Recensioni di _aivy_demi_

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Recensione alla storia 31 brevi racconti lacustri - 10/12/20, ore 22:34
Capitolo 7: Lucine
Buonasera cara, eccomi qui per continuare la lettura della tua raccolta! Caspita, questa sì che da quel punto di angoscia che fa male davvero: mi ci stavo affezionando a questa ragazza, sappilo. La sentivo così leggera, così spensierata nel suo ritrovarsi a suo agio nel limite della propria salvezza, in bilico sempre e comunque. Come se avesse bisogno di libertà, di sentirsi viva.
Hai creato un contesto che mi è piaciuto davvero parecchio, l’ho adorato: ho sempre avuto passione per i castelli e per i racconti che animano il loro vissuto, e questo fa parte dell’ambiente che hai ricreato per dare un dove e un come al prompt.
Ho chiaramente sentito e visto ciò che ha sentito e visto lei, tra quelle mura gelide, le luci, i muri, i pavimenti, tutto… incantata da un’atmosfera particolare e riconoscibilissima soltanto a lei, è uscita come richiamata da un ricordo, da un dolore, da colei che non c’è più. Chiunque sarebbe andato avanti, o si sarebbe spaventato, ma lei no, lei è andata oltre, ha continuato cullata, guidata, richiamata.
E la scena della seconda torre, lasciatelo dire, è evocativa e bellissima: quel gusto goth dato dalla presenza in pietra, dal consumato, dal freddo percepito che non gela ma da calore, dall’emotività di lei che si lascia rapire anima e cuore da qualcosa di invisibile, trova l’apice nella figura stessa del fantasma che l’ha ammaliata tanto da portarla a cadere e di fatto sfracellarsi al suolo. Quella sensazione che tanto provava, si è disgregata nel momento stesso in cui ha avuto modo di percepire cosa significa davvero. Hai mostrato il modo in cui è morta ed ogni singola sensazione nel viaggio che ha fatto per arrivarci, a quel suolo che tanto le piaceva. Che epilogo azzeccato per lei, una storia costruita ad hoc che anche se breve ha catturato la mia attenzione e soddisfatto le mie aspettative fin da subito.
Il castello, il lago e tutto ciò che lo circonda, la torre, i fanstasmi… sono tutti perfettamente in sintonia con il prompt dato, con un’atmosfera perfettamente creepy nel suo essere naturale e verosimile. Hai ricreato ogni singolo dettaglio con minuzia, ho visto i colori e sentito gli odori, guardato i riflessi e udito voci, rumori, passi. Tutto quanto ha coinvolto i miei sensi regalandomi una lettura perfetta, gradevole in ogni sua parte, stesa con un testo preciso e pulito, senza errori di sorta. È sempre un piacere leggerti mia cara, alla prossima e buon lavoro! :3
Recensione alla storia 31 brevi racconti lacustri - 27/11/20, ore 22:19
Capitolo 6: Trick or Treat
Buonasera cara, eccomi qui per poter continuare la lettura di questa raccolta che sto amando tremendamente. E questa? Un colpo di scena, qualcosa che non mi aspettavo affatto, dico la verità: visto i precedenti, credevo stesse per arrivare proprio l’assassino a concludere il lavoro, e invece… mannaggia che amica del ca**… caaaavolo che ha la protagonista, lei ed il ragazzo hanno inscenato un perfetto scherzo per Halloween a quanto pare. Beh, io nella lettura invece avevo colto tutt’altro, anzi: avevo immaginato proprio tutto quanto senza problemi, i cigolii, l’assenza di luce, il temporale, le ombre inquietanti – inquietante… di fatto non era solo un’ombra, era proprio un corpo appeso cazzarola! Alla faccia dell’inquietante!
Insomma, tutto ciò che mi ero riproposta in testa, ed il modo di vederla morire nella flash, non è successo, e appunto per questo, essere colta così alla sprovvista è stata davvero una bella sorpresa! Mi hai stupita, mi piace, mi piace molto quando un autore è imprevedibile con ogni singolo prompt.
Il tutto è accentuato dalle descrizioni non prolisse ma molto attente, particolareggiate, precise nell’indicare quello che tu vuoi io veda. I personaggi hanno delle reazioni perfettamente umane e spontanee, così come i loro pensieri e gesti. Mannaggia quante gliene avrei mandate a quei due, fossi stata in Tamara, sappilo. Non vedo l’ora di scoprire cos’altro hai scritto per questa raccolta, perché i prompt sono davvero variegati, imprevedibili, interessantissimi. Alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3
Recensione alla storia 31 brevi racconti lacustri - 18/11/20, ore 09:25
Capitolo 5: Criophobia
Buongiorno cara, eccomi qui per continuare la lettura della tua long: lo ammetto, questa è decisamente la mia preferita, proprio perché non è sanguinaria, violenta, ma perché lavora sulla psicologia del personaggio e su come si evolva nel corso degli anni in seguito ad un trauma: il prompt stesso lo mostra, ed è gestito bene considerando la giovane età in cui accade il fatto e gli strascichi ben mostrati durante il suo quotidiano.
