La notte

di mikilily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notte ***
Capitolo 2: *** l'abbandono. ***
Capitolo 3: *** -la luce- ***
Capitolo 4: *** Foschia. ***
Capitolo 5: *** Il Sereno. ***
Capitolo 6: *** LA PACE. ***



Capitolo 1
*** La notte ***


-La Notte-

Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare 
perché mi porto un dolore che sale che sale 
Si ferma sulle ginocchia che tremano e so perché 
E non arresta la corsa lui non si vuole fermare 
perché è un dolore che sale che sale e fa male 
Ora è allo stomaco fegato vomito fingo ma c'è

 

 

Tutto è finito.

In quell’istante il tempo si è come fermato. Il buio ha inghiottito il mio cuore nell’attimo in cui tu mi hai lasciato.

 Il dolore è talmente forte che non riesco a respirare.

Mi blocca.

M’inibisce.

Mi mostra fragile, io che nemmeno sotto tortura avrei celato la mia debolezza.

Sono distrutta, questa è la realtà.

Fingere, forse mi salverà.

Mento, sorrido, parlo con tutti. Nessuno, nota la disperazione che mi oltrepassa gli occhi quando t’incontro negli anditi per andare a lezione. Nessuno, nota che nemmeno ci guardiamo o insultiamo come i vecchi tempi, nessuno, nota il gelo che è calato tra di noi.

Gelo che ora è reale.

Sorrido sconfitta; Questa è un’altra consapevolezza, che non esiste più un noi.

Bleffo con i miei amici, ignari di quello che da anni c’è tra noi.

L’odio celava l’amore.

Fingo che tutto sia immutato, ma dentro sono uno straccio logorato dalla sofferenza.

Loro non sanno che mi hai lasciato, non sanno niente di noi.

Per loro, per i miei amici, tu mi odi ed io odio te, da anni.

Noi ci odiavamo, poi ci siamo amati e ora viviamo in un limbo dal quale non  riesco a uscire.

Scappo perché l’aria è irrespirabile, invento una scusa, l’ennesima per isolarmi da tutto, da tutti, per fuggire dalla realtà troppo dura da accettare.

Il blocco allo stomaco, il respiro mozzato, le lacrime che salgono agli occhi e che combattono con la mia ferrea forza di volontà, vogliono scendere giù lungo il mio viso.

Dimostrano, ancora una volta che non riesco a fingere, almeno non qui dentro questo bagno inutilizzato. Qui, le mie vere emozioni, quelle che ogni giorno celo sotto strati di orgoglio e testardaggine, vengono fuori non riesco più a trattenerle.

Sono distrutta, questa è la realtà.


Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare 
Ma c'è il dolore che sale che sa e e fa male 
Arriva al cuore lo picchiare più forte di me 

Prosegue nella sua corsa si prende quello che resta 
Ed in un attimo mi scoppia la testa 
Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c'è 

Sono passate due settimane e inesorabile la mia vita trascorre senza che me ne renda conto.

Sopravvivo, nel caos che regna dentro la mia mente.

Tutto è tornato come prima, anche se per tutti niente è mai cambiato.

Sono sempre io: la solita “So Tutto io” secchiona , saccente e orgogliosamente Grifondoro in poche parole: Hermione Granger.

 L’amica, mezzosangue dell’eroe del mondo, la studentessa modello.

 Per tutti, io sono questo e nulla più, nessuno conosce bene chi sono, nessuno sa in realtà cosa penso, amo, cosa mi fa ridere. Nessuno mi conosce bene come lui, cui ho mostrato tutta la vera me.

Lui, cui ho donato tutta me stessa,  lui che mi ha sconvolto, stupito e fatto innamorare. Lui cui donato il mio primo bacio e la purezza. Lui che credevo l’uomo della mia vita e invece si è rivelato l’ennesimo stronzo egoista, figlio di papà.

Sbatto con forza il tomo sul tavolo, ridestandomi da questi pensieri, che attanagliano la mia mente da giorni, ore, riprendo in mano la mia vita, almeno ci tento.

Ho ripreso a studiare, faccio solo quello ormai. Non rido e non scherzo evito anche di scendere in sala grande per i pasti per non vederlo.

Vorrei reagire, ma il dolore è troppo forte, la ferita ancora fresca.

Il mio cuore è ancora troppo innamorato.

 


E sale e accende gli occhi il sole adesso dov'è 
Mentre il dolore sul foglio è seduto qui accanto a me 
Che le parole nell'aria sono parole a metà 
Ma queste sono già scritte e il tempo non passerà 
Ma quando arriva la notte e resto sola con me 
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché 
Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà 
La vita può allontanarci l'amore continuerà 

Un mese è passato, da quel nefasto giorno. Sorrido perché tra poco tutto finirà.

Lo ripeto da giorni per darmi forza, per continuare a sorridere fingendo di star bene, infondo, è solo un ultimo sforzo.

Solo un ultimo disperato sforzo Hermione, mi dico.

E finalmente lascerò per sempre Hogwarts, la casa di Grifondoro e i ricordi che mi legano a questo mondo.

Li costudirò nel profondo del mio cuore, col tempo forse riuscirò a cancellarli.

Col tempo riuscirò a cancellare anche i suoi occhi grigi, che freddi vagano per la sala grande posandosi su di me, abbassandosi un attimo dopo che sollevo lo sguardo verso il tuo tavolo.

Col tempo riuscirò a scacciare il ricordo dei suoi capelli, biondi e lisci che mi solleticavano il viso quando decidevamo di dormire insieme sfidando il rischio di essere scoperti, dai miei amici o dai suoi compagni di casa.

Col tempo riuscirò a dimenticare il ricordo dei suoi baci e delle mani sul mio corpo, i suoi sospiri uniti ai miei le mille emozioni, i mille gesti e le molteplici parole che accompagnavano quei momenti tra di noi.

Col tempo riuscirò a dimenticare tutto.

Col tempo...ma non oggi.

Oggi, sono ancora dentro il bagno in disuso del secondo piano a piangere come una disperata, stringendo tra le mani un foglio di giornale. Foglio in cui si annuncia che:

Draco Lucius Malfoy tra meno di un mese sposerà Astoria Greengrass.

Alla fine aveva ceduto; Aveva ceduto al volere di suo padre, che aveva scelto per lui la donna giusta da condurre all’altare. Aveva posto il suo importante e antico casato di freddi purosangue, davanti a tutto, davanti al suo cuore che per due anni aveva detto di amare solo me, nonostante il mio sangue sporco, nonostante la mia casa di appartenenza nonostante fossi Hermione Granger.

Aveva rinunciato a tutto, aveva rinunciato a un futuro insieme.

Le tradizioni, il potere, il casato avevano vinto sull’amore puro che credevo ci legasse.

Lui lo diceva sempre: I Malfoy non amano; Non possono permetterselo ed io, sto giocando con il fuoco.

E quel fuoco che per anni mi fa fatto vivere, sorridere e gioire ora brucia dentro e non riesco a spegnerlo.

Forse il tempo, un giorno riuscirà...



Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà 
La vita può allontanarci l'amore continuerà.

Spazio autrice.

La nuova canzone di Arisa mi ha ispirato, forse la fine è triste ma non tutte le storie sono a lieto fine.

Kiss.

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Capitolo 2
*** l'abbandono. ***


L’abbandono.

**

La scuola era finalmente finita da quasi due settimane e con lei si chiudeva una parte importante della mia vita.

La parte più importante.

Quella che avrei conservato nel profondo del mio cuore per sempre.

L’insperato amore, che ti lacera l’anima, che ti fa sospirare, che ti annienta il cervello.

L’amore, un sentimento inaspettato per uno che porta il mio cognome.

Amore, era quello il sentimento che mi legava a lei, l’unica donna del aveva scalfito il mio cuore.

Lei lo possedeva.

L’avrei dovuta proteggere, amare, consolare per tutta la vita e invece, l’avevo lasciata per il bene della mia famiglia.

Codardo.

