoprì di essere incinta, ed ora abbiamo una figlia bellissima. – Avevo sganciato la bomba, ora dovevo solo attendere. La vidi sbiancare e mi preoccupai, sgranò gli occhi chiari e poi si girò a fissarmi – Prego? Com’è potuto succedere? –

Io ghignai – Vuoi davvero sapere com’è potuto succedere, madre? –

Mi diede uno scappellotto nel braccio e mi guardò seria

– Figlio mio, sei sicuro che questa bambina sia davvero figlia tua? – Una risposta non proprio felice me la aspettavo, ma non per questo fece meno male. Mi alzai in piedi e mi misi distante da lei.

– Non era questa la reazione che mi aspettavo madre. Sono certo che sia figlia mia perché è identica a me, ed Hermione non è il tipo di persona capace di fare una cosa del genere. Non ne avrebbe proprio nulla da guadagnarci. – la mia voce era gelida, le davo le spalle. Avevo davvero paura che dicesse qualcosa di sbagliato. Nessuno, nemmeno mia madre, doveva toccare la mia nuova famiglia. ”

Ero sconvolta. Quando Draco aveva intrapreso tutto quel discorso su questa misteriosa ragazza, non pensavo andasse a parare proprio qui. Ero stata contenta di sapere che mio figlio avesse qualcuno che lo avesse aspettato al suo ritorno, qualcuno che lo amasse al punto da perdere sei anni della sua vita dietro ad un ragazzo in galera. Certo, sapere che questa ragazza fosse proprio Hermione Granger, eroina del mondo magica e oramai del tutto scomparsa nel nulla, mi aveva lasciata un poco sorpresa. Ma non tanto come sapere che mio figlio avesse una figlia. Cioè, io ora sono nonna? Oh mamma mia, suona malissimo, sono troppo giovane per essere nonna, ma ancora di più, sono loro troppo giovani per essere dei genitori. Come faranno a crescere una bambina? Ma forse non sono queste le domande da pormi ora. Draco mi dà le spalle qualche metro davanti a me, credo d’averlo ferito con le mie parole. Dovrei scusarmi. Anche se mi viene difficile crederlo, una donna che aspetta per sei anni un uomo non lo fa di certo per prenderlo in giro. Questo lo capivo perfino io, abituata a vedere il lato più approfittatore delle persone.

 Si alzò in piedi piano, gli acciacchi della vecchiaia erano arrivati anche per lei, e si avvicinò al figlio. Era titubante, non sapeva esattamente cosa dire, ma non aveva intenzione di perdere suo figlio. Era l’unico affetto che le fosse rimasto.

– Figlio mio, perdona una povera madre stolta – Lui si girò a guardarmi, i suoi occhi erano limpidi, non stava proteggendosi come faceva sempre. Oggi con me si era aperto come mai aveva fatto in tutta la sua vita, ed io ero la persona più felice. Avevo ancora mio figlio, e lui aveva una famiglia. Che importava d’altro? Che andassero al diavolo tutti gli anni di lavaggio del cervello di Lucius, se Draco era felice io non potevo chiedere di meglio che non fare parte della sua felicità.

– Sono sempre stata abituata che, nella cerchia dove abbiamo sempre vissuto noi, con gente che mette i matrimoni di interesse prima del bene dei propri figli, sia normale incastrare qualcuno con un bambino. Ma hai ragione tu, la Granger non è il tipo di ragazza che potrebbe fare una cosa del genere. Mi sono solo lasciata prendere dal panico. Non mi aspettavo una notizia del genere. Puoi perdonarmi, figlio mio? – Mi sorrise e mi fece un cenno affermativo con la testa. Dentro di me sospirai di sollievo.

Ci risedemmo sul divanetto in silenzio. Avevo tante domande da fargli, ma una sola mi sembrava veramente importante – Posso conoscerla? – Era mia nipote, volevo davvero conoscerla. Chissà se assomigliava al mio Draco.

Che importava se non aveva sangue puro nella vene? Nulla, erano tutte cose nella quali non credevo più da quando Lucius aveva messo tutto questo davanti il bene di nostro figlio.

 Mi resi conto solo in quel momento di essermi persa tante cose di questa bambina. Un attimo dopo realizzai che anche Draco se ne fosse perso un bel po’ e la cosa mi rese triste.

– Certo che puoi – Sorrideva. Poi mi venne un dubbio, fino ad ora celato nella mia mente. –La Granger vorrebbe pure? – Non potevo biasimarla se non avesse voluto, la mia famiglia le aveva fatto tanto male. Magari non aveva nessuna voglia che sua figlia sapesse di tutte le cose cattive successe in passato.

