Alice in wonderland

di Foxygiu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***
Capitolo 4: *** 3. ***
Capitolo 5: *** 4. ***
Capitolo 6: *** 5. ***
Capitolo 7: *** 6. ***
Capitolo 8: *** 7. ***
Capitolo 9: *** 8. ***
Capitolo 10: *** 9. ***
Capitolo 11: *** 10. ***
Capitolo 12: *** 11. ***
Capitolo 13: *** 12. ***
Capitolo 14: *** 13. ***
Capitolo 15: *** 14. ***
Capitolo 16: *** 15. ***
Capitolo 17: *** 16. ***
Capitolo 18: *** 17. ***
Capitolo 19: *** 18. ***
Capitolo 20: *** 19. ***
Capitolo 21: *** 20. ***
Capitolo 22: *** 21. ***
Capitolo 23: *** 22. ***
Capitolo 24: *** 23. ***
Capitolo 25: *** 24. ***
Capitolo 26: *** 25. ***
Capitolo 27: *** 26. ***
Capitolo 28: *** 27. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Aspettai tre minuti camminando avanti e indietro per la stanza, con lo stomaco in subbuglio... come tutte le sere da un po’ di tempo a questa parte. Mi avvicinai lentamente al lavandino e guardai. Positivo.

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Capitolo 2
*** 1. ***


Il lavoro alla tavola calda e’ molto faticoso, ma va gia’ bene cosi’! In realta’ credo di aver fatto pieta’ a Lou, subito, appena entrata nel suo locale: una sedicenne con una bambina appena nata al collo, senza un soldo e senza un posto dove andare. Lou e Louise, quei due mi hanno praticamente adottato: avevano perso la figlia per la droga poco prima che io entrassi nel locale, e quando mi hanno visto piangere silenziosamente si sono avvicinati con una tazza di caffe’, una fetta di torta foresta nera enorme e una tazza di latte per la piccola. Da quella sera, 2 anni e mezzo fa, abito nel loro appartamento sopra il locale, lavoro con loro e mi aiutano con Alice, il mio angelo. La mattina apro io il locale, mentre Alice dorme ancora e Louise la tiene d’occhio mentre sistema casa. Lei e Lou hanno persino adibito una parte del loro piccolo ufficio sul retro con un piccolo tavolino e alcuni giocattoli, cosi’ mentre io sono qui a servire caffe’ e hamburger ai clienti del locale la mia bambina e’ a pochi passi da me ed io sono tranquilla. Non so come potro’ mai sdebitarmi con loro, perche’ oltre ad avermi dato un posto dove vivere, mi fanno anche da babysitter alla sera, quando vado a lavorare al night come barista/cameriera, per due sere la settimana e come ballerina in un altro locale per altre due sere.

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Capitolo 3
*** 2. ***


La sera prima erano finalmente arrivati a Seattle, dopo un viaggio a dir poco allucinante. Si sarebbero fermati in citta’ per qualche giorno per ripigliarsi, dopo i 2 concerti al “Credence”, ragione per cui erano dovuti arrivare fin li’. Per fortuna la mamma di Duff li avrebbe ospitati (e sicuramente rifocillati...) per quei giorni.

 

Slash si era svegliato presto quella mattina: essere a casa Mckagan significava comportarsi bene... e quindi niente sballo la sera prima, e cio’ comportava che i suoi ritmi fossero quelli di un “bravo ragazzo”: alle 8 del mattino era gia’ in piedi.

Usci’ dalla camera che aveva diviso con Duff e si mise a girare per casa: mamma mia quante foto. Una in particolare catturo’ la sua attenzione: era una foto in bianco e nero del suo amico che rideva all’obiettivo della macchina, con le braccia allungate che sembrava volessero prendere chi stava facendo la foto. Il suo amico faceva un gran colpo sulle ragazze, quasi tutte rimanevano ammaliate da quegli occhi verdi da gatto e dal suo sorriso sghembo. E di questo, quel gran scopatore se ne approfittava sempre... Non aveva mai visto il biondo con quella espressione rilassata sul volto e quella foto, con quel gioco di chiaro-scuri, era davvero bella.

Li’ vicino vide altre foto: in una in particolare, il suo amico era inconfondibile anche se nella foto avra’ avuto al massimo 3-4 anni, la guardo’ e sorrise. Anche Duff come lui, veniva da una famiglia solida, sicuramente con molti casini, ma dove l’amore regnava.

Preso da nostalgia per sua madre e casa sua, decise di uscire o sarebbe diventato troppo sentimentale... e questo non poteva succedere assolutamente: lui era il cazzuto chitarrista dei fottuti Guns ‘n Roses!

 

Inizio’ a camminare per strada, girovagando senza meta: non era mai stato a Seattle prima e quindi non aveva la minima idea di dove stesse andando.

Vide una tavola calda aperta e decise di entrare: nonostante fosse giugno, Seattle era bagnata da una delicata pioggerellina che gli stava facendo marcire anche le ossa.

Si sedette al bancone e una bella ragazza gli si avvicino’ mentre lui stava guardando il menu’.

“Caffe’? E’ appena fatto...” Slash alzo’ gli occhi e si trovo’ perso in due occhi blu, profondi come il mare.

“Grazie dolcezza, ma a dire il vero, non ho un centesimo...se vuoi pago in natura” disse, facendole l’occhiolino. La ragazza scoppio’ a ridere.

“Megan” disse semplicemente allungando la mano.

“Soul, ma tutti mi chiamano Slash, ma, tesoro... tu puoi chiamarmi come vuoi!” disse Slash sorridendole sornione.

“Straniero: non c’e’ trippa per gatti...” disse Megan.

“Hey dolcezza, dovevo almeno provarci sai... ne va della mia reputazione altrimenti!” la ragazza scoppio’ a ridere.

Verso’ il caffe’ in una tazza, la diede a Slash, si allontano’ un attimo dal bancone e torno’ con una enorme fetta di torta foresta nera. La mise davanti al ragazzo e disse semplicemente “Offre la casa”. In quel locale non si era mai rifiutato a nessuno un caffe’ e una fetta di torta... nemmeno a lei.

Slash ringrazio’ e, mentre mangiava la fetta di torta, guardo’ la ragazza sistemare il locale. Si rese conto di essere l’unico cliente in quel momento.

Megan fini’ di sistemare, torno’ dietro al bancone, prese una tazza di caffe’ e si posiziono’ davanti al ragazzo.

“Non sei di Seattle, vero?”

“No, sono arrivato ieri sera con la mia band da LA, tesoro, e stasera abbiamo un concerto. Che ne dici di venirci a sentire? Secondo me ti piacerebbe la nostra musica... e almeno potrei sdebitarmi offrendoti una birra... o qualcos’altro...”

“Grazie Slash, mi piacerebbe molto: saranno almeno 3 anni che non vado piu’ a un concerto....” disse facendosi seria “ma stasera lavoro, e non posso piu’ permettermi di essere spensierata come prima...” e affondo’ con i suoi pensieri nella tazza di caffe’.

“Mammaaaaaaa!” un angioletto dai capelli biondi e gli occhi verdi arrivo’ in quel momento da dietro il bancone.

“Ciao pulcino!”

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Capitolo 4
*** 3. ***


Megan fece sistemare la bambina su uno sgabello al bancone e mentre le preparava la colazione, ascoltava la piccola che le raccontava i sogni che aveva fatto durante la notte.

“Mamma, la zia Louise ha detto che oggi pomeriggio mi porta al parco se non piove!”

“Va bene... Ma guai a te se le scappi ancora: l’ultima volta le hai quasi fatto venire un infarto... Prometti che farai la brava?” la ammoni’ Megan.

La piccola guardo’ la mamma con una faccia sorniona, le fece un gran sorriso e rispose “Promesso”.

Si volto’ verso Slash e disse “Ciao. Io sono Alice. Tu chi sei?”

“Io sono Slash, piccolina...” scompigliandole i capelli con delicatezza.

Guardando la piccola, Slash ebbe una sensazione strana, ma come era venuta improvvisa, la sensazione svani’ subito, e il riccio con un’alzata di spalle si concentro’ di nuovo sul caffe’ e sulla ragazza.

Quando la piccola ebbe finito la colazione, Megan la spedi’ a giocare al piano di sopra.  Slash guardo’ Megan “Posso chiederti quanti anni hai? Mi sembri cosi’ giovane per avere una figlia...”

“Ho 19 anni, Alice, il mio angioletto, ne ha 3... sai fare i conti Slash?” rispose acida Megan e sorrise amaramente... “Scusami, si’ in effetti l’ho avuta che avevo appena 16 anni... un po’ giovane in effetti...”

“Beh, diciamo che non sei stata con le mani in mano dolcezza!” disse Slash ridendo. “Che strano, mi e’ passata tutta la voglia di farmela...staro’ mica diventando frocio?

“E... il padre di Alice? dov’e’?” chiese Slash timidamente incuriosito.

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Capitolo 5
*** 4. ***


Megan alzo’ lo sguardo sul ragazzo riccioluto, solo a Lou e Louise aveva raccontato la sua storia, ma lo sguardo del ragazzo, cosi’ dannatamente sincero, le fece venire voglia di parlare.

“Ok, straniero. Ti raccontero’ la mia storia... in cambio di una sigaretta...” si giro’ e riempi’ di nuovo le tazze di caffe’.

Slash prese due sigarette, le accese e ne passo’ una alla ragazza che sorrise.

“Ero la figlia di un noto giornalista di Seattle, mia madre mori’ che avevo 14 anni per una malattia. Ero sempre stata la brava bambina perfettina: sempre educata, vestita e pettinata in modo decoroso, brava a scuola... insomma una palla mostruosa... La morte di mia madre mi sconvolse a tal punto che iniziai a ribellarmi a tutto e tutti... soprattutto a mio padre. Cosi’ alla fine, a 14 anni e mezzo, scappai di casa. Io la principessina che aveva vissuto nel lusso fino a quel momento, mi ritrovai a vagare di notte per la citta’ e senza rendermene conto arrivai in una zona non troppo raccomandabile. Mi si avvicinarono due tipi e iniziarono a darmi fastidio... cercai di liberarmi ma erano troppo forti per me...stavo nel panico totale quando un punk coi capelli di tutti i colori di avvicino’ e non so come riusci’ a liberarmi e a farli scappare. Lo ringrazi e feci per andarmene, ma lui mi fermo’...Non lo avevo riconosciuto, ma era un ragazzo che aveva frequentato la mia scuola. Lui invece mi aveva riconosciuto. Mi chiese cosa facessi li’ da sola, se volevo che mi riaccompagnasse a casa. Io gli dissi che ero scappata. Scoppio’ a ridere. Mi mise un braccio sulla spalla e mi disse che mi avrebbe ospitato lui per quella sera. Puoi immaginare quello che successe dopo... l’unica notte divenne qualche mese, vivevamo insieme, stavamo insieme. Una notte, mentre stavamo dormendo, la porta dell’appartamento, in cui vivevo col mio di forza e mi portarono via. Mi riportarono a casa di mio padre, che si ritrovo’ con una figlia quindicenne ribelle e punk. Mio padre sporse denuncia nei confronti del mio ragazzo: io ero minorenne, diceva, quel punk si era approfittato di me, era tutta colpa del ragazzo. Dopo un paio di settimane scopri’ di essere incinta. Il vecchio voleva farmi abortire immediatamente. Alla fine facemmo un patto: io sarei andata via da Seattle, in un collegio per ragazze nella mia situazione che mio padre avrebbe scelto, avrei finito la scuola, avrei partorito, avrei dato in adozione il bambino e sarei andata all’universita’ lontano da Seattle, magari in Europa...tutto come voleva mio padre, a patto che lasciasse stare Tramp, il mio ragazzo. Mio padre accetto’. Il giorno dopo fui portata immediatamente via da Seattle. Per farla breve, quando partorii Alice e la vidi negli occhi la prima volta, capii che non potevo darla in adozione e decisi che mio padre non l’avrebbe avuta vinta: scappai dal collegio appena Alice fu un briciolo piu’ grande e tornai a Seattle per cercare Tramp. Ma non lo trovai piu’... entrai in questa tavola calda, bagnata, affamata e stanchissima con una bambina di un mese e mezzo al collo... Lou e Louise, i padroni di questo posto si intenerirono e da allora sono qui’. Alice e’ una fonte infinita di gioia e non ho mai rimpianto la scelta che ho fatto... solo che lavoro qui per aiutare Lou e Louise, glielo devo, ma devo fare anche altri lavori per raccimolare un po’ di soldi... l’unico mio rimpianto e’ che non sono riuscita a dire a Tramp che ha una figlia” disse abbassando lo sguardo e sorridendo amara. Una singola, grossa lacrima le rotolo’ sul volto. Slash, gliela asciugo’ con le dita e le accarezzo’ la guancia.

“Wow, tesoro” fu tutto quello che il moro riusci’ a dire.

Megan sorrise “Gia’ Slash... Wow!”

In quel momento entrarono dei clienti e Megan si ricompose e li ando’ a servire.

Slash guardo’ l’orologio appeso alla parete... cazzo era uscito 5 ore prima senza dire niente a nessuno... e dovevano andare al locale per fare le prove.

“Megan devo scappare, ho le prove per il concerto adesso! Grazie per la torta e per il resto... spero proprio di rivederti ancora, dolcezza!”

“Beh straniero, direi che tu sai dove trovarmi!” gli sorrise e istintivamente si avvicino’ al riccio e gli diede un bacio sulla guancia “Grazie, mi e’ servito parlare con te!” disse sottovoce, in modo che solo lui sentisse.

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Capitolo 6
*** 5. ***


Slash riusci’ a ritornare a casa di Duff... per culo o per qualche santo in paradiso, ma ce l’aveva fatta.

Arrivato a casa McKagan fu investito da improperi di vario genere e da una raffica di domande.

“Brutto cazzone! si puo’ sapere dove cazzo ti eri cacciato?” disse il biondo peloso.

“Hudson ma ti rendi conto che siamo qui per il concerto e non in vacanza?” disse il moro.

“Amico: e’ meglio che tu abbia una buona scusa per il ritardo, questa volta, stronzo!” disse lo spilungone biondo.

“Hudson: sei semplicemente una testa di cazzo!” disse il rosso.

“Hey, fratelli! Pace e amore!” disse Slash imitando gli hyppi con le due dita alzate.

“Allora. Per rispondere a Steven e Duff: sono stato in compagnia di una splendida ragazza. Si, Izzy, lo so che siamo qui per sfondare. E Axl: mai quanto te!”

“Brutto stronzo! Ma e’ possibile che trovi gambe aperte ovunque tu vada???? Ma come cazzo fai?” Rise Steven, il biondo peloso.

“Ah si’, stronzo? Com’e’? Me le sono gia’ scopate tutte qua... magari ti posso dare consigli su cosa le piace!” Disse Duff McKagan, lo spilungone biondo, ridendo.

“Coglione, questa non e’ il tuo tipo, Duff... E’ una fata raffinata e rossa... decisamente il tipo che tu eviti come la peste!” rispose Slash. Duff guardo’ il riccio, divenne momentaneamente serio e solo Izzy, il moro, si rese conto del rapido cambiamento di umore dell’amico... ma non disse una parola.

 

Stavano avendo una pausa dalle prove: erano stati grandi, l’energia interna alla band sarebbe esplosa sul palco quella sera!

Duff prese una birra, si accese una sigaretta e usci’ al sole pomeridiano, sedendosi con la schiena appoggiata al muro del locale. Era assorto nei suoi pensieri e non si accorse che Izzy era in piedi accanto a lui “Posso?”