Un inetto, un debole, un vile bugiardo, un serpeverde figlio di papà, queste erano state le ultime parole che mi aveva rivolto quasi due mesi fa’.

Il giorno che tutto finì.

Sbagliavo, dovevo ancora viverlo il giorno più brutto della mia vita.

Mancava poco. Mancavano solo due ore e alcuni minuti, poi si sarebbe potuto celebrare anche il mio funerale, perché da quel momento la mia vita sarebbe cessata.

Avrei vissuto una vita che non volevo che non m’apparteneva, una vita non mia.

Quella mattina d’inizio Luglio, si sarebbe celebrata: la fine di un uomo e non il suo matrimonio.

Distrutto all’interno, una maschera inespressiva all’esterno.

Così mi mostravo freddo, come solo io riuscivo a essere.

Come solo i Malfoy sanno essere: freddi, calcolatori e bastardi da generazioni.

 

**

Tutto era pronto al Manor dei Malfoy, la funzione si sarebbe svolta nel grande giardino esterno, che si trovava dietro alla casa in cui ero cresciuto, quello era stato un altro desiderio di mio padre, cui non seppi dire no; Come sempre.

Gli invitati erano già seduti sulle bancate rivestite di seta rosa pallido, in tutti i banchi era appuntata una rosa e due spighe di grano, come segno di prosperità. Tutto attorno era un trionfo di sfarzo e ricercatezza, opera della donna più elegante di tutto il mondo magico: Narcissa Black in Malfoy, mia madre.

L’unica, oltre al mio amico Blaise, a sapere delle mie pene d’amore, l’unica che riusciva ancora a confortarmi, donandomi un semplice sorriso e una timida carezza.

Respirai affondo, abbottonando uno dei gemelli d’oro con incise sopra le mie iniziali alla candida camicia e mi girai appena sentii bussare alla porta.

-posso- disse il mio testimone avanzando lentamente verso di me perfetto nel suo abito scuro.

-sei già dentro, Bla- risposi infilandomi la giacca.

-sono tutti pronti- disse serio. – ho visto Astoria...-

-risparmiami i particolari- dissi freddo e lui non continuò.

-andiamo- conclusi girandomi di scatto e uscendo infine dalla mia stanza. Ora andavo incontro alla morte, me l’ero cercata.

**

La guardavo avanzare lentamente mentre una bambina, che non avevo mai visto, lanciava da un piccolo cesto di vimini dei petali di rosa che poco dopo, lei avrebbe calpestato.

Avrei dovuto sorridere, emozionarmi, ma non riuscii a fare nulla.

Guardavo i suoi capelli neri, diversi dai ricci morbidi e profumati che per messi, mi avevano svegliato inebriando il mio cuore di felicità per quei magici momenti che ora avrei perso per sempre.

Guardavo i suoi occhi azzurri, limpidi, diversi da quelli grandi e caldi che mi scaldavano il cuore, quegli occhi che mi guardavano dentro nel profondo, quegli occhi che non avrei più incontrato.

Guardavo Astoria, avvolta in un abito di seta bianco, ricco, sfarzoso, esagerato e volevo Hermione al suo posto, delicata, semplice, dolce, perfetta.

La vidi arrivare, sorridermi felice per essere arrivata finalmente al mio fianco davanti all’officiante che avrebbe celebrato il matrimonio. 

Aveva raggiunto il suo scopo, sposare un purosangue, ricco, con un cognome importante e potente alle spalle.

Solo questo importava ad Astoria, solo questo importava nelle antiche famiglie magiche. Solo a lei non importavano questi giochi  di potere, a lei importava di me, di Draco.

Ricambiai il suo sorriso con uno dei mie soliti ghigni ed aspettai che l’uomo davanti a noi prendesse la parola. 

Vedevo le sue labbra muoversi e guardarci, decantando un amore che non esisteva.

Parole senza senso, pensai, mentre il celebrante si fermò a guardarmi serio invitando a pronunciare le parole dell’antico rito che avrebbe legato me e Astoria nel sacro e magico vincolo del matrimonio.

Fissai gli occhi neri dell’uomo e in quel nero vidi ciò che mi aspettava.

Una vita vuota, fatta di tristezza, odio, abbandono.

Stavo uccideno il mio cuore, la mia anima.

-No-urlai, girandomi di scatto.

-Mi dispiace madre- aggiunsi, ed infine mi smaterializzai lontano da tutti alla ricerca di lei.

L’unica che volevo.

 L’unica donna che amavo, l’unica degna di diventare la signora Malfoy. 

Ora, però l’avrei dovuta convincere.

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Capitolo 3
*** -la luce- ***


-La Luce-

Erano Trascorsi ben nove anni da quando Draco Malfoy aveva lasciato Londra, da quando aveva lasciato Astoria Greengrass sola all’altare.

Si era smaterializzato lontano da quella donna che non amava.

Era fuggito via da un matrimonio che non voleva, una donna che non amava, un futuro che l’avrebbe distrutto.

Erano passati nove anni dall’ultimo giorno che mise piede nel grande e tetro manor di famiglia.

Ad annunciare il suo ritorno furono come sempre quei pettegoli della Gazzetta del profeta che annunciavano la sua presenza al grande ballo di Hogwarts per celebrare e ricordare i caduti nella grande battaglia.

Erano passati dieci anni e il ricordo di quei giorni tetri vissuti con quel mostro dentro la sua casa attanagliavano la sua mente.

Ricordava tutto: le torture e le morti cui aveva assistito, i feriti, le suppliche, le urla che ancora oggi sognava. Sì maledì per aver accettato l’invito di suo padre a sostare in quella casa, visto la loro assenza. Avrebbe dovuto recarsi a Londra affittare una casa, invece, era ritornato in quel tenebroso manor che per anni l’avevano visto infelice.

Alla fine, decise di non pensarci, almeno, non in quel momento.

Mise la giacca e uscì dalla stanza da letto, vagò per alcuni minuti lungo quegli anditi illuminati da una pallida luce di candela.

Giungendo infine, in un’ampia stanza da letto, sì poggiò allo stipite della porta, attento a non far rumore godendosi la scena.

 

-Buona notte mia stellina.
Dormi bene fino a mattina.
Viene sonno nel tuo letto,
buffo e allegro è il folletto-.

La sua voce calda e melodiosa riscaldava la stanza.

-Ti farà gran compagnia
Finche notte vola via
Porta un sacco di regali
Sogni allegri con le ali
-

Anche lui, l’aveva capito e la guardava estasiato, come dargli torto.

-Cieli azzurri e verdi prati
Mille fiori colorati
Chiudi gli occhi dai veloce
Senti piano la mia voce-

Sbatteva gli occhietti, accoccolandosi meglio tra le sue braccia. Inebriandosi di quel dolce profumo di vaniglia e latte, quel profumo che sapeva di mamma.

-Per giocare con la luna
Devi avere un po' fortuna
Lei col sole si nasconde
Cerca, cerca fra le onde-

Draco non riuscì a trattenere un sorriso, il suo cuore esultava.

-Con le stelle per compagne
Dormi presto fai le nanne
La tua mamma è qui vicino
Presto arriverà il mattino-

Disse ancora la bella donna che lentamente cullava il piccolo stringendolo al suo seno morbido, lo vide chiudere gli occhietti e addormentarsi pacifico tra le braccia della sua mamma.

-Buona notte mio tesoro
Sogni belli, sogni d'oro-

Concluse sussurrando.

La donna, vestita con un lungo abito dorato, che mostrava il seno morbido, regalo della sua nuova natura di mamma, si sollevò delicatamente dalla sedia a dondolo di legno pregiato.

Tenne stretto tra le braccia il suo piccolino, sorrise, osservando la boccuccia serrata, il suo nasino all’insù, le lunghe ciglia, i pugnetti chiusi e il ciuffetto biondo. Gli donò, un delicato bacio sulla fronte posandolo nella sua bella culla fasciata d’azzurro, avvicinandoli il piccolo orsetto di peluche. 

