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Recensione alla storia Il compleanno di Jennifer - 05/09/16, ore 19:46
Capitolo 1: Il compleanno di Jennifer
‘Jennifer le osservava divertita e malinconica allo stesso tempo. Aveva voluto famiglia e amici accanto…, solo per sentirsi un pò meno sola’. La descrizione semplice e poco ricca di dettaglia rende perfettamente l’idea di come si sente Jennifer. Immagino per un attimo una festa allegra, divertente e caotica e in mezzo a tutte queste persone, mi salta subito all’occhio la bionda; la sua tristezza ha un eco impressionante e fa decisamente più rumore di tutte le persone messe insieme, o se vogliamo possiamo vedere Jennifer come una sagoma in bianco e nero che si distingue da tutte le altre piene di colore, allegria e vitalità.
‘…non era il compleanno che si era aspettata. Ma dopotutto, quando la persona che ami decide di sposarsi con un altro, succede semplicemente che smetti di aspettare’. Si, accade che in un momento non ben precisato, l’interruttore decide di saltare da solo nella modalità “off” e quando te ne accorgi beh…ti trovi sorpresa, per metà felice e per l’altra metà malinconica e quest’ultima sensazione non riesci a spiegartela, pensi solo che hai qualcosa che non va anche se sai che da adesso puoi essere libera, libera di voltare pagina ma il pensiero di essere sbagliata continua ad accompagnarti.
‘Smetti di aspettare’. In una parola…Subentra la rassegnazione, butti l’asciugamano dentro al ring consapevole che è veramente tutto finito! Sempre se si può essere consapevole fino in fondo.
‘In alternativa…si aspetta il momento in cui altri occhi ti sconvolgano…si aspetta la pace del cuore, nel cervello e nello stomaco; si aspetta che questo vuoto venga riempito’. Probabilmente questo è stato il primo pensiero di Jennifer; sperare in una linfa vitale che la faccia rinascere e che la nutra di continuo, senza che nessuna “malattia” possa infettarla; il problema non è tanto aspettare (o forse lo è in una determinata percentuale), il problema più grosso è capire se esiste una persona in grado di fare questo.
Trovare la pace nel cuore e in tutti gli altri organi è un’impresa al limite dell’impossibile. Magari ha più possibilità di vincere nello stesso giorno una lotteria che la mantenga a vita, ed un premio Oscar! Lo so…Sono l’immagine “sporca” della positività. Scusa Jen. Scusa se non sono Rose o Meghan.
‘Jennifer aspettava da molti anni…anche se solo nell’ultimo..aveva veramente mollato la presa. Ma c’era sempre qualcosa,…che, inaspettata arrivava sempre’. La presa per certe persone non la si molla mai. Lei probabilmente è quasi sicura di esserci riuscita la frase che riporto nuovamente:
‘…c’era sempre qualcosa,…che…, arrivava sempre’ la dice chilometricamente lunga. Si può imbrogliare tutta la popolazione presente sulla faccia della terra ma lei non può imbrogliare se stessa e soprattutto il suo corpo con sentimenti annessi.
‘Rose sapeva che quando Jennifer fissava il suo telefono in quel modo, nulla poteva distoglierla da certi pensieri…’. Questa descrizione mi ha colpita moltissimo, mi viene solo da dire:
“Si, è proprio tipica di Jennifer Morrison”. Bella, triste, solitaria ma con un certo coraggio nel fare “buon viso a cattivo gioco”. In questo caso però il gioco non è nemmeno iniziato. In questa sua postura ha semplicemente deciso per un attimo di smettere di battere le braccia in acqua e di lasciarsi trascinare dalla corrente; consapevole ma al tempo stesso speranzosa di trovare lungo il percorso qualche “detrito” che il mare ha deciso di portare con se.
‘Decorticata’. Porca miseria che termine! Era da una vita che non lo sentivo; un modo carino e di classe al posto dei soliti insulti da scaricatore di porto. Raffinatezza allo stato puro.
‘Lo sguardo di Rose si alzò..e quando gli occhi di Meghan furono nei suoi, capì al volo…’. Ma dove siamo? Siamo ancora alla festa di compleanno di Jen o al penultimo gioco di Reazione a Catena chiamato “L’intesa vincente”?
“..Oliver ti cerca, continua a ripetere…Torta con una enfasi che nemmeno quando dice mamma gli ho mai visto!”. La sincerità di Ginnifer è sorprendente. Il modo in cui lo dice mi ha fatto sorridere. La adoro perché non fa nemmeno finta di essere offesa dal figlio che la scambierebbe senza pensarci due volte per una fettina di torta! Anzi, lo si potrebbe convincere anche dandogli solamente uno zuccherino decorativo. In questa occasione Ginnifer è totalmente Mary Margareth.
“Mi dispiace che non sia venuta”. Vedi? Anche in questo caso l’ho trovata Mary Margareth. Mary Margareth 2.0. Scherzi a parte, è di una dolcezza infinita.
Sappiamo tutti come sono i rapporti tra le due attrici e questa frase spontanea, quasi come fossero sorelle, non fa altro che dare la conferma ad una conferma che già avevo. Riesci a scrivere e descrivere storie sugli attori come si conoscessi. Hai presente quando si dice “essere andati fuori tema?”. Ecco, sappi che non è il tuo caso.
