Recensioni di Nexys

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Wolves ain't howl alone - 24/10/20, ore 12:08
Capitolo 11: Vol. 11 - UNLEASH THE BEAST - King of the Kill
Che soffocante male al cuore, questa shot. Nei miei anni di ossessione, ho sempre avuto un debole per il tormentato rapporto tra Nnoitra e Neliel: che sia una ship (e per me lo sarà sempre) o meno, trovo veramente affascinante il loro modo di relazionarsi.
Questa shot è lieve ma amarissima. Mi hai offerto una visuale perfetta sul POV di Nnoitra, che volente o nolente, è ossessionato da Neliel; poco importa che l'abbia ridotta ad una bambina - pentendosi, dall'alto del suo inutile orgoglio - ne resta ossessionato fino al suo ultimo respiro. Ho amato il modo poetico in cui hai descritto il ritorno dell'antilope: Neliel è delicata solo in apparenza, poiché una innegabile portatrice di morte (Tercera Espada per un motivo, d'altronde). In particolare:
Ha una spada in mano, dal fodero verde come i suoi abiti ridotti in brandelli, come i suoi capelli mossi e ondosi, morbidi nonostante la secchezza del deserto.
I suoi occhi color nocciola sorridono alla persona che ha appena difeso, essi dicono di non temere alcunché.
Basta un soffio di vento, ed ecco che arriva la risposta alle mute domande di Ichigo: gli stracci che l’arrancàr porta addosso si spostano sulla sua schiena, seguendo la stessa danza dei capelli.
Un enorme tatuaggio, raffigurante il numero tre, troneggia sulla pelle meticcia e liscia.
Lei comincia a correre, libera la sua belva interiore, non priva di razionalità.
Raggiunge il suo avversario, ancora fermo nel suo stupore, sempre più incredulo, quasi lento.
Lo ferisce con la sua lama, i denti della sua bestia hanno attaccato.
Gli zoccoli dell’antilope battono a terra, creando il suono di una melodia lontana.

Avendo ben presente lo scontro, riesco a immaginarmi benissimo la morbidezza e la precisione dei movimenti di Neliel. Feroce ma elegante, rabbiosa ma moderata, ha un solo scopo in quel momento, proteggere Ichigo. Ho apprezzato molto il modo in cui hai reso la frustrazione di Nnoitra, l'eterno secondo agli occhi di chiunque, a favore della bella Espada. Neliel è per lui irraggiungibile, anche se in realtà lei è sempre stata al suo fianco fino al momento in cui è stata tradita. A poco è servito detronizzarla, perché pur essendo tornata bambina ha conservato la sua potenza (e santo cielo, l'hai descritta con una potenza che trasuda per intero dalle parole che hai scelto) e non ha avuto alcuna remora a dimostrarlo.
Alla fine, Nnoitra muore, ma non muore da solo. Si rispecchia in Neliel, che non ha mai davvero raggiunto: punito dal suo ego e dalla sua brama di morte, è finito egli stesso allo stesso modo, senza però morire per mano della sua acerrima nemica. Nemica per davvero? Io credo di no, perché mi piace cogliere il "non detto" di Kubo. Non penso che tra loro avrebbe mai potuto nascere qualcosa, ma di certo il loro rapporto ha qualcosa di particolare, un silenzioso (o forse fragoroso?) odi et amo.
Odi et amo che, a modo tuo, hai secondo me espresso qui a meraviglia. Sono incantata dalla scelta del lessico, dalla brevità delle frasi che rendono il testo estremamente incisivo. La descrizione di Neliel trasuda forza, potenza ed eleganza, mentre quella di Nnoitra sanguina letteralmente frustrazione, odio, e una gran solitudine.
I miei complimenti, è sempre un piacere leggerti.
Ti abbraccio.



Nexys
Recensione alla storia Wolves ain't howl alone - 26/08/20, ore 20:36
Capitolo 10: Vol. 10: THE UNDEAD - Come una tigre che non calpesta un fiore
Me-ra-vi-gli-a.
Nel suo essere lineare, questa one shot è fino ad ora la più cruda e al contempo poetica tra quelle che ho letto. Zaraki è un personaggio estremamente complicato nel suo essere - apparentemente - una mente semplice. Tutto ciò che abbiamo conosciuto di lui prima di questo delicato frangente, non è che 1/100 della sua personalità/storia; per non parlare di Unohana, la dolce e mite Unohana che si è rivelata essere la bestia più bestia di tutte le bestie mia esistite (ah, come mi piace esagerare).
Stilisticamente, questa shot è perfetta. Benché Zaraki non sia senza ombra di dubbio in grado di articolare un così complesso flusso di pensieri, ci hai offerto una traduzione fedele dei suoi stati d’animo, della sua violenza, e di quello che mi sembra una nuda e cruda forma d’amore nei confronti di Retsu. Benché il loro legame non sia altro che violenza e devastazione, io ci ho letto una devozione impagabile: il destino li ha uniti solo per separarli in nome del titolo di Kenpachi. Nessuno dei due ha voluto e potuto sottrarsi al dovere, e tu hai reso davvero bene questa dinamica tanto complessa.
Ho personalmente amato il cambio di tono durante la lotta, una lotta per la vita e la morte, che si conclude con la vittoria di Zaraki e la morte (forse agognata, ma di certo non inattesa) di Unohana; ecco che la sua vita si spegne tra le braccia dell’unico uomo “che le abbia mai procurato piacere”. E se non è poesia questa, io davvero non so dove altro leggere.
Zaraki ha vinto, ma ha perso allo stesso tempo: la sua ragione di vita si è spenta ed ecco che trapela tutta la sua disperazione, solo per poter poi finalmente sentire la voce della sua zanpakuto. Un dono di Retsu? O Yachiru che dir si voglia? Un sorriso enigmatico per dirgli addio. E qui giù lacrime.
(sipario)
Davvero, davvero, davvero emozionante, piena di pathos al punto giusto, senza sembrare una forzatura.
Sei sempre incredibile.