-Non sono sicura- disse ancora la donna, -lasciarlo a casa, da solo-disse sottovoce per non disturbare il sonno del bambino.

-ci sono le balie, gli elfi...- la donna si girò di scatto guardando torva suo marito.

-sarà solo per questa sera, non si accorgerà nemmeno che siamo usciti. Guardalo- disse ancora Draco.- dorme come un angioletto- finì.

-non l’abbiamo mai lasciato solo, è così indifeso- disse ancora la donna guardando il bimbo che dormiva beato nella sua culla.

-sarà solo per questa notte- disse il biondo, riducendo le distanze, abbracciando la donna alle spalle.

-sono agitata- ammise la neo mamma.

-ti vergogni?-chiese lui mordendosi il labbro, intuendo che ora il discorso non era più sul bambino che dormiva beato nella sua culla ma sull’evento cui dovevano presenziare, tra meno di dieci minuti .

-No! Solo che vorrei aver tempo di spiegarlo...- cercava le parole e per la prima volta nella sua vita queste vennero meno.

-capisco- disse Draco abbassando il capo sulla spalla nuda della donna baciando delicatamente la sua pelle morbida e liscia.

-niente entrata trionfale- enunciò il biondo.

-grazie- rispose lei.

 

**

Il grande castello di magia e stregoneria di Hogwarts si mostrò per l’ennesima volta ai loro occhi, imponente, svettava nella notte con le sue torri e le sue guglie.

La notte, riusciva a rendere quello spettacolo ancora più magico, riportando alla mente le mille avventure che le due figure appena smaterializzate di fronte al grande cancello, avevano vissuto dentro quelle mura.

L’uomo, aprì piano il cancello, osservando le mille lucciole incantate che illuminavano il sentiero fino al grande portone di legno, dove un ragazzo vestito come un pinguino analizzava gli inviti.

-vai avanti- disse Draco, la donna, lo guardò un attimo prima di staccarsi e lasciarlo solo.

Rimase fermo e per un attimo si sentì solo, fino a quando una voce dietro di lui non lo fece ghignare.

-Cosa vedono i miei bellissimi occhi, Draco Malfoy- Il biondo ex caposcuola dei serpeverde si girò verso l’uomo che l’aveva riconosciuto, incrociando le sue iridi giacciate con quelle azzurre del suo miglior amico Blaise Zabini.

-Bla- disse semplicemente il biondo avvicinandosi un poco stringendogli la mano e depositando una vigorosa pacca sulla spalla.

-sei solo?- chiese Zabini, guardandosi intorno osservando gli ex studenti della scuola che entravano nel castello.

-è già entrata- rispose spiccio Draco, al moro bastò un occhiata e non chiese altro.

-entriamo anche noi- aggiunse, incamminandosi con il solito passo elegante, quello che per anni aveva fatto sospirare le ragazzine della scuola di magia.

**

Era entrata per prima, superando molta gente e lasciando lui solo a metà strada, sapeva che il suo gesto l’aveva ferito, ma si sarebbe sentita in imbarazzo ad entrare in sala grande al suo braccio.

Nonostante tutto, il cuore le martellava nel petto, il fiato era corto, le mani sudate dall’agitazione e la gola secca.

Dopo nove anni avrebbe rivisto i suoi amici. Dopo nove anni li avrebbe abbracciati, avrebbe spiegato loro come stava cosa aveva fatto e infine avrebbe raccontato di lui, di loro pensò sorridendo.

Superò la porta, entrando nella Sala Grande illuminata a giorno per l’occasione, la sala era sgombra di tavoli e sedie delle quattro case.

Osservò attentamente l'ambiente, individuando le cinque persone e si diresse verso loro a passo svelto.

Fece un respiro profondo prima di parlare:

-ciao- disse semplicemente Hermione Granger.

I cinque si girarono di scatto sentendo la voce melodiosa della loro amica, amica che non vedevano da anni.

Il primo a scattare fu Harry Potter, l’eroe magico che l’abbracciò di slancio.

-‘Mione, tesoro quanto tempo- disse Harry, poi venne il turno di Ginny e Luna che la strinsero forte.

-sei bellissima- dissero le due donne, in evidente stato interessante.

Poi fu la volta di Neville, che le depositò un leggero bacio sulla guancia.

-bentornata Hermione- disse semplicemente il nuovo insegnate di Erbologia.

Alla fine l’ultimo saluto toccò a Ron Weasley che la guardava con occhi e bocca spalancati, incredulo di avere difronte a se' la sua vecchia amica, il suo amore mai confessato.

-bè Ron- disse la Granger, -non mi saluti- lo incitò.

Il rosso non se lo fece ripetere due volte e l’abbracciò stretta, forse troppo pensò Hermione.

Sperò che nessuno entrasse in quel momento nella grande sala, soprattutto un certo biondo.

-mi sei mancata- disse sussurrando Ron, affinché solo lei sentisse quella frase.

-anche tu- rispose dolcemente – ma è meglio che tu mi faccia respirare- concluse abbozzando una risata.

Il rosso si staccò immediatamente scottato da quelle parole, imbarazzandosi un poco, cosa che si notò grazie alle sue orecchie che divennero subito rosse.

-wow- disse ancora Ginny- Hermione sei stupenda-.

-anche voi- rispose la ex Caposcuola dei Grifondoro.

-in effetti sono tutti più belli- notò Harry.

-si- rispose Hermione guardandosi intorno.

-ci sono tutti?- chiese.

-bè si- rispose Ron –tranne bè sì...ecco- si interruppe facendo cadere uno strano silenzio.

-quello è Malfoy- disse all’improvviso Ginny, facendo girare tutti verso la porta dove Draco Lucius Malfoy, vestito con uno stupendo abito sartoriale rigorosamente nero faceva il suo ingresso in sala grande scortato dal suo inseparabile scudiero Blaise Zabini.

-oggi sulla gazzetta- disse Luna -c’era un articolo su di lui- enunciò la bionda ex Corvonero.

-già- disse acido Ron, mentre Harry salutava a distanza il biondo ex serpeverde con rapido gesto del capo.

-dopo nove anni è tornato in città- dichiarò il rosso afferrando un po’ di stuzzichini.

-manca dal giorno che ha lasciato la Greengrass all’altare- ricordò ancora Ginny, mentre il marito osservava ancora l’ex nemico di sempre, dargli le spalle e chiacchierare con i suoi vecchi compagni di casa Zabini, Nott e la Parkinson.

-ah meglio-, disse Hermione , -lasciamo stare i serpeverde. Parlatemi di voi?- chiese la riccia sperando di cambiare argomento, riuscendoci.

Così Ginny, con la solita vivacità  prese a raccontare tutto quello che era successo e che le aveva omesso nelle lettere che si scrivevano a Natale:

-aspettiamo il nostro secondo bambino- disse sprizzando felicità da tutti i pori – mi sono scordata di scriverti a natale per annunciartelo, ma era ancora troppo presto sai- Hermione sorrise e mosse il capo.

 -allora complimenti- disse la riccia guardando prima la rossa e poi il suo caro e dolce miglior amico Harry.

-è un maschio- ripeté, il moro dagli occhi verdi, facendo ridere sia Neville sia Ron.

-Voi che ridete- li riprese Hermione –su raccontate –incitò la riccia.

A prendere la parola fu inaspettatamente Neville.

-bè, non è successo poi molto in questi nove anni,- disse l’ex compagno

-io e Luna insegniamo qui a Hogwarts, io erbologia e lei cura delle creature magiche- Hermione aprì la bocca in un largo sorriso -ci siamo sposati, lo scorso inverno e ora aspettiamo la nostra bambina-

-meraviglioso- disse Hermione abbracciando luna.

-potevi scrivermi, ti avrei mandato un dono- disse emozionata accarezzando dolcemente il grembo delle sue amiche.

-ora- disse Harry, -manchi solo tu Ron. su racconta!-

Lo canzonò il cognato.

Hermione sollevò lo sguardo incrociando i suoi occhi con quelli azzurri dell’ultimo maschio della famiglia Weasley.

