Recensioni di _aivy_demi_

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Una vita in gabbia - 03/04/23, ore 13:42
Capitolo 1: Ossigeno cercasi
Buongiorno, mi presento: sono Stefy ed è un piacere averti incontrata nell’attività di scambio del gruppo del Giardino. Tra le proposte nel tuo profilo ho trovato molto interessante questo progetto, quindi ho scelto di leggerlo anche perché sono letteralmente innamorata del personaggio di Stephen Strange nel movieverse.
Sono rimasta stupita dallo stile che caratterizza il tuo lavoro: pulito, ponderato, attento al particolare e improntato sul personaggio, sulla sua emotività, su ciò che lo circonda. Disegni un quotidiano, una situazione familiare, un contesto dove i tuoi personaggi si muovono.
La prima parte, più descrittiva e impostata, è dedita a mostrarmi la partenza: chi è, dove e come, come si svolge la sua vita. Questo mi aiuta a capire il contesto e quale la strada principale. La seconda smolla un po’ le redini lasciando più spazio al dialogo, all’introspezione della protagonista e alle sue interazioni attive con compagni, altri universitari e soprattutto il padre. Arrivando al finale prende il sopravvento il carattere di padre e figlia, nella parte col ritmo più rapido ed esplicativo della lettura. Attraverso il discorso diretto riesco a comprendere caratteri, rapporti, dolori e rabbia, e ciò che mi colpisce maggiormente è la sensazione della ragazza che, giunta a un certo punto della sua vita, vuole deviare dal percorso già scelto e prendersi la libertà di poter decidere per sé. Un po’ mi rattrista vedere come Stephen l’abbia sempre protetta senza lasciarle la possibilità di crescere in modi più liberi e spontanei: per quanto possa essere bene essere indirizzati nelle migliori esperienze e con un futuro decisamente realizzato, posso capire il senso di smarrimento e rabbia di Stephanie, il suo ribellarsi per la prima volta.
Al momento la figura della madre è marginale, chissà che poi possa aiutare la figlia per l’autorealizzazione… sarebbe certamente interessante vedere quest’ultima in un ambiente meno costruito e più naturale.
Il testo è ben revisionato, controllato e preciso, senza sbavature e con un andamento di lettura che ho trovato ben ritmato. Il crescendo aiuta a focalizzarsi sul percorso, sulle falle del progetto di vita della protagonista e sul suo relazionarsi – e mal relazionarsi – col prossimo. L’ambientazione è presente ma non imperante, e il testo non si perde in prolisse descrizioni per aumentare il numero di parole a fine capitolo. Sono molto incuriosita da questa idea, dal suo potenziale e dallo sviluppo della trama: trovo lo scontro generazionale sempre un argomento attuale e mai scontato, inoltre sono sicura che da entrambe le parti possano esserci giustificazioni e altrettanti errori. Spero di aver l’occasione di continuare la lettura, alla prossima e buona ispirazione! :3
Recensione alla storia Learning to trust - 23/12/21, ore 10:32
Capitolo 1: Learning to trust
Buongiorno! Mi presento, sono Stefy ed è un piacere averti trovata nelle attività del gruppo del Giardino su FB.
Per il mio ingresso nel tuo profilo e nel mondo delle tue storie ho scelto di leggere l’ultima storia pubblicata, amo il fandom e adoro il personaggio di Bucky quindi non potrei essere più contenta di così. Sono una persona a cui i TW non disturbano, e apprezzo tu li abbia segnalati a inizio lettura, visto il sito italiano, la delicatezza di certi argomenti e la sensibilità di molti. È una cura che non tutti mostrano sempre, la trovo un’ottima scelta. Poi sono argomenti che mi hanno sempre interessata e colpita particolarmente nel profondo, quindi sono curiosa di vedere come tu abbia sviluppato questo contesto.
