Recensioni di Watashiwa

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Cool For The Summer - 28/08/18, ore 23:30
Capitolo 3: Gelato
Buonasera, eccomi qui!
Sinceramente ero molto indeciso sul come impostare la recensione in quanto le drabble (in generale) son molto veloci da leggere e rileggere, tant'è che ho letto tutte le tre che hai fin'ora pubblicato, per cui potevo essere molto celere e mi pareva brutto, non è da me.
Viste le circostanze, ho deciso di fare una recensione unitaria dove parlerò di tutto quanto, sperando che ti possa far piacere!
Come dicevo poc'anzi, le drabble hanno il pregio di essere immediate ma hanno anche il compito di intrattenere, cosa che per fortuna qui c'è in abbondanza, grazie a dialoghi molto veloci ma legati molto alla sfera emotiva di Naruto e Sasuke e scenette di vita quotidiana arricchite da pensieri, scelte e ambientazioni prettamente estive e solari.
I prompt sono ben rispettati e calati nel loro intento creativo, in tutte e tre si respira l'intenzione della quotidianità e della coppia che sono loro due, senza caratterizzazioni esagerate o fuorvianti: sono Naruto e Sasuke nella loro forma più genuina, talvolta intima e talvolta condivisa, ma è sempre funzionale e funzionante a uno stile corretto quanto limpido.
Nella prima drabble, in un'ambientazione piuttosto tropicale quanto irritante per il povero Sasuke, si respira quel tocco implicito d'erotismo spartito tra i lettori e la mente dell'Uchiha, con quel pensiero carnale e pulsante, riscoprendo in Naruto il compromesso per poter sopportare tutta quella situazione, con un filo di romanticismo che non guasta.
La seconda (quella più gradevole per quanto mi riguarda) punta più sulla discussione e sulla falsa riga del nonsense, costruendo un momento che vivono entrambi che riguarda la passione risaputa di Sasuke per i pomodori, quasi bizzarra visto cosa viene messo a paragone ma che crea una conversazione piacevole e determinata nella serietà di affermare ciò che piace: è parecchio divertente e risulta coinvolgente nella sua essenza.
La terza invece la trovo più completa perché attinge più su tutti e tre generi che descrivono questa raccolta: se le altre due avevano un genere più mancante, questa li racchiude tutti e tre con la stessa intenzione.
Intrattengono tramite azioni fluide e consecutivi, si carica di sguardi e suoni per creare il climax a livello sensazionale e la comica frase finale, quasi come dovesse suonare come una punizione e un modo per evitare una scena simile e reazioni meno ponderate, il che raddoppia il suo significato secondo me.
Che dire, in sostanza... una raccolta ben pensata e gestita per il momento, con tutti i presupposti rispettati e sfruttati al massimo delle potenzialità, considerando che ogni drabble ha la sua identità precisa ma un denominatore comune, quali lo slice of life e la leggerezza di fondo dei contesti descritti, spesso immersivi nel momento estivo che sprizza fin da subito.
Se riuscirò a organizzarmi con il tempo, sicuramente lascerò dei futuri pareri su quello che continuerai con il lavoro: per adesso, posso solo farti i miei complimenti onesti per come hai reso i due personaggi e le scene che li riguardano, in quanto funzionano e colpiscono bene e in maniera eterogenea.
E credimi, considerando quante persone si lascino guidare dalla coppia e dall'idea scrivendo cose fortemente OOC, questo è un grande pregio e un buon modo per tributare loro come personaggi e come pairing.
Continua così!

