La mia droga.

di SC_Swami
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia droga. ***
Capitolo 2: *** Mostra ***
Capitolo 3: *** The first time ***
Capitolo 4: *** Come Romeo e Giulietta ***



Capitolo 1
*** La mia droga. ***


<< Quand’è che la Berry smetterà di gracchiare?!?! >>
Santana e la sua acidità. Tipico.
<< Cavolo è vero! Non vedo l’ora di cominciare l’esibizione! Mi sento troppo carica! >>
<< Già. E dobbiamo solo ringraziare la signora Schouster! Quelle pillole sono favolose! Devo consigliarle anche alla Coach. Sylvester! >>
<< Quali pill..- >> Brittany non riuscì a completare la domanda che la base finalmente partì.

Oh, remember those walls I built
Well baby they're tumbling down
They didn't even put up a fight
They didn't even make a sound
Everywhere I'm looking now
I'm surrounded by your embrace

Baby I can see your halo
You know you're my saving grace
(I'm walking on sunshine)

Santana era al settimo cielo. Sentiva l’energia scorrerle nelle vene. Ballava e cantava come non aveva mai fatto. Con tanto fervore, tanta foga. Si. Quelle pillole erano davvero eccezionali.

You're everything I need and more
(Whoa oh)
It's written all over your face
(I'm walking on sunshine)
Baby I can feel your halo
(Whoa oh)
And don't it feel good! Halo, halo, halo

I can see your halo, halo, halo
I can feel your halo, halo, halo
(I'm walking on sunshine)
I can see your halo, halo, halo
(Whoa)
And don't it feel good!

Brittany al solito si dimenava a più non posso. Ballare era la cosa che preferiva fare in assoluto. Dopo lo stare con Santana. Ovvio. …Santana…era dannatamente attraente in quel suo vestitino giallo. La bionda continuava la sua performance al meglio e intanto la guardava di sottocchio. Ora per lo più arrivava il suo pezzo preferito dell’esibizione! Adorava quella canzone!

I used to think maybe you loved me, now baby I'm sure
And I just can't wait till the day when you knock on my door
Oh now now!
I'm walking on sunshine, whoa oh!

I'm walking on sunshine, whoa oh!
I'm walking on sunshine, whoa oh oh!
And don't it feel good!

I can feel your halo, halo, halo
(Hey, alright now)
I can feel your halo, halo, I can see your
(Hey, oh yeah)
I can feel your halo, halo
(Hey, Halo)
I can feel your halo, halo
(Hey)
I can see your halo, halo
(Halo)
I can see your halo
Halo!

L’esibizione finì tra gli applausi dei ragazzi e lo stupore del professor Schouster.
Erano state eccezionali!
<< Ragazze! Davvero non ho parole! Avete fatto un lavoro stupendo! >> disse il professore, andando a battere ad ognuna di loro il cinque.
<< Io non so davvero come abbiate fatto! Comunque…continuate così! Al nostro giudice spetterà un compito davvero difficile! >>
Quella stupida competizione maschi contro femmine. A Santana era parsa una brutta idea fin dal principio. Si sarebbe scatenata una competizione assurda che avrebbe portato sicuramente a qualcosa di brutto. Lo sentiva.
E infatti! Si erano ritrovati tutti dopati da una sottospecie di medicinale prescritto dalla “dottoressa” Schouster. Non che le dispiacesse in fondo. Quell’assurda pilloletta aveva la forza energizzante di 20 caffè.
<< Britt! Siamo state grandiose! Non so quanto sia nostro il merito…però sento che vinceremo di sicuro! >>
<< E’ vero siamo state grandi! E secondo me l’esibizione è finita troppo presto… >> fece una smorfia triste.
Santana la percepì al volo e senza esitare un istante lanciò la sua proposta.
<< Perché non vieni da me? Mi va di ballare! >>
Come una bimba a cui si offre un gelato Brittany iniziò a saltellare urlante per la stanza.
<< Siiiii! È una magnifica idea! Anche a me va di ballare! >>
<< Lo immaginavo. >> Santana sorrise. << E poi è da troppo che non passiamo un po’ di tempo insieme. >>
COSA? L’aveva detto davvero?
<< Cioè volevo dire…a divertirci. Troppo tempo che non ci divertiamo! >>
Brittany era troppo presa dall’euforia per notare l’imbarazzo dell’amica.
Se ballare era già bello di per sé… Ballare con Santana sarebbe stato meraviglioso!
Le afferrò in fretta una mano e iniziò a correre verso l’uscita.
<< Briiit! Calmati! Togliamoci prima questi vestiti da canarini! >>
<< E perché? Sei bellissima. >>
La bruna arrossì. Le piaceva quando l’altra le faceva dei complimenti.
Cosa che avveniva spesso. Brittany non si faceva problemi come lei. Fortunatamente.
<< Ci mettiamo un secondo dai! Non voglio uscire così in giallo! Ti pregoooo. >>
Santana fece gli occhioni dolci, sapeva che la bionda non sapeva resistere a quelli.
<< Nooo. Quegli occhiettini. Sei cattiva! Andiamo. Ma facciamo presto! Non vedo l’ora di stare un po’ sola con te. >>
Le farfalline invasero lo stomaco di Santana. Cosa significava quel sorriso malizioso?
Qualcosa di buono. Questo era certo.
La fretta prese anche lei.
<< Muoviamoci! >>
 
******
 
Velocemente si spogliarono e corsero a casa di Santana.
La madre era fuori per lavoro.
Che fortuna.Non potè che pensare l’ispanica.
Sentiva che i suoi muscoli e i suoi neuroni erano ancora sotto l’effetto del medicinale.
Era tutta un fuoco. Non vedeva l’ora di scatenarsi con la sua bimba.
Brittany era altrettanto eccitata.
Ballare. Santana. Ballare. Santana. Ballare CON Santana.
Questi i suoi unici pensieri.
 