‘Ginni le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio’.  Il primo gesto che mi ha fatto fare un piccolo balzo al cuore. In questo momento le sta dicendo, con una banalissima azione:
“Sono qui, comunque vada ci sono e ci sarò sempre”. Chiaramente Jennifer apprezza ma adesso le manca qualcosa. Le manca la persona che dovrebbe compiere questo gesto e dirle le parole che ho appena scritto altrimenti, per quanto amore possa ricevere Jen, non riuscirà mai a riempire il suo cuore perché dentro ad esso c’è una perdita; a lei occorre un cerotto, occorre il pezzo mancante che deve congiungersi e fondersi come se il danno non fosse mai esistito e questo pezzo si chiama Lana.
‘Di fronte alle 37 candeline, Jennifer chiuse gli occhi e desiderò Lei. Come sempre negli ultimi cinque anni. Come per ogni stella cometa, ciglio caduto, margherita raccolta’. Di certo non poteva desiderare cosa diversa e se anche ci avesse provato (cosa a mio avviso impossibile) sarebbe stato un soffio di candeline sprecato. Tutti i paragoni che hai fatto sono tutti validi e ti confesso che mi sarebbe piaciuto leggerne altri giusto per vedere cosa tiravi fuori dal cilindro.
‘Poco dopo ricevette un sms’. E non era il credito residuo!
‘Era lei’. Lo so, lo sappiamo tutte; forse quella che ancora deve capirlo fino in fondo è Jennifer. Signore e…signore, siete tutte pregate di premere il pulsante “cuore palpitante con mani sudate ‘on’ “.
‘Non aveva il coraggio di aprire quel messaggio’. Al suo posto lo avrei aperto un paio di ore dopo il che avrebbe portato alla conclusione della tua storia a tempo di record!
Coraggio…Questo sconosciuto e vigliacco che nel momento del bisogno si dilegua e per assicurarsi di averti lasciato in guai di proporzioni mega galattiche, ti pugnala tra le scapole, giusto per andare sul sicuro. Magari Jennifer leggendo questa cosa che ho appena scritto si lancerebbe a darmi un “acrobatico cinque”.
“Mi prenderò una polmonite”. Sento una vena di simpatia, eh Lana? Consiglio disinteressato… Non dare di questi suggerimenti a Jennifer, non ora o potresti sul serio beccarti una polmonite mista  a chissà cosa  e allora non vedremmo più un “raffinato” sindaco, ma un primo cittadino che tossisce anima, tonsille e catarro! Piace come immagine? Fa tutto così sexy, vero?
‘Alzò la cornetta del citofono e,…premette il tasto’. Sarei curiosa di vedere il modo in cui ha premuto il tasto. Mi viene in mente solo una parola…Automa Morrison.
‘Non aveva spiegazioni ma sapeva che,…la speranza, alla fine, vinceva sempre. Perché quando si trattava di lana che le regalava tre secondi della sua giornata, Jennifer era felice’. In questo caso non mi sento di dire veramente nulla. La curiosità rende l’uomo/donna ladro/a; chiunque avrebbe aperto, ci metto la mano sul fuoco. Sulle reazioni chiaramente non mi posso esprimere ma tutte noi, per un motivo o per un altro avremmo premuto quel tasto così invitante e tentatore.
Alla fine, come fai giustamente notare tu, la speranza ha sempre la meglio e se Lana le volesse regalare un semplice “auguri” in corsa, Jennifer avrebbe avuto la giornata più bella dell’ultimo anno.
‘Tre secondi della sua giornata’. Questo ti fa capire che Lana in questi sospirati tre secondi potrebbe dire o fare qualunque cosa e tu (Jennifer) ti sentiresti al centro del mondo, quei tre secondi sembrerebbero durare tutta la giornata, quei tre secondi che non riusciresti a smaltire nemmeno con una cisterna di caffè perché sarebbe una sbronza che non vorresti mai farti passare. Totalmente immedesimata in Jennifer! Addio.
“Ciao Jennifer”. Sai a quale pericolo potremmo andare incontro? A questo:
“Ciao un cazzo!”.
“Ti chiedo solo un asciugamano per viso e capelli…”. Tranquilla Lana, fai come fossi a casa tua e della tua compagna e non vuoi sporcare tutto per non finire a dormire sullo scomodo divano del salotto.
‘Non aveva previsto dell’acqua per quella sera, dovevano esserci le stelle,…tante piccole luci luminose come gli occhi della sua collega quando la guardavano’. Direi che si sente lontano un miglio l’odore di “piano organizzato nei minimi dettagli ma che il destino ha chiaramente deciso di metterci lo zampino da gallina”.
A parte il piano scombussolato, la menzione o meglio il binomio stelle, luci luminose/occhi è in pieno stile romantico.
‘Jennifer fece capolino…con in mano un asciugamano bianco come la sua pelle’. Ho riletto più e più volte questo pezzo dell’asciugamano paragonato al viso di Lana e sono sempre piacevolmente colpita da queste piccole perle e di come tutti i dettagli che scrivi risultino risplendere; è come se certi punti si sottolineassero e si mettessero in automatico il “grassetto” per il solo scopo di primeggiare sul resto del testo.
“…Oddio non sono proprio asciuttissima ma va molto meglio di prima”. Guarda come continua con la sua euforia e con la sua “va tutto bene, io e Jennifer non ci siamo ferite a vicenda, soprattutto in questi ultimi trecentosessantacinque giorni”. Posso sentire la normalità di Lana fin dentro la tastiera del pc.
