Recensioni di Manto

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Storia di viaggiatori, di una santa reliquia, di tre lestofanti e un ciuco - 24/10/19, ore 23:39
Capitolo 3: Dove si narra di colombe e serpenti, qualche nodo viene al pettine ma la maggior parte resta così com’è
Recensione premio per il contest “Lavoratori allo Sbaraglio”

E alla fine è giunta anche la fine di questa storia.
Tre vicende che si compenetrano e si uniscono per cambiare la propria sorte, per scoprire qualcosa di nuovo, per essere quelli che si è sempre stati.
Teodoro che salva la vita dei tre girovaghi – tiro poco intelligente e leale quello di rubare l’evangeliario, ahi ahi qui mi abbassate il livello di stima per voi, ragazzi… ma solo perché vi siete fatti beccare, dannazione! – per compassione è la cosa più bella che potessi leggere, perché ha avuto quel senso di saggezza, superiorità (in modo positivo, nel senso che non si è legato la questione al dito) e di grandezza che, sinceramente, nel primo capitolo non gli avevo riconosciuto; e con Decimo fa un bel duo, essendo uno l’insegnante che tanti dovremmo avere e l’altro il ragazzo che saprà trarre da lui tutto ciò che serve per far sì che nessuno dei due lasci il mondo senza essere ricordato;
Teofane che alla fine raggiunge la sua metà e trova il suo sposo – mi aspettavo una storia più felice, dato che lui mi ha fatto una buona impressione… peccato che si sia rivelato solo una relazione dal carattere molto diplomatico, anche se credo che in un altro contesto e vita avrebbe avuto una realizzazione migliore –, ma alla fine ottiene quello che ha sempre pensato: la sua strada lontano dagli ambienti di corte, nel chiuso della sua anima, con il Volto di Cristo a darle pace e a raccontarle tutto ciò di cui ha bisogno.
Mi è piaciuto anche leggere di quel senso di vicinanza, prima non così palpabile, con chi rimane della sua corte: il viaggio l’ha fatta crescere, l’ha portata a comprendere molte cose, a maturare, e questo è semplicemente bellissimo da leggere…
E alla fine ecco la terna perfetta, quaterna con Liutprando: anche loro hanno avuto una vicenda singolare, come non si aspettavano, che ha cementato il loro legame e li ha mantenuti com’erano, ovvero tre cittadini del mondo e senza barriere, capaci di non cambiare mai, ma anche di essere aperti a ciò che li attende.
È una storia molto, molto particolare, che mi ha parlato sia di metamorfosi che dell’importanza di rimanere sé stessi, ma trovando la strada che è propria; di come un solo gesto possa cambiare la sorte di tante persone, della bellezza – e tristezza – di un mondo molto più ampio di quanto crediamo, dell’avventura massima che è vivere, e di come sia bello condividerla.
Decisamente stupenda.

Manto
Recensione alla storia Storia di viaggiatori, di una santa reliquia, di tre lestofanti e un ciuco - 24/10/19, ore 23:37
Capitolo 2: Capitolo secondo: Dove si apprendono delle cattive notizie e qualcuno finisce spennato come un pollastro
Recensione premio per il contest “Lavoratori allo Sbaraglio”

Ed eccoci ai problemi, quindi.
Partendo da Teofane, che in un viaggio già complesso perché non voluto da lei – bella storia quella dei matrimoni combinati, specie per una ragazzina che ancora non è fiorita e vede la sua infanzia, o quello che ne rimane, venduta per motivazioni politico/economiche… meglio sorvolare o stiamo qua mille anni a parlarne –, si trova circondata da persone che non possono aiutarla in nulla, neanche a sentirsi meglio, e si vede arrivare la notizia che suo padre – che lei amava tanto, da quanto appare – è passato al mondo dei più: un matrimonio e un funerale, insomma, con lei che farebbe di tutto (per ragioni diverse) a non dover essere partecipe dell’una e l’altra notizia.
Povera cucciola… credevo che l’avremmo vista sì in una situazione più grande di lei, ma non così triste: perché ora è una principessa completamente sola, senza un conforto, con solamente domande davanti a sé; e se questo non bastasse, ecco che accade qualcosa proprio nel momento in cui sta accarezzando l’unica cosa che può calmarla, il Volto del Dormiente che tanto le aveva dato il silenzio del Paradiso… che ora, però, non le sussurra altro che Inferno. Vediamo nel prossimo capitolo cosa accadrà, anche se già tremo.
Per quanto riguarda i tre simpatici buon temponi, anche loro non se la passano al meglio, con la notizia che la guerra si sta avvicinando e probabilmente li coinvolgerà; e anche la storia della scoperta della Sindone è stata così avvincente da avere il sapore dell’avventura. Sono un trio ben amalgamato e dal quale ci si aspetta un po’ di sollievo e ritmo meno pesante, anche se, come si è visto, non sono esenti dai problemi.
Ottimi trickster, di certo non passano inosservati.
E vogliamo parlare di quello che accade al povero Decimo e al suo maestro? Che scoramento vedere il frutto del tuo lavoro andare in fumo per colpa dei briganti, specie se il tuo tesoro è un evangeliario splendido e il dono per la principessa!
E via, non posso trattenermi, vediamo come finisce questa bellezza!

