Recensioni di Sabriel Schermann

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Recensione alla storia You like to think you’re never wrong - 09/07/21, ore 14:48
Capitolo 1: You like to think you’re never wrong
Ed eccomi qui, cara Kim, a consegnare finalmente la seconda meritatissima recensione premio! Da dove dovrei cominciare, me lo dici??? Quanto è bella e dolce e piena di significato questa storia??? *_______________*
L'avevo già letta un paio di giorni fa, ma volevo commentarla in un momento in cui sarei stata tranquilla e avrei avuto le idee chiare su che cosa scrivere: sì, perché come al solito mi hai fatto riflettere, e non poco, quindi mi sono presa una sorta di "pausa di riflessione" dopo la lettura XD
E ancora adesso mi sembra di doverti dire talmente tante cose che mi vorticano tutte insieme nella testa e non so da dove cominciare. Opto per la prima cosa a cui ho pensato: Petra Rose (ma che diamine di nome è, poi? Secondo me già da qui si intuisce il disagio di questa donna XD) è terribilmente simile a Cecilia Sandys, tanto che all'inizio pensavo di essermi confusa e che in realtà si trattasse della madre di Joe, perché le loro idee sono quasi le stesse, con una sola differenza: Cecilia ha avuto il coraggio di rinnegare ciò che evidentemente le era stato insegnato (l'omofobia) per amore di suo figlio. Forse, e sottolineo forse, lei si può definire una specie di madre, per non aver rifiutato suo figlio (non del tutto, almeno), nonostante Joe sia cieco e omosessuale (che, per quanto mi riguarda, sono due caratteristiche che delle persone becere come loro possono tranquillamente considerare negative e quindi non adatte alla loro vita apparentemente perfetta).
Petra Rose, però, è proprio su un altro livello: è Cecilia al quadrato, è Cecilia senza un'anima, senza sensibilità e senza alcun istinto materno. Una donna completamente sprecata, priva di umanità. Tutto ciò mi rende immensamente triste, perché Martin è così buono da non meritare affatto una madre del genere, e per fortuna che lui ha suo padre a "consolarlo" e a stargli accanto! Non posso nemmeno immaginare quanto sia orribile per un figlio essere rinnegato in questo modo, a maggior ragione per che cosa? Il giudizio della gente?
E tutto questo non è "solo fantasia", ma l'ho visto anch'io con i miei occhi ed è assurdo, mi chiedo come queste persone possano essere in grado di crescere dei figli... e sai cosa ti dico? Una persona come Petra Rose, se avesse avuto un figlio come Joe, probabilmente l'avrebbe già abbandonato da un bel po' (perché è cieco, perché è gay e perché è un rompiballe, mentre Martin è dolce come un marshmallow XD)
In ogni caso, è interessante che entrambi abbiano avuto nella loro vita due figure genitoriali femminili terribili, ma due padri meravigliosi. Purtroppo non stento a credere che queste cose possano accadere anche nella realtà (e che le persone che le vivono si possano incontrare, come Martin&Joe), però non ho potuto fare a meno di notare questa "somiglianza" tra le loro famiglie e pensare che sia una caratteristica curiosa, per quanto orribile XD
E poi apprezzo tantissimo il tuo modo di trattare il tema dell'omosessualità e l'omofobia, e tutto in modo molto naturale e spontaneo. Te l'ho detto, quanto ti leggo mi sembra sempre di "entrare" nella storia, come se li vedessi davanti a me, ma fossi invisibile (???), e devi sapere che ho sempre sognato di diventare invisibile HAHAHAHAHAHAHA quindi è davvero una bellissima sensazione! Ma, a parte questo (XD), mi piace perché lo tratti in modo delicato, ma senza essere delicata, non so come spiegarti... racconti la cruda realtà, episodi che possono accadere a chiunque, ma senza mai esagerare o annoiare, come invece può succedere spesso. Anzi, lo ritengo proprio un po' un cliché, quello di raccontare sempre situazioni un po' "estreme", che magari nella vita reale si palesano in un altro modo... e non è mai il caso delle tue storie.
Comunque io sono dell'idea che un padre come Harry ce lo meritiamo tutti! U_____U
Ho adorato anche il paragrafo in cui Joe aiuta Martin a "guardare lo stesso mondo, ma con occhi diversi" *____________________*