“Ho bisogno che tu venga con me, Jennifer”. Ma certo amore, dammi un minuto, mi cambio e sono tutta per te. Credimi….sono allibita e senza parole, mi limito solo a leggerla, leggerla e leggerla nuovamente.
“…Non credo che sia una buona idea”. Brava la mia Morrison! Un filo tentennante ma almeno ha espresso il suo parere contrario. Bella biondona!
‘…non riusciva a fare a meno di fissarle le labbra che ora rimanevano mezze aperte, stupite, dispiaciute’. Beh onestamente mi sento di dire:
“Cosa ti aspettavi Lana?”. Io non trovo la risposta di Jennifer più strana della tua richiesta. Certo le tue dannate labbra sono illegali, giochi maledettamente sporco, Parrilla! So che non è colpa tua se sei una gran bella donna (giusto per non auto censurarmi ho usato questa signorile descrizione) e se fai venire le vampate anche a chi non è ancora andata in meno pausa! Però ribadisco…Jen ha fatto bene; ci fosse stata un’altra donna al posto della bionda, a quest’ora avresti già una mano tatuata sulla guancia
“La solita curiosa, lo vedrai quando arriveremo, sempre che voglia seguirmi”. O mio Dio! Giuro che non creo a ciò che sto leggendo! Questa tattica no more drama mi destabilizza; non so se farmi uscire il fumo fuori dal naso o se fare il mio sorriso ebete. Quello per le occasioni che contano.
“A dire il vero no, Lana, non ho molta voglia di seguirti…ti avevo invitata, perché non sei venuta visto che volevi vedermi?”. Dritta al sodo! Mi piace! Anche perché, a cosa servono giri di parole che portano fuori strada? E poi…Domandare è lecito, rispondere è cortesia. A domanda diretta, io e Jen (cioè hai letto? Io e Jen? Sembriamo amiche del cuore) vogliamo una risposta diretta! Non farmi come i politici che prendono il giro dell’oca col risultato che non ti rispondono mai perché ti hanno anestetizzata di fesserie.
‘Ultimamente per Jennifer era difficile filtrare i propri pensieri. Qualunque cosa le passasse per la testa, la esprimeva’.  Tutto il pezzo successivo l’ho letteralmente divorato; mi hai fatta immedesimare totalmente nella bionda. Davanti a me ho la storia stampata con i punti che ritengo più interessanti, rigorosamente evidenziati e questo passaggio l’ho sottolineato due volte per quanto mi ha colpito.
‘La proprietaria della casa sbattè rumorosamente le braccia sui fianchi, davvero infastidita’. Il fastidio lo si può anche interpretare come segno di resa, come a voler dire:
“D’accordo, mettiamo fine a tutto questo. Prima andiamo e prima torniamo”. Vorrei scrivere “tornare alla normalità” ma mi rendo conto che è una mera illusione.
“Seguimi e basta, puoi fidarti…per quest’ultima volta? Se ti deludo possiamo continuare a ignorarci come quest’ultimo anno”. Quest’ultima cosa che ha detto Lana, devo dire che non mi è piaciuta molto. Sembra quasi che  l’opzione di tornare a ignorarsi dipenda solo ed esclusivamente da Jennifer; boh, magari sono io ad aver interpretato male e ad essere prevenuta.
“Devo bendarti”. Ma certo, non “vedo” dove sia il problema. Farsi bendare lo trovo un segno di fiducia e Lana ne ha da vendere! Si fa per dire, eh.
‘Come al solito. Lana…riusciva sempre a ottenere quello che voleva. Del resto, con quel sorriso, avrebbe potuto far scatenare una guerra e il presidente…non se ne sarebbe nemmeno accorto’. Girando e voltando la cosa, o la frittata che dir si voglia, come hai ben detto tu, Lana porta sempre a termini ciò che si prefigge. Per quel che riguarda il presidente degli Stati Uniti..Se la mora avesse realmente queste capacità dovrebbe essere eletta all’istante così con un sorriso beffardo potremmo dire:
“Trump chi?”.
“Rilassati, non ti mangio…”. Potremmo evitare queste sarcastiche battute che poi ci si impantana in situazioni stranamente ancor più imbarazzanti? Anche perché, che ne sai tu, Lana? Magari è proprio ciò che Jennifer vorrebbe!
‘…facendo delle boccacce per assicurarsi che fosse davvero momentaneamente cieca’. Secondo me anche quando fa le boccacce è bella, forse, se umanamente è possibile, lo è ancora di più. Ho davanti agli occhi le sue espressioni buffe e posso confermare che si, è più bella che mai. Sono contenta che non hai scelto il classico metodo del “quante dita sono?”.
 ‘Jen, spaventata, disse che le avrebbe trovate sopra il mobile’. Dio quanto vorrei vederla così. Indifesa, arrendevole e pure impacciata! Prima o poi dovrai aggiungere alle tue storie le gifs animate!
‘…una fan..le aveva regalato quel portachiavi…ma era stata ben attenta a non mostrarlo in giro…’
“Dopo, se vuoi posso raccontarti la storia del mio…è molto più imbarazzante”. Aspetta, aspetta e ancora aspetta. Sei stata precisa nel descrivere il portachiavi della bionda, molto precisa..e quello di Lana? Sappi che hai gettato il sasso della curiosità e nascosto la mano della cattiveria visto che questo aneddoto non l’hai più raccontato! E io non dimentico…o quasi.
