Bambola.

di Caster_Gamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Origine. ***
Capitolo 2: *** Scommessa. ***
Capitolo 3: *** Gelosa. ***
Capitolo 4: *** Anime. ***
Capitolo 5: *** Vita. ***



Capitolo 1
*** Origine. ***


Occhi neri,

shalalalala

guance rosee,

shalalalala

abito antico

shalalalala

e due dure labbra.

Shalalalala

Saltellava sul prato a ritmo di musica tenendola sotto braccio, poi notò un'altalena e con i suoi dolci occhi prese a fissarla.

-Sai- cominciò fermandosi -presto dovrò lasciarti e non posso farci niente. Mamma dice che devo crescere, però tu mi mancherai moltissimo.

Fece un profondo sospiro per poi afferrarla e metterla davanti al viso: quella era l'ultima volta che l'avrebbe vista.

-Lucy, prima di andare sul monte Paradiso aveva gettato la sua bambola. Diceva che aveva paura di doversene andare perché dentro ad ogni bambola vive uno spirito e se lo abbandoni esso si arrabbierà.

Posò la bambola sull'altalena aggiustandole il cappellino elegante a scacchi grigi

-Diceva di sognare spesso di trovarsi sola con la sua Sammy e attorno il sangue ma ormai la piccoletta non c'era più. Era stata portata via dallo spazzino- si sedette sull'altalena vicina -e quella stessa notte Lucy morì.

Prese a dondolarsi piano lasciando che la gonna a scacchi rimanesse all'altezza delle ginocchia

-Mamma e papà non mi hanno mai fatto vedere la sua stanza.- si avvicinò all'orecchio della sua bambola -Ma so che le pareti sono ancora sporche di sangue e nonostante abbiano provato a tingerci sopra quest'ultimo non è sparito.

Riprese a dondolarsi

-Anche se mi accadrà qualcosa di brutto non posso fare altrimenti o mamma mi rimprovererà. Io non voglio vederla arrabbiata.

Balzò in piedi dando un ultimo sguardo alla sua Lily

-Ti ho voluto bene piccoletta, non ti dimenticherò mai.

Si allontanò via lentamente mentre la testa della bambola si inclinava sulla catena e la guancia rosea veniva bagnata da una lacrima.

Quella stessa notte accadde qualcosa di strano, qualcosa che lasciò quella casa disabitata per molto tempo. La leggenda metropolitana narra che l'anima della bambola s'impossessò del corpo della bambina in modo da rimanere sempre con lei mentre i genitori della piccola erano stati privati dei loro visceri.

 

 

 

Nota dell'autrice: Perora è tutto qua. Se volete sapere la vera storia allora seguitemi, non pubblicherò i pochi capitoli a distanza di molto tempo perché la storia è già completa. Recensite per favore, è la prima volta che scrivo qualcosa di Horror ed ho bisogno di consigli quindi accetto anche critiche, l'importante è che siano costruttive. La prossima mia nota la vedrete nell'ultimo capitolo perché in questo genere di storie preferisco non fare troppe interruzioni.

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Capitolo 2
*** Scommessa. ***


