Recensioni di Deilantha

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Seven Deadly Sins - 21/04/13, ore 19:21
Capitolo 16: 15. Epilogo
A parte l'incognita di come sia potuta fuggire dal carcere, che mi lascia perplessa, ci hai incastrato alla perfezione! Ormai davo Christie per morta, nel compimento del suo progetto "scientifico" d'immortalità, e invece con quest'epilogo, a sopresa tutto si ribalta e scopriamo che la diabolica Pride è riuscita a farla franca, prendendosi gioco di tutti e progettando persino qualche altro esperimento futuro!
Non c'è che dire, è stata malefica fino in fondo e anche parecchio vigliacca, poiché essendo l'ultima del gruppo, nonché il capo, ha potuto contravvenire al patto e farla franca quando si è resa conto di voler vivere, dandosi una possibilità che non ha minimamente concesso alle altre ragazze. È stata fortunata perché accanto a lei non c'era un'altra Pride, ma mi auguro che nel suo futuro, ci sia qualcuno in grado di metterle i bastoni tra le ruote e fare giustizia, magari proprio l'agente Davis, che si è giocato la carriera per colpa sua!

Per quanto riguarda i nomi e i cognomi, praticamente conosco il due per cento di essi per cui non ho notato gli omaggi che si portavano dietro, ma comprendo il desiderio d'inserire dei particolari che colleghino i propri personaggi a qualcuno o qualcosa a cui si è moto legati, perché l'ho fatto anche io. ^ ^

