Fighting for Lisbon's Heart

di Spuffy93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Gran Finale ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Timeline: Inizio 4° Stagione

Rating: Mistero anche per me… XD

Lunghezza: altro mistero U_U Doveva essere una long di 10 capitoli, ma già ne ho scritti un paio su carta e altri nella mia testa e supero i 10 con tutti…

Non possiedo i diritti su The Mentalist, ma Scott Basil è tutto mio e di Mamy :) Quindi giù le zampe!

N.d.A La storia si alterna tra la Point of View di Patrick e quella di Lisbon.. cerchero di suddividere per capitoli, ma in alcuni casi non mi sarà possibile. Oltretutto ci saranno un paio di Flashback e in questi vi avviso che la POV sarà esterna. Spero di non aver complicato troppo! Buona lettura!


Prima di lasciarvi alla storia devo fare alcuni ringraziamenti.
Il primo a Katiebeckett555 che mi ha letto in anteprima tutti i capitoli e ha pure fatto da beta! Cioè, poverina, io sono un disastro in certe cose.. è un lavorone betatarmi XD Grazie sorellona, sei magnifica.
Il secondo ringraziamento va a Francy091 che invece è stata la prima a leggere il mio progetto e a supportarmi dando consigli e dicendo che ne pensava. Grazie Zietta, sai che mi manchi?? ç____ç
L'ultimo ma non per ultimo a Cutuletta che mi ha fatto usare la sua famiglia per questa storia XD XD Grazie Mamy.
La storia è dedicata a queste tre persone sopracitate.
Grazie ragazze! Vi voglio bene!

 

 

Prologo – POV Jane

 

 

Chi sei?” chiedo rivolto all’uomo appena entrato nella bullpen della CBI.

Sono Scott.” mi risponde lui sorridendo tranquillo. L'osservo con attenzione; vestito elegante, capelli biondo scuro un po’ più lunghi di come li porta io, occhi celesti, un accenno di barba che gli dà l'aria del trasandato ma che secondo lui fa impazzire le donne, altezza media, un bel fisico e forse più giovane di me di un paio d’anni. Lo sguardo è leggero ma, anche se cerca di nasconderlo, io so che è ansioso ma allo stesso tempo curioso ed impaziente, come un bambino quando vuole provare per la prima volta ad andare in bicicletta senza rotelle.

Questo non risponde molto bene alla mia domanda.” ribatto alzandomi dal mio amato divano e avvicinandosi a lui. C'è qualcosa che non mi convince, la sua faccia mi sembra familiare, ma sono anche sicuro di non averlo mai visto in vita mia, e la mia memoria non mi ha mai fatto sbagliare.

Che casino hai combinato Jane?” mi giro sentendomi chiamato in causa dalla voce fredda di Lisbon. Sospiro pensando che in due settimane non è cambiato nulla.

 

 

Due settimane prima

 

Signor Patrick Jane, si alzi prego.” Dice il giudice Jameson. Per una volta Jane obbedisce senza discutere ad un ordine diretto e si alza. “Viste le prove portate a suo favore questa corte la dichiara innocente e la proscioglie da tutte le accuse.” Il giudice batte il martelletto confermando così la sentenza e autorizzando tutti ad andarsene. Jane si alza in piedi sorridendo felice. Dopo oltre tre mesi di processo era finalmente libero e doveva tutto al suo team che aveva usato tutte le sue capacità per tirarlo fuori dalla prigione. La guardia che lo aveva accompagnato durante tutti i suoi spostamenti gli toglie le manette e lui subito si dirige verso il luogo dove Lisbon e gli altri erano seduti durante il processo.

Il piccolo gruppo si sta avviando verso la porta così lui si affretta per fermarli.

Ehi!” esclama Patrick. I quattro si girano. “Grazie…” mormora con sincerità.

Non c’è di che Jane. Ci vediamo lunedì… sempre se verrai.” Gli risponde atona Lisbon.

Perché non dovrei?” chiede per una volta confuso lui.

Beh, il CBI era il tuo modo per arrivare a Red John. Ora lui è morto, tu sei libero e noi non ti serviamo più a niente no?” dice Lisbon dura.

Cosa… no!” esclama lui. “Era così prima… ma è cambiato... io…” cerca di dire lui ma Teresa lo interrompe.

Non mi sembra proprio, visto che hai ucciso un uomo nel bel mezzo di un centro commerciale!” Jane fa per protestare ma stavolta è Cho ad interromperlo.

Non importa che fosse Red John. Tu hai messo a rischio la tua vita fregandotene delle conseguenze.” Gli fa notare l’agente rimanendo apatico.

Non hai pensato che se ti avessero condannato a morte noi avremmo sofferto? E non dire che non c’era la possibilità, perché come hai visto bene durante il processo ci è stata. Se non avessi trovato quel bastardo che ha tolto la pistola da vicino al corpo di Red John ora tu saresti nel braccio della morte!” esclama Van Pelt. Lei più di tutti è quella segnata dalla vicenda o almeno è quella che lo da più a vedere.

Non venirci quindi a rifilare stronzate del genere.” aggiunge Lisbon. “Ci vediamo lunedì mattina Signor Jane.” Conclude uscendo dall’aula insieme a tutto il team.

Patrick rimane immobile sul posto mentre le parole dure del suo team gli rimbombano in testa, accompagnate dai loro sguardi tristi, delusi e infuriati. Lo sguardo di Lisbon, di Teresa, in assoluto il più duro, il più freddo è quello che maggiormente l’ha sconvolto lasciandogli un vuoto nel cuore. Per la prima volta in tre mesi inizia a credere di aver fatto un grandissimo errore. Per la prima volta in otto anni di collaborazione Patrick sentì di aver perso di nuovo, forse irrimediabilmente, la sua famiglia.

 

 

POV JANE

 

Scusi lei chi è?” domanda Lisbon notando Scott per la prima volta. Il sorriso dell’uomo vacilla un istante e sul suo volto compaiono stupore e meraviglia, cosa che non mi sfugge. Eccone un altro che crede di avere una speranza con Lisbon. Mi stupisco di quanto il mio genere possa illudersi. Lisbon è una donna forte, fiera, coraggiosa, intelligente e orgogliosa, non si lascia distrarre dal primo bell'imbusto.

Lei deve essere l’agente Lisbon. Piacere di conoscerla, sono Scott Basil.” Risponde stringendole la mano e facendole un sorriso sincero. Per quanto sappia che questo tizio non abbia possibilità con Lisbon, sento comunque una strana morsa attanagliarmi lo stomaco.

Come mai si trova qui?” domanda lei sorridendo a sua volta.

Mi mancano i suoi sorrisi, sono mesi che non la vedo sorridere così per me.

Semplice, sono qui per Patrick.” risponde lo sconosciuto spiazzandomi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Scusate se non ho postato ne nulla ultimamente, ma sono stata messa in punizione da mia madre... -.- Sì lo sò, ho 18 anni, ma che ci posso fare, se non faccio come dice mi caccia di casa... XD
Cmq ecco il nuovo capitolo..

Un grazie gigantesco a Katiebeckett555 che mi ha betatato tutto il capitolo! GRAZIE SORELLIONA! P.s Non vedo l'ora sia il 10 ;)

Capitolo 1

 

 

Sei qui per me?” domando stupito.

Per lui?” chiede a sua volta Lisbon nello stesso istante. Mi volto a guardarla e la vedo arrossire anche se in maniera talmente leggera che molto probabilmente nessun altro l'avrà notato. “Senta signor Basil...” inizia Teresa sicura con il suo tono da comando.

Scott” la interrompe lui “Signor Basil mi fa sentire vecchio.”

Scott, se è venuto qui per reclamare contro il Signor Jane, l'avverto che abbiamo un apposito ufficio...”

No no no!” esclama lui interrompendola di nuovo. Lisbon sta iniziando ad arrabbiarsi. “Non sono venuto per questo.”

Se vuole picchiarlo o ucciderlo, per quanto noioso possa essere stato, sono tenuta a dirle che è comunque reato.”

Se è per questo io nemmeno lo conosco Lisbon, te lo giuro.” dico con tono pacato guardandola negli occhi. Ormai lei non si fida più di me, ma io continuerò a provare a riguadagnare la sua amicizia, anche ci volessero giorni, settimane, mesi o anni. Dopotutto so che la sua amicizia vale tutto questo tempo.

Sei sicuro?” mi chiede con il solito tono freddo che ormai usa per rivolgersi a me. E' sempre molto arrabbiata, la capisco, e infatti, per cercare di migliorare le cose, ultimamente ho cercato di tenermi fuori dai guai, ho rispettato alcune regole, insomma, per i miei standard sono stato un vero angelo. Lisbon, Cho, Van Pelt e Rigsby mi hanno lasciato tornare a fare il consulente per loro, per me questa è una speranza e non sono disposto a rovinare tutto di nuovo, perdere una famiglia è stato terribile, non voglio che accada di nuovo.

Le posso confermare che è così, noi non ci siamo mai visti. Beh, certo, ultimamente e anche in passato l'ho vista molto in televisione, ma mai dal vivo. E prima che lei me lo chieda, non sono uno scrittore di alcun genere e non sono in cerca di qualche storia.” aggiunge sorridendo ancora e stavolta mi unisco a lui vedendo l'espressione di Lisbon. Questo Scott sembra avere un buon intuito infondo.

Oh ti prego, non dirmi che è un tuo vecchio compagno del circo Jane, già non sopporto uno di “te”, se ne devo sopportare due vado a farmi trasferire.” dice lei seria come non mai.

No, non sono come lui, e non vengo dal circo, glielo assicuro. Comunque sono venuto qui per parlare con Patrick, è una cosa importante ma preferirei se potessimo parlare in privato quindi... non so, può uscire?” chiede timidamente.

Non è un cane, certo che può uscire se non abbiamo casi...” risponde Teresa sorridendo nuovamente allo sconosciuto mentre sento di nuovo quella strana morsa attanagliarmi lo stomaco. “Però se volete potete usare il mio ufficio, è qui ed è più comodo che dover scendere e andare fino al bar. Nessuno starà ad ascoltarvi.” propone poi gentilmente, troppo gentilmente per i miei gusti. Scruto attentamente il corpo di Lisbon alla ricerca di quello che il mio intuito già mi suggerisce. Sta sorridendo, ha le guance lievemente arrossate, i suoi occhi sono attenti e luminosi. E' attratta da quel bell'imbusto.

Grazie agente Lisbon.”

Solo Lisbon, altrimenti torno a chiamarti Signor Basil...” scherza lei sorridendo. Un sorriso una pugnalata perché una volta quelli erano i sorrisi che dedicava solo a me.

Non sono di disturbo vero?” chiede poi Scott avvicinandosi a lei.

Affatto, la mia squadra è andata a prendere l'occorrente per il pranzo, io credo che andrò a farmi un caffè e poi devo discutere di una cosa con il capo, così vi lascio un po' di privacy.” Lisbon fa per allontanarsi ma io la fermo prima che esca dalla bullpen.

Aspetta.” le dico e lei si gira. Mi avvicino in modo che solo lei possa sentirmi e guardandomi i piedi inizio a parlare. “Senti Lisbon, so che ultimamente sono l'ultima persona del mondo che vorresti aiutare, ma vedi... io... credo che qualunque cosa voglia dirmi sia o terribilmente bella o terribilmente brutta o più semplicemente terribile e volevo sapere se potevi rimanere con noi. So che non tieni più a me alla stessa maniera, ma sentirti vicino mi darebbe la forza di affrontare tutto quello che ha da dirmi...” ammetto timidamente, già, io timido per la prima volta in anni e anni di collaborazione. Devo averla stupita perché quando alzo la testa è praticamente a bocca aperta.

Io... va bene...” mi risponde per la prima volta in due settimane senza usare sarcasmo o il suo tono cinico e freddo.

Grazie.” mormoro facendole un sorriso, ma non uno qualunque, non uno di quelli falsi che sono solito fare quotidianamente: quando sorrido a lei non lo faccio mai pretendendo che tutto vada bene, lo faccio perché lei mi fa sorridere.

Forse saranno state le mie parole, forse sarà stato il sorriso ma lei mi guarda e, per la prima volta da mesi, nei suoi occhi vedo quello che mi sembra affetto.

Ti dispiace se viene anche lei?” chiedo poi rivolto a Scott. “E' la mia... il mio capo.” mi interrompo prima di dire quella che era una verità ma ora sarebbe solo una bugia. “Qualsiasi cosa mi dirai ti posso assicurare che lei ha la mia totale fiducia.” peccato non sia ricambiata, mi verrebbe d'aggiungere.

Per me va bene, non ho problemi.” E' sincero, ma forse solo perché ha una cotta terribile per Lisbon.

Tutti e tre entriamo nel piccolo ufficio, chiudo la porta. Lisbon è seduta alla sua scrivania, Scott si è accomodato davanti a lei sul divano che le ho regalato, io mi sposto alle sue spalle e mi appoggio alla finestra.

Allora, che cosa volevi dirmi Scott.”

Oddio, ora che sono qui non so nemmeno da dove cominciare...” risponde lui ridacchiando.

L'inizio è sempre un buon punto...” dice sarcastica Teresa facendomi sorridere di nuovo.

Giusto... beh, tutta questa storia è iniziata l'altro giorno. Mia madre ultimamente ha avuto dei problemi, il mio patrigno è morto un anno fa e la mia sorellastra è fuori, a New York, per lavoro, così sono ormai quattro mesi che la ospito a casa mia.”

Sì, ma cosa c'entra questo con Jane?” chiede Lisbon diretta come al solito.

Si beh, l'altro giorno, guardavamo un servizio sul tuo processo” continua il suo racconto Scott. “Mia madre si era un po' fissata con tutta la storia e io non capivo bene il perché. Fatto sta che l'altro giorno Monique, la mia sorellastra, mi chiamò . Andai in cucina a rispondere alla telefonata e poi, una volta finito, tornai in salotto. Mamma non doveva avermi udito rientrare in sala e io la sentii borbottare.“Tutto suo padre, se non si mette nei casini non è felice!”

Quando le chiesi cosa volesse dire questa frase lei provò a divagare, a raccontarmi delle bugie, ma io non le credetti. “Non è possibile, non può essere quello che penso! Andiamo, questa è la vita reale, non una di quelle fiction di serie B come Beautiful o Beverly Hills!”

Alla fine mi disse la verità: mi raccontò di come scappò via dal suo primo marito quando si scoprì incinta di un secondo figlio, di quanto le dispiacque lasciare il suo piccolo Patrick, di solo sei anni, con il padre.”

 

Non è possibile!” esclamo non volendo credere a quello che sta dicendo.

Il mio vero nome sarebbe Scott Jane, ma mia madre volle che prendessi il suo cognome, aveva paura che papà ci rintracciasse.” Sono totalmente sotto shock, mi lascio scivolare lungo la parete fino a ritrovarmi seduto a terra con la testa tra le mani.

Ho un fratello.

Non è una cosa che una persona riesce a metabolizzare in così poco tempo. Non è possibile, come posso avere un fratello? Questo però spiegherebbe come mai mi è così familiare, abbiamo gli stessi geni, ci somigliamo in fondo. Stessi occhi, stessi lineamenti. Io ho il naso di papà però.

Jane, stai bene?” la voce di Teresa mi guida di nuovo alla realtà. E' accovacciata davanti a me con sguardo preoccupato, la sua voce è dolce e intrisa di affetto. Quanto mi è mancato questo suo modo di rivolgersi a me, come una madre con il proprio bambino o una sorella con il fratellino più piccolo, come se fosse lei la più grande e dovesse proteggermi.

Sto... bene” dico alla fine e non sto mentendo. La notizia non è facile da accettare, ma il fatto che abbia aiutato me e Lisbon ad avvicinarci, anche solo di un piccolo passo, me la rende più tollerabile. “Come mai non è mai tornata a prendermi?” domando allora. Visto che ci siamo scopriamo tutta la verità. “Come mai mi ha lasciato con papà? Ingannavamo le persone per avere i loro soldi che poi sperperava nel gioco. Perché non è mai venuta?” chiedo ancora e sento una lacrima scivolare leggera lungo la guancia.

Mi alzo, ho bisogno di camminare per poter ascoltare tutte queste notizie.

Mi ha detto che avrebbe voluto, ma aveva paura che tornando papà l'avrebbe legata di nuovo a sé. Si riprometteva sempre di venire a prenderti quando avesse potuto, ma la prima occasione le è capitata quando si è risposata, ma io avevo ormai quattordici anni e tu eri un uomo fatto e finito, non stavi più con tuo padre, non avevi più bisogno di lei. Credo che pensasse che tu l'avresti odiata e quindi ha preferito rimanere in disparte” mi spiega lui alzandosi a sua volta e raggiungendomi nel bel mezzo dell'ufficio.

Forse posso capirla, mia madre ha pensato al bene di suo figlio, non poteva portare via me, così ha portato via lui.

Lisbon si è spostata, ora è sul divano seduta.

Sai, mi ha raccontato molte cose” ricomincia Scott. “Mi ha detto e che quando la tua fama di bambino prodigio iniziò a diffondersi lei ti teneva d'occhio con giornali e telegiornali sperando che tuo padre non avesse contaminato l'animo gentile che avevi da bambino. Era felice il giorno che tu ti sposasti, sperava che Angela ti avrebbe rimesso sulla retta via, ma fu quel pazzo di un killer a rimisurare il tuo ego. Sai, mi ha detto che è venuta al funerale, è rimasta in disparte ma alla fine, quando anche tu te ne eri andato, ha lasciato due rose bianche. In tutti questi anni ha sempre avuto timore che la tua vendetta ti avrebbe portato alla morte ma fortunatamente l'agente Lisbon qui presente ti ha protetto il culo. Le avevo chiesto se voleva venire, ma ha detto che tu l'avresti odiata e ha preferito non vederti.” conclude Scott.

Non la odio...” mormoro sincero. “Ha fatto la scelta più giusta. Mio... Nostro padre non le avrebbe mai permesso di andarsene con me, lei ha deciso che visto che non poteva salvarci entrambi avrebbe almeno dovuto salvare te da quella vita e ci è riuscita.” concludo con un sorriso.

Sento lo sguardo di Lisbon sulla mai schiena. Anche lei è shockata per la notizia anche se non cerca di darlo a vedere.

Ti va di raccontarmi di te, fratello?” domando alla fine sdraiandomi sul divano e azzardandomi a poggiare la testa sulle gambe di Lisbon.

Solo se poi tu fai lo stesso.” mi risponde lui, ma io in quel momento non lo sto veramente ascoltando.

Teresa sta passando la sua mano tra i miei capelli, in un gesto di conforto e dolcezza e, anche se so che non sono stato ancora perdonato, non posso che ringraziare Scott per avermi permesso di tornare in contatto con la mia Lisbon.


TBC


Che ne dite?
Voglio sapere se vi piace... :) Commentate mi raccomando!

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Scusate ragazze, ma la scuola mi sta sballando tutto e il fatto che mi abbiano riempito di compiti e interrogazioni non aiuta di certo.. Cercherò di provare ad essere più regolare con i post, ma non posso promettere nulla :(

Comunque volevo dirvi che sono arrivata a scrivere ben 11 capitoli su carta di questa storia... L'ho praticamente finita... Me ne mancano solo un paio più l'epilogo... Una volta copiati inizierò a postare con Frequenza :)

Volevo inoltre scusarmi con Kia91, 1Rebeccam, Gwriter e HArmony89 che mi hanno lasciato delle bellissime recensioni... Scusate se non rispondo ad ogniuna di voi singolarmente, ma tra scrivere, ricopiare leggere commentare e studiare non ho tempo nemmeno per soffiarmi il naso... Spero che queste poche parole possano comunque farvi capire quanto abbia apprezzato le vostre recensioni.

