Recensioni di Himeko _

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Recensione alla storia Magma - 08/01/18, ore 21:19
Capitolo 1: Magma
Buonasera, 
ammetto di sentirmi un po’ in imbarazzo nel scrivere questa recensione; un po’ perché non scrivo un commento da mesi e temo di avere perso la capacità di mettere insieme due parole per formare frasi di senso compiuto, un po’ perché un giudizio a questa fanfiction già l’avevo elaborato, ma avendo dovuto abbandonare il contest per cause di forza maggiore, mi pareva troppo arrogante arrogarsi anche il diritto di usare quelle parole, quella specifica strutturazione del giudizio con conseguente suddivisione dei parametri valutati. Ed infine mi sento ancora terribilmente in colpa per non avere portato a termine questo impegno; gomen’nasai.
Ordunque, l’unico aspetto che mi sono sentita di riprendere dal giudizio antecedente è quello inerente l’aspetto grammaticale: « padroneggi la sintassi, i verbi ed i segni d’interpunzione. L’unica pecca, se così vogliamo chiamarla, che non mi ha permesso di assegnarti il punteggio pieno è da ricercarsi in alcuni piccoli e tutto sommato superflui refusi dovuti, a parer mio, ad una digitazione frettolosa, un momento di distrazione e/o alla stanchezza di tutte le letture che hai effettuato. ». Di seguito ti elencherò le sviste che ho riscontrato, ma ci tengo a precisare che NON sono una maestra (non è mia intenzione fare la maestrina), o una correttrice di bozze, e che non mi reputo un’esperta: tutte le annotazioni che ho fatto sono da prendere con le pinze e da non ritenersi dogmatiche.
 
• […] un’altalena arrugginita e due pezzi di legno marcio che in una vita passata dovevano essere stati delle panchine. → Personalmente, confacendomi anche allo stile adottato, inserirei due virgole a racchiudere “in una vita passata”.
• Da quella ragazza non si aspettava niente di diverso, anzi si chiese come mai non fosse ancora scappata urlando o più realisticamente, come mai non avesse ancora inventato una qualsiasi scusa per girare i tacchi e andarsene. → Personalmente aggiungerei una virgola dopo la “o”, in modo da racchiudere “più realisticamente”.
• Naruto aveva riposto tutte le sue speranze nella possibilità di poter scappare ma il trascorrere del tempo aveva messo a dura prova il suo ottimismo e lui aveva semplicemente finito col pensare di aver capito male. → Personalmente inserirei una virgola prima della congiunzione ma.
• Qualsiasi supplizio gli stessero infliggendo non durò a lungo. → In questo caso il soggetto è femminile, infatti ci si sta rivolgendo a Scarabeo, la Numero Sette, quindi è più appropriato usare il pronome personale femminile le.
• Era alta e bionda e prima di essere catturata doveva essere stata sicuramente una donna bellissima ma quel calvario l’aveva consumata e resa più simile ad uno spettro che ad un essere umano. → Personalmente inserirei una virgola prima della congiunzione e, inoltre – confacendomi allo stile – racchiuderei “prima di essere catturata” fra due virgole.
• Aveva così messo in pratica ogni tecnica di meditazione conosciuta, aveva eseguito alla lettera ogni esercizio per contenere la sua forza mentre lei incitava i suoi progressi e lui si beava della sua compagnia. → Personalmente inserirei una virgola dopo “forza”.
• In qualche istante avrebbe perso completamente il controllo, lui sarebbe diventato preda faciale dei sedativi e nessuno di loro, […]. → Suppongo volessi dire ‘facile’.
• Era il suo momenti di pace in un modo di caos. → In questo caso, invece, suppongo intendessi ‘mondo’.
 
Prima di iniziare con la recensione, devo confessarti che il tuo nome non mi era nuovo, infatti quando ti eri iscritta al contest mi era venuta in mente una fanfiction di tre capitoli che avevo letto verso aprile/maggio, tuttavia non volevo fare una delle mie solite gaffe, quindi ho preferito tenere per me questa sensazione. Ed invece avevo ragione; tu sei l’autrice di “Exit Music”, colei che mi ha indotta a bazzicare nuovamente nel fandom alla ricerca di qualche buona NaruHina, arigatou gozaimasu (). Ehm, tralasciando i miei discorsi strampalati e privi di alcun senso logico, mi accingo a farti l’ennesima confessione: questa è stata, fra le storie partecipanti al contest, una delle mie preferite – insieme ad una OS del fandom di Detective Conan –, infatti si è guadagnata immediatamente un posto nell’omonima lista.