-Sono un auror-

-bene- rispose Hermione.

-Harry è il mio capo- cosa che fece ridere di cuore Hermione.

-e basta. Si...certo, non è successo altro- concluse.

-No- lo interruppe sua sorella, -ci sarebbe anche quell’altra cosa... ricordi?-

Ron, incenerì la rossa con uno sguardo.

-ho lasciato Lavanda perché non l’amavo- disse sbrigativo.

-ah- disse Hermione rimanendo di fatto senza parole, soprattutto quando Ron si dileguò tra la folla dopo averle pronunciate.

-immagino non si siano lasciati molto bene- chiese Hermione prima a Ginny e poi a Harry.

-No- rispose il moro amico.

-Ma ora che sei ritornata si riprenderà subito- disse Ginny avvicinandosi all’orecchio dell’amica, facendola impallidire.

Hermione afferrò un bicchiere di acqua viole e lo portò alla bocca, questo scese giù per la gola rinfrescandola e schiarendo i suoi pensieri.

Ron provava qualcosa per lei , ancora, l'aveva intuito dal suo sguardo.

-Hermione raccontaci tu ora, come è l’Australia- chiese curioso Harry,riportandola alla realtà.

La riccia sorrise, riprendendosi.

-è bellissima-rispose entusiasta – io abito a Canberra , la capitale, lavoro al Ministero della magia locale e mi sono integrata benissimo- ammise.

-i miei, invece, vivono fuori città e spesso mi vengono a trovare- continuò.

Ora avrebbe dovuto dirgli tutto, gli aveva tutti davanti a se, sorridevano, doveva solo parlare.

Parlare, sembrava facile ma come poteva dirgli che aveva mentito per anni, che si era innamorata di Draco, che era scappata con lui appena era tornato, che l'aveva sposato e...

-Malfoy viene verso di noi- disse Neville e Hermione si sentì gelare.

-salve- disse subito dopo l’uomo mentre una brivido le corse lungo la schiena, sentiva il suo profumo invaderle le narici.

-salve- risposero in coro i quattro tranne Hermione.

-Paciock- disse Malfoy – ho sentito che avete allestito i tavoli in base alle coppie?- chiese il biondo.

Neville lo guardò sorpreso, pensava come tutti, che fosse andato lì per parlare con Harry.

-Si-. ammise il professore di Erbologia stirando un sorriso.

-quindi- chiese ancora il serpeverde

-quindi le mogli, si siederanno nei tavoli della casa dei mariti- rispose Paciock , mentre Draco mosse il capo e ad Hermione scivolò il bicchiere dalle mani. Cavolo pensò doveva parlare, ma le parole non le venivano, la gola era nuovamente secca, l'ansia si stava impadronendo di lei.

-Hermione  attenta– dissero in coro, mentre Draco venne schizzato dal liquido del bicchiere.

-Nervosa Granger- disse il biondo e Hermione sbuffò.

-Malfoy- lo richiamò Neville.

-complimenti! Due mesi fa il registro delle nascite di Hogwarts ha inserito il nome di tuo figlio- disse il professore di Erbologia.

-oh- dissero Harry e Ginny.

-si- disse freddo stupendo tutti, ma solo una sapeva il motivo di quella freddezza. Era colpa sua, non aveva ancora detto nulla ai suoi amici, non aveva raccontato del suo bambino, il piccolino.

-è nato sei mesi fa, è un maschio e si chiama Scorpius- enunciò il biondo con orgoglio, gli occhi brillavano e la voce tremmava appena dall'emozione a Hermione batte forte il cuore sentendolo parlare così .

-complimenti- disse Harry porgendogli la mano nel momento in cui Ron ritornava ad unirsi al gruppo, i due si scambiarono una rapida occhiata.

-Weasley- disse Draco.

-Malfoy- disse Ron.

-stanno iniziando le danze- disse una sognante Luna, così Neville si congedò portando la sua signore in pista.

-bella coppia- disse Draco, beccandosi lo sguardo torvo di Ron.

-ti va Hermione- chiese il rosso trovando il coraggio e irrigidendo con quella frase i congiungi Malfoy.

-Non credo sia il caso- rispose Hermione, ghiacciando tutti.

-perché è solo un ballo- la incitò Ginny.

-preferirei ballare con mio marito- aggiunse chiudendo gli occhi e respirando affannosamente.

-marito! – dissero in coro Harry, Ginny e Ron.

Draco le prese la mano, sotto gli occhi sbalorditi dei tre, conducendola sotto l’occhio attento di tutta la sala al centro della pista.

-credo che ci stiano guardando Granger- disse sibilando il moro.

-lo so-rispose piccata.

-non volevi...-

-lo so!- rispose ancora.

-mangerai a serpeverde?-chiese preoccupato per un suo rifiuto.

-si- enunciò.

La strinse a se con prepotenza, possessività, annullando le distanze tra loro.

-se Weasley ti guarda un’altra volta come ti ha guardato prima, lo uccido a mani nude- disse Draco, mentre Hermione poggiava le sue mani sul petto del marito.

-credo che non oserà mai più guardarmi, ora- ammise.

-gli conviene- disse tra i denti.

-geloso Malfoy- lo canzonò sua moglie.

-si- disse – geloso e innamorato di mia moglie- ammise senza vergogna, facendola sorridere.

-stai perdendo colpi- lo interruppe la riccia, - anni fa, non l’avresti ammesso- costatò la donna.

-anni fa, ero talmente coglione da rischiare di perderti per far contenti altri- ripeté lui.

-distruggendo me stesso- concluse.

Hermione respirò piano appoggiando il capo al petto di Draco, sentendo il suo cuore battere forte e si beò perché sapeva che era stata lei a farlo battere, donandogli l’amore. 

Scongelando il suo cuore di ghiaccio e portandolo con lei verso la Luce,

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Capitolo 4
*** Foschia. ***


FOSCHIA.

***

Ballarono avvinghiati al centro della pista, Draco parlava fitto fitto e lei semplicemente sorrideva senza mai staccarsi dal petto del marito.

Gli occhi avidi, degli altri invitati non perdevano nulla di quei momenti, fino a quando la musica finì e tutti furono invitati a sedersi nelle grandi tavolate per la cena. L’ennesima cena che avrebbero consumato a Hogwarts, questa volta dopo nove anni da quando non erano più alunni.

Camminarono lentamente verso il portone che collegava le due sale, alcuni si scansavano per fargli passare, cosa che non stupì Draco, ma che innervosì un bel po’ Hermione.

-Granger- la voce riconoscibile di Pansy Parkinson arrivò alle spalle dei coniugi Malfoy, facendoli voltare verso la donna dai capelli corvini.

Un abito azzurro l’avvolgeva e Hermione rimase sorpresa nel vedere l’ex nemica cambiata, oltre che più piacente con il tempo i suoi lineamenti e le sue espressioni erano più dolci, amicali.

Sorrideva. Sorrideva proprio a lei non a suo marito ma a lei.

-Parkinson- rispose Hermione osservando l’ex serpeverde, quella che non tanto tempo fa era innamorata di suo marito.

-Narcissa mi ha detto che hai fatto un capolavoro- disse la donna che camminava mano nella mano con Theodor Nott.

Sarà opera del tenebroso Nott, il cambiamento della Parkinson pensò Hermione.

Hermione sorrise leggermente, sorprendendo le altre persone che erano lì accanto, prima tra tutti Ginny che era stretta al braccio di Harry, guardava la sua amica con viso vuoto.

Incredula dalla situazione che si mostrava ai suoi occhi.

Uno scherzo, quello era uno scherzo e di cattivo gusto pensava invece, Harry Potter ma le fedi alle mani di Malfoy e Hermione erano identiche e le loro mani intrecciate.

Malfoy, sorrideva.

Malfoy sapeva sorridere.

-Si è veramente un bel bambino- rispose Hermione.