– Hermione ne sarà felicissima. Alya non ha mai avuto dei nonni, è cresciuta solo con Hermione e con Ginevra. Sarà felice di conoscere la nonna. – Solo con due persone era cresciuta? Non capivo molto, ma avremmo avuto modo di parlarne più avanti

– Allora perché non venite tutti e tre per cena? Mi farebbe davvero piacere conoscere meglio la Granger. – Vidi sorpresa negli occhi di mio figlio, non se lo aspettava, ma se quella era la sua famiglia io volevo farne parte.

– Credo che non ci siano problemi, madre. Vado a casa allora a prendere Hermione e Alya.–

Alya, l’occhio del dragone. La Granger aveva mantenuto la tradizione dei Black di assegnare nomi di stelle ai propri figli, e aveva scelto proprio una stella della costellazione di Draco. Era proprio una ragazza in gamba, e aveva appena guadagnato tanti punti con me.

–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––°°°°°––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Ore 18.30 Casa Granger

Draco se n’è andato da un bel po’ ed io e Alya abbiamo giocato tutto il pomeriggio, poi ci siamo buttate a letto e le ho raccontato una storia. Ora si è addormentata con il suo serpentello ed io ne sto approfittando per sistemare casa.

Sono in ansia per Draco. Ci tiene molto al fatto che sua madre accetti questa situazione. Vorrei che andasse tutto bene, ha già sofferto tanto e non merita altre delusioni dalla vita. E sarei contenta se Alya conoscesse sua nonna, considerato che i miei genitori non li ha mai potuti conoscere.

Mi siedo sul divano e aspetto. Non ho sentito Gin oggi, si sta tenendo alla larga. Vuole che passiamo più tempo possibile tutti assieme, senza capire che ci farebbe piacere averla qui con noi, ormai è di famiglia.

Mi stavo quasi appisolando quando un POP dentro casa mi riportò vigile. E’ tornato Draco, è l’ora di scoprire la verità.

– Scusa, non volevo spaventarti – Si siede vicino a me e mi abbraccia. Non riesco a capire se è andata bene o male. Mi decido a chiederlo, non riesco a sopportare questo silenzio – Com’è andata? –

Lo sento muoversi per mettersi più comodo e poi rispondermi , con voce calma – Bene, ci aspetta tutti per cena fra un’ora circa –

“Con tutta la nonchalance del mondo mi sistemo meglio sul divano e sgancio la bomba che so che farà dare di matto ad Hermione – Bene, ci aspetta tutti per cena fra un’ora circa –

Vedere la sua faccia diventare rossa, poi bianca e poi di nuovo rossa è uno spettacolo fantastico! Inizia a boccheggiare e si fa aria con una mano. Rido sotto i baffi e la guardo, mettendo su la mia migliore aria preoccupata – Tesoro, tutto bene?– Ho appena dato il via all’esplosione di questa bomba chiamata Hermione!

– Un’ora??? Ho SOLO un’ora per preparare me e tua figlia per incontrare tua madre?? –

– Si, ci aspetta per cena – Continuo a fare il finto tonto, mentre mi sto divertendo un sacco

– Hai idea di quanto tempo serve per preparare Alya e convincerla a lavarsi, vestirsi, sistemarsi e tutto il resto???? –

Scoppio definitivamente a ridere, sta mettendosi letteralmente le mani ai capelli e gesticolando. Mi guarda infuriata e la stringo a me, dandole tanti baci sui capelli riccioluti. Hermione si calma subito e sospira.

– Sono contenta che sia andato tutto bene, Draco. Sei felice? –

Se sono felice? Eccome! Ho una donna che mi ama, una figlia che adoro con tutto me stesso e mia madre che sembra aver accettato la situazione.

– Si, Hermione, sono felice – Sorrise e si alza

– Bene, è ora che tu vada a svegliare Alya. E’ compito tuo dirle che conoscerà sua nonna. –

Mi sembra giusta come cosa, così mi alzo e vado nel nostro letto. La piccola dorme accucciata su un lato del letto, abbracciata al suo serpentello. Ogni volta che la guardo, capisco con quanto amore è cresciuta mia figlia, anche senza di me. Hermione e Ginevra hanno fatto davvero un buon lavoro.

E’ bella, ma non di quella bellezza perfetta… bella come solo una figlia può esserlo agli occhi del proprio genitore. Dovrò stare con gli occhi ben aperti appena crescerà un altro poco. Sorrido di quei pensieri e piano piano la sveglio.