A Duff andarono di traverso birra e fumo per lo spavento. Izzy diede dei colpi alla schiena dell’amico ridendo come un matto “Cazzo, Stradlin, vuoi farmi morire?”

Izzy rise e si sedette vicino all’amico... “Tutto bene?”

“Si’, adesso si’...”

“Non mi riferivo a quello...”

“Cazzo dici, Stradlin? Non ti capisco!”

“Duff, e’ da stamattina che ogni tanto parti nel tuo mondo, che improvvisamente diventi serio o che ti vedo sorridere ebete... Da quando Slash ha detto che la ragazza di stamattina non e’ assolutamente il tuo tipo...”

“Izzy, ma che cazzo dici? Lo sai che sono tutte il mio tipo!” Disse cercando di deviare il discorso...

“Vaffanculo McKagan! Dormiamo, beviamo, ci droghiamo e scopiamo tutti nello stesso posto: cosa credi che non veda che tu non hai mai portato una rossa a casa?”

“Magari non mi piacciono... Izzy, che cazzo te ne frega? Che differenza fa se non mi scopo le rosse? Cos’e’ mi vuoi far accasare con una rossa per caso?”

“No amico, dico solo che e’ strano: come hai detto tu, tutte sono il tuo tipo... tutte tranne le rosse, e alcune delle rosse che ti hanno girato intorno era dei pezzi di gnocca allucinanti che avrebbero arrapato un santo, e tu le hai decisamente schifate per buttarti su scialbe ragazzette.”

“Senti torniamo dentro, va bene?” a Duff non piaceva per niente quel discorso.

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Capitolo 7
*** 6. ***


Megan era nella cucina dell’appartamento e stava giocando con Alice, guardo’ l’orologio. “Cazzo, e’ gia’ ora di andare... stasera non ne ho proprio voglia... vorrei stare a casa a giocare con la mia splendida bambina” penso’ accarezzando il viso della piccola, che stava giocando con delle tazzine da caffe’.

“Amore della mamma, e’ ora di andare a letto, su!”

“Nooooo, daiiii ancora 5 minuti, per favore!!!!!”

Megan sorrise “tiratardi come suo padre...”

“Scimmietta, la mamma deve andare al lavoro adesso...”

“Nooooo, gioca con meeee, daiiiii”

“Cucciolotta domani sono tutta tua e ti prometto che andremo al parco a giocare o ovunque tu voglia andare, ok? Ma adesso fa la brava e vai a nanna, e non far arrabbiare la zia Louise, promesso?”

“Vaaaa beneee... ma mi porti il gelato quando torni? daiiiiii!”

“Vedro’ quello che posso fare, tesoro della mamma”

Megan riusci’ a convincerla ad andare a letto, si mise la divisa del locale (jeans chiari abilmente strappati sotto al sedere e sulle ginocchia, top nero a fascia senza spalline elasticizzato e texani rosso fuoco). Si infilo’ il chiodo, prese la borsa e si avvio’ verso il “Credence”.

Camminando verso il locale si fumo’ una sigaretta, l’unico vizio che le era rimasto... assieme a qualche goccetto di whisky a fine serata al locale, con Matt (il suo capo) e le altre ragazze che lavoravano con lei.

 

Arrivo’ al locale e saluto’ Matt “Ciao bello! Tutto bene?”

“Ciao splendore, tutto ok! e tu e la piccola?”

“Tutto bene, grazie!” si tolse la giacca e la borsa e si riavvicino’ al bancone dando una occhiata al locale. All’improvviso si rese conto che il palco era pieno di strumenti “Ehy Matt, abbiamo un concerto stasera?”

“Si’ Megan, un gruppo punk/rock di LA. Anzi a proposito, c’e’ bisogno di un paio di ragazze che stiano dietro ai musicisti...”

“Ehhh? In che senso Matt?”

“Ma no, tesoro, che cosa hai capito? Stare dietro nel senso che a fine concerto bisogna portare da bere e da mangiare... sono abbastanza ridotti male quei cinque... gli daro’ tutto quello che chiedono gratis, non li pago, ma lo sai che non sono taccagno”

“E io cosa c’entro, scusa?”

“Tu e Claire siete le uniche due che hanno le rotelle sufficientemente a posto per tenere testa a quei 5 scalmanati, tesoro. Per cui, l’onore di servire i grandi musicisti spettera’ a voi! A Claire l’ho gia’ detto... adesso riposati fino alla fine del concerto... temo che avrai una lunga notte di lavoro dopo...” disse sorridendo.

“Ok, grazie Matt!”

Megan ando’ a fumarsi un’altra sigaretta con Claire e si misero a chiacchierare sul divano nel retro del bar. Intanto, il concerto inizio’ e da li’ le due ragazze si godettero la musica ballando liberamente come sceme e ridendo.

“Oddio Claire, che spasso! Era da un casino che non mi divertivo piu’ cosi’!!!”

“Meggi, dovresti farlo piu’ spesso! In fin dei conti se chiedessi a Louise di tenerti la bambina ogni tanto, non credo che le dispiacerebbe! Dai, tesoro, sei una madre certo, ma hai solo 19 anni in fondo, hai bisogno di divertirti un po’ anche tu!”

“Si, forse hai ragione... sai mi e’ piaciuta un casino questa musica”

“A chi lo dici, dolcezza! E magari sono pure fighi” disse Claire strizzando l’occhio a Megan che rise. “Speriamo solo che non siano delle spocchiose teste di cazzo” disse Megan.

“Dai, rossa! Si va in scena!”



Ehm, scusate... Questa e' la mia prima fanfiction... Ma vi piace almeno un pochino????

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Capitolo 8
*** 7. ***


Uscite dalla stanza, si diressero da Matt che indico’ loro il tavolo dei musicisti. Claire si avvicino’ al tavolo con il blocchetto e la penna per prendere le ordinazioni, sorrise ai 3 ragazzi seduti al tavolo e chiese se volessero aspettare gli altri per ordinare.

“No dolcezza, ho una sete da morire... portaci 5 birre e una bottiglia di Jack Daniels ,tesoro, subito!” disse un rosso a Claire dandole una pesante manata sul sedere.

Claire alzo’ gli occhi al cielo e si allontano’ guardando l’amica... inizia bene la serata.... penso’ ironicamente Claire.

Megan intercetto’ lo sguardo di Claire e capi’ al volo “spocchiose teste di cazzo, ricevuto!”.

Prepararono le birre, i bicchieri e la bottiglia di Jack Daniels, sui vassoi e si avvicinarono al tavolo della band.

I 3 avevano gia’ “fatto amicizia” con delle ragazze che erano al concerto, e che ora guardavano i 3 assorte come se avessero visto la Madonna, e si lasciavano fare di tutto dai ragazzi.

Megan e Claire arrivarono al tavolo, Claire stette alla larga dal rosso... le stava proprio sul cazzo: prima le aveva toccato il culo, l’aveva trattata come se fosse una schiava al suo servizio e adesso, mentre baciava e leccava la tipa che gli si strusciava addosso, la guardava arrapato...ma cosa voleva quello?

Claire e Megan erano molto amiche e la loro complicita’ era leggendaria. Magan capi’ al volo: avrebbe servito lei lo stronzo rosso... a lei non faceva nessun effetto.

 Appoggiato tutto il contenuto del vassoio sul tavolo fece per girarsi e si scontro’ contro un corpo marmoreo.

“Megan?” disse una voce famigliare con aria alquanto stupita.

“Slash! Straniero, che ci fai qui?”

“Beh, dolcezza ho appena finito un concerto che ha spaccato di brutto in questo posto!” le disse strizzandole l’occhio. Slash si accorse di avere ancora le mani sui fianchi della ragazza e istintivamente le tolse “Ok e’ ufficiale... sto diventando frocio...”.

“E tu? Che ci fai qui?”

“Io ci lavoro qui, Slash”

Slash la guardo’ sornione “Speravo ti fossi trasformata in una grupie assatanata...”

“Slash, non....”

“Lo so, lo so, non c’e’ trippa per gatti” Megan sorrise.

“Ehy straniero, sul tavolo ci sono le birre e Jack Daniels. Offre tutto la casa.” Sorrise al moro facendogli l’occhiolino. Poi si volto’ verso gli altri “Ragazzi cosa vi porto da mangiare?”

“Per me un cheeseburger con tante patatine” disse Steven.

“Fai cheeseburger per tutti e una valanga di patatine” intervenne Axl.

“Ok, allora 4 cheeseburger con una montagna di patatine, perfetto”

“5 cheeseburger, Megan, e uno con doppio formaggio... Topo Gigio e’ ancora sotto la doccia” disse Slash. Megan sorrise e si allontano’ con le ordinazioni.

Appena Megan si fu allontanata dal tavolo, Izzy parlo’ “Ehy fratello, non hai esagerato  stamattina, quando dicevi di aver incontrato una fata! E lei, vero?” Slash fece un cenno affermativo col capo mentre si scolava la birra.

“Cazzo, che tette e che culo!” disse Steven.

“Popcorn, se non avessi ragione ti prenderei a calci in culo... quella e’ troppo per te!” disse il rosso.

Duff arrivo’ dopo essersi fatto una doccia, su di giri per l’adrenalina dello show per le birre bevute. Tutti erano seduti spalle al muro, addocchiando le ragazze in giro, e l’unico posto rimasto libero precludeva la vista della sala, ma Duff si sedette senza pensarci. Si scolo’ la birra tutta d’un fiato.

In quel momento arrivo’ Claire con i cheeseburger e li appoggio’ sul tavolo. Duff la blocco’ per il polso e si sporse all’indietro per guardarla “Dolcezza, portacene altre, per favore”.

Claire annui’ e torno’ al bancone. “Megan per favore, porta altre birre alla band mentre vado a vedere se le patatine sono pronte.”

“Ok” Megan riempi’ i boccali, li sistemo’ sul vassoio e si avvio’ verso il tavolo.

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Capitolo 9
*** 8. ***


Megan arrivo’ al tavolo e vide che l’ultimo componente si era unito al gruppo. Ebbe una strana sensazione alla bocca dello stomaco, ma non ci fece caso.

Appoggio’ il vassoio sul tavolo e inizio’ a depositare i boccali pieni e a prendere quelli vuoti “Ecco le birre, ragazzi”.

Senti’ che il ragazzo biondo si alzava in piedi facendo cadere la sedia su cui era seduto. Si giro’ verso di lui e spalanco’ gli occhi rimanendo pietrificata.

“Lady?”

“Tramp?”

Istantaneamente Duff abbraccio’ la ragazza e la bacio’ con passione... e Megan si ritrovo’ con le braccia strette al collo di lui e le gambe agganciate attorno al bacino del biondo, baciandolo con altrettanta passione.

I 4 ragazzi rimasero un attimo schoccati da quella visione. Ma si ripigliarono alla svelta e iniziarono a incitare i due che continuavano a baciarsi, come se da quei baci dipendesse la loro vita.

“Slash, ho come l’impressione che andrai in bianco, amico! Questo stronzo non conosce il diritto di precedenza: diglielo che l’hai puntata prima tu!” Disse Axl, mentre le bocche di Megan e Duff si staccavano, rimanendo comunque abbracciati.

A quelle parole, Megan si giro’ di scatto verso il riccio e lo guardo’ con occhi terrorizzati “Oh mio Dio! Lui sa di Alice...

Slash stava guardando la scena dei baci, quando improvvisamente il visino di Alice gli venne in mente, seguito immediatamente da quello di Duff nella foto che aveva visto la mattina in casa McKagan... quella di Duff bambino: erano identici! “Cazzo e’ sua figlia!” penso’ e intanto i suoi occhi ebbero un lampo di comprensione improvviso e vedendo lo sguardo terrorizzato di Megan capi’ di aver fatto centro. Assolutamente...

Izzy guardo’ l’amico e la ragazza che si guardavano e si rese conto che sotto c’era dell’altro... qualcosa di grosso.

Megan si stacco’ da Duff “Come... come stai?”

“Bene, principessa... E tu? Aspetta... ma, cosa ci fai tu qui? Avevo sempre immaginato che fossi tornata alla tua vita perfetta e che adesso fossi in una prestigiosa universita’... non certo di nuovo a Seattle a fare la cameriera!”

“Sono ritornata qualche tempo fa...”

“E quello stronzo di tuo padre? Come l’ha presa?”

“Non... non lo so, in realta’... non lo vedo da diverso tempo” disse evasiva. “Scusami, devo tornare al lavoro adesso. Ci becchiamo McKagan”

“Certo Stevens” sorridendo felice e dandole una carezza sulla guancia.

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Capitolo 10
*** 9. ***


Megan torno’ al bancone completamente sconvolta... in preda ad un attacco di panico da manuale.

Claire aveva visto tutta la scena da lontano “Tesoro sono d’accordo che il biondo e’ un gran pezzo d’uomo... ma non avrei immaginato che tu fossi cosi’ tanto repressa da saltargli al collo senza nemmeno averci parlato un attimo” disse scherzando all’amica.

“Claire... e’ lui... e’ Micheal... il padre di Alice...” riusci’ a dire a fatica per la sensazione di essere strangolata, tipica dei suoi attacchi di panico.

“Oh mio Dio, prendi bevi questo svelta!” disse Claire versandole (e versandosi) una generosa dose di vodka. La bevvero tutta d’un fiato.

Dopo qualche minuto, Megan si senti’ toccare la spalla, prese un lungo respiro e si volto’.

Pensando di trovarsi davanti ancora Duff, rimase stupita nel vedere Slash.

“E’ lui, vero? Il padre di Alice e’ lui? E non negarlo, perche’ sono identici!” chiese il riccio.

Megan abbasso’ lo sguardo e si mise silenziosamente a piangere “Si’”.

Slash l’abbraccio’ e insieme a Claire cercarono di calmarla. Dopo un altro paio di bicchieri di vodka, tre di gin e 2 birre (a testa...) la situazione di Megan miglioro’ quel tanto che bastava per riprendere il lavoro.

 

Duff era sotto shock. Non aveva mai pensato di rivederla... e a dirla tutta nemmeno che lei gli facesse ancora quell’effetto. Era sempre stato cosi’: bastava che i loro occhi si incrociassero e si ritrovavano abbracciati a baciarsi ovunque...era come se fossero due meta’ che dovevano unirsi per formare un intero...

Vide Slash abbracciare la ragazza e fu colto da un moto di gelosia improvvisa e cieca, si alzo’ in piedi di scatto e strinse i pugni, ma Izzy lo prese per un braccio e lo trascino’ fuori dal locale “Vieni fratello, qui serve una boccata d’aria!”. Duff si fece trascinare fuori senza opporre resistenza ma continuando a tenere gli occhi fissi su Megan.

Izzy accese due sigarette e ne passo’ una all’amico “E per lei che non ci sono rosse nella tua vita, vero?”

“Come cazzo hai fat... Cosa cazzo dici Izzy?”

“Ehy McKagan, non fare lo stronzo con me: e’ con Izzy che stai parlando, fratello...”

Duff si volto’ verso l’amico, pensando di dirgli di non rompere i coglioni: era tutto il giorno che scassava il cazzo facendo lo psicologo da quattro soldi. Ma quando si trovo’ gli occhi di Izzy addosso, gli usci’ ben altro dalla bocca.

“Si’ Izzy, e’ per lei... Le ho promesso tempo fa che sarebbe stata l’unica rossa della mia vita. Da quando se n’e’ andata non ho mai incontrato nessuna che mi facesse stare bene come lei... e sto continuando a mantenere una stupida promessa del cazzo... fatta 4 anni fa alla ragazza che amo e con cui vivevo. Contento adesso?”