Erano in due.
Camminavano lungo la stradina stretta e ripida che portava verso la casa dei defunti signori Marley.
Avevano fatto una scommessa con i loro amici rimasti indietro per paura di quel posto: dovevano rimanere una notte in quel posto.
Ovviamente lui non credeva nella vecchia storia che in città era diventata famosa.
E naturalmente non aveva paura di una sciocca casa abbandonata vista di notte.
Lei invece era la tipica ragazza che non crede nelle leggende ma quando deve affrontarle allora la fifa le sale.
In realtà neanche voleva partecipare, aveva detto al suo amico che sarebbe stata una sciocchezza ma lui non l'aveva ascoltata e lei non voleva perderlo.
Già, erano amici da tempo ma da qualche mese si era resa conto di esserne innamorata...
Mentre lui l'amava da sempre.
Arrivarono davanti alla porta della casa osservandola da cima a fondo: nulla di più terrificante.
La vernice era ormai sbiadita ed il buio faceva sembrare che tutto fosse sul punto di attaccarli.
-Vogliamo entrare?
Chiese lui senza il minimo indugio
-Siamo ancora in tempo per tornare indietro! Scegli bene Mark...
-Stai scherzando? Mi prenderanno in giro a vita! E comunque se vuoi tu puoi andartene.
-Non ti lascio solo.
Disse seria lasciandolo sbigottito...forse le importava qualcosa di lui?
Aprì la porta ed entrando si ritrovarono in mezzo ad un'enorme salone buio. Si potevano però intravedere delle poltrone che circondavano un camino ancora con della legna bruciata
Si diressero verso una lampada poggiata sul tavolo e l'accesero avendo un leggero miglioramento della visuale. Un rosso tappeto sotto il tavolino rettangolare proprio davanti al camino fece quasi scivolare lei che venne presa in tempo dall'amico
-Fai attenzione, ci saranno molte cose che al buio non vedremo quindi meglio stare attenti a dove mettiamo i piedi.
Le consigliò aiutandola a star dritta. Mark si guardò attorno e prese dei ceppi buttati per terra per accendere il camino. Una volta che il fuoco fu ben acceso si sedettero entrambi sul divano di fronte ad esso.
Il silenzio dominava la stanza mentre i due si lanciavano sguardi di diverso genere.
Poco dopo lui si avvicinò a lei
-Alex sento freddo.
Le sussurrò stringendola a se. Subito la ragazza si ritrasse indietro arrossendo
-Pensavo che abbracciandoci saremmo stati più al caldo...- si giustificò strofinandosi la nuca -però se credi di conoscere un modo migliore non devi fare altro che dirmelo.
Fu un attimo.
Lo guardò con i suoi profondi occhi grigi ed abbracciandolo gli dette un bacio.
Entrambi non desideravano altro che questo da troppo tempo e se non fosse stato per il rumore proveniente dalla stanza accanto sarebbero andati oltre.
-Cos'è stato?
Chiese terrorizzata lei staccandosi dall'amico...per quanto ormai potesse esserlo.
-Nulla ne sono certo, probabilmente veniva da fuori.
Le prese il mento avvicinandola a se per baciarla ma lei balzò in piedi
-Davvero Mark, ho bisogno di sapere che rumore era!
-Perché sei sempre così dannatamente fifona!- gridò alzandosi -Probabilmente non è stato niente ed hai interrotto qualcosa che desideravo dalla
prima volta che ci siamo conosciuti!
Lei trasalì.
Stava per stringerlo più forte che poteva ma un alto rumore più alto la fece urlare
-HO PAURA MARK TI PREGO!
Lui la abbracciò forte guardandosi attorno
-Sta calma non è nulla.
Cercò di rassicurarla, ma neanche lui era tanto convinto di essere al sicuro.
Alex alzò lo sguardo e la vide.
Lì in piedi con solo una camicia da notte
-Ciao.
disse con una voce talmente fredda da farla rabbrividire. Anche lui si voltò a guardarla.
Era una bambina dai lunghi boccoli biondi e la carnagione media.
Con calma Mark le sorrise
-Ciao piccola, che ci fai qui a quest'ora di notte?
Chiese con gentilezza
-Questa è casa mia.
Rispose lei non ricambiando il tono
-M-M-Mark...
cominciò a balbettare il suo nome ma lui la zittì
-I tuoi genitori abitano forse qui?
Magari quella bambina era figlia di qualcuno che viveva lì in mancanza di un tetto proprio, pensò.
-Io non ho genitori. Io sono stata creata da una fabbrica. Io sono appartenuta a lei. Io sono stata abbandonata. Io mi sono impossessata del suo corpo. Io ho ucciso i suoi genitori. Io e Lei siamo un'unica cosa.
Gli occhi con lo sguardo perso nel nulla davano una sensazione di vuoto. Mark li cominciò a fissare come ipnotizzato.
-Non era una...una leggenda...Mark quella bambina è...è davvero posseduta dallo spirito di una bambola!
Farfugliò terrorizzata Alex
-Sta zitta!
Gridò lui senza smettere di osservare quegli occhi. Piano si avvicinò alla bambina inginocchiandosi per arrivare alla sua altezza
-Sha- fece un sorriso lei -la- alzò le braccia unendo le mani -la- mostrò fuori i denti smaglianti -lala- dette un forte colpo alla schiena del ragazzo che sputò sangue.
-MARK!
Lo chiamò Alex correndo verso di lui ma vide solo qualcosa di luminoso uscire dalla bocca della bambina per entrare in quella dell'amico.
Poi il buio.