È stato un piacere leggere questa storia e mi congratulo con te per il colpo di scena finale, ora sono curiosa di sapere che altro starà architettando Christie, anzi no, Ariel...
Alla prossima! :D
Recensione alla storia Seven Deadly Sins - 18/04/13, ore 19:26
Capitolo 15: 14. Devouring what was left of my Pride
Eh, sì, la fama dei criminali: più la catena di delitti segue un percorso originale e ben studiato, maggiormente sarà la notorietà del suo ideatore. In qualche modo Christie è stata un' "artista della morte", proponendo questa successione di suidcidi al cui termine ci sarebbe stato un studio personale e la sua stessa morte, cosa che le avrebbe fruttato una notorietà eterna. Le menti criminali si sa, non ragionano come il resto delle persone "normali" e Christie ha sottolineato varie volte che lei non doveva essere confusa con la massa: l'agente Davis è stato l'unico a capirlo e nel modo più doloroso e amaro. Come al solito, si arriva alla verità solo quando ci si sbatte il naso contro, e nemmeno tutti ci arrivano a capire cosa sia realmente accaduto. Un po' perché è difficile calarsi nella mente dei criminali, proprio per questo loro ragionare al di fuori dei normali schemi, un po' perché, come la signora Logan, non si vuol ammettere che un essere umano, e in questo caso una semplice ragazzina di diciassette anni, possa arrivare a progettare un suicidio collettivo, per poter lasciare qualcosa di sé all'umanità. Questo desiderio di essere speciali, di essere ricordati, se da un lato conferma il suo nomignolo, Pride, da un lato è un desiderio che in fondo accomuna un po' tutti gli esseri umani; solo che alcuni di essi, cercano di arrivare all'immortalità in modi poco "convenzionali". Del resto lasciarsi prendere da uno dei sette peccati capitali, porta automaticamente a degenerare e a perdere il controllo di noi stessi...
Christie si è dimostrata fino alla fine qualcuno che viveva al di fuori dell'ordinario e che non sarebbe potuta marcire in prigione per il resto della sua vita; un'esistenza come la sua, ha bisogno costantemente di essere sollecitata, e l'ha dimostrato con quel tremito dovuto all'inerzia di una vita chiusa tra le mura di una cella. Una vita che proprio a causa della sua non convenzionalità, non poteva essere lunga, perché le anime inquiete, difficilmente riescono a trovare sollievo nella propria esistenza e finiscono spesso per autodistruggersi o per bruciarsi per il troppo ardere.
Non credo che potesse esserci un finale diverso per questa storia, mi dispiace solo per la povera infermiera, perché è capitata in mezzo ai progetti deliranti della ragazza e la sua vita si è spenta in modo brutale per un puro caso. Ma cose del genere, capitano di continuo nella vita, perché la vita è brutale, proprio come Christie.
E dopo questo papirop semifilosofico (mi sono impegnata stasera xD), chiudo e attendo di leggere l'epilogo e le spiegazioni.
Alla prossima! :D
Recensione alla storia Seven Deadly Sins - 08/04/13, ore 20:37
Capitolo 14: 13. Pride
Che Pride avesse un'intelligenza particolarmente vivace, lo sospettavo. Normalmente le persone più fredde e calcolatrici, sono anche quelle che notano prima degli altri tutti i particolari, quelle che riescono a valutare le persone al primo colpo d'occhio. E spesso queste persone dall'intelligenza acuta, sono anche creature che sviluppano modi di pensare alieni, che esulano dal pensiero comune. Con questo non voglio dire che le persone particolarmente intelligenti siano tutte potenziali serial killer, ma che a volte nel mondo nasce qualcuno provvisto di un binomio fatale, costituito da intellingeza spiccata e qualche turba mentale congenita. A volte diventano geni, a volte si danno all'oscurità che c'è in ognuno di noi. Christie fa parte di questa seconda categoria: nella sua mente c'è sempre stata una falla, una deviazione che lei non notava perché le appariva del tutto normale, ma che gli altri invece percepivano in modo evidente. E purtroppo a volte, i genitori perdono di vista l'obiettività sulle cose e sua madre pur di non ammettere che sua figlia avesse delle deviazioni mentali, ha preferito nascondere la testa sotto la sabbia e far finta di niente, facendo crescere in Christie quella malvagità che forse, si sarebbe potuta correggere sul nascere. E dico forse, perché credo che quel lato oscuro così sviluppato in lei, difficilmente si sarebbe potuto cancellare; faceva parte del suo essere e la nostra essenza per quanto uno ci provi, non si potrà mai cambiare.
Tuttavia, nascondere la testa e far finta di niente nemmeno ha giovato, perché sua madre era più che consapevole che Christie non fosse del tutto "normale" e ignorando questo dettaglio, ha permesso che sua figlia, crescendo, organizzasse un suicidio collettivo, finendo col diventare lei stessa un'assassina. E presumo che tutto questo gioco di uccisioni fosse solo un esperimento, proprio come lo è stato quello del bruciarsi i polpastrelli per vedere se le impronte digitali sarebbero effettivamente scomparse.
Una mente così fredda e distaccata, è davvero letale, perché perde di vista tutta l'umanità, tutta la moralità e in senso generale, tutta la percezione del bene e del male. Per fortuna è stata arrestata, ma credo che per una persona come Chrsitie, nemmeno il carcere basti a fermare la sua mente iperattiva.
Sicuramente troverà qualche altro modo di sperimentare, anche all'interno delle sbarre del penitenziario.
Recensione alla storia Seven Deadly Sins - 08/04/13, ore 02:02
Capitolo 13: 12. Hate's gonna hit on you
Ammappete che sadica Pride! Vabbè che non è una novità il fatto che si diverta a giocare con le vite altrui, ma in questo capitolo ha superato ogni livello di freddezza e sadismo, e direi persino di umanità. E in effetti, il suo sentirsi pari a Dio perché può disporre delle vite altrui, è un delirio di onnipotenza che può appartenere solo ad una mente che ha smarrito il confine tra bene e male.
La morte di Bridget è stata penosa, perché la ragazza ha tentato di ribellarsi, perché più di tutte le altre che l'hanno preceduta, ha avuto il coraggio di contravvenire alle regole sentendo il richiamo dell'istinto di autoconservazione. Ma per contrasto, proprio lei che ha avuto più coraggio nel ribellarsi, è proprio colei che è più soggetta alla volontà di Pride, quella che ne è più dipendente, e alla fine lo sguardo freddo e divertito dell'altra, le ha fatto capire chiaramente che non aveva possibilità di salvarsi.
Sono curiosa di sapere cos'altro passerà nella mente distorta di Pride, dopo aver assaporato la gioia di togliere personalmente la vita agli altri...
Recensione alla storia Seven Deadly Sins - 02/03/13, ore 05:59
Capitolo 12: 11. Envy
Pride che si sente in dovere di dare piacere ad Envy prima di ucciderla, non me lo sarei aspettato. Però l'effetto che quel gesto ha fatto su Bridget, quando la prima si è completamente distaccata da quel pomeriggio di passione, è stato talmente letale, che ho riconosciuto la sua crudeltà. Magari non era nemmeno un effetto voluto, perché Pride aveva voglia di fare sesso e voleva solo dare la possibilità a Bridget di provare cosa fosse prima di morire. Ma la sua non volontà di farle del male, le ha causato più dolore di quanto le abbia mai fatto: Pride involontariamente cattiva è peggio della Pride consapevole!
Detto questo, Bridget mi ha fatto tenerezza, perché quella sua insicurezza fisica, quel suo avere un'amica e una sorella perfette, rappresentano delle situazioni molto "normali", in cui tutte noi potremmo ritrovarci, rispetto alle situazione in cui si sono trovate tutte le altre ragazze che l'hanno preceduta. Forse l'invidia è il peccato capitale che più riusciamo a comprendere e con cui simpatizziamo più facilmente; anche per l'Envy di Full Metal Alchemist ho avuto la stessa empatia ed è infatti, uno dei personaggi più amati di tutto il manga/anime.
L'invidia, la sensazione di essere una ruota di scorta, una palla al piede, sono sensazioni che sicuramente quasi tutti gli adolescenti hanno provato e quando ci si aggiunge anche un carattere insicuro di base, la situazione diventa davvero complessa, per non dire drammatica. Per questo, quel pomeriggio di passione con Pride è stato così doloroso; perché per la prima volta, qualcuno ha mostrato a Bridget di volerla davvero, di accettarla come omosessuale, di accettarla così com'è e di trovare gradevole quel corpo che lei invece odia tanto. In poche ore, Bridget è tornata ad amare la vita, è tornata a sorridere e a sperare... ed è bastato quel semplice "È ora", per dissolvere tutte le sue illusioni, per farla sprofondare dalla felicità improvvisa, alla totale disperazione, al pensiero di dover morire proprio nel momento in cui aveva ritrovato l'amore per la vita.
E come se non bastasse, c'è anche una pistola pronta per lei.
Pride sicuramente l'ha controllata spesso, e ormai la conosce talmente bene, da riuscire ad anticipare ogni sua mossa. Se non fosse una psicopatica sadica, sarebbe un genio!
Bien, a questo punto, attenderò comodamente il prossimo capitolo, non tanto per la povera Bridget, quanto per capire qualcosa in più sul conto di questa crudele leader.
A presto ^_^