My beautiful...

di Cristy_
(/viewuser.php?uid=103170)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lei è speciale..! ***
Capitolo 2: *** Il trio perfetto! ***
Capitolo 3: *** Gesti d' affetto e non... ***
Capitolo 4: *** Passatempi normali per bambini speciali; ***
Capitolo 5: *** Al completo..o solo un nuovo problema per Mello? ***
Capitolo 6: *** Il saggio Matt; ***
Capitolo 7: *** Le prime passioni; ***
Capitolo 8: *** Cambiamenti difficili.. ***
Capitolo 9: *** TEST matematici sull' amore... ***
Capitolo 10: *** Le note della paura; ***
Capitolo 11: *** L' amicizia è più commovente dell' amore, contro ogni TEORIA.. ***
Capitolo 12: *** Affascinanti interrogativi adolescenziali.. ***
Capitolo 13: *** Fifteen ***
Capitolo 14: *** Non ti abbandonerò... ***
Capitolo 15: *** Maschere di bellezza.. ***
Capitolo 16: *** Poor Mello! ***
Capitolo 17: *** Il primo impatto con... il pavimento. ***
Capitolo 18: *** Sarà semplice dimenticare..? ***



Capitolo 1
*** Lei è speciale..! ***


   

<< Sei sicuro che si troverà bene? >>

<< Lei non può stare qui!! >>

.. << Non ci saranno problemi. Vi dico che lei è diversa, diversa quanto basta per stare

con gli altri!! >>

<< Watari, spiegati.. >>

Così andava avanti da circa cinque minuti nello studio di Roger alla Wammy' s House alle 23,30 di un piovoso giorno d' inverno.

All' interno, Watari cercava di allontanare le sciocche convinzioni di Roger con l' aiuto di Kiki.
Kiki era la sorella maggiore di Cristina. Quest' ultima era una graziosa bambina di tre anni, dai corti capelli castani, quasi biondi, intorcigliati in tanti arruffati ricci. Graziosa, lo era ben poco. Era un maschiaccio! Sempre impegnata a rincorrere un' ipotetica farfalla, per poi finire contro un palo e il più delle volte farsi solo male..

Gli occhi verdi in quel momento erano fissi nel vuoto, impegnati a guardare ad una lontana fantasia che la bambina aveva da quando aveva fatto quello strano sogno.

<< Kiki, puoi spiegarci per favore quale sogno ha fatto Cristina? >>

<< Certo, Watari. La bambina ha sognato di.. svolgere un' equazione. Così le ho chiesto se la ricordava, e ha iniziato a scrivere una lunga serie di numeri... per poi prendere a indicarli e ad uno alla volta chiamargli con un soprannome. >>

<< Volete ora spiegarmi cosa c'è di intelligente in una cosa del genere? E' solo l' immaginazione di una bambina!! >>

<< Roger, l' equazione è questa. >> Watari, dopo aver osservato un blocchetto consegnatogli da Kiki, con aria sorpresa lo porse a Roger.

<< .. Strabiliante.. >>

<< Ciao, io sono L. E tu chi sei? >> Un bambino dall' aria goffa si era avvicinato a Cristina dopo averla osservata a lungo nel buio. Le mani nelle tasche dei pantaloni morbidi del pigiama, e un po' troppo corti, visto che lasciavano travedere i suoi piedi scalzi.

Cristina, con un sobbalzo, guardò il bambino che si parò davanti a lei e che la osservava con altrettanta curiosità che lei dimostrava. Poi, sorrise.

<< Io mi chiamo Cristina. Puoi spiegarmi che cos' è questo? E' per caso un' ospedale? >>

<< Oh, no. E' un orfanotrofio.. >> L, rispose, e notò la conseguiva tristezza che si fece strada nello sguardo della bambina.

<< ..Mi dispiace... Quindi tu sei solo? >>

<< Direi di si. >>

Dopo un po', si sedette accanto a lei su una delle sedie poste fuori l' ufficio di Roger. Portò un' indice sotto il labbro inferiore e prese a morderselo; alzò le ginocchia e vi appoggiò sopra l' altra mano dopo averle avvicinate alla pancia.

Cristina guardò L seduto in quella posizione e rise.

Una risata fragorosa, che riempì il corridoio buio e triste, visto che vi si trovava l' ufficio di Roger..

<< I miei genitori non sono morti. Non capisco perché sono qui.. >>

<< E se non te lo avessero detto? >>

La bambina guardò il volto di L inespressivo, e poi assunse un' aria preoccupata.

<< No!! Kiki non riesce mai a nascondermi niente!! Ha 16 anni lei!! Io ne ho solo tre.. Ma riesco sempre a capire quando è turbata!! >> Dato che L non rispose, lei continuò. << Quanti anni hai tu? >>

<< Ne ho sei. >>

<< E' ridicolo!!! Non fatemi perdere altro tempo!!! >>

<< No Roger aspetta! Devi vederla. Prova a parlarle. Ti assicuro che lei merita.. >>

<< Basta Watari! >> Roger si alzò e sbattè un pugno sulla sua scrivania, facendo sobbalzare la povera Kiki..

La porta dello studio di Roger si aprì dopo pochi minuti, lasciando travedere ai due bambini due adulti in preda all' ansia e un' adolescente silenziosa, ma che non si sentiva diversamente dai due.

<< Cristina, potresti entrare un attimo? >> Kiki.

<< Va bene. >> la bambina, con un tono allegro, smise di dondolare con le gambe e balzò giù dalla sedia entrando nello studio di Roger.

Successivamente, le mostrarono un po' di fotografie che la bambina identificò con appellativi normali, non mostrando eccessivi segni particolari.

Quello era tutto un mistero, e dato che neanche gli adulti riuscivano a trovarne risposta, lasciarono perdere..

Cristina uscì dallo studio di Roger, e salutò L.

Roger si stupì, nessuno si avvicinava a quel bambino. E lui, collaborava nel tenere bene le distanze da tutti.

Poi andò via, seguita da Kiki, e dalle occhiate dispiaciute di Watari e da quelle innervosite di Roger.

<< E tu, che ci fai qui? Vai a letto! >> Roger si rivolse ad L, che non accennava a spostare neanche un muscolo dalla sua posizione fetale.

Piano il bambino si girò verso Roger, mettendogli i brividi come al solito, dopo averlo incatenato col suo sguardo tenebroso.

Si alzò dalla sedia, e a passo strascicato tornò nella sua camera.

Watari rimase a fissare la direzione che avevano preso Kiki e Cristina, mano a mano. Aspettò fino a quando non se ne fossero andate, e poi parlò a Roger.

<< Quella bambina è diversa. E' speciale. Devi darle una possibilità.. >>

<< Solo gli orfani entrano a far parte della Wammy's House! >>

<< Cosa vuoi fare?! Uccidere tu i suoi genitori?? >> Watari era visibilmente innervosito. << Ad ogni modo, i suoi genitori sono poco presenti nella sua vita e, a causa del lavoro che fanno.. dubito possano.. >> l'uomo si lasciò scappare un sospiro, << E lei è davvero intelligente. >>

<< Spiegami allora i suoi potenziali! E' brava in matematica? In chimica? In fisica? In psicologia?? No! E' solo una strana bambina. >> Detto ciò Roger si congedò per andare a letto, lasciando Watari pensieroso, a fissare fuori dalla finestra Kiki e Cristina entrare in un Taxi, cercando di ripararsi dalla pioggia.

...

Due anni dopo.

<< Ci dispiace tantissimo.. >>

<< No, non è vero. >> La voce di Cristina si fece strada tra la folla pimpante come non mai, desiderosa di essere ascoltata.

Tutti osservarono quella bambina dai capelli pettinati a duri colpi di spazzola, che indossava una salopette di jeans che lasciava travedere una maglietta verde con sopra una stella blu, molto leggera e a maniche corte. I suoi occhi riflettevano il colore della maglietta.

<< Cristina, torna dentro.. >> una giovane donna, dai capelli neri e lisci, cercava di tirare via la bambina, uscita dalla Chiesa.

<< Lasciami!!! Io non resterò con voi!! >> Cristina evitò il contatto della la mano di sua zia, e iniziò a correre uscendo dal cortile della Chiesa.

Watari, che era presente al funerale, rincorse la bambina reggendo un ombrello nero.

La neve scendeva a piccoli fiocchi morbidi, e Cristina li lasciava sciogliere tra le sue mani. I suoi piedini affondavano nelle collinette di quella sostanza, fino a quando non si sedette su una panchina.

L'uomo si sedette accanto a Cristina con il fiatone, e la riparò con il suo ombrello. Rabbrividì, a guardare il suo abbigliamento leggero nonostante facesse freddo e stesse nevicando, ma quella bambina non sembrava neanche accorgersene.

La bambina alzò la testa dai fiocchi di neve tra le sue mani fino a incrociare lo sguardo dolce e comprensivo di Watari.

<< Io lo so che senti, senti più degli altri. >>

Lei continuò ad osservarlo imbronciata col mondo intero.

<< Ma non devi preoccuparti. Non sei la sola. >>

Le lacrime della bambina andarono ad incontrare la neve sciolta tra le sue mani, scendendo a fiumi.

Watari le porse un fazzolettino bianco che lei strinse tra le sue dita piccole e sottili.

<< Puoi venire con me. Ti ricordi quando.. >> Watari si fermò, evitando di pronunciare il nome di Kiki, credendo di recare più dolore alla bambina che consolarla.. << Ti troverai bene. >>

<< Io lo so chi sei. Tu sei il mio angelo. >> Finalmente, lei sorrise, facendo sorridere anche Watari.

<< Mamma e papà potranno venire? >>

Alla domanda della bambina Watari sembrò intristirsi, così prese una caramella dalla sua tasca e la fece vedere alla bambina. Lei la scrutò bene, per poi prenderla, aprirla, e mangiarla.

<< Loro saranno sempre con te, dovunque andrai. >> E un sorriso, riscaldò il cuore della bambina.

<< E Kiki? >> chiese, speranzosa.

<< Anche lei. >>

Come faceva a spiegare a quella bambina che i suoi genitori erano morti, e non li avrebbe più davvero rivisti? Ma se lei era davvero così speciale, non avrebbe avuto bisogno di tante spiegazioni. Così, senza riuscire ad aspettare più, si alzò e le porse una mano, che subito incontrò quella incredibilmente calda della bambina. Cristina, con l' altra mano, ancora stringeva la carta della caramella al limone.

<< Ci sono altri bambini li, vero? >> chiese, spezzando il silenzio che si era creato tra i due, quando avevano camminato da circa dieci minuti.

<< Ce ne sono altri 12. >>

<< Ma sono tutti maschi? >>

<< ..Si. >>

<< Occhei.. >>

Rassegnata, capì che non avrebbe ricavato altre informazioni se non prima di essere arrivata a destinazione. In poche parole, si limitò a sbuffare rumorosamente e ad assumere la sua espressione imbronciata.

Arrivati, un alto cancello grigio si innalzava davanti al naso della bambina, impegnata ad ammirare quell' alto edificio.

<< Entriamo. >> Watari sorrise, e lei lo seguì senza obbiettare. La curiosità cresceva, e non vedeva l' ora di scoprire cosa la aspettava. Ma lei ricordava chi era Watari, e aveva il presentimento che sarebbero andati di nuovo da Roger.

Aveva un' ottima memoria.

All' interno, due bambini si rincorrevano felici. Lei sorrise quando notò i numerosi giochi sparsi sul pavimento, e scorrendo sulla stanza, i suoi occhi si spalancarono quando videro la figura di un bambino seduto in modo strano su una poltrona. I capelli neri e lisci li ricadevano sulla fronte, coprendone la direzione dello sguardo.

Sorrise, e lasciò bruscamente la mano di Watari per correre da lui.

<< Ciao L! >>

L sobbalzò richiamato dai suoi pensieri da una bambina che si sporgeva davanti a lui, poggiando le mani sulla poltroncina. Quando la riconobbe le sue guance si colorarono di rosso, contrastando la sua chiarissima carnagione.

<< Sei tornata >> L era come sempre inespressivo, troppo serio per un bambino di otto anni.

<< Ti va di giocare??! >>

<< ..Cosa? >>

Per un momento i due rimasero a fissarsi, senza capire cosa intendeva l' altro. A Cristina giocare sembrava la cosa più naturale del mondo, mentre L amava restare impassibile di fronte alle lancette dell' orologio che titteccavano il passare dei minuti, senza curarsene.

La bambina non volle arrendersi, così si sedette sul pavimento accanto alla poltrona e incrociando le braccia, si guardò bene intorno per cercare un gioco interessante. L la guardava seduto nella posizione fetale, e si sbilanciò in avanti per poterla vedere in viso, dall' alto. Quando la bambina trovò pane per i suoi denti, esclamò un “yee!” divertito, facendo saltare L che di conseguenza rotolò giù dalla poltrona. Adesso, la fissava a testa in giù con le gambe verso l' alto, e gli scappò una risatina. Roger e Watari stavano discutendo animatamente su Cristina quando si accorsero della caduta di L, e dopo averlo sentito ridere, si zittirono incapaci di continuare a parlare..

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il trio perfetto! ***


 

Ciao a tutti! ^^ Innanzi tutto volevo ringraziare chi ha letto il primo capitolo e in modo particolare Orihime02 che ha lasciato una recensione :P E poi chiedervi di esprimere i vostri pareri, ho proprio bisogno di critiche e/o consigli! Buona lettura ^^
 

<< Non se ne parla. Non può restare. >>

<< Ti ho già provato che è speciale, quale altro problema si presenta adesso Roger? >>

<< E' una bambina. Crescerà.. e creerà caos tra i ragazzi.. >>

Dieci minuti dopo Watari si avvicinò a Cristina e L che parlavano seri come due adulti che discutevano di affari di lavoro.

Sorridendo, si inginocchiò verso Cristina.

<< Da oggi il tuo nome sarà Cristy, e ti farai chiamare da tutti C. >>

<< Che bello!! Hai sentito L? Anche io ho un soprannome adesso!! E la C viene prima della L nell' alfabeto!!! >> la bambina se ne vantava con aria fiera, lasciando sorpresi L e Watari, per poi scoppiare tutti e tre in una fragorosa risata.

<< Allora, bambini, visto che andate d' accordo che ne dite di dividere una stanza? ..Non ti dispiace vero, L? >> Watari aspettò la risposta di L con ansia. Se tutto sarebbe proceduto come i suoi piani, avrebbe fatto stare meglio due persone invece di una.

<< Certo. >> prima titubante, poi acconsentì.

<< Yee!! Quindi io e te siamo amici!! >> C si buttò su L facendolo cadere per terra un' altra volta, e lo strinse in un' affettuoso abbraccio stritolatore.
Presto arrivò la sera, e la bambina si sistemò nella camera di L, sul letto accanto alla finestra. Amava guardare le stelle e perdersi nei suoi sogni..

Quella notte iniziava una nuova amicizia, che sarebbe durata più di quanto gli altri si sarebbero aspettati. C ed L, due bambini completamente diversi.
L era troppo solitario, così C si divertiva a coinvolgerlo nei suoi strani esperimenti poco sensati, nonostante ogni volta doveva trascinarlo perché lui non era d'accordo. Spesso producevano risultati come far rotolare giù per le scale Roger, e dover poi correre via disperati per non farsi beccare da Watari, che puntualmente, li trovava tutte le volte. E invece di punirli, sorrideva dolcemente scompigliandoli i capelli e li faceva scappare via prima che li trovasse anche Roger.

L' inverno era particolarmente rigido in Inghilterra, e pioveva spesso.

All' interno della Wammy' s House sembrava tutto racchiuso in una sfera di ghiaccio, ma C riusciva a riscaldare quel posto con le sue risate, con i suoi scherzetti e le sue dolorose dimostrazioni d' affetto. Per la prima volta, L si sentiva a suo agio con qualcuno. Ma chiunque si sarebbe sentito bene in compagnia di quella quasi biondina dai boccoli morbidi che saltellavano ogni volta che correva su e giù per l' edificio..

L osservava i suoi atteggiamenti, e ogni volta si divertiva nel cercare di capire i suoi sbalzi d' umore. Lui era parecchio intelligente, ma quella bambina era davvero lunatica.

Una notte, C si girava e rigirava nel letto mormorando qualcosa di incomprensibile.
L non dormiva mai... Non riusciva. Non faceva altro che pensare, ai suoi genitori, ai cambiamenti della sua vita, e delle campane stridevano nella sua testa impedendogli di trovare il sonno.. Perciò spesso si era ritrovato ad osservarla col fiato sospeso, in attesa di capire qualcosa tra i suoi sussurri.

Quella precisa notte, capì.

<< P...na.. Penna... >>

Scaltro come una volpe, balzò giù dalla sedia e mise tra le mani della bambina una penna e un blocchetto. Lei prese a scrivere una serie di numeri indecifrabili, per poi lasciar cadere il blocchetto in terra e continuare a dormire tranquilla come se niente fosse successo.

Nella successiva settimana, Cristina si ritrovò da sola a girovagare per l'istituto perché L era impegnato a cercare di risolvere il mistero del blocchetto. Persino a lui risultava complicato!!

Entrò nell' atrio dove i bambini si riunivano per giocare, leggere o parlottare tra di loro, sempre in assoluto silenzio, erano tutti ordinati. E infatti gli unici a rompere quell' atmosfera serena erano C ed L, ma quella mattina a quanto pare, C aveva trovato dei sani rivali.

Un gruppo di bambini era riunito in un cerchio, ed essendo più alti di Cristy lei non riusciva a vedere cosa stava succedendo, perciò spintonava tutti per dare sfogo alla sua curiosità.

All' interno del cerchio due bambini si stavano dando calci e pugni, rotolando sul pavimento uno sull' altro, nel tentativo di vincere.

<< Lasciami! >>

<< No ti ho detto! Ridammela!!! >>

Uno di loro due era biondo, con i capelli lisci e a caschetto. Ed era quello che aveva urlato “Ridammela!”. L' altro aveva i capelli rossi e anch' essi lisci. Si dimenava sotto il biondino stringendo tra le mani una tavoletta di cioccolata fondente.

Quei due non davano segni di voler smettere di litigare, e C si stava divertendo talmente tanto che temeva che Roger arrivasse da un momento all' altro per farli smettere.

Tutti facevano silenzio, trattenendo il fiato per la suspence.
Per la loro età, non si stavano facendo proprio male a vicenda. Volavano più o meno schiaffetti e calci impacciati.
Nel tentativo di schivare un calcio, il rosso rotolò sul fianco destro facendo volare la barretta di cioccolata, che andò a finire proprio ai piedi di Cristy.

Il biondino alzò la testa verso Cristina e si stupì: quella era la visione più bella che i suoi occhi avessero guardato: una bambina tanto carina, e la cioccolata.
Cristina guardò la cioccolata e la raccolse. << Cioccolata!! >> e in meno di venti secondi la scartò e la morse.
Mello guardava impotente Cristina, e proprio quando stava per balzare a riprendersi la sua barretta, il rosso disse qualcosa.

<< E' una bambina!! .. >> Mello lo guardò come se fosse la cosa più ovvia del mondo, così il rosso per giustificarsi si corresse; << Le bambine non possono stare qui!!! >>

<< Blah! Che schifo!! E' fondente!! >>
Il cerchio di bambini seguiva tutto guardando prima il rosso, poi Cristina, poi il biondino. Quest' ultimo chiuse gli occhi a due fessure all' esclamazione di C e le tirò la cioccolata dalle mani per poi portarsela al petto e abbracciarla, assumendo all' improvviso un' espressione dolce, contrastante alla rabbia provata per quel bambino che aveva osato rubargliela.

Notando che tutto era tornato a posto, gli spettatori si dileguarono tornando a fare ognuno le proprie cose e lasciando che quei tre risolvessero la questione da soli.

Cristy osservava il biondino con molto interesse, per poi passare all' altro bambino.

Il primo aveva gli occhi di un celeste acceso, e la frangetta bionda liscia riusciva quasi a coprire le sue sopracciglia; indossava abiti completamente neri, un po' troppo larghi per la sua corporatura esile. I lineamenti del suo viso erano degni di quelli di un angelo e il modo in cui stritolava quella barretta di cioccolata era tanto dolce!

Il secondo, aveva i capelli rossi come un pomodoro e gli occhi verdi risaltavano a quel contrasto; anche a lui piaceva il nero, visto che indossava una maglietta a righe bianca e nera! E per ultima, la cosa più strana di quel bambino erano gli occhiali arancioni che gli davano un' aria buffa.

C sorrise, quei due erano davvero strani!

Come se si fosse appena risvegliato dal coma, il biondino assunse la stessa espressione di rabbia che provava poco prima, e la rivolse alla bambina.

<< Tu! Come hai osato morderla!! >>

Lei rimase stupita, e nel vedere il dito del bambino indicarla con fare teatrale, si portò una mano alla bocca e rise. Una risata tanto dolce, quanto vivace. Questa volta quello stupito era il bambino, che non capiva che cosa aveva tanto da ridere quella stupida che stava per pagargliela!
Prese la rincorsa e si buttò sulla bambina, quindi finirono sul pavimento uno sull' altro a guardarsi in cagnesco.

Gli occhi della bambina guizzavano sulla figura di quel presuntuoso e maleducato che la stava schiacciando con il suo peso, fino a quando non si resse sulle mani per poterla guardare meglio. Adesso che la osservava da così vicino, a un palmo dal suo naso, gli sembrava.. innocua.

Chi invece non riusciva a vedere niente era proprio il rosso, che non contento si abbassò vicino a quei due, e li osservò curioso girando la testa e assumendo un' espressione ansiosa, come se stesse esaminando una bomba che stava per esplodere.

<< Leeevatii!!! >> al grido della bambina, il biondino si alzò e si pulì i vestiti sgualciti.

Il rosso sorrise e porse la mano alla bambina.

<< Ciao! Io sono Matt!! >> Lei lo guardò spaesata, era lo stesso che aveva detto che le bambine non potevano stare li? Adesso sembrava così gentile!!
<< Io mi chiamo Cristy. >> E poi guardandosi, sorrisero. La mano di C si sporse fino agli occhiali di Matt, e poi chiese timida: << Me li fai provare? >>

<< Certo! >> Matt sorrise, contento che qualcuno provasse interesse per le sue cose; si sfilò gli occhiali e li porse alla bambina che non esitò neanche un attimo per infilarseli.

<< Come mi stanno? >>

<< Bene!! Davvero bene!! >>
Poi i due presero a farsi complimenti a vicenda, e quando Matt dirottò la conversazione sul game-boy che usciva dalla sua tasca, C smise di capirci.

Il biondino li guardava imbronciato e con le braccia incrociate, sentendosi escluso.

Matt e Cristy erano seduti sul pavimento, troppo presi dalla conversazione per spostarsi da un' altra parte. Quando C stava provando il nuovissimo gioco di super Mario di Matt e sembrava avere difficcoltà, il biondino rimasto in disparte si avvicinò e timidamente si abbassò verso la bambina. Con un filo di voce, chiese: << Posso.. provarlo? >>

Allora lei guardò prima il game-boy, poi Matt, che acconsentì, nonostante tra i due c' era stato un contrasto. Quindi mentre il biondino provava il suo gioco, Matt lo guardava vincere e arrivare al livello più difficile.

<< Wow! Sei forte!! ..Come ti chiami? >>

<< Mello. >> Pronunciò quel nome senza esitazione, orgoglioso.
La bambina li guardava giocare insieme e scambiarsi sorrisi, felice che potessero anche andare d' accordo. Quando Mello sconfisse il mostro e salvò la principessa, cosa che Matt non era mai riuscito a fare, lo vide sorridere soddisfatto e poi arrossire ai complimenti di Matt.
Come per ringraziarlo, e per scusarsi, Mello prese la barretta di cioccolata dalla sua tasca e la porse a Matt. Era un chiaro invito a condividere le loro cose, e Matt accettò volentieri.

E da allora divennero amici.

Qualcuno si stava godendo quella scena, e finalmente uscì allo scoperto.

Watari sorrise e passò una mano tra i capelli di Cristina, che ricambiò il suo sorriso, << Watari!!! >> e subito si buttò alle sue gambe per abbracciarlo, per quanto potesse una bambina alta un metro e un calzino.

Matt e Mello guardarono l' uomo un solo secondo per poi tornare a godersi il videogioco.

<< Bambini, è ora di cena. Andate a mangiare. >> Annunciò Watari, molto dolcemente.

<< Va benee!! >> Cristy scattò in piedi con molto entusiasmo per poi tirare Matt e farlo alzare. Il bambino non obbiettò e spense il suo videogioco, poi guardò Mello, che non sapeva se aggiungersi a loro visto lo scontro avvenuto con la bambina..

<< Che fai? Non vieni? >> Ancora prima che lui potesse sprofondare tra l' indecisione e l' impulsività, C gli porse la mano. Mello si portò una mano ai capelli e prese a strofinarsi la nuca imbarazzato, poi prese la mano di Cristina e si fece trascinare impotente nella mensa.

Erano un trio perfetto: Matt, non avendo più spazio per tenere i suoi giochi, lasciava che C glieli tenesse nelle tasche della salopette; Mello amava incondizionatamente il nero ma alla bambina risultava troppo triste, perciò ci pensava lei a colorarlo con un po' di succo di frutta. E i due sembravano rallegrarsi alla goffaggine della bambina, che in tanto colorava quei momenti con la sua allegria.

Nonostante prima di allora Mello amava starsene da solo a fantasticare su quanto sarebbe diventato intelligente e brillante da grande, adesso non riusciva più a separarsi da quei due; salsa di pomodoro invece amava condividere la sua passione per i videogiochi con qualcuno, per ribadire ancora una volta quanto fosse bravo a vincere ogni partita! E tra loro non c' era alcuna tensione e nemmeno competizione, perché ognuno dei due sapeva quanto all' altro facesse piacere condividere le proprie passioni.. ma questo lo sapeva anche C, proprio per questo amava nascondere la cioccolata di Mello per guardarlo impazzire, e spesso dimenticava anche che i videogiochi di Matt erano nelle sue tasche, e finiva per ricordarsene solo quando la sua salopette era in lavanderia. Ma apparte tutto ciò, tutti e tre dimostravano quanto bene volevano agli altri con tentativi impacciati di abbracciarsi, per poi finire stritolati dalle piccole e sottile braccia di Cristina..

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Gesti d' affetto e non... ***


 

Allora, prima di tutto vorrei ringraziare Orihime02 e Infermon per aver recensito.
Inoltre volevo precisare che, come avrete notato già xD, L vive con i nostri orfani alla Wammy's House * w * ho preferito fare così (: Buona lettura!
Inoltre volevo precisare che in questa storia c'è un altro detective, R, e anche L è in fila per la successione xD

Cristy passò parecchio tempo con Mello e Matt, e stava per insegnare a loro due i trucchetti che aveva insegnato solo ad L per gli scherzetti a Roger visto che lui non si decideva ad uscire dalla sua stanza.
Non faceva altro che osservare un blocchetto con tanti numeri che a lei sembravano una strana scrittura araba, ripetendo << Devo risolverlo. >> Ma cosa ci trovava di così divertente? La matematica era così noiosa...

Era molto più divertente pettinare i capelli di Mello e farne tante piccole treccine, ascoltando le lamentele del biondino e le risate di Matt, ogni tanto accompagnate da esclamazioni come: << Ancora più divertente di giocare a SuperMario e Luigi! >> o << Buahahah Sgarbie!! >> ;ogni tanto si trasformavano in battibecchi e terminavano con l' esclamazione di Mello: << Zitto salsa di pomodoro! >> e tante risate da parte di Cristy..

Cristina era alla Wammy's House da solo tre mesi e le sembrava di vivere lì da sempre. Con Mello e Matt si era costruita quella bolla di familiarità, e qualche volta amava addormentarsi guardando le stelle, cullata dalle braccia di L e le sue storie riguardanti i pianeti lontani; quel bambino era davvero dolce.