Un abbraccio e a presto,

Watashiwa

Recensione alla storia Alla fine, nulla č ciņ che sembra - 16/08/18, ore 22:15
Capitolo 1: Alla fine, nulla č ciņ che sembra
Buonasera!
Sfogliando un po' il tuo profilo ho notato un grande affetto nei riguardi di Naruto e sebbene io l'abbia un po' accontonato con la fine del manga (l'unica cosa che ho visto a fondo è stata The last, per dire), mi hai ricordato quanto sia (stata) una serie che mi ha dato molto, quindi non ho potuto non essere colpito dal sentimento che provi a riguardo.
Introduzione doverosa a parte, ammetto che questa one-shot, vedi per il suo linguaggio accessibile e funzionale (ma mai confusionario, sempre dritto al punto) e per la candidezza dei sentimenti e delle azioni trascorse che hanno portato a quella condizione e situazione, potrebbe essere quasi una doujinshi con dei disegni tenui, dalle colorazioni fredde alternate a del colore che acquista il suo calore man mano che tutto prosegue.
Mi è spesso capitato di parlare di scenicità all'interno delle mie recensioni (specie quelle recenti), però direi che questa risulta sicuramente ovattata ed eterea, quasi atmosferica, fatta di parole che vogliono creare tutti gli scenari possibili e le scelte, pronunciate da un personaggio che difficilmente è venuto a patto con la nudità dei suoi sentimenti, ma ci sono state delle occasioni cruciali.
Nel suo discorso c'è una serie di emozioni e ragionamenti diversi ma uniti da un comune denominatore: l'emancipazione.
Il presente che sta vivendo è dato rispetto a diverse scelte che ha compiuto con raziocinio ma sapendo di andare a sacrificare altro, tutto ciò che poteva avere quasi sul palmo della sua mano, o comunque essere alla base di qualcosa di profondo e sicuro, ma alla fine quello che rappresenta il luogo natio è stato sfondo di tanta sofferenza incommensurabile che è stato deciso definitivamente tutto.
Viene mostrato un Sasuke cresciuto e apparentemente maturo, tragicamente più segnato, che riversa (quasi inconsapevolmente) in Naruto tutto ciò che gli resta del passato e al contempo del presente, quella fisicità che gli riversa è sintomo di aver bisogno di qualcuno che sappia farlo sentire meno incompreso, di accettare la sua presenza e devo ammettere che la scena in questione, considerando l'ambientazione ricca di contrasti e semi-surrealismo (o meglio, quasi fuori dal mondo ma vivida dal punto di vista sentimentale) nella quale spendono quegli attimi così intimi, resi anche con un insieme sapientemente collaudato dalle frasi subordinate egregiamente tra loro.
Canonica anche da parte di Naruto la volontà di seguirlo e a testimoniare la realtà del legame che li rende parte di un'entità indissolubile, due opposti ma che coincidono nello stesso cerchio, come lo yin e lo yang: Naruto fa delle scelte concrete e delle dichiarazioni consone e coerenti, Sasuke invece si ferma di fronte ai suoi muri e vive di rimorsi, non lasciandosi andare come dovrebbe fare avendo preso decisioni piuttosto importanti e per mostrarsi uomo.
Ammetto che alla prima lettura (e alle prime battute) mi aspettavo un finale molto drammatico, tuttavia le mie impressioni si sono rivelate errate su tutti i fronti e personalmente lo apprezzo, in quanto è la conferma di quanto l'idea non sia mai stata banale.
Ho avuto la sensazione che sebbene ci sia l'unione tra i due (non è esplicitamente chiaro se Naruto fa una scelta definitiva o è una situazione temporanea ma longeva) ha un risvolto molto, molto malinconico dietro.
Non so: c'è la lettera non consegnata, che può denotare un confronto ancora rimandato e incapace di essere risolto se espresso, il tormento interiore dello stesso Sasuke che può creare sempre e solo problemi futuri... un momento di calma dopo una tempesta maledetta e continua, come un turbine circolare.
In sostanza, direi che ho avuto a che fare con una one-shot sentita e molto ben riuscita nel suo dramma, capace di focalizzarsi più nell'introspezione e nella dannazione della psiche e dell'imprevedibilità dell'esistenza, delle cose dette a metà e della solitudine, del rimpianto di una vita mai idilliaca sebbene la stessa non potrà mai esserlo.
Un plauso ulteriore anche per lo stile intimo e capace di costruire ponti tra il passato e il presente così delicati ma dolorosi al tempo stesso che ha arricchito, l'IC calato e ricercato nei due personaggi protagonisti e anche l'impaginazione mi ha molto colpito, mi ha ricordato proprio una pergamena da enunciare, delicata e solenne.
I miei complimenti per il bel lavoro complessivo!