“Potresti per favore aprire il finestrino? Non fare commenti nemmeno su questo…”. Maliziosamente ho pensato a tante cose ma voglio giustificare Jen perché è stata colta alla sprovvista, quasi trascinata fuori casa quindi…la biondina trafelata e la macchina coi finestrini chiusi è uguale solo a…Claustrofobia e non ha sintomi diversi.
“Tra poco saremo al freddo… fortuna che ho una coperta sul sedile posteriore”. Fortuna un corno di capra! Diamo la definizione esatta, ovvero piano ben architettato, punto e stop. Fortuna…se lo rileggo giuro che mi viene ancora da ridere per l’imponente assenza di credibilità.
“Forse non è il caso che utilizzi con me qualcosa che appartiene a te e tuo marito”. Colpita e affondata! Bingo, jackpot, tombola, bersaglio centrato Morrison, hai vinto il peluche più grande del baracchino!
Che fegato, che prontezza di riflessi nel dirle questo. Stima.
‘Come sempre, riusciva a trovare minimi, insignificanti dettagli che ferivano Lana. Ma dopotutto…tra le due, la più ferita era sicuramente Jennifer’. Diciamo che io non li definirei né minimi, né insignificanti dettagli. Penso che Jennifer abbia il fucile carico da molto tempo e adesso è giunta l’ora di cominciare a fare pratica. Sarò “pratica” e sbrigativa pure io nello scrivere questo ma la capisco e lo pensa anche Lana e anche tu quando dici:
‘…la più ferita era sicuramente Jennifer’!
“Non farei mai una cosa simile, l’ho comprata appositamente per oggi, va bene?”. Certo che va bene, soprattutto perché è un’altra prova a favore della mia tesi. Quanto amo azzeccare certi piani e teorie. Finalmente mezza gioia.
‘Lana…consapevole che il comportamento di Jen era colpa sua. Aveva ignorato le sue avances..ma le era sempre piaciuta..anche se si era sposata, anche se aveva una dannata famiglia che amava…Ma negli ultimi anni non aveva fatto altro che pensare che forse sarebbe stata felice anche in un  altro modo, con un’altra persona…da quando aveva regalato a Jennifer il suo bacio…Jennifer era così felice…le brillavano gli occhi…’.
Molto minuzioso a particolareggiato questa sorta di flash back che mi porta a conoscere ulteriori momenti non solo del famigerato bacio ma anche della situazione in cui si trovavano entrambe in quel periodo. Mi viene da dire che la vita è ingiusta; Jennifer non ha nessuno, mentre Lana si trova ad amare e ad essere amata da addirittura due persone. L’impatto forte e implacabile è stato leggere ‘una dannata famiglia che l’amava’; non ha solo un marito che la venera ma anche dei figli acquisiti. Non è cosa da poco; provando ad immedesimarmi nei panni di Jennifer, direi che a lungo andare la cosa può “devastarti”.
La bionda, dopo questo bacio è come una bambina felice ma non quella felicità di quando ricevi un regalo desiderato da sempre o un regalo inaspettato, no; no questa è felicità naturale di chi ha finalmente e dopo tanta sofferenza trovato una persona che la ama.
‘Era stato così naturale…nemmeno quando si erano rese conto dell’accaduto aveva pensato che fosse sbagliato’. Forse perché effettivamente di sbagliato non c’era nulla; lo sbaglio è avvenuto successivamente.
‘Nei mesi successivi era stata Lana alla fine quella a soffrirne di più…eppure, da quel momento in poi, Jen era diventata il suo pensiero fisso.. Era diventata dipendente dai social…pronta a scovare qualunque notizia di Jennifer…’. Purtroppo c’è chiaramente anche il rovescio della medaglia. Difficilmente in una storia (che sia di amore ma anche di semplice amicizia) c’è solo una persona che soffre, a meno che l’altra sia sprovvista del muscolo cardiaco!
Per Jennifer la ruota ha girato per prima, ora sembra aver rallentato, mentre quella di Lana è partita forse, e dico forse a scoppio ritardato ma sta recuperando per così dire il “tempo perso”.
Mi ha stupito e mi ha resa contante la motivazione sul perché Lana sia molto attiva sui social; hai colto perfettamente l’occasione su un fatto vero e appurato e lo hai inserito nel contesto giusto e nel momento giusto. Tanti, tanti complimenti.
Dio benedica l’America, Rose e Meghan. Il perché non serve nemmeno spiegarlo visto dove sono le nostre protagoniste.
 ‘I film che Lana aveva iniziato a girare nella sua testa erano davvero,..impropri e improbabili, ma quelle foto le avevano dato il coraggio di presentarsi…’. Cavolo vedi che a volte essere spronate ha il suo lato positivo? Che non si venga a dire il contrario.
Non so sinceramente se essere più curiosa dei film impropri o improbabili. Se avessi l’obbligo di scegliere ti direi la numero due.
‘Con un piano ben preciso’. Prego? Un cosa? Hai per caso scritto “piano ben preciso”? I miei bulbi oculari hanno letto bene? Guarda non voglio infierire e gongolare con il tipico “Io lo avevo detto”.