Oltretutto ringrazio chi ha messo la mia storia tra le seguite, le preferite e le ricordate... Grazie mille, siete veramente gentili!

Ed ora, senza altri indugi ecco il chappy!


Capitolo 2 – Lisbon POV

 

Sono seduta su questo divano con la testa di Jane sulle gambe da più di un’ora. Scott ha raccontato a Jane di come è cresciuto, della sua famiglia e tutte queste piccole cose che a volte possono parere futili dettagli ma per due fratelli che si incontrano per la prima volta dopo 35 anni di vita separati sono molto importanti.
Scott ha la stessa parlantina di Jane, ha lo stesso carattere solare, ma a differenza di Patrick lui non lo usa come una copertura per il suo triste bagaglio emozionale, lui è semplicemente così spensierato. Anche fisicamente si assomigliano molto anche se Jane è più fuori esercizio visto il suo continuo nulla fare al CBI.
Jane ha poi raccontato a Scott del suo passando cercando di portare alla memoria bei ricordi condividere e non solo quelli tristi. Pur essendosi conosciuti da solo un’ora mi sembra che abbiano già legato, sarà qualcosa a che fare con i geni dei Janes.
Patrick a gli occhi chiusi mentre parla della sua famiglia, ma io comunque riesco a vedere il dolore celato dietro a quella che tutti confiderebbero una faccia tranquilla. Continuo a passare la mano tra i suoi capelli incurante che dovrei essere arrabbiata con lui.
Non lo perdonato, non so nemmeno se mai riuscirò a farlo completamente, ma dopo quello che lui ha passato oggi, dopo le storie che sta raccontando su Angela e Charlotte mi sembra che tutta la faccenda sia più… più accettabile. Forse devo dargli un’ultima possibilità, in fondo a tutti noi manca il suo spirito solare, il suo modo di chiudere casi infrangendo tutte le regole, i nostri battibecchi, i caffè e le ciambelle di Mary la mattina… insomma, ci manca il vecchio Jane quello che non cercava di dimostrare nulla a nessuno, quello che però, senza volerlo, dimostrava tutti i giorni l’affetto per la sua squadra.
“Patrick, scusa se ti interrompo, ma devo proprio andare…” dice Scott dopo aver dato un occhiata al suo orologio. “La mia pausa pranzo è finita. Se non torno, il mio capo mi fa una ramanzina lunga una vita.”
“Vedi, almeno un Jane che si preoccupa di comportarsi bene a lavoro. Se avessi le stesse capacità di Jane cacceremo lui e assumeremo te.” Dico volendo provocare il suddetto Jane a rispondermi come faceva in passato durante uno dei nostri battibecchi.
“Ehi! Mi ferisci Lisbon, conto così poco per te?” chiede lui infatti aprendo gli occhi. Dopo due settimane rivedo quella scintilla di malizia che tanto era stata assente ultimamente.
“Beh, ne sarei onorato, anche se ammetto che potrebbe distrarmi andare su una scena del delitto con un capo così affascinante.” Arrossisco lievemente al non così velato complimento di Scott nei miei confronti. Non mi abituerò mai ai complimenti, non che poi siano in molti a farmeli. Di solito gli uomini scappano quando scoprono che sono a capo del SCU della CBI. Farmi i complimenti a quanto pare è un’altra caratteristica dei Jane.
“Scusa, ma che lavoro fai?” chiedo poi io curiosa. Non sarà mica un truffatore come lo era Patrick?
“Avvocato, purtroppo non ho ereditato da mio padre la caratteristica della sua famiglia quindi niente poteri psichici.” Dice lui stringendosi nelle spalle. “Ma sono comunque bravo a legare con le persone, a guadagnarmi la loro fiducia e come avvocato ho fatto strada” modestia, altra caratteristica che accomuna i Jane. Penso roteando gli occhi.
“Andiamo Lisbon, non fare così, se fossimo modesti non saremmo Jane.” Mi dice Jane sorridendo gentile. Beh, questa parte del nostro rapporto in cui mi legge nel pensiero potevamo anche non recuperarla. Patrick si alza e per un momento mi manca il peso della sua testa sulle mie gambe e la morbidezza dei suoi riccioli dorati tra le mie dite. Possibile che quest’uomo, che mi ha ferito in tutte le maniere possibili riesca ancora ad avere questo effetto su di me?
Mi alzo anch’io e accompagno i due fratelli Jane all’ascensore.
“Beh, allora ci vediamo fratellone, cerca di non sparire…” dice Scott sorridendo. Certo che ha un bel sorriso, molto simile a quello di Patrick, ma più brillante, sincero.
“Certo… tu… tu credi che posso venire a trovare mamma un giorno?” domanda lui insicuro. Che stupido che è certe volte, sua madre gli è stata dietro per 35 anni e lui non sa se lei lo vuole incontrare.
“Certo, credo che sarà felice di sapere che vuoi vederla.” Scott guarda di nuovo il suo orologio. “E’ tardissimo. Beh ciao Patrick, spero di rivederti Lisbon.” Mi dice prendendomi una mano e baciandola dolcemente come un gentiluomo vecchio stampo. Potrei giurare di aver visto il sorriso di Jane vacillare un momento, ma forse è stata una mia impressione. Scott, entra in ascensore e quando le porte si chiudono io e Patrick torniamo nella bullpen dove Cho, Van Pelt e Rigsby ci stanno aspettando con un’espressione interrogativa dipinta in faccia. Io non dirò certamente nulla, se vuole parlare lo farà Patrick, in fondo sono affari suoi, non miei.
“Ho un fratello.” Dice alzando le spalle e andando a sdraiarsi sul suo divanetto. Roteo gli occhi, tipico di Jane, lanciare una bomba e poi fregarsene delle conseguenze. Passo il suo divanetto e gli do un leggero calcetto. Lui socchiude un occhio e mi guarda prima di sorridermi dolcemente. Ricambio e poi entro nell’ufficio.
Forse dopotutto la nostra amicizia non è del tutto rovinata.
 
Saranno passati appena venti minuti quando la faccia del mio consulente si affaccia sulla porta.
“Possiamo parlare?” mi chiede serio.
Annuisco e gli faccio segno di entrare.
“So che… so di aver fatto un errore, un grosso errore.” Inizia lui sorprendendomi nuovamente. Mai prima d’ora aveva ammesso con qualsivoglia persona di aver sbagliato. “Non mi pento di quello che ho fatto, ma ammetto che il modo in cui l’ho fatto è stato sbagliato. Avrei dovuto lasciare che fossi tu ad occupartene, avrei dovuto bloccarlo e non uccidertelo.” Sussurra abbassando il capo. Non riesco a credere a quello che sta dicendo.
“Ormai è inutile vagliare i se e i ma…” dico io cercando di non essere dura, riesumare questa faccenda mi sta facendo passare parte del buon umore acquistato nella giornata.
“Lo so, ma volevo che lo sapessi e volevo scusarmi e chiederti di darmi un’ultima possibilità. Vorrei tornare ad essere tuo amico, so che chiedere di nuovo la tua fiducia è chiedere tanto ma vorrei che tu provassi per quest’ultima volta Lisbon. Prometto che non farò nulla per tradirla questa volta, anche se per dimostrartelo ci volessero dieci anni.” È serio, lo posso capire dal suo sguardo.
“Continuerai a infrangere la legge per chiudere casi?” chiedo io.
“Certo che sì.” Beh, non mi potevo aspettare un totale cambiamento nel comportamento del mio consulente. “Niente più piani stupidi, niente rischi, niente pazzie.”
“Questo vuol dire che la pila di denuncio sporte verso di te tornerà ad aumentare?”
“Sì, ma solo quelle. Niente più processi, niente finzioni di epidemie, niente piani suicidi.”
Sospiro e rifletto bene su quello che mi sta dicendo.
“Non so Jane, non so se riuscirò a fidarmi di te ancora.” Dico sinceramente.
“Posso capire…” dice lui mogio abbassando di nuovo lo sguardo.
“Ma ci proverò… non ti assicuro niente.” Aggiungo. Voglio veramente tornare ad avere quello speciale rapporto con lui, quello che avevamo prima di tutta la storia del processo. Anche se non lo ammetterò mai, soprattutto con lui, mi manca Jane, mi mancano i giorni in cui veniva a sonnecchiare sul mio divanetto solo per tenermi compagnia durante i giorni in cui dovevo fare il lavoro d’ufficio di cui lui era la causa, mi mancano quei minuti che passavamo insieme nell’attico guardando il sole tramontare o parlando di cose senza molta importanza, insomma mi manca il mio amico. Jane si alza, sta di nuovo sorridendo. Lo vedo uscire dalla porta e torno a prestare attenzione alle scartoffie.
“Ah, mi sei mancata anche tu…” Jane si è affacciato sulla porta e mi sta guardando con il suo vecchio sguardo malizioso. Maledetto stronzo, l’ha fatto di nuovo mi ha letto nel pensiero!
Afferro la prima cosa che mi capita sotto mano, un evidenziatore, e glielo tiro addosso, ma lui si scansa ed esce ridacchiando. Sospirando torno al mio lavoro ma non posso evitare che un piccolo sorriso compaia sulle mie labbra ripensando a tutte le cose che sono capitate in meno di sei ore.


TBC

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


E come ormai è consuetudine di domenica ecco il nuovo capitolo...
Mi scuso con tutte coloro che mi recensiscono ma ho avuto un sacco di lavoro da fare ultimamente tra esami e verifiche... Prometto che da ora in poi vi risponderò! Bacione!
Bah, vi lascio al capitolo


 

Capitolo 3

 

 

Lisbon POV

 

Sono passati sei giorni da quando Scott è venuto a incontrare suo fratello. Ormai tutti i giorni vanno a pranzo insieme per continuare a parlare e a conoscersi meglio. Si assomigliano molto, lo ammetto, entrambi molto belli, entrambi simpatici, entrambi dannatamente irritanti, ma mentre Jane tende a comportarsi come un bambino di cinque anni intrappolato nel corpo di un adulto, Scott sembra essere più maturo.

Durante le sue visite al CBI ho sorpreso numerose volte il più giovane dei Jane ad osservarmi e  quando ieri Patrick gli ha fatto notare che non sarebbe stato necessario venire in ufficio solo per dirgli che sarebbe passato a prenderlo all'indomani , lui semplicemente ha alzato le spalle e mi ha rivolto uno di quei sorrisi che sono segno distintivo dei Jane.

“Ehi Teresa, ti ho riportato il tuo consulente tutto intero!” sobbalzo leggermente quando sento arrivare dall'uscio della porta del mio ufficio la voce di Scott. Da ieri ha iniziato a chiamarmi per nome e devo ammettere che mi piace, mi fa sentire speciale.

“Grazie Scott.” rispondo io alzandomi e affacciandomi nella Bullpen per salutarlo.

Patrick è al suo fianco, ha un sorriso sulle labbra che solo poche volte gli ho visto, l'incontro con la madre deve essere andato bene e io sono felice per lui.

“Senti Teresa... posso... posso chiederti una cosa?” mi domanda Scott timido.

“Certo.” rispondo io sicura vedendo Jane irrigidirsi per un istante alle spalle del fratello. Mi sembra di vedere paura nei suoi occhi ma dopo alcuni millesimi di secondo scompare e lui torna a sorridere tanto che mi chiedo se ho davvero visto quello che ho visto o se me lo sono immaginata.

“Ti andrebbe di venire a bere un caffè con me?” chiede più sicuro di se stupendomi.

“C-certo.” dico dopo alcuni momenti di incertezza.

“Allora domani, prima di lavoro? Potremmo far colazione insieme nel bar qui a fianco.” annuisco ancora stupita dal suo gesto. Sì, è vero che avevo già capito di interessargli in un qualche modo, ma non avrei mai pensato che mi chiedesse anche di uscire. “Entrate alle 7:30 no? Quindi che ne dici di vederci alle 7:00 ?” Annuisco di nuovo ma stavolta sorrido. E' tanto, troppo tempo che non esco con un uomo, non mi farà male accettare l'invito, sopratutto se proviene da un uomo molto, molto carino.

Scott esce dagli uffici sorridendo e io rientro nel mio ufficio ancora totalmente attonita.

 

Sono le sette precise quando entro nella caffetteria. Scott ha già preso un tavolino e mi accoglie con un dolce sorriso.

“Ciao Teresa.”

“Come va Scott?” domando io posando la mia giacca sulla sedia.

“Non mi lamento, sopratutto perché oggi inizierò la giornata facendo colazione con una delle più belle poliziotte che io abbia mai visto.” sto arrossendo come un peperone, me lo sento, dopotutto non mi sono mai piaciuti molto i complimenti, mi mettono in imbarazzo.

“Grazie” dico timidamente con un filo di voce. La cameriera arriva in quel momento e mi chiede che cosa voglio aiutandomi così a recuperare un po' della mia iniziale tranquillità. Accidenti, è solo un appuntamento e nemmeno troppo serio! E' una colazione dannazione Teresa!

Passiamo la seguente mezz'ora a  sorseggiare il caffè chiacchierando di tutto e di niente. Mi sto divertendo con Scott, è gentile, dolce e spiritoso, mi fa sorridere e mi fa sentire speciale. Forse ho fatto bene ad accettare il suo invito e, casomai chiedesse per una seconda uscita, forse dovrei dargli una possibilità.

Quando il nostro tempo finisce lui mi accompagna gentilmente alla porta della CBI e, dandomi un leggero bacio sulla guancia, mi saluta.

Sono lievemente stordita da quello che è successo, lo ammetto, così quando entro in ufficio non mi accorgo di Van Pelt e Rigsby che sono nella cucinetta un po' troppo vicini, non mi accorgo che Cho non è ancora arrivato e nemmeno mi accorgo che Jane appena mi ha sentito entrare è scattato su come una molla. Persa nei miei pensieri attraverso la bullpen e mi chiudo nel mio ufficio, in fondo non capita tutti i giorni di ricevere attenzioni da un uomo come Scott.

“Come è andata Lisbon?” mi chiede Jane. Ero talmente immersa nei miei pensieri che mi ha fatto prendere uno spavento.

“Sai Jane, di solito quando si entra in un ambiente chiuso da una porta si usa bussare. Sai, come segno di rispetto della privacy altrui!” sbraito senza nemmeno guardarlo.

“Certo, certo... non hai risposto alla mia domanda.” continua lui insistente.

“Mi sono divertita.” ammetto allora io sperando di togliermelo di torno con le sue inutili domande. “Adesso che ho risposto puoi lasciarmi in pace a sbrigare le scartoffie burocratiche che tu mi hai provocato?” domando retoricamente.

“Oh, andiamo Lisbon, ma se la mole di lavoro che ti lascio è dimezzata!” ribatte lui sorridendo. Basta, ora sono stufa. Mi allungo sulla scrivania e prendo l'evidenziatore dell'altro giorno e lo tiro al mio consulente. Questa volta lo prendo in pieno.

“Ahi!” si lamenta lui portandosi una mano sullo zigomo. Ops, forse ho preso troppo bene la mira.

“Oddio, Jane, ti ho fatto veramente male?” chiedo avvicinandomi a lui e togliendogli le mani dalla parte lesa. La pelle è arrossata, credo che gli verrà un livido. “Vieni...” mormoro facendolo sedere sul divano e prendendo dal kit di pronto soccorso che ho nel mio ufficio un impacco di ghiaccio istantaneo che spacco e metto sul suo zigomo destro.

“Scusa Jane, non volevo farti veramente male...” inizio io ma lui sta sorridendo.

“Adesso mi devi un favore.” roteo gli occhi e abbasso lo sguardo. Una ciocca di capelli mi va davanti al viso ma prima che io possa anche solo pensare di spostarla la mano di Jane lo fa per me lasciando un involontaria carezza sulla mia guancia. Accidenti, sto arrossendo! Mi prenderà in giro per una vita intera se se ne accorge. Mi alzo di scatto dal divano e mi allontano un poco.

“Mi faccio un caffè, vuoi una tazza di te?” chiedo volendo trovare un modo per allontanarmi dal mio consulente.

“Certo. Grazie Lisbon.” mormora lui sorridendomi senza commentare il rossore delle mie guance. Forse non se ne è accorto.

“Oh, Lisbon...” mi richiama appena metto piede fuori dall' ufficio.

“Sì Jane, so come ti piace il tè...” mormoro io esasperata.

“Non è quello cara, ormai tu lo sai fare meglio di me, volevo solo dirti che sei adorabile quando arrossisci.”

Mi allontano in fretta prima che possa vedermi di nuovo arrossire imbarazzata per quel complimento. Dovevo saperlo che a Patrick Jane non sfugge niente.

 

 

Jane POV

 

Durante le due settimane dopo il processo mi sono obbligato a non pensare al nostro vecchio rapporto, a come la sua vicinanza mi avesse aiutato a sopravvivere a come il suo abbraccio mi avesse tranquillizzato a volte, ma adesso che il nostro rapporto (la nostra relazione) sta tornando sui vecchi binari riesco a riguardare a tutto con una diversa prospettiva.

Da dopo la morte di Red John la mia mente sembra aver raggiunto un nuovo livello di chiarezza e, grazie a ciò, ho capito che tengo molto a Lisbon: tengo a lei in una maniera che va al di là della semplice amicizia. Ormai sono sicuro solo di una cosa, senza di lei non posso vivere.

Lo zigomo mi pulsa, stavolta mi ha beccato e mi ha fatto male, molto male, ma non lo ammetterò mai davanti a quella donna meravigliosa, non voglio passare per un completo pappamolla.

Ripensando ( Ripenso) al fatto che è bastato un piccolo tocco sulla guancia per farla arrossire e sorrido al pensiero che facendoglielo notare l'ho fatta scappare.

Adoro farla arrossire. Ho mentito poco fa quando ho detto che è adorabile quando arrossisce: Teresa è stupenda quando diventa tutta rossa, ma ho perso il diritto di dirglielo ormai quasi quattro mesi fa.

Oggi è uscita con mio fratello e quando è rientrata mi è sembrata felice come (ho tolto ormai che lo hai scritto prima) non la vedevo da troppo tempo e mi fa male che la causa di ciò non sia io ma bensì Scott, ma ancora una volta non ho il diritto di interferire, o almeno non più.

Di nuovo la fitta allo stomaco che mi colpisce ogni volta che penso a quando Teresa ha sorriso a mio fratello. Gelosia, la chiamano così gli altri, ma io preferisco chiamarla stupidità perché ho avuto più di otto anni per capire cosa avevo davanti ai miei occhi, ho avuto più di otto anni per capire che Teresa era il mio modo salutare di risolvere tutta la faccenda di Red John, ma ormai è tardi. Sono stato egoista fino ad adesso e voglio smetterla. Se lei è contenta  con mio fratello io sarò felice di rimanerle amico e di sostenerla. Mi basta starle vicino per ora.

La sento rientrare quindi mi ricompongo e indosso la mia maschera di “tranquillità”.

“Ecco, esattamente come piace a te.” mi dice passandomi la mia tazza di tè e sorridendomi.

“Grazie.” dico sincero.

Stavolta non rischierò di rovinare tutto cercando di portarle via quel briciolo di serenità che ha scoperto con Scott, infondo cosa le posso offrire io? Anche se adesso Red John non c'è più, sono sempre un uomo distrutto, ho gli incubi e il fantasma della mia famiglia mi assale sempre quando meno me lo aspetto. Come potrei offrirle una vita con me se nemmeno so se riuscirò a stare con lei senza sentirmi in colpa?

Sta sorseggiando il suo caffè e quando nota che la sto osservando mi sorride.