Il tutto si intensifica al ritorno al freddo ed al gelo, ad un padre che ha perso ogni senso di essere e di esistere, ad una casa che raccoglie solo pensieri negativi e tanto terrore. Mai ammetto, mai mi sarei aspettata questo slancio di speranza da parte di lei, spinta dal ricordo della madre, dalla voglia di farsi abbandonare da questo incubo che si trascina da troppo tempo. Capisco il motivo per cui lo fa, ma il finale mi ha davvero lasciata stupita fino all’ultima parola, perché per assurdo, nell’incidente lei finalmente si sente libera, quieta, nel momento della morte per mano della stessa paura che le ha rovinato la vita. Davvero ben studiata, un controsenso che ho apprezzato immensamente e che ha mostrato la vera natura di colei che voleva soltanto liberarsi dal peso di quella sofferenza personale. Come sempre hai tratteggiato dei caratteri chiari anche in poche parole, mostrando zone profonde dell’animo di quei personaggi che sono sofferenti e sconvolti; la stesura è perfetta, una garanzia nel tuo profilo che ritrovo e apprezzo sempre. Ogni singola flash di questa raccolta merita davvero tantissimo, alla prossima, buon lavoro e buona ispirazione! :3
Recensione alla storia 31 brevi racconti lacustri - 05/11/20, ore 10:39
Capitolo 4: Ruby Woo
Buongiorno cara, eccomi a continuare la lettura: amo questa raccolta ogni volta di più, e questa ti dico la verità, è la mia preferita al momento. È breve, intensa e tanto contemporanea e “comune” che potrebbe far sentire a disagio chiunque. Mi succede così perché accade in casa, in bagno, semplicemente in un posto abitato da qualsiasi persona. Non ci sono fattori scatenanti, luoghi particolari, eventi assurdi come quelli dei libri, no, semplicemente tutto a posto, senza problemi, né se né ma.
Persino la protagonista si ritrova a pensare quanto possa sembrare assurdo, anche perché inizialmente da pure la colpa ai coinquilini. Il mio dubbio è che se loro non fossero andati via, non sarebbe accaduto niente se non le minacce, per nulla velate: maledetto il giorno in cui se ne sono andati tutti.
Ho avuto modo di sentire qsulla pelle ciò che stava accadendo, immagine per immagine, suono per suono, lampo per lampo. Perché che stesse accadendo qualcosa di folle e risolutivo era ovvio, ma certo non mi aspettavo ciò che hanno ritrovato gli altri tornando: ho letto la frase lasciata lì con la voce innocente di chi stava alzando le spalle dopo un dispetto, giuro. Ed è stato davvero bello per me, incantevolmente assurdo, così immotivato, come un semplice capriccio di invidia.
Mi hai coinvolta e resa partecipe di tutto, l’ho avvertito proprio dentro ciò che stava succedendo, mi piace questo genere di sensazioni.
Alla prossima cara, come sempre stai facendo un ottimo lavoro sia sensoriale nei confronti del lettore, che di coinvolgimento nella scena. Il testo è scritto più che bene, breve, intenso e corretto sotto ogni punto di vista. Il font poi è la scelta migliore e più adatta cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3
Recensione alla storia 31 brevi racconti lacustri - 31/10/20, ore 14:23
Capitolo 3: Ave Maria
Buongiorno cara, eccomi qui per continuare con vero piacere la lettura di questo tuo progetto inerente al Writober 2020. Volevo assolutamente dirti una cosa riguardo al font scelto, insomma, se è fatto apposta amo perché questo carattere mi ricorda tipo fogli sparsi da macchina da scrivere, andando indietro di qualche decennio: ho in mente l’autrice allo scrittoio, macchina da scrivere, sera, poca illuminazione e lei che ticchetta sui tasti rumorosi, pensando a quali altre atrocità fare accadere.
Bene, dopo questo mio delirio personale per queste sensazioni, giuro che comincio a leggere.
Caspita che bella storia questa, sul serio: mi hai fatta calare nella stanza, portandomi a vedere la statua, immaginarne le forme, i riflessi, la superficie; sento odori, polvere, vedo lampi. Attraverso gli occhi di Nur ho visto cambiare il mondo, il tempo, il quotidiano e la solitudine, trasformandoli in terrore e puro orrore scritto nelle sue iridi. L’aggressore ha proprio non solo l’aspetto, ma anche l’atteggiamento di chi sta vivendo continuando ad obbedire a qualcosa a cui non può sfuggire in nessuna maniera. È lì, terrorizzato quasi quanto lei, spossato, stressato, coinvolto in qualcosa più grande di lui, come se un ordine al di sopra di tutto stesse lavorando direttamente sul suo cervello. Ho pensato si trattasse di lui e basta, quando invece sono arrivata al finale ho capito: la presenza femminile che parla è colei che da ordine, deve essere la defunta del lago, quella che spinge tutti a comportarsi in modo atroce.
Pensavo ce l’avrebbe fatta, sono sincera, credevo sarebbe tutto finito, sai tipo “uccidi lui e sopravvivi.” Invece scopro con grandissima soddisfazione di lettrice ma con un brivido condiviso da essere umano, che è il suo turno, il messaggio chiaro ed esplicito con voce femminile non lascia scampo.
Amo, vederla succube di un ordine che la porta ad aver paura di morire, è bellissimo, una conclusione inaspettata e degna della storia che hai scritto. Più vado avanti e più mi faccio coinvolgere da tutto questo, alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3