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensione alla storia Naruto - Storia della buonanotte - 22/06/18, ore 00:55
Capitolo 1: Naruto - Storia della buonanotte
Buonasera, eccomi qui!
Comincerò col dire che il NaruHina è in assoluto il mio pairing preferito di "Naruto", ho provato affetto per loro dal primo momento in cui ho iniziato a seguire l'anime (parliamo del lontanissimo 2006), per cui trovare delle fanfiction su di loro e la loro famiglia mi fa molto piacere e mi mette molta curiosità addosso.
Tralasciando questa premessa veloce, trovo sia sempre gradevole vedere l'unione di slice of life e flashback/missing moments che riescono a creare una storia più complessa e variegata, facendo interagire i personaggi principali e anche quelli secondari con creatività, dando vigore alle proprie figure e alle stesse vicissitudini che nascono, arricchendo l'idea.
Tramite l'efficace e affettuoso stratagemma del raccontastorie per far addormentare i due bambini e la volontà di Naruto di godersi di più Himawari e Boruto durante la sera (visto il lavoro pesante che deve fare da mattina fino a pomeriggio inoltrato), si scopre un'avventura inedita e intricata, collegata anche al mondo movieverse che ha sempre la sua relativa importanza, qui sfruttata con diversi punti di forza.
I dialoghi sono la vera forza dell'intera one-shot: sono presenti in tutti i frangenti, permettono ai personaggi di confrontarsi sotto diversi punti, di capirsi e di portare a termine diverse azioni e intenzioni, in ogni frangente possibile.
Per esempio, Hinata cerca di far rispettare in maniera decisa le regole creando spesso comiche inaspettatamente coinvolgenti (come ho visto che accade in "Boruto") ma al contempo quel lato dolce e determinato che ha caratterizzato la sua crescita in tutti quegli anni presenzia e si fa vivo sempre, specie con Naruto e la sua controparte alternativa in alcuni dei momenti più avvincenti e salienti della fanfiction.
La resa del linguaggio è molto diretta e spontanea, ad ogni modo corretta e fluida in tutti i campi analizzabili, con un'idea di fondo precisa e che desidera essere approfondita e spiegata pezzo per pezzo, tra l'altro ho apprezzato l'iniziale confusione dei vari passaggi iniziali per dare più l'idea di illusione e straniamento di scenario e portamenti.
Anche le caratterizzazioni sono piuttosto rispettate e cariche dei pregi e difetti dei protagonisti; è molto scenica la sbadataggine amorevole di Naruto quando si rivolge a chi vuole bene, l'impulsività infantile dei suoi due bambini e la tremenda pazienza che Hinata ha spesso dovuto digerire da piccola e in vari modi cerca di far propria anche quand'è ormai una donna matura. 
Se proprio devo fare un appunto non mi è piaciuto moltissimo l'utilizzo del termine "stronza" pronunciato dalla bocca di Hinata mentre si confronta con l'altra, mi è sembrata un'uscita vagamente anticlimatica e poco da lei, anche se serviva per sottolineare che preferiva sentirsi una fallita amata piuttosto che una spavalda solitaria... questo lo dico perché lei ha sempre mostrato classe nel parlare anche nei momenti più bui e seri, una cosa del genere sarebbe adatta a una Sakura o Ino per esempio, dosando il contesto.
Per chiarirci, non sono una di quelle persone a cui danno fastidio le parolacce; voglio dire, dipende molto da una serie di cose e anche un gesto può togliere punti all'IC.
Ha una connotazione seria quando lo pronuncia l'AU!Hinata (passami il termine) e funziona come elemento comico quando scappa a Boruto come esclamazione di stupore, che ci sta dato che è parecchio sboccato in certi momenti e si sa che le generazioni odierne tagliano prima certi "traguardi".
Un ultimo consiglio che posso darti per le storie future è di lavorare sempre tanto sullo schema narrativo, andando ad approfondire certi passaggi con la narrazione più indiretta, magari dopo una serie di dialoghi oppure per dare vigore all'inizio di scene intermedie che introducono un passaggio cardine della storia.
Le basi ci sono e nello sviluppo della OS c'è molta carne sul fuoco, ma più uniformità è cosa gradita e arricchisce sotto molti aspetti quello che hai da dire e mostrare al lettore.
Comunque sia, penso che oltre lo scontro tra le due Hinata, il focus saliente della storia sia da ricercare nel confronto finale tra Naruto e Hinata, hai costruito infatti una scena molto dolce e che mostra la solidità del loro rapporto, di come siano andati oltre le difficoltà e i vari sé e ma, mi ha colpito tantissimo la frase legata all'amicizia profonda crescente in loro, secondo me la base per andare oltre le apparenze e scoprire poi piacevolmente.
Il fatto che con quella storia e dichiarazione personale abbiano creato una sorta di limpidezza intorno al nucleo familiare è molto personale e forte, portandoli verso una felicità e una fiducia senza precedenti, con la sicurezza che entrambi sono consci di tutto e così i figli potranno godere di un'avventura fantastica che continuerà giorno dopo giorno.
In sostanza, devo dire che la one-shot mi è piaciuta davvero, è rappresentativa dei generi proposti e tratta piuttosto fedelmente i caratteri dei personaggi, creando la giusta scenicità con le ambientazioni più consone e ricche di significato, si respira che è una storia alternativa e creativa dell'universo di "Naruto" e mi ha intrattenuto il giusto, per cui tanto di cappello.
Personalmente, posso dire che questa è stata una lettura inaspettata ma coinvolgente, in alcuni parti piena d'intrattenimento e coinvolgente, figlia dei generi ai quali questa storia appartiene
I miei complimenti!