Dunque, oh-my-gosh perché devo essere così seria?, per quanto concerne il punto di vista stilistico potrei riassumere tutti i miei pensieri con un semplice: mi sono innamorata. Ebbene sì, sono innamorata del tuo modo di scrivere. Lo stile, il lessico, l’impostazione, l’impaginazione… tutto. Tutto è così perfetto che mi viene da piangere, again. A parte qualche piccola svista, ho trovato veramente piacevole la lettura; sei riuscita a coinvolgermi sin dalla prima frase – incisiva e promettente al contempo – continuando a mantenere vivo il mio interesse sino alle ultime parole, e quando la storia è finita sono rimasta scioccata perché mi ero immersa così in profondità nelle parole che speravo, invano, non finisse mai. Le parole adoperate portano il lettore ad immaginare le scene, quasi come se stesse capitando tutto dinnanzi ai suoi occhi: Naruto che annusa l’aria e capta l’odore di cannella, margherite e viole, Naruto che si avvicina alla mia Hina-chan, Naruto che rimembra i giorni passati rinchiuso nella sua stanza, Naruto che ricorda le morti, i discorsi, le amicizie, Naruto che ricorda il momento in cui è potuto scappare e tutto questo lo contrappone alla situazione di stasi che sta attraversando adesso. Ho amato il modo in cui hai fatto continui riferimenti alle vicende del Manga e come sei riuscita ad amalgamarli alla perfezione con la vicenda che stavi raccontando; i numeri, i nomi in codice, quei pochi ricordi che avevano i prigionieri, il modo in cui è scappato Polipo, la trasformazione del biondo e persino il tocco delicato di Hinata sulla sua gota, aaaawn ~.
Aaaaaagh, non so nemmeno da dove iniziare a commentare, sigh. Mi è piaciuto il modo in cui hai fatto incontrare i due ragazzi, l’altalena centra sempre, è stato tutto così delicato, così perfetto. Naruto, caratterizzato egregiamente come la Hyūga, deve avere spaventato non poco la ragazza, anzi, più che spaventato, deve averla sorpresa; insomma, non è roba da tutti i giorni venire fissati da una distanza ravvicinata, precisiamolo, da due iridi color cielo. Chiunque al posto della corvina sarebbe arrossito e Hinata è stata pure così gentile da offrirgli uno dei biscotti che aveva sfornato; concordo con l’Uzumaki, potrebbe darsi alla pasticceria qualora i suoi piani sfumassero. Ho apprezzato come pian, piano, sia venuto a conoscenza delle innumerevoli sfumature della ragazza e di come quest’ultima sia entrata nel suo cuore, al punto tale da raccontarle cosa gli fosse successo, esporsi temendo persino di venire respinto. Ma Hinata non è come gli altri, lei con le sue iridi color perla vede altro, vede oltre la persona, il muro che accerchia gli esseri umani e con una dolcezza che è solamente sua riesce a convincere Naruto che lui non è un mostro e mai lo sarà. Inoltre ho particolarmente apprezzato la sfumatura romantica che hai dato alla storia, ti dirò, da amante del genere romantico sono passata ad odiarlo quasi e notare che nel tuo scritto c’era il giusto equilibrio, senza eccedere troppo, mi ha fatto amare ancora di più questa fanfiction, Il palmo di Hinata che si posa sulla guancia del biondo ricordandogli che non è un mostro mi ha fatta sciogliere, anche perché ha avuto il potere di fare calmare il ragazzo.
Un altro elemento che ho amato riguarda il continuo riferimento al titolo; Magma. Magma come l’eruzione iraconda che prende il sopravvento nell’animo del ragazzo, magma come le bolle rossastre che cominciano a ricoprirlo trasformandolo ed esplodendo come fossero bolle di lava, appunto, che si ergono sulla superficie bollente.
Ho apprezzato anche come ci hai mostrato la prigionia del biondo, come egli abbia interagito con i suoi compagni, come pian piano i ‘farmaci’ somministrati hanno iniziato a fare effetto, come pian piano la rabbia abbia cominciato a fuoriuscire e come all’improvviso sia comparso Jiraiya a salvarlo, facendolo ‘evadere’. Ho inoltre gradito le descrizioni dettagliate delle varie stanze, delle luci così abbaglianti da fare parere tutto bianco, dei carcerieri che venivano a prendere i carcerati e dell’uniforme che indossavano, sangue o nuvola rossa che sia fa sempre impressione.
