Recensioni di Deliquium

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia L'Era del Sangue (prologo) - 06/08/22, ore 11:54
Capitolo 29: Teoria del caos con esercitazioni pratiche
Oh, ma tu guarda. A quanto pare, in fondo in fondo, Anjia è una fanciulla bisognosa di conferme. Io sono sempre della mia opinione che sia la più fragile tra tutte e quattro.
Abituata ad essere giudicata solo per il suo aspetto fisico, ora pare avanzare i suoi dubbi e a cercare conferme in Shane che "Noooo, ma ti pare?"
Che è la logica conseguenza di certi comportamenti, a ben vedere, che ti portano a non riconoscerti e a chiedere conferme agli altri.

Gregor pare non essere poi questo gran pianificatore, sebbene sfruttare ogni situazione possibile possa essere considerata una forma di pianificazione di livello superiore. Ma tant'è.

Ben lo vedo piuttosto silenzioso a sto giro. Non è ben chiaro a cosa stia pensando, e come stia valutando tutta questa situazione.

Lambert è pazzo? Fa il pazzo? O Sembra pazzo? Comunque una chiacchierata con uno bravo, io fossi in lui, la farei. .

Athena potrebbe non essere al Santuario. Ma potrebbe essere stata rapita senza che se ne accorgessero. In fondo tu non ci hai ancora detto dov'è.
Potrebbe essere nella stanza accanto a quella dove si trovava Melissa e gli altri, oppure no.

Se dovessi scegliere, preferirei vederla arrivare al Santuario, piuttosto che immaginarla immobilizzata dal nemico di turno e bisognosa di essere salvata.
Obiettivamente, nella serie classica ci sta pure. Ufficialmente è una ragazzina di 13 anni, dea finché vuoi, ma esperienza zero.
Adesso ha quarant'anni. Possibile che l'unica strategia che conosca è "mettersi nelle mani del nemico"?

A chi scrive si pone un quesito: caratterizzare Athena e le altre divinità come ha fatto Kurumada e quindi restare fedele al suo canon oppure essere fedele al mito.
Tempo fa mi era capitato di leggere una fanfiction ambientata in un'epoca precedente in cui Athena se la faceva con l'allora Saint dei Pesci. Storia che nel complesso non mi era dispiaciuta, ma caratterizzazione di Athena completamente sbagliata. Perché una delle cose più importanti della divinità è che la divinità non cambia. Athena presenta attributi ben precisi. La verginità è uno di questi. Togli ad esempio la verginità o l'astuzia ad Athena e non hai più Athena. Hai qualcos'altro.
Un po' come la carbonara con la pancetta o il tiramisù vegano.
E il rischio più grande nel descrivere esseri non umani è ridurli appunto all'umano.

Ma io sono davvero molto fiduciosa nella tua Athena. Ho già letto gli accenni che hai fatto di lei e mi ha sempre dato l'impressione di avere a che fare con un essere non umano. Che è così che dovrebbe apparire un dio se fosse in mezzo a noi. Apparentemente apparirebbe come un essere umano, però dentro di te, affiorerebbe il dubbio che qualcosa non quadra.

Acciderbolina, chi l'avrebbe detto due annetti fa che saresti arrivato al 28esimo capitolo. Pollice in su.

Al prossimo capitolo. Forse. :D
Recensione alla storia L'Era del Sangue (prologo) - 04/08/22, ore 20:13
Capitolo 28: Racconto di maturazione (come Gundam)
Lost non l'ho mai visto, ma credo che buona parte del suo fascino sia guardarlo man mano che esce, un po' come all'epoca Twin Peaks.