All' orfanotrofio i bambini avevano passato tutti almeno cinque minuti a parlare di Cristy, e ne parlavano quasi come se fosse una pietra preziosa, carichi di ammirazione nei suoi confronti. Era perfettamente comprensibile, visto che lei era l' unica capace di fare scherzi a Roger e passarla liscia. Ma nessuno sapeva che Watari vegliava su di lei, in quanto sapeva che Roger non avrebbe esitato a punirla molto più severamente di quanto avrebbe fatto con qualche altro bambino.

Una mattina Mello aspettava Matt e Cristy nella sala giochi, seduto comodamente a sgranocchiare la quarta barretta di cioccolata; si era quasi spazientito quando le sue orecchie catturarono un' interessante conversazione tra due bambini più grandi di lui.

<< ..e diventerà il suo successore. >>

<< Accipicchia! Dev' essere difficile trovare il più intelligente tra tutti quanti!! Siamo 15 bambini!! >>

<< Non ti preoccupare: lui saprà scegliere sicuramente. Per questo ci stanno facendo fare dei test! Vogliono vedere chi è il migliore! >> A queste parole Mello si fece scappare la barretta dalle mani per la sorpresa. Test?? Migliore? Successore? Ma che storia era questa??? Voleva assolutamente saperne di più, perciò scese dalla sua poltrona preferita e si diresse verso quei due. Era disposto anche a cedere metà della sua barretta, se sarebbe servito a farli parlare! E invece scoprì che non avrebbe avuto bisogno neanche di costringerli. Quando si avvicinò a loro, lo guardarono e i loro occhietti si illuminarono.

<< E' quello che sta sempre con Cristy! >>

<< Sii! Il raccomandato! >>

Il raccomandato?
Mello li guardò senza capirci una virgola, e loro rimediarono subito. Quale migliore occasione di sentirsi superiori?

<< Allora, dove hai lasciato il tuo biglietto per entrare a far parte dei prescelti? >>

<< Ma che state dicendo?! >> in preda al nervoso, buttò fuori quelle parole.

<< E' chiaro che sarai notato subito, l'unica bambina dell' orfanotrofio sta sempre con te: ed è anche scritto che le bambine non possono entrare in competizione per la successione del più grande investigatore di tutti i tempi: R! >> fece il primo, parlando come se stesse recitando la sua parte in una recita. Poi continuò il secondo.

<< E allora spiegaci, perchè è entrata a far parte dell' orfanotrofio? Che ha di speciale? Quando R lo saprà vorrà per forza capirlo.. e tu sarai il primo esaminato.. insieme a lei.. >>

Mello ascoltò quelle parole sempre più confuso, fino a quando la spiegazione non fu finita e finalmente le sue idee furono più chiare. Perchè Watari e Roger non gliene avevano parlato??

Ma lui non aveva bisogno di stare insieme a C per farsi notare, lo avrebbero scelto per la sua intelligenza e la sua furbizia.

Fu proprio per questo motivo che quando C arrivò e gli saltò al collo in un' altra delle sue dimostrazioni d' affetto lui la respinse facendola cadere per terra.

Subito dopo entrò Matt che non si sorprese nel vedere la bambina per terra: era talmente frettolosa che non calcolava bene la posizione dei piedi per camminare come una persona composta, perciò cadeva sempre.

Ma quando vide che Mello la guardava in un misto d'ostinatezza e spavento, si avvicinò a loro saltellando per evitare di schiacciare i giochi sul pavimento.

<< Stà lontana da me! >>

<< Che ti ho fatto? >>

Gli occhi di lui trasparivano ansia, mentre quelli di lei erano lo specchio della delusione.

I due bambini che avevano detto quelle cose a Mello si stavano godendo la scena, poco mancava che mangiassero pop-corn.

Matt non sapeva che fare, Mello non si era più comportato così con Cristy da quando lei lo aveva trascinato alla mensa, e ora non capiva cosa gli era preso..

Ad interrompere quello scambio di sguardi carichi di tensione fu L che entrò nella sala giochi alla ricerca della sua amica, sapendo che lei era sempre lì a dare fastidio a qualcuno. Quando la vide sul pavimento notò subito che c'era qualcosa che non andava, perciò si diresse verso di lei a passo lento e strascicato.

Mello si abbassò fino a Cristy e le soffiò le parole a due dita dalla sua bocca:

<< Non voglio più che tu ti avvicini a me. Io non ho bisogno di te per essere scelto. >>

L affrettò il passo e tirò Cristy dalla maglietta, per allontanarla da Mello che gli sembrava un po' troppo minaccioso. Appena si rese conto di chi l' aveva tirata, C si accoccolò tra le braccia di L che la cingevano dalle spalle.

Matt si avvicinò a Mello e lo tirò da un braccio; << Che cosa sta succedendo? >> beccandosi un' occhiata furibonda dall' amico. Strattonandolo, si liberò dalla sua presa e uscì dalla sala giochi mordendo la sua barretta di cioccolata.

Matt guardò Cristy e come per consolarla aprì le braccia e scosse le spalle.

La bambina si girò e poggiò la testa tra le braccia di L, imbarazzata da tutti gli sguardi degli altri bambini. Matt si avvicinò e poggiò una mano sulla sua spalla, poi scambiò un' occhiata complice con L. Entrambi volevano consolarla..

Chi invece voleva essere lasciato in pace era proprio Mello, che se ne stava seduto a testa in giù sul suo letto con le gambe rivolte verso il muro, ad osservare la confezione di un' altra delle sue barrette di cioccolato.

Ma che aveva fatto? E se quei bambini gli avessero raccontato una bugia???
Come avrebbe fatto senza Matt e Cristy? Perchè sicuramente neanche lui avrebbe più voluto parlargli, visto come l' aveva trattata male..

Doveva assolutamente rimediare!! E mentre pensava a come farsi perdonare, lesse sulla carta della sua barretta: cioccolata fondente. A Cristy non piaceva fondente, ma al latte e con le noccioline.. perciò... Ebbe la rivelazione e scattò in piedi, per poi iniziare a correre alla ricerca di Watari. Quando lo trovò, tirò un lembo del suo pantalone per attirare la sua attenzione; lui si abbassò per sentire cosa aveva da dirgli Mello e ascoltandolo, sorrise comprensivo.

Poco dopo uscirono tutti infagottati per ripararsi dal freddo, alla ricerca del primo supermercato...

 

<< Hai visto? Ho vinto!! >> Matt mostrava soddisfatto la sua conquista ad L, che non sembrava particolarmente interessato ai videogiochi ma lo assecondava per renderlo felice; C se ne stava seduta sul pavimento della loro stanza ad intorcigliarsi una ciocca di capelli, e ad osservare il cielo. Quella sera era particolarmente nuvoloso: avrebbe piovuto. Lei odiava i temporali.

Quando arrivò l' ora di andare a letto Matt se ne tornò nella sua stanza, che condivideva con uno dei due bambini che aveva parlato troppo, ma non prima di aver cercato Mello per i corridoi. Di lui neanche l' ombra!!! Dov' era finito il suo fedele compagno di giochi??

Mello se ne stava seduto in fondo alle scale a sgranocchiare una sua barretta al cioccolato fondente, gustandone la dolcezza, indeciso sul da fare.. Quando scoppiò il temporale più forte che avesse mai sentito, si guardò intorno, da solo e al buio.. Il sottoscala sembrava poco interessante.. Scattò in piedi e prese a fare le scale a due alla volta, impaziente di tornare alla luce, ma quando si rese conto che non condivideva la stanza con nessuno, si fece prendere dal panico. Mello era terrorizzato dai temporali: ricordava bene come la macchina dei suoi genitori aveva sbandato sull' autostrada quando stavano tornando da una gita al mare. Era successo solo tre mesi prima, e da allora non li aveva più rivisti. Ma non era scemo: sapeva che avevano deciso di trasferirsi al mare senza di lui, li aveva schizzati troppo mentre prendevano il sole e non volevano essere disturbati. Così, l' avevano abbandonato.

Quando inciampò nel 41° scalino, sentì un rumore simile a della carta strappata. Si portò la mano alla tasca destra e si ricordò della barretta comprata per Cristy.

Mentre la tristezza si faceva strada sul suo viso, un tuono illuminò le scale seguito dal suo tipico rumore che mise i brividi a Mello.

Cristy se ne stava per andare a letto quando sentì bussare alla porta; si voltò a guardare L gustarsi un' altra delle torte che gli preparava Watari molto pazientemente, appena in tempo per ricambiare il suo sguardo interrogatorio. Così lui si alzò e andò ad aprire, scoprendo un Mello che in preda al panico stava per darsela a gambe. Quando si accorse che L l'aveva visto tornò davanti alla porta, e si sforzò di sembrare indifferente. Naturalmente L capì che M non era lì per lui, ma per la bambina che se ne stava nascosta sotto le coperte, terrorizzata dall' idea che l' uomo nero potesse entrare e farli a pezzi a quell' ora della notte.

Quando sentì un colpetto sulla sua testa abbassò tremante la coperta per dare modo agli occhi di vedere il volto del suo aggressore: occhi celesti e frangetta bionda, e un sorriso spavaldo che avrebbe battuto quello di una volpe.

<< Mello! >>

Lui in tutta risposta le porse la barretta di cioccolata, e lei incredula la prese tra le sue mani. Quando si accorse che non era fondente ma al latte, capì:

<< ..Scusa... >> Era un chiaro invito ad uno dei suoi abbracci strangolatori, così non se lo fece ripetere due volte e lo stritolò.

L non li guardava nemmeno: tutto occupato com' era a gustarsi la sua torta al cioccolato! Questa volta Watari ci aveva aggiunto le ciliegine di zucchero, e lui le adorava.

Quando Mello capì che Cristy l' aveva perdonato, decise di rischiare tutto.

<< Posso dormire con te? >>

Cristy fu sorpresa da quella richiesta, e quando un tuono risuonò chiaro nel buio della sua stanza sentì Mello tremare tra le sue braccia, così si allontanò da lui per poterlo guardare in viso. Era chiaramente spaventato!

Allora si spostò e fece spazio al suo amichetto, consentendogli di accocolarsi sotto le coperte insieme a lei. Non glielo disse, ma anche lei aveva paura. Però sapeva che L non dormiva mai, e ancora meno probabilmente si sarebbe infilato sotto le coperte con lei per proteggerla dall' uomo nero.

<< Perchè hai paura dei tuoni? >> Chiese lei, dopo che Mello ebbe tastato il suo cuscino e scelto la parte più adatta alla sua testa.

<< I miei genitori se ne sono andati una notte che pioveva.. >>

Lo capiva bene come si sentiva Mello: quando era a casa e sua sorella non era ancora tornata, si ritrovava sempre da sola. E quando pioveva, accendeva la tv per sentirsi meno sola, e si affidava alle cure di Kessy: il suo Husky di peluche preferito. Si copriva bene bene, e prendeva sonno.

I suoi genitori erano sempre fuori per lavoro, e qualche volta non tornavano a casa per giorni. Kiki le aveva detto che erano sempre troppo impegnati: per questo certe volte passavano il Natale a casa da sole.

Ma quella notte non avrebbe avuto bisogno del suo peluche, e stupendo Mello lo tirò a sé e appoggiò la testa sul cuscino, accanto alla sua. Riusciva a sentire il profumo della cioccolata, era persino tra i suoi capelli!!
Quel bambino era davvero lunatico: prima erano amici per la pelle, poi la allontanava! Ma cosa voleva veramente?
Una cosa che però sfuggiva a Cristy era che lui aveva tanto bisogno di qualcuno che lo abbracciasse, che non lo facesse sentire solo. Perché lui in fondo sapeva cos' era successo ai suoi genitori, e quando fece scorrere una mano tra i capelli della bambina sentì la morbidezza dei suoi boccoli, simili a quelli della sua mamma.. Quasi meccanicamente prese ad accarezzarli, tranquilizzando C ad ogni suo tocco e rilassandosi lui stesso. Lentamente, con il rumore della pioggia e di tanto in tanto di qualche tuono, i due si addormentarono. Abbracciati come se cercassero disperatamente un po' di calore, e lo trovarono: incosapevolmente entrambi ne avevano bisogno e trovarono il proprio posto tra le braccia dell' altro, finalmente completi.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Passatempi normali per bambini speciali; ***


 

Bentrovati!! :D Ancora una volta ringrazio infermon per la recensione al capitolo precedente! ^^
Inoltre volevo ringraziare: Amaterasu82 e Madness4 per aver aggiunto la mia storia ai preferiti; e rui per averla messa tra le seguite :P
Allora, vi lascio alla lettura. Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate.. Ciao! :D

La mattina seguente il Sole era alto nel cielo e sembrava pronto a riscaldare anche la più fredda delle giornate d' inverno.
Cristy e Mello dormivano beati condividendo la stessa coperta, ormai sgualcita.
Alcune ciocche dei capelli della bambina erano ancora tra le mani di M, che le stringeva dolcemente come se avesse bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi.
Tra le mani della bambina, ancora la tavoletta di cioccolata.. stretta al suo cuore.

Quando Mello si girò cercando un po' di spazio per stiracchiarsi, C fu colpita in pieno viso dal profumo di cioccolata e costretta a svegliarsi. Quando aprì gli occhi aveva già dimenticato quello che stava sognando. Aveva la sensazione che fosse qualcosa di importante come quasi tutte le notti: peccato che finiva per dimenticarlo non appena tornava alla realtà. Guardò la coperta finita sul pavimento a causa del loro sonno movimentato, e ricordandosi chi era la persona di cui stava tastando la schiena, balzò in piedi per poterlo guardare in faccia. Gli occhi aperti con grande sforzo, e il naso tutto rosso per essere stato tanto al calore sotto alla coperta. Quando si accorse che la bambina gli posò un bacino sulla guancia si portò frettoloso una mano sul viso, come a volerlo conservare. Ma i baci non si possono conservare, altrimenti avrebbe tenuto stretti quelli di sua madre..

<< Guarda! Non piove più! >> Annunciò contenta Cristy. Poi scavalcando il corpo di M che si ritraeva spaventato dall' idea di essere schiacciato, corse alla finestra e posò le mani sul vetro, appannandolo con il suo caldo respiro. Le strade erano piene di neve: aveva nevicato!!

<< Emme! Emme!!! Ha nevicato!! Scendiamo!! ..Scendiamo!! >> e ancora prima di finire la frase aveva già infilato i suoi stivaletti rossi coprendo il pantalone largo del pigiama rosa. Non volendo aspettare oltre tirò il bambino dalla mano facendolo cadere sul pavimento con un tonfo, e facendo accorgere ad L solo in quel momento che i bambini erano svegli. Era troppo felice per curarsi di quello che succedeva intorno a lui: aveva finalmente risolto quell' equazione!! E il risultato era... 66. Sessantasei? Si guardava intorno alla ricerca di qualche indizio ma niente gli faceva pensare a quel numero.
Proprio quando C stava tirando insistentemente il pantalone di Mello per convincerlo a cambiarsi e a scendere in cortile, Watari aprì dolcemente la porta. Sapeva che Mello era lì con C: la sera prima gli aveva consigliato di darle la cioccolata prima di andare a letto, così l' avrebbe addolcita!! Ma in cuor suo sperava che la bambina non andasse a letto triste, altrimenti, avrebbe avuto incubi..

Quando davanti ai suoi occhi si strinse ansiosa la figura di Mello che si era aggrappato al suo collo in cerca di riparo dalle mani di Cristy, ebbe un po' di difficcoltà a respirare.

L scese dalla sedia che l' aveva ospitato anche quella notte e corse ad abbracciare le gambe di Watari, seguito da Cristina.

<< Watarii!! Ha nevicato!! Scendiamo!! Scendiamo!!!! >>

Quanta allegria!! Ecco perché Watari adorava il suo “lavoro” accanto ai bambini.

A conoscenza della passione che i più piccoli provavano nei confronti di quei morbidi fiocchi di neve, aveva deciso di portarli in cortile per farli giocare un po'. Proprio per questo motivo alcuni dei più grandi erano già in cortile infreddoliti, non avevano voluto aspettare!

<< Cristy, non sta bene sfilare i pantaloni ai bambini. Adesso Mello andrà a prendere il suo cappotto e scenderemo giù tutti insieme, va bene? >> doveva essere quasi un rimprovero, e invece suonò come una rassicurazione.

Mello allentò la sua morsa a scimmia, e corse nella sua camera per poi tornare munito di stivali, guanti, sciarpa, cappello e passamontagna. Un po' troppo esagerato no??

L aveva già infilato i suoi guanti bianchi e il suo cappottino, e poi si era quasi strangolato nel tentativo impacciato di infilarsi la sciarpa.

Cristy saltellava davanti alla finestra e quando Mello li aveva raggiunti era corsa fuori come un razzo senza neanche infilare il cappotto. Watari lo prese dal suo armadio e ne tirò fuori anche un delizioso cappellino azzurro. L seguì C a passo svelto, anche lui amava le neve.

La prossima tappa era la stanza di Matt: C spalancò la porta senza preoccuparsi di trovare un bambino intento a cambiarsi le mutandine perché se l' era fatta sotto per via dei tuoni, e quando aveva intravisto le natiche di Matt aveva fatto dietrofront per finire contro di Mello e rotolare sul pavimento.

Matt era corso sotto le coperte gridando come una femminuccia, finché Watari non gli aveva porso le mutandine e i pantaloni. Quando anche lui ebbe infilato il cappottino le sue guance smisero di essere arrossate. Non si sarebbe più spogliato neanche per fare il bagno!!

La neve era morbida ancor più delle coperte del letto di Cristy, che adesso faceva l' angelo senza preoccuparsi di prendere una bronchite con indosso solo quel pigiama con gli orsetti.

Watari le correva dietro disperato, cercando di infilarle il cappottino. Ma lei non se ne accorgeva nemmeno mentre mirava le grosse palline di neve ai biondi capelli di Mello.

Rassegnato e con il fiatone, Watari si accomodò su una panchina per poi essere raggiunto da L. Davvero quel bambino preferiva starsene seduto lì a guardare gli altri divertirsi invece di giocare con loro??

Effettivamente, C M e M erano coetanei, e forse lui si sentiva a disagio.

Guardandolo, spesso, Watari aveva l' impressione che a quel bambino fosse stata rubata la cosa più preziosa del mondo: l' infanzia. Per lui era più difficile adeguarsi a quella situazione, ma era contento che ci fosse Cristy accanto a lui, a farlo sentire un bambino almeno in alcuni momenti.

Non si sarebbe stupito se da solo quel bambino fosse riuscito a spegnere una bomba sullo scoppiare: era tanto intelligente! Per questo pensava che fosse il degno successore di R. E che Cristy lo avrebbe accompagnato, perché lei aveva qualcosa che gli altri bambini non avevano e strettamente necessario ad un detective di importanza mondiale.

Proprio mentre si godeva la visione di Matt che rotolava insieme alla testa del pupazzo di neve che stavano tentando di costruire, il moro accanto a lui parlò.

<< Buon compleanno. >>

Il 66enne si voltò verso L e lo guardò, con gli occhi che brillavano di commozione.

Accarezzò quei capelli sempre disordinati, e poi poggiò la mano sulla sua esile spalla.

A spezzare quel meraviglioso momento fu una palla di neve che travolse in pieno la fronte del bambino, che a quel contatto si limitò a chiudere gli occhi per evitare che la neve glieli freddasse.

C si avvicinò a lui e lo tirò giù dalla panchina per una mano. Desiderava che il suo amichetto andasse a giocare con loro: in tre era bellissimo, ma con L, le cose sarebbero state il massimo!!

Sapendo quanto avrebbe insistito per ottenere quello che voleva, L si limitò a seguire C rassegnato. Arrivato al pupazzo di neve tutto storto iniziò a fare calcoli dopo calcoli, per poi progettarne uno bellissimo. Matt accolse subito la compagnia di quel bambino, mentre a Mello ci vollero un paio di minuti per capire che non solo perché Cristy voleva bene ad L avrebbe smesso di volerne anche a lui. Quindi accolse la sua intelligenza a braccia aperte. Tanto, comunque, nessuno sarebbe riuscito a portargliela via.

Watari guardava i bambini divertirsi a modo loro intenerito: C che tirava la sciarpa di Mello perchè il pupazzo di neve aveva freddo e bisogno di essere coperto; Matt che si sporgeva dalle spalle di L alla testa del pupazzo di neve, per infilargli la carota rubata dall' orto di Roger sul retro del cortile.

Si lasciò quindi scappare un sospiro di sollievo, per poi sentirsi improvvisamente molto stanco. Era seduto lì da solo un' oretta, ma aveva un altrettanto improvviso bisogno di sgranchirsi le gambe. Così si mise in piedi e dopo aver lanciato un' altra occhiata furtiva ai bambini, si convinse che avrebbero saputo badare a loro stessi per un paio di minuti. Prese a camminare faticosamente sulla neve, e mentre osservava i suoi piedi sprofondare, venne assalito dal peso dei suoi pensieri.

Sapeva benissimo che se si sarebbe distratto anche per un paio di giorni da Cristina, Roger ne avrebbe approfittato per accusarla di qualcosa di improbabile. Lui odiava quella bambina, e odiava il fatto che avesse avuto il privilegio di entrare alla Wammy's House. Quindi Watari capì che avrebbe dovuto proteggerla e sorvegliarla, perché una bambina tanto dolce era anche tanto fragile.

Quando sentì il peso delle sue preoccupazioni diventare irreggibile, entrò nella Wammy's bisognoso di un po' di calore. Si accocolò sprofondando nella poltrona davanti al caminetto e socchiuse gli occhi. Fissa nella sua mente c' era l' immagine di Cristina. Cosa avrebbe fatto per lei... se solo avesse potuto dirle...

<< Hey! Mi è venuta fame!! >> Matt saltò giù dalle spalle di L e si voltò a cercare le occhiate complici dei suoi amici.

Mello lo aveva preceduto: per questo stava sgranocchiando una barretta di cioccolata, seduto sulla neve. C si era ricordata di averne una anche lei, e lo aveva pregato di tenergliela nella tasca del passamontagna. Per questo lui la tirò fuori e gliela porse.

La bambina la mangiò con molto gusto. Era talmente buona che voleva condividerla con gli altri, per far provare quella bellissima sensazione anche alle persone a lei care!!

Così ruppe un pezzettino e lo porse a Matt, che non convinto della bontà della cioccolata, lo annusò, per poi trangugiarlo senza rimorso. L invece amava la cioccolata, per questo Cristy gli porse un pezzetto più grande rispetto a quello di Matt.

Si guardò poi intorno alla ricerca di Watari, voleva che anche lui l' assaggiasse!!

Mello era d' accordo, dopo tutta la fatica fatta con lui alla ricerca di un supermercato se lo meritava proprio!! Così quando non lo videro sulla panchina, decisero di entrare a cercarlo. Appoggiata sulla poltrona davanti al camino c' era la mano dell' uomo, che fece sorridere Cristina. La bambina corse e poggiò le mani calde su quella mano che l' aveva sempre accompagnata in giro per il quartiere tutte le volte che lei ne aveva avuto voglia, e si spaventò sentendola improvvisamente fredda.

Quando alzò la testa verso l' uomo, notò che si era addormentato. Portò la barretta di cioccolata sotto il suo naso, convinta che l' avrebbe risvegliato, ma quando capì che non sarebbe successo prese a chiamarlo.

<< Watari?? ..Watarii?! >>

Mello la osservò sulla porta, e quando una spaventosa idea balenò nella sua testa, corse a chiamare Matt ed L, che accorsero subito.

<< L!! L!! Non si sveglia... Non si sveglia!!! .. Aiutalo!! >>

Il bambino non si dimostrò tanto sorpreso quanto dispiaciuto: semplicemente tirò via la mano di Cristy che scuoteva incessantemente l' uomo, e cercò di tenerla ferma.

Matt corse a chiamare Roger, possibile che con tutti quei bambini ci fossero solo due adulti a badare all' istituto??

In circa venti minuti l' ambulanza annunciò il suo arrivo con le sirene, che continuarono a risuonare nella testa di Cristy anche quando si erano portati via Watari.

<< Che è successo? Dove lo portano?! >> continuava a gridare disperata. Tutti i bambini si erano riuniti nell' atrio, e osservavano la scena impotenti.

Mello, quello con meno tatto e più sangue freddo, teneva stretta a sé la bambina, e quando smise di gridare le accarezzò i capelli, sentendola subito calmarsi al suo tocco.

Non appena riprese a respirare regolarmente le lacrime solcarono il suo viso, ignare di quante altre volte l' avrebbero attraversato negli anni successivi.

Le mani di Mello ora accarezzavano la schiena della bambina con fare protettivo, attirandola sempre di più al suo petto, come se volesse rinchiuderla in una bolla dove non avrebbe più pianto. Dove lui non l' avrebbe fatta piangere. Solo lei, con lui. Lei e lui. E.. la cioccolata.

Perché nonostante avessero solo cinque anni, la maggior parte di quei bambini sapeva cosa era successo davvero. Avevano già avuto a che fare con la perdita di persone care, tant' è vero che erano orfani.

Per quanto fossero piccoli sapevano cos' era il conforto e che in una famiglia dovevano volersi bene, ma dato che in tanti era difficile, Matt, Mello ed L donavano il loro amore solo a Cristina. Quasi una sorellina a cui badare, per evitare che si facesse male. E così sarebbe stato negli anni successivi.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Al completo..o solo un nuovo problema per Mello? ***


Lo sgabuzzino del terzo piano era diventato incredibilmente interessante da quando Cristina ci si chiudeva dentro per sfuggire dalle grinfie di Roger.
Era passato già un anno dalla morte di Watari eppure la sua assenza si faceva sentire ancora, giorno dopo giorno. In un anno erano cambiate tantissime cose.
Avevano passato l' estate chiusi nell' istituto, tranne per qualche passeggiata al parco organizzata da Roger alle quali Cristina non poteva partecipare: << Sei troppo pasticciona/ sbadata/ rumorosa/ fastidiosa! >>

Non faceva altro che ripeterglielo tutte le volte che ne aveva l' occasione. E quando lei non faceva niente e si incontravano per i corridoi, lui non le risparmiava le sue occhiate truci.

Cristy, Mello e Matt avevano sei anni, ma dato che i bambini più grandi avevano la necessità di studiare, nell' istituto erano stati inseriti dei professori.

Anche L andava a lezione, ma spesso era lui a correggere gli errori degli insegnanti, sempre troppo intimoriti dal fatto di essere in una classe dove la percentuale d' intelligenza con cui si dovevano scontrare era direttamente proporzionale al numero di alunni.

C' erano stati altri temporali, e tutte le volte Mello faceva una scappatina nel letto di Cristy in punta di piedi, perché se Roger lo beccava erano guai.

Era solo in quei momenti che lei si sentiva bene, felice, spensierata.. Quando era con i suoi amici. Perché Roger aveva deciso di renderle la vita impossibile. Che ce l' aveva con lei l' aveva sempre saputo, ma che la rinchiudesse nello sgabuzzino dove lei si nascondeva da lui era davvero esagerato.
Tutte le volte che succedeva Mello e Matt sapevano già dov' era la bambina, e si preoccupavano del fatto che avesse paura del buio e fosse costretta a restarci almeno un paio d'ore, fino a quando Roger non se ne andava a letto e la liberava.

Tutti i bambini sapevano quello che le faceva, ma nessuno aveva il coraggio di parlarne con i professori per chiedere aiuto. Altrimenti a loro sarebbe toccata la stessa sorte.

Ma Roger non era un uomo cattivo, era solo invidioso.

Tanto amore a quella bambina, che non aveva fatto niente per meritarselo. Allora qualcuno doveva rimediare per riequilibrare la bilancia, e lui era la persona adatta.

Una bambina di sei anni affronta meglio le situazioni difficili rispetto ad una di nove anni. E di questo Cristina ne era convinta quando passati quattro difficili anni, continuavano a pesarle le punizioni di Roger. Aveva ancora paura del buio, ma lo preferiva di gran lunga rispetto al dover restare chiusa in camera a finire la trentina di esercizi che le dava, perché se non le andava bene non cenava.
In quei quattro anni il legame con i suoi amici si era rinforzato, e tutte le volte che moriva di fame, Matt s' intrufolava in cucina e a luci spente tastava il cibo in cerca delle patatine. Sapeva che Cristy le amava, e quando gliele portava restava con lei fino a quando non si addormentava, nel tentativo di rallegrarla mostrandole i suoi nuovi videogiochi.

