Recensioni di Gaea

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Fly Away - 10/06/14, ore 09:47
Capitolo 1: Fly Away
Recensione premio "Stile Copione"

Meglio tardi che mai, si dice... e mi scuso, davvero, ma quel famoso lavoro mi ha risucchiato anima e tempo. Ma lasciamo stare questo.
Ho scelto questa storia perché ne ho scritta una simile, benché totalmente diversa. Ma l'incipit è stranamente uguale: una persona che guarda in giù... è terribile quanto possa essere affascinante il sotto. Il dire "Chissà com'è".
Poi la tua storia è ben più tragica, quasi crudele nella sua "superficialità". Messo fra virgolette perché non intendo tu abbia trattato superficialmente il problema, anzi, ma perché... è lei ad averlo fatto. C'è una fragilità, un'inconsistenza che serpeggia nel nostro mondo, che è sconvolgente, un'incapacità di notare il dolore altrui, tanto concentrati siamo sul nostro... Mi ha colpito, per esempio, che il cruccio (?) della tua protagonista sia l'essere "piccola". Io alla sua età ero già fin troppo formata e preda di sfottò al contrario.
Complimenti.
Quanto alla forma... nessun errore, frasi brevi, ma adeguate alla narrazione; non mi piacciono molto le frasette (titoli, ipotizzo, o strofe) in inglese, sembrano quasi buttati lì, anche se hanno un'attinenza con testo non ne sono parte... ma è, come dicevo, questione di puro gradimento.
Davvero, bel lavoro
Recensione alla storia Tamburi - 24/02/14, ore 11:24
Capitolo 1: Tamburi
Tamburi – Marge86 
Ortografia, sintassi, grammatica in genere 8/10 
Caratterizzazione dei personaggi 9/10 
Originalità 8/10 
Gradimento 9/10 
Tot 34/40 
Voglio partire dallo stile per dirti che ho davvero, davvero apprezzato l’uso del presente, che ha fatto sì che l’intera narrazione si srotolasse davanti a me come un filmato, come se stesse accadendo. Complice il tuo modo di scrivere: non è molto descrittivo nei fatti, ma suggerisce molto bene quanto sta accadendo, cosa c’è intorno. Non è la cosa più semplice del mondo gestire una narrazione al presente quando si ha a che fare con un racconto così composito, fatto di vari personaggi, varie situazioni, vari momenti: davvero complimenti per l’orchestrazione del tutto. 
Molto buona anche la correttezza: tranne qualche scivolone, la narrazione si mantiene pulita. Con “scivoloni” mi riferisco alle virgole che andrebbero sempre prima del “ma” (sì, sì, termini come “sempre” e “mai” nell’interpunzione italiana non si usano, ma diciamo allora il 99,9%delle volte) e che hai spesso saltato [commossa ma dispensatrice di sorrisi / andar via anche lui ma non sa / abbottona la giacca ma poi apre i primi due bottoni] e molto raramente, solo per enfatizzare MOLTO la frase successiva e non come pausa, prima della “e” [sua mano, e con un fazzolettino / subito in lacrime, e Daniele / Ha la sindrome dell’infermiera, e quella frase è risolutiva / Francesco allusivo, e lui ripone]. Inoltre, anche per te: io stessa sono la prima a non farlo, è vero, ma se bisogna dire le cose corrette, la –d eufonica va solo davanti a vocale uguale. Quindi [sta dalla madre ed ha / ed appoggia una mano] sono, formalmente, errori. Altri errori minori sono [Marie sta dalla madre ed ha bisogno di tempo per prepararsi, e, inoltre, prima di ventiquattro ore non ci sarà stato molto da fare] quel “non ci sarà stato” è sbagliato perché dà il senso di passato; invece è come se tu stessi riportando un dialogo che avviene adesso, quindi Marie “sta” dalla madre, ok, e non serve che si venga prima perché “non ci sarà/non ci sarebbe nulla da fare”. Futuro semplice o condizionale, non futuro anteriore. [come gemme picee] qui ammetto la mia ignoranza: ho cercato, ma non ho trovato corrispondenze. Che sono??? [e gli pone il cellulare] allora, Marie sta guardando il cellulare e lo PORGE al padre: glielo pone sulle ginocchia, in mano… “porre” necessita del complemento di stato in luogo, del dove; inoltre se l’intenzione è quella di dire “glielo passa”, il verbo è proprio sbagliato e serve “porgere”. [Marie appizza le orecchie] metterei “appizza” in corsivo e/o fra virgolette, è un termine dialettale e non avendo tu usato altri termini simili va trattato come una parola straniera. Infine, della serie “per un punto Martin perse la cappa”… [, mentre Francesco, già allora, svolazzava di fiore in fiore impunito] il senso di questa frase è, per come appare, che Francesco fosse un farfallone che volava di fiore in fiore-impunito, al che sorge la domanda su cosa sia un “fiore impunito”. Si mangia? :D Serve la virgola dopo fiore, così diventerebbe chiaro che Francesco, impunito, fa il farfallone. La caratterizzazione l’ho trovata ottima: ci sono certe frasi che ho davvero amato per il modo in cui tratteggiano la personalità senza dire nulla più di quello che devono, come quando Daniele si ostina a pensare a lui e sua figlia come una coppia di amici in vacanza (la responsabilità di una figlia gli pesa, per quanto la ami, o è solo una mia impressione?) oppure quando Francesco ripensa a suo padre grazie al profumo del pennello da barba. Ma anche la figlia zitella che comunque si ostina a far apparire perfetto il padre morto… mi ha commosso, nonostante volessi lavarle la bocca con il sapone, immaginarla ad armeggiare con un fondotinta mai usato, altro dettaglio che dà l’idea di quanto poco esca, di quanto poco viva. Tutti i personaggi sono, a loro modo, disfunzionali: solo Martina sembra perfetta, ma di quella perfezione davvero troppo, troppo scontata. L’unica cosa che mi ha lasciata perplessa è il tuo aver detto che la protagonista è Marie: non è l’impressione che mi ha dato la storia. È una splendida storia corale, dove la fidanzata rigettata, e quasi solo nominata, ha quasi lo stesso spessore e umanità dei comprimari. Certo, Marie è forse quella che più degli altri filtra il funerale, e quindi l’epilogo: ma per il resto… non mi è parsa risaltare così tanto sugli altri. Solo questo. Come ho già detto, ma non mi stanco di ripetere: originalità è riproporre qualcosa che già esiste, esplorandone lati inediti, mostrandola sotto una luce nuova o inusuale. Qua c’è una storia di famiglia, una famiglia che si raduna solo alla morte del capofamiglia… ma, nonostante gli elementi del cliché ci siano tutti, sorella zitella compresa, il modo in cui i personaggi si approcciano fra loro, si scontrano, e quel finale così strano… davvero, è stato un continuo susseguirsi di cose inaspettate. Complimenti. Riassumendo? Personaggi perfetti, trama pulita, finale straniante: bella, bella storia. 