Izzy diede una pacca sulla spalla. “Coraggio amico!” Disse semplicemente Izzy, non insistendo sul fatto che Duff aveva usato il presente, dicendo che amava Megan.

“Ah, Duff... non fare scenate a Slash... sai credo che il riccio non sia interessato a lei in quel senso, amico!... e se vuoi saperla tutta, secondo me c’e’ dell’altro sotto...”

Duff guardo’ perplesso l’amico, ma fece un cenno d’assenso: Izzy aveva uno strano sesto senso per le cose... e difficilmente si sbagliava.

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Capitolo 11
*** 10. ***


Rientrarono nel locale e tornarono al tavolo, dove Megan e Claire stavano portando altre bicchieri e bottiglie di alcolici.

Duff e Megan non si parlarono piu’ quasi per niente durante la serata, solo “Ecco la birra” o “Grazie”, ma i loro occhi si cercavano in continuazione.

Izzy e Slash continuavano a guardarli, Slash inizio’ a pensare che quei due e la loro bambina formavano proprio un bel quadretto... e li guardava sorridendo. Izzy spostava lo sguardo dalla coppia a Slash... non riuscendo a capire che cazzo sapesse il riccio da farlo sorridere in quel modo.

 

Ad un certo punto la musica nel locale cambio’ e iniziarono i lenti.

Duff si alzo’, ando’ da Megan, le prese la mano e la porto’ sulla pista senza dire una parola ma fissandola negli occhi senza staccare mai il contatto visivo che si era formato tra i due.

Le note di “Still loving you” degli Scorpions risuonavano nell’aria e i due piu’ che ballare ondeggiavano sulla pista, i corpi attaccati e fissandosi negli occhi senza smettere di accarezzarsi le schiene e le braccia.

“Dove sei finita tutto questo tempo, Lady?” le sussurro’ il biondo avvicinandosi al viso della ragazza.

“Tramp... non e’ il momento giusto adesso... prometto che te lo diro’...” rispose Megan ipnotizzata dagli occhi di Duff e persa tra le sue braccia.

“Ma...”

“Ti prego... non adesso...” e alzandosi sulla punta dei piedi bacio’ dolcemente Duff, che rispose al bacio. Continuarono a ballare baciandosi per tutta la canzone... e anche per tutte le successive.

 

Ormai erano rimasti solo i ragazzi della band, e Matt non si incazzo’ per niente vedendo quella scena. Rimase solo un po’ spiazzato dal comportamento di Megan: da lei non se lo sarebbe mai aspettato.

Claire era seduta vicino ad Axl: alla fine era capitolata, scossa fin nel profondo da quegli occhi verdi. Axl la bacio’ con trasporto e Clair penso’ che se non fosse stata seduta con quel bacio le sarebbero cedute le ginocchia di sicuro. Si scuso’ con Axl e ando’ da Matt.

“Ehy capo, che dici possiamo chiudere adesso? Avrei un certo impegno io...”

“Si’ certo, dico ai ragazzi che si chiude, cosi’ sistemiamo il tavolo e poi potete andare... Ehy Claire, che succede a Megan? Non l’ho mai vista comportarsi cosi’ prima d’ora...”

Claire si avvicino’ a Matt e sottovoce rispose “Matt, quello e’ il suo Micheal... il padre di Alice...” Matt strabuzzo’ gli occhi “COSAAAA? QUELLO E’ IL P” Claire gli ficco’ una mano sulla bocca “Matt, cazzo...” “Non glielo ha ancora detto????” “No, sta aspettando il momento giusto credo...”

“Ok, cazzo che situazione assurda... Ah Claire, direi che domani sera avete entrambe la serata libera per godervi il secondo concerto dei Guns... direi che ve lo siete meritato!”

“Grazie Matt, sei un tesoro!” Claire rispose al capo e gli diede un bacio sulla guancia.

 

“Ragazzi, si chiude!” disse Matt ai 3 ragazzi seduti al tavolo. Steven era gia’ sparito con una ragazza... I ragazzi della band si alzarono salutarono Claire e andarono verso Duff.

“Amico, e’ ora di andare...” disse Izzy, mettendogli una mano sulla spalla.

Duff guardo’ Megan negli occhi, le diede un bacio in fronte e si stacco’ da lei andando con gli amici.

Fuori dal locale Duff si accese una sigaretta, guardo’ il cielo stellato e decise che avrebbe aspettato la sua Lady...

“McKagan non torni a casa dalla mammina?”

“No Rose... ho un conto in sospeso con qualcuno che sta qui dentro... E tu?”

“Idem, fratello” e si accese una sigaretta.

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Capitolo 12
*** 11. ***


Slash e Izzy si avviarono verso casa McKagan, per fortuna la mamma di Duff li avrebbe ospitati durante la loro permanenza a Seattle.

Stavano fumando in silenzio, quando Izzy non ce la fece piu’ “Cosa c’e’ sotto, Slash?”

“Stradlin, di che stai parlando?”

“Andiamo, non fare lo stronzo... quella Megan e’ esattamente il tuo tipo, e invece non ci hai nemmeno provato e anzi sembri quasi contento che lei e Duff passino la notte insieme...”

“Che ci vuoi fare amico... mi piacciono i lieto fine...”

“Senti, lo sai anche tu che Duff non riesce mai ad innamorarsi seriamente di qualcuna... alla fine le allontana comportandosi da cazzone. Ma stasera mi ha confidato che e’ effettivamente per lei che non si scopa mai le rosse o che le allontana subito, perche’ e’ ancora innamorato di lei, non l’ha mai dimenticata... Ma ho anche visto che tu e quella rossa vi siete guardati all’inizio e lei era terrorizzata, mentre tu eri semplicemente sconvolto. Voglio sapere cosa c’e’ sotto. Adesso!”

Slash sapeva che si poteva fidare di Izzy, e lui in quel momento aveva un gran bisogno di un consiglio: avrebbe dovuto dirlo a Duff?

“Ok, ok, amico. La storia di Megan, in breve, e’ questa: la rossa scappa di casa a 14 anni e mezzo, incontra un tipo, si mettono insieme, vivono insieme per circa un anno, o forse qualcosa di meno. Il padre di lei denuncia la scomparsa della figlia, la beccano a casa con il tipo, la riportano da suo padre che la chiude in casa e butta via la chiave. Dopo poco scopre di essere incinta e viene spedita Dio solo sa dove a finire la scuola e a partorire. L’accordo col padre prevede che il bambino venga dato in adozione, ma quando la vede, Megan non ce la fa e scappa con la bambina. Torna a Seattle per cercare il padre di sua figlia, ma lui non c’e’ piu’. Il fatto, Izzy, e’ che stasera quando li ho visti baciarsi, mi e’ venuta in mente la faccia di Alice, la bimba di Megan, e la faccia di Duff nelle foto da bambino che ci sono in casa sua: sono identici... e quando ho chiesto a Megan se Duff e’ il padre, lei ha confermato.”

“Cazzo!”

“Capisci perche’ spero in un lieto fine adesso? Quei due si amano da morire, e’ chiaro! E hanno anche una splendida bambina... L’unico problema che ho adesso io e’: glielo devo dire a Duff di sua figlia o aspetto che Megan chiarisca la faccenda a modo suo? E se glielo dico io prima del concerto di domani, cosa succede?”

Izzy si accese un’altra sigaretta e per un po’ stesse zitto a pensare.

“Hudson, direi che adesso ci dormiamo sopra e domattina andiamo alla tavola calda e parliamo con Megan...”

“Si’, Izzy, direi che e’ la cosa migliore...”

 

Nel frattempo, Duff e Megan stavano camminando silenziosi assieme. Duff le prese la mano e la guido’ verso la spiaggia, verso la “loro” piccola baia.

Quando vi arrivarono, Duff accese un piccolo falo’, si sedettero sulla sabbia e si guardarono.

“Quanto mi sei mancato, Tramp!” disse Megan accarezzando il volto del bassista.

Duff le prese una ciocca di capelli con le dita, le accarezzo’ il volto e disse “Anche tu, Lady...” e poi la bacio’.

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Capitolo 13
*** 12. ***


Quel bacio si trasformo’ presto. Inizialmente era un tenero bacio, ma man mano le loro labbra divennero sempre piu’ esigenti e fameliche.

Megan si strinse gemendo contro il petto di Duff, dopo che lui l’aveva fatta sedere a cavalcioni sopra le sue gambe.

Duff le accarezzava la schiena e infilo’ un mano nei jeans della ragazza, spostandosi a baciarle il collo, la clavicola e l’incavo dei seni.

Le mani di Megan si spostarono sui fianchi del ragazzo e iniziarono a giocare col girovita dei calzoni di lui, finche’ non arrivarono decise all’inguine.

Duff le tolse la giacca e le sfilo’ il top e si ritrovo’ davanti il bellissimo seno di lei. Lo prese con le mani e inizio’ a succhiarne i capezzoli, fino a quando i sospiri della ragazza non divennero gemiti. A quel punto la fece stendere completamente e inizio’ a baciarla su tutto il busto, mentre lei gli apriva i jeans e cercava di toglierli.

Duff si stacco’ per un momento dalla ragazza e la guardo’ in viso: era bellissima con le labbra socchiuse e ansimanti, gli occhi chiusi e le guance arrossate.

La bacio’ nuovamente e inizio’ a sfilarsi i pantaloni e i boxer, per poi tornare a concentrarsi totalmente sulla ragazza, giocando con la cintura di lei e con i bottoni dei suoi jeans.

Quando la senti’ gemere ancora, sorrise tra se’ e le slaccio la cintura e i jeans, sfilandoglieli in un colpo solo.

Megan apri’ gli occhi, guardo’ Duff e gli sorrise. Duff la bacio’ esigente, cercando la sua lingua e quando la incontro’ allungo’ la mano verso altre labbra...facendola impazzire di piacere. A quel punto la penetro’, e inizio’ a muoversi dentro di lei.

I sospiri e i gemiti divennero pian piano grida soffocate di piacere, perfettamente sincronizzati. Raggiunsero l’apice insieme e rimasero abbracciati, completamente stremati ma totalmente appagati.

La loro passione non si esauri’ che dopo molte volte quella notte, finche’ non crollarono esausti, addormentati sulla spiaggia.

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Capitolo 14
*** 13. ***


Megan si sveglio’ infreddolita alle prime luci della mattina, non capendo dove si trovava.

Si volto’ e si ritrovo’ il volto di Duff che dormiva beato tenendola abbracciata e si ricordo’ della notte precedente... ogni singolo istante, ogni singola carezza, ogni singolo sospiro e sorrise arrossendo leggermente.

Poi scatto’ in piedi improvvisamente “Oh mio Dio, oh mio Dio.... merda merda merda.... cazzo!” inizio’ a urlare e a guardarsi intorno e cercando di rivestirsi il piu’ velocemente possibile.

Duff si sveglio’ sentendo quelle grida “Hey Stevens, ti sembra il modo di svegliarmi?”

“Cazzo Duff! Devo andare... Oddio che cazzo di ore sono???? Sono gia’ in ritardo! Di sicuro si e’ gia’ svegliata!” disse saltellando mentre si infilava il secondo stivale.

Duff si alzo’ in piedi e inizio’ a vestirsi anche lui “Chi dovrebbe essersi gia’ svegliato?” disse sbadigliando. Era riuscito ad infilarsi una gamba nei jeans e si stava infilando l’altra, quando la ragazza inizio' a correre verso la strada. Voleva assolutamente riuscire a fermarla, per cio' inizio' a saltellarle dietro, cercando contemporaneamente di infilarsi i jeans.

“Ehi, piccola... dove scappi? Ehy... Megan fermati!” Riusci’ a prenderla per un braccio e a farla voltare “Cosa cazzo succede, Megan?”

“Duff, abbi fiducia, adesso devo andare ma ti spieghero’ tutto, te lo prometto!”

“Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare via ancora, dolcezza, per cui adesso ti calmi, mi lasci vestire e ti fai accompagnare dove devi andare!”

“NO, ASSOLUTAMENTE NO! Non ho tempo adesso....”

Duff guardo’ pensieroso il cielo “Ok, allora mi dici dove stai andando e ti vengo a prendere dopo. Cosi’ possiamo passare il pomeriggio insieme, va bene?”

“Senti Duff, ti assicuro che non ho nessuna intenzione di sparire ancora, non prima di...”  Stava per dire “Non prima di averti detto di Alice” ma si blocco’. “Non prima di averti spiegato quello che e’ successo dopo che sono sparita. Ma oggi proprio non posso. Stasera saro’ al Credence, per il tuo concerto. Dopo, se vorrai, avremo tutto il tempo di parlare e chiarirci, ma adesso devo proprio scappare. Fidati, ti prego!”
Stava per andarsene, ma si volto’ e gli diede un bacio delicato su quelle belle labbra. Poi inizio’ a correre veloce come il vento, e se anche Duff avesse deciso di seguirla... non sarebbe riuscito a star dietro al suo passo.

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Capitolo 15
*** 14. ***


Lou era al bancone e stava iniziando a prepare il caffe’. Era stupito che Megan non fosse rientrata per la notte, non era una cosa che quella ragazza avrebbe fatto normalmente. Louise era preoccupata, ma aveva cercato di rassicurare il marito dicendo che magari era troppo stanca per tornare a casa e magari si era fermata a dormire da Claire, la sua collega. In realta’ entrambi stavano ricordando le terribili notti in cui loro figlia non ritornava a casa perche’ era troppo fatta per ricordarsi di avere qualcuno al mondo.

Mentre i due erano persi nei loro pensieri, la porta della tavola calda si apri’ e Megan entro’ urlando mortificata “Scusate, scusate, scusate! Sono in ritardo, lo so, scusatemi!”

I due la guardarono attenti: a parte il fatto che aveva i capelli pieni di sabbia, che indossava i jeans al contrario, sembrava che stesse bene... e che non fosse fatta.

“Megan, tesoro, che cosa e’ successo?” Chiese Louise con dolcezza.

“Oddio, da dove inizio? Ieri sera sono andata al Credence a lavorare come al solito, e c’era un gruppo di LA che suonava... e... beh... Miky, il mio Miky e’ il bassista di quel gruppo...”

“Miky, quel Miky” Chiese Lou indicando il piano superiore. “Si’ Lou, quel Miky” rispose Megan imitando il gesto di Lou “A fine serata siamo andati sulla spiaggia e... beh... diciamo che ci siamo addormentati li’?” Disse Megan diventando paonazza.

“Ok, tesoro, non e’ successo niente di grave spero? Quando gli hai detto di Alice, vero?” chiese Lou.

Megan divenne ancora piu’ rossa e non sapeva come rispondere, guardando per terra.

“Lou, tesoro, avranno avuto altro da fare dopo 4 anni che non si vedevano piu’... non ti pare?” disse saggiamente Louise “Comunque non ti preoccupare, Alice sta ancora dormendo di sopra, adesso corri a farti una doccia, cosi’ quando quell’angioletto si sveglia te ne stai con lei tutto il giorno, come le hai promesso.”

Megan sorrise e abbraccio’ Louise “Vi devo chiedere un altro favore, credo che anche stanotte rimarro’ fuori di casa... devo dire a Miky di Alice, assolutamente...” disse un po’ timorosa e sentendosi dannatamente in colpa...

“Ma certo tesoro, che problemi ti fai? Ci pensiamo noi al pulcino” rispose pronto Lou.

Megan sali’ al piano superiore cercando di fare meno rumore possibile, per non svegliare Alice. Entro’ nella loro stanza e si chino’ a guardare la sua bambina “Dio come e’ bella, proprio come lui... gli assomiglia un casino”. Le diede una carezza e un leggero bacio, si spoglio’ e si infilo’ sotto la doccia.