Mello era un bambino davvero cocciuto: non riusciva ad accettare che lei piangesse quando Roger le sparava in faccia le cattiverie che pensava la notte quando non riusciva a dormire. Così a modo suo, la consolava donandole barrette di cioccolata alla nocciola, dopo essere uscito dalla Wammy's di nascosto e aver attraversato la strada fino al supermercato. Ormai era diventato abile come un gatto!

E quando nessuno dei due faceva a gara per chi sarebbe arrivato da lei prima, L la copriva stretta stretta con il suo piumone, e facendole appoggiare la testa sul suo petto, le faceva ascoltare il battito del suo cuore. Spesso fungeva da ninna nanna, ma quando non riusciva proprio a calmarsi le raccontava le storie di come bambine tanto indifese diventavano super eroine e prendevano tutti a calci in culo!

Insomma che cosa non avrebbero fatto quei meravigliosi ragazzi per dimostrarle quanto le volevano bene? Questo faceva capire a Cristy che l' affetto non si comprava, ma lo si guadagnava. Infatti Roger sarebbe stato il primo a spendere qualunque cifra pur di ricevere un po' di affetto da quei bambini, che cercavano in tutti i modi di tenere le distanze da lui.

Il primo Natale che Cristy ricordava alla Wammy's House era quello dell' anno precedente, quando avevano tagliato un albero dall' orto di Roger e l' avevano abbellito nell' atrio con palline e luci colorate. Si erano dati regali semplici, ma a tutti piacque quello che ricevettero. C aveva fatto dei disegni e li aveva regalati ai suoi amici, raffigurando i miti di ognuno di loro: Conan Super Detective, Willy Wonka e SuperMario&Luigi. Era davvero brava!! Tutto merito della sua meravigliosa memoria fotografica.

E sarebbe stato davvero carino se non fosse che quella sera ebbe il primo schiaffo da Roger, in pieno viso. Che aveva fatto stavolta? Lei niente.

Mello era corso fuori dalla Wammy's insieme a Matt alla ricerca di un regalo per lei, e Roger li aveva scoperti nel rientrare. Naturalmente capì subito perché erano stati fuori, e decise di farla pagare a Cristy. Con qualsiasi scusa, andava bene sfogarsi su di lei. Sentirsi potente, superiore a qualcuno, nonostante quel qualcuno fosse una bambina di nove anni.

Ovviamente c' erano anche bei momenti alla Wammy's House, e uno di quelli fu il 10° compleanno di Cristina.

Quel giorno arrivò sorprendendola, le sembrava che il tempo non passasse mai.

A sorprenderla ci fu anche un nuovo bambino, scoprirono che aveva solo cinque anni.
Entrò nell' atrio tenendo la mano di una giovane donna, che si rivelò la proprietaria dell' orfanotrofio dove viveva il bambino.

Lui era strano: era vestito di bianco, indossava una camicia con le maniche troppo lunghe per le sue braccia, e dei pantaloni abbastanza invisibili per la lunghezza della camicia. Ma la cosa che più colpì Cristy erano i suoi capelli bianchi, bianchi come la neve. Non appena il bambino si sedette sul pavimento per tastare dei piccoli robot di legno, lei volle subito accertarsi che fossero veri. Corse dal bambino e gli si sedette di fronte. Lui alzò la testa per osservarla ma la sua espressione non trasmetteva neanche una minima parte di quello che provava in quel momento. Era apatica.

Dopo averla guardata con occhi vuoti abbassò la testa e tornò a giocare, facendo scontrare due robot.

<< Hey, io sono Cristy. Tu come ti chiami? >>

<< Near. >> Non fu il bambino a parlare, ma Roger, che si incamminò verso i due per presentare il nuovo arrivato. Lui non fece una piega al suono del nome che l' avrebbe identificato per il resto del tempo che avrebbe passato lì, anzi, sembrò piacergli.
Per un bambino di cinque anni era difficile nascondere un sorriso, anzi spesso era la cosa più spontanea che potesse venire da fare.

<< Hai dei bellissimi capelli. >> C portò lentamente una mano verso la sua testa, credendo che magari sarebbe stato un gesto troppo evasivo, ma quando lui sentì la sua esclamazione i suoi occhi si illuminarono.
<< Nessuno me lo dice mai. >> Alla sua risposta lei non esitò più, e glieli accarezzò. Erano mossi, ma davvero morbidi. Quando riportò indietro la mano si accorse che Near aveva una voce piuttosto pacata, contrariamente da quella di Mello che la chiamava sbracciandosi dall' altra parte della stanza per attirare la sua attenzione. Era ora di cena, e lui moriva di fame. Aveva notato che C stava cercando di familiarizzare con il nuovo arrivato, e siccome lui non aveva bisogno di altri amici ma stava benissimo con Matt ,lei e L -con cui aveva stretto una bella amicizia solo più lentamente- credeva che neanche lei ne avesse bisogno. A dirla tutta era un po' geloso della sua amicizia, e poi non ci trovava niente di carino in quel bambino bianco dalla testa ai piedi.

<< Arrivo!!! >> Cristy balzò in piedi e porse la mano verso Near, << Vieni? Hai voglia di mangiare? >> A guardarli Mello rivide la timidezza che avevano i suoi occhi quando lui e Cristy avevano parlato la prima volta, e si spazientì.

Se avessero avvertito Near che in quel posto erano tutti così gentili ci sarebbe andato prima. All' orfanotrofio dov' era prima erano tutti già amici, e lui si escludeva perché lo evitavano.

Subito dopo camminava nella mensa stringendo la mano di Cristy, sempre più intimidito dalle occhiate curiose degli altri.

Matt non si fece problemi, e si presentò subito. Seduti al tavolo si offrì di fargli provare i suoi videogiochi, insinuando che fosse troppo timido e doveva aprirsi con lui, perché lui era una bella persona diversamente dagli altri bambini dispettosi!

Near aveva accettato e iniziato a premere tasti a caso molto goffamente sul game-boy, perdendo più o meno cinque partite una dietro l'altra. Così si era rassegnato e glielo aveva ridato cercando di liberarsene al più presto possibile, come se scottasse.

Mello era furioso: perché il nuovo arrivato si prendeva tutte le attenzioni dei suoi amici senza neanche volerle??
Cristy gli tirò un pizzico sul braccio facendolo sobbalzare dai suoi pensieri e facendo scomparire la sua espressione imbronciata; << Mello presentati!! >> gli sussurrò.

Mello ruotò gli occhi verso il soffitto e poi molto scocciato allungò la mano verso Near.

Near guardò la sua mano e poi lo scrutò bene in faccia, per niente intenzionato a stringergliela. Ancora più seccato Mello pronunciò il suo nome, e allora Near gli strinse la mano. I due si erano scrutati con sguardi carichi di tensione, mettendo una strana sensazione a Matt e Cristy che si scambiarono un' occhiata interrogativa.

Quella sera Roger predispostò che Near stesse in camera con Mello, visto che era l' unico a non condividerla con nessuno, e da quel momento Mello mise su il broncio che non abbandonò più il suo viso, fedele.

Near si sistemò nella stanza con Mello senza dire una parola riguardo, e mostrandosi indifferente. Sapeva bene come escludersi dalle persone per questo non si creava problemi. Era capace di ritrovarsi in una stanza con qualcuno e fare come se non ci fosse.
Mello invece se ne stava seduto sul letto con le gambe incollate alla pancia a fissarlo innervosito mentre Near poggiava i suoi giochi sul pavimento.

<< Hey, nanetto. Quelli non possono stare lì. >> Freddo, aveva tutta l' intenzione di essere dispettoso e divertirsi un po' a torturarlo.

<< Scusa. >> Near li prese e li spostò vicino il suo letto senza neanche guardarlo in faccia.

<< No. Non hai capito. >>

Finalmente alzò la testa e lo guardò, Mello saltò giù dal letto e spostò tutte le cose di Near fino a restringere il suo spazio nel piccolo angolo vicino al suo letto. Poi, con un gessetto, tracciò una linea e lo guardò poggiando le mani sui fianchi con sguardo di sfida. Come avrebbe reagito adesso??

Near si sedette sul letto e prese a giocare, indifferente anche a quello.

Ma quel bambino le provava le emozioni??

Mello non voleva rassegnarsi, però quella sera non avrebbe ottenuto niente. Avrebbe fatto passare più tempo, così il nanetto si sarebbe innervosito maggiormente per quel clima di tensione. Così si cucciò sotto le coperte e tentò di dormire, ignorando l' irritazione per la presenza di qualcun' altro nella sua camera.

Per quella sera gli permise di tenere la lucina del comodino accesa e continuare a giocare.

Near in tanto ripensava a quella bambina che lo aveva accolto nel suo gruppo di amici, nessuno lo aveva mai fatto prima. Forse, adesso, aveva un' amica..

Ma non era il primo ad essersi sentito così nei confronti di Cristy, infatti il primo adesso era seduto nella posizione fetale che tante volte C aveva ammirato, e ascoltava i dettagli riguardanti Near.

Era davvero curioso, voleva conoscerlo. L' avrebbe fatto sicuramente il giorno dopo.

Il tredicenne trascinò Cristina a letto prima che si facesse troppo tardi e le rimboccò le coperte con fare materno/ paterno/ fraterno, e le diede un bacio sulla fronte.

Cristy rise e quella risata riecheggiò nei corridoi, ormai bui perché tutti erano a letto.

Matt invece giocava con il suo game-boy molto distrattamente, pensando a cosa stesse facendo Mello per far sentire Near come il nuovo arrivato.

Lui e C avevano fatto di tutto per farlo sentire a suo agio, però aveva notato lo stesso come Near si arrotolava le ciocche mosse di capelli in preda all' imbarazzo. Riconosceva quel gesto nelle abitudine di C: quando si incantava, quando era imbarazzata, quando era nervosa o triste. Le riusciva bene perché anche i suoi capelli erano mossi, anzi, ricci.

Il bambino con cui condivideva la stanza aveva la stessa età di L, ma lui non gli parlava mai da quando sparlottò con un altro bambino nei confronti di C, facendo credere a Mello che R l'avrebbe scelto come successore solo perché era amico dell'unica bambina della Wammy's. Mello doveva essere scelto per i suoi potenziali: se lo meritava. Persisteva, era testardo, doveva ottenere quello che voleva. Ecco perché Matt temeva che Near non gli piacesse...

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il saggio Matt; ***


Tutte le sere che Mello era alla Wammy's House prima di diventare amico di Cristy e Matt, si sentiva solo e perso. Prima di addormentarsi pregava, chiedeva di non sentirsi più così, chiedeva che gli fosse mandato qualcuno capace di rendergli la giornata migliore anche solo con una carezza, o un sorriso. Così tutte le sere si sedeva nell' atrio per controllare che qualcuno entrasse a far parte di quell' istituto triste. Però Roger, non appena lo aveva scoperto, gli aveva intimato di starsene a giocare con gli altri bambini nella sala giochi, e lui fu costretto a starci tutte le sere.

Non aveva intenzione di avvicinarsi a qualcuno per prendere confidenza, ma Matt lo aveva fatto con lui. Nel vederlo seduto sul divanetto della sala giochi tutto solo quasi tutte le sere, a guardare gli altri bambini giocare, gli si era avvicinato con un' aria molto simpatica e gli aveva chiesto come mai mangiasse tanta cioccolata. Lui si era sorpreso che qualcuno volesse parlare con lui, perciò intimorito gli aveva risposto male. “Che te ne frega?!” Matt non si aspettava una risposta del genere dopo che lui era stato tanto dolce quanto sorridente, così gliel' aveva tirata dalle mani e aveva provato ad assaggiarla, per vedere perché gli piacesse così tanto. Poi era arrivata Cristy e tutti i giorni per quattro anni erano passati meravigliosamente, accanto a loro.

Certo, c' erano stati anche momenti difficili. Solo lui sapeva dire quanto Cristy stava male alle parole di Roger, e solo lui si sentiva così inutile nel guardarla piangere.
Non era giusto, tutti avevano avuto un destino ingiusto, tant' è vero ch' erano finiti lì dentro, però Roger non doveva renderle la vita ancora più insopportabile.

Alcune notti piovose l' aveva sentita chiamare nel sonno “Nate, Nate”. Chi era questo Nate? Glielo aveva chiesto ma la bambina non sembrava saper rispondere, così quando ne aveva parlato con L, lui gli aveva risposto che spesso nel sonno C sussurrava cose incomprensibili, e a volte scriveva anche. Ma tutto inconsciamente, tant' è vero che da sveglia non poteva ricordarsene..

E questo turbava molto la mente ingegnosa di Mello, che in quei momenti sembrava andare in tilt.

Poi come se non bastasse si presentava quel puffo bianco a complicare ulteriormente le cose.

Salsa di pomodoro sembrava andarci d'accordo, e quando L lo vide si addolcì talmente tanto per la sua timidezza che volle a tutti i costi cedergli il suo ultimo pezzo di torta.

Tra Near e Cristy si instaurò un bellissimo rapporto, per la gioia di Mello i due non si separavano mai e Near seguiva C dappertutto, quasi anche in bagno. Quasi, perché la aspettava fuori vicino la porta.

Un pomeriggio Mello se ne stava tutto solo nella sua camera, Near era con C.
Ne aveva approfittato per esaminarsi davanti allo specchio.

Guardava i suoi capelli a caschetto biondi e lisci, poi spostava la frangetta come se servisse a cambiare il suo aspetto.

I suoi occhi erano celesti come il cielo quando c' era bel tempo, e a lui piacevano.

Riguardo i vestiti, amava il nero. Però visto che i suoi capelli non sembrarono potersi mantenere con il gel nella cresta che si era pettinato a testa in giù e poi laccato molto pazientemente, decise di cambiare maglietta.

Aveva con sé la maglietta che la sua mamma gli aveva regalato al suo quarto compleanno, non l' aveva mai messa perché era troppo larga, ma anche perché sembrava che l' arcobaleno fosse andato a sbatterci contro.

Davvero orribile.

Con una faccia disgustata se la infilò, e dopo essersi infilato un berretto per coprire i capelli duri e tutti ammassati, uscì dalla stanza.

Agli sguardi sorpresi e disgustati degli altri bambini cercò di non dare troppa importanza. Sapeva che C amava i colori, e Matt le maglie a righe.

Avrebbe riconquistato le loro attenzioni, se lo ripeteva mentre rovistava nel frigorifero della cucina, e proprio quando trovò un pezzettino di torta, corse fuori alla ricerca dei suoi amici.

L, Matt, C e Near se ne stavano seduti a costruire un castello con le carte, e quando Mello si avvicinò a loro e si sedette lo distrusse per il troppo movimento d'aria.

Tutti si voltarono verso di lui tranne Near, che riprese a costruire il castello.

<< Mello, ti senti bene? >>

<< Si, perché? .. >> Alla vista di L che guardava la sua torta insistentemente, Mello sorrise compiaciuto e gliela portò sotto al naso. << Torta, L? >> e detto ciò la poggiò sul pavimento, facendo ricadere il castello che Near aveva quasi ricostruito completamente. L la assaggiò, e subito si fece prendere dalla passione per i dolci e iniziò a gustarsela lentamente..

Matt, per la prima volta, non stava giocando al suo game-boy. Near era riuscito ad inventare qualcosa di più divertente da fare di quello che faceva con lui!!!

Adesso era sempre più deciso a portare avanti il suo piano.

Cristy osservò la sua maglietta e rise, subito seguita da Matt che per poco non moriva per mancanza d' aria. Mello li guardò sorpreso, lo stavano deridendo?!

<< Cosa avete da ridereee!?! >> prese a gridare istericamente, agitando le braccia e creando correnti d' aria e tornadi.

<< Mello perché sei vestito in quel modo? >> Matt si trattenne dal tirargli la maglietta per osservare da vicino le orribili sfumature di quei colori.

Mello non sapeva cosa rispondere: si alzò e uscì dall' atrio, rendendosi conto che il suo piano non aveva funzionato.

Andò a sedersi fuori dalla Wammy's, con gli occhi attenti a cercare quel qualcuno che gli avrebbe cambiato la vita entrare nel cortile e dirigersi verso di lui.

Però quel qualcuno arrivò alle sue spalle, saltandogli addosso con molta euforia.

Mello rotolò sull' erba del cortile ritrovandosi su Cristy, a guardarla con aria sorpresa.

<< Mello!! >>

Che cosa aveva tanto da sorridere?

Mello si limitò a smettere di guardarla e a volgere il suo interesse ad una macchina fuori dal cancello della Wammy's.

<< Perché te ne sei andato via così? >>

Mello si alzò e tornò a sedersi sugli scalini, per riprendere ad aspettare e a guardare fuori con ansia.

C si alzò e si pulì la salopette, per poi stringersi l'elastico intorno ai capelli che si era allentato nella caduta. Da quando erano cresciuti e si erano arricciati ulteriormente li teneva sempre legati, non le piacevano proprio..

Si diresse verso l' amico con il suo sorriso curioso stampato sulla faccia, quello che tanto irritava Mello in quei casi. Si sedette accanto a lui e lo guardò da più vicino, quasi a volergli far notare che li c' era anche lei.

<< Dove hai lasciato Near? .. Perché non torni da lui?? >>

Cristy sembrò non capire, e ingenuamente sorrise e gli parlò con molta dolcezza.

<< Tu avevi più bisogno di me rispetto a Near. >>

Mello si addolcì e tutta la rabbia sparì visibilmente dal suo viso. Si voltò a guardare l' amica con grande commozione e le saltò addosso, stritolandola in un abbraccio da orso.

Cristy era sorpresa: era la prima volta che Mello la abbracciava, di solito lo faceva lei!

I due sorrisero sentendosi bene stretti all' altro; Mello, senza che C potesse vederlo, tirò via la molla dai suoi capelli lasciando che ricadessero morbidi tra le sue mani. A lui piacevano.

Quei due si volevano davvero bene, proprio come Matt che correva nella loro direzione e che sentendosi escluso da quella dimostrazione di affetto, saltò sui due rischiando di spezzarsi l' osso del collo. Quando tutti e tre furono sdraiati sull' erba e in preda ad un attacco di ridarella, Mello potè dichiararsi soddisfatto.

Cristy si alzò e corse dentro, diretta al bagno più vicino. Aveva davvero bevuto troppo succo di frutta.

Matt guardò Mello e si alzò, seguito poi dall' amico andò a sedersi sugli scalini.

<< Non devi sentirti escluso. >>

Mello guardò Matt, aveva già capito..?

<< Near è appena arrivato, vogliamo che neanche lui si senta così. >>

Quel bambino aveva solo 10 anni eppure era saggio come un adulto, l' unico infantile era lui?
Mello non voleva più ragionare come un bambino, voleva crescere ed essere considerato maturo.

<< Mello, non hai bisogno di cambiare per farti notare da noi. >>

Le uniche parole che Mello riuscì a dire furono << Mi dispiace. >>

Matt alzò un braccio verso la strada, poi continuò ad alzarlo fino a fermarsi ad indicare il cielo: << E se mai penserai che nessuno riesce a capirti, ricorda, non sei solo. >>

<< Matt, cosa stai indicando? >> Mello si sporse nella direzione indicata dal suo indice, ma non vide altro che blu e nuvole.

<< Quando ti senti solo alza la testa al cielo, tantissime altre persone si sentono come te. Ma tutti, guardate lo stesso cielo. E questo vi accomuna. >>

<< Matt, è un pensiero bellissimo.. >>

Il biondino era affascinato dal modo di parlare di Matt, voleva proprio essere come lui!

<< Me lo diceva sempre mio padre.. >>

Matt tirò via dal suo giubbottino una fotografia e la porse a Mello. C' era un uomo con in braccio un bambino di forse due anni. Entrambi avevano i capelli rossi.
Mello voltò la fotografia e ci lesse la frase che Matt gli aveva detto.

Dispiaciuto da come l' amico doveva sentirsi in quel momento, appoggiò la testa sulla spalla di Matt e guardò il cielo. Matt fu consolato da quel gesto, e capì che l' unica cosa non menzionata nella frase di suo padre erano gli amici.

All' interno della Wammy's Near aveva costruito un bellissimo castello di carte insieme ad L, che adesso si complimentava con il più piccolo.

Near aveva gli occhi grigi come il cielo quando era nuvoloso, e adesso quegl' occhietti lo fissavano senza mostrare la minima felicità. Inespressivi.

L si riconosceva molto in quel bambino e nei suoi modi di fare.

Quando Cristy tornò nella sala giochi e si sedette accanto ai due distrusse il castello di carte per il troppo vento creato. Ma Near non si dispiacque, né tentò di ricostruirlo.

Semplicemente si alzò e si sedette più vicino a Cristy. Lei lo guardò e gli posò una mano tra i candidi capelli, facendolo appena sorridere.

Quando gli stava vicino si sentiva serena.

L si alzò annunciando che aveva un test da finire, e andò in camera.

Più tardi Near si ritrovò da solo nella sua camera, aspettando che Mello rientrasse per poter parlare con lui.

Visto che il biondino non si muoveva, Near si avventurò da solo tra i corridoi alla ricerca della camera di Cristy. Quando aprì la porta vide soltanto due letti sfatti e una scrivania piena di fogli. Entrò e si chiuse la porta alle spalle. Camminò lentamente verso la scrivania e si arrampicò sulla sedia a fatica.

Si ricordava del test che L doveva finire, e adesso che lo aveva tra le mani capì che il ragazzo non lo aveva ancora terminato.

Mancava un importante passaggio nell' equazione: così lui lo completò, contento di poter aiutare l' amico a guadagnare tempo.

Quando ebbe finito e di Cristy ed L non c' era neanche l' ombra, decise di uscire alla loro ricerca.
Mentre stava per scomparire nel corridoio, L si avvicinò alla porta della sua camera. Lo vide allontanarsi, ma decise di affrettarsi a rientrare per completare il test. Aveva avuto un inconveniente con dei buonissimi mashmellow alla panna....

I suoi occhi si spalancarono davanti al test: era completo e corretto.

Che fosse stato Near?

Era l' unico nelle vicinanze, visto che tutti i bambini erano riuniti nella sala giochi per la visita improvvisa del gelataio, che distribuiva gelati e dolcetti gratis.


Matt e Cristy camminavano per i corridoi gustandosi il loro gelato alla nocciola, alla ricerca di Mello. Quando aprirono la porta della sua camera si ritrovarono davanti una visione scioccante...
Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto e se magari vi va potete passare a lasciarmi una recensione! Mi farebbe molto piacere ^^ Al prossimo ;D

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Le prime passioni; ***


Mello era ricoperto di piume e i cuscini dei ragazzi erano sul pavimento distrutti.
Near, seduto comodamente sul suo letto, si stava gustando una barretta di cioccolata fondente.

Il robottino che Near si portava sempre sotto il braccio era per terra privato della testa e di un braccio.

<< Mello, che cosa è successo? >> Matt.

Mello incrociò le braccia infastidito e poi si andò a sedere sul suo letto.

Cristy entrò nella camera guardando prima uno poi l' altro.

<< Ma perché non potete andare d' accordo?! >> Era.. arrabbiata?

Mello la guardò sorpreso, seguito da Matt.

<< Questa è la nostra casa e dobbiamo renderla un posto migliore! Non peggiorare tutto!!! >> Parlò mostrandosi per la prima volta realmente infuriata, e lo era talmente tanto che chiuse gli occhi appannati dalle lacrime.

Strinse le mani in due pugni e poi corse fuori dalla camera, non sapendo che altro fare.

Cristina non capiva cosa le stava succedendo, non le era mai successo di sentirsi così arrabbiata. Perché le persone che la facevano stare così bene non potevano condividere un' amicizia?

Senza badare dove correva finì in soffitta, a guardarsi intorno perplessa.

Si sedette accanto ad un grande scatolone e prese a ficcarci dentro le mani, incuriosita dal suo contenuto.

Ne uscì una deliziosa radiolina rosa, o almeno lei credeva che lo fosse.
Spinse il primo tasto che vide e si accese, facendo partire una canzone.

<< L' abbraccerà, rallegrerà, solleverà se mai cadrà, difenderà, sempre sarà diamante lei.. e luce luiii! Per seeempree.. >>

Cristina ascoltò quella canzone estasiata, sentendo le lacrime calmarsi e fermarsi completamente.

Non avrebbe mai potuto addormentarsi lì, era troppo buio e lei era troppo sola.

Quando sentì che iniziò a piovere spense la radio e uscì dalla soffitta.

Quella notte nel suo letto sarebbe stata sola..

Mello era andato a cercarla, ma non trovandola se n' era tornato in camera spaventato all' idea che per la prima volta avrebbe dovuto dormire da solo con un temporale.

Near, accorgendosi che Mello usciva dalla camera, l' aveva inseguito troppo impaurito per restare lì da solo, e si era nascosto dietro l'angolo. Quando M era uscito dalla camera di C lui si era intrufolato trovandoci L intento a contemplare il cielo da dietro le tendine della finestra.

<< Oh, hey. Ciao. >>

Near guardò L vedendolo a mala pena da sotto il ciuffetto riccio che ricadeva sui suoi occhi.

<< Hai risolto tu il mio test? >>

<< Si. >>

Cristy entrò nella camera e quando vide Near sorrise per rassicurarlo, non aveva più intenzione di gridare come aveva fatto prima.

S' inginocchiò e aprì le braccia, Near corse verso di lei e la abbracciò sorridente.

<< E' passato Mello. Ma tu non c' eri, io non sapevo dov' eri.. Se n' è tornato in camera. >> L li guardava inespressivo.

C s' incamminò verso il suo letto con Near in braccio, rannicchiandosi poi sotto le coperte insieme a lui.

<< Tu resterai qui con me Near, questa notte. >>

Lo guardava come una mamma guarda il suo bambino, poi lo sollevò e se lo portò sulle gambe. Near poggiò la testa sul suo petto e chiuse gli occhi.

Non l' aveva mai conosciuta sua madre, ma gli sarebbe piaciuta se fosse stata come Cristy.

L si accucciò per la prima volta sul suo letto, mai stato usato in tutti quegli anni.

Aveva freddo, perciò si coprì fin sotto il naso.

Si mise ad osservare il cielo tempestoso e le goccioline scivolare sui vetri della finestra, con sguardo perso.

Near chiuse le manine a due piccoli e morbidi pugni e li portò vicino alla sua testa.

Cristy chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal rumore della pioggia.

Né Cristy né Near avevano freddo, nonostante indossassero solo abiti leggerissimi..

Quella notte Mello non chiuse occhio, osservando il letto di Near vuoto, e sapendo dove potesse trovarsi il puffetto.

Per sua fortuna i tuoni furono pochissimi, e tutte le volte non notava differenza visto che la luce accesa nella sua stanza era abbastanza forte.

Doveva essere grande, doveva smettere di avere paura dei temporali, perché poi finiva che si ritrovava da solo e.. ma lui non era solo. Si alzò e corse alla finestra per osservare il cielo, in quel momento chissà quante altre persone lo stavano facendo.. inconsapevole del fatto che tra quelle persone ci fosse anche Matt.

Piovve anche durante la mattina, e Mello e Matt se ne restarono a letto troppo stanchi per affrontare quella giornata.

Cristina portò Near in braccio fino alla sua stanza, aprì piano la porta decisa a metterlo nel suo letto senza svegliarlo, e dopo averlo fatto si fermò a guardare Mello.

Dormiva con il dito nella bocca, e i capelli gli ricadevano lisci sul viso.

C si inginocchiò vicino il suo letto per guardarlo da vicino, era tanto dolce.. Come poteva non andare d' accordo con Near?

Frugò poi nella tasca della sua salopette, e ne uscì una barretta al cioccolato fondente.
Si ricordava che Near ne aveva presa una a Mello, perciò voleva rimediare lei al suo posto. Magari avrebbe reso migliore l' umore di M..

La poggiò vicino la mano di M, notando solo in quel momento che non aveva il cuscino.