Non so. Io non sono mai stata d'accordo con l'idea di "buona sceneggiatura" che traspare dai tuoi scritti (che non è detto sia la tua personale, perché sono i tuoi personaggi a esprimerla).
Anche a me è capitato di criticare aspramente qualcosa non convinta da alcune cose ascrivibili alla sceneggiatura, però per me i cosiddetti buchi possono diventare spazi che lo spettatore o lettore può riempire con quello che vuole, quasi come se contribuisse a creare la storia.
Dietro le critiche in tal senso, penso si nascondi l'idea che questi buchi, queste distrazioni, e via dicendo... Celino l'incapacità dell'autore di trovare delle soluzioni valide. Può essere che sia così, ma può anche essere che non è poi così importante come sembra. Esempio, in Lost ci sono cose che pare non spieghino. La mia domanda è: è proprio necessario avere la risposta a tutto? Conoscere tutto? Che tutti i tasselli vadano al loro posto?
Esempio, Tenet di Nolan a me non è piaciuto per niente. Perché non si capisce niente. Nolan è uno che boh... Sembra arrivato alla frutta, quindi visto che alla gente piace spaccarsi la testa per capire cose, facciamo film alla cazzo di cane . Manco fosse un dadaista che pesca frasi da un cilindro.
Heat, La sfida invece per me è un film con una sceneggiatura ben fatta, che io non mi stancherei mai di vedere. Ovviamente è "per me". Io non parlo mai oggettivamente. Tutte le mie opinioni sono puramente soggettive.

Ci sono lunghi passaggi nei tuoi scritti veramente scorrevoli, dei quali non cambierei nemmeno una virgola, ma ce ne sono altri che cercherei di alleggerire, sforbiciando qua e là. Ad esempio, quando in questo combattimento Claudette e Cancer mettono in mostra le loro capacità di previsione dei colpi altrui, con scambi di battute in cui ognuno dichiara di aver previsto quello che fa l'altro. Non so, magari sbaglio, ma secondo me appesantisce la lettura.
A quale titolo ti scrivo questo? Uhm, non saprei. Leggo parecchio, e in passato ho scritto fanfiction. Pare che sia intelligente, ma questo non lo puoi verificare, nemmeno che abbia letto tanto. Magari ho letto solo Fabio Volo e Twilight. Mai piaciuto Twilight: letto solo il primo libro perché era un continuo "Leggilo, ti prego". E Fabio Volo
... Boh, pensavo facesse il comico.
Ma d'altra parte...
Niente. Semmai dovessi finire questa storia, io fossi in te seguirei il consiglio che Stephen King dà in On Writing: tagliare.
Lui sì che ha titoli per dar consigli :D

La risoluzione del colpo di Cancer, mi è piaciuta molto. Forse era una delle poche possibili. I conflitti interiori è molto difficile superarli da soli. Ci vuole innanzitutto una capacità di autoanalisi profonda, il coraggio di vedersi (perché talvolta si scoprono cose di te che non vorresti vedere) e tempo, tanto tempo.
C'è sempre un intervento esterno comunque. Anche se a te, sembra di fare tutto da solo, c'è sempre qualche input esterno che porta al cambiamento.

Per queste ragioni penso che tu abbia fatto una buona scelta a considerare l'intervento dell'Altro.

Claudette mi ha sempre dato l'impressione di una ragazza che non vuole assumersi le responsabilità, quasi come se non voglia vivere nel mondo reale. Ha sempre guardato il mondo con il filtro delle sue opere preferite. Non è la passione negli anime o nei manga a renderti alieno al mondo, ma è l'incapacità di tracciare i confini tra la bolla che ciascuno di noi crea attorno a sé quando s'immerge nella lettura di un volume o nella visione di un qualcosa, da il resto: quando lavori o studi, incontri gli amici, stai in famiglia e via dicendo...
Altrimenti ci saluteremmo tutti mettendoci un pugno sul petto e urlando a squarciagola.
(Recensione modificata il 04/08/2022 - 08:14 pm)
Recensione alla storia L'Era del Sangue (prologo) - 06/05/22, ore 08:30
Capitolo 27: E non cambiate canale!
Secondo me - mia personale opinione. Puoi prenderla e buttarla nel cestino. - a te riescono molto bene le parti introspettive.
Ovviamente questo potrebbe essere legato unicamente a una mia percezione personale.

Ho notato, che le difficoltà di Shane, Claire, Arianna e Anja scaturiscono tutte dal rapporto con l'Altro.