Che dire poi dell’introspezione? Miseriaccia, sei riuscita a farmi venire i brividi e a farmi piangere, aka sentiti in colpa. Scherzo! Cioè non devi sentirti in colpa, anzi. Sinceramente non riesco nemmeno ad esprimermi, non riesco a trovare le parole adatte per descrivere quello che ho provato non solo alla prima letta, no-no, ma anche alle lette successive; sì, sto cercando di imparare a memoria il testo sei stata semplicemente perfetta, capace di creare empatia con il lettore sin da subito, facendolo immergere nella storia, facendogli scoprire le radici in cui affondava l’inchiostro impresso su una pagina bianca, facendolo divenire un tutt’uno con i personaggi. E niente, non posso fare altro che inchinarmi dinnanzi a te.
Oddio, sono sicura che mi sto dimenticando di qualcosa, però non vorrei nemmeno diventare soporifera quindi concludo dicendo che la tua storia mi è piaciuta veramente tanto e che, quando avrò tempo, passerò a sbirciare i tuoi altri lavori.
 
Himeko
Recensione alla storia She was the only one - 05/01/18, ore 23:58
Capitolo 1: She was the only one
Buonasera,
ammetto di sentirmi un po’ in imbarazzo nel scrivere questa recensione; un po’ perché non scrivo un commento da mesi e temo di avere perso la capacità di mettere insieme due parole per formare frasi di senso compiuto, un po’ perché un giudizio a questa fanfiction già l’avevo elaborato, ma avendo dovuto abbandonare il contest per cause di forza maggiore, mi pareva troppo arrogante arrogarsi anche il diritto di usare quelle parole, quella specifica strutturazione del giudizio con conseguente suddivisione dei parametri valutati. Ed infine mi sento ancora terribilmente in colpa per non avere portato a termine questo impegno; gomen’nasai.
Ordunque, l’unico aspetto che mi sono sentita di riprendere dal giudizio antecedente è quello inerente l’aspetto grammaticale: « padroneggi la sintassi, i verbi ed i segni d’interpunzione. L’unica pecca, se così vogliamo chiamarla, che non mi ha permesso di assegnarti il punteggio pieno è da ricercarsi in alcuni piccoli e tutto sommato superflui refusi dovuti, a parer mio, ad una digitazione frettolosa, un momento di distrazione, alla stanchezza e/o imputabili alla fretta nel consegnare lo scritto. ». Di seguito ti elencherò le sviste che ho riscontrato, ma ci tengo a precisare che NON sono una maestra (non è mia intenzione fare la maestrina), o una correttrice di bozze, e che non mi reputo un’esperta: tutte le annotazioni che ho fatto sono da prendere con le pinze e da non ritenersi dogmatiche.
 
• Lui era sempre stato un disastro nel prendere delle decisioni: che fossero importanti o meno, aveva sempre avuto la sensazione che avrebbe finito per fare la scelta di sbagliato. → […] per fare la scelta sbagliata.
In fondo, alla fine, buona parte della sicurezza che Obito mostrava non era altro che […]. → In questo caso si tratta di una ripetizione; alla fine, infine, in fondo sono tutti sinonimi.
• Perché alla fine, per quanto ci provasse, una parte di sé non faceva altro che dirgli che, probabilmente, non avrebbe mai attivato lo sharingan per la prima volta, né tantomeno sarebbe diventato Hokage, semplicemente perché era convinto che bisognava essere dei talenti naturali per poter raggiungere e, per quanto non mostrasse mai la sua insicurezza in pubblico, sapeva che c’erano buone probabilità che lui non facesse parte di quella categoria. → In questo caso la frase è costruita un po’ male. La prima domanda che ci si pone è: bisognava essere dei talenti naturali per potere raggiungere che cosa? Personalmente ho inteso che ti riferissi sia al raggiungimento della carica di Hokage, sia all’acquisizione dello Sharingan, quindi – se l’interpretazione è corretta – ti consiglio di aggiungere qualcosa che lo specifichi, per esempio “per potere raggiungere tali obbiettivi”. Un’annotazione che, invece, non ha portato alla decurtazione dei punti attinenti la grammatica è che, in questo caso, sarebbe meglio usare bisognasse invece di bisognava, ma come già detto bisognava non risulta grammaticalmente scorretto.