Si alzò e saltellò fuori dalla camera, pensando al momento in cui M avrebbe gustato quella barretta e si sarebbe sentito felice.

Poi si andò a sedere nella sua camera e accese la radiolina, risentendo la canzone della sera prima. Le piaceva così tanto!

L non obbiettò visto che doveva andare in classe, semplicemente le scompigliò i capelli e poi uscì lasciandola sola con le note musicali che riecheggiavano tra le pareti.

Piovve anche quella notte, e C aspettava impazientemente l' arrivo di Mello nella sua camera.

Quando la porta si aprì e ne entrò Near sorrise, un po' delusa che non fosse Mello.

<< Posso dormire con te? >>

<< Certo. >> Le faceva comunque piacere avere accanto Near.

Dieci minuti dopo che si furono sistemati sotto le coperte la porta si riaprì e ne entrò Mello, che alla vista di Near che l' aveva preceduto sembrò innervosirsi.

<< Ciao!! >>

Mello rimase sulla porta aggrappandovisi con tutta la sua forza per non cadere sul pavimento e rotolarsi scalciando l' aria.

<< Mello, vieni qui. C'è spazio anche per te! >> Quella era stata proprio una bella idea: sia Near, che Mello. Non poteva fare cosa migliore!

Mello però la pensava diversamente da Cristy, e fu tentato di tornarsene nella sua camera quando scoprì che non c'era spazio per lui sul cuscino, ormai occupato dalla testa di C e N.

Near si fece piccolo piccolo tra i due, non voleva dare fastidio..

C allungò la mano per afferrare quella di Mello, era sdraiato un po' troppo lontano da lei, quindi era l' unica cosa che poteva fare per non escluderlo.

Near si rannicchiò girato verso Cristy e lei poggiò l' altra mano sulla sua testa, guardando Mello negli occhi.

Mello non sembrò reagire a quello sguardo, semplicemente chiuse gli occhi e cercò di dormire. C' era tensione, perciò risultò difficile anche a Cristy.

Il piccolo Near invece era già nel mondo dei sogni, e mentre ancora dormiva alzò una mano e la posò sulla guancia di Cristy. Lei trasalì a quel contatto, ma poi chiuse lentamente gli occhi e sprofondò in un sonno profondo.

L li guardava, sapeva che sarebbe finita male. Infatti la mattina seguente Mello si mostrò poco disponibile alle coccole di Cristy, così lei le rivolse tutte a Near che le accettò volentieri.

Quando Matt fece irruzione nella stanza di C ed L, Mello ringraziò il cielo e si precipitò fuori con lui senza neanche lasciargli il tempo di salutare gli altri.

<< Fatto nottata, eh?! >>
<< Matt, non sei divertente. >>

<< Scusa, volevo solo ricordarti che oggi è il tuo compleanno. >>

Mello sbattè gli occhi un paio di volte prima di realizzare le parole dell' amico.

<< Auguri. >> Matt era divertito dalla reazione di Mello, perciò scoppiò in una fragorosa risata.

Mello non aveva voglia di ridere invece.

<< Hey, amico, che c'è che non va? >>

<< Odio quel puffo bianco. >>

<< Dai, so quanto ti piace la cioccolata ma davvero.. non dovresti prendertela così tanto.. tu hai distrutto il suo robottino.. >>

<< Matt, non è per questo. >> I due si sedettero sul pavimento del corridoio con l' aria seria di due adulti che decidevano che nome dare a loro figlio.

<< Mello, te l' ho detto. Io e C ti vogliamo bene, non ti escluderemo mai. Saremo amici per sempre! >>

Mello si voltò a guardare l' amico con la testa poggiata sulle mani, credendogli a mala pena. << Mi risulta difficile visto che Near ruba tutte le vostre attenzioni.. >> Poi sbuffò.

Matt frugò ancora una volta nel taschino interno del suo giubbottino -non se lo toglieva veramente più da quando Cristy scorse le sue natiche mentre si cambiava nella sua stanza..- e ne uscì una pistola giocattolo. Gliela porse sorridente e Mello l' afferrò. << E' per te. E' lo stesso modello di quella di gta che usi sempre al mio game-boy.. >>
Gli occhi di Mello si illuminarono. Dove l' aveva presa? L' aveva comprata apposta per lui? Allora non era vero che i suoi amici non lo pensavano!!
Mello era davvero testardo, aveva bisogno di ulteriori dimostrazioni da parte di lui e Cristy? E va bene, gliele avrebbero date. Qualsiasi cosa pur di averlo ancora come amico. Gli volevano troppo bene..

<< Grazie Matt! >> Mello saltò al collo dell' amico rischiando di strangolarlo per la troppa felicità e poi si alzò, imitando perfettamente i movimenti del personaggio che utilizzava quando giocava a gta. Gli piaceva molto quel gioco!

Quando puntando il vuoto scoprì di stare mirando alla fronte di Roger ritirò la pistola indietro, non sarebbe stato tanto carino vedersi una pistola puntata contro..

Matt sorrise divertito e quando Roger se ne fu andato giocò insieme al suo amico.

Near non era riuscito nel suo intento: parlare con Mello. Però era ancora deciso a farlo, perciò si sedette nella sala giochi e attese che Cristy lo raggiungesse.

Aveva un piano: tenerla occupata nel costruire un castello di carte, sapeva quanto Cristy era negata.. Poi lui sarebbe andato alla ricerca di Mello e gli avrebbe chiesto perché ce l' aveva tanto con lui.

Ma proprio quando stava ultimando il suo piano e balzando alla ricerca di Mello, L entrò seguito da un insegnante e si diressero verso lui.

<< Si, è lui. >> Che intendeva L con “lui” ? Che aveva fatto?

<< Hey piccolino! Hai risolto tu il test di L, giusto? >> L' insegnante si abbassò verso Near, e lui annuì.

<< Ma sai che L è il più intelligente di questo istituto e tu sei quasi al suo livello? Come te c'è solo Mello! >>

Near non sembrò capirci molto.

Cristy ascoltava incuriosita ignorando le carte che continuavano a cadere ad ogni suo sospiro ansioso.

Se aveva capito bene, Mello e Near erano allo stesso livello, superati solo da L.

Questo voleva dire che quando L sarebbe diventato ufficialmente il successore di R, Mello e Near sarebbero stati in competizione per succedere L.. Oh no! Questo era un bel guaio!!! Già andavano poco d' accordo.. Ma Mello non sapeva ancora niente. Proprio per questo motivo il biondo entrò nella sala giochi alla ricerca di Near, con l' intento di scusarsi e andare d' accordo con lui per risolvere definitivamente i problemi nel suo gruppo di amici..

Bene! Eccoci qui.. mi scuso per il ritardo >.< Sono stata molto impegnata.. Ma bando alle ciance! Come avrete letto c’è un riferimento ad “R” e spero che con il passare dei capitoli abbiate capito chi è..xD

Inoltre per chi non conosce la canzone che la piccola Cristy ascolta è questa:  http://www.youtube.com/watch?v=d5_2pQAvNgo&ob=av2e  Per altri dubbi non esitate a chiedere ^^
Ringrazio la recensione di
Infermon e anche chi ha letto e messo tra le seguite/ricordate/preferite. Vi chiedo come un favore di lasciarmi una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate!! Bene, al prossimo capitolo e grazie a chi mi segue! ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cambiamenti difficili.. ***


I tentativi di familiarizzare con Near di Mello furono davvero carini.

Near decise di ignorarlo, non voleva litigare ancora.. Quindi prese a giocare con le costruzioni.

Mello gli si sedette accanto con dei carini pupazzetti costruiti dai suoi calzini preferiti infilati sulle dita delle mani, e cercò di mettere su uno spettacolino teatrale.

Near gli prestò attenzione per una manciata di minuti, poi dopo averlo considerato troppo infantile persino per un bambino di cinque anni come lui, continuò a giocare con le costruzioni.

Allora Mello si avvicinò e tentò di costruire una torre insieme a Near, ma urtò gli altri “edifici” e distrusse tutto scivolandoci sopra con il suo culo.

Near era un tantino infastidito dal suo atteggiamento evasivo, però non voleva che smettesse, la risata di Cristy era tanto bella..

Dopo altri goffi tentativi Near si alzò disperato lasciando Mello sdraiato sul pavimento a riprendere fiato dopo le acrobazie uscitigli male.

Cristina si avvicinò a Mello stremato, e gli sorrise guardandolo dall'alto.

<< Lo spettacolo con i pupazzi mi è piaciuto! >>

Mello sbuffò facendo volare un ciuffettino della sua frangetta e quando tornò sui suoi occhi voltò lo sguardo verso le costruzioni sparse sul pavimento.

<< Sei stato tanto carino.. >>

Lo pensava davvero?? Alzò lo sguardo verso Cristy e la guardò, nel vederla così vicina alla sua faccia sobbalzò, per mettersi seduto e guardarla soddisfatto. L' importante era che lei lo ammirasse!

<< Hai già mangiato la barretta che ti ho lasciato sul letto, vero? >>

Mello la guardò spalancando gli occhi: gliel' aveva regalata lei??! Accidenti, se l' avesse saputo non l' avrebbe mangiata! L' avrebbe guardata tutte le volte che si sarebbe sentito solo, invece di osservare il cielo. Il cielo apparteneva a tutti, invece quella barretta era solo sua!

Cristy sorrise non preoccupandosi della sua reazione e tirò fuori dalla salopette una barretta di cioccolata fondente. Ma perché tutti tiravano fuori cose dai loro vestiti?
Mello non ci fece caso e la afferrò, illuminandosi nello sguardo.

<< Buon compleanno Mello. >>

<< ..Grazie.. >> Mello non sapeva cosa fare: voleva abbracciarla, voleva sorriderle e magari baciarla sulla guancia per ringraziarla davvero, però nell' imbarazzo si limitò ad abbassare la testa e guardare la barretta tra le sue mani, diventando rosso come i capelli di salsa di pomodoro.

Ma ovviamente ci pensò Cristy ad approfondire quel momento, che.. no, magari! Anche lei era imbarazzata, per una volta, e si limitò ad allungare il braccio tremolante e poggiare la mano sulla spalla di M. Poi si girò e corse via.

Quando Near seppe che era il compleanno di Mello volle subito regalargli qualcosa, e dato che lo seppe quando L entrò silenziosamente nella sua camera per fare gli auguri al biondino, non aveva nient' altro a portata di mano che il suo robottino. L glielo aveva aggiustato, e quindi anche se di legno, era tornato come nuovo. Lui ci teneva molto!

Mello si stupì dal comportamento di Near, voleva dire che era riuscito a fare colpo su di lui?!

Near glielo porse a testa bassa, Mello lo prese tra le mani e guardò il bambino, e dato che candeggina non si decideva ad alzare la testa, M si inginocchiò per guardarlo in faccia.

<< Questo non vuol dire che siamo amici, eh puffo? >>

Near alzò lo sguardo verso di lui e sorrise furbamente, << No, certo che no barbie. >>

Barbie a lui?!
Era divertente essere in competizione con Near. Ogni volta si inventavano soprannomi per stuzzicarsi, facendo ridere tutti gli altri che gli stavano intorno.

Ovviamente Mello era venuto a sapere dei suoi risultati nei test, e dapprima ne era rimasto turbato, per poi tornare il solito egocentrico e sicuro di sé.

Quindi aveva lasciato perdere e avevano continuato a prendersi in giro molto amichevolmente.

Intanto alla Wammy's House il tempo continuava a passare, e Cristy e Near diventavano sempre più uniti, iniziando a condividere diversi interessi.

Era passato anche il Natale, e Matt ed L l' avevano passato a prendere in giro Mello e Cristy che erano rimasti chiusi a chiave nella lavanderia, alla ricerca di un cuscino per Mello. Quindi si erano addormentati li e Roger li aveva trovati il mattino dopo, quando era andato a ritirare la sua biancheria intima, usata intelligentemente dai due per formare una gobbetta sulla quale dormire.

Questo non era per niente nei loro piani, però li divertì molto e li unì ulteriormente.

Un' altra delle avventure da aggiungere al loro fascicolo, che Roger avrebbe utilizzato in futuro quando avrebbe accusato i ragazzi di qualcosa di incredibile per cacciarli dalla Wammy's. Lo stavano davvero stressando!!

Passato anche l' inverno era arrivato l' 11° compleanno di Cristina.

Roger aveva insinuato che era troppo grande per condividere la stanza con un ragazzo, perciò l' aveva spostata da sola in una stanza con le sbarre alla finestra e un letto con la rete rumorosa.

Con la scusa che aveva bisogno della sua intimità l' aveva isolata dai suoi amici, dato che la sua stanza era l' ultima del corridoio.

Così quelle pesti non potevano più raggiungersi da una stanza all' altro e dormire insieme, visto che anche Matt ci aveva preso l' abitudine, costringendo L a coricarsi con lui nel letto ammettendo di essere intimorito di essere in una stanza diversa dalla sua e al buio.

Inutile dire quanto Cristy ne rimase delusa: pianse tutta la notte, e quando dava i pugni al letto Mello poteva sentire dall' altra parte del corridoio il rumore delle reti.

Voleva davvero andare da lei, ma Roger teneva d' occhio il corridoio accampato accanto alle scale con la sua torcia rossa.

Matt riuscì a sgattaiolare nella stanza di Mello e Near per stare con loro e lamentarsi della cattiveria di Roger. “Lo faccio per il tuo bene, stupida!” Si, come no!!

Quella notte L era più pensieroso del solito, e nella sua mente riecheggiavano le urla di Cristy mentre Roger le tirava contro la valigia, intimandola a disfare le sue cose da quella stanza. I modi di fare di quell' uomo erano davvero brutali.

Ma lui cosa poteva fare? Roger era quello che aveva messo a disposizione il suo edificio per loro, che gli aveva dato i soldi per i vestiti, per le torte, per i videogiochi e che aveva donato loro un posto dove stare, nonostante fosse poco piacevole condividerlo con lui..

Near non faceva altro che saltellare sul suo letto per scaricare l' ansia, trasmettendola a Matt e Mello.

<< Hey Casper, sta un po' zitto. >>

Near si sedette sul letto e guardò i due in attesa di sentire cosa avevano concluso in quei 30 minuti.

<< Adesso ascoltatemi, riusciremo a distrarre Roger. Sappiamo tutti quanto abbia paura dei gatti, no?! E tutti sanno che la notte molti si rifugiano nel nostro cortile. >> Matt parlava guardando gli altri due, sussurrando con l’espressione di quelli del West prima di prendere a botte qualcuno.

<< Così andiamo da lei e le chiediamo di cosa ha bisogno. >> Aggiunse Mello, che non vedeva l' ora di riabbracciare la sua amica e vedere come stava.

Near annuì, sapendo già quale parte del piano gli aspettava..

Dieci minuti dopo.

<< Vieni gattino, micio.. vieni qui..! >> Near tendeva le mani verso quel gattino che lo guardava coperto per metà da un cespuglio.

Mello si girò a controllare l' ingresso e poi tornò a guardare Near.

<< Allora cadavere, ti muovi? >>

Matt che controllava il piano superiore, contattò Mello tramite il Walky Talky che si era comprato mettendosi un po' di soldi da parte -fregandoli dai pantaloni di Roger-

<< Pronto Swish, mi senti? >>

<< Si salsa di pomodoro. >> rispose Mello, un po' scocciato da quei nomi in codice.

<< Mello non devi chiamarmi così, altrimenti si capisce che sono io! Sono l'unico con i capelli rossi..Passo >>

<< Bene Matt, se qualcuno non aveva capito chi eravamo adesso l' ha capito. >>

<< ..Mello? Passo. >>

<< Che c'è? >> Mello era sonoramente spazientito.

<< Devi dire passo.. >>

<< Matt questa è una radio giocattolo, la sentiamo solo io e tu! >>

<< ..altrimenti non capisco se hai finito. Hey! Io non avevo finito! Passo. >>

Mello decise di affrettare le cose e si buttò sul gattino con un balzo agile, per poi attraversare il buio seguito da Near che lo portava in braccio. Lui odiava i gatti.

Matt fece correre il gattino verso Roger, che non appena lo vide spuntare dal nulla si alzò e corse giù per le scale, seguito dal cucciolo convinto che avesse trovato qualcuno con cui giocare.

In punta di piedi i tre si diressero verso la stanza di Cristy, seguiti da L che aveva sentito troppo rumore per un corridoio spesso silenzioso a quell' ora della notte.

Quando bussarono alla porta Cristy si spaventò, poi si calmò capendo che Roger non avrebbe mai bussato ma sarebbe entrato fregandosi della sua “intimità”.

Sorrise e corse alla porta, ritrovandosi davanti le uniche persone che voleva vedere in quel momento. I maschietti entrarono in fretta e chiusero la porta a chiave.

Matt si buttò sul letto constatando che fosse davvero tanto duro e scomodo.

L rimase in piedi davanti a C che stritolava Mello e si faceva stritolare le gambe da Near. Poi quando lei lo guardò le sorrise dolcemente.

<< Guarda! Sono sicuro che passerai il tempo quando sarai qui tutta sola e non riuscirai a dormire! >> Matt si avvicinò a lei e le porse il suo game-boy, aspettando che lei lo afferrasse molto impaziente.

C lo guardò e rifiutò, non poteva togliergli il suo passatempo preferito.

<< Matt, cosa ti dice che lei resterà qui da sola? Ci saremo noi! >> Mello parlò fiero di sé.

<< Si, ci saremo noi!! >> Near era sicuramente più tenero con il suo saltellare attivo per arrivare alla faccia di C, che nel frattempo era commossa dai suoi amici.

<< Eddai, almeno prendi questo. Ne terrò uno nella mia stanza così potrai parlarmi quando.. >>

<< Matt, ti ho detto che lei non si sentirà mai sola. >>

Matt non si curò del commento di Mello e porse uno dei Walky Talky a C, che lo accettò molto volentieri.

<< Grazie ragazzi.. >> C trattenne a stento le lacrime che iniziarono a rigarle il viso prepotenti, non voleva stare da sola..Ma adesso smise di preoccuparsene, con degli amici così chi avrebbe avuto il tempo di sentirsi solo?

<< E se mai ti sentissi sola, guarda il cielo... >>

Matt non fece in tempo a finire la frase che Cristy gli crollò tra le braccia, e per nascondere le lacrime sprofondò con la sua testa nel petto del bambino.

<< Perché piangi? >> Near tirò il pantalone del pigiama di Cristy per attirare la sua attenzione, ma questa volta non ci riuscì. L abbracciò Matt con un braccio e C con l' altro, sentendosi in dovere di dare conforto visto che era il più grande.

Roger l' avrebbe pagata cara.

Mello lo odiava. Come poteva una persona comportarsi così male con una bambina così dolce e indifesa? Si sarebbe vendicato un giorno.

E mentre quegli occhi fissavano vuoti quello che succedeva davanti a loro, lui era già con la testa ad una futura vendetta.

Quando sentirono i passi di Roger rimbombare sulle scale salutarono velocemente C e corsero fuori dalla stanza, anche se il più piccolo fece fatica inciampando nei suoi pantaloni troppo lunghi.

La lasciarono lì, in piedi, con la pioggia che scendeva sui vetri della finestra, e tra le sue mani stretto il Walky Talky datole da Matt.

Solo quando si scrollò di dosso lo stato di sovrappensiero, si accorse che Near le aveva lasciato il peluche con cui dormiva. Un carinissimo gattino bianco, lei amava i gatti. Sorrise e lo prese nell' altra mano, stringendo a sé i due regali avuti dai suoi amici. Li tenne stretti fino al mattino seguente, quando i raggi del sole la svegliarono punzecchiandole gli occhi.

Un' altra difficile giornata era iniziata e lei non si sentiva affatto pronta per affrontarla.

Ringrazio chi ha letto il capitolo e chi segue la mia storia, soprattutto chi la recensisce.. vi sono molto grata!!!
Un ulteriore grazie va a Infermon, che lascia sempre un commento ^^
Vorrei chiedervi per favore di farmi sapere se qualcosa non vi è chiaro.. In tanto vi saluto e chiedo scusa per il ritardo con cui ho aggiornato, spero che non abbiate perso la voglia di leggera la mia storia! >.< Baci, Cristy_.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** TEST matematici sull' amore... ***


 

Una mattina d' inverno Cristy passeggiava con Matt per i corridoi della Wammy's, con la sua inconfondibile salopette blu, i capelli legati e i ciuffettini davanti agli occhi.

Matt aveva quasi terminato un suo nuovo gioco, lei non aveva idea di come si chiamasse ma era da circa dieci minuti che continuava ad esultare facendola sobbalzare.

Camminava sovrappensiero, riflettendo su cosa avrebbero potuto fare per ingannare Roger. A settembre avevano iniziato a fare anche loro i vari test e a frequentare le lezioni, e lei non ci capiva niente.

Roger insinuava che lei non era per niente degna di essere un' alunna della Wammy's House, e lei iniziò a credergli quando Matt e Mello completarono il test d'ingresso senza difficoltà a differenza sua.

Erano passati i primi tre mesi pesanti, e poi ci si erano abituati.

Il professore consegnava i test, Matt e Mello li completavano, e poi a turno le suggerivano le risposte.

Era per questo motivo che C era una delle prime della classe, insieme a loro due.

Roger era furioso, non capiva come era potuto succedere. Voleva farle fare un test da sola, per vedere se davvero era così brava.

<< Matt, smettila di esultare o ci scoprirà. >> Sussurrò Cristy, mentre infilava la chiave nella serratura dell' ufficio di Roger. Era sicura che il test che doveva farle fare si trovava lì, e infatti gli aveva preso la chiave mentre dormiva la sera prima, sulla poltrona davanti al caminetto. Inutile dire che nel vederlo lì si ricordò della morte di Watari e sperò che anche a lui succedesse la stessa cosa.

<< Si scusa, hai ragione.. >> sussurrò Matt, salvando i suoi progressi e spegnendo il game-boy. Poi prese a fare da palo. Erano le cinque del mattino e Cristy l' aveva tirato giù dal letto per trascinarlo in quell' impresa. Perché non Mello? Perché non L? Le aveva chiesto, e lei aveva risposto che L doveva studiare e Mello non si sarebbe mai svegliato a quell' ora del mattino. Lei sapeva quanto Matt era poco capace di fare cose del genere, gli veniva l' ansia e iniziava a grattarsi dappertutto, per di più innervosendola.

<< Ecco! >> C aprì piano la porta e entrò seguita da Matt che camminava come se stava per farsela sotto da un momento all' altro.

Lei aprì i cassetti della scrivania e uscì un paio di riviste e documentari sugli animali.

Poi vide un foglietto con su scritto “TEST” e i suoi occhi si illuminarono. Dovevano fare presto, Roger si svegliava tutte le mattine alle sei per controllare che nessuno avesse passato fuori la notte, molti adolescenti lo facevano.

Ma questa è un' altra storia..

Prese il foglietto dalla sua tasca e copiò velocemente le domande ASSURDE di logica e matematica.

Rimise al suo posto il foglietto e quando stava mettendo apposto anche le riviste ai suoi occhi balzò il titolo di una rivista per ragazzine: “Cioè!” ..
<< C sbrigati!! ..Mi scappa!! >>

La curiosità era troppa. Ma non poteva prenderla..Altrimenti Roger se ne sarebbe accorto!

Mise tutto a posto e uscirono di lì chiudendo a chiave la porta. Se ne tornarono in camera e Matt le risolse il test in una decina di minuti. Era un vero genietto.

<< Tieni! >> glielo porse dopo averlo compilato saltellando da un piede all' altro, per poi catapultarsi fuori diretto al bagno.

Ma Cristy non fece neanche caso alle risposte, troppo presa da quella rivista.

Chissà cosa ci scrivevano? Voleva leggerla! E poi come mai si trovava lì?

Quando andò a lezione quella mattina ebbe la risposta ai suoi dubbi.

La professoressa di biologia l' aveva dimenticata sulla scrivania della sua aula e Roger l' aveva conservata per lei -era davvero una bella donna-.

Cristy si stava scervellando per prendersela, ma in ogni caso lei era l' unica bambina della Wammy' s House e Roger avrebbe subito pensato a lei.

Nel vederla osservare la rivista insistentemente quando Roger gliela riportò, la professoressa le sorrise e le chiese: << Ti piace? Vuoi leggerla? >>

Quella donna sapeva quanto doveva essere difficile essere l' unica femminuccia all' orfanotrofio, e l' aveva presa davvero a cuore.

Povera bambina, senza un' esempio femminile da seguire..

Cristina annuì sorridente e la professoressa gliela porse.

<< Prendila, è tua. Ne comprerò un' altra per mia figlia! >>

C non riusciva a crederci, e per la gioia saltò tra le braccia della donna, facendo ridere tutta la classe. La professoressa si addolcì per quel gesto e la lezione filò liscia liscia, tanto che non rimproverò nemmeno Matt quando versò troppo di qualcosa nella boccetta di Mello, colorandogli i capelli di verde.

A pranzo Cristy non degnò nessuno della sua attenzione, rivolta tutta alla rivista.

Mello era visibilmente infastidito così gliela tirò dalle mani per leggere cosa ci fosse di così interessante, ignorando le sue lamentele.

<< Hey ragazzi guardate, c'è un test! >> .. << Scopri se ti piace se risponderai Sì a più di 7 domande. Ma che test è questo?! >>

L si sporse verso la rivista e la tirò a Mello, incuriosito.

<< Lasciate! Ridatemela! >> Cristy si sbracciava nel tentativo di riprendersela ma la rivista fece il giro del tavolo, lasciando Matt perplesso.

<< Che vuol dire che “fantasticate immaginando alcuni vostri momenti insieme senza riuscire ad evitarlo” ? >>

<< Matt, ahahahahah... >> Tutti risero e Cristy diventò rossa come..

<< Sei rossa come salsa di pomodoro! >>

<< Mello, ti ho detto di non chiamarmi così! >>

L si sporse silenziosamente verso Cristy e le sussurrò: << Quanti sì c' erano? >>

Lei sobbalzò, per poi guardarlo allarmata.

<< Cosa ti fa pensare che io lo stessi facendo? E poi.. e poi.. su chi mai dovrei farlo? >>

<< Su mello, o su Matt. >>

Cristy si voltò a guardare Mello che con i bastoncini della carne punzecchiava Matt, che saltellava ogni volta facendolo ridere soddisfatto.

<< No.. 7 no. >>

<< Quindi hai avuto il 45% positivo sul 100% delle domande. >>

Poi la guardò compiaciuto.

<< ..Bè che c' è? Avevo bisogno di farlo su qualcuno!! >>

L' unico che non riusciva a stare al passo di quella conversazione era Near, che guardava tutti più perplesso di Matt.

<< Che vuol dire che ti piace una persona? >>

Mello credeva che quella rivista era davvero nociva e che riusciva a fare il lavaggio del cervello a chiunque la leggesse.

Da quando Cristy la leggeva e rileggeva guardandone le figure, aveva preso a vestirsi tutta di rosa e a ripetere che aveva bisogno di un reggi-qualcosa..

Inizialmente non ci fecero caso, ma quando prese a vestirsi come un dolcetto di glassa, dovettero dirle che non era proprio il colore adatto a lei.

Però testarda com' era aveva continuato a vestirsi così, insinuando che loro non ci capivano niente di vestiti.

Una notte Mello la sentì lamentarsi di morire dal mal di pancia, e l' aveva passata con lei a cercare di farla addormentare.

<< Prova a rilassarti. >>

<< E cosa dovrei fare? >>

<< Non lo so, prova a fare qualcosa che ti tranquillizza. >>

Lei aveva guardato il buio perplessa e poi aveva preso a cantare, lasciandolo spiazzato.

<< Diamante lei, e luce luiii.. L' abbraccerà, rallegrerà, solleverà se piangerà.. >> Non credeva che lei avesse una voce tanto soave da come gridava quando era in preda al panico, perciò rimase ad ascoltarla rilassandosi più lui che lei.

<< ..difenderà, perdonerà, sempre sarà diamante lei e luce lui.. per sempreee.. >>

Mentre lei cantava Mello poggiò piano la testa sulla sua pancia, e prese a respirare sempre più lentamente sprofondando nel sonno.