Guardo di sfuggita la fede che porto al dito e per una volta mi sembra che pesi più di una tonnellata.




TBC

Allora? Che ne pensate? Fatemi sapere ragazze su!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Scusate ragazze, aggiorno con un giorno di anticipo semplicemente perchè domani sto via tutto il giorno e per paura di non aver tempo e voglia la sera sul tardi posto ora.. :)
Bacione!


Ringrazio ancora Katiebeckett555 (ti prego amore mio dolcissimo, sorellina del mio cuore, cambia NICK! XD) per l'aiuto che mi da come beta (e vi assicuro che non è poco! XD)
Buona lettura!!!




I giorni passano molto lentamente quando non c’è nessun caso a tenerci occupati e, anche se è brutto da dire, io mi sto annoiando. Per far felice Lisbon ho deciso di aiutarla sbrigando alcune delle mie scartoffie che solitamente facevo fare a lei. Dire che è rimasta sorpresa quando gliele consegnai già fatte è un eufemismo. Credevo che le si sarebbe staccata la mascella, per non parlare della reazione degli altri quando mi hanno visto seduto alla scrivania invece che comodamente sdraiato sul mio divano ad osservare Elvis.

Sono tre giorni che non abbiamo un caso, per fortuna oggi mio fratello viene a salvarmi. Giornata tra uomini, almeno così ha detto lui. Tutti a casa di Cho per guardare una partita di Baseball, credo, e mangiare schifezze. Potrebbe essere divertente, anche se ammetto che non ho mai seguito lo sport.

Per quella che forse è la decima volta apro gli occhi e guardo nell’ufficio di Lisbon. Scott e con lei, è venuto un’ora prima del dovuto e per ora è sempre rimasto chiuso dentro con lei.
La vedo sorridere mio fratello le racconta qualcosa gesticolando.

Quando la sensazione di disagio allo stomaco arriva l’accolgo con un sorriso triste, ormai mi ci sto abituando a questo senso di angoscia. Quei due si vedono una mattina si e una no per prendere il caffè insieme e ormai credo manchi poco prima che Scott le chieda un appuntamento.

Continuo ad osservare la scena che si sta svolgendo all’interno dell’ufficio. Lisbon sta arrossendo e mio fratello sembra agitato, poi lei annuisce e Scott le sorride dolcemente. A quanto pare gliel’ha chiesto ora. Sospiro e chiudo di nuovo gli occhi, non voglio che qualcuno noti che sto spiando quei due. Svuoto la mia mente cercando di non pensare a niente, o almeno di non pensare a Lisbon e Scott, ma non funziona molto bene.

Ehi fratellone, dormi o fai finta?” mi chiede Scott. L’ho sentito uscire ma ho preferito far finta di nulla.

Riposavo gli occhi.” Rispondo sorridendo. Non riesco ad odiarlo, è mio fratello e sta rendendo felice Lisbon. Per quanto la situazione non mi piaccia voglio bene ad entrambi abbastanza per accettarla.

Kim, Wayne, siete pronti voi?” chiede poi rivolto al team. Loro annuiscono e insieme usciamo dall’edificio. E' incredibile il fatto che dopo solo due settimane che Scott è entrato a far parte della mia vita abbia già legato con tutti. Riesce a farsi voler bene con un solo sguardo. Una volta avevo anch' io questa capacità, mi aiutava molto con i miei clienti, ma l’ ho persa nel momento in cui, rientrando da quel maledetto talk show, ho trovato mia moglie e mia figlia morte. No, non ci devo pensare, ora è finita, John è morto e loro possono riposare in pace.

Usciamo dalla CBI e ci dirigiamo verso la macchina di Scott, ci porterà tutti lui, casa di Cho non è molto lontana, dieci minuti di macchina, ma grazie alla guida sportiva di mio fratello ci arriviamo in sei. Beh, altra caratteristica dei Jane a quanto pare.

Cho e Rigsby non si lamentano, dopotutto l’ unica a cui piace rispettare all’inverosimile i limiti di velocità è Lisbon che, anche se credo avrebbe gradito venire a vedere la partita, non è con noi.

Wayne e mio fratello scaricano dalla macchina i vari cibi spazzatura acquistati per l’occasione mentre io e Cho andiamo in casa a preparare tutto.

Non ero mai stato in casa di Kimball, ma devo ammettere che non è male. Certo si nota la presenza di una donna, ormai credo che lui e Elisa vivano insieme.

Quando la partita inizia mi ritrovo anch’io a guardarla e mi stupisco di quanto le dinamiche del gioco riescano a catturare la mia attenzione. E’ divertente. Dopo alcuni minuti inizio ad entusiasmarmi anch’io inveendo contro l’arbitro che ha appena segnalato come salvo un giocatore della squadra avversaria quando si vedeva lontano un miglio che invece non lo era. Ma andiamo, l’arbitro è cieco?

Scott mi guarda divertito.

Non avevi mai guardato una partita vero?” mi chiede perspicace.

Da cosa si capisce?”

Dal fatto che inveisci più di tutti gli altri.” Mi prende in giro lui ed effettivamente è vero. “Lo sport è ingiusto il più delle volte. Ormai chi lo segue da molto smette di inveire per ogni piccolo errore, ma tu no…” dice ridacchiando.

Non ti avevo mai sentito parlare in questo modo Jane…” mi fa notare Rigsby.

Io non lo credevo possibile.” Aggiunge Cho.

Che vi devo dire, sono pieno di sorprese.” dico io mettendola sullo scherzo.

 

Quando la sera torno alla CBI sono di buon umore. Non credevo che il baseball potesse essere uno sport così interessante. Adesso capisco la passione di Lisbon e chissà, magari un giorno le potrei pure chiederle di insegnarmi. Ho visto i trofei in casa sua e doveva essere un' ottima giocatrice da ragazza.

Saluto Cho e Rigsby che se ne vanno ognuno con la propria auto mentre mio fratello entra con me. Stasera lui e Lisbon usciranno, niente di troppo formale, solo una cena fuori in una pizzeria.

Arrivato nella bullpen mi fermo, aggiro la mia scrivania e recupero la mia giacca. Me l’ero dimenticata, cerco di tornare alla mia macchina il più velocemente possibile, sono felice per Lisbon e Scott, ma questo non vuol dire che mi piaccia guardarli uscire insieme.

Sull’ onda dei miei pensieri non mi accorgo nemmeno di dove vado, semplicemente mi ritrovo a girare per le strade di Sacramento senza una vera meta. Quando verso le nove inizio a sentire fame mi fermo nel primo posto che trovo e mangio qualche pezzo di pizza prima di ritornare al mio vagare solitario. Non ho voglia di tornare nella mia camera d’hotel, mi sentirei solo, isolato e avrei troppi spunti per pensare. Preferisco semplicemente continuare a guidare.

Il tempo passa, le strade iniziano a svuotarsi e non so bene come mi ritrovo davanti casa di Lisbon. Guardo l’orologio. E’ quasi mezzanotte ma lei non è ancora tornata. La sensazione di disagio nel mio stomaco torna e questa volta è più forte che mai.

No, Lisbon non è una persona del genere e nemmeno Scott.

Si conoscono da troppo poco, semplicemente avranno fatto tardi. Sto per uscire dal parcheggio quando noto la macchina di Scott. Sono in questi momenti che vorrei avere una macchina meno visibile, se Lisbon mi vedesse penserebbe che la sto spiando.

Sono fortunato, a quanto pare la notte e il lampione rotto vicino a me mi nascondono dalla loro vista ma io li vedo bene mentre insieme risalgono il vialetto. Scott la sta salutando, Lisbon gli sorride e tira fuori le chiavi di casa ma lui la ferma e l’attira a se per darle un leggero e veloce bacio sulle labbra prima di allontanarsi con un sorriso e tornare sulla macchina. Dal mio posto di osservazione vedo Teresa arrossire leggermente prima di rientrare e a quella meravigliosa vista il mio cuore si spezza.

Quando sono abbastanza sicuro che Lisbon si sia addormentata riaccendo la macchina e lasciandomi guidare dalle mie emozioni esco da Sacramento e mi metto sulla strada che porta alla mia casa a Malibu. Ho bisogno di riflettere, e quello è l’unico posto in cui posso farlo senza distrarmi.

Mentre mi dirigo a sud, mando un messaggio a Cho dicendogli che domani non andrò a lavoro.

 

Quando ormai scendo dalla macchina, una volta raggiunta la mia villa, è praticamente l’alba. Sospirando entro in quella che per troppo poco tempo ho considerato casa mia. Senza indugiare salgo le scale e vado in quella camera, mi stendo su quel vecchio materasso e chiudo gli occhi, sentendo finalmente di riuscir a pensare con chiarezza.

Ora è arrivato il momento di riflettere seriamente su quello che voglio fare della mia vita, è arrivato il momento di affrontare i miei fantasmi, le mie paure e i miei sentimenti. Non posso rimandare oltre altrimenti rischio di farmi esplodere la testa.

Apro gli occhi e vedo la faccia di Red John sorridermi, come se volesse sbeffeggiarmi dicendomi: Ehi, guardati, io sono morto, anzi, tu mi hai ucciso, ma invece che vivere felice stai qui a pensare in solitudine. Sei patetico.

Distolgo lo sguardo non riuscendo a sopportare oltre la vista. Quello è il sangue di mia moglie e mia figlia, è il costante ricordo di quello che ho fatto, è il costante ammonimento a non ripetere più un errore simile.

Sorrido ingenuamente ripensando che alla fine ho sbagliato di nuovo. Ho permesso a John di fare male a Lisbon mesi fa, me ne sono fregato di lei in quel momento perché ero accecato dalla mia vendetta, esattamente come anni fa ero accecato dalla fama e dai soldi. Stesso errore diversi input.

Cercando la vendetta sono stato un egoista e solo ora lo capisco: se fossero qui, Angela e Charlotte, si vergognerebbero di me e del mio comportamento infantile. Avrei potuto avere tutto, ma per vendetta ho perso la mia prima e forse unica occasione di riavere una famiglia.

Ripenso alla scena di ieri notte e sento di nuovo quel dolore terribile all’altezza del petto.

Chiudo gli occhi e torno a riflettere

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Cara lettrici (e lettori?) questo capitolo è mooooooooooooooooooooolto strano, al limite della pazzia. U_U
Non so che pensavo quando lo scrivevo, ma ne vado fiera... Fatemi sapere che ne pensate, anche un piccolo commento, negativo o positivo che sia... Vi prego *occhioni dolci*




Capitolo 5 – POV Jane

 

Faccio alcuni respiri profondi, ho bisogno di calmarmi, di far ordine nei miei pensieri. Ricorro ad un vecchio trucco che mi ha insegnato Sophie quando ero nell’ospedale.

Creerò una discussione con me stesso facendomi domande e rispondendomi, analizzando le miei risposte con una prospettiva esterna.

Partiamo dalle cose semplici.

Red John.

E’ morto, è andato e non tornerà mai più. Sono stato io ad ucciderlo, io ho premuto il grilletto, non per una, non per due, ma per ben tre volte.

Come mi sento? Cosa provo?

Già cosa provo?

Disgusto. Per avere le mani sporche di sangue come qualunque altro assassino.

Vergogna. Per aver deluso i miei cari.

Sollievo. Perché adesso John non c’è più.

Non mi sembrano emozioni troppo positive. Dovrei essere entusiasta, fiero e felice, almeno era così che mie ero immaginato dopo aver vinto contro la mia nemesi. Ma non lo sono.

Qual è la conclusione di questo pensiero Jane?

Che ho sbagliato. Ho fatto un errore a uccidere Red John. Potevo immobilizzarlo, richiamare Rigsby e Cho prima di andare a parlare con lui, invece ho voluto ucciderlo e la mia vendetta mi ha lasciato a bocca asciutta.

Cosa farai in merito?

Mi scuserò, con tutta la squadra, con Lisbon, con Hightower. Non  si meritano di soffrire per me e io stavo per dar loro la più grande sofferenza che un essere umano possa dare. La  morte di un caro.

Quando finalmente prendo coscienza di ciò mi sembra di essere più leggero, mi sembra che un peso di migliaia di chili si sia sollevato dalle mie spalle.

Andiamo avanti, ora si va sullo spinoso.

Lisbon.

L’ho delusa ma lei ha continuato a rimanermi vicino. Mi ha aiutato per tutto il processo, è venuta a trovarmi in prigione, ma una volta libero mi ha trattato con freddezza per due settimane.

Come mi sono sentito?

Perso. Perché non avevo più il mio unico punto di riferimento.

Triste. Perché non sentivo più la sua presenza vicino a me, perché non si fidava più di me.

In colpa. Perché sapevo, in fondo al cuore, che aveva ragione a trattarmi così.

Mi sono scusato, le ho chiesto di darmi un’ultima chance e lei me l’ha data e adesso come mi sento?

Sempre perso. Perché anche se lei è di nuovo il mio punto di riferimento io non sono più il suo.

Sempre triste. Perché anche se adesso siamo vicini fisicamente lei non si fida ancora di me.

Sempre in colpa. Perché anche se mi sono scusato mi rendo conto che lei continua ad essere ferita e non so cosa fare per farla stare meglio.

Vedo che ci sono stati molti miglioramenti…

Cosa hai intenzione di fare?

Scusarmi di nuovo?

No, non cambierebbe nulla…

Devo farle capire che sono cambiato, che sono diverso e che stavolta non tradirò la sua fiducia.

Ottimo Jane, ma sei veramente cambiato?

Già, questa si che è una bella domanda. Apro gli occhi.

Oh, sono cambiato veramente molto.

Non fare il sarcastico e di' quello che pensi.

No non sono cambiato.

Sono ancora attaccato a questa casa.

Sono ancora attaccato a questa camera.

Sono ancora attaccato a quello smile sul muro.

Sono ancora attaccato alla morte della mia famiglia.

Sono ancora attaccato a Red John.

Sono ancora attaccato ai miei sensi di colpa.

Allora se sai di non essere cambiato perché lo hai detto?

Perché hai detto che vuoi dimostrare a Lisbon che sei cambiato?

Perché lo sono.

Sicuro?

Sì, perché adesso c’è una differenza. Io voglio cambiare.

Voglio lasciar andare la casa, la camera, lo smile, la morte della mia famiglia, Red John e i sensi di colpa.

Voglio vivere con i bei ricordi, quelli felici che mi fanno sorridere.

Voglio ricordarmi Angela e Charlotte mentre suonano il piano per me e non riverse in una pozza di sangue.

Voglio vivere in un posto che posso chiamare casa, in cui costruire nuovi ricordi felici.

Voglio semplicemente tornare a vivere.

E allora dimostralo Jane!
Cosa sei un pappamolle?
Un codardo?
Dimostra tutti che vuoi tornare ad essere felice. Non accontentarti semplicemente di lasciarti trasportare. Ma passiamo ad altro prima.

Scott e tua madre?

Sono felice. Ho di nuovo una famiglia. Mia madre è fantastica. Sono stato con lei solo alcune ore ma sono state bellissime. Mi ama. Lei mi ama! E’ una bella sensazione essere amato da qualcuno in questa maniera.

E Scott?

Beh, mi piace. E’ un fratello fantastico ma…

Ma ti infastidisce che esca con Lisbon vero?

Io…

Sii sincero con te stesso Patrick. Ricordi? Sei venuto qui per risolvere i tuoi problemi.

Sì.

Lo sapevo. Gli vuoi bene?

Sì! Adoro Scott, anche se è solo due settimane che lo conosco già mi sento profondamente legato.

Credi che la sua storia con Lisbon potrebbe rovinare i vostri rapporti?

Non credo. Se Lisbon è felice con lui lo sarò anch’io.

E se non lo fosse? Se Scott non fosse quello che lei desidera veramente?

Che vuoi dire?

Ho una domanda per te Patrick, una domanda difficile, una domanda che potrebbe cambiarti completamente dall’oggi al domani.

Che domanda?

Riusciresti a sopportare di vedere Lisbon… di vedere Teresa, costruire una famiglia con tuo fratello? Sai, le classiche cose: matrimonio, casa, figli e un animaletto.

Su questa devo riflettere.

Fa pure.

Provo ad immaginarmi la scena. Vedo Lisbon davanti ad un bel cottage, magari nella periferia di Sacramento. Lei è nel giardino e sorride ma non è sola. Al suo fianco c’è mio fratello che la stringe a sè, le accarezza il pancione mentre vicino a loro un bambino di tre anni con i capelli biondo scuro e gli occhi di giada gioca con un labrador color cioccolato.

L’immagine sembra così reale che il mio cuore inizia ad incrinarsi.

No.

Cosa?

No, non ci riuscirei, non almeno sapendo che non ho tentato niente per tenerla con me.

Spiegati Jane, sii chiaro.

Vorrei essere io quello a tenerla tra le miei braccia mentre dentro il suo ventre cresce il nostro bambino, vorrei essere io quello che gioca con nostro figlio,  riccioli biondi e i bellissimi occhi di lei… o perché no, con una bimba con i miei occhi e i suoi capelli.

Credo che abbiamo finito allora.

Cosa?! Aspetta in che senso… io sono ancora.. non… che devo fare?

Poniti quest’ultima domanda e poi agisci di conseguenza per il meglio.

Tu la ami? Perché se la ami non devi lasciartela sfuggire, devi provare a vincere il suo cuore, farle capire che vuoi tornare a vivere con e grazie a lei, ma se non la ami allora devi lasciarla andare perché forse Scott le può dare la felicità.

Allora cosa rispondi Patrick Jane?

 

Apro gli occhi, che stupido. La risposta a tutti i miei problemi è sempre stata davanti ai miei occhi. Ora so cosa devo fare.

Quando quella sera rientro a casa sono sudato, sporco, ho la barba di un giorno e sono stanco ma felice.

Mi spoglio del mio tre pezzi macchiato di bianco in più punti e mi fiondo sotto la doccia.

Quel muro non fa più parte della mia vita, è tornato al suo bianco splendore e la casa sarà venduta a una ditta che la trasformerà in un complesso d’uffici.

Mi asciugo i capelli e mi cambio velocemente. Mi è rimasta un ultima cosa da fare prima di tornare a lavoro domani, prima di iniziare un nuovo capitolo della mia vita.

Mi dirigo al cimitero centrale di Sacramento, dove riposano i miei due angeli custodi.

Le volli seppellire qui una volta che riebbi indietro i loro corpi, perché è qui che abitava la famiglia di lei, perché è qui dove riposa la famiglia di lei.

Percorro il sentiero del cimitero che so mi porterà davanti alle loro lapidi. Sono stato solo una volta in questo cimitero per giurare loro che le avrei vendicate o che sarei morto tentando.

Adesso torno qui per dar loro il mio ultimo saluto.

Eccole.

Mi sorridono da quelle foto che Sophie ebbe la gentilezza di scegliere per me.

Sono sempre bellissime.

Mi siedo davanti a loro e sento le lacrime scendermi lungo le guance.