• […], eppure si era reso conto di non essere in grado di mandarla via, e il motivo non era solo la cotta che aveva per lei. → La virgola che precede la congiunzione e appesantisce il periodo, già di per sé ricco. Personalmente di consiglio di rimuoverla o, qualora volessi rimanere in linea con lo stile adoperato, ti consiglio di spostarla creando l’inciso “e, il motivo, non era” in modo tale da porre l’attenzione del lettore sul perché Obito non riesca a mandarla via.
• C’erano momenti dove si sentiva intrappolato senza vie d’uscita, dove aveva avuto quasi paura a camminare senza una guida, senza di lei, all’inizio. → In questo caso non riesco a comprendere se la seconda parte del periodo sia riferita allo stesso momento della prima parte o, invece, si riferisca a tutt’altro periodo. Se i due momenti sono gli stessi, ti consiglio di modificare in “c’erano momenti dove si sentiva intrappolato senza vie d’uscita, dove aveva quasi paura”, in caso contrario preferirei – a gusto personale – che ripetessi il termine ‘momenti’ (“c’erano momenti dove si sentiva intrappolato senza vie d’uscita, momenti ove aveva avuto quasi paura”).
• […], in un nuovo mondo dove guerre e inutili carneficine non sarebbero mai più esistiti. → Esistite.
 
Uhm, cosa posso dire? Ho apprezzato lo stile, semplice ed incisivo al tempo stesso, e ho apprezzato ancora di più il fatto che tu sia riuscita a mantenere intatti i caratteri dei personaggi adoperati; il team Minato è la perfezione in persona (♥). Ho adorato come hai trattato l’introspezione di Obito; hai mantenuto quell’aspetto in perenne conflitto con il mio adorato Kakashi, ma al contempo hai fatto capire al lettore che ci tiene a lui. Ho veramente adorato come per il piccolo Uchiha, Rin rappresenti la luce di una lanterna nel buio di un tunnel e di come sia riuscito a gestire la sua gelosia: nonostante la sua amata abbia gli occhi rivolti verso l’argenteo (pazza, comprendo che Kakashi è pur sempre Kakashi, ma come si può guardarlo quando accanto si ha un ragazzo d’oro come Obito?), si rallegra del tempo che riescono a passare insieme, surclassando persino – e quindi gioendo – quello che la ragazza passa con il rivale. E niente, sei riuscita a riaprire quella piccola ferita che si era finalmente chiusa, sappi che per colpa tua andrò a riguardarmi gli episodi di Naruto solo per vedere il mio Uchiha preferito — ugh, sì, sono un tantino masochista.
Il titolo, a parer mio, racchiude perfettamente il significato del testo, d’altronde la Nohara sarà sempre l’unica per Obicchan(?), l’unica che lo spingerà sempre a migliorarsi e a cercare il meglio di sé.
Mi ha fatto piacere (ri)leggere questo breve scritto e spero di riuscire, quando avrò un po’ di tempo, a passare dal tuo account a sbirciare qualche altra fanfiction.
Grazie ancora per esserti prestata a questo contest, che alla fine si è concluso diversamente da quanto avevo immaginato, eheh. ♡
 
Himeko
Recensione alla storia Nankurunaisa - 02/10/17, ore 21:04
Capitolo 12: Un passo avanti e quattro indietro
3. Recensione premio per l’Alternative Universe Contest – I edizione valutato in qualità di giudice sostitutivo.


Buonasera,
eccomi nuovamente qui ad adempiere al mio compito di giudice, sostitutivo in questo caso. Prima d’iniziare a scrivere la recensione c’è una domanda che voglio farti: posso essere assunta, come infermiera, nella stessa struttura in cui lavora il dottor Hatake? Mi accontento persino di farci semplicemente qualche mese di tirocinio, davvero.
Che dire? Mi sono ritrovata in perfetta sintonia con Sakura, come lei, anche io ho una sfumatura che mi porta a ricercare la perfezione in tutto quello che faccio e, quando non riesco a raggiungere la soglia che mi sono posta, cado un po’ in… depressione?, non credo che questo sia il termine più adatto, ma ad ogni modo tendo ad abbattermi più di quanto io mostri agli altri. Esattamente come l’Haruno, anche io ero giunta alla conclusione che forse i proiettili potessero essere stati cosparsi di veleno o che ne contenessero una esigua quantità all’interno, o sulla punta — yes, ho visto/letto troppo Detective Conan. La trasfusione mi ha lasciata un po’ con l’amaro in bocca ed un pochino di ripudio; studiando la materia so come dovrebbero presentarsi le sacche per la trasfusione, quali sono i parametri richiesti e quali sono i protocolli, tuttavia, considerando la situazione di assoluta emergenza, penso che ci si sia dovuti adeguare con poco. Mi dispiace solo per Neji e Temari costretti alla continua inserzione ed estrazione dell’ago, non oso immaginare l’ematoma che sarà venuto loro.