Per Shane si tratta di fiducia.
La sua paura più grande è quella di essere tradito dall'Altro. Se l'Altro può tradirmi, allora io ho il diritto di non fidarmi.
Il tradimento giunge sul piano lavorativo e sul piano affettivo (duplice in quest'ultimo caso - perché riguarda sia l'amore che l'amicizia).
Inoltre c'è un sottilissimo auto-tradimento in quella mancata paternità. Qui, mi sa che devo spiegare cosa intendo.
Nel caso specifico di Shane la partenità era un evento legato a una probabilità: sia lui che l'altro sarebbero potuti essere il padre. Se il bambino fosse stato suo avrebbe avuto una sorta di ancora di salvezza. "Tutti mi tradiscono, ma almeno avrò te."
Tendenzialmente, quando in una coppia un figlio non arriva l'uomo è portato ad accusare la donna. Soprattutto se ha avuto un certo tipo di educazione. Ma qui non può, perché il bambino c'è. L'unico problema è che non è suo. Erano lui e l'altro. E lui ha fallito. Essendo in una sorta di sogno ogni cosa è amplificata dall'intromissione dell'inconscio.

Claire invece ha paura di essere inadeguata agli elevati standard morali che lei stessa s'impone. Quando uno decide di agire rispettando una morale deve anche chiedersi se possiede le capacità necessarie a mantenere una certa coerenza.
Anche a costo di restare solo contro tutti.
Ma sta qui il problema di Claire. Lei si riconosce solo attraverso l'approvazione altrui. Il giudizio altrui è la prova che lei è ciò che vorrebbe essere. Se gli altri non la riconoscono, non esiste nemmeno la versione di Claire che lei vorrebbe essere.

Arianna invece rifiuta qualsiasi rapporto con l'Altro che possa andare in profondità. Predilige i rapporti superficiali perché quando si mantiene la distanza dall'Altro, l'Altro non può vederla davvero e lei non può vedere l'Altro.
Si è distanti in entrambe le direzioni e molte volte non è un voler impedire all'Altro di avvicinarsi, ma è un voler impedire a noi stessi di avvicinarci all'Altro perché se Arianna lo facesse potrebbe rendersi conto che l'Altro non è come lei pensa che sia, ma che ha proprie motivazioni, paure, pregressi, bellezza, difetti che da lontano non si riescono a vedere.
Ma noi esistiamo in rapporto con l'Altro e se portato alle estreme conseguenze si smette di percepire noi stessi.

Ho apprezzato l'elemento acqua: forte simbologia dell'inconscio.

Quello che viene mostrato ad Anja è legato alla sua malsana abitudine di sentirsi responsabile per tutti. Anche nel suo caso tutto è amplificato dalla dimensione onirica che la porta a una reazione totalmente irrazionale.
Anja è quella che dopo Claudette aveva la possibilità più concreta di liberarsi dalla tecnica di Cancer, proprio per le sue abilità di controllo mentale, e ci sarebbe riuscita se fosse stata, per così dire, in equilibrio.

Shane, Claire, Arianna e Anja sono quelli che nel corso della tua storia hanno manifestato maggiori difficoltà sul piano psichico.
Anche Claudette ha i suoi problemi, però è in possesso di maggior consapevolezza rispetto agli altri. Non è che abbia una personalità più forte, semplicemente non si fa troppi problemi e non ha paura di farsi male . Stato invidiabile che hanno cercato di raggiungere anche gli altri quattro a modo loro, fallendo. Perché tu non puoi avere fiducia negli altri avendo paura che ti tradiscano; non puoi basarti sul giudizio altrui per essere quella che vuoi essere; non puoi pensare di creare nessun rapporto se non accetti che l'altro si avvicini e non puoi pretendere che gli altri siano come tu voglia che siano.

Il prossimo si prospetta un capitolo molto interessante.

P.S. - Può essere che ti troverai il nome di Anja scritto in tre modi diversi. Ho cercato di correggerli ma non sono certa di averli beccati tutti.

***

È molto raro, praticamente impossibile che io integri una recensione.
Tutto quello che ho aggiunto, si trova sotto i 3 ***
Così almeno capisci subito cosa ho aggiunto.

Detto questo: mi ha colpita piacevolmente, la cura nella descrizione psicologica dei personaggi non solo nella parte in cui - per così dire - sbarellano, ma anche all'inizio.
Mi limiterò a commentare solo per quanto riguarda Claire e Arianna.