Fece appena in tempo ad uscire che la piccola si sveglio’ “Mamma?” disse stropicciandosi un occhio.

“Sono qui pulcino mio. Hai dormito bene?”

“Mi hai portato il gelato?” disse la bimba con aria furbetta.

“No tesoro, ma oggi ne puoi prendere due se vuoi: uno al mattino e uno oggi pomeriggio, va bene?”

“Siiiiiii” urlo’ la bambina sorridendo e buttando le braccia al collo della madre.

“Dai pulcino, andiamo a prepararci che poi si esce!”

Dopo una ventina di minuti le due scesero nella tavola calda. Megan fece sedere Alice sullo sgabello e inizio’ a preparare la colazione per la bambina, mentre si beveva una bella tazza di caffe’. La tazza coi cornflakes era pronta cosi’ la porto’ ad Alice.

 

Duff aveva bisogno di un bel caffe’ forte... era ancora frastornato per tutto quello che era successo dalla sera precedente. I ricordi iniziarono ad affollare la sua mente ancora intorpidita dal sonno e non pote’ fare a meno di sorridere beato, ricordandosi di quel periodo in cui si svegliava tutte le mattine abbracciato a Megan.

Inizio’ a ricordare anche a quando la polizia aveva fatto irruzione nel loro appartamento, di notte mentre stavano dormendo, e si era risvegliato con una pistola puntata alla tempia, un poliziotto che gli metteva le manette e Megan che urlava di lasciarlo andare ad altri poliziotti che la portarovano via.

Da quella notte, qualsiasi casino succedeva in citta’, gli sbirri arrivavano da lui e lo portavano alla stazione di polizia... trattenendolo in prigione anche per un paio di giorni a volte. Poi, di punto in bianco, lo avevano lasciato stare.

Ripenso’ all’incontro della sera prima “Sembrava contenta di rivedermi...” al pensiero della notte appena passata, sorrise sornione “Si’, decisamente contenta direi...” “Meglio non farsi troppe seghe mentali, pero’... sono passati 3 anni e mezzo... di sicuro bella com’e’ avra’ avuto tanti che le giravano intorno, come tre anni fa... magari si e’ rifatta una vita...” Penso’ con una fitta di gelosia “D’altra parte neanche io sono stato con le mani in mano in questi anni!” si disse cercando di essere ragionevole, ma l’idea che altre mani avessero toccato quella ragazza, che altre bocche avessero baciato quelle labbra, lo faceva letteralmente incazzare!

Assorto in questi pensieri vide una tavola calda aperta ed entro’.

 

La porta si apri’ e si richiuse. Megan alzo’ lo sguardo e rimase shoccata: Duff era appena entrato nel locale. Megan fece cadere le tazze che aveva in mano, che si frantumarono sul pavimento facendo un gran casino. Contemporaneamente successero diverse cose.

Duff si volto’ verso il rumore e si trovo’ a guardare Megan che lo guardava con occhi spalancati e a bocca aperta.

Lou usci’ dalla cucina chiedendo cosa fosse successo.

Alice urlo’ “Mamma cosa hai fatto ai miei cornflakes!!!!!”

“Mamma? E’... e’ ... e’.... Oh mio Dio... e’ tua figlia?”



 

Vorrei ringraziare chiaretta78 che ha inserito la mia storiella tra le seguite!!!!! Bacio

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Capitolo 16
*** 15. ***


Mentre Megan cercava di riprendere fiato dallo shock e di trovare una soluzione, Louise si rese conto di chi fosse quel ragazzo e prese in mano la situazione.

Prese Duff e lo fece sedere ad un tavolo, chiuse la porta del locale, passo’ velocemente lo scopettone sul pavimento, prese Alice in braccio e la porto’ via dicendo “Ehy pulcino, stamattina farai colazione con una bella fetta di torta di la’ con me e Lou, se fai la brava e non fai storie”

Si giro’ verso Megan le diede una carezza e le disse sottovoce “Coraggio ragazza, sei abbastanza forte per affrontare tutto questo”.

“Quella... quella bambina e’ tua figlia?”

“Si’, Duff... quella e’....mia figlia...”

“Perche’ mi hai fatto fare la figura del fesso? Perche’ non mi hai detto che c’e’ qualcuno nella tua vita e sei stata con me ieri notte?”

“Ok Miky,  per capire qualcosa dobbiamo tornare indietro negli anni...”

“Rispondimi, cazzo! Stai con qualcuno si’ o no, non e’ difficile come domanda mi sembra!” Inizio’ a gridare Duff, che si stava innervosendo sul serio: non gli piaceva per niente sentirsi preso per il culo e usato...

“Sai una cosa McKagan, allora facciamo cosi’, visto che non vuoi nemmeno starmi a sentire, tu fai le domande che ti interessano e se non capisci... beh saranno cazzi tuoi!” rispose Megan a tono.

“E comunque a parte lei, non c’e’ nessuno nella mia vita. Altre domande stronzo?”

“Quanti anni ha?”

“Tre”

Duff stette un po’ in silenzio a riflettere: erano tre anni e mezzo che non si vedevano, aggiungi qualche mese... Duff fece un sorriso amaro “Che stronza... che grandissima stronza! tu sei rimasta incinta mentre stavamo insieme! Chi ti scopavi troia, mentre vivevi con me e mi dicevi che mi amavi e che saremo stati sempre insieme?” disse quelle parole guardandola con ferocia.

Megan, che in primo momento, vedendo l’espressione sul volto di Duff, aveva sperato che arrivasse da solo al nocciolo della questione, rimase completamente sbigottita.

“Duff, ma... lasciami spiegare ti prego... non hai capito... lei...”

“Lei un cazzo! Tu stavi con me! Tu vivevi con me! Voglio sapere chi ti scopavi. E lo voglio sapere SUBITO!” La guardo’ con occhi pieni di odio.

Megan iniziava a sentirsi gli occhi pieni di lacrime e la voce inizio’ a mancarle. “Ti prego, Duff, ascoltami... non e’ come credi...”

Duff diede un pugno sul tavolo con tutta la rabbia che aveva in corpo “TI HO DETTO DI DIRMI CHI SCOPAVI, GRANDISSIMA TROIA!” urlo’ con tutta la cattiveria che aveva in corpo.

Megan resto’ shoccata dalla rabbia e dalla violenza con cui Duff le stava parlando. Ebbe paura e un pensiero le attraverso’ la mente come un fulmine “E se... dovesse comportarsi cosi’ anche con Alice? No, non posso permetterlo... non posso, devo proteggerla...” Divenne improvvisamente gelida come una statua di ghiaccio e guardo’ il biondo con aria di sufficienza. Sapeva perfettamente che si sarebbe pentita della risposta che stava per dargli, ma era l’unico modo di proteggere la sua piccola.

“Non sono cazzi tuoi. E adesso vattene, ho da fare con mia figlia oggi.” Si alzo’ dal tavolo e si diresse il piu’ velocemente possibile verso le scale che portavano all’appartamento che divideva coi proprietari del locale.

Duff con un senso di rabbia e contemporaneamente di vuoto si alzo’ si scatto e usci’ dal locale, sbattendo rumorosamente la porta.

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Capitolo 17
*** 16. ***


Izzy e Slash si erano decisi ad uscire da casa McKagan e ad andare a parlare con Megan.

Era una bella giornata di giugno e i due stavano camminando lentamente per il parco, sia per godersi quel tepore sia per cercare di capire come affrontare l’argomento con Megan.

“... Tra le altre cose, si suppone che tu, Izzy, non sappia nulla di questa storia...” 

“Va beh, ma magari arriviamo alla tavola calda, salutiamo Megan e stiamo li’ finche’ non salta fuori la bambina... e io la guardo e dico qualcosa tipo “Ma toh come assomiglia al biondo” o qualcosa di simile...”

“Izzy, amico... e secondo te dalla mia faccia non si capira’ assolutamente che sono stato io a dirtelo?” chiese ironico Slash.

“Gia’, la tua faccia da poker in effetti e’ leggendaria... si vede lontano un miglio qualsiasi cosa tu stia pensando... e Megan non mi sembra una scema che si fa abbindolare facilmente da giochetti di questo tipo...”

Continuarono a camminare silenziosamente guardando per terra per un po’, cercando di capire come attaccare il discorso con la ragazza.

Il loro silenzio fu interrotto quando qualcosa colpi’ come una furia la spalla di Slash.

“Ehy, ma cazzo guarda dove cammini stronzo!” Si volto’ a vedere chi gli fosse venuto addosso. “McKagan, fottuto bastardo! ma che cazzo ti prende amico, vieni qui’! ... Duff! Ehy Duff!”

Guardo’ Izzy  perplesso e i due rincorsero l’amico. Quando lo raggiunsero lo presero per le braccia e riuscirono momentaneamente a fermarlo. Duff cerco’ di liberarsi dalla loro presa, continuando ad avere uno sguardo glaciale piantato a terra. Vedendo che i due non volevano lasciarlo si fermo’.

“Duff, amico che e’ successo?”

“Stradlin, lasciami in pace! Mi hai rotto il cazzo con la tua psicologia da bar” disse con rabbia.

“Ehy fratello, ci fai preoccupare con quella faccia che ti ritrovi!”

“Slash, non e’ il momento. Davvero. Mi lasciate andare adesso?”

“No” disse Slash. “Scordatelo, amico!” disse Izzy.

Duff  si appoggio’ le mani sui fianchi, prese un respiro e guardo’ il cielo per un attimo.

“Sia chiaro: non voglio domande di nessun tipo...” e si allontano’ dai due che iniziarono a seguirlo.

Duff arrivo’ vicino ad un muretto nascosto da diverse siepi e si sedette. Gli stava venendo un attacco di panico... aveva la sensazione di una mano che gli stringesse la gola e non lo lasciasse respirare.

Izzy si sedette da un lato e Slash dall’altro dell’amico. Il riccio inizio’ a rollare una canna: oramai riconosceva quando Duff era preda di una crisi... e si era reso conto che una canna lo aiutava a rilassarsi.

“Immagino che la rossa c’entri qualcosa, o sbaglio?” chiese Izzy mentre gli amici avevano iniziato a passarsi la canna.

“Non nominarla nemmeno quella grandissima puttana...” rispose Duff.

Izzy si volto’ di scatto verso il biondo “Eeehhh?” A Slash ando’ di traverso il fumo aspirato ed inizio’ a tossire disperatamente. Poi guardo’ Izzy con aria alquanto perplessa “Duff ma che stai dicendo? Cosa e’ successo tra voi?”

“Ha una figlia. Di tre anni. E’ rimasta incinta piu’ o meno tre anni e mezzo fa’.”

Slash e Izzy guardavano sempre piu’ perplessi l’amico: non riuscivano proprio a capire come lo scoprire di essere padre potesse conciliarsi con quell’odio per la madre della bambina... “Eh, e allora?” incito’ Izzy per cercare di capire cosa aveva sconvolto cosi’ tanto l’amico.

“Beh, Izzy, si da il caso che tre anni e mezzo fa, io e Megan vivevamo insieme!” rispose Duff.

“Ok, e allora perche’ sei cosi’ incazzato?” cerco’ di capire Slash.

“Perche’ amico, quella zoccola se la faceva EVIDENTEMENTE con qualcun altro mentre stavamo insieme, mentre mi giurava amore eterno e tutte quelle cazzate li’! E io come un coglione ci ho creduto...” termino’ Duff abbassando e scuotendo la testa.

Slash finalmente capi’ e inizio’ a scuotere la testa ridendo “Sei un coglione McKagan! Sei proprio un coglione!”

Intanto Izzy, dando uno scappellotto a Slash chiese “Eh, Duff, le hai per caso chiesto chi e’ il padre della bambina?”

“Si, e mi ha risposto che non sono cazzi miei!”

“COGLIONE! MCKAGAN: SEI UN EMERITO COGLIONE!” urlo’ Slash scuotendo la testa, ridendo e alzandosi.

“Hudson piantala, non e’ il momento di prendermi per il culo perche’ sono stato un cornuto senza nemmeno accorgermene...” rispose spossato Duff.

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Capitolo 18
*** 17. ***


Megan era corsa nel suo appartamento come una furia. Entro’ nella sua camera e si butto’ sul letto piangendo disperata. Fino a pochi attimi era stata contentissima... aveva ritrovato l’amore della sua vita... stava finalmente per togliersi quel grosso macigno che si sentiva sulla coscienza, per non essere mai riuscita a dire a Micheal che avevano avuto una figlia, che si era ribellata con tutte le sue forze al padre, riuscendo finalmente a convincerlo a non farla abortire... e che tutto quello che era successo dopo lo aveva fatto per evitare di creargli casini con la legge, visto che gia’ prima ne aveva avuti alcuni...

E di punto in bianco si era ritrovata davanti ad una persona che non conosceva, ad una persona violenta... stava ancora tremando per la paura che le avevano messo lo sguardo di Duff e la violenza delle sue parole...

Louise entro’ nella stanza e inizio’ a massaggiare la spalla della ragazza “Su, su piccolina.... e’ stato tutto un malinteso.... vedrai che in qualche modo sistemeremo tutto... adesso non piangere... coraggio, devi farti coraggio ed essere forte per la tua bambina...”

“Oddio Louise... le avevo promesso che l’avrei portata fuori tutto il giorno oggi... Oh mio Dio! ha sentito qualcosa? Ti prego dimmi se ha sentito qualcosa!”

“Non ti preoccupare, io e Lou l’abbiamo portata a fare colazione nel retro del locale, all’aperto... non ha sentito nulla, tranquilla... Adesso prendi un bel respiro, lavati la faccia e vai fuori con la tua bellissima bambina. E cerca di non pensare a quel cogl ... a quel...CRETINO” Megan sorrise tra le lacrime, Louise che non diceva mai parolacce ne stava per dire una...ma si era subito corretta.

Louise la strinse in un forte abbraccio, che Megan ricambio’. Capiva che Louise aveva ragione, non avrebbe deluso la sua bambina.

 

Poco dopo Megan scese dall’appartamento indossando un paio di occhiali scuri che mascheravano gli occhi gonfi, si avvicino’ ad Alice e dopo averle dato un bacio sulla testolina bionda, le chiese “Allora pulcino, hai deciso cosa vuoi fare oggi?”

“Gelato!”

“Ok piattola... e dove lo vuoi prendere il gelato?”

“MMMhhh” Alice fece la faccia pensierosa... “Al parco stamattina e al mare oggi pomeriggio! Si’”

Megan sorrise a vedere la determinazione di quello scricciolo biondo e scuotendo appena a testa rispose “Ai suoi ordini principessa!”

Fece mettere una felpa ad Alice e si avviarono mano nella mano nel sole di giugno verso il parco.

 

Davanti al gelataio Megan inizio’ a chiedere alla bambina che gusti volesse.

“Voglio: cioccolato, fragola, puffo, lampone, stracciatella, gianduia e zabaione!” disse con aria furbetta Alice guardando la madre.

“Alice, lo sai che puoi scegliere solo due gusti...”

“Dai, uffa... almeno tre! Posso prenderne tre?”

“Mi dispiace piccola, ma visto che oggi pomeriggio ci sara’ un altro gelato, adesso scegli due gusti e oggi pomeriggio ne scegli altri due.”

“Allora voglio cioccolato e fragola!”