Ho particolarmente apprezzato il legame che lega le ragazze e la loro unione; d’altro canto ho sorriso quando i ragazzi hanno scoperto di essere stati salvati da delle donne. Suvvia, credete ancora che siamo il sesso debole? Tsk, immagino che le ragazze non potranno fare a meno di ricordare loro questa vicenda ogniqualvolta ve ne sarà bisogno, vi sarà da prendere qualche decisione o semplicemente lanciare frecciatine.
Mi fa piacere sapere che Temari si è salvata senza alcuna complicazione e sapere che è già in piedi pronta a tornare in missione, mi rassicura ma, al tempo stesso, mi fa storcere il naso; non credo si sia completamente rimessa, senza contare il fatto che ha dovuto fare i conti con il suo passato che, da quanto si è potuto capire, è diventato anche il suo presente e forse diverrà anche il suo futuro. Le parole di Sasori, sinceramente, mi hanno fatta rabbrividire: ha chiesto esplicitamente di Temari per un motivo e sono sicura che la ragazza non potrà fare altro che pensare e ripensare a tutto ciò che si era, in qualche modo, lasciata alle spalle. Fossi stata al posto della bionda, probabilmente avrei avuto l’istinto di ucciderlo per tutto il male e le cattiverie – vorrei usare un termine più scurrile, ma evito – che le ha rispettivamente fatto e rivolto. Ma ora Tsunade è venuta a conoscenza della questione, quindi sono assolutamente certa che, in qualche modo, la proteggerà ed indagherà in maniera più approfondita sulle colpe del rosso.
Un’annotazione che ti faccio del decimo capitolo è che invece di “È stata la squadra delle Suicide Squad” sarebbe meglio dire “È stata la Suicide Squad”, in questo modo eviti la ripetizione della parola squadra. Mentre nella frase “adesso capirete contro chi vi siete messi contro” eliminerei uno dei due contro.
Aaaaah, ma tu non puoi mettermi uno sbrilluccichio NaruHina (♥) così, senza prima avvisarmi; il mio povero cuore non può reggere, sigh. L’idea di dividerli in coppie mi sembra geniale, anche perché così possono conoscersi meglio e se ogni membro della propria squadra comincia a fidarsi di un membro dell’altra squadra, tutta la squadra sarà più propensa a fidarsi; basta vedere come l’affermazione di Hinata abbia indotto le altre ragazze a procedere con questa suddivisione in sottogruppi. La vicenda che riguarda i cugini Hyūga m’intriga sempre di più; da una parte abbiamo Neji che sa, ma al tempo stesso si ostina a non volere sapere, mentre dall’altra abbiamo Hinata che non sa niente, e come potrebbe? È stata venduta che non aveva nemmeno otto anni. La cosa che mi lascia un po’ perplessa è che il padre, dopo averle vendute, abbia deliberatamente fatto credere a tutti che fossero morte: qui sorgono parecchie domande. Per quale motivo le ha vendute? Gli servivano dei soldi? Ma in questo caso avrebbe potuto chiedere al fratello. Voleva un figlio maschio? Gli ricordavano la moglie? Voleva risposarsi e pensava che le figlie sarebbe state solo d’intralcio? Aveva una ‘fidanzata’ che odiava le figlie? Questa vicenda deve assolutamente essere approfondita e non vedo l’ora di vedere i cugini interagire, anche se non credo che i loro rapporti inizieranno con un caloroso abbraccio. Naruto è tenerissimo, anche quando cerca d’indagare su quanto e cosa sappia Hinata, senza contare che è intelligente ed è giunto alla conclusione che dietro Sayuri si cela la mia Hina-chan. Ugh, e quindi è implicata un’università così importante? Cavoli, è proprio un’organizzazione che non lascia niente al caso: mi è piaciuto come siano entrati nel sistema informatico, interrompendo le ricerche di Tenten e Neji. Ma soprattutto voglio saperne di più sull’Organizzazione Alba; oramai è guerra aperta fra le due fazioni, tuttavia la cosa potrebbe giocare a favore dell’FBI, sbaglio o vogliono ricercare informazioni solamente sulla suicide squad?