E' la parte più dolce forse di tutta la storia ed è così naturale, spontanea, che non sembra nemmeno appartenere alla vita di due persone che non vivono in questa dimensione (perché io sono convinta che tutti i nostri personaggi vivano in una dimensione diversa dalla nostra XD). Eppure, è reale, perché non servono occhi per vedere il mondo: gli occhi servono solo per vederne una parte, ma quante cose ci sono che non possiamo vedere con gli occhi, ma solo col resto? Ed è per questo motivo che questi due patatoni sono fatti per stare insieme *_______________________*
L'unica cosa su cui avrei un reclamo (?) è quella parte che stava sfociando nel rating arancione/rosso e che NON E' SFOCIATA NEL RATING NERO E IO SONO MOLTO DELUSA DA QUESTA COSA (?????), ECCO U__________U
E va bene che ho tante storie da recuperare, comprese quelle a rating rosso, PERO' ERA UNA BELLA OCCASIONE, TE LO VOGLIO SOLO DIRE U__________U HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA XD
Ma comunque... QUANTO E' BELLO IL TITOLO???? *________________*
E quanto è adatto a questa storia??? Un'altra cosa che adoro di te è che riesci sempre a trovare titoli che funzionano, e io, che non riesco mai a decidermi e se me ne viene bene uno su mille è già tanto, invidio molto questa tua capacità XD
E comunque lasciami finire col dire che non concepisco come questa storia possa essere arrivata quarta al contest! Non so come fossero le altre storie partecipanti, ma per me ha vinto tutto <3
Non vedo già l'ora di leggere tutto il resto!!! Te lo dico sempre, ma non smetterei mai di leggere di questi due dolciosi dolcini (???)!!!
Tantissimi complimenti cara Kim, come sempre! E' un grande piacere e onore per me poterti leggere!!! *_______________*
Recensione alla storia It's not true - 30/10/20, ore 19:08
Capitolo 1: It's not true
EH VABBE' MA INSOMMA, NON PUOI PUBBLICARE QUESTE COSE SENZA AVVERTIRMI!!!!!
No davvero, non so nemmeno perché io stia sclerando, ma dovresti vedermi, mi esalto ogni volta che trovo un aggiornamento su questa serie! Ormai mi ha conquistato, potresti anche pubblicare una storia di bla bla bla (letteralmente) che io la inserirei tra le preferite e avrei comunque centinaia di cose da commentare.
Infatti mi chiedo perché non si possano inserire direttamente le serie tra i preferiti, seguiti, ricordati e chi più ne ha più ne metta u.u
Va bene, ora torno normale, giuro XD (ma quando mai!)
Come sempre in questa serie, anche questa storia mi ha trasmesso un sacco di sensazioni, che in realtà forse non saprei nemmeno spiegare: sono sentimenti che si leggono tra le righe, che non sono mai nemmeno esplicitati, eppure si sentono, si leggono chiaramente, basta saperlo fare.
E sei tu, in realtà, ad avermi istruito a cercarli e ritrovarli. Questa storia è un flusso di pensieri-sensazioni brevissimo, eppure è straordinariamente intenso, proprio in un modo che ti prende sottopelle e ti fa ribollire il sangue nelle vene.
Adoro troppo il modo in cui lo hai scritto, sia utilizzando la negazione, che in realtà io ho letto solo in affermativo (e qui secondo me bisogna anche conoscere la psicologia femminile, che spesso fa dire "no" quando è il contrario XD), sia in generale lo stile che hai usato, proprio come puro e semplice flusso di pensieri, che lo rende quasi simile a un diario.
E' bellissimo perché si legge il passato fuso col presente, la magia della prima volta, riprendendo proprio anche l'età della persona che scrive. Sono riuscita a vedere, in un certo senso, gli eventi con gli stessi occhi di Bess quando ha vissuto ciò che racconta, trasportando parte della sua giovinezza e introspezione anche all'interno del flusso di pensieri.
E mi è piaciuto di come lei scriva al passato, ma alla fine cambia il tempo al presente. Non credo che lei e Ethan siano rimasti in contatto, ma se ho ragione, questa scelta assume ancora più profondità. Lei è chiaramente innamorata di lui, e ti dirò che non avevo mai preso in considerazione questa ipotesi, dalle altre storie... non mi sono neanche fermata a pensare a lei in realtà, mi ha sempre dato l'impressione di tenere particolarmente a Ethan, ma non avrei saputo dire se fosse innamorata oppure no. Ero convinta che potesse superare la sua assenza, ecco.
E invece, da questa storia capisco che non è esattamente così, che Ethan le manca più di quanto lei stessa voglia ammettere, anche per questo il flusso di pensieri è breve ma intensissimo.
Ma che cosa ti devo dire, Soul? Ormai hai creato qualcosa di talmente profondo e intenso che, te l'ho detto, anche se scrivessi una storia di tre parole, sapresti comunque trasmettermi un mondo. Non ti annoierò ancora con questi discorsi, ma come sempre, anche qui ho percepito la vita di Bess, pur non avendo letto molto di lei in confronto a Ethan o Ives. Eppure, qui il suo cuore batte, e non solo qui, ma in generale dentro di me, perché ormai mi sono tutti entrati nell'anima e lì resteranno, anche se non dovessi più scrivere di loro.