Lei poggiò una mano tra i suoi capelli e si rilassò a quel contatto, continuando a cantare fino a quando non si addormentò.

Quando Mello si ritrovò sul pavimento della stanza di Cristy si chiese come ci era arrivato e nel vederla correre da una parte all' altra si allarmò parecchio. Che proprio quella notte Goblin avesse deciso di attaccarli? Lui non era Spider-man, ecco perché non aveva potuto fare niente!!!..

Piano si arrampicò sul letto di Cristy per evitare di essere calciato via da uno dei suoi piedi imbranati.

A guardare la coperta si accorse che c' era del sangue, e poi si guardò le gambe alla ricerca di una probabile ferita.

<< Sangue! Sangue! Perdo sangue!! >>

<< Cristy, da dove perdi sangue? >>

Lei lo guardò e spalancò gli occhi, continuando a correre avanti e dietro e a gridare isterica. Allora lui si alzò e tentò di fermarla per osservare bene i suoi arti alla ricerca di un graffio, ma non trovò niente.

Vedendo che lei non smetteva più di gridare corse da Roger e gridò: << Cristy perde sangue! Cristy perde sangueee!! >>

<< Da dove? >>

Mello non seppe rispondere e Roger credette di capire, così chiamò la professoressa che adorava inspiegabilmente quella peste.

Quando Matt chiese a Cristy cosa era successo lei non volle rispondere e imbarazzata si sedette e fece colazione silenziosa.

L non fece alcuna domanda, era più grande rispetto a loro e sapeva perfettamente quello che era successo e che prima o poi sarebbe dovuto succedere.

Alla Wammy's continuavano a succedere cose strane una dopo l' altra.

Una sera mentre Mello rientrava dal cortile per cercare delle particolari foglie e svolgere i compiti di Biologia sentì delle risatine all' interno dell' edificio.

Salendo le scale riusciva a sentire anche le urla di Near spaventate.

Non che gli dispiacesse tanto se qualcuno se lo mangiasse, però accelerò il passo per vedere cosa stava succedendo.

Capì chiaramente che provenivano dalla stanza di Cristy perciò ci arrivò e spalancò la porta, trovandosi davanti Near che cercava di uscire dalla stanza in tutta fretta.

Guardò oltre il marmocchio tenendolo fermo dalla camicia e vide Cristy intenta a tenere fermo Matt, mentre L si gustava la scena seduto sulla sedia in posizione fetale.

<< Eddai Matt stai fermo, devo vedere se.. >>

<< NO! Non ci penso proprio! Lasciami andare!! >>

C ed M non si accorsero neanche della presenza di Mello, troppo intenti com' erano nel rincorrersi per la stanza saltando da un mobile all' altro.

Finalmente C riuscì ad afferrare M dal colletto della felpa rossa e lo tirò a sé, per poi stamparli un bacino sulle labbra.

Mello spalancò la bocca per la sorpresa, a differenza di Matt che la chiuse e si morse le labbra dopo essersi allontanato da Cristy.

<< Ma che state facendo?! >>

Tutti si voltarono verso Mello e lo salutarono come se non fosse appena successo niente di tanto scioccante.

<< Sulla rivista c' era scritto che quando due persone si vogliono bene si baciano. >>

<< ?!?! >> Mello era senza parole. Lui non voleva mica baciare Matt!!

<< Si fa solo tra maschi e femmine! >> precisò Matt, mentre si puliva le labbra con la felpa.

<< Matt, come ti senti? >> chiese Cristy, mentre controllava sulla rivista.

<< Bene, grazie. >> rispose serio Matt.

<< Non adesso, idiota! Prima. >>

<< Molto spaventato. >>

C si portò una mano sulla fronte per restare abbastanza seria e non scoppiargli a ridere in faccia. Ci teneva al risultato del suo esperimento!

<< Durante. >> quindi precisò.

<< Ah, ummh.. non vedevo l'ora che finisse. >>

<< Uffa! Qui c' è scritto che ti deve battere il cuore, devi avere i brividi e non vuoi che finisca mai. >>

L era più confuso di loro due, eppure avendo 14 anni se ne sarebbe dovuto intendere..

<< E a te, batteva il cuore? >> chiese Mello a Cristy, con la voce rotta dal pianto.

Occhei, in questo capitolo vediamo i primi segni di crescita di Cristy.. il povero Mello alle prese con i problemi da femmina che non capisce perché C perde sangue! Ahahah.. e il primo bacio!! Qualcuno potrebbe spiegare a Near “Che vuol dire che ti piace una persona?” Ahaahah bene, torniamo alla serietà adesso.. Se c'è qualcosa che vi turba potete sempre chiedermelo, sono qui per voi ^^
Passando ai ringraziamenti, ringrazio vivamente Orihime02 e Infermon per le recensioni e che per la mia felicità non hanno perso la voglia di seguirmi.. ^^ Allora, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e non sia risultato troppo banale!!! Grazie per aver letto fin qui!! A presto!! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Le note della paura; ***


 

Matt si avvicinò all' amico e gli posò una mano sulla spalla sorpreso dal suo piangere, ma Mello si ritrasse subito a quel contatto come se la mano di Matt scottasse, lasciandolo ancora più confuso.

Cristy guardò Mello e non capì cosa stava succedendo, così si girò a guardare L.

L scese dalla sedia e lentamente si avvicinò a Mello, che altrettanto lentamente si allontanava da loro.

Near che era stato zitto e buono vicino la porta, credette di capire cosa succedeva.

Sfilò la rivista dalle mani di C e lesse sulla pagina del bacio.

<< Qui c' è scritto che molte volte un bacio fa stare male altre persone. >>

La bambina si avvicinò a Mello che ormai era bloccato con le spalle al muro; gli prese le mani e gli alzò la testa.

<< No. >> rispose poi alla sua domanda, ormai finita nel dimenticatoio e superata da delle strane sensazioni che si facevano strada nella mente di Mello.

<< Perché piangi? >>

<< Non sono il tuo esperimento. >> rispose lui, incrociando le braccia e tirando su col naso.

<< Mi dispiace. >> lei era visibilmente dispiaciuta, non l' aveva mai visto piangere, tranne per quando Roger gli toglieva la cioccolata per punizione. Doveva essere davvero grave visto che lo aveva preso così improvvisamente.

L aveva messo su una sua teoria: la gelosia. Ma non osò dirlo ad alta voce, poteva peggiorare la situazione di Mello!!

<< Eddai Mel, riprenditi! >>

<< Zitto salsa di... >> ma Mello fu interrotto: Near gli aveva posato una mano sulla guancia dove scorreva la sua lacrima arrampicandosi alle sue gambe, facendolo sentire improvvisamente sereno.

Smise persino di singhiozzare, e riprese a respirare regolarmente.

<< Non piangere. Fa stare male.. >>

Mello aveva sorriso: con le guance arrossate e gli occhi altrettanto, si era portato una mano al sinistro per asciugare un' ultima lacrima rimasta imprigionata tra le ciglia.

Alcuni mesi dopo la situazione era davvero drammatica: Roger era sul punto di cacciare Cristy dalla Wammy's House, mostrando a tutti gli insegnanti i risultati del test che le aveva fatto fare. Aveva cambiato le domande all' ultimo e lei non era riuscita a risolverlo. Non ce l' avrebbe fatta neanche studiando!

Era da quando ce l' aveva quasi fatta che Cristy aveva rincominciato ad avere incubi, ma come se non bastasse era anche sonnambula.

Una notte aveva aperto la porta della camera di L che come sempre sveglio, si era voltato a guardarla e per poco non si prendeva un infarto nel vederla camminare verso di lui con gli occhi chiusi. Temeva che potesse cadere e farsi male non vedendo dove metteva i piedi, e sapeva che non doveva svegliarla.

Lei continuava a camminare, incredibilmente sicurissima di dove metteva i piedi.

Poi si era fermata davanti a lui, aveva allungato la mano verso la scrivania e aveva preso a scrivere tante cose di seguito su un foglio.

Era una strana scrittura, quasi arabo. L mica sapeva l' arabo! La guardava scrivere in piedi accanto a lei, sempre più dubbioso.

Quando ebbe finito lei gli crollò tra le braccia, assumendo un' espressione rilassata.

La cosa di cui L aveva più paura erano i fantasmi, e Cristy lo sembrava proprio mentre scriveva!

Se ne stava li, con la bambina crollata tra le sue braccia, non sapendo cosa fare.

<< L.. L.. >>

Ruppe il silenzio la sua voce sottile, facendo inclinare le sopracciglia di L per la troppa concentrazione.

<< Solo tu puoi.. Devi... >> e proprio quando stava per rivelargli quel mistero, Near fece irruzione nella camera di L gridando qualcosa di incomprensibile. La bambina si zittì e tornò a dormire con l' espressione innervosita.

L guardò Near che aveva assunto un' aria allarmata, per poi tornare alla sua solita espressione apatica.

La mattina seguente erano tutti nella camera di C, che continuava a dormire profondamente senza riuscire a svegliarsi.

Mello la scuoteva violentemente, spaventato.

Matt la guardava ai piedi del letto, bofonchiando che fosse semplicemente troppo stanca.

In effetti poteva avere ragione, pensò L. Quel periodo era fortemente stressante per lei, con tutte le pressioni che le metteva Roger. E questo poteva spiegare lo stato che il suo sonnambulismo aveva assunto. Dapprima scriveva soltanto mentre dormiva, adesso aveva preso anche a camminare in giro per l' istituto.

Ma cosa voleva dire quello che aveva scritto questa volta? Quello che gli stava dicendo? E quello che aveva detto Near?!?!

Il piccolino se ne stava seduto tranquillissimo sul pavimento accanto al letto, risolvendo il cubo di rubik per la tredicesima volta da quando erano lì.

<< Near, spiegami che cosa hai detto questa notte. >>

La voce di L risuonò autoritaria quanto pacata.

<< Non posso. >> rispose Near, voltando una faccia del cubo.

Mello e Matt li guardavano ignari dell' accaduto.

<< Solo L.. >>

Tutti si voltarono verso C, che aveva parlato ancora dormiente.

Anche prima che Cristy non riuscisse più a svegliarsi parecchie volte Mello sapeva che lei era speciale.

Anche quando lo guardava con i suoi occhietti verdi e gli sorrideva saltandogli addosso per stritolarlo ancora una volta.

O quando lui stava male e lei era sempre con lui, a rassicurarlo e a tirarlo su di morale.

E quando la notte non riusciva a dormire troppo teso per il test del giorno dopo, lei lo cullava tra le sue braccia e guardandolo dolcemente gli cantava quella bella canzone.

Lei era il suo posto sicuro, sapeva che l' avrebbe sempre trovata ad aspettarlo, e insieme a lei tanti sorrisi e bei momenti da condividere.

Lo sentiva che era speciale, le voleva davvero bene.

Sperava che nessuno gliel' avesse mai portata via, ecco perché ne era tanto geloso.

Da quando era arrivato Near si era sempre sentito geloso.

Ma era solo un bambino, cosa ne poteva capire..

Così come Roger era un povero vecchio e solo, che non riusciva a capire cosa potesse legare tanto delle persone.

E che per anni aveva provato a separarli senza successo.

Non appena avevo quasi cacciato Cristy dalla Wammy's, L si era fatto avanti mostrandogli dei foglietti e dei blocchetti pieni di numeri e strane lettere.

E lui avrebbe davvero dovuto credere che quelle cose così ingegnose le avesse scritte lei? Voleva una prova.

Proprio per questo Cristy lo guardava seduta dietro un banco terrorizzata, neanche lei sapeva che le aveva scritte lei quelle cose.

L non gliel' aveva mai mostrate, per vedere se lei ne fosse cosciente.

Solo adesso lo veniva sapere. E loro pretendevano che fosse capace di ripeterle?

Near, Matt, Mello ed L erano nella classe con lei e Roger, e tutti la osservavano da dietro la scrivania.

<< Bene, sembra che non ne sia capace.. Quindi questa è l' ennesima prova che non può restare qui e studiare con voi. Lei è di un altro livello.. >>

<< Non puoi mandarla via così. Non ha dove stare.. >> L.

<< Le troveremo un altro orfanotrofio. >> Roger.

<< NO! Lei vive qui con noi! >> Near.

<< Mello, tu non dici niente? >> chiese Matt, mentre si dimenava da dietro il vetro che li separava da Cristy.

Mello osservava la bambina con le mani poggiate sul vetro e il naso spiaccicatoci contro, non voleva dirle addio..

<< Bene allora, resterà chiusa qui fino a quando non scriverà quelle maledette equazioni. >> Sentenziò Roger.

Perfetto. Proprio quello che voleva L! Sapeva che si sarebbe addormentata prima o poi e con tutto quello stress e quell' ansia avrebbe sicuramente riscritto qualcosa.

Roger sarebbe rimasto li a fare il palo fino a quando non avrebbe notato qualcosa di particolare nella ragazza, che si addormentò affamata e stanca.

Tutti rimasero li ad aspettare che accadesse qualcosa, e Near crollò sulle gambe di L.

Mello masticava lo stesso boccone di cioccolata da circa dieci minuti e Matt sperimentava molto rumorosamente il suo nuovo videogioco.

Roger si addormentò per poi essere svegliato da L, che aveva notato che la ragazzina aveva iniziato a scrivere.

Tutti la osservarono col fiato sospeso senza fare rumore, per paura di svegliarla.

Finito di scrivere si alzò e camminò verso il vetro.

Mello si avvicinò al vetro e lei poggiò una mano nel punto in cui la poggiò Mello dall' interno.

Roger corse all' interno dell' aula e prese il foglio, non riuscendo a leggere niente di comprensibile. Ovvio, perché era un' altra equazione.

L si mise tutto attento a risolverla, per arrivare subito al risultato:

<< 61. >>

<< Io ho 61 anni!! >> affermò Roger, allarmato. Era uno scherzo quello?

L si ricordò che l'ultima volta che successe una cosa del genere il risultato indicava l' età che Watari avrebbe avuto alla sua morte.

Possibile che Roger...?

Cristy era ancora in piedi davanti al vetro, con gli occhi chiusi e immobile.

Roger chiuse a chiave la porta dell' aula della bambina, per paura che potesse fargli qualcosa. Finalmente iniziava a credere che lei era speciale, ma ne aveva paura! Lui e la sua età che c' entravano?

Mello osservò C, poi la chiamò per vedere se lei si svegliava.

<< Mello, non può sentirti. Il vetro è insonorizzato. >> esclamò Matt.

Ma lui non cambiò minimamente espressione.

Cristy spalancò gli occhi, facendo indietreggiare Mello di scatto.

Erano vuoti, freddi.

L corse davanti al vetro e la osservò da vicino.

<< L. >> Anche la sua voce era fredda e priva di emozioni. Poi crollò. Cadde letteralmente per terra, addormentata.

Matt continuava a grattarsi da una parte all' altra del corpo, ansioso.

Near si era svegliato dopo che L si era alzato di colpo, e si grattava la testa assonnato.

Roger non poteva lasciare lì da soli quei ragazzi, però sentiva le gambe trattenersi a fatica dalla tentazione di scappare.

Sembrava un film dell' orrore.

<< Visto?! >> esclamò L.

Roger annuì, tremante.

<< Re..resterà. Però, lo...lontano da me.. >>

L si voltò a guardare la bambina.

Sdraiata sul pavimento con i capelli che le coprivano la faccia, si vedeva il suo petto andare su e giù lentamente. Era calma. Poi sorrise. Un sorriso beffardo, compiaciuto. Furbo! Una grande luce si sprigionò nell' aula, accecando tutti.

Mello saltò all' indietro finendo col culo per terra, per poi coprirsi gli occhi con il braccio. Matt tastava il pavimento con le mani alla ricerca dell' uscita, per ripararsi da quella luce dietro il muro ma accidentalmente schiacciò il piedino di Near, che gridò come un cagnolino al quale si schiaccia una zampina.

Mello poteva giurarlo, aveva visto delle ali.

Ma poteva essere stata benissimo un' allucinazione dettata dalla troppa luce che l' aveva stordito e l' aveva fatto crollare in un sonno profondo.

Poteva addirittura essere stato un sogno. Quando la luce sparì, di C non c' era più alcuna traccia nell' aula. Tutti storditi corsero al vetro ma non la videro. Poi si voltarono per cercare Mello, l' unico che non si era alzato, e lo videro sdraiato sulle gambe della bambina seduta sul pavimento. Lei cantava una bellissima canzone, << Diamante lei.. e luuce luii.. >> e gli accarezzava i capelli con le mani. Alzò la testa verso di loro e li guardò con i suoi occhi espressivi, stupendoli e lasciandoli senza parole.

Bene, come avrete notato da questo capitolo ho preso la presentazione xD Siamo finalmente arrivati ai primi segni della particolarità di Cristy!! Che ne dite della luce?
Forte? XD Spero di sì! Fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo!! E come al solito, per i dubbi.. contattatemi ^^ Per ultimo vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la mia storia tra le seguite/preferite e orihime02 e infermon per le loro recensioni :D Grazie mille ragazze! Mi date la voglia di continuare a scrivere!! :D
Baci, e al prossimo capitolo!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** L' amicizia è più commovente dell' amore, contro ogni TEORIA.. ***


 

Mello la guardava incantato, sdraiato sulle sue gambe, con l' espressione adorante e la bocca piegata in un lieve sorriso.

Come aveva fatto C ad arrivare da loro con la porta dell' aula chiusa a chiave? E tutta quella luce? L corse a controllare la serratura della porta che risultò intatta e ancora ben chiusa a chiave.

Roger era svenuto.

Nessuno osava pronunciare parola, all' improvviso quella stanza si era fatta stretta e poco ariosa, facendo sudare Matt che non riusciva più a respirare.

Era chiaro che qui si aveva a che fare con il paranormale, ma L non riusciva a capire che tipo di creature potessero teletrasportarsi; non voleva credere lei fosse un fantasma capace di accecare tutti con la luce.. non poteva neanche essere una sirena visto che respirava benissimo fuori dall' acqua e sembrava avere delle gambe normalissime, nonostante la bellissima voce angelica.

Poi quale “creatura” o persona con i super poteri scriveva nel sogno delle equazioni di cui i risultati si rivelavano essere un accenno al futuro?

Perché lei prevedeva il futuro, no?
Quante volte si era sentito parlare di sogni premonitori? Ma lei non se ne rendeva nemmeno conto. Tutto avveniva perfettamente inconsciamente nella sua mente, e tutte le volte in presenza di L. Che fosse un chiaro messaggio d' aiuto? “Solo L. Solo tu. Puoi. Devi.” Queste le sue parole.

Pensandoci bene, lui cosa poteva fare contro la morte di Watari? Era morto per via di un infarto e nessuno avrebbe potuto farci niente.

Si voltò a guardare Roger allarmato e nel vederlo sdraiato sul pavimento si chiese se fosse solo semplicemente svenuto. Corse verso di lui e posò l' orecchio sul suo petto, ma nel sentire che respirava si dimostrò quasi dispiaciuto che la realtà contrastava la sua teoria.

E poi Near, Near aveva parlato con Cristy proprio quando lei stava per spiegarsi meglio tra le sue braccia, e dopo che lui aveva detto quel qualcosa, lei non aveva più spiccicato parola. Che si capissero?

Qualunque cosa fosse Cristy lo era anche Near?

Questo poteva spiegare perché fossero tanto legati e andassero tanto d'accordo.

Ma poteva anche non spiegare nulla, visto che C andava d'accordo anche con Matt e Mello.

Mello, che l' aveva chiamata, lei aveva aperto gli occhi e poi quando era ricomparsa lo stringeva tra le sue braccia. Che c'entrasse anche lui?

Ma lui non aveva mai dimostrato niente di speciale simile a C e N.

<< Co.. come hai fatto? >> chiese Matt, interrompendo il canto di Cristy e quindi costringendo Mello a voltarsi verso gli altri come se l' incantesimo si fosse appena spezzato.

<< A fare che? >> chiese C, tornata apparentemente la stessa di sempre.

<< Ad uscire dall' aula! E tutta quella luce.. >>

Cristy lo guardò, mostrandosi confusa. E lo era davvero. Che cosa intendeva Matt?
D' improvviso si spensero tutte le luci, lasciandoli al buio, spaventati.

<< Matt, io non ho fatto proprio niente. Sono sempre stata qui. >> lei continuò a parlare, nonostante il cambio imminente dalla luce al buio.

La porta si aprì lasciandone entrare un uomo che puntò contro i ragazzi una torcia, e si scusò.

<< Ragazzi, ci sono stati problemi con la corrente e c' è stato un black- out. State tutti bene?.. Hem, a parte il vecchio.. >>

<< Si. >> proferì L.

Tutti tornarono nelle proprie camere, ovviamente solo secondo il tecnico della luce, venuto a controllare l' edificio perché era preoccupato che di tutta la città i bambini dell' orfanotrofio sarebbero stati i più spaventati dall' assenza di luce.

Roger si riprese subito grazie ad un bicchiere di acqua e zucchero, per poi spaventarsi alla vista di C e tornarsene a letto, chiedendole scusa e dicendole che sarebbe potuta rimanere quanto voleva alla Wammy's.

C era felicissima, non sapeva bene cosa l' aveva convinto a cambiare così radicalmente idea, ma saltava da una parte all' altra e rideva come non mai.

Saltò sulle spalle di Mello e gli stampò un bacio sulla guancia, rischiando che se ne andassero a terra per la sua contentezza.

L ordinò a Matt, Near e Mello di non dire nient' altro a Cristy riguardo quello che era accaduto, convinto a proseguire con i tentativi di scoprire di più.

Capì che per risolvere quel mistero doveva per forza credere in qualcosa di non umano, perché un essere umano non poteva avere super poteri.

Quello che gli mancava per completare la sua teoria era scoprire che cosa legava Cristy e Near, ma poco facilmente ce l' avrebbe fatta..

Così mentre il tempo passava e Near e Cristy si gustavano un pacco di patatine, L li spiava da dietro il divano, documentando tutto ciò che vedeva sul suo blocchetto:

Mangiano cibo umano.”

O mentre Cristy si dileguava per correre in bagno, lui la seguiva senza farsi notare dai bambini che gli puntavano il dito contro e lo definivano “un cestino che cammina”, e appuntava;
“ Ha bisogni
umani

O mentre Near dormiva e sostituiva il suo cuscino con un grande masso, e il bambino continuava a dormire come se nulla fosse spostando la testa sul materasso, e appuntava:

Non riesce ad adattarsi a niente che non andrebbe bene ad un umano”.

Near cresceva normalmente, così come Cristy.

Già Cristy, che stava avendo un normale sviluppo femminile, mettendo su delle belle forme, nonostante fosse magra come uno spillo.

E questo i ragazzi più grandi della Wammy's House l' aveva notato, infatti tutte le volte che passeggiava per i corridoi con Matt, Mello, Near e lui, li sentivano fischiarle dietro. Che modo rozzo per attirare l' attenzione. Lui le avrebbe comprato un mazzo di rose e gliele avrebbe date dicendole che lei era la più bella tra quei fiori.

Ma L non lo avrebbe mai fatto, la vedeva come una sorellina. E le dispiaceva tanto che fosse lei quella che credeva essere un' aliena.

Ma doveva scoprirlo.

Mello non se ne preoccupava minimamente, era solo felice che lei potesse restare lì con loro.

Matt era sempre troppo preso dai suoi videogiochi per collegare il cervello e mettersi a fare le paranoie con L.

C notò un radicale cambiamento da parte di L nei suoi confronti, era diventato più distaccato, e spesso non parlavano quasi più. Si limitava ad osservarla con strane attenzioni e altrettanto strane domande.

Da quello che aveva capito lui credeva che fosse diversa, ma diversa negativamente.

La stava per caso allontanando??

Lei non voleva perderlo...

Così una sera aspettò che rimanessero da soli per parlargli.

L era seduto vicino la finestra della sua stanza, proprio dove lei amava sedersi prima di addormentarsi tra le sue braccia.

Lei gli si sedette vicina e lo guardò poggiando i gomiti sulle ginocchia.

<< Hey.. >>

Lui non si voltò a guardarla, ma le rispose con un “hey” poco accennato.

<< L, ti sto perdendo..? >>

Lo sguardo di L era perso nel cielo, serio.

<< Se tu fossi una di quelle stelle, io verrei fin lassù anche solo per vedere il tuo sorriso. >>

Le rispose, facendola sorridere.

<< E' un no? >>

<< Direi di si. >> rispose lui, girandosi a guardarla ancora serio. << Ci sarò sempre per te piccola C. >>

<< Grazie. >> L quasi non sentì la sua voce, ma le lesse la parola sulle labbra, negli occhi e nel sorriso.

Tornò a guardare le stelle e lei appoggiò la testa sulla sua spalla, alzando lo sguardo verso il cielo anche lei.

Rompendo il silenzio che si era creato, Cristy sussurrò all' amico.

<< Certe volte mi sento come se provenissi da un altro pianeta.. >>

<< Perché? >> rispose lui, senza cambiare espressione.

<< Mi sento come se facessi cose e poi non me ne ricordassi. >> .. Poi alzò la testa verso di lui, allarmata. << Tu me lo diresti, non è vero L? Se io facessi cose strane.. Se avessi mai bisogno del tuo aiuto, me lo daresti, vero? >> .. << Non mi tradiresti, giusto? >>

L credeva di capire cosa intendeva quando chiamava il suo nome agitata nel sonno.

<< Piccola C, hai tredici anni ormai e siamo amici da tanto, perché credi che ti mentirei? >>

<< Non lo so..ti vedo distante.. è come se ogni volta che tu mi fossi accanto non riuscissi a capirti, a raggiungerti.. >> C era turbata.

<< Cosa mi vuoi chiedere, realmente? >>

<< Chi pensi che io sia? >>

Il dialogo andava avanti normalmente, come se L stesse parlando di una torta appena uscita dal frigorifero di uno scienziato, pazzo. C invece sentiva di avere in gioco la sua vita.

<< La mia sorellina. >> rispose lui, non le stava mentendo. Lo pensava davvero. Ma non voleva ferirla.

<< Sei un irritante testone. >>

Il ragazzo sorrise, facendo sorridere anche lei.

Cristy mise le mani intorno al suo braccio, e ripoggiò la testa sulla sua spalla per poi tornare a guardare il cielo.

Se qualcuno li avesse visti avrebbe pensato che fossero una coppia di fidanzatini in cerca di un momento romantico da passare insieme. Ma per lei, lui, era il suo fratellone.

<< ..Ti voglio bene.. >> Sussurrò C, facendo arrossire il ragazzo.

<< Grazie >> rispose lui, che non si lasciava mai andare a dimostrazioni del genere.

<< Panda. >> lei diede un colpetto sul suo braccio, per poi nasconderci la testa.

Stavano bene insieme, alla Wammy's.

Avevano raggiunto un interessante equilibrio, e il periodo procedeva bene.

Roger non si permetteva più di importunare Cristina, evitandola quando la vedeva nei corridoi.

Lei non credeva più alle cose scritte nelle riviste, da quando aveva iniziato a credere a quelle che vedeva in tv. Per carità, la professoressa Sara di biologia non permetteva ai ragazzi di guardare cose poco educative, però i film romantici ci stavano tutti.

Quasi tutte le sere i ragazzi si riunivano nella sala giochi, sostituiti da divani, poltrone e televisione. La professoressa che ormai viveva lì con loro, si sedeva in mezzo a tutti e li costringeva a vedere un altro dei noiosi film strappalacrime che a lei piacevano tanto.

Potevano piacere solo a Cristy, che tutte le volte li guardava con aria sognante.

Mello mangiava annoiato la sua cioccolata, Near si attorcigliava i capelli guardando il film con poca attenzione, Matt continuava a giocare con la sua psp, impostando la modalità silenziosa, L invece, guardava il film seduto accanto a Cristy, cercando di mostrarsi poco interessato.

<< Professoressa, si sente bene? >> chiese un ragazzo, porgendo un fazzolettino alla prof.