“Angie, Charlotte.” Mormoro dolcemente. “Non ho mai creduto in un’altra vita dopo la morte, ma adesso sento il bisogno di crederci, sento il bisogno di parlare con voi.” Sospiro. “Sono cambiate molte cose dall’ultima volta che sono venuto a trovarvi. Mi vergogno di quell’uomo, quello che venne qui per giurarvi vendetta. Ora ho capito che ho fatto un errore. Mi dispiace avervi deluso una seconda volta.” Alzo lo sguardo verso la foto di mia moglie. “Ma sai Angie, forse alla fine da tutto questo schifo è venuto fuori qualcosa di buono. Ho conosciuto Teresa. Lei è… lei è fantastica, vorrei che tu l’avessi potuta conoscere. Ti sarebbe stata simpatica, sareste potute essere amiche.” Prendo il mio portafoglio e tiro fuori una foto che ci scattarono due anni fa, quando eravamo a quella raccolta di fondi per la CBI. “Vedi?” giro l’immagine verso di lei. “Sai, sono innamorato di lei.” Ammetto finalmente ad alta voce. “Non che non ti amo più Angie, tu sarai sempre il mio primo amore, ma adesso tu non ci sei più e so che se davvero esistesse un al di là tu vorresti la mia felicità così come io vorrei la tua… e Charlie, il tuo papà ti amerà sempre, sarai la mia piccola principessina bionda, e se mai un giorno dovessi avere un altro piccolo Jane, gli parlerò della sua bellissima sorellina. Non sono qui per dirvi addio, voglio solo dire addio al mio senso di colpa, voglio essere in grado di amare di nuovo.” Sorrido asciugandomi le lacrime. “Sarete sempre con me, nel mio cuore. Sono sicura che c'è spazio per tutte e tre..." mi alzo in piedi e mi sento leggero. “Vi amo...” lentamente mi allontano e torno alla mia macchina.

Sono quasi pronto, mi manca un ultima cosa.

Sospiro e lentamente tolgo la fede matrimoniale dal mio dito.

Rimango a guardarla per alcuni attimi.

Tenere l'anello sarebbe stato un ingiustizia nei confronti di Teresa e infondo non mi serve più per ricordarmi di loro.

Quest' anello mi ha sempre fatto sentire in colpa, mi ha sempre ricordato che era per causa mia se sono morte, che dovevo vendicarle, ma adesso sto cominciando a vivere, adesso posso andare finalmente avanti.

Mi siedo dalla parte del passeggero e apro il cruscotto recuperando una scatoletta blu che ho comprato questa mattina. Al suo interno c'è una catenina d'oro, con una piccola A e una C. La prendo e la indosso e al suo posto metto l'anello.

Adesso devo andare a parlare con Scott.

TBC

Che ne dite?

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Allora, prima di tutto le scuse.
- Uno. Mi scuso tantissimo per non aver postato sabato ma ho avuto una settimana incasinata e quindi ho avuto problemi a postare nel fine settimane.
- Due. Mi scuso tantissimo per non aver risposto alle recensioni sopratutto alla cara Nena che si è messa a recensire tutto :) Grazie cara! Purtroppo ho pochissimo tempo per colpa della scuola.. Questo è l'anno della maturità e i prof rompono già le scatole.. Scusate ancora!!!


Questo è un capitolo un po' di passaggio ma comunque dovuto per poter andare avanti :)


Capitolo 6 – POV Jane

 

Guardo l'ora. Sono sempre le undici, Scott è sicuramente ancora sveglio così prendo il cellulare e digito velocemente il suo numero.

“Ehi Pat, hai un problema?” mi risponde lui con tono sereno.

“Ehm, sì e no. Devo parlarti. Credi di poter venire a prendermi domani? Facciamo pranzo insieme?” propongo

“Certo, nessun problema.” mi risponde lui con il suo solito tono sereno. “Dove sei stato oggi a proposito? Quando sono passato a prendere Teresa per il pranzo non c'eri e Cho mi ha detto che avevi preso un giorno di ferie...”

“Beh, ero a riflettere. Sono successe tantissime cose ultimamente e io avevo bisogno di riordinarmi le idee.”

“Oh, okay. Allora a domani.”

“Ciao Scott.” riaggancio il telefono e inizio a spogliarmi per andare a dormire. Domani sarà una giornata lunga e avrò bisogno di quel poco di sonno che riuscirò a prendere.

 

Sono ormai le otto e mezzo quando arrivo negli uffici della CBI. Ero talmente agitato stanotte che sono riuscito ad addormentarmi solo intorno alla quattro e purtroppo dopo non ho sentito la sveglia suonare.

“'Giorno ragazzi.” saluto velocemente il team affacciandomi nella bullpen prima di dirigermi a passo sicuro verso l'ufficio di Hightower. Primo punto della giornata; scuse al team. Busso lievemente alla porta e senza aspettare una risposta entro.

“Buongiorno Madeline!” esclamo sorridente. Lei si gira e si ferma un secondo a guardarmi prima di farmi un piccolo sorrido. Lei è l'unica che non ha iniziato a trattarmi diversamente dopo il processo per omicidio, forse perché crede di essere in debito con me per tutta la storia della fuga dal CBI. Beh, dovrò chiarire anche questo. “Potresti raggiungerci nella Bullpen appena puoi?” chiedo sorridente.

“Finisco alcuni fogli e arrivo.” annuisco ed esco veloce per dirigermi verso l'ufficio della donna che ha occupato i miei sogni questa notte.

Sento Grace chiamarmi e dire qualcosa con voce leggermente agitata, ma il significato delle parole non mi arriva, sono perso nei miei pensieri. Non mi prendo il disturbo di bussare ed entro direttamente trovandomi così davanti ad una scena mozzafiato.

“Jane!” esclama Lisbon cercando di coprirsi. Io sono ancora imbambolato sulla porta. Davanti a me c'è Teresa Lisbon con indosso solo pantaloni di jeans e reggiseno nero sportivo. Non pensavo che la sua pelle potesse essere così bella perfetta. “Jane esci immediatamente di qui!” mi urla furiosa infilandosi velocemente una camicetta nera. Tengo alla mia vita quindi per una volta ubbidisco senza protestare mentre sento le mie guance arrossarsi per la prima volta in otto anni.

“Te l'avevo detto...” mormora Van Pelt da un punto indistinto alle mie spalle. La prossima volta presterò più attenzione alle sue parole.

Rimango vicino alla porta e ripenso a quando una scena simile è capitata dopo quel giorno infernale. Come al solito ero entrato senza bussare e mi ero trovato davanti una stupenda principessa arrabbiata. Era stupenda in quel vestito, anche se il rosa non è esattamente il suo colore, la preferivo in quel vestito nero senza spalline molto attillato che aveva a quella raccolta di fondi.

“Jane, vieni pure...” Lisbon mi chiama e io entro trovandola completamente vestita accanto alla sua scrivania intenta a ripiegare una camicia con una vistosa macchia di caffè. “E' colpa di Rigsby.” mi dice senza che io abbia bisogno di chiedere. Sta troppo tempo con me, inizia ad essere piuttosto brava. “Allora, che volevi di così urgente da entrare senza bussare... oh, aspetta che dico, tu entri sempre senza bussare.”

“Io... ecco... prima volevo dirti che... insomma... volevo parlare con voi e quindi... se tu vieni.” oddio, sto balbettando! Io, Patrick Jane, mentalista e spina nel fianco di Teresa Lisbon sto balbettando per l'imbarazzo al solo ricordo della scena in cui mi sono trovato. Questa non me la farà passare liscia.

“Stai arrossendo Jane?” mi chiede lei infatti con un sorrisetto maligno sulle labbra.

“Io? No...” datti un contegno accidenti! Non è la prima donna che vedi in déshabillé. “Vieni?” riesco poi a dire ricomponendomi. Lei annuisce e mi segue fuori dal suo ufficio.

Fuori ad attenderci c'è tutto il team meno Hightower.

“Allora, che vuoi?” mi chiede Teresa.

Voglio parlare con tutti. Aspetteremo che Madeline ci raggiunga.” non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che la donna compare.

“Eccomi Jane, che volevi?” domanda anche lei, io sorrido e facendo avanti e indietro davanti alla mia scrivania inizio a raccogliere le idee.

“Sentite, so che quest'ultimo mese è stato piuttosto teso, sopratutto le prime due settimane, e anche se adesso le cose sono migliorate sento ancora di non aver riottenuto il vecchio rapporto e so che gran parte della colpa è mia.” non è molto facile fare un discorso a braccio. Forse è meglio se mi preparo la prossima volta. “Volevo chiedere scusa ad ognuno di voi. Mi sono cacciato in un guaio e invece di scusarmi con voi da subito e pentirmene mi sono comportato come se nulla fosse.” abbasso lo sguardo, non voglio vedere la delusione che ancora riaffiora alcune volte nei loro occhi. “In questi anni ho cercato di rimanere isolato da tutti voi per non dare a Red John un modo per colpirmi ancora, ma non ci sono riuscito affatto. Mi sono affezionato a voi e piano piano mi sono riscoperto a pensare a voi, come ad una famiglia ed è stato orribile quando ho capito che vi stavo perdendo.” sincerità assoluta. “Spero che mi possiate perdonare e spero di riavere indietro quel vecchio rapporto...” concludo azzardandomi ad alzare lo sguardo.

“Mettici ancora in una situazione del genere e ti uccido.” dice serio Cho dopo alcuni minuti di silenzio prima di tornare al suo libro.

Grace si avvicina a me e mi lancia le braccia dietro al collo stringendomi forte quasi da togliermi il respiro.

“Non farlo mai più.” mi sussurra gentilmente. Piccola, dolce Grace, sempre disposta a perdonare all'istante.

“Mai più.” prometto io sorridendole. “Ora però lasciami respirare...” aggiungo scherzando, lei si allontana come se avesse preso la scossa e mi chiede scusa.

Rigsby mi da una pacca sulla spalla e tanto mi basta per comprendere. Il team mi ha perdonato.

“Hai rischiato tanto per me Jane, per questa volta potrei perdonarti...” aggiunge Hightower sorridente.

“Non sei in debito con me Madeline, tutto quello che ho fatto l'ho fatto egoisticamente in quel momento. Volevo John e tu potevi servirmi più avanti.” dico sincero.

Lo so...” risponde allontanandosi per tornare nel suo ufficio. Quando mi volto trovo Lisbon a una cinquantina di centimetri da me e non so se aspettarmi o no un pugno. So già che un discorso simile l'ho già fatto con lei, ma sono comunque preoccupato dalle conseguenze.

“Non sul naso ti prego!” esclamo spaventato, ma lei mi stupisce e mi abbraccia dolcemente.

“Grazie Jane, questo conta molto per noi...” mi sussurra all'orecchio in modo che solo io passa sentirla. La sensazione di avere Lisbon tra le mie braccia è talmente inebriante che per un secondo mi scordo dove sono. Vorrei baciarla ma so che non posso, prima devo parlare con Scott.

“Bene, adesso che il momento cuore a cuore è finito tutti a lavoro!” esclama lei allontanandosi ed entrando in piena modalità Agente capo Lisbon. Tre se signora arrivano in contemporanea da tre punti diversi della stanza.

Adoro vederla sorridere. Il sorriso di Teresa Lisbon è il più bello del mondo.

Mi siedo sul divano e con questa sua immagine davanti agli occhi mi faccio un pisolino.

 

“Jane... svegliati.” no, sto dormendo così bene.

“Un caso?” mugugno non volendo aprire gli occhi.

“No, tuo fratello...” apro gli occhi e mi ritrova la faccia divertita di Lisbon davanti. Mi sembra di avere un piccolo deja-vu di quando ero ceco. Anche quella volta la prima cosa che ho visto quando sono tornato a vedere era il viso, allora titubante, ma sempre bellissimo di Teresa. “E' giù che ti aspetta.” certo devo aver dormito a lungo se Scott è già arrivato.

“Grazie Lisbon...” dico alzandomi e prendendo la mia giacca per poi incamminarmi velocemente verso l'ascensore.

“Ehi Pat!” esclama mio fratello vedendomi arrivare.

“Sai che non mi piace essere chiamato Pat...” gli ricordo io per la decima volta.

“Oh, già è vero. Che ne dici di fratellone?” storgo il naso. “Rick?”

“Accettabile...”

“Perfetto Rick. Andiamo?” annuendo entro in macchina e Scott ci porta in un ristornate italiano non molto lontano dalla CBI.

“Allora Rick, perché volevi vedermi con tanta urgenza?” chiede diretto mio fratello appena finito di ordinare. Altra caratteristica in comunque, non ci piace prendere le cose alla larga.

“Che intenzioni hai con Lisbon?” lui mi guarda confuso.

“Mi stai chiedendo se me la voglio solo portare a letto oppure se invece voglio una vera relazione?” mi chiede.

“Esatto.”

“Beh, non la conosco da molto, ma so di provare qualcosa per lei...” beh, almeno non è uno stronzo.

“Ne sono felice.”

“Ma non è l'unico motivo per cui sei qui vero? Piace anche a te Teresa.” è un affermazione e io non ho intenzione di contraddirlo anche se il verbo piacere è un po' un eufemismo. Non avrà preso il talento di famiglia ma di certo non è un ingenuo.

“Tu sei mio fratello, non un rivale qualunque, abbiamo un legame di sangue, siamo una famiglia in un certo senso e, anche se ti conosco da poco, ti voglio bene. Non volevo che sotterfugi e trucchetti potessero rovinare il nostro rapporto più di quanto accadrà. Ho preferito essere sincero fin da subito.” serio, conciso, dritto al punto.

“Io non mi arrenderò. Combatterò per il cuore di Lisbon.” dice serio lui.

“Saremo in due allora, ma sarà solo lei a decidere alla fine. Niente pressioni per lei, nessuna richiesta di scelta, niente trucchetti subdoli, niente scorrettezze nei confronti dell'altro. E' una proposta ragionevole fratello?”

“Certo. Però chi diciamo 'vince' pagherà il pranzo o la cena per un mese all'altro.” aggiunge lui scherzando un po. “Credi che ce la faremo ad uscire ancora uniti?”

“Non lo so Scott. Potrei dirti di sì, che ci riusciremo, ma solo quando ci troveremo in quella situazione lo potremo sapere.” sincerità, una cosa che non ho mai usato molto spesso, se non nei confronti di Teresa.

Arrivano i nostri ordini e noi iniziamo a mangiare in un silenzio pieno di tensione.

“Ah, la mamma ha chiesto se vuoi venire a cena da noi una di queste sere Pat...” a quanto pare la guerra è già iniziata.

“Certo, mi farebbe molto piacere Scotty.” ricambio la cortesia.

Continuiamo a mangiare in silenzio e io non riesco a non pensare al fatto che ho ritrovato da poche settimane mio fratello e già mi sembra di perderlo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Scusate se non ho più postato ma ho avutto problemi con internet... Comunque prima di partire per Madrid vi volevo lasciare con un nuovo capitolo! Buona lettura!!!
 

Capitolo 7

 

Teresa POV

 

Sono passati tre giorni.

Jane ci ha fatto le sue scuse.

Tutto è tornato come prima, la squadra è ancora un po' ai ferri corti con Patrick, ma sempre meglio del gelo che regnava prima ed oltretutto le nostre statistiche per la chiusura dei casi sono tornati hai vecchi livelli se non più alte.

“Jane!” esclamo sicura che mi abbia sentito attraverso i sottili muri del mio ufficio. Abbiamo ricevuto un denuncia nei suoi confronti per diffamazione.

“Sì mia cara Lisbon?” dice tutto sorridente entrando nel mio ufficio. Vorrei cancellargli quel ghigno dalla faccia! Mi fa imbestialire!

“Succede che hai ricevuto la tua prima denuncia per diffamazione da quando sei tornato a lavoro. Complimenti!” il sarcasmo nella mia voce credo sia palese, ma la sua espressione non cambia di una virgola. “Per non parlare di tutti i reclami e le lamentele...” aggiungo sperando in una sua reazione, in un minimo accenno di dispiacere. Niente. Mi prudono le mani dalla voglia che ho di strozzarlo.

“Ho solo chiesto se il marito sapeva che lei aveva degli amanti. Non è colpa mia se lei non è disposta ad accettare che altri oltre a lei sappiano il suo piccolo sporco segreto.” si spiega come se ciò rimediasse a tutto. Non mi spreco nemmeno a rispondere, tanto troverebbe un modo per rigirare la frittata in modo da uscirne pulito. Dopotutto si è fatto scarcerare dall'accusa di omicidio, una semplice denuncia per diffamazione cosa mai sarà per il grande Patrick Jane?

“Certo, come dici tu.” sospiro guardandolo mentre si stende sul mio divano. “Non è che potresti tornare a fare un po' di lavoro d'ufficio?” tentar non nuoce dopotutto no?

“Mia cara Lisbon, se tornassi a farlo non sarei più me stesso. Non puoi chiedermi un tale tradimento nei miei confronti.” mi risponde osando pure fare una faccia offesa. Roteo gli occhi e smetto di dar peso ai suoi discorsi. A volte Jane è proprio snervante. Scott è diverso, lui è dolce, gentile e rispettoso.

Stasera andremo di nuovo fuori a cena ma stavolta niente pizza, sarà una vera cena, in un vero ristorante. Guardo l'orologio. Sono le cinque, tra mezz'ora devo uscire altrimenti rischio di fare tardi.

Mentre Patrick sonnecchia sul mio divano finisco il plico di fogli che sono sulla mia scrivania e finalmente sono pronta per andarmene. Mi alzo e prendo la giacca.

“Dove vai?” mi domanda Jane prima che possa raggiungere la porta del mio ufficio.

“Scott mi ha invitato fuori.” dico cercando di rimanere sul vago e sperando vivamente che Patrick non voglia indagare oltre.

“Ah. Allora potresti farmi il favore di dirgli che domani o dopodomani al più tardi verrò a trovare mamma?” mi domanda chiudendo di nuovo gli occhi.

“Certo.” che strano, niente interrogatorio, niente battutine, solo una richiesta.

“Grazie Teresa. Divertitevi.” aggiunge prima che io esca. Mi avvicino all'ascensore e una strana sensazione mi attraversa ripensando alla situazione appena vissuta. Delusione. Sono delusa.

Scuoto la testa, entro nel piccolo cubicolo e premo il pulsante per il piano terra, lo stress mi sta sicuramente facendo brutti scherzi.

 

Sono le otto in punto e sono in macchina con Scott diretta verso uno dei più belli e costosi ristornati di Sacramento.

Sono leggermente agitata.

Oh, accidenti, ma a chi la voglio dare a bere? Non riesco ad essere sincera nemmeno con me stessa? Sono molto agitata. Un po' per l'uscita, un po' perché non mi sento a mio agio in certi posti. Avrei preferito di gran lunga qualcosa di più semplice, di più intimo e meno lussuoso, ma cambiare per una volta non credo mi ucciderà.

Arriviamo al ristornate e un cameriere in uno smoking dall'aria troppo costosa ci accompagna al nostro tavolo. Ci sediamo e iniziamo a guardare il menù.

Accidenti, ma di che sono fatti questi piatti? Scaglie d'oro?! I prezzi sono veramente astronomici.

“Scott, non posso permetterti di pagare anche la mia parte.” sussurro in modo che solo lui mi senta. Questa è la nostra seconda uscita, non posso farlo già spendere così tanto!

“Non dire sciocchezze Teresa, io ti ho invitato e io pago.” ribatte lui sicuro di se.

“No, non...”

“Teresa.” mi interrompe lui con un tono di voce molto dolce. “Ti prego, lascia pagare me...” il suo sorriso mi distrae per un breve momento.

“Okay...” riesco a sussurrare dopo pochi secondi quando recupero le mie facoltà.

Non amo sentirmi dipendente da qualcuno, ma voglio godermi la serata quindi lascio stare. Mi piace Scott, mi piace molto più di qualsiasi altro uomo con cui mi sono vista negli ultimi anni. Non che la lista sia poi molto lunga, anzi, è composta da Mashburn e basta. Sono patetica.

Dopo aver ordinato iniziamo a parlare e la tensione che si era accumulata durante il nostro scambio sul dilemma del conto si scioglie.

Quando dopo appena quindici minuti i nostri piatti arrivano quasi non ce ne accorgiamo tanto siamo presi nella conversazione.

Mentre sto per portare alla bocca la prima forchettata del mio piatto sento una risata familiare alle mie spalle così mi giro lievemente.