“Ora arriva il cecchino..o pensi che mi risparmierai la mia vita?...da quando sei arrivata ho rischiato di morire diverse volte”. Vedo che anche Jen e il sarcasmo sono un corpo e un’anima; forse si addice di più alla bionda. Opinione mia personale.
‘Jen era così, combatteva l’ansia e la tensione continuando a sparare fesserie’. Credimi, vorrei tanto sapere  in quale altre occasioni Jen le ha sparate e se ha fatto figure di menta perché l’ansia e tante altre emozioni ti portano a dire o fare cose che poi pensi:
“Chi c’è nel mio corpo?”.
“Pensi di riuscire a stare zitta…o devo tapparti anche la bocca?”. Ecco, qui invece i pensieri sono totalmente ed esclusivamente impuri. Sappilo!
“Farò finta di non aver pensato a molteplici scenari a luci rosse…”. Grazie per la precisione sugli “scenari a luci rosse” Adoro! Dai, facciamo a gare a chi le spara più grosse.
‘…quasi come se fosse solo un’alternativa aveva accettato l’amore di Hook,…che, a suo modesto parere, non la rendeva davvero felice’. Tanto di cappello, guanti, panciotto e orologio da taschino per l’idea di inserire Hook e l’amore “farlocco” che Emma ha nei suoi confronti. Sempre idee personali.
‘A lavoro, senza suo marito nei paraggi, riusciva a dare il meglio di sé’. Adesso poi mi immagino Lana aprire la porta degli studios e trasformarsi; con un sorriso che neanche la pubblicità di un costosissimo dentifricio dalle proprietà miracolose può rendere l’idea. Ora è tutto molto più chiaro il riferimento delle pagine precedenti ai famigerati ‘tre secondi del suo tempo’. Basta incrociarla nel corridoio e ti sparisce qualsiasi acciacco!
‘Sperava ardentemente che tutta quella farsa del vero amore di Emma e Hook terminasse al più presto’. Fibrillazione e urla di felicità con tanto di gesto dell’ombrello  per questo pensiero “Morrisiano”.
Il gesto dell’ombrello deve essere interpretato in modo positivo come a voler dire:
“Beccatevi questo, Jen una di noi e tutto il resto è…Sciatteria”.
‘Parrilla’. Un cognome, una garanzia. Oddio adesso non è proprio questo il caso ma pazientiamo.
‘Pronunciò il suo cognome a fior di labbra e sentì una leggera scossa sulla schiena. Pronunciare il suo nome a voce alta era come sfiorare le sue labbra’. Secondo me pronunciandolo a voce alta è un po’ come mettere un timbro indelebile su una confessione che non si può più ritrattare.
‘Sono innamorata di Lana’.
‘…erano sul set…un enorme cartello con su scritto “WELCOME IN STORYBROOKE” e i loro visi nella zona inferiore’. Carramba che sorpresone inaspettato!
‘Il viso di Lana era l’incarnazione della felicità, quello di Jennifer lo era per lo stupore’. Mentre il mio è un mix di entrambi. Non so chi delle due mi ha colpito di più. Sono in estasi perché Lana ha ritrovato il sorriso che aveva quasi perso all’inizio della serata e Jen… vedere Jen stupita è sempre una gioia per gli occhi. Questa ragazza è fatta per essere amata.
“15 Luglio 2011. Non sapevo nemmeno che fosse il tuo compleanno”. Sto immaginando il modo in cui le è uscita di bocca questa frase. Un dolce ed incancellabile ricordo mischiato ad un velo di tristezza per tutto ciò che è avvenuto dopo.
Tanti alti e bassi, mentre ultimamente i bassi stanno andando a rotta di collo.
‘Tornò sugli occhi di Lana, lucidi e commossi…dopotutto non aveva dimenticato il loro primo incontro’. Hai poca fiducia in Jen se pensi che possa averlo dimenticato. Certe cose ti si imprimono dentro anche contro la tua volontà e questo per Jen è uno di quei momenti che ti divorano e che a volte rimangono silenziosi facendoti credere di aver trovato ”un’altra casa” dove alloggiare e invece sono sempre rimasti li, a vegetare e a far sentire la loro ingombrante presenza.
“Difficile dimenticare il modo in cui hai sorriso e la ventata di allegria che aleggiava attorno a te”. Sai cosa manca a Lana per contagiare tutti e tutto? E per tutto intendo anche le cose inanimate! Che si metta a saltellare spargendo polvere di unicorno ovunque.
‘…probabilmente aveva litigato con Fred e lei era sempre l’unica e la sola da cui lei si rifugiasse, anche solo per guardare un film…ma non si era più presentata a casa sua, per nessun motivo’.  Cosa posso dire riguardo al probabile ma non confermato litigio con Fred? Chissà magari inizialmente Jen poteva sentirsi usata però poi le serata sono diventate le “normali serate” giusto perché avevano voglia di stare assieme e più le nottate a serie tv aumentavano, aumentava anche l’alchimia e credo che Jennifer si sentisse fiera; fiera che la mora trovasse e volesse solo lei come unico rifugio. Allo stato attuale dell’ultimo anno? La bionda farebbe carte false anche solo per una volta, anche solo per vedere una sit-com con dura venti miseri minuti. Però lo confesso…Un bel litigio con Fred? Dimmi dove devo firmare.
