Recensioni di Chara

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Adesso volo anch'io. - 21/03/16, ore 19:40
Capitolo 1: Adesso volo anch'io.
Buonsalve! *-*
Ricordo quando mi avevi parlato di questa flashfic e del significato che ha per te, e rileggerla a distanza di tanto tempo mi fa sempre un po’ commuovere (non troppo, eh, lo sai che io ho il cuore di pietra). Poi è passata da poco anche la festa del papà… è proprio un segno, eh?
 
Comunque, forse è meglio passare a cose serie. Anzi, no, prima devo farti la paternale perché dici di non saper scrivere storie originali ma questa è di gran lunga meglio di molte cose che ho trovato in giro sul sito – magari anche cose scritte da gente che scrive solo originali. Dovresti smettere di sottovalutarti, ché sei praticamente in grado di scrivere tutto ciò che vuoi. Magari a fatica – tipo le scene lime e lemon – ma poi una volta scritte sono perfettamente scorrevoli, e la fatica non si nota affatto.
Fine della paternale. Passo alla storia.
 
Una cosa che ho trovato un po’ curiosa anche dopo questa rilettura, e che voglio citarti subito, è lo stile: hai usato la prima persona, e credo che non sia facile per una storia dall’argomento così spinoso. Mi sembra che il protagonista faccia fatica – anche se alla fine della storia si avvia verso l’accettazione – ad accettare/ pensare/mettere a fuoco la propria disabilità, per cui è un’immagine molto forte quella della narrazione in prima persona.
Generalmente sono io la prima a preferire la terza (e anche tu, mi sembra), però hai fatto bene a fare questa scelta, nel caso di questa flash, perché è forse la più azzeccata: dà un impatto più forte sia nella prima parte – più cupa – che nella seconda e nel finale.
Ovviamente, da questa frase si capisce anche che l’uso che hai fatto del prompt è molto bello. Avevo partecipato anch’io al contest, vero? Con la flash su Emma… be’, chi si ricorda :’)
 
Non so perché questa flash ti faccia così schifo, comunque (sono ripetitiva, lo so). Secondo me hai rappresentato un momento molto importante, una specie di giro di boa per una persona che si trova in questa situazione: chi nasce senza la possibilità di camminare, in un certo senso, non può sapere cosa si provi – sebbene abbia una grande sofferenza, innegabilmente –, ma chi si vede negata la possibilità di correre insieme al proprio figlio, quando fino a poco tempo prima magari ha fantasticato su questo (scusa, la frase è orribile, ma non riesco a dirlo meglio), forse si trova in un disagio ancora maggiore.
E anche la figura di Ivan è importante: lui non vede l’incapacità del padre, semplicemente lo incita a fare del suo meglio, perché vede il lato positivo, come ogni bambino, e sa che non tutto è perduto. Credo sia una specie di lanternina per suo padre, un faro nella nebbia – so che il faro ha un significato per te, quindi uso questo paragone di proposito :3
 
Nulla… ricrediti su queste cinquecento parole, perché sono bellissime. ♥
Recensione alla storia The Last Day - 18/03/16, ore 17:30
Capitolo 1: The Last Day
Tutto ciò è molto bello :3
Le drabble mi affascinano sempre, perché spesso per stare in cento parole si deve ricorrere a immagini molto evocative, che lasciano il lettore affascinato (se sono fatte bene). Ed è questo il caso.
C'è una vena di mistero in tutto ciò, l'atmosfera è evanescente — e non a caso uso un termine che tu stessa hai usato nella storia, perché è molto adatto — e il contesto abbastanza inafferrabile, però trovo la storia, come dire, multitasking: ognuno riesce a vedere davvero tante cose in queste righe, perché specifiche abbastanza da dare una direzione, ma al contempo generiche quel tanto che basta per permettere a ognuno di far correre la mente.
E l'Apocalisse ha un che di ipnotico, mi attira e al tempo stesso mi inquieta, per cui queste immagini che si rincorrono, questi aggettivi, i colori, i fenomeni atmosferici... tutto mi attira, e rileggendo la drabble continuo a provare la stessa sensazione. Non se ne va.
Direi che l'effetto che devono dare le drabble sia proprio questo, per cui ti faccio i miei più sinceri complimenti :3
Chara
Recensione alla storia Storia di un Natale - 01/03/16, ore 22:28
Capitolo 1: Storia di un Natale
Bene, mi è piaciuto così tanto leggerti l'altro giorno che ho deciso di buttarmi su quest'altra one shot, sebbene il natale sia passato da un pezzo grazie al cielo.