-anche noi presto ne avremmo uno disse Theodor, stupendo tutti, ma soprattutto Hermione non aveva mai sentito partale Nott, in sette anni di scuola.

-Oddio! Pansy -disse Draco.

-che miracolo hai fatto-aggiunse il biondo ridendo guardando prima la mora poi l’amico d’infanzia.

Lei rise alla battuta di Draco.

-Niente- rispose la mora – in confronto a quello che ha fatto Hermione in undici anni con te-concluse Pansy.

Draco rise guardò sua moglie e poi le baciò la guancia, mentre la Granger osservò per un solo attimo gli occhi verdi del suo migliore amico.

Ora sapeva il motivo per cui in due anni era agitata.

Ora sapeva che stava con lui durante la guerra.

-signori accomodiamoci- disse la preside, la professoressa Mc Granitt.

Invitandoli a incamminarsi nella sala.

***

 

Sedersi alla tavola di serpeverde per una Grifondoro non fu semplice, ancora più, complicato, fu costatare che era l’unica nata babbana tra loro.

Per fortuna stava seduta tra Draco e Blaise pensò Hermione, mentre Ginny e Harry dal lontano tavolo dei Grifondoro la guardavano, notò solo in quel momento che un posto accanto ai due migliori amici era vuoto.

Ron era andato via.

-tutto bene- chiese Draco osservandola.

-si tranquillo- rispose lei riportando un pezzo di carne alla bocca.

-non sai mentire, Granger. Almeno non sai mentire a me- disse ancora suo marito a voce talmente bassa da sembrava un sibilo.

Hermione si voltò appena guardandolo, appoggiando poi una mano sulla gamba, accarezzandola.

-vai da loro e chiarisci- disse ancora Draco.

-sei un tesoro- rispose lei, passandosi una salvietta sulla bocca e alzandosi lentamente dalla sedia, dirigendosi poi al tavolo della sua vecchia casa.

***

Arrivò velocemente vicino ai coniugi Potter e ancora più velocemente si sedette tra loro, Dean la guardò sorridendo, cosa che non le piacque nemmeno un po’. Sapeva che ora lavorava alla gazzetta del profeta e lei, era sicuramente una preda ambita, visto quello che solo poche ore fa avevano scoperto tutti.

L’eroina del mondo magico era diventata la moglie di Draco Malfoy, l’indomani la sua tanto amata privacy sarebbe stata violata.

Sospirò, per poi girarsi di scatto, dando la schiena all’ex compagno di casa, rivolgendosi a Ginny.

-posso- chiese e la rossa le sorrise abbracciandola.

-credevo che dopo... ecco non ci avresti più rivolto la parola-

Hermione rise,

-dai eravate solo sconvolti- rispose – è uno shock infondo vi capisco-

-dovremmo parlare- disse secco Harry Potter senza mai distogliere lo sguardo dal tavolo dei serpeverde. I suoi occhi verdi non lasciavano mai il biondo Malfoy che ora chiacchierava divertito con gli ex compagni e sempre amici Blaise e Theo.

-se ti ha ricattato, io ti posso aiutare- disse serio.

Ginny gli diede un colpo al braccio e a Hermione si spense il sorriso.

-Harry mi spiace ma per fortuna non è come pensi, tu- rispose secca.

-Ginny- disse ancora Hermione domani se sei libera, vorrei farti conoscere Scorpius, mio figlio.

Alla rossa s’illuminò lo sguardo.

-che ne dici se andiamo a trovare mia madre sarebbe felice di vederti, magari stiamo lì a pranzo-

Hermione ci pensò su un attimo.

-devo sapere cosa deve fare Draco, mi scoccia lasciarlo solo al manor quel posto lo destabilizza-.

-Non vorrai portarlo con te alla tana- disse ancora Harry ricevendo uno sguardo truce dalla moglie.

-No Harry, uno perché non è stato invitato e due perché mio marito non ci verrebbe mai- rispose lei secca, poi si alzò e andò nuovamente al tavolo serpeverde, ricongiungendosi al marito che le baciò la tempia riservando un’occhiata per niente amichevole a Potter.

Draco sapeva quando la sua donna era tesa e arrabbiata e in quel momento lo era e parecchio.

***

La cena al castello di magia e stregoneria continuò tranquillamente tra chiacchiere e risate, ogni tanto qualcuno riprese a ballare, i coniugi Malfoy, però dopo aver salutato alcuni amici si congedarono dalla padrona di casa la preside McGranitt che sembrava in imbarazzo di fronte alla coppia.

-credo che la vecchia non approvi chi ti sei sposato, Granger- disse Draco ormai fuori dal castello.

-Draco, tu vedi sempre fantasmi anche quando non ce ne sono- rispose lei stringendosi maggiormente al braccio del marito, che si sfilò la giacca e la posò sulle spalle nude della donna.

-Già, io vedo sempre quello che non c’è, sicuramente è stata una mia impressione che Potter non sia convinto del nostro matrimonio e crede che ti abbia in qualche modo incastrato. Se lo conosco, ti avrà detto che ti ricatto. Immagino che le voci gli siano già giunte-

Hermione non seppe replicare e si accoccolò tra le braccia del marito.

-sarei dovuta rimanere a casa con Scorpius- disse infine.

-Oddio! Mi avresti lasciato venire qui con tutte queste donne pronte a saltarmi addosso- la canzonò il biondo ex Serpeverde.

-nessuna ti è saltata addosso- rispose lei irrigidendosi,

-dici? Allora controlla nella tasca sinistra- Hermione frugò distrattamente trovando tanti biglietti da visita.

-li hai tenuti solo per vantarti- sbuffò la riccia.

-può darsi- rispose lui girandola verso di se.

-non vedo l’ora di arrivare a casa per toglierti questo vestito- le sussurrò Draco in un orecchio, smaterializzandosi direttamente nella loro camera da letto.

-ah si- lo canzonò – se ti lascio questa libertà, non ti arrabbierai se ti dico dove passerò la mia giornata domani- enunciò Hermione.

Draco la guardò perplesso, inarcando un sopracciglio, sganciandole la zip dell’abito color oro .

-Ginny, mi ha invitato alla Tana. – disse guardando Draco negli occhi per poi continuare a parlare,

- voglio farle conoscere Scorpius, sia a lei sia a Milly, sai che...-.

-si, la consideri una seconda madre- borbottò il biondo fiondandosi poi sulle labbra della moglie che ricambiò il bacio desiderosa si fondersi ancora una volta con l’unico uomo della sua vita.

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Capitolo 5
*** Il Sereno. ***


-Il Sereno-

Svegliarsi tra le braccia di suo marito era sempre stupendo per Hermione, soprattutto, godeva di quei momenti come se da un momento all’altro tutto potesse finire, ricordando tutto quello che anni prima era successo tra loro. Le sì mozzò il fiato al ricordo dei momenti in cui tutto per lei era perso, rimembrando gli ultimi anni a Hogwarts.

Scosse il capo mentre un brivido freddo le corse lungo la schiena, come sarebbe potuta andare avanti, senza godere di quei paradisiaci momenti insieme.

Se Draco, non avesse lasciato Astoria Greengrass all’altare, lei non sarebbe mai potuta diventare la signora Malfoy, la nuova lady come la chiamava sua suocera.

Sua suocera Narcissa, la accolse a braccia aperte quando Draco la portò alla residenza scozzese dei Malfoy, villa in cui la donna si recò insieme al marito Lucius subito dopo lo scandalo del matrimonio non celebrato.

I Malfoy, dopo anni di rancori la accettarono, stupendola.

Lo sentì muoversi tra le lenzuola e attirarla a se, destandola da quegli strani ricordi.

-amore- disse la mora posando un bacio sul muscoloso braccio del bel marito,

 – dobbiamo alzarci, Scorpius, deve mangiare- le ricordò con la sua solita voce saccente - tu, devi andare al Ministero- Malfoy sbuffo e la strinse ancora.

-altri due minuti, Herm- disse il biondo posandole dei baci sul collo accarezzandole l’addome, prima che un pianto non li fece scattare.