‘Lana doveva e voleva dimostrarle come questo lungo anno era servito…a farle capire quanto le mancasse…quel maledetto bacio non l’aveva scordato….Jennifer era una persona assolutamente solitaria e tendenzialmente malinconica e Lana sapeva di aver accentuato questo lato del suo carattere…sapeva che non sarebbe mai riuscita a farla tornare da lei’. Niente, dopo questa “constatazione” non posso che ribadire quanto amo l’impronta che hai dato a Jennifer. In questa one shot c’è un cinquanta per cento di “descrizioni e di tuffi nel passato” e il rimanente cinquanta è rivolto al presente e ogni volta che appare una “novità” su Jennifer mi ritrovo sempre soddisfatta e sempre più desiderosa di conoscere perché tu sei proprio dentro, dentro la storia, dentro le emozioni e dentro i caratteri delle protagoniste; bene o male un’idea di com’è Jen ce la siamo fatta ma quest’ultima cosa (riferimento alla solitudine e alla malinconia che contraddistingue la bionda), leggere di lana che ha contribuito a “modellare” la parte solitaria, per me è una delle cose più belle di tutte. Chissà se avessi approfondito quale altre sensazionali scoperte avrei fatto. Diciamo che il contributo di Lana non è stato dei più positivi; penso però che quella poca intimità che hanno avuto, sia riuscita a smuovere Jennifer più di qualsiasi altra persona.
Mi dispiace solo notare di come la mora le abbia fatto fare passi in avanti per poi essere lei stessa ad avergliene fatto fare dieci indietro e a chiuderle quasi del tutto il guscio.
“E in te Morrison? Cosa è cambiato in questi cinque anni?”. Tutto e niente? Si, penso che per Jennifer siano avvenuti tanti cambiamenti che purtroppo non hanno portato a nulla di buono se non, ripeto, ad una chiusura quasi ermetica della bionda.
‘La domanda la colse di sorpresa…, aveva bisogno di alzarsi e passeggiare’. Onestamente ha sorpreso e spiazzato anche me e forse conoscendola mi viene da dire che una passeggiata è irrilevante. Le servirebbe una corsa scaccia pensieri e distruggi muscoli in modo che, una volta arrivata a casa il suo unico pensiero sia quello di crollare come un sasso nel suo letto.
‘Umettò le labbra…, non in modo volgare, non in modo provocatorio…Aveva le labbra e la bocca secche…doveva dirle talmente tante cose…Così tutte le parole che doveva mettere insieme sparirono dentro quegli occhi…Ma doveva recuperare in qualche modo così si sollevò sulle punte dei piedi e la baciò’.
E’ vero che il suo non è un modo provocatorio né tantomeno sensuale però… però lei è così..Sprizza sensualità con qualunque gesto. Sensualità a corte!
E’ così piccina che è costretta a sollevarsi in piedi. Piccola Parrilla tascabile! Comunque dai, a volte le uniche cose che contano e le uniche cose di impatto significativo sono i gesti. Anche lei ha battuto il ferro finchè era caldo…Bollente.
‘Quando Jennifer vide il volto di Lana avvicinarsi…pensò di indietreggiare. Era fermamente convinta che quella fosse la cosa giusta da fare…Non poteva..ripartire da zero, era arrivata a buon punto nella via di disintossicazione…Mentre questi pensieri prendevano forma, le mani,….avevano già slacciato il trench…’. Sembra che a Jennifer stia andando incontro un orso affamato e che nella sua testa abbia un piano ben preciso per quel che riguarda la fuga! Poi però, come da tradizione, vengo smentita e nemmeno Flash ha la velocità che ho io!
Alla bionda bisogna ritirare il gettone della disintossicazione; forse in un gesto non dettato dal suo cervello, è stata lei stessa a gettarlo chissà dove. Al diavolo!!!
Il trench…Beh chi ha tempo giustamente non aspetta altro tempo, no? In malora tutto il suo programma e il suo discorso di auto convincimento.
“Dovevo dirti tante cose, Jen. Ma non riesco a dirle quando mi guardi”. Penso che la stessa cosa capiti anche alla bionda, forse è per questo che per entrambe, in certe situazioni è più facile agire.
Questa la sento come una frase tipica di Jennifer, non so perché, forse essendo più vulnerabile le sue parole sembrano più vere, più cariche di sentimento ma sia ben chiaro che non sto assolutamente dicendo o insinuando che Lana le stia dicendo bugie. E’ solo che io sento che è una frase che appartiene a Jen, forse perché la collego a certe fan fiction SwanQueen.
Sentirla uscire dalla bocca della mora però rende tutto diverso, è come sentire una canzone d’amore totalmente rivisitata e in chiave metal. E’ una scoperta magnifica che ti spalanca orizzonti che mai avresti immaginato esistessero.
“Ho provato a far finta di niente ..a non pensare al primo giorno in cui ti ho vista,…ai tuoi fiori…ai caffè…alle maratone di telefilm…Alle convention in cui tu fuggivi da me per paura di creare disappunto tra i fan…” I fiori!! L’unica cosa a cui sono in grado di pensare in questo momento sono proprio loro e un pensiero da me che ho tutti i pollici colorati tranna che di verde la dice assai lunga! La cavalleria e la galanteria della bionda sono sconfinati. E’ come se le avesse voluto dire:
“Benvenuta in famiglia”.