Se siamo tutti d’accordo, direi di eleggere Naruto come ambasciatore fra le due squadre, ahah. No, dai, però alla fine è stato colui che, involontariamente, ha fatto sentire di volere instaurare un qualche tipo di rapporto con l’altra squadra e ringraziare è sempre una buona cosa. Uhm, quindi sia nella CIA che nell’FBI ci sono persone conosciute dalla propria nemica-amica, la cosa si fa sempre più interessante; in questo modo sarà anche più semplice sviluppare un legame di amicizia, almeno i membri dei sottogruppi avranno qualcosa in comune di cui parlare. Naruto geloso; questa è una chicca per i miei occhi e per il mio cuoricino, chissà le cose fra i due evolveranno… ma tempo al tempo. Sto semplicemente adorando i pensieri di Shikamaru; come lui non c’è nessuno. Sai che mi chiama Ino, Coccodè… vuole proprio morire, ne’? E la coppia Sakura-Sasuke riserverà tantissime sorprese secondo me; a parte che sono entrambi intelligenti, ma hanno anche un bel caratterino.
Kakashi analista non me lo aspettavo; mi hai colta di sorpresa, davvero. Quest’uomo è semplicemente un grande, come si fa a non amarlo?
In quest’ultimo capitolo mi piace il gioco con cui hai adoperato i passi in avanti e quelli indietro che hanno compiuto i ragazzi; a Neji è andata bene, solo passi avanti, ahah. Eeeh, Naruto si è già invaghito di Hinacchan ed è logico che vederla assieme all’Aburame gli crei qualche piccolo scatto di gelosia, però sai, non credevo che il primo a cedere a questi sentimenti sarebbe stato proprio il biondo, immaginavo più la corvina. Aaaaawn, gioie anche dal fronte TsunadeJiraiya; loro sono indiscutibilmente otp. Mi piace particolarmente l’interazione che vige fra Temari e Shikamaru; soprattutto i pensieri di quest’ultimo che sono atti ad inquadrarla e direi che ci sta riuscendo egregiamente. Oddio, spie ovunque, sia nell’FBI che nella CIA e, oddio al quadrato, adesso quelli dell’Alba hanno in mano tutte le informazioni inerenti la Suicide Squad: come si comporteranno i vari personaggi implicati? Vi sarà una caccia alla talpa? Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo! :)
Perdonami per la frettolosità con cui ho concluso la recensione, ma devo proprio andare; vedrò di rifarmi con la prossima,
 
Himeko
Recensione alla storia Nankurunaisa - 02/10/17, ore 17:16
Capitolo 8: Organizzazione Alba - Sasori
2. Recensione premio per l’Alternative Universe Contest – I edizione valutato in qualità di giudice sostitutivo.
 
Buon pomeriggio,
oggi mi sento particolarmente in vena di recensioni – motivo per cui mi ritrovo nuovamente qui a tormentarti –, sebbene non riesca ad esprimermi al meglio delle mie potenzialità o, più in generale, a mettere in fila due parole per produrre una frase di senso compiuto. Chiedo inoltre venia per i discorsi sconclusionati e totalmente privi di senso a cui andrai incontro proseguendo con la lettura di questa… cosa-spacciata-per-recensione.
Devo dire che, dati i temi trattati nei primi quattro capitoli, mi aspettavo di trovarmi dinnanzi a situazioni pressappoco simili, eppure mi hai stupita per quanto riguarda Hinata; ha sì subito una violenza, prettamente psicologica, ma, fortunatamente, non ha subito alcuna violenza fisica, o per meglio dire, è riuscita a sfuggire per un soffio al triste destino che l’attendeva.
Provo pena per Sakura; costretta a fare, usando un termine un po’ raffinato, la cortigiana per poter vivere. Se questo si può chiamare vivere… mi si è stretto il cuore a leggere a cosa andasse incontro questa povera ragazza; dover soddisfare, in tutto e per tutto, i raccapriccianti desideri dei clienti, sottostare alle regole che le impongono in quell’arco di tempo in cui l’hanno comprata… posso comprendere ciò che l’ha portata a decidere di porre fine alla propria vita.
Hinata, d’altro canto, è l’unica, fra le presentazioni delle ragazze, a mostrare un briciolo di speranza per il futuro, dato non solo dalla voglia di ricongiungersi alla sorella, per poi scoprire che è morta dando alla luce una bambina, ma in seguito, questo spiraglio le viene dato dalla nipote stessa. Indubbiamente orribile il modo con cui il padre ha venduto le figlie, ma non spendo parole perché il pensiero si capisce da sé.