Tu sei magica, punto. Credimi se ti dico che non so più come dirtelo, ma questa serie è il tuo fiore all'occhiello (io spero davvero di aver scritto bene questa espressione HAHAHAHA) e avrai sempre la mia approvazione e supporto con questi tuoi meravigliosi progetti!
COMPLIMENTI, con tutto il mio cuore!!!! <3
Recensione alla storia Il dolore dell'amore - 31/08/20, ore 19:05
Capitolo 1: Il dolore dell'amore
Cara, dal momento che (come forse sai) conosco pochissimi fandom, appena ho trovato una tua storia originale mi sono illuminata, soprattutto perché ricordo perfettamente quanto ho apprezzato "Maschere di ceramica e colla"! *^*
E ammetto, in senso più che buono ovviamente, che non mi aspettavo nulla di tutto questo. Innanzitutto hai raccontato la storia (d'amore) di due ragazze, e già io ti darei un premio a prescindere perché adoro le coppie femslash e a mio parere non ci sono abbastanza storie del genere qui su EFP.
Quindi mi hai stupita e non sai quanto mi abbia fatto piacere! *^*
Ma, passando alla trama e smettendo di fangirlare a caso XD Il tema dell'omosessualità, o meglio, della non accettazione da parte di famiglia e conoscenti dell'omosessualità o bisessualità di qualcuno è purtroppo un tema ancora troppo attuale, e non in positivo... e già mi piange il cuore per questo perché penso a quanta tristezza ci sia dentro quelle persone, come la famiglia di Alexandra - povera stella T___T -, che non sanno cosa significhi l'amore, ma non solo romantico; per quanto mi sforzi, proprio non riesco a capire le motivazioni che li spingano a odiare, soprattutto se un figlio, come nel caso della protagonista.
Dio mio, che ribrezzo! Però, distaccandomi un attimo dalla storia in sé, adoro il fatto che tu abbia scelto di raccontare una tematica delicatissima come questa, e con una delicatezza incredibile, che è la stessa che ho ritrovato anche nell'altra storia e che mi ha scaldato il cuore *____*
Credo sia proprio una caratteristica del tuo stile. è semplice, chiaro, "tramandi" il messaggio senza troppi giri di parole e già questo lo adoro, ma la delicatezza con cui racconti le tue storie mi fa sempre sciogliere, perché è come una melodia tranquilla e rilassante che ti accompagna fino alla fine, non so se mi spiego... mi trasmette proprio una sensazione di benessere, anche se questa storia in particolare è intrisa di tristezza.
Per fortuna che c'è una parvenza di lieto fine, povere cucciole T___T
Purtroppo è vero, amare significa anche soffrire, è qualcosa che dobbiamo sempre tenere in conto quando decidiamo di farlo, però sai cosa? Credo che le persone come i genitori di Alex siano quelli che, alla fine, soffrono di più, e non certo perché la figlia è gay, ma perché sono persone vuote, senza amore nel cuore, di quelle pronte a difendere un'ideale senza domandarsi se è giusto o sbagliato: per quanto la situazione di questa coppia sia brutta e per quanto Alex stessa si trovi decisamente in una posizione terribile, credo comunque che i presupposti perché loro stiano meglio di questa gente triste ci siano, eccome.
Semplicemente perché loro hanno scoperto l'amore senza limiti e, anche se si tratta di una storia, è sempre bello assistere a queste cose <3
Riguardo all'introspezione, credo che anche qui tu abbia fatto un lavoro enorme, anzi, credo proprio che le storie introspettive siano il tuo forte! In qualche modo riesco proprio a sentire i tuoi personaggi, anche in storie brevi come questa: sento i loro tormenti interiori, in particolare Alex che è ufficialmente una donna divisa qui. Soffrirà comunque, qualsiasi scelta decida di fare. Se fossi nella sua posizione, anch'io non saprei proprio che cosa fare... e questa sensazione di "incertezza" l'hai trasmessa perfettamente.
Oddio io mi sono innamorata follemente di queste due ragazze e devo assolutamente leggere anche le altre storie! *_______*
Complimenti per quest'altra perla, l'ho davvero adorata e spero di riuscire a rileggerti prestissimo!
In bocca al lupo per il contest, ma non ne hai bisogno! <3
Recensione alla storia Cono d’ombra - 26/08/20, ore 22:54
Capitolo 1: Cono d’ombra
QUINTA CLASSIFICATA (PARIMERITO) al contest "Non ci resta che sognare"