Avuto il suo gelato, inizio’ mangiarselo, ma come tutti i bambini curiosi si distraeva spesso... il risultato fu un completo disastro: Alice aveva la faccia completamente sporca e appiccicosa di gelato... e la felpa non era certo da meno... Megan vedendo la sua piccolina in quello stato non pote’ fare a meno di ridere.

Dopo aver girato un pochino per il parco, andarono verso la giostra dei cavalli. Fecero un paio di giri sulla giostra. Poi Megan decise di scendere... a dire il vero le girava un po’ la testa...ma Alice aveva un biglietto per un altro giro, cosi’ dopo molte raccomandazioni, Alice rimase a cavallo della giostra e Megan scese, andando ad appoggiarsi alla staccionata.

Decise di accendersi una sigaretta e si infilo’ con la testa nella enorme borsa che si portava dietro per cercare l’accendino.

Finalmente lo trovo’, accese la sigaretta e socchiuse gli occhi mentre aspirava il fumo. Si senti’ un po’ piu’ rilassata e guardo’ di nuovo la giostra per vedere Alice.

Ma la giostra era ferma.

Megan si guardo’ intorno cercando Alice e non la vide da nessuna parte.

In meno di 3 secondi era sparita.

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Capitolo 19
*** 18. ***


Slash si era alzato in piedi e nonostante la canna si stava veramente incazzando, Duff non riusciva a proprio a vedere la realta’? “Coglione, sei un perfetto enorme coglione!” continuava a ripetere Slash. All’improvviso qualcosa colpi’ la sua gamba.

Abbasso’ lo sguardo e vide una testolina di capelli biondi con residui di gelato appiccicati sulla faccia che lo guardava intimorita.

“Ehi ciao piccolina, sei qui tutta sola?”

Riconoscendo il ricciolone buffo conosciuto alla tavola calda il giorno prima, il volto della bimba si apri’ in un grande sorriso “Ciao Slashyyyy”.

“Allora dove hai lasciato la mamma?” Disse Slash prendendola in braccio.

Sia Izzy che Duff guardarono la bambina, anche se con espressioni decisamente diverse: Izzy la guardo’ con curiosita’ sbirciando intanto Duff per cercare di cogliere le somiglianze. Duff guardo’ Alice con un misto di tristezza e tenerezza.

“Le sto facendo uno scherzo...” disse la piccola  mettendosi a ridere con aria furbetta “Quando e’ finito il giro della giostra io sono scesa e sono venuta a nascondermi...”

In spalla a Slash guardo’ con curiosita’ gli altri due adulti, poi fece un gran sorriso “Sono tuoi amici, Slashy?” 

“Si’ piccolina. Lui con i capelli scuri si chiama Izzy... e lui coi capelli biondi si chiama...Duff. E questa piccolina si chiama Alice”

A sentire quel nome, Duff corrugo’ la fronte e spalanco’ gli occhi per un istante.

 

Megan era nel panico. Continuava a guardarsi intorno con apprensione, cercando di riconoscere Alice  in mezzo a tutti i bambini che giocavano e correvano vicino alla giostra, e chiamando a voce alta, sempre piu’ alta il nome di sua figlia.

Una anziana signora vide Megan che con aria sempre piu’ disperata si guardava in giro  e chiamava un nome da bambina “Signorina.... io ho visto una bambina bionda che correva da quella parte” disse indicando una zona poco distante con tanti cespugli.

Megan ringrazio’ la signora e quando si giro’ avviandosi verso la zona cespugliosa, ne vide uscire Slash, Izzy e Duff... e con loro anche Alice.

Ringrazio’ silenziosamente il cielo e corse verso di loro.

“Ahahahahah, mamma! non mi hai mica trovato! Ho vinto io!” disse la bambina.

Megan la prese dalle braccia di Slash e fissandola con intensita’ le disse “Non farlo mai piu’, Alice. Mi hai fatto prendere uno spavento enorme!”

“Ma daiiii, volevo giocare a nascondino con te!”

“Ok peste scatenata” disse Megan scuotendo la testa, notevolmente sollevata nell’aver ritrovato la bambina. “ma la prossima volta, almeno avvisami se devo contare e venirti a cercare. Promesso?” 

Alice abbraccio’ la madre e rispose “Promesso!”

 

Duff osservava la scena: erano davvero bellissime insieme e si rese conto di quanto Megan fosse cresciuta in quei 3 anni. Era una ragazza di 19 anni che emanava tutta la bellezza e la forza delle donne adulte. Guardo’ la bambina: bionda, 2 occhioni verdi irresistibili... Non aveva certo preso i colori della madre, ma riconobbe il sorriso di Megan  in quello della bambina. Senti una tenerezza incredibile farsi strada dentro di lui e rimase sorpreso di se stesso, sentendo di aver voglia di abbracciarle entrambe. Confuso dalle sue sensazioni e dalla bellissima visione di loro tre insieme e felici che gli era venuta in mente, giro’ lo sguardo di lato.

 

Megan ringrazio’ i ragazzi, notando che Duff, dopo averle guardate per qualche secondo, voltava la faccia. “Non riesce nemmeno a guardarci da tanto mi odia...

Slash e Izzy cercarono di convincerla a stare con loro.

“Grazie ragazzi, ma adesso e’ meglio se io e Alice andiamo a casa a mangiare qualcosa e a fare un riposino. Ci si vede” disse continuando a gettare occhiate preoccupate verso Duff, per poi girarsi e avviarsi verso la tavola calda con la bambina in braccio.

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Capitolo 20
*** 19. ***


Durante le prove al pomeriggio, Duff fece proprio cagare... Era li’ con il corpo e le sue mani suonavano le corde del suo basso bianco, ma era palese a tutti che non ci stesse mettendo un minimo di passione.

“McKagan, vedi di fartela passare velocemente! Non ho nessuna intenzione di fare un concerto del cazzo per colpa tua stasera, chiaro?”

“Rose, non rompermi i coglioni! E poi non e’ che tu sia stato proprio un asso: lo sai quante volte hai steccato, stronzo? Cos’e’, la cameriera di ieri sera ti ha stretto troppo i coglioni e adesso hai solo una vocina da femminuccia?”

Axl non ci vide piu’... si era proprio incazzato! Mollo un diretto al naso di Duff che reagi’ dandogliene uno indietro. Ne segui’ una scazzottata in piena regola: Steven si becco’ un pugno da Duff per essersi messo in mezzo tra Il biondo e Axl, Slash se ne becco’ uno da Izzy, perche’ cercava di tenere fermo Axl e il chitarrista moro aveva interpretato la cosa come un “te lo tengo fermo io, amico”. Izzy se ne becco’ uno da Duff, perche’ aveva dato un pugno a Slash...

Dopo un po’ si ritrovarono insanguinati e stremati a guardarsi in cagnesco, e Duff usci’ dalla stanza.

 

“Ma si puo’ sapere che cazzo ha quel gran figlio di una mignotta? Ieri sera se ne va con la rossa tutto contento e adesso sembra che gli abbiano ammazzato qualcuno!” disse Steven cercando di fermare il sangue che gli scendeva dal naso.

Slash e Izzy si guardarono, Axl intercetto’ il loro dialogo silenzioso “Ok, visto che voi due sembrate sapere qualcosa di questa storia...vedete di spiegare, e alla svelta anche, perche’ mi sto incazzando davvero!”

Izzy fece un sospiro “Ok, ok, Duff ha scoperto che Megan ha una figlia di 3 anni. Loro 2, tre anni fa circa, vivevano insieme... e lui e’ convinto che la bambina sia di qualcun altro... e che lei lo abbia ripetutamente cornificato mentre stavano insieme”

“Si anche Claire mi ha detto che Megan ha una figlia... e che la rossa era una verginella quando ha incontrato Duff” disse Axl ad alta voce. “Beh, pero’, in effetti e’ possibile che sia di un altro...” disse Axl alzando un sopracciglio.

“No, Rose, non e’ possibile... Megan me lo ha confessato ieri sera... Alice e’ figlia di Duff” disse Slah.

“E se vedi la bambina, beh e’ identica a Duff... ve lo posso garantire!” termino’ Izzy.

Per un momento rimasero in silenzio pensierosi.

“Cioe’, mi state dicendo che Duff McKagan, il ragazzo intelligente che trova sempre una soluzione a tutti i casini degli altri, quello che riesce ad abbindolare tutte le donne che vuole e portarsele a letto senza troppa fatica, quando scopre che la sua ex e’ rimasta incinta nel periodo che vivevano insieme... non pensa nemmeno che la bambina potrebbe essere sua???? Ma cosa si e’ fumato per mandare in pappa il cervello in questo modo? E’ un coglione!” disse Steven. 

“Ben detto fratello, e’ quello che penso anche io!” disse Slash battendo la mano sulla spalla del biondino.

 

Duff ritorno’ appena in tempo per il concerto, completamente ubriaco e forse anche fatto. I ragazzi della band si guardarono tra loro, ma non dissero nulla... sapevano che in quel momento avrebbero solo peggiorato la situazione.

Salirono sul palco e fecero del loro meglio per fare un grande concerto, ma la tensione e l’energia negativa che Duff emanava, rendeva tutto piu’ difficile.

Il concerto fini’ senza troppi intoppi, ma non si poteva certo dire che avessero spaccato quella sera.

I cinque ritornarono nella stanza dietro al palco e si sedettero mogi chi sul divano sfasciato, chi per terra.

Duff inspiro rumorosamente e  si fece coraggio “Ok, ragazzi, vi chiedo scusa... mi sono comportato da stronzo tutto il giorno... e stasera ho fatto veramente cagare su quel palco...”

“Che ti sei comportato da stronzo e che hai fatto cagare sul palco, e’ sicuramente vero McKagan. Ma ti posso assicurare che sei anche un grandissimo coglione!” rispose Steven.

“Guarda, in questo momento lo pensiamo un po’ tutti qua dentro...” disse Axl mettendo una mano sulla spalla dell’amico.

Duff guardo’ Axl, poi si volto’ e guardo’ la facce degli altri tre. “Si puo’ sapere perche’ mi state guardando tutti con quelle facce? Non voglio la pieta’ di nessuno, io!”

“Amico, sappiamo tutti di Megan e della sua bambina... sei cosi’ certo di non essere tu il padre?” disse Izzy accendendosi una sigaretta.

“Pensaci, Duff... Claire mi ha detto che Megan non era mai stata con nessuno prima di incontrare te...” disse Axl.

“Ma... cosa... io...” Duff usci’ rapidamente dalla sbronza che aveva in corpo e inizio’ a guardare gli altri ragazzi, con aria sempre piu’ shoccata.

“Duff, come si chiama tua madre?” chiese Slash con aria tranquilla.

“Mary Alice...” rispose Duff sempre piu’ in confusione.

“Bravo... e adesso coglione, mi sai dire come si chiama la figlia di Megan?” disse Slash alzando le sopracciglia e guardando l’amico sperando che la scintilla di comprensione arrivasse anche a Duff.

“Alice... ma cosa c’entra mia madre adesso?” Slash alzo’ gli occhi al cielo “McKagan sei ufficialmente senza speranza”.

“Andiamo a casa tua amico” disse Izzy prendendo per un braccio Duff e trascinandolo verso la porta. Gli altri si guardarono e seguirono gli altri due in silenzio.

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Capitolo 21
*** 20. ***


Duff arrivo’ a casa di sua madre senza aver spiaccicato una sola parola, perso nella confusione che aveva nella testa “E se fosse davvero mia? ...Ma stavamo sempre attenti, non e’ possibile... Cazzo ho una figlia... No non puo’ essere... Mio Dio... E’ mia figlia? E’ davvero mia figlia?... Con tutti quelli che le giravano intorno, il padre potrebbe essere chiunque... No, lei mi amava davvero... non l’avrebbe mai fatto... o forse si’?....Cazzo, le ho urlato contro... le ho gettato addosso tutta la mia rabbia e la mia gelosia, se anche fosse davvero mia figlia, Megan non me la farebbe nemmeno vedere... e non potrei darle torto visto come sono stato stronzo...

Si sedette sul divano, appoggiando la testa sulle ginocchia e tenendosi i capelli.

Steven ando’ in cucina e gli porto’ una tazza gigante di caffe’ “Bevi, amico, hai bisogno che la tua testa di cazzo si rimetta a funzionare nel modo giusto adesso!”

Izzy ritorno’ nella stanza con una foto in mano.

Axl si sedette di fianco a Duff e inizio’ a parlare “Senti fratello, allora cosa sappiamo di sicuro di questa storia?”

“Che io e Megan vivevamo insieme tre anni fa...” inizio’ a dire Duff.

“E che te la scopavi, giusto?” disse Axl. Duff si volto’ verso il rosso cercando di fulminarlo con lo sguardo “Ehy pisellone, non venirmi a raccontare che tu stavi ad accarezzarle il suo bel visino e che non succedeva niente altro che bacetti e sospirini da innamorati? Ti conosco troppo bene McKagan anche solo per poterlo immaginare” rispose Axl.

“Ok.. si... stavamo insieme...”

“Inoltre sappiamo che tu sei stato il primo a portarsela a letto, giusto? Te ne eri accorto almeno che era vergine, vero?” Scherzo’ Axl.

“Si’...”

“Duff, mentre vivevate insieme hai mai pensato che ti tradisse? Di la verita’, coglione” continuo’ Slash.

“No... e’ sempre stata bellissima e tanti le giravano intorno, cercando di portarmela via...”

“E ci sono mai riusciti?” intervenne Steven “Pensaci, Duff”

“E se ne e’ andata di sua spontanea volonta’, cazzone, o e’ stata trascinata via di forza dalla polizia?” Gli chiese Axl.

Duff non rispose, soffocato dal peso della certezza che finalmente era arrivata: la bambina di Megan era sua figlia.

“E di grazia, coglione come si chiama quella bambina?” insistette Slash.

“Alice... come mia madre...”

“Guarda questa foto, Duff... guardala molto bene, chi ti ricorda Alice?” disse Izzy porgendo la foto al bassista. Duff sussurro’ appena, ormai consapevole di aver fatto una cazzata enorme, “E’ identica a me...”

“E il bentornato che ti ha dato, ti e’ sembrato quello di una che si e’ fatta trascinare via dalla polizia pur di non rivederti mai piu’?” lo canzono’ Steven.

“Dio che coglione che sono!” urlo’ Duff.

“Ce ne siamo accorti amico!” disse Axl e gli diede una pacca sulla spalla.

Duff si alzo’ e se ne usci’ di casa senza dire una parola.

“E adesso che gli e’ preso?” chiese Steven.

“Lasciamolo stare... avra’ bisogno di un po’ di tempo per digerire questa storia...” sospiro’ Izzy.

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Capitolo 22
*** 21. ***


Duff aveva vagato tutta notte, finendo per arrivare di fronte alla tavola calda di Lou. Alzo’ lo sguardo verso le finestre dell’appartamento che stava sopra al locale e le vide tutte buie. “Stanno tutti dormendo... e’ meglio che vada via da qua o combinero’ altri casini con Megan...

Cosi’, triste e solitario continuo’ a vagare per la sua citta’. Entro’ in un pub ancora aperto e si sedette davanti al bancone del bar ordinando una birra.

“Ehy Duff! Sei proprio tu? Sono io Jimmy...”

Duff si volto’ verso il ragazzo che aveva parlato, lo guardo’ per un secondo e lo riconobbe “Jimmy, cazzo! Come stai amico? Quanto tempo e’ passato?” rispose abbracciando l’amico ritrovato.

“Ehy, direi che me la passo bene: ho aperto un locale qui in citta’... E tu? Ti ho visto suonare l’altra sera al Credence... tu e il tuo gruppo spaccate davvero sul palco!”