Dietro di me ci sono Jane e quella sua vecchia amica psicologa Sophie.

 

Jane POV

 

Guardo Lisbon uscire, è lievemente turbata dal mio comportamento. Lei voleva che io le facessi domande sulla sua uscita! Ho fatto una prima mossa senza nemmeno accorgermene.

Tiro fuori il cellulare e compongo velocemente il numero di Sophie.

“Ehi Patrick!” mi saluta entusiasta dall'altro lato della cornetta.

“Allora Sophie, ci stai sempre?” domando lievemente agitato. La capirei benissimo se non volesse più partecipare a una delle mie pazze idee.

“Vuoi dire se sono sempre convinta nell'aiutarti a cercare di capire se Teresa è interessata a te? Certo che si! Anzi, sai che ti dico? Sono già a prepararmi per stasera.” mi sembra quasi di vedere il suo sorriso divertito. E' una bellissima donna, ma solo una piccola brunetta riesce a farmi girare la testa. “Ora però sono curiosa.” aggiunge interrompendomi dal fantasticare su Teresa. “Come hai fatto a trovare in che ristornate avrebbero cenato?” chiede curiosa. Sorrido ripensando a tutto il casino che ho fatto per scoprirlo. Non è stato affatto semplice.

“Ho chiamato tutti i migliori ristoranti della zona chiedendo di una prenotazione a nome Basil fingendo di voler confermarla e dopo svariati tentativi a vuoto ho avuto fortuna.” ammetto sorridendo. Ho avuto molta fortuna.

“E io che pensavo che eri ricorso alle tue fantastiche doti da sensitivo...” dice fingendosi delusa.

“Ah ah ah... veramente molto divertente mia cara.” ribatto io. “Comunque tra quanto pensi di essere pronta ad andare.

“Dipende. Quanto vuoi far ingelosire Teresa?”

“Se lo farà...” mormoro insicuro. Dopotutto è possibilissimo che Lisbon non provi nulla per me. Amare non vuol dire per forza essere ricambiati.

“Patrick, so che non vuoi credermi, ma te l'ho già detto, lei è cotta! Già due anni fa quando ti diedi quell'innocente bacetto sulla guancia era cotta. Avresti dovuto vedere la sua faccia. Credo fosse disposta a strozzarmi a mani nude.

“Oh, e ci sarebbe riuscita...” aggiungo io scherzando. “Comunque adesso è diverso. Forse le piacevo prima che...”

“Patrick Jane!” mi interrompe con tono quasi indignato “Non osare continuare questa frase. Mettiamola così, prendo tutto questo tuo ultimo discorso come un 'voglio farla morire di gelosia.'” sorrido divertito. “In questo caso non provare a passare da casa mia prima delle sette e mezzo.” aggiunge prima di riattaccare e io non riesco a non ridacchiare. Mi chiedo come mai le donne ci mettano tanto a prepararsi.

Due ore esatte dopo sono sotto casa sua nel mio unico smoking. Sophie si è ritrasferita di recente a Sacramento e dopo aver seguito alla televisione il mio processo a cercato di riavvicinarsi a me aiutandomi a sentirmi meno solo in quei giorni in cui Teresa non mi parlava quasi.

E' molto bella nel suo vestito azzurro, ma non è niente in confronto a Teresa dentro quel suo fantastico vestito nero che indossava per l'evento di beneficenza organizzato dal CBI.

“Allora pronto?” mi chiede quando siamo fuori dal ristorante una quarantina di minuti dopo. Abbiamo trovato del traffico.

“Lo spero...” rispondo io insicuro.

Entriamo nel ristorante e un cameriere, il cui smoking sicuramente costa quanto due miei attuali mesi di paga ci conduce a un tavolo.

Mi guardo intorno nella sala e finalmente individuo Teresa e Scott. Sono ad un paio di tavolini di distanza, lei è girata praticamente di spalle. Sorrido lievemente. Ha il vestito nero della serata di beneficenza e le sta bene quanto ricordavo. E' semplicemente stupenda. Come mai ci ho messo tanto a capire i miei sentimenti per lei?

“Jane.” Sophie mi riporta con i piedi per terra. E' divertita dal mio comportamento. “Sai, se continui a tenere la bocca spalancata ci entreranno le mosche.” sorrido divertito, in sua compagnia mi sento a mio agio.

Ci sediamo e ordiniamo chiacchierando del più e del meno. Teresa deve accorgersi da sola di me altrimenti potrebbe capire il mio piano.

 

Teresa POV

 

Cosa ci fanno quei due qui? Sopratutto insieme?

Mi giro nuovamente verso Scott facendo finta di niente. Pure lui si deve essere accorto di Jane, ma anche se l'ha fatto non l'ha dato a vedere.

Come mai Jane l'ha invitata fuori a cena in un posto come questo? E sopratutto da quando Jane va a cena fuori con delle donne? Insomma, in tutti questi anni lui è rimasto fedele a sua moglie e l'unica volte che è uscito con una donna ha finito per sentirsi in colpa per giorni.

Vedo Scott continuare a parlare davanti a me ma, impegnata a riflettere su Jane e la Miller, non riesco a capire il significato di quello che dice.

Azzardo una nuova occhiatina alle mie spalle per vedere che fanno quei due, la psicologa gli sta stringendo la mano sopra il tavolo.

Una strana sensazione mi assale, è come se avessi voglia di vomitare, nella bocca ho il sapore amaro della bile e il mio stomaco sembra stretto in una morsa. Mi è passata la voglia di mangiare.

Cosa diavolo mi sta succedendo?

“Teresa, ma mi stai ascoltando?” la voce di Scott penetra nei miei pensieri e finalmente riesco a riscuotermi. “Mi sembri un po' distratta...” aggiunge sorridendo gentile.

“Scusami Scott, è solo che abbiamo lavorato molto oggi e inizio a sentirmi stanca...” che patetica scusa.

“Certo ti posso capire Tessy, non preoccupati....” sorrido in risposta alla sua frase. E' un ragazzo fantastico mi piace molto e si merita la mia totale attenzione. Si fotta Patrick e quell'ochetta bionda.

Riporto la mia attenzione su Scott, ma nel retro della mia testa il mio cervello cerca sempre di rispondere alle domande su Jane e Sophie.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Scusate l'assenza ma sono state tre settimane luuuuuuunghissime.. ma eccomi di nuovo e visto che su carta l'ho praticamente finita prometto di ricopiare con più celerità così posto con più regolarità U_U

Capitolo 8 – Jane POV

 

 

Che facevi ieri sera al ristorante con quella donna?” mi aspettavo una domanda del genere.

Verificavo una o due cose.” Rispondo senza guardarlo negli occhi, non voglio finire abbracciato a un palo solo per dimostrargli che non sto mentendo. “Comunque lei è una mia vecchia amica, mi ha aiutato subito dopo la morte di Angela e Charlie.”

E dimmi, come facevi a sapere dove avremmo cenato?” altra domanda prevedibile.

Ammetto che non è stato facile. Ma riassumendo posso dire: molte chiamate e tanta fortuna.” Giro per un attimo la testa e lo vedo sorridere lievemente.

E cosa hai visto da questa tua… intromissione?” okay, inizia a sembrarmi un interrogatorio, ci manca solo che mi lanci o sguardo glaciale che usa di solito Cho per far crollare i sospettati e poi siamo a posto.

Sinceramente?” domando senza però veramente aspettare una risposta. “Non saprei. Credo di avere qualche possibilità, era turbata quando mi ha visto insieme a Sophie però allo stesso tempo non è venuta nemmeno a salutarmi per non interrompere la cena con te.” Non sono poi così sorpreso, con Lisbon è sempre stato così. “Oltretutto non mi ha chiesto niente quando eravamo a lavoro. Non una domanda sulla mia cena e la mia compagna. Questo vuol dire o che ho interpretato male la sua gelosia o che non vede Sophie come una vera rivale.”

La prendo come una buona notizia allora.” stavolta è lui che sorride.

L'hai accompagnata a casa?” non so se voglio veramente saperlo, ma è più forte di me. Sono masochista dopotutto.

Sì, ma non sono entrato.” okay, posso respirare. Non credo che sarei riuscito a sopportare il pensiero di Lisbon, la mia Lisbon con Scott. Non che non sappia che Teresa non è una santa, dopotutto so anche di Mashburn, ma adesso che sono cosciente dei miei sentimenti è diverso.

Però mi ha baciato.” aggiunge mio fratello sempre sorridendo. “Anche questo vorrà dire qualcosa no?” ecco di nuovo quella sensazione allo stomaco che adesso posso ammettere essere gelosia. Siamo arrivati a casa di Scott, scendo dalla macchina e lo aspetto.

Non è ancora finita Scotty.” gli faccio notare, non voglio che pensi che mi arrenderò. “Teresa dopotutto non ha ancora scelta, un bacio è sempre un bacio.” non lo penso veramente ma meglio non farglielo capire.

Vero fratellone, ma intanto lei esce con me mentre tu cerchi di fare incontri con delle donne per farla ingelosire.” mi dice lui come se non lo sapessi. “Mi ritengo in vantaggio.”

Senza bussare entro in casa di mio fratello, sento la televisione accesa in soggiorno quindi mi dirigo direttamente verso quella stanza. Mia madre è rannicchiata sul divano a guardare uno di quei vecchi film romantici che le piacciono tanto, quegli stessi film che so che anche Lisbon adora anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

Siete arrivati finalmente!” dice felice vedendosi e spegnendo la televisione. “Iniziavo a credere di aver passato un paio d'ore a cucinare per poi mangiare da sola.” scherza mia madre alzandosi dal divano con un poco di fatica visto i suoi recenti problemi. “Su, non fatemi dire di lavarvi le mani che io ho fame!” sorrido divertito, le voglio ancora bene e capisco i motivi che l'anno spinta ad andarsene, non ce l'ho con lei, non più.

Sissignora!” esclamo dirigendomi in bagno. Lei scuote la testa ma sorride.

Quando gli raggiungo in cucina mi siedo e inizio a mangiare, le chiacchiere si susseguono facilmente e il tempo passa velocemente.

Figliolo, quando devi rientrare?”

Non preoccuparti, ho chiesto a Lisbon il pomeriggio libero visto che non abbiamo casi.” dico sorridendo. Più che parlato l'ho esasperata finché non si è convinta che farmi dormire sul divano o farmi passare la giornata fuori ufficio per vedere la mia famiglia erano equivalenti.

E' stato il nostro primo battibecco dopo Red John, mi sono mancati i nostri battibecchi, le sue occhiatacce, il suo modo di roteare gli occhi quando è annoiata dalle mie scemenze.

Che cara ragazza quella Teresa, sono felice che ti tenga d'occhio Patrick, Dio sa quanto ne hai bisogno.” dice semi-seria.

Grazie Mamma.” dico sorridendo ma in realtà sono a disagio. “Vedo che hai molta fiducia in me...” aggiungo volendo alleggerire l'atmosfera.

Una madre deve sempre pensare al meglio per un figlio.” dice lei dolcemente. Scott è a disagio a parlare di Lisbon e io lo noto.

Mary porta il dolce e finiamo il pranzo tranquillamente poi ci spostiamo in soggiorno a chiacchierare.

Dopo qualche minuto il cellulare di Scott suona e lui si sposta sul portico per prendere la chiamata.

Appena mio fratello esce dalla stanza mia madre lascia cadere la facciata di tranquillità e mi guarda seria, si è accorta del nostro disagio.

Patrick, dimmi la verità, che succede tra te e Scott?” domanda sistemandosi più comodamente sull'angolo destro del divano.

Niente.” risponde cercando di tranquillizzarla con la mio sorriso.

Patrick, ho vissuto per anni con tuo padre, so riconoscere quando un Jane sta mentendo, è felice o triste e in questo momento tu sei triste, Scott è felice ma preoccupato ed entrambi siete a disagio.” mi dice sorridendo dolcemente. “Dimmi la verità figliolo... L'aria ha iniziato a farsi tesa quando ho parlato di quella donna, l'agente Lisbon.” sospiro e mi arrendo.

Scott esce con lei da un po' di tempo.” borbotto sperando che basti a soddisfare la sua curiosità.

... ma Teresa piace anche a te, non è vero?” chiede mia madre con aria di chi sa.

Sai, inizio a credere che non fosse solo papà l'unico dotato in famiglia.” dico sorridendo tristemente. Piacere, che misera parola per descrivere i miei sentimenti per Teresa.

Non è una situazione facile...” mormora Mary. “E lei che ne pensa?”

Non lo sa ancora.” sospiro ancora. “Ho capito di provare qualcosa per lei quando ho rischiato di perderla dopo il processo.” spiego abbattuto.

Ne vale la pena Patrick?”

Per Teresa? Sì, per lei farei di tutto.” mormoro sicuro.

Cosa succederà quando lei sceglierà uno di voi due?”

Se sceglierà me perché mi ama sarò felice, ma se ama Scott non farò niente per rovinare i rapporti con mio fratello e lei. La sua felicità è più importante... io... io credo di amarla.” sono sincero, se lei non mi ama la lascerò andare e mi basterà la sua amicizia. “Spero che Scott la pensi come me.” aggiungo accennando un sorriso.

Sono fiera di te Patrick, sei un brav'uomo.” stavolta sorrido veramente.

Quando Scott rientra io e la mamma stiamo parlando di nuovo di argomenti leggeri.

Chi era caro?”

Lavoro, mi hanno chiesto se domani posso trattenermi in ufficio per sostituire Peterson che si è ammalato, sciocchezze.” dice sorridendo. “Allora, dove eravamo rimasti?”

Mamma mi stava raccontando di quella storiellina divertente sul tuo dodicesimo compleanno...” dico io con malizia.


Commenti? Certo che sì :)

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Buona lettura! Scusate l'ora XD
Ci vediamo prima possibile con il nuovo capitolo...



Capitolo 9 – Lisbon PoV

 

Abbiamo un caso!” annuncio entrando nella Bullpen. Non sono l'unica felice della notizia, le ultime due settimane sono state molto lente senza casi, l'unica cosa positiva è che almeno la pila di scartoffie riguardanti Jane è finalmente scomparsa. Sono riuscita a finirla tutta e sono fiera di me stessa.

Dove capo?” chiede Righsby già con distintivo e pistola tra le mani, pronto a scattare verso la macchina.

Nela periferia di San Francisco, se partiamo subito potremo essere lì in un'oretta e mezzo circa.” tutti annuiscono e si preparano mentre io mi avvicino al divano di Jane dove lui pretendi di darmi a bere la favola che sta ancora dormendo.

Lo so che sei sveglio.” dico non ottenendo nessuna reazione. “Su, andiamo,non abbiamo tempo per le tue idiozie.” aggiungo volendo mettergli fretta. Finalmente noto una risposta, sta sorridendo, sicuramente per i miei metodi delicati.

Buongiorno anche a te Lisbon cara, si, sto molto bene stamani, grazie per avermelo chiesto.” roteo gli occhi. Giuro che prima o poi ucciderò quest'uomo! E' così insopportabile!

Andiamo, gli altri saranno già partiti...” mormoro quasi desiderando di essere andata con loro.

Mi avvio verso all'ascensore sospirando al pensiero dell'ora e mezzo di macchina, da sola con il mio annoiante consulente, che mi aspettano.

 

Non voglio attirare la sfortuna su di noi, ma questo caso sembra relativamente facile, siamo qui da solo due ore e già abbiamo un sospetto molto, molto buono. Perfino Jane è d'accordo con noi nel dire che è stato il miglior amico della vittima. La solita storia, lui ama lei, lei ama il suo migliore amico e purtroppo lui non può averla, quindi quale soluzione migliore che uccidere il proprio migliore amico? A volte mi chiedo se la gente sia scema o cosa, ma ti sembra una buona idea rischiare di andare in prigione per un amore non corrisposto?

La scientifica ci ha consegnato dieci minuti fa il rapporto. Il proiettile coincide per calibro con quello della pistola del nostro sospettato, oltretutto un testimone ha visto una macchina dello stesso modello di quella del sospettato allontanarsi alcuni minuti dopo l'orario presunto del delitto, adesso abbiamo più di un buon motivo per portarlo alla centrale locale per fargli qualche domanda. Sono sicura che dieci minuti con Cho gli basteranno per crollare.

Cho e Rigsby sono andati a prelevarlo esattamente cinque secondi fa. Sono fortunata ad avere due agenti così efficienti.

Lisbon, è quasi ora di pranzo ormai, che ne dici di andare a mangiare qualcosa?” mi chiede Jane all'improvviso tutto sorridente.

Non possiamo Jane, tra poco il nostro sospettato sarà alla centrale, dobbiamo interrogarlo e chiudere il caso.” dico con sicurezza.

Non verrà Lisbon...” mi risponde lui con altrettanta sicurezza.

Sentiamo, e come mai non dovrebbe venire?” sospiro esasperata.

Perfino lui ha capito di aver fatto una cavolata mia cara, sapeva che saremo andati a prenderlo presto, avrà fatto armi e bagagli e sarà partito...ormai sarà lontano da casa sua...” risponde con il solito sorriso furbo lui. In questi momenti il mio desiderio di strozzarlo raggiunge apici impossibili. “Ti consiglio di diramare l'identikit o una foto a tutti gli aeroporti, così gli impediamo di scappare in Cina.”

Noi andremo comunque in centrale.” ribatto io.

Allora fammi almeno guidare...” mi chiede con gli occhi supplicanti.

No.”

Dai Lisbon, fidati di me per una volta...”

Mai.” non ho intenzione di morire prima del mio tempo affidandogli la mia macchina.

Jane tira fuori di nuovo il suo sguardo da cucciolo ma stavolta non cedo. Faccio per avvicinarmi alla macchina ma Jane mi ferma tenendomi per il polso e attirandomi a lui.

Jane, ma che...” le parole mi muoiono sulle labbra, il suo sguardo serio fa sembrare i suoi occhi ancora più azzurri e profondi, non riesco a distogliere lo sguardo. “Jane...” sussurro ancora cercando di liberarmi dal suo incantesimo.

Lui continua a trattenermi, si sta avvicinando. Cosa diamine vuole fare? Vuole baciarmi? Mi devo allontanare, voglio allontanarmi? Non mi muovo, non ci riesco e vedo il suo sorriso diventare sempre più beffardo, le nostre labbra sono a pochi millimetri le une dalle altre e io chiudo gli occhi arrendendomi a un bisogno che nemmeno sapevo di avere.

Fidati di me Lisbon, sono un ottimo autista...” sento il suo respiro caldo vicino all'orecchio, il suo pollice che descrive qualche piccolo cerchio sul mio polso e ritorno improvvisamente in me. Cosa diavolo volevo fare?! Io esco con Scott e avrei lasciato Jane baciarmi? Okay, è un bellissimo uomo ma questo non giustifica quello che volevo fare... a meno che..non abbia cercato di ipnotizzarmi!

Stai cercando di ipnotizzarmi?” domando quasi scandalizzata allontanandomi. Lui mi lascia andare.

Nient affatto.” dice serio. “Lo sai che non ti ipnotizzerei mai senza il tuo permesso.” non so perché gli credo. Ci avviciniamo alla macchina.

Mi metto le mani in tasca per prendere le chiavi ma mi accorgo che non sono dove dovrebbero essere.

Jane!” esclamo mentre lui si gira mostrandomi trionfante le chiavi. Scuoto la testa e accetto il mio destino. Mentre lui non mi vede mando un messaggio a Van Pelt chiedendole di tenersi pronta a diramare le foto del sospettato, purtroppo Jane di solito ha ragione, meglio prevenire che curare.

Vai piano Jane...” lo supplico e prima di salire in macchina mando una veloce preghiera al cielo.