Entrarono in casa e l’ispanica non perse un secondo.
Scaraventò le chiavi sul divano e si avviò nella sua stanza salendo a grandi passi le scale.
Iniziò a cercare tra i suoi CD una canzone ballabile.
Voleva qualcosa che facesse letteralmente perdere il controllo.
Qualcosa di…LATINO.
Il pensiero le volò subito ad una canzone abbastanza vecchiotta ma sempre bellissima.
Perfetta!
Il ritmo vivace scoppiò a tutto volume nella stanza e a Brittany, che subito lo riconobbe, brillarono gli occhi.
 
Lets get loud, lets get loud

Turn the music up, lets do it

Come on, people

Lets get loud, lets get loud

Turn the music up to hear that sound

Lets get loud, lets get loud

Aint nobody got to tell you what you got to do
 
 
Brittany sbatteva il suo corpo il più possibile.
Dio se è brava.
Pensava Santana. Intimidita dalle movenze perfette della sua biondina.
Ma la “medicina” era ancora in circolo e quell’agitazione era una furia insopprimibile.
 
If you want to live your life

Live it all the way and dont you waste it

Every feeling, every beat can be so very sweet

You got to taste it, you got to do it

You got to do it your way

You got to prove it

You got to mean what you say

Lifes a party, make it hot

Dance dont ever stop, whatever rhythm

Every minute, every day

Take them all the way you got to live them.
 
 
I due corpi si avvicinavano in modo pericoloso.
Sempre di più. Sempre di più. Fino a sfiorarsi.
Strusciarsi, trasportati da quel ritmo latino.
 
Lo stesso ritmo che entrambe in un modo o nell’altro avevano nel sangue.
 
Ed ora che ormai erano attaccate Santana non riusciva più a trattenersi.
Aveva bisogno di toccare quel corpo. Di farlo suo.
Di appropriarsene per quel breve lasso di tempo in cui nascoste dal mondo potevano amarsi davvero.
Brittany però la precedette. Con un sinuoso movimento la spinse con le spalle contro al muro.
Iniziò a muovere le spalle, girandosi di schiena e scendendo lungo il corpo dell’ispanica quasi pietrificata da quelle mosse.
È così dannatamente sexy.
La bionda si piegò, aprendo le gambe e molleggiando su di esse.
Forse furono le pasticche a far scattare così all’improvviso Santana.
O forse semplicemente la voleva così ardentemente da non poterle più resistere.
Fatto sta che con uno scatto felino la prese e la attirò a se.
Con tutta la forza che aveva in corpo la strinse.
 
Uno sguardo così breve, così intenso.
Carico di pensieri respinti, di voglie insistenti.
 
Un segreto. Il più grande che Santana avesse mai custodito.
Protetto come fosse la miglior cosa al mondo.
Secondo solo a Lei. Alla sua purezza.
Un segreto suggellato così in quelle due candide labbra rosa.
 
Quelle stesse labbra. E quel corpo.
Dannatamente perfetti.
Un miscuglio di magia e di letale attrazione.
Come poter resistere? Ma soprattutto perché farlo?
 
Le due si lasciarono andare. Amandosi più e più volte.
Stregate da quelle emozioni. Amplificate dalla droga.
E dalla amore.
Soprattutto dall’amore.
 
La sera si ritrovarono sfinite sul lettino.
Strette l’una all’altra in un abbraccio che ormai andava avanti da ore.
Ma perché farlo terminare?
Era per entrambe la cosa più bella.
Lo stringersi così.
 
L’appartenersi.
 
In quel silenzio respiravano il profumo della loro unione.
Si amavano come mai prima, aspirando e facendo proprio ogni secondo.
Ogni attimo.
 
<< San…ma perché quando sto così con te…vorrei…non lo so…vorrei non finisse mai. >>
<< Non lo so BrittBritt. Ma trovo che sia uno dei misteri che amo di più. >> sorrise Santana.
<< Sai B… dobbiamo farci dare quelle pillole più spesso. Oggi è stato… wow. >>
Brittany rimase perplessa. Perché Santana continuava a nominare delle pillole?
<< San…io…ma di che pillole parli? >>
<< Quelle che abbiamo preso prima dell’esibizione! >>
Brittany cercava invano di ricordare.
<< Dai quelle che ci ha dato la dottoressa Schouster! >>
La biondina si illuminò.
<< Dici quelle cosine celesti che si ingoiano? >>
Santana sorrise.
<< Proprio quelle! >>
<< San… ma io non le ho prese! >>
<< Come no? >> la bruna la guardò interrogativa. Non era possibile!
<< No… mi facevano paura. >>
<< Ma com’è possibile! Quella droga ci ha fatto avere questa foga oggi! >>
<< Non lo so San. Io mi sono sentita sempre la stessa. >>
<< Ma se non hai preso le pillole… >>
<< Forse San… Forse… Sei tu la mia droga. >>



 
Angolo Autrice
 
Finalmente è uscita! Questa maledettissima shot è uscita! Non ce la facevo più a tenermela dentro!
L’idea è saltata fuori guardando l’episodio 1x06 ovviamente. Non ho potuto fare a meno di continuarla >.< Fatemi sapere che ne pensate!
 http://www.youtube.com/watch?v=Q91hydQRGyM&ob=av2e  questa la canzone che ballano nella stanza.
 