Appena ho letto del capo che si faceva chiamare A, ho sorriso; mi ricorda un po’ Pretty Little Liars, ahah. Dunque, questo settimo capitolo lo considererei più come un capitolo di transizione; c’è stato un salto temporale e veniamo a scoprire che le nostre beniamine sono diventate la suicide squad e che non solo deve andare in missione in Africa, ove Temari si troverà dinnanzi ad una situazione a lei molto famigliare, ma dovranno persino salvare dei ragazzi: direi che la vicenda si fa sempre più intrigata. Ho notato che il capitolo è un po’ vago, quasi come se ci riservassi più dettagli e sorprese con il proseguire della lettura, ampliando nel dettaglio ciò che è accaduto in questi sei anni, condendolo con quanto succederà nel presente e… non si nota che ho fame, vero? *si nasconde nel sottoscala che non ha*
Ad ogni modo, stavo dicendo, voglio proprio vedere cosa succede e come si comporteranno le ragazze. E sono anche incuriosita dai rapporti fra CIA ed FBI; qualcosa mi dice che non tutto filerà liscio come l’olio e che il loro incontro sarà condito da battutine e frecciatine.
Mi sembrava di assistere ad una delle missione delle Totally Spies!, mammamia, che ricordi. Devo dire che se la sono cavata egregiamente, soprattutto Temari; ha affrontato il suo passato a testa alta ed è riuscita persino a catturare Sasori. Per un secondo avevo persino pensato che non ce l’avrebbero fatta, che il convoglio sarebbe partito senza di loro, invece… mai stata così felice di sbagliarmi.
A questo punto non vedo l’ora di leggere gli altri capitoli,
 
Himeko
Recensione alla storia Nankurunaisa - 30/08/17, ore 18:22
Capitolo 4: Tenten
1. Recensione premio per l’Alternative Universe Contest – I edizione valutato in qualità di giudice sostitutivo.


Buonasera,
finalmente sono riuscita a ritagliarmi un po’ di tempo per cominciare ad elargire le recensioni premio, tuttavia di avverto che sotto questo punto di vista sono piuttosto discontinua, ma non temere, presto o tardi, arriveranno tutte.
Ordunque, questi primi capitoli mi sono piaciuti tantissimo e l’avvertimento “tematiche delicate” non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità a riguardo. Dato che al momento sono dodici capitoli, ho pensato di suddividere le tre recensioni che ti spettano ogni quattro capitoli ed una volta terminate, ne leggerò sicuramente il continuo.
Uhm… prima di analizzare i capitoli, vorrei farti notare alcune sviste grammaticali — non intendo offenderti in alcun modo e se notasti un comportamento da maestrina, me ne scuso e ti assicuro che non era nelle mie intenzioni:
• C’era chi li chiamava automi, chi macchine, chi esseri insensibili, ma loro non erano state così. → In questo caso ritengo sia più opportuno dire “c’era chi le chiamava […]” in quanto i termini a seguire sono riferiti alle protagoniste della storia.
• La privò della sua infanzia, della sua fanciullezza, prendendosi la sua purezza per poi gettarla come una bambola di pezza che non serve (serviva) più.
• Era di una bellezza rara, una bellezza che si incontra (incontrava) poche volte nella vita.
• L’Australia è sempre stato un continente lontano, quasi una meta irraggiungibile, piena di mistero. → In questo caso ritengo sia più adeguato coniugare il verbo essere all’imperfetto (era) piuttosto che al presente. Qualora volessi mantenere il verbo al presente, potresti formulare la frase nel seguente modo: L’Australia è sempre stato un continente lontano, quasi una meta irraggiungibile, piena di mistero, dicevano in molti.
• Nessuno conosce (conosceva) il suo passato, nemmeno la suora che la prese con sé e l’allevò all’orfanatrofio di Adelaide.
• Chi perché dimenticato dai propri genitori, chi orfani (orfano) e con parenti che non si sarebbero mai presi cura di loro.
• Tutti i pensieri si infransero nel momento esatto in cui venne spinta un po’ più giù, mentre qualcuno le levo (levò) i vestiti inferiori e la prese con forza.
