Di Trilly, Wendy e altri pensieri di poco conto

di Ramiza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di Trilly, Wendy e altri pensieri di poco conto ***
Capitolo 2: *** Un bambino e la sua fata ***
Capitolo 3: *** Una fata e il suo bambino ***



Capitolo 1
*** Di Trilly, Wendy e altri pensieri di poco conto ***


Tornare a Londra.

Crescere.

Avere una famiglia, forse dei figli.

Amare Wendy e baciarla davvero, non più soltanto quel ditale.

Scoprire con lei un mondo nuovo, diverso, ma ritagliato su misura per voi due.

Ascoltare per sempre le sue storie.

 

In quel momento ci stai pensando davvero.

 

Ma di cosa avrebbero parlato le sue storie, quando tu non avresti più potuto esserne il protagonista?

Perché, questo lo sai bene, se accetti di crescere non sarai più Peter Pan e nessuno comporrà più storie su di te.

Ci saranno altri eroi per le serate dei bambini, altri personaggi per quelle fiabe.

Qualcun altro nel Paese che non c'è a dar la caccia ai pirati, ad aiutare gli indiani. Un altro per i baci delle sirene, per la polvere delle fate.

Le fate, sì. Qualcun altro, allora, accanto a Trilly, per volare con lei e far scomparire il dolore della sua nostalgia.

 

Oh, lo sai Peter, lo sai che alla fine ti dimenticherà.

Forse all'inizio lo crederà impossibile, soffrirà, ti odierà, ma poi i giorni passeranno e tu conosci bene il Paese che non c'è, non esiste tristezza là, nessuna tristezza che possa durare. Là, il dolore è solo una foglia secca attaccata ad un ramo che cadrà al primo soffio di vento.

E la tua immagine se ne andrà dai suoi occhi, con il vento di un giorno dell'eterna primavera che non c'è, mentre a Londra soffierà gelida una tramontana invernale.

Allora non potrai saperlo, ma mentre starai seduto accanto al fuoco, il tuo volto starà lasciando per sempre gli occhi di Trilly e una parte di te smetterà d'esistere.

 

Non stupirtene, Peter. Non hai mai avuto dubbi che qualcosa nel tuo cuore fosse legato indissolubilmente allo scampanellio delle sue ali dorate. Senza di esso, in fondo, non saresti stato che un eroe solo, come ce ne sono tanti.

E no, Trilly non potrà mai prendere il posto di Wendy: non ti darà lo stesso tipo d'amore, non racconterà favole ai bimbi sperduti, non assomiglierà mai ad una mamma.

Ma potrebbe poi Wendy prendere il posto di Trilly?

 

Ti guarda, la tua fatina.

Aspetta che tu le dica cosa farai.

Guardi lei e guardi Wendy e capisci improvvisamente che tutto è collegato, lo capisci in un istante, con l'infantile intuizione di un bambino: per amare in quel modo dovrai crescere e per crescere dovrai abbandonare la tua fata. Ma c'è di più. Se deciderai di crescere, ci sarà un momento inevitabile in cui sarà tua fata ad abbandonare te. È il ciclo della vita, credi. Andato te, ne verrà un altro.

Oh no, no. Ti porti le mani alla testa e la scuoti violentemente.

Non hai alcuna voglia di rinunciare a ciò che ti appartiene.

Non hai alcuna intenzione di lasciare che lei voli con qualcun altro.

Sarai anche un bambino, e probabilmente non capirai un fico secco dell'amore, ma adesso sei più che sicuro che quella strana cosa che provi quando guardi Trilly, quel lieve formicolio allo stomaco che ti prende quando lei è lontana e non sai dove, quel curioso nodo in gola che senti quando litigate, sì, che tutte queste cose potranno bastare per sempre a riempire quel posto, il posto dell'amore da grandi, appunto.

 

È stata una bella avventura, questa con Wendy, ma non è qua la tua vita.

Senza sirene, pirati, indiani, fate...senza Trilly cosa saresti tu? Nient'altro che l'ombra sbiadita di un eroe, un personaggio fuori posto, e la felicità ti sfuggirebbe come fece l'ombra tempo fa.

È il momento di salutarla allora. Le prometti che tornerai a trovarla...si, credi che tornerai, nonostante tutto, nonostante le promesse non siano il tuo forte, nonostante il Paese che non c'è si porti via in fretta i ricordi. Ma tornerai, la guarderai crescere, diventare adulta, sposarsi, avere dei figli.