 
Baciii. Stefy.
 
 
 

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Capitolo 2
*** Mostra ***


< San… dobbiamo proprio andarci a quello stupido museo? >
A quella domanda l’ispanica inchiodò Brittany con lo sguardo.
Aspettava di andarci da mesi. Per la prima volta esponevano le avanguardie in un museo a poco più di un’ora da Lima.
Non poteva crederci. Ma non poteva neanche mancare.
< Questa si che è una domanda inutile. >
< Ma San… >
< Dobbiamo andarci! E’ un ordine! >
Provò a fare la dura, ma quel musetto triste che vide sul volto di Brittany la fece subito addolcire.
< Ti prego piccola, ci tengo così tanto… lo sai… sono mesi che l’aspetto… >
< Aspetti una mostra? > chiese la biondina sbigottita.
< Certo! Questa non è mica una mostra qualunque sai? Poi vedrai… ti toglierà il fiato. >
Brittany sbiancò, ma l’ispanica non se ne accorse.
 
Uscirono di casa e mentre l’euforia di Santana cresceva sempre più, allo stesso tempo l’umore di Brittany si incupiva. Sembrava totalmente demoralizzata.
La bruna la guardò di sbieco. Possibile che le costasse tanto?
Lei la accompagnava sempre ovunque, senza mai protestare. Che fosse allo stagno del parco, o sull’albero di turno per vedere stupide uova schiudersi o per salvare gattacci buoni solo a graffiarla.
Lo faceva sempre, e lo faceva col sorriso… le bastava avere la sua biondina accanto per star bene.
Qualunque fosse il luogo.
E invece Britt continuava a farle storie. Pensandoci…era da quando aveva parlato con quella nana della Berry.
E se le avesse fatto il lavaggio del cervello? È possibile…con Brittany bastano parole convincenti. Non servono neanche i macchinari satanici che la nasona nasconde nel suo laboratorio paranormale.O forse le ha fatto un sortilegio! Nooo. La mia Britt!
 
 Salirono in macchina entrambe scoraggiate. Santana avviò il motore, poi si girò a guardare la biondina col broncio e gli occhi bassi sedutale accanto.
< Mi spieghi che cavolo ti ha detto la Berry per farti avere quest’umore? >
Brittany alzò gli occhi, guardò l’altra furtiva, poi tornò a guardarsi le scarpe.
< Mi ha detto della mostra…e… >
La macchina cominciò a muoversi.
< Cosa ti costa Britt! E’ solo una stupida mostra! A cui io tengo tanto! LO SIENTO SI QUIERO IR CON MI MEJORA AMIGA!* Io ti accompagno sempre ovunque! Per una volta che voglio mi accompagni tu! > sbraitò Santana, delusa da quel comportamento assurdo.
< Ti prego non urlare…specialmente in quella tua lingua strana! >
< E’ spagnolo Britt! Cavolo! >
L’ispanica era fin troppo agitata. Doveva calmarsi. Stava anche guidando.
Aprì il finestrino, aveva bisogno di prendere un po’ d’aria.
< San… non puoi accontentarti di quelle che già hai? >
La bruna la guardò perplessa, poi tornò a guardare la strada.
< Cosa ho? > chiese ancora in tono duro. Il suo dannato orgoglio.
< Insomma… non ti bastano tutte le mostre a casa mia? Quelle tra il letto e l’armadio. >
Brittany sembrava triste.
Santana, da brava ninfomane carpì subito quali mostre intendeva la bionda. O almeno credette di farlo.
< B. tu sei bellissima…e AMO le mostre a casa tua, ma questa è un’altra cosa. E sono sicura che ti piacerà. Devi fidarti di me. >
La bionda si perse un attimo in quelle parole. Santana amava le mostre?
< Ok… > riuscì a dire, davvero poco convinta.
 