 
Dire che sono sconvolta, è dire poco. Sono arci-super-mega-iper-troppissimamente-troppo sconvolta, in senso positivo, d’intende. Alla faccia delle tematiche delicate, miseriaccia. Non pensavo di trovarmi dinnanzi a qualcosa di così sconvolgente, insomma, immaginavo qualcosa di più soft.
Temari, povera piccola. Additata da tutti come un demonio, figlia di una madre che ha giaciuto con un demone perché fisionomicamente diversa dalle altre persone, bambina in costante rapporto con i pregiudizi, maltrattata da tutti e non amata da chi avrebbe dovuto amarla, perdinci, è tua figlia e tu la vendi non appena ne hai l’opportunità al miglior offerente? È una persona, una bambina che non ha colpe, non un oggetto da gettare via. E come se il dolore che ha vissuto nei suoi nove anni non fosse già tanto, viene violentata, costretta al silenzio e per finire subisce anche un trattamento per l’infibulazione. Quest’ultimo elemento mi ha fermato il cuore per non pochi secondi, è stato difficile continuare con la lettura perché comunque si sta parlando di amputare gli organi genitali, o comunque di ricucire assieme i lembi di pelle per ripristinare la purezza, che in questo caso è stata tolta da un… un… guarda, non trovo nemmeno le parole più adatte per esprimermi. Ed i medici sono stati proprio dei codardi, cavolo, quando si presta giuramento si tenta di salvare la vita della persona, non la si ripone in un tappeto e la si butta nel deserto. Non riesco nemmeno ad immaginare le infezioni e le varie complicanze a cui potrebbe andare incontro Temari — pardon, deformazione professionale di una, si spera, futura infermiera.
Ino, invece, è stata quella che mi ha colpita maggiormente dal punto di vista psicologico, forse anche perché mi sono ritrovata in una situazione simile alla sua. È odioso quando le persone, normali persone, ragazze volubili con un corpo sano, vanno incontro a disturbi alimentari per colpa di idioti – perdonami, vorrei usare un altro termine, ma risulterei troppo volgare – che non capiscono che le loro parole fanno male. La gente dovrebbe pensare prima di pensare. Alice la odio a prescindere, potrebbe anche rivelarsi una ragazza ricattata, ma quello che ha fatto alla Yamanaka è veramente orribile; non solo la fa sentire inferiore, la induce ad intraprendere una brutta strada, no, non le basta questo, deve persino portarla dal tatuatore per farle fare un tatuaggio, un tatuaggio che la bionda non ha scelto e come finisce? Con lei che porterà la scritta loser sull’inguine per sempre. Psicologicamente parlando non oso nemmeno immaginare cosa questo comporterà nella sua vita sociale, ci sarà sempre quel pezzo d’inchiostro a ricordarle una bruttissima esperienza, non riuscirà ad avvicinarsi ad un ragazzo per paura che scopra il suo passato, ed il suo fisico è stato completamente trasformato per colpa di una ragazzina invidiosa e dell’amico più stupido dell’amica. Parole come grassona colpiscono sempre e, se come nel caso di Ino, la ragazza è vulnerabile attuerà determinati comportamenti per dimagrire, anche quando il suo peso è quello ideale per una ragazza della sua età; avere delle forme pronunciate non significa avere qualcosa che non va nel proprio aspetto fisico e questo, quando si entra nel circolo, diviene difficile da credere, anche perché le sensazioni provate non si dimenticano mai ed il dubbio che tu sia fuori forma continuerà a tormentarti.
Ed infine c’è Tenten. Mammamia, bullizzata e violentata. Come può il genere umano attuare determinati comportamenti? Ma si rende conto che quello che compie poi si ritorcerà per sempre sulla vita della vittima, la quale se lo ricorderà per sempre? Mammamia, non ho parole, veramente. Quando dal bullismo si giunge alla violenza vera e propria, intesa come quella sessuale, è una cosa orribile. Non basta loro umiliarla tutti i giorni, picchiarla e chiederle di farle copiare i compiti? No, dovevano umiliarla in tutti e modi e hanno attuato questa imboscata. Se mi fossi trovata nei panni di Tenten avrei pensato al suicidio persino io e, la cosa mi fa paura, forse ci avrei pensato già molto prima — yep, non sono proprio una persona forte, mettiamola così.
È stato sconvolgente leggere questi capitoli ed è stato sconvolgente anche l’impatto psicologico che hai creato non solo con i termini, ma anche con il quadro generale, è stato possibile non solo vivere l’orrore delle ragazze, ma anche visionare vividamente le scene.
Per il momento ti saluto,
 
Himeko