Hermione afferrò la sua vestaglia di seta e se la mise, celando le sue grazie a Draco che la seguì un secondo dopo, diretta alla nursery dove il piccolo Scorpius si trovava.

-amore, hai fame vero- disse Hermione prendendo tra le braccia il suo ometto.

Si sedette nella sedia a dondolo e porse il suo seno a Scorpius, che lo agguantò avido, succhiando il latte materno che la giovane donna gli offriva.

Draco rimase a guardare la scena, beandosi di quel momento tanto intimo tra le due persone più importanti della sua vita, le persone che amava più della sua stessa vita, sua moglie e suo figlio.

***

Dopo aver fatto il bagnetto al piccolino, gli mise la tutina celeste che tanto gli stava bene con sopra ricamato un orsetto che mangiava il miele, dopo avergli messo un po’ di colonia, gli legò un piccolo fiocco in raso verde smeraldo nel braccino, ponendo poi il bimbo nell’ovetto dove si accoccolò stringendo avidamente il suo peluche. Anche Hermione si preparò per andare alla tana, sotto lo sguardo attento di Draco.

-Sei troppo bella ed elegante, ricordo che...-disse l’uomo.

-Draco, per favore- gli intimò Hermione, così che, il marito lasciò il discorso in sospeso osservando ancora il vestito a fiori che scopriva le gambe magre e stupende di sua moglie.

-Scorpius- disse ancora il biondo Malfoy, -la mamma non mi da retta- disse Draco, mentre Hermione si bloccò con il pennello per l’ombretto a mezz’aria, osservando il riflesso del marito dallo specchio nel quale si stava truccando .

-l’hai vista la mamma, è bellissima. Tu!- disse ancora il biondo, -hai il compito di proteggerla da chiunque si avvicina troppo a lei. Papà, ti dà il consenso per utilizzare la magia- disse Draco Malfoy.

-Draco, il bambino non sa usare la magia e smettila di insinuare che tutti mi saltano addosso-.

-Vedi piccolino, lei non vede il problema, ma noi abbiamo un patto- disse ancora Draco, mentre Hermione alzava gli occhi al cielo esasperata,

-appena vedi uno di quei trad...rossi che l’abbraccia. Tu! Piangi e la mamma corre da te allontanandosi da quelli la-

-sei assurdo Malfoy- disse Hermione continuando a truccarsi.

-sarò anche ridico, ma non m’importa- rispose offeso, mettendosi poi la giacca grigio perla abbinata ai pantaloni.

-Draco- disse Hermione girandosi poi verso il marito.

-Fammi sapere cosa succede al ministero-.

Lui la guardò un attimo,-è solo un colloquio- disse,- non saprò nulla in tempi brevi-terminò.

-Dra- disse ancora Hermione avvicinandosi.

-Ti amo- affermò prendendo sotto braccio l’ovetto contenente il piccolo Scorpius, - noi tifiamo per te- finì baciandolo dolcemente sulla bocca.

Il biondo sorrise, rilassandosi un poco nonostante non fosse per nulla convinto del luogo, ma soprattutto delle persone, con cui sua moglie avrebbe passato tutta la mattinata, in più era ansioso per il colloquio con il ministro della magia in persona, ma sorrise, cercando di sembrare tranquillo, celando l’ansia che scorreva nelle vene.

***

Si smaterializzò direttamente ai confini della Tana, avvolta nel verde e baciata da un bel caldo sole.

-amore- disse Hermione sorridendo al suo bambino che la guardava ammaliato con i suoi occhietti curiosi.

-stai per conoscere una grande donna, sai, la considero la mia seconda mamma. Ti piacerà tantissimo Molly- finì Hermione incamminandosi lungo il sentiero ed entrando infine, nel cancello che portava alla tana.

-Hermione – disse la donna dai lunghi capelli rossi, avvolta da una lunga veste verde pisello con sopra un grembiule arancione, la sua solita divisa, la mamma e padrona di casa.

Hermione sorrise e il cuore gli esplose quando Molly l’abbracciò forte.

Niente era cambiato, la signora Weasley, le voleva bene come una figlia.

-vieni dentro. Ti stavamo aspettando-. Disse ancora la donna.

Hermione venne portata nella grande cucina della casa, dove l’aspettava tutta la famiglia Weasley al completo, a turno l’abbracciarono tutti: Arthur il capo famiglia, che dopo averla abbracciata, guardo di sfuggita il piccolo, poi in sequenza venne abbracciata da Bill e Fleur, da Charlie, George e Angelina che ora era diventata sua moglie e poi da Ginny, solo Harry e Ron erano rimasti seduti osservando l’ovetto in cui il piccolo Scorpius dormiva beato.

-cosa sarebbe questa cosa Hermione-, chiese il signor Weasley curioso osservando l’ovetto di plastica dura in cui il bimbo dormiva.

Hermione rise, - è una culla mobile, un’invenzione babbana-disse, la giovane madre.

-è tuo marito sa che usi aggeggi babbani-chiese Harry,

Hermione lo guardò un attimo

-oh sì, pensa che è andato lui con Lucius e mio padre a scegliere il tutto-rispose guardando fissa gli occhi verdi del suo miglior amico.

-ecco perché è verde- Disse George facendo ridere tutti compreso Hermione, mentre Harry e Ron si guardarono schifati.

-Posso- chiese Angelina,

- certo se vuoi, puoi anche prenderlo – rispose Hermione sorridendo all’ex cacciatrice non se lo fece ripetere due volte e prese il piccolo Scorpius.

-è bellissimo- dissero in coro, Hermione si girò a guardare Harry che osservava il suo bambino senza dire nulla e questo gli fece male abbassando un poco il capo.

-cavolo! non si può dire che non è un Malfoy- disse Ginny stemperando la tensione.

-Narcissa- disse Hermione, prendendo coraggio- dice che è uguale a Draco. Mia madre, insiste invece dicendo che assomiglia anche a me, forse il taglio degli occhi-finì.

-si, sono grandi come i tuoi- constatò Molly – è proprio bello- finì la donna.

Hermione sorrise alla donna ringraziandola con un cenno.

-povero bambino- disse Ron beccandosi uno sguardo truce da sua madre e uno ancora più brutto dalla sorella.

-Mio figlio non è infelice Ron, i suoi genitori lo amano e non gli manca nulla- enunciò senza timore Hermione mentre Harry rise sarcastico.

-immagino che l’amore sia scoppiato quanto un anno fa gli si prospettava il ritorno a Londra- disse Ron senza alcun pudore ricordando che Draco era riapparso proprio ora che si prospettavano nuovi posti di lavoro al ministero della magia.

Hermione assottigliò lo sguardo verso il suo, forse, ex amico Ron.

-ad essere sincera, io e Draco stiamo insieme da metà del sesto anno-

 A Ginny cadde la tazza dalle mani, l’incredulità e lo stupore per la notizia colse tutti di sorpresa.

-era per lui che piangevi tutte le notti- disse Harry sconvolto alzandosi in piedi, mentre Ron si dileguò non appena Hermione disse quella frase.

-si- rispose senza alcuna vergogna mentre Scorpius reclamava del cibo.

Hermione aveva appena buttato una bomba e tutti la guardavano avidi per sapere la sua verità, mentre lei con gesti meccanici prendeva il biberon dalla borsa, dando da mangiare al piccolino che si rilassò subito.

-Ci lasciammo a un mese dalla fine del settimo anno-, ricordò Hermione,

-i contratti matrimoniali tra purosangue- disse Arthur, mentre osservava il bimbo che guardava rapito il signor Weasley.

-già-, ricordò ancora Hermione. -Narcissa e Blaise cercarono di fargli capire che non era necessario portare avanti un contratto assurdo ma lui non volle ascoltarli e arrivò-cercò di spiegare Hermione.

-fino all’altare-, finì George,

 - la Greengrass ti deve odiare- disse Charlie ridendo.

-Non credo lo sappia- ammise Hermione diventando rossa.