– Principessa, svegliati –

Mugugna, esattamente come Hermione, facendomi sorridere – No –

– Come no, ed io a chi dico la bella sorpresa che ti aspetta stasera?– Al sentir nominare una sorpresa apre un occhio, poi l’altro e sorride.

– Quale sorpresa papino? –

Diventerà una serpe perfetta mia figlia! Mi metto seduto davanti a lei e inizio a parlare

– Vuoi conoscere la mia mamma, tua nonna? –

Si alza di colpo sul letto, con gli occhi che le brillano di gioia e un sorriso che trovo meraviglioso

– Ho una nonna?? – saltella sul letto, la afferro e me la metto seduta in braccio

– Certo che hai una nonna, è la mia mamma. Si chiama Narcissa, e non vede l’ora di conoscerti –

– E’ un nome bellissimo, papà. Quando ci andiamo?? – sembra davvero impaziente, forse ha sempre desiderato una famiglia normale. Mi sento in colpa, se non fossi stato così debole da cedere alla volontà di mio padre, mia figlia avrebbe avuto una famiglia come tutte le altre.

– Dobbiamo essere lì per cena, ce la fai ad essere pronta? –

Salta giù dalle mia gambe e fa per correre nella stanza dove tiene i vestiti, ma si blocca – Ma viene anche la mamma, vero? –

– Certo principessa, perché? –

– Perché non voglio che la mamma rimanga da sola a casa. Poi è triste –

Può una bambina di sei anni spiazzare uno che ha vissuto tante cose come me? Mia figlia ci è appena riuscita

– Non rimarrà solo a casa, verrà con noi. Nessuno la lascerà mai sola a casa, te lo prometto, ci sarò sempre io con lei, o tu. Va bene Principessa? – Mi fa un cenno affermativo e corre di là. Io rimango sul letto, con l’espressione da ebete per una decina di minuti. Mi sento uno schifo. Hermione era stata male in passato, Alya sicuramente pure. Ed io non ne sapevo nulla, non ero lì a poterle aiutare. So che non potrò  mai rimediare a questo, ma posso fare in modo che non succeda più.

Ci sarei sempre stato, avrei fatto di tutto per loro. Beh, io lo sapevo, ma loro?”

–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––°°°°°––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Draco si alzò per andare a svegliare Alya ed io mi feci una doccia. Ero abbastanza agitata. La famiglia di Draco aveva sempre odiato me e quelli come me, ed ora stavo andando a cena da sua madre. Cosa mi sarei dovuta mettere? Come mi sarei dovuta comportare? Lasciai che l’acqua calda mi scivolasse addosso sciogliendo i miei muscoli e facendomi rilassare. La risposta a tutte le mie domande era semplice: dovevo solo essere me stessa. Era inutile fingere di essere quella che non ero. Se non gli andava bene erano problemi suoi, mica miei.

Avvolsi il mio corpo con il telo da bagno e mi diressi in camera da letto. Draco era seduto sul letto, lo sguardo perso. Forse era nervoso anche lui. Gli diedi un bacio sulla bionda testa e si riprese.

Lo sguardo pieno di malizia che mi lanciò mi fece capire che anche lui desiderava un poco d’intimità, ma mi costrinse anche a buttarlo fuori dalla camera prima di vestirmi. Non saremmo mai arrivati in tempo se fosse rimasto dentro. Mi presi però l’appunto mentale di chiamare Gin e chiederle di tenere Alya per un paio di ore, forse anche più.

Provai una serie infinita di vestiti, tutti molto semplici. Non avevo nulla di elegante e mi stavo disperando. Ok essere me stessa, ma almeno vestita in maniera decente!

Mi decisi a tirar fuori il “Vestito delle Emergenze”, come lo chiamava Gin. Era un semplice vestito nero, con le maniche lunghe e lo scollo a barca, che arrivava fino alle caviglie. Non era elegante, ma ricordava tanto le vesti dei maghi. Lo avevamo comprato in un mercatino medievale, e mi stava benissimo. Non lo mettevo mai perché non era mai l’occasione giusta.

Dopo averlo indossato, notai che non mi stava per nulla male, e secondo me si addiceva alla cena di quella sera. Misi la collana con l’anello e un braccialetto verde smeraldo che mi avevano regalato per il compleanno. Mi sentivo soddisfatta.

E pronta ad affrontare una cena con Narcissa Malfoy

*Fra poco conoscerò la mia nonna. Sono tanto contenta, non sapevo di averne una ma la volevo tanto tanto.

Tutti i miei compagni di scuola ne hanno una e dicono sempre che gli prepara merende deliziose, li riempie di regali e fa loro tante coccole. Per me lo hanno sempre fatto la mamma e la zia Gin, ora anche il mio papà.