Questa storia mi è piaciuta molto, anche se più lunga e complessa dell'altra tua one shot originale (a quest'ora, dopo una giornata del genere, mi tocca usare la lunghezza di un racconto come metro di valutazione, perdonami!). Mi è piaciuta perché ci sono molti temi attuali, non è la classica storia sul natale: in quel caso, proprio non la sopporterei.
Invece hai saputo portare all'attenzione dei lettori due cose.

La prima è la disillusione che, con l'età, giunge insieme al natale. Io di anni ne ho ventitré, ma è da un bel pezzo che lo trovo una festa ipocrita — al punto da apprezzarne solo il consumismo, perché "dichiarato", sotto gli occhi di tutti e quindi non falso come la maggior parte degli altri sentimenti correlati. Mi piace che Lilian decida di aprire gli occhi ai suoi nipoti proprio in questa notte così importante, perché sa che li turberà ma in un certo senso saranno protetti dall'atmosfera natalizia.

La seconda, che personalmente mi ha mandata in visibilio, è la sottolineatura del divario tra generazioni: Lilian, Marguerite e Rochelle sono di tre generazioni molto diverse, sono l'una la discendenza dell'altra e prendono la vita in modi davvero diversi. Però tutte e tre rappresentano bene la propria "categoria".
Lilian è cresciuta con l'insegnamento del finché morte non ci separi, ha imparato che si stringono i denti e si va avanti nonostante le difficoltà perché c'è sempre qualcosa da guadagnare, un gioco di squadra da fare, un insegnamento da tramandare. Ci si accontentava di poco, una volta, e lo si trasformava in molto perché si viveva di piccole cose.
Marguerite è figlia di questi insegnamenti, eppure si trova nel mezzo — tra la compostezza di chi si accontenta e il furore di chi è nato per non accontentarsi — ed è in lotta con se stessa perché non ha ancora deciso da che parte stare. Spesso l'ago della bilancia si sposta completamente a caso, ma è anche vero che se alle spalle gli insegnamenti sono solidi è possibile riconoscere gli insegnamenti e farne tesoro, anziché rinnegarli. E, francamente, sono contenta che sia andata così: io forse faccio parte della terza generazione, quella di Rochelle, ma è anche vero che credo molto nel valore della famiglia e se avesse deciso di lasciare suo marito senza provare a sistemare le cose almeno un'altra volta (almeno a natale, visto che ci siamo) non ne sarei stata affatto contenta.
Comunque, dicevo, Rochelle è ancora intonsa, come una tela bianca su cui non è ancora stato dipinto nulla. Il suo grande potere è quello di poter scegliere cosa dipingere, perché come ogni ultima generazione ha una libertà in più di chi l'ha preceduta. E ha già deciso che sarà più forte di sua nonna (tra l'altro, "adoro" il suo modo di rapportarsi a Lilian, perché è molto realistico, sebbene irrispettoso... mi ricorda il mio modo di rapportarmi a mia nonna, a volte così soffocante ma sempre, palesemente, per il mio bene), l'ha già etichettata come colei che si lascia passare pur di non stravolgere la propria vita.
Potrei parlare per ore dei divari generazionali, mi affascinano moltissimo e sono contenta di aver trovato una storia di questo genere, perché spesso è una cosa che non viene apprezzata e mi sento quasi fuori dal mondo. Forse non sei giovanissima (relativamente... anch'io mi ritengo "non giovanissima", in questo discorso), hai presente i divari tra generazioni perché hai vissuto il natale come qualcosa di un po' più profondo di una banale festa piena di doni e banchetti... sai di cosa parli, ecco. E questa cosa mi è piaciuta tanto.

Un altro aspetto che apprezzo sempre è la cura per i dettagli: non sei stata ossessiva con l'ambientazione, non hai speso paragrafi nel definire ogni linea del paesaggio, la latitudine, la longitudine e tutto il resto. Hai piazzato pochi, ma significativi dettagli e hai permesso al lettore di inquadrare due cose: l'ambientazione e la tua consapevolezza dell'ambientazione. Per me è il top, davvero, è quello che fa la differenza tra una storia decente e una storia bella.