Dopo un’oretta di viaggio, passato in completo silenzio, ognuna a rimuginare su qualcosa, arrivarono all’Harrison Museum.
Santana era cupa in volto e nera nell’animo.
Si tolse la cintura. Guardò un secondo Brittany, scuotendo la testa delusa.
< Togliamoci questo dente… > disse aprendo la portiera.
Brittany spalancò gli occhi, e a quelle parole scoppiò.
< San, aspetta. >
< Diavolo, cosa c’è ora! > Santana rientrò con la testa nell’abitacolo.
< San…io…ho paura… >
< Pa…paura? > L’ispanica rimase totalmente disarmata da quelle parole. Rientrò nella macchina.
< Sì…paura. Non ho abbastanza mostre a casa? Devo venire anche fin qui per farmi spaventare da loro…a pagamento. Il bello è che sono anche mostre che tolgono il fiato... e tirano i denti! La peggiore specie! Le mostre dentiste! Io ho paura…non voglio entrarci lì dentro. Anche se questa è una mostra “speciale”. >
Santana sentì la mascella caderle. Si prese una piccola pausa per rielaborare il tutto.
Poi con molta calma cercò di levarsi ogni dubbio.
< Britt… cosa pensi che sia una mostra? >
< Che domanda stupida San…ovviamente la moglie del mostro! Le odio quelle…perché sono casalinghe. Almeno il mostro la mattina va a lavorare e torna la sera per spaventarmi. Loro invece sono sempre lì. >
Santana prima si ricordò di chiudere la bocca e recuperare le braccia cadute, poi iniziò a ridere, lasciando questa volta Brittany a bocca asciutta.
< Cosa c’è da ridere! > la rimproverò la bionda, imbronciandosi.
La bruna la guardò con dolcezza, il risolino ancora sonoro, e una faccia da ebete stampata.
< Britt… ti fidi di me? >
< Certo San ma..- >
< Allora entriamo…ti faccio vedere cosa intendo io per mostra e poi mi dici se piace anche a te! Ok? >
Brittany annuì ancora titubante. Ma si lasciò convincere da un piccolo bacio che l’ispanica le poggiò sulle labbra.
 
***
 
Girarono per l’edificio rifacendo il percorso almeno due, tre volte.
Circa 50 capolavori, provenienti da un’eccentrica collezione newyorkese, erano esposti su ogni parete e piedistallo del museo.
Santana era estasiata alla vista di quell’arte che tanto amava. Ma lo era ancora di più a vedere la faccia meravigliata e gioiosa della sua Brittany, che come una bambina ammirava ogni singola opera a bocca aperta.
A volte le diceva : < Questo l’avrei potuto fare anche io >
E lei annuiva assecondandola nel suo gioco.
 
Nel tragitto per tornare a casa la bionda non faceva altro che parlare e riparlare di quanto si era divertita, di quanto le era piaciuta la mostra… e di quanto volesse che anche le altre mostre, quelle casalinghe, fossero così belle.
A quell’affermazione Santana non potè che affermare: < Oh, ma quelle sono di gran lunga migliori. > Lasciando sempre la biondina perplessa.
 
***
 
< San… pensi che io sia una mostra? >
Santana alzò gli occhi in quelli mare di Brittany. Non senza prima accarezzare con la vista quel corpo nudo, ancora una volta.
< Perché dici questo B? >
< Bhe…per quello che hai detto prima in macchina. Che ami le mostre tra il letto e l’armadio…e che le mostre a casa mia sono migliori di quella di prima…e ora io sono esattamente tra il letto e l’armadio e tu non smetti di fissarmi. Esattamente come facevi alla mostra speciale. >
Santana si alzò dal letto. Indossava soltanto un pantaloncino corto e il reggiseno.
Si avvicinò alla biondina, senza interrompere mai il contatto visivo.
Con una mano le cinse la vita, facendola appoggiare a sé.
Con l’altra iniziò a sfiorare lentamente la pelle ormai piena di brividi della bionda, partendo dal basso, dalla gamba snella di quella meravigliosa creatura che aveva davanti.
Seguì con gli occhi la lenta risalita del suo dito su quel corpo perfetto.
Posando di tanto in tanto dei piccoli baci sul collo e sul petto dell’altra.
Donandole ancora brividi ad ogni piccolo contatto.
Arrivata con le dita alle labbra di Brittany, decise finalmente di darle una risposta.
Poggiò un piccolo e casto bacio su quella bocca.
< Sei la mia opera d’arte preferita. Un piccolo, dolce dono della natura. > soffiò dolcemente.
Si sporse un altro po’ verso il suo orecchio e le sussurrò un tenero < Grazie… >
 
Il bacio cominciò ad approfondirsi e l’atmosfera si scaldò velocemente, lasciando che le due si amassero nel modo più silenzioso e segreto possibile.
 


 Angolo Autrice.
 
Ok. Diciamo che non so se ha un senso. L’illuminazione è partita da un sogno che ho fatto stanotte…e poi…bho.
Spero sia accettabile. Non l'ho riletta e non ho intenzione di farlo >.<
A quanto pare questa potrebbe diventare una raccolta… ho un paio di shot pronte da pubblicare ^^
Fatemi sapere se vi è piaciuta. Una recensione costa poco a voi e vale molto per me :D
 
Enjoy ;)
 
Stefy
 

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Capitolo 3
*** The first time ***


Note: Siamo di fronte alla mia prima Faberry! Non chiedetemi il perché... ma queste due le vedo molto fluffose *w* Mi piacciono troppo insieme...quiiiindi... Spero di averle rese bene :D Per chi vorrà...Ci vediamo giù u.u
 

The first time


La vide chiudere la porta con estrema lentezza.
Rifletteva. Era certo.
Qualcosa le frullava per quella testolina pazza, la bionda ne era certa, e questa cosa mischiata alla situazione poteva essere, e non solo sembrare, molto pericolosa.
 