Forse per un attimo soffrirai persino, guardandola e non potendo essere con lei. Ma sarà un attimo perché così succede nel Paese che non c'è, dove il dolore non è che una foglia secca, appesa a un ramo.

Ci sarà sua figlia, dopo di lei, e poi chissà, e tu sarai lì, ancora bambino, ancora a vegliare su di loro e ad ascoltare storie che parlano di te, ancora tu, Peter, tu e Trilly che siete una cosa sola e che vivrete per sempre felici e spensierati nel Paese che non c'è.

 

 

Angolo delle spiegazioni, nel caso in cui ce ne fosse bisogno.

 

Ho aperto questo fandom dopo l'ennesimo film su Peter Pan: Neverland, la vera storia di Peter Pan (tra l'altro, mi è piaciuto da impazzire) e ci ho trovato storie su Peter e Wendy, su Peter che la ama, su Peter che cresce. Insomma, già mi ha fatto paura il film Hook, poi queste: vogliamo scherzare? Peter che cresce? Peter che si innamora di Wendy? Oh mio dio, no! Intendiamoci, mi sono piaciute quelle storie, le ho lette con gran piacere, ma quello scenario mi terrorizza. Peter e Trilly, ecco cosa va bene. Con l'amore che volete vederci, io ci vedo quello di un ragazzino per una fatina e mi sembra meraviglioso, imparagonabile ad ogni altro. Peter e Trilly, dicevo, e Peter che rimane nel Paese che non c'è e tutto il resto. Perché insomma, tutti i bimbi crescono, tranne uno, no?

 

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Capitolo 2
*** Un bambino e la sua fata ***


 

Dedicato a tutti quelli che credono che Peter e Trilly siano una cosa sola.





Cosa provi, adesso, Peter Pan?

Cosa si agita nel tuo cuore infantile che non sa cosa sia la morale, né conosce gli inganni di un cuore adulto?

Lasceresti l'Isola che non C'è per seguire questa ragazza che ti ha insegnato cosa sia un bacio?

Dimmi, Peter, la ami?

Molte cose sono state scritte su di te, molte altre sono state dette e, com'è giusto che sia, la maggior parte sono state immaginate e sono volate a te come polvere di Fata trasportata dal vento.

Oh sì, Peter, tu l'ami.

Con l'amore ingenuo di un bambino, forte come la roccia, impetuoso come il mare, quell'amore che non conosce ostacoli né paura. Ami le sue fiabe, i suoi sorrisi. Ami i suoi ditali e le sue mani che sanno ricucire un'ombra. L'ami perché ti adora e perché si prende cura dei suoi fratelli. Perché ti aspetterà sempre e non smetterà mai d'amarti.

Dimmi dunque, Peter, perché non torni a Londra con lei?

È il timore che te lo impedisce, o la tua sete eterna d'avventura, o il tuo disperato egoistico bisogno di non crescere mai?


No, non è questo, non è vero, bambino?

È qualcosa di più piccolo, di più concreto, e decisamente di più reale.

Sono gli occhi piccoli e scintillanti d'una fata, azzurri e profondi come il mare che la nave d'Uncino solcava, i suoi capelli rossicci come il sole che avete guardato ogni giorno levarsi in cielo e più ancora, e soprattutto, lo scampanellio spensierato delle sue ali che si muovono, il tintinnio delle campanelle in festa che le risuona intorno, accompagnato dalla sua risata cristallina.

È la tua fata, Peter, e tu sei il suo bambino.

Hanno detto cose, su di voi. Hanno detto che lei ti ama e che tu non la puoi ricambiare, che vi amate d'amori diversi.

Ma, oh, Peter, tu sai che i grandi dicono molte cose, perché i grandi non capiscono, la maggior parte delle volte.

Tu sai che quella piccola cosa che ti svolazza intorno possiede il tuo cuore come nessun'altro potrà mai fare. Le appartiene perché ti ha insegnato a volare ed esultare, perché tu avevi la magia dentro e lei ti ha mostrato come tirarla fuori, perché ti è madre, amante, amica senza che nessuno dei due conosca il vero significato di queste parole, perché ti ha accolto, accudito, vegliato, perché ti ha donato una casa e il suo mondo, perché i suoi occhi sono azzurri come i mare che la nave d'Uncino solcava, i suoi capelli rossicci come l'aurora e le sue ali e la sua risata tintinnano e rendendo più lieto il mondo intorno.

I grandi non potranno capirlo, Peter, e nemmeno Wendy potrà farlo. Il suo cuore è enorme e complicato, come quello di chi ama molto e sa di dover crescere.