<< Si mio caro, sono solo commossa.. >>

Cristy sentì le lacrime rigarle il viso quando Enrica morì tra le braccia del suo amato, e si riprese non appena lui si alzò per vendicarla.

<< Non è romantico? >> sussurrò a Mello, soffiandosi il naso.

Lui sbadigliò e annuì, non vedeva l' ora che finisse.

Matt esultò quando Bill riuscì ad uccidere gli assassini della sua fidanzata defunta, ma in realtà aveva appena completato un difficile livello del suo nuovo gioco.

Cristy si voltò a guardarlo mentre la professoressa promise che avrebbe inventato un voto più alto del 10 e lode solo per lui, sotto lo sguardo sconvolto di Mello..

Rieccoci! Come al solito ringrazio chi ha recensito, ovvero le mie fedeli orihime02 e infermon xD grazie ragazze!
Che dire.. Credo che questo capitolo sia parecchio simpatico xD A me piace molto ogni volta che lo rileggo perché mi faccio una risatina ad immaginare Matt che esulta e la prof. che pensa sia per il film! Ahahah spero sia piaciuto anche a voi!
Al prossimo :D

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Affascinanti interrogativi adolescenziali.. ***


Cristina capì finalmente che quando si bacia una persona è perché è una cosa solo vostra, che fate perché vi amate, perché si è attratti uno dall' altro e perché è una cosa che fa stare bene chi la fa.

Sapeva che si poteva anche andare oltre, ma lei non ci aveva mai neanche pensato.

Era circondata da ragazzi, ma nessuno le interessava in quel modo.

Non sentiva neanche l' impulso di baciare nessuno di loro.

Poco le importava, era troppo impegnata a sognare ad occhi aperti il suo principe azzurro.

Tutte le volte che parlava a Near del vero amore nel tentativo di rendere romantico almeno lui visto che era ancora in tempo, descriveva il suo principe azzurro.

<< Alto, occhi azzurri, capelli bruni e folti, di quelli che sono sempre ordinati senza bisogno di essere pettinati; spalle larghe che ti fanno sentire protetta quando lo abbracci; sorriso luminoso e occhi sinceri. Dolce, romantico, che ami passare il tempo a guardare le stelle insieme a me; intelligente e affidabile. Qualcuno che quando sa che ne hai bisogno c' è sempre per te. >> ripeté Mello a Matt, facendo la caricatura alle parole di C.

<< Ma dai, non esiste qualcuno così.. >>

<< Giàà!! >> e presero a ridere e a sorseggiare coca-cola.

<< Matt, tu ti sei mai sentito.. strano, nei confronti di qualcuna..? >>

<< E come faccio? L' unica ragazza con cui sto a contatto è C, e lei è la mia sorellina.. >>

Mello si odiò per essersi dato la zappa sui piedi, ma cercò di mostrarsi indifferente.

<< Qualcuna che vedi nei film in tv? >>

<< Psè, chi? Quelle psicopatiche? No, grazie. >>

<< Già scusa, è stata una domanda stupida. >> E lasciò cadere lì l' argomento.

Near entrò nella sua stanza e quando vide i ragazzi li salutò con un cenno della testa.

<< Hey bamboccio, che dice la tua professoressa di matematica? >>

<< Che sono il migliore della classe. >>

<< Certo, con me che ti seguo nei test.. >>

Near si mostrò troppo di fretta per fermarsi a replicare che fosse tutto merito suo se era così bravo e che senza di Mello ce la faceva benissimo. Afferrò il maglioncino e se lo infilò velocemente da sopra alla t-shirt.

Mello si sporse a guardare fuori dalla finestra: nevicava e c' erano meno di 0 gradi, come faceva a starsene vestito così leggero?
<< Hey Casper, dove stai andando? >>

<< Cristy vuole uscire a guardare la neve. >> rispose lui, correndo fuori dalla camera.

Matt sospirò e si sporse a guardare fuori.

<< Che c'è salsa di pomodoro? >> chiese Mello, appoggiando la testa sul suo letto e incrociando le gambe.

<< Mi chiedo quando uscirà il nuovo gioco di Dragonball Gt. >>

Mello sbuffò. Possibile che lì tutti pensavano solo a divertirsi?

Solo lui si preoccupava di cosa avrebbe fatto nel futuro e di chi sarebbe diventato standosene lì a dipendere da un ipotetico importantissimo investigatore?

Non l' aveva neanche mai visto in faccia.

Non che gli interessasse.

Non contava molto su di lui per andare avanti nella vita. Stava già pensando che lavoro potesse fare. E intanto morse un' altra barretta fondente.

..

Cristy amava la neve. E ancora di più amava starci sotto insieme a Near, che ci si confondeva.

Alzò la testa al cielo e spalancò le braccia, lasciandosela cadere addosso. Poi respirò profondamente. Non era per niente infreddolita.

Si chiedeva perché tutti quanti avessero bisogno di indossare maglione,cappotto cappello e sciarpa.

Anche Near sembrava sentirsi come lei, ecco perché sotto la neve ci andava con lui.

Apprezzava la libertà di poter correre scalzo e sentire i piedi affondare in quel morbido mantello bianco, e infatti lo faceva tutte le volte con lei.

Cristy inciampò e finì sdraiata sulla neve a faccia in giù. Si girò e prese a ridere a crepapelle, per poi riprendere fiato lentamente.

Near si sdraiò accanto a lei e entrambi portarono gli occhi al cielo.

Era il 21 ottobre. Lì nevicava spesso.

<< Near, ieri mi è successa una cosa strana. >> disse lei, facendosi seria tutto ad un tratto.

<< Sentiamo. >>

<< Stavo cercando di dormire, dopo aver passato tutta la notte a studiare per il test di grammatica.. ero davvero stanca. Erano più o meno le cinque del pomeriggio.. >>

<< Arriva al punto. >> disse lui, sempre fissando il cielo, incuriosito anche se non lo dava a vedere.

<< Ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti cinque minuti dopo ero nella stanza di Mello. >>

<< E come ci sei arrivata? >>

<< Io.. non lo so! >> esclamò lei. << So solo che nel vedermi lui si era rallegrato e mi aveva trascinato alla scrivania per ripetermi la lezione di storia. >>

<< Bè sappiamo tutti che sei sonnambula. >> aveva ammesso lui, tranquillamente.

<< Si, hai ragione! Che stupida.. >>

E presero a fare l' angelo con le braccia e le gambe e a ridere, sorridere e tirarsi palle di neve per poi staccare i resti dai capelli dell' altro.

Quando rientrarono si diressero nella camera di Near, sapendo di trovarci Mello e Matt.

C si sedette sul pavimento e sorrise a Mello, che ricambiò a mala pena.

Allora lei per fare l' offesa gli aveva fatto la linguaccia, facendolo ridere.

Quando si era sporsa verso di lui per abbracciarlo lui era rimasto pietrificato, facendola restare male per davvero.

Nel notarlo Matt si era buttato su Cristy finendo sul pavimento a farle il solletico, per farla ridere.

Mello aveva assunto un atteggiamento di difesa nei confronti degli altri, quasi non voleva più affezionarsi a nessuno. Nonostante lo fosse già molto nei confronti dei suoi amici.. evitava di mostrarsi dipendente da loro.

Matt invece era molto più socievole e sempre disponibile alle coccole.

Secondo Cristina lui non era cambiato per niente, sempre il solito ragazzino affezionato ai suoi videogiochi che troppo preso da una nuova partita aveva fatto diventare verdi i capelli di Mello qualche anno prima, durante la lezione di chimica-biologia.

C gli tirò gli occhialetti arancioni che non aveva smesso di indossare facendoli tornare sul suo viso e fargli male, per distrarlo e prendere aria.

Si spostò da sotto di lui e gli scompigliò i capelli, facendolo ridere.

Near li guardava e sorrideva, quei due si divertivano sempre molto!

Mello li guardava curioso di sapere come sarebbe andata a finire, mentre si gustava la cioccolata.

Cristy non era cambiata di una virgola caratterialmente, era sempre la stessa: dolce ma dispettosa, solare ma emotiva, romanticona e sognatrice.

L' unica cosa cambiata in lei era l' aspetto fisico.

Indossava ancora la salopette ogni tanto, ma preferiva indossare un paio di jeans e delle magliettine colorate.

Matt privilegiava ancora quel suo giubbino, ma dato che non gli entrava più l' aveva sostituito con un jilè beige.

Lui invece, incurabile ammiratore del nero, indossava semplici magliette e pantaloni in tinta unita, e Near faceva lo stesso, scegliendo il bianco.

L' unica cosa che Mello avrebbe voluto cambiare di C era la sua abitudine di legarsi i capelli.

Infatti proprio mentre gattonava per scappare dalle grinfie di Matt senza riuscire a mettersi in piedi, passò accanto a lui e lui gliela sfilò, sciogliendo i suoi lunghi boccoli castani.

Lei si voltò a guardarlo e gli si buttò addosso, per poi finire sotto di lui quando Mello catapultò la situazione.

Matt si sentì infastidito: C stava giocando con lui! Non lasciò tempo ai due per guardarsi e si buttò su di loro, quasi soffocando Cristy.

Near allora decise di unirsi alla festa, e si buttò su Matt.

Quando L entrò nella camera di Near per portarli un test che aveva risolto e vedere se anche lui ci riusciva, non si sorprese nemmeno nel vederli bloccati sul pavimento per le troppe risate; non era la prima volta che facevano così!

<< L! L! Aiutami!! Non respiiiiiro! >> gridò Cristy, con la voce bloccata dalla pancia di Mello che in quel momento aveva deciso di appoggiarsi sulla sua faccia.

L sollevò Mello per dare modo di scappare a Cristy; il ragazzino cominciò ad agitare le braccia e i piedi in aria, rischiando di cadere dalle braccia di L e facendo ridere tutti.

..

C non riusciva a capire perché anche lei faceva parte di quel gruppo di genietti della Wammy's House. Davvero, lei che cosa aveva di speciale? Non se la cavava per niente bene in tutte quelle materie a livello agonistico.

Per sua fortuna Roger non si permetteva di criticarla, altrimenti avrebbe completamente salutato la sua autostima.

Spesso aveva confessato a Mello di volersene andare perché si sentiva un pesce fuor d' acqua, ma lui l' aveva convinta a restare anche se in fondo sapeva che lei non sarebbe mai stata capace di fare una cosa del genere.

La vedeva dormire e cercare il suo braccio per poi stringerlo a sé; le accarezzava i capelli e le baciava la testa.

Certo erano un po' cresciuti per entrare in due in quel posto solo per uno, ma lo condividevano stretti stretti, con piacere.

Piacere di non essere soli, di sapere che l' altro ci sarebbe stato in tutte le notti fredde e buie.

Per essere una tredicenne Cristina aveva ancora paura del buio, e non solo.

Mello invece era molto più coraggioso, ma solo quando era con lei. Quando era con Matt non si preoccupava di far vedere che se la faceva sotto!
Per la gioia di Roger continuarono a crescere, e a dormire insieme nelle notti tempestose. Per la gioia di Roger continuavano tutti e cinque a volersi bene e a creare caos per i corridoi.

L continuava le sue indagini segretamente, notando che Near aveva un auto controllo davvero forte. Non l'aveva mai visto piangere quel bambino! Anzi, l' aveva sempre visto consolare Cristy nei suoi periodi depressivi.

Certo, era una ragazzina! E anche parecchio lunatica.

Mello era meno paziente e si arrendeva non appena sentiva C lamentarsi di essere grossa. Grossa, lei? Per lui avrebbe potuto benissimo partecipare ad una sfilata di moda, anche se lei non era il tipo che amava quelle cose..

Matt non osava ascoltare un solo suo complesso e quando vedeva che iniziava a farsi le paranoie le riempiva la bocca di patatine e correva via.

Le patatine. Quelle che C cercava nella cucina alle 12 di notte quando era particolarmente affamata, facendo spaventare L che aveva finito le scorte di zucchero e si rimpiazzava di torte dalla mattina alla sera.

L annotò sul suo blocchetto: “Capacità di comparire alle spalle nel più totale silenzio, che sia un ninja?!?!”

Come poteva una ragazzina essere così tanto caotica? Correre da una parte all' altra senza mai stancarsi? Odiare dover andare a letto senza prima aver sognato un po' guardando le stelle?

Come poteva avere una voce così bella, capace di incantare e far stare tranquillo persino Mello?

Come riusciva a non tremare di freddo andandosene in giro con magliette a mezza manica e correre scalza sulla neve? Era un robot? No..i Robot non erano così sensibili.

Poteva esserlo Near se mai.

Salve a tutti! :D
In questo capitolo non succede nessun avvenimento particolare, è più che altro un capitolo di presentazione dei personaggi e dei rapporti che hanno tra di loro e con il mondo che li circonda. La nostra Cristy sta affrontando i problemi adolescenziali! Nonostante non condivida l’ amicizia con nessuna ragazza, volevo che apparisse come una ragazza perfettamente normale, con problemi normali e sentimenti anche.
Inoltre Mello e Matt iniziano con l’ affrontare nuovi discorsi.. Ma superficialmente, senza soffermarcisi troppo..!
Fatemi sapere se qualcosa non va oppure non vi è piaciuto particolarmente, recensite!! :D
In rapporto a questo un eterno e infinito ringraziamento a Infermon e Orihime02 che non mancano mai di commentare :D Grazie mille ragazze!!! <3 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Fifteen ***


Dormiva beata. Stava sognando. Cosa stava sognando?

Sognava. Le stelle. E lei era lì, in mezzo a loro.

Volava leggera, sentiva i suoi capelli muoversi nell' aria.

Aprì le braccia pronta ad accogliere la persona che volava verso di lei.

Si sentiva felice, serena. Si era liberata dal suo peso.

E stava per abbracciarlo, finalmente.

L'avrebbe abbracciato. L' avrebbe riabbracciato.

Si portò una mano tra i capelli per spostare il ciuffo che le copriva l' occhio destro, per vederlo meglio.

Quando stava per rivedere il suo sorriso, il suo volto venne accecato dalla luce.

Abbassò allora la testa fino a vedere i suoi piedi nudi fermi sulla neve.

Poi vide un altro paio di piedi raggiungere i suoi e una mano alzarle il viso.

Aprì piano gli occhi sentendosi pronta...

<< AUGURIII!! >>

<< Ma che..? >> sussurrò.

Aprì gli occhi e venne invasa dalla luce della sua camera.

Quando riacquistò finalmente la vista, si ritrovò addosso quattro sguardi divertiti.

<< Ma quanto dormi? Pigrona! >>

<< Matt, ti prego.. abbassa la voce.. >> C si portò le mani tra i capelli e quando si rese conto di aver dormito in mutande per il troppo caldo estivo, si tirò su il lenzuolo fino al mento diventando tutta rossa.

<< Non ti preoccupare, non abbiamo visto niente. >> Conosceva quella voce, così sicura di sé. Apparteneva a Mello, che adesso se ne stava in piedi a fissarla a con le braccia incrociate al petto.

L si abbassò vicino alla sua testa, con un pacco tra le mani.

Adesso incominciava a ricordare. Era il suo compleanno.

Quando L aprì il pacco ne scoprì una torta bellissima, anche dall' aspetto buonissimo.

Il numero “15” era un po' sciolto, ma non per questo Cristy non sorrise alla vista di quella bontà.

<< Buon compleanno. >> disse L, con voce calma, per niente allarmato dal sapere che C gli sarebbe saltata addosso da un momento all' altro. Giusto il tempo di controllare che indossasse una maglietta abbastanza lunga da arrivarle fino al ginocchio, per poi partire all' attacco.

Mello si sporse verso C mentre lei era abbracciata ad L e sorrise maliziosamente.

<< La torta la mangeremo insieme, per evitare che tu ingrassi come un pollo. >>

<< Wow, Mello. Fai poco il gradasso con lei. E' anche più grande di te! >> esclamò Matt, facendo ridere tutti.

<< Non ti preoccupare Barbie, se vuoi mangerò io il tuo pezzo. Non mi preoccupo di indossare il nero per sembrare più magra. >> rispose lei, staccandosi da L e portando le mani sui fianchi.

Near era sempre troppo silenzioso, così si sforzò di parlare per mostrare che anche lui era felice per il compleanno di C.

<< ..Tieni. >> ma non riuscendoci si limitò a porgerle il suo regalo.

Cristina rimase spiazzata e imbarazzata, ma quando vide che Near le porgeva una fotografia, si ricordò che li aveva costretti a farne una qualche giorno prima.

La prese tra le mani e la esaminò.

Nel cortile della Wammy's House c' era un bambino bianco dalla testa ai piedi che teneva in braccio un gatto nero,  quello a cui era tanto affezionato da quando insieme avevano distratto Roger. Da dietro la sua spalla si sporgeva un biondino con i capelli lisci e a caschetto, sorridente, per cercare di farsi inquadrare. Accanto a lui, c' era una ragazzina parecchio carina. I capelli castani erano stati appena sciolti, e la molla che li stringeva era ancora tra le mani del biondino. Lei sorrideva, gli occhi verdi brillavano con la luce del sole che le donava i riflessi biondi in alcune ciocche meno ricce dei capelli. Dopo parecchi tentativi alla ricerca del colore che la rappresentasse aveva scelto il blu, e lo indossava quasi tutti i giorni. Nella fotografia portava un po' di colore, contrastandosi con il ragazzo alto e bruno che sbucava da dietro di lei. Era in piedi e curvo, indossava una maglietta bianca e dei pantaloni blu. Il suo braccio sinistro stringeva la spalla di un altro ragazzino avanti a lui e accanto alla ragazzina.

Quest' ultimo aveva i capelli rossi rossi, che facevano risplendere i suoi occhi verdi lasciati scoperti per una volta, dagli occhiali arancioni che si era poggiato sulla sua testa.

Dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni spuntava un nintendo, ancora acceso.

E sorrideva allegramente, con una mano poggiata tra i capelli del bambino bianco.

Faceva caldo quel giorno, ma il rosso aveva insistito per indossare il suo jilè beije. Se proprio dovevano fare una foto ricordo voleva essere ricordato così!

Della fotografia c'era solo una copia e quella adesso apparteneva a Cristina che la stringeva tra le sua mani.

<< Bè, sono venuto bene! >> esclamò Mello, sporgendosi da dietro C per esaminare la foto.

<< C' è anche pallino! >> disse Near molto teneramente.

<< Ragazzi.. siamo noi.. Grazie. >> C era felicissima: non potevano farle un regalo migliore.

Nonostante nell' istituto non fosse possibile tenere fotografie, loro avevano fatto uno strappo alla regola grazie alla professoressa di biologia.

Grazie a quella donna Cristy aveva potuto smettere di addossarsi le responsabilità di una mamma nei confronti di quei ragazzi, e avevano smesso di giocare a “Wendy e i bambini sperduti”.

Quando C pensava ai suoi genitori e se avesse potuto scegliere, sarebbe stato davvero difficile lasciare da parte i suoi meravigliosi angeli.

Da una parte era felice di aver perso i suoi genitori, nonostante molte notti piangesse per la loro perdita.

Ricordava poco e niente di loro. Non aveva nemmeno fotografie..

Per questo aveva costretto i ragazzi a farsi una foto, anche se non glielo aveva detto esplicitamente.

Quella fotografia sarebbe stata custodita nel cassetto nascosto nel suo armadio e un giorno, quando sarebbe cresciuta, l' avrebbe guardata e si sarebbe ricordata di quanto fosse stata fortunata.

Quando finalmente collegò il cervello si ricordò che la aspettava una bellissima giornata.

Prima, dopo averne avuto il privilegio da Roger con l' aiuto della professoressa, sarebbe uscita da lì con i suoi amici. In giro per l' Inghilterra.. Poi, sarebbe partita con quella donna che aveva tanto insistito per portarla con lei un paio di giorni a Parigi.

Lei era una romanticona, rimasta vedova da qualche anno e quindi si era trasferita con loro. Sua figlia non l' avevano mai incontrata, quando suo padre era morto era maggiorenne e aveva deciso di andare a vivere da sola.

Il punto era che anche Cristina era una romanticona, perciò aveva accettato con piacere.

<< Dai, vestiti così avremo più tempo per stare fuori!! >> Matt non stava più nella pelle. Quel giorno avrebbe finalmente comprato the sims per il nintendo, perciò nonostante fossero le 8 del mattino era già vestito e pettinato.

Near corse fuori dalla stanza seguito da L che sorrise a C molto dolcemente, rassicurandola e calmando tutte le sue paranoie. Sarebbe andato bene quel giorno?..

C si voltò allora verso Mello, che la guardava con le mani nelle tasche dei pantaloni neri e con aria dubbiosa.

Lei ricambiò il suo sguardo, poi lui le avvicinò piano una mano verso il viso facendola indietreggiare imbarazzata.

Mello portò la mano verso i capelli di C e le tirò la molla.

<< ..Lo sai. >> si giustificò dopo aver alzato le spalle ed essersi portato la molla, per essere sicuro che lei non se li legasse più. A passo fiero uscì dalla sua camera chiudendosi la porta alle spalle, lasciandola lì a cercare di riprendere fiato.

Mello le metteva sempre addosso una strana sensazione, quasi di ansia.

Si diede una mossa e indossò una canottiera a righe blu e celeste e un pantaloncino di jeans, con delle ballerine blu a tema.

Amava quel colore!

Quando furono fuori dal cancello della Wammy's tutti avvertirono una strana sensazione. Erano quasi spaventati dal mondo esterno, c' erano stati fuori pochissime volte.

Il primo che fece un passo e si portò avanti al resto del gruppo fu Mello, che si voltò a guardarli.

<< Bè, non venite? >>

L prese a camminare molto lentamente, curvo e con le mani in tasca.

Così si incamminarono verso una meta a loro sconosciuta.

Semplicemente respirarono quell' aria nuova, imprimendola nei polmoni.

Near camminava più velocemente per stare al passo degli altri, e ogni tanto lo perdevano e lo vedevano ricomparire tra le loro gambe.

Matt non aveva ancora toccato il nintendo, troppo impegnato a guardare le strade, le macchine, i negozi e le persone.

Quel giorno faceva davvero molto caldo, era il 30 giugno, anche se l' estate era cominciata da poco.

Quando passarono davanti ad un gruppo di ragazzine della loro età, le sentirono ridere maliziosamente e Cristy non mancò di notare gli sguardi ammiccanti che lanciarono in direzione di Mello e Matt.

Il primo continuò a camminare normalmente mentre il secondo divenne tutto rosso e si grattò prima un braccio poi la guancia, imbarazzatissimo.

Lei prese a ridere e diede una pacca sulla spalla di Matt, poi continuarono a camminare per un bel po' fino a quando non si accorsero di morire di sete e si rifugiarono sotto l' ombrellone di un bar, ordinando delle bibite.

Se le gustavano, e parlavano. Ridevano, anche se non parlavano di niente di particolare.

Near finì la sua bibita prima degli altri e quando si accorse che Mello era distratto, addentò la cannuccia del suo thè e ne bevve un po'. Lui era più stanco rispetto agli altri: aveva corso per raggiungerli!

Mello se n' era accorto troppo tardi, perciò si imbronciò quando il suo thè era ormai finito.

Per evitare che i due litigassero ulteriormente Cristina porse il restante del suo thé a Mello, che non volle accettarlo.

Allora lei infilò una seconda cannuccia nel bicchiere e gli propose di dividerlo, quindi lui accettò.

Matt stava provando the sims, quando si fermò per ascoltare due ragazze sedute ad un tavolino dietro il loro.

Quando finirono le due si alzarono e Matt si girò verso il tavolino. Si alzò e ne raccolse un depliant, << L' equitazione da Barney. >>

<< Fa' vedere! >>

Matt porse il volantino a Cristy che si illuminò in volto e li guardò pregante.

<< No. No.. >> iniziò L, che fu interrotto dall' entusiasmo della ragazza.

<< Siiii! Ci andiamo!! Dai dai dai dai dai dai dai! >>

Quando dovettero acconsentire per evitare di attirare tutti gli sguardi su di loro, lei si alzò soddisfatta e insieme si diressero dove il volantino indicava.

Arrivati, lei corse vicino ad una staccionata per guardare da più vicino i cavalli.

Erano bellissimi. Da quanto tempo li osservava in tv e voleva tanto vederne uno da vicino?

L si fermò a parlare con il proprietario di quel posto, mentre Mello e Matt cercavano di attirare a loro un cavallo.

Near si arrampicò sulla staccionata e quando allungò una mano verso un cavallo bianco, quello si avvicinò e si fece accarezzare.

Poi tirò indietro la mano e il cavallo si voltò verso Cristy che era la più vicina a Near, le si avvicinò e le leccò il volto. Lei allora cercò di tenere fermo l' animale poggiandogli le mani sul muso, e proprio in quel momento arrivò L che comunicò agli altri che potevano cavalcare.

Entrarono e si aiutarono a salire sui cavalli.