Ancora intenzionata a saltare il pranzo per nulla? Siamo ancora in tempo mia cara...” mormora Jane mentre ci dirigiamo verso la centrale di polizia. “Scommetto che a momenti chiameranno Rigsby e Cho per dirti che è scappato.. Dai, ti prego! Andiamo a mangiare Lisbon ho fame!” ecco il piccolo, petulante Jane, il bambino di cinque anni che vuole sempre che tutto sia fatto secondo le sue regole. “Ti prego...” mi dice con uno sguardo da cucciolo supplicante.

Oddio, odio ammetterlo, ma è così dolce con quest'espressione.

Jane, non posso. Quando e se Cho e Rigs...” il suono del mio cellulare mi interrompe e già vedo l'ombra di un sorriso sul volto di Jane. E' Cho.

Dimmi Cho.”

Non c'è capo.” risponde schietto lui senza giri di parole.

Merda!” ha di nuovo ragione. “Fai diramare la sua foto negli aeroporti e nelle stazioni, non lasciamolo andare troppo lontano. Van Pelt dovrebbe essere già pronta a spedire la foto che abbiamo.” borbotto alla fine facendo capire così a Jane che gli avevo dato ascolto. Il ghigno della sua sembrò ingrandirsi esponenzialmente.

Adesso possiamo andare a pranzo?” mi chiede cambiando già la rotta e sorridendo come un imbecille. L'ho già detto che odio quando ha ragione?

 

Jane PoV

 

Ho vinto, lo vedo nei suoi occhi.

Va bene Jane, andiamo a mangiare!” sbotta lei.

Sorrido felice di averla convinta, mangeremo insieme, sarà un appuntamento, beh, forse non proprio visto che lo saprò solo io per ora.

Lisbon prova qualcosa per me, forse non l'ha ancora ammesso nemmeno a se stessa ma io riesco a vederlo, prima quando le ho preso le chiavi distraendola con tutta quella scenetta lei credeva che l'avrei baciata. Per un istante sono stato tentato di farlo davvero, di esaudire entrambi i nostri desideri, di sentire il suo sapore, la morbidezza delle sue labbra sulle mie ma poi mi sono ricordato che pensi che stia giocando con lei, io la amo.

Ormai è così facile pensarlo.

Mi giro a guardarla per qualche istante, è pensierosa, sicuramente sta rivivendo la scena di prima chiedendosi più e più volte perché non si è spostata o perché abbia chiuso gli occhi accettando la possibilità di essere baciata.

Occhi sulla strada!” mi sgrida notando il mio sguardo.

Certo capo.” rotea gli occhi alla mia risposta, ho mai detto che adoro quando lo fa?

Come mai non... non porti più la fede?” la sua domanda mi spiazza leggermente ma non lo do a vedere.

Tecnicamente sì, ma le porto ancora.” mormoro tirando fuori con una mano la catenina con la piccola 'A' e la 'C'.

Come mai Jane?”

Perché adesso mi sento finalmente libero. Sono in pace e voglio andare avanti, ricordarle per i bei momenti e non per il modo in cui le ho trovate.” non ce la faccio proprio a dire quella parola.

Sei felice?” mi chiede titubante.

Non ancora, ma sto meglio Lisbon, decisamente meglio, adesso voglio vivere...” sussurro facendole capire che il discorso è chiuso. Sorrido dolcemente. Non oggi, ma presto le dirò che la amo.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10 – Lisbon PoV

Sono chiusa nel mio ufficio, abbiamo avuto una segnalazione e Cho e Rigsby sono andati a verificarla e, eventualmente, a prelevare il sospetto.

Non mi è rimasto da fare molto e la mia mente continua a vagare tra due diverse situazioni. Il pranzo con Jane e la cena con Scott la sera.

Non so più cosa pensare ormai, durante tutta l'uscita con Scott ho avuto un unico pensiero fisso, Patrick, la sua fede e il discorso che mi ha fatto sul tornare a vivere.

Non sono stupida, ho notato che mi sta nascondendo qualcosa, ma per quanto mi sforzi non riesco a capire di cosa si tratti. Dopotutto Jane è un ottimo mentalista, fosse così facile capire cosa pensa non sarebbe altrettanto bravo nel suo lavoro.

Questi stessi pensieri che anche adesso continuano ad affollarmi la testa sono sempre stati presenti durante la cena e credo che ad un certo punto anche Scott si sia accorto che non ero al cento per cento con lui.

Sospiro. Mi sta venendo di nuovo il mal di testa. Mi alzo dalla mia sedia e mi sposto sul divano, il suo divano, quello che mi ha regalato lui e su cui tanto ama stendersi per tenermi compagnia nelle giornate lente.

Mi sdraio e mi sembra quasi di avvertire il suo odore sul cuscino. Oggi sembra che il mondo ce l'abbia con me. Perché non riesco a togliermi Jane dalla testa? Perché quando ripenso a aieri non ricordo il tocco delicato e gentile di Scott quando mi teneva la mano ma ricordo subito il respiro caldo di Jane vicino al mio orecchio quando lui mi ha sussurrato di fidarmi?

Scuoto la testa e decido di smettere di pensare, di rilassarmi e basta fino all'arrivo dei ragazzi con il nostro amichetto.

Dopo alcuni istanti apro gli occhi e mi metto a fissare il soffitto. Sorrido quando mi accorgo che molto probabilmente Jane si trova sul suo divano, nella stessa identica posizione a guardare Elvis.

Mi ricordo di quando vennero quelli della manutenzione, erano intenzionati a togliere Elvis dal soffitto e Jane si impuntò dicendo che senza quella macchia non era in grado di pensare. Alla fine aveva vinto lui, come al solito del resto. Continuo a sorridere mentre ripenso a molte altre situazioni divertenti che ho vissuto con Jane.

Patrick è riuscito a portare un po' di leggerezza nel mio lavoro, mi ha fatto capire che risolvere un omicidio non vuol dire per forza non divertirsi, e lo so, è brutto forse da dire, ma quando lavoro con lui io riesco a divertirmi, beh, a parte quando la sua stupidaggine richia di farci morire, a quel punto non mi diverto più tanto e vorrei ucciderlo con le mie mani o strappargli i vestiti di doss...

Cosa?! No no no... Da dove diamine è uscita questa cosa? Oddio, deve essere il ma di testa che mi fa quest'effetto, Sì, è sicuramente così, io non voglio assolutamente togliere i vestiti a Jane.

Accidenti, ci sono cascata di nuovo, sto pensando a Jane. Scuoto la testa come a cancellare i miei ultimi pensieri e nel mentre sento entrare qualcuno senza bussare.

Cosa vuoi Jane?” domando sicura che sia lui, è l'unico che si 'scorda' sempre di bussare.

Tieni...” mi risponde lui semplicemente allungandomi un bicchiere d'acqua e un aspirina.

Come diavolo fa a sapere tutto?

Non so sempre tutto mia cara.” risponde lui con un sorriso furbo sul viso. Odio quando fa così, mi sembra che possa veramente leggermi il pensiero e forse è meglio che per ora non legga quello a cui stavo pensando solo pochi istanti fa. “Certe cose sono semplicemente ovvie Lisbon, non ti leggo i pensieri, tranquilla.” mi rassicura lui ancora una volta leggendo la mia espressione. Prendo l'acqua e la pillola dalle sue mani, la ingollo e poi gli ripasso il bicchiere vuoto.

Grazie Jane.” sorrido visto che infondo è stato molto gentile e premuroso da parte sua.

Di niente.” ribatte lui uscendo.

Sorrido e mi siedo alla mia scrivania.

Ah, Lisbon...” Patrick si affaccia alla porta.

Cosa c'è Jane?” rispondo annoiata.

Credo ti interessi sapere che Rigsby e Cho sono tornati e che hanno un regalino per noi...” sta sorridendo come un imbecille.

A volte mi viene da chiedermi se sia pazzo o no.

 

Finalmente sei tornato Cho!” esclama Rigsby con un sorriso a trentadue denti alla vista di Cho con le due pizze giganti tra le mani. “Credevo che fossi andato a prenderle a Los Angeles...” mormora sedendosi. Cho non si prende nemmeno la briga di rispondere, posa le pizze sul tavolo delle conferenze e si siede.

Pizza di fine caso.

Jane, muoviti, Rigsby sembra affamato e se non ti sbrighi si mangerà anche la tua parte...” dico rivolta al divano dove Jane sta facendo finta di dormire.

Felice che il tuo pensiero sia rivolta a me Lisbon.” Jane si alza e si avvicina sedendosi al mio fianco.

Mentre mangiamo chiacchieriamo allegramente felici di aver chiuso il caso, il tempo passa in fretta e presto sono le dieci. Rigsby, Van Pelt e Cho decidono di andarsene a casa, dopotutto con il nostro lavoro non sai mai quando verranno a tirarti giù dal letto quindi meglio andarci il prima possibile.

Sono molto stanca e decido di avviarmi pure io vero il mio appartamento. Dopo un veloce saluto a Jane, che so che rimarrà qui a dormire scendo nel parcheggio perendo la mia macchina e percorro quei pochi chilometri che dividono il CBI da casa mia.

Sono stanca, così stanca che non mi accorgo della figura davanti alla porta del mio appartamento finché non sono a pochi metri di distanza.

Scott, che ci fai qui?” domando stupita vedendolo.

Ti aspettavo, ho chiamato al CBI ma non hai risposto così ho pensato che tu stessi tornando a casa e sono rimasto ad aspettare.” mi dice sorridendo. “Sai, ho saputo che avete chiuso il caso e volevo parlarti un attimo prima che la tua attenzione venisse risucchiata da uno nuovo.”

Vieni, entra pure.” dico aprendo la porta.

Grazie.” mi sorride e io non posso che ricambiare. Ci sediamo sul divano.

Allora, cosa volevi dirmi di così urgente?” chiedo divertita.

Era più facile nella mia testa sai?” è agitato adesso, così sorrido dolcemente nel tentativo di incoraggiarlo a proseguire. “So che ci conosciamo da poco e che non è moltissimo che nemmeno usciamo insieme, ma ogni volta che sto con te Teresa mi sento a mio agio, sono felice e adoro vederti sorridere.” mi prende la mano e io sussulto al suo tocco. “Tu mi piaci veramente e io volevo solo che sapessi che..” si interrompe insicuro se continuare o no, gli stringo leggermente la mano e lui mi sorride. “Credo di essermi innamorato di te Teresa.” la sua voce è poco più di un sussurro ma io lo sento. “Non ti sto chiedendo nulla, volevo solo che tu lo sapessi.” Scott lascia andare la mia mano e si alza per uscire ma io lo fermo sulla porta.

Scusa Scott, è solo che mi hai preso alla sprovvista.” gli dico sorridendo.

Ehi, non ce problema.” sussurra sfiorandomi la guancia con una carezza. Sorrido e mi avvicino a lui per baciarlo. Le nostre labbra si incontrano per separarsi solo minuti dopo quando il bisogno d'aria si fa impossibile. Sorrido dolcemente mentre lo guardo negli occhi.

A domani?” chiede lui sulla porta.

A domani.” confermo con un ultimo sorriso prima di vederlo andar via. Chiudo la porta e meccanicamente mi preparo per andare a dormire.

Quando arrivo nel letto mi do il tempo per pensare a quello che è appena successo, Scott è così dolce e gentile, è l'uomo perfetto per me.

Ma allora perché mi sento male come se avessi fatto un qualche terribile errore?

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11 – Jane PoV

 

Oggi è stata una mattinata veramente noiosa dopo la chiusura del nostro ultimo caso, tutto il team si è messo a fare le scartoffie burocratiche arretrate, Teresa è uscita dal suo ufficio solo due volte durante la prima parte della giornata.

Guardo l'orologio e vedendo che ormai è quasi ora di pranzo decido di rendermi utile prendere qualcosa da mangiare altrimenti nessuno di loro, meno Rigsby, si ricorderebbe di mangiare prima delle tre, anzi, non mangerebbero affatto.

Sto aspettando i nostri ordini, ormai li conosco tutti a memoria, quando sento il mio cellulare squillare.

Jane.” rispondo senza preoccuparmi di controllare chi sia.

Ehi Patrick...” riconosco subito la voce di Scott.

Ciao, come mai questa chiamata?” domando curioso.

Beh, volevo dirti che ieri ho parlato con Teresa e che...” è nervoso e la cosa non mi piace.

Su dai continua Scott, che è successo?”

Le ho detto che mi sto innamorando di lei.” ammette alla fine tutto d'un fiato. “Mi sembrava corretto che tu lo sapessi.” aggiunge a mo di spiegazione di questa telefonata.

Lei?” domando ben sapendo che dalla prossima risposta dipenderà gran parte delle felicità della mia vita presente e futura.

Le ho detto che non doveva rispondermi ne sentirsi sotto pressione che avevo solo bisogno di dirglielo.” conclude lui.

Okay... grazie per avermi avvertito”

Allora a presto.” chiudo la chiamata e torno a prestare attenzione alle persone intorno a me.

Il cassiere mi passa l'ordine e io pago pronto per tornare al CBI.

Una volta sceso dall'ascensore mi dirigo nella bullpan annunciando l'arrivo del pranzo alla squadra. Non faccio in tempo a completare la parola 'pranzo' che Rigsby è già impegnato nella ricerca del suo pranzo. Van Pelt e Cho lo seguono con più calma scuotendo la testa divertiti.

Lisbon è sempre in ufficio, non importa, tanto le ho già messo da parte il suo piatto preferito non volendo che Rigsby per 'errore' lo mangiasse.

Quando dopo alcuni minuti Teresa ci raggiunge mi sorride grata per averle salvato il pranzo, si siede nel posto libero al mio fianco e si lascia andare lievemente prendendo parte alle piccole chiacchiere che facciamo sempre duranti questi momenti.

Il bisogno di rimanere da solo per riflettere si sta facendo sempre più forte, ma prima che possa soddisfarlo andando nel mio attico per soddisfarlo passa più di un ora.

Quando finalmente anche Rigsby smette di mangiare e Lisbon torna nel suo ufficio, mi alzo dal tavolo delle riunioni dove solitamente mangiamo la pizza di fino caso e mi dirigo nell'attico.

Una volta arrivato mi lascio cadere sul letto e chiudo gli occhi lasciando i miei pensieri finalmente liberi.

Scott ha detto a Lisbon che è innamorato di lei e questo non va bene. Conosco troppo Teresa per non sapere che una confessione del genere sbilancerà notevolmente il suo giudizio, se magari prima non era sicura di voler stare con mio fratello ora si convincerà che è la cosa giusta da fare perché Scott le piace, è un uomo fantastico, dolce, gentile e la ama e quindi lei è stata fortunata a trovarlo.

E forse è vero. Forse mio fratello sarebbe davvero un uomo migliore di me per Lisbon. Forse la farebbe sorridere quanto e più di me, forse la renderebbe felice, forse potrebbe darle una famiglia. Cos'ho io da offrirle? Un uomo con un bagaglio emozionale grosso come lo stato di Washington, un codardo che non riesce nemmeno a confessarle i suoi sentimenti, un uomo che per quanto sia disposto ad andare avanti è terribilmente spaventato alla sola idea, un uomo che ha scelto la vendetta sopra di lei, un assassino forse.

Sospiro e ammetto che messa così la bilancia pende nettamente verso mio fratello, il pensiero di arrendermi mi passa per la mente non per la prima volta.

A volte la cosa migliore da fare è lasciare andare coloro che si ama e forse questo è quello che dovrei fare. Lasciarla andare.

Sento le lacrime scendere lungo le mie guance, nemmeno mi ero accorto che ho iniziato a piangere. Di nuovo, come poco tempo fa, vedo il possibile futuro di Lisbon con mio fratello e ancora una volta quelle immagini mandano in frantumi quello che è rimasto del mio cuore, ogni nuovo dettaglio è una nuova pugnalata. Come posso vivere se mai lei scegliesse Scott? Dovrei andarmene dal CBI ma non posso perché il solo pensiero di non averla mi fa male ma pensare di abbandonarla mi uccide.

La amo. La amo tanto da non poter fare a meno di lei.

E allora lotta per lei stupido!

Di nuovo quella voce.

Mi sembra che avevamo fatto già questo discorso Patrick, e cosa avevamo concluso?

Che lei è troppo importante e che non mi sarei arreso senza lottare.

Esatto! Quindi lotta per lei finché puoi! Non arrenderti.

Giusto, non mi devo arrendere. Teresa non ha scelto ancora dopotutto e anche se scegliesse Scott le dirò quello che provo e cercherò di conquistarla finché non la vedrò andare all'altare. Allora, e solo allora, potrò mettere il cuore in pace e lasciarla andare sereno sapendo di averle provate tutte.

Presa la decisione mi sembra di essere più leggero così chiudo gli occhi per calmarmi o magari, perché no, per fare un pisolino.

Da quando Red John è morto la mia insonnia è diminuita anche se devo ammettere non completamente scomparsa. Alcune volte ho ancora paura ad addormentarmi. Ho paura di fare uno di quei terribili incubi riguardanti la mia famiglia, riguardanti Teresa o il team.

Sono ancora ad occhi chiusi quando sento dei passi avvicinarsi alla “porta” dell'attico. Li riconosco immediatamente. E' Lisbon.

Decido di far finta di dormire, lei non ci cascherà di sicuro, mi conosce, ma sono che le piace svegliarmi nel suo solito dolcissimo modo. Un bel calcio al mio “letto”.

La porta si apre e lei si avvicina.

Jane...” sussurra piano iniziando come al solito con le buone maniere mentre io continuo a rimanere ad occhi chiusi cercando di non lasciarmi scappare il sorriso che minaccia di spuntarmi sul viso.

Jane!” sa che sono sveglio. “Smettila di far finta di dormire!” aggiunge infatti calciando il mio letto.

Tu mi conosci così bene cara Lisbon.” dico aprendo gli occhi e lasciando andare quel sorriso. “Come mai sei qui? Abbiamo un nuovo caso?” Lisbon arrossisce in maniera impercettibile ma io riesco comunque a notarlo.

No, è solo che...” inizia lei imbarazzata. “Ho mandato via li altri prima e sono venuta a dire anche a te lo stesso.” dice alla fine riprendendo il controllo sulle sue emozioni.

Così mi offendi Teresa!” dico portandomi una mano sul cuore e facendo il mio migliore sguardo offeso. “Sai che inutile mentirmi.” lei sbuffa e rotea gli occhi.

Va bene, lo ammetto. Mi sentivo sola giù!” mi risponde lei incrociando le braccia e deviando lo sguardo. “Felice adesso?”

Visto, non era difficile dirlo...” le dico volendo farla arrabbiare leggermente. Adoro quando è arrabbiata, i suoi occhi brillano in un modo fantastico.

Le faccio segno di sedersi sul letto vicino a me ma lei semplicemente gira la testa da un'altra parte come una bambina offesa. Adorabile.

Sai perché vengo ancora qui?” le domando cambiando allora argomento per rimetterla a proprio agio. All'inizio è indecisa, una parte di lei, più curiosa, vorrebbe accettare la mia offerta di tregua e avere la risposta ma l'altra parte, quella offesa, vuole continuare a tenermi il broncio.

No, come mai...” cede alla fine tornando a guardarmi. Le sorrido e le indico la finestra.

Da quassù c'è una bellissima vista.” dico alla fine e lei non può che essere d'accordo.

E' vero...” mormora infatti guardando fuori da suddetta finestra.

Venire qui mi ricorda che adesso posso vivere la mia vita più tranquillamente, mi ricorda che ci sono cose per qui vale la pena alzarsi al mattino...”