< Mi spieghi che diavolo stai tramando? > La interpellò dal bordo del letto sul quale era seduta.
Rachel si girò a guardarla di scatto. Era il primo movimento non calibrato che faceva.
Il primo spontaneo.
Schiuse le labbra nel tentativo di dire qualcosa, ma non riuscì ad emettere alcun suono.
< Ho fatto zittire Rachel Barry… wow… > sorrise Quinn.
La bionda si rilassò, poggiando le mani all’indietro sul letto per reggersi.
Sorrise ancora.
Sorrise all’ingenua faccia della sua Rachel… era dannatamente tenera quando pensava.
Neanche i suoi pensieri probabilmente avevano mai tregua, così come le parole.
Decise di darle tutto il tempo che le servisse per seguire quel turbine chiacchierino che sicuramente le vorticava in testa. Intanto cominciò a guardarsi intorno incuriosita.
Quella camera d’albergo era davvero bella. Il bianco, che prevaleva su tutti gli altri colori, rendeva candida persino l’atmosfera. Sembrava quasi che la rendesse… pura, a confronto col mondo esterno. Non c’erano molti particolari, l’unico colore che staccava da quella purezza era il rosso dei cuscini. Decisamente appropriato, pensò la biondina.
I papà di Rachel avevano avuto davvero una bella idea ad improvvisare quella gita. Ed anche ad invitarla. Sarebbe stato un magnifico weekend. Lo sentiva.
 
La luce soffusa, quei pensieri, lo sguardo perso della sua donna, e quel silenzio carico di parole la fecero teneramente rabbrividire.
 
Ad un tratto Quinn sentì uno strano calore sulle sue cosce e si voltò subito, ridestandosi dai propri pensieri.
Le mancò il respiro quando capì che quella sensazione era provocata da Rachel, la sua casta e pura Rachel, che ora le stava cavalcioni addosso.
La brunetta le tolse velocemente la maglietta, lasciandola sconvolta e in intimo.
< Ma cosa diavol- ? > un bacio prepotente le tappo le labbra.
< Shh… non parlare prima che io ci ripensi. > riuscì a dire la brunetta, intimorita dalla propria ragione. Quinn non se lo fece ripetere due volte e prese a baciarla con estrema tenerezza e passione.
Rachel le si era seduta sulle gambe con delicatezza e la biondina a quel contatto non poté che stringerle le braccia attorno alla schiena per tirarla ancora più a sé. Per sentirla vicina il più possibile.
 
Cogliendola di sprovvista la brunetta poggiò le mani sul letto, dietro di lei, spingendola e invitandola così a stendersi. Quinn sentì il corpo essere invaso da brividi e da un piacevole calore.
 
Le mani di Rachel erano poggiate ai due lati della sua testa ma i loro corpi erano ancora staccati. La bionda riusciva a percepire l’imbarazzo e la paura della sua piccola ragazza, così si adoperò per aiutarla in qualche modo a superare quell’inutile timore.
Le poggiò delicatamente la mani sui fianchi, sfiorando piano quel piccolo lembo di pelle rimasto scoperto tra la maglietta e il pantalone dell’altra. A quel contatto, sentì un piccolo lieve gemito uscire dalla bocca di Rachel, che sussultò nel bacio che si stavano scambiando.
Quinn si fece spazio con le mani sotto la maglietta della compagna, lentamente. Cominciò poi ad accarezzarle la schiena, disegnando piccoli cerchi su quella pelle leggermente ambrata.
Calibrando ogni singolo movimento riuscì a sfilarle piano la maglietta.
Non un attimo i loro occhi si staccarono gli uni dagli altri.
 
Facendo una leggerissima pressione Quinn riuscì poi finalmente a fare adagiare sul proprio corpo la piccola Rachel.
La strinse forte a sé. Il più forte possibile. Quasi a voler imprimere la sua forma sulla propria pelle, ad imprimere il suo odore. E in quell’abbraccio fatto di amore e sospiri in cui mai una volta le loro labbra avevano smesso di cercarsi, Quinn riuscì a percepire l’appagamento dell’essere completi.
Capì per la prima volta cos’era veramente l’amore, fusione di due anime in una, e riuscì ad amplificare ancor di più il suo amarla, cosa che già invece sapeva di fare da tempo.
 
Con delicatezza fece stendere Rachel al suo fianco, tentando di invertire così le loro posizioni, e prese a baciarle dolcemente il collo e le spalle, tracciando un percorso con le labbra roventi fino a tornare alla bocca dell’altra.
Decise poi di prendere definitivamente in mano la situazione e coraggiosamente fece scendere lungo il corpo seminudo della sua ragazza la mano.
Rachel chiuse gli occhi. < Aspetta… > riuscì a mormorare con un filo di voce.
La bionda alzò lo sguardo nel suo e le loro pupille si incatenarono l’una a l’altra, facendo perdere ad entrambe un battito.
< Quinn… tu… tu mi ami? Mi ami, vero? >
< Oh Rach che domanda stup- … >
< Ti prego. Ti prego rispondimi. Ho bisogno di sentirlo. > la interruppe, implorandola.
 
Calò il silenzio. Furono pochi istanti, ma il cuore di Rachel si trovò più volte sul punto di cedere e scoppiare.
 