Un abbraccio e alla prossima,

Watashiwa

Recensione alla storia Wish for a last chance - 05/06/18, ore 02:05
Capitolo 1: Wish for a last chance
Buonasera, finalmente eccomi qui (o forse meglio dire buonanotte, vista l'ora)!
La prima cosa che ho pensato una volta letta la one-shot è che la storia ha la smania implicita di trattare di un viaggio (principalmente interiore) in un preciso istante della vita della protagonista, dove il dolore assume una dimensione più ampia seppur già sperimentata in passato, in quanto dentro di esso c'è un affetto incondizionato per le persone a lei care.
Jiraiya era una persona speciale per lei ed era l'ultimo, principale punto cardine per cui andava avanti ammazzandosi di lavoro, mostrandosi per ciò che è diventata, una donna coraggiosa e dalle conoscenze invidiabili: ripensando al loro ultimo incontro, credo proprio che qualcosa sarebbe potuto nascere tra di loro, se l'Eremita fosse sopravvissuto allo scontro con Pain e tornato al villaggio sano e salvo.
Avrebbero costruito dalle loro macerie e fallimenti una storia unica nella loro quotidianità, ne sono sicuro... e la finisco qui perché altrimenti divento prolisso.
Ma comunque, qui i sentimenti di Tsunade appaiono compatti e ben scanditi nonostante viaggino verso strade di autodistruzione latenti, fragili e disperate, pronunciati grazie all'espediente dell'alcool, certo, ma è risaputo quanto esso riesca, diverse volte, a esplicitare dei sentimenti che l'orgoglio nasconde ben volentieri: poi penso che sia un elemento che doni più oscurità e drammaticità alla scena (oltre che compagno IC di alcuni momenti di Tsunade), per cui è approvato in pieno.
Quando la sofferenza alberga forte nell'animo di qualcuno, i pensieri circolano così veloci e creano tanti possibili scenari che infastidiscono per il vuoto che lasciano, tormentano e fanno perdere le forze fino a perdere il controllo fisico del proprio corpo, privo di forze e di sopportare l'insieme così nocivo.
Tutto ciò è parte della realtà di alcune persone, è un qualcosa a cui appartiene a chi si arrovella la testa di pensieri, paranoie e consapevolezze da raggiungere, un concetto maturo e solo chi ha conosciuto periodi neri e abissali può comprendere, nel fiore un po' appassito dell'età adulta.
Mi ha colpito molto la resa del linguaggio e conseguentemente dello stile adottato: l'ho trovato mutevole ed eterogeneo, narrativamente spicca per l'essere diretto e a tratti minimalista ma mai troppo articolato (sebbene ci siano un paio di periodi molto descrittivi ed emotivi), dando spazio ad alcune similutidini visive ben costruite e in costante movimento.
Si percepisce che stai cercando un equilibrio per plasmarlo in modo che ti soddisfi (posso dirlo perché ho il piacere di leggere diverse delle tue storie); la pulizia, la cura nella resa e la caratterizzazione degli ambienti e dei personaggi sono ottime basi, che permettono di costruire qualcosa che strutturalmente suona sempre adatto, lettura dopo lettura.
Mi sono piaciute tanto la forma e la valenza che il sogno scatenano in Tsunade nel mentre che lo vive e poi lo custodisce una volta sveglia, come se la scena che la sua mente ha costruito fosse una benedizione, un regalo per farle capire quanto il loro legame, sebbene non si sia concretizzato dal punto di vista romantico, ha avuto un trascorso e un modo specifico per potersi manifestare forte e solido.
Una sorta di richiamo alla volontà del fuoco che Tsunade difende a spada tratta, mossa molto, in questo frangente, dal romanticismo sentimentale che riconosce nel suo cuore e in tutto ciò che è stato e sarà sempre Jiraiya.
La visione onirica è un salto temporale che ha un sapore fortemente nostalgico e che crea un what-if dolce ma profondamente realistico nelle descrizioni (specie del loro bacio impetuoso, voluto da Tsunade come segno) e nei movimenti dei personaggi nella scena, unendo passionalità, dolcezza, un po' di sana violenza che è sempre intercorsa tra di loro (per buona pace di Jiraiya); è bello come la percezione dei sensi faccia da padrone, portando tutti i cinque a ricoprire un ruolo importante in singole frasi.
In generale e a parer mio, i sensi della vista e del gusto riescono a calarsi con giudizio e coesione nella OS, specie nella seconda parte: la frase del parallelismo dell'annegamento sakè-bacio penso che renda positivamente l'idea, creando un legame vivido e presente in ambedue le dimensioni scenografiche.
Questa storia è una giostra dolceamara di emozioni ben calate e che hanno il senso di essere immaginate, sviluppate e di conseguenza restare nel presente una volta messe sotto una lente d'interesse, non costruendo un lieto fine giorno per giorno ma facendo in modo che la quotidianità, nonostante prossima a dolori, si faccia meno vuota e priva di significato, è questo quello che ho percepito in Tsunade nelle battute finali della storia, con un recupero di una vocazione, di un'essenza sognante e che gestisce nel suo io interiore.
È una lettura garante, diretta, ben collaudata ed eterogenea di generi, resa e sensazioni, con l'amore che è la fonte che, volente o nolente, tardi o non tardi, riesce quasi sempre a tenere a galla dopo che si tocca senza consapevolezza, sempre e comunque vivendo, un abisso irreversibilmente più profondo e lontano dalla superficie.
Ottimo lavoro!