Non ti credevo una persona così romantica Jane...” mi prende in giro lei senza sapere che per me invece è un complimento.

Solo perché non lo dimostro non vuol dire che non lo sia.” rispondo alzando le spalle.

Rimaniamo entrambi a guardare fuori dalla finestra per svariati minuti o forse ore non lo so, intorno a noi solo il silenzio.

Ho venduto la casa.” dico all'improvviso. Lei si gira di scatto e vedo un puro sguardo di terrore. “Quella a Malibù.” aggiungo capendo che lei aveva paura volessi andarmene via dal CBI, dalla California e anche da lei.

Come mai?” lo sguardo di terrore è scomparso sostituito da uno di orgoglio e felicità.

Non potevo più vivere lì.” ammetto con tono triste. “Semplicemente ho cancellato... lo smile e l'ho messa in vendita. La useranno come uffici per un importante azienda.” aggiungo felice che nessuno abiterà veramente lì. Non so se dirle che l'ho fatto per lei, che non volevo più essere condizionato dal fantasma di Red John, che volevo iniziare una nuova vita con lei al mio fianco possibilmente. “Io...io...” cerco di continuare. Non ci posso credere, sto balbettando! Questa donna riesce a ridurre il mio cervello in poltiglia.

Se non te la senti...” prova a interrompermi lei ma io scuoto la testa e continuo.

No, voglio dirlo... solo che non è facile.” ammetto sorridendo. Non voglio farla scappare spaventata. “Io, in un certo senso l'ho fatto anche per... per te.” riesco finalmente a concludere.

Per me?” domanda lei confusa.

Ho capito di aver fatto molte cose stupide nella mia vita Teresa, uccidere Red John è stata una delle peggiori insieme a parlare male di lui durante quello stupido Talk Show. Lui stava per vincere di nuovo. Se fossi andato in prigione o peggio, se mi avessero dato la pena di morte lui sarebbe di nuovo riuscito nel suo intento di portarmi via la mia famiglia e devo ammettere che comunque ci è andato vicino lo stesso.” continuo ripensando a quel terribile periodo dopo il processo. “Non voglio sprecare quest'ultima occasione di vita che ho avuto Teresa. Voglio tornare a vivere, voglio sorridere, voglio stare con te.” la guardo negli occhi e raccolgo il mio coraggio. O ora o mai più. “Io ti amo.” sussurro. “Lo so che tu esci con mio fratello, so che non sono l'uomo ideale e sicuramente so che non merito di poter solo anche sperare che tu provi qualcosa per me, ma io ti amo e dovevo dirtelo altrimenti avrei avuto questo rimpianto per tutta la vita Teresa.” lei non reagisce semplicemente continua a guardarmi in silenzio così mi alzo ed esco dalla stanza. Io la mia parte l'ho fatto. Ora tocca a lei.

 

 

 

 

 

 

E dopo questo mancano tre capitoli + piccolo epilogo alla fine! Lì ho già tutti pronti, devo solo ricopiarli sul picci quindi, qualcuno mi tenga d'occhio e mi costringa a lavorare per favore XD

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Scusate se non è betatato ma purtroppo non ho la beta....
Vi lascio leggere...


Capitolo 12 – Lisbon POV

 

...Io ti amo...” queste tre parole rimbombano nella testa insieme all'espressione distrutta che aveva quando usciva dall'attico.

Rimango immobile per alcuni minuti, il mio cervello manda l'ordine di fare qualcosa, di muovermi ma non riesco a farlo.

Jane, che per anni e anni ha sostenuto di amare Angela come il primo giorno anche se lei non c'è più, che mai si era permesso di avvicinarsi troppo a qualcuno, mi ama, è innamorato di me ed è disposto a rischiare di perdere l'affetto di Scott per me.

Solo pensarlo mi sembra irreale. Non può essere vero.

No, Jane non è innamorato di me, ha solo paura di perdermi, infondo sarebbe normale, è sempre stato abituato ad avermi sempre disponibile come confidente e amica, il pensiero che posso dedicare più tempo a qualcun altro l'ha sconvolto. Sì, è certamente quello.

Ma allora perché vendere la casa Teresa? Perché togliersi l'anello? Ci hai pensato bene? Quell'anello non ha mai lasciato il suo dito. MAI.

Beh, magari si è convinto che sia giusto così.

No, lo so bene che non è vero e devo smetterla di mentirmi. Jane non rischierebbe di tradire il ricordo di Angela e Charlotte così facilmente per un motivò insulso.

E questo cosa ti fa capire?

Mi ama.

Patrick Jane è veramente innamorato di me, Teresa Lisbon.

Ma anche Scott mi ama, me l'ha detto ieri sera dopotutto.

Beh, non ha proprio detto che ti ama... ha detto che POTREBBE innamorarsi di te.

Non è la stessa cosa?

Sì, effettivamente.

Sorrido stupidamente felice di averla avuta vita almeno una volta sulla mia stessa coscienza.

Mi siedo sul letto e poi mi stendo. Ho bisogno di chiudere gli occhi e pensare seriamente. Questa decisione potrebbe cambiare completamente la mia vita dopotutto.

Accidenti, ma perché Jane deve sempre rendere tutto più complicato? Proprio ora che tutto sembrava andare per il verso giusto lui doveva incasinarla... beh, come al solito del resto.

Mi viene da sorridere al pensiero di tutti i nostri battibecchi, devo ammettere che certe volte mi divertono, mi aiutano a sfogarmi.

Comunque tornando a noi lui ha incasinato tutto.

Non è colpa sua... e se poi ci stai pensando mia cara vuol dire che nemmeno lui ti è indifferente.

Roteo gli occhi e mi giro di lato affondando parte del viso nel cuscino.

Subito un odore inconfondibile mi assale. Faccio una smorfia.

Cosa mi aspettavo? Dopotutto questo è il suo letto, è naturale che ci sia il suo odore.

Faccio un respiro profondo. Mi piace, non so bene perché ma mi sembra di essere al sicuro quassù, in quest'attico polveroso circondata dall'odore di lui.

Sospiro, sta accadendo di nuovo, cerco di prendere un importante decisione e invece di rimanere concentrata mi lascio trasportare da pensieri inutili.

Cosa devo fare?

Lo chiedi a me? Sono la tua coscienza, quello che sai tu è quello che so io.

Ma non vale così.

Okay, va bene. Posso farcela.

Devo pensare ai due Jane, ai due uomini più importanti della mia vita. Da una parte Patrick, che ormai da molto è il mio miglior amico, il mio confidente e dall'altra Scott, un uomo che ho appena conosciuto ma a cui già mi sento molto legata e con cui mi piace passare il mio tempo.

Io non amo Jane. Io amo Scott.. o almeno credo di amarlo, infondo è presto per dire se sono innamorata o no di lui, ci conosciamo e usciamo da troppo poco.

Però non amo Jane, di questo sono sicura, giusto?

Respiro profondamente e il suo odore mi assale di nuovo portandomi alla memori alcuni momenti vissuti insieme a lui. Quando diventò cieco e cercò di sentire il mio sorriso, quando mi salvò la vita uccidendo il suo unico collegamento a Red John, quando mi aiutò a provare la mia innocenza, quando abbiamo ballato sulle note di More than Words, quando l'ho colpito, quando ho pensato che sarebbe morto per mano di tre adolescenti fuori di testa, quando lo hanno rapito, quando l'ho coperto con LARoche, quando mi ha chiamato per dirmi di Craig ed infine tutto il periodo di prima e dopo il processo.

Fin dall'inizio sapevo che prima o poi per colpa sua avrei sofferto e se in principio pensavo che sarebbe stato perché mi avrebbe fatto perdere il mio lavoro, andando avanti con gli anni ho capito che perdere la sua amicizia mi avrebbe fatto soffrire ancora di più. I mesi durante e dopo il processo sono stati terribili, non riuscivo a guardarlo e a parlargli ma nemmeno riuscivo a lasciarlo andare via. Il pensiero che avrebbe potuto lasciare il CBI mi faceva stare talmente male che quasi avevo voglia di vomitare, ma per fortuna non è successo e ora è tornato tutto come prima... o quasi.

Come mai il solo pensiero che lui non mi sia vicino mi fa così male? Perché ho sofferto così tanto per il suo tradimento?

Sì, lo ammetto, ho sempre pensato che il giorno in cui avremo trovato Red John io sarei stata al suo fianco pronta a fermarla e, anche se non fisicamente, è stato così.

Ecco, forse è proprio questo che mi ha dato così tanto noia, il fatto che lui abbia scelto Red John e la sua vendetta al di sopra della sua vita, della sua libertà, del team... di me.

No, solo questo non basta. Anche Van Pelt, Cho e Rigsby erano arrabbiati con lui ma non quanto lo ero io.

Perché?

Sospiro e chiudo gli occhi cercando di rilassarmi, cercando di aprire la mente per ricevere una qualche risposta. Respiro profondamente alcune volte e all'improvviso ho la mia epifania.

Ho capito cosa devo fare e non voglio aspettare un secondo di più per farlo.

Qualcuno soffrirà purtroppo ma non posso fare altrimenti.

Esco veloce dal CBI e mi metto al volante sorridente.

Dopo pochi minuti sono arrivata davanti a quella porta, busso e Scott viene subito ad aprirmi. Senza nessuna parola entro dentro casa sua, semplicemente con un sorriso.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13 – Patrick POV

 

Rientro nel mio appartamento chiudendomi bruscamente la porta alle spalle.

Ho comprato quest'appartamento con la speranza che non sarei stato solo a viverci, che ci sarebbe stato qualcuno al mio fianco, ma non un qualcuno qualsiasi, io volevo lei.

Fino all'ultimo ho sperato di sentirla arrivare alle mie spalle a fermarmi a dirmi che mi ama ma non è accaduto e adesso lei sarà felice tra le braccia di mio fratello.

Da un armadietto tiro fuori una bottiglia di Whisky che il mio agente immobiliare mi ha regalato per bere alla vendita della mia casa e all'inizio di una nuova vita. Ne mancano solo due mezzi bicchieri che abbiamo bevuto insieme.

Dalla cucina prendo un bicchiere e lo riempo fino a metà e lo bevo tutto d'un fiato. Credo che dopo questa terribile giornata me lo sono meritato.

Me ne verso ancora uno, ma stavolta aumento la dose e mi siedo sul divano in salotto senza disturbarmi minimamente ad accendere la luce. Sto meglio al buio.

Piano piano sorseggio il liquido, non voglio ubriacarmi, non cadrò così in basso, lei non me lo perdonerebbe mai lo venisse a sapere, ma voglio dimenticare quanto fa male un rifiuto.

Purtroppo per me quella terribile esperienza avuto con l'alcool e alcuni stimoli elettrici riporta a me la sensazione di dolore e toglie tutte le buone qualità al mio drink. Mi alzo e vado a versare tutto nel mio acquaio. A quanto pare non mi riesce nemmeno gustare più un buon drink. Torno in salotto e ripenso a quella specifica avventura.

Quando finalmente Lisbon, Cho, Van Pelt e Rigsby sono venuti a salvarmi ero talmente ubriaco che non solo non mi reggevo in piedi, ma nemmeno parlavo coerentemente, ma c'era lei quel giorno. Teresa mi ha sostenuto, letteralmente e metaforicamente. Mi ha accompagnato fino alla mia vecchia stanza di albergo, mi è stata vicina anche quando ho iniziato a vomitare.

Mi vergogno ancora di quei momenti e così ho finto di non ricordarmi nulla di quella notte, ma credo che lei sappia che so.

Dopo avermi aiutato a sciacquarmi la faccia e a togliermi la giacca, il panciotto e le scarpe mi ha messo a dormire ed è rimasta a vegliarmi per alcune ore.

Quando mi sono svegliato il giorno dopo con il re dei mal di testa post sbornia ho trovato due aspirine e un bicchiere d'acqua sul comodino e del caffè nella macchinetta, ancora mai usata, in cucina.

Aveva pensato a tutto la mia Lisbon e io sono stato un completo idiota. Perché non me ne sono accorto prima?

Anzi, riformuliamo la domanda, perché non ho voluto capirlo prima? Sarebbe stato così pessimo amarla?

Tutta colpa mia e di quella mia stupida voglia di vendetta. Adesso posso ammetterlo, Red John ha sempre avuto ragione a dire che alla fine avrebbe vinto lui.

Ho seguito il suo piano alla lettere distruggendomi la possibilità di avere una vita piena insieme alla donna che più amo in vita mia.

Non che ciò voglia dire che ho dimenticato Angela, è solo che quello che provo per Lisbon è così diverso, così nuovo che mi sembra di non aver mai provato niente di simile ma so che tutto è dovuto dal fatto che sono un uomo diverso adesso, con nuove priorità e desideri ed è ironico che mi sia permesso il lusso di cambiare proprio ora che ho perso il motivo primario di questo mio cambiamento.

Sorrido scioccamente. Mi faccio pena da solo.

Qualcuno suona alla porta e io mi alzo di malavoglia per andare ad aprire, non so chi possa essere, solo mia madre sa dove abito.

Apro e davanti a me trovo mio fratello, mi dispiace pensarlo, ma in questo momento è l'ultima persona che voglio vedere.

Che vuoi Scott?” chiedo scorbutico. Lui entra e prendendomi completamente alla sprovvista mi tira un cazzotto. “Ma cosa cazzo ti prende Scott?” domando scivolando per la prima volta da molto tempo nella volgarità.

Questo è perché hai vinto imbecille fortunato.” okay, adesso sono confuso. “Teresa ha scelto te, è venuta a dirmi che gli hai parlato e che ha capito che non può continuare a stare con me sapendo di amare un altra persona.” non è arrabbiato, almeno non troppo, certamente non gli fa piacere ma non mi odia. “Sapevo che alla fine avrebbe scelto te, dopotutto come posso competere con un amore che durava da anni? L'ho capito che vi amavate dal primo giorno, da come tu hai cercato lei per confortarti e da come lei, anche se arrabbiata, ti è rimasta vicina tutto il tempo.” spiega mio fratello. “Ero consapevole quando ho iniziato che avevo una possibilità piccolissima, ma lei valeva la pena di un cuore spezzato.” conclude lui sorridendo lievemente.

Sì, hai ragione.” rispondo sorridendo come un idiota. Lisbon aveva scelto me. Mi amava e l'unico motivo per il quale che non è tra le mie braccia era che semplicemente non sa dove abito! Devo subito porvi rimedio. Velocemente vado a recuperare il giubbotto e insieme a Scott esco dal mio appartamento.

Grazie per essermi venuto a parlare.” dico sincero a mio fratello.

Pensavo che visto che non stai ringiovanendo non vorrai sprecare tempo.” mi spiega lui divertito.

Me lo merito.” ammetto. Scott si allontana e io salgo in macchina iniziando a riflettere su dove possa essere andata Lisbon.

Di sicuro non è a casa, non è una donna paziente, quelle quattro mura la soffocherebbero e visto che è una bella giornata sarà uscita, magari con un buon libro sotto braccio per distrarsi, sarà andata sicuramente a quel parco vicino a casa dove ci sono sempre un sacco di bambini, per quanto cerchi di nasconderlo ama i bambini e le piace essere circondata dalle loro risate.

Accendo la macchina e parto immediatamente, abbiamo sprecato fin troppo tempo per colpa mia, non voglio aspettare un solo minuto di più.

 

 

Spazietto tutto mio:

Okay, questo è il penultimo capitolo.

Adesso ci manca solo il capitolo finale e un piccolo epilogo ma piccino picciò.

Spero che vi sia piaciuto.

Fatemi sapere belle XD

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14 – POV Lisbon

 

Non sono assolutamente pentita di quello che ho fatto. Ho preso la mia decisione ed era ingiusto illudere Scott che tra noi potesse esserci qualcosa.

Certe volte è ridicolo come a le cose che sono davanti ai nostri occhi siano le più difficili da notare.

Da quanto sono innamorata di Patrick Jane?

Già bella domanda, forse da sempre, forse da quando mi ha sorriso per la prima volta con uno di quei sorrisi che ormai riserva solo per me e pochi altri, forse è stato quando abbiamo corso insieme sotto la pioggia, forse quando mi ha salvato mettendomi avanti alla sua sete di vendetta, forse quando abbiamo ballato al liceo, forse quando gli ho tirato un pugno sul naso, forse quando pensavo che sarebbe morto per colpa di tre ragazzi fuori di testa, forse quando è stato rapito da una pazza e sono dovuta andare a salvarlo, forse quando si è confidato con me per prima sui suoi piani, forse quando ho sentito la sua voce preoccupata dall'altro capo del telefono, non so veramente quando, ma non è importante, perché io lo amo e lui ama me.

Alzo gli occhi dal libro che non sto leggendo, troppo concentrata su quei sentimenti che da sempre avevo dentro di me, ma solo oggi sono riuscita ad esprimere. Mi guardo intorno e sorrido. Adoro venire al parco per leggere e distrarmi quando ho del tempo libero. I bambini che giocano spensierati sotto lo sguardo dei genitori, le risate, le chiacchiere, gli urletti, tutto ciò mi mette allegria.

Su uno scivolo non molto lontano dalla panchina dove sono seduta vedo Ann e Tom, due adorabili gemellini di cinque anni molto vivaci e simpatici a cui mi sono affezionata molto durante le mie visite. Sono stati loro a venire da me la prima volta per chiedermi se volevo giocare e quando gli ho visti non sono riuscita a dir loro di no. Non avevo capito questa mio affetto immotivato per le due pesti, ma ora credo di averne un idea.

Entrambi hanno capelli biondi e boccolosi, i loro occhi sono azzurri come il mare in tempesta e il loro sorriso, sempre presente sul loro viso, ha la capacità di farti star bene. Due copie in miniatura di Jane.

Mi alzo e li raggiungo.

Ehi monelli, dov'è la mamma? Non la vedo in giro.” domando quando sono abbastanza vicina. “Non è che siete scappati di nuovo?” domando incrociando le braccia e alzando un sopracciglio.

Tessy!” grida Tom saltandomi praticamente in braccio.

No, no.” mi risponde Ann scuotendo la testa sorridente. “Mamy è andata a prendere i gelati e ci ha lasciato con i genitori di Max.” dice indicando un bambino alle loro spalle che mi sta osservando timido. Sorrido dolcemente e gli faccio ciao ciao con la mano e lui sembra rassicurarsi e aprirsi in un sorriso.

Piacere Max, sono Teresa.”

Lei è amica mia!” esclama Tom mentre nasconde la faccia nell'incavo del mio collo e mi abbraccia.

Sempre col piccolo in braccio mi avvicino ad Ann e Max e scompiglio un po' i capelli alla bambina.

Smettila Tessy!” mi dice lei ridendo di gusto.

Come state? E' da un po che non vengo al parco.”

Benissimo!” dice Tom sorridente. “Ho iniziato baseball!”

Davvero?! Sai, sono molto brava io... La prossima volta possiamo giocare un po che ne dici?” lui annuisce tutto felice e poi mi fa segno di rimetterlo a terra. “E tu Ann, niente da raccontarmi?” domando alla bambina ma lei non sembra prestarmi attenzione.

Ann...” la piccola sembra tornare coi piedi per terra. Mi prende per una manica e mi tira giù.

Tessy, non girarti, c'è un uomo che ci guarda.” un guardone? Possibile?

Mi dici com'è tesoro così me ne posso occupare.”

E' alto, biondo ed è vestito strano.” inizia lei e subito capisco chi possa essere. “E ora si sta avvicinando Tessy.” Ann si stringe a me mentre Max e Tom continuano a giocare tranquilli.

Credo di conoscerlo.” la rassicuro girandomi e accertandomi delle mia ipotesi.