L’angst, ma l’angst e l’H/C psicologico che ci sono qui sono una panacea per tutti i miei mali… è un controsenso lo so, ma nell’H/C e nell’angst io ci sto bene, come avvolta in una calda copertina di feels e soddisfazione personale all’ennesima potenza. Sai cosa apprezzo molto? Che non ci sono edulcoranti, veli colorati a smussare le atmosfere grigio-nere che mostri, e soprattutto non cerchi di accennare e basta a problemi delicati: mostri i personaggi per ciò che sono, che vivono e che sentono, nel bene e nel male, nel dolore, nella difficoltà, senza voltare la faccia e usando una dovuta attenzione. I temi sono particolari, difficili, creano una sorta di empatia – che a me è partita in maniera super strong proprio! – che non può fare a meno di smuovere qualcosa… la situazione di Bucky è mostrata nel modo più chiaro e sconvolgente possibile, e Sam è l’unico dopo Steve a essere riuscito a scalfire il tutto, creare un contatto, una vicinanza non sgradita di cui il primo ha sicuramente bisogno, solo che non riesce ad ammetterlo nemmeno a se stesso inizialmente.
Il punto di incontro è quasi commuovente. È naturale, di una spontaneità spiazzante, una necessità che si mostra violentemente. Sam in fondo sa quello che sa e che dice, è il suo lavoro, e fa ottimo uso delle parole per tranquillizzare, riportare all’equilibrio, normalizzare.
Senza pressare, senza dare tempistiche o creare imbarazzi eccessivi, anche se tracce ce ne sono.
Un lavoro psicologico importante, un lavoro di caratterizzazione altrettanto ben fatto con attenzione e cura per la sfera emozionale del personaggio con cause e conseguenze note e meno note. L’ambiente è chiaro ma non invadente, le descrizioni aiutano a creare la giusta atmosfera e il coinvolgimento adatto per questo genere. Il testo è ben steso, corretto nelle sue parti, gradevolissimo alla lettura, e niente, ho vbvisogno ancora di loro, di leggere altro, perché mi hai coinvolta moltissimo nel loro mondo.
Una cosa che ho apprezzato è che qui c’è un passo importante: certe sensazioni Bucky non le ha mai esposte neppure a Steve, questo fa capire quanto possa essere effettivamente profondo il legame con il collega, perché di fatto, si è esposto tanto come non aveva mai fatto prima d’ora.
Sono qui per farti i miei complimenti per questa lettura che mi ha soddisfatta sotto tutti i punti di vista, alla prossima e buona ispirazione! :3
Recensione alla storia You had me at Hello - 24/04/21, ore 11:31
Capitolo 2: [call #02] A name is just a name
Buonasera cara, eccomi qui per continuare la lettura di questa storia che mi ha letteralmente fatta innamorare dal primo capitolo. Certo che Stark l’hai dipinto perfettamente bene: è proprio così che mi immagino uno Young!Tony con tutti i difetti del caso, anche se sembra essere molto più incasinato di ciò che dovrebbe essere – ventenne ubriaco ovunque, che non è capace di parlare dei propri problemi manco a pagarlo… e che va dallo psicanalista – ma l’unico incasinato certo non è lui, vogliamo parlare di Steve? La vita che fa è completamente dedita a studio e lavoro, e invece di diveertirsi nel momento libero passa il tempo a morire dietro a una che non sa nemmeno della sua esistenza. Grazie che poi l’amico gli da del gay, è comprensibilissimo; quello che invece mi ha stupita è che non rivuole indietro il cellulare, anzi, glielo lascia comprendente di bollette pagate.
Questo significa solo una cosa, che deve chiamare ancora Winter e io sinceramente non vedo l’ora!
Lo sai che aspettavo tantissimo il momento di rivedere loro due parlare, perché sì: il dialogo che instauri tra i due sa essere genuino e limpido, e soprattutto, contrariamente a ciò che ci si può aspettare da quel lavoro, SINCERO. Winter cerca di mantenere il proprio tono lavorativo eppure quando è con Steve al telefono sembra lasciare tutto alle spalle, fuori dal luogoi di lavoro, e mostra un piccolo spiraglio sul proprio carattere e sulle proprie passioni. A parte le battute di rito, e il tono sempre melodiosamente erotico – ho certato di essere dolce, ma mi sto immaginando un giovane Sebastian Stan che fa le linee erotiche, e mi sono uscite parole completamente diverse fidati – comincia ad aprirsi, ed è come se in un sospiro avesse messo da parte la sua facciata per essere non Winter, bensì proprio lui.
Ed è lì la fregatura per Steve che fa di tutto per riuscire a scoprire qualcosa di più in lui, persino parlargli della Carter, e chiedere di lui e di ciò che ama. La sua schietta sincerità è disarmante, si sta preoccupando del centralino, delle sue esperienze passate e di come sia avere a che fare con chi ti paga per appagarsi. E Steve, nella sua dolcezza, riesce a fare breccia in lui e scommetto quanto vuoi che Winter non vede l’ora di sentirlo ancora.