“Grazie amico! Complimenti per il locale!” disse Duff. Jimmy si rese conto che c’era qualcosa che non andava “Ehy, Duff, che c’e’? Non mi sembri particolarmente in forma...”

“Scusami, Jimmy, e’ che sono in un casino tremendo... e non so come risolverlo... e’ qualcosa davvero piu’ grande di me, questa volta...”

“Problemi con la band?”

“No, anzi da quel punto va a gonfie vele... abbiamo appena iniziato a suonare tutti insieme, ma l’alchimia c’e’... la band funziona... penso addirittura che potrebbe uscirne qualcosa di buono questa volta...”

“Se non e’ la band... conoscendoti direi che c’entra una donna, allora!”

“Colpito e affondato, Jimmy!” disse sorridendo triste Duff.

“Ma se ti crea tanto casino, lasciala perdere... sono sicuro che le ragazze non ti mancano e che quando sarai una star del rock, dovrai mettere la macchinetta dei numeri fuori dalla tua porta di casa da tante ragazze vorranno stare con te!”

“Gia’” disse Duff poco convinto “Come se fosse semplice...”.

Continuarono a parlare per un po’ dei vecchi tempi, ricordando tutte le cazzate che avevano combinato quando Duff viveva ancora a Seattle.

Al momento della chiusura del locale, i due amici uscirono, si accesero una sigaretta e Jimmy parlo’ “Senti biondo, ti faccio una proposta che non puoi rifiutare: domani sera tu e i tuoi amici sarete i mie ospiti d’onore al locale... vedrai che non ve ne pentirete!”

Duff penso’ che non era molto in vena di fare baldoria... ma se avesse rifiutato Jimmy ci sarebbe rimasto male e gli altri Guns lo avrebbero semplicemente ucciso: quando mai erano stati ospiti d’onore da qualche parte?

“Ok Jimmy, accetto volentieri!” Jimmy diede l’indirizzo del locale a Duff e si salutarono, andandosene in direzioni diverse.

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Capitolo 23
*** 22. ***


La mattina dopo Axl e Claire erano abbracciati nel letto, dopo aver fatto sesso per l’ennesima volta.

Il telefono suono’ e Claire si mosse svogliatamente per rispondere. “Pronto? Oh ciao Katy, che succede? Oh mio Dio, ma Roxy sta bene?... Certo, cazzo questa non ci voleva proprio...si’, ok, ci penso io... faccio un paio di telefonate e vedo di sistemare la situazione!”

“Problemi?” disse il rosso guardando la ragazza e cercando di farla stendere di nuovo sotto di lui “Sai, conosco un modo che risolve tutti i problemi, dolcezza” e la bacio’.

Claire rispose al bacio con passione, ma poi si stacco’ dal ragazzo “Ah, Axl credo di conoscerlo anche io quel metodo infallibile per risolvere i problemi... ma purtroppo il mio problema non si puo’ risolvere cosi’ semplicemente... scusami devo fare un paio di telefonate” 

Axl era impegnato a baciarle il collo, la spalla e la clavicola cercando di farla tornare ad occupazioni piu’ importanti (secondo il suo punto di vista...), ma la ragazza non sembrava della stessa idea...

“Axl dammi qualche minuto, risolvo la questione e sono da te, ok?” Sbuffo’ Claire e Axl si arrese e si appoggio’ al cuscino, alzando le braccia in segno di resa con aria scocciata.

Le telefonate di Claire furono piu’ di un paio, visto che evidentemente nessuno sapeva come aiutarla. Alla fine chiamo’ un’altra ragazza “Ciao stronza! si tutto bene... e tu, mi devi raccontare qualcosa, mi sa... COSA???? Ma e’ rincoglionito di brutto?....ok ok... Senti, ho bisogno di un grosso favore da chiederti, Roxy si e’ fatta male... no, no tutto ok credo...senti ti andrebbe di sostituirla per stasera? Si’... no, no ma figurati! Ovviamente la sua parte andrebbe a te... Ahahahahah... lo sapevo che 300 bigliettoni in piu’ nella busta paga ti facevano comodo! Ok allora, a stasera, si’ si’ glielo dico io! Ciao stronza!”

Dopo aver riagganciato con la “stronza”, Claire fece un’altra telefonata “Capo? ciao sono Claire, si io tutto ok, mentre Roxy si e’ fatta male e stasera non ce la fa, ma ho gia’ la soluzione se per te va bene... Si’, ho chiesto a Pussycat e lei ha detto di si’, se per te e’ ok...no, no, ha detto che riesce a fare tutto... c’e’ molto spazio tra i due... ok, allora, grazie capo a stasera”.

Terminata anche questa telefonata, Claire si volto’ verso Axl e con fare decisamente sensuale gli si avvicino’ “Scusa, dicevi che conosci un rimedio miracoloso contro i problemi? Sai, ne conosco uno anche io... e magari se tu mi mostri il tuo rimedio... io poi posso mostrarti il mio...” disse con aria sensuale Claire. Axl sorrise “Con molto piacere, dolcezza” e iniziarono a baciarsi con passione.

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Capitolo 24
*** 23. ***


Megan arrivo’ al locale dove lavorava come ballerina, entro’ nel camerino e inizio’ a prepararsi... Eccolo li’ il suo alter ego, li’ non era Megan era Pussycat: orecchie da gatta, collarino con brillantini e body nero di lattice senza una spalla, ma con annessa coda e tagli “strategici” e lunghi guanti di lattice neri, il tutto completato da stivali neri lucidi che le arrivavano sopra al ginocchio... Non le piaceva molto il fatto di farsi vedere in quei costumini sexy da uomini arrapati... ma i soldi che guadagnava al locale le servivano, per cui si tappava il naso e faceva la scema per un po’. Quella sera avrebbe lavorato il doppio, dovendo anche prendere parte ad una “sorpresa” che il suo capo non aveva ancora voluto spiegare. Arrivarono anche le altre ragazze e si prepararono insieme a lei. Quando furono pronte alcune iniziarono a sniffare coca, altre a bere vodka e martini, altre a prendere pillole di vario tipo.

Megan si guardava attorno e non sapeva cosa fare... lei si beveva un bicchiere di Vodka Martini prima di entrare in scena, giusto per rilassarsi e sentirsi meno inibita, aveva sempre cercato di evitare di sballarsi troppo come invece sembrava che le altre ragazze avessero bisogno di fare... per fortuna doveva solo ballare sexy sul palco... non le veniva richiesto niente di diverso normalmente...

Arrivo’ il suo turno... quella sera era meglio che di bicchieri se ne facesse due... Iniziarono le note di “Flash for fantasy” di Billy Idol e Megan sali’ sul palco.

Inizio’ a ballare sensualmente e pian piano riusci’ a rilassarsi e anche a godere di quel momento: in fin dei conti vedere tanti uomini che le sbavavano dietro la faceva sentire bella e il fatto che nessuno di loro potesse toccarla le dava un senso di grande potere, e la vodka faceva il resto. Finito il suo show si ritiro’ in camerino, normalmente a quel punto avrebbe finito, ma quella mattina l’aveva chiamata Claire e le aveva detto che Roxy si era fatta male e serviva qualcuna che la sostituisse. Le sarebbero arrivati 300 dollari in piu’ in tasca e la sera dopo se la sarebbe potuta passare a casa a rilassarsi con la sua bambina, cosi’ aveva accettato e adesso doveva aspettare che arrivassero le altre 4 ragazze e che il loro capo spiegasse in cosa sarebbe dovuta consistere la sorpresa che aveva in mente.

Si accese una sigaretta e in quel momento arrivo’ Claire “Ciao stronza, hai gia’ fatto venire l’infarto a qualche vecchietto arrapato stasera?”

“Ma buonasera... vedo che siamo molto felici oggi... mi sa che il rosso vale la pena, eh?” rispose Megan vedendo l’amica radiosa.

Mentre aspettavano le altre ragazze e la spiegazione del loro capo, si raccontarono gli avvenimenti dei giorni precedenti. Dopo diverse sigarette e qualche bicchierino di vodka martini, Megan arrivo’ in fondo al suo racconto “...Ti assicuro, non riusciva nemmeno a guardarci e si e’ voltato dall’altra parte... Non so davvero cosa fare, Claire... da un lato so che dovrei dirglielo, indipendentemente da noi due, lui deve sapere di avere una figlia... ma la violenza che ha dimostrato di avere dentro mi ha veramente fatto paura... e se si incazzasse e si comportasse cosi’ con Alice?”

“Certo che e’ un bel casino, Megan... Per quel poco che l’ho visto direi che non e’ cosi’, un gran paraculo questo si’... ma non un bastardo figlio di puttana...” disse Claire.

Intanto anche le altre tre ragazze erano arrivate e si erano preparate per lo show e anche loro iniziarono a sciogliersi con alcool e pasticche.

Anche Claire, quando le serate diventavano pesanti un aiuto con una pasticca se la dava, e quella sera non fu da meno: da quello che aveva accennato Jimmy il loro capo, avrebbero dovuto ballare a lungo e mostrarsi sempre carine con questi ospiti speciali.

Poco dopo Jimmy busso’ alla porta del camerino e le ragazze gli aprirono la porta.

“Buona sera splendori! Allora siete pronte? I miei ospiti d’onore stanno arrivando e ho fatto sistemare il soppalco. E’ tutto pronto. Solita storia per voi: fate i vostri balletti, rimanete li’ con loro a fargli compagnia per un po’, se vi chiedono altri balli li accontentate... se dovessero chiedervi altro, beh  dipende da voi e e sono affari vostri, come al solito.”

“Dobbiamo rimanere finche’ non se ne vanno, Jimmy? Oppure, ce ne possiamo andare alle 3 come al solito?” chiese una mora tutta curve e molto sexy.

“Beh bellezza, il locale chiude alle 3 e mezza, per cui ho pensato che potreste rimanere fino alla chiusura stasera... ovviamente sarete pagate per il tempo extra! Mi raccomando ragazze, date il massimo, questi sono ospiti veramente speciali per me.”

“Allora Jimmy, ci vuoi dire chi sono questi vip che dobbiamo fare impazzire stasera o vuoi farci morire di curiosita’?” chiese una delle ragazze.

“Sono musicisti di LA, uno di loro e’ un mio caro amico di Seattle... sono i Guns ‘n Roses, quelli che hanno suonato l’altra sera al Credence. Claire, Megan li avete gia’ conosciuti li’, giusto?”

A sentire per chi doveva fare lo spettacolino, Claire scoppio’ a ridere fino ad avere le lacrime agli occhi “Si, si Jimmy li conosciamo gia’...” Per lei quella sera sarebbe stata facile da gestire... oramai aveva capito come fare impazzire il rosso. “Ok, allora il cantante, quello coi capelli rossi e’ mio, chiaro ragazze? Ah, e Jimmy va bene la solita canzone.”

Megan rimase di sasso... sapeva che Jimmy conosceva Duff, gli aveva anche chiesto informazioni quando era tornata a Seattle per cercare il padre di sua figlia, ma non si sarebbe mai aspettata di doversi esibire davanti a lui.

Claire si rese conto della tensione dell’amica, le si avvicino’ e l’abbraccio’ “Coraggio piccola! Magari vedendoti cosi’ cambia idea e ti sta a sentire” disse Claire, che gia’ sentiva l’esaltazione data dalla pasticca. “Dio mio, sei rigida come un bastone... e dai sciogliti un po’ che altrimenti stasera fai casino....”

“Non ce la faccio, Claire... non ce la faro’ nemmeno se mi scolo tutte la vodka del locale...”

“Senti, so che tu non vuoi mai prendere niente... e fai bene, ma forse per stasera ti servirebbe un po’ di coraggio in pillole, eh, che ne dici?”

Megan rifiuto’ l’offerta, ma man mano che si avvicinava l’ora X... l’agitazione aumentava e si sentiva il cuore che le pulsava in gola... e il solito bicchiere di Vodka Martini si trasformo’ pian piano in una bottiglia di vodka.

Claire intanto aveva avvicinato le altre tre ragazze e aveva detto loro di non toccare lo spilungone ossigenato, a quello avrebbe pensato Megan. E chiese a Jimmy di far cambiare la canzone di Pussycat: avrebbe dovuto far mettere Sexual Healing di Marvin Gaye... La stava combinando grossa a Megan... ma si sentiva un po’ cupido in questo modo.

Claire si avvicino’ all’amica e cerco’ di rilassarla “Megan pensa che puoi farlo impazzire di desiderio ballando su di lui, e poi lo puoi sempre mandare in bianco... non sarebbe male una piccola vendetta, secondo me...”

Megan, con tutto l’alcool che aveva in corpo e a cui non era abituata, inizio’ a considerare la proposta dell’amica sempre piu’ seriamente “Beh, di sicuro so come farlo impazzire!” penso’ e sorrise tra se’ in modo leggermente malefico.

Jimmy ritorno’ nel camerino “Ragazze, sono arrivati, si va in scena!”.

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Capitolo 25
*** 24. ***


I ragazzi arrivarono al locale e furono accolti da Jimmy “Ehy McKagan, ben arrivato amico!

Ciao ragazzi, io sono Jimmy, benvenuti al Tatou. Se volete seguirmi, vi mostrero’ la zona vip... completamente a vostra disposizione per stasera...”

“Hey amico, grazie mille... non sono mai stato in una zona vip...” disse Steven a cui luccicavano gia’ gli occhi per la gioia.

“Jimmy, grazie, spero che tu non abbia fatto le cose troppo in grande!” Disse Duff “Comunque loro sono Steven, Axl, Izzy e Slash. Ragazzi lui e’ Jimmy uno dei piu’ grandi casinisti di Seattle!”

“Per i futuri dei del rock... niente e’ troppo!” sorrise Jimmy.

Arrivarono alla zona vip: un soppalco da cui si poteva vedere tutto il locale, con divani e poltrone, tavolini stracolmi di stuzzichini e bottiglie varie, e una pedana centrale rialzata che partiva da una apertura della parete e che terminava con tre gradini.

“Jimmy, se ci fossero anche delle ragazze sexy... beh questo sarebbe il paradiso” disse Slash.

“E allora amico, benvenuto in paradiso!” rispose Jimmy ridendo. “Tra poco le 5 migliori ballerine del mio locale balleranno per voi e rimarranno con voi per la serata... Ho solo una piccola raccomandazione: le ragazze sono davvero SOLO ballerine, per cui vedete di tenere a freno i vostri istinti animaleschi, ok?”

“Quindi non c’e’ speranza che ce la smollino?” chiese Steven un po’ rattristato dalla notizia “Beh, Steven questo dipende da te e dalla ragazza... non e’ affar mio quello che le mie ballerine fanno fuori dal lavoro... se per lei va bene, potete fare quello che volete, ma fuori da qui, intesi?”

“Chiaro Jimmy, e grazie ancora... direi che si prospetta decisamente una serata interessante!” disse Duff, cercando di sorridere... ma pensando di volersi trovare da tutt’altra parte.

“Ok, allora signori: accomodatevi e che le danze abbiano inizio.” detto questo Jimmy li saluto’ e scese nel locale.

I ragazzi si accomodarono e iniziarono a versarsi da bere, le luci si abbassarono e la musica inizio’ a risuonare nel soppalco.

Una splendida ragazza mora usci sulla pedana e inizio’ a muoversi sinuosa. I suoi movimenti appena accennati ma fluidi ricordavano un serpente. Slash spalanco’ gli occhi e rimase a bocca aperta, quando si rese conto che la ragazza era scesa dalla pedana e si stava dirigendosi verso di lui fissandolo.