AFFINITÁ DI COPPIA 5/10: 
Vi voglio chiedere subito scusa: sono certa che, quando leggerete le vostre valutazioni e mi risponderete, io mi scorticherò la fronte a furia di facepalm. Perché sono certa sia una mia mancanza… vedete, non ho trovato correlazione fra le vostre storie. Quando ho letto quella di Marge ho pensato che la protagonista potesse essere la ex moglie di Daniele… per ricredermi dopo poche righe. Allora mi son detta, sarà un qualcuno che incappa nel funerale. E invece nisba. C’è un filo rosso di fondo, ma è molto intellettuale, molto “tutte le famiglie hanno del marcio, tutti abbiamo i nostri problemi, vediamo di lavorarci su” – ma non so quanto sia questo il punto che volevate sollevare o quanto sia stata io a vedercelo. L’unica cosa davvero in comune è il setting – Roma con la pioggia. Ma anche altri due racconti sono ambientati a Roma, avete forse fatto un accordo a quattro :D? Sorrisi a parte, davvero: sono due ottime storie, ma non trovo quell’elemento fisico che mi faccia dire “Ah, diamine, ecco dove si collegano”. Se Marie fosse venuta dal Brasile… e Hilario fosse stato magari interprete nelle trattative… oppure su Luisa avesse sentito la curiosa notizia di un incidente al cimitero di Roma, in cui una bara quasi si apriva… ecco, sono esempi stupidi, me ne accorgo, ma era questo che cercavo. Colpa mia, una volta in più, se non ero stata capace di spiegarvelo nel bando. 
Recensione alla storia Lettera di una sopravvissuta - 16/12/13, ore 14:45
Capitolo 1: Lettera di una sopravvissuta
Recensione premio

Ancora una volta il tuo stile fulminante e veloce si adatta in maniera sorprendente al genere che scegli. È... è reale. È quello che davvero credo scriverei in un attimo di lucidità durante una situazione allucinante. Anche il contesto è poi meno sovrannaturale di quanto possa sembrare, e grazie (?) ai film è facilissimo immaginare questa ragazzina, raggomitolata a terra, gli occhi rossi e la pelle ulcerata, scrivere. Magari su un muro, invece che su un pezzo di carta. Su un muro, così che quelli che verranno dopo - perché nonostante il terrore, nonostante il ribrezzo e la disperazione, nonostante la consapevolezza di poter essere una degli ultimi umani... l'intima consapevolezza di non esserlo c'è - possano leggere e rinsaldare la propria speranza. Mi è piaciuta davvero, davvero molto. Spolvera più spesso i meandri del pc, se è questo che ne esce ;)
Recensione alla storia Un battito - 09/09/13, ore 18:32
Capitolo 1: Un battito
Contest "Finiamola!" : storia partecipante