Grammatica&Stile: 10/10


Non ho riscontrato nessun errore di grammatica, quindi complimenti per la cura che hai riposto nel testo.
Di seguito ti segnalo alcune sviste e passaggi che personalmente avrei scritto diversamente:
  • Vorrebbe avere la possibilità tornare indietro […] → “Vorrebbe avere la possibilità di tornare indietro [...]”. Credo si tratti di una semplice svista.
 
  • “Non so se ce la faccio,” l’ammissione gli sfugge dalle labbra, mentre batte furiosamente le palpebre tentando di non lasciar cadere le lacrime che gli inumidiscono gli occhi. → Avrei decisamente omesso la virgola tra “labbra” e “mentre”... forse è questione di gusti, ma mi pare rallenti la lettura in un punto in cui non è affatto necessario.
 
  • […] alzando bandiera bianca contro un nemico troppo più forte […] → “Troppo più forte” non mi convince. Avrei scritto semplicemente “troppo forte” oppure “più forte”.


A conti fatti, sia per quanto riguarda la grammatica sia lo stile, hai fatto un ottimo lavoro. Ho notato che hai la tendenza a scrivere frasi molto lunghe, il che può “appesantirle” troppo e rendere la lettura poco scorrevole.
Ecco un esempio: “La sua vita è stata un susseguirsi di fughe iniziate all’indomani della morte del padre, proseguite con l’abuso di alcol, culminate nell’utilizzo di droghe di vario tipo, tentando invano di anestetizzare un dolore con cui era impossibile convivere, questo suo scappare ha finito con il portarlo a cercare la sua strada vestendo la medesima uniforme indossata dal genitore anni prima”.
La frase, scritta così, non presenta alcun problema; tuttavia, ti suggerirei di “spezzarla” anche con l'utilizzo di due punti o punti e virgola, in modo da renderla più scorrevole. Ad esempio, io avrei scritto così: “La sua vita è stata un susseguirsi di fughe iniziate all’indomani della morte del padre, proseguite con l’abuso di alcol, culminate nell’utilizzo di droghe di vario tipo, tentando invano di anestetizzare un dolore con cui era impossibile convivere: questo suo scappare ha finito con il portarlo a cercare la sua strada vestendo la medesima uniforme indossata dal genitore anni prima”.
Ciononostante, il tuo stile mi è parso scorrevole e piacevole da leggere, accompagnandomi nelle vicende di Danny come se mi stesse accanto; ho particolarmente apprezzato l'uso del tempo presente, piuttosto insolito per me, ma che ha saputo attribuire alla storia un senso di immediatezza e una profondità esemplari.