Leggere di loro per me è terapeutico davvero, perché tutto sta nascendo senza che nessuno se ne accorga, ma il modo in cui hanno bisogno uno dell’altro è bellissimo. Che si incontrino prima o poi? Lo spero, ma ammetto che non mi spiacerebbe anche del contrario, lasciandoli parlare e basta.
l’idea è gradevole e originale, il testo si fa leggere con rapidità e naturalezza, è ben steso e ben strutturato anche nel riconoscimento dei ruoli in modo grafico. I dialoghi sono i veri protagonisti, ed i personaggi che li animano sono riconoscibili e caratterizzati in modo chiaro e profondo. È una storia che si leggerebbe all’infinito, capitolo dopo capitolo, di quelle che portano a dispiacersi arrivati all’epilogo. Non vedo l’ora arrivi il prossimo scambio cara, buona ispirazione! :3
Recensione alla storia You had me at Hello - 17/04/21, ore 23:17
Capitolo 1: [call #01] Oh, Pretty Woman say you'll stay with me
Buonasera cara! Ahhh, in attesa dell’aggiornamento della long che sto seguendo, ho scelto di cominciare a leggere anche questa. Un quanto terribilmente mi spiace dovermi cimentare nel fandom degli Avengers – il mio cuore sta esplodendo all’idea ma questa è un’altra storia! È stata cominciata nel 2019 ma poco importa, so già che l’adorerò perché ho avuto modo di incontrarti nella tua attuale maturità stilistica e so che questo lavoro non sarà certo da meno.
Intanto, prima di iniziare: mi piace l’impostazione grafica nel testo dei warnings, così so con cosa avrò a che fare. Se non ci sono warning, note, o cose da segnalare, beh, le letture mi entusiasmano uguale, ma con meno grinta ahahah! Me li immagino proprio comunque i tuoi personaggi immersi in una college!AU, non vedo l’ora di sapere cosa tu abbia in serbo per me.
Sono piacevolmente sorpresa e particolarmente coinvolta, voglio tu lo sappia. A parte che uno stronzo con Stark è difficile trovarlo e si sa, più è stronzo più è canonico, mi ha fatto ridere come Steve si sia infilato in quello che sembra un guaio bello e buono. Bere con Tony non è certo cosa facile, anche perché ci scommetto che è abituato a farlo fin da ragazzo, dai, ma Rogers no: lui è ligio al dovere, uno studente promettente che deve farsi il mazzo tanto per stare dove sta – la frecciatina alla situazione dell’amico invece è tipica, la stiamo pensando tutti, e così è – uno che ha la testa più sui libri che nel mondo. Mi sono detta dunque “uhhh che bravo il nostro Tony, ha sequestrato il cellulare del suo amico per ricattarlo, facendolo bere come un disgraziato e divertirsi alle sue spalle, con uno degli scherzi più idioti che abbia mai visto.”
Idioti, eppure efficaci.
E ci è cascato in pieno. Mi ha fatto una tenerezza povero all’arrivo al dormitorio, in condizioni da mocho Vileda dopo aver pulito un ipotetico locale che ha ospitato un addio al celibato. Si ripiglia a fatica, riprende la sua quotidianità e si fa coraggio, spera nella benevolenza di un amico deficiente – detto con affetto, eh – che sarebbe capace di tutto per vederlo in imbarazzo.
Massì, in fondo Vivian che male può fare? See certo, auguri.
Oh, mi sono immaginata ogni singola sillaba di Bucky sussurrata con voce modulata, a tratti sensuale, molto accomodante, perché trattandosi si una linea erotica, insomma, il suo lavoro lo deve fare bene, no? Come dare torto dunque a Steve, nel vedere che si è fermato a parlare con lui nonostante stesse lavorando e si trattasse di un uomo? Nessuno di noi avrebbe potuto scappare al suo fascino, lui in primis. La conversazione è ben gestita, davvero, il dialogo segue un giusto ritmo di pause, ripensamenti, riprese da una parte e dall’altra la scioltezza di chi sa esattamente cosa sta facendo, e un po’ vuole stare al gioco, un po’ vuole guadagnare, e un po’… dillo Bucky, dai dillo, dì che ti piace aver parlato con Steve a parte i dindini sonanti che hai fottuto a Signor “Vivian te la sogni” Stark.