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Capitolo 3
*** Gelosa. ***


Aprì gli occhi e fu come se non l'avesse fatto.
Attorno a lei non c'era altro che buio.
Si mise seduta sul pavimento che comunque non sembrava esserci. Poi però vide qualcuno avvicinarsi.
Piano piano la figura diventò sempre più nitida e lo riconobbe.
-Mark!- urlò il suo nome per poi alzarsi ed abbracciarlo forte -Ho paura! Dove siamo!?
Chiese intimorita senza però allentare la presa
-Non devi avere paura.
Quella non era la voce di Mark, bensì una femminile e fredda.
Fece per staccarsi ma si sentì stringere forte ed abbassò le braccia
-No ti prego non lasciarmi!- urlò disperato -Non mi sono mai sentita così al sicuro come con te!
Alex lo strinse nuovamente cercando di mantenere la calma anche se le era impossibile riuscirci.
Mark-o per lo meno-il suo corpo la lasciò toccandole poi i capelli
-Sei dolce oltre che bella, lo sai?
La situazione era del tutto ridicola.
Il suo amico parlava a lei con una voce da donna. Ciò la traumatizzava.
-Perché hai questa voce?
Chiese tremante, lui sorrise.
-Io non sono Mark.- disse -Mi chiamo Lily.
-Sei una...una ragazza?
-Sono l'anima di una bambola dentro al corpo del tuo amico.
Rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
Alex balzò in piedi
-Cosa...io...perché tu...dov'è lui?!
Gridò confusa
-Lui...- si mise a ridere -lui non c'è più.
-...
Lui non c'era più.
-NO!- urlò lei collegando ogni cosa -Mark! Mark non può morire!
-Beh che peccato, ormai è successo.
Fece spallucce senza negarle un sorriso
-Come hai fatto?!
-Ho mangiato la sua anima e mi sono impossessata del suo corpo. E' lo stesso metodo che ho applicato con July dieci anni fa.
Rispose seria.
Alex prese a piangere poggiando le mani su quello che doveva essere un pavimento: era tutto nero lì.
-Perché l'hai ucciso?!
gridò singhiozzando. Lei le prese il mento avvicinandola a se
-Perché ero gelosa.
e sorrise.
Gelosa?
-Gelosa di chi!?
-Di lui è ovvio! Perché deve essere l'unico ad averti?
-Ma di che stai parlando?!
-Con lui saresti stata sprecata, io invece posso renderti felice. Io posso darti la stella più brillante dell'Universo se solo tu me la chiedessi. Io posso regalarti tutti i gioielli che desideri. Io posso darti ciò che lui non si sarebbe nemmeno sognato di regalarti.
La avvicinò maggiormente a se portando la bocca vicino al suo orecchio
-E poi io sono più bella di lui.
Le sussurrò per poi darle un bacio.
Un brivido percorse la schiena di Alex facendola paralizzare.
Sentiva la lingua della ragazza che cercava di intrecciarsi con la sua ma lei cercava soltanto di liberarsi.
Finalmente ci riuscì ed indietreggiò velocemente aiutandosi con le mani dato che non riusciva nemmeno ad alzarsi
-Cosa vuoi da me?!- urlò mentre il corpo di Mark abbassava la testa quasi come se il collo non avesse ossa -Io non ho nulla da darti!
La rialzò facendo un sorriso che poteva benissimo definirsi inquietante
-Sì invece.- si mise in piedi venendo verso lei -Tu puoi darmi il tuo corpo.
La tirò su veloce baciandola un'altra volta ma questa fu quella in cui Alex si sentì per la prima volta leggera e poi...
e poi di nuovo il buio.

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Capitolo 4
*** Anime. ***


Si sentiva leggera come se non avesse più un corpo da far muovere, e in effetti questo non c'era più.
Aprì gli occhi ritrovandosi inginocchiata nel buio e si guardò.
I suoi capelli sempre stati di un biondo quasi bianco erano più lunghi del solito, e la morbidezza che avevano era rilassante al contatto con la pelle nuda.
Le spalle erano scoperte perché le bretelle di una camicia da notte bianca e candida erano più larghe di quanto sarebbero dovute essere.
-Shalalalala.
La voce fredda che aveva udito precedentemente era più calda del solito ma le metteva ugualmente paura.
-Ma che bella la tua anima!
Si sentì dire. Con lo sguardo cercò il corpo di Mark posseduto dallo spirito di una bambola ma non vide nulla.
-Anima? Di che stai parlando?
Chiese senza capir nulla
-Quel che vedi non è il tuo corpo ma te. E tu sei un'anima.
Rispose avvicinandosi. Ora Alex poteva vederla.
Una ragazza forse più grande di lei con dei lunghi e lisci capelli neri, la frangia ritta sopra le ciglia e la pelle pallida. Indossava un lungo abito da notte a maniche corte e a piedi nudi la raggiunse.
-Anche la mia anima è bella, vero?
Chiese con vanto
-Sì...molto...
le rispose lei cercando di non guardarla in viso
-Nulla in confronto alla tua comunque.
La fece alzare di scatto tenendole il mento a pochi centimetri dal suo. Poi fece per abbassarle il vestito ma l'altra cominciò a dimenarsi scappando così dalla presa della ragazza.
-Lasciami in pace! Fammi andare via da qui! Voglio tornare a casa con Mark!
Gridò con tutta la voce che aveva in gola. A quel punto la bruna strinse i pugni e in uno dei due apparì un pugnale con l'impugnatura d'argento
-Se lo nominerai ancora ti farò a brandelli.
Riprese quella voce fredda capace di incutere terrore a chiunque ma Alex si mise dritta con uno sguardo di sfida
-Non m'importa. Io non accetterò mai di fare certe cose con te. Io amo Mark.
Disse con voce sicura. L'altra abbassò la testa facendo un sorriso
-Bene, sarò costretta ad ucciderti.
Ed emettendo un forte urlo corse verso la ragazza conficcandole il pugnale nel petto.
Alex urlò.
Era un dolore che mai aveva provato.
Un dolore peggiore di quello che si prova quando il tuo corpo viene accoltellato.
Un dolore che serviva solo per coprire gli altri più forti.
Prese a colpirla più volte in modo rapido e quasi naturale. In volto aveva stampato un bel sorriso che poco dopo emise una sonora risata e quando si fermò la bionda cadde a terra.
Aveva gli occhi spalancati e continuava ad ansimare mentre le enormi e profonde ferite perdevano sangue.
-Anche...anche nelle vene delle anime...scorre sangue?
Chiese a fatica senza smettere di ansimare
-Certo. Quello è il sangue che se perso in grandi quantità ti provoca un dolore atroce.
Spiegò mantenendo le labbra curvate in un sorriso.
Si sedette accanto a lei e afferrandole i capelli le portò il viso vicino al suo
-Mi mancherai.- le sussurrò all'orecchio -Ma almeno non sarai di nessuno.
E leccandole la guancia le procurò un taglietto che venne seguito da un ultimo forte colpo al petto.