Trama&Personaggi: 18/20


La trama non è particolarmente articolata e, più che una situazione, ci presenti un personaggio, o meglio, una serie di personaggi: la storia si svolge intorno a Danny e al suo passato, che l'ha segnato profondamente e il cui peso continua a gravargli sulle spalle.
Hai svolto un gran lavoro su di lui e sulla sua introspezione, e lo stesso hai fatto in realtà col personaggio di Lukas che, pur essendo quasi secondario rispetto al fratello, è stato comunque sviluppato in modo chiaro e appare fondamentale, pur in una storia breve come questa.
Non nascondo che mi sarebbe piaciuto saperne di più su quest'ultimo e sulla madre ma, arrivati alla fine della storia, non si sente questa mancanza: hai comunque fornito al lettore tutte le informazioni necessarie alla comprensione.
Avrei apprezzato un maggiore sviluppo della trama, tanto quanto quello che hai dedicato al personaggio di Danny: ho l'impressione tu abbia proposto l'aperitivo, ma non tutto il pranzo; tuttavia, trattandosi di una serie, deduco che questo sia il motivo di questa “mancanza”.
Sei stata comunque molto originale, soprattutto per quanto riguarda il background di Danny: mi è piaciuta l'accezione che hai posto sul suo essere un uomo spezzato, che ha vissuto dei traumi e delle esperienze poco comuni che lo hanno cambiato ma che, nonostante tutto, decide attraverso varie “prese di coscienza” di riprendere in mano la sua vita.


Utilizzo Pacchetto: 10/10


Nella storia bisognava inserire un sogno, ed è quello che hai fatto: anche se gli viene dato relativamente poco spazio rispetto al resto, l'ho interpretato come un momento fondamentale, sia per la presenza del padre – figura ricorrente in tutta la storia, nella sua assenza – sia perché segna un momento di svolta, in cui Danny decide di riprendere in mano la sua vita e di “redimersi”, in qualche modo.
Sia l'azione di correre sia il suo significato onirico sono presenti e ricorrenti, quindi non posso che assegnarti il massimo in questo parametro. Il finale stesso ribadisce la volontà di Danny di “sfuggire da una situazione tormentata” attraverso l'azione e la resilienza: non può fare altro che accettare la propria condizione, dunque cercare di trarne beneficio e proseguire la sua vita come possibile.


Gradimento Personale: 5/5


Che dire se non l'ovvio? Ho adorato questa storia, in particolare l'accezione introspettiva che le hai attribuito, pur essendo scritta in terza persona e raccontando anche la storia di altri personaggi.
Mi hai presentato Danny e le sue vicende con una delicatezza e una maestria tali che, arrivata alla fine, mi sembrava di conoscerli da sempre; a maggior ragione trattandosi di una serie, non è affatto facile coinvolgere un lettore che non conosce i personaggi.
Il tema della guerra sullo sfondo, poi, ha contribuito a rendere la storia più profonda di quanto già non fosse, e ad appassionarmi e incuriosirmi ancora di più riguardo al passato di Danny e ai vari intrecci che ruotano intorno a questa serie.
Ho veramente apprezzato questo accenno di tematiche delicate, che non è mai facile da gestire, nemmeno quando non è il punto centrale della narrazione.
Anche il titolo, e il significato che hai provveduto a spiegare nelle note, risultano alla fine estremamente d'effetto.
Complimenti per l'ottimo lavoro e grazie per aver scritto questa storia!





Totale: 43/45


Grazie ancora per aver partecipato! <3
Recensione alla storia Overload - 26/08/20, ore 22:52
Capitolo 1: Overload
SETTIMA CLASSIFICATA al contest "Non ci resta che sognare"