All'inizio, quando l'intervistatore si presenta da Claire, lei si mostra a disagio perché è senza trucco.
Il trucco è equiparabile alle pitture di guerra. Il principio è lo stesso. E questo significa che per alcune "truccarsi equivale a scendere in battaglia". Ovviamente non è che escono dalla porta di casa imbracciando un kalashnikov ma, per così dire, vogliono essere pronte.
Attribuendo a Claire quella battuta cosa ci comunichi?
Innanzitutto che Claire non vuole dare un'immagine sbagliata di sé.
In secondo luogo, insicurezza. Non è tanto il truccarsi la discriminante, ma il non truccarsi. Ci sono donne che non riescono a mostrarsi agli altri senza trucco e capelli in ordine.

Andiamo avanti.
Claire ribadisce: "Io sono questo. Io sono quello."
Se tu sei, non hai bisogno di dirlo. Lo sei e basta. Perché il valore morale è dentro di te. Come ti scrivevo l'altro giorno, Claire ha bisogno del riconoscimento altrui.

Quindi fino ad ora sono emerse due aspetti della personalità di Claire: l'insicurezza e il bisogno di approvazione (non solo da parte degli altri, ma anche da parte di sé stessa).

Il terzo aspetto emerge nell'ultima battuta di Claire ed era una cosa che avevo già notato nei capitoli precedenti. Claire non riesce a interagire con le persone che la pensano diversamente da lei perché inconsciamente sa che i suoi valori mancano di basi solide. L'altro per lei è una sorta di cassa di risonanza. Non ama il conflitto, perché il conflitto è ciò che mette alla prova quello in cui crede.

Questa è a grandi linee la Claire che a me è arrivata.

Per quanto riguarda Arianna, la sensazione immediata che ho avuto è stata: "Questa persona non vuole farsi coinvolgere."
Arianna è quel tipo di persona che talvolta ti capita d'incontrare, ineccepibile sul lavoro, che vanta un discreto numero di conoscenze con le quali è in buoni rapporti. Con lei si parla del più e del meno e morta lì.
Gli altri per Arianna sono vissuti quasi come un fastidio: con tutti i loro complessi, le loro pessime abitudini, il loro modo di fare invadente. Che palle. Poi mi chiedono cose. Hanno pretese. Ma che vogliono da me? Io non ho chiesto niente a nessuno.
Però però. C'è questa cosa che manca.

Un'altra cosa che mi è piaciuta è stata la scelta del colpo di Brett.
Un percorso psicologico richiede del tempo. Io non credo affatto nella psicologia di ultima generazione che si vanta di risolvere tutti i problemi in dieci incontri o che il problema viene risolto agendo sul risultato finale. Quindi, per me è o psicanalisi o psicologia analitica. Dal momento che a Freud preferisco Jung, per me è psicologia analitica, ovvero processo d'identificazione.
Grazie al colpo di Brett, i protagonisti si sono trovati in una situazione impossibile nella realtà. In condizioni normali conscio e inconscio devono restare separati. Quando l'inconscio prende il sopravvento, succede un gran casino. Tuttavia, se si riuscisse a iniziare un dialogo con il proprio inconscio e se si riuscissero a integrare gli elementi inconsci a quelli consci, ci si avvierebbe al processo di identificazione.
Ecco. Diciamo non una cosetta che si fa in un pomeriggio. Jung ha impiegato 17 anni a completare il Libro Rosso. E stiamo parlando del fondatore della psicologia analitica. Figuriamoci una persona comune.
Tuttavia, questa tua scelta ti ha permesso di creare le condizioni perché i tuoi personaggi incontrassero la propria Ombra, la parte di noi che non vogliamo vedere e che spesso non vediamo.