Insomma... come avrai capito mi è piaciuto tutto anche stavolta. Purtroppo la recensione è un po' sconclusionata perché sono un po' stanca e mi riesce più difficile mantenere un filo logico, ma spero tu abbia capito comunque quello che intendevo dirti.
Non mi resta che farti i complimenti per tutto ciò che ti ho detto e, come al solito — ma non c'è nemmeno bisogno di dilungarsi troppo —, anche per la grammatica e lo stile così piacevole, elegante e bello proprio da vedere. Se tutte le storie fossero come le tue, lascerei davvero l'università per fare la lettrice e scrittrice-di-recensioni a tempo pieno.
Brava, davvero.

A presto,
Chara
(Recensione modificata il 01/03/2016 - 10:30 pm)
Recensione alla storia Storia di un suicidio - 22/12/15, ore 09:06
Capitolo 1: Storia di un suicidio
Sono venuta a toglierti questo zero, ché così non si può proprio vedere (sono fondatrice di una campagna poco pubblicizzata sulle zero recensioni nelle storie!)...
Allora, la prima cosa che ho notato è a livello stilistico: all'inizio c'è un ritmo molto cadenzato, separato da virgole più o meno alla stessa distanza tra loro. Mi ha dato l'impressione dell'esasperazione - che ha ragion d'essere, vista la situazione - però indecisa con l'apatia. Poi il ritmo decolla, propendendo decisamente per l'esasperazione e la disperazione. Molto toccante come sia degenerato tutto.
È molto toccante anche la speranza, usata come perno e come "colpa" di tutto: è vero, però, che avere speranza e vedersela portare via di giorno in giorno può mettere in ginocchio anche il più forte degli animi. Ed è vero che spesso la speranza mitiga una situazione difficile, infondendo ottimismo quando invece si dovrebbe cercare un'altra strada, per l'amor proprio. La speranza è una truffatrice.
Alla fine, poi, c'è di nuovo quel crescendo ritmico che mi sembra una tristemente perfetta conclusione per il salto nel vuoto che il protagonista compie. Ed è anche molto poetica l'ultima frase, mi complimento con te per il suo impatto. È vera, così vera, ma ancora più triste di tutto il resto: ricorda che c'è chi, per sfuggire all'agonia, è disposto a rinunciare anche alla libertà e alle altre cose che danno la vita - forse, proprio perché danno la speranza, che tante volte ha tradito.
Complimenti vivissimi, è un piccolo brano davvero bello!

P.S. Mi ero dimenticata! C'è una discordanza tra i verbi, sul finale: "Chiusi gli occhi e già mi sentivo meglio, cullato da quel freddo calore con quale la morte ti avvolge." Hai scritto tutto al presente, ma questi due verbi ti sono sfuggiti al passato ^^
(Recensione modificata il 22/12/2015 - 09:42 am)
Recensione alla storia Galli - 18/12/15, ore 12:27
Capitolo 1: Galli
Posso shippare il gallo di Azùcar con la gallina di Banderas? So che non è il modo migliore di iniziare una recensione, ma ci ho già costruito una romance che neanche per le mie OTP più fervide xD
La smetto xD Ricominciamo.

Ciao dal tuo Babbo Natale Segreto, o uno dei tanti... spero :3
Devo dirti che ho apprezzato tantissimo questa storia, è stata assolutamente inaspettata e mi ha rapita praticamente dalla prima riga. Anche una mia amica, anni fa, aveva scritto qualcosa ambientato in America Latina (sempre che nel tuo caso non si tratti della Spagna, ma comunque il senso non cambia) e per qualche ragione le storie con questi toni mi mandano sempre in brodo di giuggiole. Adoro le vicende di questo tipo, di illegalità "a fin di bene" o, comunque, che mostra anche il lato umano di chi infrange la legge.
C'è anche il punto di vista di Adela, che è molto affascinante e incredibilmente attuale: se una donna prova un desiderio per qualcuno che non è suo marito, viene presa a pesci in faccia (e, dal punto di vista della correttezza e del rispetto del "sacro vincolo del matrimonio", è anche ragionevole); lei, invece, ha la possibilità di soddisfare il proprio prurito e, chissà, magari scoprirà che è sopravvalutato.
Magari dopo questa vicenda ne usciranno più forti come famiglia. Per la serie: la speranza è l'ultima a morire.
Complimenti davvero, questa storia mi ha proprio appassionata, sebbene non sia lunghissima. Sono entusiasta *-*

[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 5.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love]