Grammatica&Stile: 7/10


Per quanto riguarda la grammatica, non ho riscontrato alcun errore, se non delle sviste che provvederò a segnalarti privatamente, se lo desideri.
Lo stile, tuttavia, l'ho trovato un po' acerbo, per quanto piacevole da leggere: in alcuni punti la narrazione è stata inevitabilmente rallentata da una punteggiatura assente o sfalsata, oltre che da alcuni passaggi “ripetitivi” e fin troppo chiari.
Mi spiego meglio, prendendo ad esempio questa frase: “Non c’era traccia di cibo ma non se ne sorprese; la sua famiglia non usava quella casa da un paio d’anni. Mise sul fuoco il pentolino con l’acqua e subito dopo sentì entrare gli altri in cucina.”
L'azione si svolge già in cucina, sia perché lo specifichi qualche riga più in su, sia perché si può dedurre dal resto della frase, come “il pentolino con l'acqua”, che solitamente si può trovare solo in una cucina. Avrei quindi terminato la frase con “...e subito dopo sentì entrare gli altri”.
Un altro buon esempio può essere questa frase: “Solo che con lui lo era cento volte di più e la parte più imbarazzante per Kaede era che ormai erano arrivati a capire tutti e due di avere entrambi un maggiore interesse per i ragazzi, solo che nessuno dei due sembrava voler far nulla a riguardo.
E se avessi scritto: “... ormai erano arrivati entrambi a capire di avere un maggiore interesse per i ragazzi, solo che nessuno dei due sembrava voler fare nulla a riguardo”? Non ti sembra più scorrevole?
Lo stesso posso dire con “completamente pieno”, in “ Ryuuji si avvicinò ad uno scaffale completamente pieno prodotti in buste coloratissime [...]”. Se lo scaffale è pieno, aggiungere “completamente” è superfluo e senz'altro credi delle immagini chiare, ma attraverso una narrazione ricca di particolari fondamentalmente inutili.
Questo è ciò che intendo con “stile acerbo”: attraverso la pratica ho imparato a riconoscere anch'io tali “errori” e si tratta forse di qualcosa che non si smette mai di perfezionare, quindi anch'io ti parlo da umile studentessa. L'unico consiglio che ti posso dare per migliorare è di continuare a scrivere! ^^
Ti segnalo, inoltre, altre piccolezze che ho riscontrato sporadicamente:
  • Sbatté le palpebre, e il viso di Ryuuji che a malapena distingueva nel buio aveva gli occhi chiusi e i lineamenti rilassati. → Avrei scritto: “Sbatté le palpebre e il viso di Ryuuji, che a malapena distingueva nel buio, aveva gli occhi chiusi e i lineamenti rilassati”.
 
  • L’obbiettivo del suo sogno era chiaro per lui, riuscire a parlare prima che la potenziale minaccia alle sue spalle lo raggiungesse. → Avrei gestito la punteggiatura in un altro modo, ad esempio: “L’obbiettivo del suo sogno era chiaro per lui: riuscire a parlare prima che la potenziale minaccia alle sue spalle lo raggiungesse”. Lo stesso avrei fatto in: “Non era la prima volta che aveva l’amico così vicino, al contrario, Ryuuji era sempre terribilmente appiccicoso con tutti.”, che avrei scritto così: “Non era la prima volta che aveva l’amico così vicino: al contrario, Ryuuji era sempre terribilmente appiccicoso con tutti”.
 
  • Kaede rimase a controllare alcune cose per poi alzarsi e andare verso Hiroshi si era improvvisamente bloccato. → Credo ti sia sfuggito un “che” tra “Hiroshi” e il resto della frase.
 
  • L’idea gli era venuta all’improvviso, e si era presentato sotto casa loro con l’auto di suo padre quella sera stessa, senza dirgli naturalmente che i suoi genitori non sapevano nulla. → Presumo che quel “dirgli” sia rivolto ai compagni, dunque dovrebbe essere un “dire loro”. So che una costruzione del genere è altamente utilizzata nella lingua parlata, ma la considero comunque sbagliata. A questo proposito, ho notato che scrivi spesso “glie li”, che dovrebbe invece ormai essere scritto solamente attaccato, “glieli”.
 
  • […] Disse prima uscire e incamminarsi. → “Disse prima di uscire e incamminarsi”.
 
  • […] ma senza colpire effettivamente nessuna delle creature aliene che stanno gli venendo addosso. → “...che gli stavano venendo addosso”.
 
  • -Di cosa hai bisogno adesso, per stare meglio?- → Sono pignola, lo so, ma nelle domande bisogna sempre scrivere “che cosa...?” e non solo “cosa...?”.
 
  • […] mentre riflettevano il colore cielo, tinto di giallo. → “...il colore del cielo [...]”.