Anche il discorso convention è assolutamente intonato allo stile Morrison! Troppe emozioni da gestire, soprattutto in presenza di estranei e il verbo “fuggire” poteva ed è l’unico che le si adatta.Cucito addosso.
‘La bionda ascoltava in silenzio…quando Lana raggiungeva e superava il suo spazio personale, si attivava una sottile e impenetrabile barriera che permetteva a Jen di non soffrire ulteriormente…per quanto emozionante,…lei non ci credeva, non ci credeva più’. Morrison…oltre ad un rinfrescante bicchierone di acqua, ti urge la barriera stile Under the dome? Se fosse sul ciglio di un burrone sarebbe già caduta di sotto perché l’istinti è:
Lana avanza
Jennifer indietreggia.
Mi dispiace infinitamente leggere il pezzo finale però adesso ha preso sopravvento la razionalità perché il cuore è fuori uso.
‘Jennifer la abbracciava, la accarezzava ma non era li con lei, lo sentiva. Era lontana mille miglia, era nel posto sicuro che si era costruita per sopravviverle’. Cavolo Jennifer mi sembra in questo momento un involucro vuoto. Detto ciò dico..Top, top e top quello che hai scritto. Fa male, fa un male cane il passaggio “ma non era lì” però è uno dei pezzi che nella mia classifica si piazza nei primi posti.
Bello da far male, che ti imponi di non rileggere più ma sai che è scritto così bene che un’occhiatina ti scappa e poi ne paghi le conseguenze e il detto dice:
“Hai voluto la bici? Ora pedala”.
“Grazie per..la sorpresa,..io credo sia meglio che ora mi porti a casa”. Una parola? Fine!
‘Non era ferita, non era arrabbiata, era solo cresciuta…Lei non era come Emma Swan che credeva nella magia e nel lieto fine, lei credeva…nelle dimostrazioni e se…non si verificavano, allora non aveva senso sperare’. Si, anche io nelle sue parole non ho sentito nessun astio, adesso è solo consapevole; consapevole che forse non vale più la pena o forse è consapevole di non essere più in grado di provare qualsiasi tipo di sentimento per Lana. Il che, necessariamente non  è un male.
Forse adesso è l’Emma Swan della prima stagione che non avrebbe ammesso l’esistenza della magia nemmeno sotto tortura.
‘Lana tremava. Aveva perso troppo tempo’. Cosa diciamo dopo questo tremore? Il treno è veramente passato e non ne arriverà un altro?
‘Jennifer era quasi sollevata per quella confessione, ma era arrivata tardi. Lana si sarebbe volentieri presa a pugni..si era resa ridicola e aveva fatto soffrire due splendide persone. Si meritava solo la solitudine’. Mi sembra quasi di vedere gli ingranaggi del cervello di Lana che tentano rapidamente di tornare indietro per vedere se ha lasciato qualcosa per strada; quel qualcosa che forse le può dare un briciolo di speranza e un aiuto per rimediare al casino fatto e soprattutto che non la condanni a vivere una vita di infelicità come il personaggio.
‘Quando scorse il biglietto poggiato sulle rose e il suo nome sopra, si pietrificò e voltò lo sguardo verso la donna di fianco a lei che, imbarazzata, cercava di giustificarsi..’ Vedo che anche Lana sta facendo la sua figura di menta. Figura che mai al mondo avrebbe immaginato di fare visto che il regalo fuori dalla porta non doveva essere altro se non la ciliegina sulla torta.
Che poi mentre scrivo penso che non c’è proprio nulla di cui giustificarsi; ha fatto un tentativo, ci ha provato, non sta andando come sperava ma almeno lo ha fatto e io approvo.
‘Si abbassò per afferrare il biglietto…ma Jennifer fu più rapida di lei e glielo strappò letteralmente dalle mani’. Ci mancava solo che  per afferrarlo la sbattesse contro il muro. Con i muscoli che si ritrova sicuramente avrebbe rotto un braccio alla mora!
“Vuoi entrare…Ho ancora un pezzo di torta. Poi ti lascio tornare a casa, ma la lettera non te la…restituirò…mai”. Davvero? Le ha davvero chiesto di entrare? Trovo sia un gesto molto inaspettato ma dolce e maturo. Alla fine chissà forse Jen è realmente così. Niente rancore. Non è che per caso lo devo considerare come un ramoscello d’ulivo? Del tipo “da oggi in poi amiche ma fino ad un certo punto”?
Per la lettera credo che anche Lana si sia messa il cuore in pace e ci abbia messo una pietra sopra. Oramai è in ostaggio a vita e poi chi ha il coraggio di provare a rubargliela? Nessuno, te lo dico io.
‘…la bionda giocherellava con quelle dita, prima di tornare sul viso di Lana che le regalò uno dei suoi più bello e disarmanti sorrisi’. Ma quale ramoscello, ma che cavolo ho scritto! Giocherellare con le dita ha un significato ben preciso, così come il disarmante sorriso di Lana.
“Non sono venuta da te senza una certezza Jen, ho fatto le cose per bene…”. Si, le cose sono state fatte molto bene e per quello che riguarda la certezza? Significa che ha scelto di scegliere e prendere Jennifer? Non saprei dare altre spiegazioni a questa dichiarazione anche perché nel confessarlo mi sembra estremamente sicura.
