Recensioni di yonoi

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Sui Generis - 26/05/22, ore 22:08
Capitolo 8: Il telefono è morto (triste)
Carina! Io devo ancora capire cos'è Bluetooth, che pure compare piuttosto sinistramente (o ordinariamente) anche sul mio cellulare. Io in genere sono per la riparazione degli oggetti. Porto a riparare piuttosto che buttar via, perché mi affeziono. In fondo, penso che anche gli oggetti abbiano un'anima, loro ce la mettono tutta per "vivere" (come narra appunto questa storia) e penso che gli si debba quanto meno rispetto. Stessa cosa per i calzini... ammetto che i miei, talvolta, sono particolarmente inguardabili...
In ogni caso, è vero che oggi al primo malfunzionamento si butta tutto, anche se molte componenti sono ancora "vive" e operative... nessun rispetto per l'anima profonda delle cose...
Recensione alla storia Sui Generis - 26/05/22, ore 21:19
Capitolo 9: Quindici secondi (drammatico)
Ciao carissimo. Che dire, come al solito vai a segno con una drabble a lunga gittata: che non solo è coinvolgente da leggere, non solo impressiona (mi sono chiesto spesso anch'io quando ci vuole perché una testa tagliata capisca di essere... per l'appunto tagliata) ma fa anche riflettere su molte e diverse tematiche: una per tutte, la superficialità del destino o forse solo della gente. Perché in realtà è verissimo: come hai detto tu stesso nella risposta a un commento, un conto è se Lavoisier fosse stato imputato di essere un maneggione stregonesco - i tempi erano ancora buoni anche per quello - ma rimetterci il collo per aver fatto l'esattore delle tasse... sono i paradossi delle dittature, dittature del proletariato comprese. Quando l'ideologia chiude le cerniere al cervello. E a proposito di cervelli, io sono ancora preso da quell'idea delle ciglia che continuano a muoversi... so che i neuroni in assenza di ossigeno riescono a campare circa 8-10 secondi... per questo gli ictus sono così devastanti. Ma in quegli otto-dieci secondi chissà se gli occhi continuano a vedere e le palpebre ad ammiccare... A questo punto devo proprio chiedertelo: come andò a finire quel famoso esperimento?
Felice di averti riletto,
Y.
Recensione alla storia Quanto grande e quanto lontano - 10/11/21, ore 23:13
Capitolo 1: Quanto grande e quanto lontano
Ciao Sibilla e davvero piacere di conoscerti, perché scrivi benissimo. Che felice scopetta! Anch'io partecipo (forse, chissà) a questo inestricabile contest di Setsy e, come mia abitudine, passo a leggere le storie in gara, così magari mi si allargano gli orizzonti e imparo pure qualcosa. Ottimo lo spunto da cui sei partita, molto interessante lo svolgimento. Le stelle, che grande fascino. Non conoscevo l'episodio storico a cui ti sei ispirata, ma devo dire che hai svolto il compito egregiamente: su tutte, ricca di fascino è la drabble storica, con queste antiche studiose seguaci di Ipparco in persona. Quanti occhi hanno seguito, da sempre, il lento transito delle stelle! Addirittura, come nella quinta drabble, c'è chi continua a seguirlo dopo la morte, conservando in più il ricordo di un amore. Pensare che la luce delle stelle può impiegare (se non ricordo male) anche milioni di anni per giungere fino a qui... come a dire che se parte quando noi nasciamo, arriva che siamo già tornati alla polvere dell'universo...
Vedi che pensieri tranquillizzanti mi hanno suscitato le tue drabble! Ma in realtà sono i pensieri che mi vengono quando osservo le stelle da lontano. Buon contest e a presto!
Recensione alla storia L'ultima Partita - 27/10/21, ore 16:41
Capitolo 1: L'ultima Partita
Ciao Dirkfelpy e piacere di conoscerti. Certo che il tuo protagonista è proprio un gran simpaticone: sleale nello sport, sleale in famiglia, sleale a prescindere e pure presuntuosetto... arriva a scambiare l'apparenza per realtà, perché è chiaro che se vinci da dopato vinci solo "per finta". Eppure lui attribuisce un infinito significato a questa falsa vittoria così desiderata. Mah! In realtà il nostro nemmeno ama il suo sport in maniera genuina: se fosse così lo praticherebbe per la pura gioia di praticarlo, magari proverebbe a trasmettere la sua passione ai più giovani, e invece no. Più che del doping Marco è vittima del proprio ego extralarge, e la cosa più triste è che la sua dipartita non suscita nessuna pena, per quanto si è reso antipatico durante l'intero corso della storia. E' proprio il tipico giocatore che se perde butta a terra la racchetta e la spezza, strepitando ai quattro venti...
Che altro dire... in bocca al lupo per il contest!
Recensione alla storia Nemmeno il vestito - 07/09/21, ore 20:24
Capitolo 1: Nemmeno il vestito
Ciao Epices, e piacere di conoscerti. Ho scelto questa storia per incominciare, ed è stato il disvelamento di un gioiello. C'è tanta realtà e tanta poesia in questo breve scritto, tanta attualità perché si parla delle morti dei nostri giorni, di questi ultimi tempi così feroci che ci hanno portato via i nostri anziani, in maniera asettica e in massa. Gli abbiamo visti sparire da un giorno all'altro dalle nostre case, senza neppure la possibilità di un saluto. Chi è stato fortunato ha potuto sfiorare loro la mano da dietro una barriera fatta di coperture, visiere, innumerevoli filtri da attraversare. Abbiamo perso così tanto della nostra memoria, quella memoria di un tempo che tu sapientemente descrivi - il tempo di un'altra guerra e di altri sapori, un tempo che fluiva con la calma solenne del Grande Fiume e lo scorrere delle stagioni con i suoi colori e i lavori campagnoli. Quando ancora si nasceva in casa, quando del maiale non si buttava via niente, quando gli odori familiari erano diversi da quelli a cui siamo abituati ora - i salumi si producevano in cascina, e di nuovo ci volevano tempo e pazienza. E di nuovo sapienza, quella che nonna Gabry ha saputo donare a piene mani alle generazioni successive, attraversando i riti di ogni anno e di ogni vita - feste di Natali, compleanno, altre nascite, morti dolorose e poi di nuovo nuove vite che sbocciano.
Io lavoro in ospedale e ho visto i nostri anziani andarsene così, sparire nel silenzio come ombre quando avrebbero meritato di avere tutte le generazioni al loro ultimo capezzale, e indosso l'abito scelto. GFrandi alberi che hanno dato vita a molti rami e getti, che improvvisamente scompaiono nella nebbia. E con essi tanti ricordi, tanta sapienza del saper vivere. Ci si ritrova monchi, dopo, con un pezzo di memoria in meno. E per questo è bello, è giusto che tu abbia voluto ricordare nonna Gabry e condividerla con noi. Rivivere quei giorni giovanile nella cascina, la "marmellata" sulle labbra, le nozze, l'amore. Grazie per questa storia così intensa, così vera. A presto.