Un abbraccio forte,

Watashiwa

Recensione alla storia Kokuhaku - 11/05/18, ore 00:50
Capitolo 1: Kokuhaku
Ehi, buonasera!
I confronti tra padri e figli sono sempre stati al centro di un'attenzione non indifferente nella serie, è una costante che, generazione dopo generazione, è sempre interessante da percepire e notare per le motivazioni per i quali vengono mossi.
L'idea di questa flash è chiara e scorrevole fin dal suo principio, va a parare esattamente su una confessione a livello umano e personale, distaccandosi dalla componente più sociale, sul non essere un buon ninja, all'altezza della fama di suo padre, anche facendo un paragone di età tra i due.
È possibile percepire quanto Orochimaru e Mitsuki non siano soliti passare tantissimi momenti insieme durante le varie giornate, che il loro rapporto non è convenzionale e accostabile a nessun altro, tuttavia questa scena risulta essere importante e conferma che c'è un supporto solido e notevole tra i due, sotto molti punti di vista.
Difatti non è affatto facile fare coming out perché ci sono incertezze, timori e possibilità che le persone intorno a noi fraintendano e trasformino la propria opinione, limitati da un qualcosa che non dovrebbe affatto essere un'etichetta per definire qualcuno; tra l'altro devo dire che mi è piaciuto il tono iniziale e quasi solenne con il quale Mitsuki si approccia a Orochimaru per poi fargli la rivelazione, quasi come se fosse pronto (a prescindere) nel ricevere frasi di disprezzo, di creare il peggio e dare al genitore una batosta, specie in quel silenzio scandito con mistero e interminabilità.
Fortunatamente suo padre è un uomo dalle larghe vedute e capace di andare oltre ogni situazione, e complice per comprensione dell'argomento di conversazione, si dimostra sagace e pungente nel modo più affettuoso possibile, mostrandosi pieno di acume e serenità a riguardo.
Si percepisce una scena carica di una comicità sottile e crescente, arricchita anche da uno spettatore impiccione come Suigetsu, dal tale potenziale non indifferente (mi viene quasi da pensare che in Boruto ci siano casi di spionaggio in certi istanti, da parte dei personaggi), c'è una distensione dei sentimenti molto palpabile ed è una flash positiva che mette in chiaro lucidità, verità e seraficità tutte percettibili nello sviluppo e nel conseguente finale, veramente molto carino e candido, anche per l'accostamento a Mitsuki stesso.
Questa confessione è scorrevole, pulita e molto diretta ma con moderazione, è immersa nel contesto quotidiano ed esprime, con dialoghi sintetici ma centrati, le volontà tra padre e figlio di sostenersi e incontrarsi, raggiungendo un equilibrio di emozioni, con le quali Mitsuki andrà dritto per una strada più lineare che avrà il sostegno e il rispetto di persone a lui care, in primis suo padre, un pilastro fondamentale per la sua vita, nonostante tutto.
Non si parla mai esplicitamente di orientamenti sessuali all'interno di quest'opera e trovo gradevole che ci siano idee sviluppate in merito, immerse nella quotidianità e per questo percettibili come normali, trattabili a seconda di generi più leggeri e godibili, per esempio.
Per quanto mi riguarda, oltre ad essere stata una lettura piacevole, la storia mi ha intrattenuto e fatto sorridere e ridere in certe sue parti, ancor più di quanto le aspettative facessero presupporre, il che significa che con una semplice flash hai fatto un lavoro più che ottimo, per cui bravissima!

Un abbraccio grande,

Watashiwa