 

 

Adesso la sua anima era morta.
Adesso lei era morta.
Adesso nemmeno in quel bel posto chiamato Paradiso la sua anima poteva andare a ripararsi, perché ormai non esisteva più.
E lei ora non aveva motivo di esistere ancora.
Lei adesso aveva ucciso la sua metà.
Non le rimaneva altro che darsi un ultimo e potente colpo al petto dando fine alla sua sofferenza.
Aveva fatto troppo male agli altri.
Aveva ucciso la sua piccola padroncina e il suo amore.
Troppo dolore per continuare a vivere.
-Shalalalala.

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Capitolo 5
*** Vita. ***


Mark aprì gli occhi ritrovandosi sul pavimento gelido e alzandosi vide il corpo della sua adorata Alex disteso ed immobile.
-Ehi Alex svegliati! E' stato solo un brutto sogno siamo ancora vivi!- urlò felice scuotendola -Su alzati!
Le poggiò la mano sul petto ma non sentì un solo palpito.

Cacciò un forte urlo e senza smettere di emetterli cominciò a piangere disperato, come se gli avessero tolto la vita.
I capelli di lei non erano mai stati così crespi e la pelle mai così pallida.
Quando le accarezzò la guancia per poco non si congelò dalla sua freddezza.
Si alzò in piedi e facendosi coraggio la prese in braccio, poi guardò fuori dalla finestra della casa.
Proprio sul davanzale era posato un pugnale d'argento perfettamente lucido e quasi scintillante.
Gli si avvicinò e afferrandolo lo posò nella tasca dei pantaloni per poi uscire.

Attorno a lui c'era solo il grano e più in là un fiume. Tutto quello che di solito gli sembrava bello e naturale in quel momento per lui era orrendo e privo di senso, se non addirittura troppo luminoso per i suoi occhi ormai spenti che non smettevano di lacrimare.
Ma che senso aveva? Era morta, morta, morta. Non poteva più abbracciarlo e soprattutto...non poteva più essere solare, non poteva più provare felicità. Infatti era fredda.
Cominciò a correre svelto come mai aveva fatto prima.
Prese a ridere fino a causarsi un forte male allo stomaco.
Infine si fermò davanti ad una grande saracinesca che aprì con un solo sforzo del braccio sinistro e distendendo accuratamente la ragazza le dette un ultimo bacio, poi sorridendo trascinò la punta della lama del pugnale dallo stomaco al petto così quando arrivò al cuore fece un ultimo sforzo che gli costò la vita, una vita che non aveva senso di continuare.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Rieccomi! Spero sia stato abbastanza “Horror” anche se io non credo. Devo ammettere che è stato difficile scrivere qualcosa FemSlash dato che non ci sono abituata e che odio storie di questo genere, però questa volta avevo voglia di scrivere una storia simile. Spero tanto di non avervi annoiato e per favore, lasciatemi recensioni!

Ps. Ringrazio tanto chi mi ha seguito in silenzio e soprattutto chi l'ha fatto lasciandomi recensioni!

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