Breve e fulminante. È buona, ma trovo che l’utilizzo della terza persona abbia indebolito la possibilità di empatizzare col personaggio, rendendo la storia più fredda. Il linguaggio è particolare, ricco di ripetizioni, non mi entusiasma, certo, ma è corretto. Quello che invece non funziona sono alcune frasi che sono errate “logicamente”, non come ortografia o sintassi, ma proprio “senza senso”. “La strada correva veloce attraverso i suoi occhi” non funziona, scorreva sotto i suoi occhi, si srotolava davanti ai suoi occhi, la macchina correva veloce sulla strada… ci sono tantissime variabili. “Sentiva il braccio teso” non rende l’idea di quello che sta avvenendo, significa solo che il braccio era dritto. Forse meglio aggiungere che sentiva i muscoli del braccio tesi, così renderebbe di più il senso della tensione fisico-emotiva e non solo “di postura”. Per il resto, eliminerei le virgole prima delle “e” congiunzione, perché in questo caso non servono a dare maggiore enfasi, e attenzione all’inizio, c’è un piccolo errore di battitura: aveva smesso DI tormentarla. Benché scritta bene, questa storia non ha fatto presa. Forse concorre la terza persona singolare, forse la brevità, non saprei. Ha una sua originalità ed è molto particolare, sì... Ma non si avverte il vero dolore per i soprusi, non si avverte la paura né la gioia della liberazione. Traspare dalle parole una sorta di rassegnazione, che sarebbe più che giusta in una donna che decide di sopportare, ma che non va bene in una che ha deciso di reagire. Forse rendere più incisivo l’inizio potrebbe dare maggiore scorrevolezza al seguito – ma sottolineo che questa è un’opinione personale. Se era quello il tuo intento – una storia di vendetta senza redenzione, una storia di una persona talmente sfinita da avere le emozioni anestetizzate e atrofizzate – beh, in quel caso chapeau, hai preso in pieno il bersaglio. 
Recensione alla storia Il Profumo dei Ricordi - 03/04/13, ore 16:05
Capitolo 1: //
La protagonista si chiama come me: che altra storia potevo mai scegliere?
La cosa che più mi colpisce nel tuo modo di scrivere è il linguaggio. Spesso la narrazione ne risulta rallentata e appesantita - non dici "legno", specifichi "mogano", non ti basta un aggettivo, ne metti tre o quattro  - ma è un dettaglio irrilevante alla luce, poi, della minuziosità con cui il lettore si ritrova nella scena narrata. L'unica pecca è che, come avevo notato nell'altra storia, certe volte fai scelte più "di gusto" che di reale "correttezza" e alcuni vocaboli sono troppo ricercati per la sintassi della storia; ma è questione di gusti, dopotutto. 
Ti segnalo solo, se mai deciderai di rimettere mano alle tue storie, di controllare molto bene i verbi: ci sono dei periodi stridenti, nei queli le forme verbali cozzano un po' fra loro; inoltre cercherei di cambiare un po' il modo di accostare i periodi stessi, hai utilizzato moltissime avversative (moltissimissimi "ma") che si potrebbero cambiare facilmente!
p.s. c'è anche un piccolo errore di battitura, quando deve vestirsi da fatina scalcia per non farsi infilare LA gonna.. manca la L ^^

Bene, lì lascio la parte "tecnica", perchè è una cosa che mi sentivo di dover fare. Ora vengono i complimenti, complimenti di vero cuore. hai preso una situazione orribile, una in cui nessuna famiglia vorrebbe trovarsi e sei riuscita a farne uscire più di un sorriso. E sì, concordo con te: i bambini sono molto, molto più coraggiosi i brillanti degli adulti. Quando sentono che qualcosa non va sanno dire e fare cose inimmaginabili, per noi. Questa storia è dolcissima e struggente, eppure piena di speranza ed amore proprio in virtù della giovanissima età della protagonista - quando muore il fratello - e della caratterizzazione di quel ragazzo rimasto immutato e perfetto nel tempo. Lei che va ad affrontare il mostro è una scena così realistica... è commuovente, nel senso più vero del termine. Davvero, davvero, complimenti.