Ciao Tessy...” mi saluta Jane usando il nomignolo che gli ho sempre espressamente intimato di non usare a meno che non volesse ritrovarsi sul tavolo di qualche medico legale.

Ann, lascia che ti presenti Patrick. Mi aiuta a prendere i cattivi.” spiego alla bambina prendendola in braccio. Subito alle mie spalle arriva anche Tom mentre Max va verso i suoi genitori. “E questo invece e Tom, sono gemelli.”

Tessy, mettimi giù non sono piccola!” brontola la bambina. Sorridendo l'accontento. Con la coda dell'occhio vedo Sophia avvicinarsi.

Ragazzi, credo che la mamma sia tornata con i gelati.” gli avverto e dopo nemmeno due secondo loro sono già al fianco della loro mamma a mangiare il loro cono.

Sono adorabili.” commenta Jane interrompendo la mia contemplazione. La mia attenzione torna su di lui e non posso fare a meno di sorridere.

Come mai sei qui?” domando curiosa.

Beh, mio fratello è venuto a farmi una visita e mi ha raccontato del vostro piccolo dialogo.” inizia lui prendendomi dolcemente la mano. “Ho pensato a dove potresti essere andata in una così bella giornata e il parco è stato il mio primo pensiero.” so che sto arrossendo, ma non posso farci nulla. Santo cielo, mi sembra di essere tornata un adolescente alla sua prima cotta.

Non devi dirmi qualcosa Teresa?” mi chiede usando la mano libera per spostare una ciocca di capelli dal mio viso e alzandomi il mento in modo che i nostri occhi si incontrino.

Non riesco a spiccicare parola, figurarsi mettere insieme una frase intera. Se Scott a parlato con lui dovrebbe sapere esattamente come mi sento, perché deve sempre rendere tutto difficile e potenzialmente imbarazzante per me.

Ehi Tess!” la madre dei gemelli mi salva così io l'accolgo con un sorriso ancora più grande del normale.

Ciao Sophia!” esclamo lasciando andare la mano di Jane per poter abbracciare la mia amica.

Spero che Tom e Ann non ti abbiano dato fastidio, oggi sono più agitati del solito” mi dice sorridendo dolcemente.

Non preoccuparti. Comunque lui è Patrick. Jane, il mio consulente” presento i due.

Piacere...” dice Jane stringendole la mano per qualche breve istante. “I suoi figli sono fantastici.” aggiunge poi guardando le due teste bionde impiastricciarsi di cioccolata i vestiti.

Quindi lui è il famoso Jane di cui mi hai parlato” esclama lei. Ritiro quanto detto in precedenza, non sono più molto felice del fatto che sia venuta a parlarmi.

Davvero? E che dice di solito?” chiede curioso Jane.

Non saprei, tantissime cose. Parla sempre di te.” Ti prego smettila Sophia. La sto supplicando con gli occhi ma a quanto pare non capisce.

Sophia, non occorre che...”

Lisbon.” mi interrompe lui. “Non sai che è maleducato interrompere le persone che parlano” mi rimprovera malizioso.

Beh, insomma, le solite cose.” finalmente Sophia ha afferrato. “Insomma, che sei un ottimo collega, che ti piace far casino ma risolvi sempre i casi... il solito.” dice annuendo sicura la mia amica. “Adesso devo andare, mio marito ci aspettava mezz'ora fa.” aggiunge lei andando a prendere i due gemelli e, dopo un ultimo saluto, se ne va.

Jane si avvicina di nuovo. Ancora non so cosa dire, anzi, so cosa dire ma non so come dirlo. Non credo di aver detto mai ti amo a qualcuno ed averlo inteso veramente.

Teresa...”

Sì?”

Hai lasciato Scott.” la sua mano torna a stringere la mia. “Perchè?”

Sono... sono sicura che lo sai.” rispondo imbarazzata.

Vero, ma mi piacerebbe sentirlo.” risponde lui sorridendomi dolcemente e facendomi scogliere.

Io... l'ho lasciato perché io...” Su avanti Teresa! Dillo. Ti amo. Non è difficile!

Perchè tu...” mi incoraggia lui.

Ti amo...” è a malapena un sussurro ma sono sicura che mi ha sentito.

Alzo timidamente lo sguardo e ciò che vedo mi lascia senza parole. I suo occhi brillano di felicità e di amore.

Non era così difficile dopotutto.” sento la sua mano libera posarsi sulla mia spalla e avvicinarmi a lui. “Ti amo.” sussurra dolcemente prima poggiare le sue labbra sulle mie in un piccolo bacio.

Jane si allontana dopo alcuni istanti, forse per vedere la mia reazione, ma io non glielo permetto, sposto le mie braccia intorno al suo collo e lo riavvicino a me per baciarlo nuovamente. All'inizio lui rimane sorpreso ma poi risponde al bacio. Le nostre bocche si muovono in sincrono, le mie mani accarezzano dolcemente i suoi morbidi capelli, le sue che disegnano schemi invisibili sulla mia schiena. Quando le nostre lingue si sfiorano per la prima volta tutto scompare, al mondo ci siamo solo noi due. Non voglio più lasciarlo andare, ma ad un certo punto l'ossigeno diventa una necessita così mi allontano lievemente da lui.

Le sue labbra sono lievemente gonfie, i suoi capelli ancora più scompigliati del solito e tutto ciò non fa che renderlo più sexy. Quest'uomo sarà decisamente la mia morte.

Lui mi lascia ancora qualche secondo poi reclama di nuovo le mie labbra e io non mi oppongo. Lui è mio e voglio che tutti al mondo lo sappiano. Io lo amo e lui mi ama. Niente è più importante.

Quando ci allontaniamo di nuovo lo abbraccio e poso la testa sul suo petto ascoltando i battiti accelerati del suo cuore.

Sai che ci stanno guardando tutti vero?” mi domanda lui sorridendo.

E allora?”

Abbiamo dato spettacolo...” credo che il suo discorso abbia un qualche senso ma io non riesco a vederlo. “In un parco, davanti a decine di bambini.” conclude lui e subito mi ricordo dove mi trovo e quando mi permetto di guardarmi intorno vedo bambini di tutte le età che mi fissano stupiti e mamma che ridacchiano divertite. Bello spettacolo che hai dato Teresa... e per fortuna che sei un agente. Le mie guance sono in fiamme e sono sicura che il mio colore in questo momento possa variare dal rosso pomodoro maturo al porpora. “Che ne dici se andiamo a casa tua?” mi domanda Jane tornando un poco più serio. Io alzo un sopracciglio e incrocio le spalle.

Niente giochetti divertenti, prometto.” scherza lui malizioso facendomi arrossire di nuovo. “Ti preparerò solo qualcosa da mangiare e poi magari potremo guardare un film.”

Mi sembra un ottima idea Patrick...” lui si riavvicina e mi da un ultimo piccolo bacio sulle labbra poi mi prende per mano ed insieme usciamo dal parco.

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Capitolo 16
*** Gran Finale ***


E' venuto più lungo di quanto mi aspettavo.. Buona lettura!

 

Epilogo - Teresa POV

 

Respiro affannata, le labbra di Jane che mi lasciano una scia di baci lungo tutto il collo.

Jane..” cerco di allontanarlo ma lui mi zittisce posando le sue labbra sulle e mie e come al solito tutta la mia razionalità, il mio giudizio, vanno a finire fuori dalla finestra. Rispondo al bacio come se da ciò dipendesse della mia stessa vita. Patrick mi costringe ad indietreggiare finché non caschiamo sul divano. La caduta fa staccare per pochi secondi le sue labbra dalle mie e così riesco a recuperare un minimo di controllo e approfittando della mia preparazione atletica ribalto le posizioni mettendomi a cavalcioni su di lui.

Basta Jane!” dico arrabbiata. Odio quando fa così.

Dai Tessy...” mi supplica lui con il suo sguardo da cucciolo e provando a riavvicinarsi alle mie labbra ma io lo blocco

No. Ricordi La regola?” Jane sbuffa

Niente giochetti divertenti in ufficio.” borbotta lui. “Perchè dobbiamo tenere la cosa fuori dal lavoro altrimenti il nostro caro amico Bertram potrebbe licenziarti.”

Esatto.” replico dandoli un piccolo e velocissimo bacetto prima di alzarmi.

Non lo farò più.” dice lui ma so che non è vero e che domani, se non avremo casi, ci riproverà... ma che sto dicendo?! Ci proverebbe comunque, caso o non caso.

Comunque credo che sia una stupidaggine tenerlo segreto... Insomma, stiamo insieme da quasi un anno Tessy.” già, dopodomani è il nostro anniversario. Sorrido felice e innamorata.

Non voglio perdere il lavoro Jane e sappiamo bene che non sarai tu quello licenziato se la cosa esce fuori. Dopotutto io sono solo un agente, tu sei il golden boy.”

Ma io ho un piano.”

Sarebbe?” domando dubbiosa.

Se ti licenziano mi licenzio pure io.” roteo gli occhi.

Ottimo piano, così rimaniamo entrambi senza lavoro...” borbotto incrociando le braccia.

Nah...Sono sicuro che la polizia di Sacramento accoglierà a braccia aperte una detective con le tue capacità e un consulente molto dotato.” dice avvicinandosi e abbracciandomi. “Ed inoltre sai che prima o poi verrà comunque fuori.” mi fa notare e io non posso che pensare che avverrà più prima che poi. Forse ha ragione, tanto vale dirlo subito e caso mai minimizzare i danni che magari ritrovarmi senza lavoro nel momento in cui ne avremo più bisogno.

No! Basta non devo pensarci! Ho resistito una settimana, solo altri due giorni!

Va bene, fai come vuoi, ma se restiamo disoccupati entrambi e al dipartimento di polizia non ci prendono ti strozzo Jane.” dico sorridendo.

Patrick annuisce ed esce schizzando dal mio ufficio. Scuoto la testa. Sempre il solito bambino, nemmeno cinque minuti riesce a resistere.

Vado nella Bullpen e vedo i miei tre sottoposti guardarmi con aria confusa.

Come mai Jane è uscito dal tuo ufficio come se avesse il diavolo alle calcagna.” mi chiede Van Pelt. Tra cinque minuti probabilmente sarò licenziata tanto vale dirglielo di persona.

Gli ho dato il permesso per andare a parlare con il capo e Bertram.”

Di cosa?” domanda Rigsby confuso.

Del fatto che stiamo insieme.” rispondo come stessi parlando del tempo.

Il risultato ottenuto è piuttosto comico. Van Pelt in un primo momento rimane sorpresa poi inizia a saltellare dicendo “lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!”

Rigsby, rimane letteralmente a bocca spalancata e dopo alcuni minuti inizia a mormorare qualcosa sul genere “ma lei... Jane... insieme...” non un discorso con molto senso insomma.

Cho invece rimane imperturbabile, come al solito del resto. Sospetto che lui l'avesse già capito in qualche modo.

Dieci minuti dopo vedo entrare nella bullpen un Jane, ma non è quello che sto attendendo con ansia.

Ehi Scott!” esclamo abbracciandolo.

Ehi Lisbon, dov'è mio fratello?! Mi aveva promesso che non mi avrebbe fatto fare tardi! Quello di oggi è un pranzo importante, deve conoscere Rachel!” esclama lui con un espressione di pura gioia che ricorda quella di Patrick quando gli ho dato via libera.

E' a parlare con Bertram.” spiego io.

Oh, quindi è arrivato il giorno x....” dice lui divertito. “In tal caso te lo chiedo apertamente. Vieni tu?”

Mmh... Pranzare qui con sandwich oppure stare con Jane e mangiare un delizioso pranzetto cucinato da Monica. Tu che dici?” scherzo io.

Lo prendo per un sì.”

Siamo rimasti amici alla fine io e Scott. A volte ci sono stati momenti imbarazzanti, non lo nego ma ce la siamo cavati bene e alla fine, da quando a conosciuto questa Rachel appena un paio di settimane fa, anche le ultime piccole tensioni sono scomparse. Ormai mi tratta come una sorellina da proteggere e tenere al sicuro. A volte mi tocca ricordargli che sono io la più grande e che sono sempre io quella con la pistola. Uomini.

Proprio mentre inizio ad interrogare Scott su questa Rachel vedo ritornare Jane con un sorriso tirato. Lo sapevo, è andata male.

Jane...” sibilo avvicinandomi minacciosa al mio ragazzo. Forse non lo ucciderò, ma sicuramente gli tirerò un bel cazzotto. L'ultima volta mi ha fatto sentire così bene.

Ma prima ancora che possa fare qualsiasi cosa le sue braccia sono intorno alla mia vita e mi ha sollevato da terra iniziando a farmi volteggiare come una trottola.

Bertram ha ceduto!” esclama felice.

Stronzo!” esclamo io ma sorrido felice.

Ha detto che visto che il nostro lavoro nell'ultimo anno non è stato diverso dal solito non hanno motivi per perdere due elementi fondamentali della miglior squadra del CBI.”

Adesso però mettimi giù...” dico baciandolo velocemente. Okay che abbiamo fatto outing, ma siamo sempre a lavoro, un minimo di professionalità ci vuole.

Su su piccioncini, dobbiamo passare a prendere Rachel, non perdiamo tempo.” ci interrompe Scott. Sorridendo saluto la mia squadra e tenendo la mano di Patrick stretta nella mia mi dirigo verso l'ascensore.

 

Due giorni dopo

 

Buon anniversario Tessy.” mi sveglia Jane in un sussurro. E' il nostro anniversario! Ce l'ho fatta, ho tenuto un segreto per più di due settimane! Sono fiera di me stessa.

Buongiorno e buon anniversario...” rispondo prima di baciarlo con passione.

So che abbiamo organizzato una cena, ma ho bisogno di darti adesso il mio regalo, non credo riuscirei a resistere oltre.” dice tutto felice lui costringendomi a rigirarmi.

Perfetto, così io potrò darti il mio.” anche perché non riuscirei mai a resistere oltre.

Jane si mette seduto e io lo copio stando attenta a non far scivolare le lenzuola, non che non abbia già visto tutto, ma non voglio che si distragga.

Allora?” domando incoraggiandolo. “Il mio regalo?”

Che donna impaziente.” borbotta lui ma sta sorridendo. “Ormai è un anno che stiamo insieme e visto che ormai sanno tutti la verità su di noi volevo chiederti se mi farai l'onore di diventare mia moglie.” mi dice lui lasciandomi a bocca aperta non me lo aspettavo.

C-cosa?” domando non credendoci.

Teresa Lisbon, vuoi diventare mia moglie?” ripete lui stavolta facendo scivolare un bellissimo anello al mio dito. Inizio ad annuire mentre lacrime di felicità escono senza controllo dai miei occhi.

Sì! Ti amo...” sussurro abbracciandolo e baciandolo.

Anch'io Tessy.” mi risponde lui spostando le lenzuola pronto a festeggiare.

Aspetta...” lo blocco io ribaltando le nostre posizioni e bloccando le sue mani sopra la sua testa. “Ad una condizione.” vedo un pizzico di paura nei suoi occhi. “Il matrimonio deve essere tra non più di tre mesi.”

Okay, ma perché?” mi domanda confuso, io sorrido.

Perché tra quattro mesi la mia pancia ricorderà una mongolfiera.” Quasi vedo la mascella di Patrick staccarsi. Gli lascio andare le mani, mi avvicino al mio comodino e tiro fuori una t-shirt con scritto 'Best Daddy'.

Sono incinta...” sussurro volendo rafforzare il concetto. Adesso sono sicura che non sapesse nulla, il suo stupore non può essere finto.

Diventerò papà...” mormora lui dopo un poco afferrando la maglia. Io annuisco. “Diventerò papà!” esclama più forte abbracciandomi e facendo alcune carezze sulla mia pancia ancora piatta. “Quanto?”

Un mese e mezzo circa. Ma io lo so solo da due settimane.” dico fiera di me stessa.

Forse ti ho insegnato troppo bene se sei riuscita a tenermi segreta una cosa del genere.”

Stai zitto...” mormoro prima di gettarmi letteralmente addosso a lui e baciarlo.

 

 

Fine

 

Happy Ending in stile favola. Non potevo non scriverlo così, in fondo qualcuno deve dare al pubblico dei momenti Jello (o Jisbon) visto che Bruno non solo non sembra volerci accontentare ma ci vuole pure ferire (riferimenti alla 4x15). Grazie a tutti quelli che anno letto e spero che vi sia piaciuto. Ho una nuova storia già in cantiere ma ho deciso di non postarla finché non avrò buttato giù e trascritto almeno la metà dei capitoli e quindi non so bene quando arriverà visto che da ora in poi potrei sparire in qualunque momento visto il problema 'Maturità? ç_____ç

Comunque vi lascio un piccolo anticipo.

 

Titolo: Undercover Wedding

Genere: Romantico – Avventura - Suspance

Sottotitolo primo capitolo: 'Til death do part us.

 

Mi annoio.”

Jane, ti giuro che se lo dici un altra volta ti sparo.”

Oh, andiamo Lisbon, so che anche tu ti annoi!”

Anche fosse almeno io non mi lamento in continuazione.” gli fece notare. “Lo sapevamo che sarebbe stato un lavoro lungo, ma ormai ci siamo quasi, sappiamo che oggi si dovrebbe incontrare con i suoi fornitori, dobbiamo seguirlo e segnalare tutto alla squadra e avremo concluso.”

Grazie al cielo!” sbottò Jane lasciandosi cadere sul letto.

Poi potremo chiudere con questa convivenza forzata...” aggiunse Lisbon.

Certo, come se non ti fossi divertita a fare la signora Jane...” la prese in giro Patrick non sapendo che in fondo a Teresa, almeno all'inizio, era piaciuto davvero. Dopotutto non capitava tutti i giorni di doversi fingere sposata con un uomo come Patrick.

Ah, ah, ah....” rise ironica. “Nei tuoi sogni forse. Adesso alzati e andiamo. Altrimenti non finiremo più l'incarico!” lo sgridò Lisbon lanciandogli la sua giacca addosso.

Sei sempre uno zuccherino tesoro...”

 

Non girarti Jane, ma lo vedo...” Teresa e Patrick erano nella hall dell'hotel, seduti a un divanetto, fingendo di parlare nel mentre che con gli occhi scandagliavano la saletta in cerca di Kaleb Diaz, il loro obiettivo, non che noto trafficante d'armi che ultimamente si occupava di rifornire i mafiosi di tutta la costa ovest di armi di ultima generazione.

Che sta facendo?” domandò Jane continuando a sorridere tranquillo lasciando a Lisbon il compito di osservare il loro obiettivo.

Ha una valigetta in mano, si guarda intorno nervosamente e continua a lanciare occhiate all'orologio.” spiegò Teresa avvicinandosi di più a Jane per abbracciarlo e baciarlo su una guancia visto che Diaz si era girato a guardarli.

Patrick al lieve tocco delle labbra di Lisbon rabbrividì leggermente. Nelle ultime due settimane li era capitato spesso che dovessero portare avanti quella finzione dandosi abbracci, baciandosi sulla guancia o stando molto vicini, ma ancora lui non si era abituato alla sensazione. Ogni volta che Lisbon si avvicinava qualcosa dentro di lui si muoveva e una scintilla di calore lo riscaldava facendolo sentire bene, a casa, come ormai da molto non gli capitava.

Andiamo...” sussurrò Teresa al suo orecchio prendendolo per mano e trascinandolo con se cercando di evitare il suo sguardo. Nemmeno lei era del tutto indifferente a quella loro vicinanza, ma cercava di non dare troppo peso a quelle sensazioni.

I due uscirono in strada seguendo a distanza di sicurezza Diaz. […]

 

Continua

 

Grazie ancora a tutti!

Baci

Sara

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