Quando poi inizio’ a ballare su di lui strusciandosi e sfiorandolo appena, Slash emise un gemito “Sono morto e sono in paradiso... ma se questo e’ l’inferno va bene lo stesso...”

La musica cambio’ appena e fu la volta di Claire ad uscire sulla pedana... se la stava ridendo sotto i baffi, la bionda. Aveva deciso di incorporare nel suo balletto un paio di mosse che lei e Axl avevano “provato” quel giorno... e il cantante rosso parve gradire particolarmente la sorpresa.

Izzy si volto’ verso Duff e gli disse “Avevi ragione amico, direi che la serata si sta facendo veramente interessante...” rilassandosi sorridendo contro lo schienale della poltrona.

Altro cambio di musica altra ragazza, che punto decisa su Steven. Il biondo batterista riusci’ a dire solo “Oh cazzo!” mentre la ragazza ballava sinuosa su di lui.

Mancavano ancora 2 ragazze e Izzy e Duff stavano diventando abbastanza impazienti. La quarta ragazza che usci’ si mosse sul palco per un po’ e poi si avvicino’ ai ragazzi. Duff allungo’ una mano per prenderle il polso e tirarla verso di lui, ma lei si scanso’ appena e punto’ Izzy, iniziando a muovere il bacino in modo provocante, mentre si sedeva su di lui. Senza dire niente, Izzy le appoggio’ le mani sul sedere e la ragazza lo lascio’ fare.

Un altro cambio di musica e sarebbe arrivata anche il suo turno pensava Duff che sorrise sornione aspettando di vedere uscire la sua ballerina personale, in fondo alcool e una bella ragazza sexy potevano allontanare i problemi per una sera, penso’... anche se all’idea di una ragazza sexy gli vennero in mente due bellissimi occhi blu.

Ma la musica si fermo’ “Ehy, ma manca la mia! La mia dov’e’?” chiese perplesso Duff.

 

Claire si alzo’ da Axl e gli allungo’ la mano “Ti prometto che non te ne pentirai”. Lo fece sedere su di una poltroncina che dava le spalle alla pedana, per poi rimettersi a ballare per su Axl.

Nessuno dei 4 fece caso a chi stava scendendo dalla pedana. Iniziarono le note di Sexual Healing e due mani coperte da guanti di lattice nero scivolarono da dietro sul busto di Duff che a quel punto si mise piu’ comodo per godersi il suo show.

La ballerina inizio’ a camminare ancheggiando di fianco a lui, tenendo una mano sulla sua spalla e accarezzandola man mano che si spostava davanti a Duff. Gli si mise davanti di schiena e inizio’ a fare piccoli cerchi col bacino, lentamente, molto lentamente. Apri’ le gambe e inarcando la schiena si piego’ in avanti. Duff si trovo’ davanti al viso un culo da paura e ci appoggio le mani aperte, ma la ballerina si alzo’ e voltandosi lentamente verso di lui gli fece segno di no col dito.

Duff si ritrovo’ addosso gli occhi blu di Megan che lo fissavano. Duff fece parlare, ma la ragazza ballando attorno a lui gli appoggio’ un dito sulla bocca per non farlo parlare. Gli si era messa di fianco, alzo’ una gamba e la appoggio’ tra quelle di Duff e si lascio’ scivolare verso il busto di lui, risalendo con la testa dal bacino alla faccia del ragazzo. Riporto’ la gamba per terra e si giro’ nuovamente di schiena e ancheggiando a gambe aperte scese fino ad arrivare con la testa fino alla sua gamba, su cui si appoggio’. Duff stava letteralmente impazzendo di desiderio: quella ragazza gia’ era sexy quando non faceva nulla per esserlo, figuriamoci quando si metteva d’impegno per far arrapare un uomo...

Il balletto continuo’ ancora un po’ e quando la musica termino’ Megan era seduta in grembo a Duff, con la sua fronte appoggiata a quella del ragazzo e le mani intrecciate nei capelli di lui. Aveva gli occhi chiusi e la bocca socchiusa, il respiro leggermente accelerato.

Apri’ gli occhi e guardo’ Duff, fece per alzarsi ma lui la trattenne e guardandola imbarazzato “Sono un coglione, sono una grandissima testa di cazzo, avrei potuto avere te e nostra figlia al mio fianco e ho mandato tutto a puttane, vero? Potrai mai perdonarmi?”

Megan sorrise amaramente “Ce ne hai messo di tempo Mckagan... e ci sei arrivato da solo o  te l’ha detto qualcuno perche’ il tuo cervello e’ andato?”

“Beh... confesso che tu mi fai sciogliere il cervello con molta facilita’, piccola” disse Duff con voce arrochita dal desiderio. Si sporse verso di lei e la bacio’.

Megan non avrebbe voluto rispondere a quel bacio, ma il suo corpo era di opinione diversa e non riusci’ ad impedirsi di baciarlo con altrettanta passione.

Ma quando una mano di Duff inizio’ a scendere delicatamente sul suo collo, puntando decisamente verso il seno, Megan reagi’ “No! Fermati!”.

Duff rimase interdetto, quel bacio non significava forse che era tutto a posto? o che almeno avrebbero potuto risolvere il casino piu’ facilmente?

Megan si alzo’ e si avvicino’ a Claire che si stava preparando un cocktail “Senti, io me ne devo andare da qui... e anche alla svelta...Adesso vado di sotto e chiedo a Silvy di sostituirmi... e poi me ne vado a casa. Se Jimmy chiede qualcosa, digli che mi sono sentita male... e che si tenga pure i suoi soldi...”

“Megan, ma non puoi! oramai sei tu la sua ballerina per stasera! Anzi magari potreste approfittare della situazione e cercare di chiarirvi almeno un po’!”

“No, Claire... davvero... non resisto piu’ qua dentro! E’ meglio che vada ora...”

E si avvio’ verso le scale. Duff segui’ con lo sguardo Megan e quando la vide sparire dal soppalco, si avvicino’ a Claire “Scusami, Megan ti ha detto quando torna?”

Claire si volto’ verso il biondo, lo guardo’ attentamente e vide la tristezza nei suoi occhi, la stessa che era sempre presente in quelli di Megan.

“Senti... ok, Megan mi uccidera’ per questo... se ne sta andando a casa... ma fai ancora in tempo a seguirla... e secondo me dovresti. Dovete chiarire una volta per tutte e cercare di risolvere questa situazione, per voi ma anche per Alice. Lei ti ama ancora tantissimo... ti ha sempre amato... e non c’e’ mai stato nessun altro per lei... mai.”

Duff sgrano’ gli occhi “In questi anni non ha mai avuto nessuna relazione?”

“Nemmeno per sbaglio, biondo... e quella ragazza si merita davvero di essere felice... per cui vedi di darti da fare e non la far soffrire ancora, altrimenti di taglio le palle, chiaro?”

Duff sorrise, capendo quanto Claire tenesse a Megan, le diede un bacio sulla guancia e inizio’ a correre giu’ dalla scalinata per seguire la splendida ragazza rossa che era cosi’ importante per lui.

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Capitolo 26
*** 25. ***


Megan era nel camerino e si stava cambiando. Aveva il cuore a pezzi e gli occhi pieni di lacrime: voleva Duff con tutta se stessa, mai una volta aveva desiderato qualcun altro. Ma non era piu’ solo questione di quello che lei voleva e desiderava... per prima cosa doveva pensare al bene di Alice... poi avrebbe pensato anche a se stessa, se ne fosse rimasto il tempo.

 

Duff spalanco’ la porta del camerino e rimase immobile. Megan era seduta davanti ad uno specchio e si stava struccando. Aveva gia’ infilato i suoi jeans, la maglietta enorme dei Ramones e le sue All Star rosse, aveva gia’ legato i suoi lunghi capelli setosi e Duff penso’ che fosse semplicemente la donna piu’ bella dal mondo.

Megan si giro’ di scatto, spaventata dal rumore della porta che si spalancava.

“Duff... ti prego non e’ ...”

“No, Megan, io ti prego: ascoltami... Io ho bisogno di parlarti, di chiederti scusa di spiegarti perche’ mi sono comportato come un figlio di puttana...”

Megan abbasso’ lo sguardo. Voleva starlo a sentire, sentiva il bisogno fisico di sentire la sua voce...Dio quanto le era mancata quella voce in quegli anni!

“Senti, io me sto andando... e questo non e’ certo il posto migliore per parlare... se vuoi puoi accompagnarmi a casa...”

Duff fece un sospiro di sollievo “Grazie, e’ perfetto...” rispose quasi timidamente.

“Dammi un minuto e sono pronta...”

Duff entro’ nel camerino e inizio’ a guardarsi intorno... c’erano bottiglie vuote di vodka e di martini, riconobbe i rimasugli di strisce di coca e una busta con pastiglie...

“Beh, direi che c’e’ stata una festa, qui...” disse imbarazzato.

“Gia’, avevamo bisogno di scioglierci un po’ prima di venire da voi... Jimmy ci aveva messo un po’ di pressione addosso stasera...” Poi si rese conto che Duff stava guardando i rimasugli delle droghe... “Merda” penso’ e inizio’ a giustificarsi col biondo “Si, ma... con quelle io non ho niente a che fare... ti giuro, io... io...”

“Calma, Megan, non ti sto giudicando” Duff le accarezzo’ il viso con dolcezza.

“Ok... sono pronta, andiamo?”

Duff stese un braccio in avanti “Prima le signore, naturalmente” disse sorridendo.

 

L’aria fuori dal locale era fresca e Megan si copri’ nel chiodo di pelle, “Hai freddo?” chiese Duff mettendo un suo braccio attorno alle spalle di Megan e stringendosi a lei. “Un po’...”

Camminarono un po’ in silenzio, entrambi imbarazzati e non sapendo come iniziare il discorso.

“Senti, ti posso fare una domanda?” chiese Duff rompendo il ghiaccio.

“Spara!”

“Quando ti hanno riportata a casa, sapevi... gia’ di aspettare Alice?”

“No, Duff... Lo scoprii solo qualche settimana dopo... quando oramai eravamo separati... Quella sera, quando la polizia mi riporto’ a casa, mio padre mi disse che che te l’avrebbe fatta pagare per avermi ridotto in quello stato: io ero una furia...”

“Infatti, per qualche settimana sembrava che gli sbirri fossero le mie guardie del corpo...”

Megan scosse la testa, sapeva che suo padre non minacciava mai a vuoto... “Allora stavo ancora cercando di scappare per tornare da te... Poi mi senti’ male. Mi era ancora “concesso” telefonare e ricevere a casa alcune amiche selezionate. Chiamai una di loro e mi confidai con lei... dopo poco arrivo’ a casa mia con il test di gravidanza. Il risultato fu positivo... quando lo vidi scoppiai a piangere. La mia amica inizio’ a consolarmi pensando che fossi disperata... ma io stavo piangendo di gioia... avrei avuto sempre con me qualcosa che era solo nostro. Iniziai a pensare sempre di piu’ a scappare, ma la mia “amica” racconto’ tutto a mio padre, che il mattino dopo mi prese di forza e mi porto’ in ospedale. La’ confermarono che ero incinta, ma che c’era ancora tempo per “risolvere la situazione” dissero a mio padre, che immediatamente acconsenti’.

Dopo due giorni saremmo dovuti tornare in ospedale e mi avrebbero fatto abortire... e disse anche che ti avrebbe denunciato per violenza carnale. Io ero terrorizzata oramai”

Duff stava ad ascoltare in silenzio “E come hai fatto a fargli cambiare idea?”

“Ho fatto un patto con lui: io avrei partorito il bambino, lontano da Seattle, lo avrei dato in adozione appena fosse stato possibile, avrei preso il diploma e sarei andata ovunque lui volesse a studiare. E ti avrebbe lasciato in pace. Inizialmente non volle accettare la mia proposta, ma io continuavo a piangere e a pregarlo... e a modo suo mi voleva bene, per cui alla fine si arrese. Trovo’ un collegio in Oregon per ragazze nelle mie condizioni, e mi ci spedi’... sarei riuscita a diplomarmi e il parto sarebbe avvenuto dopo. Avrei dovuto dare il bambino in adozione al massimo 3 settimane dopo il parto e partire immediatamente per Parigi, dove avrei studiato all’Universita’... ovviamente Facolta’ di lettere, come voleva mio padre. Non avrei mai piu’ potuto contattarti. Se mi fossi anche solo azzardata a cercarti, si sarebbe accanito contro di te. Per proteggere te e il bambino, accettai le sue condizioni. Tutte.”

“E come sei riuscita a tenere con te Alice?” chiese Duff iniziando a rendersi conto della forza d’animo che quella dolce ragazzina di 3 anni prima aveva avuto.

“Fui aiutata da una delle psicologhe del collegio: quando mi misero Alice tra le braccia e lei mi guardo’, mi resi conto che aveva i tuoi occhi... e che non avrei mai potuto darla in adozione. Mi diedero il permesso di lasciare l’ospedale lo stesso giorno in cui Alice sarebbe stata data alla sua nuova famiglia... LA psicologa mi becco’ mentre stavo entrando nella nursery e vide che stavo prendendo Alice dalla culla, mi fermo’. Io credevo che mi avrebbe detto di rimettere giu’ la bambina e di andarmene... invece mi diede 300 dollari e mi disse solo “Buona Fortuna”. Cosi’ riusci’ a scappare e a prendere un bus che mi facesse avvicinare a Seattle il piu’ possibile. Arrivai a Seattle di sera, dopo giorni che eravamo in viaggio, entrai nella tavola calda di Lou e Louise... avevo 5 dollari in tasca e mi servivano per i pannolini per Alice, ma avevo molta fame e scoppia a piangere... Loro mi accolsero e mi aiutarono per tutto. Dal giorno successivo inizia a chiedere di te in giro... ma ti eri letteralmente volatilizzato... Alla fine andai a casa da tua madre e le chiesi di te. Mi disse che eri a Los Angeles e che vivevi con la tua ragazza... Capi’ che ti eri rifatto una vita e che io non ne facevo piu’ parte... Chiesi a tua madre di darti il mio numero quando ti avesse sentito, le dissi che avevo bisogno di palarti per una cosa importante. Mentre prendevo un foglietto dalla mia borsa, mi cadde la tua foto... a tua madre piacque moltissimo, per cui gliela regalai. Ecco questa e’ la mia storia...”

Rimasero in silenzio per un po’... Duff non riusciva a dire nulla, e cosi’ l’abbraccio’ tenendola stretta a lungo. Alla fine si sedettero su una panchina. “Adesso tocca a me farti una domanda...” disse Megan.

“Certo...”

“Perche’ l’altro giorno alla tavola calda hai urlato in quel modo, perche’ non hai minimamente pensato che Alice sarebbe potuta essere tua figlia?”

“Non lo so neanche io di preciso. Dopo la notte passata insieme, te ne sei andata come un fulmine, nominando un qualcuno che si sarebbe svegliato senza di te... Mentre tornavo in citta’ pensavo a tutti quelli che ti facevano il filo mentre eravamo insieme... a quelli di cui io sapevo, almeno... sai, ho sempre pensato che ce ne fossero altri di cui non sapevo nulla... quando ho visto Alice che ti chiamava mamma, quando ho saputo che aveva tre anni... beh non ho piu’ capito un cazzo... Credo che mi sia venuto una specie di attacco di panico... ma invece di aver avuto i polmoni bloccati... mi sono ritrovato il cervello bloccato...” sorrise amaro Duff.

Senza dire una parola Megan di appoggio’ con la testa al petto di Duff... e lo abbraccio’ “Mi dici perche’ ti sei sempre fatto queste seghe mentali sugli altri che mi giravano intorno? Non lo sai che io volevo solo te? Che per me esistevi solo tu?” disse Megan.