Ho notato che tendi a utilizzare la d eufonica tra due vocali diverse, che ormai viene considerato un errore. Quindi “ad osservare” è sbagliato, mentre “ed essere” è corretto.
La punteggiatura con cui introduci alcuni dialoghi, inoltre, non mi convince, ad esempio qui: “Hiroshi si voltò verso di lui –Si sente il mare.-”.
Non c'è una reale introduzione alla battuta, motivo per cui dei semplici due punti secondo me farebbero la differenza. (Hiroshi si voltò verso di lui: –Si sente il mare.-)
Questo, ad esempio, è un modo che considero corretto di gestire la punteggiatura nei dialoghi: “Ryuuji aggrottò le sopracciglia. -In che senso?-”.
A conti fatti, ho comunque trovato il tuo stile scorrevole e piacevole da leggere.


Trama&Personaggi: 19/20


Questa storia mi ha trasmesso un senso di freschezza che non so spiegare: l'hai raccontata in modo lineare, seguendo la logica della narrazione e ho particolarmente apprezzato il modo in cui l'hai iniziata e conclusa, con un “alone onirico” sullo sfondo.
La trama è semplice, come gli eventi, ma è stato il modo in cui hai raccontato i personaggi a conquistarmi completamente: Ryuuji e Kaede in particolar modo, ho avuto l'impressione di conoscerli da sempre.
Li ho trovati molto approfonditi e ho apprezzato il modo in cui li hai mostrati al lettore attraverso l'azione: forse anche perché si tratta di ragazzini, leggere questa storia mi è sembrato proprio come prendere una boccata d'aria fresca, nonostante le vicende narrate; si respira chiaramente l'atmosfera “giovanile” e il contesto adolescenziale che hai creato e che a mio parere hai gestito alla perfezione.
Hai svelato la trama poco per volta, così come i personaggi, in particolare Kaede, che nel finale trova una rinnovata forza e un lato più “morbido” del suo carattere viene svelato al lettore. Il motivo del suo cruccio ci viene solo accennato, ma è palpabile per tutto il corso della narrazione; il modo in cui hai equilibrato azione e dialoghi con lo sviluppo della trama mi ha davvero coinvolto, nonostante l'apparente semplicità.


Utilizzo Pacchetto: 10/10


Era necessario inserire un sogno e, come già scritto, ho molto apprezzato il modo in cui lo hai inserito nella narrazione, riprendendolo anche in più punti, rendendolo uno dei punti focali della trama.
Per quanto riguarda il pacchetto, invece, ho interpretato l'essenza stessa di Kaede nel “desiderio di libertà” che “può scivolare nella ricerca dell’avventura senza limiti”, come viene esplicitato principalmente alla fine.
Per come l'ho percepito, Kaede sembra senz'altro un giovane uomo alla ricerca della propria strada, oltre che di libertà e spensieratezza, come viene suggerito dalla motivazione stessa su cui si fonda la storia: è stato, infatti, Kaede a cercare i compagni per portarli via da Tokyo.
Tuttavia, Kaede è anche inesperto e non può ancora conoscere il vero significato di libertà, e anche per questo motivo ho apprezzato la coerenza nella caratterizzazione dei personaggi, che hai gestito in modo spettacolare in relazione al pacchetto da te scelto.


Gradimento Personale: 5/5


Ho adorato questa storia, in parte anche grazie al contesto giapponese, che amo ritrovare nelle storie – e che, a mio personalissimo parere, non è affatto facile da raccontare proprio perché totalmente diverso e lontano da quello a cui siamo abituati.
Tuttavia, il motivo che più ha contribuito a farmi apprezzare questa storia è l'importanza che hai dedicato non tanto all'introspezione vera e propria dei personaggi, quanto proprio alla loro caratterizzazione attraverso i dialoghi e le descrizioni: ci ho ritrovato una cura forse nemmeno riposta di proposito, ma che ha contribuito a farmi figurare perfettamente Kaede e i compagni davanti a me.
A un certo punto è come se avessero preso vita, quindi non posso che farti i complimenti per aver proposto questa storia stupenda!





Totale: 41/45


Grazie ancora per aver partecipato! <3