Alla prossima~

Nexys
Recensione alla storia Wolves ain't howl alone - 24/08/20, ore 18:18
Capitolo 8: Vol. 8 - PATH OF DUALITY - Pray for Predators
Dunque, sono in ritardo, tremendo ritardo, atrocemente in ritardo. Oggi però mi è sembrato un buon giorno per riprendere in mano EFP e volare da te (che, AAAAA hai concluso la raccolta - e io l’ho già detto che sono in ritardo? Perché lo sono, ahaha...).
Questa shot è estremamente complessa, molto ben articolata però nella descrizione delle battaglie e degli scenari. Il ritmo di lettura è esattamente quello dell’amv che hai riportato, e mi sento di farti i complimenti per aver dato una “musicalità” così marcata al testo. Pur avendo tirato in ballo tantissimi personaggi, sei riuscita a gestirli tutti senza nulla togliere alla main scene tra Ichigo e Ginjo; ecco che sin da subito ci offri un tema onnipresente nell’opera di Kubo, la dualità. Argomento di per sé difficile, ma che tu hai saputo affrontare a dir poco egregiamente.
Personalmente, ho amato il modo in cui hai sviscerato le emozioni e i sentimenti di Ichigo, legandoli a quelli di Ginjo: dal testo trapela un grandissimo senso di sconforto, che scivola lentamente ma inesorabilmente verso l’orgoglio, quello eroico che ci ricorda che in fondo, almeno per Kubo, il bene trionfa sempre sul male. Poco importa che gli siano stati sottratti i poteri, Kurosaki Ichigo sa di non potersi permettere alcuna debolezza; ecco che, proprio come quando si è trattato di lottare contro Ulquiorra e in seguito Aizen (per citarne due a casissimo, eh!), il suo istinto mischiato al suo coraggio gli danno la forza di rialzarsi ancora e ancora, fino a vincere.
(Il fatto che poi Kubo lo abbia fatto sembrare overpower e/o poweruppato è un altro paio di lunghissime maniche, I swear)
Ho trovato davvero appropriati i testi delle canzoni che hai scelto per accompagnare la narrazione. Ti confesso che mi sono chiesta in quali tankobon avessi letto tutte queste frasi, prima di scoprire che in realtà con il manga non c’entrano niente.
Sai, leggerti (anche se a rilento, my fault) è per me come tornare a casa, perché con il tuo modo di scrivere mi fai sempre sentire tranquilla e in pace. Negli anni sei migliorata un sacco, sei cresciuta stilisticamente, ma il tuo stile di fondo è sempre lo stesso: viene istintivo leggere e pensare “ah, questo è proprio da lei”.
Ti abbraccio forte come sempre, con la promessa di proseguire a recensire man mano tutto quanto.
A presto,