< Penso… penso di non aver mai amato tanto in vita mia. >
A quelle parole uno schiaffo potente colpì la spalla di Quinn, che sorpresa boccheggiò.
< Ma dico sei impazzita?!?! Mi hai fatto spaventare a morte! Mi sono detta ‘Dio Rachel stai per concederti ad una persona che neanche ti ama ’. Sei proprio una grandissima stro-… >
< Shhh. Shhh > la zittì Quinn. < Sei tu la pazza ad aver dubitato del mio amore! Ora chiudi quell’adorabile boccuccia e baciami. > sorrise.
< Sentitela adesso si mette anche a dare ordini! >
< Berry vuoi chiudere il becco o preferisci che te lo chiuda io?!? > e dicendolo si avvicinò a strapparle un bacetto veloce.
< Dipende da come me lo vuoi chiudere… > fece un sorriso malizioso, l’altra.
Quinn la guardò altezzosa.
< Altra domanda inutile… > lentamente le si avvicino, senza mai interrompere il contatto visivo.
 
A pochi millimetri dalle labbra della brunetta, quando tutto ormai era più che chiaro e mancava un soffio a suggellare quel tenero bacio, la bionda afferrò la propria maglietta abbandonata in precedenza sul letto e gliela tirò in faccia ridendo a crepapelle.
 
Rachel indignata le si fiondò addosso e prese a schiaffeggiarla e contemporaneamente a baciarla, tra le risate ormai condivise.
 
< Ti odio Fabray. >
< Oh, non è vero… mi ami da impazzire. >
 
Sorrisero. Per poi tornare ad amarsi con ancor più gioia di prima.



Angolo Autrice

Questa la voglio dedicare ad una personcina tanto speciale.
Ancora non posso credere a tutto quello che ci sta succedendo piccola puffa... ma grazie, di tutto.

Per le altre signorine che sono arrivate qui giù.. Spero tanto vi sia piaciuta :D E spero anche in un commentino piccolo piccolo magari :D

Grazie a tutti *w*

Stefy

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Capitolo 4
*** Come Romeo e Giulietta ***


Come Romeo e Giulietta

 

And the first time ever I lay with you,
I felt your heart so close to mine.. 




< San… io davvero non capisco… perché Romeo si uccide, se poi Giulietta è ancora viva? >
< Oh, Britt Britt, quante volte devo dirtelo… lui non sapeva che lei fosse viva, quindi per amore si è tolto la vita, lei poi, quando la pozione ha finito il suo effetto, si è risvegliata e trovando Romeo morto, si è uccisa a sua volta. Hai capito ora? >
< Certo… certo… >
Santana sospirò. Era ormai sera da tempo e forse era ora di andare via.
< San… ma quindi anche lui era morto per finta? >
< No B, lui è morto per davvero. > sorrise, triste.
< E lei? > Chiese la biondina speranzosa.
< Anche lei… >
< Oh… > Brittany si perse con lo sguardo nel vuoto.
La latina riconobbe subito quell’atteggiamento, si intenerì nell’immaginarsi i suoi pensieri, e si perse a sua volta nel guardarla.
 
< San…? > risvegliò entrambe Brittany.
< Dimmi piccola… >
< Non mi piace questa storia… è triste. >
< Hai ragione B… però pensaci bene… non c’è amore più puro e profondo del loro. >
La biondina fece per pensarci ancora.
 
< San… >
La latina rise lievemente nel sentirsi chiamare ancora. < Dimmi B >
< Perché non resti qui a dormire? >
La domanda spiazzò la ragazza. Era da tanto che non dormivano più insieme. Fin da quando l’ultima volta, un po’ di mesi prima, lei aveva avuto per tutta la notte il profondo desiderio di baciare e stare più stretta possibile alla sua biondina.
< Se… se non vuoi non devi per forza… > continuò la ragazza occhi cielo, notando la perplessità sul suo volto.
< No… cioè sì… certo che voglio. Chiamo mia madre e l’avverto. Però… devi prestarmi un pigiama. > sorrise alla faccia felice della sua bimba, che senza esitare le buttò le braccia al collo e la strinse forte.
< Oh… Grazie, grazie grazie! >
< Ma smettila di ringraziare scemotta… piuttosto, prendimi un pigiama mentre chiamo mia madre.>
La bionda raggiante si catapultò nel proprio guardaroba, presa dalla sua ricerca, e nel mentre Santana fece la sua chiamata.
 
Poco dopo dalla cabina armadio uscì una Brittany in slip e canottiera, con un pigiama tra le mani e uno sguardo trionfante dipinto in viso. L’ispanica perse un battito alla celestiale visione di una Brittany seminuda, ma al solito si impegnò a nascondere alla meno peggio le sue sensazioni, più a se stessa che all’ingenua biondina.
 
< Ti dispiace se dormo così? Lord Tubb ha aiutato i folletti a nascondermi il pigiama di riserva… e io voglio a tutti i costi che tu rimanga a dormire qui! >
< Ma… sentirai freddo così… > improvvisò Santana, già invece accaldata.
< Oh… non se mi abbraccerai però… > sorrise l’altra innocentemente.
La latina deglutì a fatica, le si stava presentando davanti l’ennesima nottata tormentata.
< D’accordo… > soffiò, sorridendo.
Poi prese il pigiama dalle mani di Brittany e andò a cambiarsi in bagno.
 
Sciogliersi la coda imposta dalla Sylvester era sempre una liberazione la sera.
Santana si guardò allo specchio pensierosa.
Doveva stare più lontana possibile dal corpo di Brittany. Le provocava emozioni troppo forti anche il semplice sfiorarla. Doveva resistere.
Cosa avrebbe detto lei se l’avesse toccata davvero? Se l’avesse baciata?
 