No vabbè, io ho questa immagine fissa in testa e non me la scollerò di dosso manco ipnotizzandomi, grazie eh! Poi le reazioni di lui, prima teso, imbarazzato e che poi si sente perfettamente a suo agio… le riflessioni sulla sua sessualità alternano il suo sentirsi sempre meglio a parlare con uno che guadagna facendo eccitare la gente, e si vede che cerca il contatto, lo brama, ha bisogno di quella voce che lo avvolge nella sua schietta sincerità. Hai studiato il modo migliore per ricreare un personaggio che di fatto fisicamente non è nemmeno presente, e utilizzato il corsivo per rendere l’idea della chiamata telefonica. Questo mi permette di collocare la storia in un momento imprecisato lontano da IG, da whatsapp, dalle videochiamate in tempo reale, dalle dirette, così da rendere tutto meno pressante a livello tecnologico e più basato sulla voce e sulle aspettative create nella mente di chi sente.
Vederli chiudere la chiamata dopo aver parlato così mi fa capire quanto sia stata dura, e mica solo per Rogers, macché! Anche il nostro caro Winter ci è genuinamente rimasto molto bene per ciò che si sono detti, e io adesso mi chiedo cosa se ne farà il nostro caro protagonista di quel cellulare, e di quel nome. Steeeeeeve, fregatene del conto in banca che tanto Stark ne ha di soldini, richiamalo ti prego, ti preeeego!
No io adesso devo smetterla di fangirlare su questi youngers che già mi han fatto perdere la testa, e complimenti per l’idea prima di tutto, per la gestione delle scene quasi tutte dialogate in secondo luogo – amo i dialoghi, ne ho bisogno come l’aria nelle storie – e poi… il testo: niente errori, corretto, revisionato, ahhh l’attenzione che metti nei tuoi lavori è apprezzabilissima. Che dire ancora cara, non vedo l’ora di scoprire il seguito e mannaggia a EFP che non mi permette di vedere la grafica, perché conoscendo la fanartist so quanto di valore sia il lavoro. alla prossima, buon lavoro e buona ispirazione! :3
Recensione alla storia Blind before you - 15/04/21, ore 00:23
Capitolo 1: Blind before you
Buonasera cara, che piacere essere qui di nuovo da te, ogni volta che entro sul tuo profilo per una nuova lettura devo sentirmi pronta per i feels, lo so già. E infatti così è, tu riesci a prendere il personaggio protagonista della tua storia e scavare così tanto a fondo in lui, da mostrarci ogni singolo passo di ciò che sta vivendo nel modo più chiaro, ed empatico, possibile.
Sento come sta lei, lo percepisco, lo vedo nei suoi gesti, nelle sue reazioni, in ciò che la circonda e che sembra cambiare, essere percepito, distare, riavvicinarsi fino a soffocarla e poi allontanarsi e farla sentire perduta persino in se stessa.
E ciò che fa più male, ma dopo tutto ciò che ha vissuto, è anche comprensibile, è come vede ciò che ha, e che non ha più. Perché dove lei stava male c’è Visione, dove lei piangeva ora lui raccoglie le sue lacrime, dove lei soffriva per la sua scomparsa, lui le sorride. Io ci sto così male nel vederla perdersi nella realtà che si è creata per tentare di dare una risposta a una domanda che rende doloroso persino porla. Il suo “perché” non deve per forza avere una risposta, quando fa di tutto per chiudersi nella sua testa dove tutto è perfettamente in equilibrio, la vita è normale, l’esistenza fa male ma ha un colore diverso perché Vis è con lei.
La ama, le chiede di sposarlo, si sposano e lei è felice.
E niente, il mio cuore non ce la fa, non ce la può fare, non ci riesco… ho sofferto così tanto per la scomparsa di lui e il dolore immenso che ha provocato in lei, che ancora ora provo una morsa al cuore nel leggere di loro così, e tu sei riuscita a dare sensazioni immense ad ognuna di queste frasi, donando emozioni alle parole, e a quel mondo che solo Wanda conosce e sta nella sua mente, dentro ai suoi occhi, disperatamente nel suo cuore.
Sono rapita, come sempre qui da te, ma oggi un po’ di più.
Buonanotte cara, buona ispirazione! :3