Si vede eh, che sono affascinata da queste cose?! . *_*

Non vedo l'ora del prossimo capitolo per il quale non faccio alcuna previsione, eccetto del "speriamo di non dover attendere 8 mesi".
Ho scritto veramente tanto questa volta però ormai l'ho scritto e che faccio lo butto?
(Recensione modificata il 12/05/2022 - 08:16 pm)
Recensione alla storia L'Era del Sangue (prologo) - 01/10/21, ore 09:31
Capitolo 25: Non c'è trucco, non c'è inganno
Se devo essere sincera i precedenti capitoli non è che mi abbiano delusa, intendiamoci, solo che... avevano qualcosa che m'impedivano di essere interamente soddisfatta. In particolare, non riuscivo a capire dove volessi andare a parare con il flashback. Il robot? Un'altra cosa al limite... Non tanto per il robot in sé, quanto per il fatto che sembrasse un elemento discordante da tutto. "Che c'azzecca quel robot" mi chiedevo. Tuttavia, con questo capitolo, mi hai fatto tornare la voglia di commentare. - Che culo! - Il robot nazista mi ha fatto sanguinare gli occhi, ma trovarci dietro quel lucido folle di Ben, un po' meno. Poi, un Ben ragazzetto. Genio, eh! Per carità. Però sempre un ragazzetto che ha l'idea di assemblare un automata per i suoi esperimenti. Ad ogni modo, da lui ce lo aspettiamo. Vampire Orb. Leggevo che in merito agli Orb c'è chi pensa siano emanazioni spirituali... Vabbè. Io la bypasserei quest'ipotesi. Vampire... Qualcosa che dà una non vita in cambio di una vita. Il nome mi piace molto. Comunque... La spiegazione di Ben circa le dimensioni mi ha ricordato molto Flatlandia. Un libricino letto per ragioni didattiche, che ho adorato. Istvan sembra essere un buon personaggio. Il suo potere è interessante. Anche se mi domando se lui abbia un suo vero potere al di là del "copiare i poteri altrui". I giapponesi la vedono molto bene sta cosa del copycat... Diversi personaggi degli anime hanno un'alta considerazione perché sanno copiare bene le tecniche altrui. Mi sono sempre chiesta se la capacità di imitazione - assorbimento della tecnica abbia un limite dato dalla persona stessa. Comunque ci sono rimasta un po' male nel leggere che non darai spazio ai Guerrieri della Follia. Solo l'idea appena accennata che un Guerriero della Follia è tale per linea ereditaria mi ha fatto andate in brodo di giuggiole, vedendo tutta la vastità narrativa che ti si apriva davanti. Non tanto nel lato combattimento, quanto proprio in quello di genesi, mantenimento, evoluzione nel tempo dei Guerrieri di Ares. Perché queste persone, da quello che ho inteso, hanno perpetuato il mito del loro dio per secoli e secoli, con tutto ciò che ne consegue. In quel momento mi sono detta: "Avrei voluto pensarci io."
Recensione alla storia L'Era del Sangue (prologo) - 06/06/21, ore 09:50
Capitolo 21: Quello in cui arrivano al Santuario
Urko! Com'è che siamo finiti alla Baia Imperiale?!? Ad ogni modo. Claudette non sono mai riuscita a inquadrarla molto bene. Dobbiamo ancora capire due cose: perché non voleva andare al Santuario e chi le ha insegnato a combattere in quel modo e perché. Sempre che i futuri capitoli ce lo spieghino. Riguardo HG4E la scelta di Claudette deve essere inquadrata nel contesto: ovvero una situazione di tipo militare in cui non sono chiare le parti (non si sa chi siano gli alleati o i nemici). E in tale contesto c'è solo un modo per definirla: incosciente. La leggerezza di Claudette non è scusabile, nemmeno se il suo misterioso contatto si rivelasse una persona totalmente meritevole di fiducia. Tre cose sono costanti in Saint Seiya e tranne Seiya che cade in un burrone le altre due le abbiamo (Forse. Perché di una non sono proprio convinta). Le riflessioni e le elucubrazioni su Gregor dei cinque protagonisti mi hanno fatto venire il mal di testa e sinceramente a un certo punto mi sono persa. Ancora non mi sono fatta un'idea sulle intenzioni di Gregor. Persegue un suo fine ben preciso e per raggiungerlo sembra essere pronto a tutto persino a portare alla rovina il Santuario? Oppure la trasformazione stessa del Santuario è uno dei fini che persegue? Inizio a credere che uno degli scopi di Gregor sia la diffusione di quella canzone. Probabilmente funziona come una sorta di messaggio subliminale che sarà ascoltata da un mucchio di ragazzini fan della serie tv. Le azioni di Gregor non sono mai quello che sembrano. Lui agisce in modo tale da determinare una ben precisa reazione nell'altro. Non ha bisogno di fare nulla, ma sono gli altri che agiscono come lui desidera.