Uscì dal bagno convinta di potercela fare, ma quando la prima cosa che vide fu una Brittany di spalle, abbassata in avanti a cercare per terra chissà cosa, non poté fare altro che deglutire faticosamente e iniziare a prepararsi psicologicamente.
 
< Che… che stai cercando B? > La bionda sobbalzò.
< Mi hai spaventata! Comunque era caduto un pezzetto della rimanenza di pizza. Ti va di vedere un film? > Santana già non resisteva più a quella visione, guardò l’orologio appeso alla parete verde e trovò la scusa più adatta.
< B… sono un po’ stanza, che ne dici di metterci subito a letto? >
La bionda non sembrò affatto dispiaciuta della cosa, ed entrambe si sistemarono sul letto.
 
Dopo poco Brittany si alzò a spegnere la lampadina, e nella stanza l’unica luce rimasta fu quella proveniente dall’esterno della finestra.
La latina la guardò spostarsi nella sua direzione completamente avvolta nella penombra, e a mano a mano che l’occhio le si abituava al buio, ne intravedeva maggiormente la figura perfetta e i suoi movimenti leggeri nel raggiungerla.
Quando quella fu vicina al letto, Santana si spostò poco per farla entrare.
Il suo profumo dolce le invase i polmoni quando la biondina spostò all’indietro i capelli e si appoggiò piano al suo corpo.
< Mi era mancato lo starti così stretta. > Sospirò Brittany.
Santana era della stessa idea. Le era mancato impregnarsi di quel profumo, le era mancato stringere così dolcemente quella ragazza tra le sue braccia, e le era mancata l’idea di dormirci insieme.
Ma non glielo disse.
Sapeva che il suo corpo e i suoi desideri cercavano ben di più. Sapeva quanto avesse disperatamente bisogno di sentire quella pelle candida sotto il palmo delle dita, di farla sua, far sue quelle labbra.
Calò il silenzio nella stanza, mentre la mente le si affollava di pensieri.
 
Un contatto la riportò al presente.
 
Un bacio su una spalla. Un semplice e dolce bacio sulla spalla e Brittany l’aveva già completamente stravolta.
Ma quel bacio non era stato un semplice gesto di affetto. No, non era un piccolo gesto destinato a scomparire come tutto, in quell’oscurità. Quelle labbra non si erano allontanate dalla sua pelle, ne percepiva il respiro leggero.
Un altro bacio.
Sentì la pelle incresparsi a quel nuovo contatto e il corpo ribollirle allo stesso tempo.
La testa desiderava allontanare quella piccola tortura, il corpo voleva cibarsene.
 
Brittany intanto assaporava ogni minima sfumatura di sapore su quella pelle ambrata.
Era qualcosa di estremamente dolce e buono. Qualcosa di cui non poter fare a meno.
Continuò la sua progressiva scalata, passando dalla spalla, alla clavicola, al collo.
 
Santana desiderava fermarla con tutte le sue facoltà mentali. Ma il corpo non sentiva più ragioni.
Si perse completamente e totalmente, quando una mano della bionda le alzò piano il pantaloncino del pigiama e non poté fermare un lieve gemito. Gemito che incoraggiò la bionda a continuare.
 
Le dita di Brittany presero ad accarezzarle la gamba e l’interno coscia con estrema lentezza. Le labbra tormentavano il collo e la mascella, alternando baci a piccoli morsi.
Senza pensarci l’ispanica si voltò di scatto a sentire i suoi denti, e ritrovò quel viso magnifico ad un millimetro da lei.
Entrambe si fermarono, e con loro i rispettivi cuori. Gli occhi si incatenarono in una danza di sguardi e di emozioni. Il respiro più affannoso di Santana batteva piano su quello più calmo di Brittany, e la bionda poteva percepirne il sapore dolce.
Stringendole piano la gamba nella mano, Brittany azzerò quel distacco e si posò su quelle labbra carnose che tanto bramava.
La latina inizialmente cedette al bacio, e a quella stretta, ma in un assurdo tentativo di ridestarsi da quel sogno l’allontanò di scatto, alzandosi a sedere e guardandola quasi spaventata.
 
Brittany si ritrasse con altrettanta violenza, con in sé la straziante sensazione di aver sbagliato qualcosa.
 
< Cos... cosa stiamo… cosa stai… che… > tentò di chiedere invano Santana, portandosi le braccia a incrociare sotto il petto.
 
La bionda abbassò la testa, e la guardò con lo sguardo più pentito e tenero che avesse mai avuto.
< Io… volevo solo… io… avevo voglia di baciarti… > provò a giustificarsi, sempre evitando gli occhi brucianti della latina.
 
Santana non potendo resistere a quella tenerezza, ci pensò un po’ su, e alla fine decise che se fosse accaduto solo per quella notte magari si sarebbe anche lei liberata delle sue ossessioni.
Tese la mano in direzione di Brittany, aspettò che quella gliela afferrasse per attirarla a sé e la coinvolse in un bacio disperato e umido di cui la sua mente non si liberò mai più per il resto della vita.
 