Un passo avanti di qualche anno (: E’ da qui che comincia la vera storia!! :D Spero vi sia piaciuto questo capitolo :D ^^
Ringrazio ancora infermon per la sua recensione! -Non sa ancora quanto gli sono grata-

Baci e al prossimo capitolo!!
Cristy_

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Non ti abbandonerò... ***


Mello ne montò uno nero, a sua detta “il migliore purosangue del maneggio”.
L ne scelse uno bianco, simile a quello che aveva accarezzato Near e sul quale adesso il piccoletto stava cercando di salire.
Matt si avvicinò a lui e lo aiutò, spingendolo verso la sella. Near si aggrappò alle redini e si dichiarò “a posto”.
Quando Cristy e Matt constatarono che era rimasto solo un altro cavallo a disposizione per loro, partirono per una corsa rovinosa, che fece ritrovare lei con il culo per terra.
Matt gridò vittorioso di essere “a cavallo”.
<< Ti batterò Near. Questa volta sarò solo io il primo! >> Mello lanciava sguardi di sfida a Near, che li colse con gioia e sorrise furbamente.
<< ..Vedremo. >> si resse con più forza alle redini, pronto a partire.
Cristy li guardava incredula: aveva dovuto lottare per convincerli a venire lì, e ora era lei che non aveva un cavallo per cavalcare!!
<< Non te l' ho detto mai, Near, che i miei genitori mi portavano spesso a cavalcare? >>
Mello stava già pregustando l' idea di vincere.
L guardava invece Cristy, pensando ad una soluzione.
Lei era quella che voleva cavalcare più di loro e li aveva trascinati lì, non era giusto che per altro il giorno del suo compleanno rimanesse a guardare.
Stava per invitarla a cavalcare con lui, quando venne interrotto da Matt.
<< Sai, C, sarebbe corretto che ora io ti invitassi a cavalcare con me. >>
Nel sentirlo Mello e Near si erano interrotti e incuriositi. Avevano quindi portato lo sguardo nella direzione di quello di Matt e avevano visto C seduta sull' erba e imbronciata.
<< Ma non lo faresti. >> concluse lei.
<< Esatto! Ci vediamo al traguardo! >> esclamò Matt, facendo pressione con le gambe sul cavallo e tirandone leggermente le redini, per farlo partire. Uscì dal recinto e si inoltrò nel sentiero della foresta appartenente al maneggio, lasciando dietro di sé una risatina appena accennata.
Lei sapeva che Matt non era cattivo e quindi non godeva nel vederla lì senza cavallo, ma quella era solo un' altra delle loro sfide. Lui voleva vedere come sarebbe arrivata al traguardo.
<< Dov' è il tuo cavallo? >> chiese Mello a C.
<< Non ce l' ho. >> rispose lei, mentre si mangiava il cervello alla ricerca di una soluzione.
L si portò davanti al cavallo di Mello e Near sbarrando la strada ai due, per impedirli di oltreppassare il recinto.
<< Che ne dite di farla cavalcare con voi? >> chiese.
Mello e Near lo guardarono, lui sapeva benissimo che si erano appena lanciati una sfida, ma allora perché gli stava chiedendo una cosa del genere? Non avrebbero potuto cavalcare con lei dietro!!
<< Esatto. >> disse L dal nulla, notando gli sguardi innervositi dei due, facendo inclinare le sopracciglia di Mello e storcere la sua bocca. << Bè? ..No? >> ruppe il silenzio che si era creato, deciso a non voler più aspettare una risposta dai due.
<< E va bene. Sapete che sul mio cavallo non c' è posto per due. >>
E aveva ragione infatti, essendo più alto, quando L si curvava per cavalcare occupava quasi tutto lo spazio della sella.
<< Ragazzi, andate. Per me va bene..Resterò qui. Mi basta poterli accarezzare! >> Cristina si sforzò di sorridere, anche se i suoi occhi erano spenti.
L non disse più alcuna parola, tirò le redini del cavallo ed uscì dal recinto, deciso a raggiungere e superare Matt.
Cristina lo osservò allontanarsi: aveva davvero stile, grazie alla sua abituale andatura curva!
Near e Mello si guardavano non sapendo cosa fare.
Entrambi fremevano dalla voglia di superare l' altro e di provare la bellissima adrenalina della competizione.
<< Sicura che per te va bene? >> chiese Mello, per sentirsi meno in colpa.
<< ..Certo.. >> lei lasciò cadere la frase lì, per non far trasparire alcuna emozione.
<< Bene Mello. Ci vediamo al traguardo! >> annunciò Near, calciando il cavallo e poi aggrappandosi alle redini quando quello partì alla riscossa fuori dal recinto.
Mello guardò il rivale uscire dal recinto e subito partì per seguirlo, senza guardarsi indietro.
Cristina si rassegnò all' idea di restare lì da sola, a guardare gli altri divertirsi. Sospirò quando Mello si girò e potè finalmente smettere di costringersi a sorridere, sentendosi meno tesa.
Lei non voleva creare problemi.
Mello era partito piuttosto bene, riusciva già a vedere la testa bianca di Near poco più avanti a sé. Si lasciò scappare un ghigno soddisfatto quando lo raggiunse e gli si affiancò. Lo aveva quasi superato quando davanti ai suoi occhi si parò l' immagine di Cristy, abbagliandolo. Tirò allora le redini del cavallo che si fermò di colpo, facendo voltare Near a guardarlo, per poi rivoltarsi sorridente e addolcito.
Aveva capito.
Così proseguì nel sentiero dispiaciuto per la fine di quella gara che era durata pochissimo.
Mello si rese conto di non poter mettere a freno anche la coscienza insieme al cavallo, che adesso pulsava fortemente dentro di lui e lo costrinse a tornare indietro.
Rientrando nel recinto vide Cristy seduta sull' erba, appoggiata alla staccionata, intenta a dare da mangiare ad un cavallo troppo piccolo per potersi far cavalcare.
Aveva un' espressione triste, e la testa poggiata sul pugno chiuso era leggermente inclinata lateralmente, verso il cavallo.
Mello fermò il cavallo proprio davanti a lei, e le porse una mano.
Completamente persa tra i suoi pensieri, quando vide una mano allungarsi verso di lei, C alzò la testa quasi spaventata, per poi tornare serena nel vedere il volto di Mello.
<< Che ci fai qui? >>
<< Tu, non dovresti essere qui. >> rispose lui, molto seriamente. << Dai, vieni. >>
<< E la gara? >> chiese lei, guardandolo dal basso.
Mello non avrebbe mai ammesso di sentirsi in colpa per averla lasciata lì indietro, e nemmeno di essersi vergognato di sé stesso nel vederla lì tutta sola e triste.
<< Sali. >> Si limitò ai monosillabi.
Lei era titubante, però afferrò la sua mano e riuscì a montare sul cavallo, dietro di lui.
Lui aspettò che lei fosse ben salda e che poggiasse le mani intorno ai suoi fianchi, nonostante insicura. Allora tirò piano le redini del cavallo e il purosangue nero come la notte cominciò a trotterellare lentamente fuori dal recinto.
Quando erano partiti e il vento aveva soffiato caldo sui capelli lisci di Mello, C aveva sentito una folata di profumo di cioccolata riempire l' aria, fino ad arrivare nei suoi polmoni.
Mello era molto capace sul cavallo, come tutti gli altri. Quei ragazzi tanto intelligenti si sapevano adeguare a tutto.
Arrivarono nel sentiero immerso nella pace e nel silenzio più totale.
Mello non volle più pensare a quello che aveva fatto, si limitò a guidare i passi del cavallo e a godersi il panorama.
Cristy premeva leggermente le mani intorno ai fianchi di Mello, imbarazzata da quel semplice contatto.
Se avesse potuto avrebbe nascosto il viso nella schiena di lui, per evitare di sentirsi le guancie bollenti e un' espressione da ebete stampata sulla faccia.

<< Dov' è Mello, Near? >>
<< E' tornato indietro. >>
L annuì soddisfatto, finalmente quel ragazzo aveva smesso di essere così infantile ed egoista.
Così si lasciò superare da Near nell' attesa di vederli arrivare.
Matt si stava proprio annoiando: che gusto aveva essere il primo senza avere qualcuno alle costole sul punto di superarti da un momento all' altro?
Era curvo ma composto, fermo sul cavallo nella posizione elegante come l' andare avanti dell' animale.
Iniziò a rallentare per vedere se qualcuno lo raggiungeva, e quando sentì Near chiamarlo si preparò a ripartire a tutta velocità, con lui ci sarebbe stato anche Mello!
Non vedeva l' ora di vedere la sua faccia imbronciata per l' essere arrivato secondo un' altra volta, o peggio ancora, terzo!!
<< Rallenta, Matt! >> candeggina chiedeva di rallentare la gara? Strano da parte sua!
Matt rallentò curioso di vedere quanto fosse affaticato Mello, ma quando si vide accanto solo Near si insospettì.
<< Che succede? >>
<< Mello si è tolto. >> Near aveva il fiatone.
<< E perché mai?! >> Matt risuonò quasi isterico.
<< ..Cristy. >>

<< Cristy? >>
<< Sì? >>
Mello strinse le redini con la mano sinistra e portò la destra sulla mano destra di Cristy, per farsi cingere maggiormente il fianco da lei.
Lei sorrise, sentendosi invasa dalla calma, mentre lui si sentiva invaso dall' adrenalina.
<< Reggiti. >>
Lei avrebbe voluto rispondere “Lo sto facendo”, ma sarebbe stata una bugia. Sembrava che avesse quasi paura di fargli male, ecco perché lui premeva la mano sulla mano di lei, come se avesse paura che volasse via da un momento all' altro.
<< Adesso li raggiungiamo. >>
Finalmente lei capì come si sentiva lui: eccitato.
Sapeva che moriva dalla voglia di accellerare e superare tutti ma fino a quel momento si era trattenuto, sapendo che lei avrebbe rischiato di cadere giù dal cavallo.
Per questo non obiettò, e strinse il braccio sinistro intorno al suo bacino, sentendolo più vicino a lei.
La mano destra di Mello si piegò leggermente su quella di C, non resisteva!
Rimise la destra sulle redini e finalmente accellerò.
Il vento soffiava sulle loro facce, scompigliava i lunghi capelli mossi di Cristina lasciati sciolti sulle sue spalle e apriva la frangetta di Mello permettendogli di vedere meglio la strada davanti a loro.
Quando il cavallo dovette saltare per superare un grande masso, Cristy sentì i brividi dell' adrenalina impossessarsi del suo corpo, insieme a quello di Mello.
Erano veloci e avevano raggiunto L in meno di cinque minuti.
<< Hey! >> Cristy gli aveva gridato nelle orecchie portandosi via con sé il rimbombo della sua voce.
L aveva appena fatto in tempo a riconoscerli che lo avevano già superato e stavano scomparendo all' orrizzonte.
Quello era il momento adatto per darsi una mossa!
Li seguì cavalcando egreggiamente, ma non aveva intenzione di superarli. Voleva osservarli.
Matt e Near erano della stessa opinione di L, per questo avevano rallentato e adesso passeggiavano serenamente, non riuscendo a stare più nella pelle di vedere come se la cavava Mello con dietro un carico di 45 kl!
In poco tempo Mello li raggiunse, sorprendendoli. Era piuttosto veloce, e a giudicare dalla posizione di Cristy, doveva essere difficile riuscire a non cadere entrambi dal cavallo.
<< Psè, ce l' hai fatta! >> gridò Matt a Cristy, un secondo prima di ripartire più veloce della luce seguito da Near.
Lei sorrise soddisfatta e si godette le loro espressioni quando li superarono.
<< Ti piace? >> urlò Mello, ridendo per la felicità di essere in testa agli altri, con il vento che gli scompigliava i capelli.
<< Siii!! >> gridò lei, quando saltarono un tronco caduto sul sentiero.
Quando lui fu sicuro che sul sentiero non ci fosse niente che avrebbe potuto recargli danni, si voltò leggermente a guardarla e le sorrise, addolcendola come non faceva da tanto tempo.
Ciao carissimi/e!! :D Mi fa piacere aver aggiornato e chiedo scusa per averci messo troppo tempo!!
Grazie a tutti quelli che mi seguono, le mie ragazze!! Infermoon e Orihime02!
E da qualche giorno ha iniziato a seguirmi anche AmyFallen, grazie davvero anche a te!! Vi adoro ragazze, mi date la voglia di andare avanti!! Questo capitolo è per voi, spero vi piaccia! J^^

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Maschere di bellezza.. ***


 

<< Sai che penso? >> gridò Matt, che si era abbassato gli occhiali arancioni per ripararsi gli occhi dalla polvere, mentre a tutta velocità si dirigeva verso Mello affiancato da Near.

<< Penso che quello lì se la sta anche godendo sta situazione! >> continuò la frase, dopo essersi voltato un solo attimo a guardare il bambino.

Near cavalcava davvero bene, molto meglio di tutti i bambini di dieci anni che avevano già frequentato un corso di equitazione da circa qualche mese. E infatti dava filo da torcere persino ad L, che era deciso a superarlo.

La corsa continuò per circa altri dieci minuti, con il cuore in gola a tutti i partecipanti.

Alla fine del sentiero c' erano circa dieci alberi tutti attaccati, che non si poteva superare perché altrimenti si finiva nel vuoto.

Mello e Near erano pari: avendo avvistato gli alberi da lontano, aspettavano che l' altro si fermasse prima per poi fermarsi e dichiararsi il vincitore.

Matt ed L si erano fermati, lasciando a loro l' ansia degli ultimi due minuti.

<< Mello, devi frenare! >> gridò Cristy, con la chissà perché sensazione che sarebbe finita male.

<< Non se prima non lo fa Near! >>

<< Non dire sciocchezze, non lo farà mai! >> contrattaccò lei, sporgendosi poco per cercare di guardare Mello in faccia.

Near guardava prima il traguardo poi Mello e Cristy titubante: se non si sarebbe bloccato prima lui, neanche Mello l' avrebbe fatto. Nessuno dei due avrebbe fermato il cavallo e tutti e tre si sarebbero fatti male.

Near non aveva alcuna responsabilità all' infuori di sé stesso, mentre Mello aveva Cristy sulle spalle.

In quel momento si rese conto che non poteva rischiare tutto.

Però c' era quasi.. Erano anni che lui e Near si mantenevano sulla linea della parità, e lui questa volta poteva solcare quel limite ed essere il primo.

Avrebbe prevalso anche su L, il primo in assoluto alla Wammy's House.

Cristina guardò gli alberi diventare sempre più vicini, e capendo che niente avrebbe fermato quei due pazzi se non lo scontrarsici contro, si strinse più forte a Mello e chiuse gli occhi, lasciando che il ciuffo le svolazzasse davanti al naso.

<< Cazzo! >> esclamò molto educatamente Matt, che osservava la scena seduto sul suo cavallo, e se la rideva, a pensare in che situazione si erano cacciati quei tre.

L guardava lo scontro con gli alberi prossimo ad arrivare, con il fiato sospeso.

Tutto questo accadde in pochi secondi, perché nessuno dei due cavalli perdeva velocità.

Se uno dei due sarebbe arrivato prima dell' altro avrebbe potuto frenare per primo, visto che aveva raggiunto il limite per primo.

Ecco perché stavano proseguendo sempre più veloci verso “il burrone”.

C non aveva il coraggio di aprire gli occhi, l' unica cosa che riusciva a fare era tenersi aggrappata saldamente a Mello, che sobbalzò quando lei lo strinse più forte.

C' erano quasi, mancavano una decina di metri. Mentre si avvicinavano, Mello e Near si girarono a guardarsi, uno aveva le pupille dilatate e gli occhi spalancati per la troppa adrenalina, l' altro sentiva le goccioline di sudore accarezzargli la fronte, e con la punta della lingua si premeva il labbro inferiore.

Quando i due si voltarono verso gli alberi li scoprirono lontani di solo un paio di metri, e prima ancora di vedere le loro facce spiaccicate contro i tronchi una forte luce uscita dal nulla li costrinse a tirare le redini e a frenare.

Mentre Mello cercava di bloccare il cavallo ad occhi chiusi costretto da quella luce improvvisa, aveva sentito la sua maglietta bagnarsi. Proprio dove C aveva nascosto la testa in preda al panico; le lacrime le avevano rigato il volto e inumidito il suo indumento.

Stava piangendo. Per colpa sua, e della sua maledettisima gara.

E lui era quasi sul punto di frenare e perdere, pur di assicurarsi che lei non si facesse male.

Non ci capiva più niente, sentiva la testa scoppiare.

Matt ed L si erano portati un braccio sugli occhi scontenti di perdersi la fine di quella competizione, sentendo la luce premere sulle loro palpebre.

Quando la luce si affievolì fino a scoprire il cavallo di Near vuoto, i ragazzi notarono un grande polverone alzarsi in quello stesso punto.

Per la forza della frenata improvvisa Near era stato sbalzato giù dal cavallo, e ora si massaggiava il fondo schiena con un' espressione sofferente.

Il cavallo di Near e quello di Mello erano fermi sullo stesso punto, non una zampa più avanti rispetto a quelle dell' altro.

Erano pari. Pari!

Questo fece stringere gli occhi di Mello fino a due fessure, infuriato.

<< Ma che diamine è successo.. >> sputò quelle parole come se fossero veleno.

<< Sarebbe interessante saperlo. >> gli rispose L, avvicinandosi a loro in sella al suo cavallo, seguito da Matt.

Cristy, ancora tremante, scostò la testa dalla schiena di Mello e si asciugò in fretta le lacrime.

Stavano tutti bene.

L scese dal cavallo e aiutò Near ad alzarsi, pulendogli poi i pantaloni e la camicia con dei lievi schiaffettini.

<< Bè, mi dispiace per voi ma.. siete pari. >> Matt scandì quell' ultima parola sapendo che avrebbe non poco infastidito i due, sorridendo divertito.

Si aspettava che Mello iniziasse a gridare e invece lui rimase zitto con un' espressione confusa sul volto e gli occhi sbarrati rivolti al vuoto.

C scese dal cavallo, con le gambe che la reggevano appena.

<< Bè, che c'è? Siete rimasti traumatizzati?! >>

<< Matt, c'è poco da scherzare. >>

<< Su L, ironizza un po' anche tu! Non fa male alcune volte.. >>

Cristy li guardava disorientata mentre cercava di prendere aria.

<< Sapete una cosa? >> aveva il fiatone.

<< Cosa? >> le chiese Matt.

<< Credo che io stia per svenire. >>

Matt si girò a guardarla appena in tempo per vederla chiudere gli occhi e diventare pallida come Near, un attimo dopo era già inginocchiato sul terreno con la ragazza svenuta tra le braccia.

<< Mello, presto, la cioccolata! >> L corse verso la ragazza e si inginocchiò a prenderle la mano per sentirle il polso.

Mello sembrava essersi tramutato in uno zombie, inclinato sul cavallo e con lo sguardo assente.

<< Mello! >> gridò Near, riuscendo a richiamarlo dai suoi pensieri.

Il ragazzo scese dal cavallo e si voltò a guardarli. Non ebbe nemmeno bisogno di fare qualche passo per essere vicino ai piedi di Cristy.

Near sfilò la cioccolata dalla sua tasca e la porse ad L, che ne ruppe un pezzo e la mise sotto il naso di C.

Non appena ne sentì l' odore Cristy spalancò gli occhi, facendoli sobbalzare.

<< Mello?! >> esclamò, allarmata. Si alzò di scatto e si mise a sedere, gli occhi si muovevano da un ragazzo all' altro per cercare il suo volto.

Non sapeva bene cosa sentiva, ma aveva bisogno di vederlo.

Lui la guardava immobile, incapace di farsi notare.

Matt, che la reggeva per paura che crollasse di nuovo, si voltò a guardare l' amico e ne rimase inorridito.

Il suo viso non mostrava alcuna emozione, sembrava morto!

<< Datela a lui la cioccolata! >> esclamò Matt, non riuscendo a trattenere un risolino.

C allungò furtiva un braccio verso Mello e lo tirò a sé dal colletto della maglia.

Lui la guardò spento; i loro visi vicini, mostrarono un sorriso a 32 denti allargarsi su quello di lei.

<< ..Adesso tocca a me. >>

Mello sembrò riprendersi perché sul suo viso si dipinse un' espressione ansiosa e spaventata, lei scattò in piedi riuscendo ad anticiparlo e cercò di arrampicarsi sul cavallo dal suo fianco sinistro, ostacolata dal ragazzo che cercava di tirarla giù.

La ragazza liberò la sua caviglia destra dalla stretta presa di Mello, troppo occupata a reggersi alle redini per sentire le risatine di Matt e Near, e quindi si sedette comodamente sulla sella, alzando il mento vittoriosa.

Mello si arrese all' idea di cavalcare fino a tarda notte e si accomodò dietro la ragazza.

<< Vediamo che sai fare.. >> le sussurrò tra i capelli.

L montò a cavallo e subito dopo di lui anche Matt e Near, decisi a farsi un po' di risate.

<< Guardate che anche per voi era la prima volta! Quindi posso farcela benissimo anch' io.. >> il viso di Cristy si piegò in una smorfia buffa, quando ancor prima di partire Mello le fece notare di aver già commesso un errore.

Cercando di frenare il timore di perdere il controllo dell' animale, C allentò la presa sulle redini, con mani tremanti.

<< Si, ma adesso non le stringi abbastanza. >> Mello era proprio deciso a metterle ansia!!?? << Prova così.. >>

Cingendole il fianco sinistro con la sua mano sinistra, aveva portato la destra sulla stessa della ragazza e l' aveva costretta a tenere le redini ben salde.

Lei sorpresa dal suo tocco aveva stretto le redini con entrambe le mani e le aveva tirate, forse un po' troppo forte, visto che il cavallo cominciò a correre, stupendo tutti.

C andò nel panico quando constatò di aver davvero perso il controllo dell' animale, perciò tirò con ancora più forza le redini, nel tentativo di fermarlo.

L' animale invece continuava a correre perché provava dolore, e il suo istinto gli diceva di scappare.

<< Che fai?! Allenta la presa!! >> gridò Mello, cercando di restare calmo.

Capendo dove sbagliava Cristina allentò la presa troppo in fretta, tanto da far bloccare il cavallo di colpo.

Naturalmente per rimediare a quella frenata brusca C ritirò le redini senza accorgersi che era troppo tardi, perciò il cavallo si alzò sulle zampe posteriori e si lasciò scappare un lamento.

L e Near correvano dietro il cavallo imbizzarrito, volendo dare una mano ai malcapitati.

Il cavallo si alzò in piedi troppo violentemente, lanciando Mello e Cristy per aria, che caddero lateralmente sul terreno.

L si portò accanto al cavallo e afferrò le redini, tenendolo fermo accanto al suo.

Near si fermò davanti a Mello e Cristy caduti nel fango, che ora si guardavano indecifralmente.

<< Hai davvero avuto il coraggio di dire che potevi farcela benissimo anche tu? >>

Mello aveva preso a guardarla scettico, con le mani sprofondate nel fango.

Cristy lo guardava trattenendo una forte risata che la costringeva a tremare e a mordersi le labbra.

<< ..Che hai da ridere? >> Aveva forse qualcosa sul naso? Nel dubbio si portò un dito sulla punta del naso e se lo strofinò, qualunque cosa fosse adesso non c' era più. Ma in compenso, era stata sostituita da un' enorme macchia di fango.

<< …Puahahahaahahah.. >>

<< Hey! Smettila! >>

<< ...ahahahahahah.. >>

Cristy era scoppiata a ridere e ormai era infrenabile! Come se non bastasse Matt era arrivato sul luogo del delitto e realizzando l' accaduto si era unito a lei, rischiando di cadere dal cavallo.

<< Smettila! ..Smettetela! >> Mello protestava con le braccia incrociate, sporcandosi anche la parte pulita della maglietta. Nel vedere che avevano preso a ridere anche L e Near, anche se molto più composti, si era innervosito di più e aveva deciso di eliminare la causa alla radice.

Notando il suo sguardo killer le mani di Cristy si mossero veloci a fermare quelle di Mello dirette verso il suo collo, ma entrambi opponendo resistenza avevano creato la giusta pressione per scivolare all' indietro sul fango, uno sopra l' altro.

<< Sei mia! >> aveva gridato Mello, mentre le teneva ferme le mani con la sua sinistra e con la destra le sporcava i capelli di fango, alterando le risate di tutti e anche quelle della ragazzina.

*Esce timorosa la testa da dietro un angolo* ...Chiedo perdono!!! T.T So che avrei dovuto aggiornare prima ma moolto prima, e invece non l'ho fatto. Ho passato e sto passando un periodaccio perciò mi è un po' difficile trovare la voglia di aggiornare.. Però adesso voglio farmi perdonare! Per questo oggi due capitoli, non uno (:
Spero di non aver perso la vostra fiducia e che il capitolo vi piaccia!!! A presto!! -spero-

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Poor Mello! ***


 

Mello era seduto su Cristy, le gambe attorcigliate alle sue bloccavano metà dei suoi tentativi di liberarsi; si sporgeva verso il suo viso involontariamente mentre le infangava i capelli.

Lei si dimenava quanto più poteva per liberarsi da quella prigione, ma proprio non ce la faceva a trattenere le risate quando volgeva lo sguardo alla faccia del ragazzino:

la punta della sua lingua sbucava dalle labbra chiuse mostrando il suo impegno per vincere anche quella gara, gli occhi erano spalancati e le pupille dilatate rispecchiando l' adrenalina, e ciliegina sulla torta il suo naso era tutto sporco di fango.

I capelli per fortuna del biondino erano ancora puliti, mentre i suoi erano tutti sporchi di fango.

Matt sentiva l' urgente bisogno di rimettere aria nei polmoni ma non riusciva a smettere di sbellicarsi dalle risate e continuava a godersi quella scena irripetibile: erano sempre i soliti!

Near si attorcigliava una ciocca di capelli bianchi tra le dita della mano destra e sorrideva divertito, ancora in sella al suo cavallo per paura di essere sporcato da quei due.

L tirò su le gambe -troppo lunghe e troppo dirette agli schizzi di M e C- sul cavallo e si abbracciò al collo dell' animale per non cadere.

C riuscì a liberare una mano da quella di M e prese a schiaffeggiargli le guance senza riuscire a fargli male, non ci metteva nemmeno forza!

Mello si alzò e tirò C dalle spalle per farla alzare con lui per niente deciso a mettere fine a quell' incontro, confondendo C che si chiedeva cosa avesse intenzione di fare.

Nel mettersi in piedi lei gli aveva schiacciato un piede e entrambi, perdendo l' equilibrio, erano finiti col culo nel fango, entrambi con le mani poggiate sulle spalle dell' altro e gli occhi strettamente chiusi.

<< Ahahahah..aahhaah.. sembrate due talpe..ahahahah.. >>

<< Matt, ti piacerebbe venire qui insieme a noi? >> chiese Mello maliziosamente.

<< No non ci penso proprio!! >> rispose lui mentre in fretta allontanava il cavallo da quel ring improvvisato.

Cristy approfittò della momentanea distrazione di Mello per saltargli addosso e spiaccicargli veloce la mano sulla guancia destra, lasciandoci l' impronta delle cinque dita.

Lei si abbassò su di lui -costringendolo a fare lo stesso fino a sentirne l' alito di cioccolata respirargli contro- per mostrargli il sorriso vittorioso da più vicino, caso mai non se ne fosse accorto. I capelli ricci e lunghi fino a metà della schiena si abbassarono con lei e si aprirono lateralmente sulle sue braccia, andando a punzecchiare il naso di Mello, intento ad esaminare la situazione.

Non c'era bisogno di tenerlo fermo, infatti la mano destra di C era poggiata sulla guancia del ragazzino e la sinistra sulla sua spalla, cercando l' equilibrio sufficiente per restare ferma in quella posizione, ma nonostante ciò lui non si mosse.

I loro occhi si fissarono mentre le loro bocche ridevano e le loro orecchie imprimevano nella mente la risata dell' altro, temendo di non riuscire più a ricordarsela quando si sarebbero separati.

Notando che quel momento si stava approfondendo un po' troppo C si alzò e prese ad allontanarsi più in fretta possibile dal suo avversario, che non esitò a seguirla non appena fu liberato.

M raccolse un po' di fango con le mani e rincorrendo la ragazzina glielo lanciò contro, colpendola a mala pena per la troppa distanza.

Nel bosco volavano troppo velocemente per essere schivate palle di fango, ricoprendo il 60% dei presenti: fu questo che disse L per spiegare al proprietario del maneggio come avevano fatto a tornare tutti sporchi e così euforici. Così lui gli aveva concesso gentilmente di usare le docce dietro le stalle, e ora tutti si stavano rinfrescando sotto il getto fresco dell' acqua.

Cristy e Mello si girarono a guardarsi, uno accanto all' altro, sorridendo compiaciuti e divertiti per quello che avevano causato, e lui le puntò il leggero getto dell' acqua sulla guancia destra, per pulire dove lei non si era accorta c'era il fango, mentre troppo impegnata se lo ripuliva dai capelli.

La frangetta del ragazzino veniva spostata da una parte all' altra sotto la potenza dell' acqua, costringendolo a chiudere gli occhi mentre alzava la testa per sgrassarsi i capelli.

L' acqua scendeva sui suoi indumenti neri rendendoli aderenti e mostrando la sua corporatura esile, mentre le braccia erano portate una alla testa e l' altra al muro, per non scivolare e cadere.

Cristy lo osservò mentre il getto d' acqua la colpiva in piena faccia, e quando Matt ne aumentò la potenza essendosi accorto del suo sguardo fermo sul biondino, la costrinse a spostarsi in fretta per evitare di perdere l' uso della vista. Compiendo un movimento maggiormente impacciato rispetto a quello che lei aveva sperato, si ritrovò ad aggrapparsi alla maglietta di colui che stava osservando, che troppo impegnato a rilassarsi per accorgerne, si ritrovò ad essere trasportato insieme a lei verso il pavimento alla velocità della luce.

Matt si ritrovò senza ossigeno in meno di trenta secondi per almeno la terza volta in quella giornata, non si aspettava un risultato così esilarante!!

<< Perché per colpa tua mi ritrovo sempre per terra? >> chiese Mello sorridendo ironicamente, che adesso si reggeva sulle mani per evitare di schiacciare la ragazzina sotto di lui fattasi piccola piccola per l' imbarazzo.

L stava strofinando i capelli di Near per aiutarlo a liberarli dal fango e quasi non gli cavò un occhio quando vide cadere quei due come le torri gemelle.

Near si portò le mani sugli occhi chiusi cercando di calmare il dolore ed esclamando: << E' stato Matt! >> dato che l' ultima cosa che avrebbe visto nella sua vita sarebbe stato il suo sorriso da ebete, deciso a fargliela pagare.

Mello alzò la testa verso Matt lasciando che la frangetta si spiaccicasse sulla sua fronte e nel notare la sua espressione allarmata balzò in piedi deciso a schizzarlo, ma quando si accorse che il proprietario del maneggio si era avvicinato alle docce portando loro degli asciugamani, sorrise angelicamente con il soffione della doccia tra le mani che nel frattempo si puntò sul naso di Matt, il quale cercava di liberarsi dall' improvvisa stretta amichevole del biondino.

<< Ragazzi, se volete qui ci sono degli asciugamani puliti. Mi dispiace che le docce siano aperte.. >>

<< Non si preoccupi, va bene così grazie. >> concluse Cristy, rimettendosi in piedi e strizzandosi la maglietta.