‘Jen fu su di lei, sbattendo violentemente i due corpi contro la porta…’. Addio buoni propositi, vero Jen?
‘…Si era addormentata…ma le sensazioni che quel sogno le aveva lasciato erano assolutamente reali’. Ecco presente la mia espressione di menta è incredulità, ed ecco presente come è facile gettare il tablet dalla finestra!
Lasciamo perdere le sensazioni che i sogni ti lasciano. Sono gli unici che si avvicinano ad una realtà che però non avverrà mai.
‘Si stropicciò gli occhi assonnati prima di sbirciare’. Ok, adesso quindi sta accadendo tutto realmente, vero? Jen fammi vedere i tuoi occhi mezzi chiusi, voglio appurare di non rimanere fregata una seconda volta!
‘Lana. Con lo stesso identico abbigliamento che aveva nel sogno…’. Non ci credo…Non è possibile!?!?! Cos’è adesso devo anch’io arrendermi all’evidenza come ha fatto Miss Swan con la magia?
‘Si diede un pizzicotto violento…a quanto pare era desta’. Pizzicotto? Per andare sul sicuro era meglio una violenta testata sullo stipite della cucina!
Il messaggio di Lana o meglio il tuo lo lascio incontaminato. Sappi solo che sto tentando di immaginare cosa si possa provare a ricevere un simile regalo.
‘Lo rilesse per ben tre volte’ Solo?!?!?.
‘lana le sorrise e per Jennifer fu tutto chiaro: quella col suo sorriso era una guerra che non sarebbe mai riuscita a vincere’. Ma quale guerra!! Qui c’è solo un’azione da compiere ovvero:
“Amore”.
‘Poi puntò diretto il suo sguardo sull’anulare…: non c’era nessun anello’. Questo è il miglior finale che potevi scrivere. Un finale così non me lo sarei mai nemmeno sognato. Giusto per rimanere in tema!
Semplice, deciso, chiaro e diretto.
Tutto il resto sarebbe stato un contorno troppo pesante da digerire.
Questo è il lieto fine della one shot.
Complimenti per l’ennesima prova di abilità, bravura e coraggio.
Una storia che riguarda i personaggi è un conto, una storia Morrilla beh… E’ tutto un altro paio di maniche.
Perfetta e completa in ogni aspetto e situazione.
Dettagli nella giusta dose, mai esagerati e mai scarsi.
Ho penato e non poco quando ho avuto la certezza matematica che tutto era solo un sogno ma ringraziando il cielo hai messo il sale sulla coda per portare al traguardo da assoluta e incontrastata vincitrice questa one shot.
Non avere mai paura di osare e di sperimentare anche quando ti vengono idee che dal tuo punto di vista potrebbero non essere alla tua portata. Mai.
 
 
 
 
Recensione alla storia Dillo Ancora - 28/01/16, ore 11:25
Capitolo 1: Say It Again
Ciao, complimenti per questa one shot Morrilla. Molto spesso è un'impresa impossibile scrivere una storia che riguardi gli attori perchè in fin dei conti non conosciamo molto della loro vita privata se non quello che riusciamo a immagazzinare dalle interviste che rilasciano, se penso poi che è altrettanto difficile scrivere storie sui loro personaggi beh allora l'impresa diventa molto ardua ma in questo caso hai saputo gestire bene il tutto. Essendo una one shot hai dovuto per così dire accellerare i tempi ma la scelta è stata indovinata e non risulta assolutamente frettolosa. Confesso che dopo le prime righe avevo il "magone" perchè pensavo che l'happy ending ci fosse solo nella mia testa e per fortuna non è stato così. Il finale poi è stato da fuochi d'artificio perchè oltre ad avere compiuto l'impresa di farle mettere insieme, hai creato una vera e propria famiglia; perciò brava, è una one shot che merita di essere letta e che oltretutto è scritta in maniera semplice ma diretta e anche coinvolgente.
Bel lavoro.
Recensione alla storia Evil Queen’s Poison Appletini - 07/10/14, ore 18:55
Capitolo 1: Evil Queen’s Poison Appletini
Ma come cavolo è possibile che mi sia persa questa one shot?
Ok prima cosa..Recensire..
Seconda cosa entrare nelle mie segrete, digitare il codice segretodel mio armadio segreto con la mia chiave segreta e prendere il mio maxi rosario-frusta e iniziare a infliggermi atroci legnate!!!!
Strano destino, ho apena recensito una storia di questo tipo, non sono molto abituata a leggere qualcosa sulle attrici ma questa storia è scritta talmente bene che per un attimo mi sono dimenticata che io approvo solamente SwanQueen, mi ha veramente coinvolta, non sapevo, mentre leggevo se volevo indizi su quello che era successo nel passato (seppur recente) o se continuare a leggere del presente, sta di fatto che i miei occhi viaggiavano sulle righe e oltre le righe (ci fosse l'autovelox avrei preso una di quelle stangate che sarei corsa subito a protestare da Barbara D'Urso!!!!).
Ok cavolatacce a parte...la storia dell'orecchino è un diamante perfetto, incastrato in una montature creata ad arte, è bello rimanere nel dubbio, non sapere se il riferimento fosse x l'orecchino in sè o x la loro non storia.
Credo infina sia stata una saggia decisione il fatto di non far sfociare la loro storia in nessuna direzione, io l'ho trovata (anche se con tratti tristi) delicata e dolce.