Le mani intanto scorrevano a scoprire i corpi, trepidanti e fameliche. Santana fu la prima ad essere privata della maglietta, ma la ragazza non perse tempo a spogliare dell’indumento anche la sua amante.
In reggiseno, si fermarono entrambe a guardarsi, affannando, poi Brittany si abbassò a baciare il petto dell’ispanica, lasciando dal collo al seno una scia di baci roventi e poggiando le mani sui suoi fianchi.
 
Mordendo un lembo di pelle dell’altra, Santana allungò le mani tremanti dietro la sua schiena e le slacciò il reggiseno. Alla vista del seno della bionda, il calore del suo corpo aumento in maniera spropositata, e iniziò a lottare per togliere anche la propria stupida costrizione di pizzo.
 
Voleva sentirla.
Voleva sentire quel corpo caldo aderire col suo, quella pelle scottante bruciarle addosso.
 
Con estrema lentezza la bocca di Brittany seguì i movimenti delle mani, mentre facevano scendere la spallina del suo reggiseno lungo la spalla e poi il braccio. Quindi si spostò sull’accenno di seno che iniziava a rimanere piano scoperto. Il calore in Santana aumentava ad ogni tocco.
 
Quando finalmente i due corpi si adagiarono l’uno sull’altro, le mani di Britt ormai erano già tornate a torturare l’interno coscia dell’ispanica, facendola gemere più rumorosamente.
Le loro labbra finalmente si ritrovarono, disperate per esser state lontane così tanto tempo, e si infuocarono in quel bacio senza fine.
 
Le dita di Britt si intrufolarono poi improvvisamente sotto gli slip dell’ispanica, lasciandola completamente disarmata a quel contatto.
< Britt… > riuscì solo a sussurrare, prima che Brittany entrasse in lei a soddisfare il suo piacere, lasciandola ansimare senza fiato con la schiena inarcata verso la sua mano e la testa abbandonata all’indietro.
Le labbra di Brittany in un lento percorso si abbassarono a lambire e stringere un capezzolo, torturandolo con l’aiuto della lingua.
 
Non ci volle molto prima che Santana venisse in un ultimo folle gemito sulle sue mani.
Uscendo piano da lei, la biondina portò alle labbra quelle dita, assaporandole piano, facendo tremare l’ancora affannata latina. Si strinsero in un abbraccio disperato, interrotto solo dal brusco movimento di Santana, intento a spogliare completamente l’altra ragazza.
Quando entrambe furono completamente nude, e il bianco latte della pelle di Brittany combaciò perfettamente con lo scuro color cacao di Santana, entrambe si sentirono inspiegabilmente complete e appagate.
La bionda si accoccolò in quel calore, dando le spalle alla mora e lasciandosi abbracciare da dietro.
I loro corpi rimasero così, rannicchiati l’uno nell’altro, per un bel po’. Mentre entrambe le ragazze tentavano di spiegarsi il perché dei loro battiti ancora così accelerati, eppure così sereni, respirando il profumo del loro amore e del loro calore.
 
Sentendo già la mancanza di quelle labbra tanto amate, Brittany voltò la testa all’indietro e Santana non esitando un solo istante le posò un leggero bacio sulla bocca.
 
Con delicatezza, iniziò ad accarezzare il ventre della biondina, intenzionata a non fermarsi a quel semplice contatto. Prima facendo salire le dita a sfiorare teneramente il seno, poi facendole scender di nuovo nell’intimità di Brittany, stava per raggiungere il suo punto più caldo…
 
< Aspetta… > sussurrò in un filo di voce Brittany.
I suoi occhi blu si voltarono a guardare i nocciola di Santana e vi si persero completamente.
< Tu… tu non andrai via l’indomani al canto dell’allodola vero? >
Santana sorrise debolmente. < No Britt Britt… >
< Non mi lascerai qui… da sola… ? >
< Non potrei mai… >
< E nessuna delle due morirà, vero? >
Il sorriso dell’ispanica divenne una piccola risata.
< No B, non succederà. >
 
< Ma il nostro amore è comunque, l’amore più bello di sempre… >
A sentire la parola amore il cuore di Santana prese a battere fortissimo.
Le sue labbra si strinsero a quelle di Brittany, e si impressero su quelle forme perfette, mentre la sua mano scivolava ancora nella sua intimità.
 
Stringendola al proprio corpo dalle spalle, lasciandole piccoli baci sul collo e sulla spalla, Santana fece l’amore con Brittany nel modo più intenso possibile.
E il mattino dopo cantò l’usignolo e poi l’allodola, una meteora irraggiò il cielo e poi la luce del sole l’illuminò. Ma lei rimase lì. A stringere la sua pulcina tra le braccia con tutto l’amore che aveva in corpo… e che sapeva, apparteneva solo a Lei.



Angolo Autrice.

Finalmente tornata con una nuova tenera shot, nata da un'ora di letteratura inglese in cui NON si parlava di Romeo e Giulietta xD 
Pensandoci dovrei utilizzare sempre le mie ore di inglese così... sono produttive.
Tornando a noi... non sono troppo contenta di come è riuscita. Volevo fosse tutto molto più dolce, ma rileggendo sembra quasi che avvenga tutto troppo velocemente. 

La dedica è di dovere... ma la lascerò anonima. Tanto è inutile far nomi u.u <3

Ditemi la vostra con un commentino, anche piccolo piccolo! 
Grazie di aver letto :3

Stef

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