Nexys
Recensione alla storia Wolves ain't howl alone - 23/06/20, ore 21:38
Capitolo 9: Vol. 9: ESTATE - Goodbye Parakeet, Goodnite my Sista
Sono vergognosa a saltare un capitolo della tua opera, e in magno ritardo su tutto... ma finalmente giungo piena di gloriosi propositi a commentare il mio regalo di compleanno.
Parto dal fatto che di tutta la giornata, e di quei pochi regali che ho ricevuto, questo sia stato il momento ed il regalo migliore: già solo perché pur essendo distanti, hai voluto dedicarmi un pensiero che per me vale più di qualsiasi dono. Hai scelto di dedicarmi una one shot sul principio del Bleach eroico, quello che ci ha fatte conoscere e che ci ha unito ancora prima del fan writing: come se ciò non fosse già abbastanza da farmi frignare, hai scelto di parlare di una coppia che pur non essendo una otp da strapparmi i capelli (ahia) mi scalda il cuore.
Con questa shot mi hai offerto uno scorcio sull’inizio che pare tanto lontano, proprio quando il finale del manga era solo un miraggio (e solo il sommo Aizen sa quanto vorrei essere ancora in quella situazione, per come è finito). Hai riflesso con precisione il percorso emotivo e mentale che Ichigo ha fatto sin dall’inizio (suo e nostro nel meraviglioso mondo che Kubo ci ha offerto), permeato però di una sottile e dolcissima malinconia, dovuta al fatto che quelle emozioni si siano perse (almeno per me) lungo gli archi narrativi successivi al volume 48 (in un certo senso, God is Dead ha senso, eccome se ce l’ha).
La narrazione ha come fulcro l’estate, la stagione estiva con il suo sole ed il suo cielo terso: Ichigo spazia nel tempo abbracciando con timore e coraggio al contempo la sua nuova vocazione - o cruccio che dir si voglia. Tutto ruota intorno al dover salvare Rukia, e quindi a dover diventare più forte per poter proteggere tutti coloro che ama. La giovane Kuchiki rischia la vita e Ichigo è pronto a ribaltare ogni cosa pur di sottrarla al suo destino. Noi sappiamo che affronterà l’impossibile ed il suo passato - con annessi traumi - per riuscirci, e la sua vittoria sarà un trionfo anche per noi. È estate quando Ichigo vede la sua vita mutare, e in fondo io credo che abbia davvero sempre saputo di essere destinato a grandi cose. Mi domando come possa Kubo aver rimescolato così tanto le carte in tavola da non far finire Rukia e Ichigo insieme (non me ne voglia Renji, ma proprio no su tutta la linea) dopo tutto ciò che hanno passato.
Che dirti, se non grazie? Grazie perché mi hai regalato un pezzo della me adolescente che moriva dietro a questo manga. Mi mancava tanto tutto questo, e io ti ringrazio davvero di cuore per avermi regalato questa meraviglia. Non solo perché è un dono, ma fino ad ora questa è quella che mi ha colpita ed emozionata di più.
Sei straordinaria, cara Saeko.
Molto presto passerò su tutte le altre, recuperando il ritardo, promesso.
Ti abbraccio davvero forte,


Tua Nexys (con tutta la vecchiaia a seguire...)
Recensione alla storia Wolves ain't howl alone - 15/06/20, ore 20:52
Capitolo 7: Vol. 7: RAZOREDGE REQUIEM - Blind Solitude
Eccomi, finalmente a recensire questa piccola perla.
Ti dirò, non ho mai avuto chissà che simpatia per i Fullbringer (ma la verità è che tutto ciò che Kubo ha sviluppato dopo la conclusione del volume 48 mi è quasi del tutto indifferente - con diverse eccezioni) ma di certo non ho mai ignorato l’interesse di Riruka (non ricambiato) nei confronti di Tsukishima. Quest’ultimo ha suscitato il mio interesse per il carattere algido e distaccato, dettaglio che hai qui riportato in maniera indiretta ma più che precisa. Ci offri uno scorcio nella mente e nel cuore della giovane Fullbringer, permettendoci di vedere tutto ciò che il suo apparentemente tenero e affettuoso aspetto ci ha precluso: l’animo tormentato di una ragazza sola. Riruka è allo stesso tempo lo stereotipo ed il prototipo della ragazza bisognosa di attenzioni, che darebbe la vita pur di essere amata, capita, accettata. Tutta la sua umanità trapela nel momento in cui ammette di aver trovato nella Xcution una famiglia; di tutti loro però, solo di uno ha cercato ancora lo sguardo, ed è colui che alla fine ha cessato di esistere senza averle mai mostrato di aver provato qualcosa, o di averla quantomeno notata. Hai reso davvero bene il senso di angoscia che trapela dalle sue parole: è così falsamente piena di sé da sfondare la cornice letteraria (una sorta di quarta parete?) e rivolgersi direttamente al lettore. Ci parla con finta arroganza, un disagio non indifferente e tutto il biasimo che riesce a esprimere nei confronti della sua vita.
Ho trovato molto interessante l’apertura della shot, in cui Riruka si mostra in lacrime, negando l’evidenza. La conclusione è pesante, carica di angst al punto giusto. Ci si ritrova a pensare che sarebbe stato bello - giusto, anche - vedere Shukuro rivolgerle anche solo un sorriso. Uno sguardo, una carezza, un semplice gesto. Nata e vissuta sola e infelice, Riruka non riesce ad accettare nulla di ciò che le è accaduto, se non alla fine. La tua shot si conclude con la rassegnazione di una ragazza che si è vista negare l’amore che tanto ha cercato (e a questo punto posso dire che non sia rilevante l’etichetta: romantico, famigliare, amichevole); il lettore rimane con il fiato sospeso fino alla fine, come travolto dall’intensità dei suoi sentimenti, di sicuro inaspettati da parte di una ragazza così apparentemente viziata e superficiale. Shukuro e Riruka sono una coppia strana, che però non mi sento di definire crack, proprio perché l’interesse della ragazza è palesemente canon. Ho apprezzato tanto questa introspezione così umana e vissuta, in cui evidentemente dimostri di aver compreso bene sia il personaggio di Riruka che di Tsukishima. Mi è piaciuto molto poi il modo in cui hai unito in un solo testo le frasi estrapolate dai tankobon: rileggendole bene, possiamo davvero pensare che tra loro due non ci fosse qualcosa di più che semplice indifferenza?
I miei complimenti, perché questo è un bagno di angst fatto bene e davvero godibile.
Ti abbraccio fortissimo,


Nexys