Manto
(Recensione modificata il 24/10/2019 - 11:38 pm)
Recensione alla storia Storia di viaggiatori, di una santa reliquia, di tre lestofanti e un ciuco - 24/10/19, ore 23:36
Capitolo 1: Capitolo primo: dove entrano in scena un novizio, tre pellegrini e una promessa sposa
Caro il mio yonoi, tu non mi deludi mai.
Sai sempre come cogliere il mio cuoricino, volta dopo volta non faccio che emozionarmi; finirò che ti chiederò in sposo. Ok, finito lo sproloquio, alle cose importanti.
Io davvero non so come fai a farmi innamorare così, ma ho trovato un'altra storia che mi garba.
Sarà che tutto ciò che si chiama Storia mi chiama, che Ravenna è una città della mia anima, che i tuoi personaggi sono sempre così umani da rendermi felice di aver trovato qualcuno dalle tue abilità; ma ecco che ora ti scrivo una recensione, in questo caso piuttosto breve, smaniando di andare avanti.
Ora, sulla trama non dico perché ormai sai che attendo almeno il secondo capitolo per parlare a riguardo; ma è innegabile che la storia trasudi del colore dei mosaici, delle imprese miniate dei monaci, del respiro bizantino dell'oro, dello spirito giullaresco di chi vive allegramente gabbando e ingannando, ma senza far chissà che male agli altri. Tra le altre cose, mi sono piegata in due davanti al nome di Liutprando usato per un dolce ciuco, pace all'originario portatore; mi sono innamorata dei riferimenti e dei termini precisi che usi, come il termine basilissa per Zoe. Non nego che poi mi intrigano parecchio Decimo e la cara Teofano, con le loro personali storie e vicende... Specie quest'ultima, che ha un'anima da portatrice di caos e con l'espressione "Le corna di Belzebù" mi ha fatto alzare le mani in segno di resa.
Volo subito al prossimo capitolo.

Manto
Recensione alla storia Quella freccia in fondo al lago - 17/10/19, ore 23:14
Capitolo 1: Quella freccia in fondo al lago
Recensione premio per il contest "Lavoratori allo Sbaraglio"

Sono sincera: è stata una sorpresa per me scoprire questa storia. Come te, ho anch'io un debole per i nativi americani: per il loro contatto con la Terra e ciò che abbiamo perso, per la libertà e la fierezza che ho sempre associato loro, per la loro personale storia che in pochi conoscono e ancora meno cercano di sapere, per tutto un sistema di idee e spiritualità in cui, credo, mi sentirai più a mio agio che in molte delle nostre città.
Quindi, pensa quando mi è balzata all'occhio la trama di questa storia: non potevo non leggerla, l'ho capito subito.
Ed eccoci qui. Allora, ho il cuore in tumulto: sia per come hai reso la storia, con calma e indagando bene i pensieri, dando una prospettiva pacata ma intensa della vicenda, come un'onda che sale e sale e romba, fino a infrangersi con violenza su di noi; sia per l'amarezza di un episodio che è crudele e troppo, troppo simile ad altri.
Molto particolare la visuale di un'anima leggermente scostata dalla sua gente: a metà via, che non presenta certe caratteristiche e per questo viene definito diversamente... ma che ha anche la capacità di notare cose andando a fondo di queste, con arguzia e una sorta di saggezza.
Fin da subito Non Teme è scostato dalla guerra: non solo per capacità ma per disposizione, perché la sua ricerca a una vita tranquilla e serena è così forte da ostacolare ogni tentativo di essere come gli altri; e per questo, alla fine, anche davanti all'orrore della stessa morte, reagisce con una pace che ferisce fino in fondo.
E' vittima di un'ingiustizia, di un odio fortissimo e che la natura riflette in una luna violata, come lo spirito di un intero popolo; e lo sente, lo percepisce sulla pelle, e anche se non può fare nulla, la parte finale dove ricade nel lago porta con sé qualcosa di più che dispiacere.
Lui è diverso; ma è diverso anche il soldato che l'uccide, che non vorrebbe puntare il fucile al suo petto ma deve obbedire a una legge più grande della soggettività. Sono entrambi vittime della Guerra, che non guarda in faccia nessuno dei due e li inghiotte, ognuno secondo la propria sorte.
E questa è una parte fortissima, bellissima quanto tutto il resto della storia.

Manto
Recensione alla storia L'Antologia della Storia Dimenticata - 04/03/19, ore 23:33
Capitolo 7: Siccità
Recensione premio per il contest "Cuore d'Ombra - II Edizione"

Tu non sai che regalo mi hai fatto.
Purtroppo è vero, le civiltà precolombiane e le loro affascinanti culture e vicende non sono sempre affrontate come meritano; ma io ho veramente un debole per loro, sia sul piano storico che antropologico (sì, per quanto sia arduo rapportarsi a certi riti e credenze, la mia sete di comprensione e sapere è più forte).
Ho quindi apprezzato tanto la tua "risposta" alla misteriosa scomparsa dei Maya, ipotesi seguita da molti, come giustamente hai segnalato; ma ancor più ho amato come hai reso la fine di una civiltà potente, della caduta dei suoi simboli.
Il Sole, che per queste culture aveva un'importanza fondamentale - e non solo per loro, comunque - è ora diventato uno strumento che non dà vita, ma morte; gli dèi sembrano essere morti e le loro sacre case si sono fatte silenziose, tutte le attività, anche quelle fondamentali e che contrassegnavano il loro essere, si spengono nell'arsura divenuta la suprema realtà; e il declino non è nemmeno finito.
L'unica cosa è che questa calamità non ha cancellato la memoria di un popolo unico: perché l'uomo può scomparire, ma le sue tracce rimangono.
E ritrovare, conservare anche solo una di queste orme è qualcosa di incommensurabile e prezioso, un punto in più contro gli artigli della Fine.
Un ottimo lavoro come sempre.

P.s. Ho gli occhi a cuore per la citazione a Chichén-Itzà, una delle mie tante mete dei desideri.

Un abbraccio,
Manto **