-Zabini, invece sapeva tutto- disse Harry rivelando tutto il suo rammarico.

-Zabini ha un’apertura mentale, che tu ancora non hai-, disse Ginny guardando dritta negli occhi suo marito che divenne rosso.

-Blaise, è sempre stato fuori dai giochi, non gli è costato alcun sacrificio vedermi con Draco, anzi è stato felice di aiutarci a tenere il segreto-.

-l’avete già battezzato- chiese Molly che ora si spupazzava il piccolo Scorpius che curioso toccava il viso dalla donna, che li faceva facce buffissime solo per vederlo ridere.

-No Draco aspettava che prendessi coraggio per chiederlo al mio miglior amico- Harry spalancò la bocca incredulo.

-stai scherzando?-disse.

-Affatto. Draco è d’accordo. Volevamo i nostri migliori amici come padrini per Scorpius lui ha scelto Blaise ed io voglio te Harry-

Lui si alzò di scatto facendo cadere la sedia abbracciando la sua amica.

-scusa- le sussurrò stringendola venendo poi sbalzato da Hermione un secondo dopo.

-Scorpius- urlò Hermione agitando il dito sul viso del piccolo –non si fa, non si fa- disse ancora la riccia.

Harry invece a terra rideva,

-tranquilla Herm, anche io dicevo a James di proteggere la mamma quando era piccolo e Ginny lavorava al profeta con Dean Thomas-ricordò Harry.

-Harry Potter- disse sua moglie mettendo le mani sui fianchi proprio come faceva sua madre Milly.

-vergognati- concluse e tutti risero.

La mattinata corse veloce e il clima si rasserenò, Scorpius passo di braccia e in braccia non lesinando sorrisi conquistando tutti i Weasley, solo Ron evitò di prenderlo in braccio ma Hermione lo capì, Ginny le aveva detto che era ancora innamorato di lei.

Le dispiacque sapere che il suo amico aveva aspettato per anni cullandosi con un’illusione per il suo ritorno, lei non le aveva mai dato alcuna speranza.

Con questo pensiero rientrò a casa da suo marito che l’attendeva nella sala da pranzo, felice di riaverli sani e salvi a casa.

-Pensavo che vi avessero rapiti- disse il biondo baciando Hermione per poi prendere il piccolo tra le braccia.

-campione sai che sei mancato tanto a papà- disse.

-oh bene potrei offendermi Malfoy, io non ti sono mancata- lui rise.

-vieni qua – disse Draco invitando anche lei sul divano dove si era accomodato,

-devo parlarvi- disse il biondo.



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Capitolo 6
*** LA PACE. ***


-La pace-

La piccola famiglia Malfoy si riunì accanto a Draco il capofamiglia, che stava seduto sopra il divano al centro del grande salone della residenza di famiglia.

Il piccolo Scorpius guardava con occhi rapiti suo padre che da quando era rientrato con la mamma da quella strana casa sospesa per magia, non aveva smesso di parlargli e coccolarlo.

-allora- disse Hermione accomodandosi accanto al marito prendendo il piccolo tra le braccia dandogli finalmente il tanto amato latte.

Draco osservò sua moglie, sfilarsi la maglia e sbottonarsi il reggiseno mentre il piccolo aveva smesso di guardare gli occhi grigi del padre per concentrarsi sul seno materno.

Draco guardava estasiato la scena sorridendo a quella scena, lo faceva sempre senza rendersene conto gli occhi gli si illuminavano, il cuore batteva come un forsennato quello era il paradiso, loro due la sua unica ragione di vita.

-Draco, allora cosa devi dirci- chiese Hermione distogliendolo da quella visione.

Draco sollevò un poco il viso guardando sua moglie che con un dolce sorriso sul viso lo guardava incitandolo con un solo gesto del capo a parlare.

-Il colloquio è andato bene- disse senza smettere di guardare sua moglie che cambiò subito espressione.

-avevi detto che non avresti saputo niente prima di una settimana- lo rimbeccò Hermione, staccando Scorpius da un seno e ponendolo nell’altro subito dopo avergli asciugato la boccuccia.

-non lo sapevo nemmeno io, ma quando mi stavo...-

-No!- Lo interruppe la moglie spaventando anche il piccolino che Hermione si affretto a tranquillizzare con delicate carezze.

-non vorrai raccontarmi uno dei colloqui più importanti della tua vita in due parole, Malfoy- disse la riccia, Su! parti dall’inizio- finì Hermione.

Draco rise divertito, sua moglie era l’unica al mondo che voleva sapere per filo e per segno su tutto quello che capitava nei colloqui di lavoro.

Benché noiosi lei fosse interessata e anche per questa sua curiosità lui la amava.

-Allora, mi sono smaterializzato direttamente al ministero. Ho fatto tre passi e sono arrivato davanti alla fonte ed ho buttato una moneta- disse Draco mentre Hermione assottigliava lo sguardo.

-Malfoy, non fare il cretino raccontami dal momento in cui hai incontrato il ministro della magia ed evita la parte in cui tutte le impiegate del ministero sono svenute appena hanno visto il tuo culo-, disse piccata la Granger.

-gelosa- replicò Draco, mentre Hermione staccava il piccolo dal suo seno e si ricomponeva frettolosamente prima di aiutarlo a fare il ruttino.

La Granger sbuffò prima che il marito le prendesse nuovamente il piccolo Scorpius dalle mani.

-comunque-, disse ancora il biondo -sono arrivato al ministero e sono andato direttamente all’ufficio del ministro. Lì, sono stato accolto da lui in persona, mi ha fatto accomodare ed ha parlato.

Pare che gli siano arrivate moltissime voci sul mio lavoro e la dedizione al ministro della magia australiano. Frankie stesso gli ha parlato di me, in un congresso tra ministri in Italia lo scorso Dicembre e quando ha visto la mia domanda tra quelle dei candidati per il ruolo di responsabile del dipartimento internazionale-disse Draco tenendo la bomba fino all’ultimo.

Hermione trattenne il fiato anche il piccolo Scorpius non distoglieva gli occhietti vispi da quelli del padre.

-ha detto che mi vuole qui a Londra e che mia moglie, può far domanda per entrare anche lei al ministero se vuole. Sempre se fino il piccolo ometto non la tiene ancora tutta per se- concluse Draco.

Hermione mise una mano sulla bocca incredula.

-torniamo in Inghilterra- disse in un sussurro guardando suo marito che non riuscì a rimanere serio facendo comparire sul suo viso un grande sorriso. Quanto sorrideva da quando Hermione Granger era entrata nella sua vita.

-Torniamo a casa Scorpius- disse con voce più stridula ed entusiasta Hermione guardando il suo piccolino che la guardava estasiato.

-oh Draco- disse ancora saltando al collo del marito.

-oddio Draco...-ripeté euforica.

-sei felice amore?- chiese il biondo sentendo ancora le calde mani della sua donna attorno al collo.

-Grazie- disse ancora

-Non ho fatto nulla- rispose di slancio Draco.

-ho solo avuto fortuna-

Hermione si staccò di colpo.

-Sentimi bene Draco Malfoy- disse Hermione – tu non hai avuto alcuna fortuna, quello che hai lo hai ottenuto con i tuoi sforzi, solo grazie alle tue qualità- disse ancora Hermione.

Draco non riuscì a dire nulla tranne che a stringerla prepotentemente al suo petto, mentre Scorpius piangeva attirando l’attenzione.

-vieni qui- disse Hermione riprendendo il piccolo tra le braccia mentre Draco con un braccio stringeva le spalle di sua moglie e con l’altra, accarezzava la manina del piccolo despota della famiglia che ora si beava tra le braccia della sua mamma e le coccole del suo papà.

 Quella si che era una vita da sogno pensava Draco, una vita che se fosse stato ancora un codardo non avrebbe mai vissuto.

***

Passarono pochi giorni da quando Hermione fece visita ai Weasley alla tana e ancora meno ne passarono da quando la gazzetta del profeta annunciò che Draco Malfoy aveva accettato il posto vagante al dipartimento di cooperazione internazionale.