Quando l' uomo se ne fu andato tornarono tutti a finire quella doccia arrangiata, per poi asciugarsi e sprofondare col viso in quei morbidi asciugamani.

Quando furono fuori dal maneggio furono sollevati di non dover più trattenere le risate per sembrare ragazzini educati, e scoppiarono in sonorosi apprezzamenti nei confronti di Mello e Cristy, e battute su come Matt alimentasse i loro casini, arrivando alla conclusione che fossero un trio perfetto!

<< Dove andiamo adesso? >> chiese un Near spaventato dai prossimi pericoli che lo aspettavano.

Cristy si piantò davanti ai ragazzi e aprì le braccia per barrargli la strada, sorridendo maliziosamente. << A pattinare. >>

Che fosse una bella giornata lo si notava dal sole puntato sulle loro teste e che nessuno di loro avesse il coraggio di muovere un altro passo Cristy lo aveva già previsto. Perciò rimediò trascinandoli dentro la pista da pattinaggio, uno alla volta, reggendosi perfettamente bene sui suoi piedi scalzi.

Poi tornò a sedersi e si infilò i pattini, avendo previsto che nessuno di loro sarebbe scappato da quel cerchio infinito, troppo impegnato a reggersi al recinto della pista.

La ragazzina si portò un ciuffo dietro l' orecchio e poi si alzò piano in piedi, dirigendosi lentamente verso la pista.

Ci entrò e rischiando di ritrovarsi a gambe all' aria abbracciò molto intimamente il palo del recinto sul quale era appeso il cartello: “I pattini da Bill”.

Il più coraggioso fu Near, che si mosse lentamente verso il palo e ci si aggrappò al volo prima di dirigersi a 160 km orari verso il centro della pista, lì a cosa si sarebbe aggrappato???

<< E va bene, tanto non può succedermi niente di peggio rispetto a stamattina. >>

Cristina si dichiarò disposta a rompersi l' osso del collo piuttosto di restare lì e pentirsene quando sarebbero dovuti tornare alla Wammy's.

Staccò le braccia dal palo e mosse un piede dopo l' altro sotto gli sguardi tesi dei suoi amici, che non la lasciarono fino a quando non si aggrappò incolume al recinto un paio di metri più avanti.

<< Hey basta stare curvi, vieni L !!.. >> gridò loro agitando le braccia.

<< Dai cammello, provaci. >> lo incitò Matt, che lo chiamava così per la sua andatura curva, grazie alla quale a vent' anni si sarebbe secondo lui ritrovato con tre gobbe alla colonna vertebrale.

<< Matt, sono i dromedari quelli con tre gobbe. >> lo corresse Mello, che aveva capito il ragionamento di Matt e lo stava approvando sorridendo.

L non si fece intimidire dai loro tentativi di sminuirlo e si staccò dal recinto, mosse un piede dopo l' altro e la sua andatura curva si rivelò parecchio utile per stare in piedi sui pattini.

Raggiunse soddisfatto C che lo abbracciò rischiando di rompergli qualche osso, stritolandolo.

<< Sembra facile! Proprio ieri giocavo a far pattinare Sonic, sai che basta inclinare le.. >>

Mello piantò una mano sulla faccia di Matt per bloccare la sua parlantina vivace: faceva così tutte le volte che lui gli parlava dei suoi videogiochi e diventava irrefrenabile.

Questa piccola pressione fece scattare Matt che indietreggiò troppo bruscamente, ritrovandosi a vagare per la pista senza riuscire a fermarsi.

<< Mello, guarda! Matt è forte!! >>

Mello non voleva ammettere che l' unico a cavarsela male a pattinare era lui perciò spinse Near per farlo staccare dal palo e farlo vagare dalla parte opposta di quella di Matt.

Quando si voltò a guardare C ed L li vide pattinare tenendosi entrambe le mani, uno di fronte all' altro. C pattinava all' indietro tirandosi dietro L che controllava che non andasse a sbattere a nessuno -tradotto: travolgere qualche innocente pattinatore e soffocarlo con i suoi abbracci stritolatori per chiedergli scusa- con molta attenzione, piegato sulle ginocchia.

Near aveva preso a fare giravolte su sé stesso mostrando la sua capacità di imparare in fretta ancora una volta.

Matt invece agitava le braccia per aria senza guardare dove si dirigeva in preda al panico; si andò a scontrare con una coppia di fidanzati e si ritrovò col culo per terra. Si alzò allora gli occhialetti arancioni sulla testa e si tirò su, per poi riprendere a vagare in tondo come un animale disorientato.

Mello era poggiato sul recinto con un braccio e l'altro cadeva lungo il suo fianco sinistro; la frangetta liscia svolazzava per il leggero vento che si creava con tutti quelli che gli sfrecciavano davanti, infastidendolo.

Portò lo sguardo sulla pista alla ricerca di qualcuno da imitare per poter pattinare senza rischiare la vita, era lì in piedi da circa dieci minuti e si stava innervosendo parecchio.

I suoi occhi furono attratti dalla persona che si muoveva leggera al centro della pista, i lunghi capelli mossi creavano onde nell' aria e il vento le soffiava in faccia impedendo al ciuffo davanti di restare dietro il suo orecchio, senza ostacolare il suo sorriso brillante.

Proprio quando si fermò a guardarla, Cristy aprì le braccia e alzò il piede sinistro, sporgendosi appena in avanti per continuare ad avanzare tra le persone.

Un sorriso si dipinse sul viso di Mello, colorandogli le guance di rosso.

Gli sarebbe piaciuto pattinare bene come loro ma aveva troppa paura..!

<< Guardami L! Sto facendo l' angelo!! >> Cristy soddisfatta si voltò per cercare L ma non avendo ancora acquisito la capacità di frenare andò a sbattere a Matt, che a mala pena riusciva ad andare dritto e non sapeva neanche girare.

I due sbatterono la testa contro quella dell' altro e finirono sul pavimento della pista cadendo all' indietro.

Ed ecco il secondo capitolo oggi!! Soprattutto perché oggi è il compleanno di Mello e voglio dedicarli entrambi a lui!! :D Spero vi piaccia :D

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Il primo impatto con... il pavimento. ***


 

Gli occhialetti di Matt finirono ai piedi di Mello che si abbassò a raccogliergli e perse l' equilibrio, portandosi addosso quel fantasmino di Near che andava verso di lui roteando su sé stesso, ed era stato coinvolto contro la sua volontà.

L si fermò a guardare quei ragazzini distruttivi e sospirò, dovendo fare il papà e rimetterli su tutti.

Cristy poggiò le mani sul pavimento caldo della pista; menomale che non aveva scelto il pattinaggio sul ghiaccio o a quest' ora a qualcuno mancherebbe qualche arto!

Si guardò il ginocchio che le pulsava: accidenti, se l' era sbucciato!

Matt si portò la mano sulla fronte, sicuro che si sarebbe ritrovato un bernocolo gonfio quanto un percoco nel giro di dieci minuti e se la massaggiò.

<< Accidenti, scusa Matt! >>

<< Niente.. credo di aver bisogno di un po' di ghiaccio. >>

C posò una mano sulla fronte di Matt che si era già leggermente gonfiata, << Cavolo, misà che hai ragione. >>

Near cercò di tirare su Mello dalla maglietta, ma lui lo strattonò e si liberò dalla sua presa.

<< Lasciami! >>

Near lo guardò apatico.

<< Voglio restare qui. >>

Near alzò un sopracciglio.

<< E non guardarmi così! >>

Mello tirò un asciugamano poggiato sul recinto e colpì Near in pieno viso.

Near guardò Mello quando l' asciugamano fu caduto e battè gli occhi.

<< Grrr!! Ma come fai a restare così impassibile?! >>

Mello strinse i pugni e si rialzò aggrappandosi al recinto.

<< Mello! Ti va di pattinare? >>
Mello sobbalzò sorpreso dalla pimpante voce di Cristy che si mise dietro di lui e afferrò il recinto con una mano, per fermarsi a guardarlo in faccia, sorridente.

<< No >> Frenò tutto il suo entusiasmo, quindi si fermò di fronte a lui a guardarlo.

Lui cercò di non voltarsi a guardarla, sapeva cosa stava facendo.

Lo sguardo intenso per convincerlo e il sorrisino timido per addolcirlo.

Non resistendo si voltò a guardarla e ne rimase sorpreso, spalancando la bocca.

Lei gli aveva tirato le mani e adesso lo stava trascinando sulla pista pattinando all' indietro, sicura di sé.

<< Eddai Mello, ti fidi di me? >> Certo, lei se la rideva!

<< ..Nooo!! >> gridò lui, ricordandosi di come lei e Matt avevano fatto -Boom! Poco prima.

L li affiancò, pattinando curvo con le mani appoggiate all' altezza dei reni.

Mello respirava poco e niente con tutto quel vento puntato in faccia, ma non voleva chiudere gli occhi, curioso di constatare se “ti passa tutta la vita davanti” fosse vero o solo un' esagerazione.

Teneva ben strette le mani di C nell' attesa di aggrapparsi all' ultimo spiraglio di vita che gli rimaneva, e lei sorrideva. Sorrideva, beata.

Adesso che lo notava i suoi occhi brillavano in modo surreale quando sorrideva, sembravano diamanti!

Si fermò ad osservarla meglio, sentendosi sicuro di affermare che sul suo viso ci fossero una ventina di lentiggini.

Erano lì da poco, non ricordava che ne avesse così tante..

Perché quando da piccolo si rifugiava nelle sue coperte e lei lo cullava per farlo addormentare non gli batteva il cuore?

..Semplicemente perché adesso stava rischiando la vita.

Altrimenti non avrebbe avuto stampato sulla faccia il sorriso da ebete che faceva tutte le volte che si sentiva bene, che gli veniva naturale.

L osservò i cambiamenti sul volto di Mello e si convinse che erano causati dal troppo sangue alla testa.

Il cielo?

Fino ad un momento prima era convinto di stare guardando gli occhi di Cristy!..

Perché lei lo guardava a testa in giù?

..

<< Cristy, che cosa hai combinato!? >> boffonchiò, incrociando le braccia mentre era appeso a testa in giù al recinto della pista.

<< Ops.. >>

<< Temo che la forza di gravità sia stata talmente forte da attrarti al pavimento e i tuoi pantaloni abbiano collaborato ad impigliarsi al recinto. Sai ci sono il 30% di possibilità che la tua testa scoppi per la forte circolazione di sangue tra cinque,quattro, tre.. >>

Mello si ritrovò sdraiato per terra dopo il tentativo di mettersi in piedi.

Basta. Aveva finito di rendersi ridicolo.

Si alzò in piedi e per il giramento di testa si dovette mantenere al recinto;

<< Tanti auguri Cristy, io me ne vado!! >>

<< Cosa? >> lei lo bloccò parandoglisi davanti, incredula. << Dove stai andando? >>

<< … Alla Wammy's House. Sono stufo. >>

<< Ma.. io torno tra quattro giorni.. >>

Il viso di lei si piegò in un' espressione delusa e dispiaciuta, perché Mello non voleva passare tempo con lei nonostante sapesse che non si sarebbero rivisti per quattro giorni?!

Mello evitava di guardarla negli occhi mentre con attenzione mascherava le sue emozioni.

L li guardava appoggiato al recinto e tutto storto, se riusciva a stare comodo buon per lui!

Lei non disse più nulla, confusa dall' improvvisa decisione del biondino.

Voleva gridargli in faccia che poi le sarebbe mancato lui come tutti gli altri, e che quindi doveva restare per godersi altro tempo con lei, ma non riusciva a far altro che sperare in una risposta migliore di “Non mi interessa”.

Era una cosa stupida? Solo lei ci teneva così tanto?

Mello sembrava tranquillo, mentre dentro di sé lottava contro una tempesta di emozioni, che lo confondevano e gli facevano sudare le mani.

A testa bassa si voltò ed uscì dalla pista di pattinaggio, per poi sfilarsi i pattini e infilare molto in fretta le scarpe da ginnastica nere, saltellando su un piede.

Cristy si decise a seguirlo per sapere il motivo di quella fastidiosa decisione, ma finì ginocchia e palmi delle mani per terra per lo slancio troppo avventato.

Mello non era deciso a fermarsi altrimenti se ne sarebbe pentito, perciò prese a camminare verso l' uscita di quel posto infernale.

C si sfilò i pattini nella pista e lo rincorse scalza; quando gli fu dietro e il ragazzo sentì il suo respiro irregolare si decise a fermarsi.

<< Mello.. >> C allungò una mano verso la spalla del ragazzino, che si voltò di scatto sorprendendola.

In pochi secondi le afferrò le spalle e la attirò a sé, facendole adagiare la testa nel suo petto. Era poco più alto di lei.

Rimase così un po' mentre pensava alla cosa migliore da dire, cercando di convincersi che avrebbe potuto restare in silenzio a stringerla a sé, se solo non fosse stato così testardo.

C sentì la mano destra di Mello premere sulla sua testa e abbassarsi ad accarezzarle i capelli, lasciando vuoto lo spazio che aveva occupato per poi essere riempito da un leggero bacio.

<< Divertiti. >> le aveva sussurrato, prima di lasciarla lì ad abbracciare l'aria e sparire portandosi via la scia di quel bacio, quasi fosse rubato. Come se non lo meritasse, e non dovesse tenerlo.

C si andò a sedere sulle scale enormi che davano sulla pista di pattinaggio a mo' di stadio dal calcio, e sospirò poggiando la testa sulle mani.

<< Vuoi tornare a casa? >>

Subito alzò la testa e fece di no, sorridendo. Si alzò e prese la mano di L, riconducendolo in pista.

Continuarono a pattinare e lei continuò a ridere.

Continuavano a pattinare ma Matt non riusciva a migliorare.

Continuavano a pattinare, ma Mello non si voltò a guardarli.

Quando arrivò la sera e i ragazzi erano reduci da una giornata distruttiva con solo un panino nello stomaco, crollarono nell' auto della professoressa Michel.

Matt dormiva con la testa poggiata al finestrino che mezzo aperto permetteva ai suoi capelli di scompigliarsi; Near era seduto al centro e si era comodamente poggiato sulla sua spalla sinistra, con i capelli che gli coprivano gli occhi.

L era seduto avanti accanto alla professoressa, intento ad osservare i ragazzi dallo specchietto.

Cristy guardava fuori dal finestrino lasciandosi trasportare dalla musica dello stereo dell'auto, con gli occhi stanchi.

L riportò lo sguardo sulla strada per scorgere l' aereoporto.

..

Cristy guardava i suoi amici non sapendo bene cosa si fa quando si saluta qualcuno e si parte per un viaggio.

<< Bè, ciao! >> annunciò, sorridendo e abbracciando tutti uno alla volta. << E mi raccomando, Matt, non provare più a colorare Near come si fa con i vestiti..! >>

<< Oh oh.. ahahah, certo! >>

<< Bene ragazzi, state bene. >>

C e la prof si voltarono e imboccarono il corridoio che portava all' aereo.

Quando tornarono alla Wammy's andarono dritti nella stanza di Mello, trovandolo a fissare il vuoto con una barretta di cioccolata a mezz'aria.

<< Ma che ti è preso? >>

Per poco Matt non lo sbranava!

Lui alzò lentamente lo sguardo e lo portò sul rosso, che si stava innervosendo maggiormente per i suoi modi di fare tanto calmi, come se non avesse fatto niente di sbagliato.

<< Ma.. perché? >> richiese, notando che la risposta tanto desiderata tardava ad arrivare.

Già. Perché?

<< Mi stavo annoiando. L' importante è che lei si sia divertita. >> Indifferente, sguardo puntato negli occhi di Matt senza vederlo realmente, mano aumenta la pressione sulla barretta e la gamba si piega, dando modo all' altra mano di poggiarcisi sopra.

<< Sei pessimo. >>

Le parole di Matt ruppero la maschera che Mello si era costruito.

<< Con me non puoi fingere, e se non mi vorrai dire che ti prende occhei. Affari tuoi. >>

Detto ciò uscì e sbattè la porta, lasciando Mello solo e infastidito.

Near entrò nella sua camera e per poco Mello non lo sbranava, credendo che fosse Matt tornato per aggiungere qualcos' altro.

<< Avanti, chiedimelo. >>

Near smise di camminare e si fermò, per guardarlo.

<< Tornerai? >>

Mello spalancò la bocca, spaventato, ma proprio quando stava per accusare Near di spiare la sua mente, L spalancò la porta.

<< Near, c' è un test.. >>

<< Arrivo. >> il piccoletto si entusiasmò all' idea di mettersi nuovamente alla prova e accolse l' invito di L, che chiuse la porta senza degnare di uno sguardo Mello.

Ma che male aveva fatto per vivere con delle persone così strane?

Si lasciò andare sul letto e finì la sua cioccolata, accartocciando e buttando la confezione sul pavimento.

Quel sabato notte fu veloce come il giorno, nonostante Mello lo passò chiuso in camera. Mica era tanto scemo da cercarsi lui stesso gli sguardi indagatori dei suoi amici!

Due giorni dopo i ragazzi erano seduti sui divanetti davanti al caminetto. Tra chi passava il tempo con la sua psp, chi metteva in atto la terza guerra mondiale versione -LEGO, chi si godeva una fetta di torta o una barretta di cioccolata, regnava il silenzio più totale.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Sarà semplice dimenticare..? ***


 

Lo squillo del telefono dell' orfanotrofio avrebbe fatto sobbalzare dei ragazzi che non se lo aspettavano, ma loro erano lì apposta.

Si precipitarono tutti verso l' oggetto, facendo a gara a chi lo prendesse per primo.

Essendo il più alto L riuscì ad afferrare l' oggetto per primo ma ebbe un po' di difficcoltà quando Near gli si arrampicò sulla schiena e cercò di tirarglielo.

Matt strisciò tra le gambe di L mentre Near gli metteva le mani sugli occhi, approffittando di quella collaborazione non calcolata.

Alzò una mano verso il telefono ma venne superato da Mello, che lo afferrò e scostandosi le mani di L dal volto rispose.

<< Pronto, Cristy! >>

<< Hey, hai vinto tu eh! ..Accidenti, qui è bellissimo.. >>

La voce di Cristy era pimpante come al solito, Mello riusciva a immaginarsela sorridente e con le guancie arrossate.

Cercando di prendere tempo si allontanò da quelli che adesso sembravano un grattacielo che stava per crollare, e si tappò l' orecchio sinistro per sentire meglio la voce di Cristy.

<< Sai, la professoressa ha fatto conquiste! E voi, che state combinando senza di me? ..Dimmi che i capelli di Near sono ancora bianchi! >>

<< ..Cristy, ascolta.. >> abbassandosi di colpo e rialzandosi dopo aver schivato un libro lanciato da Near, prese fiato e continuò a parlare; << Mi dispiace per ieri, e.. Matt, mollami! >>

Quel simpaticone di Matt aveva deciso di avere un calo di affetto proprio in quel momento?

Aveva attorcigliato le braccia intorno al bacino di Mello nel tentativo di impedirgli di allontanarsi ulteriormente, e sorrideva, mostrando gli occhi chiusi per lo sforzo sotto gli occhiali arancioni.

<< Tranquillo, è tutto apposto. Scusa ma ora devo andare! Avevo pochissimo tempo.. >>

<< Noo! >> protestò Matt, afferrando il telefono dalle mani di Mello che si imbronciò e portandolo al centro del cerchio che si era creato intorno ad esso. << Salutate Cristy! >>

<< Ciao C! >> gridarono Near, L e Matt contemporaneamente, per poi sentirla ridere e attaccare.

<< Bè, comunque torna domani. >> concluse L, come a sminuire tutto quello che era successo in quei precedenti tre minuti.

<< Già. >> confermò Mello, che corse subito nella sua stanza senza aggiungere altro.

<< Ma che cos' ha ultimamente? >> Chiese Matt, alzando gli occhiali sulla testa per guardarlo correre via.

Arrivato nella sua stanza, Mello sbattè la porta e cercò di fare più in fretta possibile: non voleva essere visto né fermato.

Aprì l' armadio e si cambiò i jeans con un paio di pantaloni neri,morbidi, molto più comodi.

I pochi spiccioli raccolti cercando alla rinfusa nei cassetti. Le ultime due barrette di cioccolata, riposte con cura in una sacca nera.

Mentre tirava via un paio di calzini dal cassetto e lo richiuse, ci mise troppa forza, tanto da farne staccare le assi e cadere in terra.
Pazienza, non aveva tempo per mettere a posto.

Si sedette sul letto e si infilò i calzini in fretta, per poi passare alle scarpe.

Mentre si sporgeva verso la destra finita lontano dal letto mentre inciampava, scorse una barretta di cioccolata fondente.

Non si diede neanche il tempo di sorridere, la afferrò e stava per buttarla nella sacca quando un foglietto bianco attaccartociatovi sopra attirò la sua attenzione.

Si ricordava perché aveva messo lì quel foglietto.

Passò pochi secondi a fissarlo imbambolato, poi si decise a prendere carta e penna e a scrivere più velocemente possibile mantenendo una scrittura leggibile.

Quando prese il foglietto che aveva trovato sulla barretta e se lo ficcò in tasca, stava per portare la lettera al destinatario, ma Near entrò silenziosamente nella stanza e chiuse la porta alle sue spalle.

M si voltò a guardarlo, colto in fragrante.

<< Dimmi che non ce la fai più a stare qui così e in quella borsa c'è l' occorrente per Parigi. >>

<< No, candeggina. Perché mentirti? Tanto te ne saresti accorto comunque. >> .. << Parto. E non torno. >>

<< Non puoi farlo. >>

<< Sì, che posso. >>

Mello parlava a testa bassa, aprendo appena le labbra per farne uscire le parole e stringendo tra le mani l' elastico della sacca.

<< Mello, nessuno può scappare da sé stesso. Per quanto si allontani.. >>

Una risata riempì quella camera, forse per l' ultima volta.

Ma una risata fredda, che non avrebbe lasciato alcun calore a colui che l' avrebbe ricordata.

<< Non ti preoccupare, ci rivedremo Near. Un giorno ti inchinerai a me, perché sarò il numero uno ! >> enfatizzò l' ultima parola, accompagnandola con un sorriso furbo, malizioso.

<< Mentre in realtà sai di aver perso. >>

<< ..Sta zittò! >> gli urlò contro, stringendo le mani a due pugni, fino a perderne la sensibilità.

Mello alzò lentamente la testa verso Near, per memorizzare l' espressione apatica del suo rivale, l' avrebbe stimolato a dare di più..

<< Non saluti neanche il tuo migliore amico? >>

..pentendosene.

No, non avrebbe salutato nessuno, proprio per evitare di fermarsi a pensare un' altra volta. Avrebbe agito d' impulso d' ora in poi.

Fissò lo sguardo su quelle pareti grigie e tristi, che l' avevano accompagnato in momenti dello stesso tipo.

Questo gli diede la carica per uscire da quella stanza, consapevole che non ci sarebbe più tornato.

Un ultima tappa e sarebbe stato fuori, libero.

..

Il corridoio del terzo piano era sempre deserto alle quattro del pomeriggio.
Tutti erano sempre troppo impegnati a studiare, o a guardare la tv, o a leggere.

Aprì piano la porta di quella stanza malridotta e si trattenne dal scappare fuori dalla finestra pur di non essere costretto a guardare tutti quei ricordi passare davanti ai suoi occhi.

Si avvicinò al letto, che adesso gli sembrava troppo piccolo per dividerlo con qualcuno, e vi poggiò sopra la barretta di cioccolata fondente.

Sotto, ci fermò la lettera che aveva scritto con foga.

Si girò a controllare che nessuno entrasse e poi si diresse al cassetto dell' armadio, spostò un po' di vestiti e ne uscì la fotografia.

Non l' avrebbe portata con sé, lui era deciso a rincominciare, non a restare bloccato

nel passato e a rimpiangerlo.

Fermò lo sguardo sulla ragazzina che sorrideva mentre i suoi capelli venivano scompigliati dal vento, e si lasciò scappare un sorriso amaro.

Matt, L.. sorridevano, come se godessero della sua decisione.

Poi si diede dello stupido, quella era una fotografia!

La poggiò sul letto accanto alla barretta di cioccolata, diede un' ultima occhiata veloce a quella camera e poi uscì, alzando il passo più in fretta possibile per i corridoi.

Tutti erano riuniti nell' atrio, quel giorno Roger avrebbe dato il nome del successore di L, quando lui avrebbe sostituito R.

Erano tutti lì, impazienti di scoprire chi fosse stato scelto tra Mello e Near, tranne lui.

E proprio mentre Roger si chiedeva dove fosse finito, lui scavalcava il cancello dell' istituto e correva via senza girarsi a guardare indietro.

E mentre correva, i suoi pensieri gli risuonavano nella mente, come tutte le volte che cercava di evitarli..

Un altro po', e avrò vinto. Devo solo tenermi pronto a fermare il cavallo al momento giusto.

..Ecco, ci siamo quasi! ..Ma che..?! Cos' è questa luce?

E' troppo forte, mi sta accecando. Devo fermarmi.

..

Perchè piange? E' spaventata?

Forse avrei dovuto fermarmi prima di rischiare la vita!

..No, non è colpa mia se non riesce a sopportare l' adrenalina e non ama il rischio quanto me.

Perché allora mi dispiace? Mi sento così.. un mostro. L' ho fatta piangere, e adesso mi starà odiando.

Bene. Qualcun altro da aggiungere alla lista “persone da evitare”.

Non permetterò al rancore di impadronirsi più di me, butterò fuori tutta la rabbia che provo, senza preoccuparmi di ferire qualcuno.

Da solo ce la farò meglio e non dovrò più preoccuparmi di nessuno.

Diventerò il migliore.

Niente mi distrarrà più dal mio obbiettivo.

Non sarò più “quello sempre pari a Near!”

Nessun legame affettivo. Niente mi renderà più vulnerabile.

Ma come fa? Mi aveva quasi convinto a perdere!

Non importa: nessuno ci riuscirà più.

Mi allontanerò da tutto ciò che mi fa provare emozioni, che mi fa pensare.

Si, me ne andrò.

..Perché è svenuta?

Incapace di mantenere i miei ritmi!!

E' troppo fragile!

E va bene, solo per oggi. L' ultima giornata che passeremo tutti insieme.

Poi me ne andrò quando sarà lontana, e non potrà fermarmi.

Cerco di stare al suo gioco mostrandomi spaventato dall' idea che guidi lei il cavallo.

Le permetterò di rendermi ansioso, di emozionarmi.

Quando me ne sarò andato non avrò più nessun contatto con le ragazze, creano troppi problemi, loro e i loro modi di fare indifesi!

..Perciò meglio approffittarne adesso.

Le prendo la mano e la sento stringere le redini.

Trema.

..

Mi lascio andare l'ultima volta e gioco un po' con lei, permettendomi di tornare il bambino senza problemi, senza rancore e ambizioni che ero.

..

Sarà semplice dimenticare.

Dimenticherò e diventerò forte.

Nessuno si permetterà più di considerarmi alla pari di qualcun' altro!!

Il potere, mi aspetta.”

<< Che vuol dire che se n' è andato?! >>

<< Matt, cerca di mantenere la calma. Starà bene. >>
<< No, non va bene! Non per me.. >> Matt si fermò ad osservare il vuoto scioccato, poi si voltò e alzò Near tirandolo dal colletto della camicia. << Potrà andare bene per te, ma lui è il mio migliore amico.. >>

<< Che se n' è andato, ash, senza salutarti..! >> Near parlava a fatica, mostrando una smorfia di dolore sulla faccia, e stringeva con una mano la mano di Matt per evitare di soffocare.

Capendo che non poteva prendersela con Near, assunse un' espressione triste e sofferente, e lo lasciò andare. Ma prima che Near sparisse nel lungo corridoio, lo salutò.

<< Auguri, successore di L. >>

..

Il vento mi scompiglia i capelli mentre mi sporgo fuori dal finestrino dell' auto, finalmente rivedo le strade dell' Inghilterra!”

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=823987