Non potranno mai capire davvero l'amore che lega un bambino e la sua fata, non sapranno mai fino in fondo, non lo vedranno come tu lo vedi.


Così, Peter, ami davvero Wendy, non vorresti lasciarla andare e le chiederesti un altro ditale.

Ma no, non vuoi seguirla a Londra. Sai che per farlo dovresti rinunciare a qualcosa e sai altrettanto bene che rinunciare alla tua fata vorrebbe dire perdere il tuo cuore.

L'ami, come non sapresti dirlo e non ti interessa. Sono i grandi ad aver bisogno delle parole per spiegare il senso vero delle cose, i grandi hanno sempre bisogno di spiegazioni.

Non così i bambini e neppure le fate.

L'ami ma il tuo cuore appartiene solo alla tua fata e lei ti basta. È la parte più bella di te e lo sai bene.

Vorresti dire a quegli adulti di smetterla di immaginarla triste per colpa tua, non ti piace vederla così neppure in un pensiero. Ed è sbagliato.

La tua fata è felice e così sei tu, da ora all'eternità, incontro a cui andrete insieme.

 

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Capitolo 3
*** Una fata e il suo bambino ***


Una fata e il suo bambino

 

Tu lo guardi, Campanellino, ma dimmi, cosa vedi?

Lo guardi come tutti lo guardono, ma il tuo sguardo è diverso dal loro, così piccolo e azzurro, e i tuoi occhi colgono altre sfumature, altri colori.

È Peter Pan, lui.

È Peter Pan dunque che tu vedi. Un bambino e il suo nome che gli scintilla addosso.

Cosa vedano gli altri puoi solo immaginarlo.

Una guida, un fratello maggiore, un capobanda forse i Bimbi sperduti.

Un eroe, un salvatore Giglio tigrato.

Un nemico mortale, un demonio, una sfida i pirati.

E Wendy... oh, Wendy vede probabilmente un sogno realizzato, la proiezione di un desiderio, l’incarnazione dell’amore.

Tu non vedi nulla di tutto ciò, lo so bene. È troppo complicato, probabilmente, per il tuo piccolo piccolo cuore. E tu odi le complicazioni, non è vero, Campanellino?

È Peter Pan, lui.

 

Così lo guardi e non vedi che Peter Pan, il tuo bambino.

Non ti interessa se sia un eroe o un demonio, né se esistano o meno fiabe che parlano di lui. Non ti curi del fatto che sia egoista, ed egocentrico, e forse persino incapace d'amare. Non ti importa del fatto che sai bene, oh lo sai bene, che quando un giorno te ne sarai andata, dissolta nei colori dell'arcobaleno, lui ti dimenticherà in fretta.

Ti interessa che lui ci sia adesso, e che sappia volare, e che sappia esultare, e che abbia un sorriso tagliente come un coltello e gli occhi di un folletto, verdi come i prati dell’Isolachenoncè.

 

Sai bene che un giorno, troppo presto, lo dovrai lasciare, ché le fate vivono poco seppure sono così piccole che quel periodo a loro pare lunghissimo.

Ti chiedi cosa penserà, quel giorno, cosa proverà senza averti più lì. Ti chiedi se lo sa già, se è consapevole, distratto e incosciente come sempre, di ciò che il futuro gli riserva. Probabilmente ti dimenticherà in fretta, ti dici. Sparirai dalla sua mente come altri hanno già fatto, te ne andrai in un soffio, velocemente e senza lasciare tracce di dolore.

Dovresti sentirti triste, ti suggerisce qualcosa dentro, ma perché poi?

È Peter Pan, lui.

La tristezza non è per le fate, né per Peter Pan. Ad altri il dolore, a voi la gioia del tempo trascorso insieme e cos’altro chissà.

Ti dimenticherà in fretta, credi.

Per sicurezza, comunque, gli cospargerai il capo di polvere di fata, giusto un attimo prima di dissolverti in un arcobaleno di colori, tanto per essere sicura che il dolore non lo prenda, e anche per sapere, quando lo guarderai dall’alto di quell'arcobaleno, che se ti ha dimenticato non è stato per colpa sua.

Si chiama barare, Campanellino. Ma lo farebbe anche lui, in fondo.

È Peter Pan, lui.

 

 

 

Breve nota conclusiva.

_Polla ha ispirato questa storia, ricordandomi questa faccenda della morte di Campanellino che la mia mente aveva inconsciamente quasi rimosso. E così, ecco la mia visione dei fatti. Zio Barrie non ci ha detto tutto, per come la vedo io. Grazie per quest'idea!

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