“Sai, tu sei cosi’ bella, cosi’ elegante e raffinata... e lo sei sempre stata... e io mi sono sempre sentito inadeguato... eri troppo per me... e avevo una fottuta paura di perderti.”

“Di questo non ti dovrai mai preoccupare, Tramp” disse Megan con voce assonnata, e stringendosi ancora di piu’ a Duff si addormento’ sorridendo.

Duff La guardo’ dormire per qualche istante, poi la sollevo’ e cammino’ con lei in braccio fino alla tavola calda. Stava per cercare le chiavi nella borsa della ragazza, quando vide una luce accesa dalle finestre dell’appartamento. Suono’ il campanello e si ritrovo’ davanti Louise in camicia da notte e bigodini. 

“Ho riportato a casa Megan, stavamo parlando e lei e’ crollata...” disse Duff imbarazzato.

Louise lo guardo’ un po’ preoccupata “Vieni” disse, facendo passare il biondo e richiudendo la porta.

Louise apri’ la porta della camera di Megan e Alice e Duff appoggio’ la ragazza sul letto. Le fece una carezza e stava per andarsene quando vide Alice dormire beata nel suo lettino. Era bellissima, un angioletto. Si avvicino’ in silenzio e si mise ad ammirarla, non riusciva a smettere “Mia figlia...” disse sussurrando.

“Se vuoi, puoi rimanere qui... ma vedi di non svegliarle... soprattutto Megan, ha davvero bisogno di riposare.”

“Grazie Louise... e grazie anche per aver accolto Megan e mia figlia, e per averle aiutate cosi’ tanto” disse Duff semplicemente.

Louise sorrise “E’ stato un piacere Micheal” e usci’ chiudendo delicatamente la porta.

Duff si sedette in mezzo ai due letti con le spalle appoggiate al muro e continuo’ a guardare Alice dormire.

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Capitolo 27
*** 26. ***


Megan si sveglio’ estremamente rilassata quella mattina. Si alzo’ dal letto e nella penombra della stanza vide Duff che dormiva per terra, con la testa appoggiata al letto di Alice. La bambina si era abbracciata alla mano e al braccio del ragazzo e dormiva beata. Era una scena dolcissima e loro due insieme erano veramente bellissimi.

Dopo anni, le ritorno’ la voglia di fotografare: quella scena valeva davvero la pena di essere immortalata. Prese la macchina fotografica dall’armadio e dopo aver sistemato l’obiettivo scatto’ alcune foto.

Un ripetuto click click sveglio’ Duff, che rimase un attimo frastornato. Quando cerco’ di muoversi si rese conto di avere qualcosa che gli bloccava il braccio, si volto’ per guardare e rimase a bocca aperta, poi si volto’ verso Megan “E adesso come faccio?” chiese sussurrando per non svegliare la bambina.

Megan sorrise, si avvicino’ in silenzio e inizio’ a spostare con delicatezza Alice dal braccio di Duff. La bambina si lamento’ un po’ nel sonno, ma appena Megan le avvicino’ il suo orsacchiotto, la piccola lo abbraccio’ e ricomincio’ a dormire pacifica.

A quel punto, Megan si giro’ verso Duff e trovandosi il suo viso di fronte gli diede un delicato bacio sulle labbra e sorrise.

Si rimise in piedi e usci’ dalla stanza. Dopo poco torno’ con solo un asciugamano addosso, i lunghi capelli rossi bagnati che le ricadevano su di una spalla. Duff sorrise compiaciuto per la visione che si ritrovava davanti e le si fece piu’ vicino. Le mise le mani sui fianchi e l’attiro’ contro di se’.

“Duff! Non adesso, dai... Alice potrebbe svegliarsi... e devo prepararmi e aprire la tavola calda adesso” disse sottovoce Megan sorridendo sensuale. Duff le diede un bacio e si stacco’ da lei.

Per Duff fu una vera tortura, vederla spalmarsi la crema sulle gambe, indossare la biancheria attraverso l’asciugamano, vedersela davanti a cercare un paio di jeans puliti e una maglietta, coperta solo da reggiseno e perizoma... Se non ci fosse stata la bambina... Megan avrebbe sicuramente aperto con molto ritardo il locale!

Megan fini’ di prepararsi e scesero nella tavola calda.

“Allora Duff, quando ritornerai a Los Angeles?” chiese Megan guardando seria il biondo.

“Eh???? Mi vuoi mandare via dolcezza? Ti sei gia’ stancata di avermi intorno?” rispose preoccupato Duff.

“No, no... cosa hai capito! E’ solo che mi sono resa conto che voi Guns ‘n Roses siete veramente bravi... e credo che a LA avreste molte piu’ possibilita’ di sfondare che da qualsiasi altra parte...”

“Gia’, hai ragione... solo che vorrei averti vicino adesso che ti ho ritrovato...”

“Anche io vorrei starti vicino... se ci fossi solo io partirei anche adesso con te ma non e’ questo il punto... non so come Alice potrebbe prendere la cosa... e non voglio pesare su di te, non voglio che la nostra presenza ti ostacoli... Chi mi aiuterebbe con Alice, se dovessi venire a Los Angeles con te? Qui Alice e’ felice e tranquilla... forse se...”

“Per il momento, non ho una casa mia... viviamo tutti insieme nello stesso posto, che e’ quello in cui proviamo e componiamo... ma non ti chiederei mai di venire con Alice in quel letamaio...”

“Forse e’ meglio aspettare un attimo... e quando ti sarai organizzato e sistemato, ne riparleremo, che ne dici?”

Duff rimase un po’ in silenzio pensieroso poi alzo’ i suoi occhi verdi un po’ delusi su Megan, “Gia’ e’ quello che stavo pensando anche io”

“Oh, perche’ adesso ti sei messo anche a pensare, McKagan?” lo canzono’ Megan tirandogli addosso un cornflakes.

“Stevens, questa e’ vecchia come battuta... stai invecchiando... perdi colpi oramai” rise Duff.

 

Louise scese alla tavola calda con Alice e quello che vide le fece sciogliere il cuore: Megan e Duff stavano parlando, ridendo, sorridendosi in continuazione, finche’ non si baciarono dolcemente. Alice emise un “OHHHHH” e i due si separarono imbarazzati.

“Ehm... ciao scricciolo, vieni a dare un bel bacio alla mamma!”

Alice corse verso di lei e Megan la prese in braccio, facendola sedere sul bancone tra lei e  Duff.

Alice rimase un po’ in silenzio guardando la madre e il ragazzo, poi spiazzo’ completamente i tre adulti presenti nella stanza “Tu sei il mio papa’? La mia mamma mi ha detto che ama molto il mio papa’... e lei e’ tanto contenta con te, e ti ha dato un bacio, quindi ti ama, no?”

Tre paia di occhi e tre bocche spalancate iniziarono a guardarsi senza sapere come rispondere.

“Perche’ non rispondi?????”

Duff inizio’ a balbettare “Beh... ecco... ti farebbe piacere se io lo fossi?”

Alice lo studio’ seria per un po’ “Credo di si’, sai...” poi fece un sorriso sornione e aggiunse “...se mi compri un gelato io ci penso e te lo dico”

Megan diede un bacio in fronte ad Alice e le disse “Sempre la solita piccola peste che si fa corrompere con un gelato!” e Duff le scompiglio’ i capelli biondi e le rispose sorridendo “Affare fatto, principessa!”

 

Louise aveva osservato tutta la scena sentendo montare dentro di se’ una grande sensazione di gioia. Si avvicino’ a quella giovane famiglia che si era appena formata “Sentite perche’ adesso voi tre non ve ne andate a fare un giro e state insieme oggi? Al locale ci penso io, tesoro” disse vedendo che Megan stava per replicare. E lo disse facendo capire che non avrebbe accettato un no come risposta.

 

Duff e Megan si guardarono sorridendo e ringraziarono Louise. Megan sali’ a prendere la sua giacca, la sua borsa e una felpa per Alice. Quando fu pronta si avvio’ fuori dal locale abbracciata a Duff che teneva sulle spalle Alice.

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Capitolo 28
*** 27. ***


Andarono alle giostre, diedero da mangiare alle papere nel laghetto e infine si fermarono a prendere un gelato. Come al solito Alice inizio’ a chiedere troppi gusti, Megan e Duff risero e se presero anche loro un gelato. Si sedettero su una panchina e se lo mangiarono gustandolo con calma.

Dopo un po’ Megan si volto’ e scoppio’ a ridere fino ad avere avere mal di pancia... Duff cerco’ di chiederle cosa ci fosse da ridere tanto, ma ogni volta che iniziava a parlare la ragazza rideva ancora piu’ forte. Duff si volto’ verso Alice, era completamente sporca di gelato... ce lo aveva ovunque: le mani ne erano ricoperte, come anche la faccia, la maglietta e i jeans. Duff sorrise “E’ per come si e’ ridotta che ridi tanto?”

“No Duff.... e’ per come... VI siete ridotti... sei sporco di gelato anche tu, tanto quanto lei!” disse con le lacrime agli occhi dal ridere “Ecco da chi ha preso...” Rendendosi conto della sua situazione, anche Duff si mise a ridere.

“E’ meglio che vada a casa a cambiarmi... ma con lei come facciamo?”

“Miky, perche’ credi che mi porti dietro una borsa pesante come una valigia invece di una borsa normale?” rispose Megan aprendo la borsa e mostrando i vestiti di ricambio che costantemente si portava in giro, per emergenze come quelle.

“Gia’, ok... non e’ che ci metteresti anche qualcosa di mio, li’ dentro? credo che farebbe comodo anche a me girare con un cambio pulito...” rise Duff, “Dai andiamo a casa mia... vorrei anche far conoscere Alice a mia madre, se per te va bene”

Megan accetto’, anche se si sentiva un po’ imbarazzata.

 

Arrivarono a casa Mckagan e trovarono la mamma di Duff che stava facendo il terzo grado ai 4 ragazzi presenti.

“E si puo’ sapere perche’ non vi siete nemmeno accorti che lui era andato via?”

“Ecco... eravamo un pochino presi da una conversazione interessante con alcune ragazze... e non lo abbiamo visto andare via, mi dispiace signora...” disse Slash timidamente.

“Ah davvero Soul? Era cosi’ tanto interessante il discorso da non salutarlo nemmeno?” lo redargui’ la signora McKagan.

“Direi proprio di si’...” disse Steven beccandosi un’occhiataccia dalla mamma del suo amico e facendosi piccolo piccolo nel divano.

“Ciao a tutti!” Disse Duff entrando con Alice in braccio e tenendo Megan per mano.

“Micheal! si puo’ sapere dove sei stato? Mi hai fatto preoccupare! Loro 4 non si erano ancora accorti che te ne eri andato...”

“Dai ma’ e’ tutto a posto... Ciao fratelli, vi ha strigliato per bene?”

Slash e Izzy notarono subito la felicita’ che emanava quei tre insieme: era palpabile nell’aria.

Mamma McKagan guardo’ attentamente il figlio, guardo’ la bambina e poi di nuovo il figlio, poi di nuovo la bambina, poi guardo’ Megan che la saluto’ timidamente “Salve signora McKagan...”

“Ciao Megan, tesoro... Micheal in cucina, subito”

“Ma mamma...”

“HO DETTO SUBITO!”

Duff mise Alice a terra e si avvio’ scuotendo il capo verso la cucina e allargando le braccia, chiedendosi silenziosamente perche’. Megan decise di seguirli: era meglio che ci fossero tutti e due per spiegare la situazione.

“Micheal Andrew McKagan, voglio una spiegazione”

“Mamma, ti ricordi di Megan, vero? Ti ricordi che abitavamo insieme un po’ di anni fa?”

“Si, Micheal me lo ricordo, come mi ricordo che suo padre l’ha fatta sparire, ed e’ chiaro come il sole che quella bambina e’ tua figlia. Non e’ questa la spiegazione che voglio. Voglio sapere perche’ me l’hai tenuto nascosto per tutto questo tempo.”

“Mamma... non te l’ho detto prima perche’ l’ho scoperto solo l’altro ieri”

“Micheal, quando questa ragazza e’ venuta a chiedermi di te, mi ha lasciato il suo numero, e io ho telefonato subito a casa tua per darti il numero e dirti di chiamarla... avevo capito che era molto importante per lei. Mi ha risposto quella scialbetta bionda... come si chiamava... ma si, quella che viveva con te...Sally...”

“Stacy, mamma”

“Ma si, Sally, Stacy... tanto era una sciocchina comunque, non come questa ragazza” disse indicando Megan, “Tu non eri in casa e io le ho detto di darti il numero e di chiamare appena potevi, perche’ Megan aveva bisogno di parlarti. Perche’ non la hai richiamata?”

“Stacy non mi ha mai detto che avevi chiamato...” disse Duff alzando gli occhi al cielo “Che stronza!”

“Davvero, Miky non sapeva nulla prima dell’altra sera, signora” intervenne Megan.

Mary Alice McKagan  si apri’ in un gran sorriso “Quindi quella e’ la mia nipotina numero 15? Quell’angioletto e’ davvero la mia nipotina?”

“Si mamma, Alice e’ la tua quindicesima nipotina...”

“Alice?” disse la signora McKagan guardando Megan.

“Si, le ho dato il suo nome... spero che non le dispiaccia...”

“Dispiacermi tesoro? ...assolutamente! E adesso ragazzi, potrei conoscere mia nipote?” sorrise allegra la mamma di Duff.

Megan chiese di fare una telefonata e rimase un momento in cucina.

“Ciao Lou, si’ tutto a posto... davvero e’ arrivata la lettera? e... e cosa dice? no, no, aprila pure... DAVVERO???? Grazie Lou, oh, mio Dio, grazie grazie grazie! Oh, Lou ma non dovete...davvero e’ troppo... beh, allora ok, grazie!”

 

 

Megan ritorno’ nel salotto dove Duff, Slash, Izzy, Steven, Axl e la signora McKagan stavano ridendo e scherzando con Alice che sorrideva felice in braccio a Duff.

“Ragazzi, signora McKagan, principessa: questa sera siete tutti invitati da Lou e Louise per una festa privata alla tavola calda. Ci saranno anche le mia amiche di ieri sera”. Disse guardando Slash e gli altri ragazzi, le cui facce si aprirono in grandi sorrisi sentendo nominare le ragazze.

“E cosa si festeggia?”

“Beh, la mia ammissione alla Facolta’ d’arte fotografica alla UCLA, con borsa di studio totale... e questo significa” prese fiato Megan e si volto’ verso Duff aprendosi in un meraviglioso sorriso “Che mi dovro’ trasferire a Los Angeles per la fine dell’estate!”

“Lady e’ fantastico!” disse Duff abbracciando Megan e sollevandola di peso.

“Finalmente potremo stare tutti e tre insieme, Tramp! Finalmente avremo il nostro paese delle meraviglie!”



 

I soprannomi di Megan e Duff sono un omaggio a Mars from the stars (Lady &Tramp e' il titolo originale di Lilly e il Vagabondo, che Mars from the stars cita nel suo racconto "Romeo and Juliet"), per avermi fatto conoscere questo sito attraverso la pagina facebook "Get in the Ring": grazie mille... adesso ho trovato una nuova droga :D!!!!!
Vorrei inoltre ringraziare chi ha letto la mia storia: spero di avervi fatto trascorrere un po' di tempo piacevole :)
Altre idee si affollano nella mia mente adesso... Intanto leggero'  con piacere le vostre storie!
CIAOOOO
Foxygiu

 

 

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