Sono contenta che sia andato tutto bene, gli voglio tanto bene anche la mamma gliene vuole. E lui ne vuole a noi, si vede. Mi ha promesso che la mamma non sarà mai più triste, io gli credo. Era brutto vederla sempre pensierosa, sapere che le mancava qualcosa. Ora è felice di più. Siamo finalmente una famiglia.

Ora potrà farne parte anche la nonna, non vedo l’ora di vedere se è bella come la mia mamma. No, lei è la più bella…. Allora un po’ meno bella della mamma. Ho scelto il vestitino che metterò oggi. E’ il più bello che ho, tutto azzurro, come quello della principessa del ballo col principe. Me lo ha regalato la zia e la mamma non vuole mai farmelo mettere, ma voglio essere tanto bella per la nonna, così mi vuole bene e mi fa tanti regali.

Ora che ho scelto il vestito vado da papà che è sul divano e gli dico che deve farmi la doccia. Mi guarda confuso e gli dico che è tardi e poi la mamma si secca. Allora mi prende in braccio facendomi il solletico, mi mette dentro la vasca da bagno con tutto il pigiama e con la sua bacchetta mi bagna tutta. Io scoppio a ridere e si bagna anche lui per tenermi ferma. Fare il bagno con lui è più divertente di farlo con la mamma, lei è più seria.  *

Una volta pronta esco dalla stanza e sento delle grida e delle risate venire dal bagno della stanza di Alya. Sapendo quanto la mia bimba odi fare il bagno, sentire delle risa provenire proprio da quella stanza mi fa rizzare i capelli. La prima cosa che vedo entrando in camera di Alya è il vestito blu di cenerentola sul letto.

Sospiro rassegnata e apro la porta del bagno. La scena che ho davanti è surreale. Alya con ancora addosso il pigiama, dentro la vasca da bagno, Draco, anche lui tutto vestito e bagnato, che con un Aguamenti sta facendo la doccia a nostra figlia, e stanno ridendo come due pazzi. Non ci posso credere, non avrei mai pensato di poter vedere una scena del genere in tutta la mia vita. Grazie alla mia prontezza di riflessi faccio arrivare con un Accio la mia macchina fotografica e scatto una foto a quella scena, sarebbe stato un peccato non farlo. Non si sono ancora accorti di me per questo faccio notare la mia presenza con una tossettina molto simile alla Umbridge.

– Ehm ehm – si girarono verso di me e l’acqua smise di uscire dalla bacchetta di Draco – cosa state combinando qui?? –

– Papà mi sta facendo il bagno –

Guardo Draco in attesa di una spiegazione e lui con la faccia più angelica del suo repertorio da diavolo mi risponde – Non sapevo come farle il bagno –

Scoppio a ridere anch’io e lo mando a vestirsi e cambiarsi. Penserò io a finire di preparare Alya. E’ dolcissimo vedere Draco in difficoltà, ce la sta mettendo davvero tutta per essere un buon padre.

–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––°°°°°––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Venti minuti dopo siamo tutti pronti davanti al camino di casa. Andremo fino al ministero e da lì fino a casa di Narcissa. Draco si è messo una camicia e dei pantaloni neri, recuperati da non so dove, Alya ha insistito per mettere il suo vestitino azzurro e Draco ha ceduto. Non avevo voglia di fare io la cattiva e ho lasciato correre, sta davvero bene e Draco continua a chiamarla principessa.

E’ il primo viaggio in metropolvere di nostra figlia, ed è veramente contenta e impaziente. Beata lei, io odio viaggiare in quel modo.

 

 

 

 

Note:

La parte dei pensieri di Alya è volutamente sgrammaticata e scritta male, in fondo è solo una bambina di sei anni. Non sa ancora parlare benissimo e anche i suoi pensieri sono sconnessi.

Come ogni capitolo ecco i ringraziamenti:

SilVerphoenix, che mi ha dato una mano a rivedere il capitolo e sistemare qualche errore qui e lì

BeaSerpe, Gaghi87 e DarkSerenity che hanno lasciato un commentino :)

Per il resto spero che vi sia piaciuta :) Ormai manca davvero poco alla fine. Due, massimo tre, capitoli.

Pubblicità: Avete ancora un po' di tempo libero e non sapete cosa leggere? Passate dalle nostre long in corso! Eccovi i link:

Danni collaterali, SilVerphoenix & NikyBlack

(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3176009&i=1)

Virus, SilVerphoenix
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3080566&i=1)

 

Alla prossima!!

 

 

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