Ad annunciare l’arrivo al ministero del rampollo dei Malfoy fu lo stesso ministro della magia che era molto soddisfatto della cosa, in molti storsero il naso all’annuncio ma Draco in pochi giorni aveva già conquistato tutti soprattutto il panorama femminile del ministero che per il biondo aveva un occhio di riguardo, occhio che però il giovane non aveva per le suddette donne visto la sua splendida moglie.

Quella mattina Hermione decise di andare al ministero, quello era un giorno importante per uno dei membri della famiglia.

Si smaterializzò al ministero con braccio l’ovetto verde che conteneva il suo piccolo ometto, tutti gli occhi erano per lei, sapevano perfettamente chi era e nessuno disse mezza parola, ma nemmeno mezzo saluto., Hermione non se ne curò avanzò lentamente sui suoi tacchi da quindici centimetri e schiacciò il bottone che portava al piano superiore, il piano dove stava suo marito.

Arrivò al piano mentre varie donne facevano la spola nell’andito, Hermione ghignò divertita osservando la scena.

-vedi piccolino, ci sono tante signore che vogliono occupare il nostro posto nel cuore di papà-, disse Hermione guardando gli occhi grigi del suo principino.

Il piccolo Scorpius la guardò stranito agitandosi un poco, guardando la sua mamma con occhi curiosi.

-noi non vogliamo che papà si dimentichi di noi, giusto Scorpius?- disse ancora Hermione.

Il bambino mosse il capo, alle parole della sua mamma.

-allora sai cosa devi fare- disse ancora Hermione guardando il piccolo che appena sua madre smise di parlare, incominciò a piangere come un ossesso.

Draco uscì in un lampo dal suo studio sotto l’occhio divertito della moglie e quello perplesso delle donne che lo attendevano da chissà quanto tempo.

-ometto- disse Draco guardando Hermione che stringeva tra le braccia il loro bambino,

-sei diventato un allarme a commando- disse Draco guardando il suo bambino che con le manine toccava il viso del suo papà. Hermione passò il piccolo a Draco mentre cercava di mettere bene la tutina del piccolo Scorpius.

-amore, cosa dovevi dire al tuo papà- disse Hermione incitando il piccolo che ora era rapito dal naso di Draco.

-cosa dovevi dirmi ometto- lo incitò Draco.

-p...p.a... pa ..papà- Draco sbiancò e poi rise felice mentre il piccolo Scorpius continuava a dire-papa...papà... papaaaaaaaaaaa-

-oddio amore l’hai sentito-disse Draco guardando il suo piccolino dandogli una marea di baci sul visino.

-si Dra e per questo che siamo qui- rispose la moglie ricevendo anche lei tantissimi baci dal biondo.

-andiamo vi offro un gelato- disse Draco chiudendo con un colpo di bacchetta il suo ufficio, osservando con la coda dell’occhio il rosso che dall’altra parte dell’atrio aveva visto tutta la scena.

Draco passò un braccio intono alle spalle della moglie e ripose il piccolo nell’ovetto uscendo poi con la sua famiglia nelle strade di Diagon Alley.

-Fortebraccio- chiese Draco.

-ci puoi scommettere Malfoy, voglio il meglio, sai è per questo che ti ho sposato- disse Hermione.

-pensa te che ero convinto che fosse perché ero troppo bello e non sei riuscita a resistermi-

-quella è stata una conseguenza- rispose Hermione canzonandolo.

***

 

La sala del manor era avvolta nel silenzio, il piccolo Scorpius si era assopito da un oretta e anche James, il figlio di Harry e Ginny dormiva.

-Un Firewhisky, Potter- chiese Draco.

Harry alzò lo sguardo verso il biondo ex serpeverde.

-ho anche del vino elfico e della roba babbana,- Harry lo guardò perplesso a quella affermazione-,  mio padre ne va pazzo da quando mio suocero gli ha offerto alcuni intrugli babbani-si, affretto a chiarire Draco, stupendo ancora di più il capo auror.

-Draco, i babbani non fanno intrugli, sono delle ricette quelle-

-ok, Potter vuoi assaggiare delle ricette babbane. Ho della Vodka alla pesca, del Baileys Irish Cream, del Mirto dalla Sardegna, del Limoncello portato dai genitori di Blaise, poi... basta direi- disse il biondo girandosi ancora verso lo sfregiato.

-grazie preferisco del vino elfico- disse il moro sotto lo sguardo attento della rossa moglie.

-pensavo che ti volevi bere quegli intrugli babbani- disse Ginny mentre Hermione alzava gli occhi al cielo e Draco tratteneva una risata, lì non era l’unico a stranirsi sugli usi e consumi dei babbani.

-ecco- disse Draco offrendo il bicchiere a Harry, sedendosi poi affianco a sua moglie.

-volevo ringraziarvi per essere venuti a cena- disse ancora il biondo mentre Harry lo guardava stralunato, non era certo normale sentir Draco Malfoy ringraziare una delle persone che più detestava al mondo.

-è stato un piacere e James voleva vedere il piccolo Scorpius- disse Ginny sorridendo prima a Hermione e poi a Draco.

-si sembra che si piacciano- disse Draco.

-sono ancora toppo piccoli per affermare questo- disse Hermione tra poco incominceranno a litigare per i giochi, le squadre di quidditch e le case a Hogwarts e infine per le ragazze-dissero in coro Ginny e Hermione.

-Io e Malfoy abbiamo gusti opposti in fatto di donne-

-io e te, si Potter ma non io e i Weasley-disse Draco buttando giù tutto il Firewhisky che conteneva il suo bicchiere. Hermione divenne rossa come un peperone e Harry osservò la scena.

-allora Malfoy dovrai stare attento a tua figlia se mai ne avrai una perché sarà una dura lotta per conquistare il suo cuore-

Draco lo guardò divertito e poi rise.

-bella battuta Potter, bella battuta- disse il biondo.

***

Passato solo diciassette anni da quel giorno e di cose ne erano successe, Draco e Hermione erano ancora una coppia unita e affiatata.

Il bel biondo era diventato in poco tempo l’amato e rispettato Ministro della Magia, Hermione aveva conquistato le aule del ministero diventando una stimata Magiavvocato.

 Scorpius aveva superato i suoi MAGO brillantemente e ancora più brillantemente nascondeva a tutti la sua relazione segreta con una ragazza di un anno più piccola di lui. Il suo nome era Luna, anche se quello era solo il secondo nome della ragazza, capelli lunghi fino alla schiena lisci e vellutati di uno strano rosso ramato, occhi grandi e marroni e una carnagione bianca come la neve. Tutti, conoscevano quella ragazza che di nome faceva: Lily Luna Potter, figlia minore del salvatore del mondo.

Figlia adorata e super viziata che Harry cercava di nascondere all’universo maschile da quando era venuta al mondo, peccato che per la dolce e ingenua Lily, Scorpius Malfoy non avesse segreti, ma questo Harry Potter non l’avrebbe saputo, almeno non ancora.

 

 

 SPAZIO AUTRICE.

QUESTA è LA FINE "DELLA NOTTE", NON SO COME è VENUTA, SPERO VI PIACCIA.

COSì, ANCHE QUESTA STORIA SI CONCLUDE.

RINGRAZIO CHI L'HA COMMENTATA, MESSA TRA LE PREFERITE, SEGUITE E RICORDATE.

DOVEVA ESSERE UNA ONE-SHOT DI POCO CONTO, UNA TRISTE COME VENGONO A ME.

PERò, GRAZIE AL VOSTRO INCITAMENTO è DIVENTATA QUALCOSA DI PIù.

FORSE UNA BELLA STORIA DA RICORDARE.

PERCHE SE C'è L'AMORE NON SI DEVE MAI SMETTERE DI LOTTARE PER PORTARLO AVANTI, PERCHè L'AMORE PORTA AMORE E FELICITà E DRACO E HERMIONE SONO L'ESEMPIO.

KISS.

 

 

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